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L'OSSERVATORE ROMANO

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<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong><br />

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di Redazione 0669883461/0669884442 - fax 0669883675<br />

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Anno CXLI - N. 276 (42.914) CITTÀ DEL VATICANO Sabato 1 Dicembre 2001<br />

AFGHANISTAN Verso la formazione di organi legislativi ed esecutivi interinali<br />

Importanti progressi<br />

nei negoziati di Bonn<br />

BERLINO, 30.<br />

Le delegazioni impegnate<br />

alla conferenza di<br />

Bonn hanno compiuto<br />

ieri importanti passi<br />

avanti verso un accordo<br />

sul nuovo Governo dell’Afghanistan,<br />

mentre<br />

l’Alleanza del Nord ha<br />

accettato il principio di<br />

una forza multinazionale<br />

di pace, riconoscendo il<br />

«ruolo importante» dell’ex<br />

Re in esilio.<br />

Sia le Nazioni Unite<br />

sia i rappresentanti delle<br />

due maggiori delegazioni,<br />

l'Alleanza del Nord e<br />

quella che si riconosce<br />

nell’ex Re Zahir Shah,<br />

hanno ammesso i progressi<br />

compiuti nei negoziati<br />

sulla colle del Petersberg.<br />

«Le delegazioni<br />

sono molto vicine a un<br />

accordo», ha detto il portavoce dell’Onu,<br />

Ahmed Fahwzi. L’intesa tuttavia, ha<br />

rilevato, non è stata ancora raggiunta.<br />

«Esiste un’intesa generale per una struttura<br />

di transizione in Afghanistan», ha<br />

aggiunto Fahwzi, secondo il quale il «lavoro<br />

da fare sui dettagli è ancora duro».<br />

Il portavoce ha detto che l’orientamento<br />

dei delegati è quello di un’autorità provvisoria<br />

composta da due organismi: un<br />

Incursioni<br />

americane<br />

sull'aeroporto<br />

di Kandahar<br />

ISLAMABAD, 30.<br />

Gli aerei americani hanno colpito<br />

le truppe Taleban che hanno<br />

trovato rifugio nei bunker dell’aeroporto<br />

di Kandahar, loro ultima<br />

roccaforte. Dal canto loro, i leader<br />

delle tribù Pashtun hanno intimato<br />

all’Alleanza del Nord di tenersi<br />

fuori dal Sud dell’Afghanistan.<br />

Khalid Pashtoon, un portavoce<br />

dell’ex Governatore mujaheddin<br />

Gul Agha, ha riferito che<br />

3.000 uomini dell’esercito di Agha<br />

sono ammassati sei chilometri a<br />

Sud dell’aeroporto di Kandahar e<br />

non hanno bisogno del concorso<br />

delle forze dell'Alleanza del Nord.<br />

Intanto, mentre il Segretario di<br />

Stato americano, Colin Powell, ha<br />

minimizzato ieri le notizie secondo<br />

cui gli Stati Uniti sono preoccupati<br />

per i possibili risvolti politici<br />

della presenza a Kabul dei russi,<br />

che mantengono rapporti stretti<br />

con l'Alleanza del Nord, il vice<br />

Presidente americano, Dick Cheney,<br />

in un'intervista al canale televisivo<br />

«Abc» ha dichiarato che il<br />

sospettato numero uno dei disumani<br />

attacchi terroristici dell'11<br />

settembre, Osama bin Laden «si<br />

trova ancora in Afghanistan».<br />

«Abbiamo ridotto lo spazio dove<br />

si può sentire sicuro» ha detto<br />

Cheney facendo vanto delle tecnologie<br />

moderne in grado di rintracciare<br />

Osama bin Laden che, a suo<br />

avviso, è circondato da un consistente<br />

numero di combattenti a<br />

lui fedelissimi. Nell'intervista Cheney<br />

ha ribadito l'intenzione degli<br />

Stati Uniti di tradurre i responsabili<br />

dell'organizzazione terroristica<br />

«Al Qaeda» davanti a tribunali.<br />

Dopo un'iniziale incertezza del<br />

Pentagono arrivano conferme da<br />

fonti anonime dell'Amministrazione<br />

Bush della cattura in Afghanistan<br />

di Ahmed Omar Abdel<br />

Rahman, figlio del celebre sceicco<br />

cieco in carcere negli Stati Uniti<br />

per terrorismo ed esponente ad<br />

alto livello di «Al Qaeda».<br />

Infine, il Kazakhstan è pronto<br />

ad accogliere sul suo territorio<br />

soldati americani, nell’ambito della<br />

campagna in Afghanistan. Lo<br />

ha annunciato il Presidente della<br />

Repubblica ex sovietica dell’Asia<br />

centrale, Nursultan Nazarbaiev.<br />

INCONTRI<br />

Roberto Mussapi intervistato<br />

da Claudio Toscani<br />

La poesia: una<br />

traccia d'infinito<br />

nel finito<br />

della materia<br />

di CLAUDIO TOSCANI<br />

Pagina 3<br />

Due esponenti del «Gruppo di Roma» che si riconosce nell'ex Re afghano<br />

Consiglio supremo (organo legislativo)<br />

formato da 120-200 persone, — che dovrebbe<br />

essere guidato dall'ex sovrano —<br />

e un’amministrazione interinale (organo<br />

esecutivo) di 15-25 membri. Tale struttura<br />

rimarrebbe in carica fino alla prima<br />

convocazione in primavera della «Loya<br />

Jirga», l’assemblea dei capi tribù afghani<br />

che deciderà sul futuro assetto costituzionale<br />

del Paese. Per le prime elezioni<br />

dovrebbero passare circa<br />

due anni. «Sarà dura, la<br />

strada non è facile», ha<br />

ammesso Fahwzi, che si<br />

è detto tuttavia ottimista<br />

sull’accordo.<br />

La terza giornata della<br />

conferenza di Bonn è<br />

stata segnata dall’accettazione<br />

da parte dell’Alleanza<br />

del Nord del principio<br />

di una Forza multinazionale<br />

di pace da dispiegare<br />

nell’Afghanistan<br />

del dopo Taleban. «La<br />

nostra intenzione non è<br />

di opporci alla forza di<br />

truppe straniere», ha a<br />

tal proposito dichiarato<br />

Yunis Qanuni, capo della<br />

delegazione dell'Alleanza<br />

del Nord. Favorevoli<br />

al dispiegamento di<br />

una forza internazionale<br />

si sono detti anche i rap-<br />

presentanti hazara e uzbeki, i quali tuttavia<br />

hanno oggi protestato perché le loro<br />

comunità sarebbero sotto rappresentante.<br />

Per lo stesso motivo — secondo<br />

quanto segnala l'«Ansa» — il tavolo delle<br />

trattative è stato oggi abbandonato dal<br />

più importante esponente dell'etnia pashtun<br />

presente a Bonn, Haji Abdul Qadir,<br />

finora governatore della provincia di<br />

Nanghar.<br />

Riunione dei 15 Paesi che formano il gruppo di supporto<br />

A Berlino una conferenza<br />

sugli aiuti per la ricostruzione<br />

BERLINO, 30.<br />

Dopo la conferenza di Bonn, la settimana<br />

prossima i rappresentati di 15<br />

Paesi donatori si riuniranno a Berlino<br />

per discutere sull'invio di aiuti in Afghanistan.<br />

L'incontro si terrà nella capitale<br />

federale il 5 e il 6 dicembre. Lo ha precisato<br />

una portavoce del ministero degli<br />

esteri tedesco a Berlino. Il gruppo di<br />

supporto dell’Afghanistan (Asg) si riunisce<br />

sotto la presidenza di turno tedesca<br />

essenzialmente allo scopo — secondo la<br />

fonte ripresa dall'agenzia «Ansa» — di<br />

discutere di aiuti di emergenza e del<br />

concreto sostegno all'opera di ricostruzione.<br />

Il gruppo, di cui fanno parte i principali<br />

Paesi occidentali e europei, ha già<br />

stanziato aiuti per circa 1.500 miliardi di<br />

lire. Alla riunione partecipano anche<br />

rappresentati delle Nazioni Unite, dell’Unione<br />

europea e della Croce Rossa Internazionale.<br />

Incontrando ieri a Berlino il<br />

presidente di turno dell’Ue, il Premier<br />

belga Guy Verhofstadt, il Cancelliere tedesco,<br />

Gerhard Schroeder, si è mostrato<br />

peraltro fiducioso sull’esito della conferenza<br />

di Bonn. «Arrivano segnali incoraggianti»,<br />

ha sottolineato. A suo avviso,<br />

inoltre, il ruolo dell’Europa nella formazione<br />

del nuovo assetto politico dell'Afghanistan<br />

«deve essere visibile». Verhofstadt<br />

ha da parte sua ribadito che è ancora<br />

presto per parlare di passi concreti<br />

come una eventuale partecipazione di<br />

Paesi dell'Unione Europea a un contingente<br />

di pace sotto l'egida dell’Onu.<br />

Raccogliere maggiori informazioni per<br />

orientare al meglio gli interventi umanitari<br />

dell’Ue in Afghanistan: è questo l’obiettivo<br />

del viaggio che il Commissario<br />

europeo per gli aiuti umanitari (Echo),<br />

Paul Nielson, effettuerà in Pakistan e in<br />

Afghanistan la prossima settimana. Nielson<br />

sarà lunedì a Islamabad, dove incontrerà<br />

rappresentanti del Governo e<br />

delle agenzie delle Nazioni Unite; si recherà<br />

poi martedì a Kabul, dove incontrerà<br />

il Capo dell'Alleanza del Nord, Burhanuddin<br />

Rabbani e il «Ministro degli<br />

esteri» dell’Alleanza stessa, Abdullah Abdullah.<br />

«Metterò l’accento sull’imparzialità<br />

e sulla neutralità degli aiuti — ha<br />

nel frattempo sottolineato Nielson in un<br />

incontro avuto ieri con i giornalisti per<br />

illustrare gli scopi del suo viaggio — e<br />

anche sul fatto che gli interventi devono<br />

essere efficaci e raggiungere effettivamente<br />

i destinatari». Sull’impegno dell’Ue<br />

per finanziare gli aiuti umanitari in<br />

Afghanistan il responsabile dell'«Echo»<br />

ha indicato che si sta valutando la possibilità<br />

di assegnare nel 2001 un ulteriore<br />

contributo di 8,5 milioni di euro. Nielson<br />

ha anche ribadito la necessità di<br />

stanziare nuovi fondi inserendoli ex novo<br />

in bilancio. «Concentrare sull’Afghanistan<br />

i fondi destinati ad altri Paesi<br />

asiatici non è sufficiente, e senza ulteriori<br />

stanziamenti non saremo in grado di<br />

far fronte alla situazione, che si fa sempre<br />

più difficile, visto anche l’avvicinarsi<br />

dell’inverno». L’ipotesi avanzata dal<br />

Commissario europeo è quella di assegnare<br />

«circa 100 milioni di euro nei<br />

prossimi anni in modo da sostenere sia<br />

gli aiuti umanitari veri e propri, sia i<br />

primi interventi di sminamento, il rim-<br />

Bambini in un orfanotrofio di Kabul<br />

patrio dei profughi e l'opera di ricostruzione».<br />

La scorsa settimana fonti della<br />

Commissione europea avevano indicato<br />

che uno degli obiettivi del viaggio di<br />

Nielson a Kabul è verificare la possibilità<br />

di riaprire in tempi rapidi l’ufficio di<br />

rappresentanza permanente dell’Esecutivo<br />

Ue nella capitale afghana. Dal Pakistan<br />

giunge intanto la notizia di aggressioni<br />

ai danni di alcuni profughi dopo la<br />

caduta di Kunduz. Circa 500 profughi<br />

hanno infatti lasciato il campo di Bajaur<br />

e si sono diretti a Peshawar, dopo essere<br />

stati vittime di insulti e aggressioni da<br />

parte della popolazione.<br />

Il Cardinale Angelo Sodano<br />

Segretario di Stato<br />

al Simposio internazionale<br />

del Pontificio Consiglio<br />

per gli Operatori Sanitari<br />

Il volontariato<br />

cattolico in sanità<br />

Pagina 4<br />

IL CAMMINO<br />

DELLA CHIESA IN ASIA<br />

La Madonna di Fátima<br />

pellegrina<br />

nella Siberia Orientale<br />

Lettera di un giovane<br />

In Kazakhstan<br />

Giovanni Paolo II<br />

ci ha mostrato Cristo<br />

con la sua personale<br />

testimonianza Pagina 9<br />

Il Santo Padre ai partecipanti al Simposio nel XX anniversario della morte<br />

Il Cardinale Franjo Šeper ha percorso<br />

con il popolo a lui affidato i cammini della storia<br />

Il Cardinale Franjo<br />

Šeper — Arcivescovo di<br />

Zagabria, Padre Conciliare<br />

e Prefetto della<br />

Congregazione per la<br />

Dottrina della Fede —<br />

ha percorso con il popolo<br />

a lui affidato i cammini<br />

della storia. Lo ha<br />

affermato Giovanni Paolo<br />

II nel discorso rivolto<br />

ai partecipanti al Simposio<br />

promosso a vent'anni<br />

dalla morte del compianto<br />

Pastore croato, ricevuti<br />

in udienza, nella<br />

mattina di venerdì 30<br />

novembre, nell'Aula Paolo<br />

VI. Ecco i punti nodali<br />

del discorso del Santo<br />

Padre:<br />

» «Molto opportunamente<br />

avete voluto ri-<br />

cordare il compianto<br />

Card. Franjo Šeper, già Prefetto della<br />

Congregazione per la Dottrina della<br />

Fede, nel ventesimo anniversario della<br />

morte. Per questo vi siete ritrovati<br />

dapprima a Zagabria ed ora qui a<br />

Roma, dove siete convenuti numerosi<br />

anche voi, cari fedeli dell’amata terra<br />

di Croazia»;<br />

» «Il pensiero torna all’illustre Pa-<br />

store, che tanto rilievo ebbe per la vita<br />

della Chiesa di Zagabria, in particolare<br />

dal 1954 al 1968, in un periodo<br />

molto delicato per le relazioni fra<br />

Chiesa e Stato, dapprima come Arcivescovo<br />

coadiutore e poi dal 1960,<br />

succedendo al Beato Alojzije Stepinac,<br />

come Arcivescovo metropolita e<br />

anche Presidente della Conferenza<br />

Episcopale di Jugoslavia»;<br />

» «L’attività del Card.<br />

Šeper, durante quegli<br />

anni, non si limitò alla<br />

cura della sua diocesi e<br />

della Chiesa nel suo<br />

Paese. Partecipò ai preparativi<br />

del Concilio Vaticano<br />

II quale membro<br />

della Commissione per i<br />

Sacramenti e della Commissione<br />

centrale preparatoria.<br />

Durante il Concilio<br />

stesso fu poi membro<br />

della Commissione<br />

centrale»;<br />

» «Fu durante questi<br />

anni della sua permanenza<br />

a Roma che potei<br />

approfondire la conoscenza<br />

del Card. Šeper.<br />

Ebbi anche la gioia di<br />

ospitarlo nella mia Arcidiocesi<br />

di Cracovia, e<br />

durante uno di questi<br />

incontri amichevoli ebbi anche l’occasione<br />

di accompagnarlo in visita al<br />

campo di concentramento di Auschwitz»;<br />

» «Vorrei rilevare il suo radicamento<br />

nella Chiesa locale e insieme il suo<br />

senso di appartenenza alla Chiesa<br />

universale».<br />

Pagina 5<br />

Il discorso del Papa ai Vescovi del Costa Rica in visita ad limina Apostolorum<br />

Di fronte alle tendenze secolariste i cristiani<br />

devono dare ragione della loro speranza<br />

In Costa Rica l'uomo<br />

sta vivendo un momento<br />

drammatico e al tempo<br />

stesso affascinante: da<br />

una parte si diffonde il<br />

materialismo consumista<br />

e dall'altro si assiste al<br />

riaffiorare di quella spiritualità<br />

religiosa radicata<br />

nell'anima del popolo.<br />

Per questo è necessario<br />

che i Vescovi aiutino i<br />

cristiani «a rispondere a<br />

chi chiede ragione della<br />

speranza che è in loro».<br />

Lo ha detto il Papa ai<br />

Presuli della Conferenza<br />

Episcopale della Costa<br />

Rica, ricevuti in udienza<br />

nella mattina di venerdì<br />

30, in occasione della loro<br />

visita canonica ad limina<br />

Apostolorum. Questi<br />

gli altri punti nodali del discorso<br />

del Santo Padre:<br />

» «Sono lieto di sapere che, di fronte<br />

alle sfide del nuovo millennio, il vostro<br />

Paese è aperto alla speranza,<br />

fondata soprattutto sulla generosa dedizione<br />

dei Pastori e dei loro collaboratori<br />

alla missione evangelizzatrice»;<br />

» «Monsignor Bernardo Agusto<br />

Thiel, secondo Vescovo di San José,<br />

che svolse una lunga e prolifica attività<br />

pastorale e seppe diffondere<br />

prontamente i primi semi della dottrina<br />

sociale della Chiesa. A ciò si deve,<br />

in buona parte, la lunga tradizio-<br />

NOSTRE<br />

INFORMAZIONI<br />

Il Santo Padre ha ricevuto in<br />

udienza venerdì 30 novembre Sua<br />

Eminenza Reverendissima il Signor<br />

Cardinale Sergio Sebastiani, Presidente<br />

della Prefettura degli Affari<br />

Economici della Santa Sede, con<br />

Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Franco Croci, Vescovo<br />

titolare di Potenza Picena, Segretario<br />

della medesima Prefettura.<br />

.<br />

Il Santo Padre ha ricevuto in<br />

udienza venerdì 30 novembre Sua<br />

Eminenza Reverendissima il Signor<br />

Cardinale Theodore Edgar McCarrick,<br />

Arcivescovo di Washington<br />

(Stati Uniti d'America).<br />

.<br />

Il Santo Padre ha ricevuto questa<br />

mattina in udienza l'Onorevole Romano<br />

Prodi, Presidente della Commissione<br />

Europea, con la Consorte,<br />

e Seguito.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia<br />

al governo pastorale della<br />

ne democratica, di dialogo e di tolleranza<br />

in Costa Rica, preziosa eredità<br />

che vi deve portare a una rinnovata<br />

fiducia nella forza pacificatrice del<br />

Vangelo, in un momento storico in<br />

cui questo valore, indispensabile per<br />

le nazioni e per tutto il genere umano,<br />

sembra tanto minacciato e quasi<br />

impossibile da raggiungere»;<br />

» «La vostra sensibilità nel conservare<br />

e far crescere lo spirito di comunione,<br />

sia in ognuna delle vostre comunità<br />

ecclesiali sia fra voi stessi e<br />

con le Chiese sorelle dell'America<br />

Centrale»;<br />

Diocesi di Rouyn-Noranda (Canada),<br />

presentata da Sua Eccellenza<br />

Reverendissima Monsignor Jean-<br />

Guy Hamelin, in conformità al canone<br />

401 § 1 del Codice di Diritto<br />

Canonico.<br />

. .<br />

Provviste<br />

di Chiese<br />

Il Santo Padre ha nominato Vescovo<br />

di Rouyn-Noranda (Canada) il<br />

Reverendo Dorylas Moreau, finora<br />

parroco di San Patrizio a Rivièredu-Loup<br />

nella Diocesi di Sainte-Anne-de-la-Pocatière.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha nominato Vescovo<br />

Ausiliare della Diocesi di Galveston-Houston<br />

(U.S.A.) il Reverendo<br />

Sacerdote José S. Vasquez, del<br />

clero della Diocesi di San Angelo<br />

(Texas), Parroco della «Saint Joseph<br />

Parish» nella medesima Diocesi, assegnandogli<br />

la sede titolare vescovile<br />

di Cova.<br />

» «La spiritualità di comunione<br />

ha un ambito<br />

privilegiato di applicazione<br />

nei rapporti dei<br />

Vescovi con i loro sacerdoti,<br />

per la perfetta sintonia<br />

e concordia che<br />

devono esistere fra il Pastore<br />

e i suoi più immediati<br />

collaboratori nel<br />

dare impulso alla pastorale<br />

congiunta di tutta<br />

la Diocesi»;<br />

» «Ricuperare e riproporre<br />

il vero volto della<br />

fede cristiana, che non è<br />

semplicemente un insieme<br />

di proposizioni da<br />

accogliere e ratificare<br />

con la mente. È invece<br />

una conoscenza vissuta<br />

di Cristo, una memoria<br />

vivente dei suoi comandamenti, una<br />

verità da vivere»;<br />

» «I catechisti laici, per il loro particolare<br />

vincolo con la parrocchia e<br />

con altre comunità ecclesiali, per la<br />

loro formazione teologica e la loro familiarità<br />

con la dottrina della Chiesa,<br />

devono essere anche cristiani impegnati<br />

nei diversi ambiti della vita<br />

quotidiana In tal modo uniscono la<br />

loro collaborazione con i Pastori nei<br />

compiti più direttamente pastorali alla<br />

loro vocazione specifica, che li porta<br />

ad agire nell'ordine temporale».<br />

Pagine 6 e 7<br />

Messaggio del Papa<br />

a S.S. Bartholomaios I<br />

Patriarca Ecumenico<br />

Come ogni anno, venerdì 30 novembre<br />

una Delegazione inviata<br />

dal Santo Padre si è recata al Fanar<br />

per unirsi alla celebrazione<br />

della Festa di s. Andrea, Patrono<br />

del Patriarcato ecumenico. La visita<br />

si inserisce nel quadro dello<br />

scambio di Delegazioni per le Feste<br />

patronali della Chiesa di Roma,<br />

il 29 giugno (Festa dei Santi<br />

Pietro e Paolo) e del Patriarcato<br />

Ecumenico, il 30 novembre (Festa<br />

di s. Andrea). La Delegazione della<br />

Santa Sede è guidata dal Card.<br />

Walter Kasper, Presidente del<br />

Pontificio Consiglio per la Promozione<br />

dell’Unità dei Cristiani, ed è<br />

composta dal Vescovo Segretario,<br />

Mons. Marc Ouellet, e dal Rev.do<br />

Don Johan Bonny, Officiale della<br />

Sezione Orientale del Dicastero.<br />

Al termine della Solenne Liturgia<br />

nella chiesa cattedrale di S. Giorgio<br />

al Fanar, presieduta da S.S.<br />

Bartholomaios I, ha avuto luogo<br />

lo scambio di discorsi tra il Patriarca<br />

e il Cardinale, che ha poi<br />

consegnato al Patriarca un Messaggio<br />

indirizzatogli dal Papa.<br />

Pagina 8


IN ITALIA<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

PAGINA<br />

MEDIO ORIENTE Sharon accusa Arafat di essere «direttamente» coinvolto negli attacchi terroristici<br />

Un nuovo attentato dinamitardo<br />

minaccia la ripresa del dialogo<br />

TEL AVIV, 30.<br />

Quattro persone sono morte e altre<br />

nove sono rimaste ferite ieri sera in un<br />

attentato su un autobus israeliano partito<br />

da Nazareth e diretto a Tel Aviv. Secondo<br />

le prime ricostruzioni, un «kamikaze»<br />

palestinese è salito sul mezzo pubblico<br />

ed ha fatto deflagrare l'esplosivo<br />

che portava con sé provocando la propria<br />

morte e quella di tre passeggeri.<br />

L’area dell’attentato è stata isolata dalla<br />

polizia che ha eretto numerosi posti di<br />

blocco. Il Ministro della difesa, Benyamin<br />

Ben Eliezer, ha immediatamente indetto<br />

una riunione urgente di ufficiali<br />

delle forze armate e dei servizi di sicurezza<br />

per coordinare le operazioni.<br />

Lo scoppio si è verificato a un incrocio<br />

stradale all’altezza di una stazione di<br />

benzina e a pochi metri dall’ingresso a<br />

una base militare vicino alla cittadina di<br />

Pardes Hana, a Nord-Est di Tel Aviv.<br />

L’esplosione ha scaraventato ad alcuni<br />

metri di distanza il tetto dell’autobus, la<br />

cui parte posteriore è stata ridotta a un<br />

ammasso di lamiere.<br />

Il Premier israeliano, Ariel Sharon, ha<br />

accusato il Presidente dell'Autorità Palestinese<br />

(Ap), Yasser Arafat, di essere «direttamente<br />

responsabile» dell’attentato.<br />

«Agiremo in modo da porre fine a tali<br />

atti terroristici», ha detto Sharon ai giornalisti<br />

all’aeroporto Ben Gurion di Tel<br />

Aviv, poco prima di partire alla volta degli<br />

Stati Uniti dove lunedì avrà un colloquio<br />

con il Presidente George W. Bush.<br />

«Da quando è cominciata la missione<br />

americana, tre giorni fa, sette persone<br />

Nepal: cruenti<br />

combattimenti<br />

tra l'esercito<br />

e i ribelli maoisti<br />

KATHMANDU, 30.<br />

Non meno di ottanta guerriglieri maoisti<br />

sarebbero stati uccisi nel corso di<br />

violenti combattimenti con le forze governative<br />

nelle regioni occidentali e sudoccidentali<br />

di questo Paese himalayano.<br />

Secondo quanto riferisce oggi il quotidiano<br />

ufficiale «Grockapatra» citato dall'agenzia<br />

di stampa «Ansa», reparti dell'esercito<br />

hanno ucciso una settantina di<br />

ribelli che facevano parte di un gruppo<br />

sorpreso mentre piazzava mine nel distretto<br />

di Salyan, circa 250 chilometri ad<br />

Ovest di Kathmandu. Un’ altra dozzina<br />

di guerriglieri sono morti in scontri avvenuti<br />

nel distretto di Dang.<br />

Le forze regolari nepalesi hanno lanciato<br />

una massicce operazioni contro i<br />

ribelli maoisti dopo che questi ultimi,<br />

durante il passato fine settimana, avevano<br />

attaccato posizioni dell'esercito e della<br />

polizia, provocando oltre cento vittime.<br />

Per arginare l'offensiva della guerriglia,<br />

lunedì scorso il Re del Nepal Gyanendra<br />

ha proclamato lo stato d'emergenza<br />

su tutto il territorio nazionale. È<br />

la prima volta negli ultimi dieci anni che<br />

le autorità nepalesi fanno ricorso a questo<br />

provvedimento di eccezione, che sospende<br />

parzialmente i diritti civili e impone<br />

restrizioni agli organi di informazione<br />

di massa.<br />

I maoisti, che si ispirano al modello<br />

di guerriglia del gruppo peruviano «sentiero<br />

luminoso», sono attivi in 30 dei 75<br />

distretti in cui si divide il Paese. Nel luglio<br />

scorso avevano concluso con il Governo<br />

una tregua d'armi, primo passo in<br />

direzione di un accordo di pace.<br />

TIPOGRAFIA VATICANA<br />

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Lo sforzo del quotidiano della Santa Sede per diffondere la parola del Papa, soprattutto in<br />

questo particolare momento storico, può infatti essere validamente sostenuto da quanti<br />

condividono i valori propugnati dalla Chiesa cattolica.<br />

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per divulgare il loro messaggio pubblicitario. Saranno queste aziende —<br />

sottoscrittrici di numerosi abbonamenti — a diffondere all'interno del proprio<br />

mondo di riferimento (sedi, clienti, collaboratori), questo giornale, questi valori.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 1 Dicembre 2001<br />

MEDIO ORIENTE Ennesimo attacco suicida in<br />

Israele. Un «kamikaze» palestinese ha fatto esplodere<br />

su un autobus di linea un ordigno che aveva indosso:<br />

quattro morti (compreso l'attentatore) e nove<br />

feriti. Intanto, il Premier israeliano, Ariel Sharon,<br />

giunge negli Stati Uniti in visita ufficiale.<br />

TERRORISMO Le dogane intensificano i controlli<br />

dei passeggeri e dei bagagli in arrivo negli<br />

Stati Uniti su aerei di compagnie straniere<br />

I resti dell'autobus distrutto dall'esplosione provocata da un terrorista palestinese<br />

sono rimaste uccise e oltre cinquanta<br />

sono state ferite», ha aggiunto Sharon<br />

riferendosi all'iniziativa diplomatica della<br />

Casa Bianca che ha inviato nella regione<br />

due mediatori per tentare di rilanciare il<br />

dialogo tra Israele e Ap. «Appoggiamo la<br />

positiva missione degli americani tesa a<br />

instaurare il cessate-il-fuoco», ha aggiunto<br />

il Premier, precisando però che<br />

«Israele non avvierà negoziati finché<br />

non sarà tornata la calma e Arafat non<br />

combatterà il terrorismo».<br />

Da parte sua Al Fatah, che fa riferi-<br />

RUSSIA Il Pentagono effettuerà un test missilistico<br />

Mosca: nessuna concessione<br />

sul Trattato «Abm»<br />

MOSCA, 30.<br />

Le Forze Armate russe hanno oggi avvertito<br />

gli Stati Uniti a non attendersi<br />

«alcuna concessione» sul Trattato «Abm»<br />

sui missili balistici intercontinentali. «La<br />

Russia non ha fatto e non farà nessuna<br />

concessione agli Stati Uniti sul Trattato<br />

“Abm“ e su quello “Start“», ha detto il<br />

vicecapo di stato maggiore russo, generale<br />

Iuri Baluyevski.<br />

La dichiarazione di Baluyevski, citato<br />

dall’agenzia di stampa russa «Interfax»,<br />

fa seguito alle notizie dagli Stati Uniti<br />

secondo cui il Pentagono riprenderà do-<br />

Csi: al Cremlino<br />

i leader discutono<br />

la situazione afghana<br />

MOSCA, 30.<br />

Si è aperto oggi a Mosca il vertice<br />

della Comunità di Stati indipendenti<br />

(dodici delle quindici Repubbliche<br />

che facevano parte dell'Urss)<br />

incentrato sulla lotta contro<br />

il terrorismo internazionale e<br />

l'intervento militare in Afghanistan.<br />

Accolti dal Presidente russo,<br />

Vladimir Putin, i leader dei Paesi<br />

membri della Csi dovrebbero firmare<br />

dopo una discussione una<br />

Dichiarazione sulla situazione in<br />

Afghanistan e sull'intenzione di<br />

partecipare attivamente al processo<br />

di pace nel Paese asiatico.<br />

mento direttamente ad Arafat, ha esortato<br />

in serata «tutti i palestinesi a rispettare<br />

pienamente il cessate-il-fuoco e a<br />

adoperarsi per il ritorno alla calma e per<br />

il successo degli sforzi internazionali tesi<br />

a porre fine all’occupazione, agli assassinii<br />

e alle incursioni». Il comunicato, citato<br />

dall’agenzia di stampa ufficiale palestinese<br />

«Wafa», è stato diramato al termine<br />

di una riunione del Comitato centrale<br />

di Al Fatah presieduta da Arafat e<br />

svoltasi a Ramallah, in Cisgiordania.<br />

Intanto prosegue la missione america-<br />

mani i test per la realizzazione dell'iniziativa<br />

di difesa antimissile (il cosiddetto<br />

«scudo spaziale«. Il generale russo ha<br />

detto che se gli Stati Uniti abbandoneranno<br />

il Trattato «non sarà una tragedia»<br />

per la Russia che è però «pronta a<br />

compiere azioni di risposta», che fino ad<br />

oggi non sono state necessarie. Secondo<br />

il generale Baluyevski le motivazione addotte<br />

dagli Stati Uniti per abbandonare<br />

il Trattato «Abm» sono «inconsistenti».<br />

Durante il recente vertice negli Stati<br />

Uniti (il quarto quest'anno dopo quelli<br />

di Lubljana, Genova — a margine del<br />

«G-8» — e Shangai — a margine della<br />

riunione dell'Apec) fra i Presidente americano,<br />

George W. Bush, e russo, Vladimir<br />

Putin, le parti non avevano raggiunto<br />

alcun accordo sulla stabilità strategica,<br />

ma avevano evitato di rompere sul<br />

Trattato «Abm» avvicinando inoltre sensibilmente<br />

le proprie posizioni sulla riduzione<br />

degli armamenti nucleari offensivi.<br />

Putin era riuscito ad evitare un abbandono<br />

unilaterale americano del Trattato<br />

«Abm», firmato nel lontano 1972, e<br />

George W. Bush aveva ottenuto un implicito<br />

consenso a procedere con i test<br />

dell'iniziativa di difesa antimissile.<br />

Baluyevski ha detto che Mosca ha accolto<br />

con soddisfazione i piani di Washington<br />

di «limitare gli armamenti strategici<br />

offensivi a 1.700-2.200 testate» sottolineando<br />

tuttavia che restano gli interrogativi<br />

sul modo in cui l’eliminazione<br />

delle testate sarà fatta e come debba essere<br />

verificata (quest'ultimo interrogativo<br />

è stato recentemente sottolineato anche<br />

dalla dirigenza cinese).<br />

Usa: dodici persone morte<br />

per le bufere di neve<br />

in Texas e in Oklahoma<br />

WASHINGTON, 30.<br />

Le bufere di neve che investono dall’inizio<br />

della settimana gli Stati centrali<br />

degli Usa hanno già provocato la morte<br />

di almeno dodici persone, oltre a causare<br />

pesanti danni materiali e a bloccare a<br />

tratti i trasporti aerei e a rendere estremamente<br />

difficile il traffico automobilistico,<br />

facendo registrare numerosi incidenti<br />

sulle strade ghiacciate.<br />

Di vittime sicuramente attribuibili alle<br />

conseguenze del maltempo ce ne sono<br />

state cinque in Texas e sette in Oklahoma.<br />

Proprio in questi due Stati, considerata<br />

la stagione, le nevicate sono state<br />

insolitamente abbondanti. In alcune località<br />

sia dell’Oklahoma sia del Texas,<br />

sono caduti trenta centimetri di neve in<br />

una sola giornata, una quantità con pochi<br />

precedenti in novembre. In molte località<br />

del Texas e dell'Oklahoma, inoltre,<br />

sono rimasti chiusi sia le scuole sia<br />

gli uffici e gli esercizi commerciali, procurando<br />

disagi alla popolazione anche<br />

per quanto riguarda gli approvvigionamenti.<br />

Meglio attrezzati ad affrontare l'insolita<br />

qualità di neve novembrina si sono<br />

invece rivelati gli Stati più a Nord, soprattutto<br />

il Minnesota.<br />

che non forniscono in anticipo l'elenco delle persone<br />

a bordo.<br />

GRAN BRETAGNA-FRANCIA Vertice annuale franco-britannico<br />

a Londra. I colloqui tra il Premier Tony<br />

Blair e il Presidente Jacques Chirac sono stati incentrati<br />

sulla crisi afghana, che richiede un'azione<br />

globale sui versanti militare, politico e umanitario.<br />

NEPAL Violenti combattimenti nelle regioni Occi-<br />

na. L'assistente Segretario di Stato, William<br />

Burns, ha svolto un giro tra i Paesi<br />

della regione che lo ha portato anche al<br />

Cairo per un colloquio con il Presidente<br />

egiziano, Hosni Mubarak. L'altro negoziatore,<br />

il generale della riserva Anthony<br />

Zinni, sta invece lavorando sulla sicurezza<br />

e ha avuto una serie di incontri con<br />

le parti per stabilire la strategia da seguire<br />

per fermare le violenze.<br />

L'estrema delicatezza della situazione<br />

ha indotto il Segretario delle Nazioni<br />

Unite, Kofi Annan, a lanciare un appello<br />

alle parti per la fine immediata delle<br />

ostilità e per la ripresa del processo di<br />

pace che porti alla creazione di uno Stato<br />

palestinese. All’inizio del nuovo millennio<br />

«i palestinesi dovrebbero poter finalmente<br />

esercitare i loro diritti inalienabili,<br />

compreso quello di autodeterminazione»,<br />

ha sottolineato Annan prendendo<br />

la parola ieri al Palazzo di Vetro<br />

all’appuntamento annuale della Giornata<br />

di solidarietà internazionale con il popolo<br />

palestinese.<br />

Riprendendo il recente discorso di Bush<br />

all’Assemblea Generale delle Nazioni<br />

Unite, Annan ha detto di sperare che<br />

l’occupazione israeliana dei Territori finisca<br />

quanto prima e che «due Stati,<br />

Israele e Palestina, possano vivere presto<br />

l’uno accanto all’altro in pace, in sicurezza<br />

e nel rispetto reciproco». Perché<br />

ciò sia possibile, ha continuato, «devono<br />

immediatamente cessare l’espansione<br />

degli insediamenti, gli assassinii, gli atti<br />

di terrorismo, i blocchi economici e le<br />

incursioni nelle aree autonome».<br />

LONDRA, 30.<br />

Si sono incentrati sulla<br />

situazione in Afghanistan<br />

i lavori del 24º vertice<br />

annuale franco-britannico,<br />

aperti ieri sera a<br />

Londra da un colloquio<br />

tra il Primo Ministro britannico<br />

Tony Blair e il<br />

Presidente francese Jacques<br />

Chirac. Per quest'ultimo<br />

si è trattato di<br />

un compleanno di lavoro,<br />

dato che proprio ieri<br />

compiva 69 anni.<br />

L'incontro bilaterale,<br />

al quale hanno partecipato<br />

partecipano anche<br />

il Primo Ministro francese<br />

Lionel Jospin ed i ministri<br />

degli esteri, della<br />

difesa e degli affari euro-<br />

pei dei due Paesi, ha<br />

confermato, oltre che una solida alleanza<br />

tra i due Paesi nelle principali questioni<br />

interne dell'Unione Europea, la<br />

concordanza di vedute sulla necessità di<br />

attuare in proposito alla crisi afghana<br />

un’azione globale sui fronti militare, politico<br />

e umanitario.<br />

Sul piano interno, proprio ieri sera il<br />

Governo guidato da Blair ha incassato la<br />

sua prima sconfitta in un voto parlamentare<br />

dopo le elezioni politiche dello<br />

scorso giugno che hanno rafforzato la<br />

maggioranza labourista. Il voto in questione,<br />

tra l'altro, era legato proprio alle<br />

misure per rafforzare la sicurezza varate<br />

dal Governo dopo i terrificanti attacchi<br />

terroristici dell'11 settembre negli Stati<br />

Bangladesh: decine<br />

di vittime nel naufragio<br />

di un traghetto fluviale<br />

dentali e Sud-Occidentali del Nepal, dove reparti<br />

dell'esercito hanno ucciso non meno di 80 guerriglieri<br />

maoisti. Lunedì, nel Paese himalayano è entrato<br />

in vigore lo stato d'emergenza.<br />

BANGLADESH Un traghetto è colato a picco nel<br />

fiume Tetulia, nel Bangladesh meridionale, dopo essere<br />

entrato in collisione con un altro battello. Secondo<br />

un bilancio provvisorio fornito dalla polizia, le<br />

vittime della sciagura sarebbero circa settanta.<br />

TERRORISMO Dopo le stragi dell'11 settembre<br />

Ispezioni più intense<br />

alle dogane statunitensi<br />

WASHINGTON, 30.<br />

La dogana americana ha cominciato<br />

ieri ad intensificare le ispezioni dei passeggeri<br />

e dei bagagli in arrivo negli Stati<br />

Uniti sulle compagnie straniere che non<br />

forniscono in anticipo l’elenco delle persone<br />

a bordo. Le perquisizioni più frequenti<br />

e rigide sono cominciate ieri mattina<br />

con un aereo della «Saudi Arabian<br />

Airlines» atterrato all’aeroporto Kennedy<br />

di New York, ha annunciato un portavoce<br />

della dogana statunitense.<br />

Il responsabile della dogana, Robert<br />

Bonner, ha mandato la settimana scorsa<br />

una lettera a 58 compagnie in cui annunciava<br />

il giro di vite per quelle linee<br />

che non partecipano già su base volontaria<br />

al programma «Apis», il sistema attraverso<br />

il quale i dati dei passeggeri<br />

vengano forniti prima dell’arrivo dell’aereo<br />

alle autorità americane.<br />

Una nuova legge firmata il 19 novembre<br />

dal Presidente degli Stati Uniti,<br />

George W. Bush, dava 60 giorni (da<br />

quella data) di tempo alle compagnie<br />

per partecipare al programma ma la dogana<br />

ha deciso di cominciare le ispezioni<br />

più intense prima della scadenza di<br />

legge. L’«Apis» esiste dal 1988 ma su base<br />

volontaria. Circa 100 compagnie vi<br />

partecipano. Le lettere, che rendono la<br />

partecipazione obbligatoria, sono state<br />

spedite, oltre ad alcune compagnie americane<br />

(con servizio internazionale), canadesi,<br />

anche a linee dell’Africa, dell’Asia<br />

centrale, della Cina e della Russia.<br />

Intanto, l’ex Presidente statunitense,<br />

GRAN BRETAGNA-FRANCIA Il XXIV vertice<br />

Strategia comune<br />

nella crisi afghana<br />

DHAKA, 30.<br />

Il naufragio di un battello fluviale ha<br />

provocato oggi in Bangladesh molte decine<br />

di vittime. Un traghetto, lo «Jagangir»,<br />

a bordo del quale si trovavano circa<br />

130 passeggeri, è entrato in collisione<br />

con un altro battello mentre era in navigazione<br />

sul Tetulia, in un tratto non lontano<br />

dalla cittadina di Bhola, nella regione<br />

meridionale del Paese asiatico.<br />

Dopo la collisione, lo «Jagangir» è colato<br />

a picco in pochi minuti, adagiandosi su<br />

un fondale profondo una quindicina di<br />

metri. Secondo le prime informazioni<br />

della polizia locale, almeno una settantina<br />

di persone sono rimaste intrappolate<br />

all’interno del traghetto affondato. I soccorritori<br />

hanno recuperato finora il corpo<br />

di un uomo e quello di un bambino,<br />

mentre circa quaranta persone sono riuscite<br />

a salvarsi, raggiungendo la riva a<br />

nuoto.<br />

Secondo alcune informazioni, non ancora<br />

confermate da fonti ufficiali, le vittime<br />

del naufragio fluviale potrebbero<br />

essere addirittura oltre cento. Come<br />

spesso accade in tali zone, infatti, il battello<br />

potrebbe aver avuto a bordo un<br />

numero di persone superiore a quello<br />

per il quale era omologato.<br />

Chirac e Blair durante la conferenza stampa conclusiva<br />

Uniti e l'avvio della campagna mondiale<br />

di lotta al terrorismo. Alla Camera dei<br />

Lord è infatti passato con 149 voti favorevoli<br />

a 139 contrari un emendamento<br />

presentato dai conservatori alla legge<br />

contro il terrorismo presentata dal Governo.<br />

Il provvedimento prevedeva l’internamento<br />

temporaneo anche senza<br />

processo di stranieri sospettati di atti di<br />

terrorismo all’estero. L’emendamento<br />

approvato estende la norma anche agli<br />

stranieri sospettati di atti di terrorismo<br />

compiuti sul territorio britannico. Il Governo<br />

ha insistito che i reati commessi<br />

sul territorio nazionale sono già adeguatamente<br />

coperti dalle leggi vigenti, ma<br />

l’emendamento è comunque passato.<br />

Accordo tra Austria<br />

e Repubblica Ceca<br />

sulla centrale di Temelin<br />

BRUXELLES, 30.<br />

La Commissione europea ha annunciato<br />

ieri che l’Austria e la Repubblica<br />

Ceca hanno raggiunto un accordo sulla<br />

centrale nucleare ceca di Temelin, rimuovendo<br />

così un ostacolo sulla via dell’allargamento<br />

dell’Unione Europea.<br />

«Dopo quasi un anno di intensi sforzi,<br />

siamo riusciti ad appianare i contrasti»,<br />

ha dichiarato il Commissario europeo all’allargamento,<br />

Guenter Verheugen, al<br />

termine di una giornata di negoziati a<br />

Bruxelles tra il Cancelliere austriaco,<br />

Wolfgang Schuessel, e il Premier della<br />

Repubblica Ceca, Milos Zeman.<br />

L’accordo verte «sulle misure da adottare<br />

affinché la centrale nucleare di Temelin<br />

sia portata a un livello di sicurezza<br />

che, secondo il parere dell’Austria,<br />

corrisponda alle norme di sicurezza europee»,<br />

ha spiegato Commissario Ue.<br />

La centrale nucleare di Temelin è situata<br />

a soli 60 chilometri dal confine<br />

con l’Austria, il cui Governo è contrario<br />

all’uso di energia nucleare. Vienna ha ripetutamente<br />

minacciato di bloccare il<br />

capitolo «energia» dei negoziati di adesione<br />

di Praga all’Unione Europea qualora<br />

il Governo ceco non fornisse garanzie<br />

sulla sicurezza della centrale.<br />

George Bush, ha ieri reso onore, assieme<br />

alla Regina Elisabetta e al Primo Ministro,<br />

Tony Blair, alle vittime britanniche<br />

degli attacchi terroristici dell’11 settembre<br />

a New York e a Washington,<br />

partecipando a una cerimonia che ha<br />

avuto luogo all’Abbazia di Westminster.<br />

Circa 800 parenti e amici delle persone<br />

morte negli attacchi terroristici, si sono<br />

uniti, nel commemorare le vittime, a<br />

vari personaggi politici, tra cui diversi<br />

Ministri del Governo Blair, all’Ambasciatore<br />

statunitense a Londra, William Farish,<br />

a rappresentanti dei pompieri di<br />

New York e ad altri membri della Famiglia<br />

Reale, tra cui Filippo di Edimburgo<br />

e l’erede al trono Carlo.<br />

La cerimonia nell'Abbazia di Westminster<br />

si è aperta con gli inni nazionali<br />

britannico e americano. Blair ha poi letto<br />

un brano del Nuovo Testamento,<br />

mentre l’attrice Judy Dench ha recitato<br />

due poesie di Christina Rossetti. Dal<br />

canto suo, l'Arcivescovo di Canterbury<br />

ha detto che «non ci sono parole adeguate<br />

per descrivere i vergognosi e terribili<br />

eventi dell’11 settembre», aggiungendo<br />

che «cercare di trarre del bene dal<br />

male è parte del processo con il quale si<br />

affronta il dolore».<br />

Al termine della cerimonia la Regina<br />

Elisabetta ha depositato un mazzo di rose<br />

e lilium bianchi ai piedi del monumento<br />

in memoria delle vittime dell'11<br />

settembre. Dopo di lei i rappresentanti<br />

delle famiglie dei circa 80 britannici<br />

morti nel World Trade Center hanno<br />

portato una rosa bianca a testa.<br />

Carbonchio: riprende<br />

il servizio postale<br />

alla Casa Bianca<br />

WASHINGTON — Dopo la sospensione<br />

per i controlli seguiti all'emergenza<br />

carbonchio, la posta ha<br />

ripreso ad arrivare regolarmente<br />

da venerdì alla Casa Bianca. Nei<br />

giorni scorso anche il Congresso<br />

ha ricominciato a ricevere lettere<br />

e documenti, ad esclusione di un<br />

edificio del Senato rimasto chiuso<br />

perché infestato da spore di antrace.<br />

Il palazzo dovrebbe riaprire in<br />

dicembre, riportando alla normalità<br />

la vita del Congresso.<br />

Viêt Nam: ratificato<br />

l'accordo commerciale<br />

con gli Stati Uniti<br />

HÀ NÔI — È stato ratificato in Viêt<br />

Nam lo storico accordo che normalizza<br />

le relazioni commerciali con<br />

gli Stati Uniti e che dà al Paese<br />

asiatico accesso al mercato statunitense<br />

alle stesse condizioni di<br />

cui godono la maggior parte degli<br />

altri Paesi. L’Assemblea nazionale<br />

vietnamita giovedì si è pronunciata,<br />

con 278 voti a favore e 85 contrari,<br />

per la ratifica del patto che<br />

era già stato approvato il mese<br />

scorso dal Congresso degli Stati<br />

Uniti. Per il processo di ratifica sono<br />

stati necessari 16 mesi: l'accordo<br />

era stato infatti firmato nel luglio<br />

del 2000, dopo anni di negoziati.<br />

Il principale e più immediato<br />

vantaggio per Hà Nôi sarà l’abbattimento<br />

delle tariffe sulle sue<br />

esportazioni al 4 per cento circa<br />

dall’attuale 40.<br />

Slovacchia: primo voto<br />

per l'amministrazione<br />

degli enti locali<br />

BRATISLAVA — Le prime elezioni<br />

regionali mai indette in Slovacchia,<br />

che si svolgeranno questo sabato,<br />

trasferiranno notevoli poteri politici<br />

ed economici alle amministrazioni<br />

e ai Parlamenti regionali, le cui<br />

competenze sono state fissate dalla<br />

riforma varata il mese scorso.<br />

L’elettore potrà scegliere con voto<br />

maggioritario i 401 deputati e relativi<br />

Presidenti degli otto Parlamenti<br />

regionali previsti. I candidati per le<br />

otto presidenze sono 120.<br />

Spazio: rinviata<br />

la partenza<br />

dellanavettaEndeavour<br />

WASHINGTON — È stato rinviato<br />

venerdì per la seconda volta il lancio<br />

della navetta spaziale Endeavour.<br />

Lo Shuttle non partirà da Cape<br />

Canaveral fino a quando non<br />

sarà risolto il problema del cargo<br />

russo che mercoledì si è agganciato<br />

in modo difettoso alla Stazione<br />

spaziale internazionale (Iss). Endeavour<br />

deve portare sulla Iss un<br />

nuovo equipaggio formato da tre<br />

cosmonauti. Il lancio doveva originariamente<br />

avvenire giovedì, ma,<br />

quando mancavano poche ore all’«ora<br />

zero», è stato rinviato prima<br />

di un giorno e poi a tempo indeterminato.<br />

I responsabili della missione<br />

di Endeavour alla Nasa temono<br />

che l’arrivo dello Shuttle possa<br />

provocare il distaccamento del<br />

cargo russo e il danneggiamento<br />

rdella stazione orbitante.


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

INCONTRI<br />

3 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 1 Dicembre 2001<br />

Roberto Mussapi intervistato da Claudio Toscani<br />

La poesia: una traccia<br />

d'infinito nel finito della materia<br />

CLAUDIO TOSCANI<br />

M’avesse ricevuto nella sede dell’editrice milanese<br />

presso la quale dirige la collana «I Poeti»,<br />

forse avrei visto più libri, ma certamente meno<br />

«suoi». Invece, in un mediano riquadro di città,<br />

tra tachicardica eco del centro ed ecologico respiro<br />

di verde, sono a casa sua, in un personale<br />

e ordinatissimo atelier di libri e quadri, non una<br />

carta in movimento, non uno stacco tra voluminose<br />

memorie di titoli alle pareti e pittoriche<br />

pause cromatiche in cornice.<br />

Con Roberto Mussapi, scrittore-poeta, traduttore,<br />

saggista e drammaturgo, restauro un’amicizia<br />

antica anche se intermittente, al caldo d’un<br />

condominiale silenzio pomeridiano, mentre a un<br />

passo la città rugge nel suo già rigido autunno<br />

improvvisamente calato su un ottobre tiepido e<br />

mansueto.<br />

«Sono nato a Cuneo, nel ’52». Era benestante<br />

la famiglia Mussapi, padre assicuratore ben avviato,<br />

madre impiegata alla vecchia telefonica<br />

Stipel.<br />

Era venuto a Cuneo a tredici anni, il padre di<br />

Roberto, dalla Zara italiana, figlio a sua volta di<br />

un addetto alle poste trasferito da un Nord all’altro,<br />

uomo d’ordine, dunque, e non profugo, che<br />

si sarebbe risparmiata l’imminente tragedia<br />

istriana e che, l’originario cognome Mussap,<br />

avrebbe ben presto potuto italianizzare in Mussa-<br />

pi. Pacifica, provinciale,<br />

alacre e «sepolta dalla neve»<br />

nelle incandescenti invernate<br />

dell’infanzia: così<br />

Roberto Mussapi ricorda la<br />

sua Cuneo, dentro la bianca<br />

e immateriale bambagia<br />

mulinante lungo viali d’abeti,<br />

che già gli insinuava<br />

quel suo senso del fantastico,<br />

l’amore per la favola,<br />

la dimensione romanzesca<br />

dentro il lirismo d’una natura<br />

arcana e armoniosa.<br />

La Cuneo di Mussapi,<br />

però, più che una cisalpina<br />

città ai bordi di montagne,<br />

fu da sempre un centro a<br />

un’ora dal mare di Liguria<br />

e lui adolescente, e poi ragazzo,<br />

lui giovane e poi<br />

uomo maturo, fu — ed è<br />

— più frequente ritrovarlo<br />

a liquide latitudini, tra<br />

afrori salmastri e danzanti<br />

assoli di gabbiani, che non<br />

come innato e praticante<br />

sciatore.<br />

Così, viaggio dopo viaggio,<br />

e tunnel dopo tunnel,<br />

irruzioni nell’oscuro fianco<br />

dei monti e «turneriane» esplosioni di luce, eccolo<br />

a contare imbocchi e fuoriuscite mentre il padre<br />

insiste, con una sua ludica slealtà matematica,<br />

a confondergli i numeri intendendo svagargli<br />

la durata del viaggio.<br />

Affascinato fin dall'infanzia<br />

dal contrasto oscurità-chiarore<br />

Ma eccolo anche instillarsi inconsciamente in<br />

cuore quelli che poi saranno i suoi precipui temi<br />

tra oscurità e chiarore, luminosità e buio: categorie<br />

di una poetica che supera l’assenza nell’attesa,<br />

che si fa esperienza di vita più che esercizio<br />

assoluto, che lascia tracce comunicative più che<br />

ineffabili risoluzioni formali.<br />

In altri termini, una poesia che, anche se qua<br />

e là patisce il dileguare della luce e nel suo complesso<br />

vive fino in fondo l’angoscia dell’umana<br />

condizione, ha per suoi imperdibili fili d’Arianna<br />

albe di giorni e di speranze ulteriori, stelle intraviste<br />

in cieli notturni, lumi più o meno lontani<br />

ma certi, come certa è l’ubiqua risorsa della parola<br />

e della poesia di raggiungere il cuore del lettore.<br />

Cuneo ogni volta lasciata e ritrovata, prima<br />

della fuga verso la città grande; Cuneo amata nei<br />

suoi aspetti epici, resistenziali, anglo-piemontesi<br />

(come dire Fenoglio); Cuneo rifiutata nell’aristocratica<br />

e raffinata mimesi della «capitale» Torino.<br />

E quando le preferirà Milano, nessuna nostalgia<br />

né elegiache collosità affettive.<br />

Un’altra vita, e basta.<br />

Perché Mussapi, se n’è accorto lui stesso avanti<br />

negli anni, ha dentro di sé una polarità dai diversi<br />

topoi geografici: un magnetismo attrattivo<br />

tra Nord-Est del padre e del nonno e Nord-Ovest<br />

della madre e dei suoi, tra sogno bizantino e<br />

realtà occidentale, viaggio a Costantinopoli e incontenibile<br />

amore per gli inglesi.<br />

1958: prima elementare. Regali di quegli anni<br />

sono, al ricordo, la portentosa neve di Cuneo e i<br />

primi libri di lettura: versioni illustrate per bambini<br />

di noti capolavori. E se non gli piace né<br />

Cuore né Senza famiglia né le «piccole donne»<br />

che più o meno crescono nelle letture dei ragazzi,<br />

va matto, invece, oltre che per Pinocchio, per<br />

i grandi libri di mare (L’isola del tesoro e Capitani<br />

coraggiosi), nonché per Racconto di Natale,<br />

vale a dire per Stevenson, Kipling e Dickens.<br />

Avventure, insomma, non libri sentimentali o<br />

psicologistici, perché, oggi lo si capisce molto bene,<br />

la sfida al mare è sfida metafisica (e l’Achab<br />

che insegue la balena è l’uomo che va verso l’Oltre,<br />

verso il mito, mentre il ragazzo che cerca il<br />

tesoro cerca l’origine, l’età dell’eden, e quella<br />

dickensiana, infine, è una navigazione spirituale,<br />

è l’avventura dell’anima).<br />

Quando sarà la poesia l’avventura della sua vita<br />

e la parola si farà cosciente realizzazione del<br />

suo essere, Mussapi saprà eleggersi un proprio<br />

destino nella perenne ricerca dell’Inconoscibile,<br />

vera e propria res intensa della sua vita e della<br />

sua operazione creativa, senza dimenticarsi del<br />

tempo in cui vive, anzi, per cercare di agire sull’esistenza<br />

e sulla storia, su se stesso, sulla società,<br />

sul mondo.<br />

Tra terza e quinta elementare, gli anni dell’ancor<br />

piccolo Roberto sono sotto la straordinaria,<br />

memorabile tutela di uno di quei maestri che lasciano<br />

il segno.<br />

Motivo?<br />

È il maestro che legge, e fa leggere, Montale,<br />

Sbarbaro, Conrad, Steinbeck, Hemingway, ed altri.<br />

Anche al liceo Mussapi è fortunato, perché altri<br />

esemplari insegnanti lo formano sui classici latini<br />

e greci.<br />

È invece stranamente avara di maestri, sempre<br />

occupata da contestazioni e noncurante di esami<br />

senza debita frequenza, la Facoltà di Lettere cui<br />

Mussapi si iscrive all’Università di Torino. Niente<br />

docenti carismatici e al loro posto rapporti stretti<br />

con intellettuali d’altre materie: Claudio Gorlier,<br />

ad esempio, insigne anglista; Gian Renzo Morteo,<br />

storico del teatro; Sergio Givone, assistente<br />

di Gianni Vattimo, filosofo estetico.<br />

Ormai si aprono le porte della vita: la laurea;<br />

le letture del cuore (e della mente), tipo Yeats,<br />

Eliot, Pound, Dylan Thomas e Montale; spettacoli<br />

teatrali da tutto il mondo (Living Theater, Jerzy<br />

Grotowski, Peter Brook) e dunque non solo<br />

italiani; gli incontri fondamentali (Luzi, Caproni,<br />

alcunché, non ne è in grado, non ha scritto nulla<br />

sino a quell’istante, ma concettualmente è già in<br />

aperta opposizione a quel nichilismo linguistico,<br />

a quella liquidazione aprioristica della poesia e<br />

dell’arte, in nome di un progetto che ha nell’anima<br />

e nelle forme, nel valore etico ancor prima<br />

che estetico del bello la sua pietra angolare.<br />

Dice Mussapi d’essersi fatto, in quel tempo,<br />

dei masters alternativi: «Elaboravo un pensiero<br />

poetico per conto mio, finché gli incontri con i<br />

sodali di «Niebo» mi perfezionarono la convinzione,<br />

che già maturavo, della possibilità di riproporre<br />

un’idea di poesia complessa, non nostalgica,<br />

non conservatrice, ma inserita nella grande<br />

tradizione italiana occidentale, comprendente anche<br />

i propri rinnovamenti. «Era la non perenta<br />

poetica dell’ermetismo che veniva riconsiderata e<br />

rielaborata, grazie anche alle frequentazioni di<br />

Luzi e Bigongiari, veri e propri punti di riferimento,<br />

nonché di Caproni e di Bertolucci.<br />

Ciò che Mussapi cerca è il ritorno della poesia<br />

ai suoi valori di sempre: non una stanca ripetizione<br />

di canoni, tuttavia, bensì la ripresa della<br />

tradizione per rinnovarla dall’interno di una<br />

esperienza che torna a confrontarsi con i grandi<br />

temi della vita, dell’amore, della morte, della natura<br />

e della meditazione.<br />

A differenza di altri poeti della sua generazione<br />

che pur tuttavia sono d’accordo con lui sul da<br />

farsi in quel preciso momento storico di devastante<br />

tabula rasa (e pensa a De Angelis come<br />

immediato termine di confronto, perché l’amico<br />

Roberto Mussapi è nato a<br />

Cuneo nel 1952, si è laureato<br />

in lettere a Torino nel 1977.<br />

Dal 1982 vive a Milano dove<br />

dirige la collana «I poeti» per<br />

la casa editrice Jaca Book. È<br />

stato redattore della rivista<br />

«Niebo» e svolge un'intensa<br />

attività di traduzione (Beckett,<br />

Bonnefoy, Byron, Emerson,<br />

Heaney, Keats, Marlowe,<br />

Melville, Schelley, Shakespeare,<br />

Stevenson, Thomas,<br />

Whitman, Walcott).<br />

Le raccolte poetiche di<br />

Mussapi sono: I dodici mesi<br />

(Milano, Guanda, 1979); Il<br />

sonno di Genova (Riva del<br />

Garda, Tosadori, 1981); La<br />

gravità del cielo (Milano, So-<br />

Bigongiari e Bertolucci,<br />

ma anche Mino De Angelis<br />

e Paolo Conte e la rivista<br />

«Niebo»); le prime esperienze<br />

di lavoro presso il<br />

padre assicuratore e poi la<br />

scelta editoriale (che d’acchito<br />

sarà l’ufficio stampa<br />

di Cappelli a Bologna, ma<br />

poi, presto, a Milano la Jaca<br />

Book).<br />

Negli anni antistanti la<br />

conclusione dell’università,<br />

e subito dopo, rivelatosi<br />

ormai ai suoi occhi e al<br />

suo animo il mondo della<br />

poesia, Mussapi comincia<br />

col provare, sia pure inizialmente<br />

guardandola con<br />

liceale curiosità e qualche<br />

linea di fascino, una profonda<br />

insoddisfazione per<br />

l’allora dominante ideologia<br />

letteraria del «Gruppo<br />

’63», la neoavanguardia<br />

poetica impegnata in uno<br />

sperimentalismo oltranzistico<br />

alquanto irresponsabile<br />

e del tutto irrazionale.<br />

Non è ancora il momen-<br />

to, per lui, di contrapporvi<br />

cietà di poesia-Jaca Book, 1984, che include anche le prime due<br />

raccolte); Luce frontale (Milano, Garzanti, 1987; Milano, Jaca Book,<br />

1998); Gita meridiana (Milano, Mondadori, 1990); l'autoantologia,<br />

Poesie 1979-1993 (Porretta Terme, I Quaderni del Battello Ebbro,<br />

1993); Racconto di Natale (Parma, Guanda, 1995); La polvere e il<br />

rimane convinto della necessità che i versi restino<br />

oscuri e vaticinanti), Mussapi è invece del parere<br />

di aumentare il tasso di comunicatività della<br />

poesia.<br />

Egli vuole composizioni capaci di una leggibilità<br />

istintiva, in grado di giungere subliminalmente<br />

al lettore non specialistico, anche se il lettore intellettuale,<br />

o più esercitato, il letterato o il critico,<br />

possono poi continuare nel sondaggio dei significanti<br />

e dei significati.<br />

Il principio estetico<br />

del «correlativo oggettivo»<br />

Che la poesia possa essere qualcosa di decifrabile<br />

soltanto da iniziati, è un concetto destinato a<br />

rimanergli estraneo, lontano.<br />

«Per me era fondamentale la lezione del “correlativo<br />

oggettivo”».<br />

Ora, si sa che questa era la formula che peculiarmente<br />

esprimeva la poetica di Eliot. Perché la<br />

sola maniera di dire un’emozione nelle forme<br />

dell’arte stava, per lui, nel trovare un’«obbiettività<br />

correlativa», vale a dire una serie di oggetti,<br />

una situazione, una catena di eventi capaci di<br />

rendere uno stato d’animo. In altri termini: l’equivalente<br />

concreto dell’immaterialità del sentimento.<br />

Che Pascoli, Gozzano, Sbarbaro, già avessero<br />

praticato una «poetica dell’oggetto», era pur vero.<br />

Ma i giovani come Mussapi avevano Montale<br />

come «principe» del pensiero appercepibile (e, se<br />

bene apprendo, Mussapi mi sillaba un sensus<br />

-ROBERTO MUSSAPI-<br />

Una veduta di Cuneo, città natale di Roberto Mussapi<br />

fox, che sta a sintetizzare la poetica «dissimulazione»<br />

del sentire).<br />

E Montale, infatti, aveva dissimulato il «male<br />

di vivere» correlandolo oggettivamente con «il rivo<br />

strozzato che gorgoglia», con «l’accartocciarsi<br />

della foglia», con «il cavallo stramazzato».<br />

Dunque la poesia.<br />

Ma anche la vita.<br />

Mussapi, s’è detto, deve lavorare, e inizia col<br />

padre, ma dopo un anno (aveva fatto con lui una<br />

sorta di patto sabbatico, chiedendogli di mantenerlo<br />

per un periodo, finché avesse trovato la<br />

sua strada); dopo un anno, si diceva, accetta<br />

l’ufficio stampa dell’editore bolognese Cappelli.<br />

«Anche se — sostiene ora — mi costò metà<br />

della mia vita». Sposatosi nell’81, arrivano anni<br />

di maggiore tranquillità, di respiro.<br />

Anche nei riguardi della poesia, se mi ricorda<br />

l’aneddoto del viaggio di nozze in cui la moglie<br />

gli porge un libro di Dylan Thomas nell’intento<br />

di fargli piacere. E invece lo getta nel panico.<br />

Dylan Thomas è troppo bravo e lui teme di farsi<br />

influenzare. Dal confronto-paura esce però qualche<br />

mese dopo: il miracolo s’è compiuto e ora<br />

sente dentro di sé una lingua piena, una luce<br />

frontale (giusto il titolo d’una sua raccolta), un lirismo<br />

forte, intenso, visionario.<br />

Da quel momento sente di essere in grado di<br />

non obbedire più a nessuno, né ad amici, né a<br />

consiglieri, né a critici. Chiede un giorno, in<br />

viaggio, alla moglie, se ha<br />

portato un libro di Dylan<br />

Thomas. No, non c’è, non<br />

l’ha preso, dall’altra volta<br />

non ci prova più. Ma non<br />

ha importanza, quello che<br />

doveva compiersi si è compiuto.<br />

La perentorietà conclusiva<br />

dell’atto poetico, se ha<br />

giustificato il tempo dell’attesa,<br />

dello studio, della ricerca,<br />

così ora esige il sigillo<br />

della propria matrice,<br />

del proprio significato, del<br />

senso e della natura della<br />

propria presenza, della<br />

compiutezza del proprio<br />

linguaggio.<br />

Mussapi ha avvertito il<br />

dono di percepire l’essenza<br />

del suo linguaggio: la ragione,<br />

l’energia, la meraviglia<br />

della sua poesia, la sua<br />

traccia d’infinito nel finito<br />

della materia del mondo.<br />

Partito, nella prima fase<br />

del suo lavoro, a ridosso di<br />

una linea neo-orfica ispirata<br />

da una irrinunciabile<br />

tensione mistica e mitica,<br />

Mussapi ha, in parallelo, sostanziato i suoi versi<br />

di un linguaggio alto e solenne.<br />

Giunto ben presto, con Gita meridiana (1990),<br />

alla sua maturità espressiva e concettuale, la sua<br />

mitologia si tinge di contemplazione di un mondo<br />

perduto, un paesaggio di rovine che cresce a<br />

tutt’oggi in proiezione planetaria.<br />

Dal mito alla storia, anche la parola si fa meno<br />

solenne, più quotidiana e parlata. Dalla trascendenza<br />

alla terra, anche la sua tematica cambia,<br />

la religiosità si fa ancor più desiderata, il mistero<br />

si insinua fra sogno e veglia, la fede è una<br />

inesausta riconquista.<br />

La verità dell’inizio è la stessa di quella della<br />

fine, aveva detto in un verso dell’87, ma la fine<br />

può essere ogni momento.<br />

Tocca registri drammatici la sua poesia, spesso,<br />

e riflessioni sul senso del tempo, polvere per<br />

l’uomo, fuoco dell’essere. E rivolgendo lo sguardo<br />

anche a civiltà diverse da quelle occidentali,<br />

in ossequio a quella attrazione tra i poli del mondo<br />

di cui si parlava all’inizio, sperimenta latitudini<br />

inedite dello spirito universale.<br />

E ogni volta, via via che i titoli delle raccolte<br />

aumentano e le esperienze da poetiche si fanno<br />

narrative, teatrali, saggistiche, di traduzione e di<br />

promozione editoriale, Mussapi si conferma nella<br />

sua figura di intellettuale la cui parola è investita<br />

di un compito testimoniale e creaturale.<br />

Il suo multiforme lavoro si è assunto l’ufficio<br />

di tramandare, di attestare, di affidare alla pro-<br />

fuoco (Milano, Mondadori,<br />

1997); Antartide (Parma,<br />

Guanda, 2000); Il racconto del<br />

cavallo azzurro (Milano, Jaca<br />

Book, 2000); Lo stupore del<br />

fuoco e della neve (Milano,<br />

Salani, 2001 [per ragazzi]).<br />

Come autore teatrale ha<br />

pubblicato diversi drammi in<br />

versi e in prosa: Villon (1989);<br />

Voci dal buio (1992); Teatro<br />

di avventura e amore (1994);<br />

La grotta azzurra (1999),<br />

tutti editi a Milano da Jaca<br />

Book.<br />

Del 1989 è il radiodramma<br />

L'olandese volante (Roma,<br />

Rai-Eri). È autore inoltre del<br />

romanzo Tusitala (Milano,<br />

Leonardo, 1990), di due ro-<br />

manzi per ragazzi e di un'opera saggistica: Il centro e l'orizzonte<br />

(Milano, Jaca Book, 1985).<br />

Mussapi sta attualmente riscrivendo le fiabe italiane dell'«Archivio<br />

Salani», di cui sono usciti i primi tre volumi. Imminente l'uscita<br />

del saggio L'avventura della poesia, (Jaca Book).<br />

pria voce il senso etico e collettivo di un percorso<br />

da compiere, di un destino da nominare.<br />

Qui siamo al momento fondativo della creatività<br />

di Mussapi, sia che egli si dedichi alle poesie<br />

singole o al dettato poematico, al commento critico<br />

o alla drammaturgia. Sia che traduca poeti<br />

d’altre terre (Caraibi e Africa, in particolare, ma<br />

con visione planetaria, comunque, e mai meramente<br />

esotica, come miniera di anime e di naturale<br />

religiosità), sia che sveli voci nuove italiane<br />

(come Alessandro Ceni, ad esempio) per la prestigiosa<br />

collana che dirige alla Jaca Book.<br />

La realtà fenomenica, scissa dalla propria matrice,<br />

esaurisce in se medesima il proprio significato.<br />

Lo stesso linguaggio poetico, suscitativo di<br />

fatto, ma anche per suo inalienabile fato, avrebbe<br />

nient’altro, riguardo ad essa realtà, che un<br />

compito eminentemente esplicativo e conchiuso,<br />

facile e facilmente assolvibile. Ma il reale non<br />

che è la pallida ombra del vero e la poesia, che<br />

della verità è sorella, ne rimarca ogni volta la<br />

mancata corrispondenza e cerca nell’esistere la<br />

virtualità metafisica dell’essere.<br />

Non che Mussapi dimentichi di accogliere e riflettere<br />

il senso della terra (al recente convegno<br />

di «Letture» sulla poesia ha testualmente affermato<br />

che i più grandi poeti sono quelli profondamente<br />

storici): ma il soffio tellurico del mondo,<br />

la persuasione fisica della materia e la vertigine<br />

dell’esistenza, i gesti dell’uomo e la sua azionisti-<br />

ca pienezza, non vietano al<br />

verbo poetico che li ospita<br />

e li rispecchia, e rispecchiandoli<br />

li valuta, di iscriversi<br />

in un ordine spirituale,<br />

in un tempo inviolabile,<br />

in una musica infinitesima<br />

ed infinita: restando linguaggio<br />

dell’uomo, certo,<br />

concreto di accenti e di sonorità,<br />

di figure e di immagini,<br />

di tropi e di metafore,<br />

ma proprio per questo<br />

conscio di una sua sempre<br />

precaria ricerca di imperfettibile<br />

significazione.<br />

Questa prossimità differita<br />

della parola poetica che<br />

apre alla trascendenza è in<br />

Mussapi presente in momenti<br />

di rapimento che,<br />

ben s’intende, non sono<br />

pensabili sotto il segno del<br />

misticismo (per lui è difficile<br />

fare poesia all’interno<br />

di questa superiore esperienza).<br />

Lui confessa piuttosto<br />

di stabilire momenti<br />

di adesione, congiungimento<br />

(«combaciamento», mi<br />

dice in realtà) con qualco-<br />

sa o Qualcuno che lo fa uscire provvisoriamente<br />

dalla sua dimensione spazio-temporale quotidiana<br />

per poi riaccompagnarcelo mutato ad evento<br />

avvenuto.<br />

Un’uscita «amorosa», insomma, verso alcuni<br />

momenti o elementi della vita (dall’istante alla<br />

durata, dalle cose agli uomini) che si realizza in<br />

forma di grande partecipazione, di grande affinità,<br />

solidarietà, passione.<br />

Testimone della necessità<br />

di «compassione» tra gli uomini<br />

Una felicità che spesso gli è impossibile tradurre<br />

in pagina, benché ci provi e ci riprovi, e allora<br />

scrive per testimoniare la sua necessità di «compassione»<br />

(in senso etimologico) tra gli uomini,<br />

così come tra le cose.<br />

Presa da questa tensione, la poesia diventa un<br />

che di emblematico, di altamente rappresentativo<br />

dell’essenza dell’uomo, giusto perché parla di verità<br />

immateriali, astoriche, dello Spirito.<br />

«La poesia ha in sé l’ossimoro dell’essere umano<br />

— mi spiega infine Mussapi — che è il miracolo<br />

dell’Incarnazione». Il poeta moderno ha allora<br />

il compito di proseguire, con gli strumenti<br />

che ha, come può e come è, la promessa di Cristo,<br />

obbedendo alla divinità che è nell’uomo (natura<br />

attuata dallo Spirito) e promuovendone la liberazione<br />

finale.<br />

Protesa verso la Grazia, la poesia di Mussapi è<br />

però consapevole dei cruciali impedimenti del<br />

destino terreno, della miseria temporale dell’uomo,<br />

della sua incombente mortalità. Ma la rovescia<br />

in una residua speranza segreta, nel dato antico<br />

e sempre inatteso della Rivelazione, che comunque<br />

oltrepassa ogni sia pur smisurata misura<br />

dell’umana speranza.<br />

Così, non può che cercare il sublime della forma,<br />

tendere al massimo grado della sua perfezione<br />

stilistico-linguistica e strutturale. L’argine di<br />

distanza tra destino e Grazia obbliga la poesia a<br />

rinascere, a rivendicare un senso al mondo, a resistere<br />

al nulla, a tergere il sangue morto della<br />

storia di fronte a quello resurrettivo di Cristo.<br />

Questo per la sua poesia.<br />

E per quella dei giovani poeti italiani, che dice<br />

Mussapi dal suo privilegiato osservatorio editoriale?<br />

Dice che la lezione dei grandi maestri prosegue<br />

e proseguirà in nuove forme.<br />

Che c’è speranza, insomma.<br />

Che nonostante l’ultima avanguardia abbia<br />

procurato alla poesia un danno incalcolabile (la<br />

gente non «compra» poesia perché teme ancora<br />

oggi che la poesia sia «quella»), i giovani che vi<br />

si dedicano sono ricchi, ricchi dentro ovviamente,<br />

e sanno andare verso nuovi orizzonti di dicibilità,<br />

di narratività, di recupero della liricità come<br />

esperienza totale.<br />

«Un poeta è la quintessenza di un uomo», ricordo<br />

di aver letto da Mussapi.<br />

Ma anche che la sua poesia, lui, la preferirebbe<br />

letta all’ombra di una cattedrale.


.<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 1 Dicembre 2001<br />

L'intervento del Cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato<br />

al Simposio internazionale promosso dal Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari<br />

Il volontariato cattolico in sanità<br />

Il Cardinale Angelo Sodano, Segretario<br />

di Stato, ha aperto, nella mattina di<br />

venerdì 30 novembre, nell'Aula del Sinodo,<br />

i lavori del Simposio internazionale<br />

promosso dal Pontificio Consiglio per gli<br />

Operatori Sanitari sul tema: «Il volontariato<br />

cattolico in sanità». Il Simposio si<br />

concluderà nella mattina di sabato.<br />

Pubblichiamo i passi salienti del discorso<br />

del Cardinale Sodano:<br />

Cari Congressisti,<br />

nelle celebrazioni dell’Anno Internazionale<br />

dei Volontari proclamato dall’O-<br />

NU, si inserisce la voce della Santa Sede,<br />

che, con questo Convegno, intende<br />

dare tutto il suo appoggio all’importante<br />

iniziativa delle Nazioni Unite.<br />

Il mio intervento presenta alcuni temi<br />

di riflessione sul volontariato come<br />

risorsa per la missione della Chiesa, testimonianza<br />

tangibile di carità e presenza<br />

attiva per la difesa della vita in<br />

ambito sanitario.<br />

1. Le associazioni<br />

di volontariato:<br />

una testimonianza cristiana<br />

Il primo anno del Terzo Millennio ci<br />

sta offrendo l’occasione per riflettere su<br />

quale potrebbe essere l’avvenire della<br />

civiltà umana sottoposta a tensioni di<br />

segno opposto che, da una parte, ci<br />

spingono verso le più elevate conquiste<br />

scientifiche e, dall’altra, ci precipitano<br />

in tragiche esplosioni di violenza.<br />

In questo scenario vi sono persone ed<br />

Associazioni che hanno scelto di lavorare<br />

per il miglioramento della qualità<br />

della nostra storia e per lo sviluppo della<br />

civiltà: sono i volontari.<br />

Essi hanno abbracciato la bandiera<br />

della misericordia — ci sono antichissime<br />

gloriose Associazioni che ne portano<br />

persino il nome — e si propongono<br />

di ascoltare le urla del silenzio, la voce<br />

dei senza parola, il grido della terra per<br />

trovarvi una risposta «finché è possibile».<br />

Interpretando uno dei compiti più<br />

impegnativi del Cristianesimo, i volontari<br />

hanno deciso di mettere la propria<br />

vita al servizio degli altri per costruire<br />

una «civiltà dell’amore». Mossi da fede<br />

religiosa o perché credono nella possibilità<br />

di un mondo più civile, essi vogliono<br />

dare una mano a chiunque stia<br />

vivendo una situazione di disagio. Partendo<br />

dall’organizzazione di quel creativo<br />

microcosmo che è la Parrocchia o<br />

dalla spinta di movimenti umanitari, i<br />

volontari lottano contro le deleterie<br />

conseguenze delle discriminazioni razziali,<br />

contro le esclusioni sociali legate<br />

alle molteplici forme di povertà, promuovono<br />

campagne di difesa del diritto<br />

alla tutela della dignità umana in ogni<br />

contesto storico e geografico.<br />

Seguendo la visione cristiana della<br />

vita, molti si interessano degli «ultimi»<br />

che sono i privilegiati del Regno di<br />

Dio.<br />

La Chiesa ha intuito subito la forza<br />

insita nel movimento del volontariato<br />

come portatore di civiltà nella cura delle<br />

persone anziane, dei bambini abbandonati,<br />

dei malati cronici, dei disabili,<br />

dei senza tetto e degli immigrati. Una<br />

presenza, questa, che vuole creare, proprio<br />

in favore degli ultimi, condizioni<br />

di vita più umane per rispetto a Dio,<br />

unico Padre di tutti gli uomini.<br />

Mi sono accorto che, quasi inavvertitamente<br />

ho indicato gli ambiti del vostro<br />

servizio, il campo di lavoro per<br />

quanti tra voi fanno scelte coraggiose<br />

di accogliere in casa i poveri, di mettere<br />

in comune le poche risorse finanziarie<br />

disponibili, di accompagnare chi da<br />

solo non ce la fa più. E siete tanti!<br />

Quando riflettiamo sulle svariate attività<br />

promosse dai volontari avvertiamo<br />

subito un senso di ammirazione,<br />

ma anche un certo timore, perché ci si<br />

chiede come possano i volontari adempiere<br />

i compiti che la società oggi affida<br />

loro. La Chiesa, che ha generato e nutre<br />

nel suo seno molte delle associazioni,<br />

indica nella coerenza morale e nella<br />

promozione dei valori cristiani il punto<br />

di riferimento irrinunciabile e l’ispirazione<br />

di ogni attività sociale, come è<br />

possibile dedurre dalle encicliche «Centesimus<br />

annus» e «Evangelium vitae»<br />

del Santo Padre Giovanni Paolo II. Forti<br />

dell’appartenenza a questa solida<br />

struttura interiore, i volontari cattolici<br />

con la loro azione possono dare un’anima<br />

alla civiltà del terzo millennio e incoraggiare<br />

il progresso di tutti senza ricadere<br />

nella disumanizzazione brutale<br />

di cui tante guerre hanno dato prova.<br />

Parlando di possibili regressi non dobbiamo<br />

però cedere al pessimismo perché,<br />

come possiamo costatare felicemente,<br />

oggi esistono i volontari che so-<br />

no stati definiti «il fiore all’occhiello»<br />

della comunità ecclesiale per il nuovo<br />

millennio.<br />

La Chiesa guarda con speranza al volontariato,<br />

che rappresenta l’anima della<br />

solidarietà e, indipendentemente dalle<br />

possibili e varie interpretazioni di tale<br />

fenomeno, è impegnata a guidare<br />

spiritualmente tanti suoi figli, sostenendone<br />

l’organizzazione, formandone le<br />

coscienze, incoraggiando l’esercizio della<br />

gratuità in favore del prossimo.<br />

2. Il volontariato:<br />

testimonianza di carità<br />

La vostra è dunque un’attività che<br />

vuole irradiare, nel mondo della sofferenza,<br />

la luce ed il calore del «Vangelo<br />

della carità» alla sequela della buona<br />

novella che ha segnato i due millenni<br />

dell’era cristiana.<br />

Per individuare le caratteristiche di<br />

questo unico messaggio d’amore vissuto<br />

in secoli e contesti diversi, ne voglio<br />

ripercorrere insieme a voi alcune tappe<br />

salienti,.<br />

La sorgente di questo fiume di carità<br />

per i fratelli è il Signore Gesù. Prima di<br />

tornare al Padre, Egli, sul Monte degli<br />

Ulivi si congedò dai discepoli ed assicurò<br />

loro: «Avrete forza dallo Spirito santo...<br />

e mi sarete testimoni a Gerusalemme,<br />

in tutta la Giudea e la Samaria e fino<br />

agli estremi confini della terra» (At 1,<br />

8). Dal drappello iniziale degli Apostoli,<br />

alle comunità cristiane delle origini sino<br />

ad oggi, quest’impegno, che contraddistingue<br />

i credenti, accompagna la<br />

vita della Chiesa.<br />

Questa testimonianza, proprio perché<br />

investe l’intera esistenza dei cristiani,<br />

spinse i Dodici ad essere «agenti» di un<br />

profondo rinnovamento umano e sociale.<br />

Così è avvenuto all’inizio del cristianesimo,<br />

così è e sarà nel corso dei secoli.<br />

I santi, infatti, furono e sono tuttora<br />

fari di alta spiritualità e di autentica<br />

umanità, seguendo fedelmente il comando<br />

di Gesù e diffondendo con la loro<br />

vita il dono dell’amore di Dio.<br />

Ciò fu ben compreso dalla primitiva<br />

comunità credente, che fece dell’amore<br />

fraterno la regola di vita e del servizio<br />

ai poveri un suo impegno costante. Ci<br />

dice il libro degli Atti degli Apostoli che<br />

«la moltitudine di coloro che erano venuti<br />

alla fede aveva un cuore solo e<br />

un’anima sola... e ogni cosa era fra loro<br />

comune» (At 4,32), aggiungendo, al cap.<br />

6, che l’esigenza di accudire ai poveri e<br />

alle vedove spinse all’istituzione dei sette<br />

diaconi. Bastano questi pochi cenni<br />

per porre in luce l’importanza della testimonianza<br />

della carità nella vita dei<br />

primi cristiani.<br />

San Basilio considerava la filantropia<br />

come parte integrante della vocazione<br />

cristiana e per questo fondò a Cesarea<br />

un vasto complesso di istituzioni<br />

caritative, ospedali, orfanotrofi e ricoveri<br />

per i poveri il cui modello fu imitato<br />

in Oriente e Occidente. Mi pare<br />

utile ricordare che un Padre della Chiesa<br />

come Gregorio di Nissa, confidente<br />

di san Basilio scrisse: «È grande la moltitudine<br />

dei nudi, dei senza tetto che i<br />

nostri tempi ci hanno portato. Una<br />

quantità di prigionieri sta davanti alla<br />

porta di ciascuno. Non mancano gli<br />

stranieri, gli esuli e ovunque si vedono<br />

mani tese a supplicare. Per costoro la<br />

casa è il cielo, l’alloggio sono i portici,<br />

gli angoli isolati delle piazze. Il loro vestito<br />

sono panni laceri; il loro vettovagliamento<br />

la buona volontà dei misericordiosi.<br />

A costoro o tu che digiuni<br />

provvedi. Sii generoso verso le sventure<br />

dei fratelli. Ciò che sottrai al tuo ventre,<br />

porgilo a chi ha fame. La tua elargizione<br />

non è certo una perdita. Non temere:<br />

il frutto dell’elemosina germoglia rigogliosa.<br />

Semina le tue elargizioni e<br />

riempirai la tua casa di bei covoni» (L’amore<br />

per i poveri, 1).<br />

Sono parole di una struggente attualità<br />

e ci spingono a tradurre l’amore di<br />

Dio in servizio ai poveri, che come disse<br />

Gesù «Li avete sempre con voi» (Gv<br />

12, 8).<br />

Durante il Medioevo accuratissima<br />

fu l’elaborazione di un’etica, che promanasse<br />

dalla carità e molte furono le<br />

fondazioni in favore dei bisognosi. Citiamo,<br />

tra gli altri, l’Ordine dei Trinitari,<br />

fondato da san Giovanni de Matha<br />

(† 1213) per il riscatto dei cristiani incarcerati<br />

e per il servizio umile dei poveri.<br />

Né si può dimenticare la grande<br />

epopea degli Ordini mendicanti, fondati<br />

da san Francesco, san Domenico e altri<br />

santi.<br />

Nella penisola iberica, durante il secolo<br />

XVI, visse ed operò un laico ex<br />

soldato dell’esercito che, dopo la conversione<br />

si consacra agli infermi ed ai<br />

poveri abbandonati di Granada, giran-<br />

do per la città a questuare con una<br />

grande sporta e due pentole: è san Giovanni<br />

di Dio († 1550), fondatore dell’Ordine<br />

ospedaliero dei Fatebenefratelli. Il<br />

suo motto era proprio «Fate bene, fratelli<br />

per amore di Dio a voi stessi». E<br />

non posso dimenticare, su questa scia,<br />

un altro gigante dell’amore per il prossimo,<br />

san Camillo de Lellis († 1614),<br />

fondatore dell’Ordine dei Ministri degli<br />

Infermi. Egli, secondo le parole di Papa<br />

Benedetto XIV, diede inizio ad una<br />

«nuova scuola di carità». Sua vocazione,<br />

secondo le sue stesse parole, era di servire<br />

con ogni perfezione i poveri infermi.<br />

Mi piace sottolineare che la sua<br />

azione caritativa inizia da laico: egli<br />

era infatti «maestro di casa», una specie<br />

di economo, dell’ospedale San Giacomo<br />

in Roma.<br />

San Vincenzo de' Paoli († 1660), inoltre,<br />

può essere considerato quasi un<br />

erede di questi due «giganti della carità».<br />

Egli, infatti, in mezzo ai poveri, ai<br />

malati, ai sofferenti della sua Francia,<br />

diede inizio ad un grande movimento<br />

di evangelizzazione fondato sulla testimonianza<br />

autentica dell’amore cristiano.<br />

Ispirandosi a lui, il giovane Federico<br />

Ozanam († 1853) — laico, studente e<br />

oggi beato — a soli 20 anni di età, diede<br />

inizio alla prima «Conferenza di Carità»,<br />

un movimento destinato ad accogliere<br />

i laici, al fine di testimoniare la<br />

fede cristiana attraverso il servizio personale<br />

e generoso ai fratelli poveri e bisognosi.<br />

In Italia, nel secolo XIX, san Giuseppe<br />

Benedetto Cottolengo divenne il simbolo<br />

dell’accoglienza dei poveri e degli<br />

ammalati deformi, rifiutati da tutti.<br />

Tra le eroiche figure di laici impegnati,<br />

vi è poi Bartolo Longo († 1926) il<br />

I lavori nell'Aula del Sinodo<br />

È una questione di cuore che sa aprirsi al prossimo<br />

GIAMPAOLO MATTEI<br />

La Santa Sede intende dare tutto il suo appoggio<br />

all'importante iniziativa delle Nazioni<br />

Unite che ha proclamato il 2001 Anno Internazionale<br />

dei Volontari. Lo fa con la forza di duemila<br />

anni di concreta esperienza sul campo che<br />

ha prodotto un grande fiume di santità. Lo ha<br />

affermato il Cardinale Angelo Sodano, Segretario<br />

di Stato, aprendo nella mattina di venerdì<br />

30 novembre, nell'Aula del Sinodo, i lavori del<br />

Simposio internazionale promosso dal Pontificio<br />

Consiglio per gli Operatori Sanitari sul tema: «Il<br />

volontariato cattolico in sanità».<br />

Il Cardinale Segretario di Stato ha ringraziato<br />

«a nome del Santo Padre Giovanni Paolo II»<br />

tutti coloro che militano da volontari nei vari<br />

campi dell'aiuto ai bisognosi.<br />

Il Simposio «è un'occasione preziosa per una<br />

nuova e più coinvolgente riflessione su un<br />

aspetto del servizio alla vita che, nella Chiesa,<br />

sull'esempio di Cristo, ha trovato, sin dalle origini,<br />

un impulso nuovo ed esemplare — ha<br />

spiegato l'Arcivescovo Javier Lozano Barragán,<br />

Presidente del Pontificio Consiglio —. Cerchiamo<br />

di fare una attenta riflessione sul ruolo del<br />

volontariato cattolico nel mondo della salute e<br />

della sofferenza oggi, di individuare le future<br />

strategie per aumentare l'azione pastorale».<br />

«I volontari svolgono il loro servizio senza<br />

chiedere niente in cambio, senza esigere nulla<br />

da colui che assistono — ha detto l'Arcivescovo<br />

Lozano Barragán —. Oggi che l'ottica del commercio<br />

ci opprime, emerge in tutta la sua forza<br />

il valore, il dono della gratuità: il volontario cristiano<br />

fa tutto per Cristo».<br />

«Il Santo Padre — ha spiegato Mons. Lozano<br />

Barragán — ha affidato a questo Pontificio<br />

Consiglio il compito di animare gli operatori sanitari<br />

ad essere misericordiosi verso gli infermi<br />

e coloro che soffrono, così che la Chiesa sia<br />

ogni volta più fortemente presente nel campo<br />

della salute e della malattia. Credo che i volontari<br />

che lavorano nel campo della pastorale della<br />

salute siano le persone con le quali si può<br />

realizzare meglio il desiderio del Santo Padre<br />

poiché nessuno più di loro è capace di dimostrare<br />

la misericordia verso gli infermi».<br />

«Il volontariato — ha concluso l'Arcivescovo<br />

— è soprattutto una questione di cuore, di un<br />

cuore che sa aprirsi alle necessità dei fratelli, riconoscendo<br />

in loro l'altissima dignità umana,<br />

nella quale si riflette la grandezza stessa di Dio,<br />

ad immagine del quale è stato creato l'essere<br />

umano. Il Terzo Millennio che stiamo iniziando<br />

ci mette di fronte alla sfida di vincere l'egoismo<br />

con la solidarietà e che si esprime nell'atteggiamento<br />

del Buon Samaritano capace di aiutare<br />

nella sofferenza».<br />

Ai lavori partecipano specialisti di grande<br />

competenza e rappresentanti di numerose associazioni<br />

di volontariato come le Misericordie<br />

d'Italia; l'ARIS; la Caritas Internationalis; l'UNI-<br />

TALSI; la Società San Vincenzo de' Paoli; il Sovrano<br />

Militare Ordine di Malta, la FOCSIV; gli<br />

«Amici di Raoul Follereau». Accanto al Presidente<br />

del Pontificio Consiglio erano presenti,<br />

tra gli altri, il Segretario, il Vescovo José Luis<br />

Redrado Marchite; il Sotto-Segretario, Padre<br />

Felice Ruffini; gli Officiali del Pontificio Consiglio<br />

Don Krzysztof Nykiel e Alessandra Ciattini;<br />

numerosi Consultori tra i quali la prof.ssa Wanda<br />

Połtawska.<br />

Dopo l'intervento del Cardinale Segretario di<br />

Stato ha preso la parola l'Arcivescovo Lozano<br />

Barragán che ha parlato sul tema: «Il Magistero<br />

di Giovanni Paolo II sul volontariato», un tema<br />

trattato molto ampiamente nella pastorale della<br />

salute. «Dal 1979 Giovanni Paolo II ha trattato<br />

questo tema in circa 170 occasioni» ha affermato<br />

l'Arcivescovo Lozano Barragán.<br />

Quindi Don Juvenal Ilunga Muya, professore<br />

di teologia dogmatica alla Pontifica Università<br />

Urbaniana, ha presentato i «fondamenti biblici<br />

e teologici» del volontariato.<br />

«Dal Buon Samaritano alla Comunità ecclesiale<br />

del Terzo Millennio» è stato il tema dell'intervento<br />

di Stanisław Grygiel, professore di an-<br />

quale costruì una vera e propria città<br />

della carità con asili, orfanotrofi, ospizi<br />

e scuole sorte all’ombra della Vergine<br />

di Pompei.<br />

Insieme con il beato Bartolo Longo<br />

ricordiamo Don Guanella, Don Orione,<br />

Padre Pio e l’interminabile schiera di<br />

santi e sante della carità che, in molti<br />

Paesi, hanno tenuto acceso il fuoco della<br />

speranza ed anticipato la vittoria definitiva<br />

dell’amore.<br />

Vorrei chiudere questa rassegna accennando<br />

ad una donna, scomparsa da<br />

pochi anni, minuta nel fisico ma gigantesca<br />

nello spirito: Madre Teresa di Calcutta.<br />

Nel cuore della Chiesa rimane<br />

indimenticabile testimone dell’amore<br />

che si fa servizio concreto e incessante<br />

ai fratelli più poveri e emarginati, attraverso<br />

il contributo di numerosissimi<br />

volontari. Fu madre dei poveri poiché<br />

essi, secondo le sue parole, sono i favoriti<br />

di Gesù. Io ho accettato l’onore di<br />

presiedere i suoi funerali a Calcutta e,<br />

nel grande stadio di quella città, ho visto<br />

campeggiare una sua espressione:<br />

«Le opere di amore sono opere di pace».<br />

Con la fatica quotidiana delle sue<br />

mani, Madre Teresa ha varcato i confini<br />

delle differenze religiose, culturali ed<br />

etniche, insegnando che vi è più gioia<br />

nel dare che nel ricevere. Ottimo insegnamento<br />

per i volontari!<br />

E quante altre donne si sono eroicamente<br />

votate al servizio dei sofferenti!<br />

Basti ricordare, nei tempi moderni, due<br />

figure care agli italiani: santa Francesca<br />

Saverio Cabrini e la beata Vanini.<br />

L’esempio di tali testimoni della carità<br />

deve essere per tutti i credenti stimolo<br />

a vivere il tempo presente in maniera<br />

profetica e ispirare i volontari a trovare<br />

sempre nuove forme di solidarietà<br />

per ridare la speranza ai poveri.<br />

tropologia filosofica al Pontificio Istituto «Giovanni<br />

Paolo II» per studi su matrimonio e famiglia<br />

presso la Pontificia Università Lateranense.<br />

Nel pomeriggio seguiranno alcune significative<br />

testimonianze di vita.<br />

A questa «tavola rotonda» prenderanno la parola<br />

una persona malata; la dott.ssa Vincenza<br />

Lorusso, medico volontario in Mozambico; Annalena<br />

Tonelli, volontaria in Somalia e membro<br />

del Comitato «Lotta contro la fame del mondo»;<br />

Maria de Belém Roseira, presidente delle<br />

Misericordie del Portogallo; Maria Pia Garavaglia,<br />

presidente della Croce Rossa italiana ed<br />

europea; suor Ana María Gaspar Monteiro,<br />

coordinatrice del servizio di pastorale della salute<br />

e del volontariato presso l'Istituto delle<br />

Suore Ospedaliere del Sacro Cuore di Gesù a<br />

Malaga (Spagna); Justo Carbajales, coordinatore<br />

generale e direttore di «Redes Solidarias de<br />

Professionalese» presso il Dipartimento di Laici<br />

della Commissione episcopale per l'Apostolato<br />

laico a Buenos Aires (Argentina).<br />

Sabato 1° dicembre, alle ore 9, i lavori della<br />

seconda giornata saranno aperti dalla ricercatrice<br />

sociale romana Fiorenza Bagnasco che parlerà<br />

sul tema: «Volontariato ed emergenza<br />

AIDS».<br />

I convegnisti rifletteranno quindi sull'assistenza<br />

data alle persone che vivono nel degrado<br />

della città (José Ramón Díaz-Torremocha, Presidente<br />

generale della Società San Vincenzo de'<br />

Paoli); agli emigrati e ai profughi (Padre Francesco<br />

De Luccia, direttore del centro internazionale<br />

«Jesuit Refugee Service»); alle persone<br />

colpite dalle catastrofi come terremoti e alluvioni<br />

(Karel Zelenka, Direttore del Dipartimento di<br />

cooperazione internazionale presso la Caritas<br />

Internationalis); alle persone vittime delle guerre<br />

(Ingo Radtke, Segretario generale del Corpo<br />

di emergenza del Sovrano Militare Ordine di<br />

Malta); agli anziani, ai malati terminali, ai bambini<br />

(Morten Rostrup, Presidente internazionale<br />

di «Medici senza frontiere»). La sintesi dei lavori<br />

sarà formulata dall'Arcivescovo Lozano Barragán.


.<br />

PAGINA<br />

5 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 1 Dicembre 2001<br />

«Durante gli anni della sua permanenza<br />

a Roma potei approfondire la conoscenza<br />

del Card. Šeper.<br />

Ebbi anche la gioia di ospitarlo<br />

nella mia Arcidiocesi di Cracovia<br />

e durante uno di questi incontri amichevoli<br />

ebbi anche l'occasione di accompagnarlo<br />

in visita al campo di concentramento<br />

di Auschwitz»<br />

«Vorrei innanzitutto rilevare<br />

il suo radicamento nella Chiesa locale<br />

e insieme il suo senso di appartenenza<br />

alla Chiesa universale.<br />

Questi due aspetti,<br />

lungi dal contrapporsi,<br />

traevano anzi, nell'itinerario<br />

del Card. Šeper,<br />

l'uno dall'altro linfa vitale»<br />

UDIENZA Il discorso di Giovanni Paolo II ai partecipanti al Simposio promosso nel XX anniversario della morte<br />

Il Cardinale Franjo Šeper ha percorso<br />

con il popolo a lui affidato i cammini della storia<br />

Il Cardinale Franjo Šeper — Arcivescovo di<br />

Zagabria, Padre Conciliare e Prefetto della Congregazione<br />

per la Dottrina della Fede — ha percorso<br />

con il popolo a lui affidato i cammini della<br />

storia. Lo ha affermato Giovanni Paolo II nel discorso<br />

rivolto ai partecipanti al Simposio promosso<br />

a vent'anni dalla morte del compianto Pastore<br />

croato, ricevuti in udienza, nella mattina di<br />

venerdì 30 novembre, nell'Aula Paolo VI.<br />

Ecco il discorso del Santo Padre:<br />

Signori Cardinali,<br />

Venerati Fratelli nell’Episcopato<br />

e nel Sacerdozio,<br />

carissimi Fratelli e Sorelle!<br />

1.Molto opportunamente avete<br />

voluto ricordare il compianto Card.<br />

Franjo Šeper, già Prefetto della<br />

Congregazione per la Dottrina della<br />

Fede, nel ventesimo anniversario<br />

della morte. Per questo vi siete ritrovati<br />

dapprima a Zagabria ed ora<br />

qui a Roma, dove siete convenuti<br />

numerosi anche voi, cari fedeli dell’amata<br />

terra di Croazia. Vi saluto<br />

tutti con affetto e ringrazio l’Arcivescovo<br />

di Zagabria, Mons. Josip<br />

Bozanić, per il cordiale indirizzo<br />

che mi ha rivolto a nome di tutti.<br />

Un particolare saluto desidero riservare<br />

al Card. Joseph Ratzinger,<br />

che da vent’anni dirige la Congregazione<br />

per la Dottrina della Fede<br />

nel ruolo prestigioso che fu già del<br />

Card. Šeper.<br />

2.Misao se tako vraća k uglednome<br />

Pastiru, koji je zauzimao<br />

istaknuto mjesto u životu Crkve zagrebačke,<br />

posebno od 1954. do<br />

1968., u vremenu vrlo osjetljivu za<br />

odnose između Crkve i države, prvo<br />

kao nadbiskup koadjutor a potom<br />

kao nadbiskup metropolit i<br />

isto tako predsjednik Biskupske<br />

konferencije Jugoslavije, kada je<br />

1960. naslijedio blaženoga Alojzija<br />

Stepinca.<br />

U ono tako mučno doba za život<br />

kršćana u njegovoj zemlji, u vrijeme<br />

što je uslijedilo odmah poslije<br />

Drugoga svjetskog rata, on nije sustao<br />

pred teškoćama nego je naprotiv<br />

bio promicatelj važnih, prije<br />

svega dušobrižničkih, karitativnih i<br />

kulturnih podhvata, uključujući i<br />

podhvate na području sredstava<br />

društvenoga priopćivanja, na korist<br />

svih hrvatskih katolika.<br />

Njegova je djelatnost također bila<br />

posebno obilježena ekumenizmom,<br />

pa je tako bio djelatno zauzet<br />

za promaknuće jedinstva<br />

kršćana. U tome okviru želim spomenuti<br />

njegovu pozornost posvećivanu<br />

Zajednici iz Taizéa. On<br />

istodobnonije zapostavio održavanje<br />

vezâ sa Židovskom zajednicom<br />

ni nakon Drugoga svjetskog rata,<br />

što ih je bio uspostavio za vrijeme<br />

samoga rata, slijedeći primjer svojega<br />

hrabrog Predhodnika.<br />

[Il pensiero torna così all’illustre<br />

Pastore, che tanto rilievo ebbe per<br />

la vita della Chiesa di Zagabria, in<br />

particolare dal 1954 al 1968, in un<br />

periodo molto delicato per le relazioni<br />

fra Chiesa e Stato, dapprima<br />

come Arcivescovo coadiutore e poi<br />

dal 1960, succedendo al Beato Alojzije<br />

Stepinac, come Arcivescovo<br />

metropolita e anche Presidente della<br />

Conferenza Episcopale di Jugoslavia.<br />

In quella fase così travagliata della<br />

vita dei cristiani nel suo Paese,<br />

all’indomani della seconda guerra<br />

mondiale, egli non si arrese davanti<br />

ai problemi, ma fu anzi promotore<br />

di importanti iniziative innanzitutto<br />

pastorali, caritative e culturali, anche<br />

nell’ambito dei mezzi di comunicazione<br />

sociale, a vantaggio di<br />

tutti i cattolici croati.<br />

Il suo ministero ha avuto pure un<br />

ampio respiro ecumenico, che lo vide<br />

impegnato attivamente per la<br />

promozione dell’unità dei cristiani.<br />

Vorrei ricordare, in questo conte-<br />

sto, la sua attenzione nei confronti<br />

della Comunità di Taizé. Nello stesso<br />

tempo egli non tralasciò di mantenere<br />

contatti con la Comunità<br />

ebraica, anche dopo la fine della seconda<br />

guerra mondiale, come li<br />

aveva intrattenuti durante la guerra<br />

stessa, seguendo l’esempio del suo<br />

eroico Predecessore.]<br />

3.L’attività del Card. Šeper,<br />

durante quegli anni, non si limitò<br />

alla cura della sua diocesi e della<br />

Chiesa nel suo Paese. Partecipò ai<br />

preparativi del Concilio Vaticano II<br />

quale membro della Commissione<br />

per i Sacramenti e della Commissione<br />

centrale preparatoria. Durante<br />

il Concilio stesso fu poi membro<br />

della Commissione centrale. In<br />

qualità di Padre conciliare si adoperò<br />

per l’introduzione del diaconato<br />

permanente, della lingua viva<br />

nella liturgia, della comunione sotto<br />

le due specie e della concelebrazione.<br />

Si impegnò inoltre per la valorizzazione<br />

del ruolo dei laici nella<br />

Chiesa e per la promozione delle<br />

relazioni dei cristiani con il popolo<br />

ebraico.<br />

Altri punti particolari da lui sot-<br />

tolineati nei suoi interventi furono:<br />

l’accentuazione della maternità<br />

della Chiesa come dimensione che<br />

coinvolge tutti i fedeli, il maggior<br />

radicamento della devozione alla<br />

Madre di Dio nelle fonti bibliche e<br />

nella grande tradizione, il riconoscimento<br />

delle responsabilità anche<br />

dei cristiani nella genesi dell’ateismo<br />

contemporaneo.<br />

4.I temi, esposti dal Card.<br />

Šeper nei suoi interventi, trovarono<br />

espressione sia nei documenti conciliari<br />

che in quelli postconciliari e<br />

si comprende pertanto perché nel<br />

1968 Papa Paolo VI lo abbia nominato<br />

Prefetto della Sacra Congregazione<br />

per la Dottrina della Fede.<br />

Muovendosi con grande saggezza e<br />

prudenza in quegli anni difficili, il<br />

Card. Šeper provvide innanzitutto<br />

alla riorganizzazione del lavoro del<br />

Dicastero, rinnovato nelle sue finalità<br />

e nei suoi metodi. In questo<br />

contesto si colloca in particolare la<br />

pubblicazione dello Statuto provvisorio<br />

della Commissione Teologica<br />

Internazionale appena istituita e i<br />

primi passi della medesima Commissione,<br />

nonché della nuova Pon-<br />

tificia Commissione Biblica. Sotto<br />

la guida del Card. Šeper, la Sacra<br />

Congregazione per la Dottrina della<br />

Fede, di fronte agli errori e alle deviazioni<br />

che si diffondevano, emanò<br />

tutta una serie di documenti<br />

per promuovere e difendere la dottrina<br />

cattolica.<br />

Fu durante questi anni della sua<br />

permanenza a Roma che potei approfondire<br />

la conoscenza del Card.<br />

Šeper. Ebbi anche la gioia di ospitarlo<br />

nella mia Arcidiocesi di Cracovia,<br />

e durante uno di questi incontri<br />

amichevoli ebbi anche l’occasione<br />

di accompagnarlo in visita<br />

al campo di concentramento di Auschwitz.<br />

Riandare ora a venti anni dalla<br />

sua morte, alla testimonianza del<br />

Card. Šeper, costituisce per noi un<br />

significativo impulso a continuare<br />

con impegno rinnovato nel servizio<br />

al Vangelo di Cristo, secondo l’esempio<br />

eloquente che egli ci ha lasciato.<br />

5.Al riguardo, vorrei innanzitutto<br />

rilevare il suo radicamento<br />

nella Chiesa locale e insieme il suo<br />

senso di appartenenza alla Chiesa<br />

L'indirizzo di omaggio rivolto al Santo Padre<br />

dall'Arcivescovo di Zagabria, Mons. Josip Bozanić<br />

All'inizio dell'udienza nell'Aula Paolo VI<br />

l'Arcivescovo di Zagabria, Mons. Josip Bozanić,<br />

ha rivolto a Giovanni Paolo II il seguente<br />

indirizzo di omaggio:<br />

Beatissimo Padre,<br />

l’udienza che Vostra Santità ha voluto concedere<br />

ai partecipanti del Simposio internazionale<br />

sul Cardinale Franjo Šeper, in occasione<br />

del ventesimo anniversario della morte,<br />

si può considerare come l’ultimo atto di questa<br />

importante assise, la quale è stata segnata<br />

da due momenti principali: a Zagabria il 7<br />

e l'8novembre corrente e,inseguito, qui, nella<br />

Città eterna nei giorni 29 e 30 novembre.<br />

Siamo riconoscenti alla Congregazione per<br />

la Dottrina della Fede, in particolare a Sua<br />

Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale<br />

Joseph Ratzinger e a Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Mons. Tarcisio Bertone, per la cura<br />

con la quale ha organizzato e seguito da<br />

vicino i passaggi salienti di questo Convegno<br />

di studio, il quale, in vista di una sapiente assimilazione<br />

dell’eredità del venerato Cardinale<br />

Šeper, ha costituito per la nostra Chiesa<br />

una tappa culturalmente intensa.<br />

La nostra gratitudine va in modo speciale a<br />

Vostra Santità, per il singolare privilegio che<br />

ci ha riservato nell’essere con noi in questo<br />

momento. Nel Duomo di Zagabria, durante il<br />

Vostro primo viaggio apostolico in Croazia<br />

del 1994, menzionando la figura del Cardinale<br />

Šeper, Ella ci confidava il profondo legame di<br />

amicizia e di collaborazione che, dai tempi<br />

del Concilio Vaticano II, vicendevolmente vi<br />

legavano.<br />

Quindi in lingua croata l'Arcivescovo ha<br />

detto:<br />

Sveti Oče!<br />

Pred Vama su i hodočasnici iz Hrvatske, a<br />

posebno iz Zagrebačke nadbiskupije, koji su<br />

došli u Rim u povodu obilježavanja 20. obljet-<br />

nice smrti kardinala Franje Šepera, nekadašnjeg<br />

nadbiskupa zagrebačkog i potom<br />

prefekta Kongregacije za nauk vjere. Ovim<br />

hodočašćem Zagrebačka nadbiskupija želi<br />

ponovno zahvaliti Vašoj Svetosti za dva pohoda<br />

Zagrebu 1994. i 1998., za beatifikaciju kardinala<br />

Alojzija Stepinca u Hrvatskom marijanskom<br />

svetištu Mariji Bistrici, 3. listopada<br />

1998., kao i za kanonizaciju prezbitera naše<br />

Nadbiskupije, svetog Marka Križevčanina, 2.<br />

srpnja 1995. U sjećanjima nam još uvijek<br />

snažno odjekuju Vaše poruke koje ste nam<br />

tada uputili.<br />

Sveti Oče!<br />

U ime prisutnih zagrebačkih biskupa,<br />

svećenika, redovnika, redovnica kao i brojnih<br />

Kristovih vjernika laika, izražavam najtopliju<br />

zahvalnost što ste nam i ovim susretom<br />

pružili posebni dokaz Vaše očinske ljubavi.<br />

S nama je danas ovdje i pastir đakovačke i<br />

srijemske biskupije, mons. Marin Srakić, u<br />

čijoj se biskupiji rodio kardinal Franjo Šeper.<br />

A naš kardinal Franjo Kuharić, kojemu zdravstveni<br />

razlozi nisu dozvolili hodočasnički put,<br />

u duhu se pridružuje ovom zajedništvu.<br />

Dok zahvaljujemo na svim izrazima Vaše<br />

očinske ljubavi, potvrđujemo svoj zavjet vjernosti<br />

u sadašnjosti za budućnost uzdajući se<br />

u trajni zagovor i zaštitu Blažene Djevice Marije<br />

i svetog Petra apostola.<br />

Ponizno molimo Vaš apostolski blagoslov<br />

sa željom da učvrstite svoju braću i sestre u<br />

vjeri.<br />

Pubblichiamo una nostra traduzione della<br />

parte in lingua croata del saluto rivolto al<br />

Santo Padre dall'Arcivescovo di Zagabria:<br />

Padre Santo,<br />

qui davanti a Vostra Santità si trovano i<br />

pellegrini provenienti dalla Croazia, soprattutto<br />

dall’Arcidiocesi di Zagabria, venuti a Roma<br />

in occasione della commemorazione del XX<br />

anniversario della morte del Cardinale Franjo<br />

Šeper, a suo tempo Arcivescovo di Zagabria<br />

e successivamente Prefetto della Congregazione<br />

per la Dottrina della Fede. Con questo<br />

pellegrinaggio, l’Arcidiocesi di Zagabria desidera<br />

ringraziare nuovamente la Santità Vostra<br />

per le due Visite alla nostra città, compiute<br />

nel 1994 e nel 1998; come pure per la<br />

Beatificazionedel Cardinale Alojzije Stepinac,<br />

avvenuta presso il Santuario Mariano Nazionale<br />

Croato di Marija Bistrica il 3 ottobre<br />

1998; e per la Canonizzazione di San Marco<br />

da Križevci, Presbitero della nostra Arcidiocesi,<br />

avvenuta il 2 luglio 1995. Riecheggiano<br />

ancora con forza nella nostra memoria i Suoi<br />

messaggi, rivoltici in tali occasioni.<br />

Santità,<br />

a nome dei Presuli di Zagabria qui presenti,<br />

dei sacerdoti, dei religiosi, delle religiose,<br />

come pure dei numerosi fedeli laici, esprimo<br />

affettuosa gratitudine per aver voluto manifestarci<br />

anche con questo Incontro una particolare<br />

testimonianza del Vostro amore paterno.<br />

Con noi oggi è qui pure il Pastore della<br />

Diocesi di Djakovo e Srijem, Mons. Marin<br />

Srakić, nella cui circoscrizione ecclesiastica<br />

nacque il Cardinale Franjo Šeper. Il nostro<br />

Cardinale Franjo Kuharić, al quale le condizioni<br />

di salute non hanno permesso di prendere<br />

parte a questo pellegrinaggio, è spiritualmente<br />

unito a noi.<br />

Mentre ringraziamo per tutte le manifestazioni<br />

del Vostro amore paterno, rinnoviamo il<br />

nostro voto di fedeltà nel momento attuale e<br />

nel futuro, confidando nell’intercessione e<br />

nella protezione costanti della Beata Vergine<br />

Maria e di San Pietro Apostolo.<br />

Nell’implorare che Santità Vostra confermi<br />

nella fede i Vostri fratelli e sorelle,<br />

Nel chiedere umilmente che la Santità Vostra<br />

ci conceda la Benedizione Apostolica, rimaniamo<br />

certi che Ella vorrà confermere nella<br />

fede questi Vostri Fratelli e Sorelle.<br />

universale. Questi due aspetti, lungi<br />

dal contrapporsi, traevano anzi,<br />

nell’itinerario religioso del Card.<br />

Šeper, l’uno dall’altro linfa vitale.<br />

Anche in questo egli ci è di esempio:<br />

il cristiano deve immergersi<br />

nel popolo e nella cultura in cui<br />

vive per accoglierne tutti gli elementi<br />

validi, e al tempo stesso mai<br />

deve perdere la consapevolezza di<br />

appartenere ad un popolo più<br />

grande, il Popolo di Dio, che attraversa<br />

tutti i tempi, tutti i continenti<br />

e trova nella Sede di Pietro un<br />

fondamentale strumento di unità.<br />

Želim, osim toga, spomenuti i<br />

dušobrižnički stav kardinala Šepera,<br />

koji je uistinu znao biti »uzor<br />

stada« (usp. 1 Pt 5, 3) te je koračao<br />

zajedno sa svojim vjernicima, dajući<br />

im životom, riječima i radom<br />

onaj evanđeoski biljeg koji Gospodin<br />

traži od svojih slugu. On je u<br />

tome smislu poticaj za nas današnje<br />

pastire da se ne odvajamo<br />

od povjerenoga nam puka, nego da<br />

zajedno s tim istim pukom idemo<br />

putovima povijesti, pazeći da<br />

uvijek svima navješćujemo poruku<br />

Kristove muke i slave. Same pak<br />

vjernike kardinal Šeper istodobno<br />

nastavlja pozivati da se pouzdaju u<br />

svoje pastire te pozorno slušaju<br />

njihov nauk i velikodušnom spremnošću<br />

prihvaćaju dušobrižničke<br />

upute što ih daju skladno povezani<br />

s glavom Biskupskoga zbora, Petrovim<br />

nasljednikom.<br />

Uz želju da ovaj znakoviti spomen<br />

potakne na obnovljeno zalaganje<br />

za kršćansko svjedočenje, svima<br />

s ljubavlju udjeljujem apostolski<br />

blagoslov.<br />

Hvaljen Isus i Marija!<br />

[Vorrei, inoltre, ricordare l’atteggiamento<br />

pastorale del Card. Šeper,<br />

il quale seppe veramente farsi «forma<br />

gregis» (cfr 1 Pt 5, 3), camminando<br />

insieme ai suoi fedeli, ai quali<br />

con la vita, le parole e le iniziative<br />

dava quell’impronta evangelica<br />

che il Signore chiede ai suoi servitori.<br />

In questo senso egli è stimolo<br />

per noi, Pastori di oggi, a non distaccarci<br />

dal popolo a noi affidato,<br />

ma a percorrere con esso i cammini<br />

della storia, sempre attenti a comunicare<br />

a tutti il messaggio della passione<br />

e della gloria del Cristo. Al<br />

tempo stesso, col suo esempio il<br />

Card. Šeper continua ad essere per<br />

i fedeli un invito a fidarsi dei Pastori,<br />

ponendosi in ascolto del loro insegnamento<br />

ed accogliendo con generosa<br />

disponibilità le indicazioni<br />

pastorali da essi date in sintonia<br />

con il Capo del Collegio episcopale,<br />

il Successore di Pietro.<br />

Nell’auspicare che questa significativa<br />

commemorazione susciti un<br />

rinnovato impegno di testimonianza<br />

cristiana, a tutti imparto con affetto<br />

la Benedizione Apostolica.<br />

Siano lodati Gesù e Maria!]<br />

Il Simposio internazionale a vent'anni dalla<br />

morte del Cardinale Franjo Šeper — promosso<br />

dalla Congregazione per la Dottrina della Fede e<br />

dall'Arcidiocesi di Zagabria — si è svolto, nell'Aula<br />

Vecchia del Sinodo, il 29 e il 30 novembre.<br />

La prima parte del Simposio si era tenuta a<br />

Zagabria il 7 e l'8 novembre.<br />

Con questa iniziativa la Chiesa che è in Zagabria<br />

ha voluto ricordare il suo grande Pastore,<br />

successoredell'eroicoCardinale Alojzije Stepinac,<br />

beatificatodaGiovanniPaoloII il 3 ottobre 1998.<br />

I lavori «romani» sono stati aperti, nella mattina<br />

di giovedì 29, dalla Santa Messa celebrata all'altare<br />

della Cattedra della Basilica Vaticana.<br />

Al Simposio sono intervenuti il Cardinale Joseph<br />

Ratzinger, Prefetto della Congregazione per<br />

la Dottrina della Fede; il Cardinale Karl<br />

Lehmann, Vescovo di Mainz; il Cardinale Jozef<br />

Tomko, Prefetto emerito della Congregazione<br />

per l'Evangelizzazione dei Popoli; l'Arcivescovo<br />

Tarcisio Bertone, Segretario della Congregazione<br />

per la Dottrina della Fede; Mons. Josip Bozanić,<br />

Arcivescovo di Zagabria; il Vescovo ausiliare di<br />

Zagabria, Mons. Vlado Košić; il Vicario Generale,<br />

Mons. Vladimir Stanković; l'Ambasciatore di<br />

Croazia presso la Santa Sede, Franjo Zenko; il<br />

prof. Pierre Grelot, professore onorario all'Institut<br />

Catholique de Paris.


.<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 1 Dicembre 2001<br />

«La preziosa eredità costituita dalla grande<br />

tradizione democratica, di dialogo<br />

e di tolleranza della Costa Rica, deve<br />

portare ad una rinnovata fiducia nella forza<br />

pacificatrice del Vangelo in un momento<br />

in cui questo valore... sembra minacciato<br />

e quasi impossibile da raggiungere. Questa<br />

convinzione aiuterà anche a focalizzare<br />

con lungimiranza cristiana....<br />

... i processi attuali di convivenza sociale,<br />

uno dei quali è la presenza in Costa Rica<br />

di numerosi emigranti venuti da paesi<br />

confinanti. Allo stesso tempo è motivo<br />

di soddisfazione la vostra sensibilità<br />

nel mantenere e incrementare lo spirito<br />

di comunione, tanto tra le vostre comunità<br />

quanto tra voi stessi e le Chiese sorelle<br />

del Centroamerica»<br />

VISITA AD LIMINA Il discorso del Santo Padre ai presuli della Conferenza Episcopale della Costa Rica<br />

Di fronte alle tendenze secolariste che si affacciano nel Paese<br />

insegnate ai cristiani a rispondere a chi chiede ragione della loro speranza<br />

In Costa Rica l'uomo sta vivendo un<br />

momento drammatico e al tempo stesso<br />

affascinante: da una parte si diffonde il<br />

materialismo consumista e dall'altro si<br />

assiste al riaffiorare di quella spiritualità<br />

religiosa radicata nell'anima del popolo.<br />

Per questo è necessario che i Vescovi<br />

aiutino i cristiani «a rispondere a chi<br />

chiede ragione della speranza che è in<br />

loro». Lo ha detto il Papa ai Presuli della<br />

Conferenza Episcopale della Costa Rica,<br />

ricevuti in udienza nella mattina di<br />

venerdì 30, in occasione della loro visita<br />

canonica ad limina Apostolorum. Questo<br />

il discorso del Papa:<br />

Queridos Hermanos en el Episcopado:<br />

1.Durante estos días de vuestra<br />

visita ad Limina habéis tenido la<br />

oportunidad de venerar las tumbas<br />

de los Santos Apóstoles Pedro y Pablo,<br />

renovando ante ellas la fidelidad<br />

a la fe recibida, y revitalizar el<br />

espíritu evangelizador, que hizo de<br />

estos grandes testigos de Cristo,<br />

junto con los demás Apóstoles, fundamento<br />

firme de la Iglesia de todos<br />

los tiempos (cf. Ef 2, 20). Es,<br />

pues, como un retorno a los orígenes<br />

mismos del ministerio apostólico<br />

que desempeñáis en las diversas<br />

Iglesias particulares de Costa<br />

Rica, plantando y regando la semilla<br />

del Evangelio, para que Dios la<br />

haga crecer abundantemente (cf.<br />

1 Co 3, 6-7).<br />

Con este espíritu os recibo hoy<br />

con gran gozo, para compartir<br />

vuestras preocupaciones pastorales,<br />

alentar los esfuerzos por enraizar<br />

cada día más el Evangelio en el corazón<br />

de los queridos hijos e hijas<br />

costarricenses, y cumplir con el encargo<br />

dado a Pedro por Jesús de<br />

confirmar en la fe a sus hermanos<br />

(cf. Lc 22, 32).<br />

Agradezco cordialmente a Mons.<br />

Román Arrieta Villalobos, Arzobispo<br />

de San José y Presidente de la<br />

Conferencia Episcopal, las palabras<br />

que me ha dirigido en nombre de<br />

todos, expresando la cercanía y el<br />

espíritu de comunión con el Obispo<br />

de Roma, al que os unen lazos de<br />

unidad, de amor y de paz (cf. Lumen<br />

gentium, 22). En ellas siento<br />

también el palpitar de un pueblo<br />

«de fecunda historia y amante de<br />

la paz» (Saludo en el Aeropuerto de<br />

San José, 2.3.1983, 1), del cual conservo<br />

tan grato recuerdo desde mi<br />

Visita Pastoral en 1983.<br />

2.Me complace saber que, ante<br />

los desafíos del nuevo milenio,<br />

vuestro País está abierto a la esperanza,<br />

fundada sobre todo en la generosa<br />

entrega de los Pastores y<br />

sus colaboradores a la misión<br />

evangelizadora. Ésta se ve alentada<br />

este año por la conmemoración del<br />

centenario de un eximio predecesor<br />

vuestro, Mons. Bernardo Agusto<br />

Thiel, segundo Obispo de San José,<br />

que desarrolló una larga y prolífica<br />

actividad pastoral y supo difundir<br />

prontamente las primeras semillas<br />

de la doctrina social de la Iglesia.<br />

A ello se debe, en buena parte, la<br />

larga tradición democrática, de<br />

diálogo y tolerancia en Costa Rica,<br />

herencia preciosa que ha de llevaros<br />

a una renovada confianza en la<br />

fuerza pacificadora del Evangelio,<br />

en un momento histórico en que<br />

este valor, indispensable para las<br />

naciones y el conjunto del género<br />

humano, parece tan amenazado y<br />

casi imposible de alcanzar. Esta<br />

convicción ayudará también a enfocar<br />

con clarividencia cristiana<br />

los procesos actuales de convivencia<br />

social, uno de los cuales es la<br />

presencia en Costa Rica de numerosos<br />

emigrantes procedentes de<br />

países colindantes.<br />

También es motivo de satisfacción<br />

vuestra sensibilidad por mantener<br />

e incrementar el espíritu de<br />

comunión, tanto en cada una de<br />

vuestras comunidades eclesiales como<br />

entre vosotros mismos y con<br />

las Iglesias hermanas de Centroamérica.<br />

Estas relaciones adquieren<br />

un gran valor, no solamente<br />

porque promueven con mayor eficacia<br />

determinados aspectos de la<br />

acción pastoral, sino porque hacen<br />

de la Iglesia «la casa y la escuela<br />

de comunión», que es «el gran desafío<br />

que tenemos ante nosotros en<br />

el milenio que comienza» (Novo<br />

millennio ineunte, 43).<br />

3.La espiritualidad de comunión<br />

tiene un ámbito privilegiado<br />

de aplicación en las relaciones de<br />

los Obispos con sus sacerdotes, por<br />

la perfecta sintonía y concordia<br />

que ha de existir entre el Pastor y<br />

sus más inmediatos colaboradores<br />

en el impulso de la pastoral conjunta<br />

de toda la diócesis (cf. Christus<br />

Dominus, 16). En las Relaciones<br />

que habéis enviado se destaca<br />

la atención especial que prestáis a<br />

vuestro clero, relativamente numeroso<br />

en términos comparativos, y<br />

del que ahora os preocupa sobre<br />

todo su renovación espiritual y<br />

pastoral. Queréis que cada sacerdote<br />

viva «su encuentro personal con<br />

Jesucristo vivo, para ser agente cualificado<br />

de conversión, comunión y<br />

solidaridad, e impulsar así la Nueva<br />

Evangelización», como decís en el<br />

reciente mensaje que les habéis enviado<br />

(El Sacerdote que queremos.<br />

Mensaje de los Obispos de Costa Rica<br />

a sus Sacerdotes, 12.4.2001, IV).<br />

Todo esto ha de traducirse en acciones<br />

concretas que lleven a un<br />

discernimiento más atento en la<br />

admisión de los aspirantes, a una<br />

intensificación de la formación específicamente<br />

espiritual de los seminaristas,<br />

acompañándoles y<br />

guiándoles «hacia una madurez<br />

afectiva que los haga aptos para<br />

abrazar el celibato sacerdotal y capaces<br />

de vivir en comunión con<br />

sus hermanos en la vocación sacerdotal»<br />

(Ecclesia in America, 40).<br />

Tampoco se han de olvidar los necesarios<br />

programas de formación<br />

permanente para todos los sacerdotes<br />

pues, si toda acción pastoral<br />

tiene como objetivo prioritario la<br />

santidad, los ministros del Evangelio<br />

han de ser los primeros en dar<br />

testimonio de este «compromiso<br />

que ha de dirigir toda la vida cristiana»<br />

(Novo millennio ineunte, 30).<br />

En este aspecto, es insustituible el<br />

trato personal, amigable y cercano,<br />

del Obispo con sus sacerdotes, para<br />

alentarles en su vocación, orientarles<br />

en sus actividades, avivar en<br />

ellos el celo apostólico y, si fuera el<br />

caso, corregirles paternalmente,<br />

con bondad y prontitud.<br />

4.En Costa Rica, como en<br />

otros países, el hombre está viviendo<br />

un momento dramático y, al<br />

mismo tiempo, fascinante. Por un<br />

lado parece difundirse por doquier<br />

un estilo de vida basado en criterios<br />

meramente materiales, que incitan<br />

al consumismo trivial, lo<br />

cual comporta tantas secuelas negativas<br />

para la dignidad de las personas<br />

y el bien común de la sociedad.<br />

Por otro, sin embargo, se<br />

aprecia un resurgir de un hondo<br />

espíritu religioso, bien arraigado en<br />

el pueblo costarricense, y la búsqueda<br />

de un profundo y consisten-<br />

te sentido de la vida. En este contexto<br />

cobra una actualidad aún<br />

mayor, si cabe, la urgencia de «recuperar<br />

y presentar una vez más el<br />

verdadero rostro de la fe cristiana,<br />

que no es simplemente un conjunto<br />

de proposiciones que se han de<br />

acoger y ratificar con la mente, sino<br />

un conocimiento de Cristo vivido<br />

personalmente, una memoria<br />

viva de sus mandamientos, una<br />

verdad que se ha de hacer vida»<br />

(Veritatis splendor, 88). En efecto,<br />

la Iglesia tiene la misión de llevar<br />

la luz del Evangelio a todos los<br />

ámbitos de la existencia humana,<br />

con el fin de que todos los hombres<br />

consigan la salvación (cf. Lumen<br />

gentium, 24) y se realice en cada<br />

uno la vocación universal a la santidad.<br />

Por eso es de suma importancia<br />

emprender con decisión una acción<br />

evangelizadora que no solamente<br />

alcance a todos los sectores de la<br />

sociedad, sino que haga crecer en<br />

los fieles el gozo de creer y celebrar<br />

su fe, su responsabilidad de ser<br />

miembros del cuerpo de Cristo (cf.<br />

1 Co 12, 27) y su participación en<br />

la misión de proclamar la Buena<br />

Nueva a toda la creación (cf. Mc<br />

16, 15). Para ello es necesario un<br />

decisivo impulso de la catequesis,<br />

la cual, de manera paulatina,<br />

constante y bien articulada, proporcione<br />

una formación cada vez<br />

más consistente en la fe. De este<br />

modo se prepara a los cristianos de<br />

hoy a dar respuesta a quien pida<br />

razón de su esperanza (cf. 1 P 3,<br />

15) en medio de las tendencias<br />

secularistas. Al mismo tiempo, haciéndose<br />

eco fiel de la enseñanza<br />

de Jesús, que tanta maravilla suscitaba<br />

en la muchedumbre (cf. Mt<br />

22, 22.33), se ofrece el verdadero<br />

sentido trascendente de la existencia,<br />

previniendo así los avances<br />

proselitistas de las sectas y de los<br />

nuevos grupos religiosos (cf. Ecclesia<br />

in America, 73).<br />

5.Conozco vuestros esfuerzos<br />

por implicar a los laicos en esta tarea,<br />

como ya os indicaba en mi Visita<br />

a Costa Rica (cf. A los Obispos<br />

de América Central, 2.3.1983, 3), y<br />

constato con satisfacción el aumento<br />

de catequistas en vuestras diócesis<br />

durante los últimos años. Ellos<br />

son muchas veces el cauce más<br />

cercano a través del cual el don de<br />

la fe crece en los niños e ilumina<br />

las diversas fases y situaciones de<br />

la vida, por lo que merecen una especial<br />

atención de los Pastores, de<br />

manera que no les falte la debida<br />

formación teológica y espiritual,<br />

sean con su vida testigos de lo que<br />

enseñan y tomen plena conciencia<br />

de lo trascendente de su misión en<br />

la Iglesia.<br />

Los catequistas laicos, además,<br />

por su especial vinculación a la parroquia<br />

o a otras comunidades<br />

eclesiales, por su formación teológica<br />

y su familiaridad con la doctrina<br />

de la Iglesia, han de ser también<br />

cristianos comprometidos en<br />

los distintos ámbitos de la vida cotidiana.<br />

De este modo aúnan su colaboración<br />

con los Pastores en las<br />

tareas más directamente pastorales<br />

con su vocación específica, que les<br />

lleva a actuar en el orden temporal<br />

«de una manera directa y concreta,<br />

guiados por la luz del Evangelio y el<br />

pensamiento de la Iglesia y movidos<br />

por el amor cristiano» (Apostolicam<br />

actuositatem, 7; cf. Novo millennio<br />

ineunte, 46).<br />

Las grandes esperanzas que en<br />

Costa Rica, como en América y demás<br />

Iglesias del mundo, se tienen<br />

puestas en el laicado es una llamada<br />

de atención a los Pastores para<br />

que sientan como una urgencia<br />

inaplazable atender con esmero a<br />

la sólida formación en la vida espiritual<br />

y en los criterios cristianos<br />

que los fieles laicos han de hacer<br />

operativos en el mundo de la familia,<br />

de la sociedad, de la política,<br />

del trabajo o de la cultura (cf. Ecclesia<br />

in America, 44). Para ello será<br />

de gran ayuda el seguimiento<br />

cercano y la promoción de movimientos<br />

o asociaciones específicas,<br />

que sirvan de cauce a un apoyo<br />

mutuo de sus miembros, a una<br />

más fácil incorporación de las nuevas<br />

generaciones y a una actuación<br />

más organizada y estable de sus<br />

cometidos.<br />

6.También habéis manifestado<br />

vuestra preocupación por la situación<br />

de la familia en vuestro País,<br />

que no ha sido inmune a «la crisis<br />

generalizada y radical de esta institución<br />

fundamental» (Novo millennio<br />

ineunte, 47). Tal vez en algunas<br />

de vuestras diócesis este fenómeno<br />

puede haber causado un especial<br />

impacto, tanto por la rapidez con<br />

que se ha producido como por la<br />

gran estima que tradicionalmente<br />

se ha tenido de la familia, provocando<br />

un cierto desánimo ante un<br />

fenómeno inesperado y en apariencia<br />

inexorable. Por ello deseo recordaros<br />

las confortadoras palabras de<br />

Jesús cuando sus discípulos más<br />

cercanos titubeaban: «¡Ánimo!, que<br />

soy yo; no temáis» (Mt 14, 27). Con<br />

estas palabras en la mente y el corazón<br />

alejaremos la tentación de<br />

claudicar en el deber de velar por<br />

el gran tesoro de amor y de vida<br />

que Dios nos ha dado con la institución<br />

de la familia, fundada en el<br />

matrimonio indisoluble.<br />

En efecto, la Iglesia no puede<br />

quedar impasible cuando se cuestionan<br />

el don y el derecho fundamental<br />

a la vida ya desde sus comienzos;<br />

o cuando se empobrece el<br />

amor de los esposos, se degrada el<br />

valor de la fidelidad mutua o se<br />

quebranta la natural relación del<br />

hombre y la mujer, que alcanza su<br />

auténtica plenitud en el matrimonio.<br />

Por fidelidad al Evangelio y<br />

aprecio radical a la dignidad de todo<br />

ser humano, no se puede ser<br />

neutrales ante fenómenos que denotan<br />

una cultura hedonista, de<br />

egoísmo y de muerte, por grandes<br />

que sean las dificultades y poderosas<br />

las influencias externas.<br />

A este respecto, es necesario revitalizar<br />

constantemente una pastoral<br />

de la familia que prepare adecuadamente<br />

a los jóvenes para formar<br />

un nuevo hogar; que acompañe<br />

también a los esposos en las dificultades<br />

que puedan encontrar,<br />

ayudándoles a acoger gozosamente<br />

a los hijos, educarles con ternura y<br />

transmitirles la fe. También será<br />

preciso impulsar las condiciones<br />

sociales, económicas y legales que<br />

mejor salvaguarden la unidad y<br />

estabilidad de los hogares, invitando<br />

a las familias mismas a «hacerse<br />

promotores de una eficaz presencia<br />

eclesial y social para tutelar<br />

sus derechos» (Novo millennio<br />

ineunte, 47).<br />

7.Deseo referirme también en<br />

este encuentro con vosotros a un<br />

sector tan decisivo para la Iglesia<br />

como es el de los Institutos religiosos<br />

y demás personas consagradas.<br />

Ellos han contribuido de manera<br />

determinante, no sólo a la evangelización<br />

de vuestras tierras, sino<br />

también a forjar en buena medida<br />

la misma identidad cultural de<br />

Costa Rica, potenciando muy significativamente<br />

en la actualidad<br />

la acción pastoral en diversos sectores.<br />

La Iglesia da continuamente gracias<br />

al Espíritu por la vida consagrada<br />

que Él suscita en su seno, la<br />

cual «hunde sus raíces en el Evangelio<br />

y da frutos copiosos en cada<br />

época» (Vita consecrata, 5). Algunos<br />

de estos frutos son bien visibles a<br />

través de las numerosas obras e<br />

instituciones dedicadas a la educación,<br />

al apostolado juvenil, al cuidado<br />

de los enfermos o a la atención<br />

de las múltiples formas de pobreza<br />

y marginación. Pero, por encima<br />

de sus actividades concretas,<br />

la comunidad eclesial ha de apreciar<br />

que sea «una manifestación<br />

particularmente rica de los bienes<br />

evangélicos y una realización más<br />

completa del fin de la Iglesia»<br />

(ibíd., 32). El desarrollo de la vida<br />

consagrada en cada Iglesia particular<br />

denota en cierto modo su capacidad<br />

de presentar a Cristo con un<br />

vigor y atractivo tal que suscita en<br />

muchos de sus miembros los deseos<br />

de seguirle con total radicalidad<br />

evangélica.<br />

Por eso incumbe a los Pastores<br />

el deber de promover las vocaciones<br />

también a la vida consagrada y<br />

velar para que sea respetada la<br />

identidad propia de cada Instituto<br />

(cf. C.I.C., cc. 385. 586), para lo<br />

cual han de fomentar entre los fieles<br />

la estima de una vida totalmente<br />

consagrada a Dios y establecer<br />

formas de pastoral vocacional que<br />

manifiesten «el compromiso coral<br />

de toda la Iglesia» en este campo<br />

(cf. Vita consecrata, 64).<br />

8.Os aliento, pues, queridos<br />

Hermanos Obispos de Costa Rica,<br />

a seguir dando un nuevo impulso<br />

a las tareas de la evangelización,<br />

para colmar con el mensaje de<br />

Cristo los anhelos más profundos<br />

de todos los sectores del Pueblo de<br />

Dios: niños y jóvenes, enfermos y<br />

ancianos, mujeres y hombres, familias<br />

y pueblos, pobres y desamparados.<br />

Pongo bajo la protección<br />

de Nuestra Señora de los Ángeles,<br />

Madre y Abogada del pueblo costarricense,<br />

los propósitos pastorales<br />

que os animan y que, con la estrecha<br />

colaboración de los sacerdotes,<br />

personas consagradas y laicos comprometidos,<br />

han de revitalizar, en<br />

este comienzo de milenio, la firmeza<br />

de la fe en las Iglesias particulares<br />

que os han sido confiadas.<br />

Mientras agradezco la generosidad<br />

con que desempeñáis vuestro<br />

ministerio, os ruego que transmitáis<br />

a las comunidades que os esperan,<br />

tras esta visita ad Limina, el<br />

saludo cordial y la cercanía afectuosa<br />

del Papa, junto con la Bendición<br />

Apostólica, que os imparto de<br />

corazón.


.<br />

PAGINA<br />

7 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 1 Dicembre 2001<br />

Una traduzione italiana del discorso<br />

del Papa ai Vescovi della Costa Rica<br />

Cari Fratelli nell'Episcopato,<br />

1. In questi giorni della vostra visita<br />

ad Limina avete avuto l'opportunità<br />

di venerare le tombe dei Santi<br />

Apostoli Pietro e Paolo, rinnovando<br />

dinanzi ad esse la fedeltà alla fede<br />

ricevuta, e di rivitalizzare lo spirito<br />

evangelizzatore, che fece di<br />

questi grandi testimoni di Cristo, insieme<br />

agli altri Apostoli, un saldo<br />

fondamento della Chiesa di tutti i<br />

tempi (cfr Ef 2, 20). È quindi come<br />

un ritorno alle origini stesse del ministero<br />

apostolico che svolgete nelle<br />

diverse Chiese particolari di Costa<br />

Rica, piantando e irrigando il seme<br />

del Vangelo, affinché Dio lo faccia<br />

crescere abbondantemente (cfr 1<br />

Cor 6-7).<br />

Con questo spirito vi ricevo oggi<br />

con grande gioia, per condividere le<br />

vostre preoccupazioni pastorali, incoraggiare<br />

gli sforzi per radicare<br />

ogni giorno di più il Vangelo nel<br />

cuore degli amati figli e figlie costaricensi<br />

e svolgere il compito affidato<br />

a Pietro da Gesù di confermare i<br />

fratelli nella fede (cfr Lc 22, 32).<br />

Ringrazio cordialmente Monsignor<br />

Román Arrieta Villalobos, Arcivescovo<br />

di San José e Presidente<br />

della Conferenza Episcopale, per le<br />

parole che mi ha rivolto a nome di<br />

tutti, esprimendo la vicinanza e lo<br />

spirito di comunione con il Vescovo<br />

di Roma, al quale vi uniscono vincoli<br />

di unità, di amore e di pace (cfr<br />

Lumen gentium, n. 22). In esse sento<br />

anche il palpitare di un popolo<br />

«di feconda storia e amante della<br />

pace» (Saluto nell'Aeroporto di San<br />

José, 2-3-1983, n. 1), del quale serbo<br />

un ricordo tanto gradito dalla mia<br />

Visita Pastorale nel 1983.<br />

2. Sono lieto di sapere che, di<br />

fronte alle sfide del nuovo millennio,<br />

il vostro Paese è aperto alla<br />

speranza, fondata soprattutto sulla<br />

generosa dedizione dei Pastori e dei<br />

loro collaboratori alla missione<br />

evangelizzatrice. Essa è incoraggiata<br />

quest'anno dalla commemorazione<br />

del centenario di un esimio predecessore<br />

vostro, Monsignor Bernardo<br />

Agusto Thiel, secondo Vescovo di<br />

San José, che svolse una lunga e<br />

prolifica attività pastorale e seppe<br />

diffondere prontamente i primi semi<br />

della dottrina sociale della Chiesa. A<br />

ciò si deve, in buona parte, la lunga<br />

tradizione democratica, di dialogo e<br />

di tolleranza in Costa Rica, preziosa<br />

eredità che vi deve portare a una<br />

rinnovata fiducia nella forza pacificatrice<br />

del Vangelo, in un momento<br />

storico in cui questo valore, indispensabile<br />

per le nazioni e per tutto<br />

il genere umano, sembra tanto minacciato<br />

e quasi impossibile da raggiungere.<br />

Questa convinzione contribuirà<br />

anche a focalizzare con lungimiranza<br />

cristiana i processi attuali<br />

di convivenza sociale, uno dei quali<br />

è la presenza in Costa Rica di numerosi<br />

emigranti provenienti da<br />

Paesi confinanti.<br />

È parimenti motivo di soddisfazione<br />

la vostra sensibilità nel conservare<br />

e far crescere lo spirito di<br />

comunione, sia in ognuna delle vostre<br />

comunità ecclesiali sia fra voi<br />

stessi e con le Chiese sorelle dell'America<br />

Centrale. Tali rapporti acquistano<br />

un grande valore non solo<br />

perché promuovono con maggiore<br />

efficacia determinati aspetti dell'azione<br />

pastorale, ma anche perché<br />

fanno della Chiesa «la casa e la<br />

scuola della comunione», che è «la<br />

grande sfida che ci sta davanti nel<br />

millennio che inizia» (Novo Millennio<br />

ineunte, n. 43).<br />

3. La spiritualità di comunione ha<br />

un ambito privilegiato di applicazione<br />

nei rapporti dei Vescovi con i loro<br />

sacerdoti, per la perfetta sintonia<br />

e concordia che devono esistere fra<br />

il Pastore e i suoi più immediati collaboratori<br />

nel dare impulso alla pastorale<br />

congiunta di tutta la Diocesi<br />

(cfr Christus Dominus, n. 16). Nelle<br />

relazioni che avete inviato si nota<br />

l'attenzione particolare che prestate<br />

al vostro clero, relativamente numeroso<br />

in termini comparativi, e del<br />

quale ora vi preoccupa soprattutto<br />

il rinnovamento spirituale e pastorale.<br />

Volete che ogni sacerdote viva<br />

«il suo incontro personale con Gesù<br />

Cristo vivo, per essere agente qualificato<br />

di conversione, comunione e<br />

solidarietà, e dare così impulso alla<br />

Nuova Evangelizzazione», come<br />

avete detto nel recente messaggio<br />

che avete inviato loro (Il Sacerdote<br />

che vogliamo. Messaggio dei Vescovi<br />

di Costa Rica ai loro Sacerdoti,<br />

12-4-2001, IV).<br />

Tutto ciò deve tradursi in azioni<br />

concrete che portino a un discernimento<br />

più attento nell'ammissione<br />

dei candidati, a un'intensificazione<br />

della formazione soprattutto spirituale<br />

dei seminaristi, seguendoli e<br />

guidandoli «verso una maturità affettiva<br />

che li renda atti ad abbracciare<br />

il celibato sacerdotale e capaci<br />

di vivere in comunione con i confratelli<br />

nella vocazione sacerdotale»<br />

(Ecclesia in America, n. 40). Non si<br />

devono neanche dimenticare i ne-<br />

cessari programmi di formazione<br />

permanente per tutti i sacerdoti poiché,<br />

se ogni azione pastorale ha come<br />

obiettivo prioritario la santità, i<br />

ministri del Vangelo devono essere i<br />

primi a rendere testimonianza di<br />

questo «compito, che deve governare<br />

l'intera esistenza cristiana» (Novo<br />

Millennio ineunte, n. 30). In questo<br />

ambito, insostituibile è il rapporto<br />

personale, di amicizia e di vicinanza,<br />

del Vescovo con i suoi sacerdoti,<br />

per incoraggiarli nella loro vocazione,<br />

orientarli nelle loro attività, ravvivare<br />

in essi lo zelo apostolico e, se<br />

fosse necessario, correggerli paternamente,<br />

con bontà e prontezza.<br />

4. In Costa Rica, come in altri<br />

Paesi, gli uomini stanno vivendo un<br />

momento drammatico e, allo stesso<br />

tempo, affascinante. Da un lato<br />

sembra diffondersi ovunque uno stile<br />

di vita basato su criteri meramente<br />

materiali, che incitano al triviale<br />

consumismo, il che comporta tante<br />

conseguenze negative per la dignità<br />

delle persone e il bene comune della<br />

società. Dall'altro, si apprezza tuttavia<br />

il rinascere di un profondo spirito<br />

religioso, ben radicato nel popolo<br />

costaricense, e la ricerca di un significato<br />

profondo e consistente della<br />

vita. In questo contesto diventa<br />

ancora più attuale, se possibile, l'urgenza<br />

di «ricuperare e riproporre il<br />

vero volto della fede cristiana, che<br />

non è semplicemente un insieme di<br />

proposizioni da accogliere e ratificare<br />

con la mente. È invece una conoscenza<br />

vissuta di Cristo, una memoria<br />

vivente dei suoi comandamenti,<br />

una verità da vivere» (Veritatis<br />

splendor, n. 88). In effetti, la Chiesa<br />

ha la missione di portare la luce del<br />

Vangelo a tutti gli ambiti dell'esistenza<br />

umana, affinché tutti gli uomini<br />

ottengano la salvezza (cfr Lumen<br />

gentium, n. 24) e si realizzi in<br />

ognuno la vocazione universale alla<br />

santità.<br />

Per questo è di somma importanza<br />

intraprendere con decisione un'azione<br />

evangelizzatrice che non solo<br />

raggiunga tutti i settori della società,<br />

ma che faccia anche crescere<br />

nei fedeli la gioia di credere e di celebrare<br />

la propria fede, la loro responsabilità<br />

di essere membri del<br />

Corpo di Cristo (cfr 1 Cor 12, 27) e<br />

la loro partecipazione alla missione<br />

di proclamare la Buona Novella a<br />

tutte le creature (cfr Mc 16, 15). A<br />

tal fine è necessario un decisivo impulso<br />

della catechesi affinché essa,<br />

lentamente ma in modo costante e<br />

ben articolato, offra una formazione<br />

sempre più consistente nella fede.<br />

Così facendo, si preparano i cristiani<br />

di oggi a dare una risposta a<br />

quanti chiedono ragione della speranza<br />

che è in loro (cfr 1 Pt 3, 15)<br />

fra le tendenze secolariste. Allo stesso<br />

tempo, facendosi eco fedele dell'insegnamento<br />

di Gesù che tanta<br />

meraviglia suscitava nella folla (cfr<br />

Mt 22, 22-33), si offre il vero significato<br />

trascendente dell'esistenza, prevenendo<br />

così i progressi proselitisti<br />

delle settee dei nuovi gruppi religiosi<br />

(cfr Ecclesia in America, n. 73).<br />

5. Sono a conoscenza dei vostri<br />

sforzi per coinvolgere i laici in questo<br />

compito, come vi ho già indicato<br />

nella mia visita in Costa Rica<br />

(cfr Ai Vescovi dell'America Centrale,<br />

2-3-1983, n. 3), e constato con<br />

soddisfazione l'aumento dei catechisti<br />

negli ultimi anni nelle vostre Diocesi.<br />

Essi sono spesso la via più diretta<br />

attraverso la quale il dono della<br />

fede cresce nei bambini e illumina<br />

le diverse fasi e situazioni della<br />

vita e dunque meritano una particolare<br />

attenzione da parte dei Pastori,<br />

di modo che non manchi loro la dovuta<br />

formazione teologica e spirituale,<br />

siano con la loro vita testimoni<br />

di ciò che insegnano e prendano<br />

pienamente coscienza dell'aspetto<br />

trascendente della loro missione nella<br />

Chiesa.<br />

Inoltre, i catechisti laici, per il loro<br />

particolare vincolo con la parrocchia<br />

e con altre comunità ecclesiali,<br />

per la loro formazione teologica e la<br />

loro familiarità con la dottrina della<br />

Chiesa, devono essere anche cristiani<br />

impegnati nei diversi ambiti della<br />

vita quotidiana. In tal modo uniscono<br />

la loro collaborazione con i Pastori<br />

nei compiti più direttamente<br />

pastorali alla loro vocazione specifica,<br />

che li porta ad agire nell'ordine<br />

temporale «guidati dalla luce del<br />

Vangelo e dal pensiero della Chiesa<br />

e mossi dalla carità cristiana, ... direttamente<br />

e in modo concreto»<br />

(Apostolicam actuositatem, n. 7; cfr<br />

Novo Millennio ineunte, n. 46).<br />

Le grandi speranze che in Costa<br />

Rica, come nel resto dell'America e<br />

nelle altre Chiese nel mondo, sono<br />

riposte nel laicato, devono richiamare<br />

l'attenzione dei Pastori affinché<br />

sentano come un'urgenza indifferibile<br />

l'occuparsi con sollecitudine<br />

della salda formazione nella vita spirituale<br />

e nei criteri cristiani che i fedeli<br />

laici devono rendere operativi<br />

nel mondo della famiglia, della società,<br />

della politica, del lavoro e della<br />

cultura (cfr Ecclesia in America,<br />

n. 44). A tal fine sarà di grande aiuto<br />

seguire da vicino e promuovere<br />

movimenti e associazioni specifiche,<br />

che fungano da via per un aiuto reciproco<br />

dei loro membri, un più facile<br />

inserimento delle nuove generazioni<br />

e un'attuazione più organizzata<br />

e stabile dei loro membri.<br />

6. Avete anche manifestato la vostra<br />

preoccupazione per la situazione<br />

della famiglia nel vostro Paese,<br />

che non è stato immune dalla «crisi<br />

diffusa e radicale di questa fondamentale<br />

istituzione» (Novo Millennio<br />

ineunte, n. 47). Forse in alcune<br />

delle vostre Diocesi questo fenomeno<br />

può aver esercitato un impatto<br />

particolare, sia per la rapidità con<br />

cui si è prodotto sia per la grande<br />

stima in cui tradizionalmente la famiglia<br />

è tenuta, provocando un certo<br />

scoraggiamento dinanzi a un fenomeno<br />

inatteso e in apparenza inesorabile.<br />

Desidero perciò ricordarvi<br />

le confortanti parole di Gesù dinanzi<br />

alla titubanza dei suoi discepoli<br />

più vicini: « Coraggio sono io, non<br />

abbiate paura» (Mt 14, 27). Con<br />

queste parole nella mente e nel cuore<br />

allontaneremo la tentazione di<br />

vacillare nel dovere di vegliare sul<br />

grande tesoro di amore e di vita che<br />

Dio ci ha dato con l'istituzione della<br />

famiglia, fondata sul matrimonio indissolubile.<br />

Di fatto,laChiesanon può restare<br />

indifferente quando vengono messi<br />

in discussione il dono e il diritto<br />

fondamentale alla vita fin dall'inizio<br />

o quando s'impoverisce l'amore dei<br />

coniugi, si sminuisce il valore della<br />

fedeltà reciproca o s'infrange il naturale<br />

rapporto fra uomo e donna,<br />

che raggiunge la sua autentica pienezza<br />

nel matrimonio. Per la fedeltà<br />

al Vangelo e la radicale stima della<br />

dignità di ogni essere umano, non si<br />

può restare neutrali dinanzi a fenomeni<br />

che denotano una cultura edo-<br />

L'indirizzo d'omaggio dell'Arcivescovo Róman Arrieta Villalobos<br />

Pubblichiamo qui di seguito il testo<br />

dell'indirizzo d'omaggio rivolto al<br />

Santo Padre da Monsignor Róman Arrieta<br />

Villalobos, Arcivescovo di San<br />

José e Presidente della Conferenza<br />

Episcopale della Costa Rica:<br />

Beatísimo Padre:<br />

Fue en Abril de 1994 que los Obispos<br />

de Costa Rica tuvimos la inmensa<br />

dicha, que hoy nuevamente experimentamos,<br />

de visitar a Su Santidad,<br />

manifestarle nuestro profundo y fraternal<br />

afecto y nuestra adhesión inquebrantable,<br />

conscientes de que es<br />

Usted el legítimo Sucesor del Bienaventurado<br />

Pedro, sobre quien Cristo<br />

edificó su Iglesia, depositaria y pregonera<br />

de su mensaje de vida, verdad<br />

y salvación.<br />

Gracias, Santo Padre, porque a<br />

ejemplo de Jesús, el Buen Pastor, se<br />

desvive como el que más para que<br />

las almas tengan vida y la tengan en<br />

abundancia; porque a ejemplo de<br />

Juan ama al rebaño con obras y con<br />

verdad y porque, siguiendo las huellas<br />

de Pablo, se gasta y desgasta<br />

por los que le han sido confiados, se<br />

alegra con los que se alegran y llora<br />

con los que lloran, haciendo suyos<br />

sus gozos y esperanzas, pero también<br />

sus tristezas y angustias.<br />

Que Dios colme de bendiciones a<br />

Su Santidad, porque, fiel a la misión<br />

confiada por Cristo a Pedro y a los<br />

demás Apóstoles de ir al mundo a<br />

anunciar el Evangelio, se hace físicamente<br />

presente, gracias a sus incontables<br />

viajes apostólicos, hasta en las<br />

más recónditas regiones del planeta<br />

para recordar a cuantos visita que si<br />

todos viviéramos a nivel personal, familiar<br />

y social lo que Él nos enseñó<br />

con su palabra y ejemplo, haríamos<br />

de este valle de lágrimas un anticipo<br />

del Cielo.<br />

Pero fiel a su misión de enseñar,<br />

nos sigue iluminando, también cuando<br />

no podemos tenerle presente a<br />

nuestro lado, con sus catequesis de<br />

los miércoles y la impresionante cantidad<br />

de escritos, profundos, actuales<br />

y oportunos que nos hace llegar, como<br />

quizá ningún otro Papa en la multisecular<br />

historia de la Iglesia.<br />

Mi convicción más profunda es que<br />

si todos nos entregáramos a la causa<br />

de Jesús y de la Iglesia con la generosidad<br />

con que lo hace Su Santidad<br />

desde la alborada hasta altas horas<br />

de la noche, entre los hombres habría<br />

más justicia y amor y no se presentarían<br />

muchos de los problemas<br />

que hoy laceran y afligen a la humanidad.<br />

Es por ello y muchas cosas más<br />

que pido a Jesús de corazón, Beatísimo<br />

Padre, que quiera conservarlo<br />

por largos años más al frente de su<br />

Iglesia como heraldo del Evangelio,<br />

pregonero del amor y constructor de<br />

la paz.<br />

Como Pastores de la Iglesia que<br />

está en Costa Rica, la que apacentamos<br />

en gozosa y estrecha comunión<br />

con Su Santidad, queremos mencionarle<br />

algunas alegrías y preocupaciones,<br />

las que nos parecen más relevantes,<br />

desde nuestra última Visita<br />

ad Limina.<br />

Damos gracias a Dios porque, en<br />

proporción a nuestra pequeña población<br />

somos ciertamente el país de<br />

América Latina con más vocaciones<br />

sacerdotales, las que nos esforzamos<br />

por formar esmeradamente en nuestro<br />

Seminario Central. Conscientes de<br />

que a la formación de los futuros<br />

pastores hemos de dedicar a nuestros<br />

mejores sacerdotes, cada Obispo<br />

cede los suyos con edificante generosidad,<br />

los que formamos principalmente<br />

en Roma, para que luego regresen<br />

a cumplir tan importante responsabilidad<br />

eclesial.<br />

Porque Su Santidad nos llamó a<br />

una evangelización nueva en su ardor,<br />

en sus métodos y en su expresión,<br />

aprovechamos las celebraciones<br />

del Santo Jubileo, a que nos convocó<br />

en el año 2000, para invitar a los fieles<br />

laicos a ofrecer su generosa colaboración<br />

a tan importante y permanente<br />

quehacer de la Iglesia. Su respuesta<br />

superó nuestras más halagüeñas<br />

expectativas. Trabajaron entonces<br />

y siguen trabajando en la catequesis<br />

de los niños, en la formación<br />

de los jóvenes, en la santificación de<br />

las familias, en el cuidado de los pobres,<br />

la solicitud por los alejados, la<br />

animación de los movimientos apostólicos<br />

y la promoción de las pequeñas<br />

comunidades cristianas. Todo lo<br />

anterior nos hace pensar que el tercer<br />

milenio será aquel en que los fieles<br />

laicos jugarán un papel preponderante<br />

en la causa bendita de la evangelización.<br />

Sabemos, Santo Padre,<br />

que nada que interese a la humanidad<br />

puede ser ajeno al quehacer de<br />

la Iglesia. Por eso estamos siempre<br />

al lado de nuestro pueblo buscando<br />

su promoción integral; insistimos a<br />

tiempo y a destiempo porque una auténtica<br />

educación de nuestras gentes<br />

se convierta en clave fundamental de<br />

su desarrollo; porque la seguridad<br />

social los cubra a todos; porque se<br />

dote de vivienda a los que carecen<br />

de ella y se eleven los índices de<br />

empleo de nuestra población, conscientes<br />

de que donde hay trabajo hay<br />

pan y de que donde hay pan reina la<br />

paz. Nos enorgullece manifestarle,<br />

Santo Padre, que la pequeña Costa<br />

Rica acoge a quinientos mil hermanos<br />

que han llegado de Nicaragua y<br />

que la Iglesia no escatima ningún<br />

esfuerzo para darles el trato digno y<br />

humano que merecen por ser hijos<br />

de Dios igual que los demás ciudadanos.<br />

Pero no faltan preocupaciones,<br />

Santidad. Igual que en el resto de<br />

América Latina, nos preocupa enormemente<br />

el embate de las sectas<br />

fundamentalistas, a las que caracteriza<br />

su marcada agresividad y sus<br />

afanes proselitistas encaminados a<br />

crecer a expensas de la Iglesia Católica.<br />

Las oleadas del secularismo ya<br />

golpean nuestras playas y buscan envolvernos.<br />

El ser humano, embriagado<br />

por sus espectaculares conquistas<br />

en campos como los de la ciencia y<br />

la tecnología, se empeña en marginar<br />

a Dios de la vida de las personas y<br />

de la sociedad, para convertirse en<br />

centro y en corazón de todos los quehaceres<br />

y en todos los estratos de la<br />

sociedad. Crece, también entre los<br />

hijos de la Iglesia, el divorcio entre la<br />

fe y la vida, mientras disminuye el<br />

aprecio por aquellos valores morales,<br />

religiosos y espirituales, fundamento<br />

de la familia y de cualquier sociedad.<br />

Nos preocupa, igualmente, la influencia,<br />

cuando es nociva, de los medios<br />

de comunicación social. Si ayer decíamos<br />

que el hombre vive en el<br />

mundo, hoy, gracias a ellos, parece<br />

más exacto decir que el mundo vive<br />

en el hombre. En esta aldea global a<br />

la que ellos han reducido al mundo,<br />

la televisión en especial conspira<br />

contra nuestra herencia cristiana y se<br />

convierte en escuela de erotismo,<br />

violencia y delincuencia que amenaza<br />

la estabilidad de nuestros hogares y<br />

de la sociedad entera.<br />

Como Iglesia, hacemos cuanto podemos<br />

para conjurar estos y otros<br />

males que nos agobian. Semejantes<br />

nubarrones no nos deprimen ni ocultan<br />

en el horizonte de nuestras vidas<br />

la estrella de la esperanza. Sabemos<br />

que Cristo está con nosotros y que<br />

nos dice: Confiad, hijitos, yo he vencido<br />

al mundo. Pero su palabra, Beatísimo<br />

Padre, que con ansia esperamos,<br />

llevada a la práctica en nuestra<br />

amada Costa Rica, será un aliento<br />

precioso para seguir adelante y conquistar<br />

la meta a que nos convoca el<br />

Cristo de ayer, de hoy y de siempre.<br />

nistica, di egoismo e di morte, per<br />

quanto grandi siano le difficoltà e<br />

potenti le influenze esterne.<br />

A tale proposito, è necessario rivitalizzare<br />

costantemente una pastorale<br />

familiare che prepari adeguatamente<br />

i giovani a formare una nuova<br />

famiglia, che segua anche i coniugi<br />

nelle difficoltà che potranno<br />

incontrare, aiutandoli ad accogliere<br />

gioiosamente i figli, a educarli con<br />

tenerezza e a trasmettere loro la fede.<br />

Sarà altresì necessario dare impulso<br />

alle condizioni sociali, economiche<br />

e legali atte a salvaguardare<br />

l'unità e la stabilità dei focolari domestici,<br />

invitando le famiglie a «farsi<br />

soggetti attivi di un'efficace presenza<br />

ecclesiale e sociale a tutela<br />

dei loro diritti» (Novo Millennio<br />

ineunte, n. 47).<br />

7. Desidero parimenti ricordare in<br />

questo incontro con voi un settore<br />

tanto decisivo per la Chiesa come è<br />

quello degli istituti religiosi e delle<br />

persone consacrate. Essi hanno contribuito<br />

in modo determinante, non<br />

solo all'evangelizzazione delle vostre<br />

terre, ma anche a forgiare in buona<br />

misura l'identità culturale di Costa<br />

Rica, potenziando significativamente<br />

l'attuale azione pastorale in diversi<br />

settori.<br />

La Chiesa rende continuamente<br />

grazie allo Spirito Santo per la vita<br />

consacrata che Egli suscita al suo<br />

interno, la quale «affonda le sue radici<br />

nel Vangelo e produce frutti copiosi<br />

in ogni stagione» (Vita consecrata,<br />

n. 5). Alcuni di questi frutti<br />

sono ben visibili attraverso numerose<br />

opere e istituzioni dedite all'educazione,<br />

all'apostolato giovanile, alla<br />

cura dei malati o all'attenzione per<br />

le molteplici forme di povertà e di<br />

emarginazione. Tuttavia, al di là<br />

delle sue attività concrete, la comunità<br />

ecclesiale deve apprezzare il<br />

fatto che sia «una manifestazione<br />

particolarmente ricca dei beni evangelici<br />

e un'attuazione più compiuta<br />

del fine della Chiesa» (Ibidem, n. 5).<br />

Lo sviluppo della vita consacrata in<br />

ogni Chiesa particolare denota in un<br />

certo modo la sua capacità di presentare<br />

Cristo con un vigore e un<br />

fascino tali da suscitare in molti dei<br />

suoi membri il desiderio di seguirlo<br />

con totale radicalità evangelica.<br />

I Pastori hanno dunque il dovere<br />

di promuovere le vocazioni anche<br />

alla vita consacrata e di vegliare affinchévengarispettata<br />

l'identità propria<br />

di ogni Istituto (cfr C.I.C., cc.<br />

385 e 586), per la qual cosa devono<br />

promuovere fra i fedeli la stima di<br />

unavitatotalmenteconsacrata a Dio<br />

e stabilire forme di pastorale vocazionale<br />

che mostrino «l'impegno corale<br />

di tutta la Chiesa» in questo<br />

campo (cfr Vita consecrata, n. 64).<br />

8. Vi incoraggio dunque, cari Fratelli<br />

Vescovi di Costa Rica, a continuare<br />

a dare un nuovo impulso ai<br />

compiti dell'evangelizzazione, per<br />

soddisfare con il messaggio di Cristo<br />

gli aneliti più profondi di tutti i settori<br />

del Popolo di Dio: bambini e<br />

giovani, malati e anziani, donne e<br />

uomini, famiglie e popoli, persone<br />

povere e abbandonate. Affido alla<br />

protezione di Nuestra Señora de los<br />

Ángeles, Madre e Avvocatessa del<br />

popolo costaricense, i propositi pastorali<br />

che vi animano e che, in<br />

stretta collaborazione con i sacerdoti,<br />

con le persone consacrate e i laici<br />

impegnati, devono rivitalizzare,<br />

in questo inizio di millennio, la solidità<br />

della fede nelle Chiese particolari<br />

che vi sono state affidate.<br />

Mentre vi ringrazio per la generosità<br />

con cui svolgete il vostro ministero,<br />

vi chiedo di trasmettere alle<br />

comunità che vi attendono, dopo<br />

questa visita ad Limina, il saluto<br />

cordiale e la vicinanza affettuosa del<br />

Papa, insieme alla Benedizione Apostolica,<br />

che vi imparto di cuore.


.<br />

PAGINA<br />

8 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 1 Dicembre 2001<br />

Messaggio del Santo Padre<br />

a Sua Santità Bartholomaios I, Patriarca Ecumenico<br />

A Sa Sainteté Bartholomaios Ier Archevêque de Constantinople<br />

Patriarche œcuménique<br />

«Avec nous seront grâce, miséricorde<br />

et paix, de la part de Dieu le<br />

Père et de la part de Jésus Christ, le<br />

Fils du Père, en vérité et amour» (2<br />

Jn 1, 3).<br />

Par cette bénédiction de l’Apôtre<br />

Jean, je vous salue, Sainteté, ainsi<br />

que tous les membres du Saint Synode<br />

et tous les fidèles du Patriarcat<br />

œcuménique en cette joyeuse<br />

circonstance de la fête de saint André,<br />

apôtre et frère de Pierre. La<br />

délégation conduite en mon nom<br />

par notre frère le Cardinal Walter<br />

Kasper, Président du Conseil pontifical<br />

pour la promotion de l’unité<br />

des chrétiens, assurera la participation<br />

fraternelle de l’Eglise de Rome.<br />

Elle s’unira à vous pour implorer<br />

du Seigneur «la stabilité des saintes<br />

Eglises de Dieu et l’union entre<br />

tous» (Liturgie de saint Jean Chrysostome).<br />

La fête de saint André, le premier<br />

des Apôtres à avoir été appelé par<br />

Jésus, nous rappelle constamment<br />

le mystère de la vocation chrétienne<br />

et le devoir d’annoncer la<br />

Bonne Nouvelle: «André, le frère de<br />

Simon-Pierre, était l’un des deux<br />

qui avaient entendu les paroles de<br />

Jean et suivi Jésus» (Jn 1, 40). La<br />

vocation chrétienne est intrinsèquement<br />

liée à la reconnaissance du<br />

Messie, désigné par le Baptiste:<br />

«Voici l’agneau de Dieu» (Jn 1, 36)<br />

que les Apôtres ne cesseront de proclamer<br />

en paroles et par leurs actions,<br />

par leur vie et jusqu’au martyre<br />

comme Pierre et André.<br />

De nos jours, les disciples du<br />

Christ sont appelés à proclamer<br />

d’une même voix l’annonce du salut.<br />

En célébrant conjointement André<br />

et Pierre, nous manifestons notre<br />

commune volonté de transmettre<br />

ensemble la foi apostolique aux<br />

hommes de notre temps, qui se laissent<br />

trop souvent prendre par une<br />

indifférence religieuse qui conduit à<br />

La terza delle video-conferenze promosse dalla Congregazione per il Clero<br />

L'Escatologia dal Concilio ad oggi<br />

Si è svolto venerdì 29 novembre il<br />

terzo degli incontri in video-conferenza<br />

per la formazione permanente<br />

dei presbiteri, promossi dalla Congregazione<br />

per il Clero. Dai cinque<br />

continenti hanno partecipato undici<br />

teologi collegati in tempo reale con<br />

l'Aula di video-conferenze della Congregazione,<br />

approfondendo il tema:<br />

«L'escatologia dal Concilio Vaticano<br />

II ai nostri giorni».<br />

Introducendo l'incontro, il Cardinale<br />

Darío Castrillón Hoyos, Prefetto<br />

della Congregazione per il<br />

Clero, ha pronunciato le seguenti<br />

parole:<br />

«L'Escatologia dal Concilio Vaticano<br />

II ai nostri giorni»: è il tema che<br />

affronteremo in questa terza videoconferenza,<br />

nell'ambito della formazione<br />

permanente dei sacerdoti. Parlare<br />

di escatologia è parlare della vita<br />

senza fine.<br />

«Nessuna parola come il termine<br />

vita riesce in ogni lingua a riassumere<br />

in maniera pregnante ciò a cui<br />

l'essere umano massimamente aspira.<br />

Vita indica la somma dei beni desiderati<br />

ed al tempo stesso ciò che li<br />

rende possibili, acquisibili, duraturi.<br />

La storia dell'uomo non è forse segnata<br />

dalla spasmodica e drammatica<br />

ricerca di qualcosa o di qualcuno<br />

che sia in grado di liberarlo dalla<br />

morte e assicurargli la vita? Al culmine<br />

della Rivelazione il Verbo incarnato<br />

ha proclamato: “Io sono la vita”<br />

(Gv 14, 6) ed ancora “Io sono venuto<br />

perché abbiano la vita” (Gv 10, 10).<br />

Quale vita? L'intenzione di Gesù è<br />

chiara: la vita stessa di Dio che sorpassa<br />

tutte le aspirazioni che possono<br />

nascere nel cuore umano (Cfr 1 Cor<br />

2, 9)» (Giovanni Paolo II, Messaggio<br />

per la VIII Giornata Mondiale della<br />

Gioventù a Denver, 1993, n. 2).<br />

Ho voluto ricordare queste parole<br />

del Santo Padre, quale introduzione<br />

all'argomento di oggi, perché esse indicano<br />

la direzione verso cui la Chiesa<br />

s'incammina nel riflettere sull'escatologia,<br />

ed illuminano il punto di<br />

partenza ed il traguardo della sua riflessione<br />

teologica: è Gesù Cristo<br />

stesso l'escaton, la realtà ultima e definitiva.<br />

È Lui il traguardo dell'uomo,<br />

l'unico Salvatore dell'umanità, il centro<br />

del cosmo e della storia.<br />

«Dio è il novissimo della creatura<br />

— leggiamo nel documento della<br />

Commissione Teologica Internazionale,<br />

del marzo del 1992, dedicato ai<br />

Problemi attuali di escatologia —.<br />

In quanto raggiunto è Cielo; in quan-<br />

to perso, inferno; in quanto discerne,<br />

giudizio; in quanto purifica, purgatorio.<br />

Egli è Colui nel quale il finito<br />

muore, e per il quale a Lui e in Lui<br />

risuscita. Egli è così come si volge al<br />

mondo, cioè nel suo Figlio Gesù Cristo,<br />

che è la manifestazione di Dio e<br />

anche la somma dei novissimi»<br />

(C.T.I., Problemi attuali di escatologia,<br />

marzo 1992, 1.2.3).<br />

Tutto viene, dunque, ricondotto a<br />

Cristo, fondamento della nostra speranza,<br />

paradigma e causa della nostra<br />

resurrezione, e dunque anche<br />

luogo e spazio della nostra eterna felicità<br />

(Cfr Concilio Vaticano II, Cost.<br />

past. Gaudium et spes, n. 18). Con<br />

sant'Agostino, possiamo dire che chi<br />

è interpellato dalla Parola del Dio vivente,<br />

inserito nel dialogo con Lui,<br />

non muore (Cfr Solil, 2, 19: PL 32,<br />

901).<br />

La letteratura del secolo XX, fedele<br />

testimone del suo tempo, è impregnata<br />

da una paura ricorrente: il<br />

vuoto esistenziale, l'insensatezza della<br />

vita. Eliot, James Joyce, Ezra<br />

Pound, Yeats, Kafka, Musil, Ionesco,<br />

Beckett, sono voci di un coro umano<br />

alla ricerca di Dio, testimonianza di<br />

un anelito alla trascendenza: senza di<br />

essa, la morte diviene un capitolo del<br />

dramma della vita, un capitolo che<br />

non deve leggere chi vuole permanere<br />

in un mondo di uomini nati morti,<br />

senza eternità.<br />

Il discorso teologico sull'Escatologia<br />

verrà affrontato in tre parti, ciascuna<br />

di venti minuti: la prima parte,<br />

da Roma, vedrà l'esposizione del<br />

Professore Jean Galot, S.I., alla quale<br />

seguirà un intervento del prof. Bruno<br />

Forte, sempre da Roma; la seconda<br />

parte ci giungerà da New York, dal<br />

prof. Michael Hull, la terza invece<br />

sarà curata da Sydney dal prof. Julian<br />

Porteous.<br />

Seguiranno i brevi interventi di tre<br />

minuti: da Johannesburg del prof.<br />

Stuart Bate, da Manila del prof.<br />

Danny Huang, da Taipei del prof.<br />

Aloysius Chang S.I., da Madrid del<br />

prof. Alfonso Carrasco Rouco, da Bogotá<br />

del prof, Silvio Cajiao S.I.<br />

Il ciclo si concluderà con gli ultimi<br />

interventi di nuovo da Roma del<br />

prof. S.E. Mons. Rino Fisichella e del<br />

Reverendissimo prof. Padre Georges<br />

Cottier, Teologo della Casa Pontificia.<br />

A conclusione dell'incontro il<br />

Card. Castrillón Hoyos è di nuovo<br />

intervenuto con queste parole:<br />

Al termine di questa terza video-<br />

«Francia, testimone di speranza per il nuovo millennio»: convegno al «Regina Apostolorum»<br />

«Francia: testimone di speranza per il<br />

nuovo millennio. Prospettive e sfide»: è<br />

questo il tema del convegno che si tiene<br />

nel pomeriggio di sabato 1° dicembre<br />

presso la nuova sede del Pontificio Ateneo<br />

Regina Apostolorum.<br />

L'incontro di studio è presieduto dal<br />

Cardinale Paul Poupard, Presidente del<br />

Pontificio Consiglio per la Cultura, che<br />

svolge una relazione su «la memoria e<br />

Come ogni anno, venerdì 30 novembre una Delegazione inviata dal<br />

Santo Padre si è recata al Fanar per unirsi alla celebrazione della Festa<br />

di sant’Andrea, Patrono del Patriarcato ecumenico.<br />

La visita si inserisce nel quadro dello scambio di Delegazioni per le<br />

Feste patronali della Chiesa di Roma, il 29 giugno (Festa dei Santi Pietro<br />

e Paolo) e del Patriarcato Ecumenico, il 30 novembre (Festa di sant’Andrea).<br />

La Delegazione della Santa Sede è guidata dal Cardinale Walter Kasper,<br />

Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità<br />

dei Cristiani, ed è composta dal Vescovo Segretario, Mons. Marc Ouellet,<br />

e dal Rev.do Don Johan Bonny, Officiale della Sezione Orientale<br />

del Dicastero.<br />

conferenza teologica di ambito internazionale,<br />

che ha dato l'opportunità<br />

a Teologi dei cinque Continenti di<br />

presentare con rinnovata chiarezza e<br />

notevole profondità le verità ultime<br />

della esistenza umana, mi si permetta<br />

di citare quell'osservazione dell'Aquinate<br />

che così bene sintetizza<br />

quanto abbiamo oggi udito: «Chi è<br />

entrato in dialogo con la Verità, partecipa<br />

della sua indistruttibilità» (cfr<br />

S. Th. I, q 61, a2, ad3). È davvero<br />

l'amore di Dio a conferire l'eternità!<br />

Un ringraziamento molto speciale<br />

rivolgo ai teologi e professori, che<br />

con grande senso di comunione ecclesiale,<br />

hanno presentato un ricco<br />

contenuto dottrinale sul tema della<br />

escatologia.<br />

Si sosteneva da parte di alcuni, nel<br />

recente dibattito post-conciliare sui<br />

novissimi, che la dottrina escatologica<br />

si trovava in uno stato «temporalesco»,<br />

come assai agitato, foriero di<br />

tensioni. Abbiamo udito, oggi, che la<br />

autorivelazione di Dio e la ragione<br />

umana sono ancora, e lo saranno<br />

sempre, il fondamento della nostra<br />

fede che non viene mai meno: la Risurrezione<br />

di Cristo è primizia e,<br />

dunque, caparra della nostra futura<br />

risurrezione; è la possibilità di compimento<br />

e di realizzazione integrale<br />

della nostra esistenza umana.<br />

Un compimento ed una realizzazione<br />

che ci sono già donati da Dio<br />

nella nostra vita terrena: mediante la<br />

via sacramentale, specialmente col<br />

Battesimo, con la Penitenza e con<br />

l'Eucaristia. Ciò avviene nel luogo vivo<br />

e vivificante che è la Chiesa, generata<br />

dai sacramenti e dall'ascolto di<br />

Cristo, comunità animata dallo Spirito<br />

Santo, dove già sin d'ora ci è dato<br />

di sperimentare, in germe, questa<br />

pienezza di vita nuova.<br />

Ecco perché, dopo la considerazione<br />

dei novissimi, il prossimo mese,<br />

sabato 15 dicembre, avremo modo di<br />

affrontare la trattazione della «Teologia<br />

sacramentaria dal Concilio Vaticano<br />

II ai nostri giorni».<br />

Possiamo così concludere, ricordando<br />

le parole del Salmo 15: «Per<br />

questo gioisce il mio cuore, esulta la<br />

mia anima; anche il mio corpo riposa<br />

al sicuro, perché non abbandonerai<br />

la mia vita nel sepolcro, né lascerai<br />

che il suo santo veda la corruzione<br />

— il santo di Dio è Cristo, e unito<br />

a Lui anche ogni cristiano viene<br />

chiamato santo —. Mi indicherai il<br />

sentiero della vita, gioia piena alla<br />

tua presenza, dolcezza senza fine alla<br />

tua destra».<br />

la speranza: la cultura francese nel seno<br />

della Chiesa». Al termine il Porporato<br />

presiede la Concelebrazione Eucaristica.<br />

Il convegno vuole mettere in luce i segni<br />

di speranza della Francia per la Chiesa<br />

cattolica del nuovo millennio nei suoi<br />

differenti ambiti: cultura, spiritualità, vocazioni,<br />

famiglia e mondo professionale.<br />

Apre i lavori, moderati da Thierry Bouet,<br />

editorialista di «Famille Chrétienne»,<br />

la perte du sens de l’existence.<br />

Dans un souci missionnaire, il nous<br />

est donc demandé un témoignage<br />

chrétien commun et fidèle «dans la<br />

vérité et dans l’amour». Les divisions<br />

qui persistent encore et l’acrimonie<br />

qui parfois se manifeste entre<br />

chrétiens affaiblissent la force de<br />

la prédication chrétienne, qui proclame<br />

l’amour de Dieu et du prochain.<br />

Mais j’ai confiance, car «le<br />

Seigneur a permis aux chrétiens de<br />

notre temps de pouvoir réduire le<br />

contentieux traditionnel» (Encyclique<br />

Ut unum sint, n. 49).<br />

Je désire vous exprimer, Sainteté,<br />

toute ma gratitude pour la disponibilité<br />

que vous avez manifestée avec<br />

constance en répondant favorablement<br />

aux demandes de collaboration<br />

qui proviennent de l’Eglise catholique<br />

et en encourageant les initiatives<br />

des Eglises orthodoxes qui<br />

prévoient la participation de l’Eglise<br />

de Rome. J’ai en particulier apprécié<br />

la nomination d’un Délégué fraternel<br />

du Patriarcat œcuménique à<br />

Al termine della Solenne Liturgia nella chiesa cattedrale di san Giorgio<br />

al Fanar, presieduta da S.S. Bartholomaios I, ha avuto luogo lo<br />

scambio di discorsi tra il Patriarca e il Presidente del Pontificio Consiglio<br />

per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.<br />

Quest’ultimo ha poi consegnato al Patriarca il Messaggio che Sua<br />

Santità Giovanni Paolo II gli ha indirizzato per la circostanza.<br />

La visita della Delegazione della Santa Sede ad Istanbul prevede anche<br />

conversazioni con la Commissione sinodale incaricata delle relazioni<br />

con la Chiesa cattolica e vari contatti con la Gerarchia cattolica<br />

locale e con i Rappresentanti delle altre Chiese presenti ad Istanbul.<br />

Pubblichiamo qui di seguito il testo del Messaggio del Santo Padre<br />

al Patriarca Ecumenico.<br />

la récente Assemblée générale ordinaire<br />

du Synode des Evêques de<br />

l’Eglise catholique. Ce fut une nouvelle<br />

occasion de dialogue, d’échange<br />

fraternel et de connaissance réciproque.<br />

L’Eglise catholique est prête à<br />

faire tout ce qui est en son pouvoir<br />

pour promouvoir le développement<br />

des relations avec les Eglises orthodoxes.<br />

Les difficultés rencontrées<br />

ces dernières années par la Commission<br />

mixte internationale de dialogue<br />

théologique doivent être analysées<br />

et surmontées. Le dialogue<br />

doit retrouver son esprit positif initial<br />

et être animé par la volonté de<br />

résoudre les véritables problèmes. Il<br />

doit aussi faire preuve d’un certain<br />

enthousiasme que seules la foi et<br />

l’espérance théologales peuvent<br />

nourrir.<br />

Selon l’invitation du deuxième<br />

Concile du Vatican (cf. Unitatis<br />

redintegratio, n. 24), mettons notre<br />

espoir en Dieu pour que nous avancions<br />

dans la voie de l’unité et que<br />

le monde connaisse un avenir meilleur!<br />

Ces derniers temps, le terrorisme<br />

et les guerres, avec tout le poids<br />

de mort et de désastre qu’ils portent<br />

en eux, ont engendré une<br />

anxiété qui paralyse les populations<br />

et bouleverse le cours normal de la<br />

vie civile. Pour implorer de Dieu sa<br />

protection sur tous les peuples et<br />

pour raviver la conscience des hommes,<br />

j’ai jugé opportun de convoquer<br />

tous les croyants à une journée<br />

de jeûne et de prière pour la<br />

paix, le 24 janvier prochain. Le Seigneur<br />

entendra l’invocation que,<br />

d’un seul cœur, nous élèverons<br />

pour le salut de l’humanité tout entière.<br />

Dans l’imminence de la fête de<br />

l’Apôtre saint André, avant ce prochain<br />

rassemblement, élevons<br />

ensemble notre prière au Seigneur<br />

et faisons nôtre l’invitation que<br />

Jean, dans sa seconde Epître, adresse<br />

aux chrétiens d’Asie Mineure:<br />

«Aimons-nous les uns les autres» (2<br />

Jn 1, 5). Nous marcherons ainsi<br />

dans l’amour et dans la vérité. Et la<br />

paix sera en nous tous.<br />

Dans cette espérance, priant pour<br />

tous les membres de son Patriarcat,<br />

j’échange avec Votre Sainteté le<br />

baiser de paix, et je L’assure de<br />

mon affection fraternelle.<br />

Du Vatican, le 22 novembre<br />

2001.<br />

A 21 anni dalla morte di Zaccaria Negroni, grande figura di laico cristiano<br />

Un contemplativo nell'azione<br />

Nella «Novo Millennio ineunte» Giovanni<br />

Paolo II ha indicato nella santità la vocazione<br />

per ogni battezzato: essere santi e santificare.<br />

Un fermento di santità, nell'ultimo<br />

scorcio di fine millennio, è stato Zaccaria<br />

Negroni — ingegnere, parlamentare italiano,<br />

primo Delegato centrale degli aspiranti<br />

di Azione Cattolica; fondatore, insieme ad<br />

altri, de «Il Vittorioso», noto giornalino per<br />

ragazzi; confondatore, con il Vescovo Guglielmo<br />

Grassi, dell'Istituto secolare dei Discepoli<br />

di Gesù — di cui ricorre il ventunesimo<br />

l'anniversario della morte, avvenuta il<br />

1° dicembre 1980.<br />

Zaccaria Negroni, giovane studente di ingegneria<br />

a Torino, lavorò per la Chiesa con<br />

il beato Pier Giorgio Frassati, suo coetaneo<br />

e collega del Politecnico.<br />

Già alle soglie della giovinezza, tendeva<br />

all'unione con Dio, perché credeva che l'essere<br />

perfetti, è il riconoscere in noi la bellezza<br />

del Padre, che non è opera facoltativa,<br />

ma obbligo, perché è «l'unum necessarium»<br />

per fare qualcosa di bello e di grande<br />

su questa terra.<br />

Questo suo vigore spirituale fu caratterizzato<br />

dalla semplicità, dal silenzio, dalla<br />

gioia intima e pura, dal suo cuore unificato<br />

in Dio.<br />

Da san Francesco apprese che la scuola<br />

di perfezione è scuola di santità, perché<br />

santi non si nasce, lo si diventa. Credeva<br />

nell'amore soprannaturale dello Spirito<br />

Santo in noi, ecco perché le più belle iniziative<br />

apostoliche che egli promosse per i<br />

giovani, i ragazzi dell'Azione cattolica, e<br />

per i membri del suo Istituto secolare, non<br />

il saluto del Rettore dell'Ateneo, P. Paolo<br />

Scarafoni, Legionari di Cristo. Sono in<br />

agenda interventi del Presidente della<br />

Commissione Episcopale della Famiglia<br />

per la Conferenza dei Vescovi di Francia,<br />

l'Arcivescovo di Tours, Mons. André<br />

Vingt-Trois (Famiglia, un'idea di futuro);<br />

del responsabile della sezione giovani<br />

del Pontificio Consiglio per i Laici, P.<br />

Francis Khon (I giovani di Francia e le<br />

erano altro che un abbassamento delle attività<br />

umane per interiorizzarsi alla luce Trinitaria.<br />

Zaccaria viveva ciò attraverso una preghiera<br />

contemplativa sentita e vissuta, che<br />

poi sfociava nelle attività più varie, tanto<br />

che fu considerato un contemplativo nell'azione,<br />

perché fece della santità, l'ideale della<br />

sua vita spirituale, culturale e sociale.<br />

Tuttavia egli diceva «che solo Gesù, attrae<br />

le anime e le conduce sulla strada della<br />

verità e della santità, basata sull'interiorità<br />

intima, che si rispecchia nelle virtù interiori<br />

di Cristo».<br />

Dal 3 al 7 dicembre la Sessione<br />

plenaria annuale<br />

della Commissione Teologica Internazionale<br />

La Commissione Teologica Internazionale terrà la sua Sessione plenaria annuale<br />

dal 3 al 7 dicembre presso la «Domus Sanctae Marthae» in Vaticano, sotto la presidenza<br />

del Cardinale Joseph Ratzinger. Il Padre Georges Cottier O.P., Segretario<br />

Generale, dirigerà i lavori dell’assemblea.<br />

Il primo tema allo studio sarà quello del diaconato, a suo tempo richiesto dalla<br />

Congregazione per la Dottrina della Fede, alla quale saranno poi trasmessi i risultati<br />

dei lavori della Commissione stessa. Al riguardo una sottocommissione, presieduta<br />

dal Prof. H. Noronha Galvâo, ha predisposto un nuovo «Instrumentum laboris» di<br />

78 pagine, dal titolo «Quaestiones de Diaconatu», in cui si è tenuto conto delle osservazioni<br />

avanzate nell’ultima Sessione Plenaria.<br />

Successivamente si tratterà del tema «Rivelazione e inculturazione», per il quale<br />

una sottocommissione, presieduta dal Padre M. de França Miranda S.J., ha preparato<br />

un «Instrumentum laboris» di 61 pagine, dal titolo «Accepting God’s self-gift.<br />

Revelation and inculturation», che verrà esaminato e discusso.<br />

Infine si dedicherà spazio alla presentazione delle relazioni preparatorie redatte<br />

dai membri della sottocommissione presieduta dal Padre A. Di Noia O.P., che si occupa<br />

del tema «de hominis creatione».<br />

Giornate Mondiali della Gioventù: le ragioni<br />

di un successo); del fondatore di<br />

Réseau Entreprendre, André Mulliez<br />

(Cristiani nell'imprenditoria? Un francese<br />

rende testimonianza); di Marie Nicole<br />

Boiteau, insegnante del Centro di formazione<br />

dell'arcidiocesi di Parigi e<br />

membro della Comunità dell'Emmanuel<br />

(La spiritualità in Francia nel<br />

2000).<br />

I cristiani, dunque, sono chiamati alla<br />

santità, perché la meta più ambita è il Cielo,<br />

dove i santi godono la contemplazione<br />

del Dio-Amore.<br />

Come Gesù, Zaccaria amava la Madonna<br />

e le chiedeva la grazia di poter servire Cristo<br />

nel prossimo.<br />

Tre le sue mete spirituali: Betlem, il Cenacolo<br />

e il Calvario, alla luce della Risurrezione.<br />

Betlem nello spirito della povertà,<br />

che egli viveva sino in fondo e che possedeva<br />

nell'intimo, nonostante provenisse da<br />

una agiata e ricca famiglia; il Cenacolo fulcro<br />

della sua vita eucaristicamente vissuta;<br />

ed il Calvario che alla luce della Risurrezione<br />

egli visse con dignità e senza mai lamentarsi,<br />

specie negli ultimi anni della sua vita,<br />

tanto che anche in ospedale dove fu ricoverato,<br />

non volle mai una stanza riservata,<br />

ma volle vivere con gli altri ammalati, nelle<br />

affollate camerate, per essere esempio vivo,<br />

e per offrire a Dio, come incenso puro, le<br />

sofferenze sue e dei fratelli.<br />

L'umiltà, l'obbedienza, la castità, la povertà,<br />

l'amore indiscusso per la Chiesa e<br />

per il Papa, e soprattutto la preghiera continua<br />

anche di notte, furono le doti della<br />

sua scuola alla santità. Eppure fu quasi<br />

sempre presente alle sedute parlamentari,<br />

ed era spesso in giro per l'Italia e per l'estero,<br />

per conferenze ed incontri di studio.<br />

Servo di Dio, servo degli ultimi, quelli<br />

che non contano, quelli che vengono disprezzati,<br />

quelli che amano e non sono riamati.<br />

È questa la regola d'oro della sua vita,<br />

che insieme alla regola dell'aspirante<br />

dell'Azione cattolica, da lui scritta, formano<br />

la catena che lo ha stretto a Cristo, suo immenso<br />

ed unico ideale. Forse per questo un<br />

Vescovo, disse un giorno: «Zaccaria Negroni,<br />

fu autentico servo di Dio».<br />

L'autenticità che viene attraverso la Parola<br />

che salva, fu da lui studiata, amata,<br />

vissuta, contemplata e la irradiò anche a<br />

coloro che avvicinava. A coloro che erano<br />

nel dolore e nel buio della notte, egli, uomo<br />

di Dio, faceva riscoprire un'altra dimensione,<br />

quella che ci offre il Risorto.<br />

In tal modo coloro che lo avvicinavano,<br />

avevano la forza per andare avanti e per<br />

emularlo nel servizio alla Chiesa.<br />

Rimangono la sua generosità, la sua formazione<br />

religiosa, il suo altruismo. Uno degli<br />

ultimi suoi pensieri fu: «il mio letto è la<br />

seggiovia per il Paradiso».<br />

Viveva per gli altri, nascosto in un mistero<br />

d'amore, come valido esempio per tutti i<br />

Parlamentari del mondo. Come La Pira, come<br />

Lazzati, nel Parlamento italiano, sono<br />

passati dei «santi».<br />

Per questo nell'anniversario della morte,<br />

Zaccaria Negroni è da ricordare come uomo<br />

che «comunicò il Vangelo in un mondo<br />

che cambia» e lo fece con intelligenza,<br />

umiltà e passione.<br />

WALTER MARIA TRIGNANI


ASIA<br />

PAGINA<br />

9 .<br />

Il cammino<br />

della Chiesa<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 1 Dicembre 2001<br />

Il crescente impegno di evangelizzazione promosso dalla Società Missionaria delle Filippine<br />

Dal 13 maggio al 13 ottobre su iniziativa dell'Associazione «Luci sull'Est»<br />

La Madonna di Fátima<br />

pellegrina nella Siberia Orientale<br />

Una statua della Madonna di Fátima è stata portata<br />

in pellegrinaggio nel territorio della Siberia Orientale<br />

dal 13 maggio al 13 ottobre.<br />

L'iniziativa è stata promossa dall'Amministatore<br />

Apostolico, il Vescovo Jerzy Mazur, con la decisiva<br />

collaborazione dell'associazione «Luci sull'Est» che ha<br />

così celebrato i dieci anni di vita e di serivizio.<br />

Insieme con la statua della Madonna di Fátima, i<br />

volontari dell'associazione hanno portato in Siberia<br />

altre cinque statue che hanno lasciato alla Chiesa locale;<br />

diecimila piccole riproduzioni della stessa immagine;<br />

diecimila corone del rosario e diecimila libretti<br />

che insegnano a recitare rosario.<br />

Si può dire che la Madonna sia entrata veramente<br />

in ogni chiesa, in ogni piccola capella, in ogni famiglia<br />

cattolica della Siberia Orientale.<br />

JERZY MAZUR<br />

Vescovo titolare di Tabunia<br />

Amministratore Apostolico<br />

della Siberia Orientale dei Latini<br />

Sono Vescovo nella terra dei martiri,<br />

delle persecuzioni e della sofferenza. Sono<br />

passati cinque mesi dal momento in<br />

cui la statua della Madonna di Fátima è<br />

arrivata a Irkustk ed ha cominciato il<br />

suo pellegrinaggio in tutto il territorio<br />

dell’Amministrazione Apostolica della Siberia<br />

Orientale.<br />

L’itinerario di questo pellegrinaggio<br />

ha attraversato un territorio molto grande:<br />

da Krasnoiarsk al Pacifico. In questo<br />

tempo la statua della Madonna ha visitato<br />

tutte le 43 parrocchie ufficialmente<br />

registrate. È stata anche nelle più di cinquanta<br />

piccole comunità che ancora<br />

non sono registrate. Il pellegrinaggio<br />

della statua della Madonna di Fátima sul<br />

territorio della Siberia orientale è nato<br />

dall’affidamento del Terzo millennio alla<br />

protezione della Madre di Dio, proclamato<br />

nell’ottobre dell’Anno Giubilare da<br />

Giovanni Paolo II.<br />

Quest’anno nella nostra Amministrazione<br />

Apostolica è dedicato alla famiglia.<br />

La famiglia è in crisi e siamo molto convinti<br />

che la consacrazione delle famiglie<br />

al Cuore Immacolato della Madre di Dio<br />

aiuterà a superare questa crisi. Ogni famiglia<br />

riceve durante la visita pastorale<br />

dai sacerdoti una piccola statua della<br />

Madonna, un rosario che è stato «il catechismo<br />

del tempo dei gulag» e un libro<br />

su Fátima.<br />

Per favorire la realizzazione di questa<br />

idea si è offerta l’Associazione «Luci sull’Est»<br />

che ha preparato e realizzato il<br />

pellegrinaggio della statua a Irkustk e<br />

ha preparato le statuette di Nostra Signora<br />

di Fátima per i cattolici siberiani.<br />

Il pellegrinaggio si è concluso ed è cominciato.<br />

I frutti di tutto questo infatti<br />

sono dentro di noi. Il pellegrinaggio siberiano<br />

di Maria è stato una possibilità<br />

data a tante persone, che prima non<br />

avevano mai sentito il messaggio di Fátima,<br />

di consacrarsi alla Madonna.<br />

Nelle numerose processioni, tanta<br />

gente è venuta nelle chiese, nelle cappelle,<br />

per stare con la Madonna, per rimanere<br />

con la nostra Madre.<br />

Vorrei dire qualche parola della Siberia.<br />

Dio mi ha mandato in Siberia. Io<br />

sono responsabile per un territorio di 10<br />

milioni di chilometri quadrati: da Krasnoiarsk<br />

a Vladivostok fino a Kamciatka.<br />

Vi sono 16 milioni di abitanti di diverse<br />

nazionalità. Dal punto di vista religioso,<br />

ci sono cristiani, cattolici, ortodossi,<br />

protestanti; credenti di altre religioni<br />

come musulmani, buddisti, sciamanisti<br />

e tanti non credenti. Quelli che<br />

hanno radici cattoliche in Siberia sono<br />

più di un milione, i battezzati sono pochi.<br />

Le persone con radici cattoliche sono<br />

polacche, ucraine, lituane, bielorusse,<br />

coreane.<br />

La gente è povera. Ci sono tanti senza<br />

lavoro e bisogna andare verso tutta questa<br />

gente per predicare il Vangelo, in<br />

una terra dove è stato proibito farlo per<br />

tanti anni. Tanti di loro sono stati mandati<br />

in Siberia perché credevano in Dio,<br />

perché loro vivevano nella verità, perché<br />

loro sono stati uomini educati alla<br />

pace. Adesso questa gente ha il diritto di<br />

sentire il Vangelo. Cristo vuole che il<br />

Il pellegrinaggio della statua — dopo una significativa<br />

sosta a Mosca — è iniziato a Irkutsk il 13 maggio.<br />

L'accoglienza all'aeroporto è stata commovente e<br />

i mass media locali si sono mobilitati per raccontare<br />

questo avvenimento.<br />

Con particolare attenzione ha seguito il pellegrinaggio<br />

Natalia Galetchina, inviata del settimanale cattolico<br />

russo «Luce del Vangelo».<br />

In processione la statua è stata subito portata nella<br />

nuova Cattedrale, dedicata al Cuore Immacolato di<br />

Maria, davanti alla quale c'è il memoriale delle persecuzioni,<br />

contenente la terra proveniente da diverse lager<br />

siberiani. I fedeli sono rimasti in preghiera per<br />

tutta la notte. Domenica 13 maggio i bambini hanno<br />

organizzato una significativa rappresentazione delle<br />

apparizioni di Fátima.<br />

Vangelo sia annunciato in tutto il mondo<br />

ed anche nella Siberia, terra di sofferenza.<br />

La luce del Vangelo è venuta in Siberia<br />

dieci anni fa, quando sono arrivate<br />

tre suore. Oggi ci sono nella mia Amministrazione<br />

Apostolica 50 preti, 50 suore<br />

e anche laici impegnati. Provengono da<br />

diversi Paesi. Non hanno paura del clima.<br />

Alcuni siberiani dicono: «A 40 gradi<br />

sotto zero non è freddo!». Non hanno<br />

paura della situazione politica, economica,<br />

religiosa. Tutti sono venuti per aiutare<br />

l’uomo che qui ha sofferto tanto. Sono<br />

stato mandato in Siberia, a Irkustk.<br />

Irkustk è una città vicino al lago Baikal,<br />

con circa 700.000 abitanti. Ho dovuto<br />

cominciare da zero: non c’era la casa,<br />

non c’era la chiesa. Tutto si è dovuto<br />

cominciare dal nulla. Ma, grazie a Dio,<br />

grazie a Nostra Signora, grazie alla gente,<br />

grazie ai benefattori, ho potuto cominciare<br />

il mio lavoro come Vescovo.<br />

Oggi si trova a Irkustk una Cattedrale<br />

dedicata a Nostra Signora, all’Immacolato<br />

Cuore della Madre di Dio.<br />

Ci sono piccole comunità, ma la fede<br />

delle «babusie», delle nonne, è stata provata<br />

con la sofferenza durante le persecuzioni.<br />

La loro fede e la loro speranza<br />

in Dio, e nella Madonna, è stata molto<br />

forte. Pregavano molto, recitando il rosario.<br />

Era l’unica forma di preghiera e<br />

questa preghiera era di grandissimo aiuto,<br />

la devozione mariana era molto forte<br />

perché è la Madre di Dio che aiuta.<br />

Le più grandi missionarie sono state e<br />

sono ancora oggi le nonne, le «babusie».<br />

Grazie a loro, che sono missionarie autentiche,<br />

i bambini vengono nelle chiese.<br />

Le nonne non possono costringere i<br />

INDIA La ricca e preziosa eredità spirituale lasciata dal carmelitano P. Abel, morto recentemente all'età di 81 anni<br />

Valorizzare la cultura per rendere più efficace l'impegno di evangelizzazione<br />

GABRIELE NICOLÒ<br />

Ha lasciato un vuoto profondo Padre<br />

P. Abel, carmelitano di Maria Immacolata,<br />

morto recentemente in India, per<br />

un arresto cardiaco, all'età di 81 anni.<br />

Religiosi e laici, che lo hanno conosciuto<br />

e ammirato, si sono stretti in comune<br />

lutto per piangere la scomparsa di un<br />

uomo che tanto ha dato alla Chiesa in<br />

India. Era entrato nella Congregazione<br />

nel 1939. Era stato ordinato sacerdote<br />

nel 1951. Per un periodo di tempo si era<br />

trasferito a Roma per approfondire i<br />

suoi studi.<br />

Una particolare dedizione il religioso<br />

l'aveva profusa, nel corso della sua lunga<br />

vita, per promuovere e diffondere la<br />

«passione» per la liturgia, nella ferma<br />

consapevolezza dell'importanza che essa<br />

ha nell'ambito della celebrazione della<br />

Santa Messa, come, più in generale, in<br />

relazione alla vita della Chiesa<br />

Egli stesso si era impegnato a comporre<br />

preghiere ed inni da cantare, in<br />

lode al Signore, durante le funzioni liturgiche.<br />

Un impegno proficuo, che aveva<br />

saputo sensibilizzare e stimolare la<br />

coscienza di tanti fedeli su un così im-<br />

La «Società Missionaria delle Filippine»<br />

sta recentemente intensificando il<br />

suo impegno di apostolato in vari Paesi.<br />

Tra questi, la Nuova Zelanda, la Corea,<br />

la Thailandia, il Giappone. In queste Nazioni<br />

la Società Missionaria è responsabile<br />

di alcune comunità parrocchiali, che<br />

vengono a costituire un essenziale punto<br />

di riferimento per promuovere nel territorio<br />

un capillare impegno di evangeliz-<br />

I fedeli siberiani nella Cattedrale di Irkutsk in preghiera davanti alla statua della Madonna di Fátima<br />

loro figli e le loro figlie per portarli alla<br />

comunità della Chiesa così cercano di<br />

educare cristianamente i loro nipoti. E,<br />

a poco a poco, attraverso i bambini vengono<br />

in chiesa anche i genitori. È per<br />

questo motivo che a Fátima la Nostra<br />

Signora ha chiesto ai bambini: «Pregate<br />

il Rosario». Durante le persecuzione la<br />

gente ha fatto questo anche senza sapere<br />

nulla di Fátima.<br />

La grande speranza della Chiesa sono<br />

i laici. Noi abbiamo cominciato ad organizzare<br />

i catechisti, santi catechisti, per<br />

il futuro della Chiesa. Che cosa significa<br />

fare il missionario in Siberia? Possiamo<br />

dire che la Russia, la Siberia, è una terra<br />

che ha radici cristiane. Esistono la<br />

Chiesa ortodossa, la Chiesa cattolica e le<br />

Chiese protestanti. Durante il tempo delle<br />

persecuzioni hanno sofferto insieme.<br />

La Chiesa cattolica non è una Chiesa<br />

straniera. Abbiamo sofferto insieme ed<br />

oggi insieme vogliamo costruire la Chiesa,<br />

la cristianità, sul sangue dei martiri.<br />

Prima della Rivoluzione del 1917 c’erano<br />

tante parrocchie cattoliche ben sviluppate.<br />

Prima di tutto fare il missionario significa<br />

andare alla gente che ha le radici<br />

cattoliche e predicare il Vangelo con la<br />

parola e con la testimonianza di vita. In<br />

Siberia c’è bisogno dei testimoni di vera<br />

fede, di testimoni di vita cristiana. Allo<br />

stesso tempo è necessario cominciare, in<br />

diversi modi, a formare una piccola comunità<br />

che comincia a praticare la fede.<br />

Fare il missionario significa andare verso<br />

la gente povera, gli ammalati, quanti<br />

soffrono di alcolismo ed aiutare loro come<br />

ci è possibile, Significa andare verso<br />

i bambini della strada, verso i poveri.<br />

portante aspetto legato alla pratica religiosa.<br />

In un commosso messaggio di condoglianze,<br />

il Cardinale Varkey Vithayathil,<br />

Arcivescovo Maggiore di Ernakulam-Angamaly<br />

dei Siro-Malabaresi, sottolinea il<br />

generoso e prezioso contributo che Padre<br />

P. Abel ha saputo garantire per il<br />

bene di un efficace stile di testimonianza<br />

cristiana. La morte del religioso — afferma<br />

— costituisce una grave perdita non<br />

solo per i fedeli dell'India, ma per l'intera<br />

assemblea dei credenti. Ma l'eredità<br />

spirituale e pratica che P. Abel ha saputo<br />

lasciare è molto cospicua, e chiede di<br />

essere adeguatamente valorizzata.<br />

Egli, tra l'altro, ha infatti fondato un<br />

centro di formazione per artisti. Finora<br />

sono stati ben 48.000 coloro che hanno<br />

frequentato l'istituto. La nascita di questo<br />

centro è nata dalla determinazione<br />

di Padre Abel di dare vita ad una realtà<br />

che sapesse efficacemente coniugare la<br />

dimensione religiosa e quella culturale.<br />

Il religioso era infatti animato dalla<br />

ferma consapevolezza dell'importanza di<br />

inquadrare il sapere umanistico nell'ottica<br />

dell'impegno di evangelizzazione. Ecco<br />

allora che il centro da lui fondato —<br />

come ha ricordato il Cardinale Varkey<br />

zazione. Nonostante vi sia un problema<br />

di fondi — rileva Padre Jimmy Cabuntucan<br />

— la Società ha davanti a sé un roseo<br />

futuro, perché l'entusiasmo dei religiosi<br />

è tale che anche laddove possono<br />

sorgere difficoltà logistiche, l'annuncio<br />

della Parola non conosce soste o cedimenti.<br />

Quanti operano nell'ambito della «Società<br />

Missionaria delle Filippine» sono<br />

Da Irkutsk la statua è stata portata a Usole dove<br />

sta per essere costruito il primo monastero di clausura<br />

della Siberia. Lì visse san Raffaele Kalinowski, carmelitano<br />

polacco deportato dagli zar. Da Usole la statua<br />

ha raggiunto tre piccoli villaggi affidati ad un<br />

parroco la cui famiglia, di origine tedesca, è giunta<br />

qui nel '700. Poi ecco le soste a Angarsk e a Bratsk<br />

quindi la visita nei distretti di Vladivostok, Magadan,<br />

Yakutia, Krasnojarsk. Il pellegrinaggio è durato sei<br />

mesi.<br />

Per iniziativa dell'associazione «Luci sull'Est» la<br />

statua della Madonna è stata portata anche in tantissime<br />

città italiane oltre che in Croazia, in Bosnia ed<br />

Erzegovina, in Romania, in Ucraina, in Lituania, in<br />

Lettonia, in Estonia, in Slovacchia, in Repubblica Ceca<br />

e in Bielorussia. (G.P.M.)<br />

Fare il missionario in Siberia significa<br />

costruire la chiesa per pregare. È molto<br />

importante fare una chiesa visibile per<br />

una comunità che vive la fede, che rende<br />

testimonianza, ma è anche importante<br />

la chiesa come casa. Le chiese erano<br />

state costruite in passato, ma durante il<br />

periodo delle persecuzioni furono distrutte<br />

o destinate ad altri scopi. Adesso<br />

in ogni città si deve cominciare dall’inizio.<br />

Ho lavorato in Africa, in Ghana, e lì<br />

potevamo celebrare la Santa Messa persino<br />

sotto un albero, ma in Siberia è difficile.<br />

Quest’anno è stato una grande benedizione<br />

di Dio. Diciamo grazie a Nostra<br />

Signora, perché abbiamo ricevuto<br />

posti per costruire le chiese in 8 città. È<br />

una grande sfida per noi.<br />

Fare il missionario significa andare<br />

per la via dell’ecumenismo, soprattutto<br />

con gli ortodossi, e fare un dialogo inter-religioso.<br />

Fare il missionario significa<br />

anche instaurare un dialogo con i non<br />

credenti — tantissimi — che non conoscono<br />

Dio. Fare il missionario nella Siberia<br />

significa chiedere aiuto spirituale e<br />

materiale alla gente di buona volontà<br />

che può aiutare i poveri, i bambini ammalati,<br />

e per contribuire a costruire le<br />

chiese, a comprare le case.<br />

E oggi possiamo dire che siamo testimoni<br />

del trionfo dell’Immacolato Cuore<br />

di Maria. Perché nella terra di Russia ci<br />

sono 4 Vescovi, 4 Amministrazioni Apostoliche,<br />

il Seminario a San Pietroburgo,<br />

il Pre-Seminario a Novosibirsk. Ci sono<br />

molti preti, suore, laici e tanta gente<br />

viene per sentire il Vangelo e noi andiamo<br />

a loro. E la fede cresce. Adesso viene<br />

più gente nella Chiesa ortodossa e<br />

nella Chiesa cattolica.<br />

Vithayathil nel suo messaggio — si è<br />

ben presto configurato come un luogo<br />

speciale dove testimoniare quotidianamente<br />

il messaggio evangelico attraverso<br />

la vita della cultura, dell'arte e della musica.<br />

Coloro che hanno avuto l'opportunità<br />

di conoscerlo bene ricordano che non<br />

pochi artisti sono debitori a Padre Abel<br />

per averli avviati lungo il solco della testimonianza<br />

cristiana, facendo leva proprio<br />

sul loro talento di artisti. Essi infatti,<br />

prima di frequentare il centro, vivevano<br />

la loro «vocazione» culturale in nodo<br />

chiuso; il rapporto con l'istituto ha<br />

permesso loro di aprire questa vocazione<br />

al valore di una «vocazione» più<br />

grande, di carattere squisitamente spirituale,<br />

arricchendola del dialogo con il<br />

messaggio evangelico.<br />

Così molte opere d'arte si sono concentrate<br />

su temi biblici; le musiche e i<br />

canti si sono incanalati nel versante dell'innologia<br />

sacra; racconti e poesie sono<br />

stati contraddistinti da un sempre più<br />

marcato anelito al trascendente. Il tutto,<br />

nel segno di un reciproco scambio di<br />

doni, ha quindi contribuito a fare del<br />

centro fondato da Padre Abel un vero e<br />

proprio «laboratorio» di fede e di testi-<br />

ben consapevoli che il Continente asiatico<br />

è attraversato da un «richiamo senza<br />

fine» all'impegno di missione. Ed è a<br />

questo richiamo che essi intendono dare,<br />

con zelo e dedizione, una risposta<br />

adeguata e qualificata.<br />

La Società cura da tempo un programma<br />

di formazione per giovani sacerdoti,<br />

così da poterli inviare, dopo un mirato tirocinio,<br />

nelle varie terre di missione. I<br />

Lettera di un giovane al nostro giornale<br />

In Kazakhstan Giovanni Paolo II<br />

ci ha mostrato Cristo<br />

con la sua personale testimonianza<br />

In Kazakhstan è ancora vivissimo<br />

tra i giovani, e non solo tra quelli<br />

cattolici, l'eco entusiasta dell'incontro<br />

con Giovanni Paolo II, in particolare<br />

quello svoltosi domenica 23<br />

settembre nell'Aula Magna dell'Università<br />

«Eurasia» di Astana. Un giovane<br />

kazakho ha inviato al nostro<br />

giornale, tramite e-mail, una significativa<br />

testimonianza. Sono parole<br />

che rivelano come il primo sentimento<br />

dei giovani kazakhi nei confronti<br />

del Santo Padre sia di gratitudine.<br />

Con emozione essi hanno<br />

ascoltato la parola del Papa che ha<br />

annunciato loro il Vangelo di Cristo.<br />

Il giovane che ci ha scritto si è convertito<br />

al cristianesimo da poco, grazie<br />

alla contagiosa testimonianza<br />

della piccola ma vivace comunità<br />

cattolica che è in Kazakhstan.<br />

Ecco la testimonianza inviata dal<br />

giovane:<br />

Ho visto il Papa come un testimone.<br />

Testimone di una fede profonda,<br />

con uno sguardo sempre più aperto.<br />

Per me egli rappresenta, dopo aver<br />

visto da vicino il suo modo di vivere<br />

e di parlare, prima di tutto l'amore<br />

di Dio verso gli uomini.<br />

Per noi kazakhi la sua visita è stata<br />

molto importante così come fondamentali<br />

sono state le sue parole di<br />

amore e di pace tra le diverse culture<br />

e religioni. Secondo me, la gente ha<br />

visto nel Papa un esempio concreto<br />

da seguire. Ciò che lui ha mostrato<br />

con la sua testimonianza e ciò che<br />

ha detto nei suoi discorsi hanno indicato<br />

una strada che noi possiamo seguire<br />

e che riconosciamo essere una<br />

strada di verità.<br />

Siamo rimasti profondamente colpiti<br />

quando il Papa, nei suoi discorsi,<br />

ha citato i nostri maggiori poeti. Ha<br />

ripetuto le loro parole e questo riconoscimento<br />

della nostra storia, della<br />

nostra cultura, ha suscitato stupore e<br />

riconoscenza.<br />

Molti di noi hanno capito meglio<br />

che cosa è veramente la fede cristia-<br />

monianza. Si può dunque dire che la<br />

peculiare azione di testimonianza promossa<br />

dal religioso ha saputo recepire,<br />

con profitto, la consegna che il Santo<br />

Padre ha formulato proprio nella «Lettera<br />

agli Artisti». C'è un passo della Lettera<br />

in cui il Papa afferma che «la società<br />

ha bisogno di artisti... che garantiscano<br />

la crescita della persona e lo sviluppo<br />

della comunità attraverso quell'altissima<br />

forma di arte che è “l'arte educativa”.<br />

Nel vasto panorama culturale di ogni<br />

Nazione — prosegue Giovanni Paolo II<br />

— gli artisti hanno il loro specifico posto.<br />

Proprio mentre obbediscono al loro<br />

estro, nella realizzazione di opere veramente<br />

valide e belle, essi — evidenzia il<br />

Papa — non solo arricchiscono il patrimonio<br />

culturale di ciascuna Nazione e<br />

dell'intera umanità, ma rendono anche<br />

un servizio qualificato a vantaggio del<br />

bene comune». Da questi insegnamenti<br />

P. Abel aveva tratto fresca linfa per proseguire<br />

lungo il cammino intrapreso;<br />

grazie a questi insegnamenti il religioso<br />

aveva dato rinnovato vigore alla sua determinazione<br />

a rendere sempre più proficcuo<br />

il fondamentale legame tra fede e<br />

cultura.<br />

Anche attraverso il contributo degli<br />

religiosi non nascondono le difficoltà che<br />

incontrano quando entrano in contatto<br />

con persone che non apprezzano adeguatamente<br />

l'importanza della missione.<br />

È proprio di fronte a queste situazioni —<br />

sottolineano — che la fedeltà al messaggio<br />

di Cristo diviene ancora più, come<br />

più determinata si fa la volontà a radicare<br />

nella mente e nei cuori la Parola del<br />

Vangelo.<br />

na. Questa migliore conoscenza aiuta<br />

gli uomini di diverse religioni a comprendersi<br />

e a vivere insieme nel rispetto<br />

e nella pace. Che cosa è il cristianesimo<br />

il Papa lo ha mostrato innanzitutto<br />

con la sua persona, con la<br />

sua personale testimonianza. È evidente<br />

che lui ha incontrato Cristo<br />

nella sua vita.<br />

È accaduto anche a me, non molto<br />

tempo fa. Anch'io ho incontrato<br />

Cristo nella mia vita grazie alla testimonianza<br />

di alcuni miei amici cattolici.<br />

Loro mi hanno aiutato, serenamente<br />

e semplicemente, a scoprire<br />

un Altro più grande. Il cammino della<br />

mia conversione non è stato facile<br />

e mai può dirsi concluso. Prego Dio<br />

di tenermi sempre sulla strada della<br />

verità e della felicità. La visita del Papa<br />

è stata per me, e per tutti noi,<br />

una testimonianza cristallina e un incoraggiamento<br />

straordinario.<br />

Due immagini dell'incontro del Papa con i giovani del Kazakhstan<br />

nell'Università «Eurasia» di Astana (23 settembre 2001)<br />

artisti appartenenti al centro fondato da<br />

Padre Abel è stato possibile promuovere<br />

il culto della liturgia nel territorio. Molti<br />

di questi inni liturgici sono divenuti popolari<br />

nel Kerala, dove, al contempo,<br />

hanno conosciuto larga diffusione i numerosi<br />

libri — una ventina — scritti dal<br />

religioso carmelitano sempre dedicati all'ambito<br />

liturgico in funzione dell'impegno<br />

di evangelizzazione.<br />

Un ricordo commosso del religioso è<br />

offerto dal Mons. John Thattumkal, Vescovo<br />

di Cochin. La sua azione a sostegno<br />

dell'annuncio della Parola — afferma<br />

il Presule — è stata instancabile. Tra<br />

i meriti di Padre Abel va sottolineato<br />

quello di aver intuito che valorizzando<br />

la dimensione culturale, nelle sue varie<br />

e articolate diramazioni, ne avrebbe<br />

tratto beneficio anche il versante religioso.<br />

E così, con pazienza e perseveranza,<br />

Padre Abel è riuscito a calare nel quotidiano<br />

l'esperienza di questo connubio.<br />

Tale esperienza ha già dato buoni<br />

frutti. Sta ora a coloro che hanno fatto<br />

tesoro degli insegnamenti del religioso<br />

proseguire lungo il cammino da lui tracciato,<br />

affinché la sua preziosa eredità<br />

non vada dispersa, ma, al contrario,<br />

elargita a piene mani.


A ROMA<br />

PAGINA<br />

IlComuneproclamailluttocittadino–AS.MariadegliAngeliedeiMartiriealSantissimoRedentoreifuneralidellevittime<br />

Polemichesulletelefonategiunteall'Italgas:<br />

lamagistraturaacquisisceitabulati<br />

Non accennano a placarsi le polemiche<br />

scatenate in seguito alla terribile tragedia<br />

di martedì scorso, quando una devastante<br />

esplosione di gas da un palazzo<br />

di via Ventotene 32, ha provocato la<br />

morte di sette persone e il ferimento di<br />

una ventina. In risposta alle denuncie di<br />

alcuni abitanti di aver segnalato la fuga<br />

di gas già dalla sera prima dell’esplosione,<br />

l'Italgas ha replicato che sono state<br />

5 le segnalazioni di odore di gas fatte lunedì<br />

sera al numero di pronto intervento<br />

della società e ad ogni telefonata è<br />

corrisposto l’intervento di una squadra<br />

di tecnici. «Nella sera del giorno 26 —<br />

afferma l’Italgas in una nota — le segnalazioni<br />

pervenute al numero di pronto<br />

intervento della società, in funzione<br />

24 su 24, risultano 4 da parte di privati<br />

cittadini e una, concomitante, della Polizia.<br />

Una chiamata da parte dei vigili urbani<br />

è giunta nella mattina del 27».<br />

Sulla ricostruzione di quanto è successo,<br />

la società ha spiegato che «è in<br />

corso l’indagine della magistratura e<br />

Italgas non è nelle condizioni di esprimere<br />

valutazioni». Gli interventi di controllo<br />

sulla eventuale presenza di dispersioni<br />

di gas nella rete, fatti periodicamente<br />

a scopo preventivo, erano stati<br />

eseguiti a luglio e a settembre scorsi.<br />

L’azienda, infine, assicura «i cittadini e<br />

le amministrazioni che la verifica dello<br />

stato delle reti è effettuata sistematicamente<br />

e in maniera continuativa con i<br />

più aggiornati sistemi esistenti».<br />

Nel frattempo, i tabulati telefonici che<br />

contengono le chiamate a Polizia, Carabinieri,<br />

Vigili urbani e Vigili del fuoco e<br />

che risalgono sino ad una decina di giorni<br />

prima quello dello scoppio sono in fase<br />

di acquisizione da parte della Polizia<br />

delegata dalla magistratura che ha sequestrato<br />

anche il cosiddetto «registro<br />

bollato gas» che contiene tutte le telefonate<br />

in entrata all’Italgas. Gli inquirenti<br />

devono ricostruire quante segnalazioni,<br />

da parte di chi e a partire da quale data<br />

sono state fatte su quella «puzza di gas»<br />

che continuava ad invadere la strada<br />

nella zona di Val Melaina anche dopo la<br />

rimozione dell’auto con bombola di Gpl<br />

che si pensava fosse all’origine del cattivo<br />

odore. I Vigili del fuoco hanno, comunque,<br />

accertato che nessun palazzo<br />

coinvolto nell’esplosione è a rischio crollo.<br />

Il problema più grave, ha spiegato<br />

l’assessore Dario Esposito, è per quello<br />

al numero civico 32 dove sono rimaste<br />

senza casa 22 famiglie per complessive<br />

46 persone. A loro il Comune provvederà<br />

o con un assegno di rimborso spese<br />

Al liceo<br />

«Giulio Cesare»<br />

un «divo» della<br />

peggiore televisione<br />

per pubblicizzare<br />

un'iniziativa<br />

diseducativa<br />

Un tal Pietro Taricone ha<br />

fatto irruzione, con troupe televisive<br />

al seguito, nell'aula<br />

magna del liceo classico Giulio<br />

Cesare durante la proiezione<br />

di un film sull'Africa, in occasione<br />

della Giornata mondiale<br />

dell'Aids. L'istituto, a<br />

quanto pare, non lo aveva invitato<br />

(sembra l'abbia però<br />

fatto un altro ospite, il prof.<br />

Aiuti). Si è scatenato il panico,<br />

visto che nessuno si attendeva<br />

interruzioni. Ma, soprattutto,<br />

ci sono stati in seguito tensione<br />

e sconcerto, quando il<br />

protagonista del trasmissione<br />

«Grande Fratello» ha cercato<br />

di distribuire profilattici agli<br />

studenti. Gli insegnanti sono<br />

insorti, come pure molti studenti,<br />

e Taricone è stato allontanato.<br />

Fin qui la cronaca,<br />

riportata dal «Corriere della<br />

Sera».<br />

Sarebbe stato grave che un<br />

tale episodio fosse avvenuto<br />

in una qualsiasi scuola, ma è<br />

ancora più incredibile che sia<br />

accaduto in uno degli istituti<br />

«storici» della città, per decenni<br />

punto di riferimento<br />

educativo e formativo. Sembra<br />

impossibile che nessuno, all'interno,<br />

sapesse. E comunque<br />

sia, appare discutibile<br />

che si possano utilizzare simili<br />

mezzi e taluni personaggi<br />

per far passare messaggi diseducativi.<br />

Ma a quanto pare<br />

oggi basta un «divo» della<br />

peggiore televisione per pubblicizzare<br />

una iniziativa. Eppure<br />

su temi delicati e seri, e<br />

quando ci sono di mezzo i<br />

giovani, bisognerebbe usare<br />

un metro ben diverso di valutazione.<br />

Dei tariconi di turno i<br />

ragazzi non saprebbero che<br />

farsene neppure in discoteca,<br />

figuriamoci in un liceo.<br />

10 .<br />

per l’affitto o reperendo un alloggio.<br />

Non c’è l’agibilità per lo stabile di piazzale<br />

Jonio 53, dove servono dei lavori di<br />

ripristino. In via Ventotene, la Farmacap<br />

ha messo a disposizione un camper<br />

«jolly» per far fronte ai problemi dei cittadini<br />

romani: abbigliamento, farmaci,<br />

presidi sanitari e uno studio medico di<br />

base.<br />

Venerdì, nella parrocchia del Santissimo<br />

Redentore, è stata allestita la camera<br />

ardente per le vittime civili.<br />

Si svolgeranno sabato prossimo, alle<br />

10.30, nella Basilica di Santa Maria degli<br />

Angeli e dei Martiri i funerali di stato<br />

dei 3 Vigili del fuoco, celebrerà il Cardinale<br />

Vicario, Camillo Ruini, mentre alle<br />

15 nella parrocchia del Santissimo Redentore<br />

a Valmelaina si svolgeranno<br />

quelli delle quattro vittime civili. La cerimonia<br />

funebre sarà presieduta dal Vicegerente<br />

Monsignor Cesare Nosiglia.<br />

Quello che il Campidoglio ha proclamato<br />

per sabato 1° dicembre sarà un<br />

lutto cittadino «sobrio e solenne». Gli<br />

edifici comunali e delle società, aziende<br />

e istituzioni esporranno le bandiere italiana<br />

e di Roma a mezz’asta.<br />

Intanto, il ministro dell'Interno, Claudio<br />

Scajola, ha chiesto al Prefetto di Roma<br />

di «attivare immediatamente la procedura<br />

volta a far ottenere ai Vigili del<br />

Fuoco della prima pattuglia, deceduti e<br />

feriti mentre operavano a via Ventotene,<br />

la medaglia d’oro, massima ricompensa<br />

al valor civile»<br />

FRANCESCO RICUPERO<br />

PEDOFILIA Altre due ordinanze notificate in carcere<br />

Arrestato il gestore di un centro<br />

di accoglienza per minori<br />

Un nuovo arresto e due ordinanze di<br />

custodia cautelare notificate a due persone<br />

già in carcere sono state eseguite,<br />

giovedì, nell’ambito dell’inchiesta romana<br />

avviata nei mesi scorsi dai pubblici<br />

ministeri Maria Monteleone e Giuseppe<br />

De Falco, su prostituzione minorile e<br />

pedofilia. L’operazione è tuttora in corso<br />

e non è escluso che nelle prossime<br />

ore potrebbero esserci altri arresti. Fra i<br />

reati contestati nelle ordinanze figura<br />

anche l’associazione per delinquere.<br />

Secondo le prime informazioni, la<br />

persona arrestata, Aldo S., gestiva addirittura<br />

un centro di accoglienza per minorenni<br />

nel Centro della Capitale, dove<br />

trovava i ragazzini che poi portava in un<br />

locale notturno sulla via Casilina, considerato<br />

un vero e proprio ritrovo di pedofili,<br />

e del quale si sono già occupati<br />

gli inquirenti nel corso delle indagini.<br />

L'uomo arrestato, secondo l'accusa,<br />

avrebbe sfruttato la propria posizione<br />

per favorire questi turpi traffici.<br />

Nella primavera scorsa il giudice per<br />

le indagini preliminari Fabrizio Gentili,<br />

che ha firmato le ordinanze di giovedì,<br />

su richiesta della procura della Repubblica<br />

aveva fatto arrestare numerose altre<br />

persone, tra cui un ex carabiniere,<br />

l'assistente di un noto medico romano,<br />

e Roberto Marino considerato l'ideologo<br />

del gruppo. Tra gli arrestati, inoltre, anche<br />

il bidello di una scuola della Capitale<br />

e il padre di una delle piccole vittime<br />

delle violenze. Il giro della pedofilia, secondo<br />

gli investigatori, coinvolgeva circa<br />

130 minorenni. La banda aveva organizzato<br />

anche una sorta di braccio armato<br />

che si occupava di colpire le categorie<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 1 Dicembre 2001<br />

1 DICEMBRE 2001<br />

Sabato della XXXIV settimana<br />

del tempo ordinario - Feria<br />

(verde) - Messa mattutina<br />

a scelta - Lezionario: Dn 7,<br />

15-27; Salmo cfr Dn 3; Lc 21,<br />

34-36 - Liturgia delle Ore (fino<br />

a Nona): Sab. II sett. - Ufficio<br />

della feria - Messa ve-<br />

impegnate nella lotta contro la pedofilia<br />

come poliziotti, magistrati e sacerdoti.<br />

Le indagini portarono anche al sequestro<br />

di novantamila fotografie di minori,<br />

oltre 100 videocassette e 5.000 cd rom<br />

dove venivano schedati i bambini.<br />

I Carabinieri del Nucleo operativo di<br />

via In Selci hanno effettuato anche numerose<br />

perquisizioni in diverse abitazioni<br />

e locali per stringere ancora di più le<br />

maglie della giustizia attorno a questa<br />

organizzazione criminale, mentre si sta<br />

facendo luce sull'effettivo ruolo svolto<br />

dal responsabile del centro di accoglienza<br />

per minori.<br />

Nettuno: chiusa<br />

un'«elementare»<br />

per un caso di meningite<br />

Due giorni di chiusura per la<br />

scuola elementare di via Capo<br />

Teulada, Nettuno, a seguito di un<br />

caso di meningite. La disposizione<br />

è stata data, giovedì, dalla Asl Rm<br />

H. L'infezione ha colpito un bambino<br />

immigrato, iscritto alla scuola<br />

da circa un mese, che è ricoverato<br />

da due settimane in un ospedale<br />

romano. Probabilmente si<br />

tratta di un caso di origine batterica,<br />

che necessita di una profilassi<br />

anche nei confronti delle persone<br />

vicine al malato. Per questo è<br />

stata disposta la chiusura della<br />

scuola e la sua disinfezione.<br />

spertina (viola): tutto come<br />

alla Messa di domani - Anno<br />

A - Primi Vespri (Volume I)<br />

della Domenica I di Avvento<br />

2 DICEMBRE 2001<br />

Domenica I di Avvento - (viola)<br />

- Messa propria, Credo -<br />

Lezionario: 1) Is 2, 1-5: Il Signore<br />

unisce tutti i popoli<br />

Discarica abusiva<br />

a Civitavecchia:<br />

indagato<br />

il direttore dell'azienda<br />

SCUOLA CATTOLICA L'Istituto dei Fratelli del Sacro Cuore si presenta alle famiglie nel primo «open day»<br />

Al «Cristo Re» non solo nozioni ma anche valori<br />

Si svolgerà domani, sabato, il primo<br />

«open day» dell'Istituto «Cristo Re» di<br />

via Acherusio: una giornata particolare<br />

in cui i cancelli resteranno aperti per<br />

consentire alle famiglie di scoprire una<br />

bella realtà scolastica in cui si cerca di<br />

fornire agli alunni gli strumenti culturali<br />

e formativi per una crescita armonica e<br />

completa. Non a caso «dal sapere al saper<br />

vivere» è diventato il motto con cui<br />

i docenti di questa scuola del quartiere<br />

Trieste, gestita dai Fratelli del Sacro<br />

Cuore, sintetizzano la loro volontà di accompagnare<br />

i bambini ed i ragazzi non<br />

solo nell'apprendimento delle nozioni<br />

ma anche nell'acquisizione dei valori importanti<br />

della vita.<br />

Nato negli anni Trenta, il «Cristo Re»<br />

offre oggi un ciclo di studi completo con<br />

materna, elementare, media e ben due<br />

indirizzi superiori complementari tra loro,<br />

ovvero il liceo classico e scientifico.<br />

Complessivamente sono quattrocento gli<br />

studenti che lo frequentano, avvalendosi<br />

di una struttura con locali ben attrezzati,<br />

con ampi spazi all'aperto e che, seppur<br />

situata in piena città, gode di molta<br />

tranquillità. «Una posizione riservata al<br />

punto di apparire a volte nascosta — ha<br />

commentato con un sorriso la direttrice<br />

della scuola, Donatella Vecci —; anche<br />

per questo motivo abbiamo voluto organizzare<br />

un “open day” che ci faccia conoscere<br />

sul territorio. Una iniziativa per<br />

noi nuova che viene a coincidere con un<br />

ampio piano di rilancio allo scopo di offrire<br />

un servizio sempre più valido ed<br />

adeguato ai tempi senza rinunciare ai<br />

cardini della nostra tradizione».<br />

«Diverse scuole hanno un carattere<br />

selettivo e competitivo — ha osservato<br />

la direttrice —; al contrario noi puntiamo<br />

certamente su una buona preparazione<br />

ma con la consapevolezza che oggi<br />

bambini e ragazzi sentono un profondo<br />

bisogno di attenzione, sono sempre<br />

più fragili e meno visibili a gruppi e per<br />

questo l'insegnamento deve essere il più<br />

possibile individualizzato». Diversi ritmi<br />

di apprendimento che nella scuola dei<br />

Fratelli del Sacro Cuore vengono rispettati<br />

in ogni ciclo di studio. «I piccoli della<br />

materna sono una settantina e per seguirli<br />

uno per uno li abbiamo suddivisi<br />

in classi omogenee per età — ha citato<br />

come esempio la coordinatrice, Elena<br />

Catapano — questo ci da anche modo<br />

di calibrare i programmi a misura delle<br />

loro necessità di sviluppo e della capacità<br />

di concentrazione che varia molto in<br />

C’è un indagato per la discarica abusiva,<br />

nel cui perimetro sono stoccati<br />

ventisei fusti dal contenuto ancora sconosciuto,<br />

scoperta nei giorni scorsi dagli<br />

agenti della Polizia di Stato nella zona<br />

industriale di Civitavecchia, in località<br />

«Monna Felicita».<br />

Secondo quanto si è appreso, il provvedimento<br />

giudiziario riguarda un romano<br />

di 44 anni, direttore dei lavori dell’impresa<br />

edile che da anni gestiva l’area<br />

di proprietà comunale. L'uomo — riferisce<br />

l'agenzia Ansa — è accusato della<br />

violazione delle norme per lo smaltimento<br />

dei rifiuti e di discarica non autorizzata.<br />

Il direttore dei lavori di fronte alle domande<br />

degli investigatori, si è assunto<br />

tutta la responsabilità dell’accaduto ed<br />

ha precisato che i fusti sono pieni di<br />

una sostanza bituminosa usata in edilizia.<br />

Derivando dal petrolio, si tratta di<br />

materiale notevolmente inquinante, da<br />

stoccare e smaltire in base a procedure<br />

che evitino danni ambientali. Si tratta di<br />

una «verità» che, tuttavia, dovrà essere<br />

confermata dai risultati degli esami disposti<br />

dal sostituto procuratore della Repubblica,<br />

Edmondo De Gregorio, titolare<br />

del caso.<br />

Intanto, è stato accertato che, oltre ai<br />

fusti, l'area della discarica abusiva contiene<br />

circa 30.000 metri cubi di rifiuti,<br />

provenienti da demolizioni, scarti di<br />

cantiere e lavorazioni edilizie. Le indagini<br />

degli investigatori proseguono per accertare<br />

il possibile coinvolgimento di altre<br />

persone.<br />

soggetti di tre di quattro o di cinque anni».<br />

Dal primo giorno di lezione fino alla<br />

maturità gli studenti del «Cristo Re» sanno,<br />

dunque, di poter trovare dialogo e<br />

comprensione insieme ad una proposta<br />

formativa valida e variegata. Il piano di<br />

studi è quello «normale», senza sperimentazioni<br />

che finiscono per renderlo<br />

faticoso. In sostanza una buona scuola<br />

di base che non esclude però le opportunità<br />

di arricchimento garantite sotto<br />

forma di numerose attività extra-curriculari.<br />

Ci sono corsi per una seconda<br />

lingua da affiancare all'inglese (francese<br />

o tedesco), quelli di giornalismo, di pittura,<br />

di modellismo, di musica (chitarra<br />

e pianoforte), di teatro oltre che un cineforum.<br />

Ampia la scelta anche in ambito<br />

sportivo favorita dalla presenza di<br />

campi attrezzati per basket, tennis, volley,<br />

calcio e calcetto e di due palestre<br />

dove praticare ginnastica artistica e ritmica.<br />

Con lo sguardo rivolto alle esigenze<br />

di una società in continua evoluzione<br />

l'Istituto non dimentica l'informatica<br />

che entra nei programmi sin dalla elementare.<br />

Un altro pilastro su cui poggia la formazione<br />

nell'Istituto Cristo Re è senza<br />

nella pace eterna del suo regno;<br />

- Salmo 121: Andiamo<br />

con gioia incontro al Signore;<br />

2) Rm 13, 11-14: La nostra<br />

salvezza è vicina; - Vangelo:<br />

Mt 24, 37-44: Vegliate,<br />

per essere pronti al suo arrivo<br />

- Liturgia delle Ore: Dom.<br />

Isett.-UfficiodellaDomenica<br />

TimoriinPrati<br />

perunafugadigas<br />

Negozi chiusi per tre ore, residenti invitati<br />

a non salire in casa, strade transennate<br />

e chiuse al traffico per tutto il<br />

pomeriggio. La psicosi, che ha colto i<br />

romani dopo l’esplosione di via Ventotene,<br />

è piombata giovedì pomeriggio in<br />

due tra le vie più commerciali della Capitale:<br />

via Ottaviano e via degli Scipioni,<br />

nel rione Prati.<br />

Era da qualche giorno che commercianti<br />

e residenti sentivano un odore insistente<br />

di gas. La tragedia di Val Melaina<br />

ha spinto a non aspettare oltre e a<br />

chiedere un intervento dei Vigili del fuoco<br />

e dell’Italgas che hanno individuato<br />

due perdite di gas.<br />

«Da qualche giorno — racconta una<br />

commessa, Loredana Efrati — sentivo<br />

una forte puzza di gas quando mi sedevo<br />

sui gradini del negozio. Oggi, abbiamo<br />

voluto andare a fondo perché non<br />

vorremmo che succedesse come a Monte<br />

Sacro che dicevano che era tutto a<br />

posto e poi sono morte sette persone e<br />

numerosi feriti».<br />

Dalle ore 14 di giovedì via Ottaviano è<br />

stata chiusa dai Vigili urbani ad autobus,<br />

tram e automobili, i mezzi in sosta<br />

sono stati rimossi mentre il tratto tra il<br />

civico 90 e il 100 è stato transennato così<br />

come circa cinquanta metri di via degli<br />

Scipioni. Uno scenario surreale per<br />

una zona molto frequentata.<br />

Le fughe di gas avrebbero origine in<br />

due punti dei tratti transennati e per<br />

tutto il pomeriggio due squadre dell’Italgas<br />

hanno cercato di individuarle con<br />

Incidenti mortali<br />

sulla A/12<br />

e sulla Cassia<br />

Due incidenti stradali mortali si sono<br />

verificati venerdì mattina sulla<br />

A/12 e sulla Cassia. La sciagura<br />

più grave è quella avvenuta sull'autostrada,<br />

tra lo svincolo di Civitavecchia<br />

nord e la barriera Aurelia.<br />

I morti, mentre andiamo in<br />

stampa, sarebbero almeno due e<br />

diversi i feriti, alcuni in gravi condizioni.<br />

Secondo le prime informazioni,<br />

un camion avrebbe saltato lo<br />

spartitraffico invadendo l’opposta<br />

corsia di marcia e travolgendo due<br />

auto. Il secondo incidente, sulla<br />

Cassia, è avvenuto all’altezza di<br />

Capranica ed ha coinvolto quattro<br />

auto e una autocisterna carica di<br />

benzina, che si è rovesciata. Nella<br />

sciagura, avvenuta nei pressi dello<br />

stabilimento Mineralneri, è morta<br />

una persona e altre due sono rimaste<br />

gravemente ferite. L’autocisterna<br />

ha perso gran parte del carico.<br />

La zona è stata isolata per il<br />

pericolo che la benzina potesse<br />

prendere fuoco.<br />

Trasporti pubblici:<br />

la Cnl proclama<br />

unoscioperoperil14<br />

Nuovo sciopero, venerdì 14 dicembre,<br />

dei macchinisti di metropolitane<br />

e ferrovie regionali, proclamato<br />

dalla Cnl (Confederazione nazionale<br />

lavoratori). In sindacato autonomo<br />

spiega che durante lo sciopero<br />

di 24 ore saranno garantiti i servizi<br />

minimi e che l’interruzione del servizio<br />

avrà le stesse modalità di<br />

quello di ieri, giovedì: dalle ore<br />

8.30 alle 17 e dalle 20 a fine turno.<br />

dubbio la «concretezza» ovvero la convinzione<br />

che i concetti siano meglio assimilati<br />

se osservati concretamente nella<br />

realtà. È per questo che non si perde<br />

mai l'occasione di effettuare gite e visite<br />

in cui verificare ed apprendere sul posto<br />

ciò che si legge sui libri ma anche in<br />

classe una lezione tradizionale può essere<br />

sostituita da una esperienza istruttiva.<br />

Dimensione culturale, artistica ma soprattutto<br />

umana. Al «Cristo Re» si vuole<br />

che gli studenti crescano in modo completo<br />

ed equilibrato con una personalità<br />

ricca di quei valori fondamentali oggi<br />

troppo spesso lasciati da parte. Uno tra i<br />

tanti la solidarietà ovvero la capacità di<br />

donare. Nella scuola esiste da oltre cinquanta<br />

anni un vero e proprio «premio<br />

alla bontà» da assegnare a chi ha un<br />

buon rendimento ma soprattutto sa mettere<br />

le proprie risorse a disposizione dei<br />

compagni che fanno più fatica. Un gesto<br />

di generosità avverrà anche nel corso<br />

dell'«open day» con lo svolgimento della<br />

consueta vendita di beneficenza che le<br />

suore Missionarie di Cristo Risorto (una<br />

Congregazione che collabora attivamente<br />

nella scuola) organizza per i poveri<br />

del Guatemala.<br />

MONICA GELMINI<br />

Sincerità<br />

Dio vuole la sincerità del<br />

cuore,espressadalla coerenza<br />

del pensiero, della<br />

parola e dell'opera.<br />

(Paolo VI)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

l’aiuto di sonde. In serata gli operai erano<br />

ancora al lavoro per chiudere le perdite.<br />

Non è da trascurare il fatto che<br />

gente incosciente si «diverte» a chiamare<br />

i centralini di Italgas e Vigili del fuoco<br />

per segnalare falsi allarmi.<br />

«Dopo la segnalazione — racconta un<br />

altro commerciante — la strada è stata<br />

invasa da Poliziotti, Carabinieri e Vigili<br />

del fuoco. Per tutti il consiglio è stato di<br />

chiudere i negozi e non salire in casa.<br />

Per 3 ore siamo rimasti all’addiaccio,<br />

ma il valore della vita non è paragonabile<br />

ai soldi».<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

SABATO 1 DICEMBRE<br />

00.10: Studio A<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti<br />

Cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

16.30: Il Carillon del Sabato di<br />

M. Di Battista/M. Lalia/P. Morelli<br />

17: Liturgia delle Ore: Celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Barbara<br />

Stamm, Min.a.D. - Kommentar<br />

der Woche - Bernhard<br />

Koch - Einführung in die Liturgie<br />

des ersten Adventssonntags<br />

20.40: Recita del Santo Rosario<br />

in latino<br />

21.30: Programma francese:<br />

21.50: Programma inglese<br />

22.10: Programma spagnolo<br />

DOMENICA 2 DICEMBRE<br />

00.10: Studio A<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti<br />

Cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

9.30: Tutte le domeniche S.<br />

Messa in coll. Rai (Radio 1)<br />

12: In diretta da Piazza San Pietro:<br />

Angelus, recitato dal Santo<br />

Padre Giovanni Paolo II<br />

14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

16.30: Il mondo di Donatella Moretti<br />

con Donatella Moretti e<br />

Paolo Famiglietti<br />

17: Liturgia delle Ore: Celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Sie<br />

schreiben - wir antworten<br />

20.40: Recita del Santo Rosario<br />

in latino<br />

21.20: Programma esperanto<br />

21.30: Programma francese:<br />

L'invité du dimanche<br />

21.50: Programma inglese<br />

22.10: Programma spagnolo<br />

SABATO 1 DICEMBRE<br />

24: Rosario biblico (versione<br />

spagnola)<br />

2.50-19.30-22.30: Notiziario<br />

7.30: Rubrica: Chiesa in cammino:<br />

America Latina<br />

9: In diretta dalla Cappella di<br />

Telepace in Roma: Santa<br />

Messa<br />

9.45: Rosario biblico<br />

12.35: Cappella di Telepace in<br />

Roma: Santa Messa<br />

16: In diretta dalla Cappella di<br />

Telepace in Roma: Santo Rosario<br />

e Adorazione eucaristica<br />

DOMENICA 2 DICEMBRE<br />

24: Rosario biblico (versione<br />

inglese)<br />

2.10: Notiziario<br />

6.50: Rubrica: Chiesa in cammino:<br />

America Latina<br />

9: In diretta dalla Cappella di<br />

telepace in Roma. Santa Messa<br />

9.45: Rosario biblico<br />

12: In diretta da Piazza San Pietro:<br />

Angelus, recitato dal Santo<br />

Padre Giovanni Paolo II<br />

16: In diretta dalla dalla Cappella<br />

di Telepace in Roma: Santo<br />

Rosario e Adorazione Eucaristica<br />

14-22.30: Angelus recitato dal<br />

Santo Padre Giovanni Paolo II<br />

(Replica)


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

11 .<br />

Inchieste<br />

e servizi<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 1 Dicembre 2001<br />

BIELLA. È stata inaugurata nei giorni<br />

scorsi «Casa 2000. Accoglienza con il cuore»,<br />

la struttura di prima accoglienza e<br />

assistenza per mamme in difficoltà, progettata<br />

dalla compianta fondatrice del Movimento<br />

per la Vita, Gemma Brignone<br />

Mandelli, è ubicata nei locali della galleria<br />

Sant’Anna Vecchia del complesso del<br />

Santuario di Oropa.<br />

L’obiettivo di «Casa 2000» è quello di<br />

ospitare ed assistere le mamme che hanno<br />

accettato la vita nascente fra mille dif-<br />

INFANZIA La denatalità in Toscana era la più alta ma la tendenza si sta invertendo<br />

Alla carenza di posti negli asili-nido<br />

Firenze risponde creando alternative<br />

FIRENZE, dicembre.<br />

Se l'Italia ha il tasso di natalità più<br />

basso d'Europa, la Toscana è ai minimi<br />

in Italia e Firenze ai minimi della Toscana.<br />

Nell'ultimo periodo però la tendenza<br />

si sta invertendo, grazie alla maggiore<br />

presenza di famiglie straniere ma anche<br />

a una ripresa delle nascite tra le coppie<br />

italiane. Un dato sicuramente positivo,<br />

di fronte al quale però le strutture pubbliche<br />

appaiono impreparate.<br />

Ed è così che per le famiglie con<br />

bambini molto piccoli è diventato quasi<br />

un miraggio l'asilo nido: un luogo dove i<br />

bambini sotto i tre anni hanno l'opportunità<br />

di socializzare, di giocare, di svolgere<br />

attività educative con personale<br />

professionalmente qualificato. Soprattutto,<br />

una necessitò per le coppie in cui entrambi<br />

i coniugi lavorano e i nonni non<br />

sono perennemente a disposizione.<br />

«Dal 1995 — ricorda l'assessore comunale<br />

alla pubblica istruzione Daniela Lastri<br />

— a Firenze siamo in una continua<br />

fase di crescita nel numero delle nascite.<br />

Sei anni fa la popolazione compresa tra<br />

0 e 3 anni residente a Firenze era di<br />

7.344 unità, al 30 maggio del 2001 è già<br />

di 8.447. Una crescita dovuta solo in<br />

parte alla presenza degli immigrati. E<br />

comunque per noi sono tutti cittadini<br />

fiorentini, anche quelli che hanno genitori<br />

di origine straniera».<br />

Le domande presentate per l'iscrizione<br />

agli asili nido e agli spazi gioco del<br />

Comune per l'anno 2001-2002 sono state<br />

2.127 a fronte di un'offerta di 1.063 posti.<br />

Rispetto all'anno scorso, nonostante<br />

l'aumento di 181 nuovi posti, si è allungata<br />

la lista d'attesa che a settembre<br />

contava più di mille bambini e attualmente<br />

(dopo alcune rinunce) ne comprende<br />

circa ottocento. «Quest'anno —<br />

spiega l'assessore — siamo riusciti ad<br />

aumentare i posti disponibili, grazie anche<br />

alle convenzioni con asili privati.<br />

Ma soprattutto stiamo cercando di proporre<br />

nuovi servizi per l'infanzia, per venire<br />

incontro ai bisogni delle famiglie rimaste<br />

in lista d'attesa. Una pluralità di<br />

offerte che permetterà alle famiglie di<br />

scegliere secondo le proprie necessità».<br />

«All'assessore Lastri — commenta<br />

Graziano Grazzini, capogruppo di Forza<br />

Italia — devo dare atto di un notevole<br />

cambiamento di mentalità: si è capito<br />

che non bastava più investire sulla costruzione<br />

di nuove strutture pubbliche,<br />

che si doveva andare nella direzione della<br />

sussidiarietà: il Comune aiuta le famiglie<br />

e le strutture private mettendo loro<br />

a disposizione gli strumenti per organizzarsi<br />

al meglio. Le nuove misure permettono<br />

al Comune di risparmiare e intanto<br />

rendono i genitori maggiormente<br />

protagonisti dell'educazione dei figli. Ancora<br />

però non sono sufficienti: molte fa-<br />

miglie sono costrette a pagare le rette di<br />

asili privati, che sono necessariamente<br />

più alte, o a ricorrere a baby sitter a pagamento».<br />

Una mozione presentata recentemente<br />

dal centro destra chiedeva<br />

anche di offrire un contributo economico<br />

alle famiglie di reddito medio basso<br />

che, non avendo trovato posto negli asili<br />

comunali, hanno dovuto iscrivere i figli<br />

agli asili privati: «È una proposta che<br />

per ora è rimasta «congelata» — spiega<br />

Grazzini — ma intanto è passato il principio<br />

che alle famiglie in lista d'attesa<br />

vanno offerti servizi alternativi».<br />

Il Comune di Firenze gestisce direttamente<br />

33 asili-nido e 4 spazi-gioco, e dispone<br />

di posti convenzionati presso gli<br />

asili-nido dell'Istituto degli Innocenti e<br />

altre strutture private. Alle domande viene<br />

assegnato un punteggio che tiene<br />

conto della condizione lavorativa dei genitori,<br />

della presenza di altri figli a carico,<br />

di eventuali particolari problemi di<br />

carattere sociale e sanitario. Le famiglie<br />

«monoparentali», ossia con un solo genitore,<br />

sono avvantaggiate. Solo in caso di<br />

parità di punteggio viene data preferenza<br />

ai redditi inferiori.<br />

Chi non riesce a mandare il bambino<br />

all'asilo, può portare l'asilo a casa. Nel<br />

tentativo di trovare alternative al «nido»,<br />

per dare risposta alle famiglie rimaste in<br />

lista d'attesa, l'anno scorso ha preso il<br />

via l'iniziativa delle «famiglie amiche»<br />

che coinvolge, quest'anno, 36 bambini<br />

di uno o due anni. Il servizio si svolge<br />

presso l'abitazione di una delle famiglie,<br />

che abbia spazi idonei per ospitare un<br />

gruppo di quattro bambini seguiti da un<br />

educatore a domicilio. I gruppi vengono<br />

formati in base all'età e all'ubicazione; è<br />

anche un modo per favorire la conoscenza<br />

e la collaborazione tra le famiglie.<br />

Il Comune copre una parte delle<br />

spese, che oltre allo stipendio dell'educatore<br />

comprendono un kit di giocattoli,<br />

materiale educativo e pannolini.<br />

Anche il mondo cattolico, da sempre<br />

attento ai bisogni delle famiglie e dell'infanzia,<br />

si sta attrezzando per far fronte<br />

alle esigenze crescenti. Molte scuole materne<br />

cattoliche stanno pensando a creare<br />

spazi anche per i bambini sotto i tre<br />

anni» spiega Leonardo Alessi, responsabile<br />

della Fism, la federazione che a Firenze<br />

raccoglie trenta scuola materne.<br />

Per adesso due strutture sono state<br />

aperte nella scuola della parrocchia del<br />

Pignone e all'istituto San Giuseppe, a<br />

San Salvi. «Il Comune — rileva Alessi —<br />

sta mostrando una maggiore disponibilità<br />

a stipulare convenzioni con le strutture<br />

private. Appoggiarsi a realtà valide e<br />

qualificate come quelle nate dalla tradizione<br />

educativa cattolica è più vantaggioso<br />

che creare strutture nuove».<br />

RICCARDO BIGI<br />

Biella: una casa per le mamme che hanno detto sì alla vita<br />

ficoltà, perdendo, magari, famiglia, lavoro<br />

e speranza. Si tratta di un disegno di<br />

coinvolgimento, dicono al Movimento per<br />

la Vita di Biella, di una condivisione più<br />

che di una assistenza.<br />

È un cammino che compiono insieme le<br />

mamme e i loro bambini. Nella Casa di<br />

Oropa operano le volontarie del Movimento<br />

per la Vita, garantendo una copertura<br />

di ventiquattro ore per accompagnare le<br />

mamme ed i loro figli fino ad un dignitoso<br />

inserimento nella vita. Infatti, lo scopo è<br />

di aiutare le mamme ad inserirsi nel mondo<br />

del lavoro favorendo la ricerca di una<br />

loro occupazione ed organizzando un servizio<br />

di baby-sitting a domicilio che assicuri<br />

l’assistenza del bambino durante l’assenza<br />

della madre, fino al raggiungimento<br />

del diciottesimo mese di età, per conseguire<br />

una sicurezza ed una stabilità eco-<br />

nomica, insieme ad una abitazione personale.<br />

Il progetto, del costo di 557 milioni per<br />

un triennio, è stato realizzato con l’apporto<br />

e la collaborazione dell’assessorato ai<br />

Servizi Sociali del Comune e dal Centro<br />

Aiuto alla Vita per l’importo di 184 milioni,<br />

la restante parte finanziata con i fondi<br />

stanziati dalla legge 285/97. Medici, psicologi<br />

ed ostetriche anno assicurato il loro<br />

impegno di volontariato.<br />

MARCO CARAMAGNA<br />

MINORI Un convegno nazionale alla luce delle nuove emergenze sociali<br />

Genova: un'articolata ricerca<br />

per ridefinire l'affido familiare<br />

GENOVA, dicembre.<br />

Oggi si contano a Genova una media<br />

di 220-230 affidi annui e così dagli ultimi<br />

anni 90. Tra questi si registra un aumento<br />

di affidi di neonati rispetto ai quali è<br />

in definizione un progetto specifico.<br />

È un «trend» in crescita, poiché negli<br />

anni 80 si contava appena qualche decina<br />

di affidamenti e nel 1995, quando si<br />

organizzò il Convegno nazionale L’affido<br />

familiare oggi: una ricerca per ridefinire<br />

la rotta, aveva raggiunto quota<br />

120-130.<br />

In parallelo è cresciuta pure la famiglia<br />

delle famiglie affidatarie, oggi particolarmente<br />

numerosa, anche grazie al<br />

lavoro delle Associazioni.<br />

Sono alcuni dei dati emersi nei giorni<br />

scorsi a Genova, dove, a Palazzo Tursi,<br />

l’assessore alla Città Solidale del Comune<br />

di Genova ha presentato «Il libro dell’Affido»,<br />

un opuscolo di 48 pagine che<br />

con chiarezza e semplicità, in una veste<br />

grafica curata e accattivante, aiuta ad<br />

entrare nel mondo dell’affido familiare.<br />

A guidare il lettore sono i disegni —<br />

merito di Paola Bellati, una giovane studentessa<br />

che ha dato il suo contributo<br />

all’iniziativa con sensibilità e con un vero<br />

tocco d’arte — che illustrano la storia<br />

di una bimba, Codina, che con il suo<br />

amico orsetto Pannolenci aiuta ad entrare<br />

nel mondo dell’affido, nei suoi mec-<br />

canismi e nelle sue problematiche, per<br />

un approccio positivo.<br />

Nel libretto si trovano i dati informativi<br />

e tecnici essenziali accompagnati da<br />

testimonianze di famiglie affidatarie che<br />

rassicurano la famiglia desiderosa di conoscere<br />

questa realtà che ancora non<br />

conosce e di cui vuole fare esperienza.<br />

«È proprio questo lo scopo dell’opuscolo»,<br />

dice Maria Deidda, responsabile<br />

del Progetto Affido Familiare Minori del<br />

Comune di Genova, «essere uno strumento<br />

semplice per arrivare a tutti coloro<br />

che desiderano saperne di più».<br />

Il libretto si inserisce nell’opera di<br />

promozione e Sviluppo del Progetto Affido<br />

a Genova, ampliata e qualificata grazie<br />

ai finanziamenti della Legge Turco<br />

sulla tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.<br />

Alla sua realizzazione hanno collaborato<br />

operatori dei Servizi Sociali e varie<br />

Associazioni: l’Alpim, l’Anfaa, il Nodo,<br />

la Comunità Papa Giovanni XXIII, la<br />

Commissione Diocesana della Famiglia e<br />

Famiglie affidatarie e adottive del Comune.<br />

«L’affido è un paradosso», vi si legge<br />

tra l’altro, «è la possibilità di costruire<br />

legami forti che aiutino un bambino a<br />

crescere, perché possa poi separarsi e<br />

percorrere la sua strada».<br />

Ed ancora: «L’affido è contempora-<br />

SOLIDARIETÀ/1 Inaugurato dall'Arcivescovo di Taranto un dormitorio in un antico convento<br />

Un luogo di accoglienza e di ristoro per i senza tetto<br />

IMMIGRAZIONE Presentato a Siena il dossier statistico della Caritas diocesana relativo all'anno in corso<br />

Un incentivo pressante al dialogo fra i popoli<br />

SIENA, dicembre.<br />

Nei giorni scorsi, presso il Centro Didattico<br />

delle Scotte, si è tenuto il secondo<br />

incontro di studio su «immigrazione<br />

e società» organizzato dal Dipartimento<br />

di Scienze Medico Legali e Socio Sanitarie<br />

«G. Bianchini» della Facoltà di Medicina<br />

e Chirurgia con la collaborazione di<br />

Caritas Diocesana di Siena durante il<br />

quale è stato presentato il «Dossier Statistico<br />

sull’immigrazione 2001» che costituisce<br />

l’XI rapporto Caritas sull’immigrazione.<br />

L’incontro ha visto la partecipazione<br />

di esperti del settore, studiosi<br />

della materia e di rappresentanti del<br />

mondo che ha contatti con gli immigrati<br />

sul nostro territorio e dell’Arcivescovo di<br />

Siena-Colle di Val d'Elsa-Montalcino<br />

Mons. Antonio Buoncristiani.<br />

Dopo i saluti iniziali delle autorità accademiche<br />

rappresentate dal Prof. Martini,<br />

direttore del Dipartimento di medicina<br />

Legale e dell’Amministrazione Provinciale<br />

con il Vicepresidente Piccini, la<br />

Prof. Anna Coluccia, Professore associato<br />

di criminologia e difesa Sociale dell’Ateneo<br />

senese e animatrice del Convegno,<br />

ha aperto l’incontro auspicando<br />

che la questione migratoria e le problematiche<br />

che questa pone siano inserite<br />

tra gli obiettivi didattici dello studio e<br />

della didattica universitaria.<br />

Franco Pittau, curatore della pubblicazione<br />

che costituisce un prezioso elemento<br />

di conoscenza relativo al fenomeno<br />

migratorio in Italia che, nelle precedenti<br />

edizioni, ha ricevuto notevole apprezzamento<br />

da parte di studiosi e istituzioni<br />

comunque interessati all’immigrazione,<br />

ha aperto la serie dei contributi<br />

con una relazione incentrata sul sottotitolo<br />

del dossier che recita «il tempo<br />

dell’integrazione» e che tiene conto del<br />

fatto che l’Italia è diventata un paese di<br />

immigrazione stabile. Pittau ha parlato<br />

di immigrazione come espressione di un<br />

mondo nel quale le persone non vogliono<br />

rimanere escluse dal processo di globalizzazione;<br />

immigrazione come convivenza<br />

con cittadini venuti da altri paesi<br />

per avere qualcosa da noi ma anche per<br />

metterci a disposizione le loro risorse.<br />

L’Italia, attore non secondario in questo<br />

nuovo scenario, fa parte dei quattro stati<br />

membri della Ue che superano il mi-<br />

TARANTO, dicembre.<br />

La Caritas diocesana di Taranto è finalmente riuscita<br />

a realizzare un vecchio sogno: quello di un dormitorio<br />

notturno destinato a ospitare i senza tetto,<br />

che stanno divenendo sempre più numerosi anche in<br />

questo territorio. Il ricovero, inaugurato nei giorni<br />

scorsi dall’Arcivescovo di Taranto Benigno Papa, di<br />

fatto è entrato in attività da alcune settimane ed è<br />

ospitato nell’ex convento dei cappuccini «Santa Maria<br />

della Consolazione», che si trova in via Metaponto<br />

41, appena fuori dall’abitato del capoluogo, all’inizio<br />

della Statale 106 che da Taranto porta a Reggio<br />

Calabria<br />

Lastruttura, recentemente restaurata dopo un lunghissimo<br />

periodo di abbandono, era stata originariamente<br />

destinata ad ostello per i pellegrini del Giubileo,<br />

dopo che l’Amministrazione comunale di Tarantoavevapiùvolteipotizzatouna<br />

sua destinazione d’uso<br />

a scopi culturali, data anche l’importanza storica<br />

della struttura, ma senza che si arrivasse mai a una<br />

concretizzazione. L’antico convento che, secondo<br />

quanto sostengono gli storici, fu meta dei pellegrini<br />

che si recavano in Terra Santa all’epoca delle Crociate,<br />

ha annessa anche una chiesa in stile gotico,<br />

unico esemplare presente nel territorio diocesano.<br />

lione di residenti stranieri (la Germania<br />

ne ha 7 milioni); in Italia c'è un immigrato<br />

ogni 35 persone, in Francia uno<br />

ogni 15, in Germania, Austria e Belgio<br />

uno ogni 10. È stato rilevato, ed il tema<br />

è tornato più volte durante l’incontro,<br />

che l’immigrazione è costituita anche da<br />

una certa quota di irregolari, in Italia<br />

come in tutto il mondo, a partire dagli<br />

Stati Uniti dove gli irregolari sono quasi<br />

11 milioni secondo l’ultimo censimento.<br />

Il tema dell’immigrazione irregolare<br />

monopolizza l’attenzione dell’opinione<br />

pubblica che rischia di non essere interessata<br />

dai movimenti che si svolgono<br />

legalmente: l’andamento degli ultimi anni<br />

e l’invecchiamento della popolazione<br />

lasciano pensare che l’aumento degli immigrati<br />

continuerà in misura consistente.<br />

I permessi per soggiorno stabile rilasciati<br />

a nuovi venuti hanno superato le<br />

100.000 unità nel 1991, le 150.000 nel<br />

1997 per arrivare a 155.264 nel 2000.<br />

Nel 2000, ogni 100 immigrati già soggiornanti,<br />

ne sono venuti 12 in più, in<br />

particolare nel nord-est (per le opportunità<br />

lavorative) e nel sud (approdo dei<br />

richiedenti asilo). In rapporto alla popolazione<br />

residente si è trattato di un nuovo<br />

arrivo ogni 400 persone. Le Province<br />

con un maggior numero di nuovi ingressi<br />

sono state: Roma, Torino, Firenze e<br />

Vicenza. I motivi prevalenti di venuta (7<br />

su 10) sono il ricongiungimento familiare<br />

(56.214). Nella metà dei casi si tratta<br />

di Europei. Si caratterizzano con 10.000<br />

nuovi soggiornanti Albania, Marocco,<br />

Romania, con 4/5.000 soggiornanti Cina,<br />

Filippine, India, Polonia.<br />

Paolo Basco, direttore della Casa Circondariale<br />

di Arezzo, ha illustrato la<br />

realtà degli immigrati in regime di detenzione<br />

che cominciano a costituire<br />

una buona parte della popolazione reclusa<br />

con i relativi problemi in ordine alla<br />

convivenza, al reinserimento, e alle<br />

loro esigenze specifiche anche in materia<br />

religiosa.<br />

Quanto mai seguito l’intervento di<br />

Ejaz Ahmad, mediatore del Forum per<br />

l’intercultura, di nazionalità Pakistana<br />

che ha illustrato la necessità del dialogo<br />

e dell’interculturalità tra i popoli riferendosi<br />

in particolare al contesto territoria-<br />

Ci ha pensato la Caritas a utilizzare la struttura,<br />

fresca di restauro, per dar asilo a quanti sono costretti<br />

a trascorrere la notte all’addiaccio, che finora<br />

dormivano abitualmente sulle panchine della stazione<br />

ferroviaria o negli stabili abbandonati della Città<br />

Vecchia. Tutte le sere una dozzina di persone viene<br />

inviata dai parroci o dagli stessi operatori della Caritas<br />

al dormitorio. Un bicchiere di latte caldo e biscotti<br />

per ritemprarsi. Poi, al risveglio, una doccia e<br />

la prima colazione. Trenta volontari di ogni età, a<br />

turno, sono impegnati per il buon funzionamento<br />

della struttura.<br />

Nonsolobarbonisono gli ospiti del dormitorio, ma<br />

anche famiglie sfrattate, che possono restarvi, però,<br />

solo per brevissimo tempo, e giovani disoccupati di<br />

passaggio, privi di risorse economiche. Non sono pochi<br />

i giovani, italiani e stranieri, del tutto privi di denaro,<br />

in cerca di lavori occasionali, i quali tentano di<br />

raggiungere località del Nord, dove più facilmente si<br />

può trovare lavoro, anche saltuario. «Di recente —<br />

raccontaDonNinoBorsci,nuovo direttore della Caritasdiocesana,che<br />

gestisce la struttura assieme al diacono<br />

permanente Mino Gentile — alcuni giovani che<br />

erano stati scoperti dal controllore del treno senza<br />

biglietto ed erano stati fatti scendere alla nostra sta-<br />

le di provenienza che in questi giorni è<br />

teatro di guerra.<br />

Sono intervenuti poi Maria Omodeo<br />

del Centro di Cooperazione per lo sviluppo<br />

dei paesi emergenti di Prato che<br />

ha illustrato l’esperienza didattica e pedagogica<br />

svolta dal Centro stesso a favore<br />

dei figli di immigrati e il direttore della<br />

Caritas Diocesana che ha riferito sulla<br />

realtà dell’immigrazione e le varie iniziative<br />

attuate o promosse dalla Chiesa di<br />

Siena (Centri di Ascolto di Siena, Colle<br />

di Val d’Elsa e Poggibonsi, dormitorio<br />

per adulti di Via Piccolomini, Mensa di<br />

San Girolamo e servizio docce con cambio<br />

di biancheria etc.) fornendo anche<br />

alcuni dati quantitativi sull’entità del fenomeno.<br />

I lavori sono stati conclusi da<br />

Monsignor Buoncristiani che ha portato<br />

non solo la sua esperienza pastorale ma<br />

anche le sue conoscenze scientifiche in<br />

materia in quanto laureato presso la<br />

Pontifica Università Gregoriana in Scienze<br />

sociali. L’Arcivescovo, in un breve ed<br />

apprezzato intervento, ha sottolineato le<br />

problematiche che insorgono allorquando<br />

due o più culture diverse vengono a<br />

contatto, con le più deboli che si arroccano<br />

sulla difensiva, evitano il confronto<br />

ed instaurano un rapporto conflittuale.<br />

Ha quindi messo in evidenza la necessità<br />

dell’accettazione del dialogo interculturale<br />

e dell’accoglienza delle diversità<br />

che costituiscono fonte di reciproco arricchimento<br />

sottolineando anche l’opportunità<br />

che la nostra società si presenti<br />

compatta nei valori forti che rappresenta.<br />

Il Cristianesimo non è cultura, ha<br />

concluso l'Arcivescovo, ma sale, lievito<br />

che permea le realtà con cui viene a<br />

contatto.<br />

ROBERTO ROMALDO<br />

neamente un aiuto, un incontro, uno<br />

scambio, un’occasione, una scoperta,<br />

un’avventura, un impegno, un ponte tra<br />

due famiglie, un servizio fornito alla<br />

propria comunità, prendere per mano<br />

un bambino e accompagnarlo per un<br />

pezzo di strada, aiutandolo a camminare<br />

nel mondo, è mettersi a fianco di un<br />

adolescente per un tempo e uno spazio<br />

necessari a renderlo autonomo».<br />

«Un grazie alle famiglie affidatarie»,<br />

dice l’Assessore alla Città Solidale, «in<br />

questi anni ne ho conosciute molte. Non<br />

sono famiglie “speciali”, sono “solo” disponibili<br />

a mettersi in gioco, ad aprirsi.<br />

La profondità, la ricchezza, la forza di<br />

questo Progetto è intuibile... non descrivibile».<br />

E «se non facciamo tutto quello che si<br />

può fare per sostenere la famiglia naturale<br />

perché sul piano affettivo ed economico<br />

rimanga unita — sottolinea ancora<br />

— commettiamo una gravissima ingiustizia».<br />

L’opuscolo riporta pure il testo completo<br />

della legge 28 marzo 2001, n. 149,<br />

che disciplina la materia e ha il compito<br />

di suscitare in tante famiglie la voglia di<br />

«provarci», dice calorosamente una<br />

mamma affidataria.<br />

«Siamo sposati da 25 anni e da 20 facciamo<br />

affidi, all’affido ci ha spinto il desiderio<br />

che la nostra famiglia fosse una<br />

famiglia aperta agli altri, e poi un senso<br />

di giustizia», dicono Pia e Vittorio.<br />

«I nostri figli (ne abbiamo tre, di 24,<br />

18 e 15 anni) a parte la maggiore, sono<br />

nati tra un affido e l’altro. Non abbiamo<br />

mai avuto problemi con loro perché non<br />

sono ragazzi gelosi, e nei rari periodi —<br />

due — in cui siamo stati qualche mese<br />

senza affidi, ci chiedevano: “Ma non<br />

prendiamo nessuno?”»<br />

« Certo — spiegano Pio e Vittoria —<br />

crescendo si sono interrogati su quanto<br />

questa scelta era anche la loro e per<br />

questo la figlia grande, che si è sempre<br />

molto coinvolta nell’aiutare noi e nell’accogliere<br />

i nuovi “fratellini”, durante<br />

un affido particolarmente impegnativo<br />

ha scelto di staccarsi dal solito coinvolgimento<br />

per fare chiarezza in se stessa.<br />

Oggi sta progettando con il marito sogni<br />

di accoglienza per la sua famiglia appena<br />

formata. La più piccola manifesta<br />

sempre il desiderio di prendere ancora<br />

bambini, possibilmente piccolissimi. Il<br />

maschio, 18 anni, intanto si contende<br />

con la sorella le coccole del piccolino<br />

che viene da noi il sabato e la domenica,<br />

quando la sua mamma lavora».<br />

Un esempio tra i tanti, nascosti e preziosi.<br />

GRAZIELLA MERLATTI<br />

Simposio a Trento sull'economia solidale<br />

Attualità del Vescovo s.Vigilio<br />

TRENTO, dicembre.<br />

Nell'anno che la diocesi di Trento ha<br />

voluto dedicare al santo Vescovo Vigilio,<br />

nel 1600° anniversario della morte, non<br />

poteva mancare una giornata di approfondimento<br />

sul messaggio sociale legato<br />

al suo episcopato. Sono tematiche, concetti<br />

di assoluta attualità quelli che ritroviamo<br />

nei documenti che ci sono stati<br />

tramandati; Ambrogio, Vescovo di Milano,<br />

scriveva a Vigilio: «Nessuno defraudi<br />

il mercenario della mercede dovuta, perché<br />

anche noi siamo mercenari del nostro<br />

Dio e attendiamo da lui la mercede<br />

del nostro lavoro. Non darai il tuo denaro<br />

ad interesse. Infatti, colui che va in<br />

cerca dei guadagni ad interesse, riceve<br />

lo sgambetto e cade. Che c'è, infatti, di<br />

più crudele di dare il denaro a chi non<br />

ne ha ed esigerne il doppio?». Su questi<br />

argomenti si è imperniato il convegno<br />

SOLIDARIETÀ/2 Il 50º di sacerdozio di un parroco si fa motivo d'impegno<br />

Un ospedale in Malawi con le offerte dei padovani<br />

PADOVA, dicembre.<br />

Un cinquantesimo di sacerdozio può<br />

diventare momento per rinnovare l’amore<br />

per gli ultimi, per i deboli, per i poveri<br />

della terra. È quanto succede a Ospedaletto<br />

Euganeo, piccolo centro del Padovano<br />

dove il parroco, Don Aniceto<br />

Renesto, festeggiato in questi giorni per<br />

i cinquant’anni di ordinazione ha informato<br />

parrocchiani e conoscenti che<br />

eventuali offerte verranno devolute per<br />

finanziare un’importante iniziativa missionaria.<br />

Il parroco, infatti, ha deciso di contribuire<br />

alla realizzazione dell’ospedale che<br />

si sta costruendo in Malawi, nei pressi<br />

della missione di Masuku, guidata dal<br />

monfortano padre Lorenzo Pege.<br />

«Si era partiti con l’idea di creare un<br />

semplice ambulatorio per dare una risposta<br />

minima alla grave situazione sanitaria<br />

della nazione africana» spiega<br />

Enzo Predebon, medico a Ospedaletto<br />

Euganeo e responsabile dell’associazione<br />

che sostiene padre Pege.<br />

L'associazione si chiama «Muli Bwanji»<br />

e significa «Come stai?», il saluto con<br />

il quale il sacerdote ringrazia tutti coloro<br />

che aiutano.<br />

«Successivamente — continua Predebon<br />

— ci siamo lasciati coinvolgere e<br />

guidare nel fare qualcosa di più, viste le<br />

necessità e soprattutto l’accoglienza che<br />

abbiamoavutodallapopolazione locale».<br />

La comunità cristiana di Ospedaletto<br />

Euganeo è stata sensibilizzata a questa<br />

importante realizzazione e, grazie anche<br />

all’invito del parroco, potrà contribuire<br />

direttamente per dare alla popolazione<br />

di Masuku, un’adeguata assistenza sanitaria.<br />

La struttura, unica in un raggio di<br />

100 chilometri, sarà costruita a moduli,<br />

man mano che ci saranno i finanziamenti.<br />

L’ospedale, che ormai esiste già come<br />

edificio, sorgerà su uno spazio di circa<br />

7.000 metri quadrati donato dal capovillaggio<br />

di Masuku, entusiasta dell’iniziativa,<br />

che fra l’altro dà lavoro a buona<br />

zione, sono stati indirizzati per una notte al dormitoriodovesono<br />

stati accolti e poi, dopo essere stati forniti<br />

dei soldi per il viaggio, sono stati riaccompagnati<br />

alla stazione». Anche per loro il ricovero, che dalla<br />

stazione dista poche centinaia di metri, ha rappresentato<br />

una mano tesa in un momento di difficoltà.<br />

Di tentativi per fornire la città di un dormitorio ne<br />

sono stati fatti tanti negli anni scorsi, su sollecitazione<br />

della stessa Caritas, che individuò strutture pubbliche<br />

abbandonate, che potevano essere utilizzate<br />

allo scopo, ma senza che si approdasse a nulla.<br />

Per i poveri della diocesi la Caritas di Taranto ha<br />

in cantiere numerose altre iniziative per le quali (come<br />

per lo stesso dormitorio) c’è necessità di risorse<br />

finanziarie. Per questo, Don Nino Borsci ha chiesto<br />

all’Arcivescovo di far rivivere in tutte le parrocchie<br />

la festa di san Martino, famoso per aver diviso il suo<br />

mantello con un mendicante, occasione questa per<br />

raccogliere fondi. Presto anche la chiesa annessa al<br />

convento di Santa Maria della Consolazione sarà resa<br />

agibile, in modo da consentire momenti di preghiera<br />

e la celebrazione della Santa Messa.<br />

SILVANO TREVISANI<br />

parte della popolazione locale. Saranno<br />

attivati due reparti di medicina, maschile<br />

e femminile, uno di ostetricia, due<br />

ambulatori di pediatria, e due reparti<br />

per la cura e l’assistenza dei malati di<br />

Aids, una vera emergenza in Malawi assieme<br />

alla malaria che affligge quasi tutta<br />

la popolazione.<br />

Accanto ai reparti, sorgeranno edifici<br />

per il personale e una foresteria per accogliere<br />

i parenti dei malati che vengono<br />

spesso da lontano. In totale saranno<br />

garantiti 90 posti-letto più tutti i servizi<br />

ambulatoriali. La spesa prevista è di circa<br />

700 milioni di lire.<br />

Intanto il parroco di Ospedaletto ha<br />

informato i suoi parrocchiani che si recherà<br />

personalmente in Malawi per consegnare<br />

quanto raccolto in occasione dei<br />

festeggiamenti per il suo cinquantesimo<br />

di sacerdozio. Sarà l’occasione per rendere<br />

visibile la vicinanza e la solidarietà<br />

della sua parrocchia verso quelle popolazioni.<br />

CLAUDIO ZERBETTO<br />

«Per una economia equa e solidale, nella<br />

memoria di san Vigilio» organizzato dalla<br />

diocesi in collaborazione con la Provincia<br />

autonoma.<br />

Fra i relatori, molti i docenti universitari,<br />

i rappresentanti delle associazioni<br />

di volontariato e gli esperti del settore<br />

della cooperazione allo sviluppo, mentre<br />

all'Arcivescovo di Trento Luigi Bressan<br />

è spettato il compito di legare il passato<br />

con il presente, il pensiero di san Vigilio<br />

con la realtà di oggi.<br />

Gli interventi della prima sessione, intitolata<br />

«Destinazione universale dei beni<br />

nei settori chiave», hanno focalizzato i<br />

vari ambiti del no profit, l'esperienza<br />

storica della cooperazione come risposta<br />

all'emarginazione, il ruolo del credito<br />

per lo sviluppo dell'economia civile. Il<br />

professor Carlo Borzaga ha sottolineato<br />

la grande diffusione del no profit in Italia<br />

e come esso abbia sviluppato vere e<br />

proprie attività di produzione di servizi<br />

contribuendo a superare i limiti di un<br />

modello di società basato su due soli attori,<br />

le imprese for profit e la pubblica<br />

amministrazione. Nella seconda sessione,<br />

incentrata su «Commercio equo e<br />

solidale, equa retribuzione del lavoro»,<br />

si è parlato invece delle nuove sfide per<br />

la cooperazione allo sviluppo, della solidarietà<br />

che è componente essenziale del<br />

processo di globalizzazione e del commercio<br />

equo e solidale come esempio<br />

concreto da additare. Proprio la storia<br />

delle organizzazioni del cosiddetto «fair<br />

trade», molto diffusa anche in Trentino,<br />

dimostra come sia possibile dar vita ad<br />

un rapporto economico diverso fra i lavoratori.<br />

Il manifesto del convegno ha ricordato<br />

come al centro della giustizia sociale<br />

si collochi il principio della destinazione<br />

universale dei beni della terra ed ha citato,<br />

a questo proposito, le parole di<br />

Giovanni Paolo II: «Dio ha dato la terra<br />

a tutto il genere umano perché essa sostenti<br />

tutti i suoi membri, senza escludere<br />

né privilegiare nessuno». I diversi interventi<br />

hanno ribadito come sia questo<br />

il principio che deve ispirare il mondo<br />

del terzo millennio, ancora all'affannosa<br />

ricerca di un equilibrio che gli permetta<br />

un futuro di serenità e di pace.<br />

MAURIZIO MELLARINI


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

12 .<br />

in primo piano<br />

GIUSTIZIA Dopo un voto del Parlamento europeo<br />

Dure polemiche<br />

tra gli schieramenti<br />

ROMA, 30<br />

Un intervento del Parlamento europeo<br />

in tema di applicazione della giustizia ha<br />

rinfocolato — e certo non se ne avvertiva<br />

il bisogno — i toni di una polemica<br />

apertasi da tempo in Italia fra maggioranza<br />

e opposizione.<br />

In due risoluzioni separate, proposte<br />

e votate dallo schieramento di sinistra,<br />

gli eurodeputati ieri hanno rivolto critiche<br />

alla decisione italiana di varare la<br />

legge sulle rogatorie e per la mancata<br />

messa fuori ruolo dei tre giudici selezionati<br />

per vari incarichi dall’Ufficio antifrodi<br />

europeo (Olaf).<br />

L’Europarlamento ha anche sollevato<br />

il problema delle riserve italiane e irlandesi<br />

al «mandato di cattura europeo»,<br />

indicando come strada da percorrere —<br />

se un accordo non interverrà fra i ministri<br />

Ue il 7 dicembre — l’avvio in questo<br />

settore di una «cooperazione rafforzata»,<br />

come previsto dal trattato di Amsterdam,<br />

cioè solo con gli Stati che vorranno<br />

attuarlo.<br />

Immediato il commento del leader<br />

della Margherita, Francesco Rutelli, che<br />

aveva partecipato al voto dell’Europarlamento:<br />

«Il Governo Berlusconi è stato<br />

messo in minoranza» sulla giustizia, ha<br />

detto il leader della Margherita, chiedendo<br />

contestualmente di cambiare posizione<br />

sul mandato di cattura europeo perché,<br />

ha aggiunto, «l’Italia non può essere<br />

il fanalino di coda dell'Europa».<br />

Quanto alle rogatorie, ha aggiunto, l’Europarlamento<br />

«ha espresso una critica<br />

fortissima a una legge contro la cui approvazione<br />

noi ci siamo battuti».<br />

Il ministro<br />

della Salute: «Troppi<br />

ospedali sono<br />

in condizioni penose»<br />

ROMA, 30.<br />

Troppi ospedali, e fra questi anche alcune<br />

vecchie glorie nazionali come il<br />

Policlinico di Milano e l’Umberto I di<br />

Roma sono «in condizioni penose».<br />

È il giudizio del ministro della Salute,<br />

Girolamo Sirchia, che considera indispensabili<br />

le sperimentazioni delle gestioni<br />

private a partire dagli Irccs (Istituti<br />

di ricovero e cura a carattere scientifico).<br />

«Molti ospedali che sono stati un faro<br />

per la medicina italiana — ha detto<br />

durante un convegno sul servizio sanitario<br />

nazionale — ora sono ridotti in modo<br />

penoso». «Non abbiamo comunque<br />

— ha precisato — in animo l’intenzione<br />

di fare colpi di mano terrificanti». Sirchia<br />

ha detto di essere infatti disponibile<br />

a trattare con i sindacati medici sulle<br />

condizioni per gestire senza traumi le fasi<br />

della sperimentazione. Tuttavia il ministro<br />

ha aggiunto che la posizione del<br />

governo resterà ferma e che la sperimentazione<br />

di gestioni private andrà<br />

avanti. «Ho vissuto molti anni in un<br />

ospedale pensando perché dovevamo<br />

tollerare tanti sprechi. Siamo vincolati<br />

negli ospedali pubblici a fare gare di appalto<br />

per gli acquisti, mentre gli ospedali<br />

privati possono evitarli e arrivare sei<br />

mesi prima di noi. Perché non possiamo<br />

potenziare liberamente la ricerca, scegliere<br />

se aprire o non gli ambulatori, gestire<br />

in modo autonomo i pronto soccorso?».<br />

Sirchia ha concluso spiegando<br />

che sarà rispettata la natura pubblica<br />

degli enti ma che l’ingresso dei privati<br />

negli ospedali è, di fatto, inevitabile.<br />

«Cerchiamo di ragionare pensando che<br />

il privato non è il demonio».<br />

Carro armato<br />

si ribalta:<br />

morto un militare<br />

BARI — Un giovane militare, Giuseppe<br />

Falcicchio di 20 anni, in ferma<br />

prolungata, è morto venerdì<br />

nel corso di un'esercitazione a<br />

causa del ribaltamento di un carro<br />

armato che procedeva con altri automezzi<br />

militari lungo la strada<br />

provinciale 97 nei pressi di Poggiorsini<br />

(Bari). Nel tragico incidente<br />

un altro militare è rimasto ferito<br />

in modo non grave. A provocare la<br />

sciagura sarebbe stata la rottura<br />

di un cingolo del carro armato.<br />

Settore aereo:<br />

ridotto lo sciopero<br />

del 3 dicembre<br />

ROMA — Il ministro per le Infrastrutture<br />

Lunardi ha disposto la riduzione<br />

a 4 ore, dalle 12 alle 16,<br />

degli scioperi nazionali nel settore<br />

aereo in programma per lunedì 3<br />

dicembre. Il provvedimento — informa<br />

il ministero — è stato adottato<br />

per limitare le conseguenze<br />

negative delle agitazioni, una delle<br />

quali indetta da tutto il personale<br />

del trasporto aereo. La relativa ordinanza<br />

è volta anche garantire il<br />

diritto di circolazione dei cittadiniutenti<br />

«pur nella salvaguardia del<br />

diritto di sciopero».<br />

A Rutelli ha replicato indirettamente,<br />

da Parma, Silvio Berlusconi. Rispondendo<br />

ai cronisti che gli chiedevano un<br />

commento alle critiche sulle rogatorie, il<br />

Presidente del Consiglio ha risposto accusando<br />

la sinistra di «infangare il Governo<br />

e il Paese» e denunciando i «professionisti<br />

del mendacio». «La sinistra —<br />

ha aggiunto — si è inventata che questa<br />

legge fa uscire dal carcere mafiosi e criminali.<br />

Non è così».<br />

Controreplica del capogruppo dei Ds<br />

alla Camera, Violante, secondo il quale<br />

il Presidente del Consiglio «ha perso l’equilibrio<br />

e la calma» interpretando «gravi<br />

errori e forzature della legalità operate<br />

dal Governo e dalla maggioranza come<br />

congiure degli avversari». Ora, ha<br />

concluso l'esponente della Quercia, «se<br />

il Governo italiano non si adegua, saremo<br />

fuori dall’Europa, di fatto, in quanto<br />

a lotta contro il crimine».<br />

Dal canto suo il capogruppo europeo<br />

di Fi, Tajani, ha denunciato la «disinformazione»<br />

che viene fatta in Europa sulle<br />

vicende italiane. E il Guardasigilli, Castelli,<br />

ha detto di vedere in tutta questa<br />

vicenda «la nascita di uno spazio politico<br />

europeo, con le forze della sinistra di<br />

diversi Paesi che si alleano per portare<br />

un duro attacco in sede comunitaria al<br />

Governo Berlusconi».<br />

Quanto alle accuse del centro sinistra,<br />

secondo i capigruppo parlamentari di Fi<br />

sarebbero «solo propaganda» e «gettano<br />

discredito sull'Italia e il suo Governo<br />

che in realtà sono in prima linea nella<br />

lotta alla criminalità, anche internazionale».<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 1 Dicembre 2001<br />

ANCORA POLEMICHE SULLA GIUSTIZIA Una risoluzione<br />

del Parlamento europeo che critica la legge<br />

italiana sulle rogatorie internazionali ha reso ancora<br />

più incandescente la polemica tra maggioranza<br />

e opposizione sull'amministrazione della giustizia.<br />

«RACCOMANDAZIONI» DELL'UE IN TEMA DI OC-<br />

CUPAZIONE Il Consiglio europeo dei ministri del Lavoro<br />

e degli Affari sociali ha rivolto all'Italia alcune<br />

«raccomandazioni» che dovrebbero essere approva-<br />

te re lunedì a Bruxelles. Tra queste: «modernizzare<br />

ulteriormente l’organizzazione del lavoro, rafforzando<br />

in modoequilibratola sicurezza e la flessibilità».<br />

L'INCHIESTA SUI TERRORISTI ISLAMICI È stato<br />

precisato il ruolo svolto dalle persone arrestate o ricercate<br />

nell'ambito dell'inchiesta che ha consentito<br />

di accertare l'esistenza di collegamenti tra l'organizzazione<br />

terroristica «Al Qaeda» e una cellula islamica<br />

di Milano.<br />

LAVORO/1 Le raccomandazioni all'Italia<br />

Ue: più flessibilità<br />

e riduzione degli squilibri<br />

LAVORO/2 Berlusconi al Forum di Parma<br />

«La modifica dell'art. 18<br />

è un fatto positivo»<br />

ROMA, 30.<br />

Mentre non si attenuano le discussioni<br />

e le polemiche da parte dell'opposizione<br />

e dei sindacati sulle modifiche dell'art.<br />

18. dello statuto dei lavoratori in<br />

particolare per quanto riguarda il capitolo<br />

dei licenziamenti, si cominciano a<br />

delineare divergenze di opinione in seno<br />

alla coalizione di centro-destra. Veti<br />

giungono dal Presidente della Regione<br />

Lazio Storace. Intanto il Presidente del<br />

Consiglio Silvio Berlusconi, ieri, dal Forum<br />

nazionale di Parma, fa sapere che il<br />

Governo intende andare avanti sulla modifica<br />

dell’art.18 dello Statuto dei lavoratori<br />

perché «è una norma positiva», che<br />

«è volta a difendere i lavoratori non totalmente<br />

difesi dai loro sindacati». Il<br />

premier ha inoltre ripercorso le tappe<br />

del confronto con i sindacati per sottolineare<br />

come da parte del Governo ci sia<br />

stata la massima disponibilità per trovare<br />

un accordo: «Un modo più aperto,<br />

più disponibile di quello che c’è stato da<br />

parte di questo Governo — ha detto —<br />

credo non ci possa essere». Silvio Berlusconi<br />

ha esordito, parlando del mercato<br />

del lavoro, sottolineando come «anche i<br />

sindacati» abbiano «condiviso» i contenuti<br />

del «Libro bianco». «Invece — ha<br />

aggiunto — c’è disaccordo sull’art.18.<br />

Ma voglio dire una parola chiara, noi<br />

non abbiamo toccato (anche noi teniamo<br />

alla pace sociale) l’art.18 per quanto<br />

riguarda i lavoratori attuali, che avranno<br />

sempre le stesse garanzie avute finora.<br />

Ma ci sono lavoratori che sono precari,<br />

quelli assunti con contratto a tempo<br />

determinato. La nostra esperienza di<br />

imprenditori ci dice che, se non c’è la<br />

certezza assoluta che quel lavoratore<br />

possa servire all’azienda, l’imprenditore<br />

decide di assumere un altro a tempo in-<br />

Quattro vittime<br />

del lavoro<br />

negli ultimi 2 giorni<br />

ROMA, 30.<br />

Ancora morti sul lavoro, quattro<br />

fra ieri e oggi. La prima vittima,<br />

ieri, in un cantiere dell'alta<br />

velocità fra Modena e Campogalliano.<br />

La vittima è Francesco Minervino,<br />

57 anni, operaio della<br />

provincia di Cosenza, investito da<br />

una pala meccanica durante una<br />

manovra.<br />

Il secondo incidente riguarda<br />

un operaio marocchino di 30 anni,<br />

investito, nei pressi della stazione<br />

ferroviaria di Lavagna, nel<br />

Levante genovese, da un cavo<br />

sporgente da un treno di passaggio.<br />

È morto nel tardo pomeriggio<br />

all’ospedale di Lavagna<br />

Oggi, a Bolzano, la vittima è un<br />

operaio di 45 anni, Rino Savio,<br />

caduto da un’impalcatura di una<br />

decina di metri. È morto poco dopo<br />

il ricovero in ospedale.<br />

Sempre in Alto Adige, in un’azienda<br />

agricola in Valle Aurina, è<br />

morto il proprietario, Friedrich<br />

Ausserhofer, di 67 anni. Stava sistemando<br />

il foraggio nel fienile,<br />

quando ha messo un piede in fallo,<br />

cadendo in una botola per lo<br />

scarico del materiale.<br />

ROMA, 30.<br />

Sul nodo del lavoro interviene la Ue.<br />

Il Consiglio dei Ministri del Lavoro ed<br />

Affari sociali, infatti, rivolge all'Italia alcune<br />

«raccomandazioni» che dovrebbe<br />

approvare lunedì a Bruxelles. Queste alcune<br />

delle più rilevanti linee-guida economiche:<br />

continuare a «modernizzare<br />

ulteriormente l’organizzazione del lavoro,<br />

rafforzando in modo equilibrato la<br />

sicurezza e la flessibilità»; attuare «al più<br />

presto» la riforma del regime previdenziale<br />

insieme a quella del sistema pensionistico<br />

prevista per quest’anno; varare<br />

politiche volte a ridurre gli squilibri<br />

regionali e la disoccupazione di lunga<br />

durata e ad aumentare i tassi di occupazione<br />

delle donne. I ministri dei Quindici<br />

saranno infatti chiamati a varare il<br />

pacchetto occupazione, che comprende<br />

per ciascuno dei paesi membri un certo<br />

numero di rilievi per eliminare le carenze<br />

o i ritardi sui mercati del lavoro e le<br />

linee guida sulle politiche da seguire nel<br />

2002. Una proposta della Commissione<br />

Ue per la fissazione di «target» di occupazione<br />

nazionali — e non solo a livello<br />

Ue — sarà invece probabilmente respinta<br />

dai governi degli stati membri.<br />

Il 12 settembre scorso, la Commissione<br />

europea aveva approvato cinque raccomandazioni<br />

all’Italia (lo stesso numero<br />

del 2000) il cui testo è stato sottoposto<br />

ad alcune modifiche in vista dell’approvazione<br />

del Consiglio dei ministri.<br />

L’esecutivo di Bruxelles ricorda che l’Italia<br />

registra il tasso di occupazione più<br />

basso dell’Ue (53,5% contro la media europea<br />

del 63,3% nel 2000) e che non ha<br />

ancora risolto «molteplici problemi strut-<br />

determinato e non procede quindi con<br />

l’altro rapporto di lavoro. Dando la possibilità<br />

alle imprese di non avere il reintegro<br />

in caso di dissidio con il lavoratore,<br />

ma di poterlo compensare economicamente,<br />

abbiamo ritenuto di dare una<br />

garanzia, una copertura, a chi oggi non<br />

l’ha».<br />

Ma il presidente della Regione Lazio<br />

Francesco Storace in una lettera al Presidente<br />

del Consiglio afferma che L’eventuale<br />

modifica all’art. 18 dello statuto<br />

dei lavoratori deve essere valutata da<br />

ogni Regione. Storace riterrebbe opportuno<br />

che il tema fosse affrontato nella<br />

«cabina di regia» in corso di istituzione<br />

tra Governo, Regioni e Autonomie locali».<br />

«Ogni diversa decisione — scrive —<br />

potrebbe costringere la Regione Lazio<br />

ad attivare «procedure di tutela costituzionale».<br />

Per Storace il disegno di legge<br />

in materia di mercato del lavoro non<br />

«sarebbe coerente con i principi costituzionali»<br />

in quanto, a suo dire, non consentirebbe<br />

alle Regioni l’esercizio della<br />

potestà legislativa.<br />

Mentre i sindacati ribadiscono il proprio<br />

no e si preparano agli scioperi articolati<br />

( dal 5 al 7 dicembre) l’ex presidente<br />

del Consiglio Amato, sottolinea<br />

che «non si può trattare separatamente<br />

il tema della flessibilità dal quello della<br />

competitività». «Presentare da sola —<br />

sostiene — una norma che si limita a<br />

toccare i licenziamenti, facilitandoli significa<br />

togliere sicurezze mentre non si<br />

crea nessun tessuto di nuovo welfare».<br />

Secondo il consigliere incaricato per il<br />

Mezzogiorno di Confindustria, Francesco<br />

Averna «ben venga la riforma dell’art.18,<br />

soprattutto il Sud ha bisogno di<br />

flessibilità sul lavoro».<br />

Truffa al Servizio<br />

sanitario nazionale:<br />

sei arresti a Salerno<br />

SALERNO, 30.<br />

Sei persone, di cui quattro responsabili<br />

di centri accreditati con il Servizio<br />

sanitario nazionale e due funzionari dell'Asl,<br />

sono stati arrestati stamane dai<br />

Nas dei Carabineri per i reati di truffa ai<br />

danni dello stesso Servizio sanitario, associazione<br />

per delinquere, falso e abuso<br />

d'ufficio. Le sei ordinanze sono state firmate<br />

dal gip Vito Colucci nei confronti<br />

di Catello Matonti, 51 anni, di Battipaglia,<br />

direttore sanitario del distretto<br />

n.101 dell'Asl Salerno2; Cosimo Vitolo,<br />

49 anni, anch'egli di Battipaglia, dirigente<br />

pro tempore dello stesso distretto;<br />

Carlo Alberto Vitolo, 44 anni, responsabile<br />

del centro «ginnastica medica» di<br />

Battipaglia; Carlo Di Gaeta, 43 anni, di<br />

Salerno, legale responsabile dell'omonimo<br />

centro radiologico di Battipaglia;<br />

Emeralda Petrucci, 33 anni, di Battipaglia,<br />

legale responsabile dell'istituto diagnostico<br />

campano «san Luca» di Salerno;<br />

Roberto Donesi, 39 anni, di Salerno,<br />

legale responsabile del centro diagnostico<br />

strumentale di Battipaglia.<br />

Oltre agli arresti sono state eseguite<br />

anche numerose perquisizioni e sequestrati<br />

documenti ritenuti utili alle indagini.<br />

turali». Nei prossimi anni occorreranno<br />

sforzi ulteriori nel quadro della strategia,<br />

annunciata dal Governo Berlusconi,<br />

di «modernizzare la regolamentazione<br />

del lavoro, liberalizzare i servizi di collocamento<br />

e combattere il lavoro nero».<br />

Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti,<br />

interrogato ieri a Bruxelles sulle<br />

intenzioni del Governo in materia di riforma<br />

del mercato del lavoro e delle<br />

pensioni, ha tenuto a ricordare: «Abbiamo<br />

fatto una delega sul mercato del lavoro<br />

che, se sommata ai contratti a<br />

tempo determinato, mostra che la disciplina<br />

ha avuto un’evoluzione significativa».<br />

Col richiamo di ieri l’Ue — ha commentato<br />

il ministro del Lavoro Maroni<br />

— «condanna esplicitamente le politiche<br />

sin qui perseguite e ne sanziona l’indiscutibile<br />

fallimento, dovuto ai vizi ideologici<br />

che hanno favorito doppie morali,<br />

doppie regole e un doppio mercato del<br />

lavoro». Maroni ha ricordato alle autorità<br />

di Bruxelles che «il pacchetto delega<br />

in materia di mercato del lavoro costituisce<br />

una prima risposta» sulla strada<br />

della modernizzazione. «In questo contesto<br />

si colloca anche un cauto esperimento<br />

relativo all’articolo 18».<br />

Via libera, intanto, del Governatore<br />

della Banca d'Italia Antonio Fazio alle<br />

politiche in materia di lavoro e invito a<br />

«ripensare l’organizzazione dell’economia<br />

e le relazioni industriali». «Passi —<br />

ha detto — sono stati fatti e si stanno<br />

ora facendo nella giusta direzione... Nel<br />

complesso la sostanza dei nuovi indirizzi<br />

proposti appare coerente. Tutti siamo<br />

chiamati a uno sforzo corale».<br />

FINANZIARIA Finito l'esame in commissione Bilancio<br />

Si valutano gli emendamenti<br />

da inserire nella manovra<br />

ROMA, 30.<br />

Proroga a tutto il 2002 degli sgravi<br />

per le ristrutturazioni edilizie anche per<br />

i privati, il ruolo della Cassa depositi e<br />

prestiti nel rilancio delle opere pubbliche,<br />

la Tremonti-bis: questi alcuni degli<br />

argomenti che sono stati ieri al centro<br />

di una riunione della maggioranza e che<br />

potrebbero trovare spazio nell’annunciato<br />

emendamento alla manovra economica.<br />

Per questo si sta mettendo a punto<br />

un metodo di lavoro per affrontare da<br />

martedì il voto della Finanziaria in commissione<br />

Bilancio della Camera.<br />

Missione militare:<br />

per le spese si ricorrerà<br />

al Fondo di riserva<br />

ROMA, 30.<br />

Per finanziare l’impegno militare<br />

italiano contro il terrorismo il<br />

Governo ricorrerà al Fondo di riserva<br />

per le spese impreviste: è<br />

quanto stabilisce il decreto legge<br />

approvato ieri che esclude, dunque,<br />

nuove tasse. L’onere complessivo<br />

è stimato in 71 miliardi e<br />

682 milioni fino al 31 dicembre.<br />

La missione costerà 50 miliardi al<br />

mese per il mantenimento del<br />

contingente e il pagamento degli<br />

stipendi. A ciò si aggiungono le<br />

spese legate al tipo di impiego e<br />

all’intensità delle azioni militari.<br />

Tangenti sanità: rinviato<br />

a giudizio l'ex vice presidente<br />

della Regione Toscana<br />

FIRENZE, 30.<br />

L’ex vicepresidente Ds del consiglio<br />

regionale toscano, Carlo Melani, è stato<br />

rinviato a giudizio per le presunte tangenti<br />

per le forniture ospedaliere. Un<br />

anno e quattro mesi con la sospensione<br />

condizionale la pena invece patteggiata<br />

dal cardiochirurgo Michele Toscano.<br />

L’inchiesta aveva portato in giudizio<br />

14 imputati, tutti, tranne un commercialista,<br />

accusati di corruzione. Al centro<br />

dell’inchiesta l’imprenditore Ovidio Olivi,<br />

titolare della Hospital Technology,<br />

che si sarebbe assicurato le forniture<br />

ospedaliere in Toscana corrompendo i<br />

medici. Le indagini avevano portato tra<br />

febbraio e marzo scorso all’arresto di 11<br />

persone, tra primari e lo stesso Melani,<br />

bloccato dai finanzieri davanti ai giornalisti,<br />

da lui convocati proprio per parlare<br />

dell’inchiesta che lo ha visto coinvolto<br />

per 30 milioni giustificati dall’ex vicepresidente<br />

come contributo per la campagna<br />

elettorale per le regionali del 2000.<br />

Al processo, il 16 aprile prossimo, insieme<br />

a Melani compariranno il cardiochirurgo<br />

Fabio Speroni, Ignazio Simonetti,<br />

responsabile di emodinamica e interventistica<br />

all’ospedale di Prato, e il<br />

commercialista di Olivi, accusato di falso<br />

in bilancio.<br />

ESAME DEGLI EMENDAMENTI ALLA MANOVRA<br />

Terminata la discussione generale sulla legge finanziaria<br />

in commissione Bilancio della Camera, il lavoro<br />

si concentra adesso sui possibili emendamenti<br />

da apportare alla manovra economica.<br />

ALTRE VITTIME SUL LAVORO Quattro persone<br />

sono morte nelle ultime 24 ore per incidenti sul lavoro:<br />

vanno ad allungare una sciagurata sequela<br />

che sembra, purtroppo, non finire mai.<br />

TERRORISMO I collegamenti con «Al Qaeda»<br />

Particolari inquietanti<br />

sul ruolo degli indagati<br />

MILANO, 30.<br />

Gli inquirenti hanno precisato ieri pomeriggio<br />

in una conferenza stampa il<br />

ruolo svolto dalle persone, arrestate o ricercate,<br />

coinvolte nell'operazione che ha<br />

consentito di accertare l'esistenza di collegamenti<br />

tra l'organizzazione terroristica<br />

«Al Qaeda» e una cellula islamica di<br />

Milano. È stato inoltre reso noto che oltre<br />

a Milano e in altri centri della Lombardia<br />

e del Piemonte, sono state effettuate<br />

perquisizioni, nell'ambito della<br />

stessa operazione, in Valle d'Aosta e nel<br />

Veneto.<br />

Sì del Senato<br />

al decreto<br />

antifinanziamenti<br />

ROMA, 30.<br />

Via libera al Senato al decreto<br />

finalizzato a colpire le fonti finanziarie<br />

del terrorismo internazionale.<br />

Il provvedimento istituisce un<br />

Comitato di sicurezza finanziaria<br />

presieduta dal direttore generale<br />

del Tesoro che lavorerà per un<br />

anno con il compito di sorvegliare<br />

gli apparati interni di contrasto al<br />

finanziamento del terrorismo e di<br />

coordinare l'azione dell'Italia con<br />

quella di altri Paesi.<br />

Fra i temi trattati anche il problema<br />

della cessione del quinto dello stipendio,<br />

ovvero la garanzia che i dipendenti pubblici<br />

offrono per ottenere dei prestiti. La<br />

legge uscita dal Senato ha abrogato questa<br />

possibilità suscitando le proteste degli<br />

operatori di settore. Argomenti di discussione<br />

inoltre i Comuni, la tassa sulle<br />

insegne, il pacchetto agricoltura e i rinnovi<br />

contrattuali. Particolare attenzione<br />

è prestata dalla maggioranza ai problemi<br />

del Mezzogiorno e agli interventi in<br />

favore del turismo.<br />

Gli emendamenti alla Finanziaria sono<br />

stati esaminati ieri anche dal Consiglio<br />

dei Ministri nel corso del quale c’è stato<br />

un «botta e risposta» tra il ministro dell'Economia,<br />

Tremonti, che ha ripetuto<br />

la necessità di non modificare la manovra,<br />

e il collega delle Politiche comunitarie,<br />

Buttiglione, che, pur comprendendo<br />

le necessità di bilancio, ha chiesto di<br />

prendere in considerazione la possibilità<br />

di eventuali ritocchi ascoltando anche il<br />

Parlamento.<br />

Ieri comunque è terminata la discussione<br />

generale sulla Finanziaria in commissione<br />

Bilancio della Camera. La ripresa<br />

dei lavori è prevista per lunedì<br />

quando sarà valutata l’ammissibilità degli<br />

emendamenti (oggi alle 14 è scaduto<br />

il termine per presentare le proposte di<br />

modifica alla manovra in commissione).<br />

Da martedì si procederà al voto a tappe<br />

forzate: le votazioni alle 10 del mattino<br />

e alle 4 del pomeriggio. Stessa tabella di<br />

marcia mercoledì e giovedì. «Abbiamo<br />

focalizzato i problemi e ci siamo dati un<br />

metodo di lavoro — ha detto il presidente<br />

Giorgetti — il quadro è quello e le<br />

risorse non sono tante».<br />

Condannate a Sorrento<br />

tre insegnanti: presentavano<br />

falsi certificati medici<br />

NAPOLI, 30.<br />

Tre insegnanti di Sorrento, e un medico<br />

del servizio sanitario nazionale, sono<br />

stati condannati dal tribunale di Torre<br />

Annunziata, a un anno di reclusione per<br />

falsi certificati di malattia grazie ai quali<br />

i docenti si assentavano per recarsi in<br />

vacanza sulla neve. La sentenza riguarda<br />

le insegnanti Vittoria e Rita Pane e<br />

Lucia Casandrino, e il medico Rosario<br />

Bidello.<br />

Il pubblico ministero aveva chiesto<br />

per i quattro imputati la condanna a un<br />

anno e 4 mesi di reclusione.<br />

Le indagini, che nel marzo del 1997<br />

portarono all’emissione di provvedimenti<br />

interdittivi dalla professione nei confronti<br />

degli accusati, hanno accertato<br />

che ogni anno le tre insegnanti, con le<br />

rispettive famiglie, si recavano a Moena,<br />

in Trentino, sempre nello stesso albergo<br />

che veniva prenotato alcuni mesi prima<br />

rispetto al periodo di «malattia».<br />

Dopo 22 giorni dall’inizio delle indagini,<br />

nell’aprile del 1997, i pm Fortuna e<br />

Novelli chiesero il giudizio immediato<br />

nei confronti degli imputati. Tra eccezioni<br />

e rinvii il processo è durato circa 4<br />

anni.<br />

I particolari di maggiore rilievo riguardano<br />

comunque gli sviluppi delle indagini<br />

a Milano in particolare per quanto<br />

riguarda l'attività dei referenti milanesi<br />

di «Al Qaeda», finalizzata al reclutamento<br />

e all'invio di persone e di materiali<br />

verso l'Afghanistan. È stato riferito<br />

tra l'altro che più di una volta negli ultimi<br />

tempi l'algerino Abdelhalim Ramadna<br />

— al quale ieri è stato notificato l'ordine<br />

di custodia nel carcere di san Vittore<br />

dove si trova da due settimane e uno<br />

dei personaggi di maggior spicco tra gli<br />

indagati — ha ricevuto chiamate da un<br />

telefono satellitare dall'Afghanistan con<br />

la richiesta di addestratori e di materiali.<br />

E non si trattava — hanno sottolineato<br />

gli inquirenti — solo di fornire nuovi<br />

militanti in quanto nella maggior parte<br />

dei casi si trattava di inviare in Afghanistan<br />

estremisti islamici che avevano già<br />

praticato la lotta armata e che con l'inizio<br />

delle operazioni militari antiterrorismo<br />

nel Paese asiatico intendevano ritornare<br />

a combattere.<br />

Un altro personaggio di spicco, anch'egli<br />

destinatario degli ordini di custodia<br />

ma tuttora irreperibile, è l'egiziano<br />

Abdel Kader Es Sayed. Per il gip di Milano<br />

Pistorelli che ha firmato le ordinanze<br />

egli «rappresenta un punto di riferimento<br />

per tutti gli indagati». Inoltre nella<br />

sua abitazione è stata trovata una documentazione<br />

«interessante», tra l'altro<br />

con minuziose descrizioni di come entrare<br />

in Afghanistan dall'Iran e con l'elenco<br />

delle persone da contattare al fine<br />

di ottenere i permessi per arrivare nelle<br />

città afghane di Herat e di Kandahar.<br />

Prima riunione<br />

della «cabina di regìa»<br />

che accompagnerà<br />

la riforma federale<br />

ROMA, 30.<br />

Prima riunione, ieri a Palazzo Chigi,<br />

della «cabina di regia» creata da Governo<br />

e Autonomie locali per accompagnare<br />

l’attuazione della riforma del Titolo V<br />

della Costituzione, cioè la trasformazione<br />

dello Stato in senso federale. Vi hanno<br />

partecipato, per il Governo i ministri<br />

La Loggia (che ne sarà il coordinatore),<br />

Bossi, Frattini, Giovanardi e i sottosegretari<br />

Vegas e Mantovano; per gli enti<br />

locali, una delegazione guidata dal presidente<br />

della Conferenza delle Regioni,<br />

Enzo Ghigo; una seconda composta dal<br />

vice presidente dell’Anci, Michela Sironi<br />

Mariotti, dal presidente del Consiglio nazionale<br />

dell’Associazione e dal sindaco<br />

di Roma. Per le Province c'erano presidente<br />

e il vice presidente dell’Upi, Lorenzo<br />

Ria e Silvano Moffa. L’Uncem era<br />

rappresentata da presidente e vice.<br />

«Un avvio con ampia soddisfazione di<br />

tutti i partecipanti», ha detto al termine<br />

il ministro La Loggia, precisando che «si<br />

è cominciato a scandagliare l'enorme<br />

quantità di problemi da affrontare, decidendo<br />

di farci assistere da tecnici che ci<br />

aiuteranno ad accorciare i tempi». La<br />

«cabina di regia» si riunirà ancora per<br />

valutare un documento sul quale si sta<br />

lavorando; ma la prima riunione «operativa»<br />

è fissata per il 20 dicembre.<br />

Dal canto suo il presidente della Conferenza<br />

delle Regioni, Ghigo, ha ricordato<br />

che la stessa Conferenza ha presentato<br />

un documento «condiviso nelle sua<br />

parti essenziali da tutti i rappresentanti<br />

degli Enti locali, nel quale si definiscono<br />

le finalità della “cabina” e si chiede che<br />

la sua costituzione avvenga per decreto<br />

del Presidente del Consiglio».<br />

Cortei di studenti<br />

contro la politica<br />

in materia scolastica<br />

ROMA, 30.<br />

Manifestazioni si sono svolte oggi in<br />

molte città per «dire no alla Finanziaria<br />

che penalizza le scuole pubbliche e per<br />

bocciare la linea della maggioranza in<br />

materia di istruzione». Secondo l’Unione<br />

degli studenti, che ha organizzato i cortei,<br />

«la recente proposta di riforma degli<br />

organi collegiali, unitamente ai tagli in<br />

Finanziaria, evidenzia la volontà di trattare<br />

le scuole come aziende e di chiudere<br />

gli spazi di democrazia e partecipazione<br />

agli studenti, relegando il potere<br />

decisionale nelle mani del preside e di<br />

un consiglio di amministrazione che<br />

molto ha a che fare con le imprese e<br />

ben poco con un luogo di educazione».<br />

Continua inoltre la protesta dei ragazzi<br />

di Studenti.Net. In un comunicato si<br />

sottolineano le occupazioni e le autogestioni,<br />

cominciate ieri, dei giovani di<br />

Messina, Padova, Lecce e Reggio Calabria,<br />

i venti istituti in agitazione a Napoli<br />

e le contestazioni in Abruzzo e in Basilicata.<br />

«Complessivamente — afferma<br />

Studenti.Net — le scuole in mobilitazione<br />

sono ormai 200 in tutta Italia».<br />

Domani a Roma si svolgerà un'altra<br />

manifestazione a sostegno degli allievi<br />

del liceo «Tasso» che hanno cominciato<br />

(e ora sospeso) lo sciopero della fame.


<strong>L'OSSERVATORE</strong><strong>ROMANO</strong><br />

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VATICANO E ITALIA<br />

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ESTERO (VIA ORDINARIA)<br />

Quotidiano . . . . . . . . . . — $ 366 —<br />

L'Osservatore della Domenica . — $ 81 —<br />

Copia L. 1.500 - : 0,77<br />

Copia arretrata L. 2.500 - : 1,29<br />

Copia spedita:<br />

Italia L. 3.000 - ; 1,55<br />

Europa zona euro L. 4.000 - ; 2,07<br />

Europa Extra euro L. 4.000 - US$ 3,00<br />

Extra Europa L. 6.000 - US$ 4,00<br />

Anno CXLI - N. 277 (42.915) CITTÀ DEL VATICANO Domenica 2 Dicembre 2001<br />

Per la giornata di digiuno, di preghiera e di carità del 14 dicembre la Santa Sede ha promosso<br />

una raccolta di offerte a favore di chi soffre le conseguenze del terrorismo e della guerra<br />

Giovanni Paolo II tende la mano<br />

perché ogni uomo abbia il pane quotidiano<br />

Il Santo Padre Giovanni Paolo II ha proclamato<br />

per il 14 dicembre una giornata<br />

di digiuno, preghiera e carità in tutto il<br />

mondo, per implorare la pace: «Ciò di cui<br />

ci si priva nel digiuno potrà essere messo<br />

a disposizione dei poveri, in particolare di<br />

chi soffre in questo momento le conseguenze<br />

del terrorismo e della guerra»<br />

(18.11.2001).<br />

Il Papa vuole raggiungere così come in<br />

un abbraccio simbolico ogni uomo in necessità,<br />

e perciò chiede a tutti i credenti<br />

di compiere un gesto concreto di carità<br />

per portare la speranza e il pane quotidiano.<br />

La Santa Sede ha aperto un conto corrente<br />

straordinario gestito dal Pontificio<br />

Consiglio COR UNUM, presso la<br />

BANCA DI ROMA C/C N. 101010<br />

«PRO DIGIUNO 14 DICEMBRE»<br />

ABI 3002 CAB 5008<br />

(dall’estero SWIFT: BROMIT)<br />

euncontocorrentepressolePosteItaliane<br />

C/CN. 603035.<br />

Le offerte raccolte, verranno destinate<br />

dal Papa nelgiornodiNatalea coloro che,<br />

vittime delleconseguenzedelterrorismo e<br />

della guerra, passata la maggiore emergenza,<br />

rischiano di essere dimenticati.<br />

AFGHANISTAN Spaccature sorte all'interno dell'Alleanza del Nord mettono a repentaglio l'esito del summit<br />

Alla conferenza di Bonn febbrile ricerca<br />

di un accordo sull'assetto provvisorio del Paese<br />

Rumsfeld:<br />

nessun<br />

salvacondotto<br />

ai Taleban<br />

WASHINGTON, 1.<br />

Adesso che i Taleban «non sono<br />

più una forza vitale», come dice il<br />

Segretario alla difesa, Donald<br />

Rumsfeld, gli Stati Uniti non intendono<br />

fare sconti ai leader del<br />

regime, ma s’apprestano già a<br />

concentrare tutti gli sforzi nella<br />

caccia a Osama bin Laden.<br />

Rumsfeld ha ribadito il no americano<br />

a qualsiasi accordo che<br />

preveda la resa dei Taleban a<br />

Kandahar, la roccaforte che ancora<br />

resiste all’assedio delle opposizioni,<br />

in cambio di un’amnistia o<br />

di un salvacondotto per i leader.<br />

L’obiettivo, aggiunge Rumsfeld,<br />

che ha accanto il generale Peter<br />

Pace, vice-capo di stato maggiore,<br />

è di portare a termine la caccia ai<br />

capi dei Taleban e dei terroristi di<br />

«Al Qaeda». Le Forze americane<br />

non hanno modo, in Afghanistan,<br />

di fare e di custodire dei prigionieri.<br />

Ma gli agenti della «Cia» sono<br />

ansiosi d’interrogare quelli caduti<br />

nelle mani dell’opposizione<br />

anti Taleban: si aspettano informazioni<br />

preziose dal capo dell’intelligence<br />

dei Taleban, la cui defezione<br />

è confermata, e da un esponente<br />

in vista di «Al Qaeda»,<br />

Ahmed Abdel-Rahman, figlio dello<br />

sceicco cieco Omar Abdel-<br />

Rahman, in carcere per l’attentato<br />

del 1993 contro il World Trade<br />

Center, la cui cattura è stata confermata<br />

dal vice Presidente degli<br />

Stati Uniti, Dick Cheney.<br />

Intanto, c’è da aiutare l’opposizione<br />

a prendere Kandahar. Il<br />

maltempo ha ieri limitato i raid<br />

aerei sulla città, dove i combattimenti<br />

sono stati «pesanti». «Vediamo<br />

un sacco di movimento intorno<br />

a Kandahar», riferisce la portavoce<br />

del Pentagono, Victoria Clarke,<br />

anche se i marines, un migliaio,<br />

accampati a circa 100 km a<br />

Sud-Est di Kandahar sono rimasti<br />

nella loro base. In realtà, gli Stati<br />

Uniti stanno dotandosi in Afghanistan<br />

delle Forze di terra, convenzionali<br />

e speciali, ed aeree che<br />

serviranno per stringere la morsa<br />

intorno a Osama bin Laden.<br />

Il Papa ai partecipanti al Simposio Internazionale sul Volontariato Cattolico in Sanità<br />

Solidarietà per risolvere i gravi ed urgenti problemi dell'umanità<br />

BERLINO, 1.<br />

Sono andati avanti tutta<br />

la notte con la mediazione<br />

delle Nazioni Unite i negoziati<br />

alla conferenza di<br />

Bonn sul futuro dell’Afghanistan.<br />

Si cerca ancora un<br />

accordo su una struttura<br />

amministrativa e di Governo<br />

provvisoria per il Paese,<br />

mentre si segnalano spaccature<br />

all'interno dell'Alleanza<br />

del Nord. Fonti della conferenza<br />

riprese dall'«Ansa»,<br />

segnalano che le Nazioni<br />

Unite stanno facendo forti<br />

pressioni per giungere comunque<br />

a un accordo entro<br />

oggi, termine ultimo posto<br />

dai delegati per arrivare a<br />

una conclusione.<br />

Secondo le stesse fonti il<br />

rappresentante delle Nazioni<br />

Unite per l’Afghanistan, Lakhtar<br />

Brahimi avrebbe contattato personalmente<br />

a Kabul il Capo dell'Alleanza del<br />

Nord Rabbani nel tentativo di sbloccare<br />

la situazione di stallo che si sarebbe in-<br />

generata sin da giovedì sera. Rabbani infatti<br />

si opporrebbe a stilare a Bonn una<br />

lista di nomi dell’Alleanza del Nord per<br />

la nuova amministrazione, preferendo<br />

che tale processo avvenga in Afghani-<br />

L'Iran contrario al dispiegamento<br />

di una forza multinazionale<br />

ISLAMABAD, 1.<br />

L’Iran è contrario al dispiegamento in<br />

Afghanistan di una forza multinazionale<br />

sotto mandato dell’Onu e auspica che<br />

gli afghani possano garantire da soli la<br />

sicurezza nel loro Paese. Lo ha affermato<br />

il Ministro degli esteri di Teheran,<br />

Kamal Kharrazi, ieri ad Islamabad per<br />

un incontro con il Ministro degli esteri<br />

pakistano, Abdul Sattar, e con il Presidente,<br />

Pervez Musharraf.<br />

Gli incontri, che hanno permesso ai<br />

due Paesi di dichiarare superate, grazie<br />

alla caduta dei Taleban, «le nubi» che<br />

gravavano sui loro rapporti, «inaugurano<br />

una nuova era nelle relazioni bilaterali»,<br />

ha spiegato il Ministro iraniano.<br />

Le discussioni si sono incentrare sulla situazione<br />

afghana e Kharrazi non ha<br />

avuto dubbi nel bocciare l’idea di una<br />

presenza multinazionale. Nulla in contrario<br />

invece, sull’ipotesi di invio di osservatori<br />

delle Nazioni Unite in Afghanistan.<br />

«È una questione molto delicata<br />

per l’Afghanistan — ha spiegato il Capo<br />

della diplomazia iraniana — è meglio<br />

che non vengano dispiegate truppe straniere<br />

e che la sicurezza venga garantita<br />

dagli afghani stessi». «Per rendere il Pae-<br />

Le delegate presenti alla conferenza di Bonn<br />

se sicuro», ha aggiunto, gli afghani dovrebbero<br />

istituire una forza di polizia<br />

multinazionale e un esercito nazionale.<br />

«Comunque gli osservatori dell’Onu sono<br />

una cosa molto diversa dai soldati» e<br />

potrebbero anche essere dispiegati. «Dopo<br />

anni di alti e bassi, di tensioni e di<br />

problemi, ora è tempo di cooperare per<br />

aiutare l’istituzione in Afghanistan di un<br />

Governo multietnico a base ampia», ha<br />

aggiunto Kharrazi, spiegando — secondo<br />

quanto segnala l'agenzia »Ansa» —<br />

che le tensioni con il Pakistan sono finite<br />

quando Islamabad ha cessato di sostenere<br />

i Taleban. «Entrambi i Paesi —<br />

ha aggiunto — hanno un ruolo nella riconciliazione<br />

e la ricostruzione in Afghanistan».<br />

A questo scopo verrà costituito<br />

un comitato congiunto.<br />

«Il Pakistan e l’Iran si sono liberati<br />

delle nuvole che gravavano sulle loro relazioni»,<br />

ha a sua volta sottolineato il<br />

Ministro degli esteri di Islamabad, Abdul<br />

Sattar, nel corso di una conferenza<br />

stampa congiunta svoltasi nella capitale.<br />

«Inauguriamo una nuova era per i nostri<br />

rapporti», ha aggiunto il Ministro,<br />

esortando i due Governi a collaborare<br />

nell’interesse della ricostruzione politica<br />

ed economica dell’Afghanistan.<br />

stan. Il Capodelegazione<br />

dell’Alleanza stessa, Yunis<br />

Qanuni, avrebbe comunque<br />

fatto sapere di voler andare<br />

avanti da solo nei negoziati,<br />

eventualmente anche senza<br />

il benestare di Rabbani. Al<br />

suo quarto giorno di lavori<br />

la conferenza di Bonn sull’Afghanistan<br />

sembra essere<br />

quindi giunta a un punto<br />

cruciale, e un’intesa seppur<br />

minima e di soli principi fra<br />

le varie delegazioni che era<br />

attesa per oggi è tornata in<br />

bilico per le divergenze sopravvenute<br />

all'interno dell’Alleanza<br />

del Nord, un cui<br />

importante delegato ha peraltro<br />

lasciato per protesta i<br />

lavori. Ieri sera vari segnali<br />

provenienti dal palazzo del<br />

Petersberg parlavano di si-<br />

tuazione di stallo e di nuove difficoltà<br />

nelle trattative, con l’Alleanza del Nord<br />

che avrebbe addirittura chiesto una sospensione.<br />

Il portavoce dell’Onu, Ahmed<br />

Fawzi, ha lasciato intendere che un’intesa<br />

potrebbe comunque essere annunciata<br />

entro oggi anche se mancherebbe ancora<br />

un consenso definitivo. «Noi contiamo<br />

di rispettare il termine di tre-cinque<br />

giorni prefissato dai delegati all’inizio<br />

per giungere a un accordo entro sabato»,<br />

ha detto Fawzi. «Un giorno però<br />

— ha aggiunto — ha 24 ore». Tuttavia,<br />

ha sottolineato il portavoce, «nessun<br />

consenso definitivo è stato ancora trovato<br />

sulla ripartizione degli incarichi e la<br />

composizione specifica» dell’amministrazione<br />

transitoria che dovrebbe scaturire<br />

dalla riunione di Bonn. Analoga prospettiva<br />

per il raggiungimento di un’intesa è<br />

stata espressa dal Capodelegazione del<br />

«Gruppo di Cipro», Numayun Jareer.<br />

Determinante potrebbe rivelarsi la riunione<br />

svoltasi ieri sera fra il rappresentante<br />

dell’Onu Lakhdar Brahimi e i Capi<br />

delle quattro delegazioni. Incontri analoghi<br />

con i leader dei vari gruppi — con<br />

l’obiettivo di fare il punto sullo stato<br />

delle trattative — Brahimi li aveva avuti<br />

già ieri mattina. Fonti diplomatiche a<br />

Bonn ritengono probabile che dalla conferenza<br />

possa scaturire un’intesa più di<br />

principi che di contenuti concreti comprendente<br />

liste di nomi e assegnazioni di<br />

incarichi precisi. Al tavolo delle trattative,<br />

secondo le fonti, si sarebbero cristallizzati<br />

due raggruppamenti: uno favorevole<br />

a un accordo rapido e completo<br />

che indichi nomi e incarichi in seno alla<br />

nuova amministrazione provvisoria afghana,<br />

l’altro invece che sarebbe restio<br />

a stilare liste di nomi preferendo restare<br />

nel vago per limitarsi a definire un accordo<br />

quadro e di principio anche su<br />

eventuali forze di pace.<br />

«L'azione dei volontari pone in luce il valore<br />

della solidarietà, insostituibile contributo per<br />

rispondere alle attese profonde della persona e<br />

per risolvere gravi ed urgenti problemi dell'umanità».<br />

Lo ha detto Giovanni Paolo II ricevendo<br />

in udienza, nella mattina di sabato 1°<br />

dicembre, nell'Aula Paolo VI, i partecipanti al<br />

Simposio internazionale promosso dal Pontificio<br />

Consiglio per gli Operatori Sanitari. Ecco i<br />

punti nodali del discorso del Papa:<br />

» «Come modello di riferimento della vostra<br />

azione, voi avete scelto il buon Samaritano...<br />

È Gesù il modello per eccellenza del volontario<br />

cristiano... Seguendo le sue orme, i volontari<br />

recano ad ogni persona nel dolore il balsamo<br />

dell’amore divino»;<br />

» «Per assolvere questa missione fedelmente,<br />

occorre che essi mantengano fisso lo sguardo<br />

su Cristo, perché solamente dal suo cuore<br />

Il saluto del Santo Padre ai partecipanti<br />

all'Incontro della Pastorale dei Nomadi<br />

Pagine 4 e 5<br />

Indirizzato al Vescovo Luciano Giovannetti<br />

Messaggio di Giovanni Paolo II<br />

per il VII centenario della nascita<br />

di sant'Andrea Corsini<br />

«Tutta la vita di sant’Andrea Corsini testimonia che il mutato rapporto tra<br />

Chiesa e società, lungi dall’estraniare il credente dalle vicende del mondo, lo<br />

spinge ad un coraggioso annuncio di Gesù Cristo per animare in senso cristiano<br />

la convivenza civile». Lo sottolinea Giovanni Paolo II nel Messaggio indirizzato<br />

al Vescovo e all'intera comunità diocesana di Fiesole in occasione delle<br />

celebrazioni promosse nel VII centenario della nascita del Santo (30 novembre<br />

1301), che qui fu Pastore dal 1349 al 1374.<br />

Il Santo Padre ha ricevuto questa<br />

mattina in udienza Sua Eminenza<br />

Reverendissima il Signor Cardinale<br />

Crescenzio Sepe, Prefetto della Congregazione<br />

per l'Evangelizzazione<br />

dei Popoli, con le Loro Eccellenze<br />

Reverendissime i Monsignori Robert<br />

Sarah, Arcivescovo emerito di Conakry,<br />

Segretario, e Patabendige<br />

Don Albert Malcolm Ranjith, Arcivescovo-Vescovo<br />

emerito di Ratnapura,<br />

Segretario Aggiunto, e con il<br />

Reverendissimo Padre Massimo<br />

Cenci, P.I.M.E., Sotto-Segretario<br />

della medesima Congregazione.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha ricevuto questa<br />

mattina in udienza le Loro Eccellenze<br />

Reverendissime i Monsignori:<br />

— Geraldo Scarpone Caporale,<br />

Vescovo di Comayagua (Honduras),<br />

in visita «ad limina Apostolorum»;<br />

— Raúl Corriveau, Vescovo di<br />

Choluteca (Honduras), in visita «ad<br />

limina Apostolorum»;<br />

— Luis Alfonso Santos Villeda,<br />

Vescovo di Santa Rosa de Copán<br />

(Honduras), in visita «ad limina<br />

Apostolorum».<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha ricevuto questa<br />

mattina in udienza Sua Eccellenza il<br />

Signor Juan Francisco Reyes López,<br />

Vice-Presidente della Repubblica del<br />

Guatemala, e Seguito.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha accettato la ri-<br />

viene quel vigore spirituale che trasforma l’esistenza.<br />

Nelle nostre moderne società socialmente<br />

avanzate, che pur prevedono specifiche<br />

istituzioni per sovvenire alle esigenze dei poveri<br />

e dei sofferenti, è fortemente avvertito il<br />

bisogno di un “supplemento d’anima”»;<br />

» «Tanti fedeli laici sono oggi impegnati in<br />

molteplici forme di Volontariato. La Comunità<br />

cristiana mette in atto, attraverso la loro<br />

opera, una profetica “fantasia della carità”»;<br />

» «Cari Fratelli e Sorelle malati di AIDS, non<br />

sentitevi soli! Il Papa vi è vicino con affetto e<br />

vi sostiene nel difficile vostro cammino. La<br />

Chiesa si affianca agli uomini della scienza, e<br />

incoraggia tutti coloro che si adoperano instancabilmente<br />

per guarire e sconfiggere questa<br />

grave forma di infermità».<br />

NOSTRE INFORMAZIONI<br />

Pagine 4 e 5<br />

Pagina 6<br />

nuncia al governo pastorale della<br />

Diocesi di Lismore (Australia), presentata<br />

da Sua Eccellenza ReverendissimaMonsignorJohnSatterthwaite,<br />

in conformità al canone 401 § 2<br />

del Codice di Diritto Canonico.<br />

Gli succede Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Geoffrey Hilton<br />

Jarrett, finora Vescovo Coadiutore<br />

della medesima sede.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha nominato<br />

Membri del Pontificio Consiglio per<br />

i Testi Legislativi Sua Eminenza Reverendissima<br />

il Signor Cardinale<br />

Varkey Vithayathil, Arcivescovo<br />

Maggiore di Ernakulam-Angamaly<br />

dei Siro Malabaresi; Sua Eminenza<br />

Reverendissima il Signor Cardinale<br />

Lubomyr Husar, Arcivescovo Maggiore<br />

di Lviv degli Ucraini.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha nominato Consultori<br />

del Pontificio Consiglio per la<br />

Famiglia gli Illustrissimi Signori:<br />

Dott. Kevin Andrews (Australia);<br />

Dott. Jean-Marie Caidor, Segretario<br />

esecutivo della Commissione Episcopale<br />

per la Famiglia (Haiti); Signora<br />

Kathryn Hauwa Hoomkwap,<br />

Presidente della «Christian Health<br />

Association» (Nigeria).<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha nominato Revisore<br />

Internazionale presso la Prefettura<br />

degli Affari Economici della<br />

Santa Sede l’Illustrissimo Dottor<br />

Professor Wolfgang Bernhardt.<br />

Avvento di grazia per un futuro di pace<br />

Articoli di JEAN GALOT,<br />

THOMAS ROSICA, PAOLO RISSO, ALESSANDRO DE SORTIS<br />

Pagina 7


DAL MONDO<br />

PAGINA<br />

2 .<br />

in primo piano<br />

TERRORISMO Nell'indagine per la strage ad Aden<br />

Yemen: arrestate<br />

venticinque persone<br />

KUWAIT CITY, 1.<br />

Venticinque persone, sospettate di essere<br />

coinvolte nell’attentato contro il<br />

cacciatorpediniere Usa «Cole», sono state<br />

arrestate nello Yemen. Lo dichiara il<br />

Presidente yemenita, Ali Abdullah Saleh,<br />

in un’intervista apparsa oggi sul quotidiano<br />

kuwaitiano «Al-Rai Al-Aam».<br />

Nell’attacco dell’ottobre 2000 avvenuto<br />

nel porto di Aden (Yemen meridionale)<br />

17 militari americani morirono e altri<br />

38 rimasero feriti. Il Presidente Saleh ha<br />

precisato di aver parlato dello sviluppo<br />

delle indagini nel corso dell’incontro<br />

avuto recentemente a Washington con il<br />

Presidente americano, George W. Bush.<br />

«Dopo l’attacco, circa 350 studenti<br />

stranieri, che erano iscritti all’università<br />

islamica, sono stati espulsi dal Paese»,<br />

ha aggiunto il Presidente yemenita. Lo<br />

Yemen, ha concluso il Presidente Saleh,<br />

ritiene che Osama bin Laden sia il mandante<br />

degli attentati negli alberghi di<br />

Aden del 1993 durante «Restore Hope»,<br />

l’operazione americana in Somalia.<br />

Intanto, riforme in cambio di aiuti: è<br />

questa la formula messa a punto in questi<br />

giorni a Washington tra una delegazione<br />

del Governo dell’Uzbekistan e dirigenti<br />

americani. Il rapporto tra Washington<br />

e Tashkent si è fatto più stretto in<br />

seguito alla collaborazione uzbeka alla<br />

campagna contro il terrorismo. L'ex Repubblica<br />

sovietica dell’Asia centrale, che<br />

confina con l’Afghanistan, ha offerto alle<br />

Forze americane l’uso di basi.<br />

La parte americana non ha rivelato la<br />

cifra degli aiuti promessi all’Uzbekistan<br />

Disarmo: a Ginevra<br />

segnali positivi<br />

alla Conferenza<br />

sulle armi biologiche<br />

GINEVRA, 1.<br />

I Governi sono pronti ad accrescere la<br />

loro collaborazione nel settore del bioterrorismo,<br />

ha affermato ieri a Ginevra<br />

— come riferisce l'agenzia «Ansa» — il<br />

Presidente della Conferenza sulle armi<br />

biologiche, Tibor Toth.<br />

Dopo l’allarme antrace negli Stati<br />

Uniti, che fa seguito ai disumani attacchi<br />

terroristici dell'11 settembre scorso a<br />

New York e a Washington, sembra<br />

emergere la volontà di «fornire un segnale<br />

positivo», ha detto l’Ambasciatore<br />

Tibor Toth, Presidente della quinta Conferenza<br />

di revisione della Convenzione<br />

sul divieto delle armi biologiche. Numerosi<br />

Paesi, tra cui gli Stati Uniti, sono<br />

inoltre d’accordo con il principio di riunioni<br />

periodiche, ogni anno, per esaminare<br />

l’applicazione della Convenzione<br />

sul divieto di tali armi.<br />

Attualmente le Conferenze d’esame<br />

sulle armi biologiche si svolgono ogni<br />

cinque anni. Altre proposte emerse dai<br />

lavori dei partecipanti alla Conferenza di<br />

Ginevra riguardano il miglioramento<br />

dell’assistenza in caso di allarme.<br />

Sussiste invece la divergenza tra i<br />

Paesi che partecipano alla Conferenza di<br />

Ginevra sul destino del progetto di Protocollo<br />

per le misure di verifica della<br />

Convenzione sulle armi biologiche, negoziato<br />

a Ginevra negli anni scorsi ma<br />

bocciato dagli Stati Uniti.<br />

Cominciata lo scorso 19 novembre,<br />

l’attuale Conferenza sulle armi biologiche<br />

si concluderà il 7 dicembre. Un totale<br />

di 144 Paesi hanno aderito alla Convenzione<br />

sulle armi biologiche.<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

TIPOGRAFIA VATICANA<br />

EDITRICE<br />

«<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong>»<br />

Redazione:<br />

via del Pellegrino<br />

00120 Città del Vaticano<br />

Segreteria di Redazione:<br />

Tel. 06.698.83461/06.698.84442<br />

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Servizi fotografici<br />

de «L'Osservatore Romano»<br />

a cura di Arturo Mari<br />

Le foto dell'attività della Santa Sede<br />

sono del SERVIZIO FOTOGRAFICO<br />

de «L'Osservatore Romano»<br />

Tel. 06.698.84797 - Fax 06.698.84998<br />

E-mail: photo@ossrom.va<br />

.<br />

in cambio di un impegno ad effettuare<br />

riforme sociali e economiche ma una<br />

fonte ufficiosa aveva detto prima della<br />

visita che era in via di preparazione un<br />

pacchetto di un valore di circa 100 milioni<br />

di dollari. In un comunicato congiunto<br />

diffuso al termine di due giorni<br />

di colloqui, la delegazione uzbeka, guidata<br />

dal vice Primo Ministro, Rustam<br />

Azimov, si impegna ad accelerare i programmi<br />

di riforma. «I due Paesi hanno<br />

espresso i rispettivi impegni al rapporto<br />

in base ai loro obiettivi comuni di combattere<br />

il terrorismo, sradicare le fonti<br />

sociali, economiche e finanziarie dell’estremismo,<br />

mantenere la pace e la stabilità<br />

e rafforzare la sicurezza in Asia centrale»,<br />

si legge nel comunicato.<br />

Nel frattempo, sette anni di carcere al<br />

capo, Mohammed Kerrouche, e pene<br />

detentive da sei anni a otto mesi per diciotto<br />

dei suoi uomini: il tribunale di Parigi<br />

ha colpito con una raffica di condanne<br />

un gruppo estremista islamico<br />

che riforniva di armi, auto rubate e documenti<br />

falsi i fondamentalisti algerini.<br />

Infine, rappresentati delle due principali<br />

agenzie americane per la sicurezza<br />

—«Fbi» e «Cia» — andranno in Spagna<br />

nel 2002 per aiutare la polizia spagnola<br />

nella lotta contro il terrorismo basco<br />

dell’«Eta». Washington ha promesso al<br />

Governo di Madrid tutto l’«appoggio politico<br />

e tecnico» necessario. L’invio di<br />

consulenti antiterrorismo americani è<br />

uno dei risultati della visita del Premier<br />

José Maria Aznar negli Usa e dei colloqui<br />

con Tom Ridge, responsabile antiterrorismo<br />

dell’Amministrazione Bush.<br />

PUBBLICITÀ:<br />

PUBBLIETICA s.r.l.<br />

20121 Milano - Piazza Cavour, 3<br />

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de «<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong>»<br />

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AZIENDE PROMOTRICI DELLA DIFFUSIONE DE <strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong><br />

ALITALIA – INTESABci – VOBIS – ADVENIA<br />

Pubblietica sta lavorando ad un progetto teso all'incremento della diffusione de<br />

L'Osservatore Romano in collaborazione con alcune primarie aziende italiane.<br />

Lo sforzo del quotidiano della Santa Sede per diffondere la parola del Papa, soprattutto in<br />

questo particolare momento storico, può infatti essere validamente sostenuto da quanti<br />

condividono i valori propugnati dalla Chiesa cattolica.<br />

Alcune aziende hanno scelto L'Osservatore Romano come mezzo privilegiato e qualificato<br />

per divulgare il loro messaggio pubblicitario. Saranno queste aziende —<br />

sottoscrittrici di numerosi abbonamenti — a diffondere all'interno del proprio<br />

mondo di riferimento (sedi, clienti, collaboratori), questo giornale, questi valori.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 2 Dicembre 2001<br />

TERRORISMO Le autorità yemenite hanno arrestato<br />

25 persone sospettate di essere implicate nell'attacco,<br />

avvenuto un anno fa ad Aden, contro una<br />

nave da guerra Usa. L'azione terroristica provocò 17<br />

morti e 38 feriti tra i militari americani.<br />

PROFUGHI Dal 7 ottobre, aerei-cargo Usa hanno<br />

lanciato sull'Afghanistan oltre due milioni di razioni<br />

alimentari destinate alla popolazione civile. Fonti<br />

Carbonchio:<br />

trovate tracce<br />

in una lettera<br />

nel Connecticut<br />

PROFUGHI L'Onu critica il rimpatrio forzato dall'Iran<br />

Due milioni di razioni alimentari<br />

lanciate dall'aviazione americana<br />

WASHINGTON, 1.<br />

Con gli ultimi lanci della<br />

notte scorsa il numero delle<br />

razioni alimentari lanciate<br />

sull’Afghanistan dai cargo<br />

americani ha superato i due<br />

milioni. Lo hanno reso noto<br />

ieri fonti dell’aviazione militare<br />

degli Stati Uniti, riferendo<br />

dati forniti dalla base<br />

di Ramstein in Germania,<br />

da dove partono i C-17 con<br />

i viveri a bordo. Ogni razione<br />

contiene 2.200 calorie e<br />

cibi compatibili con tutte le<br />

culture religiose e alimentari.<br />

I viveri sono destinati ai<br />

civili afghani, anche se si<br />

ignora in che misura gli<br />

aiuti abbiano realmente raggiunto<br />

i destinatari in Afghanistan.<br />

La situazione rimane comunque<br />

ancora molto difficile. Ieri il<br />

portavoce dell'Onu a Kabul, Yussuf Hassan,<br />

ha detto che «migliaia di profughi<br />

afghani in Iran e Pakistan sono stati<br />

rimpatriati contro la loro volontà». Il<br />

numero di persone che rientrano in Afghanistan<br />

è «considerevolmente aumentato<br />

dal giorno in cui l’Alleanza del<br />

Nord ha conquistato Herat. Da allora<br />

abbiamo ricevuto informazioni secondo<br />

le quali un numero considerevole di persone<br />

che hanno varcato il confine iranoafghano<br />

non rientravano spontaneamente,<br />

ma vengono sospinte con la forza<br />

verso la frontiera dalle autorità iraniane»,<br />

ha aggiunto. «Siamo molto preoccupati<br />

perché questa sarebbe una grave<br />

NEW YORK, 1.<br />

«Minime tracce» di antrace sono state<br />

trovate su una lettera passata attraverso<br />

lo stesso ufficio postale che smistava la<br />

corrispondenza di Ottilie Lungdren, la<br />

donna di 94 anni morta la scorsa settimana<br />

di carbonchio. Lo ha annunciato<br />

il Governatore del Connecticut, John<br />

Rowland. «La quantità era minima. Nessuno<br />

può ammalarsi toccandola. Per<br />

questo non sono necessarie misure di sicurezza<br />

per la popolazione», ha detto il<br />

Governatore del Connecticut.<br />

Secondo Rowland il ritrovamento lascia<br />

presumere che la lettera sia rimasta<br />

contaminata passando attraverso l’ufficio<br />

postale del New Jersey utilizzato dalle<br />

micidiali lettere all’antrace inviate al<br />

Senato. La lettera era stata consegnata<br />

a una persona che abitava a un chilometro<br />

dalla casa della Lungdren. È stata<br />

analizzata perché poco distante abitava<br />

un uomo di 84 anni che inizialmente pareva<br />

essere morto di antrace. Usando i<br />

codici a barre stampati sulle buste, le<br />

autorità del Connecticut sono arrivati a<br />

determinare che circa 300 lettere inviate<br />

nell’area di Oxford, quella dove abitava<br />

Ottilie, erano passate dall’ufficio postale<br />

del New Jersey. Nessuna di quelle 300<br />

lettere sarebbe mai arrivata a casa Lungdren,<br />

ma è possibile che la posta della<br />

vecchia signora sia entrata in contatto<br />

con la posta contaminata. «L’idea è che,<br />

a 94 anni, Mrs. Lundgren non avesse un<br />

sistema immunitario di una ragazzina.<br />

Se io avessi toccato la stessa busta, probabilmente<br />

non mi sarei ammalato», ha<br />

detto il Governatore Rowland.<br />

violazione della Convenzione di Ginevra<br />

sui diritti dei rifugiati», ha sottolineato<br />

Yussuf Hassan in una conferenza stampa.<br />

Da metà settembre, ha concluso il<br />

portavoce, circa 45.000 profughi sono<br />

rientrati in Afghanistan dall’Iran.<br />

Per controllare direttamente sul terreno<br />

un’altra delle emergenze è giunta in<br />

missione nella regione la direttrice esecutiva<br />

del Fondo della Nazioni Unite per<br />

l'infanzia (Unicef), Carol Bellamy, che si<br />

tratterrà per cinque giorni in Pakistan e<br />

in Afghanistan. «Il mio messaggio essenziale<br />

è che i bambini devono essere la<br />

priorità immediata perché l’Afghanistan<br />

si ricostruisca e sviluppi in quanto società»,<br />

ha detto al suo arrivo.<br />

Aiea: appello per la sicurezza<br />

delle centrali atomiche<br />

VIENNA, 1.<br />

L’Agenzia internazionale per l’energia<br />

atomica (Aiea) ha espresso ieri preoccupazione<br />

a Vienna per la scoperta di numerosi<br />

casi di traffico illegale di materiale<br />

nucleare ed ha sottolineato l’urgente<br />

bisogno di nuovi fondi per una migliore<br />

protezione e controllo del materiale<br />

radioattivo.<br />

«Il miglioramento della sicurezza nucleare<br />

è uno dei compiti più urgenti su<br />

scala mondiale» afferma il Direttore generale<br />

dell’Aiea, Mohamed El Baradei,<br />

nella relazione sottoposta ieri alla riunione<br />

del Consiglio dei Governatori dell’Agenzia<br />

atomica. Ai lavori ha partecipato<br />

anche il Segretario all’energia Usa,<br />

Spencer Abraham, offrendo il sostegno<br />

statunitense — Washington concorda<br />

con l’Aiea sulla necessità di nuovi fondi<br />

per rafforzare la sicurezza dei siti nucleari<br />

contro i rischi di attacchi terroristici<br />

— e rendendo noto che per cominciare<br />

verseranno 1,2 milioni di dollari.<br />

Il «Rapporto sulla protezione dal terrorismo<br />

nucleare», presentato ieri dall’Agenzia<br />

internazionale, comprende anche<br />

un programma per prevenire possibili<br />

attentati terroristici con l’impiego di<br />

materiale nucleare, una minaccia della<br />

dell'Onu accusano Iran e Pakistan di rimpatriare forzosamente<br />

profughi afghani.<br />

BOSNIA ED ERZEGOVINA Militari della forza multinazionale<br />

schierata in Bosnia ed Erzegovina hanno<br />

arrestato a Nord di Sarajevo quattro croato-bosniaci<br />

che tentavano di vendere sostanze radioattive adatte<br />

alla fabbricazione di ordigni nucleari.<br />

MEDIO ORIENTE Truppe israeliane hanno circon-<br />

dato le città palestinesi di Jenin e Nablus (Cisgiordania)<br />

in risposta all'attacco suicida contro un autobus<br />

compiuto giovedì da un estremista palestinese.<br />

Il Premier israeliano Ariel Sharon, in missione negli<br />

Usa, s'incontrerà lunedì con il Presidente Bush.<br />

CSI Vertice a Mosca della Comunità degli Stati<br />

indipendenti (Csi), formata dalle Repubbliche ex sovietiche.<br />

Il Presidente russo Putin denuncia la presenza<br />

in Georgia di basi dei ribelli islamici ceceni.<br />

MEDIO ORIENTE Dopo l'attacco palestinese che ha causato quattro morti<br />

L'esercito israeliano circonda<br />

due città autonome cisgiordane<br />

TEL AVIV, 1.<br />

Truppe israeliane hanno<br />

circondato ieri le città autonome<br />

di Jenin e Nablus, in<br />

Cisgiordania, in risposta all’attentato<br />

palestinese contro<br />

un autobus nel quale sono<br />

morte quattro persone.<br />

Lo hanno reso noto fonti<br />

della sicurezza israeliana,<br />

mentre la radio militare ha<br />

diffuso dichiarazioni del Ministro<br />

della difesa Benyamin<br />

Ben Eliezer che ha definito<br />

Jenin e Nablus «luoghi<br />

caldi del terrorismo».<br />

Prima che i soldati di Tel<br />

Aviv circondassero i due<br />

centri abitati, gli Stati Uniti<br />

avevano lanciato un invito<br />

alla calma. «Gli atti di terrorismo<br />

e di violenza devono<br />

finire ora», ha detto il portavoce<br />

del Dipartimento di<br />

Stato, Richard Boucher, chiedendo in<br />

particolare al Presidente dell'Autorità<br />

Palestinese (Ap), Yasser Arafat, di esercitare<br />

il massimo sforzo per porre fine<br />

agli attacchi degli estremisti. L’appello è<br />

giunto all’inizio di una visita di cinque<br />

giorni negli Usa del Primo Ministro<br />

israeliano, Ariel Sharon, che lunedì<br />

prossimo incontrerà a Washington il<br />

Presidente americano George W. Bush.<br />

Anche il Segretario generale delle Nazioni<br />

Unite, Kofi Annan, ha condannato<br />

le ultime violenze delle quali, ha detto,<br />

fanno le spese civili innocenti e che<br />

BOSNIA ED ERZEGOVINA Fermati 4 uomini<br />

Bloccato dalla Sfor un traffico<br />

di materiale nucleare bellico<br />

SARAJEVO, 1.<br />

Quattro croato-bosniaci sono stati arrestati<br />

ieri presso Kiseljiak, trenta chilometri<br />

a Nord di Sarajevo, dalla Sfor, la<br />

forza multinazionale sotto comando Nato<br />

dispiegata in Bosnia ed Erzegovina<br />

per mandato dell'Onu, mentre stavano<br />

cercando di contattare possibili acquirenti<br />

di sostanze radioattive adatte alla<br />

costruzione di ordigni bellici nucleari,<br />

secondo fonti della polizia bosniaca citate<br />

dalle agenzie di stampa internazionali.<br />

Dopo segnalazioni dei servizi di sicurezza,<br />

all’appuntamento per il contatto<br />

si sono presentati ieri poliziotti reparti<br />

dell’antiterrorismo bosniaci e un gruppo<br />

di carabinieri italiani delle Unità multinazionali<br />

specializzate (Msu) della Sfor.<br />

Secondo le fonti della polizia bosniaca<br />

ai quattro trafficanti sarebbero stati sequestrati<br />

diversi involucri di piombo<br />

contenenti sostanze radioattive ed esplodenti.<br />

I contenitori, di forma rotonda e<br />

alti tra i 25 e i 30 centimetri, avevano<br />

impresso il marchio della «Jna», l’esercito<br />

federale della disciolta Jugoslavia. In<br />

base alla descrizione fatta da fonti locali<br />

il materiale sarebbe «esplosivo ceramico<br />

che, implodendo, provoca un’altissima<br />

temperatura in grado di far esplodere le<br />

sostanze radioattive contenute».<br />

Il portavoce della Sfor, Zaryl Morrell,<br />

ha dichiarato che «alcune unità sono<br />

coinvolte in un’operazione di supporto<br />

alla polizia» ma non ha voluto fornire alcun<br />

ulteriore dettaglio. Da parte sua,<br />

Stefo Lehmann, il portavoce dell’Iptf, la<br />

polizia internazionale dell'Onu, ha detto<br />

«il materiale potrebbe essere un ordigno<br />

esplosivo pericoloso». A Kiseljiak sono<br />

quale si è parlato in varie occasioni dopo<br />

le stragi dell’11 settembre scorso a<br />

New York e a Washington. Il rapporto<br />

indica alcune «misure urgenti» contro il<br />

traffico di materiale nucleare rubato od<br />

ottenuto illegalmente per impedire che<br />

esso finisca nelle mani di terroristi.<br />

Negli ultimi anni, secondo il rapporto<br />

dell'Aiea, sono state confermate come<br />

vere 175 segnalazioni di traffici illegali<br />

con materiale nucleare. Il controllo e la<br />

tutela del materiale nucleare in alcuni<br />

Stati deve essere notevolmente migliorato,<br />

si legge nel rapporto, che non fa nomi.<br />

Il Direttore El Baradei in un’intervista<br />

all'agenzia «Reuters» ha aggiunto<br />

che oggi l’attenzione è focalizzata sulla<br />

ex Unione Sovietica: «Penso che possiamo<br />

usare i dati che abbiamo sui traffici<br />

illegali come un indicatore (delle aree<br />

problematiche) e una quantità di essi<br />

viene dalla ex Unione Sovietica. Questa<br />

è chiaramente l’area dove dobbiamo appuntare<br />

l’attenzione da subito».<br />

Secondo il rapporto è inoltre importante<br />

un miglioramento sostanziale della<br />

sicurezza di installazioni nucleari come<br />

centrali energetiche e depositi di materiale,<br />

in modo che possano resistere anche<br />

ad atti di sabotaggio ed alle conseguenze<br />

di «gesti di estrema violenza».<br />

ignorano la giustizia, ostacolando la via<br />

verso la pace. Annan «è turbato» dall’impennata<br />

di violenza che ha registrato<br />

l’uccisione di un leader palestinese, la<br />

morte di cinque ragazzi a Gaza e l’attacco<br />

suicida contro un autobus in Israele,<br />

ha riferito il suo portavoce, Manoel de<br />

Silva e Almeida. Il Segretario, ha continuato,<br />

condanna nel modo «più fermo»<br />

tutti «gli attacchi ai danni di civili innocenti<br />

e le esecuzioni senza processo» di<br />

nemici che alimentano le animosità e<br />

ostacolano la pace. Annan ha inoltre<br />

rinnovato l’appello per la fine immedia-<br />

stati chiamati da Sarajevo alcuni tecnici<br />

in materia nucleare, che oggi dovranno<br />

aprire gli involucri di piombo ed esaminarne<br />

il contenuto.<br />

Secondo uno dei massimi esperti dell'ex<br />

Jugoslavia in questioni militari, il<br />

serbo Sasa Radic, in Bosnia ed Erzegovina<br />

esistevano industrie militari in grado<br />

di produrre materiale radioattivo per<br />

la «Jna». A detta di Radic però, si trattava<br />

di elementi non adatti alla costruzione<br />

di bombe nucleari vere e proprie, anche<br />

perché la quantità disponibile era<br />

piuttosto scarsa.<br />

Jugoslavia: attentato<br />

dinamitardo<br />

nel Sud della Serbia<br />

BELGRADO, 1.<br />

L’esplosione di un ordigno ha<br />

distrutto ieri a Rajince, un villaggio<br />

del Sud della Serbia abitato da<br />

albanesi, una guardiola della polizia<br />

multietnica per fortuna in quel<br />

momento vuota, di modo che l'attentato<br />

non ha provocato vittime.<br />

L’incidente, attribuito dalle autorità<br />

locali agli estremisti di etnia<br />

albanese contrari al processo di<br />

pace, si aggiunge però a una serie<br />

di episodi che hanno fatto crescere<br />

la tensione nell’area, pacificata<br />

solo nel maggio scorso dopo quasi<br />

due anni di guerriglia.<br />

Csi: Putin denuncia<br />

la presenza in Georgia<br />

di basi dei ribelli ceceni<br />

MOSCA, 1.<br />

Il Presidente russo, Vladimir Putin, ha<br />

denunciato ieri la presenza in Georgia di<br />

basi della guerriglia cecena che, ha detto,<br />

«occupa parte del territorio» del Paese<br />

confinante. Putin, parlando ad una<br />

conferenza stampa in occasione del vertice<br />

della Comunità degli Stati indipendenti<br />

(Csi) a Mosca, ha detto che «una<br />

parte della guerriglia cecena si trova in<br />

Georgia, con grande dispiacere per noi<br />

e per la popolazione georgiana».<br />

Secondo Putin nel Paese vicino si trovano<br />

«non solo combattenti e depositi di<br />

armi, ma anche laboratori per raffinare<br />

la droga». Ricevendo successivamente il<br />

Presidente georgiano, Eduard Shevarnadze,<br />

Putin ne ha tuttavia elogiato la<br />

«saggezza di uomo di Stato» per essere<br />

venuto alle celebrazioni del decimo anniversario<br />

della Csi incontrandosi con<br />

lui. Il Presidente russo ha aggiunto che<br />

Mosca è pronta a discutere con la Georgia<br />

tutti i problemi fra i due Paesi.<br />

Il vertice della Csi ha riaffermato l'impegno<br />

a partecipare attivamente alla lotta<br />

al terrorismo e alla costituzione di<br />

«un sistema globale di sicurezza capace<br />

di far fronte a nuove minacce e sfide».<br />

ta delle ostilità nella regione<br />

e per la ripresa del processo<br />

di pace.<br />

Intanto il generale della<br />

riserva americana, Anthony<br />

Zinni, giunto nei giorni<br />

scorsi in Medio Oriente per<br />

favorire la ripresa del dialogo,<br />

riferendosi agli estremisti<br />

che hanno intensificato<br />

le loro azioni terroristiche<br />

in concomitanza con il suo<br />

arrivo ha sottolineato che<br />

«questi gruppi non riusciranno<br />

a far fallire la mia<br />

missione». «Sono determinato<br />

a raggiungere il mio<br />

obiettivo, resterò tutto il<br />

tempo necessario», ha aggiunto<br />

al termine di un incontro<br />

con il Capo dello<br />

stato israeliano, Moshe Katsav.<br />

«La prima questione di<br />

cui dobbiamo occuparci —<br />

ha rilevato ancora — è la fine delle violenze»,<br />

per ottenere «un cessate-il-fuoco<br />

che non sia fondato su parole, ma su<br />

azioni concrete».<br />

Dall'arrivo di Zinni in Israele i gruppi<br />

radicali palestinesi hanno ucciso sette<br />

israeliani in vari attacchi. Ma secondo i<br />

dirigenti palestinesi la tensione sarebbe<br />

stata alzata da episodi come la morte di<br />

cinque bambini a Khan Yunes nell’esplosione<br />

di una mina antiuomo israeliana<br />

e l’uccisione (con razzi sparati da un<br />

elicottero) di Mahmud Abu Hanud, un<br />

leader di Hamas.<br />

Giappone: nata la figlia<br />

del Principe ereditario<br />

TOKYO — Sono cominciati i festeggiamenti<br />

in Giappone per la<br />

nascita della figlia del Principe<br />

ereditario Naruhito e della consorte<br />

Masako. L’Imperatore Akihito ha<br />

donato alla neonata una spada,<br />

simbolo della discendenza della<br />

dinastia nipponica, la più antica<br />

del mondo.<br />

Taiwan: aperti i seggi<br />

per le legislative<br />

TAIPEH — Si sono aperti venerdì a<br />

Taiwan i 13.511 seggi per le elezioni<br />

legislative che vedono in lizza<br />

476 candidati. Centossessantotto<br />

seggi del Parlamento saranno<br />

assegnati a suffragio, mentre altri<br />

41 saranno distribuiti col sistema<br />

proporzionale a rappresentanti di<br />

minoranze etniche e a taiwanesi<br />

all’estero. Gli elettori sono chiamati<br />

anche a designare sindaci e magistrati<br />

locali. Per le legislative si<br />

annuncia una lotta fra i due principali<br />

partiti, il Kuomintang (Ktm),<br />

maggioritario in seno alla Camera<br />

uscente eletta nel 1998, e il Partito<br />

democratico progressista (Ddp),<br />

del Presidente Chen Shui-bian.<br />

Obiettivo del Capo di Stato, la cui<br />

elezione nel marzo 2000 ha posto<br />

fine a 51 anni di Governo ininterrotto<br />

del Kmt, è accrescere il peso<br />

del suo partito in Parlamento per<br />

ottenere il sostegno che gli è mancato<br />

nella prima parte del suo<br />

mandato.<br />

America centrale: finita<br />

la stagione degli uragani<br />

CITTÀ DEL MESSICO — La stagione<br />

degli uragani si è conclusa in<br />

America centrale con un bilancio<br />

di 49 morti e ingenti danni in Honduras,<br />

Cuba, Nicaragua e Giamaica.<br />

La maggior parte delle devastazioni<br />

sono state causate dal<br />

passaggio dell’uragano «Michelle».<br />

I dati sono stati resi noti venerdì<br />

dal Centro nazionale per gli uragani<br />

(Cnh) di Miami, in Florida. Nel<br />

corso della stagione appena conclusa,<br />

precisa lo studio, si sono<br />

verificate quindici tempeste tropicali,<br />

nove delle quali si sono trasformate<br />

in uragani. Quattro di<br />

questi hanno raggiunto il grado<br />

massimo, con venti che hanno superato<br />

i 176 chilometri orari.<br />

Filippine: uccisi<br />

cinque ribelli islamici<br />

MANILA — Non meno di cinque<br />

partigiani del leader musulmano<br />

ribelle Nur Misuari sono stati uccisi<br />

venerdì dalle forze governative<br />

nell'isola di Mindanao (Sud delle<br />

Filippine). Reparti dell'esercito<br />

hanno intercettato e attaccato nella<br />

zona di Zamboanga una colonna<br />

di un centinaio di guerriglieri. Questi<br />

ultimi hanno lasciato sul terreno<br />

cinque morti e portato con sé<br />

nella fuga i corpi di altri compagni<br />

uccisi. Nelle file dei militari si sono<br />

avuti solo alcuni feriti. Nur Misuari<br />

è un ex governatore della regione<br />

autonoma musulmana di<br />

Mindanao. I suoi miliziani hanno<br />

lanciato recentemente sanguinosi<br />

attacchi per impedire le elezioni<br />

regionali, alle quali Misuari non si<br />

era potuto candidare per l'ostilità<br />

del suo partito.


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

Un rapporto che apre rilevanti problemi morali<br />

Natura e artificio<br />

ARMANDO RIGOBELLO<br />

Un antico detto latino che risale al<br />

«siglo de oro» che coinvolge l'Università<br />

di Salamanca, a quel tempo una delle<br />

più celebri università europee, afferma<br />

«Quod natura non fecit, Salmanca non<br />

dat», ossia ciò che non ci è dato dalla<br />

natura, neppure Salamanca può darcelo.<br />

L'opinione comune che il detto esprime<br />

è che la natura determini le cose e<br />

quindi i vari aspetti del reale in modo<br />

stabile, fisso per modificare il quale non<br />

vi è scienza ed arte possibili. La parola<br />

natura ha nel contesto un senso preciso,<br />

determinato, statico. È la forma del<br />

reale, suo elemento intelligibile, fondamento<br />

oggettivo.<br />

Se ci fermassimo a queste considerazioni<br />

il rapporto tra natura ed artificio<br />

risulterebbe molto chiaro: l'artificio è<br />

ciò che non è dato in natura, riguarda<br />

l'intervento dell'uomo che non modifica<br />

la natura ma la integra imitandola, prolungandola<br />

con l'invenzione.<br />

Nel linguaggio comune il termine artificio<br />

può alludere anche a qualcosa di<br />

negativo, al ricorso a tecniche sostitutive<br />

che riparino ad una mancanza, magari<br />

mettendo in atto abilmente ingannevoli<br />

apparenze. Se i termini natura ed<br />

artificio sono messi a confronto e divengono<br />

oggetto di discussione, è necessario<br />

un approfondimento che renda problematico<br />

il racconto enunciato nell'aforisma<br />

con cui si è iniziato l'articolo. Secondo<br />

il detto latino vi è infatti una alterità<br />

radicale tra natura ed artificio. La<br />

via per riaprire il discorso passa attraverso<br />

un approfondimento dell'idea di<br />

natura.<br />

Natura, si rapporta alla nascita, alla<br />

genesi di qualche corsa, alla forma nel<br />

senso di principio informante che presiede<br />

alla dinamica della formazione, nel<br />

senso aristotelico del termine. È un criterio<br />

di specificazione, ma richiama anche<br />

il duttile configurarsi dell'individuale<br />

entro le condizioni di esistenza proprie<br />

della specie. L'etimologia non è un argomento<br />

decisivo, ma tuttavia permette<br />

spesso di situare in un processo di sviluppo<br />

la nozione cui ci riferisce.<br />

Va notato inoltre che spesso si è andato<br />

perdendo la concezione genetica<br />

della natura in favore di quella statica in<br />

quanto quest'ultima è dedotta da modelli<br />

formali, maggiormente adatti a schemi<br />

rappresentativi dell'oggettività. Le<br />

ampie trasformazioni della fisica contemporanea<br />

hanno rivoluzionato la nozione<br />

stessa di concetto rappresentativo,<br />

rispecchiabile la natura oggettiva, così<br />

come la presenta la comune esperienza,<br />

è divenuto operativo.<br />

In quanto operativo non rappresenta<br />

fedelmente, ma ci da una conoscenza<br />

prospettica, secondo le modalità con cui<br />

gli strumenti di osservazione interrogano<br />

il dato. La teoria della relatività, il<br />

principio di indeterminazione, la teoria<br />

dei quanti, il principio di fallibilità sono<br />

alla base di questo dissolversi della fiducia<br />

positivista nella scienza oggettiva. La<br />

natura non è più lo scenario stabile e sicuro<br />

in cui riposare al riparo delle nostre<br />

inquisizioni soggettive. Le nostre<br />

rappresentazioni del mondo hanno lo<br />

stesso carattere provvisorio della conoscenza<br />

scientifica.<br />

La situazione epistemiologica contemporanea<br />

più avanzata modifica notevolmente<br />

il rapporto tra natura ed artificio.<br />

La natura perde la sua fissità, lo stesso<br />

rapporto con le sue interne dinamiche è<br />

condizionato dal nostro situarci nel confronto<br />

del fenomeno. Anche la nostra<br />

conoscenza della natura finisce quindi<br />

per essere il risultato di un artificio.<br />

La distinzione tra natura ed artificio<br />

ha ancora credito nell'esperienza comune,<br />

che è gran parte della esperienza<br />

umana, ma la consapevolezza della precarietà<br />

epistemologica che caratterizza il<br />

nuovo rapporto con il mondo oggettivo,<br />

apre una complessità di problemi resi<br />

ancor più complessi dalla complessità<br />

dell'uomo che li pone. Si aprono inoltre<br />

rilevanti questioni morali. Lo stesso concetto<br />

di natura umana non ha più confini<br />

sicuri e giunge addirittura ad essere<br />

radicalmente contestato.<br />

D'altra parte, però, ciò apre nuovi<br />

orizzonti per la riflessione morale in relazione<br />

ad artifici che entrano sempre<br />

più nella vita quotidiana e nei rapporti<br />

intersoggettivi. Questi nuovi rapporti<br />

possono produrre un'azione destabilizzatrice<br />

di consolidati sistemi di comportamento<br />

pubblico e privato, di abitudini<br />

collettive, ma può anche offrire impreviste<br />

occasioni di sviluppo non solo tecnologico,<br />

ma pure sul piano morale.<br />

La coscienza può sempre risvegliarsi<br />

di fronte a nuovi scenari di vita in relazione<br />

ai quali non si può non assumere<br />

nuove responsabilità. Non si agisce più<br />

infatti soltanto in rapporto al mondo oggettivo,<br />

ma pure in relazione a quel<br />

mondo che le nostre ingegnerie sanno<br />

costruire. Il mondo non è più solo natura<br />

ma anche artificio.<br />

L'insieme di queste considerazioni<br />

portano ad individuare nuove modalità<br />

in cui il mondo diviene oggi luogo dell'etica,<br />

secondo una felice espressione di<br />

Jean Ladrière sviluppata nell'opera L'etica<br />

nell'universo della razionalità (ed.it.,<br />

Vita e Pensiero, Milano 1997). Ciò si<br />

chiarisce attraverso un duplice approfondimento<br />

su la dimensione etica dell'esistenza<br />

e sulla insostituibile mediazione<br />

del soggetto.<br />

Esistere per l'uomo significa anche, e<br />

in maniera precipua, agire. L'esistenza<br />

ci è data, ma in essa si fonda la nostra<br />

azione e nell'analisi di essa cogliamo i<br />

criteri che la guidano intenzionalmente.<br />

La volontà realizzatrice è un elemento<br />

costitutivo dell'esistenza umana.<br />

È alla luce di queste considerazioni<br />

che possiamo intendere l'artificio come<br />

un ambito specifico dell'iniziativa dell'uomo<br />

ragionevolmente fondata. L'impulso<br />

esistenziale, la capacità tecnica, la<br />

finalità morale si intrecciano quindi in<br />

un intervento positivo sulla natura ed insieme<br />

si limitano reciprocamente mediante<br />

una sapienziale prudenza che<br />

sappia indicare nuove possibilità di fronte<br />

al duplice bolto dell'artificio: la sua<br />

azione destabilizzatrice e la sua offerta<br />

di nuove aree di impegno; la contestazione<br />

di forme superate e la proposta di<br />

nuovi orizzonti normativi in un quadro<br />

semantico rinnovato.<br />

È doveroso a questo punto fare un'ulteriore<br />

considerazione che spesso è sottesa<br />

in questioni come queste che stiamo<br />

dibattendo. Si ricorre al concetto di<br />

compatibilità che, nel nostro caso, significa<br />

quali limiti vi siano tra naturale<br />

ed artificiale entro i quali il loro rapporto<br />

sia fecondo e non contraddittorio.<br />

Compatibilità è un concetto chiaro<br />

nel suo significato letterale, ma nel quale<br />

ricompaiono le questioni relative a ciò<br />

che è naturale. Questo avviene quando<br />

ci domandiamo nei confronti di che cosa<br />

venga valutata la compatibilità. In<br />

che, in fondo, riconduce a quanto ci si<br />

chiedeva all'inizio dell'articolo: che cosa<br />

si deve intendere per natura?<br />

Un passo in avanti comunque c'è stato<br />

poiché la nozione di compatibilità<br />

comporta l'articolazione tra l'ipotesi e la<br />

sua verifica, non solo in termini speculativi,<br />

ma anche nel concreto esercizio sul<br />

campo. Non è scontato che l'impegno<br />

nella verifica ed i risultati cui eventualmente<br />

si pervenga si configurino come<br />

invenzione creativa compatibile.<br />

Vi sono dei limiti «quos ultra citraque<br />

non licet consistere rectum», limiti al di<br />

qua ed al di là dei quali non è possibile<br />

rimanere in equilibrio, recita un verso di<br />

Orazio. Al di là di ogni considerazione e<br />

di ogni sforzo, vi è un limite, vi sono<br />

«certi denique fines» oltre i quali non si<br />

può andare, altrimenti il nostro agire ci<br />

porta alla contraddizione, alla sclerosi<br />

dell'azione, ed ad una attività avventurosa<br />

e inconsulta.<br />

La natura ritorna a farsi sentire, questa<br />

volta in funzione destabilizzatrice,<br />

ma di quell'ordine arbitrario che noi<br />

avessimo eventualmente tentato di instaurare<br />

con un imprudente artificio. Il<br />

progresso senza contraddizioni, il funzionale<br />

come norma incontrovertibile<br />

sono ingredienti di un illuminismo utopico.<br />

Occorre quindi passare dall'Humanismus,<br />

all'umanesimo, cioè al sapiente<br />

equilibrio, alla saggezza che vede<br />

nel limite non tanto il blocco di ogni<br />

mutamento, ma piuttosto una condizione<br />

per un'azione innovatrice, efficace,<br />

durevole condotta nel quadro di un'effettiva<br />

compatibilità tra natura ed artificio.<br />

Dovrebbe essere questo un tratto<br />

fondamentale del nuovo umanesimo.<br />

Il rapporto natura ed artificio non<br />

apre solo problemi tecnici, non sollecita<br />

soltanto l'inventività e non richiede solo<br />

saggi equilibri pratici. Apre rilevanti problemi<br />

morali che investono la natura<br />

umana in maniera diretta dall'intelligenza<br />

artificiale alla procreazione artificiale;<br />

investe quindi la bioetica come pure i<br />

temi connessi alla vita singola e collettiva<br />

da quelli dell'ambiente geografico,<br />

dell'atmosfera, dei cibi modificati.<br />

Tutto ciò richiede rigorose indagini e<br />

competenze scientifiche adeguate, ma<br />

rimane comunque pregiudiziale il livello<br />

speculativo della questione, ossia il significato<br />

ed il senso di natura e in particolare<br />

di natura umana. Nella natura umana<br />

i problemi si complicano perché la<br />

biologia si intreccia con la spiritualità,<br />

l'abilità tecnica con la coscienza morale.<br />

Approfondimento quindi, rigorosa ricerca<br />

da un lato, analisi delle istanze che<br />

emergono dal vissuto, studiate sul campo<br />

ed insieme valutate alla luce di una<br />

natura che è «simplex in vitalitate, duplex<br />

in humanitate». Un ampio terreno<br />

ove esercitare un'arte antica: l'epimeleia,<br />

la «cura dell'anima», nel senso globale<br />

di preoccupazione per la persona.<br />

Solofra (AV) 2 dicembre<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 2 Dicembre 2001<br />

A proposito di un recente intervento<br />

«Protagonismo prometeico» e dignità umana<br />

ANGELO MARCHESI<br />

A scanso di pericolosi e tragici equivoci<br />

biologici e morali bisognerà ricordare<br />

sempre che quando, nella unione tra uomo<br />

e donna, si forma una cellula germinale<br />

lì si trova già dentro il patrimonio<br />

genetico dei cromosomi del padre e della<br />

madre, patrimonio che è destinato a<br />

svilupparsi nel grembo materno, senza<br />

soluzione di continuità (!), in vista della<br />

nascita e della sua crescita come «persona<br />

umana».<br />

È proprio quello che mostrano di non<br />

ricordare né di avere realmente ed eticamente<br />

capito coloro che pretendono di<br />

procedere alla clonazione dell’essere<br />

umano solo sulla base di procedimenti<br />

rischiosi ed avventati di... ingegneria genetica,<br />

non tenendo in alcun conto<br />

Appuntamenti culturali<br />

Un volume<br />

sulle Missioni Cattoliche<br />

in Cina dal 1928 al 1946<br />

Nella Collegiata s. Michele Arcangelo<br />

di Solofra domenica 2 dicembre,<br />

alle ore 18.30, verrà presentato<br />

il volume «“Fondare la Chiesa”<br />

in Estremo Oriente. Le Missioni<br />

Cattoliche in Cina dal 1928 al<br />

1946» di Vincenza Cinzia Capristo.<br />

Roma, 6 dicembre<br />

Il piano di bacino<br />

del Po<br />

Il 6 dicembre alle ore 16, presso<br />

l'Accademia Nazionale dei Lincei a<br />

Palazzo Corsini, Roberto Passino<br />

terrà la «Presentazione del piano<br />

di bacino del fiume Po».<br />

La Chiesa<br />

detta<br />

«di san Paolo»<br />

a Cesarea<br />

Una serie di videocassette girate nelle località che ospitarono l'Apostolo<br />

Da Tarso a Roma: un itinerario<br />

archeologico sulle orme di Paolo<br />

DANILO MAZZOLENI<br />

Nell'ambito del Multimedia World Forum, organizzato<br />

a Roma dal 22 al 24 novembre presso la Fabbrica<br />

di san Michele a Ripa e come manifestazione collaterale<br />

al Congresso Mondiale dell'OCIC e Unda — in<br />

cui si è tracciato un bilancio degli attuali programmi<br />

educativi religiosi realizzati con i più moderni mezzi<br />

di informazione, dando notizia delle iniziative già avviate<br />

e programmate per il futuro — è stata ufficialmente<br />

presentata una produzione in avanzata fase di<br />

realizzazione da parte del Centro di Produzioni Audio-<br />

visive delle Assicurazioni Generali, di concerto<br />

con le Paoline Multimedia.<br />

Un tema davvero impegnativo, pur se affascinante,<br />

sarà affrontato in una serie di sei videocassette<br />

di circa mezz'ora l'una: «Paolo: da Tarso<br />

al mondo». Il progetto ha avuto il patrocinio<br />

dell'Ufficio Comunicazioni Sociali della CEI, della<br />

Biblioteca Apostolica Vaticana.<br />

Il testo e la regia sono di Alberto Castellani,<br />

un nome non nuovo in questo settore che ha già<br />

firmato molti documenti di tematica religiosa ed<br />

artistica, fra i quali, in primo luogo, l'apprezzata<br />

serie «Sulle orme di Cristo», tradotta in molte<br />

lingue e diffusa in tutto il mondo. Egli si è avvalso<br />

della consulenza scientifica di Romano<br />

Penna, docente della Pontificia Università Lateranense.<br />

Questo racconto per immagini, che si ispira al<br />

percorso delineato dagli Atti degli Apostoli, intende<br />

seguire proprio l'itinerario percorso da san<br />

Paolo dalla natia Tarso, che nell'antichità fu città<br />

importante della Cilicia, ed oggi è un centro<br />

della Turchia, avendo come punto di partenza<br />

ideale la folgorazione sulla via di Damasco e la<br />

prodigiosa trasformazione di un persecutore in<br />

un grande fautore del messaggio di Gesù.<br />

Il film ripercorre circa trent'anni di incessante<br />

missione evangelizzatrice di Paolo, seguendolo<br />

attraverso i suoi viaggi in Siria, in Turchia, in<br />

Israele, a Cipro, Rodi, Creta e Malta, per giungere<br />

poi in Italia, dalla Sicilia alla Campania e,<br />

lungo la via Appia, fino a Roma, dove l'aspettava<br />

la corona del martirio.<br />

Nella fase preparatoria di questa produzione<br />

sono state privilegiate due fonti soprattutto, gli<br />

Atti degli Apostoli e le epistole paoline, nelle<br />

quali emerge meglio la personalità mistica e dottrinale<br />

di Paolo, accanto a quella più propriamente<br />

missionaria. Nella stesura del testo, in<br />

cui si è cercato di mantenere un linguaggio sem-<br />

Roma, 7 dicembre<br />

Globalizzazione e dialogo<br />

«Dialogue on Globalization: Challenges<br />

and Opportunities for Countries<br />

of the Asia Group» è il tema<br />

della conferenza che si terrà, il 7<br />

dicembre alle ore 10, presso l'Istituto<br />

Patristico Agostiniano.<br />

Roma, fino all'8 dicembre<br />

XX Settimana internazionale<br />

del Cinema muto<br />

La XX Settimana internazionale del<br />

Cinema muto è in corso (fino all'8<br />

dicembre) presso il Museo Internazionale<br />

del Cinema e dello Spettacolo<br />

(via Portuense 101). In programma<br />

proiezioni no-stop dalle<br />

ore 15 alle ore 20.<br />

Resti<br />

di un arco<br />

romano<br />

nella città<br />

di Tarso<br />

plice ed immediato, anche se ineccepibile dal punto<br />

di vista religioso e scientifico, si sono tenute presenti<br />

le testimonianze di quanti conobbero Paolo, i giudizi<br />

degli storici antichi, i versi dei poeti che ne celebrarono<br />

le gesta, mirando a farlo conoscere anche come<br />

uomo delsuo tempo, sia pure dotato di eccezionali<br />

carismi.<br />

Tramite l'efficacia e l'immediatezza delle immagini,<br />

il video vuole quindi presentare, con l'ottica del resoconto<br />

giornalistico, e non della fiction, quei luoghi,<br />

che furono teatro del suo operato, come sono oggi,<br />

quanto una precisa e motivata concezione<br />

etica filosofica, prima ancora che<br />

teologica, dice a chiare lettere.<br />

Con le recenti notizie apparse sui<br />

quotidiani e diffuse dalle televisioni su<br />

esperimenti di clonazione umana, apparentemente<br />

celati dietro lo scopo terapeutico<br />

per altri individui, si sta assistendo<br />

ad un ennesimo tentativo di<br />

«protagonismo prometeico» che pretende<br />

di fare a meno di ogni regola e di<br />

ogni criterio etico, confidando in un<br />

operazionismo biologico cellulare fine a<br />

se stesso.<br />

Questo significa solo che l’uomo, la<br />

persona umana, non conta più nulla, o<br />

meglio, che solo certi individui possono,<br />

per risorse economiche, asservire a se<br />

stessi la vita biologica e cellulare di altri<br />

esseri umani, sino alla loro eliminazione<br />

programmata. Non è chi non veda l’eccesso<br />

immorale, inumano e l’odiosità di<br />

una simile situazione.<br />

C’è chi, di fronte ad una simile prospettiva<br />

prometeica, ha sostenuto, come<br />

Ida Magli (su Il Giornale di lun. 26 novembre),<br />

che: «Eravamo già tutti eguali»,<br />

in quanto, sulla base di una logica<br />

perversa, adottata da un certo pensiero<br />

contemporaneo, abbiamo lasciato crescere<br />

la convinzione che siamo tutti<br />

uguali e che «ogni individuo vale l’altro,<br />

è interscambiabile con l’altro».<br />

«Lo abbiamo affermato nella vita sociale<br />

— scrive la Magli — nella vita politica,<br />

nella vita religiosa, e dunque la<br />

biologia non poteva sfuggirvi. Siamo<br />

partiti dal siamo tutti uguali e siamo<br />

arrivati alla clonazione che rappresenta,<br />

appunto, la realizzazione perfetta dell’uguaglianza».<br />

E ancora: «... soltanto se<br />

ogni uomo è interscambiabile con l’altro,<br />

l’unica cosa che conta è il presente,<br />

il raggiungimento degli scopi nel presente,<br />

cancellando qualsiasi interesse per il<br />

futuro, per la prosecuzione della vita,<br />

del poppo e della specie».<br />

Qui occorre però fare una precisazione<br />

indispensabile, giacché sulla asserzio-<br />

Corinto: la via principale dell'epoca romana<br />

«La decollazione di s. Paolo»<br />

(Sarcofago di Giunio Basso nelle Grotte Vaticane)<br />

Apamea (Siria):<br />

resti del colonnato<br />

della città romana<br />

ne della nostra «uguaglianza umana» è<br />

necessario non ingenerare equivoci.<br />

Ogni uomo è «uguale» ai suoi simili in<br />

quanto ha una comune natura e sostanza<br />

umana, derivata da un Principio originario<br />

che ha, liberamente, dato inizio<br />

alla catena della vita umana (e delle altre<br />

realtà, ad essa inferiori). L’esistenza<br />

umana non ce la siamo data noi, l’abbiamo<br />

ricevuta dai nostri genitori e progenitori<br />

e siamo portatori di una capacità<br />

procreativa che, di nuovo, non abbiamo<br />

costruito noi, ma che abbiamo ricevuto<br />

per trasmetterla alle generazioni<br />

future.<br />

In questo senso «siamo ontologicamente<br />

tutti eguali», davanti al Principio<br />

che ci ha lanciato nell’esistenza, e quindi<br />

nessuno può pretendere di avere diritto<br />

di vita o di morte sul proprio simile.<br />

Anche chi ha responsabilità di governo<br />

ed autorità sui propri simili le deve<br />

attuare rispettando la vita di tutti gli altri<br />

e gestendo il potere solo in vista del<br />

bene comune.<br />

Già s. Agostino ricordava che l’uomo<br />

non ha diritto di dominio sull’uomo, ma<br />

solo sul bestiame (non hominem homini,<br />

sed hominem pecori!).<br />

Tuttavia, proprio perché ogni uomo<br />

non è racchiuso in un ciclo unicamente<br />

terreno, (»Homo non ordinatur ad communitatem<br />

politicam secundum se totum<br />

et secundum omnia sua (...). Sed<br />

totum quod homo est, et quodpotest et<br />

habet, ordinandum est ad Deum», ricordava<br />

già Tommaso d’Aquino, nella<br />

sua Summa theologica; I IIae, q. 21, a.<br />

4, ad 3um), ma è destinato ad un esito<br />

metastorico, in forza del suo spirito immortale,<br />

ogni uomo costituisce una realtà<br />

irripetibile, che non può essere confusa<br />

con nessun'altra e quindi non può<br />

mai essere usato come mezzo, ma solo<br />

rispettato come «fine» per la sua «dignità<br />

umana». Fine dell’uomo può essere<br />

solo una realtà assoluta, infinita.<br />

Anche Kant, ribadiva questa verità,<br />

pur non avendo saputo fondare e giustificare,<br />

nella sua Critica della Ragion<br />

con il traffico, i commerci, il brulicare dei turisti e<br />

della vita di ogni giorno.<br />

Durantele riprese, in gran parte già effettuate, hanno<br />

indubbiamente costituito lo sfondo più suggestivo<br />

e prezioso le maestose vestigia archeologiche delle diverse<br />

località visitate da Paolo, da Damasco ad Apamea,<br />

da Antiochia a Pompeiopoli, da Perge a Filippi.<br />

Altre volte, quando l'edilizia moderna ha cancellato<br />

letraccedelpassato,tuttavialasuggestione resta e pare<br />

di sentire ugualmente nell'aria le vibranti parole di<br />

Paolo,chetalora suscitarono forti opposizioni, ma an-<br />

che tanto seguito fra genti di etnia e costumi diversi,<br />

che rimanevano affascinate dalle sue parole, di<br />

modo che la realtà lascia spazio all'immaginazione.<br />

Le immagini e il commento cercheranno<br />

perciò di trasmettere allo spettatore le sensazioni<br />

che si provano tuttora ad Efeso, a percorrere<br />

l'antica via colonnata romana contornata da<br />

maestose rovine su cui certamente l'Apostolo era<br />

più volte transitato, o tra i resti di una villa di<br />

età imperiale a Malta si immaginerà di vedere<br />

Paolo, in trepida attesa della fine della cattiva<br />

stagione per poter riprendere il mare alla volta<br />

di Roma, dove si doveva compiere il suo destino<br />

terreno.<br />

La visione dei luoghi paolini sarà inframmezzata<br />

da quella di pitture, mosaici, miniature,<br />

sculture che riproducono l'Apostolo, accuratamente<br />

scelte dal regista da un'ampia documentazione<br />

raccolta nei codici miniati delle biblioteche,<br />

negli affreschi delle catacombe e delle chiese,<br />

nelle tele di grandi Maestri, sulla scorta di<br />

quello che per prima l'arte paleocristiana aveva<br />

elaborato e diffuso fin dall'inizio del IV secolo.<br />

In conclusione, con questa produzione su san<br />

Paolo lo scopo del regista è quello di dare «un<br />

contributo di comunicazione, che potrà rivelarsi<br />

riflesso emotivo di grande impatto, perché testimone<br />

del grande fascino spirituale dell'Apostolo<br />

delle genti».<br />

In un'epoca in cui troppe volte prodotti multimediali<br />

con «pretese» culturali si mostrano invece<br />

poveri di contenuti e ricchi di superficialità,<br />

fa piacere che vangano portate avanti con serietà<br />

e rigore iniziative di diverso spessore.<br />

Il film, la cui distribuzione è annunciata per<br />

l'autunno del 2002, mentre le ultime sequenze<br />

saranno girate nei prossimi mesi, sarà suddiviso<br />

in sei puntate, che seguiranno le diverse tappe<br />

degli itinerari paolini: da Tarso a Damasco; da<br />

Cipro ad Antiochia; da Antiochia ad Alessandria;<br />

da Atene ad Efeso; da Corinto a Cesarea ed infine<br />

da Malta a Roma.<br />

pura, questa «dignità ontologica» della<br />

persona umana.<br />

Quindi, l’asserzione di Ida Magli secondo<br />

cui noi non saremmo tutti «uguali»,<br />

per poterci salvare dalle pretese prometeiche<br />

della clonazione e dell’ingegneria<br />

genetica, va precisata e liberata da<br />

equivoci superoministici.<br />

Noi uomini, siamo tutti eguali dal<br />

punto di vista ontologico, e proprio per<br />

questa uguaglianza costitutiva non possiamo<br />

essere asserviti a nessuna pretesa<br />

di umana ingegneria genetica, né all’inizio<br />

del nostro esistere, né alla fine della<br />

vita: quindi proprio per la realtà del nostro<br />

essere persone singole, irripetibili, e<br />

quindi differenti, non possiamo che avare<br />

come fine ultimo solo Dio, l’Assoluto<br />

che ci ha chiamati all’esistenza.<br />

Se non si tengono ben fermi ed in<br />

chiara luce questi pilastri dell’antropologia<br />

filosofica e dell’etica fondamentale,<br />

fatalmente si finisce per essere manipolati<br />

dalle pretese prometeiche, infondate<br />

ed illecite, di un operazionismo scientifico<br />

e di un’ingegneria genetica che non<br />

arretrano di fronte a qualunque limite.<br />

Nelle sabbie mobili dell’agnosticismo,<br />

del relativismo etico o dello storicismo<br />

assoluto non c’è speranza alcuna di<br />

salvezza per l’integrità della vita umana<br />

e per un autentico rispetto della persona<br />

umana e per il suo destino metastorico.<br />

Ida Magli, pur con i limiti della sua<br />

reazione sopra indicati, aggiunge opportunamente<br />

al termine del suo scritto:<br />

«Come si è deciso la non proliferazione<br />

delle armi atomiche, allo stesso modo si<br />

debbono vietare le (prometeiche) tecnologie<br />

genetiche.<br />

Senza la giustificazione terapeutica,<br />

perché attraverso quella è passato fino<br />

ad oggi il peggio della vanità dei medici<br />

e dell’egoismo dei malati».<br />

Occorre che tutti ci si renda conto dei<br />

pericoli insiti in una sconsiderata utilizzazione<br />

di tecnologie biologiche<br />

abbandonate a se stesse e senza controllo<br />

etico.


.<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 2 Dicembre 2001<br />

Corso di aggiornamento musicale per religiose<br />

Un saggio escatologico dedicato ai «Novissimi»<br />

Il pensiero alle verità ultime è una «bussola»<br />

che deve orientare la vita di ogni cristiano<br />

GINO CONCETTI<br />

Da qualche indagine demoscopica<br />

emerge che anche tra non pochi credenti<br />

sulla escatologia delle verità ultime o<br />

catechisticamente dette «Novissimi» si<br />

registra una specie di «amnesia». Alla<br />

morte non si può non pensare: se ne fa<br />

l'impatto ogni giorno, anzi più volte al<br />

giorno, se non altro perché i mezzi d'informazione<br />

riferiscono sul numero di incidenti<br />

mortali che avvengono sulle strade<br />

o nei posti di lavoro o nei conflitti armati.<br />

Alla morte però non si associano le altre<br />

verità: quelle che «cronologicamente»<br />

seguono, e cioè: il giudizio irrevocabile<br />

e inappellabile di Dio, la destinazione<br />

ultima dell'anima che sopravvive al<br />

corpo, all'eternità beata o all'eternità<br />

dannata.<br />

Nella letteratura monastica e cenobitica<br />

— ma anche in libri di ascetica — i<br />

«Novissimi» occupano un alto grado di<br />

priorità. Ad essi si attribuisce una funzione<br />

«deterrente» contro il peccato. Il<br />

motto diceva (tradotto dal latino) «ricordati<br />

dei Novissimi e non peccherai»-.<br />

Il pensiero, il ricordo delle verità ultime<br />

in cui è contenuto il destino metastorico<br />

ed eterno dell'uomo e della donna<br />

produce un giovamento benefico ai<br />

fini della salvezza. Se si pensa all'inferno,<br />

come conseguenza del peccato non<br />

perdonato o di cui non ci si è pentiti, si<br />

pone tutta l'attenzione e tutta la volontà<br />

per non commetterlo.<br />

Una «spiritualità» basata esclusivamente<br />

sui novissimi rischia però di non<br />

rivelare pienamente il «volto» di Dio.<br />

Non è sufficiente dire che non si deve<br />

peccare per timore del giudizio o per<br />

non essere destinati all'inferno. La vera<br />

identità di Dio rivelata in Cristo e da<br />

Cristo è l'amore. Dio — lo spiega molto<br />

bene san Giovanni apostolo ed evangelista<br />

— è amore e per amore ha inviato a<br />

noi il suo Figlio Unigenito, Cristo Gesù<br />

per salvarci. La religione di Cristo è fondata<br />

sull'amore. Dio ci ha amati per primo<br />

e noi dobbiamo rispondere a Dio<br />

con lo stesso amore e la stessa intensità.<br />

Quante volte nel Vangelo Gesù esprime,<br />

testimonia, pratica questo immenso<br />

amore perdonando i peccati, donando la<br />

grazia della salvezza e risanando dalle<br />

infermità. Bisogna perciò entrare in questa<br />

logica di amore e superare il criterio<br />

del timore che inizialmente potrebbe essere<br />

salutare per poi però passare alla<br />

categoria più perfetta.<br />

Nella religione dell'amore, del vero e<br />

sommo amore di Dio, i Novissimi svolgono<br />

un ruolo più spiccatamente positivo<br />

e stimolante. Ciascuno avverte che si<br />

deve amare Dio non solo perché egli ci<br />

ha amati per primo, ma lo si deve amare<br />

perché è degno di essere amato per<br />

se stesso, a prescindere dei benefici che<br />

si ricevono da lui. Chi è ripieno dell'immenso<br />

amore di Dio, di Cristo, dello<br />

Spirito Santo non teme san Paolo o come<br />

san Francesco d'Assisi consapevole<br />

che sarà un esodo dolce verso un'eternità<br />

felice senza fine. Sarà il compimento<br />

storico del pellegrinaggio verso Dio. Per<br />

quanti non hanno sufficiente coscienza<br />

dell'amore, la morte temuta costituisce<br />

comunque un forte richiamo alla grazia<br />

e alla detestazione del peccato. A che<br />

giova all'uomo guadagnare il mondo se<br />

non salva la sua anima? Questo monito<br />

di Cristo riecheggia come stimolo incentuantee<br />

memoria di libertà dal peccato.<br />

La morte e le altre tre verità escatologiche:<br />

giudizio, inferno e paradiso costituiscono<br />

oggetto di una riflessione di<br />

Justo Sánchez e Jorge Molinero: I Novissimi.<br />

Introduzione all'Escatologia,<br />

Milano 2001, Edizioni Ares, pp. 200,<br />

L. 24.000, ; 12, 39. Lo stile dell'esposizione<br />

non è di tipo scolastico in senso<br />

classico, mirando gli autori a rendere<br />

comprensibili ai moderni verità strettamente<br />

collegate alla fede in Dio e a Cristo<br />

come Figlio di Dio, redentore e salvatore<br />

dell'umanità. Chi manca di fede<br />

in Dio fa fatica ad accettare le verità<br />

che sono al di là della realtà visibile e<br />

sensibile.<br />

La fede della Chiesa è stata fedelmente<br />

trasmessa dagli apostoli e dai loro<br />

successori e lo sarà anche in futuro.<br />

Tuttavia in taluni ambienti sopravanza il<br />

dubbio. La Chiesa cattolica ha ribadito<br />

le verità escatologiche nel Concilia Vaticano<br />

II e in altri documenti autorevoli<br />

gli autori ricordano la Professione di fe-<br />

de di Paolo VI e la lettera della Congregazione<br />

per la dottrina della fede. Paolo<br />

VI, affermando la spiritualità e l'immortalità<br />

dell'anima e l'esistenza di<br />

un'escatologica per le anime separate<br />

dai corpi dichiara: «Noi crediamo, che<br />

le anime di tutti coloro che muoiono<br />

nella grazia di Cristo, sia che debbano<br />

ancora essere purificate nel purgatorio,<br />

sia che dal momento in cui lasciano il<br />

proprio corpo siano accolte da Gesù in<br />

Paradiso, come egli fece per il buon ladrone,<br />

costituiscono il popolo di Dio<br />

nell'aldilà della morte».<br />

La lettera della Congregazione per la<br />

dottrina della fede del 1979 Sopra alcune<br />

questioni che si riferiscono all'escatologica<br />

riassume in sette punti la dottrina<br />

escatologica cattolica. Il punto cardinale<br />

è che dopo la morte «la sopravvivenza<br />

e la sussistenza di un elemento<br />

spirituale, dotato di coscienza e volontà:<br />

cioè (commentano gli autori) dell'io<br />

umano senza il complemento del corpo:<br />

è quello che si suole chiamare anima».<br />

Sarà poi il giudizio inappellabile di Dio a<br />

determinare la condizione. O di gloria o<br />

di purificazione transitoria o di dannazione<br />

eterna. Certo l'atteggiamento di<br />

Cristo nei confronti del ladrone pentito<br />

è confortante per tutti quelli che al momento<br />

della morte ricevono da Cristo la<br />

stessa grazia e la stessa promessa. Gli altri<br />

invece devono prima purificarsi in<br />

purgatorio. Il purgatorio «dona all'anima<br />

la limpidezza assoluta che la visione<br />

beatifica richiede». L'esistenza del purgatorio<br />

richiama la pratica e la dottrina<br />

dei suffragi per i defunti. I quali «non<br />

sono un semplice ricordo affettivo, ma<br />

un aiuto vero che dobbiamo prestare a<br />

coloro che ora non possono più meritare<br />

per sé stessi».<br />

La terza destinazione riguarda i dannati,<br />

coloro che hanno rifiutato Dio e<br />

hanno combattuto la sua opera di salvezza.<br />

Il luogo di dimora è quello comunemente<br />

chiamato «inferno» e dura per<br />

tutta l'eternità. Gli autori ne dimostrano<br />

l'esistenza con i testi biblici e con la tradizione<br />

dei Padri e i pronunciamenti del<br />

magistero. Tra i testi recenti ricordano<br />

la Processione di fede di Paolo VI, la<br />

Lumen gentium del Vaticano II e il Ca-<br />

techismo della Chiesa cattolica. Il quale<br />

ultimo proclama: «La Chiesa cattolica<br />

nel suo insegnamento afferma l'esistenza<br />

dell'inferno e la sua eternità. Le anime<br />

di coloro che muoiono in stato di peccato<br />

mortale, dopo la morte discendono<br />

immediatamente negli inferi, dove subiscono<br />

le pene dell'inferno». La pena<br />

principale «consiste nella separazione<br />

eterna da Dio, nel quale soltanto l'uomo<br />

può avere la vita e la felicità per i quali<br />

è stato creato e alle quali aspira». Per<br />

comprendere e considerare in maniera<br />

più razionale l'esistenza e l'eternità dell'inferno,<br />

gli autori consigliano di avere<br />

«una maggiore conoscenza del mistero<br />

dell'amore e della giustizia divine, della<br />

sua offerta di salvezza lungo tutto il corso<br />

della vita di ciascun uomo, del mistero<br />

dell'uomo, della sua libertà e dell'indurimento<br />

del suo cuore, che cosa significa<br />

realmente il peccato». La considerazione<br />

dell'inferno e della sua eternità dovrebbe<br />

indurre, anche il peccatore più<br />

ostinato, a non rifiutare il dono della<br />

salvezza che Dio offre a ciascun essere<br />

umano in ogni istante della vita.<br />

Il culmine dell'escatologia lo si raggiunge<br />

alla fine dei tempi, alla parusia,<br />

al ritorno del Signore della gloria come<br />

giudice supremo dei vivi e dei morti, come<br />

ricapitolatore di tutte le cose che riconsegnano<br />

del Padre. La morte è un<br />

esodo per l'anima, il corpo invece si disfà<br />

nella tomba. Hanno fatto eccezione<br />

il corpo di Cristo che è risorto per la potenza<br />

di Dio e il corpo di Maria, assunto<br />

al cielo per la potenza del suo Figlio che<br />

l'ha voluta accanto a sé nella gloria. La<br />

risurrezione dei corpi è connessa alla risurrezione<br />

finale, in attesa della parusia,<br />

della seconda venuta del Signore della<br />

gloria. «La risurrezione di Cristo — scrivono<br />

gli autori — è causa efficiente per<br />

coloro che credono in lui, primizia di<br />

coloro che dormono nel sonno della<br />

morte, è il primogenito di coloro che risuscitano<br />

dai morti. La nostra risurrezione<br />

sarà a immagine della risurrezione<br />

di Cristo». E anche il nostro corpo —<br />

quello s'intende dei salvati — sarà simile<br />

a quello di Cristo. Tutto ciò avverrà nella<br />

parusia». In questo senso l'escatologia<br />

«è come una bussola che orienta<br />

la vita umana»; soprattutto la vita del<br />

cristiano.<br />

MILANO Giornata di studio all'Università Cattolica del Sacro Cuore<br />

Teologia, cultura e pastoralità in Mons. Carlo Colombo<br />

Con la giornata di studio tenutasi venerdì<br />

30 novembre, presso l’aula Pio XI<br />

dell’Università Cattolica del Sacro Cuore<br />

di Milano, si è concretizzata la possibilità<br />

di realizzare una biografia del Vescovo<br />

Monsignor Carlo Colombo, di cui<br />

quest’anno si è ricordato il decennale<br />

della morte, avvenuta a Milano l’11 febbraio<br />

1991. Il Presule era nato a Olginate,<br />

vicino a Lecco, il 13 aprile 1909, e il<br />

centenario della nascita potrebbe costituire<br />

un traguardo verso cui puntare<br />

con i risultati di una ricerca storica.<br />

«Figura grandiosa» — come l’ha definito<br />

il Cardinale Carlo Maria Martini,<br />

Arcivescovo di Milano — Monsignor Colombo<br />

è ricordato per molti motivi: la<br />

sua finissima intelligenza applicata agli<br />

studi teologici, la collaborazione con Papa<br />

Paolo VI, la partecipazione al dibattito<br />

conciliare, l’attenzione all’attività pastorale<br />

dei sacerdoti milanesi, l’impegno<br />

per la Fondazione Ambrosiana Paolo VI.<br />

Quest’ultima è stata fra i promotori del<br />

convegno, insieme con la Facoltà Teologica<br />

dell’Italia Settentrionale, il Seminario<br />

arcivescovile di Milano, l’Istituto superiore<br />

di studi religiosi, con il patrocinio<br />

dell’Arcidiocesi di Milano.<br />

Una personalità poliedrica, dunque,<br />

un uomo ed un sacerdote che mise i<br />

propri talenti a servizio della Chiesa locale<br />

e universale. Per ricordarlo sono intervenuti<br />

studiosi, amici e parenti, fra i<br />

quali il fratello Bernardo con la moglie<br />

ed il sindaco e il parroco di Olginate.<br />

Erano presenti anche alcuni Vescovi:<br />

Mons. Pasquale Macchi, Arcivescovo<br />

Prelato emerito di Loreto, già segretario<br />

di Papa Paolo VI e presidente della<br />

«Fondazione Ambrosiana Paolo VI» che<br />

ha sede a Villa Cagnola presso Varese;<br />

Mons. Giovanni Volta, Vescovo di Pavia<br />

e già assistente spirituale alla Cattolica;<br />

Mons. Bernardo Citterio, Ausiliare di<br />

Milano (ordinato nello stesso anno di<br />

Monsignor Colombo, il 1931); Mons. Libero<br />

Tresoldi, Vescovo emerito di Crema;<br />

Mons. Luigi Belloli, Vescovo emerito<br />

di Anagni-Alatri; ed inoltre il Vicario<br />

generale della Diocesi di Lugano, Mons.<br />

Oliviero Bernasconi. Con una lettera di<br />

Mons. Giuseppe Betori, Segretario della<br />

Conferenza Episcopale Italiana, è pure<br />

giunto al simposio il saluto del Presidente<br />

Cardinale Camillo Ruini.<br />

I lavori sono stati moderati da Don<br />

Mario Delpini, Rettore del Seminario arcivescovile.<br />

All’inizio della giornata ha<br />

portato il saluto ai presenti il Rettore<br />

Sergio Zaninelli, il quale ha offerto la disponibilità<br />

della Cattolica, con le proprie<br />

energie e competenze, a collaborare ad<br />

una biografia del compianto Vescovo<br />

«che fu personalità di straordinario rilievo<br />

nella vita del nostro ateneo», fino ad<br />

essere Presidente dell’Istituto Giuseppe<br />

Toniolo di studi superiori.<br />

Ha preso poi la parola il Cardinale<br />

Martini, che ha ringraziato gli organizzatori<br />

e si è augurato che si possa preparare<br />

il materiale per una «biografia<br />

ampia e ragionata» di Monsignor Colombo.<br />

Egli ne ha poi presentato dei ricordi<br />

personali: «Lo conobbi la prima<br />

volta all’inizio degli anni Sessanta — ha<br />

Per un NATALE cristiano<br />

pensa ad un regalo cristiano<br />

REGALA<br />

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Avrà inizio lunedì 3 dicembre il corso di aggiornamento<br />

liturgico-musicale per l'Avvento e<br />

il Natale predisposto dall'Associazione Italiana<br />

Santa Cecilia.<br />

Gli incontri si terranno ogni giorno dalle ore<br />

15 alle 17, fino a venerdì 7, presso la «Sala<br />

dei Papi» del Circolo San Pietro, nel Palazzo<br />

San Calisto.<br />

Al corso sono invitate le religiose — postulanti<br />

e novizie — animatrici del canto nelle lo-<br />

detto — quando ero giovane professore<br />

al Pontificio Istituto Biblico. Egli, molto<br />

gentile, venne da me e mi propose di<br />

studiare gli esegeti del tempo di Galileo,<br />

in vista del centenario della sua nascita,<br />

per vedere se vi fossero stati contatti tra<br />

le due parti. Mi stupii, fra l’altro, che<br />

questo aspetto non fosse stato ancora<br />

affrontato. Da quello studio emerse che<br />

quegli studiosi non avevano preso in<br />

considerazione le argomentazioni del<br />

Galilei, restando legati al sistema tolemaico,<br />

non c’era stato contatto fra i due<br />

e mi parve di cogliere che nel ragionare<br />

Galileo era più acuto, più sobrio e più<br />

convincente. Io composi un articolo di<br />

cui Monsignor Colombo fu contento».<br />

In questa iniziativa, così come in altre<br />

— ha aggiunto il Porporato — si nota<br />

l’abilità del Colombo nel trovare temi<br />

nuovi, la sua larghezza di vedute, la sua<br />

capacità di coinvolgere giovani studiosi.<br />

E pure una capacità «anticipatrice» su<br />

alcuni temi, come quello della «purificazione<br />

della memoria». A Mons. Colombo<br />

poi non mancava l’ironia: «Egli — ha<br />

concluso il Cardinal Martini — soleva ripetere,<br />

che quando uno è teologo ed è<br />

intelligente e diventa Vescovo, non perde<br />

né l’intelligenza né la teologia, intendendo<br />

che riteneva di poter continuare<br />

a dire qualcosa sui problemi della Chiesa<br />

di oggi».<br />

Durante la giornata si sono poi susseguite<br />

le relazioni, a partire da quella di<br />

Mons. Antonio Rimoldi, docente di Storia<br />

della Chiesa nei seminari e presso la<br />

Facoltà Teologica, che ha trattato de<br />

«Gli anni della formazione (1909-1931)»;<br />

è seguito il prof. Massimo Marcocchi,<br />

docente di Storia del Cristianesimo presso<br />

la Facoltà di Lettere in Cattolica. Nel<br />

pomeriggio, poi, hanno preso la parola<br />

Mons. Giuseppe Colombo, Don Franco<br />

Giulio Brambilla e Don Saverio Xeres,<br />

tutti e tre della Facoltà Teologica dell’Italia<br />

Settentrionale. Il prof. Giorgio Rumi,<br />

docente di Storia contemporanea<br />

presso l’Università degli Studi di Milano,<br />

ha tratto le conclusioni al termine dei<br />

lavori.<br />

La giornata è nata a partire dall’idea<br />

di condurre uno studio sulla teologia in<br />

Mons. Carlo Colombo: un’idea anzitutto<br />

di Mons. Giuseppe Colombo, il quale<br />

nel proprio intervento ha trattatto della<br />

«Teologia di Carlo Colombo» e specialmente<br />

della sua ricerca di un rigore metodologico<br />

applicato poi al superamento<br />

di alcune formule che rischiavano di imbrigliare<br />

la riflessione. In sintesi, il teologo<br />

Colombo volle soffermarsi sull’oggetto<br />

della Rivelazione, più che sulle formule<br />

magisteriali, pur sempre mantenendosi<br />

fedele al Magistero, con maggiore<br />

attenzione alle ragioni intrinseche<br />

della fede e quindi vedendo la teologia<br />

come approfondimento della fede.<br />

A collocare questo studio nel contesto<br />

ro comunità o parrocchie. Guiderà gli incontri<br />

suor Cecilia Stiz, direttrice del Segretariato<br />

religiose dell'Associazione Italiana Santa<br />

Cecilia.<br />

Durante il corso, la religiosa presenterà<br />

canti per il tempo di Avvento e Natale composti<br />

da lei e da altri autori come G. Liberto, S.<br />

Bertuletti, V. Donella, N.L. Barosco, I. Meini, F.<br />

Vailati Venturi, B.V. Modaro, F. Rampi, V. Miserachs.<br />

storico in cui visse il Vescovo sono state<br />

le relazioni di Mons. Rimoldi e del prof.<br />

Marcocchi. Quest’ultimo, trattando di<br />

«Religione e cultura nell’itinerario di<br />

Don Carlo Colombo tra il 1931 e il<br />

1945», ha messo in rilievo come quelli<br />

furono «quindici anni di preparazione,<br />

di maturazione, che vedono il Colombo<br />

professore di filosofia sino al 1938, allorché<br />

viene incaricato di insegnare Teologia<br />

dogmatica alla Facoltà Teologica<br />

presso il seminario di Venegono». Sono<br />

anni in cui il futuro Vescovo si forma<br />

come autodidatta, trovando piste originali<br />

nel rapporto con la filosofia e la cultura<br />

contemporanea. Don Brambilla —<br />

che ha parlato su «Carlo Colombo e<br />

Montini: alle origini del Concilio» — ha<br />

affrontato per l’appunto il rapporto fra<br />

questi due grandi uomini della Chiesa<br />

contemporanea. Infine, Don Xeres ha<br />

trattato il tema «Il Fondo Carlo Colombo<br />

presso la Facoltà Teologica dell’Italia<br />

Settentrionale e altre fonti archivistiche»:<br />

dalla sua relazione è emerso che<br />

molti aspetti andranno ancora approfonditi,<br />

specialmente per quanto riguarda<br />

gli «incroci» con le vicende di altre persone<br />

in rapporto con Mons. Colombo.<br />

Che molto ci sia ancora da lavorare<br />

attorno alla figura di questo Vescovo, è<br />

stato sottolineato da tutti. In particolare<br />

Mons. Rimoldi ha segnalato l’importanza<br />

della figura paterna di Carlo, i rapporti<br />

tra questi e Mons. Figini, ed anche<br />

quelli con Mons. Olgiati, e infine lo studio<br />

del tedesco.<br />

Il prof. Rumi ha messo in rilievo a<br />

sua volta un altro aspetto interessante,<br />

ossia il pensiero del Colombo riguardo<br />

al campo civile, sociale e politico, che<br />

pure andrà tenuto presente nello studiarne<br />

la figura. Citando alcuni esempi<br />

concreti, il relatore ha sottolineato il<br />

«progresso delle idee» e il «coraggio personale»<br />

dimostrato da Mons. Colombo<br />

in anni difficili e delicati della vita della<br />

Chiesa e del mondo. E, raccontando di<br />

un incontro avuto all'epoca in cui si stava<br />

preparando la «Storia religiosa delle<br />

diocesi lombarde», ha confidato: «mi<br />

disse soltanto di fare lo storico e non<br />

l’apologeta, specificando che gli storici<br />

dovevano fare il loro mestiere», perché<br />

voleva dare «uno strumento non solo ai<br />

preti, ma anche ai laici e anche, oserei<br />

dire, ai laicisti, all’universalità del pubblico<br />

colto». Il professor Rumi, riferendosi<br />

alla figura del Colombo sacerdote,<br />

concludendo ci ha detto: «Tutto questo<br />

merita attenzione, perché noi abbiamo<br />

bisogno di una storia dei preti. Il prete,<br />

come diceva Gramsci, è l’intellettuale<br />

vero del popolo italiano, e noi non studiamo<br />

mai questo protagonista naturale<br />

del panorama culturale italiano». Il Vescovo<br />

Carlo Colombo lo fu di certo.<br />

ALBERTO MANZONI<br />

In missione seguendo<br />

la parola di Gesù:<br />

«Va' e anche tu fa lo stesso»<br />

GIAMPAOLO MATTEI<br />

«Vade et tu fac similiter». «Va' e<br />

anche tu fa lo stesso». Il Successore di<br />

Pietro ha ripetuto stamane le parole<br />

pronunciate da Gesù dopo aver narrato<br />

la parabola del buon Samaritano. Al<br />

dottore della legge che aveva ascoltato<br />

le sue parole e aveva indicato, appunto,<br />

nel buon Samaritano colui che era<br />

stato veramente «prossimo» del sofferente,<br />

Gesù ha detto, semplicemente:<br />

«Va' e anche tu fa lo stesso».<br />

Guardando la raffigurazione del<br />

buon Samaritano, collocata nell'Aula<br />

Paolo VI, Giovanni Paolo II ha ripetuto<br />

le semplici, essenziali parole di Gesù.<br />

Parole che investono la vita intera.<br />

È un'icona impressionante e provocatoria<br />

quella del buon Samaritano. Nel'Aula<br />

Paolo VI c'è stamane l'opera del<br />

maestro Francesco Guadagnuolo che<br />

marca il gesto del chinarsi sulla persona<br />

che vive l'esperienza del dolore.<br />

È un atteggiamento che quanti sono<br />

stamane qui nell'Aula per incontrare il<br />

Papa, ascoltare la sua parola e ricevere<br />

la sua benedizione, conoscono bene<br />

per averlo essi stessi compiuto. Hanno<br />

partecipato ai due giorni di lavori del<br />

Simposio internazionale promosso,<br />

proprio sul tema del volontariato cat-<br />

L'omaggio dell'Arcivescovo<br />

Javier Lozano Barragán<br />

All'inizio dell'udienza, l'Arcivescovo<br />

Javier Lozano Barragán, Presidente<br />

del Pontificio Consiglio per gli<br />

Operatori Sanitari, ha rivolto a Giovanni<br />

Paolo II il seguente indirizzo<br />

di omaggio:<br />

Beatissimo Padre:<br />

Siamo profondamente grati a Vostra<br />

Santità per questa Udienza,<br />

concessa al termine del nostro Simposio<br />

Internazionale sul Volontariato<br />

Cattolico in Sanità. Sono qui presenti<br />

numerosi volontari, specialmente<br />

coloro che operano nell'ambito della<br />

sanità ed i malati ai quali prestano<br />

il loro servizio d'amore, giunti da<br />

molti paesi, che si rallegrano della<br />

Sua presenza, attendono la luce della<br />

Sua parola che illumina e rafforza<br />

i propositi di bene, ed implorano<br />

umilmente la Sua Apostolica Benedizione.<br />

Durante i lavori del Simposio, abbiamo<br />

approfondito il tema del Volontariato<br />

e ascoltato esperienze<br />

tanto ricche da diverse parti del<br />

mondo. Come sempre, il nostro modello<br />

è stato Cristo, il Buon Samaritano.<br />

Lui è il vero modello per tutti<br />

gli operatori sanitari; ma riferendoci<br />

ai volontari, ci hanno colpito moltissimo<br />

alcune frasi pronunziate anni<br />

fa da Vostra Santità. Lei ci ha detto<br />

che in loro «agisce la misericordia<br />

tolico nel mondo della sanità, promosso<br />

dal Pontificio Consiglio per gli Operatori<br />

Sanitari. Hanno condotto una riflessione<br />

seria, impegnativa, profetica<br />

e creativa.<br />

I rappresentanti di tante realtà di<br />

volontariato di tutto il mondo hanno<br />

dunque accolto con consapevole entusiasmo<br />

le parole del Santo Padre: «Va'<br />

e anche tu fa lo stesso». E quel «lo<br />

stesso» significa impegnare la propria<br />

vita senza sconti e senza scuse.<br />

Ciascuna persona che è qui presente<br />

ha una storia importante da raccontare.<br />

È una storia di dolore e di condivisione<br />

cristiana del dolore. È una storia<br />

che mostra come l'esperienza della<br />

sofferenza abbia un valore, un valore<br />

salvifico decisivo per la persona e per<br />

l'umanità intera. Stamane, qui, ci sono<br />

persone che alla sofferenza danno del<br />

«tu» da anni. Sono venute per testimoniare<br />

che il criterio vero che deve regolare<br />

i rapporti umani è quello del<br />

dono gratuito, dell'amore disinteressato<br />

al prossimo, chiunque egli sia. Stamane<br />

qui ci sono persone che soffrono<br />

e persone che hanno scelto di stare loro<br />

accanto, senza chiedere nulla in<br />

cambio. Ecco perché la speranza è il<br />

messaggio che oggi testimoniano al<br />

mondo.<br />

del Padre resa visibile in Cristo, testimoniando<br />

la presenza di Dio<br />

provvidente nel mondo e vivendo<br />

la carità nella verità» (Giovanni Paolo<br />

II, «Insegnamenti, Incontri con i<br />

giovani nello stadio comunale: siete<br />

indispensabili per quello che potrete<br />

fare attraverso la fede nel Dio della<br />

pace, che si fa cultura e impegno di<br />

pace», Torino, 3 settembre 1988);<br />

queste sono le tracce della sua figura,<br />

e perciò ci siamo commossi costatando,<br />

come afferma Vostra Santità,<br />

«la purezza di motivazione li<br />

rende trasparenti; il respiro della loro<br />

speranza, costanti; e l'umiltà della<br />

loro carità, credibili» («Insegnamenti.<br />

Alla confederazione delle Misericordie<br />

d'Italia»).<br />

Pensiamo così alla figura del volontariato<br />

come ad una dimostrazione<br />

squisita di speranza cristiana,<br />

specialmente di fronte alle malattie<br />

che più sconvolgono il nostro mondo,<br />

per esempio l'Aids, della quale<br />

si celebra oggi la giornata mondiale,<br />

proprio nell'anno dedicato al volontariato.<br />

Voglia Vostra Santità condurre i<br />

nostri volontari in questo ammirevole<br />

servizio di Buon Samaritano, affinché<br />

con la Sua autorevole Parola,<br />

che mai ci è mancata, e la Sua apostolica<br />

Benedizione, il loro operato<br />

sia sempre segnato dalla virtù della<br />

speranza.<br />

Le parole dell'Arcivescovo<br />

Stephen Fumio Hamao<br />

Ha quindi preso la parola l'Arcivescovo Stephen Fumio Hamao, Presidente<br />

del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, che<br />

ha rivolto al Santo Padre le seguenti parole:<br />

Beatissimo Padre,<br />

a nome dei partecipanti all'Incontro di Studio sulla pastorale dei nomadi,<br />

riuniti a Roma dal 28 novembre al 1° dicembre 2001, ringrazio Vostra<br />

Santità per averci dato l'opportunità di ascoltare la sua parola di incoraggiamento<br />

e di conforto nel difficile ministero al servizio dei nostri fratelli<br />

nomadi.<br />

All'incontro promosso dal nostro Pontificio Consiglio, hanno preso parte<br />

Vescovi promotori, direttori nazionali ed esperti, provenienti da 20 Paesi europei,<br />

dalle Americhe e dall'India.<br />

Lo scopo dell'incontro è stato quello di preparare la base di un documento<br />

ecclesiale che serva da linea guida per le Chiese locali e gli operatori<br />

pastorali del settore, tenendo presente l'esigenza di un ministero atto a favorire<br />

l'evangelizzazione di questo popolo e la convivenza tra la gente nomade<br />

e i sedentari.<br />

Con l'occasione, desidero ringraziarLa personalmente, Beatissimo Padre,<br />

per le preghiere e per la particolare benedizione durante la mia recente<br />

malattia.<br />

Grazie Padre Santo.


.<br />

PAGINA<br />

5 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 2 Dicembre 2001<br />

«È Gesù il modello per eccellenza<br />

del volontario cristiano...<br />

Seguendo le sue orme, i volontari recano<br />

ad ogni persona nel dolore<br />

il balsamo dell'amore divino...<br />

Per assolvere questa missione fedelmente,<br />

occorre che essi mantengano fisso lo sguardo su Cristo<br />

perché solamente dal suo cuore viene<br />

quel vigore spirituale che trasforma l'esistenza»<br />

«Cari Fratelli e Sorelle malati di AIDS,<br />

non sentitevi soli!<br />

Il Papa vi è vicino con affetto<br />

e vi sostiene nel difficile vostro cammino.<br />

La Chiesa si affianca<br />

agli uomini della scienza<br />

e incoraggia tutti coloro che si adoperano<br />

instancabilmente per guarire e sconfiggere<br />

questa grave forma di infermità»<br />

UDIENZA Giovanni Paolo II ai partecipanti al Simposio Internazionale sul Volontariato Cattolico in Sanità<br />

Solidarietà per risolvere<br />

i gravi ed urgenti problemi dell'umanità<br />

«L'azione dei volontari pone in luce il<br />

valore della solidarietà, insostituibile<br />

contributo per rispondere alle attese<br />

profonde della persona e per risolvere<br />

gravi ed urgenti problemi dell'umanità».<br />

Lo ha detto Giovanni Paolo II ricevendo<br />

in udienza, nella mattina di sabato 1° dicembre,<br />

nell'Aula Paolo VI, i partecipanti<br />

al Simposio internazionale promosso<br />

dal Pontificio Consiglio per gli Operatori<br />

Sanitari.<br />

Ecco il discorso del Papa:<br />

CarissimiFratelli e Sorelle!<br />

1.Rivolgo un cordiale saluto<br />

a tutti voi, a conclusione<br />

del Simposio Internazionale<br />

sul Volontariato Cattolico<br />

in Sanità, promosso e organizzato<br />

dal Pontificio Consiglio<br />

per la Pastorale della<br />

Salute.<br />

Il mio affettuoso pensiero<br />

va, anzitutto, a Mons. Javier<br />

Lozano Barragán, Presidente<br />

del vostro Pontificio Consiglio,<br />

che ringrazio per le cortesi<br />

parole indirizzatemi a<br />

nome di tutti. Saluto gli altri<br />

Presuli, i sacerdoti, i religiosi<br />

e le religiose, i rappresentanti<br />

di Stati e di Governi, gli<br />

studiosi, i ricercatori, nonché<br />

i delegati delle numerose<br />

Associazioni del Volontariato<br />

che, con la loro presenza e il<br />

contributo scientifico, hanno<br />

voluto onorare quest’importante<br />

manifestazione.<br />

Attraverso ciascuno di voi<br />

desidero far giungere il mio<br />

grato ricordo a tutti i volontari<br />

che, impegnati in molteplici<br />

forme di solidarietà,<br />

operano in nome della Chiesa<br />

accanto ai poveri e ai sofferenti.<br />

2.Questo vostro Simposio,<br />

che ha come tema le parole<br />

del Vangelo «Vade et tu<br />

fac similiter — Va’ e anche<br />

tu fa lo stesso» (Lc 10, 37), si<br />

colloca nel contesto dell’Anno<br />

Internazionale del Volontariato,<br />

proclamato ufficialmente<br />

dalle Nazioni Unite.<br />

Costituisce, pertanto, un’occasione<br />

preziosa per riflettere<br />

sul servizio volontario, che la<br />

Chiesa ha sempre fortemente<br />

incoraggiato.<br />

In una società, che risente<br />

dell’influenza del materialismo<br />

e dell’edonismo, la vitalità<br />

del Volontariato costituisce<br />

un promettente segno di<br />

speranza. L’azione dei volontari<br />

pone in luce il valore<br />

della solidarietà, insostituibile<br />

contributo per rispondere<br />

alle attese profonde della persona<br />

e per risolvere gravi ed<br />

urgenti problemi dell’umanità.<br />

Il Volontariato si caratterizza<br />

proprio per la sua capacità<br />

di testimoniare amore<br />

gratuito al prossimo, contribuendo<br />

in tal modo a realizzare<br />

l’auspicata civiltà dell’amore.<br />

3.«Va’ e anche tu fa lo<br />

stesso»! Come modello di riferimento<br />

della vostra azione,<br />

voi avete scelto, cari volontari,<br />

il buon Samaritano,<br />

di cui parla la nota parabola<br />

evangelica. Parabola quanto<br />

mai eloquente, che interpella<br />

ogni credente e ogni uomo di<br />

buona volontà a testimoniare<br />

in prima persona l’amore,<br />

specialmente verso chi soffre.<br />

È Gesù il modello per eccellenza<br />

del volontario cristiano.<br />

Egli è «venuto non per<br />

essere servito, ma per servire»<br />

(Mt 20, 28), e «da ricco<br />

che era, si è fatto povero per<br />

noi, affinché noi divenissimo<br />

ricchi per mezzo della sua<br />

povertà» (cfr 2 Cor 8, 9). Nel<br />

Cenacolo, nel corso dell’ultima<br />

Cena, dopo aver lavato i<br />

piedi ai discepoli, il Maestro<br />

disse loro: «Vi ho dato infatti<br />

l’esempio perché, come ho<br />

fatto io, facciate anche voi»<br />

(Gv 13, 15). Seguendo le sue<br />

orme, i volontari recano ad<br />

ogni persona nel dolore il<br />

balsamo dell’amore divino.<br />

Per assolvere questa missione<br />

fedelmente, occorre che<br />

essi mantengano fisso lo<br />

sguardo su Cristo, perché solamente<br />

dal suo cuore viene<br />

quel vigore spirituale che trasforma<br />

l’esistenza. Nelle nostre<br />

moderne società socialmente<br />

avanzate, che pur prevedono<br />

specifiche istituzioni<br />

per sovvenire alle esigenze<br />

dei poveri e dei sofferenti, è<br />

fortemente avvertito il bisogno<br />

di un «supplemento d’anima»<br />

che infonda speranza<br />

anche all’esperienza amara<br />

del soffrire e della precarietà,<br />

pienamente rispettando la dignità<br />

d’ogni essere umano.<br />

Le istituzioni possono certo<br />

rispondere alle necessità sociali<br />

della gente, ma nessuna<br />

di esse è in grado di sostituire<br />

il cuore dell’uomo, la sua<br />

compassione, il suo amore e<br />

la sua iniziativa.<br />

4.Grazie a Dio, tanti fedeli<br />

laici sono oggi impegnati<br />

in molteplici forme di Volontariato.<br />

La Comunità cristiana<br />

mette in atto, attraverso<br />

la loro opera, una profetica<br />

«fantasia della carità», richiamando<br />

lo spirito della prima<br />

Comunità di Gerusalemme,<br />

che «offriva lo spettacolo<br />

commovente di uno scambio<br />

di doni fino alla comunione<br />

dei beni, a favore dei più po-<br />

veri» (Novo Millennio ineunte,<br />

53).<br />

Sia sempre questo il vostro<br />

stile di servizio, cari volontari,<br />

specialmente quando dovete<br />

accudire ai malati e ai<br />

sofferenti. Fate in modo che<br />

le vostre attività siano<br />

espressione visibile di quella<br />

carità delle opere, attraverso<br />

la quale l’annuncio del Vangelo,<br />

che è la prima carità,<br />

non rischia di «affogare in<br />

quel mare di parole a cui l’odierna<br />

società della comunicazione<br />

quotidianamente ci<br />

espone». «La carità delle opere»,<br />

infatti, «assicura una<br />

forza inequivocabile alla carità<br />

delle parole» (ibid., n.<br />

50). E quando con volontari di<br />

religioni diverse, o che si dichiarano<br />

non credenti, vi<br />

trovate a svolgere un’azione<br />

comune a favore dell’uomo,<br />

considerate provvidenziale<br />

quest’opportunità per attuare<br />

il dialogo e la collaborazione<br />

interreligiosa e interculturale.<br />

La difesa e la promozione<br />

della vita non sono, infatti,<br />

monopolio di nessuno; costituiscono<br />

piuttosto un compito<br />

che è affidato a tutti.<br />

Insieme è più facile combattere<br />

e sconfiggere le gravi<br />

forme di ingiustizia e di miseria<br />

che offendono l’umana<br />

dignità; insieme è possibile<br />

offrire un contributo decisivo<br />

alla crescita della società civile,<br />

le cui istituzioni risultano<br />

spesso impari alla do-<br />

manda di aiuto che sale dai<br />

bisognosi. Insieme si può dar<br />

vita a un mondo più accogliente.<br />

È, pertanto, interesse delle<br />

stesse pubbliche strutture incoraggiare<br />

e sostenere le attività<br />

del Volontariato, sia<br />

quelle realizzate da singoli<br />

individui, sia quelle promosse<br />

da associazioni organizzate<br />

per accelerare il cammino<br />

verso la costruzione d’una<br />

società solidale, dove regni la<br />

giustizia e la pace.<br />

5.Il vostro interessante<br />

Simposio si conclude quest’oggi,<br />

un giorno ricco di significato,<br />

in cui si celebra la<br />

Giornata Mondiale di lotta all’AIDS.<br />

In questa ricorrenza<br />

l’opinione pubblica è invitata<br />

a prendere consapevolezza<br />

delle cause e delle conseguenze<br />

di questa grave malattia.<br />

Cari Fratelli e Sorelle malati<br />

di AIDS, non sentitevi soli!<br />

Il Papa vi è vicino con affetto<br />

e vi sostiene nel difficile<br />

vostro cammino. La Chiesa<br />

si affianca agli uomini della<br />

scienza, e incoraggia tutti coloro<br />

che si adoperano instancabilmente<br />

per guarire e<br />

sconfiggere questa grave forma<br />

di infermità. Sull’esempio<br />

di Cristo, essa considera<br />

l’assistenza a chi soffre una<br />

componente fondamentale<br />

della sua missione, e sente di<br />

essere interpellata in prima<br />

persona da questo nuovo<br />

ambito della sofferenza umana.<br />

Consapevole che ogni<br />

ammalato è «via particolare»<br />

per l’accoglienza della Parola,<br />

si china con amore su<br />

ogni fratello e sorella colpiti<br />

dal male.<br />

Cari Operatori della Sanità<br />

e cari volontari! A voi è affidato<br />

il compito di far sentire<br />

a chi è nel dolore l’amore e<br />

la consolazione di Cristo. Attraverso<br />

di voi risuoni nel<br />

cuore di questi nostri fratelli<br />

e sorelle doloranti l’invito,<br />

pieno di amore, di Gesù:<br />

«Venite a me voi tutti che<br />

siete affaticati e oppressi, ed<br />

io vi ristorerò» (Mt 11, 28).<br />

Maria, la Vergine della<br />

Consolazione e della Misericordia,<br />

con la sua materna<br />

tenerezza vi accompagni e vi<br />

sostenga in ogni passo.<br />

Con tali voti, imparto di<br />

cuore a ciascuno di voi, a<br />

quanti condividono il vostro<br />

lodevole impegno ed a coloro<br />

che servite e consolate nel<br />

nome di Cristo una speciale<br />

Benedizione Apostolica.<br />

Il saluto del Santo Padre ai partecipanti all'Incontro della Pastorale dei Nomadi<br />

Dobbiamo operare a favore della pacifica convivenza<br />

fra popoli diversi per origine etnica e per cultura<br />

Giovanni Paolo II ha quindi rivolto un particolare<br />

saluto ai partecipanti all'Incontro Internazionale<br />

di Studio dei Direttori Nazionali ed Esperti<br />

della Pastorale dei Nomadi, promosso dal Pontificio<br />

Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli<br />

Itineranti.<br />

Ecco le parole del Santo Padre:<br />

1.Desidero ora salutare i Partecipanti<br />

all’Incontro Internazionale<br />

di Studio dei Direttori Nazionali ed<br />

Esperti della Pastorale dei Nomadi,<br />

promosso dal Pontificio Consiglio<br />

della Pastorale per i Migranti e gli<br />

Itineranti, presieduto dall'Arcivescovo<br />

Stephen Fumio Hamao, che ringrazio<br />

per le sue parole.<br />

Carissimi Fratelli e Sorelle! Dai<br />

Paesi dell’Europa Occidentale e<br />

Orientale, nonché dagli Stati Uniti<br />

d’America, dal Messico e dall’India,<br />

siete convenuti in questi giorni a<br />

Roma per approfondire insieme scopi<br />

e metodi del vostro specifico apostolato.<br />

Mi è caro ribadire, in questa circostanza,<br />

la costante attenzione che<br />

la Chiesa rivolge alla vita delle comunità<br />

dei Nomadi. Essi hanno<br />

trovato un posto «nel cuore della<br />

Chiesa», come amava dire il mio<br />

predecessore, il Servo di Dio Paolo<br />

VI, e i lavori di questo vostro incontro<br />

internazionale ne sono un’ulteriore<br />

e significativa conferma.<br />

Occorre riscoprire i valori tipici<br />

dei Nomadi. Anche gli inizi d’Israele,<br />

come ricorda la Bibbia, furono<br />

caratterizzati dal nomadismo. I Nomadi<br />

sono poveri di sicurezze umane,<br />

costretti ogni giorno a fare i<br />

conti con la precarietà e l’incertezza<br />

del futuro. Proprio per questo approfondiscono<br />

il senso dell’ospitalità<br />

e della solidarietà e, contemporaneamente,<br />

si rafforzano nella fede e<br />

nella speranza nell’aiuto di Dio.<br />

2.Nell’elaborare i principi e gli<br />

orientamenti della pastorale per i<br />

Nomadi occorrerà, pertanto, porre<br />

la dovuta attenzione a questi valori<br />

spirituali e culturali, offrendo loro<br />

un sostegno concreto per affrontare<br />

le complesse problematiche che accompagnano<br />

il loro cammino nelle<br />

varie parti del mondo. Penso, ad<br />

esempio, alla difficoltà di reciproca<br />

comprensione con l’ambiente circostante,<br />

alla carenza di strutture di<br />

accoglienza adeguate, all’istruzione,<br />

all’integrazione nel territorio. Solo<br />

un impegno pastorale attento e lungimirante<br />

può offrire un contributo<br />

determinante per dare soluzioni<br />

adeguate a tali problemi.<br />

Carissimi Fratelli e Sorelle, grazie<br />

per il servizio che rendete alla comunità<br />

nomade! Nel vostro quotidiano<br />

apostolato vi accompagni l’esempio<br />

e l’intercessione del beato<br />

Ceferino Giménez Malla, detto «El<br />

Pelé», che ho avuto la gioia di elevare<br />

agli onori degli altari nel 1997.<br />

Egli ci ricorda che sempre dobbiamo<br />

operare a favore della pacifica<br />

convivenza fra popoli diversi per<br />

origine etnica e cultura.<br />

Con questi sentimenti, di cuore vi<br />

benedico insieme con le vostre Comunità<br />

di provenienza e tutti i<br />

Gruppi nomadi sparsi nel mondo.


.<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

Nel 1349, quando<br />

Andrea Corsini,<br />

allora Provinciale<br />

dell’Ordine<br />

dei Carmelitani<br />

in Toscana,<br />

fu nominato Vescovo<br />

di Fiesole,<br />

la fama della sua<br />

carità e della sua pietà<br />

già travalicava<br />

il territorio<br />

di Firenze... Diventato<br />

presbitero,<br />

nei numerosi...<br />

incarichi ricoperti<br />

si distinse<br />

per il fervore con cui<br />

viveva l’ideale<br />

carmelitano<br />

e per l’impegno<br />

profuso<br />

nella formazione<br />

dei Confratelli»<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 2 Dicembre 2001<br />

MESSAGGIO Giovanni Paolo II al Vescovo Luciano Giovannetti<br />

La vita di sant'Andrea Corsini testimonia che il mutato rapporto<br />

tra Chiesa e società spinge il credente ad un coraggioso annuncio di Cristo<br />

Al Venerato Fratello<br />

LUCIANO GIOVANNETTI<br />

Vescovo di Fiesole<br />

1.Ho appreso con gioia che<br />

quest’anno nella Diocesi di Fiesole<br />

si celebra il VII centenario della nascita<br />

di sant’Andrea Corsini, Vescovo<br />

dal 1349 al 1374. In tale felice occasione<br />

desidero unirmi all’intera<br />

Comunità diocesana, che rende grazie<br />

al Signore per i benefici di cui<br />

l’ha arricchita mediante la testimonianza<br />

e l’intercessione di questo<br />

suo insigne Compatrono. Mentre saluto<br />

con affetto Lei, venerato Fratello,<br />

e il popolo cristiano affidato alle<br />

Sue cure pastorali, vorrei cogliere<br />

l’occasione per porre in luce alcuni<br />

aspetti della poliedrica personalità di<br />

un così illustre figlio di codesta Regione.<br />

Nel 1349, quando Andrea Corsini,<br />

allora Provinciale dell’Ordine dei<br />

Carmelitani in Toscana, fu nominato<br />

Vescovo di Fiesole, la fama della<br />

sua carità e della sua pietà già travalicava<br />

il territorio di Firenze, dove<br />

era nato il 30 novembre 1301, da<br />

una delle più insigni famiglie e dove,<br />

a 15 anni, aveva vestito l’abito<br />

religioso nel Convento del Carmine.<br />

Diventato presbitero, nei numerosi<br />

ed importanti incarichi ricoperti si<br />

distinse per il fervore con cui viveva<br />

l’ideale carmelitano e per l’impegno<br />

profuso nella formazione dei Confratelli.<br />

L’amore di Dio e del prossimo,<br />

da lui costantemente posto al<br />

centro dalla vita, rifulsero di particolare<br />

splendore in occasione della<br />

terribile peste di Firenze del 1348,<br />

quando, insieme con i suoi frati, si<br />

pose con eroica dedizione al servizio<br />

degli appestati.<br />

2.Nella Bolla di nomina alla sede<br />

di Fiesole, pubblicata in Avignone<br />

il 13 ottobre 1349, il mio venerato<br />

predecessore Clemente VI sottolineava<br />

«lo zelo per la religione, la<br />

cultura e la purezza della vita e dei<br />

costumi, l’abilità nel governare le<br />

anime» e «la circospezione nelle cose<br />

temporali e gli altri meriti di molte<br />

virtù» dell’Eletto. Questi, per parte<br />

sua, confermò subito tali favorevoli<br />

apprezzamenti accettando l’incarico<br />

con spirito di fede e ponendo<br />

la sua missione nelle mani della MadrediDio,daluiteneramenteamata.<br />

Gli anni che seguirono recarono<br />

nuove prove delle singolari virtù del<br />

Presule. Egli scelse di vivere a Fiesole,<br />

rinunciando al comodo palazzo<br />

fiorentino, sede dei suoi predecessori<br />

a partire dal 1225, e manifestò<br />

singolare zelo nella predicazione,<br />

nell’assiduità alla preghiera, nell’austerità<br />

della vita, nella visita alle<br />

parrocchie, nell’abolizione degli<br />

abusi e nella difesa della libertà della<br />

Chiesa contro soprusi e indebite<br />

ingerenze, come pure nell’accogliere<br />

con carità gli umili e i diseredati<br />

che bussavano alla porta della sua<br />

casa.<br />

3.Speciale cura sant’Andrea<br />

Corsini dedicò ai suoi preti, ai quali<br />

chiedeva di vivere in modo conforme<br />

alla santità ed alla responsabilità<br />

del loro stato. A tale scopo, fondò<br />

«Tutta la vita di sant’Andrea<br />

Corsini testimonia che il mutato<br />

rapporto tra Chiesa e società,<br />

lungi dall’estraniare il credente<br />

dalle vicende del mondo, lo<br />

spinge ad un coraggioso annuncio<br />

di Gesù Cristo per animare<br />

in senso cristiano la convivenza<br />

civile».<br />

Lo sottolinea Giovanni Paolo II<br />

nel Messaggio indirizzato al Vescovo<br />

e all'intera comunità diocesana<br />

di Fiesole in occasione delle<br />

celebrazioni promosse nel VII<br />

centenario della nascita del Santo<br />

“<br />

una Confraternita intitolata alla santissima<br />

Trinità e, anticipando i decreti<br />

del Concilio Tridentino, emanò<br />

precise norme circa il reclutamento<br />

e la preparazione culturale e spirituale<br />

dei candidati al presbiterato.<br />

Fu chiamato a ricoprire numerosi<br />

ed importanti uffici al servizio della<br />

Sede Apostolica. In occasione della<br />

legazione a Bologna del 1368, egli<br />

ebbe a rivelarsi uomo di pace, capace<br />

di comporre le discordie, dirimere<br />

le contese e placare gli animi esacerbati<br />

dall’odio. Doti che gli furono<br />

ampiamente riconosciute e fecero di<br />

lui un apprezzato servitore della<br />

Chiesa, animato da profonda spiritualità.<br />

La costante unione con Dio, trat-<br />

“<br />

-<br />

”<br />

La Diocesi fiesolana<br />

continuerà<br />

a privilegiare<br />

la formazione delClero<br />

e porrà ogni cura<br />

perché il Seminario<br />

diocesano sia sempre<br />

più adeguato<br />

alla preparazione<br />

dei candidati<br />

al sacerdozio,<br />

nelcontestodiun’ampia<br />

e articolata pastorale<br />

vocazionale...<br />

Le celebrazioni<br />

giubilari della nascita<br />

del figlio della nobile<br />

famiglia Corsini,<br />

che si fece povero<br />

per amore di Cristo<br />

... siano stimolo<br />

per i fedeli<br />

di codesta Diocesi<br />

a rendersi strumenti<br />

attivi e consapevoli<br />

di progresso religioso<br />

e civile»<br />

-<br />

”<br />

Le celebrazioni per il VII centenario della nascita<br />

dell'antico Pastore, compatrono della diocesi di Fiesole<br />

(30 novembre 1301), che qui fu<br />

Pastore dal 1349 al 1374. Nella felice<br />

ricorrenza anche il Vescovo<br />

di Fiesole, Mons. Luciano Giovannetti,<br />

ha indirizzato una lettera<br />

pastorale alla comunità diocesana<br />

sul tema «giustizia e pace si<br />

baceranno».<br />

A Fiesole le celebrazioni in onore<br />

del Santo compatrono hanno<br />

avuto inizio nel pomeriggio di<br />

giovedì 29 novembre con l'arrivo<br />

dell'urna contenente le sue venerate<br />

reliquie nella Cattedrale di<br />

san Romolo. Nella serata di ve-<br />

nerdì 30, sempre in Duomo, il<br />

Cardinale Silvano Piovanelli, Arcivescovo<br />

emerito di Firenze, ha<br />

presieduto la solenne Concelebrazione<br />

Eucaristica. Nel pomeriggio<br />

di sabato 1° dicembre è<br />

stato Mons. Fiorino Tagliaferri,<br />

Vescovo emerito di Viterbo, a<br />

presiedere la Celebrazione Eucaristica.<br />

A Fiesole le celebrazioni si concludono<br />

nel pomeriggio di domenica<br />

2 dicembre con il rito di ordinazione<br />

diaconale presieduto<br />

dal Vescovo Luciano Giovannetti,<br />

Andrea Corsini ritratto nella Cappella a lui dedicata<br />

nella Basilica romana di san Giovanni in Laterano<br />

to dominante della sua esistenza,<br />

non impedì a sant’Andrea Corsini di<br />

dedicarsi con diligenza all’amministrazione<br />

dei beni ecclesiastici. Questo<br />

gli permise di profondere ingenti<br />

somme nella costruzione e nel restauro<br />

di monasteri, chiese e cappelle<br />

e soprattutto della cattedrale e<br />

dell’episcopio, da secoli in stato di<br />

squallore.<br />

Il santo Vescovo morì la sera dell’Epifania<br />

del 1374. I suoi resti, tumulati<br />

nella Cattedrale di Fiesole,<br />

furono successivamente, trasferiti<br />

nella Basilica fiorentina del Carmine.<br />

Lì la famiglia Corsini fece erigere<br />

nel 1386 una splendida cappella,<br />

non inferiore a quella che nel 1734<br />

gli sarebbe stata dedicata da Cle-<br />

al termine della quale l'urna con<br />

le reliquie di sant'Andrea Corsini<br />

fa ritorno a Firenze, nella Basilica-santuario<br />

del Carmine.<br />

Qui, il 7 gennaio 2002, l'Arcivescovo<br />

Ennio Antonelli presiederà<br />

la Celebrazione Eucaristica sulla<br />

tomba del Santo per la chiusura<br />

del centenario corsiniano.<br />

Infine un convegno storico su<br />

«Sant'Andrea Corsini carmelitano<br />

e Vescovo di Fiesole» si svolgerà il<br />

26 gennaio a Figline Valdarno,<br />

nella sala della scuola diocesana<br />

di Teologia.<br />

“<br />

Incoraggiata<br />

dagli esempi...<br />

dell'antico Pastore,<br />

codesta Comunità...<br />

è invitata a ripensare,<br />

alla luce<br />

della centralità<br />

del Misteroeucaristico,<br />

l’importanza<br />

dei ministeri ordinati<br />

per una feconda vita<br />

liturgica e un incisivo<br />

annuncio della Parola<br />

di Dio, come pure<br />

a porre in luce altre<br />

forme di servizio,<br />

che ne esprimono<br />

la presenza<br />

sul territorio,<br />

l’attenzione verso<br />

le sfide emergenti<br />

e la sollecitudine<br />

per i lontani<br />

ed i poveri<br />

mente XII, del suo stesso casato,<br />

nella Basilica di san Giovanni in Laterano.<br />

La fama di santità che ne circondò<br />

la vita, dopo la sua morte si diffuse<br />

rapidamente in Italia ed in Europa.<br />

Il culto popolare, sviluppatosi<br />

sin dai primi anni del 1400, attraverso<br />

i conventi carmelitani, ebbe autorevole<br />

conferma dal Papa Eugenio<br />

IV, il quale lo proclamò beato e dal<br />

Pontefice fiorentino Urbano VIII,<br />

che lo dichiarò Santo il 22 aprile<br />

1629.<br />

4.A partire da questo 30 novembre<br />

2001 le sue spoglie mortali<br />

sosteranno nella Cattedrale di Fiesole<br />

per alcuni giorni. Possa questo<br />

«pellegrinaggio», con cui si aprono<br />

La Cattedrale di Fiesole dove si svolgono le celebrazioni in onore di s. Andrea Corsini<br />

-<br />

”<br />

le celebrazioni centenarie della sua<br />

nascita, offrire all’intera Comunità<br />

diocesana l’opportunità di incontrarsi<br />

con questo grande Santo per riscoprire<br />

la propria vocazione e annunciare<br />

ai fratelli con nuovo ardore<br />

la buona notizia che «Dio ha tanto<br />

amato il mondo da dare il suo Figlio<br />

unigenito, perché chiunque crede<br />

in lui non muoia, ma abbia la vita<br />

eterna» (Gv 3, 16).<br />

Sostenuta ed incoraggiata dagli<br />

esempi e dagli insegnamenti dell’antico<br />

Pastore, codesta Comunità,<br />

scorgendo nei segni della santità di<br />

sant’Andrea Corsini preziose indicazioni<br />

per il presente, è chiamata ad<br />

un rinnovato slancio apostolico e a<br />

un più intenso fervore spirituale, come<br />

è stato sottolineato anche nel recente<br />

Sinodo Diocesano.<br />

Guardando all’ardente zelo che<br />

spinse sant’Andrea Corsini a consacrarsi<br />

alla crescita umana e spirituale<br />

del Popolo di Dio, essa è invitata<br />

a ripensare, alla luce della centralità<br />

del Mistero eucaristico, l’importanza<br />

dei ministeri ordinati per una feconda<br />

vita liturgica e un incisivo annuncio<br />

della Parola di Dio, come<br />

pure a porre in luce altre forme di<br />

servizio, che ne esprimono la presenza<br />

sul territorio, l’attenzione verso<br />

le sfide emergenti e la sollecitudine<br />

per i lontani ed i poveri.<br />

5.Seguendo gli esempi dell’antico<br />

Pastore, la Diocesi fiesolana continuerà<br />

a privilegiare la formazione<br />

del Clero e porrà ogni cura perché<br />

il Seminario diocesano sia sempre<br />

più adeguato alla preparazione dei<br />

candidati al sacerdozio, nel contesto<br />

di un’ampia e articolata pastorale<br />

vocazionale, aspetto irrinunciabile di<br />

ogni autentica programmazione ecclesiale.<br />

Come non vedere, poi, nell’azione<br />

paziente e generosa di sant’Andrea<br />

Corsini per la ricomposizione delle<br />

contese, un incoraggiamento a fare<br />

della ricerca della concordia e della<br />

giustizia, come della promozione del<br />

dialogo tra culture diverse, un distintivo<br />

costante della vita cristiana?<br />

E che dire della sollecitazione ad<br />

amministrare con saggezza i beni<br />

terreni, e in particolare quelli della<br />

Chiesa, come occasione per sovvenire<br />

alle necessità pastorali e per<br />

provvedere ai bisogni dei poveri,<br />

che accompagneranno sempre la vita<br />

della Comunità dei discepoli del<br />

Signore (cfr Gv 12, 8)?<br />

6.Tutta la vita di sant’Andrea<br />

Corsini testimonia che il mutato<br />

rapporto tra Chiesa e società, lungi<br />

dall’estraniare il credente dalle vicende<br />

del mondo, lo spinge ad un<br />

coraggioso annuncio di Gesù Cristo<br />

per animare in senso cristiano la<br />

convivenza civile.<br />

Le celebrazioni giubilari della nascita<br />

del figlio della nobile famiglia<br />

Corsini, che si fece povero per amore<br />

di Cristo e, come Vescovo di Fiesole,<br />

si adoperò a plasmare i cuori<br />

dei suoi contemporanei agli ideali<br />

evangelici, siano stimolo per i fedeli<br />

di codesta Diocesi a rendersi strumenti<br />

attivi e consapevoli di progresso<br />

religioso e civile nella loro<br />

Terra.<br />

Con tali auspici, affido Lei, venerato<br />

Fratello, e l’intera Comunità<br />

diocesana alla celeste protezione di<br />

sant’Andrea Corsini e di cuore imparto<br />

a tutti una speciale Benedizione<br />

Apostolica.<br />

Dal Vaticano, 30 novembre 2001.


.<br />

PAGINA<br />

7 .<br />

Un tempo<br />

di speranza<br />

JEAN GALOT<br />

La festa di Natale è preceduta da<br />

un tempo di speranza.<br />

L’Avvento è il periodo liturgico<br />

istituito dalla Chiesa per lo sviluppo<br />

di questa speranza. I cristiani aspettano<br />

la venuta di Cristo sperando<br />

che questa venuta darà un nuovo<br />

impulso alla trasformazione del<br />

mondo. Ogni anno del terzo millennio<br />

apre la porta a un nuovo passo<br />

avanti nel progresso dell’umanità.<br />

Prima di tutto, si tratta di un progresso<br />

spirituale che segna un influsso<br />

più ampio di Cristo sulla vita<br />

umana e una diffusione più estesa<br />

della grazia riversata nei cuori dallo<br />

Spirito Santo.<br />

L’attesa di Natale non è dunque<br />

semplice attesa della nascita di Gesù.<br />

È piena della speranza di un futuro<br />

migliore che per mezzo di questa<br />

nascita è concesso al mondo. Un<br />

Salvatore che è Figlio di Dio possiede<br />

ogni potere per elevare l’umanità<br />

a un livello superiore di vita divina.<br />

Verso quel Salvatore ci rivolgiamo,<br />

sapendo che più di 2000 anni fa, è<br />

venuto sulla terra e ha inaugurato<br />

una opera di salvezza e di santificazione<br />

che continua a produrre frutti<br />

nel corso dei secoli. Preparandoci a<br />

vivere di nuovo questa venuta, abbiamo<br />

la certezza che susciterà un<br />

nuovo sviluppo del regno di Cristo.<br />

Dal Salvatore che vogliamo festeggiare,<br />

sappiamo che possiamo aspettare<br />

tutti i benefici della grazia. Colui<br />

che ha varcato la distanza infinita<br />

dal cielo alla terra ha l’intenzione<br />

di dare alla sua venuta la più alta<br />

fecondità. La speranza collocata nel<br />

Salvatore non può essere delusa.<br />

Quando viene fra gli uomini, il Figlio<br />

di Dio viene con la sua potenza<br />

sovrana che gli permette di realizzare<br />

il programma più ambizioso nell’instaurazione<br />

di un'umanità migliore.<br />

Non solo può rispondere a<br />

tutte le nostre aspirazioni, a tutti i<br />

nostri desideri di un mondo nel quale<br />

il bene prevalga sul male, ma supera,<br />

con l’esercizio della sua onnipotenza,<br />

tutto ciò che possiamo immaginare<br />

e sperare. Egli desidera<br />

colmarci di tutti i beni spirituali: soprattutto<br />

vuole stabilire nei cuori il<br />

regno del suo amore. Viene in questo<br />

mondo con tutta la forza dell’a-<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 2 Dicembre 2001<br />

Avvento di grazia per un futuro di pace<br />

Un momento opportuno da cogliere per ravvivare nei fedeli<br />

la tensione morale e spirituale sopita nella società secolarizzata<br />

«Destatevi...». Sovente Dio, per mezzo<br />

dei Profeti nell'Antico Testamento,<br />

del Figlio suo Gesù Cristo e dei suoi<br />

Apostoli nel Nuovo, ci fa sentire questo<br />

invito forte a destarci, a svegliarci e altri<br />

simili: non cadere nel sonno, non chiudere<br />

il cuore... All'inizio dell'Avvento,<br />

ogni anno la Chiesa nella Liturgia, ci ripete<br />

il richiamo di s. Paolo: «È tempo di<br />

svegliarvi dal sonno» (Rom 13, 11).<br />

Perché? Perché siamo tutti portati ad<br />

abituarci, ad assopirci, a andare in basso,<br />

a diminuire la nostra tensione spirituale<br />

e morale. Anche l'ambiente che ci<br />

circonda, oggi secolarizzato, mondanizzato,<br />

pagano, tendente all'omologazione<br />

con le cose del mondo, ci trascina al<br />

basso, soprattutto annacquando la Verità<br />

e confondendola con la menzogna.<br />

Il progetto di Dio<br />

Per stare svegli e vigilanti, occorre ricorrere<br />

al centro della Rivelazione, all'Avvenimento<br />

che tutto illumina e determina:<br />

Dio, poiché ama il mondo, è<br />

venuto a salvarlo, in un preciso momento<br />

della storia, attraverso Gesù Cristo;<br />

la sua opera di salvezza continua<br />

ancora oggi — Gesù è attuale, è l'Agnello<br />

immolato e vivente oggi. Noi siamo<br />

chiamati a non essere sonnolenti, distratti,<br />

assenti o chiusi davanti a Lui, alla<br />

sua azione, ma ad entrare in essa, a<br />

inserirci in Lui, a collaborare con Gesù,<br />

ad aiutare gli altri a conoscerlo e a<br />

aprirsi a Lui.<br />

Tutto questo nel Vangelo è chiamato<br />

«vigilanza», cioè stato di veglia, consapevolezza<br />

e attenzione, perché sotto i<br />

nostri occhi, nell'oggi della vita, sta capitando,<br />

in una realizzazione misteriosa<br />

ma vera, l'opera di Dio che salva il<br />

mondo. Occorre quindi conoscere questo<br />

progetto divino, non essere assenti,<br />

non tagliarci fuori, altrimenti facciamo il<br />

più colossale fallimento, in questa nostra<br />

breve esistenza che ci è data e nell'aldilà.<br />

L'attesa nella notte<br />

C'è una parabola di Gesù nel Vangelo<br />

di Matteo, di singolare bellezza, che ha<br />

ispirato le anime semplici e i mistici e<br />

ha commosso dei negatori come Ernest<br />

Rénan — la parabola delle dieci vergini,<br />

more divino che ama senza limiti,<br />

che attira l’amore e fa amare.<br />

La speranza attuale della Chiesa<br />

ricorda che prima, un periodo molto<br />

lungo di speranza aveva preceduto<br />

la venuta del Messia. Questo periodo<br />

era stato giudicato necessario<br />

dalla sapienza del Padre che, prima<br />

di mandare suo Figlio nel mondo,<br />

voleva provvedere alle condizioni di<br />

una buona accoglienza. La rivelazione<br />

della venuta di un re messianico<br />

era ancora un annunzio incompleto,<br />

perché non faceva scoprire il volto<br />

del Figlio di Dio; ma la prospettiva<br />

di un Salvatore messianico stimolava<br />

la speranza del popolo giudaico e<br />

orientava i suoi desideri verso un<br />

futuro meraviglioso, perché il regno<br />

messianico era atteso come un regno<br />

di sovrabbondanza di ogni specie<br />

di beni.<br />

Questa speranza fu colmata in<br />

modo superiore con la venuta del<br />

Figlio di Dio. Lo Spirito Santo, che<br />

aveva formato nei cuori la speranza<br />

degli uomini ha dato a questa speranza<br />

un compimento inatteso, con<br />

la venuta di Cristo, personaggio<br />

messianico e divino.<br />

Alla luce della fede cristiana, la<br />

speranza riconosce nel Figlio di Dio<br />

incarnato il Salvatore annunziato.<br />

Durante il periodo dell’Avvento, questa<br />

speranza ritrova tutto il suo significato<br />

e tutta le sua forza: si tratta<br />

di aspettare con anima aperta il<br />

Salvatore, per beneficiare pienamente<br />

della sua venuta. Con più di speranza<br />

nell’avvicinamento a Natale, i<br />

cuori saranno più disposti a ricevere<br />

tutto ciò che Cristo vuole procurare<br />

all’umanità di oggi.<br />

Tante persone sperano in un mondo<br />

migliore! L’Avvento è il momento<br />

in cui le aspirazioni più audaci e<br />

più nobili possono esprimersi con la<br />

certezza di ricevere una risposta celeste,<br />

con il mistero di Natale.<br />

Critiche e lagnanze che vengono<br />

da situazioni dolorose o difficili sono<br />

chiamate a diventare grida di<br />

speranza che salgono verso colui<br />

che si avvicina per guarire, salvare,<br />

elevare tutte le persone e tutta la società.<br />

Tempo di speranza, l’Avvento fa<br />

sorgere un nuovo dinamismo che<br />

emana da Colui stesso che viene, facendo<br />

già sentire la gioia della sua<br />

venuta.<br />

invitate a partecipare alla festa<br />

di nozze, per prestare la loro opera<br />

di luce con le lucerne accese a<br />

illuminazione del convito (Mt 25,<br />

1-13).<br />

Nella notte attendono lo Sposo<br />

che sembra tardare a venire, ma<br />

sanno con sicurezza che verrà.<br />

Cinque hanno preso le lucerne e<br />

l'olio per alimentarle, le altre hanno<br />

solo le lucerne vuote. Che cosa<br />

fanno? Attendono vigilanti, ma le<br />

sprovvedute vanno a comperarsi<br />

l'olio di cui sono prive. Intanto, si<br />

leva una voce nella notte: «Ecco<br />

lo sposo che viene, andategli incontro».<br />

Al convito di nozze, vanno soltanto<br />

le prime cinque... Non ci<br />

sfugga il senso della parabola, così<br />

adatta al clima d'avvento. Queste<br />

sono le nozze di Cristo con<br />

l'umanità, che si realizzano con la<br />

Redenzione, iniziando da Betlemme<br />

e compiendosi sul Calvario.<br />

La vita cristiana-cattolica è unione<br />

di Gesù Cristo con ogni persona<br />

umana che lo accoglie nella fede<br />

e nella carità: passa attraverso la<br />

croce, ma produce festa, gioia, la<br />

gioia di stare nella Verità, di pos-<br />

sedere la vita divina della Grazia, meritata<br />

da Cristo sulla Croce, partecipata a<br />

noi qui in terra, dai suoi Sacramenti, in<br />

primo luogo il Battesimo e poi la Confessione<br />

e in modo singolarissimo dall'Eucaristia.<br />

È anche la gioia di partecipare all'azione<br />

di Dio nel tempo, il tutto come<br />

anticipo gioioso della felicità eterna, anticipo<br />

nell'immancabile lotta e sofferenza<br />

della esistenza: «per crucem ad Lucem,<br />

per aspera ad Astra».<br />

La lampada accesa<br />

La lucerna che le dieci ragazze dovevano<br />

tenere preparate ed efficienti per<br />

illuminare la sala del convito e la festa<br />

di nozze, indica tutto quello che noi<br />

dobbiamo preparare e possedere per<br />

rendere vera la nostra vita cristiana, che<br />

si riflette poi nella nostra opera di testimoni<br />

e apostoli del Vangelo.<br />

La prima cosa necessaria alla lampada<br />

è l'olio, fonte di luce: se manca l'olio,<br />

la lampada si spegne. In questo olio,<br />

Un avvenimento proiettato verso la celebrazione della Giornata Mondiale della Gioventù del 2002<br />

Una missione stupenda per i giovani:<br />

essere sale della terra e luce del mondo<br />

THOMAS ROSICA<br />

Nel messaggio indirizzato ai giovani<br />

di tutto il mondo per la Giornata Mondiale<br />

della Gioventù 2002 in Canada, Papa<br />

Giovanni Paolo II scrive: «Carissimi,<br />

è tempo di prepararsi per la XVII Giornata<br />

Mondiale della Gioventù... Un nuovo<br />

secolo, un nuovo millennio si aprono<br />

alla luce di Cristo. Non tutti però vedono<br />

questa luce. Noi abbiamo il compito<br />

stupendo di esserne il “riflesso”».<br />

Durante questo periodo di desiderio e<br />

di attesa del Signore, siamo invitati a<br />

pregare e a ponderare la Parola di Dio,<br />

ma soprattutto di diventare «riflesso»<br />

della luce di Cristo, di Cristo stesso. Comunque<br />

noi tutti sappiamo quanto sia<br />

difficile riflettere la luce di Cristo, specialmente<br />

quando si perdono le speranze<br />

in questa vita, quando ci si adatta<br />

agli eventi del mondo, quando ci si accontenta<br />

della mediocrità e della vuotezza.<br />

L’Avvento ci ricorda che dobbiamo<br />

essere pronti ad incontrare il Signore in<br />

ogni singolo momento della nostra vita.<br />

Proprio come un allarme di sicurezza<br />

sveglia un padrone di casa, l’Avvento<br />

sveglia i Cristiani che corrono il pericolo<br />

di adagiarsi alla vita di tutti i giorni.<br />

Nello stesso messaggio sopra menzionato,<br />

Papa Giovanni Paolo II scrive ai suoi<br />

cari amici: «È proprio della condizione<br />

umana e, in particolar modo, della gioventù,<br />

cercare l’Assoluto, il senso e la<br />

pienezza dell’esistenza. Cari giovani,<br />

nulla vi accontenti che stia al di sotto<br />

dei più alti ideali! Non lasciatevi scoraggiare<br />

da coloro che, delusi dalla vita, sono<br />

diventati sordi ai desideri più profondi<br />

e più autentici del loro cuore. Avete<br />

ragione di non rassegnarvi a divertimenti<br />

insipidi, a mode passeggere ed a progetti<br />

riduttivi. Se conservate grandi desideri<br />

per il Signore, saprete evitare la<br />

mediocrità e il conformismo, così diffusi<br />

nella nostra società.<br />

Che cosa e chi stiamo aspettando nella<br />

nostra vita? Quale virtù o regalo stiamo<br />

pregando di ricevere quest’anno?<br />

Desideriamo il recupero e la riconciliazione<br />

dei rapporti spezzati? Quale significato<br />

desideriamo ottenere dal profondo<br />

dei nostri momenti buii, della nostra<br />

tristezza e miseria? Come viviamo le nostre<br />

promesse battesimali? Quali qualità<br />

di Gesù stiamo cercando nelle nostre vite<br />

in questo Avvento? Molte volte, le cose,<br />

le qualità, i doni e le persone che<br />

aspettiamo, ci permettono di capire chi<br />

realmente siamo. L’Avvento è il momento<br />

propizio per aprire gli occhi, per focalizzare<br />

sulle questioni, per fare attenzione<br />

e mantenere la giusta prospettiva<br />

sulla presenza di Dio nel mondo.<br />

Il Battista, icona conservata nel Museo<br />

di Leningrado<br />

è anzitutto significata la fede — cioè la<br />

nostra adesione a Dio, a Cristo, al Credo<br />

Cattolico più autentico quale ci è stato<br />

trasmesso dalla Tradizione più santa,<br />

da Gesù fino ad oggi. La fede, se è vera<br />

e valida, cambia la vita e la rende luminosa<br />

e ardente; fede che va sempre continuamente<br />

alimentata, altrimenti diminuisce<br />

e si spegne.<br />

S. Agostino, con la solita acutezza ed<br />

efficacia espressiva, chiamava tutto questo<br />

«cogitare fidem» (pensare la fede) e<br />

diceva: «Fides non cogitata, nulla est»<br />

(una fede non pensata, non fatta propria,<br />

è nulla). Ma come fare per «cogitare<br />

fidem?».<br />

La risposta è molto ampia e pertanto<br />

bastino qui alcuni verbi: conoscere sempre<br />

più la Realtà della fede; approfondirla;<br />

ritrovarne i fondamenti, quasi a<br />

rifondarla per noi ogni giorno sulla roccia<br />

incrollabile che è Gesù Cristo; estendere<br />

la fede a tutta la nostra vita e far sì<br />

che essa penetri a fondo dovunque; soprattutto<br />

chiederla a Dio, in questo<br />

Annuncio ai Pastori, dipinto del XVI sec., Museo diocesano di Palencia – L'immagine miracolosa della SS. Annunziata di Firenze<br />

Il nostro Battesimo è parte della missione<br />

reale messianica di Gesù. Tutti coloro<br />

che condividono questa missione<br />

dividono anche responsabilità reali, in<br />

particolare, hanno a cuore gli afflitti e<br />

gli ammalati. L’Avvento è un’opportunità<br />

meravigliosa per «attivare» le nostre<br />

promesse e impegni battesimali. Papa<br />

Giovanni Paolo II invita i giovani a<br />

prendere sul serio il loro battesimo. Nel<br />

suo messaggio egli scrive: «Voi siete il<br />

sale della terra... ». Una delle funzioni<br />

primarie del sale, come ben si sa, è<br />

quella di condire, di dare gusto e sapore<br />

agli alimenti. Quest’immagine ci ricorda<br />

che, mediante il battesimo, tutto il nostro<br />

essere è stato profondamente trasformato,<br />

perché «condito» con la vita<br />

nuova che viene da Cristo (cfr Rm 6,4).<br />

Il sale, grazie al quale l’identità cristiana<br />

non si snatura, anche in un ambiente<br />

fortemente secolarizzato, è la grazia battesimale.<br />

Durante questo periodo di Avvento di<br />

attenzione e di attesa, qual è il modo<br />

migliore per prepararsi alla Giornata<br />

Mondiale della Gioventù? Noi preparia-<br />

tempo tanto difficile per la fede: chiedere<br />

l'aiuto e la luce di Dio per aprirci<br />

sempre di più a Lui, all'azione di salvezza,<br />

che Egli svolge nel mondo attraverso<br />

Gesù Cristo nella sua Chiesa.<br />

Nella notte di questo mondo, si alza<br />

ancora la Voce benedetta di Dio: «Ecco<br />

lo Sposo che viene, andategli incontro!».<br />

Lo Sposo è Cristo che irrompe<br />

nella vita, se noi gli andiamo incontro,<br />

lo accogliamo, gli siamo fedeli. Irrompe<br />

per mezzo del suo Vangelo che è Luce,<br />

irrompe in modo reale nei Sacramenti:<br />

la Confessione e il pentimento che toglie<br />

l'ostacolo del peccato, la Messa e Comunione<br />

eucaristica in cui Egli ripresenta<br />

al Padre il suo Sacrificio e ci associa a<br />

Lui immolato per avere la sua vita<br />

divina.<br />

Gesù, unico Sole<br />

Siamo introdotti a nozze con Lui. Ma<br />

nella notte del mondo di oggi, si ode un<br />

lamento tristissimo: «Le nostre lampade<br />

si spengono». Era, nella parabola evangelica,<br />

il grido angoscioso di una parte<br />

di quelle ragazze che, rimaste senza<br />

olio, si vedevano escluse dalla festa di<br />

nozze. È il grido odierno, prima di implorazione<br />

esplicita o implicita che tante<br />

vite giovanili, rivolgono al mondo degli<br />

adulti — i genitori, la scuola, la società...<br />

— e sempre alla Chiesa di Cristo.<br />

È il grido colmo di angoscia e di disperazione<br />

dei drogati, degli alcolizzati,<br />

dei malati di ogni genere, dei tentati di<br />

suicidio, di coloro soprattutto cui manca<br />

il senso della vita, del dolore e della<br />

morte e che ha un immenso bisogno di<br />

Cristo e di apostoli veri che lo facciano<br />

conoscere e amare. Tutta gente che si è<br />

avviata nell'esistenza senza provvista di<br />

olio... e ci grida: «Dateci del vostro<br />

olio». Dateci Gesù Cristo e il suo Vangelo.<br />

Dateci la Verità. Basta con le tenebre,<br />

basta con la confusione».<br />

L'Avvento si fa preghiera rivolta a Gesù,<br />

lo Sposo della nostra vita, l'unico<br />

Salvatore: «Tu veritatis unicus / Sol,<br />

Christe, fulgens mentibus; / noctem repellis<br />

horridam, / viam salutis exhibes».<br />

Tu, della Verità unico / Sole, Cristo,<br />

splendente alle menti, disperdi<br />

l'orrida notte, mostraci la via della salvezza».<br />

PAOLO RISSO<br />

mo questo meraviglioso evento nel nostro<br />

Paese, prima di tutto prendendo sul<br />

serio il nostro battesimo. Noi ci sforziamo<br />

di essere sale, il cui sapore dà gusto<br />

e significato alla vita cristiana. Desideriamo<br />

essere luce... riflettendo lo splendore<br />

della presenza di Cristo a tutti coloro<br />

che incontriamo ogni giorno.<br />

Durante la preparazione della Giornata<br />

Mondiale della Gioventù 2002, permettetemi<br />

di suggerire a voi di sanare<br />

una lite. Costruite la Pace. Cercate un<br />

amico che avete dimenticato. Allontanate<br />

i sospetti e sostituiteli con la fiducia.<br />

Scrivete una lettera d’amore. Condividete<br />

un tesoro. Rispondete con gentilezza<br />

anche quando vorreste rispondere bruscamente.<br />

Incoraggiate un giovane a<br />

credere nelle sue capacità. Invitate un<br />

giovane a partecipare alla Giornata<br />

Mondiale della Gioventù 2002. Manifestate<br />

la vostra lealtà in parole e fatti.<br />

Mantenete una promessa. Trovate il<br />

tempo e create del tempo. Lasciate perdere<br />

un risentimento. Perdonate i nemici.<br />

Ascoltate di più. Scusatevi se avete<br />

sbagliato. Siate gentili anche se non ave-<br />

te sbagliato! Cercate di capire. Ignorate<br />

le invidie. Ponderate le domande che fate<br />

agli altri. Pensate prima agli altri che<br />

non a voi stessi. Apprezzate le cose. Siate<br />

gentili e buoni. Siate ironici. Lo siate<br />

un po’ di più. Fate in modo di meritare<br />

fiducia. Affrontate le maldicenze. Condannate<br />

l’autocompiacimento. Esprimete<br />

gratitudine. Andate in Chiesa. Rimanete<br />

in Chiesa un po’ più a lungo del solito.<br />

Accogliete uno straniero aprendo le<br />

vostre case ad alcune delle migliaia di<br />

giovani pellegrini che visiteranno il nostro<br />

Paese la prossima estate. Allietate il<br />

cuore di un bambino. Regalate il vostro<br />

tempo alla Giornata Mondiale della Gioventù<br />

2002 facendo del volontariato.<br />

Pregate per il successo di questa. Apprezzate<br />

la bellezza e la meraviglia di<br />

questa terra. Esprimete il vostro amore.<br />

Fatelo ancora una volta. Gridatelo forte.<br />

Esprimetelo garbatamente. Gioite per il<br />

Signore che è vicino! E Lui sarà presente<br />

potentemente nella nostra terra la<br />

prossima estate durante la Giornata<br />

Mondiale della Gioventù 2002.<br />

Un incontro profondamente<br />

personale che si rinnova<br />

Avvento viene da ad-ventus e ci invita<br />

a guardare in direzione di Colui che viene<br />

per noi, incontro a noi, o meglio, incontro<br />

a me, perché questo incontro è e<br />

vuol essere un incontro profondamente<br />

personale: «questa vita che vivo nella<br />

carne io la vivo nella fede del Figlio di<br />

Dio che mi ha amato e ha dato se stesso<br />

per me» (Gal 2, 20).<br />

Noi preti guidiamo gli altri, i fedeli, a<br />

vivere bene il tempo dell'Avvento, richiamando<br />

ai valori propri di questo<br />

tempo liturgico per vivere con serenità e<br />

impegno le festività natalizie.<br />

Una missione radicata<br />

nel mistero dell'Avvento<br />

Il tempo dell'Avvento è il più bello,<br />

perché la nostra missione è intimamente<br />

radicata in questo mistero della visita di<br />

Dio: ne è una attuazione, nella vita personale<br />

prima e poi nell'incontro con gli<br />

altri che il ministero comporta. Noi, se<br />

ci pensiamo, nonostante i nostri peccati,<br />

facciamo rinascere Gesù, gli permettiamo<br />

un perenne avvento nella storia e<br />

nelle anime che, nonostante noi, ma<br />

proprio attraverso noi, lo incontrano.<br />

Il prete che sia prete, infatti, e che si<br />

presenti da prete — perché mai come<br />

nella nostra società sono necessari i segni<br />

della presenza del soprannaturale e<br />

dei valori dello spirito — è un avvento<br />

di Dio.<br />

Questo avvento è prima per noi. Degni<br />

o indegni, Dio obbedisce a noi, lo<br />

Spirito Santo di Dio scende al nostro comando<br />

sulle offerte, elargisce il perdono<br />

di Dio ai peccatori — sì è vero, siamo<br />

cause strumentali, ma ciò ci riempie di<br />

meraviglia — e ci assicura quei sostegni<br />

spirituali, che ci sono indispensabili per<br />

non cadere nello scoraggiamento e nella<br />

rassegnazione?<br />

Il buon prete<br />

è un portento di Dio<br />

Avvento di Dio a noi ogni mattina e,<br />

prima ancora, ogni notte in cui Dio ci<br />

ristora col sonno e lenisce quelle ferite<br />

dell'anima che a Lui abbiamo affidato<br />

nella preghiera.<br />

Ed è Avvento per i nostri fratelli: un<br />

prete che sia prete è un portento di Dio<br />

tra la gente. Se è buono, se è paziente,<br />

se è disinteressato, se è povero, se è felice<br />

del suo poco potere, è un prodigio<br />

della natura e della grazia ed è capace<br />

di operare una rivoluzione, non quella<br />

rivoluzione sociologica che non spetta a<br />

noi promuovere, ma la rivoluzione più<br />

bella e impegnativa ch'è la nostra conversione,<br />

il nostro aprirci a Dio e il nostro<br />

non vivere più solo per noi.<br />

Tutto si compie<br />

nel silenzio del cuore<br />

Dove si compie tutto ciò? Nel silenzio<br />

del nostro cuore. E a ciò ci richiama<br />

l'Avvento.<br />

L'antifona nella novena del Natale,<br />

ispira al brano del libro della Sapienza:<br />

«Mentre un profondo silenzio avvolgeva<br />

tutte le cose e la notte era a metà del<br />

suo corso, la tua Parola onnipotente, o<br />

Signore, è discesa dal cielo»? Nel silenzio<br />

discende la Parola di Dio, nel silenzio<br />

è accolta e diventa vita nuova, luce<br />

e forza, calore e sostegno delle nostre<br />

anime assetate.<br />

Anche dinanzi al presepio ci sentiamo<br />

trascinati al silenzio: il Bambinello, tra<br />

Maria e Giuseppe, tace. Immaginiamo<br />

forse i suoi vagiti; ma egli tace. I più<br />

belli e variopinti personaggi che possono<br />

arricchire e colorire il nostro presepio<br />

non fanno che tacere e osservare, quasi<br />

rapiti in quella calma estasiante che si<br />

irradia dalla capanna di Gesù.<br />

Una rappresentazione vera<br />

È una rappresentazione, è vero, ma<br />

quanto è più vera di tante altre più realistiche<br />

rappresentazioni della vita! È la<br />

rappresentazione dell'Avvento già giunto<br />

al suo compimento; è l'incontro con Gesù<br />

che si riempie di gioia e di pace, perché<br />

è l'Amore venuto in terra per salvarci.<br />

Lasciamoci rapire anche noi da quei<br />

piccoli e indifesi personaggi, imitiamo il<br />

loro silenzio, facciamoci personaggi del<br />

presepio vero e reale di Gesù nella nostra<br />

vita e nella storia delle nostre<br />

anime e di quelle che ci sono affidate e<br />

impariamo ad ascoltare, a tacere e ad<br />

amare.<br />

ALESSANDRO DE SORTIS


.<br />

PAGINA<br />

8 .<br />

MONS. VERUCCHI, ARCIVESCOVO DI RAVENNA-CERVIA<br />

La Santa Messa<br />

è comunione con Dio<br />

Dopo il tema della speranza l'Arcivescovo<br />

di Ravenna-Cervia propone nella<br />

sua lettera pastorale una serrata riflessione<br />

sul giorno del Signore, più concretamente<br />

sulla partecipazione alla celebrazione<br />

della Messa. La Chiesa ne ha<br />

fatto un precetto che non è solo di valore<br />

giuridico ma anche teologico.<br />

«La domenica — premette l'Arcivescovo<br />

— contiene e offre a tutti valori<br />

preziosi, il riposo, la vita di famiglia, l'amicizia,<br />

la lettura, lo svago sano, il ritrovarsi<br />

insieme. La domenica con la santa<br />

messa offre anche la possibilità di incontrare<br />

il Signore, di ascoltarlo, di lasciarci<br />

amare da lui e di accogliere doni che<br />

fanno crescere i valori più belli della nostra<br />

vita terrena e ci aprono orizzonti di<br />

vita eterna. Sono doni belli per tutti».<br />

Se si fosse coerenti con la fede battesimale<br />

la domenica le chiese dovrebbero<br />

essere gremite di fedeli. Perché la «diserzione»,<br />

il vuoto? Mons. Verucchi tenta<br />

un'analisi. L'assente ha una sua storia<br />

personale per giustificarsi. Non si partecipa<br />

alla messa forse per abitudine, per<br />

mancanza di coscienza del precetto e<br />

del valore sacramentale. Forse per talune<br />

esperienze negative.<br />

Attraverso l'Eucaristia<br />

il dono della vita<br />

Nessuna giustificazione — ammesso<br />

che possa chiamarsi così — è legittima.<br />

La messa è la riattualizzazione comunitaria<br />

del sacrificio di Cristo. Il Signore<br />

risorto nell'Eucaristia ci dona la vita, anzi<br />

dona se stesso, sia pure sotto le specie<br />

del pane e del vino.<br />

«Questo ricordo di gioia e di grande<br />

festa — rileva l'Arcivescovo — può risvegliare<br />

il desiderio di vivere la domenica<br />

con l'Eucaristia e gli altri sacramenti.<br />

È il giorno che il Signore ha<br />

riempito dei suoi doni perché la vita di<br />

amore che ci ha dato e la vita di Chiesa<br />

possano crescere e svilupparsi».<br />

L'Arcivescovo si rivolge anche ai partecipanti<br />

episodici, saltuari per sollecitarli<br />

a riflettere sulla sublimità del mistero<br />

eucaristico e sull'immenso tesoro di<br />

benefici che vi è racchiuso. A coloro che<br />

ogni domenica sono presenti alla celebrazione,<br />

esprime sprone e incoraggiamento:<br />

«Siatene orgogliosi — scrive —.<br />

Il Signore trovi sempre più accoglienza<br />

nella vostra vita e la renda sempre più<br />

libera, più bella, più ricca di valori e di<br />

gioia.<br />

Il vostro modo di partecipare al giorno<br />

del Signore diventi una testimonianza<br />

preziosa per quanti incontrate sul<br />

sentiero della vostra vita. Siate missionari<br />

senza frontiere, nutriti di pane eucaristico<br />

nella mensa domenicale ben partecipata».<br />

L'appello ai genitori rafforza la convinzione<br />

su questi valori in funzione della<br />

solidità della vita familiare, della crescita<br />

della comunione e della fede: «State<br />

vivendo l'amore sponsale, la vita familiare,<br />

la responsabilità educativa, il lavoro<br />

e tanti avvenimenti e problemi che<br />

la vita vi fa incontrare».<br />

Tre suggerimenti propone loro: «Vivete<br />

il giorno del Signore e partecipate all'Eucaristia.<br />

Accogliete i doni. Il vostro<br />

amore e la vostra missione, a volte tanto<br />

difficile, saranno purificate, rafforzate<br />

ed elevate.<br />

Accompagnate in parrocchia e a messa<br />

i vostri figli.<br />

Accompagnate anche i figli piccoli. È<br />

importante che vivano l'esperienza del<br />

trovarsi in chiesa e nell'assemblea, che<br />

vedano e ascoltino e partecipino a modo<br />

loro. Non permettere loro di fare tutto<br />

quello che vogliono. Li educherete, e<br />

pian piano si abitueranno. Sembra che<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 2 Dicembre 2001<br />

Le Lettere pastorali<br />

dei Vescovi italiani<br />

MONS. GUALTIERO BASSETTI, VESCOVO DI AREZZO-CORTONA-SANSEPOLCRO<br />

Nel generoso servizio dell'accoglienza<br />

il senso di un'autentica solidarietà<br />

dizioni di vita almeno compatibili con la<br />

dignità umana e in modo da non creare<br />

nella nostra popolazione problemi tali<br />

che possano indurre o alimentare reazioni<br />

xenofobe o razziste».<br />

Alla comunità cristiana della diocesi il<br />

Vescovo ricorda alcuni valori imprescindibili.<br />

«Se abbiamo formato la nostra<br />

sensibilità alla luce della fede in Cristo,<br />

possiamo legittimamente avere differenti<br />

opinioni sulle politiche che andrebbero<br />

adottate, ma sempre in termini tali da<br />

non dimenticare che gli immigrati sono<br />

persone ricche di quella ineliminabile dignità<br />

e sacralità di cui Dio ha dotato<br />

ogni essere umano creandolo a propria<br />

immagine e somiglianza. Insomma essi<br />

non possono mai essere per noi solo “un<br />

problema sociale in più” ma prima di<br />

tutto essi sono dei nostri simili. Dobbiamo<br />

passare da un atteggiamento di sospetti<br />

e di autodifesa ad un atteggiamento<br />

di accoglienza e di condivisione. Al di<br />

là delle culture e dei colori della pelle e<br />

del credo religioso dovrà guardare e<br />

considerare ogni immigrato come mio<br />

prossimo. Al pari dei connazionali dovrà<br />

essermi caro in quanto vicino di casa o<br />

compagno di lavoro o compagno di<br />

scuola di mio figlio o il collaboratore<br />

che ho accolto nella mia casa. La nostra<br />

sensibilità cristiana c'impone di trattare<br />

ognuno come persona e ci impedisce di<br />

ridurla ad una “categoria”».<br />

Mons. Bassetti invita ad accogliere la<br />

sfida che proviene sul piano religioso dal<br />

flusso migratorio. «È vero — scrive —<br />

che la presenza tra noi di culture diverse<br />

ci costringe a un confronto e a un<br />

dialogo cui non siamo abituati e forse<br />

neanche preparati. Ma nessun cambiamento<br />

può farci paura se noi siamo certi<br />

della nostra identità di cristiani. Le diverse<br />

culture e le diverse religioni di cui<br />

sono portatori gli immigrati possono<br />

rappresentare un pericolo per la nostra<br />

impostazione di vita, per i nostri valori<br />

solo e se noi aderiamo in modo superficiale<br />

alla nostra fede e se possediamo e<br />

viviamo in modo vago e incerto i valori<br />

che da essa derivano.<br />

La presenza di culture e religioni diverse<br />

— aggiunge Mons. Bassetti — non<br />

può essere definita un pericolo ma certamente<br />

costituisce una sollecitazione e<br />

una sfida alla nostra fede. Il momento<br />

presente ci richiede in forme nuove e<br />

pressanti di verificare la solidità della<br />

nostra fede, la certezza della nostra adesione<br />

a Cristo». «Per superare ogni timore,<br />

per affrontare ogni cambiamento<br />

della storia, il compito che dobbiamo assumerci<br />

è quello di una maggiore decisione<br />

e profondità nel nostro essere cristiani,<br />

è quello di riscoprire e di vivere<br />

con più slancio la nostra identità di battezzati<br />

che è definita dalle tre grandi virtù<br />

cristiane: la fede, la speranza e la carità».<br />

«Dobbiamo rinnovare — scrive Mons.<br />

Bassetti — la nostra fede in Gesù Cristo,<br />

l'unico Figlio di Dio, che si è fatto uomo<br />

per la nostra salvezza. Da Cristo i nostri<br />

padri hanno tratto la forza per affrontare<br />

le difficoltà della vita e dalla fede<br />

hanno tratto i valori e i criteri per impostare<br />

con sempre maggiore giustizia e<br />

verità la vita sociale per dare forma alla<br />

MONS. MICHELE SECCIA, VESCOVO DI SAN SEVERO<br />

Riscoprire la diocesi come comunità<br />

e come grande famiglia di famiglie<br />

MONS. FILIPPO STROFALDI, VESCOVO DI ISCHIA<br />

La «Chiesa domestica» espressione di amore e di dialogo fraterno<br />

La famiglia è «Chiesa domestica», secondo la felice<br />

espressione del magistero, ma anche «cellula<br />

della società». Il futuro dell'umanità, quindi anche<br />

della Chiesa, passa attraverso i valori e l'identità<br />

della famiglia. Le ripercussioni devastanti scuotono<br />

i nuclei familiari fondati sul Vangelo e i suoi postulati:<br />

matrimonio sacramentale e indissolubile, procreazione<br />

responsabile, educazione religiosa e civile<br />

dei figli accolti come benedizione di Dio. Ecco i<br />

punti chiave della lettera pastorale alle famiglie della<br />

comunità di Ischia in vista del Vescovo Filippo<br />

Strofaldi. Illustrandone l'origine e il fondamento se<br />

si riferisce alle Tre Persone divine. Nelle opere e<br />

nel comportamento dei suoi membri — scrive il<br />

Presule — «la famiglia cristiana deve tradurre l'immagine<br />

della famiglia divina, della Santissima Trinità,<br />

nella quale il Padre ama e genera eternamente<br />

il Figlio, il Figlio accoglie l'amore e s'incarna nella<br />

storia degli uomini e lo Spirito Santo si apre al<br />

mondo riversando l'amore di Dio nei nostri cuori».<br />

La famiglia diventa famiglia di Dio quando «rapportandosi<br />

al Padre, sorgente dell'amore, cura la<br />

crescita dei figli nel rispetto delle loro scelte, onora<br />

gli anziani, portatori di valori e di saggezza, testimonia<br />

la reciprocità dell'aiuto fraterno e l'edificazione<br />

della casa nella comunione.<br />

In relazione al Figlio la famiglia si fa accoglienza<br />

di quanti vengono a bussare alla porta del suo cuore,<br />

soprattutto degli ultimi, nella prossimità di chi è<br />

povero economicamente o spiritualmente;<br />

In riferimento allo Spirito Santo la famiglia si<br />

sia Gesù che ve lo chiede: “Lasciate che<br />

i bambini vengano a me”».<br />

La comunità ecclesiale che celebra<br />

l'Eucaristia è aperta a tutti. Nessuno è<br />

discriminato se chiede di farne parte.<br />

L'unica clausola è quella della fede: che<br />

si creda e si accetti il Vangelo. A queste<br />

comunità Mons. Verucchi chiede: «Siate<br />

accoglienti. Create un clima di serenità,<br />

di letizia e di comunione fraterna. Accogliete<br />

tutti con cordialità.<br />

Siate contenti che ci siano bimbi! Accoglieteli<br />

con benevolenza e date esempio<br />

di come si partecipa alla messa. Fate<br />

di tutto, durante la settimana e la domenica,<br />

affinché anziani, ammalati,<br />

handicappati possano partecipare alla<br />

messa, essere accolti con amore e venire<br />

coinvolti.<br />

Nei confronti degli ammalati che non<br />

possono partecipare, fate in modo che<br />

abbiano la visita di qualche fratello e<br />

possano, se vogliono, ricevere la comunione<br />

eucaristica. Avete, poi, nella settimana<br />

e in ogni azione, ciò che avete,<br />

ascoltato, celebrato, accolto».<br />

La messa, tra i tanti valori, contiene<br />

quello del ringraziamento, della lode al<br />

Signore. Non sempre questo elemento<br />

viene evidenziato. Si tende a trasformare<br />

la preghiera, anche quella liturgica,<br />

in una richiesta di grazie. Mons. Verucchi,<br />

sottolineando questa finalità, scrive:<br />

«A messa andiamo per dire “grazie” al<br />

Signore per tutti i doni di cui viviamo.<br />

E ci riscopriamo amati da Dio, circondati<br />

dai doni del suo amore, chiamati a<br />

vivere da figli che egli ama».<br />

«A messa — prosegue il Presule — incontriamo<br />

Cristo e la sua parola, ci troviamo<br />

davanti ai valori fondamentali<br />

della vita! Possiamo capire se la nostra<br />

vita è spesa bene, se stiamo facendo errori,<br />

quali strade dobbiamo prendere,<br />

per vivere bene la vita qui e ora, nella<br />

società e nella Chiesa.<br />

Andiamo a messa per ritrovarci con i<br />

fratelli di fede. Il Signore ci ha creati<br />

per vivere non come “babele», ma uniti,<br />

in armonia, in comunione, desiderosi di<br />

aiutarci, disponibili a camminare insieme.<br />

Attorno all'altare nutriamo il nostro<br />

amore fraterno».<br />

La disponibilità<br />

a camminare insieme<br />

Indicando gli atteggiamenti spirituali<br />

e morali che si devono avere durante la<br />

celebrazione, Mons. Verucchi afferma:<br />

«A messa siamo presenti col cuore aperto<br />

perché vogliamo accogliere la parola<br />

e l'Eucaristia, il perdono e lo Spirito<br />

Santo, per avere la gioia di nutrire la vita<br />

divina che abbiamo ricevuto nel battesimo<br />

e la vita di Chiesa nella quale siamo<br />

stati inseriti».<br />

«Andiamo a messa — prosegue il Presule<br />

— sapendo che nell'Eucaristia è reso<br />

presente il sacrificio di Gesù per noi.<br />

È Gesù che ci libera dal peccato, ci salva,<br />

e ci dona la nuova alleanza. Partecipiamo<br />

alla messa per accogliere Cristo<br />

morto e risorto. Così anche noi riceviamo<br />

la forza per far morire o almeno diminuire<br />

il male che è in noi e per far<br />

crescere il bene, l'amore, la pace, la giustizia,<br />

il rispetto per la dignità di ogni<br />

persona».<br />

«A messa andiamo per aprirci all'eternità.<br />

Nella celebrazione dell'Eucaristia<br />

incontriamo il “cielo”, Dio che viene a<br />

farci visita. Qui accogliamo valori divini<br />

e soprannaturali. Qui viviamo, anche se<br />

con tanti limiti, nell'esperienza di comunione<br />

con il Signore e con i fratelli che,<br />

aldilà della morte, vivremo in maniera<br />

perfetta e per sempre. Partecipare alla<br />

messa — conclude Mons. Verucchi — è<br />

anticipo di eternità».<br />

GINO CONCETTI<br />

apre alla novità di Dio, rinnova il suo «stile di vita»,<br />

si converte orientandosi verso valori umani e<br />

cristiani radicati nel profondo, tende ad un cammino<br />

di liberazione per passare da una visione consumistica<br />

della conduzione familiare ad un ideale di<br />

benessere che abbraccia corpo e anima.<br />

In questo circuito trinitario la legge fondamentale<br />

è l'amore. Comunione di anime e di corpi che la<br />

famiglia vive come fondamento del suo essere ed<br />

operare.<br />

Quest'amore nella Trinità è così profondo che le<br />

tre Persone divine sono veramente un solo Dio:<br />

nella famiglia umana invece le nostre individualità<br />

sono così spesso separate da creare difficoltà al dialogo<br />

e alla comunione.<br />

L'amore va custodito, rafforzato, difeso perché è<br />

continuamente attentato da ogni parte, a cominciare<br />

dall'io di ciascuno dei membri della famiglia, e<br />

lo stesso termine «amore» viene equivocato per<br />

ogni forma di degenerazione.<br />

La Pastorale della famiglia, insieme a quella giovanile,<br />

diventa, nell'ansia della madre Chiesa, azione<br />

attenta e impegnativa della comunità cristiana<br />

in quanto «è il luogo privilegiato dell'esperienza<br />

dell'amore e della trasmissione della fede» (Cfr Comunicare<br />

il vangelo in un mondo che cambia. 52.<br />

Cei).<br />

Il ricordo delle nostre esperienze familiari non è<br />

solo nostalgia del passato, ma un rivivere e rinnovare<br />

nell'oggi la santità della famiglia. Infatti, molti<br />

di noi adulti, tra i ricordi dell'infanzia, conservano<br />

Non c'è diocesi in Italia che non sia<br />

interessata dal flusso migratorio. Le<br />

componenti possono essere di diverse<br />

etnie e aree geografiche. Per il Vescovo,<br />

i presbiteri e gli altri operatori pastorali<br />

si aprono nuovi ambiti di lavoro e di mistero.<br />

Nello stesso tempo però i Vescovi<br />

fanno appello alla sensibilità dei residenti<br />

perché accolgono gli immigrati con la<br />

tradizionale disponibilità umana e fraterna<br />

e più ancora con vivo spirito di solidarietà<br />

e di carità evangelica.<br />

Il Vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro<br />

Gualtiero Bassetti, nel suo messaggio<br />

fa appello ai sacerdoti, ai religiosi,<br />

alle religiose, alle famiglie e ai fedeli<br />

laici, nonché a coloro che si sono già inseriti<br />

nella comunità locale perché non<br />

omettano di impegnarsi nel servizi di accoglienza<br />

non solo gli individui ma anche<br />

dei loro nuclei familiari.<br />

Il Vescovo ritiene che il fenomeno<br />

«prevedibilmente crescerà nei prossimi<br />

decenni e provocherà inevitabili cambiamenti<br />

nella vita sociale del nostro popolo<br />

ancora più vasti e complessi di quelli<br />

che abbiamo potuto verificare. Fa parte<br />

della nostra responsabilità umana e cristiana<br />

domandarci quale atteggiamento<br />

assumere di fronte ad un fatto così rilevante<br />

e quali comportamenti ci sono richiesti<br />

dalla nostra fede».<br />

Di fronte al complesso fenomeno migratorio,<br />

«l'autorità civile — scrive il Vescovo<br />

— ha il diritto e il dovere di regolamentare<br />

l'afflusso di immigrati secondo<br />

criteri di giustizia e di utilità generali<br />

in modo tale da essere in grado di assicurare<br />

agli immigrati che accoglie con-<br />

S'intitola: Pace a Voi! Pace a questa<br />

casa e a tutti i suoi abitanti, la lettera<br />

che il Vescovo di San Severo ha indirizzato<br />

alla Comunità diocesana in occasione<br />

della sua prima Visita Pastorale alla<br />

Chiesa che presiede nella carità. Iniziata<br />

lo scorso quattro novembre terminerà<br />

nell'aprile del 2003 dopo la visita alle 32<br />

parrocchie dei dieci comuni componenti<br />

il territorio diocesano. L'intervento del<br />

Vescovo, contenuto in 45 pagine si fa<br />

notare per l'originalità, almeno a livello<br />

locale, e per lo sforzo di presentare e<br />

spiegare al popolo di Dio ed anche<br />

alla società civile il senso ed il «perché»<br />

un Vescovo debba compiere la Visita<br />

Pastorale.<br />

Un evento da interpretare e vivere come<br />

dono e segno del Grande Giubileo<br />

del 2000 e voluto da Mons. Seccia perché<br />

«animato dal forte invito del Sommo<br />

Pontefice a prendere il largo (Lc 5,<br />

4), e volendo trasmettere lo stesso invito<br />

a tutta la comunità diocesana perché<br />

compia una verifica del suo fervore, recuperi<br />

nuovo slancio per il suo impegno<br />

spirituale e pastorale, manifesti i frutti<br />

dell'anelito di santità» e per «intensificare<br />

i vincoli sacramentali ed ecclesiali di<br />

unità e di comunione tra il Vescovo e<br />

tutto il popolo santo di Dio di questa<br />

Chiesa che è in San Severo». Una visita<br />

che prende il via anche nel contesto di<br />

un piano pastorale triennale incentrato<br />

sulla famiglia «per riscoprire la Chiesa<br />

come Comunità e comunione [...] e la<br />

diocesi come una grande famiglia, famiglia<br />

di famiglie» in cui è «grande il desiderio<br />

del Padre di incontrare le diverse<br />

comunità, le persone, le famiglie... voi<br />

tutti, per vedervi, ascoltarvi e, soprattutto,<br />

augurarvi la Pace del Cristo risorto».<br />

La prima parte della lettera è una riuscita<br />

sintesi dei fondamenti scritturistici,<br />

storici ed ecclesiologici della Visita pastorale.<br />

L'incarnazione nella storia del<br />

Verbo non è altro che la «visita» che<br />

Dio fa all'uomo in Gesù Cristo che di<br />

porta in porta, di villaggio in villaggio<br />

ha annunciato il Vangelo, cioè, la «Bella<br />

notizia» di Dio alla sua creatura. Visita<br />

che, in seguito, continua negli e attraverso<br />

gli amici di Dio: Maria che va a<br />

visitare Elisabetta, gli apostoli che si recano<br />

nelle prime comunità di credenti e<br />

così lungo tutto l'arco della storia della<br />

Chiesa. Tempo in cui la visita del Pastore<br />

ha subito le inevitabili evoluzioni sino<br />

ad arrivare al Concilio Vaticano II e all'ultimo<br />

Sinodo dei Vescovi che ne ha<br />

così sintetizzato lo scopo: «Mediante la<br />

Visita pastorale il Vescovo si presenta<br />

concretamente come principio e fondamento<br />

dell'unità nella Chiesa particolare<br />

e essa “riflette in qualche modo l'immagine<br />

di quella singolarissima e del<br />

tutto meravigliosa visita, per mezzo della<br />

quale il Pastore sommo (1 Pt 5, 4), il<br />

Vescovo delle anime nostre (cfr 1 Pt 2,<br />

25) Gesù Cristo ha visitato e redento il<br />

suo popolo (cfr Lc 1, 68)”. Poiché, inoltre,<br />

la diocesi, prima di essere un territorio,<br />

è una porzione del popolo di Dio<br />

affidata alle cure pastorali di un Vescovo,<br />

opportunamente il Direttorio “Ecclesiae<br />

imago” scrive che il primo posto<br />

nella Visita Pastorale spetta alle persone.<br />

Per meglio dedicarsi a loro è, dunque,<br />

opportuno che il Vescovo deleghi<br />

ad altri l'esame delle questioni di carattere<br />

più amministrativo» (Synodus Episcoporum,<br />

Il Vescovo servitore del Vangelo<br />

di Gesù Cristo per la speranza del<br />

mondo, Instrumentum laboris, Città del<br />

nel cuore la memoria di quanto, con i genitori e i<br />

vicini di casa, si recitava da ragazzi il S. Rosario intorno<br />

al braciere, oppure quando si ripeteva a memoria,<br />

alla loro presenza, il Catechismo in preparazione<br />

ai sacramenti dell'iniziazione cristiana o per<br />

la gara del «Premio-Roma». Infatti la famiglia svolgeva<br />

il suo ruolo di prima scuola di fede e di preghiera,<br />

dove i primi elementi di crescita si alternavano<br />

ai primi alimenti di crescita «in età, sapienza<br />

e di grazia, davanti a Dio e davanti agli uomini»<br />

(Lc 2.52), come Gesù ragazzo nella sua famiglia di<br />

Nazareth».<br />

Sviluppando il modello della Santa Famiglia<br />

Mons. Strofaldi scrive: «È l'icona di Nazareth ad<br />

ispirare ogni famiglia cristiana perché Gesù, Figlio<br />

di Dio è diventato Figlio dell'uomo inserendosi nel<br />

tessuto dell'umanità, è entrato nelle case degli uomini,<br />

si è seduto alla mensa dei fratelli, ha chiesto<br />

da mangiare e da bere, ha trovato riposo come<br />

ospite a Betania presso gli amici Lazzaro, Maria e<br />

Marta, ha santificato con la sua presenza l'unione<br />

di due sposi a Cana di Galilea e per non turbare la<br />

loro gioia, ha trasformato l'acqua in vino ridando il<br />

sorriso della festa a tutti i presenti.<br />

Che sentimento di tenerezza ci viene nel pensare<br />

a Gesù fanciullo, ragazzo, adolescente e poi giovane<br />

nella sua casa di Nazareth, covato con gli occhi<br />

dai suoi genitori Giuseppe e Maria, sempre più<br />

compresi nella loro casa di questa presenza misteriosa<br />

ma reale, divina ma umile! Nessun indizio soprannaturale,<br />

nessuna manifestazione straordinaria<br />

Vaticano 2001, n. 121). Attualizzando la<br />

Visita Pastorale oggi e nella sua diocesi,<br />

Seccia si augura di essere «accolto come<br />

fratello, che viene nella semplicità e desidera<br />

incontrare e ascoltare per meglio<br />

servire e mantenere sempre viva la speranza;<br />

come amico che si affianca per<br />

camminare insieme lungo le strade della<br />

vita» (p. 16).<br />

Preoccupato di eventuali centralizzazioni<br />

ed interpretazioni «giuridico-amministrative»<br />

della visita, Mons. Seccia,<br />

che ha scelto di restare in ogni parrocchia<br />

per una settimana, precisa: «La<br />

presenza prolungata del Vescovo è occasione<br />

di un rapporto diretto e personale<br />

tra la Comunità ecclesiale e colui che<br />

nella Comunità è il segno visibile dell'unità<br />

e santità della Chiesa, dell'apostolicità<br />

della fede, della tensione missionaria<br />

propria dei discepoli di Gesù, dell'amore<br />

paterno e materno di Dio. Sarebbe<br />

anacronistico fermarsi all'aspetto formale<br />

e fiscale dei dati da rilevare in un<br />

territorio: pur necessari, non sono certamente<br />

questi a sviluppare e valorizzare i<br />

rapporti tra le persone e la conoscenza<br />

delle situazioni personali. Infatti solo la<br />

conoscenza permette anche un'azione<br />

pastorale adeguata e rispondente alle<br />

necessità della Comunità» (p. 17).<br />

La riflessione biblica è trattata nella<br />

seconda parte attraverso il metodo della<br />

Lectio divina. Il Vescovo di San Severo<br />

fa una stupenda ed attualizzata lectio<br />

del brano giovanneo dell'apparizione del<br />

Risorto agli Undici e a Tommaso (Gv<br />

20, 19-29) collocandolo in maniera appropriata<br />

alla Visita Pastorale ed in cui<br />

la presenza del Pastore va, in filigrana,<br />

vista come quella del Risorto che visita i<br />

suoi discepoli.<br />

FRANCESCO ARMENTI<br />

perché «non era ancora giunta la sua ora» (Gv 2, 4)<br />

ma solo il suo inserimento nella storia normale di<br />

una famiglia che è passata attraverso prove, sofferenze,<br />

problemi... come l'emigrare in terra di Egitto<br />

e quindi, diremmo oggi, extracomunitari all'estero,<br />

rientrare in patria, ricostruire tutto daccapo, lavorare<br />

nella falegnameria, affrontare tutto con serenità:<br />

nessuna parola, nessun discorso, nessun avvenimento<br />

particolare nella vita familiare di Gesù<br />

di Nazareth, ma solo l'incubazione silenziosa e misteriosa<br />

in attesa di librare le ali per seguire il progetto<br />

di Dio: la salvezza dell'umanità.<br />

Ecco come la famiglia segue il progressivo sviluppo<br />

dei figli che all'inizio della vita hanno bisogno<br />

di tutto ma poi si rendono progressivamente<br />

autonomi finché un giorno, «come frecce scoccate<br />

dall'arco» devono seguire la loro traiettoria; è il rispetto<br />

delle loro scelte vocazionali che i genitori,<br />

pur avvertendo una lacerazione nella carne, vivono<br />

nel momento del distacco senza assalti di possessività,<br />

senza mammismi o paternalismi che condizionano<br />

i figli nel loro agire».<br />

La famiglia cristiana ha nella Chiesa il suo coronamento<br />

e la sua giustificazione operativa conforme<br />

alla sua identità sacramentale e conforme al<br />

progetto creativo di Dio e redentivo di Cristo, in<br />

cui è esaltato il ruolo dei coniugi e la loro missione<br />

educativa sul piano naturale, religioso e civile. Per<br />

questo ruolo delicato è necessario far convergere<br />

tutti gli sforzi pastorali e di evangelizzazione. G. C.<br />

nostra civiltà. Solo se la nostra fede è<br />

solida e pervade tutto il nostro modo di<br />

pensare e di sentire nessun cambiamento<br />

sociale può farci paura, perché Cristo<br />

è Via Verità e Vita.<br />

«La fede cristiana affermata con coraggio<br />

e decisione, testimoniata in ogni<br />

circostanza, non può renderci chiusi a<br />

nessuno ma può al contrario renderci<br />

capaci di instaurare con chiunque un<br />

utile confronto, dialogo e collaborazione.<br />

Quanto più la nostra identità cristiana<br />

è chiara, evidente e solida, tanto<br />

più saremo sereni liberi di entrare in<br />

rapporto con chiunque. Se invece essa è<br />

incerta, timida e insicura tenderemo ad<br />

essere chiusi e sulla difensiva o, al contrario,<br />

aggressivi e assolutisti».<br />

«Invitando i fedeli — precisa Mons.<br />

Bassetti — a essere presenti nella vita<br />

pubblica, nel lavoro, nella scuola, nel<br />

mondo della cultura con tutta la forza<br />

della loro identità cristiana non intendo<br />

in alcun modo mettere in discussione la<br />

laicità dello Stato. Tale laicità non può<br />

essere intesa coma la cancellazione delle<br />

identità ma come spazio di libertà dove<br />

anche l'identità cristiana è in grado di<br />

esprimersi. Se questo fosse negato, alla<br />

lunga, verrebbe messa in pericolo la<br />

stessa laicità dello Stato.<br />

La fede profondamente penetrata nel<br />

cuore e nella mente genera la speranza<br />

che è la virtù profetica che ci rende forti<br />

e capaci di affrontare le novità e le incertezze<br />

della vita con la sicurezza che il<br />

Signor è accanto a noi e che al termine<br />

del nostro cammino ci attende l'amore<br />

di Dio. È la virtù che ci rende capaci di<br />

individuare nei fatti presenti i segni e i<br />

presagi del regno di Cristo che viene e<br />

ci rende capaci di distaccarci dal possesso<br />

delle cose, dalle abitudini, dal già noto<br />

per andare incontro al Signore che<br />

viene nel nuovo della storia. Se abbiamo<br />

la Speranza cristiana non possiamo agire<br />

con paura ma tutto facciamo per<br />

amore. Il futuro ci avvicina al Signore,<br />

nulla ci può allontanare da Lui. Il Signore<br />

e il suo regno sono l'avvenire nostro:<br />

Egli è Colui che viene.<br />

Se rinnoviamo la nostra speranza allora<br />

operiamo concretamente per preparare<br />

la venuta del Signore Nostro Gesù<br />

Cristo: evangelizziamo, costruiamo la<br />

Chiesa ma anche operiamo nel mondo<br />

per trasformarlo secondo il pensiero di<br />

Cristo, nelle vie della giustizia della verità<br />

e della pace».<br />

«È il momento — sottolinea Mons.<br />

Bassetti — di essere più cristiani. E l'identità<br />

cristiana, che nasce dal battesimo<br />

e dalla fede in Gesù di Nazareth,<br />

unigenito figlio di Dio e unico salvatore<br />

di tutti gli uomini, si modella e cresce<br />

attraverso la imitazione di Cristo, mite e<br />

mansueto di cuore. Dobbiamo essere orgogliosi<br />

e fieri del nostro battesimo e<br />

della nostra appartenenza a Cristo, ma<br />

questo non si traduce in uno sguardo di<br />

superiorità verso i diversi da noi bensì<br />

nel farsi «ultimi e servi di tutti» a imitazione<br />

del Figlio di Dio che, Lui il Signore<br />

e il Maestro, è stato tra noi «come<br />

uno che serve».<br />

Ora dobbiamo ricordarci che il primo<br />

passo verso la carità consiste nel praticare<br />

la giustizia cioè nel dare a ciascuno<br />

ciò che gli spetta, nel rispettare il diritto<br />

e la dignità di ciascuno. Nessuno<br />

può dirsi vero cristiano e non dare la<br />

giusta paga al proprio dipendente, o approfittarsi<br />

a proprio vantaggio della debolezza<br />

o della povertà, del bisogno o<br />

della ignoranza dell'altro. Tanto meno il<br />

cristiano può umiliare l'altro o indurre<br />

al peccato. Vivere fino in fondo la nostra<br />

identità di Cristiani comporta che ci<br />

facciamo promotori della dignità di ogni<br />

persona umana specialmente di chi, essendo<br />

fuori della propria patria, si trova<br />

in situazione di maggiore debolezza.<br />

Guai se invece di essere difensore degli<br />

immigrati qualcuno disprezzasse, o<br />

fosse sfruttatore o corruttore, o profittatore.<br />

E perciò nel dare lavoro, nel dare<br />

la paga, nel dare l'alloggio, nello stabilire<br />

il canone di affitto, nello stabilire il<br />

prezzo delle merci, nel fare i prestiti<br />

ecc. ogni cristiano ricerchi l'equità e la<br />

moderazione, preferisca rimetterci piuttosto<br />

che trarre disonesto vantaggio o<br />

fare discriminazione. Ricordiamo la regola<br />

aurea che ci ha dato nostro Signore:<br />

«non fare ad altri quello che non<br />

vuoi sia fatto a te» e «fai agli altri ciò<br />

che vorresti sia fatto a te». Solo così<br />

onoreremo e faremo onorare il Nome di<br />

Gesù, Nostro Salvatore».<br />

Tutti questo non è sufficiente — rileva<br />

il Vescovo — noi cristiani dobbiamo<br />

fare un passo ulteriore, dobbiamo essere<br />

cristiani fino in fondo. La giustizia è<br />

per noi il primo passo, dobbiamo procedere<br />

verso la carità. Per quanto è possibile<br />

ognuno di noi soccorra, aiuti, consoli,<br />

conforti, curi, ospiti, condivida i<br />

propri beni con chi è nel bisogno. Sappiamo<br />

essere veri figli di Dio in Cristo<br />

Gesù, che ha dato la sua vita per noi<br />

tutti.<br />

Non limitiamoci ai buoni sentimenti e<br />

alle buone parole ma, sia come singole<br />

persone sia come comunità cristiane,<br />

facciamo le buone opere poiché il Signore<br />

ci ha costituiti perché andiamo e<br />

portiamo frutto e perché, vedendo le<br />

nostre opere, gli uomini diano lode a<br />

Dio. «Il Signore ci ha costituiti come sale<br />

della terra e luce del mondo affinché<br />

lo annunciamo a tutte le creature e perché<br />

tutti raduniamo nell'unica Famiglia<br />

di Dio».<br />

G. C.


A ROMA<br />

PAGINA<br />

OltrecinquemilapersoneaifuneralicelebratidalCard.RuininellaBasilicadiS.MariadegliAngeliedeiMartiri<br />

LacittàrendeomaggioaitreVigilidelFuoco<br />

sacrificatisipersalvarealtrevite<br />

Oltre cinquemila persone in silenzio<br />

assoluto e profondamente commosse si<br />

sono ritrovate sabato mattina nella Basilica<br />

di Santa Maria degli Angeli e dei<br />

Martiri per dare l'ultimo saluto ai tre Vigili<br />

del Fuoco morti, martedì scorso,<br />

nella terribile esplosione provocata da<br />

una fuga di gas in un palazzo di via<br />

Ventotene 32, a Monte Sacro. Quel giorno,<br />

oltre ai tre pompieri, Danilo Di Veglia,<br />

Fabio Di Lorenzo e Sirio Corona,<br />

sono morte anche quattro donne: Fabiana<br />

Perrone e la madre Maria Grosso,<br />

Michela Camillo ed Elena Proietti.<br />

Numerosi i parenti, gli amici, e i colleghi<br />

dei tre Vigili del Fuoco presenti.<br />

Non solo voluti mancare i residenti di<br />

via Ventotene che hanno manifestato<br />

tutta la loro gratitudine agli eroi che<br />

hanno rischiato la loro vita per salvare<br />

quella degli altri.<br />

Il rito esequiale è stato celebrato dal<br />

Cardinale Vicario, Camillo Ruini, e concelebrato<br />

dal cappellano dei Vigili del<br />

Fuoco di Roma, Monsignor Franco Dalbesio,<br />

dal parroco del Santissimo Redentore<br />

Don Alessandro Gazzola e tanti da<br />

altri sacerdoti.<br />

Molte le autorità presenti: il Presidente<br />

della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi<br />

e la consorte Franca, il vice presidente<br />

del Consiglio, Gianfranco Fini, il ministro<br />

dell'Interno, Claudio Scajola, il<br />

presidente della Regione, Francesco Storace,<br />

il sindaco di Roma, Walter Veltroni,<br />

il Capo della Polizia, Gianni De Gennaro,<br />

il comandante dei Vigili del Fuoco,<br />

Luigi Abate, il capo del dipartimento<br />

della Protezione civile, Guido Bertolaso,<br />

e tanti altri.<br />

C'è stata anche la solidarietà dei Vigili<br />

del Fuoco di tutti i comandi d'Italia, ma<br />

anche quelli di New York hanno seguito<br />

con intensa partecipazione la cerimonia<br />

funebre.<br />

Sui volti dei Vigili della 6ª compagnia<br />

c'era la rabbia per non essere riusciti ad<br />

impedire quella tragedia.<br />

«La puzza di gas, le numerose telefonate<br />

alle forze dell'ordine e all'Italgas,<br />

l'arrivo dei Vigili del Fuoco, la terribile<br />

esplosione, le fiamme, le urla, il sangue,<br />

i morti», sono queste le scene che, purtroppo,<br />

spiega il signor Stocchi abitante<br />

in via Ventotene, continuo a ricordare<br />

da quel terribile martedì. Una ferita che<br />

difficilmente potrà essere rimarginata.<br />

Sabato mattina, i feretri dei tre pompieri<br />

sono usciti fra due ali di Vigili del<br />

Fuoco, schierati ai lati della caserma di<br />

via Genova, poi hanno imboccato via<br />

Nazionale per raggiungere la Basilica accompagnati<br />

da un lunghissimo applauso<br />

da parte di migliaia di romani disposti<br />

in silenzio lungo i marciapiedi e nella<br />

piazza antistante la chiesa.<br />

L'ultimo commosso saluto<br />

di Val Melaina ai propri morti<br />

Anche Val Melaina, in clima di profonda<br />

commozione, porge l'ultimo saluto<br />

ai suoi morti. Mentre andiamo in<br />

stampa si stanno celebrando, presieduti<br />

dall'Arcivescovo Vicegerente Cesare Nosiglia<br />

nella chiesa parrocchiale del Santissimo<br />

Redentore, i solenni funerali delle<br />

quattro vittime civili morte nell’esplosione<br />

di via Ventotene: Maria Grosso<br />

Perrone di 45 anni, la figlia Fabiana di<br />

23 anni, Elena Proietti di 81 anni e Michela<br />

Camillo di 25 anni.<br />

I parenti delle quattro donne non<br />

hanno voluto giornalisti né clamori nella<br />

camera ardente allestita a partire da venerdì<br />

pomeriggio nella parrocchia. La<br />

gente del quartiere si è chiusa nel proprio<br />

dolore. Hanno chiesto di rimanere<br />

da soli. L'unica eccezione è stata fatta<br />

per il Sindaco Walter Veltroni che si è<br />

intrattenuto a lungo con i parenti delle<br />

vittime, in particolare con il marito di<br />

Elena Proietti, l'anziana donna che quella<br />

tragica mattina era appena entrata<br />

nel negozio di Maria Grosso Perrone, la<br />

sua parrucchiera.<br />

Il viavai dei cittadini del quartiere è<br />

stato continuo e silenzioso. È come un<br />

piccolo paese che si ritrova per l’ultima<br />

volta accanto a degli amici insostituibili.<br />

Decine i mazzi di fiori e gli abbracci<br />

commossi ai parenti delle quattro donne.<br />

Numerosissimi i giovani, i volontari,<br />

gli amici di Fabiana «volto indimenticabile<br />

di questa parrocchia». Gli amici della<br />

ragazza hanno scritto per lei riflessioni<br />

e ricordi di una vita dedicata agli altri.<br />

Fabiana e sua mamma Maria, dicono,<br />

erano come il cuore di questa comunità<br />

cristiana. Lacrime e dolore an-<br />

Domenica senza auto:<br />

manifestazioni ridotte<br />

in segno di lutto<br />

Le manifestazioni previste a Roma<br />

per domenica, ultima giornata ecologica<br />

dell’anno, saranno ridotte in<br />

segno di lutto. Lo ha reso noto il<br />

Comune. Il traffico privato sarà<br />

vietato dalle 9 alle 18 in tutta la fascia<br />

blu, nell’area di Villa Borghese,<br />

nel rione Esquilino, ai Fori Imperiali,<br />

a Trastevere e lungo l’Appia<br />

Antica. Le associazioni che<br />

hanno contribuito all’organizzazione<br />

della giornata sono state invitate<br />

a raccogliere fondi per l’emergenza<br />

di via Ventotene.<br />

Scioperi nei trasporti:<br />

la Cnl propone<br />

confronto con Met.Ro.<br />

Un confronto pubblico tra lavoratori<br />

e azienda per verificare chi abbia<br />

ragione nella vertenza che oppone<br />

Cnl e Met.Ro. Lo propone la<br />

segreteria della Cnl, suggerendo<br />

anche che si svolga, alla presenza<br />

di giornalisti, istituzioni e associazioni<br />

degli utenti, nel deposito di<br />

Osteria del Curato. Per la data la<br />

Cnl sostiene che dovrebbe precedere<br />

quella del 14 dicembre per la<br />

quale è stato già proclamato un altro<br />

sciopero dei macchinisti della<br />

metro e delle ferrovie locali.<br />

9 .<br />

che per i giovani amici di Michela Camillo,<br />

la ragazza scozzese, fidanzata con<br />

David Misasi, rimasto ferito. «Un sorriso<br />

e un’energia che nessuno di noi potrà<br />

dimenticare — raccontano di lei due ragazze<br />

—. David ancora non sa nulla e<br />

quando lo saprà per noi Michela morirà<br />

un’altra volta. Lui non si arrenderà mai<br />

alla sua perdita».<br />

Anche i Vigili del fuoco del Nomentano<br />

hanno voluto portare la loro solidarietà.<br />

È stato un lungo abbraccio senza<br />

parole. Una commozione infinita e per<br />

tutti negli occhi tutto il dolore provato<br />

Bomba a mano trovata<br />

in un «call center» all'Esquilino:<br />

arrestati due extracomunitari<br />

Una bomba a mano, di fabbricazione<br />

statunitense, con accanto una caricatura<br />

di Bin Laden, è stata trovata venerdì dai<br />

Carabinieri in un call center nel rione<br />

Esquilino. Il gestore ed un impiegato<br />

dell’attività commerciale, due bengalesi,<br />

sono stati arrestati per detenzione di armi<br />

da guerra. Gli investigatori del Comando<br />

provinciale di Roma hanno trovato<br />

la bomba, perfettamente funzionante,<br />

nel bagno del call center, in via Principe<br />

Amedeo.<br />

Si tratta di una bomba, del tipo ananas<br />

e di piccole dimensioni, che fa parte<br />

degli arsenali dei terroristi perché di facile<br />

impiego e trasporto, da usare in attentati.<br />

Nel corso delle perquisizione fatte nelle<br />

abitazioni dei due stranieri sono stati<br />

sequestrati una decina di passaporti e<br />

una settantina di permessi di soggiorno<br />

di cittadini bengalesi rilasciati da diverse<br />

questure italiane, due computer portatili,<br />

e un documento di una cinquantina<br />

di pagine scritto in arabo. I Carabinieri<br />

mantengono il massimo riserbo sulle indagini,<br />

ancora in corso e che puntano a<br />

verificare l’attività dei due bengalesi, le<br />

loro frequentazioni, l’origine e la validità<br />

dei documenti trovati in loro possesso.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 2 Dicembre 2001<br />

in questi giorni. Un mazzo di fiori lasciato<br />

accanto alle bare di Fabiana, Maria,<br />

Michela ed Elena. Un mazzo di fiori<br />

che è anche un filo che legherà per<br />

sempre le loro morti a quelle dei Vigili<br />

dilaniati dall’esplosione. La squadra di<br />

Vigili è arrivata nella parrocchia per pochi<br />

minuti, senza voler fare gesti clamorosi.<br />

Un minuto prima di continuare interventi<br />

di routine e solo per fare capire<br />

che «anche se i nostri morti sono in un<br />

altro posto, avranno un altro funerale,<br />

noi siamo qui come sempre tra la<br />

gente».<br />

Condizioni stabili<br />

per i feriti di via Ventotene<br />

Non si è più risvegliato dal momento dell’esplosione Alessandro Manuelli,<br />

37 anni, uno dei sei Vigili del fuoco della squadra 6A intervenuta martedì<br />

mattina in via Ventotene. Ricoverato in coma nel reparto di rianimazione dell’ospedale<br />

Pertini, i medici continuano a ripetere che le sue condizioni sono<br />

stabili. Da martedì familiari e amici sono legati a quel filo di speranza, tenue<br />

ma ancora possibile, che potrebbe far passare il pompiere dallo stato vegetativo,<br />

che caratterizza il coma, a quello di coscienza. Le possibilità di risveglio<br />

dal coma, sostengono i medici, dipendono dal tipo di lesioni cerebrali riportate.<br />

«Se il coma — spiegano — è legato a lesioni potenzialmente reversibili,<br />

con il passare di giorni, settimane e anche mesi il paziente può recuperare lo<br />

stato di coscienza».<br />

Nel reparto di rianimazione è ancora ricoverato anche un altro Vigile del<br />

fuoco, Corrado Baldassarri, operato martedì per lesioni alla milza, ma le sue<br />

condizioni sembrano meno preoccupanti.<br />

Migliorano invece le condizioni delle altre 9 persone rimaste ferite dall’esplosione:<br />

a giorni dovrebbero essere dimessi dal policlinico Umberto I due<br />

anziani rimasti intossicati e anche una giovane ustionata.<br />

«Quello che è successo a via Ventotene<br />

non lo dimenticheremo facilmente —<br />

ha ricordato durante l'Omelia il Cardinale<br />

Ruini —. Danilo, Fabio e Sirio hanno<br />

dimostrato tanto coraggio e abnegazione.<br />

Amavano il loro lavoro difficile e<br />

rischioso, e pur di salvare gli abitanti<br />

del quartiere hanno sacrificato la loro<br />

vita. Oggi — ha aggiunto il Cardinale<br />

Ruini — oltre ai tre pompieri voglio ricordare<br />

anche le altre quattro vittime<br />

della sciagura: Fabiana Perrone, Maria<br />

Grosso, Michela Camillo ed Elena<br />

Proietti, ma anche gli altri due Vigili del<br />

Fuoco attualmente ricoverati, Federico<br />

Capelli e Alessandro Manuelli. Quando<br />

una sciagura ci colpisce — ha proseguito<br />

il Cardinale Vicario — al dolore seguono<br />

sempre le domande. In particolare:<br />

“Poteva essere evitata“? Non siamo<br />

qui per cercare una risposta, ma per<br />

pregare per i nostri fratelli defunti. In<br />

questa terra non abbiamo la sicurezza<br />

assoluta, l'unica cosa certa è che tutti<br />

saremo accolti nella casa del Signore.<br />

Preghiamo — ha concluso il Porporato<br />

— affinché Dio illumini le nostre menti<br />

per trovare misure efficaci ed impedire<br />

così il ripetersi di altre sciagure terribili<br />

come quella di via Ventotene».<br />

Un applauso, ancora più lungo di<br />

quello che aveva accolto le bare dei tre<br />

pompieri all’ingresso della Basilica e il<br />

suono delle sirene delle autoscale utilizzate<br />

dai Vigili del Fuoco per il corteo,<br />

ha salutato per l'ultima volta Danilo, Fabio<br />

e Sirio.<br />

FRANCESCO RICUPERO<br />

Sopralluogo<br />

dei periti:<br />

nessuna traccia<br />

di esplosivo<br />

Nessuna traccia di esplosivo in via<br />

Ventotene, ma una deflagrazione provocata<br />

da una fuga di gas. I rilievi compiuti<br />

venerdì pomeriggio nel corso del<br />

sopralluogo, sono arrivati alla prima,<br />

ampiamente prevista, conclusione. L’esplosione<br />

da ordigno comporta la formazione<br />

di un cratere che a Monte Sacro<br />

non c’è. Lo scoppio, è stato quindi innescato<br />

in un ambiente saturo di gas fuoriuscito<br />

da una tubatura.<br />

Ora gli accertamenti passano ai consulenti<br />

in esplosioni da gas. In particolare<br />

dovranno stabilire il punto esatto da<br />

cui il gas ha cominciato ad espandersi e<br />

le cause della deflagrazione. Per rispondere<br />

ai quesiti del magistrato, i periti<br />

esamineranno anche le planimetrie dei<br />

lavori eseguiti dall’Italgas nella zona e<br />

quelli compiuti all’interno del civico 32<br />

di via Ventotene. Il pm Ilaria Calò ha<br />

intanto incaricato gli investigatori di acquisire<br />

la documentazione inerente un<br />

eventuale rifacimento dell’asfalto in via<br />

Ventotene per verificare la tipologia dell’intervento<br />

eseguito ed ha disposto, nonostante<br />

la zona sia ancora sotto sequestro,<br />

l’allaccio delle utenze accessorie<br />

(acqua e telefono) nei palazzi limitrofi a<br />

quelli interessati dall’esplosione dove, fino<br />

a ieri, sono rientrate 650 persone su<br />

800 sfollate.<br />

Sempre ieri nuove fughe di gas si sono<br />

verificate nei pressi di via Ventotene.<br />

Sono stati gli stessi Vigili del fuoco che<br />

stanno lavorando sul luogo dell’esplosione<br />

ad intervenire, insieme con i tecnici<br />

dell’Italgas, in via Stampaglia. L’azienda<br />

del gas ha deciso la chiusura dell’erogazione<br />

nel tratto dove è stata individuata<br />

la perdita, sulla linea sotterranea.<br />

Esenzione Ici a chi affitta a sfrattati<br />

Altri due bandi per i buoni casa<br />

Niente Ici per chi affitta la casa agli<br />

sfrattati o al Comune che la destina poi<br />

a chi si trova in una situazione di disagio.<br />

È la quanto prevede la proposta di<br />

bilancio di previsione 2002 licenziata<br />

dalla Giunta capitolina e che presto sarà<br />

presentata all’esame del consiglio comunale.<br />

A spiegare l’orientamento dell'amministrazione<br />

è stato ieri, venerdì, l’assessore<br />

alla Casa, Claudio Minelli. Si prevede<br />

l’esenzione totale dell’Ici non solo<br />

per il proprietario che affitta la casa direttamente<br />

a sfrattati, ma anche a chi<br />

affitta case — soprattutto grandi proprietà<br />

e per alloggi di nuova costruzione<br />

— al Comune, che poi le utilizzerà per<br />

dare una abitazione a chi si trova in situazione<br />

di disagio abitativo: sfrattati,<br />

senza casa, alloggiati nei residence che<br />

l'amministrazione è intenzionata a dismettere.<br />

Ma le iniziative del Comune per risolvere<br />

l'emergenza abitativa nella Capitale<br />

non si fermano a questo. Sempre ieri è<br />

stato annunciato il ritorno dei «buoni<br />

casa», il contributo all’affitto per chi si<br />

trova in condizioni di disagio economico<br />

o abitativo erogato dal Comune di<br />

Roma.<br />

La Giunta ha infatti approvato due<br />

nuovi bandi: il primo, che uscirà entro<br />

dieci giorni, permetterà alle 9.400 famiglie<br />

che hanno già ricevuto il contributo<br />

per il primo anno, di riottenerlo; il secondo<br />

è destinato a quanti intendono ottenere<br />

il contributo ex novo ed è aperto<br />

anche a chi ha partecipato al precedente<br />

bando, senza ottenere però il contributo.<br />

«È una delle misure per affrontare l’emergenza<br />

abitativa a Roma — ha spiegato<br />

il sindaco Walter Veltroni — a cui<br />

vogliamo dare continuità. Con questi<br />

due bandi si potrà erogare il buono casa<br />

a oltre 12.000 famiglie: 9.400 che lo hanno<br />

già ricevuto e altre 3.000 che potranno<br />

riceverlo per la prima volta».<br />

«Oltre ai 57 miliardi che erano già<br />

stanziati per l’anno scorso, che sono rifinanziati,<br />

ci saranno per il nuovo bando<br />

destinato alle 3000 famiglie, 21 miliardi<br />

in più», ha spiegato l’assessore Claudio<br />

Minelli. «Con l’Anci e gli altri comuni<br />

italiani — ha aggiunto l’assessore — ci<br />

batteremo perché vengano incrementati<br />

e non diminuiti come prevede la Finanziaria<br />

i fondi per la casa, destinati anche<br />

a questi buoni».<br />

3 DICEMBRE 2001<br />

S. Francesco Saverio, sacerdote<br />

- Memoria (bianco)<br />

Messa della Memoria<br />

Lezionario: Is 2, 1-5; oppure<br />

Is 4, 2-6; Salmo 121; Mt<br />

8, 5-11<br />

Liturgia delle ore: Lun. I<br />

sett. - Ufficio della feria<br />

La Pontificia Accademia<br />

dell'Immacolata<br />

per l'8 dicembre<br />

Si rinnoverà anche il prossimo<br />

8 dicembre il tradizionale omaggio<br />

floreale della cittadinanza al<br />

monumento dell'Immacolata in<br />

piazza di Spagna. Pubblichiamo il<br />

programma delle principali manifestazioni<br />

che avranno come momento<br />

centrale, alle ore 16, il pellegrinaggio<br />

di Giovanni Paolo II.<br />

Alle ore 7 l'omaggio floreale della<br />

Pontifica Accademia dell’Immacolata,<br />

che sin dal 1938 organizza la<br />

manifestazione. Alle 7.30 i Vigili<br />

del Fuoco deporranno una corona<br />

e altri serti di fiori dei Vigili Notturni<br />

e dei devoti presenti, in cima<br />

al monumento. Ore 8.45: processione<br />

della parrocchia di S. Andrea<br />

delle Fratte. Ore 9.15: omaggio<br />

del Principe e Gran Maestro<br />

dello S.M.O.M. Ore 9.40: gruppi<br />

di preghiera «Padre Pio». Ore<br />

9.50: gruppo della «Legio Mariae»<br />

di Roma. Ore 10: corteo di lavoratori<br />

di aziende cittadine, organizzato<br />

dai Cappellani del lavoro:<br />

Atac, Cotral, Acea, Mercati generali,<br />

Centrale del latte, Istituto poligrafico<br />

e Zecca di Stato, Fiat-<br />

Lancia-Alfa Romeo, Ferrovie dello<br />

Stato, Ministero dei trasporti, Italgas,<br />

Acli provinciali di Roma, Inps<br />

e Associazione Nazionali Lavoratori<br />

del Mare (Marinai). Ore<br />

10.30: corteo di studenti del Collegio<br />

s. Giuseppe, del Pontificio Istituto<br />

De Merode. Ore 10.30: corteo<br />

dell’Associazione «N. S. di<br />

Lourdes». Ore 11: rappresentanza<br />

dei Centri anziani e delle Case di<br />

riposo. Ore 11.30: gruppo folcloristico<br />

africano (corteo da piazza<br />

San Silvestro). Ore 11-12.30: proseguono<br />

i cortei di parrocchie,<br />

scuole, associazioni, scouts. Ore<br />

12: Primaria Società Promotrice<br />

Opere Buone - Circolo S. Pietro.<br />

Ore 12.15: omaggio dell'Ambasciatore<br />

di Spagna presso la Santa<br />

Sede.<br />

Per tutta la giornata e sino alle<br />

ore 20: numerosi altri cortei di associazioni,<br />

scuole, collegi, parrocchie,<br />

seminari, e un ininterrotto<br />

flusso di migliaia di cittadini.<br />

Sono previsti anche gli omaggio<br />

floreali del Cardinale Vicario Camillo<br />

Ruini e del Sindaco Walter<br />

Veltroni.<br />

Sincerità<br />

Non è la sola lode<br />

esser sincero,<br />

né rischio è bello<br />

senza nobil fine.<br />

(Alessandro Manzoni)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

DIOCESI Messaggio del Cardinale Vicario<br />

Avvento di fraternità<br />

per le nuove chiese<br />

«In non poche periferie ci sono,<br />

anche a Roma, parrocchie tuttora<br />

senza chiesa»: è il Cardinale Vicario<br />

Camillo Ruini a ricordarlo, nella Lettera<br />

indirizzata ai fedeli mentre la<br />

Chiesa di Roma si appresta a celebrare<br />

il primo Natale del nuovo Millennio,<br />

all'inizio di un nuovo anno liturgico,<br />

tradizionalmente dedicato all'aiuto<br />

economico per la costruzione<br />

delle nuove chiese. Inizia domenica 2<br />

dicembre infatti l'Avvento e la Chiesa<br />

di Roma, ancora una volta, deve richiamare<br />

l'urgenza di costruire nuovi<br />

centri parrocchiali in quei quartieri<br />

che ancora ne sono sprovvisti. Tra il<br />

1990 e il 2000 si è riusciti, con il contributo<br />

generoso di tanti fedeli, a realizzare<br />

una quarantina di nuovi centri<br />

parrocchiali. Ora, all'apertura dell'Avvento<br />

2001, il Vicariato prevede<br />

che entro i prossimi cinque anni in<br />

tutti in quartieri di Roma sarà finita<br />

la grave emergenza della mancanza<br />

di chiese. Per questo il Card. Ruini<br />

chiede ancora un aiuto ai fedeli «perché<br />

in nessuna parte della nostra città<br />

la gente non abbia un luogo nel<br />

quale ci si riunisca a pregare».<br />

Pubblichiamo, di seguito, il testo<br />

integrale della Lettera del Cardinale<br />

Vicario Camillo e le indicazione per<br />

contribuire fattivamente al progetto<br />

«50 chiese per Roma 2000».<br />

Carissimi,<br />

il 6 gennaio di quest'anno, al termine<br />

del Grande Giubileo, il Papa<br />

ha indirizzato a tutti noi la Lettera<br />

Apostolica Novo Millennio ineunte,<br />

con la quale invita la Chiesa a prendere<br />

il largo per comunicare il Vangelo<br />

in un mondo che cambia.<br />

Prendere il largo anche quando il<br />

vento della storia sembra non essere<br />

favorevole e l'orizzonte è mutevole e<br />

incerto.<br />

La Chiesa, infatti, non ha alternative:<br />

l'annuncio del Vangelo è il suo<br />

primo e fondamentale compito.<br />

La Chiesa di Roma, mentre si appresta<br />

a celebrare il primo Natale<br />

del nuovo Millennio, sa bene d'essere<br />

debitrice del Vangelo a tutti coloro<br />

che, a vario titolo e da diverso<br />

tempo, abitano in questa città.<br />

L'annuncio del Vangelo avviene<br />

per contatto personale e nei più diversi<br />

luoghi privati e pubblici ma<br />

continua a far perno sulle parrocchie.<br />

I centri parrocchiali, con le chiese,<br />

con le abitazioni dei sacerdoti e<br />

dei religiosi, con le aule per il catechismo<br />

dei ragazzi e le sale per l'accoglienza,<br />

i campi sportivi e le strutture<br />

di assistenza, sono, soprattutto<br />

in periferia, una fitta rete di riferimento<br />

in una città che in buona misura<br />

attende ancora di prendere forma,<br />

una rete di presenze che offrono<br />

sostegno a tutti, con mezzi modesti<br />

ma senza soste.<br />

Le iniziative delle parrocchie nascono<br />

intorno alla celebrazione dei<br />

sacramenti, al servizio della carità,<br />

alla catechesi e sono numerose e varie;<br />

le loro forme di presenza sono<br />

spesso originali ma il loro intento è<br />

sempre quello di rendere presente,<br />

vicino, praticabile il Vangelo. Perciò,<br />

dove il centro parrocchiale<br />

manca o è precario e insufficiente,<br />

la comunità cristiana si trova spesso<br />

a disagio e l'intera popolazione ne<br />

soffre: in quel territorio, infatti, è<br />

più difficile annunciare il Vangelo.<br />

Purtroppo in non poche periferie<br />

ci sono anche a Roma parrocchie<br />

tuttora senza chiesa. Per questa ragione,<br />

soprattutto nel periodo d'Avvento<br />

che precede il Natale, non ci<br />

stanchiamo di richiamare l'attenzione<br />

dei fedeli, ma anche di tutti coloro<br />

che stimano l'attività della Chiesa,<br />

singoli cittadini, enti, istituzioni,<br />

sulla necessità e l'urgenza di costruire<br />

nuovi centri parrocchiali.<br />

Tra il 1990 e il 2000 siamo riusciti,<br />

con il contributo generoso di tanti<br />

di voi, a realizzare una quarantina<br />

di nuovi centri parrocchiali e all'inizio<br />

dell'Avvento 2001 possiamo<br />

ragionevolmente prevedere che entro<br />

i prossimi cinque anni in tutti i<br />

quartieri di Roma sarà finita la grave<br />

emergenza della mancanza di<br />

chiese.<br />

Per raggiungere questi risultati vi<br />

chiediamo ancora aiuto: un sostegno<br />

economico perché in nessuna<br />

parte della nostra città la gente non<br />

abbia un luogo nel quale ci si riunisce<br />

a pregare, si aiuta chi è nel bisogno,<br />

si cerca di educare al bene i<br />

bambini, i ragazzi e i giovani.<br />

Grazie di cuore per il vostro contributo<br />

a questo impegno comune.<br />

I contributi per partecipare all'iniziativa<br />

«50 chiese per Roma 2000»,<br />

collaborando così fattivamente all'edificazione<br />

di nuove chiese ed edifici<br />

parrocchiali della Diocesi, possono<br />

essere versati: tramite le parrocchie,<br />

direttamente in Vicariato, presso l'Opera<br />

romana per la preservazione<br />

della fede, oppure accreditando la<br />

somma da versare sul conto corrente<br />

postale numero 58132002, intestato a<br />

Opera romana per la preservazione<br />

della fede e la provvista di nuove<br />

chiese in Roma, piazza san Giovanni<br />

in Laterano 6/a, 00184, Roma.<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

LUNEDÌ 3 DICEMBRE<br />

00.10: Studio A (stereo): Con voi<br />

nella notte<br />

7.20-15.30-17.30-23-24 Orizzonti<br />

cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

in italiano, spagnolo,<br />

portoghese, francese, inglese,<br />

tedesco e polacco<br />

16.30: Il Sacro della musica verdiana<br />

di Paolo Di Nicola<br />

17: Liturgia delle Ore: celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco:<br />

Weltkirchen-Magazin<br />

20.40: Recita del Santo Rosario<br />

in latino<br />

21.30: Programma francese:<br />

L'Etat de la Cité du Vatican: sa<br />

Costitution<br />

21.50: Programma inglese<br />

22.10: Programma spagnolo<br />

LUNEDÌ 3 DICEMBRE<br />

24: Rosario biblico (versione tedesca)<br />

6.35: Rubrica: Chiesa in cammino:<br />

America Latina<br />

7-13.15-23.55: Rubrica: Tre minuti<br />

dello spirito<br />

9: In diretta dalla Cappella di<br />

Telepace in Roma:SantaMessa<br />

9.45: Rosario biblico<br />

12.30: Cappella di Telepace:<br />

Santa Messa<br />

16: In diretta dalla Cappella di<br />

Telepace in Roma: Santo Rosario<br />

e Adorazione Eucaristica<br />

19.30-22.40: Notiziario


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

10 .<br />

in primo piano<br />

PENSIONI Trovati 4.200 mld per le minime<br />

Approntato il piano<br />

per la riforma<br />

ROMA, 1.<br />

Il Governo ha approntato il piano sulla<br />

previdenza. Esso prevede nell'immediato<br />

un emendamento in Finanziaria<br />

sulla certificazione dei diritti previdenziali<br />

acquisiti; poi, il 15 dicembre, varo<br />

della delega con dentro anche la riforma<br />

del Trattamento fine rapporto (Tfr) con<br />

la quale si dovrebbe prevedere la destinazione<br />

di almeno il 70% della «liquidazione»<br />

ai fondi pensione e un fondo di<br />

rotazione per il finanziamento delle piccole<br />

e medie imprese; infine, nuova verifica<br />

nel 2002 per valutare l’andamento<br />

di alcuni indicatori pensionistici. Questo<br />

— secondo quanto riferisce l'Ansa — il<br />

percorso che ieri il ministro del Lavoro<br />

e delle Politiche sociali, Roberto Maroni,<br />

avrebbe illustrato al Presidente del Consiglio<br />

Silvio Berlusconi e agli altri ministri<br />

competenti, in vista dell’incontro di<br />

martedì prossimo con le parti sociali.<br />

Percorso sul quale i presenti al pranzo<br />

di lavoro in via del Plebiscito (Gianfranco<br />

Fini, Giulio Tremonti, Umberto Bossi,<br />

Rocco Buttiglione e Gianni Letta)<br />

avrebbero espresso un sostanziale consenso.<br />

Nell’incontro di martedì con sindacati<br />

e datori di lavoro Maroni dovrebbe<br />

quindi essere in grado di formalizzare la<br />

proposta del Governo e i contenuti della<br />

delega che dovrà essere varata entro il<br />

15 dicembre: dagli incentivi per chi rinuncia<br />

ad andare in pensione di anzianità<br />

alla liberalizzazione dell’età pensionabile,<br />

dall’abolizione graduale del divieto<br />

di cumulo tra pensione e lavoro agli incentivi<br />

per il decollo della previdenza integrativa.<br />

Altri scioperi<br />

nei trasporti<br />

Accordo di garanzia<br />

per le ferrovie<br />

ROMA, 1.<br />

Da domani, 2, e fino al 3 dicembre,<br />

sono in calendario le 24 ore del personale<br />

appalti delle Fs, per la vertenza legata<br />

alle pulizie; sciopero proclamato da Filt,<br />

Fit, Uilt, Ugl, Salpas Fisafs. I treni viaggeranno<br />

però regolarmente, all’utenza<br />

resta il disagio di non avere vagoni e<br />

stazioni puliti dal turno notturno del 2 a<br />

quello pomeridiano del 3.<br />

In relazione allo sciopero di lunedì<br />

prossimo dell’intero comparto aereo e<br />

del personale dell’Enac, saranno cancellati<br />

i voli compresi dalle 12 alle 16<br />

Intanto, la Commissione di garanzia<br />

ha definitivamente approvato il nuovo<br />

accordo che regola le prestazioni indispensabili<br />

da garantire in caso di sciopero<br />

nel settore del trasporto ferroviario.<br />

La stessa commissione comunica che<br />

sono state introdotte due importanti innovazioni.<br />

La prima stabilisce che, oltre<br />

all’intervallo tra un’agitazione e l’altra,<br />

le organizzazioni sindacali dovranno osservare<br />

un intervallo di almeno tre giorni<br />

tra l’effettuazione di uno sciopero e<br />

la proclamazione di quello successivo:<br />

inoltre, ciascuna organizzazione sindacale<br />

potrà proclamare uno sciopero soltanto<br />

se è trascorso almeno un giorno dall’effettuazione<br />

dell’agitazione proclamata<br />

da un altro sindacato. La seconda —<br />

spiega la Commissione — chiude definitivamente<br />

l’annosa questione dello sciopero<br />

festivo senza prestazioni garantite:<br />

secondo il nuovo accordo, infatti, anche<br />

lo sciopero festivo, proclamato in circostante<br />

eccezionali (rinnovi contrattuali),<br />

dovrà assicurare, a partire dalle ore<br />

17.59, la circolazione di un certo numero<br />

di treni garantiti.<br />

Il ministro Tremonti — sempre secondo<br />

quanto riferisce l'Ansa — avrebbe<br />

inoltre assicurato il premier ed i colleghi<br />

che le risorse per l’innalzamento a un<br />

milione delle pensioni minime ci sono.<br />

Nell’incontro di martedì, quindi, Maroni<br />

potrebbe finalmente specificare quale sarà<br />

la platea dei beneficiari dell’aumento,<br />

fino ad oggi incerta proprio per le difficoltà<br />

incontrate nel reperire i 4.200 miliardi<br />

stanziati in Finanziaria. La norma<br />

sarà contenuta in un emendamento alla<br />

Finanziaria.<br />

Proprio come dovrebbe avvenire per<br />

la certificazione dei diritti previdenziali<br />

acquisisti, norma che — lo ha spiegato<br />

ieri il sottosegretario al Lavoro Alberto<br />

Brambilla — non andrebbe più nella delega<br />

per divenire, invece, immediatamente<br />

operativa dall’inizio del nuovo<br />

anno. In pratica, dal 2002 il lavoratore<br />

che, raggiunti i requisiti per la pensione<br />

di anzianità, decide di restare in servizio<br />

potrà farsi rilasciare dal proprio ente<br />

previdenziale di appartenenza un certificato,<br />

nel quale si garantirà che i diritti<br />

previdenziali fin lì maturati non verranno<br />

toccati e che l’interessato potrà andare<br />

in pensione quando vorrà, senza<br />

temere di incappare in eventuali blocchi<br />

pensionistici.<br />

Anche sul fronte del Tfr, messe da<br />

parte le differenze tra Lavoro e Tesoro,<br />

la via sarebbe tracciata: almeno il 70%<br />

del Trattamento di fine rapporto maturando<br />

(circa 25.000 miliardi l’anno) verrebbe<br />

destinato ai fondi pensione, mentre<br />

la restante parte della «liquidazione»<br />

resterebbe in azienda.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 2 Dicembre 2001<br />

IL PIANO DEL GOVERNO SULLA PREVIDENZA<br />

Un emendamento alla Finanziaria sulla certificazione<br />

dei diritti previdenziali acquisiti; il varo<br />

della delega con la riforma del Tfr; una nuova verifica<br />

nel 2002 per valutare l’andamento di alcuni indicatori<br />

pensionistici. Questo il piano del ministro del<br />

Lavoro.<br />

IL CASO TAORMINA A pochi giorni dal dibattito<br />

in Senato sulla mozione dell'opposizione relativa a<br />

LAVORO/1 Per i pareri positivi sui progetti governativi<br />

Cgil, Cisl e Uil criticano<br />

il Governatore Fazio<br />

ROMA, 1.<br />

Dure critiche da parte dei sindacati al<br />

Governatore della Banca d'Italia Fazio,<br />

il quale, giovedì scorso, aveva espresso<br />

giudizi favorevoli sulle politiche del lavoro<br />

adottate dal'Esecutivo. E ciò in concomitanza<br />

della conferma da parte del<br />

Presidente del Consiglio Berlusconi, che<br />

il Governo sull’articolo 18 dello Statuto<br />

dei lavoratori andrà avanti per la sua<br />

strada. I passi che sono stati fatti «vanno<br />

nella giusta direzione», aveva detto<br />

ieri Fazio richiamando tutti «ad uno<br />

sforzo corale». Parole che non sono piaciute<br />

a Cgil, Cisl e Uil la cui replica non<br />

Friuli-Venezia Giulia:<br />

sostituiti da pullman<br />

ottanta treni<br />

TRIESTE, 1.<br />

Le Ferrovie dello Stato hanno<br />

deciso di sopprimere un’ottantina<br />

di treni regionali in Friuli-Venezia<br />

Giulia, sostituendoli con pullman,<br />

dopo il rifiuto dei lavoratori di ricorrere<br />

costantemente allo straordinario:<br />

lo ha detto Paolo Staurengo,<br />

segretario regionale del<br />

Friuli-Venezia Giulia dell’Ugl. La<br />

cronica carenza di personale —<br />

ha proseguito — ha portato a situazioni<br />

insostenibili tra il personale.<br />

StazionediTarvisio:folgoratounagentedellaPolfer<br />

UDINE — Stefano Spizzo, di 32 anni, di Buia, agente scelto della Polizia<br />

Ferroviaria in servizio alla stazione di Tarvisio Campoverde, è morto sabato<br />

mattina, colpito da una scarica elettrica, mentre stava controllando un vagone<br />

su un binario morto. L'agente, insieme ad altri suoi colleghi, stava effettuando<br />

uno dei controlli che abitualmente vengono svolti sui treni in transito<br />

a Tarvisio per contrastare il fenomeno dell’immigrazione clandestina.<br />

Rapina in una gioielleria dello Spezzino: un ferito<br />

LA SPEZIA — Violenta rapina sabato sera a Molicciara dove, all’ora di<br />

chiusura, in una gioielleria in via Aurelia, quattro banditi con il volto coperto<br />

da un passamontagna hanno fatto irruzione nel locale. Due dei criminali<br />

erano armati. A essere presi di mira sono stati i coniugi Lucio Giardino, di<br />

68 anni, e Ivonne Lucchesini di 64. Il gioielliere è stato colpito alla testa con<br />

il calcio di una pistola, poi i ladri sono fuggiti con il bottino. La moglie dell’orefice,coltadamalore,èinvecesvenuta.Entrambisonofinitiall’ospedale.<br />

Accoltellato per aver reagito al furto dell'auto<br />

NAPOLI — Un uomo di 29 anni, Vincenzo C., è stato accoltellato ad una<br />

gamba per aver difeso la sua auto sportiva che due rapinatori volevano rubare.<br />

È accaduto alla periferia di Napoli, la notte fra venerdì e sabato, in<br />

via Nuova San Rocco. Il giovane era con la sua fidanzata quando l'auto è<br />

stata notata da due malviventi a bordo di un motorino. Uno dei due ha affrontato<br />

Vincenzo C. intimandogli di consegnare le chiavi della potente vettura.<br />

Il giovane ha reagito ed è stato accoltellato due volte alla coscia sinistra<br />

mentre i malviventi si sono dati alla fuga.<br />

Trafficodibanconotefalse:duepersoneinmanette<br />

NAPOLI — Due nuovi arresti sono stati compiuti in Campania nell’ambito<br />

delle indagini della Squadra Mobile di Trieste sul traffico di banconote false<br />

tra Italia e Slovenia che lo scorso 2 novembre aveva già portato in carcere<br />

altre tre persone. A Mercato San Severino (Salerno), è stato arrestato Carmine<br />

Sessa, di 54 anni, e a San Giorgio al Cremano (Napoli), Pasquale Formisano,<br />

di 38 anni. Erano in possesso di lire, dollari e marchi, marche da<br />

bollo, permessi di soggiorno, passaporti, patenti, carte di circolazione, assegni,<br />

contratti assicurativi e altro materiale, tutto falsificato.<br />

Taormina, il sottosegretario all'Interno si è incontrato<br />

con Berlusconi e avrebbe ribadito il proposito di<br />

non dimettersi dall'incarico.<br />

RINFORZATE LE SCORTE AGLI INQUIRENTI SUL<br />

TERRORISMO La procura di Milano ha confermato,<br />

dopo gli importanti sviluppi delle inchieste sul terrorismo<br />

internazionale, che ai magistrati direttamente<br />

o indirettamente coinvolti in tali indagini sono state<br />

assegnate tutele e rinforzate le scorte.<br />

GIUSTIZIA Martedì 5 il dibattito in Senato<br />

Il caso Taormina<br />

in Parlamento<br />

ROMA, 1.<br />

A pochi giorni dal dibattito in Senato,<br />

martedì 5, sulla mozione presentata dalla<br />

maggior parte delle forze politiche di<br />

centro sinistra sul caso Taormina, il sottosegretario<br />

all'Interno si è incontrato<br />

ieri con il Presidente del Consiglio Berlusconi<br />

a Palazzo Grazioli, prima dell'inizio<br />

del vertice di maggioranza.<br />

Il sottosegretario — riferisce l'Ansa —<br />

avrebbe ribadito il proposito di non dimettersi<br />

dall'incarico come è stato chiesto<br />

dall'opposizione dopo i suoi attacchi<br />

ai giudici milanesi del processo Sme-<br />

Finanziaria: presentati<br />

alla Camera<br />

circa 4000 emendamenti<br />

ROMA, 1.<br />

Sono circa 4.000 gli emendamenti<br />

alla legge finanziaria per il<br />

2002 presentati in sede di commissione<br />

Bilancio della Camera. Il<br />

termine di presentazione è scaduto<br />

ieri alle 14. Alcuni sono stati<br />

presentati dal Governo ma la<br />

maggior parte, circa il 60%, dall'opposizione,<br />

ha riferito il relatore<br />

di maggioranza Gianfranco<br />

Conte (Forza Italia). La votazione<br />

comincerà martedì.<br />

si è fatta attendere. Sergio Cofferati, che<br />

anche in passato ha assunto posizioni<br />

critiche nei confronti delle tesi del Governatore,<br />

non ha dubbi: «Ormai Fazio<br />

— osserva — svolge una funzione che<br />

più politica non si può. È da tempo che<br />

il Governatore corre in soccorso del governo<br />

ogni volta che ci sono questi problemi».<br />

A stigmatizzare le dichiarazioni<br />

del numero uno della Banca d’Italia anche<br />

i colleghi di Cisl e Uil, Savino Pezzotta,<br />

e Luigi Angeletti. Il primo invita<br />

Fazio «ad avere, qualche volta, uno<br />

scambio di idee con i sindacati perché<br />

forse così capirebbe meglio certe questioni»,<br />

mentre — per il sindacalista della<br />

Uil — quella di Fazio «è pura mistificazione:<br />

deve essere chiaro una volta<br />

per tutte — afferma — che l’articolo 18<br />

non c’entra nulla con la flessibilità, il<br />

mercato del lavoro, la modernizzazione<br />

dello stato sociale».<br />

Prosegue, intanto, il contrasto tra i<br />

sindacati e il ministro del Lavoro, Roberto<br />

Maroni, che martedì torneranno<br />

ad incontrarsi. Questa volta sarà sulle<br />

pensioni e, per la prima volta, dopo la<br />

proclamazione delle due ore di sciopero.<br />

«C’è un problema serio sull’articolo 18<br />

ma non c’è rottura né scontro sociale»,<br />

ha assicurato ieri il ministro ed ha confermato:<br />

il Governo è disponibile a recepire<br />

un eventuale avviso comune delle<br />

parti sociali. Una proposta già respinta<br />

al mittente da Cgil, Cisl e Uil.<br />

Ad intervenire sulla questione ieri è<br />

stato anche il leader della Lega: «quello<br />

dell’articolo 18 è un falso problema», secondo<br />

Umberto Bossi per il quale le modifiche<br />

del Governo «non significano licenziare».<br />

Fiamme in un deposito<br />

di detersivi a Napoli:<br />

sgomberate due palazzine<br />

NAPOLI, 1.<br />

È stato spento a notte inoltrata l’incendio<br />

scoppiato a Pianura, nella zona<br />

occidentale di Napoli, in un deposito di<br />

detersivi andato completamente distrutto.<br />

Il rogo, forse doloso, è divampato ieri<br />

sera poco dopo le 20 ed ha reso necessario<br />

lo sgombero di due palazzine. I<br />

circa cento abitanti sono potuti rientrare<br />

nelle proprie abitazioni questa mattina<br />

dopo che i Vigili del fuoco, giunti sul<br />

posto con tre squadre e tre autobotti,<br />

hanno completato lo spegnimento.<br />

Le fiamme, altissime, hanno lambito<br />

un deposito di auto e alcuni box sono<br />

stati sgomberati per precauzione.<br />

Non ci sono stati feriti anche se il figlio<br />

del titolare del deposito, colto da<br />

malore, è stato trasportato in ospedale.<br />

I tecnici della Napoletanagas, allertati<br />

dalle volanti della Polizia giunte numerose<br />

sul posto, hanno subito isolato le<br />

condotte del metano. Analogo provvedimento<br />

è stato adottato per l’erogazione<br />

dell'energia elettrica per scongiurare<br />

corti circuiti. Al momento non si esclude<br />

alcuna ipotesi sulle cause, compresa<br />

quella dolosa. Il sopralluogo dei tecnici<br />

è in corso.<br />

Ariosto e come anche alcuni esponenti<br />

del Governo e della maggioranza gli<br />

hanno consigliato. Nella stessa giornata<br />

di ieri il vice presidente della commissione<br />

Giustizia della Camera Nino Mormino<br />

(Forza Italia) ha osservato: «Secondo<br />

me il sottosegretario Taormina ha sbagliato.<br />

Non si può porre il problema nei<br />

termini in cui l'ha posto lui perché così<br />

si finisce con il rendere difficile tutta la<br />

questione».<br />

Nel corso del vertice della Casa delle<br />

libertà sarebbe stata comunque ipotizzata<br />

— riferisce ancora l'Ansa — la presentazione<br />

in Parlamento di una mozione<br />

o di un ordine del giorno da parte<br />

della maggioranza, contestualmente alla<br />

discussione alla sfiducia al sottosegretario<br />

chiesta dall'opposizione.<br />

In questo documento — è ancora<br />

l'Ansa a riferirlo — la maggioranza ricorderebbe<br />

i limiti di una parte della<br />

magistratura, quella cosiddetta politicizzata,<br />

criticandone la condotta, che in alcuni<br />

casi sarebbe stata in contrasto con<br />

le decisioni della Corte Costituzionale,<br />

come ha affermato appunto Carlo Taormina<br />

quando ha attaccato duramente le<br />

decisioni dei giudici di Milano.<br />

D'altra parte la Casa delle libertà sarebbe<br />

unita sulla questione delle critiche<br />

a una parte della magistratura ma in<br />

molti avrebbero osservato che, pur nell'ambito<br />

di una polemica giusta, un<br />

esponente del Governo non può agire in<br />

contrasto con le regole dei corretti rapporti<br />

tra le istituzioni.<br />

LAVORO/2 Dati relativi ai primi 9 mesi del 2001<br />

Aumentano gli infortuni<br />

ma diminuiscono i morti<br />

SALERNO, 1.<br />

Nei primi nove mesi di quest'anno sono<br />

aumentati (dell’1,8 %) gli infortuni<br />

sul lavoro; sono però diminuiti (del 17<br />

%) quelli mortali. I dati, dell’Inail, sono<br />

stati presentati a Salerno dal presidente<br />

Gianni Billia durante un seminario organizzato<br />

dagli industriali della provincia<br />

su tema della prevenzione.<br />

Oltre che degli infortuni, si è parlato<br />

di progetti in materia di sicurezza che<br />

beneficeranno di interventi statali.<br />

Tornando alla piaga degli incidenti sul<br />

lavoro, i casi di morte sono passati da<br />

1.009 dei primi nove mesi dell'anno<br />

Autotrasportatore<br />

travolto e ucciso<br />

da un camion<br />

MILANO, 1.<br />

Continua il tragico stillicidio di<br />

incidente mortali sul lavoro. Stamane<br />

in un capannone di Dairago<br />

(Milano) è morto un autotrasportatore<br />

di Legnano, Alfredo Bono<br />

di 40 anni. L'uomo stava caricando<br />

una ruspa su un camion quando,<br />

per controllare la provenienza<br />

di un rumore sospetto, hanno riferito<br />

i compagni di lavoro, si è<br />

infilato sotto l'automezzo. Purtroppo<br />

improvvisamente il camion<br />

si è mosso e il poveretto è rimasto<br />

schiacciato. Ogni tentativo di soccorrerlo<br />

è stato vano.<br />

Operazioni antidroga<br />

in Sicilia<br />

e in Piemonte<br />

SIRACUSA, 1.<br />

Una vasta operazione dei carabinieri<br />

di Augusta ha portato all’alba di oggi all’arresto<br />

di ventitré persone appartenenti<br />

a un’organizzazione dedita al narcotraffico<br />

nelle province di Siracusa, Catania<br />

e Ragusa. L’operazione, coordinata<br />

dalla procura distrettuale antimafia di<br />

Catania, è giunta dopo due anni di indagini<br />

sfociate nell’individuazione di un’associazione<br />

a delinquere con centro operativo<br />

nei comuni di Lentini, Francofonte,<br />

Scordia e Alagonia. L'area di Lentini<br />

era diventata il vero crocevia dello spaccio<br />

di stupefacenti nella Sicilia Sud<br />

orientale.<br />

In un'altra operazione antidroga svolta<br />

ieri, a Torino, la Guardia di Finanza<br />

ha scoperto un «corriere» — un italiano<br />

proveniente dalla Francia — che aveva<br />

nascosto sei chili di cocaina purissima<br />

nel doppio fondo ricavato nel serbatoio<br />

della sua auto. Ad accorgersi della presenza<br />

della droga sono stati i cani addestrati.<br />

Il corriere, un pregiudicato, è stato<br />

trovato in possesso anche di valuta di<br />

vari Paesi europei. Gli inquirenti ritengono<br />

di aver scoperto l’anello di un’ organizzazione<br />

internazionale di trafficanti<br />

che si rifornirebbe di droga in Spagna e<br />

in Belgio per introdurla in Italia.<br />

LA PIAGA DEGLI INCIDENTI SUL LAVORO Nei<br />

primi nove mesi di quest'anno sono aumentati gli infortuni<br />

sul lavoro ma sono diminuiti quelli mortali.<br />

SBARCHI D'IMMIGRATI E TRAGEDIA IN MARE<br />

L’ennesimo viaggio disperato in Adriatico avrebbe<br />

causato la scomparsa in mare di due persone mettendo<br />

in pericolo la vita di altre 41, tra le quali bambini,<br />

ragazzi e donne. E nel Catanese sono giunti in<br />

73 a bordo di una chiatta.<br />

TERRORISMO Dopo gli inquietanti sviluppi a Milano<br />

Scorte rinforzate<br />

ai magistrati inquirenti<br />

MILANO, 1.<br />

La Procura della Repubblica ha confermato,<br />

dopo i recenti e inquietanti sviluppi<br />

delle inchieste sul terrorismo internazionale,<br />

che ai magistrati direttamente<br />

o indirettamente coinvolti in tali indagini<br />

sono state assegnate tutele e rinforzate<br />

le scorte.<br />

«Da quando è partito l'ultimo filone<br />

dell'indagine — ha affermato il procuratore<br />

capo D'Ambrosio — il rischio si è<br />

esteso» anche se non ha voluto commentare<br />

quanto pubblicato da un quotidiano<br />

secondo cui un commando di terroristi<br />

sarebbe giunto in Italia per ucci-<br />

Terrorista islamico<br />

latitante arrestato<br />

a Fiumicino<br />

ROMA, 1.<br />

Unegiziano,ricercato nell’ambito<br />

dell’inchiesta milanese sulle<br />

cellule terroristiche di matrice<br />

islamica in Italia, colpito da un<br />

ordine di cattura emesso il 5 ottobre<br />

scorso, è stato arrestato<br />

ieri sera all’aeroporto di Fiumicino.<br />

Lo ha annunciato il ministro<br />

dell’Interno Claudio Scajola.<br />

L’arrestato è Kishk Samir,<br />

46 anni, domiciliato a Parigi, indagato<br />

per associazione per delinquere<br />

finalizzata al traffico di<br />

armi.<br />

scorso agli 834 dello stesso periodo di<br />

quest'anno. In effetti si tratta di un sensibile<br />

decremento, anche se il numero<br />

delle vittime resta assai alto, con l'impressionante<br />

media di 112 morti al<br />

mese.<br />

Nel settore dell'industria — secondo i<br />

dati raccolti dall’osservatorio dell’Inail<br />

da gennaio a settembre 2001 — gli incidenti<br />

sono passati dai 679.868 del 2000<br />

ai 692.383 dello stesso periodo del 2001.<br />

«Un aumento — ha spiegato Billia —<br />

che va però letto considerando l’allargamento<br />

della popolazione assicurata all’Inail,<br />

che dallo scorso anno tutela nuove<br />

categorie di lavoratori come i parasubordinati,<br />

i dirigenti e gli sportivi professionali.<br />

Diminuzioni si sono avute invece,<br />

sempre secondo l’osservatorio dell’Inail,<br />

per i casi di mortalità che nel settore industriale<br />

sono scese del 14%, con 752<br />

vittime contro le 871 del 2000.<br />

Più netto il calo dei morti nel comparto<br />

dell'agricoltura, dove si sono registrati<br />

82 casi contro i 138 dell'anno scorso.<br />

Le Regioni nelle quali si registra il<br />

maggiore aumento percentuale di infortuni<br />

in tutti i settori sono la Valle d’Aosta<br />

che passa da 1.851 casi a 2.048 (+<br />

10,6%), il Friuli-Venezia-Giulia da 22.567<br />

a 24.092 (+ 6,8%) e la Puglia da 34.766<br />

a 36.281 ( + 4,4%).<br />

In Campania emerge invece un decremento<br />

sia nell'industria (–1,9 %) sia nell'agricoltura<br />

(– 13,1 %). In quest'ultimo<br />

settore, tuttavia, i casi di morte nel 2001<br />

sono stati sette, due in più rispetto all'analogo<br />

periodo dell'anno precedente.<br />

dere il magistrato della Procura titolare<br />

dell'inchiesta Stefano D'Ambruoso. Si<br />

tratta, si è limitato a dire, di «una minaccia<br />

da verificare». Si è appreso comunque<br />

che al sostituto procuratore<br />

D'Ambruoso è stata triplicata la scorta<br />

mentre al gip dell'indagine, Luca Pistorelli,<br />

ne è stata assegnata una.<br />

Il sostituto procuratore D'Ambruoso<br />

ha intanto confermato ieri che quella<br />

duramente colpita nell'inchiesta milanese<br />

sul terrorismo islamico era «una cellula<br />

leader». «In questo tipo di indagini<br />

— ha poi precisato il magistrato — ciascuno<br />

Stato ha una valutazione relativa<br />

all'interesse che gli appartiene» e che<br />

«per quanto riguarda il contesto italiano<br />

in riferimento alle altre cellule europee,<br />

riteniamo che questa fosse una cellula<br />

leader rispetto ad altre con cui era in<br />

contatto».<br />

Quanto ad un eventuale coinvolgimento<br />

del centro islamico di Milano<br />

(uno degli arrestati, Yassine Chekkouri,<br />

è sospettato di aver avuto una base nella<br />

sede del centro in viale Jenner) il magistrato<br />

ha osservato che questa circostanza<br />

«non può bastare per affermare che<br />

si tratti di un covo terroristico».<br />

Più in generale il sostituto D'Ambruoso<br />

ha osservato che «la cooperazione internazionale<br />

si svolge su un binario molto<br />

lento rispetto alla dinamica dei crimini<br />

internazionali mentre le associazioni<br />

su cui si indaga vivono quotidianamente<br />

di rapporti che passano attraverso i confini<br />

dei singoli Stati. Anche gli atti giuridici<br />

dovrebbero avere questa agilità di<br />

movimento».<br />

Doping: disposto<br />

il sequestro<br />

di un integratore<br />

contenente nandrolone<br />

TORINO, 1.<br />

La procura di Torino ha disposto il<br />

sequestro su tutto il territorio nazionale<br />

di un integratore, il «Bcaa», nel quale<br />

sono state trovate sostanze a effetto dopante.<br />

Il provvedimento rientra in un'inchiesta<br />

originata dal caso di Andrea<br />

Longo, atleta risultato positivo dopo il<br />

meeting di Torino del 9 giugno scorso.<br />

Il «Bcaa» viene distribuito in Italia da<br />

un'azienda di Padova, il cui responsabile,<br />

Massimo Francese, è stato iscritto<br />

nel registro degli indagati.<br />

Il nome del prodotto sarebbe stato<br />

fatto da persone vicine a Longo all’indomani<br />

del meeting. Le analisi, svolte a luglio<br />

in un laboratorio di Firenze, hanno<br />

portato alla scoperta che l'integratore<br />

contiene i metaboliti del nandrolone: risultati<br />

confermati in settembre da un test<br />

analogo a Colonia (dove si è verificato<br />

che contiene anche l'ormone Dhea).<br />

Il procuratore aggiunto Guariniello ha<br />

verificato che il «Bcaa» è registrato al<br />

ministero della Salute come alimento<br />

adatto a chi compie sforzi fisici. I suoi<br />

consulenti tecnici sono però del parere<br />

che debba essere considerato un vero e<br />

proprio farmaco e che, soprattutto, possa<br />

provocare danni alla salute di chi lo<br />

consuma, soprattutto se si tratta di adolescenti.<br />

Da qui la decisione del magistrato<br />

di disporre direttamente il sequestro<br />

preventivo «in via d’urgenza».<br />

Il «Bcaa» è diffuso nel calcio professionistico.<br />

Diverse squadre di serie A e<br />

B lo hanno inserito nella lista di autocertificazione<br />

consegnata alle autorità<br />

sportive. Ad assumerlo parecchi giocatori<br />

trovati con valori di nandrolone vicini<br />

alla soglia che fa scattare la squalifica.<br />

Nuove drammatiche traversate<br />

di immigrati extracomunitari<br />

LECCE, 1.<br />

È l’ennesimo viaggio disperato in<br />

Adriatico quello che nella notte tra ieri e<br />

oggi avrebbe causato la scomparsa in<br />

mare di due persone e che ha messo in<br />

serio pericolo la vita di altre 41, tra le<br />

quali bambini, ragazzi e tre donne. Dalle<br />

testimonianze raccolte dalla Polizia di<br />

frontiera di Otranto, 44 persone sarebbero<br />

partite da Valona ieri sera su un<br />

gommone con due scafisti, malgrado avverse<br />

condizioni. Nella notte, nel Canale<br />

d’Otranto queste sono ulteriormente<br />

peggiorate e il natante ha avuto difficoltà<br />

quando era a una quindicina di miglia<br />

dalla costa italiana: pare imbarcasse<br />

acqua e rischiasse di affondare. Così,<br />

quando in zona ha incrociato il mercantile<br />

greco Pelchaser — 3000 tonnellate di<br />

stazza — dal gommone sono state fatte<br />

con insistenza segnalazioni perché prendesse<br />

a bordo le persone che vi si trovavano.<br />

Il mercantile proveniva da Ancona<br />

ed era diretto in Grecia: data la grave situazione,<br />

il comandante del mercantile<br />

si è indotto a prendere a bordo gli occupanti<br />

del gommone. Ma col mare forza<br />

5 e un vento molto forte, durante l'operazione<br />

d'imbarco due persone sarebbero<br />

cadute in mare senza che alcuno po-<br />

tesse aiutarle. Sul mercantile si sono ritrovate<br />

41 persone e il gommone si è allontanato<br />

con a bordo gli scafisti e una<br />

donna che faceva parte del gruppo di<br />

clandestini.<br />

A questo punto, dal mercantile sono<br />

partite segnalazioni che hanno allertato<br />

le autorità. Da Otranto sono partite motovedette<br />

che hanno raggiunto la nave a<br />

circa tre miglia dalla costa italiana: sempre<br />

per le pessime condizioni del tempo,<br />

non è stato possibile trasbordare i clandestini.<br />

La nave greca è stata quindi<br />

scortata sino in rada a Otranto e gli immigrati<br />

sono stati trasferiti nel centro di<br />

accoglienza «Don Tonino Bello» di<br />

Otranto.<br />

Intanto, sempre oggi, altri settantatré<br />

extracomunitari — tutti maschi e probabilmente<br />

originari dello Sri Lanka — sono<br />

sbarcati nel Catanese, e più precisamente<br />

nella zona di Torre Archirafi, vicino<br />

a Giarre. Erano a bordo di una sorta<br />

di chiatta lunga dodici metri che si è<br />

arenata sulla spiaggia. I clandestini sono<br />

stati fermati dai Carabinieri quando già<br />

erano a riva e stavano incamminandosi<br />

verso il centro cittadino. I militari hanno<br />

anche utilizzato un elicottero e le<br />

motovedette per controllare la zona e<br />

l’area marina circostante.


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Anno CXLI - N. 278 (42.916) CITTÀ DEL VATICANO Lunedì-Martedì 3-4 Dicembre 2001<br />

Giovanni Paolo II sottolinea la forza delle armi povere del digiuno e della preghiera<br />

anche di fronte ai nuovi, tragici attentati che hanno insanguinato la Terra Santa<br />

Le giornate del 14 dicembre e del 24 gennaio<br />

aiutino a creare nel mondo un clima più disteso e solidale<br />

Carissimi Fratelli e Sorelle!<br />

1.Con l’odierna prima Domenica<br />

di Avvento, inizia un nuovo Anno liturgico.<br />

La Chiesa riprende il suo<br />

cammino e ci invita a riflettere più intensamente<br />

sul mistero di Cristo, mistero<br />

sempre nuovo che il tempo non<br />

può esaurire. Cristo è l’Alfa e l’Omega,<br />

il principio e la fine. Grazie a Lui,<br />

la storia dell’umanità procede come<br />

un pellegrinaggio verso il compimento<br />

del Regno, che Egli stesso ha inaugurato<br />

con la sua incarnazione e la sua<br />

vittoria sul peccato e sulla morte.<br />

Per questo, Avvento è sinonimo di<br />

speranza: non attesa vana di un dio<br />

senza volto, ma fiducia concreta e<br />

certa nel ritorno di Colui che ci ha già<br />

visitati, dello «Sposo» che nel suo sangue<br />

ha sigillato con l’umanità un patto<br />

di eterna alleanza. È una speranza<br />

che stimola alla vigilanza, virtù caratteristica<br />

di questo singolare tempo liturgico.<br />

Vigilanza nella preghiera, animata<br />

da amorosa attesa; vigilanza nel<br />

dinamismo della carità concreta, consapevole<br />

che il Regno di Dio si avvicina<br />

là dove gli uomini imparano a vivere<br />

da fratelli.<br />

2.Con questi sentimenti, la comunità<br />

cristiana entra nell’Avvento,<br />

mantenendo vigile lo spirito, per meglio<br />

recepire il messaggio della Parola<br />

di Dio. Risuona quest’oggi nella liturgia<br />

il celebre e stupendo oracolo del<br />

profeta Isaia, pronunciato in un momento<br />

di crisi della storia d’Israele.<br />

MEDIO ORIENTE Ventisei morti e oltre 200 feriti nelle esplosioni — L'Autorità Palestinese arresta i vertici di Hamas<br />

Stato di massima allerta decretato in Israele<br />

dopo le stragi di Gerusalemme e di Haifa<br />

TEL AVIV, 3.<br />

Le forze di sicurezza israeliane sono<br />

state poste al «massimo stato d’allerta<br />

possibile» nel timore di nuovi attentati,<br />

dopo quelli che nel fine settimana hanno<br />

provocato 26 morti e 210 feriti a Gerusalemme<br />

e ad Haifa. Secondo i servizi<br />

segreti di Tel Aviv, Hamas, che ha rivendicato<br />

gli ultimi attacchi, e altri<br />

gruppi fondamentalisti islamici avrebbero<br />

in programma altre azioni.<br />

Le violenze hanno segnato un irrigidimento<br />

delle posizioni internazionali nei<br />

confronti dell'Autorità Palestinese (Ap),<br />

presieduta da Yasser Arafat. «Gli Stati<br />

Uniti esigono da Arafat azioni decise<br />

contro le organizzazioni terroristiche»,<br />

ha detto ieri il portavoce della Casa<br />

Bianca, Sean McCormick, al termine<br />

dell'incontro tra il Presidente Usa, Geor-<br />

ge W. Bush, e il Premier israeliano,<br />

Ariel Sharon.<br />

Il colloquio tra i due leader si è svolto<br />

in un clima fortemente influenzato dagli<br />

attacchi. Per Israele sono state le 24 ore<br />

più drammatiche dall’inizio della nuova<br />

Intifada: sabato sera due attentati si sono<br />

susseguiti a distanza di poco tempo<br />

al centro di Gerusalemme, mentre domenica<br />

mattina un altro «kamikaze» palestinese<br />

si è fatto esplodere all'interno<br />

di un autobus di linea ad Haifa. Sempre<br />

ieri mattina si è registrato un agguato in<br />

una colonia ebraica a Nord di Gaza.<br />

In attesa del rientro di Sharon dagli<br />

Stati Uniti, il vice Premier e Ministro degli<br />

esteri Shimon Peres ha convocato il<br />

Consiglio di difesa del Governo, al termine<br />

del quale è stato disposto l’isola-<br />

Poliziotti ispezionano l'autobus fatto esplodere ad Haifa da un terrorista palestinese CONTINUA A PAGINA 2<br />

AFGHANISTAN L'intesa ottenuta sulla base di una bozza stilata dall'Onu<br />

Accordo raggiunto alla Conferenza di Bonn<br />

BERLINO, 3.<br />

Sono giunti ad un accordo su un Governo<br />

di transizione i delegati presenti<br />

alla conferenza di Bonn sul futuro assetto<br />

politico dell'Afghanistan. Lo ha oggi<br />

annunciato una fonte dell'Alleanza del<br />

Nord ripresa dall'agenzia internazionale<br />

«France-Presse». Le quattro delegazioni,<br />

secondo la fonte, dopo aver lavorato<br />

tutta la notte su una bozza redatta dalle<br />

Nazioni Unite, «hanno raggiunto un accordo<br />

completo che sarà sottoscritto domani».<br />

A quanto si è appreso, un esponente<br />

del gruppo che fa capo all'ex Re,<br />

Zahir Shah, dovrebbe guidare l'Esecutivo<br />

interinale, mentre i diversi ministeri<br />

saranno ripartiti tra gli altri gruppi «in<br />

relazione al loro peso».<br />

Servizio a pagina 3<br />

Yunis Qanuni, Capo della delegazione dell'Alleanza del Nord (a sinistra)<br />

con il rappresentante dell'Onu per l'Afghanistan, Francesc Vendrell<br />

Il Santo Padre ha ricevuto in<br />

udienza nel pomeriggio di sabato 1<br />

dicembre Sua Eminenza Reverendissima<br />

il Signor Cardinale Giovanni<br />

Battista Re, Prefetto della Congregazione<br />

per i Vescovi.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha ricevuto questa<br />

mattina in udienza:<br />

Sua Eminenza Reverendissima il<br />

Signor Cardinale Oscar Andrés Rodríguez<br />

Maradiaga, Arcivescovo di<br />

Tegucigalpa (Honduras), con l'Ausiliare,<br />

Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Roberto Camilleri,<br />

Vescovo titolare di Vagada, in visita<br />

«ad limina Apostolorum»;<br />

le Loro Eccellenze Reverendissime<br />

i Monsignori:<br />

— Héctor Enrique Santos Hernández,<br />

Arcivescovo emerito di Te-<br />

L'ordinazione episcopale<br />

di Mons. G. A. Becciu,<br />

presieduta dal Cardinale<br />

Angelo Sodano,<br />

Segretario di Stato<br />

Pagina 8<br />

«Alla fine dei giorni — dice il Signore<br />

—, il monte del tempio del Signore<br />

/ sarà eretto sulla cima dei monti e<br />

sarà più alto dei colli; / ad esso affluiranno<br />

tutte le genti... / Forgeranno<br />

le loro spade in vomeri, le loro lance<br />

in falci; / un popolo non alzerà più la<br />

spada contro un altro popolo, / non si<br />

eserciteranno più nell’arte della guerra»<br />

(Is 2, 1-5).<br />

Queste parole contengono una promessa<br />

di pace più che mai attuale per<br />

l’umanità e, in particolare, per la Terra<br />

Santa, da dove anche oggi purtroppo<br />

giungono notizie dolorose e preoccupanti.<br />

Possano le parole del profeta<br />

Isaia ispirare la mente e il cuore dei<br />

credenti e degli uomini di buona volontà,<br />

perché il giorno di digiuno — il<br />

14 dicembre corrente — e l’incontro<br />

dei Rappresentanti delle religioni del<br />

mondo ad Assisi — il 24 gennaio prossimo<br />

— aiutino a creare nel mondo<br />

un clima più disteso e solidale.<br />

3.Affido quest’invocazione di pace<br />

a Maria, Vergine vigilante e Madre<br />

della speranza. Tra qualche giorno celebreremo<br />

con rinnovata fede la solennità<br />

dell’Immacolata Concezione. Sia<br />

Lei a guidarci in questo cammino,<br />

aiutando ogni uomo ed ogni nazione<br />

a volgere lo sguardo verso il «monte<br />

del Signore», immagine del trionfo definitivo<br />

di Cristo e dell’avvento del suo<br />

Regno di pace.<br />

(Giovanni Paolo II<br />

Angelus, 2 dicembre)<br />

Presentate le Credenziali<br />

dell'Ambasciatore<br />

di Polonia presso la Santa Sede<br />

Nella giusta aspirazione al<br />

pieno ingresso nell'Unione Europea,<br />

la Polonia non può privarsi<br />

della sua inalienabile tradizione<br />

storica legata al cristianesimo.<br />

Lo sottolinea Giovanni<br />

Paolo II nel discorso al nuovo<br />

Ambasciatore della Polonia<br />

presso la Santa Sede, S.E. la<br />

Sig.ra Hanna Suchocka, che,<br />

lunedì 3 dicembre, ha presentato<br />

le Lettere Credenziali con<br />

cui viene accreditata nell'alto<br />

ufficio. «Divenendo membro<br />

della Comunità Europea — rileva<br />

il Papa —, la Repubblica<br />

di Polonia non può perdere<br />

nessuno dei beni materiali e<br />

spirituali, che le generazioni<br />

dei nostri antenati difesero a<br />

prezzo del sangue».<br />

Pagine 4 e 5<br />

NOSTRE INFORMAZIONI<br />

gucigalpa (Honduras), in visita «ad<br />

limina Apostolorum»;<br />

— Tomás Andrés Mauro Muldoon,<br />

Vescovo di Juticalpa (Honduras),<br />

in visita «ad limina Apostolorum»;<br />

— Virgilio López Irías, Vescovo<br />

di Trujillo (Honduras), in visita «ad<br />

limina Apostolorum»;<br />

— Angel Garachana Pérez, Vescovo<br />

di San Pedro Sula (Hondu-<br />

ras), in visita «ad limina Apostolorum».<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha ricevuto questa<br />

mattina in udienza Sua Eccellenza<br />

Reverendissima Monsignor Alain<br />

Paul Lebeaupin, Arcivescovo titolare<br />

di Vico Equense, Nunzio Apostolico<br />

in Ecuador.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia<br />

al governo pastorale dell’Arcidiocesi<br />

diAdelaide (Australia), presentata<br />

da Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Leonard A. Faulkner,<br />

in conformità al canone 401 §<br />

1 del Codice di Diritto Canonico.<br />

Gli succede Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Philip E. Wilson,<br />

finora Arcivescovo Coadiutore<br />

della medesima sede.


DAL MONDO<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

PAGINA<br />

TIPOGRAFIA VATICANA<br />

EDITRICE<br />

«<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong>»<br />

Redazione:<br />

via del Pellegrino<br />

00120 Città del Vaticano<br />

Segreteria di Redazione:<br />

Tel. 06.698.83461/06.698.84442<br />

Fax 06.698.83675<br />

Servizi fotografici<br />

de «L'Osservatore Romano»<br />

a cura di Arturo Mari<br />

Le foto dell'attività della Santa Sede<br />

sono del SERVIZIO FOTOGRAFICO<br />

de «L'Osservatore Romano»<br />

Tel. 06.698.84797 - Fax 06.698.84998<br />

E-mail: photo@ossrom.va<br />

.<br />

2 .<br />

MEDIO ORIENTE Ventisei morti e oltre duecento feriti nelle esplosioni<br />

Stato di massima allerta<br />

decretato in Israele dopo le stragi<br />

CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 1<br />

mento di gran parte dei Territori. L’esercito<br />

ha immediatamente imposto il<br />

divieto di transito in numerose arterie<br />

della Cisgiordania, limitando così gli<br />

spostamenti dei potenziali terroristi.<br />

Gli ultimi episodi confermano che<br />

«qualcuno in Medio Oriente non vuole<br />

la pace», ha detto dopo l'incontro con<br />

Sharon il Presidente Bush, che ha incontrato<br />

il Premier un giorno prima del<br />

previsto per permettergli di fare ritorno<br />

immediatamente in Patria. Il Capo della<br />

Casa Bianca ha insistito sulla necessità<br />

che Arafat intervenga con forza, intimandogli<br />

di fare «quanto è in suo potere»<br />

per fermare l'ondata di violenza che<br />

ha colpito Israele nel delicato momento<br />

di un nuovo impegno americano per risolvere<br />

la crisi.<br />

Le stragi hanno infatti coinciso, oltre<br />

che con il viaggio di Sharon negli Usa,<br />

con la missione nella regione dell’inviato<br />

statunitense Anthony Zinni, che sta faticosamente<br />

tentando di riportare le parti<br />

al tavolo delle trattative. La maggior<br />

parte degli osservatori, negli Stati Uniti<br />

come in Israele, hanno interpretato gli<br />

attentati delle ultime ore come un atto<br />

di aperta ostilità all’iniziativa degli Usa.<br />

Dopo le nuove violenze le posizioni si<br />

sono in effetti molto irrigidite. Prima degli<br />

attentati era previsto che Bush chiedesse<br />

a Sharon di abbandonare la linea<br />

dura, rivedendo la sua richiesta di sette<br />

giorni di tregua assoluta prima di tornare<br />

al dialogo con i palestinesi. Ma gli ultimi<br />

episodi hanno alterato questo scenario<br />

e ora Washington difficilmente potrà<br />

opporsi alla prevedibile rappresaglia<br />

israeliana.<br />

Da parte sua Sharon ha anticipato<br />

che Israele «tratterà i terroristi nello<br />

stesso modo con cui l’America tratta<br />

Osama bin Laden». In quella che è stata<br />

la sua terza visita alla Casa Bianca, il<br />

Premier ha ribadito che a suo avviso<br />

Arafat, lungi dall’essere un vero partner<br />

nel processo di pace, è un leader che<br />

accoglie e fornisce protezione a terroristi<br />

allo stesso modo dei Taleban.<br />

Rientrato stamane in Israele, Sharon<br />

ha immediatamente avviato le consultazioni<br />

con responsabili delle forze armate<br />

e dei servizi di sicurezza. Questa sera alle<br />

ore 20 locali (le 19 in Italia) terrà un<br />

discorso alla Nazione al termine del<br />

quale presiederà una riunione straordinaria<br />

del Governo. L'atteggiamento del<br />

Premier, criticato nei mesi scorsi dalla<br />

Casa Bianca che lo invitava a favorire<br />

maggiormente il dialogo, trova ora maggiori<br />

sostenitori in America. Per la prima<br />

volta ieri membri dell’Amministrazione<br />

Bush hanno pubblicamente manifestato<br />

dubbi sul ruolo svolto da Arafat<br />

nel negoziato. «Non è un leader particolarmente<br />

forte», ha detto il Capo del<br />

Pentagono, Donald Rumsfeld, mentre il<br />

Segretario di Stato, Colin Powell, ha sottolineato<br />

che le stragi di Gerusalemme e<br />

di Haifa sono «attentati anche contro<br />

Arafat», in quanto manifestazione indiretta<br />

della sua debolezza.<br />

Da parte sua l'Ap ha assunto una serie<br />

di misure speciali per affrontare la<br />

difficile situazione. Nel corso di una riunione<br />

straordinaria svoltasi in serata a<br />

Gaza, il Consiglio superiore di sicurezza<br />

palestinese ha disposto il divieto di porto<br />

d’armi per tutti i cittadini dei Territori.<br />

Uniche eccezioni saranno rappresentate<br />

dagli agenti dell'Ap e da persone in<br />

possesso di una speciale autorizzazione.<br />

«Ogni contravventore sarà severamente<br />

punito», ha detto un alto responsabile<br />

della sicurezza in un'intervista rilasciata<br />

all'agenzia di stampa francese «Afp». Il<br />

Consiglio superiore, ha precisato ancora<br />

la fonte, ha inoltre vietato le manifestazioni,<br />

gli inviti a dimostrare rivolti ad<br />

alunni e studenti, l’utilizzazione delle<br />

moschee a fini di propaganda e l’utilizzazione<br />

degli altoparlanti per campagne<br />

politiche. Tali misure, ha precisato il responsabile,<br />

intendono «servire l’interesse<br />

nazionale e prevenire i disordini, al fine<br />

di favorire il cammino dei palestinesi<br />

verso l’obiettivo di stabilire uno Stato»<br />

autonomo.<br />

In precedenza, la direzione palestinese,<br />

composta dai membri del gabinetto<br />

dell’Ap e del Comitato esecutivo dell’Organizzazione<br />

per la liberazione della Palestina<br />

(Ceolp), aveva annunciato di aver<br />

decretato, con effetto immediato, «lo<br />

stato di emergenza in tutti i Territori palestinesi»<br />

e «incaricato l’apparato di sicurezza<br />

di perseguire e arrestare coloro<br />

che hanno pianificato ed eseguito questi<br />

attacchi, affinché possano essere giudicati».<br />

In un comunicato, la direzione palestinese<br />

affermava di considerare «illegale<br />

qualsiasi gruppo o organizzazione<br />

che non obbedisse alla sue decisioni, in<br />

particolare quelli che rivendicano attacchi<br />

e attentati contro civili in Israele».<br />

L'Ap ha inoltre avviato una campagna<br />

di repressione che ha portato finora all'arresto<br />

di 75 appartenenti ad Hamas e<br />

PUBBLICITÀ:<br />

PUBBLIETICA s.r.l.<br />

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de «<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong>»<br />

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AZIENDE PROMOTRICI DELLA DIFFUSIONE DE <strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong><br />

ALITALIA – INTESABci – VOBIS – ADVENIA<br />

Pubblietica sta lavorando ad un progetto teso all'incremento della diffusione de<br />

L'Osservatore Romano in collaborazione con alcune primarie aziende italiane.<br />

Lo sforzo del quotidiano della Santa Sede per diffondere la parola del Papa, soprattutto in<br />

questo particolare momento storico, può infatti essere validamente sostenuto da quanti<br />

condividono i valori propugnati dalla Chiesa cattolica.<br />

Alcune aziende hanno scelto L'Osservatore Romano come mezzo privilegiato e qualificato<br />

per divulgare il loro messaggio pubblicitario. Saranno queste aziende —<br />

sottoscrittrici di numerosi abbonamenti — a diffondere all'interno del proprio<br />

mondo di riferimento (sedi, clienti, collaboratori), questo giornale, questi valori.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 3-4 Dicembre 2001<br />

Chieste azioni tempestive per arrestare i responsabili<br />

Unanime la condanna<br />

della comunità internazionale<br />

TEL AVIV, 3.<br />

L’ultima serie di attentati in Israele<br />

ha suscitato un’ondata di sdegno e di riprovazione<br />

in tutto il mondo.<br />

Il Presidente degli Stati Uniti, George<br />

W. Bush, ha definito gli attacchi «atti<br />

orrendi», mentre il portavoce della Casa<br />

Bianca ha sottolineato che gli Usa «esigono<br />

azioni decise contro organizzazioni<br />

come Hamas e Jihad». Anche Mosca ha<br />

condannato con fermezza gli attentati. Il<br />

portavoce del Ministero degli esteri russo,<br />

Aleksandr Yakovenko, ha invitato<br />

israeliani e palestinesi a fare «passi convergenti<br />

per rompere il circolo vizioso<br />

della violenza».<br />

Il Segretario generale delle Nazioni<br />

Unite, Kofi Annan, ha chiesto al Presidente<br />

dell'Autorità Palestinese (Ap), Yasser<br />

Arafat, di agire in modo «tempestivo<br />

e rapido» per assicurare alla giustizia i<br />

responsabili degli attentati. Annan ha<br />

sottolineato l'esigenza di adottare «provvedimenti<br />

immediati» e ha chiesto che i<br />

responsabili siano arrestati e consegnati<br />

alla giustizia. «Nessuna causa e nessun<br />

motivo possono mai giustificare il deliberato<br />

assassinio di civili innocenti», ha<br />

aggiunto Annan osservando che «questi<br />

orrendi atti di terrorismo danneggiano il<br />

lavoro di quanti stanno lavorando per la<br />

pace e per la giustizia».<br />

Ferma e unanime è stata anche la<br />

condanna da parte delle istituzioni dell'Unione<br />

Europea (Ue). Il Presidente della<br />

Commissione, Romano Prodi, in un<br />

messaggio di condoglianze inviato al<br />

Premier israeliano Ariel Sharon, ha definito<br />

«odiosi» gli attentati terroristici.<br />

«Una volta di più, la Commissione europea<br />

intende manifestare chiaramente il<br />

CITTÀ DEL CAPO — In occasione della<br />

Giornata mondiale contro l'Aids, l’ex Presidente<br />

sudafricano Nelson Mandela ha<br />

lanciato sabato scorso un appello affinché<br />

i malati possano avere accesso alle cure<br />

e ai farmaci. «Dobbiamo assicurare ai sieropositivi<br />

un trattamento medico adeguato<br />

e medicine che li aiutino a resistere alla<br />

malattia», ha detto l’ex Presidente nel corso<br />

di una visita a una casa che ospita<br />

bambini malati di Aids nella bidonville di<br />

Crossroads a Città del Capo.<br />

alla Jihad islamica. Tra gli arrestati figurano<br />

due dirigenti di Hamas, Ismail Abu<br />

Shannab e Ismail Haniyah. Secondo la<br />

radio militare israeliana, inoltre, l'Ap<br />

avrebbe imposto gli arresti domiciliari al<br />

leader dell'organizzazione, lo sceicco<br />

Ahmed Yassin.<br />

I gruppi fondamentalisti islamici armati<br />

hanno comunque annunciato nuovi<br />

attacchi nei prossimi giorni. Il capo dell’ufficio<br />

politico di Hamas, Khaled Meshaal,<br />

ha detto che l'organizzazione ha<br />

a disposizione «per altri venti anni» numerosi<br />

militanti pronti a immolarsi. «Il<br />

nostro obiettivo è quello di rendere il<br />

costo dell’occupazione troppo caro per<br />

l’occupante», ha aggiunto. Hamas ha<br />

inoltre denunciato l'ostilità agli attentati<br />

da parte dell'Ap, che minerebbe la causa<br />

palestinese «attraverso la cooperazione<br />

con Israele». Hamas «saprà superare<br />

le pressioni» dell’Ap, ha aggiunto Meshaal.<br />

Intanto proseguono le violenze sul<br />

terreno. Nelle ultime ore cinque palestinesi<br />

sono stati uccisi da militari israeliani.<br />

L'ultima vittima è Yehya Abu Abed,<br />

un contadino di trentacinque anni. Secondo<br />

fonti palestinesi, l'uomo si stava<br />

recando al lavoro in auto quando una<br />

pattuglia di militari israeliani gli ha intimato<br />

di accostare al lato della strada.<br />

Spaventato, il palestinese non si sarebbe<br />

fermato al posto di blocco provocando<br />

la reazione dei soldati che hanno sparato<br />

uccidendolo.<br />

suo rigetto totale di tutti gli atti di terrorismo<br />

e sottolinea l’urgenza di una ripresa<br />

del dialogo per instaurare la pace»,<br />

ha detto Prodi.<br />

Da parte sua l’Alto rappresentante per<br />

la politica estera e la sicurezza dell'Ue,<br />

Javier Solana, ha espresso «shock ed orrore»<br />

per quanto accaduto e ha lanciato<br />

un appello all’Autorità Palestinese affinché<br />

faccia il possibile «per prevenire<br />

analoghe azioni future» e lavori «per<br />

una effettiva cooperazione sulla sicurezza».<br />

«Israeliani e palestinesi — ha detto<br />

Solana — non dovrebbero cedere alla<br />

pressione dei nemici della pace né di<br />

quanti vogliono sabotare gli sforzi verso<br />

questa soluzione».<br />

Anche la Presidente dell’Europarlamento,<br />

Nicole Fontaine, si è detta «particolarmente<br />

indignata» per l'accaduto.<br />

«È indispensabile che l’Ap faccia tutto<br />

quanto è in suo potere per neutralizzare<br />

i gruppi responsabili di questi mostruosi<br />

attentati», ha sottolineato. Al tempo<br />

stesso, ha aggiunto, «Israele deve evitare<br />

di ricorrere al ciclo attentati-rappresaglie».<br />

«Anche se in questi momenti<br />

drammatici il dialogo sembra impensabile,<br />

resta comunque la sola via d'uscita»,<br />

ha aggiunto ancora.<br />

La presidenza belga di turno dell’Ue<br />

ha inoltre espresso la «sua più grande<br />

repulsione» e condanna degli attentati. I<br />

Quindici hanno lanciato un appello all’Ap<br />

affinché tutto il possibile venga fatto<br />

«per fermare e consegnare alla giustizia<br />

gli autori di questi ignobili atti e per<br />

prevenirne altri». Ad entrambe le parti è<br />

stato chiesto infine un impegno «risoluto<br />

per una ripresa di una effettiva cooperazione<br />

di sicurezza per bloccare il ciclo<br />

delle violenze».<br />

I singoli Paesi europei hanno inoltre<br />

espresso direttamente la propria condanna.<br />

Il Ministro degli esteri della Gran<br />

Bretagna, Jack Straw, ha invitato i dirigenti<br />

palestinesi a «fare l’impossibile»<br />

per neutralizzare i responsabili delle<br />

stragi, mentre il Presidente francese,<br />

Jacques Chirac, si è appellato agli «uomini<br />

di buona volontà» invitandoli «a<br />

dare fondo alle loro energie per assicurare<br />

una ripresa del dialogo». Il Cancelliere<br />

tedesco Gerhard Schroeder si è<br />

detto «sconvolto» ed ha chiesto all’Ap di<br />

«individuare e punire i responsabili»,<br />

mentre il Presidente Consiglio dei Ministri<br />

italiano, Silvio Berlusconi, ha espresso<br />

in un messaggio a Sharon «solidarietà»<br />

per questa «nuova inaudita e raccapricciante<br />

manifestazione di violenza».<br />

Ferme le reazioni anche dal mondo<br />

arabo. Il Capo dello Stato egiziano, Hosni<br />

Mubarak, ha condannato gli attentati<br />

e si appellato alle parti affinché fermino<br />

tutte le azioni di rappresaglia «per<br />

evitare spargimenti di sangue». Il Ministro<br />

degli esteri giordano, Abdel Hah<br />

Khatib, ha detto che Amman «condanna<br />

gli attacchi contro civili e si rammarica<br />

per il gran numero di perdite umane<br />

che si registrano da 14 mesi».<br />

Egitto e Giordania ricoprono un ruolo<br />

chiave nel processo di pace in Medio<br />

Oriente, avendo firmato una pace separata<br />

con Israele. Al fine di trovare una<br />

via d'uscita dalla spirale della violenza il<br />

Presidente Mubarak e il Re di Giordania,<br />

Abdullah II bin Hussein, si incontreranno<br />

questa sera al Cairo per un<br />

vertice straordinario.<br />

Sud Africa: appello di Mandela per la lotta all'Aids<br />

Successivamente, rispondendo alle domande<br />

dei bambini di una scuola della<br />

zona, ha ribadito l’impegno ad assistere<br />

in tutti i modi i malati che nel Paese rappresentano<br />

la nona parte della popolazione,<br />

pari quasi a cinque milioni di persone.<br />

In Sud Africa — riferisce l'agenzia di<br />

stampa italiana «Ansa» — i movimenti per<br />

la difesa dei malati hanno combattuto e<br />

Intervento della Santa Sede al II Comitato dell'Assemblea Generale dell'Onu<br />

Ambiente e sviluppo sostenibile richiedono<br />

conoscenza, responsabilità e prudenza<br />

Mercoledì 28 novembre 2001 S.E.<br />

Mons. Renato Raffaele Martino, Osservatore<br />

Permanente presso le Nazioni<br />

Unite a New York, ha preso la parola<br />

dinanzi al II Comitato dell’Assemblea<br />

Generale dell’ONU sul punto 98f dell’Agenda,<br />

«Ambiente e sviluppo sostenibile:<br />

la protezione del clima globale per l’attuale<br />

generazione e per quelle future».<br />

Pubblichiamo qui di seguito il testo dell’intervento:<br />

Mr. Chairman:<br />

At the end of the last century,<br />

mankind looked back at its achievements<br />

of the last one hundred years<br />

and felt justifiably proud. It had unlocked<br />

the secrets of the atom and had<br />

split the nucleus to unleash its energy,<br />

it had discovered that the universe is<br />

expanding, that life’s architecture is<br />

based on a beautifully simple double<br />

helix of DNA and it had traveled to the<br />

moon not to conquer but to learn. We<br />

are entitled to a moment of reflection<br />

on God’s gift of the human intellect.<br />

However, then came the realization<br />

that the same mankind that had understood<br />

the forces of nature had left out<br />

one of them: mankind itself had become<br />

a force of nature, so powerful as<br />

to be potentially capable of changing<br />

our world for centuries to come.<br />

This force has brought about the<br />

greenhouse effect and the scientific<br />

community at large is now in broad<br />

agreement as to the implications of this<br />

Indonesia: cristiani<br />

in fuga a Sulawesi<br />

per le violenze<br />

di bande islamiche<br />

JAKARTA, 3.<br />

Migliaia di cristiani indonesiani<br />

— riferisce l'agenzia di stampa<br />

«Ansa» — sono in fuga dai loro<br />

villaggi nel centro dell’isola di Sulawesi<br />

in seguito a sanguinosi attacchi<br />

di miliziani fondamentalisti<br />

islamici. Le violenze sono in corso<br />

da una settimana nella regione di<br />

Poso e — secondo un bilancio<br />

provvisorio — hanno provocato<br />

non meno di sette morti e numerosi<br />

feriti tra la popolazione cristiana.<br />

Gli estremisti islamici, che indossano<br />

divise militari, hanno raso<br />

al suolo con i bulldozer e dato<br />

alla fiamme alcuni villaggi. Per<br />

scampare alla furia degli aggressori,<br />

gli abitanti sono fuggiti in zone<br />

risparmiate dagli attacchi o si sono<br />

internati nelle foreste. Al momento<br />

degli attacchi, i villaggi<br />

non erano sufficientemente protetti<br />

dalle forze dell'ordine. Successivamente,<br />

le autorità hanno<br />

inviato a Poso 500 uomini per rinforzare<br />

le unità di polizia e le<br />

guarnigioni militari.<br />

L'Indonesia ha una popolazione<br />

di oltre 210 milioni di abitanti, a<br />

stragrande maggioranza di religione<br />

musulmana. I cristiani sono<br />

meno del dieci per cento. Da tre<br />

anni a questa parte, in diverse regioni<br />

dell'arcipelago le comunità<br />

cristiane sono oggetto di attacchi<br />

da parte di estremisti islamici.<br />

man-enhanced phenomenon. Indeed,<br />

“there is a new and stronger evidence<br />

that most of the warming observed over<br />

the last fifty years is attributed to human<br />

activities” and that coming<br />

changes will affects all aspects of the<br />

environment and societal well-being,<br />

especially for the poor, the vulnerable<br />

and the generations yet unborn. (IPCC;<br />

“Climate Change 2001, The Scientific<br />

Basis”, 2001)<br />

Mr. Chairman:<br />

The history of humanity has been<br />

punctuated by various sorts of revolutions.<br />

The first revolution occurred<br />

thousands of years ago, at the end of<br />

the last ice age, when mankind used<br />

“knowledge” to sow seeds and found a<br />

more stable and predictable source of<br />

food. The second revolution began almost<br />

three hundred years ago with the<br />

industrial revolution when “knowledge”<br />

was used to obtain energy, no longer<br />

from animals or the wind but from<br />

coal and steam. That engineering feat<br />

unleashed the build-up of greenhouse<br />

gases into the atmosphere. More than<br />

one hundred years ago, the Swedish<br />

chemist S. Arrhenius warned that a<br />

doubling of carbon dioxide gas may<br />

have dire consequences for humankind<br />

and now that phenomenon has been<br />

recognized in its full dimension.<br />

Nature required one million years to<br />

produce the amount of fossil fuel that<br />

humanity burns in only one year. The<br />

activities of twenty-five percent of the<br />

world’s population are responsible for<br />

almost seventy-five percent of the global<br />

emission of greenhouse gases.<br />

Global warming, as it is popularly<br />

called, is global in scale. It recognizes<br />

no boundaries, no nationalities, no cultural<br />

divides. It is the great equalizer<br />

with unpleasant consequences.<br />

Responses to such a phenomenon<br />

should reflect our interdependence and<br />

common responsibility for the present<br />

and the future of our planet, taking into<br />

account the important role that the<br />

virtue of prudence could play in addressing<br />

climate change. Prudence is<br />

intelligence applied to our actions<br />

through knowledge and wisdom and it<br />

is not merely a careful and safe approach<br />

to decisions, but rather a<br />

thoughtful and reasoned basis for taking<br />

or eluding action to attain a moral<br />

good and promote the achievement of<br />

common good. (United States Catholic<br />

Bishops: Global Climate Change: A Plea<br />

for Dialogue, Prudence and the Common<br />

Good, June 2001)<br />

Mr. Chairman,<br />

Perhaps we need a “third revolution”<br />

in which we use our knowledge once<br />

again. Knowledge is a public good, one<br />

we can share with others without losing<br />

it. Knowledge will help us move<br />

from a model that is resource intensive<br />

to one that is knowledge intensive.<br />

Knowledge is an unlimited natural resource.<br />

Instead of burning coal and wood,<br />

we must begin to burn knowledge so<br />

that finally the people of the world will<br />

count for more than they produce, that<br />

the human person will truly be the center<br />

of our concerns for sustainable development.<br />

We should not become a<br />

civilization that knows the price of everything<br />

and the value of nothing.<br />

Mr. Chairman,<br />

After his Angelus Message, on the eve<br />

of the Rio Conference on Environment<br />

and Development, Pope John Paul II<br />

shared thoughts that are as relevant<br />

Taiwan: dopo 50 anni il Kuomintang<br />

perde la maggioranza in Parlamento<br />

TAIPEH, 3.<br />

Sconfitta storica per i nazionalisti del<br />

Kuomintang (Kmt) nelle elezioni politiche<br />

ed amministrative che si sono tenute<br />

sabato nell’isola di Taiwan. Dopo 50<br />

anni hanno infatti perso la maggioranza<br />

assoluta del Parlamento, ottenendo solo<br />

67 dei 225 seggi disponibili (nel 1998 ne<br />

avevano ottenuti 110), mentre i loro<br />

principali avversari, il Partito democratico<br />

progressista (Dpp) del Presidente<br />

Chen Shui-Bian, ne hanno ottenuti 87,<br />

divenendo la prima formazione politica.<br />

Al terzo posto, secondo i dati ufficiali<br />

forniti dalla Commissione Elettorale, si è<br />

piazzato il Primo partito del popolo<br />

(Pfp), che ha più che raddoppiato il numero<br />

dei seggi, da 20 a 46. La formazione<br />

nata dalla scissione del Kuomintang,<br />

l’Unione per la solidarietà (Tsu), sostenuta<br />

dall’ex Presidente Lee Teng-hui, ha<br />

guadagnato 13 seggi. Un solo seggio per<br />

il Nuovo Partito (Np) e dieci per i candidati<br />

indipendenti.<br />

Oltre ai 184 seggi aggiudicati con la<br />

consultazione di sabato, ne devono essere<br />

assegnati altri 41 con il sistema proporzionale<br />

a rappresentanti di minoranze<br />

etniche e di residenti all’estero. Non<br />

avendo nessuno dei principali partiti ot-<br />

vinto una importante battaglia contro le<br />

case farmaceutiche che difendevano i brevetti<br />

dei medicinali antiaids. Le stesse associazioni<br />

impegnate nella tutela dei malati<br />

— informa l'agenzia citata — rimproverano<br />

alle autorità sudafricane di non fare<br />

abbastanza nel campo della prevenzione.<br />

«I Capi di Stato e di Governo e le first<br />

ladies devono essere in prima linea nella<br />

battaglia», ha affermato al riguardo Man-<br />

tenuto la maggioranza assoluta, sarà necessaria<br />

la formazione di un Governo di<br />

coalizione. «Il voto dovrebbe contrassegnare<br />

l’inizio della cooperazione tra i<br />

Partiti di Governo e l’opposizione», ha<br />

detto il Presidente Chen in un comunicato.<br />

«Durante la campagna elettorale,<br />

ci può essere competizione tra i Partiti e<br />

tra le persone, ma la stabilità, la sicurezza<br />

e la prosperità del Paese sono la lingua<br />

comune di 23 milioni di persone e<br />

la loro comune speranza». Secondo alcuni<br />

accreditati analisti l’esito delle elezioni<br />

è dipeso dal fallimentare approccio<br />

ai problemi da parte del Kuomintang.<br />

«Hanno imparato molto poco — hanno<br />

sostenuto — dalla sconfitta alle elezioni<br />

presidenziali. Non hanno esaminato a<br />

fondo cosa era andato storto e hanno<br />

continuato ad attuare la politica del confronto<br />

e tattiche ostruzionistiche in Parlamento».<br />

Mentre si è compiuta questa<br />

svolta storica, Taiwan, da sempre abituata<br />

alla crescita economica e alla piena<br />

occupazione, è alle prese con la peggiore<br />

recessione della sua storia, con la<br />

borsa che ha perso la metà del suo valore<br />

e con un alto — per i suoi standard<br />

— tasso di disoccupazione (5,33 per<br />

cento in ottobre).<br />

dela, che ha citato come modelli i leader<br />

politici del Botswana, dell'Uganda e del<br />

Senegal, che si sono frequentemente fatti<br />

ritrarre da televisioni e giornali mentre<br />

abbracciavano bambini colpiti dalla terribile<br />

malattia.<br />

Intanto, nella Giornata mondiale contro<br />

l'Aids, una importante società farmaceutica<br />

ha annunciato che ridurrà del 20 per<br />

cento, per i pazienti del settore privato in<br />

Sud Africa, i prezzi di due medicine chiave<br />

nella lotta al virus.<br />

even today and appropriate as we prepare<br />

for the World Summit on Sustainable<br />

Development, to be held in Johannesburg<br />

in September, 2002.<br />

“This important meeting — he said<br />

— sets out to examine in depth the relationship<br />

between protection of the environment<br />

and the development of peoples.<br />

These are problems which have<br />

at their roots a profound ethical dimension,<br />

and which involve, therefore,<br />

the human person, the centre of creation,<br />

with those rights of freedom<br />

which derive from his dignity of being<br />

made in the image of God and with the<br />

duties which every person has towards<br />

the future generations.”<br />

“I invite all to pray — he continued<br />

— with me that the high representatives<br />

of the various nations of the<br />

world, ... , will be farseeing in their deliberations<br />

and will know how to orientate<br />

humanity along the path of solidarity<br />

with humankind and of responsibility<br />

in the common commitment to<br />

the protection of the earth which God<br />

has given us.” (Pope John Paul II, Message<br />

before the Angelus, St. Peter’s<br />

Square, 31 May 1992.)<br />

Knowledge is the only true inexhaustible<br />

resource that assures a sustainable<br />

environment and development<br />

and, Mr. Chairman, only knowledge,<br />

together with an ethical sense of our<br />

relationship with the environment, can<br />

help to guide our efforts today and for<br />

future generations.<br />

Somalia:combattimenti<br />

a Sud di Mogadiscio<br />

MOGADISCIO — Non meno di 15<br />

morti e 20 feriti, alcuni dei quali<br />

gravi: è il bilancio, ancora provvisorio,<br />

di una vera e propria battaglia<br />

esplosa sabato pomeriggio e<br />

continuata nella notte a Tobonka<br />

Bondo, un villaggio a 35 km a Sud<br />

di Mogadiscio. Lo hanno riferito<br />

domenica testimoni oculari, e lo ha<br />

anche confermato il Ministro della<br />

scienza e tecnologia del Governo<br />

di transizione nazionale somalo,<br />

Abdulkadir Mohamed Mahahey. La<br />

battaglia è infuriata tra due sottoclan,<br />

gli Abgal ed i Garre, che finora<br />

avevano convissuto abbastanza<br />

pacificamente. All’origine dello<br />

scontro un contenzioso relativo ai<br />

diritti su alcune terre.<br />

Russia: agguato<br />

dei ribelli in Cecenia<br />

MOSCA — Il vice Procuratore militare<br />

russo per la Cecenia, Roman<br />

Grigorian, è stato ucciso sabato<br />

sera in un agguato nella cittadina<br />

di Argun, a quindici chilometri da<br />

Grozny. L’ufficiale è stato affrontato<br />

da sconosciuti, che gli hanno teso<br />

un’imboscata, mentre viaggiava<br />

sulla sua macchina, ha riferito domenica<br />

l’agenzia «Interfax» citando<br />

il comando delle Forze russe<br />

schierate nel Caucaso. Grigorian è<br />

morto sul luogo dell’agguato, l’autista<br />

è rimasto gravemente ferito.<br />

Svizzera: respinta<br />

l'abolizionedell'esercito<br />

GINEVRA — Neutrale sì, ma con<br />

l’esercito. Chiamati alle urne questo<br />

fine settimana, gli svizzeri hanno<br />

bocciato con oltre il 78,3 per<br />

cento di voti contrari e il 21,7 per<br />

cento di voti a favore un’iniziativa<br />

degli antimilitaristi che chiedeva<br />

l’abolizione dell’esercito. Il contesto<br />

internazionale ha probabilmente<br />

influenzato il voto: i timori suscitati<br />

dalla minaccia del terrorismo<br />

hanno verosimilmente spinto molti<br />

svizzeri a pronunciarsi in favore<br />

delle Forze Armate. Senza esitazioni,<br />

gli elvetici hanno inoltre bocciato<br />

gli altri tre referendum in votazione<br />

ed in particolare quello<br />

sull’introduzione di un’imposta sui<br />

guadagni in Borsa. Approvata la<br />

proposta del Governo di costituire<br />

un meccanismo per porre fine all’indebitamento<br />

dello Stato.<br />

Spagna: l'Eta rivendica<br />

due attentati<br />

MADRID — L’Eta ha rivendicato<br />

domenica la responsabilità di due<br />

attacchi contro la Ertzaintza (polizia<br />

basca) commessi negli ultimi<br />

due mesi, in un comunicato nel<br />

quale avverte la polizia autonoma<br />

che continuerà con i suoi attentati<br />

contro i «servi della Spagna» che<br />

«difendono con le armi un progetto<br />

politico imposto al popolo basco».<br />

Nel comunicato, pubblicato dal<br />

giornale basco «Gara», il gruppo<br />

armato separatista rivendica l’attacco<br />

contro due agenti della Ertzaintza<br />

a Bilbao lo scorso 20 novembre<br />

e l’omicidio a sangue freddo<br />

di altri due agenti, fra i quali<br />

una donna, commesso due giorni<br />

dopo. L’Eta avverte la polizia basca<br />

che «in futuro il prezzo che<br />

dovrà pagare sarà in funzione del<br />

suo sforzo di repressione ed oppressione»<br />

contro «chi lotta per<br />

Euskal Herria (patria basca, ndr)».


DAL MONDO<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

in primo piano<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 3-4 Dicembre 2001<br />

AFGHANISTAN Le fazioni politico-militari che partecipano<br />

da una settimana alla conferenza di Bonn<br />

avrebbero raggiunto un «accordo completo» sull'assetto<br />

politico del Paese. Secondo fonti non ufficiali,<br />

verrebbe formato un Esecutivo transitorio di coalizione<br />

sotto la guida di un esponente del gruppo che<br />

fa capo all'ex Re Zahir Shah.<br />

RAID AEREI Le forze anti Taleban sono a un chi-<br />

lometro dall'aeroporto di Kandahar, ultima roccaforte<br />

del regime fondamentalista islamico. Gli angloamericani<br />

hanno intanto intensificato i raid aerei e<br />

missilistici sulla città. Fonti dei marines affermano<br />

che l'assedio è a una «svolta decisiva».<br />

CARBONCHIO È terminata a Washington la bonifica<br />

degli uffici del Congresso contaminati con il carbonchio.<br />

L'Fbi prosegue le indagini per scoprire i<br />

responsabili della diffusione delle spore di antrace.<br />

AFGHANISTAN L'intesa ottenuta dopo febbrili consultazioni sulla base di una bozza stilata dall'Onu<br />

Accordo raggiunto alla Conferenza di Bonn<br />

sulla formazione di un Governo ad interim<br />

Raid aerei<br />

anglo-americani<br />

sull'assediata<br />

Kandahar KABUL, 3.<br />

Le forze anti Taleban sono a un<br />

km dall’aeroporto di Kandahar<br />

(Sud dell'Afghanistan), secondo<br />

una fonte vicina a un capo tribale<br />

Pashtum, mentre sono continuati<br />

violenti i raid aerei anglo-americani<br />

nella notte e stamattina sull’ultimo<br />

bastione dei Taleban.<br />

Le Forze dell’ex Governatore di<br />

Kandahar, Gul Agha, e del leader<br />

Pashtum, Hamid Karzai, sono alle<br />

porte dell’aeroporto (15 km dalla<br />

città),ha detto il fratello di Hamid<br />

Karzai, Ahmad, il quale ha sottolineato<br />

il ruolo decisivo delle incursioni<br />

in questa avanzata delle<br />

truppe di terra di Agha, che stanno<br />

incontrando una resistenza tenacissima<br />

da parte dei Taleban e<br />

degli uomini di Osama bin Laden,<br />

votati alla morte.<br />

Gli Stati Uniti hanno annunciato<br />

ieri di avere aumentato la loro<br />

potenza di fuoco su Kandahar,<br />

raddoppiando il numero degli elicotteri<br />

da combattimento. Reparti<br />

americani sono accampati a cento<br />

chilometri a Sud-Ovest di Kandahar:<br />

sono pronti a intervenire,<br />

anche se al momento non si è<br />

detto che lo faranno.<br />

Prima di partire per Bucarest,<br />

in Romania, dove partecipa alla<br />

riunione dell'Osce, il Segretario di<br />

Stato americano, Colin Powell, ha<br />

definito la fine dei Taleban letteralmente<br />

«una questione di tempo»;<br />

l'assedio della loro roccaforte<br />

è «a una svolta decisiva», come ha<br />

detto il maggiore dell'«intelligence»<br />

dei marines, James Higgins all'agenzia<br />

di stampa «Ap». La presa<br />

della città, insistono gli esperti<br />

del Pentagono, richiede un'accurata<br />

pianificazione, per evitare<br />

che, una volta superate le mura,<br />

ci si trovi a fare i conti con cruenti<br />

e protratti scontri armati di<br />

strada ingaggiati da migliaia di<br />

Taleban armati fino ai denti.<br />

Intanto, oltre 3.000 Taleban catturati<br />

nei combattimenti nelle regioni<br />

di Mazar-i-Sharif e di Kunduz<br />

sono detenuti in una prigione<br />

del Nord dell’Afghanistan. Lo ha<br />

detto oggi a Kabul Bernard Barrett<br />

del Comitato internazionale<br />

della Croce rossa (Cicr).<br />

Il rappresentante del Cicr ha<br />

precisato che le Forze dell’Alleanza<br />

del Nord hanno portato i prigionieri<br />

nella prigione di Shebargan,<br />

a circa 120 chilometri ad<br />

Ovest di Mazar-i-Sharif. Ieri membri<br />

della Croce rossa volevano visitare<br />

i detenuti, ma gli uomini<br />

del generale uzbeko, Abdel Rashid<br />

Dostum, li hanno dissuasi perché<br />

non ci sarebbero state le condizioni<br />

di sicurezza. Barrett non ha voluto<br />

precisare se i prigionieri siano<br />

tutti Taleban afghani o appartenenti<br />

alla cosiddetta «legione<br />

araba», gli stranieri arrivati a<br />

combattere a fianco dei Taleban.<br />

BERLINO, 3.<br />

Sono giunti ad un accordo<br />

su un Governo di transizione<br />

i delegati presenti alla<br />

conferenza di Bonn sul futuro<br />

assetto politico dell'Afghanistan.<br />

Lo ha oggi annunciato<br />

una fonte dell'Alleanza<br />

del Nord ripresa dall'agenzia<br />

internazionale<br />

«France-Presse». Le quattro<br />

delegazioni, secondo la fonte,<br />

dopo aver lavorato tutta<br />

la notte su una bozza redatta<br />

dalle Nazioni Unite,<br />

«hanno raggiunto un accordo<br />

completo che sarà sottoscritto<br />

domani». A quanto<br />

si è appreso un esponente<br />

del gruppo che fa capo all'ex<br />

Re, Zahir Shah, dovrebbe<br />

guidare l'Esecutivo<br />

interinale, mentre i diversi<br />

ministeri saranno ripartiti<br />

tra i diversi gruppi «in relazione<br />

al loro peso». L'amministrazione<br />

transitoria do-<br />

vrebbe essere formata oltre<br />

che dal Premier, da 23 Ministri e da cinque<br />

vice Primi Ministri.<br />

Già ieri, nel sesto giorno della conferenza<br />

in svolgimento sul colle del Petersberg,<br />

alle porte della ex capitale federale<br />

tedesca, il portavoce delle Nazioni<br />

Unite, Ahmed Fawzi, aveva parlato con<br />

ottimismo del possibile annuncio di un<br />

accordo. Le Nazioni Unite, aveva reso<br />

noto il portavoce, hanno presentato ai<br />

delegati una bozza d’intesa su una «autorità<br />

provvisoria» (interim authorithy),<br />

frutto di una sintesi fra le varie posizioni<br />

emerse in sede di negoziato. Mentre ancora<br />

ieri sembrava esservi un consenso<br />

diffuso sulla struttura e sui compiti di<br />

tale «autorità», il nodo principale da risolvere<br />

— aveva sottolineato Fawzi —<br />

restava quello dei nomi di coloro che faranno<br />

parte della nuova organizzazione<br />

di potere. Il documento proposto dall’Onu<br />

prevede la formazione di tre organismi<br />

base destinati a guidare il Paese per<br />

un periodo di sei mesi: un'amministrazione<br />

provvisoria (Governo) formata da<br />

un totale di 20-30 persone, una commissione<br />

speciale indipendente di 21 membri<br />

incaricata di convocare una «Loya<br />

Jirga», e una Corte suprema per amministrare<br />

la giustizia. La «Loya Jirga» (assemblea<br />

tradizionale afghana formata da<br />

rappresentanti di tutti i gruppi etnici)<br />

avrà a sua volta il compito di formare<br />

un Governo transitorio di due anni, al<br />

termine dei quali verrebbe definita una<br />

nuova Costituzione con un Esecutivo<br />

largamente rappresentativo. All’ex Re<br />

Zahir Shah, in esilio in Italia, sempre secondo<br />

il progetto di accordo, viene riconosciuto<br />

un ruolo altamente simbolico,<br />

ed è previsto che presieda la riunione<br />

inaugurale della «Loya Jirga», dopo i sei<br />

mesi di autorità interinale. Dopo aver<br />

esaminato le sette pagine della bozza di<br />

accordo, i delegati sono passati ad affrontare<br />

il problema dell’assegnazione<br />

degli incarichi e della distribuzione del<br />

potere in seno alla nuova amministrazione<br />

transitoria. «Si tratta di un tassello<br />

importante che ancora manca», aveva<br />

detto il portavoce delle Nazioni Unite<br />

Fawzi. «E quando si arriva ai nomi, la<br />

cosa diventa più difficile», aveva aggiunto,<br />

esprimendo comunque l’auspicio che<br />

un’intesa potesse essere raggiunta in<br />

tempi brevi.<br />

La bozza d’accordo presentata dall’Onu<br />

— secondo quanto segnala l'agenzia<br />

«Ansa» — parla al tempo stesso della<br />

«necessità» di dispiegare in Afghanistan<br />

il più rapidamente possibile una forza<br />

multinazionale di pace. E nell’attesa che<br />

Kabul sia in grado di impiegare a questo<br />

Bonn: la residenza del Petersberg, sede della conferenza<br />

scopo proprie forze militari e di polizia,<br />

la comunità internazionale è disposta a<br />

schierare propri contingenti «su richiesta»<br />

delle autorità afghane. Secondo indiscrezioni<br />

trapelate a margine dei lavori,<br />

sembra che nel primo Governo provvisorio<br />

dovrebbe essere garantita una<br />

rappresentanza alle donne. I nomi che<br />

ricorrono con maggiore insistenza per la<br />

carica di Capo del Governo provvisorio<br />

A Berlino<br />

l'incontro<br />

internazionale<br />

sulla ricostruzione<br />

BERLINO, 3.<br />

Si aprirà mercoledì a Berlino un incontro<br />

che appare cruciale per il futuro<br />

dell'Afghanistan. Nella capitale federale<br />

tedesca si riuniranno infatti i rappresentanti<br />

di 15 Paesi donatori, dell'Unione<br />

Europea, di alcune agenzie dell'Onu e<br />

della Croce Rossa internazionale per discutere<br />

sull'invio di aiuti per la ricostruzione<br />

del Paese devastato da due decenni<br />

di guerre. I 15 Paesi donatori fanno<br />

parte del «gruppo di supporto all'Afghanistan»<br />

(Asg) che ha già stanziato oltre<br />

1.500 miliardi di lire. Condizione per il<br />

sostegno dell'opera di ricostruzione da<br />

parte dell'«Asg» è comunque la formazione<br />

di un Governo transitorio in base<br />

ad accordi raggiunti nella conferenza interafghana<br />

in corso a Bonn.<br />

Con una serie di raccomandazioni in<br />

favore del processo di pace, si è intanto<br />

conclusa a Bad Honnef, nei pressi di<br />

Bonn, una conferenza sulla ricostruzione<br />

dell’Afghanistan (Civil Society Conference)<br />

organizzata dalla Fondazione per<br />

la scienza e la politica di Berlino. Le<br />

raccomandazioni — scaturite dall’attività<br />

di sei gruppi di lavoro — riguardano i<br />

settori della sicurezza, dell’istruzione,<br />

della partecipazione delle donne, dell’economia<br />

e dei diritti umani. In particolare<br />

si suggerisce l’impiego di forze dell’Onu<br />

per il ripristino della sicurezza nel<br />

Paese, iniziative per il disarmo dei combattenti,<br />

l’impegno per l’integrazione<br />

delle donne a tutti i livelli della vita sociale,<br />

politica ed economica nonché la<br />

rapida instaurazione di un Governo<br />

provvisorio con legittimità interna e internazionale.<br />

TERRORISMO Per assicurare alla giustizia i responsabili del gruppo di «Al Qaeda»<br />

Ashcroft chiede nuovi poteri speciali<br />

NEW YORK, 3.<br />

Il Segretario alla giustizia americano,<br />

John Ashcroft, continua a chiedere poteri<br />

speciali per assicurare alla giustizia la<br />

rete di «Al Qaeda»: dopo le leggi speciali<br />

anti-terrorismo varate dal Congresso in<br />

ottobre, Ashcroft si prepara a chiedere<br />

luce verde per più vasti poteri di intercettazione<br />

su telefonate ed e-mail di persone<br />

in odore di terrorismo.<br />

Il «Washington post» ha appreso dettagli<br />

della richiesta tuttora segreta del<br />

Dipartimento della giustizia: l’obiettivo<br />

sarebbe di eliminare l’ultima restrizione<br />

legale che ancora frena le intercettazioni<br />

di «Cia» e «Fbi» in base alla legge sulla<br />

sorveglianza di intelligence all’estero.<br />

Questa legge consente vasti poteri di<br />

intercettazione in casi di spionaggio e<br />

terrorismo internazionale a patto che il<br />

bersaglio sia collegato a una potenza<br />

straniera o a un gruppo terroristico internazionale.<br />

Ashcroft vorrebbe far abolire<br />

la restrizione del collegamento con<br />

l’estero rendendo molto più semplice organizzare<br />

operazioni di sorveglianza su<br />

telefonate e e-mail di persone che non<br />

hanno alcun legame noto con gruppi<br />

stranieri. Non è l’unica nuova misura allo<br />

studio del Dipartimento della giusti-<br />

zia: secondo quanto appreso dal «New<br />

York Times» Ashcroft e il Capo dell’Fbi,<br />

Robert Mueller, starebbero studiando un<br />

piano per allentare le restrizioni che dagli<br />

anni settanta limitano lo spionaggio<br />

del Bureau su gruppi politici e religiosi.<br />

L’americano della strada è sembrato<br />

per ora sordo all’appello dei movimenti<br />

per i diritti civili: un sondaggio di «Newsweek»<br />

ha rivelato che una stragrande<br />

maggioranza di americani non ritiene<br />

che l'Amministrazione Bush abbia esagerato<br />

nella restrizione delle libertà civili<br />

dopo i disumani attacchi terroristici dell'11<br />

settembre scorso a New York e a<br />

Washington. Nel sondaggio 72 americani<br />

su cento si sono detti d'accordo con<br />

quanto ha fatto l'Amministrazione Bush<br />

e con le proposte che sono in cantiere.<br />

D'altra parte, nonostante le retate in<br />

tutto il mondo contro i terroristi di «Al<br />

Qaeda» il 90 per cento dei fedelissimi di<br />

Osama bin Laden sarebbe ancora in libertà:<br />

la stima è dell’«International Center<br />

for Terrorism Studies», un Istituto di<br />

ricerca di Washington.<br />

Nelle retate condotte dopo l’11 settembre<br />

in decine di Paesi del mondo sono<br />

state arrestate o fermate in odore di<br />

terrorismo circa 3.000 persone secondo<br />

una banca dati aggiornata del centro di<br />

Washington. Di questi solo un migliaio<br />

potrebbero essere membri di «Al Qaeda»,<br />

la rete di terrore di Osama bin Laden<br />

che, secondo il Centro, ha circa<br />

12.000 irriducibili in tutto il mondo.<br />

Questo calcolo lascerebbe intendere<br />

che oltre il 90 per cento dei membri di<br />

«Al Qaeda» è ancora a piede libero con<br />

cellule ancora intatte soprattutto in<br />

Asia, nelle Filippine e in Indonesia: «Sono<br />

stati fatti significativi progressi, ma<br />

sarà molto difficile raggiungere tutti i<br />

tentacoli della piovra “Al Qaeda“», ha<br />

detto Michael Swetman, un altro esperto<br />

di terrorismo al «Potomac Institute of<br />

Policy Studies».<br />

Intanto, il Presidente francese, Jacques<br />

Chirac, impegnato in una breve<br />

missione in Nord Africa, ha chiesto una<br />

lotta «globale e mondiale» contro il terrorismo.<br />

«L’espressione afghana e militare<br />

della lotta contro il terrorismo è solo<br />

un elemento di questa battaglia, che<br />

deve associarsi all’insieme dei mezzi giudiziari<br />

e di polizia, al fine di combattere<br />

meglio tutto quello che può consentire<br />

al terrorismo di svilupparsi», ha dichiarato<br />

Chirac sabato sera al termine della<br />

sua visita lampo ad Algeri, da dove ha<br />

proseguito per il Marocco.<br />

sono tre: Abdul Sattar Sirat<br />

(61 anni), Capo della delegazione<br />

dell’ex Re ai negoziati<br />

di Bonn, Hamid Karzai<br />

(46 anni), comandante<br />

impegnato nell'assedio a<br />

Kandahar anch’egli vicino<br />

al gruppo dell’ex sovrano, e<br />

Hedayat Amin Arsala,<br />

membro della delegazione<br />

dell’ex Re. Sembra peraltro<br />

molto probabile — secondo<br />

quanto segnala ancora l'agenzia<br />

«Ansa» — che verrebbero<br />

confermati nei rispettivi<br />

incarichi Abdullah<br />

Abdullah e Yunus Qanuni,<br />

rispettivamente Ministro degli<br />

esteri e Ministro dell’interno<br />

dell’Alleanza del Nord<br />

(o Fronte Unito). Non si sa<br />

se l’ex Presidente Rabbani<br />

avrà un incarico. Sempre<br />

secondo fonti vicine ai lavori,<br />

sembra che a Bonn verrebbero<br />

decisi i nomi solo<br />

dei componenti dell’organo<br />

di Governo provvisorio,<br />

mentre la composizione della commissione<br />

incaricata di convocare la «Loya<br />

Jirga» e della Corte suprema verrebbe<br />

definita in un secondo tempo.<br />

Con la sua proposta di intesa, l’Onu<br />

ha puntato su un obiettivo di minore<br />

portata e di più facile realizzazione, rinunciando<br />

al progetto originario che<br />

prevedeva la costituzione anche di un<br />

cosiddetto Consiglio supremo.<br />

OSCE Riunione a Bucarest dei Ministri degli esteri<br />

dei 55 Paesi aderenti all'Organizzazione per la sicurezza<br />

e la cooperazione in Europa (Csce). Al centro<br />

dei lavori è la lotta al terrorismo internazionale.<br />

RUSSIA Un aereo-cargo «Ilyushin-76», in dotazione<br />

alle guardie di frontiera, è precipitato nell'Estremo<br />

Oriente russo. Tutte le persone a bordo — otto<br />

membri dell'equipaggio e dieci militari di scorta a<br />

un carico — sono deceduti nella sciagura.<br />

CARBONCHIO Con gas di biossido di sodio<br />

Stati Uniti: bonificati<br />

gli uffici del Congresso<br />

WASHINGTON, 3.<br />

È terminata la bonifica<br />

degli uffici di una decina di<br />

senatori statunitensi contaminati<br />

dall’agente del carbonchio.<br />

Le squadre di decontaminazione<br />

hanno<br />

spruzzato gas di biossido di<br />

sodio negli uffici del leader<br />

del Senato, Tom Daschle,<br />

dove il 15 ottobre era stata<br />

consegnata una lettera al<br />

carbonchio contenente una<br />

dose letale delle micidiali<br />

spore.<br />

Il gas nell’edificio «Hart»<br />

del Senato, dove si trova<br />

l’ufficio di Daschle, è stato<br />

diffuso per oltre 20 ore, otto<br />

in più del previsto. Fonti<br />

dell’«Enviromental Protection<br />

Agency» (Epa, l’ente<br />

federale per la protezione<br />

dell’ambiente) hanno indicato<br />

che sono stati decontaminati<br />

anche altri uffici di<br />

senatori, ma solo utilizzan-<br />

do sostanze in forma liquida o schiumosa.<br />

Ci vorrà una settimana per sapere se<br />

il lavoro effettuato ha avuto successo.<br />

Tracce dell’agente del carbonchio sono<br />

state nel frattempo rintracciate nell’ufficio<br />

postale del Connecticut attraverso<br />

cui passava la posta di Ottilie Lundgren,<br />

la donna di 94 anni diventata<br />

l’ultima vittima della forma polmonare<br />

della malattia. Le spore sono state tro-<br />

OSCE Al centro dei colloqui la lotta all'eversione<br />

Riuniti a Bucarest<br />

i Ministri degli esteri<br />

BUCAREST, 3.<br />

La lotta al terrorismo internazionale è<br />

al centro dei colloqui tra i Ministri degli<br />

esteri dei 55 Paesi dell’Osce (Organizzazione<br />

per la Sicurezza e la Cooperazione<br />

in Europa) che si sono riuniti oggi a Bucarest,<br />

in Romania.<br />

Secondo quanto si è appreso alla vigilia<br />

della riunione, a Bucarest si parlerà<br />

soprattutto della «seconda fase» della<br />

campagna «Enduring Freedom» (Libertà<br />

duratura), cioè dopo la fine della fase<br />

attuale che riguarda soprattutto le operazioni<br />

militari contro il regime fonda-<br />

Usa: rinviato<br />

per il maltempo<br />

test missilistico<br />

WASHINGTON, 3.<br />

È stato di nuovo rinviato, sempre<br />

a causa del maltempo sulla<br />

California, il test sull'iniziativa di<br />

difesa antimissile previsto per questa<br />

notte. Lo ha annunciato una<br />

fonte del Pentagono. Dalla California<br />

deve partire il missile che simulerà<br />

un attacco nucleare e che<br />

fungerà da bersaglio. Una ventina<br />

di minuti dopo il lancio dalla base<br />

aerea di Vandenberg, un missile<br />

intercettore partito da un atollo<br />

delle Isole Marshall, in pieno Pacifico,<br />

dovrebbe abbattere il missile<br />

«atomico».<br />

mentalista talebano. In Afghanistan, fino<br />

a pochi giorni fa controllato quasi interamente<br />

dai Taleban, ha trovato rifugio<br />

ed assistenza Osama bin Laden, considerato<br />

il mandante dei disumani attacchi<br />

terroristici contro New York e Washington<br />

dell’11 settembre scorso.<br />

La riunione è l’atto finale dell’anno di<br />

presidenza romena dell’Organizzazione<br />

che si occupa della sicurezza e del rispetto<br />

dei diritti umani in Europa, come<br />

anche di cooperazione economica e di<br />

tutela dell’ambiente. Dal prossimo anno<br />

la presidenza sarà tenuta dal Portogallo.<br />

Ai lavori a Bucarest partecipa anche il<br />

Segretario di Stato americano, Colin Powell,<br />

che poi proseguirà il viaggio in alcune<br />

capitali dell’Europa e dell’Asia centrale.<br />

Dal vertice dei 55 Paesi dell'Osce<br />

dovrebbe uscire un piano d’azione per<br />

combattere efficacemente il terrorismo.<br />

«Nella lotta contro il terrorismo non c’è<br />

neutralità — afferma il “Piano di azione<br />

per combattere il terrorismo“ che sarà<br />

presentato all’approvazione della riunione<br />

di Bucarest —. Per il terrorismo,<br />

qualunque sia la sua motivazione originale,<br />

non esistono giustificazioni. Nessuna<br />

causa può giustificare azioni dirette<br />

contro persone innocenti».<br />

Da Bucarest, secondo gli osservatori,<br />

usciranno rafforzati i rapporti di alleanza<br />

strategica tra americani e russi, questi<br />

ultimi si sono schierati al fianco di<br />

George W. Bush, nella lotta al terrorismo<br />

globale. Per questo non sono previsti<br />

incidenti come quello dello scorso anno,<br />

quando la riunione dell’Osce si concluse<br />

senza l’approvazione di un documento<br />

sulla Cecenia, perché Mosca aveva<br />

fatto uso del suo diritto di veto.<br />

Russia: precipita un «Ilyushin-76»<br />

Morte diciotto persone<br />

MOSCA, 3.<br />

Una vecchia carretta dell’aria, un cargo<br />

«Ilyushin-76» delle guardie di frontiera<br />

russe, è precipitato ieri nell’Estremo<br />

Oriente provocando la morte di 8 membri<br />

dell’equipaggio e di 10 militari di<br />

scorta al carico trasportato.<br />

Partito dalla città di Bratsk e diretto<br />

ad Anadyr, il capoluogo dell’immensa e<br />

spopolata Ciukotka, l’aereo è entrato in<br />

una fase di emergenza mentre era a<br />

un’altezza di circa diecimila metri. Il comandante<br />

ha lanciato l’allarme e ha<br />

chiesto un atterraggio di emergenza a<br />

Khabarovsk spiegando che era scoppiato<br />

un incendio a bordo. Poi, mentre si<br />

trovava a una quota di 7.500 metri, è<br />

scomparso dagli schermi radar, hanno<br />

detto fonti dell’aeroporto all’agenzia di<br />

stampa russa «Itar-Tass».<br />

Testimoni oculari hanno riferito di<br />

«due forti esplosioni» e «ne hanno visto i<br />

lampi» dopo le quali l’«Ilyushin-76» si è<br />

schiantato al suolo in una foresta nella<br />

zona del villaggio di Inia. La zona è stata<br />

raggiunta immediatamente con le<br />

motoslitte da otto poliziotti locali che<br />

hanno individuato i corpi senza vita delle<br />

18 persone che si trovavano a bordo.<br />

I rottami del cargo russo precipitato<br />

sono sparsi in un’area di mezzo chilometro.Secondo<br />

i soccorritori l'«Ilyushin-<br />

76» si è spezzato in tre tronconi e alcune<br />

parti che sono disseminate nell'area<br />

dello schianto erano ancora in fiamme.<br />

L’aereo trasportava materiali da costruzione<br />

e viveri destinati alle guardie che<br />

sorvegliano la frontiera con gli Stati Uniti:<br />

l’America si trova a soli 40 chilometri<br />

dalla costa russa.<br />

La regione nell'Estremo Oriente russo<br />

ha inverni con temperature che raggiungono<br />

i 50 gradi sottozero e vive la lunga<br />

notte polare da novembre a marzo. Cinque<br />

mesi fa era precipitato nei pressi di<br />

Mosca un altro «Ilyushin-76» che era decollato<br />

da pochi secondi. In quel caso la<br />

catastrofe, secondo quanto reso noto<br />

dopo le indagini, fu causata dal sovraccarico<br />

del mezzo.<br />

La produzione dell’«Ilyushin-76» cominciò<br />

nel lontano 1971. Attualmente<br />

circolano 124 esemplari di questo tipo di<br />

aereo cargo, molti dei quali con più di<br />

vent’anni di servizio. Nonostante ci siano<br />

stati nove incidenti negli ultimi nove<br />

anni — quasi tutti provocati da errore<br />

umano — è comunque considerato dagli<br />

esperti internazionali un buon aereo.<br />

Un gruppo speciale di decontaminazione<br />

vate su macchinari di smistamento delle<br />

lettere del «Southern Connecticut Processing<br />

and Distribution Center» di Wallingford.<br />

Secondo gli esperti sarebbero<br />

state lasciate da una lettera transitata da<br />

Wallingford e diretta a Seymour, che è<br />

stata scoperta qualche giorno fa. La lettera<br />

sarebbe rimasta contaminata a Hamilton,<br />

nel New Jersey, passando attraverso<br />

un macchinario postale 15 secondi<br />

dopo la lettera al carbonchio diretta al<br />

leader del Senato.<br />

L’Fbi, intanto, indaga anche nei laboratori<br />

del Governo per risalire alle origini<br />

delle spore di carbonchio che hanno<br />

innescato la crisi bioterroristica del mese<br />

scorso e a chi ha ordito la trama delle<br />

lettere contaminate. L’ipotesi che prima<br />

veniva liquidata come un’illazione di<br />

alcuni gruppi ambientalisti è infatti ormai<br />

entrata, stando a funzionari del Governo,<br />

nel campo di lavoro degli inquirenti.<br />

Questi stanno già interrogando i<br />

tecnici dei laboratori da cui potrebbero<br />

essere usciti i campioni di carbonchio<br />

del tipo «ames», usato nelle lettere che<br />

hanno terrorizzato gli Stati Uniti, facendo<br />

cinque vittime, contagiando altre 13<br />

persone e costringendo a cure antibiotiche<br />

oltre ventimila individui esposti alle<br />

spore del batterio.<br />

Le spore appartengono infatti al tipo<br />

di bacillo conservato nei laboratori di<br />

Fort Detrick, in Maryland, la struttura<br />

di ricerca medica e biologica più avanzata<br />

dell’esercito degli Stati Uniti, che<br />

ha ceduto campioni del batterio solo a<br />

tre laboratori nel Paese (del Governo), a<br />

uno in Gran Bretagna e a un altro in<br />

Canada. Sono stati interrogati anche ufficiali<br />

e ricercatori di Fort Detrick, ha<br />

ammesso il colonnello Arthur Friedlander,<br />

responsabile dei programmi di ricerca,<br />

che ha tuttavia cercato di gettare<br />

acqua sul fuoco dei sospetti. Chi ha ordito<br />

la trama delle lettere all’antrace<br />

«sapeva evidentemente molto bene quel<br />

che stava facendo — ha ammesso Friedlander<br />

— ma da qui a dire che la cosa<br />

esce da un laboratorio del Governo ce<br />

ne passa». Se non le spore, sono però<br />

forse uscite — secondo quanto segnala<br />

l'«Ansa» — le conoscenze scientifiche<br />

necessarie da uno dei laboratori che<br />

avevano ricevuto i batteri da Fort Detrick.<br />

Come sostiene la Presidente della<br />

«Federation of American Scientists»,<br />

Barbara Hatch Rosenberg, secondo la<br />

quale, «tutti gli elementi finora disponibili»<br />

dell’inchiesta puntano in questa direzione.<br />

Vladimir Putin destituisce<br />

alti ufficiali della Marina<br />

per la tragedia del «Kursk»<br />

MOSCA, 3.<br />

A poco più di un mese dal recupero<br />

del sottomarino nucleare «Kursk» inabissatosi<br />

il 12 agosto del 2000 e nel quale<br />

morirono 118 marinai russi, il Presidente<br />

Vladimir Putin ha destituito Vlaceslav<br />

Popov, il comandante della Flotta del<br />

Nord, e il suo vice Mikhail Motsak. Altri<br />

tre ammiragli sono stati destituiti, un<br />

quarto ha dato le dimissioni, altri sette<br />

alti ufficiali saranno puniti sulla base del<br />

regolamento di disciplina militare. Nelle<br />

loro attività sono state individuate serie<br />

insufficienze nell'organizzazione dell'attività<br />

giornaliera e nell'addestramento militare,<br />

ha detto il Procuratore generale<br />

Vladimir Ustinov, che conduce le indagini<br />

sulla tragedia, a Putin.<br />

L'incontro al Cremlino tra Putin e<br />

Ustinov è stato ripreso dalle televisioni<br />

russe. Dopo il colloquio con il magistrato,<br />

Putin ha convocato il Ministro della<br />

difesa, Serghei Ivanov, il Capo di stato<br />

maggiore Anatoli Kvashnin, e il Capo<br />

della Marina militare, Vladimir Kuroyedo.<br />

«Ci furono serie manchevolezze —<br />

ha detto Putin — nell'organizzazione<br />

delle manovre nel corso delle quali avvenne<br />

l'affondamento del “Kursk“».


.<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

SANTA SEDE<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 3-4 Dicembre 2001<br />

«Seguo con attenzione tutte le notizie<br />

che giungono dal nostro Paese.<br />

Mi rallegro perché continua incessante<br />

il processo del suo sviluppo economico.<br />

Allo stesso tempo, però, risento<br />

profondamente dell'indigenza<br />

di molte persone e di numerose famiglie<br />

che si rivolgono al Papa per ottenere aiuto,<br />

per il sostegno materiale e spirituale»<br />

«Malgrado l'opinione degli scettici<br />

si è potuto vedere che il Concordato<br />

non soltanto ha contribuito a migliorare<br />

la cooperazione della Chiesa e degli organi<br />

dello Stato a favore del bene comune<br />

ampliando gli spazi di libertà delle persone<br />

e della società, ma è anche divenuto uno<br />

strumento ecumenico riguardo ad altre<br />

Chiese e comunità confessionali in Polonia»<br />

CREDENZIALI Il discorso di Giovanni Paolo II al nuovo Ambasciatore presso la Santa Sede durante l'udienza per la presentazione delle Lettere<br />

Nella giusta aspirazione al pieno ingresso nell'Unione Europea, la Polonia<br />

non può privarsi della sua inalienabile tradizione storica legata al cristianesimo<br />

Il Santo Padre Giovanni Paolo II ha<br />

ricevuto oggi, lunedì 3 dicembre, alle<br />

ore 11, in solenne udienza, S.E. la<br />

Sig.ra Hanna Suchocka, nuovo Ambasciatore<br />

della Polonia presso la Santa<br />

Sede, che ha presentato le Lettere Credenziali<br />

con cui viene accreditata nell'alto<br />

ufficio.<br />

S.E. il Signor Ambasciatore, rilevato<br />

alla sua residenza da un Addetto di Anticamera<br />

e da due Gentiluomini di Sua<br />

Santità, è giunto alle 10.45 al Cortile di<br />

San Damaso, nel Palazzo Apostolico Vaticano,<br />

ove un reparto della Guardia<br />

Svizzera Pontificia rendeva gli onori.<br />

Al ripiano degli ascensori, S.E. l'Ambasciatore<br />

era ricevuto da un Gentiluomo<br />

di Sua Santità e, subito dopo, saliva<br />

alla seconda Loggia, dove si trovavano<br />

ad attenderlo gli Addetti di Anticamera<br />

ed i Sediari. Dalla seconda Loggia il corteo<br />

si dirigeva alla Sala Clementina, dove<br />

l'Ambasciatore veniva ricevuto dal<br />

Prefetto della Casa Pontificia, Monsignor<br />

James Michael Harvey, il quale lo accompagnava<br />

nella Biblioteca privata.<br />

Il Prefetto presentava al Santo Padre<br />

il nuovo Ambasciatore della Polonia.<br />

Dopo la presentazione delle Lettere<br />

Credenziali da parte dell'Ambasciatore,<br />

aveva luogo lo scambio dei discorsi.<br />

Questo il testo del discorso del Papa:<br />

Ekscelencjo,<br />

Szanowna Pani Ambasador,<br />

Serdecznie witam Panią w Watykanie.<br />

Czynię to nie po raz pierwszy.<br />

Wielokrotnie miałem ku temu<br />

okazję, wpierw, gdy gościła tu<br />

Pani jako Premier Rządu Rzeczypospolitej,<br />

a potem jako członek<br />

Papieskiej Akademii Nauk Społecznych.<br />

Dziś jednak to powitanie ma<br />

szczególny charakter. Przybywa Pani<br />

bowiem jako Ambasador nadzwyczajny<br />

i pełnomocny Rzeczypospolitej<br />

Polskiej przy Stolicy Apostolskiej,<br />

aby przekazać listy uwierzytelniające<br />

od Prezydenta, na mocy<br />

których będzie Pani pełniła tę funkcję.<br />

Przyjmuję je chętnie, życząc,<br />

aby posługa pośrednika pomiędzy<br />

Polską i Stolicą Apostolską była<br />

skuteczna i owocna, a Pani by dawała<br />

satysfakcję i radość.<br />

Dziękuję za skierowane do mnie<br />

słowa, w których nawiązała Pani<br />

do istotnych elementów współczesnej<br />

rzeczywistości naszej Ojczyzny,<br />

Kościoła i świata. Nie można ich<br />

ujmować inaczej, jak właśnie w ramach<br />

syntezy. Losy Polski, Kościoła<br />

i świata są bowiem ze sobą nierozerwalnie<br />

związane, przenikają<br />

się i nawzajem warunkują. Proces<br />

przemian społecznych i gospodarczych<br />

w Polsce, jaki trwa od 1989<br />

r., dokonuje się w kontekście takich<br />

pozytywnych zmian w świecie,<br />

jak kształtowanie się Unii Europejskiej<br />

czy rozszerzanie Sojuszu Atlantyckiego.<br />

Z drugiej strony<br />

wstrząsające światem działania wojenne<br />

w Zatoce Perskiej, na Bałkanach<br />

czy w Afganistanie, niepokój<br />

na Bliskim Wschodzie oraz przerażające<br />

akty terroru, jak ten w Nowym<br />

Jorku, budzące poczucie braku<br />

stabilności panującego dotąd<br />

porządku politycznego i ekonomicznego,<br />

wywierają niemały wpływ na<br />

sposób myślenia i działania Polaków.<br />

Wydaje się jednak, że w tej złożonej<br />

sytuacji politycznej świata Polska<br />

znajduje swoją własną drogę<br />

państwowego rozwoju. Począwszy<br />

od 1989 r., niezależnie od rozwoju<br />

wypadków w świecie, mimo wzlotów<br />

i upadków, mogliśmy obserwować<br />

w Polsce ciągle postępujący<br />

proces zagospodarowywania zdobytej<br />

wolności. Oczywiście nie brak<br />

trudności. Nie można jednak zapominać<br />

o wielkich osiągnięciach kolejnych<br />

rządów i całego społeczeństwa<br />

w dziele budowania państwa<br />

suwerennego, praworządnego i dostatniego.<br />

Trzeba tu szczególnie<br />

podkreślić to, co udało się osiągnąć<br />

w dziedzinie swobód obywatelskich,<br />

wolności religijnej i demokratyzacji<br />

życia społecznego.<br />

Z uwagą śledzę wszelkie wiadomości,<br />

jakie docierają z naszego<br />

kraju. Cieszę się, że nieprzerwanie<br />

trwa proces jego gospodarczego rozwoju.<br />

Równocześnie jednak głęboko<br />

przeżywam niedostatek wielu<br />

osób i rodzin, które zwracają się do<br />

Papieża o pomoc, o materialne i<br />

duchowe wsparcie. Wiele z nich<br />

dotyka boleśnie zjawisko bezrobocia,<br />

brak możliwości zaangażowania<br />

własnych talentów, wykształce-<br />

nia i energii w tworzenie przyszłości<br />

na miarę potrzeb i pragnień.<br />

Ufam, że wszechstronny rozwój życia<br />

publicznego w Polsce otworzy<br />

przed wszystkimi obywatelami nowe<br />

perspektywy i szerokie możliwości<br />

budowania przyszłości godnej i<br />

szczęśliwej. Mogę zapewnić, że Kościół<br />

będzie nadal włączał się w to<br />

dzieło, zgodnie ze swoją misją i zadaniami.<br />

Podczas składania listów uwierzytelniających<br />

przez pana Ambasadora<br />

Stefana Frankiewicza, w dniu<br />

11 lipca 1995 r., mówiłem, że Kościół<br />

nie pragnie dla siebie przywilejów<br />

ani szczególnego miejsca. Chce<br />

tylko mieć należyte warunki do pełnienia<br />

swej duchowej misji. Dziś<br />

mogę powiedzieć więcej. Mogę zaznaczyć,<br />

że Kościół pełniąc tę misję<br />

może i pragnie kontynuować dzieło<br />

utwierdzania i tworzenia duchowego,<br />

kulturalnego i społecznego dziedzictwa<br />

narodu, który od tysiąca<br />

lat jest związany z wartościami, jakie<br />

niesie w sobie chrześcijaństwo.<br />

Takie możliwości aktywnego zaangażowania<br />

na rzecz narodowego<br />

dobra stworzyło Kościołowi podpisanie<br />

w r. 1993 Konkordatu i późniejsza<br />

jego ratyfikacja. Wbrew opinii<br />

sceptyków okazało się, że Konkordat<br />

nie tylko przyczynił się do<br />

polepszenia współdziałania Kościoła<br />

i organów państwowych dla dobra<br />

wspólnego i dla poszerzenia obszarów<br />

wolności osób i społeczności,<br />

ale również stał się narzędziem<br />

Il nuovo<br />

Ambasciatore<br />

di Polonia<br />

Sua Eccellenza la Sig.ra Hanna Suchocka,<br />

nuovo Ambasciatore di Polonia<br />

presso la Santa Sede, è nata il 3 aprile<br />

1946.<br />

Specializzata in Diritto, ha conseguito<br />

nel 1975 il Dottorato di ricerca presso<br />

l'Università «Adam Mickiewicz» a Poznań.<br />

Ha intrapreso la carriera universitaria<br />

ricoprendo i seguenti incarichi: Ricercatore<br />

dell'Istituto «Max-Planck» di<br />

Diritto Internazionale a Heidelberg<br />

(1985-1986); Docente presso l'Università<br />

Cattolica di Lublino (1988-1992); Ricercatore<br />

della Facoltà di Legge dell'Università<br />

di Poznań (1972-1990); Ricercatore<br />

dell'Accademia Polacca delle Scienze<br />

e membro della Commissione Veneziana<br />

«Democrazia tramite legge» (1990); Docente<br />

invitato presso l'Università «Georgetown»<br />

di Washington (U.S.A.) dal<br />

1995.<br />

Ha rivestito inoltre le cariche di: Deputato<br />

al Parlamento (dal 1980); Membro<br />

delle Commissioni Affari Esteri e Affari<br />

Costituzionali dell'Assemblea Nazionale<br />

(1989-1997); Membro della delegazione<br />

all'Assemblea Parlamentare del<br />

Consiglio d'Europa (1991/92, 1994/97);<br />

ekumenicznym w stosunku do innych<br />

Kościołów i wspólnot wyznaniowych<br />

w Polsce.<br />

W tym samym duchu Kościół<br />

pragnie być obecny również w procesie<br />

przygotowania Polski do pełnego<br />

zjednoczenia z Unią Europejską.<br />

Słuszne jest dążenie do tego,<br />

aby Polska miała swe należne miejsce<br />

w ramach politycznych i ekonomicznych<br />

struktur zjednoczonej<br />

Europy. Trzeba jednak, aby zaistniała<br />

w nich jako państwo, które<br />

ma swoje oblicze duchowe i kulturalne,<br />

swoją niezbywalną tradycję<br />

historyczną związaną od zarania<br />

dziejów z chrześcijaństwem. Tej<br />

tradycji, tej narodowej tożsamości<br />

Polska nie może się wyzbyć. Stając<br />

się członkiem Wspólnoty Europejskiej,<br />

Rzeczpospolita Polska nie<br />

może tracić niczego ze swych dóbr<br />

materialnych i duchowych, których<br />

za cenę krwi broniły pokolenia naszych<br />

przodków. W obronie tych<br />

wartości Kościół pragnie być partnerem<br />

i sojusznikiem rządzących<br />

naszym krajem. Kościół, jak mówiłem<br />

w Parlamencie Rzeczypospolitej<br />

podczas mojej ostatniej pielgrzymki<br />

do Ojczyzny, «przestrzega<br />

przed redukowaniem wizji zjednoczonej<br />

Europy wyłącznie do jej aspektów<br />

ekonomicznych, politycznych<br />

oraz przed bezkrytycznym stosunkiem<br />

do konsumpcyjnego stylu<br />

życia. Nową jedność Europy, jeżeli<br />

chcemy, by ona trwała, winniśmy<br />

budować na tych duchowych war-<br />

Presidente del Consiglio dei Ministri<br />

(1992-1993); Ministro della Giustizia e<br />

Procuratore generale (1997-2000).<br />

Dal 1994 è Membro della Pontificia<br />

Accademia delle Scienze Sociali e del<br />

Consiglio di Presidenza della medesima<br />

Pontificia Accademia.<br />

A Sua Eccellenza la Sig.ra Hanna Suchocka,<br />

nuovo Ambasciatore di Polonia<br />

presso la Santa Sede, giungano, nel momento<br />

in cui si accinge a ricoprire il suo<br />

alto incarico, le felicitazioni del nostro<br />

giornale.<br />

tościach, które ją kiedyś ukształtowały,<br />

z uwzględnieniem bogactwa i<br />

różnorodności kultur i tradycji poszczególnych<br />

narodów. Ma to być<br />

wielka Europejska Wspólnota Ducha».<br />

Raz jeszcze pragnę powtórzyć,<br />

że «doświadczenie dziejowe,<br />

jakie posiada naród polski, jego bogactwo<br />

duchowe i kulturowe mogą<br />

skutecznie przyczynić się do ogólnego<br />

dobra całej rodziny ludzkiej,<br />

zwłaszcza do umocnienia pokoju i<br />

bezpieczeństwa w Europie» (Warszawa,<br />

11 czerwca 1999 r.).<br />

Polska stoi wciąż wobec ogromnych<br />

wyzwań, żywotnych dla społeczeństwa<br />

teraz i w przyszłości. Wierzę,<br />

że Kościół i państwo, zachowując<br />

swoją autonomię i specyficzne<br />

zadania, będą zgodnie wychodzić<br />

naprzeciw tym zadaniom. Nie przestaję<br />

prosić Boga, aby wspólne starania<br />

przynosiły oczekiwane owoce<br />

dla każdego Polaka i dla całego narodu.<br />

Proszę Panią Ambasador, aby<br />

przekazała moje serdeczne pozdrowienia<br />

panu Prezydentowi oraz<br />

Rządowi Rzeczypospolitej. Zgodnie<br />

ze wskazaniem św. Pawła modlę<br />

się, aby decyzje i działania wszystkich<br />

odpowiedzialnych za jej<br />

kształt i miejsce na scenie Europy i<br />

świata były podyktowane najgłębszą<br />

troską o jej dobro i by to dobro<br />

nieustannie rodziły.<br />

Pani Ambasador raz jeszcze życzę,<br />

aby wypełnianie misji pośrednika<br />

pomiędzy Rzeczpospolitą Polską<br />

i Stolicą Apostolską przynosiło<br />

satysfakcję i radość, i by służyło<br />

wspólnemu dobru wszystkich synów<br />

i córek naszej umiłowanej Ojczyzny.<br />

Dopo lo scambio dei discorsi, il Santo<br />

Padre si intratteneva a colloquio privato<br />

con l'Ambasciatore.<br />

Dopo l'udienza, nella Sala Clementina,<br />

l'Ambasciatore prendeva congedo<br />

dal Prefetto della Casa Pontificia e si recava<br />

a far visita al Cardinale Segretario<br />

di Stato, S. Em.za Rev.ma il Signor Cardinale<br />

Angelo Sodano.<br />

Al termine del colloquio l'Ambasciatore<br />

discendeva nella Basilica Vaticana. Il<br />

Diplomatico era ricevuto da una delegazione<br />

del Rev.mo Capitolo e si recava<br />

dapprima nella Cappella del SS.mo Sacramento<br />

per un breve atto di adorazione;<br />

passava poi a venerare l'immagine<br />

della Beatissima Vergine e, quindi, la<br />

tomba di San Pietro.<br />

Al termine della visita l'Ambasciatore<br />

prendeva congedo dalla delegazione del<br />

Capitolo, quindi, alla Porta della Preghiera,<br />

prima di lasciare la Basilica, si<br />

congedava dai Dignitari che lo avevano<br />

accompagnato e faceva ritorno alla sua<br />

residenza.<br />

Ecco il discorso dell'Ambasciatore al<br />

Santo Padre:<br />

Wasza Świątobliwość,<br />

Chciałabym wyrazić wielką radość z<br />

zaszczytu, jaki przypadł mi w udziale,<br />

zaszczytu wręczenia dziś Ojcu Świętemu<br />

listów uwierzytelniających od Pana<br />

Prezydenta Rzeczypospolitej Polskiej —<br />

nominujących mnie na funkcję ambasadora<br />

nadzwyczajnego i pełnomocnego<br />

Rzeczypospolitej Polskiej przy Stolicy<br />

Apostolskiej. Szczególne uczucie radości<br />

towarzyszy ambasadorowi polskiemu w<br />

takiej chwili, bo i misja dyplomatyczna<br />

przy Stolicy Apostolskiej, ze względu na<br />

osobę Waszej Świątobliwości, ma charakter<br />

szczególny.<br />

Moją misję, jako kolejnego ambasadora,<br />

obejmuję 12 lat po ponownym<br />

nawiązaniu przez Polskę i Stolicę Apostolską<br />

stosunków dyplomatycznych.<br />

Od samego początku nawiązania tych<br />

stosunków władze polskie dostrzegły<br />

potrzebę prawnej regulacji stosunków<br />

wzajemnych pomiędzy obiema wspólnotami<br />

w postaci Konkordatu i obaj<br />

moi poprzednicy bardzo mocno w tę<br />

sprawę byli zaangażowani. Mnie przychodzi<br />

obejmować misję w sytuacji, w<br />

której stosunki pomiędzy Stolicą Apostolską<br />

i Polską są w pełni w sposób<br />

prawny uregulowane. Podpisany w<br />

1993 r. Konkordat, został ostatecznie<br />

ratyfikowany w 1998 r.<br />

Wraz z powstaniem demokratycznego<br />

państwa w 1989 r. zmieniła się rola<br />

Kościoła. Zagwarantowane zostały<br />

przez państwo podstawowe wolności<br />

jednostki i Kościół nie jest już jedyną<br />

instytucją, w której dopuszczone było<br />

korzystanie z wolności słowa. Ta inna<br />

sytuacja wymagała nowego określenia<br />

prawnego. Z tego też względu podpisanie<br />

Konkordatu było dowodem realizmu<br />

politycznego, uznaniem pozycji, ale<br />

i współodpowiedzialności Kościoła,<br />

uczestniczącego w kształtowaniu polskiego<br />

bytu państwowego. Niezwykle<br />

ważna stała się potrzeba wyraźnego zakreślenia<br />

granic kompetencji państwa i<br />

Kościoła. Podpisany Konkordat w pełni<br />

respektuje zasadę autonomii i równoważności<br />

obu struktur.<br />

Konkordat był Polsce potrzebny.<br />

Czas miniony od ratyfikacji Konkordatu<br />

wykazuje jego wartość jako umowy<br />

międzynarodowej nowoczesnej, wyraźnie<br />

wpisanej w ducha posoborowego.<br />

Umowy, która reguluje stosunki pomiędzy<br />

tymi wspólnotami, ale nie zamyka<br />

drogi dla nikogo, a której myślą przewodnią<br />

jest wyrażona explicite zasada<br />

tolerancji i zakazu dyskryminacji. Zasada<br />

osadzona tak silnie w nauczaniu<br />

Waszej Świątobliwości o wartościach<br />

uniwersalnych, będących fundamentem<br />

prawdziwego ładu wewnętrznego każdej<br />

osoby ludzkiej, jak i każdej wspólnoty.<br />

Można już dzisiaj powiedzieć, że zapisy<br />

Konkordatu stały się korzystne dla<br />

innych wyznań. To Konkordat stał się<br />

impulsem dla uchwalenia ustaw regulujących<br />

stosunki wzajemne pomiędzy<br />

państwem a wszystkimi innymi Kościołami.<br />

W tym sensie Konkordat stał się<br />

dokumentem ekumenicznym.<br />

Te dwanaście lat to okres w historii<br />

naszego państwa i narodu szczególny,<br />

stawiający nowe wyzwania i otwierający<br />

nowe możliwości, ale także okres, w<br />

którym Polacy muszą sobie poradzić ze<br />

swoją własną wolnością, zarówno polityczną,<br />

jak i osobistą. Jako społeczeństwo<br />

przeszliśmy w tym czasie długą<br />

drogę, którą w minionych wiekach<br />

przechodziły pokolenia. Od społeczeństwa,<br />

które nie miało żadnego wyboru,<br />

do społeczeństwa pluralistycznego. Społeczeństwo<br />

polskie jest w zasadzie w<br />

nieustannej drodze odnajdywania się w<br />

nowej rzeczywistości, uczenia się sztuki<br />

wyboru, uczenia się demokracji i podej-<br />

mowania decyzji na własną odpowiedzialność,<br />

uczenia się pluralizmu, który<br />

nie może prowadzić do nihilizmu.<br />

Jest to czas ścierania się wartości i zachłystywania<br />

się często pseudowartościami<br />

i pseudowolnością oraz<br />

poszukiwania wartości autentycznych.<br />

Z tego poszukiwania bierze się tak<br />

wielka radość z każdej pielgrzymki Ojca<br />

Świętego do naszej Ojczyzny i tak wielkiego<br />

oczekiwania na każdą następną<br />

wizytę. Jest to zawsze czas autentycznego<br />

wsłuchiwania się w nauczanie Ojca<br />

Świętego i przeżywania Słowa. Podczas<br />

każdej pielgrzymki powraca też przypomnienie<br />

tej pielgrzymki pierwszej, tej<br />

znamiennej, która wyzwoliła ducha słowami:<br />

Nie lękajcie się! Ileż to razy te<br />

słowa są przypominane w momentach<br />

krytycznych, w momentach załamania<br />

zarówno indywidualnego, jak i społecznego.<br />

Polacy, przyjmując te słowa,<br />

zdolni byli dokonać dzieła niebywałego.<br />

Przed nami stoją dalsze wyzwania.<br />

Jednym z nich jest niewątpliwie integracja<br />

europejska, bycie w zjednoczonej<br />

Europie. Jest to nasz żywotny interes<br />

narodowy, abyśmy ponownie nie znaleźli<br />

się na marginesie czy wręcz poza<br />

nawiasem wspólnej Europy. A przecież<br />

ta Europa nas kształtowała, z tej Europy<br />

wyrośliśmy. Wskazywał na to wyraźnie<br />

Wasza Świątobliwość podczas pielgrzymki<br />

w Gnieźnie w 1997 r. Niezwykle<br />

ważne, i przyjmujemy je ze szczególną<br />

wdzięcznością, są słowa Ojca<br />

Świętego przestrzegające, że po upadku<br />

jednego muru, tego widzialnego, odkrył<br />

się inny mur. Mur, który jest zbudowany<br />

z lęku i agresji, z braku zrozumienia<br />

dla ludzi o innym pochodzeniu, kolorze<br />

skóry, przekonaniach religijnych. Nie<br />

będzie jedności Europy, dopóki nie będzie<br />

ona wspólnotą ducha.<br />

Społeczeństwo polskie powinno znaleźć<br />

dość siły i pamięci, aby ponownie<br />

przywołać to wezwanie — nie lękajcie<br />

się — w obliczu tego wyzwania, jakim<br />

jest zjednoczenie się z Europą, do której<br />

wchodzimy z własną tradycją i z własną,<br />

ukształtowaną na przestrzeni dziejów<br />

tożsamością, bo — jak mówił Ojciec<br />

Święty do parlamentarzystów w<br />

1999 r. — nowa jedność Europy musi<br />

być budowana na tych duchowych<br />

wartościach, które ją kiedyś ukształtowały,<br />

z uwzględnieniem bogactwa, różnorodności<br />

kultur i tradycji poszczególnych<br />

narodów.<br />

Jestem przekonana, że w obliczu<br />

ostatniej tragedii związanej z atakiem<br />

terrorystycznym w Stanach Zjednoczonych<br />

znaczenie tego zjednoczenia,<br />

szczególnie w jego warstwie duchowej,<br />

jeszcze się zwiększyło.<br />

Wasza Świątobliwość,<br />

Zamachy terrorystyczne wstrząsnęły<br />

fundamentami naszej cywilizacji; wyzwoliły<br />

lęk przyszłości dotyczący już nie<br />

tylko poszczególnych narodów, ale całej<br />

ludzkości. Uzmysławiają one nam zarazem<br />

nieoceniony wkład Ojca Świętego<br />

w kształtowanie świadomości całej społeczności<br />

międzynarodowej. Podkreślane<br />

wielokrotnie znaczenie i potrzebę<br />

dialogu pomiędzy cywilizacjami, nieuleganie<br />

nienawiści. Potrzebę budowania<br />

cywilizacji miłości zamiast cywilizacji<br />

terroru i nienawiści, która rodzi eskalację<br />

strachu i brak nadziei. Szczególną<br />

wymowę mają tutaj słowa Waszej<br />

Świątobliwości wygłoszone w Astanie:<br />

Niech ludzie na całym świecie, umocnieni<br />

boską mądrością, pracują dla cywilizacji<br />

miłości, w której nie ma miejsca<br />

na nienawiść, dyskryminację czy<br />

przemoc.<br />

Konkretną odpowiedzią na te wezwania<br />

Ojca Świętego było zorganizowanie<br />

z inicjatywy Prezydenta Rzeczypospolitej<br />

Polskiej spotkanie prezydentów<br />

Europy Środkowej, solidaryzującej<br />

się ze zmaganiami z terroryzmem i<br />

złem. Spotkanie przedstawicieli tych<br />

państw, które może bardziej niż inne<br />

państwa europejskie znają cenę wolności<br />

i pokoju. Podczas tego spotkania<br />

bardzo wyraźnie podkreślano, że terroryzm<br />

nie może tego poczucia niższości<br />

pogłębiać. Podkreślano raz jeszcze, że<br />

obecna walka to nie walka z islamem<br />

ani światem muzułmańskim, to nie jest<br />

wojna religijna. Końcowa deklaracja tego<br />

spotkania, przyjęta 6 listopada, daje<br />

wyraz temu, że jest to walka ze złem,<br />

które w postaci terroryzmu zdobywa sobie<br />

pewne przestrzenie w świecie, walka,<br />

w której my wszyscy — w wymiarze<br />

indywidualnym, jak i społecznym<br />

— musimy uczestniczyć.<br />

Na zakończenie, jako przedstawiciel<br />

Rzeczypospolitej Polskiej chciałabym<br />

wyrazić szczerą wolę zaangażowania<br />

się we wszystkie inicjatywy Stolicy Apostolskiej,<br />

które mają na celu obronę<br />

ludzkiej godności, sprawiedliwości i poszukiwanie<br />

takich rozwiązań, które<br />

pozwoliłyby wyjść z obecnego kryzysu.


.<br />

PAGINA<br />

5 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 3-4 Dicembre 2001<br />

La traduzione del discorso<br />

di Giovanni Paolo II<br />

Eccellenza,<br />

Signora Ambasciatore,<br />

Le do il cordiale benvenuto<br />

in Vaticano. Non è la prima<br />

volta che lo faccio. Ho avuto<br />

più occasioni per farlo, prima,<br />

quando venne ospite qui<br />

come Primo Ministro del governo<br />

della Repubblica di Polonia,<br />

e in seguito come<br />

membro della Pontificia Accademia<br />

delle Scienze Sociali.<br />

Oggi, tuttavia, il mio saluto<br />

riveste un carattere particolare.<br />

Infatti, Lei viene come<br />

Ambasciatore straordinario e<br />

plenipotenziario della Repubblica<br />

di Polonia presso la Sede<br />

Apostolica, per consegnare<br />

le Lettere Credenziali da parte<br />

del Presidente, in virtù delle<br />

quali svolgerà il Suo incarico.<br />

Le accetto volentieri, augurandoLe,<br />

che questo servizio<br />

di tramite tra la Polonia e<br />

la Santa Sede sia efficace e<br />

fruttuoso, e Le dia soddisfazione<br />

e gioia.<br />

Ringrazio delle parole rivoltemi,<br />

con le quali ha fatto riferimento<br />

agli elementi essenziali<br />

dell’attuale realtà della<br />

nostra Patria, della Chiesa e<br />

del mondo. Non è possibile<br />

presentarli diversamente, che<br />

proprio nell’ambito di una<br />

sintesi. Le sorti della Polonia,<br />

della Chiesa e del mondo sono<br />

infatti legate tra loro inseparabilmente,<br />

si penetrano e<br />

si condizionano reciprocamente.<br />

Il processo delle trasformazioni<br />

sociali ed economiche<br />

in Polonia, che continua<br />

dall’anno 1989, si compie<br />

nel contesto di mutamenti positivi<br />

nel mondo come la formazione<br />

dell’Unione Europea<br />

o l’allargamento del Patto<br />

Atlantico. Dall’altra parte le<br />

sconvolgenti operazioni belliche<br />

nel Golfo Persico, nei<br />

Balcani o nell’Afghanistan, la<br />

mancanza di pace nel Medio<br />

Oriente e i terrificanti atti di<br />

terrorismo, come quello compiuto<br />

a New York, che destano<br />

il senso di mancanza di<br />

stabilità dell’ordine politico<br />

ed economico finora dominante,<br />

esercitano non poca<br />

influenza sul modo di pensare<br />

e di agire dei polacchi.<br />

Sembra, tuttavia, che nella<br />

complessa situazione politica<br />

del mondo, la Polonia stia<br />

trovando la propria via di sviluppo<br />

dello Stato. Cominciando<br />

dal 1989, indipendentemente<br />

dallo sviluppo degli<br />

eventi nel mondo, nonostante<br />

gli alti e i bassi, abbiamo potuto<br />

osservare in Polonia un<br />

costante progresso del processo<br />

di attuazione della libertà<br />

riconquistata. Le difficoltà,<br />

ovviamente, non mancano.<br />

Non si possono tuttavia dimenticare<br />

i grandi successi<br />

dei governi che si sono succeduti<br />

e dell’intera società nell’opera<br />

dell’edificazione di<br />

uno Stato sovrano, di uno<br />

Stato di diritto e di uno Stato<br />

di prosperità. Qui va sottolineato<br />

quanto si è riusciti a<br />

raggiungere nel campo delle<br />

libertà politiche, della libertà<br />

religiosa e nella democratizzazione<br />

della vita sociale.<br />

Seguo con attenzione tutte<br />

le notizie che giungono dal<br />

nostro Paese. Mi rallegro perché<br />

continua incessante il<br />

processo del suo sviluppo<br />

economico. Allo stesso tempo<br />

però, risento profondamente<br />

dell’indigenza di molte persone<br />

e di numerose famiglie<br />

che si rivolgono al Papa per<br />

ottenere aiuto, per il sostegno<br />

materiale e spirituale. Molti<br />

di loro sono toccati dolorosamente<br />

dal fenomeno della disoccupazione,<br />

dalla mancanza<br />

delle possibilità di impegnare<br />

i propri talenti, l’istruzione<br />

e l’energia nella costruzione<br />

di un futuro a misura<br />

dei bisogni e dei desideri. Ho<br />

fiducia che il generale sviluppo<br />

della vita pubblica in Polonia<br />

aprirà davanti a tutti i cittadini<br />

nuove prospettive e<br />

ampie possibilità per costruire<br />

un futuro degno e felice. Posso<br />

assicurare che la Chiesa<br />

continuerà ad inserirsi in quest’opera,<br />

conformemente alla<br />

propria missione e ai propri<br />

compiti.<br />

Durante la presentazione<br />

delle Lettere Credenziali da<br />

parte del Signor Ambasciatore<br />

Stefan Frankiewicz, l’11 luglio<br />

1995, dissi che la Chiesa<br />

non desidera per sé né privilegi,<br />

né un posto particolare.<br />

Vuole soltanto avere le debite<br />

condizioni per compiere la<br />

sua missione spirituale. Oggi<br />

posso dire di più. Posso far<br />

notare che la Chiesa, adempiendo<br />

questa missione, può<br />

e desidera continuare l’opera<br />

di consolidamento e di formazione<br />

del retaggio spirituale,<br />

culturale e sociale di una nazione<br />

che da mille anni è legata<br />

ai valori che porta in sé<br />

il cristianesimo. La firma del<br />

Concordato, nel 1993, e la<br />

sua successiva ratifica hanno<br />

creato per la Chiesa queste<br />

possibilità per un attivo impegno<br />

a favore del bene della<br />

nazione. Malgrado l’opinione<br />

degli scettici si è potuto vedere<br />

che il Concordato non soltanto<br />

ha contribuito a migliorare<br />

la cooperazione della<br />

Chiesa e degli organi dello<br />

Stato a favore del bene comune<br />

ampliando gli spazi di libertà<br />

delle persone e della società,<br />

ma è anche diventato<br />

uno strumento ecumenico riguardo<br />

ad altre Chiese e comunità<br />

confessionali in Polonia.<br />

Nello stesso spirito la Chiesa<br />

desidera essere presente<br />

anche nel processo di preparazione<br />

della Polonia al pieno<br />

ingresso nell’Unione Europea.<br />

È giusto aspirare a che la Polonia<br />

abbia il suo dovuto posto<br />

negli ambiti politici ed<br />

economici delle strutture dell’Europa<br />

unita. Bisogna però<br />

che sia presente come uno<br />

stato che ha il proprio volto<br />

spirituale e culturale, la propria<br />

inalienabile tradizione<br />

storica legata al cristianesimo<br />

sin dagli albori della storia.<br />

La Polonia non può privarsi<br />

di tale tradizione, di tale identità<br />

nazionale. Diventando<br />

membro della Comunità Europea,<br />

la Repubblica di Polonia<br />

non può perdere nessuno<br />

dei beni materiali e spirituali,<br />

che le generazioni dei nostri<br />

antenati difesero a prezzo del<br />

sangue. Nel difendere tali valori,<br />

la Chiesa vuole essere un<br />

partner e un alleato di chi governa<br />

il nostro Paese. La<br />

Chiesa, come dissi nel Parlamento<br />

della Repubblica, durante<br />

il mio ultimo pellegri-<br />

naggio in Patria, «mette in<br />

guardia nei confronti di una<br />

riduzione della visione dell’Europa<br />

che la consideri<br />

esclusivamente nei suoi aspetti<br />

economici e politici, come<br />

pure nei confronti di un rapporto<br />

acritico verso un modello<br />

di vita consumistico. Se<br />

vogliamo che la nuova unità<br />

dell’Europa sia duratura, dobbiamo<br />

costruire su questi valori<br />

spirituali, che ne furono<br />

un tempo alla base, tenendo<br />

in considerazione la ricchezza<br />

e la diversità delle culture e<br />

delle tradizioni delle singole<br />

nazioni. Questa, infatti, deve<br />

essere la grande «Comunità<br />

Europea dello Spirito». Voglio<br />

ripetere una volta ancora che<br />

«l’esperienza storica in possesso<br />

della Nazione polacca,<br />

la sua ricchezza spirituale e<br />

culturale, possono contribuire<br />

in modo efficace al bene comune<br />

di tutta la famiglia<br />

umana, specialmente al consolidamento<br />

della pace e della<br />

sicurezza nell’Europa» (Varsavia,<br />

11.06.1999).<br />

La Polonia si trova ancora<br />

di fronte ad enormi sfide, vitali<br />

per la società ora e nel futuro.<br />

Nutro la speranza che<br />

la Chiesa e lo Stato, conservando<br />

la loro autonomia e i<br />

compiti specifici, andranno<br />

concordemente incontro a tali<br />

compiti. Non cesso di pregare<br />

Dio, affinché questi comuni<br />

sforzi portino per ogni polacco<br />

e per tutta la nazione i<br />

frutti attesi.<br />

Chiedo a Lei, Signora Ambasciatore,<br />

di trasmettere i<br />

miei cordiali saluti al Signor<br />

Presidente e al Governo della<br />

Repubblica di Polonia. Conformemente<br />

alle indicazioni<br />

di san Paolo, prego affinché<br />

le decisioni e l’operato di tutti<br />

i responsabili della struttura<br />

costituzionale della Repubblica<br />

e del suo posto sulla scena<br />

dell’Europa e del mondo siano<br />

dettati dalla più profonda<br />

sollecitudine per il suo bene e<br />

perché incessantemente generino<br />

tale bene.<br />

A Lei, Signora Ambasciatore,<br />

auguro una volta ancora<br />

che il compimento della missione<br />

di tramite tra la Repubblica<br />

di Polonia e la Sede<br />

Apostolica Le porti soddisfazione<br />

e gioia, e serva al bene<br />

comune di tutti i figli e le figlie<br />

della nostra diletta Patria.<br />

La traduzione del discorso dell'Ambasciatore<br />

Vostra Santità,<br />

Vorrei esprimere la mia grande gioia per l'onore<br />

che mi è toccato in sorte, l'onore di consegnare<br />

oggi al Santo Padre le Lettere Credenziali del<br />

Presidente della Repubblica Polacca che mi nominano<br />

alla funzione di Ambasciatore straordinario<br />

e plenipotenziario della Repubblica Polacca<br />

presso la Sede Apostolica.<br />

Una particolare gioia accompagna ogni Ambasciatore<br />

polacco in un momento come questo,<br />

poiché, in relazione alla persona di Vostra Santità,<br />

anche la missione diplomatica presso la Sede<br />

Apostolica ha un carattere particolare.<br />

Assumo la mia missione, come Ambasciatore,<br />

dodici anni dopo il ripristino delle relazioni diplomatiche<br />

tra la Polonia e la Sede Apostolica. Fin<br />

dal momento stesso in cui questi rapporti furono<br />

allacciati, le autorità polacche avvertirono la necessità<br />

di regolare giuridicamente i rapporti reciproci<br />

tra le due comunità sotto forma di Concordato,<br />

compito che richiedette un forte impegno<br />

da parte di entrambi i miei predecessori.<br />

Giungo ad assumere questa missione nel momento<br />

in cui i rapporti tra la Sede Apostolica e<br />

la Polonia sono pienamente regolati dal punto di<br />

vista giuridico. Firmato nel 1993, il Concordato<br />

venne definitivamente ratificato nel 1998.<br />

Il sorgere di uno stato democratico nel 1989<br />

portò con sé anche un cambiamento nel ruolo<br />

della Chiesa. Le libertà fondamentali dell'individuo,<br />

infatti, vengono ormai garantite dallo stato,<br />

e la Chiesa non è più l'unica istituzione in cui sia<br />

ammessa la libertà di parola. Tale nuova situazione<br />

esigeva una nuova definizione giuridica.<br />

Anche per questa ragione la firma del Concordato<br />

costituì una dimostrazione di realismo politico,<br />

un riconoscimento della posizione ma anche<br />

della corresponsabilità della Chiesa, che partecipa<br />

all'edificazione del bene comune dello stato<br />

polacco. Venne ad assumere un'enorme importanza<br />

la necessità di una chiara definizione dei<br />

confini tra le competenze dello stato e della Chiesa.<br />

Si pervenne così ad un Concordato che rispetta<br />

in pieno il principio dell'indipendenza e<br />

dell'autonomia delle due strutture.<br />

Il Concordato era necessario in Polonia. Il<br />

tempo trascorso dalla sua ratifica ne mette in luce<br />

il valore di moderno accordo internazionale,<br />

chiaramente iscritto nello spirito postconciliare.<br />

Un accordo che regola i rapporti tra le due comunità<br />

senza tuttavia chiudere le porte a nessuno,<br />

e la cui idea portante è il principio della tolleranza,<br />

esplicitamente enunciato, e il rifiuto della<br />

discriminazione: un principio così fortemente<br />

radicato negli insegnamenti di Vostra Santità sui<br />

valori universali che stanno a fondamento della<br />

vera armonia interiore di ogni persona umana<br />

come di ogni comunità.<br />

Si può ormai dire, oggi, che le disposizioni del<br />

Concordato si sono dimostrate vantaggiose per le<br />

altre confessioni. Il Concordato, infatti, ha dato<br />

l'impulso per la deliberazione di leggi che regolano<br />

i reciproci rapporti tra lo stato e tutte le altre<br />

Chiese. In questo senso, il Concordato può essere<br />

inteso come un documento ecumenico.<br />

Questi dodici anni hanno avuto una particolare<br />

importanza nella storia del nostro stato e della<br />

nostra nazione, hanno lanciato nuove sfide e<br />

aperto nuove possibilità; hanno posto, d'altro<br />

canto, i Polacchi di fronte al problema di come<br />

gestire la propria libertà, sia politica, sia personale.<br />

La società polacca ha percorso in questo breve<br />

spazio di tempo una lunga strada, una strada<br />

che, altrove, ha richiesto l'apporto di intere generazioni:<br />

da società priva di qualsiasi possibilità<br />

di scelta a società pluralistica. La nostra società,<br />

in sostanza, sta seguitando senza sosta il proprio<br />

cammino per riuscire a ritrovarsi nella nuova<br />

realtà, per apprendere l'arte della scelta, per imparare<br />

a vivere democraticamente e ad assumere<br />

decisioni responsabili, per apprendere il plurali-<br />

smo, il quale non può portare al nichilismo. È<br />

un tempo di confronto e di scontro tra valori diversi,<br />

è un tempo in cui ci si ubriaca sovente di<br />

pseudovalori e di pseudolibertà, un tempo di ricerca<br />

dei valori autentici.<br />

Tale ricerca è all'origine dell'incontenibile gioia<br />

procurata da ogni pellegrinaggio del Santo Padre<br />

nella nostra Patria e della grande attesa legata ad<br />

ogni successiva visita. Sono, questi, momenti di<br />

autentico ascolto dell'insegnamento del Santo Padre,<br />

momenti in cui si vive intensamente la Parola.<br />

Ad ogni pellegrinaggio ritorna anche alla memoria<br />

quel primo pellegrinaggio, tanto significativo,<br />

che aveva messo le ali agli animi con le parole:<br />

«Non abbiate paura!». Quante volte risovvengono<br />

queste parole nei momenti critici, nei momenti<br />

di abbattimento che affliggono l'individuo<br />

o la società. Accogliendo quelle parole, i Polacchi<br />

riuscirono a realizzare un'opera straordinaria.<br />

Oggi siamo dinnanzi a nuove sfide. Una di esse<br />

è indubbiamente l'integrazione europea, l'ingresso<br />

nell'Europa unita. Si tratta di un nostro<br />

vitale interesse nazionale, al fine di non ritrovarci<br />

ancora una volta ai margini o addirittura al di<br />

fuori dell'Europa comune. Affondiamo le nostre<br />

radici, infatti, proprio in questa Europa, siamo<br />

cresciuti in seno ad essa. La riunificazione dell'Europa,<br />

dopo tanti anni, è un'opera difficile. Lo<br />

indicò con chiarezza Vostra Santità durante il<br />

pellegrinaggio a Gniezno nel 1997. Di eccezionale<br />

importanza — e le accogliamo con particolare<br />

gratitudine — sono le parole con cui il Santo Padre<br />

ci aveva avvertito del fatto che, dopo la caduta<br />

di un muro, di quello visibile, era comparso<br />

un nuovo muro. Un muro costruito di paura e di<br />

aggressione, di mancanza di comprensione per<br />

chi ha provenienza diversa, colore diverso, convinzioni<br />

religiose diverse. Non ci sarà unione dell'Europa<br />

finché l'Europa non sarà comunità dello<br />

spirito.<br />

La società polacca dovrebbe, ritrovando vigore<br />

e memoria sufficienti, rammentare nuovamente<br />

l'esortazione «Non abbiate paura!», di fronte alla<br />

sfida costituita dall'unificazione con l'Europa, in<br />

cui entriamo con la nostra tradizione e con la<br />

nostra identità, forgiata da secoli di storia: come<br />

disse, infatti, il Santo Padre ai parlamentari nel<br />

1999, la nuova unione dell'Europa deve essere<br />

fondata sui valori spirituali che la forgiarono un<br />

tempo, nel rispetto della ricchezza e dell'eteroge-<br />

neità delle culture e delle tradizioni delle singole<br />

nazioni.<br />

Sono persuasa che, di fronte all'ultima tragedia<br />

connessa con l'attacco terroristico negli Stati<br />

Uniti d'America, l'importanza di questa unificazione,<br />

specialmente nella sua valenza spirituale,<br />

si è notevolmente accresciuta.<br />

Vostra Santità,<br />

Gli attentati terroristici hanno scosso i fondamenti<br />

della nostra civiltà, hanno liberato un'angoscia<br />

per il futuro che non riguarda più soltanto<br />

le singole nazioni, ma tutta l'umanità. Ci rendono<br />

maggiormente coscienti, nello stesso tempo,<br />

dell'inestimabile contributo del Santo Padre nella<br />

formazione della coscienza dell'intera comunità<br />

internazionale. L'importanza e la necessità, più<br />

volte sottolineate, del dialogo tra le civiltà, il rifiuto<br />

dell'odio. Il bisogno di costruire la civiltà<br />

dell'amore — in luogo della civiltà del terrore e<br />

dell'odio che origina un progressivo intensificarsi<br />

della paura e soffoca ogni speranza. Sono qui<br />

particolarmente eloquenti le parole pronunciate<br />

da Vostra Santità ad Astanà: «Tutti gli uomini<br />

del mondo, fortificati dalla sapienza divina, lavorino<br />

per la civiltà dell'amore, in cui non vi è posto<br />

per l'odio, per la discriminazione e per la sopraffazione!».<br />

In concreta risposta a tale esortazione del Santo<br />

Padre è stato recentemente organizzato, su<br />

iniziativa del Presidente della Repubblica Polacca,<br />

un incontro tra i presidenti dell'Europa Centrale<br />

solidali nella lotta contro il terrorismo e<br />

contro il male. Un incontro tra i rappresentanti<br />

di stati che, forse più di altri stati europei conoscono<br />

il valore della libertà e della pace. Durante<br />

l'incontro è stato sottolineato molto chiaramente<br />

che il terrorismo nasce da un senso di inferiorità<br />

e dalla mancanza di rispetto per gli altri. La lotta<br />

al terrorismo, d'altra parte, non deve acuire tale<br />

senso d'inferiorità. È stato ancora una volta affermato<br />

con nettezza che la lotta attuale non è<br />

una lotta contro l'Islam, né contro il mondo musulmano,<br />

non è una guerra di religione. La dichiarazione<br />

finale dell'incontro, approvata il 6<br />

novembre, conferma che si tratta di una lotta<br />

contro il male, il quale, sotto forma di terrorismo,<br />

sta guadagnandosi un certo spazio nel<br />

mondo; di una lotta alla quale tutti siamo tenuti<br />

a prender parte, sia a livello individuale, sia a livello<br />

sociale.<br />

Concludendo, vorrei esprimere, in quanto rappresentante<br />

della Repubblica Polacca, la sincera<br />

volontà di collaborare a tutte le iniziative della<br />

Sede Apostolica finalizzate alla difesa della dignità<br />

umana e della giustizia e alla ricerca di soluzioniche<br />

permettano di uscire dalla crisi attuale.


.<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

LITURGIA DELLA PAROLA<br />

SOLENNITÀ<br />

DELL'IMMACOLATA<br />

CONCEZIONE<br />

Gen 3, 9-15.20<br />

Ef 1, 3-6.11-12<br />

Lc 1, 26-38<br />

Is 11, 1-10<br />

Rm 15, 4-9<br />

Mt 3, 1-12<br />

II DOMENICA<br />

DI<br />

AVVENTO<br />

FRANCESCO CACUCCI<br />

Arcivescovo di Bari-Bitonto<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 3-4 Dicembre 2001<br />

8 dicembre 2001<br />

Maria indica ai cristiani la via dell'obbedienza<br />

L’avvento è, sì, un cammino di avvicinamento a quella<br />

notte in cui, dalla grotta di Betlemme, si è diffusa nel<br />

mondo la Luce vera, «quella che illumina ogni uomo»<br />

(Gv 1, 9), ma non è un cammino nel buio. Mentre ci<br />

avviciniamo al Natale del Signore, alla festa della Luce,<br />

altre piccole luci ci annunciano il sorgere del Sole, illuminano<br />

la nostra strada e riscaldano il nostro cuore.<br />

Sono Isaia, Giovanni Battista, Giuseppe e, soprattutto,<br />

la Vergine Maria che l’antifona all’ingresso di questa solennità<br />

ci presenta «rivestita delle vesti della salvezza,<br />

avvolta con il manto della giustizia, come una sposa<br />

adorna di gioielli».<br />

Qual è il significato di questa solennità mariana, la<br />

prima dell’anno liturgico, posta nel tempo di avvento?<br />

Ci risponde Paolo VI nella sua enciclica sul culto alla<br />

Madonna: «...i fedeli che vivono con la liturgia lo spirito<br />

dell’avvento, considerando l’ineffabile amore con cui<br />

la Vergine Maria attese il Figlio, sono invitati ad assumerla<br />

come modello e a prepararsi ad andare incontro<br />

al Salvatore che viene, vigilanti nella preghiera, esultanti<br />

nella lode» (Marialis Cultus 4).<br />

Questa solennità, dunque, non ci distrae da Cristo,<br />

ma ci sollecita, sull’esempio di Maria, a lasciarci attirare<br />

con maggiore disponibilità da Lui e dal suo amore<br />

per essere anche noi «santi e immacolati al suo cospetto<br />

nella carità» (Ef 1, 4). Del resto già il Vaticano II ci<br />

aveva esortati, nel cap. VIII della Lumen Gentium, a<br />

contemplare la Vergine Maria senza mai distaccarla dal<br />

«Mistero di Cristo e della Chiesa».<br />

«Abbiamo contemplato,<br />

o Dio, le meraviglie<br />

del tuo amore»<br />

(ritornello al salmo responsoriale)<br />

«Lex orandi — lex credendi» recita l’antico adagio,<br />

dove la liturgia esprime la fede, la fede si traduce in<br />

preghiera e la preghiera permea la vita. Fermandoci a<br />

riflettere sui testi di questa liturgia, possiamo cogliere la<br />

ricchezza della verità di fede che questa solennità proclama.<br />

Dalla preghiera della colletta siamo invitati a<br />

volgere immediatamente la nostra attenzione all’iniziativa<br />

libera e gratuita dell’amore del Padre che «nell’Immacolata<br />

Concezione della Vergine ha preparato una<br />

degna dimora per il suo Figlio e, in previsione della<br />

morte di Lui, l’ha preservata da ogni macchia di peccato».<br />

Il serpente che, dopo il peccato di Adamo ed Eva, attorcigliato<br />

all’albero della conoscenza del bene e del<br />

male cantava vittoria, sarà definitivamente sconfitto da<br />

Cristo inchiodato per amore nostro all’albero della croce.<br />

Così «chi dall’albero traeva vittoria dall’albero veniva<br />

sconfitto» (prefazio dell’Esaltazione della croce). La<br />

Vergine Maria, in questa solennità, si presenta a noi come<br />

«mistica aurora di salvezza», annunciando la vittoria<br />

di Cristo sul peccato. Guardando Maria, il popolo di<br />

Dio, mentre la proclama «tota pulcra», vede realizzarsi<br />

in Lei la promessa di Dio: «Io porrò inimicizia tra te e<br />

la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti<br />

schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno» (Gn 3,<br />

15).<br />

Si realizza, così, in Lei la vocazione di Israele chiamato<br />

a diventare la sposa fedele, «tutta bella», non<br />

adombrata da «nessuna macchia» (Ct 4, 7); in Lei si rispecchia<br />

anche la Chiesa, sposa di Cristo, destinata ad<br />

essere «tutta gloriosa, senza macchia, santa e immacolata»<br />

(Ef 5, 27). E nella Chiesa ciascuno può fare sua la<br />

preghiera che la liturgia pone sulle nostre labbra: «concedi<br />

anche a noi, per sua intercessione, di venire incontro<br />

a te in santità e purezza di spirito» (colletta).<br />

«L’uomo chiamò lamoglie<br />

Eva, perché essa fu<br />

la madre di tutti i viventi»<br />

(Gn 3, 20)<br />

Fin dagli inizi la riflessione della Chiesa, soprattutto<br />

attraverso la predicazione e gli scritti dei Padri, ha riconosciuto<br />

accanto a Cristo, «nuovo Adamo» (Rm 5, 12-<br />

21), la presenza di una «nuova Eva», la Vergine Maria.<br />

«Il Figlio di Dio — scrive S. Giustino (†165) — si è fatto<br />

uomo per mezzo della Vergine perché la disobbedienza<br />

provocata dal serpente fosse annullata attraverso la<br />

stessa via per la quale ebbe inizio. Eva, che era vergine<br />

e incorrotta, dopo aver accolto la parola del serpente,<br />

partorì disobbedienza e morte; allo stesso modo, Maria<br />

Vergine, ricevuto dall’angelo il buon annuncio che lo<br />

Spirito Santo sarebbe disceso su di lei e che la potenza<br />

dell’Altissimo l’avrebbe adombrata, concepì fede e<br />

gioia, cosicché il santo nato da lei sarebbe stato il Figlio<br />

di Dio» (Dialogo con Trifone 100). Se il peccato dei progenitori<br />

e ogni peccato ha la sua radice nella presunzione<br />

di poter progettare e gestire la propria vita autonomamente,<br />

facendo cioè a meno di Dio, la disponibilità e<br />

l’obbedienza di Maria indica al credente quale deve essere<br />

la strada su cui camminare: una incondizionata fiducia<br />

nella volontà di Dio. Con il salmista il credente<br />

non cessa mai di cantare: «Nella tua volontà è la mia<br />

gioia; mai dimenticherò la tua parola» (Sal 119, 16).<br />

«Eccomi, sono la serva<br />

del Signore»<br />

(Lc 1, 38)<br />

Quell’«Eccomi» sulle labbra di Maria, mentre esprime<br />

tutto il suo desiderio di aderire con la propria vita alla<br />

volontà di Dio, risuona come un’eco sulla terra della<br />

medesima disponibilità del Figlio: «Non hai gradito né<br />

olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: Ecco,<br />

io vengo... per fare la tua volontà» (Eb 10, 6-7). Per<br />

questa piena sintonia con il Figlio, Maria si presenta a<br />

noi come la prima vera discepola di Gesù. Scrive, infatti,<br />

Paolo VI che Maria è «modello di quel culto che<br />

consiste nel fare della propria vita un’offerta a Dio...<br />

anticipando in sé la stupenda domanda della preghiera<br />

del Signore — sia fatta la tua volontà —, rispose al<br />

messaggero di Dio: Ecco la serva del Signore: sia fatta<br />

di me secondo la tua parola. E il sì di Maria è per tutti<br />

i cristiani lezione ed esempio dell’obbedienza alla volontà<br />

del Padre, la via e il mezzo per la propria santificazione»<br />

(Marialis Cultus 21).<br />

La solennità dell’Immacolata Concezione ci ricorda,<br />

come hanno scritto i Vescovi italiani, che «il rischio<br />

maggiore è stato ed è quello di cadere nell’equivoco di<br />

compiere atti di culto al Signore senza che sia coinvolto<br />

il cuore, senza permettere al Signore di entrare veramente<br />

nella nostra vita e senza compiere poi il cammino<br />

imprevedibile a cui egli chiama» (Comunicare il<br />

Vangelo in un mondo che cambia, giugno 2001, 12).<br />

9 dicembre 2001<br />

Prepararsi all'incontro con il Signore che viene<br />

In questa seconda domenica di avvento risuona<br />

con forza nelle nostre assemblee liturgiche<br />

la potente «voce di uno che grida» (Mt 3,<br />

3), capace di scuotere anche le coscienze più<br />

addormentate e di riaprire «i cantieri di lavoro»<br />

per trasformare i nostri sentieri, non sempre<br />

diritti, in «via santa» (Is 35, 8). È la voce di<br />

Giovanni Battista che, come in passato, anche<br />

oggi squarcia i silenzi assordanti dei nostri deserti<br />

per prepararci all’incontro con il Signore<br />

che viene! Tutto il ministero del Battista, infatti,<br />

è relativo al Cristo: «Giovanni è la voce che<br />

passa, Cristo è il Verbo eterno che era in principio.<br />

Se alla voce togli la Parola, che cosa resta?»<br />

(s. Agostino).<br />

«Vieni, Signore,<br />

re di giustizia<br />

e di pace»<br />

(ritornello al salmo responsoriale)<br />

Mentre gli schermi televisivi insistono nel<br />

rappresentare immagini di aerei che si schiantano<br />

contro i grattacieli, bombe e proiettili che<br />

solcano l’oscurità della notte lasciando nel cielo<br />

scie luminose e sulla terra morti e devasta-<br />

zioni, uomini e donne «in armi» che si imbar-<br />

cano su arsenali galleggianti, il profeta Isaia ci fa contemplare<br />

un innaturale «disordine di pace». Il lupo con<br />

l’agnello, la pantera accanto al capretto, il vitello al pascolo<br />

con il leoncello guidati da un fanciullo... (Is<br />

11, 6-8).<br />

Vuole, forse, il profeta invitarci ad andare indietro<br />

nella memoria alla ricerca di un tempo in cui tutto ciò<br />

era realtà e lasciarci così stringere il cuore da dolci rimpianti?<br />

O forse, vuole proiettarci in un mondo fantastico<br />

dove dare libero sfogo ai nostri sogni, dimenticando,<br />

anche solo per un attimo, la cruda realtà? Nulla di tutto<br />

questo!<br />

La «parola di Dio è viva ed efficace» (Eb 4, 12) e,<br />

pertanto, lungi dall’alimentare rimpianti o da favorire<br />

evasioni, ci pone dinanzi a un dono divino. Quel «germoglio,<br />

che spunta dal tronco di Iesse» (Is 11, 1) in una<br />

foresta tutta devastata, è lì a ricordarci che la vera pace<br />

è possibile a condizione che accogliamo il Signore Gesù.<br />

«Trova in Dio la tua pace e molti troveranno in te la<br />

loro pace» (s. Isacco di Ninive).<br />

Murillo: L'Immacolata Concezione<br />

«Convertitevi»<br />

(Mt 3, 2)<br />

Il Cardinale<br />

Mario Francesco Pompedda<br />

celebra il 50° anniversario<br />

di ordinazione sacerdotale<br />

Murillo: Il bambino Gesù e san Giovanni (I fanciulli con la conchiglia)<br />

Come traduciamo nella nostra vita questo appello del<br />

Battista alla conversione? Non sono pochi coloro che<br />

pensano che in alcuni periodi dell’anno (soprattutto in<br />

prossimità del Natale e della Pasqua) bisogna fare qualche<br />

«opera buona». Credono in questo modo di poter<br />

tacitare la propria coscienza e di «vivere in pace». Se il<br />

cristianesimo fosse una generica proposta di valori o<br />

consistesse in un’etica dell’amore, allora questo sarebbe<br />

forse sufficiente. La nostra fede, al contrario, è innanzitutto<br />

accoglienza di una Persona, Gesù Cristo, che sulla<br />

croce ci rivela il volto misericordioso del Padre e ci dona<br />

il suo Spirito. Convertirsi, allora, vorrà dire non solo<br />

cambiare il nostro modo di agire, ma fare spazio a Cristo<br />

nella nostra vita e, rinnovati dall’azione del suo Spirito,<br />

avere «in noi gli stessi suoi sentimenti» (Fil 2, 2).<br />

Non sono, dunque, le nostre buone azioni ad attirare su<br />

di noi l’amore di Dio, ma è «l’amore di Dio che è stato<br />

riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo<br />

Il Cardinale Mario Francesco Pompedda,<br />

Prefetto del Supremo Tribunale<br />

della Segnatura Apostolica, grato a<br />

Dio per il dono del sacerdozio, celebrerà<br />

la Santa Messa giubilare del<br />

50° di ordinazione nel pomeriggio di<br />

domenica 16 dicembre (ore 18), nella<br />

Basilica romana di Santa Maria in<br />

Trastevere.<br />

Il Porporato è stato ordinato presbitero<br />

il 23 dicembre 1951 nella Basilica<br />

di San Pietro.<br />

che ci è stato dato» (Rm 5, 5), che rende in<br />

noi possibile la conversione. È ciò che esprimiamo<br />

nella colletta: «Dio dei viventi, suscita<br />

in noi il desiderio di una vera conversione,<br />

perché rinnovati dal tuo Santo Spirito<br />

sappiamo attuare in ogni rapporto umano<br />

la giustizia, la mitezza e la pace che l’incarnazione<br />

del tuo Verbo ha fatto germogliare<br />

sulla terra».<br />

In ogni Celebrazione Eucaristica il Signore<br />

ci «immerge» nella potenza del suo Spirito<br />

che, come fuoco, ci purifica e ci santifica,<br />

«facendo di tutti noi un’offerta a Dio<br />

gradita».<br />

«Abbiamo Abramo<br />

per padre»<br />

(Mt 3, 9)<br />

Condizione indispensabile per percorrere<br />

la strada di una vera conversione è quella di<br />

scrollarsi di dosso ogni presunzione. Nessuno<br />

può vantare meriti e diritti dinanzi al Signore,<br />

ma tutti dobbiamo chiederGli con<br />

cuore sincero che «all’estrema povertà dei<br />

nostri meriti supplisca l’aiuto della tua misericordia»<br />

(orazione sulle offerte).<br />

Cosa fare per non cadere vittime della su-<br />

perbia o della sfiducia? Ci risponde s. Paolo nella seconda<br />

lettura: «tenere viva la nostra speranza in virtù della<br />

perseveranza e della consolazione che ci vengono dalle<br />

Scritture» (Rm 15, 4).<br />

Per questo il tempo di avvento è caratterizzato da un<br />

forte invito rivolto a tutti a riservare più spazio all’ascolto<br />

e alla meditazione della parola di Dio. Come scrivono<br />

i Vescovi italiani: «Per rinnovare il nostro apostolato,<br />

il nostro slancio missionario, che è servizio alla<br />

missione dell’Inviato del Padre, dovremo essere sempre<br />

i primi ad ascoltare assiduamente la parola di Dio, a lasciarci<br />

permeare della sua grazia, a convertirci instancabilmente»<br />

(Cvmc 64).<br />

Questa settimana è il tempo opportuno per proporre<br />

alla comunità una liturgia penitenziale, eventualmente<br />

facendo accostare nelle nostre parrocchie i piccoli dell’iniziazione<br />

cristiana per la prima volta al sacramento<br />

della riconciliazione. Illuminando la vita con la luce della<br />

Parola, «impariamo a valutare con sapienza i beni<br />

della terra nella continua ricerca dei beni del cielo»<br />

(orazione dopo la comunione).


.<br />

PAGINA<br />

7 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 3-4 Dicembre 2001<br />

«Il Papa, chiamato da Gesù a confermare<br />

la fede di tutti i cristiani, ci invita a vivere<br />

nel digiuno e nella preghiera la giornata<br />

del prossimo 14 dicembre, della seconda<br />

settimana di Avvento». Lo scrive<br />

l'Arcivescovo Prelato Angelo Comastri,<br />

Delegato Pontificio di Loreto, in una lettera<br />

indirizzata ai fedeli della Prelatura e ai<br />

pellegrini del santuario della Santa Casa,<br />

invitandoli ad aderire all'iniziativa in favore<br />

della pace, promossa da Giovanni Pao-<br />

Loreto: il 14 dicembre preghiera e digiuno in risposta all'invito del Papa<br />

lo II e da lui stesso resa nota all'Angelus<br />

di domenica 18 novembre.<br />

Mons. Comastri invita tutte le parrocchie<br />

lauretane e i Padri Cappuccini della<br />

Basilica a «raccomandare vivamente l'iniziativa<br />

del Santo Padre»; esorta le comunità<br />

religiose a dedicare tutta la giornata<br />

del 14 dicembre all'adorazione eucaristica<br />

e al digiuno, ed affida alle due comunità<br />

claustrali presenti sul territorio la conse-<br />

Al termine dell'Angelus il Papa ricorda la Giornata indetta dalle Nazioni Unite<br />

Sia favorita una piena ed autentica<br />

integrazione sociale delle persone disabili<br />

Al termine della preghiera mariana<br />

dell'Angelus — recitata con i numerosi<br />

fedeli convenuti da diverse parti del<br />

mondo in Piazza San Pietro nella mattina<br />

di domenica 2 dicembre — Giovanni<br />

Paolo II ha sottolineato il significato<br />

della Giornata delle persone disabili indetta<br />

dalle Nazioni Unite. Queste sono<br />

le sue parole:<br />

Si celebra oggi la Giornata<br />

delle persone disabili, promossa<br />

dalle Nazioni Unite.<br />

Ricordando il grande incontro<br />

giubilare di un anno fa,<br />

rivolgo uno speciale saluto a<br />

tutte le persone che vivono<br />

con qualche handicap ed assicuro<br />

loro la mia vicinanza<br />

spirituale. Esprimo altresì<br />

apprezzamento per ogni iniziativa<br />

che favorisca una<br />

piena ed autentica integrazione<br />

sociale.<br />

Quindi si è rivolto con queste parole<br />

ai fedeli di espressione spagnola:<br />

Saludo cordialmente a los<br />

peregrinos de lengua española,<br />

de modo particular a los<br />

fieles de las parroquias de<br />

4 dicembre: san Giovanni Damasceno<br />

Insigne predicatore<br />

e difensore delle immagini sacre<br />

COSMO FRANCESCO RUPPI<br />

Arcivescovo di Lecce<br />

Nel momento in cui, per impulso<br />

degli ultimi Pontefici e dello stesso<br />

Concilio Vaticano II, siamo tutti impegnati<br />

nella rivalutazione della pietà<br />

popolare, scorgendovi in essa non solo<br />

le tracce di un mirabile percorso<br />

della storia cristiana, ma anche il riflesso<br />

di quella teologia delle icone,<br />

tanto cara alla Chiesa antica, anche<br />

la figura e l’insegnamento di san Giovanni<br />

Damasceno può venirci incontro.<br />

Per difenderci, infatti, dalle moderne<br />

iconoclastie che dalla Riforma sono<br />

arrivate fino ai tempi nostri, probabilmente,<br />

fino all’altro ieri della<br />

storia cristiana, è quanto mai utile riflettere<br />

e meditare sul culto della Madonna<br />

e dei Santi e sul valore delle<br />

immagini che li riproducono ai nostri<br />

occhi. Sembrerà strano, ma proprio<br />

in un’epoca profondamente critica<br />

nei confronti di tutto ciò che è passato,<br />

e a fronte di una crescente dissacrazione<br />

di ciò che apparteneva ai<br />

nostri antenati, sorge in molti il bisogno<br />

di tornare all’antico e ripristinare<br />

devozioni e osservanze, quasi del<br />

tutto desuete, che possono ancora riproporre<br />

alla nostra coscienza valori<br />

eterni, dei quali nessuno può fare a<br />

meno. A parte il fatto che anche nell’Antico<br />

Testamento Dio «ha permesso<br />

e a volte anche ordinato di fare<br />

immagini che simbolicamente conducessero<br />

alla salvezza operata: come il<br />

serpente di rame, l’arca dell’Alleanza<br />

e i cherubini» (CCC 2129), è certo<br />

che l’iconografia cristiana, attraverso<br />

l’immagine, descrive e ripresenta non<br />

solo il messaggio evangelico, ma anche<br />

quei testimoni, la Vergine e i<br />

Santi, che lo hanno maggiormente<br />

incarnato nella loro vita. A tale proposito,<br />

giova ricordare che, attraverso<br />

le immagini, noi risaliamo a Cristo<br />

Salvatore e comprendiamo ancora<br />

meglio la parola biblica: l’uomo è<br />

fatto a immagine e somiglianza di<br />

Dio.<br />

Di questa dottrina, san Giovanni<br />

Damasceno non solo è stato insigne<br />

predicatore, ma, per essa, ha pagato<br />

duramente con un martirio che merita<br />

di essere ricordato.<br />

Le vite che parlano di questo santo<br />

dottore, infatti, ricordano con commozione<br />

il taglio della mano, imposto<br />

da un califfo a seguito della denuncia<br />

fatta contro di lui all’imperatore<br />

iconoclasta Leone III. La Madonna,<br />

però, gli avrebbe subito fatto<br />

il miracolo della guarigione. Non è<br />

un episodio storico, ma la leggenda<br />

di quella mano, che aveva scritto pagine<br />

mirabili sulla Madonna, ha commosso<br />

nei secoli generazioni di fedeli<br />

e ammiratori.<br />

È certo, comunque, che l’incrudelirsi<br />

della politica dei califfi costrinse<br />

il nostro santo a ritirarsi nel monastero<br />

di san Saba a Gerusalemme,<br />

ove poté dedicarsi ai suoi numerosi<br />

studi e trattati teologici, che lo han-<br />

San Mateo de Lorca y San<br />

Pedro Apóstol del Pinatar,<br />

de la diócesis de Cartagena,<br />

y de La Paloma de San Pedro<br />

El Real, de Madrid. Así<br />

también a los profesores y<br />

alumnos del Colegio Claret<br />

de Madrid y a los marineros<br />

de la «Academia de Guerra<br />

Naval» del Ecuador. ¡Qué<br />

no reso benemerito nella storia della<br />

Chiesa.<br />

Dottore, oratore e scrittore, il Damasceno<br />

(così chiamato, per le sue<br />

origini, da Damasco) spaziò da un<br />

campo all’altro della sacra teologia e<br />

sono da rammentare, perché potrebbero<br />

anche oggi insegnarci qualcosa<br />

di attuale, le sue ricerche e i suoi<br />

studi sull’Islamismo. Anche la sua<br />

Exspositio fidei, più volte tradotta<br />

nelle lingue moderne, conserva la<br />

sua attualità, ma ciò che più lo ha<br />

reso celebre è il suo trattato In difesa<br />

delle sacre immagini.<br />

«Una volta — insegna il Damasceno<br />

— Dio, non avendo né corpo, né<br />

figura, non poteva in alcun modo essere<br />

rappresentato da una immagine.<br />

Ma ora, che si è fatto vedere nella<br />

carne e che ha vissuto con gli uomini,<br />

posso fare una immagine di ciò<br />

che ho visto di Dio... A viso scoperto,<br />

noi contempliamo la gloria di<br />

Dio». Le immagini, dunque, servono<br />

per arrivare a Dio e per contemplarne<br />

la gloria. Per questo, vanno non<br />

solo conservate, ma onorate, come<br />

autorevolmente fu sancito dal Concilio<br />

di Nicea II.<br />

Nei tre discorsi sulle immagini sacre,<br />

il santo dottore confuta risolutamente<br />

la dottrina iconoclasta e dimostra<br />

la liceità del culto delle immagini,<br />

spiegando, con parole ineccepibili,<br />

il divieto antico di venerare le immagini.<br />

Il comando del Signore: non<br />

avrai altro Dio fuori di me non è,<br />

pertanto, un divieto delle immagini,<br />

bensì un divieto della idolatria, assai<br />

frequente nei tempi antichi.<br />

È vero, egli dice, che Dio non può<br />

essere rappresentato nella sua divinità,<br />

ma lo può nella sua umanità. Il<br />

Damasceno approfondisce e valorizza<br />

il concetto di immagine sacra, affermando<br />

che essa ci aiuta a risalire alla<br />

persona che viene raffigurata: noi,<br />

cioè, non veneriamo una tela o una<br />

tavola, ma quello che in essa è rappresentato,<br />

ossia Cristo, la Vergine e<br />

i Santi. L’immagine sacra adempie<br />

alla funzione di ravvivare la pietà e<br />

sviluppare lo zelo cristiano, perciò la<br />

sua soppressione rappresenta un depauperamento<br />

della vita e della stessa<br />

teologia.<br />

Quando nei tempi giovanili — ci<br />

sia consentito questo personale ricordo<br />

— avemmo modo di entrare nella<br />

antica cattedrale di Ginevra, tolta ai<br />

cattolici e divenuta uno dei centri più<br />

significativi della Riforma calvinista,<br />

rimanemmo sconcertati nel vedere<br />

tutti quegli altari senza immagini e le<br />

mura che dovevano essere anticamente<br />

onorate da mirabili iconi, del<br />

tutto spoglie. Una visione fredda e<br />

sconcertante, che non abbiamo dimenticato<br />

più, anche al pensiero di<br />

tante madonne e tanti santi strappati<br />

e forse anche definitivamente cancellati<br />

dalla storia dell’arte sacra...<br />

La pietà popolare si è sempre avvalsa<br />

delle immagini sacre e sempre<br />

più si avvarrà, per alimentare quel<br />

vero culto alla Vergine e ai Santi,<br />

che conduce a Cristo e avvicina Dio<br />

all’uomo.<br />

este tiempo de Adviento, que<br />

hoy comenzamos, avive en<br />

vuestros corazones el deseo<br />

de salir al encuentro de Cristo,<br />

que viene. ¡Que Dios os<br />

bendiga!<br />

Ai pellegrini di lingua polacca ha indirizzato<br />

il seguente saluto:<br />

Pozdrawiam serdecznie<br />

gna di pregare durante tutta la notte, iniziando<br />

cioè dai secondi Vespri del 13.<br />

«Si innalzi da Loreto — auspica l'Arcivescovo<br />

Prelato — un grido di fede e di<br />

implorazione di pace che noi affidiamo alla<br />

Madonna, affinché lo presenti al suo Divin<br />

Figlio, Principe della Pace attraverso<br />

l'effusione del suo sangue per amore di<br />

tutta l'umanità».<br />

La lettera di Mons. Comastri nasce dal-<br />

la consapevolezza che «sicuramente il Papa<br />

avverte la gravità del momento, soffre<br />

per le violenze». «Il Papa sente — scrive<br />

il Presule — che l'umanità si sta allontanando<br />

da Dio perché la violenza è il segno<br />

di Satana, che Gesù significativamente<br />

chiama “omicida fin dal principio”».<br />

Mons. Comastri esorta per questo i fedeli<br />

a tornare al Signore «con tutto il cuore,<br />

con tutta la vita e con lo slancio di una<br />

preghiera umile e perseverante, sostenuta<br />

dalla forza di implorazione del digiuno».<br />

Omelia del Card. Szoka per l'inaugurazione dell'Anno Giudiziario del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano<br />

Prudenza, fortezza e temperanza per vivere<br />

in pienezza la dimensione della giustizia<br />

Pubblichiamo qui di seguito l'omelia<br />

pronunciata dal Cardinale Casimir Szoka,<br />

durante la Messa celebrata in occasione<br />

dell'inaugurazione dell'Anno Giudiziario<br />

del Tribunale dello Stato della<br />

Città del Vaticano:<br />

Eminenze,<br />

Eccellenze,<br />

Signori Magistrati,<br />

Signori Avvocati,<br />

Signori collaboratori dei Tribunali civili<br />

e del Tribunale ecclesiastico del Vicariato<br />

dello Stato della Città del Vaticano.<br />

Fedeli ad una saggia consuetudine,<br />

anche quest’anno ci ritroviamo insieme<br />

per affidare al Signore il Vostro lavoro<br />

di operatori della giustizia, in occasione<br />

dell’inaugurazione dell’Anno Giudiziario<br />

degli Organi preposti all’amministrazione<br />

della giustizia nella Città del<br />

Vaticano.<br />

Lo facciamo — come sempre — con<br />

la celebrazione della Messa votiva dello<br />

Spirito Santo, di cui invochiamo la luce<br />

interiore per poter compiere con fedeltà<br />

e con frutto un ministero così delicato.<br />

Ringrazio molto cordialmente dell’invito<br />

a presiedere la Celebrazione dell’Eucarestia,<br />

che costituisce per me<br />

un’occasione molto gradita di incontro<br />

con Voi attorno all’altare del Signore.<br />

Con particolare soddisfazione spirituale<br />

condivido, dunque, con Voi questo<br />

momento di preghiera allo Spirito<br />

Santo.<br />

Voglio anche esprimerVi, in questo<br />

consueto incontro annuale, la mia<br />

grande considerazione per il Vostro lavoro,<br />

molto prezioso e delicato, a servizio<br />

dello Stato della Città del Vaticano,<br />

dove siete incaricati di amministrare la<br />

giustizia a nome del Santo Padre.<br />

Condividendo non solo la fede in Cristo,<br />

ma, nei ruoli propri a ciascuno, il<br />

servizio al Santo Padre, soprattutto come<br />

Sovrano dello Stato, è bello che ci<br />

sosteniamo fraternamente anche con la<br />

preghiera, perché tutti possiamo meglio<br />

lavorare, nel nome del Signore, per il<br />

bene della Chiesa.<br />

Sappiamo che per ogni operatore del<br />

diritto ed ogni responsabile della pubblica<br />

Amministrazione sono indispensabili,<br />

se vuole compiere in modo costruttivo<br />

il suo servizio alla società, alcune<br />

doti umane, quali una grande competenza<br />

professionale, una profonda saggezza,<br />

un serio equilibrio e la capacità<br />

di non lasciarsi influenzare da considerazioni<br />

estranee ai fatti.<br />

Come credenti, sappiamo anche che<br />

chi è chiamato ad operare per il bene<br />

pubblico e a decidere sui diritti di chi<br />

invoca il loro ministero ha bisogno di<br />

un sostegno particolare da parte di Dio,<br />

di un supplemento di luce soprannaturale,<br />

della guida dello Spirito Santo,<br />

che lo ponga in sintonia con Chi è il<br />

fondamento di ogni giustizia.<br />

Lo specialissimo legame dello Stato<br />

della Città del Vaticano con la Chiesa e<br />

con il Suo Supremo Pastore postula,<br />

poi, in modo particolare che noi ci<br />

pielgrzymów z Polski. Szczęść<br />

w Boże!<br />

Questa è una nostra traduzione italiana<br />

delle sue parole:<br />

Saluto cordialmente i pellegrini<br />

giunti dalla Polonia.<br />

Dio vi benedica!<br />

Infine il Santo Padre ha salutato così<br />

i fedeli di espressione italiana:<br />

Rivolgo un cordiale saluto<br />

ai pellegrini di lingua italiana,<br />

in particolare al gruppo<br />

di studenti di Catania, che,<br />

vincendo un concorso, hanno<br />

meritato di venire a Roma<br />

ad incontrare le più alte<br />

cariche dello Stato. Colgo<br />

l’occasione per rinnovare<br />

l’auspicio che, grazie alla<br />

collaborazione di tutte le<br />

componenti del mondo scolastico,<br />

la scuola possa sempre<br />

assicurare alla società il<br />

suo indispensabile servizio<br />

educativo e formativo.<br />

A tutti auguro una buona<br />

domenica.<br />

Sabato scorso, 1° dicembre, nella Cappella di s. Marta, (Palazzo del Governatorato),<br />

Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Edmund Casimir<br />

Szoka, Presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano,<br />

ha celebrato la Santa Messa de Spiritu Sancto per l’inaugurazione del<br />

settantatreesimo anno giudiziario del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano.<br />

Erano presenti il presidente del Tribunale Prof. Giuseppe Dalla Torre, il<br />

giudice Avv. Gianluigi Marrone, con il notaro attuario dott. Claudio Ceresa, il<br />

notaro attuario supplente, Rag. Raffaele Ottaviano, e gli ufficiali giudiziari.<br />

Assistevano inoltre: per la Corte di Cassazione l’Em.mo Card. Gilberto Agustoni,<br />

con il promotore di giustizia Rev. Gian Paolo Montini; per la Corte<br />

d’Appello il Presidente Mons. Francesco Bruno, con i giudici P. Gianfranco<br />

Ghirlanda, Mons. José Maria Serrano Ruiz, S.E Mons. Raffaello Funghini,<br />

Mons. Joaquín Llobell, con il promotore di giustizia Prof. Avv. Giovanni Giacobbe;<br />

per il Tribunale Ecclesiastico il Vicario Giudiziale P. Velasio De Paolis,<br />

con il giudice Mons. Brian Edwin Ferme e il difensore del Vincolo Mons. Antonio<br />

Nicolai.<br />

Delle cariche dello Stato era presente Mons. Giorgio Corbellini, Vice Segretario<br />

Generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano.<br />

Erano altresì presenti: gli Avv. Vittorio Trocchi, Carlo Tricerri, Antonio Vianello,<br />

Luigi Montagnaro, Alfredo Ottaviani e Carlo Carrieri.<br />

La celebrazione è stata accompagnata dal coro diretto da Mons. Pablo<br />

Colino.<br />

muoviamo con la luce che viene dall’alto.<br />

Allo Spirito Santo, alla luce con cui<br />

egli sostiene l’impegno della nostra intelligenza<br />

nella ricerca sincera della verità,<br />

e alla grazia con cui egli plasma il<br />

nostro cuore per formarlo ad un amore<br />

sempre più appassionato alla giustizia,<br />

affidiamo il Vostro lavoro, come quello<br />

di tutti coloro che operano all’interno<br />

della Città del Vaticano, a servizio della<br />

Santa Sede e delle varie strutture dello<br />

Stato.<br />

Vorrei offrirVi in questo contesto alcune<br />

riflessioni, tratte soprattutto da<br />

qualche versetto del Libro della Sapienza,<br />

proclamato in questa Liturgia.<br />

Per chi «ama la giustizia» — esso ci<br />

insegna — «le virtù sono il frutto delle<br />

sue fatiche».<br />

«Essa insegna, infatti, la temperanza<br />

e la prudenza, la giustizia e la fortezza».<br />

Vivere in pienezza la dimensione della<br />

giustizia, dunque, non è soltanto il<br />

risultato di una disposizione interiore,<br />

ferma ed abituale, a fare il bene — che<br />

viene dalla sapienza e dalla quale scaturiscono<br />

atti intrinsecamente buoni<br />

—, ma a sua volta genera frutti morali<br />

esemplari.<br />

Così è anche per ciascuno di Voi, che<br />

opera, a diverso titolo, per l’affermazione<br />

concreta della giustizia nella particolarissima<br />

realtà sociale ed istituzionale<br />

della Città del Vaticano, dove i più<br />

solenni atti di giurisdizione sono adottati<br />

in nome del Sommo Pontefice.<br />

È dunque a nome del Papa, Vicario<br />

di Cristo, che — dopo gli accertamenti,<br />

non sempre facili, perseguiti attraverso<br />

diverse fasi processuali, disposte a tutela<br />

dei diritti e della stessa dignità umana<br />

delle parti, anche se penalmente imputate<br />

—, viene proclamato ciò che è<br />

«dovuto» a ciascuno.<br />

E ciò si deve fare tenendo ben presente<br />

che è a Dio, prima di tutto, che è<br />

necessario attribuire il riferimento di<br />

ogni cosa, di ogni persona, di ogni<br />

umana vicenda.<br />

È da questo costante riferimento spirituale<br />

e morale che può derivare un<br />

confronto dei fatti alla legge positiva,<br />

che non sia puramente applicazione<br />

burocratica di principi, ma piuttosto<br />

un fraterno richiamo al rispetto dell’Autorità<br />

nei suoi comandi legittimi e<br />

generali, espressi appunto nelle leggi,<br />

ed insieme un incitamento all’armonia<br />

delle relazioni umane ed uno sforzo<br />

concreto di ristabilimento dell’ordine<br />

sociale, lacerato da ogni azione contra<br />

legem.<br />

In che senso, allora, le «fatiche» dell’operatore<br />

della legge, che ama e pratica<br />

la giustizia, sono in grado di generare,<br />

a loro volta atteggiamenti virtuosi,<br />

necessari alla stessa attività di giurisdizione,<br />

propria di Voi Magistrati, o comunque<br />

ministri dei Tribunali?<br />

Dall’impegno a coltivare la giustizia<br />

può derivare innanzitutto un atteggiamento<br />

di prudenza.<br />

Se è vero, infatti, che il percorso giudiziario<br />

è contrassegnato dalla costante<br />

ricerca delle «prove», su cui si fondano<br />

le affermazioni delle parti ed, infine, le<br />

sentenze giudiziarie, occorre saper scegliere,<br />

in ogni circostanza, gli strumenti<br />

adeguati al perseguimento dell’obiettivo<br />

finale.<br />

Senza posizioni preconcette, senza<br />

personalismi o, peggio ancora, propensione<br />

al protagonismo del proprio ruolo,<br />

gli operatori della giustizia si qualificano<br />

nell’individuare la «retta norma<br />

dell’azione», cara a san Tommaso d’Aquino,<br />

e cioè l’applicazione intelligente<br />

e precisa, al caso concreto, delle previsioni<br />

universali della norma.<br />

Accanto a tale atteggiamento di prudenza,<br />

un’altra dimensione virtuosa —<br />

che deriva dalle fatiche di praticare la<br />

giustizia, ed insieme reca ad essa un<br />

indispensabile alimento — è costituita<br />

dalla fortezza.<br />

Si tratta, cioè, di non cedere allo<br />

sconforto che le immancabili difficoltà<br />

possono recare in questo ambito della<br />

vita pubblica, ma piuttosto sostenere<br />

con fermezza, nei principi e nelle scelte<br />

operative, l’intera attività giudiziaria,<br />

alla quale imprimere solidità attraverso<br />

la tenace costanza nella ricerca della<br />

verità.<br />

Ed infine la temperanza, in stretta<br />

connessione proprio con tale ricerca<br />

della verità.<br />

Infatti, una delle più deleterie interpretazioni<br />

dello ius dicere è la tentazione<br />

di identificare tale pur altissima<br />

funzione con il possesso indiscusso della<br />

stessa verità.<br />

Un’interpretazione del proprio ruolo,<br />

che nascesse da una passione di grandezza,<br />

può minare, come una tentazione<br />

sottile, l’esercizio di ogni umana autorità,<br />

producendo frutti distruttivi,<br />

non solo per i singoli, ma per le stesse<br />

Istituzioni.<br />

Quanto è invece preziosa quella temperanza<br />

che rende capaci di discrezione,<br />

di senso della misura, di equilibrio<br />

interiore e, per conseguenza, di equilibrata,<br />

serena, considerazione delle regole<br />

giuridiche, degli atti che in forza<br />

delle stesse si compiono, delle pretese e<br />

delle decisioni, delle difese e delle requisitorie,<br />

delle istanze e delle sentenze!<br />

Così — con questa come con le altre<br />

virtù, che la pratica della giustizia genera<br />

e dalle quali viene sostenuta ed<br />

alimentata — si offre a Dio, come insegna<br />

sant’Agostino, «un amore totale,<br />

che nessuna sventura può far vacillare»<br />

(Sant'Agostino, De moribus Ecclesiae<br />

catholicae, 1, 25, 46, in PL 32, 1330).<br />

E di sventure, piccole e grandi — come<br />

i nostri giorni ci inducono con più<br />

forte preoccupazione a pensare — è costellata<br />

inevitabilmente la realtà della<br />

vita e la funzione della giustizia, che<br />

non prescinde dai limiti in cui si svolge<br />

il resto della vita umana.<br />

In Vaticano, questa funzione — come<br />

ogni altra funzione pubblica — non<br />

può che mirare in ultima istanza a servire,<br />

nel nome del Sommo Pontefice,<br />

Dio Padre nei fratelli, per dare, anche<br />

nella dimensione temporale, un coerente<br />

appoggio alla missione di servizio del<br />

Pastore Supremo della Chiesa Universale.<br />

Per poter rispondere adeguatamente<br />

al nostro compito, poniamo oggi, come<br />

ogni anno, il Vostro ed il nostro lavoro<br />

sotto la luce e la guida dello Spirito<br />

Santo, perché a tutti Egli dia la necessaria<br />

sapienza del cuore.<br />

Abbiamo sentito da Gesù — nel Vangelo<br />

— «Chi ha sete venga a me e beva,<br />

chi crede in me».<br />

È sulla Sua parola che ci accostiamo<br />

a Lui, nella fede e nella preghiera, per<br />

avere la luce necessaria a svolgere i nostri<br />

compiti, nei quali si traduce non<br />

solo l’impegno ad esercitare la nostra<br />

responsabilità umana, ma anche la risposta<br />

alla missione di servizio alla<br />

Chiesa ed ai fratelli, ricevuta da Dio.<br />

A Maria — Sede della Sapienza di<br />

Dio e Specchio della Sua Giustizia —<br />

affidiamo tutti, con amore e fiducia di<br />

figli, il nostro ed il Vostro lavoro, certi<br />

della sua materna e costante protezione<br />

e della sua guida.<br />

Sia lodato Gesù Cristo.


.<br />

PAGINA<br />

8 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 3-4 Dicembre 2001<br />

Sabato 1 o dicembre il Cardinale Giacomo<br />

Biffi, Arcivescovo di Bologna, ha inaugurato<br />

la «Casa della madre e del bambino<br />

Beata Gianna Beretta Molla» in Via del<br />

Vivaio a Bologna. Alla cerimonia erano<br />

presenti il sindaco Guazzaloca; l’assessore<br />

comunale ai servizi sociali, volontariato,<br />

famiglia e scuola; e il presidente del<br />

Quartiere Borgo Panigale. Un figlio e il<br />

marito di Gianna Beretta Molla erano presenti<br />

alla cerimonia.<br />

La Casa della madre e del bambino<br />

Bologna: una Casa di accoglienza intitolata a Gianna Beretta Molla<br />

«rappresenta — sottolinea l’assessore —<br />

un servizio rivolto a fasce deboli della nostra<br />

comunità. Essa è in grado di ospitare,<br />

nei suoi 16 monolocali, altrettante madri<br />

con figli minori. Ma certo non ci si limiterà<br />

all’accoglienza. La struttura, realizzata,<br />

anche grazie alla collaborazione fattiva<br />

del Quartiere Borgo Panigale, vuole ridurre<br />

in modo concreto la sofferenza nella<br />

nostra città. Essa appartiene alla città di<br />

Santa Messa presieduta dal Cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato,<br />

per l'ordinazione episcopale di Mons. Giovanni Angelo Becciu, a Pattada in Diocesi di Ozieri<br />

L'ideale del Buon Pastore<br />

nella vita di un Nunzio Apostolico<br />

Sabato 1° dicembre, ha avuto luogo a Pattada,<br />

Diocesi di Ozieri, l'Ordinazione episcopale<br />

di S.E. Mons. Giovanni Angelo Becciu,<br />

recentemente nominato, dal Santo Padre Giovanni<br />

Paolo II, Arcivescovo titolare di Roselle<br />

e Nunzio Apostolico in Angola, São Tomé e<br />

Principe.<br />

Consacrante principale è stato il Signor<br />

Cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato,<br />

assistito dall'Arcivescovo Paolo Romeo, Nunzio<br />

Apostolico in Italia, e dal Vescovo Diocesano,<br />

S.E. Mons. Salvatore Sanguinetti.<br />

Hanno partecipato al Rito il Sig. Card. Mario<br />

Francesco Pompedda, Prefetto del Supremo<br />

Tribunale della Segnatura Apostolica e fi-<br />

Venerati Confratelli, distinte Autorità, cari<br />

fedeli di Pattada!<br />

È giunta l’ora solenne dell’Ordinazione episcopale<br />

del nostro caro Don Giovanni Angelo<br />

Becciu. In ossequio alle norme stabilite dal<br />

Pontificale Romano, prima di procedere al sacro<br />

rito dovrei illustrarne brevemente il senso.<br />

Veramente non è facile riassumere in poche<br />

parole la misteriosa realtà di un Sacramento.<br />

In breve, possiamo dire che è un Sacramento<br />

che conferisce all’eletto una facoltà ed una<br />

grazia speciale per poter guidare, come buon<br />

Pastore, il Popolo di Dio.<br />

1. La missione episcopale<br />

Nel Vangelo abbiamo ascoltato la parola del<br />

Signore, che si è presentato a noi come il<br />

Buon Pastore, un Pastore che conosce e ama<br />

le sue pecore, un Pastore che è disposto a dare<br />

la sua vita per salvarle.<br />

È questo il profilo del Vescovo, che la Chiesa<br />

sempre propone ad ogni ordinando, invocando<br />

poi su di lui la grazia per essere fedele a tale<br />

ideale.<br />

Ovunque sia destinato, un Vescovo è sempre<br />

Pastore della Chiesa Santa di Dio. Questo è il<br />

suo carisma. Questo è l’incarico che Cristo affidò<br />

a Pietro: «Pasci i miei agnelli... pasci le<br />

mie pecorelle» (cfr Gv 21, 1. 15-17). Questo è il<br />

compito che, secondo le parole della prima<br />

Lettera di Pietro, gli Apostoli trasmisero ai loro<br />

immediati collaboratori, i «seniores»: «Esorto<br />

gli anziani che sono tra voi, quale anziano come<br />

loro: pascete il gregge di Dio che vi è affidato...<br />

» (1 Pt 5, 1 ss.).<br />

Non a caso, perciò, il rito dell’Ordinazione<br />

episcopale pone sulle labbra del Consacrante<br />

Messaggio del Cardinale Poletto<br />

ai fedeli di Torino<br />

«Per Natale<br />

regaliamoci la santità»<br />

«A Natale regaliamoci la santità»: è l’invito che fa da<br />

titolo al messaggio che l’Arcivescovo di Torino, Cardinale<br />

Severino Poletto, ha destinato a tutti i fedeli della<br />

Diocesi in occasione dell’Avvento. Il richiamo alla santità<br />

fa parte integrante del cammino pastorale di questo<br />

primo anno della grande Missione diocesana, iniziata il<br />

21 ottobre scorso con la solenne celebrazione al Palavela<br />

di Torino.<br />

L’anno dedicato alla spiritualità che apre la prospettiva<br />

della rinnovata evangelizzazione dei fanciulli, dei giovani,<br />

delle coppie di sposi e degli anziani, è tutto centrato<br />

proprio sul richiamo alla santità cercata e vissuta.<br />

Ed è per questo motivo che il Cardinale Poletto nel suo<br />

messaggio pone, fin dall’inizio, la santità come la condizione<br />

essenziale per poter annunciare la salvezza che<br />

viene da Cristo Gesù.<br />

Ecco, dunque, che «si deve incominciare a parlare di<br />

una “pastorale della santità”, perché se per pastorale noi<br />

intendiamo tutta l’azione evangelizzatrice e santificatrice<br />

della Chiesa non possiamo non mettere la santità di<br />

tutti come primo obiettivo del nostro lavoro pastorale».<br />

Ma cos’è la santità? A questa domanda il Cardinale<br />

Poletto risponde usando parole semplici e comprensibili<br />

da tutti: «La santità consiste nel saper in ogni situazione<br />

della nostra vita stare dalla parte di Dio, perché da<br />

quando Gesù ci ha rivelato che Dio è Padre noi sappiamo<br />

che egli per primo, come un papà, sta sempre dalla<br />

nostra parte».<br />

La santità che viene proposta dal messaggio è quindi<br />

quella che muove le mosse dalla consapevolezza di essere<br />

«abitati dalla Santissima Trinità» e che quindi «non<br />

siamo noi a santificarci ma è Dio che ci santifica chiamandoci<br />

a vivere in comunione con sé e facendoci partecipi<br />

della sua vita divina come suoi figli adottivi».<br />

Se è vero che la santità viene da Dio, è altrettanto vero,<br />

ci ricorda l’Arcivescovo, che esiste un vero e proprio<br />

cammino di santità che si sviluppa nella gradualità<br />

dei classici «tre gradi» della santità: dall’evitare il peccato<br />

mortale, all’impegno nel cancellare anche i comportamenti<br />

«veniali» fino alla scelta di realizzare «ciò che è<br />

perfetto agli occhi di Dio».<br />

Si tratta di un cammino impegnativo che si serve, però,<br />

di mezzi alla portata di tutti: la preghiera costante e<br />

fervida, il ricorso frequente ai sacramenti, specialmente<br />

all’Eucaristia e alla Riconciliazione e l’attuazione pratica<br />

del comandamento dell’amore verso Dio e verso il prossimo.<br />

Scrive ancora l’Arcivescovo di Torino: «La più grande<br />

disgrazia che ci possa capitare è di non vivere abbandonati<br />

nell’infinito amore paterno di Dio presumendo di<br />

bastare a noi stessi». Il libretto del messaggio del Card.<br />

Poletto viene diffuso in tutte le comunità parrocchiali e<br />

le chiese della diocesi di Torino.<br />

MARCO BONATTI<br />

glio illustre di Ozieri, e i Vescovi della Sardegna,<br />

guidati dai rispettivi Metropoliti: gli Arcivescovi<br />

Alberti di Cagliari, Tiddia di Oristano<br />

e Isgrò di Sassari.<br />

Per la circostanza erano parimenti presenti<br />

a Pattada il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche<br />

del Sommo Pontefice, S.E. Mons. Piero<br />

Marini; il Nunzio Apostolico emerito, S.E.<br />

Mons. Thomas White; il Vescovo di Ajaccio,<br />

in Corsica, S.E. Mons. André Lacrampe; e<br />

l'Ausiliare di Parigi, S.E. Mons. Jean-Michel<br />

di Falco.<br />

Per la numerosa presenza di fedeli, considerati<br />

in quattromila, la cerimonia si è svolta<br />

sotto un artistico tendone, alla presenza del<br />

la bella preghiera: «O Padre, che conosci i segreti<br />

dei cuori, concedi a questo tuo servo, da<br />

te eletto all’Episcopato, di pascere il tuo santo<br />

gregge e di compiere in modo irreprensibile la<br />

missione del sommo sacerdozio». Di tale compito<br />

è segno eloquente il pastorale, che viene<br />

consegnato al neo-consacrato («baculum, pastoralis<br />

muneris signum») con la raccomandazione:<br />

«Abbi cura dell’intero gregge, nel quale lo<br />

Spirito Santo ti ha posto come Vescovo per<br />

reggere la Chiesa di Dio».<br />

2. La missione del Nunzio<br />

Fratelli e sorelle nel Signore, il nuovo Vescovo<br />

non è chiamato a svolgere la sua missione<br />

in una Chiesa particolare, ma entrando a far<br />

parte del Collegio episcopale, egli riceve dal Papa<br />

la missione di essere suo Inviato in Angola<br />

e in São Tomé e Príncipe, presso quei Vescovi<br />

e quelle autorità civili.<br />

È sempre la stessa missione pastorale, anche<br />

se esercitata in forma diversa da quella degli<br />

altri Vescovi. È sempre la missione di Maestro,<br />

di Sacerdote e di Guida, in unione a quella<br />

esercitata dai Vescovi del luogo ed anzi a loro<br />

sostegno e conforto.<br />

Fin dall’antichità, poi, i Romani Pontefici<br />

inviavano i loro Legati anche presso le autorità<br />

civili, per dare a Cesare ciò che è di Cesare<br />

ed intrattenere con i responsabili delle varie<br />

Nazioni un dialogo costruttivo e fecondo.<br />

È questo un aspetto difficile del lavoro del<br />

Nunzio, così come lo è quello di ogni Pastore<br />

che deve operare nella realtà quotidiana, per<br />

assicurare alla Chiesa uno spazio necessario di<br />

libertà ed assicurare una pacifica convivenza<br />

fra tutti i membri di una comunità nazionale.<br />

Bologna e ad essa si auspica che la città<br />

rivolga anche la sua attenzione».<br />

All’inaugurazione di sabato ha dunque<br />

portato la sua benedizione l’Arcivescovo<br />

di Bologna. È di grande significato la titolazione<br />

della Casa a Gianna Beretta Molla,<br />

beatificata sette anni fa da Giovanni<br />

Paolo II: figura emblematica di madre che<br />

ha sacrificato la propria vita per quella<br />

della propria creatura. Nata nel 1922 a<br />

Aperti a Catania i processi di canonizzazione<br />

Marcello e Anna Maria Inguscio<br />

una coppia di sposi al servizio del Vangelo<br />

La Cattedrale di Catania, venerdì 9 novembre,<br />

era gremita di fedeli giunti da ogni parte<br />

della città etnea, da ogni parte della Sicilia e da<br />

alcune regioni d'Italia per assistere alla solenne<br />

apertura dei processi di canonizzazione di una<br />

coppia di sposi catanesi — Marcello e Anna<br />

Maria Inguscio — vissuti nel secolo che si è appena<br />

chiuso. Processi col nulla osta della Congregazione<br />

per la causa dei Santi, con l'unanime<br />

voto positivo dell'Episcopato siculo e aperti<br />

dall'Arcivescovo metropolita di Catania, Mons.<br />

Luigi Bommarito.<br />

Ma chi erano, anzi, chi sono i coniugi Inguscio?<br />

Marcello nacque a Lecce il 26 giugno<br />

1934. Terzogenito di sei figli, visse un'infanzia<br />

serena, in un clima familiare semplice e intriso<br />

di forte religiosità. Il padre, Antonio, pensò di<br />

fargli impartire lezioni di musica da un suo<br />

amico contrabbassista. Marcello, nel tempo, si<br />

rivelò un promettente musicista: insegnò presso<br />

i licei musicali di Lecce, di Reggio Calabria e di<br />

Messina. Dal 1972, dopo svariati soggiorni, si<br />

trasferì definitivamente a Catania, divenendo<br />

primo contrabbasso del teatro Massimo e dal<br />

1978 vice direttore del Liceo musicale «Vincenzo<br />

Bellini» di Catania. All'età di 26 anni fu operato<br />

ai reni e costretto ad una lunga degenza a<br />

letto. In questo momento di grande sofferenza<br />

Marcello fece un voto: se fosse guarito avrebbe<br />

dedicato la sua vita al servizio dei sofferenti per<br />

i quali fin da bambino aveva una particolare<br />

predilezione.<br />

Anna Maria, invece, nacque a Catania il 23<br />

agosto del 1938. La sua famiglia era di origine<br />

svizzera: i Ritter, insieme ad altri connazionali,<br />

erano emigrati in Italia per motivi di lavoro.<br />

Anna Maria visse qui la sua infanzia fino all'età<br />

di tredici anni, poi si trasferì in Svizzera per<br />

completare gli studi. L'educazione che ricevette<br />

fu molto rigida, ma improntata a sani principi<br />

morali e religiosi. Anche lei studiò musica e divenne<br />

una brava concertista di pianoforte. Anna<br />

Maria, comunque, era di religione protestante,<br />

professava la fede valdese. Tornata in<br />

Italia, arricchita dalle esperienze di carità vissute<br />

in Svizzera dove insegnò in una scuola di<br />

montagna, sentiva il bisogno di vivere in pienezza<br />

la propria vita dedicandola ai sofferenti e<br />

ai malati.<br />

Marcello e Anna Maria si conobbero tra il<br />

1965 e il 1966 a Catania, città in cui vivranno<br />

tutta la loro vita: Marcello — membro della<br />

commissione d'esame di pianoforte a cui Anna<br />

Maria si sottopose per i suoi esami — rimase<br />

subito attratto da questa giovane donna dagli<br />

occhi azzurri e dal dolce sorriso e un po' di<br />

tempo dopo si presentò a casa di Anna Maria<br />

per chiederle se fosse disposta ad insegnare il<br />

Presidente della Giunta Regionale Sarda, il<br />

Dott. Mauro Pili; di Parlamentari ed Autorità<br />

regionali.<br />

Invitati per l'occasione dal Parroco di Pattada,<br />

Don Francesco Ledda, e dal Sindaco, Sig.<br />

Antonello Dejosso, erano presenti i Parroci<br />

della Diocesi di Ozieri, come altri della Provincia<br />

di Sassari.<br />

In posti d'onore, v'erano il papà, i fratelli<br />

ed i nipoti del nuovo Arcivescovo, nonché alcuni<br />

sacerdoti angolani, recatisi in Sardegna<br />

per la solenne celebrazione.<br />

Pubblichiamo di seguito il testo dell'omelia<br />

tenuta dall'Em.mo Cardinale celebrante durante<br />

il Sacro Rito.<br />

A tale riguardo, il Papa Giovanni Paolo II<br />

annotava in un suo celebre discorso sulla missione<br />

del Vescovo nel mondo d’oggi: «Nell’adempimento<br />

della loro missione, i Vescovi vengono<br />

a trovarsi in relazione con le strutture<br />

della società e con i poteri che la reggono. È il<br />

campo dove sono impegnati a comportarsi secondo<br />

le norme evangeliche della libertà e della<br />

carità, seguite dagli stessi Apostoli. Vale in<br />

tutti i casi ciò che gli Apostoli Pietro e Giovanni<br />

dissero davanti al Sinedrio: «Se sia giusto<br />

innanzi a Dio obbedire a voi più che a lui,<br />

giudicatelo voi stessi; noi non possiamo tacere<br />

quello che abbiamo visto e ascoltato» (At 4,19).<br />

In quelle parole è formulato chiaramente il<br />

principio di azione per i Pastori della Chiesa<br />

nei riguardi delle varie autorità terrene, valido<br />

per tutti i secoli» (Discorso del mercoledì 28 ottobre<br />

1992).<br />

3. In terra africana<br />

Caro Don Giovanni Angelo, il tuo primo<br />

campo di lavoro pastorale sarà l’Angola. È<br />

una Nazione provata da tante lotte e divisioni,<br />

ma che guarda con fiducia verso il futuro. Ti<br />

sarà però di conforto il sapere che i cattolici<br />

del Paese sono impegnati in prima persona per<br />

animare il progresso spirituale e materiale di<br />

quelle care popolazioni.<br />

Su una popolazione di quasi tredici milioni,<br />

i cattolici costituiscono ormai più della metà<br />

degli abitanti, divisi in quindici diocesi, guidate<br />

da Pastori buoni e zelanti.<br />

Come è noto, il Cristianesimo giunse in Angola<br />

cinque secoli fa con la scoperta che fecero<br />

i navigatori portoghesi, spintisi fino al regno<br />

del Congo. L’opera di evangelizzazione fu però<br />

pianoforte ad una ragazzina cieca. Lei accettò<br />

e da quel momento iniziarono a condividere<br />

l'esperienza del servizio ai poveri. A poco a poco,<br />

vivendo gomito a gomito in mezzo agli ammalati<br />

delle zone più disparate di Catania, si innamorarono.<br />

Anna Maria iniziò a conoscere la religione<br />

cattolica, professata con profonda devozione da<br />

Marcello. Fecero un patto che segnò una svolta<br />

nella loro vita: Anna Maria si impegnò a studiare<br />

teologia cattolica, Marcello quella valdese.<br />

Fu Anna Maria, però, a convertirsi nel momento<br />

in cui scoprì l'Eucaristia, la presenza viva e<br />

attuale di quel Dio che lei tanto amava. Se la<br />

musica li aveva fatti incontrare, l'amore per<br />

Dio e per l'uomo, soprattutto l'uomo sofferente,<br />

li unì per sempre.<br />

Gli anni che fanno da sfondo e da cornice a<br />

questa storia sono gli anni del post-Concilio, gli<br />

anni in cui la Chiesa si riscopre come lievito<br />

posto dentro il mondo, una Chiesa che si fa<br />

compagna della gioia e della sofferenza di ogni<br />

uomo. La fede e l'identità cristiana di Marcello<br />

e Anna Maria si nutrirono profondamente degli<br />

insegnamenti del Concilio ed entrarono a far<br />

parte della «Missione Chiesa-Mondo», nata proprio<br />

in quegli anni.<br />

Insieme a Mons. Antonio Fallico e ad altri<br />

giovani laici si impegnarono sempre più, attraverso<br />

le comunità ecclesiali di base (CEB), a vivere<br />

una forte esperienza di Chiesa improntata<br />

al rinnovamento conciliare e alla promozione<br />

umana, impegnandosi nel servizio agli ultimi<br />

più poveri e bisognosi, a partire dalle periferie.<br />

Nel 1968 Marcello e Anna Maria si sposano.<br />

Certamente il loro matrimonio non può dirsi<br />

comune. Infatti gli invitati al pranzo di nozze<br />

furono i loro amici più cari: i poveri, gli emarginati,<br />

i disabili, i barboni. E in più: lui in abito<br />

scuro, lei in abito da sposa a servire. Nacquero<br />

loro due figlie: Marietta e Lucia. Dopo poco<br />

tempo la famiglia Inguscio decise di trasferirsi<br />

dalla loro casa sita in un grande palazzo ad<br />

una casa nella periferia di Catania (Barriera).<br />

La motivazione è semplicissima: la struttura<br />

della casa di corso Italia non permetteva, a<br />

causa delle barriere architettoniche, ai loro<br />

amici disabili di risiedere presso di loro. Nella<br />

nuova casa una stanza viene approntata stabilmente<br />

per i loro ospiti d'onore: ora un paralitico,<br />

ora un'ammalata di sclerosi a placche, ora<br />

uno spastico... tutti amorevolmente serviti e<br />

amati come un padre e una madre possono curare<br />

i loro figli più bisognosi.<br />

Il 10 giugno 1984 si consacrano all'interno<br />

della «Missione Chiesa-Mondo», emettendo voti<br />

di povertà, castità, obbedienza e impegno pastorale.<br />

Nello stesso anno insieme all'Istituto di<br />

molto lenta e solo nel 1900 vi è stata una grande<br />

ripresa dell’opera missionaria.<br />

Altrettanto si può dire delle isole di São Tomé<br />

e Principe. Là vi è la più antica diocesi<br />

dell’Africa sub-sahariana, eretta già dal Papa<br />

Paolo III, il Papa Alessandro Farnese, nel 1534.<br />

Lo sviluppo della comunità cattolica è però di<br />

data recente. In quelle isole la maggioranza è<br />

ormai cattolica, ben unita intorno al proprio<br />

Vescovo diocesano.<br />

4. Ministro di riconciliazione<br />

Oltre al lavoro direttamente pastorale, il<br />

Nunzio Apostolico dovrà continuare ad essere<br />

in quelle terre ministro di riconciliazione. La<br />

guerra coloniale aveva falciato migliaia di vite<br />

umane e provocato tante sofferenze in quel popolo.<br />

Con gli accordi per l’indipendenza, firmati<br />

in Portogallo il 31 maggio 1991, sembrava<br />

che potesse sorgere un’aurora di pace. Ma non<br />

fu così. Ben presto, nel novembre del 1992, ripresero<br />

le divisioni interne e si scatenarono feroci<br />

combattimenti. Nel 1994 cessò il fuoco, è<br />

vero, ma continuarono poi subito dopo le rivalità,<br />

che ancor oggi affliggono quel tribolato<br />

Paese.<br />

In un momento di pace momentanea, nel<br />

giugno del 1992, il Papa Giovanni Paolo II si<br />

recò personalmente in Angola. Io stesso ebbi la<br />

fortuna di accompagnarlo in quella visita pastorale<br />

e sono stato testimone della calorosa<br />

accoglienza tributatagli da quelle popolazioni,<br />

assetate di pace.<br />

In Angola, oltre alla capitale Luanda, il Papa<br />

visitò pure le altre due Arcidiocesi di<br />

cui ormai fanno parte fondano le Case-Famiglia<br />

Puebla per anziani e portatori di handicap, dopo<br />

aver già aperto le porte della loro casa ai disabili<br />

gravi. La loro spiritualità? Una spiritualità<br />

fortemente eucaristica e mariana, nutrita di<br />

«Parola di Dio»: Parola, Eucaristia e Carità sono<br />

stati i tre pilastri su cui hanno saputo costruire<br />

il grande edificio della loro santità coniugale<br />

e familiare.<br />

Ma già dal 1980 la sofferenza bussò direttamente<br />

alle porte della Famiglia Inguscio. Anna<br />

Maria cominciò ad accusare i sintomi di una<br />

grave malattia: il cancro. Per accudire i poveri<br />

e i malati non si curò in modo adeguato e in<br />

cinque brevi anni si aggravò e morì. La notte<br />

del Capodanno 1986 la «Missione Chiesa-Mondo»<br />

si riunì in casa Inguscio. Qui ciascun membro<br />

ricevette il saluto sereno e profetico di una<br />

donna provata dalla sofferenza. Nella notte tra<br />

il 2 e il 3 gennaio lasciò questa vita. Marcello<br />

dopo la morte della moglie continuò instancabilmente<br />

a servire i poveri in tutte le ore del<br />

giorno e della notte. Il dolore per la perdita di<br />

Anna Maria fu grande, ma mai generò in Marcello<br />

scoraggiamento o disperazione. Dieci anni<br />

dopo lo stesso giorno della morte di Anna Maria,<br />

il 2 gennaio 1996, il cuore di Marcello affaticato<br />

da una vita spesa per il prossimo cessò<br />

di battere a causa di un infarto molto grave.<br />

Di seguito alla cerimonia di apertura dei processi<br />

di canonizzazione, nel Duomo di Catania,<br />

si è celebrata la Santa Messa di ringraziamento<br />

presieduta dall'Arcivescovo Metropolita di Catania,<br />

Mons. Luigi Bommarito. Particolarmente<br />

commovente è stata la processione offertoriale,<br />

che attraverso dei segni ha «raccontato» la storia<br />

di Marcello e Anna Maria. Gli amici più cari<br />

a loro — i disabili di Casa-Famiglia accompagnati<br />

dai volontari — insieme alle figlie hanno<br />

portato all'altare le fedi nuziali dei due coniugi,<br />

i diari di Anna Maria che rivelano l'anima di<br />

una donna innamorata di Dio e dell'uomo; un<br />

mazzo enorme di chiavi che Marcello portava<br />

sempre con sé: tante chiavi quanti gli anziani e<br />

ammalati che accudiva ogni giorno gratuitamente;<br />

la Bibbia e il rosario in segno della preghiera<br />

quotidiana che dava forza ad entrambi;<br />

uno spartito musicale poiché entrambi erano<br />

musicisti; lo statuto e la targhetta della casa-famiglia<br />

da loro fondata, insieme alle comunità<br />

ecclesiali di base, all'inizio degli anni '80; un rametto<br />

di ulivo come segno della pace che<br />

hanno vissuto e cercato di costruire attorno a<br />

loro.<br />

L'Arcivescovo di Catania, Mons. Luigi Bommarito,<br />

ha così commentato questo evento: «È<br />

un momento veramente significativo, anzi è un<br />

dono di Dio, una grazia che il Signore fa alla<br />

Magenta e laureata in Medicina e Chirurgia<br />

nel ’45, Gianna Beretta si sposò dieci<br />

anni dopo con Pietro Molla da cui ebbe<br />

tre figli. Nel 1961 si scoprì di nuovo incinta,<br />

ma a fianco dell’utero si rilevò un<br />

grosso fibroma, asportabile solo con un<br />

intervento chirurgico. La scelta fu per la<br />

vita del figlio (una bimba cui sarà dato il<br />

nome di Gianna Emanuela) che nacque il<br />

21 aprile 1962. Gianna si spense sette<br />

giorni dopo, all’età di 39 anni. Il 24 aprile<br />

1994 Giovanni Paolo II la dichiara Beata.<br />

Due momenti del solenne Rito di Ordinazione episcopale di Mons. Giovanni Angelo Becciu:<br />

l'unzione delle mani con il Sacro Crisma e l'imposizione del Libro dei Vangeli<br />

Huambo e di Lubango, come le importanti<br />

diocesi di Cabinda, di Mbanza Congo e di Benguela.<br />

Ovunque il Papa non cessò di richiamarelefazioniinlottaa<br />

cercare delle vie d’intesa.<br />

Già arrivando all’aeroporto di Luanda, il 4<br />

giugno 1992, il Papa lanciava un messaggio<br />

che conserva tutto il suo valore: «Vi porto la<br />

Buona Novella della riconciliazione... Angola,<br />

vengo a te con sentimenti di amicizia, di rispetto<br />

e di fiducia: che tu possa veder realizzato<br />

il tuo destino di Paese libero e fraterno» (cfr<br />

Insegnamenti di Giovanni Paolo II, vol. XV,<br />

pagg. 1705-1 707).<br />

Questo sarà anche il messaggio che il nuovo<br />

Nunzio Apostolico dovrà ripetere a tutta la<br />

gente angolana!<br />

5. La benedizione del Papa<br />

Caro Monsignore, parti sereno per la tua<br />

missione che ti attende. La grazia del Signore<br />

ti sosterrà nel tuo cammino. A tutti porta la<br />

benedizione del Santo Padre e l’assicurazione<br />

del suo continuo interessamento per il progresso<br />

materiale e spirituale dell’Africa intera.<br />

Ti accompagnerà anche la solidarietà di tutti<br />

noi, Vescovi, sacerdoti e fedeli. Ti sarà sempre<br />

vicina la tua cara diocesi di Ozieri e la tua<br />

comunità di Pattada.<br />

La Vergine Maria, Regina degli Apostoli, sia<br />

la stella luminosa che guidi i tuoi passi. «Iter<br />

para tutum», cantiamo nell’Ave Maris Stella.<br />

Si, o Maria, prepara un cammino sicuro per il<br />

Vescovo Giovanni Angelo ed assistilo sempre<br />

nella sua missione apostolica. E così sia!<br />

Marcello e Anna Maria<br />

nel giorno della loro consacrazione nell'Istituto<br />

«Missione Chiesa-Mondo»<br />

nostra Diocesi. Io ho conosciuto Marcello Inguscio<br />

— non ho avuto la fortuna di conoscere<br />

Anna Maria Ritter — e lo ricordo come un uomo<br />

pieno di bontà, di apertura agli altri, di capacitò<br />

di sorriso, come un uomo artista ma<br />

pieno di sensibilità umana, pieno di carità. Poi<br />

per i poveri aveva delle tenerezze incredibili,<br />

delle affettuosità che ancora ora a pensarci mi<br />

commuovono. Io parlo di Marcello che ho conosciuto<br />

e visto accanto ai lettucci e alle sedie<br />

a rotelle, ma ho sentito sempre parlare di Anna<br />

Maria Ritter come angelo della carità, come sorella<br />

dei poveri. Per noi è un grande dono di<br />

Dio avere una coppia che cammina verso gli<br />

onori degli altari. Sarà un incoraggiamento per<br />

tutte le famiglie perché dirà a chiare lettere che<br />

il matrimonio è una via privilegiata di santificazione.<br />

Marcello e Anna Maria hanno valorizzato<br />

la potenza di grazia e di spiritualità del matrimonio<br />

per santificarsi insieme».<br />

Come tutte le storie intrise di amore e di bellezza<br />

anche questa non è conclusa: continua a<br />

vivere nella vita di coloro che li hanno conosciuti,<br />

nella sofferenza e nella speranza dei disabili<br />

e dei bisognosi da loro curati e amati,<br />

nella vita di quanti attingono al loro esempio<br />

scegliendo di dare del volontariato uno stile di<br />

vita, nella casa-famiglia Puebla da loro fondata,<br />

nelle comunità ecclesiali di base, «nella Missione<br />

Chiesa-Mondo» dove hanno maturato la definitiva<br />

scelta di dedicarsi a Dio e alla Chiesa<br />

partendo dagli ultimi.<br />

Chi scrive ha fatto e fa parte di questa storia.<br />

Non ha fatto ricerche negli archivi, se non<br />

in quelli della propria memoria e dei ricordi di<br />

quanti hanno condiviso un'intera vita con Marcello<br />

e Anna Maria.<br />

GABRIELLA LA MENDOLA


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

9 .<br />

Una rilettura delle «Rovine di Parigi» di Giovanni Macchia<br />

«Gli illuministi tendevano<br />

a impoverire il mondo»<br />

MARCO TESTI<br />

Lo spazio della città. Benjamin ne sapeva<br />

qualcosa: la Parigi di Baudelaire,<br />

fatta di quartieri demoliti, o in via di<br />

sparizione, e che lasciavano ancora sentire<br />

gli odori intensi dei vicoli, delle case<br />

che si sviluppavano in alto per mancanza<br />

di spazio, i luoghi che rimandavano,<br />

ma solo i poeti, ai vagabondi volontari,<br />

agli irregolari, ai perdigiorno senza fissa<br />

dimora.<br />

Poi c’è lo spazio, insieme reale e simbolico,<br />

delle Rovine di Parigi di Macchia,<br />

riproposto negli Oscar Mondadori<br />

(pp.370, L. 16.000). E qui siamo di fronte<br />

ad un’altra città, rispetto a quella dei<br />

poeti maledetti, a quella degli sradicati,<br />

anche se lo studioso da poco scomparso<br />

non li esclude, anzi li incorpora in un<br />

più vasto discorso sui destini della cultura<br />

francese tra Settecento e Ottocento.<br />

In fondo Macchia sosta sul margine<br />

dell’abisso, corteggia i non-sistematici, i<br />

pensatori cultori del frammento, della<br />

massima, dell’aforisma, gira loro intorno<br />

con apparente noncuranza: Montaigne,<br />

cui è dedicato il primo saggio, è<br />

ammirato come scrittore non costruttivo,<br />

ma narratore di sé, ripiegato sulle<br />

proprie sconfitte, arrivato al cuore rovente<br />

del redde rationem con la storia<br />

personale.<br />

Questa a-sistematicità di Montaigne<br />

affascina lo studioso, che rivela senza<br />

parere la dimensione nascosta del proprio<br />

pensiero: il labirinto del ripiegamento,<br />

che somiglia al labirinto studiato<br />

da Kérenyi, intestino, filo attorcigliato<br />

del troppo umano che esorcizza la discesa<br />

della morte. Questa pulsione verso<br />

la vita, intesa come disvelamento dell’energia<br />

totale di anima e corpo affiora<br />

anche nelle pagine bachtiniane di Macchia,<br />

che davvero qui sorprende per il<br />

suo coraggio esegetico, la sua disposizione<br />

a dare giudizi chiari e semplici: l’antilluminismo<br />

di Bachtin «era essenziale.<br />

Gli illuministi tendevano a impoverire il<br />

mondo. La realtà era per essi come sfigurata<br />

dalle sopravvivenze, dai pregiudizi,<br />

dalle fantasie, dai sogni» (p.35). È<br />

una dichiarazione di gusto, uno scatto<br />

di liberazione, più che un argomento<br />

critico-ermeneutico.<br />

Macchia rivela anche qui il suo amore<br />

per il nascosto, per il simulato, per la<br />

mise en abime della scatola-uomo che<br />

nasconde un altro uomo e così via, verso<br />

il nucleo magmatico e non controllabile<br />

delle sue profondità, il che mi sembra<br />

una grande lezione di libertà vera:<br />

l’anima dell’uomo è libera e non la si<br />

può ingabbiare.<br />

La letteratura è di per sé un continente<br />

che cambia lentamente aspetto, spezzato<br />

da movimenti endogeni, da fratture<br />

profonde, che comunica da sempre con<br />

le altre manifestazioni dello spirito umano,<br />

la musica, l’arte figurativa, il teatro<br />

(ed il teatro non è assente da questa<br />

raccolta). Ma è l’arte che Macchia pone<br />

come contraltare alle ambiguità della<br />

scrittura, e chi, se non Watteau, il pittore<br />

delle Citere tanto care a Montesquieu<br />

o ad Algarotti, poteva servire da simbolo,<br />

da idolo polemico di un momento<br />

culturale che se idoleggiava la ragione,<br />

si rifugiava però nel giardino incantato<br />

degli amorini e delle allegorie stabilite<br />

una volta per tutte, svuotate dall’energia<br />

profonda del simbolo?<br />

Macchia come sempre cerca di andare<br />

al cuore della questione: Watteau pone<br />

ed insieme cancella l’isola della ragione<br />

dal suo universo e da quello dei<br />

poeti e degli artisti superstiti dal secolo<br />

di Luigi XIV. Watteau cerca di riassumere<br />

danza, poesia, musica, arte di<br />

un’epoca che affogava nel mare di Citera,<br />

e che poneva la moda come reazione<br />

a questa morte.<br />

Le contraddizioni dell’età dei lumi sono<br />

sintetizzate nelle lettere dall’Italia di<br />

Montesquieu: la nostra penisola è, per<br />

l’autore dell’Esprit du lois un richiamo<br />

non controllabile del paganesimo, mentre<br />

egli contava di verificare analiticamente<br />

sul terreno i reperti e i documenti<br />

che potevano servirgli per la stesura<br />

delle Considérations sur le causes de la<br />

grandeur des Romains et de leur décadence.<br />

Le contraddizioni del Settecento trovano<br />

uno specchio riflettente in Rousseau:<br />

Macchia affronta questa cerniera<br />

fondamentale tra Sette e Ottocento con<br />

la finezza che gli è propria, sondando<br />

insieme persona e pensiero, perché come<br />

tutti i maestri di umanità sanno,<br />

l’uomo è dato dall’insieme non algebrico<br />

di tutte le sue componenti irriducibili<br />

ad un’analisi quantitativa.<br />

Rousseau è visto all’interno della sua<br />

sfortuna, del suo porsi sempre e comunque<br />

dal di fuori, come non invitato alla<br />

grande festa della ragione, eppure nostalgico<br />

della festa perduta, dell’equilibrio<br />

archetipico che faceva dell’uomo<br />

un essere naturale. La contraddizione<br />

più evidente di questo isolato è che «era<br />

uno dei più grandi letterati del suo tempo<br />

eppure condannava la letteratura»<br />

(p.124). Si pose il problema della sincerità,<br />

ma, come nota bene il compianto<br />

studioso, la scelta del genere epistolare<br />

non lo poneva fuori dall’insincerità, perché<br />

in un romanzo, seppure fatto di lettere,<br />

il narratore può dire quel che vuole,<br />

può mentire, perfino a se stesso.<br />

Rousseau che ne esce fuori non deve<br />

essere simpatico a Macchia, perché<br />

quello guarda indietro, attacca il suo<br />

tempo ed anche una parte del passato,<br />

ma, ecco ancora una contraddizione,<br />

pone le basi per la melancholia romantica,<br />

e per una modernità fatta di rimpianto<br />

e insieme spirito rivoluzionario.<br />

La rilettura delle Rovine di Macchia<br />

ci porta poi di fronte all’anti-letteratura,<br />

davanti alla negazione della creatività e<br />

del coraggio poetico, in casa di un buon<br />

borghese, Célestin Guittard che a 67 anni,<br />

e in una data importante, quella del<br />

1791, decide di scrivere il suo diario.<br />

Grazie a lui abbiamo una messe di notizie<br />

eccezionali sul periodo più oscuro e<br />

drammatico della rivoluzione, ma anche<br />

la controprova del perché poco dopo i<br />

poeti romantici reagissero con tanta<br />

acrimonia al concetto di filisteo borghese.<br />

Il borghese — sembra suggerirci il<br />

buon cittadino Guittard, non è solo un<br />

piccolo possidente o un commerciante<br />

che si vuole godere in santa pace le sue<br />

rendite, fumare tranquillamente la sua<br />

pipa nel decoroso salotto di casa sua,<br />

godere la tranquillità domestica, ed essere<br />

soprattutto lasciato libero di commerciare<br />

e dare una ritoccatina ai prezzi<br />

quando ci vuole; il borghese è anche il<br />

brav’uomo che non sta da nessuna parte,<br />

dà dell’eroe al vincitore e del farabutto<br />

al perdente. Oggi a te, domani pure,<br />

se per te si legga gli altri: viva Robespierre<br />

finché dura, poi viva la reazione<br />

termidoriana e morte allo scellerato giacobino.<br />

È un quadro stupendo, nella sua terribilità,<br />

del quieto vivere, del gioco delle<br />

parti e del tacere a se stesso. Ma non<br />

perché Guittard sapesse di mentirsi: perché<br />

egli non ha proprio una coscienza,<br />

ed è al contrario consapevole, ma alla fine,<br />

dell’inutilità di tanto sangue che ha<br />

portato solo crisi economica e fame.<br />

Questo sembra scuoterlo, ed è la prova<br />

di quanto arbitrarie siano state certe<br />

mitizzazioni pseudo-storiche di rivoluzionari<br />

e non. Macchia ci presenta questo<br />

affresco biografico in maniera davvero<br />

magistrale: pochi tocchi, nessun giudizio<br />

facile e scontato, la nuda scrittura di cose<br />

e di eventi, ma dal punto di vista talvolta<br />

desolante di una umanità costretta<br />

a subire, unicamente subire, eventi, in<br />

attesa del prossimo vincitore.<br />

La seconda parte del volume è quella<br />

dedicata agli spazi della città, intesa come<br />

luogo della scrittura, la Parigi e la<br />

scrittura di Balzac e della sua ossessione<br />

descrittiva, ma anche come testa troppo<br />

grande di una Francia provinciale dove<br />

l’immaginazione compensatoria crea i<br />

mostri alla Madame Bovary; oppure la<br />

città di Zola, che appare, come molti<br />

degli scrittori qui studiati, colmo di ossessioni<br />

e manie.<br />

Si diceva come Macchia sembrasse attirato<br />

dalla parte nascosta della luna,<br />

dall’insidia che si cela dietro la padronanza,<br />

l’affabulazione, il controllo dei<br />

propri mezzi espressivi, la capacità di<br />

dominare fantasmi inquietanti. Chi leggesse<br />

in questo approccio un ritorno alla<br />

equazione letteratura - vita sarebbe in<br />

errore: qui c’è letteratura malgrado la<br />

vita privata, malgrado l’oscurità e le<br />

contraddizioni biografiche.<br />

Non assistiamo però ad una ennesima<br />

riproposizione della funzione compensatoria<br />

della letteratura. Qui esce fuori il<br />

grande equilibrio di marca realistica di<br />

Macchia, che afferma la inafferrabile<br />

fluidità dell’essere e delle sue manifestazioni:<br />

Zola era insidiato da pulsioni irrazionali,<br />

ma scriveva per mostrare i meccanismi<br />

deterministici della società e<br />

della biologia.<br />

Questa edizione delle Rovine ci ripropone<br />

brevi pagine sulla compostezza, la<br />

ricerca della bellezza di Anatole France<br />

e una ulteriore conferma della continuità<br />

«classica» tra antico e moderno nell’episodio<br />

già da altri affrontato: l’incontro<br />

tra Enea e Andromaca in Epiro.<br />

Si apre la grande questione della teatralità<br />

della letteratura, che qui diviene<br />

discorso sugli spazi della finzione. Andromaca<br />

ricostruisce un’altra Ilion,<br />

piange su un simulacro e non sul corpo<br />

di Ettore, e anche Macchia, come Starobinki<br />

si riallaccia alla lettura «parigina»<br />

di quest’episodio in «Le Cygne» di Baudelaire.<br />

La città moderna è il simulacro<br />

di antiche mura e eroici furori che non<br />

possono più esistere. Non rimane che<br />

il tempo dell’esilio, il tempo in cui si<br />

può solo accettare il vagabondaggio-comunione<br />

con la città come Baudelaire<br />

o il rimpianto degli dèi assenti come<br />

Hölderlin.<br />

I poeti sono spettatori, dice Macchia,<br />

dello sgretolarsi della città sotto i loro<br />

occhi, ma devono accettare il proprio<br />

essere come testimonianza di una promessa<br />

perduta, di un altrove che un<br />

tempo fu qui. Parigi è insieme paradiso<br />

e inferno. La città è, lo insegna Huysmans,<br />

tentazione del rimpianto e coraggio<br />

di accettare il tempo e lo spazio<br />

dell’oggi. Il discorso di Macchia, ha saputo<br />

essere sapientemente deduttivo, dal<br />

generale al particolare, dalla Francia del<br />

Settecento alla Parigi del XIX secolo e<br />

oltre.<br />

Le rovine sono quelle di Baudelaire,<br />

ma anche quelle di ogni epoca che cancella<br />

e afferma, in cui ogni cosa sembra<br />

essere nuova e vecchia insieme. Macchia<br />

dice in fondo questo, che le contraddizioni<br />

fanno parte di un luogo che<br />

è inscritto in un tempo, e che i sogni<br />

puramente umani da realizzare a tutti i<br />

costi divengono le carceri infere di Piranesi.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 3-4 Dicembre 2001<br />

Giunge alle strette finali un progetto di scavi e di lavori inaugurato nel 1997<br />

Il «Parco del Battesimo» a Wadi Kharrar:<br />

recenti scoperte archeologiche<br />

sulla sponda orientale del fiume Giordano<br />

MICHELE PICCIRILLO<br />

Sono trascorsi quasi cinque anni da quando nel<br />

novembre 1997 re Hussein di Giordania formò una<br />

commissione reale con il compito di riaprire i santuari<br />

del Battesimo del Wadi Kharrar sulla sponda orientale<br />

del fiume Giordano in occasione del Grande Giubileo<br />

cristiano del 2000. La morte del re e i tragici<br />

eventi che si susseguono in Medio Oriente hanno soltanto<br />

ritardato la realizzazione del progetto giunto<br />

oramai alla fine.<br />

La Commissione si è mossa su tre piani complementari:<br />

l’indagine archeologica per determinare l’esatta<br />

ubicazione e consistenza dei monumenti visitati<br />

dai pellegrini fino al XII secolo nel Wadi Kharrar, lo<br />

studio e la preparazione di un progetto di Parco per<br />

la conservazione dell’ambiente naturale della piccola<br />

valle pur inserendo dei percorsi e i servizi per i pellegrini,<br />

la realizzazione del progetto in tempi brevi.<br />

La ricerca archeologica venne affidata al Diparti-<br />

mento delle Antichità, la preparazione del progetto ad<br />

un gruppo di architetti guidati da Vito<br />

Sonzogni e dagli archeologi francescani del<br />

Monte Nebo, la realizzazione ad una impresa<br />

locale giordana.<br />

Nelle grandi linee il progetto prevedeva<br />

una zona protetta con al centro il piccolo<br />

Wadi, un Centro di accoglienza per i pellegrini<br />

ai margini del parco arrivando, e<br />

due punti di raccoglimento per la preghiera,<br />

nei pressi della sorgente dove i pellegrini<br />

ricordavano la Betania al di là del Giordano<br />

ricordata nel Vangelo di Giovanni, e<br />

sulla sponda del fiume, per commemorare<br />

il Battesimo di Gesù nel luogo indicato<br />

dalla tradizione palestinese.<br />

Alla ricerca archeologica condotta dai<br />

giovani del Dipartimento in un ambiente<br />

estremamente difficile, si deve la riscoperta<br />

dei due santuari una volta visitati dai<br />

pellegrini, la Cappella di san Giovanni sulla<br />

cima di Tell Mar Liyas nei pressi della<br />

sorgente, e la Chiesa delle Vesti sulla<br />

sponda del fiume.<br />

La Cappella di san Giovanni faceva parte<br />

del complesso monastico di Sapsafas ricordato<br />

da Giovanni Mosco nel Prato Spirituale<br />

e nella Carta musiva di Madaba.<br />

Una iscrizione in greco nel mosaico della<br />

cappella scavata nel terreno marnoso della<br />

collina ci ha conservato alcuni dettagli di<br />

cronaca che integrano il racconto del Prato<br />

Spirituale.<br />

In essa si legge: «Con la grazia di Cristo<br />

nostro Dio tutto il monastero fu costruito<br />

al tempo di Rotorios, prete amatissimo da<br />

Dio e igumeno. Che Dio abbia misericor-<br />

dia di lui».<br />

La XXXXIV edizione del «Certamen Vaticanum» al Palazzo della Cancelleria Apostolica<br />

Il latino saldo legame nella cultura dei popoli europei<br />

MASSIMILIANO PORZIA<br />

Domenica 2 gennaio si è svolta a Roma,<br />

nella splendida cornice del Palazzo<br />

della Cancelleria Apostolica, la tradizionale<br />

«Festa del Latino», organizzata dalla<br />

Fondazione «Latinitas»: una rinnovata<br />

occasione per ribadire la forza e la modernità<br />

di una lingua capace ancora oggi<br />

di rappresentare un legame saldo nella<br />

cultura dei popoli europei. Oggi più<br />

che mai, tanto è vicina la data della definitiva<br />

unificazione del «vecchio continente».<br />

«Anche quest'anno la spirito che anima<br />

la “Festa del Latino” — ha spiegato<br />

Don Cleto Pavanetto, Presidente della<br />

Fondazione “Latinitas” — è la difesa del<br />

latino, patrimonio per l'Europa poiché<br />

si rischia di andare incontro ad una perdita<br />

incalcolabile sia per l'interpretazione<br />

della cultura classica che per un sereno<br />

equilibrio della persona umana».<br />

«L'impero romano sotto Traiano ci ha<br />

fornito l'esempio di unità dal punto legislativo<br />

— ha aggiunto Don Pavanetto<br />

—. Come cittadini del terzo millennio ci<br />

prepariamo ad un senso di unità che<br />

trova una manifestazione esterna nell'Euro,<br />

la moneta che tra qualche mese<br />

sostituirà definitivamente quelle attualmente<br />

in circolazione nei vari Paesi. A<br />

questo punto, però, è lecito porci una<br />

domanda: perché sul dollaro americano<br />

è riportata l'iscrizione latina “et pluribus<br />

unum” mentre sull'Euro non v'è nulla di<br />

simile?»<br />

Alla presenza di un pubblico scelto e<br />

di numerose autorità, tra le quali il Cardinale<br />

Alfonso Maria Stickler, la festa si<br />

è articolata in due momenti: la rappresentazione<br />

scenica dell'«Edipo Re», con<br />

testi di Jean Cocteau ricavati dalla omonima<br />

tragedia di Sofocle e sulle musiche<br />

Wadi Kharrar:<br />

i pilastri<br />

della Chiesa<br />

delle Vesti<br />

riportati alla luce<br />

sulla sponda<br />

orientale<br />

del fiume<br />

Giordano<br />

A parte la cappella con le sue dipendenze, del monastero<br />

restano tracce di muri, le cisterne del sottosuolo,<br />

e alcuni ambienti mosaicati sul fianco della<br />

collina e sull’area pianeggiante che sovrasta la valle a<br />

meridione. Sul terreno resta veramente poco per accreditare<br />

l’ipotesi che i pochi stralci di mosaici facessero<br />

parte di altri edifici sacri e non degli ambienti<br />

del monastero.<br />

In onore di Giovanni Paolo II che vi sostò in preghiera<br />

durante la visita del 21 marzo, sotto un arco<br />

malamente ricostruito, uno degli ambienti è stato ribattezzato<br />

Chiesa del Papa.<br />

Per troppo entusiasmo normali cisterne utilitarie di<br />

epoca bizantina erano state considerate vasche battesimali<br />

del primo secolo, perciò contemporanee di Giovanni<br />

Battista e di Gesù. Positivamente, la ricerca ha<br />

chiarito che la numerosa colonia monastica che abitava<br />

la valle era rifornita d’acqua dolce con un acquedotto<br />

proveniente dalle sorgenti di Ayn Salim e<br />

Ayn Daliah che sgorgano ai piedi del Monte Nebo e di<br />

Hesban.<br />

Nei pressi del fiume gli archeologi hanno riportato<br />

alla luce i resti della chiesa che storicamente sappiamo<br />

costruita al tempo dell’imperatore Anastasio.<br />

Stando alla testimonianza dell’arcidiacono Teodosio<br />

(530 ca), la chiesa del Battesimo o delle Vesti si trovava<br />

«trans Jordanem» (al di là del Giordano). Il pellegrino<br />

la descrive come costruita in alto su grandi arconi<br />

(cameras maiores) per evitare che l’acqua del fiume<br />

durante la piena primaverile l’allagasse. Il santuario<br />

era servito da monaci che ricevevano sei solidi<br />

(monete d’oro) dal fisco imperiale per il loro mantenimento.<br />

Inoltre i pellegrini sono concordi nel ricordare una<br />

colonna votiva che terminava con una croce di ferro<br />

infissa nell’acqua al centro del fiume. Il più esplicito<br />

è lo stesso Teodosio: «Nel luogo dove il Signore è stato<br />

battezzato, vi è una colonna di marmo, e sulla colonna<br />

vi è infissa una croce di ferro».<br />

Il Pellegrino di Piacenza (570 ca) scrive invece di<br />

Scavi in corrispondenza degli ultimi scalini<br />

che portano alla falda acquifera del Giordano<br />

aver visto un obelisco di marmo circondato da cancelli<br />

o balaustrata, e una croce di legno infissa nell’acqua,<br />

con una scala di discesa e di risalita dall’acqua<br />

sui lati del monumento in marmo: «Vi si trova<br />

un obelisco circondato da cancelli e nel punto dove<br />

l’acqua rifluisce nel suo alveo è posta una croce di legno<br />

dentro l’acqua su un piedistallo tutto intorno di<br />

marmo». La chiesa come la colonna furono ricordate<br />

dai pellegrini posteriori fino in epoca medievale.<br />

Il Vescovo Arculfo che vi venne verso il 670, nel primo<br />

secolo dell’Egira, si bagnò nel fiume attraversandolo<br />

a nuoto. Poté così raggiungere la chiesa sull’altra<br />

sponda che descrisse con la solita accuratezza. All’abate<br />

Adamnano che ne mise per scritto i ricordi<br />

raccontò di aver visto una chiesa praticamente in<br />

mezzo all’acqua in quel luogo sacrosanto e onorabile<br />

nel quale Gesù fu battezzato da Giovanni.<br />

Scrive Adamnano: «All’estremità del fiume esiste<br />

una piccola chiesa quadrata costruita, secondo la tradizione,<br />

nel luogo dove furono guardate le vesti del<br />

di Igor Stravinski e la consueta e tanto<br />

attesa premiazione del Certamen Vaticanum,<br />

giunto quest'anno alla XXXXIV<br />

edizione.<br />

La prima composizione dell'«Edipo<br />

Re» di Stravinski ebbe luogo a Parigi del<br />

1927, in forma di concerto ed è considerato<br />

uno dei grandi capolavori del Novecento<br />

musicale.<br />

La rappresentazione in occasione della<br />

«Festa del Latino» è stata messa in<br />

scena da Paola Sarcina, sotto la direzione<br />

artistica di Antonio Sorgi, grazie all'esecuzione<br />

del Coro polifonico maschile<br />

«Orpheus» e all'Associazione «Music<br />

Theatre International».<br />

La scelta de l'«Edipo Re», nel quale la<br />

tragedia del destino dell'uomo, colpevole<br />

di grandi misfatti, per l'intervento della<br />

Divinità viene purificata «ha un preciso<br />

scopo — come spiega Don Pavanetto<br />

—. Edipo castiga se stesso che non ha<br />

visto le malefatte, ma giunto a Colono<br />

potrà espiare ed essere trasfigurato. Tutto<br />

questo a noi insegna che di fronte<br />

agli errori più gravi l'uomo può trovare<br />

la capacità di redimersi e di purificarsi,<br />

con l'occhio rivolto alla Divinità».<br />

Al termine della rappresentazione è<br />

giunto il momento della consegna dei<br />

prestigiosi riconoscimenti ai cultori della<br />

lingua latina.<br />

Nella sezione dedicata alla «Poesia» il<br />

primo premio è stato assegnato a Fernando<br />

Bandini, autore del componimento<br />

intitolato: «Mense Decembri dum exit<br />

secundum millennium» nel quale l'Autore,<br />

in distici pitiambici (sistema metrico<br />

antico, usato anche da Orazio) rievoca<br />

l'ultima notte di Natale che ha chiuso<br />

l'anno giubilare. Da elogiare sia il talento<br />

poetico dell'Autore che l'eleganza dei<br />

versi.<br />

Archeologi durante<br />

ilavorilungo<br />

lascalachescendeva<br />

al Giordano<br />

nelluogotradizionale<br />

delBattesimodiGesù<br />

Abisde<br />

di una cappellina<br />

a ridosso<br />

della scala<br />

che scendeva<br />

al fiume Giordano<br />

Il secondo premio è andato a Orazio<br />

Antonio Bologna per il suo «Ad uxorem»,<br />

mentre tre menzioni di merito sono<br />

state assegnate a Florindo di Monaco<br />

(«Maxima debetur mulieri reverentia»),<br />

a Oreste Carbonero («Sera Amorgini Semonidis<br />

confutatio» e a Mauro Pisini<br />

(«Esse»).<br />

Per quanto riguarda la sezione di<br />

«Prosa» il vincitore di quest'anno è stato<br />

Luigi Carta, il quale ha presentato il<br />

componimento «Laudatoris tempoeris<br />

acti de causis corruptae humanitas sermo<br />

contentiosus». In quest'opera il biasimo<br />

è rivolto contro l'odierna corruzione<br />

dei costumi per vincere la quale contribuisce<br />

l'età matura il cui vigore è necessario<br />

per correggere ed emendare i<br />

propri errori. A tal fine l'Autore propone<br />

quali criteri di valutazione brevi testi<br />

di scrittori classici. In questa composizione<br />

sono da lodare la forma della lingua<br />

latina e la proprietà del vocabolario.<br />

Secondo premio ex aequo a Guido<br />

Angelino col suo «Natura Noverca» e a<br />

Mario Vitali per «Farina Diaboli». Anche<br />

in questa occasione sono state conferite<br />

delle menzioni di merito: a Giancarlo<br />

Rossi per «Epistulae», ad Antonio<br />

Nogare per «De aetatis nostrae peregrinatoribus»,<br />

a Oreste Carbonero per<br />

«Nec sine vobis nec vobiscum vivere<br />

possum», a Gustav Wallner per «Transtiberina<br />

ambulatincula» e a Orazio Antonio<br />

Bologna per «Ad Claudiam matrem<br />

de patris obitu consolatio».<br />

I temi trattati dalle composizioni in<br />

questa XXXXIV edizione del «Certamen<br />

Vaticanum» — che hanno visto un numero<br />

di partecipanti superiori agli altri<br />

anni — riflettono soprattutto argomenti<br />

di attualità, anche se trovano un con-<br />

Signore mentre riceveva il battesimo. Questa (chiesa)<br />

è poggiata su quattro supporti di pietra: trovandosi<br />

sull’acqua è inabitabile perché le acque vi circolano<br />

sotto. Un tetto di tegole la ricopre, e, come già detto,<br />

è sostenuta da supporti e da archi. Questa chiesa si<br />

trova in fondo alla valle dove scorre il Giordano,<br />

mentre un grande monastero di monaci occupa un<br />

luogo rialzato che domina la chiesa che abbiamo descritto».<br />

Nei pressi c’era una croce di legno infissa nell’acqua<br />

che raggiungeva il collo di un uomo molto alto.<br />

Altezza che si riduceva in tempo di grande siccità fino<br />

al petto. La croce spariva sotto acqua durante la<br />

grande inondazione annuale. La chiesa come la croce<br />

erano collegati alla riva occidentale da un ponte costruito<br />

su archi. L’altra sponda si trova alla distanza<br />

di un tiro di sasso lanciato con una fionda da un uomo<br />

robusto.<br />

Dettagli simili li leggiamo nell’itinerario del Vescovo<br />

Willibaldus (723-26) secondo il quale nel fiume,<br />

dove il Signore fu battezzato, sorgeva una chiesa co-<br />

struita su pilastri non nell’acqua ma sulla<br />

sponda (est nunc arida terra). Nel fiume era<br />

infissa una croce di legno. Una corda tesa<br />

tra le due sponde serviva di sostegno a chi<br />

desiderava bagnarsi (battezzarsi) nel fiume<br />

specialmente per gli ammalati. Seguendone<br />

l’esempio di devozione, anche il Vescovo si<br />

immerse nell’acqua.<br />

Tracce dell’edificio erano già state viste e<br />

fotografate nel 1899 dal Padre Federlin dei<br />

Padri Bianchi di sant’Anna a Gerusalemme<br />

nell’estuario del Wadi Kharrar. Lo scavo ha<br />

dimostrato che quei pochi resti tenuti in<br />

onore dai Monaci del Patriarcato Greco Ortodosso<br />

di Gerusalemme facevano parte di<br />

un vasto complesso monastico che aveva<br />

subito nei secoli diverse distruzioni e ricostruzioni,<br />

come facevano fede i pavimenti<br />

sovrapposti in marmo o in mosaico. Distruzioni<br />

dovute alle inondazioni annuali del<br />

fiume che aveva sotterrato sotto più di un<br />

metro di terra la maggior parte delle strutture<br />

ora pazientemente riportate alla luce.<br />

I poderosi pilastri sui quali era costruito<br />

gran parte dell’edificio alla lunga non erano<br />

riusciti a sostenere la forza d’urto della corrente<br />

del fiume che la pendenza rendeva minaccioso.<br />

A dare maggior credito ai ricordi dei pellegrini,<br />

è venuta anche la scoperta in questi<br />

ultimi mesi di lavoro, di una scala che univa<br />

il complesso monastico alla sponda del<br />

fiume. Sono diversi gradini di scisto bituminoso<br />

che scendono fino alla falda d’acqua<br />

ma che oggi non raggiungono il fiume allontanatosi<br />

di un centinaio di metri dalla<br />

chiesa.<br />

Al termine della scala ancora protetta su un fianco<br />

da un muro di contenimento, sorge un piedistallo<br />

quadrangolare apparentemente isolato che è stato ipotizzato<br />

come il basamento della colonna e della croce<br />

ricordata dai pellegrini.<br />

Scoperte archeologiche di grande rilievo che serviranno<br />

da base per ridimensionare positivamente le intemperanze<br />

dell’impresa edilizia, purtroppo mal consigliata<br />

e soggetta a pressioni fuori posto, che al progetto<br />

originale rispettoso del luogo e della sua sacralità<br />

ha aggiunto di suo una interpretazione sbagliata<br />

con interventi poco rispettosi dell’ambiente naturale<br />

che la commissione reale aveva giudicato prioritario.<br />

La riscoperta delle tracce di epoca bizantina e medievale<br />

serviranno da guida per correggere queste sfasature<br />

e ridare al luogo il fascino gelosamente conservato<br />

in secoli di abbandono, dove i pellegrini potranno<br />

ritrovare rileggendo il Vangelo la memoria di Giovanni<br />

il Battista che in questo angolo di Giordania riconobbe<br />

in Gesù di Nazareth l’Agnello che toglie i<br />

peccati del mondo.<br />

fronto con vicende del passato. «In questi<br />

interessanti testi — conclude don il<br />

Presidente della Fondazione «Latinitas»<br />

— troviamo la purezza della lingua, la<br />

vivacità del pensiero e l'eleganza dello<br />

stile propri di una lingua viva come ancora<br />

oggi il latino».<br />

All'interno della manifestazione, il<br />

prof. Antonio Taglieri ha presentato i risultati<br />

del corso intensivo di lingua latina<br />

svolto in autunno per iniziativa della<br />

Fondazione e frequentato con lodevole<br />

buona volontà e interesse sincero dagli<br />

allievi.<br />

Appuntamenti<br />

culturali<br />

Roma, 6 dicembre<br />

Un ricordo<br />

del Cardinale Tisserant<br />

Giovedì 6 dicembre, alle ore<br />

18.30, presso il Centre Culturel<br />

Saint-Louis de France, Jean<br />

Chèlini terrà la conferenza: «Le<br />

Cardinal Tisserant: le Prince<br />

Eugène».<br />

Velletri, fino al 9 dicembre<br />

«L'oro dei Castelli»<br />

Il Museo Diocesano di Velletri<br />

ospita, fino al 9 dicembre, la<br />

mostra «L'oro dei Castelli». La<br />

rassegna presenta 50 opere tra<br />

gioielli, iscrizioni e busti di matrone<br />

romane.


In libreria<br />

il nuovo Quaderno de «<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong>»<br />

n. 57<br />

PER UNA STORIA<br />

DE<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong><br />

<strong>ROMANO</strong><br />

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La Lettera di Sua Santità Giovanni Paolo II<br />

per i 140 anni di vita del giornale<br />

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A ROMA<br />

PAGINA<br />

VIA VENTOTENE Le vittime salgono a 8 – In un residence le famiglie del civico 32<br />

Morto un altro Vigile del fuoco<br />

rimasto ferito nell'esplosione<br />

Si allunga, purtroppo, il tragico elenco<br />

delle vittime dell'esplosione in via<br />

Ventotene, che salgono così a otto. Alessandro<br />

Manuelli, uno dei Vigili del fuoco<br />

rimasti feriti nell’esplosione di via<br />

Ventotene è morto poco dopo le 23 di<br />

ieri, domenica, all’ospedale Sandro Pertini.<br />

Con lui salgono a quattro i Vigili<br />

del fuoco morti nella tragedia. Anche<br />

Manuelli faceva parte della squadra 6/A<br />

del distaccamento Nomentano che martedì<br />

mattina era intervenuta per la fuga<br />

di gas. Danilo Di Veglia, Fabio Di Lorenzo,<br />

e Silvio Corona morirono all’istante.<br />

Attualmente sono ancora ricoverati<br />

in ospedale Federico Cappelli e Corrado<br />

Baldassarri.<br />

I colleghi ricordano Manueli come<br />

una persona dall'indole buona. «Era l’essenza<br />

della bontà — dicono — sempre<br />

disponibile a sostituirti e a darti una mano<br />

nei momenti difficili». Romano, scapolo<br />

come altri cinque colleghi della<br />

squadra, Manuelli lavorava da otto anni<br />

nel dipartimento Nomentano. Tra due<br />

giorni avrebbe festeggiato i suoi dieci<br />

anni da pompiere.<br />

Ma alle vittime di questa già terribile<br />

tragedia se ne aggiunge un'altra, sia pure<br />

indiretta: un caposquadra dei Vigili<br />

del fuoco di Frosinone, Giacomo Arduini,<br />

di 43 anni, morto sabato per arresto<br />

cardiocircolatorio, mentre prendeva parte<br />

al picchetto d’onore per l’arrivo della<br />

salma di Sirio Corona, uno dei tre pompieri<br />

morti nell’esplosione, che è stata<br />

sepolta nel suo paese di origine, Broccostella.<br />

Arduini, sposato e padre di tre fi-<br />

Tragica battuta di caccia<br />

fra Cervara e Arsoli:<br />

uomo ucciso per errore<br />

gli, partecipava alla cerimonia nel comando<br />

provinciale di Frosinone quando<br />

si è accasciato. I suoi colleghi lo hanno<br />

soccorso e trasportato con un’autoambulanza<br />

all’ospedale, dove però è morto<br />

subito dopo l’arrivo.<br />

Intanto, sul fronte delle indagini, gli<br />

investigatori fanno sapere che non è<br />

fondamentale ai fini dell'inchiesta l’individuazione<br />

dell’innesco che ha provocato<br />

l’esplosione, ma che sono molto più<br />

importanti l’individuazione del punto,<br />

dei tempi e delle modalità della dispersione<br />

di gas che ha causato la tragedia.<br />

L’ipotesi iniziale che a fare da scintilla<br />

sarebbe stato un colpo di martello sferrato<br />

su un tombino, non trova maggiore<br />

conferma di altre cause, come, ad esempio,<br />

l’asciugacapelli in funzione nel negozio<br />

di parrucchiera. I locali sotterranei<br />

davanti all’esercizio commerciale<br />

erano completamente saturi di gas.<br />

Fino a questo momento sono state<br />

ascoltate più di dodici persone, ma nessuno<br />

risulta ancora iscritto nel registro<br />

degli indagati. I tempi delle indagini si<br />

prevedono lunghi, hanno spiegato gli investigatori,<br />

perché i risultati delle singole<br />

perizie saranno decisivi nello svolgimento<br />

dell’inchiesta. Per i consulenti sarà<br />

fondamentale analizzare lo stato delle<br />

condotte per risalire alle cause dello<br />

scoppio.<br />

Riguardo all'emergenza alloggiativa<br />

seguita alla tragedia, andranno quasi<br />

tutte in un residence con piscina e campi<br />

da tennis le 24 famiglie di via Ventotene<br />

32 che sono state costrette a lascia-<br />

Nella parrocchia del Santissimo Redentore<br />

Veglia di preghiera<br />

in ricordo delle vittime<br />

Sono giunti numerosi, domenica<br />

pomeriggio, nella parrocchia del Santissimo<br />

Redentore, i parenti, gli amici<br />

e gli abitanti di Monte Sacro, per<br />

partecipare alla veglia di preghiera in<br />

ricordo delle vittime dell'esplosione<br />

di via Ventotene 32. In tanti hanno<br />

pregato per Fabiana Perrone, Maria<br />

Grosso, Michela Camillo ed Elena<br />

Proietti. Ma non sono stati dimenticati<br />

i Vigili del fuoco morti: Danilo<br />

Di Veglia, Fabio Di Lorenzo, Sirio<br />

Corona e Alessandro Manuelli, quest'ultimo<br />

deceduto domenica dopo<br />

essere stato in coma per cinque<br />

giorni.<br />

La veglia di preghiera è stata presieduta<br />

dal parroco, padre Alessandro<br />

Gazzola e dal vicario parrocchiale<br />

padre Gaetano Saracino.<br />

«Siamo qui in preghiera — ha ricordato<br />

padre Sandro — perché siamo<br />

certi che la speranza non delude,<br />

quella speranza che ci fa credere alla<br />

vita anche quando tutto sembra parlare<br />

di morte. Il tragico evento di via<br />

Ventotene, in cui hanno perso la vita<br />

otto persone, tra le quali le nostre<br />

carissime Maria e Fabiana, la signorina<br />

Michela e la signora Elena, ci ha<br />

riportati a fare i conti con una realtà<br />

che ci lascia senza parole: la morte.<br />

La morte — ha continuato il celebrante<br />

— lascia tutti senza parole,<br />

con il cuore spezzato, gli occhi gonfi<br />

di lacrime e tante, tante domande.<br />

Eppure la nostra fede ci dice ancora<br />

una volta che tutto questo ha un senso<br />

agli occhi di Dio. Ecco perché siamo<br />

qui: perché desideriamo chiedere<br />

Ha sentito dei rumori e, credendo che<br />

si trattasse di un cinghiale, ha sparato in<br />

direzione di alcuni cespugli distanti una<br />

trentina di metri: un colpo di fucile caricato<br />

a pallettoni che ha raggiunto al torace<br />

e a un braccio, uccidendolo, Benedetto<br />

Felici, di 58 anni, residente a Subiaco<br />

in località Fontana Rosa. L'incidente<br />

di caccia è avvenuto domenica<br />

mattina in una zona collinare tra Cervara<br />

di Roma e Arsoli. Responsabile del<br />

tragico errore un uomo di 38 anni, C.<br />

F., che con un gruppo di una decina di<br />

persone stava effettuando una battuta al<br />

cinghiale. Felici invece era andato a caccia<br />

di tordi da solo.<br />

Resisi conto di quanto accaduto, gli<br />

stessi cacciatori hanno prestato i primi<br />

soccorsi al ferito chiedendo nel contempo<br />

l’intervento del «118» di Subiaco e<br />

dei Carabinieri. Ma Felici è deceduto<br />

durante il trasporto all’ospedale «Angelucci»<br />

di Subiaco.<br />

I militari che indagano per ricostruire<br />

l’esatta dinamica dell’accaduto hanno<br />

denunciato C. F. per il reato di omicidio<br />

colposo e sequestrato tutto il materiale<br />

da caccia che aveva con sé. L’autorità<br />

giudiziaria ha inoltre disposto l'autopsia<br />

della vittima.<br />

11 .<br />

al Dio della vita di aiutarci a credere,<br />

a sperare e a trovare ancora un senso<br />

nella vita, nel bene, nell'avvenire».<br />

A quasi una settimana dalla tragedia<br />

gli abitanti di Monte Sacro, nonostante<br />

i continui allarmi che segnalano<br />

fughe di gas da alcuni palazzi, vogliono,<br />

però, ritornare alla normalità<br />

anche se dimenticare è impossibile.<br />

Molte delle persone che hanno subito<br />

lievi danni alla propria abitazione si<br />

recano quotidianamente in parrocchia<br />

per offrire un contributo economico<br />

per quelli che hanno avuto la<br />

casa completamente distrutta. A dare<br />

un contributo a queste persone vi è<br />

la parrocchia del Santissimo Redentore<br />

che ha sempre sostenuto e confortato<br />

le vittime della tragedia. Gli<br />

obiettivi di padre Sandro e padre<br />

Gaetano sono quelli di continuare<br />

l'assistenza quotidiana per contribuire<br />

con la pubblica amministrazione,<br />

il volontariato e le parrocchie limitrofe<br />

al ritorno alla vita quotidiana delle<br />

persone coinvolte facendo tesoro di<br />

queste esperienze; ricordare Fabiana,<br />

volontaria impegnata nel centro giovanile<br />

«G. B. Scalabrini» della parrocchia,<br />

nelle attività del centro, in<br />

particolare verranno intitolati a Fabiana<br />

i progetti che la parrocchia<br />

realizzerà per le iniziative a favore<br />

dei bambini e dei minori; infine, garantire<br />

una corretta informazione<br />

sullo stato di attuazione delle misure<br />

adottate e in via di adozione, e sulle<br />

iniziative future.<br />

FRANCESCO RICUPERO<br />

Sicurezza: in manette<br />

quarantacinque persone<br />

in un'operazione dell'Arma<br />

Vasta operazione di controllo sul territorio<br />

da parte dei carabinieri del Comando<br />

Provinciale di Roma. I militari<br />

dell'Arma hanno arrestato, ieri, 45 persone<br />

e ne hanno denunciate 34 in stato<br />

di libertà al termine di un servizio disposto<br />

dal Comandante provinciale colonnello<br />

Baldassare Favara contro la microcriminalità<br />

al quale hanno partecipato<br />

750 militari.<br />

Tredici dei 45 arrestati sono responsabili<br />

di furti d’auto, in esercizi commerciali<br />

e di borseggi. Cinque arrestati sono<br />

stati colti in fragranza di spaccio di sostanze<br />

stupefacenti e, di conseguenza,<br />

sono stati sequestrati 500 grammi tra<br />

hashish, marijuana, eroina e cocaina.<br />

Degli arrestati, 23 sono extracomunitari<br />

clandestini; per loro è stata avviata la<br />

pratica di espulsione dall’Italia.<br />

I militari hanno anche identificato<br />

1.450 persone e controllato 980 automezzi;<br />

sono state fatte 147 contravvenzioni<br />

per violazione al Codice della strada<br />

e sequestrate otto auto.<br />

Refurtiva per alcuni milioni di lire,<br />

auto e moto di provenienza rubata sono<br />

stati recuperati e restituiti ai proprietari.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 3-4 Dicembre 2001<br />

re il palazzo investito in pieno dall’esplosione<br />

e che resterà inagibile per diversi<br />

mesi. La proposta fatta dal sindaco Walter<br />

Veltroni, che li ha incontrati sabato<br />

pomeriggio nell’unità di crisi allestita<br />

nella parrocchia del Santissimo Redentore,<br />

è stata accolta dalle 45 persone che<br />

abitano nello stabile con entusiasmo. A<br />

tal punto che anche chi si era orientato<br />

inizialmente per accettare il milione al<br />

mese erogato dal Comune come contributo<br />

alle spese per un eventuale casa in<br />

affitto, di fronte alla proposta, ha cambiato<br />

idea. Ora ognuno penserà meglio<br />

il da farsi, ma quasi tutti hanno già detto<br />

sì. Il residence «Parco Salario» si trova<br />

in via Suvereto, a circa 400 metri in<br />

linea d’aria da via Ventotene ed è dotato<br />

di bilocali e trilocali ammobiliati.<br />

Le spese saranno sostenute tutte dall’amministrazione<br />

comunale. «Ma si<br />

tratterà solo di un anticipo — ha spiegato<br />

l’assessore alla Protezione civile, Dario<br />

Esposito — perché il Comune li metterà<br />

nel conto delle spese che l’amministrazione<br />

vorrà vedere risarcite, costituendosi<br />

parte civile».<br />

Ad oggi restano ancora fuori casa circa<br />

120 persone, tra cui le 45 di via Ventotene<br />

32. Ad eccezione di queste ultime,<br />

ha assicurato l'assessore Esposito,<br />

le altre potranno rientrare nelle loro abitazioni<br />

nel giro di quattro-cinque giorni,<br />

per la necessità di completare i lavori di<br />

ripristino. Si tratta degli stabili in via<br />

Ventotene 18 e 38 e di piazzale Jonio<br />

53.<br />

Monte Sacro:<br />

trentotto interventi<br />

dei pompieri<br />

per fughe di gas<br />

nel fine settimana<br />

TERRORISMO Dopo i due arresti all'Esquilino<br />

Si stringe il cerchio<br />

sulla cellula islamica romana<br />

Tabulati telefonici delle chiamate partite<br />

dal call center di via Principe Amedeo,<br />

all'Esquilino, e la documentazione<br />

in lingua araba sequestrata nelle abitazioni<br />

dei due arrestati: è incentrata su<br />

queste carte l’attenzione degli inquirenti<br />

dopo il ritrovamento di una bomba a<br />

mano nel bagno del servizio di telefonia.<br />

In carcere sono finiti due bengalesi, il<br />

gestore del call center e un dipendente.<br />

Oltre alla bomba, perfettamente funzionante,<br />

i Carabinieri hanno sequestrato<br />

alcune radiotrasmittenti in grado di<br />

captare le conversazioni della Polizia,<br />

computer, e una documentazione di circa<br />

100 pagine che ora deve essere tradotta.<br />

Proprio attraverso l’esame di quest’ultime<br />

carte gli inquirenti attendono<br />

di sapere se i due arrestati siano in un<br />

qualche modo legati a uomini di Al Qaeda.<br />

Gli investigatori stanno passando al<br />

setaccio anche i tabulati telefonici delle<br />

chiamate partite dal servizio di telefono<br />

pubblico (frequentato prevalentemente<br />

da extracomunitari) alla ricerca di utenze<br />

che portano soprattutto in Afghanistan<br />

e Pakistan. I due bengalesi, interrogati<br />

dal gip Renato Laviola, hanno respinto<br />

le accuse sostenendo di non sapersi<br />

spiegare il ritrovamento dell’ordigno.<br />

Accogliendo le richieste del pm<br />

Franco Ionta, il gip ha convalidato il fermo<br />

ed emesso la contestuale ordinanza<br />

di custodia cautelare in carcere per il<br />

reato di detenzione e porto di ordigno<br />

esplosivo.<br />

Si stringe, insomma, il cerchio sulla<br />

cellula terroristica islamica annidata nella<br />

Capitale, dopo il blitz milanese che ha<br />

portato all’arresto di tre elementi di<br />

spicco dell’organizzazione che fa capo<br />

ad Osama Bin Laden. La cellula di Roma,<br />

a quanto risulterebbe, è molto più<br />

importante e pericolosa di quella smantellata<br />

a Milano. Più importante soprattutto<br />

sotto il profilo strategico. Roma è<br />

da sempre crocevia di passaggio e di sosta,<br />

la città delle Ambasciate, quella che<br />

ospita il maggior numero di extracomunitari.<br />

A Roma, tra gli anni '70 e '80, si<br />

sono svolti i regolamenti di conti del terrorismo<br />

palestinese, culminati nell’attentato<br />

all’aeroporto di Fiumicino del 27 dicembre<br />

’85 firmato dal gruppo di Abu<br />

Nidal.<br />

Il furto al caveau<br />

del tribunale: 5 condanne<br />

e 16 rinvii a giudizio<br />

Si è conclusa oggi con 16 rinvii<br />

a giudizio, tra cui quello dell’ex<br />

estremista di destra Massimo Carminati<br />

e dell’avvocato Antonino<br />

Juvara, e cinque condanne l’udienza<br />

preliminare davanti al gip<br />

di Perugia, Claudia Matteini, relativa<br />

all’inchiesta sul furto al caveau<br />

della Banca di Roma interna al<br />

Palazzo di Giustizia della Capitale.<br />

I cinque imputati che avevano ottenuto<br />

il processo con il rito abbreviato<br />

sono stati condannati a<br />

pene variabili tra un anno e quattro<br />

mesi.<br />

INFANZIA Il Comune avvia una raccolta di giocattoli usati per gli istituti<br />

La solidarietà dei bimbi per i coetanei meno fortunati<br />

Quest’anno per i bambini degli istituti<br />

di assistenza all’infanzia di Roma Babbo<br />

Natale diventerà bimbo come loro. Attraverso<br />

l’iniziativa «Regaliamo un sorriso<br />

ad ogni bambino», promossa e organizzata<br />

dall’assessorato capitolino alle<br />

Politiche dell’Infanzia, saranno infatti i<br />

bambini stessi che con un gesto di solidarietà<br />

regaleranno un loro giocattolo<br />

come dono natalizio per i coetanei meno<br />

fortunati. La raccolta è stata inaugurata<br />

ieri, domenica, presso la sala della<br />

Protomoteca in Campidoglio fra musiche,<br />

filastrocche e canzoni per la pace,<br />

intervallate da brani tratti dalle favole di<br />

Gianni Rodari.<br />

Famiglie e asili nido potranno portare<br />

i giocattoli presso gli uffici dell'assessorato<br />

entro il 20 dicembre, al fine di poter<br />

effettuare la consegna negli istituti<br />

prima di Natale. L’unica raccomandazione<br />

ai bambini che si privano del loro<br />

giocattolo è quella di consegnare oggetti<br />

usati ma in buone condizioni.<br />

Questa iniziativa prettamente natalizia<br />

fa comunque parte di una campagna di<br />

sensibilizzazione e informazione che<br />

l’Assessorato sta conducendo a favore<br />

del diritto al gioco dei bambini romani.<br />

L’obiettivo della campagna è quello di<br />

4 DICEMBRE 2001<br />

Martedì della I settimana di Avvento<br />

Feria (viola)<br />

S. Giovanni Damasceno, sacerdote e dottore<br />

della Chiesa - Memoria fac. (bianco)<br />

Messa a scelta<br />

Lezionario: Is 11, 1-9; Salmo 71; Lc 10, 21-24<br />

Liturgia delle Ore: Mart. I sett.<br />

Ufficio della feria<br />

Dopo la tragedia di via Ventotene<br />

continuano le telefonate da parte dei cittadini<br />

per segnalare per perdite di gas.<br />

Tra sabato e domenica sono stati 38 gli<br />

interventi dei Vigili del fuoco. In alcuni<br />

casi si è trattato soltanto di un eccessivo<br />

zelo da parte dei cittadini, che hanno<br />

diffuso allarmi infondati. Per la maggior<br />

parte dei casi, però, le perdite di gas<br />

erano reali anche se non preoccupanti.<br />

Con i Vigili del fuoco sono intervenuti<br />

anche i tecnici dell’Italgas.<br />

L'episodio più allarmante si è verificato<br />

sabato pomeriggio poco lontano da<br />

via Ventotene. Per una perdita di gas,<br />

probabilmente da una condotta principale,<br />

è stato fatto sgomberare un edificio<br />

abitato da 12 famiglie in via Monte<br />

Meta.<br />

Il nuovo allarme nel quartiere di<br />

Monte Sacro è scattato intorno alle 16,<br />

quando sono arrivate ai Vigili del fuoco<br />

alcune telefonate di cittadini che segnalavano<br />

una forte puzza di gas.<br />

La squadra dei pompieri inviata sul<br />

posto ha accertato l’attendibilità della<br />

segnalazione ed ha chiesto l’intervento<br />

dei tecnici dell’Italgas. Quindi ha fatto<br />

sgomberare il palazzo prospiciente al<br />

punto della perdita. Dopo l’interruzione<br />

del flusso del gas una squadra dell’Italgas<br />

si è messa al lavoro con mezzi meccanici<br />

per individuare il punto della condotta<br />

dal quale fuoriusciva il metano.<br />

Nell’intento di coordinare e tenere<br />

sotto controllo le reti dei servizi sotterranei,<br />

martedì prossimo i responsabili dei<br />

servizi a rete sono stati convocati in<br />

Campidoglio.<br />

sensibilizzare bambini e genitori verso<br />

un uso più oculato e responsabile dei<br />

giochi. Oltre alla raccolta di giocattoli,<br />

infatti, saranno stampate locandine divulgative<br />

per favorire il riuso di bambole,<br />

macchinine, peluche, giochi realizzati<br />

con materiali riciclati, ed altri oggetti ludici<br />

con i quali i bambini possono esplicare<br />

un ruolo attivo e creativo.<br />

La campagna è rivolta anche ai genitori,<br />

per sensibilizzarli sulla pericolosità<br />

di giocattoli non omologati e sul controllo<br />

delle loro condizioni. Secondo le statistiche<br />

raccolte dall’assessorato, infatti, il<br />

30% degli infortuni dei quali i bambini<br />

sono vittime nelle proprie abitazioni deriva<br />

dall’utilizzo improprio di giocattoli<br />

potenzialmente pericolosi. Fra gli incidenti<br />

più comuni vi sono ferite da taglio<br />

causate dalla rottura dei materiali e<br />

scosse elettriche. L’istintiva curiosità dai<br />

più piccoli nell'esplorare il mondo circostante<br />

spinge spesso il bambino a rompere<br />

il giocattolo per scoprire come funziona,<br />

e per questo può entrare in contatto<br />

con fili elettrici o ferirsi con parti<br />

taglienti. Per evitare ciò, la campagna<br />

ha evidenziato alcuni consigli per i genitori<br />

al fine di prevenire i possibili incidenti.<br />

I più importanti riguardano un<br />

«TRA NOI» Il tradizionale omaggio alla Vergine<br />

Un'invocazione<br />

incessante per la pace<br />

Si è ripetuta anche quest’anno la tradizionale<br />

cerimonia dell’omaggio floreale<br />

alla Vergine, Regina del Mondo: nel<br />

pomeriggio del 2 dicembre, prima domenica<br />

di Avvento, i membri del movimento<br />

«Tra Noi» si sono raccolti in preghiera<br />

nella Basilica di Santa Maria<br />

Maggiore ai piedi dell'immagine della<br />

Vergine «Salus Populi Romani» per invocare<br />

il dono della pace nel mondo.<br />

La celebrazione, che ha avuto inizio<br />

con la recita del Santo Rosario, è proseguita<br />

con una solenne processione durante<br />

la quale persone di eterogenea<br />

provenienza geografica hanno portato<br />

all’altare della basilica alcuni mazzi di<br />

fiori, accompagnati da lumini e bandiere.<br />

Il desiderio di rendere omaggio alla<br />

Madonna è stato associato a quello di<br />

compiere un gesto capace di evidenziare<br />

lo spirito dell’accoglienza e della solidarietà<br />

qualificante ogni attività del movimento<br />

«Tra Noi». Pertanto, circa 500 fedeli<br />

di diverse nazioni — Capo Verde,<br />

Perù, Thailandia, Romania, Polonia, Somalia,<br />

Eritrea, Filippine, Bangladesh —<br />

si sono uniti in comunione fraterna per<br />

partecipare alla funzione e condividere<br />

la simbolica donazione delle ceste colme<br />

di fiori.<br />

A spiegare lo svolgimento della cerimonia<br />

è Bianca Imperati, Presidente del<br />

«Tra Noi»: «I ceri portati in processione<br />

all’inizio della funzione vengono accesi<br />

sull’altare per evidenziare che possiamo<br />

attingere il dono della pace solamente<br />

da Cristo. Le numerose ceste deposti ai<br />

piedi della Salus Populi Romani, invece,<br />

sono espressione delle varie parti di<br />

cui si compone il movimento: le Casa<br />

Famiglia, il “Tra Noi giovani”, il centro<br />

latino-americano, il centro capoverdiano,<br />

quello internazionale, il progetto famiglie,<br />

l’Istituto Maria di Nazareth».<br />

La festa dell’omaggio floreale alla<br />

Vergine Salus Populi Romani nacque<br />

nel 1954 quando Don Sebastiano Plutino,<br />

sacerdote dell’Opera Don Orione e<br />

fondatore dell’associazione «Tra Noi»,<br />

volle coinvolgere anche le classi più<br />

umili alla ricorrenza, fino ad allora festeggiata<br />

solamente dalle nobildonne.<br />

«Da quel momento, ogni anno raggiungiamo<br />

la Basilica di Santa Maria Maggiore<br />

per portare questo dono alla Madonna<br />

— ha precisato Don Giovanni<br />

D’Ercole, collaboratore del movimento e<br />

Capo Ufficio della Segreteria di Stato<br />

—. E la celebrazione di questa ricorrenza<br />

nella domenica che precede la solennità<br />

dell’Immacolata Concezione sottolinea<br />

in modo più profondo il ruolo assunto<br />

da Maria, Madre di Dio e Madre<br />

nostra, nella storia dell’umanità». «Le<br />

ceste sono espressione delle varie istituzioni<br />

del “Tra Noi” — ha osservato Don<br />

D’Ercole —. Le bandiere, invece, ci ricordano<br />

le tanti nazioni in cui è presente<br />

il movimento. Pertanto, possiamo dire<br />

che oggi tutto il mondo si raccoglie<br />

spiritualmente in questo santuario per<br />

rendere omaggio alla Vergine».<br />

La Santa Messa, celebrata all’altare<br />

maggiore della Basilica Liberiana, è stata<br />

presieduta dal Vescovo Michael Louis<br />

Fitzgerald, Segretario del Pontificio Consiglio<br />

per il Dialogo Inter-Religioso. «I<br />

fiori che noi offriamo al Signore tramite<br />

Maria, sono un simbolo della nostra vita<br />

— ha osservato il Presule —. Così come<br />

accadde alla Vergine, anche noi dobbiamo<br />

essere coscienti della presenza di<br />

Dio nella nostra esistenza. Il fatto che<br />

questa ricorrenza venga celebrata a pochi<br />

giorni dalla festa dell’Immacolata è<br />

una ragione ulteriore per meditare sul<br />

comportamento di Maria. Lei ha immediatamente<br />

accolto la parola del Signore<br />

e l’ha messa in pratica in tutta la Sua<br />

esistenza».<br />

Nel corso dell’omelia Mons. Fitzgerald<br />

ha desiderato fare memoria del sacerdote<br />

orionino a cui si deve la nascita<br />

del Movimento «Tra Noi»: «Ricordiamo<br />

accurato controllo da parte dei genitori<br />

del giocattolo che deve essere prima di<br />

tutto compatibile con lo sviluppo e l’età<br />

del bambino e contrassegnato da marchi<br />

di qualità e di garanzia.<br />

È inoltre essenziale anche educare<br />

il bambino per il corretto uso del<br />

gioco, soprattutto quando questo è elettronico<br />

o meccanico, leggendo le istruzioni<br />

e mostrando i possibili rischi che<br />

un eventuale impiego improprio può<br />

causare. Nel caso di rottura o mal funzionamento,<br />

la raccomandazione delle<br />

leggi vigenti a riguardo è quella di gettare<br />

il gioco o di riportarlo al fornitore,<br />

evitando perciò di ripararlo in modo rudimentale.<br />

Questo elenco di suggerimenti sarà divulgato<br />

attraverso volantini e locandine<br />

da distribuire presso gli asili nido comunali,<br />

gli educatori all’infanzia, i municipi<br />

e tutte le attività commerciali che vendono<br />

giocattoli, incluse le farmacie. Il<br />

Comune inoltre ha predisposto una linea<br />

telefonica per le segnalazioni dei casi sospetti<br />

di giocattoli pericolosi, onde inoltrarle<br />

successivamente all’attenzione delle<br />

autorità competenti.<br />

RITA DIETRICH<br />

Sincerità<br />

Nessuna indulgenza è riservata<br />

da Cristo all'ipocrisia,<br />

alla falsa virtù, alla giustizia<br />

formale e bugiarda.<br />

(Paolo VI)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

con affetto don Sebastiano Plutino che il<br />

Signore ha chiamato a sé lo scorso maggio,<br />

mese della Madonna. A lui si deve<br />

la bellissima idea di iniziare questa celebrazione<br />

annuale in onore di Maria».<br />

E meditando sul comportamento della<br />

Vergine Santa, sempre dedita al prossimo,<br />

si arriva a comprendere il significato<br />

delle parola «accoglienza». «L’attenzione<br />

rispettosa per gli altri e la ricerca<br />

dell’armonia sono un contributo alla pace<br />

— ha osservato il Presule —. Questo<br />

termine non significa solamente silenzio<br />

delle armi, quanto convivenza nelle cose<br />

di ogni giorno. Dobbiamo pregare Dio<br />

per la pace, dono di cui oggi il mondo<br />

ha tanto bisogno». Infine, Mons. Fitzgerald<br />

ha valorizzato l’eterogeneità geografica<br />

dei presenti alla celebrazione,<br />

espressione di fratellanza e di solidarietà.<br />

«Siamo tutti diversi fra noi, ma come<br />

i fiori di questo omaggio, ci siamo<br />

uniti per dare onore alla Madre del Signore.<br />

Un fiore solo è bello, ma messo<br />

insieme agli altri crea una meravigliosa<br />

corona».<br />

SIMONA RUBEIS<br />

Aviso<br />

a los espańoles<br />

El próximo sábado 8 de diciembre<br />

a las 10 horas, con<br />

motivo de la festividad de la Inmaculada<br />

Concepción, se celebrará<br />

en la Patrarcal Basílica<br />

de Santa María La Mayor la Misa,<br />

oficiada por Su Eminencia<br />

Reverendísima el Señor Cardenal<br />

Carlo Furno, para rendir el<br />

tradicional homenaje religioso a<br />

la Virgen. Se invita a todos los<br />

españoles residentes o de paso<br />

por Roma a asistir a la solemne<br />

ceremonia.<br />

Parrocchia di s. Anna:<br />

vendita di beneficenza<br />

per le Missioni<br />

Si svolgerà fino al prossimo<br />

10 dicembre, nei locali della<br />

parrocchia di sant'Anna in Vaticano,<br />

la vendita di beneficenza<br />

in favore delle Missioni promossa<br />

dall'Associazione Madri Cristiane.<br />

L'orario di apertura è 9-<br />

12 e 16-19.30.<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

MARTEDÌ 4 DICEMBRE<br />

00.10: Studio A (stereo): Con<br />

voi nella notte<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti<br />

cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

in italiano, spagnolo,<br />

portoghese, francese,<br />

inglese, tedesco e polacco<br />

16.30: Cronache musicali di<br />

Andrea Fasano<br />

17: Liturgia delle Ore: celebrazione<br />

dei Vespri<br />

20.20: Programma tedesco:<br />

Erika Lorenz, Hamburg - Teresa<br />

von Avila - Ein Hörspiel<br />

20.40: Recita del Santo Rosario<br />

21.30: Programma francese:<br />

L'Eglise en Afrique<br />

21.50: Programma inglese<br />

22.10: Programma spagnolo<br />

MARTEDÌ 4 DICEMBRE<br />

24: Rosario biblico (versione<br />

francese)<br />

2.40-19.30-22.30: Notiziario<br />

7.15: Rubrica: Chiesa in<br />

cammino: America Latina<br />

9: In diretta dalla Cappella di<br />

Telepace in Roma: Santa<br />

Messa<br />

9.45: Rosario biblico<br />

12.30: Cappella di Telepace<br />

in Roma: Santa Messa<br />

13.15-23.55: Rubrica: Tre minuti<br />

dello Spirito<br />

16: In diretta dalla Cappella<br />

di Telepace: Santo Rosario e<br />

Adorazione eucaristica


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

12 .<br />

in primo piano<br />

TERRORISMO L'edificio fatto sgomberare<br />

Allarme al Tribunale<br />

civile di Roma<br />

ROMA, 3.<br />

Un allarme bomba è scattato stamane<br />

intorno alle 10 a Roma nella sede del<br />

Tribunale civile in viale Giulio Cesare.<br />

L'edificio è stato fatto immediatamente<br />

sgomberare.<br />

In uno dei bagni dell'edificio è stato<br />

rinvenuto — riferisce l'Ansa — un volantino<br />

con l'immagine del sostituto procuratore<br />

di Milano Dambruoso che indaga<br />

sulle cellule terroristiche legate ad<br />

«Al Qaeda» oltre ad alcune scritte a mano<br />

tra cui «Abbasso l'Italia e il magistrato<br />

Dambruoso». Nel volantino si annunciava<br />

lo scoppio di due bombe per le<br />

9.30. Il volantino è stato consegnato ai<br />

Carabinieri di vigilanza che hanno avvisato<br />

la centrale operativa facendo così<br />

scattare l'allarme e l'intervento degli artificieri.<br />

I tratti di strada adiacenti sono<br />

stati chiusi al traffico.<br />

Sempre stamane una dozzina di perquisizioni<br />

domiciliari sono state compiute<br />

a Milano, a Varese e nelle rispettive<br />

province da parte della Guardia di Finanza<br />

nell'ambito dell'inchiesta sulle cellule<br />

terroristiche legate ad «Al Qaeda»<br />

condotta dalla Procura del capoluogo<br />

lombardo. L'operazione — riferisce l'Ansa<br />

— riguarda in particolare gli aspetti<br />

finanziari dell'attività delle cellule terroristiche<br />

islamiche.<br />

La Procura di Milano sospetta infatti<br />

che il terrorismo internazionale islamico<br />

sarebbe finanziato anche tramite società<br />

cooperative specializzate in false fatturazioni.<br />

Le società le cui sedi sono state<br />

Tragici incidenti<br />

sulle strade del Sud:<br />

quattro morti<br />

e quattro feriti<br />

ROMA, 3.<br />

Due morti e quattro feriti è il bilancio<br />

di due incidenti stradali avvenuti, in circostanze<br />

diverse, sull'autostrada Salerno-Reggio<br />

Calabria. Il primo si è verificato<br />

poco dopo l’una di domenica nei<br />

pressi di Eboli dove, a causa di lavori, si<br />

procede a doppio senso senza spartitraffico.<br />

Un agente della Polstrada, a bordo<br />

della sua utilitaria, è stato investito frontalmente<br />

da un'auto che ha effettuato<br />

una invasione di corsia. Il guidatore,<br />

Rocco Terramaglia 41 anni di Piazza Armerina,<br />

è morto mentre altri due occupanti<br />

la vettura sono rimasti gravemente<br />

feriti. Il poliziotto ha riportato la frattura<br />

del bacino, ne avrà per 20 giorni.<br />

Qualche ora più tardi, presso Pontecagnano,<br />

un autoarticolato ha rovesciato<br />

il rimorchio che ha sbattuto violentemente<br />

contro il guard-rail mentre la motrice<br />

ha finito la sua corsa contro l’ingresso<br />

della galleria. Nell’impatto ha<br />

perso la vita un trentenne che sedeva al<br />

fianco del conducente, Luca Di Cicco di<br />

Fondi (Latina), mentre il camionista<br />

C.P. 30 anni, anch’egli di Fondi, è in<br />

condizioni gravissime.<br />

Sulla statale Benevento-Caianello, Luigi<br />

Grasso e Pietro Ferrucci, rispettivamente<br />

di 23 e 25 anni, sono morti in un<br />

incidente tra un auto e un pullman, avvenuto<br />

intorno alle tre di notte di domenica.<br />

La loro auto si è scontrata frontalmente<br />

contro il bus. Uno dei due giovani<br />

è stato scaraventato fuori dell’abitacolo<br />

dell’utilitaria, mentre il corpo del suo<br />

compagno è rimasto incastrato nelle lamiere,<br />

da dove è stato estratto con difficoltà<br />

dai vigili del fuoco di Benevento.<br />

perquisite stamane sarebbero tutte controllate<br />

da cittadini di Paesi islamici, indagati<br />

o arrestati nell'ambito delle inchieste<br />

sul terrorismo internazionale e<br />

in particolare nelle indagini sulle cellule<br />

di «Al Qaeda» in Italia.<br />

Stamane sono anche cominciati a Milano<br />

gli interrogatori delle tre persone<br />

arrestate nei giorni scorsi. Il primo ad<br />

essere ascoltato dal gip Luca Pistorelli è<br />

stato l'algerino Abdelhalim Remadna il<br />

quale — informa ancora l'Ansa — si è<br />

avvalso della facoltà di non rispondere.<br />

L'unico a rispondere alle domande del<br />

gip è stato Nabil Benattia, accusato di<br />

essere l'uomo che gestiva la produzione<br />

e la distribuzione dei passaporti falsi all'interno<br />

della cellula terroristica milanese.<br />

Si è anche appreso che l'egiziano Abdelkader<br />

Es Sayed, ricercato nell'ambito<br />

dell'inchiesta che la settimana scorsa ha<br />

portato agli arresti in Lombardia, è un<br />

dirigente di alto livello — informa ancora<br />

l'Ansa — della Jihad egiziana e stretto<br />

collaboratore di Ayman El Zawahri<br />

(numero due di «Al Qaeda»).<br />

Per quanto riguarda l'arresto dell'egiziano<br />

Kishk Samir, avvenuto sabato all'aeroporto<br />

di Fiumicino, i suoi compiti<br />

nell'ambito della cellula di «Al Qaeda» in<br />

Italia — ha dichiarato il gip di Milano<br />

Pistorelli — sarebbero stati quelli di procurare<br />

documenti falsi e di smistarli agli<br />

affiliati alla cellula che ne facevano richiesta.<br />

L'uomo, hanno riferito gli inquirenti,<br />

era sfuggito all'arresto nell'ottobre<br />

scorso.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 3-4 Dicembre 2001<br />

ANTITERRORISMO: SVILUPPI DELLE INDAGINI<br />

Un allarme-bomba è scattato al Tribunale civile di<br />

Roma, ove una persona ha trovato un volantino con<br />

immagini del pm di Milano Dambruoso (che indaga<br />

sulle cellule eversive islamiche) e frasi contro l’Italia.<br />

Intanto perquisizioni domiciliari sono state compiute<br />

in Lombardia e a MiIano sono cominciati gli<br />

interrogatori degli arrestati.<br />

ONDATA DI SCIOPERI L'agitazione di quattro ore<br />

dei lavoratori del trasporto aereo è solo una prova<br />

generale del blocco di quattro ore di tutti i lavoratori<br />

del settore indetto per lunedì 10 contro le modifiche<br />

dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. La prossima<br />

settimana sciopereranno molte altre categorie.<br />

ANCORA POLEMICHE SULLA GIUSTIZIA Mentre<br />

si attende il dibattito in Senato sul «caso Taormina»,<br />

una nuova polemica sul delicato tema della giustizia<br />

è scaturita da alcune dichiarazioni del vice Presi-<br />

SCIOPERI S'inizia con 4 ore nel settore aereo<br />

Un mese a rischio<br />

per chi viaggia<br />

AUTO PIRATA Accertamenti in corso nel Padovano<br />

Giovane denunciato dal padre<br />

dopo un investimento mortale<br />

PADOVA, 3.<br />

Sarebbero stati dei capelli sulle parti<br />

ammaccate dell’automobile, comprata<br />

da pochi giorni, a far capire al padre del<br />

presunto investitore ventiquattrenne di<br />

Montegrotto (Padova) che i Carabinieri<br />

dovevano essere avvertiti; e subito.<br />

Il giovane, che fa l'operaio, era tornato<br />

a casa ieri dalla discoteca alle prime<br />

luci del giorno, minimizzando l’incidente<br />

occorsogli e recandosi a dormire.<br />

Aveva detto di essere stato colto da un<br />

colpo di sonno e di essere finito contro<br />

un paracarro con l’automobile nuova.<br />

Gas: due feriti in Friuli<br />

Temporaneo sgombero<br />

di un palazzo a Massa<br />

TRIESTE, 3.<br />

Due persone — di cui non sono<br />

note le generalità — sono rimaste<br />

ferite per uno scoppio di gas avvenuto<br />

ieri nella loro abitazione di<br />

Tolmezzo (Udine) e dovuto a una<br />

perdita di gas dal forno della cucina.<br />

Sono ricoverate nell’ospedale<br />

del capoluogo carnico.<br />

Sempre ieri la fuga di gas da<br />

una condotta ha costretto al temporaneo<br />

sgombero di 25 inquilini<br />

di uno stabile a Massa. La tubatura<br />

(che sarà sostituita oggi) è stata<br />

messa in sicurezza dai tecnici e<br />

la gente è potuta rincasare.<br />

Brindisi: trovati 28 curdi nel doppiofondo di un Tir<br />

BRINDISI — Hanno viaggiato per molte ore nel doppiofondo di un Tir carico<br />

di semi di cotone in un vano dove era pochissima aria: un gruppo di 28<br />

extracomunitari, dei quali si sa soltanto che sono di etnia curda, è stato<br />

scoperto, lunedì, all’arrivo di un traghetto nel porto di Brindisi. Quattro uomini<br />

sono stati ricoverati in ospedale. A scoprire il carico umano, durante i<br />

controlli, sono stati i militari della guardia di finanza di Brindisi in collaborazione<br />

con il personale della Dogana e della polizia di frontiera del porto,<br />

che hanno inoltre arrestato il conducente dell’automezzo, un napoletano<br />

sulla cui identità viene mantenuto il massimo riserbo. Il tir era imbarcato su<br />

un traghetto giunto nelle prime ore di lunedì da Patrasso.<br />

Crisi idrica a Enna: panificatori senz'acqua<br />

ENNA — Per garantire la produzione del pane a Nicosia il sindaco ha disposto,<br />

lunedì, la distribuzione di acqua con le autobotti ai panificatori del<br />

paese. È una delle conseguenze della grave crisi idrica che ha colpito la<br />

provincia di Enna dovuta al livello dell’acqua nella diga Ancipa che rifornisce<br />

la città, giunto al minimo storico con poco più di 500 mila litri che garantiscono<br />

l’erogazione per altri 13 giorni. Ad Enna, in prefettura, si è tenuto<br />

un vertice con il commissario straordinario regionale, gen. Roberto Jucci.<br />

Sono stati stanziati 350 milioni di lire per riattivare alcuni pozzi comunali,<br />

tra cui due a Pergusa posti sotto sequestro, ritenuti importanti per l’alimentazione<br />

del bacino idrico pergusino. Attualmente l’acqua ad Enna viene erogata<br />

ogni tre giorni.<br />

Banca d'Italia: altre agitazioni per il contratto<br />

ROMA — Continuano e si intensificano gli scioperi dei dipendenti della<br />

Banca d’Italia per il rinnovo del contratto di lavoro. Alle quattro ore di sciopero<br />

previsto per venerdi 7 dicembre si aggiungono infatti le due ore indette<br />

per venerdi 21 e per lunedi 24 dicembre. Lo sciopero per l’intera giornata<br />

del 2 gennaio, giorno del primo grande impatto della moneta unica europea,<br />

viene inoltre confermato dalle organizzazioni sindacali. «Se nei prossimi<br />

giorni la Banca non convocherà i Sindacati, il Governatore si assumerà<br />

tutte le responsabilità dei disagi che si verificheranno nelle giornate dei pagamenti<br />

e del cambio euro» sottolinea il segretario generale della Falbi,<br />

Luigi Leone.<br />

ROMA, 3.<br />

Giornata a rischio, oggi, lunedì 3 dicembre<br />

a causa degli scioperi indetti nel<br />

settore dei trasporti. E l'odierna l’agitazione<br />

di quattro ore dei lavoratori del<br />

trasporto aereo rischia di essere una<br />

prova generale in attesa del blocco di<br />

quattro ore di tutti i lavoratori del settore<br />

indetto per lunedì 10 contro le norme<br />

di modifica dell’articolo 18 dello Statuto<br />

dei lavoratori. Contro la riforma del<br />

mercato del lavoro annunciata dal Governo<br />

sciopereranno la prossima settimana<br />

(tra il 5 e il 7 dicembre) tutte le<br />

Aeroporti: per la nebbia<br />

voli cancellati<br />

a Malpensa e a Linate<br />

MILANO, 3.<br />

A causa della nebbia fitta, che<br />

consente una visibilità variabile<br />

dai 200 ai 400 metri, negli scali<br />

milanesi di Malpensa e Linate stamani<br />

alcuni voli sono stati cancellati,<br />

mentre altri sono stati dirottati<br />

su altri aeroporti. La Sea, la<br />

società che gestisce i servizi a terra<br />

dei due aeroporti, invita i passeggeri<br />

a contattare preventivamente<br />

le proprie compagnie. (Oppure<br />

chiamare il «call center» al<br />

numero 02/9024566).<br />

Ma quando il padre è andato in garage<br />

a verificare di persona, si è accorto —<br />

anche dai notevoli danni dell'auto —<br />

che l’incidente poteva essere qualcosa di<br />

molto più serio.<br />

Intanto a Montegrotto, una cittadina<br />

termale con tanti alberghi ma con pochi<br />

residenti, si diffondeva la notizia della<br />

morte di Ugo Antonello, 62 anni, avvenuta<br />

all’ospedale di Padova per le ferite<br />

riportate in un incidente con il motorino.<br />

La vittima era conosciutissima dagli<br />

abitanti della località euganea anche<br />

perché vent’anni fa, colpito da una grave<br />

depressione seguita alla morte della<br />

moglie, aveva aggredito e ucciso un vicino<br />

di casa a colpi di fucile. Dopo una<br />

prima condanna a dieci anni di carcere,<br />

gli venne poi riconosciuta l’infermità<br />

mentale. L’uomo era ancora assistito<br />

dai servizi psichiatrici.<br />

L’altra notte, prima di essere investito<br />

e sbalzato sul parabrezza dall’auto pirata,<br />

Antonello stava rientrando a casa a<br />

bordo del suo motorino: lo stesso che<br />

ora, sequestrato dai carabinieri, è al vaglio<br />

degli esperti e presenta evidenti segni<br />

di tamponamento.<br />

Accertamenti sono in corso per stabilire<br />

se sia quello il «paracarro» contro<br />

cui l’auto del giovane operaio denunciato<br />

dal padre ha riportato danni al cofano,<br />

al parabrezza e al paraurti dell'auto.<br />

Condotto in caserma, il ventiquattrenne<br />

ha confermato la propria versione dei<br />

fatti, ma non ha convinto gli investigatori.<br />

Alla segnalazione del padre è seguita<br />

infatti la denuncia da parte dei Carabinieri<br />

per omissione di soccorso e omicidio<br />

colposo, denuncia che è già sul tavolo<br />

del magistrato.<br />

Dodici persone<br />

intossicate<br />

da ossido di carbonio<br />

TERAMO, 3.<br />

Il cattivo funzionamento di uno scaldabagno,<br />

situato nella cucina dove stavano<br />

mangiando, ha provocato un avvelenamento<br />

da monossido di carbonio<br />

che è quasi costato la vita, durante la<br />

sera di sabato, in provincia di Teramo, a<br />

dodici persone, tutte imparentate fra di<br />

loro.<br />

Sei, tra cui una donna in stato interessante<br />

e la figlia di nove anni, sono<br />

stati trasferiti dall’ospedale di Teramo,<br />

dove erano stati ricoverati in un primo<br />

momento, al centro iperbarico di Larino<br />

(Campobasso); gli altri si trovano nel reparto<br />

di pneumologia del nosocomio<br />

abruzzese.<br />

Nessuno di loro è in pericolo di vita.<br />

È stata l'improvvisa perdita di sensi di<br />

due componenti del gruppo a metter in<br />

allarme gli altri che hanno chiamato il<br />

«118».<br />

Le cause di quanto avvenuto, in un’abitazione<br />

di Faieta di Cellino Attanasio,<br />

saranno stabilite con certezza dai Carabinieri<br />

della Compagnia di Giulianova<br />

che stanno conducendo le indagini.<br />

Tutte le persone intossicate rimarranno<br />

in osservazione per alcuni giorni.<br />

categorie ad eccezione del pubblico impiego<br />

che si fermerà per otto ore il 14<br />

dicembre (contro la carenza di risorse<br />

stanziate dalla Finanziaria per il rinnovo<br />

dei contratti pubblici).<br />

Ecco in sintesi gli scioperi previsti nei<br />

prossimi giorni. Dalle 12 alle 16 di oggi<br />

si ferma tutto il personale del trasporto<br />

aereo aderente a Filt-Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti,<br />

Anpac, Up, Anpav, Atv e Sulta<br />

Cub. Nella stessa fascia oraria (12-16) si<br />

asterranno dal lavoro anche i dipendenti<br />

dell’Enac (Ente nazionale aviazione civile)<br />

per lo sciopero proclamato da Fp-<br />

Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Uila-Pa. La<br />

Fp-Cgil ricorda che durante lo sciopero<br />

potrebbe esserci il «rischio concreto»<br />

che possano non essere garantiti i normali<br />

livelli di sicurezza. Resteranno ai<br />

loro posti, invece, i controllori del traffico<br />

aereo che — assicura l’Enav — garantiranno<br />

tutti i servizi. Settore ferroviario:<br />

scioperano i lavoratori delle ditte<br />

di pulizia. Le Fs ricordano che potranno<br />

verificarsi disservizi sulle linee ferroviarie<br />

e nelle stazioni. Lunedì 10 dicembre:<br />

tutto il settore dei trasporti: si fermeranno<br />

per quattro ore (dalle 9 alle 13) tutti<br />

i lavoratori dei trasporti a difesa dell’articolo<br />

18 dello Statuto dei lavoratori. Venerdì<br />

14 dicembre: si fermano per otto<br />

ore i dipendenti pubblici per lo sciopero<br />

generale proclamato per il pubblico impiego.<br />

Si asterranno dal lavoro per due<br />

ore anche gli impiegati delle banche<br />

contro le modifiche all’articolo 18.<br />

AMBIENTE L'iniziativa tornerà nell'aprile 2002<br />

Ultima «domenica a piedi»:<br />

tanta gente nei centri storici<br />

ROMA, 3.<br />

È stata l'ultima «domenica a piedi»<br />

dell'anno nelle città italiane. L’iniziativa<br />

promossa dal ministero dell’Ambiente<br />

tornerà nell'aprile 2002. Un’idea, quella<br />

di rendere periodicamente i centri storici<br />

vietati alle automobili, che sta gradualmente<br />

entrando nelle abitudini di<br />

molti cittadini. Secondo alcuni recenti<br />

sondaggi condotti da Legambiente, almeno<br />

un italiano su due vorrebbe ripetere<br />

l’iniziativa tutto l’anno e addirittura<br />

estendere la zona chiusa alle macchine<br />

all'intera città.<br />

Operazione di controllo<br />

del territorio<br />

nella provincia di Verona<br />

VERONA, 3.<br />

Vasta operazione di controllo<br />

del territorio da parte dei Carabinieri<br />

di Verona (400 i militari impegnati<br />

dall'alba di oggi) contro il<br />

fenomeno delle rapine e dei furti<br />

nelle ville, dello spaccio di droga,<br />

della prostituzione e dell’utilizzo<br />

di manodopera clandestina. Sono<br />

stati compiuti accertamenti su<br />

1.540 persone, 9 tra pizzerie e altri<br />

locali pubblici, 3 locali notturni.<br />

Sette gli arresti. In particolare<br />

è stato posto sotto sequestro un<br />

night di Sorgà per favoreggiamento<br />

della prostituzione.<br />

Sospese per il maltempo<br />

le ricerche dei naufraghi<br />

nel Canale d'Otranto<br />

LECCE, 3.<br />

Le condizioni proibitive hanno impedito<br />

la ripresa, stamani, delle ricerche<br />

nella zona di mare a circa 11 miglia al<br />

largo di Otranto dei due clandestini albanesi<br />

che risultano dispersi dalla notte<br />

fra il 30 novembre e il primo dicembre.<br />

I due, che viaggiavano insieme con altri<br />

41 connazionali a bordo di un gommone<br />

oceanico salpato dall’Albania e<br />

sorpreso in Adriatico da una tempesta,<br />

sarebbero finiti in mare durante le operazioni<br />

di trasbordo dal natante sul mercantile<br />

greco Pelchaser, in navigazione<br />

da Ancona alla Grecia, che ha tratto in<br />

salvo i clandestini.<br />

Stamani né le motovedette delle Capitanerie<br />

di porto di Gallipoli e di Otranto<br />

né un elicottero hanno potuto raggiungere<br />

la zona a causa del mare forza 7 ed<br />

il vento forza 7-8.<br />

Resta, intanto, ancora in rada ad<br />

Otranto la nave container Pelchaser: gli<br />

inquirenti devono interrogare l’equipaggio<br />

per poter ricostruire i tempi e i modi<br />

del soccorso in mare. Il comandante<br />

del mercantile, Michail Veeloudis, ed il<br />

nostromo sono già stati sentiti dalla Capitaneria;<br />

i due non hanno potuto sinora<br />

tornare a bordo del Pelchaser a causa<br />

delle cattive condizioni meteorologiche.<br />

dente del Consiglio Fini, cui ha replicato il presidente<br />

dell'Associazione nazionale magistrati Gennaro.<br />

ULTIMA «DOMENICA A PIEDI» DELL'ANNO Si è<br />

conclusa per quest'anno l’iniziativa di chiudere per<br />

alcune domeniche i centri cittadini alle auto. Se ne<br />

riparlerà nell'aprile 2002. «È stato un successo» affermano<br />

vari Comuni. Soprattutto per la qualità dell’aria:<br />

un giorno senz’auto si traduce in 750 tonnellate<br />

di ossido di carbonio in meno.<br />

GIUSTIZIA In margine al caso Taormina<br />

Altre polemiche<br />

sulla magistratura<br />

ROMA, 3.<br />

Mentre è in programma per domani,<br />

martedì, il dibattito in Senato sulla mozione<br />

presentata dalla maggior parte<br />

delle forze politiche di opposizione sul<br />

caso Taormina, si registra una nuova<br />

polemica sul delicato tema della giustizia.<br />

La polemica è nata da alcune dichiarazioni<br />

del vice Presidente del Consiglio<br />

Fini il quale sabato pomeriggio ha affermato,<br />

come riferisce l'Ansa: «La magistratura<br />

giacobina, iperpoliticizzata, le<br />

“toghe rosse” le chiama qualcuno, esistono<br />

davvero e non sono una fissazione<br />

di Berlusconi». Si tratta — ha precisato<br />

— di «una minima parte di magistrati<br />

iperpoliticizzati, i quali non agiscono nel<br />

nome dell'autonomia e dell'imparzialità<br />

ma si ritengono “legibus soluti”. La magistratura<br />

— ha osservato il vice Presidente<br />

del Consiglio — ha grandi meriti,<br />

ha pagato costi alti contro mafia, criminalità<br />

e corruzione ma alcuni magistrati<br />

si comportano in modo insubordinato rispetto<br />

alla legge». Nel campo giudiziario<br />

«occorre un grande equilibrio — ha proseguito<br />

Fini — e il Governo lo ha avuto,<br />

come nel caso della legge sulle rogatorie,<br />

che non è il mostro che la sinistra<br />

ha presentato ma è una legge che si può<br />

difendere a tutti i livelli. E anche la riforma<br />

elettorale del Csm è stato un<br />

provvedimento equilibrato».<br />

Nei casi poi in cui «l'equilibrio manca<br />

a livello individuale — ha aggiunto il vice<br />

Presidente del Consiglio, anche nella<br />

sua veste di leader di An, con un accen-<br />

Da Milano a Napoli le proposte legate<br />

alla «domenica a piedi» hanno attratto<br />

migliaia di persone. Nel capoluogo campano,<br />

ad esempio, sono stati attivati 15<br />

punti di informazione e di attività di vario<br />

genere e l’Aiab ha allestito dieci<br />

stand per l’esposizione e la degustazione<br />

di prodotti biologici. Appuntamenti poi<br />

in periferia, con esibizioni di judo e karate.<br />

Anche l’arte ha avuto il suo spazio:<br />

aperti, dalle 9 alle 19, vari monumenti<br />

come Castelnuovo, l’Osservatorio culturale,<br />

la Casina pompeiana e la chiesa di<br />

san Domenico.<br />

Domenica di ecologia e sport anche a<br />

Milano, dove il traffico è rimasto fermo<br />

sia per la giornata senza auto sia per la<br />

maratona che ha visto seimila partecipanti.<br />

Ai negozi il Comune ha lasciato la<br />

possibilità di saltare il turno festivo, i<br />

musei sono restati aperti. Numerosi gli<br />

itinerari culturali, le feste e gli spettacoli<br />

per bambini.<br />

Nelle principali città liberate per un<br />

giorno dal traffico, la Coldiretti ha colto<br />

l’occasione per allestire le «Oasi della<br />

qualità», dove sono stati offerti formaggi,<br />

vini, liquori, salumi, frutta e verdura,<br />

olio extravergine di oliva, fiori, miele,<br />

pane e carne: 4.000 quintali di cibo rigorosamente<br />

italiano. «È stato un grande<br />

successo», affermano in vari Comuni,<br />

con almeno un milione di cittadini coinvolti.<br />

Soprattutto per la qualità dell’aria:<br />

un solo giorno senz’auto, ricordano i<br />

dati di Legambiente, si traduce in un risparmio<br />

di oltre 80 miliardi di lire di<br />

carburante e in circa 750 tonnellate di<br />

ossido di carbonio in meno emesse nell'atmosfera.<br />

Polizia e Carabinieri<br />

sgominano due bande<br />

di rapinatori di Tir<br />

PALERMO, 3.<br />

Polizia e Carabinieri di Palermo hanno<br />

smantellato, in due diverse operazioni,<br />

due bande di rapinatori di Tir. In<br />

manette sono finite venti persone: sette<br />

sono state arrestate dai militari dell’Arma<br />

e gli altri tredici dalla Polizia.<br />

Le indagini della questura, durate circa<br />

sei mesi, hanno preso il via da un arresto<br />

in flagranza. Gli investigatori, utilizzando<br />

i tradizionale mezzi come le intercettazioni<br />

telefoniche e ambientali,<br />

hanno sgominato una banda che ha effettuato<br />

rapine ad autotrasportatori, furti<br />

di autovetture e riciclaggio dei mezzi<br />

pesanti rubati.<br />

Gli autori delle rapine agivano a mano<br />

armata e prendevano di mira i mezzi<br />

pesanti che prima venivano svuotati del<br />

loro carico e poi trafugati per essere<br />

venduti sul mercato illegale.<br />

Le indagini dei Carabinieri si sono<br />

protratte per circa tre anni e hanno consentito<br />

di recuperare miliardi di refurtiva<br />

proveniente dalle rapine nel tratto<br />

autostradale compreso tra Carini-Palermo<br />

e Termini Imerese. I sette presunti<br />

rapinatori sono accusati di associazione<br />

per delinquere finalizzata alla commissione<br />

di rapine, sequestro di persona e<br />

ricettazione.<br />

no interpretato dagli osservatori politici<br />

come un riferimento al caso Taormina<br />

— An è certa che il Presidente del Consiglio<br />

risolverà la questione perché ha<br />

sempre mostrato equilibrio sui temi della<br />

giustizia. Poi sarà compito di An, e<br />

non solo di Forza Italia, portare al centro<br />

del dibattito parlamentare la questione<br />

del funzionamento della giustizia».<br />

Alle dichiarazioni del vice Presidente<br />

del Consiglio ha così replicato il presidente<br />

dell'Associazione nazionale magistrati<br />

(Anm) Giuseppe Gennaro: «Spiace<br />

constatare che anche l'on. Fini, solitamente<br />

così misurato sui temi della giustizia,<br />

riapra la “vexata quaestio” delle<br />

toghe rosse in magistratura. A questo<br />

punto conviene a tutti dire a chi ci si riferisce,<br />

di quali peccati si sono macchiati<br />

e quali processi hanno inquinato le<br />

cosiddette toghe rosse. Sorprende inoltre<br />

che le “toghe rosse” siano definite<br />

quantitativamente una sparuta minoranza<br />

e poi, in nome di questa sparuta minoranza,<br />

si giustifichino rilevanti interventi<br />

di riforma sulla giustizia, a partire<br />

da quella sul Csm».<br />

Quanto all'avvocatura, il presidente<br />

dell'Unione camere penali (Ucp) Giuseppe<br />

Frigo, ha rilevato che «le affermazioni<br />

sulle “toghe rosse” non portano lontano.<br />

Che vi siano posizioni ideologicamente<br />

differenti nella magistratura, così<br />

come nella società, è scontato. Occorre<br />

invece misurarsi sui contenuti della<br />

questione giustizia e deporre le armi,<br />

anche quelle verbali, che non servono a<br />

niente».<br />

Da 20 anni un detenuto<br />

per assistere alle udienze<br />

viene portato dal carcere<br />

di Opera all'aula bunker<br />

di S. Maria Capua Vetere<br />

CASERTA, 3.<br />

Il processo si rinvia da quasi venti anni<br />

ed un detenuto chiuso in una casa<br />

circondariale lombarda è costretto a fare<br />

la spola tra il carcere di Opera (Milano)<br />

e l’aula-bunker del tribunale di Santa<br />

Maria Capua Vetere (Caserta).<br />

Il detenuto, che si chiama Costantino<br />

Petito, per l’ultima udienza del processo<br />

(rinviato per alcuni difetti di notifiche)<br />

ha viaggiato addirittura come unico passeggero<br />

su un aereo civile, in compagnia<br />

solo dell’equipaggio e della scorta<br />

della polizia penitenziaria.<br />

L’uomo, originario di Napoli, è uno<br />

dei quaranta imputati in un processo alla<br />

«Nuova Camorra Organizzata» dove<br />

figura anche il boss Raffaele Cutolo.<br />

Il processo, dopo una serie di conflitti<br />

di competenze tra gli organi giudicanti<br />

di Napoli e Santa Maria Capua Vetere,<br />

è fermo allo stato iniziale da quasi venti<br />

anni.<br />

Il numero degli imputati, che all’inizio<br />

erano settanta, è sceso a quaranta e<br />

di questi poco meno di una decina si<br />

trovano effettivamente detenuti in carcere.<br />

Tra essi, il napoletano Costantino Petito<br />

al quale giunge regolarmente l’avviso<br />

di notifica dell’udienza. Il detenuto,<br />

che presenzia al processo il tempo necessario<br />

per rispondere all’appello del<br />

presidente della seconda sezione della<br />

Corte di Assise, durante l’ultima udienza<br />

ha chiesto formalmente di essere trasferito<br />

in un carcere campano per evitare<br />

gli elevati costi di trasferimento allo Stato<br />

e poter vedere senza problemi i suoi<br />

familiari durante i colloqui in carcere.<br />

Arresti per droga<br />

in Toscana<br />

e in Lombardia<br />

ROMA, 3.<br />

Due arrestati, un terzo ricercato: si è<br />

conclusa così un’operazione antidroga<br />

dei carabinieri di Massa contro un’organizzazione<br />

che riforniva di eroina e cocaina<br />

provenienti dal mercato milanese i<br />

tossicomani di La Spezia e Massa Carrara.<br />

In manette sono finiti due ventiquattrenni:<br />

un tunisino domiciliato a Sarzana<br />

ed una ragazza abitante a Monzone.<br />

Un altro tunisino, è ricercato.<br />

Intanto a Bergamo è finito in manette<br />

un trentaquattrenne impiegato da un<br />

mese presso un’impresa che si occupa<br />

di consegne a domicilio. Con il suo primo<br />

stipendio si era subito pagato un<br />

viaggio in Olanda per acquistare duecento<br />

dosi di «ecstasy» (la cosiddetta<br />

droga da discoteca) che poi si è messo a<br />

vendere a 25.000 lire la pasticca una volta<br />

tornato a casa.<br />

Un sistema lucroso per investire i soldi,<br />

immediatamente interrotto dai Carabinieri<br />

che lo hanno scoperto quando<br />

era riuscito a smerciare solo una dozzina<br />

di pasticche. Le altre sono state trovate<br />

dai carabinieri in un armadietto a<br />

casa del fratello, risultato del tutto estraneo<br />

alla vicenda.


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Anno CXLI - N. 279 (42.917) CITTÀ DEL VATICANO Mercoledì 5 Dicembre 2001<br />

MEDIO ORIENTE Colpito anche il quartier generale dell'Autorità Palestinese<br />

Rappresaglia israeliana<br />

nei Territori autonomi<br />

TEL AVIV, 4.<br />

«Dolore e preoccupazione» suscitano<br />

le notizie di nuove violenze provenienti<br />

dal Medio Oriente. Nell'Angelus<br />

di domenica scorsa, il Santo Padre<br />

aveva già sottolineato la gravità della<br />

situazione. Ancora una volta la contrapposizione<br />

e l'odio ostacolano una<br />

speranza di pace che stenta a divenire<br />

realtà. Ma proprio mentre le bombe<br />

sembrano prendere il posto delle parole<br />

appare ancora più chiaro come il<br />

dialogo rappresenti la sola via d'uscita,<br />

l'unico strumento in grado di condurre<br />

alla convivenza pacifica.<br />

La situazione sul terreno continua ad<br />

aggravarsi. Israele ha sferrato la temuta<br />

la rappresaglia dopo gli attentati terroristici<br />

del fine settimana. Cacciabombardieri<br />

«F-16» ed elicotteri da combattimento<br />

«Apache» hanno avviato da ieri<br />

una serie di attacchi nella Striscia di Gaza<br />

e in Cisgiordania che hanno provocato<br />

non meno di tre morti. Stamani è<br />

stato colpito a Ramallah il quartiere generale<br />

del Presidente dell'Autorità Palestinese<br />

(Ap), Yasser Arafat. Il leader dell'Ap,<br />

che si trovava negli uffici bombardati,<br />

è rimasto illeso. A Gaza stamani le<br />

bombe hanno provocato oltre 120 feriti,<br />

tra i quali 60 alunni che stavano fuggendo<br />

dalla loro scuola durante i raid aerei<br />

israeliani. Un bimbo di otto mesi è inoltre<br />

morto ad un posto di blocco a Qalqilya,<br />

in Cisgiordania, dove i soldati<br />

avrebbero impedito il passaggio alla madre<br />

che lo stava portando in ospedale.<br />

Incursioni notturne si sono registrate<br />

anche in varie città autonome della Cisgiordania.<br />

Sempre durante la notte,<br />

bulldozer dell’esercito di Tel Aviv hanno<br />

cominciato a smantellare la pista dell’aeroporto<br />

internazionale di Gaza, utilizzato<br />

da Arafat per le sue missioni all’estero.<br />

Le bombe hanno invece reso praticamente<br />

inservibile l’eliporto dell'Ap e almeno<br />

due degli elicotteri utilizzati per<br />

gli spostamenti di Arafat sono stati fortemente<br />

danneggiati.<br />

Secondo un primo bilancio le bombe<br />

avrebbero centrato numerosi obiettivi<br />

dell'Ap a Gaza, Jenin e Betlemme. Alcune<br />

abitazioni civili sono state colpite. Un<br />

palestinese è rimasto ucciso ieri a Betlemme<br />

sotto le bombe. Altri due sono<br />

morti stamani a Gaza.<br />

L’annunciata risposta israeliana agli<br />

attentati suicidi di Gerusalemme e Haifa,<br />

che hanno provocato 26 morti e oltre<br />

200 feriti, è scattata intorno alle<br />

16.30 locali (le 15.30 in Italia), quando<br />

otto elicotteri hanno sorvolato Gaza e<br />

hanno colpito con almeno sedici razzi<br />

aria-terra l’eliporto di fronte all’ufficio<br />

di Arafat e altre sedi dell’Ap sul lungomare.<br />

Il raid è proseguito per oltre mezz’ora,<br />

mentre dagli elicotteri veniva<br />

aperto anche un intenso fuoco di sbarramento<br />

con le mitragliatrici pesanti e dagli<br />

edifici colpiti si levavano dense colonne<br />

di fumo. Tra la popolazione di Gaza,<br />

intenta agli ultimi acquisti prima dell’Iftar,<br />

la rottura serale del digiuno durante<br />

il mese di Ramadan, si è scatenato il panico.<br />

Decine di ambulanze sono accorse<br />

nella zona dell’attacco per prestare soccorso<br />

ai feriti, ricoverati all’ospedale «Al<br />

Shifa».<br />

Da parte sua l'Ap ha esortato in nottata<br />

tutti i movimenti fondamentalisti «a<br />

cessare le azioni che nuocciono alla legittima<br />

lotta palestinese, specie quelle<br />

che prendono di mira i civili e delle quali<br />

Israele approfitta per guadagnarsi la<br />

simpatia dell’opinione pubblica a spese<br />

della nostra giusta causa». Al contempo<br />

i leader palestinesi hanno chiesto al<br />

Consiglio di sicurezza dell’Onu di «bloccare<br />

urgentemente l’aggressione israeliana»<br />

e di «inviare osservatori internazionali<br />

nei Territori».<br />

Un edificio di Gaza in fiamme dopo la rappresaglia israeliana<br />

AFGHANISTAN Alla conferenza di Bonn accordo sul nome di Hamid Karzai vicino alle posizioni dell'ex Re<br />

Un pasthun candidato a guidare il Governo provvisorio<br />

BERLINO, 4.<br />

Potrebbe essere Hamid Karzai il Capo<br />

del Governo transitorio afghano. Sul suo<br />

nome si è infatti registrata un ampia<br />

convergenza alla conferenza di Bonn.<br />

Karzai, 46 anni, vicino alle posizioni dell'ex<br />

Re Zahir Shah, viene considerato il<br />

candidato ideale a guidare l'Esecutivo<br />

interinale per la sua appartenenza all'etnia<br />

pasthun, la maggioritaria in Afghanistan,<br />

per la sua trascorsa militanza anti<br />

sovietica e per l'attuale impegno militare<br />

nella lotta contro i Taleban.<br />

Già ieri, il Ministro degli esteri dell’Alleanza<br />

del Nord, Abdullah Abdullah,<br />

aveva annunciato che la coalizione accettava<br />

che il Capo del Governo provvisorio<br />

venisse dal gruppo dell’ex Re. In<br />

cambio — secondo quanto segnala l'agenzia<br />

«Ansa» — l’Alleanza chiede i ministeri<br />

dell’interno, della difesa e degli<br />

esteri. L'accordo definitivo sulla transizione<br />

politica in Afghanistan è stato raggiunto,<br />

come ha indicato il portavoce<br />

dell’Onu, Ahmed Fawzi, nella notte tra<br />

ieri ed oggi. Le quattro delegazioni presenti<br />

a Bonn si sono accordate sul testo<br />

proposto dall’Onu «con correzioni minori<br />

dell’ultimo minuto». Come annuncia-<br />

Il portavoce delle Nazioni Unite, Ahmed Fawzi, annuncia il raggiungimento dell'accordo<br />

OSCE Auspicata dalla Russia e dagli Stati Uniti<br />

Una soluzione politica<br />

alla crisi mediorientale<br />

BEIRUT, 4.<br />

tati. «Il Marocco espri-<br />

I sanguinosi attentati<br />

me il più profondo ram-<br />

palestinesi dei giorni<br />

marico per queste esplo-<br />

scorsi in Israele hanno<br />

sioni, che certo non aiu-<br />

suscitato cordoglio e<br />

tano gli sforzi della co-<br />

preoccupazione in seno<br />

munità internazionale<br />

al mondo arabo. Alle<br />

per la ripresa dei nego-<br />

espressioni di solidarietà<br />

ziati tra Israele e palesti-<br />

hanno fatto molto spesso<br />

nesi», ha detto il Mini-<br />

eco i timori per la possistero<br />

degli esteri. «Il Gobilità<br />

di un innalzamento<br />

verno e il popolo del<br />

del livello della violenza<br />

Marocco condannano<br />

da parte dei gruppi<br />

qualsiasi aggressione<br />

estremisti in lotta contro<br />

contro civili, indipenden-<br />

le politiche, considerate<br />

temente da quale parte<br />

troppo concilianti, del<br />

ne sia responsabile».<br />

Presidente dell'Autorità<br />

Secondo il Segretario<br />

Palestinese (Ap), Yasser<br />

della Lega Araba, Amr<br />

Arafat.<br />

Mussa, la serie di attac-<br />

Giordania ed Egitto,<br />

chi di questi giorni è il<br />

gli unici due Paesi arabi<br />

culmine di una spirale di<br />

ad avere firmato una pa-<br />

violenza innescata dalla<br />

ce separata con Israele,<br />

politica israeliana degli<br />

temono che le nuove Il Re Giordano e il Presidente egiziano durante il loro incontro al Cairo omicidi politici.<br />

operazioni militari israe-<br />

La maggior parte deliane<br />

nei Territori, oltre a non recare almier giordano Ali Abul Ragheb, invitangli osservatori arabi prevedono inoltre<br />

cun vantaggio, aumentino la frustraziodo le parti a sfruttare a pieno la possibi- che nei prossimi giorni ci saranno altre<br />

ne dei palestinesi, provocando un'ultelità. «Questa situazione deve essere ge- violenze. Secondo il quotidiano libanese<br />

riore impennata della violenza nelle stita con il massimo livello di responsa- filosiriano «As Safir», gli attacchi palesti-<br />

prossime settimane.<br />

bilità», ha detto Abul Ragheb, sollecitannesi non cesseranno «fino a quando le<br />

Re Abdullah II bin Hussein di Giordado gli israeliani alla moderazione e Ara- discussioni verteranno sulla sicurezza<br />

nia e il Presidente egiziano Hosni Mubafat ad agire con severità contro gli estre- piuttosto che su una soluzione politica<br />

rak si sono incontrati ieri al Cairo. Al misti palestinesi. Il Primo Ministro ha che dia ai palestinesi il diritto di crearsi<br />

termine del colloquio i due leader hanno inoltre plaudito alle «sagge decisioni» di un loro Stato». «La vendetta di Sharon<br />

sottolineato come l'ondata di attacchi Arafat di dichiarare lo Stato di emergen- sarà inutile», rileva il quotidiano interna-<br />

sia coincisa con una nuova iniziativa di za nei Territori e di arrestare diversi leazionale «Al Hayay», mentre dalle colon-<br />

pace Usa in Medio Oriente. «Questa poder del braccio militare del movimento ne di «Asharq Al Awsat» si punta il dito<br />

trebbe essere l’ultima “chance” per il di resistenza islamico Hamas.<br />

contro «l’opzione violenta» di elementi<br />

BUCAREST, 4.<br />

La Russia vuole evitare che «accada il<br />

peggio» in Medio Oriente e per questo si<br />

è messa d’accordo per collaborare con<br />

gli Stati Uniti: lo ha detto oggi a Bucarest<br />

il Ministro degli esteri russo, Igor Ivanov,<br />

dopo un colloquio con il Segretario<br />

di Stato americano, Colin Powell.<br />

«La situazione in Medio Oriente ha<br />

raggiunto un punto critico» ha detto ai<br />

giornalisti Ivanov, che con Powell partecipa<br />

alla seconda e ultima giornata della<br />

conferenza annuale dei Ministri degli<br />

esteri dei 55 Paesi dell’Organizzazione<br />

per la Sicurezza e Cooperazione in Europa<br />

(Osce). «Come patrocinatori del<br />

processo di pace insieme con gli americani<br />

— ha detto il Capo della diplomazia<br />

del Cremlino, riferendosi agli ultimi<br />

gravi avvenimenti del Medio Oriente —<br />

il nostro compito è evitare che la situazione<br />

peggiori. So che è difficile, ma abbiamo<br />

bisogno di trovare una soluzione<br />

politica. L’aiuto può venire solo da una<br />

soluzione politica».<br />

Ivanov, che incontrerà nel pomeriggio<br />

il Ministro degli esteri israeliano, Shimon<br />

Peres, ha detto di avere concordato<br />

con Powell un coordinamento degli<br />

sforzi dei due Paesi nella regione. Nel<br />

suo intervento di ieri davanti all’Assemblea<br />

dell’Osce, il Ministro Ivanov aveva<br />

chiesto alla Comunità internazionale di<br />

prendere «misure senza precedenti» contro<br />

il terrorismo ed aveva promesso che<br />

la Russia assumerà un ruolo costruttivo<br />

contro questa calamità.<br />

Intanto, il Ministro degli esteri di<br />

Israele, Shimon Peres, dalla tribuna del-<br />

I Ministri degli esteri dell'Osce a Bucarest<br />

rità palestinese, Yasser Arafat, di fare in<br />

modo che i palestinesi siano uniti, perché<br />

altrimenti «non potranno ottenere<br />

né pace né un proprio Stato», e di frenare<br />

la violenza che negli ultimi giorni<br />

ha fatto una quarantina di morti e numerosi<br />

feriti. In un appassionato intervento<br />

questa mattina all’Osce, il Ministro<br />

degli esteri israeliano ha chiesto ad<br />

Arafat di mettere sotto controllo tutte le<br />

Forze Armate palestinesi, ed ha citato<br />

anche il gruppo «Hamas» che ha rivendicato<br />

i sanguinosi attentati suicidi dello<br />

processo di pace», ha aggiunto il Pre- Anche Rabat ha condannato gli atten- sia palestinesi sia israeliani.<br />

l’Osce ha chiesto al Presidente dell’Auto- scorso fine settimana in Israele.<br />

to, l'intesa prevede la formazione di un<br />

Governo provvisorio composto da 29<br />

membri per una durata di sei mesi. Previsto<br />

anche il dispiegamento di una forza<br />

internazionale di sicurezza a Kabul e<br />

nei suoi dintorni. Nel testo approvato si<br />

legge infatti che i partecipanti alla conferenza<br />

«chiedono al Consiglio di sicurezza<br />

delle Nazioni Unite di prendere in<br />

considerazione al più presto il dispiegamento<br />

di una forza sotto mandato delle<br />

Nazioni Unite in Afghanistan. Tale forza<br />

parteciperà al mantenimento della sicurezza<br />

a Kabul e nei suoi dintorni». Tale<br />

forza potrà essere «progressivamente<br />

estesa» ad altre regioni del Paese «se necessario».<br />

Oggi l’Onu sottoporrà ai delegati<br />

afghani la lista dei componenti del<br />

Governo provvisorio sulla base dei candidati<br />

scelti dalle quattro delegazioni.<br />

Fonti delle Nazioni Unite hanno sottolineato<br />

di aver ricevuto la lista dei nomi<br />

presentata dall'Alleanza del Nord e che<br />

«ora si potrà fare una proposta alle parti<br />

per una amministrazione provvisoria».<br />

L’Onu, che aveva già ricevuto le liste<br />

delle altre tre delegazioni, aspettava infatti<br />

quella dell’Alleanza del Nord per<br />

essere in grado di avanzare una proposta<br />

sulla composizione del Governo.<br />

Il discorso del Papa ai Presuli della Conferenza Episcopale dell'Honduras<br />

La ricostruzione nazionale<br />

non prescinda dal rispetto della persona<br />

Un appello al rispetto della dignità<br />

delle persone e alla salvaguardia dei<br />

loro diritti fondamentali, mentre ci si<br />

appresta alla ricostruzione materiale<br />

dell'Honduras, è contenuto nel discorso<br />

del Santo Padre ai Presuli della<br />

Conferenza Episcopale honduregna ricevuti<br />

in udienza nella mattina di<br />

martedì 4 dicembre, in occasione della<br />

visita canonica «ad limina Apostolorum».<br />

Ricordando i disastri provocati<br />

dall'uragano Mitch nel 1998 e dalla<br />

più recente tormenta tropicale Michelle<br />

il Santo Padre ha raccomandato di<br />

cercare di alleviare le sofferenze del<br />

popolo già tanto provato e di suscitare<br />

nuove speranze. Il Santo Padre ha poi<br />

sottolineato la necessità di «promuovere<br />

una giustiuzia vera» nella distribuzione<br />

delle risorse di cui dispone il<br />

Paese evitando così non solo di alimentare<br />

il solco profondo già esistente<br />

tra i tantissimi poveri e i pochissimi<br />

ricchi, ma anche di favorire «l'insorgere<br />

di una tentazione di ricorrere alla<br />

violenza da parte delle vittime dell'ingiustizia».<br />

Ai Vescovi il Santo Padre<br />

ha raccomandato di insistere nella<br />

«opzione preferenziale per i poveri,<br />

non esclusiva né escludente». «Un fenomeno<br />

non meno preoccupante ai<br />

nostri giorni — ha aggiunto il Papa<br />

—, e che si percepisce anche in Honduras,<br />

è una certa disgregazione fami-<br />

Giordania ed Egitto paventano un ulteriore aumento degli attacchi terroristici<br />

Cordoglio e timori nel mondo arabo<br />

dopo gli attentati a Gerusalemme e Haifa<br />

liare»; a fronte di ciò «occorre sensibilizzare<br />

— ha detto Giovanni Paolo II<br />

— tutti gli ambiti disponibili, inclusi i<br />

mezzi di comunicazione sociale, al fine<br />

di rafforzare il matrimonio e la famiglia<br />

e far fronte a certe campagne o<br />

mode che attentano dissimulatamente<br />

all'istituzione familiare e alla vita stes-<br />

Il Santo Padre ha ricevuto questa<br />

mattina in udienza le Loro Eccellenze<br />

Reverendissime i Monsignori:<br />

— André Sana, Arcivescovo di<br />

Kerkūk dei Caldei (Iraq), in visita<br />

«ad limina Apostolorum»;<br />

— Thomas Meram, Arcivescovo<br />

di Urmyā dei Caldei, e Vescovo di<br />

Salmas dei Caldei (Iran), in visita<br />

«ad limina Apostolorum»;<br />

— Ramzi Garmou, Arcivescovo di<br />

Teheran dei Caldei (Iran), in visita<br />

«ad limina Apostolorum»;<br />

— Faraj Rahho, Arcivescovo di<br />

Mossul dei Caldei (Iraq), in visita<br />

«ad limina Apostolorum».<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha nominato Nunzio<br />

Apostolico in Senegal e Delegato<br />

Apostolico in Mauritania il Reverendo<br />

Monsignore Giuseppe Pinto,<br />

Consigliere di Nunziatura, elevandolo<br />

in pari tempo alla sede titolare<br />

di Anglona, con dignità di Arcivescovo.<br />

sa». Il Papa infine ha sottolineato l'importanza<br />

della comunione tra il Vescovo<br />

ed i suoi sacerdoti i religiosi, le religiose<br />

e i laici impegnati, nonché la<br />

necessità di provvedere ad una sana<br />

educazione per i giovani.<br />

NOSTRE INFORMAZIONI<br />

Nomina<br />

di Vescovo Coadiutore<br />

IlSantoPadrehanominato Vescovo<br />

Coadiutore di Colorado Springs<br />

(U.S.A.) Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Michael John Sheridan,<br />

finora Vescovo titolare di Tibiuca<br />

ed Ausiliare di Saint Louis.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong><br />

LIBRI<br />

Pagine 4 e 5<br />

Oggi la pagina settimanale di<br />

articoli, schede e segnalazioni<br />

dedicata alle novità editoriali<br />

Dagli scritti «in diretta»<br />

dalle due trincee<br />

una profonda riflessione<br />

sull'«inutile strage»<br />

di ROBERTO MOROZZO<br />

DELLA ROCCA<br />

Pagina 8


DAL MONDO<br />

TERRORISMO Ancora minacce di attentati durante le festività natalizie<br />

L'Amministrazione Bush<br />

lancia un altro allarme<br />

Afghanistan:<br />

bin Laden<br />

braccato<br />

sui monti<br />

di Tora Bora<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

PAGINA<br />

WASHINGTON, 4.<br />

Ci vorrà forse del tempo ancora,<br />

ma «siamo preparati ad aspettare».<br />

E, alle fine, gli Stati Uniti<br />

riusciranno a catturare i terroristi<br />

ricercati: il mullah Omar, il leader<br />

dei Taleban, stretto d’assedio a<br />

Kandahar e Osama bin Laden, nascosto<br />

con centinaia di pretoriani<br />

da qualche parte nei pressi di Jalalabad,<br />

dove gli aerei americani<br />

conducono raid a ripetizione.<br />

Queste convinzioni, che sono<br />

state espresse, in un briefing al<br />

Pentagono, dal contrammiraglio<br />

John Stufflebleem, sono lo specchio<br />

dell’atteggiamento degli americani<br />

sulla campagna contro il<br />

terrorismo: la prima fase è vinta,<br />

ma bisogna mettere le mani sui<br />

«malvagi» — una parola che piace<br />

al Presidente americano George<br />

W. Bush —. «Stiamo cercando<br />

singole persone», dice Stufflebeem,<br />

che misura le parole.<br />

Anche i raids aerei di oggi, 58º<br />

giorno della campagna contro il<br />

terrorismo «Enduring Freedom»<br />

(Libertà duratura) entrata nella<br />

nona settimana, mentre la luna<br />

del Ramadan è ormai calante, sono<br />

stati diretti essenzialmente<br />

contro i presunti nascondigli di<br />

Osama bin Laden, il leader della<br />

rete terroristica «Al Qaeda», che<br />

sarebbe responsabile dei disumani<br />

attacchi terroristici contro l’America<br />

dell’11 Settembre scorso.<br />

Fonti del Pentagono confermano<br />

le informazioni che le ultime<br />

incursioni sono avvenute, in particolare,<br />

contro complessi di caverne<br />

e bunker sulle Montagne Bianche,<br />

lungo il confine tra Afghanistan<br />

e Pakistan, specialmente nella<br />

zona di Tora Bora.<br />

Infine, ci sono sacche di resistenza<br />

dei Taleban nel Nord dell’Afghanistan:<br />

«almeno quattro,<br />

probabilmente di più», ha detto il<br />

contrammiraglio John Stufflebeem.<br />

A resistere nel Nord sarebbero<br />

«poche centinaia» di Taleban,<br />

con i quali i guerriglieri dell’Alleanza<br />

del Nord starebbero<br />

trattando la resa. L'ammiraglio<br />

Stufflebeem ha stimato a «poche<br />

migliaia» i Taleban e i terroristi di<br />

«Al Qaeda» che resistono a Kandahar,<br />

nel Sud del Paese.<br />

Per quanto riguarda i combattimenti<br />

nei pressi di Kandahar, il<br />

Pentagono si limita a confermare,<br />

per l'ennesima volta, che essi sono<br />

in corso, senza dare indicazioni<br />

sull'andamento dell'assedio,<br />

nell'intreccio di informazioni spesso<br />

contraddittorie che vengono<br />

dalle fazioni anti Taleban. I marines<br />

si tengono pronti ad intervenire,<br />

ma finora non lo hanno fatto:<br />

sono oramai circa 1.200, acquartierati<br />

a un centinaio di chilometri<br />

a Sud-Est di Kandahar, dove hanno<br />

già fortificato la loro posizione,<br />

e per il momento non dovrebbero<br />

aumentare di numero, anche se il<br />

comandante della campagna, il<br />

generale Tommy Franks, potrebbe<br />

sempre decidere altrimenti.<br />

TIPOGRAFIA VATICANA<br />

EDITRICE<br />

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a cura di Arturo Mari<br />

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.<br />

2 .<br />

PUBBLICITÀ:<br />

PUBBLIETICA s.r.l.<br />

in primo piano<br />

WASHINGTON, 4.<br />

Allarme massimo negli Stati Uniti, di<br />

qui alla fine del Ramadan, dopo che<br />

nuove informazioni di possibili attentati<br />

sono pervenute «in misura inusuale» all’Amministrazione<br />

Bush: a lanciare il<br />

nuovo allerta che fa piombare un’altra<br />

volta l’America nella paura, è il Segretario<br />

per la sicurezza nazionale, Tom Ridge.<br />

«Negli ultimi giorni diverse fonti di<br />

“intelligence“ hanno registrato un volume<br />

più alto della norma di minacce di<br />

nuovi attentati contro obiettivi americani<br />

— ha detto Ridge, durante un conferenza<br />

stampa indetta da un minuto all’altro<br />

alla Casa Bianca —. Il volume e<br />

la qualità delle minacce è stato giudicato<br />

dallo stesso Presidente George W. Bush<br />

credibile, tanto da indurlo ad autorizzare<br />

il nuovo allarme».<br />

«Non ci sono però indicazioni su<br />

obiettivi specifici o sui tempi degli attentati<br />

— ha precisato il Segretario per la<br />

sicurezza nazionale —: le minacce sono<br />

molto generiche. Ma sappiamo che nelle<br />

prossime settimane non solo finirà il Ramadan<br />

ma vi saranno altre festività religiose»<br />

come il Natale cristiano, il che<br />

concorre a costituire un periodo ad alto<br />

rischio. Il Segretario Ridge ha invitato<br />

inoltre i cittadini americani a non abbassare<br />

la guardia solo perché ci si allontana<br />

dall’11 settembre — e a riferire qualsiasi<br />

attività sospetta — e ha reso noto<br />

che 18.000 centri di lotta contro il terrorismo<br />

in tutta l’Unione sono stati posti<br />

in stato di massima allerta.<br />

Una prima conseguenza del nuovo al-<br />

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AZIENDE PROMOTRICI DELLA DIFFUSIONE DE <strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong><br />

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Pubblietica sta lavorando ad un progetto teso all'incremento della diffusione de<br />

L'Osservatore Romano in collaborazione con alcune primarie aziende italiane.<br />

Lo sforzo del quotidiano della Santa Sede per diffondere la parola del Papa, soprattutto in<br />

questo particolare momento storico, può infatti essere validamente sostenuto da quanti<br />

condividono i valori propugnati dalla Chiesa cattolica.<br />

Alcune aziende hanno scelto L'Osservatore Romano come mezzo privilegiato e qualificato<br />

per divulgare il loro messaggio pubblicitario. Saranno queste aziende —<br />

sottoscrittrici di numerosi abbonamenti — a diffondere all'interno del proprio<br />

mondo di riferimento (sedi, clienti, collaboratori), questo giornale, questi valori.<br />

STATI UNITI Secondo il Segretario alla sanità<br />

Carbonchio: contaminate<br />

decine di migliaia di lettere<br />

WASHINGTON, 4.<br />

Decine di migliaia di lettere in tutti gli<br />

Stati Uniti potrebbero essere state contaminate<br />

da tracce di carbonchio, essendo<br />

passate attraverso macchinari contaminati<br />

o essendo venute a contatto con altra<br />

posta già contaminata. Gli inquirenti<br />

ritengono che le lettere siano state contaminate<br />

soprattutto transitando nell’ufficio<br />

postale di Trenton, nel New Jersey,<br />

dove le lettere più pericolose sono state<br />

impostate. Ma il rischio di contagio per<br />

le persone diminuisce giorno dopo giorno,<br />

e gli esperti ricordano che tracce di<br />

batteri non sono sufficienti a fare ammalare<br />

una persona.<br />

Tuttavia, sono gli stessi inquirenti ad<br />

attribuire a un caso di contaminazione<br />

incrociata, con tracce di carbonchio<br />

molto deboli, la responsabilità del decesso<br />

di Ottilie Lundgren, la donna di 94<br />

anni morta in ottobre nel Connecticut e<br />

che è stata l'ultima delle cinque persone<br />

uccise dal carbonchio. Lo ha sostenuto<br />

ieri lo stesso Segretario alla sanità degli<br />

Stati Uniti Thommy Thompson, secondo<br />

il quale «Ci sono abbastanza prove per<br />

sostenere che è stato un contagio trasversale<br />

arrivato con qualche lettera». Il<br />

responsabile della sanità statunitense si<br />

è detto soddisfatto perché «a quanto pare<br />

si è risolto un mistero», ma al tempo<br />

stesso preoccupato: «Le spore — ha detto<br />

— sono invisibili e chi sa dire quando<br />

salterà fuori il prossimo caso di contaminazione<br />

indiretta?». Il carbonchio che<br />

in apparenza ha portato all’infezione<br />

dell’anziana Ottilie Lundgren ha contaminato<br />

anche quattro apparecchiature<br />

di smistamento della posta dell’ufficio<br />

postale di Wallingford, attraverso cui<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Mercoledì 5 Dicembre 2001<br />

AFGHANISTAN Il Pentagono si dice certo che, alla<br />

fine, Osama bin Laden, capo della rete terroristica<br />

«al Qaeda», e il mullah Omar, leader dei Taleban,<br />

non sfuggiranno alla cattura. I raid aerei americani<br />

sono diretti contro i complessi di caverne e di<br />

bunker nella zona di Tora Bora, dove si ritiene si<br />

nascondano i due ricercati.<br />

ITALIA Il Governo ha stanziato 70 miliardi di lire<br />

per assistere la popolazione afghana, a cominciare<br />

larme è il riserbo subito sceso sul vice<br />

Presidente degli Stati Uniti, Dick Cheney.<br />

Ridge non ha neppure voluto dire<br />

se sia stato di nuovo trasferito in quel<br />

«luogo sicuro» dove l’Fbi lo ha spesso<br />

tenuto dall’inizio degli attacchi terroristici<br />

dell'11 settembre scorso. Il nuovo allarme,<br />

il terzo in meno di tre mesi, notano<br />

fonti vicine alla Casa Bianca, è una<br />

conferma dello stato di allerta esistente<br />

dall’inizio del Ramadan, il mese del digiuno<br />

sacro ai musulmani che si concluderà<br />

il 16 dicembre.<br />

Intanto, gli Stati Uniti stanno intensificando<br />

la caccia alle cosiddette «cellule<br />

in sonno» della rete terroristica di Osama<br />

bin Laden, «Al Qaeda». Secondo<br />

fonti coperte dall’anonimato della Casa<br />

Bianca, citate dal quotidiano «Washington<br />

Post», mentre la campagna in Afghanistan<br />

sembra avviarsi alla fase finale,<br />

l’Amministrazione Bush sta sollecitando<br />

gli investigatori a concentrare tutti<br />

gli sforzi nello scovare i terroristi ancora<br />

nascosti negli Stati Uniti o in altri<br />

Paesi. Il Segretario della giustizia, John<br />

Ashcroft, sostiene che il 90 per cento dei<br />

militanti di «Al Qaeda» sul territorio<br />

americano sono tuttora liberi.<br />

«Ci sono cellule di “Al Qaeda“ ancora<br />

in libertà, qui negli Stati Uniti, in altri<br />

Paesi amici, ed in Paesi che hanno una<br />

lunga tradizione di sostenere il terrorismo<br />

— ha osservato la fonte della Casa<br />

Bianca — e ciò è normale se si pensa<br />

che queste cellule erano negli Stati Uniti<br />

prima dell’11 settembre e ce ne possono<br />

di conseguenza essere altre».<br />

passano ogni giorno tre milioni di lettere<br />

e pacchi diretti alle contee di New Haven,<br />

Middlesex e New London.<br />

La stampa statunitense, intanto, ha riferito<br />

ieri, segnatamente con il «New<br />

York Times», che la polvere usata per<br />

gli attentati al carbonchio negli Stati<br />

Uniti è identica a quella prodotta nei laboratori<br />

militari americani prima che a<br />

suo tempo l'allora Presidente Richard<br />

Nixon chiudesse i programmi statunitensi<br />

di guerra batteriologica. La circostanza<br />

sembra confermare ulteriormente la<br />

pista del terrorismo interno.<br />

Fbi: annunciata<br />

una ristrutturazione<br />

amministrativa<br />

WASHINGTON, 4.<br />

Il Direttore dell’Fbi, Robert<br />

Mueller, ha annunciato ieri sera<br />

una ristrutturazione della polizia<br />

federale mirata a colmare le lacune<br />

individuate attraverso una serie<br />

di errori nell’ultimo anno e dare<br />

maggiore peso alla lotta al terrorismo.<br />

Mueller, che lavora alla<br />

riorganizzazione dell’Agenzia da<br />

quando ha assunto la carica di direttore<br />

poco prima dell’11 settembre,<br />

ha annunciato la sua decisione<br />

di non nominare un nuovo vice<br />

capo in sostituzione del dimissionario,<br />

Thomas Pickard.<br />

ITALIA Mediante contributi alle agenzie dell'Onu che operano a Kabul<br />

Il Governo stanzia 70 miliardi di lire<br />

per aiuti alla popolazione afghana<br />

alimentare mondiale (Pam) dell'Onu per<br />

aiuti alimentari al Pakistan e ai profughi<br />

afghani. Nell’ultimo mese il Pam è riuscito<br />

a consegnare 52 tonnellate di aiuti<br />

alimentari sufficienti a sfamare 6 milioni<br />

di persone. Un contributo di 13 miliardi<br />

è poi previsto per il Fondo dell'Onu per<br />

l’infanzia (Unicef). Questa agenzia distribuisce<br />

direttamente in Afghanistan aiuti<br />

umanitari dalle basi di Kabul, Jalalabad,<br />

Herat, Faizabad, Mazar-i-Sharif e Kandahar.<br />

Cinque miliardi andranno all’Unfpa<br />

(il Fondo dell'Onu per la popolazione)<br />

e saranno impiegati per assistere ve-<br />

«Iss»: passeggiata spaziale<br />

per rimuovere un guasto<br />

WASHINGTON, 4.<br />

Una passeggiata spaziale<br />

di due astronauti<br />

russi ha portato alla rimozione<br />

dall’esterno della<br />

Stazione spaziale internazionale<br />

(Iss) di un<br />

cavo che bloccava l’aggancio<br />

di una «navicella<br />

cargo» e che aveva costretto<br />

la Nasa a rinviare<br />

il lancio dello Shuttle<br />

«Endeavour».<br />

Il successo della passeggiata<br />

spaziale ha consentito<br />

alla Nasa di programmare<br />

per oggi alle<br />

17.45 (locali, le 23.45 italiane)<br />

il lancio dell’«Endeavour»,<br />

che reca a<br />

bordo anche il modulo<br />

italiano «Raffaello». I due cosmonauti<br />

hanno confermato che un cavo gommoso<br />

era rimasto attaccato ad uno dei portelli<br />

di attracco della Stazione spaziale<br />

internazionale impedendo il perfetto aggancio<br />

di una «navicella cargo» russa<br />

piena di viveri, carburante ed equipaggiamento<br />

per gli inquilini della Stazione.<br />

La navicella è stata allontanata dall'«Iss»<br />

dai profughi e dagli sfollati. Il Pam ha varato un piano<br />

per sfamare un milione di persone a Kabul.<br />

TERRORISMO L'Amministrazione Bush teme nuovi<br />

attentati terroristici negli Usa. Le forze di sicurezza<br />

sono state poste in stato di massima allerta.<br />

CARBONCHIO Secondo le autorità sanitarie Usa,<br />

decine di migliaia di lettere potrebbero presentare<br />

qualche traccia di carbonchio, essendo passate at-<br />

ROMA, 4.<br />

L’Italia corre in aiuto<br />

dei profughi e della popolazione<br />

afghana con<br />

uno stanziamento di 70<br />

miliardi di lire che saranno<br />

distribuiti alle<br />

principali organizzazioni<br />

internazionali che operano<br />

in Afghanistan.<br />

Nel dettaglio, l’intervento<br />

umanitario dell’Italia<br />

in Afghanistan prevede<br />

un contributo di 25<br />

miliardi a favore dell’Alto<br />

Commissariato dell'Onu<br />

per i rifugiati<br />

(Unhcr), che destinerà<br />

15 miliardi ai profughi<br />

afghani in Pakistan e 10<br />

miliardi ai profughi in<br />

Iran. Altri 14 miliardi<br />

andranno al Programma<br />

Un piccolo profugo afghano ricoverato nell'ospedale di Quetta in Pakistan<br />

dove, bambini, anziani. Quattro miliardi<br />

è il contributo destinato alla Croce Rossa<br />

per gli sfollati all’interno dell’Afghanistan,<br />

altri quattro all’Oms (Organizzazione<br />

mondiale della sanità) e ancora 2 all’Oim<br />

(Organizzazione internazionale<br />

per le migrazioni) per finanziare le operazioni<br />

di rimpatrio dei profughi afghani.<br />

Minori contributi andranno a organizzazioni<br />

non governative italiane.<br />

Con questi stanziamenti, che si aggiungono<br />

a precedenti interventi umanitari,<br />

l’Italia si pone al secondo posto tra<br />

i Paesi dell'Ue per il volume di aiuti con-<br />

UE-CINA Visita a Pechino del commissario Lamy<br />

Avviata una nuova epoca<br />

nei rapporti commerciali<br />

PECHINO, 4.<br />

Le relazioni tra l'Unione Europea e la<br />

Cina sono entrate in una nuova era, in<br />

particolare dopo l’ingresso della Cina<br />

nella Wto, l’Organizzazione Mondiale<br />

per il Commercio. Lo ha dichiarato il<br />

responsabile per il commercio della<br />

Commissione esecutiva dell'Ue, Pascal<br />

Lamy, incominciando ieri una visita di<br />

due giorni a Pechino. L’Ue e i suoi Paesi<br />

membri, ha spiegato Lamy, rispetteranno<br />

l’applicazione degli accordi firmati<br />

tra la Cina ed la Wto e non ricorreranno<br />

immediatamente ai meccanismi<br />

previsti da tali accordi per risolvere le<br />

divergenze ogni volta che nascano problemi.<br />

Parlando all’Istituto internazionale<br />

del commercio Cina-Europa, Lamy ha<br />

sottolineato che è sempre preferibile<br />

adottare «un atteggiamento costruttivo».<br />

Il commissario al commercio ha comunque<br />

evidenziato che ora la priorità<br />

dell’Ue è quella della mancanza in Cina<br />

di una legge per la protezione dei diritti<br />

di proprietà intellettuale. Lamy ha consigliato<br />

di non accelerare i tempi e di non<br />

imporre alla Cina un ritmo più veloce di<br />

quello proposto per l’attuazione delle riforme.<br />

Il commissario europeo ha infine<br />

dichiarato che l’ingresso della Cina nella<br />

Wto creerà nuove strutture che contribuiranno<br />

allo sviluppo economico, giuridico<br />

e sociale del paese.<br />

Sul piano interno, intanto, la Commissione<br />

ha invitato ieri formalmente la<br />

Gran Bretagna a modificare le norme<br />

che regolano l’importazione di pesticidi,<br />

erbicidi e altri prodotti per la protezione<br />

dei vegetali.<br />

La misura, che ha preso la forma di<br />

Il cosmonauta russo Tiurin lavora all'esterno dell'«Iss»<br />

di pochi centimetri, dal centro di controllo<br />

in Russia, per consentire ai cosmonauti<br />

di spostare il cavo (lasciato da<br />

una navicella attraccata in precedenza)<br />

liberando il portello di attracco. L’operazione<br />

è riuscita ed il cargo è adesso<br />

agganciato in modo perfetto all'«Iss»,<br />

consentendo agli astronauti di recuperare<br />

il materiale inviato da Terra.<br />

un parere motivato — la tappa precedente<br />

al deferimento alla Corte di Giustizia<br />

Ue di Lussemburgo — mira ad allentare<br />

il regime britannico che secondo<br />

la Commissione «è da considerare una<br />

barriera alla libera circolazione delle<br />

merci». In particolare, il sistema messo<br />

a punto da Londra, il cosiddetto sistema<br />

di importazioni parallele, prevede la<br />

concessione dell’autorizzazione al commercio<br />

solo ai prodotti che risultano<br />

identici a quelli già autorizzati in Gran<br />

Bretagna, contrariamente a quanto stabilito<br />

in materia dalla Corte dell'Ue.<br />

Grecia: ingenti<br />

finanziamenti europei<br />

per lo sviluppo rurale<br />

BRUXELLES, 4.<br />

La Commissione esecutiva dell'Unione<br />

Europea ha approvato ieri<br />

ingenti finanziamenti per il programma<br />

di sviluppo rurale «Leader+»<br />

per la Grecia. Nell'annunciarlo<br />

ieri a Bruxelles, il responsabile<br />

per l'agricoltura della Commissione,<br />

Franz Fischler, ha sottolineato<br />

che per il periodo 2001-<br />

2006 l’ammontare complessivo del<br />

credito sarà di 392 milioni di euro,<br />

182,90 milioni dei quali provenienti<br />

direttamente dalle casse comunitarie,<br />

ed i restanti dal settore<br />

pubblico e privato greco.<br />

Usa-Canada: intesa<br />

per migliorare<br />

i controlli al confine<br />

OTTAWA, 4.<br />

Il Canada e gli Stati Uniti hanno firmato<br />

ieri un accordo che dovrebbe migliorare<br />

i controlli alle frontiere tra i due<br />

Paesi e prevede nuove misure coordinate<br />

sull’immigrazione. L’accordo, firmato<br />

dal Segretario alla giustizia statunitense,<br />

John Ashcroft, e dal vice Procuratore<br />

generale canadese, Lawrence MacAulay,<br />

prevede tra l’altro misure per un aumento<br />

della sorveglianza da parte di entrambi<br />

i Paesi su persone e prodotti che<br />

attraversano il confine.<br />

L’intesa ridefinisce le procedure di<br />

controllo su persone e prodotti che<br />

giungano nel Nord America da altri Paesi,<br />

con particolare attenzione per quanti<br />

arrivano da Nazioni per i cui cittadini è<br />

richiesto il visto anche come turisti.<br />

Quanto ai rifugiati, i nuovi regolamenti<br />

prevedono che se lo statuto è rifiutato<br />

in uno dei due Paesi, esso non può poi<br />

essere concesso dall’altro. Il bilancio<br />

preventivo che il Ministro delle finanze<br />

canadese, Paul Martin, presenterà alla<br />

Camera dei Comuni il 10 dicembre includerà<br />

nuovi finanziamenti per le Forze<br />

dell’ordine e i servizi di controllo dell’immigrazione,<br />

in maniera da garantire<br />

l’attuazione degli impegni assunti con<br />

gli Stati Uniti con il nuovo accordo.<br />

traverso macchinari di smistamento contaminati. Ma<br />

il rischio di contagio per le persone è minimo, in<br />

quanto il grado di contaminazione è basso.<br />

UE-CINA Visita a Pechino di Pascal Lamy, responsabile<br />

per il commercio in seno alla commissione<br />

esecutiva dell'Unione Europea. La cooperazione<br />

economica tra le due aree entra in una fase di<br />

espansione dopo l'ingresso della Cina nell'Organizzazione<br />

mondiale per il commercio.<br />

cessi a favore della popolazione<br />

afghana.<br />

Intanto, il Pam ha assunto<br />

2.400 donne afghane<br />

per condurre un’indagine<br />

porta a porta a Kabul<br />

sui bisogni delle famiglie<br />

e per consegnare<br />

loro buoni alimentari. I<br />

rilevatori (ci saranno anche<br />

1.200 uomini) consegneranno<br />

ad ogni famiglia<br />

dei buoni da scambiare<br />

con una razione di<br />

50 chili di farina. L’indagine<br />

del Pam a Kabul,<br />

che dovrebbe cominciare<br />

questo fine settimana,<br />

costituisce il primo passo<br />

di un’iniziativa che<br />

mira a sfamare oltre un<br />

milione di persone nella<br />

capitale afghana.<br />

«Questa non solo è la più ampia indagine<br />

di questo tipo mai fatta a Kabul,<br />

ma ha il vantaggio di impiegare a pagamento<br />

un gran numero di donne afghane»,<br />

ha dichiarato la portavoce del Pam<br />

a Islamabad, Lindsay Davies. «Mobilitare<br />

tutte queste donne — ha spiegato —<br />

è un fatto altamente significativo».<br />

Com'è noto, durante il regime dei Taleban,<br />

alle donne era inibito il lavoro e il<br />

Pam poteva impiegare solo uomini:<br />

«una situazione — sottolinea l'agenzia<br />

dell'Onu — dal libro “Comma 22”».<br />

Kirghizistan:30persone<br />

perite in una discarica<br />

MOSCA — Erano in trenta e cercavano<br />

metalli non ferrosi tra le<br />

montagne di immondizia a Bishkek,<br />

capitale del Kirghizistan,<br />

quando la massa enorme di rifiuti<br />

è precipitata loro addosso uccidendoli.<br />

Nove corpi sono già stati recuperati,<br />

secondo quanto informa<br />

lunedì pomeriggio l’agenzia di<br />

stampa russa «Itar-Tass», mentre<br />

altre 21 persone sono ancora sepolte<br />

sotto otto metri di immondizia.<br />

A Bishkek, in tutta l’Asia Centrale<br />

e persino a Mosca, la caccia<br />

ai metalli riutilizzabili nelle discariche<br />

comunali è cosa frequente.<br />

Russia: tragedia<br />

in un mercato a Mosca<br />

MOSCA — Un’esplosione, apparentemente<br />

accidentale, e poi un<br />

incendio in un autobus privato<br />

hanno provocato martedì la morte<br />

di 12 persone e il ferimento di altre<br />

due al grande mercato scoperto<br />

di Izmailovo, alla periferia di<br />

Mosca. Secondo le prime risultanze,<br />

citate dai media russi, l’esplosione,<br />

avvenuta mentre il veicolo<br />

era parcheggiato al mercato, potrebbe<br />

essere dovuta al malfunzionamento<br />

di una bombola di gas<br />

che serviva a riscaldare il veicolo<br />

giunto a Mosca dalla regione di<br />

Krasnodar nella Russia meridionale.<br />

Questa notte il freddo intenso<br />

nella capitale russa ha raggiunto i<br />

dieci gradi sotto zero.<br />

Burundi: violenti<br />

combattimenti<br />

NAIROBI — Continuano in Burundi<br />

violenti combattimenti e imboscate<br />

contro i civili. Negli ultimi giorni,<br />

molte decine di persone hanno<br />

perso la vita. Nel Paese è in corso<br />

da otto anni una guerra civile che<br />

ha causato circa 250.000 morti. Tra<br />

sabato e domenica, hanno segnalato<br />

lunedì fonti locali di cui riferisce<br />

radio Nairobi, i ribelli Hutu —<br />

che non hanno accettato l’intesa di<br />

pace e il Governo di unità nazionale<br />

varati il primo novembre —<br />

hanno teso almeno due imboscate<br />

mitragliando pullmini che trasportavano<br />

civili. Una radio locale parla<br />

di 11 morti in uno dei due agguati<br />

avvenuto a 10 km a Sud-Est<br />

di Bujumbura, ma non ci sono conferme<br />

indipendenti.<br />

Kenya: incendio<br />

in un hotel a Malindi<br />

NAIROBI — Un violentissimo incendio<br />

ha devastato lunedì pomeriggio<br />

un complesso alberghiero a<br />

Malindi, sulla costa keniana, costringendo<br />

ad una repentina fuga i<br />

circa 220 ospiti: non ci sono stati<br />

feriti. Sconosciute per ora le cause<br />

del disastro, che ha coinvolto anche<br />

alcune ville limitrofe.<br />

USA: riuscito<br />

un test missilistico<br />

WASHINGTON — Il test per l'iniziativa<br />

di difesa anti missile (il cosiddetto<br />

»scudo spaziale») in programma<br />

sul Pacifico è stato un<br />

successo: lo ha annunciato martedì<br />

il Pentagono, dopo l'esperimento.<br />

Era il quinto test di questo genere<br />

ed è il terzo che ha esito positivo,<br />

il secondo consecutivo (il<br />

precedente risaliva a luglio).


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

ELZEVIRO Riflessioni sulla scrittura<br />

L'idiosincrasia<br />

per gli aggettivi<br />

LUIGI M. PERSONÈ<br />

Si comincia dal mio maestro di italiano<br />

al liceo, Raffaele de Lorenzis, primo<br />

traduttore, pare, dei Carmina, di Giovanni<br />

Pascoli.<br />

«Lei — mi diceva — ha una idiosincrasia<br />

per gli aggettivi».<br />

Idiosincrasia. Sebbene pascoliano, il<br />

mio maestro si compiaceva di parole<br />

difficili. Voleva dire che io non avevo<br />

simpatia per gli aggettivi. Può darsi che<br />

egli azzeccasse, non per la simpatia, ma<br />

perché in effetti fin dai primi studi, fin<br />

da quando ho avuto a vedermela con i<br />

vocaboli, ho trascurato gli aggettivi.<br />

Ci sarà stata una ragione, una ragione<br />

non legittima per tutti. Valida per me e,<br />

come al solito, suscettibile di invalidità<br />

per gli altri.<br />

La espongo, con questa premessa, per<br />

spiegarmi con più di uno che è tornato<br />

sull'argomento avvertito dal mio antico<br />

professore.<br />

Sì, io sono parco di aggettivi. Seguo<br />

senza propormelo, Ferdinando Martini<br />

che mi confidava, senza sapere nulla dei<br />

miei gusti, come egli fosse turbato dagli<br />

aggettivi ma per una causa diversa<br />

dalla mia.<br />

Egli era inquieto per gli aggettivi e<br />

per la collocazione dei pensieri. Non<br />

procedeva con sicurezza nella graduazione<br />

delle qualità e nella collocazione<br />

degli argomenti.<br />

Come si fa a stabilire la gamma delle<br />

doti? Come si riesce a collocare al punto<br />

giusto ciò che si vuole esporre? Il motivo<br />

va messo prima o dopo un altro?<br />

Trascorremmo in questa discussione un<br />

intero pomeriggio nella sua villa di Monsummano.<br />

Pare, a quel che mi disse, che dallo<br />

stesso dubbio fosse preso Renato Fucini.<br />

Certo, vi incappava anche Ugo Ojetti,<br />

elegantissimo autore di Cose viste.<br />

L'eleganza veniva a Ojetti proprio dall'aver<br />

trovato un vocabolo esatto per l'opinione<br />

o il risentimento che gli urgeva<br />

dentro. Doveva — dico doveva — scoprire<br />

sulla carta, tale e quale, quel che<br />

egli sentiva intimamente. Una fantasia,<br />

un'immagine, un sentimento bisognava<br />

che li materializzasse sul foglio: come se<br />

li vedesse, li toccasse.<br />

Non era facile. E rieccolo, Ojetti, a<br />

gingillarsi, per giorni e giorni, intorno a<br />

una Cosa vista. Leggeva. Non si riconosceva.<br />

Disfaceva. Aguzzava l'ingegno per<br />

trovare nel suono delle parole sulla carta<br />

ciò che gli vibrava dentro.<br />

Gira e rigira, alla fine ci riusciva.<br />

Siamo così all'eleganza delle Cose viste,<br />

piuttosto trascurate in un'epoca come<br />

questa che, per la scrittura, non pare<br />

vocata a certe raffinatezze.<br />

Io, nelle mie conoscenze, sono passato<br />

varie volte, e sotto vari aspetti, per<br />

queste angosce filologiche e culturali.<br />

Mi viene in mente Isidoro Del Lungo, il<br />

grande dantista che pochi ricordano. Ci<br />

faceva una malattia finché non avesse<br />

trovato il significato esatto, o che gli paresse<br />

esatto, di un'allegoria della Divina<br />

Commedia. Ci piantava, e si rifugiava<br />

nel suo «studio». La figlia Albertina raccomandava:<br />

«Cerchiamo di capire il<br />

babbo. Lasciamolo in pace con i suoi<br />

problemi, finché non li avrà risolti». A<br />

un certo punto, il grave Isidoro aveva<br />

sciolto il nodo che lo affliggeva. Compariva<br />

sorridente. Sorridevamo tutti.<br />

Ne seppi qualcosa, delle sue afflizioni,<br />

nell'ultimo periodo della sua vita, quando<br />

fui chiamato ad aiutarlo nella correzione<br />

delle bozze di stampa del Paradiso<br />

dantesco.<br />

Pare che io voglia sfidare il mio incallito<br />

lettore.<br />

No, non l'ho fatto apposta se dalla<br />

mia antipatia per gli aggettivi sono andato<br />

a parare a quella di Ferdinando<br />

Martini per la sistemazione degli argomenti<br />

e a quella di Isidoro Del Lungo<br />

per l'interpretazione dei simboli e delle<br />

allegorie.<br />

Tenterò di farmi perdonare, sostenendo<br />

che tutte le idiosincrasie sono di genere<br />

vario.<br />

Torno alla mia idiosincrasia. Perché,<br />

dicevo ho poco gusto per gli aggettivi e<br />

li risparmio più che mi è possibile?<br />

Mi rifaccio alla ragione valida solo, e<br />

soprattutto per me. Perché l'aggettivo<br />

avalla una dote più che un difetto, una<br />

virtù più che un vizio. E se non per se<br />

stessi, per un giudizio favorevole, capace<br />

di giovare a un'amicizia, di corrispondere<br />

a una specie di diploma di autenticità.<br />

Un aggettivo può valere quanto un<br />

saggio critico: un saggio ridotto alla sintesi<br />

è capace di scavalcare ogni discussione.<br />

L'eccellenza, la potenza, la grandiosità<br />

possono essere espresse con degli aggettivi.<br />

Gli aggettivi coltivano la spocchiosità,<br />

non l'umiltà. Ma una pagina<br />

critica di Benedetto Croce si può riassumere<br />

in un aggettivo.<br />

Non mi stupirei se in un'epoca non<br />

estranea a certi traffici economici e<br />

commerciali si puntasse anche sugli aggettivi<br />

a procurarsi fama e onore.<br />

Non sarebbe assurdo, con i tempi che<br />

corrono.<br />

Uno scrittore dovrebbe acquistare<br />

quattrini e gloria se sistemato egregiamente<br />

alla lettera fuori dal gregge —<br />

con aggettivi adatti a «épater le bourgeis»,<br />

come si diceva nel tempo felice in<br />

cui potevano incantarsi i borghesi. Borghesi<br />

ingenui, quelli di una volta: che vibravano<br />

sull'azzurro. Sono scomparsi,<br />

sostituiti, nell'ingenuità, da una scaltrezza<br />

delle più raffinate. Per épater bisogna<br />

ora ricorrere alla vera battaglia degli aggettivi.<br />

Si vince con gli aggettivi.<br />

Sono essi i protagonisti. Si caricano di<br />

un'inverosimile responsabilità: la responsabilità<br />

di vincere i premi.<br />

Sissignore, i premi può darsi che si<br />

vincano mediante una lunga faticosa<br />

«campagna» di aggettivi. Aggettivi che<br />

debbono corrispondere alle nuove malizie.<br />

Dove si trovano?<br />

Nei vocabolari, certo; ma non spiattellati<br />

banalmente. I soliti aggettivi non<br />

hanno più corso. Hanno perso di efficacia.<br />

Ed ecco l'umano ingegno che li sostituisce.<br />

Oggi, l'aggettivo «europeo» monta in<br />

cattedra e detta legge. Di un'opera letteraria<br />

si dice e si scrive che è «europea».<br />

Significa che lo potrebbe essere. Qualora<br />

si dimostri che non si trova effettivamente<br />

in alcun Paese di Europa, si prova<br />

che la sua struttura è di carattere europeo;<br />

che quell'opera si ritiene cittadina<br />

d'Europa. Mi viene ora il dubbio di<br />

essere beffato. Beffato dagli aggettivi.<br />

Io avevo idiosincrasia per gli aggettivi.<br />

Essi si sono vendicati. Si sono ritirati fra<br />

le quinte e hanno lasciato al proscenio,<br />

indispettiti, un solo aggettivo: che oggi è<br />

«europeo».<br />

Domani potrebbe essere un altro.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Mercoledì 5 Dicembre 2001<br />

Opere di Carlo Levi esposte a Roma nella mostra «Paesaggi 1926-1974»<br />

Nelle «terre vedute da lontano, tra intonaci<br />

di calce ardente... e precipizi di argilla bianca»<br />

CLOTILDE PATERNOSTRO<br />

Scrittore e pittore, Carlo Levi (Torino 1902 - Roma<br />

1975) è figura rappresentativa del Novecento Italiano;<br />

scrittura e pittura in un unicum fatto di passione e<br />

cultura. Fu sepolto ad Aliano, in Basilicata e ce ne<br />

domandiamo il perché. Perché la Basilicata forse,<br />

luogo del forzato esilio (1935-36), più di ogni altro<br />

luogo, città o campagna, è terra entrata nella sua<br />

mente e nel cuore.<br />

Esiste una stupenda pagina di Levi sulla Basilicata,<br />

terra arida e dura come la vita e per questo amata,<br />

terra descritta con poesia altissima. Ne riportiamo almeno<br />

l'inizio (da «Cristo si è fermato a Eboli», 1945):<br />

«Terre vedute di lontano, o immaginate (...) serietà<br />

nuda e drammatica, intonaci di calce ardente, triste<br />

raccoglimento misterioso (...) precipizi di argilla bianca,<br />

su cui le case stavano come librate nell'aria; e<br />

d'ogni intorno altra argilla bianca, senz'alberi e senz'erba,<br />

scavata dalle acque in buche, coni, piagge di<br />

aspetto maligno, come un paesaggio lunare (...) Il cielo<br />

era rosa e viola, gli incantevoli colori delle terre<br />

malariche e pareva lontanissimo (...) l'unica strada<br />

correva tra le case e i burroni, fino alla frana, senza<br />

un riposo d'ombra (...) un incanto animalesco pareva<br />

stendersi sul paese abbandonato (...) Il sole calava, le<br />

cose prendevano l'incanto del crepuscolo quando gli<br />

oggetti pare risplendano di luce propria, interna, non<br />

comunicata...».<br />

Quale differenza tra lo scritto e il dipinto? Non<br />

molta, in verità, sempre immagini e comunque sensazioni<br />

che le parole rimandano e i colori esprimono visivamente.<br />

Lieve la differenza tra i due linguaggi; la<br />

prosa dà immagini reali filtrate da sensibilità tesa e<br />

così il linguaggio del disegno e del colore. Una doppia<br />

espressione per un unico sentimento. Sempre paesaggio<br />

è nell'uno e nell'altro canto senza mai staccare il<br />

pensiero dal luogo amato.<br />

La «Fondazione Carlo Levi» di Roma diretta da Pia<br />

Vivarelli, con la mostra «Paesaggi 1926-1974» (sino al<br />

27 aprile 2002) offre, in 33 tele, la panoramica di una<br />

successione paesaggistica senza cesure, senza cadute,<br />

dove mutamenti appaiono negli anni nella realizza-<br />

zione del dipinto. Tanti i paesaggi degli anni Trenta,<br />

composizioni di quella scuola (I Sei di Torino) che furono<br />

parte attiva del Novecento dove quiete, equilibrio,<br />

senso della composizione rigorosa e geometrica,<br />

fece della pittura canto silente riportato all'antico.<br />

Musica silenziosa — si risente Carrà con un vagheggiamento<br />

metafisico — nelle immagini dei luoghi<br />

e delle case con le figure (quando ci sono) definite dal<br />

colore delineante la forma. È la stessa maniera che<br />

tanto si ritrova in tutto quel periodo dove il paesaggio<br />

compare immerso in un'aura sottilmente lirica e palazzi,<br />

periferie urbane, giardini e figure anche (Amalia<br />

sulla panchina di Alassio - 1926) sono accenno ad un<br />

nuovo corso alla soglia di un modernismo che sempre<br />

più si evidenzierà col passare del tempo.<br />

C'è tanto post-impressionismo francese nei quadri<br />

di Levi del primo periodo; non più figurativo ottocentesco<br />

(Manet, Fauves), talvolta memoria di esso, ma<br />

figure con inquieta innovazione formale resa in ambienti<br />

e figure. Vediamo atmosfere dalle sospese nebbie<br />

(Le Tuileries, 1929), oppure limpidissime visioni (Il<br />

negro alle Tuileries, 1928), Parigi (1928), Paris-Quai sulla<br />

Senna (1927).<br />

Già diversa da «Amalia», figura ben delineata su<br />

sfondo arioso è Pina Jona ad Alassio (1929), creatura<br />

idealizzata, per nulla realista, dove dominante è il colore<br />

nel contrasto violento tra il nitore della pelle del<br />

collo e del volto e il grande scialle nero orlato di<br />

bianco. Sempre geometrizzante l'impostazione dei più<br />

elementi: panchina, palme, collina all'orizzonte.<br />

È il periodo in cui si formano le «scuole» quando<br />

gli artisti, non potendosi chiamare italiani per volere<br />

Una discutibile regia ha contrassegnato la rappresentazione dell'opera di Donizetti al Teatro San Carlo di Napoli<br />

La «Lucia di Lamermoor» in un'improbabile ambientazione ottocentesca<br />

ANTONIO BRAGA<br />

In un momento difficile della storia del Teatro<br />

di San Carlo, quando La Scala a Milano iniziava<br />

la sua scalata al primato dei teatri lirici,<br />

fu di grande sollievo il trionfo della «Lucia di<br />

Lamermoor» di Donizetti, rappresentata per la<br />

prima volta il 26 settembre 1835 nel teatro napoletano.<br />

Era anche un trionfo, a lato del bergamasco,<br />

del napoletano Salvatore Cammarano, che aveva<br />

ridotto per le scene liriche il popolare romanzo<br />

di Walter Scott, ambientato nella Scozia<br />

cinquecentesca, degna cornice a cupe vendette<br />

familiari, in un mondo ancora feudale.<br />

L’essenza stessa del Romanticismo di quegli<br />

anni, acceso nelle passioni, si sente nella musica<br />

di Donizetti, che riveste di note il dramma<br />

dello Scott in maniera eccelsa. E Cammarano<br />

scrive uno dei suoi migliori libretti. Lucia è<br />

un’eroina che è tradita negli affetti da quel<br />

mondo che la circonda, ha promesso se stessa<br />

ad un nemico della famiglia, ed è costretta a<br />

sposare uno sconosciuto che non ama. L’arrivo<br />

nel castello del suo amato, che viene a reclamarla<br />

proprio durante la cerimonia nuziale, e<br />

la violenta reazione di questo di fronte alla mutata<br />

realtà, fanno impazzire la fanciulla, che nel<br />

delirio uccide il marito e si uccide, mentre l’amato<br />

si toglie la vita sulla tomba dei suoi avi.<br />

Questo fiume di morte impressionò e affascinò<br />

i contemporanei, specialmente i giovani di<br />

quegli anni, che avevano subito il fascino delle<br />

idee liberali scaturite dalla rivoluzione francese,<br />

e ne avevano visto il declino con la restaurazio-<br />

ne delle antiche tirannie dopo la scomparsa di<br />

Napoleone. Quest’opera segna anche quel momento<br />

storico, nel quale insorse il bisogno di liberarsi<br />

dai ceppi del nuovo feudalesimo, e liberare<br />

i Paesi d’Europa, in specie l’Italia, dalla<br />

lunga schiavitù. Ancora un decennio, e Verdi<br />

irromperà a dare con i suoi cori una voce a<br />

quei sentimenti di libertà ed<br />

unità del Paese.<br />

L’attuale edizione del capolavoro<br />

donizettiano, attesa<br />

con interesse dai napoletani,<br />

per celebrare assieme il Cammarano<br />

nel bicentenario della<br />

nascita (era coetaneo di Bellini,<br />

che morì pochi giorni prima<br />

della creazione della «Lucia»,<br />

dando fine alla competizione<br />

con il bergamasco), ha<br />

tradito in parte le aspettative<br />

del pubblico, per la regìa di<br />

Denis Krief, autore delle scene<br />

e costumi.<br />

A parte il vezzo, — ormai<br />

abituale ma sempre offensivo<br />

alla presentazione di un capo-<br />

lavoro melodrammatico, di<br />

mutare l’epoca, con tutto quello che comporta<br />

sul piano storico, psicologico ed artistico, per<br />

una musica che più non s’incolla alla visione<br />

scenica —, la realizzazione è risultata più folle<br />

della follia della protagonista, sfiorando il ridicolo<br />

nei momenti maggiormente drammatici:<br />

uniformi militari ottocentesche, pistole alla ma-<br />

Gaetano Donizetti<br />

Carlo Levi, «Parigi» (1928)<br />

Carlo Levi a Roma nel 1948<br />

no al posto delle spade, il contratto matrimoniale<br />

firmato su un biliardo (il salone della festa,<br />

da scozzese e cinquecentesco, è divenuto<br />

una sala con tre biliardi) ed altre amenità; le<br />

scene tramutate in mura bianche, con proiezione<br />

di un mare tempestoso, al posto del giardino<br />

con fontana e luna piena, e così di seguito: tut-<br />

to è apparso un coacervo irritante<br />

d’inutili stranezze, che<br />

hanno snaturato il senso dell’opera.<br />

Il pubblico ha reagito<br />

alla fine urlando il suo rigetto<br />

a tale dissacrante spettacolo.<br />

La responsabilità di questo<br />

ennesimo fiasco registico<br />

(preceduto da altre due rappresentazioni<br />

stravaganti su<br />

altrettante opere di Paisiello)<br />

cade ovviamente sulla attuale<br />

dirigenza di un teatro che<br />

sfiora i venti miliardi di deficit,<br />

mentre solo cinque anni<br />

or sono aveva in bilancio il<br />

pareggio. Se cambierà rotta,<br />

il grandissimo Teatro, vanto<br />

di Napoli, potrà trovare il suo<br />

ruolo tra i grandi Enti lirici.<br />

Altrimenti, sarà la fine.<br />

Dal punto di vista positivo, segnaliamo l’ottima<br />

prova di Marcelo Alvarez, un tenore argentino<br />

destinato ad un futuro brillante, se non cadrà<br />

nell’errore di abusare delle sue forze. Mariella<br />

Devia, nel ruolo di Lucia, è al top level<br />

tra le soprano dell’opera donizettiana; ed ha<br />

«Tronco di carrubo» (1972)<br />

colto ancora una volta un suo personale successo.<br />

Le hanno dato mano anche gli altri del cast:<br />

Franco Vassallo, Juan Gambina, Fulvia Bertoli<br />

ed Angelo Casertano. Un plauso a parte<br />

merita Enzo Captano, dalla fluente voce di basso,<br />

che ha interpretato anche una scena scomparsa<br />

dalle esecuzioni tradizionali. Il coro ha<br />

superato la prova, malgrado un suo sciopero<br />

che ha procrastinato l’inizio della rappresentazione;<br />

e l’orchestra, in discreta forma, è stata<br />

diretta da Donato Renzetti.<br />

Altro punto positivo nella riorganizzazione<br />

del teatro, la nascita di un suo archivio telematico,<br />

curato dal collega e conoscitore d’opera<br />

Enrico Tellini. La «banca dati» contiene informazioni<br />

relative a tutti gli spettacoli andati in<br />

scena dal 1987 ad oggi (più di 650 titoli); e sarà<br />

presto su internet, servendo da supplemento all’elenco<br />

pubblicato dal Guida in quell’anno.<br />

Ancora un piacevole evento relativo a quest’opera<br />

ed al suo teatro di nascita: è apparsa<br />

nei negozi specializzati la registrazione della<br />

«Lucia» eseguita al San Carlo nel 1989, con Mariella<br />

Devia protagonista, Giuseppe Morino, Silvano<br />

Carroli, Mario Rinaudo, Silvano Paolillo,<br />

Eva Ruta e Mario Ferrara, diretti da Massimo<br />

De Bernart (Nuova Era 7360/61).<br />

Con quest’opera, giustamente considerata il<br />

capolavoro assoluto di Donizetti, e punta di diamante<br />

del Romanticismo musicale italiano, la<br />

storia del melodramma uscì dalla «morta gora»<br />

contemporanea, seguita al ritiro dalle scene di<br />

Rossini nel 1829. Solo Bellini aveva tenuto alta<br />

la tradizione lirica, mentre ad una certa distanza<br />

si ponevano Mercadante, Pacini, e tutti gli<br />

altri.<br />

«Paesaggio italiano» (1934)<br />

«Piccolo Narciso» (1965)<br />

del regime, preferiscono chiamarsi piemontesi, veneziani,<br />

toscani, romani, trovando nel passato spunti<br />

da rielaborare caratterizzandoli. E Levi, se talvolta<br />

sembra un Renoir altrove, specie nelle figure di donne<br />

(Lelle alla finestra, 1926), dà vita ad una classicità<br />

rinata venata da sentimentalismo palese.<br />

In Alberi (1963) compare il passaggio alla successiva<br />

fase, il colore è pastoso, caldo, reso a tocchi minuti,<br />

a pennellate spesse sempre guizzanti, sempre sospese<br />

nell'aria; appare già quella monumentalità appena<br />

consegnata alla tela che poi diverrà tanto eloquente<br />

nei famosissimi «carrubi».<br />

È la volta di Piccolo Narciso (1965): la figura resa<br />

da vivido senso del colore ed è massa compatta, uniforme,<br />

a figura china sull'acqua tra rami e foglie dati<br />

a pennellate brevi, intense, cariche di colore sonoro;<br />

quindi «i carrubi» (1960-70), a nostro avviso il meglio<br />

della produzione di Levi, motivo precorso da taluni<br />

paesaggi del 1934-35 (Paesaggio italiano - 1934) che vedono<br />

il nervoso puzzle coloristico reso, appunto, ad<br />

intarsi di colori squillanti dai contrasti vistosi, la pennellata<br />

inquieta, robusto l'impasse tonale e timbrico.<br />

Vedremo Tronco di carrubo, famoso, del 1972, il<br />

momento più istintivo dell'intera pittura di Carlo Levi.<br />

Il colore è impetuoso, la forma contorta, il colore<br />

fremente nel malessere e tormento dell'animo sofferente;<br />

Il carrubo-crocifisso (1969) dove tutto, tronco e<br />

rami sovrapposti e prepotentemente immessi nello<br />

spazio, è vero grido di dolore che davvero va sino al<br />

fondo delle cose. E Levi viene a noi con le sue parole:<br />

«Ritorno a questi tronchi / contorti, rovesciati / dal<br />

vento, pieni di antiche / ferite, / con la pelle grigia<br />

dei mostri / arcaici, dove vivono funghi / e insetti,<br />

erbe e licheni / e gli uccelli nei nidi, / e gli squarci<br />

del legno / rossi di sangue vegetale / simulano altre<br />

forme /costellate di occhi...<br />

«L'albero sradicato / continua la caduta / nel quadro,<br />

come un lampo, / precipizio arborescente. / Le<br />

radici del passato / in alto, con la terra minuta / e le<br />

pietre; giù, per campo, / torto il tronco del presente /<br />

morto. Il nascere svelato / dell'argilla, la perduta /<br />

formad'aria resta, stampo / rovesciato; nero niente».<br />

Letteratura e pittura: il «caso» più autentico della<br />

cultura italiana del Novecento.<br />

Appuntamenti<br />

culturali<br />

Bologna, 5 dicembre<br />

Nature morte<br />

da Manet a oggi<br />

Il 5 dicembre, nella Galleria d'Arte Moderna,<br />

apre al pubblico la mostra «La natura della<br />

natura morta — Da Manet ai nostri giorni» (fino<br />

al 24 febbraio).<br />

Napoli, 5 - 7 dicembre<br />

«Il vetro in Italia<br />

meridionale e insulare»<br />

Il Museo Archeologico dei Campi Flegrei, l'Istituto<br />

Universitario Suor Orsola Benincasa e<br />

l'UniversitàdegliStudi Federico II, sono le sedi<br />

del convegno che dal 5 al 7 affronterà il tema<br />

«Il vetro in Italia meridionale e insulare».<br />

Roma, 10 dicembre<br />

«Chiesa del nostro tempo»<br />

Il libro del Card. Camillo Ruini «Chiesa del<br />

nostro tempo — Prolusioni 1996-2001» (Ed.<br />

Piemme) verrà presentato il 10 dicembre, alle<br />

ore 12, nella Sala Conferenze de «La Civiltà<br />

Cattolica».<br />

Roma, 13 dicembre<br />

I Sermoni dell'Oratorio Secolare<br />

di s. Filippo Neri<br />

Per il ciclo dei Sermoni dell'Oratorio Secolare<br />

di s. Filippo Neri, il 13 dicembre alle ore<br />

18.30, a S. Maria in Vallicella, Maria Teresa<br />

Russo Bonadonna terrà un intervento sul tema:<br />

«Che cos'è l'Oratorio».<br />

Roma, 13 - 14 dicembre<br />

«I cinquant'anni<br />

dell'Istituto Luigi Sturzo»<br />

Il 13 e il 14 dicembre, a Palazzo Baldassini,<br />

si terrà il Convegno di studio «I cinquant'anni<br />

dell'Istituto Luigi Sturzo».<br />

Milano, fino al 6 gennaio<br />

«Pina Jona ad Alassio» (1929)<br />

Retrospettiva di Alberto Magnelli<br />

Resterà aperta fino al 6 gennaio, presso la<br />

Galleria Gruppo Credito Valtellinese, una retrospettiva<br />

del pittore Alberto Magnelli. In<br />

mostra 70 olî e 100 fogli di grafica dell'artista<br />

toscano.


.<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Mercoledì 5 Dicembre 2001<br />

«È urgente promuovere la vera giustizia<br />

giacché non attendere a questa esigenza<br />

potrebbe favorire il sorgere della tentazione<br />

di una risposta violenta da parte delle<br />

vittime dell'ingiustizia... Vi invito una volta<br />

di più, cari Fratelli, ad insistere nell'opzione<br />

preferenziale per i poveri, non esclusiva né<br />

escludente, programmando delle attività<br />

pastorali nei villaggi e nelle zone rurali»<br />

«Quando si distruggono i focolari domestici<br />

si verificano situazioni drammatiche...<br />

Per questo è necessario sensibilizzare tutti<br />

gli ambiti, compresi i mezzi<br />

di comunicazione sociale, per rafforzare<br />

il matrimonio e la famiglia e fare fronte<br />

comune contro certe campagne o certe<br />

mode che attentano nascostamente contro<br />

la famiglia e contro la vita stessa»<br />

VISITA AD LIMINA Il discorso del Papa ai Presuli della Conferenza Episcopale dell'Honduras<br />

La vera ricostruzione nazionale non può prescindere<br />

dal rispetto della persona e dei suoi diritti fondamentali<br />

Un appello al rispetto della dignità<br />

delle persone e alla salvaguardia dei loro<br />

diritti fondamentali, mentre ci si appresta<br />

alla ricostruzione materiale dell'Honduras,<br />

è contenuto nel discorso che il<br />

Papa ha rivolto, nella mattina di martedì<br />

4 dicembre, ai Presuli della Conferenza<br />

Episcopale honduregna ricevuti in occasione<br />

della visita canonica «ad limina<br />

Apostolorum». Questo il testo del discorso<br />

del Papa:<br />

Queridos Hermanos en el Episcopado:<br />

1.Me es grato recibiros hoy,<br />

con ocasión de la visita ad Limina,<br />

en la cual habéis tenido ocasión,<br />

una vez más, de peregrinar a las<br />

tumbas de los apóstoles Pedro y<br />

Pablo, y renovar vuestros vínculos<br />

de comunión con el Obispo de Roma<br />

y con la Iglesia universal. Además,<br />

es una ayuda para vivir la<br />

misión de guiar a la comunidad<br />

eclesial de Honduras, que tuve el<br />

gozo de visitar en 1983.<br />

Agradezco cordialmente al Señor<br />

Cardenal Óscar Andrés Rodríguez<br />

Maradiaga, Arzobispo de Tegucigalpa<br />

y Presidente de la Conferencia<br />

Episcopal, las amables palabras<br />

que me ha dirigido en nombre<br />

también de sus Hermanos Obispos,<br />

a los cuales saludo diciendo con el<br />

apóstol Pablo: «A vosotros gracia y<br />

paz, de parte de Dios nuestro Padre<br />

y del Señor Jesucristo» (Rm 1, 7).<br />

Asimismo, os ruego que transmitáis<br />

mi afectuoso saludo a los<br />

miembros de cada comunidad eclesial<br />

de vuestro amado País.<br />

Me siento muy unido a vosotros<br />

para compartir «el gozo y la esperanza,<br />

la tristeza y la angustia»<br />

(Gaudium et spes, 1) de los ciudadanos<br />

hondureños, teniendo presente<br />

aún el dolor y ansiedades ante<br />

la devastación causada por el<br />

huracán «Mitch» en octubre de<br />

1998, y más recientemente la tormenta<br />

tropical «Michelle». Ante tales<br />

catástrofes tratasteis de aliviar<br />

los sufrimientos del pueblo, ya tan<br />

probado por la pobreza, y suscitar<br />

en él nuevas esperanzas. Espero,<br />

además, que los nuevos líderes políticos,<br />

elegidos recientemente, puedan<br />

continuar los trabajos de verdadera<br />

reconstrucción nacional,<br />

llevando al País a un auténtico desarrollo,<br />

respetando debidamente<br />

la dignidad de la persona humana<br />

y sus derechos fundamentales.<br />

2.Es también motivo de gozo y<br />

esperanza para la Iglesia en Honduras<br />

la próxima conmemoración<br />

de los 500 años de la Primera Misa<br />

celebrada en tierra firme del Continente.<br />

Esta efemérides ha de ser vivida<br />

como una oportunidad providencial<br />

para comenzar un nuevo<br />

camino lleno de iniciativas, recordando<br />

siempre las palabras del Señor:<br />

«Yo estoy con vosotros todos<br />

los días» (Mt 28, 20). En el pregón<br />

que habéis publicado para dicho<br />

acontecimiento, señaláis que «con<br />

los gratos recuerdos y las impresiones<br />

todavía frescas de los grandes<br />

eventos de espiritualidad del Gran<br />

Jubileo del Año 2000, la Iglesia que<br />

peregrina en Honduras eleva su acción<br />

de gracias a Dios e invita con<br />

gran gozo a la Iglesia Universal a<br />

unirse con ella en las alabanzas a<br />

Dios Padre, que salva por la fe en<br />

su Hijo Jesucristo, constituido Señor<br />

de la Historia por el Espíritu<br />

Santo. A ello nos inspira y nos mueve<br />

la consideración de que nuestro<br />

territorio fuera escogido por Dios<br />

Providente para que, el 14 de agosto<br />

del año 1502, el humilde fray Alejandro<br />

celebrara la Primera Misa en<br />

un lugar elevado y poblado de árboles<br />

que hoy conocemos con el nombre<br />

de Bahía de Trujillo» (V Centenario<br />

de la Primera Misa en el<br />

Continente Americano, Tegucigalpa,<br />

3-1-2001). Ésta es una ocasión propicia<br />

para analizar la historia de la<br />

evangelización de esa tierra, que<br />

forma parte de la historia de vuestra<br />

Nación, lo cual ayudará a comprender<br />

la acción providencial del<br />

Señor y a mirar esperanzados hacia<br />

el futuro, a fortalecer la fe y a<br />

dar nuevo impulso a la vida eclesial<br />

en todos sus aspectos.<br />

3.Como Pastores os preocupa<br />

seriamente la situación de persistente<br />

pobreza en Honduras, a pesar<br />

de poseer un territorio fértil, en el<br />

que no escasean los recursos materiales.<br />

Esto hace pensar en la necesidad<br />

de mejorar el orden social,<br />

promoviendo una mayor justicia y<br />

unas estructuras que favorezcan<br />

una más equitativa distribución de<br />

los bienes y, sobre todo, evitar que<br />

unos pocos ciudadanos detenten<br />

tantos recursos en detrimento de la<br />

gran mayoría. Cuando se producen<br />

fenómenos como éste, a la penuria<br />

económica se añade el aislamiento<br />

de los más pobres que, encerrados<br />

en su propio mundo, pierden la esperanza<br />

de una sociedad mejor.<br />

Por eso el País sufre cuando los<br />

campesinos se sienten marginados,<br />

las etnias indígenas olvidadas, y<br />

abandonados a su suerte los ciudadanos<br />

más necesitados de protección,<br />

como son los niños y los jóvenes.<br />

Es urgente, pues, promover la<br />

justicia verdadera, ya que «no atender<br />

a dicha exigencia podría favorecer<br />

el surgir de una tentación de<br />

respuesta violenta por parte de las<br />

víctimas de la injusticia», es decir,<br />

«las poblaciones excluidas de la<br />

distribución equitativa de los bienes,<br />

destinados en origen a todos»<br />

(Sollicitudo rei socialis, 10). Quiero<br />

recordar a este respecto lo que dije<br />

en la Exhortación apostólica postsinodal<br />

Ecclesia in America: «La Iglesia<br />

ha de estar atenta al clamor de<br />

los más necesitados. Escuchando<br />

su voz, la Iglesia debe vivir con los<br />

pobres y participar de sus dolores»<br />

(n. 58). A este respecto, se ha de<br />

promover la difusión del rico patrimonio<br />

de la Doctrina social de la<br />

Iglesia, con el cual los católicos<br />

pueden impulsar y favorecer iniciativas<br />

encaminadas a superar situaciones<br />

de pobreza y marginación<br />

que afectan a tantos. No se ha de<br />

olvidar que la preocupación por lo<br />

social forma parte de la misión<br />

evangelizadora de la Iglesia (cf. Sollicitudo<br />

rei socialis, 41) y que «la<br />

promoción humana forma parte de<br />

la evangelización, pues ésta tiende<br />

a la liberación integral de la persona»<br />

(Discurso inaugural de la IV<br />

Conferencia General del Episcopado<br />

Latinoamericano, 12-X-1992, 13).<br />

Sin olvidar la contribución importante<br />

de la Iglesia en este campo,<br />

os invito una vez más, queridos<br />

Hermanos, a insistir en una opción<br />

preferencial por los pobres, no exclusiva<br />

ni excluyente, programando<br />

también actividades pastorales en<br />

las aldeas y zonas rurales. La gente<br />

pobre y marginada tiene derecho a<br />

sentir la cercanía especial de sus<br />

Pastores, recordando lo que dice el<br />

Salmista: «Dichoso el que cuida del<br />

débil y del pobre» (Sal 41/40, 2).<br />

4.Un fenómeno no menos preocupante<br />

en nuestros días, y que<br />

también se percibe en Honduras,<br />

es una cierta desintegración familiar.<br />

Como ponéis de relieve en las<br />

Relaciones Quinquenales, hay numerosas<br />

familias que no viven según<br />

las normas cristianas. Cualesquiera<br />

que sean las circunstancias<br />

que llevan a esta situación problemática,<br />

no podemos permanecer<br />

inermes ante ella. A este respecto,<br />

en la encíclica Evangelium vitae escribí:<br />

«Si es cierto que el “futuro de<br />

la humanidad se fragua en la familia”,<br />

se debe reconocer que las actuales<br />

condiciones sociales, económicas<br />

y culturales hacen con frecuencia<br />

más ardua y difícil la misión<br />

de las familia al servicio de la<br />

vida. Para que pueda realizar su<br />

vocación de “santuario de la vida”,<br />

como célula de una sociedad que<br />

ama y acoge la vida, es necesario y<br />

urgente que la familia misma sea<br />

ayudada y apoyada. (...) Por su<br />

parte, la Iglesia debe promover incansablemente<br />

una pastoral familiar<br />

que ayude a cada familia a redescubrir<br />

y vivir con alegría y valor<br />

su misión en relación con el<br />

Evangelio de la vida» (n. 94). Además,<br />

cuando los hogares se destruyen,<br />

se producen otras situaciones<br />

dramáticas como la de las madres<br />

solteras o abandonadas, que tienen<br />

que luchar por el sustento y educación<br />

de los hijos, y el problema de<br />

los niños solos en la calle, hechos<br />

ante los cuales la Iglesia y la sociedad<br />

no pueden permanecer insensibles.<br />

Por todo ello, hay que sensibilizar<br />

todos los ámbitos disponibles,<br />

incluidos los medios de comunicación<br />

social, para fortalecer el matrimonio<br />

y la familia, y hacer frente<br />

a ciertas campañas o modas que<br />

atentan solapadamente contra la<br />

institución familiar y contra la vida<br />

misma.<br />

5.De cara al futuro de la hu-<br />

manidad es de capital importancia<br />

atender a la educación apropiada<br />

para los niños y jóvenes. La sociedad<br />

hondureña ha de tener en<br />

cuenta que la educación, la cual es<br />

un derecho fundamental de cada<br />

persona, está en la base del desarrollo<br />

de los individuos y de la sociedad<br />

misma. Como ya escribí en<br />

el Mensaje para la Jornada Mundial<br />

de la Paz de 1999: «¿Cómo no preocuparse<br />

al ver que en algunas regiones<br />

más pobres del mundo las<br />

oportunidades de formación, especialmente<br />

por lo que se refiere a la<br />

instrucción primaria, están disminuyendo?<br />

(...). Cuando se limitan<br />

las oportunidades formativas (...),<br />

se predisponen estructuras de discriminación<br />

que pueden influir negativamente<br />

sobre el desarrollo integral<br />

de la sociedad» (n. 8). En el<br />

campo de la educación todos están<br />

interesados y hace falta un esfuerzo<br />

común. La contribución de la<br />

Iglesia en Honduras no puede limitarse<br />

a unos pocos colegios. A las<br />

escuelas católicas ha de añadirse el<br />

testimonio de los profesores y<br />

maestros cristianos, con el fin de<br />

asegurar una formación adecuada<br />

de las futuras generaciones.<br />

6.La espiritualidad de comunión,<br />

que «encarna y manifiesta la<br />

esencia misma del misterio de la<br />

Iglesia» (Novo millennio ineunte,<br />

42), y es un «gran desafío que tenemos<br />

ante nosotros en el milenio<br />

que comienza» (ibíd., 43), ha de<br />

aplicarse con premura en las Igle-<br />

sias particulares, siendo responsabilidad<br />

de sus Pastores el promover<br />

la concordia entre todos y, de modo<br />

muy especial, la unión de los<br />

sacerdotes entre sí y en torno a su<br />

Obispo. Por eso os invito encarecidamente<br />

a prodigar vuestra atención<br />

a quienes son vuestros principales<br />

colaboradores, sin escatimar<br />

esfuerzos ni contentarse con una<br />

labor de gestión y organización del<br />

clero. Hace falta cercanía, trato<br />

personal asiduo, cordialidad y<br />

aliento en la misión confiada a cada<br />

uno, siguiendo el ejemplo del<br />

Buen Pastor que llama a sus ovejas<br />

«una por una» (Jn 10, 3). En Honduras<br />

donde los sacerdotes tienen<br />

frecuentemente a su cuidado un<br />

gran número de feligreses, a veces<br />

distribuidos en regiones de difícil<br />

acceso, y donde un número relevante<br />

de ellos han dejado su tierra<br />

de origen para servir a las comunidades<br />

eclesiales hondureñas, los<br />

Obispos han de extremar su disponibilidad<br />

para acogerlos, «considerándolos<br />

sus hijos y sus amigos»<br />

(Christus Dominus, 16).<br />

Estas consideraciones hacen resaltar<br />

lo acertado de la norma que<br />

prescribe la residencia personal del<br />

Obispo diocesano en su sede (cf.<br />

C.I.C., c. 395), así como la urgencia<br />

de su estricto cumplimiento. De<br />

este modo, además, se dará ejemplo<br />

para que los párrocos y demás<br />

cooperadores en el ministerio pastoral<br />

se entreguen de todo corazón<br />

a la porción de fieles que se les<br />

confían, tratando de que «florezca<br />

el sentido de comunidad parroquial,<br />

sobre todo en la celebración común<br />

de la misa dominical» (Sacrosanctum<br />

Concilium, 42).<br />

7.Otro ámbito en el que el espíritu<br />

de comunión ha de dar frutos<br />

abundantes en cada Iglesia particular<br />

es el de la Vida consagrada.<br />

Los diversos Institutos y Sociedades<br />

son portadores de sus propios carismas<br />

y han de conservar fielmente<br />

su espíritu fundacional, pero teniendo<br />

en cuenta también que se<br />

trata de «una gracia que no concierne<br />

sólo a un Instituto, sino que<br />

incumbe y beneficia a toda la Iglesia»<br />

(Vita consecrata, 49). En vuestra<br />

patria, donde los consagrados y<br />

consagradas desempeñan un papel<br />

importante en las tareas evangelizadoras,<br />

es necesario que este tipo<br />

de vida «sea más estimada y promovida<br />

por Obispos, sacerdotes y<br />

comunidades cristianas» (Ecclesia<br />

in America, 43), integrándose a la<br />

vez plenamente en la Iglesia particular<br />

a la que pertenece (cf.ibíd.).<br />

Por eso los Pastores, al coordinar<br />

los diversos esfuerzos e iniciativas,<br />

no solamente se han de proponer<br />

una mayor eficacia en la acción<br />

pastoral, sino un crecimiento más<br />

armónico de la comunidad eclesial,<br />

en la cual hay diversidad de carismas<br />

y ministerios, pero uno sólo es<br />

el Señor y «es el mismo Dios que<br />

obra en todos» (1 Co 12, 6).<br />

8.Si bien se constata con esperanza<br />

un ligero incremento en el<br />

número de seminaristas en Honduras,<br />

sigue siendo urgente un generoso<br />

esfuerzo en la promoción de<br />

las vocaciones al sacerdocio y a la<br />

vida de especial consagración. Para<br />

ello, además de rogar con insistencia<br />

al Señor que «envíe obreros a<br />

su mies» (Mt 9, 38) y procurar que<br />

la vida ejemplar de sacerdotes y<br />

personas consagradas atraigan a<br />

las nuevas generaciones, es preciso<br />

intensificar una eficaz pastoral de<br />

las vocaciones (cf. Novo millennio<br />

ineunte, 46).<br />

A la pastoral de las vocaciones le<br />

corresponde la apasionante tarea<br />

de suscitar inquietudes profundas<br />

en el corazón de los jóvenes y de<br />

prepararles a acoger con generosidad<br />

la invitación del Señor: «ven, y<br />

sígueme» (Mt 19, 21). No se debe<br />

eludir esta propuesta de manera<br />

explícita y directa. Pero no se ha<br />

de olvidar que la primera respuesta<br />

a la vocación es sólo el comienzo<br />

de un camino. En efecto, cada vez<br />

se percibe mejor la importancia decisiva<br />

que tiene para la Iglesia un<br />

esmerado discernimiento de las vocaciones<br />

y una seria formación espiritual,<br />

humana, teológica y cultural<br />

de los candidatos al sacerdocio<br />

y a la vida consagrada. En ningún<br />

caso la escasez de vocaciones<br />

ha de llevar a un descuido en el<br />

examen de su idoneidad, la cual,<br />

dadas las circunstancias sociales y<br />

culturales de nuestro tiempo, ha de<br />

ser aún más exigente, si cabe, que<br />

en el pasado.<br />

9.La participación de los laicos<br />

en la vida eclesial hondureña merece<br />

un reconocimiento especial.<br />

Estoy pensando en los numerosos<br />

agentes de pastoral y en los Delegados<br />

de la Palabra de Dios, escogidos<br />

y encargados para celebraciones<br />

apropiadas los domingos, en<br />

lugares en donde el sacerdote no<br />

puede hacerse presente para celebrar<br />

la Eucaristía. No se han de olvidar<br />

tampoco los diversos Movimientos<br />

eclesiales que con su carisma<br />

propio enriquecen la vida del<br />

Pueblo de Dios. Sin duda los servicios<br />

que los fieles laicos ofrecen a<br />

la Iglesia son muy valiosos. No<br />

obstante, se ha de evitar el error de<br />

pensar que pueden sustituir a los<br />

ministros ordenados cuando éstos<br />

faltan. A los mencionados agentes<br />

de pastoral se les ha de facilitar<br />

una sólida preparación teológica en<br />

la espiritualidad de la comunión,<br />

poniendo de relieve la diferencia<br />

entre el servicio eclesial de los fieles<br />

laicos y los ministerios propios<br />

y exclusivos del Orden sagrado (cf.<br />

Lumen gentium, 10; Christifideles<br />

laici, 22).<br />

A los laicos comprometidos se les<br />

ha de invitar a que colaboren de<br />

manera activa y responsable en la<br />

catequesis para la primera Comunión<br />

y para la Confirmación, así<br />

como también en la preparación de<br />

los novios para el sacramento del<br />

Matrimonio. Es primordial que las<br />

parroquias ofrezcan una educación<br />

sistemática en la fe católica, que<br />

no se limite a una preparación superficial<br />

para recibir los sacramentos<br />

de la Iniciación cristiana. Todo<br />

fiel tiene derecho a recibir por parte<br />

de la Iglesia una formación profunda<br />

en la fe católica, apropiada<br />

a su edad y condición, para así<br />

crecer en la fe. Además, las carencias<br />

que se producen en este campo<br />

pueden ser una de las causas<br />

por las que muchos fieles se alejan<br />

y se pasan a las sectas.<br />

10.Queridos Hermanos, como<br />

ya propuse en la Carta apostólica<br />

Novo millennio ineunte, caminemos<br />

de nuevo desde Cristo, contemplando<br />

siempre su rostro, haciéndonos<br />

testigos de su amor para remar<br />

mar adentro. En nuestro caminar<br />

esperanzado busquemos estar más<br />

y más con Él, para ser enviados de<br />

nuevo a anunciar su mensaje salvífico<br />

a todos nuestros hermanos y<br />

hermanas.<br />

Sobre cada uno de vosotros imploro<br />

la constante protección de la<br />

Virgen de Suyapa, para que os<br />

acompañe en estos nuevos retos<br />

pastorales. Y también encomiendo<br />

a vuestros sacerdotes, a los consagrados<br />

y consagradas, así como a<br />

todos los hijos e hijas de Honduras,<br />

a la vez que os imparto de corazón<br />

mi Bendición Apostólica.


.<br />

PAGINA<br />

5 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Mercoledì 5 Dicembre 2001<br />

La traduzione in italiano<br />

del discorso del Santo Padre<br />

Cari Fratelli nell'Episcopato,<br />

1. Sono lieto di ricevervi oggi, in<br />

occasione della vostra visita ad Limina,<br />

nella quale avete avuto l'occasione,<br />

ancora una volta, di recarvi<br />

in pellegrinaggio presso le tombe<br />

degli apostoli Pietro e Paolo, e di<br />

rinnovare i vostri vincoli di comunione<br />

con il Vescovo di Roma e con<br />

la Chiesa universale. Inoltre è un<br />

aiuto per vivere la missione di guidare<br />

la comunità ecclesiale dell'Honduras,<br />

che ho avuto la gioia di<br />

visitare nel 1983.<br />

Ringrazio cordialmente il Cardinale<br />

Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga,<br />

Arcivescovo di Tegucigalpa e<br />

Presidente della Conferenza Episcopale,<br />

per le gentili parole che mi ha<br />

rivolto a nome anche dei suoi Fratelli<br />

Vescovi, che saluto dicendo con<br />

l'apostolo Paolo: «Grazia a voi e pace<br />

da Dio, Padre nostro, e dal Signore<br />

Gesù Cristo» (Rm 1, 7). Parimenti,<br />

vi chiedo di trasmettere il<br />

mio affettuoso saluto ai membri di<br />

ogni comunità ecclesiale del vostro<br />

amato Paese.<br />

Mi sento molto unito a voi per<br />

condividere «le gioie e le speranze,<br />

le tristezze e le angosce» (Gaudium<br />

et spes, n. 1) dei cittadini honduregni,<br />

tenendo ancora presenti il dolore<br />

e le ansie dinanzi alla devastazione<br />

causata dall'uragano «Mitch» nell'ottobre<br />

1998, e più di recente dalla<br />

tormenta tropicale «Michelle». Di<br />

fronte a simili catastrofi avete cercato<br />

di alleviare le sofferenze del popolo,<br />

già tanto provato dalla povertà,<br />

e di suscitare in esso nuove speranze.<br />

Spero inoltre che i nuovi capi<br />

politici, eletti di recente, possano<br />

continuare l'opera di vera ricostruzione<br />

nazionale, portando il Paese a<br />

un autentico sviluppo, rispettando<br />

dovutamente la dignità della persona<br />

umana e i suoi diritti fondamentali.<br />

2. È anche motivo di gioia e di<br />

speranza per la Chiesa in Honduras<br />

la prossima commemorazione dei<br />

500 anni della Prima Messa celebrata<br />

sulla terra ferma del continente.<br />

Questo anniversario deve essere vissuto<br />

come un'opportunità provvidenziale<br />

per cominciare un nuovo<br />

cammino pieno di iniziative, ricordando<br />

sempre le parole del Signore:<br />

«io sono con voi tutti i giorni» (Mt<br />

28, 20). Nel bando che avete pubblicato<br />

per tale evento affermate che<br />

«con i grati ricordi e le impressioni<br />

ancora fresche dei grandi eventi di<br />

spiritualità del Grande Giubileo dell'Anno<br />

2000, la Chiesa che peregrina<br />

in Honduras eleva la sua azione<br />

di rendimento di grazie a Dio e invita<br />

con grande gioia la Chiesa Universale<br />

a unirsi a lei nelle lodi a Dio<br />

Padre, che salva mediante la fede in<br />

suo Figlio Gesù Cristo, costituito Signore<br />

della Storia dallo Spirito Santo.<br />

A ciò ci ispira e ci muove il considerare<br />

che il nostro territorio fu<br />

scelto da Dio Provvidente affinché il<br />

14 agosto dell'anno 1502 l'umile frate<br />

Alejandro vi celebrasse la Prima<br />

Messa in un luogo elevato e alberato<br />

che oggi conosciamo con il nome<br />

di Baia di Trujillo» (V Centenario<br />

della Prima Messa nel Continente<br />

Americano, Tegucigalpa, 3-1-2001).<br />

È un'occasione propizia per analizzare<br />

la storia dell'evangelizzazione<br />

di questa terra, che fa parte della<br />

storia della vostra Nazione, il che<br />

contribuirà a far comprendere l'azione<br />

provvidenziale del Signore e a<br />

guardare speranzosi al futuro, a rafforzare<br />

la fede e a dare un nuovo<br />

impulso alla vita ecclesiale in tutti i<br />

suoi aspetti.<br />

3. Come Pastori vi preoccupa seriamente<br />

la situazione di persistente<br />

povertà in Honduras, nonostante<br />

possieda un territorio fertile dove<br />

non scarseggiano le risorse materiali.<br />

Questo fa pensare alla necessità<br />

di migliorare l'ordine sociale, promuovendo<br />

una maggiore giustizia e<br />

strutture che favoriscano una più<br />

equa distribuzione dei beni, e soprattutto<br />

di evitare che pochi cittadini<br />

detengano tante risorse a detrimento<br />

della maggioranza. Quando<br />

si producono fenomeni come questo,<br />

alla penuria economica si aggiunge<br />

l'isolamento dei più poveri<br />

che, chiusi nel proprio mondo, perdono<br />

la speranza in una società migliore.<br />

Per questo il Paese soffre<br />

quando i contadini si sentono emarginati,<br />

le etnie indigene dimenticate<br />

e i cittadini più bisognosi di protezione,<br />

come i bambini e i giovani,<br />

abbandonati alla loro sorte.<br />

È urgente quindi promuovere la<br />

giustizia vera, poiché «disattendere<br />

tale esigenza potrebbe favorire l'insorgere<br />

di una tentazione di risposta<br />

violenta da parte delle vittime dell'ingiustizia»,<br />

ossia «le popolazioni<br />

escluse dalla equa distribuzione dei<br />

beni, destinati originariamente a<br />

tutti» (Sollicitudo rei socialis, n.<br />

10). Desidero ricordare a tale riguardo<br />

quello che ho detto nell'Esortazione<br />

Apostolica post-sinodale<br />

Ecclesia in America: «La Chiesa dev'essere<br />

attenta al grido dei più bisognosi.<br />

Ascoltando la loro voce, essa<br />

deve vivere con i poveri e partecipare<br />

dei loro dolori» (n. 58). A tale<br />

proposito, occorre promuovere la<br />

diffusione del ricco patrimonio della<br />

Dottrina Sociale della Chiesa, con il<br />

quale i cattolici possono dare impulso<br />

e favorire iniziative volte a superare<br />

situazioni di povertà e di emarginazione<br />

che colpiscono tante persone.<br />

Non bisogna dimenticare che<br />

la preoccupazione per l'ambito sociale<br />

fa parte della missione evangelizzatrice<br />

della Chiesa (cfr Sollicitudo<br />

rei socialis, n. 41) e che «la promozione<br />

umana deve essere la conseguenza<br />

logica dell'evangelizzazione,<br />

che tende alla liberazione integrale<br />

della persona» (Discorso inaugurale<br />

della IV Conferenza Generale<br />

dell'Episcopato Latinoamericano,<br />

12-10-1992, n. 13).<br />

Senza dimenticare il contributo<br />

importante della Chiesa in questo<br />

ambito, vi invito ancora una volta,<br />

cari Fratelli, a insistere nell'opzione<br />

preferenziale per i poveri, non<br />

esclusiva né escludente, programmando<br />

anche attività pastorali nei<br />

villaggi e nelle zone rurali. La gente<br />

povera ed emarginata ha il diritto di<br />

sentire la vicinanza particolare dei<br />

suoi Pastori, ricordando quello che<br />

dice il salmista: «Beato l'uomo che<br />

ha cura del debole» (Sal 40, 2).<br />

4. Un fenomeno non meno preoccupante<br />

ai nostri giorni, e che si<br />

percepisce anche in Honduras, è<br />

una certa disgregazione familiare.<br />

Come mettete in evidenza nelle relazioni<br />

quinquennali, vi sono numerose<br />

famiglie che non vivono secondo<br />

le norme cristiane. Indipendentemente<br />

dalle circostanze che portano<br />

a questa situazione problematica,<br />

non possiamo rimanere inermi dinanzi<br />

ad essa. A tale proposito nell'Enciclica<br />

Evangelium vitae ho<br />

scritto: «Se è vero che “l'avvenire<br />

dell'umanità passa attraverso la famiglia”,<br />

si deve riconoscere che le<br />

odierne condizioni sociali, economiche<br />

e culturali rendono spesso più<br />

arduo e faticoso il compito della famiglia<br />

nel servire la vita. Perché<br />

possa realizzare la sua vocazione di<br />

“santuario della vita”, quale cellula<br />

di una società che ama e accoglie la<br />

vita, è necessario e urgente che la<br />

famiglia stessa sia aiutata e sostenuta.<br />

... Da parte sua la Chiesa deve<br />

promuovere instancabilmente<br />

una pastorale familiare capace di<br />

stimolare ogni famiglia a riscoprire<br />

e vivere con gioia e con coraggio la<br />

sua missione nei confronti del Vangelo<br />

della vita» (n. 94). Inoltre,<br />

quando si distruggono i focolari domestici,<br />

si producono altre situazioni<br />

drammatiche come quella delle<br />

madri nubili o abbandonate, che devono<br />

lottare per il mantenimento e<br />

l'educazione dei figli, e il problema<br />

dei bambini di strada, fatti dinanzi<br />

ai quali la Chiesa e la società non<br />

possono restare insensibili.<br />

Perciò occorre sensibilizzare tutti<br />

gli ambiti disponibili, inclusi i mezzi<br />

di comunicazione sociale, al fine di<br />

rafforzare il matrimonio e la famiglia<br />

e far fronte a certe campagne o<br />

mode che attentano dissimulata-<br />

mente all'istituzione familiare e alla<br />

vita stessa.<br />

5. Guardando al futuro dell'umanità,<br />

è di capitale importanza offrire<br />

un'educazione appropriata ai bambini<br />

e ai giovani. La società honduregna<br />

deve tener conto del fatto che<br />

l'educazione, che è un diritto fondamentale<br />

di ogni persona, è alla base<br />

dello sviluppo degli individui e della<br />

società stessa. Come ho scritto nel<br />

Messaggio per la Giornata Mondiale<br />

della Pace del 1999: «Come non<br />

preoccuparsi vedendo che in alcune<br />

regioni tra le più povere del mondo<br />

le opportunità di formazione vanno<br />

in realtà diminuendo, specialmente<br />

per quanto concerne l'istruzione primaria?<br />

... Quando si limitano le opportunità<br />

formative..., si predispongono<br />

strutture di discriminazione<br />

capaci di incidere sull'intero sviluppo<br />

della società» (n. 8). Nel campo<br />

dell'istruzione tutti sono interessati<br />

e quindi è necessario uno sforzo comune.<br />

Il contributo della Chiesa in<br />

Honduras non si può limitare a pochi<br />

collegi. Alle scuole cattoliche bisogna<br />

aggiungere la testimonianza<br />

dei professori e dei maestri cristiani<br />

al fine di assicurare una formazione<br />

adeguata alle future generazioni.<br />

6. La spiritualità di comunione,<br />

che «incarna e manifesta l'essenza<br />

stessa del mistero della Chiesa» (Novo<br />

Millennio ineunte, n. 42) ed è<br />

una «grande sfida che ci sta davanti<br />

nel millennio che inizia» (Ibidem, n.<br />

43), si deve applicare con premura<br />

alle Chiese particolari, essendo responsabilità<br />

dei loro Pastori promuovere<br />

la concordia fra tutti e, in<br />

modo particolare, l'unione dei sacerdoti<br />

fra di loro e attorno al loro<br />

Vescovo. Per questo vi invito vivamente<br />

a rivolgere la vostra attenzione<br />

a coloro che sono i vostri principali<br />

collaboratori, senza lesinare<br />

sforzi né accontentarvi di un lavoro<br />

di gestione e di organizzazione del<br />

clero. Sono necessari vicinanza, un<br />

contatto personale assiduo, cordialità<br />

e incoraggiamento nella missione<br />

affidata a ognuno, seguendo l'esempio<br />

del Buon Pastore che chiama le<br />

sue pecore «una per una» (Gv 10,<br />

3). In Honduras, dove ai sacerdoti è<br />

spesso affidato un gran numero di<br />

fedeli, a volte distribuiti in regioni<br />

di difficile accesso, e dove un numero<br />

considerevole di essi ha lasciato<br />

la propria terra di origine per servire<br />

le comunità ecclesiali honduregne,<br />

i Vescovi devono prodigarsi<br />

nella loro disponibilità ad accoglierli,<br />

considerandoli «come figli e amici»<br />

(Christus Dominus, n. 16).<br />

Queste considerazioni mettono in<br />

risalto la validità della norma che<br />

prescrive la residenza personale del<br />

Vescovo diocesano nella sua sede<br />

L'omaggio del Card. Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga<br />

Pubblichiamo il testo dell'indirizzo<br />

d'omaggio al Papa da parte del Cardinale<br />

Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga,<br />

Arcivescovo di Tegucigalpa,<br />

Presidente dei Vescovi honduregni:<br />

Beatísimo Padre:<br />

Hace casi 8 años nos presentamos<br />

a Ud. en nuestra última visita Ad Limina.<br />

Hoy con inmensa alegría regresamos<br />

a «ver a Pedro» en la persona<br />

de Su Santidad.<br />

El Año Santo Jubilar ha sido la mejor<br />

preparación para este encuentro<br />

al inicio del Tercer Milenio en el que<br />

Su Santidad nos ha invitado a «remar<br />

mar adentro».<br />

Aquí estamos Santidad, bregando<br />

en nuestro peregrinar. Venimos a Ud.<br />

con los ojos de la fe para garantizarnos<br />

que navegamos en la «barca de<br />

Pedro». Y a Pedro, le traemos nuestras<br />

esperanzas y alegrías, nuestros<br />

sufrimientos y luchas. Aquí estamos,<br />

Santidad, repitiendo con el Salmista:<br />

«Me ha tocado un lote hermoso, me<br />

encanta mi heredad» (Sal 15). Sabemos<br />

que en la barca de Pedro va el<br />

Señor Jesús, y que después de nuestro<br />

encuentro regresaremos a Honduras<br />

con una pesca abundante de<br />

Orientación, Gracia y Fortaleza.<br />

De manera particular queremos expresar<br />

a Su Santidad el júbilo y entusiasmo<br />

del pueblo hondureño porque<br />

nos ha bendecido con el primer Cardenal<br />

en la historia de nuestra patria.<br />

Más que una distinción a este su servidor,<br />

ha constituido una animación y<br />

estimulo para un pueblo pobre y humilde,<br />

que ama la Iglesia y al Sucesor<br />

de Pedro. También la Arquidióce-<br />

sis de Tegucigalpa se ha visto bendecida<br />

con un nuevo Obispo: Mons. Roberto<br />

Camilleri, o.f.m., por quien damos<br />

gracias a Su Santidad, y que ha<br />

venido a traer sangre nueva a nuestra<br />

Conferencia Episcopal.<br />

Está también con nosotros como<br />

padre amoroso que siempre nos<br />

acompaña el Arzobispo Emérito de<br />

Tegucigalpa: Mons. Héctor Enrique<br />

Santos, s.d.b.<br />

En nombre de mis hermanos obispos,<br />

queremos agradecer principalmente<br />

el don del gran Jubileo del<br />

Año 2000 y el Triduo preparatorio.<br />

Las gracias y bendiciones que de él<br />

han brotado han sido «savia nueva»<br />

en esta «viña nueva» de América<br />

Central.<br />

Nuestro caminar del Tercer Milenio<br />

iluminado por la Carta «Novo Millennio<br />

Ineunte», regalo precioso de Su<br />

Santidad, se nos presenta lleno de<br />

desafíos y esperanzas:<br />

1) Hace tres años sufrimos el Huracán<br />

Mitch que sembró luto, dolor y<br />

destrucción en el país. Fueron miles<br />

los que murieron y miles los desaparecidos.<br />

Las huellas de esta tragedia<br />

van cicatrizando lentamente.<br />

2) Pero también fueron muchos los<br />

que nos tendieron sus manos para<br />

consolarnos con el bálsamo de la fraternidad<br />

y solidaridad. Gracias Beatísimo<br />

Padre, por su ayuda inmediata<br />

a través de «Cor Unum» y de la posterior<br />

ayuda en el proyecto «Divina<br />

Providencia» con la cual ha sido posible<br />

financiar la construcción de casas<br />

para los damnificados más pobres.<br />

Empiezan a verse algunos resultados<br />

de la globalización de la solidaridad.<br />

3) Nos preparamos con entusiasmo<br />

a celebrar el V Centenario de la Primera<br />

Misa en Tierra Firme Americana.<br />

Fue un 14 de agosto de 1502 en<br />

Punta Caxinas, en la actual diócesis<br />

de Trujillo, cuando por instrucciones<br />

del Almirante Cristóbal Colón, fray<br />

Alejandro sembró la semilla del Pan<br />

de Vida que se ha conservado dando<br />

frutos hasta el día de hoy. Bajo el lema:<br />

«Hagan esto en memoria mía»<br />

peregrinaremos todos el 14 de agosto<br />

del 2002 hacia aquel lugar, junto al<br />

mar Caribe. Es parte de nuestro remar<br />

mar adentro de inicios del Milenio.<br />

4) Un desafío vivo y latente es la<br />

lucha contra la pobreza, que impide a<br />

las mayorías de nuestro pueblo vivir<br />

con dignidad. EI Magisterio de Su<br />

Santidad a este respecto, nos inspira<br />

constantemente. Especialmente queremos<br />

agradecer los valientes y oportunos<br />

llamamientos al alivio y condonación<br />

de la Deuda Externa. Gracias<br />

por sus palabras de aliento y solidaridad<br />

en esta materia, aún pendiente<br />

en Honduras y en el mundo en vías<br />

de desarrollo.<br />

5) La lucha por el respeto, el aprecio<br />

por la Vida Humana y el combate<br />

a la Cultura de la Muerte nos desafían<br />

constantemente. Ciertos movimientos<br />

ideologizados han querido<br />

sorprender a nuestro Gobierno y a algunos<br />

políticos, con subterfugios para<br />

abrirle una puerta al crimen abominable<br />

del aborto. Continuaremos atentos<br />

y vigilantes, y con la fuerza de la<br />

Santa Eucaristía en nuestras manos y<br />

en nuestros labios, recordaremos a<br />

todos sin descanso que la vida viene<br />

de Dios y nadie puede arrogarse el<br />

derecho de quitarla y de manipularla.<br />

6) Motivo de esperanza y alegría<br />

es nuestra juventud, a la que intentamos<br />

darle cada día más la formación<br />

necesaria en valores y principios éticos<br />

que, especialmente en el momento<br />

actual, son urgentes ante las propuestas<br />

de una sociedad que todo lo<br />

relativiza. La celebración del sacramento<br />

de la Confirmación como inicio<br />

de un auténtico compromiso cristiano<br />

en la Pastoral Juvenil, constituye una<br />

gran fuerza para el futuro y uno de<br />

nuestros mejores frutos pastorales.<br />

¿Cómo no mencionar en este contexto<br />

el florecimiento de las vocaciones<br />

al sacerdocio y a la vida consagrada?<br />

Para el año próximo ingresarán al<br />

Seminario Mayor Interdiocesano de<br />

«Nuestra Señora de Suyapa», por primera<br />

vez en la historia de Honduras,<br />

40 nuevos seminaristas.<br />

7) En nuestra última visita Ad limina,<br />

le presentábamos a Su Santidad<br />

a la recién nacida Universidad Católica<br />

de Honduras «Nuestra Señora Reina<br />

de la Paz». Hoy podemos decirle<br />

con alegría que aquel pequeño granito<br />

de mostaza se está convirtiendo<br />

poco a poco en un árbol frondoso,<br />

cuya presencia alberga sedes en 5<br />

de las 7 diócesis del país y cuenta ya<br />

con 7.000 estudiantes.<br />

8) EI desafío de los nuevos areópagos<br />

ha encontrado en este pasado<br />

quinquenio una respuesta creativa en<br />

la Pastoral de los Medios de Comunicación<br />

Social. Con muchos esfuerzos<br />

nació hace año y medio el «Canal<br />

Católico de la Solidaridad» que trans-<br />

(cfr C.I.C., c. 395), come pure l'urgenza<br />

del suo stretto adempimento.<br />

In tal modo, inoltre, si darà l'esempio<br />

affinché i parroci e gli altri cooperatori<br />

nel ministero pastorale si<br />

dedichino con tutto il cuore alla<br />

porzione di fedeli che è stata affidata<br />

loro, cercando di fare in modo<br />

che «il senso della comunità parrocchiale<br />

fiorisca soprattutto nella celebrazione<br />

comunitaria della messa<br />

domenicale» (Sacrosanctum Concilium,<br />

n. 42).<br />

7. Un altro ambito nel quale lo<br />

spirito di comunione deve recare<br />

frutti abbondanti in ogni Chiesa<br />

particolare è quello della vita consacrata.<br />

I diversi Istituti e Società sono<br />

portatori del proprio carisma e<br />

devono conservare fedelmente il loro<br />

spirito fondazionale, ma tenendo<br />

anche conto che si tratta di una<br />

«grazia che non riguarda soltanto<br />

un istituto, ma rifluisce a vantaggio<br />

di tutta la Chiesa» (Vita consecrata,<br />

n. 49). Nella vostra patria, dove i<br />

consacrati e le consacrate svolgono<br />

un ruolo importante nei compiti<br />

evangelizzatori, è necessario che<br />

questo tipo di vita «sia maggiormente<br />

stimata e promossa da Vescovi,<br />

sacerdoti, e comunità cristiane» (Ecclesia<br />

in America, n. 43), integrandosi<br />

al contempo pienamente nella<br />

Chiesa particolare alla quale appartengono<br />

(cfr Ibidem). Perciò i Pastori,<br />

nel coordinare i diversi sforzi<br />

e iniziative, devono proporre non<br />

solo una maggiore efficacia nell'azione<br />

pastorale, ma anche una crescita<br />

più armoniosa della comunità<br />

ecclesiale, dove vi è diversità di carismi<br />

e di ministeri, ma uno solo è<br />

il Signore e «opera tutto in tutti»<br />

(1Cor 12, 6).<br />

8. Sebbene si constati con speranza<br />

un leggero incremento nel numero<br />

dei seminaristi in Honduras, continua<br />

ad essere urgente un generoso<br />

sforzo nella promozione delle vocazioni<br />

al sacerdozio e alla vita di speciale<br />

consacrazione. Pertanto, oltre<br />

a pregare con insistenza il Signore<br />

affinché «mandi operai nella sua<br />

messe» (Mt 9, 38) e far sì che la vita<br />

mite las 24 horas del día y lleva un<br />

mensaje de Nueva Evangelización,<br />

Educación y Recreación sana. Este<br />

esfuerzo se ve complementado por 16<br />

estaciones de radio católicas en el<br />

país, que tratan de educar y consolidar<br />

la fe de los fieles cristianos laicos.<br />

EI pueblo fiel de Honduras por mi<br />

medio quiere presentar un saludo lleno<br />

de afecto a Su Santidad. Su persona,<br />

su recuerdo, su visita y su Magisterio<br />

permanecen vivos entre nosotros.<br />

En Honduras amamos al Señor<br />

Jesucristo y a su Santísima Madre<br />

bajo la advocación de Nuestra Señora<br />

de Suyapa. En Honduras amamos<br />

a Pedro y a Juan Pablo II. En Honduras<br />

hemos aprendido de Su Santidad<br />

a predicar con fortaleza y alegría,<br />

con amor e intrepidez.<br />

Le suplicamos Santidad que bendiga<br />

al pueblo hondureño, a nuestros<br />

sacerdotes y consagrados, a los delegados<br />

de la Palabra de Dios, a los<br />

misioneros y a todos los laicos. Bendiga<br />

Santo Padre las tareas y el ministerio<br />

de estos Obispos que hoy le<br />

visitamos.<br />

Confesamos nuestra fe en el Padre,<br />

en el Hijo y en el Espíritu Santo. Profesamos<br />

nuestra comunión con la<br />

Iglesia Una, Santa, Católica y Apostólica.<br />

Reiteramos nuestra adhesión al<br />

Papa, a su Magisterio y a su Persona.<br />

Renovamos nuestra entrega y nos<br />

comprometemos a responder con fidelidad<br />

inquebrantable a la vocación<br />

asumida el día que fuimos ungidos<br />

para ser enviados.<br />

Que Dios le bendiga Beatísimo Padre<br />

y Usted nos conceda el regalo de<br />

su bendición apostólica.<br />

esemplare di sacerdoti e persone<br />

consacrate attiri le nuove generazioni,<br />

è necessario intensificare un'efficace<br />

pastorale delle vocazioni (cfr<br />

Novo Millennio ineunte, n. 46).<br />

Alla pastorale delle vocazioni corrisponde<br />

l'appassionante compito di<br />

suscitare inquietudini profonde nel<br />

cuore dei giovani e prepararli ad accogliere<br />

con generosità l'invito del<br />

Signore: «vieni e seguimi» (Mt 19,<br />

21). Non si deve eludere questa proposta<br />

in maniera esplicita e diretta,<br />

ma non bisogna dimenticare che la<br />

prima risposta alla vocazione è solo<br />

l'inizio di un cammino. In effetti, si<br />

percepisce sempre meglio l'importanza<br />

decisiva che rivestono per la<br />

Chiesa un accurato discernimento<br />

delle vocazioni e una seria formazione<br />

spirituale, umana, teologica e<br />

culturale dei candidati al sacerdozio<br />

e alla vita consacrata. In nessun caso<br />

la scarsità di vocazioni deve portare<br />

a negligenza nell'esame della<br />

loro idoneità, che, date le circostanze<br />

sociali e culturali del nostro tempo,<br />

deve essere, se possibile, ancora<br />

più esigente che in passato.<br />

9. La partecipazione dei laici alla<br />

vita ecclesiale honduregna merita<br />

un riconoscimento particolare. Sto<br />

pensando ai numerosi agenti di pastorale<br />

e ai Delegati della Parola di<br />

Dio, scelti e incaricati di tenere celebrazioni<br />

appropriate la domenica,<br />

in luoghi dove il sacerdote non può<br />

essere presente per celebrare l'Eucaristia.<br />

Non si devono neppure dimenticare<br />

i diversi Movimenti ecclesiali<br />

che con il loro carisma arricchiscono<br />

la vita del Popolo di Dio.<br />

Senza dubbio i servizi che i fedeli<br />

laici offrono alla Chiesa sono molto<br />

validi. Ciononostante, bisogna evitare<br />

l'errore di pensare che possano<br />

sostituire i ministri ordinati quando<br />

questi mancano. Ai suddetti agenti<br />

di pastorale occorre impartire una<br />

salda preparazione teologica nella<br />

spiritualità della comunione, mettendo<br />

in risalto la differenza fra il<br />

servizio ecclesiale dei fedeli laici e i<br />

ministeri propri ed esclusivi dell'Ordine<br />

sacro (cfr Lumen gentium, n.<br />

10; Christifideles laici, n. 22).<br />

Occorre invitare i laici impegnati<br />

a collaborare in modo attivo e responsabile<br />

alla catechesi per la prima<br />

Comunione e per la Confermazione,<br />

come pure alla preparazione<br />

dei fidanzati per il Sacramento del<br />

Matrimonio. È fondamentale che le<br />

parrocchie offrano un'educazione sistematica<br />

nella fede cattolica, che<br />

non si limiti a una preparazione superficiale<br />

per ricevere i Sacramenti<br />

dell'Iniziazione cristiana. Ogni fedele<br />

ha diritto a ricevere da parte della<br />

Chiesa una formazione profonda<br />

nella fede cattolica, appropriata alla<br />

sua età e condizione, per crescere<br />

così nella fede. Inoltre le carenze<br />

che si originano in questo campo<br />

possono essere uno dei motivi per<br />

cui molti fedeli si allontanano e passano<br />

alle sette.<br />

10. Cari Fratelli, come ho già proposto<br />

nella Lettera Apostolica Novo<br />

Millennio ineunte, procediamo di<br />

nuovo a partire da Cristo, contemplando<br />

sempre il suo volto, rendendoci<br />

testimoni del suo amore per<br />

prendere il largo. Nel nostro procedere<br />

speranzoso, cerchiamo di stare<br />

sempre più con Lui, per essere inviati<br />

di nuovo ad annunciare il suo<br />

messaggio salvifico a tutti i nostri<br />

fratelli e le nostre sorelle.<br />

Su ognuno di voi imploro la costante<br />

protezione della Vergine di<br />

Suyapa, affinché vi accompagni in<br />

queste nuove sfide pastorali. Le affido<br />

anche i vostri sacerdoti, i consacrati<br />

e le consacrate, come pure tutti<br />

i figli e le figlie dell'Honduras, e<br />

al contempo vi imparto di cuore la<br />

mia Benedizione Apostolica.


.<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Mercoledì 5 Dicembre 2001<br />

Un'opera edita dalla Pontificia Accademia Mariana Internazionale<br />

Maria, Signora Santa e Immacolata<br />

nei teologi e mariologi francescani<br />

GINO CONCETTI<br />

Circa vent'anni dopo la<br />

proclamazione del dogma<br />

dell'Immacolata Concezione<br />

di Maria da parte di Pio IX<br />

la prestigiosa e autorevole<br />

rivista dei Gesuiti La Civiltà<br />

cattolica scriveva: «L'Ordine<br />

dei Frati Minori, avendo<br />

ereditato dal suo fondatore<br />

san Francesco d'Assisi affetto<br />

e devozione singolare<br />

verso la Madre di Dio, può,<br />

fra quanti altri Ordini fioriscono<br />

nella Chiesa, vantare<br />

il maggior numero di scrittori<br />

egregi, i quali con le<br />

dottissime loro speculazioni,<br />

accertando e celebrando<br />

le prerogative della Vergine<br />

medesima, sono riusciti a<br />

promuovere mirabilmente il<br />

culto di lei nel popolo cristiano»<br />

(Civ. Catt. 24 [1873]<br />

X, 704-705).<br />

Perché il giudizio non<br />

fosse inteso in senso minimalista<br />

la stessa rivista aggiungeva:<br />

«Basta citare degli<br />

antichi il solo Scoto (in<br />

seguito dichiarato beato), a<br />

cui si dà meritevolmente il<br />

titolo di Dottore della Immacolata,<br />

perocché egli fu<br />

che fece trionfare nelle<br />

scuole la sentenza della immunità<br />

di Maria dalla colpa<br />

originale, e spianò la strada<br />

alla definizione dommatica<br />

di questo privilegio». A integrazione di<br />

questo giudizio è da precisare che Giovanni<br />

Duns Scoto ha aperto pure la via<br />

alla definizione dommatica dell'assunzione<br />

di Maria al cielo in anima e corpo.<br />

Determinante è stata la sua dottrina su<br />

Cristo perfettissimo redentore che redime<br />

in modo perfetto, scegliendo cioè la<br />

condizione più gratificante e encomiabile<br />

per Maria, in connessione e subordinatamente<br />

a Cristo, suo Figlio, vincitore<br />

del peccato e della morte.<br />

All'alba del Terzo Millennio un'opera<br />

cospicua per documentazione, per acutezza<br />

d'indagine e chiarezza espositiva<br />

conferma pienamente quanto scriveva<br />

nel 1873 l'autore dell'articolo di La Civiltà<br />

cattolica. L'opera è di Stefano Cecchin:<br />

Maria Signora e Immacolata nel<br />

pensiero francescano, Roma 2001, Pontificia<br />

Accademia Mariana Internazionale,<br />

pp. 476, L. 50.000, ; 25,82.<br />

Cecchin, che è docente di mariologia<br />

all'Antonianum di Roma e segretario<br />

della Pontificia Accademia Mariana Internazionale,<br />

ha compiuto una approfondita<br />

ricognizione, un monitoraggio si<br />

direbbe oggi, sugli otto secoli di storia<br />

francescana e precisamente da san Francesco<br />

a sant'Antonio di Padova fino ai<br />

teologi del Concilio Vaticano II, tra cui<br />

primeggia il padre Carlo Balic. Oltre<br />

cento sono gli autori esaminati nelle loro<br />

opere principali che trattano di Maria<br />

e delle sue prerogative.<br />

Nella introduzione, ampia e metodologicamente<br />

fondata, Cecchin traccia<br />

una sintesi delle caratteristiche della<br />

scuola mariologica francescana. Da questa<br />

e dall'intera esposizione deriva che i<br />

francescani dei tre Ordini hanno un connotato<br />

fondamentale che li distingue da<br />

tutti gli altri ordini religiosi e dalle loro<br />

scuole teologiche e mariologiche. Il fondatore<br />

della mariologia francescana è<br />

san Francesco d'Assisi stesso. Egli ha<br />

trasmesso ai seguaci dei suoi tre ordini<br />

il DNA mariologico che ha costituito la<br />

fonte, la sorgente da cui hanno attinto i<br />

teologi, i mariologi e i marianofili per<br />

alimentare e irrobustire il grande albero<br />

mariologico-mariano che ha reso gloriosa<br />

la Chiesa nei confronti della sua «Madre»<br />

e della sua «Regina».<br />

Quale che sia l'orientamento mariologico<br />

non si potrà non restare sorpresi e<br />

stupefatti della devozione di san Francesco<br />

a Maria, lui che era il cristocentrico<br />

per eccellenza, come si evince dal mistero<br />

di Greccio, dal dialogo con il Crocifisso<br />

di san Damiano in Assisi e con la<br />

stimmatizzazione della Verna. La sua<br />

espressione risuona come una ineffabile<br />

sinfonia: «Vergine fatta Chiesa»: un capolavoro<br />

di ecclesiologia e di mariologia<br />

che sintetizza tutto il pensiero della<br />

scuola francescana.<br />

Se san Francesco è stato il «maestro»<br />

della pietà mariana e del culto alla Vergine,<br />

Madre di Cristo e della Chiesa, il<br />

teologo è stato senza dubbio il beato<br />

Giovanni Duns Scoto. Cecchin riferisce,<br />

sottolineandoli, alcuni principi ermeneutici<br />

di valore universale. Uno di questi<br />

suona: «Nell'esaltare Cristo preferisco<br />

cadere per eccesso nella lode a lui dovuta,<br />

anziché in difetto, se per ignoranza<br />

non è possibile evitarli tutti e due». Parallelo<br />

è il principio mariologico: «È bene<br />

attribuire a Maria tutto ciò che è più<br />

eccelso se questo non ripugna all'autorità<br />

della Chiesa o all'autorità della Sacra<br />

Scrittura». Prima di Scoto dal tempo di<br />

san Bernardo agli albori del secondo<br />

millennio vigeva l'effato: «De Maria<br />

numquam satis». Il principio, anche senza<br />

volerlo, avrebbe potuto condurre a<br />

forme esagerate di culto e di pietà. Scoto<br />

invece, con lucidità e sicurezza, riconduce<br />

il tema mariologico-mariano<br />

La Vergine del Cimabue — dettaglio —<br />

Assisi, Basilica di san Francesco<br />

nell'alveo della dottrina certa e dell'ortodossia<br />

stabilita dai concili ecumenici.<br />

Anche Maria è membro della Chiesa,<br />

sebbene — come afferma sant'Agostino<br />

— il più eminente, ma sempre un membro,<br />

per cui il tutto, cioè la Chiesa di<br />

cui Cristo è capo, vanta una dignità superiore.<br />

Scoto, inoltre, si appella all'autorità<br />

della Scrittura, deposito della parola<br />

di Dio. Magistero e Sacra Scrittura<br />

sono dunque gli ambiti entro cui enucleare<br />

la mariologia e la pietà mariana.<br />

Il Concilio Vaticano II ha confermato il<br />

principio.<br />

La scuola francescana ne ha un terzo<br />

che — a nostro parere — costituisce la<br />

chiave di volta per interpretare la mariologia<br />

dei teologi francescani: la predestinazione.<br />

Maria è contemplata in relazione<br />

a Cristo e a lui subordinata. Cristo è<br />

il «capolavoro di Dio», il summum opus<br />

afferma Scoto. Poiché nella scala degli<br />

enti o delle gerarchie è conteplato prima<br />

della creazione del cosmo e dell'uomo e<br />

con Cristo era pure prevista l'incarnazione,<br />

ne consegue che per incarnarsi<br />

avrebbe avuto bisogno di una donna:<br />

questa è Maria. Altre scuole s'impigliano<br />

nel mistero del peccato originale per<br />

cui la liturgia ripete: o felice colpa che<br />

ci ha meritato tanto Redentore. A questa<br />

concezione reagiscono Scoto e la sua<br />

scuola. Cristo, capolavoro di Dio, non<br />

può essere successivo al peccato originale,<br />

una causa finita, qual è l'uomo, non<br />

può influire su una causa infinita che è<br />

Dio. Quindi la predestinazione di Cristo<br />

suppone anche quella di Maria sua Madre.<br />

Questa visione consente a Scoto e a<br />

tutta la scuola francescana di affermare<br />

con chiarezza e sicurezza le prerogative<br />

di Maria, tra cui eccellono la divina maternità,<br />

l'immacolato concepimento e<br />

l'assunzione immediata al cielo in anima<br />

e corpo.<br />

Cecchin riferisce alcuni testi di Scoto<br />

che conviene citare: «chi vuole ordinatamente,<br />

vuole prima il fine e immediatamente<br />

le cose più vicine al fine. Ma Dio<br />

vuole ordinatissimamente. Dunque bisogna<br />

dire che tutte le cose le ha volute<br />

con ordine». Al vertice del disegno di<br />

Dio ad extra è il Verbo Incarnato, Cristo.<br />

Chiaro è Scoto: «prima della previsione<br />

della caduta e prima di qualunque<br />

demerito fu previsto tutto il processo<br />

dell'avvenire di Cristo». «Del resto — aggiunge<br />

Scoto — se la caduta fosse stata<br />

la causa della predestinazione di Cristo,<br />

ne seguirebbe che la più grande opera<br />

di Dio summum opus Dei è stata soltanto<br />

occasionale. La gloria di tutti gli<br />

eletti intensivamente non è tanta quanta<br />

la gloria di Cristo; e intanto Dio avrebbe<br />

trascurato un'opera così grande nell'ipotesi<br />

che Adamo non avesse peccato. Chi<br />

non vede quanto ciò sia irragionevole?».<br />

Il processo logico e ontico così viene<br />

concluso da Scoto: «Dio ama in primo<br />

luogo se stesso; in secondo luogo ama<br />

se stesso negli altri, e questo amore è<br />

santo; in terzo luogo vuole essere amato<br />

da Colui che può amarlo in grado sommo<br />

(io parlo dell'amore di un essere<br />

estrinseco a lui o creato); finalmente<br />

prevede l'unione di questa natura umana<br />

che deve amarlo immensamente».<br />

Commenta Cecchin: «decretando da<br />

tutta l'eternità l'incarnazione del Verbo,<br />

con il medesimo decreto scelse Maria<br />

come sua Madre, attraverso la quale il<br />

Verbo, glorificatore della Trinità, sarebbe<br />

divenuto figlio del genere umano. In<br />

questa visione Cristo è il primigenito e<br />

Maria la primogenita. Di conseguenza,<br />

come dice san Bonaventura, ciò che è<br />

primo in qualsiasi genere è la causa di<br />

tutto ciò che viene dopo: Cristo è dunque<br />

la causa fontale di Maria, ed entrambi<br />

sono la causa esemplare e finale<br />

di tutto il creato. La previsione<br />

del peccato non cambia<br />

il disegno divino»: ne<br />

modifica solo la modalità<br />

realizzativa. Cristo sarebbe<br />

venuto al mondo come glorificatore.<br />

In questa visione Scoto e<br />

gli altri teologi francescani<br />

illustrano la dignità, le prerogative<br />

e il ruolo di Maria<br />

nella storia della salvezza:<br />

la sua divina maternità, la<br />

sua verginità, la sua immacolata<br />

concezione, la sua<br />

assunzione al cielo in anima<br />

e corpo, la sua collaborazione<br />

alla redenzione del genere<br />

umano, la sua funzione<br />

di mediatrice e distributrice<br />

di grazie, la sua condizione<br />

di regina dell'universo, degli<br />

angeli e degli uomini. San<br />

Francesco la saluta con<br />

queste parole: «Figlia e ancella<br />

dell'altissimo sommo<br />

Re il Padre, madre del santissimo<br />

Signore Gesù Cristo,<br />

sposa dello Spirito Santo»;<br />

«eletta dal Santissimo<br />

Padre celeste che con il Figlio<br />

e lo Spirito Santo ti ha<br />

consacrata». Secondo san<br />

Bonaventura «Noi abbiamo<br />

tre avvocati in cielo: Cristo,<br />

lo Spirito Santo e la Vergine.<br />

Il primo combatte per<br />

noi, il secondo parla per<br />

noi, la terza intercede per<br />

noi». Triplice è pure — secondo<br />

san Bernardino da Siena — la<br />

forma della comunicazione delle grazie:<br />

«Prima ci vengono da Dio e passano per<br />

lo mezzo del suo diletto Figliolo e poi<br />

per lo mezzo della dispensazione di Maria<br />

sua Madre». Si spiega perciò il grande<br />

culto promosso dai francescani a Maria.<br />

I conventi, i monasteri, le chiese da<br />

loro fondati costituiscono un «cielo stellato»<br />

in cui brilla l'ammagine di Maria.<br />

Catanzaro: gli incontri di catechesi organizzati dal Movimento Apostolico<br />

Nuovo Documento della Commissione Biblica:<br />

«Il popolo ebraico<br />

e le sue Sacre Scritture nella Bibbia cristiana»<br />

ALBERT VANHOYE<br />

In questi giorni, la Libreria Editrice<br />

Vaticana pubblica un nuovo documento<br />

della Pontificia Commissione Biblica<br />

nel suo testo originale francese e in<br />

una traduzione italiana. Il tema di<br />

questo documento non manca certo<br />

d’importanza. S’intitola: «Il popolo<br />

ebraico e le sue Sacre Scritture nella<br />

Bibbia cristiana». Viene trattato con<br />

serietà scientifica e in uno spirito<br />

aperto e positivo. Lo scopo dichiarato<br />

è quello di contribuire al dialogo fraterno<br />

tra cristiani ed ebrei. La Commissione<br />

Biblica non pretende, evidentemente,<br />

di prendere posizione su tutti<br />

gli aspetti della questione delle relazioni<br />

tra la Chiesa e il Giudaismo; essa<br />

«si limita al punto di vista dell’esegesi<br />

biblica, nello stato attuale delle ricerche»<br />

(n.1).<br />

Questo campo, però, è già abbastanza<br />

vasto e la sua importanza è<br />

fondamentale. La Commissione Biblica<br />

non si è voluta accontentare di alcune<br />

riflessioni generali; essa ha esaminato<br />

con precisione i dati del problema.<br />

Ne risulta che il documento non è<br />

breve. Nella sua qualità di Presidente<br />

della Commissione Biblica, il Cardinale<br />

Joseph Ratzinger ha scritto una sostanziosa<br />

prefazione che mette in risalto<br />

soprattutto la questione decisiva<br />

dell’unità interna della Bibbia cristiana,<br />

quale è stata riconosciuta dall’esegesi<br />

patristica e resa problematica da<br />

una certa esegesi moderna, che conviene<br />

rimettere in questione.<br />

Il rapporto tra Sacra<br />

Scrittura e tradizione orale<br />

Tra la sua «Introduzione» e le sue<br />

«Conclusioni», il documento comprende<br />

tre parti, di cui la seconda è quella<br />

che occupa più spazio. La prima dimostra<br />

che le Sacre Scritture del po-<br />

polo ebraico sono una parte fondamentale<br />

della Bibbia cristiana, giacché<br />

il Nuovo Testamento riconosce esplicitamente<br />

l’autorità di queste Scritture<br />

e si afferma conforme ad esse. D’altra<br />

parte, i rapporti tra Scrittura e tradizione<br />

orale sono analoghi nel cristianesimo<br />

e il giudaismo e i metodi dell’esegesi<br />

giudaica antica vengono adoperati<br />

nel Nuovo Testamento. La differenza<br />

di estensione tra l’Antico Testamento<br />

dei cristiani e la Bibbia degli<br />

Ebrei riguarda soltanto una parte minore<br />

delle Scritture e si spiega storicamente.<br />

Evoluzione<br />

dell'esegesi cristiana<br />

dell'Antico Testamento<br />

Di maggiore importanza è la seconda<br />

parte, perché studia in che modo i<br />

temi fondamentali delle Scritture del<br />

popolo ebraico sono stati recepiti nella<br />

fede cristiana, quale viene espressa nei<br />

testi del Nuovo Testamento. Qui, dopo<br />

aver ricordato l’evoluzione dell’esegesi<br />

cristiana dell’Antico Testamento,<br />

il documento propone analisi precise,<br />

che mostrano come la fede cristiana si<br />

trovi in profonda continuità, su tutti i<br />

punti essenziali, con la fede espressa<br />

nella Bibbia ebraica: rivelazione del<br />

Dio unico, grandezza e miseria delle<br />

persone umane, iniziative divine di liberazione<br />

e di salvezza, elezione d’Israele,<br />

alleanza, Legge, preghiera e<br />

culto, posizione privilegiata di Gerusalemme<br />

del suo Tempio, tutto si ritrova<br />

nel Nuovo Testamento, il quale fa<br />

eco ugualmente ai rimproveri divini e<br />

alle magnifiche promesse di Dio. Si<br />

nota tuttavia, tra l’Antico Testamento<br />

e il Nuovo, una netta evoluzione, la<br />

quale porta con sé, inevitabilmente,<br />

certi aspetti di discontinuità resi necessari<br />

per l’adempimento del disegno<br />

di Dio.<br />

La terza parte studia i vari modi in<br />

cui gli Ebrei vengono presentati negli<br />

scritti nel Nuovo Testamento. Le prospettive<br />

del Nuovo Testamento non<br />

sono per niente unilaterali in proposito.<br />

Anzitutto occorre essere consapevoli<br />

della diversità del giudaismo nell’epoca<br />

del Nuovo Testamento. Gli<br />

Ebrei si dividevano in diverse tendenze,<br />

tra le quali i rapporti erano talvolta<br />

estremamente tesi. Quindi la situazione<br />

di tensione che si è creata tra i<br />

discepoli di Gesù e altre tendenze del<br />

giudaismo non era un fatto eccezionale.<br />

Nel Nuovo Testamento, la maggioranza<br />

dei testi esprime atteggiamenti<br />

molto positivi al riguardo del popolo<br />

ebraico. Vi si trovano anche testi polemici;<br />

il documento li esamina attentamente<br />

e constata che non si tratta<br />

mai di un vero antigiudaismo, «cioè di<br />

un atteggiamento di disprezzo, di ostilità<br />

e di persecuzione contro gli Ebrei<br />

in quanto Ebrei». Si tratta soltanto di<br />

«rimproveri rivolti ad alcune categorie<br />

di Ebrei per motivi religiosi e, d’altra<br />

parte, di testi polemici destinati a difendere<br />

l’apostolato cristiano contro<br />

certi Ebrei che vi facevano opposizione»<br />

(n. 87).<br />

Un dialogo<br />

possibile<br />

Rinunciando a un facile irenismo, il<br />

documento non nasconde che, dal<br />

punto di vista dottrinale, gravi punti<br />

di disaccordo esistono tra il Nuovo<br />

Testamento e il giudaismo, ma osserva<br />

che tale dissenso non implica per<br />

niente una ostilità reciproca. «Un atteggiamento<br />

di rispetto, stima e amore<br />

per il popolo ebraico è il solo atteggiamento<br />

veramente cristiano». Il dialogo<br />

è possibile ed è molto augurabile.<br />

La Commissione Biblica spera di aver<br />

contribuito a farlo progredire «nella<br />

chiarezza e nella stima e l’affetto vicendevoli»<br />

(n. 1).<br />

Sarà inaugurata l'8 dicembre a Roma nel complesso monumentale San Michele a Ripa<br />

«Janua Coeli»: mostra di disegni e di bozzetti preparatori<br />

per l'antica decorazione della cupola della Basilica Lauretana<br />

Sarà inaugurata l'8 dicembre dal Cardinale<br />

Paul Poupard, Presidente del Pontificio<br />

Consiglio per la Cultura, la mostra<br />

«“Janua Coeli”- La decorazione della<br />

cupola della Basilica Lauretana (1609-<br />

1908)», allestita nella sede dell’Istituto<br />

Centrale per il Catalogo e la Documentazione<br />

(Complesso monumentale San<br />

Michele a Ripa), a Roma, per interessamento<br />

del direttore dott. arch. Maria<br />

Luisa Polichetti, in collaborazione con la<br />

Delegazione Pontificia per il Santuario<br />

della Santa Casa di Loreto e l’Istituto<br />

Nazionale per la Grafica. Vi sono esposti<br />

i disegni preparatori dei cartoni elaborati<br />

dai pittori Cristoforo Roncalli, detto il<br />

Pomarancio (Pomarance 1552-Roma<br />

1626), e Cesare Maccari (Siena 1840-Roma<br />

1919), per la decorazione della cupola<br />

lauretana. È una visione d’insieme su<br />

come l’arte abbia celebrato durante<br />

quattro secoli, dal principio del ’600 e a<br />

tutto il ’900, le glorie della Vergine Maria<br />

in uno dei più noti santuari mariani<br />

della cristianità. Giovanni Paolo II ha<br />

definito, infatti, il santuario della Santa<br />

Casa, «il primo santuario di portata internazionale<br />

dedicato alla Vergine Maria<br />

e, per diversi secoli vero cuore mariano<br />

della cristianità». Per la sua importanza<br />

religiosa è stato sempre oggetto di particolari<br />

cure apostoliche, centro di interesse<br />

e attenzione da parte dei papi che<br />

vi sono intervenuti con vastità di prospettive<br />

e con larghezza di mezzi e di<br />

uomini, ricorrendo ai grandi maestri<br />

d’arte di ogni tempo. Anche lo Stato<br />

unitario ha fatto ricorso alle migliori<br />

scuole di allora, inviando a Loreto prima<br />

l’architetto dei palazzi reali di Torino<br />

Domenico Ferri e poi l’architetto<br />

reale Giuseppe Sacconi (1854-1905), assieme<br />

al pittore Cesare Maccari, che in<br />

quel momento era intento alla decorazione<br />

di Palazzo Madama.<br />

Bozzetti, disegni, fotografie, schizzi e<br />

contratti esposti nella mostra provengono<br />

dalle raccolte d’arte conservate nel<br />

Palazzo Apostolico della Santa Casa e in<br />

particolar modo dall’Archivio Storico<br />

della Santa Casa, testimonianza ancor<br />

questa di quella cura e attenzione con<br />

cui nel corso dei secoli i governatori e<br />

gli amministratori hanno custodito e retto<br />

il governo della Santa Casa, tramandandone<br />

i più significativi ricordi e le<br />

memorie storiche. Per la prima volta sono<br />

presentati 41 disegni preparatori del<br />

Pomarancio per la decorazione della cupola<br />

della chiesa lauretana, che egli eseguì<br />

su commissione del cardinale Antonio<br />

Maria Gallo, quando Paolo V Borghese<br />

erigeva la facciata della Basilica di<br />

San Pietro.<br />

La grande cupola, che si innalza al di<br />

sopra del venerato sacello della Santa<br />

Casa, si deve a Giuliano da Maiano, che<br />

la eresse fino a tutto il tamburo prima<br />

del 1484, mentre è opera di Giuliano da<br />

«“Il Regno dei cieli è vicino: convertitevi e<br />

credete al Vangelo” letto alla luce del Vangelo<br />

secondo Matteo» è il tema di riflessione<br />

proposto dal Movimento Apostolico di Catanzaro<br />

per gli «Incontri di catechesi 2001-2002»<br />

programmati per i suoi aderenti e per la comunità<br />

ecclesiale. Mercoledì prossimo, 5 dicembre,<br />

Monsignor Antonio Cantisani, Arcivescovo<br />

Metropolita di Catanzaro, inaugurerà<br />

la Celebrazione Eucaristica di introduzio-<br />

Bozzetto di Cristoforo Romanelli per la decorazione della cupola lauretana (1609-1615)<br />

Sangallo la calotta, condotta a termine il<br />

23 maggio dell’Anno giubilare 1500. A<br />

parere di molti storici la sua grave mole<br />

causò ben presto cedimenti nei pilastri e<br />

l’opera di consolidamento, incominciata<br />

da Bramante, è proseguita quasi per<br />

l’intero secolo XVI con gli interventi degli<br />

architetti Andrea Sansovino, Antonio<br />

da Sangallo il Giovane e Giovanni Boccalini.<br />

Dopo ulteriori varianti apportate<br />

alle caratteristiche strutturali e ornamentali<br />

sul finire di quello stesso secolo,<br />

il Pomarancio ne ha decorato l’interno,<br />

durante gli anni 1609-1615. Il pittore,<br />

che nella sacrestia nuova di Loreto aveva<br />

già ricordato la vita terrena della<br />

Vergine Maria, celebra qui la gloria celeste<br />

con l’incoronazione per mano del<br />

Padre, del Figlio e dello Spirito Santo,<br />

in una aureola di angeli, e la glorificazione<br />

delle sue virtù.<br />

Della decorazione del Pomarancio rimangono<br />

ora soltanto alcuni frammenti<br />

conservati tra le raccolte d’arte della<br />

Santa Casa, rappresentanti gli evangelisti<br />

san Marco, san Luca e san Giovanni.<br />

Sul finire del secolo XVII risulta infatti<br />

che i dipinti del Roncalli incominciassero<br />

già a deteriorarsi, causa il cattivo stato<br />

di conservazione in cui si trovava il<br />

ne alla catechesi biblica, organica e permanente<br />

che il Movimento Apostolico ha promosso<br />

in collaborazione con la Parrocchia<br />

Maria Madre della Chiesa, in S. Janni. La<br />

celebrazione avrà luogo nella stessa chiesa<br />

parrocchiale.<br />

Il tema proposto è stato scelto per rispondere<br />

all'invito di Giovanni Paolo II a ripartire<br />

da Cristo per un'entusiasmante opera di ripresa<br />

pastorale, ed anche per seguire le in-<br />

manto esterno di piombo della cupola<br />

che faceva filtrare acqua al suo interno.<br />

Se ne parla più volte nelle congregazioni<br />

economiche e lo stesso governatore<br />

esorta l’architetto della Santa Casa a interessarsene<br />

direttamente per conoscere<br />

la realtà del danno e prendere poi i necessari<br />

provvedimenti. Anche nel corso<br />

dei successivi anni, la cupola non è stata<br />

soggetta a particolari opere di manutenzione<br />

straordinaria o di restauro, nonostante<br />

che siano stati fatti presenti i danni<br />

cui poteva andare incontro sia la<br />

struttura muraria che gli stessi dipinti.<br />

Dopo l’annessione delle Marche allo<br />

Stato unitario, seguì un sollecito interesse<br />

da parte delle nuove autorità per le<br />

opere d’arte del santuario e la stessa<br />

struttura muraria, che però ben presto<br />

sembrò svanire quasi nel nulla per la<br />

complessità dei problemi da affrontare.<br />

In prossimità delle celebrazioni per il VI<br />

Centenario del santuario (1294-1894) fu<br />

il Vescovo di Loreto Tommaso Gallucci<br />

a riproporre all’amministratore della<br />

Santa Casa la necessità di un progetto<br />

per il restauro e la decorazione della Basilicaeperchélasuaazioneottenessemeglio<br />

l’effetto desiderato, ne interessò lo<br />

stessocappellano della Real Casa Valerio<br />

dicazioni del primo Piano Pastorale Diocesano.<br />

Saranno di prezioso ausilio il Catechismo<br />

della Chiesa cattolica, degli Adulti e dei<br />

Giovani 2.<br />

La catechesi sarà tenuta dall'Assistente<br />

Ecclesiastico Centrale Monsignor Costantino<br />

Di Bruno ogni lunedì dalle ore 18 alle ore<br />

18.30. Gli incontri saranno preceduti dalle<br />

confessioni, dalla pia recita del Santo Rosario<br />

e dalla celebrazione della Messa.<br />

Anzino. Questi, dopo un sopralluogo effettuato<br />

a Loreto, ne parlò con il re Umberto<br />

I, che a sua volta provvide a inviarvi<br />

l’architetto Giuseppe Sacconi. Dal<br />

quel momento si avviò una stretta collaborazione<br />

tra l’autorità religiosa e quella<br />

civile: la prima provvide al reperimento<br />

dei fondi per la parte decorativa della<br />

Basilica, l’altra si assunse il compito dellapreparazione<br />

dei progetti e delle spese<br />

per le modifiche strutturali e murarie.<br />

La decorazione della cupola è stata<br />

appunto una delle tante realizzazioni<br />

raggiunte allora di comune accordo, come<br />

già accennato, prima delle celebrazioni<br />

per il VI Centenario della Santa<br />

Casa. Per l’esecuzione dei dipinti venne<br />

chiamato anche un altro artista, molto<br />

vicino alla Casa Reale, Cesare Maccari,<br />

allora impegnato nella decorazione di<br />

Palazzo Madama. La glorificazione celeste<br />

della Vergine, suggerita dallo schema<br />

delle litanie lauretane, fu il tema<br />

scelto per decorare la calotta della cupola.<br />

Per la parte sottostante, il tamburo,<br />

ci si orientò a rievocare la storia del<br />

domma dell’Immacolata Concezione<br />

proclamato da Pio IX nel 1854, cui seguì<br />

di lì a quattro anni, come è noto, quasi<br />

eco celeste, la profonda «autodefinizione»<br />

della Vergine Maria alla fanciulla<br />

Bernadette Soubirous «Qué soy era Immaculado<br />

Conception». La mostra presenta<br />

per la prima volta in ambito nazionale<br />

vari schizzi, bozzetti e disegni<br />

preparatori per i cartoni elaborati da<br />

Cesare Maccari per la cupola della Basilica,<br />

tutti facenti parte delle raccolte della<br />

Santa Casa. Essi illustrano le allegorie<br />

delle invocazioni devote, con cui è pregata<br />

la beata Vergine nelle litanie lauretane,<br />

e le varie storie, 14 in tutto, dipinte<br />

nel tamburo e rievocanti i momenti<br />

in cui la Madonna è stata invocata dal<br />

popolo cristiano come «Regina sine labe<br />

originali concepta».<br />

L’artista ha stipulato il primo contratto<br />

per la decorazione della cupola il 15<br />

dicembre 1888, nel quale si obbligava a<br />

dipingerne la sommità, raffigurandovi la<br />

Madonna con una corona di angeli e<br />

con tutte le decorazioni lineari, portate<br />

a termine l’anno successivo. È del 27<br />

giugno 1891 il contratto per la decorazione<br />

della calotta, fino al cornicione<br />

compreso, che il Maccari porta a compimento<br />

nel dicembre 1894 e, due anni<br />

dopo, il pittore riceve l’incarico di dipingere<br />

«a buon fresco» il tamburo della<br />

cupola che conclude nel 1901. Nel novembre<br />

di quello stesso anno, con un ulteriore<br />

contratto, si impegna a decorare<br />

i sottoarchi e i pennoni della cupola. A<br />

opera compiuta, nell’aprile 1908, seguì<br />

l’inaugurazione della imponente realizzazione<br />

pittorica che suscitò l’ammirazione<br />

e l’entusiasmo dei grandi critici<br />

d’arte allora viventi.<br />

FLORIANO GRIMALDI


.<br />

PAGINA<br />

7 .<br />

Disponibile all’ascolto<br />

e pronta a dare conforto<br />

ad ogni angoscia<br />

GIOVANNI MARRA<br />

Arcivescovo di Messina-Lipari-Santa<br />

Lucia del Mela, Archimandrita<br />

del SS.mo Salvatore<br />

Sono molto lieto di presentare alla comune<br />

riflessione questa breve e densa<br />

pubblicazione di Don Raimondo Frattallone,<br />

salesiano, che si propone di tracciare<br />

i tratti salienti della figura spirituale<br />

di suor Maria Alfonsa di Gesù Bambino,<br />

Ancella Riparatrice, il cui ricordo,<br />

dopo la sua morte avvenuta nel 1994,<br />

non solo è rimasto vivo, ma va, sempre<br />

più, raccogliendo consensi e segni di<br />

ammirazione grazie alla sua vita vissuta<br />

in un chiaro cammino di santità.<br />

Il titolo del libro «La sofferenza trasfigurata<br />

nella Croce» racchiude in modo<br />

efficace il significato profondo della vita<br />

e della spiritualità di suor Maria Alfonsa:<br />

colpita da una dolorosa e insanabile<br />

malattia, l’artrite reumatoide, ha saputo<br />

vivere la sua esistenza terrena per oltre<br />

venti anni in una carrozzella, ma sempre<br />

abbracciata alla Croce quale fonte di<br />

sostegno, conforto e gioia.<br />

Suor Alfonsa ha, perciò, la forza di<br />

scrivere: «Ci sono dei momenti in cui mi<br />

sembra di trovare serenità e gioia; le<br />

trovo, però, nel Crocifisso: allora gli<br />

consacro ogni mia pena e dolore, accettando<br />

tutto per amore di Cristo... Provo<br />

tanta consolazione nel mio cuore quando<br />

posso abbracciarmi al Crocifisso».<br />

L’Autore, con la sua sensibilità umana<br />

e spirituale, ha saputo calarsi nella profondità<br />

dell’anima di questa Religiosa<br />

per leggervi i valori che sono stati alla<br />

base del suo progetto di vita e analizzare<br />

le virtù teologali e umane con le quali<br />

ha realizzato, giorno dopo giorno, sofferenza<br />

dopo sofferenza, questo progetto.<br />

Chi ha conosciuto personalmente questa<br />

Religiosa e chi ha potuto avvicinarla<br />

in fondo alla chiesa della Casa Madre<br />

delle Ancelle Riparatrici, seduta sulla<br />

La ricchezza del libro<br />

di Raimondo Frattallone<br />

sua carrozzella, sempre in preghiera, accanto<br />

alla tomba del Fondatore Antonino<br />

Celona, ha trovato in lei la persona<br />

disponibile all’ascolto e pronta a dare<br />

conforto ad ogni angoscia che le venisse<br />

confidata: aveva il carisma di testimoniare<br />

che la sofferenza può essere vissuta<br />

come un dono capace di dare senso a<br />

tutta la vita.<br />

Il cammino spirituale di suor Alfonsa<br />

ha raggiunto vette eccelse quando la sua<br />

fede, il suo credo in Cristo Crocifisso è<br />

divenuto «Credo del dolore» come forma<br />

efficace per vivere il carisma della<br />

Riparazione proprio di ogni Ancella Riparatrice<br />

e del suo Fondatore. Poteva<br />

così scrivere: «Credo al dolore come dono<br />

di Dio. Credo al suo immenso valore...<br />

al dolore accettato... al dolore profumato<br />

dall’incenso della preghiera... offerto<br />

con quello di Cristo... al dolore<br />

che matura e fa crescere l’anima in sapienza<br />

e luce... Credo al dolore che fa<br />

vivere in amicizia con sorella morte...».<br />

Da giovane suor Alfonsa si sentiva<br />

chiamata ad un apostolato missionario<br />

in Paesi lontani. La malattia glielo ha<br />

impedito, ma ha egualmente risposto alla<br />

sua ansia missionaria «nel e con il dolore»,<br />

con l’offerta di sé presentata ogni<br />

giorno al Signore, sull’esempio di Santa<br />

Teresa di Gesù Bambino.<br />

L’autore di questo prezioso libro ha il<br />

merito non solo di aver delineato e ordinato<br />

i lineamenti spirituali di un’anima<br />

santa, ma anche di aver corredato e<br />

confermato le sue considerazioni con<br />

ampie citazioni degli scritti della Religiosa<br />

che gli «Amici di suor Alfonsa» hanno<br />

potuto finora raccogliere e mettere a<br />

sua disposizione. Ha potuto così scrivere<br />

la «storia di un’anima» che merita di essere<br />

conosciuta e ascritta tra le tante<br />

anime sante che il secolo appena concluso<br />

consegna, come esempio, al nuovo<br />

secolo ed al terzo millennio dell’era<br />

cristiana.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Mercoledì 5 Dicembre 2001<br />

«La sofferenza trasfigurata nella Croce»: un volume<br />

su suor Maria Alfonsa di Gesù Bambino, Ancella Riparatrice<br />

Serena gioia<br />

e vivace originalità<br />

La Chiesa<br />

che è in Messina<br />

ricorda<br />

la religiosa<br />

L’Associazione «Amici di suor<br />

Maria Alfonsa di Gesù Bambino»<br />

invita a partecipare al concerto<br />

che il cantautore fra Giuseppe Di<br />

Fatta, O.F.M., terrà l’8 dicembre<br />

alle ore 19.30 presso il Tempio di<br />

Gesù Sacramentato dell’Istituto<br />

Ancelle Riparatrici(Messina,viaS.<br />

Maria di Gesù Inferiore, is. 485).<br />

La gioiosa circostanza è stata<br />

organizzata per commemorare il<br />

50° anniversario della morte del<br />

venerato Fondatore della Congregazione<br />

delle Ancelle Riparatrici<br />

del SS. Cuore di Gesù, Mons. Antonino<br />

Celona, e per auspicare la<br />

prossima apertura del Processo<br />

Canonico di Beatificazione e Canonizzazione<br />

della serva di Dio<br />

suor Maria Alfonsa di Gesù Bambino,<br />

la quale si è distinta per l’esercizio<br />

delle sue virtù nell’arco<br />

della sua esistenza terrena, avendo<br />

diffuso il carisma della Riparazione<br />

proprio del suo Istituto Religioso<br />

ed il profumo delle sue singolarivirtùumane<br />

ed evangeliche.<br />

TONINO B. BONO<br />

Piccola martire d'amore:<br />

il carisma della Riparazione<br />

LUIGI PORSI<br />

Postulatore<br />

Suor Maria Alfonsa Bruno nacque a<br />

Tarquinia, provincia e diocesi di Viterbo,<br />

il 10 aprile 1937, quinta di sette figli<br />

dei coniugi Leonardo Bruno, agente di<br />

custodia carceraria, e Gerlanda Alaimo,<br />

siciliani, ma dimoranti temporaneamente<br />

a Tarquinia per motivi di lavoro del<br />

padre.<br />

Fu battezzata nella chiesa parrocchiale<br />

dei santi Giovanni Battista e Antonio<br />

Abate a Tarquinia il 13 giugno 1937, ricevendo<br />

i nomi di Elena, Rita, Antonia.<br />

Negli anni dell’infanzia Elena seguì la<br />

famiglia nelle successive dimore in Sicilia<br />

a causa dei diversi luoghi di lavoro<br />

del Padre: Noto (SR), Mineo (CT), Augusta<br />

(SR) e Santa Teresa di Riva<br />

(ME).<br />

Ricevette la Cresima e si accostò alla<br />

Prima Comunione l’8 marzo 1950 ad<br />

Augusta. Frequentò le scuole elementari<br />

in parte a Mineo e in parte ad Augusta.<br />

Negli anni dal 1954 al 1956, all’età di<br />

17-19 anni, attraversò una fase di ricerca<br />

per la scelta dello stato di vita. Con<br />

l’aiuto del Cappellano della Comunità<br />

delle Ancelle Riparatrici e di una pia<br />

donna vicina spiritualmente alle medesime,<br />

decise di entrare nella Congregazione<br />

delle Ancelle Riparatrici. Entrò nella<br />

Casa Madre di Messina il 4 novembre<br />

1956 e vestì l’abito religioso il 30 novembre<br />

successivo.<br />

Durante il postulantato si impegnò seriamente<br />

nell’esercizio delle virtù. Il 30<br />

dicembre 1957 iniziò il biennio di Noviziato,<br />

ricevendo il nome di suor Maria<br />

Alfonsa di Gesù Bambino. Maturava la<br />

vocazione di missionaria e di vittima riparatrice.<br />

Missionaria<br />

negli Stati Uniti d'America<br />

Il 2 gennaio 1960 emise la Professione<br />

temporanea e il 28 febbraio di quello<br />

stesso anno, come da suo vivo deside-<br />

Un fiore raro sbocciato<br />

esclusivamente per Dio<br />

rio, partiva missionaria per gli Stati Uniti<br />

d’America, dove rimase fino al mese<br />

di giugno del 1968.<br />

Nei circa otto anni di permanenza negli<br />

Usa risiedette nella Comunità delle<br />

Ancelle Riparatrici a Steubenville<br />

(Ohio), dedicandosi ai vari servizi della<br />

casa e ad un fruttuoso ed intenso apostolato<br />

con i frequentatori della medesima.<br />

Fin dall’anno seguente, il 1961, cominciò<br />

ad accusare i primi sintomi della<br />

malattia degenerativa «artrite reumatoide»<br />

che la porterà fino alla morte.<br />

Il 2 novembre 1962 fece l’«Atto eroico<br />

di Carità» a favore della anime del Purgatorio.<br />

Il 3 febbraio 1964 emise i voti<br />

perpetui. Negli esercizi spirituali del<br />

1965 riaffermò la volontà di santificarsi<br />

nella sofferenza. Nel 1966 chiese al Signore<br />

di essere «piccola martire d’amore».<br />

Nonostante la sofferenza, in obbedienza<br />

alla sua Superiora, conseguì la<br />

patente per guidare l’automobile ed essere<br />

utile alla Comunità.<br />

Primi sintomi della malattia<br />

e rientro in Italia<br />

Accentuandosi i suoi disturbi, nell’autunno<br />

del 1967 fu ricoverata in ospedale,<br />

a Steubenville, dove le fu diagnosticata<br />

la cronicità della sua malattia.<br />

Mentre le consorelle facevano una novena<br />

per la sua guarigione, suor Maria Alfonsa<br />

ebbe la certezza interiore che il Signore<br />

la chiamava alla sofferenza. Dopo<br />

qualche mese trascorso in California<br />

presso una zia per motivi di salute (ottobre<br />

1967 — aprile 1968), fece ritorno a<br />

Steubenville e, nel giugno successivo,<br />

(1968) le Superiore la fecero tornare in<br />

Italia.<br />

Fu assegnata alla Comunità di Casa<br />

Madre in Messina dove trascorse stabilmente<br />

i restanti anni della vita in uno<br />

stato di progressivo aggravamento della<br />

malattia fino a ridursi a dover usare, a<br />

partire dal 1973, la sedia a rotelle fino al<br />

terminedellavita,per21 anni di seguito.<br />

Il dolore vissuto, amato e offerto con gioia fino al dono di sé<br />

NUCCIA FUCILE<br />

La chiamata alla santità con tutto il<br />

significato di cui è pregna ha attraversato<br />

e continua ad attraversare lungo i secoli<br />

la storia del popolo di Dio: quello<br />

dell’Antica Alleanza: «Siate santi, perché<br />

Io, il Signore, Dio vostro, sono santo»<br />

(Lv 19, 2) e quello della Nuova Alleanza:<br />

«Siate voi dunque perfetti come è perfetto<br />

il Padre vostro celeste» (Mt 5, 48).<br />

Essere santi non è quindi un optional<br />

o una scelta personale, ma è una specifica<br />

ed universale chiamata da parte di<br />

Dio. Scrive, infatti, sant’Agostino che<br />

non siamo chiamati perché santi, bensì<br />

siamo santi perché chiamati.<br />

Se è unica la chiamata alla santità, diversi<br />

sono però i modi di perseguirla. La<br />

santità sempre e comunque è una risposta<br />

di amore dell’uomo ad una proposta<br />

di amore da parte di Dio, che si riassume<br />

nella fedeltà agli impegni battesimali<br />

nella coerenza e testimonianza di vita.<br />

Parliamo qui della santità ordinaria<br />

che tutti siamo chiamati a realizzare;<br />

c’è poi, però, una santità vissuta in modo<br />

eroico sulla quale la Chiesa indaga<br />

quando si indicono i processi canonici<br />

Il libro sulla vita di suor Alfonsa si presenta<br />

con molta ricchezza di contenuti teologici e spirituali<br />

che riguardano il carisma della Riparazione,<br />

da lei vissuto in un grado molto significativo ed<br />

originale.<br />

Inoltre scientificamente è apprezzabile che una<br />

persona portatrice dell’artrite reumatoide sia stata<br />

così eroica da sopportare con pazienza, amore e<br />

tanta gioia la terribile malattia.<br />

È il segno del mistero dell’amore di Dio che ha<br />

potenziato le facoltà umane e spirituali della serva<br />

di Dio.<br />

Il segreto del successo spirituale di suor Alfonsa,<br />

ammalata di artrite reumatoide, è dovuto alla<br />

sua capacità di non ripiegarsi su se stessa, ma<br />

piuttosto di aprirsi all’amore di Dio facendosi carico<br />

di tutte le sofferenze di coloro che ricorrevano<br />

a lei.<br />

Il mio augurio è che una persona simile possa<br />

essere presto studiata in profondità per scorgere<br />

lo spessore dell’intera sua ricchezza umana, spirituale<br />

e carismatica.<br />

La Chiesa sarà ulteriormente arricchita da una<br />

nuova santità canonizzata per indicare a tutti gli<br />

uomini, ma in particolare a tutti coloro che fanno<br />

esperienza del dolore e della sofferenza, la via<br />

della Croce accolta ed amata per raggiungere la<br />

perfezione.<br />

Nella vita e nelle virtù di suor Alfonsa riscontro<br />

buone possibilità perché la Chiesa, alla quale<br />

spetta la valutazione, possa ufficialmente esprimere<br />

un giudizio positivo.<br />

GIULIO TARRO<br />

di beatificazione, prima, e di canonizzazione,<br />

dopo. La sostanza è identica, diverso<br />

perché più forte, più totalitario, è<br />

il grado di intensità di unione con Cristo,<br />

di uniformità a Cristo, di immedesimazioneinCristo,inun<br />

rapporto direttamente<br />

proporzionale ai carismi ricevuti.<br />

La Chiesa che è in Messina, in questi<br />

ultimi decenni sta vivendo un momento<br />

di grazia, una nuova primavera di santità:<br />

Eustochia Smeralda Calafato è stata<br />

dichiarata santa, Annibale Maria Di<br />

Francia beato, molti altri suoi figli sono<br />

«in lista di attesa» per ascendere alla<br />

gloria del Bernini: di numerosi servi di<br />

Dio infatti si è già conclusa la fase diocesana<br />

del processo di Beatificazione ed<br />

a Roma si sta procedendo alla redazione<br />

della «positio» per la dichiarazione di venerabilità<br />

e, dopo l’accertamento del miracolo,<br />

si arriverà alla beatificazione. A<br />

loro, speriamo, possa aggiungersi al più<br />

presto Suor Maria Alfonsa Bruno per la<br />

quale la Santa Sede ha dato il 13 luglio<br />

di quest'anno il nulla osta per istruire il<br />

processo diocesano per l’analisi delle testimonianze.<br />

A questo punto a suor Maria Alfonsa<br />

compete il titolo di serva di Dio.<br />

Scorrendo la panoramica stupenda dei pensieri<br />

di suor Maria Alfonsa raccolti nel volume a lei<br />

dedicato, se ne trova la sintesi in questa espressione:<br />

«Credo al dolore, come dono di Dio». È<br />

proprio tramite questi che noi possiamo, in modo<br />

tutto particolare, avvicinarci alla sua persona ed<br />

entrare nel mistero del suo mondo spirituale.<br />

Sr. Alfonsa — che ho avuto la grazia di conoscere<br />

tanto quanto mi bastò per coglierne la eccezionale<br />

spiritualità — visse la sofferenza come sua<br />

specifica vocazione con serena gioia, autentica<br />

tensione oblativa e vivace originalità.<br />

L'Autore, con profondo discernimento, è riuscito<br />

a porre in evidenza le caratteristiche della sua<br />

multiforme personalità spirituale, mettendo in luce<br />

l’elemento centrale accanto al quale roteano<br />

tutti gli altri: la passione per la Riparazione, elemento<br />

unificatore di tutta la sua esistenza.<br />

Il lavoro dell’Autore è un’ottima e valida introduzione,<br />

ben compaginata nelle parti e armonicamente<br />

architettata al tesoro della spiritualità di<br />

Sr. Maria Alfonsa.<br />

Ne emerge l’immagine di questa religiosa avvincente,<br />

fedele fino alla morte al carisma del suo<br />

Istituto. Offrire perciò ai lettori la ricchezza spirituale<br />

di cui il Signore si è degnato di colmarla significa,<br />

soprattutto, fare in modo che il suo esempio<br />

diventi stimolo ed incoraggiamento nel cammino<br />

d’amore che Dio ha predisposto per ciascuno<br />

di noi.<br />

L’imitazione di questa religiosa aiuti tutti noi a<br />

recuperare il messaggio dell’Amore-Crocifisso.<br />

CARMELO FINOCCHIARO<br />

Ma chi è suor Maria Alfonsa?<br />

Se la Chiesa si appresta a riconoscerne<br />

l’eroicità delle virtù e quindi ad additarcela<br />

come modello c’è da chiedersi:<br />

cosa ha fatto questa suora? Cosa ha da<br />

insegnarci? In che cosa dovremmo imitarla?<br />

Suor Maria Alfonsa di Gesù Bambino,<br />

suora professa delle Ancelle Riparatrici,<br />

ha vissuto diffondendo il messaggio di<br />

Gesù Cristo ed è morta in odore di santità;<br />

la sua vita può racchiudersi in pochi<br />

numeri: 56 anni di vita, 33 anni di<br />

malattia, di cui 21 trascorsi sulla sedia a<br />

rotelle; una vita quindi apparentemente<br />

inattiva che, però, ad una attenta indagine<br />

guidata dallo Spirito, si rivela profondamente<br />

feconda. Una donna quando<br />

dà alla luce un figlio soffre per le doglie<br />

del parto, suor Maria Alfonsa con la<br />

sua sofferenza, offerta, amata e vissuta<br />

con gioia, è stata feconda di numerosi<br />

figli e figlie spirituali, durante la vita e<br />

soprattutto oggi. Post mortem, infatti,<br />

quanti hanno avuto la gioia e la grazia<br />

di conoscerla si sono costituiti in Associazione:<br />

gli «Amici di Suor Maria Alfonsa<br />

di Gesù Bambino», le cui fila si in-<br />

Madre ANTONELLA GULINO<br />

Superiora Generale<br />

grossano sempre di più persone e di anime<br />

che ricorrono alla sua intercessione:<br />

ci sono numerose segnalazioni di preghiere<br />

esaudite.<br />

Anima intensamente eucaristica e Mariana,<br />

suor Maria Alfonsa ha camminato<br />

sulle orme di Cristo Crocifisso e si è immolata<br />

ripetendo ogni giorno il suo «Eccomi»<br />

come e con Maria; segretaria del<br />

Gran Re, come lei stessa si definiva, accoglieva<br />

quanti ricorrevano a lei per aiuto:<br />

Dio solo sa quanti cuori ha confortato,<br />

quanti spiriti ha sollevato e, soprattutto,<br />

quante anime con la sua preghiera<br />

e offerta ha riportato a Dio, stando<br />

su quella sedia a rotelle che era nel contempo<br />

Cattedra, Altare e Croce.<br />

Suor Maria Alfonsa con la sua vita ha<br />

dimostrato, ed è qui il suo messaggio,<br />

che la sofferenza non solo non è un castigo,<br />

ma può essere anche un dono,<br />

non è fine a se stessa, non è disperante,<br />

ma ha, anzi, un immenso valore salvifico<br />

e diventa onnipotente unita alle sofferenze<br />

di Cristo.<br />

Come Cristo suor Maria Alfonsa non<br />

ha spiegato il dolore, ma se ne è fatto<br />

carico, non solo lo ha accettato unifor-<br />

Chi, come me, ha conosciuto suor Maria Alfonsa<br />

Bruno di Gesù Bambino e avrà il bene di trovarsi davanti<br />

a questo nuovo libro non solo potrà riconoscere<br />

l’abilità dell’autore, il quale, a partire dal titolo, riesce<br />

ad annunciare l’inconfondibile messaggio della Croce,<br />

ma potrà anche sperimentare la gioia che deriva dal<br />

dialogo con una persona virtualmente presente e che<br />

racconta, con naturalezza, l’esclusività del dono ricevuto<br />

e donato dal e al suo Signore. Sono pagine di lettura<br />

semplice, scorrevole, incisiva per la qualità del discorso<br />

che, pur aiutato dalla scorrevole penna dell’Autore,<br />

suor M. Alfonsa riesce a sostenere con autorevolezza.<br />

Pare che Dio, questa pianta, l’abbia piantata, curata e<br />

configurata al Suo soffrire.<br />

Se il lettore è attento ed ha gusto per le cose di Dio,<br />

da queste pagine, senza troppa fatica, evincerà che si<br />

tratta di un raro fiore di serra che può essere ammirato<br />

da tutti, ma che è fiorito esclusivamente per Dio. Quello<br />

di suor M. Alfonsa di Gesù Bambino è, infatti, un iter<br />

tutto in ascesa: dall’impegno di vita cristiana al graduale<br />

cammino verso la consacrazione religiosa riparatrice,<br />

vissuta in Gesù, con Gesù e per Gesù, a largo respiro di<br />

Chiesa ed in prospettiva missionaria, nell’accoglienza di<br />

quel patire, per amore, tutte le sofferenze atroci che il<br />

buon Dio le ha fatto sperimentare per il bene di molti<br />

fratelli.<br />

Queste pagine oggi, la Congregazione delle Ancelle<br />

Riparatrici le presenta alla Chiesa perché sia fatto un discernimento<br />

sulle già note virtù di suor Maria Alfonsa e<br />

da tutti si colga il tipico splendore di una luce riflessa<br />

che aiuta ad evidenziare quella propria di Dio a tutte le<br />

genti cui è destinato il Vangelo.<br />

mando la sua volontà al Divino Volere e<br />

adorando i disegni divini, come il Fondatore<br />

della sua Congregazione, il servo<br />

di Dio Mons. Antonino Celona, attraverso<br />

i suoi scritti le aveva insegnato, ma lo<br />

ha addirittura cercato e amato al punto<br />

di affermare che «la sete di sofferenza è<br />

la misura della grandezza dell’amore». Il<br />

suo Credo, una composizione in dodici<br />

punti in cui esprime tutta la sua convinzione<br />

sul valore della sofferenza, è un<br />

capolavoro dello Spirito e, nello stesso<br />

tempo, l’icona stessa del suo spirito;<br />

ogni credo rappresenta un suo sì al Signore<br />

e, attraverso di Lui, ai fratelli.<br />

Come tante gocce di acqua fanno il<br />

mare, tanti granelli di sabbia la montagna,<br />

allo stesso modo tanti sì al Signore<br />

costruiscono l’impalcatura della santità<br />

a cui Suor Maria Alfonsa, senza per altro<br />

voler prevenire i giudizi della Chiesa,<br />

a parere di quanti l’hanno conosciuta, è<br />

pervenuta.<br />

A questo punto dobbiamo porci una<br />

domanda a cui ognuno darà una risposta<br />

intima e personale: «Si isti et illi cur<br />

non ego?» che, con libera traduzione da<br />

sant’Agostino,significa: se questi e quelli<br />

(sono diventati santi), perché non io?<br />

Nei ventisei anni di permanenza nella<br />

Casa Madre, suor Maria Alfonsa diede<br />

numerosi esempi di virtù non comuni,<br />

soprattutto nella straordinaria fortezza<br />

della sopportazione degli atroci dolori<br />

che l’affliggevano giorno e notte.<br />

Fedeltà di amore<br />

generoso a Dio<br />

Visse il suo martirio interiore ed esteriore<br />

con ammirata serenità di spirito e<br />

con una straordinaria carica di apostolato<br />

a beneficio delle tante persone che<br />

frequentavano per motivi diversi la Casa<br />

delle Ancelle Riparatrici. Gradualmente<br />

suor Maria Alfonsa divenne una sorta di<br />

rifugio, di guida, di sostegno e di consolazione<br />

per sacerdoti, religiosi, laici e<br />

laiche di ogni grado e condizione sociale.<br />

Sostenuta e guidata dal suo stabile ed<br />

unico confessore-direttore spirituale, diede<br />

prove costanti che la sua sedia a rotelle,<br />

da lei definita il suo «trono regale»,<br />

era lo strumento messole a disposizione<br />

da Dio per svolgere in modo nuovo<br />

ed insospettato l’apostolato missionario<br />

che aveva voluto fin dall’inizio della<br />

sua vocazione religiosa.<br />

Molti atti da lei compiuti stanno a dimostrare<br />

la sua vocazione alla sofferenza<br />

e la fedeltà di amore generoso a Dio<br />

e diventano, perciò, mezzo di fecondità<br />

per il bene del prossimo, della Chiesa,<br />

del suo Istituto, dei sacerdoti, della pace<br />

del mondo: «Offerta di vittima d’amore<br />

per le Suore Ancelle Riparatrici» (3 settembre<br />

1968), «Offerta come Ostia Riparatrice<br />

per la santificazione dei sacerdoti»<br />

(26 marzo 1970), «Voto di Fiducia e<br />

di Abbandono» (15 ottobre 1971), «Accettazione<br />

della morte» (02 novembre<br />

1971), «Voto di Martirio» (17 dicembre<br />

1971), «Offerta di Vittima per la pace<br />

nel mondo» (11 febbraio 1974), «Sacerdotessa<br />

e Vittima Pasquale» (1 gennaio<br />

1974), «Voto di un più perfetto patto<br />

d’amore con Maria» (8 dicembre 1974),<br />

«Voto di segretaria di Gesù Eucaristico»<br />

(1975).<br />

Per la stima di cui godeva presso le<br />

sue consorelle, fu scelta per partecipare<br />

come Delegata a tre successivi Capitoli<br />

Generali del Suo Istituto (1975, 1982,<br />

1988).<br />

Diversi furono i ricoveri ospedalieri di<br />

suor Maria Alfonsa sia a Messina che<br />

fuori. Tra questi va ricordato quello nell’ospedale<br />

civile di Sanpierdarena di Genova<br />

dal 15 al 30 aprile 1972.<br />

Suor Maria Alfonsa sostava abitualmente<br />

in chiesa in raccoglimento ed in<br />

preghiera, seduta sulla sedia a rotelle,<br />

sempre disponibile ad accogliere col sorriso<br />

sulle labbra le tante persone che si<br />

recavano a visitarla e, spesso, ad esporle<br />

i propri bisogni materiali e spirituali. Più<br />

di qualche persona ha riferito casi di intervento<br />

straordinario di Suor Maria Alfonsa<br />

già durante la sua vita per la soluzione<br />

di gravi problemi umani.<br />

Dal dicembre 1993 fino all’agosto<br />

1994 fu costretta a sostare nell’infermeria<br />

dell’Istituto. Il 13 agosto ricevette<br />

l’Olio degli Infermi. Al mattino del 23<br />

agosto ricevette per l’ultima volta l’Eucaristia<br />

e, a mezzogiorno circa dello<br />

stesso giorno, spirò serenamente.<br />

Dopo le solenni e partecipate esequie<br />

i suoi resti mortali furono sepolti nel cimitero<br />

di Messina, nella Cappella della<br />

Congregazione delle Ancelle Riparatrici,<br />

con larga partecipazione di popolo.<br />

Per la comunità ecclesiale<br />

un modello di sofferenza oblativa<br />

Leggendo i vari scritti di suor Maria Alfonsa<br />

Bruno e riflettendo sul talento della «sofferenza»<br />

ci si rende conto che la stessa Sr. Alfonsa<br />

costituisca per la Chiesa un dono inestimabile.<br />

Infatti la Bruno ha avuto modo di<br />

tradurre la Passione del Cristo in maniera<br />

proficua nella sedia a rotelle e penso che ciò<br />

non sia un’azione facile a compiersi senza<br />

una spiritualità di base che si identifica nella<br />

specificità del carisma del suo Istituto di appartenenza.<br />

La Riparazione per le Ancelle Riparatrici<br />

diventa l’optimum dell’esperienza vocazionale,<br />

congiunta anche all’apostolato del martirio.<br />

Pertanto suor Alfonsa è martire sulla<br />

specificità del suo apostolato eroico, caratterizzato<br />

dall’offerta di sé nel dinamismo del<br />

quotidiano vissuto in modo straordinario nell’accettazione<br />

volontaria del calice amaro.<br />

Per l’appunto lei diventa un dono di Dio<br />

nella dimensione della sua gloria; un dono<br />

per la famiglia religiosa nell’esplicito riferimento<br />

al carisma di fondazione; un dono per<br />

la Chiesa universale, che si armonizza in senso<br />

pieno con gli altri doni per la comune edificazione.<br />

È importante a questo punto sottolineare<br />

la gamma dei pensieri mariani in cui leggiamo<br />

il verbo «usami» che viene coniugato in<br />

riferimento alla Vergine Maria, considerata<br />

Madre e Regina della sua vita. In questo rapporto<br />

di Madre e figlia si traduce la gloria di<br />

Dio, la salvezza delle anime, l’amore-dolore<br />

della vita ed il sorriso della speranza per un<br />

futuro di gloria.<br />

L’immagine della colomba sembra rievocare<br />

la presenza significativa dello Spirito Santo<br />

che, nella sua azione santificatrice, conduce<br />

tutti alla Patria Celeste per il compimento<br />

della vita nel ritmo della risurrezione finale<br />

al fine di godere per sempre il volto di Dio.<br />

Nella Gerusalemme terrestre Dio ha evidenziato<br />

la sua presenza nella «sofferenza<br />

oblativa» di suor Alfonsa, mentre, nella Gerusalemme<br />

Celeste, sarà suor Alfonsa ad evidenziare<br />

la presenza Divina nella gloria perenne.<br />

È un monito, un richiamo verso un itinerario<br />

nuovo di rinnovamento interiore e di<br />

conversione radicale verso il divino, che è<br />

Dio, Uno e Trino, e, nel contempo, Creatore<br />

— Salvatore-Redentore — Santificatore, in<br />

quanto amore diffusivo di se stesso.<br />

Sono certo che la testimonianza di vita di<br />

suor Alfonsa abbia inciso su tutti quelli che<br />

l’avvicinarono e la conobbero ed influisca ancora<br />

oggi efficacemente su di noi, che conosciamo<br />

di lei i suoi scritti con le sue varie<br />

aspirazioni ed i suoi ideali di vita.<br />

Sono convinto che la sua spiritualità di<br />

donna di Dio sia in atto un valido contributo<br />

capace di sostenere, riparare e generare la<br />

fede della e nella Chiesa di fronte alle istanze<br />

della confusione ideologica e del disordine<br />

morale attuale e mi auguro che la trasparenza<br />

di vita di suor Maria Alfonsa Bruno possa<br />

riaccendere e riabilitare la fiaccola della fede<br />

cristiananelnuovo millennio appena iniziato.<br />

VINCENZO M. PISCOPO


<strong>L'OSSERVATORE</strong> IBRI<br />

PAGINA<br />

8 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Mercoledì 5 Dicembre 2001<br />

Fanti italiani<br />

sul fronte<br />

dell'Isonzo<br />

In basso:<br />

una vedetta<br />

sopra un ghiaione<br />

dolomitico<br />

Il volume «1915-1918. La guerra sugli Altipiani. Testimonianze di soldati al fronte» a cura di Mario Rigoni Stern<br />

Dagli scritti «in diretta» dalle due trincee<br />

una profonda riflessione sull'«inutile strage»<br />

ROBERTO MOROZZO<br />

DELLA ROCCA<br />

La Prima Guerra Mondiale sembra<br />

sempre più evento remoto. È l'inesorabile<br />

legge del tempo, fatta non solo di<br />

anni che scorrono ma anche della forza<br />

di nuovi fenomeni storici che cancellano<br />

dalla memoria degli uomini quanto rimane<br />

indietro.<br />

La Seconda Guerra Mondiale, la guerra<br />

fredda, la illusoria belle époque liberista<br />

degli anni Novanta, ora le voci di<br />

nuovi scontri di civiltà — voci allarmiste<br />

quanto preoccupanti perché insinuano<br />

contrapposizione e odio —: tutto questo<br />

rende la Prima Guerra Mondiale un<br />

evento lontano, per l'appunto di un altro<br />

secolo e di un altro millennio. Coloro<br />

che l'hanno vissuta nelle trincee sono<br />

pressoché tutti scomparsi tranne qualche<br />

centenario, un tempo «ragazzo del<br />

'99». Resta ai loro nipoti qualche ricordo,<br />

sbiadito dal fatto che non si tratta di<br />

un'esperienza vissuta personalmente.<br />

Anche la letteratura e la storia sembrano<br />

mettere da parte quella che fu la<br />

Grande Guerra, ovvero la massima epopea<br />

dell'Italia unita. In anni recenti, la<br />

stessa fortuna di forze politiche localiste<br />

e antiunitarie, proprio in quelle terre del<br />

Nord-Est dove un tempo la memoria<br />

della guerra del '15-'18 era stata più viva<br />

e sentita, ha dissacrato con strumentali<br />

ed esibite nostalgie asburgiche il mito<br />

della Grande Guerra delle precedenti generazioni.<br />

Sì, il mito, perché almeno sino agli<br />

anni Sessanta la Grande Guerra — come<br />

era uso chiamare la Prima Guerra<br />

Mondiale — è stata un mito patriottico,<br />

un valore assoluto, un elemento intoccabile<br />

della storia italiana. Poi molto è<br />

cambiato, e almeno inizialmente non in<br />

senso negativo. Studi fondati su documentazione<br />

finalmente accessibile hanno<br />

restituito alla verità storica quegli anni<br />

tormentati e sanguinosi: vengono alla<br />

mente gli studi di Alberto Monticone su<br />

Caporetto e sulla giustizia militare, oppure<br />

quelli di Piero Melograni sulla Storia<br />

politica della Grande Guerra.<br />

Si comprese bene, in quegli anni Sessanta<br />

già distanti dal fuoco dei fatti, come<br />

la condotta della guerra italiana fino<br />

a Caporetto fosse stata condizionata dai<br />

tragici errori del Comando Supremo che<br />

portavano al sacrificio di centinaia di<br />

migliaia di vite umane in una guerra of-<br />

fensiva ad ogni costo, inutile e improduttiva.<br />

Era una direzione della guerra<br />

che non aveva compreso le caratteristiche<br />

del conflitto, spaventosamente moderno<br />

nelle tecniche di annientamento e<br />

distruzione, a iniziare dalla realtà quotidiana<br />

di trincee, reticolati, mitragliatrici,<br />

che rendevano obsoleti i manuali di<br />

guerra ancora fermi alle cariche di cavalleria<br />

e comunque al prescritto offensivismo.<br />

Negli ultimi anni tuttavia pare di assistere<br />

al mero oblio della Prima Guerra<br />

Mondiale. In controtendenza va segnalato<br />

un corposo volume edito a Vicenza a<br />

cura dello scrittore Mario Rigoni Stern:<br />

1915-1918. La guerra sugli Altipiani. Testimonianze<br />

di soldati al fronte (Vicenza,<br />

Neri Pozza, 2001, pp. 661, s.i.p.) Si<br />

tratta in sostanza di una antologia di autori<br />

più o meno celebri, che hanno in<br />

comune l'avere scritto pagine sulla guerra<br />

degli Altipiani, ossia di quella parte di<br />

fronte che apparteneva soprattutto alla<br />

provincia vicentina nelle sue propaggini<br />

settentrionali. Questo fronte è quello<br />

della montagna, così diverso da quello<br />

della pianura e dei fiumi, dove Cadorna<br />

dello schieramento italiano che si accaniva<br />

nelle offensive di pianura.<br />

Senza essere romantica, dato il sudore<br />

che costava e la gran quantità di sangue<br />

versato, la guerra di montagna era<br />

più variegata e avventurosa di quella di<br />

pianura, e richiedeva ardimento, resistenza<br />

fisica e anche fantasia in misura<br />

probabilmente maggiori. Per questo tale<br />

tipo di guerra ha maggiormente ispirato<br />

memorie e opere letterarie. Si pensi solo<br />

al classico e fortunatissimo libro di Emilio<br />

Lussu, Un anno sull'Altipiano, apparso<br />

in prima edizione nel 1945 (non a<br />

caso appena finito il fascismo).<br />

Il volume vicentino si avvale di firme<br />

celebri della letteratura sul '15-'18:<br />

Robert Musil, Angelo Gatti, Giani Stuparich,<br />

Carlo Emilio Gadda, Paolo Monelli,<br />

Piero Jahier, Aldo Valori. Altri autori<br />

sono meno noti, quantomeno al pubblico<br />

italiano. Infatti alcuni brani appartengono<br />

ad autori «nemici», cioè ad ex<br />

combattenti dell'impero asburgico, oppure<br />

ad autori di nazionalità alleate dell'Italia<br />

(sugli Altipiani combatterono, insieme<br />

agli italiani, inglesi e francesi, specie<br />

nel 1918).<br />

«L'intuizione intellettuale da Kant a Hegel» di Xavier Tilliette<br />

L'ascesa e il tramonto<br />

della categoria filosofica dell'«Anschauung»<br />

PAOLO MICCOLI<br />

Xavier Tilliette nel suo volume L'intuizione<br />

intellettuale da Kant a Hegel<br />

(Brescia, Morcelliana, 2001, pp. 374) —<br />

sul quale è già intervenuto lo scorso 8<br />

luglio Armando Rigobello in Terza Pagina<br />

— ricostruisce, con stile lucido e<br />

incisivo, l’avventura della Anschauung,<br />

categoria filosofica che funge da coagulo<br />

nel fervido dibattito culturale dell’ultimo<br />

decennio del secolo XVIII, che vede<br />

intrecciate questioni letterarie, artistiche,<br />

filosofiche, teologiche e mistiche<br />

nella tipica sensibilità dell’incipiente<br />

romanticismo tedesco.<br />

Sullo sfondo di circostanze e personaggi<br />

noti veniamo a capire meglio,<br />

grazie a questo ulteriore contributo<br />

scientifico del Padre Tilliette che integra<br />

la sua monumentale tesi su Schelling,<br />

la germinazione, l’imporsi e il tramontare<br />

della categoria di intuizione<br />

che acquista sfumature semantiche diverse<br />

a secondo degli aggettivi che la<br />

qualificano e dei contesti letterari e filosofici<br />

nei quali la si trova.<br />

Non sempre è agevole cogliere le distinzioni<br />

sottili che determinano di volta<br />

in volta l’intuizione come intellettuale,<br />

spirituale, estetica, speculativa, essenziale,<br />

mediana, mistica, cosmica,<br />

originaria. L’autore ne offre le intersecazioni,<br />

ricostruendo il clima di<br />

entusiasmo della cultura filosofica tedesca<br />

dell’ultimo scorcio del secolo dei<br />

lumi.<br />

Il libro risulta particolarmente illuminante<br />

nel settore della storiografia filosofica.<br />

Lo schema riporta a Kant che distingue<br />

metodicamente tra percezioni sensibili<br />

e categorie logiche, vietando ogni<br />

volo nel regno delle ombre e degli «arcana<br />

coelestia» dei visionari alla Swedenborg.<br />

Pur rispettando la lettera e lo<br />

spirito della filosofia kantiana, Reinhold<br />

apre il sentiero alle capacità intuitive<br />

della mente grazie alla categoria<br />

della rappresentazione che, nella<br />

coscienza, stabilisce una relazione immanente<br />

tra rappresentante e rappresentato.<br />

Su questo terreno «morbido», che<br />

chiama in causa la terza Kritik kantiana,<br />

avanzano imperterriti e travolgenti<br />

Fichte e Schelling, tematizzando nell’Io<br />

il rapporto di finito/infinito per venire<br />

a capo di ogni produzione trascendentale<br />

dei significati spirituali che prosperano<br />

tra concetto e giudizio.<br />

Vicenda speculativa, questa, che conosce<br />

tappe di maturazione e di chiarificazione<br />

filosofica nel crogiuolo arrovellato<br />

di polemiche, suggestioni, contagi<br />

e critiche inerenti allo stile schlegheliano<br />

e novalisiano del con-filosofare<br />

degli spiriti eletti che appellano al<br />

genio.<br />

È significativo che l’autore introduca,<br />

tra le prime posizioni teoriche di Fichte<br />

e Schelling e i loro rispettivi ulteriori<br />

destini professionali e speculativi,<br />

capitoli specifici sulla personalità di<br />

Hölderlin, Novalis e Schleiermacher<br />

con l’apporto di un ricco e suggestivo<br />

materiale letterario che chiarisce la natura<br />

dell’intuizione in sede estetica.<br />

Tutto questo fa emergere la spia di<br />

un supporto sulla natura dell’intelligenza<br />

corporea che sottende questioni<br />

vive riprese da Leibniz e discusse, nel<br />

Settecento illuministico, soprattutto da<br />

Herder, Hamann, Sulzer e von Humboldt<br />

in un contesto filosofico che registra<br />

la prevalenza di Spinoza su Kant.<br />

Questioni nuove incalzano. E con esse<br />

l’interrogativo: come muoversi su un<br />

terreno franoso, dal momento che l’intuizione<br />

viene avvertita da Hölderlin<br />

nell’ambivalenza della seduzione e dell’illusione?<br />

Il «Titano di Jena» (Fichte) e<br />

l’entusiasta «Banditore dell’Io» (Schelling)<br />

non hanno dubbi: nell’atto di libertà<br />

della coscienza trascendentale è<br />

dato cogliere l’unitotalità del mondo e<br />

della storia.<br />

L’ardimento speculativo che sorregge<br />

il nuovo impianto della vita dello spirito<br />

mette conto della vivacità delle polemiche<br />

tese al superamento dello spinozismo<br />

e del kantismo e, successivamente,<br />

delle divergenze fondamentali che<br />

andranno sempre più stabilizzandosi<br />

tra l’autore della Wissenschaftslehre e<br />

l’autore delle Lettere sul dogmatismo e<br />

criticismo, nell’intento di esplicitare la<br />

vita spirituale e giustificare l’autoponenza<br />

incondizionata dell’Assoluto metaempirico,<br />

utilizzando un linguaggio<br />

spesso sibillino, sfuggente e misticheggiante.<br />

Un dire teso ai limiti del riposo estatico<br />

caratterizza poeti e filosofi in talu-<br />

lanciò le sue innumerevoli<br />

e costosissime<br />

offensive<br />

dette dell'Isonzo,<br />

che fallivano una<br />

dopo l'altra, tanto<br />

da essere poi stancamentedenominate<br />

ciascuna con<br />

un numero progressivo.<br />

La guerra della<br />

montagna vicentina<br />

è quella di rilievi<br />

divenuti celebri<br />

con la guerra: il<br />

Pasubio, l'Ortigara,<br />

il Cengio, il<br />

Grappa, lo Zebio.<br />

Qui gli italiani non<br />

subirono rovesci<br />

come a Caporetto,<br />

ed anzi resistettero<br />

a vari tentativi<br />

austriaci di sfondare<br />

le linee avverse<br />

per rovesciarsi<br />

in pianura<br />

e prendere alle<br />

spalle il grosso<br />

ne convergenze teoriche di intonazione<br />

spinoziana, annullando la realtà oggettiva<br />

nell’Io e tripudiando nell’estasi cosmica<br />

dell’Unitotalità. Questo avviene<br />

quando si pretende di far transitare<br />

l’intelligenza senziente in quella intellettiva,<br />

con oblio della lezione kantiana.<br />

Gli apporti folgoranti di Hölderlin,<br />

Novalis e Schleiermacher sull’incanto<br />

panico consentono di allargare la prospettiva,<br />

di incentivare raccordi inusitati<br />

con la poetica e con l’estetica della<br />

Frühromantik, ma altresì di stabilire<br />

differenze specifiche tra lo stile del ragionamento<br />

filosofico che lega l’intuizione<br />

alla fichteana riflessione della coscienza<br />

trascendentale e il linguaggio<br />

poetico che si esalta nella visionarietà<br />

del paesaggio, dell’immenso, dell’infinito,<br />

fino all’estasi e allo smarrimento<br />

del compassato io giudicante.<br />

Una stagione breve ma densa di stimoli<br />

poetici e filosofici, quella racchiusa<br />

tra il 1790 e il 1800. Ben presto la<br />

categoria dell’intuizione passerà in secondo<br />

piano fino a essere quasi dimenticata<br />

e diffidata. Questo non toglie che<br />

nello sviluppo del pensiero ottocentesco<br />

rivivano tracce significative di intonazione<br />

quasi mistica del pensiero «sconfinato»,<br />

come nel caso di Schopenhauer<br />

e di Nietzsche, per arrivare, nel Novecento,<br />

al diniego della validità speculativa<br />

di tale categoria da parte di Croce<br />

e di Gentile, o alla sua modificata utilizzazione<br />

semantica da parte di Gioberti<br />

e Rosmini, di Husserl e della<br />

Scuola fenomenologica sia pur con le<br />

riserve espresse da Merleau-Ponty, e<br />

dell’indirizzo neoscolastico con Maritain<br />

e Gilson...<br />

Gli epigoni del romanticismo poetico<br />

e letterario hanno riacceso la fiaccola<br />

dell’intuizione visionaria in epoca di<br />

pacatezza scettica e di positivismo<br />

scientista, non mancando di farne intravvedere<br />

il suo ruolo fecondo all’interno<br />

delle ipotesi scientifiche.<br />

Aver richiamato l’attenzione su un<br />

tema suggestivo del preromanticismo è<br />

opera benefica che riequilibra la crescente<br />

perdita di umanità nei professionisti<br />

odierni dei laboratori genetici e<br />

del virtuale telematico. I Gebildeten più<br />

avvertiti delle ragioni dell’umanesimo<br />

sono grati a Xavier Tilliette per questa<br />

sua ennesima, encomiabile fatica.<br />

La prefazione del Presidente della Repubblica,<br />

Carlo Azeglio Ciampi, insiste<br />

molto opportunamente sul valore pedagogico<br />

che il volume può avere nel trasmettere<br />

alle giovani generazioni la memoria<br />

di un evento bellico e tragico così<br />

significativo della storia d'Italia e d'Europa:<br />

«È importante... non dimenticare,<br />

affinché gli errori, le tragedie, i crimini<br />

del XX secolo non abbiano a ripetersi».<br />

Per soggiungere che «questa raccolta di<br />

scritti, scelti per la loro qualità di vivida,<br />

diretta testimonianza di quella che Papa<br />

Benedetto XV condannò come “l'inutile<br />

strage”, indurrà i giovani di oggi a un'intensa<br />

riflessione».<br />

Il presidente Ciampi non intende fare<br />

del revisionismo: la Grande Guerra fu<br />

combattuta dagli italiani — egli scrive<br />

— non come guerra di conquista ma come<br />

guerra per compiere legittimamente<br />

il Risorgimento, ed è l'interpretazione<br />

cara a tanti democratici italiani: la guerra<br />

del 1915-1918 come Quarta guerra del<br />

Risorgimento, combattuta in nome della<br />

patria e non di una idea imperialista.<br />

D'altra parte Ciampi percepisce appieno<br />

il messaggio delle centinaia di pagine<br />

di testimonianze sulla guerra degli Altipiani<br />

quando si richiama alla frase di<br />

Benedetto XV e quando rileva che sia la<br />

prima che la Seconda Guerra Mondiale<br />

si trasformarono «in disumani conflitti».<br />

In effetti l'impressione che si ricava<br />

dalla lettura del volume, curato con intelligenza<br />

e acume da Mario Rigoni<br />

Stern, è quella di un profondo orrore.<br />

Quasi ad ogni pagina si incontrano massacri,<br />

stragi, carneficine. Non si incontra<br />

forse una crudeltà allo stato puro.<br />

Si uccide e si muore, il più delle volte,<br />

senza vedere in faccia il nemico, che<br />

appare senza volto, senza fattezze umane.<br />

Il nemico si manifesta solo col ferro<br />

e col fuoco, a distanza, mai con la voce<br />

del proprio simile. Si moriva lontani dal<br />

nemico, per le granate e per i gas. A<br />

volte si moriva per atti di incoscienza<br />

(come un colonnello che violando l'avviso<br />

degli esperti del genio si pose volontariamente<br />

in pericolo, perdendo stupidamente<br />

la vita, e meraviglia il racconto<br />

dell'Anonimo alpino che alle pp. 315-317<br />

ne celebra la grandezza umana).<br />

Nel volume la guerra, per i suoi meccanismi,<br />

i suoi automatismi, il mors tua<br />

vita mea, si palesa per quello che normalmente<br />

è: una morte continua, si direbbe<br />

folle, assurda, in forme talora raccapriccianti.<br />

Si incontrano, qua e là nei<br />

brani letterari, episodi e momenti di pietà<br />

umana, ma sono rari lenitivi di una<br />

realtà tragica di macelleria organizzata e<br />

perseguita con ogni mezzo.<br />

Tipiche sono le descrizioni lasciate dagli<br />

artiglieri, del tutto indifferenti alle<br />

stragi operate dai loro grossi calibri: gli<br />

uomini che saltano in aria, che vengono<br />

maciullati, osservati a distanza con il<br />

cannocchiale, appaiono come dei birilli<br />

di un gioco a punti. La morte che colpisce<br />

i compagni diventa motivo per odio<br />

al nemico. La legge del taglione domina<br />

la scena bellica.<br />

Scrive il viennese Fritz Weber, artigliere<br />

in un forte austriaco di prima linea<br />

bersagliato da obici avversari, il<br />

quale si augura che venga l'offensiva italiana<br />

per potersi vendicare:<br />

«Cerchiamo continuamente di immaginare<br />

il momento in cui potremo finalmente<br />

vedere da vicino i nostri carnefici.<br />

Siamo diventati bestie feroci, che sono<br />

state aizzate per giorni interi. Nessuna<br />

crudeltà ci sembra proporzionata,<br />

nessun bagno di sangue abbastanza<br />

grande per vendicare i nostri compagni<br />

uccisi o mutilati. La paura e il ribrezzo<br />

sono vinti: attendiamo febbrilmente l'ora<br />

della rappresaglia».<br />

Sono pagine non infrequenti nella memorialistica<br />

di guerra. Ma, soprattutto,<br />

a questi sentimenti tenevano dietro i fatti,<br />

cioè i massacri, soprattutto a danno<br />

delle fanterie all'assalto, e fossero poi in<br />

questo scenario degli Altipiani delle<br />

truppe alpine all'assalto non cambia<br />

granché.<br />

Conclude il volume un saggio di Rigoni<br />

Stern, così comunicativo nella sua<br />

bella essenzialità narrativa, sul ritorno<br />

nei luoghi d'origine dei profughi dell'altipiano<br />

di Asiago. Esso mostra in micro<br />

il perdurare tragico delle violenze della<br />

guerra, negli incidenti drammatici alle<br />

persone, nelle sofferenze del rimpatrio,<br />

nelle difficoltà a riprendere la vita normale.<br />

È triste apprendere dell'insensibilità di<br />

governanti e legislatori nel 1919-1920. Il<br />

contadino al rientro nella sua terra che,<br />

dovendo dormire all'addiaccio, si appropriava<br />

di qualche residuato bellico abbandonato<br />

per costruirsi una baracca,<br />

veniva incriminato per furto ai danni<br />

dello Stato, rischiando fino a 15 anni di<br />

prigione per una stecca di legno o un<br />

pezzo di ferro. Per non dire del fiscalismo<br />

dello Stato trionfante nella guerra,<br />

che esigeva dai rifugiati senzatetto il pagamento<br />

delle tasse per case e proprietà<br />

distrutte completamente dalla guerra.<br />

Tutto questo non avrebbe impedito a<br />

genti laboriose di riprendersi, di ricostruire,<br />

e di continuare a nutrire sentimenti<br />

di amor patrio.<br />

Documenti sui primi anni<br />

del Cristianesimo in Cina<br />

Il titolo La via della luce echeggia la fortunata<br />

definizione «la via della seta» che indica non l'unico,<br />

ma i vari intrecciati cammini tra la Cina e<br />

l'Europa attraverso l'Asia Centrale fra antichità e<br />

Medio Evo. Tra il VII e il IX secolo, mentre la Cina<br />

viveva gli anni rigogliosi della dinastia Tang,<br />

il cristianesimo generalmente detto nestoriano,<br />

allargava la sua influenza nell'Asia centrale fino<br />

M. Nicolini-Zani<br />

La via<br />

della luce<br />

Qiqajon<br />

a raggiungere la Cina, particolarmente ricettiva grazie all'apertura d'idee e<br />

di costumi che caratterizzava la dinastia. Le testimonianze della presenza<br />

cristiana in Cina all'epoca Tang non sono moltissime. Risalta tra queste la<br />

cosiddetta «stele di Xi'an», dalla zona del rinvenimento, nei pressi della capitale<br />

dei Tang (detta allora Chang'an) nello Shaanxi, dove era stata collocata,<br />

in località non ancora identificata, nel 781. Molto spesso citata, anche<br />

per il valore simbolico del suo rinvenimento la stele non aveva ancora avuto<br />

una attendibile versione italiana, ma solo una seicentesca traduzione dal<br />

portoghese. Il testo della stele consiste in una breve sintesi teologico-dottrinale<br />

di presentazione del cristianesimo o «religione della Luce» e in un<br />

profilo storico della sua diffusione in Cina, con la trascrizione dello storico<br />

editto del 638 con cui l'imperatore Taizong le concedeva la diffusione nei<br />

territori dell'impero. Al testo della stele è unito un breve ma intenso<br />

inno rinvenuto tra i manoscritti di Dunhuang. Il traduttore-curatore correda<br />

i testi di un denso apparato di note che offrono al lettore una ricca<br />

messe di riferimenti linguistici e concettuali sia alle fonti religiose cristiane,<br />

sia alla cultura religiosa della Cina. Ad essa infatti l'autore del testo<br />

della stele di Xi'an ha attinto nello sforzo di «riformulare il messaggio evangelico<br />

in un linguaggio accessibile» ai cinesi, nella cui religiosità la tendenza<br />

al sincretismo, costituisce un tratto peculiare e fecondo, anche proprio<br />

nella prospettiva di un innesto come avvio all'opera di evangelizzazione.<br />

(anna bujatti)<br />

Matteo Nicolini-Zani, a cura di, La via della luce, Bose, Qiqajon, 2001,<br />

pp. 51, L. 5.000;<br />

Brunetto<br />

Salvarani<br />

A scuola<br />

con<br />

la Bibbia<br />

E.M.I.<br />

La Bibbia «grande codice»<br />

della cultura di ogni tempo<br />

La Bibbia, questa sconosciuta... Eppure il Libro<br />

dei Libri è anche una miniera di notizie, un patrimonio<br />

della cultura universale. E il Ferroni ne<br />

vorrebbe l'insegnamento nelle scuole italiane.<br />

Brunetto Salvarani, docente di lettere nei licei e<br />

studioso attento di problemi biblici e religiosi (è<br />

direttore di «Qol», bimestrale per il dialogo<br />

ebreo-cristiano, redattore di «CEM Mondialità» e<br />

autore di libri d'argomento biblico), prende da qui le mosse per un discorso<br />

limpido, documentato, sostanziato di fine sensibilità pedagogica. Richiama<br />

l'attenzione di docenti, genitori e ragazzi e di quanti si occupano, per vocazione<br />

o per mandato politico, di problemi educativi e scolastici, sul «grande<br />

codice» della cultura di ogni tempo. Presente nell'arte, nella letteratura,<br />

nella musica, nel cinema..., il libro della Bibbia è assente nella programmazione<br />

didattica. Va ritrovato, recuperato, utilizzato anche come strumento<br />

didattico per agevolare l'intelligenza della storia e della civiltà. Va fruito<br />

nello spirito, nel messaggio, nei valori di cui è portatore. Le parole di Francesco<br />

De Sanctis («Mi meraviglio come nelle nostre scuole, dove si fanno<br />

leggere tante cose frivole, non sia penetrata un'antologia biblica, attissima<br />

a tenere vivo il sentimento religioso, ch'è lo stesso sentimento morale nel<br />

suo senso più elevato»), tratte da La giovinezza (e riportate a p. 30), introducono<br />

una serie di brani e di interventi di associazioni e di singoli studiosi<br />

sullo «status quaestionis» in Italia, in Europa, nell'Occidente. Il Salvarani offre<br />

spunti per una lettura interdisciplinare della Bibbia, orienta sul piano bibliografico,<br />

suggerisce le vie per un approccio semplice ed efficace. Il suo<br />

è davvero un libro prezioso (come si evince dalla presentazione di Gianfranco<br />

Ravasi) per insegnanti pensosi della crescita delle persone e del<br />

progresso umano. (francesco pistoia)<br />

Brunetto Salvarani, A scuola con la Bibbia. Dal libro assente al libro ritrovato,<br />

Bologna, E.M.I., 2001, pp. 252, lire 24.000<br />

Personaggi e figure<br />

della storia di ieri e di oggi<br />

Dovevamo attendere Il potere, il destino e la gloria,<br />

uscito lo scorso maggio per leggere la confessione<br />

di Antonio Spinosa circa il suo metodo<br />

di lavoro che lo tiene inchiodato al tavolino per<br />

otto ore al giorno. «Nato con l'inchiostro», secondo<br />

la pittoresca espressione di un amico, Spinosa<br />

non nega la sua nevrosi per lo scrivere che lo<br />

spinge a prendere appunti dovunque si trovi. Per<br />

Antonio Spinosa<br />

Il potere,<br />

il destino<br />

e la gloria<br />

Mondadori<br />

i personaggi da biografare la preferenze va alle figure di primo piano, non<br />

tanto perché — egli dice — la loro popolarità è una garanzia di diffusione<br />

dell'opera, quanto perché le loro vicende sono più affascinanti. Prima<br />

preoccupazione di Spinosa è quella di apprendere il linguaggio dei personaggi<br />

oggetto delle sue indagini: per questo ne legge e rilegge gli scritti e<br />

soprattutto gli epistolari, dove è più facile scoprire i comportamenti, le passioni,<br />

i riposti pensieri, il modo di pensare e di esprimersi. Altra accortezza,<br />

l'attenzione a selezionare le vicende, nella convinzione che il lavoro<br />

biografico consista soprattutto nel setacciare l'essenziale dal superfluo, onde<br />

scegliere gli eventi utili alla narrazione. Questo il metodo usato anche<br />

nel presente lavoro che si qualifica come «viaggio nel tempo con sovrani,<br />

rivoluzionari ed eroine», esponenti inconfondibili della storia nel suo «passato<br />

remoto», «participio passato», «passato prossimo» e «participio presente»,<br />

secondo la titolazione delle quattro parti in cui il libro si articola. Ciò<br />

che non può sfuggire al lettore è il senso di contemporaneità dei biografi,<br />

da Romolo a Maria José di Savoia, presentati con intensità e partecipazione.<br />

Non è tanto la puntualità del dato storico ad impreziosire il volume,<br />

quanto la sua liricizzazione, anche quando la realtà si presenta con drammatica<br />

problematicità. Le figure della storia sono quelle che sono, ma il libro<br />

di Spinosa travalica le singole biografie per offrirsi nell'unitario cammino<br />

della storia alla quale tutti apparteniamo. (francesco licinio galati)<br />

Antonio Spinosa, Il potere, il destino e la gloria. Viaggio nel tempo con sovrani,<br />

rivoluzionari ed eroine, Milano, Mondadori, 2001, pp. 289, L. 33.000<br />

Franco Zangrilli<br />

Il bestiario<br />

di<br />

Pirandello<br />

Metauro<br />

La simbologia degli animali<br />

nelle opere di Pirandello<br />

Dall'assidua penna critica del giovane docente<br />

frosinate, da anni Full Professor alla The City<br />

University di New York, perviene oggi un libro, su<br />

un aspetto particolare di un suo fertile oggetto di<br />

studi (Pirandello). «Le prime storie narrate oralmente<br />

e per iscritto dall'uomo» — esordisce Zangrilli<br />

ne Il bestiario di Pirandello — «secondo<br />

certi narratologi sono state storie di animali». Co-<br />

sì prende le mosse una frastagliata ma comunque verticale rivisitazione di<br />

tutti gli scritti pirandelliani secondo l'esegetico punto di vista dichiarato in<br />

titolo, quinto della collana «studi» di una pregevole quanto non ingombrante<br />

editrice pesaro-urbinate diretta da Corrado Donati, a sua volta ottimo nome<br />

della più giovane e dinamica critica letteraria italiana. Pirandello non ignorava<br />

certo la tradizione favolistica che dai tempi dei tempi (vale a dire da<br />

Esopo a Fedro in poi) e aveva narrativamente trattato animali come metafore<br />

umane, o uomini disegnati e descritti come animali. Un contraltare dalle<br />

vivide risultanze espressive e cognitive, comportamentali e morali. Nella<br />

sua arte, quindi, lo scrittore agrigentino poneva la presenza animale in<br />

stretta connessione con la vicenda esistenziale e spirituale dei suoi vari<br />

personaggi, in una fitta osmosi-simbiosi, in una serie cioè di scambi, apparentamenti<br />

e parallelismi, di fisionomie, di azioni, di «poli» e di ruoli. Al<br />

punto che, spesso e volentieri, l'animalizzazione di protagonisti, comprimari<br />

o comparse (un bestiario a due gambe, insomma), nei suoi infiniti<br />

testi e contesti, viene a decretare una finale superiorità della bestia<br />

sulla persona umana. Ma, come mette bene in risalto Zangrilli, mai la «riduzione»<br />

o l'imitazione, la metafora o la figuralità connotativa, è fine a se<br />

stessa, concorrendo invece al disvelamento del mistero dell'animo umano.<br />

(claudio toscani)<br />

Franco Zangrilli, Il bestiario di Pirandello, Fossombrone, Metauro, 2001, pp.<br />

167, L. 22.000.


A ROMA<br />

PAGINA<br />

VIA VENTOTENE Giovedì i funerali del quarto Vigile<br />

In un residence le famiglie<br />

colpite dall'esplosione<br />

Sarà allestita mercoledì, dalle ore 13,<br />

nel comando provinciale di via Genova,<br />

la camera ardente per Alessandro Manuelli,<br />

il quarto dei pompieri che costituivano<br />

la squadra 6A, morto in seguito<br />

all’esplosione di via Ventotene.<br />

I funerali di Manuelli si svolgeranno<br />

giovedì alle 10.30 nella Basilica di Santa<br />

Maria degli Angeli e dei Martiri; come è<br />

già accaduto per i suoi colleghi, anche<br />

la salma di Manuelli raggiungerà la Basilica<br />

a bordo di un mezzo dei Vigili del<br />

fuoco percorrendo via Nazionale.<br />

Il Presidente della Repubblica, Carlo<br />

Azeglio Ciampi, ha inviato al dottor Mario<br />

Morcone, capo del dipartimento dei<br />

Vigili del fuoco, del soccorso pubblico e<br />

della difesa civile del ministero dell’Interno,<br />

il seguente messaggio: «Ho appreso<br />

con dolore la notizia della scomparsa<br />

del valoroso Vigile del fuoco Alessandro<br />

Manuelli, anche egli coinvolto nell’esplosione<br />

dello stabile. In questa triste circostanza<br />

desidero rinnovare i miei sentimenti<br />

di viva solidarietà al benemerito<br />

corpo dei Vigili del fuoco e la prego di<br />

rendersi partecipe presso i familiari della<br />

vittima del mio commosso cordoglio».<br />

Nella giornata di martedì, tutte le famiglie<br />

(una cinquantina di persone) del<br />

civico 32 di via Ventotene si trasferiranno<br />

nel residence Parco Salario. Per loro<br />

è stata individuata questa sistemazione<br />

dal momento che il loro edificio sarà<br />

l’ultimo ad essere ristrutturato per consentire<br />

lo svolgimento dell’inchiesta. Lo<br />

ha reso noto l’Unità di crisi alloggiata<br />

nella parrocchia del Santissimo Redentore,<br />

precisando che le famiglie da trasferire<br />

sono 22 delle 26 che abitavano il palazzo.<br />

Le restanti quattro hanno preferito<br />

una propria sistemazione da parenti.<br />

Sempre l’Unità di crisi ha diffuso la notizia<br />

che tutte le altre abitazioni danneggiate<br />

dallo scoppio saranno nelle prossime<br />

ore dichiarate agibili. Le connessioni<br />

per l’energia elettrica e il gas sono state<br />

ripristinate, occorre soltanto ultimare i<br />

lavori di rifinitura come per le serrande,<br />

le finestre, i balconi. Questo non significa,<br />

però, che tutti riprenderanno possesso<br />

del proprio appartamento.<br />

Il signor Ciro Perrone, che nella tragedia<br />

ha perso una figlia e la moglie,<br />

non lascerà la canonica di don Gaetano<br />

Saracino per il residence, anzi, «vorremmo<br />

pensare ad una soluzione alternativa<br />

per lui» ha detto il vicario parrocchiale.<br />

Alessandra, l’altra sua figlia, è, invece,<br />

ospite da una zia.<br />

Intanto, lunedì, via di Val Melaina è<br />

stata riaperta ad auto e autobus anche<br />

se le zone interessate dall’esplosione sono<br />

transennate e l’accesso è consentito<br />

soltanto ai residenti che continuano a<br />

prelevare oggetti dalle rispettive abitazioni.<br />

In Via Ventotene, sempre presidiata<br />

da una pattuglia della Polizia, hanno lavorato<br />

i mezzi dell’Ama per ripulire la<br />

strada ed i Vigili del fuoco. Numerose le<br />

persone che sono state accompagnate<br />

nelle loro abitazioni per prendere oggetti<br />

e masserizie.<br />

Intensa è l’attività alla mensa della<br />

parrocchia del Santissimo Redentore, lunedì<br />

si sono presentati, tra pranzo e cena,<br />

circa 150 persone. Uno sforzo finanziario<br />

per la parrocchia che anticipa alcune<br />

spese per conto del Comune che<br />

provvederà al rimborso.<br />

Nella stessa struttura ha sede la base<br />

degli operatori volontari di supporto psicologico<br />

della «Sipem», che da tre giorni<br />

assistono tutti quelli che ne hanno bisogno<br />

nel quartiere. Per il momento hanno<br />

diffuso opuscoli per far sapere della<br />

loro presenza, voluta dal IV Municipio,<br />

ed assistono alcune persone. Gli operatori<br />

hanno già predisposto un servizio<br />

per la gestione dello stress da evento cri-<br />

Commerciante ucciso<br />

all'Esquilino: arrestati<br />

altri due immigrati<br />

Due romeni, ricercati per l’omicidio<br />

di Sergio Buccolini, il commerciante<br />

di giocattoli ucciso a colpi<br />

di mattarello nel luglio scorso, nel<br />

retrobottega del suo negozio all’Esquilino,<br />

sono stati bloccati, martedì,<br />

a Parigi, mentre, con documenti<br />

falsi, erano in procinto di trasferirsi<br />

in un’altra nazione europea. Subito<br />

dopo l’omicidio era stato arrestato<br />

un altro romeno. I due latitanti<br />

sono stati bloccati invece al<br />

termine di indagini compiute in<br />

collaborazione dalla Polizia italiana<br />

e da quella francese.<br />

Furti in banca:<br />

individuata la banda<br />

della lancia termica<br />

Sono stati individuati, martedì, dai<br />

Carabinieri i quattro uomini della<br />

banda della lancia termica, gli<br />

scassinatori che con la fiamma ossidrica<br />

hanno aperto casseforti e<br />

forzato bancomat in banche ed enti<br />

in provincia di Roma. I quattro<br />

sono stati denunciati alla procura<br />

della Repubblica di Tivoli dai Carabinieri<br />

di Monterotondo. Nel corso<br />

di perquisizioni nelle loro abitazioni<br />

sono state trovate 6 bombole<br />

per lancia termica.<br />

9 .<br />

tico e prevedono che il lavoro aumenterà<br />

sensibilmente nel momento in cui terminerà<br />

la cosiddetta fase della «luna di<br />

miele», in cui le persone coinvolte si<br />

sentono al centro dell’attenzione. «Dopo<br />

incontreranno la realtà ed allora sarà un<br />

momento difficile» ha detto la responsabile<br />

del servizio, Tania Lardo.<br />

Se non preoccupano le condizioni fisiche<br />

di David Misasi, che è stato trasferito<br />

nell’Istituto di Clinica Chirurgica, sono<br />

quelle emotive che richiedono attenzione.<br />

Il ragazzo è rimasto sconvolto<br />

dalla notizia della morte della sua fidanzata,<br />

Michela Camillo.<br />

Infine, martedì pomeriggio, la giunta<br />

capitolina discuterà sulla sicurezza ed<br />

efficienza dei servizi di interesse pubblico<br />

e della creazione della «società del<br />

sottosuolo».<br />

Il sindaco ha convocato alla riunione<br />

anche i responsabili di tutte le aziende<br />

comunali (Ama, Acea, Atac, Trambus,<br />

Met.Ro. e altre), di quelle che hanno<br />

rapporti con il Comune, come l’Italgas e<br />

quelle di telecomunicazione per fare il<br />

punto sugli aspetti della sicurezza e dell’efficienza<br />

dei servizi e cercare di trovare<br />

anche una diversa struttura operativa<br />

per gli interventi.<br />

Il Campidoglio pensa alla creazione di<br />

una Spa, composta da tutte le aziende<br />

che operano con scavi nel sottosuolo<br />

per coordinare e programmare gli interventi:<br />

evitare la chiusura e riapertura di<br />

scavi su strade nel medesimo punto,<br />

agevolare la realizzazione del cablaggio<br />

della città e garantire attraverso il coordinamento<br />

maggiore sicurezza.<br />

Riapre<br />

provvisoriamente<br />

il mercato<br />

di Val Melaina<br />

Il mercato di Val Melaina riapre oggi,<br />

mercoledì, come concordato nei giorni<br />

scorsi tra gli operatori e il sindaco di<br />

Roma Walter Veltroni e l’assessore comunale<br />

al Commercio Daniela Valentini.<br />

La struttura resterà aperta fino al 13<br />

gennaio, poi sarà trasferita, a partire da<br />

quella data, nel nuovo spazio di via<br />

Conti. Lo ha reso noto ieri l’assessorato<br />

comunale al Commercio, sottolineando<br />

che sono state firmate le due ordinanze<br />

di riapertura rispettivamente dall’assessore<br />

Valentini e da quello alle Politiche<br />

sociali, Raffaela Milano, che ha competenze<br />

in materia igienico-sanitaria. Problemi<br />

questi ultimi all’origine della necessità<br />

di chiusura e di trasferimento.<br />

Un incontro è in corso tra l’assessore<br />

comunale al Commercio ed i rappresentanti<br />

degli operatori del mercato per definire<br />

il protocollo di impegni reciproci<br />

con l’amministrazione: il trasferimento<br />

da parte degli operatori nel nuovo spazio<br />

di via Conti il 13 gennaio, l’impegno<br />

del Comune ad accedere ai fondi agevolati<br />

della Regione Lazio per l’acquisto<br />

dei nuovi banchi, la realizzazione della<br />

copertura del plateatico attrezzato; la<br />

strada per il carico e scarico merci.<br />

È stato raggiunto anche l’accordo<br />

operativo tra l’assessore Valentini e i<br />

rappresentanti del mercato che si sono<br />

impegnati a trasferirsi nella nuova area<br />

di via Conti nel pomeriggio del 12 gennaio.<br />

«Abbiamo avuto tutte le assicurazioni<br />

che avevamo chiesto — ha detto<br />

Vincenzo Pietracalla, del consiglio direttivo<br />

del mercato — specie sulla realizzazione<br />

di attrezzature adeguate per la<br />

nuova sede del mercato».<br />

Comune: sì del Consiglio<br />

alla delibera sugli interventi<br />

in favore dei disabili<br />

Il Consiglio comunale ha approvato<br />

lunedì la delibera di indirizzo per «la<br />

realizzazione di interventi diretti alle<br />

persone disabili». Il provvedimento è<br />

stato votato all’unanimità a conclusione<br />

di una seduta interamente dedicata ai<br />

problemi delle persone disabili.<br />

Nel suo intervento, il sindaco, Walter<br />

Veltroni, ha ribadito l’impegno dell’amministrazione<br />

nell’affrontare i problemi<br />

delle persone disabili. «Roma dovrà essere<br />

in questo una città modello — ha<br />

detto —. Gli investimenti per interventi<br />

in favore delle persone con handicap triplicheranno<br />

nei prossimi anni, mentre,<br />

nel bilancio di previsione del 2002, sono<br />

stanziati circa 40 miliardi, 20 in più rispetto<br />

all’anno scorso». Il sindaco ha<br />

quindi sottolineato la necessità che le<br />

istituzioni «intervengano in rete» e per<br />

semplificare la risposta dell’amministrazione<br />

saranno istituiti gli «sportelli H».<br />

Il consigliere Antonio Tajani, capo<br />

dell'opposizione, ha insistito che su questi<br />

problemi si deve intervenire «insieme,<br />

senza distinzione di colori politici<br />

perché è una battaglia morale e di libertà».<br />

Tajani ha anche annunciato che,<br />

con emendamenti al bilancio, l’opposizione<br />

si impegnerà ad aumentare i fondi<br />

destinati ai disabili.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Mercoledì 5 Dicembre 2001<br />

La solidarietà<br />

della Capitale<br />

alle vittime<br />

di Gerusalemme<br />

e di Haifa<br />

Anche la Capitale esprime la<br />

propria solidarietà alle vittime degli<br />

ultimi tragici attentati di Gerusalemme<br />

e di Haifa che hanno<br />

fatto drammaticamente precipitare<br />

la situazione in Medio Oriente.<br />

La cittadinanza è stata invitata ad<br />

un minuto silenzio, mentre nella<br />

sera di oggi, martedì, i Palazzi del<br />

Campidoglio e negozi della Capitale<br />

spegneranno le luci per dieci<br />

minuti «per dire basta alle stragi<br />

di innocenti in tutto il mondo e in<br />

segno di solidarietà con il popolo<br />

di Israele».<br />

All'iniziativa, promossa dalla<br />

Confcommercio di Roma, ha<br />

prontamente aderito il Comune<br />

che ha deciso di lasciare al buio<br />

la celebre piazza a partire dalle<br />

18. «In questo momento così difficile<br />

per tutta l’umanità — ha detto<br />

il neo presidente della Confcommercio<br />

di Roma, Cesare<br />

Pambianchi — mi è sembrato doveroso,<br />

come primo atto del mio<br />

mandato, dare un piccolo segno<br />

tangibile dell’unità della categoria<br />

contro gli atti di violenza che provocano<br />

ovunque vittime innocenti».<br />

Alle ore 20, infine, il Sindaco<br />

Walter Veltroni parteciperà alla<br />

Veglia di preghiera che riunirà i<br />

rappresentanti delle comunità<br />

ebraiche italiane nel Tempio Maggiore<br />

sotto la guida del neo Rabbino<br />

Capo di Roma, Riccardo Di<br />

Segni.<br />

prevede fiaccolate e momenti forti di<br />

preghiera, tra cui una veglia, per invocare<br />

la pace nel mondo in un momento<br />

così difficile della sua storia.<br />

«L’impegno della comunità parrocchiale<br />

rientra in un discorso più ampio<br />

SANITÀ A disposizione dei pazienti altri 76 posti letto<br />

Nuovi ambulatori<br />

all'ospedale Pertini<br />

È stata inaugurata ieri lunedì all’interno<br />

del complesso ospedaliero «Sandro<br />

Pertini», una struttura in grado di offrire<br />

nuovi servizi di cura e degenza ai circa<br />

700.000 utenti che risiedono nei Municipi<br />

V, VII, VIII e X. La palazzina è ubicata<br />

presso il blocco cosiddetto «C» del<br />

presidio ed è servita da un’ampia zona<br />

adibita a parcheggio e dalla linea bus<br />

449, la cui fermata è adiacente all’ingresso<br />

principale del nosocomio.<br />

Alla cerimonia sono intervenuti, tra<br />

gli altri, il Vescovo responsabile per la<br />

pastorale sanitaria, Mons. Armando<br />

Brambilla, il presidente della Regione<br />

Lazio, Francesco Storace ed il direttore<br />

generale della Asl Rm/B, Cosimo Giovanni<br />

Speziale, al cui ambito appartengono<br />

sia il «Sandro Pertini» che il Policlinico<br />

Casilino, situati nella zona est<br />

della città.<br />

La palazzina che nel passato ha ospitato<br />

un centro di assistenza medica per<br />

pazienti affetti da HIV, è stata completamente<br />

ristrutturata con la realizzazione,<br />

tra l’altro, di poliambulatori specialistici<br />

di oculistica e di otorinolaringoiatria.<br />

I servizi peraltro già attivati da alcuni<br />

giorni, offrono la possibilità di visite<br />

accurate anche ai numerosi utenti<br />

che giungono all’ospedale dai numerosi<br />

Comuni attorno a Roma.<br />

All’interno della palazzina, inoltre, sono<br />

state allestite due sale operatorie con<br />

strumenti chirurgici all’avanguardia ed<br />

un blocco radiologico. Completano poi<br />

la gamma dei servizi, i reparti di neurochirurgia<br />

vertebrale, di chirurgia oncologica<br />

e chirurgia plastica. Infine, a partire<br />

da oggi saranno in funzione anche il<br />

day hospital di oncologia ed il day hospital<br />

di ematologia ed oculistica.<br />

A regime i posti letto a disposizione<br />

dei pazienti saranno 76 di cui 4 dedicati<br />

alla terapia sub intensiva post-operatoria<br />

e 2 alla terapia respiratoria. In particolare,<br />

le stanze di degenza sono tutte dotate<br />

di posti letto doppi e di servizi igienici<br />

personali, mentre per gli utenti in transito<br />

in attesa delle visite poliambulatoriali<br />

sono a disposizione confortevoli spazi<br />

per l’attesa.<br />

La palazzina risponde altresì a tutti i<br />

criteri di massima sicurezza, con uscite<br />

di soccorso dedicate, porte ignifughe e<br />

l’eliminazione di qualsiasi barriera architettonica.<br />

La nuova realizzazione si inserisce in<br />

un piano di potenziamento del presidio<br />

ospedaliero che prevede, entro il 2002,<br />

la ristrutturazione dei reparti di Ostetricia<br />

e Ginecologia, Pediatria, Nefrologia,<br />

Chirurgia Vascolare, Emodinamica, Day<br />

Surgery e Endoscopia Digestiva. Con<br />

l’apertura della nuova palazzina vi sarà<br />

anche l’ampliamento e la trasformazione<br />

di altri servizi quali la Chirurgia Vitreoretinica,<br />

il Centro per la Cura delle<br />

Malattie Metaboliche e Nutrizionali e la<br />

Fisioterapia.<br />

«L’ospedale punta ad essere il riferimento<br />

per un ampio bacino di utenza e<br />

per questo le risorse investite per migliorare<br />

i reparti sono ingenti — ha sottolineato<br />

il direttore generale della Asl<br />

Rm/B —. Il “Sandro Pertini” ha saputo<br />

dimostrare la sua efficienza anche nella<br />

IL DOPO GIUBILEO La parrocchia di Nostra Signora de La Salette a Monteverde<br />

Un impegno costante<br />

per la pace e per la famiglia<br />

Incentrare la vita<br />

comunitaria sulla Celebrazione<br />

Eucaristica<br />

e orientarla al servizio<br />

verso il prossimo.<br />

È nel segno dell’unità<br />

e della carità che la<br />

parrocchia romana di<br />

Nostra Signora de La<br />

Salette, a Monteverde,<br />

intende aprire la<br />

strada a una missione<br />

sempre più fertile nel<br />

proprio quartiere,<br />

sulla scia dell’esperienza<br />

giubilare. Questo<br />

mese di ottobre<br />

per la comunità parrocchiale<br />

prende avvio<br />

con un programma<br />

pastorale improntato<br />

a quello diocesano,<br />

prevedendo attività<br />

che raccolgono la<br />

sfida di una missione<br />

a tutto campo. La<br />

prima settimana, poi,<br />

vede una serie di manifestazioni<br />

per la festa<br />

patronale, il 7 ottobre,<br />

con un triduo<br />

di preparazione che<br />

recente tragedia di via Ventotene, mettendo<br />

a disposizione il personale del servizio<br />

di pronto soccorso che ha prestato<br />

in tempi rapidissimi le prime cure ai<br />

feriti».<br />

La Asl Rm/B ha visto considerevolmente<br />

aumentato il numero dei residenti<br />

nel corso degli ultimi anni; in particolare<br />

risulta in crescita la popolazione anziana,<br />

con conseguente aumento della<br />

domanda di assistenza ospedaliera. Su<br />

un totale, infatti, di 691.000 residenti gli<br />

ultrasessantenni risultano pari a ben<br />

149.858 unità. Per questo motivo l’azienda<br />

sanitaria, è stato sottolineato, è sottoposta<br />

ad uno sforzo considerevole per<br />

quanto concerne l’offerta dei servizi. Gli<br />

ospedali «Sandro Pertini» ed il Policlinico<br />

Casilino sono al primo ed al secondo<br />

posto a livello regionale, con un livello<br />

di accessi al pronto soccorso che si attesta<br />

ad un valore medio di circa 270 al<br />

giorno per il primo e di 156 per il secondo.<br />

Sui due nosocomi gravita, quindi, un<br />

carico superiore alla possibilità di offerta<br />

dei servizi, soprattutto nell’area dell’emergenza<br />

e dei ricoveri nei reparti di<br />

Cardiologia ed Ortopedia. «La Regione<br />

Lazio è attualmente impegnata in un’azione<br />

di potenziamento delle strutture<br />

sanitarie — ha affermato il presidente<br />

—. Attendiamo comunque dal Governo<br />

un preciso impegno nel biennio 2002-<br />

2004 a favore del piano sanitario nazionale,<br />

che dovrà prevedere nuovi fondi<br />

per migliorare le strutture ospedaliere<br />

più carenti».<br />

ALESSANDRO TRENTIN<br />

La solennità<br />

dell'8 dicembre<br />

all'Istituto Dermopatico<br />

dell'Immacolata<br />

L'Istituto Dermopatico dell'Immacolata<br />

festeggerà con particolare<br />

solennità, il prossimo 8<br />

dicembre, la propria festa patronale.<br />

Per le ore 11.30, nella<br />

chiesa dell'Istituto, è prevista la<br />

Celebrazione Eucaristica presieduta<br />

dal Cardinale Giovanni<br />

Battista Re, Prefetto della Congregazione<br />

per i Vescovi. Al<br />

termine, il Superiore Provinciale<br />

padre Giuseppe Pusceddu<br />

saluterà i collaboratori che hanno<br />

terminato il servizio nel<br />

2001.<br />

Ucid:<br />

la Santa Messa<br />

per il Natale<br />

I soci e gli amici della sezione<br />

romana dell'Ucid (Unione<br />

cristiana imprenditori dirigenti)<br />

si ritroveranno lunedì 10 dicembre<br />

nella Basilica di san Lorenzo<br />

in Lucina in occasione della<br />

Santa Messa per il Natale. La<br />

Celebrazione sarà presieduta<br />

dal Cardinale Giovanni Battista<br />

Re, Prefetto della Congregazione<br />

per i Vescovi.<br />

5 DICEMBRE 2001<br />

Mercoledì della I settimana<br />

di Avvento - Feria (viola)<br />

Messa propria<br />

Lezionario: Is 25, 6-10; Salmo<br />

22; Mt 15, 29-37;<br />

Liturgia delle Ore: Merc. I<br />

sett. - Ufficio della feria<br />

e guarda sia dentro che fuori il proprio<br />

quartiere — ha sottolineato il parroco,<br />

Padre Enzo Procacci —. Per questo raccogliamo<br />

l’appello del Papa a pregare<br />

ogni giorno per la pace, recitando il Rosario<br />

ma anche partecipando insieme alla<br />

Santa Messa, che rimane il centro focale<br />

della vita comunitaria. Ed è proprio<br />

questa consapevolezza che è stata ereditata<br />

dall’anno giubilare; un’esperienza<br />

che senza dubbio ha stimolato un cambiamento<br />

di mentalità e sensibilità così<br />

necessario per l’annuncio missionario».<br />

«Nel nostro quartiere predomina un<br />

forte individualismo — ha aggiunto —.<br />

Spesso ci si ricorda di andare in Chiesa<br />

soltanto la domenica e poi ciascuno prosegue<br />

la sua vita per conto proprio. La<br />

missione richiede invece un impegno comunitario,<br />

uno sforzo perché la parrocchia<br />

sia sempre più una casa tra le case.<br />

La Missione cittadina in preparazione al<br />

Giubileo ci ha permesso di conoscere<br />

più da vicino la realtà e le esigenze spirituali<br />

e materiali dei singoli e delle famiglie<br />

del nostro quartiere, generando<br />

un grande desiderio di ascolto vicendevole.<br />

Per quest’anno si è pensato di curare<br />

e approfondire la formazione dei<br />

laici per continuare questa missione».<br />

Proprio in questo mese, che la Chiesa<br />

consacra alla missione, nella parrocchia<br />

romana di Nostra Signora de La Salette<br />

prenderà avvio una Scuola di preghiera<br />

e di parola, prevedendo dieci incontri. A<br />

questa iniziativa si aggiunge quella nuova<br />

che pone particolare attenzione sulla<br />

realtà della famiglia. «Il gruppo famiglie<br />

è uno dei frutti dell’esperienza giubilare<br />

— ha affermato Marino Orazi, missionario<br />

laico —. Quest’anno comincerà la<br />

“Missione Famiglia” che prevede una serie<br />

di incontri per le coppie sposate, giovani<br />

e meno giovani, invitate a conoscere<br />

e vivere la realtà cristiana e sacramentale<br />

del matrimonio religioso».<br />

Dal coinvolgimento delle famiglie a<br />

quello dei giovani. L’impegno missionario,<br />

infatti, vede in piena attività anche<br />

questo universo che, dopo un anno di<br />

riflessione a seguito dell’esperienza di<br />

Tor Vergata, intende realizzare proposte<br />

concrete. Si è andato costituendo da poco<br />

un gruppo di giovani che ogni mese<br />

si reca alla stazione Ostiense per occuparsi<br />

dei senza fissa dimora, dando il<br />

proprio sostegno sia materiale che spirituale.<br />

«Abbiamo voluto dare la nostra<br />

disponibilità per un impegno di solidarietà<br />

e di presenza cristiana tra chi si ritrova<br />

senza niente e senza nessuno al<br />

mondo — ha spiegato Michele Tinti, 25<br />

anni —. Ci siamo attivati per provvedere<br />

alla distribuzione dei pasti e dei vestiti.<br />

Ma il nostro impegno va oltre i bisogni<br />

di prima necessità: desideriamo infatti<br />

lasciare un segno della nostra presenza,<br />

instaurare un rapporto di amicizia<br />

con loro».<br />

«Grazie all’esperienza giubilare, soprattutto<br />

quella della XV Giornata Mondiale<br />

della Gioventù, molte persone che<br />

avevamo perso di vista si sono riavvicinate<br />

alla parrocchia — ha aggiunto —.<br />

Dall’amicizia ritrovata si è passati così<br />

alla voglia di compiere insieme un cammino<br />

serio. Si sta cercando anche di<br />

creare una viva realtà di prefettura per<br />

un itinerario di fede più esteso. Oltre<br />

agli incontri di preghiere, cerchiamo anche<br />

di entrare in contatto con altri coetanei<br />

mediante le attività sportive promosse<br />

presso la nostra parrocchia. Adesso,<br />

dopo un periodo di riflessione sul<br />

mandato affidatoci dal Papa, desideriamo<br />

dare forma alle parole traducendo<br />

concretamente i progetti di vita cristiana<br />

più adeguati alla missione della nuova<br />

evangelizzazione da portare avanti nella<br />

nostra città».<br />

Una missione che non si esaurisce soltanto<br />

nel proprio quartiere e nella città,<br />

ma che supera ogni frontiera. I Padri<br />

Missionari di Nostra Signora de La Salette<br />

che guidano la parrocchia a Monteverde,<br />

invitano continuamente la comunità<br />

romana a raccogliere i fondi da destinare<br />

alle comunità del Terzo Mondo.<br />

Sincerità<br />

Non è la sincerità<br />

che ci libera,<br />

ma la verità.<br />

(Henry de Lubac)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

Ultimamente è stata<br />

fatta una veglia di<br />

preghiera e una raccolta<br />

per le Missioni<br />

presenti in due grandi<br />

diocesi del Madagascar.<br />

Ma l’attività caritativa<br />

della comunità<br />

romana provvede anche<br />

alle situazioni di<br />

disagio e di «emergenza»<br />

che spesso si<br />

presentano nel quartiere<br />

quali, ad esempio,<br />

la solitudine degli<br />

anziani o la disoccupazione<br />

degli extracomunitari.<br />

«Il Giubileo<br />

è stato l’elemento<br />

spronante per ritrovare<br />

l’entità parrocchiale<br />

perduta nel tempo,<br />

ma anche per venire<br />

a contatto con i bisogni<br />

delle persone che<br />

vivono in questa zona<br />

— ha affermato Eugenio<br />

Pepe, Responsabile<br />

del Centro di<br />

ascolto della Caritas<br />

della parrocchia —.<br />

La parola d’ordine ormai più ricorrente<br />

è quella dell’accoglienza. E sono tante le<br />

modalità con cui una comunità può impegnarsi<br />

nel dare accoglienza all’altro.<br />

Per essere veramente missionari occorre,<br />

infatti, entrare in quell’atteggiamento<br />

di gratuità e amore insegnatoci attraverso<br />

il Vangelo stesso. Un atteggiamento,<br />

questo, che abbiamo potuto vedere anche<br />

durante l’anno giubilare, attraverso<br />

le testimonianze conosciute nel campo<br />

del volontariato e che oggi proseguono<br />

in luoghi e vie diverse».<br />

ELISABETTA ANGELUCCI<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

MERCOLEDÌ 5 DICEMBRE<br />

00.10: Studio A (stereo): Con<br />

voi nella notte<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti<br />

cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

in italiano, spagnolo,<br />

portoghese, francese,<br />

inglese, tedesco e polacco<br />

10.30: In diretta dal Vaticano:<br />

Udienza generale presieduta<br />

dal Santo Padre Giovanni<br />

Paolo II<br />

16.30: Tra le orchestre di<br />

Roberta Campanelli<br />

17: Liturgia delle Ore: celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco:<br />

Die Römische Woche<br />

20.40: Recita del Santo Rosario<br />

in latino<br />

21.30: Programma francese:<br />

L'audience générale du Pape<br />

21.50: Programma inglese<br />

22.10: Programma spagnolo<br />

MERCOLEDÌ 5 DICEMBRE<br />

24: Rosario biblico (versione<br />

rumena)<br />

2.30-19.30-22.30: Notiziario<br />

7.10: Rubrica: Chiesa in<br />

cammino: America Latina<br />

7.40-13.15-23.55: Rubrica: Tre<br />

minuti dello Spirito<br />

9: In diretta dalla Cappella di<br />

Telepace in Roma: Santa<br />

Messa<br />

10.30: In diretta dal Vaticano:<br />

Udienza generale, presieduta<br />

dal Santo Padre Giovanni<br />

Paolo II<br />

12.30: Cappella di Telepace<br />

in Roma: Santa Messa<br />

16: In diretta dalla Cappella<br />

di Telepace: Santo Rosario e<br />

Adorazione Eucaristica.<br />

21: Udienza generale, presieduta<br />

dal Santo Padre Giovanni<br />

Paolo II (replica)


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

PENSIONI Incontro decisivo con il Governo<br />

Sindacati: proposta<br />

scritta o la trattativa salta<br />

ROMA, 4.<br />

Il nodo delle pensione è, oggi, al centro<br />

dell'incontro a Palazzo Chigi dove<br />

sono convocati i segretari generali di<br />

tutte e 12 le sigle sindacali, compreso il<br />

Sinpa, Il sindacato padano, quindi le associazioni<br />

imprenditoriali. Tema della<br />

riunione il testo definitivo del Governo<br />

sulla riforma delle pensioni che aveva<br />

già registrato un’intesa di massima con<br />

Cgil, Cisl e Uil. Un’accordo a rischio<br />

rottura però se prendessero corpo alcune<br />

ipotesi emerse in questi giorni. Niente<br />

sorprese sulle pensioni, altrimenti la<br />

trattativa salta. Ma ieri, alla vigilia del<br />

nuovo incontro a Palazzo Chigi, i sindacati<br />

hanno avvertito il Governo a non<br />

tentare sulla previdenza nuovi «blitz»,<br />

come è successo per l’art.18, e a presentare<br />

una «proposta scritta» che contenga<br />

«solo i punti concordati». «È questo l’unico<br />

modo per andare avanti», spiegano<br />

Cgil, Cisl e Uil che, viceversa, minacciano<br />

di abbandonare il tavolo. Il ministro<br />

del Lavoro e delle Politiche sociali, Roberto<br />

Maroni, dovrebbe finalmente formalizzare<br />

il documento del Governo sulle<br />

pensioni: in pratica, si tratta del testo<br />

della delega che l’Esecutivo intende presentare<br />

entro il 15 dicembre. Due i nodi<br />

principali da sciogliere e sui quali sindacati<br />

e Confindustria attendono al varco<br />

il Governo: quello dello smobilizzo del<br />

Tfr maturando (circa 27.000 miliardi<br />

l’anno) per destinarlo ai fondi pensione<br />

e quello di un’eventuale «fase 2» della riforma.<br />

Per il Governo si tratta di vedere<br />

se inserire o meno nella delega la previ-<br />

Scioperi: fortemente<br />

penalizzati<br />

i settori<br />

aereo e ferroviario<br />

ROMA, 4.<br />

Settore aereo e ferroviario fortemente<br />

penalizzati, ieri, a causa dello sciopero,<br />

indetto dai sindacati. Circa la metà dei<br />

voli cancellati, molti riprogrammati, con<br />

l’inevitabile congestione causata dalla<br />

posticipazione di alcune partenze, e la<br />

nebbia, che anche ieri ha fatto la sua<br />

parte per creare ulteriori disagi ai viaggiatori.<br />

Lo sciopero dei lavoratori del<br />

trasporto aereo, nonostante l’ordinanza<br />

di riduzione a quattro ore, è stato giudicato<br />

un «successo» dalle 9 sigle sindacali<br />

che lo hanno indetto per protestare contro<br />

l’assenza di misure in grado di fronteggiare<br />

«la gravissima crisi» che ha<br />

messo in crisi il settore dopo gli attentati<br />

dell’11 settembre. Alitalia è stata costretta<br />

ieri a cancellare sull’intera rete<br />

111 voli (71 nazionali e 40 nazionali) sui<br />

226 previsti dalla compagnia nelle 4 ore<br />

di sciopero. 136 sono stati invece i collegamenti<br />

«AZ» riprogrammati. Solo a<br />

Fiumicino, però, i voli cancellati di tutte<br />

le compagnie sono stati 129 e 44 i riprogrammati<br />

nell’arco dell’intera giornata.<br />

A Milano la giornata è stata resa ancora<br />

più difficile dalla nebbia: già dalla mattina<br />

la scarsa visibilità ha infatti costretto<br />

alla cancellazione di alcuni voli ancora<br />

prima dell’inizio dello sciopero. Alla ripresa<br />

dell’attività risultavano cancellati<br />

61 voli su 169 a Linate e a Malpensa 240<br />

su 561. Disagi si sono avuti ieri anche<br />

per i treni: uno sciopero indetto dai dipendenti<br />

delle agenzie che hanno in appalto<br />

i lavori di pulizia di treni e stazioni<br />

ha infatti provocato ritardi su una quindicina<br />

di treni, bloccati per lo più da occupazioni<br />

di binari da parte dei lavoratori<br />

a Milano, Venezia, Roma e Lecce.<br />

10 .<br />

in primo piano<br />

sione di una nuova verifica pensionistica<br />

nel 2002, per lasciare aperta la porta a<br />

ulteriori misure più strutturali, come un<br />

ulteriore giro di vite sulle pensioni di anzianità,<br />

come Confindustria vorrebbe.<br />

Ecco perché i sindacati minacciano il<br />

Governo a non tentare sorprese rispetto<br />

ai cinque punti già concordati al tavolo<br />

tecnico: la certificazione dei diritti previdenziali<br />

acquisiti (che potrebbe andare<br />

in un emendamento alla Finanziaria), gli<br />

incentivi per chi resta al lavoro, la liberalizzazione<br />

dell’età pensionabile, l’abolizione<br />

progressiva del divieto di cumulo<br />

e gli incentivi ai fondi pensione.<br />

Fisco «sommerso»:<br />

controlli incrociati<br />

per scoprire gli evasori<br />

ROMA, 4.<br />

Controlli incrociati e attività di<br />

«intelligence» finalizzata a programmi<br />

mirati: diventerà più difficile<br />

per i contribuenti che continueranno<br />

a lavorare nel sommerso<br />

seguitare ad ingannare il fisco.<br />

L’amministrazione finanziaria varerà<br />

infatti un programma straordinario<br />

di accertamenti per coloro<br />

che non approfitteranno dell’opportunità<br />

di emersione prevista<br />

dalla «legge dei 100 giorni».<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Mercoledì 5 Dicembre 2001<br />

IL NODO DELLE PENSIONI Incontro a Palazzo<br />

Chigi tra i segretari generali di tutte le sigle sindacali<br />

e le associazioni imprenditoriali sulla riforma<br />

delle pensioni proposta dal Governo. L'accordo non<br />

è facile. I sindacati chiedono una «proposta scritta»<br />

che contenga «solo i punti concordati».<br />

LE INDAGINI SUL TERRORISMO Dopo il falso allarme<br />

bomba al Tribunale civile di Roma, nuovi inquietanti<br />

particolari emergono dall'inchiesta della<br />

LAVORO Italia indietro rispetto alla media europea<br />

Le raccomandazioni dell'Ue<br />

per incrementare l'occupazione<br />

ROMA, 4.<br />

Con l'approvazione ieri a Bruxelles<br />

del «pacchetto occupazione», il Consiglio<br />

europeo dei ministri del lavoro ha<br />

indirizzato richiami specifici a ciascun<br />

Paese. L’Italia è destinataria di cinque<br />

«raccomandazioni» che incitano il Governo<br />

a proseguire negli sforzi per aumentare<br />

il tasso di occupazione (53,5<br />

per cento nel 2000, inferiore di 10 punti<br />

alla media Ue), a ridurre gli squilibri regionali<br />

(il divario fra il 5% di disoccupati<br />

al Nord e il 20% e oltre nel Mezzogiorno),<br />

a combattere con vigore la disoccu-<br />

Giovani operai cadono<br />

da tetto di capannone:<br />

un morto e un ferito<br />

PADOVA, 4.<br />

Aveva solo 25 anni Riccardo Fedato,<br />

di Trevignano, l'operaio<br />

morto ieri a Mestrino (Padova)<br />

dopo essere caduto dal tetto di un<br />

capannone industriale sopra il<br />

quale stava lavorando. Un suo<br />

collega, Simone Peraro, 28 anni,<br />

di Zero Branco, è ricoverato in<br />

gravi condizioni all'ospedale. I<br />

due, dipendenti di una ditta di<br />

precompressi, erano impegnati<br />

nell’assemblaggio del tetto di un<br />

capannone quando, nel posare<br />

una lastra di cemento, la copertura<br />

ha ceduto sotto i loro piedi.<br />

Ucciso imprenditore edile colluso con la camorra<br />

CASERTA — Un imprenditore edile, Raffaele Zippo, di 34 anni, è stato ucciso<br />

con colpi di pistola e di fucile a canne mozze. Il cadavere è stato trovato<br />

martedì mattina in un cantiere edile in una zona periferica di Casal di<br />

Principe. L'uomo, che non aveva precedenti penali ma che sarebbe stato<br />

legato al clan camorristico dei «Casale», è stato ucciso nella serata di ieri<br />

da almeno tre persone. Contro di lui sono stati, infatti, sparati colpi di due<br />

diverse pistole ed almeno un colpo di fucile. L’imprenditore, secondo gli investigatori,<br />

probabilmente conosceva i suoi assassini e li avrebbe seguiti<br />

senza timore nel vicino cantiere. L’omicidio potrebbe inquadrarsi nella lunga<br />

faida tra affiliati al clan Cantiello e a quello di Francesco Bidognetti.<br />

Rapine e riciclaggio: in manette intera famiglia<br />

PALERMO — Un'intera famiglia è stata arrestata dai carabinieri di Monreale<br />

all’alba di martedì mattina. Secondo le indagini dei militari, Francesco<br />

Castellucci, 56 anni, ambulante, e la moglie Domenica Ventimiglia, 53 anni,<br />

casalinga, avrebbero riciclato il denaro proveniente da alcune rapine in<br />

banca. A commettere gli assalti erano i loro figli Gaetano di 21 anni e Giuseppe<br />

di 25. La coppia di fratelli è accusata delle rapine al Monte dei Paschi<br />

di Siena di Corleone e del Banco di Sicilia di Giuliana. Grazie al denaro<br />

rubato, circa mezzo miliardo di lire, la famiglia Castellucci viveva<br />

agiatamente, tanto, anzi, da aver suscitato i sospetti degli inquirenti. Domenica<br />

Ventimiglia in particolare, pur non avendo mai preso la patente, era<br />

proprietaria di un'auto di lusso. Oltre alla famiglia Castellucci le manette<br />

sono scattate per Maria Elia, 34 anni, moglie di Giuseppe Castellucci. Anche<br />

lei è accusata di riciclaggio. Negli ultimi anni la famiglia avrebbe acquistato<br />

e rivenduto 26 automobili, immobili, gioielli ed oggetti di lusso.<br />

Traffico di auto rubate: prese dieci persone<br />

MILANO — Dieci persone sono state arrestate nelle province di Milano, Varese<br />

e Bari per un traffico di auto di grossa cilindrata, rubate nel nord Italia<br />

e destinate ai mercati dell’Est europeo e del Nord Africa. Insieme ad un<br />

pregiudicato milanese, indicato come il capobanda, altri sei italiani, due albanesi<br />

e un marocchino, sono stati arrestati. Mentre gli albanesi e il marocchino<br />

avevano il compito di rubare le auto, gli italiani si preoccupavano di<br />

falsificare i documenti e in particolare di clonare i numeri di targa e della<br />

carta di circolazione.<br />

Procura di Milano sulla cellula eversiva islamica<br />

guidata dall'egiziano sfuggito all'arresto una settimana<br />

fa.<br />

LOTTA ALLA PEDOPORNOGRAFIA Arresti e perquisizioni<br />

in dieci regioni: la Polizia ha scoperto un<br />

commercio telematico di immagini pedopornografiche.<br />

Allarmante la diffusione di materiale raccapricciante,<br />

prodotto mediante l'infame sfruttamento di<br />

minori e persino di bambini.<br />

TERRORISMO Rientrato l'allarme nella Capitale<br />

Inquietanti particolari<br />

dell'inchiesta di Milano<br />

MILANO, 4.<br />

Mentre è rientrato ieri pomeriggio<br />

l'allarme bomba che ieri mattina aveva<br />

costretto le forze dell'ordine a disporre<br />

lo sgombero dei locali del Tribunale civile<br />

di Roma (nessun ordigno è stato infatti<br />

rinvenuto), particolari inquietanti<br />

emergono dall'inchiesta condotta nel capoluogo<br />

lombardo e in altre località del<br />

Nord dalla Procura di Milano.<br />

In particolare dall'inchiesta emergerebbe<br />

sempre più — riferisce l'Ansa — il<br />

ruolo svolto nella cellula milanese da<br />

Abdelkader Es Sayed, il cittadino egiziano<br />

sfuggito all'arresto una settimana fa.<br />

Es Sayed, ritenuto uomo di spicco nell'ambito<br />

della cellula collegata con l'organizzazione<br />

terroristica islamica «Al<br />

Qaeda», avrebbe cercato più volte, prima<br />

degli attacchi terroristici contro gli<br />

Usa dell'11 settembre, di entrare in territorio<br />

statunitense.<br />

Inoltre la Digos di Milano — informa<br />

ancora l'Ansa — in una relazione presentata<br />

alla magistratura riferisce di un<br />

episodio che ha attirato l'attenzione della<br />

Procura. Il pomeriggio del 6 settembre<br />

scorso, cioè cinque giorni prima degli<br />

attacchi terroristici contro gli Usa,<br />

un agente della Polizia penitenziaria del<br />

carcere milanese di san Vittore, addetto<br />

alla distribuzione della posta, notava all'interno<br />

di una lettera indirizzata al detenuto<br />

Adel Ben Soltane, in carcere da<br />

aprile nell'ambito dell'operazione antiterrorismo,<br />

l'involucro di una gomma<br />

da masticare della marca «Brooklyn»<br />

pazione di lunga durata e giovanile e a<br />

favorire un maggior inserimento delle<br />

donne (il cui tasso di attività, al 39,6 per<br />

cento, è il più basso dell’Unione).<br />

Nel dettaglio, l’Ue invita l’Italia a<br />

«proseguire le riforme per far aumentare<br />

il tasso di occupazione, in particolare<br />

delle donne e dei lavoratori anziani». Esse<br />

devono puntare, fra l’altro, «a ridurre<br />

gli squilibri regionali e il lavoro nero con<br />

il contributo dei partner sociali». Il Governo<br />

di Roma deve continuare «ad accrescere<br />

la flessibilità del mercato del lavoro<br />

per meglio combinare sicurezza e<br />

una maggiore adattabilità», proseguire<br />

«la realizzazione della riforma del sistema<br />

pensionistico attraverso la revisione<br />

prevista nel 2001» ed avviare «l’esame<br />

degli altri regimi previdenziali per ridurre<br />

le uscite dal mercato del lavoro». È<br />

necessario anche insistere nelle iniziative<br />

«per ridurre la pressione fiscale sul lavoro,<br />

specialmente quello meno remunerato<br />

e qualificato».<br />

Il Consiglio propone di assumere<br />

«nuove misure» per prevenire la disoccupazione<br />

di lunga durata. Fra queste,<br />

la «piena e completa attuazione della riforma<br />

dei servizi pubblici dell’occupazione<br />

in tutto il Paese», il varo rapido<br />

del sistema informativo del lavoro e il<br />

miglioramento del sistema di monitoraggio<br />

statistico. Occorre inoltre migliorare<br />

l’efficacia delle politiche attive sul mercato<br />

del lavoro, con «misure specifiche<br />

per ridurre i considerevoli scarti fra uomini<br />

e donne». In particolare è necessario<br />

fissare obiettivi per l’offerta di asilinido<br />

e altri servizi nonché adottare una<br />

strategia per la formazione continua,<br />

con la fissazione di «target» nazionali.<br />

Operazioni antidroga<br />

in Lombardia<br />

e in Abruzzo<br />

ROMA, 4.<br />

Otto marocchini sono stati arrestati a<br />

Milano dagli agenti del commissariato di<br />

Polizia Monforte-Vittoria al termine di<br />

un’inchiesta su un traffico di cocaina<br />

nelle discoteche e nei pub. Tra le otto<br />

persone arrestate c’è anche una donna<br />

che organizzava «festini» durante le quali<br />

veniva offerta cocaina. In una pensione<br />

dove gli otto alloggiavano la polizia<br />

ha sequestrato un chilo e mezzo di cocaina,<br />

70 milioni di lire e attrezzature<br />

per la pesatura e il taglio della droga.<br />

Intanto la Guardia di Finanza ha<br />

stroncato un traffico internazionale di<br />

droga tra il Marocco e l’Italia che aveva<br />

diramazioni in Abruzzo e in Toscana.<br />

L’operazione, eseguita negli ultimi due<br />

giorni dal nucleo regionale della GdF,<br />

ha permesso l’esecuzione di sette ordinanze<br />

di custodia cautelare emesse dalla<br />

magistratura di Pescara.<br />

Infine un venticinquenne arrestato<br />

per spaccio di droga è riuscito a evadere<br />

dalla caserma in cui era stato portato<br />

per i primi rilievi. La sua latitanza è durata<br />

solo 24 ore: è stato ritrovato il giorno<br />

dopo la fuga. È accaduto a Palermo<br />

nei giorni scorsi ma la notizia è stata<br />

confermata solo nelle ultime ore.<br />

(che raffigura l'omonimo ponte di New<br />

York) di colore verde.<br />

La direzione del carcere comunicò l'episodio<br />

dopo gli attacchi terroristici dell'11<br />

settembre. Secondo la Digos, «si<br />

tratta di una circostanza estremamente<br />

suggestiva perché può essere interpretato<br />

come una sorta di messaggio in codice».<br />

Inoltre uno degli arrestati la settimana<br />

scorsa, l'algerino Abdelhalim Remadna,<br />

ricevette sul proprio cellulare, il<br />

13 settembre, due giorni dopo gli attacchi<br />

agli Usa, il messaggio «Auguri per<br />

Usa».<br />

Carenze igieniche<br />

in mense scolastiche:<br />

477 denunce<br />

ROMA, 4.<br />

Carenze igienico-strutturali,<br />

alimenti in cattivo stato di conservazione,<br />

mancanza di autorizzazioni<br />

e frode in pubbliche<br />

forniture. Sono questi — riferisce<br />

l'Ansa — gli illeciti scoperti<br />

stamane dai Carabinieri dei Nas<br />

nel corso di ispezioni compiute<br />

in mense scolastiche di varie regioni.<br />

Una scuola materna e 5<br />

strutture per la preparazione dei<br />

pasti sono state chiuse e 477<br />

persone sono state denunciate.<br />

GIUSTIZIA La mozione presentata dall'Ulivo<br />

Taormina: non mi dimetterò<br />

prima del dibattito in Senato<br />

ROMA, 4.<br />

L'assemblea del Senato si appresta a<br />

discutere e a votare, oggi pomeriggio, la<br />

mozione presentata dalla maggior parte<br />

delle forze politiche di opposizione con<br />

la quale si chiede la revoca dall'incarico<br />

del sottosegretario all'Interno Carlo<br />

Taormina per le dure critiche da lui rivolte<br />

ai giudici milanesi del processo<br />

Sme-Ariosto. Il sottosegretario ha ribadito<br />

ieri, e confermato stamane, l'intenzione<br />

di non dimettersi prima del dibattito<br />

parlamentare. «Non lo farò — ha dichiarato<br />

— aspetto l'esito del voto al Sena-<br />

Arrestati imprenditori:<br />

percepirono 2 miliardi<br />

per costruzioni mai fatte<br />

ROMA, 4.<br />

Arrestati ingegnere palermitano<br />

e imprenditore laziale accusati di<br />

attentato alla sicurezza della navigazione,<br />

falso ideologico, frode in<br />

pubblica fornitura e truffa.<br />

Non avrebbero mai realizzato<br />

lavori formalmente consegnati all’amministrazione<br />

comunale di<br />

Pantelleria. Essi, di fatto, non esistono.<br />

Inoltre, il faro che la stessa<br />

ditta ha realizzato all’ingresso del<br />

porto di Pantelleria viola le norme<br />

del Genio per le opere marittime.<br />

La somma truffata ammonta ad<br />

un miliardo e ottocento milioni.<br />

Sei condanne per il naufragio<br />

nel Lago di Garda<br />

che costò la vita a 3 persone<br />

BRESCIA, 4.<br />

Si è concluso a Brescia con sei condanne<br />

e tre assoluzioni il processo per il<br />

naufragio sul Lago di Garda che il 12<br />

agosto 1998 provocò tre morti. Con l’accusa<br />

di omicidio colposo plurimo sono<br />

stati condannati a un anno e 8 mesi di<br />

carcere John Lilley, scozzese, e Luca<br />

Peroni, rispettivamente conducente e<br />

noleggiatore del motoscafo naufragato.<br />

Per lo stesso reato sono stati condannati<br />

a un anno e 4 mesi i carabinieri Alessio<br />

Pedrolli, Antonio Nicotera e Angelo Lo<br />

Russo. Un anno e due mesi di carcere,<br />

infine, per il capitano dei Carabinieri,<br />

Paolo De Maria, condannato per la morte<br />

di una delle vittime. A tutti è stata<br />

concessa la sospensione della pena.<br />

L’imbarcazione, con a bordo tre turisti<br />

scozzesi e quattro inglesi, salpò da<br />

Limone sul Garda per una gita ma poco<br />

dopo il tempo cambiò improvvisamente<br />

e scoppiò una violenta tempesta. La barca<br />

si rovesciò. Richard Harris, 50 anni,<br />

inglese, fu il primo a morire annegato.<br />

Poi cessarono di vivere i suoi due figli,<br />

Timothy, di 13 anni, e Luke, di 6. Si salvarono,<br />

grazie a un battello di passaggio,<br />

la moglie di Richard Harris e gli altri<br />

quattro occupanti. Il corpo di Timothy<br />

Harris non è mai stato ritrovato.<br />

LAVORO: «RACCOMANDAZIONI» UE ALL'ITALIA<br />

L'Unione Europea «raccomanda» di proseguire negli<br />

sforzi per aumentare il tasso di occupazione, di ridurre<br />

gli squilibri regionali, di combattere con vigore<br />

la disoccupazione di lunga durata e giovanile, di<br />

favorire un maggior inserimento delle donne.<br />

IL «CASO TAORMINA» Il Senato s'accinge a votare<br />

la mozione sfavorevole al sottosegretario Taormina<br />

il quale ha ribadito di non volere dimettersi.<br />

PEDOFILIA Depravazione e oscenità senza limiti<br />

Arresti e perquisizioni<br />

in diverse regioni<br />

VENEZIA, 4.<br />

Diversi arresti e numerose perquisizioni<br />

sono in corso dalle prime ore di questa<br />

mattina in dieci regioni italiane, eseguiti<br />

dalla Polizia che ha scoperto — e<br />

sta cercando di stroncare in tutte le sue<br />

diramazioni — un commercio telematico<br />

di immagini pedopornografiche. L’indagine<br />

della Polizia delle telecomunicazioni<br />

di Venezia, coordinata dal pm Maria<br />

Rosaria Micucci, ha accertato un'allarmante<br />

diffusione di materiale raccapricciante,<br />

prodotto mediante l'infame<br />

sfruttamento di minori.<br />

Tra gli oltre trenta indagati figurano<br />

— riferisce l'Ansa — medici, liberi professionisti,<br />

dipendenti pubblici e studenti<br />

che sono caduti nella rete tesa loro dagli<br />

agenti della squadra informatica che è<br />

intervenuta sin dall’inizio delle indagini,<br />

avviate nel luglio scorso.<br />

Le migliaia di immagini ricevute dagli<br />

agenti, che hanno agito sotto copertura,<br />

sono tutte riferite ad oscenità nelle quali<br />

adulti coinvolgono adolescenti e persino<br />

bambini di appena tre o quattro anni.<br />

Gli ordini di custodia cautelare sono<br />

stati emessi dal gip veneziano Carla Majolino.<br />

Le regioni interessate dall’operazione<br />

sono il Veneto, la Sicilia, il Piemonte,<br />

le Marche, la Toscana, la Lombardia,<br />

il Molise, il Friuli, il Lazio e la<br />

Campania, dove stanno operando agenti<br />

della polizia delle telecomunicazioni e<br />

delle squadre mobili.<br />

Intanto proprio ieri «Telefono arcobaleno»<br />

ha scoperto e denunciato al Nucleo<br />

per le indagini informatiche della<br />

to. Ne prenderò atto, poi vedremo». Ieri<br />

pomeriggio il capogruppo di Forza Italia<br />

al Senato Renato Schifani ha incontrato<br />

nel proprio ufficio il Guardasigilli Castelli,<br />

il sottosegretario alla Giustizia Jole<br />

Santelli, il responsabile per la Giustizia<br />

di Forza Italia Giuseppe Gargani. Nessuno<br />

dei partecipanti ha rilasciato dichiarazioni<br />

sul merito dell'incontro.<br />

Del disagio che il caso Taormina ha<br />

suscitato nella maggioranza si sono resi<br />

interpreti il ministro dell'Interno Scajola<br />

e il presidente del Ccd Follini. «Mi auguro<br />

— ha detto il titolare del Viminale —<br />

che finisca questo tormentone perché il<br />

rischio è che si distolga l'attenzione dal<br />

tema vero, cioè dalla non applicazione<br />

da parte del Tribunale di Milano di una<br />

legge dello Stato. Una cosa di una gravità<br />

inaudita».<br />

In un'intervista ad un quotidiano, Follini,<br />

dopo aver auspicato che si possa<br />

ancora trovare una soluzione prima del<br />

dibattito in Senato, ha parlato, per<br />

Taormina, di «incompatibilità tra il ruolo<br />

di avvocato e quello di sottosegretario<br />

all'Interno». Il capogruppo di Forza Italia<br />

al Senato, Schifani, ha comunque ribadito<br />

quanto già dichiarato dal ministro<br />

dell'Interno: «Continuiamo a riscontrare<br />

sulla vicenda un'attenzione erroneamente<br />

concentrata sui toni delle dichiarazioni<br />

del sottosegretario Taormina.<br />

E si continua incredibilmente a tacere<br />

sulla gravissima vicenda denunciata<br />

dallo stesso Taormina: alcuni giudici,<br />

pur di andare avanti nei loro processi,<br />

hanno addirittura calpestato la sovranità<br />

della Corte Costituzionale e le prerogative<br />

del Parlamento».<br />

Dal prossimo marzo<br />

un bollino per distinguere<br />

i farmaci «fai da te»<br />

ROMA, 4.<br />

Da marzo per riconoscere i farmaci<br />

che non hanno bisogno di prescrizione<br />

medica basterà un’occhiata. Un bollino<br />

identificherà chiaramente i medicinali<br />

per l’autocura. Questi medicinali avranno<br />

maggiore visibilità anche in farmacia<br />

e potranno essere esposti liberamente al<br />

pubblico.<br />

Sono le novità recentemente introdotte<br />

dalla legge «taglia-spesa», accolte con<br />

favore dall’Associazione nazionale industrie<br />

farmaceutiche dell’automedicazione<br />

(Anifa). Per l’Anifa il bollino è uno<br />

strumento fondamentale per aiutare il<br />

consumatore a distinguere i farmaci che<br />

richiedono necessariamente il controllo<br />

e l’avallo del medico dai prodotti da<br />

banco, indicati solo per piccoli disturbi,<br />

garantiti da anni di impiego, che possono<br />

essere utilizzati direttamente dal paziente<br />

o su consiglio del farmacista.<br />

Il bollino è stato giudicato interessante<br />

dal 74% dei medici e dal 72% dei cittadini<br />

secondo i dati Eurisco. I medici,<br />

inoltre, hanno una percezione molto positiva<br />

dei farmaci da banco: il 78% li<br />

considera utili, l’82% li ritiene efficaci e<br />

il 76% pensa che servano a ridurre la<br />

spesa pubblica.<br />

procura di Siracusa il nuovo sito Internet<br />

del sedicente «Fronte di liberazione<br />

pedofili italiani». Per averne un'idea, basta<br />

citare alcune delle aberranti tesi che<br />

cerca di diffondere. Per esempio, che «il<br />

sesso non è dannoso per i bambini» ma<br />

«i danni sono causati dalla reazione della<br />

società a tale comportamento», cioè<br />

«dai tabù associati alla sessualità dei<br />

bambini». Quanto al criminale commercio<br />

di bambini e alle perverse violenze<br />

sui minori, il «Fronte» li liquida così:<br />

«Le ricompense materiali per la partecipazione<br />

a fotografie o film pornografici<br />

sono gradite dal bambino».<br />

Sciagura stradale<br />

sulla Foggia-Cerignola:<br />

quattro vittime<br />

FOGGIA, 4.<br />

Quattro persone sono morte ieri<br />

sera in un incidente sulla statale<br />

16 nei pressi dell’incrocio per Ortanova<br />

(Foggia): un'auto ha urtato<br />

un ciclomotore ed è finita in<br />

una scarpata. Due vittime erano<br />

nell'auto e due sul motociclo.<br />

Dopo l’incidente si è formata<br />

una fila di auto; all’improvviso è<br />

sopraggiunto un camion che ha<br />

travolto una vettura causando un<br />

tamponato a catena, fortunatamente<br />

senza danni alle persone.<br />

Vigili del fuoco:<br />

per s. Barbara<br />

giurano a Roma<br />

850 ausiliari ROMA, 4.<br />

Ottocentocinquanta ausiliari in<br />

servizio di leva nel corpo dei Vigili<br />

del fuoco hanno giurato questa<br />

mattina nella Scuola centrale antincendi<br />

di Roma di Capannelle in<br />

occasione della festività di santa<br />

Barbara, patrona del Corpo. Alla<br />

cerimonia era presente il ministro<br />

dell’Interno Claudio Scajola che,<br />

ha dichiarato fra l'altro: «Quello<br />

dei Vigili del fuoco è un settore<br />

nel quale il presidente del Consiglio<br />

e il governo vogliono investire.<br />

Ancora di più dopo quanto è<br />

accaduto, che ci ha fatto capire<br />

quanto questi ragazzi fatichino e<br />

siano nel cuore degli italiani ma<br />

non con tutti gli strumenti di cui<br />

necessitano. Quindi è un settore<br />

su cui ci impegneremo molto».<br />

«Sappiamo — ha aggiunto —<br />

quanto sia fondamentale, sempre,<br />

il loro ruolo. Ahimé, ce ne accorgiamo<br />

troppo spesso soltanto<br />

quando muore qualcuno».<br />

Coloro che hanno giurato stamani<br />

sono la maggior parte dei<br />

1.250 pompieri che hanno compiuto<br />

lo stesso giuramento in tutta<br />

Italia. Nel campo, davanti ad una<br />

tribuna d’onore, c’erano anche<br />

800 vigili del fuoco permanenti in<br />

prova, che hanno fatto il corso,<br />

come era il caso di Sirio Corona<br />

morto nell’esplosione del 27 novembre<br />

scorso a Roma. Infine,<br />

erano presenti 52 funzionari tecnici.<br />

Ciascun allievo si allena e si addestra<br />

dalle 7 alle 16.30 per tre<br />

mesi; i permanenti per 6 mesi per<br />

complessive 1.000 ore. L’attività<br />

didattica comprende anche l’apprendimento<br />

dell’uso di attrezzature<br />

e mezzi di soccorso oltre che<br />

allenamento fisico. Dopo le cerimonie<br />

del giuramento e degli onori<br />

alla bandiera si sono svolte manovre<br />

ginnico-professionali con simulazioni<br />

di interventi al castello<br />

di manovra e con elicotteri.<br />

Gli allievi hanno anche dato<br />

prova della preparazione fisica<br />

con una serie di figure ginniche<br />

anche con scale.<br />

Nel 2000 i Vigili del fuoco in<br />

Italia hanno compiuto 630.000 interventi<br />

di cui solo il 30% per incendi.


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Anno CXLI - N. 280 (42.918) CITTÀ DEL VATICANO Giovedì 6 Dicembre 2001<br />

All'udienza generale il Papa lancia un nuovo pressante appello alla Comunità internazionale<br />

affinché aiuti Israeliani e Palestinesi a spezzare la spirale di morte<br />

Siano ripresi immediatamente i negoziati<br />

«Sento il bisogno di esprimere<br />

il mio sentito cordoglio per le<br />

nuove vittime dell’assurda violenza<br />

che continua a insanguinare<br />

la regione medio-orientale.<br />

Ancora una volta ripeto con animo<br />

accorato che la violenza mai<br />

risolve i conflitti, ma soltanto ne<br />

accresce le drammatiche conseguenze.<br />

Lancio un nuovo pressante appello<br />

alla Comunità internazionale,<br />

affinché con sempre maggiore<br />

determinazione e coraggio<br />

aiuti Israeliani e Palestinesi a<br />

spezzare questa inutile spirale<br />

di morte. Siano ripresi immediatamente<br />

i negoziati, perché si<br />

possa finalmente giungere alla<br />

tanto desiderata pace».<br />

(Giovanni Paolo II,<br />

udienza generale, 5 dicembre 2001)<br />

MEDIO ORIENTE L'inviato Usa Zinni ancora al lavoro alla ricerca di una tregua<br />

Un nuovo attentato a Gerusalemme<br />

minaccia la ripresa delle trattative<br />

TEL AVIV, 5.<br />

Un nuovo attentato<br />

suicida si è verificato<br />

stamani a Gerusalemme<br />

perpetrando la serie di<br />

violenze che rendono<br />

più difficile la ripresa del<br />

dialogo tra israeliani e<br />

palestinesi. Un «kamikaze»<br />

si è fatto esplodere<br />

all’ingresso di un hotel<br />

provocando la sua morte<br />

e il ferimento di cinque<br />

persone. Secondo gli investigatori,<br />

l'obiettivo<br />

dell'attacco sarebbe stato<br />

il Ministro della sicurezza<br />

interna, Uzi Landau,<br />

che si trovava nell'albergo.<br />

L'ordigno sarebbe<br />

però esploso accidentalmente<br />

in anticipo<br />

mentre il terrorista si<br />

stava recando nella stan-<br />

za dove aveva pernottato il membro del<br />

Governo.<br />

Il nuovo attacco giunge dopo due<br />

giorni di bombardamenti israeliani nei<br />

Territori, sferrati a seguito degli attentati<br />

palestinesi del fine settimana a Gerusalemme<br />

e ad Haifa, nei quali sono<br />

morte venticinque persone e oltre duecento<br />

sono rimaste ferite. L'esercito<br />

israeliano ha attaccato numerosi obiettivi<br />

a Gaza e in Cisgiordania, fra i quali il<br />

quartier generale del Presidente dell'Autorità<br />

Palestinese (Ap), Yasser Arafat, a<br />

Ramallah. Il leader palestinese è rimasto<br />

illeso e, in un’intervista alla rete televisiva<br />

americana Cnn, ha accusato Israele<br />

di minare gli sforzi dell'Ap per combattere<br />

il terrorismo.<br />

Tre persone sono morte e oltre centocinquanta<br />

sono rimaste ferite negli attacchi.<br />

Secondo uno dei principali consiglieri<br />

di Arafat, Nabil Abu Rudeineh, si<br />

è trattato «di una dichiarazione di guerra<br />

di Israele, non solo all’Ap, ma anche<br />

al popolo palestinese e in generale agli<br />

sforzi internazionali di pace». Fonti militari<br />

israeliane, da parte loro, hanno però<br />

annunciato che gli attacchi appena<br />

terminati «sono solo una parte di quanto<br />

è atteso nei prossimi giorni».<br />

Le rappresaglie hanno creato forti<br />

malumori all'interno del Governo di unità<br />

nazionale israeliano. I Ministri laburisti,<br />

guidati dal Capo della diplomazia<br />

Shimon Peres, hanno lasciato la riunione<br />

dell'Esecutivo dopo il rifiuto di ritardare<br />

la reazione agli attentati di una settimana.<br />

Successivamente è stata votata<br />

la dichiarazione che definisce l’Ap «una<br />

entità che sostiene il terrorismo», e dichiara<br />

«organizzazioni terroriste» Forza<br />

17, la guardia personale di Arafat, e<br />

Tanzim, la cellula militante di Al Fatah,<br />

l’organizzazione che fa capo direttamente<br />

al Presidente dell'Ap. In serata Peres<br />

ha diffuso un comunicato in cui accusa<br />

Sharon di usare solo la forza militare,<br />

«senza speranza politica».<br />

I palestinesi hanno chiesto un immediato<br />

intervento del Consiglio di Sicurezza<br />

dell’Onu che contribuisca a sedare la<br />

crescente violenza. «C’è un serio deterioramento<br />

nella regione alla luce delle<br />

azioni militari israeliane e degli attacchi<br />

Le macerie di un palazzo nei Territori colpito dalle bombe israeliane<br />

politici contro l’Autorità Palestinese» ha<br />

detto l’osservatore dell'Ap al Palazzo di<br />

Vetro, Marwan Jilani. Non si possono<br />

mettere sullo stesso piano attacchi suicidi<br />

condotti da gruppi militanti e azioni<br />

di reparti regolari israeliani, ha aggiunto.<br />

Jilani ha inoltre lamentato che in<br />

passato il Consiglio di sicurezza ha respinto<br />

le richieste di intervento avanzate<br />

dai palestinesi a causa del veto degli<br />

Stati Uniti, che hanno sempre avallato<br />

la posizione di Israele. La rappresentanza<br />

palestinese, ha aggiunto ancora Jilani,<br />

si riserva di chiedere una specifica<br />

forma di intervento, una volta che si sia<br />

tenuta la riunione dei membri del Consi-<br />

glio appartenenti al movimento<br />

dei Paesi non<br />

allineati: Bangladesh,<br />

Colombia, Jamaica, Mali,<br />

Mauritius, Singapore<br />

e Tunisia.<br />

Da parte loro gli Stati<br />

Uniti hanno ribadito l'intenzione<br />

di continuare<br />

lavorare per la ripresa<br />

del dialogo e hanno annunciato<br />

che l’inviato in<br />

Medio Oriente Anthony<br />

Zinni resterà nella regione<br />

per tentare di concordare<br />

un cessate-il-fuoco<br />

tra le parti. La missione<br />

di Zinni, generale dei<br />

marines in pensione al<br />

quale vengono riconosciuto<br />

notevoli doti di<br />

mediatore, ha incontrato<br />

difficoltà sin dall’inizio.<br />

Al suo arrivo, infatti, i<br />

fondamentalisti islamici armati hanno<br />

intensificato le violenze proprio per rendere<br />

più difficile un'intesa.<br />

Nonostante gli ultimi sviluppi, però,<br />

l'inviato americano sta cercando ancora<br />

di raggiungere un cessate-il-fuoco che<br />

preluda all'applicazione delle raccomandazioni<br />

del rapporto Mitchell. Il piano<br />

prevede l'assunzione, durante la tregua,<br />

di misure per costruire la fiducia reciproca<br />

ed in un secondo momento la ripresa<br />

delle trattative sullo status definitivo<br />

dei Territori. Finora, però, non si sono<br />

mai verificati i sette giorni di tregua<br />

che Sharon ha chiesto per passare alla<br />

seconda fase.<br />

Stati Uniti: bloccati i fondi di società<br />

accusate di finanziare il terrorismo<br />

WASHINGTON, 5.<br />

Dopo la recente catena di attentati<br />

in Medio Oriente, Hamas entra nel mirino<br />

di Washington e il Presidente,<br />

George W. Bush, dà il via a un'offensiva<br />

finanziaria contro il gruppo fondamentalista,<br />

che si trova ora affiancato ad Al<br />

Qaeda tra i bersagli dell'amministrazione<br />

Usa. «La rete si sta stringendo»,<br />

ha affermato Bush, annunciando di aver<br />

dato ordine di bloccare i fondi di un’organizzazione<br />

islamica con base negli Usa<br />

e di due gruppi che agiscono nei territori<br />

palestinesi accusati di finanziare Hamas.<br />

Hamas, già inserita da tempo nell’elenco<br />

di quelle che il Dipartimento di<br />

Stato indica come realtà terroristiche,<br />

nelle parole del Presidente, George W.<br />

Bush, è «un gruppo estremista che vuole<br />

la totale distruzione di Israele ed è<br />

una delle più pericolose organizzazioni<br />

del terrore al mondo». Mentre George<br />

W. Bush parlava alla Casa Bianca, con<br />

al fianco il Segretario al tesoro Paul<br />

O'Neill e quello alla giustizia, John<br />

Ashcroft, agenti federali erano già al lavoro<br />

a Richardson, in Texas, dove hanno<br />

perquisito e sigillato la sede di una<br />

fondazione senza scopo di lucro che da<br />

tempo era nel mirino dell’antiterrorismo<br />

Usa. Secondo il Segretario alla giustizia,<br />

la fondazione divideva i locali con un<br />

una società perquisita solo sei giorni prima<br />

dell’11 settembre e ritenuta legata<br />

ad Hamas. Nei suoi locali venivano gestiti<br />

movimenti di denaro ingenti che facevano<br />

capo ad un nuovo «nemico dell’America»<br />

indicato da Ashcroft. Si tratta<br />

di Musa Abu Marzuk, uno dei capi<br />

storici di Hamas, un presunto terrorista<br />

che nel 1974 lasciò il campo profughi di<br />

Gaza, dove è nato nel 1951, per trasferirsi<br />

negli Usa, dove ha vissuto con la<br />

famiglia a Falls Church (Virginia) fino al<br />

1992, creando la rete statunitense americana<br />

di sostegno ad Hamas. Nel mirino<br />

sono finite anche la «Al Aqsa International<br />

Bank» e la «Beit El-Mal Holdings<br />

Co.», entrambe con base nei territori palestinesi.<br />

«Al Aqsa», fondata nel 1997 ma<br />

divenuta operativa solo due anni fa, è<br />

una banca posseduta dalla «Jordanian<br />

Islamic Bank» e dalla stessa «Beit El-<br />

Mal». Ha sedi anche in Europa, in particolare<br />

in Belgio e Olanda, e da tempo è<br />

ritenuta legata ad Hamas. «Beit El-Mal»<br />

(la casa dei soldi) è una società per azioni<br />

che riunisce esponenti di primo piano<br />

del mondo degli affari palestinese ed ha<br />

un capitale di 15 milioni di dollari.<br />

Israele l’ha messa fuorilegge nel 1998.<br />

La catechesi<br />

del Santo Padre<br />

«Questo splendido inno biblico è collocato<br />

all’interno della piccola raccolta<br />

di Salmi, dal 112 al 117, detta lo “Hallel<br />

pasquale”, cioè la lode salmica usata dal<br />

culto ebraico per la Pasqua e anche per<br />

le principali solennità dell’anno liturgico».<br />

È quanto ha sottolineato Giovanni<br />

Paolo II nella sua meditazione sul Salmo<br />

117 — «Canto di gioia e di vittoria», delle<br />

Lodi della domenica della seconda<br />

settimana —, durante l'udienza generale<br />

di mercoledì mattina, 5 dicembre. Rivolgendosi<br />

ai fedeli raccolti nell'Aula Paolo<br />

VI, il Santo Padre ha svolto la catechesi<br />

ricordando che il cristiano trova in<br />

questo inno «due frasi che echeggeranno<br />

all’interno del Nuovo Testamento<br />

con una nuova tonalità... “La pietra<br />

scartata dai costruttori è divenuta testata<br />

d’angolo”... “Benedetto colui che viene<br />

nel nome del Signore!”».<br />

Pagine 4 e 5<br />

AFGHANISTAN Soddisfazione dell'Onu per il successo della Conferenza di Bonn<br />

Firmato l'accordo per la formazione<br />

del Governo provvisorio di coalizione<br />

BERLINO, 5.<br />

È stato firmato a Bonn l'accordo per<br />

la formazione del nuovo Governo provvisorio<br />

dell’Afghanistan che, come annunciato,<br />

sarà guidato da Hamid Karzai,<br />

di etnia pasthun e vicino al gruppo<br />

dell'ex Re, Zahir Shah. Alla cerimonia<br />

della firma erano presenti i rappresentanti<br />

delle quattro delegazioni afghane,<br />

il rappresentante dell’Onu, Lakhdar<br />

Brahimi e, per la Germania, che ha<br />

ospitato per nove giorni la conferenza, il<br />

Cancelliere, Gerhard Schroeder, e il Ministro<br />

degli esteri, Joschka Fischer.<br />

Il rappresentante dell’Onu ha espresso<br />

grande soddisfazione per il raggiungimento<br />

dell’accordo sulla transizione politica<br />

in Afghanistan, esprimendo l’auspicio<br />

che esso favorirà ora la riappacificazone<br />

e la ricostruzione del Paese. Parlando<br />

nella sala del Petersberg dove sono<br />

stati firmati ufficialmente gli accordi,<br />

Brahimi ha riferito di un messaggio del<br />

Segretario generale delle Nazioni Unite,<br />

Kofi Annan. «Siamo felici per questa intesa.<br />

Gli occhi del mondo sono puntati<br />

ora su di voi», ha detto Annan citato da<br />

Brahimi. «Spero — ha continuato il rappresentante<br />

dell’Onu — che i leader afghani<br />

non disattenderanno ora questa<br />

importante sfida. Le attese sono enormi,<br />

e l’auspicio è quello di costruire un nuovo<br />

Afghanistan pacifico e prospero».<br />

Ringraziando il governo tedesco per<br />

l’impegno e l’ospitalità nell’organizzare<br />

la Conferenza di Bonn, Brahimi ha sottolineato<br />

in particolare la necessità di difendere<br />

i diritti umani e di ripristinare lo<br />

stato di diritto in un Paese «democratico<br />

e trasparente». «Non si può fallire ora»,<br />

PREFETTURA DELLA CASA PONTIFICIA<br />

ha detto il rappresentante delle Nazioni<br />

Unite. In base all'accordo, viene istituita<br />

una Autorità provvisoria (Interim Authorithy),<br />

formata da tre organismi: una<br />

Amministrazione interinale (Governo)<br />

costituita da 29 membri (un Premier,<br />

cinque vice Premier e 23 componenti);<br />

una Commissione indipendente di 21<br />

persone incaricata di convocare una<br />

«Loya Jirga» (assemblea tradizionale delle<br />

etnie) d’emergenza nel giro di sei mesi;<br />

una Corte suprema, primo embrione<br />

del potere giudiziario. La «Loya Jirga»<br />

d’emergenza nominerà a sua volta un<br />

Governo transitorio rappresentativo di<br />

due anni che avrà il compito di redigere<br />

una nuova Costituzione e indire nuove<br />

elezioni. L’ex Re Zahir Shah, in esilio a<br />

Roma, mantiene un ruolo simbolico,<br />

unificante e di garante dell’unità del<br />

Paese, e presiederà l’apertura della «Loya<br />

Jirga» d’emergenza, mentre la vecchia<br />

Costituzione del 1963 resta in vigore<br />

fino all’adozione di quella nuova. Il<br />

testo d’accordo prevede il dispiegamento<br />

di una forza internazionale di sicurezza<br />

a Kabul e nei suoi dintorni. I partecipanti<br />

alla Conferenza di Bonn chiedono<br />

al Consiglio di Sicurezza dell’Onu di<br />

prendere in considerazione al più presto<br />

il dispiegamento di una forza sotto mandato<br />

delle Nazioni Unite. Fino a quando<br />

l’Afghanistan non sarà in grado di garantire<br />

da solo le forze di sicurezza, la<br />

comunità internazionale garantisce la<br />

fornitura di propri contingenti. La forza<br />

parteciperà al mantenimento della sicurezza<br />

a Kabul e nei dintorni, ma potrà<br />

essere progressivamente estesa ad altre<br />

regioni. La nuova Amministrazione<br />

Messaggio di Giovanni Paolo II ai volontari<br />

in occasione della conclusione<br />

dell'Anno a loro dedicato dalle Nazioni Unite<br />

«Cristo, che chiede di essere servito<br />

nei poveri,<br />

parla al cuore di chi si pone<br />

al loro servizio»<br />

Prediche di Avvento<br />

Pagina 6<br />

Nei venerdì della I settimana d'Avvento, 7 dicembre, della II settimana<br />

d'Avvento, 14 dicembre, e della III settimana d'Avvento, 21 dicembre, alle ore<br />

9, nella Cappella «Redemptoris Mater», alla seconda Loggia del Palazzo Apostolico,<br />

alla presenza del Santo Padre Giovanni Paolo II, il Predicatore della<br />

Casa Pontificia, Padre Raniero Cantalamessa, O.F.M. Cap., terrà le meditazioni<br />

di Avvento sul tema: «“Anche voi tenetevi pronti” (Matteo 24, 44). Un Avvento<br />

con la liturgia della Chiesa».<br />

Partendo dal Vangelo e dalle altre letture della rispettiva domenica, ci si<br />

prepara al Natale del Signore cercando di ascoltare «ciò che lo Spirito dice alle<br />

Chiese», anche attraverso gli eventi recenti che hanno scosso il mondo.<br />

Alle prediche sono invitati i Signori Cardinali, gli Arcivescovi e i Vescovi, i<br />

Segretari delle Congregazioni, i Prelati della Famiglia Pontificia, della Curia<br />

Romana e del Vicariato di Roma, i Superiori Generali e i Procuratori degli<br />

Ordini Religiosi facenti parte della Cappella Pontificia.<br />

provvisoria si impegna anche a garantire<br />

una presenza adeguata di donne nei<br />

nuovi organismi di Governo. In particolare,<br />

la Commissione indipendente incaricata<br />

di convocare la «Loya Jirga» d’emergenza<br />

farà in modo che in tale assemblea<br />

vi sia una presenza adeguata di<br />

donne e di rappresentanti di minoranze<br />

etniche. L’Amministrazione provvisoria,<br />

con l’assistenza dell'Onu istituirà anche<br />

una Banca Centrale afghana. L’Amministrazione<br />

provvisoria, unitamente alle<br />

Nazioni Unite, formerà anche una commissione<br />

per il rispetto dei diritti umani<br />

e una commissione per i rifugiati che si<br />

occupi in particolare del loro ritorno e<br />

reinserimento in Patria. La nuova Amministrazione<br />

interinale non concederà<br />

infine l’amnistia a coloro che si sono<br />

macchiati di crimini contro l’umanità.<br />

Abdul Sattar Sirat, capodelegazione<br />

del gruppo che fa capo all’ex Re Zahir<br />

Shah ha parlato di «storico accordo» e<br />

ha denunciato come la comunità internazionale<br />

abbia dimenticato l’Afghanistan<br />

durante gli oltre 20 anni di guerra.<br />

Un ringraziamento all’ex Presidente Burhanuddin<br />

Rabbani — deposto nel 1996<br />

ma sempre riconosciuto dalle Nazioni<br />

Unite — è venuto dal capodelegazione<br />

dell’Alleanza del Nord (o Fronte Unito),<br />

Yusun Qanuni, che ha dato atto al<br />

«grande contributo» di Rabbani nel favorire<br />

il buon andamento dei negoziati e<br />

del processo di riappacificazione in Afghanistan.<br />

Qanuni, che nel Governo<br />

provvisorio ricoprirà la carica di Ministro<br />

dell’interno, si è augurato per l’Afghanistan<br />

un periodo di pace. La comunità<br />

internazionale, ha aggiunto, dovrà<br />

partecipare alla ricostruzione.<br />

NOSTRE<br />

INFORMAZIONI<br />

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia<br />

al governo pastorale della<br />

Diocesi di Dourados (Brasile), presentata<br />

da Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Alberto Johannes<br />

Först, O. Carm., in conformità<br />

al canone 401 § 1 del Codice di Diritto<br />

Canonico.<br />

Gli succede Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Redovino<br />

Rizzardo, finora Vescovo Coadiutore<br />

della medesima Diocesi.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia<br />

al governo pastorale della<br />

Diocesi di Jalapa (Guatemala), presentata<br />

da Sua Eccellenza Monsignor<br />

Jorge Mario Avila del Aguila,<br />

in conformità al canone 401 § 1 del<br />

Codice di Dirito Canonico.<br />

. .<br />

Provvista di Chiesa<br />

Il Santo Padre ha nominato Vescovo<br />

di Jalapa (Guatemala), Sua<br />

Eccellenza Monsignor Julio Edgar<br />

Cabrera Ovalle, finora Vescovo di<br />

Quiché.


DAL MONDO<br />

PAGINA<br />

2 .<br />

in primo piano<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì 6 Dicembre 2001<br />

AFGHANISTAN I guerriglieri dell'Alleanza del<br />

Nord e dell'etnia Pashtun proseguono, con l'appoggio<br />

aereo anglo-americano, l'assedio di Kandahar,<br />

ultima roccaforte dei Taleban. Fonti non ufficiali riferiscono<br />

che due luogotenenti di Osama bin Laden<br />

sarebbero rimasti feriti o uccisi nei bombardamenti<br />

alleati sulla zona di Tora Bora.<br />

OSCE A Bucarest, i Ministri degli esteri dei 55<br />

Paesi aderenti all'Organizzazione per la Sicurez-<br />

OSCE/1 Adottato da 55 Paesi alla conferenza dei Ministri degli esteri<br />

Piano mondiale di azione<br />

per combattere il terrorismo<br />

Afghanistan:<br />

proseguono<br />

i raid aerei<br />

nella regione<br />

di Tora Bora<br />

KABUL, 5.<br />

Due quotidiani arabi scrivono<br />

oggi che Ayman al-Zawahiri,<br />

«braccio destro» di Osama bin Laden<br />

e «numero due» di «Al Qaeda»,<br />

non è morto né è rimasto ferito<br />

in recenti incursioni angloamericane<br />

sull’Afghanistan, contrariamente<br />

a quanto affermato<br />

da alcune fonti ieri; tuttavia almeno<br />

un membro della sua famiglia<br />

sarebbe rimasto ucciso.<br />

I raid aerei sulla regione di Tora<br />

Bora hanno centrato un convegno<br />

segreto tra emissari del leader<br />

terrorista Osama bin Laden e capi<br />

tribù locali: il numero due di al<br />

Qaida, il medico Ayman al-Zawahiri,<br />

un egiziano, e il contabile<br />

Ali Mahmud sarebbero stati feriti,<br />

o addirittura uccisi. La notizia,<br />

che arrivava da Jalalabad e per il<br />

momento non ha conferme oggettive,<br />

non scuote il Pentagono: il<br />

Segretario alla difesa, Donald<br />

Rumsfeld, e il capo di stato maggiore<br />

americano, generale Richard<br />

Myers, dicono di non saperne nulla.<br />

La ricostruzione della «Cnn»,<br />

basata su testimonianze raccolte<br />

in loco, era piuttosto circostanziata:<br />

emissari del leader di «Al Qaeda»<br />

Osama bin Laden avrebbero<br />

cercato di comprare, apparentemente<br />

senza riuscirci, la condiscendenza<br />

dei capi dei villaggi della<br />

valle di Tora Bora, Afghanistan<br />

orientale, dove bin Laden e i suoi<br />

luogotenenti si nasconderebbero.<br />

Rumsfeld e Myers cercano di<br />

mandare il messaggio che la campagna<br />

in Afghanistan sarà ancora<br />

lunga e che il rischio di perdite<br />

resta alto. Due soldati americani<br />

sono stati uccisi e 20 feriti per errore<br />

in un'incursione aerea. Lo ha<br />

detto il Pentagono alla «Cnn».<br />

Il comando centrale Usa ha<br />

precisato che i soldati americani<br />

sono stati colpiti per sbaglio dalle<br />

incursioni di un «B52» sulla zona<br />

di Kandahar, il bastione dei Taleban<br />

nel Sud dell’Afghanistan dove<br />

il mullah Omar incita i suoi a resistere<br />

fino all’ultimo. A montare<br />

l’assedio, sono sempre i guerriglieri<br />

dell’Alleanza del Nord e un<br />

numero imprecisato di combattenti<br />

afghani anti Taleban è rimasto<br />

vittima del «fuoco amico».<br />

Un centinaio di chilometri a<br />

Sud-Est di Kandahar, i marines,<br />

accampati in numero di circa<br />

1.300 in una base messa su intorno<br />

a una pista d’atterraggio, hanno<br />

iniziato a muoversi «a caccia<br />

di prede», dicono all’unisono<br />

Rumsfeld e Myers. Cercano d’intercettare<br />

Taleban o terroristi in<br />

fuga o in movimento, ma per ora<br />

restano lontani da Kandahar.<br />

Dal canto suo, il Presidente russo,<br />

Vladimir Putin, alla vigilia del<br />

viaggio ad Atene, ha avvertito che<br />

benché i Taleban abbiano subito<br />

«sconfitte molto gravi» non sono<br />

stati ancora sconfitti e restano capaci<br />

di organizzare una guerriglia<br />

contro le Forze della coalizione e<br />

dell'Alleanza del Nord.<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

TIPOGRAFIA VATICANA<br />

EDITRICE<br />

«<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong>»<br />

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via del Pellegrino<br />

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de «L'Osservatore Romano»<br />

a cura di Arturo Mari<br />

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sono del SERVIZIO FOTOGRAFICO<br />

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.<br />

BUCAREST, 5.<br />

La conferenza dei Ministri degli esteri<br />

dei 55 Paesi dell’Osce ha adottato ieri a<br />

Bucarest, in Romania, un piano mondiale<br />

di azione con il quale essi si impegnano<br />

a combattere il terrorismo «con qualsiasi<br />

mezzo». «I Paesi dell’Organizzazione<br />

per la Sicurezza e la Cooperazione in<br />

Europa sono decisi a non cedere davanti<br />

alle minacce terroriste, anzi vogliono<br />

combatterle con qualsiasi mezzo, in conformità<br />

con i loro impegni internazionali»<br />

si legge nel documento approvato<br />

dall’assemblea alla fine della riunione di<br />

due giorni nella capitale romena.<br />

Il documento sottoscritto dai Paesi<br />

dell’Osce respinge «l’identificazione del<br />

terrorismo con una qualsiasi nazionalità<br />

o religione», ed impegna i partecipanti<br />

ad «impedire il movimento di individui<br />

o di gruppi terroristi attraverso efficaci<br />

controlli di frontiera» e attraverso una<br />

«intensificazione dello scambio di informazioni».<br />

La «decisa condanna di ogni<br />

atto terrorista» figura anche nel documento<br />

finale del IX Consiglio ministeriale<br />

dell’Osce a Bucarest secondo il quale<br />

«nessuna ragione più giustificare la decisione<br />

di agire deliberatamente contro<br />

persone innocenti. Nella lotta al terrorismo<br />

inoltre non esiste neutralità».<br />

I partecipanti ai lavori di Bucarest,<br />

che concludono l’anno di presidenza romena<br />

(da gennaio passa ai portoghesi),<br />

nel documento finale dichiarano il loro<br />

disagio «per i conflitti che seguitano ad<br />

essere in corso in diverse aree dell’Osce<br />

e dai quali deriva una minaccia alla »in-<br />

Usa: per il carbonchio<br />

diffuso con la posta<br />

pesanti conseguenze<br />

anche economiche<br />

NEW YORK, 5.<br />

Il criminale disegno terrorista di diffondere<br />

negli Stati Uniti i batteri del carbonchio<br />

attraverso la posta, accanto alle<br />

drammatiche conseguenze della morte<br />

di cinque persone e della malattia contratta<br />

da un'altra ventina, ha provocato<br />

anche ripercussioni di tipo economico<br />

sul sistema postale. In ottobre e in novembre<br />

il fatturato è stato inferiore alle<br />

previsioni di oltre quattrocento milioni<br />

di dollari. Per l'erario statunitense, secondo<br />

le proiezioni stilate dagli analisti<br />

dell'amministrazione di Washington, il<br />

colpo subito è tale che l’anno fiscale<br />

2002, iniziato il primo ottobre, dovrebbe<br />

registrare un deficit di un miliardo e ottocento<br />

milioni di dollari, anche se i risultati<br />

di tutto il resto dell’anno saranno<br />

in linea con le aspettative. Le previsioni<br />

iniziali per l’anno erano di perdite pari a<br />

un miliardo e trecentocinquanta milioni<br />

di dollari.<br />

Tali proiezioni pessimistiche sono state<br />

rese note ieri da Richard Strasser, il<br />

responsabile finanziario del sistema postale<br />

statunitense, secondo il quale «lo<br />

sguardo sul futuro non è certo positivo».<br />

Strasser ha dichiarato che il volume del<br />

traffico postale si è notevolmente ridotto<br />

come conseguenza dell’allarme legato al<br />

bioterrorismo e in generale ai problemi<br />

della sicurezza nazionale. La circostanza<br />

aggrava una situazione che si presentava<br />

già difficile. Infatti, durante l’anno fiscale<br />

2001, conclusosi il 30 settembre, le<br />

poste statunitensi avevano registrato un<br />

deficit di un miliardo e seicentottanta<br />

milioni di dollari.<br />

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L'Osservatore Romano in collaborazione con alcune primarie aziende italiane.<br />

Lo sforzo del quotidiano della Santa Sede per diffondere la parola del Papa, soprattutto in<br />

questo particolare momento storico, può infatti essere validamente sostenuto da quanti<br />

condividono i valori propugnati dalla Chiesa cattolica.<br />

Alcune aziende hanno scelto L'Osservatore Romano come mezzo privilegiato e qualificato<br />

per divulgare il loro messaggio pubblicitario. Saranno queste aziende —<br />

sottoscrittrici di numerosi abbonamenti — a diffondere all'interno del proprio<br />

mondo di riferimento (sedi, clienti, collaboratori), questo giornale, questi valori.<br />

tegrità territoriale di vari Paesi dell’Organizzazione<br />

così come alla pace e alla<br />

stabilità nell’area dell’Osce».<br />

La IX assemblea a Bucarest dell'Osce<br />

viceversa, si è felicitata per il «consolidamento<br />

della democrazia» in Jugoslavia,<br />

per lo svolgimento delle elezioni legislative<br />

in Kosovo il 17 novembre scorso e<br />

per il «ruolo positivo« assunto dal Governo<br />

albanese per quanto riguarda la<br />

cooperazione regionale.<br />

Gli Stati Uniti hanno accolto con soddisfazione<br />

il piano mondiale dell'Osce<br />

contro il terrorismo: lo ha detto ieri, nel<br />

suo intervento ai lavori a Bucarest, il<br />

Segretario di Stato americano, Colin Powell.<br />

«Secondo questo piano di azione<br />

dell'Osce — ha sottolineato il Capo della<br />

diplomazia di Washington — i Paesi<br />

coinvolti possono e devono fare di più<br />

per arginare la piaga del terrorismo. Essi<br />

possono e devono partecipare allo<br />

sforzo comune per tagliare le fonti di finanziamento<br />

che permettono al terrorismo<br />

di sopravvivere».<br />

Dopo aver lasciato la Romania, Powell<br />

ha iniziato questa mattina la parte<br />

ufficiale della sua missione ad Ankara<br />

(la prima di dieci capitale dove si recherà<br />

in Europa e in Asia) visitando il mausoleo<br />

di Ataturk ed incontrando subito<br />

dopo il Ministro degli esteri, Ismail<br />

Cem. Nessuna dichiarazione è stata rilasciata<br />

alla stampa prima dell’incontro.<br />

Colin Powell ha incontrato in tarda mattinata<br />

il Primo Ministro turco, Bulent<br />

Ecevit, ed il Presidente della Repubblica<br />

turca, Ahmet Necdet Sezer.<br />

za e la Cooperazione in Europa (Osce) hanno<br />

adottato un piano d'azione contro il terrorismo<br />

internazionale. Saranno intensificati i controlli alle<br />

frontiere e lo scambio di informazioni tra le polizie<br />

nazionali.<br />

RUSSIA Le forze federali russe hanno sferrato<br />

nei giorni scorsi una massiccia offensiva in Cecenia<br />

contro i separatisti islamici, uccidendone venti e catturandone<br />

numerosi altri.<br />

RUSSIA Uccisi venti uomini dalle truppe federali<br />

Cecenia: vasta operazione<br />

contro i ribelli a Kurchaloi<br />

MOSCA, 5.<br />

Khattab, il «numero due» del comando<br />

militare dei ribelli ceceni, è sfuggito<br />

ad una grande operazione delle Forze<br />

Armate russe nel corso della quale 20<br />

uomini sono stati uccisi e diversi altri<br />

sono stati catturati, secondo fonti ufficiali<br />

russe. Martedì il generale Vladimir<br />

Moltensky, responsabile del gruppo speciale<br />

per il Caucaso, aveva affermato<br />

che Khattab, il comandante militare ceceno<br />

di origine giordana che Mosca accusa<br />

di contatti con Osama bin Laden,<br />

sarebbe stato catturato «presto».<br />

I servizi segreti russi («Fsb», ex<br />

«Kgb») hanno annunciato che durante<br />

una grande operazione svoltasi nei giorni<br />

scorsi sono stati uccisi 20 uomini di<br />

Khattab, fra cui il suo cameraman personale,<br />

un mercenario arabo di nome<br />

Ahmad, nel distretto di Kurchaloi.<br />

Il leader Khattab, «numero due» del<br />

comando dei ribelli dopo Shamil Basaiev,<br />

è tuttavia sfuggito alle Forze federali,<br />

dopo che nei giorni scorsi un suo<br />

aiutante di campo, Abu Sayakh, era stato<br />

gravemente ferito e catturato nel corso<br />

delle medesime operazioni.<br />

La guerra in Cecenia continua a fare<br />

migliaia di morti ogni anno, sia fra i ribelli<br />

che fra i militari russi, in mezzo a<br />

tenui speranze di dialogo, mentre la Comunità<br />

internazionale, distratta dal conflitto<br />

afghano, sembra voltare la testa<br />

dall’altra parte. Nelle prime ore di ieri è<br />

stato ucciso Rizvan Lorsanov con una<br />

mina posta davanti alla sua casa, dove<br />

ospitò i negoziati che portarono alla tregua<br />

del 1996 e poi alla pace di Kasaviurt<br />

fra Mosca e i ribelli guidati da Aslan<br />

Kenya: scontri<br />

sanguinosi<br />

in una bidonville<br />

di Nairobi<br />

CIPRO Dopo quattro anni si incontrano i leader delle due comunità<br />

Possibile svolta nei negoziati per la riunificazione<br />

NICOSIA, 5.<br />

Si potrebbe essere ad una svolta decisiva<br />

nei negoziati volti a dare soluzione<br />

alla quasi trentennale crisi di Cipro. Ieri,<br />

per la prima volta dopo quattro anni,<br />

l'ottantaduenne Presidente della Repubblica<br />

di Cipro Glafkos Clerides, ed il settantasettenne<br />

leader della comunità turco-cipriota<br />

Rauf Denktash, si sono incontrati<br />

per cercare di riavviare i negoziati<br />

per la riunificazione dell’isola. L'incontro<br />

è avvenuto nella residenza di<br />

Zbigniew Wlosowicz, che svolge le funzioni<br />

di rappresentante speciale a Cipro<br />

del Segretario generale dell'Onu Kofi<br />

Annan. Le agenzie di stampa riferiscono<br />

che i due leader politici (che tra l'altro<br />

da ragazzi frequentavano la stessa scuola)<br />

si sono salutati cordialmente.<br />

L'isola, come noto, è politicamente<br />

spaccata in due parti dal 1974, quando<br />

dopo un tentato di colpo di Stato di greco-ciprioti<br />

legati al regime dittatoriale<br />

militare all'epoca al potere in Grecia, il<br />

Governo turco inviò circa 35.000 soldati<br />

per proteggere la comunità turco-cipriota<br />

che riteneva minacciata. Le truppe<br />

turche ancora occupano il 37 per cento<br />

del territorio, dopo che nel 1983, nella<br />

CIPRO Colloquio a Nicosia tra il Presidente della<br />

Repubblica di Cipro Glafkos Clerides, appartenente<br />

all'etnia maggioritaria greca, e il leader della minoranza<br />

turca, Rauf Denktash. L'incontro potrebbe propiziare<br />

una ripresa dei negoziati intercomunitari per<br />

la riunificazione politico-territoriale dell'isola.<br />

KENYA Non meno di dieci morti costituiscono il<br />

bilancio di scontri all'arma bianca tra diseredati avvenuti<br />

in una baraccapoli a Nairobi.<br />

OSCE/2 Riunione del Consiglio dei Ministri<br />

Le convinzioni religiose rappresentano<br />

una ricchezza per l'intera società<br />

Il 3 e 4 dicembre c.m. si è svolta a<br />

Bucarest, in Romania, che quest’anno<br />

ha mantenuto la Presidenza dell’OSCE,<br />

la 9a Riunione del Consiglio dei Ministri<br />

degli Esteri dell’Organizzazione per la<br />

Sicurezza e la Cooperazione in Europa.<br />

La Santa Sede ha partecipato ai lavori<br />

con una Delegazione guidata da S.E.<br />

Mons. Jean-Louis Tauran, Segretario<br />

per i Rapporti con gli Stati, e composta<br />

da S.E. Mons. Jean-Claude Périsset,<br />

Nunzio Apostolico in Romania; Mons.<br />

Leo Boccardi, Rappresentante Permanente<br />

presso l’OSCE; Mons. Ciro Bovenzi,<br />

Consigliere della Nunziatura Apostolica<br />

in Romania; Mons. Michael Banach,<br />

Officiale della Segreteria di Stato; Rev.<br />

Ettore Balestrero, Officiale della Segreteria<br />

di Stato; Padre Ladislav Nemet,<br />

SVD, della Missione Permanente della<br />

Santa Sede presso l’OSCE.<br />

Riportiamo qui di seguito il testo dell’intervento<br />

di S.E. Mons. Jean-Louis<br />

Tauran:<br />

Madame la Présidente,<br />

Bien volontiers je m’associe aux orateurs<br />

qui m’ont précédé pour exprimer<br />

la gratitude de la Délégation du Saint-<br />

Siège pour la tâche réalisée cette année<br />

par la présidence de la Roumanie.<br />

On comprendra que je mentionne,<br />

entre autres, les initiatives menées à<br />

bien par la présidence en matière de liberté<br />

de religion.<br />

Il est, en effet, de la première importance,<br />

en ces temps où la religion est<br />

Maskhadov. Ma Lorsanov è solo l’ultima<br />

vittima di una devastante emorragia<br />

fatta di scontri e attentati che dal 1999<br />

hanno causato la morte di 3.500 soldati<br />

russi e il ferimento di 12.000, nonché<br />

l’uccisione di 11.000 ribelli e di un numero<br />

impressionante di civili, fra i quali<br />

343 bambini. A questi vanno aggiunti oltre<br />

1.000 minori tra feriti e invalidi e<br />

non meno di 200.000 sfollati.<br />

L’assassinio di Lorsanov, divenuto sostenitore<br />

del Governo filorusso di<br />

Akhmad Kadyrov, appare simbolica di<br />

quanto succede oggi nella Repubblica<br />

federata del Caucaso dove il Presidente<br />

russo, Vladimir Putin, ha promosso un<br />

dialogo fra un suo rappresentante e uno<br />

di Maskhadov, che Lorsanov cercava<br />

apparentemente di agevolare malgrado<br />

sia visto con sospetto sia da Kadyrov<br />

che dai generali. Ma il Cremlino esclude<br />

l’ipotesi di «una nuova Kasaviurt», cioè<br />

dialogo sì, compromesso politico no:<br />

una formula respinta dalla leadership<br />

militare della guerriglia, agli ordini non<br />

di Maskhadov ma di Shamil Basaiev e<br />

Khattab. E non a caso i russi stanno<br />

concentrando gli sforzi proprio nella cattura<br />

dei leader militari, primo fra tutti<br />

Khattab, un comandante di origine giordana,<br />

accusato di legami, da lui smentiti,<br />

con Osama bin Laden.<br />

Intanto, il primo colloquio — svoltosi<br />

il mese scorso — tra rappresentanti russi<br />

e l'inviato del leader secessionista<br />

Aslan Maskhadov ha avuto nei giorni<br />

scorsi l'apprezzamento della delegazione<br />

dell'Assemblea parlamentare del Consiglio<br />

d'Europa (Pace), guidata da Lord<br />

Michael Jiudd, in missione nel Caucaso.<br />

Stretta di mano tra il Presidente Clerides<br />

e il leader turco-cipriota Denktash<br />

parte settentrionale Denktash proclamò<br />

la Repubblica Turca di Cipro del Nord<br />

(Rtcn), ottenendo però solo il riconoscimento<br />

della Turchia.<br />

Nessun commento è stato fatto dai<br />

due leader al termine dell’incontro, durato<br />

poco più di un’ora, ma subito dopo<br />

Michalis Papapetrou, portavoce del Governo<br />

della Repubblica di Cipro, l’unico<br />

riconosciuto dalla comunità internazionale,<br />

ha annunciato che oggi, dopo 26<br />

anni, Clerides rimetterà piede nella parte<br />

settentrionale del suo Paese per andare<br />

a cena a casa di Denktash.<br />

utilisée trop souvent à des fins politiques<br />

ou, pire encore, pour tuer au nom<br />

de Dieu, de proclamer clairement que<br />

les convictions religieuses, librement<br />

choisies et traduites dans la vie personnelle<br />

et collective, sont une richesse et<br />

une chance pour chacun et pour la société<br />

tout entière. Ceci permet de mesurer<br />

l’importance et la symbolique puissante<br />

du jeûne proposé par le Pape<br />

Jean-Paul II, le 14 décembre prochain,<br />

ainsi que l’invitation lancée aux Représentants<br />

des religions du monde, à se<br />

retrouver à Assise, le 24 janvier prochain.<br />

Plus que jamais, après le 11 septembre<br />

dernier, la communauté internationale<br />

a besoin de réfléchir sur la manière<br />

de promouvoir efficacement une culture<br />

de la paix. La violence, les conflits<br />

non résolus, la peur de l’autre, la revendication<br />

d’une identité souvent<br />

construite sur l’opposition à l’autre, le<br />

refus du dialogue font qu’aujourd’hui<br />

les revendications des minorités ethniques,<br />

le sort des réfugiés, le rôle de la<br />

loi et des valeurs de la démocratie sont<br />

encore pour certains pays des chantiers<br />

ouverts.<br />

Une coopération sans faille s’impose<br />

donc pour éliminer les facteurs sociaux<br />

et économiques qui engendrent la frustration<br />

des personnes, minent la sécurité<br />

internationale et entravent le bon<br />

fonctionnement des institutions internationales.<br />

Les instruments juridiques<br />

ne manquent pas pour agir avec suc-<br />

NAIROBI, 5.<br />

Oltre duemila diseredati si sono dati<br />

battaglia ieri a Kibera, una poverissima<br />

baraccopoli della città capitale kenyana<br />

Nairobi. Un primo bilancio ufficiale parla<br />

di dieci morti, ma — secondo testimoni<br />

del posto — il numero delle vittime<br />

sarebbe molto più alto. Centinaia i<br />

feriti e numerosi gli arresti. I gruppi rivali<br />

si sono affrontati a colpi di coltello<br />

e di machete.<br />

A Kibera la situazione era tesissima<br />

da giorni, dopo che il Presidente Daniel<br />

Arap Moi aveva invitato i proprietari<br />

delle baracche ad abbassare i canoni di<br />

locazione. E gli affittuari, forti di questa<br />

presa di posizione, hanno manifestato<br />

l'intenzione di non pagare più il canone.<br />

A quel punto i «padroni» hanno cercato<br />

di riscuotere con intimidazioni e violenze.<br />

La crisi è esplosa ieri quando un Ministro<br />

ha intimato ai proprietari di dimezzare<br />

il canone, ricordando loro che<br />

il terreno su cui le baracche sorgono è<br />

di proprietà governativa.<br />

Di lì lo scontro frontale, che ben presto<br />

ha anche assunto una specifica valenza<br />

tribale e religiosa. Il Ministro che<br />

ha chiesto la diminuzione del canone è<br />

infatti di etnia Luo (quasi tutti cristiani)<br />

come la maggioranza degli affittuari di<br />

Kibera. I «padroni», invece, sono di etnia<br />

nubiana e (in larghissima maggioranza)<br />

di religione musulmana.<br />

E così molte migliaia di disperati si<br />

sono scontrati con una efferatezza ed<br />

una violenza inaudite, che andavano<br />

molto al di là del contenzioso sui canoni<br />

di affitto.<br />

All’incontro di ieri ha partecipato anche<br />

Alvaro de Soto, consigliere speciale<br />

di Kofi Annan per la questione di Cipro,<br />

giunto sull’isola domenica. De Soto ha<br />

detto che i due leader hanno concordato<br />

di incontrarsi di nuovo il 15 gennaio,<br />

non all’Onu a New York ma a Nicosia,<br />

e discutere «tutte le questioni senza precondizioni».<br />

Soddisfazione per l’incontro<br />

è stata espressa da Donato Chiarini, capo<br />

della delegazione a Cipro della Commissione<br />

esecutiva dell'Unione Europea.<br />

Chiarini, pur ammettendo che «è troppo<br />

presto per essere ottimisti», ha parlato<br />

di «segnale fortemente positivo» per la<br />

prospettiva di adesione all’Ue di Cipro,<br />

che quasi certamente sarà nel primo<br />

gruppo dei Paesi ammessi entro il 31 dicembre<br />

del 2002.<br />

Di incontro «molto positivo» ha parlato<br />

il Primo Ministro greco Kostas Simitis,<br />

il quale ha però aggiunto di non illudersi<br />

«che possa esserci un accordo nell’immediato<br />

futuro», mentre una nota<br />

del Governo di Ankara è stato definito<br />

«un ulteriore e positivo passo sulla strada<br />

di una soluzione globale tesa ad una<br />

nuova partnership sulla base di un<br />

uguale status» delle due comunità.<br />

cès; ce qui manque souvent c’est la volonté<br />

politique de les mettre en oeuvre.<br />

Dans ce contexte, ma Délégation<br />

considère positif l’engagement de<br />

l’OSCE à renforcer également la dimension<br />

économique et écologique de l’Organisation.<br />

Madame la Présidente, encore une<br />

fois, je voudrais souligner combien le<br />

Saint-Siège apprécie le patrimoine des<br />

documents et des institutions de l’OS-<br />

CE. Si l’on pense à des réformes de<br />

structures et de fonctionnement — ce<br />

qui a été un peu le leitmotiv du travail<br />

de cette année — il faut également souligner<br />

que ces réformes, sans doute nécessaires,<br />

ne doivent pas affaiblir la capacité<br />

de l’Organisation de mener à<br />

bien son propre mandat. Certes, une<br />

gestion efficace est nécessaire pour le<br />

bon fonctionnement de l’OSCE mais,<br />

en même temps, il convient d’éviter<br />

une bureaucratisation qui affaiblirait<br />

la souplesse du mode des rencontres et<br />

des actions de l’Organisation.<br />

Personne ne s’étonnera que ma Délégation<br />

soutienne les diverses initiatives<br />

prises pour revigorer la dimension humaine<br />

de l’Organisation, en particulier<br />

celles qui concernent les enfants et les<br />

femmes.<br />

Dans les situations de conflit, ce sont<br />

ces catégories de personnes qui subissent<br />

en premier lieu les conséquences<br />

les plus dramatiques de la violence armée.<br />

Notre Organisation se doit sans<br />

doute de les protéger plus efficacement<br />

et de les associer plus étroitement à la<br />

construction quotidienne de la réconciliation<br />

et de la paix.<br />

Madame la Présidente, en remerciant<br />

les autorités roumaines pour l’hospitalité<br />

qu’elles nous offrent pour cette rencontre<br />

à Bucarest, j’assure d’ores et déjà<br />

le Portugal, qui prend la relève, de la<br />

collaboration du Saint-Siège pour les<br />

mois à venir et je souhaite à tous les<br />

peuples représentés ici un futur de paix<br />

et de prospérité.<br />

Perú: scossa sismica<br />

nella città di Arequipa<br />

LIMA — Una forte scossa sismica<br />

ad Arequipa, nel Sud del Perú, ha<br />

causato martedì non meno di due<br />

morti e di tre feriti, oltre a gravi<br />

danni materiali. Le vittime, una<br />

bimba di nove anni ed un’anziana<br />

di 90, sono morte schiacciate nel<br />

crollo di una casa. L'Istituto geofisico<br />

del Perú ha riferito che la potenza<br />

del sisma era 4,3 gradi sulla<br />

scala Richter.<br />

Messico: allarme<br />

per la deforestazione<br />

CITTÀ DEL MESSICO — Le foreste<br />

ed i boschi del Messico sono minacciati<br />

di estinzione per la deforestazione<br />

selvaggia praticata dall'industria<br />

del legname. L’allarme<br />

è stato lanciato martedì dal Ministro<br />

dell’ambiente Victor Lichtinger,<br />

che ha reso noto un inventario<br />

nazionale delle foreste. «Il problema<br />

— ha detto — è molto più<br />

serio di quanto credessimo».<br />

Croce Rossa: appello<br />

per ottenere fondi<br />

GINEVRA — La Federazione internazionale<br />

della Croce Rossa e della<br />

Mezzaluna Rossa ha lanciato<br />

martedì un appello di fondi di 270<br />

milioni di franchi svizzeri, circa<br />

180 milioni di euro. Per la prima<br />

volta, ha spiegato il Segretario generale<br />

della Federazione Didier<br />

Cherpitel, l’appello prevede una<br />

quota per la salute (85,5 milioni di<br />

franchi) superiore a quella per gli<br />

interventi in caso di catastrofe (54<br />

milioni). Questa evoluzione rispecchia<br />

la particolare attenzione data<br />

alla lotta all’Aids, malattia che «farà<br />

nel corso del decennio più morti<br />

dell’insieme delle guerre e delle<br />

catastrofi naturali degli ultimi 50<br />

anni», ha sottolineato Cherpitel.<br />

Onu: allo studio misure<br />

contro la corruzione<br />

BUENOS AIRES — Rappresentanti<br />

di 50 Paesi partecipano da martedì<br />

nella capitale argentina Buenos Aires<br />

ai lavori di un comitato speciale<br />

incaricato di negoziare una Convenzione<br />

dell'Onu contro la corruzione.<br />

Per tre giorni, i delegati studieranno<br />

norme e possibili pene<br />

per prevenire e combattere il trasferimento<br />

di fondi di origine illecita<br />

e per facilitarne il recupero, per<br />

raggiungere un accordo sull’utilizzazione<br />

e la protezione dei testimoni<br />

e per rafforzare in generale<br />

la cooperazione internazionale.<br />

Mucca pazza: ancora<br />

un caso in Francia<br />

PARIGI — L'encefalopatia spongiforme<br />

bovina (Bse) il morbo cosiddetto<br />

della mucca pazza, ha contagiato<br />

per la quinta volta una persona<br />

in Francia. «Si tratta di una<br />

donna sui trent’anni», ha annunciato<br />

martedì l’Istituto Nazionale di<br />

Sorveglianza Sanitaria, che in nome<br />

del diritto alla riservatezza ha<br />

evitato di identificare la donna.


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

«La forza del carattere»: un volume di James Hillman<br />

Invecchiare è una necessità<br />

della condizione umana<br />

FERDINANDO MONTUSCHI<br />

L’invecchiamento costituisce un problema sempre<br />

più angosciante nel mondo contemporaneo<br />

perché viene pensato come graduale perdita di efficienza<br />

fisica e mentale e perché viene associato<br />

all’idea della morte che lascia sgomenti e impotenti<br />

quanti amano la vita.<br />

James Hillman, uno psicologo di ottantotto anni,<br />

scrive un libro sulla vecchiaia per capovolgere<br />

questa angosciante prospettiva: La forza del carattere,<br />

edito da Adelphi. «Per spiegare la vecchiaia<br />

— egli dice — ci rivolgiamo di solito alla<br />

biologia, alla genetica e alla fisiologia geriatrica,<br />

ma per comprendere la vecchiaia abbiamo bisogno<br />

di qualcosa di più. Questo “qualcosa di più”<br />

è, per Hillman, l’idea di “carattere”. E proprio<br />

“gli ultimi anni della vita confermano e portano a<br />

compimento il carattere”» (pp. 11-13).<br />

L'idea che l’Autore ha di carattere si fonda sulla<br />

nozione archetipica di differenza: il carattere,<br />

infatti, «conferma, anzi esalta, ciò che è unico,<br />

singolare, strano» (p. 268). L’idea di carattere è<br />

un’idea psicosomatica perché comprende psiche<br />

e soma; essa richiede un linguaggio descrittivo,<br />

senza dubbio più vicino a quello della poesia che<br />

non a quello delle scienze comportamentali. E<br />

«così come il carattere guida l’invecchiamento,<br />

l’invecchiamento disvela il carattere» (p. 17).<br />

Nella «Prefazione per il lettore» (pp. 11-22), Hillman<br />

fornisce la chiave del suo riflettere sulla<br />

vecchiaia ponendo interrogativi a dir poco sollecitanti:<br />

«Che l’anima, prima di andarsene, debba<br />

essere invecchiata al punto giusto? In tal caso,<br />

possiamo immaginarci l’invecchiamento come<br />

una trasformazione nella bellezza non meno che<br />

nella biologia... I vecchi diventano qualcosa che<br />

colpisce la memoria, rappresentazioni ancestrali,<br />

personaggi della commedia della civiltà, ciascuno<br />

una figura unica, insostituibile, preziosa. Invecchiare:<br />

una forma d’arte?» (pp. 13-14).<br />

Si può affermare che ciò che resterà dopo che<br />

avremo lasciato la scena è un’immagine caratteristica,<br />

in particolare quella presentata negli ultimi<br />

anni... «Quel modo unico di essere e di fare<br />

che lasciamo nella mente degli altri, continuerà<br />

ad agire su di loro, nell’aneddotica, nei ricordi,<br />

nei sogni; come modello ideale, come voce guida,<br />

come antenato protettivo: una forza potente all’opera<br />

in coloro che hanno ancora una vita da vivere»<br />

(p. 31).<br />

Per l’indagine che Hillman propone è fondamentale<br />

«disfare la coppia morte-vecchiaia, ricostituendo<br />

invece l’antica connessione tra vecchiaia<br />

e unicità del carattere». Ciò comporta il<br />

«considerare gli anni della vecchiaia alla stregua<br />

di uno stato dell’esistenza», con i suoi miti e i<br />

suoi significati, e comporta inoltre lo «scoprire un<br />

valore nel diventare vecchi senza prenderlo in<br />

prestito dalle metafisiche e dalle teologie della<br />

morte» (p. 27).<br />

«L’interesse appassionato per la “vecchiaia” come<br />

possibilità archetipica presente in tutte le cose,<br />

come qualcosa che è dato con la natura umana<br />

così come con la natura di tutte le cose esistenti,<br />

è appunto ciò che manca nella nostra società,<br />

ciò di cui sentono la mancanza e che anelano<br />

a scoprire, più di tutti, le persone anziane»<br />

(pp. 27-28).<br />

«Invecchiare non è un accidente. È una necessità<br />

della condizione umana; ed è l’anima a volerlo.<br />

L’invecchiamento è inscritto nella nostra fisio-<br />

logia; eppure, il fatto che la vita umana duri a<br />

lungo dopo l’età feconda e ben oltre il periodo di<br />

funzionalità dei muscoli e di acuità dei sensi ci<br />

rende perplessi. Per questo motivo si sente il bisogno<br />

di idee immaginative capaci di aggraziare il<br />

diventare vecchi e di parlare alla vecchiaia con<br />

l’intelligenza che essa si merita» (p. 11).<br />

Il libro di Hillman è formato di tre parti principali,<br />

costruite intorno a tre idee portanti: durare,<br />

lasciare, restare. Il desiderio di durare il più a<br />

lungo possibile è legato all’idea di longevità, ai significati<br />

e alle aspirazioni che la accompagnano,<br />

al di là delle misure di efficienza biologica e delle<br />

aspettative statistiche. Per secoli l’età avanzata è<br />

«stata associata non già con la morte, bensì con<br />

la vitalità e il carattere.<br />

I vecchi erano pensati principalmente non come<br />

individui arrancanti con passo incerto verso la<br />

porta della morte, ma come saldi depositari delle<br />

usanze e delle leggende, come custodi dei valori<br />

locali, come esperti di arti e mestieri, come voci<br />

apprezzate del consiglio cittadino. Ciò che contava<br />

era la forza del carattere comprovata da una<br />

lunga vita» (pp. 35-36).<br />

Lasciare è la seconda delle idee portanti intorno<br />

alle quali si struttura il lavoro di Hillman: è l’idea<br />

che cerca di «mostrare come le disfunzioni<br />

della vecchiaia si trasformino in funzioni del carattere».<br />

Ma perché questo possa avvenire bisogna<br />

smetterla di studiare la vecchiaia sotto l’influenza<br />

dell’archetipo della giovinezza.<br />

Per quanto riguarda l’invecchiamento, Hillman<br />

ipotizza l’esistenza di un’intelligenza della vita la<br />

quale vuole l’invecchiamento esattamente come<br />

vuole la crescita durante la giovinezza: «così come<br />

dobbiamo dispiegarci, o svilupparci, per guadagnare<br />

l’accesso al mondo, allo stesso modo il<br />

ripiegamento, o invecchiamento, è essenziale per<br />

la nostra uscita». Ma non si tratta di uscire dalla<br />

vita («noi non lasciamo la vita finché essa non ci<br />

lascia»). È «un errore madornale leggere i fenomeni<br />

della vecchiaia come indizi di morte invece<br />

che come iniziazioni a un’altra modalità di vita»<br />

(p. 106).<br />

Resta pur vero, tuttavia, che il processo che attraversiamo<br />

negli ultimi anni della vita è una preparazione<br />

per la partenza. Ma è possibile partire<br />

e insieme restare?<br />

«Quel che resta di noi dopo che ce ne siamo<br />

andati è il carattere, l’immagine a più strati che<br />

fin dall’inizio era andata plasmando le nostre potenzialità<br />

e i nostri limiti» (p. 222). È un’immagine<br />

caratteristica, in particolare quella presentata<br />

negli ultimi anni. «Quel modo unico di essere e di<br />

fare che lasciamo nella mente degli altri, continuerà<br />

ad agire su di loro, nell’aneddotica, nei ricordi,<br />

nei sogni; come modello ideale, come voce<br />

guida, come antenato protettivo: una forza potente<br />

all’opera in coloro che hanno ancora una vita<br />

da vivere» (p. 31).<br />

Il carattere, in conclusione, finisce la vita, la rifinisce<br />

in un’immagine più duratura.<br />

Un libro, dunque, di grande interesse per ripensare<br />

la vecchiaia in modo nuovo e per rivalutare<br />

una stagione della vita che tende a dilatarsi<br />

creando pesantezza non solo per quanti invecchiano<br />

ma anche per tutti coloro che accompagnano<br />

e assistono gli anziani. Uno studio profondo<br />

sul piano psicologico, ma anche una testimonianza<br />

umana ricca, raccontata da un «vecchio»<br />

amante della propria condizione, volta a confermare<br />

che la vita ha senso ad ogni età e non conosce<br />

tramonto.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì 6 Dicembre 2001<br />

A Venezia l'esposizione di atlanti, mappe, tavole e globi cinesi e giapponesi dal XV al XX secolo<br />

Dalla carta di riso, dal legno e dalla seta<br />

risaltano i paesaggi e i colori dell'Estremo Oriente<br />

NICOLETTA PIETRAVALLE<br />

Una bella mostra, originale e suggestiva, è in<br />

corso nelle monumentali Sale Sansoviniane della<br />

Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia.<br />

La mostra è frutto della collaborazione tra la<br />

Biblioteca stessa e la Società Geografica Italiana<br />

— che ha sede a Roma, nel cinquecentesco<br />

Palazzetto Mattei in Villa Celimontana — e sarà<br />

aperta al pubblico con il titolo «Carte di riso.<br />

Genti, paesaggi, colori dell’Estremo Oriente nelle<br />

Collezioni della Società Geografica Italiana»,<br />

fino al 14 febbraio. Realizzata con il sostegno<br />

la sua millenaria tradizione di ponte verso l’Oriente.<br />

Il Fondo Orientale della Società Geografica<br />

Italiana, costituito, dal tramonto dell’Ottocento<br />

all’alba del Novecento, in specie grazie alle donazioni<br />

di illustri membri che furono esploratori,<br />

diplomatici, collezionisti, conta circa duemila<br />

«pezzi», cinquantatré dei quali, opportunamente<br />

selezionati secondo il criterio degli studiosi<br />

e degli allestitori, sono appunto esposti a<br />

Venezia, accompagnati da un catalogo, con<br />

saggi, introdotto da Franco Salvatori, presidente<br />

della Società Geografica Italiana, cura-<br />

Una mostra a Milano riscopre l'opera di Camillo Kaiser, frate lombardo dell'Ottocento<br />

La fertile vena di un pittore, disegnatore e litografo<br />

ANDREA COLOMBO<br />

Un frate francescano nella Lombardia dell’800<br />

con una passione particolare: la pittura. È la vicenda,<br />

poco conosciuta, di Camillo Kaiser. Una<br />

figura significativa per capire l’incontro fra arte e<br />

fede in un periodo particolarmente tormentato<br />

della nostra storia. Ora una mostra, «Camillo<br />

Kaiser, un cappuccino tra gli artisti dell’800 lombardo»<br />

(Palazzo Kramer, Milano, sino al 30 giugno<br />

2002), permette di ricostruire l’originale itinerario<br />

di questo pittore religioso.<br />

DiCamilloKaisersieranoperse quasi le tracce.<br />

Una memoria ottocentesca gli dedica poche righe:<br />

la nascita a Milano nel 1822, la precoce «inclinazione<br />

e genio per l’arte del pennello», il viaggio<br />

a Roma per studiare i maestri del rinascimento<br />

e del barocco, la morte nel 1865 sopravvenuta<br />

nelconventodiBergamo, dove aveva uno studio.<br />

L’800 non è un secolo facile per i Cappuccini<br />

lombardi, colpiti dai decreti napoleonici di soppressione<br />

dei conventi prima e dalla legislazione<br />

antireligiosa dello Stato risorgimentale poi. Nel<br />

1761 i frati in questa zona erano 34.029 sparsi in<br />

1762 conventi; nel 1883 erano scesi a 7722. Nella<br />

sola città di Milano, nel 1805, fu soppresso il<br />

convento di san Vittore e nel 1810 quello della<br />

Concezione.<br />

Alla fine degli anni ’30 i Cappuccini rientrarono<br />

poco per volta in possesso di alcuni conventi,<br />

ma una nuova ondata di persecuzioni si abbatté<br />

sui discepoli di san Francesco nel primo decennio<br />

del nuovo regno italico, a partire dal 1861,<br />

tanto che il Generale dell’Ordine, nel 1866, vietava<br />

l’acquisto di beni stabili, a meno che i frati,<br />

individualmente, non ne diventassero giuridicamente<br />

proprietari.<br />

Di tutto ciò si ha un'eco nella vita di frate Camillo<br />

soltanto per quanto si riferisce alla commissione<br />

di alcuni suoi lavori, forse destinati al convento<br />

di san Vittore, ma poi collocati altrove data<br />

la trasformazione del cenobio in carceri di Stato.<br />

La vena artistica di questo cappuccino è subito<br />

riconosciuta dai superiori, che, dopo aver assistito<br />

i malati all’Ospedale maggiore di Milano, lo<br />

esentano dagli obblighi di servizio e usano spesso<br />

sue litografie per rinforzare legami con autorità o<br />

benefattori.<br />

Durante la sua lunga attività come pittore Camillo<br />

Kaiser emerge, prima di tutto, come un<br />

abile copista, con preferenze per il seicento emiliano<br />

(Guido Reni e Guercino), che si confermano<br />

nelle sue grandi pale d’altare, come il San<br />

Luigi Gonzaga o la Maria Immacolata. È un disegnatore-litografo<br />

di un certo successo: la moltiplicazione<br />

di immagini devozionali permette una<br />

diffusione poco costosa delle sue opere che accontentano<br />

i confratelli e il popolo, ma può ancheessere<br />

un dono gradito o un ringraziamento.<br />

Ma l’aspetto più interessante, privato, «intimistico»,<br />

è la cronaca pittorica dell’umile vita dei<br />

frati, ripresi, per esempio, intorno allo Scaldatoio<br />

(una delle sue opere più significative), l’uni-<br />

«Yokohama<br />

meisai zenzu»<br />

(Pianta completa<br />

particolareggiata<br />

di Yokohama), 1870<br />

«Tôkaidô<br />

goiûsan shôkei<br />

(Le belle vedute<br />

delle cinquantatré<br />

stazioni di Tôkaidô),<br />

1860<br />

del Ministero per i Beni e le Attività<br />

Culturali che ha consentito<br />

il restauro di alcuni preziosi<br />

esemplari ad opera dei tecnici<br />

del Museo Nazionale d’Arte<br />

Orientale, sito in Roma, a Palazzo<br />

Brancaccio, la mostra si<br />

rivolge innanzitutto agli studiosi,<br />

ai quali offre un raro materiale,<br />

interessante, non da ultimo,<br />

perché documentario di<br />

metodologie cartografiche particolari<br />

della Cina e del Giappone,<br />

gradualmente poi influenzate<br />

dalla cartografia occidentale,<br />

ma si volge nel contempo a un<br />

pubblico più ampio, immancabilmente<br />

consapevole del pregio<br />

artistico di talune raffigurazioni,<br />

ove le dettagliate scene e i<br />

paesaggi, eseguiti con delicato<br />

tratto e pigmenti colorati naturali,<br />

sono efficace trampolino di<br />

lancio all’immaginazione.<br />

Carta di riso, legno e seta so-<br />

no tra i supporti di base sui<br />

Camillo Kaiser: «Autoritratto nello studio»<br />

quali hanno lavorato gli esecutori di atlanti,<br />

mappe di città, itinerari, schemi costieri, tavole<br />

militari; i formati, variatissimi, vanno dal minimo<br />

al massimo, cioè a dire dal modestissimo<br />

spazio utilizzato per una tavoletta alla rispettabile<br />

lunghezza di oltre venti metri lineari per<br />

un rotolo; c’è persino la pagina acquerellata di<br />

un ventaglio geografico; c’è un vassoio di porcellana<br />

bianco/blu; non mancano splendidi volumi<br />

ed album etnografici che illustrano la vita<br />

quotidiana di popolazioni appartate, di confine,<br />

le quali assurgono, tutto sommato, a misteriose<br />

protagoniste di una mostra, alla quale Venezia<br />

è fascinoso sfondo, non solo architettonico, con<br />

co luogo riscaldato del convento, e l’unico luogo<br />

dove i religiosi potevano scambiare quattro<br />

chiacchiere al riparo dal freddo. In questo periodo<br />

infatti i conventi non erano riscaldati, e vigeva<br />

una rigida regola di silenzio.<br />

Di questa cronaca della quotidianità la scena<br />

forse più rappresentativa è L’autoritratto nello<br />

studio, una tela di 45 x 60 centimetri dipinta a<br />

olio con mille particolari che raccontano le preferenze<br />

dell’autore, seduto a disegnare in mezzo<br />

alla stanza, nel suo atelier di Bergamo, con il<br />

grosso rosario che pende dalla sedia impagliata.<br />

I pennelli e la cassetta dei colori sono appoggiati<br />

su uno sgabello al suo fianco. La tavolozza<br />

è appesa al muro. È una giornata di sole: a destra<br />

i vetri della finestra spalancati lasciano vedere<br />

la finestra mezzo chiusa della casa d’angolo,<br />

Carta del Giappone e isole adiacenti prodotta nel periodo di regno Tenpô, 1830-1843<br />

to da Claudio Cerreti; e non si esclude, sia<br />

pure nei tempi lunghi che tali operazioni culturali<br />

composite comportano, una futura, esauriente<br />

esposizione con relativa pubblicazione.<br />

È cospicuo il fondo di carte cinesi, appartenuto<br />

al console a Pechino Giuseppe Ros, da cui<br />

sono state estrapolate quelle presenti in mostra;<br />

e qui, con mappamondi, carte dell’intera Cina,<br />

carte corografiche, carte delle comunicazioni,<br />

carte fluviali eccetera, citiamo almeno la stampa<br />

xilografica del mappamondo composto nel<br />

1694 per l’Imperatore della Cina dal gesuita<br />

olandese Ferdinand Verbiest, matematico e<br />

astronomo, attivo alla corte cinese per un trentennio<br />

e fino alla morte, avvenuta nel 1688; ed<br />

così come la porta di sinistra lascia intravedere<br />

un’altra porta sul fondo. La luce si spande a descrivere<br />

un ambiente sereno e ordinato.<br />

Vi sono quadri sulle pareti, un ovale sul cavalletto,<br />

gessi e calchi. Un’incisione riproduce la sua<br />

tela di Santa Veronica Giuliani, così come un’altra<br />

è forse un bozzetto della sua Vergine Immacolata<br />

(il riprodurre, all’interno delle opere, altre<br />

sue creazioni è come una «cifra», un’originalissima<br />

firma, un gioco di specchi che ricorre anche<br />

in diversi capolavori del Kaiser).<br />

Una macchina fotografica è ben piantata sul<br />

treppiede: segno che frate Camillo non disdegnava<br />

le nuove tecnologie. Anzi, come indicano i<br />

suoi appunti in mostra a Milano questo cappuccino<br />

padroneggiava l’allora innovativa arte fotografica,<br />

ed era in grado di sviluppare le lastre negative.<br />

Nell’ambito della mostra su Camillo Kaiser,<br />

per inquadrare il momento storico in cui visse<br />

questo pittore francescano, si terranno due incontri<br />

a gennaio e a marzo 2002, sempre nella<br />

sede di palazzo Kramer.<br />

Lamostrasu Camillo Kaiser (che include anche<br />

opere di altri pittori devozionali dell’epoca) è<br />

il secondo evento espositivo organizzato a Palazzo<br />

Kramer, un nuovo strumento di divulgazione<br />

culturale, inaugurato nel marzo scorso con una<br />

rassegna di documenti e quadri su tre figure fondamentali<br />

che hanno gestito l’assistenza dei più<br />

poveri nel secolo della peste.<br />

Palazzo Kramer è sviluppato su due piani, con<br />

una sala conferenze di 150 posti, con spazi ben<br />

misurati e forniti delle più moderne risorse espositive,<br />

conta circa 3600 opere catalogate (su<br />

10.000), dipinti, sculture, oggetti liturgici, arredi,<br />

fotografie. La struttura è solo una parte dell’iniziativa<br />

intesa non solo a restaurare e catalogare,<br />

ma a valorizzare i beni artistici dell'Ordine di<br />

Lombardia, sconosciuti al pubblico.<br />

Vi sono inoltre un archivio provinciale, due biblioteche,<br />

una di carattere generale e un’altra<br />

specializzata in autori e soggetti francescani, con<br />

15.500 titoli. Un patrimonio artistico e culturale,<br />

all'insegna dello spirito francescano.<br />

Carta stradale<br />

della provincia<br />

Guangxi,<br />

fine XIX secolo<br />

Dipinto raffigurante<br />

scene di caccia,<br />

mercanti<br />

e stranieri<br />

nelle zone<br />

del Nord-Ovest<br />

della Cina<br />

il reperto risalente alla dinastia Ming da datarsi<br />

attorno alla prima metà del Seicento che raffigura<br />

le guarnigioni cinesi che presidiavano i<br />

confini nord-occidentali del Paese, con note<br />

esplicative sulla regione; poi il lungo rotolo<br />

orizzontale ad acquerello che tratteggia le coste<br />

cinesi dal Nord al Sud, e che ricorda la carta di<br />

Gough conservata al British Museum londinese.<br />

Nella sezione dedicata ai libri, legati in fascicoli<br />

secondo il metodo cinese, osserviamo la<br />

descrizione del globo di Giulio Aleni (1582-<br />

1649), gesuita che operò alla corte degli impera-<br />

tori Ming, fornendo, attraverso un testo che<br />

allargò le limitate conoscenze<br />

cinesi del mondo esterno, una<br />

nuova prova dell’apostolato cartografico<br />

della Compagnia di<br />

Gesù.<br />

Ma indubbiamente a fare la<br />

cosiddetta parte del leone, almeno<br />

per i visitatori attenti all’elemento<br />

pittorico, sono alcuni<br />

rotoli dipinti nell’ambito dell’Accademia<br />

Hanlin cui competeva<br />

l’illustrazione degli usi e<br />

dei costumi delle minoranze etniche;<br />

cinque album di notevole<br />

bellezza, purtroppo visibili solo<br />

nelle immagini aperte allo<br />

sguardo, che raffigurano popolazioni<br />

di etnia non cinese: fra<br />

esse i Miao, destinati a popolare<br />

piacevolmente la memoria di<br />

chi ha gustato la movimentata<br />

aggregazione di dignitari, di<br />

cacciatori, di mercanti, di stanziali<br />

dediti alle attività domestiche<br />

e all’allevamento del be-<br />

stiame, di cavalieri a cavallo, di<br />

favolosi cani da guardia con sontuosa coda arricciata<br />

e vistoso collare rosso, fortissimi difensori<br />

capaci di contrastare l’assalto dei lupi. Il<br />

fondo cartografico giapponese, di cui citeremo<br />

alcuni esemplari esposti, proviene per la maggior<br />

parte dalla collezione di Cristoforo Robecchi,<br />

primo Console Generale d’Italia in Giappone,<br />

da lui donata alla Società Geografica nel<br />

1866, al suo rientro in patria. E va precisato<br />

che la Società, fondata, a Firenze, da circa duecento<br />

studiosi e geografi per iniziativa di Cristoforo<br />

Negri e di Orazio Antinori, venne successivamente<br />

trasferita a Roma, nuovacapitale,nel1872,comerichiedeva<br />

lo statuto.<br />

Il Robecchi, inoltre, ben cosciente del problema<br />

rappresentato dalla difficoltà di lettura della<br />

scrittura ideografica, ebbe anche il merito di<br />

trascrivere e far trascrivere, a proprie spese da<br />

esperti giapponesi, le carte più rilevanti in caratteri<br />

fonetici giapponesi o katakana, di cui<br />

ciascun carattere corrisponde a una sillaba.<br />

Molto bella la carta realizzata da Hasegawa<br />

Settei (1812-1882), non datata stampa xilografica<br />

a colori su carta di riso con appoggio di seta<br />

su carta; montata a rotolo su bastone, la carta<br />

rappresenta il corso del fiume Tamagawa dalle<br />

sorgenti alla foce, tra Edo e Yokohama; la prospettiva<br />

dall’alto, con visione degli affluenti, dei<br />

paesi, delle borgate, pone davanti agli occhi<br />

una rappresentazione pratica utilissima, al<br />

tempo stesso ricca di sostanziale, dotta, poetica<br />

qualità artistica a testimoniare, come è stato<br />

sottolineato nell’importante e non solo commemorativo<br />

Convegno tenutosi a Palazzo Ducale<br />

nell’occasione dell’inaugurazione della mostra,<br />

l’ammirevole commistione, tipica del Giappone,<br />

«tra sapere e saper fare»; caratteristica questa<br />

comune anche alla storica Venezia, nella cui<br />

Biblioteca Nazionale, come ha indicato il direttore<br />

Marino Zorzi, si serbano eccezionali cimeli<br />

relativi a Marco Polo, «nobile e savio citadin de<br />

Veniexia», mercante, e primo occidentale a descrivere<br />

la Cina, l’Impero del Catai, allora governato<br />

dai Mongoli.<br />

Marco Polo non giunse in Giappone, ma ampiamente<br />

del Giappone parla nella sua opera. E<br />

alla metà del Quattrocento un cartografo veneziano,<br />

fra Mauro, è il primo a rappresentare<br />

quel remoto, vetusto, inaccessibile regno, nel<br />

celebre mappamondo conservato anch’esso nella<br />

Libreria Sansoviniana della Biblioteca Marciana,<br />

dove la mostra è ospitata.<br />

Giovan Battista Ramusio, cui si deve la più<br />

famosa raccolta di scritti di esplorazioni e viaggi,<br />

fu dal 1530 al 1543, bibliotecario di San<br />

Marco, poiché il bibliotecario titolare, il letterato<br />

Pietro Bembo era sovente assente da Venezia.<br />

E la Libreria di San Marco fu visitata nel<br />

1585 da Ito Mancho e dal suo gruppo di gentiluomini<br />

giapponesi, accompagnati dal gesuita<br />

Mezquita, i primi a raggiungere l’Italia. Se i libri<br />

che all’epoca riempivano la Libreria e le tele<br />

del Tintoretto che all’epoca si trovavano al<br />

loro posto nel vestibolo sono stati rispettivamente<br />

collocati o trasferiti altrove, le tele invece<br />

che tuttora ne adornano il soffitto sono ancor<br />

oggi tali e quali le ammirarono quei giapponesi<br />

ardimentosi di tanti secoli fa.


L'UDIENZA<br />

GENERALE<br />

PAGINA<br />

Salmo117<br />

Cantodigioiaedivittoria<br />

«Questo splendido inno biblico è collocato<br />

all’interno della piccola raccolta<br />

di Salmi, dal 112 al 117, detta lo “Hallel<br />

pasquale”, cioè la lode salmica usata dal<br />

culto ebraico per la Pasqua e anche per<br />

le principali solennità dell’anno liturgico.<br />

Il filo conduttore può essere considerato<br />

il rito processionale... sullo sfondo<br />

della città santa e del suo tempio». È<br />

quanto ha sottolineato Giovanni Paolo II<br />

nella sua meditazione sul Salmo 117 —<br />

«Canto di gioia e di vittoria», delle Lodi<br />

della domenica della seconda settimana<br />

—, durante l'udienza generale di mercoledì<br />

mattina, 5 dicembre, svoltasi nell'Aula<br />

Paolo VI.<br />

Questa è la catechesi pronunciata dal<br />

Santo Padre:<br />

1.Quando il cristiano, in<br />

sintonia con la voce orante<br />

di Israele, canta il Salmo 117<br />

che abbiamo appena sentito<br />

risuonare, prova dentro di sé<br />

un fremito particolare. Egli<br />

trova, infatti, in questo inno<br />

di forte impronta liturgica<br />

due frasi che echeggeranno<br />

all’interno del Nuovo Testamento<br />

con una nuova tonalità.<br />

La prima è costituita dal<br />

v. 22: «La pietra scartata dai<br />

costruttori è divenuta testata<br />

d’angolo». Questa frase è citata<br />

da Gesù, che la applica<br />

alla sua missione di morte e<br />

di gloria, dopo aver narrato<br />

la parabola dei vignaioli<br />

omicidi (cfr Mt 21, 42). La<br />

frase è richiamata anche da<br />

Pietro negli Atti degli Apostoli:<br />

«Questo Gesù è la pietra<br />

che, scartata da voi, costruttori,<br />

è diventata testata d’angolo.<br />

In nessun altro c’è salvezza;<br />

non vi è infatti altro<br />

nome dato agli uomini sotto<br />

il cielo nel quale è stabilito<br />

che possiamo essere salvati»<br />

(At 4, 11-12). Commenta Cirillo<br />

di Gerusalemme: «Uno<br />

solo diciamo il Signore Gesù<br />

Cristo, affinché la filiazione<br />

sia unica; uno solo diciamo,<br />

perché tu non pensi che ve<br />

ne sia un altro... Infatti è<br />

chiamato pietra, non inanimata<br />

né tagliata da mani<br />

umane, ma pietra angolare,<br />

perché colui che avrà creduto<br />

in essa non rimarrà deluso»<br />

(Le Catechesi, Roma<br />

1993, pp. 312-313).<br />

La seconda frase che il<br />

Nuovo Testamento desume<br />

dal Salmo 117 è proclamata<br />

dalla folla nel solenne ingresso<br />

messianico di Cristo in<br />

Gerusalemme: «Benedetto colui<br />

che viene nel nome del<br />

Signore!» (Mt 21, 9; cfr Sal<br />

117, 26). L’acclamazione è<br />

incorniciata da un «Osanna»<br />

che riprende l’invocazione<br />

ebraica hoshia' na’, «deh,<br />

salvaci!».<br />

2.Questo splendido inno<br />

biblico è collocato all’interno<br />

della piccola raccolta di Salmi,<br />

dal 112 al 117, detta lo<br />

«Hallel pasquale», cioè la lode<br />

salmica usata dal culto<br />

ebraico per la Pasqua e anche<br />

per le principali solennità<br />

dell’anno liturgico. Il filo<br />

conduttore del Salmo 117<br />

può essere considerato il rito<br />

processionale, scandito forse<br />

da canti per il solista e per il<br />

coro, sullo sfondo della città<br />

santa e del suo tempio. Una<br />

bella antifona apre e chiude<br />

il testo: «Celebrate il Signore<br />

perché è buono, eterna è la<br />

sua misericordia» (vv. 1.29).<br />

4 .<br />

La<br />

catechesi<br />

di Giovanni<br />

Paolo II<br />

La parola «misericordia»<br />

traduce la parola ebraica hesed,<br />

che designa la fedeltà<br />

generosa di Dio nei confronti<br />

del suo popolo alleato e amico.<br />

A cantare questa fedeltà<br />

sono coinvolte tre categorie<br />

di persone: tutto Israele, la<br />

«casa di Aronne», cioè i sacerdoti,<br />

e «chi teme Dio»,<br />

una locuzione che indica i<br />

fedeli e successivamente an-<br />

All'udienza generale di mercoledì 5<br />

dicembre 2001, nell'Aula Paolo VI,<br />

erano presenti i seguenti gruppi:<br />

Da diversi Paesi: Partecipanti al<br />

Capitolo Generale delle Ancelle dell’Amore<br />

Misericordioso.<br />

Dall’Italia: Pellegrinaggio dell’Arcidiocesi<br />

di Benevento, guidato da S.E.<br />

Mons. Serafino Sprovieri; Gruppi di<br />

Fedeli dalle Parrocchie: San Giovanni,<br />

in Santa Maria a Monte; San Cassiano,<br />

in San Cassiano a Vico di Lucca;<br />

Santi Eustachio e Antonio Abate,<br />

in Montoro Superiore; Sant’Ártema, in<br />

Monterusciello; San Bartolomeo, in<br />

Paduli; Sacri Cuori, in Castrovillari;<br />

Ufficiali Allievi dell’Accademia della<br />

Guardia di Finanza; Associazione Volontari<br />

Italiani Sangue, da Vittorio Veneto;<br />

Associazione culturale Arycanda,<br />

da Napoli; Corpo dei Vigili Urbani,<br />

da Civitavecchia; Società Sportiva<br />

Sempione 82, da Pallanzeno; Società<br />

Sportiva Lodigiani Calcio; Nazionale<br />

Italiana Ciclisti Master, da Sesto San<br />

Giovanni; Liceo classico «Tito Livio»,<br />

di Sant’Agata de' Goti; Istituto «Lombardi»,<br />

di Airola; Direzione didattica,<br />

di San Benedetto del Tronto.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì 6 Dicembre 2001<br />

che i proseliti, cioè i membri<br />

delle altre nazioni desiderosi<br />

di aderire alla legge del Signore<br />

(cfr vv. 2-4).<br />

3.La processione sembra<br />

snodarsi per le vie di Gerusalemme,<br />

perché si parla delle<br />

«tende dei giusti» (cfr v. 15).<br />

Si leva, comunque, un inno<br />

di ringraziamento (cfr vv. 5-<br />

18), il cui messaggio è essenziale:<br />

anche quando si è nel-<br />

l’angoscia bisogna conservare<br />

alta la fiaccola della fiducia,<br />

perché la mano potente<br />

del Signore conduce il suo fedele<br />

alla vittoria sul male e<br />

alla salvezza.<br />

Il poeta sacro usa immagini<br />

forti e vivaci: gli avversari<br />

crudeli sono paragonati ad<br />

uno sciame d’api o a un<br />

fronte di fiamme che avanza<br />

riducendo tutto in cenere (cfr<br />

I gruppi presenti<br />

«Quando il cristiano, insintonia con la voce<br />

orante di Israele, canta il Salmo 117...,<br />

prova dentro di sé un fremito particolare.<br />

Egli trova, infatti, in questo inno... duefrasi<br />

che echeggeranno all’interno del Nuovo<br />

Testamento con una nuova tonalità...<br />

“La pietra scartata dai costruttori<br />

è divenuta testata d’angolo”... “Benedetto<br />

colui che viene nel nome del Signore!”»<br />

Lodi Domenica 2ª settimana<br />

Il tenero bacio di Giovanni Paolo II ad un bambino di Zakopane (Polonia). Sullo sfondo<br />

si riconosce la pietra che il Papa ha benedetto al termine dell'udienza:<br />

è un monumento che rappresenta e ricorda la bellezza dei Monti di Zakopane<br />

e il significato della Croce che da cento anni svetta sul Monte Giewont<br />

v. 12). Ma la reazione del<br />

giusto, sostenuto dal Signore,<br />

è veemente; per tre volte si<br />

ripete: «Nel nome del Signore<br />

li ho sconfitti» e il verbo<br />

ebraico evidenzia un intervento<br />

distruttivo nei confronti<br />

del male (cfr vv. 10.11.12).<br />

Alla radice, infatti, c’è la destra<br />

potente di Dio, cioè la<br />

sua opera efficace, e non certo<br />

la mano debole e incerta<br />

Coppie di Sposi novelli.<br />

Gruppi di Fedeli da: Repubblica<br />

Slovacca; Polonia; Bosnia ed Erzegovina;<br />

Croazia.<br />

From South Korea: a group of pilgrims<br />

from the Archdiocese of Seoul.<br />

From the United States of America:<br />

a group of pilgrims from the Diocese<br />

of Saint Augustine, Florida; officers<br />

and sailors of the United States Sixth<br />

Fleet: USS RAMAGE.<br />

Aus der Bundesrepublik Deutschland:<br />

Pilgergruppe aus Hausen; Mitglieder<br />

der Schönstatt-Bewegung aus<br />

verschiedenen Orten Deutschlands;<br />

Privatschule Niederrhein, Krefeld.<br />

De España: Parroquia San Mateo,<br />

de Lorca; Parroquia San Pedro del Pinatar,<br />

de Murcia; Colegio Sagrado<br />

Corazón, de Logroño; Grupo cultural<br />

«Lo Rat Penat», de Valencia.<br />

De México: grupo de Puebla.<br />

De Argentina: Escuela de Cadetes<br />

del Instituto Superior de Formación<br />

Técnica.<br />

De Portugal: grupo de visitantes do<br />

Porto.<br />

«Una bella antifona apre e chiude il testo:<br />

“Celebrate il Signore perché è buono,<br />

eterna è la sua misericordia”... Il Salmo<br />

117 rincuora i cristiani a riconoscere<br />

nell’evento pasquale di Gesù “il giorno fatto<br />

dal Signore”... Col Salmo essi possono<br />

quindi cantare pieni di gratitudine:<br />

“Mia forza e mio canto è il Signore,<br />

egli è stato la mia salvezza”»<br />

dell’uomo. Ed è per questo<br />

che la gioia per la vittoria<br />

sul male si apre ad una professione<br />

di fede molto suggestiva:<br />

«Mia forza e mio canto<br />

è il Signore, egli è stato la<br />

mia salvezza» (v. 14).<br />

4.La processione sembra<br />

essere giunta al tempio, alle<br />

«porte della giustizia» (v. 19),<br />

cioè alla porta santa di Sion.<br />

Qui si intona un secondo<br />

canto di ringraziamento, che<br />

è aperto da un dialogo tra<br />

l’assemblea e i sacerdoti per<br />

essere ammessi al culto.<br />

«Apritemi le porte della giustizia:<br />

entrerò a rendere grazie<br />

al Signore», dice il solista<br />

a nome dell’assemblea processionale.<br />

«È questa la porta<br />

del Signore, per essa entrano<br />

i giusti» (v. 20), rispondono<br />

altri, probabilmente i<br />

sacerdoti.<br />

Una volta entrati si può<br />

dar voce all’inno di gratitudine<br />

al Signore, che nel tempio<br />

si offre come «pietra» stabile<br />

e sicura su cui edificare la<br />

casa della vita (cfr Mt 7, 24-<br />

25). Una benedizione sacerdotale<br />

scende sui fedeli, che<br />

sono entrati nel tempio per<br />

esprimere la loro fede, elevare<br />

la loro preghiera e celebrare<br />

il culto.<br />

5.L’ultima scena che si<br />

apre davanti ai nostri occhi è<br />

costituita da un rito gioioso<br />

di danze sacre, accompagnate<br />

da un festoso agitare di<br />

fronde: «Ordinate il corteo<br />

con rami frondosi fino ai lati<br />

dell’altare» (v. 27). La liturgia<br />

è gioia, incontro di festa,<br />

espressione dell’intera esistenza<br />

che loda il Signore. Il<br />

rito delle fronde fa pensare<br />

alla solennità ebraica delle<br />

Capanne, memoria del pellegrinaggio<br />

di Israele nel deserto,<br />

solennità nella quale si<br />

compiva una processione con<br />

ramidipalme,mirto e salice.<br />

Questo stesso rito evocato<br />

dal Salmo si ripropone al cristiano<br />

nell’ingresso di Gesù<br />

in Gerusalemme, celebrato<br />

nella liturgia della Domenica<br />

delle Palme. Cristo è osannato<br />

come «figlio di Davide»<br />

(cfr Mt 21, 9) dalla folla che,<br />

«venuta per la festa... prese<br />

dei rami di palme e uscì incontro<br />

a lui gridando: Osanna!<br />

Benedetto colui che viene<br />

nel nome del Signore, il re<br />

d’Israele!» (Gv 12, 12-13). In<br />

quella celebrazione festosa<br />

che, però, prelude all’ora<br />

della passione e morte di Gesù,<br />

si attua e comprende in<br />

senso pieno anche il simbolo<br />

della pietra angolare, proposto<br />

in apertura, acquisendo<br />

unvaloregloriosoe pasquale.<br />

Il Salmo 117 rincuora i<br />

cristiani a riconoscere nell’evento<br />

pasquale di Gesù «il<br />

giorno fatto dal Signore», in<br />

cui «la pietra scartata dai costruttori<br />

è divenuta testata<br />

d’angolo». Col Salmo essi<br />

possono quindi cantare pieni<br />

di gratitudine: «Mia forza e<br />

mio canto è il Signore, egli è<br />

stato la mia salvezza» (v. 14);<br />

«Questo è il giorno fatto dal<br />

Signore, rallegriamoci ed<br />

esultiamo in esso» (v. 24).


L'UDIENZA<br />

GENERALE<br />

PAGINA<br />

Dopo aver pronunciato la catechesi<br />

in italiano, Giovanni Paolo II l'ha riassunta<br />

in diverse lingue ed ha rivolto<br />

particolari espressioni di saluto ai numerosi<br />

gruppi di pellegrini presenti.<br />

Di lingua francese<br />

In un mondo di sofferenza<br />

siate testimoni<br />

della tenerezza di Dio<br />

Ai fedeli di lingua francese ha detto:<br />

Chers frères et sœurs,<br />

Je vous salue, pèlerins de langue<br />

française présents à cette audience.<br />

Dans un monde marqué par la souffrance<br />

et le désarroi, soyez les témoins<br />

de la tendresse de Dieu. A<br />

tous, j’accorde de grand cœur la<br />

Bénédiction apostolique.<br />

Di lingua inglese<br />

Vi chiedo di unirvi<br />

a me nella preghiera<br />

per la pace nel mondo<br />

Successivamente il Santo Padre si è<br />

rivolto ai pellegrini di espressione inglese<br />

con le seguenti parole:<br />

Dear Brothers and Sisters,<br />

I warmly welcome the Englishspeaking<br />

pilgrims and visitors here<br />

today, especially the groups from<br />

Korea, Cameroon and the United<br />

States of America. In these days of<br />

Advent, as we look to the birth of<br />

the Prince of Peace, I ask you to<br />

join me in praying for peace in the<br />

world. God bless you all!<br />

Di lingua tedesca<br />

Imparto a tutti<br />

la Benedizione Apostolica<br />

Ai gruppi di lingua tedesca il Papa<br />

ha detto:<br />

Liebe Schwestern und Brüder!<br />

Ganz herzlich begrüße ich die Pilger<br />

und Besucher aus den Ländern<br />

deutscher Sprache. Die Zeit vor<br />

Weihnachten lädt euch ein, die Türen<br />

eures Herzens für das Kommen<br />

des Herrn zu öffnen. Mit diesem<br />

Wunsch erteile ich euch, euren Lieben<br />

daheim und allen, die mit uns<br />

über Radio Vatikan und das Fernse-<br />

GIAMPAOLO MATTEI<br />

A venti giorni da Natale, la preghiera<br />

perché cessi finalmente la spirale<br />

di morte che avvolge la Terra dove è<br />

nato Gesù ha segnato l'udienza generale<br />

nell'Aula Paolo VI. «Sento il bisogno<br />

di esprimere il mio sentito cordoglio<br />

per le nuove vittime dell'assurda<br />

violenza che continua a insanguinare<br />

la regione medio-orientale — ha detto<br />

Giovanni Paolo II —. Ancora una<br />

volta ripeto con animo accorato che<br />

la violenza mai risolve i conflitti, ma<br />

soltanto ne accresce le drammatiche<br />

conseguenze». Il Papa ha lanciato<br />

«un nuovo pressante appello alla Comunità<br />

internazionale affinché con<br />

sempre maggiore determinazione e<br />

coraggio aiuti Israeliani e Palestinesi<br />

a spezzare questa inutile spirale di<br />

morte». E ha concluso: «Siano ripresi<br />

immediatamente i negoziati, perché si<br />

possa finalmente giungere alla tanto<br />

desiderata pace».<br />

In Aula erano presenti i promotori<br />

del progetto «World peace monument<br />

for the three monotheistic world religions».<br />

L'idea è quella di porre un<br />

monumento — alto cento metri e largo<br />

quaranta metri — sul Monte Ora,<br />

tra Gerusalemme ed Ein Karem. Vi<br />

saranno incise scritte in ebraico, in<br />

arabo e in latino tratte dalla Bibbia<br />

(Antico e Nuovo Testamento) e dal<br />

Corano.<br />

La dolce parola «Betlemme» — ancora<br />

più dolce in questo tempo di Avvento<br />

— è risuonata nell'Aula su iniziativa<br />

della gente di Civitavecchia.<br />

Una delegazione è infatti venuta stamane<br />

per consegnare al Papa un singolare<br />

dono per la giornata di digiuno<br />

per la pace indetta per il prossimo 14<br />

dicembre. A Civitavecchia due piazze<br />

avranno un nome significativo: una<br />

sarà intitolata proprio a Betlemme e<br />

l'altra a Giovanni Paolo II. Lo ha reso<br />

noto il sindaco della città laziale. «È<br />

un dono significativo — spiega — anche<br />

perché noi siamo gemellati con<br />

Betlemme e ricordiamo con riconoscenza<br />

la visita del Papa il 19 marzo<br />

1987». Con il Sindaco erano presenti<br />

la Giunta municipale; il comandante,<br />

il vice-comandante e cinquanta Vigili<br />

Urbani; il priore, il vice-priore e sei<br />

componenti dell'Arciconfraternita del<br />

Gonfalone che hanno portato a spalla<br />

la venerata statua della Madonna delle<br />

Grazie. Era presente il Vescovo di<br />

Civitavecchia, Mons. Girolamo Grillo.<br />

Accompagato dal Cardinale Furno,<br />

5 .<br />

<br />

<br />

L'incontro<br />

nell'Aula<br />

Paolo VI<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì 6 Dicembre 2001<br />

I saluti ai pellegrini<br />

hen verbunden sind, den Apostolischen<br />

Segen.<br />

Di lingua spagnola<br />

Saluto con affetto i presenti<br />

giunti dalla Spagna<br />

e dall'America Latina<br />

Molti come sempre i fedeli di espressione<br />

spagnola, provenienti anche da<br />

diversi Paesi dell'America Latina. Giovanni<br />

Paolo II li ha così salutati:<br />

Queridos hermanos y hermanas:<br />

Saludo con afecto a todos los presentes<br />

de lengua española. En especial,<br />

al Grupo Cultural «Lo Rat Penat»,<br />

de Valencia, a los alumnos del<br />

Colegio Sagrado Corazón, de Logroño,<br />

y a los alumnos de la Escuela<br />

de Cadetes del Servicio Penitenciario<br />

de la Provincia de Buenos Aires,<br />

así como a los demás peregrinos de<br />

España y América latina. Muchas<br />

gracias por vuestra atención.<br />

Di lingua portoghese<br />

Vi auguro una fruttuosa<br />

preparazione spirituale<br />

per il Santo Natale<br />

Rivolgendosi ai pellegrini di lingua<br />

portoghese, ha detto:<br />

Caríssimos Irmãos e Irmãs!<br />

Saúdo cordialmente quantos me<br />

escutam, nomeadamente os peregrinos<br />

portugueses vindos do Porto.<br />

Desejo-lhes todo o bem, com as graças<br />

e luzes do Espírito Santo, em<br />

frutuosa preparação espiritual de<br />

um santo Natal. Com a minha Bênção<br />

Apostólica.<br />

Di lingua slovacca<br />

Vivete nella gioia<br />

questo tempo di attesa<br />

del Redentore<br />

Il Santo Padre ha poi dato il benvenuto<br />

ai fedeli provenienti dalla Slovacchia.<br />

Ecco le sue parole:<br />

Srdečne pozdravujem skupinu<br />

pútnikov z Bratislavy.<br />

Arciprete della Basilica di Santa Maria<br />

Maggiore, Mons. Juan Esquerda<br />

Bifet ha portato in dono il volume, da<br />

lui curato, che raccglie i discorsi del<br />

Papa nella Basilica Liberiana.<br />

* * *<br />

Tre Apostoli per una regione, tre<br />

Apostoli che sono punti di riferimento<br />

per una terra cristiana. È una responsabilità<br />

missionaria e costituisce un<br />

invito alla conversione il fatto che i<br />

corpi di tre Apostoli siano custoditi e<br />

venerati dai cristiani di Campania:<br />

san Matteo a Salerno, sant'Andrea ad<br />

Amalfi e san Bartolomeo a Benevento.<br />

A rappresentare questa grande<br />

storia di fede ci sono oggi nell'Aula<br />

2.000 pellegrini giunti da Benevento,<br />

guidati dall'Arcivescovo Serafino<br />

Sprovieri. Era presente anche il Cardinale<br />

Giuseppe Caprio, nativo di Lapio,<br />

appunto nel territorio dell'Arcidiocesi<br />

beneventana, che tra 12 giorni<br />

celebrerà il 40° anniversario di ordinazione<br />

episcopale e il 63° anniversario<br />

di ordinazione sacerdotale.<br />

«Abbiamo vissuto un intenso anno<br />

pastorale — spiega l'Arcivescovo<br />

Sprovieri — che abbiamo chiamato<br />

“Anno bartolomeano del discepolato”,<br />

riccamente indulgenziato dal Santo<br />

Padre, per vivere un tempo di grazia<br />

vicino a san Bartolomeo per essere<br />

anche noi discepoli del Signore, come<br />

lui e con lui. In questo anno abbiamo<br />

cercato di tradurre le ricchezze<br />

dei suggerimenti del Santo Padre.<br />

Ad esempio, abbiamo promosso numerose<br />

scuole di preghiera con la<br />

partecipazione di oltre mille giovani;<br />

abbiamo rianimato la pastorale della<br />

famiglia e abbiamo consacrato le famiglie<br />

al Cuore di Maria; abbiamo<br />

promosso la preghiera quotidiana del<br />

Rosario nelle case ed esortato i genitori<br />

a prendere l'impegno di educare<br />

cristianamente i figli; abbiamo valorizzato<br />

la domenica; abbiamo sviluppato<br />

l'assistenza agli ammalati e la<br />

solidarietà ai poveri. Tutti questi<br />

spunti li abbiamo realizzati fissando il<br />

Volto di Cristo, secondo la parola del<br />

Papa. E da questo anno abbiamo ricevuto<br />

la spinta verso l'Eucaristia: così<br />

dal 26 maggio al 2 giugno celebreremo<br />

il Congresso eucaristico».<br />

«Siamo venuti per esprimere attaccamento,<br />

fedeltà e devozione al Santo<br />

Padre — afferma —. Al Papa presentiamo<br />

oggi una statua della Madonna<br />

di Fátima destinata al Semina-<br />

Il Papa con l'Arcivescovo di Benevento, Mons. Serafino Sprovieri, riceve l'omaggio<br />

di un sacerdote che ha partecipato al pellegrinaggio a Roma della Diocesi beneventana<br />

Drahí bratia a sestry, minulú nedeľu<br />

sme vstúpili do Adventného obdobia.<br />

Preživajte tento čas prípravy<br />

ako Nepoškvrnená Panna v radostnom<br />

očakávaní Vykupiteľa, ktorý<br />

prichádza.<br />

Prijmite moje Apoštolské<br />

požehnanie, ktoré rád udeľujem<br />

vám i vašim drahým doma.<br />

Pochválený buď Ježiš Kristus!<br />

E questa è una nostra traduzione del<br />

testo slovacco:<br />

Saluto cordialmente il gruppo dei pellegrini<br />

provenienti da Bratislava.<br />

Cari fratelli e sorelle, domenica scorsa<br />

siamo entrati nel tempo liturgico dell’Avvento.<br />

Vivete questo tempo di attesa<br />

gioiosa del Redentore che viene, sull’esempio<br />

della Vergine Immacolata.<br />

Volentieri imparto la Benedizione<br />

Apostolica a voi ed ai vostri cari.<br />

Sia lodato Gesù Cristo!<br />

Di lingua croata<br />

L'Eucaristia è segno visibile<br />

dell'unità della Chiesa<br />

Questo è il saluto ai presenti di lingua<br />

croata:<br />

Draga braćo i sestre, Euharistija<br />

je sakramenat ljubavi i vidljivi znak<br />

jedinstva onih koji su, posvećeni<br />

jednim jedinim krštenjem i pomazani<br />

Duhom Svetim, okupljeni oko biskupa,<br />

njihova pastira, i svećenikâ,<br />

njegovih suradnikâ u služenju Crkvi.<br />

Ona je životna snaga Crkve i<br />

očituje njezinu narav.<br />

Pozdravljam hodočasnike iz Mostarsko-duvanjske<br />

biskupije i ostale<br />

hrvatske hodočasnike. Svima udjeljujem<br />

apostolski blagoslov.<br />

Hvaljen Isus i Marija!<br />

Ed ecco la nostra traduzione delle<br />

sue parole:<br />

Cari Fratelli e Sorelle, l’Eucaristia è<br />

sacramento di amore e segno visibile<br />

dell’unità di quanti, consacrati in un solo<br />

Battesimo e unti dallo Spirito Santo,<br />

sono riuniti intorno al Vescovo, loro pastore,<br />

ed ai sacerdoti, suoi collaboratori<br />

nel ministero ecclesiale. Essa è forza vitale<br />

della Chiesa e ne manifesta la natura.<br />

Saluto i pellegrini provenienti dalla<br />

Diocesi di Mostar-Duvno e gli altri pellegrini<br />

croati. A tutti imparto la Benedizione<br />

Apostolica.<br />

Siano lodati Gesù e Maria!<br />

Di lingua polacca<br />

La Croce<br />

del Monte Giewont<br />

sia il segno dell'identità<br />

cristiana dei polacchi<br />

Successivamente il Santo Padre si è<br />

così rivolto ai pellegrini polacchi:<br />

Pozdrawiam pielgrzymów z Polski:<br />

kard. Henryka Gulbinowicza,<br />

Liceum Pijarów z Krakowa, LOT,<br />

Bank Kredytowy i ORBIS.<br />

W sposób szczególny pozdrawiam<br />

pielgrzymów z Zakopanego z zarządem<br />

miasta, którzy przybyli tu ze<br />

szczególnym darem. W związku z<br />

100. rocznicą ustawienia krzyża na<br />

Giewoncie zechcieliście ofiarować<br />

mi rzeźbę tej legendarnej góry z<br />

krzyżem na szczycie. Dziękuję wam<br />

La cronaca<br />

Giovanni Paolo II saluta il Cardinale Giuseppe Caprio, nativo di Lapio<br />

nel territorio dell'Arcidiocesi di Benevento<br />

rio di Kyiv, in Ucraina, dono della<br />

parrocchia di san Gennaro in Benevento,<br />

gemellata con la parrocchia<br />

greco-cattolica di san Nicola in Kyiv».<br />

In quella chiesa il Papa si è fermato<br />

in preghiera il 23 giugno scorso: è<br />

stato il primo momento dello storico<br />

pellegrinaggio in terra ucraina. La<br />

statua partirà per Kyiv il 16 dicembre.<br />

Al Santo Padre è stata presentata anche<br />

una targa-ricordo per la realizzazione<br />

di una croce monumentale a<br />

Chernobyl, in ricordo della terrificante<br />

tragedia nucleare del 1986.<br />

I pellegrini beneventani nel pomeriggio<br />

si recheranno al santuario della<br />

Madonna del Divino Amore dove<br />

rinnoveranno la consacrazione al<br />

Cuore di Maria. In serata è previsto il<br />

rientro a casa.<br />

* * *<br />

Don Massimo Del Regno, parroco<br />

di sant'Eustachio e sant'Antonio abate<br />

a Montoro Superiore, in provincia di<br />

Avellino e in Arcidiocesi di Salerno,<br />

ha guidato un pellegrinaggio di duecento<br />

persone «per riaffermare l'amo-<br />

re al Successore di Pietro e per deporre<br />

ai suoi piedi la devozione mariana<br />

che ci darà un nuovo impulso<br />

per vivere e per sperimentare la santità,<br />

come Giovanni Paolo II ci ha indicato<br />

nella “Novo Millennio ineunte”».<br />

Il Papa ha benedetto la statua<br />

della Vergine di Fátima che accompagnerà<br />

la comunità nella missione mariana<br />

che si svolgerà dal 12 al 19<br />

maggio.<br />

Le parrocchie di sant'Eustachio e<br />

sant'Antonio abate sono state unite il<br />

28 giugno 1986. «La vita di fede di<br />

questa gente è sempre stata caratterizzata<br />

da una forte devozione per la<br />

Madre di Dio — dice don Massimo,<br />

parroco da due anni —. Basti pensare<br />

che è prassi consolidata celebrare<br />

di mattino presto, alle ore 6, le Novene<br />

dell'Immacolata e di Natale, per<br />

affidare la giornata alla Mamma del<br />

Cielo. Per non disperdere questo autentico<br />

valore, sulla scia delle generazioni<br />

precedenti, la comunità ha voluto<br />

affidare alla materna protezione<br />

di Maria il Terzo Millennio per vivere<br />

za ten dar, który przypominać będzie<br />

Zakopane, Podhale i nasze Tatry.<br />

Ten krzyż, głęboko zakorzeniony<br />

w sercach górali i wszystkich Polaków,<br />

niech będzie znakiem ich<br />

osobistej, narodowej i chrześcijańskiej<br />

tożsamości.<br />

Niech Bóg wszystkim błogosławi!<br />

Questa è una nostra traduzione italiana:<br />

Saluto i pellegrini polacchi: il Card.<br />

Henryk Gulbinowicz, il liceo dei padri<br />

scolopi di Cracovia, i gruppi della LOT,<br />

del Bank Kredytowy e dell'Orbis.<br />

In modo particolare saluto i pellegrini<br />

giunti da Zakopane con le loro autorità<br />

municipali che hanno portato un dono<br />

speciale. Nel centenario dell'erezione<br />

della croce sul monte Giewont avete voluto<br />

offrirmi una scultura che rappresenta<br />

quel leggendario monte con la<br />

croce posta sulla sua cima. Vi ringrazio<br />

per questo dono che ricorderà Zakopane,<br />

la regione di Podhale e i nostri monti<br />

Tatra. Questa croce, profondamente<br />

radicata nei cuori dei montanari e di<br />

tutti i polacchi, sia il segno della loro<br />

identità personale, nazionale e cristiana.<br />

Di lingua italiana<br />

Ai fedeli di Benevento:<br />

riflettete sulla testimonianza<br />

dell'Apostolo s. Bartolomeo<br />

Il Papa ha poi salutato i gruppi di<br />

lingua italiana. Ai fedeli di Benevento,<br />

venuti a Roma con l'Arcivescovo Serafino<br />

Sprovieri a conclusione dell'Anno<br />

sul «discepolato», ha detto:<br />

Rivolgo ora un cordiale saluto ai<br />

pellegrini di lingua italiana. In particolare,<br />

saluto i numerosi fedeli di<br />

Benevento, accompagnati dal loro<br />

Arcivescovo Mons. Serafino Sprovieri<br />

e anche dal Cardinale Giuseppe<br />

Caprio, e venuti a Roma a conclusione<br />

dell’Anno sul «discepolato»,<br />

che ha visto la diocesi riflettere sulla<br />

testimonianza dell’Apostolo san<br />

Bartolomeo.<br />

Agli altri pellegrini italiani<br />

Vi incoraggio a progredire<br />

nella fedeltà al Vangelo<br />

Agli altri pellegrini di lingua italiana,<br />

il Papa ha detto:<br />

Saluto, poi, il Corpo di Polizia<br />

Municipale di Civitavecchia e i rap-<br />

la conversione e ripartire con rinnovato<br />

slancio da Cristo».<br />

* * *<br />

Giovanni Paolo II ha benedetto un<br />

singolare e significativo monumento<br />

donato dalla città polacca di Zakopane.<br />

È una roccia — sormontata da<br />

una croce di ferro — che ricorda e<br />

rappresenta la bellezza di quelle<br />

splendide montagne, tanto care al<br />

Santo Padre. Sul monte Giewont la<br />

grande croce è stata piantata proprio<br />

cento anni fa e da lassù domina la<br />

regione di Podhale e i monti Tatra.<br />

La roccia donata al Papa porta impresso<br />

anche lo stemma di Giovanni<br />

Paolo II e alcune significative raffigurazioni<br />

oltreché «la dedica». Da Zakopane<br />

è giunto un folto pellegrinaggio,<br />

del quale fanno parte il vecchio e il<br />

nuovo Sindaco della città. Un gruppo<br />

folkloristico ha eseguito i canti tradizionali<br />

di quella terra.<br />

Significativa la presenza del Cardinale<br />

Henryk Gulbinowicz, Arcivescovo<br />

di Wrocław, e della comunità del Ginnasio<br />

dei Padri Scolopi di Cracovia.<br />

* * *<br />

Una statua della Madonna di Fátima<br />

è stata portata per la benedizione<br />

del Papa anche dalla comunità parrocchiale<br />

dei Sacri Cuori a Castrovillari<br />

(Cosenza), in diocesi di Cassano<br />

all'Jonio. «La statua viene direttamente<br />

da Fátima — spiega il parroco Carmine<br />

De Franco —. Prima di esporla<br />

alla venerazione dei fedeli abbiamo<br />

chiesto al Santo Padre di benedirla e<br />

questo intende essere anche un gesto<br />

di affetto per il Papa».<br />

Don Carmine è venuto all'udienza<br />

con 450 fedeli della sua parrocchia e<br />

con il sindaco del paese, Francesco<br />

Fortunato.<br />

* * *<br />

Il 5 novembre 2000 si è svolto il<br />

Giubileo dei Politici e dei Governanti.<br />

A quell'evento giubilare ha preso parte<br />

anche Andrea Salati, sindaco di<br />

Gioi, Comune della provincia di Salerno.<br />

«In Consiglio comunale abbiamo<br />

approvato subito le mozioni presentate<br />

al Giubileo dei Politici — afferma<br />

— così vogliamo consegnare al<br />

Santo Padre quelle delibere consiliari.<br />

Riteniamo importante questo atto<br />

perché il paese di Gioi rappresenta<br />

una piccola realtà, 1.550 persone, che<br />

può essere però un esempio». Le tre<br />

delibere riguardano il problema del<br />

presentanti di codesta Amministrazione<br />

Comunale, accompagnati dal<br />

loro Pastore Mons. Girolamo Grillo.<br />

Estendo il mio pensiero all’associazione<br />

culturale «Arycanda», all’Avis<br />

di Vittorio Veneto e alla società<br />

sportiva «Sempione 82».<br />

Saluto, inoltre, le «Ancelle dell’Amore<br />

Misericordioso», che hanno<br />

voluto visitarmi durante il loro capitolo<br />

elettivo, e le incoraggio a progredire<br />

nella loro fedeltà al Vangelo<br />

e alla Chiesa.<br />

Saluto cordialmente gli ufficiali<br />

allievi dell'Accademia di Guardia di<br />

Finanza.<br />

AI GIOVANI:<br />

L'Immacolata Concezione<br />

vi guidi nel cammino<br />

di adesione a Cristo<br />

AI MALATI:<br />

Maria sia sostegno<br />

di rinnovata speranza<br />

AGLI SPOSI NOVELLI:<br />

L'esempio fulgido<br />

della Vergine vi insegni<br />

a scoprire l'amore di Gesù<br />

Infine ha così salutato i giovani, gli<br />

ammalati e gli sposi novelli:<br />

Saluto, infine, i giovani, i malati<br />

e gli sposi novelli.<br />

Il tempo di Avvento, da poco iniziato,<br />

ci presenta in questi giorni<br />

l’esempio fulgido della Vergine Immacolata.<br />

Sia lei a guidarvi, cari<br />

giovani, nel vostro spirituale cammino<br />

di adesione a Cristo. Per voi,<br />

cari malati, sia sostegno di rinnovata<br />

speranza. Mentre guidi voi, cari<br />

sposi novelli, a scoprire sempre più<br />

l’amore di Cristo.<br />

Altermine — dopo aver pronunciato<br />

l'appello per la pace in Terra Santa che<br />

pubblichiamo in prima pagina — Giovanni<br />

Paolo II ha guidato il canto del<br />

«Pater Noster», ha recitato l'orazione<br />

conclusiva, ha impartito, insieme con i<br />

Cardinali e i Vescovi presenti, la Benedizione<br />

Apostolica.<br />

debito estero dei Paesi poveri; la dignitàe<br />

la libertàdellapersona; e il tema<br />

dell'etica e della globalizzazione.<br />

Nel pieno dei lavori del X Capitolo<br />

generale elettivo le religiose della<br />

Congregazione delle Ancelle dell'Amore<br />

Misericordioso sono venute in<br />

pellegrinaggio a Roma per deporre<br />

nelle mani del Papa il loro impegno.<br />

Il Capitolo, in corso a Collevalenza, si<br />

è aperto il 23 novembre e si concluderà<br />

il 14 dicembre. «Con Maria, testimoni<br />

dell'amore misericordioso<br />

nelle diverse culture» è il tema di riflessione.<br />

La Congregazione, fondata da Madre<br />

Speranza di Gesù Alhama, è presente,<br />

in comunione e in collaborazione<br />

con i Figli dell'Amore Misericordioso,<br />

con significative opere in<br />

Spagna, in Italia, in Germania, in Romania,<br />

in India, in Brasile, in Bolivia<br />

e da poco in Messico e a Cuba.<br />

* * *<br />

In prima fila quei 48 bambini con<br />

indosso il vestitino bianco della Prima<br />

Comunione sono un segno di speranza.<br />

Vengono dalla parrocchia di san<br />

Giovanni Evangelista a Santa Maria<br />

Monte, in diocesi di San Miniato. Li<br />

accompagna il parroco, don Alvaro<br />

Gori: «I bambini sono qui con i loro<br />

genitori e con i loro catechisti. Oggi è<br />

la conclusione di un cammino importante<br />

che li ha visti accostarsi all'Eucaristia,<br />

il 6 ottobre scorso».<br />

* * *<br />

In testa al gruppo, si potrebbe dire<br />

nel loro popolarissimo gergo, c'è<br />

Claudio Chiappucci. Ma tutti coloro<br />

che stamani sono in Piazza San Pietro<br />

sono in «fuga» insieme con lui,<br />

una «fuga» decisa e decisiva per raggiungere<br />

il traguardo della solidarietà.<br />

È infatti proprio Chiappucci il capitano<br />

della nazionale italiana ciclisti<br />

«master» che organizza iniziative a<br />

scopo benefico: in questo momento è<br />

impegnata a raccogliere fondi per sostenere<br />

l'intervento chirurgico di un<br />

bambino di appena un anno di vita.<br />

Al Papa i ciclisti hanno donato una<br />

bicicletta e una maglia rosa.<br />

In occasione dei venti anni di attività,<br />

la Società sportiva «Sempione 82»<br />

ha voluto celebrare l'avvenimento insieme<br />

con il Papa. La Società è composta<br />

da atleti e da dirigenti portatori<br />

di handicap. I venti anni di storia sono<br />

costellati di successi, fino al primato<br />

italiano raggiunto quest'anno.


.<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì 6 Dicembre 2001<br />

MESSAGGIO Giovanni Paolo II ai volontari in occasione della conclusione dell'Anno a loro dedicato dalle Nazioni Unite<br />

«Cristo, che chiede di essere servito nei poveri<br />

parla al cuore di chi si pone al loro servizio»<br />

«Quanti volontari, nell'impegnarsi<br />

coraggiosamente per il prossimo, giungono<br />

a scoprire la fede! Cristo, che<br />

chiede di essere servito nei poveri, parla<br />

al cuore di chi si pone al loro servizio».<br />

Lo afferma Giovanni Paolo II nel<br />

Messaggio rivolto a tutti i volontari del<br />

mondo in occasione della conclusione<br />

dell'Anno che le Nazioni Unite hanno<br />

dedicato al Volontariato. Ecco il testo<br />

del Messaggio:<br />

Cari Volontari!<br />

1.Al termine di quest’anno,<br />

che le Nazioni Unite hanno<br />

dedicato al Volontariato,<br />

desidero esprimervi vivo e<br />

cordiale apprezzamento per<br />

la costante dedizione con cui,<br />

in ogni parte del mondo, andate<br />

incontro a quanti versano<br />

nell’indigenza. Sia che<br />

operiate come singoli oppure<br />

raggruppati in specifiche associazioni,<br />

voi rappresentate<br />

per bambini, anziani, ammalati,<br />

gente in difficoltà, rifu-<br />

giati e perseguitati un raggio<br />

di speranza, che squarcia le<br />

tenebre della solitudine e incoraggia<br />

a vincere la tentazione<br />

della violenza e dell’egoismo.<br />

Cosa spinge un volontario<br />

a dedicare la sua vita agli altri?<br />

Anzitutto quel moto innato<br />

del cuore, che stimola ogni<br />

essere umano ad aiutare il<br />

proprio simile. Si tratta quasi<br />

di una legge dell’esistenza. Il<br />

volontario avverte una gioia,<br />

che va ben oltre l’azione<br />

compiuta, quando riesce a<br />

dare qualcosa di sé agli altri<br />

gratuitamente.<br />

Proprio per questo, il Volontariato<br />

costituisce un fattore<br />

peculiare di umanizzazione:<br />

grazie alle svariate forme<br />

di solidarietà e di servizio che<br />

promuove e concretizza, rende<br />

la società più attenta alla<br />

dignità dell’uomo e alle sue<br />

molteplici aspettative. Attraverso<br />

l’attività che svolge, il<br />

Volontariato giunge a sperimentare<br />

che, solo se ama e si<br />

dona agli altri, la creatura<br />

umana realizza pienamente se<br />

stessa.<br />

2.Cristo, il Figlio di Dio<br />

fatto uomo, ci comunica la<br />

ragione profonda di questa<br />

universale esperienza umana.<br />

Manifestando il volto di Dio<br />

che è amore (cfr 1 Gv 4, 8),<br />

Egli rivela all’uomo l’amore<br />

come legge suprema del suo<br />

essere. Nella vita terrena Gesù<br />

ha reso visibile la divina<br />

tenerezza, spogliando «se<br />

stesso, assumendo la condizione<br />

di servo e divenendo simile<br />

agli uomini» (Fil 2, 7) e<br />

«ha dato se stesso per noi, offrendosi<br />

a Dio in sacrificio di<br />

soave odore» (Ef 5, 1). Condividendo<br />

sino ala morte la nostra<br />

vicenda terrena, ci ha insegnato<br />

a «camminare nella<br />

carità».<br />

Seguendo le sue orme, la<br />

Chiesa, in questi due millenni,<br />

non ha cessato di testimoniare<br />

quest’amore, scrivendo<br />

pagine edificanti grazie a santi<br />

e sante che hanno segnato<br />

la storia. Penso, tra i più recenti,<br />

a san Massimiliano Kolbe,<br />

che si è sacrificato per<br />

salvare un padre di famiglia,<br />

e a Madre Teresa di Calcutta,<br />

che ha consacrato se stessa ai<br />

più poveri tra i poveri.<br />

Attraverso l’amore per Dio<br />

e l’amore per i fratelli, il cristianesimo<br />

sprigiona tutta la<br />

sua potenza liberante e salvifica.<br />

La carità rappresenta la<br />

Dopo i lavori di restauro che hanno interessato la porta bronzea<br />

e le statue di s. Bartolomeo, s. Gennaro e s. Barbato<br />

La Cattedrale di Benevento<br />

riscopre i suoi tesori di arte e di fede<br />

In età cristiana a Benevento,<br />

nell'area del Foro romano,<br />

è sorto il complesso<br />

della Cattedrale, dedicata<br />

alla «Regina del Cielo», e<br />

l'Episcopio ove sono ubicate<br />

le più significative realtà<br />

culturali: Museo Diocesano,<br />

Biblioteca Capitolare, Biblioteca<br />

Arcivescovile «Pacca»<br />

e Archivio Storico «Benedetto<br />

XIII». La Cattedrale,<br />

più volte ricostruita nel<br />

corso dei secoli, fu sede di<br />

Sinodi e di Concili presieduti<br />

anche da Sommi Pontefici<br />

e riguardanti la Chiesa<br />

universale.<br />

Il monumentale complesso,<br />

con tutte le sue preziose<br />

testimonianze storico-artistiche,<br />

venne distrutto dalle<br />

incursioni aree americane<br />

del 12 e del 14 settembre<br />

1943. Terminato il conflitto<br />

si provvide alla conservazione<br />

di quanto si era salvato<br />

e alla ricostruzione. Raccogliendo<br />

una difficile eredità,<br />

gli ultimi Arcivescovi hanno<br />

avviato un processo di riqualificazione<br />

punteggiato<br />

di momenti significativi.<br />

All'inizio dell'Anno Giubilare<br />

è stata inaugurata la<br />

plurisecolare «Janua Major»,<br />

la grande porta di<br />

bronzo bivalve, alta m 4,66<br />

e larga 3,40, capolavoro della scultura romanica<br />

risalente ai secoli XII-XIII,<br />

smembrata in decine di pezzi dalle bombe<br />

che si abbatterono sulla Cattedrale nel<br />

1943, restaurata con perizia e incastonata<br />

all'interno dell'atrio per motivi di conservazione.<br />

Dei 72 pannelli che compongono<br />

la «Janua Major», 43 raffigurano episodi<br />

della vita di Cristo — proclamatosi la<br />

Porta — articolati intorno all'infanzia, alla<br />

vita pubblica, alla Passione, alla Risurrezione,<br />

alla sua Ascensione al Cielo, altri<br />

25 raffigurano l'Arcivescovo metropolita<br />

di Benevento in trono, con il camauro,<br />

insegna propria del Pontefice, nell'atto di<br />

ricevere l'omaggio da un Vescovo neoconsacrato,<br />

e 24 Vescovi suffraganei della<br />

Provincia Ecclesiastica Beneventana, in<br />

ieratica successione, nell'identico gesto di<br />

benedire alla greca nel nome di Cristo. 4<br />

protomi, due teste di leone e due teste di<br />

grifo, sostengono, infine, nelle mascelle<br />

l'anello.<br />

Nel sacello è stato collocato un Monumento<br />

commemorativo dell'ordinazione<br />

sacerdotale del beato Padre Pio da Pietrelcina<br />

(nato a Pietrelcina il 25 maggio<br />

1887, morto a San Giovanni Rotondo il<br />

23 settembre 1968, proclamato beato da<br />

Giovanni Paolo II il 2 maggio 1999, è stato<br />

ordinato sacerdote proprio nella Cattedrale<br />

di Benevento il 10 maggio 1910 da<br />

Paolo Schinosi, Arcivescovo titolare di<br />

Marcianopoli, Ausiliare dell'Arcivescovo<br />

di Benevento). L'opera è stata realizzata<br />

dall'artista beneventano Giuseppe Di<br />

Marzo. Il gruppo bronzeo mostra il beato<br />

in atteggiamento umile e trasfigurato,<br />

mentre il Vescovo lo ordina sacerdote di<br />

Cristo mediante l'imposizione delle mani.<br />

Alla base un reliquario a forma di messale<br />

aperto, reca in una facciata la scritta:<br />

«Sacerdos alter Christus», nell'altra alcune<br />

reliquie donate dal barone Domenico<br />

Petruccelli di Baselice.<br />

Lo scorso 11 febbraio, nell'«Anno Bar-<br />

tolomeano del Discepolato»,<br />

la vetusta statua marmorea<br />

di San Bartolomeo, opera<br />

dell'artista trecentesco fra<br />

Nicola da Montefiore, seguace<br />

di Arnolfo di Cambio<br />

— già nell'antica Basilica<br />

dell'Apostolo Patrono, contigua<br />

alla Cattedrale, distrutta<br />

dai sismi del 1688 e<br />

del 1702 e ricostruita altrove<br />

— è stata intronizzata là<br />

dove era ubicata nella Cattedrale<br />

distrutta.<br />

L'11 ottobre, in occasione<br />

della giornata «pro-Episcopio»,<br />

si è ripetuto lo stesso<br />

rito per altre due statue<br />

marmoree che uscirono<br />

gravemente danneggiate e<br />

in parte frantumate dagli<br />

eventi bellici del 1943. Per<br />

decenni nessuno aveva osato<br />

sperare in un possibile<br />

recupero. Grazie alla sensibilità<br />

religiosa e alla perizia<br />

artistica di Giuseppe Di<br />

Marzo le statue dei santi<br />

Vescovi compatroni minori<br />

dell'Arcidiocesi di Benevento,<br />

san Gennaro (III sec.) e<br />

san Barbato (VIII sec.), sono<br />

anch'esse tornate negli<br />

spazi tradizionali, precisamente<br />

all'ingresso della<br />

Cappella del Santissimo Sacramento,<br />

in Cattedrale.<br />

Fu il Cardinale Serafino<br />

Cenci, romano, il cui cuore, per sua<br />

espressa volontà testamentaria, giace nella<br />

cripta della Cattedrale — egli fu Arcivescovo<br />

di Benevento dal 1773 al 1740 —<br />

a dotare il tempio sannita delle due pregevoli<br />

statue sottratte dalla furia della<br />

guerra. Dopo 58 anni dai rovinosi bombardamenti<br />

è toccato all'attuale Arcivescovo<br />

Metropolita, Mons. Serafino Sprovieri,<br />

restituirle al culto dei fedeli. Il gesto<br />

è stato accolto dall'esultanza della città<br />

e dal compiacimento di Mons. Pasquale<br />

Fusco, Rettore della Basilica Cattedrale.<br />

Sono iniziative destinate a dare decoro<br />

e prestigio al Duomo di Benevento ed a<br />

continuare nell'impegno di evangelizzazione<br />

che, passando attraverso il linguaggio<br />

della bellezza messo al servizio della<br />

fede, è capace di raggiungere il cuore degli<br />

uomini.<br />

PASQUALE MARIA MAINOLFI<br />

«Attraverso l'amore per Dio e l'amore<br />

per i fratelli, il cristianesimo sprigiona<br />

tutta la sua potenza liberante e salvifica.<br />

La carità rappresenta<br />

la forma più eloquente di evangelizzazione...<br />

Non si tratta di soddisfare unicamente<br />

i bisogni materiali del prossimo...<br />

ma di condurlo a sperimentare<br />

in modo personale la carità di Dio»<br />

forma più eloquente di evangelizzazione<br />

perché, rispondendo<br />

alle necessità corporali,<br />

rivela agli uomini l’amore<br />

di Dio, provvidente e padre,<br />

sempre sollecito per ciascuno.<br />

Non si tratta di soddisfare<br />

unicamente i bisogni materiali<br />

del prossimo, come la fame,<br />

la sete, la carenza di abitazioni,<br />

le cure mediche, ma<br />

di condurlo a sperimentare in<br />

modo personale la carità di<br />

Dio. Attraverso il Volontariato,<br />

il cristiano diviene testimone<br />

di questa divina carità;<br />

l’annuncia e la rende tangibile<br />

con interventi coraggiosi e<br />

profetici.<br />

3.Non basta venire incontro<br />

a chi si trova in difficoltà<br />

materiali; occorre al<br />

tempo stesso rispondere alla<br />

sua sete di valori e di risposte<br />

profonde. È importante il tipo<br />

di aiuto che si offre, ma ancor<br />

più lo è il cuore con cui<br />

esso è dispensato. Che si tratti<br />

di microprogetti o grandi<br />

realizzazioni, il Volontariato è<br />

chiamato ad essere in ogni<br />

caso scuola di vita soprattutto<br />

per i giovani, contribuendo a<br />

educarli ad una cultura di solidarietà<br />

e di accoglienza,<br />

aperta al dono gratuito di sé.<br />

Quanti volontari, nell’impegnarsi<br />

coraggiosamente per il<br />

prossimo, giungono a scoprire<br />

la fede! Cristo, che chiede<br />

di essere servito nei poveri,<br />

parla al cuore di chi si pone<br />

al loro servizio. Fa sperimentare<br />

la gioia dell’amore disinteressato,<br />

amore che è fonte<br />

della vera felicità.<br />

Auspico vivamente che<br />

l’Anno Internazionale del Volontariato,<br />

durante il quale si<br />

sono tenute numerose iniziative<br />

e manifestazioni, aiuti la<br />

società a valorizzare sempre<br />

più le tante forme di Volontariato,<br />

che rappresentano un<br />

fattore di crescita e di civiltà.<br />

Spesso i volontari suppliscono<br />

e anticipano gli interventi delle<br />

pubbliche istituzioni, alle<br />

quali spetta di riconoscere<br />

adeguatamente le opere nate<br />

grazie al loro coraggio e di favorirle<br />

senza spegnerne lo spirito<br />

originario.<br />

4.Cari Fratelli e Sorelle,<br />

che costituite quest’«esercito»<br />

di pace diffuso in ogni angolo<br />

della terra, voi siete un segno<br />

di speranza per i nostri tempi.<br />

Là dove emergono situazioni<br />

di disagio e di sofferenza,<br />

fate fruttificare le insospettabili<br />

risorse di dedizione,<br />

«Cari Fratelli e Sorelle,<br />

che costituite quest'“esercito” di pace diffuso<br />

in ogni angolo della terra, voi siete un segno<br />

di speranza per i nostri tempi...<br />

Facendomi voce dei poveri<br />

di tutto il mondo, voglio dirvi grazie<br />

per il vostro incessante impegno.<br />

Proseguite con coraggio nel vostro cammino;<br />

le difficoltà non vi fermino mai»<br />

I mesi di novembre e dicembre ricchi di celebrazioni<br />

particolarmente legate alla religiosità popolare<br />

La grande devozione<br />

mariana dei calabresi<br />

«Tota pulchra es Maria»: l'invocazione<br />

della famosa antifona mariana<br />

s'incrocia nell'odierna circostanza col<br />

sentimento filiale del nostro popolo.<br />

La Calabria si manifesta in primis<br />

terra mariana non solo perché qui<br />

Maria è venerata con ben ottantuno<br />

titoli, ma anche perché presso il popolo<br />

calabrese sono vive e attuali innumerevoli<br />

manifestazioni di fede e<br />

di devozione che tornano a lode della<br />

Madre del Redentore.<br />

Le donne più anziane, per esempio,<br />

nel giorno dell'Immacolata recitano<br />

il cosiddetto u lazzu, cioè il laccio<br />

celeste, con trecentosessantacinque<br />

grani dedicati alla Madonna perché<br />

Lei ogni giorno, ogni momento<br />

dell'anno voglia maternamente proteggere<br />

l'anima che diede il suo aiuto.<br />

Non c'è paese nella regione che<br />

non solennizzi l'8 dicembre con particolari<br />

forme di venerazione e di culto<br />

verso la Vergine Santissima: processioni,<br />

veglie di preghiera o fiaccolate<br />

tese ad onorare il mistero mariano<br />

già vivo nei primordi del Cristianesimo<br />

e che l'acume del Beato Pio IX<br />

ha proclamato dogma per la Chiesa<br />

universale nel 1854.<br />

Il privilegio dell'Immacolata Concezione<br />

non è soltanto la preservazione<br />

da ogni colpa, ma è un mistero di<br />

pienezza e di grazia con cui Dio l'ha<br />

rivestita.<br />

«Maria e Chiesa» è la riflessione<br />

teologica proposta nel Duomo cittadino<br />

dal parroco Mons. Francesco Laruffa<br />

che accanto a momenti di riflessione<br />

per i ragazzi e i giovani ha<br />

voluto proporre la recita del Santo<br />

Rosario nelle famiglie e tra i portatori<br />

dell'artistica e pregevole statua lignea<br />

dell'Immacolata perché più vivo<br />

ed autentico sia il segno di spiritualità<br />

mariana che deve lasciare la festa<br />

nell'animo di tutti.<br />

Anche a Palmi la festa riveste un<br />

carattere più spiccatamente spirituale:<br />

intorno alla vetusta statua che ripete<br />

le fattezze della più celebre opera<br />

del Murillo si sono avvicendati fedeli<br />

e cittadini di ogni età pronti e<br />

docili nell'ascoltare la parola del nuovo<br />

rettore, p. Antonio Andrello, che<br />

nel corso di un solenne novenario ha<br />

evidenziato «come dobbiamo lodare<br />

il Signore per avercela data come<br />

santuario della sua Incarnazione per<br />

cui la Chiesa trova in Lei un esempio<br />

eccellentissimo di santità».<br />

Oggi noi meditiamo il fatto che<br />

Maria offre la sua carne immacolata<br />

al mistero del Verbo Redentore. La<br />

divina maternità è mistero nel quale<br />

Dio si compiace perché trova la completa<br />

disponibilità della Madonna.<br />

Questa maternità conosce e vive la<br />

gestazione, il parto, l'allattamento<br />

tant'è che la carne di Cristo formatasi<br />

nel suo seno è quella stessa del Figlio<br />

di Dio che si offre al Padre per<br />

la redenzione del mondo.<br />

Con questi accenti Mons. Giuseppe<br />

Falleti ha voluto ricordare ai suoi<br />

parrocchiani di Polistena il significato<br />

della gloriosa e santissima Immacolata<br />

Concezione della Beata Vergine.<br />

Suggestiva è poi la fede degli abitanti<br />

della Marina di Nicotra, in provincia<br />

di Vibo Valentia, i quali al termine<br />

della funzione religiosa in chiesa<br />

portano verso mezzogiorno a piedi<br />

scalzi lungo la battigia del litorale il<br />

meraviglioso simulacro dell'Immacolata<br />

inneggiando a Maria sia con canti<br />

presi dalla tradizione ecclesiastica<br />

che con canti patrimonio della cultura<br />

popolare.<br />

È proprio vero quanto afferma Luca<br />

I, 26-38 e che il nostro Vescovo e<br />

Pastore Mons. Luciano Bux acutamente<br />

riprende. Non si può rimanere<br />

impassibili davanti a tanto mistero:<br />

«Maria dopo avere ascoltato l'annuncio<br />

dell'angelo dice l'essenziale: “Eccomi<br />

sono la serva del Signore, avvenga<br />

di me quello che hai detto” e<br />

l'angelo partì da lei. E Giuseppe? È<br />

Maria che deve trovare in sé la soluzione<br />

ai problemi che, per aver risposto<br />

sì, si presenteranno».<br />

La festa dell'Immacolata ci insegna<br />

ad avere più fede e la fede è come<br />

l'aria che respiriamo e non possiamo<br />

essere tranquilli per il fatto che l'abbiamo<br />

ricevuta nel Battesimo.<br />

La devozione a Maria si esprime<br />

anche in diverse altre forme in numerose<br />

celebrazioni che si svolgono<br />

nel mese di novembre mese che la<br />

pietà cristiana dedica ai defunti ma<br />

che in Calabria è dedicato altresì alla<br />

Madonna che tra i suoi innumerevoli<br />

titoli è sentita qui e altrove «Madre<br />

del Suffragio».<br />

La Beata Vergine Maria infatti annovera<br />

tra le sue prerogative di elezione<br />

presso il popolo cristiano anche<br />

i titoli di Nostra Signora del<br />

Monte Carmelo e Nostra Signora della<br />

Consolazione per mezzo dei quali i<br />

fedeli a Lei si rivolgono vuoi con sup-<br />

di bontà e persino di eroismo,<br />

che sono nel cuore dell’uomo.<br />

Facendomi voce dei poveri<br />

di tutto il mondo, voglio dirvi<br />

grazie per il vostro incessante<br />

impegno. Proseguite con coraggio<br />

nel vostro cammino; le<br />

difficoltà non vi fermino mai.<br />

Cristo, il Buon Samaritano<br />

(cfr Lc 10, 30-37), sia l’eccelso<br />

modello di riferimento di<br />

ogni volontario.<br />

Imitate pure Maria che, recandosi<br />

«in fretta» a soccorrere<br />

la cugina Elisabetta, diventa<br />

messaggera di gioia e di<br />

salvezza (cfr Lc 1, 39-45). Ella<br />

vi insegni lo stile della carità<br />

umile e fattiva e vi ottenga<br />

dal Signore la grazia di riconoscerlo<br />

nei poveri e nei sofferenti.<br />

Con tali voti, imparto di<br />

cuore a voi tutti ed a quanti<br />

incontrate ogni giorno sulle<br />

strade del servizio all’uomo<br />

una speciale Benedizione<br />

Apostolica.<br />

Dal Vaticano, 5 Dicembre<br />

2001<br />

pliche e preghiere vuoi anche con<br />

manifestazioni esterne.<br />

A Palmi in provincia di Reggio Calabria<br />

il 16 novembre si rievoca l'intervento<br />

prodigioso che proprio la<br />

Madonna del Carmelo operò in favore<br />

di tutti i suoi figli nel 1894 allorché<br />

l'intervento mariano placò gli effetti<br />

nefasti di un terribile sisma che<br />

pur radendo al suolo interamente la<br />

città ne salvò tutti gli abitanti. Il popolo<br />

palmese ha dimostrato ancora<br />

una volta il fedele attaccamento alla<br />

sua Madonna allorquando all'Orologio<br />

Mons. Silvio Mesiti, arcidiacono<br />

della città, ha rievocato per tutti le<br />

tragiche fasi del terremoto del 1894 e<br />

l'atteggiamento di profonda fede quale<br />

«Signora della vita» e producendo<br />

sentimenti di resipiscenza e condivisione<br />

in quanti con fede a lei si rivolgono<br />

intende avvalorare la vetustà di<br />

un culto che risale al lontano 1777<br />

quando fu costituita la vecchia Arciconfraternita<br />

oggi presieduta con lodevoli<br />

intenti dal signor Domenico<br />

Iacopo.<br />

Gioia Tauro, poi, ha inteso venerare<br />

la sua Celeste protettrice con la<br />

dedicazione del nuovo e imponente<br />

«Tempio del Golfo» alla B.V. di Portosalvo.<br />

La Madonna che tradizionalmente<br />

è invocata dalla gente di mare<br />

ha posto qui il suo trono di misericordia<br />

e di grazia e come ha sapienzialmente<br />

fatto notare il Vescovo diocesano<br />

Mons. Luciano Bux nella suggestiva<br />

cerimonia consacratoria «Dio<br />

stesso attraverso la presenza della<br />

Santa Vergine Maria ha posto qui la<br />

sua dimora in mezzo a noi».<br />

La città di Reggio Calabria consacra<br />

l'ultima domenica novembrina alla<br />

processione di ritorno della prodigiosa<br />

Effigie di Nostra Signora della<br />

Consolazione dalla Cattedrale all'Eremo.<br />

L'itineranza del quadro mariano<br />

riveste per gli esperti di mariologia<br />

un fondamento biblico ed è da collegarsi<br />

col viaggio che fece Maria<br />

quando andò a trovare la cugina Elisabetta<br />

incinta del Battista.<br />

Da tutto ciò emerge quanto profonda<br />

sia la fede della gente di Calabria<br />

verso la Madonna tanto chè anche<br />

nel mese di novembre quest'attaccamento<br />

filiale si ripete e si riassume<br />

nelle manifestazioni della pietà<br />

popolare che trovano appunto nella<br />

Madre del Redentore il fulcro e il veicolo<br />

più sentito.<br />

FILIPPO MARINO


.<br />

PAGINA<br />

7 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì 6 Dicembre 2001<br />

Una riflessione sui tragici avvenimenti di questi giorni alla luce del Magistero del Papa<br />

La guerra ci fa più poveri<br />

LUIGI MAZZUCATO<br />

Responsabile dell'Organismo CUAMM<br />

Medici con l'Africa di Padova<br />

Riflettendo sui fatti dell’11 settembre<br />

e sugli eventi che si susseguono mi torna<br />

spesso alla mente il discorso del Papa<br />

Paolo VI all’Assemblea Generale delle<br />

Nazioni Unite tenuto a New York, al Palazzo<br />

di Vetro, in occasione del ventesimo<br />

anniversario della fondazione dell’O-<br />

NU, il 4 ottobre 1965. Il suo messaggio<br />

era attesissimo in tutto il mondo e fu soprattutto<br />

un forte e accorato appello alla<br />

pace e alla collaborazione fraterna fra<br />

i popoli di tutta la terra.<br />

Disse ai membri dell’ONU: «Voi attendete<br />

da noi questa parola, che non può<br />

svestirsidi gravità e di solennità. Non gli<br />

uni contro gli altri, non più, non<br />

mai!».<br />

«A questo scopo principalmente è sorta<br />

l’Organizzazione delle Nazioni Unite:<br />

contro la guerra e per la pace. Ascoltate<br />

le chiare parole di un grande scomparso,<br />

di John Kennedy, che quattro anni<br />

or sono proclamava: “L’umanità deve<br />

porre fine alla guerra, o la guerra porrà<br />

fine all’umanità”. Non occorrono molte<br />

parole per proclamare questo sommo fine<br />

di questa istituzione. Basta ricordare<br />

che il sangue di milioni di uomini e innumerevoli<br />

e inaudite sofferenze, inutili<br />

stragi e formidabili rovine sanciscono il<br />

patto che vi unisce, con un giuramento<br />

che deve cambiare la storia futura del<br />

mondo: non più la guerra, non più la<br />

guerra! La pace, la pace deve guidare le<br />

sorti dei popoli e dell’intera umanità!».<br />

Ricordo bene il brivido suscitato da<br />

quelle parole gridate dal Papa in lingua<br />

francese: «Jamais la guèrre, jamais la<br />

guèrre!»<br />

Disse ancora: «Voi sapete che la pace<br />

non si costruisce soltanto con la politica<br />

e con l’equilibrio delle forze e degli interessi,<br />

ma con lo spirito, con le idee, con<br />

le opere della pace... Arriverà mai il<br />

mondo a cambiare la mentalità particolaristica<br />

e bellicosa, che finora ha tessuto<br />

tanta parte della sua storia? È difficile<br />

prevedere; ma è facile affermare che<br />

alla nuova storia, quella pacifica, quella<br />

veramente e pienamente umana, quella<br />

che Dio ha promessa agli uomini di<br />

buona volontà, bisogna risolutamente incamminarsi;<br />

e le vie sono già segnate<br />

davanti a voi, e prima è quella del disarmo.<br />

«Se volete essere fratelli, lasciate cadere<br />

le armi dalle vostre mani. Non si<br />

può amare con armi offensive in pugno.<br />

Le armi, quelle terribili specialmente,<br />

che la scienza moderna vi ha date, ancor<br />

prima che produrre vittime e rovine,<br />

generano cattivi sogni, alimentano<br />

sentimenti cattivi, creano incubi, diffidenze<br />

e propositi tristi, esigono enormi<br />

spese, arrestano progetti di solidarietà e<br />

di utile lavoro, falsano la psicologia dei<br />

popoli. Finché l’uomo rimane l’essere<br />

debole e volubile e anche cattivo, quale<br />

spesso si dimostra, le armi della difesa<br />

saranno necessarie, purtroppo; ma voi,<br />

coraggiosi e valenti quali siete, state studiando<br />

come garantire la sicurezza della<br />

Inizio di missione<br />

del Nunzio Apostolico<br />

in Bielorussia<br />

S.E. Mons. Ivan Jurcovič, Arcivescovo<br />

titolare di Corbavia, ha<br />

iniziato la sua missione di Nunzio<br />

Apostolico in Bielorussia.<br />

Giunto all’aeroporto internazionale<br />

di Minsk il 29 ottobre scorso,<br />

S.E. Mons. Ivan Jurcovič, è stato<br />

accolto dal Sig. Jurij Mihailovich<br />

Podniakov del Dipartimento del<br />

Protocollo del Ministero degli Affari<br />

Esteri. Era presente anche il<br />

Signor Cardinale Kazimierz<br />

Świątek, Arcivescovo-Metropolita<br />

di Minsk-Moghilev e Presidente<br />

della Conferenza Episcopale, accompagnato<br />

da altri Presuli.<br />

Il 22 novembre, si è svolta la<br />

Cerimonia di Presentazione delle<br />

Lettere Credenziali. Nel suo saluto<br />

al Presidente della Repubblica,<br />

il Nunzio Apostolico ha sottolineato<br />

l’impegno del Santo Padre per<br />

l’ecumenismo e la pace.<br />

Il Presidente Lukashenko, da<br />

parte sua, ha espresso la sua<br />

grande stima per la Chiesa cattolica<br />

ed ha parlato in termini molto<br />

rispettosi del Santo Padre.<br />

In precedenza, in data 9 novembre,<br />

il Nunzio Apostolico aveva<br />

presentato copia delle Lettere<br />

Credenziali al Sig. Michail M.<br />

Khvostov, Ministro degli Affari<br />

Esteri. S.E. Mons. Ivan Jurcovič<br />

si era quindi intrattenuto con il<br />

Signor Ministro per un cordiale<br />

incontro.<br />

Il Rappresentante Pontificio ha<br />

avuto modo, inoltre, d’incontrare<br />

i Vescovi del Paese e numerosi sacerdoti<br />

e fedeli.<br />

vita internazionale senza ricorso alle armi:<br />

questo è nobilissimo scopo, questo i<br />

popoli attendono da voi, questo si deve<br />

ottenere!<br />

«Ve ne saranno riconoscenti le popolazioni,<br />

sollevate dalle pesanti spese degli<br />

armamenti, e liberate dall’incubo,<br />

che deforma la loro psicologia, della<br />

guerra sempre imminente».<br />

Dopo 36 anni da quel memorabile<br />

messaggio che esortava l’Organizzazione<br />

delle Nazioni Unite a lavorare «non soltanto<br />

per scongiurare i conflitti fra gli<br />

Stati, ma altresì per renderli capaci di<br />

lavorare gli uni per gli altri», di fronte<br />

all’orrore di un atto crudele e criminale,<br />

che uccide migliaia di innocenti, come<br />

si risponde? Non sono ancora possibili<br />

oggi soluzioni alternative alla guerra?<br />

Con tutti i mezzi sofisticati di cui si dispone<br />

e l’intelligence di cui ci si vanta<br />

non si riesce ancora oggi a prendere e<br />

giudicare i colpevoli senza provocare<br />

tante distruzioni e sofferenze, il calvario<br />

di milioni di profughi, donne, vecchi,<br />

bambini e la strage di migliaia e migliaia<br />

di altri innocenti? Non c’è una sede internazionale,<br />

dove sono rappresentate<br />

tutte le nazioni, che dovrebbe intervenire<br />

per far giustizia, per garantire la sicurezza<br />

della vita internazionale senza il ricorso<br />

alle armi?<br />

Viene quasi il dubbio che si voglia<br />

continuare a usare le armi perché la<br />

fabbrica delle armi è redditizia e il loro<br />

commercio non va mai in crisi. Così si<br />

verifica l’assurdo che il nemico di oggi<br />

contro cui si combatte sta usando le<br />

stesse armi che gli sono state fornite<br />

perché combattesse contro il nemico di<br />

ieri. E la catena diventa sempre più infernale.<br />

Mentre si avverte prepotente il bisogno<br />

di una globalizzazione della solidarietà<br />

(e non solo quella della economia e<br />

del mercato) contro le «disuguaglianze<br />

globali», si è arrivati al rischio molto serio<br />

di una globalizzazione della guerra,<br />

fino a ipotizzare una «guerra di civiltà»,<br />

«una guerra di culture» e minacciare addirittura<br />

una «guerra di religione».<br />

Concludendo il suo discorso all’ONU<br />

Paolo VI disse: «È venuto il momento<br />

della metànoia, della trasformazione<br />

personale, del rinnovamento interiore.<br />

Dobbiamo abituarci a pensare in maniera<br />

nuova l’uomo; in maniera nuova la<br />

convivenza dell’umanità, in maniera<br />

nuova le vie della storia e i destini del<br />

mondo. È l’ora in cui si impone una sosta,<br />

un momento di raccoglimento, di ripensamento,<br />

quasi di preghiera; ripensare,<br />

cioè, alla nostra comune origine, alla<br />

nostra storia, al nostro destino comune.<br />

Mai come oggi, in un’epoca di tanto<br />

progresso umano, si è reso necessario<br />

l’appello alla coscienza morale dell’uomo!».<br />

Con lo scenario che ci sta davanti come<br />

noi ci comportiamo? Che «ripensamenti»<br />

abbiamo? Quale preghiera facciamo?<br />

Sono interrogativi che dobbiamo<br />

porci.<br />

Personalmente mi domando se la<br />

guerra, oltre all’odio e alle violenze che<br />

fomenta, non ci renda tutti più poveri.<br />

Perugia-Città della Pieve: il generoso impegno<br />

della Caritas per vivere un tempo di vera solidarietà<br />

L'Avvento è uno dei periodi «forti»<br />

dell'anno liturgico, e la Caritas dell'Arcidiocesi<br />

di Perugia-Città della Pieve intende<br />

viverlo con particolare impegno spirituale<br />

e materiale a favore delle situazioni<br />

di povertà, anche interiori. «Senza<br />

perdono non c'è futuro» è lo slogan della<br />

Caritas per l'«Avvento di fraternità<br />

2001», di grande speranza in un anno in<br />

cui vivremo il Natale in un contesto particolarmente<br />

delicato. Spesso dall'emergenza<br />

si coglie qualcosa di positivo, come<br />

pensare meno a noi stessi e più a<br />

chi sta peggio, dando vita così ad una<br />

maggiore solidarietà-condivisione che ci<br />

avvicina più a Dio. Si sono appena conclusi<br />

gli incontri con i responsabili, gli<br />

operatori e i volontari delle 100 Caritas<br />

parrocchiali ed interparrocchiali attive<br />

nelle sette zone pastorali della diocesi,<br />

dai quali è emersa la necessità di essere<br />

accanto, in particolare con la preghiera<br />

e poi con gesti concreti, a tutte le vittime<br />

del terrorismo e ai più deboli ed indifesi<br />

che vivono sulla propria pelle le<br />

tragiche conseguenze di questa grave<br />

crisi internazionale.<br />

Aibambini,alledonneeaglianziani dell'Afghanistan<br />

la Caritas guarda in modo<br />

particolare e lanciailsuoaccorato appello<br />

a tutta la comunità cristiana locale affinché<br />

non resti indifferente alloro grido<br />

didolore.Nelleprossimesettimane saranno<br />

promossi degli incontri di preghiera<br />

e di riflessione sul tema della pace.<br />

Venerdì 14 dicembre, giornata di digiuno<br />

indetta dal Papa per la pace, si<br />

terrà nella cattedrale di S. Lorenzo una<br />

veglia di preghiera presieduta dall'Arcivescovo<br />

Giuseppe Chiaretti, alla quale<br />

sono invitate a partecipare le Caritas<br />

parrocchiali della diocesi. Nel corso della<br />

giornata sarà promossa una colletta a<br />

favore di chi soffre in questo momento<br />

le conseguenze della grave crisi.<br />

Dagli incontri zonali di preparazione<br />

Certamente il prezzo più alto lo pagheranno<br />

i poveri dell’Afghanistan e i<br />

più poveri del Terzo mondo.<br />

Ma più poveri diventiamo anche noi,<br />

noi cristiani, noi credenti, noi uomini di<br />

Chiesa:<br />

— Più poveri di Vangelo quando,<br />

chiamati ad essere i predicatori e i testimoni<br />

del Vangelo nella sua autenticità e<br />

radicalità,nonabbiamopiùil coraggio di<br />

annunciare le beatitudini del Vangelo a<br />

tutti ed escludiamo che esse debbano influire<br />

nelle leggidegliStati e nelle norme<br />

e nei criteri dei rapporti tra le nazioni.<br />

— Più poveri di profezia, quando sentiamo<br />

affermare in un’intervista televisiva<br />

da un cattolico che «non farebbe mai<br />

San Francesco ministro della guerra»<br />

(per inciso, ricordo che Stalin diceva<br />

che se apparissero nel nostro tempo 12<br />

San Francesco il mondo cambierebbe<br />

radicalmente).<br />

— Più poveri di fede, perché non crediamo<br />

che Dio può spostare anche le<br />

montagne e che dà sempre lo Spirito<br />

Santo, che è Spirito di amore, di riconciliazione<br />

e di pace, a coloro che lo invocano<br />

con insistenza e senza dubbi nel<br />

cuore (cfr Mc 11,22-24; Lc 11,13). Forse<br />

diamo l’impressione di lasciarci muovere<br />

più da logiche umane o peggio da<br />

convenienze politiche che da convinzioni<br />

di fede.<br />

— Più poveri di preghiera, quando<br />

chiediamo a Dio di «rendere breve il<br />

tempo delle armi» e non di far cessare<br />

subito le armi, tutte le armi, da ogni<br />

parte («lasciate cadere le armi dalle vostre<br />

mani», Paolo VI). Dio non può volere<br />

la guerra, neppure per breve tempo.<br />

Del resto a Hiroshima bastò ben poco<br />

tempo. Dio semmai domanda la conversione,<br />

questa sì, e magari la penitenza,<br />

perché si realizzi la giustizia, si riconoscano<br />

i diritti umani fondamentali di<br />

tutti, si affermi nel mondo la vera pace.<br />

Nelle orazioni litaniche della liturgia latina<br />

si chiede: a peste, fame et bello libera<br />

nos, Domine. Dalla peste (oggi si<br />

chiama AIDS, malaria, tubercolosi, cancro,<br />

droga), dalla fame (ci sono 800 milioni<br />

di affamati nel mondo e 2 miliardi<br />

di persone sotto la soglia della povertà)<br />

e dalla guerra (ora è anche il terrorismo<br />

e la guerra con tutte le vittime innocenti<br />

e le terribili conseguenze che comportano)<br />

liberaci, o Signore!<br />

— Più poveri di idee e di posizioni libere,<br />

non condizionate da manifestazioni<br />

strumentali o espressioni declamatorie<br />

fuori luogo, da qualsiasi parte esse<br />

vengano, in una situazione così drammatica<br />

come quella che stiamo vivendo.<br />

Sembra che ci si sia quasi appiattiti in<br />

una sorta di adeguamento servile, attenti<br />

a non disturbare qualcuno o preoccupati<br />

di andare controcorrente, come se<br />

ciò equivalesse a dire necessariamente<br />

anti-qualcuno.<br />

— Più poveri di apertura verso gli altri,<br />

di accoglienza, di dialogo, di reciproco<br />

rispetto, di accettazione dei diversi,<br />

di volontà di essere non gli uni contro<br />

gli altri, ma di lavorare gli uni per<br />

gli altri (Paolo VI), diventati più sospettosi,<br />

meno disponibili a sentimenti di<br />

all'Avvento è emerso anche la necessità<br />

della Caritas perugino-pievese di riproporre<br />

a tutte le comunità parrocchiali e<br />

ai singoli fedeli il suo «stile»: stare accanto<br />

agli ospiti, italiani e stranieri, cristiani<br />

e non, poveri ed emarginati delle<br />

opere-segno, le strutture di accoglienza<br />

che, pur essendo promosse dalla Caritas,<br />

appartengono a tutta la comunità<br />

cristiana. Esse sono animate da operatori<br />

e volontari che ci chiedono di non essere<br />

lasciati soli, esortandoci a camminare<br />

insieme a loro in queste case. Raccogliere<br />

l'invito sarà l'occasione per fare<br />

vita ad uno spirito che accomuna tutti<br />

attraverso la gratuità e l'amore.<br />

Pertanto, in Avvento sarà accresciuta<br />

l'opera di sensibilizzazione e di aiuto<br />

verso le strutture di accoglienza diocesane<br />

dove — teniamo a sottolinearlo —<br />

ogni anno vengono ospitate centinaia di<br />

persone. Le vogliamo ricordare perché,<br />

perdono, a spirito di fratellanza fra tutte<br />

le razze e tutti i popoli.<br />

— Più poveri di etica, che la gente<br />

comune possa capire. È per lo meno<br />

sorprendente l’affermazione di un insegnante<br />

di morale, molto preparato e<br />

bravo, che scrive: «Viviamo purtroppo<br />

in un mondo nel quale l’etica è morta»,<br />

per cui è anche difficile intendere la distinzione<br />

che fa tra l’etica di un «egoismo<br />

razionale» e l’etica di un «altruismo<br />

irrazionale», preferendo la prima alla seconda.<br />

— Più poveri di denuncia, non solo<br />

dei mali che ci affliggono, ma delle cause<br />

che li possono provocare e delle radici<br />

da cui traggono alimento o anche<br />

semplicemente un pretesto, come il diritto<br />

all’indipendenza di un popolo e<br />

maggiore equità nella distribuzione dei<br />

beni fra tutte le nazioni.<br />

Non si può negare che ancora oggi: «I<br />

popoli della fame interpellano in maniera<br />

drammatica i popoli dell’opulenza»<br />

(Paolo VI, Populorum progressio, 26<br />

marzo 1967).<br />

Oggi il nome della pace si chiama «solidarietà»<br />

(Giovanni Paolo II, enc. Sollicitudo<br />

rei socialis, 1987, n. 39).<br />

La guerra porta con sé il rischio di<br />

renderci anche più insensibili e:<br />

— Più poveri di solidarietà, mentre il<br />

Concilio Vaticano II dichiara solennemente<br />

e con estrema chiarezza: «Le nazioni<br />

sviluppate hanno l’urgentissimo<br />

dovere di aiutare le nazioni in via di sviluppo»<br />

(Gaudium et Spes, n. 85, 2).<br />

Scrive Paolo VI nella Populorum progressio:<br />

«Una cosa va ribadita di nuovo:<br />

il superfluo dei paesi ricchi deve servire<br />

ai paesi poveri. La regola che valeva un<br />

tempo in favore dei più vicini deve essere<br />

applicata oggi alla totalità dei bisognosi<br />

del mondo. I ricchi saranno del<br />

resto i primi ad esserne avvantaggiati.<br />

Diversamente, ostinandosi nella loro<br />

avarizia, non potranno che suscitare il<br />

giudizio di Dio e la collera dei poveri,<br />

con conseguenze imprevedibili. Chiudendosi<br />

dentro la corazza del proprio<br />

egoismo, le civiltà abitualmente fiorenti<br />

finirebbero coll’attentare ai loro valori<br />

più alti, sacrificando la volontà di essere<br />

di più alla bramosia di avere di più. E<br />

sarebbe da applicare ad essi la parabola<br />

dell’uomo ricco, le cui terre avevano dato<br />

frutti copiosi e che non sapeva dove<br />

mettere al sicuro il suo raccolto: «Dio<br />

gli disse: insensato, questa notte stessa<br />

la tua anima (= sicurezza) ti sarà ritolta»<br />

(Lc 12, 20) (Enc. n. 49).<br />

Sono parole profetiche quelle di Paolo<br />

VI?<br />

Certo è impossibile sapere come e<br />

quando il giudizio di Dio possa manifestarsi,manon<br />

è difficile immaginare che<br />

la collera dei poveri prima o poi scoppierà,<br />

«con conseguenze imprevedibili».<br />

Non è il momento della superficialità,<br />

dell’arroganza, del prestigio. «È l’ora in<br />

cui si impone una sosta, un momento di<br />

raccoglimento, di ripensamento, quasi<br />

di preghiera» (Discorso di Paolo VI all’Assemblea<br />

Generale delle Nazioni Unite<br />

del 4 ottobre 1965).<br />

proprio in questo periodo, è necessaria<br />

la nostra vicinanza a loro; sono uomini<br />

di passaggio in città con difficoltà socioeconomiche,<br />

familiari di malati gravi ricoverati<br />

negli ospedali perugini che<br />

giungono da fuori regione e dall'estero,<br />

madri abbandonate con i propri piccoli,<br />

anziani e studenti stranieri in difficoltà<br />

economiche, detenuti e detenute in semilibertà<br />

in fase di reinserimento nella<br />

società, ragazzi e ragazze con problemi<br />

di tossicodipendenza e di alcoolismo,<br />

uomini e donne che ogni giorno arrivano<br />

al Centro di Ascolto diocesano per<br />

chiedere aiuto, laboratori e lavoratrici<br />

che si rivolgono allo «sportello orientamento<br />

al lavoro». Al riguardo, saranno<br />

rilanciati i «gemellaggi» con queste opere-segnodapartedelleparrocchie,vista<br />

la<br />

positiva esperienza di alcuni già attivati.<br />

RICCARDO LIGUORI<br />

Università Lateranense: seminario sul rapporto tra scienza e teologia<br />

Nell'Aula Pio XI dell'Ateneo Lateranense,<br />

venerdì 6 dicembre, l'Area Internazionale di<br />

ricerca su «Scienza e Fede sull'interpretazione<br />

del reale» — promossa dal Progetto<br />

Culturale della Chiesa in Italia e dalla Pontificia<br />

Università Lateranense — organizza<br />

un seminario di studi. All'incontro, curato in<br />

collaborazione con la Fondazione «Templeton»,<br />

prenderà parte, tra gli altri, Wolfhart<br />

Pannenberg, professore emerito di teologia<br />

Un Avvento di speranza<br />

per le diocesi<br />

di Abruzzo e Molise<br />

Un Avvento che non può non richiamarsi<br />

dai drammatici avvenimenti in<br />

corso, quello descritto dai Vescovi dell’Abruzzo<br />

e del Molise nei loro messaggi<br />

ai fedeli inviati in preparazione al Natale:<br />

un Avvento, però, confortato dalla<br />

speranza che dalla famiglia può rinascere<br />

una nuova società fondata sull’amore<br />

e sul rispetto. Sull’esempio della casa di<br />

Nazareth, seguendo l’icona di quella<br />

santa famiglia che ancora oggi, al mondo<br />

contemporaneo, insegna la pace.<br />

«Questo è un Avvento — spiega<br />

Mons. Edoardo Menichelli, Arcivescovo<br />

di Chieti-Vasto — che l’umanità tutta e i<br />

credenti in Cristo celebrano con i segni<br />

di ferite, di paura e di morte. Sembrerebbe<br />

un Avvento reso «blasfemo» dai<br />

fatti: il giorno delle torri cadute, oltre<br />

che davanti alla barbarie, ci ha messo<br />

davanti alla verità della fragilità del tempo<br />

e della vita; il giorno della guerra fatta,<br />

anch’essa scelta di morte, ci ha messo<br />

davanti alla verità che il Vangelo fa<br />

fatica ad entrare nelle coscienze anche<br />

come pedagogia storica». Un Avvento<br />

che, proprio per questo, deve tramutarsi<br />

in speranza, in responsabilità per i credenti.<br />

«Sia questo allora, per noi, —<br />

continua il Presule — l’Avvento della<br />

sollecitudine spirituale, dell’incontro con<br />

la Parola di Dio, del desiderio di vedere<br />

il Signore e della preghiera intensa. Sia<br />

l’Avvento in cui ognuno si impegnerà ad<br />

educarsi al pensiero di Dio».<br />

Richiama il delicato momento attuale<br />

anche il Vescovo di Avezzano, Mons.<br />

Lucio Renna, che augura ai suoi fedeli<br />

«una gioia profonda, non quella dei ricordi,<br />

delle abitudine, degli usi e dei costumi<br />

tradizionali. Ma una gioia vera,<br />

viva. Una gioia di oggi». E se questo oggi<br />

è segnato dalla tristezza e dalla paura,<br />

per il Vescovo dei Marsi c’è ancora<br />

una speranza. «Ora — spiega — il nostro<br />

vecchio mondo è come un deserto,<br />

incrostato di peccati, schiavo della paura<br />

del terrorismo, della guerra, della delinquenza,<br />

ferito da tradimenti e faide<br />

familiari. Ora l’umanità giace sotto una<br />

corazza di indifferenza ai valori, di insensibilità<br />

gli uni nei confronti degli altri».<br />

Ed è proprio il Natale, allora, a ridare<br />

senso a questa umanità che sembra<br />

abbia perso la strada. «La meraviglia di<br />

questa solennità — aggiunge Renna —<br />

sta nel fatto che Dio, tra noi, vuole tornare<br />

vivo. Egli ha sempre bisogno di un<br />

corpo, di mani per guarire, di braccia<br />

per sostenere, di una bocca per parlare,<br />

di un cuore per amare». Dio, in definitiva,<br />

ha bisogno di tutti noi, ma specialmente<br />

delle famiglie, le più segnate oggi<br />

dalla durezza degli eventi; proprio il Natale,<br />

spiega ancora il vescovo, ridarà<br />

senso al ruolo di genitori e di sposi, capaci<br />

di testimoniare e trasmettere la fede.<br />

«La famiglia — conclude — deve diventare<br />

ogni giorno di più laboratorio di<br />

fede nel cercare Dio, fare la sua volontà,<br />

pregare insieme... La famiglia deve<br />

anche essere un laboratorio di socialità<br />

per incidere sulla vita del popolo e, nel<br />

possibile, migliorarla».<br />

Soltanto così, il Natale che celebreremo<br />

sarà davvero un «buon Natale»,<br />

spiega l’Arcivescovo de L’Aquila, Giuseppe<br />

Molinari, secondo cui dobbiamo<br />

Lodi: i fedeli in preghiera<br />

per impetrare il dono della pace<br />

L'Avvento è stato aperto a Lodi nella<br />

Cattedrale dei santi Bassiano e Alberto<br />

dal Vescovo Mons. Giacomo Capuzzi<br />

con il suggestivo rito del lucernario, i<br />

primi vespri e poco dopo con la Celebrazione<br />

Eucaristica decorata di canti<br />

della cappella musicale con la partecipazione<br />

di presbiteri, religiose e fedeli, durante<br />

la quale si è svolto il rito di ammissione<br />

al diaconato e presbiterato di<br />

quattro alunni del Seminario diocesano.<br />

Una veglia operosa<br />

Dopo le letture della I domenica di<br />

Avvento e la proclamazione del Vangelo<br />

da parte del diacono, il Presule nell'omelia<br />

ha detto tra l'altro: «Tempo di Avvento,<br />

tempo di nuovi eventi, di nuove<br />

speranze. Gesù Cristo Figlio di Dio, fattosi<br />

uomo è venuto duemila anni fa, viene<br />

oggi nel sacramento e verrà alla fine<br />

del mondo. La vera missione della nostra<br />

esistenza è di vegliare in una attesa<br />

operosa e fiduciosa di Cristo Signore.<br />

Sappiamo di contare sulla sua grazia e<br />

misericordia. Occorre condurre una vita<br />

misurata sull'eterno, valorizzando il<br />

tempo e operando con decisione i nostri<br />

doveri senza paura, perché la paura viene<br />

dal male. È ormai tempo di svegliarci<br />

dal sonno, la notte è inoltrata, il giorno<br />

vicino — ammonisce l'apostolo Paolo<br />

— comportiamoci come figli della luce.<br />

Il cristiano è immerso nella luce, non<br />

nella superficialità e nel consumismo.<br />

Rivestitevi di Cristo!<br />

«Bisogna non lasciarsi guidare dall'istinto<br />

(come spesso capita agli adolescenti<br />

e giovani) ma lasciarsi guidare<br />

dallo Spirito; l'uomo autentico si costruisce<br />

con la grazia di Cristo, con la<br />

vita aperta a Cristo.<br />

«Come risuona bene — ha continuato<br />

sistematica ed ecumenica presso la facoltà<br />

di teologia evangelica dell'Università di Monaco<br />

di Baviera.<br />

«Questioni e prospettive del dialogo tra<br />

scienze e teologia» è il titolo della conferenza<br />

pubblica che aprirà il seminario. L'obiettivo<br />

è di approfondire dialogicamente il<br />

tema mettendo a fuoco la dinamica dell'interrelazione<br />

tra sapere teologico e sapere<br />

delle scienze della natura.<br />

ricordare «a noi e a tutti che la nostra<br />

storia, di uomini e donne dell’inizio di<br />

questo terzo millennio, non è una storia<br />

maledetta e senza speranza». E annuncia:<br />

«Il Natale di Gesù è l’avvenimento<br />

che dà senso a tutto. Ricordiamolo. Se<br />

il Natale è una realtà, se Gesù è veramente<br />

venuto in mezzo a noi e cammina<br />

con noi (e ogni Natale ce lo ripropone<br />

in modo profondo, toccante, inequivocabile),<br />

allora abbiamo tutto il diritto<br />

di sperare, di guardare avanti». Perché<br />

la pace, annuncia il vescovo di Trivento,<br />

Antonio Santucci, non è morta: e per<br />

prepararsi opportunamente al Natale,<br />

giorno di pace, invita tutti al digiuno<br />

promosso dal Papa il 14 dicembre. «L’equivalente<br />

del digiuno — spiega Santucci<br />

— va inviato alla caritas diocesana,<br />

che ancora una volta è chiamata, con il<br />

nostro sostegno, a chinarsi sulle ferite<br />

dell’umanità».<br />

Non più paura, dunque: i cristiani,<br />

anche davanti ai terribili fatti del momento,<br />

sono chiamati, invitano i Vescovi<br />

abruzzesi e molisani, a ritrovare nella<br />

speranza il vero principe della pace.<br />

AGNESE PELLEGRINI<br />

Convegno di studi<br />

sul beato Annibale<br />

Maria di Francia<br />

La Famiglia Rogazionista, in occasione<br />

del 150° anniversario della<br />

nascita del Fondatore, il beato Annibale<br />

Maria di Francia, ha promosso,<br />

nel corso del 2001, varie<br />

iniziative in Italia e in altri Paesi,<br />

dove sono presenti i Rogazionisti<br />

e le Figlie del Divino Zelo per rivisitare<br />

la storia, la figura e l'opera<br />

del sacerdote messinese, «apostolo<br />

della preghiera per le vocazioni» e<br />

«padre degli orfani e dei poveri».<br />

Il Cardinale Angelo Sodano, Segretario<br />

di Stato, il primo giugno<br />

scorso a Messina, celebrando la<br />

festa liturgica del beato, aveva affermato:<br />

«Preghiera e azione furono<br />

per Padre Annibale due facce<br />

della stessa medaglia».<br />

Per illustrare ed approfondire il<br />

messaggio e il carisma di Padre<br />

Annibale — nato a Messina il 5<br />

luglio 1851 e morto nella stessa<br />

città il primo giugno 1927, e proclamato<br />

beato il 7 ottobre del<br />

1990 — la Famiglia Rogazionista<br />

organizza dal 7 al 9 dicembre, a<br />

Roma, un convegno di studi sul<br />

tema: «La santità di Padre Annibale.<br />

Una via per la Chiesa di oggi».<br />

Ai lavori, che si svolgeranno<br />

presso il Centro Giovanni XXIII,<br />

parteciperanno, tra gli altri, il<br />

Cardinale José Saraiva Martins,<br />

Prefetto della Congregazione per<br />

le Cause dei Santi, che svolgerà il<br />

tema: «La santità e i Santi nella<br />

vita della Chiesa».<br />

il Vescovo Capuzzi — questa idea con il<br />

piano pastorale della diocesi: “Guardate<br />

a Lui e sarete raggianti” e con le parole<br />

del Papa nella Tertio Millennio adveniente,<br />

occorre ripartire da Cristo.<br />

«La vita è vissuta veramente se accettiamo<br />

il Vangelo e la proposta cristiana.<br />

Il Vescovo di Lodi all'inizio dell'Avvento<br />

ha rivolto ai diocesani questo messaggio<br />

che parroci e sacerdoti hanno portato a<br />

conoscenza dei fedeli laici.<br />

«Carissimi, il Santo Padre ha chiesto<br />

di vivere il venerdì 14 dicembre come<br />

giorno di digiuno e di preghiera perché<br />

Dio conceda al mondo una pace stabile,<br />

fondata sulla giustizia e faccia sì che si<br />

possano trovare adeguate soluzioni ai<br />

molti conflitti che travagliano il mondo».<br />

L'unitàdella famiglia umana<br />

«Ciò di cui ci si priva nel digiuno potrà<br />

essere messo a disposizione dei poveri,<br />

in particolare di chi soffre in questo<br />

momento le conseguenze del terrorismo.<br />

In comunione con il Santo Padre e<br />

in accordo con i centri pastorali della<br />

diocesi, invito tutte le comunità parrocchiali<br />

a voler promuovere il digiuno, accompagnato<br />

da momenti di preghiera<br />

comunitaria e da gesti di concreta solidarietà<br />

nella giornata del 14 dicembre.<br />

«A Lodi presiederà una celebrazione<br />

di preghiera in Cattedrale alle ore 20.30.<br />

Le offerte raccolte, verranno devolute<br />

alla Caritas italiana a favore delle popolazioni<br />

dell'Afghanistan. Anche attraverso<br />

un gesto di preghiera e digiuno intendiamo<br />

promuovere l'unità e la pace della<br />

famiglia umana. Colgo l'occasione per<br />

augurare a tutti un buon Avvento».<br />

GIANMARIO GALMOZZI


AFRICA<br />

PAGINA<br />

8 .<br />

Il cammino<br />

della Chiesa<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì 6 Dicembre 2001<br />

Con il grande giubileo del 2000 l'evangelizzazione<br />

dello Zambia ha ricevuto un<br />

notevole impulso. A suscitarlo è stata una<br />

iniziativa editoriale unica e singolare: la<br />

diffusione della Bibbia non solo nello<br />

Zambia ma anche nei Paesi limitrofi. È<br />

documentato in una pubblicazione che associa<br />

racconto scritto e «racconto» fotografico.<br />

I testi scritti a più mani sono accompagnati<br />

da una documentazione fotografica a<br />

colori della vita, dei luoghi e delle vicen-<br />

Un appello della Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti d'America<br />

Speranza e futuro dell'Africa<br />

dipendono dalla solidarietà<br />

«Appello alla solidarietà con l'Africa»<br />

è il titolo di un recente documento con<br />

il quale i Vescovi degli Stati Uniti hanno<br />

voluto ricordare al proprio Paese, e più<br />

in generale alla comunità internazionale,<br />

la necessità di non perdere di vista la situazione<br />

del continente africano.<br />

I Presuli hanno manifestato la loro<br />

preoccupazione per il proliferare delle<br />

guerre, il deterioramento delle infrastrutture<br />

scolastiche e sanitarie, l'indebolimento<br />

delle strutture sociali e comunitarie<br />

e la crescente diffusione delle<br />

malattie e di altre minacce per la vita<br />

dei popoli.<br />

«La speranza e il futuro dell'Africa»<br />

hanno scritto i Vescovi, «non possono<br />

essere spenti dall'indifferenza e dalla<br />

mancanza di azione». Si sono rivolti direttamente<br />

al Governo di Washington<br />

affermando che «la mancanza di una seria<br />

attenzione del nostro Paese verso i<br />

bisogni dell'Africa rappresenta uno scandalo».<br />

«Come americani» hanno spiegato<br />

i membri della Conferenza Episcopale,<br />

«riconosciamo la particolare posizione di<br />

cui beneficiano gli Stati Uniti, essendo<br />

una delle Nazioni più ricche del pianeta,<br />

ma il privilegio non può essere scisso<br />

dalla responsabilità.<br />

Non possiamo adempiere ai nostri obblighi<br />

morali verso i poveri della terra<br />

semplicemente permettendo che alcune<br />

briciole cadano dalla mensa dell'abbondanza<br />

materiale e giungano alle Nazioni<br />

e ai popoli dell'Africa sub-sahariana».<br />

Nel documento i Vescovi analizzano cinque<br />

aree che richiedono un intervento<br />

urgente da parte della comunità internazionale.<br />

La prima è quella della povertà,<br />

del debito e dello sviluppo.<br />

Circa 300 milioni di africani (quasi l'equivalente<br />

della popolazione nordamericana)<br />

sono di fatto obbligati a vivere in<br />

condizioni di estrema povertà, avendo<br />

meno di un dollaro al giorno per sopravvivere.<br />

In molti Paesi, inoltre, il fardello<br />

rappresentato dal pagamento degli<br />

interessi del debito estero brucia un<br />

quarto delle risorse finanziarie pubbliche,<br />

togliendole a settori essenziali come<br />

quelli della sanità e dell'istruzione.<br />

I Vescovi hanno sottolineato che il<br />

contributo allo sviluppo garantito dagli<br />

Stati Uniti è, in termini di percentuale<br />

rispetto al Prodotto Interno Lordo, uno<br />

dei più esigui fra quelli dei Paesi industrializzati<br />

Il secondo punto è quello sanitario. I<br />

Vescovi hanno chiesto una maggiore assistenza<br />

in questo settore da parte delle<br />

Nazioni ricche, ricordando l'urgenza di<br />

rendere i medicinali accessibili ai popoli<br />

dell'Africa e la necessità di disporre di<br />

almeno 5 miliardi di dollari per cominciare<br />

a intervenire seriamente contro<br />

l'allarmante diffondersi dell'AIDS.<br />

Un altro problema riguarda l'ambito<br />

educativo. Il corpo docente è stato decimato<br />

dai conflitti, dalle malattie e da altri<br />

fattori, i bambini sono spesso costretti<br />

a rinunciare agli studi, a volte perché<br />

obbligati a combattere nonostante la loro<br />

età. Nel testo della Conferenza Episcopale<br />

nordamericana si invita sia la<br />

comunità ecclesiale nazionale sia le au-<br />

Camerun: il X anniversario<br />

dell'Ateneo cattolico «UCAC»<br />

L'università cattolica dell'Africa centrale<br />

festeggia in questo periodo il decimo<br />

anniversario della fondazione.<br />

Fondata il 30 settembre 1991 dall’Associazione<br />

delle Conferenze episcopali<br />

dell’Africa centrale (Acerac) che comprende<br />

Camerun, Repubblica Centroafricana,<br />

Congo, Gabon, Guinea equatoriale<br />

e Ciad ha la sua sede a Yaoundé in Camerun.<br />

Dal 16 al 18 novembre l’Università ha<br />

festeggiato i suoi primi dieci anni di vita<br />

con una serie di conferenze e di cerimonie.<br />

Il primo giorno ha avuto come obiettivo<br />

«la riconciliazione» tra insegnamento<br />

accademico universitario e l’esperienza<br />

professionale. Studenti e professionisti<br />

hanno parlato dei metodi di formulazione<br />

e di presentazione dei progetti.<br />

Inoltre rappresentanti del Ministero dell’agricoltura<br />

e dell’Amministrazione territoriale<br />

hanno esposto le procedure di<br />

registrazione e legalizzazione delle Ong.<br />

Infine diversi banchieri e direttori di organismi<br />

di credito hanno presentato le<br />

strategie di ricerca dei finanziamenti.<br />

La seconda giornata è stata caratterizzata<br />

dall’apertura ufficiale dell’Anno accademico.<br />

A questa solenne cerimonia<br />

erano presenti numerose personalità, tra<br />

le quali il Card. Christian Tumi, Arcivescovo<br />

di Douala e Gran Cancelliere dell’Ucac;<br />

l'Arcivescovo Mons. Giuseppe<br />

Pittau, Segretario della Congregazione<br />

per l’Educazione Cattolica, venuto appositamente<br />

da Roma; l'Arcivescovo Mons.<br />

Felix Prieto Del Blanco, Nunzio Apostolico;<br />

il ministro camerunense dell’educazione.<br />

Tutti gli interventi hanno sottolineato<br />

la vocazione dell’Università nella<br />

formazione integrale dell’uomo e del cittadino.<br />

La terza e ultima giornata dei festeggiamenti<br />

è stata dedicata al ringrazia-<br />

torità politiche a sostenere in modo concreto<br />

gli sforzi delle Chiese africane e<br />

delle società civili volti a promuovere un<br />

accesso a scuole di buon livello.<br />

Nel documento si sottolinea anche la<br />

necessità di dar vita a un sistema commerciale<br />

equo, che comporti una riduzione<br />

delle barriere doganali e il rispetto,<br />

nell'organizzazione del lavoro e nella<br />

valutazione dell'impatto ambientale delle<br />

attività produttive, di parametri in grado<br />

di tutelare i diritti e la dignità di tutti.<br />

Ultimo ma fondamentale fattore è<br />

quello della pace. I Vescovi nordamericani<br />

hanno sottolineato come alcuni<br />

cruenti conflitti continuino a devastare<br />

l'Africa. In particolare è stata definita<br />

penosa la manipolazione d'identità culturali<br />

ed etniche quale fonte di guerre<br />

assurde. Inoltre, hanno osservato i Vescovi,<br />

il legame fra conflitti e sfruttamento<br />

delle risorse naturali (in primo<br />

luogo il petrolio e i diamanti) appare<br />

ora più chiaro.<br />

Perciò hanno lanciato un appello alle<br />

autorità nazionali e internazionali, alle<br />

istituzioni finanziarie, ai gruppi privati<br />

che svolgono attività di ricerca, di pro-<br />

mento: una Messa solenne è stata concelebrata<br />

al campus di Nkolbisson. Insieme<br />

al Card. Tumi hanno concelebrato<br />

il Nunzio Apostolico; Mons. André Wouking,<br />

Arcivescovo di Yaoundé; Mons.<br />

Anatole Milandou, Arcivescovo di Brazzaville<br />

(Congo); Mons. Ernest Kombo,<br />

Vescovo di Owando (Congo); Mons. Timothée<br />

Modibo-Nzockena, Vescovo di<br />

Franceville (Gabon). Nell’omelia il Card.<br />

Tumi ha sottolineato il carattere transitorio<br />

ed effimero della vita dell’uomo,<br />

che deve invitare il cristiano a prepararsi<br />

alla conclusione della vita terrena nella<br />

serenità.<br />

L’Ucac comprende attualmente tre<br />

«Campus» universitari: quelli di Nkolbisson<br />

e di Ekonou e la Scuola per infermieri<br />

di Messa. L’Università è anche<br />

membro dell’Associazione delle Università<br />

e Istituti cattolici di Africa e Madagascar<br />

(Asunicam) insieme ad Abidjan (Costa<br />

d’Avorio), Kinshasa (Repubblica democratica<br />

del Congo), Port-Harcourt<br />

(Nigeria), Nairobi (Kenya) e Antananarivo<br />

(Madagascar). Fa anche parte della<br />

Federazione internazionale delle Università<br />

cattoliche (Fiuc). Il suo obiettivo,<br />

nei Paesi dell’Africa centrale, è di contribuire<br />

alla formazione superiore e, in seno<br />

alla comunità universitaria internazionale,<br />

vuole essere un luogo di studi<br />

delle trasformazioni che riguardano il<br />

divenire dell’uomo sul continente africano.<br />

L’Università comprende diverse facoltà:<br />

scienze sociali, filosofia e teologia,<br />

diritto canonico e la scuola per infermieri.<br />

Per l’anno accademico 2001/2002 sono<br />

iscritti nei tre cicli circa 2.000 studenti,<br />

provenienti da una decina di Paesi<br />

africani e dalla Francia. Tra i progetti<br />

futuri è in esame la creazione di altri<br />

due istituti: una scuola di ingegneria a<br />

Douala (Camerun) e una scuola tecnica<br />

superiore a Ponte Noire (Congo Brazzaville).<br />

duzione e di vendita di risorse naturali,<br />

affinché adottino codici di condotta che<br />

impediscano loro di contribuire ad accrescere<br />

la corruzione, la repressione e i<br />

conflitti armati. Sebbene la responsabilità<br />

principale nella ricerca di soluzioni alla<br />

crisi che sta minando il continente sia<br />

degli stessi africani, il documento denuncia<br />

la precarietà dell'azione realizzata<br />

dall'amministrazione di Washington.<br />

Il Governo nordamericano è invitato<br />

a cambiare rotta e a dare il buon esempio,<br />

firmando, fra l'altro, l'accordo per<br />

porre fine alla produzione delle mine<br />

antiuomo e favorendo il controllo del<br />

traffico di armi che alimentano e prolungano<br />

tanti conflitti in Africa.<br />

Conseguenze di queste situazioni sono,<br />

fra l'altro, i 3,5 milioni di rifugiati<br />

(quasi il 30% del totale mondiale) e i 12<br />

milioni di sfollati interni (quasi la metà<br />

del numero totale a livello planetario).<br />

«L'Africa» ha affermato la Chiesa nordamericana<br />

«non è un continente di disperati,<br />

ma una terra popolata da persone<br />

che lottano per superare vecchi problemi<br />

e sfide attuali, in modo da costruire<br />

un futuro pieno di speranza e di opportunità».<br />

Angola: nominato<br />

il primo Vescovo<br />

della diocesi di Dundo<br />

Dundo è la nuova diocesi eretta<br />

recentemente in Angola con territorio<br />

dismembrato dalla diocesi di Saurimo,<br />

suffraganea della Chiesa metropolitana<br />

di Luanda. Vescovo di Dundo<br />

è stato nominato il p. Joaquim<br />

Ferreira Lopes OFM cap., Consigliere<br />

della Vice-provincia angolana dei<br />

Cappuccini.<br />

La nuova diocesi di Dundo comprenderà<br />

la regione di Lunda nord,<br />

finora compresa nella diocesi di Saurimo.<br />

I motivi per l’erezione sono i<br />

seguenti: vastità territoriale della diocesi<br />

di Saurimo; necessità di intensificare<br />

la prima evangelizzazione tra la<br />

popolazione che per l’80% segue ancora<br />

le religioni tradizionali, ma<br />

guarda la Chiesa cattolica con simpatia;<br />

necessità di programmi pastorali<br />

più appropriati alle esigenze geografiche.<br />

L’attuale diocesi viene divisa in<br />

due circoscrizioni ecclesiastiche corrispondenti<br />

alle due province civili: la<br />

provincia di Lunda nord con capitale<br />

Dundo (sede della nuova diocesi)<br />

e la provincia di Lunda sud con capitale<br />

Saurimo (sede della diocesi di<br />

Saurimo).<br />

Il nuovo Vescovo avrà la sua sede<br />

a Dundo, dove esiste una chiesa par-<br />

rocchiale dedicata a «Nossa Senhora<br />

da Conceiçao» che diventerà la Cattedrale.<br />

Il primo Vescovo di Dundo, p.<br />

Joaquim Ferreira Lopes OFM cap, è<br />

nato il 13 ottobre 1949 a Santo Tirso,<br />

diocesi di Porto in Portogallo. Ha<br />

studiato in patria e a Roma, presso<br />

l’Università Gregoriana, ottenendo la<br />

licenza in Sacra Scrittura.<br />

Terminati gli studi superiori a Roma<br />

è stato ordinato sacerdote il 25<br />

maggio 1975. Tra i suoi primi incarichi<br />

ricordiamo che è stato maestro<br />

dei postulanti Cappuccini a Lisbona<br />

(1975/76).<br />

Quindi, richiamato in Angola, ha<br />

ricoperto diversi incarichi. Dapprima<br />

è stato parroco e insegnante di filosofia<br />

al seminario maggiore di Luanda<br />

(1976/87); quindi direttore nazionale<br />

delle Pontificie Opere Missionarie<br />

(1987/97); successivamente Vicario<br />

generale dell’arcidiocesi di Luanda<br />

(1995/97).<br />

Dal 1999 è stato nominato primo<br />

consigliere della Vice-provincia dei<br />

Cappuccini. Nello stesso periodo è<br />

stato professore di Esegesi al seminario<br />

maggiore di Luanda, professore<br />

di Cristianesimo e Sviluppo nella facoltà<br />

di economia e gestione dell’Università<br />

cattolica di Angola.<br />

Zambia: una Bibbia africana per l'evangelizzazione del Paese<br />

de della popolazione del Paese africano.<br />

Ma la Bibbia Africana ha una sua origine<br />

precisa. L'idea sorse nel 1995, quando Papa<br />

Giovanni Paolo II si recò in Africa a<br />

portare il documento finale del Sinodo<br />

africano. Il Papa chiese alla Chiesa africana<br />

di raddoppiare gli sforzi per far giungere<br />

la parola di Dio a tutti i fedeli. La risposta<br />

venne dalla Congregazione delle<br />

Paoline, fondata da Giacomo Alberione,<br />

con vasta e collaudata esperienza di apostolato<br />

editoriale. Furono interpellati studiosi,<br />

per la maggior parte africani. Dal<br />

1996 al 1999 furono stampate in Spagna le<br />

prime 25.000 copie che sono andate a ruba.<br />

Nel novembre successivo furono ristampate<br />

altre 30.000 copie; nel maggio<br />

del 2000, altre cinquantamila copie. La<br />

campagna di lancio fu iniziata a Lusaka. Il<br />

prezzo è stato adattato alle condizioni<br />

economiche della popolazione. La diffusione<br />

è stata estesa ad altre comunità cristiane<br />

dell'Africa. Grazie alle Paoline la<br />

Bibbia Africana in lingua inglese si sta<br />

diffondendo in tutta l'Africa anglofana.<br />

La meravigliosa avventura è narrata in<br />

un contesto di cultura e di tradizioni africane<br />

da più autori a testimonianza del lavoro<br />

missionario e apostolico di tanti sacerdoti<br />

e religiose pronti a dar la vita per<br />

la edificazione del regno di Dio e della<br />

Chiesa. (gino concetti)<br />

REPUBBLICA CENTROAFRICANA Iniziative dei cappuccini nella diocesi di Bouar<br />

Promozione e formazione<br />

a servizio dell'Apostolato<br />

BENIN Ordinati 15 nuovi sacerdoti nell'arcidiocesi di Cotonou<br />

Risveglio delle vocazioni in tutto il Paese<br />

C'è un incoraggiante fiorire di vocazioni<br />

nella Chiesa che è in Benin. Lo dimostrano<br />

le continue celebrazioni durante<br />

le quali vengono ordinati nuovi sacerdoti<br />

o nuove religiose emettono la loro<br />

professione perpetua.<br />

Per questa ricchezza Mons. Nestor<br />

Assogba, Arcivescovo di Cotonou, nell’omelia<br />

che ha tenuto durante la celebrazione<br />

per l’ordinazione di 15 sacerdoti<br />

nell’arcidiocesi di Cotonou, ha ringraziato<br />

la Provvidenza per aver ascoltato la<br />

preghiera della sua Chiesa chiamando<br />

molti giovani alla sua vigna.<br />

Ma non è solo la comunità ecclesiale<br />

di Cotonou che ha accolto in questi ultimi<br />

mesi 11 diaconi e 15 sacerdoti. Il Vescovo<br />

Mons. Marcel Agboton per esempio<br />

ha ordinato nella sua diocesi di Porto<br />

Novo 10 diaconi e 7 sacerdoti . Altre<br />

3 ordinazioni sacerdotali sono attese entro<br />

la fine di questo mese. La diocesi di<br />

Dassa Zoumè conta 8 nuovi diaconi e si<br />

sta preparando per le ordinazioni sacerdotali.<br />

Nella diocesi di Lokossa, ai 4 diaconi<br />

ordinati ultimamente, s’aggiungeranno<br />

entro la fine dell’anno 4 sacerdoti<br />

novelli. Un po’ più al nord, la comunità<br />

diocesana di Natitingou ha appena festeggiato<br />

2 nuovi sacerdoti e 1 diacono.<br />

Nell’arcidiocesi di Parakou, dopo aver<br />

ordinato 3 diaconi durante l’estate,<br />

Mons. Fidèle Agbatchi ordinerà 3 sacerdoti<br />

nei prossimi giorni. La festa non riguarda<br />

solo sacerdoti diocesani. I domenicani<br />

hanno celebrato con allegria l’ordinazione<br />

sacerdotale di 5 dei loro confratelli.<br />

Con fervore i padri della Congregazione<br />

di Gesù e Maria (Eudisti)<br />

hanno accompagnato all’altare 3 giovani<br />

della loro Famiglia nel giorno della loro<br />

ordinazione presbiterale.<br />

Anche le Suore di Saint Augustin hanno<br />

celebrato le professioni solenni di 6<br />

delle loro consorelle.<br />

Non possiamo dimenticare le 27 pro-<br />

EGIDIO PICUCCI<br />

«Nella regione di Nola, nel sudovest<br />

della Repubblica Centrafricana, dove sono<br />

stato mandato da un Vescovo savoiardo<br />

come me — ha scritto P. André<br />

Janody — ho incontrato per la prima<br />

volta la foresta vergine. Ho visto cose<br />

che non avevo immaginato neppure<br />

quando era bambino, grazie soprattutto<br />

ai pigmei e ai mbimou. I primi sono<br />

cacciatori impareggiabili, coraggiosissimi,<br />

gli unici che conoscono veramente<br />

la foresta, foglia per foglia. I mbimou<br />

sono lavoratori instancabili, di carattere<br />

forte e deciso, molto religiosi, riuniti in<br />

una ventina di comunità, animate dai<br />

catechisti, collaboratori insostituibili d’ogni<br />

missionario. Soprattutto di uno come<br />

me, solo e confinato sulla penisola<br />

di Nola, circondata da due fiumi che si<br />

attraversano soltanto in piroga.<br />

Per 30 anni ho lavorato tra Nola e il<br />

confine con il Camerun: una parrocchia<br />

sconfinata (25 Km di larghezza per 50 di<br />

lunghezza) in gran parte raggiungibile<br />

solo a piedi, con la piccola farmacia “de<br />

brousse” a spalla, necessaria quanto l’altare<br />

portatile. In questa solitudine di uomini<br />

e di cose, ho vissuto solo marginalmente<br />

la storia, non sempre lieta, del<br />

Paese in cui mi trovo».<br />

Storia civile lieta e triste; meno triste<br />

e piena di soddisfazioni quella ecclesiale,<br />

come fa notare lo stesso P. Janody a<br />

proposito delle tribù che vivono nella foresta.<br />

Ex colonia francese, la Repubblica<br />

Centrafricana ha conosciuto il Vangelo<br />

un’ottantina di anni fa e oggi ha quasi<br />

800 mila cattolici (su tre milioni e mezzo<br />

di abitanti), distribuiti in otto diocesi,<br />

una delle quali è Bouar, situata all’estremo<br />

nord ovest della nazione, ai confini<br />

con il Ciad e il Camerun.<br />

In diocesi si trova il noviziato interprovinciale<br />

dei Frati Minori Cappuccini;<br />

è a Ndim, una piccola Verna africana<br />

per le celle sparse tra massi enormi, il<br />

bosco e un laghetto ondulato di vento e<br />

di bianchissime ali di «picboeuf’ che vi<br />

si dissetano avidamente. Vi sono sette<br />

novizi, due ciadiani e cinque centrafricani,<br />

assistiti da P. Janody e da due religiosi<br />

polacchi.<br />

«Non avendo più l’impegno delle<br />

scuole, nazionalizzate da qualche anno<br />

— dice ancora P Janody — possiamo<br />

dedicarci interamente alla formazione<br />

dei giovani e all’apostolato. Ai pigmei<br />

d’un tempo sono subentrati per me i baya,<br />

i panà, in gran parte ancora animisti,<br />

e i bororo, pastori come i masai, e<br />

come loro musulmani convinti, anche se<br />

distanti anni luce da ogni forma di fanatismo.<br />

Benché lontane dai grossi centri, queste<br />

tribù risentono fortemente della crisi<br />

che sta attraversando il Paese e soprattutto<br />

della mancanza di alcune strutture<br />

fondamentali che la Chiesa è invitata a<br />

prendere, o a riprendere in mano, secondo<br />

il principio della sussidiarità. È il<br />

caso della sanità e delle scuole, che la<br />

gente ci spinge a riaprire per garantire<br />

un minimo di istruzione ai loro figli.<br />

Da sette anni i maestri statali sono<br />

fessioni temporanee e le 6 solenni nella<br />

Congregazione des Oblates Catéchistes<br />

Petites Servantes des Pauvres. Poi dal<br />

sud al nord, nelle altre comunità religiose<br />

più piccole non sono mancate delle<br />

professioni solenni.<br />

Tutti questi eventi costituiscono momenti<br />

ecclesiali da cogliere perché i fedeli<br />

di tutte le diocesi si incontrano, lodano<br />

il Signore e fanno festa insieme.<br />

«Questi sono momenti che rivelano l’unità<br />

della nostra Chiesa» diceva un giovane<br />

sacerdote. Gli stessi Vescovi sono<br />

ben lieti di sottoporsi a lunghi viaggi per<br />

vivere assieme alle comunità di altre<br />

diocesi queste feste.<br />

Segno della giovinezza e della vitalità<br />

della comunità ecclesiale del Bénin, le<br />

vocazioni religiose e sacerdotali sono an-<br />

senza stipendio, e quindi hanno cercato<br />

un altro mestiere per vivere e far vivere<br />

i parenti della famosa «famiglia allargata»<br />

africana, che conta sulla loro professione.<br />

Per questo a Bouar la diocesi ha<br />

messo a disposizione una parte di un<br />

ampio complesso per le scuole primarie,<br />

e ha aperto la scuola tecnico-professionale<br />

Notre-Dame de Maïgaro, in piena<br />

campagna, a una 15.na di Km dal centro,<br />

l’unica in tutta la nazione.<br />

Il Vescovo, Mons. Armando Gianni,<br />

ne ha affidato la direzione alle Suore<br />

Francescane della Propagazione della<br />

Fede, consapevole dell’importanza fondamentale<br />

che la scuola ha per le ragazze,<br />

generalmente lasciate fuori da ogni<br />

forma di istruzione (solo il 55 % può frequentarla)<br />

perché «necessarie» nella custodia<br />

della casa e dei fratelli più piccoli.<br />

Esse hanno capito la possibilità che<br />

viene loro offerta e frequentano le lezioni<br />

con passione e costanza, certe che<br />

dall’esito degli studi dipende gran parte<br />

del loro futuro».<br />

Altro complesso scolastico è sorto fra<br />

che frutti delle preghiere dei fedeli. Molti<br />

gruppi di preghiera e di adorazione<br />

per le vocazioni esistono in quasi tutte<br />

le parrocchie. Però come ha detto ancora<br />

Mons. Assogba, l’Arcivescovo di Cotonou:<br />

«la preghiera per le vocazioni deve<br />

essere ancore più insistente, perché i<br />

sacerdoti non bastano». Se le diocesi del<br />

Sud del Bénin possono contare una decina<br />

o una ventina di ordinazioni all’anno,<br />

quelle del Nord, sono povere in operatori<br />

pastorali. L’aiuto fraterno è lodevole,<br />

perché alcuni giovani, su proposta<br />

dei loro Vescovi, accettano volentieri di<br />

andare a servire per un periodo di tempo<br />

nelle zone più bisognose.<br />

JEAN-BAPTISTE SOUROU<br />

i panà di ’Ngaoundaye per iniziativa di<br />

P. Enzo Canozzi. Comprende le scuole<br />

elementari e medie (sei classi), affiancate<br />

da un padiglione dell’ospedale e,<br />

prossimamente, da un centro culturale.<br />

I lavori sono stati (e sono) eseguiti da<br />

quindici squadre di Giovani Agricoltori<br />

Cristiani — J.A.C. — che si alternano<br />

ogni settimana per non tralasciare i lavori<br />

dei campi. All’inaugurazione del<br />

complesso, il sindaco, protestante, si è<br />

felicitato con i giovani, i cui genitori<br />

hanno detto: «Non credevamo che i nostri<br />

figli fossero capaci di tanto!».<br />

La diocesi ha pensato anche ai lontani,<br />

raggiunti con la radio che trasmette<br />

in sango e in francese con un palinsesto<br />

che prevede catechesi, informazione,<br />

musica, igiene, alfabetizzazione e quanto<br />

altro può interessare e giovare a gente<br />

che è agli inizi di tutto. Come tutte le<br />

altre radio diocesane, quella di Bouar,<br />

detta «Siriri» (pace) parla molto anche<br />

di giustizia, di pace e di diritti umani.<br />

Nessuno ignora quanto questi siano calpestati<br />

soprattutto nei confronti dei cercatori<br />

di diamanti — il Centrafrica ne è<br />

il 12° produttore mondiale — e di quanti<br />

lavorano nelle piantagioni del cotone,<br />

del caffé e del tabacco, ma particolarmente<br />

nel commercio del legno pregiato<br />

(mogano, ebano), che si trova soprattutto<br />

nel sud-ovest, lungo i fiumi che fanno<br />

del Centrafrica il serbatoio che rifornisce<br />

il lago Ciad.<br />

Altra importante realizzazione della<br />

diocesi è il seminario «de la Yolé», dove<br />

gli aspiranti alla vita religiosa (cappuccini<br />

e carmelitani) vivono fianco a fianco<br />

con i seminaristi diocesani, conducendo,<br />

anche questi ultimi, una vita che non si<br />

distacca molto da quella che essi conducevano<br />

nel villaggio, perché allo studio<br />

si unisce il lavoro nel campo, al punto<br />

che si vive quasi interamente della propria<br />

fatica. E di quella delle rispettive<br />

mamme, che a turno si alternano nella<br />

cucina, nella lavanderia e in altre attività<br />

prettamente femminili.<br />

Nel seminario è stato aperto un piccolo<br />

museo che testimonia la difficile storia<br />

del Paese, soprattutto quella precedente<br />

la prima guerra mondiale, quando<br />

i procacciatori di schiavi percorrevano i<br />

villaggi in cerca di braccia da vendere ai<br />

commercianti europei che li avviavano<br />

alle piantagioni di cacao o della canna<br />

da zucchero oltreoceano. II museo, unico<br />

nella nazione, raccoglie materiale interessantissimo<br />

sull’argomento, testimonianza<br />

preziosa di un periodo che tutti<br />

vorrebbero dimenticare.<br />

II museo, secondo P. Janody, è però<br />

incompleto, perché manca la voce pigmei<br />

— i famosi babinga — eredi dei primi<br />

abitanti della zona, che vivevano nelle<br />

vallate e nelle grotte diecimila anni fa.<br />

La presenza di oggetti della civiltà pigmea,<br />

secondo il missionario, sarebbe<br />

una voce genuina della nazione, la voce<br />

più autentica, tant’è vero che l’inno nazionale<br />

si ispira a una melodia pigmea.<br />

Voce genuina e autentica come quella<br />

che radio «Siriri» diffonde ogni giorno in<br />

sango, o come quella dei professori della<br />

scuola tecnica della diocesi, che formano<br />

la nazione di domani, dato che<br />

l’uomo, secondo una pedagogia accettata<br />

da tutti, si forma sulle ginocchia della<br />

madre.


A ROMA<br />

PAGINA<br />

COMUNE Monitoraggio e adeguamento delle reti<br />

Società per il sottosuolo:<br />

prossimo il varo<br />

Eliminerà i cantieri stradali infiniti<br />

programmando i lavori per l’adeguamento<br />

delle reti, garantirà un uso razionale<br />

del sottosuolo con il ritiro di cavi e<br />

tubi dismessi e assicurerà il cablaggio<br />

della città portando in tutti i quartieri la<br />

rete di moderne telecomunicazioni: questi<br />

i compiti della cosiddetta società per<br />

il sottosuolo che il Campidoglio sta per<br />

costituire.<br />

Martedì è stata approvata in proposito<br />

una memoria di Giunta e, nella prossima<br />

settimana, è prevista l’approvazione<br />

della delibera a cui hanno lavorato<br />

l’assessore ai Lavori pubblici, Giancarlo<br />

D’Alessandro, e l’assessore al Bilancio,<br />

Marco Causi. «Sarà una società pubblico-privato<br />

— ha precisato l’assessore<br />

D’Alessandro — a cui chiederemo la<br />

partecipazione delle aziende per costituire<br />

una rete. Hanno aderito finora Acea,<br />

Met. Ro. spa, Fastweb, Italgas ed è ancora<br />

in discussione la Telecom».<br />

Un ruolo da protagonista è quello della<br />

Acea perché con i suoi 35.000 chilometri<br />

di rete idrica e elettrica (è prossima<br />

l’attribuzione anche della rete fognaria)<br />

detiene la rete più importante della<br />

città. Tra i primi effetti pratici per i cittadini<br />

ci sarà l’intervento dell’Acea anche<br />

nei controlli sulle 500 mila caldaie<br />

che esistono in città, di servizio agli appartamenti.<br />

A tale proposito l’assessore D’Alessandro<br />

ha precisato che in questo periodo,<br />

dopo l’esplosione di via Ventotene, c’è<br />

anche una maggiore sensibilità della po-<br />

Abusivismo:<br />

demoliti<br />

fabbricati<br />

sul Lido di Latina<br />

Da ieri mattina, nell’ambito di un<br />

programma stabilito dal Comune di Latina,<br />

sono partite diverse demolizioni di<br />

alcuni fabbricati costruiti abusivi sul lido<br />

della città pontina.<br />

Si sono cominciati a demolire manufatti<br />

realizzati abusivamente nel corso<br />

degli ultimi anni, all’interno di alcuni<br />

consorzi. La prima demolizione ha riguardato<br />

una villa tri-familiare all’interno<br />

del consorzio «Astura», costruita senza<br />

alcuna autorizzazione da parte del<br />

Comune.<br />

Le operazioni si sono svolte senza<br />

contestazioni. Già in passato l’amministrazione<br />

del capoluogo pontino è intervenuta<br />

sul Lido, soprattutto nella zona<br />

dei consorzi di Foceverde. In quella occasione<br />

fu demolito anche un ristorante<br />

abusivo.<br />

Ma la lotta all'abusivismo non si limita<br />

alla sola demolizione delle costruzioni<br />

abusive.<br />

A Latina come a Roma o comunque<br />

in tutte le città della regione. Nella Capitale<br />

l'attenzione si è fissata sulle affissioni<br />

abusive, vera e propria piaga che degrada<br />

non poco il paesaggio urbano.<br />

Athos De Luca, presidente del circolo<br />

ambientalista «Città nostra», ha rivolto<br />

ieri, martedì, un appello all’amministrazione<br />

comunale per «una più efficace<br />

azione di repressione» appunto delle affissioni<br />

abusive.<br />

De Luca si è lamentato del fatto che<br />

un partito politico «nelle ultime settimane<br />

ha invaso Roma con alcuni milioni di<br />

manifesti senza rispetto per la città e<br />

per le leggi comunali».<br />

9 .<br />

polazione alla necessità di questi controlli<br />

e al dovere di tenere le caldaie a<br />

norma dal punto di vista della manutenzione.<br />

L’assessore D’Alessandro ha precisato<br />

che l’adesione dell’Italgas è recente<br />

perché in un primo momento si era<br />

parlato solamente di una società tra il<br />

Comune di Roma e l’Acea. Alla riunione<br />

ha partecipato, tra gli altri, anche Domenico<br />

Tudini, amministratore delegato<br />

dell’Ama, il quale ha detto ai giornalisti<br />

che l’Ama è implicata nel discorso sicurezza<br />

perché possiede unità di intervento<br />

per la protezione civile.<br />

Scioperi: a rischio<br />

lunedì 10<br />

autobus e tram<br />

Autobus e tram a rischio nella<br />

Capitale lunedì 10 dicembre, dalle<br />

9 alle 13, per l’adesione di Filt<br />

Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti di Roma<br />

allo sciopero generale di 4<br />

ore. Lo ha reso noto la società<br />

Trambus spiegando che l’astensione<br />

comporterà il rientro delle vetture<br />

nei depositi. La società ha<br />

spiegato che gli impiegati e gli<br />

operai dei turni mattutini potranno<br />

astenersi dal lavoro nelle ultime<br />

tre ore di turno, quelli del turno<br />

pomeridiano nelle prime tre.<br />

Metropolitana:<br />

verrà convocata<br />

in Campidoglio<br />

una riunione<br />

sulla sicurezza<br />

VIA VENTOTENE A otto giorni dalla tragedia<br />

Ancora stazionarie le condizioni<br />

dei 2 pompieri feriti nell'esplosione<br />

Rimangono stazionarie le condizioni<br />

dei due Vigili del fuoco Fabio Cappelli,<br />

di 30 anni, e Corrado Baldassarri di 34,<br />

feriti nell'esplosione di Via Ventotene.<br />

Martedì, dall'autopsia fatta sul cadavere<br />

di Alessandro Manuelli, è emerso<br />

che il pompiere ha lottato per la vita più<br />

a lungo dei suoi tre colleghi, ma anche<br />

per lui sono state mortali le lesioni provocate<br />

dall’onda d’urto dell’esplosione<br />

che lo ha investito e sbalzato a metri di<br />

distanza. L’esame autoptico è stato eseguito<br />

nell’Istituto legale dell’Università<br />

«La Sapienza». A differenza delle precedenti<br />

autopsie, la Procura di Roma non<br />

ha prescritto esami tossicologici per accertare<br />

la presenza di esplosivo sul cadavere<br />

di Manuelli poiché il Vigile del fuoco<br />

è morto in ospedale. Trauma complesso:<br />

così i medici hanno sintetizzato<br />

il motivo del decesso di Manuelli.<br />

Sulla tragedia di via Ventotene, il Comandante<br />

provinciale dei Vigili del fuoco,<br />

Luigi Abate ha dichiarato che: «Non<br />

sono note al momento le cause e la sorgente<br />

di innesco della reazione esplosiva<br />

del gas. Tali valutazioni e ricerca dei fatti<br />

sono state affidate dall’autorità giudiziaria<br />

a tecnici incaricati appositamente».<br />

Intanto, le famiglie del civico 32 di via<br />

Ventotene hanno espresso soddisfazione<br />

sulla sistemazione al residence concessa<br />

dal Campidoglio. «Il fatto che loro sono<br />

contenti, per noi è il miglior risarcimento,<br />

spero che possano recuperare un po'<br />

della serenità perduta», ha detto il sindaco<br />

Walter Veltroni. Sono persone che si<br />

preparano a passare, in questo residence,<br />

molti mesi, forse un anno, ma si co-<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì 6 Dicembre 2001<br />

glie nei loro commenti il sollievo di non<br />

trovarsi in una struttura squallida, come<br />

sono a volte i residence comunali, ma in<br />

un ambiente confortevole, dove il Comune<br />

pagherà, per ogni famiglia, l’affitto<br />

di circa tre milioni al mese».<br />

«Siamo contenti, la sistemazione è<br />

buona», dicono i coniugi Renzo e Pupetta<br />

che ritrovano anche la voglia di<br />

scherzare, mentre mangiano pizzette<br />

nell’atrio del residence. «Il sindaco ha<br />

detto che la prima esigenza era trovare<br />

una sistemazione non lontano da casa,<br />

bene il primo passo è stato compiuto».<br />

Strada allagata<br />

per un guasto<br />

ad una tubatura<br />

Per la rottura di una grossa tubazione<br />

dell’Acea, martedì sera, si<br />

è allagata via Gozzi, nella zona di<br />

San Paolo. Vigili del fuoco, vigili<br />

urbani e tecnici dell’Acea sono intervenuti<br />

per riparare il guasto e<br />

limitare i disagi.<br />

Secondo i Vigili del fuoco, in<br />

strada si è riversato una specie di<br />

torrente d’acqua che ha minacciato<br />

di invadere anche una cabina<br />

elettrica dell’Enel.<br />

I Vigili hanno dovuto far rimuovere<br />

alcune automobili parcheggiate<br />

in strada.<br />

6 DICEMBRE 2001<br />

Giovedì della I settimana di Avvento<br />

Feria (viola)<br />

S. Nicola, Vescovo - Memoria fac. (bianco)<br />

Messa a scelta<br />

Lezionario: Is 26, 1-6; Salmo 117; Mt 7,<br />

21.24-27<br />

Liturgia delle Ore: Giov. I sett.<br />

Ufficio della feria<br />

VIABILITÀ Sarà il tunnel urbano più lungo d'Europa – Molti i dispositivi di sicurezza<br />

Cominciati i lavori nella galleria<br />

del «passante» a Nord-Ovest<br />

Sono partiti ieri, martedì, i lavori in<br />

galleria per realizzare il passante a<br />

Nord-Ovest, che collegherà via della Pineta<br />

Sacchetti con la tangenziale Est.<br />

Nel grande cantiere centrale, dove si lavorerà<br />

alle quattro camere delle gallerie,<br />

si sono recati il sindaco, Walter Veltroni,<br />

e l’assessore ai Lavori pubblici, Giancarlo<br />

D’Alessandro, per fare il punto sull’andamento<br />

dei lavori, che dovrebbero<br />

terminare alla fine del 2003, quando la<br />

vasta area in cui oggi è allestito il cantiere<br />

sarà ricoperta e diventerà un<br />

parco.<br />

«Sarà un’opera di importanza vitale e<br />

strategica per la città di Roma», ha detto<br />

Veltroni parlando del progetto che<br />

prevede la realizzazione di una viabilità<br />

di scorrimento tra via del Foro Italico e<br />

via della Pineta Sacchetti e l’adeguamento<br />

a due corsie per ogni senso di<br />

marcia della via Trionfale nel tratto<br />

compreso tra il Forte Trionfale e l’Ospedale<br />

San Filippo Neri.<br />

«Sarà la galleria urbana più lunga<br />

d’Europa» ha detto il direttore dei lavori,<br />

l’ingegner Fausto Ferruccio, ricordando<br />

che si tratta di una strada di 3<br />

chilometri e mezzo che, da via del Foro<br />

Italico, passerà sotto la collina di Monte<br />

Mario, sotto via della Camilluccia e via<br />

Pieve di Cadore per ricollegarsi fino a<br />

Pineta Sacchetti. Ferruccio ha detto che<br />

nei tratti in galleria naturale si lavorerà<br />

anche di notte a 50 metri di profondità<br />

e per completare l’opera 160 operai lavoreranno<br />

per mille giorni. Nel frattempo,<br />

però, la viabilità di superficie si ria-<br />

L'artigianato<br />

palestinese<br />

alla 41ª edizione<br />

di «Natale Oggi»<br />

Sincerità<br />

prirà a tratti e, a marzo del 2002, è prevista<br />

la riapertura del primo tratto.<br />

«Questa trasformazione della viabilità<br />

— ha aggiunto Ferruccio — comporterà<br />

una riduzione del traffico almeno del<br />

50% attraverso la sua deviazione nelle<br />

altre zone di Roma. I lavori sono iniziati<br />

in modo da svolgersi con continuità realizzando<br />

un cantiere itinerante che si<br />

sposterà in ragione dello sviluppo dell’opera<br />

senza dare fastidio alla città».<br />

Il costo complessivo dell’opera previsto<br />

risulta di 238 miliardi e la sua realizzazione,<br />

per motivi di finanziamento, è<br />

stata suddivisa in due stralci funzionali:<br />

il primo (215 miliardi) importerà la costruzione<br />

dell’asse viario principale e il<br />

secondo riguarderà l’allargamento di via<br />

Trionfale nei tratti di via Stresa e il Policlinico<br />

Gemelli e tra via dei Monfortani<br />

e il San Filippo Neri (23 miliardi). Attualmente<br />

il primo stralcio funzionale è<br />

stato progettato e pianificato e i lavori<br />

sono in corso; per il secondo stralcio,<br />

già finanziato, sono già stati avviati gli<br />

atti per l’esperimento della gara.<br />

Il tempo previsto per la realizzazione<br />

della prima parte del progetto è previsto<br />

in 1.030 giorni. I lavori sono stati consegnati<br />

l’8 gennaio 2001 e la data di ultimazione<br />

è stabilita per il 3 novembre<br />

2003.<br />

La realizzazione del nuovo asse stradale,<br />

inserito nei piani degli investimenti<br />

del Comune di Roma, rappresenta il collegamento<br />

tra la viabilità di scorrimento<br />

esistente nel settore Est-Nord/Est della<br />

città, rappresentato dalla tangenziale Est<br />

e la viabilità di scorrimento esistente nel<br />

Incidenti stradali:<br />

un morto sull'A/12<br />

Un motociclista di 26 anni è morto<br />

intorno alle 18 di ieri, martedì, in<br />

un incidente stradale sull’autostrada<br />

A/12 Roma-Civitavecchia. Nell’incidente,<br />

avvenuto nei pressi di<br />

Maccarese, non sono rimasti coinvolti<br />

altri veicoli. La moto è rimasta<br />

sulla corsia di sorpasso in direzione<br />

di Civitavecchia, mentre il<br />

corpo del giovane era sulla carreggiata<br />

opposta.<br />

A fuoco tre sgabuzzini<br />

all’ospedale Forlanini<br />

Tre locali adibiti a sgabuzzino per<br />

attrezzi per le pulizie sono andati<br />

a fuoco poco dopo le 23 di ieri sera,<br />

martedì, nel padiglione di cardiologia<br />

dell’ospedale Forlanini. Il<br />

rapido intervento dei Vigili del fuoco<br />

che hanno una postazione presso<br />

l’ospedale ha permesso di circoscrivere<br />

l’incendio, impedendo<br />

che fosse sgomberato il padiglione.<br />

Si sospetta che l’incendio possa<br />

essere doloso, essendo i tre<br />

sgabuzzini separati da muri.<br />

BandadellaMarranella:<br />

arrestato un latitante<br />

I Carabinieri lo hanno riconosciuto<br />

e bloccato proprio mentre passava<br />

in via della Marranella: così è finita<br />

la latitanza di Paolo Ischiboni,<br />

un pregiudicato di 50 anni, sospettato<br />

di appartenere alla banda della<br />

Marranella, una organizzazione<br />

criminale dedita a estorsioni, usura,<br />

rapine, sequestri di persona,<br />

traffico di cocaina e illecita attività<br />

finanziaria. Ischiboni, che è stato<br />

catturato dai Carabinieri di Torpignattara,<br />

era sfuggito all’arresto<br />

nel luglio scorso, quando i Carabinieri<br />

del comando provinciale di<br />

Roma eseguirono 18 ordinanze di<br />

custodia cautelare emesse dal gip<br />

del Tribunale di Roma.<br />

DIOCESI Nella chiesetta del Centro storico la Santa Messa celebrata dal cappellano dei Vigili del fuoco Mons. Vincenzo Di Muro<br />

La festa di santa Barbara nella memoria della tragedia di Val Melaina<br />

È un’atmosfera densa di suggestione quella che martedì<br />

4 dicembre ha accolto i Vigili del fuoco riunitisi<br />

nella chiesa di santa Barbara dei Librari per celebrare<br />

la solennità della loro patrona. La funzione, officiata<br />

alla presenza di tanti membri dell’omonima Comunità<br />

ed introdotta da un picchetto d’onore, non ha mancato<br />

di fare memoria dei giovani soccorritori deceduti<br />

nella tragedia dello scorso 27 novembre, quando una<br />

forte esplosione ha distrutto un palazzo a Val Melania.<br />

Celebrare la Santa Messa in onore di santa Barbara<br />

in questa chiesa collocata nel cuore di Roma ha permesso<br />

anche di riscoprire le bellezze artistiche di un<br />

piccolo gioiello architettonico tornato alla luce a seguito<br />

della recente riconsacrazione. A fare da guida sull’articolato<br />

percorso storico di questo meraviglioso<br />

tempio cristiano e sul ruolo assunto dalla «Comunità di<br />

santa Barbara» nel relativo processo di valorizzazione,<br />

è il Rettore Mons. Ivo Scapolo, Minutante del Servizio<br />

Diplomatico in Servizio presso la seconda sezione della<br />

Segreteria di Stato: «Diversi anni fa, un gruppo di giovani<br />

universitari guidati da Mons. Riccardo Fontana,<br />

attuale Arcivescovo di Spoleto-Norcia, chiese di poter<br />

avere un posto dove organizzare degli incontri periodici.<br />

In quella occasione, il Cardinale Poletti decise di affidare<br />

loro questa chiesa, sconsacrata e trasformata in<br />

magazzino. Ma vedendo le pessime condizione in cui<br />

versava, i ragazzi hanno sentito l’esigenza di attivarsi<br />

per ripulirla e avviare dei lavori di restauro». «Dobbiamo<br />

molto ai membri di questa comunità, che si sono<br />

Il Sindaco Walter Veltroni convocherà<br />

in Campidoglio nei prossimi giorni una<br />

riunione di tutti i soggetti interessati alla<br />

metropolitana per valutare le misure da<br />

prendere per garantire la sicurezza dei<br />

37 chilometri delle linee cittadine.<br />

Questa è la prima risposta alla lettera<br />

riservata che nei giorni scorsi il responsabile<br />

della Protezione Civile Guido Bertolaso<br />

ha inviato al ministro dei Trasporti<br />

Pietro Lunardi, al Sindaco di Roma<br />

Walter Veltroni e al Prefetto della Capitale<br />

Emilio Del Mese, per denunciare «i<br />

disagi e i pericoli» per i passeggeri, i noti<br />

disservizi della metropolitana e l’inadeguatezza<br />

delle stazioni ai flussi dei<br />

passeggeri.<br />

All’incontro in Campidoglio parteciperanno<br />

tra gli altri i presidenti delle società<br />

Atac-Cotral e Met.Ro., e gli assessori<br />

capitolini alla mobilità e alla protezione<br />

civile.<br />

Sull’iniziativa della Protezione civile è<br />

intervenuto anche il presidente della<br />

Met.Ro. Spa Franco Cervi che, rispondendo<br />

ad un giornalista ha detto «la<br />

Protezione Civile siede autorevolmente<br />

al tavolo sulla sicurezza costituito dal<br />

Prefetto di Roma. In quella sede ci attendiamo<br />

un contributo nel merito alle<br />

segnalazioni fatte».<br />

Cervi ha fatto, inoltre, presente che<br />

esiste, presso il ministero delle Infrastrutture<br />

«un gruppo di lavoro che sta<br />

affrontando il tema degli investimenti<br />

per l’ammodernamento delle infrastrutture<br />

della linea A della metropolitana».<br />

Arrivano dai territori palestinesi di<br />

Hebron gli accessori di pelletteria e oggettistica<br />

artigianale esposti a «Natale<br />

Oggi», la rassegna giunta alla 41ª edizione,<br />

in programma alla Fiera di Roma<br />

dall’8 al 16 dicembre.<br />

La manifestazione, a cui hanno aderito<br />

circa 300 espositori, è una panoramica<br />

su curiosità di ogni tipo, provenienti<br />

da tutto il mondo e da tutte le regioni<br />

italiane, per idee-regalo da mettere sotto<br />

l’albero.<br />

L’esposizione è distribuita su un’area<br />

di ottomila metri quadrati. Tra le novità<br />

da segnalare, i giardini del tè, che propongono<br />

cento tipi della classica bevanda;<br />

la «green house» dove, grazie a Eurogarden<br />

Vivai, si potranno chiedere<br />

consigli su come realizzare un giardino<br />

in casa; i presepi artigianali in vari materiale<br />

di tradizione napoletana e siciliana.<br />

Maglieria dal Perú e alpaca dalla Bolivia;<br />

artigianato africano; tovaglie e decorazioni<br />

natalizie; enogastronomia regionale<br />

a base di prodotti tipici natalizi;<br />

pietre dure e artigianato brasiliano.<br />

Tra le altre novità, la banda di Babbo<br />

Natale che, composta da quarantuno<br />

elementi vestiti con i classici abiti, accoglierà<br />

i numerosi visitatori, che avranno<br />

a disposizione anche un’area denominata<br />

«salotto di Natale oggi», dove potranno<br />

incontrare alcuni personaggi dello<br />

spettacolo.<br />

Parte degli incassi della rassegna, nata<br />

a fini benefici a Palazzo Barberini nel<br />

1959, con il nome «Tavola imbandita»,<br />

saranno devoluti al Servizio Sociale Internazionale.<br />

sempre prodigati perché la chiesa divenisse agibile —<br />

ha aggiunto il Rettore —. Ed i loro sforzi sono stati coronati<br />

dalla gioia di poter assistere nel 1982 alla sua<br />

riapertura, e nel 1991 alla riconsacrazione».<br />

Essendo collocata in un punto nodale della città di<br />

Roma, la chiesa di santa Barbara oggi costituisce un<br />

polo di attrazione per i tanti giovani che gravitano nella<br />

zona. «Questo avviene soprattutto in estate quando<br />

ci impegniamo a tenerla aperta anche nelle ore serali<br />

— ha precisato Mons. Scapolo —. Ed abbiamo testimonianza<br />

che, grazie a questa iniziativa, alcune persone<br />

si sono riavvicinate alla fede. Ora portiamo avanti<br />

attività di vario genere, tanto spirituali quanto culturali,<br />

per continuare questo cammino di valorizzazione.<br />

Pertanto, organizziamo serate dedicate all’Adorazione<br />

dell’Eucaristia, concerti di musica sacra o di organo,<br />

incontri per ascoltare canti popolari religiosi delle varie<br />

regioni d’Italia, ed altro ancora».<br />

La funzione di martedì, presieduta da Mons. Vincenzo<br />

Di Muro, cappellano del Corpo Nazionale dei Vigili<br />

del Fuoco delle scuole centrali anti-incendio di Roma,<br />

non avrebbe potuto non rievocare la giornata del 27<br />

novembre, quando la forte esplosione di via Ventotene<br />

ha distrutto un palazzo e causato la morte di otto persone.<br />

«Oggi facciamo memoria dei Vigili del fuoco deceduti<br />

in quella circostanza, con l’intenzione di onorare<br />

la loro memoria ed implorare la misericordia di Dio<br />

— ha affermato Mons. Di Muro —. Credo, infatti, che<br />

non ci sia morte più gloriosa e più santa di quella che<br />

colpisce coloro che danno la vita per soccorrere il<br />

prossimo. E ribattendo all’affermazione di quella persona<br />

secondo cui, nel momento della tragedia lo sguardo<br />

di santa Barbara era rivolto altrove, io rispondo dicendo<br />

che quando i vigili del fuoco morivano la santa<br />

intercedeva per loro».<br />

Ma la Santa Messa è stata caratterizzata anche dallo<br />

svolgimento di un rito molto particolare: la benedizione<br />

dei grani di pepe e la loro donazione ai fedeli presenti.<br />

Il momento vuole ricordare un’abitudine del<br />

’600, quando il responsabile della Confraternita dei librai<br />

era solito ringraziare il buon lavoro dei suoi collaboratori<br />

con l’elargizione di alcune libbre di pepe, che<br />

al tempo era un bene particolarmente raro e prezioso.<br />

Oggi, la ripetizione dello stesso gesto ha lo scopo di<br />

evidenziare che il compito del cristiano è quello di distinguersi<br />

nel mondo in virtù di un’ardente testimonianza<br />

di fede, speranza e carità.<br />

Prendere esempio da santa Barbara per comprendere<br />

quale sia il comportamento da adottare è il compito<br />

di ogni uomo. È quanto ha precisato Mons. Di Muro<br />

nel corso del commento al Vangelo di san Matteo:<br />

«Dobbiamo sempre confrontarci con questa santa, la<br />

cui esistenza è stata caratterizzata dalla triplice grazia<br />

della conversione cristiana, di una vita verginale e del<br />

martirio. Voler coronare la vita con il successo è un’illusione<br />

gravissima che potrebbe intaccare anche il cristiano.<br />

Alla fine dei nostri giorni, non ci verrà chiesto<br />

se siamo diventati importanti, potenti o ricchi, ma se<br />

abbiamo riconosciuto Cristo».<br />

SIMONA RUBEIS<br />

Il Vangelo è pieno di espressioni intolleranti<br />

del Signore verso una pseudo-osservanza<br />

della religione disgiunta dalla verità del bene<br />

e dalla schiettezza dell'amore.<br />

(Paolo VI)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

settore Ovest, oggi rappresentato dalla<br />

via Olimpica e da via Isacco Newton.<br />

L’adeguamento della via Trionfale si<br />

inserisce in un programma di interventi<br />

tesi a migliorare l’alta densità di circolazione<br />

di veicoli che transitano in direzione<br />

del Gra e la realizzazione di uno<br />

svincolo con la zona autostradale. Tutto<br />

ciò dovrebbe servire ad allontanare dal<br />

Centro della città il rilevante flusso del<br />

traffico di collegamento tra i settori<br />

orientale e occidentale.<br />

Facendo riferimento in particolare alla<br />

galleria, saranno realizzate rampe di<br />

collegamento tra la viabilità sotterranea<br />

e quella in superficie: zona via Fani, una<br />

rampa in uscita provenendo dalla tangenziale<br />

zona Farnesina, una in entrata,<br />

verso la tangenziale stessa; via Pieve di<br />

Cadore, una rampa in ingresso direzione<br />

tangenziale; via Sappada in uscita verso<br />

via Trionfale, allargando la stessa, e in<br />

uscita verso via Pieve di Cadore; infine,<br />

zona via Trionfale con due rampe di accesso<br />

dalle due direzioni.<br />

La realizzazione dell’opera ha obbligato<br />

a prevedere necessari spostamenti di<br />

reti e cavi che saranno trasferiti in una<br />

galleria apposita aumentando così la<br />

funzionalità e la sicurezza delle strutture<br />

e dei servizi. Proprio la materia della sicurezza<br />

è stata la base della progettazione<br />

dell’opera. L’intero sviluppo della<br />

viabilità sotterranea è stato pensato infatti<br />

adottando due distinte e separate<br />

gallerie. Ciascuna galleria sarà quindi<br />

percorsa da un traffico unidirezionale<br />

che consentirà, in caso di emergenza, di<br />

utilizzare una delle due canne sia per<br />

l’accesso dei mezzi di soccorso sia per<br />

la creazione di un luogo sicuro di riparo<br />

per le persone in caso di incendio, garantendo<br />

il migliore funzionamento di<br />

tutti i sistemi di areazione e ventilazione<br />

in galleria. Nei tratti di viabilità sotterranea<br />

e, in particolare, in quelli a bassa<br />

profondità, sarà inoltre realizzata una<br />

terza corsia di emergenza.<br />

Lungo la galleria scavata in naturale<br />

sotto la collina di Monte Mario sono anche<br />

previsti, ogni 200 metri, collegamenti<br />

trasversali pedonali protetti da porte<br />

tagliafuoco, e lungo tutto il tragitto della<br />

galleria saranno realizzati, ogni 400 metri,<br />

collegamenti veicolari tra le due canne<br />

delle gallerie.<br />

Durante il sopralluogo, c'è stato spazio<br />

anche per un momento di preghiera<br />

e di riflessione. Nel giorno in cui la<br />

Chiesa festeggia santa Barbara, protettrice<br />

dei Vigili del Fuoco e dei minatori,<br />

nel cantiere i lavori si sono interrotti e<br />

Don Luigi Malorgio, cappellano dei Vigili<br />

del Fuoco e dell’Atac, ha celebrato la<br />

Santa Messa.<br />

STEFANO REPOSSI<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

GIOVEDÌ 6 DICEMBRE<br />

00.10: Studio A (stereo): Con voi<br />

nella notte<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti<br />

cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

in italiano, spagnolo,<br />

portoghese, francese, inglese,<br />

tedesco e polacco<br />

16.30: I suoni nel cassetto di<br />

Marco Guadagnini<br />

17: Liturgia delle Ore: celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Jugend-Magazin<br />

20.40: Recita del Santo Rosario<br />

in latino<br />

21.30: Programma francese:<br />

Chrétiens et musulmans: des<br />

défis à relever ensemble<br />

21.50: Programma inglese<br />

22.10: Programma spagnolo<br />

GIOVEDÌ 6 DICEMBRE<br />

24: Rosario biblico (versione<br />

spagnola)<br />

2.30-19.30-22.30: Notiziario<br />

7.05: Rubrica: Chiesa in cammino:<br />

America Latina<br />

7.35-13.15-23.55: Rubrica: Tre<br />

minuti dello Spirito<br />

9: In diretta dalla Cappella di<br />

Telepacein Roma:Santa Messa<br />

9.45: Rosario biblico<br />

12.30: Cappella di Telepace in<br />

Roma: Santa Messa<br />

16: In diretta dalla Cappella di<br />

Telepace in Roma: Santo Rosario<br />

e Adorazione eucaristica


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

GIUSTIZIA Critiche a Castelli – Dibattito al Senato<br />

Taormina si dimette<br />

ma la polemica non cala<br />

ROMA, 5.<br />

Il sottosegretario all'Interno Carlo<br />

Taormina si è dimesso ieri pomeriggio<br />

prima dell'inizio del dibattito in Senato<br />

sulla mozione con la quale la maggior<br />

parte delle forze politiche di opposizione<br />

ne chiedevano la revoca dall'incarico.<br />

Ma la soluzione del caso Taormina, come<br />

era del resto da prevedersi considerata<br />

l'asprezza della polemica, non ha<br />

affatto attenuato i contrasti tra maggioranza<br />

e opposizione sulla delicatissima<br />

questione della giustizia. I contrasti, anzi,<br />

si sono ancora più accentuati, sull'intervento<br />

pronunciato in Senato dal ministro<br />

della Giustizia Castelli, all'inizio della<br />

seduta e prima che pervenisse la lettera<br />

di dimissioni di Taormina, inviata al<br />

Presidente del Consiglio Berlusconi e letta<br />

in aula dal ministro dell'Interno Scajola.<br />

Castelli — più volte interrotto da vari<br />

esponenti dell'opposizione — più che<br />

del caso Taormina ha parlato soprattutto<br />

della situazione della giustizia in Italia<br />

rilevando subito che i temi della giustizia<br />

«sono troppo importanti per essere<br />

lasciati in balía delle polemiche e delle<br />

strumentalizzazioni politiche. Il sistema<br />

giustizia è vicino al collasso — ha aggiunto<br />

— e questa è la situazione che<br />

abbiamo trovato dopo cinque anni di<br />

governo dell'Ulivo, io e anche il sottosegretario<br />

Taormina». Dal caso Taormina<br />

il Guardasigilli ha preso spunto per rivolgere<br />

forti critiche a «quei magistrati<br />

che intendono fare la lotta politica utilizzando<br />

impropriamente le azioni giudi-<br />

Dichiarazioni<br />

sulle «rogatorie»:<br />

possibile<br />

un'azione disciplinare<br />

nei confronti di Borrelli<br />

ROMA, 5.<br />

Il ministro della Giustizia, Castelli, in<br />

un intervento ieri al Senato ha fatto riferimento<br />

a possibili azioni disciplinari nei<br />

confronti di alcuni magistrati per le loro<br />

dichiarazioni sulla nuova legge sulle rogatorie.<br />

Tra essi ci sarebbe il procuratore<br />

generale di Milano, Francesco Saverio<br />

Borrelli. «Di questa legge è stato detto<br />

tutto il male possibile — aveva dichiarato<br />

fra l'altro il magistrato subito<br />

dopo l’approvazione — ora lo sforzo dei<br />

giudici sarà quello di neutralizzare sul<br />

piano interpretativo i guasti peggiori che<br />

da questa legge possono nascere».<br />

Borrelli, che ha precisato di non aver<br />

ricevuto al momento alcuna comunicazione<br />

in merito dal ministero, ha detto<br />

ieri «di non aver espresso concetti scandalosi<br />

giacché non vi è legge che per essere<br />

intesa non implichi un’operazione<br />

interpretativa».<br />

Castelli, secondo indiscrezioni, avrebbe<br />

invece già avviato la procedura di<br />

azione disciplinare nei confronti di Libero<br />

Mancuso, presidente della Corte d’assise<br />

di Bologna, per un’intervista del<br />

magistrato sui fatti di Genova rilasciata<br />

il 2 agosto scorso ad una radio.<br />

FINANZIARIA Nonostante il «no» del Governo<br />

Passa un emendamento<br />

sulla copertura della Tremonti bis<br />

VOLONTARIATO Convegno a Roma per presentare la «Carta dei valori»<br />

Una testimonianza credibile e gratuita<br />

ROMA, 5.<br />

Dare testimonianza credibile attraverso<br />

la presenza gratuita nel quotidiano<br />

avendo come obiettivo il bene comune<br />

di tutti e incidere sulla società individuando<br />

e denunciando fenomeni di<br />

emarginazione e di degrado.<br />

Sono questi i due ruoli costitutivi dell’essere<br />

volontari così come emergono<br />

dalla «Carta dei Valori del Volontariato»<br />

elaborata dalla Fondazione italiana per il<br />

volontariato (Fivol) e presentata nel corso<br />

del Convegno «Un punto di arrivo<br />

per una nuova partenza».<br />

Dopo un anno di riflessioni, dibattiti e<br />

verifiche che hanno coinvolto tutto il<br />

mondo del volontariato italiano, la stesura<br />

definitiva di questo documento offre<br />

oggi una lettura di quei concetti<br />

chiave che animano il volontariato, scoprendone<br />

l’originalità e delineandone l’identità<br />

e il ruolo.<br />

Si tratta di un documento che vuole<br />

essere un primo tentativo nel dare una<br />

definizione di quell’agire gratuito in cui<br />

ciascun volontario può riconoscersi, senza<br />

cadere, però, nella trappola di una rigida<br />

classificazione di norme entro cui<br />

operare.<br />

Un documento che intende diventare<br />

un punto di riferimento per tutte le organizzazioni<br />

volontarie e chi vi opera,<br />

ma intende anche distinguere il volontariato<br />

dalle altre componenti del terzo<br />

settore e dalle altre forme di impegno<br />

civile proprio in virtù della gratuità che<br />

rappresenta l’elemento fondante dell’agire<br />

volontario.<br />

La Carta dei Valori, al tempo stesso,<br />

mira a far svanire le molteplici confusioni<br />

che nel tempo si sono create attorno<br />

al termine «volontariato», spesso inter-<br />

10 .<br />

in primo piano<br />

ziarie e godendo di un'immunità costituzionale<br />

che altera la parità dei poteri.<br />

Resto convinto — ha affermato il ministro<br />

anticipando i temi in materia di giustizia<br />

contenuti in un documento della<br />

maggioranza, che sarà discusso oggi pomeriggio<br />

in Senato — che la magistratura<br />

deve restare indipendente ma la politica<br />

deve essere al riparo da attacchi<br />

strumentali da parte dei magistrati. Siamo<br />

pronti — ha aggiunto — a discutere<br />

della sottomissione del pm all'Esecutivo<br />

e vorrei ricordare che sia in Francia che<br />

in Gran Bretagna il pm è sottoposto al<br />

controllo da parte del ministro. Perché<br />

non cominciamo a discutere di questi<br />

temi anche in Italia?».<br />

Il dibattito sulla giustizia dovrebbe<br />

concludersi in serata con un voto. L'Ulivo<br />

presenterà una mozione opposta a<br />

quella della Casa delle libertà con una<br />

censura per le posizioni del Guardasigilli.<br />

Le forti critiche rivolte dall'opposizione<br />

al ministro Castelli sono state così<br />

sintetizzate dal sen. Brutti, che ha rappresentato<br />

i Ds nella riunione col Presidente<br />

del Senato Pera per stabilire il calendario<br />

dei lavori: «Il Guardasigilli ha<br />

detto cose gravissime e false sia sullo<br />

stato della giustizia sia quando ha sostenuto<br />

che, per il Governo, Taormina ha<br />

sbagliato nei toni ma nella sostanza ha<br />

avuto ragione».<br />

Le dimissioni di Taormina verranno<br />

formalizzate domani quando il Presidente<br />

del Consiglio si recherà al Quirinale<br />

per sottoporre il decreto di accettazione<br />

alla firma del Capo dello Stato al suo ritorno<br />

dalla visita in Portogallo.<br />

ROMA, 5.<br />

Il Governo è stato battuto ieri dalle<br />

forze parlamentari della sua stessa maggioranza<br />

che in sede di commissione bilancio<br />

della Camera hanno approvato<br />

un emendamento alla legge finanziaria<br />

sulla copertura della «Tremonti bis» nonostante<br />

il parere contrario dell’esecutivo.<br />

In base all’emendamento — presentato<br />

da Gianfranco Conte, deputato di<br />

Forza Italia e relatore di maggioranza<br />

alla Finanziaria — viene riformulato<br />

l'articolo 1 della legge per il rilancio dell’economia<br />

che fa leva, tra l’altro, sulle<br />

agevolazioni fiscali sugli utili reinvestiti<br />

delle imprese.<br />

Diversi esponenti della maggioranza,<br />

a cominciare da Giancarlo Giorgetti (Lega),<br />

presidente della commissione bilancio,<br />

nei giorni scorsi hanno espresso<br />

perplessità sul criterio adottato dal Governo<br />

per garantire un'ulteriore copertura<br />

della «Tremonti bis». Con un emendamento,<br />

approvato al Senato, l’esecutivo<br />

aveva infatti introdotto uno stanziamento<br />

di 3.000 miliardi per il 2002 e di<br />

altrettanti per il 2003. Il denaro, secondo<br />

il Governo, aveva una funzione cau-<br />

pretato come un’attività imprenditoriale<br />

a carattere sociale; il documento mira<br />

anche a rivendicarne l’indipendenza dal<br />

pubblico e la sua autonomia.<br />

Ma allora cos’è il volontariato e chi<br />

sono i volontari?<br />

Nel formulare quei valori che animano<br />

l’agire volontario, la Carta presenta i<br />

margini entro i quali si svolge l’impegno<br />

personale e collettivo di chi opera nel<br />

mondo del volontariato.<br />

Nella prima parte del documento vengono<br />

sviluppati, infatti, i principi fondanti<br />

del volontariato, concepito come<br />

«espressione del valore della relazione e<br />

della condivisione con l’altro, come si<br />

legge nell’art. 4.<br />

Al centro dell'agire del volontario ci<br />

sono le persone considerate nella loro<br />

dignità umana, nella loro integrità e nel<br />

contesto delle relazioni familiari, sociali<br />

e culturali in cui vivono».<br />

Ma il volontariato è anche «scuola di<br />

solidarietà» che opera per la crescita<br />

della comunità, è gratuità intesa come<br />

dono, ed è «partecipazione responsabile»<br />

per il suo impegno civile nella società e<br />

con la società.<br />

«La cultura del volontariato — ha affermato<br />

nel corso del Convegno il Presidente<br />

della Fivol, Emmanuele Emanuele<br />

— è in controtendenza con il trend individualistico<br />

della società affluente che si<br />

è espansa nel venire meno di valori tradizionali<br />

e nella difficoltà di maturare<br />

verso nuovi valori capaci di coinvolgere<br />

i cittadini in una rinnovata partecipazione<br />

democratica.<br />

Questo è l’elemento più visibile di<br />

questa capacità di resistenza a una mutazione<br />

di valori che mirano a far scomparire<br />

quelle verità profonde che nell’in-<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì 6 Dicembre 2001<br />

NON SI PLACA LA POLEMICA SULLA<br />

GIUSTIZIA Il sottosegretario Taormina si<br />

è dimesso prima dell'inizio del dibattito<br />

in Senato sulla mozione che ne chiedeva<br />

la revoca dall'incarico. Ciò non ha<br />

però attenuato i contrasti tra maggioranza<br />

e opposizione sulla delicatissima<br />

questione della giustizia.<br />

POSSIBILI SANZIONI PER ALCUNI<br />

PENSIONI Sì dei sindacati a tre dei cinque capitoli<br />

Lo schema di riforma<br />

illustrato dall'Esecutivo<br />

ROMA, 5.<br />

Cgil, Cisl e UIl per il momento proseguiranno<br />

il confronto con il Governo<br />

sulla riforma delle pensioni ma senza<br />

abbassare la guardia. Il documento in<br />

cinque punti presentato ieri sera a Cgil,<br />

Cisl e Uil, infatti, registra solamente tre<br />

«sì» su cinque. Nessun problema sulla<br />

certificazione dei diritti acquisiti, sul<br />

graduale superamento del divieto di cumulo<br />

pensioni-reddito e sulla liberalizzazione<br />

dell’eta pensionabile. Ma per il resto<br />

«la situazione è confusa», come hanno<br />

spiegato al termine dell’incontro, durato<br />

circa due ore, i sindacati.<br />

Resta anche lo scoglio della decontribuzione<br />

per i lavoratori dipendenti posta<br />

sul tappeto dal Governo «anche se come<br />

una delle possibile manovre per compensare<br />

le aziende dallo smobilizzo del<br />

Tfr» su cui Cgil, Cisl e Uil sono all’unisono<br />

inamovibili. «Siamo contrari ad<br />

ogni riduzione delle pensioni. E basta».<br />

Questa, in poco meno di tre cartelle,<br />

la proposta di riforma delle pensioni che<br />

il Governo ha presentato ai sindacati.<br />

Patto tra Stato e lavoratori attraverso la<br />

certificazione dei diritti previdenziali acquisiti;<br />

liberalizzazione dell’età pensionabile;<br />

incentivi fiscali e contributivi per<br />

chi resta al lavoro; abolizione progressiva<br />

del divieto di cumulo; sviluppo della<br />

previdenza integrativa attraverso lo smobilizzo<br />

del Trattamento fine rapporto<br />

(Tfr) e la decontribuzione per i neo-assunti.<br />

Una proposta articolata in cinque<br />

paragrafi che riassumono le misure che<br />

telativa e sarebbe stato utilizzato solo<br />

nel caso che la copertura di cui è già<br />

dotata la «Tremonti bis» si fosse rivelata<br />

insufficiente.<br />

Non condividendo questa impostazione,<br />

Conte ha riformulato l’articolo 1. In<br />

base al nuovo testo il Governo è tenuto<br />

a presentare alle Camere entro il 30 giugno<br />

una relazione dettagliata che evidenzia<br />

analiticamente gli effetti prodotti<br />

dalla «Tremonti bis» sull’andamento delle<br />

entrate. Gli eventuali maggiori introiti<br />

sono destinati «prioritariamente» al conseguimento<br />

dell’obiettivo indicato dalla<br />

manovra 2002 come saldo netto da finanziare.<br />

In altre parole, se la «Tremonti bis»<br />

costa più del previsto, bisognerà attingere<br />

alle risorse derivanti dall’emersione<br />

del «sommerso» che in un primo momento<br />

erano destinate invece a ridurre<br />

le tasse. L’obiettivo del calo della pressione<br />

fiscale resta, ma compare solo all’ultimo<br />

posto dopo quello prioritario<br />

del rispetto dei saldi e dopo altri due<br />

obiettivi secondari: far fronte ad eventuali<br />

calamità naturali e alle improrogabili<br />

esigenze connesse alla sicurezza del<br />

Paese.<br />

timo dell’uomo esistono e che sono forse<br />

il lievito con cui l’uomo opera nella<br />

società.<br />

Il volontariato è stato in quest’anno il<br />

veicolo di questa provvidenziale controtendenza<br />

e questo grazie all’impegno disinteressato<br />

di tanta gente».<br />

Nella seconda parte del documento,<br />

inoltre, si dà spazio al metodo di lavoro<br />

dei volontari, vengono enunciati i criteri<br />

essenziali che guidano l’agire volontario,<br />

come anticipare i bisogni, sollecitare le<br />

risorse, puntare al superamento continuo<br />

dei risultati raggiunti, mantenere un<br />

distacco dalle opere realizzate, avere la<br />

disponibilità a lasciare il posto a strutture<br />

subentranti quando queste possono<br />

meglio rispondere ai bisogni, denunciare<br />

le carenze e promuovere idee e progetti<br />

per rispondere ai bisogni delle persone.<br />

Il volontariato diventa, in un certo<br />

senso, una risorsa etica della società e<br />

assolve alla funzione di «difensore<br />

civico».<br />

In Italia sono sei milioni i cittadini<br />

che hanno deciso di impegnarsi nel volontariato<br />

e a Roma sono più di 400 le<br />

organizzazioni presenti sul territorio, tre<br />

su quattro cattoliche, contando in tutto<br />

12.000 volontari, di cui il 65% sono<br />

donne.<br />

Martedì sera, il testo della «Carta dei<br />

Valori del Volontariato» è stato letto da<br />

volontari e artisti durante lo spettacolo<br />

multimediale che si è svolto al Campidoglio<br />

sul tema del volontariato, alla vigilia<br />

della chiusura dell’Anno Internazionale<br />

del Volontariato (5 dicembre 2001) indetto<br />

dalle Nazioni Unite.<br />

ELISABETTA ANGELUCCI<br />

MAGISTRATI Il Guardasigilli Castelli al<br />

Senato ha annunciato possibili azioni<br />

disciplinari per alcuni magistrati pronunciatisi<br />

contro la nuova legge sulle<br />

rogatorie.<br />

MISURE ANTITERRORISMO È stata<br />

fissata per il 20 dicembre prossimo l’udienza<br />

preliminare per sette delle otto<br />

persone arrestate tra aprile e ottobre<br />

l’Esecutivo intende inserire nella delega<br />

che dovrà essere pronta entro il prossimo<br />

15 dicembre.<br />

Si tratta per ora solo di uno schema<br />

di proposta, visto che il documento vero<br />

e proprio dovrebbe essere consegnato<br />

alle parti sociali martedì prossimo.<br />

E se per i sindacati, come accennato,<br />

quella presentata è una proposta ancora<br />

«troppo confusa e generica», anche Confindustria<br />

sospende il giudizio e, in attesa<br />

di conoscere meglio il disegno complessivo<br />

del Governo, torna a frenare<br />

sulla riforma del Tfr.<br />

Mentre sul fronte delle pensioni di anzianità<br />

il Governo ha escluso un’accelerazione<br />

della «riforma Dini», pur sondando<br />

le parti sociali sulla possibilità di<br />

introdurre, oltre agli incentivi per chi resta<br />

al lavoro, anche disincentivi per chi<br />

opta il pensionamento anticipato, incassando<br />

il «no» dei sindacati e il consenso<br />

solo di una parte dei datori di lavoro<br />

(soprattutto gli artigiani). «Siamo contrari<br />

a qualunque misura che riduca le<br />

pensioni dei giovani che oggi vengono<br />

calcolate interamente col sistema contributivo»,<br />

hanno spiegato Cgil Cisl e Uil,<br />

che si sono dette poco favorevoli anche<br />

ad una equiparazione tra fondi pensione<br />

chiusi e fondi pensione aperti.<br />

Cgil, Cisl e Uil avvertono che «la soglia<br />

di attenzione verso le mosse del Governo<br />

resterà alta», soprattutto per evitare<br />

sorprese come è successo con le<br />

modifiche all’articolo 18 dello Statuto<br />

dei lavoratori, quello sui licenziamenti<br />

senza giusta causa.<br />

FISCO Nuove misure del Ministero delle Finanze<br />

Rimborsi per 1.000 miliardi<br />

a circa 900.000 contribuenti<br />

ROMA, 5.<br />

Circa 900.000 contribuenti saranno<br />

rimborsati a dicembre dall’Agenzia delle<br />

Entrate per un importo complessivo di<br />

1.000 miliardi. Nello specifico, saranno<br />

rimborsati il contributo al servizio Sanitario<br />

Nazionale a circa 800.000 contribuenti,<br />

tramite gli uffici postali, l’Irpef a<br />

circa 15.000 contribuenti, sempre tramite<br />

gli Uffici postali, e la tassa di Concessione<br />

Governativa per l’iscrizione nel registro<br />

delle imprese a circa 85.000 società`<br />

, tramite vaglia della Banca d’Italia.<br />

Con i rimborsi di dicembre, in totale,<br />

nel corso del 2001, l’Agenzia delle Entrate<br />

ha effettuato circa 7.000.000 rimborsi<br />

per circa 5.000 miliardi.<br />

Per ulteriori 150.000 rimborsi Irpef,<br />

per un ammontare di circa 100 miliardi,<br />

sono in corso di invio le lettere ai contribuenti<br />

per l’incasso tramite gli uffici<br />

postali. Tale pagamento, per le note<br />

problematiche connesse con l’avvio dell’Euro,<br />

avverrà nel mese di gennaio<br />

2002. Nel 2002, il Ministero assicura che<br />

verrà intensificata l’attività di liquidazione<br />

dei rimborsi, subordinatamente alla<br />

Incidente mortale<br />

sul lavoro nel Foggiano<br />

FOGGIA — Ancora sangue sui luoghi<br />

di lavoro. Un agricoltore, Urbano<br />

Maddalena, di 66 anni, è morto,<br />

mercoledì, per le ferite riportate in<br />

un incidente sul lavoro mentre era<br />

in un suo fondo agricolo nelle<br />

campagne di Troia, nella località<br />

Posta Nova.<br />

Immigrazione: due<br />

sbarchi nel Trapanese<br />

PALERMO — Doppio sbarco di<br />

clandestini sulle coste trapanesi:<br />

complessivamente sono 86 gli<br />

extracomunitari fermati dalle forze<br />

dell’ordine, che hanno arrestato<br />

anche tre scafisti. Il primo e più<br />

consistente gruppo di immigrati è<br />

sbarcato, martedì pomeriggio, a<br />

Mazara del Vallo: 31 clandestini<br />

sono stati intercettati. Il secondo<br />

sbarco è, avvenuto martedì, sera a<br />

Pantelleria, in contrada Sataria,<br />

dove i carabinieri hanno fermato<br />

16 clandestini. I militari hanno anche<br />

arrestato gli scafisti, tre uomini<br />

probabilmente nordafricani, accusati<br />

di favoreggiamento dell’immigrazione<br />

clandestina.<br />

'Ndrangheta: confiscati<br />

beni per oltre 3 mld<br />

REGGIO CALABRIA —- I carabinieri<br />

del Comando provinciale di Reggio<br />

Calabria hanno confiscato,<br />

mercoledì, beni per oltre tre miliardi<br />

di lire e notificato numerosi<br />

provvedimenti di sorveglianza speciale<br />

con obbligo di soggiorno nei<br />

confronti di persone ritenute affiliate,<br />

a vario titolo, al pericoloso<br />

«clan» Speranza-Palamara-Scriva,<br />

attivo nella fascia ionica reggina<br />

con proiezioni di malavita organizzata<br />

anche nell’Italia centro-settentrionale.<br />

nell’ambito dell’inchiesta della procura<br />

di Milano sulle cellule eversive di fondamentalisti<br />

islamici operanti nel Nord.<br />

Intanto la procura di Roma ha disposto<br />

il blocco dei conti bancari riconducibili<br />

ad «Hamas; e la sorveglianza antiterrorismo<br />

è stata ulteriormente potenziata.<br />

FINANZIARIA: GOVERNO BATTUTO<br />

SU UN EMENDAMENTO Il Governo è<br />

TERRORISMO Le indagini sulla cellula islamica<br />

Chiesto il giudizio<br />

per sette arrestati<br />

MILANO, 5.<br />

Per la prima volta in Italia un gruppo<br />

di presunti terroristi islamici ritenuti collegati<br />

alla rete di Osama bin Laden comparirà<br />

davanti a un giudice. È stata infatti<br />

fissata per il 20 dicembre prossimo<br />

l’udienza preliminare per sette delle otto<br />

persone arrestate tra aprile e ottobre<br />

nell’ambito dell’inchiesta della procura<br />

di Milano sulle cellule eversive di fondamentalisti<br />

islamici operanti nel Nord.<br />

Le richieste di rinvio a giudizio sono<br />

state recapitate in carcere. Gli imputati,<br />

ritenuti componenti del «Gspc» (Gruppo<br />

salafita per la predicazione e il combattimento),<br />

sono accusati di associazione<br />

per delinquere finalizzata al traffico di<br />

armi, di esplosivi ed anche di aggressivi<br />

chimici, di ricettazione, di contraffazione<br />

e di utilizzo di documenti falsi e di<br />

favoreggiamento dell’ingresso di immigrati<br />

clandestini in Italia.<br />

I sette accusati, tutti tunisini, sono:<br />

Essid Sami Ben Khemais, detto «Saber»,<br />

considerato uno dei capi spirituali del<br />

gruppo «con la funzione fondamentale<br />

di indottrinare gli adepti, diffondendo il<br />

pensiero del gruppo, così corroborando<br />

l’attività delinquenziale»; Kammoun<br />

Mehdi, chiamato Khaled; Bouchoucha<br />

Moktar, alias Farid; Ben Soltane Adel,<br />

Chaarabi Tarek; Aouadi Mohamed Ben<br />

Belgacem e Jelassi Riadh.<br />

I primi cinque vennero arrestati lo<br />

scorso aprile, gli altri due in ottobre.<br />

Due mesi fa, sempre nell’ambito dell’inchiesta<br />

milanese, venne arrestato a Monaco<br />

di Baviera il libico Ben Heni Lased,<br />

anch’egli ritenuto uno dei punti di<br />

disponibilità` di fondi, al fine di ridurre<br />

ulteriormente l’arretrato.<br />

È stato introdotto intanto un «scudo<br />

fiscale» più ampio ed esteso anche alle<br />

società semplici: ad usufruire delle nuove<br />

norme sull’emersione dei capitali detenuti<br />

all’estero potranno essere, infatti,<br />

non solo le persone fisiche pure e semplici,<br />

ma anche quelle titolari di reddito<br />

d’impresa (ditte individuali) o di lavoro<br />

autonomo (come i professionisti), oltre<br />

che — appunto — le società semplici.<br />

Lo rende noto l’Agenzia delle entrate<br />

che, con una circolare, fornisce alcune<br />

precisazioni sulla normativa, dopo la<br />

conversione in legge del provvedimento.<br />

Proprio parlando dei soggetti interessati<br />

dalle nuove norme, la circolare spiega<br />

che ad essere esclusi dalla procedure di<br />

emersione sono solo le società di persone<br />

e di capitali e gli enti commerciali.<br />

Tutti gli altri potranno rimpatriare denaro,<br />

attività finanziarie, a patto che<br />

questi fossero detenuti all’estero «almeno<br />

al primo agosto 2001», e comunque<br />

dovranno completare tutti gli adempimenti<br />

previsti («a cominciare dal trasferimento<br />

delle attività») entro il 28 febbraio<br />

2002.<br />

stato battuto dalla sua stessa maggioranza<br />

in commissione bilancio della Camera<br />

dove è stato approvato un emendamento<br />

alla legge finanziaria sulla copertura<br />

della «Tremonti bis».<br />

RIMBORSIFISCALICirca900.000 contribuenti<br />

saranno rimborsati a dicembre<br />

dall’Agenzia delle Entrate per un importo<br />

complessivo di 1.000 miliardi.<br />

riferimento della cellula italiana che offriva,<br />

nel Nord Italia, appoggio logistico<br />

agli uomini legati ad Al Quaeda. Per<br />

Ben Heni Lased, estradato il 23 novembre,<br />

non c’è ancora richiesta di rinvio a<br />

giudizio. Gli investigatori sottolineano<br />

come il potenziamento dei controlli, se<br />

da un lato ha creato disagi al traffico<br />

dei passeggeri, soprattutto negli aeroporti,<br />

dall’altro ha già portato a risultati<br />

importanti, come dimostrano l’inchiesta<br />

di Milano sul terrorismo islamico e gli<br />

ultimi arresti di presunti fedelissimi di<br />

Al Qaeda.<br />

Intanto la procura di Roma ha disposto<br />

il blocco dei conti di transito riconducibili<br />

all'organizzazione fondamentalista<br />

islamica armata «Hamas» e gestiti da<br />

finanziarie straniere che avrebbero avuto<br />

rapporti bancari con istituti di credito<br />

italiani. Il provvedimento è scattato in<br />

seguito alle indicazioni fornite dal Governo<br />

Usa. L’operazione viene svolta in<br />

tutta Italia dal nucleo di polizia valutaria<br />

della Guardia di Finanza di Roma.<br />

Qualora venissero rintracciati dei conti<br />

che facciano riferimento alle operazioni<br />

indicate dagli Usa — è stato spiegato<br />

a palazzo di giustizia — saranno messi<br />

sotto sequestro. Il blocco dei conti di<br />

transito è uno dei provvedimenti dell’inchiesta<br />

per strage aperta dal «pool» antiterrorismo<br />

di Roma dopo gli attentati<br />

dell’11 settembre.<br />

Infine, data purtroppo la recrudescenza<br />

del conflitto in Medio Oriente, il Viminale<br />

ha dato indicazioni di innalzare<br />

lo stato di allerta, l'attività antiterrorismo<br />

è stata ulteriormente potenziata.<br />

Due agenti di Polizia<br />

coinvolti nell'inchiesta<br />

sulla pornopedofilia<br />

via Internet<br />

VENEZIA, 5.<br />

Sono trenta gli indagati, tra i quali tre<br />

minorenni, e cinque gli arrestati nell'operazione<br />

scattata ieri contro la pornopedofilia<br />

via Internet. Coordinata dalla<br />

procura di Venezia, la Polizia ha agito<br />

— come abbiamo riferito ieri — in dieci<br />

regioni. Il dirigente della Polizia delle<br />

Telecomunicazioni del Veneto, Diego<br />

Buso, ha sottolineato la complessità delle<br />

indagini, durate oltre quattro mesi, e<br />

la difficoltà di risalire a responsabilità<br />

personali certe nell'infame commercio.<br />

Tra i particolari emersi dopo l'operazione,<br />

si è appreso che tra gli arrestati<br />

c'è un assistente in servizio alla sezione<br />

della Polizia Stradale di Gorizia, e tra gli<br />

indagati un altro agente appartenente al<br />

servizio antidroga del dipartimento di<br />

Pubblica sicurezza. A quest'ultimo, un<br />

quarantenne sposato e con figli, sono<br />

stati sequestrati due computer e materiale<br />

di vario genere che, così come tutto<br />

quello acquisito, sarà oggetto d'indagine<br />

da parte della magistratura.<br />

Per tutte le persone coinvolte l’imputazione<br />

è di pedofilia, con violazione<br />

dell’art. 600 ter, terzo comma del Codice<br />

Penale.


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Anno CXLI - N. 281 (42.919) CITTÀ DEL VATICANO Venerdì 7 Dicembre 2001<br />

MEDIO ORIENTE «Arrestate i terroristi entro 12 ore»<br />

Ultimatum di Israele<br />

all'Autorità Palestinese<br />

TEL AVIV, 6.<br />

Israele ha sospeso le rappresaglie nei<br />

Territori seguite agli attentati del fine<br />

settimana e ha lanciato un ultimatum al<br />

Presidente dell'Autorità Palestinese (Ap),<br />

Yasser Arafat, intimandogli di arrestare<br />

«entro dodici ore» trentasei terroristi ricercati<br />

da tempo.<br />

Poche ore dopo è stato posto agli arresti<br />

domiciliari lo Sceicco Ahmed Yassin,<br />

leader spirituale del gruppo fondamentalista<br />

islamico armato Hamas. In<br />

serata, agenti delle forze di sicurezza<br />

dell’Ap hanno fatto irruzione a Gaza<br />

nell’abitazione dello Sceicco e lo hanno<br />

sottoposto ad un regime di controlli che<br />

gli impedisce qualsiasi contatto con i<br />

suoi seguaci. L’anziano leader di Hamas,<br />

che è tetraplegico e dall’età di 12<br />

anni vive su una sedia a rotelle, già in<br />

passato era stato sottoposto agli arresti<br />

domiciliari, ma la sua popolarità non ne<br />

ha tuttavia risentito, rafforzandosi addirittura<br />

tra la popolazione dei Territori<br />

dopo lo scoppio della nuova Intifada,<br />

nel settembre dello scorso anno.<br />

Dopo i sanguinosi attentati suicidi dello<br />

scorso fine settimana a Gerusalemme<br />

e ad Haifa, nei quali 26 israeliani sono<br />

morti e oltre 200 sono rimasti feriti, l’Ap<br />

aveva avviato una prima ondata di arresti<br />

che ha colpito un centinaio di militanti<br />

di Hamas, l'organizzazione che ha<br />

rivendicato gli attacchi, e della Jihad<br />

islamica. Dopo l'ultimatum di Israele, a<br />

quella prima ondata sembra ora seguirne<br />

una seconda ancora più massiccia.<br />

Secondo il Premier israeliano, Ariel<br />

Sharon, un accordo con i palestinesi sarà<br />

possibile solo quando l’Ap «eliminerà<br />

il terrorismo». Per raggiungere questo<br />

obiettivo, ha precisato, Arafat deve effettivamente<br />

arrestare i terroristi, sciogliere<br />

le organizzazioni estremiste, confiscare<br />

le armi illegali, attuare misure per pre-<br />

Appello alla pace<br />

della Conferenza<br />

sulla Convenzione<br />

di Ginevra GINEVRA, 6.<br />

Un appello alla pace in Medio<br />

Oriente è stato lanciato ieri dai<br />

partecipanti alla Conferenza sulla<br />

IV Convenzione di Ginevra. I rappresentanti<br />

dei 114 Paesi che hanno<br />

preso parte ai lavori hanno<br />

chiesto in primo luogo ad Israele<br />

e all'Autorità Palestinese (Ap) di<br />

porre immediatamente fine alle<br />

brutalità e alle violenze contro la<br />

popolazione civile.<br />

Da Ginevra è stato inoltre lanciato<br />

un invito alle autorità israeliane<br />

perché interrompano le uccisioni<br />

mirate dei leader delle organizzazioni<br />

islamiche nei Territori.<br />

Il documento finale votato dai delegati<br />

esprime una profonda<br />

«preoccupazione per il deterioramento<br />

della situazione umanitaria<br />

sul terreno» e deplora «l’elevato<br />

numero di vittime civili, causate<br />

dall’uso indiscriminato o sproporzionato<br />

della forza e dal mancato<br />

rispetto del diritto umanitario internazionale».<br />

Israele e gli Stati Uniti non hanno<br />

partecipato ai lavori aderendo<br />

all'interpretazione legale secondo<br />

la quale la Convenzione di Ginevra<br />

non è applicabile ai Territori<br />

palestinesi. Tel Aviv ritiene infatti<br />

che i Territori non siano «occupati»,<br />

ma oggetto di disputa.<br />

Da parte sua l'Alto Commissario<br />

delle Nazioni Unite per i Diritti<br />

Umani, Mary Robinson, ha sottolineato<br />

che sia la politica israeliana<br />

di uccisioni selettive che gli<br />

attentati palestinesi violano il diritto<br />

internazionale. «Gli insediamenti<br />

israeliani hanno svolto un ruolo<br />

di catalizzatore della violenza», ha<br />

aggiunto.<br />

L’Ambasciatrice belga Jean-Marie<br />

Noirfalisse, a nome dell'Unione<br />

Europea (Ue) della quale il suo<br />

Paese regge la presidenza di turno,<br />

ha rilevato la necessità di<br />

esercitare maggiori sforzi per fermare<br />

gli attentati contro civili innocenti.<br />

I Quindici, ha aggiunto,<br />

sono convinti che con la violenza<br />

non sarà mai possibile trovare<br />

una soluzione efficace e di ampio<br />

respiro alle questione palestinese.<br />

Il Direttore della Conferenza<br />

Peter Maurer, del Ministero degli<br />

Esteri svizzero, ha sottolineato da<br />

parte sua l'importanza del messaggio<br />

politico che viene dalla<br />

presa di posizione dei 114 Paesi riguardo<br />

un processo di pace, rilevando<br />

l'assoluta necessità di agire<br />

in tempi brevi per mettere fine alle<br />

violenze.<br />

venire ulteriori attentati e mettere fine<br />

alla propaganda anti-israeliana.<br />

Le dichiarazioni di Sharon sono giunte<br />

dopo una riunione del Governo al termine<br />

della quale l’Ap è stata definita in<br />

un documento «un’entità che sostiene il<br />

terrorismo». Il Ministro degli esteri, Shimon<br />

Peres, ha polemicamente abbandonato<br />

la seduta per non avvallare questa<br />

decisione e i massicci raid aerei nei Territori.<br />

Il Capo della diplomazia israeliana<br />

ha però deciso di non lasciare l'Esecutivo<br />

di unità nazionale, come avevano<br />

chiesto molti deputati laburisti, ma di rimanere<br />

al suo posto per favorire la ripresa<br />

del dialogo.<br />

Sempre ieri l’inviato degli Stati Uniti<br />

in Medio Oriente Anthony Zinni ha nuovamente<br />

incontrato Arafat. Il colloquio<br />

sembra essere servito principalmente a<br />

sottolineare che gli Usa ritengono il Presidente<br />

dell'Ap un interlocutore credibile<br />

per il processo di pace, non condividendo<br />

a pieno la decisione israeliana di considerarlo<br />

il leader di un'organizzazione<br />

terroristica. Il Segretario di Stato Colin<br />

Powell, in missione in questi giorni tra<br />

l'Asia e l'Europa, ha comunque ammesso<br />

che «non c’è molto che Zinni possa<br />

fare in questo momento». «Sarà difficile<br />

rimetterci nel binario della pace senza<br />

un’azione positiva da parte di Arafat mirata<br />

ad abbassare di molto il livello della<br />

violenza», ha aggiunto Powell.<br />

Da Washington, inoltre, il Presidente<br />

degli Usa, George W. Bush, ha ribadito<br />

la necessità che Arafat dimostri le sue<br />

capacità di guida del suo popolo, «assicurando<br />

alla giustizia coloro che uccidono<br />

per far deragliare la pace». Bush ha<br />

ricevuto ieri il Primo Ministro norvegese,<br />

Kjell Magne Bondevik, il quale gli ha<br />

consegnato una lettera di Arafat, che<br />

chiedeva tempo per combattere il terrorismo,<br />

e una di Sharon, che confermava<br />

l'avvenuta sospensione dei raid aerei.<br />

AFGHANISTAN Prime nubi si addensano sul nuovo Governo provvisorio<br />

Il generale Dostum annuncia il boicottaggio<br />

dell'Esecutivo nato dagli accordi di Bonn<br />

KABUL, 6.<br />

Non è stato neppure ancora insediato<br />

il nuovo Governo provvisorio afghano<br />

nato ieri dall'accordo di Bonn, ma su di<br />

esso si addensano già le prime nubi. Il<br />

generale uzbeko Rashid Dostum ha infatti<br />

annunciato che boicotterà l'Esecutivo.<br />

Dostum ha sottolineato che nel nuovo<br />

Governo la sua fazione, «Uzbek Junbish-i-Milli»,<br />

non è equamente rappresentata.<br />

«Siamo molto scontenti», ha dichiarato<br />

all'agenzia «Reuters». «Annunciamo<br />

che boicotteremo questo Governo<br />

e non andremo a Kabul finché un Governo<br />

adeguato non sarà in carica», ha<br />

proseguito.<br />

Dostum ha spiegato di aver chiesto il<br />

ministero degli esteri per la sua fazione,<br />

che è parte della Alleanza del Nord, militarmente<br />

dominante in Afghanistan. Invece<br />

alla sua parte è toccato il dicastero<br />

dell’agricoltura, miniere e industria. Il<br />

generale uzbeko, che ha conquistato<br />

Mazar-i-Sharif, ha affermato poi che<br />

«questa per noi è un’umiliazione» ed ha<br />

aggiunto che impedirà ai nuovi amministratori<br />

l’ingresso nel Nord del Paese,<br />

dove sono risorse di petrolio e di gas.<br />

Anche una personalità di spicco del-<br />

BERLINO, 6.<br />

Dopo l’accordo raggiunto ieri a Bonn,<br />

i rappresentanti dei principali Paesi occidentali<br />

e della Russia si sono riuniti a<br />

Berlino per la conferenza dei donatori<br />

per la ricostruzione dell’Afghanistan.<br />

Dopo oltre venti anni di guerra, l’Afghanistan<br />

avrà bisogno per molto tempo di<br />

«massicci aiuti» della comunità internazionale,<br />

ha affermato il Ministro degli<br />

esteri tedesco, Joschka Fischer, in apertura<br />

dei lavori. «Questa conferenza —<br />

ha aggiunto — deve lanciare un chiaro<br />

segnale che non lasceremo gli afghani<br />

soli nella loro fame e nei loro bisogni.<br />

Nell’immediato deve essere fatto tutto il<br />

possibile per consentire alla popolazione<br />

di superare l’inverno».<br />

Fischer si è appellato anche ad applicare<br />

senza cambiamenti l’accordo di<br />

Bonn. «Il martoriato popolo afghano —<br />

ha dichiarato — ha ora la possibilità di<br />

vivere in un Paese libero e unito senza<br />

terrorismo e violenza». Secondo il vice<br />

Segretario Generale dell’Onu competente<br />

per le questioni umanitarie, Kenzo<br />

Oshima, servono aiuti urgenti fra ottobre<br />

e marzo per 600 milioni di dollari.<br />

Oltre 300 sono già stati reperiti. La Germania<br />

ha stanziato in due anni 260 mi-<br />

l'etnia pashtun, Sayed Ahmad Gailani,<br />

ha affermato che l’accordo raggiunto a<br />

Bonn tra le fazioni afghane è «ingiusto».<br />

«Sono state commesse ingiustizie nella<br />

distribuzione dei ministeri. Coloro che<br />

hanno avuto un importante ruolo nella<br />

lotta contro l’occupazione sovietica non<br />

sono stati rappresentati» ha spiegato<br />

Gailani in una conferenza stampa a Islamabad.<br />

Gailani ha comunque detto che<br />

«sebbene il nuovo assetto non sia equilibrato,<br />

spero che le Nazioni Unite formino<br />

un comitato che rappresenti il popolo<br />

nella “Loya Jirga” cosicché nei prossimi<br />

passi da compiere si possano risistemare<br />

le cose». Alla Conferenza di Bonn,<br />

Gailani, che guida il Fronte islamico nazionale<br />

di Afghanistan ed è un sostenitore<br />

dell’ex Re Zahir Shah, era rappresentato<br />

dal figlio Hamed.<br />

La struttura dell’amministrazione interinale<br />

che per sei mesi guiderà l’Afghanistan<br />

con alla testa il pashtun Hamid<br />

Karzai, sembra in effetti riflettere — come<br />

segnala l'agenzia «Ansa» — la composizione<br />

etnica del Paese. Ai pashtun<br />

sono stati affidati 11 ministeri; ai tadjiki<br />

8; agli hazara 5; agli uzbeki 3; ad altri<br />

gruppi 2. Nella spartizione dei Dicasteri,<br />

A Berlino la conferenza<br />

per la ricostruzione<br />

CREDENZIALI Giovanni Paolo II a nove Ambasciatori per la presentazione delle Lettere<br />

I Responsabili delle Nazioni si impegnino<br />

a sradicare ciò che è fonte di conflitti e di tensioni<br />

I Responsabili delle Nazioni si impegnino a «sradicare attraverso<br />

la via del dialogo e della cooperazione internazionale»<br />

tutto ciò che è fonte di conflitti e di tensioni fra gruppi<br />

umani e fra Paesi. Lo sottolinea Giovanni Paolo II nel discorso<br />

in occasione dell'udienza a nove nuovi Ambasciatori presso<br />

la Santa Sede, giovedì 6 dicembre, per la presentazione<br />

delle Lettere Credenziali. Si tratta di Rappresentanti di Bangladesh,<br />

Gibuti, Finlandia, Eritrea, Georgia, Lesotho, Rwanda,<br />

Maurizio, Malì. Era presente anche l'Ambasciatore di<br />

Svizzera in Missione Speciale presso la Santa Sede. Nel discorso<br />

comune a tutti gli Ambasciatori, il Papa ricorda che<br />

«i nostri contemporanei sono oggi più che mai segnati dalla<br />

liardi di lire. Prime stime del volume<br />

complessivo di fondi per la ricostruzione<br />

dell’Afghanistan parlano di 6,5 miliardi<br />

di dollari in cinque anni. Altre addirittura<br />

di 25. Per il primo piano di 30 giorni<br />

l’Onu calcola un fabbisogno di 52.000<br />

tonnellate di generi alimentari. Una conferenza<br />

dei donatori per la raccolta dei<br />

fondi è stata indetta per la metà di gennaio<br />

a Tokyo. Alla conferenza di Berlino,<br />

che si chiude oggi, partecipano i<br />

rappresentanti dei 15 Paesi donatori raggruppati<br />

nel «Gruppo di supporto dell’Afghanistan»<br />

(organismo, fondato nel<br />

1996, di cui fanno parte Australia, Gran<br />

Bretagna, Canada, Danimarca, Germania,<br />

Finlandia, Francia, Italia, Giappone,<br />

Olanda, Norvegia, Russia, Svezia, Svizzera,<br />

Usa). Oltre ai Paesi del Gruppo di<br />

sostegno, partecipano alla Conferenza di<br />

Berlino rappresentanti dell’Onu, dell’Ue<br />

e di organizzazioni non governative.<br />

Uno dei temi centrali all’ordine del giorno<br />

è il problema del rientro dei profughi<br />

sia quelli sfollati all'interno del Paese,<br />

sia quelli fuggiti nei Paesi confinanti. Secondo<br />

stime dell'Alto Commissariato<br />

delle Nazioni Unite per i rifugiati, anche<br />

prima dell'11 settembre l'Afghanistan<br />

era il Paese al mondo con il maggior numero<br />

di profughi.<br />

l’Alleanza del Nord (o Fronte Unito) e il<br />

gruppo dell’ex Re, le due fazioni maggiori,<br />

hanno avuto un ruolo predominante.<br />

Agli altri due gruppi, quello di Cipro<br />

e quello di Peshawar, è stata garantita<br />

una rappresentanza minima. All’Alleanza<br />

del Nord è andato un numero di<br />

incarichi ben maggiori, quasi il doppio,<br />

rispetto all’altra formazione maggioritaria,<br />

i sostenitori dell’ex sovrano, avendo<br />

quest’ultima con Hamid Karzai ottenuto<br />

la carica di Presidente dell’amministrazione<br />

provvisoria. L’Alleanza, inoltre, ha<br />

conservato i tre dicasteri più importanti:<br />

esteri (Abdullah Abdullah), interno (Yunus<br />

Qanuni) e difesa (Mohammed Qassim<br />

Fahim). «Molto soddisfatto» per<br />

l’accordo di Bonn sul Governo provvisorio<br />

in Afghanistan si è invece detto il<br />

Presidente statunitense George W. Bush.<br />

«È un accordo di buon augurio per il<br />

popolo afghano, che gli permetterà di riprendersi<br />

il suo Paese», ha detto il suo<br />

portavoce, Ari Fleischer. Il Presidente<br />

Usa è «particolarmente compiaciuto per<br />

il carattere multietnico del Governo<br />

provvisorio e per il ruolo importante<br />

che è stato affidato alle donne», ha aggiunto<br />

Fleischer.<br />

Ufficio delle Celebrazioni<br />

Liturgiche<br />

del Sommo Pontefice<br />

Indicazioni<br />

liturgico-pastorali<br />

sul digiuno<br />

(14 dicembre 2001)<br />

e la preghiera<br />

per la pace<br />

(Assisi, 24 gennaio 2002)<br />

A più di due mesi dagli attentati<br />

dell’11 settembre, il Santo<br />

Padre, il 18 novembre 2001, nel<br />

contesto della preghiera dell’Angelus<br />

Domini, ha chiesto «ai<br />

cattolici che il prossimo 14 dicembre<br />

sia vissuto come giorno<br />

di digiuno, durante il quale pregare<br />

con fervore Dio perché<br />

conceda al mondo una pace<br />

stabile, fondata sulla giustizia»<br />

e ha manifestato l’intenzione di<br />

«invitare i rappresentanti delle<br />

religioni del mondo a venire ad<br />

Assisi il 24 gennaio 2002 a pregare<br />

per il superamento delle<br />

contrapposizioni e per la promozione<br />

dell’autentica pace».<br />

paura, che deriva al contempo dalla situazione di instabilità<br />

che il nostro mondo vive e di incertezza del domani». Il Papa<br />

richiama poi tutti gli Ambasciatori alla loro peculiare missione,<br />

che consiste «nel servire allo stesso tempo la nobile<br />

causa del vostro Paese e la nobile causa della pace». «Sono<br />

eminenti atti di amore verso il prossimo — evidenzia il Santo<br />

Padre —, che devono essere compiuti con il desiderio di<br />

contribuire al bene comune e ad un'intesa migliore fra le<br />

persone e i popoli». Sarà così possibile offrire alle generazioni<br />

future «una terra dove è bello vivere». Al contempo il Papa<br />

richiama le sfide rappresentate dalla ricerca della giustizia,<br />

della pace, nonché dalla lotta contro la miseria.<br />

Pagina 10<br />

NOSTRE INFORMAZIONI<br />

Il Santo Padre ha ricevuto oggi in<br />

udienza Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Julián Herranz, Arcivescovo<br />

Titolare di Vertara, Presidente<br />

del Pontificio Consiglio per i<br />

Testi Legislativi, con Sua Eccellenza<br />

Reverendissima Monsignor Bruno<br />

Bertagna, Vescovo titolare di Drivasto,<br />

Segretario, e con il Reverendissimo<br />

Monsignore Mario Marchesi,<br />

Sotto-Segretario del medesimo Pontificio<br />

Consiglio.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha ricevuto questa<br />

mattina in udienza Sua Eccellenza<br />

Reverendissima Monsignor Hanna<br />

Zora, Arcivescovo di Ahwaz dei Caldei<br />

(Iran), in visita «ad limina Apostolorum».<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha ricevuto questa<br />

mattina in udienza Sua Eccellenza<br />

Reverendissima Monsignor Jacques<br />

Berthelet, Vescovo di Saint-Jean -<br />

Longueuil (Canada), Presidente della<br />

Conferenza dei Vescovi Cattolici<br />

del Canada, con Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Brendan<br />

Michael O'Brien, Arcivescovo di<br />

Bangladesh Pagina 4<br />

Gibuti<br />

Finlandia<br />

Eritrea<br />

Georgia<br />

Lesotho<br />

Rwanda<br />

Maurizio<br />

Malì<br />

Pagina 5<br />

Pagina 5<br />

Pagina 6<br />

Pagina 6<br />

Pagina 7<br />

Pagina 7<br />

Pagina 8<br />

Pagina 8<br />

Udienza del Santo Padre<br />

ai Rogazionisti<br />

e alle Figlie del Divino Zelo<br />

Con umiltà e con generosità spendete la vita per la diffusione del «Rogate»<br />

sgorgato dal cuore di Cristo: è quanto ha raccomandato Giovanni Paolo II ai<br />

religiosi e alle religiose delle Congregazioni dei Rogazionisti e delle Figlie del<br />

Divino Zelo, ricevuti in udienza nella mattina di giovedì 6 dicembre, nell'Aula<br />

Paolo VI, in occasione del 150° anniversario della nascita del beato Annibale<br />

Maria Di Francia.<br />

Pagina 11<br />

Saint John's, Newfoundland, Vice-<br />

Presidente, e il Reverendissimo<br />

Monsignore Peter Schonenbach, Segretario<br />

Generale della medesima<br />

Conferenza.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha ricevuto questa<br />

mattina in udienza Sua Eccellenza il<br />

Signor Hansrudolf Hoffmann, Ambasciatore<br />

di Svizzera in Missione<br />

Speciale presso la Santa Sede.<br />

Il 7 dicembre 1921<br />

l'inaugurazione a Milano<br />

Gli ottant'anni<br />

dell'Università<br />

Cattolica<br />

del Sacro Cuore<br />

Articoli di Paola Bignardi,<br />

Presidente Nazionale dell'Azione<br />

Cattolica Italiana, e Sergio<br />

Zaninelli, Rettore Magnifico.<br />

Pagina 14


DAL MONDO<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

PAGINA<br />

TIPOGRAFIA VATICANA<br />

EDITRICE<br />

«<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong>»<br />

Redazione:<br />

via del Pellegrino<br />

00120 Città del Vaticano<br />

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Servizi fotografici<br />

de «L'Osservatore Romano»<br />

a cura di Arturo Mari<br />

Le foto dell'attività della Santa Sede<br />

sono del SERVIZIO FOTOGRAFICO<br />

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.<br />

2 .<br />

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AZIENDE PROMOTRICI DELLA DIFFUSIONE DE <strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong><br />

ALITALIA – INTESABci – VOBIS – ADVENIA<br />

Pubblietica sta lavorando ad un progetto teso all'incremento della diffusione de<br />

L'Osservatore Romano in collaborazione con alcune primarie aziende italiane.<br />

Lo sforzo del quotidiano della Santa Sede per diffondere la parola del Papa, soprattutto in<br />

questo particolare momento storico, può infatti essere validamente sostenuto da quanti<br />

condividono i valori propugnati dalla Chiesa cattolica.<br />

Alcune aziende hanno scelto L'Osservatore Romano come mezzo privilegiato e qualificato<br />

per divulgare il loro messaggio pubblicitario. Saranno queste aziende —<br />

sottoscrittrici di numerosi abbonamenti — a diffondere all'interno del proprio<br />

mondo di riferimento (sedi, clienti, collaboratori), questo giornale, questi valori.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Venerdì 7 Dicembre 2001<br />

AFGHANISTAN Si intensificano le incursioni aeree<br />

e missilistiche anglo-americane sulla città di<br />

Kandahar, ultima roccaforte dei Taleban, e sulla zona<br />

montagnosa di Tora Bora, dove si presume siano<br />

nascosti Osama bin Laden, capo della rete terroristica<br />

«Al Qaeda», e il mullah Omar, leader del regime<br />

fondamentalista islamico.<br />

KABUL Nelle moschee di Kabul migliaia di mujaheddin<br />

hanno commemorato il loro comandante<br />

NATO Discussa anche la strategia per eliminare le reti terroristiche internazionali<br />

Riunione dei Ministri degli esteri<br />

sui nuovi rapporti con la Russia<br />

Afghanistan:<br />

continuano<br />

i raid aerei<br />

su Tora Bora<br />

WASHINGTON, 6.<br />

Proseguono gli attacchi aerei e<br />

terrestri sulla zona montagnosa di<br />

Tora Bora (Est dell’Afghanistan)<br />

dove si trovano centinaia di combattenti<br />

stranieri fedeli a Osama<br />

bin Laden. Il rumore di aerei che<br />

sorvolavano Jalalabad è stato udito<br />

a più riprese nella scorsa notte<br />

e gli apparecchi sembravano dirigersi<br />

verso Sud, nella zona di Tora<br />

Bora, dove si troverebbe la base<br />

segreta di Osama bin Laden.<br />

Nella zona di Tora Bora, vicino<br />

a Jalalabad, ieri era cominciata<br />

l’operazione contro la base segreta<br />

di «Al Qaeda», la rete terroristica<br />

di Osama bin Laden, il ricercato<br />

numero uno nel mondo per gli<br />

attacchi terroristici contro l’America,<br />

il quale si sarebbe spostato<br />

sulle montagne di Spin Ghar, ad<br />

Est di Tora Bora. Lo afferma un<br />

portavoce del comandante locale<br />

che guida la caccia a bin Laden.<br />

Il portavoce ha aggiunto che le<br />

Forze anti Taleban hanno occupato<br />

alcune colline nell’area Est del<br />

Paese uccidendo 22 combattenti<br />

stranieri al seguito di Osama bin<br />

Laden. «Abbiamo trovato i corpi<br />

di 22 combattenti stranieri di Osama<br />

in un paio di grotte e nell’area<br />

che abbiamo occupato nel pomeriggio<br />

di ieri», ha detto all'agenzia<br />

«Reuters» Mohammad Amin.<br />

«Pensiamo che Osama abbia già<br />

lasciato Tora Bora per le montagne<br />

di Spin Ghar». I nostri uomini,<br />

ha aggiunto Amin, hanno setacciato<br />

diverse aree di Tora Bora<br />

sotto i raid aerei americani. «La<br />

battaglia è molto intensa».<br />

Intanto, il Segretario alla difesa<br />

Usa, Donald Rumsfeld, ha detto<br />

che Osama bin Laden e il leader<br />

dei Taleban, il mullah Omar, sono<br />

vivi e ancora in Afghanistan.<br />

«Sappiamo che stiamo avendo<br />

successo perché rendiamo la vita<br />

molto difficile ai terroristi. E gliela<br />

rendiamo difficile in Afghanistan<br />

dove lo spazio vivibile per loro è<br />

da oggi molto ristretto», ha detto<br />

il Capo del Pentagono.<br />

Con l'uccisione ieri per «fuoco<br />

amico» di tre soldati americani,<br />

sale a nove il numero dei militari<br />

statunitensi morti durante l'operazione<br />

«Enduring Freedom» (Libertà<br />

duratura). La tragedia, verificatasi<br />

a Nord di Kandahar, poteva<br />

anche rivelarsi un disastro politico,<br />

perché il Premier designato<br />

del Governo provvisorio afghano<br />

— il comandante Hamid Karzai<br />

— era sul posto, ma ha lui stesso<br />

smentito di essere rimasto ferito.<br />

Karzai ha detto che i colloqui con<br />

i Taleban sulla sorte di Kandahar<br />

sono «molto fruttuosi». Dal canto<br />

suo, il portavoce americano della<br />

coalizione antiterrorismo Kenton<br />

Keith ha confermato oggi che il<br />

mullah Omar, capo supremo dei<br />

Taleban, potrebbe stare negoziando<br />

la sua resa. «Posso assicurarvi<br />

che alcuni dei principali luogotenenti<br />

del mullah Omar stanno negoziando<br />

la loro resa», ha detto<br />

Keith in una conferenza stampa.<br />

BRUXELLES, 6.<br />

È iniziata questa mattina al Quartiere<br />

generale dell’Alleanza Atlantica la riunione<br />

dei Ministri degli esteri della Nato.<br />

I Diciannove devono parlare in particolare<br />

della lotta contro il terrorismo,<br />

dei nuovi rapporti fra l’Alleanza e la<br />

Russia nel dopo 11 settembre e delle relazioni<br />

fra la Nato e l’Ue. Per gli Stati<br />

Uniti è presente il Segretario di Stato,<br />

Colin Powell. La riunione di Bruxelles è<br />

la prima fra i Capi della diplomazia alleata<br />

dopo gli attentati terroristici dell’11<br />

settembre contro gli Stati Uniti.<br />

I Diciannove dovrebbero delineare la<br />

nuova strategia dell’Alleanza contro il<br />

terrorismo internazionale. In chiusura,<br />

domani, è previsto un incontro fra i Ministri<br />

alleati e il Capo della diplomazia<br />

russa, Igor Ivanov. Con Mosca la Nato<br />

dovrebbe dare il via a Bruxelles a una<br />

nuova relazione, che potrebbe portare<br />

nel 2002 a nuovi meccanismi di decisione<br />

congiunta in alcuni settori, come il<br />

peacekeeping, la lotta al terrorismo e alle<br />

armi di distruzione di massa. Questa<br />

sera è prevista una riunione congiunta<br />

fra i Capi della diplomazia Nato e Ue.<br />

«Tolleranza zero» contro il terrorismo<br />

internazionale. Aprendo questa mattina i<br />

lavori del Consiglio dei Ministri degli<br />

esteri dell’Alleanza Atlantica il Segretario<br />

generale della Nato, George Robertson,<br />

ha sottolineato che «il nostro compito,<br />

oggi e nei prossimi mesi, sarà quello<br />

di sviluppare iniziative per combattere<br />

il terrorismo più efficacemente ora e<br />

a lungo termine». Robertson ha anche<br />

Kabul: i mujaheddin<br />

commemorano<br />

il comandante<br />

Ahmed Shah Massud<br />

KABUL, 6.<br />

Migliaia di mujaheddin hanno commemorato<br />

ieri nelle principali moschee<br />

di Kabul il loro leggendario comandante<br />

Ahmed Shah Massud, assassinato il 7<br />

settembre nell’Afghanistan settentrionale<br />

da kamikaze probabilmente inviati da<br />

Osama bin Laden. Fin dalla prima mattina,<br />

la devastata capitale afghana è stata<br />

percorsa da decine e decine di camion<br />

carichi di mujaheddin, che hanno<br />

causato ingorghi nella città non più abituata<br />

a un traffico caotico di veicoli.<br />

Fra i miliziani, la tristezza del lutto si<br />

mescolava alla gioia per la vittoria sui<br />

Taleban, la riconquista della capitale e<br />

di gran parte del Paese. Questi sentimenti<br />

si sono poi manifestati appieno<br />

nelle commemorazioni tenute nelle principali<br />

moschee della città. La cerimonia<br />

principale si è svolta nella moschea Hazrat<br />

Ali, dove ha preso la parola Abdullah<br />

Abdullah, il Ministro degli esteri dell’Alleanza<br />

del Nord, riconfermato in<br />

questa carica nel nuovo Governo provvisorio<br />

concordato nella conferenza di<br />

Bonn. In un discorso interrotto più volte<br />

dalle lacrime Abdullah ha ricordato la figura<br />

«eroica» di Massud, il Leone del<br />

Panshir, le sue gesta, la sua morte a tradimento.<br />

Ne ha esaltato le virtù militari<br />

ma anche la lungimiranza politica, ricordando<br />

come si fosse opposto all’ingresso<br />

in Afghanistan dei volontari fondamentalisti<br />

arabi e di altri Paesi reclutati da<br />

Osama bin Laden. Abdullah ha fatto anche<br />

appello a tutti i mujaheddin a non<br />

ripetere gli errori del passato e li ha<br />

esortati a tenere alta nel mondo la reputazione<br />

dell’Afghanistan e a mantenere<br />

l’unità di tutto il popolo afghano.<br />

messo in evidenza che la Nato è pronta,<br />

se le sarà richiesto dall'Onu, a fornire<br />

assistenza logistica per fronteggiare la<br />

crisi umanitaria in Afghanistan.<br />

«La Nato — ha detto ancora Robertson<br />

— attraverso i 46 Paesi che compongono<br />

la partnership euro-atlantica,<br />

ha mobilitato la più grande e permanente<br />

coalizione del mondo» per combattere<br />

il terrorismo. Ed ha tradotto, ha aggiunto<br />

Robertson, il sostegno politico in<br />

azione mettendo a disposizione porti,<br />

aeroporti e altre forme di supporto agli<br />

Stati Uniti e alle Forze alleate.<br />

Dal canto suo, il Ministro della difesa<br />

russo, Serghiei Ivanov, ha oggi affermato<br />

che la lotta al terrorismo internazionale<br />

non può limitarsi all’Afghanistan.<br />

Secondo Ivanov, citato dall’agenzia di<br />

stampa «Itar-Tass», «le organizzazioni<br />

terroristiche hanno costruito i loro nidi<br />

non solo e non tanto in Afghanistan<br />

quanto altrove». «In tal senso — ha proseguito<br />

Ivanov — decine di Paesi sono<br />

fonte di preoccupazione non minore (di<br />

quella provocata dall’Afghanistan) sia<br />

per la Russia che per gli Stati Uniti, la<br />

Gran Bretagna e le altre Nazioni» impegnate<br />

nella campagna antiterroristica.<br />

Il Ministro della difesa Ivanov ha aggiunto<br />

che per tale ragione Mosca sta<br />

procedendo allo «scambio reciproco di<br />

informazioni» con gli Stati Uniti e i Paesi<br />

della coalizione «non solo in relazione<br />

alla situazione in Afghanistan». Nei giorni<br />

scorsi il Governo russo ha respinto l’ipotesi<br />

di un allargamento del conflitto<br />

ad altri Paesi e in particolare all’Iraq.<br />

Ahmed Shah Massud, il leggendario «Leone del<br />

Panshir» assassinato tre mesi fa da kamikaze inviati<br />

presumibilmente da bin Laden.<br />

STATI UNITI Il Senato di Washington ha ratificato<br />

due convenzioni internazionali intese a rafforzare la<br />

legislazione mondiale contro il terrorismo.<br />

TURCHIA-USA Prosegue la missione in Asia e in<br />

Europa del Segretario di Stato Usa, Colin Powell.<br />

Nella tappa ad Ankara, il principale collaboratore<br />

del Presidente Bush ha discusso con i dirigenti turchi<br />

del conflitto afghano, della crisi in Medio Oriente<br />

e della situazione in Iraq.<br />

NATO Riunione a Bruxelles dei Ministri degli<br />

esteri dei Paesi aderenti alla Nato. Le consultazioni<br />

verteranno principalmente sulla lotta contro il terrorismo<br />

internazionale e sulla intensificazione dei rapporti<br />

tra l'Alleanza Atlantica e la Russia.<br />

STATI UNITI Simulato un attacco chimico nella metropolitana di Washington<br />

Il Senato approva due Trattati<br />

contro il terrorismo internazionale<br />

WASHINGTON, 6.<br />

Il Senato degli Stati Uniti ha ratificato<br />

ieri all’unanimità due trattati internazionali<br />

tesi a rafforzare la legislazione contro<br />

il terrorismo in tutto il mondo. I<br />

trattati prevedono che le parti contraenti<br />

considerino crimini penali gli attentati<br />

dinamitardi in luoghi pubblici e in base<br />

a tale impostazione processino i responsabili<br />

o concedano l’estradizione. La<br />

Convenzione Internazionale per la soppressione<br />

degli attentati dinamitardi, firmata<br />

da 58 Stati, prevede che chi fa<br />

esplodere esplosivi in aree pubbliche<br />

venga sottoposto a giurisdizione penale.<br />

TURCHIA-USA Dopo la visita ad Ankara di Powell<br />

Auspicato il miglioramento<br />

delle relazioni economiche<br />

ANKARA, 6.<br />

Afghanistan, Iraq e Medio Oriente sono<br />

stati, oltre alle relazioni bilaterali, i<br />

principali temi dei colloqui che il Segretario<br />

di Stato americano, Colin Powell,<br />

ha avuto ieri ad Ankara con i massimi<br />

dirigenti turchi, da dove è ripartito alla<br />

volta di Bruxelles, per partecipare alla<br />

riunione ministeriale della Nato, terza<br />

tappa del suo viaggio in dieci capitali<br />

dell'Europa e dell'Asia centrale.<br />

Il Ministro degli esteri turco, Ismail<br />

Cem, ha chiesto un'elevazione del livello<br />

delle relazioni economiche turco-americane<br />

e l'eliminazione delle restrizioni<br />

commerciali esistenti tra cui il regime<br />

delle quote. Colin Powell si è associato a<br />

questo auspicio ed ha ricordato l'assistenza<br />

che la Turchia sta ricevendo dal<br />

Fondo monetario internazionale.<br />

Per quanto riguarda l'Afghanistan,<br />

commentando l'accordo di Bonn con le<br />

varie componenti afghane di opposizione<br />

ai Taleban, il Segretario di Stato<br />

americano, nel corso di una conferenza<br />

stampa congiunta con il Ministro degli<br />

esteri turco, ha promesso aiuti al nuovo<br />

Governo afghano annunciando la prossima<br />

riapertura della rappresentanza diplomatica<br />

a Kabul. Dal canto suo, il Ministro<br />

Cem ha confermato che la Turchia<br />

fornirà suoi soldati alla Forza di pace<br />

dell'Onu che sarà inviata in Afghanistan.<br />

Powell lo ha ringraziato per la<br />

conferma di questo impegno.<br />

Per quanto riguarda il Medio Oriente,<br />

riferendosi alla dichiarazione di Yasser<br />

Arafat che ha affermato di fare «sforzi<br />

al 100 per 100» per fermare la violenza e<br />

il terrorismo, Powell ha detto di «non<br />

Sri Lanka: il Governo<br />

impone il coprifuoco<br />

su tutto il territorio nazionale<br />

COLOMBO, 6.<br />

Le autorità dello Sri Lanka hanno deciso<br />

di imporre il coprifuoco su tutto il<br />

territorio nazionale a seguito dei gravi<br />

incidenti che hanno macchiato la giornata<br />

elettorale di ieri. Il provvedimento,<br />

ha reso noto il Governo, è in vigore dalle<br />

21.30 (locali, le 16.30 italiane) fino alle<br />

6 (le 1 del mattino in Italia).<br />

La decisione è stata presa a titolo<br />

cautelativo dopo che sette membri del<br />

piccolo Partito d’opposizione «Congresso<br />

musulmano dello Sri Lanka» (Slmc) sono<br />

stati uccisi e altri sei sono rimasti feriti<br />

in un violento scontro a fuoco con i<br />

rivali dell’Alleanza del Popolo (Pa), partito<br />

al Governo. Tra martedì e mercoledì<br />

non meno di 15 persone sono state uccise<br />

nello Sri Lanka, tra le quali un bambino<br />

di sette anni. Complessivamente le<br />

violenze elettorali hanno causato 60 vittime<br />

e 700 feriti. Il Governo della Presidente<br />

Chandrika Kumaratunga è dovuto<br />

ricorrere alle elezioni, per la seconda<br />

volta in appena 14 mesi, dopo aver perso<br />

la maggioranza in Parlamento. Ventisei<br />

Partiti politici riconosciuti e 120 raggruppamenti<br />

politici indipendenti devono<br />

disputarsi i 225 seggi della nuova assemblea<br />

parlamentare, attribuiti secondo<br />

il sistema proporzionale.<br />

La Convenzione Internazionale per la<br />

Soppressione dei Fondi del Terrorismo,<br />

firmata da 125 Stati, criminalizza la raccolta<br />

di fondi o il finanziamento di organizzazioni<br />

terroristiche o di terroristi<br />

singoli.<br />

Per quanto riguarda la prevenzione<br />

interna negli Usa di possibili attacchi<br />

terroristici, ieri c'è stato il primo test di<br />

reazione ad un attacco chimico su larga<br />

scala nella metropolitana di Washington:<br />

un’esercitazione si è tenuta oggi nella<br />

capitale degli Stati Uniti per verificare la<br />

capacità di risposta delle autorità in caso<br />

di un attentato bioterrorista al siste-<br />

Carbonchio: esami su una lettera<br />

trovata fra la posta del Congresso<br />

WASHINGTON, 6.<br />

Con la massima precauzione, scienziati del laboratorio di ricerca batteriologica<br />

di Fort Detrick, nel Maryland, hanno iniziato ad esaminare il contenuto<br />

della lettera contaminata da batteri di carbonchio indirizzata al senatore Patrick<br />

Leahy e scoperta il 16 novembre, tra la posta del Congresso sequestrata.<br />

Tutta la corrispondenza del Congresso era stata bloccata quando, il 15 ottobre,<br />

una lettera contaminata con il carbonchio era stata ricevuta dal leader<br />

della maggioranza democratica al Senato Tom Daschle. Dall'esame della missiva<br />

di Leahy, che contiene come quella di Daschle una quantità micidiale di<br />

carbonchio, gli inquirenti sperano che gli scienziati possano ricavare elementi<br />

utili alle indagini per accertare chi abbia ordito il criminale disegno.<br />

Nel frattempo, è stato arrestato a Springdale, vicino a Cincinnati, nell’Ohio,<br />

Clayton Lee Waagner, il latitante accusato di procurato allarme perché sospettato<br />

dall'Fbi di aver inviato lettere che simulavano la presenza di carbonchio<br />

a molte cliniche negli Stati Uniti.<br />

poter giudicare se ciò sia vero o meno»,<br />

aggiungendo però di «non aver ancora<br />

visto i risultati di questi sforzi», mentre<br />

ciò che si aspetta dal Presidente dell'Autorità<br />

palestinese è che mostri «risultati<br />

significativi» dei suoi asseriti sforzi.<br />

Powell ha detto che l'Iraq continua ad<br />

essere «una fonte di preoccupazione» sia<br />

per «la quantità delle sue armi di distruzione<br />

di massa», sia per il suo «appoggio<br />

al terrorismo», ma ha aggiunto che<br />

George W. Bush non ha preso una decisione<br />

in merito ad un'estensione delle<br />

operazioni militari antiterrorismo.<br />

Grecia: giunto<br />

in missione<br />

il Presidente Putin<br />

ATENE, 6.<br />

Il Presidente russo, Vladimir<br />

Putin, è giunto oggi ad Atene per<br />

una visita ufficiale di tre giorni<br />

durante la quale avrà una serie di<br />

colloqui con le massime autorità<br />

greche. Tremila poliziotti sono<br />

stati mobilitati per garantire la sicurezza<br />

del Capo di Stato straniero.<br />

Putin, che incontrerà per primo<br />

il Presidente Costantinos Stephanopoulos,<br />

è stato accolto all’aeroporto<br />

dal Ministro dei trasporti<br />

Christos Verelis in rappresentanza<br />

del Governo.<br />

Colombia: scontri<br />

tra guerriglieri<br />

e unità paramilitari<br />

BOGOTÁ, 6.<br />

Violenti scontri fra unità paramilitari<br />

e guerriglieri delle Forze armate rivoluzionarie<br />

della Colombia (Farc) hanno<br />

causato ieri non meno di 150 morti. Lo<br />

ha reso noto il Sindaco di Riosucio, Ricardo<br />

Azael Victoria, precisando che i<br />

combattimenti si sono verificati nel Dipartimento<br />

di Chocó. Una vera e propria<br />

battaglia campale fra le forze contrapposte,<br />

ha aggiunto la fonte, è cominciata<br />

sabato scorso ed ha coinvolto<br />

anche migliaia di indios dell'etnia emberá-katios,<br />

abitanti della zona che sono<br />

rimasti intrappolati tra il fuoco incrociato<br />

delle due fazioni.<br />

Le notizie sui combattimenti sono per<br />

il momento frammentarie. La polizia ha<br />

reso noto di non essere in possesso di<br />

informazioni certe sul numero delle vittime.<br />

Secondo testimonianze locali, decine<br />

di corpi di guerriglieri e di paramilitari<br />

morti sarebbero stati gettati nelle<br />

acque del rio Atrato.<br />

Sempre in Colombia il cadavere di un<br />

leader sindacalista che era stato sequestrato<br />

la settimana scorsa da «squadroni<br />

della morte» di estrema destra è stato ritrovato<br />

ieri in un villaggio presso la città<br />

costiera di Cartagena.<br />

Croazia: il Parlamento<br />

ratifica l'accordo<br />

di associazione<br />

con l'Unione Europea<br />

ZAGABRIA, 6.<br />

Il Parlamento della Croazia ha ratificato<br />

ieri l’accordo di associazione e stabilizzazione<br />

con l’Unione Europea, dopo<br />

che i deputati dell’opposizione nazionalista<br />

hanno abbandonato l’aula per protestare<br />

contro quella che è da loro definita<br />

«una minaccia alla sovranità nazionale»,<br />

secondo quanto riferito dall'agenzia<br />

di stampa croata «Hina». Secondo Ivo<br />

Sanader, presidente della Comunità democratica<br />

croata (Hdz), il partito fondato<br />

dal defunto Presidente Franjo Tudjman<br />

e che oggi è la maggiore forza<br />

d'opposizione croata, l’accordo «non garantisce<br />

l’entrata nell’Ue e potrebbe<br />

spingere la Croazia verso nuove associazioni<br />

balcaniche».<br />

L’accordo su associazione e stabilizzazione<br />

prevede un periodo transitorio di<br />

sei anni di adattamento alle leggi e standard<br />

europei, la cooperazione e l’istituzione<br />

di una zona di libero scambio con<br />

altri Paesi della regione membri del Patto<br />

di stabilità per i Balcani.<br />

L’accordo, che era stato parafato in<br />

ottobre a Bruxelles, è stato approvato<br />

con 87 voti a favore su un totale di 151<br />

seggi nel Parlamento croato. Non ci sono<br />

stati voti contrari perché, come detto,<br />

i deputati dell'opposizione avevano<br />

abbandonato l'Aula.<br />

L'opposizione aveva sostenuto che per<br />

la ratifica dell’accordo fosse necessaria<br />

una maggioranza qualificata di due terzi<br />

dell'Assemblea poiché «si prevede il trasferimento<br />

alle Organizzazioni europee<br />

di alcuni poteri costituzionalmente riservati<br />

allo Stato croato».<br />

Finanziamenti dell'Ue<br />

alla cooperazione regionale<br />

tra Irlanda e Galles<br />

BRUXELLES, 6.<br />

La Commissione esecutiva dell'Unione<br />

Europea ha approvato ieri un finanziamento<br />

di circa 47 milioni di euro a favore<br />

del programma Interreg per la cooperazione<br />

regionale tra l’Irlanda e il Galles.<br />

Lo ha annunciato il responsabile<br />

della Commissione per le politiche regionali,<br />

Michel Barnier, sottolineando che<br />

il programma Interreg potrà contare anche<br />

su fondi pubblici e privati aggiuntivi<br />

per circa 18 milioni di euro.<br />

La zona geografica interessata dall’iniziativa<br />

di finanziamento comunitario<br />

comprende in Irlanda la regione di Dublino<br />

e quelle del Mid-East e South-East,<br />

e nel Galles l’isola di Anglesey, la regione<br />

sudoccidentale e alcune aree del<br />

Conwy. Le regioni coinvolte hanno<br />

un’estensione globale di circa 27 mila<br />

chilometri quadrati intorno al mare d’Irlanda,<br />

ed ospitano una popolazione<br />

complessiva di due milioni e quattrocentomila<br />

persone.<br />

I fondi serviranno a favorire la cooperazione<br />

nel settore dello sviluppo economico,<br />

sociale e tecnologico, e permetteranno<br />

di sostenere misure a favore della<br />

crescita sostenibile.<br />

ma dei trasporti sotterranei. La simulazione<br />

è stata condotta da squadre di<br />

pompieri, ambulanze ed agenti delle forze<br />

dell’ordine entrati in azione appena<br />

l’allarme è scattato alla fermata della<br />

metropolitana vicino ai musei Smithsonian.<br />

I responsabili della metropolitana<br />

di Washington stanno tentando di ottenere<br />

ed installare una sorta di sistema di<br />

allarme speciale in grado identificare e<br />

segnalare immediatamente la presenza<br />

di sostanze chimiche tossiche.<br />

Nel frattempo, dall'India si è appreso<br />

che un uomo arrestato un mese fa ha<br />

svelato un complotto della rete terroristica<br />

«al Qaeda», quella guidata da Osama<br />

bin Laden, che prevedeva attacchi<br />

suicidi contro Gran Bretagna, Australia<br />

e India da attuare dopo quelli negli Stati<br />

Uniti dell'11 settembre. In merito alle<br />

confessioni dell'uomo, del quale non è<br />

stata resa nota la nazionalità, il Ministro<br />

dell'interno indiano Advani ha detto che<br />

«Siamo riusciti a verificare le informazioni<br />

e a confermarle: c’è del vero in<br />

quel che ha detto».<br />

Poche ore dopo è giunta una ulteriore<br />

conferma che l’uomo arrestato un mese<br />

fa in India si era sottoposto ad addestramento<br />

di pilotaggio in Australia nel 1997<br />

e 1998. Lo ha detto oggi il Ministro della<br />

giustizia australiano, Daryl Williams,<br />

escludendo che si tratti di un cittadino<br />

australiano, ma senza rivelarne a sua<br />

volta la nazionalità né fornendo dettagli<br />

sulla scuola di pilotaggio. Il Ministro ha<br />

precisato però che l'uomo arrestato in<br />

India aveva lasciato l’Australia nel dicembre<br />

1998 e non vi era più tornato.<br />

Francia: catturati<br />

tre militanti dell'Eta<br />

MADRID — Tre militanti dell’Eta, il<br />

movimento terrorista basco che insanguina<br />

la Spagna, sono stati arrestati,<br />

nella notte tra mercoledì e<br />

giovedì, nei dintorni di Tolosa, nel<br />

Sud della Francia, dopo uno scontro<br />

a fuoco con una pattuglia di<br />

gendarmi che li avevano fermati<br />

per un controllo di identità. Lo<br />

hanno indicato fonti dell’antiterrorismo<br />

francese. Uno degli «etarras»,<br />

Inaki Lizundia, è rimasto ferito a<br />

un braccio durante lo scontro con i<br />

gendarmi, ma le sue condizioni<br />

non sono considerate gravi. Gli altri<br />

due sono Nerea Garaiz San<br />

Martin, ex membro della «colonna<br />

Saragozza» del gruppo armato separatista<br />

basco, e Leyre Etxebarria<br />

Simarro, sulla quale pesa una condanna<br />

a 17 mesi di reclusione per<br />

l’incendio di un autobus.<br />

Gran Bretagna:<br />

riforma della polizia<br />

LONDRA — Taglio della burocrazia,<br />

aumento degli organici e creazione<br />

di una nuova forza di ausiliari<br />

civili sono i punti cruciali di<br />

una radicale riforma della polizia<br />

annunciata mercoledì dal Ministro<br />

degli interni britannico, David<br />

Blunkett. Secondo il Governo, la<br />

lotta al crimine è deficitaria: infatti,<br />

solo il 9 per cento dei reati commessi<br />

viene punito. Si tratta di un<br />

tasso di sicurezza «pessimo», ha<br />

dichiarato Blunkett alla Camera<br />

dei comuni. Da qui la necessità di<br />

fare una riforma che, rendendo più<br />

efficace e moderna la polizia, garantisca<br />

giustizia alle vittime del<br />

crimine. Dagli attuali 125.519 gli<br />

organici, entro la primavera del<br />

2003, saranno portati a 130 mila.<br />

Sarà inoltre creata una forza di<br />

ausiliari che avranno il potere di<br />

operare arresti.<br />

Spazio: in orbita<br />

la navetta Endeavour<br />

WASHINGTON — È stata lanciata<br />

mercoledì, dal centro di Cape Canaveral<br />

in Florida, la navetta spaziale<br />

«Endeavour» che ha a bordo<br />

sette astronauti. Scopo principale<br />

della missione è di raggiungere la<br />

Stazione spaziale internazionale<br />

(Iss), dove tre membri della Endeavour<br />

daranno il cambio ad altrettanti<br />

colleghi dell'Iss che sono<br />

nello spazio da agosto. L'attracco<br />

della navicella alla Stazione è in<br />

programma venerdì e il ritorno<br />

dell'Endeavour a terra è previsto<br />

per il 16 dicembre.<br />

Ucraina-Germania:<br />

consultazioni a Kiev<br />

KIEV — Il Cancelliere tedesco, Gerhard<br />

Schroeder, ha effettuato giovedì<br />

una visita lampo a Kiev. I colloqui<br />

con il Presidente ucraino,<br />

Leonid Kuchma, sono stati incentrati<br />

sulle relazioni bilaterali, in<br />

particolare sui rapporti economici<br />

tra i due Paesi che — ha sottolineato<br />

Schroeder — «si sviluppano<br />

bene». Si è parlato inoltre della<br />

cooperazione dell'Ucraina con l'Unione<br />

Europea e con la Nato, e del<br />

contributo del Governo di Kiev alla<br />

lotta contro il terrorismo internazionale.


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

In margine a una guida ai classici<br />

Quando Moravia scriveva:<br />

«“I promessi sposi”<br />

sono una villa ottocentesca»<br />

ANGELO MUNDULA<br />

Ahì estàn los jardines (Là sono i giardini...),<br />

scriveva il grande Borges, parlando<br />

di libri importanti e di chi fa loro<br />

la guardia, come tutti noi, più o meno,<br />

facciamo, soprattutto per quanto riguarda<br />

i nostri classici, antichi o moderni<br />

che siano.<br />

Serviamoci anche noi, perciò, di questa<br />

bella metafora per parlarne in compagnia<br />

di un lettore particolarmente dotato<br />

anche di strumenti critici come<br />

Giorgio De Rienzo, il quale ci accompagnerà<br />

in questa nostra passeggiata per<br />

questi deliziosi giardini con un suo altrettanto<br />

delizioso vademecum, Guida<br />

alla lettura. Come leggere un classico,<br />

edito da Bompiani. Ma dunque, entrare<br />

in un giardino e scoprirne la bellezza —<br />

non solo la bellezza apparente, superficiale,<br />

ma anche quella più nascosta e segreta<br />

— non è affatto semplice e richiede<br />

una certa fatica, come, del resto, per<br />

il raggiungimento di qualsiasi piacere<br />

dello spirito.<br />

I testi son lì — ahì estàn los jardines<br />

— e si offrono in tutta la loro bellezza.<br />

C'è chi vorrebbe scoprirli per settori o<br />

per un gruppo di piante o di alberi e c'è<br />

invece chi sostiene, come De Rienzo,<br />

che bisogna farne una lettura totale, seguirne<br />

passo passo il racconto, altrimenti<br />

se ne perde il quadro d'insieme, si finisce<br />

per pensare che il giardino sia solo<br />

una sorta di riquadri in cui ogni parte è<br />

anche il suo tutto.<br />

Fuor di metafora si finisce per credere<br />

che vi sia una Divina Commedia di<br />

Paolo e Francesca, una di Pier delle Vigne,<br />

una di Cacciaguida e così di seguito.<br />

Magari alla fine si ignora che, tra i<br />

personaggi, è da mettere lo stesso Dante,<br />

vero protagonista del poema. Se invece<br />

seguiamo Dante in tutte le tappe<br />

del suo viaggio non solo abbiamo un'idea<br />

d'insieme assai più precisa e attendibile<br />

ma riusciamo a illuminare meglio<br />

tutte le singole parti e i singoli personaggi<br />

del poema.<br />

La cosa si comprende ancora meglio<br />

se, esaminando le funzioni delle parti<br />

che costituiscono l'opera, prendiamo in<br />

esame il Decamerone, vagliandone, appunto,<br />

la funzione di quella che viene<br />

detta comunemente la cornice (cioè il<br />

racconto della vita allegra e festosa dei<br />

dieci giovani che compongono la brigata<br />

andata ad abitare una villa di campagna<br />

per sottrarsi al contagio della peste allora<br />

dilagante) e l'insieme delle novelle.<br />

A tutta prima sembrerebbe che una<br />

lettura antologica dell'opera sia non solo<br />

suggerita ma autorizzata e quasi anzi<br />

imposta dalla struttura stessa dell'opera<br />

in cui ciascun brano o novella possa essere<br />

estrapolato dal contesto e consentire<br />

una lettura autonoma. Ma questo, ci<br />

spiega De Rienzo, è tutt'altro che consigliabile<br />

al lettore, perché il fascino del<br />

Decamerone sta proprio nella contrapposizione<br />

tra cornice e novelle, cioè «tra<br />

un ideale di armonia e di equilibrio, che<br />

viene appunto celebrato nella cornice, e<br />

la rappresentazione della contraddittoria<br />

esperienza del vivere, messa in scena invece<br />

nelle novelle».<br />

Due punti fermi, dunque, da tenere<br />

presenti nel nostro primo approccio al<br />

testo di un classico: lettura unitaria dell'opera<br />

e ricerca del senso della sua architettura<br />

interna. Ma in più, nell'opera,<br />

possono subito essere colti i grandi temi<br />

che la sostanziano e le danno un senso<br />

e un significato ben preciso. Come, nel<br />

paradigma de I promessi sposi del Manzoni,<br />

la casa «In cui si intende celebrare<br />

l'ideale cristiano di una vita familiare<br />

raccolta, ma concretamente e silenziosamente<br />

fattiva e operosa».<br />

Molti ricorderanno, in proposito, che<br />

Moravia diede del romanzo una definizione<br />

tutta ideologica (dell'ideologia moraviana<br />

beninteso) scrivendo che «I Promessi<br />

sposi sono una villa ottocentesca».<br />

Intendeva dire che sono la rappresentazione<br />

aristocratica di un conservatore<br />

che propone una società in cui il<br />

povero è rassegnato ad essere povero e<br />

attende soltanto, a riparazione, a superiore<br />

«giustizia» divina. Ma niente di più<br />

sbagliato che sovrapporre la propria<br />

ideologia alle ragioni interne del testo.<br />

La metafora moraviana non trova una<br />

Appuntamenti<br />

culturali<br />

Roma, 8 dicembre<br />

«Ianua Coeli»<br />

L'8 dicembre alle ore 17, nel<br />

Complesso Monumentale di san<br />

Michele a Ripa, verrà inaugurata<br />

la mostra «Ianua Coeli. Disegni<br />

di Cristoforo Roncalli e Cesare<br />

Maccari per la cupola della<br />

Basilica di Loreto».<br />

Roma, 10 dicembre<br />

I quadri di una «Piccola<br />

Sorella di Gesù»<br />

La Galleria La Pigna sarà sede,<br />

dall'8 al 20 dicembre della Mostra<br />

personale di Suor Bona<br />

Yoon Seok-win.<br />

giustificazione né autorizzazione nel testo<br />

manzoniano, mentre ci appare molto<br />

convincente la definizione che ne dà<br />

il De Rienzo o, meglio, che ci propone il<br />

De Rienzo, enucleandola dalle risposte<br />

stesse che il testo manzoniano offre a<br />

chi lo interroghi senza pregiudizi di sorta»:<br />

una casa che guarda sempre alla<br />

chiesa come al suo punto di riferimento<br />

essenziale».<br />

Questo è, certo, uno dei grandi temi<br />

manzoniani e il lettore ne troverà riscontri<br />

in tutta l'opera. E si può entrare<br />

nel giardino, per interrogarlo più da<br />

presso, per le sue forme e i suoi colori e<br />

quant'altro ce ne può restituire la profonda<br />

musica segreta, le sue «note musicali».<br />

Ecco, altrettanto potremmo fare,<br />

in una semplice lettura orientativa, visitando<br />

il Canzoniere, il gran «giardino»<br />

del Petrarca. «È un paesaggio leggiadro<br />

e ridente, ma irreale», ci dice De Rienzo.<br />

Ed effettivamente la parola limpidissima<br />

del Poeta sembra aver tolto peso a<br />

ogni cosa toccata dal suo suono, lasciandovi<br />

soltanto il suono stesso, la sua musica<br />

immortale.<br />

Tutto sembra essere reso etereo — la<br />

persona stessa di Laura — dal sublime<br />

gioco verbale, dalla raffinatezza purificatrice<br />

della parola del Petrarca: «la storia<br />

di un'anima che si libera dal peso del<br />

corpo e si innalza verso Dio». Petrarca<br />

usa un linguaggio piano, sottile, astratto,<br />

quasi una lingua degli angeli, che si<br />

contrappone al linguaggio talvolta<br />

aspro, talvolta «fioco» di Dante.<br />

Ciascuno usa un linguaggio perfettamente<br />

funzionale alla materia del canto,<br />

alla propria opera. E sembra che Petrarca<br />

voglia sempre parlare a bassa voce,<br />

quasi a un amico seduto accanto. Vengono<br />

in mente i versi di P. J. Toulet:<br />

«...solo un parlare a voce bassa incanta<br />

/ questo cuore invernale, / fuoco sotto<br />

la cenere / che si consuma e canta».<br />

Sembrano parole scritte in omaggio a<br />

Petrarca. Ma passeggiamo ancora nel<br />

nostro giardino o sarà meglio dire a<br />

questo punto nel giardino che ci ha approntato<br />

De Rienzo, per cogliere il pensiero<br />

leopardiano che emerge dai suoi<br />

versi immortali. Percorrendoli noi possiamo<br />

seguire, quasi nel momento aurorale<br />

del suo formarsi, il pensiero filosofico<br />

di questo nostro classico per eccellenza,<br />

che tanto fu poeta, è il caso di dire,<br />

che non riuscì ad essere compiutamente<br />

filosofo. Tanto la materia filosofica<br />

si trasformava, nelle sue mani, in<br />

materia poetica.<br />

Ed è anche fascinoso ripercorrere il<br />

tormentato cammino del suo pessimismo,<br />

da individuale a universale e storico.<br />

Siamo, ancora, tuttavia, a uno<br />

sguardo superficiale al nostro giardino,<br />

al momento dei primi passi accanto e<br />

intorno alla nostra opera. Ogni classico,<br />

chiede, invece, d'essere interrogato assai<br />

più a fondo, fino a farci penetrare nella<br />

sua stessa officina, ad accedere al suo<br />

segretissimo laboratorio.<br />

È una questione di profondità. Non<br />

basta avere contemplato le rose e i gigli,<br />

dobbiamo ora saperne di più di petali e<br />

sepali, di gambi e di corolle, di tutto ciò<br />

che è stato necessario (e che ora è indispensabile<br />

conoscere) per farli crescere<br />

e sviluppare. Bisogna entrare dentro il<br />

testo, non fermarsi alle soglie. È questa,<br />

per il vero, è quasi esclusivamente opera<br />

del critico più che del semplice lettore,<br />

e richiede studio, applicazione, come,<br />

appunto, per saperne di più dei fiori<br />

del nostro giardino.<br />

Ecco, allora, davanti a noi un altro testo<br />

paradigmatico, quale Le avventure<br />

di Pinocchio di Carlo Collodi. Ad entrarvi<br />

dentro, come De Rienzo fa, a raccogliervi<br />

tutti i possibili dati, tutti i possibili<br />

fiori che il giardino ci offre, c'è davvero<br />

da divertirsi (nel senso più alto) forse<br />

più del Collodi stesso che quel giardino<br />

ha organizzato e sistemato con rara sapienza<br />

stilistica.<br />

E, insomma, l'allegria del linguaggio<br />

di Collodi diventa facilmente la nostra<br />

allegria. Il testo di un classico è un forziere,<br />

insomma, da cui si può attingere<br />

a piene mani. È un giacimento aurifero.<br />

Più si scava, più pepite si trovano al suo<br />

interno. Ma per scavare occorre una<br />

specifica competenza e chi non l'abbia,<br />

potrà servirsi, appunto, di una guida illuminante<br />

come questa. Che mette le<br />

parole come su un vetrino e le gira tra<br />

le mani come se fossero rose o gigli o<br />

anemoni. Non solo.<br />

Il critico (perché, a questo punto, di<br />

critico si parla) può mettere a confronto,<br />

come qui si fa per altri autori presi<br />

ad esempio, gli antefatti e i postfatti del<br />

libro: ciò che ne ha dato lo spunto, nella<br />

propria opera e nell'opera di altri autori<br />

o fatti di cronaca e nella stessa biografia<br />

dell'Autore, o ciò che ne è seguito,<br />

nella letteratura e nella vita. Perché<br />

questo soprattutto bisogna aggiungere.<br />

Che il testo di un classico è un organismo<br />

vivente — lo è e lo sarà sempre —<br />

ma bisogna conviverci, prenderne confidenza,<br />

come si fa con gli esseri viventi,<br />

interrogandolo continuamente (anche,<br />

sì, a mezzo del computer che può darcene<br />

qualche indicazione anche solo meramente<br />

statistica, particolarmente indicativa)<br />

non perché dia le risposte che<br />

vogliamo o che ci attendiamo, ma quelle<br />

risposte, sempre almeno un poco sorprendenti,<br />

che il testo contiene in sé,<br />

come un giardino il segreto della sua vegetazione.<br />

«Là sono i giardini...» e mai<br />

ci stancheremo di ammirarli e di coglierne<br />

i fiori.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Venerdì 7 Dicembre 2001<br />

Un viaggio nella Valle Aurina, in Alto Adige<br />

Castelli, masi e antiche tradizioni<br />

nelle montagne più a nord d'Italia<br />

FRANCO PELLICCIONI<br />

Quando anni addietro giungemmo<br />

per la prima volta in questa valle d’alta<br />

montagna dell’Alto Adige, percorremmo<br />

una strada stretta e tortuosa, che continuamente<br />

passava da un versante all’altro<br />

della vallata, superando numerosi<br />

ponti. In una qualche misura «replicava»<br />

i meandri disegnati tra le rocce<br />

dall’Aurino, «ufficialmente» solo un<br />

torrente, capace nei secoli però di terrorizzare<br />

i valligiani per la sua perniciosa<br />

imprevedibilità.<br />

Sul finire degli anni ’70 la valle non<br />

era troppo conosciuta, né perciò frequentata<br />

dal turismo di massa, anche<br />

se un turismo d’élite, composto da<br />

viaggiatori ed alpinisti, ha qui solide<br />

radici.<br />

Le prime escursioni sono dei primi<br />

decenni del XIX secolo. A quei tempi<br />

l’Arciduca Giovanni d’Austria tentava<br />

inutilmente di scalare il Grossvenediger<br />

(1828). Nel 1852-54 i topografi militari<br />

austriaci effettuavano le prime triangolazioni<br />

astronomiche con l’aiuto dei<br />

cacciatori locali, che quel territorio conoscevano<br />

meticolosamente.<br />

Nel 1873, dopo pochi anni dalla fondazione<br />

a Vienna dell’associazione alpinistica<br />

Österreichscher Alpenverein<br />

(1862), veniva fondata una sua sezione<br />

a Campo Tures, alla quale appartenne<br />

la famosa guida Johann Niederwieser<br />

(1853-1902). Nel 1884 il poco più che<br />

ventenne E.G. Lammer attraversava da<br />

solo nell’arco di tre settimane l’intero<br />

gruppo delle Aurine.<br />

In Valle Aurina ritornammo all’inizio<br />

degli anni ’90. Allora comprendemmo<br />

in che misura alluvioni e frane potessero<br />

sconvolgere la vita delle comunità<br />

alpine. Saremmo arrivati a Casere,<br />

alla testata della valle, inerpicandoci<br />

con difficoltà lungo una strada forestale.<br />

La sede della strada era infatti per<br />

un lungo tratto impraticabile, poiché<br />

invasa dalle acque dell’Aurino.<br />

Da entrambe le visite la vallata ci è<br />

rimasta fortemente impressa nella mente<br />

e nel cuore: per la sua smagliante<br />

bellezza, gli sfaccettati paesaggi, le<br />

splendide e impetuose cascate, le gradevolissime<br />

passeggiate, le faticose ma salutari<br />

escursioni ai rifugi d’alta quota.<br />

E per quant’altro si può ancora trovare<br />

in un microcosmo naturale (e culturale)<br />

d’eccezione, qual è una valle alpina,<br />

tanto più se decentrata come l’Aurina.<br />

Fummo anche attratti dalla sua storia,<br />

strettamente legata allo sfruttamento<br />

delle miniere di rame di Predoi, già<br />

menzionate nel 1479 (Monte Knappenberg).<br />

Il rame veniva lavorato ad Arzbach<br />

(Lutago) e accatastato a Cadipietra,<br />

per essere poi trasportato altrove.<br />

Ineffettil’Aurinaè, tra tutte le valli dell’Alto<br />

Adige, quella più ricca di minerali:<br />

titanite, quarzo, rutilio, cristallo di<br />

rocca, ecc. Più volte ci imbattemmo in<br />

appassionati ricercatori con l’immancabile<br />

martelletto da geologo.<br />

Restammo altresì affascinati dalla<br />

ricca produzione artigianale di sculture<br />

in legno, e dei suoi soli, in particolare.<br />

Artigianato artistico che nulla ha da invidiare<br />

a quello ben più noto della Val<br />

Gardena. Esso data dalla fine del XIX<br />

secolo, allorché si interruppe l’attività<br />

mineraria. Le donne allora cominciarono<br />

a lavorare il pizzo al tombolo e gli<br />

uomini si dedicarono alla scultura. Anche<br />

se nei periodi di crisi non disdegnarono<br />

di mettersi anche loro davanti al<br />

tombolo! Ci ricordavamo, infine, del<br />

Il maso Steger<br />

(1618)<br />

uno dei più antichi<br />

della Valle Aurina Un abitante<br />

di Cadipietra<br />

che si<br />

guadagna<br />

da vivere<br />

suonando<br />

con i suoi<br />

campanacci<br />

Il «Gasseg», lo storico<br />

complesso minerario<br />

di Cadipietra<br />

non certo silenzioso (anche perché<br />

grandemente amplificato dall’eco) volteggiare<br />

dei grossi elicotteri da trasporto.<br />

In quei giorni era in corso nei pressi<br />

della Vetta d’Italia (2912 m.) un’esercitazione<br />

degli alpini. E sì, perché questa<br />

vallata e questi paesi sono tra i più settentrionali<br />

della penisola, essendo a ridosso<br />

del punto geografico più a nord<br />

d’Italia.<br />

Qui nasce l’Aurino e nelle immediate<br />

vicinanze c’è lo storico Passo dei Tauri,<br />

Una panoramica sulle Alpi Aurine dal Lago di Chiusetta<br />

La massiccia mole del Castello di Campo Tures<br />

capoluogo Cadipietra, più o meno a<br />

metà vallata. Da qui abbiamo così agevolmente<br />

pianificato escursioni e visite<br />

alla valle e alle covalli di Riva, Rio<br />

Bianco e Selva dei Molini, arrivando<br />

con un’angusta strada a pedaggio al lago<br />

di Neves, le cui acque alimentano la<br />

centrale di Molini di Tures, ma anche<br />

al lago d’alta montagna di Chiusetta<br />

(2162 m.) sotto il Monte Fumo (con cabinovia<br />

e lento, possibilmente sicuro,<br />

pede su sentieri dal forte dislivello alti-<br />

metrico); ammirando le stupende cascate<br />

formate dall’impetuoso Riva nella<br />

gola Tobel, dove arriviamo percorrendo<br />

un sentiero che, sovente, si incrocia<br />

con quello di San Francesco, che al ritorno<br />

seguiremo.<br />

Realizzato nella metà degli anni ’80,<br />

il «San Francesco» è divenuto un percorso<br />

di preghiera e di meditazione. I<br />

suoi momenti di sosta sono infatti emotivamente<br />

contrassegnati da tabernaco-<br />

li, croci e sculture, da citazioni bibliche<br />

Una lavoratrice di tombolo a San Giovanni<br />

popolari<br />

melodie<br />

per gli<br />

escursionisti<br />

dove ancora oggi si celebra la Santa<br />

Messa.<br />

Appartenne ai Signori di Taufers, antica<br />

e potente casata del Tirolo menzionata<br />

già nel 1050 (Tufres), che possedeva<br />

anche l’Aurina. Quando nel 1340 essa<br />

si estinse, nei secoli si sarebbero alternati<br />

nel possesso del castello ben<br />

1500 signori...<br />

A Campo Tures c’è anche il castello<br />

di Neumelans, fatto edificare in soli dodici<br />

mesi (1582) dal Signore e Giudice<br />

Hans Fieger Schrottwinkel: ampie facciate,<br />

Erker (balconi coperti), quattro<br />

torri triangolari. L’elegante residenza<br />

cinquecentesca è oggi trasformata in<br />

lussuoso albergo.<br />

Lasciato alle spalle il castello di<br />

Campo Tures, la strada si insinua in<br />

una gola, per poi snodarsi nell’Aurina.<br />

Nelle cronache la valle è per la prima<br />

volta menzionata nell’atto di donazione<br />

di un fondo (1067). Altre citazioni storiche<br />

riguardano le Chiese — e, quindi, i<br />

paesi — di san Giovanni (1225), san<br />

Giacomo (1237), san Pietro (1248), oltre<br />

all’insediamentodi Predoi (XIV secolo).<br />

Nei pressi di Lutago, l’unico centro<br />

con un’altitudine inferiore ai mille metri<br />

(970), la strada assume una decisa<br />

direzione nord-orientale, sulla quale si<br />

distende l’intera vallata. Sulla sinistra<br />

due seggiovie, oltre ad un indispensabile<br />

sentiero in quota, consentono di raggiungere<br />

il Monte Spico (2523 m.), anche<br />

se prima, nei pressi di un laghetto,<br />

si può ammirare la vallata da una delle<br />

più belle terrazze naturali che abbiamo<br />

mai incontrato.<br />

A questo punto va rilevato come il<br />

moltiplicarsi in questa zona degli impianti<br />

di risalita, che incredibilmente si<br />

portano fin sopra la cresta spartiacque,<br />

abbia causato un impatto ambientale<br />

del tutto negativo. Anche perché è ben<br />

visibile, poiché ancora non celata dal<br />

manto nevoso, la devastazione di sezioni<br />

della montagna provocata dalla costruzione<br />

di nuove piste di sci.<br />

Le comunità Aurine si susseguono<br />

una dopo l’altra, intervallate dai tradizionali<br />

insediamenti sparsi dei masi.<br />

Ecco San Giovanni (1018 m.), dalla bella<br />

Parrocchiale barocca. Quindi siamo<br />

già «a casa», a Cadipietra, dove il Gasseg,<br />

l’antico complesso minerario costruito<br />

in pietra, le ha fornito il toponimo.<br />

Subito dopo ecco il «terrazzo» di San<br />

Giacomo, con le abitazioni distese sopra<br />

un’antichissima frana, mentre una<br />

strettoia ci porta a San Pietro. La presenza<br />

di questa gola ha più volte creato<br />

in passato grossi problemi negli insediamenti<br />

superiori. Frane e valanghe<br />

tendevano infatti ad interrompere ogni<br />

comunicazione. Negli anni ’80 e ’90 la<br />

costruzione di gallerie e paravalanghe<br />

ha ridotto, se non eliminato del tutto,<br />

il grave inconveniente.<br />

A Predoi (1473 m.), sotto la Vetta d’Italia,<br />

siamo nel più «nordico» comune<br />

italiano. Infine ci spingiamo fino alla<br />

testata dell’Aurina, alla frazione di Casere<br />

e, sul pianoro di Pratomagno, alla<br />

chiesetta dello Spirito Santo (1455): altare<br />

del 1600, un antico quadro votivo<br />

che ricorda lo scavo di una galleria mineraria.<br />

Poco più in là, sulla sinistra della<br />

Fonte alla Roccia, inizia la ripida e storica<br />

via dei Tauri, che conduce ai 2682<br />

m. del Krimmler Tauern. Un itinerario<br />

tradizionalmente utilizzato per portare<br />

il bestiame nell’alpeggio estivo della regione<br />

austriaca del Pinzgaur dai proprietari<br />

dei sedici più antichi masi della<br />

vallata.<br />

A Cadipietra sono stati in grado di citarmi<br />

solo pochi masi che inverano tuttora<br />

la bella tradizione, tra cui quelli<br />

di San Giacomo, San Pietro e Cadipietra.<br />

Abbiamo potuto incontrare il proprietario<br />

di quest’ultimo, Herr Zimmerhofer,<br />

il cui maso è situato all’ingresso<br />

«superiore» di Cadipietra, cioè accanto<br />

ad uno dei sentieri che, a metà<br />

montagna, gira intorno l’abitato.<br />

Il rinnovato interesse per le opere del pittore siciliano<br />

Renato Guttuso: l'artista del colore «gridato»<br />

CLOTILDE PATERNOSTRO<br />

RenatoGuttuso:ilpittore del colore sontuoso, del disegno<br />

incisivo, dell'ambiente popolaresco vivido e sanguigno,della«narrazione»di<br />

luoghi, popolazioni, costumi,<br />

leggende. Isola particolarmente dotata di tutti i requisiti<br />

portati a massima evidenza dall'artista, la Sicilia<br />

è raccontata da Guttuso per intime trame vitalistiche,<br />

fertilità di umori, spontaneità di intenti e di risultati.<br />

Già lo scorso anno una mostra a Villa Ponti ad Aro-<br />

na, con una raccolta di opere appartenenti a collezioni-<br />

sti piemontesi e lombardi, rese<br />

omaggio a un artista fertile e generoso<br />

nel repertorio da lui celebrato<br />

di «nature morte», ritratti,<br />

ambientazioni realistiche e «fiori»,<br />

prodotti vermigli di una natura<br />

solare e felice.<br />

Ora Guttuso ritorna all'attenzione<br />

degli appassionati con una mostra<br />

antologica «Renato Guttuso<br />

(1911-1987)» in corso, fino al 16<br />

dicembre, a Palazzo Salmatoris di<br />

Cherasco (in provincia di Cuneo):<br />

circa settanta opere tra olii e<br />

grandi disegni, ad illustrare i vari<br />

periodi che ne hanno caratterizzato<br />

l'itinerario artistico.<br />

Non stupisca tanta rinnovata attenzione<br />

per una delle figure più<br />

discusse della pittura italiana del<br />

XX secolo: sono tutte dimostrazioni<br />

di come la libera riflessione<br />

critica sull'arte possa e debba prevalere<br />

sui condizionamenti sociali<br />

o politici.<br />

il Krimmler Tauern. Da<br />

qui si accede alla Krimmler<br />

Adchen-Tal e al Salisburghese.<br />

Attraverso<br />

il Passo dei Tauri e la<br />

Forcella Birnlüke nei secoli<br />

sono passati pastori<br />

e mandrie di bovini, oltre<br />

a generazioni di<br />

mercanti e di contrabbandieri,<br />

con le loro<br />

mercanzie sulle spalle<br />

(spalloni) o sul dorso dei<br />

muli.<br />

Poiché nell’ultima nostra<br />

visita fummo «bloccati»<br />

a Casere, questa<br />

volta decidiamo che un<br />

più sistematico approccio<br />

debba originare dal<br />

Renato Guttuso, «Vaso di cristallo<br />

e agrumi» (1940-'41)<br />

Aldo Renato Guttuso (Bagheria 1911 — Roma 1987),<br />

pittore fra i più interessanti del Novecento italiano,<br />

percorre l'iter culturale della Sicilia prima e dell'Italia<br />

dopo, appartenendo anche a movimenti d'avanguardia<br />

(«Corrente», Milano 1938) opponendosi al rappel a<br />

l'ordre e alla tendenza classicista insita nel Novecento.<br />

Artistadall'individualitàesasperataeindipendente nei<br />

confronti di posizioni di gusto e di tendenza,Guttuso<br />

persegue, diremmo per istinto, un suo cammino realistico<br />

lasciandosi travolgere dall'irruenza espressionista<br />

che si rivelò acutissima per innato temperamento pas-<br />

sionale, deciso, violento.<br />

Va detto che tutti gli esponenti<br />

di «Corrente» furono in antitesi col<br />

classicismo novecentesco rimanendo<br />

coinvolti sia dal post-impressionismo<br />

sia dal post-espressionismo,<br />

finendo tutti (o quasi) per partecipare<br />

alla susseguente diatriba tra<br />

«figurativi e astratti», diatriba che,<br />

in realtà, lasciò ognuno nelle proprie<br />

convinzioni. Guttuso rimase<br />

nell'ambito del figurativo, tenacemente<br />

attaccato ai propri moduli<br />

iconografici suffragati dal colore<br />

acceso e il più assoluto nei toni<br />

prediletti del rosso, verde, giallo,<br />

ecc..., un colore cha mai digraderà<br />

in tonalità di passaggi, tantomeno<br />

nello sfumato. Un realismo a taglio<br />

netto questo, un imperativo categorico<br />

che nulla consente di dissonante<br />

o diversificato.<br />

In sintesi: realismo, arte «popolare»,<br />

influssi picassiani, colore<br />

«gridato», disegno incisivo, descri-<br />

e del Cantico delle creature.<br />

Una faticosa<br />

escursione ai 2545 m.<br />

del rifugio Ponte di<br />

Ghiaccio, attraverso la<br />

ripida e completamente<br />

innevata Valle della Pipa,<br />

rappresenterà una<br />

delle più belle tappe naturalistiche<br />

di questo<br />

nostro viaggio.<br />

Volendo dare il via ad<br />

un «virtuale» tour della<br />

valle, che sappiamo preceduta<br />

da quella del tutto<br />

pianeggiante di Tures<br />

(qui c’è Campo Tures, a<br />

860 m. s.l.m.), partiamo<br />

perciò proprio da Campo<br />

Tures, il cui castello,<br />

dall’alto dello sperone<br />

di rocce sulle quali è costruito<br />

all’imbocco della<br />

Valle Aurina, rappresentò<br />

un potente baluardo<br />

contro chi avesse voluto<br />

malintenzionatamente<br />

accedervi.<br />

Il castello una torre<br />

maestra del XII secolo,<br />

64 locali riccamente arredati<br />

(24 foderati con<br />

legno di cirmolo), quasi<br />

tutti riscaldabili con<br />

stufe di maiolica, una<br />

ricca biblioteca, l’immancabile<br />

sala d’armi,<br />

una raccolta cappella<br />

con Crocifisso e affre-<br />

schi di Michael Pacher,<br />

zione, narrazione — brevissimo il passaggio, il confine<br />

è sottile — questi i tratti dominanti della pittura guttusiana,<br />

vitale esempio di quella antica cultura mediterranea,<br />

ben caratterizzata in area siciliana che Guttuso,<br />

tuttavia, riporta per tutto l'arco della propria vita e in<br />

qualsiasi terra abbia soggiornato.<br />

Su tutto, naturalmente, domina il colore, protagonista<br />

più di ogni altro elemento, a fare il gioco delle<br />

emozioni, di quel riso gioioso insito nella visione popolaresca<br />

che fa della poetica guttusiana un celebrazione<br />

arcaica della vita.<br />

È morto il fisico<br />

Franco Rasetti<br />

Franco Rasetti, è morto mercoledì 5 nella<br />

sua abitazione di Waremme, vicino a Liegi,<br />

all'età di cento anni. Il fisico era finora l'ultimo<br />

superstite dei «ragazzi di via Panisperna»<br />

che si riunivano a Roma intorno ad Enrico<br />

Fermi.<br />

Rasetti contribuì agli esperimenti che tra il<br />

1934 e il 1936 portarono alla scoperta dei<br />

neutroni «lenti», ultimo passaggio prima della<br />

fissione nucleare. Nel corso della Seconda<br />

Guerra Mondiale il fisico si rifiutò di collaborare<br />

al «Progetto Manhattan», cui aderirono<br />

Fermi e Oppenheimer, comprendendo i pericoli<br />

di utilizzazione della bomba atomica.<br />

IlfisicoeramembrodellaPontificia Accademia<br />

delle Scienze dal 28 ottobre 1936, giorno<br />

in cui l'Accademia fu rifondata da Pio XI.


.<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Venerdì 7 Dicembre 2001<br />

L'udienza del Santo Padre in occasione della presentazione<br />

delle Lettere Credenziali di nove Ambasciatori<br />

UDIENZA Il discorso del Papa agli Ambasciatori<br />

I Responsabili delle Nazioni si impegnino a sradicare attraverso il dialogo<br />

ciò che è fonte di conflitti e di tensioni tra i gruppi umani e tra i Paesi<br />

Giovanni Paolo II ha ricevuto in solenne<br />

udienza, giovedì 6 dicembre, nove<br />

nuovi Ambasciatori in occasione della<br />

presentazione delle Lettere Credenziali.<br />

L'incontro si è svolto nella Sala Clementina.<br />

Il Santo Padre ha ricevuto da ciascun<br />

Ambasciatore, alla presenza del Segretario<br />

di Stato, Cardinale Angelo Sodano,<br />

le Credenziali. Era presente anche<br />

l'Ambasciatore di Svizzera in Missione<br />

Speciale presso la Santa Sede. Con ogni<br />

rappresentante Giovanni Paolo II ha poi<br />

scambiato i testi dei discorsi che tradizionalmente<br />

vengono pronunciati durante<br />

l'udienza. Infine il Papa, rivolgendosi<br />

agli Ambasciatori, ai loro collaboratori e<br />

ai loro familiari, ha pronunciato il seguente<br />

discorso:<br />

Excellences,<br />

1.Je suis heureux de vous recevoir<br />

en ce jour et de vous souhaiter<br />

la bienvenue au moment où vous<br />

remettez les Lettres qui vous accréditent<br />

auprès du Siège apostolique<br />

comme Ambassadeurs extraordinaires<br />

et plénipotentiaires de vos<br />

pays: le Bangladesh, Djibouti, la<br />

Finlande, l’Erythrée, la Géorgie, le<br />

Lesotho, le Rwanda, l’Île Maurice,<br />

le Mali. Je salue aussi le nouvel<br />

Ambassadeur de Suisse en Mission<br />

spéciale. Je vous saurai gré d’exprimer<br />

à vos Chefs d’Etat respectifs<br />

ma gratitude pour les messages à<br />

mon intention dont vous êtes porteurs,<br />

leur transmettant en retour<br />

mes salutations cordiales et déférentes,<br />

ainsi que mes vœux fervents<br />

pour leurs personnes et pour leur<br />

mission au service de tous leurs<br />

concitoyens. Permettez-moi aussi<br />

de profiter de cette circonstance<br />

pour saluer par votre intermédiaire<br />

les Autorités de vos pays et<br />

l’ensemble de vos compatriotes.<br />

J’ajoute volontiers une intention<br />

spéciale pour vos concitoyens catholiques<br />

et pour leurs pasteurs.<br />

Tous ont le souci d’apporter leur<br />

contribution à la concorde et à la<br />

paix.<br />

2.Nos contemporains sont aujourd’hui<br />

plus que jamais marqués<br />

par la peur, qui provient à la fois<br />

de la situation instable que connaît<br />

notre monde et de l’incertitude du<br />

lendemain; beaucoup semblent ne<br />

Giovanni Paolo II ha ricevuto questa<br />

mattina, giovedì 6 dicembre, Sua Eccellenza<br />

il Signor Toufiq Ali, nuovo Ambasciatore<br />

del Bangladesh presso la Santa<br />

Sede, che ha presentato le Lettere Credenziali<br />

con le quali viene accreditato<br />

nell'alto ufficio.<br />

Questo è il testo del discorso del Santo<br />

Padre:<br />

Mr Ambassador,<br />

With great pleasure I welcome<br />

you to the Vatican and accept the<br />

Letters of Credence appointing you<br />

Ambassador Extraordinary and<br />

Plenipotentiary of Bangladesh to<br />

the Holy See. I thank you for conveying<br />

the greetings of President<br />

A.Q.M. Badruddoza Chowdhury<br />

and of the Prime Minister, Begum<br />

Khaleda Zia, and I would ask you<br />

to assure them of my fervent<br />

prayers for the well-being of the entire<br />

nation.<br />

Since the dramatic events of 11<br />

September, it is clearer than ever<br />

that there is an urgent need for<br />

what you yourself have called “constructive<br />

dialogue to foster understanding<br />

among cultures and civilizations”.<br />

Rather than dwelling upon<br />

what separates them, people of<br />

different cultures and religions<br />

must learn to respect one another<br />

on the basis of the many fundamental<br />

truths and values which<br />

plus pouvoir envisager sereinement<br />

leur avenir, notamment les jeunes<br />

qui sont troublés par les événements<br />

dramatiques que leur offre<br />

le monde des adultes. Il appartient<br />

de manière toute spéciale aux Responsables<br />

des Nations et à leurs<br />

Représentants dans le service diplomatique<br />

de s’engager plus que jamais<br />

et de manière toujours plus<br />

intense, par la voie du dialogue et<br />

de la coopération internationale,<br />

pour l’éradication de tout ce qui<br />

est source de conflit et de tensions<br />

entre des groupes humains et entre<br />

des nations. Nulle question particulière,<br />

qui doit toujours pouvoir<br />

trouver des solutions négociées, ne<br />

doit l’emporter sur le respect des<br />

personnes et des peuples.<br />

3.Votre mission, Messieurs et<br />

Mesdames les Ambassadeurs, consiste<br />

à servir à la fois la noble cau-<br />

they share. As I noted in this year’s<br />

World Day of Peace Message, “dialogue<br />

between cultures... is based<br />

upon the recognition that there are<br />

values which are common to all<br />

cultures because they are rooted in<br />

the very nature of the person” (n.<br />

16). And given that Islam and<br />

Christianity worship the one God,<br />

Creator of heaven and earth, there<br />

is ample room for agreement and<br />

cooperation between them. A clash<br />

ensues only if Islam or Christianity<br />

is misconstrued or manipulated for<br />

political or ideological ends.<br />

Among the values which provide<br />

a rich soil for fruitful dialogue, one<br />

that stands out is the universal<br />

need for human solidarity. With<br />

increasing global interdependence,<br />

the common destiny of the human<br />

family and the urgent need for a<br />

culture of solidarity become more<br />

evident. Yet this growing interdependence<br />

has also thrown new<br />

light on the many inequalities existing<br />

in our world. Despite the<br />

promises held out by globalization,<br />

social and economic imbalances in<br />

some places have become worse,<br />

and certain poorer nations may<br />

have reached a point of even further<br />

decline. For the sake of peace<br />

in the world, and in order to meet<br />

the demands of justice, these na-<br />

se de votre pays et la noble cause<br />

de la paix. Ce sont là d’éminents<br />

actes d’amour envers le prochain,<br />

qui doivent être réalisés avec le désir<br />

de contribuer au bien commun<br />

et à une meilleure entente entre les<br />

personnes et entre les peuples.<br />

Nous pourrons alors offrir aux générations<br />

qui nous suivent une terre<br />

où il fait bon vivre. Nous devons<br />

sans cesse nous rappeler que toutes<br />

les injustices que peuvent connaître<br />

nos contemporains, que les situations<br />

de pauvreté, que le manque<br />

d’éducation de la jeunesse sont à<br />

la source de bon nombre de foyers<br />

de violence à travers le monde. La<br />

justice, la paix, la lutte contre la<br />

misère et contre le manque de formation<br />

spirituelle, morale et intellectuelle<br />

des jeunes, tels sont des<br />

aspects essentiels de l’engagement<br />

auquel j’appelle les Dirigeants des<br />

BANGLADESH Giovanni Paolo II al nuovo Ambasciatore<br />

Urge ora un'intesa costruttiva<br />

tra l'Islam e il Cristianesimo<br />

tions and their peoples must be<br />

helped, not only with immediate<br />

aid but also with the educational<br />

and technological support that will<br />

enable them to be a part of the<br />

process of global development and<br />

not remain excluded or marginalized.<br />

It is not a matter of dispensing<br />

favours but of recognizing the<br />

basic human right to a just share<br />

of resources. The promotion of justice<br />

is essential to a culture of solidarity.<br />

Another point of quasi-universal<br />

agreement among the world’s peoples<br />

is a yearning for true peace.<br />

Sadly, there are some in the world<br />

who want conflict, and they will<br />

always try to wreak havoc. But<br />

most individuals and nations are<br />

prepared to make the courageous<br />

choices required to build genuine<br />

peace. At a time like this, the quest<br />

for peace sets before the international<br />

community decisions which<br />

can no longer be postponed. Even<br />

the most entrenched and longstanding<br />

conflict can be resolved if<br />

the will to work for reconciliation<br />

prevails.<br />

Religion has an important role<br />

in this regard. The view of the person<br />

and of the world which it<br />

teaches greatly determines attitudes<br />

and thinking in facing the challenge<br />

of building a properly ordered<br />

society. Both Muslims and<br />

Christians insist upon the essentially<br />

transcendent character of the<br />

human person, created by God for<br />

a higher destiny, and the need to<br />

respect that element of transcendence<br />

in each individual. They<br />

agree further that the Creator has<br />

also revealed a way of life, based<br />

upon what you rightly call “fundamental<br />

human values and norms”<br />

which have their origin in God<br />

Nations, les services diplomatiques<br />

et tous les hommes de bonne volonté.<br />

4.Au moment où vous commencez<br />

votre mission auprès du<br />

Saint-Siège, je tiens à vous exprimer<br />

mes vœux les meilleurs. J’invoque<br />

bien volontiers l’abondance<br />

des Bénédictions divines, sur vousmêmes<br />

et sur vos familles, sur vos<br />

collaborateurs et sur les Nations<br />

que vous représentez.<br />

Pubblichiamo una nostra traduzione<br />

italiana del discorso del Papa:<br />

Eccellenze,<br />

1. Sono lieto di ricevervi in questo<br />

giorno e di porgervi il benvenuto<br />

mentre presentate le Lettere che<br />

vi accreditano presso la Sede Apostolica<br />

come Ambasciatori straordinari<br />

e plenipotenziari dei vostri Paesi:<br />

il Bangladesh, il Gibuti, la Fin-<br />

himself. In a sense, it is in regard<br />

to these fundamental values and<br />

norms that Islam and Christianity<br />

can most fruitfully engage in the<br />

constructive dialogue needed at<br />

this time.<br />

A clear example of the possibility<br />

of such dialogue is to be seen in<br />

the shared reverence for the value<br />

of life itself. For Islam and Christianity,<br />

human life is a sacred and<br />

inviolable reality, since it has its<br />

origin and destiny in God himself.<br />

Therefore, it is never possible to invoke<br />

peace and despise life, a con-<br />

SANTA SEDE<br />

Il nuovo<br />

Ambasciatore<br />

del Bangladesh<br />

Sua Eccellenza il Signor Toufiq Ali,<br />

nuovo Ambasciatore del Bangladesh<br />

presso la Santa Sede, è nato il 27 giugno<br />

1946.<br />

È sposato ed ha due figli.<br />

Ha compiuto gli studi universitari in<br />

patria ed ha conseguito un dottorato in<br />

Economia all'Università di Boston<br />

(U.S.A.).<br />

Diplomatico di carriera, ha ricoperto,<br />

tra gli altri, i seguenti incarichi: Funzionario<br />

presso il Ministero degli Esteri<br />

(1972-1976); Primo Segretario dell'Ambasciata<br />

del Bangladesh ad Ankara (1977-<br />

1979); Primo Segretario e Consigliere<br />

dell'Alto Commissariato a Colombo<br />

(1980-1981); Direttore Generale al Ministero<br />

degli Affari Esteri (1982-1991); Ministro<br />

dell'Ambasciata a Washington<br />

(1992-1995); Ambasciatore all'Aia (1996-<br />

1997); Segretario agli Esteri per gli Affari<br />

multilaterali (1998-2001). Attualmente<br />

è Rappresentante Permanente del Ban-<br />

landia, l'Eritrea, la Georgia, il Lesotho,<br />

il Rwanda, l'Isola Maurizio, il<br />

Mali. Saluto anche il nuovo Ambasciatore<br />

della Svizzera in Missione<br />

speciale. Vi sarei grato se poteste<br />

esprimere ai vostri rispettivi Capi di<br />

Stato la mia gratitudine per i messaggi<br />

a me rivolti di cui siete forieri,<br />

trasmettendo loro i miei saluti cordiali<br />

e deferenti, come pure i miei<br />

voti ferventi per le loro persone e<br />

per la loro missione al servizio di<br />

tutti i concittadini. Permettetemi anche<br />

di cogliere questa opportunità<br />

per salutare attraverso di voi le Autorità<br />

dei vostri Paesi e l'insieme dei<br />

vostri concittadini. Aggiungo volentieri<br />

un'intenzione speciale per i vostri<br />

concittadini cattolici e per i loro<br />

Pastori. Tutti si preoccupano di apportare<br />

il proprio contributo alla<br />

concordia e alla pace.<br />

2. I nostri contemporanei sono<br />

tradiction found all too often within<br />

human societies and human<br />

hearts. In cultures of both East<br />

and West, rich and poor, traditional<br />

and post-industrial, respect for<br />

human life is being threatened and<br />

eroded in so many ways. A great<br />

educational effort is needed in all<br />

religious traditions to teach the sacred<br />

value of life and spread an attitude<br />

of respect for it in every circumstance.<br />

In the values which all people<br />

share we find what I have called<br />

the “moral logic which is built into<br />

gladesh presso l'Ufficio delle Nazioni<br />

Unite a Ginevra.<br />

A Sua Eccellenza il Signor Toufiq Ali,<br />

nuovoAmbasciatoredelBangladesh presso<br />

la Santa Sede, nel momento in cui si<br />

accinge a ricoprire l'alto incarico, giungano<br />

le felicitazioni del nostro Giornale.<br />

oggi più che mai segnati dalla paura,<br />

che deriva al contempo dalla situazione<br />

di instabilità che il nostro<br />

mondo vive e di incertezza del domani;<br />

molti sembrano non poter<br />

guardare più serenamente al loro<br />

futuro, soprattutto i giovani che sono<br />

turbati dagli eventi drammatici<br />

che il mondo degli adulti offre loro.<br />

Spetta in maniera particolare ai Responsabili<br />

delle Nazioni e ai loro<br />

Rappresentanti nel servizio diplomatico<br />

impegnarsi più che mai e in<br />

modo sempre più intenso, attraverso<br />

la via del dialogo e della cooperazione<br />

internazionale, per sradicare<br />

tutto ciò che è fonte di conflitti e di<br />

tensioni fra gruppi umani e fra Paesi.<br />

Nessuna questione particolare,<br />

che deve sempre poter avere soluzioni<br />

negoziate, deve prevalere sul<br />

rispetto delle persone e dei popoli.<br />

3. La vostra missione, Signore e<br />

Signori Ambasciatori, consiste nel<br />

servire allo stesso tempo la nobile<br />

causa del vostro Paese e la nobile<br />

causa della pace. Sono eminenti atti<br />

di amore verso il prossimo, che devono<br />

essere compiuti con il desiderio<br />

di contribuire al bene comune e<br />

a un'intesa migliore fra le persone e<br />

fra i popoli. Potremo allora offrire<br />

alle generazioni che ci seguiranno<br />

una terra dove è bello vivere. Dobbiamo<br />

costantemente ricordarci che<br />

tutte le ingiustizie che i nostri contemporanei<br />

possono conoscere, le<br />

situazioni di povertà, la mancanza<br />

di educazione della gioventù, sono<br />

all'origine di numerosi focolai di<br />

violenza in tutto il mondo. La giustizia,<br />

la pace, la lotta contro la miseria<br />

e contro la mancanza di formazione<br />

spirituale, morale e intellettuale<br />

dei giovani, sono aspetti essenziali<br />

dell'impegno al quale invito<br />

i Dirigenti delle Nazioni, i servizi diplomatici<br />

e tutti gli uomini di buona<br />

volontà.<br />

4. Mentre cominciate la vostra<br />

missione presso la Santa Sede, desidero<br />

porgervi i miei migliori auguri.<br />

Invoco di buon grado l'abbondanza<br />

delle Benedizioni Divine su di voi e<br />

sulle vostre famiglie, sui vostri collaboratori<br />

e sulle Nazioni che rappresentate.<br />

human life and which makes possible<br />

dialogue between individuals<br />

and peoples” (Speech to the United<br />

Nations General Assembly, 5 October<br />

1995). This is the point where<br />

Islam and Christianity can and<br />

must meet, not only in a dialogue<br />

of words, but in a dialogue of service<br />

for the peace of the world.<br />

Mr Ambassador, I am confident<br />

that the mission you are assuming<br />

today will help to strengthen the<br />

bonds of friendship and cooperation<br />

between your nation and the<br />

Holy See; and I assure you that the<br />

various offices of the Roman Curia<br />

will always be ready to assist you<br />

in the fulfilment of your duties. Renewing<br />

my good wishes for your<br />

success and happiness, I invoke the<br />

abundant blessings of the Most<br />

High God upon yourself, the Government<br />

and the beloved people of<br />

Bangladesh.<br />

Ed ecco il testo del discorso rivolto al<br />

Santo Padre dall'Ambasciatore:<br />

Your Holiness,<br />

The Solemn Audience that you have<br />

granted me offers an opportunity not<br />

only to present my Credentials but also<br />

to reiterate the importance that we attach<br />

to our relations with the Holy See.<br />

The people of Bangladesh have the<br />

deepest respect for Your Holiness and<br />

the people and institutions of the Holy<br />

See.<br />

Permit me to convey to Your Holiness<br />

the deepest regards and highest esteem<br />

of the President of Bangladesh,<br />

who has put his trust in me by accrediting<br />

me as Ambassaor of Bangladesh<br />

to the Holy See. I also convey the greetings<br />

of the recently elected Prime Minister<br />

of Bangladesh. Her Excellency Begum<br />

Khaleda Zia.<br />

Bangladesh pledges her commitment<br />

CONTINUA A PAGINA 9


.<br />

PAGINA<br />

5 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Venerdì 7 Dicembre 2001<br />

L'udienza del Santo Padre in occasione della presentazione<br />

delle Lettere Credenziali di nove Ambasciatori<br />

GIBUTI Giovanni Paolo II al nuovo Ambasciatore<br />

Si privilegi sempre il negoziato<br />

e si rinunci ad ogni forma di violenza<br />

Giovanni Paolo II ha ricevuto questa<br />

mattina, giovedì 6 dicembre, Sua Eccellenza<br />

il Signor Barkat Gourad Hamadou,<br />

nuovo Ambasciatore di Gibuti presso<br />

la Santa Sede, che ha presentato le<br />

Lettere Credenziali con le quali viene accreditato<br />

nell'alto ufficio.<br />

Questo è il testo del discorso del Santo<br />

Padre:<br />

Monsieur l’Ambassadeur,<br />

1. Je suis heureux d’accueillir<br />

Votre Excellence à l’occasion de la<br />

présentation des Lettres qui L’accréditent<br />

comme premier Ambassadeur<br />

extraordinaire et plénipotentiaire<br />

de la République de Djibouti<br />

près le Saint-Siège et je La remercie<br />

de ses aimables paroles.<br />

Je vous saurais gré, Monsieur<br />

l’Ambassadeur, de transmettre à<br />

Son Excellence Monsieur le Président<br />

Ismaël Omar Guelleh mes remerciements<br />

pour les vœux courtois<br />

qu’il m’a fait parvenir par votre<br />

intermédiaire, et de lui exprimer<br />

en retour mes souhaits cordiaux<br />

de prospérité et de paix pour<br />

tous les habitants du pays.<br />

2. Vous avez tenu à souligner<br />

l’importance de la paix et du dialogue<br />

pour la bonne entente entre les<br />

nations. Dans le contexte des événements<br />

de ces derniers mois, la<br />

préservation de la paix au niveau<br />

international est devenue une priorité<br />

pour les Autorités civiles et<br />

pour les citoyens de l’ensemble des<br />

pays du monde. Elle est depuis<br />

longtemps, vous le savez, une<br />

préoccupation constante du Saint-<br />

Siège, qui s’efforce d’encourager les<br />

nations à la recherche patiente et<br />

obstinée de la paix, dans un souci<br />

permanent des conditions mêmes<br />

de son établissement, par un dialogue<br />

respectueux de toutes les parties<br />

en présence, notamment des<br />

minorités, auxquelles il convient de<br />

faire place en toute société, en mettant<br />

en avant tout ce que chaque<br />

composante peut apporter à la<br />

construction commune.<br />

Tant au niveau local que régional<br />

ou mondial, le dialogue est une<br />

nécessité, d’une part pour éviter<br />

des affrontements et des conflits<br />

Giovanni Paolo II ha ricevuto questa<br />

mattina, giovedì 6 dicembre, Sua Eccellenza<br />

il Signor Antti Hynninen, nuovo<br />

Ambasciatore di Finlandia presso la Santa<br />

Sede, che ha presentato le Lettere<br />

Credenziali con le quali viene accreditato<br />

nell'alto ufficio.<br />

Questo è il testo del discorso del Santo<br />

Padre:<br />

Monsieur l’Ambassadeur,<br />

1.Je suis heureux d’accueillir<br />

Votre Excellence en cette circonstance<br />

solennelle de la présentation<br />

des Lettres qui L’accréditent en<br />

qualité d’Ambassadeur extraordinaire<br />

et plénipotentiaire de la République<br />

de Finlande près le Saint-<br />

Siège.<br />

Je vous remercie vivement, Monsieur<br />

l’Ambassadeur, des salutations<br />

que vous m’avez adressées de<br />

la part de Son Excellence Madame<br />

Tarja Halonen, Président de la République.<br />

En retour, je vous saurais<br />

gré de bien vouloir lui exprimer<br />

mes vœux respectueux pour sa<br />

personne ainsi que pour le peuple<br />

finlandais qui célèbre aujourd’hui<br />

même sa fête nationale. Je prie<br />

Dieu d’accompagner les efforts de<br />

chacun dans l’œuvre d’édification<br />

d’une nation toujours plus fraternelle<br />

et plus solidaire.<br />

2.Vous avez rappelé, Monsieur<br />

l’Ambassadeur, que la Finlande fê-<br />

tragiquement douloureux qui<br />

voient la violence se déchaîner entre<br />

les hommes et entre les peuples<br />

et, d’autre part, pour assurer une<br />

entente toujours plus fraternelle entre<br />

tous. La région du monde dans<br />

laquelle se situe votre pays, celle<br />

du Nord-Est de l’Afrique, n’échappe<br />

pas à ces situations de tensions<br />

ou de conflits préoccupants. Permettez-moi,<br />

Monsieur l’Ambassadeur,<br />

de rendre ici hommage aux<br />

Autorités de votre pays pour la part<br />

active qu’elles ont prise dans la résolution<br />

du conflit somalien, grâce<br />

notamment à la conférence de réconciliation<br />

qui s’est tenue à Arta<br />

l’année dernière. Je souhaite que<br />

soit poursuivi et, si possible, étendu<br />

à d’autres lieux de conflits, le<br />

travail de longue haleine que représente<br />

la recherche de la convivialité<br />

entre les différents protagonistes,<br />

en préférant en toute circonstance<br />

la négociation et en renonçant à<br />

toute forme de violence. Dans cette<br />

perspective, il faut souhaiter que<br />

SANTA SEDE<br />

Il nuovo<br />

Ambasciatore<br />

di Gibuti<br />

Sua Eccellenza il Signor Barkat Gourad<br />

Hamadou, nuovo Ambasciatore di<br />

Gibuti presso la Santa Sede, è nato il 1°<br />

giugno 1930. È sposato ed ha tre figli.<br />

Autodidatta, dopo aver lavorato come<br />

operaio presso il porto di Gibuti, si è dedicato<br />

all'attività politica.<br />

Ha ricoperto i seguenti incarichi:<br />

Consigliere dell'Assemblea territoriale<br />

(1957-1962); Ministro della Pubblica<br />

Istruzione (1962-1963); Ministro della Sanità<br />

(1963-1965); Senatore (1965-68,<br />

1974-77); nel 1977, con l'indipendenza di<br />

Gibuti, viene eletto Deputato della neonata<br />

Repubblica; Primo Ministro (1978-<br />

2001).<br />

A Sua Eccellenza il Signor Barkat<br />

Gourad Hamadou, nuovo Ambasciatore<br />

tait en ce jour le quatre-vingt-quatrième<br />

anniversaire de son indépendance,<br />

acquise durant la tragédie<br />

de la grande guerre qui ravagea<br />

l’Europe. Votre pays, qui s’est toujours<br />

attaché à la recherche de la<br />

paix, s’est associé au projet de<br />

construction de l’Europe et il y<br />

participe aujourd’hui pleinement.<br />

Le Saint-Siège suit avec attention,<br />

vous le savez, le développement de<br />

cette réalisation, qui est significative<br />

de l’esprit de dialogue et de négociation<br />

puisqu’elle a permis à<br />

des nations autrefois ennemies de<br />

s’engager d’abord dans un projet<br />

de coopération mutuelle, et maintenant<br />

dans une véritable communauté<br />

de nations. La monnaie<br />

commune, qui aura cours à partir<br />

du 1 er janvier prochain, constitue<br />

un pas de plus dans le sens de cette<br />

évolution. Le processus d’élargissement<br />

de l’Union à de nouveaux<br />

pays membres en Europe est désormais<br />

clairement engagé et l’on s’en<br />

réjouit; comment ne pas penser<br />

que ce qui se réalise sur ce continent<br />

ne puisse pas, d’une manière<br />

ou d’une autre, être un exemple<br />

pour beaucoup d’autres nations ou<br />

de régions du monde encore sujettes<br />

à l’hostilité et aux conflits internes?<br />

On se félicite que, dans cet<br />

esprit, votre pays, conscient de cet-<br />

de véritables artisans de paix poursuivent<br />

l’œuvre engagée. C’est là<br />

assurément le chemin vers la paix,<br />

une paix solide et durable, à laquelle<br />

aspirent tous les hommes de<br />

bonne volonté.<br />

3.Cependant, que ce soit entre<br />

les personnes, entre les différentes<br />

composantes d’une même nation<br />

ou encore entre les Etats, il ne peut<br />

y avoir de paix solide et durable<br />

sans la justice, c’est-à-dire sans<br />

que soient assurées pour tous des<br />

conditions de vie qui respectent<br />

leur dignité. Cette exigence de justice<br />

réclame certainement un meilleur<br />

partage des ressources entre riches<br />

et pauvres à tous les niveaux<br />

de la vie sociale, et l’instauration<br />

d’une véritable culture de la solidarité<br />

(cf. Message pour la Journée<br />

mondiale de la paix 2001, n. 17).<br />

Cela fait partie des droits fondamentaux<br />

et demande que se développe<br />

dans notre monde, au début<br />

de ce nouveau millénaire, un dialogue<br />

nouveau et fructueux entre<br />

di Gibuti presso la Santa Sede, nel momento<br />

in cui si accinge a ricoprire l'alto<br />

incarico, giungano le felicitazioni del nostro<br />

Giornale.<br />

FINLANDIA Giovanni Paolo II al nuovo Ambasciatore<br />

Possa l'Europa promuovere<br />

in ogni ambito una vera cultura della vita!<br />

te responsabilité morale et politique<br />

de l’Europe, s’investisse avec<br />

détermination dans la défense des<br />

droits de l’homme et dans l’aide<br />

aux pays en voie de développement.<br />

3.Vous avez aussi souligné,<br />

Monsieur l’Ambassadeur, combien<br />

la situation internationale que connaît<br />

notre monde depuis plusieurs<br />

mois suscite de questions chez les<br />

Autorités civiles des nations et<br />

leurs citoyens. Au-delà du déchaînement<br />

épouvantable et intolérable<br />

du terrorisme qui a frappé les<br />

Etats-Unis d’Amérique, une telle situation<br />

a mis en lumière les graves<br />

tensions qui menacent des équilibres<br />

fragiles entre les nations, et<br />

des situations d’injustice qui, sévissant<br />

depuis trop longtemps et attisant<br />

les rancœurs et les haines,<br />

sont devenues de véritables sources<br />

de violences entre les hommes.<br />

Comme vous l’avez dit opportunément,<br />

cette situation nous conduit<br />

à faire une réévaluation du monde<br />

actuel et à nous interroger sur les<br />

valeurs fondamentales qui sont les<br />

nôtres.<br />

Le projet européen, que nous<br />

évoquions à l’instant, n’est pas né<br />

par hasard. Il a une histoire et une<br />

âme, forgées par des siècles de tradition<br />

culturelle, morale et religieuse,<br />

où la foi chrétienne tient une<br />

place importante que nul ne peut<br />

nier. Et si, aujourd’hui, les Etats<br />

européens vivent selon le principe<br />

de la légitime autonomie des réalités<br />

terrestres, ils ne peuvent ni ne<br />

doivent oublier la tradition qui les<br />

soutient. L’homme européen a le<br />

goût de la liberté et le sens de la<br />

personne, il connaît les droits de<br />

l’homme et la dignité fondamentale<br />

de chacun, il aspire à la paix. Tout<br />

cela, il le doit en grande partie à<br />

les cultures et entre les religions,<br />

dans un désir de reconnaissance<br />

mutuelle, pour permettre un service<br />

commun de l’homme qui soit<br />

véritablement respectueux des valeurs<br />

morales et spirituelles. Travailler<br />

à susciter, à entretenir et à<br />

intensifier ce dialogue est l’une des<br />

missions du Saint-Siège, qui continuera<br />

à œuvrer en ce sens. Votre<br />

présence en ces lieux, Monsieur<br />

l’Ambassadeur, témoigne aussi de<br />

l’intérêt et de l’attachement de votre<br />

pays, «terre d’échanges et de<br />

rencontres», vous l’avez rappelé, à<br />

la défense de ces valeurs, qui sont<br />

l’expression de la dignité fondamentale<br />

de tout être humain et qui<br />

doivent être respectées comme telles.<br />

4. Je suis heureux, Monsieur<br />

l’Ambassadeur, de pouvoir saluer,<br />

à travers votre personne, la communauté<br />

catholique de la République<br />

de Djibouti. Elle est peu nombreuse,<br />

mais elle est engagée activement<br />

dans le développement économique<br />

et social de la nation,<br />

ainsi que dans le service de l’éducation<br />

des jeunes. Je sais que la<br />

présence des écoles catholiques est<br />

appréciée, pour la compétence éducative<br />

des formateurs mais aussi<br />

pour la qualité des valeurs humaines<br />

que ceux-ci transmettent. L’Eglise<br />

catholique dans votre pays entretient<br />

de bons rapports avec l’ensemble<br />

de la population ainsi qu’avec<br />

les différentes autorités religieuses.<br />

Elle souhaite pratiquer le<br />

dialogue fraternel avec tous, dans<br />

le respect mutuel, en vue d’une<br />

meilleure estime réciproque et de<br />

la recherche du bien commun. Permettez-moi,<br />

par votre entremise, de<br />

saluer affectueusement tous les<br />

membres de la communauté catholique,<br />

son évêque et ses prêtres, et<br />

de les encourager à témoigner sans<br />

se lasser de l’amour de Dieu pour<br />

chaque homme, par une charité inventive.<br />

5. Au moment où vous inaugurez<br />

votre mission de représentation<br />

auprès du Saint-Siège, recevez,<br />

Monsieur l’Ambassadeur, mes<br />

cette riche histoire. L’Europe est<br />

appelée à maintenir vivant cet héritage,<br />

en donnant une nouvelle vigueur<br />

aux institutions qui sont à la<br />

base de sa vie sociale, comme le<br />

mariage et la famille. Elle ne peut<br />

non plus proclamer les droits imprescriptibles<br />

de la personne et, en<br />

même temps, laisser attenter à l’existence<br />

humaine, que ce soit à ses<br />

débuts ou à sa fin, ou à travers des<br />

manipulations qui sont contraires<br />

au respect dû à tout être humain.<br />

Puisse-t-elle au contraire promou-<br />

SANTA SEDE<br />

Il nuovo<br />

Ambasciatore<br />

di Finlandia<br />

Sua Eccellenza il Signor Antti Hynninen,<br />

nuovo Ambasciatore di Finlandia<br />

presso la Santa Sede, è nato l'11 novembre<br />

1940. È sposato.<br />

Ha conseguito la laurea in Scienze<br />

Politiche (1965). Ha intrapreso nel 1966<br />

la carriera diplomatica, ricoprendo, tra<br />

gli altri, i seguenti incarichi: Addetto di<br />

Ambasciata presso il Ministero (1966-67,<br />

1968-1969), in Israele (1967-1968) e a Ginevra<br />

presso l'Ufficio delle Nazioni Unite<br />

(1969-1971); Segretario di Ambasciata<br />

presso l'Organizzazione per la Cooperazione<br />

e lo Sviluppo in Europa (OCDE) a<br />

Parigi (1971-1973), ed al Ministero (1973-<br />

1974); Capo Sezione al Ministero (1974-<br />

1976); Consigliere di Ambasciata in Belgio<br />

(1976-1979); Direttore Generale presso<br />

il Ministero (1979-1987); Ambasciatore<br />

in Egitto ed in Sudan (1987-1989);<br />

Rappresentante Permanente presso l'Ufficio<br />

dell'ONU a Ginevra (1989-1995); Segretario<br />

Generale Aggiunto al Ministero<br />

degli Esteri (1995-1997); Ambasciatore<br />

vœux les meilleurs pour son heureux<br />

accomplissement et pour que<br />

se poursuivent et se développent<br />

des relations harmonieuses entre le<br />

Saint-Siège et la République de Djibouti.<br />

Je vous assure que vous<br />

trouverez toujours auprès de mes<br />

collaborateurs un accueil attentif<br />

et une compréhension cordiale,<br />

afin de vous aider dans votre noble<br />

fonction.<br />

Sur Votre Excellence, sur sa famille,<br />

sur ses collaborateurs et sur<br />

le peuple de Djibouti tout entier,<br />

j’invoque l’abondance des Bénédictions<br />

du Tout-Puissant.<br />

Ed ecco il testo del discorso rivolto al<br />

Santo Padre dall'Ambasciatore:<br />

Très Saint-Père,<br />

C'est un grand honneur pour moi<br />

d'être le Premier Ambassadeur de la<br />

République de Djibouti à présenter les<br />

lettres de créance par lesquelles Son<br />

Excellence M. Ismaïl Omar Guelleh,<br />

Président de la République de Djibouti,<br />

m'accrédite auprès du Saint-Siège.<br />

Tous les djiboutiens connaissent le<br />

rôle moral, spirituel et politique de la<br />

diplomatie vaticane ainsi que son rayonnement<br />

et son importance sur la<br />

scène internationale pour promouvoir<br />

la Paix dans le Monde. Le Président Ismaïl<br />

Omar Guelleh se rappelle avec<br />

émotion de sa visite auprès du Saint-<br />

Siège et m'a chargé de transmettre à Sa<br />

Sainteté ses sentiments de très haute<br />

estime.<br />

La République de Djibouti, située au<br />

carrefour de trois continents, a toujours<br />

cultivé une tradition d'hospitalité<br />

et d'ouverture qui lui a valu le titre<br />

flatteur de «terre d'échanges et de rencontres».<br />

Cette tradition, profondément<br />

ancrée dans la culture de ses habitants,<br />

voir en tous domaines une véritable<br />

culture de la vie!<br />

4. Je suis heureux de pouvoir saluer,<br />

par votre entremise, la communauté<br />

catholique de Finlande.<br />

Elle est peu nombreuse et bien habituée<br />

à vivre un œcuménisme du<br />

quotidien avec les chrétiens d’autres<br />

confessions, qui sont les plus<br />

nombreux. Je l’encourage à assumer<br />

sa place originale dans la société<br />

finlandaise, témoignant avec<br />

assurance de sa foi au Christ, développant<br />

des liens fraternels dans la<br />

presso l'UNESCO (1997-1998); Ambasciatore<br />

in Francia (1997-2001). Attualmente<br />

è Ambasciatore in Svizzera.<br />

A Sua Eccellenza il Signor Antti Hynninen,<br />

nuovo Ambasciatore di Finlandia<br />

presso la Santa Sede, nel momento in<br />

cui si accinge a ricoprire l'alto incarico,<br />

giungano le felicitazioni del nostro Giornale.<br />

a permis que se côtoient et vivent en<br />

harmonie et en parfaite intelligence des<br />

populations d'origine et de confessions<br />

différentes. La Commauté catholique à<br />

Djibouti, comme l'a noté le Nonce<br />

apostolique lors de la présentation de<br />

ses lettres de créance au Président de la<br />

République de Djibouti, est engagée<br />

dans l'effort collectif de développement<br />

en contribuant généreusement «au progrès<br />

du peuple djiboutien à travers<br />

l'éducation et les œuvres sociales».<br />

Qu'elle trouve ici l'expression de notre<br />

reconnaissance et de notre gratitude.<br />

Très Saint-Père,<br />

Les ressortissants de nos deux Etats<br />

ont le bonheur d'appartenir à la Communauté<br />

des gens du Livre et de ce fait<br />

peuvent naturellement œuvrer ensemble<br />

pour un œcuménisme porteur de<br />

l'espoir d'un monde meilleur.<br />

La République de Djibouti à l'aune<br />

de ses moyens déploie des efforts immenses<br />

pour promouvoir la paix, de la<br />

stabilité et de la sécurité régionale. La<br />

démonstration la plus éclatante de cet<br />

engagement a été l'initiative de paix et<br />

de réconciliation lancée par le Président<br />

Ismaïl Omar Guelleh en faveur de<br />

la Somalie avec un esprit de sacrifice et<br />

de dévouement ont marqué de singulière<br />

manière l'imaginaire des bénéficiaires<br />

de ce processus de paix.<br />

Il faudrait unir les efforts de toutes<br />

les bonnes volontés pour que le processus<br />

de mondialisation en cours ne marginalise<br />

pas les pays les moins avancés<br />

économiquement. Car ceux-ci après<br />

avoir éprouvé l'expérience amère du<br />

sentiment d'avoir subi sans pouvoir se<br />

faire entendre, ne se retrouvent entraînés<br />

dans une situation, dont ils n'ont<br />

pas le moindre contrôle, et qui contribue<br />

à leur arriération, leur dégradation<br />

morale et économique. Si le devoir de<br />

CONTINUA A PAGINA 9<br />

prière et par le témoignage avec les<br />

frères chrétiens d’autres confessions,<br />

de manière commune chaque<br />

fois que c’est possible. Je me<br />

réjouis de savoir que la présence de<br />

l’Eglise catholique est appréciée<br />

dans votre pays, non seulement<br />

pour son apport spirituel mais aussi<br />

pour sa contribution sociale et<br />

éducative, et je forme le vœu que<br />

la nouvelle loi sur la liberté religieuse<br />

permette de reconnaître et<br />

de promouvoir concrètement une<br />

égalité de plus en plus grande entre<br />

toutes les religions officiellement<br />

reconnues en Finlande.<br />

5. Monsieur l’Ambassadeur, vous<br />

inaugurez aujourd’hui la noble<br />

mission de représenter votre pays<br />

auprès du Saint-Siège. Veuillez accepter<br />

les vœux très cordiaux que<br />

je forme pour son heureuse réussite<br />

et soyez sûr de toujours trouver<br />

auprès de mes collaborateurs la<br />

compréhension et le soutien nécessaires!<br />

Sur Votre Excellence, sur sa famille,<br />

sur tous ses collaborateurs et<br />

sur tous ses compatriotes, j’invoque<br />

de grand cœur l’abondance des<br />

Bénédictions divines.<br />

Ed ecco il testo del discorso rivolto al<br />

Santo Padre dall'Ambasciatore:<br />

Votre Sainteté,<br />

J'ai l'honneur de remettre à Votre<br />

Sainteté les Lettres m'accréditant auprès<br />

du Saint-siège en qualité d'Ambassadeur<br />

extraordinaire et plénipotentiaire<br />

de Finlande.<br />

C'est mon devoir le plus agréable de<br />

transmettre à Votre Sainteté les salutations<br />

respectueuses de la Présidente de<br />

la République de Finlande, Madame<br />

Tarja Halonen, ainsi que ses vœux sincères<br />

pour Votre santé et Votre bonheur.<br />

CONTINUA A PAGINA 9


.<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Venerdì 7 Dicembre 2001<br />

L'udienza del Santo Padre in occasione della presentazione<br />

delle Lettere Credenziali di nove Ambasciatori<br />

ERITREA Giovanni Paolo II al nuovo Ambasciatore<br />

La persona deve essere il criterio<br />

dell'azione economica, sociale e politica<br />

Giovanni Paolo II ha ricevuto questa<br />

mattina, giovedì 6 dicembre, Sua Eccellenza<br />

il Signor Zemede Tekle Woldetatios,<br />

nuovo Ambasciatore di Eritrea<br />

presso la Santa Sede, che ha presentato<br />

le Lettere Credenziali con le quali viene<br />

accreditato nell'alto ufficio.<br />

Questo è il testo del discorso del Santo<br />

Padre:<br />

Mr Ambassador,<br />

I am pleased to welcome you to<br />

the Vatican today as you present<br />

the Letters appointing you Ambassador<br />

Extraordinary and Plenipotentiary<br />

of the State of Eritrea to<br />

the Holy See. The greetings which<br />

you bring from President Isaias Afwerki<br />

and from the Government<br />

and people of Eritrea are very much<br />

appreciated, and I assure you of<br />

my own prayerful good wishes for<br />

the well-being of your country,<br />

especially at this time when it is<br />

striving to recover from the ravages<br />

of war and to enable its citizens to<br />

return to a normal life.<br />

Mentioning the Agreements on<br />

Cessation of Hostilities signed by<br />

Eritrea and Ethiopia last year, you<br />

have commented on the difficulties<br />

and tensions that remain in trying<br />

to implement fully the provisions of<br />

those accords. Certainly, the continued<br />

commitment of all parties is<br />

absolutely necessary if a just and<br />

lasting peace based on reconciliation<br />

and cooperation is to be achieved.<br />

The international community<br />

cannot forget its responsibility in<br />

this regard. Even as attention is rivetted<br />

on the far-reaching emergency<br />

which was unleashed on the<br />

world on 11 September last, the<br />

more developed countries must nevertheless<br />

continue to lend needed<br />

support in so many other situations,<br />

if global peace and solidarity<br />

are to be achieved.<br />

In recent decades a direct link<br />

Giovanni Paolo II ha ricevuto questa<br />

mattina, giovedì 6 dicembre, Sua Eccellenza<br />

il Signor Amiran Kavadze, nuovo<br />

Ambasciatore di Georgia presso la Santa<br />

Sede, che ha presentato le Lettere Credenziali<br />

con le quali viene accreditato<br />

nell'alto ufficio.<br />

Questo è il testo del discorso del Santo<br />

Padre:<br />

Mr Ambassador,<br />

It is with great pleasure that I<br />

welcome you today and accept the<br />

Letters of Credence appointing you<br />

as the first Ambassador Extraordinary<br />

and Plenipotentiary of the Republic<br />

of Georgia to the Holy See. I<br />

thank you for the greetings which<br />

you bring from President Eduard<br />

Shevardnadze, and I ask you to<br />

convey to him, to the Government<br />

and to the people of Georgia my<br />

good wishes and the assurance of<br />

my prayers for the peace and prosperity<br />

of the nation. Your presence<br />

here today, inaugurating a new<br />

period of formal diplomatic relations<br />

between Georgia and the Holy<br />

See, is a most welcome occasion,<br />

filled with hope and promise.<br />

I am grateful for your words of<br />

appreciation of the Holy See’s efforts<br />

to build peace and bring reconciliation<br />

in the face of what you call<br />

“the emergence and growth of old<br />

and new tensions in many parts of<br />

the world”. Through its activity, including<br />

its diplomatic activity, the<br />

has been noted between peace and<br />

development, two of the greatest<br />

challenges facing our modern world.<br />

In the wake of the recent terrorist<br />

attacks and subsequent events,<br />

the relationship between authentic<br />

development and true peace has<br />

been thrown into even clearer perspective.<br />

It has become more evident<br />

that political and economic<br />

relations between nations and peoples<br />

need to be built on a new basis.<br />

Self-interest and efforts to reinforce<br />

positions of dominance must<br />

be left aside. Developing nations<br />

cannot be perceived as mere sources<br />

of raw materials or markets for<br />

finished products, but as true partners<br />

in a more just international<br />

SANTA SEDE<br />

Il nuovo<br />

Ambasciatore<br />

di Eritrea<br />

Sua Eccellenza il Signor Zemede Tekle<br />

Woldetatios, nuovo Ambasciatore di<br />

Eritrea presso la Santa Sede, è nato il<br />

12 maggio 1948.<br />

È sposato ed ha due figli.<br />

Ha compiuto studi universitari in Architettura<br />

(1972-1975).<br />

Ha ricoperto, in Europa, tra il 1975<br />

ed il 1991, vari incarichi nel Fronte per<br />

la Liberazione del Popolo Eritreo<br />

(EPLF), occupandosi degli studenti, delle<br />

relazioni estere e della pubblica amministrazione.<br />

In seguito, in patria, ha svolto i seguenti<br />

compiti: Capo dell'Unione Nazionale<br />

dei Lavoratori Eritrei (1992-1993);<br />

Capo del Dipartimento della Cultura del<br />

Ministero dell'Informazione e della Cultura<br />

(1993-1995); Direttore Esecutivo Capo<br />

del Fronte Popolare per la Democrazia<br />

e la Giustizia (1995-1997); Direttore<br />

Holy See seeks to help all peoples<br />

live a fully human life in peace<br />

and harmony, with an eye to the<br />

integral development of individuals<br />

and nations. You have spoken of<br />

Georgia’s efforts aimed at “strengthening<br />

democratic principles ...<br />

and securing protection for the fundamental<br />

freedoms of citizens”; and<br />

these principles and freedoms are<br />

also central to the Holy See’s perspective<br />

on international issues.<br />

The Holy See’s approach is distinctive<br />

because it is not tied to<br />

national interest of any kind, but<br />

seeks instead the common good of<br />

the whole human family. It is a<br />

perspective driven not by ideology,<br />

but by a vision of the human person,<br />

and a conviction that when<br />

this vision is undermined or abandoned<br />

the very foundation of human<br />

society is shaken. It is a vision<br />

of freedom, but of freedom linked<br />

to truth — in particular, to the<br />

truth of the human person, which<br />

alone provides a sound basis for<br />

constructive political and diplomatic<br />

activity. The history of your<br />

own nation teaches that freedom is<br />

always fragile; and the last century<br />

showed dramatically how freedom<br />

is eroded once the truth of the human<br />

person is denied.<br />

The most destructive of the lies<br />

about the human person which the<br />

twentieth century produced were<br />

order, partners who have a vital<br />

contribution to make to the good of<br />

the entire human family.<br />

A higher philosophy of progress<br />

is urgently needed. Policies of development<br />

cannot be limited to producing<br />

material progress alone;<br />

they must aim at helping men and<br />

women to attain to that true freedom<br />

for which all people have a<br />

deep and unfailing longing. The<br />

quest for freedom arises from a<br />

sense of the inestimable dignity<br />

and value of the human person,<br />

and it is precisely this inalienable<br />

worth of each and every person<br />

that has to be accepted as the criterion<br />

of economic, social and political<br />

action. The human person mu-<br />

Generale del Ministero per il Governo<br />

Locale (1997-2001).<br />

A Sua Eccellenza il Signor Zemede<br />

Tekle Woldetatios, nuovo Ambasciatore<br />

di Eritrea presso la Santa Sede, nel momento<br />

in cui si accinge a ricoprire l'alto<br />

incarico, giungano le felicitazioni del nostro<br />

Giornale.<br />

born of materialistic views of the<br />

world and the person. Communism<br />

and Fascism may have foundered,<br />

but in their wake we see at times<br />

new forms of materialism, less<br />

ideologically driven and less spectacular<br />

in their manifestations perhaps,<br />

but nonetheless destructive<br />

in their own way. They stem from<br />

a flawed vision of the human person,<br />

measured almost exclusively<br />

by concern for economic wellbeing.<br />

It is of course right that people<br />

should aspire to well-being, but<br />

there are other fundamental features<br />

of our humanity which must be<br />

taken into account.<br />

During my brief but intense visit<br />

to Georgia in 1999, I saw clearly<br />

that the nation’s spiritual and cultural<br />

resources, though they may<br />

have been driven underground during<br />

the years of Communist oppression,<br />

are still vibrant. Even if<br />

the process of rebuilding is more<br />

difficult and complex than was hoped<br />

or imagined a decade ago,<br />

Communism did not succeed in<br />

alienating Georgian culture completely<br />

from its religious sources. I<br />

am convinced that these are the<br />

surest guarantee of a bright future<br />

beyond the difficulties of the present<br />

time.<br />

In speaking of the process of rebuilding<br />

the nation, let me repeat<br />

what I said in Tbilisi, that “one of<br />

the most difficult challenges of our<br />

time is the encounter between tradition<br />

and modernity. This dialogue<br />

between old and new will in<br />

great part determine the future of<br />

the younger generation, and therefore<br />

the future of the nation” (Address<br />

to the World of Culture and<br />

Learning, 9 November 1999). The<br />

rediscovery of Georgia’s deep spiritual<br />

heritage and of your traditional<br />

humanism, developed over centuries<br />

of Christian life, will be so-<br />

st ever remain the focal point. At<br />

all levels of development, a strong<br />

and unwavering commitment to<br />

inalienable human rights and dignity<br />

is required. It is this commitment<br />

that the Holy See seeks to foster<br />

and strengthen by its presence<br />

in the international community.<br />

Furthermore, a correct understanding<br />

of the human person is<br />

necessary if efforts to foster development<br />

and to promote peace are<br />

to succeed. The Church has an important<br />

contribution to make in<br />

this very area. Through her social<br />

teaching she seeks to increase awareness<br />

of the demands of justice<br />

and solidarity. Sharing with the<br />

people of our time a profound and<br />

ardent desire for a life which is just<br />

and dignified in every aspect, the<br />

Church is involved in many practical<br />

efforts aimed at improving society<br />

and responding to concrete<br />

human needs. This is the motivation<br />

behind her work in the areas<br />

of education, health care and social<br />

services, all of which she undertakes<br />

in faithfulness to her Divine<br />

Founder, who “came not to be<br />

served but to serve” (Mt 20:28). Here<br />

I wish to express my gratitude<br />

for your words of appreciation of<br />

the positive contribution which the<br />

Church has made to Eritrean society,<br />

and especially now in efforts to<br />

aid the war victims.<br />

Mr Ambassador, during your<br />

term of office you will lack no assistance<br />

on the part of the Holy See<br />

in the discharge of your responsibilities.<br />

I offer my good wishes for<br />

the success of your efforts to build<br />

further on the positive relations already<br />

existing between your country<br />

and the Holy See, and I pray<br />

that Almighty God will bestow<br />

abundant blessings upon yourself<br />

and the beloved people of Eritrea.<br />

and productive life. The Eritrean Government<br />

is fulfilling all its obligations<br />

and we expect the international community<br />

to exert its influence for a<br />

speedy implementation of the terms of<br />

agreement; the Government of Eritrea<br />

is very confident that Your Holiness<br />

can play a crucial role in this noble endeavour.<br />

Your Holiness,<br />

Allow me once again to express my<br />

gratitude on behalf of the Eritrean people<br />

and the Eritrean Government, for<br />

the humanitarian assistance rendered<br />

by the Holy See through its Churches<br />

to the Eritrean war victims.<br />

Your Holiness,<br />

I am fully aware of the high responsibility<br />

I have been entrusted with as<br />

Ambassador of the State of Eritrea to<br />

the Holy See, and I assure Your Holiness,<br />

that I shall do my utmost for the<br />

further consolidation of the relations<br />

that exist between the State of Eritrea<br />

and the Holy See. In that respect, I<br />

have no doubt that I shall have valuable<br />

support in the accomplishment of<br />

my mission.<br />

Your Holiness,<br />

May I have the honour to convey the<br />

best wishes of President Isaias Afwerki,<br />

the government and the people of the<br />

State of Eritrea for your personal well<br />

being and success in your endeavour to<br />

promote the ideals that are dearest to<br />

us all: namely peace, freedom and fraternity<br />

in the world.<br />

Merry Christmas and a Happy New<br />

Year!<br />

GEORGIA Giovanni Paolo II al nuovo Ambasciatore<br />

Le risorse religiose del Paese<br />

sicura garanzia di futuro<br />

ciety’s greatest asset in achieving<br />

the genuine civic and cultural renewal<br />

for which so many of your<br />

citizens long.<br />

Mr Ambassador, I am confident<br />

that the diplomatic mission which<br />

you begin today will help to strengthen<br />

the bonds of understanding<br />

and cooperation between Georgia<br />

and the Holy See. I assure you that<br />

the various offices of the Roman<br />

Curia will be ready to assist you in<br />

the fulfilment of your duties. With<br />

every good wish for your personal<br />

success and happiness, I invoke the<br />

abundant blessings of Almighty<br />

God upon you and the people of<br />

your beloved land.<br />

SANTA SEDE<br />

Il nuovo<br />

Ambasciatore<br />

di Georgia<br />

Sua Eccellenza il Signor Amiran Kavadze,<br />

nuovo Ambasciatore di Georgia<br />

presso la Santa Sede, è nato il 21 aprile<br />

1951.<br />

È sposato ed ha due figlie.<br />

Ha compiuto studi superiori in Ingegegneria<br />

a Tbilisi (Georgia), in Biologia<br />

a Mosca (Federazione Russa) ed in<br />

Scienze Politiche a Baku (Azerbaigian),<br />

conseguendo il titolo di Docente di<br />

scienze sociali e politiche.<br />

Nel 1992 ha intrapreso la carriera diplomatica,<br />

ricoprendo, tra gli altri, l'incarico<br />

di Direttore del Dipartimento per<br />

le Relazioni Economiche Internazionali<br />

del Ministero degli Affari Esteri.<br />

Ha pubblicato studi sulle Relazioni<br />

Economiche Internazionali e sullo Sviluppo<br />

dell'Industria Alimentare.<br />

Dal 1997 è Ambasciatore in Svizzera e<br />

Ed ecco il testo del discorso rivolto al<br />

Santo Padre dall'Ambasciatore:<br />

Your Holiness,<br />

It is indeed a great honour and pride<br />

for me to present to Your Holiness the<br />

Letters of Credence by which President<br />

Isaias Afwerki, President of the State of<br />

Eritrea and Chairman of the National<br />

Assembly, accredits me to the Holy See<br />

as Ambassador Extraordinary and<br />

Plenipotentiary of the State of Eritrea.<br />

Your Holiness,<br />

Close contact has existed between Eritrea<br />

and the Holy See since ancient<br />

times and the presence of priests from<br />

Eritrea bears witness to this fact. The<br />

establishment of diplomatic relations<br />

between the State of Eritrea and the<br />

Holy See was thus the continuation of<br />

the warm relations that had existed for<br />

a long time.<br />

Your Holiness,<br />

Allow me to brief you on the current<br />

situation of my country. As Your Holiness<br />

is well aware, the Agreements on<br />

Cessation of Hostilities and Peace were<br />

signed in June 2000 and December 2000<br />

respectively. These agreements, which<br />

were signed after three years of unnecessary<br />

and costly war, were supposed<br />

to be a gateway to the establishment of<br />

a temporary security zone, the return<br />

of civilians to their respective places<br />

and finally, the demarcation of the border.<br />

But so far very little progress has<br />

been made. As of this date, over 60,000<br />

Eritreans are unable to get back to<br />

their places of origin to lead a normal<br />

Ed ecco il testo del discorso rivolto al<br />

Santo Padre dall'Ambasciatore:<br />

Your Holiness,<br />

It is a great honour and privilege for<br />

me to present my Credentials as the<br />

Ambassador of Georgia — the country<br />

that is famous for its ancient Christian<br />

roots and that relatively recently has<br />

regained its independence. The Government<br />

of Georgia views the opening of<br />

its diplomatic mission at the Holy See<br />

as a step aimed at maintaining and<br />

strengthening the centuries-old close bilateral.<br />

For Georgia, this represents a<br />

truly historic event, which took many<br />

centuries to accomplish. All this makes<br />

my duty a very honourable and special<br />

one: to represent my country at the<br />

Holy See for the first time ever.<br />

It is indeed a great pleasure for me<br />

Rappresentante del suo Paese presso<br />

l'Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra.<br />

A Sua Eccellenza il Signor Amiran<br />

Kavadze, nuovo Ambasciatore di Georgia<br />

presso la Santa Sede, nel momento<br />

in cui si accinge a ricoprire l'alto incarico,<br />

giungano le felicitazioni del nostro<br />

Giornale.<br />

to convey to you heartfelt words of<br />

greeting and best wishes from the President<br />

of Georgia, Mr Eduard Shevardnadze,<br />

with whom you have maintained<br />

longstanding good relations.<br />

We are well aware of the close ties<br />

between Georgia and the Roman<br />

Catholic Church, which were forged<br />

way back in ancient times. In those<br />

hard times, when not only the preservation<br />

of the Church but the existence<br />

of the State itself were under threat,<br />

the Georgian monarchs frequently<br />

turned to the Roman Catholic Church<br />

for help and through its pontiffs tried<br />

to secure the support of the major western<br />

countries in the struggle against<br />

foreign invaders and conquerors who at<br />

that time brought immense suffering to<br />

my country.<br />

I would like to highlight especially<br />

the role of the missionaries of the Roman<br />

Catholic Church, many generations<br />

of whom were engaged in cultural,<br />

educational and humanitarian activities<br />

in Georgia in the second millennium.<br />

In particular, by doing their selfless<br />

work in Georgia, they contributed<br />

to the establishment of the educational<br />

centres and medical facilities, dissemination<br />

of the ideas of Christianity as<br />

well as of the fundamental principles of<br />

spirituality and humanism. Thanks to<br />

the missionaries, the brightest and<br />

most talented among the Georgian<br />

youth were sent to various educational<br />

centres of the Vatican and many of<br />

them later became renowned theologians.<br />

The Holy See's contribution to<br />

launching Georgian book publishing<br />

should be praised as one of the most<br />

striking examples of the good relations<br />

between the Vatican and Georgia. The<br />

printing of the Georgian-Italian dictionary<br />

in 1629 in Rome should be specially<br />

mentioned in that context. It was<br />

the first book typographically printed in<br />

the Georgian language which was followed<br />

by many other printed books on<br />

theology and education in Georgian,<br />

laying the foundations for the spread of<br />

literacy in Georgia.<br />

By the same token, we cannot but<br />

mention the mission undertaken by the<br />

CONTINUA A PAGINA 9


.<br />

PAGINA<br />

7 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Venerdì 7 Dicembre 2001<br />

L'udienza del Santo Padre in occasione della presentazione<br />

delle Lettere Credenziali di nove Ambasciatori<br />

LESOTHO Giovanni Paolo II al nuovo Ambasciatore<br />

La Chiesa continuerà a lavorare<br />

per una globalizzazione della solidarietà<br />

Giovanni Paolo II ha ricevuto questa<br />

mattina, giovedì 6 dicembre, Sua Eccellenza<br />

il Signor Seymour Rehaulele Kikine,<br />

nuovo Ambasciatore di Lesotho<br />

presso la Santa Sede, che ha presentato<br />

le Lettere Credenziali con le quali viene<br />

accreditato nell'alto ufficio.<br />

Questo è testo del discorso del Santo<br />

Padre:<br />

Mr Ambassador,<br />

It is with pleasure that I welcome<br />

you to the Vatican at the beginning<br />

of your mission as Ambassador<br />

Extraordinary and Plenipotentiary<br />

of the Kingdom of Lesotho to<br />

the Holy See. In accepting your<br />

Letters of Credence, I ask you to<br />

convey to His Majesty King Letsie<br />

III and to the Right Hon. Prime<br />

Minister my good wishes and the<br />

assurance of my prayers for the<br />

peace and prosperity of the nation.<br />

The tragic world events of recent<br />

times and the crisis in which the<br />

international community is now<br />

embroiled show more clearly than<br />

ever the need for radical personal<br />

and social renewal in order to<br />

bring greater justice and solidarity<br />

to the world. Such renewal will require<br />

enormous effort, because of<br />

the many imbalances which must<br />

be redressed.<br />

This is dramatically true of Africa,<br />

whose peoples continue to suffer<br />

more than most under the weight<br />

of endemic poverty, political instability,<br />

social disorientation and<br />

mismanagement of resources.<br />

Throughout my pontificate, therefore,<br />

I have sought to draw attention<br />

to Africa’s needs and to the responsibility<br />

of the richer nations to contribute<br />

more effectively to the development<br />

of her peoples; and I do so<br />

once again now, lest the troubles<br />

in other parts of the world divert<br />

attention from the urgent needs of<br />

Africa.<br />

Regrettably, the international<br />

community’s interest in the continent<br />

has not always been motivated<br />

by genuine concern for the<br />

Giovanni Paolo II ha ricevuto questa<br />

mattina, giovedì 6 dicembre, Sua Eccellenza<br />

la Signora Christine Nyinawumwami<br />

Umutoni, nuovo Ambasciatore del<br />

Rwanda presso la Santa Sede, che ha<br />

presentato le Lettere Credenziali con le<br />

quali viene accreditata nell'alto ufficio.<br />

Questo è il testo del discorso del Santo<br />

Padre:<br />

Your Excellency,<br />

As I accept the Letters accrediting<br />

you as the Ambassador<br />

Extraordinary and Plenipotentiary<br />

of the Republic of Rwanda, I offer<br />

you a cordial welcome to the Vatican.<br />

I ask you kindly to convey to<br />

President Kagame and to all your<br />

fellow citizens the assurance of my<br />

closeness as you continue the challenging<br />

work of material and spiritual<br />

rebuilding after the immense<br />

sufferings caused by the genocidal<br />

violence of the past decade. May<br />

Almighty God inspire in the hearts<br />

of all an ever more firm commitment<br />

to the moral values of justice,<br />

solidarity, reconciliation and forgiveness,<br />

which are the only sure<br />

foundation for the nation’s rebirth.<br />

I have followed with close interest<br />

your country’s continuing efforts<br />

to restore national unity on the basis<br />

of a new Constitution and social<br />

programmes aimed at restoring<br />

the rule of law, providing assistance<br />

to the surviving victims of the<br />

genocide and reintegrating the refugees.<br />

The commitment of all Rwan-<br />

well-being of her peoples. It is especially<br />

disappointing that, with some<br />

notable exceptions, little has<br />

been done to improve educational<br />

opportunities for young people; for<br />

this is surely one key to a better future<br />

for Africa’s peoples.<br />

The lack of progress means that<br />

smaller countries such as Lesotho<br />

are especially vulnerable to the<br />

economic pressures accompanying<br />

the process of globalization. Indeed,<br />

there is a danger that globalization<br />

will increase the gap between<br />

rich and poor, leaving developing<br />

countries such as yours to face<br />

ever more difficult and almost<br />

insurmountable challenges. In such<br />

a situation, the Church will<br />

continue to work for a globaliza-<br />

SANTA SEDE<br />

Il nuovo<br />

Ambasciatore<br />

del Lesotho<br />

Sua Eccellenza il Signor Seymour<br />

Rehaulele Kikine, nuovo Ambasciatore<br />

del Lesotho presso la Santa Sede, è nato<br />

l'11 novembre 1946.<br />

È sposato ed ha tre figlie.<br />

Ha conseguito la laurea in Lettere<br />

ed è specializzato in Scienze dell'Educazione.<br />

Si è dedicato all'insegnamento, occupando<br />

anche diversi incarichi presso il<br />

Ministero dell'Educazione (1971-1979).<br />

Ha svolto quindi attività dirigenziale<br />

nel settore industriale privato (1979-<br />

1994).<br />

Nel 1994 è stato designato Ambasciatore<br />

in Danimarca con accreditamento<br />

simultaneo in Polonia e nella Federazione<br />

Russa (1994-1999).<br />

Nel 1999 è stato nominato Segreatrio<br />

Generale del Ministero degli Esteri. Attualmente<br />

è Ambasciatore nella Repubblica<br />

Federale di Germania.<br />

dans to social, political and moral<br />

renewal, demanding as it is, is essential<br />

not only to the future of<br />

your country but also, on a larger<br />

scale, to the pacification of the entire<br />

Great Lakes Region. It is my<br />

hope that as Rwanda emerges from<br />

the nightmare of the recent past it<br />

will have the support of the international<br />

community in its efforts<br />

to re-establish the structures of civil<br />

society and promote an integral<br />

economic and human development<br />

capable of eliminating the deeper<br />

causes of injustice and social unrest.<br />

Your Excellency, if the tragic<br />

events of the recent past revealed<br />

the destructive power of evil and<br />

hatred, the present work of national<br />

reconstruction presents an important<br />

opportunity for the Rwandan<br />

people to bear witness to the<br />

even greater power of good ever<br />

present in the human heart, a good<br />

which expresses itself politically in<br />

the pursuit of a just and fraternal<br />

society based on unstinting respect<br />

for the innate dignity and rights of<br />

each human person, regardless of<br />

ethnic origin or political views. As<br />

the Church’s teaching affirms and<br />

experience shows, changes in outward<br />

structures and programmes<br />

are never enough in themselves:<br />

true social renewal requires an underlying<br />

renewal of hearts and<br />

minds which can change hardened<br />

tion of solidarity, in order to ensure<br />

that the potential benefits will<br />

reach all peoples and all levels of<br />

society.<br />

The pressures upon Africa are<br />

not only external; for within Africa<br />

itself the winds of change are blowing<br />

strongly (cf. Ecclesia in Africa,<br />

n. 44), as people become increasingly<br />

aware of their human dignity<br />

and the need to defend their rights<br />

and freedoms. Many countries are<br />

striving to consolidate democracy<br />

at every level of public life, and to<br />

overcome resistance to the rule of<br />

law. Your Excellency has noted<br />

that your own country is fully engaged<br />

in the process of democratization,<br />

which will undoubtedly<br />

bring positive results in terms of<br />

A Sua Eccellenza il Signor Seymour<br />

Rehaulele Kikine, nuovo Ambasciatore<br />

del Lesotho presso la Santa Sede, nel<br />

momento in cui si accinge a ricoprire<br />

l'alto incarico, giungano le felicitazioni<br />

del nostro Giornale.<br />

RWANDA Giovanni Paolo II al nuovo Ambasciatore<br />

Il rinnovamento politico, sociale e morale è essenziale<br />

per la ricostruzione del Paese e della regione dei Grandi Laghi<br />

attitudes and inspire practical programmes.<br />

This is particularly true<br />

in the administration of justice,<br />

which must safeguard and promote<br />

the common good while scrupulously<br />

protecting human rights, the<br />

rule of law, fairness and equity in<br />

the infliction of punishment, especially<br />

by avoiding such drastic<br />

measures as recourse to the death<br />

penalty. In the end, there can be<br />

no peace without a firm resolve to<br />

respect and protect life as the most<br />

sacred and inviolable human reality:<br />

“it is not possible to invoke peace<br />

and despise life” (Message for<br />

the 2001 World DayofPeace,n.19).<br />

The Catholic Church in your<br />

country has placed itself at the service<br />

of this great moral awakening<br />

and of the programme of national<br />

reconciliation and renewal. This<br />

year the Church in Rwanda commemorates<br />

the centenary of its birth,<br />

and has just recently celebrated,<br />

in union with the universal<br />

Church, the Great Jubilee of the<br />

birth of Jesus Christ. Both these<br />

events have challenged her to a sober<br />

assessment of her past, a “purification<br />

of memory”, and a recommitment<br />

to her divine mission.<br />

Through her proclamation of the<br />

Gospel and her witness to the moral<br />

law, the Church seeks to inculcate<br />

reverence for God, the Creator<br />

of all, an understanding of the sublime<br />

destiny of each man and woman,<br />

and an awareness of the<br />

God-given unity of the human race,<br />

a unity which embraces and is<br />

enriched by diversity. I deeply appreciate<br />

Your Excellency’s expression<br />

of gratitude for the Catholic<br />

Church’s past and present contribution<br />

to Rwandan national life<br />

through her programmes of education,<br />

charitable assistance and<br />

health care. In all these areas, the<br />

Church strives to express her own<br />

nature as a communion of faith<br />

which works through love (cf. Gal<br />

furthering the values of human dignity<br />

and rights, good governance,<br />

dialogue and peace. The Holy See<br />

is fully supportive of this process,<br />

since there is no other foundation<br />

upon which a nation can build a<br />

future worthy of its citizens.<br />

The process of change now evident<br />

in Lesotho is far from superficial.<br />

Indeed it goes to the very<br />

heart of your culture; for it touches<br />

people’s moral sense, which in<br />

turn is intimately linked with religion<br />

(cf. Veritatis Splendor, n. 98).<br />

At the core of every culture is the<br />

attitude that men and women<br />

adopt to the greatest mystery of life<br />

— the mystery of God. As I noted<br />

in my Encyclical Letter Centesimus<br />

Annus, “Different cultures are basically<br />

different ways of facing the<br />

question of the meaning of personal<br />

existence. When this question<br />

is eliminated, the culture and moral<br />

life of nations are corrupted” (n.<br />

24). Therefore, as peoples, nations<br />

and international bodies seek to<br />

improve social and political life,<br />

bolster security and foster economic<br />

growth, they must not fail at<br />

the same time to promote those<br />

transcendent values and perspectives<br />

which are genuinely religious<br />

and which enable individuals,<br />

communities and nations to develop<br />

in a truly human way. Among<br />

the many implications of this is<br />

that the human person must be at<br />

the centre of all analysis and decision-making,<br />

so that the good of<br />

the individual and the common<br />

good may be effectively safeguarded<br />

and promoted.<br />

It is this vision of the person and<br />

society which inspires the Catholic<br />

Church’s commitment to serve the<br />

human family in every part of the<br />

world through educational, health<br />

care and social assistance programmes.<br />

In this regard, I very much<br />

appreciate your recognition of the<br />

positive influence of the Catholic<br />

Church in your country since the<br />

5:6). By calling for a constant conversion<br />

of hearts and a sincere examination<br />

of consciences, she seeks<br />

to be a prophetic voice in Rwandan<br />

society. She is moved only by a desire<br />

to contribute to the well-being<br />

of the nation, in cooperation with<br />

the civil authorities, the members<br />

of other religious traditions and all<br />

men and women of good will.<br />

In Rwanda, as elsewhere on the<br />

African continent, the future is already<br />

in the hands of the young.<br />

Africa’s strong tradition of family<br />

life is her most precious resource<br />

in preparing the younger generation<br />

to take up the challenges of<br />

the new century. Rwanda’s families<br />

need to be encouraged and gi-<br />

SANTA SEDE<br />

Il nuovo<br />

Ambasciatore<br />

del Rwanda<br />

Sua Eccellenza la Signora Christine<br />

Nyinawumwami Umutoni, nuovo Ambasciatore<br />

del Rwanda presso la Santa Sede,<br />

è nata l'11 novembre 1946. È sposata<br />

ed ha due figli.<br />

Ha compiuto studi superiori in Diritto<br />

(1987) ed ha ottenuto un Master in «business<br />

Administration» (1998-1999). Ha<br />

ricoperto, tra gli altri, i seguenti incarichi:<br />

Direttore esecutivo della Fondazione<br />

per il Welfare dei rifugiati rwandesi<br />

in Uganda (1988); Coordinatore dell'Ufficio<br />

del Fronte Patriottico Rwandese<br />

(RPF) a Bruxelles (1990); Commissario<br />

per la Riabilitazione ed il Welfare e<br />

membro del Comitato Esecutivo del<br />

RPF (1993); Direttore di Gabinetto del<br />

Ministero per la riabilitazione e l'integrazione<br />

sociale (1994-1997); Consigliere<br />

presidenziale per gli affari economici<br />

(1997-2000) e consulente del Ministero<br />

delle Finanze (2000-2001). Attualmente è<br />

days of King Moshoeshoe I; and<br />

the Church will not fail to offer<br />

every possible assistance as Lesotho<br />

strives to move through these<br />

turbulent times into a stable and<br />

prosperous future.<br />

Mr Ambassador, as you enter the<br />

diplomatic community accredited<br />

to the Holy See, I assure you that<br />

the offices of the Holy See will be<br />

ready to offer whatever assistance<br />

you mayneedintheperformance of<br />

your duties.Mayyourmission serve<br />

to strengthen the bonds of understanding<br />

and cooperation between<br />

your nationandthe Holy See. Upon<br />

you, your family and the beloved<br />

people of Lesotho I invoke the<br />

abundantblessingsofAlmighty God.<br />

Ed ecco il testo del discorso rivolto al<br />

Santo Padre dall'Ambasciatore:<br />

I would humbly like to begin by expressing<br />

my personal gratitude to the<br />

Government of my country for appointing<br />

me as its Ambassador to the Holy<br />

See. My prayer is that my association<br />

with the Holy See should provide the<br />

guidance and inspiration in my tour of<br />

duty that I may strive for the best<br />

against all odds.<br />

The history of the Mountain Kingdom<br />

would be incomplete if it didn’t<br />

refer to its early association with the<br />

Catholic Church.<br />

In the middle of the 19th century,<br />

Lesotho saw the advent of a King who<br />

grew up amidst a region full of wars.<br />

This troubled him to such an extent<br />

that he vowed to collect around him all<br />

those displaced by the wars. He provid-<br />

ven practical support and assistance<br />

in their task of shaping the minds<br />

and hearts of the young and<br />

training them to become responsible<br />

and generous members of society.<br />

The Rwanda of the future greatly<br />

needs the immense enthusiasm<br />

and reserves of energy which are<br />

unleashed when the young are inspired<br />

by high ideals and worthy<br />

goals, and are provided with the<br />

cultural and spiritual resources to<br />

attain them. At every level of national<br />

life efforts must be made to<br />

combat the threats posed to young<br />

people by illiteracy, idleness, drug<br />

abuse, and the importation of ways<br />

of thinking and patterns of behaviour<br />

that run counter to the no-<br />

Ambasciatore in Belgio e simultaneamente<br />

presso l'Unione Europea, nei Paesi<br />

Bassi e nel Lussemburgo.<br />

A Sua Eccellenza la Signora Christine<br />

Nyinawumwami Umutoni, nuovo Ambasciatore<br />

del Rwanda presso la Santa Sede,<br />

nel momento in cui si accinge a ricoprire<br />

l'alto incarico, giungano le felicitazioni<br />

del nostro Giornale.<br />

ed for them and appealed to the warring<br />

chiefs to stop the wars and live in<br />

peace with their fellow human beings.<br />

He was a true diplomat of the times.<br />

He came to be known as Moshoeshoe<br />

I. But, above all, he yearned for his<br />

people to learn to read and to write<br />

and to learn about the word of God.<br />

The Catholic Missionaries are among<br />

those who heard his call. According to<br />

the history of our country, this was in<br />

1862. Prior to that in 1833, the Protestant<br />

Missionaries from France had arrived<br />

in Lesotho.<br />

The Catholic Church was allocated a<br />

place in the Valley of Mekhokhong,<br />

which was later named Roma. This<br />

very name shows Lesotho's assocation<br />

with Rome, the origin of the Catholic<br />

Church.<br />

It was from this humble abode that<br />

the Catholic Church spread its influence<br />

throughout the country. It attracted<br />

many followers, built churches and<br />

schools, hospitals and clinics. Today<br />

the Catholic Church boasts the highest<br />

number of Christians. A good number<br />

of the Basotho in positions of influence<br />

both in and outside Lesotho are the<br />

product of the now National University<br />

of Lesotho, established in 1945 as Pius<br />

XII College. The hospitals and clinics,<br />

usually in the remote parts of the<br />

mountainous country, have ensured<br />

the good health of the Basotho so that<br />

they may be productive in the economic<br />

advancement of their country. With<br />

effect from 2001 the Government of<br />

Lesotho is implementing the policy of<br />

Education for All. However, this pro-<br />

CONTINUA A PAGINA 9<br />

blest values of the African tradition.<br />

Most importantly, the young<br />

need to be provided with concrete<br />

examples of integrity, honesty and<br />

concern for others, and enabled to<br />

see that authentic human happiness<br />

and fulfilment comes only<br />

through the generous gift of self to<br />

others. In this way they will be<br />

“craftsmen of a new humanity,<br />

where brothers and sisters — members<br />

all of the same family — are<br />

able at last to live in peace” (Message<br />

for the 2001 World Day of Peace,<br />

22).<br />

Your Excellency, throughout the<br />

long years of your country’s sufferings<br />

and her patient struggle to rebuild<br />

after the destruction, I have<br />

remained close to her people in<br />

prayer. As you now begin your<br />

mission to the Holy See, I wish to<br />

assure you once more of my<br />

esteem and concern for all Rwandans<br />

and to express my confidence<br />

that justice and fraternal solidarity<br />

will prevail. Invoking upon Your<br />

Excellency and your fellow-citizens<br />

the divine blessings of wisdom and<br />

strength, I ask Almighty God to<br />

guide your nation in the ways of<br />

development and peace.<br />

Ed ecco il testo del discorso rivolto al<br />

Santo Padre dall'Ambasciatore:<br />

Holy Father,<br />

I have the honour to present to Your<br />

Holiness on this occasion my Credentials<br />

as Ambassador Plenipotentiary<br />

and Extraordinary of the Republic of<br />

Rwanda to the Holy See, to succeed<br />

Ambassador Dr Jacques Bihozagara.<br />

I would like to take this opportunity<br />

to present to Your Holiness warm<br />

greetings from President Paul Kagame.<br />

He wishes Your Holiness blessings after<br />

the Jubilee of 2000 which was commemorated<br />

last year.<br />

You will recall that he came to<br />

Rome in October 2000 for the Jubilee.<br />

CONTINUA A PAGINA 9


.<br />

PAGINA<br />

8 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Venerdì 7 Dicembre 2001<br />

L'udienza del Santo Padre in occasione della presentazione<br />

delle Lettere Credenziali di nove Ambasciatori<br />

MAURIZIO Giovanni Paolo II al nuovo Ambasciatore<br />

La famiglia svolge un ruolo fondamentale<br />

nel costruire la cultura della pace<br />

Giovanni Paolo II ha ricevuto questa<br />

mattina, giovedì 6 dicembre, Sua Eccellenza<br />

il Signor Mohunlall Goburdhun,<br />

nuovo Ambasciatore di Maurizio presso<br />

la Santa Sede, che ha presentato le Lettere<br />

Credenziali con le quali viene accreditato<br />

nell'alto ufficio.<br />

Questo è il testo del discorso del Santo<br />

Padre:<br />

Your Excellency,<br />

I am pleased to accept the Letters<br />

by which you have been accredited<br />

as Ambassador Extraordinary<br />

and Minister Plenipotentiary<br />

of the Republic of Mauritius to the<br />

Holy See. I ask you kindly to convey<br />

to President Cassam Uteem and<br />

to the Right Honourable Prime<br />

Minister my cordial greetings and<br />

the assurance of my prayers for<br />

your country and its people. Although<br />

it is now twelve years since<br />

my Pastoral Visit to Mauritius, I<br />

still treasure memories of the<br />

warm welcome I received from<br />

your fellow citizens, and of the<br />

striking natural beauty which the<br />

Creator has bestowed upon your<br />

land.<br />

During my visit I was able to observe<br />

for myself your nation’s rich<br />

ethnic, religious and cultural diversity,<br />

and learn about the efforts being<br />

made to promote a civic life<br />

marked by tolerance, respect for<br />

others and the advancement of the<br />

common good. As you and your<br />

fellow-citizens prepare to mark the<br />

Tenth Anniversary of the establishment<br />

of Mauritius as a Republic,<br />

these values, deeply rooted in your<br />

history and culture, point the way<br />

to a future of promise and hope. In<br />

the Indian Ocean, your nation has<br />

sought to be a model of harmony<br />

between diverse groups, and of<br />

fruitful cooperation in building a<br />

just and welcoming world. By continuing<br />

to accept one another in<br />

the diversity of their cultures, beliefs,<br />

races and languages, the people<br />

of Mauritius will become, as I<br />

said during my Visit, “the image of<br />

Giovanni Paolo II ha ricevuto questa<br />

mattina, giovedì 6 dicembre, Sua Eccellenza<br />

il Signor Moussa Coulibaly, nuovo<br />

Ambasciatore del Malì presso la Santa<br />

Sede, che ha presentato le Lettere Credenziali<br />

con le quali viene accreditato<br />

nell'alto ufficio.<br />

Questo è il testo del discorso del Santo<br />

Padre:<br />

Monsieur l’Ambassadeur,<br />

1.C’est pour moi un plaisir<br />

d’accueillir Votre Excellence à l’occasion<br />

de la présentation des Lettres<br />

qui L’accréditent auprès du<br />

Saint-Siège en qualité d’Ambassadeur<br />

extraordinaire et plénipotentiaire<br />

de la République du Mali. Je<br />

remercie Votre Excellence pour les<br />

salutations cordiales qu’Elle vient<br />

de m’adresser en son nom et au<br />

nom du Président malien. Je Lui<br />

saurais gré en retour de bien vouloir<br />

transmettre à Son Excellence<br />

Monsieur Alpha Oumar Konaré les<br />

vœux que je forme pour sa personne<br />

et pour l’accomplissement de sa<br />

haute mission au service du peuple<br />

du Mali. Je demande au Très-Haut<br />

de bénir les efforts de tous ceux qui<br />

sont engagés dans l’édification d’une<br />

société érigée sur les valeurs de<br />

la justice et de la paix, dans la reconnaissance<br />

des droits de toutes<br />

les composantes de la nation.<br />

2.Dans votre allocution, Monsieur<br />

l’Ambassadeur, vous avez tenu<br />

à souligner la permanence des<br />

relations fructueuses et amicales<br />

qui existent entre votre pays et le<br />

a society of peaceful coexistence<br />

which can in some way prefigure<br />

an international community which<br />

would truly be a home for all peoples”<br />

(Address in Plaisance, 14 October<br />

1989, n. 3).<br />

Mr Ambassador, you are entering<br />

upon your mission to the Holy<br />

See at a time when the attention of<br />

the world is focused on the issue of<br />

global terrorism, which threatens<br />

to exacerbate already serious divisions<br />

within the human family and<br />

to hinder the progress being made<br />

towards greater solidarity in international<br />

life. The current crisis<br />

poses a challenge to all nations,<br />

SANTA SEDE<br />

Il nuovo<br />

Ambasciatore<br />

di Maurizio<br />

Sua Eccellenza il Signor Mohunlall<br />

Goburdhun, nuovo Ambasciatore di<br />

Maurizio presso la Santa Sede, è nato il<br />

4 gennaio 1945.<br />

È sposato ed ha un figlio.<br />

Ha compiuto studi universitari in patria<br />

e si è specializzato in Diplomazia all'Università<br />

di Oxford.<br />

Diplomatico di carriera, ha ricoperto,<br />

tra gli altri, i seguenti incarichi: Funzionario<br />

presso il Ministero della Pianificazione<br />

e dello Sviluppo Economico (1972-<br />

1976); Secondo Segretario presso il Ministero<br />

degli Affari Esteri e dell'Emigrazione<br />

(1976-1982); Primo Segretario dell'Alto<br />

Commissariato a New Delhi (1982-<br />

1985) ed a Camberra (1985-1988); Direttore<br />

dell'Alto Commissariato a Kuala<br />

Lumpur (1989); Primo Segretario (1989-<br />

1991) e Ministro Consigliere (1991-1993)<br />

presso il Ministero degli Affari Esteri;<br />

Capo del Protocollo (1993-1994); Alto<br />

Commissario in India (1994-1996). Dopo<br />

Saint-Siège. Elles sont fondées sur<br />

la conviction commune que la dignité<br />

et les droits fondamentaux de<br />

la personne doivent être promus et<br />

défendus en tout temps et en toute<br />

situation. Après les jours sombres<br />

qui ont marqué il y a quelques<br />

mois la conscience de l’humanité<br />

tout entière, je tiens à saluer les efforts<br />

constants déployés par votre<br />

nation pour servir la cause de la<br />

paix, non seulement à l’intérieur<br />

de ses frontières, mais aussi par<br />

une action diplomatique soutenue,<br />

aux dimensions du Continent africain<br />

tout entier. Dans cette perspective,<br />

il convient de souligner<br />

l’importance de la rencontre de<br />

l’Organisation de l’Unité africaine,<br />

que votre capitale Bamako a accueillie<br />

en novembre 2000 et qui<br />

portait sur la réduction de la prolifération<br />

des armes légères. Alors<br />

que votre pays s’est résolument engagé<br />

dans le processus d’édification<br />

d’une société démocratique, je forme<br />

le vœu que l’établissement et<br />

l’organisation d’un état de droit<br />

permette à chacun de jouir de ses<br />

prérogatives de citoyen, librement<br />

et dans le respect d’un pluralisme<br />

légitime, tout en concourant au<br />

bien commun, ce qui suppose en<br />

particulier le respect des valeurs et<br />

des traditions religieuses propres à<br />

chacun, respect qui contribue à<br />

l’unité nationale et au maintien de<br />

la paix et de la concorde entre tous<br />

les membres de la société.<br />

great and small, to renew their efforts<br />

to build a culture of peace<br />

through dialogue, understanding<br />

and cooperation. It is precisely as a<br />

means of contributing to this great<br />

enterprise that the Holy See is present<br />

in the family of nations. The<br />

Holy See seeks to affirm the religious<br />

and spiritual values which<br />

are essential to humanity’s quest to<br />

create an international order<br />

founded on respect for the specific<br />

culture of each people, while at the<br />

same time embodying the universal<br />

human aspiration to well-being<br />

and peace.<br />

As Your Excellency has noted,<br />

aver svolto importanti mansioni presso il<br />

Ministero degli Affari Esteri (1996-2000)<br />

è stato nominato Alto Commissario in<br />

Gran Bretagna, ove risiede.<br />

A Sua Eccellenza il Signor Mohunlall<br />

Goburdhun, nuovo Ambasciatore di<br />

Maurizio presso la Santa Sede, nel momento<br />

in cui si accinge a ricoprire l'alto<br />

incarico, giungano le felicitazioni del nostro<br />

Giornale.<br />

MALÌ Giovanni Paolo II al nuovo Ambasciatore<br />

Lo stato di diritto permetta a ciascuno<br />

di godere delle prerogative di cittadino<br />

Etablir et développer une culture<br />

de paix est pour une nation un devoir<br />

exigeant et noble, inscrit dans<br />

la vocation de l’humanité à se reconnaître<br />

comme une famille. Cet<br />

engagement appelle chaque nation<br />

à assumer des choix courageux,<br />

afin de combattre l’égoïsme sous<br />

toutes ses formes, dont on constate<br />

les effets en particulier dans les déséquilibres<br />

d’ordre économique et<br />

social ainsi que dans l’absence de<br />

confiance qui, souvent, minent les<br />

relations de saine coopération entre<br />

les hommes et les peuples. A ce sujet,<br />

j’ai eu l’occasion de rappeler à<br />

maintes reprises qu’il n’y a pas «de<br />

paix véritable si elle ne s’accompagne<br />

pas d’équité, de vérité, de justice<br />

et de solidarité. Est voué à l’échec<br />

tout projet qui tend à séparer<br />

deux droits indivisibles et interdépendants:<br />

le droit à la paix et le<br />

droit à un développement intégral<br />

et solidaire» (Message pour la Journée<br />

mondiale de la Paix 2000). Dans<br />

le but de remédier aux graves injustices<br />

qui maintiennent dans la misère<br />

des nations entières, j’invite<br />

les pays riches à soutenir les efforts<br />

des pays plus pauvres, en les aidant<br />

notamment à mettre en place<br />

des structures de développement et<br />

des moyens de formation appropriés.<br />

En effet, les pays en voie de<br />

développement doivent être aidés<br />

pour eux-mêmes et non en fonction<br />

d’intérêts particuliers des nations<br />

auxquelles ils seraient redevables.<br />

Ainsi sera véritablement mise en<br />

œuvre cette mondialisation de la<br />

solidarité que j’appelle de mes<br />

vœux, et qui représente une grande<br />

chance non seulement pour la<br />

croissance économique de l’humanité,<br />

mais aussi pour sa croissance<br />

culturelle et morale.<br />

3.L’Eglise catholique, quant à<br />

elle, est désireuse d’être partie prenante<br />

dans la vie du peuple malien,<br />

souhaitant apporter une aide<br />

spécifique à la promotion du bien<br />

de la communauté nationale. Au<br />

and your country’s long experience<br />

of ethnic, religious and cultural<br />

pluralism has shown, the followers<br />

of the various religions have an important<br />

role to play in serving the<br />

cause of peace. Indeed “a relationship<br />

with the one God, the common<br />

Father of all, cannot fail to<br />

bring about a greater sense of human<br />

brotherhood and a more fraternal<br />

life together” (Message for<br />

the 2001 World Day of Peace, n. 1).<br />

Today more than ever, believers<br />

are called to join in condemning<br />

every attempt to exploit race or religion<br />

for the sake of fomenting hatred,<br />

violence and division. At the<br />

same time, they can lay a firm<br />

foundation for authentic social renewal<br />

by helping to form consciences<br />

in the ways of brotherhood<br />

and in respect for the inviolable<br />

dignity and rights of each individual.<br />

At every level there has to<br />

be a firm commitment to eliminating<br />

all forms of hostility, prejudice<br />

and discord at their very root: in<br />

the depths of the human heart.<br />

A fundamental role in building<br />

this culture of peace is played by<br />

the family, by teachers and by educational<br />

institutions. From the beginning<br />

of her presence in Mauritius,<br />

the Catholic Church, in fidelity<br />

to the Gospel, has proclaimed<br />

the dignity of the family and its<br />

role in God’s plan for human society.<br />

Today especially, when the<br />

identity and the dignity of the family<br />

are being challenged by cultural<br />

models alien to the values which<br />

have traditionally shaped your society,<br />

it is essential that this “fundamental<br />

unit of society” receive<br />

due acknowledgment and the support<br />

necessary if it is to carry out<br />

its mission of providing for the<br />

sound moral and civic preparation<br />

of the citizens who have to build<br />

and defend the future of your<br />

democracy. Catholic education<br />

plays a significant role, not only by<br />

helping parents to bring up their<br />

nom de la mission de service de<br />

l’Evangile qu’elle a reçue de Jésus<br />

Christ, elle tient à encourager toute<br />

démarche qui participe à l’épanouissement<br />

intégral des personnes<br />

et des peuples, en conformité avec<br />

leur vocation. Elle a toujours considéré<br />

que l’éducation constituait<br />

un terreau irremplaçable pour la<br />

saine croissance des jeunes générations,<br />

contribuant à ouvrir leur<br />

conscience aux valeurs d’amour,<br />

de respect, de liberté, de justice et<br />

de solidarité. Dans ce domaine de<br />

l’éducation, comme dans celui de<br />

la santé ou de l’action sociale, l’Eglise<br />

catholique continuera à<br />

œuvrer pour le bien commun, avec<br />

toutes les composantes de la société<br />

civile. Une telle perspective suppose<br />

qu’elle ait les moyens matériels<br />

et la reconnaissance lui per-<br />

SANTA SEDE<br />

Il nuovo<br />

Ambasciatore<br />

del Malì<br />

Sua Eccellenza il Signor Moussa Coulibaly,<br />

nuovo Ambasciatore del Malì<br />

presso la Santa Sede, è nato il 6 dicembre<br />

1953.<br />

È sposato ed ha sei figlie. Ha conseguito<br />

il titolo di docente nelle scuole secondarie<br />

(1978). Ha ricoperto i seguenti<br />

incarichi: Funzionario presso il Ministero<br />

degli Esteri (1979-1985); Secondo<br />

Consigliere della Missione Permanente<br />

presso le Nazioni Unite a New York<br />

(1985-1989); Primo Consigliere di Ambasciata<br />

a Bonn (1989-1990); Capo Ufficio<br />

presso il Ministero degli Esteri (1991-<br />

1993); Consigliere diplomatico del Presidente<br />

della Repubblica (1993-1999).<br />

Dal 1999 è Ambasciatore in Francia.<br />

A Sua Eccellenza il Signor Moussa<br />

Coulibaly, nuovo Ambasciatore del Malì<br />

children according to the human<br />

and spiritual values which guide<br />

their lives, but also by training<br />

young people to be mature, responsible<br />

and productive members of<br />

the community. This constitutes a<br />

vital service to the common good of<br />

the nation.<br />

As you begin your mission at the<br />

Holy See, I offer Your Excellency<br />

prayerful good wishes for your success<br />

in the responsibilities which<br />

you are now undertaking in the<br />

service of your nation. I likewise<br />

assure you of the constant readiness<br />

of the offices of the Holy See<br />

to be of assistance. Upon you and<br />

your family, and upon all the<br />

beloved people of Mauritius, I cordially<br />

invoke God’s abundant blessings.<br />

Ed ecco il testo del discorso rivolto al<br />

Santo Padre dall'Ambasciatore:<br />

Most Holy Father,<br />

I have the great honour and privilege<br />

to present to your Holiness the Letters<br />

of Recall of my Predecessor and my<br />

own Letters of Credence by which the<br />

President of my country appoints me as<br />

Ambassador Extraordinary and<br />

Plenipotentiary of Mauritius to the<br />

Holy See. I should like on this occasion<br />

to convey on behalf of Mr the President<br />

of the Republic, the Rt. Honourable<br />

Prime Minister, the People of Mauritius<br />

and in my own name, most sincere<br />

greetings and warm wishes to Your Holiness.<br />

Your Holiness, kindly allow me to<br />

mettant d’assurer sa mission auprès<br />

des personnes qui lui sont<br />

confiées, sans discrimination. Pour<br />

permettre aux jeunes qui bénéficient<br />

de cette éducation intégrale<br />

d’apporter efficacement leur concours<br />

au progrès de la société vers<br />

une vie plus fraternelle, il est nécessaire<br />

de promouvoir et de soutenir<br />

la famille, valeur essentielle de<br />

la culture africaine, qui «a des<br />

liens organiques et vitaux avec la<br />

société parce qu’elle en constitue le<br />

fondement et qu’elle la sustente<br />

sans cesse en réalisant son service<br />

de la vie: c’est au sein de la famille,<br />

en effet, que naissent les citoyens<br />

et dans la famille qu’ils font<br />

le premier apprentissage des vertus<br />

sociales, qui sont pour la société<br />

l’âme de sa vie et de son développement»<br />

(Exhortation apostolique Fa-<br />

presso la Santa Sede, nel momento in<br />

cui si accinge a ricoprire l'alto incarico,<br />

giungano le felicitazioni del nostro Giornale.<br />

say that the world recognises you as a<br />

pilgrim of peace, and justice, a great<br />

champion of human rights, a courageous<br />

defender of the poor and of the<br />

under-priviledged. Your Holiness is an<br />

emblem of universal love and affection<br />

at a time when so many countries in<br />

the world are torn by conflicts and violence.<br />

Mauritius is a multiracial, multicultural<br />

and multilingual country which<br />

adheres strongly to the rule of law,<br />

good governance, democratic principles<br />

and respect for human rights.<br />

Christianity, Islam, Hinduism and<br />

Buddhism are the major religions that<br />

coexist in perfect harmony in Mauritius.<br />

Indeed there is a continued interaction<br />

and mutual enrichment among<br />

the various communities and their cultures.<br />

The Government of Mauritius is very<br />

sensitive to these democratic values<br />

and does its level best to preserve and<br />

promote socio-cultural development of<br />

all the people. The Constitution of<br />

Mauritius has enshrined necessary<br />

safeguards to protect religious freedom.<br />

Government has recently enacted various<br />

legislation with a view to enhancing<br />

the cultural development of all sections<br />

of the people as the rich diversity<br />

of the Mauritius heritage is a real<br />

source of unity and mutual understanding.<br />

Your Holiness, we had the great privilege<br />

to welcome you from the 14th to<br />

16th October 1989 in Mauritius. We do<br />

remember vividly this great historic<br />

event. It brought a significant momen-<br />

CONTINUA A PAGINA 9<br />

miliaris consortio, n. 42). Il est enfin<br />

vivement souhaitable que cette<br />

éducation intégrale permette aux<br />

chrétiens et aux musulmans de tisser<br />

des relations faites de respect<br />

mutuel, de confiance et d’amitié,<br />

pour réaliser une coopération fructueuse,dans<br />

la concorde et l’estime<br />

réciproque. Que dans le patrimoine<br />

authentique de leurs traditions religieuses,<br />

ils puisent les forces nécessaires<br />

afin de collaborer au développement<br />

solidaire de leur pays!<br />

4.Vous me permettrez, Monsieur<br />

l’Ambassadeur, de saluer<br />

chaleureusement, par votre intermédiaire,<br />

les Evêques, les prêtres,<br />

les religieux, les religieuses, les catéchistes<br />

et les fidèles catholiques<br />

de votre pays. Je les encourage à<br />

mettre toujours plus leur espérance<br />

dans le Christ, pour rendre un vivant<br />

témoignage à l’amour de Dieu<br />

au milieu de leurs frères et sœurs.<br />

Je les invite à travailler avec ardeur,<br />

par le chemin du dialogue et<br />

par leur engagement dans la vie de<br />

la cité, pour faire disparaître les<br />

causes de division et pour parvenir<br />

à une société toujours plus équitable<br />

et plus unie.<br />

5.Aumomentoùvous commencez<br />

votre mission près du Saint-Siège,<br />

je vous offremesvœux cordiaux<br />

pourlanobletâchequi vous attend.<br />

Soyez assuré que vous trouverez<br />

ici, auprès de mes collaborateurs,<br />

l’accueil attentif et compréhensif<br />

dont vous pourrez avoir besoin.<br />

Sur votre Excellence, sur sa famille<br />

et sur ses collaborateurs, sur<br />

le peuple malien et sur ceux qui<br />

président aux destinées de la nation,<br />

j’invoque de grand cœur l’abondance<br />

des Bénédictions divines.<br />

Ed ecco il testo del discorso rivolto al<br />

Santo Padre dall'Ambasciatore:<br />

Très Saint Père,<br />

C'est un insigne honneur pour moi,<br />

mais aussi un grand plaisir, de vous<br />

CONTINUA A PAGINA 9


.<br />

PAGINA<br />

BANGLADESH<br />

CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 4<br />

and wholehearted support to furthering<br />

bilateral relations with the Holy See.<br />

From now on, it shall also be my<br />

moral responsibility to take all possible<br />

steps to further strengthen our relations.<br />

In the discharge of my duties, I<br />

seek your indulgence, and your guidance<br />

and blessing.<br />

Holy Father,<br />

Our relations with the Holy See are<br />

rooted in centuries of history. Christian<br />

missionaries have introduced occidental<br />

thought and teaching methods to<br />

our society, making an indelible impact<br />

on our social and cultural life.<br />

Bangladesh emerged as an independent<br />

country in 1971 through a bloody<br />

War of Independence. Yet, the people<br />

of our region have a glorious and rich<br />

past. At the crossroads of many cultures,<br />

we have, over the years, developed<br />

a respect for fundamental human<br />

values and norms. Though Islam has<br />

emerged as the dominant religion since<br />

the 12th century, the people have<br />

demonstrated an exemplary sense of<br />

ethnic and communal harmony. Our<br />

Constitution guarantees religious and<br />

cultural freedom to all, and people of<br />

different faiths are well-represented at<br />

all levels of society, as well as in the<br />

Government.<br />

In our development programmes, the<br />

welfare of the common man is central.<br />

The new Government is committed to<br />

accelerating the social and economic<br />

development of the country, emphasizing<br />

the human being both as the engine<br />

and the beneficiary of growth. We are<br />

deeply grateful to all those who are assisting<br />

us in this process.<br />

Your Holiness,<br />

We are passing through an unprecedented<br />

epoch in the annals of man. In<br />

the century past, we have seen imperialism<br />

and authoritarianism withering<br />

away at the surge of democratic forces.<br />

Technological progress has transformed<br />

the world into a global village, and provided<br />

opportunities to help millions living<br />

below the poverty line. Yet, this<br />

past century has also been one of the<br />

most violence that mankind has recorded.<br />

Even now, wars are being waged in<br />

parts of the world. The recent horrendous<br />

acts of terrorism and violence<br />

have cast a dark shadow on the<br />

progress of civilization.<br />

Your Holiness and the institutions of<br />

the Holy See serve as a beacon of hope<br />

for all epochs. At this critical juncture<br />

of mankind, you remain as the embodiment<br />

of justice, tolerance, wisdom and<br />

creed of non-violence. The recent Muslim-Christian<br />

Summit in Rome is a testament<br />

to our desire to engage in constructive<br />

dialogue to foster understanding<br />

among cultures and civilizations.<br />

The United Nations' declaration of the<br />

International Year of Dialogue among<br />

Civilizations has acquired a special significance<br />

in the present times.<br />

Your Holiness,<br />

The current month in the Muslim<br />

Calendar, Ramadan, is most important<br />

to us. At the end of this month of fasting,<br />

observed by Muslims throughout<br />

the world, we have our festival of 'Idal-Fitr.<br />

In December, Chrisians around<br />

the globe will also observe Christmas.<br />

May these auspicious occasions revive<br />

in everyone the will to contribute to the<br />

creed of love and respect.<br />

We join in your prayers for a better<br />

world. We pray that Providence will<br />

continue to protect and guide us. We<br />

also pledge to dedicate ourselves to bequeath<br />

our progeny a future where love<br />

and cooperation will reign supreme.<br />

We shall work for a goal that Your Holiness<br />

so relentlessly pursues — a world<br />

of peace, progress, equality and justice.<br />

I thank you, Your Holiness.<br />

GIBUTI<br />

CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 5<br />

la Communauté internationale paraît<br />

évident, il n'en est pas moins vrai<br />

qu'un effort concerté de tous, y compris<br />

des Etats concernés, est nécessaire<br />

pour atteindre cet objectif.<br />

Très Saint-Père,<br />

C'est avec votre aide que cette réalisation<br />

d'un destin commun pour les<br />

hommes pourra permettre de faire<br />

avancer la paix dans le Monde. La nomination<br />

d'un Représentant auprès du<br />

Saint-Siège marque la détermination de<br />

la République de Djibouti à vouloir développer<br />

une relation diplomatique basée<br />

sur l'échange et le resserrement des<br />

liens entre nos deux Etats, afin<br />

d'œuvrer pour le dialogue, la tolérance,<br />

la paix et l'entente entre les peuples, de<br />

cultures et de religions différentes.<br />

Soyez assuré, Très Saint-Père, que,<br />

pour ma part, je ferai de mon mieux<br />

pour m'acquitter de la haute mission<br />

dont je suis investi.<br />

Permettez-moi enfin de former des<br />

vœux de Santé et de longévité à Sa<br />

Sainteté.<br />

FINLANDIA<br />

CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 5<br />

La Finlande fête, aujourd'hui, le 84 e<br />

anniversaire de son indépendance qui<br />

marque aussi une date importante<br />

dans l'histoire des relations entre mon<br />

pays et le Saint-Siège. Dès 1943, au<br />

plus fort de la Seconde Guerre mondiale,<br />

et un an après l'introduction du premier<br />

Ambassadeur de Finlande auprès<br />

9 .<br />

du Vatican, une Messe commémorative<br />

avait été célébrée en la chapelle de la<br />

Basilique Santa Maria sopra Minerva.<br />

C'est depuis longtemps que la même<br />

église accueille le service œcuménique<br />

de Saint-Henri. Assisteront à la Messe<br />

de janvier prochain, du côté finlandais,<br />

les évêques tant de l'Eglise évangélique<br />

luthérienne que de l'Eglise catholique<br />

ainsi que les représentants des pouvoirs<br />

publics.<br />

Les relations entre la Finlande et le<br />

Saint-Siège peuvent être caractérisées<br />

par les termes: continuité, cohérence et<br />

stabilité. Le Gouvernement finlandais<br />

attache une grande importance à cet<br />

état de choses. Au fil des années, les<br />

liens ont été élargis, prenant de nouvelles<br />

dimensions sans que, toutefois, tout<br />

le potentiel ait été mis à profit en vue<br />

du renforcement des contacts d'intérêt<br />

mutuel. A titre d'exemple, il convient<br />

de noter des questions relatives au<br />

Tiers-Monde et aux organisations internationales.<br />

Les événements de ces derniers mois<br />

ont conduit une grande partie des nations<br />

à faire une certaine réévaluation<br />

du monde actuel. Il ne s'agit pas là<br />

non seulement de la stabilité des rapports<br />

politiques et économiques, mais<br />

aussi et plus profondément de la question<br />

de savoir quelles sont les valeurs<br />

auxquelles nous voulons nous attacher<br />

et quelle est la voie sur laquelle nous<br />

voulons avancer vers l'avenir. Les<br />

droits de l'homme, au sens large, ont<br />

pris de plus en plus d'importance. Aussi<br />

les progrès scientifiques y contribuent-ils<br />

, apparaissant, d'une part, irrévocables,<br />

mais soulevant, d'autre<br />

part, des questions majeures concernant<br />

la nature de l'humanité. Dans ces<br />

circonstances, il est très important de<br />

garder à l'esprit que les médias n'arrivent<br />

au mieux à couvrir qu'une petite<br />

partie de l'existence et de la situation<br />

internationale. Un grand nombre de<br />

gens souffrent des problèmes que leur<br />

posent la pénurie et l'absence de droits<br />

de l'homme. Ces problèmes perdurent<br />

malheureusement depuis longtemps et<br />

sont rarement portés à la connaissance<br />

de la Communauté internationale. Les<br />

efforts suffisants n'ont pas été déployés<br />

pour les supprimer et c'est la raison<br />

pour laquelle ils restent à l'origine du<br />

désespoir, de l'instabilité et de la violence.<br />

En Finlande, les pouvoirs publics et<br />

les Eglises apprécient beaucoup la contribution<br />

primordiale de Votre Sainteté<br />

à l'examen des questions morales et<br />

spirituelles de notre temps ainsi que votre<br />

action déterminée pour promouvoir<br />

le dialogue entre les religions. Sur ce<br />

point, on peut mentionner, par exemple,<br />

la tenue, en septembre à Barcelone,<br />

de la Conférence mondiale des religions<br />

pour la paix et la rencontre des<br />

Eglises chrétiennes et des représentants<br />

de l'Islam, au début d'octobre, à Rome.<br />

La Finlande garde un très bon souvenir<br />

de la visite de Votre Sainteté en<br />

1989. Votre visite Vous a certainement<br />

permis de Vous informer, de plus près,<br />

sur les bonnes relations mutuelles qui<br />

existent entre les Eglises de mon pays.<br />

Les catholiques ne constituent en Finlande<br />

qu'une petite minorité qui a<br />

pourtant traditionnellement une liberté<br />

totale de pratiquer son culte et de faire<br />

avancer ses valeurs morales. Je tiens à<br />

souligner le prestige dont jouit la communauté<br />

catholique, fondé notament<br />

sur sa volonté et sa capacité de coopération.<br />

Il est bien caractéristique de la<br />

Finlande que le cardinal Edward Idris<br />

Cassidy a célébré l'ordination de<br />

l'évêque Monseigneur Józef Wróbel,<br />

succédant à feu l'évêque Monseigneur<br />

Paul Verschuren, dans une église luthérienne<br />

puisque la cathédrale catholique<br />

n'aurait pas pu accueillir tous les invités.<br />

Je suis particulièrement heureux de<br />

transmettre à Votre Sainteté les salutations<br />

respectueuses de l'archevêque de<br />

l'Eglise évangélique luthérienne de Finlande,<br />

Monsieur Jukka Paarma.<br />

La célébration du septième centenaire<br />

de Sainte-Brigitte, qui a commencé<br />

par une messe solennelle en octobre,<br />

concerne aussi mon pays à beaucoup<br />

d'égards. Nous apprécions en Finlande<br />

tout particulièrement l'action et l'influence<br />

de l'ordre de Sainte-Brigitte sur<br />

le plan mondial et notamment en vue<br />

du renforcement des liens entre l'Eglise<br />

catholique et les pays nordiques. Cet<br />

anniversaire est important non seulement<br />

pour le passé, mais aussi pour le<br />

présent et l'avenir.<br />

Permettez-moi d'adresser à Votre<br />

Sainteté mes meilleurs vœux de succès<br />

pour la mission irremplçable que vous<br />

avez à accomplir dans ces temps difficiles.<br />

GEORGIA<br />

CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 6<br />

well-known Georgian diplomat and<br />

writer Sulkhan-Saba Orbeliani who,<br />

with the strong encouragement and<br />

support of Pope Clement XI, travelled<br />

in 1714 to the Vatican and to the capitals<br />

of a number of the Western countries.<br />

At the beginning of the 18th century,<br />

a weak Georgia, in geopolitical<br />

terms at the crossroads of different cultures<br />

and civilizations, was looking<br />

westward believing that the West was<br />

the only guarantee of its security and<br />

territorial integrity.<br />

It is very symbolic to us that after<br />

the collapse of the Soviet Empire, Georgia<br />

was the first country among the CIS<br />

States that you paid a visit to, which<br />

was warmly welcomed by the multi-religious<br />

community of Georgia. Your<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Venerdì 7 Dicembre 2001<br />

L'udienza del Santo Padre in occasione della presentazione<br />

delle Lettere Credenziali di nove Ambasciatori<br />

SANTA SEDE<br />

Il nuovo Ambasciatore<br />

della Svizzera<br />

in Missione Speciale<br />

Sua Eccellenza il Signor Hansrudolf<br />

Hoffmann, nuovo Ambasciatore<br />

della Svizzera in Missione Speciale<br />

presso la Santa Sede, è nato nel<br />

1939. È sposato.<br />

Ha compiuto studi universitari a<br />

Zurigo, Berlino, Berna e Ginevra, ottenendo<br />

la Licenza in Diritto.<br />

Ha conseguito il titolo di Avvocato.<br />

Nel 1969 è entrato al servizio del<br />

Dipartimento Federale degli Affari<br />

Esteri ed ha ricoperto successivamente<br />

incarichi a Berna e presso le<br />

Ambasciate a Bruxelles, a Brasilia ed<br />

a Parigi. È stato quindi nominato: Incaricato<br />

d'Affari in Libia (1985-1988);<br />

Ambasciatore in Iraq (1988-1990); Direttore<br />

per le Organizzazioni Internazionali<br />

presso il Dipartimento Federale<br />

degli Affari Esteri (1990-1995); Ambasciatore<br />

in Portogallo (1995-1999);<br />

Ambasciatore in Finlandia ed in Estonia<br />

(1999-2001).<br />

Attualmente è Ambasciatore nella<br />

Repubblica Ceca.<br />

Giovedì 6dicembre,dopol'Udienza<br />

meetings with President Shevardnadze<br />

and Catholicos Patriarch of all Georgia,<br />

His Holiness Ilia II, provided a strong<br />

impetus to strengthening our bilateral<br />

political, cultural and humanitarian relations,<br />

to furthering the dialogue between<br />

the Georgian Orthodox Church<br />

and the Holy See. All this gives us reason<br />

enough to view today’s accreditation<br />

of the Georgian diplomatic mission<br />

to the Holy See as the expression of the<br />

desire of the two sides to interact closely<br />

and cooperate with each other despite<br />

our societies' differences.<br />

You are well aware that since regaining<br />

its independence my country went<br />

through many trials and tribulations.<br />

In the beginning of the 90s, civil wars<br />

and armed conflicts devastated my<br />

country and as a result of that the economic<br />

indices plummeted and the social<br />

situation of the population worsened.<br />

The situation was aggravated further<br />

by the influx of more than 300,000<br />

refugees and forcibly displaced persons<br />

from the conflict affected areas. This<br />

put a heavy burden on my country.<br />

Within this context allow me on behalf<br />

of the Government of Georgia to express<br />

sincere gratitude to you, Your<br />

Holiness, for your peacemaking activities,<br />

for the Holy See's international efforts<br />

to secure a stable and mutually<br />

acceptable conflict resolution and peace<br />

in Abkhazia and South Ossetia, Georgia.<br />

We cannot but note with gratitude<br />

the activities of humanitarian Catholic<br />

organizations providing help and assistance<br />

to the most vulnerable groups of<br />

population in Georgia, especially to<br />

children, the elderly and refugees.<br />

Without this help and support many of<br />

them just would not be able to survive<br />

during these years of hardship.<br />

The Government of Georgia fully<br />

shares your vision of the new global<br />

threat of terrorism and extremism in<br />

any form. Your concern about the<br />

emergence and growth of old and new<br />

tensions in many parts of the world are<br />

in full consonance with a growing<br />

sense of anxiety of the Georgian Government.<br />

As you repeatedly emphasized,<br />

the worrying resurgence of aggressive<br />

forms of nationalism, ethnic<br />

and religious intolerance are a serious<br />

threat to human dignity and undermine<br />

social coexistence, peace and harmony.<br />

Your tireless bilateral and multilateral<br />

efforts in the international arena<br />

for peace building and reconciliation<br />

enjoy widespread support and are<br />

welcomed in the whole world.<br />

Your Holiness, today Georgia is<br />

slowly recovering from severe political<br />

and economic crises. One of our major<br />

achievements over the last decade has<br />

been strengthening democratic principles<br />

in the country and securing protection<br />

for the fundamental freedoms of<br />

our citizens. With the help of the international<br />

community Georgia is gradually<br />

overcoming the difficulties of the<br />

transitional period. At the same time<br />

the government and the parliament of<br />

Georgia are taking all relevant measures<br />

to fight individual manifestations<br />

of religious extremism and intolerance<br />

which, to our great regret, still occasionally<br />

beset our world.<br />

For centuries many different religious<br />

confessions in Georgia lived in<br />

peace and harmony next to each other.<br />

Good relations between the Georgian<br />

Orthodox and Catholic Churches<br />

should be specially noted here. At present<br />

the historic justice is being restored<br />

to the Georgian Catholic Church after<br />

dozens of years of persecution under<br />

the Soviet regime. Religious and cultural<br />

monuments and artifacts, which previously<br />

belonged to it, are being returned<br />

to the Church.<br />

Your Holiness, our country highly<br />

appreciates the fact that in 1993 the<br />

nuncio was sent to Tbilisi and the permanent<br />

diplomatic mission of the Holy<br />

See was established in Georgia — one<br />

of the first diplomatic missions opened<br />

in Tbilisi just after Georgia gained its<br />

independence and when the country<br />

was still in ruins and engulfed in the<br />

Pontificia, l'Ambasciatore Hoffmann<br />

è stato ricevuto dall'Em.mo Cardinale<br />

Segretario di Stato.<br />

A Sua Eccellenza il Signor Hansrudolf<br />

Hoffmann, nuovo Ambasciatore<br />

della Svizzera in Missione Speciale<br />

presso la Santa Sede, nel momento<br />

in cui si accinge a ricoprire l'alto incarico,<br />

giungano le felicitazioni del<br />

nostro Giornale.<br />

flames of armed conflicts. Today’s presentation<br />

of my Credentials and the setting<br />

up of the Georgian Embassy to the<br />

Holy See at the turn of the third millennium<br />

represent yet another testimony<br />

to our mutual desire to raise our relations<br />

to a qualitatively new level, the<br />

objective which was so steadfastly and<br />

persistently pursued by many generations<br />

of our compatriots.<br />

LESOTHO<br />

CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 7<br />

gramme is being adversely affected by<br />

the HIV/AIDS pandemic.<br />

And so as Lesotho proudly takes its<br />

place in the international world, she<br />

continues to remember the significance<br />

of her association with Rome and the<br />

Holy See. His Majesty King Letsie III<br />

and his newly wedded bride have pleasant<br />

memories of Their visit to His Holiness,<br />

who talked to them about peace<br />

and blessed their Union. And today, a<br />

daughter has been born to them. The<br />

Right Honourable the Prime Minister of<br />

Lesotho has himself visited the Holy<br />

Father to seek strength and God's guidance<br />

in his work as leader of a people.<br />

The contribution of the Catholic<br />

Church to Lesotho's development,<br />

morally and economically, has been<br />

immense. The visit of His Holiness<br />

himself to Lesotho in June 1988, for the<br />

beatification of Fr Joseph Gerard is<br />

close to the hearts of all those who call<br />

themselves followers of Christ.<br />

I am indeed honoured to pass on the<br />

greetings from both His Majesty and<br />

The Right Honourable the Prime Minister.<br />

Currently Lesotho is in the process<br />

of consolidating her democracy which<br />

had begun in 1993. However, this was<br />

derailed in 1998 when the opposition<br />

political parties challenged the results<br />

of the elections which had however<br />

been declared free and fair by the International<br />

Election Observers. Preparations<br />

are underway for the holding of<br />

the next elections early in 2002.<br />

The Government and People of<br />

Lesotho are grateful for the cordial relations<br />

that exist between Lesotho and<br />

the Holy See, and it is her intention to<br />

further strengthen these for eternity.<br />

For my own part, my appointment<br />

and accreditation to the Holy See,<br />

marks yet another milestone in<br />

Lesotho's desire for continuation of<br />

these relations.<br />

It is my hope and that of the Government<br />

of the people of the Kingdom of<br />

Lesotho that the fruitful relationship<br />

that has existed between the Holy See<br />

and the Kingdom of Lesotho will continue.<br />

Through our combined efforts<br />

and cooperation as well as help from<br />

Almighty God, we can bring greater<br />

prosperity and peace in Lesotho and in<br />

our ever troubled world.<br />

RWANDA<br />

CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 7<br />

It is with privilege and pleasure that<br />

I represent my Government and my<br />

President to the Holy See in order to<br />

maintain the good relations existing between<br />

our two States.<br />

Your Holiness,<br />

The Government of Rwanda, the<br />

Christians of Rwanda, together with all<br />

Rwandese, are facing a lot of hard<br />

problems resulting from the Genocide<br />

of 1994.<br />

In order to overcome them, my<br />

govenrment has established today important<br />

programmes, including:<br />

• Justice and reconciliation through<br />

the “Gacaca jurisdictions” and the reconciliation<br />

commission;<br />

• Democratization from lower levels,<br />

cells, sectors, disricts, provinces leading<br />

to Parliamentary and Presidential elec-<br />

tios which will take place in the year<br />

2003;<br />

• Making of the Constitution that will<br />

lead the country after the transition period;<br />

• Preparing the poverty reduction policy<br />

paper for Rwanda which was adopted<br />

by the Representatives of Donors on<br />

16 November 2001;<br />

• Great efforts to improve the social<br />

welfare of the Rwandese, including programmes<br />

to help the victims of the<br />

Genocide, widows, orphans and other<br />

vulnerable groups of people.<br />

• We have gone a long way in repatriating<br />

all the refugees. So far more<br />

than three million have returned including<br />

the old and new case loads and<br />

are well settled and reintegrated.<br />

• The country is peaceful now and<br />

we are working with other countries in<br />

the region through the Lusaka Peace<br />

Agreement to improve peace and stability<br />

in the Great Lakes region.<br />

• So far all the transitional institutions<br />

and administrative sructures are<br />

in place and functioning well as we<br />

continue national programmes for development.<br />

My Government has undertaken the<br />

great responsibility of resuscitating<br />

Rwanda after the Genocide of 1994 and<br />

we thank the Holy See and particularly<br />

Your Holiness for the support and encouragement<br />

that you gave us.<br />

We take this opportunity to express<br />

our gratitude for the visit of Cardinal<br />

Roger Etchegaray to Rwanda in February<br />

2001 when we were commemorating<br />

the Great Jubilee of the Year 2000.<br />

Your Holiness,<br />

In all the programmes we need the<br />

blessing of God and the support of all<br />

of you. We need constructive advice<br />

and collaboration with the Holy See.<br />

The Catholic Church is already engaged<br />

in our country in a number of social<br />

and spiritual activities including: education,<br />

health, training the youth and<br />

women, helping orphans, widows and<br />

the poor and also preaching the word<br />

of God to prepare and help Rwandese<br />

to reconcile after the tragedy of the<br />

1994 Genocide.<br />

In the programmes commemorating<br />

the Jubilee 2000 as well as celebrating<br />

100 years of the Catholic Church in<br />

Rwanda, the different problems facing<br />

our country have been analysed by the<br />

Catholic Church at several levels; and<br />

some conclusions have been drawn.<br />

This contribution was appreciated by<br />

the Government as well as this new<br />

face of the Catholic Church of Rwanda.<br />

Among actions taken by the Catholic<br />

Church in Rwanda, we mention a<br />

meeting of about 2000 Young Catholics,<br />

coming from Rwanda, Burundi, Tanzania<br />

and the Democratic Republic of the<br />

Congo, which was held in Kigali from 1<br />

to 5 August 2001.<br />

Your Holiness,<br />

The Government of Rwanda learnt<br />

with great pleasure, on 29 June 2001, of<br />

the confirmation of the Apparitions of<br />

Kibeho made by the Bishop of Gikongoro,<br />

Augustin Misago. May the Holy<br />

Virgin Mary of Kibeho be known all<br />

over the world, as Lourdes and Fatima<br />

are, so that pilgrimages will be made to<br />

Kibeho.<br />

Your Holiness,<br />

We need your special prayers so that<br />

what ever we do to revive the life and<br />

the economy of our country should be<br />

done with God’s blessing.<br />

We are putting all our plans and vision<br />

in His hands and ask for His<br />

blessings upon our leadership, so that<br />

they may continue to have the wisdom<br />

to carry out their national duties well.<br />

We pledge our continued cooperation<br />

between Rwanda and the Holy See.<br />

At the moment of starting my mission<br />

to the Holy See, I promise Your<br />

Holiness that I will do all that is possible<br />

to maintain and improve the good<br />

relations and cooperation which exist<br />

between our two States.<br />

I am confident that with the prayers<br />

and support of Your Holiness as well<br />

as that of your collaborators, this goal<br />

will be attained.<br />

Allow me to take this opportunity to<br />

wish Your Holiness a Merry Christmas<br />

as well as a Happy New Year 2002.<br />

May God bless all of us.<br />

MAURIZIO<br />

CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 8<br />

tum in the excellent relationship existing<br />

between the Church and the State.<br />

It also responded to the fervent desire<br />

of Mauritius nationals of all faiths,<br />

races and cultures to witness the further<br />

strengthening of the relations between<br />

Mauritius and the State of the<br />

Vatican.<br />

We, in Mauritius, appreciate the<br />

achievements of the Catholic Church in<br />

the social and educational fields. We<br />

are inspired by the teaching and heroic<br />

action of Venerable Father Jacques Désiré<br />

Laval, who contributed significantly<br />

to the spiritual and social well being<br />

of the underprivileged and the needy in<br />

the country during the colonial days.<br />

Your Holiness, Mauritius fully<br />

shares your concern for peace, love,<br />

brotherhood and social justice. Likewise,<br />

we are in agreement with the<br />

Holy See in our commitment to democratic<br />

values and respect for the dignity<br />

and the rights of the individual.<br />

Most Holy Father, kindly allow me to<br />

convey to you the gratitude of the Government<br />

and People of Mauritius for<br />

the keen interest which you have always<br />

shown for the welfare of the citizens<br />

of my country.<br />

As I start my assignment as Ambassador<br />

Extraordinary and Plenipotentiary<br />

of the Republic of Mauritius to<br />

the Holy See, it will be my constant endeavour<br />

to foster and further strengthen<br />

these traditional ties of friendship<br />

and cooperation which so happily exist<br />

between Mauritius and the State of the<br />

Vatican.<br />

To conclude, I should like to convey<br />

to Your Holiness on behalf of my President<br />

and the Rt. Hon. Prime Minister<br />

and the people of Mauritius and in my<br />

own name most sincere good wishes for<br />

Your Holiness’s happiness and health.<br />

MALÌ<br />

CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 8<br />

présenter, en même temps que les lettres<br />

de rappel de mon prédécesseur, celles<br />

par lesquelles Son Excellence Monsieur<br />

Alpha Oumar Konare, Président<br />

de la République du Mali m'accrédite<br />

auprès de vous en qualité d'Ambassadeur<br />

extraordinaire et plénipotentiaire.<br />

En me confiant cette noble mais<br />

lourde mission, le Chef de l'Etat a sûrement<br />

fait preuve à mon égard d'une<br />

grande confiance, il était assuré que je<br />

trouverais auprès de Votre Sainteté toute<br />

la sollicitude et le soutien nécessaire<br />

au bon accomplissement de cette mission.<br />

Votre riche expérience de la vie et<br />

votre Sagesse sont un gage certain.<br />

Très Saint-Père, permettez-moi de<br />

vous dire combien je suis reconnaissant<br />

de l'attention que vous avez voulu<br />

accorder à ma demande d'accréditation.<br />

C'est le témoignage de l'intérêt<br />

que vous portez au Mali.<br />

Le Président Alpha Oumar Konare,<br />

que j'ai l'honneur de représenter auprès<br />

de Votre Sainteté, me charge de<br />

vous exprimer sa haute estime et son<br />

profond respect. Le Président garde un<br />

excellent souvenir des entretiens qu'il a<br />

eux avec vous et dont le dernier date de<br />

février 1998.<br />

Le Peuple malien, Votre Sainteté, a<br />

toujours en mémoire votre séjour en<br />

1990 au Mali.<br />

Très Saint-Père,<br />

L'année dernière, à l'occasion de votre<br />

message de nouvel an, vous plaidiez<br />

pour la défense du droit à la vie contre<br />

une culture de mort, une culture de<br />

mort dans le climat de terreur qui frappe<br />

l'Europe, l'Asie et l'Afrique. Ce climat<br />

de terreur a atteint les Etats-Unis<br />

avec les attentats du 11 septembre dernier.<br />

L'émotion de la Communauté internationale<br />

a été portée à son comble<br />

avec ces images apocalyptiques de milliers<br />

d'individus partant dans tous les<br />

sens.<br />

Notre temps est marqué par des indignations<br />

et des scandales. L'indignation<br />

de la misère à nos portes, ces oubliés<br />

qui peuplent nos cités prospères, des<br />

laissés-pour-compte de la société de<br />

consommation, des ravages des pandémies<br />

comme le SIDA en Afrique, de la<br />

destruction des cultures des minorités<br />

et des pauvres et de la marchandisation<br />

du monde.<br />

L'intensité d'une indignation a cet<br />

étrange pouvoir, Votre Sainteté, de retourner<br />

les cœurs; la colère et la révolte<br />

devant l'injustice, qui poussent tant<br />

d'hommes à la lutte armée, peuvent à<br />

l'inverse en inciter d'autres à déposer<br />

les armes: ne pas chercher à combattre<br />

de front le mal mais revêtir la force faible<br />

de l'amour, de l'amour du prochain.<br />

Très Saint-Père,<br />

Les autorités et le peuple malien ont<br />

adhéré à ces valeurs pour cultiver la<br />

tolérance, l'amour, la justice et la liberté<br />

au plan interne et international. Notre<br />

pays connaîtra, l'année prochaine,<br />

des élections présidentielle et législatives<br />

pour lesquelles concourent librement<br />

plusieurs partis politiques. En outre,<br />

le Mali s'est engagé depuis plusieurs<br />

années dans un vaste programme<br />

de réforme économique, politique,<br />

sociale et institutionnelle dans le but<br />

d'améliorer les conditions de vie des<br />

populations. L'homme, la sauvegarde<br />

de la vie, sont au cœur des actions des<br />

autorités maliennes.<br />

Très Saint-Père,<br />

Cette année, comme les précédentes,<br />

vos activités propres et celles du Saint-<br />

Siège ont été nombreuses. Je n'aurai<br />

pas la témérité d'en faire ici l'énumération.<br />

Mais permettez-moi d'en mentionner<br />

très brièvement quelques-unes.<br />

Vos déplacements en Europe, au Proche-Orient<br />

et en Asie, le Consistoire extraordinaire.<br />

Et comment, Saint-Père,<br />

ne pas souligner votre investissement<br />

pour le Jubilé de l'An 2000, votre plaidoirie<br />

pour un sursaut de solidarité internationale<br />

pour l'Afrique et votre appel<br />

récent à la communauté chrétienne<br />

pour l'observation d'une journée de<br />

jeûne en solidarité avec la communauté<br />

musulmane.<br />

Je voudrais remercier très sincèrement<br />

Votre Sainteté pour vos messages<br />

et vos initiatives innombrables en faveur<br />

de tous et en particulier pour ceux<br />

qui souffrent des conflits, hélas encore<br />

nombreux.<br />

Très Saint-Père,<br />

Je ne saurais terminer sans vous<br />

souhaiter ainsi qu'à vos collaborateurs<br />

au nom du Peuple malien, de son Président,<br />

une bonne et heureuse année,<br />

que le Tout-Puissant Vous donne force<br />

et courage pour la poursuite de vos<br />

œuvres.


.<br />

PAGINA<br />

10 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Venerdì 7 Dicembre 2001<br />

Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche<br />

del Sommo Pontefice<br />

Indicazioni liturgico-pastorali sul digiuno<br />

Dopo i gravissimi attentati perpetrati<br />

l’11 settembre 2001 negli Stati Uniti d’America,<br />

il Santo Padre ha espresso più<br />

volte la sua deplorazione per quegli atti<br />

terroristici e la sua preoccupazione per<br />

le conseguenze dell’azione militare in<br />

corso in Afganistan. La Chiesa prega ed<br />

invita ad agire affinché l’amore prevalga<br />

sull’odio, la pace sulla guerra, la verità<br />

sulla menzogna, il perdono sulla vendetta.<br />

A più di due mesi dagli attentati dell’11<br />

settembre, la situazione è grave, la<br />

tensione altissima, diffuso il turbamento<br />

delle coscienze. Perciò il Santo Padre, il<br />

18 novembre 2001, nel contesto della<br />

preghiera dell’Angelus Domini, ha chiesto<br />

«ai cattolici che il prossimo 14 dicembre<br />

sia vissuto come giorno di digiuno,<br />

durante il quale pregare con fervore<br />

Dio perché conceda al mondo una<br />

pace stabile, fondata sulla giustizia» (1)<br />

e ha manifestato l’intenzione di «invitare<br />

i rappresentanti delle religioni del<br />

mondo a venire ad Assisi il 24 gennaio<br />

2002 a pregare per il superamento delle<br />

contrapposizioni e per la promozione<br />

dell’autentica pace» (2).<br />

In conformità con l’iniziativa pastorale<br />

del Santo Padre, questa Nota intende<br />

offrire alcuni spunti di riflessione sul digiuno<br />

cristiano (giornata del 14 dicembre<br />

2001), sulla Veglia di preghiera (23<br />

gennaio 2002) e sul pellegrinaggio-preghiera<br />

(24 gennaio 2002) nonché alcune<br />

indicazioni pratiche perché tali giornate<br />

si svolgano fruttuosamente.<br />

1. Il digiuno cristiano<br />

1.1 L’essenza del digiuno cristiano<br />

In tutte le grandi esperienze religiose<br />

il digiuno occupa un posto importante.<br />

L’Antico Testamento annovera il digiuno<br />

tra i capisaldi della spiritualità di Israele:<br />

«Buona cosa è la preghiera con il digiuno<br />

e l’elemosina con la giustizia» (Tb<br />

12, 8) (3). Il digiuno implica un atteggiamento<br />

di fede, di umiltà, di totale dipendenza<br />

da Dio. Si ricorre al digiuno per<br />

prepararsi all’incontro con Dio (cfr Es<br />

34, 28; 1 Re 19, 8; Dan 9, 3); prima di<br />

affrontare un compito difficile (cfr Gdc<br />

20, 26; Est 4, 16) o implorare il perdono<br />

di una colpa (cfr 1 Re 21, 27); per manifestare<br />

il dolore causato da una sventura<br />

domestica o nazionale (cfr 1 Sam 7, 6; 2<br />

Sam 1, 12; Bar 1, 5); ma il digiuno, inseparabile<br />

dalla preghiera e dalla giustizia,<br />

è orientato soprattutto alla conversione<br />

del cuore, senza la quale, come<br />

denunciavano già i profeti (cfr Is 58, 2-<br />

11; Ger 14, 12; Zc 7, 5-14), esso non ha<br />

senso.<br />

Gesù, spinto dallo Spirito, prima di<br />

iniziare la sua missione pubblica, digiunò<br />

quaranta giorni come espressione di<br />

abbandono fiducioso al disegno salvifico<br />

del Padre (cf Mt 4, 1-4); diede indicazioni<br />

precise perché tra i suoi discepoli la<br />

pratica del digiuno non si prestasse a<br />

forme deviate di ostentazione e di ipocrisia<br />

(cf Mt 6, 16-18).<br />

Fedeli alla tradizione biblica, i Santi<br />

Padri hanno tenuto in grande onore il<br />

digiuno. Secondo loro, la pratica del digiuno<br />

facilita l’apertura dell’uomo ad un<br />

altro cibo: quello della Parola di Dio (cfr<br />

Mt 4, 4) e dell’adempimento della volontà<br />

del Padre (cfr Gv 4, 34); è in stretta<br />

connessione con la preghiera, fortifica la<br />

virtù, suscita la misericordia, implora il<br />

soccorso divino, conduce alla conversione<br />

del cuore. Da questa duplice angolazione<br />

— l’implorazione della grazia dell’Altissimo<br />

e la profonda conversione interiore<br />

— è da accogliere l’invito di Giovanni<br />

Paolo II alla giornata di digiuno<br />

del prossimo 14 dicembre. Infatti senza<br />

l’aiuto del Signore sarà impossibile trovare<br />

una soluzione alla drammatica situazione<br />

in cui versa il mondo; senza la<br />

conversione dei cuori è difficilmente immaginabile<br />

la cessazione radicale del terrorismo.<br />

La pratica del digiuno è rivolta al passato,<br />

al presente e al futuro: al passato,<br />

come riconoscimento delle colpe contro<br />

Dio e contro i fratelli, di cui ognuno si è<br />

macchiato; al presente, per imparare ad<br />

aprire gli occhi sugli altri e sulla realtà<br />

che ci circonda; al futuro, per accogliere<br />

nel cuore le realtà divine e rinnovare,<br />

a partire dal dono della misericordia di<br />

Dio, la comunione con tutti gli uomini e<br />

con l’intera creazione, assumendo responsabilmente<br />

il compito che ciascuno<br />

di noi ha nella storia.<br />

1.2 Indicazioni pastorali<br />

1.2.1.Spetta al Vescovo o a quanti,<br />

a norma del Diritto, sono a lui assimilati:<br />

far pervenire a tutte le componenti<br />

della Chiesa particolare di cui è Pastore<br />

la richiesta del Santo Padre di promuovere<br />

un «giorno di digiuno», illustrarne<br />

il significato, con la cooperazione degli<br />

organismi preposti alla liturgia, al dialogo<br />

ecumenico, alla carità, alla giustizia e<br />

alla pace; valutare se, nella sua Chiesa<br />

particolare, sia il caso di estendere ai<br />

membri di altre confessioni cristiane, a<br />

uomini e donne aderenti ad altre religioni,<br />

l’invito che il Santo Padre, per un<br />

senso di profondo rispetto, ha rivolto ai<br />

soli cattolici; peraltro il 14 dicembre<br />

coincide con la fine del mese di Ramadan,<br />

consacrato al digiuno per i seguaci<br />

dell’Islam; vegliare perché il digiuno si<br />

svolga nello stile di discrezione voluto<br />

da Gesù e sia volto soprattutto ad ottenere<br />

il dono della pace e la conversione<br />

del cuore; suscitare, lo stesso 14 dicembre<br />

o in un giorno prossimo ad esso, un<br />

serio esame di coscienza sull’impegno<br />

(14 dicembre 2001)<br />

e la preghiera per la pace<br />

(Assisi, 24 gennaio 2002)<br />

«In questo tempo opportuno chiedo ai cattolici che il prossimo 14 dicembre sia vissuto<br />

come giorno di digiuno, durante il quale pregare con fervore Dio<br />

perché conceda al mondo una pace stabile, fondata sulla giustizia, e faccia sì<br />

che si possano trovare adeguate soluzioni ai molti conflitti che travagliano il mondo.<br />

Ciò di cui ci si priva nel digiuno potrà essere messo a disposizione dei poveri, in particolare<br />

di chi soffre in questo momento le conseguenze del terrorismo<br />

e della guerra. Vorrei inoltre annunciare che è mia intenzione invitare i rappresentanti<br />

delle religioni del mondo a venire ad Assisi il 24 gennaio 2002 a pregare per il superamento<br />

delle contrapposizioni e per la promozione dell’autentica pace.<br />

Ci si vuol trovare insieme, in particolare, cristiani e musulmani, per proclamare davanti<br />

al mondo che la religione non deve mai diventare motivo di conflitto, di odio e di violenza»<br />

dei cristiani in favore della pace; essi<br />

hanno sempre creduto fermamente con<br />

l’Apostolo che «è Cristo la nostra pace»<br />

(Ef 2, 14); ma se è vero che la pace porta<br />

il nome di Gesù Cristo, è altrettanto<br />

vero che nel corso della storia coloro<br />

che si sono fregiati del suo nome non<br />

sempre hanno testimoniato il destino ultimo<br />

dell’uomo nella comunione attorno<br />

al trono dell’Agnello: le loro divisioni sono<br />

uno scandalo e una vera controtestimonianza.<br />

1.2.2.Il «giorno di digiuno» non deve<br />

essere inteso esclusivamente secondo<br />

le forme giuridiche prescritte dai Codici<br />

di Diritto Canonico (CIC 1249-1253;<br />

CCEO 882-883), ma in un senso più vasto,<br />

che coinvolga liberamente tutti i fedeli:<br />

i bambini, che volentieri compiono<br />

rinunce in favore dei loro coetanei poveri;<br />

i giovani, assai sensibili alla causa<br />

della giustizia e della pace; gli adulti tutti,<br />

tranne gli infermi, senza esclusione<br />

degli anziani. La tradizione locale suggerirà<br />

la forma di digiuno da adottare:<br />

quella di un solo pasto, quella «a pane e<br />

acqua», quella in cui si attende il tramonto<br />

del sole per assumere cibo.<br />

1.2.3.Sarà inoltre compito del Ve-<br />

(Giovanni Paolo II, Angelus Domini di domenica 18 novembre)<br />

Come è noto, il Santo Padre ha indetto una raccolta di offerte<br />

in occasione della giornata di digiuno del 14 dicembre. Esse verranno<br />

destinate dal Papa nel giorno di Natale a coloro che, vittime<br />

delle conseguenze del terrorismo e della guerra, passata la<br />

maggiore emergenza, rischiano di essere dimenticati.<br />

La Santa Sede ha aperto un conto corrente straordinario gestito<br />

dal Pontificio Consiglio COR UNUM, presso la<br />

BANCA DI ROMA C/C N. 101010 «PRO DIGIUNO 14 DICEMBRE»<br />

ABI 3002 CAB 5008 (dall’estero SWIFT: BROMIT)<br />

e un conto corrente presso le Poste Italiane C/C N. 603035.<br />

scovo stabilire un modo semplice ed efficace<br />

perché ciò di cui ci si priva nel digiuno<br />

sia devoluto ai poveri, «in particolare<br />

a chi soffre in questo momento le<br />

conseguenze del terrorismo e della guerra»<br />

(4).<br />

2. Il pellegrinaggio<br />

e la preghiera<br />

2.1. Il senso del pellegrinaggio<br />

e della preghiera<br />

Nell’Antico Testamento la conversione<br />

è anzitutto questo: ritornare con tutto il<br />

cuore al Signore, riprendere a camminare<br />

per i suoi sentieri. Perciò, secondo la<br />

tradizione e il suggerimento del Santo<br />

Padre, il digiuno-conversione del 14 dicembre<br />

2001 sarà accompagnato dal pellegrinaggio<br />

e dalla preghiera.<br />

La Chiesa riconosce al pellegrinaggio<br />

molti valori cristiani. Nella proposta del<br />

Santo Padre, in vista della preparazione<br />

spirituale dell’incontro di Assisi, il pellegrinaggio<br />

diviene segno del cammino faticoso<br />

che ogni discepolo di Cristo è<br />

chiamato a compiere per giungere alla<br />

conversione; è occasione per ripercorrere<br />

nel silenzio del cuore le vie della sto-<br />

ria; per ricordare che veramente andiamo<br />

verso il Signore «non camminando<br />

ma amando, ed avremo Dio tanto più<br />

vicino al cuore quanto più sarà puro lo<br />

stesso amore che ci porta verso di Lui<br />

[...]. Non con i piedi dunque, ma con i<br />

buoni costumi si può andare verso di<br />

Lui, che è dovunque presente» (5); per<br />

riscoprire che ogni uomo e ogni donna,<br />

immagine di Dio, camminano al nostro<br />

fianco verso un unico destino: il Regno.<br />

La preghiera è momento fondamentale<br />

per riempire con l’ascolto di Dio il<br />

«vuoto» creato in noi dal digiuno purificatore<br />

e dal silenzioso pellegrinare. Dal<br />

cuore di ciascuno di noi, infatti, bisogna<br />

partire per costruire la pace: nel cuore<br />

Dio agisce e giudica, guarisce e salva.<br />

Non dobbiamo dimenticarlo: non c’è<br />

possibilità di pace senza la preghiera,<br />

con la quale prendiamo atto che «la pace<br />

va ben oltre gli sforzi umani, soprattutto<br />

nella presente situazione del mondo,<br />

e che perciò la sua sorgente e realizzazione<br />

vanno ricercate in quella Realtà<br />

che è al di sopra di noi» (6).<br />

2.2. Indicazioni pastorali<br />

2.2.1. In relazione al pellegrinaggio,<br />

spetta al Pastore della Chiesa particolare:<br />

— illustrare, con la collaborazione degli<br />

organismi diocesani, il valore e il significato<br />

del pellegrinaggio in ordine alla<br />

preparazione immediata dell’incontro<br />

multireligioso che avrà luogo ad Assisi il<br />

24 gennaio 2002 e sarà presieduto dal<br />

Santo Padre;<br />

— stabilire alcuni luoghi, in cui i fedeli,<br />

dal 14 dicembre 2001 al 24 gennaio<br />

2002, si rechino in pellegrinaggio per<br />

implorare dal Signore il dono della pace<br />

e la conversione del cuore;<br />

— organizzare, dove sarà possibile e<br />

lo si terrà opportuno, un pellegrinaggio<br />

a livello di Chiesa particolare, presieduto<br />

dallo stesso Vescovo.<br />

2.2.2.In relazione alla Veglia del 23<br />

gennaio, spetta al Vescovo:<br />

— informare la Diocesi del significato<br />

della Veglia stessa: la preparazione spirituale<br />

immediata dell’incontro di Assisi;<br />

— organizzare a livello di Chiesa particolare,<br />

una Veglia presieduta da lui<br />

stesso e diramare gli inviti ai membri<br />

delle altre confessioni cristiane; e, ponderate<br />

tutte le circostanze, se è il caso<br />

invitare anche gli aderenti ad altre religioni,<br />

evitando ogni rischio di sincretismo;<br />

— curare che la Veglia, celebrata<br />

possibilmente nelle ore serali, segua sostanzialmente<br />

il tema proposto per l’Ottavario<br />

per l’unione dei cristiani («In te<br />

è la sorgente della vita»); essa dovrà<br />

consistere in una Celebrazione della Parola,<br />

in cui letture bibliche ed ecclesiali,<br />

salmi e testi di preghiera, momenti di silenzio<br />

e momenti di canto si susseguano<br />

secondo gli schemi propri di ogni rito liturgico;<br />

— adoperarsi perché una simile Veglia<br />

abbia luogo possibilmente in tutte le<br />

parrocchie e comunità religiose della<br />

Diocesi;<br />

— esortare i fedeli perché con la preghiera<br />

e attraverso i mezzi di comunicazione<br />

seguano lo svolgimento dell’incontro<br />

di Assisi, in comunione orante con il<br />

Santo Padre.<br />

3. Avvento - Natale:<br />

tempo di pace<br />

Il periodo indicato dal Santo Padre —<br />

14 dicembre 2001-24 gennaio 2002 —<br />

coincide in gran parte con il tempo di<br />

Avvento-Natale: tempo in cui è ripetutamente<br />

celebrato Cristo quale «Principe<br />

della pace» e «Re di giustizia e di<br />

pace».<br />

Sarà dunque facile, senza introdurre<br />

mutamenti nello svolgimento del ciclo liturgico,<br />

mettere in luce, in sintonia con<br />

le intenzioni del Santo Padre, il tema<br />

della pace, pace universale, pace frutto<br />

della giustizia. In tutte le Chiese cristiane<br />

dell’ecumene, nel cuore della notte<br />

di Natale, risuona il canto degli Angeli:<br />

«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace<br />

in terra agli uomini che Egli ama»<br />

(Lc 2, 14). Non senza motivo Paolo VI<br />

dispose che il 1° gennaio, Ottava del Natale,<br />

si celebrasse anche la Giornata<br />

Mondiale della Pace: una disposizione<br />

che il 1° gennaio 2002, data la drammaticità<br />

dell’ora e l’attualità del messaggio<br />

del Santo Padre «Non c’è pace senza<br />

giustizia, non c’è giustizia senza perdono<br />

», dovrà essere osservata con particolare<br />

impegno.<br />

Il 1° gennaio ricorre la solennità della<br />

Vergine Maria Madre di Dio, Madre di<br />

Colui che «è la nostra pace» (Ef 2, 14) e<br />

che il popolo cristiano giustamente invoca<br />

come «Regina della pace», a cui il<br />

Santo Padre ha affidato «fin d’ora queste<br />

iniziative [...] chiedendoLe di voler<br />

sostenere i nostri sforzi e quelli dell’umanità<br />

intera sulla via della pace» (7).<br />

Città del Vaticano, 1 dicembre 2001<br />

————————<br />

1) Giovanni Paolo II, Allocuzione all’Angelus<br />

Domini (18 novembre 2001),<br />

2, in L’Osservatore Romano (19-20 novembre<br />

2001), p.1.<br />

2) Ibid.<br />

3) Da molti secoli la Liturgia Romana,<br />

il mercoledì delle Ceneri, inizio della<br />

Quaresima, proclama Mt 6, 1-6. 16-18,<br />

che propone l’insegnamento di Gesù sull’elemosina<br />

(misericordia), la preghiera<br />

e il digiuno. Essi sono inseparabili.<br />

«Queste tre cose, preghiera, digiuno, misericordia<br />

sono una cosa sola, e ricevono<br />

vita l’una dall’altra. Il digiuno è l’anima<br />

della preghiera e la misericordia la<br />

vita del digiuno. Nessuno le divida, perché<br />

non riescono a stare separate» (San<br />

Pietro Crisologo, Discorso 43: PL 52,<br />

320).<br />

4) Allocuzione all’Angelus Domini, 2,<br />

in L’Osservatore Romano (19-20 novembre<br />

2001), p. 1. «Diamo in elemosina<br />

quanto risparmiamo digiunando e astenendoci<br />

dai soliti cibi» (Sant’Agostino,<br />

Discorso 209, 2: NBA XXX/I, p. 162).<br />

5) Sant’Agostino, Lettera 155, 4, 13:<br />

NBA XXII, p. 574.<br />

6) Giovanni Paolo II, Discorso conclusivo<br />

alla Giornata mondiale di preghiera<br />

per la pace (27 ottobre 1986), in Insegnamenti<br />

di Giovanni Paolo II IX/2, p.<br />

1267.<br />

7) Giovanni Paolo II, Allocuzione all’Angelus<br />

Domini, 3, in L’Osservatore<br />

Romano (19-20 novembre 2001), p. 1.


.<br />

PAGINA<br />

11 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Venerdì 7 Dicembre 2001<br />

«Durante l’anno giubilare, le vostre zelanti<br />

Famiglie religiose hanno avuto l’opportunità<br />

di riandare spiritualmente alla loro comune<br />

origine per trarne ispirazione<br />

e incoraggiamento. Al tempo stesso,<br />

non hanno mancato di protendersi<br />

verso il futuro, col rinnovato impegno<br />

di approfondire l’ideale carismatico<br />

rogazionista e irradiarlo in ogni continente»<br />

«Saldo punto di riferimento è per voi<br />

l’insegnamento del vostro beato Fondatore,<br />

il quale riconosceva “che vocazione allo<br />

stato religioso è lo stesso che vocazione alla<br />

santificazione”. Quanto attuali sono queste<br />

sue parole! Esse vi stimolano ad assicurare<br />

il primato della vita interiore in mezzo<br />

alle vostre attività educative, assistenziali,<br />

caritative, missionarie ed editoriali»<br />

UDIENZA Il Papa ai religiosi e alle religiose delle Congregazioni dei Rogazionisti e delle Figlie del Divino Zelo per il 150° anniversario della nascita del beato Annibale Maria Di Francia<br />

Con umiltà e con generosità spendete la vita<br />

per la diffusione del «Rogate» sgorgato dal cuore di Cristo<br />

Con umiltà e con generosità spendete la vita<br />

per la diffusione del «Rogate» sgorgato dal cuore<br />

di Cristo: è quanto ha raccomandato Giovanni<br />

Paolo II ai religiosi e alle religiose delle Congregazioni<br />

dei Rogazionisti e delle Figlie del Divino<br />

Zelo, ricevuti in udienza nella mattina di giovedì<br />

6 dicembre, nell'Aula Paolo VI, in occasione del<br />

150° anniversario della nascita del beato Annibale<br />

Maria Di Francia. Questo è il testo del discorso<br />

del Santo Padre:<br />

Carissimi Fratelli e Sorelle!<br />

1.Con gioia vi accolgo e a ciascuno<br />

porgo il mio più cordiale<br />

benvenuto. Grazie per questa vostra<br />

visita, che intende sottolineare<br />

una quanto mai significativa ricorrenza:<br />

il centocinquantesimo anniversario<br />

della nascita del vostro<br />

Fondatore, il beato Annibale Maria<br />

Di Francia. Un saluto speciale dirigo<br />

al Superiore Generale, Padre<br />

Giorgio Nalin, e lo ringrazio per le<br />

cordiali parole che mi ha rivolto a<br />

nome di tutti.<br />

Accogliendo voi, che costituite<br />

una rappresentanza qualificata dei<br />

Rogazionisti, delle Figlie del Divino<br />

Zelo, delle Missionarie Rogazioniste,<br />

degli ex-Allievi e degli Animatori<br />

Vocazionali Laici che condividono<br />

il medesimo carisma, estendo il<br />

mio saluto alla folta e benemerita<br />

schiera di vostri Confratelli e Consorelle.<br />

Essi, in ogni continente,<br />

umili e generosi spendono la vita<br />

lietamente e alacremente per la diffusione<br />

del «Rogate» sgorgato dal<br />

Cuore di Cristo.<br />

Durante l’anno giubilare, le vostre<br />

zelanti Famiglie religiose hanno<br />

avuto l’opportunità di riandare<br />

spiritualmente alla loro comune<br />

origine per trarne ispirazione e incoraggiamento.<br />

Al tempo stesso,<br />

non hanno mancato di protendersi<br />

verso il futuro, col rinnovato impegno<br />

di approfondire l’ideale carismatico<br />

rogazionista e irradiarlo<br />

con entusiasmo in ogni continente.<br />

2.Insieme a voi, desidero rendere<br />

grazie a Dio per il bene compiuto<br />

dalle vostre Congregazioni in<br />

questi centocinquanta anni di storia.<br />

Lo ringrazio perché continua a<br />

scorrere nelle vostre case la confortante<br />

vena di carità e di zelo, che<br />

ebbe inizio nel lontano 1878. Il fortuito<br />

incontro di Padre Annibale<br />

con un mendicante quasi cieco fu<br />

la scintilla che incendiò<br />

di amore evangelico<br />

il vostro Fondatore,<br />

venuto a contatto con<br />

il degradato quartiere<br />

«Avignone» di Messina,<br />

dove abitavano i<br />

più poveri fra i poveri<br />

della città, veri «rifiuti»<br />

della società.<br />

«Fin d’allora — egli<br />

scrive nelle sue memorie<br />

— mi trovai<br />

impegnato, secondo le<br />

mie deboli forze, al<br />

sollievo spirituale e<br />

temporale di quella<br />

plebe abbandonata»<br />

(Annibale Maria Di<br />

Francia, Preziose Adesioni,<br />

Messina 1901,<br />

p.3). E da quel momento<br />

mai si spense<br />

la fiamma della carità<br />

nella sua vita. Egli<br />

scelse di consacrarsi<br />

tutto ai poveri e agli<br />

umili, in essi vedendo<br />

e servendo Cristo.<br />

Quell’umile piccolo<br />

seme nel corso di que-<br />

sti centocinquant’anni si è sviluppato<br />

in maniera prodigiosa. È diventato<br />

un albero maestoso, che ormai<br />

stende i rami in ogni parte del<br />

mondo, attraverso lo zelo ardente<br />

dei figli e delle figlie del Padre Annibale.<br />

Mentre mi congratulo con<br />

voi per il cammino compiuto, vi incoraggio<br />

a rendere ancor più fedele<br />

la vostra testimonianza e più generosa<br />

la vostra dedizione apostolica.<br />

La celebrazione di un evento tanto<br />

significativo per i vostri Istituti<br />

non può limitarsi a una semplice<br />

rievocazione di un passato, sia pur<br />

luminoso, ma deve trasformarsi in<br />

incitamento a guardare all’avvenire,<br />

per rispondere con il fervore degli<br />

inizi alle antiche attese e alle<br />

nuove sfide dell’umanità.<br />

3.Ma come far sì che l’albero<br />

vigoroso, piantato dal vostro Beato<br />

Fondatore, continui a portare fiori<br />

e frutti in abbondanza?<br />

Carissimi Fratelli e Sorelle, la risposta<br />

a questo interrogativo, che<br />

nell’anno giubilare vi siete posti, è<br />

antica e sempre attuale: è la santità,<br />

terreno ferace in cui è cresciuta<br />

la vostra Famiglia religiosa, terreno<br />

che potrà ancora assicurarle, anche<br />

nel nuovo millennio, un avvenire<br />

promettente e fecondo.<br />

Sì, la santità è possibile anche in<br />

questo nostro difficile tempo. Anzi,<br />

essa è la priorità che, al termine del<br />

Grande Giubileo, ho indicato nella<br />

Lettera apostolica Novo Millennio<br />

ineunte come prospettiva in cui deve<br />

porsi tutto il cammino pastorale<br />

della Chiesa (cfr n. 30).<br />

In questa luce, la vita consacrata,<br />

oggi più che mai, assume un<br />

ruolo significativo e determinante:<br />

deve essere santa, se non vuole venir<br />

meno alla sua stessa ragion<br />

d’essere; deve essere vissuta in pienezza<br />

nelle sue alte e severe esigenze<br />

di preghiera, di umiltà, di povertà,<br />

di spirito di sacrificio e di austera<br />

osservanza dei voti.<br />

Saldo punto di riferimento è per<br />

voi l’insegnamento del vostro beato<br />

Fondatore. Padre Annibale Maria<br />

Santa Messa di Giovanni Paolo II per i partecipanti<br />

alla Plenaria della Commissione Teologica Internazionale<br />

I partecipanti alla Sessione plenaria annuale della Commissione Teologica<br />

Internazionale, guidati dal Presidente, il Cardinale Joseph Ratzinger,<br />

Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, hanno<br />

partecipato alla Santa Messa celebrata da Giovanni Paolo II nella mattina<br />

di giovedì 6 dicembre, nella sua Cappella Privata.<br />

I lavori dell'assemblea, diretti dal Segretario Generale, Padre Georges<br />

Cottier O.P., sono iniziati il 3 dicembre, presso la «Domus Sanctae<br />

Marthae» in Vaticano, per concludersi venerdì 7.<br />

Il primo tema allo studio è quello del diaconato. Al riguardo una sottocommissione,<br />

presieduta dal Prof. H. Noronha Galvâo, ha predisposto<br />

un nuovo «Instrumentum laboris» di 78 pagine, dal titolo «Quaestiones<br />

de Diaconatu», in cui si è tenuto conto delle osservazioni avanzate nell’ultima<br />

Sessione Plenaria. Altro tema di rilievo è «Rivelazione e inculturazione»,<br />

per il quale una sottocommissione, presieduta dal Padre M.<br />

de França Miranda S.J., ha preparato un «Instrumentum laboris» di 61<br />

pagine, dal titolo «Accepting God’s self-gift. Revelation and inculturation»,<br />

che è stato esaminato e discusso. Infine si è dedicato ampio spazio<br />

alla presentazione delle relazioni preparatorie redatte dai membri<br />

della sottocommissione presieduta dal Padre A. Di Noia O.P., che si occupa<br />

del tema «de hominis creatione».<br />

A conclusione, i risultati dei lavori della Commissione saranno trasmessi<br />

alla Congregazione per la Dottrina della Fede.<br />

Di Francia riconosceva «che vocazione<br />

allo stato religioso è lo stesso<br />

che vocazione alla santificazione»<br />

(L’Anima del Padre, p. 38).<br />

Quanto attuali sono queste sue<br />

parole! Esse vi stimolano ad assicurare<br />

il primato della vita interiore<br />

in mezzo alle vostre molteplici attività<br />

educative, assistenziali, caritative,<br />

missionarie ed editoriali.<br />

4.Non abbiate paura che il<br />

tempo dedicato all’orazione possa<br />

in qualche modo frenare il dinamismo<br />

apostolico e il meritorio servizio<br />

ai fratelli, che costituiscono la<br />

vostra fatica quotidiana.<br />

È esattamente il contrario. Amare<br />

e porre nel centro d’ogni progetto<br />

di vita e di apostolato la preghiera<br />

è l’autentica scuola dei santi.<br />

Distinguetevi, pertanto, nell’arte del<br />

pregare: questo «è il segreto di un<br />

cristianesimo veramente vitale, che<br />

non ha motivo di temere il futuro,<br />

perché continuamente torna alla<br />

sorgente e in essa si rigenera» (Novo<br />

Millennio ineunte, 32).<br />

Vi sia di esempio e sostegno la<br />

Vergine Santa. Conservando in tutta<br />

la sua primitiva freschezza quel<br />

tipico carattere mariano, che il vostro<br />

Fondatore ha impresso come<br />

nota inconfondibile agli Istituti da<br />

lui fondati, restate alla scuola di<br />

Maria.<br />

Finché manterrete lo sguardo fisso<br />

su di Lei, eccelso capolavoro di<br />

Dio, modello e ideale di ogni vita<br />

consacrata e sostegno di ogni attività<br />

apostolica, non si inaridirà nella<br />

vostra grande Famiglia spirituale<br />

quella sorgente di generosità e di<br />

dedizione, di interiorità e di fervore,<br />

di santità e di grazia, che vi<br />

rende preziosi operai nella messe<br />

del Signore.<br />

Siate, infine, anime profondamente<br />

eucaristiche, che sanno adorare,<br />

amare, godere l’Eucaristia.<br />

Fu al Mistero eucaristico che, agli<br />

albori delle vostre Congregazioni, il<br />

beato Di Francia diede il posto centrale<br />

in tutto. Dall’adorazione eucaristica<br />

otterrete non solo il dono<br />

di nuove vocazioni, ma anche la<br />

grazia di accrescere l’entusiasmo e<br />

la gioia del vostro sacerdozio, della<br />

vostra consacrazione e della vostra<br />

militanza cristiana.<br />

5.Fratelli e Sorelle carissimi,<br />

ecco quello che la Chiesa attende<br />

da voi! Non deludete le sue attese,<br />

ma assecondate con sempre generoso<br />

impegno le sue speranze. La<br />

convinta testimonianza è il segreto<br />

per attirare al vostro ideale schiere<br />

di giovani ferventi e generosi.<br />

Vi benedica il Signore per quanto<br />

avete finora compiuto e vi ricolmi<br />

della sua grazia, perché nel presente<br />

e in futuro possiate proseguire a<br />

operare con abnegazione e letizia<br />

per il Regno di Dio. Vi accompagno<br />

con la preghiera, che elevo fiducioso<br />

al Signore, per l’intercessione<br />

del beato Annibale Maria Di Francia.<br />

Si degni Iddio di donare una<br />

nuova fioritura di vocazioni ai vostri<br />

Istituti e a tutta la Chiesa.<br />

Con questi voti, imparto di cuore<br />

a voi qui presenti la mia Benedizione,<br />

che estendo volentieri all’intera<br />

vostra Famiglia spirituale.<br />

L'indirizzo d'omaggio<br />

del Superiore Generale<br />

In apertura di udienza, il Superiore<br />

Generale dei Rogazionisti, Padre Giorgio<br />

Nalin, ha rivolto al Papa il seguente<br />

indirizzo d'omaggio:<br />

Beatissimo Padre,<br />

la Famiglia Rogazionista, (comprendente<br />

i Padri Rogazionisti, le Figlie del<br />

Divino Zelo, Novizi, Aspiranti, Alunni<br />

ed Alunne, Missionarie Rogazioniste e<br />

rappresentanti delle diverse Associazioni<br />

laicali Rogazioniste, Amici e Benefattori)<br />

è lieta e grata per il dono di<br />

questo incontro che consideriamo il<br />

momento centrale di un anno che abbiamo<br />

dedicato al nostro Fondatore, P.<br />

Annibale Maria Di Francia, in occasione<br />

del 150 o anniversario della sua nascita.<br />

Siamo intorno a Vostra Santità con<br />

l'animo e la devozione di Padre Annibale<br />

che ha fatto dichiarare ai suoi figli<br />

e alle sue figlie come propria regola e<br />

spirito dominante dell'Istituto di considerare<br />

il Romano Pontefice, fino all'ultimo<br />

respiro della vita, come la persona<br />

stessa di Nostro Signore Gesù Cristo,<br />

e di amarlo e obbedirlo con lo<br />

stesso amore (Dichiarazione XV).<br />

Al di là delle motivazioni che sono<br />

legate alla nostra spiritualità, siamo<br />

colmi di riconoscenza e devozione verso<br />

la Santità Vostra per aver voluto,<br />

undici anni or sono, dichiarare beato P.<br />

Annibale, e per aver donato a tutta<br />

la Chiesa, nelle grandi sfide del<br />

tempo presente, una personale altissima<br />

testimonianza di zelo pastorale<br />

per la salvezza delle anime, raccomandando<br />

l'importanza della preghiera<br />

per le vocazioni e la pastorale vocazionale,<br />

e adoperandosi in tante occasioni<br />

a fare giungere ai cristiani, ed agli uo-<br />

mini tutti, la voce degli ultimi, piccoli e<br />

poveri.<br />

Sono proprio questi, infatti, gli ideali<br />

apostolici che ci sono stati consegnati<br />

dallo Spirito, attraverso il carisma del<br />

«Rogate» donato a P. Annibale, e che<br />

vogliamo diventino sempre di più per<br />

ciascuno di noi vera norma di vita.<br />

Per questo stiamo cercando di vivere<br />

l'anno commemorativo di Padre Annibale<br />

ripercorrendo il suo cammino di<br />

santità, aderendo così, con animo rogazionista,<br />

alla Santità Vostra che ha<br />

invitato la Chiesa tutta a «prendere il<br />

largo» e «ripartire da Cristo» per entrare<br />

nel nuovo millennio «con passo più<br />

spedito», nella «prospettiva della santità»,<br />

da ulteriormente riscoprire, programmare<br />

e vivere, seconda la specifica<br />

vocazione di ciascuno di noi.<br />

I dolori e le pene del Sommo Pontefice<br />

— ci ha insegnato Padre Annibale<br />

— saranno pene e dolori miei. Con<br />

questo spirito cogliamo l'occasione<br />

odierna per esprimere la nostra piena<br />

partecipazione alle sofferenze che angustiano<br />

Vostra Santità in questo tempo.<br />

Abbiamo accolto il forte invito alla<br />

preghiera e al digiuno che intendiamo<br />

testimoniare con un piccolo segno di<br />

carità, per impetrare dal Signore Gesù<br />

la pace nel mondo.<br />

Santo Padre, vogliate paternamente<br />

benedire le nostre persone, con i porpositi<br />

di bene che abbiamo manifestato,<br />

e tutta la Famiglia Rogazionista, e<br />

le attività apostoliche che essa svolge<br />

nella Chiesa.<br />

Assicuriamo, infine, la nostra quotidiana<br />

preghiera alla Madonna Immacolata,<br />

Madre della Rogazione Evangelica,<br />

per la Santità Vostra nella guida<br />

del cammino della Chiesa nel nuovo<br />

Millennio.


.<br />

PAGINA<br />

12 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Venerdì 7 Dicembre 2001<br />

Nel 1655 fu proclamata Compatrona e Protettrice<br />

Catania e l'Immacolata: un antico<br />

e profondo legame di amore e di pietà<br />

La città di Catania può definirsi la città<br />

mariana non solo per lunghissima tradizione<br />

ma anche per inequivocabili documenti<br />

storici che dimostrano come<br />

nel corso dei secoli i catanesi abbiano<br />

sempre professato una particolare e sentita<br />

devozione a Maria Santissima.<br />

Da diversi anni a Catania, l'8 dicembre,<br />

in Piazza Europa, l'Arcivescovo rinnova<br />

l'omaggio alla statua dell'Immacolata.<br />

A mezzogiorno le sirene delle Ferrovie<br />

dello Stato e delle navi che sostano<br />

nel porto di Catania suonano a distesa<br />

ed i Vigili del Fuoco salgono sull'alta<br />

stele sormontata da una statua della Madonna<br />

di Fatima e depongono un omaggio<br />

floreale offerto dalla vicina parrocchia<br />

retta dai Frati Minori. Dopo la<br />

recita dell'Angelus l'Arcivescovo tiene<br />

l'omelia e imparte la benedizione alla<br />

folla presente ed a tutti gli abitanti della<br />

città.<br />

Questa cerimonia ebbe inizio il 5 settembre<br />

1959, quando un elicottero del<br />

Sovrano Militare Ordine di Malta portò<br />

il bianco simulacro della Madonna di<br />

Fatima, che fu ricevuto dal Cardinale<br />

Ernesto Ruffini, allora Arcivescovo di<br />

Palermo, e da Mons. Guido Luigi Bentivoglio,<br />

allora Arcivescovo di Catania.<br />

Quest'ultimo proclamò Maria Santissima<br />

«Prima Sovrana Pellegrina» del XVI<br />

Congresso Eucaristico nazionale. Il successivo<br />

13 settembre, il Cardinale Legato<br />

Pontificio Marcello Mimmi lesse l'atto di<br />

consacrazione dell'Italia al Cuore Immacolato<br />

di Maria Santissima, proclamandola<br />

«Patrona Immacolata, Sovrana di<br />

ogni cuore», solennemente riconosciuta,<br />

e voluta dai catanesi.<br />

Subito dopo, da Castel Gandolfo, Giovanni<br />

XXIII trasmise un messaggio in<br />

diretta radiofonica.<br />

Catania è stata tra le prime città a<br />

coltivare la devozione alla Madonna Immacolata.<br />

Nei primi tempi del cristianesimo,<br />

come sottolineano gli storici, la<br />

devozione all'Immacolata era a Catania<br />

diffusissima; infatti, molte icone, oratori<br />

e chiese furono dedicate a Maria Santissima.<br />

In uno scritto di Mons. Adolfo Longhitano<br />

sulle chiese che esistevano a Catania<br />

nei primi tempi del cristianesimo<br />

si afferma che la prima chiesa fu dedicata<br />

a Santa Maria di Betlemme, altre a<br />

Santa Maria della Rotonda, a Santa Maria<br />

alla Grotta, a Santa Maria della Grazia,<br />

come si evince, anche, dalla pianta<br />

planimetrica delle chiese di Catania di<br />

P. Mortier, edita nel 1556, che si trova<br />

depositata presso l'Archivio arcivescovile<br />

di Catania.<br />

Molte sono le chiese che attualmente<br />

sono dedicate alla Madonna; nella città<br />

di Catania se ne contano oltre quaranta.<br />

Nel 1329 la lava dell'Etna era sul punto<br />

di invadere la borgata di Ognina e la regina<br />

Eleonora d'Angiò (1282-1343), moglie<br />

di Federico II d'Aragona, re di Trinacria<br />

poi di Sicilia, si rivolse con fede<br />

alla Madonna ed a s. Agata. Il magma<br />

miracolosamente si fermò, come apprendiamo<br />

dallo storico catanese Nicolò<br />

Speciale, che ne fu testimone oculare.<br />

La Regina, allora, in adempimento ad<br />

una promessa fatta, fece costruire, a sue<br />

spese, sulle rovine del tempio di Minerva,<br />

il Convento ed il Santuario di san<br />

Francesco all'Immacolata.<br />

Il Francescano Conventuale di Catania<br />

Padre Luca Belluti e Mons. Gerardo<br />

Brescia: atto di affidamento<br />

della città alla Madonna<br />

Si rinnoverà sabato 8 dicembre, alle<br />

ore 17, nella chiesa di san Francesco,<br />

il secolare atto di affidamento<br />

della città di Brescia alla Madonna.<br />

Dal 1522 ogni ricorrenza dell'Immacolata<br />

si celebra solennemente nella<br />

chiesa dedicata al Poverello di Assisi,<br />

con la partecipazione del Vescovo,<br />

delle autorità civili e del popolo.<br />

Fu proprio in quell'anno, infatti,<br />

che in virtù di una delibera municipale<br />

si decise di affidare per sempre<br />

all'Immacolata le sorti della città e di<br />

offrirLe, in segno di riconoscenza da<br />

parte di tutti i cittadini, due ceri votivi.<br />

Una tradizione<br />

che si rinnova<br />

La tradizione si è perpetuata sino<br />

al 1797, fino a quando cioè i frati<br />

francescani non furono allontanati<br />

dal loro convento, vero punto di riferimento<br />

per la gente, in seguito alle<br />

leggi napoleoniche.<br />

Con il loro ritorno a Brescia nel<br />

1928 è stato ripreso questo antico e<br />

significativo rito.<br />

L'affidamento della città di Brescia<br />

a Maria sbocciò dal cuore dei bresciani<br />

come atto di devozione e di affetto<br />

alla Vergine, che una lunga ca-<br />

Oddone, eletto Vescovo<br />

di Catania, hanno sostenuto<br />

strenuamente, nei<br />

loro insegnamenti, l'immacolato<br />

concepimento<br />

di Maria Santissima,<br />

esortando i fedeli alla<br />

pietà e alla venerazione.<br />

Il 17 maggio 1655 il<br />

Senato ed il popolo catanese<br />

emisero, nelle mani<br />

del Vicario Generale dell'Arcidiocesi<br />

don Arcaloro<br />

Scammacca, il «voto<br />

concezionista» ed elessero<br />

l'Immacolata «Compatrona<br />

e Protettrice di<br />

Catania».<br />

L'Università di Catania,<br />

l'antico «Siculorum<br />

Gymnasium», fondato<br />

nel 1444, chiedeva a tutti<br />

i candidati al dottorato<br />

un atto di fede o un vo-<br />

to in favore del ricono-<br />

scimento dell'immacolato concepimento<br />

di Maria.<br />

L'immagine dell'Immacolata è incisa<br />

nello stendardo e nel sigillo dell'ateneo.<br />

Testimonianza chiara di questa forte devozione<br />

sono anche le molteplici artistiche<br />

immagini e i simulacri venerati nelle<br />

varie chiese della città. Nel 1951, in occasione<br />

della ricorrenza del centenario<br />

dell'apparizione della Madonna del Monte<br />

Carmelo, fu celebrata a Catania una<br />

grande festa in onore della Madonna.<br />

Un volume sui luoghi di culto, sulle preghiere e sui canti della diocesi di Locri-Gerace<br />

Dall'Aspromonte al mare:<br />

il volto di Maria tra arte e fede<br />

La festa dell'Immacolata Concezione<br />

riaccende la devozione mariana, resa<br />

ancora più dolce dall'attesa del Natale<br />

imminente.<br />

Nella diocesi di Locri-Gerace 30 parrocchie<br />

su 73 sono intitolate a Maria;<br />

inoltre ci sono 10 santuari mariani, 8 comunità<br />

religiose e 17 confraternite laicali<br />

poste sotto il Suo nome. Se si aggiungono<br />

le cappelle, i monasteri e gli eremi,<br />

i titoli mariani sono oltre 170. L'Immacolata<br />

Concezione è fin dal periodo<br />

greco l'invocazione più frequente e diffusa.<br />

Già nel 1344 il Vescovo Barlaam<br />

ottenne un'indulgenza di cento giorni<br />

per coloro che in questa ricorrenza visitavano<br />

la Cattedrale di Gerace, che peraltro<br />

è uno dei più grandi e splendidi<br />

edifici romanici dell'Italia Meridionale.<br />

Uno storico delle tradizioni locali, il<br />

professor Gaudio Incorpora, ha girato<br />

per tutto il territorio diocesano, ha<br />

ascoltato vecchie canzoni popolari, ha<br />

ritrovato preghiere ormai dimenticate<br />

ed ha catalogato tutte le statue dedicate<br />

alla Madonna. Ne è nato un volume di<br />

grandi dimensioni ed elegante formato,<br />

«Dall'Aspromonte al mare. Il volto di<br />

Maria, arte e leggenda di fede». La Madre<br />

di Dio viene invocata dal pescatore<br />

in pericolo tra i flutti in tempesta del<br />

profondo Jonio, così come dal pastore<br />

isolato con i suoi greggi tra i selvaggi<br />

pascoli aspromontani. E ad ogni orazione<br />

esaudita nasce un luogo di preghiera,<br />

techesi mariana aveva indicato quale<br />

modello di vita evangelica.<br />

In tempi di dispute teologiche sull'Immacolata,<br />

alcuni frati del convento<br />

bresciano illustrarono con profondità<br />

il ruolo della Madonna nel piano<br />

della salvezza: i più noti furono Graziano<br />

da Brescia, fra Francesco Sanson,<br />

fra Luigi Della Torre, vissuti tra<br />

'400 e '500.<br />

Accanto ai teologi, la vita liturgica<br />

e la predicazione dei francescani suscitarono<br />

nel Bresciano quel vivo culto<br />

mariano che sfociò nella consacrazione<br />

della città.<br />

L'affidamento<br />

a Maria<br />

Come avviene da cinque secoli ormai,<br />

al tramonto dell'8 dicembre i<br />

bresciani confluiranno nella chiesa di<br />

san Francesco per stringersi intorno<br />

al Vescovo Giulio Sanguineti nel gesto<br />

di affidamento alla Madonna. Il<br />

rito avviene nell'artistica cappella dell'Immacolata,<br />

sorta nelle fiancate severe<br />

del tempio medievale, impreziosita<br />

dagli stalli cinquecenteschi dei<br />

maestri Virchi e nuovamente affrescata<br />

nel '700.<br />

Il Vescovo Francesco Lambiasi nuovo Assistente generale della FIAC<br />

Monsignor Francesco Lambiasi, Vescovo di<br />

Alatri-Segni e Assistente Generale dell'A.C.I.,<br />

è il nuovo Assistente Generale del Forum Internazionale<br />

di Azione Cattolica (FIAC). Monsignor<br />

Lambiasi succede nell'incarico a Monsignor<br />

Agostino Superbo, già Assistente generale<br />

dell'A.C.I. e attualmente Arcivescovo di Potenza.<br />

Il Cardinale James J. Stafford, Presidente<br />

del Pontificio Consiglio per i Laici, nel<br />

darne comunicazione alla coordinatrice del se-<br />

LUCIO CONDOLO<br />

L'Immacolata – Chiesa di san Francesco (Catania)<br />

L'anno mariano del 1954 vide Catania<br />

particolarmente impegnata in pubbliche<br />

manifestazioni in onore della Vergine. Il<br />

Sindaco del tempo, alla presenza dell'Arcivescovo<br />

Mons. Bentivoglio, offrì alla<br />

Madonna le simboliche chiavi auree<br />

di Catania e la proclamò «Castellana di<br />

Catania».<br />

Si sottolinea che già s. Ignazio d'Antiochia<br />

(+ 110), s. Giustino (+165), Militone<br />

di sardi (+ 180), s. Ireneo (135-<br />

200), il Concilio di Capua (392), s. Ansel-<br />

Madonna del Carmine - Marina<br />

di Gioiosa, in diocesi di Locri-Gerace<br />

viene dipinto un quadro, modellata una<br />

statua: a Roccella tra le rocce affacciate<br />

sul mare; a Palazzo nel fondo di una<br />

grotta carsica; a Bombile di Ardore in<br />

un balcone naturale a cui si accede salendo<br />

centinaia di scalini incastonati nella<br />

montagna.<br />

All'Immacolata si sente particolarmente<br />

legata Gerace, antichissima sede<br />

vescovile. Nel 1931 il podestà consegnò<br />

al Vescovo dell'epoca, Monsignor Giovanni<br />

Battista Chiappe, le chiavi della<br />

città, che il Pastore pose tra le mani della<br />

statua di Maria Immacolata venerata<br />

nella Cattedrale. A Lei si erano rivolti riconoscenti<br />

i geracesi, all'indomani del<br />

terribile terremoto del dicembre 1908,<br />

che distrusse Reggio e Messina ma lasciò<br />

illese le loro case.<br />

A Caulonia la Confraternita dell'Immacolata<br />

conserva una bella scultura<br />

marmorea del XVIII secolo, a cui viene<br />

rivolta come preghiera ancora attualissima:<br />

«Vergine Santa, nei vostri gloriosi,<br />

non dimenticate le tristezze della terra.<br />

Date uno sguardo di bontà a coloro che<br />

soffrono, che lottano contro le difficoltà<br />

e che non cessano di immergere le loro<br />

labbra nelle amarezze della vita (...). Abbiate<br />

pietà di quelli che piangono, di<br />

quelli che pregano, di quelli che temono<br />

e date a tutti la speranza e la Pace».<br />

Sotto la protezione della Madonna<br />

Immacolata sono posti anche i paesi di<br />

Bovalino Superiore, Careri, Ciminà,<br />

Mammola. Interessante il canto in vernacolo<br />

dedicato all'Immacolata dalle<br />

donne di Junchi, una piccola frazione<br />

agreste del comune di Gioiosa Jonica.<br />

La semplicità dei versi nasconde uno<br />

spessore di fede che non teme esami<br />

teologali. Questa è una trascrizione dal<br />

dialetto: «Vi adoro Padre e Figlio / con<br />

la cara Madre / e con gli Angeli intorno.<br />

/ Li aveva intorno l'Immacolata Maria.<br />

/ E scesero le tre Persone, / Padre,<br />

Figlio e Spirito Santo, / Si misero le tre<br />

corone / mentre cantavano gli Angeli /<br />

che attorniavano la Concezione Immacolata<br />

di Maria».<br />

A Stilo, la città di Tommaso Campa-<br />

gretariato FIAC, Beatriz Buzzetti Thomson,<br />

Presidente nazionale dell' A.C. Argentina, ha<br />

voluto far giungere a Monsignor Lambiasi i<br />

suoi più cordiali auguri. Nello stesso tempo il<br />

Cardinale ha voluto ringraziare Mons. Superbo<br />

«per avere svolto generosamente e validamente<br />

l'incarico».<br />

La FIAC, lo ricordiamo, è nata durante l'Assemblea<br />

del Sinodo dei Vescovi del 1987 ed è<br />

stata riconosciuta il 3 gennaio del 2000.<br />

mo (1033-1109), John Duns Scoto (1266-<br />

1308), filosofo e teologo, iniziatore di<br />

una «scuola scotistica» francescana, s.<br />

Bernardino da Siena (1380-1444), il Cardinale<br />

agostiniano Mons. Girolamo Seripando,<br />

il Papa Alessandro VII (1661), si<br />

erano dichiarati a favore dell'immacolato<br />

concepimento di Maria Santissima. È<br />

da aggiungere che la festa dell'Immacolata<br />

Concezione già si celebrava nell'VIII<br />

secolo in Oriente il 9 dicembre, nel IX<br />

secolo in Irlanda il 9 maggio e nell'XI<br />

secolo in Inghilterra l'8 dicembre.<br />

Il beato Papa Pio IX, con la Bolla<br />

Pontificia «Ineffabilis Deus» proclamò<br />

solennemente in San Pietro l'8 dicembre<br />

1854 — alla presenza di uno stuolo di<br />

Cardinali, Vescovi, sacerdoti e di un'imponente<br />

folla di fedeli che dalle più remote<br />

parti del mondo erano convenuti a<br />

Roma — che l'immacolato concepimento<br />

di Maria Santissima, per privilegio<br />

singolarissimo di Dio Onnipotente, in<br />

virtù dei meriti di Gesù Cristo, Salvatore<br />

del genere umano, fin dal primo istante<br />

era stato immune da ogni macchia di<br />

colpa originale, quindi era conforme alla<br />

fede cattolica, rivelata da Dio e perciò<br />

andava creduto fermamente da tutti i fedeli.<br />

Si può affermare, pertanto, che quando<br />

Maria espresse la sua obbedienza, la<br />

missione dell'Angelo Gabriele ebbe fine<br />

ed «il Verbo si fece carne e venne ad<br />

abitare in mezzo a noi» (Gv 1, 14).<br />

BENIGNO DE MARCO<br />

nella, la Madonna Immacolata si venera<br />

nella Chiesa intitolata a san Giovanni<br />

Teresti (il «mietitore»). È, questi, uno<br />

dei tanti santi italo-greci che uniscono le<br />

due sponde dello Jonio e della cristianità,<br />

il cattolicesimo e l'ortodossia, Roma<br />

e Bisanzio. Tante volte Maria è stata invocata<br />

per l'unità di tutti i cristiani. Nella<br />

vicina Bivongi il Comune, con il pieno<br />

accordo della diocesi, ha affidato il<br />

convento intitolato proprio a san Giovanni<br />

Teresti ai monaci greco-ortodossi<br />

del Monte Athos. Tra questi contrafforti<br />

della Magna Grecia si fa tutti i giorni<br />

esperienza di ecumenismo.<br />

Nel libro di Incorpora c'è anche la<br />

conferma di come l'Immacolata Concezione<br />

sia tutt'oggi ispirazione di arte.<br />

Una delicata bellezza, ad esempio, promana<br />

la scultura lignea scolpita a Siderno<br />

da Giuseppe Correale, autore in diocesi<br />

di numerose opere a carattere religioso<br />

di pregevolissima fattura.<br />

Il Vescovo di Locri-Gerace, Monsignor<br />

Giancarlo Maria Bregantini, si augura<br />

nella prefazione al volume che la<br />

pubblicazione «aiuti a calare sempre più<br />

profondamente nel nostro cuore a tratti<br />

indurito e nella nostra terra a volte insanguinata,<br />

il volto materno di Maria»,<br />

in maniera che la Locride e l'Aspromonte<br />

siano luogo «di contemplazione e di<br />

speranza per tutti».<br />

ENZO ROMEO<br />

Incontro di animatori dei gruppi e delle comunità del Rinnovamento nello Spirito Santo<br />

Preghiera e santità, cuore di ogni apostolato<br />

«Il cristiano vale quanto prega. L'impegno<br />

di aderire alla parola di Gesù con<br />

grande disponibilità e generosità, per recare<br />

la sua salvezza al mondo, esige una<br />

rinnovata scoperta del gran mezzo della<br />

preghiera». Queste indicazioni di Giovanni<br />

Paolo II, che costituiscono il «vademecum»<br />

di un'autentica spiritualità<br />

cristiana, stanno guidando i partecipanti<br />

alla XXV Conferenza Nazionale per animatori<br />

dei Gruppi e delle Comunità del<br />

Rinnovamento nello Spirito Santo, in<br />

corso di svolgimento a Fiuggi, da giovedì<br />

6 a domenica 9 dicembre. In particolare<br />

la «Novo Millennio ineunte» offre<br />

non solo nuovi spunti biblici, teologici e<br />

pastorali su cui riflettere e programmare<br />

il futuro cammino ecclesiale del Movimento,<br />

ma anche spunti per confrontarsi<br />

e misurarsi con le nuove esigenze che<br />

segnano il cammino del dopo-Giubileo.<br />

I relatori richiamano soprattutto l'attenzione<br />

sul valore del legame indissolubile<br />

che intercorre fra preghiera e santità<br />

che costituiscono non solo il cuore e<br />

il centro di ogni apostolato, ma anche la<br />

«misura alta» della vita cristiana ordinaria.<br />

Tutta la vita della comunità ecclesiale<br />

e della famiglia cristiana deve portare<br />

a questa direzione. Dalla Conferenza è<br />

emerso che il Rinnovamento nello Spirito<br />

Santo deve essere, mediante la preghiera,<br />

una forza potente di «rievange-<br />

schede - schede - schede<br />

Benedetto Galati, Conoscere il<br />

cuore di Dio. Omelie per l'anno<br />

liturgico, Bologna 2001, Edizioni<br />

Dehoniane pp. 142, L. 21.000, ;<br />

10,85. È stato un «maestro» di spiritualità<br />

monastica e un fervido apostolo<br />

di liturgia. Nato nel 1914 è<br />

morto nel 2000 dopo una intensa<br />

attività ministeriale e di docente negli<br />

Atenei pontifici romani. Le me-<br />

lizzazione» nella società, sempre più ammalata<br />

di efficientismo e di utilitarismo.<br />

La preghiera, nei Gruppi di Rinnovamento<br />

nello Spirito Santo, non sarebbe<br />

frutto dello Spirito se non portasse allo<br />

slancio apostolico e a rivivere la fede<br />

battesimale.<br />

I gruppi e le comunità del Rinnovamento<br />

nello Spirito Santo sono chiamati<br />

— sotto il paterno e costante invito del<br />

Papa — a manifestare, non tanto con le<br />

parole, quanto con la preghiera, la gioia<br />

e l'esempio di una vita cristiana da ammirare<br />

e seguire, che la Chiesa, come<br />

Cristo, ieri, oggi e sempre, è prima di<br />

tutto vita vissuta nello Spirito. In questa<br />

direzione il Rinnovamento nello Spirito<br />

Santo — come ebbe a dire Paolo VI in<br />

un discorso tenuto nel 1975 davanti a<br />

diecimila delegati carismatici di tutto il<br />

mondo — essendo una «chance per la<br />

Chiesa» annuncerà al mondo le grandezze<br />

di Dio nella Pentecoste provocando<br />

un rinnovamento, un ringiovanimento<br />

del mondo permeato di una nuova spiritualità,<br />

di una fede in Cristo Gesù che<br />

non verrà mai a mancare in quanto essa<br />

verrà vissuta con devozione, con profondità,<br />

con energia e gioia, proprio come i<br />

primi apostoli.<br />

Fra gli oratori intervenuti alla manifestazione<br />

Mons. Giuseppe Betori, Segretario<br />

Generale della Conferenza Episcopale<br />

Italiana; Mons. Paolo Rabitti, Ve-<br />

a cura di GINO CONCETTI<br />

ditazioni coprono il ciclo avventuale<br />

e natalizio, il ciclo della Quaresima,<br />

della Pasqua e della Pentecoste, le<br />

principali solennità e feste, comprese<br />

quelle proprie della liturgia camaldolese.<br />

La stampa è stata curata<br />

da Alessandro Barban e Giordano<br />

Remondi. Pietro Stefani vi ha premesso<br />

una solida e partecipata introduzione.<br />

Renzo Bonetti (a cura), Progettare la pastorale con la famiglia in parrocchia,<br />

Siena 2001, Edizioni Cantagalli, pp. 324, L. 30.000, ; 15,49. L'Ufficio<br />

della Cei per la pastorale della famiglia continua nella propria attività<br />

di sostegno, di incoraggiamento, di catechesi coinvolgendo teologi, biblisti<br />

e sposi. La parrocchia è la prima comunità ecclesiale con la quale la famiglia<br />

è chiamata a confrontarsi e a collaborare per ricevere i sacramenti<br />

della salvezza e la parola di Dio. Documento base di riflessione è la Familiaris<br />

consortio, che ha guidato le relazioni. L'intento è di sollecitare una<br />

conversione a un progetto operativo più consono ai tempi e più aderente<br />

al magistero della Chiesa.<br />

Maria Piera Manello, Maria nella<br />

formazione del catechista. Orientamenti<br />

per l'animatore, Leumann<br />

2001, Editrice Elle Di Ci,<br />

pp. 216, L. 30.000, ; 15,49. I Catechismo<br />

della Chiesa, un posto d'onore<br />

nel contesto cristologico del<br />

Credo. M.P. Manello recepisce la<br />

dottrina conciliare e del magistero<br />

pontificio per esporre il ruolo e le<br />

funzioni di Maria nella catechesi e<br />

in particolare nella formazione del<br />

catechista. Un lavoro di alto spessore<br />

teologico-pedagogico da considerarsi<br />

un «manuale» ad uso degli<br />

studenti in scienze religiose. Il P.<br />

A.M. Serra ne elogia la «debita<br />

competenza-dottrinale e didattica in<br />

una catechesi assunta come impegno<br />

di evangelizzazione».<br />

Raniero Cantalamessa, Gettate le reti. Riflessioni sui Vangeli Anno A,<br />

Casale Monferrato 2001, Edizioni Piemme, pp. 410, L. 35.000, ; 18,08. Se<br />

non il più noto, certamente tra i più noti predicatori del Vangelo, il padre<br />

Raniero Cantalamessa alla sua ricca e preziosa collana di opere pubblicate<br />

aggiunge queste riflessioni sui Vangeli festivi dell'anno A. Brillante nell'esposizione,<br />

acuto nell'esegesi, sicuro nella dottrina il libro è uno strumento<br />

di studio e di meditazione sia per i sacerdoti e i diaconi sia per i laici<br />

che sempre più numerosi si dedicano in movimenti alla sequela di Cristo<br />

con determinazione e vigore, consapevoli della loro identità e vocazione<br />

nella missione della Chiesa.<br />

Ordine Francescano Secolare, La<br />

relazionalità della famiglia cuore<br />

della società, Assisi 2001, Edizioni<br />

Porziuncola, pp. 110, L. 15.000,<br />

; 7,75. La famiglia, nel modello biblico<br />

cristiano, è da anni al centro<br />

delle sollecitudini pastorali dei Vescovi.<br />

L'Ordine Francescano secolare,<br />

facendo suo l'appello del Papa e<br />

dei Vescovi, concretizza il suo im-<br />

pegno-risposta in una serie di iniziative.<br />

Nel libro sono contenute le linee<br />

maestre per coscientizzare i<br />

propri membri ma anche gli altri<br />

sui valori e il bene della famiglia.<br />

Caposaldo è al dottrina della Chiesa<br />

sul matrimonio sacramentale e indissolubile,<br />

sul ruolo dei coniugi,<br />

come soggetti di trasmissione della<br />

vita e come primi catechisti.<br />

G. Brunello (a cura) A colloquio con Suor Liduina Meneguzzi, Padova<br />

2001, E. Salesie, pp. 103 (s.i.p.). Nata il 2 settembre 1901 Liduina Meneguzzi,<br />

sin dall'adolescenza avvertì la chiamata di consacrarsi al Signore.<br />

Scelse la vita religiosa tra le suore di san Francesco di Sales o Salesie. Nel<br />

1937 fu missionaria in Etiopia dove svolse anche servizio di carità in strutture<br />

ospedaliere. Colpita da un male incurabile morì nell'ospedale di Dire<br />

Dawa il 2 dicembre 1941. Le sue spoglie ora riposano nella casa madre<br />

dell'istituto a Padova. C. Brunello ne rievoca la splendida vita sotto forma<br />

di domanda e risposta. Conoscerla meglio — scrive Mons. A. Contran —<br />

serve a verificare i nostri comportamenti sulle pagine delle beatitudini.<br />

Alessandro Pronzato, La novena<br />

di Natale davanti al presepe, Milano<br />

2001, Gribaudi editore, pp.<br />

140, L. 16.000, ; 8,26. Autore «originale».<br />

Pronzato propone una «novena»<br />

di Natale, partendo dall'evento<br />

storico. Non esclude quello liturgico-biblico<br />

che rievoca e che esalta<br />

nella sequela delle riflessioni. Gesù,<br />

in sembianze di bambino, Maria,<br />

madre vera secondo la carne di suo<br />

Figlio, Giuseppe padre legale costituiscono<br />

i tre pilastri-verità. Ma<br />

poi, il «contorno», fatto di pastori e<br />

di «animali», il bue, l'asinello, la pecora.<br />

Le «provocazioni natalizie»<br />

sono, nel loro genere, un richiamo<br />

al mistero di cui si rischia di perdere,<br />

a causa del consumismo, il valore<br />

trascendente e salvifico.<br />

Vito Magno, Dio semina di domenica. Commento alle letture festive -<br />

Anno A, Milano 2001, Paoline Editoriale Libri, pp. 257, L. 18.000, ; 9,30.<br />

Voce nota e gradita dagli ascoltatori radiofonici di programmi religiosi Vito<br />

Magno ha messo a frutto in questo libro la sua esperienza sacerdotale<br />

di predicatore del Vangelo e annunciatore della parola di Dio. I commenti<br />

si dispiegano per tutto il tempo dell'anno liturgico limitatamente però alle<br />

feste e alle solennità, con indicazioni dei testi biblici utilizzati di volta in<br />

volta. Sono riflessioni condensate rivestite di stile agile e incisivo. Utili per<br />

il pubblico, in particolare per chi desidera compiere un cammino di fede<br />

con i ritmi liturgici e con la comunità ecclesiale raccolta per la Messa.<br />

scovo di San Marino-Montefeltro e Presidente<br />

della Commissione Cei per il laicato;<br />

Mons. Francesco Lambiasi, Vescovo<br />

di Anagni-Alatri, Assistente Generale<br />

dell'Azione Cattolica Italiana; Padre Andrea<br />

Gasparino, fondatore del Centro<br />

Contemplativo Missionario «Padre C. De<br />

Foucauld».<br />

Nella giornata di sabato 8 dicembre,<br />

in occasione della celebrazione del XXV<br />

anniversario della Conferenza Nazionale<br />

Animatori, Mons. Dino Foglio, Consigliere<br />

spirituale nazionale del Rinnovamento<br />

nello Spirito Santo, offrirà ai<br />

convegnisti una breve riflessione sul tema:<br />

«Un anniversario da vivere nello<br />

Spirito per ricordare la profezia del Rinnovamento<br />

nello Spirito». Essa costituirà<br />

un'occasione per ringraziare Dio delle<br />

benedizioni spirituali ricevute e allo stesso<br />

tempo per fare un bilancio di quanto<br />

già realizzato e per impegnarsi nel futuro<br />

in una donazione più generosa alla<br />

Chiesa e ai fratelli più bisognosi.<br />

Le conclusioni dei lavori saranno affidate<br />

a Salvatore Martinez, coordinatore<br />

nazionale del Rinnovamento nello Spirito<br />

Santo, che esorterà i presenti a vivere,<br />

con profonda autenticità, la santità<br />

nello svolgimento della propria responsabilità<br />

pastorale, sotto una triplice<br />

dimensione personale, comunitaria,<br />

sociale.<br />

GIANLUIGI D'AMORE


ITALIA<br />

PAGINA<br />

13 .<br />

Il cammino<br />

della Chiesa<br />

ADRIA-ROVIGO Appello del Vescovo nella festa di san Bellino<br />

Rispettare la sacra dignità della vita<br />

sin dal suo primo sorgere<br />

Nella festa di san Bellino,<br />

patrono della Diocesi, il Vescovo<br />

di Adria-Rovigo,<br />

Mons. Andrea Bruno Mazzocato,<br />

ha lanciato un appello<br />

per risvegliare le coscienze<br />

e fermare le aberrazioni<br />

della scienza e della<br />

tecnica che si realizzano in<br />

quei laboratori dove l'uomo<br />

diviene strumento a fini<br />

economici. Il Presule ha fatto<br />

il suo intervento a Rovigo,<br />

nella Concattedrale gremita<br />

di fedeli e alla presenza<br />

delle Autorità civili.<br />

Mons. Mazzocato ha rievocato<br />

l'eroico Vescovo san<br />

Bellino, che mai ha taciuto<br />

quando le sopraffazioni<br />

s'abbattevano sui poveri e<br />

sui deboli. «Siamo qui —<br />

favore dei poveri, delle classi diseredate e angariate dalle<br />

famiglie padronali. La sua morte violenta è la conclusione<br />

da una parte tragica e dall'altra sublime di questo suo impegno<br />

di pastore. I più poveri e i più indifesi sono stati la<br />

sua prima passione: offrì loro la sua voce e il suo ruolo di<br />

Vescovo contro la prepotenza di chi deteneva il potere<br />

politico ed economico».<br />

Poi il Presule ha sottolineato l'attualità della pastorale<br />

del santo Patrono. «Quanto è attuale questo esempio<br />

evangelico di san Bellino? — si è chiesto —. Quanto bisogno<br />

c'è anche oggi che qualcuno dia la sua voce ed il suo<br />

impegno per difendere chi è debole e non è in grado di<br />

farsi sentire. I più deboli della società sono sempre senza<br />

voce; possono essere calpestati senza avvertire neppure<br />

un lamento. Ma questo silenzio è tremendo e prima o poi<br />

scoppia in terribili conseguenze. Tanti sono anche oggi gli<br />

esseri umani indifesi. Mi permetto di ricordare quelli per<br />

i quali il Papa e la Chiesa da tempo alzano a voce con<br />

grande vigore; anche se voce solitaria».<br />

«In prima pagina nei giornali di questi giorni — ha aggiunto<br />

— c'era la notizia degli esperimenti di clonazione<br />

umana. E in questi ultimi tempi in modo vertiginoso<br />

stanno procedendo gli esempi che riguardano gli embrioni<br />

umani. La velocità della scienza e della tecnica sembra<br />

superare la possibilità per una riflessione della coscienza<br />

morale civile. I laboratori sono pilotati da poteri econo-<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Venerdì 7 Dicembre 2001<br />

SIENA-COLLE DI VAL D'ELSA-MONTALCINO L'Arcivescovo Buoncristiani per il convegno ecclesiale<br />

Un cammino di comunione per la missione<br />

«Il Convegno ecclesiale è un momento<br />

forte per la vita della Chiesa un momento<br />

di comunione che coincide quest’anno<br />

con l’inizio del mio ministero<br />

episcopale in mezzo a voi per questo vi<br />

ringrazio di cuore di essere convenuti<br />

da tutto il territorio della Diocesi per riflettere<br />

sul nostro cammino e sulle priorità<br />

pastorali della nostra comunità ecclesiale».<br />

Con queste parole l’Arcivescovo<br />

di Siena-Colle di Val d'Elsa-Montalicno,<br />

Mons. Antonio Buoncristiani, ha introdotto<br />

nell’Aula Magna del Seminario<br />

di Montarioso la due-giornidiocesanasul<br />

tema: «In comunione per la missione».<br />

«Nella Novo Millennio ineunte — ha<br />

spiegato ancora l’Arcivescovo — Giovanni<br />

Paolo II ci invita ad essere sacramento<br />

dell’unione con Dio e dell’unità<br />

del genere umano. La Comunione è un<br />

dono di Dio che va coltivato e dilatato<br />

giorno per giorno e tradotto nella missione<br />

nel nostro territorio. È questo del<br />

resto il programma pastorale per il nuovo<br />

anno che sarà ora elaborato nelle<br />

parrocchie e nelle Foranie».<br />

«Ognuno di noi — ha detto ancora —<br />

è chiamato a rendere ragione della propria<br />

speranza ma per far questo occorre<br />

un cammino di conversione. Il Vescovo<br />

in tale cammino è vincolo di comunione<br />

ma anche punto di riferimento obbligatorio».<br />

«Io — ha concluso il Presule — sono<br />

un Vescovo del Concilio Vaticano II che<br />

desidera costruire insieme a voi tutti la<br />

Chiesa che vive a Siena, Colle e Montalcino<br />

in linea con le parole di s. Agostino:<br />

sono Vescovo per voi ma cristiano<br />

con voi. Aiutatemi nel mio ministero e<br />

camminiamo insieme nel nome del Signore».<br />

È seguito l’intervento di don Dario Vitali,<br />

docente presso l’Università Gregoriana,<br />

il quale ha tenuto una relazione<br />

sulla teologia della Chiesa locale in rapporto<br />

alla Chiesa Universale. «Il tema<br />

della Chiesa particolare — ha esordito<br />

— è uno dei più dibattuti nella teologia<br />

contemporanea. Dal Concilio a oggi gli<br />

studi sull’argomento si sono moltiplicati;<br />

di pari passo anche il riferimento alla<br />

Chiesa particolare o locale è fortemente<br />

cresciuto nella prassi ecclesiale benché<br />

non sia così certo che sia avvenuta<br />

un’autentica recezione di questo tema<br />

nella coscienza ecclesiale».<br />

Don Vitali ha quindi sintetizzato la<br />

teologia della Chiesa particolare sottolineando<br />

come «essa sia costitutiva della<br />

natura dell’identità della intera comunità<br />

ecclesiale». Dopo aver invitato i presenti<br />

a riflettere sulla Costituzione Conciliare<br />

Lumen gentium che al numero<br />

23 osserva che «la sola e unica Chiesa<br />

cattolica sussiste nelle Chiese particolari<br />

e a partire da esse», il relatore si è soffermato<br />

sul rapporto della comunità ecclesiale<br />

particolare con la Chiesa universale<br />

«dalla quale e nella quale nascono<br />

le Chiese locali». Citando l’Evangelii<br />

nuntiandi di Paolo VI, il docente della<br />

gregoriana ha ribadito che «secondo il<br />

pensiero del Signore è la stessa Chiesa<br />

che, essendo universale per vocazione e<br />

missione, quando getta le sue radici nella<br />

varietà dei terreni culturali, sociali,<br />

umani, assume in ogni parte del mondo<br />

fisionomie ed espressioni esteriori diverse.<br />

In tal modo ogni Chiesa particolare,<br />

che si separasse volontariamente dalla<br />

Chiesa universale perderebbe il suo riferimento<br />

al disegno di Dio, si impoverirebbe<br />

nella sua dimensione ecclesiale.<br />

D’altra parte la Chiesa diffusa in tutto il<br />

mondo diventerebbe un’astrazione se<br />

non prendesse corpo e vita precisamente<br />

attraverso le Chiese particolari».<br />

Riferendosi poi alle figure di san Bernardino<br />

e santa Caterina don Vitali ha<br />

poi osservato: «Una Chiesa che non sapesse<br />

quali sono i suoi santi e non vivesse<br />

della loro luce che trascurasse i suoi<br />

itinerari di pellegrinaggio alla radice della<br />

fede è una Chiesa in agonia».<br />

Dopo aver sottolineato come occorra<br />

in tal senso passare dalla memoria alla<br />

profezia, il relatore si è soffermato sulla<br />

necessità di riflettere su come la Chiesa<br />

sia Corpo di Cristo e non somma di battezzati<br />

irrevocabilmente unito a Cristocapo,<br />

«in tale ottica — ha detto — anche<br />

il presbiterio non è somma dei sacerdoti<br />

ma un soggetto in se stesso completo<br />

la cui ragion d’essere sta nel rendere<br />

presente alla Chiesa la funzione<br />

mediatrice di Cristo attraverso la quale<br />

si attua la salvezza del popolo di Dio.<br />

SALERNO Istituito il corso di laurea in Scienze del servizio sociale<br />

Formare operatori della solidarietà<br />

Una parte dell'antico convento di Santa<br />

Maria della Porta e s. Domenico —<br />

che una solida tradizione ed autorevoli<br />

tracce storiche indicano quale temporanea<br />

dimora di Tommaso d'Aquino nel<br />

corso di uno dei suoi viaggi di studio e<br />

di fede — ospita dall'Anno accademico<br />

2001-2002 il Corso di laurea in Scienze<br />

del servizio sociale, istituito a Salerno<br />

dall'Istituto Universitario «s. Orsola Benincasa»<br />

di Napoli, che sarà completato<br />

dal Corso di laurea specialistica — di<br />

durata biennale — in Progettazione e<br />

gestione dei servizi sociali.<br />

L'inaugurazione della nuova sede ha<br />

sottolineato nella città di Salerno l'esordio<br />

della «riforma» del sistema universitario<br />

italiano, nel quale — dal presente<br />

Anno accademico — sono varate le nuove<br />

lauree di durata triennale. La presenza<br />

di questo polo di cultura voluta dall'Ateneo<br />

napoletano nel Centro storico<br />

di Salerno, reso possibile dalla generosità<br />

dell'Arcivescovo Metropolita, S.E.<br />

Mons. Gerardo Pierro, che ha messo a<br />

disposizione l'antico e prestigioso edificio,<br />

porta a compimento un itinerario<br />

trentennale attraverso il quale l'Archidiocesi<br />

salernitana ha offerto una spinta<br />

ed uno stimolo di grande significato per<br />

lo sviluppo culturale della città e della<br />

provincia, svolgendo una funzione di<br />

promozione e di servizio nei confronti<br />

della comunità civile.<br />

La laica istituzione del Corso di laurea<br />

non contraddice, ma anzi rivela il significato<br />

più profondo dell'intuizione lungimirante<br />

e anticipatrice dell'allora Vescovo<br />

ausiliare, Mons. Guerino Grimaldi,<br />

con il sostegno dell'Arcivescovo Gaetano<br />

Pollio, immaginò all'inizio degli anni<br />

Settanta che la formazione di operatori<br />

della solidarietà avrebbe arricchito le<br />

possibilità culturali che l'insediamento<br />

universitario — che a Salerno andava<br />

sviluppandosi in quegli anni — avrebbe<br />

potuto offrire alla comunità. Dall'originaria<br />

Scuola Superiore di Servizio sociale<br />

— nata all'interno della comunità ecclesiale,<br />

ma subito offerta all'intera comunità<br />

come occasione di crescita culturale<br />

e di sviluppo civile — alle relazioni<br />

stabilite con la facoltà di Scienze politiche<br />

dell'Università di Salerno, fino alla<br />

scelta operata con coraggio dall'Istituto<br />

Universitario «s. Orsola Benincasa» a<br />

metà degli anni Novanta, quando a Salerno<br />

veniva istituito il corso di Diploma<br />

universitario in Servizio sociale.<br />

L'impegno che raccolse intorno all'ini-<br />

ha esordito — a celebrare<br />

in modo solenne la festa del<br />

Vescovo san Bellino, patrono<br />

della Diocesi e della città<br />

di Rovigo. I nostri padri<br />

hanno scelto come patrono<br />

questo Vescovo che, secondo<br />

la tradizione, è morto<br />

martire nelle nostre campagne.<br />

Non è stata certamente<br />

una scelta casuale o convenzionale.<br />

San Bellino già<br />

pochi anni dopo la sua<br />

morte era diventato popolare<br />

tra la gente che vedeva<br />

in Lui un punto di riferimento,<br />

un esempio un protettore».<br />

«Bellino è stato Vescovo<br />

e pastore — ha continuato<br />

Mons. Mazzocato — che si<br />

è schierato decisamente a<br />

mici che mirano solo ai brevetti a favore dei ricchi che<br />

sono pronti a pagare qualunque cifra per la propria salute».<br />

«È necessario, come fa il Papa, alzare la voce — prosegue<br />

il Vescovo — perché sono in gioco l'essere umano e<br />

la sua primordiale dignità. Dove sono i più deboli oggi?<br />

In tanti posti della terra. Sono anche nei sofisticati laboratori<br />

dove esseri che hanno in sé tutte le potenzialità per<br />

crescere in una persona umana con il suo dignitoso destino<br />

vengono usati come mezzi. Forse proprio nelle società<br />

più evolute si sta sviluppando un silenzioso e presuntuoso<br />

terrorismo che può minare alle basi tutta la società umana».<br />

L'intervento si è concluso con un forte monito e un appello<br />

per il rispetto della vita umana e della sua dignità.<br />

«La vita non è più rispettata come sacra in se stessa —<br />

ha detto —, ma solo nella misura in cui è in grado di difendersi.<br />

E san Bellino, seguendo il Vangelo, ci ricorda<br />

che, se non si difende chi è più debole, è tutta la società<br />

che viene minata».<br />

«Preghiamo oggi il nostro santo protettore — è stata la<br />

conclusione — perché ci protegga dal pericolo incombente<br />

della situazione della dignità sacra della vita umana fin<br />

dal suo primo sorgere».<br />

GIANNI AZZI<br />

ziativa dell'Archidiocesi giovani intellettuali<br />

e studiosi cattolici — che dettero<br />

vitalità e prestigio alla iniziativa — non<br />

ha perso significato oggi che quell'humus<br />

culturale e quella tradizionale di<br />

studi hanno assunto le forme dell'attività<br />

istituzionale universitaria. Con quei<br />

giovani, che ora sono autorevoli studiosi<br />

all'apice della carriera accademica, cogliendo<br />

le motivazioni profonde di quella<br />

iniziativa — nel clima culturale difficile<br />

degli anni successivi al 1968-69 nelle<br />

Università — si ritenne allora che ai credenti<br />

incombesse il dovere di ravvivare<br />

le ragioni vere della cultura ed in specie<br />

in quella sociale, così come di servire la<br />

comunità particolare. Non sono venute<br />

meno né l'ispirazione che stimolò il<br />

trentennale percorso, né le ragioni religiose<br />

profonde che motivarono il perdurante<br />

impegno, ma oggi quel cammino<br />

si può compiere all'interno del sistema<br />

universitario, che della civiltà vera delle<br />

nazioni è indicatore rilevante. Il servizio<br />

reso dall'Archidiocesi salernitana può<br />

oggi mostrare i suoi caratteri più autentici<br />

e disinteressati; la città di s. Matteo<br />

si è arricchita di una nuova presenza all'interno<br />

del suo cuore antico.<br />

GIUSEPPE ACOCELLA<br />

Cosenza-Bisignano: 120 anni di vita dell'Azione Cattolica diocesana<br />

L'Azione Cattolica dell'Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano<br />

ha computo i centoventi anni della sua fondazione.<br />

L'avvenimento è stato celebrato domenica<br />

2 dicembre, nel Seminario cosentino, con un convegno<br />

aperto dal Presidente diocesano Giuseppe Scordino<br />

e incentrato sulla riflessione proposta dall'Arcivescovo<br />

Monsignor Giuseppe Agostino sul tema:<br />

«Santità feriale e impegno laicale».<br />

Sono seguite tre comunicazioni: la prima di suor<br />

Franca Vendramin, la quale ha presentato ai parte-<br />

cipanti la luminosa figura di santità della beata<br />

Gianna Beretta Molla; la seconda di Giovanni Serra,<br />

che ha illustrato la testimonianza del beato Pier<br />

Giorgio Frassati; la terza di Luigi Intrieri, che si è<br />

soffermato sul tema «Idealità dell'Azione Cattolica».<br />

La seconda parte del convegno, dopo un concerto<br />

del coro polifonico dell'Istituto «G. Pezzullo» di Cosenza,<br />

ha visto le testimonianze di alcuni presenti,<br />

fra i quali persone che aderiscono all'Azione Cattolica<br />

da oltre cinquant'anni.<br />

FABRIANO-MATELICA Presiedute dal Nunzio Apostolico in Italia, Arcivescovo Romeo<br />

Le solenni esequie<br />

del Vescovo Mons. Luigi Scuppa<br />

Giovedì 29 novembre nella Cattedrale di<br />

s. Venanzo a Fabriano il Nunzio Apostolico<br />

in Italia, Arcivescovo Paolo Romeo, insieme<br />

a 14 Vescovi e a circa 160 sacerdoti, ha<br />

celebrato la Santa Messa esequiale per<br />

Mons. Luigi Scuppa, Vescovo di Fabriano-<br />

Matelica, morto il 26 novembre.<br />

Se per questa mesta circostanza non fosse<br />

stata riaperta (con una accelerazione dei<br />

lavori di sistemazione frutto di straordinario<br />

impegno di molti) la Cattedrale chiusa<br />

per inagibilità dopo il terremoto del 26 settembre<br />

1997, nessun'altra chiesa di Fabriano<br />

avrebbe potuto accogliere tutti coloro<br />

che sono accorsi, dai cinque Comuni della<br />

diocesi ma anche da fuori, a dare l'estremo<br />

saluto al pastore di questa Chiesa locale situata<br />

nella zona montana della provincia di<br />

Ancona (e in parte anche di Macerata).<br />

Mons. Scuppa è deceduto dopo tre mesi<br />

di dolorosa malattia, da lui vissuta con fede<br />

profonda. Aveva detto: «Il mio ministero è<br />

ora quello della sofferenza»; ed anche «questa<br />

è la mia Via Crucis... porto la croce dietro<br />

al Signore e in questo modo le sofferenze<br />

pesano meno». E questa Via Crucis, che<br />

ha fatto trepidare e pregare per lui tanti fabrianesi<br />

e matelicesi, ha forse rappresentato<br />

il momento più alto del suo servizio episcopale<br />

e ha reso più partecipato e commosso<br />

il solenne rito esequiale, come nei<br />

giorni precedenti aveva dato luogo ad un<br />

continuo pellegrinaggio alla camera ardente,<br />

allestita vicinissima al santuario della<br />

Madonna del Buon Gesù.<br />

Erano presenti autorità della Prefettura<br />

di Ancona, della Regione e della Provincia,<br />

i sindaci dei Comuni di Fabriano, Matelica,<br />

Cerreto d'Esi, Genga e Sassoferrato con i<br />

rispettivi gonfaloni, ed anche quelli di Apiro<br />

— Comune di nascita di Mons. Scuppa<br />

— e di S. Ginesio — dove egli fu parroco e<br />

docente di filosofia per molti anni —. Oltre<br />

ai sacerdoti della diocesi di Fabriano-Matelica<br />

hanno concelebrato moltissimi presbiteri<br />

della Arcidiocesi di Camerino, (da cui<br />

Mons. Scuppa proveniva e dove vivono due<br />

suoi fratelli sacerdoti, Don Giuseppe e Don<br />

L’unità con il Vescovo e l’unità dei<br />

membri del presbiterio tra di loro non<br />

sarebbero una condizione buona per<br />

svolgere meglio il ministero e servire più<br />

fruttuosamente la Chiesa, ma la conditio<br />

sine qua non della condizione presbiterale».<br />

«Per questo — ha concluso — l’unità<br />

di tutti con il Vescovo non è un optional<br />

e non lo è a maggior ragione per il presbiterio<br />

è piuttosto la condizione fondamentale<br />

dell’identità cristiana. Così il<br />

primo e fondamentale impegno del Vescovo<br />

è di essere questo principio di<br />

unità; il primo e fondamentale impegno<br />

di un prete è quello di far risplendere<br />

quella forma di unità del presbiterio che<br />

rende presente in sommo grado Cristocapo<br />

ed è una condizione di fecondità<br />

del ministero di tutti e di ciascuno. La<br />

scommessa di una Chiesa particolare<br />

che voglia manifestare al mondo il profilo<br />

disegnato dal Concilio è la comunione<br />

come principio di vita, come fondamento<br />

di ogni progetto e di ogni mentalità,<br />

di ogni parola e azione, quale ritraduzione<br />

profetica della Chiesa delle origini. È<br />

la comunione per la missione, quella<br />

missione a cui voi vi preparate sempre<br />

nella memoria dei tanti frutti che la tradizione<br />

di questa Chiesa ha già manifestato<br />

nella storia della fede».<br />

Il Convegno ecclesiale si è poi concluso<br />

con la solenne Concelebrazione Eucaristica<br />

in Cattedrale presieduta dall’Arcivescovo<br />

Buoncristiani.<br />

ROBERTO ROMALDO<br />

Mario) e altri delle diocesi limitrofe. Presenti<br />

anche le monache benedettine dei<br />

monasteri fabrianesi di s. Margherita e di s.<br />

Luca.<br />

Parole di introduzione all'assemblea Eucaristica<br />

ha detto Mons. Romeo, che già<br />

era stato a Fabriano a rendere visita al Vescovo<br />

ammalato; l'omelia è stata svolta dal<br />

Metropolita, Mons. Franco Festorazzi, Arcivescovo<br />

di Ancona; brani significati del nobile<br />

testamento spirituale di Mons. Scuppa<br />

sono stati letti da Mons. Lido Ciccolini,<br />

eletto amministratore della diocesi «sede<br />

vacante»; il sindaco di Fabriano ha ricordato<br />

con accenti di stima e gratitudine l'attività<br />

svolta in tanti anni da Mons. Scuppa e<br />

specialmente nella drammatica emergenza<br />

del terremoto. Infine Don Mario Scuppa ha<br />

ringraziato, anche a nome degli altri familiari,<br />

quanti sono stati vicini al fratello Vescovo<br />

nei giorni delle sofferenze riferendo<br />

anche come egli si sentisse accompagnato<br />

dalle preghiere e dall'affetto di tanta gente.<br />

La salma, provvisoriamente deposta nella<br />

cappella del clero nel cimitero di Santa Maria,<br />

ritornerà presto insieme a quella del<br />

Bressanone: celebrati i dieci anni<br />

dello Studio Teologico Accademico<br />

Lo Studio Teologico Accademico e l'Istituto<br />

Superiore di Filosofia e Teologia<br />

di Bressanone hanno festeggiato con un<br />

convegno rispettivamente dieci e venticinque<br />

anni di vita. Hanno partecipato il<br />

Vescovo di Bolzano-Bressanone, Mons.<br />

Wilhelm Egger, che ha parlato sul tema<br />

«La rilevanza della Teologia per la nostra<br />

terra», il rettore del Seminario Maggiore<br />

don Ivo Muser, il preside dello<br />

Studio Teologico professor Karl Golser<br />

ed il decano del Duomo don Johannes<br />

Messner. Gli interventi hanno focalizzato<br />

le tappe del percorso di formazione<br />

cristiana che a Bressanone ha espresso<br />

numerose istituzioni.<br />

In base agli ordinamenti dell'imperatore<br />

Carlo Magno, già presso la sede vescovile<br />

di Sabiona si ritiene esistesse una<br />

Scuola del Duomo, sicuramente presente<br />

invece, a partire dalla fine del X secolo,<br />

nella nuova sede vescovile di Bressanone<br />

come unica istituzione educativa<br />

del Tirolo. Lo Studio Teologico presso il<br />

Seminario Maggiore di Bressanone si rifà<br />

al Regolamento degli studi per la formazione<br />

presbiterale del Concilio di<br />

Trento. In seguito al sinodo diocesano<br />

del 1603, che con i suoi intenti innovativi<br />

applicò i decreti del Concilio nella<br />

Diocesi di Bressanone, il 19 novembre<br />

1607 fu fondato il Seminario Maggiore.<br />

Lo Studio Teologico godette sempre di<br />

buona fama avendo nel tempo, fra i<br />

suoi docenti, nomi famosi; nella seconda<br />

metà dell'Ottocento esso veniva annoverato<br />

fra i più conosciuti e considerati<br />

dell'intero Impero Asburgico. La divisione<br />

politica del Tirolo e della Diocesi di<br />

Bressanone dopo la prima guerra mondiale<br />

ebbe conseguenze anche per il Seminario<br />

Maggiore e per lo Studio Teologico<br />

che, fino al 1938, rimasero comunque<br />

aperti ai seminaristi del Tirolo del<br />

Nord e dell'Est. Anche durante il secondo<br />

conflitto mondiale lo Studio poté garantire<br />

la formazione.<br />

Dopo i mutamenti organizzativi conseguenti<br />

al riordino avvenuto nel 1964<br />

dei confini della Diocesi di Bolzano-<br />

Bressanone, una nuova situazione venne<br />

a profilarsi negli anni Settanta grazie alle<br />

trattative svolte con la Facoltà di Teologia<br />

dell'Università di Innsbruck e con i<br />

Ministeri competenti del Governo Federale<br />

Austriaco. Il curriculum di studi assolto<br />

a Bressanone venne riconosciuto<br />

nel 1976 dalla Facoltà di Teologia dell'Università<br />

di Innsbruck in base ad una<br />

omologazione dei piani di studio, offrendo<br />

di conseguenza agli studenti già diplomati<br />

la possibilità di iscriversi per un<br />

semestre nella città austriaca, ottenere il<br />

grado accademico di «Magister» in teologia<br />

ed eventualmente continuare i loro<br />

studi in vista di un dottorato.<br />

L'ultimo capitolo di questa lunga storia<br />

venne infine scritto nel 1991 quando<br />

il Vescovo presentò istanza, subito accolta,<br />

affinché lo Studio Teologico di<br />

Bressanone venisse eretto come centro<br />

accademico ecclesiastico autorizzato al<br />

rilascio del Baccalaureato in Teologia.<br />

MAURIZIO MELLARINI<br />

RUVO DI PUGLIA Anno giubilare straordinario nella parrocchia del SS. Redentore<br />

Accostare i fedeli al cuore del Vangelo<br />

Si è aperto giovedì 6 dicembre, per la<br />

Comunità parrocchiale del SS. Redentore<br />

di Ruvo di Puglia, per la città tutta e<br />

per i fedeli che vorranno fruire dei beni<br />

di grazia, l'Anno Giubilare Straordinario,<br />

nella ricorrenza del centenario della<br />

edificazione della chiesa, che fu poi consacrata<br />

a Gesù Redentore il 6 dicembre<br />

del 1950, Anno Santo, dal Vescovo Aurelio<br />

Marena, sotto il parrocato di Don<br />

Michele Montaruli. Questi fu il predecessore<br />

di Mons. Vincenzo Pellegrini,<br />

nominato parroco nel maggio del 1983<br />

da Mons. Antonio Bello.<br />

Mons. Luigi Martella, attuale Vescovo<br />

della Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi,<br />

ha aperto la Porta Santa del<br />

SS. Redentore e dato così inizio ad una<br />

serie di momenti celebrativi che si snoderanno<br />

lungo tutto l'Anno Giubilare. Il<br />

fine è di facilitare l'accostamento dei fedeli<br />

al cuore del messaggio evangelico,<br />

cioè all'esigenza di riscoprire — come<br />

scrive Mons. Martella nel Decreto di<br />

apertura dell'Anno Giubilare —, la profondità<br />

e la bellezza del nostro rapporto<br />

d'amore con Dio ed i fratelli, memori<br />

che tutta la Legge si compendia nei due<br />

amori speculari, quello per il Signore e<br />

quello per il prossimo, che dal primo<br />

trae nutrimento significato.<br />

suo predecessore Mons. Macario Tinti,<br />

morto un anno fa, nella sua Cattedrale di s.<br />

Venanzo, dove sono state predisposte le<br />

tombe dei Vescovi.<br />

Nato a Apiro nel 1927, ordinato sacerdote<br />

nel 1950, fu vicerettore del Seminario di<br />

Camerino, canonico della Cattedrale, arciprete-parroco<br />

e vicario foraneo a S. Ginesio.<br />

Laureato in Lettere classiche ed abilitato<br />

all'insegnamento di Filosofia e Pedagogia,<br />

fu docente di ruolo di questa materia<br />

all'Istituto Magistrale di S. Ginesio.<br />

Nominato Vescovo nel 1978, dopo l'ordinazione<br />

venne inviato a guidare le diocesi<br />

congiunte di Fabriano e di Matelica, dove è<br />

stato pastore zelante, sempre disponibile all'ascolto<br />

di chi si rivolgesse a lui, sempre<br />

vicino alle comunità religiose, alle associazioni<br />

e gruppi ecclesiali per incoraggiare e<br />

sostenere le loro attività.<br />

Il suo ministero episcopale, durante il<br />

quale è avvenuta — nel 1986 — la fusione<br />

in un'unica diocesi integrata con le parrocchie<br />

di Fabriano e Sassoferrato già appartenenti<br />

a quella di Nocera Umbra, è stato<br />

onorato, il 19 marzo 1991, dalla visita del<br />

Papa alle industrie di Fabriano e Matelica.<br />

Altri momenti salienti del suo lungo servizio<br />

episcopale sono stati il Sinodo Diocesano,<br />

indetto nel 1991 e concluso nel 1995,<br />

la costituzione della Caritas, la revisione dei<br />

confini parrocchiali e l'avvio delle unità pastorali,<br />

la riforma della curia vescovile e degli<br />

uffici pastorali, la dedicazione di due<br />

nuove chiese, l'ordinazione di nuovi sacerdoti<br />

(alcuni non italiani), l'ottenuta collaborazione<br />

in diocesi di religiosi indiani.<br />

Ma di Mons. Scuppa va ricordata anche<br />

la sua presenza tra la gente durante l'emergenza<br />

del terremoto (lui stesso terremotato,<br />

non si è voluto allontanare dall'episcopio<br />

lesionato dal sisma) e la sua costante sollecitudine<br />

per la ricostruzione delle case e<br />

delle chiese. Indimenticabile la Santa<br />

Messa da lui celebrata nella Notte di<br />

Natale del 1997 con la partecipazione di<br />

7.000 fabrianesi.<br />

ALDO CRIALESI<br />

La Porta Santa si è aperta sulla stupenda<br />

immagine musiva di oltre 750.000<br />

tessere del Cristo Redentore, piagato ma<br />

vivo, svettante sul tabernacolo dove dimora<br />

e da dove si dona incessantemente<br />

e gratuitamente agli uomini.<br />

L'Indulgenza plenaria che Giovanni<br />

Paolo II concede a chi si recherà, con le<br />

dovute disposizioni, in pellegrinaggio al<br />

SS. Redentore, è un ulteriore incoraggiamento<br />

ad uscire dalla tiepidezza spirituale<br />

per inoltrarsi, fortificati dalla grazia<br />

di Dio e dal Suo perdono, lungo itinerari<br />

di fede più maturi e vibranti.<br />

Fare tesoro di questo ulteriore tempo<br />

di grazia è la sollecitazione fraterna che<br />

Mons. Vincenzo Pellegrini muove alla<br />

Comunità parrocchiale, ai fedeli di Ruvo<br />

e della Diocesi tutta. Sul numero speciale<br />

del mensile parrocchiale «Fermento»,<br />

giunto ormai al sedicesimo anno di vita,<br />

dedicato al lieto evento giubilare, il Parroco<br />

con parole commosse invita al raccoglimento<br />

ed alla preghiera in un tempio<br />

tanto amato da ruvesi e da essi edificato<br />

pietra su pietra nella bella e centralissima<br />

Piazza Castello, che, in tutti<br />

questi anni, si è rivelato «un trono di<br />

grazie e favori per i fedeli».<br />

SALVATORE BERNOCCO


.<br />

PAGINA<br />

14 .<br />

Università Cattolica e Azione Cattolica:<br />

un legame da ripensare<br />

da rilanciare, da aggiornare<br />

PAOLA BIGNARDI<br />

Presidente Nazionale<br />

dell'Azione Cattolica Italiana<br />

Il pensiero dell’Università Cattolica<br />

porta con sé tanti ricordi personali:<br />

quelli degli anni belli della giovinezza,<br />

delle inquietudini, delle tante attese; gli<br />

anni in cui la passione per lo studio si è<br />

intrecciata con le domande sulla vita e<br />

sul mondo: un tempo di incontri importanti,<br />

di testimonianze forti che mi hanno<br />

segnato, di splendide letture...<br />

Mi sono laureata nel 1972; più tardi,<br />

ho rimpianto quella fretta di laurearmi,<br />

in quattro anni, a giugno. Ma quando si<br />

è giovani, si ha voglia di diventare presto<br />

adulti; e del resto, in Cattolica mi<br />

era stato insegnato che bisogna essere<br />

studenti seri, e studiare davvero, con<br />

impegno.<br />

Ero approdata all’Università Cattolica<br />

quasi naturalmente: dall’Azione Cattolica,<br />

dalla parrocchia che frequentavo e<br />

che mi aveva fatto intuire che era importante<br />

costruire dentro di me un legame<br />

forte tra la mia formazione cristiana<br />

ed ecclesiale e la formazione culturale<br />

che andavo cercando.<br />

Trovo in questo ricordo personale alcuni<br />

tratti di permanente interesse nel<br />

rapporto tra Università Cattolica e Azione<br />

Cattolica; tratti che evidenziano la<br />

funzione tuttora così importante di<br />

un’Università Cattolica per la Chiesa,<br />

per il laicato, per la società italiana.<br />

C’è un legame storico tra Azione Cattolica<br />

e Università del Sacro Cuore. L’idea<br />

di una Università Cattolica nasce alla<br />

fine della prima guerra mondiale attorno<br />

a figure quali Giuseppe Toniolo,<br />

Agostino Gemelli, Ludovico Necchi,<br />

Francesco Olgiati..., soprattutto attorno<br />

ad Armida Barelli, presidente della Gioventù<br />

Femminile, che in Università ricoprirà,<br />

fino alla morte, l’incarico di cassiera.<br />

All’Università viene affidato soprattutto<br />

il compito di formare i dirigenti<br />

dell’Azione Cattolica, che a loro volta<br />

si impegnano a sostenere le iniziative e<br />

la vita stessa della «loro» Università. Vi<br />

fu un’incessante attività, animata soprattutto<br />

dalla Barelli, a favore dell’Università<br />

Cattolica: essa era volta a sostenere<br />

l’Università con la preghiera, con la propaganda,<br />

con la raccolta di fondi: nasce<br />

così la Giornata Universitaria.<br />

C’è un legame che dura nel tempo tra<br />

AC e Università Cattolica: un legame —<br />

se necessario — da ripensare, da rilanciare,<br />

da aggiornare.<br />

Vorrei provare ad esplicitare alcuni<br />

aspetti di questo permanente rapporto.<br />

Il primo aspetto credo che sia giocato<br />

attorno alla vocazione laicale. Il professor<br />

Lazzati, nel 1979, in un seminario<br />

dedicato proprio al rapporto tra Azione<br />

Cattolica e Università Cattolica, ebbe a<br />

dire che «proprio nella maturazione progressiva<br />

di questa coscienza di laicità si<br />

intrecciano le comuni radici dell’Azione<br />

Cattolica e dell’Università Cattolica e la<br />

comune vocazione, pur nei diversi campi<br />

operativi, a porsi nella vita della Chiesa<br />

e del mondo quale momento di maturazione<br />

nella coscienza dei cattolici<br />

italiani del senso della dimensione laicale<br />

della Chiesa, del significato, sul piano<br />

dell’essere e dell’agire, del popolo di Dio<br />

posto come fermento nel mondo in vista<br />

del suo crescere e ordinarsi secondo il<br />

progetto di Dio».<br />

Azione Cattolica e Università Cattolica<br />

vivono oggi la comune consapevolezza<br />

di dover rendere un servizio alla società<br />

e al proprio tempo. La prima porta<br />

avanti questo servizio attraverso la formazione<br />

globale di coscienze cristiane;<br />

la seconda, attraverso lo studio, la ricerca<br />

scientifica, il lavoro culturale coltivati<br />

con qualità e rigore. L’Università Cattolica<br />

ha una vocazione importante rispetto<br />

alla Chiesa: quella di contribuire a<br />

formare generazioni di persone che abbiano<br />

in stima la ragione e che siano capaci<br />

di pensare; persone che coltivano<br />

la vocazione allo studio e alla ricerca come<br />

servizio alla verità... ; professionisti<br />

capaci e qualificati, per i quali la competenza<br />

sia un modo per rendere testimonianza<br />

al loro essere posti nel mondo<br />

a coltivare un giardino che Dio ha messo<br />

nelle mani dell’uomo e di cui l’uomo<br />

deve instancabilmente porre in luce la<br />

bellezza; entro cui deve instancabilmente<br />

operare perché possa recuperare l’armonia<br />

delle origini.<br />

Azione Cattolica e Università Cattolica<br />

vivono la comune consapevolezza che<br />

oggi è necessario che i cattolici siano<br />

presenti nel mondo, con la capacità di<br />

introdurre nel dibattito culturale nella<br />

scuola, nella politica, nella società...<br />

quei valori che sono propri di una visione<br />

cristiana della vita e della storia. Si<br />

tratta di un obiettivo che non riguarda<br />

solo la cultura che si elabora a livello<br />

accademico, ma tutta la cultura e tutti<br />

coloro che cercano di vivere con serietà<br />

il rapporto tra la fede e la ragione; tra<br />

una fede che cerca la cultura dell’uomo<br />

e le sue domande e una cultura che dalla<br />

fede vuole essere illuminata.<br />

Una relazione viva tra Azione Cattolica<br />

e Università Cattolica può contribuire<br />

ad un avvicinamento di cultura riflessa e<br />

cultura diffusa, ampliando le opportunità<br />

di confronto fra il piano della elaborazione<br />

culturale propriamente detta e l’orizzonte<br />

storico concreto dell’esperienza<br />

vissuta, con le sue domande esplicite<br />

ma anche con gli interrogativi impliciti<br />

nel modo di vivere di ogni giorno.<br />

Credo che l’Azione Cattolica, come<br />

esperienza ecclesiale, popolare, formativa,<br />

possa costituire un’importante mediazione<br />

tra Università Cattolica e comunità<br />

cristiana: può contribuire a dare<br />

un nome ai molti interrogativi che i giovani<br />

portano dentro di sé e ad orientarli;<br />

può costituire il passaggio attraverso<br />

cui laicità, cultura e vita quotidiana; formazione<br />

personale, testimonianza nel<br />

mondo e servizio nella Chiesa si incontrano;<br />

intrecciano le loro domande; si<br />

pongono in relazione.<br />

Il rapporto tra Università Cattolica e<br />

comunità cristiana nel corso del tempo<br />

sembra essersi affievolito. Sono molte la<br />

ragioni che spiegano questo fatto: certo<br />

più ci si allontana dal fervore delle origini,<br />

più i legami rischiano di allentarsi.<br />

Ma ci sono anche altre ragioni: le nostre<br />

comunità hanno indebolito la sensibilità<br />

verso le istituzioni e l’attenzione verso le<br />

proprie istituzioni, attratte come sono<br />

state da esperienze diverse, cariche della<br />

suggestione della novità e degli inizi. Ed<br />

è anche diminuita in esse la stima per la<br />

riflessione, per la cultura, per la pensosità,<br />

per la formazione rigorosa.<br />

Proprio per queste ragioni, il rapporto<br />

tra Azione Cattolica e Università Cattolica<br />

può essere via per un nuovo legame<br />

tra l’Università e la Chiesa italiana del<br />

progetto culturale.<br />

La formazione dei giovani è elemento<br />

cardine di una attenzione che l’Azione<br />

Cattolica e l’Università del Sacro Cuore<br />

hanno in comune, perché la crescita<br />

della società, del laicato, della Chiesa,<br />

non può avvenire senza una forte crescita<br />

spirituale e culturale. Credo che anche<br />

in ragione dell’aggettivo che la qualifica,<br />

l’Università Cattolica debba saper<br />

essere luogo in cui la passione per la ricerca<br />

si intreccia con la tensione educativa.<br />

Nell’attuale contesto, l’Università<br />

Cattolica deve distinguersi per la solidità<br />

della proposta culturale, per il rigore<br />

che insegna nello studio, ma anche per<br />

la possibilità che offre di incontrare docenti<br />

che sanno essere educatori, persone<br />

disponibili ad accompagnare i giovani<br />

a conoscere e a sperimentare il gusto<br />

della ricerca, la disciplina del lavoro intellettuale,<br />

la passione per i grandi orizzonti.<br />

Docenti che ritengano che l’essere<br />

educatori renda più preziosa la loro attività<br />

professionale.<br />

Da laica cristiana, penso ad un’Università<br />

Cattolica che sa tener lo sguardo<br />

rivolto in diverse direzioni: quella della<br />

cultura e della ricerca scientifica, quella<br />

della società e dei suoi problemi, ma anche<br />

quella della Chiesa e delle concrete<br />

comunità cristiane di cui sa continuare<br />

a sentirsi parte. Sarà il legame tra l’Università<br />

Cattolica e la comunità cristiana<br />

ciò che permetterà di preparare generazioni<br />

di persone in grado di rendere più<br />

ricca la comunità stessa con quelle presenze<br />

pensose di fronte al mondo che<br />

potranno dare qualità missionaria alle<br />

nostre Chiese.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Venerdì 7 Dicembre 2001<br />

7 dicembre 1921-2001: gli ottant'anni<br />

dell'Università Cattolica del Sacro Cuore<br />

Giancarlo Brasca protagonista<br />

di un'intensa stagione di impegno<br />

Una delle figure più rappresentative della Cattolica è stato<br />

senza dubbio Giancarlo Brasca, a lungo Direttore Amministrativo<br />

dell'Università, morto il 24 gennaio 1979. Vogliamo ricordarlo<br />

pubblicando i passi salienti di un suo articoloper il<br />

nostro giornale, dedicato alla ricerca scientifica.<br />

La ricerca può essere definita come lo sforzo dell'uomo per<br />

far avanzare le conoscenze già acquisite. La ricerca comporta<br />

quindi sempre uno scoprire, un inventare qualcosa di<br />

nuovo, un penetrare sempre più a fondo nelle ricchezze misteriose<br />

dell'universo.<br />

La ricerca, nella misura in cui porta al possesso di nuove<br />

verità sull'uomo e sul mondo, è sempre benefica. Ma molte<br />

volte a prima vista può apparire, o addirittura essere, dannosa...<br />

Per questo gli scienziati sono quasi sempre combattuti e<br />

perseguitati da coloro che si trovano al potere o — al contrario<br />

— lusingati e sottoposti a tentativi di corruzione...<br />

È questa una delle ragioni per le quali gli scienziati cercano<br />

istintivamente di difendere la propria libertà riunendosi<br />

Dal piccolo gruppo di studenti del '21<br />

ai quarantamila di oggi<br />

L'Italia, quotidiano cattolico della diocesi ambrosiana — progenitore dell'Avvenire<br />

— dedicò all'inaugurazione dell'Università Cattolica la prima e la seconda<br />

pagina. All'indomani il numero della solennità dell'Immacolata riportava la<br />

notizia dell'avvenimento con titolo a sei colonne. L'occhiello — una pietra miliare<br />

nella lotta per la libertà degli studi — riportava l'eco delle polemiche e dei<br />

confronti tra i cattolici e lo Stato laico, che caratterizzarono la storia italiana tra<br />

fine '800 e inizio '900. In apertura, un articolo con la prestigiosa firma di Filippo<br />

Meda, riaffermava il ruolo dei cattolici nella vita sociale e culturale dell'Italia.<br />

«Ieri nella nostra città — scriveva —, nella festa secolare di Ambrogio Vescovo,<br />

si inaugurò la Università Cattolica. Si tratta di un evento di notevole importanza<br />

culturale ed anche politica nel buon senso della parola, un evento che<br />

si raccomanda alla compiacenza non soltanto di noi cattolici, ma di quanti all'infuori<br />

ed al di sopra dei preconcetti partigiani o scolastici, sanno attribuire un<br />

giusto valore ai fatti sociali».<br />

Il lungo resoconto che occupava il resto della prima e metà della seconda pagina<br />

ripercorreva la cerimonia nell'Aula Magna con i discorsi di Padre Agostino<br />

Gemelli, del sottosegretario al Ministero dell'Istruzione del governo italiano Anile,<br />

dell'Arcivescovo di Pisa, Cardinale Maffi, di don Sturzo e del Cardinale<br />

Achille Ratti, Arcivescovo di Milano, che tre mesi dopo sarebbe stato eletto Papa<br />

con il nome di Pio XI. Anche il Corriere della Sera e Il Secolo riportarono<br />

l'avvenimento. Ciò che colpisce maggiormente nelle cronache dei due quotidiani<br />

milanesi è che gli studenti delle due facoltà istituite in quell'anno erano 68.<br />

Oggi sono più di quarantamila.<br />

Cinque sedi<br />

e quasi<br />

tremila docenti<br />

Fascino della ricerca<br />

e obbedienza alla Chiesa<br />

L'inizio ufficiale delle lezioni delle prime<br />

due facoltà dell’ateneo dei cattolici<br />

italiani, Filosofia e Scienze sociali, ebbe<br />

luogo il 7 dicembre del 1921 nell’aula<br />

magna di via sant’Agnese a Milano.<br />

22 maggio 1983: Giovanni Paolo II a Milano visita l'Università Cattolica<br />

Quella cerimonia inaugurale rappresentava<br />

per Padre Agostino Gemelli la conferma<br />

della validità della sua intuizione,<br />

destinata a lasciare un segno profondo<br />

nella storia ecclesiale, culturale e civile<br />

d’Italia.<br />

Una intuizione vincente, che divenne<br />

la cifra di tutta la vita di Agostino Gemelli<br />

e dei suoi più stretti collaboratori:<br />

Armida Barelli, Mons. Francesco Olgiati,<br />

il conte Ernesto Lombardo, Ludovico<br />

Necchi, solo per ricordarne alcuni. Un<br />

traguardo raggiunto grazie a chi, primo<br />

fra tutti Giuseppe Toniolo, sin dal sorgere<br />

dell’Opera dei Congressi nel 1874 aveva<br />

accarezzato l’idea di un istituto di<br />

1921: P. Gemelli con alcuni studenti<br />

Parlare di Gesù ai giovani<br />

per formarli alla Verità<br />

cultura superiore per educare alle professioni<br />

liberali e all’insegnamento i giovani<br />

cattolici. Un’aspirazione oggi ovvia:<br />

non lo era alla fine dell’Ottocento quando<br />

il laicismo culturale e la Questione<br />

Romana avevano scavato un fossato<br />

Rovighi, Apollonio e Giacchi — a interrogarsi<br />

a partire dai radiomessaggi di<br />

Pio XII su come ristabilire la democrazia<br />

nel Paese. Da loro sarebbe nato pochi<br />

anni dopo il gruppo di Cronache sociali<br />

(Dossetti, La Pira, Lazzati, Fanfa-<br />

SERGIO ZANINELLI<br />

Rettore Magnifico dell'Università<br />

Cattolica del Sacro Cuore<br />

La scorsa settimana presiedevo la<br />

prolusione ai corsi di introduzione alla<br />

Teologia per gli studenti del primo<br />

anno. Nella grande aula Gemelli avevo<br />

di fronte 600 ragazzi e altre centinaia<br />

erano rimaste fuori perché non<br />

avevano trovato posto.<br />

Guardavo questi volti. Così numerosi.<br />

Eppure ciascuno era lì, unico<br />

ed irripetibile. Ciascuno di questi ragazzi<br />

era venuto alla lezione con la<br />

sua storia, il suo desiderio di conoscere<br />

e capire, i suoi sentimenti, le<br />

sue certezze e incertezze.<br />

Li avevamo invitati e stavamo loro<br />

parlando della Verità. Li guardavo<br />

stupito e quasi commosso pensavo<br />

agli ottanta anni dell’Università Cattolica<br />

del Sacro Cuore. Da ottanta<br />

anni essa invita i giovani e offre loro<br />

conoscenze, competenze e, soprattutto,<br />

li invita a conoscere la Verità.<br />

Parlavamo di Gesù nelle stesse aule<br />

e alle stesse persone che vogliamo<br />

formare come «classe dirigente», alla<br />

quali spieghiamo il diritto, l’economia,<br />

il latino e l’informatica.<br />

Ero commosso di fronte a questo<br />

piccolo miracolo, soprattutto pensando<br />

che si ripete da ottant’anni, da<br />

quando nel 1921 la coraggiosa determinazione<br />

di padre Gemelli e dei<br />

suoi collaboratori, la paternità della<br />

Chiesa e la consapevole generosità<br />

di tanti fedeli, coronarono l’antico<br />

sogno di un ateneo dei cattolici italiani.<br />

Il miracolo di uomini liberi che vogliono<br />

imparare e di altri uomini liberi<br />

che, a partire dalla fede cristiana<br />

vissuta, sono disposti a sviluppare ricerca<br />

scientifica, a insegnare i risultati<br />

delle proprie acquisizioni.<br />

Ottanta anni ci hanno dimostrato<br />

che questo miracolo è possibile e<br />

produce frutti copiosi. L’imponenza<br />

della nostra tradizione e del nostro<br />

presente ci costringe a prendere sul<br />

seriol’ideaoriginaledacuisiamonati.<br />

E continuo a pensare che non era<br />

per nulla scontato che l’Università<br />

Cattolica del Sacro Cuore arrivasse<br />

fino a festeggiare i suoi ottanta anni<br />

di vita. Nonostante e attraverso i nostri<br />

inevitabili limiti siamo giunti a<br />

questo traguardo. Lo dobbiamo a<br />

due condizioni: da un lato alla testimonianza<br />

di tanti maestri che dentro<br />

l’università si sono dedicati e si dedicano<br />

con rigore, dedizione e intelligenza<br />

alla ricerca e all’insegnamento;<br />

e dall’altro alla correzione (nel senso<br />

letterale del termine) della Chiesa,<br />

che ha sempre avuto il coraggio di<br />

chiedere e, nello stesso tempo, di lasciare<br />

spazio alla nostra iniziativa.<br />

Andremo avanti con gratitudine, in<br />

questa fedeltà. Oggi abbiamo quarantamila<br />

studenti, che sono anche —<br />

non bisogna dimenticarlo — le loro<br />

famiglie, che hanno più bisogno che<br />

mai di scoprire che ciascuno di loro<br />

ha sete di conoscenza e di Verità.<br />

Spesso non lo sanno nemmeno. Ma,<br />

invitati, vengono.<br />

E il miracolo continua.<br />

profondo nella società italiana, isolando ni), che ebbe un’influenza decisiva nel-<br />

i cattolici dalla vita politica e culturale. l’elaborazione della Costituzione. Un’al-<br />

Un azzardo che divenne subito la tra sfida — contribuire alla rinascita po-<br />

«missione» di Edoardo Gemelli, brillante litica del Paese — cui la Cattolica fu<br />

medico che il 16 novembre 1903 era en- chiamata dalla drammaticità del dopo<br />

trato nel convento francescano a Rezza- guerra.<br />

to, abbandonando positivismo e sociali- Intanto con la costruzione dei collegi<br />

smo, per divenire P. Agostino. Fede e universitari all’inizio degli anni Trenta la<br />

ragione, religione e cultura: due mondi Cattolica aveva assunto una dimensione<br />

da far incontrare, questa la missione per pienamente nazionale, divenendo vero<br />

cuifebbrilmentesi mise subito all’opera. luogo di formazione di quella classe diri-<br />

Appena prima di partire per la guerra gente cattolica chiamata in larga misura<br />

con gli amici della Rivista di filosofia nel secondo dopoguerra alle più alte re-<br />

neoscolastica, il famoso voto: «Se tornesponsabilità politiche e sociali. Di granremo<br />

vivi costruiremo un’università dede prestigio, fra le altre, la scuola filosodicata<br />

al Sacro Cuore». E nel settembre fica neotomista e quella giuridica, come<br />

1918 Toniolo, ormai nel letto di morte, pure originale fu la ricerca di Fanfani,<br />

passò il testimone al giovane frate: «Fa- prima, e Vito, poi, per una «economia<br />

tela, fatela l’università cattolica», gli dis- al servizio dell’uomo».<br />

se commosso stringendogli le mani. L’Università Cattolica vide moltiplica-<br />

Quel 7 dicembre 1921 fu dunque l’ap- re le domande di formazione e le sue seprodo<br />

nella realtà<br />

di un sogno, da<br />

quel momento da<br />

far vivere nel sempre<br />

aspro confronto<br />

con la realtà.<br />

L’Università Cattolica<br />

«non parte<br />

da una irosa opposizione<br />

allo Stato»,<br />

disse il Rettore<br />

Gemelli inaugurandola.Espressione<br />

corale del<br />

mondo cattolico di<br />

allora: intransigenti<br />

certo, ma anche<br />

cattolici liberali e<br />

giovani della nascente<br />

democrazia<br />

cristiana. Ma so-<br />

1932: l'inaugurazione della nuova sede nell'ex ospedale militare<br />

prattutto espres-<br />

in comunità riconosciute dalla società come indipendenti e<br />

in qualche modo sovrane.<br />

La seconda ragione della tendenza degli uomini di scienza<br />

a riunirsi insieme è nella necessità di una stretta e costante<br />

collaborazione tra di loro...<br />

Questa collaborazione ha un nome preciso: interdisciplinarità.<br />

Essa sta all'origine dell'università, nata appunto<br />

come «Universitas studiorum», come cioè insieme organico<br />

delle varie scienze, per una ricerca comune della verità...<br />

L'Università Cattolica ha dato sin dalle origini importanza<br />

centrale alla ricerca scientifica. Basti pensare all'opera grandiosa<br />

svolta da P. Gemelli nel campo della psicologia, dal<br />

prof. Vito nel campo dell'economia e delle scienze sociali, da<br />

Mons. Olgiati nel campo della filosofia. Tutti e tre non si limitarono<br />

ad un'opera personale, ma dedicarono le loro migliori<br />

energie alla formazione di una «scuola» cioè di un<br />

gruppo di persone che dedicavano sforzi convergenti a ricerche<br />

comuni, sotto una comune ispirazione.<br />

«L'Osservatore Romano», 22-23 novembre 1976<br />

Oltre che a Milano, la Cattolica ha<br />

sedi anche a Brescia, Piacenza-Cremona,<br />

Roma e Campobasso. Le cinque<br />

strutture ospitano 14 Facoltà, con 71<br />

corsi di laurea triennali istituiti secondo<br />

il nuovo ordinamento.<br />

Il Magnifico Rettore, prof. Sergio<br />

Zaninelli, è assistito dai Prorettori Michele<br />

Colasanto (Vicario - riforma e<br />

revisione offerta formativa), Lorenzo<br />

Ornaghi (relazioni internazionali), Luigi<br />

Ortona (Ricerca scientifica), Francesco<br />

Casetti (comunicazione). Insieme<br />

dirigono i 2.791 docenti e i 40.586 studenti<br />

iscritti all'ultimo anno accademico.<br />

2.223 sono i progetti di ricerca avviati.<br />

Dalla nascita dell'Ateneo sono<br />

usciti 104.633 laureati e le pubblicazioni<br />

scientifiche nell'ultimo triennio sono<br />

state 8.285. La biblioteca dispone<br />

di 1.594.681 volumi.<br />

sione di popolo: furono le socie della<br />

Gioventù femminile dell’Azione cattolica,<br />

guidata da Armida Barelli, a dare sostanza<br />

al sogno grazie alle questue per<br />

la giornata universitaria, casa per casa,<br />

campanile per campanile. Fu proprio<br />

grazie a questo radicamento sociale che<br />

nel 1924, in applicazione alla riforma<br />

Gentile, l’università ebbe il riconoscimento<br />

ufficiale dello Stato e le due originarie<br />

facoltà si mutarono in Giurisprudenza,<br />

Lettere e filosofia, Scienze economiche<br />

e Magistero. Il manipolo iniziale<br />

di studenti e professori crebbe rapidamente<br />

occupando, già nel 1929, i chiostri<br />

dell’antico monastero di sant’Ambrogio.<br />

Elaborare una cultura cristianamente<br />

ispirata, ma con il massimo di rigore<br />

scientifico e accettando gli apporti più<br />

innovativi del sapere moderno: lo spirito<br />

decisamente battagliero di Gemelli guidò<br />

la Cattolica, che volle pensare come un<br />

laboratorio in perenne costruzione, luogo<br />

di sperimentazione mai facile, sicuramente<br />

per quei tempi ardita.<br />

Intanto ci furono il fascismo e poi la<br />

guerra. «Era scoppiata da pochi mesi e<br />

c'era un grande numero di matricole,<br />

ma ben presto la maggioranza di questi<br />

giovani fu chiamata alle armi e i corsi<br />

furono caratterizzati da una presenza<br />

prevalentemente femminile. Una situazione<br />

che si protrasse per tutto il periodo<br />

bellico». A ricordarlo è Mons. Pietro<br />

Zerbi, iscritto nel 1940, che dopo la laurea<br />

in filosofia, con il passare degli anni,<br />

in Cattolica è divenuto assistente, libero<br />

docente, professore incaricato, titolare<br />

di cattedra, preside della facoltà di lettere,<br />

pro-rettore. Autore di numerose pubblicazioni<br />

di storia medioevale e storia<br />

della Chiesa, Mons. Zerbi può vantare<br />

cinquantacinque anni di impegno scientifico<br />

nell'ateneo.<br />

Con la guerra, nel 1943, le bombe<br />

caddero anche sui chiostri di sant’Ambrogio.<br />

Pochi mesi dopo iniziava la resistenza<br />

che in Cattolica si espresse principalmente<br />

in Ezio Franceschini e nei<br />

gruppi di professori e studenti che animarono<br />

riviste e circoli come L’uomo.<br />

Era iniziato l’impegno culturale per la<br />

ricostruzione: furono alcuni docenti della<br />

seconda generazione, il cosiddetto<br />

gruppo di Casa Padovani — Lazzati,<br />

Dossetti, Amorth, Fanfani, Sofia Vanni<br />

di: nel 1953 a Piacenza nacque la facoltà<br />

di Agraria; nel 1961 a Roma la facoltà di<br />

Medicina — l’ultima battaglia di Gemelli<br />

morto nel ’59 —; nel 1968 a Brescia la<br />

facoltà di Magistero.<br />

L’università era ormai divenuta «di<br />

massa». «Al di là della composizione sociale<br />

degli iscritti — prosegue Mons.<br />

Zerbi — l'ambiente era marcatamente<br />

segnato dalla presenza di giovani provenienti<br />

dall'Azione Cattolica». Il rettorato<br />

di Giuseppe Lazzati, iniziato nel ’68,<br />

seppe coniugare la fedeltà al passato<br />

con le spinte innovative che il Concilio e<br />

la situazione sociale ponevano alla cultura<br />

cattolica.<br />

Il resto è storia attuale. Dopo Lazzati,<br />

1943: le bombe colpiscono l'Ateneo<br />

nel 1983 divenne Rettore Adriano Bausola.<br />

In questo periodo l'ateneo ha consolidato<br />

le sue strutture avviando importanti<br />

centri dedicati alla famiglia, alla<br />

bioetica, alla metafisica, al lavoro, alla<br />

dottrina sociale della Chiesa, al mondo<br />

giovanile. Tre anni fa ha avuto inizio del<br />

rettorato di Sergio Zaninelli, che ha impegnato<br />

l'Università nell'innovativo progetto<br />

della rete dei Centri di cultura per<br />

lo sviluppo. In un biennio ne sono stati<br />

installati 13 in altrettante città italiane<br />

— da Acireale a Verona — con l'obiettivo<br />

di radicare la Cattolica nelle comunità<br />

locali per sperimentare nuove piste<br />

per lo sviluppo della ricerca scientifica.<br />

La sfida è sempre la stessa: il rischio<br />

della ricerca, l’obbedienza alla Chiesa.


A ROMA<br />

PAGINA<br />

VIA VENTOTENE Celebrati i funerali nella Basilica di Santa Maria degli Angeli<br />

L'ultimo commosso saluto<br />

al Vigile del fuoco Manuelli<br />

Si sono svolti giovedì mattina, nella<br />

Basilica di Santa Maria degli Angeli e<br />

dei Martiri, i funerali di Alessandro Manuelli,<br />

uno dei Vigili del fuoco coinvolti<br />

nella terribile esplosione di via Ventotene,<br />

nel quartiere Monte Sacro. Manuelli<br />

era morto domenica scorsa per le gravi<br />

ferite riportate.<br />

Il rito funebre è stato celebrato dall'Arcivescovo<br />

Giuseppe Mani, Ordinario<br />

Militare per l'Italia, e concelebrato dal<br />

cappellano dei Vigili del Fuoco, Monsignor<br />

Franco Dalbesio, da Monsignor<br />

Vittorio Pignoloni, dal parroco di san<br />

Domenico Guzman, don Paolo Corsi,<br />

dal parroco del Santissimo Redentore,<br />

padre Sandro Gazzola, dal vicario parrocchiale<br />

don Gaetano Saracino, e da altri<br />

sacerdoti.<br />

Centinaia di persone in silenzio assoluto<br />

hanno voluto dare l'ultimo saluto al<br />

pompiere che ha sacrificato la propria<br />

vita per aiutare gli altri. Tra i presenti,<br />

oltre ai familiari e ai colleghi di Manuelli,<br />

gli abitanti di via Ventotene.<br />

Ancora una volta sui volti dei Vigili<br />

del fuoco della 6A compagnia c'erano la<br />

commozione ma anche la rabbia per<br />

non essere riusciti ad impedire quell'orribile<br />

tragedia.<br />

Anche per Alessandro come già per i<br />

suoi tre colleghi sabato scorso il corteo<br />

dal comando di via Genova è sfilato lungo<br />

via Nazionale per accompagnare il<br />

feretro coperto dal tricolore sino alla<br />

Basilica. Per Manuelli tanti applausi,<br />

lungo il percorso e all’arrivo in piazza,<br />

dove la bara è stata portata a spalla dai<br />

Approvata<br />

dallaRegione<br />

laleggesuidistretti<br />

industriali<br />

Il Consiglio regionale del Lazio ha approvato,<br />

mercoledì, la legge sui distretti<br />

industriali. Nel triennio 2001-2003, la Regione<br />

stanzierà 12 miliardi per finanziare<br />

i progetti innovativi dei distretti industriali,<br />

dei sistemi produttivi locali e delle<br />

aree laziali di investimento. I distretti<br />

industriali sono quei sistemi produttivi<br />

locali che si caratterizzano per la concentrazione<br />

di imprese specializzate in<br />

un determinato settore. I sistemi produttivi<br />

locali sono, invece, costituiti da<br />

un’elevata concentrazione d’imprese<br />

omogenee, prevalentemente di piccole e<br />

medie dimensioni. Le aree laziali di investimento<br />

sono, infine, quelle che presentano<br />

caratteristiche economiche ed<br />

occupazionali tali da farne prefigurare il<br />

riconoscimento in una prospettiva a medio<br />

termine di sistema produttivo locale<br />

o distretto industriale.<br />

«La legge sui distretti — ha dichiarato<br />

in una nota il Presidente della Regione,<br />

Lazio, Francesco Storace — colma un<br />

vuoto normativo e ci porta sullo stesso<br />

piano di altre Regioni che già avevano<br />

regolato la materia. Ma oggi il Lazio si<br />

pone all’avanguardia in Italia: la Regione<br />

infatti è andata oltre la semplice codificazione<br />

normativa, introducendo criteri<br />

di flessibilità che consentiranno alla<br />

legge stessa di rispondere alle trasformazioni<br />

del mercato e di incontrare le esigenze<br />

di sviluppo delle imprese e del<br />

territorio».<br />

Per l’assessore alle Attività Produttive,<br />

Francesco Saponaro, non si tratta di<br />

una legge assistenziale per tutto il territorio<br />

regionale, ma di un provvedimento<br />

che dà forte impulso alle specifiche vocazioni<br />

economico-territoriali.<br />

SANITÀ Il corso, unico in Italia, si svolgerà presso l'Istituto dell'Assunzione<br />

Un master in Medicina delle emarginazioni<br />

La seconda edizione del master post<br />

universitario biennale in Medicina delle<br />

emarginazioni, delle migrazioni e delle<br />

povertà è stata presentata mercoledì, nel<br />

corso di una conferenza stampa presso<br />

la sede di viale Romania.<br />

Il corso è organizzato dalla Scuola di<br />

Solidarietà dell'Arciconfraternita di s.<br />

Antonio da Padova in collaborazione<br />

con la Caritas diocesana di Roma, il<br />

Centro Interdipartimentale per la ricerca<br />

sul morbo di Hansen e la dermatologia<br />

tropicale dell'università di Genova e la<br />

Scuola superiore di scienze biomediche<br />

«Ferdinando Rielo».<br />

Il master, unico in Italia, tratta gli<br />

aspetti medici e sociosanitari dell’assistenza<br />

agli immigrati, agli emarginati ed<br />

in genere a tutti coloro che soffrono di<br />

traumi sociali.<br />

Le lezioni avranno inizio il 21 gennaio<br />

nella sede AR.S.A.P. ospitata all’interno<br />

dell’Istituto dell’Assunzione, e termineranno<br />

a novembre 2003, con le sedute<br />

per la discussione delle tesi. I corsi con<br />

esami, sono rivolti a medici, farmacisti,<br />

dirigenti sanitari, infermieri, ma piani di<br />

studio individuali possono essere strutturati<br />

per altre professionalità (psicologi,<br />

biologi). È anche prevista la possibilità<br />

di iscrizione per laureati in altre facoltà,<br />

15 .<br />

colleghi fino all’altare. Hanno partecipato<br />

l’ispettore generale capo dei Vigili del<br />

fuoco, Alberto D’Errico, e il capo del dipartimento,<br />

Mario Morcone, con il comandante<br />

provinciale di Roma, Luigi<br />

Abate, il Prefetto, Emilio Del Mese, il<br />

sindaco Walter Veltroni, il presidente<br />

della Provincia di Roma, Silvano Moffa.<br />

Per la Regione, l’assessore Marco Verzaschi.<br />

«Alessandro — ha ricordato durante<br />

l'omelia l'Ordinario Militare per l'Italia<br />

— nell’adempimento del dovere ha donato<br />

la vita per salvare i fratelli, come i<br />

Ama: lunedì<br />

niente sciopero<br />

ma forme diverse<br />

di protesta<br />

Lo sciopero dei lavoratori dell’Ama<br />

previsto per lunedì prossimo si svolgerà<br />

in forme che non peseranno sui cittadini,<br />

garantendo la pulizia della città. Ad<br />

annunciarlo è stato il Sindaco Walter<br />

Veltroni che mercoledì pomeriggio ha<br />

incontrato i sindacati confederali e i vertici<br />

dell’Ama, nel tentativo, appunto, di<br />

scongiurare l'astensione dal lavoro che<br />

avrebbe avuto conseguenze pesanti per<br />

la città arrivando dopo due giorni di festa,<br />

sabato e domenica, in cui la raccolta<br />

dei rifiuti è ridotta.<br />

«I lavoratori dell’Ama d’intesa con i<br />

loro rappresentanti sindacali di categoria<br />

— ha detto il Sindaco — hanno deciso<br />

di strutturare la giornata di lotta indetta<br />

per lunedì a livello nazionale per la definizione<br />

del contratto unico di settore in<br />

forme che non peseranno sui cittadini.<br />

Per parte mia — ha concluso — sono<br />

impegnato perché, anche con il contributo<br />

dell’Anci, si creino quanto prima le<br />

condizioni per una ripresa delle trattative<br />

per il contratto unico di settore».<br />

L’orientamento che sembra emergere<br />

è che i lavoratori lunedì faranno un’assemblea<br />

di due ore sulla questione dell’articolo<br />

18 e nelle restanti ore lavoreranno<br />

regolarmente, garantendo così la<br />

pulizia della città. In pratica, però, dal<br />

punto di vista della retribuzione, sarà<br />

come uno sciopero perché i lavoratori<br />

non percepiranno lo stipendio, devolvendolo<br />

in una iniziativa di solidarietà. Tra<br />

le proposte in campo ci sarebbe anche<br />

quella di devolvere la retribuzione della<br />

giornata di sciopero in favore delle famiglie<br />

coinvolte nell’esplosione di via Ventotene.<br />

studenti universitari ed assistenti sociali<br />

che potranno essere accettati sulla base<br />

degli studi eseguiti e delle esperienze<br />

compiute su valutazione insindacabile<br />

del comitato didattico e scientifico. Il<br />

master è organizzato in una parte generale<br />

che comporta frequenza ad oltre<br />

300 ore di lezioni teoriche (divise in 8<br />

settimane intensive nel biennio) ed una<br />

parte specialistica con stage pratici in<br />

Italia ed all’estero. Sono previsti un corso<br />

propedeutico in Scienze umane e sociali<br />

e tre specialistici: «Medicina delle<br />

migrazioni e dei rifugiati»; «Medicina<br />

tropicale e dei Paesi in via di sviluppo»;<br />

«Medicina degli emarginati e dei senza<br />

fissa dimora».<br />

Alle lezioni saranno ammessi soltanto<br />

50 iscritti, che avranno fatto domanda<br />

di accesso entro e non oltre il 31 dicembre<br />

prossimo. Le informazioni per l’iscrizione<br />

saranno fornite al numero telefonico<br />

0684482734.<br />

All’incontro di presentazione sono intervenuti,<br />

tra gli altri, il direttore per la<br />

formazione di AR.S.A.P. Riccardo Colasanti<br />

ed il direttore della Caritas diocesana,<br />

Mons. Guerino Di Tora.<br />

La seconda edizione segue al primo<br />

master che ottenne un buon riscontro<br />

con la presenza di 54 allievi e l’adesione<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Venerdì 7 Dicembre 2001<br />

7 DICEMBRE 2001<br />

S. Ambrogio, Vescovo e dottore della<br />

Chiesa - Memoria (bianco) - Messa mattutina<br />

della Memoria - Lezionario: Is 29,<br />

17-24; Salmo: 26; Mt 9, 27-31 - Liturgia<br />

delle Ore (fino a Nona): Ven. I sett. - Ufficio<br />

della Memoria - Messa vespertina<br />

(bianco): tutto come alla Messa di domani;<br />

Primi Vespri della Solennità dell'Immacolata<br />

Concezione<br />

suoi colleghi deceduti: Danilo, Sirio e<br />

Fabio. Per loro la vita non finisce, si è<br />

solo trasformata. Alessandro ha chiuso<br />

la sua vita con un grande gesto d’amore.<br />

Sarà difficile — ha concluso l'Arcivescovo<br />

Giuseppe Mani — non pensare,<br />

quando vi vedremo correre e sentiremo<br />

le vostre sirene: sono quelli pronti a dare<br />

la vita per me, per salvarci».<br />

Ancora un applauso e il suono delle<br />

sirene delle autoscale dei Vigili del fuoco<br />

hanno salutato per l'ultima volta il coraggioso<br />

Alessandro.<br />

F.R.<br />

VOLONTARI Lo stabile di via Corridoni apparteneva alla «banda della Magliana»<br />

Un centro di formazione nell'edificio<br />

confiscato alla criminalità<br />

Da bisca clandestina a centro di<br />

orientamento per il volontariato sociale.<br />

Il centro di via Corridoni, zona piazza<br />

Mazzini (XX Municipio), sarà la prima<br />

«casa del volontariato» a Roma ad insediarsi<br />

in un immobile confiscato alla<br />

mafia e alla criminalità organizzata. Alla<br />

consegna ufficiale dell’immobile al Comune<br />

da parte del Demanio, avvenuta<br />

mercoledì sera, erano presenti l’Assessore<br />

alle Politiche Sociali Raffaela Milano,<br />

i rappresentanti del Forum del terzo settore<br />

e alcuni esponenti dei Centri servizio<br />

di Volontariato regionali. Da febbraio<br />

del prossimo anno, quindi, a Via<br />

Filippo Corridoni 13 dove fino al 1994 vi<br />

era una sala giochi nella quale si svolgevano<br />

anche giochi d’azzardo clandestini,<br />

il Comune istituirà un centro di informazione,<br />

orientamento e formazione del<br />

volontariato cittadino. L’operazione di<br />

cessione dell’immobile è stata possibile<br />

dopo cinque anni di processi e di appelli<br />

contro gli esponenti della Banda della<br />

Magliana, che si conclusero con la confisca<br />

definitiva del patrimonio immobiliare<br />

di proprietà dei malavitosi. Questa<br />

iniziativa costituisce uno strumento innovativo<br />

per la riqualificazione di beni<br />

confiscati e contemporaneamente sperimenta<br />

una nuova fonte di risorse finanziarie<br />

da destinare al servizio sociale.<br />

L’immobile di circa 250 metri quadrati<br />

ed è disposto su due piani, uno a livello<br />

della strada ed uno sotterraneo, nel<br />

quale gli architetti del Comune hanno<br />

persino individuato una uscita di emer-<br />

MARTA RUSSO Da parte del Pg Vincenzo Geraci<br />

Chiesto in Cassazione<br />

l'annullamento della sentenza<br />

Il Procuratore generale presso la Cassazione<br />

Vincenzo Geraci ha chiesto l’annullamento<br />

con rinvio della sentenza di<br />

secondo grado nel processo per l’omicidio<br />

di Marta Russo. «La sentenza è contraddittoria<br />

è illogica», ha detto Geraci<br />

riferendosi, al giudizio emesso dalla Corte<br />

di assise d’appello di Roma il 7 febbraio<br />

2000 nel processo che ha condannato<br />

gli imputati dell’omicidio di Marta<br />

Russo. In particolare Geraci ha sostenuto<br />

che è «illogica e contraddittoria la<br />

conclusione adottata dalla Corte di merito<br />

che ha costruito la scia del proiettile<br />

Quattro tifosi<br />

del Liverpool<br />

feriti a coltellate<br />

Quattro tifosi inglesi sono stati<br />

feriti in modo lieve con coltellate<br />

alle gambe fuori dallo stadio<br />

Olimpico, tre prima della partita<br />

di calcio Roma-Liverpool, ed uno<br />

al termine dell’incontro, durante<br />

il deflusso. In particolare, dei primi<br />

tre, uno era isolato e gli altri<br />

camminavano in coppia, nel piazzale<br />

vicino il ministero degli Esteri.<br />

I primi tre sono stati giudicati<br />

guaribili in dieci giorni. Il quarto,<br />

ferito poco prima di mezzanotte<br />

vicino lungotevere Maresciallo<br />

Diaz, è stato portato in ambulanza<br />

all’ospedale San Giacomo.<br />

di una folta schiera di docenti italiani e<br />

stranieri.<br />

Il master in particolare prevede l’utilizzo<br />

di vari metodi didattici, quali le lezioni<br />

magistrali, i lavori di gruppo, le simulazioni,<br />

gli studi di caso, i seminari,<br />

le tavole rotonde e le discussioni assembleari.<br />

I vari corsi si propongono di fornire<br />

strumenti conoscitivi e metodologici,<br />

competenza relazionale e competenza<br />

clinico-scientifica.<br />

Tra i titoli delle lezioni figurano:<br />

«Emarginazione sociale: la visione pastorale»;<br />

«Aspetti relazionali con il paziente<br />

immigrato»; «Le ineguaglianze nella salute».<br />

Ai docenti cosiddetti «stabili» che<br />

hanno aderito si aggiungeranno anche<br />

esperti nei vari settori che svolgeranno<br />

approfondimenti tematici.<br />

L’AR.S.A.P. sin dal 1992, in collaborazione<br />

con il Vicariato di Roma, si propone<br />

tramite le diverse attività di fornire<br />

sui piani della scienza e della conoscenza,<br />

tutti quei supporti adeguati a creare<br />

una cultura ed un patrimonio di conoscenze<br />

utili a poter affrontare al meglio<br />

e diversamente dal solito, l’area dell’emarginazione<br />

e del disagio sociale.<br />

ALESSANDRO TRENTIN<br />

8 DICEMBRE 2001<br />

Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria - Solennità<br />

(bianco) - Messa mattutina propria, Gloria, Credo - Lezionario:<br />

1) Gen 3, 9-15.20: Io porrò inimicizia tra te e la donna - Salmo<br />

97: Abbiamo contemplato, o Dio, le meraviglie del tuo amore;<br />

2) Ef 1, 3-6.11-12: Dio ci ha scelti in Cristo prima della creazione<br />

del mondo - Vangelo: Lc 1, 26-38: Ti saluto, o piena di grazia,<br />

il Signore è con te - Liturgia delle Ore (fino a Nona): Ufficio<br />

della Solennità - Messa vespertina (viola): tutto come alla<br />

Messa di domani; Primi Vespri della Domenica II di Avvento<br />

che ha colpito Marta Russo facendola<br />

partire dalla finestra dell’aula 6». Il pg<br />

ha rilevato che «la “particella F’ trovata<br />

sulla finestra “assassina” contiene solo<br />

antimonio ma non contiene piombo, come<br />

le altre particelle rinvenute sulla cute<br />

di Marta Russo». In sostanza per il pg<br />

la sentenza «entra in contraddizione con<br />

se stessa» quando ritiene che «la “particella<br />

F” sia compatibile con lo sparo in<br />

assenza della presenza di piombo». Per<br />

Geraci «manca la continuità dello sparo<br />

dalla finestra alla testa di Marta Russo».<br />

In merito il pg aggiunge che la stessa<br />

sentenza ammette «cause di inquinamento»,<br />

come il fatto che un agente di<br />

polizia «inesperto» abbia depositato la<br />

sua pistola sul davanzale della finestra<br />

dell’aula 6, e dunque la particella trovata<br />

potrebbe essere stata lasciata da<br />

un’altra arma. In conclusione, secondo<br />

Geraci «la provenienza della “particella<br />

F” non è sicura, il dato è anfibio, perché<br />

può darsi che provenga dallo sparo e<br />

può darsi anche che non provenga dallo<br />

sparo, dunque non può essere trasformato<br />

da dato probatoriamente neutro a<br />

linea di ideale collegamento tra lo sparo<br />

dalla finestra e la testa di Marta Russo».<br />

Inoltre il pg ha criticato la sentenza di<br />

appello per non essere stata completa<br />

nell’affrontare le perizie balistiche disposte<br />

in secondo grado per stabilire la<br />

traiettoria del proiettile. Sottolinea Geraci<br />

che gli esiti hanno messo in evidenza<br />

sei possibili traiettorie dall’aula 6, sei<br />

possibili traiettorie dal bagno del piano<br />

terra, e quindici altre traiettorie anfibie,<br />

che potrebbero partire sia dall’aula che<br />

dal bagno.<br />

Incidente stradale:<br />

duemorti sulla Pontina<br />

Due donne sono morte e due persone<br />

sono rimaste ferite, una gravemente,<br />

in seguito ad un incidente<br />

stradale avvenuto, giovedì mattina,<br />

sulla Pontina. Nell’incidente sono<br />

rimasti coinvolti due autocarri e<br />

un’autovettura. Il ponte all’altezza<br />

dello svincolo per Latina è stato<br />

bloccato in entrambi i sensi di<br />

marcia e il traffico è stato smistato<br />

sulle strade laterali.<br />

Furto in un'abitazione:<br />

rubati molti gioielli<br />

Un furto è stato compiuto da ignoti,<br />

nella notte tra mercoledì e giovedì,<br />

nell’abitazione di un imprenditore,<br />

A.M., in via di San Saba, nella zona<br />

Aventino. I ladri hanno rubato<br />

gioielli ed altri oggetti di valore<br />

per un valore complessivo di 100<br />

milioni. Secondo gli investigatori, i<br />

ladri avrebbero utilizzato chiavi<br />

false per entrare nell’abitazione.<br />

Incendiata un'auto<br />

a Monte Sacro<br />

Un'automobile è stata data alle<br />

fiamme da ignoti, nella notte tra<br />

mercoledì e giovedì, a Monte Sacro.<br />

Il fuoco ha danneggiato anche<br />

un furgone. La proprietaria del veicolo,<br />

C.C., di 32 anni, ha riferito di<br />

aver avuto una lite con il marito.<br />

genza utilizzata dai malavitosi per le fughe.<br />

I lavori di ristrutturazione costeranno<br />

all’Amministrazione Pubblica cento milioni<br />

e saranno realizzati da cooperative<br />

sociali integrate, cioè quelle costituite da<br />

ex detenuti.<br />

Con questa prima esperienza il Comune<br />

intende avviare un percorso trasparente<br />

per l’acquisizione e la gestione di<br />

beni confiscati dalla criminalità organizzata.<br />

Un patrimonio molto importante che<br />

nonostante le difficoltà burocratiche per<br />

svincolare i beni, può aiutare a risolvere<br />

la carenza di alloggi da destinare al servizio<br />

sociale.<br />

In tutto il territorio di Roma attualmente,<br />

i beni sotto sequestro sono circa<br />

160, mentre in Italia raggiungono complessivamente<br />

i 1.200 immobili. Il progetto<br />

perseguito è quello di trasformare<br />

ville, singoli appartamenti o ex negozi in<br />

case famiglia, centri residenziali e di servizio<br />

messi a disposizione delle associazioni<br />

di volontariato per lo svolgimento<br />

delle loro attività di accoglienza, formazione<br />

e orientamento.<br />

Tale idea oltre a fornire più disponibilità<br />

alloggiativa, permetterebbe al Comune<br />

di Roma di risparmiare circa il 30%<br />

del contributo che l’amministrazione<br />

pubblica deve dare alle associazioni private<br />

che si occupano delle fasce più<br />

svantaggiate della popolazione.<br />

Il nuovo centro avrà un ruolo polifunzionale.<br />

Secondo il progetto al piano<br />

terra verrà disposto uno sportello aperto<br />

al pubblico mentre nel seminterrato vi<br />

saranno i locali destinati ai corsi di formazione<br />

e agli uffici.<br />

Le attività che si svolgeranno riguarderanno<br />

soprattutto l’informazione per i<br />

cittadini romani sulle varie possibilità di<br />

prestare il loro servizio presso i centri di<br />

volontariato e di cittadinanza attiva. Oltre<br />

allo sportello, per la stessa funzione<br />

sarà aperto un sito internet ed una linea<br />

telefonica.<br />

Inoltre per orientare i cittadini verso<br />

le attività più idonee ai loro interessi e<br />

competenze sono previsti colloqui personali<br />

con professionisti del servizio sociale.<br />

Le proposte offerte potranno essere<br />

raccolte anche in una banca dati, dalla<br />

quale potranno attingere le varie organizzazioni<br />

di volontariato. I cittadini che<br />

offriranno il loro tempo, oltre ad essere<br />

messi in contatto con le associazioni più<br />

idonee alle loro richieste, parteciperanno<br />

anche alle iniziative organizzate dal<br />

Comune stesso come per esempio il servizio<br />

degli anziani per l’assistenza davanti<br />

alle scuole o il servizio civile femminile.<br />

«Dalla nostra esperienza — ha spiegato<br />

l’assessore Milano —, i cittadini sono<br />

favorevoli ad un loro maggiore impegno<br />

nel servizio sociale civico, ma spesso<br />

non sanno dove rivolgersi e come orientarsi.<br />

Ogni volta che abbiamo indetto<br />

una campagna di sensibilizzazione, come<br />

per esempio quella del servizio davanti<br />

alle scuole, abbiamo raccolto molte<br />

più domande di quanto poteva assorbire<br />

l’offerta. Ciò indica che il cittadino,<br />

se indirizzato correttamente, offre volentieri<br />

la sua disponibilità. Questo centro è<br />

il primo a Roma nel suo genere e mira<br />

a diventare un punto di riferimento sia<br />

per i cittadini che per le associazioni.<br />

Un luogo dove la domanda e l’offerta<br />

possano incontrarsi senza difficoltà».<br />

La presenza nel centro di dipendenti<br />

di associazioni istituzionalizzate come il<br />

Forum del Terzo Settore i due centri<br />

Servizio di Volontariato regionali, infatti,<br />

garantirà assistenza anche a tutte le<br />

associazioni e le cooperative che operano<br />

nel territorio attraverso attività di<br />

consulenza, di orientamento fiscale e or-<br />

Pellegrinaggio notturno<br />

a piedi al Santuario<br />

del Divino Amore<br />

Venerdì 7 dicembre, alle ore<br />

24, partirà da piazza di Porta<br />

Capena il Pellegrinaggio a piedi<br />

alla Madonna del Divino Amore,<br />

per la solennità dell'Immacolata.<br />

I pellegrini giungeranno al<br />

Santuario alle ore 5 dell'8 dicembre<br />

per partecipare alla prima<br />

Santa Messa. La grande veglia<br />

itinerante di preghiera avrà<br />

come tappe la via Appia Antica,<br />

via Ardeatina, le Catacombe di<br />

San Callisto, le Fosse Ardeatine.<br />

Il giorno dell'Immacolata<br />

Concezione al Santuario si susseguiranno<br />

le celebrazioni e<br />

l'accoglienza dei pellegrini.<br />

Terzo Mondial Musical<br />

Mariano a Frascati<br />

Sabato 8 dicembre, alle ore<br />

16, nella chiesa di Santa Maria<br />

in Vivario, a Frascati, si svolgerà<br />

il Terzo Mondial Musical Mariano.<br />

La manifestazione di quest'anno<br />

si avvale di cori e solisti<br />

provenienti dai Castelli, da<br />

Roma, dalla Slovenia, dalla Polonia<br />

e dal Sud America. Di<br />

particolare importanza la presenza<br />

della Corale Pontificia di<br />

sant'Anna.<br />

Sincerità<br />

L'ipocrisia<br />

non è protetta<br />

dal mantello<br />

della religione<br />

(Bernanos)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

ganizzativo. Fra le proposte vi è inoltre<br />

anche quella di istituire un centro di formazione<br />

e di aggiornamento giuridico<br />

rivolto alla pubblica amministrazione,<br />

come quei municipi che intendono indire<br />

bandi per attività e progetti sociali. In<br />

ultimo, per sensibilizzare maggiormente<br />

l’opinione pubblica sul mondo del volontariato<br />

saranno messe a disposizione<br />

materiali per la consultazione e un laboratorio<br />

per la sperimentazione di progetti<br />

innovativi di intervento.<br />

RITA DIETRICH<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

VENERDÌ 7 DICEMBRE<br />

00.10: Studio A (stereo): Con voi<br />

nella notte<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti<br />

Cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

in italiano, spagnolo,<br />

portoghese, francese, inglese,<br />

tedesco e polacco<br />

16.30: Archivio storico del Carlo<br />

Felice di Andrea Fasano<br />

17: Liturgia delle Ore, celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

18-19.30 ca.: Dall'Aula Paolo VI,<br />

Concerto della Filharmonia Narodowa<br />

di Varsavia alla presenza<br />

del Santo Padre<br />

20.20: Programma tedesco: Prisma<br />

Magazin<br />

20.40: Recita del Santo Rosario<br />

in latino<br />

21.30: Programma francese:<br />

Lourdes: «ici, le miracle est<br />

permanent»<br />

21.50: Programma inglese<br />

22.10: Programma spagnolo<br />

SABATO 8 DICEMBRE<br />

00.10: Studio A (stereo): Con voi<br />

nella notte<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti<br />

Cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

in italiano, spagnolo,<br />

portoghese, francese, inglese,<br />

tedesco e polacco<br />

16.30: Il Carillon del Sabato di<br />

M.Di Battista/M.Lalia/P.Morelli<br />

17: Liturgia delle Ore, celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Barbara<br />

Stamm, Min.a.D. - Kommentar<br />

der Woche - Rudolf Pesch<br />

- Einführung in die Liturgie<br />

des zweiten Adventssonntags<br />

20.40: Recita del Santo Rosario<br />

in latino<br />

21.30: Programma francese: 2è<br />

dim. Avent: Précurseurs de<br />

Jésus<br />

21.50: Programma inglese<br />

22.10: Programma spagnolo<br />

VENERDÌ 7 DICEMBRE<br />

24: Rosario biblico (versione<br />

inglese)<br />

2.40-19.30-22.30: Notiziario<br />

7.20: Rubrica: Chiesa in cammino:<br />

America Latina<br />

7.40-13.15-23.55: Rubrica: Tre<br />

minuti dello Spirito<br />

9: In diretta dalla Cappella di<br />

Telepace in Roma:SantaMessa<br />

9.45: Rosario biblico<br />

12.30: Cappella di Telepace in<br />

Roma: Santa Messa<br />

16: In diretta dalla Cappella di<br />

Telepace in Roma: Santo Rosario<br />

e Adorazione eucaristica<br />

SABATO 8 DICEMBRE<br />

24: Rosario biblico (versione<br />

tedesca)<br />

2.55-19.30-23: Notiziario<br />

7.25: Rubrica: Chiesa in cammino:<br />

Austria<br />

7.55-13.30-23.55: Rubrica: Tre<br />

minuti dello Spirito<br />

9: In diretta dalla Cappella di<br />

Telepace in Roma:SantaMessa<br />

9.45: Rosario biblico<br />

16: In diretta dalla Cappella di<br />

Telepace in Roma: Santo Rosario<br />

16.35: In diretta dalla Cappella<br />

di Telepace in Roma: Adorazione<br />

Eucaristica


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

GIUSTIZIA Sì del Senato che respinge invece il documento dell'Ulivo<br />

Passa la risoluzione di maggioranza<br />

Si dimette la giunta dell'Anm<br />

ROMA, 6.<br />

Non si attenua, dopo le dimissioni del<br />

sottosegretario all'Interno Taormina, la<br />

polemica sulla giustizia tra maggioranza<br />

e opposizione, che coinvolge anche i<br />

vertici della magistratura.<br />

Ieri sera il Senato ha approvato la risoluzione<br />

sulla giustizia presentata dalla<br />

Casa delle libertà e respinto quella presentata<br />

dall'Ulivo. Ma in precedenza,<br />

mentre era in corso il dibattito, giungeva<br />

la notizia delle dimissioni della giunta<br />

esecutiva dell'Associazione nazionale<br />

magistrati (Anm), che dovranno comunque<br />

essere ratificate dal Comitato direttivo<br />

centrale che si riunirà a Roma il 15<br />

dicembre.<br />

La grave decisione è stata motivata —<br />

riferisce l'Ansa — con i contenuti della<br />

risoluzione della Casa delle libertà sulla<br />

giustizia e con i numerosi attacchi ai<br />

magistrati. «Non accettiamo di essere<br />

processati in maniera sommaria con giudizi<br />

immotivati ed ingiusti. La risoluzione<br />

della maggioranza contiene premesse<br />

inaccettabili perché in aperto contrasto<br />

con la Costituzione» ha dichiarato il presidente<br />

dell'Anm Giuseppe Gennaro.<br />

La risoluzione della Casa delle libertà<br />

approvata ieri sera dal Senato prevede<br />

un ampio «pacchetto» di interventi nel<br />

settore giudiziario (ne elenchiamo a parte<br />

i principali) «indispensabili per delineare<br />

un quadro normativo e organizzativo<br />

idoneo a dare nuovo impulso alle<br />

tematiche della giustizia e al rapporto<br />

tra potere legislativo e giudiziario».<br />

Nella risoluzione dell'Ulivo, respinta<br />

del Senato, si afferma che «le dichiarazioni<br />

rese in aula (martedì scorso,<br />

n.d.r.) dal ministro Castelli meritano la<br />

riprovazione del Senato contenendo giudizi<br />

sommari e non motivati sulla magistratura<br />

italiana, con una vera e propria<br />

lesione del principio della separazione<br />

dei poteri e con preoccupanti riferimenti<br />

alle prospettive di una subordinazione<br />

del pubblico ministero al potere esecutivo».<br />

A proposito delle due risoluzioni, poco<br />

prima del voto il Presidente del Senato,<br />

Pera, aveva espresso rammarico per<br />

la distanza tra maggioranza e opposizione<br />

in tema di giustizia. Aveva notato in<br />

particolare che «nei due documenti non<br />

c'è un solo capoverso che abbia un contenuto<br />

comune, è come se fossero due<br />

universi diversi, come se una mozione<br />

parlasse di trasporti e una di sanità, anche<br />

se la giustizia dovrebbe rappresentare<br />

un terreno comune tra le forze politiche<br />

come accade per la politica estera».<br />

Nel corso delle dichiarazioni di voto<br />

Massimo Brutti (Ds) ha rivolto al Guardasigilli<br />

Castelli l'accusa di aver portato<br />

«un attacco indiscriminato e arrogante<br />

contro la magistratura. La risposta ai<br />

problemi della giustizia — ha detto —<br />

sono le riforme ma non quelle che vogliono<br />

spezzare la separazione dei poteri,<br />

non quelle che vogliono aggredire le<br />

associazioni libere dei magistrati».<br />

A queste critiche il ministro della Giustizia<br />

ha replicato osservando tra l'altro<br />

di non aver mai detto che i pm devono<br />

dipendere dall'Esecutivo. «Io — ha affermato<br />

— sono per la ripartizione e l'equilibrio<br />

tra i poteri, solo che la bilancia<br />

oggi pende tutta dalla parte del potere<br />

giudiziario». Lasciando Palazzo Madama,<br />

ha osservato che «su un tema così<br />

importante come quello della giustizia<br />

non si può andare avanti con lo scontro<br />

frontale tra maggioranza e opposizione<br />

a causa dell'atteggiamento sbagliato di<br />

pochi magistrati». E a proposito delle dimissioni<br />

della giunta dell'Anm ha commentato:<br />

«Proprio adesso che dobbiamo<br />

cominciare a parlare di cose concrete...<br />

Spero che ci ripensino».<br />

Ieri sera sui contenuti della mozione<br />

16 .<br />

in primo piano<br />

presentata dalla maggioranza e sul tema<br />

della giustizia in generale il Presidente<br />

del Consiglio Berlusconi — riferisce<br />

l'Ansa — aveva dichiarato: «Intendiamo<br />

accelerare la riforma sulla giustizia dopo<br />

recenti accadimenti», in particolare per<br />

il comportamento di «alcuni magistrati»,<br />

per come «hanno recepito leggi approvate<br />

dal Parlamento, che sono state disapplicate»<br />

e per «come è stata recepita<br />

un'ordinanza della Corte Costituzionale».<br />

Il Presidente del Consiglio ha anche<br />

affermato che «il Governo non pensa a<br />

porre i pm alle dipendenze dell'Esecuti-<br />

Fondazionibancarie:<br />

«sì»incommissione<br />

aMontecitorio<br />

alladiscussariforma<br />

ROMA, 6.<br />

La commissione Bilancio della Camera<br />

ha approvato ieri sera il discusso<br />

emendamento del Governo all’articolo 8<br />

della Finanziaria che riforma il settore<br />

delle Fondazioni bancarie, separandole<br />

in sostanza dalle banche. Il via libera<br />

della commissione non significa però<br />

che la riforma passi così come è stata<br />

formulata dall'Esecutivo (in particolare<br />

dal ministero dell'Economia). È probabile,<br />

infatti, che il dibattito si riapra al<br />

momento della discussione in aula.<br />

Lo stesso Bruno Tabacci (Ccd-Cdu),<br />

presidente della commissione Attività<br />

produttive della Camera, dal fronte della<br />

maggioranza ha indicato dei punti<br />

emendabili e facendo capire che le eventuali<br />

modifiche potrebbero arrivare in<br />

aula, magari concordate con il Governo<br />

e con il relatore.<br />

A nome del Governo Giuseppe Vegas,<br />

sottosegretario all’Economia, ha espresso<br />

parere negativo su tutti i sub-emendamenti,<br />

sia su quelli presentati dalla<br />

maggioranza sia su quelli dell’opposizione.<br />

Vista la non disponibilità ad accogliere<br />

modifiche, entrambi gli schieramenti<br />

hanno manifestato la volontà di<br />

trasferire l’approfondimento in aula.<br />

L’opposizione ha mostrato un certo<br />

interesse per l’apertura giunta in serata<br />

dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti,<br />

il quale ha affermato che il Governo<br />

non intende far diventare pubbliche<br />

le Fondazioni, ma, al contrario,<br />

vuole mantenerne il carattere privatistico.<br />

Il ministro ha tuttavia respinto le<br />

critiche giunte da più parti, precisando<br />

che la riforma «non è né incostituzionale<br />

né espropriativa».<br />

Neonata abbandonata sulla spiaggia a Catania<br />

CATANIA — Una neonata di 4-5 mesi è stata trovata giovedì mattina dalla<br />

Polizia sulla spiaggia della zona marinara della Plaja a Catania. La bimba<br />

era all’interno di una piccola culla portatile. Gli agenti della sezione volanti<br />

l’hanno subito trasportata all’ospedale «Garibaldi». Le condizioni di salute e<br />

di crescita sono buone. Ad allertare la Polizia è stato un uomo che stava facendo<br />

una passeggiata a cavallo sul lungomare. La culla era poggiata sulla<br />

sabbia, davanti ad uno stabilimento balneare attualmente chiuso. La Polizia<br />

sta indagando per identificare la bambina e i genitori.<br />

In carcere primario accusato di concussione<br />

PAVIA — I Carabinieri lo hanno bloccato mentre stava intascando 10 milioni<br />

in contanti (parte di una «mazzetta» di 40) richiesti a un giovane medico<br />

che desiderava frequentare la specialità di Radiologia: così è stato arrestato<br />

mercoledì sera Rodolfo Campani, 59 anni, direttore dell’istituto di Radiologia<br />

del Policlinico «S. Matteo» di Pavia. Campani, accusato di concussione,<br />

si trova ora rinchiuso nel carcere cittadino di Torre del Gallo.<br />

Catanzaro: perquisita la sede dei Vigili urbani<br />

CATANZARO — I Carabinieri hanno perquisito giovedì mattina a Catanzaro<br />

la sede del comando della Polizia municipale. La procura sta indagando su<br />

presunte irregolarità nella gestione della disciplina della sosta a pagamento<br />

delle automobili. L’inchiesta è scaturita dalle denunce di cittadini che hanno<br />

avuto applicate sanzioni e che hanno segnalato irregolarità nella documentazione<br />

amministrativa. Le indagini mirano ad accertare eventuali casi di<br />

abuso e di corruzione.<br />

Condannato in Cassazione fugge durante l'udienza<br />

ROMA — Condannato definitivamente a 24 anni per un omicidio commesso<br />

in Sicilia, un uomo di 40 anni, Cateno Siciliano, a piede libero perché scarcerato<br />

dopo cinque mesi di detenzione, si è dileguato durante l’udienza della<br />

Corte di Cassazione, nel palazzo di piazza Cavour, a Roma. Ora è ricercato<br />

in tutta Italia da Polizia e Carabinieri. È successo il 24 ottobre scorso<br />

ma la notizia si è appresa solo giovedì. Con un esposto inviato, tra gli altri,<br />

al Presidente della Repubblica, i familiari della vittima, costituitisi parte civile,<br />

hanno chiesto l’apertura di un’inchiesta per accertare se «sussistano<br />

inadempienze o carenze che abbiano favorito, anche oggettivamente, il verificarsi<br />

del gravissimo fatto».<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Venerdì 7 Dicembre 2001<br />

LO SCONTRO SULLA GIUSTIZIA Non si attenua,<br />

dopo le dimissioni del sottosegretario all'Interno<br />

Taormina, la polemica sulla giustizia tra maggioranza<br />

e opposizione, che coinvolge anche i vertici<br />

della magistratura. Il Senato ha approvato la<br />

risoluzione presentata dalla maggioranza e respinto<br />

quella dell'Ulivo. Mentre era in corso il dibattito,<br />

giungeva notizia delle dimissioni della giunta<br />

esecutiva dell'Anm, che dovranno comunque essere<br />

ratificate.<br />

vo ma pensa alla separazione delle carriere<br />

dei giudici e dei pm. Del resto questa<br />

differenziazione è esistente nella<br />

maggior parte dei Paesi democratici. E<br />

prevede che il giudice sia una figura arbitra,<br />

super partes, e che il pm si confronti<br />

con l'avvocato difensore sullo stesso<br />

piano e con le stesse armi».<br />

Della risoluzione approvata si occuperà<br />

«in tempi stretti» — ha riferito stamane<br />

l'Ansa — il plenum del Csm per il riferimento<br />

contenuto nel documento «a<br />

pretese riunioni di magistrati volte a ricercare<br />

mezzi e metodi per disapplicare<br />

la legge sulle rogatorie».<br />

I punti principali del testo<br />

approvato a Palazzo Madama<br />

ROMA, 6.<br />

I punti più rilevanti della risoluzione della Casa delle libertà approvata ieri<br />

dal Senato sono, in sintesi, i seguenti:<br />

— modifiche al processo civile con forme stragiudiziali di soluzione delle<br />

controversie per ridurre drasticamente i tempi del procedimento;<br />

— riforma del codice penale;<br />

— riforma di alcune norme del codice di procedura penale per renderle più<br />

omogenee con quelle di altri Paesi dell'Ue;<br />

— distinzione funzionale e organizzativa delle funzioni inquirenti, requirenti<br />

e giudicanti;<br />

— periodiche verifiche della quantità e qualità del lavoro dei magistrati per<br />

una valutazione rispetto ai ruoli e alle qualifiche;<br />

— previsione che, salvo provvedimenti provvisori previsti dall'art. 13 della<br />

Costituzione, la privazione della libertà personale debba essere decisa da un<br />

collegio di giudici.<br />

Ottomilavittime<br />

ogniannoinItalia<br />

perincidentiincasa<br />

Riordinoprevidenziale:<br />

èscontro<br />

traConfindustria<br />

esindacati<br />

sulpianodelGoverno<br />

ROMA, 6.<br />

Il piano del Governo sulla riforma<br />

previdenziale divide ancora una volta<br />

Confindustria e sindacati. Mentre gli industriali<br />

bocciano la «bozza» di delega<br />

presentata martedì alle parti sociali dal<br />

ministro del Lavoro Maroni («non va<br />

nella direzione di una riforma previdenziale<br />

complessiva» ha detto il direttore<br />

generale dell’Associazione Stefano Parisi)<br />

i sindacati avvertono: «nessuna sorpresa<br />

negli ultimi minuti come è accaduto<br />

per l’articolo 18 o la situazione si<br />

complica». Intanto martedì il Governo<br />

dovrebbe consegnare la delega nel dettaglio<br />

(alle parti sociali è stata consegnata<br />

solo una scheda con gli argomenti principali)<br />

mentre per oggi è previsto un<br />

nuovo incontro a palazzo Chigi per i<br />

commenti sul provvedimento. Prima dovrebbero<br />

esserci incontri tecnici (uno,<br />

secondo quanto si è appreso, potrebbe<br />

essere lunedì) e incontri del sindacato<br />

con i gruppi parlamentari. L’approvazione<br />

della delega invece potrebbe slittare<br />

— ha annunciato il ministro del Lavoro<br />

— a lunedì 17, per questioni tecniche.<br />

Secondo Maroni il dialogo è aperto e sono<br />

rimaste aperte ancora «due o tre<br />

questioni». Dai sindacati è arrivato un<br />

altolà a qualsiasi ipotesi di disincentivo<br />

alla pensione di anzianità: se si introdurranno<br />

— ha detto il segretario generale<br />

della Cgil Sergio Cofferati — «il sindacato<br />

agirà di conseguenza. Se nei cinque<br />

punti che abbiamo concordato e che per<br />

noi sono base utile di confronto — ha<br />

spiegato — venissero introdotti elementi<br />

che modificano l’ assetto strutturale».<br />

CRIMINALITÀ Un uomo massacrato dai rapinatori<br />

Morire nelle strade di Napoli<br />

per difendere un motorino<br />

NAPOLI, 6.<br />

Ha difeso quel motorino che stava pagando<br />

rata su rata ed è stato punito per<br />

questo dai suoi aggressori.<br />

Giacomo Selva, 35 anni, è giunto in<br />

ospedale con il cuore spaccato. È stato<br />

speronato, preso a calci, poi è riuscito a<br />

sottrarsi ai due balordi accelerando,<br />

dando gas. Ma quei due, in sella ad una<br />

motocicletta, non lo hanno mollato.<br />

Tornati alla carica, lo hanno braccato e<br />

raggiunto. È giù un altro calcio, alla<br />

schiena. Giacomo stavolta è caduto, rovinando<br />

contro un palo della segnaletica,<br />

mentre i due aggressori fuggivano.<br />

Una lenta emorragia, mentre chiamava<br />

i soccorsi e poi mentre un’ambulanza<br />

lo portava in ospedale, ma Giacomo era<br />

ancora in grado di raccontare cosa gli<br />

era accaduto. Poche ore dopo, però, alle<br />

sei di ieri mattina, dopo che i chirurghi<br />

del Cardarelli l'avevano operato, il<br />

suo cuore ha cessato di battere.<br />

La madre non ha più lacrime da piangere,<br />

mentre ricorda la sua tenacia, la<br />

sua voglia di lavorare. Giacomo era impiegato<br />

in un’azienda di pellami, insieme<br />

con la giovane moglie Anna. E l'altra<br />

sera stava tornando a casa quando è<br />

stato aggredito per quel motorino luccicante<br />

acquistato con grandi sacrifici.<br />

La vittima abitava a Secondigliano, alla<br />

«Corte delle Rose», un nome che suona<br />

beffa in un rione assediato dalla criminalità,<br />

in case-alveare che ospitano i<br />

senza tetto del dopo terremoto del 1980.<br />

Lì viveva Giacomo, con la madre, la<br />

moglie Anna e la piccola Carmela la figlia<br />

di sei anni.<br />

L'uomo è stato soccorso e portato in<br />

TRIESTE, 6.<br />

Oltre 8.000 persone muoiono ogni anno<br />

in Italia per incidenti domestici, che<br />

si verificano con una frequenza tale da<br />

far ritenere, sulla base del numero delle<br />

persone che per questo motivo ricorrono<br />

alle cure ospedaliere, che siano circa<br />

tre milioni gli eventi di questo genere<br />

che avvengono tra le mura di casa.<br />

Sono dati forniti dalla Federcasalinghe,<br />

nel corso di un convegno sulla sicurezza<br />

in casa, che si è svolto a Trieste.<br />

Il dato allarmante ha indotto l'associazione<br />

delle casalinghe del Friuli-Venezia<br />

Giulia a chiedere il sostegno della<br />

Regione per avviare una campagna<br />

triennale che affronti il problema.<br />

Nel convegno, che si inquadra in questo<br />

programma, è stato sottolineato che<br />

solo nel Friuli-Venezia Giulia, una delle<br />

più piccole regioni italiane, tra il ’98 e il<br />

2000, i morti per incidenti domestici sono<br />

stati 255, due terzi dei quali di età<br />

superiore ai 75 anni. Nello stesso periodo<br />

le persone ricoverate sono state circa<br />

2.500 e in entrambi i casi le ferite più<br />

frequenti hanno riguardato gli arti inferiori<br />

e i traumi cranici.<br />

DISACCORDO SULLA RIFORMA DELLE PENSIONI<br />

Il piano del Governo sulla riforma previdenziale divide<br />

Confindustria e sindacati. Gli industriali bocciano<br />

la bozza di delega presentata martedì alle parti sociali<br />

perché «non va nella direzione di una riforma<br />

previdenziale complessiva». Ma i sindacati avvertono:<br />

«nessuna sorpresa negli ultimi minuti».<br />

PRIMI SCIOPERI CONTRO LA RIFORMA DEL-<br />

L'ART. 18 Una larga adesione si è registrata alla<br />

ospedale dall’equipaggio di una Volante<br />

della polizia, quando i rapinatori si erano<br />

già allontanati.<br />

La sua cartella clinica è stata sequestrata<br />

su ordine della procura della Repubblica.<br />

L’autopsia sarà eseguita al Policlinico<br />

dove la salma è stata già trasferita.<br />

Gli investigatori ed i periti eseguiranno<br />

un sopralluogo nella zona della rapina,<br />

e in particolare sarà esaminato il palo<br />

contro il quale il motorino si è<br />

schiantato per accertare se le lesioni siano<br />

compatibili con l’urto contro il palo.<br />

Falsi carabinieri<br />

taglieggiano<br />

coniugi: arrestati<br />

BRESCIA, 6.<br />

Due malviventi sono stati arrestati<br />

mentre ritiravano 100 milioni<br />

estorti ad una coppia di coniugi,<br />

nella cui abitazione erano entrati<br />

il giorno prima spacciandosi per<br />

carabinieri. La coppia aveva fatto<br />

entrare in casa i falsi militari senza<br />

alcun sospetto, ma una volta<br />

dentro i due avevano chiesto la<br />

consegna di 100 milioni estorcendo<br />

l’assicurazione che il giorno<br />

successivo il denaro sarebbe stato<br />

consegnato. All’appuntamento<br />

hanno però trovato i veri carabinieri<br />

che li hanno bloccati.<br />

Tre sciagure<br />

stradali in poche ore<br />

sulla Firenze-Mare<br />

ROMA, 6.<br />

Un grave incidente (il terzo della giornata<br />

di ieri) è avvenuto in serata sulla<br />

Firenze-Mare. Un camionista è stato trasportato<br />

in gravi condizioni all’ospedale<br />

di Pescia dopo un tamponamento fra<br />

mezzi pesanti avvenuto fra le uscite di<br />

Altopascio (Lucca) e Chiesina Uzzanese<br />

(Pistoia), in direzione Firenze.<br />

Precedentemente due autotrasportatori<br />

sono morti dopo che un camion aveva<br />

effettuato un salto di corsia scontrandosi<br />

con un altro mezzo pesante. Entrambi<br />

i veicoli sono poi finiti in una<br />

strada che costeggia l’autostrada dopo<br />

un salto di un paio di metri.<br />

Nel pomeriggio un’auto è andata a<br />

fuoco dopo un tamponamento, e i tre<br />

occupanti sono riusciti a mettersi in salvo<br />

in tempo prima dell’incendio.<br />

Nelle Marche, due giovani sono morti<br />

ed uno è rimasto gravemente ferito in<br />

un incidente avvenuto attorno alle 22.30<br />

a Villa Musone di Loreto, lungo la strada<br />

provinciale per Castelfidardo. Viaggiavano<br />

a bordo di un'auto che è uscita<br />

di strada. Due degli occupanti della vettura<br />

sono morti sul colpo. Il terzo è stato<br />

ricoverato in gravi condizioni all’ospedale<br />

anconetano di Torrette.<br />

LAVORO Sulle proposte di cambiamento dell'art.18<br />

Prime mobilitazioni<br />

dei sindacati<br />

ROMA, 6.<br />

La prima giornata di mobilitazione<br />

del sindacato contro le modifiche all'art.<br />

18 dello Statuto dei lavoratori proposte<br />

dal Governo «è andata benissimo». Lo<br />

ha sottolineato, stamane, il segretario di<br />

Cgil, Sergio Cofferati negli stabilimenti<br />

Zanussi di Porcia (Pordenone) durante<br />

un'assemblea sindacale. L’adesione alla<br />

protesta che proseguirà domani e dopodomani,<br />

articolata sul territorio — secondo<br />

i sindacati — è stata superiore al<br />

90%. Lo sciopero riguarda la totalità dei<br />

lavoratori ma le categorie che devono<br />

tenere conto della legge sullo sciopero<br />

Agitazioni a Genova<br />

contro la modifica<br />

della legge sull'amianto<br />

GENOVA, 6.<br />

Contro la riforma dei benefici<br />

previdenziali dei lavoratori esposti<br />

all’amianto hanno scioperato, ieri,<br />

gli operatori della cantieristica:<br />

3000 a Genova e 1500 a Sestri.<br />

Oggi faranno altrettanto quelli del<br />

settore elettromeccanico, mentre<br />

il 7 dicembre scenderanno in piazza<br />

i siderurgici. Secondo il sindacato,<br />

la modifica della legge crea<br />

una discriminazione ingiustificabile<br />

tra chi è già andato in pensione<br />

e chi ancora è al lavoro.<br />

Palermo: 13 condanne<br />

al processo<br />

per l'appalto<br />

al palazzo di giustizia<br />

PALERMO, 6.<br />

Condanne per oltre cinquant'anni di<br />

carcere sono state inflitte dai giudici della<br />

terza sezione del tribunale di Palermo<br />

a tredici imputati accusati a vario titolo<br />

di associazione mafiosa, turbativa d’asta<br />

e abuso d’ufficio. Il processo riguarda<br />

l’appalto per la realizzazione del nuovo<br />

palazzo di giustizia, collocato alle spalle<br />

di quello attuale.<br />

Le pene più elevate sono state comminate<br />

al boss Totò Riina (7 anni), a<br />

Raffaele Ganci, capomafia della zona<br />

Noce (5 anni e 6 mesi), agli imprenditori<br />

Giuseppe e Salvatore Osvaldo Bordonaro<br />

e agli autotrasportatori Salvatore,<br />

Vincenzo, Carmelo, e Pietro Cancemi (4<br />

anni e 6 mesi). Questi ultimi sono cugini<br />

del collaboratore di giustizia Salvatore<br />

Cancemi. È di quattro anni la condanna<br />

decisa per Giuseppe Liberti, all’epoca<br />

capo dell’ufficio contratti del Comune di<br />

Palermo. I giudici hanno invece assolto<br />

Cataldo La Placa.<br />

Gli imputati dovranno risarcire il danno<br />

al Comune e alla Usl 6, costituitisi<br />

parti civili. Secondo l’accusa i lavori sarebbero<br />

stati pilotati da Cosa nostra. Il<br />

dibattimento trae origine da un’ inchiesta<br />

della Guardia di Finanza che, nel<br />

1997, portò all’arresto di 20 persone.<br />

Fra gli indagati vi furono oltre a Riina,<br />

Gioacchino Sciacca, ex presidente dell’Associazione<br />

degli industriali di Trapani,<br />

i rappresentanti dell’impresa «Sinces<br />

Chiementin» di Roma che si aggiudicò<br />

l’appalto di circa 74 miliardi di lire. Le<br />

indagini furono avviate nel marzo 1996<br />

in seguito ad un esposto dell’Iccrea (l’Istituto<br />

delle banche di credito cooperative)<br />

su una truffa di 10 miliardi di lire.<br />

Paura a Palermo<br />

e a Napoli per l'incendio<br />

di due abitazioni<br />

PALERMO, 6.<br />

Un incendio, divampato ieri sera in<br />

un appartamento al terzo piano di un<br />

palazzo in viale delle Alpi a Palermo, ha<br />

costretto i Vigili del fuoco a sgomberare<br />

l'intero edificio. A causarlo è stata l’esplosione<br />

del televisore. Nella casa abitano<br />

un uomo con la figlia e due cani.<br />

Nessuno è rimasto ferito.<br />

A prendere fuoco per primi sono stati<br />

i mobili di legno del salotto e le fiamme<br />

si sono poi propagate velocemente in<br />

tutte le altre stanze.<br />

Sul posto sono accorse numerose<br />

squadre di pompieri che hanno provveduto<br />

a spegnere le fiamme. I successivi<br />

controlli hanno accertato che lo stabile<br />

non ha subito danni consentendo agli inquilini<br />

di rientrare nelle proprie case.<br />

Un altro incendio è divampato ieri sera<br />

in un’abitazione al terzo piano in salita<br />

Tarsia, a Napoli. Sul luogo dell’incendio<br />

sono intervenute quattro squadre<br />

di Vigili che hanno rapidamente spento<br />

il fuoco. Nell’appartamento invaso dalle<br />

fiamme non vi erano persone e quindi<br />

nessuno è rimasto ferito. Il rogo ha provocato<br />

momenti di viva preoccupazione<br />

tra gli abitanti della zona, densamente<br />

popolata.<br />

prima delle agitazioni indette dai sindacati contro le<br />

modifiche all'art. 18 dello Statuto dei lavoratori proposte<br />

dal Governo. Gli scioperi proseguiranno nei<br />

prossimi giorni in vari settori.<br />

REAGISCE AI RAPINATORI E MUORE Ha difeso il<br />

suo motorino, che stava pagando rata su rata, ma è<br />

stato aggredito dai rapinatori: speronato, preso a<br />

calci, era riuscito a fuggire ma i criminali l'hanno<br />

nuovamente malmenato lasciandolo in fin di vita.<br />

nei servizi pubblici essenziali, si fermeranno<br />

in giorni diversi rispetto a quelli<br />

del resto del mondo del lavoro. Gli addetti<br />

dei trasporti (ad eccezione di quelli<br />

aerei che si sono fermati lunedì) si asterranno<br />

dal lavoro, per quattro ore, lunedì<br />

10. Per venerdì 14 è previsto invece lo<br />

sciopero dei lavoratori del pubblico impiego<br />

(otto ore) che protestano anche a<br />

sostegno dello stanziamento di maggiori<br />

risorse per i rinnovi contrattuali, della<br />

scuola (un’ora), delle banche (due ore<br />

alla fine del turno), degli elettrici, degli<br />

addetti delle Poste e telecomunicazioni<br />

(due ore alla fine del turno) e della Rai<br />

(due ore a inizio turno). La discussione<br />

della delega dovrebbe cominciare martedì<br />

11 dicembre al Senato ma i sindacati<br />

sono tornati a chiedere al Governo il ritiro<br />

della parte del provvedimento sui licenziamenti<br />

senza giusta causa. «La modifica<br />

dell’art. 18 è un attacco ai diritti<br />

delle persone più deboli — ha detto Cofferati<br />

— il sindacato deve proseguire<br />

con la sua iniziativa di lotta fino a quando<br />

il Governo non avrà stralciato dal testo<br />

le normative che riguardano l’arbitrato<br />

e l’art. 18». «Ci vuole lo sciopero<br />

generale — ha avvertito il leader della<br />

Fiom-Cgil Sabattini — e se gli altri sindacati<br />

non fossero d’accordo la Cgil dovrebbe<br />

proclamarlo da sola». «Se il Governo<br />

non ritirerà le misure sull’articolo<br />

18 — ha affermato il segretario della Uil<br />

Luigi Angeletti — andremo avanti fino a<br />

che non cambierà opinione». « Chiediamo<br />

al Governo — ha sottolineato il leader<br />

della Cisl, Pezzotta — di stralciare<br />

dalla delega la parte sui licenziamenti».<br />

Antiterrorismo:<br />

le indagini<br />

sui gruppi islamici<br />

fondamentalisti<br />

ROMA, 6.<br />

Mentre gli inquirenti milanesi proseguono<br />

gli approfondimenti sulle pericolose<br />

cellule eversive di fondamentalisti<br />

islamici costituitesi nel Nord, si sono iniziate<br />

le verifiche per accertare se esistano<br />

negli istituti bancari italiani conti<br />

correnti o, comunque, rapporti di natura<br />

finanziaria riconducibili a società finanziarie<br />

sospettate di raccogliere i fondi<br />

per sostenere le organizzazioni terroristiche.<br />

Un provvedimento di sequestro preventivo<br />

— nel caso in cui venissero trovate<br />

tracce di questi rapporti bancari —<br />

è stato emesso l'altro ieri dalla procura<br />

di Roma su richiesta della Guardia di Finanza,<br />

ed è finito nel circuito bancario<br />

attraverso la Banca d’Italia. Le società<br />

oggetto di accertamenti sono le stesse<br />

già finite nel mirino dell’ amministrazione<br />

Bush — la «Holy Land Foundation<br />

for relief and development», la «Al Aqsa<br />

International Bank» e la «Beit El-Mal<br />

Holdings» — ritenute dagli inquirenti le<br />

contigue all'organizzazione fondamentalista<br />

armata «Hamas» e, forse, collegabili<br />

con «Al Qaeda» di Osama bin Laden.<br />

Ieri il ministro della Difesa, Martino,<br />

ha parlato di «sviluppi significativi nelle<br />

indagini contro il terrorismo» e a proposito<br />

della cellula eversiva milanese ha<br />

parlato di «una mole di prove impressionante».<br />

Per quanto riguarda la sicurezza,<br />

soprattutto dopo l'inasprimento del<br />

conflitto in Medio Oriente, il ministro ha<br />

detto che «non sarà abbassata la guardia»,<br />

ricordando che la Difesa «continua<br />

a dare il suo contributo, anche fornendo<br />

militari per controllare e proteggere basi<br />

e obiettivi» considerati più a rischio.<br />

Trovata in un appartamento<br />

di Asti droga per 5 miliardi:<br />

arrestato un albanese<br />

ASTI, 6.<br />

Quando hanno fatto irruzione nell’appartamento<br />

gli agenti si sono trovati di<br />

fronte a una vera centrale dello spaccio<br />

e del confezionamento di grandi quantità<br />

di droga: «C’erano sostanze stupefacenti<br />

dappertutto — ha detto un inquirente<br />

— nei cassetti, negli armadi, su un<br />

tavolo». L'operazione, scattata ieri ad<br />

Asti, ha portato al sequestro di circa 50<br />

chilogrammi di eroina e cocaina purissime<br />

per un valore sul mercato di almeno<br />

5 miliardi di lire. Nell’appartamento la<br />

Polizia ha trovato anche 300 milioni di<br />

lire in contanti, acidi e materiale per il<br />

confezionamento della droga. Un albanese,<br />

del quale non sono state rese note<br />

le generalità, è stato arrestato.<br />

L’eroina arriverebbe dall’Afghanistan.<br />

Le indagini coordinate dal procuratore<br />

di Asti, Sorbello, sono partite proprio<br />

dall'extracomunitario che risultava aver<br />

subaffittato un appartamento al primo<br />

piano di uno stabile. L’uomo è arrivato<br />

martedì sera in città ed è stato pedinato.<br />

Ieri gli uomini della squadra mobile<br />

hanno deciso di entrare in azione. La<br />

Polizia sta risalendo ai canali di spaccio<br />

che portano in Toscana e in altre regioni<br />

del Centro-Nord.


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Anno CXLI - N. 282 (42.920) CITTÀ DEL VATICANO Sabato 8 Dicembre 2001<br />

MEDIO ORIENTE Primi esiti della mediazione Usa<br />

Riprende il dialogo<br />

sulla sicurezza<br />

TEL AVIV, 7.<br />

Rappresentanti della sicurezza di<br />

Israele e dell'Autorità Palestinese (Ap)<br />

hanno iniziato oggi pomeriggio una riunione<br />

a cui partecipa anche l’inviato di<br />

Washington per il Medio Oriente, Anthony<br />

Zinni. Lo aveva preannunciato ieri<br />

il Presidente dell’Ap, Yasser Arafat,<br />

nella conferenza stampa congiunta tenuta<br />

al termine del suo incontro con il Ministro<br />

degli esteri egiziano, Ahmed<br />

Maher. Si tratta di un primo importante<br />

passo verso la ripresa del dialogo dopo<br />

gli attentati suicidi a Gerusalemme a<br />

Haifa, rivendicati dai fondamentalisti<br />

islamici armati di Hamas, e la rappresaglia<br />

militare israeliana nei Territori.<br />

Prima di incontrare Arafat, Maher<br />

aveva avuto un colloquio con il Premier<br />

israeliano, Ariel Sharon. In quella sede il<br />

Primo Ministro aveva chiesto all'inviato<br />

egiziano di ribadire ad Arafat le ferme<br />

richieste di Tel Aviv circa la necessità di<br />

arrestare tutti gli attivisti compresi in<br />

una lista di sospetti terroristi fornita dal<br />

Governo israeliano all’Ap.<br />

Anche il Presidente degli Usa, George<br />

W. Bush, ha detto di nutrire ancora seri<br />

dubbi sull’efficacia degli sforzi di Arafat<br />

per sradicare il terrorismo dai suoi Territori.<br />

Bush «è sempre profondamente<br />

preoccupato per le prigioni palestinesi,<br />

che paiono costruite con le sbarre su<br />

una facciata e una porta girevole sull’al-<br />

Nuovi raid aerei<br />

di Israele<br />

nei Territori<br />

palestinesi<br />

TEL AVIV, 7.<br />

Ha provocato ingenti danni materiali<br />

il nuovo bombardamento compiuto la<br />

scorsa notte da caccia della aviazione<br />

israeliana contro edifici della polizia dell'Autorità<br />

Palestinese (Ap) a Gaza. Un<br />

edificio di tre piani e un ambulatorio sono<br />

stati gravemente lesionati.<br />

«I razzi israeliani hanno distrutto i nostri<br />

uffici e quelli del Dipartimento della<br />

polizia femminile, nonché una mensa»<br />

hanno riferito fonti dell'Ap, negando<br />

che, come sostengono le autorità di Tel<br />

Aviv, nella zona si producevano mortai<br />

utilizzati per colpire gli insediamenti<br />

ebraici. «I nostri uomini fanno il possibile<br />

per mantenere l’ordine a Gaza e per<br />

fermare quanti compiono violenze, ma<br />

bombardamenti come questo ci mettono<br />

in grande difficoltà» ha detto il colonnello<br />

Mahmud Asfur.<br />

Quasi in contemporanea con il raid<br />

aereo è scattata un'operazione terrestre.<br />

Carri armati e soldati israeliani sono penetrati<br />

nella città autonoma palestinese<br />

di Khan Younis, nel Sud della Striscia di<br />

Gaza. Secondo le prime ricostruzioni, si<br />

tratterebbe di una massiccia operazione<br />

che ha portato all’arresto di numerose<br />

persone ed alla distruzione di alcune<br />

abitazioni.<br />

Atlante geopolitico<br />

Atlante geopolitico<br />

Dieci anni fa<br />

avveniva la<br />

dissoluzione<br />

dell'Urss<br />

di GIUSEPPE M. PETRONE<br />

Pagina 2<br />

Il Santo Padre ha ricevuto questa<br />

mattina in udienza le Loro Eccellenze<br />

Reverendissime i Monsignori:<br />

— Paul Karataş, Arcivescovo di<br />

Diarbekir dei Caldei (Turchia), in visita<br />

«ad limina Apostolorum»;<br />

— Djibrail Kassab, Arcivescovo di<br />

Bassorah dei Caldei (Iraq), in visita<br />

«ad limina Apostolorum»;<br />

— Yacoub Denha Scher, Arcivescovo<br />

di Arbil dei Caldei (Iraq), in<br />

visita «ad limina Apostolorum»;<br />

— Abdul-Ahad Sana, Vescovo di<br />

Alquoch dei Caldei (Iraq), in visita<br />

«ad limina Apostolorum»;<br />

— Hanna Kello, Vescovo di Amadiyah<br />

dei Caldei e Amministratore<br />

Patriarcale di Zaku dei Caldei<br />

(Iraq), in visita «ad limina Apostolorum».<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha ricevuto questa<br />

mattina in udienza Sua Eccellenza il<br />

tra», ha detto il portavoce della Casa<br />

Bianca, Ari Fleischer. «Il Presidente continua<br />

a chiedere ad Arafat di fare tutto<br />

il possibile, in un modo efficace che durerà<br />

nel tempo, per punire i terroristi»,<br />

ha aggiunto.<br />

Da parte sua il Segretario di Stato<br />

Usa, Colin Powell, ha auspicato che Arafat<br />

intensifichi nei prossimi giorni gli<br />

sforzi contro il terrorismo islamico.<br />

«Nelle ultime ventiquattro ore ho notato<br />

che c’erano stati più arresti o azioni da<br />

parte sua, e questo è promettente, ma<br />

deve fare di più», ha detto Powell. Il Capo<br />

della diplomazia americana ha inoltre<br />

ammesso che Arafat in questo momento<br />

ha «delle difficoltà con altre organizzazioni<br />

che resistono alla sua autorità»,<br />

aggiungendo che gli Stati Uniti stanno<br />

facendo «tutto il possibile perché la<br />

situazione sia sotto controllo» e sia possibile<br />

rilanciare le trattative di pace fra<br />

israeliani e palestinesi.<br />

Sulla questione è intervenuto ieri anche<br />

il Presidente russo, Vladimir Putin,<br />

che, al suo arrivo ad Atene per una visita<br />

di tre giorni, ha espresso «grande<br />

preoccupazione» per la situazione in<br />

Medio Oriente. Putin ha invocato l’arresto<br />

«immediato» di «tutti i terroristi e gli<br />

estremisti», ribadendo il sostegno di Mosca<br />

alle iniziative di pace dell’Unione<br />

Europea (Ue) e degli Stati Uniti e la disponibilità<br />

del Cremlino a contribuire allo<br />

sforzo di mediazione.<br />

La presentazione<br />

delle Credenziali del nuovo<br />

Ambasciatore di Turchia<br />

cidente cristiano e Oriente musulmano, più intensa e complessa di come è<br />

spesso riconosciuto, continua ancora in Turchia — afferma il Santo Padre —.<br />

Perciò, in un tempo in cui la causa della pace deve essere servita promuovendo<br />

il dialogo tra le culture religiose del mondo, in particolare tra Islam e Cristianesimo,<br />

la comunità internazionale guarda con speranza alla vostra Nazione».<br />

Il Papa ricorda «che i cattolici sono una piccola minoranza. Essi non vedono<br />

alcuna contraddizione nell'essere cristiani e turchi, e attendono con<br />

gioia, come me, di vedere riconosciuto lo stato giuridico della Chiesa». Essi<br />

sono fiduciosi che nella loro patria continueranno a trovare il rispetto per le<br />

minoranze, che è «il criterio su cui si misura» l'armonia sociale e l'indice della<br />

maturità civica raggiunta da un Paese e dalle sue istituzioni.<br />

PROFUGHI Appello dell'Unicef alla comunità internazionale<br />

Centomila bimbi afghani minacciati<br />

dal freddo e dalla malnutrizione<br />

BERLINO, 7.<br />

Centomila bambini rischiano<br />

di non sopravvivere<br />

all’inverno afghano<br />

se le loro famiglie non<br />

ricoveranno immediatamente<br />

un aiuto dall’estero.<br />

L'allarme è stato lanciato<br />

ieri dal Fondo delle<br />

Nazioni Unite per l'infanzia<br />

(Unicef) in un comunicato<br />

pubblicato a<br />

Berlino, dove ieri si è<br />

conclusa la Conferenza<br />

dei Paesi donatori. «In<br />

molte parti dell’Afghanistan<br />

ha cominciato a nevicare<br />

e diversi luoghi<br />

saranno presto isolati»,<br />

si legge nel testo. Il pericolo<br />

principale è che i<br />

bambini, che soffrono di<br />

malnutrizione cronica,<br />

muoiano di malattie an-<br />

che banali come diarrea,<br />

affezioni respiratorie o rosolia, aggiungono<br />

gli esperti. Da adesso al marzo<br />

prossimo l’Unicef ha calcolato che avrà<br />

bisogno di 110 milioni di euro e la sopravvivenza<br />

dei bambini è la priorità assoluta<br />

da affrontare.<br />

Secondo il portavoce dell'Onu a Kabul,<br />

Yussuf Hassan, più di dieci bimbi<br />

sarebbero già morti. Nella provincia di<br />

Ghor, già provata da tre anni di siccità,<br />

«vediamo casi di malnutrizione e di malattie<br />

respiratorie legate al freddo, soprattutto<br />

polmoniti, attualmente prima<br />

causa di mortalità in Afghanistan», ha<br />

sottolineato Hassan. La situazione è<br />

ugualmente drammatica anche nei campi<br />

profughi vicini alla frontiera iraniana,<br />

ha aggiunto.<br />

Nel tentativo di coinvolgere la popolazione<br />

statunitense negli aiuti umanitari,<br />

il Presidente degli Usa, George W. Bush,<br />

ha lanciato un campagna di sostegno ai<br />

NOSTRE INFORMAZIONI<br />

Signor Alain Dejammet, Ambasciatore<br />

di Francia, in visita di congedo.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha nominato Nunzio<br />

Apostolico in Georgia e Armenia<br />

il Reverendo Monsignore Claudio<br />

Gugerotti, finora Sotto-Segretario<br />

della Congregazione per le Chiese<br />

Orientali, elevandolo in pari tempo<br />

alla sede titolare di Ravello, con dignità<br />

di Arcivescovo.<br />

. .<br />

Erezione<br />

di Prefettura Apostolica<br />

e relativa Provvista<br />

Il Santo Padre ha eretto la Prefettura<br />

Apostolica di Quetta (Pakistan)<br />

con territorio dismembrato dalla Arcidiocesi<br />

di Karachi e dalla Diocesi<br />

di Hyderabad.<br />

Posta geograficamente<br />

e culturalmente<br />

tra l'Oriente musulmano<br />

e Occidente<br />

cristiano, la Turchia è<br />

chiamata a costruire<br />

«ponti tra religione e<br />

politica». Lo sottolinea<br />

Giovanni Paolo II<br />

nel discorso al nuovo<br />

Ambasciatore di Turchia<br />

presso la Santa<br />

Sede, S.E. la Signora<br />

Filiz Dinçmen, che,<br />

nella mattina di venerdì<br />

7 dicembre, ha<br />

presentato le Lettere<br />

Credenziali con cui<br />

viene accreditata nell'alto<br />

ufficio. «L'anti-<br />

ca interazione tra Oc-<br />

Profughi afghani attraversano il confine con il Pakistan<br />

bambini afghani da parte di quelli americani.<br />

Uno spazzolino da denti, un dentifricio,<br />

mandorle e uvetta, calzini pesanti,<br />

matite colorate e caramelle: è un<br />

elenco parziale del contenuto dei pacchi<br />

dono confezionati dalla Croce Rossa<br />

8 dicembre:<br />

solennità<br />

dell'Immacolata<br />

Concezione<br />

della Beata<br />

Vergine Maria<br />

Pagine 6 e 7<br />

Sua Santità ha nominato primo<br />

Prefetto Apostolico di Quetta il Reverendo<br />

Padre Victor Gnanapragasam,<br />

O.M.I., Superiore della Delegazione<br />

della medesima Congregazione<br />

in Pakistan.<br />

. .<br />

Predica d'Avvento<br />

Questa mattina, 7 dicembre, nella<br />

Cappella «Redemptoris Mater», alla<br />

presenza del Santo Padre, il Predicatore<br />

della Casa Pontificia, Padre<br />

Raniero Cantalamessa, O.F.M.<br />

Cap., ha tenuto la prima predica<br />

d'Avvento.<br />

In occasione della Solennità<br />

dell'Immacolata Concezione di<br />

Maria, domani il nostro giornale<br />

non uscirà. Le pubblicazioni riprenderanno<br />

in data 10-11.<br />

Pagina 5<br />

americana per i bimbi<br />

afghani e pagati con i<br />

soldi inviati dai bambini<br />

americani alla Casa<br />

Bianca.<br />

La raccolta di denaro<br />

ha raggiunto finora il<br />

milione e mezzo di dollari.<br />

«Un quarto dei<br />

bambini afghani non arriva<br />

al quinto compleanno;<br />

un terzo non ha genitori;<br />

uno su due è malnutrito»,<br />

ha detto il portavoce<br />

della Casa Bianca,<br />

Ari Fleischer, osservando<br />

che i pacchi dono<br />

«porteranno almeno un<br />

po' di gioia a bimbi che<br />

hanno dovuto soffrire<br />

tanto».<br />

Nei pacchetti, che recano<br />

in diverse lingue la<br />

scritta «dai bambini<br />

americani ai bambini af-<br />

ghani», la Croce Rossa americana ha inserito<br />

anche, una palla e un orsacchiotto<br />

di plastica, un berretto di lana, un<br />

quaderno, due lecca-lecca, pastelli a cera<br />

non tossici e una spazzola per capelli.<br />

I pacchi regalo verranno spediti in Afghanistan<br />

su un aereo donato espressamente<br />

da Federal Express.<br />

Intanto la situazione sul terreno rimane<br />

drammatica e a Jalalabad le organizzazioni<br />

umanitarie stanno lasciando i loro<br />

uffici nel timore che sentimenti antioccidentali<br />

scatenino la popolazione<br />

contro gli staff stranieri. A Mazar-i-Sharif,<br />

la prima città del Nord strappata ai<br />

Taleban, sono enormemente aumentati i<br />

crimini di ogni sorta. Le strade che collegano<br />

le città afghane liberate dall’Alleanza<br />

del Nord e dai raid americani sono<br />

diventate teatro di scorribande per<br />

miliziani Taleban allo sbando, che rapinano<br />

veicoli e uccidono conducenti e<br />

passeggeri.<br />

Il discorso del Card. Martini<br />

nella vigilia di s. Ambrogio<br />

Terrorismo,<br />

ritorsione,<br />

legittima difesa,<br />

guerra e pace<br />

In omaggio<br />

ai lettori<br />

Pagina 4<br />

In vista delle giornate di digiuno e<br />

di preghiera per la pace indette da<br />

Giovanni Paolo II per il 14 dicembre<br />

ed il 24 gennaio, L'Osservatore Romano<br />

offre in omaggio a tutti i lettori<br />

dell'edizione quotidiana un manifesto<br />

a colori da affiggere nelle parrocchie<br />

e nelle comunità.<br />

IL NOSTRO GRIDO A DIO PER LA PACE<br />

14 dicembre 2001<br />

Giornata di preghiera<br />

di digiuno e di carità<br />

MICHAEL L. FITZGERALD<br />

Segretario Pontificio Consiglio<br />

per il Dialogo Inter-Religioso<br />

D urante<br />

l’Angelus del 18 novembre,<br />

il Santo Padre ha<br />

invitato i cattolici a prega-<br />

re e digiunare per la pace venerdì<br />

14 dicembre. Ha inoltre suggerito<br />

che le preghiere e il digiuno<br />

siano accompagnati da atti di carità<br />

come segno di solidarietà<br />

per chi sta soffrendo a causa<br />

della guerra.<br />

Potremmo chiederci: In cosa<br />

consiste questa preghiera per la<br />

pace e perché è accompagnata<br />

da digiuno e carità? Qual è inoltre<br />

il particolare significato di<br />

questo giorno scelto?<br />

La convinzione che la preghiera<br />

fosse necessaria per raggiungere<br />

la pace indusse Papa Giovanni<br />

Paolo II ad invitare i principali<br />

leader religiosi ad Assisi<br />

nel 1986 per pregare per la pace<br />

nel mondo. Ed è la medesima<br />

convinzione che ha spinto il Santo<br />

Padre a chiamare tutti a raccolta<br />

per un’altra giornata di preghiera<br />

ad Assisi il 24 gennaio<br />

2002 e invitare tutti i cattolici a<br />

pregare e digiunare per il medesimo<br />

scopo il 14 dicembre. In<br />

molte occasioni il Santo Padre<br />

ha ribadito gli insegnamenti del<br />

Vangelo per il quale il mondo<br />

non può dare pace (cfr Gv 14,<br />

27); è un dono del Signore, quindi<br />

dobbiamo offrire preghiere<br />

supplicando Dio di concedere all’umanità<br />

questo dono. Dando il<br />

benvenuto ad Assisi a quanti accettarono<br />

l’invito, Papa Giovanni<br />

Paolo II disse:<br />

«La pace, dove esiste, è estremamente<br />

fragile. È minacciata in<br />

tanti modi e con tali imprevedibili<br />

conseguenze da obbligarci a<br />

procurarle solide basi.<br />

«Senza negare in alcun modo<br />

la necessità di molte risorse<br />

umane volte a mantenere e rafforzare<br />

la pace, noi siamo qui<br />

perché siamo sicuri che, al di<br />

sopra e al di là di tutte quelle<br />

misure, c’è bisogno di preghiera<br />

intensa ed umile, di preghiera fiduciosa,<br />

se si vuole che il mondo<br />

diventi finalmente un luogo di<br />

pace vera e permanente».<br />

(Discorso di apertura<br />

nella Basilica di S. Maria<br />

degli Angeli,<br />

Assisi, 27 ottobre 1986).<br />

Perché accompagnare questa<br />

preghiera con il digiuno? La rinuncia<br />

al cibo ci aiuta ad acquistare<br />

la libertà del cuore (cfr<br />

CCC 2043). È il segno che non<br />

desideriamo essere incentrati sul<br />

nostro proprio ego, sui nostri desideri<br />

e bisogni. Ci aiuta ad<br />

aprirci a Dio, e quindi ci assiste<br />

nella preghiera mentre innalziamo<br />

i nostri cuori e il nostro spirito<br />

a Dio.<br />

Ci aiuta inoltre ad essere<br />

aperti nei confronti dei nostri fratelli<br />

e delle nostre sorelle, specialmente<br />

per quelli più bisognosi.<br />

Mentre preghiamo e digiuniamo<br />

per la pace, teniamo a mente<br />

le vittime della guerra, il gran<br />

numero di persone che soffrono<br />

la fame e i senzatetto.<br />

Tutto ciò ci porta naturalmente<br />

al terzo elemento tradizionale<br />

della penitenza cristiana: la carità.<br />

Mentre ricordiamo coloro che<br />

soffrono, siamo spinti ad aiutarli<br />

in qualsiasi modo possibile. I nostri<br />

doni saranno segni concreti<br />

del nostro desiderio di vincere<br />

gli effetti della guerra e di incamminarci,<br />

con rispetto e giustizia,<br />

verso la pace e la riconciliazione.<br />

Potremmo a volte sentire<br />

che il nostro contributo è minimo,<br />

che la nostra carità è insignificante.<br />

Possiamo allora ricordare<br />

che il Signore Gesù ha parlato<br />

della vedova che donò nonostante<br />

propria povertà (cfr Lc 21,<br />

1-4).<br />

Un’ulteriore questione deriva<br />

dalla scelta del giorno per questo<br />

speciale sforzo in favore della<br />

pace. Perché venerdì 14 dicembre?<br />

Il venerdì è tradizionalmente<br />

un giorno di penitenza per<br />

la Chiesa cattolica, in memoria<br />

della Passione e della Morte di<br />

Nostro Signore Gesù Cristo il venerdì<br />

Santo. Di fatto la Legge del<br />

Diritto Canonico dispone che per<br />

la Chiesa Universale tutti i venerdì<br />

dell’anno sono giorni di penitenza<br />

(cfr CIC, can. 1250). Così<br />

il venerdì è stata una scelta naturale.<br />

Il venerdì designato cade<br />

nel mezzo dell’Avvento, il periodo<br />

di preparazione alla festa del<br />

Santo Natale. È un tempo gioioso,<br />

pieno di speranza per la venuta<br />

del Salvatore, in più è caratterizzato<br />

da uno spirito di<br />

ascetismo. Questo venerdì d’Avvento<br />

è quindi il momento giusto<br />

per digiunare e pregare per la<br />

pace, dato che colui che è così<br />

ardentemente atteso è il Principe<br />

della Pace.<br />

Un’ultima ragione per la scelta<br />

di questo giorno è che cade<br />

pressoché alla fine del Ramadan,<br />

mese dell’anno in cui è prescritto<br />

il digiuno per i Musulmani.<br />

Sebbene tale digiuno sia rigoroso,<br />

il suo scopo non è la penitenza<br />

ma piuttosto mostrare un<br />

forte segno di obbedienza e sottomissione<br />

a Dio. È anche interpretato<br />

dai Musulmani come<br />

espressione di gratitudine a Dio;<br />

cibi e bevande, ed in generale i<br />

frutti di questa terra, sono stati<br />

dati in ultima analisi da Dio stesso,<br />

così rinunciarvi per un certo<br />

periodo aiuta a coltivare l’apprezzamento<br />

per questi doni.<br />

Inoltre, la difficoltà che l’osservanza<br />

del digiuno implica può<br />

stimolare la compassione per i<br />

poveri e gli affamati. Il Ramadan<br />

è anche un momento speciale<br />

per la comunità Musulmana di<br />

preghiera comune. Sembra quindi<br />

la cosa più appropriata che<br />

venerdì 14 dicembre i cristiani si<br />

uniscano ai musulmani in questo<br />

spirito di preghiera e digiuno.<br />

Il digiuno è una pratica comune<br />

a molte religioni (Ebraismo,<br />

Induismo, Giainismo e Buddismo).<br />

C’è anche una particolare<br />

attenzione per i poveri e gli affamati,<br />

specie nel Sikkhismo che<br />

considera un dovere religioso ristorare<br />

e dar asilo al viandante<br />

o a chiunque ne abbia bisogno.<br />

Così persone di tutte le religioni<br />

potranno essere invitate ad unirsi<br />

in questo giorno speciale di<br />

preghiera e digiuno; perché tutte<br />

le persone desiderano la pace e<br />

tutte le religioni si occupano di<br />

incoraggiare e contribuire alla ricerca<br />

di una pace duratura basata<br />

sulla giustizia.<br />

Gli eventi dell’11 settembre, e<br />

la successiva guerra in Afghanistan<br />

(la cui popolazione è interamente<br />

musulmana), hanno però<br />

focalizzato l’attenzione in maniera<br />

particolare sui rapporti tra cristiani<br />

e musulmani. Questo speciale<br />

giorno di preghiera e digiuno,<br />

un venerdì, durante l’Avvento<br />

e alla fine del Ramadan, dà ai<br />

cattolici l’opportunità di dimostrare<br />

la loro solidarietà ai musulmani<br />

e, con le parole di Papa<br />

Giovanni Paolo II, il loro rispetto<br />

per l’Islam «per l’autentico Islam:<br />

l’Islam che prega, che si occupa<br />

dei bisognosi» (Discorso ad<br />

Astana, 24 settembre 2001).<br />

Come è noto, il Santo Padre ha indetto una raccolta di offerte in<br />

occasione della giornata di digiuno del 14 dicembre. Esse verranno<br />

destinate dal Papa nel giorno di Natale a coloro che, vittime delle<br />

conseguenze del terrorismo e della guerra, passata la maggiore<br />

emergenza, rischiano di essere dimenticati.<br />

La Santa Sede ha aperto un conto corrente straordinario gestito dal<br />

Pontificio Consiglio COR UNUM, presso la<br />

BANCA DI ROMA C/C N. 101010 «PRO DIGIUNO 14 DICEMBRE»<br />

ABI 3002 CAB 5008 (dall’estero SWIFT: BROMIT)<br />

e un conto corrente presso le Poste Italiane C/C N. 603035.


DAL MONDO<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

PAGINA<br />

TIPOGRAFIA VATICANA<br />

EDITRICE<br />

«<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong>»<br />

Redazione:<br />

via del Pellegrino<br />

00120 Città del Vaticano<br />

Segreteria di Redazione:<br />

Tel. 06.698.83461/06.698.84442<br />

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Servizi fotografici<br />

de «L'Osservatore Romano»<br />

a cura di Arturo Mari<br />

Le foto dell'attività della Santa Sede<br />

sono del SERVIZIO FOTOGRAFICO<br />

de «L'Osservatore Romano»<br />

Tel. 06.698.84797 - Fax 06.698.84998<br />

E-mail: photo@ossrom.va<br />

.<br />

2 .<br />

Atlante geopolitico<br />

Atlante geopolitico<br />

Dieci anni fa avveniva<br />

la dissoluzione dell'Urss<br />

GIUSEPPE M. PETRONE<br />

L o<br />

smantellamento, dopo 74 anni<br />

di brutale regime comunista, del<br />

sistema sovietico si è imposto<br />

come uno degli avvenimenti di maggior<br />

rilievo del 20º secolo. Non solo<br />

ha modificato la geografia politica del<br />

mondo, ma si è anche rivelato ricco<br />

di sfide e di nuove opportunità per gli<br />

Stati indipendenti, per le entità autonome<br />

emerse, o riemerse, dall'impero<br />

sovietico, come pure per la Comunità<br />

internazionale nel suo insieme.<br />

Questo immane terremoto politico<br />

ha provocato intensi movimenti che<br />

non si sono ancora esauriti: il passaggio<br />

post-sovietico dopo dieci anni deve<br />

ancora stabilizzarsi anche se l'attuale<br />

Presidente russo, Vladimir Putin, è<br />

impegnato ad affrontare le sfide con<br />

coraggio cercando di far dimenticare<br />

al mondo il triste passato comunista.<br />

Avevano poco meno o poco più di<br />

40 anni gli uomini della squadra di<br />

Boris Yeltsin che architettarono, esattamente<br />

dieci anni fa, la dissoluzione<br />

dell'Unione Sovietica che era nata 74<br />

anni prima con la Rivoluzione d'Ottobre<br />

del 1917. Il processo di dissoluzione<br />

era cominciato il 19-21 agosto 1991<br />

con il fallito colpo di stato paradossalmente<br />

attuato dai cospiratori proprio<br />

per rafforzare l'Urss, la cui integrità<br />

era stata seriamente minacciata<br />

dalla rivolta delle tre Repubbliche<br />

Baltiche e dai conflitti interetnici che<br />

già scuotevano il Caucaso. Inoltre,<br />

due anni prima, nel febbraio del 1989,<br />

le truppe dell'Armata Rossa avevano<br />

posto termine all'occupazione dell'Afghanistan<br />

e, nel novembre dello stesso<br />

anno, con il crollo del Muro di Berlino<br />

si era disintegrata la Repubblica<br />

democratica tedesca, che non era né<br />

una Repubblica, né democratica, né<br />

tedesca e che fu uno Stato di natura<br />

senza precedenti nella storia: si trattò<br />

infatti di una costruzione artificiale<br />

voluta da Mosca, di uno Stato ideologico<br />

che doveva sostituire il consenso<br />

solo con il suo apparato di polizia e<br />

di propaganda.<br />

«Quell'8 dicembre l'Urss era già dissolta<br />

nella coscienza della gente che<br />

non voleva più vivere in un sistema<br />

totalitario», ha detto in televisione Andrei<br />

Kozyrev, il Ministro degli esteri<br />

che guidò la diplomazia della nuova<br />

Russia fino al 1995. I golpisti erano<br />

stati sconfitti dalla rivolta popolare<br />

guidata da Boris Yeltsin, il quale salì<br />

su un carro armato e lanciò la sua<br />

sfida ai «putschisti»: non passeranno.<br />

Per 61 ore il mondo era rimasto<br />

con il fiato sospeso, ma l'incitamento<br />

di Yeltsin arrampicatosi in giacca e<br />

cravatta sulla torretta di un «Tank»<br />

che incitava allo sciopero e alla disobbedienza<br />

civile riuscì a fermare per le<br />

strade di Mosca un golpe surreale. E,<br />

soprattutto, riuscì a scuotere le masse<br />

rese amorfe e apatiche dal torpore<br />

senza orizzonti del socialismo reale e<br />

rimettere a loro posto le lancette della<br />

storia. Tutti i dirigenti comunisti cercarono<br />

di forgiare individui, popoli e<br />

società conformi alla loro ideologia<br />

onnicomprensiva e millenarista. Le<br />

loro politiche attuate con il terrore e<br />

la coercizione, provocarono immense<br />

sofferenze, la perdita silenziosa di milioni<br />

di vite e le migrazioni forzate, su<br />

una scala difficilmente immaginabile.<br />

Il leader russo aveva poi ordinato<br />

la liberazione del Presidente sovietico,<br />

Mikhail Gorbaciov, prigioniero nella<br />

sua residenza in Crimea, dove stava<br />

trascorrendo un periodo di riposo.<br />

Gorbaciov, che continuava a dichia-<br />

rarsi fedele agli ideali del comunismo,<br />

voleva riformare l'Unione Sovietica,<br />

ma nonostante l'impegno in 2.352<br />

giorni come Segretario del Pcus non<br />

era riuscito a realizzare il sogno di<br />

trasformare l'Urss. Yeltsin, invece, riteneva<br />

— nel suo allora inconsapevole<br />

anticomunismo — che l'Unione Sovietica<br />

non fosse riformabile e cominciò<br />

a progettarne la distruzione.<br />

Un picconatore ancora più irruento<br />

di Yeltsin, era il Presidente ucraino,<br />

Leonid Kravciuk — era stato riconfermato<br />

nella carica da un voto popolare<br />

espresso pochi giorni prima —, che<br />

non soltanto respingeva la riforma<br />

dell'Urss proposta da Gorbaciov, ma<br />

si rifiutava perfino di andare a Mosca<br />

a discuterne. Accettò invece di andare<br />

a Beloveszhskaya Pusha (Bielorussia)<br />

per un incontro il 7 e 8 dicembre con<br />

Yeltsin e con il Presidente bielorusso,<br />

Stanislav Shushkevic.<br />

«Lì fu sepolta l'Unione Sovietica, lì<br />

nacque la Comunità di Stati indipendenti<br />

(Csi) che mise fine a 74 anni di<br />

comunismo», ha ricordato sul settimanale<br />

«Argumenti y Facti» Serghei<br />

Shakhrai, che era allora Consigliere<br />

giuridico di Yeltsin e che fu quella<br />

notte l'estensore dei Protocolli firmati<br />

dal leader russo, da Kravciuk e da<br />

Shushkevic. «Yeltsin parlava a un telefono<br />

con George Bush, il padre dell'attuale<br />

Presidente degli Stati Uniti,<br />

lo informava di quello che stava accadendo;<br />

a un altro apparecchio Shushkevic<br />

parlava con Gorbaciov» ha rivelato<br />

per la prima volta Shakhrai.<br />

Inizialmente il leader del Cremlino<br />

pensava di poter partecipare al processo<br />

di formazione della nuova Comunità<br />

di Stati indipendenti. Tornato<br />

a Mosca dalla Bielorussia, nel giro di<br />

pochi giorni Yeltsin assunse il controllo<br />

delle strutture del ministero degli<br />

interni sovietico — proclamandolo<br />

«russo» — firmò poi documenti che<br />

sancivano il passaggio dei beni dal<br />

Cremlino alla nuova Russia indipendente.<br />

La tragedia di Gorbaciov ebbe<br />

il suo epilogo la sera del 25 dicembre<br />

quando firmò le dimissioni e annunciò<br />

alla televisione: «non ho intenzione<br />

di diventare capo dell'opposizione»<br />

e cercherò di sostenere «il nuovo corso».<br />

Sull'asta del Grande Palazzo venne<br />

ammainata la bandiera rossa e fu<br />

sostituita con il tricolore russo.<br />

I leader delle altre Repubbliche sovietiche<br />

— che si erano proclamate<br />

indipendenti a partire dal fallito golpe<br />

— compresero che i tre Presidenti riformatori<br />

stavano estromettendo Gorbaciov<br />

per assumere tutti i poteri di<br />

quella che era ancora formalmente<br />

l'Urss. L'ingresso nella Csi delle altre<br />

Repubbliche fu proposto dal Presidente<br />

del Kazakhstan, Nursultan Nazarbayev<br />

e così il 20 dicembre fu deciso<br />

l'allargamento della Comunità. Restarono<br />

fuori (delle 15 Repubbliche che<br />

formavano l'Urss), le tre Repubbliche<br />

Baltiche — uscite dall'Unione Sovietica<br />

nel settembre di quell'anno — e la<br />

Georgia del nazionalista Zviad Gamsakhurdia,<br />

che ribadì la sua decisione<br />

di non far parte della Csi: Tbilisi<br />

avrebbe richiesto l'ingresso nella Comunità<br />

due anni dopo, sotto la leadership<br />

di Eduard Shevardnadze per<br />

anni Ministro degli esteri dell'Urss.<br />

Già l'8 dicembre, dopo il colloquio<br />

telefonico tra Yeltsin e Bush, l'allora<br />

Segretario di Stato americano, James<br />

Baker, dichiarò: «L'Urss non esiste<br />

più». Tutto il mondo comprese cosa<br />

era avvenuto in quella riunione a porte<br />

chiuse in Bielorussia.<br />

PUBBLICITÀ:<br />

PUBBLIETICA s.r.l.<br />

20121 Milano - Piazza Cavour, 3<br />

Tel. 02.62.61.91 - Fax 02.29.00.89.24<br />

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Redazione<br />

de «<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong>»<br />

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AZIENDE PROMOTRICI DELLA DIFFUSIONE DE <strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong><br />

ALITALIA – INTESABci – VOBIS – ADVENIA<br />

Pubblietica sta lavorando ad un progetto teso all'incremento della diffusione de<br />

L'Osservatore Romano in collaborazione con alcune primarie aziende italiane.<br />

Lo sforzo del quotidiano della Santa Sede per diffondere la parola del Papa, soprattutto in<br />

questo particolare momento storico, può infatti essere validamente sostenuto da quanti<br />

condividono i valori propugnati dalla Chiesa cattolica.<br />

Alcune aziende hanno scelto L'Osservatore Romano come mezzo privilegiato e qualificato<br />

per divulgare il loro messaggio pubblicitario. Saranno queste aziende —<br />

sottoscrittrici di numerosi abbonamenti — a diffondere all'interno del proprio<br />

mondo di riferimento (sedi, clienti, collaboratori), questo giornale, questi valori.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 8 Dicembre 2001<br />

STOCCOLMA — Più di duecento personalità<br />

insignite del Nobel nel corso degli<br />

anni festeggeranno nei prossimi giorni, a<br />

Stoccolma e ad Oslo, il centenario del<br />

premio istituito da Alfred Nobel e assegnato<br />

per la prima volta nel 1901.<br />

Le solenni celebrazioni si sono aperte<br />

con un convegno a Oslo (dove si conferisce<br />

il Nobel per la pace) sulle possibili<br />

strategie per arginare i conflitti armati nel<br />

XXI secolo. Nella capitale norvegese il<br />

centenario si concluderà con un grande<br />

GOVERNATORATO DELLA CITTÀ DEL VATICANO POSTE VATICANE<br />

Busta-ricordo «NATALE 2001»<br />

In occasione del Santo Natale<br />

2001, le Poste Vaticane emetteranno<br />

una busta-ricordo denominata<br />

«Natale 2001.<br />

La busta reca in alto, a sinistra,<br />

la scritta Poste Vaticane, preceduta<br />

dal logo del Governatorato dello<br />

Stato della Città del Vaticano.<br />

Al centro della busta, in alto, è riprodotto<br />

lo stemma di Sua Santità<br />

Giovanni Paolo II. Sotto il logo è<br />

raffigurato un particolare del dipinto<br />

«Adorazione dei pastori» del Murillo,<br />

conservato presso la Pinacoteca<br />

Vaticana.<br />

Sul lato destro dell'immagine sono<br />

riportate le scritte in lingua italiana,<br />

inglese e tedesca, «Natale<br />

2001 - Cristo è nato. Alleluia».<br />

Il francobollo da Lire 800 della<br />

serie «Santo Natale», emesso il 22<br />

novembre 2001 è timbrato con l'annullo<br />

postale speciale posto in uso<br />

il giorno di Natale. Completano<br />

l'annullo il motto latino «CHRISTVS<br />

NATVS EST ALLELVIA» e l'iscrizione<br />

«POSTE VATICANE • 25 DICEM-<br />

BRE 2001».<br />

Celebrazioni ad Oslo e a Stoccolma del centenario del premio Nobel<br />

concerto martedì prossimo. Il giorno prima<br />

si terrà, alla presenza dei Sovrani, la<br />

cerimonia della consegna del Nobel per la<br />

pace, che quest'anno è stato conferito al<br />

Segretario generale dell'Onu Kofi Annan e<br />

alla Organizzazione da lui presieduta.<br />

A Stoccolma, dove si assegnano i Nobel<br />

per la letteratura, l'economia e le scienze,<br />

il programma dei festeggiamenti per il<br />

centenario si aprirà ufficialmente sabato<br />

Nel rovescio della busta, in basso<br />

a destra, è riprodotta la sigla PV/44<br />

identificativa della busta.<br />

Il costo di una busta-ricordo è di<br />

lire 4.000 o di lire 6.000 se racchiusa<br />

in un raccoglitore.<br />

Il contributo per le spese postali<br />

di spedizione è di lire 1.500 per gli<br />

invii raccomandati e di lire 5.000<br />

con un concerto. Lunedì il Re di Svezia,<br />

Carlo XVI Gustavo consegnerà i premi ai<br />

vincitori nelle diverse discipline. La solenne<br />

cerimonia si terrà nell'auditorium della<br />

capitale alla presenza del Primo Ministro<br />

Göran Persson. Seguirà, nella sede del<br />

municipio, il tradizionale banchetto per<br />

1.300 invitati, compresi 250 studenti.<br />

In attesa delle cerimonie di lunedì, durante<br />

il fine settimana, i premiati di que-<br />

per quelli assicurati. La richiesta va<br />

accompagnata dall'importo relativo<br />

pagato mediante vaglia postale internazionale<br />

o assegno circolare all'ordine:<br />

Poste Vaticane — Governatorato<br />

00120 Città del Vaticano<br />

Tel 06 69883406 — Fax 06 69885378<br />

st'anno terranno una serie di conferenze,<br />

mentre già da qualche giorno i loro predecessori<br />

stanno partecipando a tavole<br />

rotonde sui vari temi di loro competenza.<br />

La data della consegna dei Nobel nelle<br />

due capitali nordiche è per tradizione<br />

quella del 10 dicembre, anniversario della<br />

morte di Alfred Nobel. Oltre alla medaglia,<br />

ciascuno dei vincitori del premio riceve<br />

una somma di denaro, che varia<br />

ogni anno. In questa edizione l'importo<br />

della borsa è di 940 mila dollari.<br />

Intervento della Delegazione della Santa Sede all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite<br />

Maggiore solidarietà per la promozione<br />

della pace e dello sviluppo in Africa<br />

In occasione del dibattito sul tema<br />

dell'Ordine del giorno dell'Assemblea<br />

Generale dedicato a «Cause dei conflitti<br />

e promozione della pace e dello sviluppo<br />

durevole in Africa», S.E. Mons. Renato<br />

Raffaele Martino, Osservatore Permanente<br />

della Santa Sede presso l'ONU, ha<br />

pronunciato in Plenaria, il 4 dicembre<br />

corrente, l'intervento che pubblichiamo<br />

qui di seguito.<br />

Monsieur le Président,<br />

Saturé de problèmes, le continent<br />

africain est en proie à de nombreux<br />

conflits tant à l’intérieur des Etats<br />

qu’entre les Etats. Le Secrétaire général<br />

des Nations unies a présenté dans son<br />

rapport les causes des conflits en<br />

Afrique (cf. Les causes de conflit et la<br />

promotion d’une paix et d’un développement<br />

durables en Afrique. Rapport du<br />

Secrétaire général, II). Aujourd’hui encore,<br />

dans beaucoup de pays du continent,<br />

la vie de populations civiles innocentes,<br />

millions d’hommes, de femmes<br />

et d’enfants, est mise en danger par ces<br />

conflits armés. C’est à peine si certains<br />

de ces conflits sont évoqués sur la scène<br />

mondiale pendant que les acteurs<br />

internationaux se mobilisent dans<br />

d’autres régions de la planète pour faire<br />

cesser la violence et apporter la<br />

paix.<br />

L’Afrique d’aujourd’hui a un besoin<br />

urgent de paix. Elle a besoin du soutien<br />

résolu de la Communauté internationale<br />

non seulement pour faire cesser<br />

les guerres en cours, mais aussi pour<br />

combattre les causes profondes des conflits<br />

afin d’instaurer une paix durable<br />

sur le continent. Il s’agit, comme le<br />

rappelle si bien le Projet de déclaration<br />

ministérielle sur le Rôle du système des<br />

Nations unies concernant l’appui à<br />

apporter aux efforts des pays africains,<br />

de les aider «dans la lutte qu’ils<br />

mènent pour instaurer une paix durable,<br />

éliminer la pauvreté et parvenir au<br />

développement durable, afin d’intégrer<br />

ainsi le continent africain dans l’économie<br />

mondiale» (E/2001/L.20,2).<br />

Le Pape Paul VI faisait preuve d’une<br />

intuition prophétique lorsqu’il déclarait,<br />

il y a plus de trente ans, que «le<br />

développement est le nouveau nom de<br />

la paix» (Encyclique Populorum progressio,<br />

76-80). En effet, comme le Pape<br />

Jean-Paul II a eu l’occasion de le rappeler<br />

dans son Message pour la Journée<br />

mondiale de la Paix de l’an dernier, «Il<br />

n’y a pas de paix véritable si elle ne<br />

s’accompagne pas d’équité, de vérité,<br />

de justice et de solidarité. Est voué à<br />

l’échec tout projet qui tend à séparer<br />

deux droits indivisibles et interdépendants:<br />

le droit à la paix et le droit à un<br />

développement intégral et solidaire»<br />

(Jean-Paul II, Message pour la Journée<br />

mondiale de la Paix 2000, 13). En d’autres<br />

termes, il ne peut y avoir de paix<br />

durable sans développement, ni de développement<br />

sans paix durable.<br />

Par ailleurs, il est hors de doute que<br />

les conditions nécessaires pour la promotion<br />

du développement durable et de<br />

la paix ne peuvent être réunies sans<br />

l’instauration d’une démocratie participative<br />

qui permette aux peuples<br />

d’Afrique d’être les artisans de leur propre<br />

devenir. Il s’agit en particulier de<br />

promouvoir la bonne gouvernance, le<br />

respect des droits humains fondamentaux<br />

dans leur universalité et indivisibilité<br />

(Jean-Paul II, Message pour la<br />

Journée mondiale de la Paix 1999, 3)<br />

ainsi que des libertés fondamentales,<br />

comme cela est requis dans un Etat de<br />

droit, et comme l’exige la dignité inalié-<br />

nable de la personne humaine, qui<br />

constitue leur fondement ultime.<br />

Assoiffée de paix, l’Afrique est aussi<br />

en quête de la réconciliation entre ses<br />

différentes composantes au niveau tant<br />

local, national que régional et continental.<br />

Partant, les efforts pour promouvoir<br />

le développement de l’Afrique<br />

devront en même temps intégrer le souci<br />

de restaurer les relations sociales brisées,<br />

de redonner confiance aux uns et<br />

aux autres, de susciter la joie de la<br />

cœxistence pacifique et de l’acceptation<br />

mutuelle. A cet égard, les communautés<br />

religieuses ont joué et jouent encore<br />

un rôle de premier plan en tant<br />

qu’éveilleurs de conscience, agents et<br />

lieux de réconciliation et de pardon,<br />

sans lesquels il ne peut y avoir de paix<br />

durable.<br />

Monsieur le Président,<br />

Le monde a été le témoin de trop<br />

nombreuses situations de violence et de<br />

conflits qui ont trouvé leurs racines<br />

dans l’inégalité économique et le désespoir.<br />

Le Saint-Siège s’est exprimé maintes<br />

fois à ce sujet, particulièrement<br />

dans deux de ses plus importantes encycliques<br />

sociales, Populorum progressio<br />

et Sollicitudo rei socialis où Sa Sainteté<br />

Jean-Paul II a dit notamment: «En<br />

réalité, si la question sociale a acquis<br />

une dimension mondiale, c’est parce<br />

que l’exigence de justice ne peut être<br />

satisfaite qu’à cette échelle. Ignorer une<br />

telle exigence, ce serait courir le risque<br />

de faire naître la tentation d’une réponse<br />

violente de la part des victimes de<br />

l’injustice, comme cela se produit à<br />

l’origine de bien des guerres. Les populations<br />

exclues d’un partage équitable<br />

des biens originellement destinés à tout<br />

le monde pourraient se demander:<br />

pourquoi ne pas répondre par la violence<br />

à ceux qui sont les premiers à nous<br />

faire violence?» (Encyclique Sollicitudo<br />

rei socialis, 10).<br />

Un autre problème crucial qui continue<br />

à peser sur l’avenir des peuples<br />

africains est, sans aucun doute, celui<br />

de la dette internationale des pays du<br />

continent. Lors de la préparation du<br />

Jubilé de l’An 2000, le Saint-Père a voulu<br />

souligner, comme un des aspects caractéristiques<br />

de cette préparation,<br />

«l’engagement pour la justice et pour la<br />

paix en un monde comme le nôtre,<br />

marqué par tant de conflits et par d’intolérables<br />

inégalités sociales et économiques».<br />

Dans la même ligne, il a invité<br />

à «penser, entre autres, à une réduction<br />

importante, sinon à un effacement<br />

total, de la dette internationale qui pèse<br />

sur le destin de nombreuses nations»<br />

(Lettre apostolique Tertio Millennio adveniente,<br />

51).<br />

Dans un contexte où le maître mot<br />

est devenu la mondialisation, et où les<br />

risques de marginalisation et d’exclusion<br />

des moins performants sont réels,<br />

le Pape Jean-Paul II n’a cessé de rappeler<br />

à la conscience du monde l’urgence<br />

et le devoir de solidarité avec les pauvres.<br />

Et il est heureux que les Nations<br />

unies aient choisi de lancer un appel à<br />

la solidarité avec l’Afrique à travers<br />

leur importante initiative sur le Nouvel<br />

Ordre du jour des Nations unies pour<br />

le développement de l’Afrique dans les<br />

années 90 (cf. Nouvel Ordre du Jour des<br />

Nations unies pour le développement de<br />

l’Afrique dans les années 1990, 3), qui a<br />

le mérite de tirer l’Afrique de l’oubli en<br />

attirant l’attention des gouvernements<br />

tant africains que non africains sur les<br />

défis économiques, sociaux et politiques<br />

de ce continent.<br />

A l’heure où il faisait le bilan du<br />

chemin parcouru dans ce domaine, le<br />

Pape a été heureux de constater les efforts<br />

accomplis par les Parlements des<br />

Etats créditeurs qui ont «voté une<br />

substantielle réduction de la dette bilatérale<br />

qui grevait les pays les plus pauvres<br />

et les plus endettés», et formé «le<br />

vœu que les Gouvernements respectifs<br />

complètent rapidement ces décisions<br />

parlementaires». Par ailleurs, il a jugé<br />

problématique «la question de la dette<br />

multilatérale contractée par les pays les<br />

plus pauvres vis-à-vis des Organismes<br />

financiers internationaux» et souhaité<br />

«que les Etats-membres de ces Organisations,<br />

surtout ceux qui ont plus de<br />

pouvoir décisionnel, réussissent à trouver<br />

les consensus nécessaires pour parvenir<br />

à la solution rapide d’une question<br />

dont dépend le processus de développement<br />

de nombreux pays, avec de<br />

lourdes conséquences pour la situation<br />

économique et existentielle d’innombrables<br />

personnes» (Jean-Paul II, Lettre<br />

apostolique Novo Millennio ineunte,<br />

14).<br />

Tout en saluant la nouvelle initiative<br />

des institutions financières internationales,<br />

consistant dans l’élaboration des<br />

stratégies pour combattre la pauvreté,<br />

avec la participation notamment des<br />

Gouvernements et de la société civile<br />

des pays concernés, il est urgent que<br />

des mesures appropriées soient prises<br />

pour assurer une collaboration franche<br />

entre les Gouvernements et la société<br />

civile, de même qu’une large participation<br />

de celle-ci, de manière à ne pas<br />

étouffer la voix de ces millions de pauvres<br />

et de marginalisés, dont l’initiative<br />

onusienne voudrait améliorer les conditions<br />

de vie. Il s’agit en particulier de<br />

s’assurer que les fonds provenant de la<br />

réduction de la dette soient investis<br />

dans les secteurs qui concernent la vie<br />

des masses pauvres, tels que l’éducation<br />

et la santé. A travers leur présence<br />

au milieu des marginalisés et des exclus,<br />

les communautés religieuses sont<br />

en première ligne dans la défense des<br />

laissés pour compte. A ce titre, elles<br />

peuvent assurer, spécialement en<br />

Afrique, que ce qui est destiné aux pauvres<br />

leur revienne effectivement dans<br />

un mouvement de solidarité vécue. Il<br />

est par ailleurs souhaitable que les conditions<br />

d’accès à ce programme soient<br />

plus flexibles et que le nombre de pays<br />

pouvant bénéficier de cette initiative<br />

soit revu à la hausse, en tenant compte<br />

en particulier des pays qui souffrent de<br />

la guerre.<br />

Monsieur le Président,<br />

Dans ce contexte, comment ne pas<br />

entendre ce vibrant appel du Pape qui<br />

s’interrogeait au début de ce nouveau<br />

millénaire: «Est-il possible que dans notre<br />

temps il y ait encore des personnes<br />

qui meurent de faim, qui restent condamnées<br />

à l’analphabétisme, qui manquent<br />

des soins médicaux les plus élémentaires,<br />

qui n’aient pas de maison<br />

où s’abriter?<br />

Le tableau de la pauvreté peut être<br />

étendu indéfiniment, si nous ajoutons<br />

les nouvelles pauvretés aux anciennes,<br />

nouvelles pauvretés que l’on rencontre<br />

souvent dans des secteurs et des catégories<br />

non dépourvus de ressources économiques,<br />

mais exposés à la désespérance<br />

du non-sens, au piège de la drogue,<br />

à la solitude du grand âge ou de<br />

la maladie, à la mise à l’écart ou à la<br />

discrimination sociale» (Lettre apostolique<br />

Novo Millennio ineunte, 50).<br />

Face à cette situation, le Saint-Siège<br />

lance un appel pressant à une solidarité<br />

inventive avec les pauvres et les mar-<br />

ginalisés du monde, en particulier avec<br />

ceux d’Afrique, et forme le vœu, Monsieur<br />

le Président, que soit accordée<br />

une attention spéciale à la nouvelle initiative<br />

africaine pour le développement<br />

et que les ressources nécessaires soient<br />

mobilisées pour appuyer les efforts des<br />

pays africains dans la construction<br />

d’un futur meilleur pour le continent,<br />

dont la réalisation ne peut que contribuer<br />

à l’avènement d’un monde meilleur<br />

où règnent la justice et la paix<br />

pour tous.<br />

Je vous remercie.<br />

Uganda: oltre 30 morti<br />

per incidente stradale<br />

KAMPALA — Un camion cisterna<br />

che trasportava benzina si è ribaltato<br />

giovedì sera nel Sud-Est dell’Uganda<br />

causando oltre 30 morti,<br />

ed un’ottantina di feriti, moltissimi<br />

dei quali in gravi condizioni. Lo<br />

rendono noto fonti ufficiali, precisando<br />

che il bilancio delle vittime<br />

appare destinato ad aumentare:<br />

sia per le condizioni dei feriti, sia<br />

perché si ritiene che alcuni corpi<br />

non siano stati ancora recuperati.<br />

Il bilancio dell’incidente è stato pesante<br />

perché molte persone accorse<br />

per cercare di appropriarsi della<br />

benzina che fuoriusciva dalla cisterna<br />

rovesciata sono state coinvolte<br />

nella successiva esplosione.<br />

Ex Zaire: riesplode<br />

l'epidemia di ebola<br />

NAIROBI — Non meno di 17 morti<br />

negli ultimi giorni, ed un focolaio<br />

accertato di una trentina di casi:<br />

l’ebola — la terribile malattia<br />

emorragica che uccide nel 90 per<br />

cento dei casi — è riesplosa nella<br />

Repubblica Democratica del Congo,<br />

l’ex Zaire. Lo rendono noto<br />

fonti ufficiali congolesi di cui riferisce<br />

venerdì radio Nairobi. L’epidemia<br />

appare per ora concentrata intorno<br />

alla città di Misangandu, nel<br />

Kasai occidentale. Sempre nell’ex<br />

Zaire, nell’area della città di Kikwit,<br />

l’ebola uccise 245 persone<br />

nel 1995, mentre le vittime furono<br />

circa 200 lo scorso anno in Uganda.<br />

Negli ultimi giorni ci sono stati<br />

anche sei morti in Gabon.<br />

Messico: aumentano<br />

le droghe sintetiche<br />

CITTÀ DEL MESSICO — I cartelli<br />

del narcotraffico messicano stanno<br />

diventando i più potenti in America<br />

Latina grazie alla loro capacità di<br />

produrre in tempi rapidi ed in<br />

grandi quantità droghe sintetiche<br />

come anfetamine ed ecstasy, secondo<br />

quanto evidenzia uno studio<br />

del Governo messicano i cui risultati<br />

sono stati resi noti giovedì. Lo<br />

studio rivela che i cartelli messicani<br />

stanno progressivamente abbandonando<br />

il traffico di cocaina e<br />

marijuana a causa degli alti costi<br />

di produzione e dei rischi connessi<br />

con il trasporto negli Usa e stanno<br />

invece espandendo la produzione<br />

di droghe sintetiche.<br />

Brasile:uccisodapirati<br />

celebre navigatore<br />

BRASILIA — Il neozelandese Peter<br />

Blake, uno dei più grandi navigatori<br />

del mondo, è stato assassinato<br />

giovedì in Amazzonia da pirati che<br />

hanno abbordato la sua barca, il<br />

«Seamaster», ancorata nel Rio delle<br />

Amazzoni dove stava svolgendo<br />

ricerche scientifiche. La notizia ha<br />

colpito dolorosamente tutta la marineria<br />

mondiale, nella quale Blake<br />

godeva di stima incondizionata,<br />

non solo per le sue tante vittorie<br />

sportive (tra cui due Coppe America<br />

e la Whitbread, la regata attorno<br />

al mondo in equipaggio), ma<br />

soprattutto per il suo impegno per<br />

lo studio e la tutela dell'ambiente<br />

marino per cui aveva fondato l'associazione<br />

«Blake Expeditions»<br />

con il sostegno dell'Onu.<br />

Ue: aiuti economici<br />

all'America Centrale<br />

BRUXELLES — In risposta alla crisi<br />

provocata dalla prolungata siccità<br />

che ha colpito circa 1,5 milioni<br />

di persone nel Centroamerica, la<br />

commissione esecutiva dell'Unione<br />

Europea (Ue) ha approvato un pacchetto<br />

di aiuti urgenti per un valore<br />

di circa 4,6 miliardi di lire. A<br />

beneficiare degli interventi saranno<br />

le fasce più deboli delle popolazioni<br />

di Honduras, Nicaragua e<br />

Guatemala particolarmente colpite<br />

dalla mancanza di cibo dovuta alla<br />

perdita di raccolti agricoli. La siccità<br />

è l’ultima calamità in ordine di<br />

tempo ad essersi abbattuta sull’America<br />

Centrale, dopo i disastri<br />

causati dall’uragano Mitch nel<br />

1998, ed i due terremoti che si sono<br />

susseguiti nell’arco di pochi<br />

mesi in Salvador. Dal 1998 ad oggi<br />

la commissione europea ha assegnato<br />

fondi per circa 80 miliardi di<br />

lire per sostenere la regione.


DAL MONDO<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

in primo piano<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 8 Dicembre 2001<br />

AFGHANISTAN Il Consiglio di sicurezza dell'Onu<br />

ha avallato, in una risoluzione votata all'unanimità,<br />

l'accordo raggiunto a Bonn dalle diverse fazioni politico-militari<br />

afghane per la formazione di un Governo<br />

transitorio di unione nazionale.<br />

KANDAHAR È cessata la resistenza a Kandahar,<br />

ultima roccaforte dei Taleban che hanno cominciato<br />

a deporre le armi. Le autorità Usa ribadiscono che il<br />

mullah Omar e altri leader del regime fondamentali-<br />

AFGHANISTAN La risoluzione di Francia e Gran Bretagna votata all'unanimità<br />

Il Consiglio di sicurezza dell'Onu<br />

approva gli accordi firmati a Bonn<br />

Kandahar:<br />

i Taleban<br />

depongono<br />

le armi<br />

ISLAMABAD, 7.<br />

La campagna in Afghanistan<br />

contro il terrorismo «Enduring<br />

Freedom» (Libertà duratura), iniziata<br />

il 7 ottobre, ha visto oggi,<br />

esattamente due mesi dopo, capitolare<br />

i Taleban da Kandahar, l'ultima<br />

roccaforte dei seguaci del<br />

mullah Omar. L'era dei Taleban è<br />

finita: questa mattina la milizia<br />

islamica che da sei anni dominava<br />

l'Afghanistan ha iniziato a deporre<br />

le armi. Ma la resa di Kandahar<br />

non significherà la sconfitta definitiva<br />

dei Taleban che continueranno<br />

a rappresentare una minaccia,<br />

secondo il Ministro della difesa<br />

russo, Serghiei Ivanov. «Conquistare<br />

le città e la maggior parte<br />

dell’Afghanistan non significa avere<br />

sconfitto definitivamente i Taleban»<br />

ha detto Ivanov in visita nella<br />

capitale del Tadjikistan.<br />

Disordini e saccheggi sono stati<br />

segnalati nella città di Kandahar,<br />

ha dichiarato oggi alla televisione<br />

«Cnn», Hamid Karzai, il futuro<br />

Presidente dell'amministrazione<br />

provvisoria afghana. I saccheggi<br />

«sono iniziati la scorsa notte<br />

quando i Taleban hanno cominciato<br />

a fuggire» ha detto Karzai<br />

alla Tv Usa aggiungendo che spera<br />

che le Forze locali una volta<br />

preso il controllo della città ristabiliscano<br />

l’ordine, la sicurezza, la<br />

legge «per quanto è possibile».<br />

La «Cnn», citando fonti sul posto,<br />

ha detto che la situazione oggi<br />

a Kandahar è «caotica». Le<br />

strade sono piene di combattenti<br />

Taleban e arabi, di miliziani tribali<br />

e banditi armati che si abbandonano<br />

a saccheggi di depositi e<br />

magazzini delle Agenzie di aiuti<br />

internazionali. I mercati sono deserti<br />

e nelle strade si possono udire<br />

colpi di arma da fuoco.<br />

Marines americani della base allestita<br />

in Afghanistan hanno ucciso<br />

la scorsa notte sette combattenti<br />

pro Taleban nel primo attacco<br />

di terra che i militari Usa hanno<br />

sferrato da quando si sono basati<br />

nel Paese centro asiatico. «Ieri<br />

sera abbiamo ingaggiato con<br />

successo una offensiva contro<br />

Forze nemiche sull’asse viario vicino<br />

a Kandahar, uccidendo sette<br />

combattenti e distruggendo tre<br />

veicoli» ha dichiarato ai giornalisti<br />

il capitano David T. Romley. Nessuna<br />

vittima tra gli americani.<br />

«Questa offensiva è la prima operazione<br />

di terra da quando abbiamo<br />

costruito la base il 25 novembre<br />

scorso», ha detto il portavoce<br />

dei marines. Due marines sono invece<br />

rimasti leggermente feriti<br />

quando un elicottero si è schiantato<br />

a poca distanza da Camp Rhino,<br />

la base Usa nel Sud dell'Afghanistan.<br />

Il capo supremo dei Taleban<br />

mullah Mohammed Omar non ha<br />

rinunciato al terrorismo e ne subirà<br />

le conseguenze. Lo ha dichiarato<br />

oggi il futuro Presidente dell'amministrazione<br />

provvisoria afghana,<br />

Hamid Karzai, sempre alla<br />

«Cnn». Nei mesi passati, ha spiegato<br />

Karzai alla televisione americana,<br />

«ho chiesto al mullah Omar<br />

di rinunciare al terrorismo e di<br />

condannare le violenze legate al<br />

terrorismo in Afghanistan, negli<br />

Stati Uniti e nel resto del mondo.<br />

Lui non l’ha fatto. La notte scorsa<br />

era la sua ultima occasione per<br />

farlo prima di cedere il potere.<br />

Non l’ha fatto e deve essere considerato<br />

responsabile di associazione<br />

con il terrorismo».<br />

Il Segretario alla difesa americano,<br />

Donald Rumsfeld, ha detto<br />

ieri che gli Stati Uniti scartano<br />

«ogni ipotesi» che lasci la possibilità<br />

al mullah Omar di «vivere con<br />

dignità a Kandahar o in altri luoghi<br />

dell’Afghanistan». Dunque il<br />

Pentagono si oppone a qualsiasi<br />

forma di amnistia e insiste perché<br />

Omar venga assicurato alla giustizia.<br />

Anche il Presidente americano,<br />

George W. Bush «è profondamente<br />

convinto che chiunque dia<br />

rifugio ai terroristi deve essere costretto<br />

a risponderne davanti alla<br />

giustizia», ha detto Ari Fischer,<br />

portavoce della Casa Bianca.<br />

Ora, dopo la caduta di Kandahar,<br />

si stringe il cerchio intorno<br />

a Osama bin Laden. A Tora Bora<br />

vi sono ancora sacche di resistenza<br />

e una delegazione sta trattando<br />

la resa totale della principale base<br />

di «Al Qaeda» espugnata in gran<br />

parte la scorsa notte dai mujaheddin<br />

dell’Alleanza del Nord. Lo ha<br />

dichiarato Haji Aman, portavoce<br />

del comandante militare dell’Afghanistan<br />

orientale.<br />

NEW YORK, 7.<br />

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni<br />

Unite ha approvato ieri l’accordo sul<br />

Governo di transizione in Afghanistan<br />

raggiunto alla conferenza di Bonn dalle<br />

diverse componenti etniche e politiche<br />

del Paese asiatico. L’avallo di 15 membri<br />

del Consiglio di Sicurezza è stato<br />

espresso con voto unanime su una risoluzione<br />

in cui si specifica che il Consiglio<br />

stesso appoggerà l’accordo «finché<br />

le parti rispetteranno gli impegni presi».<br />

La risoluzione presentata da Francia e<br />

Gran Bretagna non affronta la questione<br />

della forza internazionale di pace che,<br />

stando all’accordo, il Consiglio dovrebbe<br />

autorizzare per contribuire a garantire<br />

la sicurezza nel periodo di transizione.<br />

Sempre stando all’accordo, il Consiglio<br />

dovrebbe autorizzare, ma non istituire,<br />

il corpo di pace con compiti di sorveglianza<br />

nella capitale e in altre aree urbane,<br />

e di agevolazione delle attività<br />

umanitarie. Il nodo della forza di pace<br />

— che dovrebbe esser formata da Italia,<br />

Francia, Gran Bretagna, Germania, Turchia,<br />

da altre Nazioni europee e forse<br />

dalla Giordania — verrà affrontato dal<br />

Consiglio nell’arco della prossima settimana,<br />

anche se è convinzione generale<br />

che i primi reparti dovrebbero essere<br />

schierati prima del 22 dicembre, quando<br />

si insedierà il Governo di transizione<br />

guidato dal pashtun Hamid Karzai. «Si<br />

lavora contro il tempo» per rispettare la<br />

scadenza, ha detto il portavoce del Palazzo<br />

di Vetro, Fred Eckhard, rilevando<br />

che ancora non è chiaro che posizioni<br />

emergeranno in seno al Consiglio, mentre<br />

rimane da stabilire se e in qual modo<br />

reparti afghani debbano essere integrati<br />

nella forza di pace.<br />

Anche l’Organizzazione della conferenza<br />

islamica (Oci) ha dichiarato di essere<br />

soddisfatta dell’accordo di Bonn<br />

per l’Afghanistan. «Appoggiamo gli accordi<br />

di Bonn», ha affermato Abdelouahed<br />

Belkeziz, Segretario generale dell’Oci,<br />

in una conferenza stampa svoltasi<br />

dopo una serie di incontri con le autorità<br />

pakistane, ricordando che il piano approvato<br />

nella città tedesca è in sintonia<br />

con le proposte dell’organizzazione.<br />

«Vorrei rivolgere un appello ai 56 Paesi<br />

membri dell’Oci — ha aggiunto Belkeziz<br />

— perché essi si facciano avanti in modo<br />

da contribuire attivamente alla ricostruzione<br />

dell’Afghanistan».<br />

In base agli accordi raggiunti nella ex<br />

capitale federale tedesca, il Governo<br />

provvisorio -— composto da 30 membri<br />

e che, come detto, sarà presieduto da<br />

Hamid Karzai, di etnia pashtun, vicino<br />

alle posizioni dell'ex Re, Zahir Shah —<br />

avrà il compito di gestire una prima<br />

transizione di sei mesi fino alla convocazione<br />

di una «Loya Jirga» (la tradizionale<br />

assemblea delle etnie e delle tribù afghane)<br />

d’emergenza. Questa a sua volta<br />

nominerà successivamente un Governo<br />

transitorio, anch'esso ampiamente rappresentativo,<br />

che resterà in carica per<br />

un periodo di 18 mesi e che si occuperà<br />

di redigere la nuova Costituzione e di<br />

preparare nuove elezioni.<br />

sta islamico non potranno beneficiare di eventuali<br />

provvedimenti di clemenza.<br />

STATI UNITI Il Ministro della giustizia Usa, John<br />

Ashcroft, invita l'opinione pubblica a non sottovalutare<br />

il pericolo di nuovi attentati da parte della rete<br />

terroristica «Al Qaeda». Intanto, altri 39 gruppi sono<br />

stati aggiunti alla «lista nera» del Dipartimento di<br />

Stato sulle organizzazioni eversive e su quelle fiancheggiatrici<br />

del terrorismo.<br />

GOVERNO BRITANNICO Il Governo britannico è<br />

stato sconfitto per tre volte consecutive alla Camera<br />

dei Lord, che ha imposto altrettanti emendamenti al<br />

disegno di legge sulle misure antiterrorismo.<br />

COLOMBIA Dilaga la violenza politica in Colombia.<br />

Nel dipartimento di Choco si affrontano da una<br />

settimana guerriglieri di sinistra e paramilitari di destra.<br />

Si registrano, inoltre, uccisioni di ostaggi e attentati<br />

contro impianti elettrici e linee ferroviarie.<br />

NATO I diciannove membri decidono la formazione di un «Consiglio a 20»<br />

Raggiunta un'intesa con Mosca<br />

per una maggiore integrazione<br />

BRUXELLES, 7.<br />

Sono cominciati<br />

questa mattina a Bruxelles<br />

i lavori del<br />

Consiglio permanente<br />

Nato-Russia. All’ordine<br />

del giorno della<br />

riunione, il rafforzamento<br />

della collaborazione<br />

tra la Nato e<br />

la Russia in base allo<br />

schema approvato ieri<br />

dal Consiglio Atlantico<br />

e la situazione internazionale.Successivamente,<br />

si terrà il<br />

Consiglio dei Paesi<br />

aderenti alla partnership<br />

euro-atlantica.<br />

Si accelera dunque<br />

l’avvicinamento fra<br />

Nato e Russia scattato<br />

dopo i disumani<br />

attacchi terroristici<br />

dell’11 settembre che hanno visto Mosca<br />

schierata accanto agli Usa nella lotta<br />

contro il terrorismo internazionale. I Capi<br />

della diplomazia alleata hanno deciso<br />

ieri a Bruxelles di dare via libera alla<br />

formazione di un nuovo Consiglio Nato-<br />

Russia che dovrebbe poter prendere anche<br />

decisioni militari in comune.<br />

La nuova apertura verso Mosca è stata<br />

voluta fortemente in seno alla Nato in<br />

primo luogo da Italia e Regno Unito,<br />

con l’appoggio del Segretario di Stato<br />

americano, Colin Powell. Entro maggio,<br />

quando i diciannove membri terranno la<br />

STATI UNITI In una audizione presso la Commissione giustizia del Senato<br />

Ashcroft invita a non sottovalutare<br />

la minaccia di nuovi attentati<br />

WASHINGTON, 7.<br />

Il Segretario alla giustizia statunitense<br />

John Ashcroft ha difeso ieri durante<br />

un'audizione di fronte alla Commissione<br />

giustizia del Senato le azioni decise in<br />

queste settimane per fronteggiare il terrorismo<br />

e per garantire la sicurezza interna<br />

degli Usa. Ashcroft si è presentato<br />

in aula portando con sé un manuale dell'organizzazione<br />

terroristica «Al Qaeda»<br />

sequestrato tempo fa dall’Fbi e ne ha citate<br />

varie parti per dimostrare gli obiettivi<br />

«dei nostri nemici». «Non possiamo<br />

abbassare la guardia — ha detto l'Attorney<br />

General degli Stati Uniti — perché<br />

abbiamo a che fare con nemici che abusano<br />

dei diritti degli individui, così come<br />

hanno abusato delle linee aeree». Respingendo<br />

le accuse di queste settimane<br />

di aver messo a rischio i diritti costituzionali<br />

dei cittadini statunitensi,<br />

Ashcroft ha sostenuto che l’amministrazione<br />

del Presidente George W. Bush è<br />

stata «attenta a non infrangere diritti,<br />

nel difendere la sicurezza degli americani».<br />

«Non possiamo vivere nel mondo<br />

dei sogni», ha detto Ashcroft, elencando<br />

le minacce ancora in atto contro il Paese<br />

e spiegando che ogni sua giornata comincia<br />

con «l’esame delle segnalazioni<br />

di possibili attacchi ricevute il giorno<br />

precedente: un elenco agghiacciante».<br />

Nel frattempo, altri 39 gruppi e organizzazioni<br />

sono stati aggiunti alla «lista<br />

di esclusione» del Dipartimento di Stato,<br />

che designa quelle che gli Usa ritengono<br />

formazioni terroristiche e permette, oltre<br />

a controlli sulle loro attività e al<br />

blocco delle loro finanze, di vietare l’accesso<br />

negli Usa ai loro membri. Proprio<br />

Ashcroft aveva presentato alla fine di ottobre<br />

al Dipartimento di Stato un elenco<br />

di 46 gruppi che chiedeva di inserire tra<br />

le organizzazioni terroristiche ai cui<br />

membri gli Usa negano l’accesso sul territorio<br />

nazionale. Il Dipartimento di Stato<br />

ha accolto 33 dei nomi indicati da<br />

Ashcroft, ne ha aggiunti altri sei e li ha<br />

inseriti tutti nella nuova «lista di esclusione»,<br />

uno strumento che va ad affiancare<br />

e rafforzare la «watch list» già in<br />

vigore negli Usa, nella quale figurano<br />

una trentina di altre organizzazioni.<br />

Sempre ieri, gli Stati Uniti hanno fir-<br />

Colombia: cruenti combattimenti<br />

in diverse regioni del Paese<br />

BOGOTÁ, 7.<br />

Il Governo di Bogotá ha deciso ieri di<br />

inviare «almeno 2.500 soldati» per cercare<br />

di riprendere il controllo della regione<br />

del dipartimento di Chocó dove le<br />

Forze armate rivoluzionarie della Colombia<br />

(Farc) e i paramilitari di destra si<br />

scontrano da sabato con un bilancio<br />

provvisorio, secondo fonti locali, di 200<br />

morti. Intanto guerriglieri dell’Esercito<br />

di liberazione nazionale (Eln) hanno abbattuto<br />

con esplosivo numerosi tralicci<br />

dell’energia elettrica del dipartimento di<br />

Antioquia, mentre le «Farc» hanno fatto<br />

saltare un ponte sull’autostrada fra Bogotà<br />

e Medellin che, in base ad una disposizione<br />

emanata dall'Esecutivo di Bogotá,<br />

resterà interrotta per dieci giorni.<br />

Quest’ultimo movimento ha anche rivendicato<br />

un attentato, il secondo in<br />

una settimana, contro un tratto della<br />

ferrovia che a Prado Sevilla (Magdalena)<br />

utilizza una compagnia statunitense per<br />

trasportare carbone. Per parte loro le<br />

Autodifese unite della Colombia (Auc,<br />

paramilitari di destra) hanno ucciso dopo<br />

averli sequestrati Aury Sarà Marrugo,<br />

leader a Cartagena dell’Unione sindacale<br />

operaia (Uso) e la sua guardia<br />

del corpo. Intanto, i duri scontri fra le<br />

mato a Bruxelles un accordo con l'Unione<br />

Europea per lo scambio di informazioni<br />

sul terrorismo ed i crimini gravi:<br />

alla cerimonia hanno partecipato i Ministri<br />

degli esteri dei Paesi dell'Ue e il Segretario<br />

di Stato Usa Colin Powell. Questi<br />

ha dichiarato che «Ora servono ulteriori<br />

passi per stroncare i canali di finanziamento<br />

delle organizzazioni terroristiche.<br />

Sono incoraggiato dagli sforzi<br />

fatti dagli europei, ma bisogna procedere<br />

più rapidamente. Siamo di fronte ad<br />

una battaglia di lunga durata, ma lavorando<br />

insieme prevarremo».<br />

Il Governo britannico<br />

battuto sulla legge antiterrorismo<br />

LONDRA, 7.<br />

In Gran Bretagna il Governo è stato sconfitto ieri per tre volte consecutive<br />

alla Camera dei Lords nel voto sulla nuova legge antiterrorismo che il Primo<br />

Ministro Tony Blair vorrebbe definitivamente approvata prima del vertice dell'Unione<br />

Europea della prossima settimana a Laeken, a conclusione del semestre<br />

di presidenza di turno belga dell'Ue. I Lords hanno modificato tre articoli<br />

della nuova legge che davano alla polizia ampi poteri di controllare, nell’ambito<br />

della lotta contro il terrorismo, ogni tipo di documento personale di qualsiasi<br />

cittadino, compresa la posta elettronica e le cartelle fiscali.<br />

Una maggioranza costituita da 227 Lords conservatori e liberaldemocratici<br />

ha approvato degli emendamenti che confinano l’attività investigativa a presunti<br />

terroristi. La legge antiterrorismo messa a punto dal Governo era già<br />

stata approvata in prima lettura dalla Camera dei Comuni dove il Governo laburista<br />

conta su una maggioranza schiacciante, ma ora, dopo l’esame della<br />

camera dei Lords e gli emendamenti approvati, dovrà tornare alla Camera<br />

bassa e si fanno quindi stretti i tempi per approvarla prima del vertice a Laeken<br />

del 14 e 15 dicembre.<br />

«Farc» e unità delle «Auc» hanno terrorizzato<br />

migliaia di indios Katios rimasti<br />

intrappolati nel fuoco incrociato vicino a<br />

Riosucio. Il sindaco di questa località,<br />

Ricardo Victoria, ha denunciato che la<br />

drammatica situazione determinata dalla<br />

prolungata battaglia ha provocato anche<br />

una emergenza sanitaria perché decine<br />

di cadaveri delle vittime sono stati gettati<br />

nel fiume Salaquì, dalle cui acque si<br />

approvvigiona l’acquedotto di Riosucio.<br />

Le notizie sui combattimenti sono per il<br />

momento frammentarie e la polizia ha<br />

indicato di non essere in possesso di statistiche<br />

certe sull’entità delle vittime.<br />

Una giovane colombiana che aveva<br />

sostituito il padre sequestrato da presunti<br />

membri delle Forze armate rivoluzionarie<br />

della Colombia (Farc) è stata nel<br />

frattempo uccisa dai rapitori che non<br />

avevano ricevuto il riscatto. Lo ha annunciato<br />

l’esercito a Bogotá. Il cadavere<br />

di Melina Pereira, 25 anni, è stato infatti<br />

rinvenuto ieri da una unità militare in<br />

una località del dipartimento settentrionale<br />

di Santander indicata in un comunicato.<br />

La donna, si è appreso, aveva<br />

sostituito il padre Antonio di 65 anni, ed<br />

è stata uccisa con tre colpi d’arma da<br />

fuoco sparati a bruciapelo.<br />

Il Segretario di Stato Usa con il Ministro degli esteri belga alla riunione Nato<br />

prossima riunione, dovrebbero essere<br />

definite le modalità di funzionamento e i<br />

poteri del nuovo «Consiglio dei 20».<br />

Il Premier britannico, Tony Blair, ha<br />

proposto nelle scorse settimane che Nato<br />

e Russia decidano insieme nei settori<br />

della gestione delle crisi e del peacekeeping,<br />

della lotta contro il terrorismo o<br />

contro i mezzi di distruzione di massa.<br />

L’accordo per dare il via al «Consiglio»<br />

è stato raggiunto ieri grazie a una<br />

mediazione dell’Italia, dopo che la linea<br />

di forte appoggio americana portata<br />

avanti da Powell si è indebolita per le ri-<br />

serve espresse a Washington<br />

dal Segretario<br />

alla difesa, Donald<br />

Rumsfeld, hanno<br />

riferito fonti diplomatiche.<br />

Un’azione di<br />

mediazione italiana<br />

cui Powell ha reso<br />

omaggio esplicitamente<br />

durante la riunione.<br />

L’Italia «ha<br />

spinto moltissimo» ha<br />

affermato il Ministro<br />

degli esteri, Renato<br />

Ruggiero, che ha definito<br />

«molto importante»<br />

l’accordo sul<br />

«Consiglio dei 20».<br />

Certo, ha precisato<br />

Powell, il futuro Consiglio<br />

Nato-Russia —<br />

le cui regole di funzionamento<br />

sono tut-<br />

te da definire — non<br />

conferirà a Mosca alcun «diritto di veto»<br />

sulle attività dell’Alleanza Atlantica.<br />

«Conserveremo la nostra prerogativa<br />

di avviare un’azione indipendente in diciannove,<br />

il Presidente Vladimir Putin,<br />

lo sa e l’accetta» ha precisato il Segretario<br />

della Nato, George Robertson.<br />

L’accordo sul Consiglio con Mosca,<br />

che i diciannove discutono oggi con il<br />

collega russo, Igor Ivanov, dovrebbe anche<br />

rendere più facile il prossimo allargamento<br />

della Nato, dopo la prima ondata<br />

che ha portato nel club atlantico<br />

Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria.<br />

CARBONCHIO Tracce di batteri su 150 lettere<br />

Washington: posta contaminata<br />

trovata nella Banca centrale<br />

chiaro se nel contenitore vi fossero buste<br />

con batteri di carbonchio o se si trattasse<br />

solo di buste contaminate da altra<br />

posta o da installazioni di uffici postali.<br />

Un portavoce della Fed ha detto che il<br />

presidente Alan Greenspan e altri membri<br />

sono stati informati di quanto sta avvenendo,<br />

ma ha comunque escluso che<br />

la posta sia stata maneggiata da esponenti<br />

di spicco dell’istituzione.<br />

Nel frattempo, due scienziati incaricati<br />

dal Governo Usa di studiare le lettere<br />

contaminate con il carbonchio hanno<br />

detto che quella inviata al senatore del<br />

Usa: sgominato a New York<br />

un pericoloso gruppo mafioso<br />

NEW YORK, 7.<br />

È stato un poliziotto infiltrato a rovinare<br />

il più potente gruppo della mafia<br />

italoamericana di New York. Per tre anni<br />

l’agente ha vissuto da mafioso, accumulando<br />

però in segreto prove su prove<br />

e riuscendo infine a far scattare la trappola<br />

intorno al clan Genovese, decimato<br />

con un blitz della polizia. Il segreto più<br />

totale copre ancora l’identità dell’agente<br />

della polizia di New York che dovrà deporre<br />

ai processi contro i 73 uomini, fra<br />

cui 34 capi, arrestati all’alba di mercoledì<br />

in una vasta operazione cui hanno<br />

preso parte centinaia di agenti, anche<br />

federali. Per tutti le accuse si sono trasformate<br />

in una lunga lista di formali incriminazioni:<br />

usura, estorsioni, frodi,<br />

contrabbando, gioco d’azzardo e molto<br />

altro che in tre anni per il clan hanno<br />

generato un indotto di oltre 14 milioni<br />

di dollari.<br />

Dell’agente infiltrato si sa solo che era<br />

riuscito a conquistare la fiducia di molti<br />

degli arrestati, arrivando a gestire uno<br />

dei settori dell’attività del gruppo: far<br />

sparire auto rubate su commissione,<br />

smontandole e riciclandone le parti, per<br />

consentire più facilmente al committente<br />

di incassare l’assicurazione. Il blitz,<br />

WASHINGTON, 7.<br />

Due mesi e mezzo<br />

dopo l’emergere del<br />

criminale disegno terroristico<br />

di diffusione<br />

del carbonchio, che<br />

negli Stati Uniti ha<br />

già ucciso cinque persone,<br />

continua ad essere<br />

trovata posta<br />

contaminata dai batteri<br />

responsabili della<br />

malattia. Un contenitore<br />

di corrispondenza<br />

della Federal Reserve<br />

(Fed), la Banca<br />

centrale degli Stati<br />

Uniti, s’è rivelato positivo<br />

al carbonchio.<br />

Le circa 150 missive<br />

che conteneva sono<br />

state «trattate» in un<br />

cortile dell’edificio da<br />

addetti ai lavori con<br />

tute protettive e ma-<br />

schere antigas. Non è<br />

hanno spiegato fonti del «New York Police<br />

Department» (Nypd), è scattato giusto<br />

prima che la struttura del clan si attivasse<br />

per un colpo grosso: il furto delle<br />

paghe del quotidiano «New York Times»,<br />

che avrebbe dovuto fruttare sei<br />

milioni di dollari (oltre 12 miliardi di lire).<br />

Recentemente il clan avrebbe messo<br />

a segno una truffa da un milione di dollari<br />

ai danni del fondo pensionistico del<br />

sindacato dei carpentieri. Il capo dell’«Fbi»<br />

di New York, Berry Mawn, ha<br />

voluto sottolineare l’importanza dell’operazione<br />

che ha praticamente smantellato<br />

l’ultimo dei cinque clan storici di<br />

Cosa Nostra a New York. I Genovese<br />

erano finora sopravvissuti alle azioni i<br />

antimafia condotte nell’ultimo decennio<br />

da polizia locale e dalle agenzie federali.<br />

Stando al procuratore capo federale di<br />

Manhattan, Mary Jo White, erano finora<br />

riusciti a eludere la giustizia, tenendo<br />

un profilo molto basso, evitando gli<br />

scontri con gli altri gruppi e limitando il<br />

più possibile le azioni violente. Grazie a<br />

questa tattica, ha spiegato White, i Genovese<br />

erano riusciti a riempire i vuoti<br />

lasciati dagli altri, espandendo la propria<br />

attività e arrivando a controllare gran<br />

parte dei traffici di merci rubate.<br />

I controlli sulla lettera contaminata inviata al senatore Leahy<br />

Vermont Patrick Lehay, scoperta venti<br />

giorni fa, è identica a quella inviata al<br />

capo della maggioranza democratica del<br />

Senato Tom Daschle che era stata aperta<br />

il 15 ottobre da una sua collaboratrice<br />

che aveva contratto la malattia.<br />

La busta indirizzata a Lehay è stata<br />

aperta mercoledì tra mille cautele e ieri<br />

gli scienziati ne hanno estratto la lettera.<br />

«È una replica della lettera per Daschle»,<br />

hanno reso noto, spiegando che<br />

non solo le buste erano identiche all'esterno,<br />

ma che era uguale anche il messaggio<br />

interno.<br />

Maltempo in Polonia:<br />

sessantotto vittime<br />

in due mesi<br />

VARSAVIA, 7.<br />

Il freddo ha causato, dal 10 ottobre<br />

scorso, la morte di 68 persone in Polonia.<br />

Lo hanno annunciato ieri fonti della<br />

polizia.<br />

L’ultimo decesso è quello di un senzatetto<br />

trovato morto nella tromba delle<br />

scale di un palazzo in pieno centro di<br />

Varsavia, dove la temperatura era scesa<br />

a 5 gradi sottozero.<br />

Secondo il bilancio fornito ieri dalle<br />

autorità — riferisce l'agenzia di stampa<br />

«France Presse» — i senzatetto costituiscono<br />

circa il 25 per cento delle persone<br />

morte di ipotermia. La vittima più anziana<br />

aveva 83 anni, la più giovane appena<br />

22.<br />

Negli ultimi giorni sono state registrate<br />

in Polonia temperature dell’ordine di<br />

10 gradi zottozero. Il servizio meteorologico<br />

prevede — come rende noto l'agenzia<br />

di informazioni francese sopra citata<br />

— che l'ondata di freddo non si attenuerà<br />

e anzi nel fine settimana le temperature<br />

potrebbero scendere anche a 15<br />

gradi zottozero. Ogni inverno tra 100 e<br />

200 persone muoiono per il freddo in<br />

Polonia. Il bilancio più pesante — 225<br />

vittime — fu quello del 1998-99.


.<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 8 Dicembre 2001<br />

«Una cultura per l'Europa». È questo lo<br />

slogan che gli universitari di Roma hanno<br />

scelto in preparazione all'incontro con<br />

Giovanni Paolo II, che si svolgerà nel pomeriggio<br />

di martedì 11 dicembre.<br />

Nell'occasione il Papa presiederà la Celebrazione<br />

Eucaristica nella Basilica di<br />

San Pietro.<br />

Le giornate, promosse dall'Ufficio per<br />

la pastorale universitaria della diocesi<br />

di Roma, sanciscono il gemellaggio tra<br />

le cappellanie universitarie dell'Urbe e<br />

Il tradizionale discorso alla città di Milano del Card. Martini nella vigilia di s. Ambrogio<br />

Terrorismo, ritorsione<br />

legittima difesa, guerra e pace<br />

Alla vigilia della festa di sant'Ambrogio,<br />

che si celebra il 7 dicembre, il<br />

Cardinale Carlo Maria Martini, Arcivescovo<br />

di Milano, ha rivolto il tradizionale<br />

discorso alla città dedicato<br />

quest'anno al tema «Terrorismo, ritorsione,<br />

legittima difesa, guerra e<br />

pace».<br />

Pubblichiamo alcuni passi del discorso<br />

del Cardinale Martini:<br />

I temi indicati nel titolo di questo<br />

discorso hanno accompagnato da<br />

sempre l’umanità, da quando Caino<br />

alzò la mano proditoriamente su Abele<br />

e lo uccise (Gen 4, 8) e da quando<br />

Dio dichiarò: «Però chiunque ucciderà<br />

Caino subirà la vendetta sette volte»<br />

(Gen 4, 15), fino alla parola di Gesù:<br />

«Vi lascio la pace, vi do la mia pace»<br />

(Gv 14, 27).<br />

Ma in questi mesi, a partire dall’11<br />

settembre, tali temi sono ritornati di<br />

bruciante attualità.<br />

I fatti sono noti: gravissimi attentati<br />

terroristici che rivelano una capacità<br />

inaudita di odio e fanatismo, che si<br />

serve di tecnologie raffinate e si nutre<br />

di forme finora inedite di fondamentalismo<br />

civile e religioso (pensiamo a<br />

tutti gli aspiranti suicidi). Agli attentati<br />

è seguita un’azione di caccia ai terroristi<br />

che è sfociata in una guerra in<br />

Afghanistan. In questi ultimi giorni<br />

poi si sono ancora moltiplicati vergognosi<br />

attentati suicidi contro cittadini<br />

inermi in Israele, a cui hanno fatto seguito<br />

ritorsioni e azioni militari in Palestina,<br />

in luoghi dove ormai da anni<br />

c’è un crescendo di violenza di cui<br />

non si vede la fine.<br />

(...) Ciò che si è fatto e si sta facendo<br />

contro il terrorismo specialmente a<br />

livello bellico rimane nei limiti della<br />

legittima difesa, o presenta la figura,<br />

Nella solennità ambrosiana<br />

Due inni medievali in onore<br />

del santo Vescovo milanese<br />

S. Ambrogio è il più importante tra i<br />

Vescovi che in due millenni si sono successisullacattedra<br />

episcopale di Milano.<br />

Ambrogio resse per 23 anni la chiesa<br />

di Milano, dal 374 al 397. Era arrivato a<br />

«Mediolanum» (così si chiamava allora<br />

la città) come governatore romano ed in<br />

tale veste intervenne, per fare da paciere,<br />

nella lite scoppiata tra cattolici ed<br />

ariani, dopo la morte del Vescovo Aussenzio,<br />

ariano. Spettava allora al popolo<br />

l'elezione del nuovo Vescovo e gli animi<br />

erano tesi. Il governatore era riuscito a<br />

rimettere pace quando si sentì il grido di<br />

un bambino: «Ambrogio Vescovo». La<br />

leggenda parla di un bimbo di pochi<br />

mesi, che avrebbe gridato per prodigio.<br />

I biografi moderni, come il Paredi, mettono<br />

in dubbio ciò, preferendo pensare<br />

ad un adolescente. La massa dei fedeli<br />

ripeté comunque l'affermazione ad Ambrogio,<br />

che era ancora catecumeno,<br />

venne in pochi giorni battezzato, ordinato<br />

sacerdote e consacrato Vescovo il 7<br />

dicembre 374.<br />

La festa liturgica odierna ricorda<br />

quindi la consacrazione episcopale del<br />

santo e non la sua morte, avvenuta il 4<br />

aprile 397.<br />

Numerosi sono i meriti di Ambrogio:<br />

dalla riforma della Chiesa e del clero milanesi<br />

si va a molte opere dottrinali, dalla<br />

lotta contro gli ariani alla creazione di<br />

una forma nuova di canto, facile e chiaro<br />

per i fedeli: l'inno a ritmo giambico<br />

con strofe di 4 versi ottonari, che da allora<br />

è chiamato «Inno ambrosiano». Esso<br />

si è diffuso in tutta la Chiesa, mentre<br />

il repertorio milanese ne conserva più di<br />

un centinaio, a quelli originari — presumibilmente<br />

una quindicina — se ne sono<br />

aggiunti tanti altri nei secoli.<br />

Dal Medioevo (la datazione è difficile)<br />

ci sono arrivati due inni in onore del<br />

santo: uno per i primi e secondi Vespri<br />

ed uno per le Lodi.<br />

«Cantiamo tutti al nostro sommo padre;<br />

egli scacciò da queste terre le lotte<br />

torbide di un secolo incerto». Così inizia<br />

il primo inno, che consta di 8 strofe del<br />

tipo sopra detto, citando poi la miracolosa<br />

designazione a Vescovo: «La parola<br />

d'un infante gli porta l'infula, ma le bocche<br />

di tutti lo acclamano Vescovo».<br />

Si parla poi della sua lotta contro gli<br />

Ariani, in cui l'insegna episcopale fu il<br />

suoelmo;segueilricordodella sua opera<br />

dottrinale: «Spiega e commenta con abbondanza<br />

le Sacre Scritture e con eloquenzamirabilemostra<br />

le divine verità».<br />

A questo punto il racconto è interrotto<br />

da un'invocazione: «Fa' che noi amiamo<br />

cantare in dolce modo gli inni e salmodiare,<br />

con unità di mente e di voce,<br />

sotto la tua guida».<br />

Nelle strofe successive si ricorda che<br />

egli «accolse con cuore paterno il retore<br />

Agostino, lo istruì alla fede in Cristo e<br />

nel Battesimo lo fece suo figlio». Poi «la<br />

mattina del Sabato di Pasqua, come aveva<br />

predetto, ricevuto il corpo di Cristo,<br />

entrò nel regno dei cieli».<br />

Segue l'invocazione finale: «Ora scaccia<br />

con la frusta il lupo infernale, per-<br />

almeno in alcuni casi, della ritorsione,<br />

dell’eccesso di violenza, della vendetta?<br />

È chiaro che il diritto di legittima<br />

difesa non si può negare a nessuno,<br />

neppure in nome di un principio evangelico.<br />

Ma occorre una continua vigilanza<br />

e un costante dominio su di sé e<br />

delle proprie passioni individuali e collettive<br />

per far sì che nella necessaria<br />

azione di prevenzione e di giustizia<br />

non si insinui la voluttà della rivalsa e<br />

la dismisura della vendetta. Si era<br />

avuta l’impressione che questi principi<br />

di cautela fossero presenti nei primi<br />

giorni della reazione ai terribili attentati<br />

dell’11 settembre. Ma ora a che<br />

punto siamo? Non ha forse l’ansia di<br />

vittoria e il dinamismo della violenza<br />

preso la mano diminuendo la soglia di<br />

vigilanza sulle azioni di guerra che potrebbero<br />

essere non strettamente necessarie<br />

rispetto agli obiettivi originari<br />

e soprattutto colpire popolazioni inermi?<br />

È qui che il principio della legittima<br />

difesa viene messo gravemente in<br />

questione: esso non può essere impunemente<br />

scavalcato senza creare più<br />

odi e conflitti di quanto non pretenda<br />

risolverne. Sembra questo in particolare<br />

il caso, è doloroso dirlo, di quanto<br />

continua a succedere in maniera<br />

crescente in Medio Oriente. Da una<br />

parte un terrorismo folle e suicida<br />

contro cittadini pacifici e anche tanti<br />

bambini, un terrorismo che non conduce<br />

da nessuna parte e che suscita<br />

un crescendo di ira, indignazione e orrore.<br />

Dall’altra atti di rappresaglia,<br />

che è difficile definire ancora come<br />

operazioni di legittima difesa, che colpiscono<br />

popolazioni inermi, e anche<br />

qui tanti bambini. Vi si aggiungono in<br />

più vere e proprie azioni belliche, di<br />

fronte alle quali anche l’osservatore<br />

ché il popolo santo, liberato dal nemico,<br />

goda di una lunga pace». È chiaro qui<br />

l'accenno ad un miracolo attribuitogli:<br />

nel 1339, nella battaglia di Parabago, i<br />

mercenari che assediavano Milano, difesa<br />

dalle truppe viscontee, videro la figura<br />

del santo che a cavallo si dirigeva<br />

contro di loro brandendo una frusta. Gli<br />

assediati terrorizzati fuggirono e Milano<br />

fu salva.<br />

Nel secondo inno, sempre di 8 strofe,<br />

ma con diversa metrica, l'invocazione e<br />

l'invito prevalgono sulla narrazione.<br />

«Tutti i popoli fedeli cantino con gli spiriti<br />

beati il grande pastore e dalle città<br />

salga a lui una lode perenne. Il Signore<br />

ti ha dato a noi come padre, luce e sostegno<br />

della sacra fede, con la parola e<br />

l'esempio tu ci hai guidato, o maestro<br />

insigne». Il testo cita poi l'esitazione iniziale<br />

di Ambrogio nell'accettare la dignità<br />

episcopale, però, consapevole della<br />

volontà divina, egli «resse con pazienza<br />

il peso» e «guidò gli agnelli del suo gregge<br />

ai grandi pascoli della vita».<br />

Si fa menzione a questo punto della<br />

lotta contro gli ariani, in cui Ambrogio<br />

impedì che la Basilica Porzia venisse data<br />

al loro culto.<br />

Le ultime strofe costituiscono una<br />

nuova invocazione, in cui si chiede al<br />

santo di ascoltare le preghiere dei devoti,<br />

perché i giovani abbiano costumi<br />

onesti e gli anziani la tranquillità.<br />

«Tutti i popoli ed i loro principi cantino<br />

con gioia inni a te, rendendoti onore;<br />

tu, o padre, guarda benigno a noi, tuoi<br />

figli. E mentre tu sali verso le stelle ti<br />

diamo la corona nobile di padre, di pastore<br />

e di maestro».<br />

BENNO SCHARF<br />

più imparziale e sinceramente desideroso<br />

e convinto del bisogno di una<br />

piena sicurezza per il paese che così<br />

agisce, non riesce più a cogliere quale<br />

sia quella strategia della pace e della<br />

sicurezza che pure è sempre nel desiderio<br />

di tutto quel popolo la cui sopravvivenza<br />

è essenziale per il futuro<br />

della pace nella regione e nel mondo<br />

intero.<br />

(...) Come ha ripetuto ancora il 4<br />

dicembre 2001 il Papa a proposito del<br />

conflitto in Medio Oriente: «La violenza<br />

non risolve mai i conflitti, ma soltanto<br />

ne accresce le drammatiche<br />

conseguenze». Ha perciò lanciato «un<br />

nuovo pressante appello alla comunità<br />

internazionale, affinché con sempre<br />

maggiore determinazione e coraggio<br />

aiuti israeliani e palestinesi a spezzare<br />

questa inutile spirale di morte. Siano<br />

ripresi immediatamente i negoziati,<br />

perché si possa giungere finalmente<br />

alla tanto desiderata pace». Inoltre il<br />

Papa ha stimolato, con un gesto assolutamente<br />

nuovo nella storia del rapporto<br />

Cristianesimo - Islam, tutti i cattolici<br />

a unirsi spiritualmente il 14 dicembre<br />

prossimo alla conclusione del<br />

solenne digiuno musulmano del Ramadan,<br />

per affermare che c’è e ci deve<br />

essere un clima di rispetto tra le<br />

due religioni. Di qui avrà inizio un<br />

particolare tempo di conversione, di<br />

ritorno al Signore nel cammino faticoso<br />

della storia verso la pienezza della<br />

verità e della carità, che culminerà il<br />

24 gennaio 2002 in una grande preghiera<br />

interreligiosa per la pace ad Assisi<br />

con la partecipazione del Papa.<br />

Sono gesti che intendono affermare a<br />

tutto il mondo che mai per nessun<br />

motivo le religioni devono divenire<br />

fonte di conflitto, ma al contrario occasione<br />

e strumento di pace.<br />

Una cultura per l'Europa: a Roma convegno di studenti universitari<br />

di altre città europee, patrocinato dalla<br />

Congregazione per l'Educazione Cattolica.<br />

Vi aderiscono l'Ecole Politechnique di<br />

Parigi, l'Università di Santiago de Compostela,<br />

l'Università Nazionale di Leopoli,<br />

la MEFI di Mosca, l'Università di<br />

Oxford, la Cattolica di Lublino, le Università<br />

di Brasov, Bamberg, Praga,<br />

Tromso, Rotterdam, Vienna, Trnava, l'U-<br />

niversità Europea di Barcellona, quella<br />

di Sarajevo, la Cattolica di Budapest.<br />

Le giornate si aprono con la partecipazione<br />

alla celebrazione mariana con il Papa<br />

ai piedi dell'Immacolata, nel pomeriggio<br />

di sabato 8, e proseguono con la Santa<br />

Messa nella Basilica di Santa Maria degli<br />

Angeli.<br />

Domenica 9 si svolge il Forum europeo<br />

degli studenti universitari nell'Aula Magna<br />

della Gregoriana, sul tema «gli studenti<br />

universitari protagonisti di un nuovo umanesimo<br />

in Europa». Partecipano 150 delegati<br />

dai principali atenei del Continente.<br />

Segue, nel pomeriggio, il I concerto europeo<br />

dei cori universitari.<br />

Nel pomeriggio di lunedì 10, alla vigilia<br />

dell'incontro con il Papa, si tiene nell'Aula<br />

Magna dell'Università «La Sapienza» l'incontro<br />

con i Rettori delle Università Europee.<br />

In serata sono previsti concerti natalizi<br />

nelle parrocchie romane.<br />

Il Movimento Apostolico nacque a Catanzaro nel 1979<br />

Ventidue anni spesi ad annunciare<br />

e a testimoniare il Vangelo della vita<br />

Presentato dall'Arcivescovo Presidente Javier Lozano Barragán<br />

«Chiesa, Droga e Tossicomania»: un Manuale<br />

del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute<br />

Il Manuale di Pastorale «Chiesa, Droga<br />

e Tossicomania», a cura del Pontifico<br />

Consiglio per la Pastorale della Salute,<br />

nella mattina di martedì 4 dicembre,<br />

è stato presentato nella Sala Stampa<br />

della Santa Sede.<br />

Di seguito pubblichiamo l'intervento<br />

dell'Arcivescovo Javier Lozano Barragán,<br />

Presidente del Dicastero, nel corso<br />

della conferenza stampa:<br />

Dopo un lungo cammino, siamo ora<br />

in grado di presentare questo Manuale<br />

di Pastorale su «Chiesa, Droga e Tossicomania».<br />

All’inizio del 1997, il Santo<br />

Padre, attraverso la Segreteria di Stato<br />

della Santa Sede, ha affidato al Pontificio<br />

Consiglio per la Pastorale della Salute<br />

il compito di interessarsi del problema<br />

lacerante della droga nel mondo. Da<br />

allora abbiamo organizzato una serie di<br />

studi, riunioni, Congressi internazionali,<br />

abbiamo creato gruppi speciali di lavoro,<br />

per assolvere nel migliore dei modi il<br />

mandato ricevuto dal Papa. Tra le nostre<br />

preoccupazioni è emersa quella di<br />

elaborare un Manuale sulla Pastorale<br />

della Salute nel campo specifico del<br />

mondo della droga.<br />

Molte volte ci sono stati posti interrogativi<br />

su cosa pensare e su casa fare nel<br />

campo della pastorale nei confronti del<br />

problema della droga. Molti Vescovi,<br />

molti sacerdoti, religiose e religiosi, padri<br />

di famiglia angosciati si sono chiesti:<br />

cosa possiamo fare, come cristiani, di<br />

fronte al mondo della droga? Con il nostro<br />

Manuale non pretendiamo offrire<br />

una risposta definitiva ma dare indicazioni<br />

che possano aiutare nel lavoro pastorale.<br />

Sappiamo che esistono molti<br />

Ventidue anni di storia, nel ricordo<br />

della Parola che salva: all’inizio del nuovo<br />

anno pastorale, il Movimento Apostolico<br />

non manca di rendere grazie al Signore<br />

per il dono della sua chiamata al<br />

servizio della Chiesa, nell’annuncio del<br />

Vangelo della vita.<br />

Nato a Catanzaro il 3 novembre del<br />

1979 tramite l’ispiratrice e fondatrice<br />

Maria Marino, il Movimento Apostolico<br />

accoglie con cuore perennemente riconoscente<br />

e responsabile la chiamata della<br />

Vergine Santissima, Madre della Redenzione,<br />

a «ricordare al mondo la Parola<br />

di Gesù», e individua come propria<br />

la missione indicata da Giovanni PaoloII<br />

di essere «servi della Parola» che<br />

trasforma spirito e cuore, volontà e<br />

mente, per vivere in intima sintonia con<br />

i pensieri e la vita di Cristo Signore.<br />

Ventidue anni di perseveranza, per un<br />

popolo che non ha smesso di camminare<br />

e di crescere.<br />

Il piccolo gregge, composto inizialmente<br />

solo da cinque giovani — tale era<br />

il numero dei primi Aderenti che avevano<br />

scelto di testimoniare il Signore con<br />

la visita agli ammalati, con la preghiera<br />

del Santo Rosario e con l’ascolto della<br />

Catechesi —, è oggi diventato un popolo<br />

di migliaia di anime, sparse in tutte le<br />

regioni d’Italia.<br />

La sua vita è regolata da uno Statuto<br />

approvato dall’Arcivescovo Metropolita<br />

di Catanzaro-Squillace, Mons. Antonio<br />

Cantisani, e dai Vescovi di altre diocesi,<br />

ove il Movimento ha portato la purezza<br />

e la freschezza della Verità del Vangelo<br />

che annuncia.<br />

Ventidue anni, vissuti in fedele conformità<br />

alla missione della Chiesa, sotto<br />

lo sguardo attento e la guida solerte dei<br />

suoi Pastori. Il 16 Agosto 1987, accom-<br />

metodi, che ci sono molte esperienze di<br />

persone totalmente ed eroicamente dedite<br />

a questo lavoro pastorale. Rispettiamo<br />

tutta questa pluralità, a volte non<br />

molto armonica, di strade che vengono<br />

messe in atto per prevenire e curare nel<br />

mondo della droga; qui non intendiamo<br />

proporre un nuovo metodo, ma dare<br />

una risposta semplice, come una guida<br />

pratica, a domande che ci sono sembrate<br />

importanti e in un certo modo basilari<br />

per agire pastoralmente e che forse<br />

potranno servire anche a coloro che con<br />

tanta dedizione e sollecitudine si sono<br />

specializzati in questo campo.<br />

Dedichiamo questo manuale in particolare<br />

agli Ecc.mi Vescovi, nelle cui<br />

Diocesi si presenta tante volte questo<br />

problema che costituisce un aspetto che<br />

non possono trascurare della pastorale<br />

giovanile, pur se la droga colpisce non<br />

solo il mondo dei giovani, ma anche<br />

quello dei bambini e di non pochi adulti.<br />

È ovvio che questa dedizione è anche<br />

dei sacerdoti e degli altri operatori pastorali<br />

che, insieme con il Vescovo, realizzano<br />

l’opera di rendere sempre attuale<br />

la presenza del Regno di Dio nel<br />

mondo. Nella nostra intenzione rientrano<br />

anche i genitori che hanno figli tossicodipendenti<br />

e non sanno come aiutarli;<br />

ci sono poi le famiglie, alle quali ci rivolgiamo<br />

fortemente.<br />

Il mondo dei politici è molto importante<br />

in questo flagello e il risultato che<br />

si ottiene per frenarlo dipende molto dal<br />

loro atteggiamento. Anche a loro dedichiamo<br />

il nostro manuale che forse li<br />

aiuterà a realizzare la delicata e difficile<br />

missione alla quale si sono consacrati<br />

pagnato dal Vescovo di Lamezia Terme,<br />

Mons. Vincenzo Rimedio, il Movimento<br />

venne ricevuto in udienza dal Papa, in<br />

Castel Gandolfo (cfr «L'Osservatore Romano»<br />

17-18 Agosto 1987, pag. 5).<br />

L’invito del Pontefice fu allora di<br />

«continuare a vivere in questo impegno<br />

cristiano di cambiare il mondo, di trasformare<br />

il mondo, trasformare non solo<br />

il suo aspetto fisico, ma soprattutto il<br />

suo aspetto umano, personale, per dare<br />

a questo mondo una nuova anima.<br />

Ecco la missione della Chiesa e la<br />

missione dei buoni cristiani nella Chiesa».<br />

Esortato e corroborato da queste<br />

parole, il Movimento non ha smesso di<br />

perseguire la stessa finalità che risponde<br />

alla chiamata battesimale di ogni cristiano:<br />

l’evangelizzazione, l’inculturazione<br />

della fede, la formazione delle coscienze<br />

mediante la catechesi biblica, organica,<br />

sistematica e permanente, offerta ai propri<br />

Aderenti e aperta a tutta la comunità<br />

ecclesiale, con l’approvazione della Gerarchia.<br />

Tema di riflessione per il corrente anno<br />

pastorale è: «Il Regno dei Cieli è vicino:<br />

convertitevi e credete al Vangelo»,<br />

letto alla luce del Vangelo di Matteo. Gli<br />

aderenti, alla scoperta del Tesoro nascosto<br />

del Regno, si impegnano ancora una<br />

volta ad operare in tutti gli ambiti pastorali<br />

delle parrocchie, con serietà e coerenza,<br />

in comunione con i parroci e in<br />

collaborazione attiva con i vari organismi<br />

diocesani in cui sono inseriti.<br />

L’ascolto della Parola di salvezza diventa<br />

vita ovunque: in famiglia, nel lavoro,<br />

nella comunità ecclesiale. Diventa<br />

cultura e testimonianza operativa, generata<br />

dalla preghiera, dall’esercizio delle<br />

virtù cristiane, dalla frequenza ai Sacramenti<br />

della Chiesa, per la ricchezza del-<br />

per preservare e curare tante persone<br />

che soffrono per questo terribile male.<br />

Abbiamo tenuto conto in modo particolare<br />

del mondo sanitario, di tutti i<br />

professionisti della salute. Questo manuale<br />

non è un trattato specializzato del<br />

problema, tuttavia essi vi troveranno valori<br />

e orientamenti che faciliteranno lo<br />

svolgimento della loro missione preventiva<br />

e curativa.<br />

Il manuale prende in considerazione i<br />

giovani; vorremmo che lo usassero come<br />

uno strumento atto a prevenire questo<br />

male e uscire dalla tossicodipendenza.<br />

Gli insegnanti della scuola a tutti i livelli,<br />

in particolare delle elementari, possono<br />

dare ai loro alunni un’informazione<br />

e un’educazione adeguate su questo<br />

problema della droga. A loro dedichiamo<br />

con particolare attenzione il nostro<br />

manuale, come pure a tutti coloro che<br />

s’interessano a questa problematica tanto<br />

grave del nostro tempo.<br />

Come abbiamo detto prima, il manuale<br />

si apre con le parole del Santo padre<br />

Giovanni Paolo II su questo grave problema.<br />

Possiamo dire che i capitoli che<br />

seguono sono una sorta di commento<br />

alle Sue parole.<br />

Il Papa ci parla di tre azioni particolari<br />

per una pastorale atta ad affrontare il<br />

problema della droga: prevenzione, cura<br />

e repressione. Nel manuale vengono<br />

contemplate le due prime: la prevenzione<br />

e la cura. Non viene trattata la repressione,<br />

a cui il Papa fa riferimento<br />

affermando che tutti dobbiamo lottare<br />

contro la produzione, l’elaborazione e la<br />

distribuzione della droga nel mondo e<br />

che è particolare dovere dei governi af-<br />

Convegno su P. Giovanni Battista Trona, religioso dell'Oratorio di s. Filippo Neri<br />

Apostolo del catechismo nel Piemonte del '700<br />

Un convegno, organizzato dalla Congregazione<br />

dell’Oratorio e dalla Diocesi<br />

di Mondovì, ha avuto luogo nei giorni<br />

scorsi sotto la presidenza del Cardinale<br />

José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione<br />

delle Cause dei Santi, sul tema:<br />

«La potenza della Parola negli scritti<br />

e nella vita del Ven. P. Giovanni Battista<br />

Trona, dell’Oratorio di S. Filippo<br />

Neri (1682-1750)».<br />

La prima parte è stata dedicata a due<br />

interventi, nel primo dei quali Mons.<br />

Luciano Pacomio, Vescovo diocesano,<br />

ha messo in luce la testimonianza di fede<br />

del Venerabile che attinge profondamente<br />

dalla Parola di Dio; nell’altro il<br />

prof. Ernesto Billò ha delineato la vita<br />

ed i tempi dal servo di Dio. La seconda<br />

parte, aperta dal saluto del Procuratore<br />

Generale dell’Oratorio, P. Edoardo Aldo<br />

Cerrato, ha affrontato, nella relazione<br />

della prof. Emilia Borghese la verosimile<br />

paternità del Trona nel «Catechismo»<br />

che fu pubblicato dal Vescovo Casati e<br />

che, diffusosi in tutto il Piemonte, e in<br />

altre regioni d’Italia, fornì la base per il<br />

Catechismo di san Pio X.<br />

Il prof. don Mario Ravotti chiudeva la<br />

serie delle relazioni presentando «le urgenze<br />

dell’uomo oggi, alla luce del P.<br />

Trona». Poi il Cardinale Saraiva Martins<br />

è intervento sottolineando «un dato evidente<br />

nella storia della chiese piemontese:<br />

dal secolo XVII essa è permeata —<br />

con una dovizia difficilmente riscontrabile<br />

altrove — da una schiera di uomini<br />

e donne, particolarmente generosi e lungimiranti,<br />

che hanno aperto vie nuove<br />

nell’apostolato tra le diverse classi sociali,<br />

tracciando un cammino lungo il quale<br />

ancor oggi la Chiesa continua a diffondere<br />

il suo messaggio evangelico». Il<br />

Porporato ha aggiunto che «dal Convegno<br />

si delinea quella che alcuni ricercatori<br />

hanno individuato come la radice<br />

della santità piemontese nei secoli seguenti:<br />

la spiritualità dell’Oratorio di san<br />

Filippo Neri, molto semplice — ma mai<br />

semplicistica — radicata nel Vangelo ed<br />

incarnata nell’amore verso Dio e verso il<br />

prossimo», ed ha ricordato le lucenti figure<br />

del beato Sebastiano Vafrè, dell’Oratorio<br />

di Torino (1629-1710) e del beato<br />

Giovanni Giovenale Ancina, fossanese,<br />

discepolo di Padre Filippo a Roma e poi<br />

Vescovo di Saluzzo (1545-1604), con i<br />

quali P. Trona aveva in comune la passione<br />

per l’evangelizzazione e per l’esercizio<br />

della carità.<br />

Anche nella Santa Messa presieduta<br />

dal Cardinale la domenica mattina nella<br />

chiesa di s. Filippo — concelebranti il<br />

Vescovo di Mondovì ed il Vescovo di Alba,<br />

S.E. Mons. Sebastiano Dho, insieme<br />

con il Preposito dell’Oratorio e numerosi<br />

sacerdoti —, il Porporato ha voluto ricordare<br />

la vita di P. Trona «spesa per<br />

l’evangelizzazione» particolarmente nell’impegno<br />

di quella catechesi che il Venerabile<br />

definiva «scuola del cielo».<br />

LUIGI ROMANA<br />

la grazia che ne scaturisce, ricchezza<br />

che si rivela necessaria per ogni opera<br />

di evangelizzazione e di vera sintesi tra<br />

Vangelo e vita.<br />

L’ecclesialità del Movimento Apostolico<br />

è garantita dalla perfetta adesione alla<br />

fede, alla carità, alla speranza, che sono<br />

l’anima della Chiesa fondata sulla<br />

Roccia viva che è Pietro e i suoi Apostoli.<br />

È garantita dall’annuncio del Vangelo<br />

di Gesù Cristo, dalla testimonianza di<br />

una vita virtuosa, dall’offerta di sé per<br />

la salvezza delle anime.<br />

Ecclesialità è vivere la comunione con<br />

tutte le altre Aggregazioni laicali e con<br />

ogni laico non associato; è trasformare<br />

le realtà temporali con la sapienza della<br />

Parola di Dio; è vivere la Parola di Dio<br />

alla luce della Tradizione, del Magistero<br />

e della sana teologia.<br />

La presenza del sito internet<br />

www.movimentoapostolico.com rende<br />

partecipi, in tempo reale, di ogni iniziativa<br />

che si vive all’interno del Movimento<br />

ed è strumento validissimo di partecipazione<br />

alla fede della Chiesa. Nel quindicinale<br />

omonimo Movimento Apostolico,<br />

mezzo di comunione fra le sedi lontane<br />

ed il centro, è poi pubblicato il Meditare<br />

dell’Ispiratrice-Fondatrice.<br />

Dopo ventidue anni di storia, il Movimento<br />

eleva ancora, come il primo giorno,<br />

il suo grazie per il dono di tanta fecondità.<br />

Di essa sono ulteriore segno le numerose<br />

vocazioni ministeriali nate nel suo<br />

seno e poste al servizio della Chiesa universale.<br />

Con loro e attraverso loro, insieme<br />

con la fondatrice e gli aderenti, il<br />

Movimento rinnova il suo impegno ad<br />

essere in Cristo, per la Madre della Redenzione,<br />

presenza di Dio Padre nel<br />

mondo.<br />

frontare con coraggio questa lotta contro<br />

i «trafficanti di morte». Questo punto<br />

non verrà sviluppato nel manuale, però<br />

ci uniamo alle parole del Papa e chiediamo<br />

a tutti di lottare senza quartiere<br />

contro la droga.<br />

Sappiamo che se non c’è domanda<br />

non c’è offerta. La prevenzione, come<br />

educazione al significato dei valori che<br />

rendono la vita degna di essere vissuta,<br />

il senso profondo della vita, dell’amore<br />

e del sesso, faranno veramente sì che<br />

questa domanda diminuisca e di conseguenza<br />

diminuisca anche l’offerta di<br />

droga. Non si può più dire che ci siano<br />

Paesi produttori da una parte e consumatori<br />

dall’altra. Nessuno è estraneo a<br />

quest’onda nefasta che copre tutto, tutti<br />

i paesi producono e tutti consumano,<br />

specialmente ora con le droghe sintetiche.<br />

Tutti siamo coinvolti e i baroni della<br />

droga sono più forti e distruggono più<br />

nei paesi ricchi che in quelli poveri. Tutti<br />

dobbiamo impegnarci a fondo nella<br />

lotta contro questo male nefasto.<br />

Di tutto questo tratta il primo capitolo<br />

sul pensiero di Papa Giovanni Paolo<br />

II al riguardo, mentre il secondo fornisce<br />

informazioni pratiche per quanto<br />

riguarda le differenti droghe, esaminando<br />

il problema della tossicomania anche<br />

sotto l’angolazione della dipendenza. Il<br />

terzo capitolo propone una riflessione<br />

sulla questione della libertà e su quella<br />

della scoperta del senso del piacere e<br />

della felicità, per mostrare che ogni persona<br />

è chiamata a costruire la propria<br />

vita su elementi positivi e a imparare<br />

l’amore della vita. Il quarto capitolo si<br />

occupa dei temi dell’educazione e della<br />

prevenzione come mezzi fondamentali<br />

di lotta contro la tossicomania; il quinto<br />

capitolo presenta gli atteggiamenti pastorali<br />

e il delicato ministero di guida<br />

spirituale dei tossicomani e delle loro<br />

famiglie, considera il comportamento<br />

del tossicodipendente e la sua assistenza<br />

spirituale.<br />

Il Manuale si pubblica simultaneamente<br />

in quattro lingue: italiano, francese,<br />

spagnolo e inglese, e l’edizione è<br />

curata dalla Tipografia Poliglotta Vaticana.<br />

Ringraziamo tutti coloro che con tanta<br />

dedizione ci hanno aiutato nell’elaborazione<br />

di questo manuale. Un ringraziamento<br />

particolare va allo stimato Padre<br />

Tony Anatrella e ai suoi collaboratori<br />

che tanto hanno lavorato nella redazione<br />

del manuale, per offrire a tutti<br />

questo grande sussidio pastorale.<br />

Vogliamo porre il nostro manuale sotto<br />

la speciale protezione di Nostra Signora<br />

Salus Infirmorum. La Santa Vergine<br />

affidi quanti soffrono per questo<br />

terribile male a suo Figlio Gesù, affinché<br />

in Lui tutti trovino i profondi valori che<br />

riempiono il vuoto della vita di tante<br />

persone della società attuale; il Signore<br />

Gesù dia a tutti noi il significato autentico<br />

dell’esistenza nella sua morte e resurrezione,<br />

unico orizzonte valido per accettare<br />

di morire e di vivere.


.<br />

PAGINA<br />

SANTA SEDE<br />

5 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 8 Dicembre 2001<br />

«L'antica interazione tra Occidente<br />

cristiano e Oriente musulmano, più intensa<br />

e complessa di quanto sia spesso<br />

riconosciuto, continua ancora in Turchia. In<br />

un tempo in cui la causa della pace va<br />

servita con il dialogo tra le culture religiose<br />

del mondo, specie tra Islam e<br />

Cristianesimo, la comunità internazionale<br />

guarda con speranza al vostro Paese»<br />

«In Turchia i cattolici sono una piccola<br />

minoranza. Essi non vedono alcuna<br />

contraddizione nell'essere cattolici e turchi,<br />

e attendono con gioia, come me, di vedere<br />

riconosciuto lo stato giuridico della Chiesa.<br />

Essi sono fiduciosi che nella loro patria<br />

continueranno a trovare il rispetto<br />

per le minoranze, che è il criterio su cui<br />

si misura l'armonia sociale»<br />

CREDENZIALI Il discorso di Giovanni Paolo II al nuovo Ambasciatore presso la Santa Sede durante l'udienza per la presentazione delle Lettere<br />

Posta tra Oriente musulmano ed Occidente cristiano<br />

la Turchia costruisca ponti tra religione e politica<br />

Il Santo Padre Giovanni Paolo II ha<br />

ricevuto oggi, venerdì 7 dicembre, alle<br />

ore 11, in solenne udienza, S.E. la Signora<br />

Filiz Dinçmen, nuovo Ambasciatore<br />

di Turchia presso la Santa Sede, che<br />

ha presentato le Lettere Credenziali con<br />

cui viene accreditata nell'alto ufficio.<br />

S.E. il Signor Ambasciatore, rilevato<br />

alla sua residenza da un Addetto di Anticamera<br />

e da due Gentiluomini di Sua<br />

Santità, è giunto alle 10.45 al Cortile di<br />

San Damaso, nel Palazzo Apostolico Vaticano,<br />

ove un reparto della Guardia<br />

Svizzera Pontificia rendeva gli onori.<br />

Al ripiano degli ascensori, S.E. l'Ambasciatore<br />

era ricevuto da un Gentiluomo<br />

di Sua Santità e, subito dopo, saliva<br />

alla seconda Loggia, dove si trovavano<br />

ad attenderlo gli Addetti di Anticamera<br />

ed i Sediari. Dalla seconda Loggia il corteo<br />

si dirigeva alla Sala Clementina, dove<br />

l'Ambasciatore veniva ricevuto dal<br />

Prefetto della Casa Pontificia, Monsignor<br />

James Michael Harvey, il quale lo accompagnava<br />

nella Biblioteca privata.<br />

Il Prefetto presentava al Santo Padre<br />

il nuovo Ambasciatore di Turchia.<br />

Dopo la presentazione delle Lettere<br />

Credenziali da parte dell'Ambasciatore,<br />

aveva luogo lo scambio dei discorsi.<br />

Questo il testo del discorso del Papa:<br />

Your Excellency,<br />

With great pleasure I welcome<br />

you to the Vatican and accept the<br />

Letters of Credence appointing you<br />

Ambassador Extraordinary and<br />

Minister Plenipotentiary of Turkey<br />

to the Holy See. I thank you for the<br />

greetings which you bring from<br />

President Ahmet Necdet Sezer, and<br />

I would ask you to convey my own<br />

good wishes to His Excellency, and<br />

to the Turkish Government and<br />

people, and to assure them of my<br />

prayers for the nation in these unsettled<br />

and economically difficult<br />

times.<br />

My visit to your country in 1979<br />

enabled me to see at first hand a<br />

society grappling with complex<br />

questions of identity in a changing<br />

world, and showing that it is possible<br />

for peoples to live together in a<br />

spirit of what you have called understanding<br />

and conciliation between<br />

different cultures. It also al-<br />

Il nuovo<br />

Ambasciatore<br />

di Turchia<br />

Sua Eccellenza la Signora Filiz Dinçmen,<br />

nuovo Ambasciatore di Turchia<br />

presso la Santa Sede, è nata il 24 luglio<br />

1939. È sposata.<br />

Ha compiuto gli studi universitari in<br />

Scienze Politiche all'Università di Ankara.<br />

In servizio diplomatico dal 1961, ha<br />

ricoperto i seguenti incarichi: Funzionario<br />

del Ministero degli Affari Esteri<br />

(1961-1965); Segretario della Missione<br />

Permanente presso l'ONU a New York<br />

(1965-1968); Segretario di Ambasciata a<br />

Teheran (1968-1970); Capo Sezione al<br />

Ministero degli Affari Esteri (1970-1972);<br />

Consigliere della Missione Permanente<br />

presso il «Mercato Comune Europeo»<br />

(1972-1976); Capo di Dipartimento e Direttore<br />

Generale presso il Ministero degli<br />

Affari Esteri (1976-1982); Ambasciatore<br />

nei Paesi Bassi (1982-1984); Capo della<br />

Missione Permanente presso il Consiglio<br />

d'Europa (1984-1988); Direttore Generale<br />

(1988-1989), Sottosegretario aggiunto<br />

(1989-1991) e Portavoce del Ministero<br />

degli Affari Esteri (1991-1993); Ambasciatore<br />

in Austria (1993-1997); Membro<br />

del Consiglio di Politica Estera e<br />

Consigliere del Presidente dell'Assemblea<br />

Nazionale Turca (1997-2001).<br />

A Sua Eccellenza la Signora Filiz Dinçmen,<br />

nuovo Ambasciatore di Turchia<br />

presso la Santa Sede, nel momento in<br />

cui si accinge a ricoprire l'alto incarico,<br />

giungano le felicitazioni del nostro Giornale.<br />

lowed me to pay<br />

homage to a land<br />

which, as you have<br />

noted, was so much<br />

a part of Christianity's<br />

development. It<br />

was there that Saint<br />

Paul was born and<br />

where he and other<br />

Apostles preached the<br />

Gospel; it was there<br />

that many of the<br />

great Fathers of the<br />

Church in later centuries<br />

built upon the<br />

apostolic tradition;<br />

and it was there that<br />

the first Councils<br />

made momentous decisions<br />

defining the<br />

Christian faith. That<br />

memorable visit left<br />

me with a profound<br />

esteem not only for<br />

Turkey's past, but also<br />

for what the nation<br />

has achieved in<br />

more recent times.<br />

During the last<br />

millennium relations<br />

between Turkey and<br />

the Holy See were not<br />

always untroubled.<br />

Happily, the twentieth<br />

century saw<br />

fresh attempts to<br />

build a constructive<br />

relationship, based upon the trust<br />

and respect which at times require<br />

what I have called a healing of<br />

memories. The need for such healing<br />

is everywhere evident, for in so<br />

many parts of the world we see<br />

that wounds of past grievances<br />

continue to fester from generation<br />

to generation. Encouraging signs of<br />

a new cordiality were the visit to<br />

the Vatican of the President of Religious<br />

Affairs, whom I was pleased<br />

to receive on 16 June 2000, and the<br />

celebrations in Istanbul in honour<br />

of my revered Predecessor John<br />

XXIII in December of last year, to<br />

which you have referred.<br />

Richly symbolic occasions such<br />

as these help to strengthen the determination<br />

of Turkey and the<br />

Holy See to work together for the<br />

good of the international community.<br />

Recent events make it clear that<br />

such cooperation is all the more<br />

necessary when new conflicts, of<br />

which there are not a few in your<br />

region, are added to older ones. At<br />

a time when there is a risk of increasing<br />

tension between different<br />

cultural and religious traditions,<br />

your country has a particular role<br />

to play.<br />

Turkey stands both geographically<br />

and culturally between East and<br />

West, and this is the first sense in<br />

which it can be an important<br />

bridge. It is a largely Muslim society,<br />

profoundly marked by the<br />

great religious and cultural heritage<br />

which came from the early<br />

centuries of Islam through the<br />

Seljuk and Ottoman periods. Yet<br />

Turkey also looks to the West with<br />

its Christian roots, and there are<br />

communities of Turkish immigrants<br />

in many Western countries,<br />

as well as Christian communities<br />

in Turkey itself. The ancient interaction<br />

between the Christian West<br />

and the Muslim East, more intense<br />

and complex than is often recognized,<br />

continues still in Turkey.<br />

And therefore, at a time when the<br />

cause of peace must be served by<br />

promoting dialogue between the religious<br />

cultures of the world, in<br />

particular between Islam and<br />

Christianity, the international community<br />

looks hopefully to your nation.<br />

Yet Turkey is also an avowedly<br />

secular state, in which Islamic culture<br />

has opened to those forces of<br />

modernization, usually associated<br />

with the West, which have led to a<br />

distinction between religion and<br />

politics, the sacred and the secular,<br />

making Turkey what you yourself<br />

have referred to as a synthesis of<br />

East and West. Yet distinction at<br />

this point cannot mean total separation:<br />

and your nation is well<br />

placed to serve as a society which<br />

builds bridges between religion and<br />

politics. For if distinction becomes<br />

separation, the transcendent dimension<br />

vanishes from public life.<br />

It is then that totalitarianism<br />

appears, with its customary disregard<br />

for freedom and human<br />

dignity.<br />

For a secular state, the challenge<br />

is to be genuinely open to transcendence:<br />

that is, to base itself upon a<br />

vision of the human person created<br />

in the image of God and possessed<br />

therefore of inalienable and universal<br />

rights. There are in fact certain<br />

rights which are universal because<br />

they are rooted in the nature of the<br />

human person rather than in the<br />

particularities of any culture.<br />

Among the most basic of these<br />

rights is religious freedom, which<br />

includes but goes beyond freedom<br />

to worship as one chooses; for religion<br />

cannot be relegated to the<br />

purely private realm. In a secular<br />

state which is open to the transcendent,<br />

religious freedom also includes<br />

the right to bring personal<br />

values to bear upon public life, in<br />

the belief that these values contribute<br />

to the common effort to<br />

build a society genuinely open to<br />

every dimension of the human person.<br />

In Turkey, Catholics are a small<br />

minority. They see no contradiction<br />

of any kind in being Catholic and<br />

Turkish and they look forward, as<br />

I do, to seeing the juridical status<br />

of the Church recognized. They are<br />

confident that in their homeland<br />

they will continue to find the respect<br />

for minorities which is “the<br />

touchstone of social harmony and<br />

the index of the civic maturity attained<br />

by a country and its institutions”<br />

(Message for the World Day<br />

of Peace 1989, 12). This too is a<br />

point where Turkey can serve as a<br />

bridge, by making clear that justifiable<br />

concerns for national unity<br />

are not in conflict with respect<br />

for the rights of individuals and<br />

minorities. On the contrary, it is<br />

this respect, sanctioned by law,<br />

which is the surest guarantee of a<br />

nation's cohesion and security.<br />

Your Excellency, as you assume<br />

your responsibilities within the<br />

diplomatic community accredited<br />

to the Holy See, I offer my good<br />

wishes for the success of your high<br />

mission, confident that it will further<br />

strengthen the good relations<br />

between us. I assure you that the<br />

various offices of the Roman Curia<br />

will always be ready to assist you.<br />

Upon you and the beloved Turkish<br />

people I cordially invoke the abundant<br />

blessings of Almighty God.<br />

Dopo lo scambio dei discorsi, il Santo<br />

Padre si intratteneva a colloquio privato<br />

con l'Ambasciatore.<br />

Dopo l'udienza, nella Sala Clementina,<br />

prendeva congedo dal Prefetto della<br />

Casa Pontificia e si recava a far visita al<br />

Cardinale Segretario di Stato, S. Em.za<br />

Rev.ma il Signor Cardinale Angelo Sodano.<br />

Ecco il discorso dell'Ambasciatore al<br />

Santo Padre:<br />

Your Holiness,<br />

I have the honour to present to Your<br />

Holiness the Letters of Credence by<br />

which the President of the Republic of<br />

ingful and constructive cooperation<br />

with the Holy See, is not only the keen<br />

desire of Turkey but also an undeniable<br />

requisite of the recent dramatic<br />

developments.<br />

The date September the eleventh,<br />

2001, will probably be remembered as a<br />

corner-stone in history. The world<br />

which was suddenly shaken by an unprecedented<br />

savagery, will not be the<br />

same as it used to be.<br />

We, the Turks, while vehemently<br />

condemning the atrocious acts of terrorism<br />

on September the eleventh, have<br />

felt deep in our hearts and minds the<br />

undescribable agony of the innocent<br />

people who fell victim to these heinous<br />

acts. All countries must reach the right<br />

conclusions and act accordingly with a<br />

view to preventing the recurrence of<br />

such atrocities.<br />

Turkey, for many long years had to<br />

combat this scourge but unfortunatelylost<br />

tens of thousands of her sons inside<br />

our country and 46 of her diplomats<br />

abroad. In her fight against this<br />

vicious treatment of human lives and<br />

democratic institutions, Turkey has always<br />

underlined the need for solidarity<br />

on an international level.<br />

After the adoption of the Security<br />

Council Resolution S/RES/1373(2001),<br />

we are convinced that the fight against<br />

terrorism will from now on be conducted<br />

with perseverance and innovative<br />

mechanism for an effective international<br />

cooperation will be created. On the<br />

other hand, it is of paramount importance<br />

that while combating terrorism a<br />

clash of faiths and conflict of civilizations<br />

should be avoided at all costs. It<br />

is our firm belief that this phenomenon<br />

is not confined to any one particular<br />

geography, culture or religion. In fact<br />

terrorism recognizes no boundaries.<br />

Nor for that matter should there be any<br />

room for double standards, whereby<br />

Calendario delle Celebrazioni<br />

presiedute dal Santo Padre Giovanni Paolo II<br />

8sabato<br />

Solennità<br />

dell'Immacolata<br />

Concezione della<br />

B.V. Maria<br />

DICEMBRE<br />

Dicembre 2001 — Gennaio 2002<br />

Piazza di Spagna, ore 16<br />

Omaggio all'Immacolata<br />

Basilica di S. Maria Maggiore,<br />

ore 16.30<br />

Venerazione della Madre di Dio<br />

«Salus Populi Romani»<br />

11martedì Basilica Vaticana, ore 17.30<br />

Santa Messa per gli Universitari<br />

degli Atenei romani<br />

16III Domenica di<br />

Avvento<br />

24lunedì<br />

Solennità del<br />

Natale del Signore<br />

25martedì<br />

Solennità del<br />

Natale del Signore<br />

Visita pastorale alla Parrocchia<br />

romana di S. Maria Josefa del<br />

Cuore di Gesù, ore 9.30<br />

Santa Messa<br />

Basilica Vaticana, ore 24<br />

Santa Messa della Notte<br />

<br />

Loggia centrale della Basilica<br />

Vaticana, ore 12<br />

Benedizione «Urbi et Orbi»<br />

31Lunedì Basilica Vaticana, ore 18<br />

Vespri «Te Deum» di ringraziamento<br />

1martedì<br />

Solennità di Maria<br />

SS.ma Madre di<br />

Dio<br />

XXXV Giornata<br />

mondiale della<br />

pace<br />

6domenica<br />

Solennità<br />

dell'Epifania del<br />

Signore<br />

13Domenica dopo<br />

l'Epifania<br />

Festa del<br />

Battesimo del<br />

Signore<br />

GENNAIO<br />

Turkey has accredited<br />

me as Ambassador Extraordinary<br />

and Plenipotentiary<br />

to the Holy<br />

See, as well as the letters<br />

of Recall of my predecessor.<br />

I also have the<br />

privelege to convey to<br />

Your Holiness cordial<br />

greetingsandbestwishes<br />

from the President of<br />

Turkey, His Excellency<br />

Mr. Ahmet Necdet Sezer.<br />

Close contacts between<br />

Turkey and the<br />

Holy See go back many<br />

centuries and were always<br />

governed by a<br />

spirit of mutual understanding,<br />

friendship and<br />

cooperation. These contacts<br />

have since continuedand<br />

developed intermittently<br />

and were<br />

crowned by the historic<br />

visit which Your Holiness<br />

made to Turkey in<br />

1979 and which is so<br />

vividly remembered<br />

with warmness by the<br />

Turkish people. It is our<br />

sincere desire to build<br />

onthese excellent relations<br />

which so happily<br />

exist between Turkey<br />

and the Holy See. To<br />

further develop and<br />

strengthen these cordial<br />

relations, which would<br />

be conducive to a mean-<br />

Basilica Vaticana, ore 10<br />

Santa Messa<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

Basilica Vaticana, ore 9<br />

CAPPELLA PAPALE<br />

Ordinazioni Episcopali<br />

<br />

Cappella Sistina, ore 10<br />

Santa Messa e Battesimo dei<br />

bambini<br />

<br />

<br />

24giovedì Assisi, ore 11<br />

Giornata di preghiera per la pace<br />

nel mondo<br />

some acts of terror are condemend<br />

while others are condoned on the basis<br />

of the so-called “rightous” causes they<br />

invoke.<br />

Your Holiness,<br />

Within this framework further development<br />

of the mutual understanding<br />

between Turkey and the Holy See will<br />

no doubt constitute an excellent message.<br />

I wish to assure Your Holiness<br />

that we, in Turkey, are cognizant of<br />

your unremitting dedication to the<br />

world peace and are therefore following<br />

with keen interest in your efforts to<br />

bring about not only peace and justice<br />

to the peoples of differnt faiths but also<br />

to create through dialogue an atmosphere<br />

of enduring conciliation<br />

amongst them. Turkey being a secular<br />

country with an overwhelmingly Muslim<br />

population, is at the same time a<br />

country with a heritage of tolerance<br />

and an important transition route for<br />

the early Christians. It is the land<br />

where the first seven Ecumenical Councils<br />

were held. In fact with its innumerable<br />

ancient holy sights, it is also a<br />

holy land for all Christians. The Ottoman<br />

period reflects a tradition of tolerance<br />

for different faiths and races. I<br />

need hardly mention that Catholics<br />

have always enjoyed the respect of the<br />

Ottoman society and held important<br />

and honoured positions throughout<br />

that period.<br />

Inmodern Turkey freedom of religion<br />

is safeguarded by the Turkish Constitution,<br />

allowing different religious communities<br />

full liberty of worship in line<br />

with this heritage. The state adheres to<br />

the principles of secularism and as<br />

much constitutes a synthesis of eastern<br />

and western countries.<br />

Your Holiness,<br />

In this connection may I be allowed<br />

to mention that last year, between 8-11<br />

December 2000, to be exact, a series of<br />

functions were organized in Instanbul<br />

in remembrance of Monsignor Roncalli<br />

who, between the years 1939-44 , served<br />

in Instanbul as Apostolic Delegate and<br />

was named in 1958 as His Holiness<br />

Jean XXIII and beatified recently. The<br />

municipality of Istanbul decided that<br />

the street where the Apostolic Delegation<br />

was located be named as Papa<br />

Roncalli Street. May I also add that<br />

just a few weeks before my arrival the<br />

St. Paul Church in Tarsus, after the<br />

completion of work, was opened to the<br />

public in an official ceremony held<br />

with the participation of the representatives<br />

of all religious communities and<br />

our Minister of Culture.<br />

Your Holiness,<br />

While Turkey follows unswervingly<br />

the enlightening path that her founding<br />

father Atatürk has set for her, the<br />

tenets of her foreign policy make her<br />

an important component of stability in<br />

her region. She spares no efforts to<br />

strengthen her ties of friendship and cooperation<br />

with all the countries starting<br />

with her immediate neighbours. It is<br />

our desire to see to it that our region<br />

becomes a zone of welfare and stability.<br />

The ending of the Cold War has unfortunately<br />

created regional problems<br />

and new threats such as the proliferation<br />

of weapons of mass destruction,<br />

drugs, human trafficking and organized<br />

crime, as well as illegal mass immigration<br />

which assumed priority in our foreign<br />

policy.<br />

Your Holiness,<br />

Our aim continues to ultimately become<br />

a full member of the European<br />

Union, in line with the founding philosophy<br />

of the Republic and the system of<br />

values on which it is based. The stability<br />

and security of both Turkey and the<br />

European Union, as well as their<br />

strategic, politiocal, economic, commercial<br />

and social interests are mutually<br />

complementary. The full membership<br />

of Turkey to the European Union<br />

will not only lead to significant political<br />

and social changes in the continent<br />

but will also contribute to the establishment<br />

of understanding and conciliation<br />

between different cultures. The<br />

cultural diversity that Turkey offers<br />

will indeed enrich the European valuesand<br />

will prove that the so-called “clash<br />

of civilizations” is devoid of any bases.<br />

The support of Your Holiness in this<br />

regard is much appreciated by the<br />

Turkish people.<br />

Your Holiness,<br />

I wish to assure you that in the discharge<br />

of my duties I shall do my best<br />

to contribute to the promotion of the<br />

ties of friendship and cooperation between<br />

my country and the Holy See. I<br />

am confident that the valuable support<br />

of Your associates will greatly facilitate<br />

my mission.<br />

May I also be allowed to extend to<br />

Your Holiness my most sincere wishes<br />

for your continued good health and<br />

personal well being, as well as for the<br />

successofyourefforts to bring the spirit<br />

ofpeaceandreconciliationtohumanity.


.<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 8 Dicembre 2001<br />

8 dicembre: solennità dell'Immacolata Concezione<br />

della Beata Vergine Maria<br />

La Bellezza di Maria<br />

JEAN GALOT<br />

Proclamando come verità di fede<br />

l’immacolata concezione di Maria, la<br />

Chiesa ha capito e voluto far riconoscere<br />

la bellezza singolare che caratterizzava<br />

l’anima della madre di Gesù.<br />

Questa bellezza doveva essere perfetta,<br />

per permettere al Figlio di Dio di<br />

sentirsi, nel corso della sua vita terrena,<br />

in piena armonia con sua madre.<br />

La bellezza perfetta richiedeva che<br />

l’anima di Maria, dal primo momento<br />

della sua esistenza, fosse preservata<br />

da ogni macchia di peccato. Era necessario<br />

che Gesù non trovasse nella<br />

persona di sua madre la minima ombra<br />

di un influsso delle potenze del<br />

male; il volto di Maria doveva essere<br />

assolutamente puro e santo, pieno di<br />

luce divina.<br />

In modo più preciso, questa purezza<br />

era richiesta, non solo perché Maria<br />

era destinata a partorire Gesù, il<br />

Figlio di Dio santissimo, ma anche<br />

perché doveva cooperare con lui all’opera<br />

della redenzione dell’umanità.<br />

Per avere il più alto valore, questa<br />

cooperazione doveva venire da un’anima<br />

che non era mai stata macchiata<br />

dal peccato. Conveniva che Maria<br />

potesse impegnarsi nella lotta contro<br />

le potenze del male senza essere mai<br />

stata sottomessa a queste potenze nella<br />

contaminazione del peccato originale.<br />

Con un privilegio eccezionale<br />

doveva essere esente da questa contaminazione<br />

che si estendeva a tutta<br />

l’umanità. La purezza immacolata<br />

contribuisce alla bellezza di Maria, rimuovendo<br />

tutte le ombre che avrebbero<br />

potuto diminuire la perfezione<br />

del suo splendore agli occhi di Dio.<br />

La pienezza di grazia che le è stata<br />

concessa significa una bellezza che riflette<br />

pienamente la bellezza divina.<br />

Dio è l’essere nel quale la bellezza<br />

raggiunge un vertice infinito. Egli è<br />

bello e fonte di ogni bellezza.<br />

Il Padre desidera comunicare la<br />

bellezza in suo possesso per rendere i<br />

suoi figli più simili a se stesso. Colui<br />

che crea la bellezza dell’universo vuole<br />

soprattutto far risplendere la pro-<br />

pria bellezza negli esseri umani. Così<br />

la vita della grazia che egli diffonde<br />

con abbondanza è destinata a dare ad<br />

ogni volto umano una bellezza spirituale,<br />

in sé invisibile, ma pronta a<br />

manifestarsi nel comportamento.<br />

A quella donna che è stata scelta<br />

per diventare la madre di suo Figlio,<br />

il Padre ha desiderato dare una bellezza<br />

eccezionale, corrispondente alla<br />

dignità della sua maternità.<br />

L’angelo che nell’Annunciazione si<br />

rivolge a Maria chiamandola «colmata<br />

di grazia», rende omaggio a questa<br />

bellezza che supera ogni bellezza terrena,<br />

bellezza che con il suo messaggero<br />

il Padre riconosce e saluta.<br />

Quella che era destinata ad essere<br />

invocata sotto il titolo di «Madre di<br />

Dio» doveva avere un volto che manifestava<br />

una intimità unica con Dio:<br />

lo Spirito Santo ha formato, dall’inizio<br />

della sua esistenza, un capolavoro<br />

di santità.<br />

Questa santità era contemplata dal<br />

cielo come bellezza unica fra le creature.<br />

Si potrebbe chiedere se le lunghe<br />

controversie suscitate dal privilegio<br />

dell’immacolata concezione non comportavano<br />

qualche esagerazione, quella<br />

di dare troppa importanza al primo<br />

momento dell’esistenza di Maria.<br />

Qualcuno avrebbe potuto pensare che<br />

bastava una dottrina che avrebbe ammesso<br />

dopo un primo momento di applicazione<br />

della legge del peccato originale<br />

un secondo momento in cui la<br />

grazia salvatrice avrebbe riempito l’anima<br />

di Maria.<br />

Tuttavia, le discussioni sul primo<br />

momento della vita di Maria avevano<br />

il loro motivo. Se Maria fosse stata<br />

colpita, anche in un brevissimo momento,<br />

dalla contaminazione del peccato<br />

originale, non avrebbe sempre<br />

avuto una bellezza completa dell’anima.<br />

È questa bellezza che possiamo<br />

ammirare senza riserva.<br />

Cristo ha riconosciuto, in questa<br />

bellezza, il riflesso perfetto della bellezza<br />

del Padre ed egli ci invita a condividere<br />

questa gioia. È la gioia di<br />

avere una madre da una bellezza spiritualmente<br />

perfetta.<br />

Il mistero<br />

della santa Origine<br />

ALESSANDRO MAGGIOLINI<br />

È Maria stessa a essere turbata alle<br />

parole che l’Angelo le rivolge a nome di<br />

Dio: «Rallegrati, o Piena di Grazia — o<br />

Benedettissima —; il Signore è con te:<br />

nelle tue viscere». E non è che una tappa<br />

del grande stupore che si dischiude<br />

sotto la guida dello Spirito e a ogni tappa<br />

del grande pellegrinaggio della fede<br />

di Maria: un pellegrinaggio che muove il<br />

primo passo al cominciamento stesso —<br />

inconscio e misterioso — della vita della<br />

Madonna: là dove si può affermare: qui<br />

c’è una persona umana già redenta da<br />

Cristo e abitata dallo Spirito e tenuta tra<br />

le mani accanto al cuore del Padre.<br />

Maria immacolata, la santa Origine<br />

che si dispone a tutti gli sviluppi che il<br />

Signore le prepara. La beata Genesi che<br />

contiene il futuro di Dio e dell’umanità.<br />

Il felice Inizio che nasconde e contiene<br />

la Vita divina. Fino al primo sorriso dei<br />

genitori curvi su di lei. Fino ai primi<br />

passi e alle prime parole. Fino allo svegliarsi<br />

dell’autocoscienza. Fino al suo divenire<br />

donna e al consegnarsi totale nella<br />

verginità sponsale più abbandonata allo<br />

Spirito della fecondità che la rende<br />

Madre di Dio. Fino al generare Gesù tra<br />

l’indifferenza dei potenti e la gioia dei<br />

pastori i quali non capiscono pienamente<br />

l’evento che accade sotto i loro occhi:<br />

Dio che si fa uno di noi; ed Ella lo intuisce,<br />

ma ignora dove sarà condotta. Fino<br />

al sentirsi quasi messa alla porta dell’animo<br />

del Figlio che deve compiere la volontà<br />

del Padre; ed Ella deve rispettare<br />

le scansioni redentive, semmai anticipando<br />

l’«ora» della salvezza operata da<br />

Gesù per due sposi in difficoltà per la<br />

mancanza di vino durante il pranzo di<br />

nozze. Fino a essere trascinata — risolutamente<br />

dolcemente liberamente condotta<br />

per mano — sotto la croce e davanti<br />

al sepolcro sigillato del suo Figlio<br />

sfigurato. Fino alla gloria del Risorto<br />

che libera l’umanità e il cosmo dal peccato<br />

e accende una speranza non placabile<br />

se non da lui che ritornerà. Fino al<br />

cenacolo dove nasce la Chiesa di cui Ella<br />

è Icona e Madre. Fino alla magnificenza<br />

dell’Assunta che esercita la mediazione<br />

materna, onde non si dà proten-<br />

dersi di Dio verso la fusione dell’essere e<br />

del pensare e del volere e dello sperimentare<br />

dell’uomo: non si dà protendersi<br />

di Dio che le sia estraneo: e il suo intervenire<br />

rende ancor più umana e intrisa<br />

di tenerezza e di vigore la stessa Incarnazione,<br />

finché Cristo ritorni.<br />

L’intera trafila dell’esistenza di Maria<br />

è destino inscritto nell’avvio di questa<br />

piccola creatura, di questa Figlia del Padre<br />

che diviene Madre e Figlia del suo<br />

Figlio e Sposa dello Spirito che anima la<br />

Chiesa.<br />

La Abbozzata in Eva per togliere il<br />

peccato che è dilagato nel mondo. La<br />

Predestinata con Cristo in quanto Salvata<br />

e Collaboratrice della redenzione. La<br />

Ragione della speranza in un domani<br />

eterno di felicità, che coinvolgerà persone<br />

e cose. La Prefigurazione di un Eden<br />

che supererà l’Archè del disegno di Dio<br />

in un Telos che sarà il compimento di<br />

ogni attesa e oltre ogni attesa.<br />

Si impone la docilità paziente e risoluta<br />

ai ritmi di Dio che riservano sorprese<br />

incantate a ogni crocicchio, a ogni svolta,<br />

a ogni passo. E la strada sembra un<br />

ghirigoro stravagante o un soffocante labirinto,<br />

ma è lo schiudersi del Regno in<br />

tutta la maestà di Dio. Come un mattino<br />

incerto e venato di ombre si dispiega nel<br />

trionfo della luce meridiana. Come una<br />

primaverafittadigemmee di tepore prepara<br />

la calura e il maturare dei frutti.<br />

Come un seme che già annuncia la<br />

bellezza delle forme e dei colori di un<br />

fiore o la magnificenza di un albero. Come<br />

un bimbo o una bimba prefigura un<br />

futuro celato nel grembo di Dio, ma qui<br />

la risposta che traduce un’esistenza:<br />

«Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga<br />

di me ciò che hai detto»: questa<br />

risposta svelerà le meraviglie di Dio, e<br />

«tutte le genti mi chiameranno beata».<br />

Domanda: occorre collocare prima<br />

Maria o il Signore Gesù? Certo, il Signore<br />

Gesù; il quale, tuttavia, ha deciso di<br />

non esserci senza sua Madre. Che è anche<br />

nostra Madre e Modello e Motivo di<br />

speranza gioiosa e incrollabile. Se noi<br />

pure consegniamo tutto il nostro vivere<br />

a Cristo. Attraverso le mani e il cuore di<br />

Maria.<br />

La «Mater gratiae» e la «Mater misericordiae» nella devozione dei liguri<br />

RAIMONDO SPIAZZI<br />

Con la festa della Immacolata celebriamo<br />

un fatto, misterioso e miracoloso<br />

avvenuto nel concepimento di Maria,<br />

che non contrasse il peccato originale.<br />

Di qui il titolo di Immacolata, che è uno<br />

dei più belli e significativi con cui noi<br />

cristiani salutiamo la Madre di Gesù e<br />

nostra. In esso però vengono compresi<br />

o sottintesi, nella devozione cristiana,<br />

tanti altri titoli che vengono distintamente<br />

specificati nelle litanie lauretane<br />

(si arriva ad invocarla «Mater divinae<br />

gratiae»!) e in altre formule di invocazioni<br />

e di lodi a Maria.<br />

Il dogma dell'Immacolata, definito<br />

nella «Ineffabile Deus» dal B. Pio IX (nel<br />

1858), pur riguardando il fatto cui abbiamo<br />

accennato, include le «glorie»<br />

personali di Maria, soprattutto la pienezza<br />

di grazia e di misericordia, che in<br />

molti paesi e città da secoli le viene attribuita<br />

e che il magistero della Chiesa<br />

proclama come prerogativa della Madre<br />

del Signore e con quelle parole la invoca<br />

e canta nelle preghiere e lodi proposte<br />

ai fedeli e contenute nella stessa liturgia.<br />

Qui ci interessano soprattutto le due<br />

stupende espressioni di fede e di speranza:<br />

mater gratiae, mater misericordiae.<br />

Due di quei «bei nomi», che secondo il<br />

Manzoni vengono attribuiti a Maria nelle<br />

varie nazioni e regioni: «O Vergine, o<br />

Signora, o Tuttasanta (dal greco «panaghia»)<br />

— che bei nomi ti serba ogni loquela!<br />

— Più di un popol superbo esser<br />

si vanta — in tua gentil tutela...».<br />

Tra i popoli cui allude il poeta penso<br />

che si trovino anche i liguri, dei quali<br />

vorrei ricordare i due punti di riferimento<br />

mariani che mi sembrano di grande<br />

importanza: la Madonna della Guardia<br />

di Genova e quella della Misericordia di<br />

Savona, santuari notissimi e frequentatissimi.<br />

Qui però preferisco parlare di altri<br />

due luoghi mariani meno noti, ma a me<br />

carissimi, perché legati alla mia vita spirituale<br />

e religiosa, amati e frequentati<br />

da molti altri credenti: Moneglia e Taggia.<br />

La Madonna delle Grazie<br />

a Moneglia<br />

Sulla riviera ligure di levante, Moneglia<br />

è un paese di origine romana, che<br />

era una stazione militare e una tappa<br />

della Via Aurelia. Esso ebbe ben presto<br />

una «plebe» cristiana con la sua chiesa,<br />

che ancora oggi si chiama «plebana», e<br />

con altre chiese succursali scaglionate<br />

nei luoghi dov'era raggruppata la popolazione.<br />

Già prima dell'anno mille nel paese<br />

venne eretto un oratorio dove la Confraternita<br />

dei Disciplinati si riunì per secoli,<br />

nel nome della Vergine Maria, che nel<br />

sec. XIV venne raffigurata da un ignoto<br />

pittore in una splendida tavola, a cui si<br />

potrebbe dare il nome di Madonna dei<br />

Disciplinati o della Disciplina, dal rotolo<br />

inserito nel quadro e che riporta le parole<br />

del Salmo, come un monito della<br />

Madonna: «apprehendite disciplinam<br />

Per un NATALE cristiano<br />

pensa ad un regalo cristiano<br />

REGALA<br />

«Immacolata» di Bernardo Strozzi, detto il Cappuccino (Genova, collezione privata)<br />

«LA FEDE<br />

PER IMMAGINI»<br />

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nequando irascatur Dominus et pereatis<br />

de via iusta...».<br />

Nella sua straordinaria storia di civiltà<br />

e di pietà, Moneglia nei secoli diede alla<br />

repubblica di Genova dogi e marinai, all'Italia<br />

giuristi, soldati e artisti (come il<br />

pittore Luca Cambiaso e il poeta Felice<br />

Romani), alla Chiesa un Cardinale francescano,<br />

Clemente Dollera, autore di un<br />

trattato di teologia morale (sec. XVI), e<br />

due anime sante: la ven. Giovanna Battista<br />

Solimani, fondatrice del monastero<br />

delle Romite Battistine, e il Servo di Dio<br />

Domenico Francesco Olivieri, consigliere<br />

della Solimani, fondatore della Congregazione<br />

dei Missionari Rurali di Genova<br />

e dei Missionari Battistini per la propa-<br />

gazione della fede (sec. XVII).<br />

Questi due ultimi personaggi<br />

non erano oriundi<br />

monegliesi, ma l'Olivieri fu<br />

parroco nel paese e la Solimani<br />

vi fondò il suo monastero<br />

con l'aiuto del santo<br />

arciprete. Essi nacquero e<br />

morirono a Genova, dove<br />

in parte perdurano le loro<br />

istituzioni: ma la culla di<br />

queste fu Moneglia.<br />

A due passi dalla casa dove<br />

venne fondato il monastero<br />

della Solimani, sorgeva<br />

una cappellina dedicata<br />

alla Madonna delle Grazie,<br />

particolarmente cara alla<br />

popolazione monegliese,<br />

che una tradizionale devozione<br />

legò sempre e lega<br />

ancora a quella «Madonna».<br />

Anche le monache battistine<br />

si riunivano a pregare<br />

in quella cappella.<br />

È da supporre che a celebrare<br />

la messa e a distribuire<br />

la comunione in tale cappella<br />

fosse l'arciprete Francesco<br />

Domenico Olivieri,<br />

padre spirituale della Solimani<br />

e delle monache battistine.<br />

I monegliesi amavano<br />

quel piccolo santuario come<br />

qualcosa della loro vita. Il giorno della<br />

festa, il 5 agosto, venivano da tutto il<br />

paese e dalla campagna a invocare la<br />

nostra Madonna. Era una festa popolare,<br />

con messa, vespri, canti, mortaretti<br />

e piccola fiera. Un anno vedemmo spuntare<br />

in cielo, sopra la cappella, un denso<br />

stormo di rondini, che ci parvero venire<br />

anch'esse, in una sosta della loro migrazione,<br />

a festeggiare la Madonna delle<br />

Grazie.<br />

Le nostre madri, sante donne di quella<br />

Liguria che ebbe sempre come suo<br />

massimo vanto la devozione mariana, ci<br />

portavano spesso alla cappella, e passandovi<br />

accanto ci insegnavano a mandare<br />

un bacio alla Madonna.<br />

La cappella era quasi sempre chiusa,<br />

ma spesso, tornando da scuola, ci aggrappavamo<br />

alle inferriate delle due finestruole<br />

per vedere la Madonna e il<br />

cielo azzurro dov'erano dipinte le stelle,<br />

e per dare a Maria un ingenuo saluto.<br />

Nelle sere della Novena, cantavamo<br />

tutti a gran voce: Maria, mater gratiae,<br />

/ Mater misericordiae, / Tu nos ab hoste<br />

protege / E hora mortis suscipe.<br />

Quel latino così trasparente! Quel lirismo<br />

intraducibile! Maria, madre di grazia,<br />

/ Madre di misericordia, / Tu dal<br />

nemico proteggici / E nell'ora della<br />

morte accoglici.<br />

Più tardi, quando già studente tornavo<br />

a casa e nell'estate partecipavo alla<br />

Novena, notavo certi sbagli anche gros-<br />

«Madonna della Misericordia», L. Brea (1485) - particolare<br />

chiesa di san Domenico in Taggia, Imperia<br />

solani commessi dalle vecchiette in quel<br />

canto. Qualche volta ebbi la pretesa di<br />

criticare o di sorridere! Quelle donnette<br />

non capivano le mie osservazioni e non<br />

si arrendevano. Non avevano preoccupazioni<br />

di grammatica e di sintassi, di<br />

pronunzia e di ritmo. Non ponevano il<br />

problema del latino, nemmeno dell'italiano.<br />

Forse credevano di cantare in...<br />

genovese. Ma capivano l'inno, perché<br />

avevano un senso speciale, quello della<br />

fede, come una intelligenza soprannaturale<br />

del mistero di Maria toccato con<br />

quel canto.<br />

E tante volte, anche oggi, specialmente<br />

alla sera, ripensando a quelle lontane<br />

cose genuine e sane, mi punge un senso<br />

di nostalgia, come nella ricerca di un<br />

paesino lontano, di una cappella chiusa<br />

dove il cuore è custodito per essere ritrovato<br />

nell'ora del bisogno, nell'ora soprattutto<br />

della morte...<br />

Nella chiesa<br />

di Santa Croce oggi!<br />

Purtroppo venne la guerra, il paese fu<br />

bombardato e distrutto, cadde anche la<br />

cappellina. Il quadro della Madonna fu<br />

salvato. Ora si trova nella chiesa parrocchiale,<br />

ed è stato restaurato. Così si vede<br />

molto meglio quel volto di madre<br />

buona, quel gesto dolcissimo con cui<br />

Maria tiene il bambino sul braccio sini-<br />

stro mentre con la sua mano destra<br />

(con quelle belle dita affusolate)<br />

sembra voler aiutare la<br />

mano destra di Gesù, che<br />

con le dita tese, benedice.<br />

La Madonna guarda verso il<br />

popolo.<br />

La cappella non è stata<br />

ricostruita, ma al suo posto<br />

è stato creato un tempietto,<br />

con altare e statua della<br />

Vergine in maiolica di<br />

Faenza, tettoia in legno con<br />

crocifisso pensile, in un recinto<br />

di filo di ferro e fiori.<br />

L'opera è del Biancini. Un<br />

caro amico, Nicola Pende,<br />

ha offerto tutto questo in<br />

memoria dei miei genitori.<br />

Il vincolo affettivo a quel<br />

luogo si è così rinsaldato.<br />

Ma a noi tutti sembra che<br />

là ci sia il simbolo dell'eterno<br />

ritorno di Maria.<br />

Molte cose crollarono<br />

nell'ultima guerra, e alcune<br />

non risorsero. Altre, rifatte,<br />

hanno perso la poesia delle<br />

cose antiche. Così è stato<br />

sempre nella vita. Noi tutti<br />

moriamo un po' ogni giorno.<br />

Ma la Madonna è rimasta.<br />

Noi l'amiamo ancora,<br />

tutti quanti. Essa ci è vicina<br />

e ci vuol bene. A lei possia-<br />

mo ancora innalzare il caro inno dell'infanzia:<br />

Maria, Mater gratiae, / Mater<br />

misericordiae...<br />

È una preghiera di profondo significato,<br />

che lascia cogliere tutto il valore teologico<br />

e spirituale di questo titolo: Madonna<br />

delle Grazie, Mater divinae gratiae,<br />

madre della grazia divina che è<br />

Cristo stesso misticamente comunicato<br />

alle anime come vita soprannaturale<br />

(Ego sum vita); madre di ogni grazia<br />

che da lui proviene agli uomini nel corpo<br />

mistico della Chiesa mediante la sua<br />

intercessione e il suo ministero; madre<br />

dunque di tutti i figli di Dio, rigenerati<br />

nella grazia, e della comunità, del populus<br />

Dei, che riunisce in una società visi-<br />

bile e invisibile questi «uomini nuovi», la<br />

Chiesa: Mater Ecclesiae; madre anche<br />

della grazia per tutto quello che la parola<br />

dice di bellezza, verità, santità, benevolenza<br />

di Dio che ha scelto questa donna,<br />

tra tutte le creature, come madre<br />

del Verbo incarnato e perciò ne ha fatto<br />

il fiore più bello del genere umano, il<br />

vertice dell'universo: regina mundi, mater<br />

admirabilis.<br />

La Madre della Misericordia<br />

a Taggia<br />

Il titolo Mater gratiae è l'equivalente<br />

dell'altro: Mater Misericordiae, Madonna<br />

della Misericordia (come è venerata<br />

a Savona), Beata Vergine di tutte le misericordie<br />

(come è venerata a Taggia<br />

nella chiesa dei Domenicani, eretta dal<br />

Beato Cristoforo da Milano nel sec. XV<br />

dove è raffigurata nel dipinto di Ludovico<br />

Brea [1483]).<br />

A questa Madre della grazia e della<br />

misericordia, sentiamo tutti il bisogno di<br />

ricorrere, oggi come ieri, da giovani e<br />

da vecchi. Sentiamo il bisogno di passare<br />

la vita alla sua ombra, come quel mio<br />

confratello e padre spirituale, Fra Mariano<br />

Magliolo, maestro in sacra teologia,<br />

che nell'immagine-ricordo del suo settantesimo<br />

di sacerdozio, celebrato a<br />

Taggia, poté scrivere: Settant'anni di<br />

sacerdozio sotto il manto della Vergine<br />

Misericordiosa, mi rendono più fiducioso<br />

nel non lontano giudizio di Dio.<br />

Bisogna far posto a Maria nella nostra<br />

vita, bisogna pregarla.<br />

La Chiesa ci mette sul labbro delle<br />

belle preghiere, dei soavissimi canti alla<br />

Madonna. I santi ci hanno lasciato in<br />

eredità le loro elevazioni mariane, come<br />

traccia delle nostre preghiere. Certi poeti,<br />

specialmente quelli meno letterati,<br />

hanno composto dei canti popolari che<br />

— pur essendo a volte ingenui, e persino<br />

un po' strani — rappresentano però<br />

la spontanea espressione di un affetto<br />

tenero e profondo alla madre dolcissima.<br />

Quanti ne conosce l'anima cristiana,<br />

di questi canti! Sono i ricordi più<br />

belli dell'infanzia. Sono anche i ricordi<br />

più belli della voce, degli occhi, della<br />

pietà della nostra mamma.<br />

È una voce di preghiera che non dovrebbe<br />

spegnersi mai sul nostro labbro,<br />

ma esprimere in modo sempre più intenso<br />

il desiderio di vedere presto la Madonna,<br />

sulla porta del cielo — Ianua<br />

Coeli — dopo il cammino sulla terra<br />

d'esilio, percorso faticosamente portando<br />

ciascuno la propria croce, ma consolati<br />

tutti dalla certezza di quella materna<br />

presenza e protezione. Così si cammina<br />

sulla strada di Maria, pellegrini di salvezza<br />

e portatori di un'eterna speranza,<br />

che quasi si personifica misticamente<br />

prendendo nella nostra visione interiore<br />

il volto di Maria: Mater misericordiae,<br />

spes nostra, salve!, come ci fa pregare<br />

la Chiesa.


.<br />

PAGINA<br />

7 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 8 Dicembre 2001<br />

8 dicembre: solennità dell'Immacolata Concezione<br />

della Beata Vergine Maria<br />

Quella trasparente chiarezza<br />

del pensiero originario di Dio<br />

«Vergine Madre, figlia del tuo Figlio,<br />

umile ed alta più che creatura»: queste<br />

parole del divino poeta sembrano particolarmente<br />

ricche di significato nella luce<br />

radiosa della Solennità dell’Immacolata<br />

Concezione. Guardiamo allora con<br />

«intelletto d’amore» a Maria, cerchiamo<br />

di afferrarne la sublimità, lasciamoci<br />

commuovere ed estasiare dalla sua bellezza.<br />

Maria, dopo il Figlio suo, è la<br />

creatura più bella dell’universo, colei in<br />

cui risplende con trasparente chiarezza<br />

il pensiero originario di Dio sulla sua<br />

creatura, è colei in cui la bontà di Dio<br />

ha potuto effondersi senza limiti.<br />

«Maria, scrive Paolo VI, è la sola<br />

creatura in cui l’idea creatrice di Dio si<br />

rispecchia fedelmente: immagine di Dio,<br />

luce, intelligenza, dolcezza, profondità<br />

d’amore, bellezza. Tutto ciò, in una parola,<br />

si riflette sul volto candido di Maria:<br />

Tota pulchra es Maria!».<br />

«Tutta bella sei o Maria!»: queste parole<br />

che la Chiesa canta con slancio e<br />

con gioia in questa solennità, non devono<br />

solo commuoverci, ma devono soprattutto<br />

stimolarci e farci riflettere. Anche<br />

a noi è stata donata, con la grazia,<br />

la sublime bellezza che adorna i figli di<br />

Dio, ma troppo spesso non abbiamo custodito<br />

questo dono e questa luminosa<br />

bellezza. Il nostro cuore e il nostro corpo<br />

si sono lasciati spesso toccare e anche<br />

contaminare dalle meschine cose<br />

della terra, dall’umano, dalla disobbedienza<br />

a Dio e alla sua volontà che vuole<br />

anche noi «santi di corpo e di spirito».<br />

Chiediamo a Maria la grazia di<br />

comprendere, di vedere ciò che sciupa<br />

in noi il dono di Dio, ciò che turba la<br />

pace in noi e, di conseguenza, intorno a<br />

noi, ciò che altera quell’ordine interiore<br />

in cui solo è possibile incontrare il Signore<br />

e imparare a vedere in ogni uomo<br />

un fratello.<br />

Scrive s. Bernardo: «Il re aveva desiderato<br />

la bellezza della Vergine. Ella infatti<br />

aveva messo in pratica il consiglio<br />

di Davide: “Ascolta, o figlia, e guarda,<br />

piega il tuo orecchio: il re desidererà la<br />

tua bellezza”. Maria ascoltò e guardò,<br />

non come quelli che vedendo non comprendono,<br />

ma udì e credette, vide e<br />

comprese: Inclinò il suo udito all’obbedienza<br />

e piegò il suo cuore all’insegnamento».<br />

Ecco qual è il segreto della bellezza di<br />

Maria: la capacità di ascoltare, la coerenza<br />

nel seguire, la docilità nel mettere<br />

in pratica ciò che il Signore voleva da<br />

lei, la disponibilità, senza riserve e senza<br />

ritorni, al piano di Dio nella sua vita.<br />

Senza concedere spazio alla fantasia o<br />

ad una sensibilità sognante, fermiamoci<br />

a riflettere sulla bellezza di Maria, perché<br />

la bellezza che ha reso luminoso e<br />

mirabile il suo volto, la sua persona, tutta<br />

la sua vita è la stessa bellezza che il<br />

Creatore aveva pensato all’inizio per<br />

ogni sua creatura e che nella sua infinita<br />

misericordia vuole ricostruire in tutti coloro<br />

che l’acqua del Battesimo ha purificato<br />

e lavato.<br />

Noi siamo spesso incapaci di riflettere<br />

su ciò che è la vera bellezza. Il mondo<br />

di oggi è tutto proteso verso ciò che appare<br />

e colpisce i sensi, ma la bellezza<br />

vera è tutt’altra cosa: è quella luce che<br />

avvolge e trasfigura la persona, è riflesso<br />

della luce di Dio, per cui bella è solo<br />

la creatura che sa specchiarsi in Lui,<br />

che sa fissare il suo sguardo su di Lui,<br />

che lascia inebriare il suo cuore dei sentimenti<br />

di amore e di bontà che rifulgono<br />

sul suo volto.<br />

Maria è la creatura più bella perché è<br />

la creatura più alta, più vicina a Dio,<br />

perché ha saputo restare sempre alla<br />

sua presenza: ella ha dato i suoi lineamenti<br />

fisici al Figlio, ma nello stesso<br />

tempo — guardandolo sempre senza<br />

mai distogliere gli occhi dal suo sguardo<br />

e lasciandosi guardare da Lui fino in<br />

fondo — ha avuto sempre più impressi<br />

sul suo volto i lineamenti stessi del Figlio<br />

suo.<br />

Una creatura che voglia diventare<br />

«bella» della bellezza di Maria deve prima<br />

di tutto spiritualizzarsi, unificare i<br />

suoi sentimenti in Dio, non avere altro<br />

riferimento che Lui, vivere l’esistenza<br />

quotidiana in adesione amorosa alla volontà<br />

divina. E una creatura che vive<br />

così è sempre bella perché la bellezza<br />

interiore si trasferisce anche sul suo volto:<br />

ogni volto sereno, pacifico, disteso è<br />

sempre un riflesso dello splendore di<br />

Dio ed è illuminato da quella bellezza<br />

soprannaturale che è equilibrio interiore,<br />

pace profonda, capacità di trasfigurare<br />

anche le difficoltà e le sofferenze,<br />

fiducia serena che non viene mai meno.<br />

Un’anima che, come Maria alle nozze<br />

di Cana, sa aprirsi sempre alla fiducia<br />

che faceva sicuro il suo cuore nonostante<br />

l’apparente rifiuto del Figlio, e che le<br />

ha fatto dire senza ombra di dubbio:<br />

«Fate quello che Egli vi dirà» (Gv 2,5), è<br />

un’anima che è come avvolta in un<br />

manto di luce e di forza, è un’anima su<br />

cui si riflette il Sole divino e che in Lui<br />

si trasforma fino a piacergli e ad attirare<br />

su di sé le sue compiacenze misericordiose<br />

e piene di provvidente amore. E<br />

tutto questo si riflette, come in Maria,<br />

anche sul suo volto: «Sul volto di Maria,<br />

scrive ancora Paolo VI, non si rivela soltanto<br />

la bellezza naturale. Nell’anima di<br />

lei, Iddio ha versato la pienezza delle<br />

sue ricchezze con un miracolo della sua<br />

onnipotenza ed Egli ha fatto passare<br />

nello sguardo di Maria qualcosa della<br />

sua dignità sovrumana e divina. Un raggio<br />

della bellezza di Dio splende dunque<br />

negli occhi di Maria».<br />

Questa è anche la<br />

meravigliosa storia di<br />

ogni creatura. I volti<br />

cupi, imbronciati, tesi,<br />

irritati, sono segno<br />

manifesto di una resistenza<br />

a Dio, di una<br />

lontananza da Lui,<br />

della mancanza di<br />

quello sguardo fiducioso<br />

e disponibile<br />

che accetta di vedere<br />

ogni cosa con gli occhi<br />

stessi del Signore<br />

e sa ricevere tutto come<br />

un tesoro che viene<br />

dal suo amore.<br />

La vera grandezza<br />

di Maria non è stata<br />

la misteriosa eccezione<br />

che la sapienza infinita<br />

del Padre ha<br />

fatto per lei creandola<br />

immacolata, ma è<br />

stata la sua risposta,<br />

la sua consapevolezza<br />

dell’assoluta gratuità<br />

del dono. Maria è<br />

stata la creatura più<br />

alta perché è stata la<br />

più vicina a Dio in<br />

ogni ora e situazione<br />

della sua vita. «Umile<br />

e alta più che creatura»<br />

dice Dante, ma la<br />

sua grandezza è stata<br />

in proporzione della<br />

sua umiltà e nell’una<br />

e nell’altra Maria è<br />

stata veramente superiore ad ogni creatura.<br />

Anche a noi sono state donate grazie<br />

al di sopra di ogni grandezza umana, e<br />

anche noi, come Maria, dobbiamo accogliere<br />

ogni dono del Signore con un<br />

cuore umile, capace di scoprire la nostra<br />

vera posizione nei confronti di Dio<br />

ed essere umili nei nostri sentimenti verso<br />

di Lui e nei comportamenti verso le<br />

creature che ci vivono accanto.<br />

L’umiltà di Maria non fu qualcosa di<br />

apparente, non fu una vuota parola, ma<br />

fu sentimento intimo, convinzione assoluta.<br />

Maria sapeva di essere veramente<br />

un nulla davanti a Dio, sapeva di essere<br />

Stella luminosa sull'unica strada che conduce al Padre<br />

MICHELE GIULIO MASCIARELLI<br />

S. Maria di Rosano - Abbazia delle Benedettine<br />

Il cristianesimo, perché religione della Croce, reca<br />

incisa la serietà nelle sue carni e fin nelle fibre più profonde<br />

del suo cuore. La Croce gli impedisce, pertanto,<br />

d'essere superficiale, lo preserva da ogni caduta nell'effimero,<br />

mentre l'avvicina a tutti i dolori degli uomini.<br />

Non c'è spazio per alcuna concezione estetizzante del<br />

cristianesimo: essa non sarebbe affatto compatibile con<br />

l'indole martiriale di Cristo manifestata col suo radicalismo<br />

caritativo sul Calvario, né potrebbe raccordarsi<br />

col terribile silenzio del Sabato santo o con le richieste<br />

più esigenti del Vangelo, come l'amore al nemico e la<br />

richiesta di «porgere l'altra guancia» (Mt 5, 39).<br />

Una creatura completamente bella<br />

Dio è «l'autore della bellezza» (Sap 13, 3) che crea la<br />

«bellezza delle creature» (Sap 13, 5). Dio è la Bellezza<br />

suprema e le sue opere sono «belle-buone» (cfr Gn 1,<br />

9.12.25.31): fra queste spicca Maria. Maria appartiene<br />

all'umanità creata nell'innocenza e nella piena conformazione<br />

a Cristo. Questa condizione di creatura nuova<br />

non l'allontana dal resto dell'umanità: la sua non è<br />

grazia di separazione dagli uomini, quanto piuttosto di<br />

possesso pieno di una umanità integra e densa di mistero.<br />

La sua grazia originaria è anzitutto grazia di pienezza<br />

e non di separazione. Maria è santificata in previsione<br />

dei meriti futuri di Cristo, ma lo è in modo speciale<br />

in ragione della sua relazione immediata con suo Figlio,<br />

fonte di grazia, in vista del quale tutto è stato<br />

creato.<br />

Nella bellezza di Maria, l'Immacolata e la piena di<br />

grazia, è contemplabile la bellezza dell'intera umanità:<br />

in essa l'umanità viene restituita all'originaria innocenza<br />

e alla bellezza primigenia, e si compie realmente il<br />

simbolo della vergine terra.<br />

Perciò, sulla via creationis, noi troviamo in Maria<br />

l'umanità integra, pura, buona, armonica, di nulla<br />

mancante, di tutto ricca e adorna. La causa di questa<br />

pienezza di umanità santa è data dalla sua vicinanza a<br />

Cristo: Maria è Eva più di Eva per il forte vincolo che<br />

ha Cristo, che è Adamo più di Adamo.<br />

La Madre<br />

resa bella dal Figlio<br />

Maria è Tutta bella perché è la madre del Re messianico,<br />

che è «il più bello tra i figli degli uomini» (Sal<br />

44, 3). Ha scritto di lei, in proposito, il Card. G.B.<br />

Montini: «È come la luna: se si spegnesse il sole non la<br />

vedremmo più, se invece è splendente, lo è perché i<br />

raggi del sole battono su di lei. Così, se la Madonna ha<br />

tutte le grazie, le bellezze, la santità, la virtù, le ha<br />

perché è unita a Cristo come nessun'altra creatura:<br />

Cristo è la sorgente di tutte le bellezze e le grazie di<br />

cui rifulge Maria» (Sulla Madonna. Discorsi e scritti<br />

[1955-1963], Brescia-Roma 1988, p. 170).<br />

Maria è immacolata da Cristo: è un frutto scelto del<br />

suo albero pasquale. È il magnifico e commovente paradosso<br />

cristiano: Maria è un frutto di grazia colto da<br />

un albero non ancora piantato. Ella è illuminata dalla<br />

luce di Cristo, la quale traspare liberamente attraverso<br />

la sua persona; questa non è un prisma che devia la<br />

luce, ma, completamente trasparente, non trattiene<br />

nulla della luminosità gloriosa del Risorto che la impregna.<br />

Un beato medievale immagina nella fede che Cristo<br />

povera perché tutto in lei era dono, tutto<br />

era grazia. Sapeva che niente poteva<br />

fare da sé, ma che tutto però poteva<br />

sperare da Dio.<br />

Anche per noi l’umiltà deve costruirsi<br />

su una convinzione profonda, personale:<br />

dobbiamo credere ai nostri limiti, vincere<br />

quell’orgoglio insensato che ci fa ergere<br />

davanti a Dio e ai fratelli con stolte<br />

pretese e assurde ambizioni. Se mediteremo<br />

il Magnificat con animo aperto e<br />

attento, scopriremo nelle parole di Maria<br />

cosa è la vera umiltà, l’atteggiamento<br />

che piace a Dio e che chiama sulle<br />

creature la sua misericordia, la sua potenza,<br />

il suo aiuto.<br />

L’umiltà non è certo virtù facile alla<br />

superbia insita nel cuore dell’uomo ferito<br />

dal peccato, essa non viene davvero<br />

spontanea alla stolta presunzione del<br />

suo orgoglio, alla assurda esaltazione<br />

delle sue presunte capacità, ma l’umiltà<br />

è verità ed è solo essa che può metterci<br />

al nostro giusto posto e che ci permette<br />

di guardare fiduciosamente il Signore<br />

negli occhi.<br />

Tutto questo Maria ce l’ha insegnato<br />

con la sua vita, con i sentimenti del suo<br />

cuore e con l’abbandono pieno di ogni<br />

suo giorno anche quando le era difficile<br />

capire (cfr Mt 2,50). Ed ora, in ogni nostro<br />

giorno, lei, la Vergine Madre, l’Immacolata<br />

tutta pura e tutta bella, ce ne<br />

insegna il segreto e il valore con il suo<br />

sguardo posato su di noi e la sua protezione.<br />

Che Maria ci faccia veramente suoi<br />

discepoli fedeli, capaci di conoscere la<br />

grandezza dei doni che Dio ci elargisce<br />

ogni giorno, ma insieme ci insegni a<br />

scoprire la nostra estrema povertà.<br />

«Non basta, dice sempre Paolo VI, chiedere<br />

la sua protezione e il suo aiuto:<br />

dobbiamo offrire a Maria qualche buona<br />

promessa, quella specialmente di imitarla<br />

nella sua purezza e nella sua umiltà.<br />

In ogni nostra situazione Maria ci parla<br />

di virtù che noi dobbiamo cercare e, sia<br />

pure faticosamente, acquisire ed esercitare:<br />

la sua fede, la sua carità, la sua<br />

obbedienza, mansuetudine, dolcezza»:<br />

che queste «buone promesse» siano davvero<br />

nel nostro cuore e sul nostro labbro<br />

perché il nostro amore e la nostra<br />

devozione a Maria portino quei frutti<br />

che possono fare «umile ed alta» anche<br />

la nostra vita.<br />

In questa festa così luminosa guardiamo<br />

allora con un cuore pieno di amore<br />

a Maria — la tutta bella — fissiamo su<br />

di lei, la creatura più alta, il nostro<br />

sguardo, uniamoci alla sua umiltà e alla<br />

sua disponibilità e potremo così cantare<br />

con lei — «umile ed alta più che creatura!»:<br />

«L’anima mia magnifica il Signore,<br />

perché ha guardato l’umiltà della sua<br />

serva... grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente<br />

e santo è il suo nome» (Lc<br />

1,46-49).<br />

LE BENEDETTINE<br />

DI S. MARIA DI ROSANO<br />

si rivolga a sua madre in uno slancio di amore filiale<br />

così esclamando: «Tu sei bella, le dice: bella nei pensieri,<br />

bella nelle parole, bella nelle azioni; bella dalla<br />

nascita fino alla morte; bella nella concezione verginale,<br />

bella nel parto divino, bella nella porpora della mia<br />

passione, bella soprattutto nello splendore della mia risurrezione»<br />

(Amedeo di Losanna, Huit homélies mariales<br />

Hom. VII, 234-239).<br />

In una forma d'umiltà che è possibile solo a Dio,<br />

Cristo, lodando sua Madre per la bellezza di cui brilla,<br />

opera un riconoscimento della sua bellezza. Il Paradosso<br />

cristiano continua: all'opposto di quanto avviene<br />

nell'ambito umano, nel quale solo la madre può rendere<br />

bello il figlio e non viceversa, nel rapporto Maria-<br />

Gesù è il Figlio a rendere bella la Madre.<br />

Maria è senza peccato perché è legata, in un modo<br />

singolare, a Cristo che è l'Agnello di Dio che toglie i<br />

peccati del mondo. Maria è immacolata perché Cristo<br />

è santissimo; è piena di grazia perché Cristo con la sua<br />

redenzione è la causa di ogni santità; Maria è immacolata<br />

perché Cristo è santissimo; è piena di grazia perché<br />

Cristo con la sua redenzione è la causa di ogni<br />

santità, la quale, quand'è autentica e grande, s'esprime<br />

nella bellezza.<br />

L'Immacolata invita<br />

la Chiesa alla bellezza<br />

Maria è icona del Dio trinitario; ciò equivale a dire<br />

che è «via pulchritudinis» al suo mistero di Dio: l'icona<br />

«permette di conoscere Dio attraverso la sua bellezza»<br />

(O. Clément). Con la sua identità bella, Maria invita la<br />

Chiesa a percorrere la via della bellezza e divenire, così,<br />

sempre di più adorna di bellezza agli occhi di Dio<br />

(cfr2Cor 11, 3; Ap 11 e 12; Lettera a Diogneto 12, 8).<br />

È per questo che san Paolo chiama ogni cristiano a<br />

«operare in maniera bella» (cfr Ts 3, 13): è un invito<br />

che ha l'aria d'essere stato uno dei temi ricorrenti nelle<br />

sue conversazioni per diffondere il Vangelo: «Prefiggetevi<br />

cose belle, non soltanto davanti a Dio, ma anche<br />

davanti a tutti gli uomini» (cfr Rm 12, 17). E ancora:<br />

«Verificate ogni cosa, tenete ciò che è bello» (1 Ts<br />

5, 21). Si celebra così, fin dalle origini del cristianesimo,<br />

un'alleanza inseparabile tra il bene e il bello, tra la<br />

morale e l'estetica.<br />

La Chiesa è chiamata a nutrirsi e a nutrire gli uomini<br />

con l'Eucaristia, che è la mensa bella, il Pane bello.<br />

Il pane, modesto nella moltitudine delle cose e normale<br />

nella vita dell'uomo, è salito nella storia della salvezza<br />

e per volontà di Cristo ad altezze vertiginose, quelle<br />

del «miracolo eucaristico» che accade in ogni Messa,<br />

quando il pane diventa corpo di Cristo. «Dopo che Dio<br />

si è incarnato nel pane, ci pare che ogni pane debba<br />

essere pieno di Dio e della sua mistica presenza. È<br />

sempre commossa la scena della famiglia raccolta intorno<br />

alla mensa sulla quale non può mancare il pane.<br />

E la mensa ne splende» (C. Angelini, Il motivo del pane,<br />

in A. Piolanti, Eucaristia, Roma 1959, p. 144).<br />

La suggestione, la bellezza della mensa di famiglia<br />

crescono per la presenza della madre: una famiglia<br />

senza madre non è bella pienamente, nemmeno quando<br />

è radunata intorno alla mensa che splende della<br />

bellezza del pane. La bellezza della mensa eucaristica è<br />

però sempre armonizzata con la bellezza di Maria che<br />

non lascia sola la Chiesa nel gesto più serio e solenne<br />

che questa compie. Della bellezza di Cristo Agnello eucaristico<br />

risplende in maniera speciale Maria, chiamata,<br />

con espressione cristologicamente allusiva, «la bella<br />

Le riflessioni<br />

di s. Lorenzo da Brindisi<br />

sul mistero mariano<br />

COSMO FRANCESCO RUPPI<br />

Arcivescovo di Lecce<br />

In uno dei suoi più celebri discorsi,<br />

inseriti nel Mariale, il santo dottore cappuccino<br />

parla diffusamente dell’Immacolata<br />

Concezione, offrendo spunti di<br />

meditazione e di predicazione così attuali<br />

da essere utili anche oggi, a quasi<br />

quattrocento anni di distanza. La sua riflessione<br />

sull’Immacolata, infatti, parte<br />

dalla Scrittura e si sofferma pacatamente<br />

sui vari aspetti della dottrina sull’Immacolata,<br />

anticipando quella che sarà la<br />

grande definizione dogmatica di Pio IX<br />

nel 1854.<br />

La prima affermazione di san Lorenzo<br />

è che l’Immacolata rientra nel progetto<br />

di Dio sulla redenzione. È Dio, infatti,<br />

che ha scelto una donna che piace per<br />

la sua santità e ne preannuncia la nascita<br />

nel momento stesso della colpa originale.<br />

«Colui che poté creare il mondo<br />

dal niente con un solo cenno della sua<br />

volontà, che la luce fece nascere dalle<br />

tenebre, e formò la luna splendente e il<br />

sole lucidissimo fin dal principio, poté<br />

anche creare la Vergine Maria colma di<br />

grazia, dotata con ogni specie di virtù e<br />

carismi celesti nel seno materno e preservarla<br />

dal peccato» e aggiunge una serie<br />

di eventi prodigiosi dell’AT come la<br />

salvezza di Noè dal diluvio, di Lot dall’incendio,<br />

di Mosè dalle acque d’Egitto,<br />

di Raab dall’eccidio di Gerusalemme, di<br />

Giona dalle onde del mare, di Daniele<br />

dalla fossa dei serpenti, dei tre fanciulli<br />

dalla fornace babilonese etc.<br />

La pienezza<br />

dello Spirito<br />

L’Immacolata non è una delle tante<br />

possibilità di Dio, della sua potenza e<br />

della sua sapienza, ma è il frutto del<br />

grande amore che Dio ha voluto per la<br />

madre del suo Figlio e spiega che, se<br />

Maria fosse stata santa solo nell’anima,<br />

nel cuore e non già nel suo corpo, non<br />

sarebbe stata degna di generare Cristo.<br />

Invece la pienezza dello Spirito Santo,<br />

proclamata e resa manifesta dall’Angelo<br />

Gabriele, è la garanzia suprema della<br />

sua santità, della sua verginità e soprattutto<br />

del fatto che è stata esente da ogni<br />

agnella» da un antichissimo testo cristiano (Militone di<br />

Sardi, Omelia pasquale, n. 71, v. 513).<br />

Bandire il brutto<br />

ed educare alla bellezza<br />

Il brutto è il nome infelice della vita irrealizzata, della<br />

vocazione fallita e, infine, del peccato: giustamente<br />

la Liturgia parla di «decadenza del peccato». Il brutto<br />

è pericoloso: distrugge l'uomo e distrugge perfino l'immagine<br />

di Dio. È significativo che Nietzsche, in Così<br />

parlò Zarathustra, alla fine, individui nell'uomo brutto<br />

l'autore della «morte di Dio».<br />

Non sembri strano, ma anche la bellezza è educabile.<br />

In concreto, per noi cristiani è imitabile la Tota<br />

pulchra percorrendo con responsabilità la via pulchritudinis,<br />

che è via di severa ascesi, la quale porta a far<br />

spendere la bontà e la verità, le due dimensioni ineliminabili<br />

della bellezza, perseguendo la vittoria della verità<br />

sulla menzogna, dell'unità sulla divisione, della pace<br />

sulla guerra, della carità sul disamore, della grazia<br />

sul peccato.<br />

Il bello è un alto ideale educativo per l'uomo, per la<br />

sua liberazione e affermazione spirituale. Non si è ancora<br />

capito che la Bellezza ha in sé una forma liberatrice<br />

ed elevatrice. «Se non ci fosse l'ideale della Bellezza,<br />

l'uomo diventerebbe preda dell'angoscia... Ma<br />

siccome Cristo ha recato in sé e nella sua parola l'ideale<br />

della Bellezza, la decisione fu presa una volta per<br />

sempre: meglio infondere nelle anime l'ideale della Bellezza;<br />

custodendolo nell'anima, tutti diventeranno fratelli<br />

l'uno dell'altro, e allora, senza dubbio, lavorando<br />

l'uno per l'altro, essi diventeranno anche ricchi» (Dostoevskij<br />

inedito. Quaderni e taccuini 1860-1881, a cura<br />

di L. Del Santo, Firenze 1980, p. 56).<br />

Dobbiamo educare le nuove generazioni a riconoscere<br />

e a coltivare la bellezza. Dobbiamo anzitutto educare<br />

ad aprire gli occhi di fronte agli esseri, perché contengono<br />

una qualche misura di bellezza sempre (cfr<br />

Gn 1): non possono non essere belli, almeno un poco,<br />

gli esseri che noi siamo, gli esseri che sono gli altri, gli<br />

esseri che noi abbiamo, gli esseri che hanno gli altri,<br />

gli esseri che abbiamo insieme, gli esseri che siamo insieme.<br />

«Essere bello è essere, e essere è essere bello.<br />

Tutto ciò che è, è bello nello stesso momento in cui è»<br />

(E. Gilson).<br />

Conclusione:<br />

Ci salverà la bellezza<br />

La bellezza, che per solito è considerata un elemento<br />

accessorio della realtà, ci è invece necessaria come<br />

l'acqua e il pane. La bellezza è categoria fondamentale<br />

dell'essere, della natura, dell'uomo, di Dio stesso. Ma<br />

c'è da chiedersi se, mancando d'interrogarci sulla bellezza,<br />

sappiamo abbastanza della realtà e se, per caso,<br />

c'impediamo di conoscere un elemento essenziale di<br />

essa.<br />

È nella memoria di tutti la nota espressione di Dostoevskij:<br />

«La bellezza salverà il mondo». È un'affermazione<br />

che lo scrittore russo fa in un contesto problematico,<br />

nel quale ammette che «la bellezza è un enigma»<br />

e che perciò bisogna bene intendersi: quale bellezza<br />

salverà il mondo? Salverà il mondo solo la bellezza<br />

redenta: quella che sorge dallo Spirito ed è apparentata<br />

con le ultime realtà; essa opera una coincidenza tra<br />

l'esperienza estetica e quella religiosa. Così è la bellezza<br />

dell'Immacolata.<br />

peccato, originale e attuale, personale e<br />

comunitario.<br />

«La Vergine — insegna il grande dottore<br />

— fu veramente bella e immacolata,<br />

perché tutta la sua vita visse con Cristo,<br />

in una continua mortificazione dei<br />

sensi... in costante preghiera, e fu immacolata<br />

sin dal seno materno, perché<br />

mai il peccato ha avuto un ben che minimo<br />

contatto con la sua anima e con la<br />

sua esistenza». E qui paragona la Vergine<br />

all’arca dell’alleanza, ripiena di celeste<br />

Sapienza e di Spirito divino e aggiunge<br />

che tale arca è collocata oggi al<br />

centro della Chiesa, nel cuore dei credenti.<br />

Sapeva bene, infatti, sia per le sue<br />

lontane origini pugliesi, sia per la esperienza<br />

veneta ed europea, che davvero<br />

la Chiesa è piena della grandezza di Maria<br />

e sempre ha creduto e venerato la<br />

Immacolata.<br />

Signum magnum<br />

singolare privilegio<br />

Questo aspetto di Maria viene da lui<br />

chiamato signum magnum, ossia una<br />

grazia, ma soprattutto un miracolo (signum)<br />

perché non rientra nell’ordine<br />

della natura, ma costituisce un singolare<br />

privilegio concesso da Dio a Colei che<br />

avrebbegenerato nel tempo il Salvatore.<br />

È, questo, il signum di cui parla Isaia<br />

(7, 14), un miracolo, un miracolo grande<br />

che, con la maternità della Vergine,<br />

e con la sua Immacolata Concezione, illustra<br />

e illumina la Chiesa di tutti i tempi.<br />

«Un grande miracolo apparve nel cielo»<br />

spiega con l’Apocalisse (12, 1) ed è<br />

una cosa nuova, cioè mai vista... il miracolo<br />

di una santità straordinaria che è<br />

opera della potenza e dell’amore di<br />

Dio».<br />

All’Immacolata, san Lorenzo da Brindisi<br />

dedica molti discorsi e panegirici.<br />

Nel terzo sermone, tra l’altro, annota<br />

che Maria è simile a Cristo nella predestinazione,<br />

nella nascita, nella vita, nella<br />

morte, nella resurrezione, nell’assunzione<br />

e nella glorificazione: «... simile nella<br />

nascita, perché anch’ella nacque santa,<br />

senza peccato» e aggiunge che nel giorno<br />

liturgico dell’Immacolata la Chiesa,<br />

in Lei, contempla Cristo e contempla<br />

anche se stessa, anticipando una delle<br />

più lucide affermazione del cap. VIII<br />

della Lumen gentium.<br />

Guardare Maria, dunque, significa<br />

contemplarla nella sua immensa santità;<br />

proclamarla Immacolata, non è solo dovere<br />

dei cristiani, ma anche grande<br />

gioia, grazia immensa. Il dottore francescano<br />

si ricollega così alla grande tradizione<br />

sociologica sull’Immacolata, che<br />

risale a Scoto e ancora più innanzi.<br />

Tempio di Dio<br />

è Maria<br />

«Tempio di Dio, maggiore della Sinagoga<br />

è la Chiesa; tempio, maggiore di<br />

Adamo è Cristo; tempio di Dio, maggiore<br />

di Eva è Maria...». Con queste parole<br />

san Lorenzo da Brindisi riconosce che la<br />

Vergine non solo è nuova Eva, ma è vero<br />

tempio di Dio immacolato e santo.<br />

Idea, che ribadisce, parlando subito dopo<br />

della distruzione del tempio di Gerusalemme<br />

e del tempio di Adamo ed Eva:<br />

Adamo ed Eva erano stati creati da Dio<br />

in stato di grazia e di felicità, ma la<br />

grande colpa d’origine aveva distrutto<br />

tutto. Si salva solo Maria da tale distruzione:<br />

«Iddio non tollerò che la rovina<br />

del suo tempio fosse perpetua e lo riedificò,<br />

riempiendolo di una gloria che doveva<br />

superare di gran lunga quella del<br />

primo».<br />

«Chi è più vicino a Dio di Maria — si<br />

chiede il dottore della Chiesa — e chi è<br />

più vicino a Cristo di Lei, Madre del Signore?».<br />

Ed ecco la risposta: «Dio non permise<br />

mai che alcun peccato si avvicinasse alla<br />

Vergine Maria, che è il suo santuario»: è<br />

qui la ragione del suo immacolato concepimento,<br />

sin dal seno della sua mamma,<br />

ed è anche questa la radice biblicoteologica<br />

della verità che la Chiesa celebra<br />

l’8 dicembre.<br />

Dio non solo volle che Maria fosse<br />

madre del suo Figlio, ma che fosse degna<br />

madre, per santità e grazia, sin dal<br />

suo concepimento, perché risplendesse<br />

in lei la divina bontà e non vi fosse neppure<br />

l’ombra di contatto peccaminoso<br />

tra il Santo dei santi e la sua santissima<br />

madre.<br />

Mistero di luce<br />

Nel sermone decimo, infine, definisce<br />

l’Immacolata mistero di luce, sorgente<br />

di immensa gioia: «Maria è piena di grazia,<br />

dotata di una perfetta somiglianza<br />

con Dio... dove c’è la luce, anzi la sorgente<br />

di luce, lì c’è il Sole di giustizia e<br />

la sua mamma partecipa intimamente<br />

allo splendore della luce di Cristo..., in<br />

lei non c’è tenebra alcuna... nessuna<br />

creatura è più vicina a Dio di Maria!<br />

Per questo, come potrebbe concepirsi in<br />

lei anche una sola ombra di peccato?».<br />

Sono molti i dottori della Chiesa, che<br />

hanno cantato la Vergine, ma non dispiace<br />

annoverare anche il santo cappuccino,<br />

le cui omelie sull’Immacolata<br />

possono essere rilette anche oggi con diletto<br />

e con frutto.


EUROPA<br />

PAGINA<br />

8 .<br />

Il cammino<br />

della Chiesa<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 8 Dicembre 2001<br />

FRANCIA/1 Convegno promosso dal Pontificio Ateneo «Regina Apostolorum»<br />

È sulla grande storia di santità<br />

che si fonda la nuova evangelizzazione<br />

Presso l'Ateneo Pontificio «Regina<br />

Apostolorum», sabato 1° dicembre, si è<br />

svolto il convegno «Francia: testimone<br />

di speranza per il nuovo millennio. Prospettive<br />

e sfide», presieduto dal Cardinale<br />

Paul Poupard, Presidente del Pontificio<br />

Consiglio per la Cultura.<br />

Il convegno dell'Ateneo Pontificio<br />

«Regina Apostolorum», università diretta<br />

a Roma dai Legionari di Cristo, si inserisce<br />

nel ciclo di simposi «Segni dei tempi»<br />

ed ha voluto mettere in luce i segni<br />

di speranza per la Chiesa cattolica che è<br />

in Francia, nel nuovo millennio, nei suoi<br />

differenti ambiti: cultura, spiritualità,<br />

vocazioni, famiglia e mondo professionale.<br />

L'incontro è stato realizzato in collaborazione<br />

con la Fondazione Guilé.<br />

Il convegno si è aperto con il saluto<br />

del Rettore dell'Ateneo Pontificio «Regina<br />

Apostolorum», Padre Paolo Scarafoni:<br />

«Il discernimento dei “segni dei tempi”<br />

per intraprendere l'azione concreta<br />

sta diventando il nuovo modo di realizzare<br />

il discernimento nella Chiesa, sempre<br />

tesa a capire la volontà di Dio. Giovanni<br />

Paolo II spiega ai sacerdoti questo<br />

metodo in tre passaggi (Pastores dabo<br />

vobis 10): conoscenza, interpretazione,<br />

decisione per l'azione. Nel simposio ci<br />

auguriamo che affiorino i segni dei tempi<br />

presenti nella vita, nella storia della<br />

Francia di oggi, tra i cristiani e tra tutti<br />

i francesi. Chiediamo alla Francia che<br />

ha insegnato alla Chiesa ad utilizzare il<br />

discernimento dei segni dei tempi, di applicarlo<br />

a se stessa, secondo il proverbio<br />

ricordato dal Signore: “medico, cura te<br />

stesso”. Il medico, il salvatore è già presente<br />

e compie i suoi segni, i suoi prodi-<br />

gi nella Francia di oggi, e dobbiamo saperli<br />

riconoscere».<br />

Il Cardinale Paul Poupard, Presidente<br />

del Pontificio Consiglio per la Cultura, è<br />

intervenuto sul tema: «La memoria della<br />

speranza: la cultura francese nel seno<br />

della Chiesa». «I popoli — ha detto il<br />

Cardinale — come le persone possiedono<br />

un’anima ed una vocazione da<br />

adempiere nel corso della loro storia e<br />

nessuno dubita del fatto che l’eccezionale<br />

splendore diffuso dalla Francia attraverso<br />

i due precedenti millenni trovi la<br />

sua radice nella sua vocazione cristiana<br />

successiva al 496, quando “il re dei<br />

Franchi, Clodoveo, cedendo all’ispirazione<br />

della divina Provvidenza”, come<br />

scrisse magnificamente Papa Leone XIII<br />

nella sua Lettera Apostolica in occasione<br />

del XV centenario del battesimo di Clodoveo,<br />

“abiurò il vano culto dei falsi<br />

dei, abbracciò la fede cristiana, e fu rigenerato<br />

nell’acqua santa del battesimo”.<br />

Giovanni Paolo II ha affermato, in<br />

un Messaggio indirizzato attraverso la<br />

radio e la televisione al popolo francese,<br />

tre giorni prima del suo primo viaggio<br />

apostolico in Francia: “Questo viaggio<br />

mi attira sotto molti aspetti... Innanzitutto,<br />

la Francia è la figlia maggiore<br />

della Chiesa. Essa ha generato tanti<br />

santi. Potrei aggiungere che sul suolo<br />

di Francia esistono molti luoghi nei<br />

quali mi reco spesso in pellegrinaggio<br />

attraverso la preghiera ed il cuore”.<br />

Giovanni Paolo II l’ha detto più volte:<br />

“Come sono in debito verso la santità<br />

francese!”». Il pensiero corre subito al<br />

Traité de la Vraie Dévotion di san Louis-Marie<br />

Grignion de Montfort, libro<br />

che Karol Wojtyła portava sempre con<br />

sé quando lavorava come operaio nelle<br />

cave di pietra a Zakrzówek o nella fabbrica<br />

chimica di Solvay durante la Seconda<br />

Guerra Mondiale. «La memoria<br />

della speranza — ha affermato il Cardinale<br />

— appare straordinariamente ricca<br />

e feconda a quanti vogliano volgere uno<br />

sguardo attento a quindici secoli di cristianesimo<br />

in Francia. Questa storia è<br />

caratterizzata da tanti secoli di santità:<br />

santità della politica, santità dell’intelligenza,<br />

santità popolare, capolavori d’arte<br />

e scienza, fulgore di un pensiero dall’equilibrio<br />

caratteristico nella sua ricerca<br />

dell’universale. La memoria della<br />

speranza saprà aiutarci ad essere testimoni<br />

di speranza per affrontare con fede<br />

le prospettive e le sfide del nuovo<br />

millennio».<br />

Marie Nicole Boiteau, Responsabile<br />

dei Corsi Pubblici, insegnante nella Ecole<br />

Cathédrale, Centro di formazione della<br />

Diocesi di Parigi, ha parlato della spiritualità<br />

in Francia nel 2000: «I cattolici<br />

francesi sono animati dal desiderio di essere<br />

attivi nel mondo, portando i veri<br />

valori cristiani e cercando di essere testimoni.<br />

Il senso della missione, come responsabilità<br />

di tutte le persone battezzate,<br />

è molto presente. Attualmente assistiamo<br />

alla nascita di molte nuove comunità:<br />

centoventi negli ultimi quarant'anni.<br />

L'Eucaristia è il centro della vita<br />

cristiana, specialmente tra i giovani, che<br />

hanno una consapevolezza molto forte<br />

della presenza di Gesù in questo sacramento».<br />

P. Francis Kohn ha svolto una relazione<br />

sul tema: «I giovani di Francia e<br />

FRANCIA/2 Iniziativa del Centro Aletti e dell'Università del Connecticut<br />

Due riconoscimenti di istituzioni cattoliche<br />

al teologo ortodosso Olivier Clément<br />

MARKO IVAN RUPNIK<br />

Un avvenimento eccezionale alla Nunziatura<br />

di Parigi, venerdì 16 novembre,<br />

alla presenza del Nunzio S.E. Monsignor<br />

Fortunato Baldelli. Il filosofo ortodosso<br />

francese Olivier Clément, conosciuto<br />

non solo per i suoi libri spirituali<br />

e per la sua opera di studioso delle fonti<br />

patristiche, ma anche per il bellissimo<br />

testo di meditazione per la Via Crucis al<br />

Colosseo nel 1998, ha ricevuto in occasione<br />

del suo ottantesimo compleanno il<br />

premio Logos-Eikon dal Centro Aletti di<br />

Roma e la laurea in Teologia honoris<br />

causa dalla Sacred Heart University del<br />

Connecticut (Usa).<br />

Due alti riconoscimenti da parte di<br />

due prestigiose istituzioni del mondo<br />

cattolico per un uomo che ha fatto della<br />

teologia la vita nel cammino del popolo<br />

di Dio.<br />

La vita di Olivier Clément è davvero<br />

una parabola teologica attraversata dall’esperienza<br />

dello Spirito, che egli ha saputo<br />

trasmettere nei suoi scritti con lucidità<br />

e poesia.<br />

Nel messaggio autografo, letto da<br />

S.E. il Nunzio, Giovanni Paolo II ha ricordato<br />

appunto, ringraziando il Signore,<br />

l’«itinerario» spirituale e profetico del<br />

cristiano Clément: la lunga ricerca di<br />

Dio, il buio, il caos, l’incontro con il<br />

Vangelo, la lettura e poi la conoscenza<br />

personale di Vladimir Lossky, la resa di<br />

ogni resistenza intellettuale alla lettura<br />

della Teologia mistica della chiesa d’Oriente,<br />

soprattutto al capitolo su Dio<br />

Uno e Trino e sull’uomo creato a sua<br />

immagine.<br />

Poi l’acquisto di un’icona-trittico da<br />

un antiquario parigino, e l’inizio della<br />

preghiera davanti a Cristo, Maria e Giovanni<br />

Battista: «A un certo momento,<br />

Cristo m’è venuto a cercare e io l’ho seguito.<br />

Mi sono fidato di Lui».<br />

Poi il battesimo ortodosso, perché attraverso<br />

gli amici ortodossi ha trovato la<br />

fede, la rivoluzione della vita, l’amore<br />

vissuto, lo studio, la trasmissione della<br />

spiritualità orientale attraverso i suoi<br />

scritti e la comunicazione felice, immediata,<br />

di una freschezza di fede e di speranza.<br />

Con la sua opera e con la sua vita Olivier<br />

Clément è in mezzo a noi come<br />

un’opera d’arte. Un’opera che racchiude<br />

in sé teologia e visione, profezia e testimonianza.<br />

Per questo è un vero maestro.<br />

La vita-opera d’arte di Olivier Clément<br />

è di fatto la motivazione del premio<br />

Logos-Eikon del Centro Aletti di<br />

Roma e della laurea ad honorem della<br />

Sacred Heart University del Connecticut,<br />

la seconda Università cattolica americana.<br />

Le due istituzioni cattoliche si sono<br />

unite insieme per fondare un istituto per<br />

l’amicizia fra cattolici e ortodossi, di cui<br />

la cerimonia alla Nunziatura di Parigi è<br />

il primo atto concreto.<br />

La Sacred Heart University da quasi<br />

quarant’anni è attiva negli Stati Uniti<br />

nella formazione di cristiani che portino<br />

in ogni attività umana il soffio dello Spirito.<br />

Il Centro Aletti lavora da dieci anni<br />

per promuovere l’incontro fra cristiani<br />

dell’Est e dell’Ovest, soprattutto attraverso<br />

spazi di creatività artistica in cui<br />

fare concretamente esperienza dell’unità<br />

fra teologia e vita, fra teologia e Chiesa<br />

come comunità dei credenti e di persone<br />

di buona volontà alla ricerca del Volto<br />

di Cristo.<br />

L’incontro tra Centro Aletti e Sacred<br />

Heart University è avvenuto sulla base<br />

di un’affinità elettiva: premiare la vita<br />

dei pionieri e dei testimoni coraggiosi<br />

della fede, dei profeti nascosti, degli artisti<br />

che aprono orizzonti nuovi alla bellezza<br />

e alla fede.<br />

Olivier Clément è uno di questi: un<br />

uomo in cui l’ecumenismo non è solo<br />

impegno ma attitudine globale, struttura<br />

fondamentale della fede, e sincero amore<br />

per tutte le ricchezze del cristianesimo.<br />

Il dialogo d’amore e di verità ha dettato<br />

a Clément anche una riflessione sulla<br />

natura del primato romano: Rome<br />

autrement.<br />

«Giovanni Paolo II ha teso la mano<br />

molte volte all’Oriente. Avrei desiderato<br />

che ricevesse una risposta. C’è stata la<br />

nota del Vaticano sul “Filioque”, l’Enciclica<br />

Ut unum sint, in cui il Papa si diceva<br />

pronto a mettere in discussione<br />

ecumenica l’esercizio del primato. C’è<br />

stato il testo di Balamand. Credo che il<br />

mondo ortodosso abbia avuto paura...»<br />

dice Clément.<br />

Un poeta-teologo nella vita e negli<br />

scritti, innamorato della bellezza come<br />

unità spirituale, perché solo l’amore<br />

crea l’unità nello splendore delle diversità:<br />

«Qualsiasi novità nella Chiesa non<br />

può nascere che dall’amore. Credo nell’amicizia:<br />

nell’amicizia fra cattolici, ortodossi<br />

e protestanti che s’incontrano in<br />

piccoli gruppi. In questo credo, questo è<br />

quello che conta. Nell’amicizia fra le<br />

persone c’è il seme dell’ecumenismo di<br />

domani».<br />

Attorno al grande tavolo della Nunziatura<br />

di Parigi non c’erano che amici, in<br />

una cerimonia semplice e piena di calore,<br />

come ha sottolineato il Nunzio<br />

Mons. Baldelli: i rappresentanti del Centro<br />

Aletti; il decano della Facoltà di Teologia<br />

dell’Università Statale Palackého di<br />

Olomouc nella Repubblica Ceka, Pavel<br />

Ambros; uno dei più grandi conoscitori<br />

della spiritualità orientale, Padre Tomás<br />

Spidlík; il presidente della Sacred Heart<br />

University, Anthony Cernera; il direttore<br />

del campus universitario della Sacred<br />

Heart University nel Lussemburgo, Thomas<br />

Queisser; il direttore della School<br />

of Business della Sacred Heart University,<br />

Benoit Boyer; il decano dell’Institut<br />

de Théologie Orthodoxe Saint-Serge a<br />

Parigi, Boris Bobrinskoy; la teologa ortodossa<br />

novantaduenne, Elizabeth Behr-<br />

Siegel; il direttore del Service Orthodoxe<br />

de Presse, Jean Tchékan; e poi la moglie<br />

di Olivier Clément, Monique, i figli Sophie<br />

e Denys con i rispettivi coniugi, e<br />

la piccola nipote Sarah, di sei anni.<br />

Amici anche i cantori, che hanno intervallato<br />

i discorsi con i canti del Padre<br />

domenicano Andrè Gouze, che nell’abbazia<br />

di Sylvanès, nel sud della Francia,<br />

Nella cappella del Pontificio Collegio<br />

Germanico-Ungarico, in via San Nicola da<br />

Tolentino a Roma, lunedì 10 dicembre, alle<br />

ore 18, sarà celebrata la Santa Messa<br />

in suffragio dell'Arcivescovo Lajos Kada,<br />

Nunzio Apostolico, morto il 26 novembre<br />

scorso in Ungheria all'età di 77 anni.<br />

La Santa Messa sarà presieduta dall'Arcivescovo<br />

Francesco Pio Tamburrino, Segretario<br />

della Congregazione per il Culto<br />

Divino e la Disciplina dei Sacramenti. L'omelia<br />

sarà tenuta dall'Arcivescovo unghe-<br />

sta facendo rivivere al gregoriano una<br />

seconda primavera.<br />

Alla fine Padre Jean-Francois Capony,<br />

direttore della casa discografica e delle<br />

EditionsSylvanès,che dirigeva il coro, si<br />

è fatto latore di un messaggio di Gouze,<br />

e ha ringraziato Clément per il sostegno<br />

di fedee di amicizia che ha dato al cammino<br />

di questa comunità domenicana.<br />

Nel corso della cerimonia, la casa editrice<br />

Lipa del Centro Aletti ha consegnato<br />

ad Olivier Clément anche la sua ultima<br />

pubblicazione, un libro in suo onore:<br />

Sillon de lumière, che raccoglie i<br />

suoi migliori saggi sull’arte.<br />

Prima della sua conversione, Olivier<br />

Clément era storico e professore di storia,<br />

e nel suo discorso non ha voluto<br />

ignorare l’attualità drammatica, che nel<br />

suo orrore può costituire tuttavia un’occasione<br />

di unità. «In questo momento in<br />

cui sembra che la storia non si distingua<br />

dall’Apocalisse, dobbiamo testimoniare<br />

insieme questo Dio che rivela in sé il<br />

mistero dell’altro, il Dio della kenosi e<br />

della libertà, il Dio che s’incarna per<br />

vincere la morte. L’unificazione scientifica<br />

e tecnica del pianeta è un fatto<br />

astratto, che non corrisponde alla crescita<br />

dell’uomo, e che anzi esaspera le rivendicazioni<br />

d’identità. Ma resta, inalterabile<br />

e forte, l’amicizia. E la bellezza,<br />

attraverso cui l’amicizia si diffonde e<br />

cresce. Penso a un poeta contemporaneo<br />

che ha scritto: “A New York e a<br />

Mazar-i-sharif/ c’è una bambina/ una<br />

bambina che piange/ È la stessa”. Questa<br />

bambina noi sapremo, sapremo consolarla?».<br />

le Giornate Mondiali della Gioventù: le<br />

ragioni di un successo “inaspettato”»:<br />

«Vorrei ricordare alcuni frutti della<br />

GMG del 1997. Si è innanzi tutto constatato<br />

che questo nuovo slancio non ha<br />

stimolato solo i giovani, ma tutta la<br />

Chiesa di Francia. Come ha sottolineato<br />

un osservatore all'indomani dell'evento,<br />

“la Chiesa ne è uscita più grande, più<br />

forte, più sicura di sé”. Si tratta senz'altro<br />

di uno dei frutti più apprezzabili della<br />

GMG di Parigi. Sono nate nuove forme<br />

di collaborazione tra parrocchie e<br />

cappellanie, mentre i “movimenti” e le<br />

“nuove comunità” sono stati più coinvolti<br />

nelle istanze diocesane. Questo lavoro<br />

in comune, nella scoperta e nel rispetto<br />

delle legittime diversità, ha permesso di<br />

verificare quello che un giornalista ha<br />

definito “l'emergere di un cattolicesimo<br />

variegato e senza complessi”. Una tale<br />

cooperazione tra le diverse componenti<br />

della Chiesa di Francia è stata all'origine<br />

della forte mobilizzazione dei giovani<br />

per l'ultima Giornata Mondiale della<br />

Gioventù, a Roma nel 2000, alla quale<br />

hanno partecipato più di 70.000 francesi,<br />

la delegazione straniera più numerosa,<br />

accompagnata da ben 75 Vescovi».<br />

André Mulliez, Fondatore di Réseau<br />

Entreprendre, ha offerto la sua testimonianza<br />

di cristiano nel mondo dell'imprenditoria.<br />

«La vita — ha raccontato<br />

— mi ha fatto scoprire che il mezzo più<br />

sicuro per essere felici è fare la felicità<br />

degli altri. L'impresa può essere vista in<br />

due modi. Prima di tutto come un luogo<br />

per creare dei beni. Ed è nostro dovere<br />

partecipare a questa creazione. Inoltre,<br />

l'impresa è un luogo dove si utilizzano i<br />

beni prodotti. Questo uso deve essere<br />

sottoposto al principio di suddivisione<br />

con gli altri. Si può suddividere quello<br />

che viene prodotto. Ma è molto più efficace<br />

insegnare a lavorare che suddividere<br />

con le persone il prodotto del lavoro.<br />

Ho tre modi di vivere la carità cristiana<br />

nell'impresa. Il primo è lo scambio del<br />

sapere. E questo vuol dire formare e informare<br />

gli altri. Il secondo modo è lo<br />

scambio del potere: dare la parola agli<br />

altri nelle decisioni. Il terzo è lo scambio<br />

dell'avere: il giusto salario, la partecipazione<br />

dei lavoratori nell'azionariato dell'impresa.<br />

Nel 1985, negli anni duri della<br />

crisi economica, abbiamo creato un centro<br />

di formazione per futuri imprenditori.<br />

Il nostro obiettivo era quello di creare<br />

imprenditori affinché creassero, poi,<br />

posti di lavoro. Invitavamo i giovani formati<br />

alla reciprocità. E cioè, a dare questa<br />

formazione ad altri giovani».<br />

L'incontro si è concluso con una relazione<br />

sul tema della famiglia di Mons.<br />

André Vingt-Trois, Arcivescovo di Tours,<br />

Presidente della Commissione Episcopale<br />

Francese per la Famiglia. «Ci sono tre<br />

punti — ha detto l'Arcivescovo — che<br />

sintetizzano il cambiamento del modo di<br />

vedere il matrimonio in Francia. Il primo<br />

è quello della “privatizzazione”. Il<br />

matrimonio non è più visto come un<br />

vincolo sociale dal quale dipende il bene<br />

e la stabilità della società, ma come<br />

qualcosa di privato e di personale. Il secondo<br />

punto è la conseguenza del primo:<br />

il matrimonio perde la sua importanza<br />

ed è soltanto un impegnarsi per<br />

un tempo limitato. Il terzo cambiamento<br />

è l'abitudine al cambio di partner.<br />

Spesso si dice che la Chiesa sia contro<br />

la sessualità. Non è vero. La Chiesa non<br />

sottovaluta la sessualità, ma invita a<br />

comprenderla in modo positivo, esponendo<br />

le condizioni etiche di questa<br />

stessa positività. La relazione sessuale<br />

non è il luogo della dominazione o il regno<br />

degli istinti. È la forma sacramentale<br />

della comunione delle persone. Dobbiamo<br />

presentare agli adolescenti la relazione<br />

sessuale come il coronamento<br />

di una scelta di tutta la persona coinvolta<br />

in una relazione affettiva e responsabile».<br />

POLONIA La seconda assemblea nazionale della Milizia dell'Immacolata<br />

Sulle orme di san Massimiliano Kolbe<br />

Per la seconda volta, da quando sono<br />

entrati in vigore i nuovi statuti generali<br />

dell’Associazione, la Milizia dell’Immacolata<br />

in Polonia ha celebrato la sua Assemblea<br />

nazionale. I lavori si sono svolti<br />

dal 16 al 18 novembre nella storica Città-convento<br />

di Niepokalanów, sotto la<br />

presidenza dell’Assistente e Presidente<br />

internazionale P. Eugenio Galignano,<br />

presente anche P. Jobe Abbass, nella veste<br />

di Consigliere e rappresentante legale.<br />

Temi centrali sono stati il bilancio<br />

dell’attività svolta nel precedente mandato<br />

e le elezioni per il rinnovo del Consiglio<br />

di presidenza.<br />

A presentare il quadro sintetico del<br />

cammino della Milizia è stato il Presidente<br />

uscente, P. Stanislaw Pietka, il<br />

quale ha sottolineato come suo impegno<br />

primario sia stato quello di far conoscere<br />

a tutto l’Episcopato polacco il volto<br />

nuovo che il movimento kolbiano ha assunto<br />

a livello istituzionale con l’elevazione<br />

ad associazione di fedeli pubblica<br />

e internazionale, di diritto pontificio. Un<br />

lavoro, questo, che sta creando vasto<br />

consenso anche tra il clero diocesano e<br />

negli ambienti civili, spianando così la<br />

strada — dato quel particolare contesto<br />

sociale — al riconoscimento di persona-<br />

Santa Messa in suffragio del Nunzio Apostolico Lajos Kada<br />

rese Csaba Ternyák, Segretario della<br />

Congregazione per il Clero.<br />

L'iniziativa è promossa dal Pontificio<br />

Istituto Ecclesiastico Ungherese insieme<br />

con il Pontificio Collegio Germanico-Ungarico,<br />

la Congregazione per il Culto Divino<br />

e la comunità ungherese residente in Roma.<br />

Il 17 febbraio 2000 l'Arcivescovo Kada<br />

aveva concluso il servizio diplomatico<br />

lità giuridica secondo le leggi dello Stato.<br />

Molto avanzato è pertanto l’iter per<br />

la formulazione del Direttorio Nazionale<br />

che dovrà adeguare il dettato degli Statuti<br />

generali della Milizia ai programmi<br />

della Conferenza Episcopale Polacca e<br />

alle esigenze pastorali del territorio. Al<br />

Direttorio segue poi la redazione di un<br />

Manuale con indicazioni di carattere organizzativo<br />

e pratico, utili al fine di delineare<br />

sempre più in concreto la fisionomia<br />

spirituale ed apostolica del «Cavaliere<br />

dell’Immacolata» nello spirito di san<br />

Massimiliano Kolbe e in apertura alle<br />

esigenze attuali della società.<br />

Nel quadro informativo è entrato<br />

quindi il riferimento alla collaborazione<br />

che la Milizia offre all’attività di stampa<br />

di Niepokalanów con la crescente diffusione<br />

delle testate storiche del santo fondatore:<br />

«Rycerz Niepokalanej», «Maly<br />

Rycerzyk Niepokalanej» e «Informator<br />

Rycerstwa Niepokalanej», tre riviste che<br />

si pongono pure come validi sussidi per<br />

la formazione. Significativo anche l’appoggio<br />

ai programmi di «Radio Niepokalanów»<br />

e alla recente «TV Niepokalanów/2»<br />

che ha sede a Varsavia.<br />

Sede del Centro Nazionale è Lasek, a<br />

tre chilometri da Niepokalanów, località<br />

presso la Santa Sede che aveva intrapreso<br />

nel 1957. Nato a Budapest nel 1924,<br />

era stato ordinato sacerdote nel 1948. Dopo<br />

un primo periodo in Segreteria di Stato,<br />

Mons. Kada aveva prestato la propria<br />

opera presso le Rappresentanze Pontificie<br />

in Pakistan, in Scandinavia, in Germania e<br />

in Argentina. Nel 1971 aveva iniziato il<br />

suo servizio presso il Pontificio Consiglio<br />

«Cor Unum» e nel 1973 era stato nomina-<br />

RUSSIA A Celjabinsk dal 9 al 12 maggio<br />

Il primo incontro<br />

dei giovani cattolici<br />

GIAMPAOLO MATTEI<br />

Due significativi incontri nel 2002 per<br />

dire e per testimoniare Cristo al popolo<br />

cristiano di Russia sono stati promossi<br />

dalla Chiesa cattolica che vive in quella<br />

terra. Si svolgerà a Celjabinsk, dal 9 al<br />

12 maggio, l'«Incontro panrusso dei giovani»:<br />

è la prima iniziativa di questo genere<br />

in Russia. Si svolgerà a Irkutsk, dal<br />

6 e all'8 settembre, il «Simposio catechistico<br />

panrusso» sul tema: «Uno è il vostro<br />

maestro, Cristo. Per una catechesi<br />

più coraggiosa».<br />

All'incontro dei giovani nel mese di<br />

maggio parteciperanno 300 rappresentanti<br />

delle quattro Amministrazioni Apostoliche<br />

presenti nella Federazione Russa:<br />

80 giovani dal Nord della Russia europea;<br />

70 dal Sud della Russia europea;<br />

110 dalla Siberia occidentale e 40 dalla<br />

Siberia orientale. L'Incontro di Celjabinsk<br />

è anche un'occasione importante per<br />

preparare la Giornata Mondiale della<br />

Gioventù che si svolgerà a Toronto, in<br />

Canada, dal 18 al 28 luglio. I Vescovi<br />

stanno ora organizzando la partecipazione<br />

dei giovani russi a quell'Evento. Dopo<br />

la Giornata di Częstochowa la Giornata<br />

Mondiale della Gioventù è entrata<br />

a far parte della storia di fede dei giovani<br />

cristiani russi.<br />

Questi due incontri sono stati annunciati<br />

a conclusione dell'ottava Assemblea<br />

plenaria ordinaria della Conferenza dei<br />

Vescovi cattolici della Federazione Russa<br />

che si è tenuta, il 21 e il 22 novembre,<br />

a Saratov. È stato un incontro culminato<br />

con un avvenimento di speranza:<br />

il 22 novembre i Vescovi russi hanno<br />

concelebrato l'Eucaristia con il Cardinale<br />

François Xavier Nguyên Van Thuân,<br />

Presidente del Pontifico Consiglio della<br />

Giustizia e della Pace, nella chiesa dei<br />

santi Apostoli Pietro e Paolo, significativamente<br />

nella vigilia della festa di san<br />

Clemente I, Papa e martire. E il giorno<br />

successivo è stato ordinato diacono Markus<br />

Novotny: si tratta della prima ordinazione<br />

a Saratov dopo 83 anni.<br />

All'incontro di Saratov erano presenti<br />

il Presidente della Conferenza, l'Arcivescovo<br />

Tadeusz Kondrusiewicz, Amministratore<br />

Apostolico della Russia europea<br />

settentrionale; il Vice Presidente, il Vescovo<br />

Joseph Werth, Amministratore<br />

Apostolico della Siberia Occidentale; il<br />

Vescovo Clemens Pickel, Amministratore<br />

Apostolico della Russia europea meridionale;<br />

il Vescovo Jerzy Mazur, Amministratore<br />

Apostolico della Siberia orientale.<br />

Era presente il Rappresentante della<br />

Santa Sede presso la Federazione<br />

Russa, Arcivescovo Giorgio Zur.<br />

L'Arcivescovo Kondrusiewicz ha presentato<br />

innanzitutto i lavori della X Assemblea<br />

ordinaria del Sinodo dei Vescovi<br />

svoltasi a Roma in ottobre e dedicata<br />

al tema: «Il Vescovo servitore del Vangelo<br />

per la speranza del mondo».<br />

I Vescovi hanno quindi approvato in<br />

linea di principio il Rituale preparato<br />

dalla Commissione liturgica e che permetterà<br />

ai sacerdoti in Russia di unificare<br />

i rituali fondamentali dei sacramenti.<br />

Riguardo alla necessaria edizione del<br />

Messale, entro la fine dell'anno sarà stabilita<br />

la tiratura precisa da effettuare.<br />

Sempre sulle pubblicazioni, sta per uscire<br />

la quarta edizione del Catechismo<br />

della Chiesa Cattolica, corretto in accordo<br />

con l'originale latino, e il primo tomo<br />

dell'Enciclopedia cattolica russa.<br />

Inoltre i Vescovi intendono sostenere<br />

con vigore una pronta edizione di un<br />

unico cantorale. È stato inoltre approntato<br />

un piano di edizioni di letteratura<br />

catechetica.<br />

Una menzione particolare spetta alla<br />

rivista «La luce del Vangelo» che sta<br />

svolgendo, pur nella ristrettezza dei<br />

mezzi, una importantissima funzione informativa.<br />

È stata rilevata l'importanza<br />

di stringere ancora di più i rapporti tra<br />

immersa in pochi metri quadri di un’area<br />

boschiva, voluta in origine dallo<br />

stesso Padre Kolbe come luogo di riposo<br />

e di raccoglimento. A chiusura dei lavori<br />

ha avuto luogo la Concelebrazione<br />

Eucaristica nell’antica cappella in legno<br />

di san Massimiliano. Durante l’omelia,<br />

P. Eugenio Galignano ha sottolineato tre<br />

pensieri come prospettiva d’impegno<br />

per il nuovo cammino dell’Associazione<br />

sotto la guida del nuovo Consiglio di<br />

presidenza. Primo, la priorità della formazione<br />

spirituale dei membri, ricordando<br />

che la Milizia è qualità di vita cristiana<br />

prima ancora che organizzazione<br />

di lavoro. Secondo, la dimensione ecclesiale<br />

della Milizia, come universalità di<br />

presenza (aspetto geografico), universalità<br />

di partecipazione (aperta a tutti i battezzati),<br />

l’universalità di mandato («conquistare<br />

il mondo intero a Cristo attraverso<br />

l’Immacolata», sogno e progetto<br />

di Padre Kolbe). Terzo, la capacità di<br />

inserimento attivo nella realtà locale,<br />

memori dell’apertura di san Massimiliano<br />

che, per l’efficacia di ogni nostra<br />

operazione invita a saper «esplorare il<br />

campo di azione» e «imparare i mezzi<br />

sempre più adatti per salvare e santificare<br />

leanimeper mezzo dell’Immacolata».<br />

to Sotto-Segretario. Nel 1975 aveva ricevuto<br />

l'ordinazione episcopale ed era stato<br />

nominato Nunzio Apostolico nella Costa<br />

Rica. Dopo aver svolto l'incarico di Nunzio<br />

in El Salvador, nel 1984 era stato nominato<br />

Segretario della Congregazione per il<br />

Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.<br />

Nel 1991 era stato nominato Nunzio<br />

Apostolico nella Repubblica Federale di<br />

Germania e nel 1995 in Spagna. Nel 1996<br />

veniva nominato Nunzio Apostolico anche<br />

ad Andorra.<br />

la redazione della rivista e le quattro<br />

Amministrazioni Apostoliche in modo<br />

che il servizio sia sempre più valido. C'è<br />

il progetto di pubblicare i documenti del<br />

Papa in lingua russa come inserto nella<br />

rivista. Proprio la redazione della rivista<br />

cattolica sta lavorando anche alla realizzazione<br />

del sito cattolico nella rete internet.<br />

Circa l'impegno di servizio ai più poveri,<br />

è stato fissato per la prima settimana<br />

del mese di luglio a Novosibirsk l'incontro<br />

degli operatori della Caritas con<br />

il Presidente del Pontificio Consiglio<br />

«Cor Unum», Arcivescovo Paul Josef<br />

Cordes. Ecco i temi dell'incontro: «Nuova<br />

immagine dell'attività caritativa in<br />

Russia»; «Carità, testimonianza dell'amore<br />

di Cristo»; «In questo sta l'amore,<br />

che non siamo stati noi ad amare Dio,<br />

ma Egli ci ha amati per primo e chi ha<br />

mandato suo Figlio».<br />

I Vescovi hanno sostenuto l'azione<br />

della Caritas federale per la registrazione<br />

dello statuto e lo sviluppo della parte<br />

non solo tecnica, ma anche evangelizzatrice<br />

dell'attività, come anche l'organizzazione<br />

di un proprio ufficio a Mosca.<br />

L'assemblea plenaria della Caritas federale<br />

si terrà, nei pressi di San Pietroburgo,<br />

dal 28 al 31 gennaio.<br />

La Conferenza dei Vescovi ha quindi<br />

deciso di raccogliere informazioni più<br />

precise sui fedeli cattolici di rito orientale<br />

allo scopo di migliorare l'organizzazione<br />

della loro attività pastorale. Inoltre<br />

ha approvato il regolamento per l'organizzazione<br />

dei consigli pastorali parrocchiali.<br />

Moldova: centro<br />

di accoglienza<br />

aperto dalla Diocesi<br />

di Lecce<br />

La Fondazione «Regina pacis»,<br />

che da anni lavora a Lecce per<br />

l'accoglienza dei profughi e immigrati,<br />

ha raggiunto un nuovo, importante<br />

traguardo nella capitale<br />

della Moldova con l'apertura di<br />

un centro di accoglienza e la partecipazione<br />

a un centro di sviluppo<br />

e di servizi per lo sviluppo sociale<br />

della piccola nazione.<br />

Riconosciuta dalla Chiesa che è<br />

in Moldova e dallo stesso Governo,<br />

la Fondazione era già da anni<br />

presente con un centro di informazione<br />

e con altre iniziative di<br />

carità, svolte in piena collaborazione<br />

col Vescovo, Mons. Anton<br />

Coşa, ma ora ha, in un edificio<br />

centrale, un vero e proprio centro<br />

di accoglienza per le donne che<br />

rientrano dopo il programma di<br />

protezione e per quelle che, sfuggite<br />

alla schiavitù, intendono rimettersi<br />

sul cammino del lavoro.<br />

Ad inaugurare il Centro di accoglienza<br />

di Chisinau, insieme al<br />

Presidente della Fondazione «Regina<br />

pacis», don Cesare Lodeserto,<br />

è stato l'Arcivescovo di Lecce,<br />

Mons. Cosmo Francesco Ruppi,<br />

che ha anche partecipato all'apertura<br />

del nuovo anno pastorale in<br />

Moldova.<br />

L'Arcivescovo Ruppi ha presieduto<br />

la Concelebrazione nella cattedrale,<br />

con la partecipazione di<br />

tutti i sacerdoti, religiosi e molti<br />

fedeli e, nel pomeriggio, ha preso<br />

parte all'assemblea diocesana, recando<br />

la esperienza del cammino<br />

pastorale delle diocesi italiane.<br />

Una delegazione del Rinnovamento<br />

nello Spirito ha dato inizio<br />

anche ad una collaborazione pastorale<br />

con la giovane diocesi moldova,<br />

che è aperta a larghi orizzonti.<br />

Insieme al Centro di accoglienza,<br />

l'Arcivescovo di Lecce ha<br />

inaugurato uno sportello per lo<br />

sviluppo, nato per impulso della<br />

Fondazione e realizzato da alcuni<br />

imprenditori moldovi e italiani,<br />

col compito di promuovere lo sviluppo<br />

socio-economico, soprattutto<br />

a far conoscere le potenzialità<br />

che esistono alla imprenditorialità<br />

italiana.<br />

«Si tratta — ha detto Mons. Lodeserto<br />

— di una iniziativa che ha<br />

l'intento di far conoscere la Moldova<br />

agli imprenditori italiani e<br />

avviare un processo di collaborazione<br />

tra la Moldova e l'Italia. La<br />

nostra Fondazione ha avuto il<br />

compito di far nascere questa iniziativa,<br />

come segno della presenza<br />

attiva dei cristiani che intendono<br />

promuovere lo sviluppo globale<br />

della Moldova».<br />

Il Vescovo Coşa ha ringraziato<br />

molto l'Arcivescovo Ruppi e la<br />

diocesi di Lecce «per questa collaborazione<br />

attiva e generosa che ci<br />

consente di camminare con sostegni<br />

e soprattutto di non sentirci<br />

soli in un cammino civile, sociale<br />

e religioso di vastissima portata».


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

9 .<br />

ELZEVIRO I cento anni di una donna semplice<br />

Le coperte<br />

di nonna Titina<br />

FRANCESCO M. VALIANTE<br />

Titina è una donna semplice e forte,<br />

di quelle che la vita ha modellato con<br />

mani robuste e ha rifinito col cesello<br />

della sofferenza. Ha attraversato le generazioni<br />

di un intero secolo restando<br />

indenne alle prove e alle mode, fedele<br />

solo a se stessa e al suo cuore generoso<br />

di mamma e di nonna.<br />

Del passato di Titina non so moltissimo.<br />

Me la figuro come una di quelle<br />

battagliere e inossidabili matriarche<br />

uscite dalla penna di García Márquez. E<br />

come per i personaggi dello scrittore colombiano,<br />

anche la sua nascita è avvolta<br />

da una piccola «leggenda». All'anagrafe<br />

risulta del 1901. Ma qualcuno racconta<br />

che abbia visto la luce addirittura nel<br />

1900 e che — non si sa bene se per<br />

approssimazione o per tacito calcolo —<br />

sia stata registrata soltanto l'anno successivo.<br />

Comunque sia, è nata il giorno dell'Immacolata,<br />

all'alba di un'epoca che<br />

ormai appartiene alle pagine dei libri di<br />

storia. A quei tempi la fede lasciava il<br />

segno anche sulla carta d'identità. L'avevano<br />

chiamata proprio Immacolata. Un<br />

nome solenne e impegnativo, ben presto<br />

corretto dai suoi nel più affettuoso e familiare<br />

«Titina».<br />

Suo marito era un funzionario delle<br />

Poste. Uno di quelli che per dedizione e<br />

per necessità aveva girato diversi centri,<br />

piccoli e grandi, della Campania e della<br />

Basilicata. Si chiamava Francesco, ma<br />

neanche lui era riuscito a evitare il destino<br />

di vederselo trasformato in un assai<br />

meno formale «Ciccio». Sembra che<br />

proprio per risparmiare ai figli la stessa<br />

sorte avesse scelto per loro nomi brevissimi:<br />

Mario, Aldo, Aida, Ugo, Nello.<br />

Anche il nipote di Titina si chiama<br />

Francesco. Suo nonno è morto trentacinque<br />

anni fa, quando lui ne aveva appena<br />

sei. Troppo pochi per conservarne<br />

un ricordo nitido. Oltre al nome, Francesco<br />

sente di aver ereditato dell'altro<br />

da lui. Sa che era un tipo mite, schivo,<br />

riservato. Nell'album della memoria gli<br />

resta impresso il suo volto composto e<br />

ieratico, come è ritratto nella foto in<br />

bianco e nero che spicca sull'étagère di<br />

legno scuro nello studio del padre.<br />

Fino a una quindicina di anni fa Francesco<br />

e Titina hanno vissuto a poco più<br />

di un centinaio di chilometri di distanza.<br />

Lui a Salerno, lei a Vallo della Lucania,<br />

nel cuore del Cilento. Adesso che Francesco<br />

lavora a Roma i chilometri sono<br />

diventati quasi cinquecento. È per questo<br />

che i loro incontri non sono mai stati<br />

frequentissimi. Tranne rare eccezioni,<br />

hanno sempre seguito un calendario rituale<br />

ben preciso: Natale, Pasqua, l'Immacolata<br />

appunto.<br />

Titina abita da sola, in una casa modesta<br />

e ordinata dove si sente l'odore<br />

buono delle cose semplici. Una casa dalla<br />

quale raramente si esce a mani vuote.<br />

Tra i suoi regali — sobri, veri, familiari<br />

— non manca mai il pane. Regala sempre<br />

una di quelle grandi pagnotte, soffici<br />

e fragranti, che si trovano solo nei vecchi<br />

forni di paese. E Francesco sa che<br />

in quel gesto è racchiuso il segno di una<br />

saggezza antica, intramontabile. Perché<br />

nel dividere il pane con gli altri c'è il<br />

senso originario e ultimo del vivere di<br />

ogni uomo.<br />

Ancora oggi, quando Francesco va a<br />

trovarla, lei lo accoglie con un sonoro<br />

«ninno!», che nel suo singolare dialetto<br />

— spesso assolutamente intraducibile —<br />

vuol dire pressappoco: «piccolo», «ragazzino».<br />

«Come stai?» le chiede lui, e la<br />

sua risposta immancabile è: «Come una<br />

vecchiarella!». Lo dice convinta, ma si<br />

vede che di nascosto sorride, come una<br />

bambina scoperta a dire una bugia. Perché,<br />

si sa, i nonni guardano il mondo<br />

con gli occhi della misericordia. Sanno<br />

essere indulgenti con il tempo, che lascia<br />

impietoso su di loro i segni del suo<br />

passaggio. E perdonano persino ad un<br />

nipote di essere diventato grande troppo<br />

in fretta, restando orfano anzitempo di<br />

tenerezze e di coccole.<br />

Di Titina sono proverbiali due cose: le<br />

coperte e le marmellate. Per entrambe<br />

adopera la stessa ricetta: dedizione, pazienza,<br />

fatica. In una parola, amore.<br />

Trascorre ore ed ore ad intrecciare le<br />

maglie di lunghissime e morbide coperte.<br />

A volte le ricama con cura certosina,<br />

come preziosi affreschi. Altre volte imbastisce<br />

grandi e colorate tavolozze, uti-<br />

lizzando soltanto i resti di matasse e di<br />

gomitoli. Allo stesso modo fa con le<br />

marmellate: frutta di ogni genere conservata<br />

meticolosamente in barattoli di<br />

tutte le forme e le dimensioni. Una<br />

provvista di dolcezza per ogni stagione<br />

dell'anno.<br />

Si può dire che tutti i suoi figli e i<br />

suoi nipoti siano cresciuti così: a coperte<br />

e a marmellate. Lo stesso Francesco<br />

— almeno finché ha vissuto in famiglia<br />

— giura di non aver mai trascorso un<br />

inverno senza trovare conforto nel tepore<br />

delle sue coperte, né di aver addolcito<br />

colazioni o merende senza un cucchiaio<br />

della sua marmellata.<br />

Da qualche tempo gli acciacchi dell'età<br />

hanno fermato l'operosità di Titina.<br />

Almeno lei dice così, lamentandosi soprattutto<br />

di non vederci bene come una<br />

volta. Ma c'è chi assicura che questa sia<br />

un'altra delle sue piccole bugie. Perché<br />

anche ai nonni il copione della vita impone<br />

spesso un ruolo già stabilito. Ed<br />

essi accettano di buon grado la parte dei<br />

«vecchi», per il pudore di dover confessare<br />

al pubblico che la loro anzianità<br />

non è altro che un semplice, banale accidente<br />

anagrafico.<br />

Titina ha la fede schietta e tenace delle<br />

donne di un tempo. Finché le forze<br />

glielo hanno permesso, ogni sera è stata<br />

assidua all'Eucaristia nella vicina chiesa<br />

di Santa Maria. Col santo Patrono del<br />

paese ha un rapporto tutto particolare.<br />

Gli si rivolge con la confidenza di un'amica.<br />

Con la fiducia di una figlia. Con<br />

la trepidazione di una mamma. Per questo<br />

non gli risparmia neppure brontolii e<br />

rimproveri. Ogni volta che Francesco<br />

vede Titina o la sente al telefono, lei lo<br />

congeda con queste parole: «La Madonna<br />

ti accompagni!». Per Francesco sono<br />

divenute indispensabili come un viatico.<br />

Titina ha un piccolo «esercito» di ventisette<br />

nipoti e ventitré pronipoti. Insieme<br />

con i suoi figli, oggi saranno intorno<br />

a lei a far festa. Ed io non mancherò.<br />

Perché Titina è mia nonna e compie<br />

cento anni. Spero mi perdonerà se ho<br />

scelto questo modo — così poco consono<br />

alla sua riservatezza — per augurarle<br />

«buon compleanno». Per dire grazie a<br />

lei, nonna saggia e premurosa, che mi<br />

ha insegnato a dare del tu ai santi e a<br />

misurare la vita come una lunga coperta<br />

dove, anche a cent'anni, c'è ogni giorno<br />

un angolo da continuare a sferruzzare.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 8 Dicembre 2001<br />

GIUSEPPE COSTA<br />

Da qualche giorno il Palazzo delle<br />

Esposizioni di Roma ospita una antologica<br />

fotografica di Gianni Berengo Gardin<br />

che resterà fino al 14 gennaio. A<br />

settant’anni compiuti il fotografo di<br />

Santa Margherita Ligure può dire d’essere<br />

stato coerente a quanto gli aveva<br />

raccomandato Cesare Colombo introducendo<br />

nel 1970 «L’occhio come mestiere»,<br />

libro a lui dedicato.<br />

«Negli anni venturi — gli scrisse Colombo<br />

— la misura dell’impegno si verificherà<br />

sempre più nella correttezza<br />

degli obiettivi di lavoro alternativi a<br />

quello che ci dà da vivere; dovrai, dovremo<br />

precisare il tiro, lavorare per<br />

gruppi e giornali più definiti, e i cui<br />

programmi di progresso civile accolgano<br />

più dignitosamente dei messaggi<br />

ottici. Non ti farai fregare dalle didascalie,<br />

non permetterai che ti rovistino<br />

genericamente nell’archivio, parteciperai<br />

all’elaborazione in équipe dei messaggi.<br />

Avrai, insomma due occhi come<br />

mestiere, uno da strizzare al cliente,<br />

mentre sarà l’altro quello più vigile e<br />

aperto».<br />

Di mestiere in questa esposizione Berengo<br />

Gardin ne mostra tanto e per di<br />

più si presenta con un modo di vedere<br />

con caratteristiche di straordinaria<br />

qualità.<br />

«Del resto in lui — osserva Ferdinando<br />

Scianna — la ricerca della dimen-<br />

sione narrativa, della preoccupazione<br />

sociale e sociologica, dell’ambizione<br />

storica non ha mai rinunciato alla consapevolezza<br />

che uno dei vertici della<br />

pratica fotografica risiede nell’illuminazione<br />

miracolosa, attraverso la forma<br />

di un istante, del senso conoscitivo e<br />

affettivo dei fatti della vita, del senso<br />

umano della realtà». Forse per questo<br />

le sue immagini pur avendo una perentoria<br />

forza espressiva raramente diven-<br />

tano urlate. Esse riflettono le sue scelte<br />

ed i suoi rifiuti e si presentano prive di<br />

esibizionismo estetico ma ricche di sensibilità<br />

soprattutto sugli uomini. Si<br />

pensi alla serie di foto sui manicomi o<br />

a quelle dedicate ai nomadi. Qui ci pare<br />

che il fotografo rivela tutto il suo<br />

sguardo fatto di ironia e partecipazione,<br />

di straordinaria capacità evocativa<br />

e narrativa.<br />

Da dove gli deriva tanto mestiere? La<br />

La Chiesa agrigentina dalle origini ai giorni nostri in cinque volumi curati da Domenico De Gregorio<br />

Venti secoli di storia in uno studio appassionato e rigoroso<br />

MARIO SPINELLI<br />

I valori e le tradizioni religiose il più<br />

delle volte sono così intimamente legati<br />

alla vita reale, concreta degli uomini e<br />

dei popoli da caratterizzarne come forse<br />

nessun altro fattore la storia e la cultura,<br />

il genio e la creatività, il carattere e<br />

le propensioni. E ciò vale non solo per<br />

le culture e le civiltà più semplici e per<br />

così dire contemplative, con un itinerario<br />

storico non particolarmente ricco,<br />

incisivo e movimentato, ma anche per<br />

quel complesso di eventi, contenuti e<br />

valori che si suole definire civiltà occidentale,<br />

e il cui percorso storico non<br />

può dirsi certo né lineare né povero, e<br />

tanto meno monotono.<br />

Ebbene, domandiamocelo pure francamente,<br />

che cosa sarebbero la storia,<br />

la cultura e il modello antropologico occidentali<br />

senza la religione? Dall’Oriente<br />

vicino e mediterraneo (prologo dell’Occidente<br />

storico: basti pensare se non altro<br />

agli Ebrei o ai Fenici) alla Grecia,<br />

dalla civiltà romano-latina all’Europa<br />

medievale, dal Rinascimento all’età moderna<br />

e contemporanea la religione, prima<br />

classico-pagana e poi cristiana, si dimostra<br />

struttura portante e fondamentale<br />

della vita pubblica e privata.<br />

In particolare il cristianesimo ha piantato<br />

radici talmente profonde e vitali in<br />

tutta Europa che oggi ricostruire la storia<br />

politica, culturale, spirituale e anche<br />

artistica di uno qualunque dei suoi popoli<br />

equivale a scoprire un capitolo, una<br />

fase di storia cristiana ed ecclesiastica.<br />

Concetto valido non solo a livello di<br />

etnie, popoli o nazioni: basta infatti la<br />

storiografia locale, regionale, ancor meglio<br />

quella delle singole comunità citta-<br />

Trento, campo nomadi, 1984<br />

dine a documentarci il legame profondo,<br />

la simbiosi fra storia profana e storia<br />

religiosa.<br />

Gli esempi non mancano. Ne abbiamo<br />

pronto uno che di limitato ha solo<br />

la dimensione geografica della ricostruzione,<br />

ma per contro è sviluppato e cospicuo<br />

in ogni altro aspetto. Si tratta di<br />

una storia della Chiesa nella città, nella<br />

diocesi e nel territorio di Agrigento: Domenico<br />

De Gregorio, La Chiesa agrigentina.<br />

Notizie storiche (Editrice Tipografia<br />

Siculgrafica).<br />

Le proporzioni dell’opera (complessivamente<br />

più di duemilacinquecento pagine)<br />

non sono casuali, e non si devono<br />

neanche a una presunta prolissità dell’autore,<br />

erudito e scrittore con all’attivo<br />

decine di pubblicazioni e quasi mezzo<br />

secolo di studi e di attività letteraria.<br />

De Gregorio in questi volumi si occupa<br />

sì di storia locale ma di una storia illustre<br />

(la Valle dei Templi insegni) e per<br />

giunta ripercorre un itinerario che va<br />

dal II secolo d. C. ai primi anni Sessanta<br />

del XX secolo, è chiaro che una ricostruzione<br />

così ampia, approfondita e documentata<br />

non poteva non assumere,<br />

pagina più pagina, meno le dimensioni<br />

corrispondenti.<br />

* * *<br />

Il primo volume abbraccia l’arco cronologico<br />

più lungo, dalle origini del cristianesimo<br />

in Agrigento e dintorni fino a<br />

tutto il XV secolo. Un panorama vastissimo<br />

e dai contenuti estremamente vari:<br />

dalle catacombe paleocristiane all’età bizantina,<br />

dal periodo normanno-svevo alla<br />

dominazione aragonese-spagnola.<br />

L’autore si propone subito con la sua<br />

impostazione e metodologia, dando spa-<br />

Spagna, 1970 Campobasso, 1991<br />

Nel Palazzo delle Esposizioni di Roma la mostra fotografica di Gianni Berengo Gardin<br />

La coinvolgente capacità narrativa<br />

non esclude uno sguardo venato di ironia<br />

zio ai Vescovi, alla liturgia, alle istituzioni<br />

ecclesiali, agli ordini religiosi e ai protagonisti<br />

della spiritualità e della cultura<br />

religiosa.<br />

Nel secondo volume son di scena il<br />

secolo rinascimentale e quello barocco.<br />

Ma il ’500 è anche l’età della Riforma<br />

Cattolica, e quindi giustamente l’autore<br />

ricostruisce aspetti e vicende legati all’applicazione<br />

del Concilio tridentino<br />

nella diocesi di Agrigento. Quanto al<br />

XVII secolo, vi emerge la figura episcopale<br />

di Francesco Trahina e si moltiplicano<br />

gli ordini religiosi e le confraternite,<br />

com’è ampiamente esposto e documentato.<br />

Un’appendice di oltre un centinaio<br />

di pagine è dedicata alla cattedrale<br />

e al suo capitolo.<br />

Il XVIII secolo forma l’oggetto del<br />

terzo volume. Qui le figure dei grandi<br />

pastori (Francesco Ramirez, Anselmo La<br />

Pegna, Lorenzo Gioeni e Cardona, Antonino<br />

Lanza, Andrea Lucchesi Palli, Antonino<br />

Cavalieri e altri) dominano sovrane,<br />

sullo sfondo mosso di una Chiesa e<br />

di una società già stracariche di esperienza<br />

storica. Prosegue l’attenzione per<br />

le famiglie religiose sia maschili che<br />

femminili, e nell’appendice il lettore può<br />

continuare a seguire le vicende artisticoarchitettoniche<br />

ed ecclesiali legate alla<br />

cattedrale agrigentina.<br />

E veniamo al quarto e quinto volume,<br />

dedicati rispettivamente al secolo romantico-risorgimentale<br />

e al Novecento<br />

da cui ci siamo appena congedati (De<br />

Gregorio comunque si ferma nel suo tomo<br />

al 1963, il secondo anno del Concilio<br />

Ecumenico Vaticano II). Pure l’800 annovera<br />

importanti Vescovi, come Saverio<br />

Granata, Domenico Turano e Gaetano<br />

Blandini.<br />

Todi, 1976<br />

Ma le lotte e le tensioni del Risorgimento<br />

si fanno sentire: si veda la lunga<br />

vacanza della sede episcopale dopo l’impresa<br />

dei Mille e il crollo dei Borboni, e<br />

si veda anche la soppressione di non poche<br />

congregazioni religiose dopo il compimento<br />

dell’unità d’Italia e la nascita<br />

del nuovo Regno. Appunto come si era<br />

detto: la tessera riproduce in piccolo<br />

l’immagine del mosaico.<br />

Infine il ’900, dominato anch’esso nella<br />

prima metà da due memorabili pastori:<br />

Bartolomeo Lagumina e Giambattista<br />

Peruzzo. In questo volume l’autore dedica<br />

oltre cento pagine pure ai profili di<br />

una quarantina di parroci e presbiteri<br />

variamente benemeriti. Quanto agli ordini<br />

religiosi, dopo le soppressioni ottocentesche<br />

c’è nel ’900 una nuova rigogliosa<br />

fioritura: mai così presenti e numerosi<br />

nella comunità ecclesiale agrigentina.<br />

Infine due novità rispetto ai<br />

quattro volumi precedenti: l’Azione Cattolica,<br />

i laici e una capitolo sui santi<br />

contemporanei di questa terra, circa<br />

una ventina.<br />

Tirando le somme oltre ad essere<br />

un’opera vasta e erudita, un buon prodotto<br />

di storiografia locale, queste notizie<br />

storiche sulla Chiesa agrigentina sono<br />

anche una sorta di biblioteca, di archivio<br />

fitto di documenti e testimonianze;<br />

come pure si possono paragonare a<br />

una collana o raccolta di monografie<br />

sulle singole facce di un unico grande<br />

poliedro. Si sente solo la mancanza delle<br />

illustrazioni, che la carta lucida sembra<br />

annunciare a ogni giro di pagina ma invano;<br />

e di un indice alfabetico o analitico<br />

che renderebbe meglio consultabile e<br />

fruibile un lavoro così impegnativo e<br />

meritorio.<br />

Bologna, Renzo Piano, 1983<br />

Sicilia, 1987<br />

coerente storia di Berengo è segnata sostanzialmente<br />

da due esperienze: quella<br />

dei circoli fotografici veneziani e friulani<br />

dove ha potuto incontrare con altri<br />

Paolo Monti, Mario De Biasi e Fulvio<br />

Roiter, e quella americana di Popular<br />

Photography sostenuta da Cornell Capa,<br />

fratello di Robert, e della Farm Security<br />

Administration. Il tutto condito<br />

con le appassionanti letture di Dos Passos,<br />

Faulkner, Hemingway, Steinbeck.<br />

Fatidico poi è stato l’incontro con<br />

Leo Longanesi, creatore di «Omnibus».<br />

Tramite Longanesi, Berengo conobbe<br />

«Il Mondo» di Mario Pannunzio e pubblicò<br />

le prime foto su Il Borghese. Il<br />

suo fotogiornalismo non coincideva con<br />

quanto veniva affermato nelle redazioni<br />

dei giornali italiani e questo l’ha fatto<br />

soffrire non poco.<br />

Del resto la sua scrittura fotografica<br />

non era giornalistica ma letteraria e<br />

avrebbe perciò avuto bisogno di ben altri<br />

spazi che non gli sono stati dati. E<br />

poi, chi avrebbe potuto aiutarlo? Non<br />

Paolo Monti tutto teso a fotografare<br />

l’architettura, né Mario De Biasi ormai<br />

perfettamente inserito nella rivista<br />

«Epoca» e né Fulvio Roiter chiuso nella<br />

sua Venezia e alla ricerca di sempre<br />

nuovi viaggi.<br />

Dal 1954 al 1965 lavora per «Il Mondo»<br />

che pubblica le immagini dei più<br />

grandi fotografi italiani del periodo.<br />

Dal 1969 al 1971 è anche corrispondente<br />

per il Daily Telegraph e nel 1984-85<br />

lavora anche per Epoca che, purtroppo<br />

per il fotogiornalismo italiano chiuderà<br />

da lì a poco.<br />

Berengo è sostanzialmente un dilettante<br />

cresciuto da solo che si è saputo<br />

guardare attorno e prendere quanto di<br />

meglio professionalmente potesse apprendere<br />

«a forza di tenace lavoro —<br />

dice ancora Scianna — e di apparente<br />

modestia, d’ironia, di nobile umiltà».<br />

Il percorso professionale di Berengo è<br />

fitto come può esserlo quello di un operaio<br />

specializzato in giro per il mondo.<br />

Il suo sereno distacco dai soggetti ripresi<br />

è diventato proverbiale ed è un understatement<br />

che lo protegge da interpretazioni<br />

troppo violente e rispettoso<br />

davanti alla realtà.<br />

Dopo essere vissuto a Roma, Venezia,<br />

Lugano e Parigi si è stabilizzato definitivamente<br />

a Milano. Qui ha potuto<br />

collaborare per molti anni con l’Istituto<br />

Geografico De Agostini ed anche con il<br />

Touring Club Italiano, per il quale ha<br />

realizzato una serie di volumi sull’Italia<br />

e i Paesi Europei. Ha lavorato assiduamente<br />

con l’industria realizzando<br />

reportage e monografie. Con oltre 200<br />

volumi fotografici a suo nome, può essere<br />

considerato fra i più attivi fotografi<br />

italiani.<br />

Ha esposto in molti Paesi. La prima<br />

esposizione che lo porta alla ribalta internazionale<br />

è negli Stati Uniti a Rochester<br />

nel 1965. Delle altre si ricordano in<br />

particolare quella tenuta presso la Photochina<br />

di Colonia, l’Expo di Montreal<br />

e la Biennale di Venezia. Fra i moltissimi<br />

premi e riconoscimenti ricevuti vanno<br />

segnalati il «Premio Scanno» nel<br />

1981 ed il «Premio Oscar Goldoni» per<br />

il miglior fotolibro dell’anno con «Zingari<br />

a Palermo» e il Premio Oscar Barnack<br />

nel 1994.<br />

Nel 1972 la rivista «Modern Photography»<br />

lo ha inserito tra i «32 World’s<br />

Top Photographers» mentre Italo Zannier<br />

nella sua storia della fotografia<br />

Italiana, lo ha definito come «il fotografo<br />

più ragguardevole dal dopoguerra».


In libreria<br />

il nuovo Quaderno de «<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong>»<br />

n. 57<br />

PER UNA STORIA<br />

DE<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong><br />

<strong>ROMANO</strong><br />

1861-2001<br />

La Lettera di Sua Santità Giovanni Paolo II<br />

per i 140 anni di vita del giornale<br />

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A ROMA<br />

PAGINA<br />

MARTA RUSSO La decisione della Cassazione<br />

Annullata la sentenza:<br />

processo da rifare<br />

Tutto da rifare. Gli assassini di Marta<br />

Russo non hanno per ora ancora un nome.<br />

La Corte di Cassazione ha accolto<br />

la richiesta del Pg Vincenzo Geraci e degli<br />

avvocati degli imputati Giovanni<br />

Scattone, Salvatore Ferraro e Francesco<br />

Liparota. Dopo cinque ore di camera di<br />

consiglio, la prima sezione penale della<br />

Cassazione ha annullato la sentenza di<br />

secondo grado del processo e ha rinviato<br />

il caso ad un’altra sezione della corte<br />

d’Assise di Roma. In sostanza, si farà un<br />

nuovo processo. La sentenza di appello<br />

ora annullata aveva condannato Scattone<br />

a 8 anni di carcere per omicidio colposo,<br />

Ferraro a 6 per favoreggiamento e<br />

porto abusivo d’armi e Liparota a 4 anni<br />

per favoreggiamento.<br />

È stata così accolta la tesi del pg Geraci,<br />

il quale aveva espresso forti perplessità<br />

sulle modalità dell'inchiesta e<br />

soprattutto sulle conclusioni tratte dalle<br />

perizie balistiche volte a ricostruire da<br />

dove partì il colpo che ferì mortalmente<br />

la studentessa.<br />

La sentenza della Cassazione come<br />

era inevitabile ha provocato reazioni<br />

diametralmente opposte: «una enorme<br />

soddisfazione», per l’avv. Manfredo Rossi,<br />

difensore di Giovanni Scattone. «Finalmente<br />

posso continuare a credere<br />

nella giustizia» ha detto. Aureliana Russo,<br />

la mamma di Marta, ha invece sussurrato<br />

«Come mai?», quando le è stata<br />

comunicata la notizia. Incredula. Dieci<br />

minuti dopo la lettura del dispositivo, la<br />

donna continuava a chiedere «Come è<br />

successo?» e l’avvocato le ha risposto:<br />

Brogli elettorali<br />

a Frosinone:<br />

chiesto il giudizio<br />

per 95 persone<br />

La procura della Repubblica di Cassino<br />

ha chiesto il rinvio a giudizio per 95<br />

persone tra presidenti, segretari e scrutatori<br />

di venti seggi su 25 del Comune di<br />

Sora indagati per falso ideologico in atti<br />

pubblici, per una vicenda di presunti<br />

brogli elettorali in occasione delle ultime<br />

consultazioni regionali. L’inchiesta, condotta<br />

dal sostituto procuratore Paolo<br />

Andrea Taviano, venne avviata l’anno<br />

scorso su segnalazione della commissione<br />

elettorale circoscrizionale di Frosinone<br />

che aveva ricevuto una denuncia di<br />

situazioni anomale in alcune sezioni di<br />

Sora dal consigliere regionale uscente<br />

del Ppi, Rita Padovano, sconfitta per appena<br />

180 voti dal collega di partito Enzo<br />

Di Stefano, all’epoca sindaco di Sora<br />

poi passato a Democrazia Europea. Nella<br />

primavera scorsa la procura fece sequestrare<br />

le schede elettorali delle sezioni<br />

di Sora, quasi ventimila, per una verifica<br />

dei voti, tutti assegnati alla lista Ppi-<br />

Rinnovamento Italiano. Sarebbero emersi<br />

segni sospetti sulle schede tanto che i<br />

voti di lista sarebbero risultati inferiori<br />

alla somma delle preferenze espresse a<br />

favore di un candidato. Un particolare<br />

che ha convinto il giudice a chiedere il<br />

processo per 95 persone, un numero altissimo<br />

mai verificatosi nel Lazio. Alcuni<br />

candidati sconfitti hanno fatto notare<br />

che si potrebbe tornare a votare in provincia<br />

di Frosinone per l’assegnazione<br />

dei sei seggi al consiglio regionale del<br />

Lazio, nel caso venissero accertate irregolarità<br />

nello spoglio delle schede da<br />

parte dei componenti delle sezioni elettorali<br />

di Sora.<br />

«Non sarà tutto buttato alle ortiche, ci<br />

sarà un nuovo processo».<br />

Gioiosi i commenti degli imputati.<br />

Salvatore Ferraro ha commentato:<br />

«Buon Giorno signora giustizia. Finalmente<br />

vedo la luce». Giovanni Scattone<br />

si è invece detto «contento, contentissimo:<br />

è la prima buona notizia che ho da<br />

quattro anni a questa parte».<br />

Il procuratore generale presso la Cassazione,<br />

Vincenzo Geraci, è uscito dal<br />

Palazzaccio di piazza Cavour con un imponente<br />

servizio di scorta. Anche il presidente<br />

della sezione Teresi è uscito con<br />

la macchina di servizio e la scorta, mentre<br />

il consigliere Santacroce, che sarà<br />

l’estensore della sentenza, ha stretto la<br />

mano dell’avv. Petrelli, uno dei difensori<br />

di Scattone.<br />

La sentenza della Cassazione è stata<br />

commentata anche dall'ex rettore dell'università<br />

«La Sapienza», Giorgio Tecce,<br />

in carica al momento dell'omicidio della<br />

studentessa. «Adesso bisognerà capire<br />

perché ci sia stata sin dall’inizio una<br />

sfrenata campagna colpevolista — ha<br />

detto —, perché si è voluto colpevolizzare<br />

l’università La Sapienza; perché non<br />

si è condotta un’istruttoria comprensiva<br />

anche di aspetti che erano alla base di<br />

una situazione di tensione nell'ateneo».<br />

«In commissione parlamentare di vigilanza,<br />

proprio a proposito di questa<br />

sfrenata campagna colpevolista — ha<br />

aggiunto l’ex rettore — dissi: “c'è del<br />

marcio in Danimarca”». Secondo Tecce,<br />

«si è strumentalizzato un fatto per destabilizzare<br />

l’ateneo, fino a portarlo alla<br />

crisi. Ora confido nel nuovo processo».<br />

Tranciati<br />

da una scavatrice<br />

cavi della Telecom:<br />

Tiburtino isolato<br />

VIA VENTOTENE Sopralluogo sulle tubature<br />

Primi interrogatori<br />

dei tecnici Italgas<br />

Allarme per fuga di gas:<br />

sgomberate scuole<br />

a Prati e al Nomentano<br />

Per una sospetta fuga di gas in<br />

via di Villa Patrizi, al Nomentano,<br />

dove sono in corso lavori dell’Italgas<br />

in uno scavo aperto, ieri mattina,<br />

giovedì, verso le 8.30, gli studenti<br />

della scuola francese Chateaubriand<br />

e di quella svizzera, che<br />

si trova vicino in via Malpighi, sono<br />

stati mandati a casa mentre intervenivano<br />

i Vigili del fuoco, in<br />

via precauzionale. Anche gli alunni<br />

della scuola Pistelli, in via Montezebio,<br />

in Prati, sono stati fatti<br />

uscire su disposizione del direttore<br />

allarmato per un problema che<br />

si era verificato nella cucina.<br />

scavi ad un metro e mezzo di profondità,<br />

per verificare eventuali crepe o lesioni.<br />

I tecnici dovranno fare valutazioni<br />

sia visive sia strumentali sullo stato delle<br />

condutture e stabilire se la dispersione<br />

di gas sia avvenuta dal tubo. Inoltre, dovranno<br />

capire se lo strappo di quattro<br />

tubi che arrivano ai singoli appartamenti<br />

e che hanno provocato altrettanti incendi,<br />

è stato conseguente o precedente all’esplosione.<br />

A quanto si è appreso da<br />

un tecnico del settore, la massa di gas<br />

che si è formata e ha provocato l’esplosione<br />

può essersi formata nel corso di<br />

tre, quattro ore precedenti lo scoppio.<br />

Questo, in qualche modo, potrebbe giustificare<br />

il fatto che la sera prima del disastro<br />

i tecnici dell’Italgas siano andati<br />

via dopo il sopralluogo senza troppo allarme.<br />

La mattina dello scoppio, erano<br />

state due le squadre dell’azienda del gas<br />

intervenute su richiesta degli abitanti di<br />

via Ventotene per dispersione di gas.<br />

Una delle due, secondo quanto è stato<br />

ricostruito sinora, è andata via sostenendo<br />

che non c’era pericolo; l’altra, invece,<br />

era rimasta sul posto richiedendo<br />

l’intervento dei Vigili del fuoco. Intanto,<br />

ringraziamenti a tutti coloro che sono<br />

intervenuti per i soccorsi vengono<br />

espressi dai cittadini. Tra gli altri, quelli<br />

degli amministratori dei condomini danneggiati<br />

dallo scoppio che hanno sottolineato<br />

la dedizione e la tempestività con<br />

le quali sono stati assistiti. Gli amministratori<br />

hanno inviato una lettera ai comandi<br />

generali dei Carabinieri e della<br />

Guardia di finanza, al ministero dell’Interno<br />

e alla questura di Roma, alla direzione<br />

generale dell’Asl di Roma e al comando<br />

della polizia municipale.<br />

NATALE Le opere esposte nelle sale del Bramante di piazza del Popolo<br />

La «Mostra dei 100 Presepi»: un appuntamento fisso da 26 anni<br />

«Mostra dei 100 Presepi». È un’iniziativa<br />

nata ventisei anni fa, quasi in sordina,<br />

dal cuore di Manlio Menaglia, una<br />

persona di grande fede e spiritualità e<br />

tanta buona volontà.<br />

Probabilmente egli intendeva andare<br />

contro corrente di fronte al consumismo<br />

sfrenato che faceva del Natale quasi una<br />

festa pagana.<br />

Il suo sogno era quello di riportare il<br />

Presepe non soltanto nelle chiese, ma<br />

anche nelle case, nelle scuole, nei luoghi<br />

di lavoro per ricordare a tutti il valore<br />

del Natale, e in memoria del primo presepe<br />

voluto da Francesco d’Assisi, a<br />

Greccio nel 1223.<br />

Aveva iniziato, così, quasi come un<br />

invito, per invogliare a ritornare alla<br />

poesia e alla religiosità del Presepe, una<br />

bella tradizione, continuata poi dai figli<br />

Maria Carla e Franco, dopo la tragica<br />

morte del padre.<br />

Anche quest’anno, puntualmente dai<br />

primi di dicembre, nelle sale del Bramante<br />

di piazza del Popolo, è stata allestita<br />

la Mostra Internazionale dei 100<br />

Presepi.<br />

Che ormai non sono più cento, ma oltre<br />

il doppio, e tutti, anche i più sempli-<br />

11 .<br />

Dovrebbero cominciare già oggi, venerdì,<br />

gli interrogatori da parte della<br />

magistratura dei primi testimoni, fra cui<br />

alcuni dipendenti dell’Italgas, per l’inchiesta<br />

sull’esplosione di via Ventotene<br />

a causa della quale sono morte otto persone,<br />

quattro vigili del fuoco e quattro<br />

donne. Non è escluso che potrebbero<br />

derivarne iscrizioni nel registro degli indagati.<br />

Ieri mattina, in via Ventotene c’è<br />

stato un sopralluogo dei periti nominati<br />

dagli inquirenti che hanno ispezionato le<br />

tubazioni del gas della maglia cittadina<br />

lungo tutta la tratta della strada, rese visibili<br />

nella loro lunghezza dopo alcuni<br />

ci, anche quelli fatti da bambini con materiali<br />

poveri, sono preziosi e artistici.<br />

Ma prima di parlare dei presepi vorremmo,<br />

però, illustrare la breve e suggestiva<br />

cerimonia che si è svolta all’interno<br />

della Basilica di Santa Maria del<br />

Popolo, anche alla presenza di numerosi<br />

rappresentanze diplomatiche.<br />

«Oggi i protagonisti sono i bambini»<br />

— ha detto la signora Maria Carla Menaglia.<br />

Infatti abbiamo visto, per primo, il<br />

Presepe vivente animato da bambini, dai<br />

sei mesi a cinque anni, dell’Asilo Nido<br />

«Il Pulcino», che hanno anche cantato<br />

dolci nenie accompagnate da una violoncellista<br />

e da un giovane chitarrista.<br />

Sono stati momenti di grande serenità; i<br />

bambini, malgrado la loro vivacità, sono<br />

stati capaci di fare dimenticare almeno<br />

per poco, ciò che avviene di triste in<br />

questo mondo senza pace, specialmente<br />

nella terra in cui Gesù nacque e visse, e<br />

nelle strade da Lui percorse.<br />

Si sono successivamente esibiti i «Pueri<br />

Cantores» di Torrespaccata, un coro<br />

presentato da Padre Lucio Zappatore,<br />

animato e diretto da una giovanissima<br />

— sembrava anch’essa una bambina —<br />

argentina, Paola Gagliardo. Hanno ese-<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 8 Dicembre 2001<br />

Una sezione del carcere di Rebibbia,<br />

l’Aci, società, aziende e cittadini, per<br />

tremila utenze, hanno avuto ieri, giovedì,<br />

telefoni e fax isolati e Internet inutilizzabili<br />

perché i cavi nel sottosuolo della<br />

Telecom sono stati tranciati nel corso<br />

dei lavori di una ditta appaltata dalla società<br />

Fastweb, che sta cablando la città.<br />

L’area interessata è in via Tiburtina,<br />

all’altezza di Casal de' Pazzi, poco distante<br />

dal carcere di Rebibbia, le cui altre<br />

sezioni non hanno risentito del problema.<br />

A creare il danno è stata una trivellatrice<br />

della società Itea che ha tranciato<br />

mentre faceva uno scavo, come ha<br />

reso noto la Telecom, tre cavi che portavano<br />

2.400 coppie. Si tratta, in prevalenza,<br />

dei numeri telefonici che cominciano<br />

per 405, 406, 407, 408.<br />

La società telefonica ha annunciato<br />

che le coppie dovranno essere riallacciate<br />

singolarmente. Nel processo di ripristino<br />

è stata data priorità al carcere ed<br />

all’Aci ma il danno sarà riparato complessivamente<br />

entro sabato mattina, lavorando<br />

senza interruzione.<br />

Tra le aziende isolate c’è anche il<br />

Gruppo Sitcom, società editrice di canali<br />

televisivi satellitari che si è scusata<br />

con i propri telespettatori per le modifiche<br />

al palinsesto. La società ha reso noto<br />

che continua la sua attività utilizzando<br />

telefoni cellulari. La società Fastweb<br />

ha aderito insieme ad Acea, Met.Ro, e<br />

Italgas, alla Società del sottosuolo, costituita<br />

dal Comune di Roma, proprio per<br />

un uso razionale del sottosuolo, nonché<br />

di cavi e condotte sotterranei, anche allo<br />

scopo di evitare simili incidenti.<br />

guito vari canti natalizi e, in anteprima,<br />

la canzone «L’Altalena in cielo» composta<br />

dalla giornalista Donatella Bartoloni.<br />

Questa canzone, oltre ad essere scritta<br />

proprio per i bambini, ha un grande valore<br />

anche sociale in quanto, incisa in<br />

CD, verrà posta in vendita e i proventi<br />

andranno a favore dei piccoli ospiti del<br />

reparto Pediatrico Oncologico del Policlinico<br />

Gemelli e delle loro famiglie.<br />

Probabilmente anche l’avere riflettuto<br />

su questo aspetto ha reso più impegnata<br />

ed efficace l’esecuzione.<br />

Ma torniamo ai Presepi esposti. Avevamo<br />

detto del valore anche artistico<br />

per la maggior parte di essi. E veramente<br />

proprio sui più piccoli e meno vistosi<br />

ci siamo soffermati con interesse e curiosità.<br />

A partire da quello fatto dai<br />

bambini del Nido «Il Pulcino». E ci pareva<br />

quasi di vederle quelle piccole mani<br />

operose intente a costruire minuscoli<br />

personaggi. Molti presepi erano fatti con<br />

«materiali poveri»: pasta semi, persino<br />

con «bucce di Galbanino», con tappi di<br />

sughero. In uno i personaggi erano come<br />

sacchetti imbottiti ricamati a punto<br />

croce. Un altro era costruito con «piccioli»<br />

di magnolie; molti in creta, ceramica,<br />

vetro, sughero, plexiglas, uno con<br />

9 DICEMBRE 2001<br />

Domenica II di Avvento - (viola) -<br />

Messa propria, Credo - Lezionario:<br />

1) Is 11, 1-10: Giudicherà con<br />

giustizia i poveri; Salmo 71: Vieni,<br />

Signore, re di giustizia e di pace;<br />

2) Rm 15, 4-9: Gesù Cristo salva<br />

tutti gli uomini - Vangelo: Mt 3, 1-<br />

12: Convertitevi: il regno dei cieli<br />

IL DOPO GIUBILEO A Santa Maria Immacolata e s. Giovanni Berchmans<br />

Un cammino parrocchiale incentrato<br />

sulla preghiera e sulla formazione<br />

La forte attenzione per il mondo giovanile<br />

è l’elemento che, più di ogni altro,<br />

caratterizza il nuovo orientamento<br />

pastorale della parrocchia di Santa Maria<br />

Immacolata e San Giovanni Berchmans,<br />

a San Lorenzo. Grazie all’esperienza<br />

vissuta a Tor Vergata nel corso<br />

del Grande Giubileo dell’Anno 2000, la<br />

comunità ha preso coscienza di quanto<br />

sia importante puntare sui ragazzi in<br />

quanto testimoni del dono della fede, oltre<br />

che destinatari del messaggio evangelico.<br />

Nel contesto delle iniziative a loro<br />

rivolte rientrano l’istituzione di una<br />

giornata dedicata all’Adorazione Eucaristica,<br />

la creazione di una commissione<br />

giovani e l’impegno per una pastorale di<br />

orientamento vocazionale.<br />

Collocata in un quartiere la cui fisionomia<br />

è considerevolmente cambiata<br />

nel corso del tempo in virtù della crescente<br />

presenza degli studenti universitari,<br />

la parrocchia di Santa Maria Immacolata<br />

e san Giovanni Berchmans non<br />

avrebbe potuto non concentrare la propria<br />

attenzione sulla realtà giovanile.<br />

Pertanto, dopo aver dedicato il primo<br />

Consiglio Pastorale del dopo Giubileo allo<br />

studio della Lettera Apostolica «Novo<br />

Millennio ineunte», la comunità ha cominciato<br />

a tracciare le linee del proprio<br />

orientamento futuro. «Il nostro intento è<br />

stato quello di analizzare accuratamente<br />

il documento elaborato dal Santo Padre<br />

a conclusione dell’Anno Santo per poi<br />

farne oggetto di uno studio successivo<br />

alla luce della Parola di Dio — ha spiegato<br />

il parroco, Padre Giuseppe Bellotto<br />

—. E da qui siamo partiti per individua-<br />

Minorenni rubano auto<br />

e chiedono riscatto:<br />

arrestati<br />

Due minorenni sono stati fermati a<br />

Fonte Nuova (Monterotondo): avevano<br />

rubato un'auto e chiesto un<br />

riscatto di due milioni di lire. I due<br />

amici, G.F. 16 anni e S.C., 17 anni,<br />

bloccati dai Carabinieri mentre incassavano<br />

i soldi, dovranno rispondere<br />

di furto aggravato e<br />

estorsione. Il fermo è avvenuto a<br />

Fonte Nuova dove i due ragazzini<br />

vivono ed avevano dato appuntamento<br />

alla vittima, un ventenne di<br />

Monterotondo al quale il giorno<br />

prima era sparita la Lancia Delta<br />

integrale parcheggiata sotto casa.<br />

Garanti: «Illegittimo<br />

lo sciopero metrò<br />

del 14 dicembre»<br />

Lo sciopero di 24 ore dei lavoratori<br />

della metropolitana di Roma<br />

proclamato dalla confederazione<br />

sindacale autonoma Cnl per il 14<br />

dicembre è «illegittimo». Lo afferma<br />

la Commissione di Garanzia<br />

per l’attuazione della legge sugli<br />

scioperi nei servizi essenziali. In<br />

un’indicazione preventiva inviata<br />

ieri, giovedì, al sindacato, i garanti<br />

sostengono che la proclamazione<br />

viola il principio di «rarefazione<br />

oggettiva. L’agitazione del 14 dicembre,<br />

infatti — rileva la Commissione<br />

— seguirebbe di soli<br />

quattro giorni l’effettuazione dello<br />

sciopero nazionale dei trasporti indetto<br />

per il dieci dicembre. Secondo<br />

la legge — ricorda ancora la<br />

Commissione di garanzia — non si<br />

può proclamare uno sciopero prima<br />

che sia stato effettuato un altro<br />

sciopero precedentemente proclamato<br />

che incide sullo stesso bacino<br />

d’utenza».<br />

i personaggi tutti vestiti con cotone lana<br />

o seta lavorati all’uncinetto. E, inoltre,<br />

uno di legno e malta, un altro inciso su<br />

cuoio , uno in argento e corallo, un altro<br />

con bulloni e viti. Interessanti anche<br />

i classici del ’700, ’800 e del ’900, vivaci<br />

nelle loro espressioni; uno pugliese in<br />

carta pesta; uno, probabilmente genovese,<br />

ambientato presso un faro, con una<br />

barca sulla spiaggia. Molto simbolico<br />

uno grande, rappresentante la Piazza<br />

San Pietro sulla quale, attorno alla Sacra<br />

famiglia, sostano personaggi di ogni<br />

parte del mondo. Numerosi e particolari<br />

tutti quelli esteri. Qui ciascun presepe<br />

presenta le caratteristiche del proprio<br />

territorio, della propria nazione. Così<br />

quello in ceramica nera del Cile, quello<br />

a vivaci colori del Perú, quello in terracotta<br />

della Slovenia, quello di pietra, legno<br />

e radica di San Marino, quello in legno<br />

inciso della Croazia, quelli ungheresi<br />

con granturco.<br />

Più numerosi del solito, a nostro parere,<br />

i quadri di vari stili e con vari materiali,<br />

bassorilievi e arazzi.<br />

Una rassegna ricchissima, indicativa<br />

dell’interesse intenso e diffuso per questo<br />

dolce, mistico e poetico richiamo alla<br />

Divina Natività.<br />

MARIELLA LOMBARDO<br />

è vicino - Liturgia delle Ore: Dom.<br />

II sett. - Ufficio della Domenica<br />

10 DICEMBRE 2001<br />

Lunedì della II settimana di Avvento<br />

- Feria (viola) - Messa propria -<br />

Lezionario: Is 35, 1-10 - Salmo 84;<br />

Lc 5, 17-26 - Liturgia delle Ore:<br />

Lun. II sett. - Ufficio della feria<br />

re le proposte che possano coinvolgere i<br />

tanti ragazzi che gravitano all’interno<br />

della parrocchia».<br />

La veglia di preghiera notturna ai piedi<br />

del tabernacolo costituisce il perno<br />

dell’insieme delle iniziative che si rivolgono<br />

alla componente giovanile del<br />

quartiere. «I volontari della Giornata<br />

Mondiale della Gioventù hanno pensato<br />

di istituire un appuntamento dedicato<br />

all’Adorazione Eucaristica — ha proseguito<br />

il parroco —. Dalle 21 alle 23 di<br />

ogni secondo giovedì del mese, circa 40<br />

ragazzi si ritrovano in chiesa per partecipare<br />

a questo incontro. Il supporto del<br />

sacerdote permette di scegliere in modo<br />

più appropriato i brani evangelici, ma<br />

l’animazione della serata è gestita interamente<br />

dai giovani». Il momento di<br />

preghiera, che nasce dalla meditazione<br />

delle parole pronunciate dal Santo Padre<br />

nel raduno mondiale di Tor Vergata,<br />

è caratterizzato dalla presenza di alcuni<br />

simbolismi, stimolo per la meditazione<br />

individuale. «Ogni persona che partecipa<br />

alla veglia porta ai piedi dell’altare un<br />

lumino, espressione della luce di Cristo<br />

— ha spiegato Maria Grazia Meloni, 29<br />

anni —. Le singole candele vengono deposte<br />

alla base della Croce di legno in<br />

modo che l’illuminazione possa esprimere<br />

il nostro desiderio di dare luce al Crocifisso,<br />

simbolo della Redenzione. La<br />

scelta di rimanere seduti in terra per<br />

tutta la durata della preghiera vuole<br />

esternare in modo visibile la nostra prosternazione<br />

davanti a Dio». Nel corso<br />

della veglia i partecipanti sono invitati a<br />

scrivere una preghiera che poi depositeranno<br />

in un cesto posto ai piedi dell’altare.<br />

«Tutte le frasi vengono lette ad alta<br />

voce per sottolineare che le richieste<br />

delle singole persone, per quanto semplici<br />

possano essere, sono rivolte al Signore<br />

presente fra di noi nell’Eucaristia<br />

— ha precisato Maria Grazia —. In alcuni<br />

casi, poi, abbiamo voluto svolgere<br />

delle veglie ecumeniche ed interreligiose<br />

per far capire quanto sia importante<br />

esprimere gesti di fratellanza e di solidarietà».<br />

Riporre fiducia nei ragazzi in quanto<br />

destinatari e promotori del messaggio<br />

evangelico è il principio che ispira l’intero<br />

orientamento pastorale della parrocchia<br />

romana e l’insieme delle iniziative<br />

da essa proposte. E fra queste rientra la<br />

«commissione giovani», un’entità finalizzata<br />

al coordinamento delle attività dei<br />

singoli gruppi parrocchiali. A parlarne è<br />

Padre Giuseppe Bellotto: «Un ulteriore<br />

punto su cui dobbiamo concentrare l’attenzione<br />

è costituto dal lavoro di coordinamento<br />

delle varie realtà giovanili. Nella<br />

nostra parrocchia, infatti, sussistono<br />

tanti gruppi: l’Azione Cattolica, gli<br />

Scout, l’Anspi, gli Amici del Vangelo, il<br />

gruppo dell’Emmanuel. Sentiamo il bisogno<br />

di creare un ente che possa coordinare<br />

le loro attività non solo per evitare<br />

sovrapposizioni, ma anche per programmare<br />

un cammino di fede continuativo.<br />

Procedendo all’istituzione della<br />

“commissione giovani”, riusciremo nell’intento<br />

di attuare un progetto di cooperazione<br />

nel rispetto del carisma di<br />

ogni specifico gruppo. Collaborare, infatti,<br />

non vuol dire perdere la propria<br />

identità».<br />

Il lavoro educativo della parrocchia di<br />

Santa Maria Immacolata e san Giovanni<br />

Berchmans prosegue con la pastorale di<br />

orientamento vocazionale. È un’iniziativa<br />

tramite la quale la comunità intende<br />

preparare, accompagnare ed aiutare i<br />

giovani nel compimento delle loro scelte<br />

di vita. «Il nostro intento è quello di stimolare<br />

i ragazzi a conoscere meglio sé<br />

stessi affinché possano prepararsi a rispondere<br />

alla chiamata del Signore con<br />

un vita d’impegno sia nel matrimonio<br />

che nella consacrazione religiosa e sa-<br />

«Bambino Gesù»:<br />

cartoni animati<br />

per i piccoli ospiti<br />

Dal 1° dicembre, in tutte le<br />

stanze di degenza, così come nelle<br />

sale d’attesa degli ambulatori, i<br />

piccoli ospiti dell’ospedale pediatrico<br />

Bambino Gesù, potranno<br />

usufruire del canale televisivo Fox<br />

Kids, dedicato ai cartoni animati.<br />

Le trasmissioni del canale tematico<br />

per ragazzi si affiancheranno<br />

alle sei emittenti generaliste attualmente<br />

disponibili sul circuito<br />

interno dell’ospedale e a una serie<br />

di programmi autoprodotti, sia a<br />

carattere didattico indirizzati ai<br />

ragazzi, sia di aggiornamento professionale<br />

per il personale medico<br />

e paramedico. «L’introduzione,<br />

nel circuito interno del Bambino<br />

Gesù, di un canale tematico interamente<br />

dedicato ai ragazzi — si<br />

legge nella nota della Fox Kids —,<br />

si affianca al costante e strutturato<br />

impegno della dirigenza ospedaliera<br />

volto a offrire, ai giovani<br />

ospiti, un ambiente giocoso e familiare.<br />

In tale ottica si inquadra,<br />

per esempio, il completamento<br />

della nuova ludoteca e l’inserimento,<br />

all’interno della struttura,<br />

di animatori professionisti».<br />

Sincerità<br />

I deboli<br />

non possono<br />

essere sinceri.<br />

(François<br />

de La Rochefoucauld)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

cerdotale — ha affermato Padre Giuseppe<br />

—. Le vie per lo svolgimento di questa<br />

sorta di catechesi sono molte: incontrare<br />

i giovani in specifici momenti, stimolarli<br />

a vivere da protagonisti gli appuntamenti<br />

formativi e ricreativi previsti<br />

dalle associazioni, far filtrare il messaggio<br />

nelle solennità e nelle varie occasioni<br />

di preghiera». «È necessario che i giovani<br />

facciano passi in avanti lungo il loro<br />

cammino di crescita umana e cristiana»,<br />

ha concluso Alberto Pettorossi, Presidente<br />

dell’Azione Cattolica parrocchiale.<br />

SIMONA RUBEIS<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

DOMENICA 9 DICEMBRE<br />

00.10: Studio A<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti<br />

Cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8.15-10.15: Dalla Cappella dell'Annunciazione:<br />

Liturgia orientale<br />

in rito bizantino-ucraino<br />

11.55: In diretta da Piazza San<br />

Pietro Angelus del Santo Padre<br />

Giovanni Paolo II<br />

14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

16.30: Il mondo di Donatella Moretti<br />

con Donatella Moretti e<br />

Paolo Famiglietti<br />

17: Liturgia delle Ore: Celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Sie<br />

schreiben – wir antworten<br />

20.40: Recita del Santo Rosario<br />

in latino<br />

21.20: Programma esperanto<br />

21.30: Programma francese:<br />

L'invité du dimanche<br />

21.50: Programma inglese<br />

22.10: Programma spagnolo<br />

LUNEDÌ 10 DICEMBRE<br />

00.10: Studio A (stereo): Con voi<br />

nella notte<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti<br />

Cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

16.30: Il Sacro nella musica verdiana<br />

di Paolo Di Nicola<br />

17: Liturgia delle Ore, celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Weltkirchen-Magazin<br />

20.40: Recita del Santo Rosario<br />

in latino<br />

21.30: Programma francese: La<br />

Cité du Vatican: la sécurité<br />

21.50: Programma inglese<br />

22.10: Programma spagnolo<br />

DOMENICA 9 DICEMBRE<br />

24: Rosario biblico (versione<br />

francese)<br />

2.20: Notiziario<br />

6.45: Rubrica: Chiesa in cammino:<br />

Austria<br />

7.15-13.25: Rubrica: Tre minuti<br />

dello spirito<br />

9: In diretta dalla Cappella di<br />

Telepace in Roma:SantaMessa<br />

9.45: Rosario biblico<br />

12: In diretta da Piazza San Pietro:<br />

Angelus, recitato dal Santo<br />

Padre Giovanni Paolo II<br />

14: Angelus recitato dal Santo<br />

Padre Giovanni Paolo II (replica)<br />

16: Santo Rosario<br />

16.35: In diretta dalla Cappella<br />

di Telepace in Roma: Adorazione<br />

eucaristica<br />

21: In diretta dalla Santa Casa<br />

di Loreto: Solenne Concelebrazione<br />

Eucaristica presieduta da<br />

S.Ecc. Mons. Leonardo Sandri<br />

LUNEDÍ 10 DICEMBRE<br />

24: Rosario biblico (versione<br />

rumena)<br />

19.30-22.30: Notiziario<br />

7: Rubrica: Chiesa in cammino:<br />

Austria<br />

7.30-13.15-23.55: Rubrica: Tre<br />

minuti dello spirito<br />

9: In diretta dalla Cappella di<br />

Telepace in Roma:SantaMessa<br />

9.45: Rosario biblico<br />

12.30: Cappella di Telepace in<br />

Roma: Santa Messa<br />

16: Santo Rosario<br />

16.35: In diretta dalla Cappella<br />

di Telepace in Roma: Adorazione<br />

eucaristica


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

13 .<br />

Inchieste<br />

e servizi<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 8 Dicembre 2001<br />

CUNEO — Pievetta, una piccola comunità<br />

della diocesi di Mondovì, in provincia di<br />

Cuneo, sta offrendo concreta solidarietà<br />

per far nascere la speranza in duecento<br />

ragazzi dell’Angola. I monregalesi impegnati<br />

nel Terzo Mondo sono tanti e fra essi<br />

Emilio Bracco che, a partire dal 1997, è<br />

stato diverse volte a Huambo, in Angola,<br />

con la comunità delle Suore Trappiste, improvvisandosi<br />

infermiere per aiutarle nelle<br />

prime necessità.<br />

L’anno successivo è tornato a Huambo<br />

incontrando Josè e Costantin che, termi-<br />

SANITÀ Lo scopo è migliorare le funzioni del più importante presidio del Sud<br />

Ispettori al «Cardarelli» di Napoli<br />

per verificarne carenze e ritardi<br />

NAPOLI, dicembre.<br />

Sono cominciati a ottobre, suscitando<br />

grande clamore negli ambienti della sanità<br />

napoletana, una serie di controlli<br />

ispettivi nell'ospedale Cardarelli, il più<br />

grande complesso medico del Mezzogiorno<br />

d'Italia. Le ripetute segnalazioni<br />

di irregolarità e disfunzioni, grandi e<br />

piccole, in una struttura che dovrebbe<br />

costantemente garantire la massima efficienza,<br />

hanno spinto il ministro della<br />

Salute, Girolamo Sirchia, a scrivere all'assessore<br />

regionale Teresa Armato sollecitando<br />

l'invito di un gruppo di ispettori:<br />

l'assessore, competente in materia,<br />

ha accolto subito la richiesta dando inizio<br />

al lavoro degli esperti.<br />

Il quadro emerso dalla prima parte<br />

del lavoro degli ispettori non è incoraggiante.<br />

«È stata rilevata, ad esempio —<br />

spiega Lorenzo Labate, coordinatore<br />

della commissione — la mancanza assoluta<br />

di procedure da seguire per il pronto<br />

soccorso. Abbiamo controllato i vari<br />

ambulatori constatando la cattiva conservazione<br />

di alcuni presidî medici,<br />

mentre in otorinolaringoiatria c'erano<br />

farmaci scaduti».<br />

Ci sono poi le carenze strutturali, cominciando<br />

dall'esistenza di una sola accettazione<br />

dove confluiscono sia i casi di<br />

emergenza, sia i pazienti che giungono<br />

con la richiesta di accertamenti firmata<br />

dal medico di famiglia. Un «imbuto» che<br />

rallenta il lavoro e favorisce la confusione:<br />

a volte anche chi arriva in ospedale<br />

per analisi non particolarmente urgenti<br />

viene classificato e trattato come «paziente<br />

da pronto soccorso». «È scontato<br />

— commenta il dottor Labate — il riflesso<br />

che procedure del genere hanno<br />

sulla presenza di barelle nei corridoi e<br />

sull'impiego dei posti letto».<br />

Proprio il frequente sovraffollamento<br />

di alcuni reparti, con malati costretti a<br />

stazionare nei corridoi sopra le barelle,<br />

è uno dei fenomeni che suscitano le<br />

maggiori critiche nella gestione dell'ospedale.<br />

«L'accettazione unica — sottolinea<br />

Labate — rappresenta un problema<br />

serio. Mancano però anche protocolli<br />

per l'organizzazione, indispensabili per<br />

effettuare i necessari controlli e per evitare<br />

le carenze operative apparse molto<br />

intense». Il lavoro degli ispettori toccherà,<br />

nelle prossime settimane, tutti i reparti<br />

dell'ospedale: i vertici della struttura<br />

sono però già al corrente dei primi risultati,<br />

avendo ricevuto subito i verbali<br />

dei primi sopralluoghi eseguiti.<br />

Non sembra particolarmente allarmato<br />

il direttore generale dell'azienda ospedaliera,<br />

Enrico Iovino: «La Regione ha<br />

tutto il diritto di accertare che ci sono,<br />

accanto a quelle che funzionano, anche<br />

cose che possono essere migliorate. Attendiamo<br />

che il lavoro degli ispettori si<br />

concluda per trarre un bilancio degli interventi<br />

da effettuare, ma intanto non<br />

vorrei che una lettura frettolosa dei primi<br />

verbali possa dare agli utenti l'impressione<br />

che nel Cardarelli regni il disordine<br />

più totale». Molte cartelle cliniche<br />

esaminate dagli ispettori sono risul-<br />

ECONOMIA Recessione e crisi internazionale<br />

Preoccupazione nel Torinese<br />

nonostante segnali di ripresa<br />

TORINO, dicembre.<br />

La crisi internazionale innescata dall'orrendo<br />

attacco agli Usa dell'11 settembre<br />

è costata, nei due mesi successivi,<br />

circa mille miliardi di lire al sistema produttivo<br />

torinese. La valutazione è avanzata<br />

dall’ ufficio studi dell’Unione industriale<br />

subalpina, che considera il rallentamento<br />

della domanda in seguito all’attentato<br />

come un aggravarsi della recessione<br />

comunque avviata. Già in agosto,<br />

infatti, gli ordini per nuove commesse<br />

risultavano in flessione dell’1,5%; il calo<br />

è concentrato nei settori dei beni di investimento<br />

(robotica, macchinari) e dei<br />

beni di consumo durevoli (automobili,<br />

elettrodomestici), che costituiscono l’ossatura<br />

del sistema produttivo nell’area<br />

torinese: la meccanica rappresenta il<br />

75% del comparto industriale e il 40%<br />

della forza lavoro occupata. In sostanza,<br />

il rallentamento nella vendita di auto significa<br />

una riduzione a cascata delle occasioni<br />

di lavoro per quasi tutti i settori,<br />

che all’indotto Fiat continuano ad essere<br />

collegati.<br />

Nelle piccole e medie aziende della<br />

cintura industriale si registrano ormai<br />

quotidianamente i ricorsi alla cassa integrazione<br />

e le dichiarazioni di crisi. Accade<br />

alla Maggiora (carrozzerie per automobili<br />

con due stabilimenti a Chivasso e<br />

di Moncalieri): 175 dipendenti, pari a oltre<br />

il 50% delle maestranze, sono in cassa<br />

integrazione ordinaria dalla metà di<br />

novembre, e vi resteranno probabilmente<br />

per un anno. Crisi anche a Venaria<br />

per la Ficomirrors (specchietti retrovisori):<br />

qui sono state aperte le procedure<br />

per la messa in mobilità di 211 lavoratori<br />

su un totale di 290.<br />

Anche nel Cuneese si respira aria di<br />

crisi: sindacati e lavoratori temono una<br />

pesante ristrutturazione per l’Alstom di<br />

Savigliano, ex Fiat Ferroviaria, mentre<br />

prosegue la protesta delle lavoratrici della<br />

Trucco Tessile: l’azienda ha avviato le<br />

procedure di mobilità per 83 lavoratori<br />

(46 occupati a Savigliano e 37 a Torino),<br />

su un totale di 180 occupati.<br />

Un altro settore «di punta» per l’industria<br />

torinese è rappresentato dall’aerospaziale,<br />

con i grandi insediamenti di<br />

Aleniaspazio e Fiat Avio, che hanno qui<br />

anche i propri centri di ricerca. Ma per<br />

entrambi i raggruppamenti i tempi non<br />

si presentano facili: ferma la collaborazione<br />

sullo «scudo spaziale» americano,<br />

incerta la partecipazione all’aereo da<br />

trasporto militare europeo, le prospettive<br />

sono di sviluppo ridotto: su scala nazionale<br />

le industrie aerospaziali prevedono<br />

3 mila posti di lavoro a rischio, perché<br />

soprattutto l’aereo europeo potrebbe<br />

far scattare una serie di produzioni<br />

incrociate e coordinate con altre grandi<br />

aziende del continente.<br />

Anche il settore turistico risente della<br />

crisi a livello nazionale. Uno dei maggiori<br />

operatori del settore, Alpitour, ha già<br />

proceduto a riduzioni del personale e<br />

degli stipendi, ma la situazione delle<br />

centinaia di piccole aziende torinesi è<br />

forse ancor più drammatica, anche perché<br />

la prospettiva è di un «blocco delle<br />

vendite» che si allunga anche sui prossimi<br />

sei mesi e dunque richiede alle aziende<br />

una «tenuta» finanziaria che la gran<br />

parte di esse non possiede.<br />

Un segnale di «riscossa» viene invece<br />

dall’iniziativa pubblica. Il Comune di<br />

Collegno, alle porte di Torino, ha deciso<br />

di scommettere sul rilancio industriale,<br />

dopo aver visto, in questi anni, l’abbandono<br />

del territorio da parte di quasi tutte<br />

le piccole aziende metalmeccaniche<br />

che ne avevano caratterizzato lo sviluppo<br />

nei decenni passati. Ma nei prossimi<br />

mesi dovrebbero insediarsi almeno una<br />

ventina di aziende (con fino a 4 mila dipendenti)<br />

nella nuova zona industriale di<br />

Savonera, che sarà pronta entro il prossimo<br />

anno.<br />

Ma complessivamente, al di là delle<br />

iniziative singole, il clima rimane preoccupante,<br />

e forse il «peggio» deve ancora<br />

venire, se si deve dar credito alle previsioni<br />

più nere, che indicano per la stessa<br />

Fiat Auto forti difficoltà all’inizio del<br />

prossimo anno. In questo caso la «paralisi»<br />

dell’automobile potrebbe avere<br />

conseguenze pesanti per l’intera area<br />

torinese.<br />

MARCO BONATTI<br />

tate incomplete, scritte a penna in modo<br />

poco leggibile; e sembra davvero grave<br />

che, nel 2001, un grande ospedale non<br />

sia ancora dotato di un sistema informatico<br />

per tenere sotto controllo l'intera<br />

gestione interna. «È una carenza che<br />

non si scopre adesso — risponde Iovino<br />

— ma ho costituito una apposita commissione<br />

per affrontare il problema».<br />

Il dubbio che il manager non chiarisce<br />

è come mai sia stato necessario inviare<br />

degli ispettori per far emergere carenze,<br />

molto spesso già note perché periodicamente<br />

denunciate da stampa e<br />

associazioni, che avrebbero richiesto interventi<br />

ben più tempestivi da parte dei<br />

responsabili dell'azienda ospedaliera.<br />

Torna così sotto accusa la gestione<br />

del Cardarelli, da sempre simbolo delle<br />

grandi potenzialità professionali dei medici<br />

napoletani ma anche delle gravi disfunzioni<br />

che spesso minano gli sforzi<br />

quotidiani degli operatori. In questo<br />

ospedale, che conta 1.277 posti letto, sono<br />

stati effettuati lo scorso anno 76.045<br />

ricoveri, 157.750 prestazioni di pronto<br />

soccorso e 16.318 interventi chirurgici.<br />

Cifre che danno l'idea delle dimensioni<br />

del lavoro della struttura, punto di riferimento<br />

per l'intera Campania ma anche<br />

per i pazienti di altre regioni del Sud:<br />

pazienti che si affidano con fiducia a<br />

questo ospedale, e che hanno tutto il diritto<br />

di esigere prestazioni — ma soprattutto<br />

una organizzazione interna — di<br />

elevata efficienza.<br />

MARIANO DEL PREITE<br />

Dalla diocesi di Mondovì concreta solidarietà all'infanzia angolana<br />

nati gli studi superiori, si sono dimostrati<br />

responsabili della cura verso i più piccoli.<br />

Così, nel '99, ha avuto inizio il doposcuola<br />

per una settantina di bambini con la consegna<br />

ad ognuno di un quaderno personale<br />

e di mezzo panino o cinque biscotti<br />

per colazione e pranzo. I bambini chiesero<br />

esplicitamente «explicaçao» (lezione)<br />

affezionandosi al doposcuola come saldo<br />

punto di riferimento.<br />

Nel 2000 è nata l’associazione «Angola<br />

in pace», con la presenza stabile di Fiorenza,<br />

una volontaria comasca, che si è<br />

fatta carico dell’iniziativa che ha visto 200<br />

bambini frequentare cinque giorni la settimana<br />

il doposcuola, guidati da cinque insegnanti,<br />

con distribuzione del cibo.<br />

Quest’anno i bambini sono 150, gli insegnanti<br />

nove con la copertura dei cinque<br />

giorni per il pranzo. È stata abbinata una<br />

scuola materna comprendente 270 bambini,<br />

si è aggiunta l’assistenza infermieristi-<br />

ca ed è stata attivata una mensa per 150<br />

anziani ed invalidi.<br />

Tutto ciò ha un costo ma lo scorso agosto<br />

gli amici di Pievetta, all’interno di una<br />

simpatica occasione di festa, hanno raccolto<br />

3 milioni e 250 mila lire a favore del<br />

gruppo «Amizade» presso la missione delle<br />

Suore Trappiste. Si tratta ora di continuare,<br />

con la solidarietà di molti, un’opera<br />

cominciata da poco ma che sta già<br />

dando i suoi frutti.<br />

MARCO CARAMAGNA<br />

LAVORO Su iniziativa del Comune e di varie associazioni anche sindacali<br />

Genova: un progetto per valorizzare<br />

le competenze degli extracomunitari<br />

GENOVA, dicembre.<br />

Per integrare nel mondo del lavoro<br />

cittadini extracomunitari con le loro<br />

particolari competenze, valorizzate al<br />

meglio, è nato a Genova il progetto «Ricostruire<br />

competenze». Iniziativa voluta<br />

dal Comune di Genova in collaborazione<br />

con la Fondazione Auxilium, la Federazione<br />

Regionale Solidarietà e Lavoro, il<br />

Job Center, e varie associazioni, anzitutto<br />

quelle sindacali.<br />

Il progetto ha come obiettivo primario<br />

un sistema di certificazione e «convalidazione»<br />

mirata ad aumentare la<br />

spendibilità dei titoli di studio e più ancora<br />

delle esperienze lavorative maturate<br />

dai cittadini stranieri all’estero nel<br />

mercato del lavoro; è loro preliminarmente<br />

richiesta una stabile situazione lavorativa<br />

e finanziaria, oltre a una buona<br />

conoscenza della lingua italiana.<br />

Si procede all’accompagnamento dei<br />

cittadini stranieri in un percorso di ricostruzione<br />

e rivalutazione delle proprie<br />

competenze derivanti da titoli di studio<br />

o specifiche capacità o abilità pregresse.<br />

Obiettivo specifico è fornire agli operatori<br />

coinvolti la necessaria formazione<br />

perché siano in grado di proporre ai cittadini<br />

stranieri percorsi di valorizzazione<br />

del loro patrimonio artigianale o professionale,<br />

da verificare in un breve ma<br />

congruo periodo con l’obiettivo finale di<br />

rilasciare una certificazione che faciliti<br />

l’accesso ai servizi proposti dal Job Center.<br />

DONAZIONI Unica in Italia con 57 collegamenti<br />

Veneto: una rete informatica<br />

per i trapianti di organi<br />

VENEZIA, dicembre.<br />

Una rete informatica in Veneto favorirà<br />

la gestione delle donazioni di organi e<br />

dei posti letto. Si è di fronte alla più capillare<br />

rete informatica specifica d’Italia<br />

e probabilmente d’Europa; 57 collegamenti<br />

coordinati da un Centro regionale;<br />

informazioni che corrono in tempo<br />

reale su una rete telematica.<br />

Qualche «clic» su un computer perché<br />

il dolore di una vita «perduta» possa tramutarsi<br />

nella gioia di una «ritrovata».<br />

È questo il senso del Sistema informatico<br />

regionale del Veneto per i Trapianti<br />

e le emergenze, ultimo passaggio della<br />

riorganizzazione complessiva del «Sistema<br />

Trapianti» del Veneto decisa a fine<br />

dicembre scorso dalla Giunta regionale,<br />

presentato nei giorni scorsi e attivato all’Azienda<br />

ospedaliera di Padova alla presenza<br />

dell’assessore alla sanità Fabio Gava,<br />

dei direttori dell’Azienda patavina<br />

Giampaolo Braga e dell’Asl 16 Adriano<br />

Una residenza inaugurata dall'Arcivescovo di Trento<br />

Al servizio degli anziani<br />

TRENTO, dicembre.<br />

L'Arcivescovo di Trento Luigi<br />

Bressan ha presenziato all'inaugurazione<br />

di «Villa Alpina», la Residenza<br />

Sanitaria Assistenziale gestita a Montagnaga<br />

di Pinè dalla cooperativa<br />

Spes (Servizi pastorali educativi sociali).<br />

La cerimonia ha richiamato i familiari<br />

degli ospiti, autorità provinciali e<br />

comunali, in un'atmosfera di autentica<br />

festa di comunità.<br />

«Villa Alpina» è stata per tanti anni<br />

casa per ferie e di accoglienza dell'Azione<br />

Cattolica diocesana; poi, dopo<br />

attenta valutazione, è stata destinata,<br />

come gli altri beni immobili dell'Azione<br />

Cattolica compresi nel patrimonio<br />

amministrativo della Spes, a funzioni<br />

di servizio sociale nel settore della<br />

terza età.<br />

Il vecchio edificio è stato abbattuto<br />

ed al suo posto è sorta una residenza<br />

che, rispetto alle case di riposo di un<br />

tempo, si presenta con fattezze e stili<br />

ben diversi. È una costruzione moderna,<br />

dove l'estetica e la funzionalità<br />

sono abbinate per garantire agli<br />

anziani un servizio di prim'ordine.<br />

Il concetto di residenza sanitaria<br />

assistenziale qui si materializza in<br />

modo esemplare: agli anziani, per la<br />

stragrande maggioranza non autosufficienti,<br />

è garantita l'accoglienza alberghiera<br />

e contemporaneamente anche<br />

un'assistenza sanitaria adeguata,<br />

con le tecnologie ed i supporti più<br />

moderni.<br />

I posti disponibili sono 64, rispondendo<br />

così alla domanda che viene<br />

dall'altopiano di Pinè ed anche dalle<br />

altre località del Trentino. Sindaci ed<br />

assessori provinciali hanno messo in<br />

luce queste caratteristiche, mentre<br />

l'Arcivescovo ha posto l'accento sull'aspetto<br />

umano del servizio offerto.<br />

«Villa Alpina», ora, si affianca a<br />

pieno titolo alle strutture più moderne<br />

ed efficienti che già operano sul<br />

territorio trentino in favore di una<br />

terza età quanto mai affollata e ricca<br />

di esigenze. Al tempo stesso, viene<br />

ad incrementare le capacità di un sodalizio<br />

che qualifica la propria attività<br />

con un'offerta già comprensiva di<br />

Villa Belfonte di Villazzano, 74 ospiti,<br />

di Casa Famiglia di via Borsieri a<br />

Trento, 56 ospiti, e dell'ex Casa di<br />

Riposo Charitas di via Vittorio Veneto<br />

a Trento, attualmente in fase di ristrutturazione,<br />

da pochi mesi affidata<br />

alla Spes dalla Provincia autonoma.<br />

Quest'ultima RSA, a restauri ultimati,<br />

potrà accogliere 72 ospiti e a<br />

quel punto, complessivamente, saranno<br />

circa 260 gli anziani seguiti<br />

dalla cooperativa che, inoltre, collabora<br />

con altri enti nella gestione dell'innovata<br />

RSA presso l'ospedale di<br />

Tione.<br />

La Spes, quest'anno, compie 26<br />

anni di vita; la sua fondazione, avvenuta<br />

nell'ambito dell'Azione Cattolica<br />

diocesana, fu conseguenza di due<br />

ben precise esigenze: dare nuove finalità<br />

al patrimonio immobiliare dell'AC,<br />

viste le ridimensionate necessità<br />

associative, ed adeguarne l'amministrazione<br />

alle nuove leggi in campo<br />

tributario.<br />

Quel patrimonio immobiliare, costituito<br />

faticosamente dal volontariato<br />

per fronteggiare i bisogni formativi<br />

e pastorali dei rami dell'Azione Cattolica,<br />

ha alle proprie spalle una tradizione<br />

consolidata di servizio nello<br />

spirito cristiano di solidarietà e di comunione.<br />

Il fatto che oggi esso venga utilizzato<br />

in favore della terza età, degli<br />

anziani per lo più non autosufficienti,<br />

risponde appieno agli ideali di chi,<br />

con sacrificio, lo realizzò.<br />

MAURIZIO MELLARINI<br />

Cestrone, del coordinatore del Centro<br />

Regionale Trapianti Giampietro Rupolo<br />

e dei responsabili delle decine di strutture<br />

che entrano nella rete.<br />

La situazione dei trapianti, fotografata<br />

a tutto il 15 ottobre 2001, pone il Veneto<br />

all’avanguardia nazionale: 90 donatori<br />

(dieci in più rispetto al 2000), 72 dei<br />

quali hanno donato più organi, rendendo<br />

possibili 163 trapianti di rene, 6 di<br />

doppio rene, 6 di rene-pancreas, 57 di<br />

fegato, 38 di cuore, 11 di polmone.<br />

Il rapporto donatori-popolazione è nel<br />

Veneto di 24 per milione, contro il 17,7<br />

della media nazionale, che pure colloca<br />

l’Italia al secondo posto in Europa dietro<br />

la Spagna.<br />

«Si tratta — sottolinea l'assessore alla<br />

Sanità Gava — dell’ossatura portante<br />

della nuova organizzazione, che la squadra<br />

del dottor Rupolo ha saputo realizzare<br />

con una straordinaria tempestività.<br />

In questa struttura, a differenza che<br />

in molte altre, non ci sono periferie: tutti<br />

i protagonisti — continua l'assessore<br />

— collegati in rete si sentono e sono al<br />

centro di un’azione tempestiva e coordinata,<br />

capace di ridurre al minimo i tempo<br />

perché una donazione possa davvero<br />

essere utile a un ricevente, e al tempo<br />

stesso di migliorare la gestione complessiva<br />

delle emergenze, perché con la rete<br />

è possibile avere costantemente aggiornata<br />

in tempo reale situazione e disponibilità<br />

di letti in tutte le rianimazioni del<br />

Veneto.<br />

È un esempio — conclude l'assessore<br />

Gava — di medicina del futuro, sempre<br />

più supportata dall’informatica».<br />

La Rete vede interconnessi 34 Centri<br />

di Terapia Intensiva, 12 Centro Trapianto,<br />

la Banca dei Tessuti del Veneto imperniata<br />

sulle sedi di Treviso e Verona,<br />

la Fondazione Banca degli Occhi di Mestre<br />

e del Veneto, la Fondazione per<br />

l’Incremento dei Trapianti d’Organo (Fito),<br />

e le 7 Centrali operative del 118.<br />

La nuova organizzazione consentirà ai<br />

centri connessi di gestire in tempo reale<br />

tutte le informazioni che riguardano le<br />

attività di donazione e trapianto di organi<br />

e tessuti; raccoglierà le informazioni<br />

per costituire una database regionale;<br />

renderà possibile per i Servizi di Urgenza<br />

ed Emergenza di individuare con immediatezza<br />

la disponibilità dei letti nelle<br />

terapie intensive dove far affluire i pazienti<br />

con ambulanze o elicotteri.<br />

La Rete è già dotata di particolari modalità<br />

di espansione che permetteranno<br />

di connettere tutti i centri veneti al Centro<br />

Interregionale del Nord Italia «Transplant»<br />

ed al Centro Nazionale Trapianti<br />

del Ministero della Salute.<br />

Già oggi sono attivi i collegamenti con<br />

le rianimazioni di tutte le Aziende sanitarie<br />

locali del capoluogo, con la Fito,<br />

con la Banca dei Tessuti e con la Banca<br />

degli Occhi di Mestre.<br />

Entro il prossimo 15 dicembre entreranno<br />

in rete i 12 Centri trapianti operanti<br />

nelle Aziende sanitarie locali di Vicenza,<br />

Treviso, Verona e Padova.<br />

Per gennaio 2002 saranno attivi anche<br />

i collegamenti con le altre Rianimazioni<br />

del Veneto e con le centrali provinciali<br />

del 118.<br />

CLAUDIO ZERBETTO<br />

Durante il periodo febbraio-agosto<br />

2001 hanno usufruito del progetto 48<br />

cittadini stranieri e ne sono stati registrati<br />

92. Nello stesso lasso di tempo, a<br />

seconda delle rispettive esigenze, altri 30<br />

sono stati indirizzati ad altri servizi del<br />

Job Center o ad altri Uffici territoriali.<br />

Sono quaranta i candidati al percorso<br />

previsto, più della metà di loro — esattamente<br />

22 — lo hanno portato efficacemente<br />

a termine e alcuni di questi sono<br />

stati già inseriti in aziende.<br />

«Il Percorso di valorizzazione delle<br />

competenze rivolto a cittadini stranieri<br />

sta terminando la prevista sperimentazione<br />

biennale», commenta Giusi Galifi,<br />

operatrice della Fondazione Auxilium.<br />

«Come succede a tutti i percorsi innovativi<br />

— continua — si è speso molto<br />

tempo per formare la rete, per definire<br />

il target e per costruire il modello di intervento.<br />

Questo lungo lavoro ci ha consentito<br />

di svolgere una sperimentazione<br />

ben calibrata che ha fornito interessanti<br />

risultati; dallo svolgimento delle borse<br />

lavoro, infatti, si sono evidenziati alcuni<br />

aspetti: le aziende hanno valutato molto<br />

positivamente l’operato svolto e hanno<br />

riscontrato quasi sempre la completa<br />

professionalità auto-dichiarata nel contratto<br />

iniziale di presentazione (solo in<br />

un caso il livello di approfondimento è<br />

risultato inferiore a quello dichiarato).<br />

Le stesse aziende si sono mostrate interessate<br />

a «tenere conto» delle persone<br />

«sperimentate sul campo»; non possia-<br />

mo ancora avere dati sulla concretizzazione<br />

di tali interessi ma, certamente, il<br />

periodo di borsa — se ben speso — è<br />

un’utilissima carta di presentazione.<br />

Ancora, come previsto, il lavoro in<br />

azienda ha evidenziato, per alcuni, la<br />

necessità di parziali formazioni o l’opportunità<br />

di inquadrare professionalità<br />

possedute all’interno di titoli di studio<br />

formali. In virtù di questi suggerimenti<br />

alcune persone hanno intrapreso con<br />

più convinzione e impegno il percorso<br />

per l’equipollenza dei titoli di studio,<br />

che risulta un cammino lungo e molto<br />

oneroso.<br />

Il bilancio finale di questo percorso è<br />

incoraggiante e ci spinge a progettare la<br />

messa a sistema di questo servizio che<br />

riguarda una fascia «medio-alta» di immigrati.<br />

Ciò nonostante si è evidenziato come<br />

sia vissuto in maniera negativa un lavoro<br />

precario da parte di persone che dispongono<br />

di ben altre risorse. Il non intervento<br />

in questo segmento corrisponderebbe<br />

ad ignorare le dinamiche in<br />

corso nell’attuale fase migratoria».<br />

I risultati positivi dell’esperimento,<br />

pur parziale, indicano una strada da<br />

percorrere, ampliandola e adeguandola<br />

alle reali capacità offerte dai cittadini<br />

stranieri, in vista di una loro integrazione<br />

personale e familiare di grande rilievo<br />

e ricaduta sociale.<br />

GRAZIELLA MERLATTI<br />

ASSISTENZA Progetto per umanizzarne la qualità<br />

Per un ospedale sempre più<br />

a misura di bambino<br />

ROMA, dicembre.<br />

«Incontri per l'umanizzazione e la<br />

qualità dell'assistenza sanitaria in età<br />

evolutiva»: questo il titolo del convegno<br />

socio-sanitario, promosso dal Progetto<br />

Andrea e dall'AGE (Associazione Genitori),<br />

che si terrà il 12 e il 13 dicembre<br />

prossimi presso la Domus Mariae. Le tematiche<br />

più rilevanti sono state presentate<br />

nei giorni scorsi nel corso di una tavola<br />

rotonda presso l'ospedale Santo<br />

Spirito.<br />

Iniziamo col raccontare che cos'è il<br />

Progetto Andrea (dal significato etimologico<br />

greco: uomo) dicendo cioè che nasce<br />

nel 1995 col desiderio di realizzare<br />

all'interno delle strutture ospedaliere degli<br />

spazi a misura di bambino. Solo fino<br />

a un ventennio fa, era impensabile che<br />

un ragazzo potesse avere l'assistenza o<br />

la presenza costante della madre nella<br />

stanza della degenza.<br />

Oggi, che ciò è stato reso possibile, il<br />

Progetto Andrea ha scelto di andare an-<br />

Università Cattolica:<br />

a Piacenza<br />

la prima cattedra<br />

di Diritto delle migrazioni<br />

PIACENZA, dicembre.<br />

L'Università Cattolica del Sacro<br />

Cuore ha attivato presso la Facoltà<br />

di Giurisprudenza della sede di<br />

Piacenza, l'insegnamento di Diritto<br />

delle Migrazioni, che rappresenta<br />

una novità assoluta in ambito<br />

accademico. Questa scelta coniuga<br />

l'attenzione ai contenuti etici<br />

con un'offerta formativa all'avanguardia<br />

ed in linea con le esigenze<br />

della società: di fatto il fenomeno<br />

migratorio ha innescato<br />

dinamiche che rendono centrale<br />

la questione del diritto come strumento<br />

per avviare il cammino dell'integrazione<br />

nel segno della legalità<br />

e nel rispetto delle persone in<br />

movimento. Il corso si propone<br />

dunque di fornire agli studenti gli<br />

strumenti dottrinari e giurisprudenziali<br />

necessari per il divenire<br />

di una società multietnica.<br />

L'insegnamento è affidato alla<br />

professoressa Paola Scevi, membro<br />

della Consulta per i problemi<br />

degli stranieri immigrati e delle loro<br />

famiglie presso la Presidenza<br />

del Consiglio dei Ministri, nonché<br />

responsabile e docente di Diritto<br />

delle Migrazioni del Coordinamento<br />

Giuridico Migrantes voluto dalla<br />

Conferenza Episcopale dell'Emilia-Romagna.<br />

L'attivazione della cattedra di<br />

DirittodelleMigrazioni nella facoltà<br />

di Giurisprudenza di Piacenza<br />

assume un pregnante significato<br />

simbolico. Dalla città di Piacenza,<br />

infatti, con il Vescovo Giovanni<br />

BattistaScalabrini, proclamato Padre<br />

dei migranti dal Papa, ha avutoinizio<br />

nel 1887 l'azione sociale a<br />

favore dei migranti con iniziative<br />

ecclesiali e laicali. Questa città ed<br />

il suo territorio sono quindi storicamentelegatial<br />

tema migratorio.<br />

cora oltre: camere con pareti colorate,<br />

camici dai colori allegri e vivaci indossati<br />

da medici e infermieri, possibilità di<br />

portare giocattoli, spazi per ricevere<br />

amici e familiari, animatori, addirittura<br />

clown. Rendere sostanziale cioè un diritto,<br />

quello elementare del bambino di<br />

avere uno spazio adatto alle sue esigenze,<br />

che spesso rimane solo formale.<br />

Che un bambino abbia una realtà differente<br />

da quella dell'adulto è un fatto<br />

notorio. Che spesso i bambini siano costretti<br />

a vivere situazioni promiscue più<br />

grandi di loro è fatto che spesso passa<br />

in secondo piano. «È colpa dell'indifferenza<br />

— chiarisce Roberta Rocchi, pediatra<br />

e coordinatrice della tavola rotonda<br />

— della scarsa empatia che coinvolge<br />

troppe persone». E, d'accordo con lei, si<br />

pronunciano i relatori presenti. Franco<br />

Condò, direttore generale dell'Asl Rm E,<br />

sottolinea come sia importante formare,<br />

oltre agli spazi idonei per i bambini, anche<br />

personale esperto in una materia<br />

semplice, ma delicata e straordinariamente<br />

di rilievo quanto quella relativa<br />

all'infanzia.<br />

Don Sergio Pintor, direttore dell'Ufficio<br />

Pastorale Sanità della CEI, pone l'accento<br />

sull'umanizzazione come concetto<br />

pleonastico eppure paradossalmente urgente<br />

negli ospedali e nella società in genere.<br />

Sottolinea inoltre come sia indispensabile<br />

il lavoro di squadra per crescere<br />

con la comunicazione che non<br />

può non tenere conto dell'altro, come<br />

individuo e componente sociale.<br />

Ed è proprio in favore del lavoro di<br />

équipe che è nato il «network» «gli ospedali<br />

di Andrea», che il progetto omonimo<br />

ha realizzato in collaborazione con<br />

l'AGE e con la CEI. Il progetto Andrea<br />

ha oggi infatti un'estensione che comprende<br />

32 ospedali a misura di bambino.<br />

In Italia le presenze infantili al pronto<br />

soccorso e al ricovero aumentano costantemente,<br />

eppure il rapporto tra medicina<br />

pediatrica e quella adulta è pari a<br />

12 su 100.<br />

Il «network» finalizza la sua attività<br />

ad equilibrare questo rapporto, con la<br />

consapevolezza che non si dovrà puntare<br />

solo sulla quantità delle strutture e<br />

del personale pediatrico, ma soprattutto<br />

sulla qualità. Il Presidente della SIP (Società<br />

Italiana Pedriatri), Francesco Tancredi,<br />

fa presente come sia importante,<br />

principalmente per la guarigione del<br />

bambino, un ambiente più accogliente e<br />

più sereno, perché il calore umano ha<br />

un potere infinito che forse si usa poco,<br />

in generale, e non sempre si usa bene.<br />

Ci sono potenzialità da usare che non<br />

costano nulla in termini economici. Si<br />

tratta dell'amore, della pazienza, della<br />

comprensione, del dialogo, della cooperazione,<br />

della speranza. Concetti elementari<br />

sulla carta, difficili a volte da<br />

realizzarsi nella vita quotidiana.<br />

Giuseppe Di Chio, direttore sanitario<br />

dell'Asl di Latina, punta a fare conoscere<br />

i diritti sanitari al paziente, diritti<br />

spesso sconosciuti e quindi inutilizzati.<br />

Egli auspica un'educazione sanitaria più<br />

concreta dove protagonista sia lo stesso<br />

paziente. Claudio Pantano, direttore<br />

U.O. Pediatria di Latina, evidenzia la<br />

difficoltà nel realizzare una più accentuata<br />

umanizzazione, mentre Alberto<br />

Raponi, coordinatore del «Network», ne<br />

vede l'ostacolo maggiore nella solitudine<br />

che porta alla chiusura.<br />

LAURA PICCINELLI


IN ITALIA<br />

GIUSTIZIA Scontro anche sul mandato di cattura europeo – Precisazione di Ciampi<br />

Non si placano le polemiche<br />

che si estendono al Csm<br />

battere il terrorismo, che è un punto<br />

cruciale. Sul resto, bisogna prima uniformare<br />

i vari ordinamenti giudiziari».<br />

Intanto la risoluzione di maggioranza<br />

approvata martedì al Senato sta per essere<br />

tradotta in proposte di legge — informa<br />

l'Ansa — un vero e proprio pacchetto<br />

che entro gennaio dovrebbe essere<br />

presentato alla Camera. Coordinatore<br />

del progetto dovrebbe essere il deputato<br />

di An Gennaro Anedda. Ma come accennato,<br />

dopo le critiche dell'Associazione<br />

nazionale magistrati (Anm) con conseguenti<br />

dimissioni della giunta esecutiva,<br />

anche il Csm ha rivolto dure critiche al-<br />

TERRORISMO Anche Br-Pcc e Npr nell'elenco Usa<br />

Perquisite alcune aziende del Varesotto<br />

nell'ambito dell'inchiesta sui finanziamenti<br />

delle cellule eversive islamiche<br />

Cinque arresti<br />

per mafia<br />

nel Foggiano<br />

PAGINA<br />

ROMA, 7.<br />

Non si placano e anzi si estendono le<br />

polemiche sulla giustizia. Dopo le critiche<br />

mosse anche dal Csm (il plenum ne<br />

discuterà mercoledì 12) alla risoluzione<br />

della maggioranza, approvata martedì<br />

dal Senato, nuovi contrasti sono sorti<br />

tra maggioranza e opposizione dopo il<br />

no dell'Italia espresso a Bruxelles, in sede<br />

di Consiglio dei Ministri dell'Ue, alla<br />

proposta della Presidenza di turno belga<br />

di applicare il mandato di cattura europeo<br />

a 32 fattispecie di reato. L'Italia<br />

chiede invece che il provvedimento venga<br />

limitato a 6 fattispecie (terrorismo,<br />

criminalità organizzata; traffico di droga;<br />

traffico di armi; tratta di esseri umani;<br />

abusi sessuali su minori). La proposta<br />

italiana è stata respinta dalla Presidenza<br />

che, preso atto dell'impossibilità<br />

di raggiungere un accordo, ha deciso —<br />

informa l'Ansa — di rinviare il dossier ai<br />

leader dell'Ue al vertice di Laeken in<br />

programma il 14 e il 15 dicembre.<br />

Il segretario dei Ds Fassino ha sottolineato<br />

con questa posizione «siamo non<br />

isolati ma isolatissimi in Europa» e analoghi<br />

concetti hanno espresso gli altri<br />

maggiori esponenti dell'opposizione. E<br />

stamane l'Ulivo ha annunciato una mozione<br />

alla Camera che impegna il Governo<br />

a dire sì all'accordo Ue.<br />

Ma il ministro della Giustizia Castelli,<br />

che ha partecipato alla riunione di Bruxelles,<br />

ha replicato: «Non siamo affatto<br />

isolati, altri Paesi condividono le nostre<br />

posizioni e spero che si possa arrivare a<br />

un accordo. Con la nostra proposta —<br />

ha aggiunto — si può veramente com-<br />

MILANO, 7.<br />

Nuove perquisizioni sono state effettuate<br />

nell’ambito dell’inchiesta milanese<br />

che ha portato in carcere appartenenti<br />

alla presunta cellula eversiva del fondamentalismo<br />

islamico, che si ritiene collegata<br />

all’organizzazione «Al Qaeda» di<br />

Osama Bin Laden.<br />

In particolare la Guardia di Finanza<br />

ha eseguito ieri sei perquisizioni nei confronti<br />

di società del Varesotto delle quali<br />

sono soci e titolari degli italiani, che però<br />

non sarebbero ancora indagati. Queste<br />

società avrebbero intrattenuto rap-<br />

FOGGIA, 7.<br />

Cinque persone sono state arrestate<br />

dalla Polizia su ordine della<br />

procura generale di Bari dopo la<br />

sentenza di condanna definitiva<br />

da parte della Cassazione. Si tratta<br />

di appartenenti alla mafia foggiana,<br />

che secondo le indagini<br />

aveva stretto accordi con elementi<br />

di spicco della «’ndrangheta» calabrese<br />

per compiere omicidi, estorsioni<br />

e traffici di droga. A due di<br />

esse il provvedimento è stato notificato<br />

in carcere. Altre tre persone<br />

sono sfuggite alla cattura e vengono<br />

ricercate.<br />

porti d’affari con alcune cooperative di<br />

servizi che facevano capo ad alcuni dei<br />

personaggi arrestati nelle tre operazioni<br />

che la procura ha compiuto tra aprile e<br />

novembre.<br />

Le perquisizioni di ieri seguono quelle<br />

di lunedì scorso e hanno l’obiettivo di ricostruire<br />

i flussi finanziari che hanno interessato<br />

l’Italia e che derivano da attività<br />

imprenditoriali, formalmente lecite, di<br />

cellule italiane ritenute legate all’organizzazione<br />

di Osama Bin Laden.<br />

Il Gico della Guardia di Finanza è alla<br />

caccia di elementi per delineare il meccanismo<br />

usato, che passerebbe attraverso<br />

flussi di denaro giustificati da fatture<br />

false. L’ipotesi accusatoria, infatti, è che<br />

queste società si sarebbero servite delle<br />

cooperative legate agli islamici per mettere<br />

nei costi a bilancio fatture per operazioni<br />

inesistenti.<br />

In pratica, le società cooperative degli<br />

islamici staccavano fatture senza aver<br />

fornito servizi e ricevendo per questo un<br />

pagamento, probabilmente al nero visto<br />

che dalle società italiane a quelle islamiche<br />

non risultano flussi bancari.<br />

Si tratta della seconda fase di indagini<br />

finalizzate, spiegano gli investigatori, a<br />

ricostruire i flussi finanziari di possibili<br />

cellule islamiche collegate all'eversione<br />

internazionale, come quella milanese<br />

che si ritiene capeggiata da Essid Sami<br />

ben Khemais.<br />

E a proposito di gruppi eversivi, nei<br />

39 gruppi e organizzazioni aggiunti ieri<br />

alla «lista di esclusione» del Dipartimento<br />

di Stato degli Usa, compaiono anche<br />

due sigle italiane tristemente note: le Br<br />

– Partito comunista combattente e gli<br />

Npr (Nuclei proletari rivoluzionari).<br />

Fughe di gas a Sassari e Ancona:<br />

sfiorate altre due tragedie<br />

SASSARI, 7.<br />

Tragedie sfiorate, ieri, a Sassari e ad<br />

Ancona per due fughe di gas. Trenta famiglie<br />

sono state fatte sgomberare in un<br />

quartiere di Sassari per una fuga di gas<br />

da un serbatoio che aveva preso fuoco.<br />

L’allarme è scattato tempestivamente e i<br />

pompieri sono riusciti ad intervenire prima<br />

che si innescasse un’ esplosione.<br />

L’incendio si è sviluppato intorno alle<br />

6.30 di ieri da un bombolone interrato<br />

di un palazzo di via Castelsardo, nel<br />

quartiere di Monte Rosello, a Nord della<br />

città. Secondo una prima ricostruzione,<br />

il gas sarebbe fuoriuscito da una perdita<br />

del serbatoio e una scintilla avrebbe poi<br />

dato origine all’ incendio. Gli abitanti<br />

del condominio hanno raccontato di<br />

aver visto fiammate alte una decina di<br />

metri e sono quindi fuggiti in preda al<br />

panico. Sul posto sono arrivati i Vigili<br />

del fuoco e il servizio di protezione civile<br />

della Prefettura, oltre a Polizia e Carabinieri.<br />

I pompieri hanno subito domato<br />

le fiamme, ed ora sono in corso le<br />

operazioni di bonifica. Per precauzione<br />

le trenta famiglie del palazzo — nessuno<br />

è rimasto ferito — sono state trasferite<br />

per alcune ore in una scuola messa a disposizione<br />

dal Comune.<br />

14 .<br />

in primo piano<br />

Contrasti sull'Olaf<br />

tra il Governo<br />

e magistrati<br />

ROMA, 7.<br />

Anche su una questione particolare,<br />

oltre che sui temi generali<br />

della giustizia, si registrano contrasti<br />

tra Governo e magistratura.<br />

Si tratta della nomina dei tre magistrati<br />

italiani all'Olaf (l'Organismo<br />

europeo antifrodi). Il plenum<br />

del Csm ha infatti bocciato la richiesta<br />

del ministro della Giustizia<br />

Castelli di revocare il collocamento<br />

fuori ruolo dei tre magistrati,<br />

indispensabile perché possano ricoprire<br />

l'incarico europeo.<br />

Tre palazzi, un albergo, e la filiale di<br />

una banca sono stati fatti sgomberare,<br />

ieri, nel centro di Ancona per una grande<br />

fuga di gas fra via Leopardi e Corso<br />

Stamira, nel pieno centro cittadino. Un<br />

centinaio le persone allontanate dalle loro<br />

case e dagli uffici. Vigili del fuoco e<br />

tecnici del Consorzio Gorgovivo hanno<br />

individuato il punto in cui si è verificata<br />

la rottura della tubazione con la conseguente<br />

perdita di gas metano. Si tratta<br />

di una vecchia conduttura in ghisa (la<br />

maggior parte delle condutture era stata<br />

sostituita all’epoca del terremoto) posta<br />

a 1,5-2 metri di profondità, all’angolo<br />

tra l’Hotel Roma e Pace e l’ex libreria<br />

Fagnani. Forse si è trattato di una sola<br />

perdita, in un punto specifico. Quella<br />

danneggiata è comunque una linea di<br />

gas a media pressione, superiore a 5 atmosfere.<br />

L’area è stata completamente<br />

transennata dai vigili urbani.<br />

Momenti di preoccupazione si sono<br />

vissuti per un’ anziana di 93 anni che<br />

abita nella zona dove si è verificata la<br />

fuga di gas; una signora non autosufficiente<br />

che è stata portata fuori a braccia<br />

dai vigili del fuoco, mentre un’ ambulanza<br />

giungeva sul posto per prestarle<br />

alcune cure.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 8 Dicembre 2001<br />

GIUSTIZIA: NUOVI SPUNTI DI CONTRASTO Si intensificano<br />

le polemiche sulla giustizia. Dopo le critiche<br />

mosse anche dal Csm alla risoluzione della<br />

maggioranza, approvata martedì dal Senato, nuovi<br />

contrasti sono sorti tra maggioranza e opposizione<br />

dopo il «no» dell'Italia alla proposta di applicare il<br />

mandato di cattura europeo a 32 tipi di reato.<br />

VIA LIBERA ALLE GRANDI OPERE PUBBLICHE Il<br />

Senato ha approvato in via definitiva la legge sulle<br />

la risoluzione della maggioranza soprattutto<br />

per il riferimento, contenuto nel<br />

documento, «a pretese riunioni di magistrati<br />

volte a ricercare mezzi e metodi<br />

per disapplicare la legge sulle rogatorie».<br />

La denuncia di riunioni «è di gravità eccezionale<br />

— affermano i firmatari della<br />

proposta di discussione — ma generica.<br />

Il Csm ha il dovere di chiedere informazioni<br />

più precise. Una aprioristica qualificazione<br />

degli incontri di studio svolti<br />

sotto il patrocinio del Csm come iniziative<br />

potenzialmente o di fatto illegittime<br />

costituirebbe un vulnus all'autonomia<br />

del Csm».<br />

Quanto alle dimissioni della giunta<br />

esecutiva dell'Anm, il presidente dell'associazione,<br />

Giuseppe Gennaro, ha affermato<br />

che sulla decisione «non ci sarà<br />

nessun ripensamento a meno che non si<br />

decida di puntare sull'efficienza e sul recupero<br />

di produttività nel campo della<br />

giustizia anziché sulle riforme politiche<br />

indicate dalla maggioranza». Ma il presidente<br />

della commissione Giustizia della<br />

Camera Gaetano Pecorella (Forza Italia)<br />

giudica le dimissioni «solo una manovra<br />

elettorale di Gennaro, visto che il suo<br />

mandato era ormai in scadenza».<br />

Infine, c'è da registrare una dichiarazione<br />

del Presidente della Repubblica<br />

Ciampi il quale ieri, prima di lasciare il<br />

Portogallo, ha sottolineato — informa<br />

l'Ansa — che non c'era alcun suo riferimento<br />

alla polemica sui rapporti tra politica<br />

e magistratura nelle parole con le<br />

quali egli ha voluto ricordare l'importanza<br />

della divisione dei poteri dello Stato e<br />

della loro collaborazione reciproca.<br />

Ricorso al Tar<br />

contro la nomina<br />

del primo presidente<br />

della Cassazione<br />

ROMA, 7.<br />

Dopo l'annullamento, da parte del<br />

Consiglio di Stato, della nomina del procuratore<br />

generale della Cassazione Francesco<br />

Favara, rischia di avere una stessa<br />

sorte anche la nomina dell'attuale primo<br />

presidente della Suprema Corte Nicola<br />

Marvulli, impugnata davanti al Tar del<br />

Lazio.<br />

A presentare ricorso davanti al Tribunale<br />

amministrativo del Lazio è stato il<br />

presidente della Corte d'Appello di Bari<br />

Giacinto De Marco il quale contesta, anche<br />

in questo caso — riferisce l'Ansa —<br />

la legittimità della procedura adottata<br />

dal Csm e cioè dello speciale concorso<br />

su chiamata riservato ad una ristretta<br />

rosa di magistrati, il cosiddetto interpello.<br />

Tale procedura è stata appunto bocciata<br />

dal Consiglio di Stato che ha annullato<br />

la nomina del procuratore generale<br />

della Cassazione Francesco Favara<br />

rendendo di fatto necessario per il Csm<br />

bandire un nuovo concorso, questa volta<br />

aperto a tutti i magistrati.<br />

La nomina del procuratore generale<br />

della Cassazione è comunque questione<br />

di giorni. Già lunedì prossimo infatti —<br />

informa ancora l'Ansa — la commissione<br />

per gli incarichi direttivi del Csm dovrebbe<br />

indicare il proprio candidato<br />

scelto in una rosa di sette «aspiranti» tra<br />

i quali c'è lo stesso Favara. Una volta<br />

formalizzata la proposta della commissione<br />

e dopo che il ministro della Giustizia<br />

avrà espresso il proprio consenso,<br />

spetterà al plenum procedere alla nomina,<br />

che si conta possa avvenire entro le<br />

ferie natalizie e comunque prima dell'inaugurazione<br />

dell'anno giudiziario.<br />

L'efferato omicidio<br />

per un motorino<br />

a Napoli: indagini<br />

NAPOLI, 7.<br />

Sono concentrate negli ambienti della<br />

criminalità della periferia settentrionale,<br />

ed in particolare a Secondigliano, le indagini<br />

per identificare i responsabili della<br />

morte del 35enne Giacomo Selva,<br />

l’uomo morto in ospedale per le conseguenze<br />

dell’aggressione, avvenuta la<br />

notte precedente, da parte di due balordi<br />

che intendevano impossessarsi del<br />

suo motorino.<br />

Mentre è stata intensificata la sorveglianza<br />

in periferia, gli investigatori hanno<br />

interrogato numerose persone nel<br />

tentativo di ricostruire la dinamica dell’episodio<br />

e individuare gli aggressori.<br />

Sulle indagini viene mantenuto uno<br />

stretto riserbo: tutto lascia credere comunque<br />

che i responsabili appartengano<br />

a una banda di balordi del luogo.<br />

All’obitorio del Policlinico è stata intanto<br />

eseguita l’autopsia. Gli inquirenti<br />

intendono chiarire, tra l’altro, se le lesioni<br />

al cuore della vittima siano state<br />

provocate direttamente dalle percosse<br />

inferte dai rapinatori o a seguito del violento<br />

urto conseguente al tamponamento,<br />

da parte dei malviventi, del motorino<br />

sul quale viaggiava Giacomo Selva.<br />

infrastrutture. Vede quindi la luce, dopo mesi di<br />

scontri a colpi di emendamenti e di polemiche anche<br />

interne alla maggioranza, la legge che taglia<br />

tempi e burocrazia per le grandi infrastrutture che<br />

trasformeranno l’Italia in un «grande cantiere» come<br />

ha detto il Premier Berlusconi.<br />

SEMPLIFICAZIONI FISCALI Varato dal Consiglio<br />

dei ministri l’atteso regolamento con le semplificazioni<br />

fiscali proposto dal ministro dell’Economia,<br />

SVILUPPO Il «sì» definitivo del Senato al testo Lunardi<br />

Infrastrutture:<br />

approvata la legge<br />

ROMA, 7.<br />

L’Assemblea di Palazzo Madama ha<br />

approvato ieri in via definitiva la legge<br />

Lunardi sulle infrastrutture. A favore si<br />

sono espressi i gruppi di maggioranza,<br />

contro quelli di opposizione. Il provvedimento<br />

contiene una delega al Governo<br />

per la realizzazione di grandi opere ed è<br />

un tassello fondamentale per la realizzazione<br />

del programma dei 100 giorni del<br />

Governo Berlusconi. Vede quindi la luce<br />

la legge- obiettivo, dopo mesi di scontri<br />

a colpi di emendamenti (una pioggia di<br />

2.300 quelli del centro-sinistra al suo debutto<br />

al Senato) e di polemiche anche<br />

interne alla maggioranza, sulla legge che<br />

taglia tempi e burocrazia per le grandi<br />

infrastrutture, pensata per trasformare<br />

«l’Italia in un grande cantiere» ha detto<br />

il premier Silvio Berlusconi. Travagliato<br />

l’iter della legge del ministro Pietro Lunardi<br />

sulle grandi opere, con un primo<br />

passaggio a Palazzo Madama, dove era<br />

stata approvata il 3 agosto, per poi approdare<br />

alla Camera dove era passato<br />

un emendamento di Prc sullo smaltimento<br />

dei rifiuti, con un colpo di spugna<br />

alle modifiche alla legge Ronchi<br />

previste nel testo originario. A breve il<br />

Governo dovrà individuare «le infrastrutture<br />

pubbliche e private e gli insediamenti<br />

produttivi strategici e di preminente<br />

interesse nazionale da realizzare<br />

per la modernizzazione e lo sviluppo del<br />

Paese».<br />

Sempre ieri è giunto l’atteso regolamento<br />

con le semplificazioni fiscali, che<br />

proposto dal ministro dell’Economia,<br />

Giulio Tremonti, è stato varato dal Con-<br />

Spacciavano droga<br />

con un complice<br />

in Tribunale:<br />

12 arresti a Verona<br />

ROMA, 7.<br />

Nel Veneto, quattro persone sono state<br />

arrestate dal nucleo operativo dei carabinieri<br />

del comando provinciale di Verona,<br />

nell’ambito di un’inchiesta su un<br />

traffico di droga che ha portato già all’arresto<br />

di 12 persone tra cui un dipendente<br />

del tribunale scaligero che informava<br />

gli indagati delle indagini avviate<br />

nei loro confronti.<br />

Con questi ultimi arresti si è così conclusa<br />

l’operazione denominata «Perla<br />

Nera», avviata nel settembre 2000 quando<br />

i militari dell’Arma sospettarono un<br />

commesso del tribunale di Verona, degli<br />

uffici del giudice per le indagini preliminari,<br />

di passare appunto informazioni in<br />

cambio di droga.<br />

Gli investigatori scoprirono successivamente<br />

che un nutrito gruppo di persone<br />

prevalentemente appartenenti alla<br />

borghesia veronese, era dedito all’acquisto,<br />

alla cessione e all’intermediazione,<br />

oltre che al consumo di cocaina.<br />

In Piemonte, circa 12 mesi di indagini,<br />

condotte dai carabinieri di Rivoli e<br />

dalla polizia giudiziaria torinese coordinate<br />

dalla Procura del capoluogo piemontese,<br />

hanno portato all’arresto di 18<br />

persone, italiani, algerini, marocchini ed<br />

albanesi, che gestivano un vasto traffico<br />

di droga fra Torino e Milano.<br />

L’inchiesta, partita dopo l’arresto nel<br />

settembre del 2000 di una donna accusata<br />

di spacciare eroina e cocaina nella zona<br />

del vecchio tribunale, ha anche portato<br />

al sequestro di oltre 8 chilogrammi<br />

di eroina purissima e di 120 milioni di lire<br />

in contanti.<br />

siglio dei Ministri. Contiene molte novità<br />

relative agli adempimenti e quindi avrà<br />

un impatto deciso sul rapporto fiscocontribuenti.<br />

Il regolamento prevede tra<br />

l'altro: niente più dichiarazioni Iva mensili<br />

a partire dal 2002, ma solo una «comunicazione»<br />

annuale da consegnare a<br />

febbraio per finalità Ue. Ma anche date<br />

certe per la dichiarazione Irpef: il versamento<br />

fissato il 31 maggio e poi la consegna<br />

stabilità, non più di anno in anno,<br />

ma definitivamente il 31 luglio per i moduli<br />

cartacei e il 31 ottobre per la consegna<br />

telematica. E poi l’unificazione delle<br />

scritture contabili fiscali a quella a fini<br />

civilistici.<br />

Intanto sul fronte della manovra economica<br />

è ripreso questa mattina l’esame<br />

della Finanziaria in commissione Bilancio<br />

a Montecitorio. La commissione dovrebbe<br />

concludere i lavori nell'odierna<br />

giornata. Nella riunione notturna di ieri,<br />

intanto, la commissione Bilancio della<br />

Camera ha dato il via libera al maxiemendamento<br />

presentato dal relatore,<br />

Gianfranco Conte. È stata bocciata la<br />

parte che riguarda la sanatoria per le liti<br />

fiscali, ma questo non dovrebbe creare<br />

problemi di copertura per tutti gli altri<br />

provvedimenti contenuti in questa «mini-manovra».<br />

Tra i provvedimenti passati<br />

con il maxiemendamento la proroga<br />

fino al 31 dicembre 2002 delle agevolazioni<br />

per le ristrutturazioni edilizie in favore<br />

delle famiglie, un pacchetto di agevolazioni<br />

per l’agricoltura (360 miliardi)<br />

ed aiuti per il Mezzogiorno. Sono previste<br />

inoltre norme per la ricerca e lo sviluppo<br />

e una cifra di 300 miliardi per ridurre<br />

la differenza tra Nord e Sud nel<br />

costo del gas metano.<br />

Si continua<br />

a morire<br />

sui luoghi<br />

di lavoro<br />

FEDERALISMO Mentre le Regioni premono<br />

L'Esecutivo rinvia di nuovo<br />

il ddl sulla «devolution»<br />

ROMA, 7.<br />

Oltre a quello della giustizia, è il federalismo<br />

il nuovo fronte «caldo» che si<br />

sta aprendo per il Governo. Un fronte<br />

delicato anche per la maggioranza, chiamata<br />

a rinsaldare una unità appena ritrovata<br />

dopo le divergenze registratesi<br />

sul «caso Taormina».<br />

Ieri il Consiglio dei ministri ha nuovamente<br />

rinviato la decisione sul disegno<br />

di legge sulla «devolution» preparato da<br />

Umberto Bossi, e secondo diversi commenti<br />

ciò rappresenta un segnale che<br />

qualcosa ancora non va; magari solo sul<br />

piano tecnico, come assicura il ministro<br />

La Loggia. Sta di fatto che il Governo<br />

continua a prendere tempo.<br />

Il rinvio, tra l'altro, è arrivato proprio<br />

nel giorno in cui le Regioni, comprese<br />

quelle governate dal centro destra, hanno<br />

minacciato di abbandonare la «cabina<br />

di regìa» per l’attuazione della riforma<br />

approvata nel referendum del 7 ottobre<br />

scorso. Una minaccia accompagnata<br />

dall’accusa di lesione delle loro competenze,<br />

e da un avvertimento: saranno<br />

pronte a passare all’esercizio diretto delle<br />

proprie competenze ricorrendo, se necessario,<br />

anche alla Corte Costituzionale<br />

contro il Governo.<br />

Al di là degli «approfondimenti tecnici»<br />

indicati come necessari sia sulla «devolution»<br />

sia per quanto riguarda i rapporti<br />

con le Regioni, il Presidente Berlusconi<br />

si trova a dover mediare. Da una<br />

parte c’è il testo predisposto da Bossi;<br />

dall’altra i tanti emendamenti proposti<br />

dai ministri. Ed è stato lo stesso Vicepremier,<br />

Fini, in Consiglio che ha indi-<br />

Premio della Solidarietà alle Misericordie d'Italia<br />

FIRENZE — È stato conferito alle Misericordie d’Italia il «Premio della Solidarietà<br />

2001», assegnato dal Centro studi Giuseppe Donati di Pistoia. Il riconoscimento<br />

sarà consegnato a Gianfranco Gambelli, attuale presidente<br />

della Confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia, nel corso di una<br />

cerimonia che si svolgerà domenica 9 dicembre nel Palazzo Comunale di<br />

Pistoia, in occasione della «Giornata della Pace, della cultura e della solidarietà».<br />

Il Premio della Solidarietà è stato assegnato, si legge nella motivazione,<br />

«alle Confraternite delle Misericordie d’Italia, massima espressione<br />

del volontariato verso gli ammalati, i colpiti da calamità naturale, le vittime<br />

delle guerre, i carcerati, i malati terminali e gli affetti da Aids con una<br />

assistenza domiciliare, ambulatoriale e ospedaliera, telesoccorso e teleassistenza,<br />

per onorare Dio con gratuità e anonimato seguendo l’evangelico<br />

esempio del buon samaritano».<br />

Legano anziana ad una sedia e la rapinano<br />

PALERMO — Un'anziana signora è stata legata ad una sedia da due banditi<br />

che venerdì mattina hanno fatto irruzione nel suo appartamento. I banditi si<br />

sono introdotti nell’abitazione di A. S., 76 anni, con il pretesto di mostrarle<br />

dei corredi. Una volta che la donna li ha fatti entrare i rapinatori l’hanno<br />

immobilizzata legandola. Così hanno avuto tutto il tempo di mettere a soqquadro<br />

l’appartamento portando via un milione 400 mila lire. L’anziana donna<br />

fortunatamente sta bene.<br />

Battellofasbarcare170clandestinieprendefuoco<br />

LECCE — Un battello fluviale di 20 metri, che poco prima aveva fatto sbarcare<br />

su una spiaggia vicina 170 clandestini, e con a bordo ancora 22 persone,<br />

è giunto venerdì mattina all’imboccatura del porto di Santa Maria di<br />

Leuca avvolto dal fumo di un incendio scoppiato a bordo. Le 22 persone sono<br />

state tutte soccorse dalla Guardia costiera e portate a riva. L’incendio<br />

non era grave ed è stato presto spento: aveva preso fuoco la pompa dell’olio,<br />

circostanza che ha prodotto un fumo molto intenso, facendo ritenere ai<br />

soccorritori che le fiamme fossero molto più estese del reale. Per il momento<br />

non si sa donde provenisse il battello. Gli altri 170 extracomunitari,<br />

iracheni di etnia curda, sono stati trovati sulla costa circostante. Quattro di<br />

loro, tutti uomini, sono stati ricoverati nel vicino ospedale di Tricase per un<br />

principio di assideramento.<br />

Tremonti. Tra le novità: niente più dichiarazioni Iva<br />

mensili a partire dal 2002 e date certe per la dichiarazione<br />

Irpef.<br />

LOTTA AL TERRORISMO: Perquisizioni sono state<br />

effettuate in aziende del Varesotto nell’ambito dell’inchiesta<br />

milanese che ha portato in carcere appartenenti<br />

alla presunta cellula eversiva del fondamentalismo<br />

islamico, che si ritiene collegata all’organizzazione<br />

«Al Qaeda» di Osama Bin Laden.<br />

VICENZA, 7.<br />

Ancora morte sui luoghi di lavoro. Un<br />

quotidiano stillicidio di lutti che non accenna<br />

ad interrompersi, riproponendo<br />

con urgenza i problemi della sicurezza,<br />

troppo spesso disattesa se non addirittura<br />

omessa. Anche ieri due operai sono<br />

morti e una terza persona è stata colta<br />

da malore in un incidente avvenuto, ieri<br />

sera, all’interno dello stabilimento della<br />

«Zambon Group» nella zona industriale<br />

di Vicenza.<br />

Le due giovani vittime, Michele Giuseppe<br />

Falletta, 29 anni, di Fidenza (Parma)<br />

e Loris Efosi (19) di San Lorenzo<br />

Castel Arquato (Piacenza), sono decedute<br />

per asfissia dentro una cisterna, al cui<br />

interno vi erano residui di azoto gassoso.<br />

I due giovani stavano installando un<br />

nuovo impianto all’interno della fabbrica,<br />

che è in fase di allestimento.<br />

Secondo una prima ricostruzione effettuata<br />

dai Vigili del Fuoco, uno di essi<br />

sarebbe sceso all’interno del contenitore,<br />

del volume di circa 9 metri cubi, e si<br />

sarebbe sentito male; il secondo, sceso<br />

per soccorrere il collega, avrebbe fatto<br />

in tempo a chiamare aiuto, attirando<br />

l’attenzione di un terzo operaio, che stava<br />

lavorando in un altro punto dello stabilimento.<br />

Quest’ultimo ha raccontato di<br />

aver cercato di far risalire uno dei due,<br />

ma di essere stato colto da malore a sua<br />

volta; l'uomo è stato costretto ad allontanarsi<br />

per chiedere soccorso.<br />

Una volta giunti sul posto, i vigili del<br />

fuoco non hanno potuto far altro che<br />

constatare la morte dei due operai.<br />

cato le conseguenze delle varie opzioni<br />

sul tappeto. In più, come hanno riferito<br />

alcuni ministri, Fini avrebbe ricordato<br />

che la riforma della devolution deve<br />

avere un raccordo con tutta la normativa<br />

del Diritto comunitario.<br />

Si tratta di una questione che ha diversi<br />

aspetti, oltre che tecnici, istituzionali<br />

e politici. C’è una riforma costituzionale<br />

già approvata che deve essere<br />

attuata; ci sono le Regioni e l’opposizione<br />

che reclamano l’applicazione di questa<br />

riforma; c’è una maggioranza che<br />

deve approvare una nuova riforma (che<br />

è tra l'altro alla base del patto stretto tra<br />

Polo e Lega) ma che al tempo stesso deve<br />

armonizzare le sue decisioni con le<br />

norme già approvate tranquillizzando<br />

quei ministri che, in concreto, vedranno<br />

diminuite le loro competenze una volta<br />

che queste saranno definitivamente passate<br />

alle Regioni.<br />

Per la soluzione di questa complesso<br />

problema il Consiglio dei ministri si è<br />

dato altro tempo, definendo però anche<br />

un termine e impegnandosi ad approvare<br />

il testo nella prossima riunione. Una<br />

decisione accompagnata da dichiarazioni<br />

di La Loggia da un lato e di Bossi<br />

dall’altro che escludono spaccature all'interno<br />

del Governo.<br />

Le forze di opposizione, invece, parlano<br />

di divisioni nella maggioranza e rilevano<br />

che, mentre si parla di devolution<br />

senza decidere, stanno andando avanti<br />

decisioni concrete su temi come l’agricoltura,<br />

il turismo e le attività produttive,<br />

che vanno in direzione dell’accentramento<br />

anziché in quello del federalismo.<br />

Catania: trovata<br />

la madre della bimba<br />

abbandonata<br />

CATANIA, 7.<br />

È stata identificata dalla Polizia la madre<br />

della neonata abbandonata ieri mattina<br />

sulla spiaggia di Catania. È una<br />

donna nubile di 27 anni, trovata dagli<br />

agenti al quartiere Librino, alla periferia<br />

del capoluogo etneo, dove vive presso<br />

gli anziani nonni.<br />

La donna è apparsa agli agenti in forte<br />

stato confusionale, al punto che — riferisce<br />

l'Ansa — gli investigatori ritengono<br />

che non si renda neppure conto di<br />

aver abbandonato la piccola, della quale<br />

non ha chiesto notizie.<br />

Le condizioni della bambina, che ha<br />

otto mesi, non preoccupano i sanitari<br />

del reparto di neonatologia dell'ospedale<br />

catanese «Garibaldi» dove il primario,<br />

prof. Giuseppe D'Asero, l'ha visitata trovandola<br />

«in buone condizioni di salute e<br />

anche in crescita». «La bambina era tenuta<br />

bene — ha sottolineato un pediatra<br />

dell'ospedale — vestita in maniera dignitosa<br />

e sufficientemente nutrita». La piccola<br />

ieri, dopo essere stata visitata, si è<br />

tranquillamente addormentata tra le<br />

braccia di un'assistente di Polizia, la<br />

quale, dopo aver consultato il marito, si<br />

è detta disponibile ad un eventuale affido<br />

della bambina.


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Anno CXLI - N. 283 (42.921) CITTÀ DEL VATICANO Lunedì-Martedì 10-11 Dicembre 2001<br />

All'Angelus Giovanni Paolo II rinnova l'incalzante invito a vivere il giorno di digiuno<br />

per implorare da Dio «una pace stabile, fondata sulla giustizia»<br />

Venerdì 14 dicembre l'umanità è chiamata<br />

a mobilitare le sue migliori energie<br />

«Carissimi Fratelli e Sorelle!<br />

1.Per venerdì prossimo, 14 dicembre, ho<br />

invitato i cattolici a vivere un giorno di digiuno<br />

per implorare da Dio una pace stabile,<br />

fondata sulla giustizia. Questa iniziativa ha<br />

incontrato l’adesione anche da parte di fedeli<br />

di altre religioni, in particolare di ebrei e musulmani,<br />

come pure di tante persone di buona<br />

volontà.<br />

Nell’attuale complessa situazione internazionale,<br />

l’umanità è chiamata a mobilitare le<br />

sue migliori energie, perché l’amore prevalga<br />

sull’odio, la pace sulla guerra, la verità sulla<br />

menzogna, il perdono sulla vendetta.<br />

2.La pace o la violenza germogliano dal<br />

cuore dell’uomo, sul quale Dio solo ha potere.<br />

Convinti di ciò, i credenti adottano da<br />

sempre contro i più gravi pericoli le armi del<br />

digiuno e della preghiera, accompagnandoli<br />

con opere di carità concreta.<br />

Il digiuno esprime dolore per una grave<br />

sventura, ma pure la volontà di assumerne in<br />

qualche misura la responsabilità, confessando<br />

i propri peccati ed impegnandosi a convertire<br />

il cuore e le azioni a una maggiore giustizia<br />

verso Dio e verso il prossimo. Digiunando<br />

si riconosce con fiduciosa umiltà che un autentico<br />

rinnovamento personale e sociale non<br />

può che venire da Dio, dal quale tutti radicalmente<br />

dipendiamo. Il digiuno consente poi di<br />

condividere il pane quotidiano con chi ne è<br />

privo, al di fuori di ogni pietismo o ingannevole<br />

assistenzialismo.<br />

Mentre auspico che l’intero Popolo di Dio<br />

possa compiere il digiuno di venerdì prossimo<br />

in spirito di fede, di umiltà e di mitezza,<br />

ringrazio i Pastori diocesani per la cura con<br />

cui stanno preparando questa giornata nelle<br />

loro Comunità.<br />

3.Quest’iniziativa assume per noi cristiani<br />

un singolare significato, perché siamo nel<br />

tempo di Avvento, tempo di speranza in cui<br />

siamo chiamati ad impegnarci nel preparare<br />

le vie del Signore, venuto nella storia come<br />

Salvatore, e che ritornerà alla fine dei tempi<br />

come Giudice misericordioso. La data del 14<br />

dicembre coincide altresì con la fine del Ramadan,<br />

durante il quale i seguaci dell’Islam<br />

esprimono col digiuno la loro sottomissione<br />

all’Unico Dio. Auspico vivamente che il comune<br />

atteggiamento di religiosa penitenza accresca<br />

la comprensione reciproca tra cristiani<br />

e musulmani, chiamati più che mai, nell’epoca<br />

attuale, ad essere insieme costruttori di<br />

giustizia e di pace.<br />

La Vergine Maria, che ieri abbiamo solennemente<br />

celebrato e che anche i musulmani<br />

venerano con devota ammirazione, ci assista<br />

e ottenga per il mondo intero la pace».<br />

(Giovanni Paolo II, Angelus, 9 Dicembre)<br />

PREFETTURA DELLA CASA PONTIFICIA<br />

Attività del Santo Padre nelle festività natalizie<br />

11 DICEMBRE MARTEDÌ<br />

Alle ore 17.30 nella Basilica Vaticana Giovanni<br />

Paolo II celebrerà la S. Messa per gli<br />

Universitari, in preparazione al Natale.<br />

16 DICEMBRE DOMENICA<br />

All’Angelus delle ore 12 in Piazza San Pietro,<br />

il Santo Padre benedirà i «Bambinelli»<br />

dei Presepi delle Parrocchie, degli Oratori<br />

Romani, delle Scuole e delle Famiglie.<br />

22 DICEMBRE SABATO<br />

Alle ore 11.30 nella Sala Clementina del<br />

Palazzo Apostolico, il Santo Padre accoglierà<br />

in Udienza gli Eminentissimi Signori Cardinali,<br />

la Famiglia Pontificia, la Curia e la Prelatura<br />

Romana, per la presentazione degli<br />

auguri natalizi.<br />

24 DICEMBRE LUNEDÌ<br />

A mezzanotte, nella Basilica Vaticana,<br />

Sua Santità presiederà la celebrazione della<br />

Santa Messa della Notte di Natale.<br />

8 Dicembre: la preghiera del Santo Padre<br />

ai piedi della colonna dell'Immacolata<br />

Veniamo a Te<br />

perché gli animi,<br />

liberati<br />

dai fumi dell'odio,<br />

si aprano<br />

alperdono reciproco,<br />

alla solidarietà<br />

costruttiva<br />

e alla pace<br />

25 DICEMBRE MARTEDÌ<br />

Alle ore 12 dalla Loggia esterna della Basilica<br />

Vaticana il Santo Padre rivolgerà al<br />

mondo il Suo Messaggio natalizio e impartirà<br />

la Benedizione «Urbi et Orbi».<br />

26 DICEMBRE MERCOLEDÌ<br />

La consueta udienza generale settimanale<br />

è sospesa. A mezzogiorno, Giovanni Paolo II<br />

guiderà la preghiera mariana dell’Angelus in<br />

Piazza San Pietro<br />

31 DICEMBRE LUNEDÌ<br />

Alle ore 18 nella Basilica di S. Pietro, Sua<br />

Santità presiederà la celebrazione dei Vespri<br />

e del Te Deum di ringraziamento di fine anno.<br />

1 GENNAIO 2002 MARTEDÌ<br />

Solennità di Maria Santissima Madre di<br />

Dio, e Giornata Mondiale della Pace. Alle<br />

ore 10 nella Basilica Vaticana il Santo Padre<br />

celebrerà la Santa Messa.<br />

Pagina 6/7<br />

2 GENNAIO MERCOLEDÌ<br />

Ore 10.30 Udienza generale<br />

6 GENNAIO DOMENICA<br />

Solennità dell’Epifania del Signore. Alle<br />

ore 9 nella Basilica Vaticana, il Santo Padre<br />

celebrerà la Santa Messa e conferirà l’Ordinazione<br />

episcopale ad Arcivescovi e Vescovi<br />

eletti.<br />

10 GENNAIO GIOVEDÌ<br />

Sua Santità Giovanni Paolo II accoglierà<br />

in Udienza gli Eccellentissimi Membri del<br />

Corpo Diplomatico accreditato presso la<br />

Santa Sede, per gli auguri del nuovo anno,<br />

alle ore 11 nella Sala Regia.<br />

13 GENNAIO DOMENICA<br />

Festa del Battesimo di Gesù. Alle ore 10<br />

nella Cappella Sistina, il Santo Padre celebrerà<br />

la Santa Messa e amministrerà il Battesimo<br />

a un gruppo di neonati. Nel pomeriggio,<br />

Sua Santità farà visita al Presepio dei<br />

Netturbini a Via di Porta Cavalleggeri.<br />

NOSTRE<br />

INFORMAZIONI<br />

Il Santo Padre ha ricevuto questa<br />

mattina in udienza:<br />

Sua Beatitudine Raphaël I Bidawid,<br />

Patriarca di Babilonia dei Caldei (Iraq),<br />

con l'Ausiliare Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Shlemon Warduni,<br />

Vescovo titolare di Anbar dei Caldei, in<br />

visita «ad limina Apostolorum»;<br />

le loro Eccellenze Reverendissime i<br />

Monsignori:<br />

— Giovanni Angelo Becciu, Arcivescovo<br />

titolare di Roselle, Nunzio Apostolico<br />

in Angola, in São Tomé e Principe,<br />

con i Familiari;<br />

— Youssef Ibrahim Sarraf, Vescovo<br />

di Le Caire dei Caldei (Egitto), Visitatore<br />

Apostolico per i Caldei in Europa, in<br />

visita «ad limina Apostolorum»;<br />

— Michel Kassarji, Vescovo di Bariut<br />

dei Caldei (Libano), in visita «ad limina<br />

Apostolorum»;<br />

il Reverendissimo Padre Abate Yousif<br />

Ibrahim,O.A.C.,Amministratore Patriar-<br />

Il Papa al termine della preghiera mariana<br />

Porre fine alle violazioni dei diritti<br />

umani che sono all'origine<br />

deimovimentiforzatidellepopolazioni<br />

Nei prossimi giorni, i Rappresentanti di<br />

centoquaranta Stati firmatari si riuniranno<br />

a Ginevra per riaffermare la Convenzione<br />

del 1951, relativa allo status dei rifugiati,<br />

e il suo Protocollo del 1967. Auspico che<br />

tutte le nazioni mettano in atto la protezione<br />

legale per le persone, purtroppo assai<br />

numerose, costrette a fuggire dai propri<br />

Paesi, come pure per i cosiddetti «profughi<br />

interni». Possa il comune impegno<br />

porre fine alle gravi violazioni dei diritti<br />

umani, che sono all’origine di questi movimenti<br />

forzati.<br />

Agli universitari: «Vi invito<br />

a partecipare alla tradizionale Messa<br />

che celebrerò martedì»<br />

Si svolge, inoltre, in questi giorni, a Roma<br />

il «Forum europeo degli universitari»,<br />

con la partecipazione di numerose delegazioni<br />

nazionali, sul tema «Una cultura per<br />

l’Europa». Nel salutare gli universitari europei<br />

convenuti per questo significativo incontro,<br />

li invito a prendere parte, insieme<br />

ai loro colleghi di Roma, alla tradizionale<br />

Santa Messa per gli universitari, che celebrerò<br />

martedì prossimo, alle ore 17.30,<br />

nella Basilica di San Pietro.<br />

Il Santo Padre al termine del concerto<br />

offerto dal Coro e dall'Orchestra<br />

della Filarmonica di Varsavia<br />

È risuonato per tutti l'invito<br />

ad essere costruttori<br />

di speranza e di pace<br />

Pagina 5<br />

Messaggio ai partecipanti all'Incontro nazionale<br />

dei giovani dell'Azione Cattolica<br />

Essere ogni giorno santi<br />

e missionari<br />

Pagina 4<br />

cale di Sulaimaniya dei Caldei (Iraq), in<br />

visita «ad limina Apostolorum».<br />

. .<br />

In data di ieri, domenica 9 dicembre,<br />

il SantoPadreha accettato la rinuncia al<br />

governo pastorale della Diocesi di Alleppey<br />

(India) presentata da Sua Eccellenza<br />

Reverendissima Monsignor Peter M.<br />

Chenaparampil, in conformità al canone<br />

401 § 2 del Codice di Diritto Canonico.<br />

Gli succede Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Stephen Athipozhiyil,<br />

Vescovo Coadiutore della medesima<br />

Diocesi. . .<br />

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia<br />

al governo pastorale della Diocesi di<br />

Melaka-Johor (Malaysia), presentata da<br />

Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor<br />

James Chan Soon Cheong, in conformità<br />

al canone 401 §1 del Codice di<br />

Diritto Canonico.


DAL MONDO<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

PAGINA<br />

TIPOGRAFIA VATICANA<br />

EDITRICE<br />

«<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong>»<br />

Redazione:<br />

via del Pellegrino<br />

00120 Città del Vaticano<br />

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a cura di Arturo Mari<br />

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Pubblietica sta lavorando ad un progetto teso all'incremento della diffusione de<br />

L'Osservatore Romano in collaborazione con alcune primarie aziende italiane.<br />

Lo sforzo del quotidiano della Santa Sede per diffondere la parola del Papa, soprattutto in<br />

questo particolare momento storico, può infatti essere validamente sostenuto da quanti<br />

condividono i valori propugnati dalla Chiesa cattolica.<br />

Alcune aziende hanno scelto L'Osservatore Romano come mezzo privilegiato e qualificato<br />

per divulgare il loro messaggio pubblicitario. Saranno queste aziende —<br />

sottoscrittrici di numerosi abbonamenti — a diffondere all'interno del proprio<br />

mondo di riferimento (sedi, clienti, collaboratori), questo giornale, questi valori.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 10-11 Dicembre 2001<br />

AFGHANISTAN Apprezzamento per l’accordo sull’Afghanistan<br />

raggiunto la settimana scorsa a Bonn<br />

è stato espresso dal Cancelliere tedesco Schroeder,<br />

e dal Presidente russo Putin, i quali hanno altresì<br />

sottolineato che ora tocca all’Onu fare il resto.<br />

RAID AEREI Nel fine settimana sono proseguite<br />

le azioni militari nella zona di Tora Bora, in Afghanistan,<br />

mentre viene riferito che Osama bin Laden<br />

sta tuttora guidando in battaglia circa mille uomini.<br />

AFGHANISTAN Ora tocca all'Onu metterlo in pratica — Powell a Mosca<br />

Putin e Schroeder soddisfatti<br />

per l'accordo raggiunto a Bonn<br />

Ancora<br />

raid aerei<br />

sui monti<br />

di Tora Bora<br />

KABUL, 10.<br />

Due aerei americani «B-52»<br />

hanno compiuto nel corso della<br />

notte numerosi raid nella zona<br />

montagnosa di Tora Bora, nell’Est<br />

dell’Afghanistan, dove si ritiene<br />

trovino rifugio gli uomini di «Al<br />

Qaeda» ed il loro capo Osama bin<br />

Laden. I due aerei, secondo la testimonianza<br />

di un corrispondente<br />

dell’agenzia «Afp», hanno sorvolato<br />

Tora Bora e compiuto una serie<br />

di incursioni. In precedenza,<br />

nella stessa area, c’erano stati<br />

passaggi a bassa quota di due caccia<br />

Usa, un «F-14» e un «F-16».<br />

Gli Stati Uniti vogliono che il<br />

mullah Omar, il leader dei Taleban,<br />

e Osama bin Laden, il capo<br />

della rete terroristica «Al Qaeda»,<br />

siano loro consegnati, quando e<br />

se saranno presi vivi. Lo ha ribadito<br />

ieri, in un’intervista televisiva,<br />

il vice Presidente americano,<br />

Dick Cheney. «Abbiamo fatto sapere<br />

molto chiaramente che ci<br />

aspettiamo che bin Laden e il<br />

mullah Omar e i loro luogotenenti<br />

ci siano consegnati», ha detto<br />

Cheney alla televisione «Nbc».<br />

La campagna in Afghanistan<br />

non è finita, perché «i nemici battuti<br />

a metà sono pericolosi» ha<br />

detto ieri il vice Segretario alla difesa<br />

americano, Paul Wolfowitz.<br />

Con parole diverse, questi messaggi<br />

sono stati lanciati, oltre che<br />

da Wolfowitz, dal vice Presidente<br />

Dick Cheney e dal capo di stato<br />

maggiore generale Richard Myers,<br />

il quale ha ricordato che il conflitto<br />

potrebbe continuare a lungo e<br />

coinvolgere un numero maggiore<br />

di Forze speciali, anche se il regime<br />

dei Taleban è ormai rovesciato<br />

e se i terroristi di «Al Qaeda»<br />

sono circondati nei loro rifugi.<br />

Intanto, mentre Burhanuddin<br />

Rabbani, il leader dell'Alleanza del<br />

Nord ancora riconosciuto dall'Onu<br />

come Presidente dell'Afghanistan,<br />

intende svolgere un ruolo<br />

nella fase di transizione, secondo<br />

quanto affermato ieri dal suo portavoce,<br />

il generale uzbeko, Rashid<br />

Dostum ha ribadito la sua contrarietà<br />

all'esito della conferenza interafghana<br />

di Bonn, ma si è impegnato<br />

a non ricorrere alla forza<br />

per ostacolare il Governo provvisorio.<br />

Gli Usa si sono detti certi<br />

che il generale uzbeko collaborerà<br />

con le nuove autorità di Kabul.<br />

Nel frattempo, Hamid Karzai è<br />

riuscito a trovare un accordo fra<br />

le fazioni in lotta per il controllo<br />

di Kandahar, abbandonata quattro<br />

giorni fa dai Taleban, ma lo<br />

stesso Capo del Governo provvisorio<br />

afghano ha ammesso che l'attuale<br />

instabilità «inevitabilmente»<br />

durerà ancora a lungo. La tregua<br />

è un'altra vittoria per l'ex mujaheddin<br />

diventato, con il sostegno<br />

americano, protagonista della<br />

politica afghana. Tutti i prigionieri<br />

politici, arrestati dai Taleban, saranno<br />

rilasciati in giornata.<br />

BERLINO, 10.<br />

Il Cancelliere tedesco, Gerhard<br />

Schroeder, e il Presidente russo, Vladimir<br />

Putin, nel loro incontro a Hannover,<br />

hanno espresso apprezzamento per<br />

l’accordo di Bonn sull’Afghanistan sottolineando<br />

che di più non si poteva raggiungere<br />

e che ora tocca all’Onu fare il<br />

resto con l’aiuto degli altri Paesi.<br />

In un colloquio di «quasi due ore»<br />

nell’abitazione privata di Schroeder ad<br />

Hannover, i due, a loro detta, hanno<br />

parlato di Afghanistan, Medio Oriente,<br />

Nato e relazioni bilaterali. In dichiarazioni<br />

ai giornalisti all’aeroporto prima<br />

della partenza dell’ospite, Schroeder e<br />

Putin hanno accennato ai temi discussi<br />

senza entrare in dettaglio. Sull’Afghanistan,<br />

Schroeder ha detto che si tratta<br />

ora di «mettere in pratica l’accordo di<br />

Bonn» su un Governo di transizione e<br />

che la parola tocca all’Onu «con l’aiuto<br />

di altri Paesi». È compito delle Nazioni<br />

Unite «creare le basi» per l’invio di truppe<br />

internazionali, ha detto rispondendo<br />

all’unica domanda accettata dopo le dichiarazioni<br />

congiunte. Putin si è congratulato<br />

con la Germania per il successo<br />

della conferenza di Bonn, e sull’accordo<br />

ha osservato che «non ci si poteva<br />

aspettare che facesse tutti felici al 100<br />

per cento». «Credo però — ha aggiunto<br />

il leader del Cremlino — che sia stato<br />

raggiunto il risultato migliore che ci si<br />

poteva aspettare». Sul Medio Oriente,<br />

Schroeder ha affermato che si sono detti<br />

«molto preoccupati» della situazione e<br />

hanno convenuto sulla necessità di<br />

«esercitare pressioni sulle due parti per<br />

fare diminuire la tensione» e rimettere<br />

in moto il processo di pace. Sulle relazioni<br />

bilaterali entrambi hanno sottolineato<br />

l’ottimo tenore e anche il rapporto<br />

di amicizia personale. Putin ha sottolineato<br />

che hanno parlato anche del rapporto<br />

fra Nato e Russia e di avere avuto<br />

il sostegno del Cancelliere Schroeder.<br />

Intanto, il Segretario di Stato americano,<br />

Colin Powell, è giunto ieri a Mosca<br />

per una visita di 48 ore sottolineando<br />

il «coordinamento degli sforzi» con la<br />

Russia per consentire l'attuazione degli<br />

accordi di Bonn sull'Afghanistan. Powell<br />

che è stato ricevuto questa mattina da<br />

Putin ha già discusso ieri sera con il Ministro<br />

degli esteri, Igor Ivanov, la campagna<br />

in Afghanistan ma anche le persistenti<br />

divergenze sulla stabilità strategica.<br />

Sul tappeto dei colloqui saranno anche<br />

l'avvicinamento della Russia alla Nato<br />

e la sempre più grave crisi in Medio<br />

Oriente, alla soluzione della quale sia<br />

Mosca che Washington sono fortemente<br />

impegnate. Powell ha iniziato la visita a<br />

Mosca rendendo omaggio alle vittime<br />

dell'attentato dell'8 agosto del 2000 che<br />

uccise 13 persone in un sottopassaggio<br />

al centro della capitale russa.<br />

Infine, il rappresentante dell'Onu per<br />

l'Afghanistan, Lakhdar Brahimi, al termine<br />

di un incontro a Roma con il Ministro<br />

degli esteri italiano, Renato Ruggiero,<br />

ha detto: «Contiamo moltissimo<br />

sull'Italia e sui suoi partner Ue». Ieri sera<br />

Brahimi ha incontrato anche l'ex Re<br />

Zahir Shah prima di partire per il Pakistan<br />

da dove raggiungerà Kabul.<br />

USA A tre mesi dall'attacco contro le Torri Gemelle<br />

Si scava ancora senza sosta<br />

nell'area del World Trade Center<br />

WASHINGTON, 10.<br />

Esce ancora fumo dai sotterranei di<br />

«Ground zero». A tre mesi dall'attacco<br />

terroristico agli Stati Uniti, nell'area dove<br />

sorgevano le Torri Gemelle — dominata<br />

ora dalla grande croce in acciaio<br />

formata da due traversine — resistono<br />

ancora focolai di incendi. Ma dalle macerie<br />

delle Twin Towers continuano ad<br />

essere recuperati cadaveri, quando ormai<br />

nessuno pensava di trovarne più.<br />

Negli ultimi due giorni, secondo fonti di<br />

stampa, sono stati trovati i corpi di non<br />

meno di 18 vigili del fuoco e di due dipendenti<br />

della «Port Authority», l’agenzia<br />

che gestiva il «World Trade Center».<br />

Nel corso di una perlustrazione sotto<br />

la massa di detriti, gli addetti alle operazioni<br />

di recupero avrebbero inoltre individuato<br />

un’area dove sono visibili un<br />

gran numero di cadaveri. I ritrovamenti<br />

sono i più consistenti dall’11 settembre.<br />

L’ultimo bilancio della tragedia di New<br />

York è di 3.057 vittime, con 486 corpi<br />

identificati e 1.983 certificati di morte<br />

emessi anche senza che siano stati individuati<br />

cadaveri. Altre 588 persone restano<br />

ufficialmente «disperse». Sotto le<br />

torri gemelle c’erano sei piani occupati<br />

da un centro commerciale e dalla metropolitana,<br />

dove adesso a bruciare sono<br />

soprattutto le riserve di gasolio. Video<br />

filmati nei sotterranei dagli addetti ai lavori<br />

mostrano macerie compatte in cui<br />

quelli che erano sette o otto piani dei<br />

grattacieli risultano compressi in blocchi<br />

non più alti di quattro metri. Rimuovere<br />

questa massa di metallo e detriti è il la-<br />

voro che impegnerà ancora per mesi<br />

operai e vigili del fuoco.<br />

Il Governo britannico ha nel frattempo<br />

reso noto che un «minuto di riflessione»,<br />

sarà osservato domani, contemporaneamente<br />

a una cerimonia analoga<br />

che si svolgerà negli Stati Uniti, a tre<br />

mesi esatti dagli attacchi terroristici dell’11<br />

settembre. Lo ha annunciato ieri<br />

Downing Street. Il Primo Ministro britannico<br />

Tony Blair e il Segretario di Stato<br />

Usa, Colin Powell, in visita in quel<br />

giorno a Londra — ha precisato un portavoce<br />

del Governo di Londra — parteciperanno<br />

assieme a questa cerimonia<br />

«semplice». Questo «momento di riflessione»<br />

sarà osservato alle 13.46 ora di<br />

Londra (le 14.46 in Italia, e le 8.46 sulla<br />

costa Est degli Usa), contemporaneamente<br />

a una cerimonia che il Presidente<br />

statunitense, George W. Bush, guiderà a<br />

New York nella stessa ora in cui, tre<br />

mesi fa, il primo aereo dei dirottatori si<br />

schiantò contro il World Trade Center.<br />

Secondo Downing Street, diversi Paesi<br />

aderenti alla campagna internazionale<br />

contro il terrorismo organizzeranno manifestazioni<br />

del genere. «Il tema della<br />

cerimonia è che non dobbiamo dimenticare,<br />

mai», ha dichiarato il portavoce<br />

britannico. «Non dobbiamo dimenticare<br />

le vittime, le loro famiglie, quelli che<br />

hanno cercato di salvare centinaia di<br />

persone e bisogna evidenziare la determinazione<br />

che ha unito la coalizione<br />

contro il terrorismo, affinché azioni del<br />

genere non si ripetano mai più», ha sottolineato<br />

il portavoce di Downing<br />

Street.<br />

Russia: le Forze federali<br />

preparano un'offensiva<br />

invernale in Cecenia<br />

MOSCA, 10.<br />

Le Forze armate russe si preparano<br />

ad un’offensiva invernale «antiterroristica»<br />

in Cecenia per tentare di giungere,<br />

anche sull’onda dei successi della campagna<br />

in Afghanistan, alla disfatta totale<br />

della guerriglia, secondo indicazioni di<br />

fonti ufficiali e ribelli. Dalla ripresa della<br />

guerra, nel 1999, il conflitto ha causato<br />

la morte di 11.000 mujaheddin e di<br />

3.500 soldati russi mentre 12.000 sono<br />

rimasti feriti. Migliaia i civili uccisi fra<br />

cui 350 bambini oltre a 1.000 minori feriti<br />

o invalidi. Gli sfollati sono oltre<br />

200.000 e i danni materiali enormi.<br />

Il Governo russo sostiene da tempo<br />

che la fase militare del conflitto è stata<br />

vinta e che quello che resta sono solo<br />

«formazioni terroristiche». Venerdì due<br />

Procuratori della Repubblica cecena sono<br />

rimasti uccisi in un attentato a Grozny.<br />

I due magistrati, secondo quanto ha<br />

riferito l'agenzia «Interfax», sono morti<br />

quando l'auto su cui si trovavano è saltata<br />

su una mina radiocomandata. È<br />

stato di nuovo annunciato per il prossimo<br />

anno il ritiro, già sospeso, delle<br />

«Forze non permanenti» cioè della maggior<br />

parte dei 50.000 uomini che ancora<br />

si trovano in Cecenia. Nell’inverno 2000<br />

all’epoca dell’ultima grande offensiva le<br />

truppe erano arrivate a oltre 90.000.<br />

USA Tre mesi dopo il tragico attacco dell'11 settembre,<br />

cerimonie commemorative delle vittime si<br />

sono tenute a New York e a Londra. Durante il fine<br />

settimana, tra le rovine delle Torri Gemelle a New<br />

York sono stati trovati altri corpi.<br />

PROFUGHI Un primo treno di aiuti per i civili afghani<br />

è transitato sul «ponte dell'amicizia», al confine<br />

tra Uzbekistan e Afghanistan. A Kabul ci sono<br />

tensioni per la mancata distribuzione di grano.<br />

MEDIO ORIENTE Nuovo attentato ad Haifa<br />

Israele rifiuta la tregua<br />

offerta dagli estremisti<br />

TEL AVIV, 10.<br />

I gruppi fondamentalisti islamici armati<br />

Hamas e Jihad islamica hanno offerto<br />

una tregua condizionata ad Israele<br />

in cambio della sospensione dei raid in<br />

Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. Un<br />

alto responsabile della sicurezza di Tel<br />

Aviv ha però respinto la proposta annunciando<br />

l'intenzione di continuare ad<br />

«agire per autodifesa» finché l’Autorità<br />

Palestinese (Ap) non fermerà gli attentati<br />

terroristici. Il cessate-il-fuoco è cominciato<br />

alla mezzanotte di ieri, (le 23 in<br />

Italia), per restare in vigore sino alla fine<br />

del Ramadan, che si conclude nella<br />

notte tra giovedì e venerdì.<br />

L'offerta è giunta dopo un nuovo attentato<br />

suicida ad una fermata dell'autobus<br />

di Haifa, che ha provocato la morte<br />

del kamikaze e il ferimento di otto persone.<br />

Il terrorista ha azionato il detonatore<br />

che portava indosso mentre alcuni<br />

agenti tentavano di bloccarlo avendolo<br />

riconosciuto come sospetto. Solo una<br />

parte dell'ordigno è scoppiata, mentre<br />

una seconda bomba è stata disinnescata<br />

dagli artificieri dopo che il terrorista è<br />

stato ucciso dalla polizia.<br />

Sul fronte diplomatico l’inviato Usa,<br />

Anthony Zinni, ha minacciato di abbandonare<br />

la mediazione in assenza di progressi.<br />

Il Primo Ministro israeliano, Ariel<br />

Sharon, che ieri mattina ha convocato il<br />

Governo nella sede del comando militare<br />

per la Cisgiordania, ha però annunciato<br />

che dopo gli ultimi episodi Israele<br />

dovrà «intensificare» le sue «attività contro<br />

il terrorismo».<br />

Stamani si è avuta però una nuova<br />

Aperta in Uzbekistan<br />

una nuova via<br />

per far arrivare aiuti<br />

ai profughi afghani<br />

KABUL, 10.<br />

Nuovi aiuti ai profughi sono giunti nei<br />

giorni scorsi in Afghanistan dall’Uzbekistan.<br />

Al termine di settimane di negoziati<br />

il Governo uzbeko ha ceduto alle pressioni<br />

della Francia, degli Stati Uniti e<br />

delle organizzazioni umanitarie e ha<br />

concesso la riapertura dopo quattro anni<br />

del «Ponte dell’Amicizia», sulla strada<br />

da Termez a Mazar-i-Sharif. Il primo<br />

treno, con a bordo mille tonnellate di farina,<br />

ha già utilizzato la nuova via.<br />

La struttura, costruita dai sovietici all’inizio<br />

degli anni '80 per favorire l’occupazione<br />

dell’Afghanistan, è oggi un simbolo<br />

di speranza: i soccorsi in transito<br />

potrebbero rivelarsi essenziali per la sopravvivenza<br />

di migliaia di afghani minacciati<br />

dall'inverno alle porte. «Aiuto<br />

del popolo uzbeko al popolo fratello dell’Afghanistan»<br />

era scritto in russo sui<br />

quindici vagoni del primo treno partito<br />

da Termez.<br />

La riapertura del ponte si deve principalmente<br />

agli sforzi diplomatici del Segretario<br />

di Stato Usa, Colin Powell, che<br />

sabato scorso ha incontrato il Presidente<br />

uzbeko Islam Karimov.<br />

La nuova via di transito ha permesso<br />

anche alla Francia di lanciare la sua<br />

operazione umanitaria. A Parigi il Ministero<br />

degli esteri, Hubert Vedrine, ha<br />

annunciato che sabato da Termez sono<br />

partite alla volta di Mazar-i-Sharif 31<br />

tonnellate di viveri, farmaci e materiale<br />

logistico da tre settimane ferme in Uzbekistan.<br />

Questi aiuti saranno consegnati a<br />

Organizzazioni non governative (Ong)<br />

francesi che ne cureranno la distribuzione<br />

alla popolazione.<br />

Con il «Ponte dell’Amicizia» chiuso,<br />

l’Onu ha avuto finora enormi difficoltà<br />

nell'approvvigionamento dell’Afghanistan,<br />

dove si calcola che le persone a rischio<br />

di carestia siano circa sei milioni.<br />

Le organizzazioni umanitarie hanno avviato<br />

qualche giorno fa un trasporto di<br />

viveri a bordo di barche sul fiume che<br />

bagna Termez, ma si tratta di un’impresa<br />

lenta e insufficiente rispetto agli urgenti,<br />

drammatici problemi di sopravvivenza<br />

all’interno del Paese.<br />

Tensione e confusione regnano però<br />

ancora a Kabul, dove ieri intorno a centri<br />

di distribuzione di derrate alimentari<br />

migliaia di persone hanno atteso invano<br />

di ricevere grano. Alcuni giornalisti sono<br />

stati bersagliati con lanci di pietre mentre<br />

cresceva l’esasperazione della folla<br />

contro il Programma alimentare mondiale<br />

delle Nazioni Unite (Pam) che non<br />

stava distribuendo i viveri promessi.<br />

A Kolola Pouchta, quartiere Nord-occidentale<br />

della capitale afghana, circa<br />

5.000 uomini, donne e bambini aspettavano<br />

che una Organizzazione non governativa<br />

britannica, l'«Islamic relief<br />

Uk», distribuisse a ciascuno 50 chilogrammi<br />

di grano fornito dal Pam. In assenza<br />

di rappresentanti del Programma<br />

alimentare mondiale, nessuno era in<br />

grado di spiegare perché la distribuzione<br />

non cominciasse. Un dirigente della Ong<br />

si è limitato a menzionare problemi di<br />

sicurezza. Una portavoce dell’Onu, Wivina<br />

Belmonte, ha poi spiegato che «la<br />

distribuzione è stata sospesa» e sarebbe<br />

ripresa quando «sarà più sicuro».<br />

prova dell'intenzione israeliana di continuare<br />

ad attaccare i Territori. Elicotteri<br />

militari hanno lanciato due missili contro<br />

un’auto a Hebron uccidendo un<br />

adolescente e un bambino di sette anni<br />

e ferendo numerose persone. L’obiettivo<br />

del raid potrebbe essere stato un militante<br />

di Hamas, ma i velivoli avrebbero<br />

centrato per errore un'altra vettura.<br />

Intanto ieri a Gerusalemme, il nuovo<br />

incontro tra responsabili per la sicurezza<br />

delle due parti, il secondo in tre giorni,<br />

si è trasformato in un ennesimo e violento<br />

scambio di accuse. Zinni ha poi<br />

imposto un ultimatum ai capi dei servizi<br />

di sicurezza israeliani e palestinesi. «Mi<br />

aspetto risultati concreti entro 48 ore,<br />

altrimenti lascerò la regione», ha detto il<br />

generale dei marines in pensione.<br />

Le posizioni delle parti appaiono però<br />

ancora molto lontane: Israele giudica<br />

«insufficiente» l’ondata di arresti avviata<br />

dall’Ap tra i fondamentalisti di Hamas e<br />

della Jihad islamica, mentre i palestinesi<br />

accusano Sharon di ostacolare il compito<br />

degli agenti dell'Ap con i raid.<br />

Si attende intanto un segnale positivo<br />

oggi da Bruxelles, dove sono presenti il<br />

Capo della diplomazia israeliana, Shimon<br />

Peres, e l'esponente dell'Ap, Nabil<br />

Shaat. A margine della riunione dei Ministri<br />

degli esteri dell'Unione Europea, i<br />

due hanno avuto colloqui separati con il<br />

Premier belga, Guy Verhostadt, che regge<br />

la presidenza di turno dell'Unione<br />

Europea (Ue), in vista della missione in<br />

Medio Oriente che domani sarà avviata<br />

dall’Alto rappresentante della politica<br />

estera e di sicurezza, Javier Solana<br />

Irlanda: morti soffocati<br />

8 immigrati clandestini<br />

DUBLINO — Un nuovo dramma<br />

dell'immigrazione clandestina ha<br />

funestato l'Europa. Otto infelici, tra<br />

i quali due bambini, sono stati trovati<br />

sabato morti soffocati in un<br />

container zeppo di mobili per ufficio<br />

di fabbricazione italiana arrivato<br />

in Irlanda dopo un lungo viaggio<br />

prima in treno e poi in nave. Altri<br />

cinque clandestini, tutti adulti, sono<br />

sopravvissuti, ma uno di loro è<br />

in condizioni gravi. Non è stata ancora<br />

accertata la nazionalità dei<br />

clandestini, che sembrano comunque<br />

slavi.<br />

Kenya: cruento esito<br />

di scontri tribali<br />

NAIROBI — Si fa sempre più pesante<br />

il bilancio degli scontri tribali<br />

nell’Est del Kenya, nell’area del<br />

fiume Tana. Secondo le fonti ufficiali,<br />

i morti sono stati 14 tra sabato<br />

e domenica e almeno 52 nell’ultima<br />

settimana Si tratta di una faida<br />

che dura da almeno un decennio,<br />

e che contrappone i Pokomo,<br />

contadini, agli Orma, pastori, per i<br />

controllo dei terreni della zona.<br />

Georgia: ucciso<br />

funzionario dell'Ue<br />

TBILISI — Un funzionario tedesco<br />

della Commissione esecutiva dell'Unione<br />

Europea, Gunther Boyhel,<br />

è stato ucciso nella notte tra domenica<br />

e lunedì a Tbilisi. All’origine<br />

del crimine potrebbe esserci un<br />

tentativo di furto.<br />

La morte<br />

dell'Arcivescovo<br />

Giuseppe Mees<br />

Nunzio Apostolico<br />

È giunta la dolorosa notizia della<br />

pia morte di Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Giuseppe<br />

Mees, Arcivescovo titolare di Ieper,<br />

Nunzio Apostolico, avvenuta a Roma<br />

domenica 9 dicembre.<br />

Il compianto Presule era nato in<br />

Bornem, Arcidiocesi di Mechelem-<br />

Brussel (Belgio), il 18 aprile 1923 ed<br />

era stato ordinato sacerdote il 4<br />

aprile 1948. Era stato professore di<br />

Liceo a Bruxelles ed Assistente Ecclesiastico<br />

ASCI a Roma. Entrato<br />

nel servizio diplomatico il 1° novembre<br />

del 1952, aveva prestato la<br />

sua opera nelle Nunziature di Asuncion<br />

(1955), Rio de Janeiro (1958) e<br />

Ottawa (1964), il 18 settembre 1967<br />

era rientrato in Segreteria di Stato.<br />

Il 14 giugno 1969 era stato eletto<br />

alla Sede titolare arcivescovile di<br />

Ieper e nello stesso tempo era stato<br />

nominato Pro-Nunzio Apostolico in<br />

Indonesia. Il 30 giugno dello stesso<br />

anno riceveva l'ordinazione episcopale.<br />

Il 10 luglio 1973 era stato<br />

nominato Nunzio Apostolico in Paraguay.<br />

Il 19 gennaio 1985 era stato<br />

nominato Delegato Apostolico in<br />

Africa Meridionale e Pro-Nunzio<br />

Apostolico in Lesotho.<br />

Il 1° novembre 1987 aveva concluso<br />

il servizio diplomatico.<br />

Le esequie di Mons. Mees si celebrano<br />

martedì mattina, ore 10.30,<br />

nella parrocchia romana di Santa<br />

Maria «Mater Ecclesiae».<br />

MEDIO ORIENTE I gruppi fondamentalisti islamici<br />

armati palestinesi Hamas e Jihad hanno offerto una<br />

tregua condizionata. I Ministri degli esteri israeliano<br />

e palestinese, Peres e Shaat, sono a Bruxelles per<br />

partecipare al Consiglio dei Ministri dell'Ue.<br />

SUD AFRICA Il missionario italiano padre Michele<br />

D’Annucci, superiore dei padri stimmatini del Sudafrica,<br />

Botswana e Tanzania, è stato ucciso sabato<br />

per rapina a Pretoria.<br />

.<br />

Sud Africa:<br />

missionario<br />

assassinato<br />

per rapina<br />

CITTÀ DEL CAPO, 10.<br />

Un missionario italiano, il padre<br />

Michele D'Annucci originario di<br />

Atella (Potenza), è stato assassinato<br />

sabato sera a colpi d'arma da<br />

fuoco in Sud Africa. L'aggressione,<br />

avvenuta nei dintorni di Pretoria,<br />

ha avuto scopo di rapina: gli<br />

assassini, non identificati, si sono<br />

infatti impadroniti dell'auto e del<br />

telefono cellulare del religioso.<br />

Padre D'Annucci, 60 anni dei<br />

quali più della metà trascorsi in<br />

Sud Africa, ricopriva attualmente<br />

l'incarico di superiore dei padri<br />

Stimmatini del Sud Africa, del<br />

Botswana e della Tanzania.<br />

Sacerdote dinamico ed entusiasta<br />

— così lo definisce la Misna<br />

(Agenzia internazionale delle congregazioni<br />

missionarie) — aveva<br />

saputo coniugare l'evangelizzazione<br />

con la promozione umana attraverso<br />

la costruzione di chiese e<br />

la realizzazione di opere di carità.<br />

Vero amico del Sud Africa e della<br />

sua gente, con speciale predilezione<br />

per i poveri, negli anni bui dell'apartheid<br />

era riuscito a stabilire<br />

un clima di fratellanza e di cooperazione<br />

tra comunità di neri e di<br />

bianchi. Per la sua benefica attività,<br />

padre D'Annucci si era guadagnato<br />

la stima e i riconoscimenti<br />

dell'ex Presidente sudafricano Nelson<br />

Mandela e del sindaco di Pretoria,<br />

Smangaliso Mikhatshwa.<br />

Lutto<br />

nell'Episcopato<br />

È giunta la dolorosa notizia della<br />

pia morte di Sua Eccellenza<br />

Reverendissima Monsignor Antonio<br />

Mauro, Arcivescovo titolare<br />

di Tagaste, Amministratore Pontificio<br />

emerito della Patriarcale Basilica<br />

di San Paolo fuori le Mura;<br />

Delegato Pontificio emerito per la<br />

Basilica di Sant'Antonio in Padova,<br />

avvenuta domenica 9 dicembre<br />

nella clinica romana<br />

«PioXI».<br />

Il compianto Presule era nato<br />

in Gallina, Arcidiocesi di Reggio<br />

Calabria-Bova, il 30 giugno 1914<br />

ed era stato ordinato sacerdote il<br />

9 luglio 1939. Il 4 luglio 1967 era<br />

stato eletto alla Sede titolare arcivescovile<br />

di Tagaste e nello stesso<br />

tempo era stato nominato Segretario<br />

della Sacra Congregazione<br />

per i religiosi e gli Istituti secolari.<br />

Il 16 luglio del medesimo anno<br />

aveva ricevuto l'ordinazione episcopale.<br />

Dopo due anni di intenso lavoro,<br />

nell'aprile 1969 veniva nominato<br />

Vice Presidente del Segretariato<br />

per i non Credenti. Avute in<br />

cura, nel 1975, la Pontificia Amministrazione<br />

della Patriarcale Basilica<br />

di San Paolo fuori le Mura e<br />

la Delegazione Pontificia per la<br />

Basilica di Sant'Antonio in Padova,<br />

vi aveva rinunciato il 10 dicembre<br />

1990.<br />

Mons. Mauro è stato a lungo<br />

apprezzato collaboratore del nostro<br />

giornale. Il suo ultimo articolo<br />

risale al 27 maggio 1999 ed era<br />

dedicato al servo di Dio Enrico<br />

Montalbetti, «evangelizzatore della<br />

nostra epoca, moderno apostolo<br />

dei giovani»<br />

Le esequie del compianto Presule<br />

saranno celebrate nella Cattedrale<br />

di Reggio Calabria alle ore<br />

16 di mercoledì 12 dicembre.<br />

W<br />

L'AMMINISTRATORE PONTIFICIO<br />

della PATRIARCALE BASILICA di SAN<br />

PAOLO e DELEGATO PONTIFICIO per<br />

la BASILICA di S. ANTONIO di PA-<br />

DOVA, insieme a S.E. Mons. MARCEL-<br />

LO COSTALUNGA, agli OFFICIALI e al<br />

PERSONALE, partecipano al dolore per<br />

la morte di<br />

S.E. Monsignor<br />

ANTONIO MAURO<br />

Arcivescovo titolare di Tagaste<br />

L'Amministrazione e la Delegazione<br />

Pontificia invitano alla preghiera per la<br />

sua anima, ricordando con viva gratitudine<br />

il generoso servizio da lui offerto<br />

in qualità di Amministratore Pontificio<br />

nella Patriarcale Basilica di San Paolo e<br />

Delegato Pontificio per la Basilica di S.<br />

Antonio di Padova.<br />

.


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

Ricordo di Franco Rasetti<br />

Lo scienziato che preferì<br />

lo studio delle orchidee<br />

alla bomba atomica<br />

MARIA MAGGI<br />

A cento anni è morto Franco Rasetti,<br />

ultimo superstite della Scuola di Roma,<br />

il gruppo di fisici italiani che ha lasciato<br />

un'impronta indelebile nella scienza moderna.<br />

Rasetti era, certo, meno celebre<br />

di Enrico Fermi o di Emilio Segrè, premi<br />

Nobel per la fisica, e anche, per diversi<br />

motivi, di Majorana, Amaldi e Pontecorvo,<br />

ma era il più eclettico di tutti.<br />

Segrè scrisse di lui: «Franco Rasetti<br />

era figlio unico, e quando suo padre<br />

morì, mentre egli era all’Università, sua<br />

madre concentrò tutti i suoi affetti sul<br />

figlio. Egli sviluppò straordinari interessi<br />

intellettuali. Aveva gli istinti di un collezionista<br />

e di un naturalista, raccogliendo<br />

via via insetti, piante e fossili che ordinava<br />

e classificava meticolosamente (parecchie<br />

sue collezioni ornano ora musei).<br />

Aveva una memoria prodigiosa e si<br />

interessava di molti rami delle scienze<br />

naturali. Col passar degli anni, oltre che<br />

di fisica, divenne un cultore serio, a livello<br />

professionale, di entomologia, embriologia,<br />

botanica e paleontologia».<br />

Rasetti era nato a Pozzuolo Umbro,<br />

nel comune di Castiglione del Lago, il<br />

10 agosto 1901. La famiglia aveva vasti<br />

possedimenti terrieri. Il padre era docente<br />

di Agricoltura, la madre, sorella<br />

del fisiologo Gino Galeotti, era una pittrice.<br />

A 17 anni Rasetti si era iscritto ad<br />

Ingegneria a Pisa e lì conobbe Fermi,<br />

che era alunno della Scuola Normale.<br />

Anche Fermi aveva 17 anni. I due divennero<br />

subito amici. Fermi alla domenica<br />

andava a pranzo a casa Rasetti. Non<br />

c’era solo lo studio, ma anche la bicicletta<br />

e le gite in montagna.<br />

Rasetti era un eccellente alpinista.<br />

Aveva seguito sul Monte Rosa lo zio Galeotti,<br />

per cui aveva fatto il «portatore di<br />

strumenti» per ricerche sulla fisiologia in<br />

quota e sulla glaciologia. Rasetti aveva<br />

un grande interesse per la natura. Già al<br />

liceo aveva incominciato una raccolta di<br />

coleotteri: quando la donò al Museo Civico<br />

di Zoologia di Roma essa consisteva<br />

di trentamila esemplari e c’erano specie<br />

nuove che Rasetti aveva identificato<br />

nel corso di spedizioni speleologiche anche<br />

di grande impegno.<br />

Seguendo l’esempio di Fermi, di cui<br />

ammirava il talento, Rasetti, passò a fisica<br />

al terzo anno di studi. Erano iscritti<br />

in tre: Fermi, Rasetti e Nello Carrara,<br />

reduce di guerra. Il direttore dell’Istituto,<br />

Luigi Puccianti, lasciava loro libertà<br />

di iniziativa. Fermi assunse la leadership<br />

e decise che il territorio più interessante<br />

per la ricerca fosse quello dei raggi X.<br />

Se Fermi era la punta più penetrante in<br />

fisica, Rasetti conosceva un’enorme<br />

quantità di cose. Alto, magro, sguardo<br />

penetrante, caustico quanto basta, Rasetti<br />

sapeva farsi valere. Insieme a Fermi,<br />

si laureò a 21 anni.<br />

Mentre Fermi tornò a Roma, Rasetti<br />

si fermò a Firenze. Lì Fermi lo raggiunse<br />

negli anni 1925-26. «Se Fermi insegnava<br />

la fisica teorica a Rasetti, questi<br />

insegnava molte altre cose a Fermi, dalla<br />

letteratura inglese moderna alla biologia<br />

e, nello stesso tempo, l’abilità eccezionale<br />

di Rasetti come sperimentatore<br />

gli permetteva di eseguire esperienze<br />

moderne e importanti con mezzi modestissimi»,<br />

racconta Segrè. Insieme studiarono<br />

l’azione di un campo magnetico<br />

alternato sulla polarizzazione della luce<br />

di risonanza del mercurio. Lì Fermi, nel<br />

febbraio del 1926, presentò un lavoro<br />

sulla statistica di importanza fondamentale<br />

e, poco dopo, a 26 anni, vinse la<br />

cattedra di Fisica Teorica a Roma. Rasetti<br />

lo seguì. Dopo un soggiorno al California<br />

Institute of Technology, da Millikan,<br />

dove lavorò all’effetto Raman, nel<br />

’30 Rasetti divenne professore di Spettroscopia<br />

a Roma. Il gruppo fu arricchito<br />

dall’arrivo di studenti brillanti come<br />

Appuntamenti<br />

culturali<br />

Milano, 12 dicembre<br />

Concerto di Natale<br />

Mercoledì 12 dicembre, alle ore<br />

21, presso la Fondazione Culturale<br />

«Ambrosianeum», si terrà il<br />

«Concerto di Natale» con musiche<br />

di Vivaldi, Haendel e Bach.<br />

Milano 13 dicembre<br />

«L'arte sacra in Italia»<br />

Il libro «L'arte sacra in Italia.<br />

L'immaginazione religiosa dal<br />

paleocristiano al postmoderno»<br />

di Timothy Verdon sarà presentato<br />

giovedì 13 dicembre, alle<br />

ore 17.30 nelle sale del Museo<br />

del Duomo.<br />

Napoli, 14 dicembre<br />

«Teologia della libertà<br />

in Agostino d'Ippona»<br />

La Pontificia Facoltà teologica<br />

dell'Italia Meridionale sarà sede,<br />

venerdì 14, alle ore 16, dell'incontro<br />

sul tema: «Teologia<br />

della libertà in Agostino d'Ippona»<br />

interverrà Vittorino Grassi.<br />

Segrè, Majorana, il giovane Edoardo<br />

Amaldi e, solo più tardi, Pontecorvo. Le<br />

ricerche venivano svolte nel vecchio Istituto<br />

di Fisica in via Panisperna 89a. In<br />

quella sede Rasetti regnava col soprannome<br />

di Venerato Maestro.<br />

Quando Curie e Joliot scoprirono la<br />

radioattività artificiale — bombardando<br />

boro o alluminio con particelle alfa, avevano<br />

ottenuto nuovi isotopi radioattivi<br />

dell’azoto e del fosforo che emettevano,<br />

cosa nuova, positroni — Fermi pensò di<br />

formare sostanze radioattive servendosi<br />

dei neutroni, visto che Rasetti, nei due<br />

anni precedenti, aveva già imparato a<br />

preparare sorgenti neutroniche evaporando<br />

polonio su berillio. Nel marzo del<br />

’34 Fermi gli suggerì di irradiare varie<br />

sostanze con la sua sorgente di neutroni,<br />

ma, all’inizio, non ci furono risultati.<br />

Mentre Rasetti era in vacanza in Marocco,<br />

Fermi sostituì la sorgente di polonio<br />

più berillio con una di radon più berillio,<br />

molto più potente come sorgente di<br />

neutroni. Con essa cominciò a bombardare<br />

tutti gli elementi in ordine di numero<br />

atomico crescente. Per primo il<br />

fluoro diede un effetto piccolo, ma certo.<br />

Il salto di qualità avvenne quando, il<br />

22 ottobre 1934, quasi casualmente, al<br />

posto del piombo venne usata paraffina<br />

come assorbitore. I neutroni lenti erano<br />

molto più efficaci.<br />

Il presidente dell’Istituto Mario Corbino<br />

volle subito brevettare il lavoro. Poiché<br />

i neutroni lenti fanno funzionare i<br />

reattori nucleari, il brevetto è fondamentale<br />

per l’energia atomica. L’invenzione<br />

porta la firma di Fermi, Rasetti,<br />

Segrè, Amaldi e Pontecorvo.<br />

Rasetti, poi, nel periodo 1935-36, andò<br />

a lavorare sui neutroni lenti alla Columbia<br />

University di New York e lì maturò<br />

l’idea di emigrare. Quando, nel ’38,<br />

Mussolini emanò le leggi razziali, Fermi<br />

colse l’occasione del viaggio a Stoccolma<br />

per ritirare il premio Nobel e di lì si<br />

recò negli Stati Uniti. Segrè, che già era<br />

a Berkeley, ci rimase. Rasetti, attraverso<br />

la Pontificia Accademia delle Scienze —<br />

della quale era membro dal 28 ottobre<br />

1936, data in cui l'Accademia fu rifondata<br />

da Pio XI — si recò in Canada a dirigere<br />

il dipartimento di fisica dell’Università<br />

Cattolica Laval di Quebec, dove fece<br />

le prime misure della vita media del mesone.<br />

Sviluppò anche la passione per la<br />

paleontologia, diventando un eminente<br />

studioso dei trilobiti del Cambriano.<br />

Mentre Fermi il 2 dicembre 1942, sotto<br />

le gradinate dello stadio di Chicago<br />

fece funzionare la prima pila atomica e<br />

Oppenheimer incominciò a lavorare a<br />

Los Alamos al progetto della prima<br />

bomba atomica, nel gennaio 1943 Rasetti<br />

si rifiutò di partecipare al progetto anglo-canadese<br />

per lo sviluppo dell’energia<br />

nucleare a scopi militari. Un «no» secco,<br />

che lo portò ad una progressiva disaffezione<br />

per la fisica. «I fisici hanno venduto<br />

la loro anima al diavolo», disse. Le<br />

esplosioni di Hiroshima e Nagasaki presto<br />

mostrarono quanto avesse ragione.<br />

Quando, nel ’47, Rasetti passò alla<br />

Johns Hopkins University di Baltimora<br />

come docente di fisica, i suoi interessi<br />

scientifici erano ormai focalizzati su<br />

geologia e paleontologia.<br />

Quando ritornò a Roma, dal ’67 al<br />

’77, spostò i suoi interessi sulla botanica,<br />

in particolare sulle orchidee. Pubblicò<br />

per l’Accademia dei Lincei nel 1980<br />

uno straordinario volume «I fiori delle<br />

Alpi». Poi si trasferì a Waremme, in Belgio,<br />

città natale della moglie Marie Madeleine,<br />

che aveva sposato a Baltimora.<br />

Lì, nell’anonimato, Franco Rasetti, il<br />

maestro della spettroscopia, si è spento.<br />

Sembra un uomo del passato. Invece è<br />

uno scienziato, che ha avuto il coraggio<br />

di scegliere. Forse Rasetti, che ai neutroni<br />

lenti ha preferito i trilobiti e le orchidee,<br />

è un uomo del futuro.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 10-11 Dicembre 2001<br />

Vincenzo<br />

Coronelli,<br />

«Globo<br />

terrestre<br />

e celeste»,<br />

1688<br />

«Topographia<br />

Christiana»<br />

di Cosmas<br />

Indicopleustes,<br />

XI secolo<br />

Nel Palazzo Reale di Milano una mostra sulla storia della cartografia<br />

Il disegno del mondo dal mito<br />

di Atlantide alla geografia virtuale<br />

L'«Otello» di Giuseppe Verdi ha inaugurato la stagione della Scala<br />

La scoperta di finezze sparse a piene mani dall'anziano compositore<br />

ANTONIO BRAGA<br />

Se l’aggettivo «storico» s’applicasse ad un evento<br />

che entra nei ricordi, al posto di uno che vi è già<br />

entrato da tempo, potremmo dire che «storica» è<br />

stata l’inaugurazione della stagione lirica di quest’anno<br />

al Teatro alla Scala di Milano: perché con<br />

l’«Otello» diretto da Muti si chiude un altro capitolo<br />

della vita di questo splendido luogo, definito<br />

«tempio della musica» dai melomani di tutto il<br />

mondo, ed in special modo dai milanesi, i quali<br />

hanno una vera affezione per questo loro monumento.<br />

A partire dal prossimo gennaio, infatti, le attività<br />

dell’Ente lirico si sposteranno in un altro luogo, in<br />

un teatro preparato in una zona finora poco attraente<br />

ai meneghini, detta «della Bicocca», che dovranno<br />

quindi nobilitarla con la loro assidua presenza.<br />

Qui è sorto il Teatro «degli Arcimboldi», capace<br />

di duemilaquattrocento posti, con una torre<br />

scenica adatta ad accogliere i più moderni allestimenti:<br />

fra tre anni si tornerà alla Scala, completamente<br />

rinnovata nei palcoscenici, che sostituiranno<br />

l’attuale, pronti per complesse scenografie.<br />

Intanto, nella serata di gala organizzata nei minimi<br />

dettagli, e nelle cene successive, in una delle<br />

quali il maestro Muti ha ricevuto in regalo un autografo<br />

di Verdi, si è consumato il rito mondano di<br />

questo ricorrente evento culturale, con grande numero<br />

di battimani e di brindisi, che hanno procurato<br />

euforia generale.<br />

GIUSEPPE DEGLI AGOSTI<br />

«Segni e sogni della terra - Il disegno del mondo<br />

dal mito di Atlante alla geografia delle reti»:<br />

un titolo lungo per una Mostra altrettanto lunga<br />

in corso al Palazzo Reale di Milano fino al 6 gennaio<br />

2002.<br />

Il Catalogo (De Agostini, 2001), pubblicato per celebrare<br />

il centenario della fondazione, 1901-2001, offre<br />

uno strumento accuratissimo che accompagna analiticamente<br />

il visitatore ed illustra ognuno dei 200 oggetti<br />

in esposizione.<br />

La visita alla Mostra è nello stesso tempo un viaggio<br />

nel mondo ed una presa di coscienza del grande<br />

sforzo dell’uomo, lungo i millenni della sua storia,<br />

per conoscere e descrivere lo spazio conquistato e sognare<br />

con disegni di fantasia gli spazi da conquistare.<br />

Fra i documenti degni di particolare interesse, perché<br />

rappresentano tappe significative dei «segni e dei<br />

sogni della terra» possiamo annoverare: la Tabula<br />

Peutingeriana, pergamena conservata nella Biblioteca<br />

nazionale di Vienna ed esposta in fax simile in Mostra.<br />

È una descrizione pittorica del mondo antico,<br />

giuntaci attraverso una copia medievale di un originale<br />

del IV sec. d.C. Il nome deriva da Konrad Peutinger,<br />

il suo possessore nel ’500, e pubblicata nel<br />

1598.<br />

Divisa in 12 segmenti, presenta l’immagine della<br />

terra come la vedevano e la conoscevano gli antichi,<br />

con i tre continenti circondati dal grande oceano. La<br />

descrizione cartografica si sviluppa dalla Spagna e<br />

dalla Britannia (questo primo segmento andò perduto<br />

ed oggi è ricostruito) fino all’India e alla Cina. Illu-<br />

stra visivamente i più rilevanti aspetti fisici del mon-<br />

do e segna le grandi<br />

strade che percorrevano<br />

la terra allora<br />

conosciuta in Oriente<br />

e in Occidente, e le<br />

relative stazioni di<br />

tappa, nonché le distanze<br />

in miglia fra<br />

una località e l’altra.<br />

Inoltre è degna di<br />

considerazione la serie<br />

delle tante Mappe<br />

Mundi, fra cui la<br />

«Topographia Christiana»<br />

di Cosmas<br />

Indicopleustes, nome<br />

arbitrario di un mercante<br />

fattosi monaco<br />

di Alessandria. La<br />

sua esperienza e la<br />

lettura della Bibbia<br />

lo avevano convinto<br />

che l’universo aveva<br />

la forma di una tenda<br />

o di un tabernacolo<br />

con alla base la<br />

terra piatta.<br />

Realizzò quindi<br />

una mappa del mon-<br />

do di forma rettango-<br />

«Groma romana»,<br />

ricostruzione in legno e bronzo<br />

lare, con al centro il mondo abitato o ecumene, circondato<br />

da un grande oceano rettangolare che gli esseri<br />

umani non potevano solcare. Sono indicati come<br />

provenienti dal Paradiso Terrestre, collocato a Est, i<br />

quattro fiumi: Nilo, Tigri, Eufrate, Indo o Gange, e i<br />

quattro mari: Caspio, Rosso, Mediterraneo e Golfo<br />

Persico.<br />

La mappa di Simon Marmion, degli anni 1459-63<br />

rappresenta a colori vivaci, su pergamena, il mondo<br />

secondo lo schema del TO, in cui i tre tratti della T<br />

rappresentano il Mediterraneo e i due fiumi Nilo e<br />

Don (Tanais) e la O è l’oceano che circonda i tre continenti<br />

indicati con i nomi dei figli di Noé: Sem per<br />

l’Asia, Cam per l’Africa, Jafet per l’Europa.<br />

La mappa di Albi, la più antica mappa terrestre, è<br />

della metà dell’VIII sec. Molto probabilmente è la copia<br />

di un’antica mappa classica aggiornata e cristianizzata:<br />

l’influenza biblica è evidente con i richiami<br />

ai quattro fiumi del Paradiso Terrestre, al Monte Sinai,<br />

all’Armenia e all’Arca di Noé.<br />

Altre Mappe da ricordare e da ammirare con la ricchezza<br />

delle loro indicazioni storico-geografiche, an-<br />

L’opera verdiana prescelta per questa inaugurazione,<br />

sempre in occasione del centenario, è stata<br />

«Otello»; grandissima partitura che viene considerata<br />

la svolta finale della lunga carriera del maestro;<br />

il quale, ai giorni della première, il cinque febbraio<br />

del 1887, in questo teatro, aveva già compiuto settantatré<br />

anni. La critica del tempo più avveduta<br />

annotò il nuovo carattere della musica, che, non<br />

tradendo la lunga carriera, vi aggiungeva tuttavia<br />

una ideazione nuova, più sinfonica, senza appannare<br />

il primato vocale.<br />

Ad alcuni sfuggì l’aggettivo di «wagneriana», del<br />

quale il tempo ha fatto giustizia. Verdi e Wagner<br />

camminarono paralleli, e furono grandi allo stesso<br />

grado, ciascuno nel suo stile; dal primo discese la<br />

scuola verista italiana, dal secondo quella mittel-europea.<br />

La presente edizione ha subito il fascino della<br />

grande interpretazione di Placido Domingo. Il tenore,<br />

che da oltre trent’anni calca le scene trionfando,<br />

dopo duecentoventi rappresentazioni dedicate<br />

ad interpretare «il Moro di Venezia», nel binomio<br />

Boito-Verdi, — e forse ora è alla «recita d’addio» in<br />

questo ruolo —, stupisce per la freschezza, la potenza<br />

della voce, la nobiltà del fraseggio, la chiarezza<br />

della dizione, e l’enorme presenza scenica.<br />

Appena entrato in scena, all’inizio dell’opera,<br />

squilla il suo «Esultate», che echeggia quelle note<br />

lanciate da altri grandi delle passate stagioni, tutti<br />

eredi di Tamagno: Merli, Lauri Volpi, Vinay, Del<br />

Monaco. La prima volta che Domingo lanciò quel<br />

che se relative ad un momento particolare della evoluzione<br />

cartografica, perché siamo nel tardo Medio<br />

Evo, sono le seguenti: «In Beatus super Apocalypsim<br />

del 1175-1200. In Salterio del 1265, Mappa di Vercelli<br />

del 1191-1218, Mappa di Ebstorf del 1240-1290, Mappa<br />

di Hereford del 1290 ca. In queste la visione e la descrizione<br />

del mondo rispondono alla volontà di esprimere<br />

una tematica etica e religiosa, cioè il contrasto<br />

fra la dimensione dell’infinito e l’assenza di tempo<br />

propri del divino e lo spazio e il tempo umani con la<br />

posizione centrale di Gerusalemme e la rappresentazione<br />

della croce e del giudizio universale: Cristo governa,<br />

giudica e abbraccia il mondo.<br />

Nei secoli seguenti, dall’Umanesimo e Rinascimento,<br />

la cartografia abbandona la visione religiosa e si<br />

indirizza ad una rappresentazione etnografica, botanica,<br />

zoologica: l’uomo e la natura diventano gli elementi<br />

caratterizzanti per conoscere il mondo, per<br />

prendere coscienza dello spazio in cui si svolge la vita<br />

dell’umanità. Si passa cioè dalla soggettività alla oggettività<br />

scientifica, che conoscerà sviluppo eccezionale<br />

nei secc. XVII e XVIII, i secoli della scienza consolidata.<br />

Numerose sono anche le carte topografiche di territori<br />

particolari e di città: in Mostra prevalentemente<br />

è rappresentata la Lombardia e Milano, ini-<br />

«Mappa<br />

Mundi<br />

di Albi»,<br />

metà VIII<br />

secolo<br />

Francesco Rosselli, «Universale in proiezione ovale», 1508<br />

ziando da Leonardo da Vinci con il disegno<br />

del 1497 nel Codice Atlantico, ad Antonio<br />

Campi del 1583, a Francesco Richini<br />

del 1603, a Marco Antonio Baratieri<br />

del 1637.<br />

A servizio di privati e specialmente<br />

della Magistratura Camerale, il territorio<br />

rappresenta la realtà agricola e i sistemi<br />

idrici che erano i cardini del funzionamento<br />

amministrativi locale. la cartografia,<br />

cioè, si pone al servizio del potere<br />

e della nuova economia.<br />

Una sezione interessante della Mostra<br />

è quella dei globi o mappamondi, terrestri<br />

e celesti, che documentano sia il<br />

rispetto di una lunga tradizione che ri-<br />

saliva alla cultura greca, che già<br />

aveva affermato la sfericità della terra: basta ricordare<br />

Platone, Aristotele, Eratostene.<br />

Tolomeo, nel II sec. d.C., con la teoria geocentrica,<br />

per cui la terra è il centro immobile attorno a cui<br />

ruotano il sole, la luna, i pianeti e le stelle fisse, afferma<br />

un principio che durerà molto tempo. Eppure<br />

Aristarco (320-250 a.C.) aveva già ipotizzato l’eliocentrismo.<br />

Copernico (1475-1547) e Keplero (1571-1630) riprenderanno<br />

questa teoria e ne definiranno i dettagli.<br />

Anche l’Oriente musulmano e cinese aveva coltivato<br />

questo studio del mondo con rappresentazioni del<br />

cielo e della terra in vari globi che sono in esposizione.<br />

Ma la produzione di grandi globi e di sfere armillari,<br />

di cui si possono ammirare tanti esemplari, risale<br />

al ’600 e ’700 europeo.<br />

Sono i nomi di Guilielmus J. Blaeu, di Vincenzo<br />

Coronelli, di Amanzio Moroncelli, di Giovanni Maria<br />

Cassini che rispondono alle esigenze di conoscenza<br />

dell’esistente. A volte i mappamondi venivano corretti<br />

in corso di esecuzione per rispettare le nuove<br />

scoperte.<br />

grido di vittoria, su queste scene, fu nel ’76; poi,<br />

negli anni successivi lo ripeté in cinque edizioni diverse,<br />

fino all’87. Ci si chiede: come potuto mantenere<br />

integra la sua bella voce? Pochi cantanti, tra i<br />

grandissimi (e fortunati per le condizioni fisiche)<br />

hanno avuto tale fortuna.<br />

A lato suo, una Desdemona di tutto rispetto,<br />

Barbara Frittoli: un soprano con le carte in regola<br />

per essere posta tra le «stelle» di prima grandezza,<br />

pur senza essere una «diva», come si diceva in passato:<br />

è una formidabile professionista ed ha una<br />

bellissima voce; e sul piano scenico si muove da attrice<br />

perfetta.<br />

Non è da meno, nell’eccellente interpretazione,<br />

nel ruolo di Jago, Leo Nucci, che ci ha dipinto l’odioso<br />

personaggio in una convincente performance.<br />

E tutti gli altri, davvero degni del grande tris:<br />

Cassio, interpretato da Cesare Catani, è stato ideale<br />

in questo ruolo. Ineccepibili sotto ogni aspetto l’Emilia<br />

di Alessandra Rinaldi, il Rodrigo di Antonello<br />

Ceron, il Lodovico di Giovanni Battista Parodi, il<br />

Montano di Cesare Lana e l’araldo di Ernesto Panariello.<br />

Al coro, diretto ancora una volta da Roberto<br />

Gabbiani — che presto passerà alla direzione di<br />

quello di «Santa Cecilia» a Roma — spetta un riconoscimento<br />

particolare, perché ha un ruolo assai<br />

importante nella economia dell’opera: ed ha raccolto<br />

il suo tributo di applausi.<br />

Il trionfo di Riccardo Muti era scontato; ma,<br />

sebbene atteso, ha superato le aspettative per la<br />

Di Joan Blaeu si guardano con vera curiosità e<br />

soddisfazione intellettuale gli 11 volumi dell’«Atlas<br />

Major», Amsterdam 1662: fu il libro più caro della seconda<br />

metà del XVII sec. Ebbe già al suo tempo enorme<br />

successo per le qualità editoriali, bella carta e in<br />

grande formato, per pregi estetici, ricco di tavole incise<br />

su rame e miniate, a volte lumeggiate in oro e per<br />

il suo valore scientifico. Dal 1662 al 1672 venne anche<br />

pubblicato in cinque lingue.<br />

Una invenzione per soddisfare le esigenze dei grandi<br />

viaggiatori del ’700, specialmente in terra inglese,<br />

fu il globo tascabile, di cui si vedono alcuni esemplari,<br />

con all’interno il globo terrestre e all’esterno le<br />

due calotte del globo celeste: era strumento di orientamento<br />

e mezzo per segnare i luoghi visitati.<br />

La conoscenza della terra necessitava però anche di<br />

strumenti che lungo il tempo hanno permesso all’uomo<br />

di stabilire rapporti sempre più esatti nello Spazio.<br />

Quindi ci si avvicina a questi altri prodotti dell’intelligenza<br />

umana: sono per es. un telescopio equatoriale<br />

portatile, un quadrante astronomico, la groma<br />

romana (qui in Mostra ricostruita), il grafomedro di<br />

Paul Carré, il teodolite ripetitore di Ertel, la bussola,<br />

l’astrolabio, ecc.<br />

La modernità è naturalmente entrata anche in<br />

questo ambito di conoscenza umana.<br />

Nel 1969 la Camera<br />

dei rappresentanti<br />

americana approvava<br />

il piano di studio<br />

delle risorse terrestri<br />

con mezzi spaziali,<br />

presentandolo come<br />

un investimento utile<br />

a tutta l’umanità.<br />

Lansat-1, lanciato il<br />

23 luglio 1972, costruiva<br />

le prime nuove<br />

mappe della terra<br />

ottenendo un grande<br />

successo nella comunità<br />

scientifica internazionale<br />

e iniziando<br />

una vera rivoluzione<br />

nell’osservazione e<br />

nella rappresentazione<br />

della superficie<br />

del nostro pianeta.<br />

Negli anni ’90<br />

America ed Europa<br />

hanno portato in orbita satelliti sempre più dotati di<br />

strumentazioni potenti, che permettono di conoscere<br />

sempre meglio la superficie della terra.<br />

Quindi anche le rappresentazioni, i segni,<br />

diventano sempre più dinamiche per essere maggiormente<br />

adeguate ad una realtà ambientale in veloce<br />

cambiamento.<br />

Anche l’instabilità sociale di diverse aree del pianeta,<br />

determinata da motivi economici, da migrazioni<br />

di intere popolazioni, dalla facilità di comunicazioni<br />

spinge l’umanità nella sua dimensione scientifica e<br />

popolare ad esigere una rappresentazione della terra<br />

che sia rispondente alle novità che si creano anche in<br />

un breve arco di tempo. E conoscere meglio significa<br />

difendersi meglio e programmare la vita dell’umanità<br />

con criteri più validi e scientifici.<br />

Infine un’ultima sezione della Mostra presenta il<br />

cyberspazio, il nuovo universo del computer, cioè uno<br />

spazio digitale e navigabile, un mondo elettronico, visuale<br />

e colorato, nel quale individui e società interagiscono<br />

con informazioni.<br />

Sono gli spazi legati alle tecnologie di Internet,<br />

quelli interni al mondo della realtà virtuale, quelli<br />

delle tecnologie convenzionali di telecomunicazione<br />

(telefono e telefax), e dalla convergenza di queste tecnologie<br />

stanno ormai nascendo nuovi spazi ibridi.<br />

L’uomo non ha più bisogno di sognare e di segnare,<br />

la tecnica moderna gli permette di «navigare» e di conoscere<br />

ogni regione, per dialogare, comunicare nel<br />

villaggio globale che è il mondo.<br />

Dietro ogni carta o mappa c’è stato sempre l’uomo<br />

con la sua scienza e la sua fantasia, dietro la tecnica<br />

assolutamente innovativa dei tempi moderni, anche<br />

dietro il cyberspazio c’è l’uomo che conosce il suo<br />

spazio vitale e che può costruire o infrangere quella<br />

unità del mondo nel quale l’uomo vive, per costruire<br />

o per demolire l’uomo che sta alla radice di ogni<br />

scienza anche geografica e cartografica.<br />

straordinaria esecuzione della grande orchestra scaligera.<br />

Come egli stesso ha rivelato, nel corso degli<br />

anni l’esperienza, lo studio accurato, la concertazione<br />

minuziosa, hanno prodotto i loro frutti: il capolavoro<br />

verdiano è capace ancora di piccole-grandi<br />

scoperte, di dettagli restati all’oscuro nelle precedenti<br />

esecuzioni, di ripensamenti su quanto già<br />

ascoltato, su incredibili finezze sparse a piene mani<br />

dall’anziano compositore, anche lui giunto ad un<br />

momento finale di maturazioni, conquistate nel<br />

corso di oltre mezzo secolo di carriera. A Muti è<br />

stato riconosciuto dal pubblico questo lavoro, ed<br />

anche quel modo di comunicare alla «sua» orchestra,<br />

che produce memorabili esecuzioni.<br />

Non siamo del tutto sicuri che la visione scenica,<br />

seppure degna, sia stata tra le migliori fra le numerose<br />

già viste. La regìa di Graham Vick è senz’altro<br />

di alto livello, degna della «storica» esecuzione che<br />

abbiamo ascoltato; e quindi le è stato assegnato il<br />

plauso che merita. Ma la scenografia, sebbene accuratamente<br />

realizzata, e cupa a dovere per avvolgerci<br />

nella tragedia, ci è sembrata troppo scarna,<br />

davvero spoglia, nel suo moto avvolgente; l’assenza<br />

di arredamento potrebbe essere accettabile se non<br />

giungesse a degli estremi: l’alcova, luogo del «peccato»<br />

nella mente del geloso Otello, è costituita da<br />

una brandina militare poco idonea al suo simbolo.<br />

Desdemona viene strangolata in piedi, invece che<br />

soffocata sul letto, come vuole il dramma. E la scena<br />

del fazzoletto in mano a Cassio, visto da lontano<br />

da Otello, non è credibile, se questi se ne sta<br />

sotto una botola invece e che dietro una siepe.


.<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 10-11 Dicembre 2001<br />

«Essere giovani vuol dire<br />

avere la schiettezza di Natanaele, il quale...<br />

non sa resistere allo sguardo di Gesù<br />

che chiama... Essere giovani<br />

vuol dire lanciarsi, come Pietro<br />

e Giovanni il mattino di Pasqua,<br />

in una corsa mozzafiato, col cuore in gola<br />

per l’amore tenerissimo<br />

verso Gesù»<br />

«Essere giovani è avere la stessa caparbietà<br />

di Tommaso nel cenacolo di fronte<br />

ai racconti della risurrezione,<br />

una caparbietà trasformata nello slancio<br />

di chi si affida completamente a Colui<br />

che è percepito come unico «Signore»<br />

e «Dio» (cfr Gv 20, 28). Non è forse<br />

questo che voi stessi ripetete con trasporto<br />

a Gesù ogni giorno?»<br />

MESSAGGIO Giovanni Paolo II ai partecipanti all'Incontro nazionale dei giovani dell'Azione Cattolica svoltosi alla «Domus Pacis» di Roma dal 7 al 9 dicembre<br />

Essere ogni giorno santi e missionari<br />

Lo specifico contributo di entusiasmo e di freschezza al rinnovamento che l'A.C.I. ha avviato con grande determinazione all'alba del nuovo Millennio<br />

una caparbietà trasformata<br />

nello slancio di chi si affida<br />

completamente a Colui che è<br />

percepito come unico «Signore»<br />

e «Dio» (cfr Gv 20, 28).<br />

Non è forse questo che voi<br />

stessi ripetete con trasporto a<br />

Gesù ogni giorno?<br />

Essere giovani significa<br />

Carissimi Giovani!<br />

provare il desiderio di una<br />

vita piena, come il giovane<br />

ricco confidò una volta a Gesù<br />

(cfr Mc 10, 17) e, al tempo<br />

1.In questo giorno, in<br />

cui la Chiesa contempla i<br />

prodigi compiuti da Dio nella<br />

Vergine Maria, sono lieto<br />

di rivolgere il mio affettuoso<br />

saluto a tutti voi, convenuti<br />

a Roma per offrire il vostro<br />

specifico contributo di entusiasmo<br />

e di freschezza al rinnovamento<br />

che l’A.C.I. ha<br />

avviato con grande determinazione<br />

all’alba del nuovo<br />

millennio. Nella realizzazione<br />

di un così importante programma<br />

di vita e di attività<br />

associativa, sappiate seguire<br />

fedelmente le indicazioni dei<br />

vostri Vescovi, che vedono<br />

nell’Azione Cattolica un’esemplarità<br />

formativa valida<br />

per tutte le Comunità ecclesiali<br />

d’Italia.<br />

Voi siete la componente<br />

giovanile dell’Azione Cattolica:<br />

una parte quanto mai<br />

importante dell’Associazione.<br />

Essere giovani vuol dire avere<br />

la schiettezza di Natanaele,<br />

il quale, dopo aver manifestato<br />

le proprie perplessità<br />

sul Nazareno: «da Nazaret,<br />

può mai venire qualcosa di<br />

buono?» (Gv 1, 46), non sa<br />

resistere allo sguardo di Gesù<br />

che chiama, e lo segue<br />

senza calcoli.<br />

Essere giovani vuol dire<br />

lanciarsi, come Pietro e Giovanni<br />

il mattino di Pasqua<br />

(cfr Gv 20, 4), in una corsa<br />

mozzafiato, col cuore in gola<br />

per l’amore tenerissimo verso<br />

Gesù.<br />

Essere giovani è avere la<br />

stessa caparbietà di Tommaso<br />

nel cenacolo di fronte ai<br />

stesso, vincere quella debolezza<br />

che non permette di distaccarsi<br />

da sé e dalle proprie<br />

false sicurezze.<br />

Essere giovani è fare l’esperienza<br />

di Lazzaro, passato<br />

attraverso la malattia e la<br />

morte, per aver parte alla<br />

gioia senza limiti della vita<br />

nuova donata da Cristo (cfr<br />

Gv 11, 44).<br />

“ Essere giovani<br />

significa provare<br />

il desiderio<br />

di una vita piena,<br />

come il giovane ricco<br />

confidò una volta<br />

a Gesù e, al tempo stesso,<br />

vincere quella debolezza<br />

che non permette<br />

di distaccarsi<br />

da sé e dalle proprie false<br />

sicurezze.<br />

Esser giovani è fare<br />

l'esperienza di Lazzaro,<br />

passato attraverso la malattia<br />

e la morte, per avere parte<br />

alla gioia senza limiti della<br />

vita nuova donata da Cristo<br />

-<br />

Essere giovani è infine ” gustare<br />

la compagnia di Gesù<br />

e l’incanto dell’ascolto «a<br />

bocca aperta» delle sue parole,<br />

nella calda accoglienza<br />

di una casa come quella di<br />

MartaeMaria(cfr Lc 10, 42).<br />

2.Cari giovani amici,<br />

proprio per questo siete venuti<br />

a Roma, presso la tomba<br />

degli apostoli Pietro e<br />

racconti della risurrezione, Paolo: per esprimere al me-<br />

glio i doni della vostra giovinezza,<br />

valorizzati dal rapporto<br />

personale con Lui, nel calore<br />

della comunione della<br />

Chiesa. Non abbiate incertezze<br />

nel porvi alla sua sequela<br />

in una scuola di santità, attualizzata<br />

attraverso la spiritualità<br />

e l’impegno ecclesiale<br />

specifici dell’Azione Cattolica.<br />

Essere laici cristiani oggi,<br />

comporta l’impegno di essere<br />

santi ogni giorno, con gioia<br />

ed entusiasmo. Prima di voi,<br />

hanno percorso questo itinerario<br />

spirituale Giorgio Frassati,<br />

Alberto Marvelli e con<br />

loro tanti altri giovani come<br />

voi. Si tratta di un impegno<br />

che dovete assumere innanzitutto<br />

per voi stessi e per i vostri<br />

amici, ma anche per le<br />

vostre famiglie, per le vostre<br />

Comunità e, anzi, per il<br />

mondo intero.<br />

Vorrei rinnovare oggi l’invito<br />

che vi ho rivolto a Tor<br />

Vergata: voi siete, e dovete<br />

essere sempre più le sentinelle<br />

del mattino dell’alba del<br />

nuovo millennio. Anche se in<br />

questo primo scorcio di secolo,<br />

funestato purtroppo dal<br />

terrorismo, dalla paura e<br />

dalla guerra, l’invito può apparire<br />

troppo impegnativo,<br />

esso rimane valido. Oggi più<br />

che mai, per essere sentinelle<br />

del mattino del nuovo millennio,<br />

occorre essere santi!<br />

Sono certo che nel vostro<br />

zaino non mancheranno i li-<br />

Un sussidio per aiutare a comprendere il Tempo di Avvento e il Tempo di Natale<br />

Andiamo incontro al Signore Gesù che nasce<br />

GINO CONCETTI<br />

Il nuovo anno liturgico inizia con l'Avvento,<br />

segue poi il tempo di Natale. Il primo si dispiega,<br />

in tutti e tre i cicli, per quattro domeniche, e<br />

in esso è inclusa la solennità dell'Immacolata<br />

Concezione di Maria. Il secondo va dal Natale<br />

del Signore fino al Battesimo di Gesù. Nell'intermezzo<br />

si celebrano la festa della Santa Famiglia,<br />

quella di Maria Santissima Madre di Dio, la seconda<br />

domenica dopo Natale e l'Epifania del Signore.<br />

Tutte festività molto sentite dal popolo cristiano,<br />

anche se si sta profilando una forte tendenza<br />

a fare del Natale e dell'Epifania una festa consumistica.<br />

Il fenomeno non può non richiamare<br />

l'attenzione dei pastori e dei liturgisti impegnati<br />

nella pastorale e nella predicazione omiletica.<br />

Inos Biffi (Tempo di Avvento e di Natale. Incontro<br />

con il Signore che nasce, Casale Monferrato<br />

2001, Edizioni Piemme, pp. 237, L. 27.000, ;<br />

13,94) offre un sussidio utile ai sacerdoti, ai diaconi<br />

e anche ai laici per comprendere in una visione<br />

unitaria e organica i misteri dei primi due<br />

tempi liturgici che preparano alla Pasqua.<br />

Conosciuto e apprezzato per lavori analoghi,<br />

Inos Biffi non intende togliere nulla alla creatività<br />

personale e alla sensibilità di chi deve proclamare<br />

la parola di Dio nel contesto delle celebrazioni<br />

liturgiche. Per questo le sue riflessioni sono<br />

«concentrate» e, nello stesso tempo, aperte all'apporto<br />

dell'operatore pastorale che saprà coniugare<br />

scienza e sapienza per aiutare il popolo<br />

di Dio a crescere nella grazia e nella conformazione<br />

a Cristo.<br />

Il modulo è a forma didattica, con suddivisioni<br />

tematiche facilmente memorizzabili. I «settori»<br />

da cui risultano le riflessioni sono principalmente<br />

due: quello biblico e quello liturgico. Tut-<br />

tavia alcune domeniche, prevalgono tematiche<br />

cristologiche, mariologiche ed ecclesiologiche.<br />

Quelle mariologiche concernono sia la solennità<br />

dell'Immacolata Concezione sia quella della Madre<br />

di Dio. Inos Biffi ribadisce che la «grazia della<br />

Concezione Immacolata di Maria si comprende<br />

a partire da Gesù Cristo, l'unico Redentore».<br />

Il quadro è collegato al peccato originale. Afferma<br />

Biffi: «Maria è preservata da ogni macchia di<br />

peccato». Quindi anche dal peccato originale.<br />

Egli ritiene ciò «una pura grazia, un dono di<br />

Dio, che per condiscendenza sceglie lei. Maria è<br />

termine di una elezione di immenso e misterioso<br />

amore».<br />

Il punto nevralgico è di sapere se Maria è stata<br />

redenta oppure no. Biffi non ha dubbio alcuno:<br />

Maria «è redenta, anch'essa condivide la salvezza<br />

che viene per tutti unicamente dalla croce<br />

e dai suoi meriti, tuttavia in una modalità singolare:<br />

in lei Cristo agisce “in anticipo”, l'opera della<br />

redenzione si attua prima di essere storicamente<br />

compiuta e agisce sotto forma della preservazione<br />

del contagio della colpa originale».<br />

Nella riflessione sulla Madre di Dio Biffi mette<br />

in evidenza che Maria, per opera dello Spirito<br />

Santo, è resa Madre del Verbo, del Figlio di Dio.<br />

La maternità riguarda la natura umana di Gesù,<br />

Uomo-Dio. È sorprendente che il concepimento<br />

e il parto siano avvenuti nel rispetto della integrità<br />

fisica della Madre. Maria è stata da sempre<br />

proclamata «vergine». I Padri hanno sottolineato<br />

«prima del parto, nel parto e dopo il parto». Biffi<br />

definisce il «fatto» un miracolo. Scrive: «La<br />

verginità feconda della Madonna predica ed elogia<br />

la vicinanza divina, la sua iniziativa. È il “miracolo”<br />

in senso profondo se per miracolo intendiamo<br />

la riuscita del disegno di Dio per pura<br />

gratuità, dove non c'è il soccorso della norma e<br />

della legge dell'uomo».<br />

«Essere ogni giorno santi e missionari»: è quanto raccomanda Giovanni<br />

Paolo II nel Messaggio inviato ai giovani dell'Azione Cattolica che hanno partecipato<br />

a Roma all'Incontro nazionale svoltosi alla «Domus Pacis», dal 7 al 9<br />

dicembre.<br />

«La parola ai giovani... nell'AC che cambia» è stato il tema dell'incontro nazionale<br />

al quale hanno partecipato diverse centinaia di giovani provenienti da<br />

tutte le diocesi italiane.<br />

Fortemente voluta dal Presidente dell'AC, Paola Bignardi, l'iniziativa è stata<br />

affidata al settore giovani, i cui responsabili — Carolina Agostina ed Ernesto<br />

Diaco — hanno spiegato alla vigilia le caratteristiche dell'incontro. Il programma<br />

prevedeva testimonianze di giovani, spazi musicali, gruppi di discussione,<br />

momenti di spiritualità e di dialogo con la Presidenza nazionale dell'Azione<br />

Cattolica.<br />

La sera del 7 dicembre i giovani hanno incontrato il Cardinale François Xavier<br />

Nguyên Van Thuân, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e<br />

della Pace, il quale ha raccontato ai giovani la sua testimonianza di vita e la<br />

sua quotidiana immolazione per l'annuncio del Vangelo, anche nei tredici anni<br />

di carcere trascorsi nel suo Viet Nâm.<br />

Quanti non hanno potuto partecipare all'Incontro hanno seguito i lavori sul<br />

sito internet nazionale dell'Azione Cattolica, inviando contributi e proposte.<br />

bri che vi sono utili per una<br />

così esigente scuola di santità.<br />

Vi saranno certamente i<br />

Documenti del Concilio Ecumenico<br />

Vaticano II e le indicazioni<br />

dei Pastori delle vostre<br />

Chiese particolari. Dovete<br />

soprattutto avere con voi<br />

quel Vangelo che vi siete<br />

scambiati a Tor Vergata. Innamoratevi<br />

sempre più della<br />

parola di Cristo. Sappiatela<br />

ascoltare, comprendere, approfondire,<br />

amare e, soprattutto,<br />

vivere. Fatevi aiutare<br />

in questo dagli autentici<br />

maestri della fede.<br />

Parola di Dio è in modo<br />

eminente Gesù, il Verbo fatto<br />

carne nel grembo verginale<br />

di Maria Santissima. E Gesù<br />

non può semplicemente stare<br />

nello zaino: deve trovare posto<br />

nei vostri pensieri, nei<br />

vostri occhi, nelle vostre mani<br />

e nel vostro cuore. In una<br />

parola, in tutta la vostra vita.<br />

Dovete poter ripetere con<br />

san Paolo: «Non sono più io<br />

che vivo, ma Cristo vive in<br />

me» (Gal 2, 20). Gesù vive in<br />

voi quando lo invocate nella<br />

preghiera, nel tempo in cui<br />

sapete fermarvi «cuore a cuore»<br />

con Lui, dopo averLo ricevuto<br />

nell’Eucaristia. Non<br />

abbiate paura di ritornare a<br />

Lui, qualora vi capiti di essere<br />

ingannati e feriti dai miraggi<br />

di una felicità falsa e<br />

artificiale.<br />

3.A Tor Vergata vi dice-<br />

Gesù, Maria e Giuseppe costituiscono la santa<br />

Famiglia alla quale la Chiesa riserva un posto<br />

privilegiato nella liturgia. La ritiene inoltre modello<br />

della famiglia cristiana, anzi della famiglia<br />

umana. «La Chiesa — scrive Biffi — legge e propone<br />

la Santa Famiglia come un modello: un<br />

“modello di vita” — dice la colletta —. Questa<br />

prima orazione illustra subito il significato della<br />

festività della Santa Famiglia, che presenta i valori<br />

fondamentali di ogni famiglia che voglia vivere<br />

secondo la volontà del Signore».<br />

Dinamismo soprannaturale della famiglia è la<br />

carità, virtù che unisce i coniugi e i figli. Dono<br />

dello Spirito è a incrementarsi ogni giorno. Oggi<br />

i fallimenti matrimoniali sono preoccupanti. C'è<br />

una deviazione di mentalità, di cultura e di rapporti<br />

umani. I coniugi si separano perché denunciano<br />

di non amarsi più. Il vincolo che unisce la<br />

santa famiglia scaturisce dall'amore donato dallo<br />

Spirito. Giustamente Biffi rileva che unisce Gesù,<br />

Maria e Giuseppe, «si pone come esemplare<br />

di fronte a ogni tentazione di divisione e di diffidenza».<br />

La radice della comunione è da ricercarsi<br />

«nell'essere esecuzione (con la libertà del consenso)<br />

del piano divino. Quando manchi questo<br />

principio, la relazione sponsale è fatalmente<br />

esposta all'incertezza e alla volubilità».<br />

Alle omelie per i tre cicli della liturgia di rito<br />

romano, Biffi fa seguire riflessioni, per lo stesso<br />

periodo, sulla liturgia ambrosiana, anche questa<br />

articolata in tre cicli. Il lettore così può scegliere<br />

sia le sue che le altre o leggere entrambe e fare<br />

un confronto. La visione di Biffi non è settoriale,<br />

ma globale, incentrata sul mistero di Cristo che,<br />

nella pienezza dei tempi, si è fatto uomo, è morto<br />

e risorto per la nostra salvezza. A crescere<br />

nella fede in questa prospettiva unitaria e globale<br />

sollecita Biffi con la sua esperienza di pastore<br />

e di docente.<br />

vo che sarete capaci di incendiare<br />

il mondo, se avrete<br />

il coraggio di essere cristiani<br />

fino in fondo (cfr Omelia durante<br />

la Concelebrazione Eucaristica<br />

a Tor Vergata, n. 7,<br />

in L’Osservatore Romano, 21-<br />

22 agosto 2000, p. 7). Cristo<br />

stesso, che avete incontrato<br />

personalmente, vi precede e<br />

vi dà sempre nuovi appuntamenti<br />

sulle strade della storia.<br />

Sì, Cristo vi porta ovunque<br />

c’è dolore da alleviare,<br />

solidarietà da esprimere,<br />

gioia da celebrare; nella fatica<br />

dello studio e del lavoro,<br />

come nello svago del tempo<br />

libero; nella vita familiare<br />

come nella troppo lunga attesa<br />

di un futuro, che spesso<br />

stenta a realizzarsi.<br />

Con la scelta di aderire all’Azione<br />

Cattolica, voi avete<br />

“<br />

Essere giovani<br />

è infine gustare la compagnia<br />

di Gesù<br />

e l’incanto dell’ascolto<br />

«a bocca aperta»<br />

delle sue parole, nella calda<br />

accoglienza di una casa<br />

come quella<br />

di Marta e Maria...<br />

Gesù non può semplicemente<br />

stare nello zaino:<br />

deve trovare posto<br />

nei vostri pensieri,<br />

nei vostri occhi,<br />

nelle vostre mani<br />

e nel vostro cuore.<br />

In una parola, in tutta<br />

la vostra vita<br />

deciso di collaborare in maniera<br />

particolare con i vostri<br />

Vescovi, per essere una associazione<br />

di laici che con<br />

slancio generoso si mette a<br />

disposizione dei Pastori della<br />

Comunità ecclesiale per l’attività<br />

apostolica nel mondo<br />

contemporaneo. A tale proposito,<br />

desidero far mio l’invito<br />

dei vostri Pastori, i quali vi<br />

chiedono di «comunicare il<br />

Vangelo in un mondo che<br />

-<br />

”<br />

cambia» (cfr Orientamenti pastorali<br />

dell’Episcopato italiano<br />

per il primo decennio del<br />

2000). Voi stessi siete i testimoni<br />

singolari di questo nostro<br />

tempo in permanente<br />

evoluzione: il mondo giovanile,<br />

i vostri amici, gli ambienti<br />

nei quali vi muovete sono<br />

in continuo cambiamento.<br />

Impegnatevi, perciò, a comunicare<br />

il Vangelo in questo<br />

contesto di mutamenti profondi,<br />

imparando a «superare<br />

i confini abituali dell’azione<br />

pastorale, per esplorare i luoghi,<br />

anche i più impensati,<br />

dove i giovani vivono, si ritrovano,<br />

danno espressione<br />

alla propria originalità, dicono<br />

le loro attese e formulano<br />

i loro sogni» (Educare i giovani<br />

alla fede, in Notiziario<br />

della CEI 2/1999, p. 51). Da<br />

soli è difficile, insieme si<br />

può: è proprio questo il sostegno<br />

che può giungervi dalla<br />

vostra Associazione.<br />

4.Carissimi giovani dell’Azione<br />

Cattolica Italiana!<br />

In questa Solennità dell’Immacolata<br />

vi auguro di essere<br />

sempre più missionari, come<br />

vi vuole la Chiesa, e santi secondo<br />

il cuore di Dio. Vi sostenga<br />

sempre la materna<br />

protezione di Maria, che oggi<br />

contempliamo nello splendore<br />

della sua intatta Bellezza.<br />

Sia Lei la vostra guida, la<br />

stella luminosa che indica il<br />

cammino dell’Azione Cattolica<br />

rinnovata, per la quale<br />

voi stessi vi sentite impegnati<br />

ad offrire un significativo<br />

contributo.<br />

Vi assicuro uno speciale<br />

ricordo nella preghiera e con<br />

affetto vi benedico, insieme<br />

con i vostri educatori, i ragazzi<br />

cui offrite il vostro generoso<br />

servizio formativo e<br />

tutti gli aderenti all’Azione<br />

Cattolica Italiana.<br />

Dal Vaticano, 8 Dicembre<br />

2001<br />

Un volume di preghiere curato da Mons. Pietro Principe<br />

«La fede per immagini»<br />

Le verità e le norme<br />

della vita cristiana si trasmettono<br />

con maggior efficacia<br />

attraverso raffigurazioni<br />

artistiche. Una<br />

salda certezza ha guidato<br />

Mons. Pietro Principe,<br />

Capo ufficio della Segreteria<br />

di Stato, nella raccolta<br />

delle riproduzioni di<br />

alcuni dei più bei dipinti<br />

di arte sacra in un elegante<br />

e pratico volumetto<br />

formato tascabile, dal titolo<br />

«La fede per immagini»<br />

(Libreria Editrice<br />

Vaticana, pagg. 160, L.<br />

10.000).<br />

Di fronte ai ripetuti appelli<br />

del Papa a pregare<br />

per la pace in questo momento<br />

di gravi tensioni<br />

internazionali, il curatore<br />

dell'opera ci offre un prezioso<br />

strumento per quel<br />

«pio movimento dell'anima<br />

verso Dio» — come<br />

diceva sant'Agostino —<br />

che è la preghiera quotidiana.<br />

Subito, alle prime pagine, si descrivono il contenuto<br />

del libro e la sua utilizzazione, le abbreviazioni<br />

bibliche e il prospetto, per una facile e rapida<br />

consultazione. «Vengono presentate le verità<br />

della fede — scrive in proposito Mons. Principe<br />

— “attraverso il diletto della figura”». Queste verità<br />

sono espresse ora con formule, ora con canti,<br />

ora con preghiere in latino, ciascuna raccontata<br />

da un dipinto che non è semplice illustrazione ma<br />

messaggio spirituale. «L'arte, la grande arte —<br />

Raffaello Sanzio - «La Trinità», 1509<br />

(particolare de «La disputa del Sacramento»)<br />

spiega il curatore —, è illuminazione<br />

dell'animo».<br />

Non è un caso che si usi<br />

parlare di «creazione» per<br />

l'opera dell'artista. Il pittore<br />

— ha scritto in proposito<br />

Gianfranco Ravasi<br />

— deve quasi essere il liturgo<br />

che svela il segreto<br />

armonico del Creato.<br />

L'opera di Mons. Principe<br />

segue l'ordine del<br />

Catechismo delle Chiesa<br />

Cattolica nelle sue quattro<br />

parti: cos'è, cosa dà,<br />

cosa chiede e come prega<br />

la fede. Interrogativi che<br />

trovano risposte immediate<br />

nelle pagine del volume.<br />

La fede è credere<br />

che Dio ti ama e credere<br />

a Dio che parla: vengono<br />

perciò proposti dipinti<br />

che illustrano gli articoli<br />

della Professione di fede.<br />

Questa, inoltre, dà la vita<br />

in Cristo e la forza per vi-<br />

vere da figli di Dio: in<br />

questo caso sono raffigurati i sette sacramenti. La<br />

fede chiede di scegliere la via del bene e di praticare<br />

il bene: ecco allora dieci bellissime immagini<br />

dei Comandamenti.<br />

La fede, infine, prega come prega Gesù e come<br />

anche i cristiani pregano. Seguono alcune tra le<br />

più note preghiere della nostra fede: dal segno<br />

della croce al Pater; dall'Ave Maria al Gloria; dal<br />

Credo agli atti di fede, di speranza e di carità;<br />

dall'atto di dolore alle litanie e ai canti mariani.<br />

(glb)


.<br />

LITURGIA DELLA PAROLA<br />

Is 35, 1-6.8-10<br />

Gc 5, 7-10<br />

Mt 11, 2-11<br />

PAGINA<br />

5 .<br />

III DOMENICA<br />

DI<br />

AVVENTO<br />

FRANCESCO CACUCCI<br />

Arcivescovo di Bari-Bitonto<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 10-11 Dicembre 2001<br />

16 dicembre 2001<br />

Profumare di gioia la vita di ogni battezzato<br />

La liturgia di questa terza domenica di avvento è tutta<br />

attraversata dal tema della gioia. Un tema questo<br />

che, come in una stupenda «sinfonia della gioia», è annunciato<br />

dall’«allegro molto vivace» delle prime battute<br />

dell’antifona di ingresso, da cui questa domenica prende<br />

il nome (Gaudete): «Rallegratevi sempre nel Signore:<br />

ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino»; è sviluppato<br />

dall’«andante con moto» delle parole di Isaia che<br />

annunciano il ritorno dall’esilio degli ebrei seguiti dalla<br />

«gioia e felicità»; si fa meditativo nell’«adagio» della seconda<br />

lettura con l’esortazione di san Giacomo ad essere<br />

«pazienti e a rinfrancare i cuori, perché la venuta del<br />

Signore è vicina»; riprende forza con l’«andante» del<br />

Vangelo che promette gioia a chi si lascia sconvolgere<br />

dall’agire di Dio; termina con il «vivace con brio» della<br />

preghiera dopo la comunione che ci fa intravedere «le<br />

feste ormai vicine».<br />

La liturgia, però, non parla solo alle orecchie, ma<br />

coinvolge tutto l’uomo! Per questo l’invito alla gioia è<br />

reso visibile con il colore rosa dei paramenti, che sostituisce<br />

per questa sola domenica il colore viola tipico<br />

dell’avvento, e ci raggiunge anche con il profumo dei<br />

fiori che adornano l’altare.<br />

«Beato colui che non si<br />

scandalizza di me»<br />

(Mt 11, 6)<br />

Giovanni Battista, al di là di ogni nostra triste raffigurazione,<br />

è un esperto della gioia: era ancora nel grembo<br />

di sua madre, quando sussultò di gioia per la presenza<br />

del Signore. La gioia, però, che questa volta Gesù gli<br />

offre, rispondendo ai suoi discepoli, è una gioia del tutto<br />

diversa, perché fiorisce sulle ferite di una grande delusione.<br />

Come la maggior parte degli ebrei, anche il Battista<br />

era in attesa della manifestazione della potenza di Dio,<br />

che avrebbe fatto giustizia sulla terra. Giovanni, ormai<br />

in carcere e vedendo imminente la sua fine, manda alcuni<br />

dei suoi discepoli da Gesù per chiedergli: «Sei tu<br />

«Il secolo XX, pur segnato come forse nessun altro<br />

da guerre e spargimento di sangue, si è chiuso<br />

con tante speranze di giustizia e di pace.<br />

Purtroppo, i tragici eventi dell'11 settembre<br />

hanno bruscamente spezzato queste attese fiduciose.<br />

Ma non dobbiamo perderci d'animo.<br />

La pace è dono di Dio e, al tempo stesso,<br />

frutto dello sforzo quotidiano<br />

degli uomini di buona volontà»<br />

CONCERTO Il discorso del Papa al termine della «Missa pro Pace» eseguita dal Coro e dall'Orchestra della Filarmonica di Varsavia nell'Aula Paolo VI, venerdì 7 dicembre<br />

Attraverso il linguaggio universale della musica e del canto<br />

è risuonato per tutti l'invito ad essere costruttori di speranza e di pace<br />

«Attraverso il linguaggio universale<br />

della musica e del canto è risuonato per<br />

tutti l'invito ad essere costruttori di<br />

speranza e di pace». Lo ha affermato<br />

Giovanni Paolo II al termine del concerto<br />

«Missa pro Pace» eseguito — nell'Aula<br />

Paolo VI, venerdì pomeriggio 7 dicembre<br />

— dal Coro e dall'Orchestra della<br />

Filarmonica di Varsavia. L'evento<br />

musicale è stato offerto in collaborazione<br />

con i componenti dell'associazione<br />

polacca «Amici della Fondazione Giovanni<br />

Paolo II».<br />

Questo è il discorso del Santo Padre:<br />

Carissimi Fratelli e Sorelle!<br />

1.Sono certo di interpretare i<br />

comuni sentimenti, esprimendo<br />

cordiale gratitudine ai componenti<br />

della gentile associazione polacca<br />

Amici della Fondazione Giovanni<br />

Paolo II che, unitamente alla Filarmonica<br />

Nazionale di Varsavia, hanno<br />

voluto offrire a me e ai miei<br />

collaboratori questo magnifico concerto.<br />

Rivolgo vivo apprezzamento anzitutto<br />

al Signor Kazimierz Kord, direttore<br />

della Filarmonica, che con<br />

straordinario talento ha interpretato<br />

la Missa pro Pace. Saluto cordialmente<br />

il Signor Henryk Wojnarowski,<br />

maestro del coro, che ha<br />

eseguito i vari brani con grande valentia.<br />

La mia riconoscenza si<br />

estende a tutti coloro che hanno<br />

contribuito alla organizzazione e<br />

alla preparazione di questa splendida<br />

serata. Con grato affetto ringrazio<br />

e saluto il Signor Wojciech Kilar,<br />

noto compositore, al quale si<br />

deve la Missa pro Pace che abbiamo<br />

avuto la gioia di ascoltare.<br />

Consapevole che lo spartito di una<br />

Messa è opera artistica che si inserisce<br />

nella liturgia, egli ha voluto<br />

sapientemente proporre melodie<br />

animate da intenso misticismo. Lo<br />

stile arcano e originale di questa<br />

Messa introduce gli ascoltatori nel<br />

cuore di un raccoglimento orante e<br />

di una attenta contemplazione dei<br />

misteri della Fede.<br />

2.Grazie anche per la pregevole<br />

esecuzione della Missa pro Pace!<br />

Quest’evento artistico di alto valore<br />

religioso ci ha aiutato a pensare e<br />

a pregare per la pace. Il secolo XX,<br />

pur segnato come forse nessun altro<br />

da guerre e spargimento di sangue,<br />

si è chiuso con tante speranze<br />

di giustizia e di pace. Purtroppo, i<br />

tragici eventi dell’11 settembre hanno<br />

bruscamente spezzato queste attese<br />

fiduciose. Ma non dobbiamo<br />

perderci d’animo. La pace è dono<br />

di Dio e, al tempo stesso, frutto<br />

dello sforzo quotidiano degli uomini<br />

di buona volontà. Attraverso il<br />

linguaggio universale della musica<br />

e del canto, in quest’Aula «Paolo<br />

VI» è risuonato per tutti l’invito ad<br />

essere costruttori di speranza e di<br />

pace. Raccogliamo quest’accorata<br />

esortazione. La vita di ogni credente<br />

sia eco di quell’amore che sconfigge<br />

la violenza e segna l’inizio dei<br />

«cieli nuovi e della nuova terra»<br />

(cfr Ap 21, 1).<br />

3.Raz jeszcze — już w naszej<br />

ojczystej mowie — pragnę podziękować<br />

wszystkim, którzy sprawili,<br />

że mogliśmy przeżyć ten uroczysty<br />

wieczór. Słowa uznania kieruję do<br />

kompozytora wspaniałej Missa pro<br />

pace — pana Wojciecha Kilara.<br />

Majestatyczna prostota, piękno zakorzenione<br />

w chrześcijańskiej tradycji<br />

i brzmienie oddające wyrastającego<br />

zeń polskiego ducha sprawiają,<br />

że utwór ten dostarcza nie<br />

tylko estetycznych wrażeń, ale może<br />

wyzwalać głęboko religijne przeżycia.<br />

Dziękuję muzykom Orkiestry<br />

Symfonicznej pod dyrekcją pana<br />

Kazimierza Korda i śpiewakom<br />

Chóru z jego kierownikiem, panem<br />

Henrykiem Wojnarowskim. Wyrazy<br />

wdzięczności składam również solistom.<br />

Ten koncert zechcieli Państwo<br />

wpisać w obchody stulecia<br />

Filharmonii Narodowej. Z tej szczególnej<br />

okazji proszę przyjąć moje<br />

gratulacje oraz życzenia wszelkiej<br />

pomyślności i wielu wspaniałych<br />

osiągnięć artystycznych w nowym<br />

stuleciu.<br />

Dopo la preghiera dell'Angelus del 9 dicembre<br />

Il saluto ai fedeli polacchi<br />

Domenica 9 dicembre, al termine della preghiera mariana dell'Angelus (la<br />

meditazione è pubblicata integralmente in prima pagina), Giovanni Paolo II<br />

ha rivolto il seguente saluto ai pellegrini di espressione polacca presenti in<br />

Piazza San Pietro:<br />

Pozdrawiam pielgrzymów polskich: chór duszpasterstwa środowisk<br />

twórczych z Kielc, pracowników LOT z Warszawy, duszpasterstwo<br />

Polaków z Mediolanu. Niech Pan Bóg wszystkim błogosławi!<br />

Ecco una nostra traduzione italiana:<br />

Saluto i pellegrini polacchi: il coro della pastorale del mondo della<br />

cultura di Kielce, i dipendenti della LOT di Varsavia, la pastorale dei<br />

polacchi di Milano. Dio vi benedica tutti!<br />

Pragnę również podziękować<br />

tym, którzy przyczynili się do zorganizowania<br />

tego wieczoru, a<br />

szczególnie warszawskiemu Kołu<br />

Przyjaciół FundacjiJanaPawła II.<br />

Wszystkim artystom i gościom z<br />

serca błogosławię. Bóg zapłać i<br />

szczęść Boże!<br />

[Ancora una volta, nella nostra<br />

lingua madre, voglio di tutto cuore<br />

ringraziare quanti hanno contribuito<br />

a farci vivere questa solenne serata.<br />

Rivolgo parole di riconoscimento al<br />

compositore della magnifica Missa<br />

pro Pace, il signor Wojciech Kilar.<br />

La maestosa semplicità, la bellezza<br />

radicata nella tradizione cristiana e<br />

il timbro dell’anima polacca che affiora<br />

da essa, fanno sì che quest’opera<br />

rechi non solo sensazioni estetiche,<br />

ma possa suscitare anche<br />

emozioni profondamente religiose.<br />

Ringrazio i musicisti dell’Orchestra<br />

Sinfonica sotto la direzione del<br />

signor Kazimierz Kord e i cantanti<br />

del Coro con il direttore, il signor<br />

Henryk Wojnarowski. Espressioni di<br />

gratitudine pongo anche ai solisti.<br />

Avete voluto inserire questo concerto<br />

nell’ambito delle celebrazioni del<br />

centenario della Filarmonica Nazionale.<br />

In questa particolare occasione<br />

vogliate accettare le mie congratulazioni<br />

e gli auguri di ogni prosperità<br />

e di tanti magnifici successi artistici<br />

nel nuovo centenario.<br />

Vorrei anche ringraziare coloro<br />

che hanno contribuito all’organizzazione<br />

di questa serata, e soprattutto<br />

il Circolo degli Amici della Fondazione<br />

Giovanni Paolo II a Varsavia.<br />

A tutti gli artisti e agli ospiti imparto<br />

di cuore la mia benedizione. Che<br />

Dio ripaghi e benedica!]<br />

4.Questo concerto si tiene all’inizio<br />

dell’Avvento, stagione di mistica<br />

attesa del Principe della pace.<br />

Anche questa felice coincidenza sia<br />

stimolo ad aprire il cuore e la mente<br />

a Cristo, che viene come Messia<br />

di salvezza e di amore. Siamo ormai<br />

alla vigilia della Solennità dell’Immacolata<br />

Concezione. Sia Lei,<br />

la Regina della pace, a rafforzare i<br />

passi coraggiosi degli uomini sulla<br />

via che conduce alla giustizia e alla<br />

pace vera. Con tali sentimenti,<br />

imparto al compositore, agli artisti,<br />

promotori, organizzatori e a tutti i<br />

presenti una speciale Benedizione.<br />

Questo concerto è un’introduzione<br />

molto buona al 14 dicembre e al<br />

24 gennaio.<br />

colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?»<br />

(Mt 11, 3). Quest’uomo che aveva indicato ai suoi discepoli<br />

Gesù come l’agnello di Dio, che si era proclamato<br />

indegno perfino di sciogliergli i legacci dei sandali,<br />

che aveva scosso le coscienze dei benpensanti e turbato<br />

il sonno di Erode, ora è in crisi! Gesù più che mostrare<br />

il volto di un dio giustiziere che avanza trionfalmente<br />

annientando i nemici, parla di Dio come di un<br />

padre misericordioso che si china sulle ferite di ogni uomo<br />

per guarirle. Che fare? Restare tenacemente abbarbicati<br />

alle proprie convinzioni, rifiutando l’agire di Dio<br />

o accogliere la rivelazione che ne fa Gesù, rinunciando<br />

alle proprie certezze e sicurezze? È l’interrogativo che<br />

ha attraversato l’animo del Battista e che, a volte, affiora<br />

anche nei nostri animi. Siamo chiamati, come ricordano<br />

i Vescovi italiani, a non sentirci mai padroni della<br />

Verità, ma sempre umili e instancabili ricercatori: «Nessuno<br />

può pretendere di disporre totalmente della verità<br />

che sempre ci precede; solo cercandola, e cercandola<br />

insieme, tutti i nostri desideri potranno trovare un senso»<br />

(Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia,<br />

Orientamenti pastorali per l'Episcopato italiano per il<br />

primo decennio del 2000, Roma 29 giugno, n. 37).<br />

Una ricerca, la nostra, che non è affidata alle sole nostre<br />

forze o capacità, ma è sorretta da una certezza:<br />

prima di essere noi a cercare il Signore è Lui che cerca<br />

noi e si rivela.<br />

«Siate pazienti»<br />

(Gc 5, 7)<br />

In una società che si sforza in tutti i modi di correre<br />

sui binari dell’alta velocità e di ricercare la gratificazione<br />

immediata, queste parole di s. Giacomo suonano come<br />

un invito a una brusca frenata. Non si tratta di lasciarsi<br />

ingabbiare dall’inerzia o accettare supinamente<br />

tutto ciò che «ci cade addosso», quanto piuttosto di affinare<br />

con l’aiuto dello Spirito un «occhio penetrante»,<br />

capace di scorgere sotto l’apparente normale fluire della<br />

storia, il passaggio e l’azione di Dio. «Senza uno<br />

sguardo contemplativo, ammoniscono i Vescovi italiani,<br />

diventa difficile interiorizzare gli eventi, la storia in cui<br />

Da Varsavia a Roma<br />

per un messaggio di riconciliazione<br />

GABRIELE NICOLÒ<br />

Attraverso il linguaggio<br />

universale della musica<br />

e del canto, per tutti<br />

è risuonato, nell'Aula<br />

Paolo VI, l'invito ad essere<br />

«costruttori» di speranza<br />

e di pace.<br />

È l'invito scandito dalle<br />

note del concerto dell'orchestra<br />

e del coro<br />

della Filarmonica Nazionale<br />

di Varsavia che, alla<br />

presenza del Santo Padre<br />

— nel pomeriggio di<br />

venerdì 7 dicembre —<br />

ha eseguito la «Missa<br />

pro Pace». Unitamente<br />

alla Filarmonica Nazionale<br />

di Varsavia, il bel<br />

concerto è stato offerto<br />

dai componenti dell'associazione<br />

polacca «Amici<br />

della Fondazione Giovanni<br />

Paolo II».<br />

È stato un avvenimento artistico<br />

— come ha sottolineato il Papa nel<br />

discorso pronunciato al termine del<br />

concerto — di «alto valore religioso»,<br />

che ha aiutato ciascuno a pensare e<br />

a pregare per la pace. Il Santo Padre<br />

ha ricordato che il secolo XX, «pur<br />

segnato come forse nessun altro da<br />

guerre e spargimenti di sangue», si è<br />

chiuso con tante speranze di giustizia<br />

e di pace. Al contempo Giovanni<br />

Paolo II ha richiamato i «tragici»<br />

eventi dell'11 settembre, che hanno<br />

«spezzato» queste attese fiduciose. E<br />

a fronte di ciò, è risuonato forte, nell'Aula<br />

Paolo VI, l'incoraggiamento<br />

del Santo Padre a non perdersi d'animo,<br />

dal momento che la pace è «dono»<br />

di Dio e, al contempo, «frutto»<br />

dello sforzo quotidiano degli uomini<br />

di buona volontà. Ecco allora la consegna<br />

affidata ad ogni credente, che<br />

consiste nel fare della propria vita<br />

l'«eco» di quell'amore che sconfigge<br />

la violenza e dischiude orizzonti di<br />

concordia e di vera fratellanza.<br />

Al concerto erano presenti i Cardinali<br />

Eduardo Martínez Somalo, Camerlengo<br />

di Santa Romana Chiesa;<br />

Edmund Casimir Szoka, Presidente<br />

della Pontificia Commissione per lo<br />

Stato della Città del Vaticano; Henryk<br />

Roman Gulbinowicz, Arcivescovo<br />

di Wrocław; Paul Poupard, Presidente<br />

del Pontificio Consiglio della<br />

Cultura; Edward Idris Cassidy; Francesco<br />

Colasuonno; Giovanni Canestri;<br />

Luigi Poggi. Erano presenti numerosi<br />

Arcivescovi e Vescovi, tra i<br />

quali, l'Arcivescovo Leonardi Sandri,<br />

Sostituto della Segreteria di Stato per<br />

gli Affari Generali; l'Arcivescovo<br />

Jean-Louis Tauran, Segretario per i<br />

Rapporti con gli Stati. Erano poi presenti<br />

Mons. Pedro López Quintana,<br />

Assessore per gli Affari Generali;<br />

Mons. Celestino Migliore, Sotto-Segretario<br />

per i Rapporti con gli Stati;<br />

Mons. Tommaso Caputo, Capo del<br />

Protocollo della Segreteria di Stato.<br />

Al concerto hanno preso parte anche<br />

numerosi Ambasciatori accreditati<br />

presso la Santa Sede.<br />

A guidare l'apprezzato e applaudito<br />

concerto è stato il direttore della<br />

Filarmonica, Kazimierz Kord; maestro<br />

del coro era Henryk Wojnarowski.<br />

Il Papa, nel discorso, ha<br />

espresso ad entrambi il suo vivo apprezzamento,<br />

esteso al compositore<br />

Wojciech Kilar, al quale si deve la<br />

«Missa pro Pace», intessuta di melodie<br />

animate da intenso misticismo.<br />

Nell'elogiare la composizione, il Santo<br />

Padre ha rilevato che lo stile arcano<br />

e originale di questa «Messa» introduce<br />

gli ascoltatori nel cuore di<br />

«un raccoglimento orante» e di una<br />

«attenta contemplazione» dei misteri<br />

della fede.<br />

viviamo, fino a discernervi un senso e a farla nostra»<br />

(Cvmc 41).La fede matura, infatti, non se resta sempre<br />

così com’è, «surgelata», evitando di lasciarsi interrogare<br />

dalla vita, ma accetta anche le delusioni, purificando<br />

così l’immagine che ci siamo fatti di Dio per accogliere<br />

quella che ci offre Gesù. È quanto ci fa chiedere la colletta:<br />

«fa’ che maturiamo in noi il frutto della fede e accogliamo<br />

con rendimento di grazie il Vangelo della<br />

gioia».<br />

«Dite agli smarriti<br />

di cuore: Coraggio!»<br />

(Is 35, 4)<br />

Una fede matura, capace di profumare di gioia la vita<br />

di un battezzato, accetta di lasciarsi provocare dalle sofferenze<br />

e dai bisogni dei fratelli, non limitandosi a dire<br />

loro «una parola buona», né tantomeno ritenendosi soddisfatta<br />

per aver fatto qualche opera buona «a distanza»<br />

con un versamento postale. Il clima natalizio può giocarci<br />

un brutto scherzo: intenerire il cuore e farci desiderare<br />

di compiere qualcosa di buono per coloro che<br />

soffrono. «La carità — ricordava il piano pastorale per<br />

gli anni '90 Evangelizzazione e testimonianza della carità<br />

— è molto più impegnativa di una beneficenza occasionale:<br />

la prima coinvolge e crea un legame, la seconda<br />

si accontenta di un gesto». Del resto, partecipando<br />

nell’Eucaristia al dono che Cristo fa a noi di se stesso,<br />

siamo sollecitati e sostenuti ad essere anche noi per<br />

i fratelli un segno della tenerezza e della bontà di Dio,<br />

che si fa vicino a coloro che soffrono.<br />

Accogliamo l’invito del Papa a vivere una giornata di<br />

digiuno e di preghiera, il 14 dicembre, per invocare dal<br />

Signore il dono della pace, destinando ai fratelli che<br />

soffrono il frutto delle nostre rinunzie. Perché non sia<br />

un gesto isolato si potrebbero sollecitare le singole persone<br />

e l’intera comunità cristiana a leggere i bisogni<br />

della gente che vive nel proprio territorio per mettere in<br />

atto possibili soluzioni. Si declinerebbe così un’altra<br />

modalità della gioia, ricordataci dalle parole del Signore:<br />

«C’è più gioia nel dare che nel ricevere».


.<br />

PAGINA<br />

6/7 .<br />

L'Angelus con i fedeli in Piazza San Pietro<br />

La Vergine ci prepara<br />

all'incontro con Gesù<br />

Giovanni Paolo II ha guidato, sabato<br />

8 dicembre, la preghiera mariana dell'Angelus,<br />

nella Solennità dell'Immacolata<br />

Concezione. In Piazza San Pietro<br />

erano presenti numerosissimi fedeli<br />

giunti da diverse parti del mondo.<br />

Ecco le parole del Santo Padre:<br />

Carissimi Fratelli e Sorelle!<br />

1.Celebriamo oggi la solennità<br />

dell’Immacolata<br />

Concezione della Beata Vergine<br />

Maria. Facciamo memoria<br />

dell’intervento straordinario,<br />

mediante il quale il<br />

Padre celeste ha preservato<br />

dal peccato originale Colei<br />

che sarebbe stata la Madre<br />

del suo Figlio fatto uomo. A<br />

Maria, che splende in Cielo<br />

al centro dell’assemblea dei<br />

Beati,sirivolge quest’oggi lo<br />

sguardo di tutti i credenti.<br />

Tornano alla mente le parole<br />

che Dante, nel canto<br />

trentaduesimo del Paradiso,<br />

si sente rivolgere da san<br />

Bernardo, ultima guida nel<br />

suo pellegrinaggio ultraterreno:<br />

«Riguarda omai nella<br />

faccia ch’a Cristo / più si<br />

somiglia; ché la sua chiarezza<br />

/ sola ti può disporre a<br />

veder Cristo» (vv. 85-87).<br />

È l’invito a contemplare<br />

il volto di Maria, perché più<br />

di ogni altra creatura la<br />

Madre assomiglia al Figlio<br />

Gesù. Lo splendore che irraggia<br />

da quel volto può<br />

aiutare Dante a sostenere<br />

l’impatto con la visione<br />

beatificante del volto glorioso<br />

di Cristo.<br />

2.Quanto preziosa è l’esortazione<br />

del Santo Dottore<br />

della Chiesa per noi pellegrini<br />

sulla terra, mentre<br />

commemoriamo con gioia<br />

la «Tutta Bella»! L’Immacolata<br />

però ci invita a non fermare<br />

lo sguardo su di Lei e<br />

ad andare oltre, penetrando<br />

per quanto possibile nel mistero<br />

in cui è stata concepita:<br />

il mistero cioè di Dio<br />

Uno e Trino, colmo di grazia<br />

e di fedeltà.<br />

Come la luna brilla della<br />

luce del sole, così lo splendore<br />

immacolato di Maria è<br />

totalmente relativo a quello<br />

del Redentore. La Madre ci<br />

rinvia al Figlio; passando<br />

attraverso di Lei si giunge a<br />

Cristo. Per questo opportunamente<br />

Dante Alighieri annota:<br />

«ché la sua chiarezza<br />

sola ti può disporre a veder<br />

Cristo».<br />

3.Come ogni anno, mi<br />

recherò oggi pomeriggio con<br />

intima gioia in Piazza di<br />

Spagna, per unirmi all’omaggio<br />

tradizionale che la<br />

città di Roma rende all’Immacolata.<br />

A Lei rinnoverò<br />

l’affidamento della Chiesa e<br />

dell’umanità, in questo non<br />

facile passaggio della storia.<br />

Per acquisire fiducia e<br />

per dare senso alla vita, gli<br />

uomini hanno bisogno di<br />

incontrare Cristo. E la Vergine<br />

è guida sicura alla sorgente<br />

di luce e di amore che<br />

è Gesù: ci prepara all’incontro<br />

con Lui. Il popolo<br />

cristiano ha sapientemente<br />

compreso questa realtà di<br />

salvezza e, rivolgendosi alla<br />

«Tutta Santa», con filiale<br />

confidenza La implora così:<br />

«Iesum, benedictum fructum<br />

ventris tui, nobis post hoc<br />

exilium ostende. O clemens,<br />

o pia, o dulcis Virgo Maria<br />

— Mostraci, dopo questo<br />

esilio, Gesù, il frutto benedetto<br />

del tuo grembo. O clemente,<br />

o pia, o dolce Vergine<br />

Maria».<br />

Dopo la Benedizione Apostolica, il<br />

Papa ha salutato i pellegrini:<br />

Con speciale affetto, saluto<br />

voi, cari membri della<br />

Pontificia Accademia dell’Immacolata,accompagnati<br />

dal vostro amato Presidente,<br />

il Cardinale Andrzej<br />

Maria Deskur. Ho appreso<br />

con piacere che in questi<br />

giorni avete approfondito il<br />

testo della Lettera Apostolica<br />

Novo Millennio ineunte,<br />

impegnandovi, in particolare,<br />

affinché la Chiesa sia<br />

«casa e scuola di comunione»<br />

(n. 43). Vi ringrazio per<br />

questo e per il vostro contributo<br />

alla celebrazione dell’odierna<br />

festività. La Madonna<br />

accompagni sempre<br />

il vostro cammino!<br />

Estendo il mio saluto a<br />

tutti i pellegrini presenti. In<br />

particolare, accolgo cordialmente<br />

il gruppo dell’Opera<br />

della Chiesa, che sta vivendo<br />

un incontro fraterno in<br />

spirito di profonda devozione<br />

mariana.<br />

In polacco ha detto:<br />

Witam pielgrzymów polskich:<br />

Chór Katolickiego<br />

Uniwersytetu Lubelskiego,<br />

chór duszpasterstwa środowisk<br />

twórczych z Kielc, pracowników<br />

LOT oraz grupę<br />

Polaków z Mediolanu.<br />

Wszystkich polecam opiece<br />

Niepokalanej.<br />

Ecco una traduzione italiana dal polacco:<br />

Saluto i pellegrini polacchi:<br />

il Coro dell'Università<br />

Cattolica di Lublino, il coro<br />

della pastorale del mondo<br />

della cultura di Kielce, i dipendenti<br />

della LOT e un<br />

gruppo di polacchi di Milano.<br />

Raccomando tutti alla<br />

protezione dell'Immacolata.<br />

Infine il Papa ha così salutato i fedeli<br />

presenti:<br />

Nell’augurare a tutti una<br />

buona festa dell’Immacolata,<br />

do appuntamento per<br />

oggi pomeriggio a Piazza di<br />

Spagna.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 10-11 Dicembre 2001<br />

«Veniamo a Te, Vergine Immacolata, per chiederti di<br />

ottenere, quale Madre comprensiva e forte, che gli animi,<br />

liberati dai fiumi dell'odio, si aprano al perdono reciproco,<br />

alla solidarietà costruttiva e alla pace». È l'invocazione<br />

elevata da Giovanni Paolo II, nel pomeriggio di sabato<br />

8 dicembre, Solennità dell'Immacolata Concezione della<br />

Beata Vergine Maria, davanti alla colonna mariana di<br />

Piazza di Spagna, nel cuore di Roma. All'ormai tradizionale<br />

appuntamento di preghiera hanno partecipato migliaia<br />

di persone.<br />

Ecco la preghiera mariana del Santo Padre:<br />

1.Madre Immacolata,<br />

in questo giorno solenne,<br />

illuminato dal fulgore<br />

della tua verginale Concezione,<br />

eccoci ancora ai tuoi piedi,<br />

in questa storica piazza,<br />

nel cuore di Roma cristiana.<br />

Come ogni anno,<br />

siamo venuti a ripetere<br />

il tradizionale omaggio floreale<br />

dell’8 dicembre,<br />

volendo con questo gesto esprimere<br />

l’amore filiale della Città,<br />

che conta tanti segni<br />

della tua materna presenza.<br />

Siamo venuti in umile pellegrinaggio,<br />

e, facendoci voce di tutti i credenti,<br />

t’invochiamo fiduciosi:<br />

«Monstra Te esse matrem...<br />

Mostrati Madre per tutti,<br />

/ offri la nostra preghiera;<br />

Cristo l’accolga benigno,<br />

/ lui che si è fatto tuo Figlio».<br />

2.«Monstra Te esse matrem!»<br />

Mostrati Madre per noi,<br />

che, davanti a questa tua celebre effigie,<br />

con cuore gioioso<br />

rendiamo grazie a Dio per il dono<br />

della tua Immacolata Concezione.<br />

Tu sei la Tutta Bella,<br />

che l’Altissimo ha vestita<br />

della sua potenza.<br />

Tu sei la Tutta Santa,<br />

che Iddio s’è preparata<br />

come sua intatta dimora di gloria.<br />

Ave, Tempio arcano di Dio,<br />

ave piena di grazia,<br />

intercedi per noi!<br />

3.«Monstra Te esse matrem!»<br />

Ti preghiamo di presentare<br />

la nostra reghiera<br />

a Colui che Ti ha rivestita di grazia<br />

sottraendoti ad ogni ombra di peccato.<br />

Nubi oscure si addensano<br />

all’orizzonte del mondo.<br />

L’umanità,<br />

che ha salutato con speranza<br />

l’aurora del terzo millennio,<br />

sente ora incombere su di sé<br />

la minaccia di nuovi,<br />

sconvolgenti conflitti.<br />

È a rischio la pace nel mondo.<br />

Proprio per questo noi veniamo a Te,<br />

Vergine Immacolata,<br />

per chiederti di ottenere,<br />

quale Madre comprensiva e forte,<br />

che gli animi,<br />

liberati dai fumi dell’odio,<br />

si aprano al perdono reciproco,<br />

alla solidarietà costruttiva e alla pace.<br />

4.«Monstra Te esse matrem!»<br />

Veglia, o Maria,<br />

sulla grande famiglia ecclesiale,<br />

perché tutti i credenti,<br />

come veri discepoli del tuo Figlio,<br />

camminino nella luce<br />

Nella Solennità dell'Immacolata Concezione di Maria<br />

la preghiera di Giovanni Paolo II davanti alla storica colonna di Piazza di Spagna<br />

Veniamo a Te perché gli animi,<br />

liberati dai fumi dell'odio,<br />

si aprano al perdono reciproco,<br />

alla solidarietà costruttiva e alla pace<br />

.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 10-11 Dicembre 2001<br />

della sua presenza.<br />

Continua a vegliare<br />

particolarmente sulla Chiesa di Roma,<br />

che l’8 dicembre del 1995,<br />

proprio in questo luogo, intraprese<br />

con fiducia la missione cittadina<br />

in vista del Grande Giubileo.<br />

Fu missione dai frutti copiosi<br />

e profondi,<br />

che contribuì a diffondere il Vangelo<br />

della speranza<br />

in ogni angolo della Città,<br />

mobilitando sacerdoti, religiosi e laici<br />

per un vasto e profondo<br />

rinnovamento spirituale.<br />

È stato un cammino dinamico<br />

e coraggioso,<br />

che, con la grazia del tempo giubilare,<br />

ha reso singoli e famiglie,<br />

parrocchie e comunità,<br />

consapevoli del mandato missionario<br />

che ciascuno deve responsabilmente<br />

assumere valorizzando la ricchezza<br />

e la varietà dei propri carismi.<br />

5.«Monstra Te esse matrem!»<br />

Stella della nuova evangelizzazione,<br />

spronaci e accompagnaci Tu<br />

sui passi di una pastorale<br />

instancabilmente missionaria<br />

con un unico e decisivo programma:<br />

annunciare Cristo,<br />

Redentore dell’uomo.<br />

La missione diventi testimonianza<br />

quotidiana d’ogni credente,<br />

nelle proprie condizioni di vita;<br />

grazie ad essa sia rinnovato<br />

il volto cristiano di Roma,<br />

perché a tutti appaia con chiarezza<br />

che la fedeltà a Cristo<br />

cambia l’esistenza personale<br />

e plasma un futuro di pace,<br />

un avvenire migliore per tutti.<br />

Madre Immacolata,<br />

che rendi la Chiesa feconda di figli,<br />

sostieni altresì<br />

la nostra incessante sollecitudine<br />

per le vocazioni al sacerdozio<br />

e alla vita consacrata.<br />

Il convegno romano<br />

del prossimo giugno,<br />

che la diocesi opportunamente dedica<br />

a questo tema,<br />

incoraggi i giovani e le loro famiglie<br />

a rispondere con cuore generoso<br />

all’appello del Signore.<br />

6.«Monstra Te esse matrem!»<br />

Sii per noi roccia<br />

di coraggio e di fedeltà,<br />

o umile Fanciulla di Nazareth,<br />

gloriosa Regina del mondo.<br />

Offri la nostra preghiera<br />

al Verbo di Dio,<br />

che, diventando tuo Figlio,<br />

si è reso nostro fratello.<br />

Grazie alla tua validissima<br />

intercessione<br />

possa l’intero Popolo di Dio<br />

e, in particolare,<br />

questa amata Chiesa di Roma<br />

«prendere il largo» verso quella santità<br />

che costituisce la condizione decisiva<br />

per ogni fecondo apostolato.<br />

Madre di misericordia e di pace,<br />

immacolata Madre di Dio, prega per noi!<br />

Pietro bussa alla porta<br />

di Maria e chiede:<br />

«Monstra Te esse matrem»<br />

GIAMPAOLO MATTEI<br />

«È a rischio la pace nel mondo.<br />

Proprio per questo noi veniamo a Te».<br />

Giovanni Paolo II, il Papa del «Totus<br />

Tuus», è in ginocchio al centro di<br />

Piazza di Spagna, davanti alla statua<br />

dell'Immacolata Concezione. In preghiera<br />

insieme con lui ci sono ventimila<br />

persone accorse per partecipare al<br />

tradizionale incontro di preghiera mariana<br />

dell'8 dicembre nel cuore di Roma.<br />

Dice il Papa: «Nubi oscure si addensano<br />

all'orizzonte del mondo... l'umanità<br />

sente ora incombere su di sé<br />

la minaccia di nuovi, sconvolgenti<br />

conflitti». Pietro bussa alla porta di<br />

Maria e le chiede a nome di tutti:<br />

«Monstra Te esse matrem!».<br />

Èun altogesto di pace, un atto politiconelsensopiùprofondodel<br />

termine,<br />

quello compiuto da Giovanni Paolo II<br />

nel giorno dell'Immacolata. Venerdì 14<br />

il suo impegno orante per la pace proseguirà<br />

nel giorno del digiuno, con lo<br />

sguardo rivolto al Natale e, più avanti,<br />

all'incontro di Assisi del 24 gennaio.<br />

Un «calendario» incalzante di preghiera<br />

e di riconciliazione, di verità e di<br />

perdono, di responsabilità e di carità,<br />

di speranza e di pace.<br />

«Monstra Te esse matrem!». L'invocazione<br />

del figlio alla Mamma è stata<br />

ripetuta dal popolo cristiano di Roma.<br />

L'abbraccio dei romani ha accolto e<br />

ha accompagnato Giovanni Paolo II<br />

che, nel pomeriggio di sabato 8 dicembre,<br />

ha percorso le strade del centro<br />

della città per il tradizionale pellegrinaggio<br />

mariano in due luoghi simbolo<br />

della pietà mariana popolare: la storica<br />

statua di Piazza di Spagna e l'icona<br />

Salus Populi Romani nella Basilica di<br />

Santa Maria Maggiore.<br />

Le due tappe del pellegrinaggio romano<br />

sono state unite dal filo d'oro<br />

della preghiera per la pace.<br />

Dal Vaticano a Piazza di Spagna, da<br />

qui a Santa Maria Maggiore e di nuovo<br />

in Vaticano: lungo le strade il Papa<br />

è stato salutato con straordinario affetto<br />

da migliaia di persone che non sono<br />

volute mancare a quest'appuntamento,<br />

magari anche solo per vederlo un momento<br />

e dimostrargli — con la presenza,<br />

con l'agitarsi frenetico delle mani<br />

in segno di saluto e con scroscianti applausi<br />

— un affetto che nel giorno dell'Immacolata<br />

si conferma, puntualmente<br />

ogni anno, in tutta la sua ampiezza.<br />

Non c'è nessuno a Roma che<br />

non sappia che l'8 dicembre il Papa va<br />

a Piazza di Spagna. E in tanti «indovinano»<br />

il percorso — stavolta il Lungotevere<br />

e Via Tomacelli — e lo aspettano<br />

per salutarlo, per ricambiare il suo<br />

amore. Per la prima volta Giovanni<br />

Paolo II ha compiuto questo pellegrinaggio<br />

a bordo della «papamobile», il<br />

veicolo che usa abitualmente nei viaggi<br />

pastorali in Italia e all'estero.<br />

Davvero la Solennità dell'Immacolata<br />

è l'occasione dell'abbraccio tra il<br />

Vescovo di Roma e la gente della sua<br />

Diocesi che rappresenta l'intera Chiesa<br />

universale. Un abbraccio che avviene<br />

significativamente in un giorno dedicato<br />

a Maria. Un abbraccio che unisce<br />

due grandi amori di Giovanni Paolo II:<br />

la Madre di Dio e Roma, città di cui è<br />

Vescovo.<br />

Commossa e commovente è stata<br />

l'accoglienza in Piazza di Spagna. La<br />

scalinata di Trinità dei Monti era<br />

splendida e privilegiata tribuna per gustare<br />

l'arrivo di Giovanni Paolo II, proveniente<br />

da una Via Condotti gremita<br />

di persone.<br />

La colonna mariana di Piazza di<br />

Spagna, in restauro, è nascosta da<br />

un'impalcatura, rivestita da un telo,<br />

sulla quale è riprodotta, stilizzata, la<br />

colonna stessa. Il telo lascia libera solo<br />

la statua della Madonna.<br />

Sotto la colonna mariana un tappeto<br />

di fiori, una variopinta aiuola frutto<br />

dell'incessante pellegrinaggio dei romani<br />

fin dalle prime ore della giornata.<br />

La Pontificia Accademia dell'Immacolata<br />

ha promosso e coordinato, insieme<br />

con i Frati Minori Conventuali di<br />

Roma, le varie manifestazioni, fedele a<br />

una tradizione che risale al 1938. I Vigili<br />

del Fuoco, secondo un'altra bellissima<br />

consuetudine, hanno collocato<br />

sulla statua della Madonna, proprio in<br />

cima alla colonna, una corona di fiori.<br />

Stavolta hanno compiuto questo gesto<br />

con una devozione particolarmente<br />

commossa, nel ricordo dei loro colleghi<br />

morti nella recente tragedia di Via<br />

Ventotene.<br />

Tra i tantissimi omaggi floreali —<br />

insieme con le rose portate dalle singole<br />

famiglie — spiccavano quelli dell'Azione<br />

Cattolica, delle Acli, del Circolo<br />

di San Pietro, dei Gruppi di Preghiera<br />

di Padre Pio, di tantissime aziende che<br />

operano a Roma. Il Comune di Roma<br />

era «presente» con un grande cuscino<br />

di fiori bianchi e gialli che formavano<br />

la scritta SPQR.<br />

«Aiuta tu americani e talebani, palestinesi<br />

e israeliani, a trovare il coraggio<br />

di stringersi le mani» era scritto su<br />

un cartello giallo, con il carattere tipico<br />

degli amanuensi, firmato da un<br />

gruppo di detenuti che hanno chiesto<br />

a Maria la grazia di far «prevalere la<br />

carità e il perdono, mai più la vendetta<br />

che è solo falsa giustizia».<br />

Il pellegrinaggio mariano del Papa è<br />

cominciato alle ore 16. Prima di arrivare<br />

in Piazza di Spagna ha brevemente<br />

sostato dinanzi alla chiesa della Santissima<br />

Trinità dove ha salutato e benedetto<br />

le famiglie dell'«Associazione<br />

di Via Condotti», guidata dal cappellano<br />

e dal presidente. Al Papa è stato offerto<br />

un calice destinato ad una parrocchia<br />

bisognosa.<br />

Giovanni Paolo II era accompagnato<br />

dall'Arcivescovo Leonardo Sandri, Sostituto<br />

della Segreteria di Stato; dal<br />

Vescovo James Michael Harvey, Prefetto<br />

della Casa Pontificia; dal Vescovo<br />

Stanisław Dziwisz, Prefetto Aggiunto<br />

della Casa Pontificia; da Mons. Pedro<br />

López Quintana, Assessore della Segreteria<br />

di Stato; da Mons. Mieczysław<br />

Mokrzycki, della Segreteria del Santo<br />

Padre; da Mons. Paolo De Nicolò,<br />

Reggente della Casa Pontificia.<br />

In Piazza di Spagna è stato accolto<br />

dal Cardinale Vicario Camillo Ruini e<br />

dal Sindaco di Roma, Walter Veltroni.<br />

Erano presenti il Cardinale Crescenzio<br />

Sepe, Prefetto della Congregazione per<br />

l'Evangelizzazione dei Popoli, la cui sede<br />

si affaccia proprio sulla Piazza; l'Arcivescovo<br />

Paolo Romeo, Nunzio Apostolico<br />

in Italia; numerosi Arcivescovi<br />

e Vescovi.<br />

Davanti alla colonna il Papa ha presieduto<br />

un intenso momento di preghiera,<br />

durante il quale ha benedetto<br />

un cesto di rose che è stato posto ai<br />

piedi della colonna. Sono stati letti un<br />

brano dal Libro dell'Apocalisse (12, 1-2<br />

5a) e dalla Lettera Apostolica «Novo<br />

Millennio ineunte» (n. 58). Le parole<br />

del Santo Padre sono pubblicate integralmente<br />

in questa pagina. Il momento<br />

di preghiera si è concluso con la<br />

Benedizione Apostolica e il canto del<br />

«Tota Pulchra».<br />

Dopo aver salutato i fedeli presenti e<br />

in particolare le autorità cittadine e le<br />

persone ammalate accompagnate dai<br />

volontari dell'Unitalsi, il Papa si è recato<br />

a Santa Maria Maggiore. Per giungere<br />

alla Basilica è passato sotto la casa<br />

della famiglia Beltrame Quattrocchi:<br />

qui hanno vissuto Luigi e Maria, gli<br />

sposi beatificati il 21 ottobre scorso, e<br />

qui vivono oggi due loro figli.<br />

A Santa Maria Maggiore è stato accolto<br />

dal Cardinale Arciprete, Carlo<br />

Furno. Prima di entrare dall'ingresso<br />

laterale, il Papa ha benedetto i locali<br />

rinnovati dell'Archivio-Museo che si<br />

trova sotto la Basilica. Qui erano già<br />

stati eseguiti da tempo scavi archeologici:<br />

si possono vedere i resti della casa<br />

romana portata alla luce negli anni<br />

'70, un mercato coperto e l'affresco<br />

del calendario rustico di tipo agricolo,<br />

risalente alla fine del II secolo d.C.<br />

Ora, con la collaborazione della Direzione<br />

Generale dei Monumenti, Musei<br />

e Gallerie Pontificie e dei Servizi<br />

Tecnici, sono esposti gli oggetti più<br />

preziosi appartenenti alla Basilica, la<br />

«Betlemme d'Occidente». Quadri, arredi<br />

sacri, tessuti liturgici, antichi testi<br />

sacri e di arte sono stati raccolti e organizzati<br />

in sei locali dal prefetto,<br />

Mons. Jagosz. Il museo sarà aperto al<br />

pubblico il 22 dicembre.<br />

Giovanni Paolo II ha quindi benedetto,<br />

dall'interno della Basilica, la<br />

nuova Porta Santa. Al centro dell'opera,<br />

realizzata dal noto scultore bolognese<br />

Luigi Mattei, in alto rilievo comprendente<br />

metà della superficie, emergono<br />

le figure di Gesù Risorto coi segni<br />

della Passione e di Maria Salus Populi<br />

Romani. In alto, in basso rilievo,<br />

due formelle raffigurano a sinistra<br />

l'Annunciazione con la scritta Mater<br />

Dei, e a destra la Pentecoste con la<br />

scritta Mater Ecclesiae. In basso, in altre<br />

due formelle sono raffigurati a sinistra<br />

il Concilio di Efeso che nel 431 definì<br />

la Mater Dei e a destra il Concilio<br />

Vaticano II che proclamò nel 1965 Maria<br />

Mater Ecclesiae. Sulla Porta Santa<br />

sono posti gli stemmi e i motti di Giovanni<br />

Paolo II e del Cardinale Arciprete<br />

oltreché dell'Ordine del Santo Sepolcro<br />

che ha donato l'opera<br />

Nella Cappella Sforza il Papa ha benedetto<br />

il quadro, appena restaurato,<br />

dell'Assunta, opera del Sermoneta. Ha<br />

quindi ringraziato quanti hanno lavorato<br />

al restauro, presentati dal Reggentedella<br />

Direzionedei Musei, Buranelli.<br />

Nella Cappella Borghese, davanti all'Immagine<br />

della Salus Populi Romani,<br />

il Santo Padre si è inginocchiato e<br />

ha donato un mazzo di rose, deposto<br />

sull'altare dal Cardinale Furno. Ha poi<br />

intonato la Salve Regina. Erano presenti<br />

i canonici, i padri penitenzieri domenicani,<br />

la comunità dell'Almo Collegio<br />

Capranica, i membri del Collegio<br />

Liberianum.<br />

Infine si è recato nella Cappella del<br />

Santissimo Sacramento dove è sepolto<br />

il Cardinale Ugo Poletti, morto il 25<br />

febbraio 1997. Davanti alla tomba nella<br />

quale riposa l'antico Vicario di Roma<br />

ed Arciprete di questa Basilica, Giovanni<br />

Paolo II si è raccolto in preghiera.<br />

Dire Poletti significa dire Roma. E<br />

questa giornata di festa mariana è veramente<br />

una giornata di festa<br />

perlaRomacristiana.QuellaRoma che<br />

domenica prossima parteciperà alla<br />

300ª visita del suo Vescovo, venuto da<br />

un Paese lontano, ad una parrocchia.


.<br />

PAGINA<br />

8 .<br />

La Messa di ringraziamento presieduta dal Cardinale Joseph Ratzinger<br />

«L'Opera»: la conferma<br />

dell'essere con Cristo nella Chiesa<br />

Poco tempo fa la Famiglia spirituale «L’Opera» («Das<br />

Werk»), fondata in Belgio da Madre Julia Verhaeghe (1910-<br />

1997), ha ottenuto il riconoscimento pontificio come nuova<br />

forma di vita consacrata. Ai primi dello scorso novembre<br />

numerosi membri di detta Famiglia spirituale — accompagnati<br />

dai Cardinali Leo Scheffczyk e Cahal Daly e dal Vescovo<br />

Philip Boyce, già Direttore spirituale della Fondatrice<br />

— hanno partecipato ad un pellegrinaggio a Roma, allo<br />

scopo di rendere grazie al Signore per questo dono.<br />

Il 10 novembre, nel corso di un’Udienza, Giovanni Paolo<br />

II ha incoraggiato i pellegrini ad impegnarsi, con gioia e<br />

con forza, nella grande opera della nuova evangelizzazione,<br />

in fedeltà al loro specifico Carisma. In un Messaggio, consegnato<br />

a Madre Katharina Strolz FSO, Responsabile della<br />

Comunità delle Consacrate, e a Padre Peter Willi FSO, Responsabile<br />

della Comunità Sacerdotale, il Santo Padre ha<br />

scritto tra l’altro: «La Chiesa è la grande opera di Dio. Se<br />

oggi talvolta viene messa in dubbio la sua origine divina,<br />

“L’Opera” contribuisce a cogliere e a vivere nella sua profondità<br />

il mistero della Chiesa. La vostra Comunità rimanga<br />

sempre fedele allo scopo: siate un riflesso della Chiesa,<br />

a lode del Dio Uno e Trino e per la salvezza dell’uomo».<br />

Nel pomeriggio dello stesso giorno il Cardinale Joseph<br />

Ratzinger ha celebrato una Messa di ringraziamento nella<br />

Basilica Vaticana, insieme con i membri ed amici de «L’Opera».<br />

Tra i numerosi partecipanti sono stati anche i Cardinali<br />

Giovanni Battista Re, Zenon Grocholewski, Edward I.<br />

Cassidy, Paul A. Mayer e Opilio Rossi, come anche gli Arcivescovi<br />

Tarcisio Bertone, John P. Foley e Angelo Acerbi.<br />

Nella omelia il Prefetto della Congregazione per la Dottrina<br />

Cari fratelli e sorelle,<br />

nel grande ringraziamento della Santa<br />

Eucaristia includiamo oggi un particolare<br />

grazie per il riconoscimento della<br />

Famiglia spirituale «L’Opera» come<br />

Comunità di diritto pontificio. Così essa<br />

è situata interamente nel cuore della<br />

Chiesa, e nel contempo è data alla<br />

Chiesa universale come dono dello Spirito<br />

Santo, come strada per l’oggi e per<br />

il domani.<br />

Erano tempi oscuri quando nel gennaio<br />

1938 Madre Julia gettò questo modesto<br />

seme nella terra della Chiesa e<br />

cominciò la crescita di quest’albero.<br />

Parlando di tale inizio, dobbiamo sempre<br />

tener presente ciò che ella dice: «Io<br />

non ho fondato nulla. Da quando Gesù<br />

Cristo ha fondato la Santa Chiesa, è<br />

tutto fondato. Ha solo bisogno di persone<br />

che vivano profondamente questa<br />

fondazione, cioè sul fondamento e dal<br />

fondamento che Gesù stesso ha posto».<br />

In realtà ella non ha fondato un’opera<br />

diversa dall’opera di Gesù Cristo,<br />

ma si è posta interamente al servizio<br />

della sua opera. In tal modo ci invita a<br />

non porre altre opere accanto all’opera<br />

di Cristo, ma a dedicarci alla sua opera,<br />

ad essere e a vivere con la sua opera<br />

e così, attraverso di Lui, con Lui e<br />

in Lui, porsi al servizio della salvezza<br />

del mondo. Tutto ciò che ella ha fatto è<br />

riferito a Cristo, Figlio del Dio vivente.<br />

Ed ella sapeva che Cristo non è una<br />

figura del passato, ma continua a vivere<br />

nella sua Chiesa. L’essere con Cristo<br />

è perciò essere con Lui là dove Egli vive<br />

attraverso i tempi — nella comunità<br />

della Santa Chiesa. Ed ancora sapeva<br />

che il segno per la Santa Chiesa è il<br />

servizio del Successore di Pietro, là dove<br />

è Pietro, è la Chiesa, e chi vuol vivere<br />

nella Chiesa e con Cristo deve essere<br />

con Pietro. La sua figura ci conduce<br />

pertanto al Santo del giorno, a San<br />

Leone Magno che, a suo modo, ci espone<br />

precisamente ciò che è stato il suo<br />

messaggio.<br />

In un tempo difficile, dal 440 fino al<br />

461, Leone Magno ha governato la<br />

Chiesa. Era il tempo del crollo dell’Impero<br />

Romano nell’Occidente, il tempo<br />

delle grandi invasioni barbariche: Attila<br />

con i suoi Unni, Genserico con i suoi<br />

Vandali. In questo tempo San Leone ha<br />

portato avanti la luce della fede. La crisi<br />

più profonda non era una crisi politico-militare.<br />

Al fondo delle grandi crisi<br />

politiche c’è sempre una crisi spirituale.<br />

Così anche nel suo tempo. Certo, dopo<br />

Costantino la Chiesa divenne libera.<br />

I nuovi Imperatori cattolici favorirono<br />

la Chiesa. Ma con questa nuova libertà<br />

nacquero anche nuovi pericoli, nuove<br />

tentazioni.<br />

La prima tentazione era di sottomettere<br />

la Chiesa e la fede al potere politico,<br />

di sfruttare la Chiesa e di servirsi<br />

della Chiesa per il potere, di fare della<br />

fede uno strumento della politica.<br />

L’Imperatore Costanzo disse una volta:<br />

«La legge della Chiesa sono io». In questa<br />

affermazione si esprime una profonda<br />

tentazione di falsificazione della fede,<br />

che doveva diventare realmente uno<br />

strumento del potere politico.<br />

La seconda tentazione fu ideologica,<br />

cioè di conformare la fede alle idee dominanti<br />

degli uomini di quel tempo. Si<br />

parla di ellenizzazione della fede, cioè<br />

di una conformazione del dono di Dio,<br />

della luce della Rivelazione, a quanto<br />

pensavano e volevano gli uomini in<br />

quell’epoca. Con la grande filosofia greca<br />

si disse: Dio, in realtà, non può avere<br />

un figlio. Questa è un’idea mitologica.<br />

Dio è lontano. Dio non esce da sé e<br />

i figli di Dio sono grandi uomini, e così<br />

anche Gesù. Egli non è vero Figlio di<br />

Dio. È un grande della storia religiosa,<br />

dell’umanità. Nel quinto secolo, il secolo<br />

di Papa Leone, fu accolto dopo i primi<br />

grandi Concili il mistero della Santissima<br />

Trinità e della divinità di Gesù.<br />

Ora si cercava con altri modi di conformare<br />

questo mistero alle proprie forme<br />

di pensiero: Cristo non è veramente uomo,<br />

ma ha soltanto una natura divina,<br />

dissero gli uni; Cristo è veramente uomo,<br />

ma doveva salire fino alla divinità<br />

soltanto nel corso della sua vita, dissero<br />

gli altri. Il mistero fu manipolato secondo<br />

misure puramente umane per<br />

farlo comprensibile. Ma proprio così si<br />

dovette perdere la grandezza e la novità<br />

che ci è donata nella Rivelazione di<br />

Dio.<br />

In questa grande tentazione San Leone,<br />

illuminato dalla saggezza della fede,<br />

ha messo in luce la vera Rivelazione<br />

divina, che ci fa vivere e ci dà il fondamento<br />

sul quale si può vivere e morire<br />

bene. San Leone Magno fu innanzitutto<br />

dottore della cristologia per il<br />

grande Concilio di Calcedonia. Egli ha<br />

trovato le formule, ed i Padri hanno<br />

applaudito alla sua lettera dicendo: «In<br />

Leone ha parlato Pietro». E in realtà,<br />

contro i sofismi del pensiero umano,<br />

egli ha messo la profondità e la semplicità<br />

della vera fede. Con Pietro ha detto:<br />

«Tu sei Cristo, il Figlio del Dio vivente».<br />

San Leone, con le formule di questo<br />

dogma, nel quale appare la vera divinità<br />

e nel contempo la vera umanità di<br />

Cristo, non ha creato qualcosa di nuovo,<br />

non ha creato nuove idee. Al contrario,<br />

ci ha invitato ad entrare nella<br />

grande luce che Dio ci ha dato, e ci ha<br />

di nuovo mostrato questa luce. Il cen-<br />

Proseguono<br />

i pellegrinaggi<br />

dei fedeli a Roma<br />

nel «dopo Giubileo»<br />

Anche nel corso di quest'anno<br />

post-Jubilaeum non sono mancate<br />

persone giunte in pellegrinaggio a<br />

piedi dai luoghi più disparati d'Italia<br />

e d'Europa fino alla Basilica<br />

di San Pietro.<br />

Fra di essi, un inglese di 65 anni,<br />

Joseph Patterson, è giunto alla<br />

tomba dell'Apostolo il 13 ottobre<br />

scorso, dopo essere partito due<br />

mesi prima dalla Gran Bretagna,<br />

dove aveva voluto iniziare il pellegrinaggio<br />

ricevendo la benedizione<br />

del Rev. Robert Willis, Dean of<br />

Canterbury.<br />

L'uomo non era nuovo a tali<br />

esperienze, avendo raggiunto in<br />

passato altre mete di tradizionali<br />

pellegrinaggi cari a tutti i Cristiani,<br />

in Inghilterra e in Spagna a<br />

Compostela. Così quest'anno ha<br />

scelto di percorrere la Via Francigena,<br />

seguendo le indicazioni fornitegli<br />

dall'omonima Associazione,<br />

fino a giungere a Roma il 13 ottobre.<br />

Il giorno seguente un sacerdote,<br />

coadiutore del Capitolo di San<br />

Pietro, il Rev. Bruno Vercesi, ha<br />

provveduto a consegnare a Joseph,<br />

alla presenza della sua consorte,<br />

il documento comprovante<br />

l'avvenuto pellegrinaggio, cioè il<br />

«testimonium peregrinationis peractae<br />

ad limina Petri». La semplice<br />

cerimonia si è svolta nella Cappella<br />

Clementina, per sottolineare<br />

la vicinanza così prossima alla<br />

tomba dell'Apostolo, mentre venivano<br />

letti due brani della Sacra<br />

Scrittura.<br />

Il pellegrino inglese, come potranno<br />

fare tutti coloro che arriveranno<br />

per la Via Francigena, ha<br />

poi concluso il pellegrinaggio visitando<br />

luoghi che testimoniano<br />

quanto antica sia la tradizione del<br />

peregrinare verso Roma.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 10-11 Dicembre 2001<br />

della Fede ha spiegato, tra l’altro, il significato delle seguenti<br />

parole di Madre Julia: «Io non ho fondato nulla. Da<br />

quando Gesù Cristo ha fondato la santa Chiesa, è tutto<br />

fondato. Ha solo bisogno di persone che vivano profondamente<br />

questa fondazione». Madre Julia — così ha affermato<br />

il Cardinale — non ha voluto porre altre opere accanto<br />

all’opera di Cristo, ha invece messo al centro della sua vita<br />

il Signore e la Sua opera. Il suo esempio esorta i fedeli ad<br />

unirsi, nella fede, con quest’opera di Cristo, per la salvezza<br />

del mondo. A proposito del riconoscimento pontificio de<br />

«L’Opera» il Porporato ha detto: «Così essa è situata interamente<br />

nel cuore della Chiesa, e nel contempo è data alla<br />

Chiesa universale come dono dello Spirito Santo, come<br />

strada per l’oggi e per il domani».<br />

Durante il ricevimento successivo presso il Centro dei<br />

pellegrini tedeschi, i partecipanti hanno potuto conoscere<br />

più da vicino questa nuova «Famiglia di vita consacrata».<br />

Una collezione di foto dalla vita di Madre Julia, delle<br />

diverse case e dei vari compiti apostolici de «L’Opera»<br />

ha offerto a tutti la possibilità di vedere qualcosa dell’origine,<br />

della storia, della missione e della diffusione di tale<br />

nuova realtà.<br />

Insieme con altre Comunità, la Famiglia spirituale «L’Opera»<br />

è una conferma della verità delle parole scritte dal<br />

Santo Padre nell’Esortazione Apostolica post-sinodale Vita<br />

consecrata: «La perenne giovinezza della Chiesa continua a<br />

manifestarsi anche oggi: negli ultimi decenni ... sono apparse<br />

nuove o rinnovate forme di vita consacrata» (n. 12).<br />

Pubblichiamo qui di seguito una traduzione italiana dell’omelia<br />

pronunciata dal Cardinale Joseph Ratzinger.<br />

tro della figura e del messaggio di san<br />

Leone Magno è la fede in Cristo. E questa<br />

fede nasce da un profondo amore di<br />

Cristo. Solo innamorato di Cristo, solo<br />

penetrato dall’amore di Cristo poteva<br />

percepire in profondità il suo mistero e<br />

ripetere il servizio di Pietro. Così il mistero<br />

petrino diventa nuovamente presente<br />

in questa confessione che è la<br />

roccia della Chiesa: «Tu sei Cristo, il Figlio<br />

del Dio vivente».<br />

Il primato della cristologia, il primato<br />

dell’amore di Cristo e della fede in<br />

Cristo è il centro del messaggio di San<br />

Leone Magno. Naturalmente questo<br />

primato della cristologia, della fede in<br />

Cristo implica la presenza della Santa<br />

Chiesa, nella quale vive Cristo. E se<br />

San Leone Magno si fa voce di nuovo<br />

di San Pietro, dimostra di essere il Pietro<br />

vivente, fa vedere che la Santa Chiesa<br />

è fondata sulla roccia di Pietro. Egli<br />

ci mostra questa triade: primato della<br />

cristologia, concretizzato nella vita della<br />

Chiesa vivente, e concretizzato ancora<br />

una volta nel mistero petrino, nella<br />

successione di San Pietro, sempre presente<br />

nei suoi Successori.<br />

Attraverso San Leone Magno ritorniamo<br />

così a Madre Julia e a ciò che ella<br />

ha istituito, a questa nuova fedeltà a<br />

Cristo nella sua Chiesa. Se al centro de<br />

«L’Opera» sta la «Santa Alleanza», non<br />

si tratta di qualcosa di nuovo accanto<br />

a Cristo. Si tratta invece di entrare nella<br />

Nuova Alleanza che Egli ci ha donato,<br />

nell’Alleanza che si fonda sul dono<br />

della Santa Eucaristia; nell’Alleanza<br />

che proviene dal Sacro Cuore di Gesù,<br />

dal quale fluiscono sangue ed acqua, i<br />

Santi Sacramenti. Il suo primato della<br />

cristologia, il suo amore a Cristo, si<br />

esprime nell’amore al Cuore aperto di<br />

Gesù. Non a caso, credo, «L’Opera»<br />

ha un particolare rapporto con Newman,<br />

con il suo motto «Cor ad cor loquitur».<br />

Madre Julia ha pensato con il<br />

cuore, e dal cuore ha riconosciuto il<br />

Cuore di Gesù — questo Cuore trafitto,<br />

sorgente dell’Alleanza, sorgente della<br />

nostra vita.<br />

Se pensiamo ancora al simbolo de<br />

«L’Opera», alla Corona di spine, appare<br />

chiaro che l’unione con Cristo significa<br />

unione con i suoi dolori. Ciò significa<br />

essere pronti ad assumere su noi stessi<br />

le ferite della verità. Chi si schiera per<br />

la verità in un mondo in cui la menzogna<br />

è più comoda, assume su se stesso<br />

questa ferita. E chi in questo mondo si<br />

schiera per l’amore, contro l’egoismo<br />

che è più vicino all’uomo, si lascia ferire,<br />

dice sì al Cuore trafitto, dice sì alla<br />

Corona di spine. Questa corona è la vera<br />

corona regale con cui Cristo si presenta<br />

come il vero Signore del mondo e<br />

ci mostra il volto del Dio vivente, dell’amore<br />

e della dedizione per noi fino<br />

alla morte. Attraverso la comunione<br />

con il Cristo sofferente in mezzo ai travagli<br />

di questo tempo siamo anche in<br />

comunione con la sua gloria, che è gloria<br />

di amore: l’amore è più forte del<br />

dolore e della morte.<br />

Il riconoscimento pontificio per la<br />

Famiglia spirituale «L’Opera» non è<br />

un’esteriorità giuridica. Esso è piuttosto<br />

l’espressione di ciò che essa è, la<br />

conferma del suo profondo essere nella<br />

Chiesa che è nel contempo essere uno<br />

con Cristo. Se quindi comprendiamo il<br />

dono de «L’Opera» e ci lasciamo condurre<br />

da essa nel mistero della Chiesa<br />

per trovare il Cuore di Cristo e dal suo<br />

Cuore trarre luce per il nostro cuore,<br />

succederà a noi ciò che è accaduto a<br />

Madre Julia: ella ha compreso e vissuto<br />

che il carico di Cristo apparentemente<br />

pesante è in realtà leggero perché Egli<br />

lo porta per noi e con noi, che il Suo<br />

giogo è dolce perché è il giogo dell’amore.<br />

Chiediamo al Signore che ci conceda<br />

di vivere sempre più questa esperienza<br />

e ci aiuti a dedicarci all’opera di<br />

Cristo e a contribuire così alla salvezza<br />

del mondo. Amen.<br />

GINO CONCETTI<br />

Presentazione<br />

del libro<br />

«La Chiesa<br />

all'alba<br />

del Terzo Millennio»<br />

Sarà presentato martedi 18 dicembre, il<br />

volume del Cardinale José Saraiva Martins<br />

dal titolo «La Chiesa all'alba del Terzo Millennio<br />

— Riflessioni teologico-pastorali»,<br />

pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana.<br />

Alla presentazione, che avrà luogo presso<br />

la Sala Marconi della sede della Radio Vaticana<br />

in Piazza Pia, alle ore 17.30, interverranno<br />

tra gli altri il Vescovo Ausiliare di<br />

Roma Monsignor Rino Fisichella, Monsignor<br />

Dario Rezza, Canonico di San Pietro,<br />

ed il senatore Giulio Andreotti.<br />

17 maggio 2001: il Cardinale Camillo Ruini rivolge il suo saluto al Papa durante la riunione della CEI<br />

Raccolte le prolusioni del Card. Ruini alle assemblee e alle riunioni della CEI<br />

La Chiesa nel nostro tempo<br />

Cinque anni di cammino della Chiesa<br />

in Italia, dal marzo 1996 al gennaio<br />

2001, contrassegnato da eventi straordinari<br />

tra cui il Grande Giubileo del<br />

2000. Un interprete autorevole: il<br />

Card. Camillo Ruini, vicario generale<br />

di Sua Santità per la diocesi di Roma<br />

e presidente della Conferenza Episcopale<br />

Italiana. 25 gli atti o le prolusioni<br />

all'assemblea generale dei Vescovi o al<br />

consiglio permanente.<br />

Il Card. Ruini, al vertice della Cei, è<br />

al terzo mandato. Del primo aveva già<br />

pubblicato in volume le relazioni; ecco<br />

quelle del secondo mandato che coprono<br />

un arco di tempo, che va, appunto,<br />

dal 1996 al gennaio 2001: Chiesa<br />

del nostro tempo, II, Piemme, Casale<br />

Monferrato 2001, pp. 444.<br />

Gli studiosi e i cultori di materie religiose<br />

ed ecclesiali le hanno potuto<br />

leggere di volta in volta che il Card.<br />

Ruini, puntualmente e con meticolosità<br />

certosina, le teneva all'assemblea<br />

dei Vescovi. La raccolta in un unico<br />

volume costituisce uno stimolo a rileggerle<br />

con maggiore serenità, ma anche<br />

con più spiccato acume, sollecitato<br />

da un confronto a posteriori.<br />

Gli ultimi anni sono stati per la<br />

Chiesa in Italia dinamici e proficui. Lo<br />

sviluppo è avvenuto in perfetta sintonia<br />

con lo sviluppo della Chiesa universale<br />

e con le indicazioni e direttive<br />

di Giovanni Paolo II e degli organismi<br />

pontifici. Viva e costante è stata l'attenzione<br />

per i problemi sociali connessi<br />

con i valori religiosi su cui i cattolici<br />

si sono misurati quali operatori, protagonisti<br />

e testimoni del Vangelo. Il metodo<br />

del dialogo pastorale, fortemente<br />

sottolineato dal Concilio Vaticano II, è<br />

stato seguito e promosso con fedeltà a<br />

Dio, anzitutto, e poi all'uomo. Il quale<br />

è stato, peraltro, sempre al centro del<br />

ministero della Chiesa che è in Italia.<br />

Queste e altre prerogative emergono<br />

dalle relazioni i cui titoli sono significativi<br />

ed emblematici. Il 1996 si è<br />

aperto con un programma di continuità<br />

rispetto al quinquennio precedente.<br />

Il Card. Ruini lo sottolinea con forza,<br />

indicando la Cei come «struttura di<br />

servizio» per consolidare la comunione<br />

ecclesiale nel duplice senso verticale<br />

e orizzontale, in particolare tra i<br />

Vescovi e il Papa, successore di San<br />

Pietro pastore della Chiesa universale.<br />

Sacerdozio, missione, azione pastorale<br />

hanno nel Vescovo di Roma il pilastro<br />

della comunione e il principio visibile<br />

di unità, il garante sommo dell'ortodossia<br />

della fede.<br />

La fede non è intimistica: il cristiano<br />

è contemporaneamente portatore<br />

di valori religiosi e di valori civili, di<br />

valori trascendenti e di valori antropologici<br />

aperti alla trascendenza. Una<br />

nuova realtà rispetto al passato è sorta<br />

nel continente europeo. L'Italia ne<br />

fa parte a pieno titolo come tutte le<br />

altre nazioni. La Chiesa da sempre ha<br />

favorito l'unità dei popoli per costruire<br />

la pace e per favorire il progresso<br />

culturale, scientifico, tecnologico con<br />

positive ricadute su tutti i popoli europei<br />

ed extraeuropei.<br />

Nell'assise di Palermo la Cei fece<br />

una scelta innovativa: la scelta culturale.<br />

Il Card. Ruini non manca di informare<br />

dei risultati, delle attuazioni<br />

progettuali i Vescovi e l'intera comunità<br />

ecclesiale italiana. Purtroppo,<br />

continua lo «smottamento», l'erosione<br />

del fronte cattolico dinanzi all'incalzare<br />

del fenomeno della secolarizzazione<br />

e della laicizzazione sempre più aggressivo<br />

e invasivo. Le denunce del<br />

Card. Ruini sono moniti illuminanti<br />

che sollecitano risposte precise dai<br />

cattolici in termini religiosi, sociali,<br />

politici, economici, sanitari, per non<br />

essere sommersi e ridotti a minoranza.<br />

Altri temi ricorrenti sono quelli dell'etica<br />

e della bioetica. Di essi si discute<br />

vivacemente e si propongono soluzioni<br />

divergenti tra le due componen-<br />

ti: l'una che si riconosce nei valori religiosi<br />

trascendenti, l'altra invece che<br />

si rifà ai cosiddetti «valori» umanisti<br />

della ragione e della cultura neoilluministica.<br />

I cattolici impegnati sul versante<br />

politico si confrontano con coloro<br />

che non condividono i loro ideali<br />

etici. Temi di scontro sono la procreazione<br />

medicalmente assistita, i mezzi<br />

contraccettivi e abortivi, mentre serpeggia<br />

in alcune categorie elitarie la<br />

questione dell'eutanasia. E così la vita<br />

umana, nel suo sorgere e nel suo cessare<br />

mai come in questi anni viene rivendicata<br />

«proprietà» dell'individuo,<br />

del singolo cui appartiene l'autodecisione.<br />

Lo sforzo della comunità ecclesiale<br />

italiana è teso a salvaguardare i<br />

principi immutabili e inderogabili della<br />

vita. I cattolici vengono esortati a<br />

non lasciarsi suggestionare da soluzioni<br />

facili tecnicamente, ma lesive della<br />

dignità e dei diritti della persona, soprattutto<br />

del progetto creativo di Dio,<br />

signore della vita.<br />

Con la difesa della vita umana i Vescovi<br />

intensificano le sollecitudini per<br />

la salvaguardia della famiglia nel modello<br />

biblico-cristiano plurisecolare<br />

proposto dalla Chiesa. Tendenze rivoluzionarie<br />

e aberranti contrastano l'azione<br />

della Chiesa. Si allarga il fronte<br />

divorzista, al quale si unisce quello<br />

delle unioni di fatto, della libera convivenza<br />

e del libero amore. Seguendo le<br />

direttive di Giovanni Paolo II i Vescovi<br />

hanno moltiplicato le iniziative nei<br />

diversi ambiti a sostegno della famiglia<br />

regolare, fondata sul matrimonio.<br />

Gli appelli ai legislatori non sono stati<br />

del tutto vani.<br />

Uno dei temi privilegiati della Cei è<br />

stato quello della gioventù. L'ottava<br />

relazione del Card. Ruini è interamente<br />

dedicata ai giovani e la Chiesa, alla<br />

giornata mondiale della gioventù a Parigi.<br />

Istanze ripetute nel corso dell'Anno<br />

Santo per la giornata mondiale della<br />

gioventù di Roma. Purtroppo la cultura<br />

secolaristica e gli strumenti di comunicazione<br />

non sono coefficienti positivi<br />

per la formazione dei giovani<br />

dell'era della tecnica mediatica. Ma<br />

guai a capitolare, a ritirarsi nei templi.<br />

Lusinghiero è il giudizio del Card.<br />

Ruini sulla manifestazione di Roma:<br />

«La giornata mondiale della gioventù<br />

è stata così un momento di gioia e di<br />

fraternità per Roma e per l'Italia,<br />

un'esperienza dalla quale anche moltissimi<br />

adulti e anziani — non di rado<br />

lontani dalla pratica religiosa — partecipando<br />

attraverso la televisione, hanno<br />

tratto forti motivi di incoraggiamento<br />

e di speranza».<br />

La Cei non ha mai messo in discussione<br />

i principi etici di comportamento<br />

politico dei cattolici, né ha mai<br />

contestato la libertà di scelta nei settori<br />

politici, sociali, economici, culturali.<br />

L'unico richiamo è l'adesione al Vangelo,<br />

ai suoi valori inderogabili. Prima<br />

a Loreto, poi a Palermo ha ribadito<br />

l'autonomia della Chiesa dalle formazioni<br />

politiche, dai partiti e dai loro<br />

esponenti. Nello stesso tempo però ha<br />

riaffermato che la libertà di scelta nella<br />

sfera politica non equivale a compiere<br />

deviazioni, a giustificare frammentazioni.<br />

Il cattolico sa che il Vangelo<br />

è il fondamento etico di ogni<br />

scelta e in qualunque campo. Esistono<br />

principi inviolabili, come quelli della<br />

giustizia, del diritto, della solidarietà,<br />

del bene comune, della dignità della<br />

persona che sono imperativi e reclamano<br />

convergenza operativa, anche<br />

quando sul piano delle opinioni permangono<br />

dissensi.<br />

Il Card. Ruini è fermo e deciso nel<br />

ribadire le direttive della Chiesa in<br />

campo politico soprattutto in vista delle<br />

competizioni elettorali: «Le indicazioni<br />

che essa (la Chiesa) propone ai<br />

cattolici e a ogni persona sollecita del<br />

bene comune, sono ormai chiare da<br />

tempo e hanno trovato conferma nei<br />

precedenti incontri, nel convegno di<br />

Palermo e nella stessa parola del Santo<br />

Padre. La Chiesa cioè, e quindi il<br />

clero e le varie realtà ed espressioni<br />

ecclesiali, non devono e non intendono<br />

coinvolgersi con alcuna scelta di<br />

schieramento politico o di partito, ma<br />

ciò non comporta una “diaspora” culturale<br />

dei cattolici, un loro ritenere<br />

ogni idea o visione del mondo compatibile<br />

con la fede, o anche una facile<br />

adesione a forze politiche e sociali che<br />

si oppongano o non prestino attenzione<br />

ai principi e contenuti qualificanti<br />

della dottrina sociale della Chiesa».<br />

Un altro tema scottante è quello demografico.<br />

La comunità italiana sta<br />

vivendo ancora una profonda crisi di<br />

denatalità, mentre continuano i flussi<br />

immigratori. Nella relazione del 24<br />

gennaio 2000 il presidente della Cei lamenta<br />

che il problema «è ben poco<br />

percepito dalla gente e comincia solo<br />

in questi ultimi anni ad affiorare nel<br />

dibattito pubblico». Il problema demografico<br />

va risolto anzitutto a livello di<br />

coscienza e poi sul piano economico.<br />

Si deve contestare la cultura della denatalità<br />

legata all'edonismo, allo sfaldamento<br />

della famiglia, si devono invece<br />

creare condizioni favorevoli perché<br />

i giovani possano sposarsi in età<br />

meno avanzata, offrendo loro mezzi e<br />

provvidenze sia per la casa, sia per<br />

l'occupazione, sia per l'assistenza sanitaria,<br />

sia per il numero dei figli, sia<br />

per l'unità del nucleo familiare. Il<br />

Card. Ruini afferma: «Questa è la ragione<br />

di fondo per la quale non ci<br />

stanchiamo, in totale sintonia con il<br />

Santo Padre, di raccomandare che,<br />

anche sul piano legislativo e amministrativo,<br />

la famiglia fondata sul matrimonio<br />

sia riconosciuta nella sua propria<br />

fisionomia, sostenuta e tutelata.<br />

In questa linea — prosegue il presidente<br />

della Cei —, e in quella del rispetto<br />

della vita, si colloca anche l'opportunità<br />

di giungere al più presto all'approvazione<br />

della legge sulla procreazione<br />

medicalmente assistita, ponendo<br />

termine all'attuale situazione di<br />

arbitrio totale e indiscriminato, sebbene<br />

non si possano certo ignorare le<br />

gravi perplessità etiche che suscita anche<br />

la normativa approvata dalla Camera<br />

dei deputati ora all'esame del<br />

Senato».<br />

Il Card. Ruini riferisce su altri importanti<br />

documenti e avvenimenti, sugli<br />

atti del magistero di Giovanni Paolo<br />

II, sui suoi viaggi apostolici, sull'ecumenismo,<br />

sui giovani, sulla beatificazione<br />

di Pio IX e di Giovanni XXIII,<br />

sulla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione<br />

Europea, sulla scuola cattolica<br />

e sulle istanze da accogliere per un<br />

effettivo regime paritario, sulle tensioni<br />

internazionali e sulle persecuzioni<br />

di cui sono fatto oggetto i cristiani,<br />

sulle guerre regionali. Nell'esaminare<br />

questi e altri problemi chiama i cattolici<br />

ad assumersi proprie responsabilità<br />

nei settori della vita sociale, pubblica,<br />

culturale, sanitaria ad ogni livello.<br />

La presenza dei cattolici è garanzia di<br />

libertà, di giustizia, di attenzione per i<br />

più deboli, di pace sociale, di progresso<br />

armonico nel rispetto del primato e<br />

della centralità della persona. Un particolare<br />

appello rivolge alle comunità<br />

parrocchiali perché, oltre alla catechesi,<br />

all'evangelizzazione e alla sacramentalizzazione,<br />

attivino vere scuole<br />

di formazione per giovani e adulti.<br />

Gli interventi alla Cei del Card. Ruini<br />

non possono essere considerati<br />

avulsi dal contesto ecclesiale e privi di<br />

proiezione sociale. I Vescovi sono i<br />

pastori delle loro Chiese particolari.<br />

Sono essi che, nello svolgimento del<br />

loro ministero, traducono in termini<br />

esistenziali, le direttive che maturano<br />

negli organismi collegiali. Ogni riunione<br />

della Cei è come una semina sparsa<br />

sul terreno delle coscienze di credenti<br />

e non credenti. L'agente principale<br />

è lo Spirito Santo che guida e<br />

orienta la Chiesa universale e le Chiese<br />

particolari. Compito supremo dei<br />

pastori, dei presbiteri e dei fedeli è di<br />

aprire spazi più ampi possibili perché<br />

il dinamismo divino assicuri una raccolta<br />

massima di frutti.


.<br />

PAGINA<br />

9 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 10-11 Dicembre 2001<br />

In Romania, cinquant'anni fa, moriva di fame in carcere il Pastore della diocesi di Iaşi<br />

Mons. Anton Durcovici, un Vescovo martire<br />

della tempesta scatenata dal comunismo<br />

Per alcuni anni sul lato esterno della<br />

porta d’ingresso della mia casa paterna<br />

era affissa una immagine del Cuore Immacolato<br />

di Maria. È uno dei ricordi<br />

della mia infanzia. La semplice immagine<br />

di carta in bianco-azzurro si poteva<br />

vedere sulle porte di molte altre famiglie<br />

del villaggio. Poi, con il passare delle<br />

stagioni, la sacra immagine che dava il<br />

benvenuto a chiunque entrava ma nello<br />

stesso tempo sigillava l’ingresso della casa,<br />

si è scolorita. Non ce ne era un'altra<br />

per sostituirla. Un giorno mio padre la<br />

staccò, così come era, affiggendola sul<br />

lato interno della porta, dove è rimasta<br />

per anni e anni finché — ormai del tutto<br />

scolorita — andò a finire non so dove.<br />

Ricordo altrettanto bene che domandai<br />

ai miei genitori perché avessero<br />

cambiato il posto della Madonna. Essi<br />

mi risposero che era meglio così, e basta.<br />

Ebbi allora un qualche lieve sospetto<br />

che qualcosa stava cambiando nella<br />

vita del villaggio, ma noi ragazzi non badavamo<br />

a tanto.<br />

Segni di un ricordo<br />

Più tardi venni a sapere che quell’immagine<br />

era un ricordo del nostro Vescovo<br />

Anton Durcovici, il quale in occasione<br />

della sua ultima visita pastorale nella<br />

parrocchia, per il conferimento della<br />

Cresima, aveva consacrato la comunità<br />

al Cuore Immacolato di Maria, offrendo<br />

alle famiglie la sua sacra immagine come<br />

scudo materno di protezione.<br />

Un gesto ripetuto in altre comunità<br />

parrocchiali da lui visitate nel breve<br />

tempo che gli restò prima del suo arresto<br />

da parte della polizia.<br />

Oltre ai discorsi e alle lettere pastorali<br />

in cui metteva in guardia i fedeli sul futuro<br />

che li attendeva, era questa una<br />

delle tante premure del Vescovo con cui<br />

preparava la gente per i tempi della<br />

tempesta comunista e, cioè, confermare<br />

i giovani nella fede con il sacramento<br />

della Cresima e affidare le comunità alla<br />

Madonna Santissima. Era il gesto del<br />

Buon Pastore, il quale vedendo avvicinarsi<br />

il lupo, non fugge, ma cerca in<br />

tutti i modi di mettere al riparo le sue<br />

pecorelle. Ben consapevole dei gravi pericoli<br />

e delle persecuzioni che il regime<br />

comunista, ormai instauratosi al potere,<br />

stava per scatenare contro la Chiesa, il<br />

Vescovo Anton Durcovici metteva tutta<br />

la sua diocesi, comunità, famiglie e singoli<br />

fedeli sotto il patrocinio della Madre<br />

del Salvatore.<br />

Tratti luminosi<br />

di una grande figura<br />

È solo uno dei tanti tratti luminosi di<br />

questo grande Vescovo, la cui figura è<br />

ora quasi una «leggenda» di santità per i<br />

sacerdoti e i fedeli della diocesi di Iaşi e<br />

dell’archidiocesi di Bucarest. Intanto,<br />

essi attendono, pregano e raccolgono te-<br />

Celebrazioni mariane<br />

promosse dalla comunità<br />

portoghese in Roma<br />

La solennità dell'Immacolata Concezione della Beata<br />

Vergine Maria, Patrona del Portogallo, è stata celebrata<br />

anche dalla comunità lusitana residente in Roma.<br />

Nell'occasione, sabato pomeriggio, il Vescovo<br />

eletto Ausiliare di Évora, Mons. Amândio José Tomás,<br />

ha presieduto la Celebrazione Eucaristica nella chiesa<br />

di sant'Antonio dei portoghesi.<br />

Alla vigilia della solennità, la sera di venerdì 7, l'Istituto<br />

Portoghese di sant'Antonio in Roma aveva organizzato<br />

un concerto sinfonico con musiche di Wolfgang<br />

Amadeus Mozart.<br />

8 DICEMBRE: SOLENNITÀ DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE: LA CELEBRAZIONE A NAPOLI E NELLA BASILICA ROMANA DI SANT'ANTONIO AL LATERANO<br />

L'avvenire dell'umanità<br />

passa attraverso la famiglia<br />

«L’avvenire dell’umanità passa attraverso<br />

la famiglia». Citando questa frase<br />

di Giovanni Paolo II, contenuta nell’Esortazione<br />

Apostolica «Familiaris Consortio»<br />

— di cui ricorre il ventesimo<br />

anniversario —, il Cardinale Michele<br />

Giordano, Arcivescovo di Napoli, ha<br />

pronunciato un forte appello sulla necessità<br />

di recuperare i valori della famiglia.<br />

Lo ha fatto in occasione del consueto<br />

messaggio alla città nella solennità<br />

dell’Immacolata Concezione, pronunciato<br />

durante la Santa Messa celebrata<br />

nella Basilica del Gesù Nuovo.<br />

Di fronte alle angosce del presente,<br />

alla crisi dei valori e alla perdita del<br />

senso autentico della vita, l’Arcivescovo<br />

invita a promuovere e riscoprire la famiglia<br />

nella sua dimensione di cellula<br />

primaria della Chiesa e della società.<br />

Oggi, sottolinea il Cardinale, si assiste a<br />

una «babelica confusione» che condiziona<br />

«le scelte, più spesso le non-scelte,<br />

di giovani e meno giovani»: soluzioni<br />

«ambigue e di comodo, figlie dell’individualismo<br />

e dell’egoismo tipici della<br />

società del benessere».<br />

Il Porporato elenca al riguardo alcuni<br />

fenomeni ricorrenti in questo tempo:<br />

giovani «ormai maturi che preferiscono<br />

restare con i genitori da singles viziati,<br />

senza stabili impegni o con pseudofidanzamenti<br />

annosi e “risolvibili” in ogni<br />

momento»; la rinuncia ad avere figli<br />

per «l’incapacità di superare gli schemi<br />

delle sicurezze e degli agi puramente<br />

materiali»; le forme di «disinteresse o<br />

vero e proprio abbandono» verso anziani<br />

e ammalati. Realtà provocate dalla<br />

stessa causa: il rifiuto di assumere impegni<br />

autentici. E allora, si chiede il<br />

Cardinale, «non dovrebbe essere spontaneo<br />

interrogarsi sulla fede e su ciò<br />

per cui valga veramente la pena, oggi,<br />

vivere?».<br />

Di fronte ai grandi mali del nostro<br />

tempo, l’Arcivescovo di Napoli invita<br />

ognuno a fare un esame di coscienza:<br />

«Se la scena attuale rivela fenomeni così<br />

gravi e inquietanti, se vi è stato un<br />

degrado rispetto al passato, oltre alle<br />

cause esterne che non mancano, non<br />

bisogna anche chiedersi quale tipo di<br />

testimonianza sia stata offesa? E se<br />

davvero al nostro dirci cristiani abbia<br />

fatto riscontro una qualche espressione<br />

incarnata di quell’Amore che per sua<br />

stessa natura si sottrae al conformismo<br />

e sa porsi con coraggio come “segno di<br />

contraddizione” nella vita quotidiana?».<br />

Vent’anni fa, la «Familiaris Consortio»<br />

già evidenziava le diverse ombre<br />

che minacciavano la famiglia, dal divorzio<br />

all’aborto al diffondersi della<br />

mentalità contraccettiva.<br />

In tempi più recenti, «la cultura antifamiliare<br />

si è insinuata nelle leggi di taluni<br />

Stati», sullo sfondo di un «permissivismo<br />

libero da ogni vincolo morale».<br />

Ne deriva una pericolosa tendenza, secondo<br />

cui «tutto l’immaginabile e il fattibile<br />

può essere immaginato e fatto,<br />

basta che lo Stato trovi il modo di tramutarlo<br />

in legge». Ma «la legge del<br />

consenso se parte da presupposti egoistici<br />

non è, e non sarà mai, garanzia di<br />

giustizia».<br />

Da qui il pressante appello ai cristiani:<br />

«Ritrovare le radici più autentiche e<br />

profonde del matrimonio, sacramento<br />

nel quale si riflette il mistero stesso di<br />

Cristo fatto uomo». E in quest’ottica ritornare<br />

all’autenticità dei valori domestici,<br />

grazie ai quali la famiglia «è più<br />

che mai una comunità di amore che<br />

educa, forma e prega; dove la parola e<br />

l’insegnamento sono sempre corrobora-<br />

stimonianze affinché il suo esempio di<br />

vita possa essere messo al più presto sul<br />

candelabro della Chiesa per illuminare<br />

anche oggi il cammino verso la santità<br />

di tanti uomini e donne del nostro tempo.<br />

Infatti, conclusa la fase diocesana del<br />

processo canonico, ora la sua causa di<br />

beatificazione si trova presso la Congregazione<br />

delle Cause dei Santi.<br />

Nel cinquantesimo della sua morte,<br />

nella diocesi di Iaşi e nell’archidiocesi di<br />

Bucarest come anche nella sua città natale<br />

di Bad Deutsch-Altenburg, in Austria,<br />

è stata indetta una novena di preghiera,<br />

per implorare dal Signore la grazia<br />

di vedere il Vescovo martire elevato<br />

agli onori degli altari. Altre iniziative: gli<br />

studenti e i professori dell’Istituto Teologico<br />

Romano-Cattolico di Iaşi hanno<br />

preparato un Atto accademico solenne<br />

sulla figura del Vescovo martire; l’ultimo<br />

numero della rivista diocesana «Buletin<br />

istoric», è stato interamente dedicato<br />

alla sua commemorazione. Inoltre,<br />

l’attuale Vescovo di Iaşi, Mons. Petru<br />

Gherghel, ha organizzato un pellegrinaggio<br />

diocesano a Sighetu Marmaţiei per<br />

pregare presso la tomba dell’intrepido<br />

Pastore.<br />

Dall'Austria a Iaşi<br />

Nato in Austria a Bad Deutsch Altenburg<br />

il 17 maggio 1888, dopo la morte<br />

del padre, si trasferisce nel 1894 con sua<br />

madre Maria e il fratello Francesco nella<br />

città di Iaşi, in Romania, dove frequenta<br />

la scuola parrocchiale. Dopo un breve<br />

soggiorno nella città di Ploieşti, la fami-<br />

ti e preceduti dall’esempio; dove il “più<br />

grande” sa sempre porsi al servizio del<br />

“più piccolo”». Una dimensione «di<br />

amore che si fa servizio», in grado di<br />

offrire anche una scuola, un esempio<br />

di umanità per la costruzione di una<br />

società più giusta e solidale: infatti questo<br />

amore «è lo stesso con cui ogni uomo<br />

dovrebbe porsi in rapporto agli altri,<br />

dalla famiglia singola alla Chiesa,<br />

famiglia di Dio, fino all’intera società,<br />

ossia la “famiglia umana”».<br />

Riscoprire questi sentimenti e questo<br />

stile di vita, pregare la Vergine Maria<br />

nella certezza del suo materno aiuto,<br />

sono le esortazioni conclusive del Card.<br />

Giordano: la luce della fede supererà<br />

cosi le ombre del presente, e tale consapevolezza<br />

deve indurre, oggi, a «non<br />

lasciar posto al pessimismo» nonostante<br />

il male e il peccato che gravano sul<br />

mondo.<br />

Queste intenzioni, queste speranze<br />

sono state simbolicamente deposte dal<br />

Presule ai piedi di Maria, con l’atto di<br />

affidamento della città di Napoli alla<br />

Vergine; nello stesso tempo si è rinnovato<br />

— presenti il sindaco della città,<br />

Rosa Russo Iervolino, e il parroco del<br />

Gesù Nuovo, Padre Pasquale Puca — il<br />

consueto omaggio della comunità napoletana,<br />

con la deposizione dei fiori<br />

sulla sommità dell’obelisco che si trova<br />

in piazza del Gesù, dove svetta la statua<br />

dell’Immacolata. Un evento atteso<br />

e festoso, che è coinciso quest’anno<br />

con il quarto centenario della consacrazione<br />

della Basilica del Gesù Nuovo, e<br />

che è stato preceduto, la sera di venerdì<br />

7 dicembre, da una veglia interparrocchiale<br />

di preghiera cui hanno preso<br />

parte sei comunità del centro antico.<br />

MARIANO DEL PREITE<br />

glia si stabilisce nel 1898<br />

a Bucarest e lì il ragazzo<br />

entra nel Seminario minore<br />

di «Santo Spirito».<br />

Negli anni 1906-1910 segue<br />

gli studi filosofici e<br />

teologici al Collegio «De<br />

Propaganda Fide» a Roma,<br />

conseguendo la laurea<br />

in Filosofia e in Teologia.<br />

È ordinato sacerdote<br />

il 24 settembre 1910<br />

nella Basilica di San Giovanni<br />

in Laterano.<br />

Tornato in Romania,<br />

lavora nell’archidiocesi<br />

di Bucarest dal 1911 al<br />

1948 come cappellano,<br />

professore di religione,<br />

canonico della cattedrale,<br />

rettore e professore<br />

dell’Accademia Teologica.<br />

Pastore per<br />

tempi difficili<br />

Nominato Vescovo<br />

della diocesi di Iaşi il 30<br />

ottobre 1947 dal Papa<br />

Pio XII, data la situazione<br />

politica, riceve l’ordinazione episcopale<br />

il 5 aprile 1948 nella Cattedrale di<br />

«San Giuseppe» a Bucarest. Sceglie come<br />

programma del suo episcopato le<br />

parole Beatus populus cuius Deus est<br />

Dominus «Beato il popolo il cui Dio è il<br />

Signore» (Sal 143/144, 15). Il 14 aprile<br />

1948 riceve anche la nomina di Amministratore<br />

della stessa Archidiocesi.<br />

Intanto la persecuzione diventa per la<br />

Chiesa sempre più dura ed aperta. Il 26<br />

giugno 1949, mentre si reca nella parrocchia<br />

di Popeşti-Leordeni, presso Bucarest,<br />

per conferire alcune cresime, viene<br />

arrestato dalla «securitate» e portato<br />

alla sede del Ministero degli Affari Interni<br />

dove, accusato di istigazione, è brutalmente<br />

maltrattato. Dopo una farsa di<br />

processo sommario è rinchiuso temporaneamente<br />

nel carcere di Jilava a Bucarest<br />

e poi trasferito per sempre in quello<br />

di sterminio a Sighetu Marmaţiei, nel<br />

nord del Paese, dove finisce nella terribile<br />

«cella della morte».<br />

Spogliato della sua dignità non solo<br />

sacerdotale ma anche umana, dalla sua<br />

cella è portato completamente nudo nella<br />

stanza dove si trovavano anche molti<br />

dei suoi sacerdoti detenuti; gravemente<br />

malato per mancanza di cure mediche<br />

adeguate e perfino di cibo essenziale, si<br />

spegne nella notte tra il 10 e l'11 dicembre<br />

1951.<br />

Il giorno prima della sua morte, un<br />

sacerdote amico rinchiuso nello stesso<br />

carcere, passando davanti alla porta della<br />

cella, lo sente ripetere alcune parole<br />

con l’ultimo filo di voce, in latino per<br />

non essere capito dai guardiani: «Antonius<br />

episcopus fame moriturus: da<br />

I beati Duns Scoto e Pio IX<br />

apostoli dell'Immacolata<br />

«Che il beato Giovanni Duns Scoto,<br />

cantore del Verbo Incarnato e difensore<br />

dell'Immacolato Concepimento di<br />

Maria, accenda nei nostri cuori un<br />

amore ardente per la Vergine Immacolata».<br />

È questo l'auspicio espresso da<br />

Mons. Ettore Di Filippo, Arcivescovo<br />

emerito di Campobasso-Bojano, a conclusione<br />

delle celebrazioni svoltesi nella<br />

Basilica romana di sant'Antonio al Laterano,<br />

per la solennità mariana dell'8<br />

dicembre.<br />

Promosse dal Rettore della Basilica,<br />

P. Gaetano Jacobucci, le celebrazioni si<br />

erano aperte il 29 novembre con la novena<br />

di preparazione, animata dai Frati<br />

Minori della comunità di via Merulana,<br />

dove ha sede anche il Pontificio Ateneo<br />

Antonianum. Particolarmente significativa<br />

in tale contesto è stata la giornata<br />

del 4 dicembre, data dell'anniversario<br />

della dedicazione della Basilica.<br />

Nel giorno dell'Immacolata la Celebrazione<br />

Eucaristica è stata presieduta<br />

dagli Arcivescovi Di Filippo e Dino Brogi,<br />

Nunzio Apostolico. Mons. Di Filippo<br />

ha tenuto l'omelia sul tema «L'Immacolata<br />

Concezione di Maria alla luce<br />

del Perfettissimo Redentore».<br />

«Celebriamo all'inizio dell'Avvento la<br />

solennità dell'Immacolata Concezione<br />

della Beatissima Vergine Maria — ha<br />

detto —, verità di fede solennemente<br />

definita dal Papa Beato Pio IX con la<br />

Bolla “Ineffabilis Deus”, l'8 dicembre<br />

1884. E lo facciamo con grande amore<br />

e devozione sull'esempio del Dottore<br />

Mariano, il Beato Giovanni Duns Scoto,<br />

la cui teologia ha aperto la via alla<br />

definizione dommatica».<br />

Dopo aver commentato le letture del<br />

giorno, l'Arcivescovo Di Fillippo ha rievocato<br />

la figura di Duns Scoto, che<br />

mihi absolutionem!», «Antonio, Vescovo,<br />

sta per morire di fame: dammi l’assoluzione!».<br />

Alcuni dei compagni sopravvissuti che<br />

si trovavano nelle stanze vicine hanno<br />

testimoniato di aver sentito in quella<br />

stessa notte gli aguzzini trascinare qualcosa<br />

come un corpo, la cui testa sbatteva<br />

sui gradini delle scale fino giù, dove<br />

all’uscita, come al solito, attendeva un<br />

carro. Il corpo venne buttato sul carro e<br />

trasportato al «Cimitero dei Poveri», dove<br />

finì in una fossa comune ancora oggi<br />

non ben localizzata.<br />

Ora, dopo il crollo del comunismo totalitario,<br />

a Sighetu Marmaţiei, quel carcere<br />

di tristissima fama — dove, rinchiusi<br />

per anni sono morti quasi tutti i<br />

Vescovi greco-cattolici, tanti sacerdoti<br />

cattolici ed ortodossi nonché alcuni dei<br />

principali leader politici e tanti semplici<br />

fedeli di ogni confessione — è diventato<br />

«Il Memoriale delle Vittime del Comunismo».<br />

Su un grande muro hanno voluto<br />

scrivere in diverse lingue di tutto il<br />

mondo la promessa di Gesù: Et veritas<br />

liberabit vos».<br />

Ci sono tanti fedeli oggi in Romania,<br />

e non solo, che conservano viva la memoria<br />

del Vescovo martire Anton Durcovici,<br />

il quale ha fortemente creduto in<br />

questa verità liberatrice. Egli, pure, è<br />

una di quelle «pietre vive e preziose,<br />

scolpite dallo Spirito, con la croce e il<br />

martirio per la città dei santi» (Cfr Liturgia<br />

della Ore, Comune dei Martiri).<br />

I frutti di coloro che hanno<br />

seminato nelle lacrime<br />

Non so, se per pura coincidenza o per<br />

un preciso disegno provvidenziale, l’Albero<br />

di Natale offerto quest’anno dalla<br />

Romania al Santo Padre per la Piazza di<br />

San Pietro, è stato consegnato in Vaticano<br />

il 10 dicembre, proprio nel cinquantesimo<br />

della morte di uno dei tanti romeni<br />

che hanno eroicamente testimoniato<br />

la fede e sperato contro ogni speranza<br />

in Colui che ha detto: «E la verità vi<br />

farà liberi». Oggi, la Romania porta a<br />

San Pietro l’Albero di Natale, segno del<br />

grande dono che il Dio della vita e della<br />

pace ha fatto al mondo con la nascita<br />

del Redentore. Ormai, i frutti di coloro<br />

che hanno seminato con lacrime nella<br />

tempesta, anzi con la stessa vita, cominciano<br />

a farsi vedere. Un albero dai Monti<br />

Carpazi, in Romania, portato per essere<br />

illuminato in Piazza San Pietro nel<br />

primo anno del nuovo Millennio, vuol<br />

dire che il primo Paese a maggioranza<br />

ortodossa visitato dal Papa, fa ancora<br />

un passo sulla via della riconciliazione e<br />

dell’unità dei cristiani attraverso quell’ecumenismo<br />

dei fatti, auspicato da Giovanni<br />

Paolo II in occasione del suo indimenticabile<br />

viaggio apostolico in Romania.<br />

ANTON LUCACI<br />

Giovanni Paolo II ha definito «Cantore<br />

del Verbo Incarnato» e «Assertore dell'Immacolata<br />

Concezione di Maria».<br />

«Con la sua geniale intuizione e la sua<br />

sublime concezione teologica della redenzione<br />

preventiva — ha aggiunto il<br />

Presule — egli riuscì a superare tutte le<br />

difficoltà, aprendo la via alla chiarificazione<br />

di tale singolare privilegio mariano<br />

e alla definizione del Dogma, che<br />

contempla la Vergine Maria nell'ineffabile<br />

eterno amore del Padre».<br />

Il celebrante ha poi illustrato il significato<br />

dell'Immacolata Concezione.<br />

«Tale singolare privilegio e tale sublime<br />

esaltazione — ha detto — trovano il loro<br />

fondamento e la loro determinazione<br />

nella dottrina del perfetto Mediatore,<br />

che deve avere mediato perfettamente,<br />

non permettendo inquinamento<br />

alcuno ma lasciando rifulgere nella<br />

Vergine Immacolata e Santissima Madre<br />

di Dio Maria quella originale grazie<br />

e innocenza, per cui la Vergine Maria,<br />

come gli Angeli fedeli, può lodare eternamente<br />

Dio e ringraziarlo con tutta la<br />

voce per l'eternità».<br />

Così il Beato Giovanni Duns Scoto<br />

— scrisse Paolo VI nell'Epistola Apostolica<br />

Alma Parens — fu il geniale<br />

scopritore e l'invitto propugnatore della<br />

Predestinazione assoluta e dell'universale<br />

Primato di Gesù Cristo, glorificatore<br />

della Santissima Trinità e Redentore<br />

del genere umano, Re nell'ordine naturale<br />

e soprannaturale, al cui lato splende<br />

di originale bellezza la Vergine Immacolata,<br />

Regina dell'universo. «Proprio<br />

sviluppando questa sublime dottrina<br />

della Predestinazione assoluta e del<br />

Primato universale di Gesù Cristo —<br />

ha spiegato Mons. Di Filippo —, il Dottore<br />

Mariano propone la sua stupenda<br />

Fu eretta il 10 dicembre 1951 dal Cardinale Vicario Micara<br />

I 50 anni della parrocchia<br />

romana di san Pio V<br />

La Parrocchia romana di san Pio V<br />

ha compiuto cinquant'anni, essendo stata<br />

eretta il 10 dicembre 1951 con il Decreto<br />

«Quo aptius atque» dell’allora Cardinale<br />

Vicario Clemente Micara.<br />

Il primo Parroco, Don Orlando Picchiantani,<br />

iniziò le celebrazioni liturgiche<br />

in un salone, poi adibito a cinema<br />

ed ora a teatro. La chiesa parrocchiale,<br />

non ancora completata, fu inaugurata il<br />

successivo 18 ottobre 1952 e consacrata<br />

ben 10 anni dopo, dal Cardinale Pro Vicario<br />

Luigi Traglia il 24 febbraio 1962.<br />

La costruzione del complesso parrocchiale,<br />

progettato dall’arch. Tullio Rossi,<br />

fu voluta ed in gran parte finanziata dall’allora<br />

Sant'Uffizio (oggi Congregazione<br />

per la Dottrina della Fede) e dal suo venerato<br />

Segretario, il Cardinale Alfredo<br />

Ottaviani.<br />

Tra le opere d’arte conservate nella<br />

chiesa il Crocifisso dell’altare maggiore<br />

di Francesco Nagni, Via Crucis in terracotta<br />

di Alfredo Bigini e la statua di s.<br />

Caterina di Antonio Berti.<br />

La Comunità parrocchiale si è preparata<br />

durante tutto il mese di novembre,<br />

mese dei santi, con la collaborazione del<br />

Movimento «Pro Sanctitate» riflettendo<br />

sulla pastorale della santità, riproposta<br />

da Giovanni Paolo II nella Lettera Apostolica<br />

«Novo Millennio ineunte».<br />

Nell’ultimo anno il Consiglio Pastorale<br />

ha studiato e pubblicato il Progetto che<br />

parla di formazione e di vocazione, un<br />

binomio fondamentale, emerso anche<br />

nel Programma pastorale della diocesi,<br />

come frutto del recente Giubileo.<br />

Obiettivo di questo nuovo anno è favorire<br />

la formazione di tutta la Comunità<br />

parrocchiale.<br />

Si è iniziato con una tre sere, la prima<br />

settimana di ogni mese, proposte in<br />

orario pomeridiano e serale. I temi finora<br />

trattati sono stati: la Cristologia (il<br />

Cristo storico ed il tema della risurrezione)<br />

e un primo approccio alla Storia<br />

della Salvezza, su temi tratti dal primo<br />

Testamento.<br />

La parrocchia di san Pio V ha avuto<br />

due buoni pastori nei primi due parroci<br />

Don Orlando Picchiantani e Don Edoardo<br />

Leboroni Pierozzi, ai quali è succeduto<br />

don Antonino Ubaldi e l’attuale<br />

parroco, nominato dieci anni or sono,<br />

Don Luigi Storto. Quattro pastori in 50<br />

anni e numerosi sacerdoti vicari e collaboratori.<br />

Una bella continuità in un<br />

quartiere in continua evoluzione, alle<br />

spalle della Città del Vaticano. Nel territorio,<br />

insieme con circa 4.500 famiglie,<br />

risiedono oltre 50 comunità religiose<br />

maschili e femminili, molte Case generalizie<br />

di Istituti missionari come gli Oblati<br />

di Maria Immacolata, i Sacerdoti del Sacro<br />

Cuore (Dehoniani), i Padri Bianchi<br />

(Missionari d’Africa); Case di formazione<br />

sacerdotale e religiosa come il Pontificio<br />

Collegio Spagnolo, il Pontificio Collegio<br />

S. Paolo di Propaganda Fide, il<br />

Pontificio Collegio Pio Latino Americano,<br />

il Pontificio Istituto di Musica Sacra;<br />

Scuole cattoliche come la SS.ma Trinità<br />

e l’Istituto S. Giovanni Battista; Case di<br />

cura come l’Ospedale S. Carlo e la Clini-<br />

visione teologica, anticipando profeticamente<br />

la teologia della Chiesa dei nostri<br />

tempi e la concezione dell'uomo in<br />

Cristo, rivestito di maestà e di gloria,<br />

nella sua dignità di figlio di Dio, chiamato<br />

a glorificarlo in Cristo, vivendo<br />

nell'unità mirabile del suo mistico Corpo,<br />

che è la Chiesa, immagine divina<br />

della creatura mortale, per ricomporre<br />

in Cristo uomini e cose, l'universo intero,<br />

in vista della sola pace dell'amore.<br />

La primizia fulgida e incomparabile è<br />

la Vergine Immacolata, la cui immagine<br />

splende d'incontaminata bellezza accanto<br />

al Figlio suo Gesù Cristo».<br />

Il riconoscimento dell'assoluto Primato<br />

di Gesù Cristo, «capolavoro di<br />

Dio, glorificatore della Santissima Trinità»,<br />

non si limita al riconoscimento del<br />

«Summus opus Dei» nell'Incarnazione<br />

del Verbo, per cui «multum ei tenemur»,<br />

ma diventerà misura distintiva<br />

nella predestinazione nel Verbo e, conseguentemente,<br />

della capacità di accoglienza<br />

della grazia, iscritta nella predestinazione<br />

in Cristo di ogni creatura e<br />

della rispettiva manifestazione in ciascuna<br />

di esse della gloria divina. Allora<br />

— ha sottolineato Mons. Di Fillippo —<br />

erompe dal cuore il cantico della speranza<br />

e della gioia, il Magnificat della<br />

creazione redenta e riconciliata. Il tempo<br />

si invera in attimi di eternità e nelle<br />

pieghe della storia alita la grazia della<br />

fedele misericordia di Dio. L'Immacolata<br />

Concezione è il primo fiore dell'amore<br />

di Dio che fiorisce sulla terra riconciliata<br />

e redenta, proprio come anticipo<br />

stupendo e riconciliazione anticipata di<br />

un amore che fiorisce nel cuore del Padre<br />

e solca lo spazio e il tempo della<br />

storia per ricongiungersi definitivamente<br />

felice nel cuore di Dio».<br />

ca Nostra Signora del S. Cuore, Case di<br />

riposo, Noviziati, Procure ecc. Tra le altre<br />

istituzioni, legate all’Azione Cattolica,<br />

sono presenti la Domus Mariae e la<br />

Domus Pacis, inoltre le sedi centrali del<br />

Centro Italiano Femminile e dell’Opera<br />

della Regalità.<br />

Tra tutte fa spicco la sede della Presidenza<br />

della Conferenza Episcopale Italiana,<br />

con la Segreteria generale e molti<br />

uffici pastorali nazionali.<br />

La giovane Comunità di san Pio V<br />

non dimentica la responsabilità della<br />

testimonianza, davanti ad una storia recente,<br />

che tuttavia s’insedia in un territorio<br />

ricco di catacombe e che da secoli<br />

conserva il prestigioso retaggio del<br />

piccolo Santuario di S. Maria del Riposo,<br />

intorno al quale, già luogo estremo<br />

della città di Roma lungo l’Aurelia, diventa<br />

punto di partenza per costruire la<br />

nuova Roma nel territorio occidentale<br />

dell’Urbe.<br />

In questi 50 anni si sono consolidate<br />

molte importanti esperienze ecclesiali<br />

come l’Azione Cattolica, il Volontariato<br />

Vincenziano, il gruppo Scout ora<br />

AGESCI Roma 129, che compie 40 anni<br />

di vita, l’Ordine Francescano Secolare,<br />

l'Oratorio collegato con il Centro Oratori<br />

Romani, il Gruppo Assistenza Handicappati.<br />

Quante storie di vita vissute con fede<br />

e con amore! Le scelte del Consiglio pastorale<br />

in questo ultimo decennio hanno<br />

costituito le Commissioni per la catechesi,<br />

la liturgia, la carità, la famiglia, i giovani.<br />

Si è costituito un numeroso gruppo<br />

di volontari Caritas, ben formati, con<br />

Centro di ascolto per i poveri, un appartamento<br />

per le emergenze ed un laboratorio<br />

di pizzeria per minori in difficoltà.<br />

Ultimamente, tra le molte iniziative formative<br />

al servizio della famiglia è stato<br />

aperto un centro per incontrare coppie<br />

e singoli e per indirizzare ai consultori<br />

cattolici.<br />

Dopo la Giornata Mondiale della Gioventù<br />

del 2000 si è celebrata una Missione<br />

Giovani dalla quale stanno nascendo<br />

numerose iniziative di conoscenza, formazione,<br />

preghiera e servizio a vantaggio<br />

di tutto il quartiere. La Corale e l’orchestra<br />

san Pio V, dirette dal M° Gaetano<br />

Stella, sono, a loro volta, scuola di<br />

formazione liturgica e di invito al canto<br />

sacro ed alla musica nel servizio della liturgia.<br />

Nel corso dell’anno pastorale saranno<br />

proposte numerose iniziative culturali<br />

che avranno in febbraio 2002 il loro<br />

apice con la visita del Card. Vicario Camillo<br />

Ruini alla Comunità parrocchiale e<br />

l’inaugurazione di una Mostra retrospettiva<br />

del quartiere, accompagnata da<br />

una pubblicazione commemorativa alla<br />

quale già si sta lavorando. Sacerdoti e<br />

Vescovi insigni che hanno vissuto o collaborato<br />

per qualche tempo in san Pio V<br />

e laici cattolici che fossero disponibili,<br />

sono vivamente invitati a partecipare al<br />

giubileo della parrocchia e a far pervenire<br />

scritti, foto e ricordi.<br />

L. S.


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A ROMA<br />

PAGINA<br />

IMMACOLATA/1 Commozione per la posa del serto di fiori dei Vigili del fuoco<br />

Si è rinnovato in piazza di Spagna<br />

il tradizionale omaggio alla Vergine<br />

Come accade dal 1938, anche sabato<br />

scorso la Pontificia Accademia dell'Immacolata<br />

ha accolto i fedeli ai piedi del<br />

monumento mariano di piazza di Spagna<br />

per celebrare la solennità dell'Immacolata<br />

Concezione stabilita dal beato<br />

Pio IX con la costituzione Ineffabilis<br />

Deus dell'8 dicembre 1854.<br />

Nonostante il freddo pungente, circa<br />

duecento persone, tra cui molti bambini,<br />

hanno assistito, alle 7.30 al tradizionale<br />

omaggio dei Vigili del fuoco; un gesto<br />

che quest'anno, a pochi giorni dalla<br />

terribile tragedia di via Ventotene nella<br />

quale hanno perso la vita quattro pompieri,<br />

ha assunto un significato tutto<br />

particolare ed stato accolto da tanta<br />

commozione. Un Vigile del fuoco è salito<br />

sull’autoscala e ha posto la prima corona<br />

fiorita sulla statua della Vergine.<br />

Quando il pompiere, Guido Pucci, è sceso,<br />

ha avuto la sorpresa di un omaggio<br />

floreale anche per lui, un piccolo garofano<br />

che un bambino ha voluto donargli.<br />

Poi sull’autoscala è salito un altro pompiere<br />

che ha portato alla statua della<br />

Vergine una seconda corona.<br />

Quindi è cominciato l'omaggio floreale<br />

dei romani. I Vigili del fuoco, utilizzando<br />

anche l’ingabbiatura che avvolge<br />

parzialmente la colonna in fase di restauro,<br />

hanno deposto i serti di fiori sotto<br />

la statua della Madonna, sul piedistallo<br />

ornato dalle statue dei profeti.<br />

Come ormai tradizione, durante la<br />

mattinata si sono susseguiti i cortei e i<br />

pellegrinaggi di vari gruppi, aperti dalla<br />

processione dei fedeli della vicina parrocchia<br />

di sant'Andrea delle Fratte. A<br />

seguire l'omaggio del Gran Maestro del<br />

Sovrano Militare Ordine di Malta, dell'Ambasciatore<br />

di Spagna presso la Santa<br />

Sede, dei gruppi di preghiera «Padre<br />

Pio», degli aderenti alla «Legio Mariae»,<br />

della Primaria Società Promotrice Opere<br />

Buone-Circolo S. Pietro, dell'associazione<br />

«N. S. di Lourdes».<br />

Guidati dal Vescovo Ausiliare Armando<br />

Brambilla, delegato diocesano per gli<br />

ospedali e per le confraternite, si sono<br />

recati al monumento numerosi operatori<br />

sanitari e diversi membri di confraternite.<br />

Si è pregato quindi per tutti gli ammalati,<br />

per tutti coloro che si trovano<br />

negli ospedali, nelle case di cura o nelle<br />

loro abitazioni: «L'Angelo del Signore<br />

portò l'annuncio a Maria», sono le parole<br />

che sono risuonate nella piazza.<br />

Con una preghiera curata dai Cappellani<br />

del Lavoro i lavoratori di numerose<br />

aziende di Roma sono stati affidati alla<br />

Madonna. «O Maria, Vergine Immacolata,<br />

Madre di Dio e Madre nostra, noi<br />

siamo ai Tuoi piedi per chiedere la Tua<br />

benedizione — hanno recitato —. Il Signore<br />

ha fatto in Te cose grandi: insegnaci<br />

a vedere in tutti i nostri fratelli<br />

l'immagine di Dio a comprendere così la<br />

vera ragione della sacralità, della dignità<br />

e dell'inviolabilità della persona umana».<br />

«Donaci un cuore puro e semplice —<br />

hanno pregato ancora — che sappia<br />

sempre amare Dio e tutti gli uomini nostri<br />

fratelli. Insegnaci che il lavoro è preghiera<br />

se è fatto con amore, con impegno<br />

e con spirito di servizio». È stato richiesto<br />

alla Madonna un aiuto particolare<br />

per coloro che sono chiamati dalla<br />

necessità a compiti duri, a quanti svolgono<br />

lavori ingrati a volte lontano dai<br />

familiari e per i giovani e i disoccupati,<br />

«perché non cadano nello sconforto o<br />

nella disperazione ed abbiano la solidarietà<br />

dei beni»<br />

Poi sono giunti gli ospiti dei centri anziani<br />

e delle case di riposo cittadine, di<br />

diversi movimenti ed associazioni cattoliche,<br />

di numerose parrocchie. Ai piedi<br />

del monumento i fedeli hanno potuto<br />

leggere una preghiera, formulata da detenuti,<br />

volta ad ottenere il perdono della<br />

Pesanti ripercussioni<br />

sul traffico per lo sciopero<br />

degli autoferrotranvieri<br />

Lo sciopero dei trasporti è causa di<br />

forti disagi. Traffico più intenso del solito<br />

con rallentamenti è stato segnalato,<br />

lunedì mattina, dai vigili urbani e dalla<br />

polizia stradale un po' dovunque in tutta<br />

la città e sulle strade consolari che dalla<br />

provincia portano alla Capitale. In particolare,<br />

i rallentamenti più forti si sono<br />

verificati in via Aurelia, via Colombo,<br />

nella zona di San Giovanni. Un incidente<br />

in via Pontina, a Sud della città, all’altezza<br />

di Pratica di Mare ha rallentato<br />

il traffico in direzione Roma.<br />

La società Met.Ro. ha reso noto che<br />

tra le 9 e le 9.30 sono state chiuse entrambe<br />

le linee della metropolitana e la<br />

ferrovia Roma-Lido.<br />

Anche le ferrovie Roma-Pantano e Roma-Viterbo<br />

sono state chiuse.<br />

Il traffico sta lievemente diminuendo<br />

sul Grande Raccordo Anulare dove la situazione<br />

si sta normalizzando. In alcuni<br />

tratti — ha riferito la Polizia stradale —<br />

ci sono stati forti rallentamenti, come all’altezza<br />

del chilometro 47 dove, sulla<br />

carreggiata esterna, si è verificato un incidente<br />

non grave, ma che ha causato il<br />

formarsi di circa un chilometro di<br />

coda.<br />

11 .<br />

Vergine Immacolata che è Madre di Misericordia.<br />

Non sono mancate le rappresentanze<br />

dei collegi e delle scuole cattoliche cittadine.<br />

Tra queste anche l'Istituto san<br />

Giuseppe — De Merode, che ha sede vicino<br />

piazza di Spagna, ha partecipato<br />

con docenti, alunni e genitori al pellegrinaggio<br />

mariano con le parole di un celebre<br />

alunno, Trilussa: «Quann'ero regaz-<br />

zino, Mamma mia me diceva: “Ricordate,<br />

figliolo, quanno te senti veramente<br />

solo tu prova a recità 'n'Ave Maria”».<br />

Un segno di romanità per una tradizione<br />

tutta romana che vede in piazza di<br />

Spagna il fulcro delle manifestazioni della<br />

devozione popolare alla Vergine Immacolata<br />

che hanno avuto il loro culmine<br />

nell'omaggio del Papa.<br />

ANTONELLA SANNA<br />

VIA VENTOTENE Previsto un altro sopralluogo<br />

All'esame dei periti i frammenti<br />

di cemento del palazzo<br />

Sarebbero già all’esame<br />

dei consulenti i<br />

frammenti di cemento<br />

che fanno parte di una<br />

colata la cui pressione<br />

sulla conduttura principale,<br />

con la successiva<br />

rottura, potrebbe aver<br />

provocato la fuga di gas<br />

a via Ventotene, culminata<br />

con la violenta<br />

esplosione costata la vita<br />

a otto persone.<br />

I tecnici dovranno stabilire<br />

a che epoca risale<br />

la massa di calcestruzzo,<br />

la cui dimensione sarebbe<br />

di un metro e mezzo<br />

per uno e quaranta. Si<br />

tratta di un accertamento<br />

indispensabile per risalire<br />

alla ditta che eseguì<br />

il lavoro e per verificare<br />

se siano state rispettate<br />

tutte le norme<br />

di legge. I consulenti incaricati dal pubblico<br />

ministero Ilaria Calò di fare luce<br />

sulle cause del disastro del 27 novembre<br />

scorso dovrebbero tornare nelle prossime<br />

ore per una nuova serie di rilievi.<br />

Contemporaneamente, in Procura, dovrebbero<br />

essere sentiti i tre dipendenti<br />

dell’Italgas indagati per disastro colposo<br />

e omicidio colposo.<br />

Nella giornata di lunedì, l’avvocato<br />

nominato da due famiglie delle vittime,<br />

Efisio Figus Diaz, e l’ingegnere Gianfranco<br />

Troise, faranno un sopralluogo in<br />

via Ventotene. Successivamente Figus<br />

Diaz andrà in Procura per chiedere al<br />

Incidenti stradali:<br />

tre morti e un ferito<br />

nel fine settimana<br />

Tre persone sono morte e un'altra è<br />

rimaste ferita in tre incidenti stradali avvenuti<br />

lo scorso fine settimana nel<br />

Lazio.<br />

Nel primo, una donna polacca dell’apparente<br />

età di 30 anni, della quale si<br />

conosce solo il nome di battesimo, Dorota,<br />

è in gravissime condizioni, dopo<br />

essere stata travolta da un'auto, mentre<br />

attraversava la strada all’uscita di un locale.<br />

La ragazza era con un’amica che<br />

ha fornito alcune indicazioni alla polizia.<br />

L’auto con due persone a bordo, che<br />

non si erano fermate a prestare soccorso,<br />

è stata intercettata da una «volante».<br />

Il conducente, Alessandro Fiori è stato<br />

arrestato per omissione di soccorso e lesioni<br />

gravissime.<br />

Nel secondo incidente, avvenuto in<br />

via Salvino Sernese, è morta una donna<br />

ucraina, Caterina Kushnir, 33 anni. Era<br />

a bordo di un'auto condotta da Riccardo<br />

Fiocco che, per cause in corso di accertamento,<br />

è uscita di strada ad una<br />

curva e si è schiantata contro un muro.<br />

Infine, due ragazzi di 15 e 18 anni,<br />

che viaggiavano a bordo di un ciclomotore<br />

sono morti in via Tor Bella Monaca.<br />

I due ragazzi durante un sorpasso si<br />

sono scontrati con un'auto che procedeva<br />

in senso opposto morendo sul colpo.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 10-11 Dicembre 2001<br />

pm spiegazioni sugli accertamenti relativi<br />

alla colata di cemento che potrebbe<br />

avere causato la rottura della tubazione<br />

e la conseguente perdita di gas. L’avvocato<br />

infatti ritiene che, se si tratta di un<br />

accertamento «irripetibile», debba partecipare<br />

anche lui, formulando dei quesiti,<br />

insieme con il consulente nominato dalle<br />

famiglie, e non solo gli esperti incaricati<br />

dalla Procura. Il prelievo di cemento già<br />

effettuato dovrebbe consentire di appurare<br />

se vi siano tracce consistenti di gas<br />

e se quindi la fuoriuscita che ha provocato<br />

l’esplosione sia avvenuta proprio in<br />

quel punto.<br />

Guardia costiera<br />

sequestra pesce<br />

in alcuni ristoranti<br />

Un centinaio di chilogrammi di molluschi<br />

(tra cozze, vongole, tartufi) e pesce<br />

di misura inferiore a quella minima consentita<br />

sequestrato; una denuncia all’autorità<br />

giudiziaria per detenzione di novellame,<br />

ovvero pesce sotto misura, e<br />

compilati tre verbali amministrativi con<br />

multe per complessivi 12 milioni di lire.<br />

È il bilancio dei controlli compiuti, sabato<br />

sera, in dieci ristoranti romani, dei<br />

quartieri Trieste e Parioli, dagli uomini<br />

del nucleo operativo Difesa mare della<br />

capitaneria di porto di Roma-Fiumicino,<br />

per verificare l’eventuale commercio di<br />

datteri, dei quali pesca e consumo sono<br />

assolutamente vietati e il rispetto della<br />

normativa in materia di conservazione<br />

del pescato. «I molluschi — ha informato<br />

la Guardia costiera — venivano conservati<br />

senza l’etichetta che riporta la<br />

data di confezionamento con il rischio,<br />

a carico del consumatore, di servire in<br />

tavola all’ignaro cliente tali frutti di mare<br />

anche dopo la data di scadenza, generalmente<br />

4-5 giorni da quella di confezionamento».<br />

Il nucleo operativo difesa<br />

mare «continuerà con sempre maggiore<br />

intensità i controlli sui ristoranti romani<br />

cominciando dalle zone più centrali, e<br />

sulle pescherie, sia all’ingrosso che al<br />

minuto».<br />

11 DICEMBRE 2001<br />

Martedì della II settimana di Avvento<br />

Feria (viola)<br />

S. Damaso I, Papa - Memoria fac. (bianco)<br />

Messa a scelta<br />

Lezionario: Is 40, 1-11; Salmo 95; Mt 18, 12-14<br />

Liturgia delle Ore: Mart. II sett.<br />

Ufficio della Feria<br />

IMMACOLATA/2 Il Card. Giovanni Battista Re alla festa patronale dell'IDI<br />

Trarre sempre ispirazione da Maria<br />

per l'impegno accanto ai malati<br />

«Abbiate sempre la visione dell’altissima<br />

missione che avete al servizio dei<br />

fratelli nel promuovere la vita, la salute,<br />

la serenità e il bene delle persone». È<br />

stato questo il messaggio augurale che il<br />

Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto<br />

della Congregazione per i Vescovi, ha rivolto,<br />

sabato 8 dicembre, ai religiosi della<br />

Congregazione dei Figli dell’Immacolata<br />

Concezione e a quanti operano<br />

presso l’Istituto Dermopatico dell’Immacolata<br />

(IDI), durante la solenne Messa<br />

celebrata nella Cappella dell’Istituto in<br />

occasione della festa patronale.<br />

Un appuntamento tradizionale e una<br />

festa particolare per tutti i religiosi della<br />

Congregazione fondata da Padre Luigi<br />

Maria Monti, la cui opera educativa e<br />

medica viene portata avanti nel nome<br />

della Vergine Immacolata e il cui carisma<br />

spazia nella carità attraverso il supporto<br />

spirituale e l’assistenza sanitaria ai<br />

bisognosi. «La festa che oggi celebriamo<br />

è la festa patronale della nostra Congregazione<br />

e anche di questa Istituzione<br />

che porta il nome di Maria Immacolata»<br />

ha osservato Padre Giuseppe Pusceddu,<br />

Superiore della Provincia Italiana dei religiosi<br />

Concezionisti, nel salutare i presenti.<br />

Nell'omelia il Card. Re ha invitato a<br />

fissare lo sguardo dell’anima sul mistero<br />

dell’Immacolata Concezione di Maria, a<br />

«guardare questa figura unica di donna<br />

nella quale l’umanità ricompare nella<br />

sua originaria innocenza e nella sua nativa<br />

bellezza». Il Porporato ha anche richiamato<br />

l’attenzione sull’impegno di<br />

ognuno a non lasciarsi trascinare dalle<br />

forze del male e a costruire realmente il<br />

bene e la pace nel mondo, perché la storia<br />

dell’uomo non sia una storia di peccato,<br />

ma anzi perché ciascuno possa da<br />

esso riscattarsi per mezzo di Cristo.<br />

«Questa è l’essenza della festa odierna<br />

— ha detto ancora —. Quando Dio Padre<br />

scelse una Madre per il suo Figlio<br />

unigenito, non la preservò dalla povertà,<br />

non la preservò dalle sofferenze, dalle<br />

tribolazioni della vita, ma la preservò<br />

dal peccato, perché agli occhi di Dio il<br />

peccato è il male più grande».<br />

Dinanzi alle amare vicende accadute<br />

recentemente, l’invito del Cardinale è<br />

quello ad un impegno reale per «una vita<br />

onesta evitando il male, evitando i cedimenti<br />

quando c’è un contrasto tra l’anima<br />

e lo spirito, evitando di fare tutto<br />

quello che è male e condannabile agli<br />

occhi di Dio. Ma non è solo questo l’invito<br />

che ci viene fatto oggi, ma anche<br />

quello a una sana reazione contro il dilagare<br />

del male che con i suoi drammi,<br />

con le sue storie penetra gran parte della<br />

società. È invito, soprattutto, a fare il<br />

bene e solo il bene è veramente felicità,<br />

solo il bene dà realmente gioia al cuore.<br />

E quindi, un invito anche affinché l’impegno<br />

per il bene nel mondo di oggi sia<br />

proporzionale alle forze del male che ci<br />

sono. In questa lotta tra bene e male ci<br />

è di sostegno guardare a Maria, che ci è<br />

sempre vicina come Madre».<br />

Nel cammino di conversione la comunità<br />

cristiana si affida alla Vergine Maria,<br />

modello di santità cui è ispirata anche<br />

la missione dei religiosi Concezionisti<br />

e di quanti operano presso la struttu-<br />

DROGA Operazione della Polaria a Fiumicino<br />

Arrestato cuoco della mensa<br />

della Polizia di frontiera<br />

Spacciavano cocaina a Fiumicino,<br />

Ostia ponente, Galeria e il Trullo utilizzando<br />

come base operativa un ristorante<br />

di Fiumicino gestito da un cuoco della<br />

mensa della Polizia di frontiera del «Leonardo<br />

da Vinci»: è quanto hanno scoperto<br />

gli agenti della squadra di Polizia<br />

giudiziaria della Polaria dell’aeroporto<br />

che sabato hanno arrestato 14 persone e<br />

ne hanno indagate complessivamente 26<br />

con l'accusa di traffico di stupefacenti.<br />

L’operazione si è articolata in 4 mesi<br />

di indagini serrate effettuate sia con<br />

l’ausilio di intercettazioni telefoniche,<br />

Stroncato<br />

da una overdose<br />

di eroina<br />

Ancora una tragedia provocata<br />

dalla droga nella Capitale. Un uomo<br />

di 30 anni, del quale non si<br />

conoscono ancora le generalità, è<br />

stato trovato morto domenica<br />

mattina nei pressi dell’Air terminal<br />

Ostiense. Accanto al cadavere<br />

una siringa e l'occorrente per<br />

iniettarsi la dose, questa volta risultata<br />

fatale, di eroina,<br />

Il corpo dell'uomo è stato trovato<br />

in piazzale 12 ottobre 1492<br />

dagli agenti della Polfer. Il commissariato<br />

di polizia Colombo ha<br />

avviato le indagini per identificarlo.<br />

Sincerità<br />

sia con servizi tradizionali di appostamento<br />

e pedinamento. A portare gli investigatori,<br />

diretti dai pm La Speranza e<br />

D’Ippolito, alla scoperta dell’organizzazione,<br />

composta per lo più da pregiudicati<br />

che si erano divisi il mercato dello<br />

spaccio al dettaglio tra la capitale e il litorale<br />

romano, è stata l’attenzione alle<br />

attività di un impiegato civile del ministero<br />

dell’Interno.<br />

Il cuoco, di 50 anni, è risultato non<br />

solo gestore di fatto di un noto ristorante<br />

a Fiumicino, ma anche pienamente<br />

implicato in un complesso giro di spaccio<br />

di cocaina con base operativa anche<br />

all’interno del locale da lui condotto assieme<br />

al figlio di 21 anni, con la complicità<br />

di un addetto alla cucina e di alcuni<br />

suoi familiari, finiti insieme a lui agli arresti<br />

domiciliari.<br />

Il ristorante era frequentato per lo più<br />

da pregiudicati e da sporadici avventori<br />

ed era diventato la base operativa dell’organizzazione<br />

dove avvenivano veri e<br />

propri summit.<br />

Nel corso di un'altra operazione, due<br />

cittadini olandesi sono stati arrestati dai<br />

Carabinieri di Caserta e di Roma dopo<br />

essere stati sorpresi in possesso di circa<br />

sei chili e mezzo di cocaina destinata allo<br />

spaccio.<br />

I due sono stati fermati mentre viaggiavano<br />

a bordo di un'auto di grossa cilindrata<br />

lungo la via Appia, nella zona<br />

Casilina. La sostanza stupefacente, suddivisa<br />

in «panetti», era occultata nel<br />

piantone della portiera anteriore dell’auto.<br />

Denunciato il direttore del II Municipio<br />

Il direttore del II Municipio, Elisabetta Sangiorgi, è stata denunciata, lunedì<br />

mattina, dall’amministratore di un condominio di via Nemorense per falso in<br />

atto pubblico. Stando alla denuncia presentato dall’avvocato Massimo Mongiardo,<br />

amministratore del condominio, il direttore del Municipio avrebbe<br />

dichiarato il falso su alcuni atti richiesti dai condomini dell’immobile, relativi<br />

al cambio di destinazione d’uso di una falegnameria di via Bacchiglione,<br />

nei pressi di piazza Verbano, trasformata in ristorante in breve tempo.<br />

Nell’esposto si sostiene che il direttore avrebbe detto che non era stata<br />

presentata alcuna dichiarazione di inizio attività e mutamento di destinazione<br />

d’uso, quando invece risulta rilasciata un’autorizzazione per l’avvio dell’attività<br />

di ristorazione. Non solo, la commissione del commercio aveva<br />

espresso parere negativo all’apertura dell’attività di ristorazione perché i<br />

locali sono troppo vicini ad una abitazione, sotto le cui finestre erano stati<br />

posti due potenti condizionatori che provocano un forte rumore anche nell’orario<br />

del riposo.<br />

Polacco ferito e rapinato in Centro<br />

Lo hanno dapprima colpito alla testa con un oggetto contundente e poi lo<br />

hanno rapinato del portafogli dove custodiva carte di credito e denaro contante.<br />

L'aggressione è avvenuta in via Tempio della Pace, nella notte tra<br />

domenica e lunedì. La vittima è un polacco, di 29 anni, che stava aspettando<br />

l’autobus alla fermata. I sanitari dell'ospedale «Fatebenefratelli», dove è<br />

l'extracomunitario stato portato, lo hanno medicato e giudicato guaribile in<br />

cinque giorni.<br />

Aggrediscono poliziotto durante lite: 2 arrestati<br />

Due giovani di 26 e 28 anni sono stati arrestati, domenica sera, con l’accusa<br />

di resistenza, lesioni e minacce a pubblico ufficiale. I due, di cui non si<br />

conoscono le generalità, stavano litigando all’interno di un locale in piazza<br />

delle Crociate, a Porta Pia, con alcuni dipendenti quando hanno aggredito il<br />

poliziotto che, fuori servizio, in abiti civili, si era qualificato. L’agente è riuscito<br />

lo stesso ad arrestare i due, poi si è fatto medicare al Policlinico<br />

«Umberto I».<br />

Dobbiamo redimere il cristiano dalla falsa e<br />

disonorante opinione che a lui sia lecito il<br />

giocare sulla parola, che in lui vi sia doppiezza<br />

fra pensiero e discorso, che egli possa<br />

a fin di bene ingannare il prossimo.<br />

(Paolo VI)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

ra sanitaria dell’IDI, coniugando l’attività<br />

medico-scientifica con quella caritativa.<br />

«Spiritualmente abbiamo questo<br />

grande richiamo in Maria, nostra Madre<br />

nella quale incontrarci — ha detto il<br />

Prefetto —. L’augurio a voi che operate<br />

in questa istituzione sanitaria, è quello<br />

di trarre sempre ispirazione da Maria<br />

per l’impegno che richiede lavoro, così<br />

che questa professione sia sempre più<br />

qualificata dal punto di vista medico,<br />

dal punto di vista scientifico; ma che sia<br />

soprattutto accompagnata da questa<br />

ispirazione, da questa motivazione superiore<br />

che vede in questo vostro lavoro<br />

un servizio reso a fratelli per eliminare<br />

la sofferenza, per eliminare la malattia,<br />

per fare in modo che per tante persone<br />

la vita possa tornare a sorridere, che le<br />

persone possano vivere nella gioia, nella<br />

pace e nella serenità».<br />

Al termine della solenne Celebrazione<br />

Eucaristica, si è svolta la cerimonia di<br />

premiazione di coloro che sono andati<br />

in pensione nel 2001 dopo aver lavorato<br />

per anni presso l’Istituto scientifico romano.<br />

«Noi desideriamo ricordare oggi<br />

quanti hanno lavorato e collaborato per<br />

un ideale di sanità cui si ispira la nostra<br />

Istituzione — ha affermato il prof. Pietro<br />

Puddu, Direttore Scientifico dell’IDI,<br />

prima della consegna del distintivo, quale<br />

segno di appartenenza all’Istituto — .<br />

Oggi è la festa di chi per anni ha sacrificato<br />

sé stesso nel prestare assistenza<br />

sanitaria, di chi ha lavorato con noi per<br />

alleviare la sofferenza di tante persone».<br />

ELISABETTA ANGELUCCI<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

MARTEDÌ 11 DICEMBRE<br />

00.10: Studio A (stereo): Con<br />

voi nella notte<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti<br />

cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

in italiano, spagnolo,<br />

portoghese, francese,<br />

inglese, tedesco e polacco<br />

16.30: Cronache musicali di<br />

Adrea Fasano<br />

17: Liturgia delle Ore: celebrazione<br />

dei Vespri<br />

17.30: Dalla Basilica di San<br />

Pietro, Celebrazione Eucaristica<br />

presieduta dal Santo<br />

Padre per gli studenti universitari<br />

in preparazione del<br />

Natale<br />

20.20: Programma tedesco:<br />

Erika Lorenz, Hamburg Teresa<br />

von Avila Ein Hörspiel -<br />

2. Erste Klostergründungen<br />

20.40: Recita del Santo Rosario<br />

21.30: Programma francese:<br />

L'Eglise en Amérique<br />

21.50: Programma inglese<br />

22.10: Programma spagnolo<br />

MARTEDÌ 11 DICEMBRE<br />

24: Rosario biblico (versione<br />

spagnola)<br />

0.3-19.30-22.30: Notiziario<br />

7.45: Rubrica: Chiesa in<br />

cammino: Austria<br />

9: In diretta dalla Cappella di<br />

Telepace in Roma: Santa<br />

Messa<br />

9.45: Rosario biblico<br />

12.40. Cappella di Telepace<br />

in Roma: Santa Messa<br />

16: In diretta dalla Cappella<br />

di Telepace in Roma: Santo<br />

Rosario e Adorazione Eucaristica<br />

17.30: In diretta dalla Basilica<br />

Vaticana: Santa Messa<br />

per gli Universitari degli Atenei<br />

romani, presieduta dal<br />

Santo Padre Giovanni Paolo<br />

II<br />

20.30: Avvento in famiglia


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

12 .<br />

in primo piano<br />

GIUSTIZIA Il mandato d'arresto europeo<br />

Il Governo cerca<br />

un'intesa in sede Ue<br />

ROMA, 10.<br />

Il Governo è intenzionato a trovare<br />

un'intesa con gli altri Paesi dell'Ue sul<br />

nuovo nodo in tema di giustizia — quello<br />

del mandato di arresto europeo —<br />

che questa volta supera i confini nazionali<br />

e rischia di turbare i rapporti con<br />

gli altri 14 membri dell'Unione. Stasera<br />

è in programma un vertice dei leader<br />

della Casa delle libertà in vista dell'incontro<br />

in programma per domani tra il<br />

Presidente del Consiglio Berlusconi e il<br />

Premier belga Verhofstadt. Si cerca appunto<br />

di trovare un'intesa prima del<br />

vertice europeo di Leaken in programma<br />

per il 14 e il 15 dicembre, ma il Premier<br />

del Belgio (presidente di turno dell'Ue)<br />

ha ribadito sabato che in caso di<br />

mancato accordo con l'Italia proporrà<br />

agli altri Paesi «una cooperazione rafforzata<br />

a 14 su questo tema».<br />

Il ministro dell'Interno Scajola si è comunque<br />

detto «certo» che si raggiungerà<br />

un accordo tra tutti e 15 i Paesi dell'Ue<br />

ma ha anche sottolineato che è necessaria<br />

«un'uniformità delle legislazioni»<br />

mentre, a suo parere, la Presidenza<br />

di turno belga ha proceduto con una<br />

«preparazione affrettata» sulla delicata<br />

questione del mandato di arresto europeo.<br />

Il ministro dell'Interno ha però precisato<br />

che «gli accordi devono essere<br />

condivisi». Il titolare del Viminale ha poi<br />

ulteriormente precisato che l'Italia «ha<br />

chiesto di rimodulare i tempi per l'applicazione<br />

del mandato di cattura europeo,<br />

chiedendo a viva voce che siano fatti<br />

Grave incidente<br />

sull'«Autosole»:<br />

due morti<br />

e dieci feriti<br />

PIACENZA, 10.<br />

Un camionista e un automobilista<br />

hanno perso la vita nell’incidente avvenuto<br />

questa mattina sulla carreggiata<br />

sud dell’Autosole, al km. 62, tra Pontenure<br />

e Cadeo, nel Piacentino.<br />

Nell’incidente, che ha coinvolto tre<br />

mezzi pesanti e una decina di autovetture,<br />

sono rimaste ferite nove persone,<br />

due delle quali sono ricoverate in gravi<br />

condizioni all’ospedale di Piacenza.<br />

Una delle vittime viaggiava su un Tir<br />

ed è morta carbonizzata, l’altra su una<br />

delle auto che si sono schiantate nella<br />

nebbia (la visibilità questa mattina era<br />

molto scarsa).<br />

Sul posto sono impegnati i vigili del<br />

fuoco di Piacenza e la Polstrada di<br />

Guardamiglio.<br />

Le auto provenienti da Milano e dall’A/21<br />

sono state fatte uscire al casello<br />

di Piacenza sud e proseguono lungo la<br />

via Emilia fino a Fiorenzuola d’Arda.<br />

Lo scontro ha coinvolto tre mezzi pesanti<br />

e 10 auto: il bilancio ufficiale, fornito<br />

da Autostrade, è di due morti e 10<br />

feriti.<br />

A causa dell’incidente, la carreggiata<br />

sud è rimasta «completamente ostruita»<br />

e per questo è stato chiuso il tratto Piacenza<br />

sud-Fiorenzuola; chiuse anche le<br />

stazioni di Piacenza nord e sud, Lodi,<br />

Casalpusterlengo e ridotte le entrate a<br />

Milano sud. Sulla carreggiata nord si<br />

viaggia invece su due corsie di marcia.<br />

Sempre Autostrade ha fatto sapere,<br />

verso mezzogiorno, che ci vorranno alcune<br />

ore per liberare la strada dai veicoli<br />

e per ripristinare la circolazione.<br />

L'esito dei ballottaggi<br />

in cinque Comuni<br />

della Sicilia<br />

PALERMO, 10.<br />

Nei ballottaggi svoltisi ieri nei cinque<br />

Comuni della Sicilia dove si votava per<br />

il secondo turno delle elezioni amministrative<br />

la carica di sindaco è andata a<br />

tre candidati del centro sinistra, ad uno<br />

della Casa delle Libertà e a un candidato<br />

di una Lista civica.<br />

A Marsala (Trapani) la carica di sindaco<br />

è andata al candidato di centro sinistra<br />

Eugenio Galfano che ha ottenuto il<br />

52,5% dei voti ribaltando la posizione di<br />

svantaggio del primo turno e prevalendo<br />

quindi sul candidato del centro destra,<br />

suo cugino Giuseppe Galfano. Anche ad<br />

Alcamo, altro Comune del Trapanese, la<br />

carica di sindaco è andata ad un candidato<br />

di centro sinistra, Giacomo Scala,<br />

che ha prevalso sul candidato di centro<br />

destra Benedetto Lucchese. In un terzo<br />

Comune del Trapanese, Castelvetrano, il<br />

candidato di centro destra, Gianni Pompeo,<br />

ha prevalso sul candidato di centro<br />

sinistra Giacomo Centonze.<br />

A Bagheria (Palermo) il nuovo sindaco<br />

sarà il candidato di centro sinistra<br />

Giuseppe Fricano che ha sconfitto il<br />

candidato di centro destra Giovanni Valentino.<br />

Infine a Ravanusa (Agrigento) il<br />

nuovo sindaco sarà il candidato di una<br />

Lista civica, Giuseppe Bonaventura.<br />

passi avanti forti per uniformare le legislazioni.<br />

Infatti una legislazione comune<br />

europea ci darebbe la sicurezza di cui<br />

l'Europa ha bisogno».<br />

Sulla questione del mandato di arresto<br />

europeo sono intervenuti ieri a Milano,<br />

nel corso di una manifestazione della<br />

Lega Nord, il ministro per le Riforme<br />

Bossi e il ministro della Giustizia Castelli.<br />

Bossi ha affermato tra l'altro che «la<br />

giustizia verrà concessa all'Europa solo<br />

dopo che sarà approvata una Costituzione<br />

europea che deve essere votata dal<br />

popolo». E Castelli ha aggiunto, rivolgendosi<br />

ai partecipanti alla manifestazione:<br />

«Se non mi fossi opposto al mandato<br />

d'arresto europeo tutti voi avreste rischiato<br />

di essere arrestati da un qualsiasi<br />

magistrato europeo di sinistra».<br />

Da parte dell'opposizione si continua<br />

a criticare la posizione assunta dal Guardasigilli<br />

che, come hanno ribadito tra gli<br />

altri i segretari dei Ds Fassino e del Ppi<br />

Castagnetti e il vice presidente della<br />

Margherita Parisi, rischia di isolare l'Italia<br />

nell'Ue.<br />

Nella maggioranza comunque c'è chi<br />

dissente dalla posizione del ministro<br />

Bossi, come il presidente del Ccd Follini:<br />

«Bossi ha espresso un'idea d'Europa<br />

che non condividiamo. Occorrerà parlarne<br />

in modo non equivoco al vertice di<br />

maggioranza di stasera». Il ministro per<br />

i Rapporti col Parlamento Giovanardi ha<br />

comunque rilevato: «È giusto che il Governo<br />

faccia tutto il possibile per arrivare<br />

a un accordo ma non ad ogni costo».<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 10-11 Dicembre 2001<br />

GIUSTIZIA: NUOVE POLEMICHE Il Governo è intenzionato<br />

a trovare un'intesa con gli altri Paesi dell'Ue<br />

sul nuovo nodo in tema di giustizia, quello del<br />

mandato di arresto europeo. Ma non mancano le<br />

polemiche tra maggioranza e opposizione.<br />

FINANZIARIA ALLA CAMERA Comincia l'esame<br />

della legge finanziaria da parte dell'assemblea della<br />

Camera. Sono ancora molti i nodi da sciogliere. Tra<br />

questi c’è l’aumento mensile a un milione per le<br />

pensioni più basse e la riforma delle fondazioni<br />

bancarie.<br />

NUOVA ONDATA DI SCIOPERI Si apre un periodo<br />

a rischio per chi viaggia. Si è cominciato con lo<br />

sciopero di quattro ore degli addetti dei trasporti<br />

(escluso quello aereo) ma la settimana potrebbe riservare<br />

molti altri disagi perché è prevista una raffica<br />

di agitazioni che riguarderanno gli uffici pubblici<br />

e le banche.<br />

FINANZIARIA Discussione generale alla Camera<br />

Fondazioni e pensioni<br />

tra i nodi da sciogliere<br />

ROMA, 10.<br />

Ulteriore passaggio per la Finanziaria<br />

2002 nella settimana che si apre: l’esame<br />

dell’Aula della Camera (si inizia oggi<br />

l'esame generale del provvedimento) dovrebbe,<br />

infatti, sciogliere alcuni «nodi»<br />

rimasti fino ad ora irrisolti. Tra questi<br />

c’e l’aumento a un milione al mese per<br />

le pensioni più basse e la controversa riforma<br />

delle fondazioni bancarie. Dopo il<br />

via libera dell’Assemblea di Montecitorio<br />

la manovra tornerà poi in terza lettura<br />

al Senato, che la dovrebbe licenziare definitivamente<br />

a ridosso di Natale.<br />

Tra gli argomenti più caldi c’è anche<br />

il «pacchetto» per contenere e razionalizzare<br />

la spesa degli enti locali. Si tratta<br />

degli articoli dal 17 al 20 della manovra,<br />

che puntano ad introdurre, ad esempio,<br />

un limite alla spesa per il prossimo anno:<br />

non più di quanto speso nel 2000<br />

maggiorato del 4,5%. Ma su questo punto<br />

la commissione Bilancio non ha trovato<br />

una mediazione anche per le pressioni<br />

dei rappresentanti degli enti locali.<br />

In particolare l’Anci che ha paventato<br />

l’ipotesi che con i limiti imposti molti<br />

Comuni non riusciranno a chiudere i bilanci.<br />

Sul tema delle fondazioni bancarie<br />

l’opposizione intende dare battaglia. E<br />

tra le fila della stessa maggioranza Bruno<br />

Tabacci (Ccd-Cdu) e Giorgio La Malfa<br />

(Pri), presidenti rispettivamente delle<br />

commissioni attività produttive e finanze<br />

della Camera, intendono proporre una<br />

serie di modifiche.<br />

Tabacci punta, tra l’altro, a ridimensionare<br />

il ruolo della Banca d’Italia e del<br />

TEMPO Un escursionista soccorso sull'Appennino<br />

Freddo sotto zero, vento<br />

e neve su tutta la penisola<br />

ROMA, 10.<br />

Freddo, vento e neve, anche a bassa<br />

quota, ma soprattutto ghiaccio, in special<br />

modo al centro e al sud, hanno condizionato<br />

il fine settimana, peraltro caratterizzato<br />

da condizioni climatiche un<br />

po' ovunque avverse. Che le condizioni<br />

dovessero peggiorare era stato abbondantemente<br />

previsto ma soprattutto il<br />

freddo è arrivato un po' repentinamente<br />

ovunque, specialmente al nord, dove in<br />

molte città s’è andati, ed anche di parecchio,<br />

sotto lo zero. Con le massime,<br />

peraltro, di appena qualche grado so-<br />

Sciagure in mare<br />

per il maltempo:<br />

una vittima<br />

SIRACUSA, 10.<br />

Un mercantile turco è naufragato<br />

sabato notte 200 miglia a Sud<br />

Est di Capo Passero, ed un altro è<br />

stato coinvolto in un incidente<br />

che ha causato un morto. Il cargo<br />

turco è affondato e l’equipaggio,<br />

19 uomini, è stato soccorso da<br />

una nave maltese e trasportato<br />

nel porto di Augusta.<br />

Su una nave cisterna maltese, a<br />

cento miglia da Augusta, un componente<br />

dell’equipaggio è morto<br />

dopo avere battuto la testa contro<br />

una paratia. Un altro è rimasto ferito<br />

e ricoverato a Catania.<br />

Arrestati a Ventimiglia<br />

i capi di una banda di minori<br />

che rapinava ragazzi francesi<br />

IMPERIA, 10.<br />

Hanno solo 15 e 16 anni ma sono ritenuti<br />

i capi di una pericolosa banda di<br />

minorenni che a Ventimiglia (Imperia),<br />

dal 1999 ad oggi, avrebbe commesso<br />

molteplici rapine ai danni di coetanei<br />

francesi, molti dei quali picchiati e minacciati<br />

con grossi coltelli. I due ragazzi<br />

sono stati arrestati sabato. Erano colpiti<br />

da un ordine di carcerazione emesso dal<br />

gip Tondina, del tribunale dei minori di<br />

Genova, con l’accusa di rapina aggravata<br />

continuata in concorso.<br />

Gli arrestati («spavaldi, irrispettosi delle<br />

leggi, amanti della bella vita e del dolce<br />

far niente» come li hanno descritti gli<br />

inquirenti) sarebbero i capi carismatici<br />

della «banda del Borgo» composta da<br />

una quindicina di elementi, tutti con età<br />

inferiore ai 18 anni. L’ultimo episodio a<br />

loro carico risale all’ottobre scorso<br />

quando, con la complicità del gruppo, i<br />

due ragazzi avevano rapinato un giovane<br />

francese del motorino, del casco e<br />

del telefono cellulare. Pochi mesi fa avevano<br />

sottratto con la forza le scarpe da<br />

ginnastica firmate a tre coetanei provenienti<br />

da Mentone. A Ventimiglia sono<br />

tanti i ragazzi francesi che attraversano<br />

il confine per fare shopping o per stringere<br />

nuove amicizie.<br />

pra. Come a Bolzano, Venezia, Aosta,<br />

Milano, Torino e Bologna, sino all’Aquila,<br />

dove si sono toccati i -7.<br />

Un escursionista piacentino si è perso<br />

sull’Appennino parmense, a quota 1.800,<br />

con un vento a 80 km l’ora, con 10 sotto<br />

zero. Quando, dopo una notte di ricerche,<br />

alle quali ha partecipato anche<br />

un elicottero, l’hanno trovato svenuto,<br />

in stato di ipotermia.<br />

Il dato pressoché generale è che, al<br />

freddo intenso, non hanno corrisposto<br />

in quota quelle abbondanti nevicate che<br />

tanto sono attese dagli amanti dello sci<br />

e dagli operatori turistici, i quali hanno<br />

in qualche modo attutito i danni con i<br />

«cannoni sparaneve». Comunque, nelle<br />

più importanti località dell’arco alpino,<br />

piste innevate, naturalmente o artificialmente,<br />

poco importa ai patiti dello sci<br />

ma sempre prese d’assalto.<br />

Oltre al pericolo di formazioni di<br />

ghiaccio in particolare modo al sud (l’Anas<br />

della Basilicata ha fatto scattare il<br />

piano che prevede soprattutto lo spargimento<br />

di sale sulla strade), è stato il<br />

vento a creare problemi. A Trieste la bora<br />

è tornata con raffiche che in mattinata<br />

hanno superato i 110 chilometri all’ora.<br />

Il bilancio è quello solito: rami e insegne<br />

pericolanti, e numerosi interventi<br />

da parte dei vigili del fuoco per la loro<br />

rimozione.<br />

Il grecale, che ha spazzato il golfo del<br />

Tigullio, ha messo in difficoltà una barca<br />

a vela, che ha avuto l’albero spezzato<br />

dal vento e che per questo ha rischiato<br />

il naufragio. I due componenti l’equipaggio<br />

sono stati soccorsi da un natante<br />

della Capitaneria di porto, che ha portato<br />

la barca in sicurezza a Portofino.<br />

ministero dell’Economia nella nomina<br />

degli organi dirigenziali delle fondazioni.<br />

L’Ulivo, invece, insiste per mantenere il<br />

carattere privatistico delle fondazioni. E<br />

a questo proposito lo stesso ministro<br />

dell’Economia, Giulio Tremonti, si è<br />

mostrato disponibile. Restano poi da definire<br />

ufficialmente i criteri per innalzare<br />

ad un milione gli assegni delle pensioni<br />

più basse. Il ministro del Lavoro Roberto<br />

Maroni, ha già indicato i criteri, ma<br />

l’emendamento relativo non è ancora<br />

stato presentato nonostante molti annunci.<br />

Saldo Ici entro il 20<br />

dicembre: cambiano<br />

le modalità di pagamento<br />

ROMA, 10.<br />

Ai possessori di immobili il fisco<br />

chiede di pagare il saldo dell’Ici<br />

per il 2001. La scadenza è rimasta<br />

ferma al 20 dicembre per<br />

l’ultimo grande appuntamento in<br />

lire per il fisco. Rimane dopo solo<br />

il termine, anticipato al 22 dicembre,<br />

per il pagamento dell’acconto<br />

Iva. Cambiando le modalità di pagamento,<br />

per il saldo Ici occorre<br />

fare attenzione alle aliquote e alle<br />

detrazioni eventualmente modificate<br />

dai comuni per il 2001.<br />

NELLA MORSA DEL FREDDO Freddo, vento e neve,<br />

anche a bassa quota, ma soprattutto ghiaccio, in<br />

special modo al Centro e al Sud, hanno condizionato<br />

il fine settimana, peraltro caratterizzato da condizioni<br />

climatiche un po' ovunque avverse.<br />

ARRESTATO BOSS DELLA 'NDRANGHETA I Carabinieri<br />

hanno arrestato durante un blitz a Platì il latitante<br />

Giuseppe Barbaro, di 45 anni, inserito nella<br />

lista delle 30 persone più ricercate.<br />

SCIOPERI Settimana di proteste sindacali per l'art. 18<br />

Fermo per 4 ore<br />

il settore dei trasporti<br />

ROMA, 10.<br />

Si apre un periodo a rischio per chi<br />

viaggia. La giornata odierna ha registrato<br />

lo sciopero degli addetti dei trasporti<br />

contro le modifiche all’articolo 18 dello<br />

Statuto dei lavoratori e la crisi del settore.<br />

Lo sciopero, dalle 9 alle 13, ha riguardato<br />

tutto il settore escluso il trasporto<br />

aereo. Disagi quindi si sono registrati<br />

per i treni (fatti salvi quelli garantiti<br />

dalla legge sugli scioperi nei servizi<br />

pubblici essenziali), gli autobus, la metro,<br />

i traghetti e il trasporto extraurbano.<br />

Complessivamente interessati allo<br />

sciopero sono oltre 400 mila lavoratori.<br />

Trenitalia aveva già comunicato che<br />

avrebbero circolato tutti i treni previsti<br />

dal quadro «G» dell’orario ufficiale relativo<br />

ai servizi essenziali in caso di sciopero.<br />

Per oggi, sempre a sostegno del<br />

mantenimento dell’articolo 18 hanno<br />

scioperato per due ore anche i lavoratori<br />

dell’energia.<br />

Ma la settimana potrebbe riservare<br />

molti altri disagi perché è prevista una<br />

raffica di scioperi che riguarderanno gli<br />

uffici pubblici e le banche.<br />

Questo il calendario delle agitazioni<br />

nei diversi settori. Venerdì 14 dicembre:<br />

scioperano per otto ore i dipendenti<br />

pubblici. Potranno verificarsi, pertanto,<br />

possibili disservizi negli uffici pubblici.<br />

In concomitanza con lo sciopero si svolgeranno<br />

anche tre manifestazioni a Roma,<br />

Napoli, Milano dove sono previsti<br />

gli interventi dei leader di Cgil, Cisl e<br />

Uil. Sempre venerdì si asterranno dal lavoro<br />

per quattro ore i lavoratori del settore<br />

gas-acqua, mentre quelli delle ban-<br />

Imprenditore simula sciagura stradale nel Bresciano<br />

Macabra messinscena per coprire<br />

un incidente mortale sul lavoro<br />

BRESCIA, 10.<br />

La sconvolgente verità sulla morte di<br />

un operaio, Salvatore D’Andrea, 32 anni,<br />

napoletano, è emersa solo dopo alcuni<br />

giorni e al termine di una serie di<br />

lunghi interrogatori da parte della Polizia<br />

stradale di Montichiari nei confronti<br />

del titolare di un'impresa edile di Bagnolo<br />

Mella, in provincia di Brescia, dove<br />

si è verificata la disgrazia.<br />

L'uomo è stato investito con un muletto<br />

all'interno dell'azienda e non da<br />

un’automobile lungo la strada che costeggia<br />

il cantiere come era sembrato in<br />

Una siringa nella busta<br />

delle patatine: aperta<br />

un'inchiesta a Palermo<br />

PALERMO, 10.<br />

La procura di Palermo ha aperto<br />

un'inchiesta sul ritrovamento di<br />

una siringa dentro una busta di<br />

patatine fritte acquistata da una<br />

donna in un supermercato del<br />

quartiere Brancaccio. A trovare la<br />

siringa è stato il figlio dopo che in<br />

compagnia della mamma aveva<br />

cominciato a mangiare le patatine.<br />

I due sono stati sottoposti ad<br />

esami clinici e i primi esiti sarebbero<br />

tranquillizzanti. La vicenda<br />

potrebbe essere legata alla campagna<br />

promozionale condotta in<br />

questi giorni dal supermercato.<br />

'Ndrangheta: in manette pericoloso latitante<br />

REGGIO CALABRIA — Si nascondeva in un dedalo di bunker sotto il centro<br />

di Platì (Reggio Calabria) un pericoloso latitante della 'ndrangheta, Giuseppe<br />

Barbaro, ritenuto il capo della cosca omonima. Nei cunicoli lo hanno<br />

scoperto nella notte tra domenica e lunedì i Ros dei Carabinieri che lo hanno<br />

arrestato. Giuseppe Barbaro era considerato uno dei 30 più pericolosi<br />

latitanti, accusato di numerosi sequestri di persona e anche di vari omicidi.<br />

Giuseppe Barbaro era sfuggito alla cattura il 10 ottobre scorso quando i Carabinieri<br />

arrestarono, nei boschi che circondano Platì, suo fratello Pasquale,<br />

Rocco Trimboli (altro presunto boss) e otto presunti fiancheggiatori.<br />

Quintali di botti sequestrati a Palermo<br />

PALERMO — La Guardia di Finanza ha scoperto e sequestrato lunedì mattina<br />

circa 17 quintali di fuochi pirotecnici, in tutto oltre duecentomila pezzi,<br />

appena giunti nel porto di Palermo a bordo di un traghetto proveniente da<br />

Napoli. Ad insospettire i militari della Finanza è stata la documentazione<br />

che accompagnava la merce trasportata all'interno del semirimorchio di un<br />

camion diretto a un deposito del quartiere palermitano di Brancaccio. I militari<br />

hanno seguito di nascosto il camion e quando l'automezzo è giunto a<br />

destinazione hanno controllato la merce trasportata scoprendo il carico illecito.<br />

Rubato a Torino quadro attribuito a Goya<br />

TORINO — Clamoroso furto d'arte domenica pomeriggio a Torino. Uno sconosciuto<br />

ha trafugato un quadro di piccole dimensioni (27,5 per 20,5 cm)<br />

ma, sembra, di ingente valore in quanto attribuito al grande pittore spagnolo<br />

Francisco Goya. Il piccolo quadro, raffigurante la tragica morte del conte<br />

Ugolino delle Gherardesca e dei suoi nipoti, era esposto alla rassegna «Torino<br />

Antiquaria» nel complesso «Torino Esposizioni» dove il furto è stato<br />

compiuto. Sembra che lo sconosciuto ladro sia riuscito ad eclissarsi indisturbato<br />

nascondendo il piccolo quadro sotto il cappotto. Nei giorni scorsi i<br />

Carabinieri avevano segnalato agli organizzatori della rassegna la carenza<br />

dei sistemi di sicurezza. Sul merito dell'autenticità del quadro la Sovrintendenza<br />

ai beni artistici non si è ancora espressa in quanto il dipinto fino al<br />

momento del furto non era mai stato denunciato dal proprietario.<br />

un primo momento: ad architettare la<br />

macabra messinscena sarebbe stato proprio<br />

l'imprenditore per coprire la circostanza<br />

che la vittima lavorava presso di<br />

lui «in nero».<br />

D'Andrea era stato ricoverato all’ospedale<br />

di Manerbio il 30 novembre verso<br />

le ore 15. L’autoambulanza era stata<br />

chiamata nei pressi di una cascina, dove<br />

erano in corso dei lavori edili. Il trentaduenne<br />

si trovava a lato della carreggiata.<br />

Il titolare dell’impresa edile aveva dichiarato<br />

ai soccorritori di avere investito<br />

l’uomo all’esterno del cantiere e di non<br />

sapere chi fosse ma gli agenti della Polizia<br />

stradale di Montichiari, dopo i primi<br />

rilievi, hanno avuto l’impressione che la<br />

versione fornita fosse dubbia.<br />

Tra i particolari che avevano suscitato<br />

perplessità negli agenti il fatto che la vittima<br />

fosse sporca di fango, incompatibilmente<br />

con le condizioni del fondo stradale.<br />

Salvatore D’Andrea infatti era scivolato<br />

nel fango all’interno del cantiere finendo<br />

con il rimanere investito dal muletto,<br />

guidato proprio dal titolare dell’impresa.<br />

Il trentaduenne napoletano è deceduto<br />

venerdì mattina verso le 5 all’ospedale<br />

di Manerbio dove era stato ricoverato.<br />

L'imprenditore, anch’egli napoletano,<br />

dovrà rispondere adesso di omicidio<br />

colposo. Il corpo di D’Andrea era stato<br />

portato sulla carreggiata della strada<br />

proprio con il muletto che lo aveva investito.<br />

Macabro inganno per nascondere<br />

l'ignobile truffa ai danni del povero lavoratore.<br />

che per due ore a fine turno. In particolare,<br />

i dipendenti della Banca d'Italia<br />

sciopereranno nelle ultime due ore di lavoro<br />

e i turnisti e gli addetti «part time»<br />

un’ora a fine turno. La Banca d’Italia<br />

ha già fatto sapere che potrebbero esserci<br />

disservizi. Lunedì 17 dicembre blocco<br />

del trasporto aereo. Lo sciopero degli<br />

addetti del settore sarà di 24 ore ed è<br />

stato proclamato dalle nove sigle sindacali<br />

di categoria. Interessati alla protesta<br />

sono i piloti, hostess e steward, personale<br />

di terra, dipendenti delle società aeroportuali<br />

nonché dell’indotto.<br />

Banche: la Ue decide<br />

sugli aiuti fiscali<br />

Monti boccia gli sconti<br />

ROMA, 10.<br />

La questione degli sgravi fiscali<br />

a favore delle banche italiane è<br />

oggi all’esame della commissione<br />

Ue. Lo ha confermato il Commissario<br />

europeo Mario Monti. Lo<br />

stesso Monti aveva anticipato l’orientamento<br />

a bocciare le agevolazioni<br />

in quanto aiuto di Stato ad<br />

un settore economico. Qualora esso<br />

fosse confermato si aprirebbe<br />

un problema per molte banche<br />

che hanno usufruito degli sconti.<br />

In ballo ci sono circa 2.000 mld.<br />

Rissa fra estremisti<br />

di destra e di sinistra<br />

a Sulmona: 9 feriti<br />

Arresti e denunce<br />

L'AQUILA, 10.<br />

Si è conclusa con nove feriti, cinque<br />

arrestati e dieci denunciati una gigantesca<br />

rissa, sedata dalla Polizia, avvenuta<br />

nella tarda serata di sabato a Sulmona<br />

(L'Aquila) tra estremisti di destra e di sinistra<br />

nel corso di un concerto organizzato<br />

da «Forza Nuova». I tafferugli, originati<br />

dal «blitz» di una quindicina di<br />

estremisti di sinistra che hanno tentato<br />

di entrare nel luogo dove si svolgeva il<br />

concerto, hanno coinvolto complessivamente<br />

una quarantina di persone.<br />

Gli arrestati, dei quali non sono stati<br />

resi noti i nomi per esigenze di indagine,<br />

sono tutti romani, aderenti al movimento<br />

di «Forza Nuova». Tra i denunciati<br />

vi sono invece giovani appartenenti<br />

a entrambe le fazioni, tra i quali due<br />

componenti del complesso che stava esibendosi<br />

nel «Piccolo Teatro», locale da<br />

un centinaio di posti di recente ristrutturato<br />

dall’amministrazione comunale.<br />

Nelle colluttazioni sono rimasti feriti<br />

anche quattro agenti del commissariato<br />

di Sulmona intervenuti per sedare la rissa.<br />

I poliziotti sono stati medicati e dimessi<br />

con prognosi dai tre ai sei giorni.<br />

Degli altri cinque feriti, tutti di Sulmona,<br />

soltanto uno è stato ricoverato con<br />

una prognosi di 15 giorni per un profondo<br />

taglio alla testa.<br />

Le accuse per i cinque arrestati sono<br />

di concorso in rissa aggravata e resistenza<br />

a pubblico ufficiale, per i dieci denunciati<br />

di concorso in rissa aggravata.<br />

Secondo gli organizzatori della manifestazione,<br />

gli estremisti di sinistra (tra<br />

essi alcuni «no global») sarebbero giunti<br />

nel locale vestiti di giubbotti con borchie<br />

e catene e con intenti provocatori.<br />

Impegno di lotta e pastorale organica<br />

concordati dalla Consulta Nazionale Antiusura<br />

GENOVA — Il Direttivo della Consulta Nazionale Antiusura (Padre Rastrelli,<br />

Mons. D'Urso, Mons. Granara, il diacono Giusto, il dott. Montani)<br />

ha consegnato all'Arcivescovo di Genova Cardinale Tettamanzi il progetto<br />

approvato dalla Cei per la lotta all'usura sul piano della prevenzione,<br />

della legalità, della solidarietà. L'incontro rientra nel programma organico<br />

della Chiesa in Italia di diffusione delle fondazioni antiusura in accordo<br />

con le Conferenze episcopali ed i loro presidenti.<br />

Il Segretario nazionale Mons. D'Urso ha riferito sugli incontri già avuti<br />

con i presidenti delle conferenze episcopali campana (Cardinale Giordano),<br />

della Basilicata (Arcivescovo Superbo), delle Marche (Arcivescovo<br />

Festorazzi), con l'Arcivescovo di Milano Cardinale Martini, con l'Arcivescovo<br />

di Matera Ciliberti.<br />

Mons. D'Urso ha dato anche comunicazione del contributo di tre miliardi<br />

disposto dalla Presidenza della Cei accogliendo il progetto per il<br />

2001 della Segreteria nazionale. Il contributo verrà ripartito per le attività<br />

istituzionali, per la dotazione di nuove fondazioni, per il potenziamento<br />

di quelle già esistenti.<br />

Un convegno nazionale a Lecce<br />

per la promozione della Moldova<br />

LECCE — Ad iniziativa del'Arcidiocesi di Lecce e della Fondazione<br />

Regina Pacis, si apre domani 11, presso l'Hotel President il Convegno<br />

nazionale sulla Moldova. La Fondazione Regina Pacis, impegnata nel<br />

contrasto della tratta maschile e femminile, ha creato nell'ex repubblica<br />

sovietica un'Agenzia di sviluppo locale per sostenere gli investimenti industriali<br />

nel paese favorendo le imprese che vogliono investirvi con supporti<br />

di consulenza, legislativi, fiscali e vari.<br />

Gli interventi si muovono, come ha dichiarato l'Arcivescovo di Lecce<br />

Cosmo Francesco Ruppi, sulla Dottrina sociale della Chiesa che «oggi<br />

detta le regole delle nuove forme di cooperazione internazionale».<br />

Il Convegno ha il patrocinio della Regione Puglia, della Provincia e del<br />

Comune di Lecce, ed il sostegno del Monte dei Paschi di Siena. Vi parteciperà<br />

l'Ambasciatore di Moldova in Italia Valentin Ciumac


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Anno CXLI - N. 284 (42.922) CITTÀ DEL VATICANO Mercoledì 12 Dicembre 2001<br />

MESSAGGIO DI SUA SANTITÀ GIOVANNI PAOLO II<br />

PER LA CELEBRAZIONE DELLA XXXV GIORNATA MONDIALE DELLA PACE - 1° GENNAIO 2002<br />

Non c'è pace senza giustizia<br />

Non c'è giustizia senza perdono<br />

«Non c'è pacesenzagiustizia,non c'è giustizia senza<br />

perdono» è il tema del Messaggio di Giovanni Paolo II<br />

per la XXXV Giornata Mondiale della Pace che sarà celebrata<br />

il 1° gennaio 2002. Ecco i punti nodali del Messaggio<br />

del Papa:<br />

» «Quest’anno la Giornata Mondiale della Pace viene<br />

celebrata sullo sfondo dei drammatici eventi dell’11<br />

settembre scorso... La Chiesa desidera testimoniare<br />

la sua speranza, basata sulla convinzione che<br />

il male, il mysterium iniquitatis, non ha l’ultima parola<br />

nelle vicende umane»;<br />

» «Molte volte mi sono soffermato a riflettere sulla<br />

domanda: qual è la via che porta al pieno ristabilimento<br />

dell’ordine morale e sociale così barbaramente<br />

violato?... Non si ristabilisce appieno l’ordine<br />

infranto, se non coniugando fra loro giustizia e perdono»;<br />

» «È proprio la pace fondata sulla giustizia e sul<br />

perdono che oggi è attaccata dal terrorismo internazionale.<br />

In questi ultimi anni, specialmente dopo la<br />

fine della guerra fredda, il terrorismo si è trasformato<br />

in una rete sofisticata di connivenze politiche, tecniche<br />

ed economiche, che travalica i confini nazionali<br />

e si allarga fino ad avvolgere il mondo intero»;<br />

» «Violenza si aggiunge a violenza, in una tragica<br />

spirale che coinvolge anche le nuove generazioni, le<br />

quali ereditano così l’odio che ha diviso quelle precedenti.<br />

Il terrorismo si fonda sul disprezzo della vita<br />

dell’uomo. Proprio per questo esso non dà solo<br />

Nell'inserto tabloid<br />

il testo integrale<br />

del documento<br />

di Giovanni Paolo II<br />

Afghanistan: a Kabul<br />

l'inviato speciale dell'Onu<br />

KABUL, 11.<br />

L’inviato speciale dell’Onu per l’Afghanistan<br />

Lakhdar Brahimi è giunto oggi<br />

a Kabul per colloqui sul trasferimento<br />

dei poteri al Governo ad interim che<br />

guiderà l’Afghanistan nel dopo Taleban.<br />

Un funzionario delle Nazioni Unite ha<br />

reso noto che Brahimi è arrivato alla base<br />

aerea di Bagram, a Nord della capitale<br />

afghana, e ha iniziato i colloqui con<br />

Abdullah Abdullah, designato, alla conferenza<br />

di Bonn, Ministro degli esteri<br />

della nuova amministrazione che si insedierà<br />

a Kabul il 22 dicembre prossimo.<br />

L’Esecutivo ad interim governerà il Paese<br />

per sei mesi sotto la guida di Hamid<br />

Karzai che dovrebbe recarsi a Kabul,<br />

anche se non è ancora chiaro se incontrerà<br />

Brahimi.<br />

Discrezione e basso profilo sono le parole<br />

d’ordine che nel frattempo ispirano<br />

il frenetico dibattito sull’Afghanistan alle<br />

Nazioni Unite, che dovranno autorizzare,<br />

ma non organizzare, una forza di pace<br />

per garantire la sicurezza nel Paese<br />

durante la transizione politica. Mentre il<br />

Premier designato Hamid Karzai e le fazioni<br />

afghane gettano le basi del Governo<br />

ad interim, al Palazzo di Vetro si lavora<br />

perché per il 22 dicembre — gior-<br />

no dell’insediamento del nuovo Esecutivo<br />

— ci siano le condizioni per il dispiegamento<br />

di una forza multinazionale di<br />

pace, formata su base volontaria, e di<br />

una missione tecnica, che orienti l’istituzione<br />

di nuove strutture sociali e civili.<br />

Il nodo più delicato — come segnala<br />

l'«Ansa» — è proprio quello della forza<br />

di pace, su cui il Consiglio di Sicurezza<br />

dovrebbe esprimersi in questi giorni, ma<br />

che in ogni caso non sarà formata da<br />

caschi blu dell'Onu. Il senso di questa<br />

decisione è tutto politico, hanno ieri<br />

spiegato fonti diplomatiche del Palazzo<br />

di Vetro, confermando che la forza di<br />

pace sarà composta con ogni probabilità<br />

da reparti di Gran Bretagna, Germania,<br />

Italia, Francia, Turchia, altri Paesi europei<br />

e, forse, Giordania. Il comando verrà<br />

affidato quasi certamente alla Gran<br />

Bretagna. Una presenza dei caschi blu<br />

significherebbe che le Nazioni Unite intervengono<br />

in una situazione di per sé<br />

ingestibile, mentre la forza multinazionale<br />

avallata dall’Onu, ma allestita con<br />

la partecipazione volontaria di alcune<br />

Nazioni, attesta la capacità di autogoverno<br />

delle forze impegnatesi per ricostruire<br />

il Paese, alle quali va solo garantito<br />

sostegno.<br />

In comunione con il Santo Padre le diocesi italiane<br />

si preparano a celebrare la giornata di digiuno e di preghiera<br />

Usa-Russia: proposte di Mosca<br />

per il disarmo nucleare offensivo<br />

MOSCA, 11.<br />

Il Segretario di Stato americano, Colin<br />

Powell, ha lasciato ieri Mosca al termine<br />

di una visita di 48 ore affermando<br />

che riferirà al Presidente statunitense,<br />

George W. Bush, le proposte russe per<br />

la firma di un Trattato che fissi le riduzioni<br />

delle testate nucleari strategiche.<br />

Il Ministro degli esteri russo, Igor Ivanov,<br />

ha detto, dopo un incontro cui ha<br />

partecipato al Cremlino fra il Presidente<br />

russo, Vladimir Putin, e Powell, che Mosca<br />

è favorevole a fissare «in un documento»<br />

le riduzioni delle testate nucleari<br />

offensive, possibilmente prima del prossimo<br />

vertice Putin-Bush a Mosca a metà<br />

del prossimo anno.<br />

Powell, prima di partire per Berlino,<br />

ha detto che gli Stati Uniti non sono<br />

contrari in linea di principio ad un documento<br />

che fissi le riduzioni ma di dover<br />

riferire prima la proposta russa al<br />

Presidente George W. Bush. Mosca si è<br />

detta disponibile a portare a 1.500 le<br />

proprie testate, contro le 3.000-3.500<br />

previste per il 2005 dal Trattato «Start-<br />

2», e George W. Bush, durante il vertice<br />

di novembre in Texas con Putin ha annunciato<br />

di esser pronto ad una riduzione<br />

fra 1.700 e 2.200. Le riduzioni delle<br />

armi nucleari offensive vengono discusse<br />

parallelamente al negoziato sulle armi<br />

difensive (il Trattato «Abm», e l'iniziativa<br />

americana di difesa antimissile, il cosiddetto<br />

«scudo spaziale») nella ricerca<br />

di un nuovo accordo di stabilità strategica<br />

tra Washington e Mosca. Il Segretario<br />

di Stato americano ha comunque<br />

precisato che non è in grado di indicare<br />

quale numero esatto di testate gli Stati<br />

Uniti sarebbero pronti ad includere nel<br />

documento proposto da Mosca, prima<br />

di discuterne con la Casa Bianca.<br />

Durante la visita a Mosca, Powell ha<br />

discusso con i dirigenti russi anche della<br />

situazione in Afghanistan (dove non ci<br />

sono divergenze, anzi il Capo della diplomazia<br />

di Washington ha sottolineato<br />

l'importante «coordinamento degli sforzi»<br />

fra i due Paesi per l'attuazione degli<br />

accordi di Bonn); l'avvicinamento di<br />

Mosca alla Nato (Powell ha dato il suo<br />

appoggio al nuovo «Consiglio dei 20» su<br />

questioni chiave come il terrorismo, la<br />

non proliferazione e il peacekeeping); il<br />

conflitto in Cecenia e la situazione in<br />

Medio Oriente dove le due parti puntano<br />

ad esercitare pressioni più forti su<br />

israeliani e palestinesi affinché si giunga<br />

all'attuazione del Piano Mitchell.<br />

NOSTRE<br />

INFORMAZIONI<br />

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia<br />

al governo pastorale della<br />

Diocesi di Valence (Francia) presentata<br />

da Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Didier-Léon Marchand<br />

in conformità al canone 401<br />

§ 1 del Codice di Diritto Canonico.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong><br />

LIBRI<br />

Oggi la pagina settimanale di<br />

articoli, schede e segnalazioni<br />

dedicata alle novità editoriali<br />

La ristampa<br />

di «Prima luce»<br />

di Derek Walcott<br />

di MARCO TESTI<br />

origine a crimini intollerabili, ma costituisce esso<br />

stesso, in quanto ricorso al terrore come strategia<br />

politica ed economica, un vero crimine contro l’umanità»;<br />

» «Esiste perciò un diritto a difendersi dal terrorismo.<br />

È un diritto che deve, come ogni altro, rispondere<br />

a regole morali e giuridiche nella scelta sia<br />

degli obiettivi che dei mezzi»;<br />

» «Meditando sul tema del perdono, non si possono<br />

non ricordare alcune tragiche situazioni di conflitto...<br />

Mi riferisco, in particolare, a quanto avviene nella<br />

Terra Santa, luogo benedetto e sacro dell'incontro di<br />

Dio con gli uomini, luogo della vita, morte e risurrezione<br />

di Gesù, il Principe della pace»;<br />

» «Ho inviato i rappresentanti delle religioni del<br />

mondo a venire ad Assisi, la città di san Francesco,<br />

il prossimo 24 gennaio, a pregare per la pace»;<br />

» «In questa Giornata della Pace, salga dal cuore<br />

di ogni credente più intensa la preghiera per ciascuna<br />

delle vittime del terrorismo, per le loro famiglie<br />

tragicamente colpite e per tutti i popoli che il<br />

terrorismo e la guerra continuano a ferire e a sconvolgere»;<br />

» «Non restino fuori del raggio di luce della nostra<br />

preghiera coloro stessi che offendono gravemente<br />

Dio e l'uomo mediante questi atti senza pietà: sia<br />

loro concesso di rientrare in se stessi e di rendersi<br />

conto del male che compiono».<br />

L'intervento del Cardinale<br />

F. X. Nguyên Van Thuân<br />

allapresentazionedelMessaggio<br />

IL DISCORSO DEL PAPA AI VESCOVI DELLA CHIESA CALDEA IN VISITA «AD LIMINA APOSTOLORUM»<br />

Nella giornata di digiuno del 14 dicembre chiederemo a Dio di assistere il vostro popolo<br />

e di aprire il cuore degli uomini alle sofferenze ingiustamente inflitte a tanti fratelli<br />

«Esprimo ancora una volta la mia<br />

compassione per le vostre comunità<br />

che si trovano in Iraq, provate come<br />

tutta la popolazione del Paese, che da<br />

anni soffre i rigori dell'embargo ad esso<br />

imposto. Supplico il Signore di illuminare<br />

le menti e i cuori dei responsabili<br />

delle nazioni, affinché operino<br />

per ristabilire una pace giusta e durevole<br />

in quella regione del mondo, e affinché<br />

cessino tutti gli attentati alla sicurezza<br />

delle persone e al bene dei popoli.<br />

Il giorno di digiuno al quale ho<br />

invitato tutti i fedeli cattolici sarà<br />

un'occasione propizia affinché tutta la<br />

Chiesa, sperimentando la privazione<br />

del cibo, sia in rapporto più stretto<br />

con le persone che soffrono. Quel<br />

giorno chiederemo a Dio di assistere<br />

il vostro popolo e di aprire il cuore<br />

degli uomini alle sofferenze ingiustamente<br />

inflitte a tanti loro fratelli». Con<br />

queste parole Giovanni Paolo II si è rivolto<br />

ai Vescovi della Chiesa caldea ricevuti<br />

in udienza nella mattina di martedì<br />

11 dicembre, in occasione della visita<br />

«ad limina Apostolorum».<br />

Ai Pastori — provenienti dall'Iraq,<br />

dall'Iran, dal Libano, dall'Egitto, dalla<br />

Siria, dalla Turchia e dagli Stati Uniti<br />

Pagine 8 e 9<br />

d'America — il Papa ha richiamato l'importanza<br />

del dialogo interreligioso «al<br />

servizio dell'intesa e della pace tra tutti<br />

gli uomini». «Vi incoraggio — ha detto<br />

— a mantenere buoni rapporti con i nostri<br />

fratelli cristiani di altre confessioni,<br />

avendo a cuore di elaborare iniziative<br />

rinnovate di preghiera e di testimonianza<br />

comuni, e invoco con ardore su tutti<br />

i discepoli di Cristo il dono dell'unità...».<br />

«Nello spirito del mio invito recente a<br />

tutti i responsabili delle religioni del<br />

mondo a riunirsi ancora una volta ad<br />

Assisi — ha esortato — continuate con<br />

tutti questo dialogo del quotidiano!».<br />

Pagina 10<br />

Pagina 5<br />

Riferendosi poi al problema della diaspora,<br />

Giovanni Paolo II ha assicurato<br />

ai Vescovi la solidarietà e il sostegno di<br />

tutta la Chiesa. «So che vivete il fenomeno<br />

dell'emigrazione come una grave<br />

difficoltà — ha affermato — poiché esso<br />

impoverisce le comunità locali e mette<br />

le persone in una situazione di sradicamento,<br />

fenomeno accentuato dalle sanzioni<br />

economiche contro l'Iraq. Potete<br />

affrontare questo dramma solo collegialmente,<br />

convinti che l'avvenire della<br />

Chiesa caldea è anche nella diaspora».<br />

Pagine 6 e 7<br />

Il Santo Padre ha nominato Nunzio<br />

Apostolico in Turchia e in Turkmenistan<br />

Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Edmond Farhat,<br />

Arcivescovo titolare di Biblo, finora<br />

Nunzio Apostolico in Slovenia e nella<br />

Repubblica di Macedonia.<br />

Inoltre, Sua Santità ha nominato<br />

Nunzio Apostolico in Slovenia e nella<br />

Repubblica di Macedonia Sua Eccellenza<br />

Reverendissima Monsignor<br />

Marian Oleś, Arcivescovo titolare di<br />

Raziaria, finora Nunzio Apostolico<br />

in Kazakhstan, Kyrgyzstan, Tadjikistan<br />

e Uzbekistan.<br />

. .<br />

Provvista di Chiesa<br />

Il Santo Padre ha nominato Vescovo<br />

di Valence il Reverendo Jean-<br />

Christophe Lagleize, del clero dell’Arcidiocesi<br />

di Bourges, finora Vice<br />

Direttore del «Centro Nazionale di<br />

Insegnamento Religioso».


DAL MONDO<br />

PAGINA<br />

2 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Mercoledì 12 Dicembre 2001<br />

OSLO — Negli anni a venire le Nazioni<br />

Unite dovranno darsi tre priorità: sradicamento<br />

della miseria, prevenzione dei conflitti<br />

e promozione della democrazia. È<br />

quanto dichiarato lunedì dal Segretario<br />

generale dell'Onu Kofi Annan, che ha ricevuto<br />

a Oslo il Nobel per la pace. Nel discorso<br />

di accettazione del premio, pronunciato<br />

nella Giornata mondiale dei diritti<br />

umani, Annan ha tra l'altro sostenuto<br />

che «la sovranità degli Stati non deve più<br />

essere usata come uno scudo per occulta-<br />

AFGHANISTAN Missione diplomatica di Colin Powell in Europa<br />

Obiettivi diversi per le missioni<br />

dei soldati Usa e della forza Onu<br />

I miliziani<br />

di bin Laden<br />

circondati<br />

a Tora Bora<br />

WASHINGTON, 11.<br />

I guerriglieri anti Taleban e i<br />

combattenti di «Al Qaeda» nell’area<br />

di Tora Bora hanno appena<br />

concordato una tregua di 16 ore.<br />

I terroristi devono decidere «se arrendersi<br />

o morire», riferiscono comandanti<br />

anti Taleban all’inviato<br />

della televisione americana «Cnn»<br />

che segue le operazioni sul posto.<br />

L'inviato della «Cnn» ha riferito<br />

di avere visto sul terreno corpi di<br />

combattentidi«AlQaeda» «appena<br />

uccisi» e ha parlato di «offensiva<br />

riuscita» delle Forze anti Taleban.<br />

In precedenza un comandante<br />

delle truppe anti Taleban aveva riferito<br />

che le Forze del gruppo di<br />

«Al Qaeda», guidato da Osama bin<br />

Laden e appoggiato dal deposto<br />

regime dei Taleban, asserragliate<br />

nella regione montuosa di Tora<br />

Bora (Est dell'Afghanistan), si era<br />

arreso. Haji Mohammad Zaman,<br />

uno dei tre comandanti delle Forze<br />

locali afghane che combattono<br />

contro «Al Qaeda», ha detto che i<br />

sostenitori di Osama bin Laden<br />

hanno accettato di arrendersi. «È<br />

finita» ha aggiunto Zaman, precisando<br />

che «tutti i combattenti di<br />

Al Qaeda scenderanno (dalla montagna)<br />

domani mattina alle 8».<br />

L'avanzata dei mujaheddin è<br />

stata rapidissima ed ha ridotto ulteriormente<br />

lo spazio di manovra<br />

di Osama bin Laden che però, secondo<br />

fonti afghane a Mosca, non<br />

si troverebbe a Tora Bora. Secondo<br />

queste fonti non è neppure<br />

certo che il ricercato numero uno<br />

per gli attacchi terroristici dell'11<br />

settembre a New York e a Washington<br />

sia ancora in Afghanistan.<br />

L’andamento della battaglia<br />

di Tora Bora, con voci di rese dei<br />

miliziani di «Al Qaeda» e di tregue<br />

in atto per negoziare ulteriori rese,<br />

alimenta dubbi, in ambienti<br />

militari, sull’effettiva presenza nell’area<br />

del leader della rete terroristica<br />

Osama bin Laden. Analisti<br />

vicini alle fonti del Pentagono s’interrogano<br />

se la resa dei mercenari<br />

non significhi che il loro capo ha<br />

già potuto lasciare l’area, ammesso<br />

che vi sia mai stato.<br />

Trenta blindati americani hanno<br />

lasciato ieri «Camp Rhino», la<br />

base Usa nel deserto a circa 100<br />

chilometri da Kandahar, diretti<br />

verso la città a Sud-Ovest dell'Afghanistan.<br />

I marines, che stanno<br />

approntando un campo di prigionia<br />

nel deserto, starebbero cercando<br />

di tagliare le possibili vie di<br />

fuga ai Taleban e al loro capo<br />

mullah Omar, ma sembra che<br />

nessuno abbia indicazioni precise<br />

sui suoi spostamenti. Intanto, il<br />

patto imposto sulle fazioni rivali<br />

dal neoeletto Capo del Governo<br />

provvisorio in Afghanistan, Hamid<br />

Karzai, sembra stia reggendo.<br />

Karzai ha promesso che provvederà<br />

non appena insediato, il 22<br />

dicembre, a disarmare gli uomini<br />

dei diversi clan dell'Afghanistan.<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

TIPOGRAFIA VATICANA<br />

EDITRICE<br />

«<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong>»<br />

Redazione:<br />

via del Pellegrino<br />

00120 Città del Vaticano<br />

Segreteria di Redazione:<br />

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Servizi fotografici<br />

de «L'Osservatore Romano»<br />

a cura di Arturo Mari<br />

Le foto dell'attività della Santa Sede<br />

sono del SERVIZIO FOTOGRAFICO<br />

de «L'Osservatore Romano»<br />

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E-mail: photo@ossrom.va<br />

.<br />

BERLINO, 11.<br />

Sarà diverso e «interamente separato»<br />

da quello dei soldati Usa impegnati militarmente<br />

sul territorio l’obiettivo delle<br />

truppe di pace che, con l'autorizzazione<br />

dell’Onu, saranno dispiegate in Afghanistan.<br />

Lo ha ieri sottolineato il Segretario<br />

di Stato Usa, Colin Powell, nel corso<br />

della sua visita in Germania.<br />

In dichiarazioni ai giornalisti dopo un<br />

incontro a Berlino con il Cancelliere Gerhard<br />

Schroeder, Powell ha detto che le<br />

truppe statunitensi «proseguono la lotta<br />

contro il regime Taleban», per sconfiggere<br />

la rete di «Al Qaeda» e per catturare<br />

Osama bin Laden. Le truppe Onu, ha<br />

detto, arrivano «con altri propositi». Se<br />

le due forze si accavalleranno, dovranno<br />

essere ben «coordinate» ma le due missioni,<br />

ha sottolineato, sono distinte e separate.<br />

Le «nostre truppe operano sotto<br />

il comando del Presidente Bush», le altre<br />

«sotto mandato dell’Onu». Saranno<br />

«interamente separate» ma dovranno<br />

«cooperare». Il cancelliere Gerhard<br />

Schroeder ha dal canto suo promesso<br />

l’invio di soldati tedeschi nel contingente<br />

di pace internazionale. Schroeder ha<br />

d’altra parte sottolineato che la Germania<br />

è già ampiamente impegnata militarmente<br />

nel Balcani con 8.000 soldati. Powell<br />

ha replicato di avere comprensione<br />

per l’impegno tedesco aggiungendo che<br />

«saremmo grati se la Germania partecipasse»<br />

anche a questo contingente di<br />

pace nonostante gli sforzi profusi nei<br />

Balcani. Da Berlino, Powell è arrivato<br />

stamattina a Parigi per una breve visita<br />

Rafforzata<br />

la collaborazione<br />

sulla sicurezza<br />

tra Giappone e India<br />

TOKYO, 11.<br />

Giappone e India hanno rafforzato i<br />

legami di cooperazione in materia di sicurezza,<br />

lotta al terrorismo, pacificazione<br />

e ricostruzione dell’Afghanistan e<br />

prevenzione della proliferazione delle armi<br />

nucleari. Lo hanno annunciato ieri a<br />

Tokyo in una dichiarazione congiunta il<br />

Primo Ministro nipponico, Junichiro<br />

Koizumi, e quello indiano, Atal Behari<br />

Vajpayee.<br />

In particolare il Giappone ha invitato<br />

l’India a partecipare alla conferenza internazionale<br />

sugli aiuti umanitari e la ricostruzione<br />

dell’Afghanistan, in programma<br />

a Tokyo a metà del prossimo<br />

gennaio. Vajpayee si è detto onorato<br />

dell’invito e ha assicurato che Nuova<br />

Delhi si impegnerà a pieno nella pacificazione<br />

della regione. Il Premier indiano<br />

non ha però rilasciato dichiarazioni su<br />

due temi molto dibattuti, come il conflitto<br />

con il Pakistan per il controllo della<br />

regione del Kashmir e quello dell'adesione<br />

al trattato internazionale di messa<br />

al bando degli esperimenti nucleari. Su<br />

queste questioni Vajpayee ha comunque<br />

assicurato che manterrà un dialogo costante<br />

con il Giappone.<br />

Il mese scorso, in seguito alla cooperazione<br />

offerta dai due Paesi nella lotta<br />

contro il terrorismo in Afghanistan, Tokyo<br />

ha revocato le sanzioni imposte a<br />

Pakistan e India nel maggio 1998 dopo i<br />

loro esperimenti nucleari. Il Giappone<br />

continua tuttavia ad esercitare pressioni<br />

su Islamabad e Nuova Delhi affinché firmino<br />

il trattato sul bando dei test nucleari<br />

e trovino un accordo per risolvere<br />

pacificamente il contenzioso.<br />

PUBBLICITÀ:<br />

PUBBLIETICA s.r.l.<br />

20121 Milano - Piazza Cavour, 3<br />

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AZIENDE PROMOTRICI DELLA DIFFUSIONE DE <strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong><br />

ALITALIA – INTESABci – VOBIS – ADVENIA<br />

Pubblietica sta lavorando ad un progetto teso all'incremento della diffusione de<br />

L'Osservatore Romano in collaborazione con alcune primarie aziende italiane.<br />

Lo sforzo del quotidiano della Santa Sede per diffondere la parola del Papa, soprattutto in<br />

questo particolare momento storico, può infatti essere validamente sostenuto da quanti<br />

condividono i valori propugnati dalla Chiesa cattolica.<br />

Alcune aziende hanno scelto L'Osservatore Romano come mezzo privilegiato e qualificato<br />

per divulgare il loro messaggio pubblicitario. Saranno queste aziende —<br />

sottoscrittrici di numerosi abbonamenti — a diffondere all'interno del proprio<br />

mondo di riferimento (sedi, clienti, collaboratori), questo giornale, questi valori.<br />

durante la quale sono previsti colloqui<br />

con il Presidente Chirac e con il Ministro<br />

degli esteri, Hubert Vedrine. La situazione<br />

in Afghanistan e la crisi in Medio<br />

Oriente dominano l’agenda di questi<br />

incontri. A metà giornata il Capo della<br />

diplomazia statunitense proseguirà la<br />

sua missione europea raggiungendo<br />

Londra.<br />

La Casa Bianca ha intanto deciso di<br />

rendere pubblico domani un video dove<br />

Osama bin Laden gioisce per la strage<br />

dell’11 settembre. Il Presidente George<br />

W. Bush ha ieri dichiarato che il filmato<br />

mostra che il capo di Al Qaeda «non ha<br />

una coscienza». Il video mostrerebbe<br />

che Osama bin Laden era già a conoscenza<br />

del piano per colpire il World<br />

Trade Center con gli aerei dirottati. La<br />

Casa Bianca, prima di autorizzare la diffusione<br />

del filmato, aveva chiesto agli<br />

esperti dell’intelligence se potevano esistere<br />

motivi di sicurezza contrari alla<br />

diffusione delle immagini, dove Osama<br />

racconta la sua gioia nell’udire la notizia<br />

che l’attentato dell’11 settembre era riuscito.<br />

Le parole del capo di «Al Qaeda»<br />

mostrerebbero che era a conoscenza<br />

dell’attentato e costituirebbero una conferma<br />

definitiva della sua responsabilità<br />

negli attacchi terroristici, secondo la Casa<br />

Bianca. Il Presidente George W. Bush<br />

ha deciso di rendere pubbliche le immagini<br />

solo domani per consentire la traduzione<br />

del filmato (originariamente in lingua<br />

araba) e per evitare la coincidenza<br />

con l’anniversario dei tre mesi dall’11<br />

settembre.<br />

Terrorismo:<br />

oltre 600 arresti<br />

dopo gli attacchi<br />

dell'11 settembre<br />

ROMA, 11.<br />

Sono 603 le persone che gli investigatori<br />

statunitensi hanno arrestato dopo<br />

gli attacchi terroristici dello scorso 11<br />

settembre. Lo ha reso noto ieri Robert<br />

Ciaffa, responsabile degli affari internazionali<br />

dell’Ambasciata Usa in Italia, intervenendo<br />

ad un convegno. In particolare<br />

Ciaffa ha spiegato che dei 603 detenuti,<br />

55 sono finiti in manette per reati<br />

penali, mentre gli altri 548 sono in carcere<br />

per violazione delle norme sull’immigrazione.<br />

In merito ai provvedimenti emessi<br />

dall’Amministrazione americana per<br />

fronteggiare l’eversione terroristica,<br />

Ciaffa ha spiegato che non ci sarà più<br />

bisogno di un mandato per ottenere dalle<br />

società telefoniche il tabulato dei collegamenti<br />

via internet raggiunti da un<br />

indagato e che sarà più semplice, da<br />

parte degli inquirenti, l’accesso ai dati<br />

contenuti nella posta elettronica e nelle<br />

segreterie telefoniche. Quanto al Tribunale<br />

militare istituito per gli stranieri accusati<br />

di terrorismo, il diplomatico ha<br />

sottolineato che si tratta di una Corte<br />

contro la quale non si può fare ricorso.<br />

Intanto ieri le autorità pakistane hanno<br />

reso noto di avere arrestato negli ultimi<br />

giorni venti stranieri che potrebbero<br />

essere legati all'organizzazione terroristica<br />

Al Qaeda. I fermati, in maggioranza<br />

arabi, cercavano di attraversare la<br />

frontiera provenienti dall'Afghanistan.<br />

Alcuni di loro erano rimasti feriti in<br />

combattimenti avvenuti nella provincia<br />

di Kandahar o dai bombardamenti americani<br />

nella regione.<br />

Kofi Annan: pace e diritti dell'uomo sono indivisibili<br />

re gravi violazioni dei diritti dell'uomo».<br />

Pace e diritti umani sono indivisibili, si<br />

legge nel messaggio del Segretario dell'Onu<br />

in occasione della «Giornata». «In<br />

ogni Stato, infatti, diffuse violazioni dei diritti<br />

umani sono un segnale di pericolo, ci<br />

avvertono che un conflitto è all'orizzonte».<br />

«Impegniamoci — esorta Annan — a trattare<br />

tutti gli uomini e le donne di questo<br />

pianeta, quale che sia la loro razza e il<br />

loro credo, come membri uguali della famiglia<br />

umana, di cui condividiamo lo stesso<br />

destino». I confini reali «non sono tra<br />

le Nazioni, ma tra ricchi e poveri», ha sottolineato<br />

il Segretario dell'Onu, sollecitando<br />

una intensa cooperazione internazionale<br />

nella lotta alla miseria, all'ignoranza<br />

e alla malattia.<br />

Dopo aver definito il secolo passato come<br />

«uno dei peggiori della storia», Annan<br />

ha evocato la tragedia dell'11 settembre<br />

che ha dolorosamente smentito «chi credeva<br />

che il progresso verso la pace e la<br />

prosperità globale fosse inevitabile (...)<br />

Siamo entrati nel terzo millennio attraverso<br />

una porta di fuoco».<br />

Anche Mary Robinson, Alto Commissario<br />

dell'Onu per i diritti umani, riconosce<br />

— nel suo messaggio per la «Giornata»<br />

— che c'è ancora molto da fare per rendere<br />

i diritti e le libertà fondamentali una<br />

realtà per tutti i popoli e tutti gli uomini.<br />

MEDIO ORIENTE L'Ue chiede ad Arafat di combattere Hamas e Jihad islamica<br />

Iniziativa dell'inviato europeo<br />

per rilanciare il dialogo di pace<br />

TEL AVIV, 11.<br />

L’Alto Rappresentante dell'Unione Europea<br />

per la politica estera e per la sicurezza,<br />

Javier Solana, è giunto stamani in<br />

Medio Oriente per una missione tesa a<br />

rilanciare il dialogo tra Israele e Autorità<br />

Palestinese (Ap). In mattinata Solana<br />

ha incontrato il Premier israeliano, Ariel<br />

Sharon, mentre per le prossime ore è in<br />

programma un colloquio con l'inviato<br />

degli Stati Uniti, Anthony Zinni, che sta<br />

cercando di consolidare un cessate-ilfuoco<br />

tra le parti.<br />

Il Governo israeliano ha espresso<br />

«soddisfazione» per la presa di posizione<br />

di ieri dei Ministri degli esteri dell’Ue,<br />

che hanno definito i movimenti islamici<br />

Hamas e Jihad Islamica organizzazioni<br />

terroristiche e hanno chiesto al Presidente<br />

dell'Ap, Yasser Arafat, di arrestare<br />

i fondamentalisti islamici e armati e di<br />

demolire le loro basi. «Si tratta di un<br />

cambiamento nella posizione dell’Ue»,<br />

ha detto un portavoce del Ministero degli<br />

esteri di Tel Aviv, aggiungendo che<br />

«è la prima volta che l’esigenza di lottare<br />

contro il terrorismo è rivolta da Bruxelles<br />

in modo così chiaro all’indirizzo<br />

di Arafat». «Ad Arafat abbiamo chiesto<br />

tante volte di porre fine al terrorismo,<br />

oggi diciamo solo a voce più alta quello<br />

che tante altre volte abbiamo detto», ha<br />

ribattuto Solana.<br />

Continua intanto la mediazione di<br />

Zinni, che ieri ha annullato il previsto<br />

colloquio con il Ministro della difesa<br />

israeliano Benyamin Ben Eliezer per incontrarsi<br />

invece con Arafat. Ieri Zinni,<br />

Jugoslavia:<br />

insediata<br />

l'Assemblea<br />

del Kosovo<br />

BELGRADO, 11.<br />

L'inaugurazione, ieri, dell'Assemblea<br />

del Kosovo eletta in novembre ha confermato<br />

persistenti divisioni non solo tra<br />

minoranza serba e maggioranza albanese,<br />

ma anche all'interno di questa. Ciò<br />

nonostante, Hans Haekkerup, il responsabile<br />

dell'Unmik, l'amministrazione dell'Onu<br />

che mantiene la maggior parte dei<br />

poteri, ha espresso compiacimento poiché<br />

«per la prima volta nella storia del<br />

Kosovo assistiamo alla nascita democratica<br />

di un Parlamento multietnico».<br />

Ma le divisioni, come detto, permangono:<br />

i deputati del Partito democratico<br />

— seconda formazione dopo la Lega democratica<br />

(Ldk) guidata da Ibrahim Rugova<br />

e forte di 47 deputati su 120 —<br />

hanno lasciato l’aula perché è stata negata<br />

la parola al loro leader Hashim<br />

Thaqi, ex comandante dell'«esercito di<br />

liberazione del Kosovo» (uçk). La protesta<br />

è rientrata quasi subito, ma testimonia<br />

i contrasti destinati a condizionare la<br />

scelta del Presidente e del Premier. A<br />

Rugova per la presidenza occorrono due<br />

terzi dei voti. Un appoggio decisivo potrebbero<br />

paradossalmente dargli i 22 deputati<br />

della coalizione serba «Povratak»<br />

che ieri hanno mostrato una ritrovata e<br />

per molti osservatori inattesa compattezza.<br />

La coalizione si è detta pronta a votare<br />

Rugova, se questi rinuncerà alla richiesta<br />

d'indipendenza, peraltro solo<br />

un'affermazione di intenti, dato che le<br />

risoluzioni Onu la escludono.<br />

A conferma delle persistenti tensioni,<br />

proprio ieri sera in un sanguinoso attentato<br />

a Istok sono morti l'autista e la<br />

guardia del corpo del sindaco Fadil Ferati,<br />

esponente della «Ldk».<br />

GOVERNATORATO DELLA CITTÀ DEL VATICANO<br />

POSTE VATICANE<br />

Annullo postale speciale in occasione<br />

del Santo Natale 2001<br />

In occasione del prossimo Santo Natale, le<br />

Poste Vaticane utilizzeranno lo speciale annullo<br />

riprodotto sulla busta ricordo dedicata all'omonima<br />

festività, di cui si riproduce il facsimile.<br />

In esso è riprodotto un particolare della scena<br />

della Natività tratto da un disegno di Marco<br />

Pino: Adorazione dei pastori.<br />

Le scritte «CHRISTVS NATVS EST ALLELVIA»<br />

e «POSTE VATICANE • 25 DICEMBRE 2001»<br />

completano l'annullo.<br />

Il bozzetto è stato realizzato a cura della Direzione<br />

delle Poste Vaticane, con la collaborazione<br />

del Sig. Orlando Tomassi. Il materiale filatelico da obliterare con tale<br />

annullo, debitamente affrancato a cura dei richiedenti con francobolli vaticani<br />

in corso, dovrà pervenire all'Ufficio Obliterazioni delle Poste Vaticane<br />

entro il 12 gennaio 2002.<br />

Dal 3 dicembre 2001 al 5 gennaio 2002, questo Ufficio porrà in uso due<br />

timbri, di cm. 4,2 e di cm. 5 di lunghezza, che riportano le scritte «GLORIA<br />

IN EXCELSIS DEO ET IN TERRA PAX HOMINIBVS BONAE VOLVNTATIS» e<br />

«POSTE VATICANE» e che saranno montati sulle macchine per la bollatura<br />

della corrispondenza ordinaria Flier VDM e Flier ER. Saranno inoltre posti<br />

in uso 17 timbri recanti le diciture «CHRISTVS NATVS EST ALLELVIA» e<br />

«POSTE VATICANE».<br />

Altro timbro meccanico, distinto con le lettere MB-F e con caratteristiche<br />

simili agli annulli sopra indicati, potrà essere richiesto per l'obliterazione di<br />

materiale filatelico.<br />

Un bimbo tra le macerie a Rafah<br />

secondo fonti israeliane, aveva minacciato<br />

di lasciare la regione se le parti non<br />

avessero raggiunto un accordo entro 48<br />

ore, ma il Dipartimento di Stato Usa ha<br />

smentito che il mediatore abbia lanciato<br />

un ultimatum.<br />

La tensione però è ancora molto alta,<br />

dopo la morte di un bambino e di un<br />

adolescente in un raid israeliano di ieri.<br />

L'uccisione dei due è stata accidentale,<br />

ed è avvenuta a seguito di una fallita<br />

«esecuzione mirata» di un capo militare<br />

dei fondamentalisti a Hebron. L'obiettivo<br />

dell'attacco era Mohammed Ayub Si-<br />

Nepal: uccisi<br />

in scontri armati<br />

con l'esercito<br />

30 ribelli maoisti<br />

KATHMANDU, 11.<br />

Numerosi ribelli maoisti del Nepal, almeno<br />

trenta secondo fonti governative<br />

citate dall'agenzia di stampa britannica<br />

«Reuters», sono stati uccisi ieri in scontri<br />

armati con reparti dell'esercito regolare<br />

del Paese asiatico. In poco più di<br />

due settimane, cioè dalla rottura della<br />

tregua attuata alla fine di novembre dagli<br />

stessi ribelli, questi hanno dunque già<br />

avuto circa 320 morti tra le loro file,<br />

sempre secondo le informazioni sulle<br />

operazioni militari in corso fornite in tale<br />

periodo dalle fonti ufficiali nella capitale<br />

nepalese Kathmandu.<br />

L'organizzazione della guerriglia antigovernativa,<br />

che si ispira a quella peruviana<br />

«Sendero luminoso», è da diversi<br />

anni in lotta contro la monarchia costituzionale<br />

che governa il Paese. Il Governo<br />

di Kathmandu ha promesso di<br />

schiacciare la ribellione se i guerriglieri<br />

maoisti non si arrenderanno. «Le operazioni<br />

militari continueranno fino a quando<br />

i ribelli non saranno stati disarmati»<br />

ha ribadito ancora ieri il Primo ministro<br />

Sher Bahadur in dichiarazioni citate dalla<br />

televisione di Stato.<br />

Dopo il collasso della fragile tregua<br />

durata circa quattro mesi, il 26 novembre<br />

scorso il Re Gyanendra ha dichiarato<br />

lo stato di emergenza nel Paese e ha<br />

ordinato all’esercito di scacciare i ribelli<br />

dai loro nascondigli sulle montagne.<br />

Dall'inizio della ribellione armata dei<br />

guerriglieri maoisti, nel 1996, gli scontri<br />

tra le loro formazioni e le truppe dell'esercito<br />

regolare hanno già causato oltre<br />

duemila morti.<br />

Spazio: «passeggiata»<br />

di due astronauti all'esterno<br />

della stazione «Alpha»<br />

NEW YORK, 11.<br />

L'equipaggio della navicella spaziale<br />

Endeavour ha compiuto ieri una tappa<br />

centrale della sua missione, con l'uscita<br />

nello spazio di due astronauti, Linda<br />

Godwin e Daniel Tani, per lavori di manutenzione<br />

e riparazione della base orbitante<br />

internazionale Alpha. Secondo<br />

quanto riferito da fonti a Cape Canaveral<br />

della Nasa, l'ente spaziale statunitense,<br />

lo scopo della «passeggiata» era una<br />

manovra all'apparenza semplice, ma in<br />

effetti complessa: avvolgere una coperta<br />

termica intorno ai motori dei due pannelli<br />

solari che forniscono energia alla<br />

stazione.<br />

Recentemente i due motori hanno fatto<br />

registrare impennate di tensione che<br />

hanno provocato disturbi al sistema di<br />

controllo elettronico della base orbitante.<br />

Il problema sembra legato al superlavoro<br />

cui sono costretti i motori, che girano<br />

a temperature oscillanti fra gli 80<br />

gradi sopra lo zero e 80 gradi sotto: di<br />

qui l’idea delle coperte termiche.<br />

Fin qui la missione si è svolta senza<br />

problemi, anche se la «passeggiata» è<br />

cominciata con un’ora di ritardo a causa<br />

di un problema al sistema di comunicazione<br />

fra l’Endeavour e Alpha, causato<br />

da scariche di elettricità statica.<br />

der, uno dei leader delle «Brigate Al<br />

Quds», il braccio militare della Jihad<br />

islamica. Quattro elicotteri da combattimento<br />

«Apache» sono comparsi all’improvviso<br />

nel primo pomeriggio sul centro<br />

di Hebron, dove l’auto di Sider era<br />

ferma a un semaforo, affiancata da altre<br />

due vetture. Tre elicotteri hanno sparato<br />

razzi anticarro, che hanno centrato l'automobile,<br />

mentre un quarto sorvolava la<br />

zona con compiti di copertura e apriva<br />

un fitto fuoco di sbarramento con la mitragliatrice<br />

pesante. Nell’auto di Sider,<br />

viaggiavano il nipotino, Burhan Al Himuni<br />

di tre anni, che è rimasto ucciso<br />

sul colpo, e il padre Ibrahim, che ha subito<br />

l'amputazione di una gamba. Un<br />

adolescente, Shadi Arafat di 14 anni,<br />

che viaggiava su una delle altre auto<br />

centrate dai razzi, è stato ucciso, mentre<br />

altri sette palestinesi sono rimasti feriti.<br />

Tra questi ultimi figura Sider, che<br />

ha riportato solo lievi escoriazioni.<br />

Stamani, inoltre, altri due palestinesi<br />

sono stati uccisi da soldati israeliani nei<br />

pressi di Tulkarem, nel Nord della Cisgiordania.<br />

Secondo le ricostruzioni di<br />

responsabili militari, le vittime si sono<br />

avvicinate ad un posto di blocco stradale<br />

senza rallentare nonostante i colpi di<br />

avvertimento in aria e poi sulle ruote<br />

del veicolo. I soldati hanno allora aperto<br />

il fuoco sul conducente e sul passeggero.<br />

Nella successiva perquisizione dell'auto<br />

i militari non hanno trovato né<br />

armi né esplosivo, hanno aggiunto le<br />

fonti precisando che l'esercito ha aperto<br />

un’inchiesta sull’accaduto.<br />

.<br />

W<br />

La SEGRETERIA di STATO comunica<br />

con dolore che, domenica 9 dicembre,<br />

è piamente deceduto<br />

S. E. Mons.<br />

GIUSEPPE MEES<br />

Arcivescovo titolare di Ieper<br />

Nunzio Apostolico<br />

Voglia Cristo, Buon Pastore, in cui il<br />

compianto Presule ha creduto fermamente<br />

nel corso del suo generoso servizio<br />

alla Santa Sede e alla Chiesa,<br />

concedergli il meritato premio e accoglierlo<br />

accanto a sé nella gioia e nella<br />

pace.<br />

CittàdelVaticano,11dicembre 2001.<br />

.<br />

W<br />

Nel giorno dell'Immacolata il Signore<br />

ha chiamato a sé<br />

Mons. EDO DRADI<br />

Canonico Lateranense<br />

L'Arciprete ed i confratelli Canonici<br />

lo ricordano in preghiera.<br />

In Basilica una Santa Messa alle ore<br />

18 dell'11 dicembre.<br />

.<br />

W<br />

La VISITATORIA dell'UNIVERSITÀ<br />

PONTIFICIA SALESIANA comunica<br />

con dolore la morte di<br />

Don PIETRO GIANOLA<br />

Salesiano di Don Bosco di anni 78<br />

Docente della Facoltà<br />

di Scienze dell'Educazione<br />

di grande zelo pastorale; apostolo della<br />

carità verso i più bisognosi.<br />

Si invitano quanti lo conobbero e lo<br />

apprezzarono a unirsi nella preghiera<br />

di suffragio.<br />

I Funerali si svolgeranno a Roma<br />

nella chiesa di S. Maria della Speranza<br />

martedì 11 dicembre alle ore 18 e a<br />

Sondrio nella chiesa dei SS. Gervasio e<br />

Protasio giovedì 13 dicembre alle ore<br />

15.30.<br />

.<br />

Lutto nell'Episcopato<br />

Giunge la dolorosa notizia della<br />

pia morte di Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Mons. André Fernand<br />

Anguilé, Arcivescovo emerito di<br />

Libreville (Gabon), avvenuta alle<br />

23.05 di lunedì 10 dicembre.<br />

Il compianto Presule era nato<br />

in Libreville il 15 maggio 1922 ed<br />

era stato ordinato sacerdote il 2<br />

luglio 1950. Il 29 maggio 1969 era<br />

stato eletto alla Sede residenziale<br />

arcivescovile di Libreville ed il 1°<br />

agosto dello stesso anno aveva ricevuto<br />

l'ordinazione episcopale.<br />

Aveva rinunciato al governo pastorale<br />

dell'arcidiocesi il 3 aprile<br />

1998.


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

ELZEVIRO Un interrogativo sulla «lingua» fiorentina<br />

Dialetto<br />

o vernacolo?<br />

LUIGI M. PERSONÈ<br />

Si domanda anche a Firenze — dico,<br />

anche a Firenze — se esiste un vernacolo<br />

fiorentino. Vernacolo, non dialetto.<br />

La questione presupporrebbe un'origine<br />

ed uno sviluppo rigorosamente scientifico,<br />

filologico. Chi la muove mira però<br />

alla pratica: e alla pratica io mi attengo<br />

anche perché questo non è il luogo per<br />

certi problemi.<br />

Se li affrontassi — come pure mi<br />

sembra di averlo fatto col mio primo<br />

maestro di università, capitatomi per caso,<br />

che fu, a Bologna, il famoso Francesco<br />

Lorenzo Pullé, ordinario di dialettologia<br />

— egli inarcherebbe, come pure<br />

fece uno sterminato numero di anni fa,<br />

le ciglia e mi sciorinerebbe una quantità<br />

impressionante di manuali e di nomi,<br />

per concludere sorridendo che il problema<br />

è di una semplicità assoluta, quasi<br />

un giuoco di bambini. Il mio illustre e<br />

celebre Pullé, complesso e semplice, respira<br />

da un pezzo nei campi Elisi. Mi arrischio<br />

di pensare che da lassù mi esorti,<br />

per il suo metodo riduttivo, a consultare<br />

il vocabolario di Nicola Zingarelli<br />

(Zanichelli Editore), per la voce vernacolo.<br />

Zanichelli, che io ho conosciuto di<br />

persona a Roma, era un pozzo di scienza<br />

ma si adattava ai bisogni della gente<br />

comune. Leggo, dunque, nel suo vocabolario,<br />

anche se per i vari aggiornamenti<br />

della monumentale opera, la voce<br />

in questione non è sua. «Vernacolo: ver'nakolo,<br />

“relativo agli schiavi nati in<br />

casa”, poi “paesano, domestico” da verna<br />

“schiavo nato in casa”. Sinonimo,<br />

dialetto».<br />

Vernacolo, dunque, è sinonimo di dialetto:<br />

ma non equivale a dialetto.<br />

Mi sono proposto di trascurare le ragioni<br />

scientifiche inopportune qui, e di<br />

attenermi alla pratica. La pratica porta<br />

a non parlare di vernacolo per Torino,<br />

per Milano, per Bologna, ecc. Esiste un<br />

dialetto bolognese; e non un vernacolo.<br />

O nessuno nomina il vernacolo. Non si<br />

nomina nemmeno a Venezia e a Napoli.<br />

Le commedie di Carlo Goldoni non sono<br />

in vernacolo veneziano; né quelle di<br />

Eduardo De Filippo sono in vernacolo<br />

napoletano. Ma se qualcuno vuole riconoscerle<br />

come tali, si accomodi. Quelle<br />

di Augusto Novelli e di Ferdinando Paolieri,<br />

anche del cruscante o crischevole<br />

abate Zannoni (fine del Settecento, prima<br />

metà dell'Ottocento). Sì.<br />

O allora? Mantengo la promessa di<br />

non perdermi negli intrighi filologici, a<br />

costo di dare un dispiacere alla scienza.<br />

Vengo al sodo, come si dice. A Torino,<br />

a Milano, ecc. i dialetti risultano, sì e<br />

no, elementi puri e originali o corruzioni,<br />

secondo i vari studi e ragionamenti<br />

sulle lingue dovute ad antichissimi idiomi<br />

alterati a poco a poco delle varie sovrapposizioni<br />

di gente sopravvenuta. Insomma,<br />

le predominazioni straniere, le<br />

immigrazioni avrebbero avuto la loro influenza<br />

anche sul primo ceppo del linguaggio.<br />

Per gli avvenimenti storici e sociali,<br />

col costituirsi della nazione, si venne<br />

affermando la lingua cosiddetta italiana.<br />

Ne risentì, nonostante ogni naturale<br />

o artificiosa resistenza, di quei vari<br />

contributi. Se non altro, nel modo di<br />

pronunciare. L'italiano che si pronuncia<br />

a Torino è diverso — sempre nella pronuncia<br />

oltre che nella struttura — da<br />

quello di Milano e di Bologna. Un bolognese<br />

che parla in italiano, ad avere<br />

orecchio fino e magari finissimo, si intuisce<br />

che è un bolognese.<br />

Per Venezia e per Napoli, il discorso è<br />

diverso e complesso.<br />

Quelle — di Venezia e di Napoli —<br />

sono lingue che, pur con tutte le alterazioni,<br />

hanno resistito. E poi è toccata loro<br />

la fortuna di un Goldoni e di un Di<br />

Giacomo e di un De Filippo che ne hanno<br />

consacrato la dignità linguistica. Dialetti<br />

che sono lingue: non vernacolo.<br />

A Firenze, il problema è diverso. A Firenze,<br />

la lingua originaria, vicinissima al<br />

latino, non ha subito alterazioni profonde,<br />

anche perché non vi hanno influito<br />

Appuntamenti<br />

culturali<br />

Chieti, 12 dicembre<br />

Ilnuovo Anno Accademico<br />

della SSIS<br />

Nell'auditorium del Rettorato<br />

dell'Università «G. D'Annunzio»,<br />

mercoledì 12, alle ore 10, si<br />

svolgerà l'inaugurazione dell'Anno<br />

Accademico della Scuola<br />

di Specializzazione all'Insegnamento<br />

Secondario (SSIS)-Abruzzo<br />

che verrà intitolata a Raffaele<br />

Laporta.<br />

Pisa, 15 dicembre<br />

La riapertura della Torre<br />

Sabato 15, alle ore 10.30, all'interno<br />

della Torre, avrà luogo<br />

una conferenza stampa in occasione<br />

della riapertura guidata al<br />

pubblico dell'edificio. Seguirà<br />

una visita dei giornalisti.<br />

dominazioni straniere. I Lorena, durati<br />

per un tempo relativamente breve, non<br />

vi hanno apportato danni in nulla. In<br />

nulla: non solo nella lingua. E poi, come<br />

si fa a scalzare una lingua consacrata da<br />

un Dante, da un Machiavelli, da una fittissima<br />

schiera di valentuomini? In Toscana<br />

scrivevano anche artisti come<br />

Benvenuto Cellini, Leonardo e Galileo.<br />

Ci si romperebbe il capo a mettersi contro<br />

quel linguaggio.<br />

Eppure il popolo — sempre indigente<br />

e non influenzato dagli stranieri —, per<br />

certe sue doti naturali e invincibili, riuscì<br />

a storpiare — a storpiare, diciamo<br />

noi — i vocaboli di Dante e di Machiavelli.<br />

Li rese «popolari», con un'espressione<br />

di comodo.<br />

Nacque così il vernacolo: che non si<br />

sa fino a qual punto risulti affine al linguaggio<br />

di Dante e di Machiavelli e da<br />

qual punto venga alterato dalla sciatteria<br />

delle persone incolte.<br />

Sennonché questo italiano «popolare»<br />

assume forme pittoresche, in rapporto a<br />

certo sentire e a certa intelligenza del<br />

popolo. Quella sensibilità e quella mentalità<br />

produssero, per cavarcela rapidamente,<br />

forme caratteristiche da tenere<br />

in considerazione. (Fra parentesi, il vernacolo<br />

fiorentino, a differenza dei dialetti<br />

veri e propri, si intende, più o meno<br />

dovunque, dalle Alpi al Lilibeo. A Firenze<br />

invece è più facile intendere un tedesco<br />

o un francese che un milanese o un<br />

torinese che parlano nel loro stretto dialetto).<br />

O perché non si dovrebbero scrivere<br />

opere addirittura in vernacolo, nel<br />

linguaggio usato dal popolo o popolino?<br />

Qui esisteva — esiste ancora, ma è<br />

tutt'altra cosa — un quartiere, una zona<br />

prevalentemente popolare negli usi, nei<br />

costumi e nel linguaggio. Si chiama San<br />

Frediano. Perché non ispirarsi a San<br />

Frediano, come al concentrato: ma vari<br />

San Frediano, singoli, esistono (o esistevano)<br />

qua e là: soprattutto nel rione di<br />

Santa Croce dove si parla (o si parlava)<br />

con un'altra intonazione, anche con altri<br />

vocaboli, con un linguaggio che non è<br />

più quello di Dante e di Machiavelli; o<br />

lo è fin troppo. A questo punto mi ci<br />

vorrebbero spazio e tempo per spiegare<br />

l'apparente stranezza.<br />

Era più lingua il vernacolo o viceversa?<br />

Era più vicino a Dante la gente colta<br />

o quella del popolo incolto?<br />

Alessandro Manzoni direbbe, come<br />

pur disse a proposito di un certo argomento,<br />

«è una gran questione».<br />

Lasciamo perdere. Certo, il vernacolo<br />

(italiano storpiato) convisse con la lingua<br />

italiana. Convisse. Ora non più. Si è<br />

rimasti in pochi a parlare in vernacolo.<br />

Gli sviluppi sociali, la modernità, le immigrazioni,<br />

il turismo hanno avuto la loro<br />

parte. In San Frediano ora si parla<br />

come in via Tornabuoni, la più elegante<br />

della città. I giovani ignorano il pittoresco<br />

vernacolo. I loro padri, che magari<br />

non saranno fiorentini veraci, non lo<br />

parlano.<br />

Ma un teatro in vernacolo ha fatto in<br />

tempo a nascere. Esso mi ha indotto a<br />

scrivere questo articolo. Non ne indago<br />

ora l'origine che risale, nientemeno, al<br />

Buonarroti il Giovane, e all'Abate Zannoni<br />

cui ho appena accennato. Mi riferisco<br />

ora ad Augusto Novelli (fine Ottocento-primo<br />

Novecento), interprete della<br />

piccola borghesia; a Ferdinando Paolieri<br />

e a Giulio Bucciolini, voci della campagna;<br />

a Bruno Carbocci, a Nando Vitali,<br />

a Emilio Caglieri e ad altri, sceneggiatori<br />

di episodi del popolo in genere. Tutti<br />

autori studiati e ristudiati anche da me<br />

che, nel 1925, stesi il primo saggio critico<br />

sul teatro in vernacolo fiorentino.<br />

Ma ora ne scoppia una novità: con i<br />

tre volumi di commedie in vernacolo<br />

che risentono poco o punto delle precedenti.<br />

Son dovuti di un'attrice fiorentina,<br />

scomparsa alcuni anni fa Dory Cei.<br />

Credo — non si può affermare nulla in<br />

assoluto — che sia l'unica attrice-autrice<br />

di commedie importanti e non di effimero<br />

consumo. Il suo teatro si intitola Il<br />

teatro che diverte (Lalli editore, Poggibonsi).<br />

Non è un titolo di maniera. Corrisponde<br />

rigorosamente al contenuto<br />

dell'opera. C'è di tutto: dalla realtà spicciola<br />

a quella che si complica nel «giallo»,<br />

fino al problema, nuovissimo, della<br />

droga.<br />

Sentimento e intelligenza e saggezza.<br />

Etica ed estetica.<br />

L'originalità essenziale dell'opera della<br />

Cei in che cosa consiste?<br />

Risponderò semplicemente: nell'originale<br />

natura dell'autrice.<br />

La signora Dory cominciò da attrice<br />

— attrice di tutto rispetto —, e improvvisamente,<br />

mentre recitava nella compagnia<br />

di Peppino De Filippo in America si<br />

scoprì regista. Il suo bernoccolo registico<br />

la portò a vedere il mondo da regista,<br />

come spettacolo. Fu la sua fortuna,<br />

di artista e di inventrice.<br />

Lo spettacolo del mondo nel suo intimo<br />

risultò lo stimolo, il motivo, l'argomento<br />

delle sue commedie.<br />

Ci prese tanto gusto che riadattò registicamente<br />

anche opere antiche, da<br />

Plauto all'Aretino, alla pochade di Hennequin.<br />

Un caso che va studiato e meditato:<br />

non solo in rapporto al teatro in vernacolo<br />

fiorentino ma al teatro italiano.<br />

Non è questo il luogo.<br />

Dory Cei ha scritto anche commedie<br />

in lingua. Una bellissima, si intitola La<br />

signorina Stella.<br />

Un'attrice e autrice sarebbe un «caso<br />

anche per il teatro italiano.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Mercoledì 12 Dicembre 2001<br />

Opere di Ottone Rosai in una mostra alla Galleria Comunale di Arte Contemporanea di Arezzo<br />

Dalle ombre e dal fitto «sfumato»<br />

alla chiarità delle figure «sciolte nell'aria pura»<br />

GUALTIERO DA VIÀ<br />

Con questa mostra aretina di quaranta<br />

dipinti e altrettanti disegni alla<br />

Galleria Comunale di Arte Contemporanea<br />

— Sala Sant'Ignazio a cura di Luigi<br />

Cavallo (catalogo Museo delle Fate<br />

Edizioni con scritti del curatore, di Giovanni<br />

Faccenda e di Oretta Nicolini) si<br />

rievoca la figura di Ottone Rosai, un<br />

protagonista nello scenario culturale<br />

fiorentino della prima metà del secolo<br />

ventesimo.<br />

Rosai ebbe un temperamento complesso<br />

e contraddittorio: uomo sanguigno<br />

irsuto, eccessivo, becero, attaccabrighe,<br />

polemico all'estremo, libero nel<br />

linguaggio del basso popolo ma anche,<br />

per quel guazzabuglio che è il cuore<br />

umano, generoso e capace di compassione:<br />

«Io voglio scoprire l'anima della<br />

mia creatura, il suo viso interno, il suo<br />

dramma, essere quella santità di luce e<br />

di spazio in cui si esala il suo grido».<br />

E ancora: «Cerco di ritrovare in me<br />

quell'amore che ho sempre portato per<br />

certe creature destinate a vivere di nascosto<br />

alla stessa vita».<br />

All'uomo corrispondeva l'artista. L'uno<br />

e l'altro vennero accolti per affinità<br />

di sentimenti dagli scrittori cattolici del<br />

«Frontespizio»: Carlo Betocchi Nicola<br />

Lisi, Piero Bargellini e si guadagnarono<br />

l'amicizia di quel cristiano a ventiquattro<br />

carati che fu Domenico Giulitti.<br />

Le sue umili origini e la sua partecipazione<br />

solidale lo condussero ad immedesimarsi<br />

con le grame esistenze dei<br />

poveri senza alcun peso sociale: cantastorie,<br />

venditori ambulanti, vagabondi<br />

operai schiavi del lavoro che compiono<br />

modelli veduti sulle panchine, nei caffeucci<br />

e nelle osterie d'Oltrarno e per i<br />

quali erano pronti il suo taccuino e la<br />

sua matita. Le loro presenze attiravano<br />

la sua attenzione come recita con rara<br />

Il libro «Alice» di Salvatore Mannuzzu<br />

incisività la fragrante prosa realistica<br />

di Romano Bilenchi descrivendo il modo<br />

in cui nasceva il suo impulso a disegnare<br />

questa gente.<br />

L'orizzonte tematico di Rosai è limitato<br />

ma lo compensa la concentrazione<br />

espressiva: fermo il disegno, denso il<br />

colore, armoniosa negli spazi la composizione.<br />

È la sua una valida fiorentinità<br />

discendente dai Maestri del primo Rinascimento.<br />

Perciò rimase saldo contro<br />

gli eccessi di un prevaricante Futurismo<br />

al cui clima tuttavia non poteva<br />

sottrarsi. L'impatto vi fu.<br />

Lo vediamo passare da una certa naïveté<br />

di disegni e dipinti con gli omìni<br />

rigidi al pari di burattini, il cavalluccio,<br />

il carrettino, gli alberelli giocattolo<br />

alle immagini stipate e ingorgate di elementi<br />

figurativi connessi e intersiati fra<br />

di loro con un senso di travaglio e sofferenza<br />

a scapito della lucidità. Ma l'ineliminabile<br />

distinta volumetria legata<br />

a quei Maestri viene fuori vittoriosa. In<br />

Bottiglia e bicchiere (1920) la prospettiva<br />

sghemba parla di cubismo ma si<br />

combina con la riemersa corposa struttura<br />

degli oggetti.<br />

Non vi fu per Rosai un esplicito ritorno<br />

all'ordine ma soltanto la fedeltà<br />

ad un tradizione figurativa e ad un'umanità<br />

che aveva eletto come suo mondo<br />

con comprensione non disgiunta talvolta<br />

da ironia: dai fidanzati ai filosofi<br />

agli avventori al banco o seduti ad un<br />

tavolo di modesti locali o radunati sotto<br />

una pergola.<br />

Ma l'architettura sottoposta nelle scene<br />

o libera nelle vedute è quasi sempre<br />

presente in vari aspetti. Sono le quinte<br />

degli anonimi edifici che stringono Via<br />

Toscanella dove le popolane che s'incontrano<br />

hanno la monumentale solennità<br />

delle figure di Masaccio. Sono gli<br />

«Cortona», 1954 intonaci delle case coloniche toscane<br />

sormontate dalla torre al centro di paesaggi<br />

compatti, circondate dalla soffice<br />

corona di cespugli e cipressi che le sigillano.<br />

Durante gli anni '30 e '40 l'impianto<br />

dei dipinti sembra ammorbidirsi e come<br />

fluidificarsi.<br />

Gli anni '50 segnano un autentico<br />

rinnovamento con una grande apertura<br />

alla luce: spendono colori, i contorni si<br />

fanno nitidi e affilati. Le ombre e il fitto<br />

sfumato che si addensavano sui dipinti<br />

testimoni di un travaglio interiore,<br />

di un aduggiante crepuscolo dell'anima<br />

appartenevano ormai al passato.<br />

Queste opere s'illuminano forse per<br />

una raggiunta o attesa serenità. L'immagine<br />

acquista una chiarità mattinale,<br />

le figure si stagliano nitide nell'aria<br />

pura. Rosai perfino indulge alla grazia<br />

«Guerra + rancio (Fronte)», 1916<br />

ra può balzare protagonista (Cortona,<br />

1954).<br />

«La verità è nel disegno»; un fiorentino<br />

non poteva dire altrimenti. Gli era<br />

facile il trasporto sul foglio all'impronta<br />

di ciò che vedeva per una innata<br />

manualità. Le linee sono essenziali, i<br />

chiaroscuri magri, grafici; «il segno è<br />

denso, energico e rivela a meraviglia<br />

quale aspra e ruvida violenza costruttiva,<br />

che non elide il più fine senso pittorico,<br />

viva e palpiti sotto le apparenze<br />

ingenue e popolaresche della tecnica<br />

pittorica di Rosai» (Sironi).<br />

Dalla mostra emerge una ricchezza<br />

di espressioni: dalle sagome lineari dei<br />

soldati (1917) alla vigorosa trama dei<br />

ritratti e a certi studi di contratta sintesi<br />

plastica che richiamano Giotto: uno<br />

dei fiori (I giaggioli, 1953). L'architettu- stigma immutabile nel tempo.<br />

Le riflessioni morali e religiose di un «ricercatore della verità»<br />

FRANCESCO LICINIO GALATI<br />

«Colline fiorentine<br />

(Alberi in fiore)», 1932<br />

«Bottiglia e bicchiere<br />

(Bicchiere e tovagliolo;<br />

Coperto e bicchiere)», 1919<br />

«Ricercatore della verità»: questi è Salvatore Mannuzzu,<br />

giudice — in magistratura per ventun anni — e<br />

scrittore — sei romanzi: Procedura (1988), Un morso<br />

di formica (1989), Le ceneri del Montiferro (1994), Il<br />

terzo suono (1995), Il catalogo (2000), Alice (2001);<br />

una raccolta di racconti, La figlia perduta (1992), e<br />

una di poesie, Corpus (1997) — anche se, come egli dichiara<br />

in un'intervista, giudice e scrittore svolgono attività<br />

del tutto diverse.<br />

Di Mannuzzu, narratore sardo — anche se nato (nel<br />

1930) nei pressi di Grosseto, risiede abitualmente a<br />

Sassari —, ci siamo già occupati in due diversi interventi<br />

(v. «L'Osservatore Romano» del 18-19 aprile 1995<br />

e del 19 luglio 2000), ma ci sembra indispensabile insistere<br />

che i suoi libri sono strutturati sulla filigrana del<br />

processo giudiziario nel tentativo di approdare alla verità.<br />

Questo il modulo usato anche per Alice (Einaudi,<br />

2001, pp. 172, L. 26.000) l'ultimo romanzo, così intitolato<br />

dal nome del brigantino francese naufragato il 15<br />

gennaio 1909 presso la penisola di North Beach, sull'Oceano<br />

Pacifico, alla foce del Columbia River.<br />

Il mistero comincia a profilarsi allorché l'io narrante<br />

Piero, stupito di vedere la foto del relitto sul tavolo di<br />

Lula, sua compagna, si pone un'infinità di interrogativi<br />

circa il significato di tale presenza e gli eventuali coinvolgimenti<br />

di persone e cose, che impongono necessariamente<br />

riflessioni e indagini che portino alla verità.<br />

Alla verità dell'«Alice», innanzitutto, che tuttavia sarebbe<br />

di relativo interesse se non si presentasse subito<br />

quale paradigma di quella della vita, al cui approdo è<br />

più difficile pervenire, tenuto conto dei molteplici grovigli<br />

dai quali è quasi impossibile districarsi.<br />

Ovvio che per Piero il problema prioritario da affrontare<br />

è la foto del brigantino, con l'enigma delle tre<br />

persone che vi compaiono. Aiutato dalla figlia Chicca,<br />

residente in California la storia del naufragio dell'«Alice»<br />

viene a galla e tutti i misteri dovrebbero essere<br />

chiariti, se non si trattasse di vincere, come s'intuisce<br />

fin dalle prime pagine, le ambiguità dell'esistenza, spigolose<br />

e sfuggenti.<br />

Il protagonista e io narrante del romanzo è un giudice<br />

di cinquant'anni, sposato con Giovanna, «una malata<br />

che non vuole guarire», dalla quale ha avuto una figlia,<br />

Chicca appunto, che ha preferito andarsene a vivere<br />

per proprio conto in California senza dare notizie<br />

di sé. Neppure il giudice, nonostante i suoi principi religiosi,<br />

se l'è sentita di rimanere fedele alla moglie schizofrenica<br />

dalla quale, ricoverata in una Casa Famiglia,<br />

vive separato, preferendo la compagnia di Lula. Ma la<br />

fedeltà non è il suo forte perché, dopo nove anni, at-<br />

«I giaggioli»,<br />

1953<br />

tratto da Candida, una collega più giovane che pretende<br />

da lui un figlio, pensa di separarsi anche da lei, e<br />

studia la maniera più indolore per avvertire il vecchio<br />

genitore delle proprie intenzioni.<br />

In effetti sa che «il discorso non sarebbe stato facile»,<br />

trattandosi di parlare con un padre che «teneva<br />

più di ogni altra cosa all'unità della famiglia», anche se<br />

nella situazione attuale, annota l'io narrante, «di quale<br />

unità si trattasse... sarebbe stato divertente saperlo».<br />

Piero, comunque, è determinato a parlarne al vecchio,<br />

ricoverato da tempo nell'«ospizio S. Pietro», durante la<br />

visita che gli avrebbe fatto la domenica successiva.<br />

Anche quella domenica — Domenica delle Palme —<br />

era atteso dal vecchio genitore sulla «bergère» col «rosario<br />

dai grani di plastica, che teneva nella mano ossuta»,<br />

solo che «invece di parlargli senz'altro di Lula,<br />

Giovanna e Candida», Piero si dilunga nei preliminari,<br />

consentendo al padre di abbandonarsi come sempre al<br />

ricordo dei propri morti, la moglie Miriam e i figli<br />

Laura e Francesco, quest'ultimo soprattutto, considerato<br />

«unico» e «il migliore di tutti».<br />

Non mancano nemmeno le riflessioni sugli aspetti<br />

religiosi e morali dell'esistenza, riflessioni che il figlio si<br />

guarda bene dall'interrompere, perché, secondo la sua<br />

affermazione, «unico scopo delle mie visite domenicali<br />

era permettergli di ripetere quelle cose, mezz'ora la<br />

settimana». Così la visita finisce senza che il discorso<br />

programmato abbia luogo.<br />

Senonché a sconvolgere i piani, interviene un fatto<br />

quanto mai increscioso che fa precipitare Piero in un<br />

mare di dubbi ai quali risulterà impossibile dare definitive<br />

risposte. Forse non è semplice caso, bensì crudele<br />

gioco del destino il fatto che il giudice riesca ad impadronirsi<br />

della «parola d'accesso» al computer portatile<br />

di Lula e a scoprirvi il suo imprevedibile diario che registra<br />

puntualmente i tentativi di seduzione e di violenza<br />

nei suoi confronti da parte del fratello di Piero.<br />

È possibile credere che il «quasi santo» Franz o<br />

Franzi, come lo chiamavano gli amici, avesse una doppia<br />

vita? O non si tratta di un gioco di Lula che, chissà<br />

per quali reconditi fini, ha inserito nel computer storie<br />

così sconcertanti, nella convinzione che qualcuno —<br />

Piero per l'appunto — prima o poi le avrebbe lette?<br />

Qualche indizio? Forse la «parola segreta» di accesso<br />

al computer, «Alice», sulle cui tracce avrebbe potuto<br />

facilmente mettere la foto del brigantino francese naufragato,<br />

che senza plausibile motivo fa bella mostra di<br />

sé sul tavolo di Lula. Ovvio che da questo momento le<br />

ricerche sull'«Alice», anche se gli scambi di messaggi<br />

con Chicca non s'interrompono, passano in secondo<br />

piano, surclassate da quelle riguardanti la personalità<br />

di Franz e, perché no?, di Lula.<br />

«Caffè Bottegone», 1920<br />

Sennonché è la personalità di Piero che si frantuma<br />

mentre trasferisce la sua inchiesta dai misteri del brigantino<br />

a quelli irresolvibili della vita. Soprattutto perché,<br />

per quanto attiene al diario, non riesce a venire a<br />

capo di nulla, nemmeno con l'aiuto del padre, ostinatamente<br />

convinto della straordinaria moralità di<br />

Franz.<br />

Vera poi, la vedova di quest'ultimo, alla quale Piero<br />

riferisce il contenuto del diario, reagisce glacialmente,<br />

secondo il suo stile: «Perché lo dici a me?... Io che<br />

c'entro?». Ancor più enigmatica la sua conclusione:<br />

«Non badare a queste sciocchezze, vere o non vere.<br />

Con Lula state per lasciarvi, mi hai detto: in ogni caso<br />

lei non ne avrebbe colpa. E se non te n'ha parlato, è<br />

solo un suo merito. Mentre Francesco ha già pagato:<br />

sta tranquillo, ha pagato tutto, qualsiasi cosa l'abbia<br />

fatta o no. Te lo ripeto: è in pace».<br />

Né aiuto più valido può venirgli da Candida, la donna<br />

che, dopo aver cercato in tutti i modi di farsi sposare,<br />

l'abbandona per sempre: «Povero Piero. Che non<br />

sei mai cresciuto. Neppure adesso, ...diventando un<br />

vecchierello. Un vecchierello non mio. In tanti anni<br />

dovevi imparare, te lo doveva insegnare qualcuno, almeno,<br />

che il tuo piccolo diritto alla verità ha solo la<br />

forza, il più delle volte, di rimanere insoddisfatto. A<br />

parte che non è un diritto».<br />

E quando Piero, finalmente, prova a chiedere spiegazioni<br />

a Lula, si sente rispondere che non si è mai sognata<br />

di tenere un diario, e tanto meno che c'è stato<br />

qualcosa tra lei e Franz.<br />

Poi il suicidio di Lula, tragico paradigma dell'impossibile<br />

approdo alla verità, nonostante questo sia, secondo<br />

l'affermazione di Candida, un dovere per tutti. In<br />

ogni caso tutto rimane come prima e i dubbi continuano<br />

a tormentare l'esistenza sia di Piero, sia del vecchio<br />

padre che, malgrado le sue profonde convinzioni religiose,<br />

s'interroga sull'effettiva bontà di Dio: «E allora,<br />

se non è buono, viene persino il dubbio che Dio non ci<br />

sia. Come possiamo vivere senza?... Un'unica preghiera<br />

gli rivolgo sempre: d'esserci, per tutti». L'importante<br />

è che non ci si abbandoni al peccato della tristezza<br />

che è il più grave. «Ha ragione san Paolo, è la tristezza<br />

del mondo che genera la morte... E Gesù non vuole<br />

che siamo tristi».<br />

Precisamente perché — questa la conclusione del<br />

vecchio che cita la prima lettera di s. Giovanni — «davanti<br />

a Dio rassicureremo il nostro cuore, qualunque<br />

cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro<br />

cuore».<br />

E ciò malgrado i grovigli e i fallimenti dell'esistenza,<br />

di cui Mannuzzu in questo avvincente romanzo si assume<br />

il compito di adombrare i misteri.


.<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Mercoledì 12 Dicembre 2001<br />

L'edizione italiana dell'opera di Raymonde Foreville edita dalla Libreria Editrice Vaticana<br />

Storia dei Concili Ecumenici<br />

celebrati in epoca medievale<br />

BRIAN FERME<br />

Il concilio ecumenico rimane una delle<br />

istituzioni fondamentali della Chiesa,<br />

non solo quale struttura istituzionale, in<br />

cui il collegio episcopale esercita il suo<br />

potere, ma anche in quanto riflette sui<br />

problemi e sulle questioni più importanti<br />

attinenti alla vita della Chiesa in un determinato<br />

periodo storico. Una comprensione<br />

equilibrata e critica dei concili<br />

ecumenici è quindi indispensabile per<br />

poter apprezzare in modo equilibrato la<br />

vita della Chiesa e, in particolare, il suo<br />

modo di esprimersi sulle questioni teologico-dottrinali<br />

o sulla sua struttura legislativa.<br />

È praticamente impossibile comprendere<br />

la Chiesa e i molteplici aspetti<br />

in essa fondati per costituire la sua vita,<br />

senza una profonda conoscenza dei concili<br />

ecumenici. Non solo il numero stesso<br />

dei concili e i problemi connessi col<br />

loro riconoscimento, ma anche il fatto<br />

che ogni concilio doveva trattare questioni<br />

intricate e specifiche con conseguenze<br />

importanti per la Chiesa in un<br />

particolare momento storico, ne rendono<br />

la conoscenza un compito di carattere<br />

assai complesso. Se le varie correnti,<br />

che collegano i concili, sono di grande<br />

importanza per una valutazione di questi<br />

sul piano storico, è altrettanto vero<br />

che, solo attraverso lo studio dettagliato<br />

dei singoli concili, possiamo apprezzare<br />

i punti essenziali caratterizzanti il concilio<br />

ecumenico.<br />

Il presente volume, Storia dei Concili<br />

Ecumenici. VI, Lateranense I, II, III e<br />

Lateranense IV, Libreria Editrice Vaticana<br />

2001, dedicato, come indica il titolo,<br />

ai primi quattro concili ecumenici<br />

medievali, è un contributo assai importante<br />

per la comprensione dei concili e,<br />

perciò, merita piena accoglienza. È l’edizione<br />

italiana dell’originale francese di<br />

Raymonde Foreville, Histoire des conciles<br />

oecumeniques. 6. Latran I, II, III,<br />

et Latran IV, Éditions de l’Orante, Paris<br />

1965.<br />

Essa è stata curata dal prof. Ottorino<br />

Pasquato, ordinario di Storia della Chiesa<br />

antica e medievale nella Facoltà di<br />

Teologia della Pontificia Università Salesiana<br />

di Roma. La scelta del prof. O. Pasquato<br />

si è rivelata saggia. Egli ha scritto<br />

molto su vari aspetti dei concili medievali,<br />

come documentano i suoi contributi<br />

sulla questione della predicazione<br />

in M. Sodi-A.M. Triacca (curr.), Dizionario<br />

di Omiletica, Torino-Bergamo<br />

1998, con le voci: Concili Ecumenici (fino<br />

al Vaticano I); Sinodi (e concili provinciali)<br />

antichi e medievali, oltre che<br />

Predicazione; Predicabili e Florilegi: nel<br />

medioevo. Si veda, inoltre, circa la pastorale,<br />

tematica specifica del Lateranense<br />

IV, la sua voce: Pastorale Giovanile<br />

(Storia —2 : medioevo), in M. Midali-R.<br />

Tonelli (curr.), Dizionario di Pastorale<br />

Giovanile, Leumann, Torino,<br />

1992, 2a ed., 433p. La vasta conoscenza<br />

e erudizione del prof. O. Pasquato rendono<br />

eccellente questa edizione. La sua<br />

mano esperta si rivela anche nella splendida<br />

traduzione del testo originale francese.<br />

Un punto, che arricchisce questa<br />

edizione, è il ricorso alla edizione tedesca,<br />

da cui sono confluite nell’edizione<br />

italiana preziose indicazioni bibliografiche,<br />

oltre che utili integrazioni: questo<br />

elemento e un ampio aggiornamento bibliografico<br />

sono i due apporti principali<br />

all’edizione originale francese, che resta<br />

immutata nel suo alto valore scientifico.<br />

Il volume, che ovviamente segue in<br />

tutto l’impostazione dell’originale, è<br />

strutturato con grande saggezza in due<br />

parti distinte e separate: Lateranense I,<br />

II, III ( pp.27-211) e Lateranense IV<br />

(pp.211-313). La divisione riflette un fatto<br />

di rilievo, ossia, l’importanza del Lateranense<br />

IV. Mentre è chiaro che i primi<br />

tre concili ecumenici medievali sono<br />

importanti, senza dubbio il Lateranense<br />

IV resta il più importante, non solo per<br />

il suo esteso impatto sulla vita e dottrina<br />

della Chiesa medievale, bensì per gli effetti,<br />

che perdurano sino ai nostri giorni.<br />

Un breve sguardo alle fonti del Codice<br />

di diritto canonico, illustra il significato<br />

del Lateranense IV. Mentre troviamo<br />

dieci testi riferentisi al Lateranense I<br />

e II, ventinove al III, ben sessanta si riferiscono<br />

in modo esplicito al Lateranense<br />

IV, che viene superato solo dai riferimenti<br />

al concilio di Trento.<br />

L’opera si apre con una introduzione<br />

concisa, che presenta una visione generale<br />

dello sviluppo di ciò che sarebbe<br />

stato compreso come concilio ecumenico.<br />

Varie questioni sono poste a confronto,<br />

ma due spiccano in modo particolare:<br />

le relazioni tra Oriente e Occidente,<br />

interrotte in modo, finora, definitivo<br />

dallo scisma del 1054 e, poi, la<br />

comprensione del concilio ecumenico<br />

per quanto riguarda la graduale consapevolezza<br />

di più ampi sviluppi dei poteri<br />

giurisdizionali del papato e del concomitante<br />

evolversi del diritto canonico per<br />

definirli e formularli.<br />

Sarebbe, infatti, ingiusto vedere nel<br />

papato l’esclusiva preoccupazione dell’ampliamento<br />

dei suoi poteri giurisdizionali.<br />

Per questo, sebbene la base teoretica<br />

e la comprensione di questi ultimi<br />

siano chiaramente rilevanti, come d’altra<br />

parte lo sono anche le riflessioni sulle<br />

sue conseguenze pratiche, rimane il<br />

fatto che sia il papato che i concili ecumenici<br />

medievali si preoccupano più di<br />

un obiettivo assai più importante, quello,<br />

cioè, della riforma della Chiesa. Per<br />

comprendere la loro importanza, è necessario<br />

valutare l’ambiente storico nel<br />

quale questi concili sono tenuti. Ciò è,<br />

forse, meglio espresso in termini di riforma<br />

e uno dei molti aspetti eccellenti<br />

di questo volume è la presentazione<br />

equilibrata di questo tema dominante<br />

come base per meglio comprendere il significato<br />

dei quattro concili. Infatti, di<br />

fronte alla Chiesa stanno in questo tempo<br />

diversi problemi assai gravi, e che<br />

stimolano i riformatori all’azione. Sul<br />

piano pratico si presentano la simonia, il<br />

celibato dei preti e la questione alquanto<br />

complessa delle investiture laicali. Perciò<br />

non sorprende che prima e dopo Gregorio<br />

VII siano queste le preoccupazioni<br />

pratiche non solo dei singoli, bensì degli<br />

stessi concili ecumenici. Naturalmente<br />

la riforma getta la sua rete più al largo.<br />

Comprende anche la vita dei chierici, i<br />

sacramenti, le questioni morali e la vita<br />

dei fedeli. Posta questa premessa, alla<br />

base di quelle che sono le questioni prevalentemente<br />

pratiche, s’incontra la<br />

questione più complessa della riforma<br />

della Chiesa, spesso espressa come libertas<br />

Ecclesiae.<br />

I capitoli densi di significato, che precedono<br />

i testi conciliari, sottolineano il<br />

fatto che, particolarmente per il Lateranense<br />

I, II, III, la riforma è concepita a<br />

due livelli. C’è il livello del problema politico,<br />

vale a dire la risoluzione delle diverse<br />

crisi dei rapporti tra Chiesa e Stato,<br />

tra Sacerdotium e Regnum, dai tempi<br />

di Ottone I e in modo particolare con<br />

Gregorio VII. C’è, in secondo luogo, il<br />

livello di riforma della Chiesa. Non dovrebbe,<br />

infatti, sorprendere che il Lateranense<br />

I, convocato da Callisto II per<br />

confermare in modo solenne il concordato<br />

di Worms, emetta ventidue decreti<br />

disciplinari, che ispirano gli altri aspetti<br />

della riforma. In altri termini non è corretto<br />

vedere i primi tre concili lateranensi<br />

in chiave, esclusiva o prevalente,<br />

politica.<br />

Il vero obiettivo è assai più significativo,<br />

almeno per la vita della Chiesa. Essi<br />

sono principalmente diretti alla riforma<br />

di questa, preoccupazione costante dei<br />

Papi, che convocano i concili e di coloro<br />

che si sforzano di renderne effettivi i decreti.<br />

Ciò costituisce l’anima dei concili<br />

medievali. Infatti l’avvertita urgenza di<br />

riforma della Chiesa, è tradotta nella<br />

convinzione che i concili ecumenici sono<br />

il mezzo più efficace per attuarla. Un<br />

rapido sguardo alle Bolle di indizione, ai<br />

discorsi di apertura, ai decreti disciplinari,<br />

riflette questa superiore preoccupazione.<br />

Se Alessandro III convoca il Lateranense<br />

III per eliminare le tracce dello<br />

scisma dell’antipapa Callisto III, il decreto<br />

più importante riguarda, però, la<br />

riforma delle elezioni papali e il diritto<br />

di eleggere il Papa, con una maggioranza<br />

di due terzi, ristretto al collegio dei<br />

Cardinali. Altro decreto importante,<br />

can. 18, stabilisce in ogni cattedrale una<br />

scuola per i chierici.<br />

I capitoli, che precedono i testi scelti<br />

dei concili, tradotti fedelmente da M. G.<br />

Fornaci, illustrano e spiegano le varie<br />

questioni complesse. Un’intera gamma<br />

di questioni sono analizzate con attenzione<br />

e penetrazione critica. Si va dalla<br />

presentazione concisa degli elementi basilari<br />

coinvolti nel movimento di riforma<br />

del secolo XI alla considerazione di problemi<br />

pratici: lo scisma di Anacleto, la<br />

questione di Arnaldo di Brescia, il significato<br />

del Decreto di Graziano, che segna<br />

un’epoca, ecc. In altri termini ci si<br />

presenta un mosaico di intuizioni, che<br />

offrono un’affascinante comprensione<br />

delle ragioni della importanza e degli effetti<br />

che i concili hanno nella vita della<br />

Chiesa.<br />

Se la questione della riforma della<br />

Chiesa rimane il tema centrale dei primi<br />

tre concili ecumenici, questo si rileva<br />

ancor più, allorché si considera il Lateranense<br />

IV. Senza dubbio esso resta uno<br />

dei più importanti concili della storia<br />

della Chiesa e ciò è dovuto al numero di<br />

fattori fra loro connessi. In primo luogo<br />

si tiene quando il conflitto tra Chiesa e<br />

Stato, anche se in apparenza irrisolto,<br />

viene, nonostante tutto, sospeso. In altre<br />

parole ciò lascia aperta la possibilità di<br />

concentrarsi sulla riforma della Chiesa<br />

in quanto tale. In secondo luogo è tenuto<br />

da uno dei più prestigiosi Papi medievali,<br />

Innocenzo III, che sa unire ad una<br />

buona preparazione giuridica un’astuta<br />

abilità amministrativa. Sappiamo, oltretutto,<br />

che vi partecipa un elevato numero<br />

di Vescovi; in un’appendice apprendiamo<br />

i loro nomi e luoghi di appartenenza.<br />

Infine tratta di questioni pratiche,<br />

di stretta pertinenza alla vita quotidiana<br />

dei membri della Chiesa, tracciandone<br />

per il futuro il cammino.<br />

Uno sguardo alle questioni trattate dal<br />

concilio rileva quanto esso sia importante.<br />

A differenza degli altri concili lateranensi,<br />

esso inizia con una costituzione<br />

dogmatica, De fide catholica, una vera<br />

confessione della fede dei Padri e della<br />

fede cattolica. Nel contesto dei vari movimenti<br />

ereticali, soprattutto degli Albigesi,<br />

è chiaramente rilevante. Inoltre<br />

sappiamo che la legislazione del Lateranense<br />

IV è molto più estesa di quella dei<br />

concili precedenti. I suoi settanta decreti<br />

abbracciano l’intera vita cristiana e rimangono<br />

insuperati, rispetto a quelli dei<br />

secoli precedenti, oltre di grande importanza<br />

per il futuro. Un rapido sguardo<br />

ci fa misurare l’ampiezza dei temi, che<br />

stanno a cuore al concilio: il governo<br />

della Chiesa, la correzione della morale<br />

e dei costumi, i monaci e religiosi, la<br />

formazione dei chierici, l’obbligo pasquale,<br />

la teologia sacramentale, le questioni<br />

matrimoniali, il diritto procedurale,<br />

i rapporti tra l’esercizio del potere civile<br />

e quello ecclesiastico. In altri termini,<br />

quasi nessun settore della vita della<br />

Chiesa vi è assente.<br />

Accanto ai temi generali, che percorrono<br />

il testo e aiutano ad apprezzare<br />

l’importanza dei concili, l’opera offre<br />

una visione pratica dei loro lavori: chi è<br />

presente e quanti, quante congregazioni<br />

generali vi funzionano, come lavorano le<br />

commissioni, i vari dibattiti, ecc.<br />

Molti, in realtà, sono gli aspetti significativi<br />

di questa opera, meritevoli di essere<br />

menzionati. In primo luogo vi è<br />

una eccellente lista di appendici complementari<br />

all’opera stessa. Esse comprendono:<br />

un elenco dei padri conciliari presenti<br />

al Lateranense III; un altro dei<br />

Cardinali di Curia nel 1179; un terzo dei<br />

Cardinali presenti al Lateranense IV;<br />

un’eccellente e utile cronologia distinta<br />

in base ai concili; orientamenti bibliografici;<br />

indice analitico di nomi e di cose<br />

e, infine, nella edizione italiana, un lungo<br />

indice degli autori moderni (1965-<br />

2000 ) aggiunti dal curatore.<br />

È da rilevare il lavoro eccellente e minuzioso<br />

del Prof. O. Pasquato nell’offrirci<br />

un esauriente e scelto aggiornamento<br />

bibliografico, indispensabile a tutti coloro<br />

che sono interessati ai concili medievali,<br />

una impegnata e intelligente ricerca,<br />

già di per sé altamente pregevole.<br />

L'Arciconfraternita dei Siciliani a Roma festeggia santa Lucia<br />

Giovedì 13 dicembre in occasione della<br />

Festa di santa Lucia i siciliani residenti a<br />

Roma si ritroveranno nella Chiesa di Santa<br />

Maria Odigitria in Via del Tritone 82, dove<br />

è conservata una luminosa pala dell'artista<br />

siciliano Salvatore Fiume sul martirio della<br />

santa siracusana, venerata oltre che in Italia<br />

anche nei paesi nordici.<br />

La solenne Concelebrazione Eucaristica,<br />

alla quale parteciperanno i sacerdoti e se-<br />

minaristi siciliani presenti a Roma, sarà<br />

presieduta dall'Arcivescovo Mons. Paolo<br />

Romeo Nunzio Apostolico in Italia e già<br />

membro della Arciconfraternita dei Siciliani,<br />

e inizierà alle 18.30.<br />

Durante la funzione saranno ammessi all'Arciconfraternita,<br />

istituita nel 1594 che con<br />

i suoi oltre 700 soci è una delle più numerose<br />

ed attive della capitale, una ventina di<br />

nuovi confratelli e consorelle.<br />

L'Arciconfraternita di S. Maria Odigitria<br />

dei Siciliani, di cui è responsabile Mons.<br />

Michele Pennisi Rettore dell'Almo Collegio<br />

Capranica, oltre che per una serie di iniziative<br />

nel campo del culto, della solidarietà<br />

cristiana e dell'impegno culturale in collaborazione<br />

con la Facoltà Teologica di Sicilia,<br />

si distingue per la partecipazione al<br />

movimento ecumenico soprattutto con le<br />

Chiese dell'Oriente Cristiano.<br />

Un volume sulle visite pastorali nella diocesi nella seconda metà del Cinquecento<br />

La vita della Chiesa in Sora<br />

segnata da grandi eventi<br />

FRANCESCO CANCELLI<br />

Sta suscitando grande interesse, riscuotendo<br />

particolare apprezzamento e<br />

creando una vasta eco il libro del Professore<br />

D. Donato Piacentini su «Le visite<br />

pastorali nella diocesi di Sora nella<br />

seconda metà del 1500», edito dalla Tipografia<br />

Rocco Rezza di Sora.<br />

Il volume, ricco di oltre 500 pagine, è<br />

una fonte preziosa che raccoglie notizie<br />

inedite su eventi e persone per cui è diventato<br />

oggetto di attento studio, è risultato<br />

una singolare scoperta ed ha<br />

avuto entusiasta accoglienza, per la specifica<br />

ed articolata conoscenza che offre<br />

della vita diocesana e delle tradizioni socio-religiose<br />

del territorio.<br />

Lo studio, anche se è delimitato nella<br />

trattazione ad un determinato frangente,<br />

spazia in un campo molto più vasto perché<br />

raccoglie notizie che, partendo dagli<br />

inizi del 1300 (data certa della prima notizia<br />

di visita pastorale nella diocesi di<br />

Sora), si distende fino a toccare abbondantemente<br />

i primi decenni del XVII secolo.<br />

Certamente la specificità e il limite del<br />

tempo della trattazione può sembrare riduttivo<br />

di un argomento che poteva abbracciare<br />

un periodo più lungo nei secoli<br />

per arrivare più vicini al nostro tempo<br />

poiché lo spunto è stato offerto dalla occasione<br />

della visita pastorale svolta dal<br />

Vescovo Mons. Luca Brandolini alle varie<br />

comunità della diocesi di Sora-Aquino-Pontecorvo<br />

ed a cui l’opera è dedicata,<br />

con la ricca ed articolata presentazione<br />

del professore Fulvio Salimbeni,<br />

professore associato di Storia contemporanea<br />

dell’Università di Trieste, direttore,<br />

autore e collaboratore di prestigiose<br />

collane di studi storici.<br />

Il materiale di archivio contenuto in<br />

questo filone di studio sarebbe stato<br />

troppo ampio, lungo e voluminoso per<br />

essere affrontato e risolto in una unica<br />

pubblicazione, perciò l’autore ha preferito<br />

una ripartizione, lasciando a future<br />

pubblicazioni, dettagliate e specifiche,<br />

il compito di continuare l’opera intrapresa.<br />

Questo itinerario storico pone domande<br />

ed interrogativi a quelle tante persone,<br />

che, mettendosi in stato di ricerca<br />

sulle proprie radici e sulla storia locale,<br />

cercano di trovare risposte appropriate<br />

ed esaurienti nella conoscenza e nell’acquisizione<br />

dei documenti. Lo studio proposto<br />

incoraggia questa passione a cui si<br />

unisce un sentimento di amore nostalgico<br />

verso forme ormai disuse e cancellate<br />

dalla odierna mentalità e dalle tradizioni.<br />

Le nuove generazioni si sentono<br />

attratte ed invogliate verso queste conoscenze,<br />

per il trasporto, il coinvolgimento,<br />

l’attenzione e l’attrazione stupita e<br />

meravigliata che sanno creare e trasfondere,<br />

per quanto viene riscoperto di un<br />

passato per nulla da dimenticare o da<br />

deridere, ma da studiare con attenzione<br />

per la specificità, la ricchezza, la singolarità<br />

delle cose che vi emergono.<br />

Molti sono i motivi che rendono tale<br />

opera un dono pregevole per la storia<br />

della Chiesa sorana.<br />

Innanzitutto la scoperta e la valorizzazione<br />

delle piccole diocesi, spesso collocate<br />

ai margini dei grandi movimenti sia<br />

ecclesiali che civili e relegate a supporto<br />

di poco conto, se non addirittura insignificanti,<br />

dei grandi centri e delle importanti<br />

casate. Queste sono state artefici<br />

e protagoniste della grande riforma<br />

tridentina, messa in atto da Vescovi votati<br />

alla causa della rinascita ecclesiale,<br />

seguita alla grande assise conciliare.<br />

A Trento erano state indicate e sancite<br />

le linee programmatiche su cui muoversi<br />

e stabilite le norme da attuare.<br />

Questo compito fu fatto proprio da figure<br />

di Vescovi - Pastori interamente dediti<br />

e votati ad assolvere tale compito come<br />

una missione fondamentale e pressante.<br />

Il Concilio aveva delineato in modo<br />

preciso e lineare il ruolo e la figura del<br />

Vescovo, su cui si imperniava il programma<br />

di formazione, organizzazione,<br />

attuazione delle norme tridentine e come<br />

conseguenza logica scaturiva la verifica<br />

che il Pastore operava sulla compagine<br />

religiosa e sociale in occasione delle<br />

visite pastorali.<br />

La diocesi di Sora si inserì in questa<br />

scia con l’attuazione precisa e scrupolosa<br />

delle norme tridentine adottate e perseguite<br />

da Vescovi che balzano chiaramente<br />

in tutta la loro forte tempra unita<br />

all’intelligente ricchezza di mente, di<br />

animo, di spiritualità e di realizzazioni<br />

proficue e valide.<br />

Oggi si presta particolare attenzione<br />

non solo alla conoscenza dei grandi, conosciuti<br />

e conclamati avvenimenti o ai<br />

personaggi di fama mondiale, ma con<br />

entusiasmo ed un equilibrato spirito di<br />

ricerca, ci si volge a classificare ed inserire<br />

in questo grande filone anche il piccolo<br />

ambiente di provincia che rivela<br />

una fiorente vitalità che ben si innesta<br />

nel vivo di problematiche che coinvolgono<br />

ogni aspetto della vita religiosa e<br />

civile.<br />

In questo modo si scoprono e si rivalutano,<br />

ponendo alla ribalta ed alla ammirata<br />

attenzione degli studiosi, personaggi<br />

di una statura sorprendente, unita<br />

ad una profondità e varietà che affascina.<br />

La ricerca, calandosi nella vita immediata<br />

e vivace della diocesi di Sora<br />

dei secoli XIV-XVII, ben la rapporta e<br />

pone nelle tensioni che hanno segnato e<br />

connotato questo periodo, sempre finalizzato<br />

alla tematica prefissa, presentando<br />

la contemporanea scoperta di Vescovi<br />

illuminati e saggi, che con la loro vigile<br />

opera, hanno arricchito, promosso,<br />

guidato il cammino della piena educazione,<br />

promozione, formazione umana<br />

ed ecclesiale del gregge loro affidato.<br />

La diocesi di Sora conosce, in questo<br />

periodo, presenze qualificate di Pastori,<br />

che la storiografia precedente non ha<br />

presentato nel loro vero valore e nella<br />

loro importanza.<br />

Mons. Tommaso Gigli (1561-1576), bolognese,<br />

amico di infanzia del Papa Gregorio<br />

XIII, ministro del Cardinale Alessandro<br />

Farnese, nipote di Paolo III. Legato<br />

da rapporti intimi e familiari ed intessuti<br />

di profondo rispetto confidenziale<br />

con s. Ignazio di Loyola e la Compagnia<br />

di Gesù. In relazione di stima e in sintonia<br />

di scelte pastorali con s. Carlo Borromeo,<br />

come si evince da lettere inedite<br />

riportate, come quella della richiesta<br />

dell’interessamento del santo Cardinale<br />

per la istituzione della scuola della dottrina<br />

cristiana a Sora e nella diocesi (23-<br />

12-1564). Partecipò attivamente e fattivamente,<br />

con i suoi appropriati, mirati e<br />

lucidi interventi, al Concilio di Trento,<br />

su temi molto discussi e controversi. Oltre<br />

alla istituzione delle scuole cristiane<br />

per la formazione del popolo, ristrutturò<br />

ed organizzò il Seminario, nel 1565, modellandolo<br />

secondo i dettami tridentini,<br />

cedendo, per questo, una parte del suo<br />

palazzo e facendolo diventare uno dei<br />

primi sorti in Italia. Stimato dal Papa<br />

Pio V, da questi ricevette delicati incarichi<br />

per dirimere alcune intricate contro-<br />

versie. Confidente fidato e disinteressato<br />

collaboratore del Papa Gregorio XIII<br />

che lo nominò Tesoriere generale della<br />

Chiesa; Presidente della Commissione<br />

scientifica per la revisione del calendario,<br />

poi denominato gregoriano; incaricato<br />

della ricostruzione della città di<br />

Terracina.<br />

In diocesi ristrutturò i benefici, emanò<br />

le costituzioni per il Capitolo della<br />

Cattedrale e per quelli parrocchiali, norme<br />

precise e rigide per i monasteri,<br />

operò molte altre e innumerevoli realizzazioni,<br />

da cui si evince una immagine<br />

di persona oltremodo singolare e poliedrica.<br />

Un suo nipote, D. Marco Antonio Gigli,<br />

dottore in utroque iure e Referendario<br />

di Gregorio XIII, che lo affiancava<br />

nel governo della diocesi, divenne, l’11<br />

agosto 1578, Vescovo di Forlì.<br />

Fu traslato a Piacenza nel 1576 succedendo<br />

al beato Cardinale Paolo Burali,<br />

trasferito alla sede arcivescovile di Napoli.<br />

Mons. Giovanni Battista Maremonti:<br />

(1577-1578) dottore in utroque iure, Vescovo<br />

Ausiliare della Archidiocesi di Ravenna.<br />

Prima di essere nominato alla sede<br />

sorana, era stato inviato dal Papa<br />

Gregorio XIII come Visitatore Apostolico<br />

in molte diocesi d’Italia per l'attuazione<br />

delle norme tridentine, svolgendo<br />

il suo compito con scrupolosa attenzione,<br />

piena capacità e grande perizia.<br />

Molte le diocesi visitate.<br />

Mons. Orazio Ciceroni: (1578-1591)<br />

nativo di Frosinone, appartenente ad<br />

una altolocata famiglia che vantava illustri<br />

antenati e valenti personaggi di spiccata<br />

fama. Aveva servito nella corte<br />

pontificia, sotto il Papa Gregorio XIII.<br />

Tempra di pastore integerrimo, preciso<br />

ed oculato nella attuazione delle riforme<br />

tridentine, dovette fronteggiare la piaga<br />

del brigantaggio che gli creò molti fastidi;<br />

i suoi interventi, dettati da un carattere<br />

inflessibile e fermo, volto a difendere<br />

i diritti della sua Chiesa, lo opposero<br />

al duca di Sora Giacomo Boncompagni<br />

ed alle maestranze cittadine, facendolo<br />

incappare nelle maglie della severa giustizia<br />

di Sisto V. Fu trasferito alla diocesi<br />

di Ferentino nel 1591.<br />

Mons. Marco Antonio Salomone:<br />

(1591-1608) originario di Cremona, dottore<br />

in utroque iure, formatosi alla<br />

scuola di s. Carlo Borromeo a Milano e<br />

professore in quel Seminario, Vicario<br />

generale a Bergamo con Mons. Girolamo<br />

Ragazzoni e a Bologna con il Cardinale<br />

Gabriele Paleotto; Vicegerente a<br />

Roma (1593-94) con il Cardinale Rusticucci.<br />

Inviato dal Papa Clemente VIII<br />

come Vicario Apostolico a Ragusa (attuale<br />

Dubrovnik) nel 1600, per dirimere<br />

una delicata e complessa controversia<br />

giurisdizionale che opponeva il Vescovo<br />

alle autorità civili locali. Questa contesa<br />

rappresenta una delle prime avvisaglie<br />

di quella lotta giurisdizionale che avrebbe<br />

opposto la Repubblica di Venezia al<br />

Papa Paolo V (1606).<br />

Il volume, frutto di una ricerca metodica,<br />

seria, puntuale, offre una occasione<br />

di riflessione e fa entrare in un mondo<br />

complesso, interessante e che avvince<br />

per il suo diverso metodo di rapporto<br />

e di stile di vita, offrendo all’appassionato<br />

di storia locale, al ricercatore amante<br />

del suo territorio, a chiunque abbia o<br />

mostri interesse per le ricerche storiche<br />

le più diverse, una occasione unica di<br />

collocare ed inserire, la piccola e spesso<br />

sconosciuta realtà locale, nel grande<br />

quadro degli eventi universali.<br />

Il manuale pubblicato dal Pontificio Consiglio per la Pastorale degli Operatori Sanitari<br />

La comunità ecclesiale dinnanzi ai drammi della droga e della tossicomania<br />

L'immagine del Cristo che afferra la mano di<br />

un uomo per trascinarlo fuori dalla melma in cui<br />

è immerso sino al collo, è senza dubbio l'introduzione<br />

più significativa e più forte al manuale di<br />

pastorale che, titolato «Chiesa, droga e tossicomania»,<br />

il Pontificio Consiglio per la Pastorale degli<br />

Operatori Sanitari ha voluto dedicare a Vescovi,<br />

sacerdoti, politici, genitori, ma anche e soprattutto<br />

alle nuove generazioni, per aiutarli ad affrontare<br />

il dramma della tossicodipendenza.<br />

Il manuale è stato presentato alla stampa già<br />

da qualche giorno e dunque ne sono già noti i<br />

contenuti. Sarebbe però opportuno riflettere su<br />

un aspetto essenziale sul quale il manuale cerca<br />

di richiamare l'attenzione di quanti analizzano il<br />

fenomeno della tossicodipendenza.<br />

Certamente è di notevole interesse il fatto che<br />

in esso venga ribadito il «no» più volte espresso<br />

dal Santo Padre, e dallo stesso Pontificio Consiglio,<br />

alla legalizzazione di qualsiasi tipo di droga.<br />

«La droga — ricorda infatti il manuale quanto<br />

disse il Papa rivolgendosi alle comunità terapeutiche<br />

già nel 1984 — non si vince con la droga. Le<br />

droghe sostitutive non sono una terapia sufficiente...<br />

le legalizzazioni anche parziali... non sortiscono<br />

gli effetti che si erano prefissi». Come di<br />

notevole interesse è la reiterazione della condanna<br />

contro quanti si dedicano, a diverso titolo,<br />

alla produzione e al commercio delle sostanze<br />

stupefacenti. Il Papa li ha definiti «trafficanti di<br />

morte».<br />

Tuttavia crediamo opportuno richiamare l'attenzione<br />

su quell'accorato appello rivolto a chi di<br />

giovani si occupa, a chi deve provvedere alla loro<br />

formazione ed alla loro educazione per responsabilizzarli<br />

sul significato vero di una vita che è comunque<br />

degna di essere vissuta, fino in fondo e<br />

coscientemente; sul senso profondo dell'amore insito<br />

in ogni uomo, per ogni uomo e per se stesso,<br />

poiché è l'amore di Dio; sul valore grande della<br />

solidarietà e della carità umana ancor prima che<br />

cristiana.<br />

Un appello, questo, che non compare specificatamente<br />

in nessuno dei 490 «capitoletti» nei quali<br />

si articola il manuale, ma che è praticamente sotteso<br />

in ogni pagina, racchiuso in ogni parola.<br />

E l'immagine del Cristo di cui si parlava, elemento<br />

dominante della copertina del manuale, ne<br />

diviene così realmente la sintesi più efficace. Si<br />

tratta di un acquerello nel quale Gesù è raffigurato<br />

sulle sponde di una palude, la «palude della<br />

tossicomania» appunto, dove sono immersi diversi<br />

uomini. Il Cristo, che tende la mano per chiunque<br />

voglia afferrarla, indossa un manto rosso «come<br />

il sangue che redime». Dal suo volto promana<br />

una luce «pronta ad illuminare il cammino nuovo»<br />

di chi quella mano afferrerà.<br />

Nel manuale del Pontificio Consiglio c'è dunque<br />

qualcosa di più del peraltro forte, deciso, rigorosamente<br />

e scientificamente motivato «no» ad<br />

ogni benché minimo, o considerato tale, cedimento<br />

alla droga. C'è soprattutto la preoccupazione<br />

di richiamare la responsabilità di quanti devono<br />

educare le nuove generazioni. C'è la naturale tensione<br />

della Chiesa, madre e maestra, verso la costante<br />

proposta dell'amore come unica alternativa<br />

all'avvilimento delle persona umana; la difesa appassionata<br />

di quei giovani che cercano paradisi<br />

artificiali — che immancabilmente si trasformano<br />

in una vita d'inferno —, perché nessuno mostra<br />

loro la Luce. C'è l'accorato appello ai governanti<br />

perché sappiano affrontare con coraggio una lotta<br />

senza quartiere contro la droga e i suoi ambasciatori.<br />

C'è il materno invito ai genitori a non trascurare<br />

la crescita spirituale dei loro figli. In una<br />

parola c'è la tutta la preoccupazione della Chiesa<br />

dinnanzi ad un mondo che sembra sempre più allontanarsi<br />

dalla sua anima.<br />

Ma c'è anche la sua preoccupazione per quel<br />

concetto di educazione che la cultura dominante<br />

sembra aver smarrito.<br />

Certamente questo manuale — come avverte il<br />

Presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale<br />

degli Operatori Sanitari, S.E. Mons. Javier Lozano<br />

Barrágan nella prefazione — non è un trattato<br />

specializzato sulla questione della droga, né tanto<br />

meno intende dare soluzioni politiche o tecniche<br />

al drammatico fenomeno della tossicodipendenza.<br />

Vi si possono però trovare valori e orientamenti<br />

in grado di facilitare lo svolgimento della missione<br />

preventiva e di recupero di quanti i giovani<br />

hanno realmente a cuore.<br />

Bisogna demolire la domanda, è in sostanza il<br />

senso del messaggio rilanciato dall'Arcivescovo<br />

Lozano Barrágan, se vogliamo veramente rendere<br />

inutile l'offerta di droga. E per demolire la<br />

domanda il manuale suggerisce una serie di iniziative.<br />

Il punto di partenza è naturalmente il ricco<br />

magistero di Giovanni Paolo II, puntualmente riproposto<br />

nelle prime parti del testo. Tutto il resto<br />

del manuale diviene così una guida pratica per<br />

l'applicazione dell'insegnamento del Santo Padre,<br />

sviluppato su tre grandi direttrici: prevenzione,<br />

riabilitazione e repressione.<br />

Il manuale tratta più specificatamente i primi<br />

due punti, della prevenzione in particolare. Presenta<br />

un'ampia panoramica delle insidie che vengono<br />

portate ai giovani con l'offerta di droghe diverse,<br />

i cui effetti sono descritti in una appropriata<br />

appendice. Vengono poi date indicazioni sui<br />

percorsi pastorali da seguire per mostrare ai giovani<br />

le vie alternative che portano a riscoprire il<br />

senso della vita ed i valori per cui vale la pena<br />

lottare. Non mancano indicazioni sul ruolo della<br />

Chiesa nella lotta alla tossicodipendenza né tantomeno<br />

sulle responsabilità che devono assumersi<br />

genitori e famiglie, oltreché sacerdoti ed educatori.<br />

Un richiamo particolare è poi rivolto alle autorità,<br />

invitate a ridurre innanzitutto le distanze tra<br />

giovani ed istituzioni per consentire, attraverso<br />

un dialogo costante, la reciproca comprensione.<br />

«Si tratta in sostanza, conclude il manuale, di<br />

aiutare i giovani a scoprire la loro vera libertà»,<br />

la libertà della persona umana. E ad esercitarla.<br />

L'esercizio della libertà si impara. Ma non sempre<br />

è sufficiente che qualcuno insegni. È necessaria<br />

soprattutto la testimonianza. La libertà si impara<br />

nella luce della Verità e dell'Amore.<br />

Un pensiero infine per «chi cade o è caduto comunque<br />

vittima della tossicomania: bisogna fargli<br />

sapere che anche per lui, come accade per<br />

ciascuno di noi, nell'incontro con Dio è possibile<br />

ascoltare il grido del Padre: “Tu sei mio figlio”».<br />

(m.p.)


.<br />

PAGINA<br />

5 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Mercoledì 12 Dicembre 2001<br />

La presentazione del Messaggio di Giovanni Paolo II<br />

per la XXXV Giornata Mondiale della Pace (1° gennaio 2002)<br />

L'intervento del Cardinale<br />

François Xavier Nguyên Van Thuân<br />

Pubblichiamo l'intervento del Cardinale<br />

François Xavier Nguyên Van Thuân,<br />

Presidente del Pontificio Consiglio della<br />

Giustizia e della Pace, alla conferenza<br />

stampa di presentazione, tenutasi nella<br />

Sala Stampa della Santa Sede, del Messaggio<br />

di Giovanni Paolo II per la<br />

XXXV Giornata Mondiale della Pace:<br />

Saluto volentieri tutti i partecipanti a<br />

questo periodico appuntamento annuale:<br />

oggi, ho l’onore di presentarvi il<br />

Messaggio per la prossima Giornata<br />

Mondiale della Pace, la 35ª da quando<br />

fu istituita da Paolo VI nel 1968.<br />

Il Messaggio si apre evocando il cupo<br />

scenario internazionale in cui vive l’umanità<br />

dopo l’11 settembre, per affermare<br />

subito che «il male, il mysterium<br />

iniquitatis, non ha l’ultima parola nelle<br />

vicende umane», perché la salvezza<br />

annunciata nella Bibbia «proietta grande<br />

luce sull’intera storia del mondo»<br />

(n. 1).<br />

Fin dall’inizio del suo Messaggio, il<br />

Santo Padre ha voluto sottolineare il<br />

fattore speranza: le tenebre del male<br />

non sono mai sufficienti a oscurare la<br />

luce della divina provvidenza, anzi la<br />

fanno risaltare di più e perciò la Chiesa<br />

guarda con fiducia incrollabile verso il<br />

nuovo anno 2002, malgrado «i terribili<br />

fatti di sangue appena ricordati» (n. 2).<br />

Giovanni Paolo II si abbandona a<br />

una testimonianza personale, ricordando<br />

le «immani sofferenze» causate dai<br />

totalitarismi del secolo passato e esprimendo<br />

il profondo convincimento che<br />

la via per riportare l’ordine nel mondo<br />

passa attraverso due tappe, entrambe<br />

necessarie e articolate tra loro: quella<br />

della giustizia e quella del perdono.<br />

Il Santo Padre è consapevole della<br />

difficoltà di parlare proprio oggi di<br />

giustizia associata al perdono. Tuttavia,<br />

pur nel ribadire che «la vera pace<br />

è frutto della giustizia», Giovanni<br />

Paolo II ricorda come la giustizia umana,<br />

per la sua fragilità, vada «esercitata<br />

e in certo senso completata con<br />

il perdono che risana le ferite» (n. 3).<br />

Non si tratta infatti di contrapporre<br />

giustizia e perdono in modo da sottrarsi<br />

all’esigenza di riparare l’ordine ingiustamente<br />

leso: «Il perdono mira<br />

piuttosto a quella pienezza di giustizia<br />

che conduce alla tranquillità dell’ordine»,<br />

perché «è risanamento in profondità<br />

delle ferite che sanguinano negli animi»<br />

(n. 3).<br />

Con una tale impostazione il Messaggio<br />

affronta la questione del terrorismo,<br />

rilevando non solo che esso «si è trasformato<br />

in una rete sofisticata di connivenze<br />

politiche, tecniche ed economiche<br />

che travalica i confini nazionali e<br />

si allarga fino ad avvolgere il mondo<br />

intero» ma che «si fonda sul disprezzo<br />

della vita dell’uomo» e costituisce «un<br />

vero crimine contro l’umanità» (n. 4).<br />

Pertanto, esiste «un diritto a difendersi<br />

dal terrorismo», un diritto che deve<br />

«rispondere a regole morali e giuridiche<br />

nella scelta sia degli obiettivi che<br />

dei mezzi» (n. 5).<br />

In particolare, la lotta contro il terrorismo<br />

non può prescindere dall’impegno<br />

«sul piano politico, diplomatico ed<br />

economico per risolvere con coraggio e<br />

determinazione le eventuali situazioni<br />

di oppressione e di emarginazione che<br />

fossero all’origine dei disegni terroristici»<br />

(n. 5). In ogni caso, «le ingiustizie<br />

che esistono nel mondo non possono<br />

mai essere usate come scusa per giustificare<br />

gli attentati terroristici» (n. 5).<br />

Giovanni Paolo II non manca di riferirsi<br />

a quel terrorismo «figlio di un fondamentalismo<br />

fanatico, che nasce dalla<br />

convinzione di poter imporre a tutti<br />

l’accettazione della propria visione della<br />

verità» (n. 6). Una posizione infondata,<br />

in quanto la verità non può mai essere<br />

imposta, ma solo proposta: «Pre-<br />

tendere di imporre agli altri con la violenza<br />

quella che si ritiene essere la verità<br />

significa violare la dignità dell’essere<br />

umano e, in definitiva, fare oltraggio<br />

a Dio, di cui egli è immagine» (n. 6).<br />

Su tale punto, il Santo Padre è molto<br />

chiaro: «Il fanatismo fondamentalista è<br />

un atteggiamento radicalmente contrario<br />

alla fede in Dio» (n. 6) e «nessun responsabile<br />

delle religioni, pertanto, può<br />

avere indulgenza verso il terrorismo e,<br />

ancor meno, lo può predicare» (n. 7).<br />

In special modo, la violenza del terrore<br />

è «totalmente contraria alla fede in Cristo<br />

Signore, che ha insegnato ai suoi<br />

discepoli a pregare: “Rimetti a noi i nostri<br />

debiti, come noi li rimettiamo ai nostri<br />

debitori” (Mt 6, 12)» (n. 7).<br />

I cristiani sono chiamati ad essere<br />

misericordiosi perché a loro «è stato<br />

mostrata misericordia da un Dio che è<br />

amore misericordioso (cfr 1 Gv 4, 7-12)»<br />

e quindi «devono essere sempre uomini<br />

e donne di misericordia e di perdono»<br />

(n. 7).<br />

Il Santo Padre si chiede poi «cosa significa,<br />

in concreto, perdonare? E perché<br />

perdonare?» (n. 8). Egli mette in rilievo<br />

la radice divina del perdono ricordando<br />

le parole di Cristo sulla croce:<br />

«Padre, perdona loro, perché non sanno<br />

quello che fanno» (Lc 23, 24), ma al<br />

tempo stesso afferma il valore del perdono<br />

anche sul piano della ragionevolezza<br />

umana, riferendosi al sentimento<br />

di riscatto personale che alberga in<br />

ogni cuore umano. Per il Santo Padre,<br />

il perdono non ha solo una valenza<br />

personale, ma pure una dimensione sociale,<br />

poiché la sua mancanza innesca<br />

una spirale permanente di conflittualità<br />

che impedisce lo sviluppo dei popoli:<br />

«La pace è la condizione dello sviluppo,<br />

ma una vera pace è resa possibile soltanto<br />

dal perdono» (n. 9).<br />

Il Messaggio sottolinea la paradossalità<br />

del perdono: a differenza della vio-<br />

lenza, esso «comporta sempre un’apparente<br />

perdita a breve termine, mentre<br />

assicura un guadagno reale a lungo termine»<br />

(n. 10). Il perdono potrebbe apparire<br />

come una debolezza, ma in realtà<br />

«suppone una grande forza spirituale<br />

e un coraggio morale a tutta prova»<br />

(n. 10).<br />

Tali parole suonano profetiche nell’attuale<br />

contesto della Terra Santa. Il<br />

Santo Padre auspica che si giunga infine<br />

ad un «negoziato risolutore» e invoca<br />

una «volontà di giustizia e di riconciliazione»<br />

(n. 11).<br />

Giovanni Paolo II insiste sulla responsabilità<br />

che le autorità religiose<br />

hanno di collaborare «per eliminare<br />

le cause sociali e culturali del terrorismo,<br />

insegnando la grandezza e la<br />

dignità della persona e diffondendo<br />

una maggiore consapevolezza dell’unità<br />

del genere umano» (n. 12). In particolare,<br />

il Santo Padre invita i capi religiosi<br />

ebrei, cristiani e musulmani a<br />

«prendere l’iniziativa mediante la condanna<br />

pubblica del terrorismo, rifiutando<br />

a che se ne rende partecipe ogni<br />

forma di legittimazione religiosa o morale»<br />

(n. 12).<br />

Il Messaggio si riferisce al servizio<br />

che le religioni possono offrire alla costruzione<br />

della pace con un’appropriata<br />

«pedagogia del perdono», poiché «l’uomo<br />

che perdona o chiede perdono capisce<br />

che c’è una verità più grande di<br />

lui, accogliendo la quale egli può trascendere<br />

se stesso» (n. 13).<br />

In tale prospettiva, il Santo Padre<br />

mette in risalto l’importanza della preghiera<br />

per la pace, che «sta al cuore<br />

dello sforzo per l’edificazione di una<br />

pace nell’ordine, nella giustizia e nella<br />

libertà» (n. 14). Egli non manca di riferirsi<br />

alla Giornata mondiale di preghiera<br />

per la pace che si svolgerà ad Assisi<br />

il prossimo 24 gennaio, con la quale<br />

s’intende «mostrare che il genuino sen-<br />

Presso la Sala Stampa della Santa Sede, nella mattina di martedì 11<br />

dicembre, ha avuto luogo la conferenza stampa di presentazione del<br />

Messaggio di Giovanni Paolo II per la celebrazione della XXXV Giornata<br />

mondiale della Pace sul tema: «Non c'è pace senza giustizia, non c'è<br />

giustizia senza perdono» (1° gennaio 2002).<br />

Alla conferenza stampa sono intervenuti il Cardinale François Xavier<br />

Nguyên Van Thuân, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e<br />

della Pace; il Vescovo Giampaolo Crepaldi, Segretario del Pontificio Consiglio<br />

della Giustizia e della Pace; Mons. Frank J. Dewane e il Dott. Giorgio<br />

Filibeck, rispettivamente Sotto-Segretario e Officiale del medesimo<br />

Pontificio Consiglio.<br />

timento religioso è una sorgente inesauribile<br />

di mutuo rispetto e di armonia<br />

tra i popoli: in esso, anzi, risiede il<br />

principale antidoto contro la violenza e<br />

i conflitti» (n. 14).<br />

Il pensiero conclusivo del Santo Padre<br />

va alle vittime del terrorismo, alle<br />

loro famiglie, ai popoli feriti dal terrore<br />

e dalla guerra, e infine agli attentatori<br />

stessi, i quali «offendono gravemente<br />

Dio e l’uomo mediante questi atti senza<br />

pietà: sia loro concesso di rientrare in<br />

se stessi e di rendersi conto del male<br />

che compiono, così che siano spinti ad<br />

abbandonare ogni proposito di violenza<br />

e a cercare il perdono» (n. 15).<br />

Le ultime righe del Messaggio esprimono<br />

l’accorato auspicio del Santo Padre:<br />

«Possa l’umana famiglia trovare<br />

pace vera e duratura, quella pace che<br />

solo può nascere dall’incontro delle<br />

giustizia con la misericordia!» (n. 15).<br />

Ascoltiamo queste parole piene di speranza<br />

e apriamo i nostri cuori alla forza<br />

dell’amore, la sola forza capace di<br />

superare le divisioni e le lacerazioni<br />

che sconvolgono l’unica famiglia alla<br />

quale tutti apparteniamo.<br />

Il Cardinale Giacomo Biffi, Arcivescovo di Bologna, al ciclo di conferenze dirette ai docenti dell'Università<br />

Gesù Cristo, «cuore» dell'annuncio cristiano, parla agli uomini del nostro tempo<br />

Il Cardinale Giacomo Biffi, Arcivescovo<br />

di Bologna, ha tenuto — giovedì<br />

6 dicembre, nell'Aula di Istologia dell'Università<br />

di Bologna — la seconda<br />

lezione legata al ciclo di conferenze sul<br />

tema di fondo: «Il “cuore” dell'annuncio<br />

cristiano». Il tema della lezione è stato:<br />

«L'annuncio di una persona».<br />

Pubblichiamo parte dell'intervento<br />

svolto dal Cardinale Biffi:<br />

«Gli evangelizzò Gesù» (At 8, 35:<br />

euenghelìsato autò ton Iesoùn). L’icastica<br />

espressione degli Atti degli apostoli<br />

— che così sintetizzano tutto l’insegnamento<br />

impartito da Filippo al ministro<br />

della regina Candace — ci fa capire che<br />

il contenuto primordiale e onnicomprensivo<br />

dell’annuncio cristiano è, oltre che<br />

un «fatto», anche una «persona»; senza<br />

che per questo si possa parlare di un’alterità<br />

né tanto meno di un’opposizione<br />

tra i due dati.<br />

«È stato risvegliato» (eghèrthe), del resto,<br />

non è una forma impersonale: ha<br />

un soggetto che è Gesù di Nazareth. A<br />

lui si riferisce il «fatto»; e quindi nella<br />

sostanza è lui il «cuore» e il compendio<br />

di quel messaggio pasquale che sta all’origine<br />

dell’intera storia cristiana e ne costituisce<br />

l’impulso permanente e insostituibile.<br />

Non ci meraviglierà allora il vedere<br />

che negli scritti neotestamentari molte<br />

delle antiche formule — dirette a esprimere<br />

l’essenza stessa dell’Evangelo e la<br />

sua assoluta novità entro il contesto religioso<br />

israelitico — siano eminentemente<br />

«cristologiche».<br />

1. «Gesù è Signore»<br />

Il titolo tipico e più comune che Gesù<br />

acquisisce presso i discepoli in conseguenza<br />

e in virtù della sua Pasqua —<br />

cioè del suo «passaggio» dalla tribolata<br />

esistenza terrena alla gloria della vita risorta<br />

— è quello di «Signore» (Kýrios).<br />

Il termine era già stato usato nei suoi<br />

confronti negli anni «prepasquali», come<br />

risulta dalle narrazioni evangeliche, a significare<br />

semplicemente rispetto e cortesia<br />

conformemente alle normali abitudini<br />

sociali.<br />

Ma dopo l’evento pasquale assume<br />

un’altra e ben diversa valenza, riacquistando<br />

l’accezione nativa che indicava<br />

«potenza», «dominazione», «autorità».<br />

Con questo contenuto semantico era<br />

già entrato nel linguaggio dei vari culti<br />

greci a evocare una prerogativa divina e<br />

anzi la stessa Divinità. Nell’ebraismo ellenistico<br />

Kýrios è impiegato come traduzione<br />

di «Adonài», e quindi come sinonimo<br />

di Theòs: Dio.<br />

La signoria del Risorto<br />

La prima comunità cristiana attribuisce<br />

la qualifica di Kýrios a Gesù di Nazareth,<br />

con la chiara ed esplicita consapevolezza<br />

dell’intima connessione di<br />

questo titolo con la nuova condizione di<br />

«risorto» del figlio di Maria, cui adesso<br />

«è stato dato ogni potere in cielo e in<br />

terra» (cfr Mt 28, 18).<br />

Tale connessione è apertamente dichiarata<br />

nella formula di fede, riferita<br />

dalla lettera ai Romani, quale era proposta<br />

ai neofiti:<br />

«Se confesserai con la tua bocca che<br />

Gesù è Signore, e crederai col tuo cuore<br />

che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai<br />

salvo» (Rm 10, 9).<br />

Proprio l’accoglimento della signoria<br />

del Risorto è qui ritenuta condizione indispensabile<br />

per accedere a quella «via<br />

della salvezza» che entrava a costituire<br />

la «buona notizia» annunciata dalla<br />

Chiesa apostolica.<br />

Se ne ha conferma anche dall’episodio<br />

del carceriere di Filippi, raccontato<br />

dagli Atti. A lui, che chiede che cosa<br />

debba fare per essere salvato, Paolo e<br />

Sila rispondono: «Credi nel Signore Gesù<br />

e sarai salvo» (At 16, 31).<br />

Come si vede, la parola «Signore»<br />

(Kýrios), che viene di solito riservata al<br />

Risorto, diventa nei tempi apostolici<br />

quasi comprensiva di tutta la fede cristiana:<br />

aprirsi al Kýrios significa aprirsi<br />

all’intero piano di redenzione incentrato<br />

sulla morte e sulla risurrezione di Cristo.<br />

«Gesù è Signore» è dunque la formula<br />

sintetica dell’intero Evangelo, che ogni<br />

uomo è chiamato ad accettare cordialmente<br />

nel suo mondo interiore e a<br />

proclamare coraggiosamente davanti a<br />

tutti.<br />

Come dice l’inno dei Filippesi: «Ogni<br />

lingua proclami che Gesù Cristo è Signore»<br />

(Fil 2, 11: Cristo Kýrios Iesoùs<br />

Christòs).<br />

A questa fede, che trascende le possibilità<br />

di una conoscenza puramente naturale,<br />

non si arriva se non in grazia di<br />

una illuminazione dall’alto: «Nessuno<br />

può dire: “Gesù è Signore” (Kýrios Iesoùs),<br />

se non sotto l’azione dello Spirito<br />

Santo» (1 Cor 12, 3).<br />

Il vincitore della morte<br />

Scaturendo dall’evento della risurrezione,<br />

la signoria di Cristo è signoria<br />

prima di tutto sulla morte: «La morte<br />

non ha più potere su di lui» (Rm 6, 9).<br />

Il Crocifisso Risorto è vivo non come<br />

chi non ha ancora incontrato la morte<br />

(e quindi è ancora un suo suddito potenziale),<br />

ma come chi, avendola incontrata,<br />

l’ha superata e vinta: egli è quindi<br />

il dominatore della morte.<br />

In questo concreto ordine di cose in<br />

cui ci è toccato di vivere, la morte è la<br />

sola potenza invincibile: tutti appaiono a<br />

lei sottomessi, predestinati a cadere presto<br />

o tardi in suo potere.<br />

Dalla trasgressione di Adamo, essa si<br />

è imposta quasi come l’antitesi di Dio,<br />

che è «vita», e ha fatto del mondo il suo<br />

regno: «La morte ha regnato», dice mestamente<br />

san Paolo (cfr Rm 5, 14.17).<br />

È dunque la «signora» dell’universo;<br />

ma se c’è uno che l’ha sconfitta, allora<br />

il «Signore» è lui.<br />

Avendo spodestato la morte, è subentrato<br />

a lei in tutta l’ampiezza del suo<br />

dominio. Perciò Cristo «è il Signore di<br />

tutti» (cfr At 10, 36). Gli uomini senza<br />

eccezioni — non solo quelli che oggi vivono<br />

sulla terra, ma anche quelli che sono<br />

vissuti prima — trovano in lui il loro<br />

unico re.<br />

«Per questo Cristo è morto ed è tornato<br />

alla vita: per essere il Signore dei<br />

morti e dei vivi» (Rm 14, 9).<br />

L’Apocalisse — libro conclusivo del<br />

Nuovo Testamento — troverà l’espressione<br />

per così dire «metafisica» della signoria<br />

del Risorto: «Io sono il Primo e<br />

l’Ultimo e il Vivente. Io ero morto, ma<br />

ora vivo per sempre e ho potere sopra<br />

la morte e sopra l’Ade “cioè il soggiorno<br />

dei morti e la sede delle potenze infernale”»<br />

(Ap 1, 17.18).<br />

Signoria di Cristo e libertà dell’uomo<br />

Ci sia consentita una nostra riflessione,<br />

dopo aver ascoltato le testimonianze<br />

della Chiesa apostolica.<br />

«Gesù è Signore»: questa antica formula<br />

è la premessa e il fondamento della<br />

nostra autentica libertà. Noi non abbiamo<br />

né possiamo avere alcun padrone,<br />

perché abbiamo già il nostro padrone.<br />

Di qui è nato e si è sviluppato lenta-<br />

mente ma inesorabilmente il cambiamento<br />

di prospettiva nei rapporti sociali<br />

che ha portato, entro la civiltà cristiana,<br />

all’abolizione irreversibile della schiavitù:<br />

appunto dal sapere e riconoscere<br />

che per tutti — liberi o sottomessi che<br />

siano, entro le strutture mondane —<br />

«c’è un solo Signore nei cieli» (Ef 6, 9).<br />

Rifiutare la signoria di Cristo è porre<br />

le premesse per una ricaduta nell’assoggettamento<br />

a qualche rinascente tirannia,<br />

che in vari travestimenti voglia ripresentarsi<br />

alla ribalta della storia.<br />

Chi non accoglie Gesù risorto come<br />

l’unico Signore, troppo spesso finisce<br />

col lasciarsi dominare da eventuali nuovi<br />

«padroni di uomini», o dai diversi idoli<br />

che sollecitano una indebita adorazione,<br />

o dai miti arbitrari che esigono di<br />

essere onorati come la verità.<br />

Come ripetutamente dice sant’Ambrogio:<br />

«Quanti padroni finisce coll’avere,<br />

chi rifugge dall’unico Signore!» (cfr ad<br />

esempio Epistulae extra collect. XIV,<br />

96).<br />

Un’ultima annotazione: la signoria di<br />

Cristo è la chiave di volta di tutta l’armoniosa<br />

costruzione dell’universo, quale<br />

appare agli occhi del Creatore, dove<br />

non c’è frammento d’essere che sia casuale<br />

e senza appartenenza.<br />

In essa anche noi siamo «signori del<br />

mondo»: desumiamo autorevolezza, «regalità<br />

partecipata», dominio legittimo<br />

sulle creature proprio dalla vitale con-<br />

Budapest: celebrati i funerali<br />

del Nunzio Apostolico Lajos Kada<br />

Il 6 dicembre è stato celebrato a Budapest il funerale di S.E. Mons. Lajos<br />

Kada, Nunzio Apostolico, deceduto il 26 novembre nella medesima città.<br />

La Messa funebre, presente cadavere, è stata presieduta, nella Con-cattedrale<br />

di s. Stefano, da Sua Eminenza il Card. László Paskai, Arcivescovo di<br />

Esztergom-Budapest. Hanno concelebrato il Nunzio Apostolico in Ungheria,<br />

S.E. Mons. Karl-Josef Rauber; S.E. Mons. Angelo Acerbi, Nunzio Apostolico,<br />

in rappresentanza dell'Em.mo Cardinale Segretario di Stato e degli altri Superiori<br />

della Segreteria di Stato; S.E. Mons. Csaba Ternyák, Segretario della<br />

Congregazione per il Clero; S.E. Mons. István Seregely, Arcivescovo di Eger e<br />

Presidente della Conferenza Episcopale Ungherese; S.E. Mons. Henrich Mussinghof,<br />

Vescovo di Aquisgrana e Vice-presidente della Conferenza Episcopale<br />

Tedesca in rappresentanza della medesima; S.E. Mons. John Bukovsky, Nunzio<br />

Apostolico; l'Arcivescovo di Alba Julia (Romania); quasi tutti i Vescovi ungheresi<br />

ed un folto gruppo di sacerdoti e religiosi.<br />

Assisteva alla S. Messa il Presidente della Repubblica Ungherese, Dr. Ferene<br />

Mádl, altre autorità e numerosi amici ed estimatori del defunto Arcivescovo.<br />

Al Vangelo il Nunzio Apostolico in Ungheria ha pronunziato l'omelia ricordando<br />

i vari periodi della vita del compianto Rappresentante Pontificio, il<br />

suo servizio generoso al Papa e alla Chiesa, come pure il suo caritatevole aiuto<br />

a istituzioni e parrocchie del suo Paese, che in passato aveva sofferto per<br />

l'oppressione comunista.<br />

La salma del Defunto è stata tumulata nella tomba di famiglia nel cimitero<br />

«Kerepesi út» di Budapest, sua città natale. Prima della tumulazione, nella<br />

Cappella del cimitero, ha avuto luogo il rito delle Esequie, durante il quale il<br />

Presidente della Conferenza Episcopale Ungherese ha pronunziato un discorso<br />

esprimendo la viva gratitudine della Chiesa Ungherese per il costante attaccamento<br />

mostratole da S.E. Mons. Kada in tutta la sua vita.<br />

nessione con il Kýrios e dal cordiale riconoscimento<br />

della sua intramontabile<br />

regalità: «Tutte le cose sono vostre, voi<br />

siete di Cristo, e Cristo è di Dio» (1 Cor<br />

3, 23).<br />

2. «Gesù è il Cristo»<br />

A Corinto — raccontano gli Atti —<br />

«Paolo si dedicò tutto alla predicazione,<br />

affermando davanti ai Giudei che Gesù<br />

era il Cristo» (At 18, 5).<br />

Era naturale che, dovendo far conoscere<br />

e accettare la realtà trascendente e<br />

salvifica di Gesù di Nazareth a quanti<br />

erano di religione e di cultura ebraica si<br />

facesse ricorso alla categoria della «messianicità»,<br />

ben presente e diffusa tra gli<br />

israeliti.<br />

Senza dubbio, a facilitare l’approccio<br />

al protagonista dell’evento pasquale giovava<br />

additarlo come la risposta e l’esaudimento<br />

di un’attesa nota e condivisa:<br />

quella di un discendente di Davide, designato<br />

dalla tradizione come il «consacrato»<br />

per eccellenza; consacrato in modo<br />

eminente e singolare con una «unzione»,<br />

così come con una unzione era stata<br />

segnata e santificata, lungo la vicenda<br />

della nazione, la missione dei re, dei sacerdoti<br />

e dei profeti.<br />

«Cristo» — appellativo che subito viene<br />

assegnato al Risorto — è la traduzione<br />

greca della parola «messia», che appunto<br />

vuol dire «unto».<br />

«Gesù è il Cristo»: questa formula si<br />

affianca quindi nella predicazione apostolica<br />

alla formula «Gesù è Signore».<br />

Gesù e il titolo messianico<br />

La prima comunità aveva memoria<br />

che la qualifica messianica era già stata<br />

attribuita al Nazareno nei giorni della<br />

sua vita terrena.<br />

L’episodio più rilevante e meno obliabile<br />

a questo proposito era stata la dichiarazione<br />

di Simon Pietro a Cesarea<br />

di Filippo: «“Voi chi dite che io sia?”<br />

Pietro rispose: “Tu sei il Cristo”» (Mc 8,<br />

29: sý èi o Christòs).<br />

Ma non ci si dimenticava neppure che<br />

il Maestro, su questo punto, a lungo si<br />

era dimostrato guardingo e anzi aveva<br />

intimato addirittura una rigorosa reticenza:<br />

dopo la professione messianica di<br />

Pietro, annota lo stesso evangelista Marco,<br />

«impose loro severamente di non<br />

parlare di lui a nessuno» (Mc 8, 30):<br />

e più esplicitamente Matteo nel passo<br />

parallelo: «Ordinò ai discepoli di non<br />

dire ad alcuno che egli era il Cristo»<br />

(Mt 16, 20).<br />

La ragione di questo atteggiamento è<br />

facilmente intuibile: nel giudaismo dell’epoca<br />

l’attesa messianica era divenuta<br />

più che altro desiderio e sogno di un’azione<br />

di liberazione e di rinascita d’indole<br />

sociale, politica, nazionalistica.<br />

In concreto si aspirava a un «Consacrato»<br />

inviato dal Dio d’Israele, che<br />

spezzasse l’oppressione straniera e re-<br />

staurasse l’antico regno davidico. L’eventualità<br />

di un «messia» di questa natura<br />

era paventato anche dai dominatori<br />

romani; e proprio di questi timori si servono<br />

abilmente le autorità del sinedrio<br />

per spingere all’intervento il riluttante<br />

procuratore Pilato.<br />

Gesù viene condannato appunto con<br />

l’accusa di essersi presentato come «il<br />

Cristo, il re d’Israele» (cfr Mc 15, 32), il<br />

«re dei Giudei» (cfr Mc 15, 26) «detto<br />

Cristo» (cfr Mt 27, 17.22).<br />

Però negli ultimi giorni della sua permanenza<br />

terrena — quando ormai avvertiva<br />

prossima la «catastrofe» del Golgota,<br />

che avrebbe reso improponibile<br />

ogni sviante interpretazione «mondana»<br />

— Gesù aveva sciolto ogni riserva e oltrepassato<br />

tutte le precedenti cautele.<br />

Due occasioni erano state particolarmente<br />

significative ed eloquenti. C’era<br />

stato l’ingresso in Gerusalemme, voluto<br />

e personalmente organizzato da lui,<br />

nel quale egli si lascia acclamare coi<br />

titoli messianici di «Re» (cfr Lc 19, 38),<br />

di «Figlio di Davide» (cfr Mt 21, 9),<br />

di apportatore del «Regno» sperato<br />

(cfr Mc 11, 10).<br />

E c’era stata l’ora fatidica e decisiva<br />

del suo processo davanti al sinedrio,<br />

quando risponde affermativamente alla<br />

domanda se egli sia «il Cristo, il Figlio<br />

del Benedetto»: «Io lo sono» (cfr Mc 14,<br />

61-62).<br />

Perciò la comunità dei discepoli, che<br />

si ricostituisce dopo la Pentecoste, non<br />

ha dubbi nell’accogliere e predicare la<br />

dignità messianica come parte integrante<br />

della identità stessa del suo Maestro.<br />

Come testimoniano gli Atti, «ogni<br />

giorno nel tempio e a casa non cessavano<br />

di insegnare e di portare il lieto annunzio<br />

che Gesù è il Cristo» (At 5, 42:<br />

euanghelizòmenoi ton Christon Iesoùn).<br />

Un messianismo «pasquale»<br />

Questa nuova e ormai irrinunciabile<br />

«coscienza messianica» nasce nei discepoli<br />

ed è sorretta dalla vittoria gloriosa<br />

del Nazareno e dalla conseguente certezza<br />

— come essi affermano con franchezza<br />

davanti alle autorità e ai maggiorenti<br />

del loro popolo — che «Dio lo ha<br />

innalzato con la sua destra facendolo capo<br />

e salvatore, per dare a Israele la grazia<br />

della conversione e il perdono dei<br />

peccati» (At 5, 31); conversione e perdono<br />

che sono visti ormai come i veri beni<br />

che ci si deve attendere dal Messia.<br />

«Signore» e «Messia» («Cristo») appaiono<br />

ambedue nella catechesi «appellativi<br />

pasquali», illuminati e giustificati<br />

dalla novità della risurrezione. Si spiega<br />

quindi come da Pietro, nel discorso del<br />

giorno di Pentecoste, siano citati insieme<br />

e in connessione: «Sappia con certezza<br />

tutta la casa d’Israele che Dio ha<br />

costituito Signore e Messia (kýrion kài<br />

Christòn) quel Gesù che voi avete crocifisso»<br />

(At 2, 36).


.<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Mercoledì 12 Dicembre 2001<br />

VISITA «AD LIMINA» Il discorso di Giovanni Paolo II ai Vescovi della Chiesa caldea<br />

Nella giornata di digiuno del 14 dicembre domanderemo a Dio<br />

di assistere il vostro popolo e di aprire il cuore<br />

degli uomini alle sofferenze ingiustamente inflitte a tanti fratelli<br />

«Il giorno di digiuno al quale ho invitato<br />

tutti i fedeli cattolici sarà un'occasione<br />

propizia affinché tutta la Chiesa,<br />

sperimentando la privazione del cibo,<br />

sia in rapporto più stretto con le persone<br />

che soffrono. Quel giorno chiederemo<br />

a Dio di assistere il vostro popolo e<br />

di aprire il cuore degli uomini alle sofferenze<br />

ingiustamente inflitte a tanti loro<br />

fratelli». Con queste parole Giovanni<br />

Paolo II si è rivolto ai Vescovi della<br />

Chiesa caldea ricevuti in udienza nella<br />

mattina di martedì 11 dicembre, in occasione<br />

della visita «ad limina Apostolorum».<br />

Pubblichiamo qui di seguito il testo<br />

del suo discorso:<br />

Béatitude,<br />

Chers Frères dans l’épiscopat<br />

et dans le sacerdoce,<br />

1.Je suis heureux de vous<br />

accueillir aujourd’hui, vous les<br />

pasteurs de l’Eglise chaldéenne,<br />

venus de l’Irak, de l’Iran, du<br />

Liban, de l’Egypte, de la Syrie,<br />

de la Turquie et des Etats-Unis<br />

d’Amérique, avec votre Patriarche<br />

Sa Béatitude Raphaël Ier Bidawid,<br />

pour cette visite ad limina<br />

apostolorum. Il me plaît de<br />

vous saluer avec les mots qui<br />

ouvrent la deuxième épître de<br />

Pierre: «Simon-Pierre, serviteur<br />

et Apôtre de Jésus Christ, à<br />

ceux qui ont reçu par la justice<br />

de notre Dieu et Sauveur Jésus<br />

Christ une foi d’un aussi grand<br />

prix que la nôtre, à vous grâce<br />

et paix en abondance, par la<br />

connaissance de notre Seigneur!»<br />

(2 P 1, 1-2). Permettezmoi<br />

de remercier tout particulièrement<br />

ceux d’entre vous qui,<br />

après de longues années de service<br />

et de don d’eux-mêmes, ont<br />

remis leur charge épiscopale à<br />

la disposition du Synode patriarcal.<br />

Avec saint Paul, je<br />

«rends grâce à Dieu sans cesse<br />

à votre sujet, pour la grâce de<br />

Dieu qui vous a été accordée<br />

dans le Christ Jésus; car vous<br />

avez été comblés en lui de toutes<br />

les richesses, toutes celles de<br />

la parole et toutes celles de la<br />

science, à raison même de la<br />

fermeté qu’a prise en vous le témoignage<br />

du Christ» (1 Co 1,<br />

4-6).<br />

2.En cette heure, nous<br />

nous souvenons que le sang<br />

d’innombrables martyrs rendit<br />

féconde votre antique et vénérable<br />

Eglise chaldéenne des premiers<br />

siècles de l’ère chrétienne.<br />

Elle brilla par ses grands<br />

poètes et par ses enseignants,<br />

par ses écoles de théologie et<br />

d’exégèse, comme celle de Nisibe.<br />

Ses ascètes et ses moines<br />

l’illustrèrent d’une tradition<br />

mystique d’une rare profondeur<br />

spirituelle: qu’il suffise de nommer<br />

saint Ephrem, Docteur de<br />

l’Eglise appelé la «harpe du<br />

Saint-Esprit», qui peut résumer<br />

à lui seul tout ce que l’Eglise en<br />

votre région a donné à l’Eglise<br />

universelle!<br />

3.L’Eglise chaldéenne qui<br />

est en Irak traverse maintenant<br />

une période difficile et les causes<br />

de cette crise sont multiples,<br />

en son sein comme à l’extérieur.<br />

Mais n’est-ce pas précisément<br />

dans les temps de crise<br />

que nous devons, nous évêques,<br />

«entendre ce que l’Esprit dit<br />

aux Eglises» (Ap 2, 7)?<br />

Chers Frères, je vous dis une<br />

nouvelle fois ma compassion<br />

pour vos communautés qui<br />

sont en Irak, éprouvées comme<br />

l’ensemble de la population du<br />

pays, souffrant depuis des années<br />

des rigueurs de l’embargo<br />

qui lui a été imposé. Je supplie<br />

le Seigneur d’éclairer les intelligences<br />

et les cœurs des responsables<br />

des nations, pour qu’ils<br />

œuvrent en faveur du rétablissement<br />

d’une paix juste et durable<br />

dans cette région du monde,<br />

et pour que cessent toutes<br />

les atteintes à la sécurité des<br />

personnes et au bien des peuples.<br />

Le jour de jeûne auquel<br />

j’ai appelé tous les fidèles catholiques<br />

sera une occasion<br />

propice pour que toute l’Eglise,<br />

faisant l’expérience de la privation<br />

de nourriture, soit en relation<br />

plus étroite avec les hommes<br />

qui souffrent. Ce jour-là,<br />

nous demanderons à Dieu d’assister<br />

votre peuple et d’ouvrir le<br />

cœur des hommes aux souffrances<br />

injustement infligées à tant<br />

de leurs frères.<br />

4.Au cours des deux mille<br />

ans écoulés, le Seigneur n’a pas<br />

cessé d’aimer et de garder votre<br />

Eglise, restant fidèle à sa promesse:<br />

«Et moi, je suis avec<br />

vous tous les jours jusqu’à la<br />

fin du monde» (Mt 28, 20). Cette<br />

fidélité aimante du Seigneur à<br />

l’égard des siens est en quelque<br />

sorte le miroir dans lequel les<br />

évêques peuvent discerner leur<br />

propre fidélité, comme l’a mis<br />

en lumière la récente Assemblée<br />

générale ordinaire du Synode<br />

des Evêques, soulignant qu’ils<br />

étaient appelés à vivre la sainteté<br />

«dans l’exercice même de<br />

leur ministère apostolique, avec<br />

l’humilité et la force du Bon<br />

Pasteur» (Message de la Xe Assemblée<br />

générale ordinaire du<br />

Synode des Evêques, n.14).<br />

Comme j’ai déjà eu l’occasion<br />

de le dire, la charge de l’épiscopat<br />

«n’est pas un ministère à<br />

l’enseigne du triomphalisme,<br />

mais plutôt de la Croix du<br />

Christ» (Discours aux nouveaux<br />

évêques nommés entre le 1er janvier<br />

2000 et juin 2001, n. 2), qui<br />

vous fait serviteurs de vos frères<br />

à son exemple, lui qui était le<br />

Serviteur de tous. A travers vos<br />

rapports quinquennaux,<br />

l’évêque apparaît bien comme<br />

le serviteur de l’unité quand il<br />

s’applique à soutenir les prêtres,<br />

ses collaborateurs, dans<br />

l’exercice du ministère apostolique,<br />

et de les rassembler dans<br />

un même dynamisme missionnaire<br />

qui s’enracine toujours<br />

«Invoco con ardore su tutti i discepoli di Cristo il dono<br />

dell'unità, per la quale il Signore ha tanto pregato.<br />

So che avete dei buoni rapporti con le altre autorità<br />

religiose dei vostri Paesi. Consapevoli dell'importanza<br />

che ha assunto oggi il dialogo interreligioso, al servizio<br />

dell'intesa e della pace tra tutti gli uomini, e nello spirito<br />

del mio invito recente a tutti i responsabili delle religioni<br />

del mondo a riunirsi ancora una volta ad Assisi,<br />

continuate con tutti questo dialogo del quotidiano!»<br />

«Esprimo ancora una volta la mia compassione per le vostre comunità<br />

che si trovano in Iraq, provate come tutta la popolazione del Paese, che da anni soffre<br />

i rigori dell'embargo ad esso imposto. Supplico il Signore di illuminare le menti<br />

e i cuori dei responsabili delle nazioni, affinché operino per ristabilire<br />

una pace giusta e durevole in quella regione del mondo, e affinché cessino tutti gli attentati<br />

alla sicurezza delle persone e al bene dei popoli.<br />

Il giorno di digiuno al quale ho invitato tutti i fedeli cattolici sarà un'occasione propizia<br />

affinché tutta la Chiesa, sperimentando la privazione del cibo,<br />

sia in rapporto più stretto con le persone che soffrono»<br />

dans la fraternité sacramentelle,<br />

c’est-à-dire dans la communion<br />

la plus profonde au mystère du<br />

Christ. Avec eux, l’évêque porte<br />

le souci d’associer tous les fidèles,<br />

selon leurs charismes propres,<br />

aux orientations pastorales<br />

qu’il donne à son Eglise,<br />

pour qu’elle accomplisse sa<br />

mission première qui est d’annoncer<br />

l’Evangile. L’évêque est<br />

aussi serviteur de l’unité<br />

quand, avec ses frères évêques<br />

d’une même région ou d’un<br />

même rite, ou de rites différents,<br />

il s'attache à développer<br />

des collaborations et à discerner<br />

les signes des temps. Parce<br />

qu'ils sont les pasteurs du troupeau,<br />

en prenant soin de résider<br />

régulièrement dans leur diocèse,<br />

comme le rappelle opportunément<br />

le Code des Canons des<br />

Eglises orientales (can. 93; 204),<br />

le Patriarche et les évêques donnent<br />

un témoignage pour tout<br />

le peuple, assurant la mission<br />

qui leur est confiée avec prudence<br />

et équité, ayant à cœur<br />

de mener une vie conforme à<br />

leur ministère.<br />

5.A juste titre, votre Eglise<br />

est fière de ses prêtres, de ses<br />

religieux et de ses fidèles: ils<br />

sont sa force vive dans l'épreuve<br />

et il convient de ne pas les décourager.<br />

Je tiens d'abord à remercier<br />

les prêtres. Transmettez-leur<br />

les salutations affectueuses<br />

du Pape, qui rend grâce<br />

pour tout ce qu'ils réalisent par<br />

leur ministère. Ils vivent au milieu<br />

de leurs frères, dans des<br />

conditions parfois éprouvantes<br />

pour leur annoncer la Bonne<br />

Nouvelle du salut, pour célébrer<br />

les sacrements de la Nouvelle<br />

Alliance et pour les conduire<br />

à travers les vicissitudes<br />

du temps présent jusqu'à la patrie<br />

céleste. Ils sont particulièrement<br />

attentifs à la situation des<br />

jeunes, soutenant leur espérance<br />

chrétienne et les aidant à<br />

prendre place dans la société.<br />

Ils se font proches aussi de<br />

ceux qui ont quitté leur pays<br />

d'origine et qui vivent la condition<br />

précaire de réfugiés ou<br />

d’immigrés.Qu’ils continuent<br />

avec courage leur labeur apostolique,<br />

sans se lasser de faire<br />

le bien (cf. 2 Th 3, 13)!<br />

Dans un bon nombre de vos<br />

diocèses, des jeunes veulent devenir<br />

prêtres. C’est un signe de<br />

la vitalité spirituelle des communautés<br />

qui les portent.<br />

J’insiste sur la chance et la responsabilité<br />

que représentent<br />

pour vous, évêques, ces vocations<br />

de jeunes, et sur la nécessité<br />

qui s’impose de les accompagner<br />

avec discernement jusqu’à<br />

l’ordination. Le Séminaire<br />

patriarcal inter-rituel, qui se<br />

trouve à Bagdad, doit être une<br />

préoccupation importante de<br />

votre ministère épiscopal; il importe<br />

qu’il soit animé par une<br />

équipe de prêtres compétents et<br />

estimés, capables de transmettre<br />

aux séminaristes le dépôt de<br />

la foi, et de les ouvrir à la compréhension<br />

et à la contemplation<br />

du mystère chrétien. Le fait<br />

que le Séminaire forme des séminaristes<br />

de différents rites<br />

laisse bien augurer de l’avenir<br />

de l’Eglise, permettant que les<br />

futurs prêtres approfondissent<br />

davantage leur propre tradition<br />

tout en accueillant avec estime<br />

et bienveillance celle des autres<br />

rites, en vue des nécessaires collaborations,<br />

et qu’ils s’ouvrent<br />

aussi aux possibles coopérations<br />

avec les fidèles des autres<br />

Eglises et Communautés ecclésiales.<br />

Que les religieux et religieuses<br />

qui apportent leur précieuse<br />

collaboration à la vie de vos<br />

diocèses soient également remerciés!<br />

Dans une grande<br />

proximité pastorale avec le peuple,<br />

ils témoignent courageusement<br />

des valeurs évangéliques,<br />

selon leurs vœux religieux, et<br />

ils font preuve d’une grande<br />

disponibilité pour le service de<br />

la mission, collaborant avec les<br />

prêtres diocésains. Souvent en-<br />

«Dovete affrontare concretamente l'urgenza pastorale<br />

dei vostri fedeli in situazione di diaspora.<br />

So che vivete il fenomeno dell'emigrazione<br />

come una grave difficoltà, poiché esso impoverisce<br />

le comunità locali e mette le persone in una situazione<br />

di sradicamento, fenomeno accentuato dalle sanzioni<br />

economiche contro l'Iraq. Potete affrontare<br />

questo dramma solo collegialmente, convinti che l'avvenire<br />

della Chiesa caldea è anche nella diaspora»<br />

gagés dans le service de l’éducation<br />

des enfants et des jeunes,<br />

ainsi que dans l’assistance aux<br />

malades et aux pauvres, ils sont<br />

témoins de la tendresse de Dieu<br />

pour un peuple qui souffre.<br />

6.Les fidèles ont soif de la<br />

Parole de Dieu mais aussi<br />

d’une solide formation doctrinale<br />

et spirituelle pour grandir<br />

dans l’expérience de Dieu et<br />

pour trouver force et encouragement,<br />

afin d’être de vrais témoins<br />

de l’Evangile au quotidien,<br />

dans la vie familiale, professionnelle<br />

et sociale. Je vous<br />

invite à développer partout où<br />

c’est possible des programmes<br />

de formation des laïcs qui répondent<br />

à cette attente. Ainsi,<br />

les laïcs pourront participer, de<br />

manière spécifique et originale,<br />

par le témoignage de leur vie et<br />

par l’annonce du Christ Sauveur,<br />

à l’œuvre de la nouvelle<br />

évangélisation, tout en manifestant<br />

respect et volonté de dialogue<br />

vis-à-vis des croyants d’autres<br />

religions au milieu desquels<br />

ils vivent.<br />

7.Vous venez, chers Frères,<br />

de célébrer, ici à Rome, un<br />

Synode de votre Eglise patriarcale<br />

et je rends grâce pour ce<br />

travail fraternel qui vous procure<br />

un soutien mutuel, et qui<br />

vous aide à apprécier ensemble<br />

les besoins de l’Eglise et à évaluer<br />

les progrès communs, afin<br />

de poursuivre avec courage le<br />

renouvellement nécessaire de<br />

vos communautés, dans l’esprit<br />

de leur grande tradition et dans<br />

la fidélité au Concile œcuménique<br />

Vatican II.<br />

Je vous demande d’être particulièrement<br />

attentifs aux structures<br />

de communion au sein de<br />

votre Eglise patriarcale. Dans<br />

une Eglise orientale catholique,<br />

l’Assemblée synodale est un des<br />

lieux privilégiés de la communion<br />

fraternelle, qui restera toujours<br />

la source de votre efficacité<br />

apostolique, selon le com-<br />

mandement du Seigneur lui-même:<br />

«Ce qui montrera à tous<br />

que vous êtes mes disciples,<br />

c’est l’amour que vous aurez<br />

les uns pour les autres» (Jn 13,<br />

35). Au nom du Seigneur, je<br />

vous exhorte à dépasser tout esprit<br />

partisan, pour unir toujours<br />

davantage vos forces. Que<br />

tout se passe dans la franchise<br />

fraternelle, pour que vous cherchiez<br />

sans cesse la volonté du<br />

Seigneur et que l’intérêt personnel<br />

n’occulte pas le service pastoral<br />

dont vous avez la charge!<br />

Le Patriarche est «père et chef»<br />

de votre Eglise. De ce fait, il est<br />

de son devoir de montrer<br />

l’exemple et de favoriser la<br />

communion au sein de l’épiscopat,<br />

appelé à travailler pour le<br />

bien de tous. Je demande à<br />

l’Esprit Saint d’affermir entre<br />

vous un climat vraiment fraternel<br />

et confiant, pour dépasser<br />

les difficultés présentes. Je<br />

souhaite vivement que, dans la<br />

même perspective, vous donniez<br />

une vigueur nouvelle au travail<br />

de la Réunion inter-rituelle des<br />

Evêques de l’Irak, qui doit être<br />

convoquée à intervalles réguliers<br />

pour entretenir un travail<br />

commun, réel et efficace, au<br />

service de l’évangélisation.<br />

Je vous encourage à poursuivre<br />

les bonnes relations avec<br />

nos frères chrétiens d’autres<br />

confessions, en ayant à cœur de<br />

susciter des initiatives renouvelées<br />

de prière et de témoignage<br />

communs, et j’appelle avec ardeur<br />

sur tous les disciples du<br />

Christ le don de l’unité pour laquelle<br />

le Seigneur a tant prié. Je<br />

sais que vous entretenez de<br />

bons rapports avec les autres<br />

Autorités religieuses de vos<br />

pays. Sachant l’importance prise<br />

aujourd’hui par le dialogue<br />

interreligieux, au service de<br />

l’entente et de la paix entre tous<br />

les hommes, et dans l’esprit de<br />

l’invitation que j’ai lancée récemment<br />

à tous les responsables<br />

des religions du monde de<br />

se retrouver une nouvelle fois à<br />

Assise, continuez avec tous ce<br />

dialogue du quotidien!<br />

8.Vous devez faire face<br />

concrètement à l’urgence pastorale<br />

de vos fidèles en situation<br />

de diaspora. Je sais que vous<br />

éprouvez comme une grave difficulté<br />

le phénomène de l’émigration,<br />

qui appauvrit les communautés<br />

locales et qui met les<br />

personnes en situation de déracinement,<br />

phénomène encore<br />

accentué par les sanctions économiques<br />

contre l’Irak. Vous<br />

ne pouvez affronter ce drame<br />

que collégialement, dans la conviction<br />

que l’avenir de l’Eglise<br />

chaldéenne se joue aussi dans<br />

la diaspora. Soyez assurés que<br />

le Saint-Siège et les Eglises particulières<br />

répandues à travers le<br />

monde vous aideront à assumer<br />

les besoins pastoraux de la<br />

diaspora, pour laquelle il vous<br />

revient de déployer l’accompagnement<br />

pastoral qui s’impose!<br />

9.Béatitude, chers Frères<br />

dans l’épiscopat et dans le sacerdoce,<br />

portez à tous les fidèles<br />

de l’Eglise chaldéenne de vos<br />

diocèses les salutations cordiales<br />

du Successeur de Pierre, et<br />

transmettez mes encouragements<br />

affectueux aux prêtres et<br />

aux diacres, ainsi qu’aux religieux<br />

et aux religieuses, tous<br />

tant dévoués au service de leurs<br />

frères! Que la protection maternelle<br />

de la Vierge Marie, que<br />

nous venons de fêter en son Immaculée<br />

Conception, vous accompagne<br />

chaque jour dans votre<br />

mission! A tous, je donne de<br />

grand cœur la Bénédiction<br />

apostolique.


.<br />

PAGINA<br />

7 .<br />

Una traduzione italiana<br />

del discorso del Santo Padre<br />

Beatitudine,<br />

Cari Fratelli nell'Episcopato e<br />

nel Sacerdozio,<br />

1. Sono lieto di accogliervi oggi,<br />

voi Pastori della Chiesa caldea,<br />

venuti dall'Iraq, dall'Iran,<br />

dal Libano, dall'Egitto, dalla Siria,<br />

dalla Turchia e dagli Stati<br />

Uniti d'America, con il vostro<br />

Patriarca, Sua Beatitudine Raphaël<br />

I Bidawid, per questa visita<br />

ad limina Apostolorum. Desidero<br />

salutarvi con le parole che<br />

aprono la seconda Lettera di<br />

Pietro: «Simon Pietro, servo e<br />

apostolo di Gesù Cristo, a coloro<br />

che hanno ricevuto per la giustizia<br />

del nostro Dio e salvatore<br />

Gesù Cristo: grazia e pace sia<br />

concessa a voi in abbondanza,<br />

nella conoscenza di Dio e di Gesù<br />

Signore nostro» (2 Pt 1, 1-2).<br />

Permettetemi di ringraziare particolarmente<br />

coloro fra voi che,<br />

dopo lunghi anni di servizio e di<br />

dono di sé, hanno messo il loro<br />

incarico episcopale a disposizione<br />

del Sinodo patriarcale. Con<br />

san Paolo, «ringrazio continuamente<br />

il mio Dio per voi, a motivo<br />

della grazia di Dio che vi è<br />

stata data in Cristo Gesù, perché<br />

in lui siete stati arricchiti di tutti<br />

i doni, quelli della parola e quelli<br />

della scienza. La testimonianza<br />

di Cristo si è infatti stabilita tra<br />

voi così saldamente» (1 Cor 1,<br />

4-6).<br />

2. In questo periodo ricordiamo<br />

che il sangue di innumerevoli<br />

martiri rese feconda la vostra<br />

antica e venerabile Chiesa caldea<br />

dei primi secoli dell'era cristiana.<br />

Brillò grazie ai suoi grandi<br />

poeti e ai suoi insegnanti, alle<br />

sue scuole di teologia e di esegesi,<br />

come quelle di Nisibe. I suoi<br />

asceti e monaci la illuminarono<br />

con una tradizione mistica di rara<br />

profondità spirituale: basta citare<br />

sant'Efrem, Dottore della<br />

Chiesa chiamato «l'arpa dello<br />

Spirito Santo», che può riassumere<br />

da solo tutto ciò che la<br />

Chiesa nella vostra regione ha<br />

dato alla Chiesa universale!<br />

3. La Chiesa caldea in Iraq attraversa<br />

ora un periodo difficile<br />

e le cause di tale crisi sono molteplici,<br />

all'interno e all'esterno.<br />

Ma non è proprio nei periodi di<br />

crisi che noi Vescovi dobbiamo<br />

ascoltare «ciò che lo Spirito dice<br />

alle Chiese» (Ap 2, 7)?<br />

Cari Fratelli, esprimo ancora<br />

una volta la mia compassione<br />

per le vostre comunità che si<br />

trovano in Iraq, provate come<br />

tutta la popolazione del Paese,<br />

che da anni soffre i rigori dell'embargo<br />

ad esso imposto. Supplico<br />

il Signore di illuminare le<br />

menti e i cuori dei responsabili<br />

delle nazioni, affinché operino<br />

per ristabilire una pace giusta e<br />

durevole in quella regione del<br />

mondo, e affinché cessino tutti<br />

gli attentati alla sicurezza delle<br />

persone e al bene dei popoli. Il<br />

giorno di digiuno al quale ho invitato<br />

tutti i fedeli cattolici sarà<br />

un'occasione propizia affinché<br />

tutta la Chiesa, sperimentando<br />

la privazione del cibo, sia in rapporto<br />

più stretto con le persone<br />

che soffrono. Quel giorno chiederemo<br />

a Dio di assistere il vostro<br />

popolo e di aprire il cuore<br />

degli uomini alle sofferenze ingiustamente<br />

inflitte a tanti loro<br />

fratelli.<br />

4. Durante i duemila anni trascorsi,<br />

il Signore ha continuato<br />

ad amare e a mantenere la Chiesa,<br />

restando fedele alla sua promessa:<br />

«Ecco, io sono con voi<br />

tutti i giorni, fino alla fine del<br />

mondo» (Mt 28, 20). Questa fedeltà<br />

amorevole del Signore verso<br />

i suoi è in un certo senso lo<br />

specchio in cui i Vescovi possono<br />

discernere la propria fedeltà,<br />

come è stato messo in luce nella<br />

recente Assemblea generale ordinaria<br />

del Sinodo dei Vescovi, in<br />

cui si sottolinea che sono stati<br />

chiamati a vivere la santità «nell'esercizio<br />

stesso del loro ministero<br />

apostolico, con l'umiltà e<br />

la forza del Buon Pastore» (Messaggio<br />

della X Assemblea generale<br />

ordinaria del Sinodo dei<br />

Vescovi, n. 14). Come ho già<br />

avuto occasione di dire, l'incarico<br />

dell'Episcopato «non è un ministero<br />

all'insegna del trionfalismo,<br />

ma piuttosto della Croce di<br />

Cristo» (Discorso ai nuovi Vescovi<br />

nominati tra il 1° gennaio<br />

2000 e il mese di giugno 2001,<br />

n. 2), che vi rende servi dei vostri<br />

fratelli sull'esempio di Lui<br />

che era il Servo di tutti. Nei vostri<br />

Rapporti quinquennali, il Vescovo<br />

appare come il servo del-<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Mercoledì 12 Dicembre 2001<br />

l'unità quando si impegna a sostenere<br />

i sacerdoti, i suoi collaboratori<br />

nell'esercizio del ministero<br />

apostolico e li riunisce in<br />

un unico dinamismo missionario,<br />

sempre radicato nella fraternità<br />

sacramentale, ossia nella comunione<br />

più profonda al mistero<br />

di Cristo. Con ciò il Vescovo<br />

si preoccupa di associare i fedeli,<br />

secondo i propri carismi, agli<br />

orientamenti pastorali che dà alla<br />

sua Chiesa, affinché essa compia<br />

la sua missione primaria che<br />

è di annunciare il Vangelo. Il<br />

Vescovo è anche servo dell'unità<br />

quando, con i suoi fratelli Vescovi<br />

di una stessa regione o di uno<br />

stesso rito, o di riti diversi, si<br />

impegna a sviluppare delle collaborazioni<br />

e a discernere i segni<br />

dei tempi. Essi sono infatti i Pastori<br />

del gregge e si preoccupano<br />

di risiedere regolarmente nella<br />

loro Diocesi, come ricorda opportunamente<br />

il Codice dei Canoni<br />

delle Chiese Orientali (can.<br />

93; 204); il Patriarca e i Vescovi<br />

offrono testimonianza per tutto<br />

il popolo, garantendo la missione<br />

che è loro affidata con prudenza<br />

ed equità, preoccupandosi<br />

di condurre una vita conforme<br />

al loro ministero.<br />

5. La vostra Chiesa è giustamente<br />

orgogliosa dei suoi sacerdoti,<br />

dei suoi religiosi e dei suoi<br />

fedeli: essi rappresentano la sua<br />

forza viva nelle difficoltà ed è<br />

opportuno non scoraggiarli. Voglio<br />

innanzitutto ringraziare i sacerdoti.<br />

Portate loro i saluti affettuosi<br />

del Papa, che rende grazie<br />

per tutto ciò che essi realizzano<br />

attraverso il loro ministero.<br />

Vivono con i fratelli, in condizioni<br />

a volte difficilissime, per annunciare<br />

loro la Buona Novella<br />

della salvezza, per celebrare i<br />

Sacramenti della Nuova Alleanza<br />

e per guidarli attraverso le vicissitudini<br />

del tempo presente fino<br />

alla patria celeste. Sono particolarmente<br />

attenti alla situazione<br />

dei giovani: sostengono la loro<br />

speranza cristiana e li aiutano<br />

ad inserirsi nella società. Si avvicinano<br />

anche a coloro che hanno<br />

lasciato il Paese d'origine e<br />

vivono in condizioni precarie da<br />

rifugiati o immigrati. Che continuino<br />

con coraggio la loro opera<br />

apostolica, senza mai scoraggiar-<br />

si nel fare il bene (cfr 2 Ts<br />

3,13)!<br />

In numerose vostre Diocesi, i<br />

giovani vogliono diventare sacerdoti.<br />

È un segno di vitalità spirituale<br />

delle comunità in cui vivono.<br />

Insisto sulla fortuna e la responsabilità<br />

che rappresentano<br />

per voi Vescovi, queste vocazioni<br />

di giovani, e sulla necessità<br />

che si impone di accompagnarli<br />

con discernimento fino all'Ordinazione.<br />

Il Seminario patriarcale<br />

interrituale, che si trova a Bagdad,<br />

deve essere una preoccupazione<br />

importante del vostro ministero<br />

episcopale; è importante<br />

che sia animato da un gruppo di<br />

sacerdoti competenti e stimati,<br />

capaci di trasmettere ai seminaristi<br />

il deposito della fede e di<br />

aprirli alla comprensione e alla<br />

contemplazione del mistero cristiano.<br />

Il fatto che il Seminario<br />

formi seminaristi di diversi riti è<br />

di buon augurio per l'avvenire<br />

della Chiesa, poiché permette ai<br />

futuri sacerdoti di approfondire<br />

maggiormente la propria tradizione<br />

pur accogliendo con stima<br />

e benevolenza quella degli altri<br />

riti, in vista delle necessarie collaborazioni,<br />

e di aprirsi anche alle<br />

possibili cooperazioni con i fedeli<br />

delle altre Chiese e Comunità<br />

ecclesiali.<br />

Ringraziate anche i religiosi,<br />

uomini e donne, che danno la<br />

loro preziosa collaborazione alla<br />

vita delle Diocesi! Nella loro<br />

grande vicinanza pastorale con il<br />

popolo, testimoniano coraggiosamente<br />

i valori evangelici, secondo<br />

i voti religiosi, e dimostrano<br />

una grande disponibilità per il<br />

servizio della missione, collaborando<br />

con i sacerdoti diocesani.<br />

Spesso impegnati nel servizio<br />

dell'educazione dei bambini e<br />

dei giovani e nell'assistenza ai<br />

malati e ai popoli, essi sono testimoni<br />

della tenerezza di Dio<br />

verso un popolo che soffre.<br />

6. I fedeli hanno sete della Parola<br />

di Dio, ma anche di una solida<br />

formazione dottrinale e spirituale<br />

per crescere nell'esperienza<br />

di Dio e per trovare forza e<br />

incoraggiamento ed essere così<br />

autentici testimoni del Vangelo<br />

quotidiano, nella vita familiare,<br />

professionale e sociale. Vi invito<br />

a sviluppare ovunque è possibile<br />

programmi di formazione dei<br />

laici che rispondano a questa<br />

aspettativa. I laici potranno così<br />

partecipare, in modo specifico<br />

ed originale, con la testimonianza<br />

della loro vita e con l'annuncio<br />

di Cristo Salvatore, all'opera<br />

della nuova evangelizzazione,<br />

pur manifestando rispetto e volontà<br />

di dialogo nei confronti dei<br />

credenti di altre religioni tra i<br />

quali essi vivono.<br />

7. Cari Fratelli, avete appena<br />

celebrato qui a Roma un Sinodo<br />

della vostra Chiesa patriarcale e<br />

rendo grazie per questo lavoro<br />

fraterno che vi procura un sostegno<br />

reciproco e che vi aiuta ad<br />

apprezzare insieme i bisogni della<br />

Chiesa e a valutare i progressi<br />

comuni, per proseguire con coraggio<br />

il rinnovamento necessario<br />

delle vostre comunità, nello<br />

spirito della loro grande tradizione<br />

e nella fedeltà al Concilio<br />

ecumenico Vaticano II.<br />

Vi chiedo di essere particolarmente<br />

attenti alle strutture di<br />

comunione nella vostra Chiesa<br />

patriarcale. In una Chiesa orientale<br />

cattolica, l'Assemblea sinodale<br />

è uno degli spazi privilegiati<br />

della comunione fraterna, che<br />

resterà sempre la fonte della vostra<br />

efficacia apostolica, secondo<br />

il comandamento del Signore:<br />

«Da questo tutti sapranno che<br />

siete miei discepoli, se avrete<br />

amore gli uni per gli altri» (Gv<br />

13, 35). In nome del Signore, vi<br />

esorto a superare ogni atteggiamento<br />

di parte, per unire sem-<br />

L'indirizzo d'omaggio<br />

rivolto al Papa<br />

dal Patriarca<br />

S.B. Raphaël I Bidawid<br />

In apertura di udienza, il Patriarca<br />

di Babilonia dei Caldei, S.B.<br />

Raphaël I Bidawid, ha rivolto al<br />

Santo Padre il seguente indirizzo<br />

d'omaggio:<br />

La Chiesa Caldea, nella persona<br />

del suo Patriarca insieme con i<br />

suoi Vescovi, in occasione della visita<br />

«ad limina Apostolorum» e del<br />

Sinodo Patriarcale celebrato a Roma<br />

in questi giorni, si onora di<br />

presentare i suoi sentimenti filiali,<br />

augurandoLe buona salute e lunga<br />

vita, memore del Suo grande amore<br />

e dei Suoi ripetuti interventi a<br />

favore della pace in Iraq, condannando<br />

l'embargo crudele e disumano<br />

che da più di dieci anni continua<br />

a disseminare miseria e morte,<br />

un vero spietato genocidio, senza<br />

precedenti nella storia.<br />

Il Suo grande cuore paterno rimane<br />

per noi un sostegno nelle<br />

nostre dure prove, per poter vivere<br />

la nostra fede da veri discepoli di<br />

Cristo.<br />

Umilmente chiedo la Sua Benedizione<br />

Apostolica per tutti noi qui<br />

presenti, per il nostro martoriato<br />

Paese e per la nostra Chiesa Caldea.<br />

pre più le vostre forze. Che tutto<br />

avvenga nella franchezza fraterna,<br />

in modo da cercare continuamente<br />

la volontà del Signore<br />

senza che l'interesse personale<br />

occulti il servizio pastorale che<br />

vi è stato affidato! Il Patriarca è<br />

«padre e capo» della vostra Chiesa.<br />

Per questo è suo dovere dare<br />

l'esempio e favorire la comunione<br />

nell'Episcopato, chiamato ad<br />

operare per il bene di tutti.<br />

Chiedo allo Spirito Santo di consolidare<br />

tra voi un clima di fraternità<br />

e fiducia vere per superare<br />

le difficoltà presenti. Auguro<br />

vivamente che in questa stessa<br />

prospettiva, diate nuovo vigore<br />

al lavoro della Riunione interrituale<br />

dei Vescovi dell'Iraq che<br />

deve essere convocata ad intervalli<br />

regolari per proseguire un<br />

lavoro comune, reale ed efficace<br />

al servizio dell'evangelizzazione.<br />

Vi incoraggio a mantenere<br />

buoni rapporti con i nostri fratelli<br />

cristiani di altre confessioni,<br />

avendo a cuore di elaborare iniziative<br />

rinnovate di preghiera e<br />

di testimonianza comuni, e invoco<br />

con ardore su tutti i discepoli<br />

di Cristo il dono dell'unità, per<br />

la quale il Signore ha tanto pregato.<br />

So che avete dei buoni<br />

rapporti con le altre autorità religiose<br />

dei vostri Paesi. Consapevoli<br />

dell'importanza che ha assunto<br />

oggi il dialogo interreligioso,<br />

al servizio dell'intesa e della<br />

pace tra tutti gli uomini, e nello<br />

spirito del mio invito recente a<br />

tutti i responsabili delle religioni<br />

del mondo a riunirsi ancora una<br />

volta ad Assisi, continuate con<br />

tutti questo dialogo del quotidiano!<br />

8. Dovete affrontare concretamente<br />

l'urgenza pastorale dei<br />

vostri fedeli in situazione di diaspora.<br />

So che vivete il fenomeno<br />

dell'emigrazione come una grave<br />

difficoltà, poiché esso impoverisce<br />

le comunità locali e mette le<br />

persone in una situazione di sradicamento,<br />

fenomeno accentuato<br />

dalle sanzioni economiche<br />

contro l'Iraq. Potete affrontare<br />

questo dramma solo collegialmente,<br />

convinti che l'avvenire<br />

della Chiesa caldea è anche nella<br />

diaspora. Siate sicuri che la Santa<br />

Sede e le Chiese particolari<br />

sparse nel mondo vi aiuteranno<br />

ad affrontare i bisogni pastorali<br />

della diaspora, per la quale dovete<br />

assicurare il necessario accompagnamento<br />

pastorale!<br />

9. Beatitudine, cari Fratelli<br />

nell'Episcopato e nel sacerdozio,<br />

portate a tutti i fedeli della Chiesa<br />

caldea delle vostre Diocesi i<br />

saluti cordiali del Successore di<br />

Pietro, e trasmettete il mio incoraggiamento<br />

affettuoso ai sacerdoti<br />

e ai diaconi, ai religiosi e alle<br />

religiose, tutti tanto devoti al<br />

servizio dei loro fratelli! La protezione<br />

materna della Vergine<br />

Maria, che abbiamo appena festeggiato<br />

in occasione dell'Immacolata<br />

Concezione, vi accompagni<br />

ogni giorno nella vostra<br />

missione! A tutti imparto di tutto<br />

cuore la Benedizione Apostolica.


.<br />

PAGINA<br />

MILANO<br />

Milano e l’intera Arcidiocesi ambrosiana<br />

si apprestano a vivere con grande impegno<br />

la giornata del 14 dicembre, rispondendo<br />

all’invito fatto dal Papa Giovanni<br />

Paolo II durante l’Angelus del 18<br />

novembre. Un comunicato del Vicario<br />

generale da diversi giorni ha informato<br />

che in Duomo si terrà alle ore 12.45 un<br />

momento di preghiera, al quale sarà presente<br />

il Cardinale Carlo Maria Martini,<br />

Arcivescovo di Milano, ed al quale sono<br />

invitati a partecipare tutti coloro che lo<br />

potranno. «Le parrocchie fuori città —<br />

ha aggiunto ilVicario — sono invitate a<br />

compiere un gesto simile a quanto avviene<br />

in Cattedrale, possibilmente negli stessi<br />

orari. Tutte le parrocchie potranno<br />

studiare e mettere in atto altre iniziative<br />

di preghiera e di digiuno, in comunione<br />

con il Santo Padre e secondo le finalità da<br />

lui indicate».<br />

Rispondendo a questo appello, si sono<br />

mobilitati Zone, Decanati e singole Parrocchie,oltre<br />

ad associazioni e movimenti.Così,sullastessapiazzadel<br />

Duomo,<br />

dopo l’incontro con il Cardinale si terrà<br />

un’ulteriore manifestazione per la pace,<br />

fatta di silenzio e testimonianze, cui aderiscono<br />

fra gli altri la Caritas, le Acli e la<br />

Pastorale per la vita sociale e del lavoro.<br />

La Caritas ambrosiana, inoltre, ha organizzato<br />

presso il Centro Paolo VI di<br />

corso Venezia, a partire dalle ore 9.45,<br />

un convegno dal titolo «Temi di pace, stili<br />

di vita. Le domande di pace e i percorsi<br />

possibili»; presso il Centro San Fedele,<br />

si tiene una lectio dalle 18 alle 24.<br />

Gli appuntamenti in diocesi sono tantissimi,<br />

citiamo solo quelli di alcune città:<br />

a Varese preghiera in basilica per tutti<br />

dalle ore 13 alle 13.30, la sera per i giovani<br />

in Sant’Antonio Abate; a Monza veglia<br />

di preghiera proposta dalla Caritas,<br />

mentre tutte le parrocchie saranno aperte<br />

dalle 19 alle 20.30 per l’adorazione eucaristica;<br />

a Busto Arsizio, alle 19 cena<br />

povera e momento di preghiera e dibattito;<br />

a Gallarate, oltre alla preghiera con<br />

digiuno durante la «pausa pranzo», viene<br />

proposta un’adorazione nel pomeriggio<br />

specificamente rivolta agli anziani; a Legnano,<br />

i giovani si trovano la sera per<br />

una veglia di digiuno e preghiera. (Alberto<br />

Manzoni)<br />

TORINO<br />

Il digiuno, e la preghiera silenziosa di<br />

fronte al Signore: l’invito del Cardinale<br />

Severino Poletto alla Chiesa torinese è<br />

impegnativo e forte: si tratta di aderire<br />

con tutto il cuore alla richiesta lanciata<br />

dal Papa, e di mettere di fronte al Signore<br />

l’implorazione per la pace accompagnata<br />

da gesti concreti di rinuncia e sacrificio.<br />

Il Cardinale celebrerà la Messa alle<br />

12.30 nel Santuario della Consolata, cuore<br />

della devozione torinese; al termine<br />

dell’Eucaristia viene proposta un’ora di<br />

adorazione eucaristica. Nel messaggio<br />

con cui, attraverso il settimanale diocesano<br />

«La voce del popolo», l’Arcivescovo<br />

di Torino ha lanciato la sua proposta,<br />

egli invita tutti i parroci della diocesi «a<br />

proporre anche alle loro Comunità un<br />

particolare momento di preghiera, riflessione<br />

e digiuno e di mantenere vigilante<br />

l’orazione in tutto il tempo di Avvento.<br />

Secondo le indicazioni del Papa — scrive<br />

il Cardinale — ciò di cui ci si priva con il<br />

digiuno potrà essere messo a disposizione<br />

dei poveri, in particolare di chi soffre<br />

in questo momento le conseguenze del<br />

terrorismo e dei conflitti, specialmente i<br />

numerosi profughi dell’Afghanistan. La<br />

Sacra Scrittura ci insegna che la preghiera<br />

acquista forza se è accompagnata dal<br />

digiuno e dall’elemosina».<br />

Le offerte raccolte in questa giornata<br />

saranno devolute alla Caritas diocesana<br />

torinese, impegnata con progetti mirati<br />

al sostegno delle popolazioni di Afghanistan<br />

e Pakistan; i fondi «torinesi» confluiranno<br />

nelle raccolte di Caritas italiana e<br />

del Pontificio Consiglio «Cor Unum».<br />

Il Cardinale Poletto è anche tra i firmatari<br />

del recente messaggio dei Vescovi<br />

di Piemonte e Valle d'Aosta sulla giornata<br />

del 14 dicembre. «La presente situazione<br />

— scrivono i Presuli —, carica di<br />

distruzione e di morte, generatasi a seguito<br />

di un terrorismo altrettanto devastante<br />

che vede coinvolti molti Paesi, ed<br />

in particolare l’Afghanistan e la Palestina,<br />

pone alla coscienza dei credenti e degli<br />

uomini di buona volontà, a fronte anche<br />

dell’inquietante prospettiva dell’estendersi<br />

del conflitto, più di un interrogativo<br />

sulla validità di tale scelta.<br />

«Tenendo come riferimento — aggiungono<br />

— il Vangelo che ci ricorda: “Beati<br />

quelli che portano la pace”, ricordando<br />

le chiare e forti indicazioni dei Pontefici<br />

che da cinquant’anni ripetono come l’uso<br />

delle armi sia inumano, coscienti delle<br />

devastanti conseguenze dei conflitti attuali<br />

condotti con mezzi micidiali, non<br />

possiamo nascondere la nostra grave<br />

preoccupazione sul presente e per il<br />

prossimo futuro.<br />

«In comunione con il Santo Padre —<br />

concludono i Vescovi di Piemonte e Valle<br />

d'Aosta —, infaticabile e tenace assertore<br />

del dialogo e della pace, accogliendo<br />

la sua esortazione alla preghiera ed al digiuno<br />

per la conversione dei cuori, di cui<br />

tutti sentiamo il bisogno, siamo convinti<br />

che solo il consenso e l’azione effettiva<br />

dei singoli uomini, delle Comunità e delle<br />

Organizzazioni internazionali, tendenti<br />

a creare condizioni di vita più umana e<br />

più giuste per i poveri del mondo, restano<br />

le vie praticabili per assicurare all’umanità<br />

un futuro di pace. Invochiamo<br />

perciò dal Signore e chiediamo ai responsabili<br />

delle Nazioni che si fermi il rumore<br />

delle armi onde possa operare e<br />

prevalere la forza della ragione». (Marco<br />

Bonatti)<br />

8 .<br />

GENOVA<br />

Il settore emergenze della Caritas Diocesana<br />

di Genova ha accolto l’invito del<br />

Santo Padre e del suo Arcivescovo, il<br />

Cardinale Dionigi Tettamanzi, e si unisce<br />

all’iniziativa del giorno di digiuno del 14<br />

dicembre. Per ogni parrocchia e comunità<br />

c’è l’invito a sostare in implorazione<br />

orante per rafforzare e avvalorare ulteriormente<br />

il digiuno.<br />

A questo scopo è stato predisposto<br />

uno schema per impostare una «veglia di<br />

preghiera per la pace», da utilizzare la<br />

sera del 14 dicembre, o comunque nel<br />

periodo di avvento,perché Dio, nella sua<br />

misericordia«conceda al mondo una pace<br />

stabile, fondata sulla giustizia e faccia<br />

sì che si possano trovare adeguate soluzioni<br />

ai molti conflitti che travagliano il<br />

mondo».<br />

Per creare una più matura coscienza è<br />

stato allegato materiale informativo sui<br />

conflitti dimenticati, sull’emergenza Afghanistan<br />

e sull’emergenza Palestina,<br />

l’invito alla diffusione, poiché il rumore<br />

di poche notizie continuamente ripetute<br />

rischia di oscurare del tutto tragedie e bisogni<br />

di popoli, paesi e nazioni, che hanno<br />

anch’essi il diritto a far udire il loro<br />

grido che chiede anzitutto pace, nella<br />

giustizia.<br />

Così, capillarmente, il cammino dell’avvento<br />

sarà portatore di solidarietà vera<br />

e di conversione del cuore, purificato<br />

anche dal distacco e dalla condivisione<br />

dei beni, a partire da quelli essenziali.<br />

L’equivalente in denaro sarà devoluto alle<br />

vittime del terrorismo e dei conflitti,<br />

che infuriano in molteplici contrade,<br />

scheggia impazzita di un desiderio di elementare<br />

giustizia. Poiché la violenza, come<br />

diceva accorato il Papa «è per tutti<br />

solo un cammino di morte e di distruzione,<br />

che disonora la santità di Dio e la dignità<br />

dell’uomo».<br />

C’è una risonanza viva nei credenti<br />

più impegnati come in quelli più umili e<br />

attenti alla voce del cuore, alla fraternità<br />

concreta, da Bogliasco a Voltri, dalle<br />

parrocchie del Centro storico a quelle<br />

delle delegazioni del Ponente, del Levante<br />

e delle Valli Polcevera e Bisagno. Nella<br />

comunità parrocchiale di S. M. Assunta<br />

a Rivarolo, ad esempio, ci sarà l’adorazione<br />

eucaristica per tutta la giornata e<br />

un grande cesto accoglierà i viveri da distribuire<br />

ai molti bisognosi che bussano<br />

alla sua porta. Il gruppo «Credenti per la<br />

pace» di Genova, aderendo all’invito di<br />

Pax Christi e di Beati i costruttori di pace,<br />

fa l’esperienza del digiuno dal 10 al<br />

24 dicembre, condividendola in un Camper<br />

situato in Piazza Pallavicini a Genova<br />

Rivarolo con almeno due persone che si<br />

alternano, in turni di 24 ore. «Ciò che fa<br />

più male al mondo è la nostra indifferenza<br />

— commenta un invalido di guerra<br />

—, il nostro disinteressarsi degli altri che<br />

ci isola, tende a renderci depressi, violenti,<br />

volti alla sola ricerca dei piaceri, perché<br />

non abbiamo dato un senso alla nostra<br />

vita». Perché «il suo senso e la felicità<br />

si trovano solo negli altri. Più siamo<br />

capaci di amare gli altri, più realizziamo<br />

noi stessi. Dio ci ha consegnato la Terra<br />

e il nostro impegno è farla diventare un<br />

giardino per la famiglia umana. Ognuno<br />

di noi è chiamato oggi a portare un sorriso<br />

a chi piange, questa forza di bene<br />

circola, entra nella storia, apre nuove<br />

strade. Alla sera della nostra vita credo<br />

che sia importante capire che abbiamo<br />

amato». (Graziella Merlatti)<br />

ALESSANDRIA<br />

«Dopo gli efferati attacchi terroristici<br />

dell'11 settembre — ha detto il Vescovo<br />

di Alessandria, Monsignor Fernando<br />

Charrier — si è venuto a creare in Afghanistan<br />

uno scenario che sta turbando il<br />

mondo intero, aggravato dalla critica situazione<br />

che si sta verificando da qualche<br />

tempo in Palestina. La nostra Comunità<br />

ha già espresso, in passato, la sua<br />

solidarietà con tutte le popolazioni colpite<br />

da questi luttuosi eventi. Ora il Santo<br />

Padre ha chiamato tutti i credenti e gli<br />

uomini di buona volontà ad unirsi nella<br />

preghiera e nel digiuno venerdì 14 dicembre<br />

perché «quando le difficoltà sembrano<br />

insormontabili e le prospettive<br />

oscure la nostra preghiera deve farsi più<br />

insistente per implorare da Dio il dono<br />

della comprensione reciproca, della concordia<br />

e della pace».<br />

Nell'accogliere e fare suo l'appello del<br />

Santo Padre, Mons. Charrier, con il Consiglio<br />

Episcopale, ha disposto che le parrocchie<br />

cittadine si ritrovino in Cattedrale<br />

alle ore 18 per la Concelebrazione Eucaristica,<br />

seguita da una Veglia di preghiera<br />

fino alle ore 22. Le quattro parrocchie<br />

della città di Valenza si ritroveranno<br />

nel Duomo di quella città, alla<br />

stessa ora.<br />

Contemporaneamente, il momento di<br />

preghiera verrà celebrato nelle singole<br />

parrocchie dei paesi delle varie Zone<br />

Pastorali. Il corrispondente del digiuno<br />

di venerdì 14 — che il Vescovo di Alessandria<br />

auspica «venga vissuto intensamente<br />

e con consapevolezza» — verrà<br />

consegnato alla Curia Vescovile per essere<br />

destinato, secondo le intenzioni del<br />

Santo Padre, ai bambini dell'Afghanistan.<br />

«Invochiamo dal Signore — ha detto<br />

Mons. Charrier — e chiediamo ai responsabili<br />

delle Nazioni che si fermi il rumore<br />

delle armi affinché possa operare e<br />

prevalere la forza della ragione». (Marco<br />

Caramagna)<br />

NOVARA<br />

Il Vescovo di Novara, Mons. Renato<br />

Corti, invita i cristiani della Chiesa gaudenziana<br />

a farsi annunciatori e costruttori<br />

della profezia di Isaia che sospirava il<br />

cambiamento delle spade in vomeri e le<br />

lance in falci. «Certo, non da soli — scri-<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Mercoledì 12 Dicembre 2001<br />

In comunione con il Santo Padre le diocesi italiane si preparano<br />

a celebrare il 14 dicembre la giornata di digiuno e di preghiera<br />

«...chiedo ai cattolici che il prossimo<br />

14dicembresiavissutocomegiornodi digiuno,<br />

durante il quale pregare con fervore Dio<br />

perché conceda al mondo una pace stabile,<br />

fondata sulla giustizia, e faccia sì<br />

che si possano trovare adeguate soluzioni<br />

ai molti conflitti che travagliano il mondo.<br />

Ciò di cui ci si priva nel digiuno<br />

potrà essere messo a disposizione dei poveri,<br />

in particolare di chi soffre<br />

in questo momento le conseguenze<br />

del terrorismo e della guerra...»<br />

(Giovanni Paolo II, Angelus, 18 Novembre)<br />

ve il Presule — ma guidati dal Signore<br />

stesso per discernere le vie della giustizia<br />

e della pace e sostenere con la sua forza<br />

un compito che chiede intelligenza per<br />

esplorare i sentieri più opportuni e il coraggio<br />

della perseveranza per inoltrarci<br />

su di essi, ciascuno secondo la propria<br />

responsabilità».<br />

«In questi giorni — aggiunge — siamo<br />

chiamati a pensare alla convivenza tra i<br />

popoli in tutti i continenti della terra; in<br />

modo speciale dobbiamo pensare alla Palestina<br />

e all’Afghanistan».<br />

«È in questo orizzonte — prosegue<br />

Mons. Corti — che siamo chiamati a far<br />

nostro l’invito del Papa alla preghiera e<br />

al digiuno, il venerdì 14 dicembre. In<br />

ogni parrocchia si compia una Veglia serale,<br />

che potrà prendere la forma di una<br />

adorazione eucaristica. Lascio ai parroci<br />

di proporre, soprattutto per le persone<br />

anziane, un momento analogo di preghiera<br />

comunitaria nelle ore pomeridiane.<br />

Io sarò presente in Cattedrale dalle<br />

13 alle 14 per una preghiera silenziosa,<br />

accompagnata dalla lettura di qualche<br />

testo significativo sulla pace e da qualche<br />

canto, per tutti coloro che intendono trasformare<br />

il tempo del pranzo in un tempo<br />

di digiuno e di preghiera. Sarebbe<br />

bello veder sostare in Cattedrale, almeno<br />

per qualche breve spazio di tempo, giovani<br />

eadulti,studenti e lavoratori. Sarebbe<br />

pure incoraggiante la presenza di Sacerdoti,ReligiosieReligiose,<br />

membri delle<br />

Associazioni e Movimenti Ecclesiali».<br />

Il Vescovo spiega poi il significato del<br />

digiuno come educazione delle coscienze<br />

a riflettere su ciò che veramente conta<br />

nella vita dell’uomo. È un modo per<br />

rientrare in se stessi e favorire l’incontro<br />

con Dio. Praticato nel tempo di avvento<br />

e in prossimità del Natale, il digiuno è da<br />

intendere anche come una nuova disponibilità<br />

a scegliere uno stile di vita sobrio,<br />

sapendo andare controcorrente rispetto<br />

alla spinta consumistica che ci<br />

vuole condizionare ogni giorno. «In quel<br />

giorno, insieme con la preghiera e il di-<br />

giuno — conclude la lettera di Mons.<br />

Corti — dovrà trovare spazio l’elemosina.<br />

Il termine può suonare per noi poco<br />

comprensibile. Ma sta ad indicare l’esigenza<br />

di dare verità al digiuno compiendo<br />

un gesto concreto di carità. Metteremo<br />

a disposizione dei poveri, e in particolare<br />

di coloro che soffrono in questo<br />

momento le conseguenze del terrorismo<br />

e dei conflitti, l’equivalente di ciò che ci<br />

priveremo. Attraverso la Caritas faremo<br />

giungere il nostro piccolo dono in Afghanistan.<br />

Saremmo lieti di testimoniare<br />

una vicinanza soprattutto ai ragazzi che<br />

sono vittime innocenti delle mine». (Giuliano<br />

Temporelli)<br />

VENEZIA<br />

In tutte le Diocesi del Triveneto digiuno<br />

e preghiera si coniugheranno insieme<br />

il prossimo 14 dicembre, giorno dedicato<br />

alla pace nel mondo. Seguendo l’accorato<br />

appello di Giovanni Paolo II, i vescovi<br />

della regione ecclesiastica Triveneta hanno<br />

invitato i fedeli a preparare momenti<br />

di preghiera per chiedere al Signore la fine<br />

dei conflitti che insanguinano ancora<br />

molti paesi della terra. In ciascuna diocesi<br />

e nelle singole parrocchie sono in programma<br />

incontri di riflessione e di preghiera<br />

secondo le intenzioni espresse dallo<br />

stesso Pontefice lo scorso 18 novembre<br />

in occasione dell’Angelus, affinché<br />

Dio conceda al mondo «una pace stabile,<br />

fondata sulla giustizia».<br />

«Dobbiamo leggere nell’invito del Papa<br />

un atto di fede in Dio e un appello alla<br />

fraternità che lega tutti gli uomini, specialmente<br />

quelli che sono accomunati<br />

dalla stessa fede di Abramo», ricorda il<br />

Patriarca di Venezia, Cardinale Marco<br />

Cé, rivolgendosi ai fedeli della Diocesi<br />

veneziana. Il Patriarca esorta quindi le<br />

comunità e i gruppi ecclesiali a «rendersi<br />

attivi perché la giornata del 14 dicembre<br />

sia vissuta da tutti — anche dai più piccoli,<br />

dagli anziani e dagli ammalati —<br />

Nella Basilica di San Pietro<br />

incontro del personale in servizio<br />

presso la Città del Vaticano<br />

Accogliendo l'invito rivolto dal Santo Padre a compiere una giornata di digiuno<br />

e di preghiera il giorno venerdì 14 dicembre, il personale in servizio presso la<br />

Città del Vaticano si riunirà nella Patriarcale Basilica di San Pietro alle ore 8 per<br />

la Celebrazione della Parola a carattere penitenziale, presieduto dal Cardinale Arciprete<br />

Virgilio Noè e concelebrato dagli assistenti spirituali dei vari settori di servizio.<br />

Durante il rito ciascuno potrà compiere un atto di carità come segno concreto<br />

di solidarietà: a Natale, poi, Giovanni Paolo II destinerà quello che la generosità<br />

di tutti ha messo a sua disposizione a coloro che stanno soffrendo a causa dei<br />

conflitti.<br />

La celebrazione aprirà anche la Novena in preparazione al Santo Natale. La<br />

Novena proseguirà poi in Basilica a partire da domenica 16 dicembre, alle ore<br />

17. Il canto dell'invitatorio «Regem venturom Domunim», con l'inno «En clara<br />

vox» apriranno la Celebrazione Eucaristica, mentre alla comunione verrà eseguito<br />

il cantico del Magnificat. L'omelia seguirà ogni giorno un tema tratto dalle<br />

Antifone «O».<br />

nello spirito che il Papa ci propone».<br />

«Una grande liturgia di intercessione e di<br />

fraternità, pur nell’umiltà dei segni, deve<br />

innalzarsi al cielo: unita al sacrificio di<br />

Cristo, essa costituirà una potente intercessione<br />

per la salvezza e la pace. Anche<br />

questo — aggiunge il Cardinale — appartiene<br />

al cammino verso il Natale, quando<br />

riceveremo da Dio il dono del “Principe<br />

della pace”, al quale fin da ora apriamo<br />

con sconfinata fiducia il nostro cuore».<br />

Digiuno, preghiera e carità saranno gli<br />

ingredienti di questa giornata che coinvolgerà<br />

le diverse Diocesi e le singole<br />

parrocchie del Triveneto e coinciderà, in<br />

pieno avvento cristiano, con la chiusura<br />

del «Ramadan» islamico. (Claudio Zerbetto)<br />

PADOVA<br />

L’Arcivescovo Monsignor Antonio<br />

Mattiazzo, Vescovo di Padova, in un suo<br />

messaggio, invita ad accogliere con generosità<br />

la proposta di Giovanni Paolo II<br />

che preparerà a celebrare un «Natale<br />

nuovo e autentico per noi e per il mondo».<br />

In questa prospettiva tutte le comunità<br />

della città si sono incontrate venerdì 30<br />

novembre in cattedrale per chiedere e<br />

celebrare il perdono. Sia a livello diocesano<br />

che parrocchiale si stanno organizzando<br />

momenti di preghiera, di riflessione,<br />

di solidarietà. La tradizionale marcia<br />

diocesana della pace, che quest’anno si<br />

svolgerà a Padova nella serata di domenica<br />

13 gennaio, sarà occasione per invocare<br />

ancora una volta il «Principe della<br />

pace».<br />

Nella Basilica di s. Antonio, presso la<br />

Sala del Capitolo (ingresso dal Chiostro<br />

della Magnolia) è prevista, per l’intera<br />

giornata del 14 dicembre, l’adorazione<br />

eucaristica alla quale sono stati invitati<br />

tutti i devoti presenti quel giorno nel santuario.<br />

Il 15 dicembre è in programma invece<br />

il pellegrinaggio francescano per la pace<br />

che partirà dai santuari antoniani di<br />

Camposampiero per concludersi, il giorno<br />

successivo, in Basilica del Santo a Padova.<br />

Un percorso di 23 chilometri scandito<br />

dalla preghiera che unirà i luoghi in<br />

cui è viva la memoria di sant’Antonio:<br />

Camposampiero, Arcella e Padova. L’incontro<br />

è promosso dalla commissione di<br />

pastorale giovanile dei francescani conventuali<br />

ed è rivolto in particolare ai giovani.<br />

Durante il cammino sarà chiesto al<br />

Signore il dono della pace per ogni paese<br />

del mondo e per ogni cuore di uomo e di<br />

donna.<br />

I giovani porteranno un enorme crocifisso:<br />

il crocifisso di san Damiano, uno<br />

dei simboli che i ragazzi italiani portano<br />

alle Giornate Mondiali dellaGioventù. Lo<br />

stessocrocifissosaràadagostoprossimo a<br />

Toronto, quando il Papa incontrerà i giovani<br />

di tutto il mondo in Canada. (C.Z.)<br />

TRENTO<br />

In questo momento dell'umanità in<br />

cui la violenza del terrorismo e il frastuono<br />

delle armi sembrano essere la presenza<br />

preminente, la Commissione «Giustizia<br />

e Pace» della diocesi di Trento accoglie<br />

con gioia la chiamata che il Santo<br />

Padre rivolge a tutta la Chiesa a riscoprire<br />

il lavoro della preghiera, accompagnata<br />

e resa ancora più vera dal digiuno e<br />

da gesti concreti di solidarietà. La Commissione<br />

invita così tutte le comunità<br />

parrocchiali a ritrovarsi venerdì 14 dicembre<br />

all'ora di cena per implorare la<br />

concordia e la fratellanza tra le persone<br />

e i popoli, accogliendo l'esortazione del<br />

Papa che chiede di compiere un gesto<br />

concreto di carità per raggiungere, come<br />

in un abbraccio simbolico, ogni uomo in<br />

necessità. La somma risparmiata nel non<br />

consumare cibo sarà devoluta alle offerte<br />

destinate al Papa nel giorno di Natale<br />

per coloro che, vittime delle conseguenze<br />

del terrorismo e dei conflitti, passata<br />

la maggiore emergenza, rischiano di essere<br />

dimenticati. Il documento della<br />

Commissione diocesana, impegnata in<br />

questi giorni in un intenso lavoro di<br />

coordinamento, si sofferma sul significato<br />

della data scelta per il digiuno, ultima<br />

giornata del Ramadan dei fedeli dell'Islam:<br />

«Con questa proposta il Santo Padre<br />

ci ricorda, ancora una volta, una via<br />

importante per la riconciliazione tra le<br />

culture e le religioni, che è quella di non<br />

soffermarsi sulle opposizioni o sulle superiorità,<br />

ma di ricercare i valori che<br />

uniscono. Anche per la religione musulmana<br />

la preghiera, il digiuno, l'elemosina<br />

sono pilastri importanti per i propri<br />

fedeli». A tutte le comunità, «Giustizia e<br />

Pace» ha inviato una «traccia» di preghiera,<br />

con letture dal libro del profeta<br />

Osea, dalla lettera di s. Paolo agli Efesini<br />

e dagli Atti degli Apostoli. (Maurizio<br />

Mellarini)<br />

GORIZIA<br />

L'invito del Santo Padre di dedicare il<br />

14 dicembre al digiuno e alla preghiera<br />

per creare nel mondo un clima più disteso<br />

e solidale è stato subito accolto dal<br />

Consiglio Pastorale diocesano di Gorizia<br />

che ha predisposto iniziative coerenti<br />

con lo spirito della giornata.<br />

A conclusione del giorno di digiuno e<br />

preghiera, il Centro Pastorale diocesano<br />

ha invitato i fedeli a partecipare nelle<br />

parrocchie alla celebrazione vespertina<br />

dell'Eucaristia. Le offerte raccolte saranno<br />

messe a disposizione del Pontificio<br />

Consiglio «Cor Unum». Tali offerte sono<br />

destinate ai profughi e alle popolazioni<br />

che subiscono le conseguenze del conflitto.<br />

All'invito dell'Arcivescovo Dino De<br />

Antoni e del Centro pastorale diocesano<br />

fa seguito una riflessione sul significato<br />

del digiuno e della preghiera: «pregare<br />

Dio perché conceda al mondo una pace<br />

stabile, fondata sulla giustizia e perché si<br />

trovino adeguate soluzioni ai molti conflitti<br />

che travagliano il mondo». Altre iniziative<br />

sono predisposte da parte di associazioni<br />

laicali comunque da vedersi<br />

sempre nel contesto della giornata del 14<br />

dicembre dichiarata del digiuno e della<br />

preghiera anche di fronte ai tragici fatti<br />

che hanno insanguinato la Terra Santa.<br />

(Arnolfo De Vittor)<br />

FIRENZE<br />

Per la Diocesi di Firenze, l’appuntamento<br />

di venerdì 14 dicembre sarà una<br />

tappa importante di un percorso settimanale<br />

di preghiera per la pace iniziato già<br />

all’indomani della tragedia dell’11 settembre.<br />

Da allora infatti alcune centinaia<br />

di fedeli si riuniscono tutti i venerdì nella<br />

basilica della Santissima Annunziata, per<br />

invocare insieme la pace. Si tratta di momenti<br />

di preghiera molto semplici, ma di<br />

grande intensità, dove la lettura di brani<br />

biblici e di testi di spiritualità si alterna a<br />

spazi di silenzio. Una iniziativa ispirata<br />

alle parole del Papa che nella sua visita a<br />

Firenze del 1986, parlando ai giovani riuniti<br />

in piazza Santa Croce, ricordava che<br />

«la pace si nutre di preghiera»; pace che,<br />

ricordava Giovanni Paolo II, «è dono di<br />

Dio prima ancora che frutto dell’impegno<br />

dell’uomo».<br />

Pur inserendosi in questo cammino, la<br />

giornata del 14 dicembre avrà però una<br />

valenza del tutto particolare. I giovani<br />

della Diocesi si incontreranno insieme all’Arcivescovo<br />

Ennio Antonelli per una serata<br />

di digiuno e di preghiera nella chiesa<br />

di san Frediano al Cestello. La meditazione<br />

prenderà spunto da un’immagine<br />

sacra: la «Madonna del Magnificat» dipinta<br />

da Botticelli, conservata al museo<br />

degli Uffizi. Un modo per «vedere» prima<br />

con gli occhi e poi con il cuore la bellezza,<br />

la dolcezza, l’umiltà di Maria, Regina<br />

della Pace.<br />

Nella stessa giornata, tutte le comunità<br />

cristiane sono state invitate a promuovere<br />

iniziative di preghiera e di solidarietà.<br />

Le offerte raccolte saranno devolute<br />

ai due obiettivi proposti dalla Diocesi per<br />

l’Avvento di Fraternità: aiuti umanitari<br />

per i profughi afgani, e il sostegno ai<br />

bambini di Betlemme. Parte dei finanziamenti<br />

infatti sarà destinata alla Scuola di<br />

Terrasanta, una grande struttura gestita<br />

dai frati francescani che offre non solo<br />

istruzione, ma anche aiuto materiale ai<br />

bambini delle famiglie più povere. La<br />

scuola francescana di Betlemme è anche<br />

luogo di educazione alla pace: qui infatti<br />

bambini cristiani, ebrei e musulmani studiano<br />

insieme in pacifica convivenza.<br />

(Riccardo Bigi)<br />

SIENA<br />

COLLE<br />

VAL D'ELSA<br />

MONTALCINO<br />

La Diocesi di Siena-Colle Val d’Elsa-<br />

Montalcino risponde all’appello del Papa<br />

che ha invitato la Comunità ecclesiale a<br />

vivere un giorno di digiuno e preghiera<br />

per la pace. Anche nella terra di santa<br />

Caterina, copatrona d’Europa, infatti, il<br />

popolo cristiano è rimasto gravemente<br />

turbato dagli accadimenti di queste ultime<br />

settimane al punto che continua ad<br />

interrogarsi sul futuro dell’umanità, sulla<br />

giustizia delle risposte che il mondo occidentale<br />

ha dato alla mortale ferita inferta<br />

a tante vite umane l’11 settembre scorso,<br />

sulla propria capacità di dare a tutto ciò<br />

soluzioni concrete di stampo veramente<br />

evangelico. Giovanni Paolo II, in questo<br />

contesto di grave pericolo esorta alla fiducia<br />

ed indica i mezzi per affrontarlo.<br />

Così la Chiesa che vive a Siena, su indicazione<br />

dell’arcivescovo, Monsignor Antonio<br />

Buoncristiani, ha proclamato una<br />

giornata di digiuno e di preghiera per il<br />

prossimo 14 dicembre per invocare dal<br />

Padre per il mondo intero «una pace stabile,<br />

fondata sulla giustizia» e eque soluzioni<br />

alle molte guerre che travagliano il<br />

mondo; il gesto indicato dal Santo Padre<br />

acquista ulteriore significato di collaborazione<br />

e comprensione reciproca in<br />

quanto coincidente con la conclusione di<br />

un più lungo periodo penitenziale messo<br />

in atto dai fratelli dell’Islam.<br />

Dopo il tramonto, intorno alle 18.45, i<br />

senesi che si riconoscono nell’appello del<br />

Pontefice si riuniranno nella Chiesa di<br />

sant’Agostino e di lì, con una fiaccola accesa<br />

in mano, si avvieranno in silenzio<br />

verso Piazza del Duomo dove, nella<br />

Chiesa della SS. Annunziata, sosteranno<br />

in una veglia penitenziale presieduta dall’Arcivescovo,<br />

sino alle 20,30. Qui saranno<br />

proposte letture bibliche e testimonianze<br />

che aiuteranno ciascuno ad un<br />

esame di coscienza alla ricerca del proprio<br />

personale peccato contro la pace,<br />

quel peccato che unito ai tanti analoghi<br />

degli altri, costituisce il terreno fertile di<br />

ogni violenza, di ogni attentato, di ogni<br />

guerra. Poi la riconciliazione col Padre<br />

che offre il suo perdono perché anche<br />

ciascuno di noi lo offra all’altro.<br />

«Senza perdono non c’è futuro recita<br />

lo slogan scelto da Caritas italiana per<br />

questo Avvento — sottolinea il direttore<br />

della Caritas Diocesana, Andrea Fantozzi<br />

— e perdonare vuol dire condividere, essere<br />

solidali, farsi prossimo di chi è nel<br />

bisogno anche se un malinteso immaginario<br />

collettivo lo colloca tra i troppo diversi<br />

da noi».<br />

«Il 14 dicembre la nostra Diocesi —<br />

spiega ancora Fantozzi — è chiamata<br />

non solo a digiunare e a pregare ma a<br />

donare il valore del cibo rinunciato a chi<br />

soffre in questo momento le conseguenze<br />

del terrorismo e della guerra in un inferno<br />

di fame, di freddo, di malattie, di<br />

bombe, di persecuzioni, di vendette».<br />

Proprio guardando a quell’inferno la


.<br />

PAGINA<br />

comunità ecclesiale di santa Caterina<br />

pregherà così: «Signore, mentre più<br />

drammatiche si fanno le sfide del nostro<br />

tempo, ti imploriamo di non farci venir<br />

meno la speranza di continuare a effondere<br />

su di noi lo Spirito Santo e di aiutarci<br />

a costruire la Pace» (Sr. M. Angela<br />

De Luca, Prato). (Roberto Romaldo)<br />

PERUGIA<br />

CITTÀDELLAPIEVE<br />

La giornata di digiuno indetta dal<br />

Papa, venerdì 14 dicembre, sarà vissuta<br />

anche dalla comunità cristiana peruginopievese<br />

come un grande gesto di vicinanza<br />

al mondo islamico e una profonda testimonianza<br />

del primato della fede nelle<br />

vicende dell'umanità. La Chiesa ricorda<br />

che «il digiuno è la preghiera del corpo,<br />

l'astinenza ed il raccoglimento spirituale<br />

purificato il cuore convertendolo».<br />

A Perugia, per invocare la pace ed essere<br />

solidali con i fratelli musulmani che<br />

si preparano a concludere il Ramadan, si<br />

terrà una veglia di preghiera, promossa<br />

dall'Arcivescovo Mons. Giuseppe Chiaretti,<br />

nella cattedrale di San Lorenzo,<br />

dalle ore 20 alle 21. Al termine ci sarà<br />

una colletta a favore di tutte le vittime<br />

della grave crisi internazionale causata<br />

dagli attacchi e dalla guerra in Afghanistan.<br />

La colletta rappresenta un momento<br />

di grande attenzione verso le situazioni<br />

di sofferenza materiale e umana e si<br />

realizza attraverso sia il dono del denaro,<br />

sia un sincero atteggiamento di condivisione<br />

che sappia farsi carico dell'altro.<br />

«L'invito a partecipare a questo incontro<br />

di preghiera nella chiesa cattedrale<br />

accanto al nostro Vescovo — dice Don<br />

Lucio Gatti, direttore della Caritas diocesana<br />

— è rivolto, in modo particolare, a<br />

tutte le Caritas parrocchiali della Diocesi,<br />

ai parroci e ai responsabili ed operatori<br />

laici. Richiamare l'attenzione delle comunità<br />

parrocchiali, iniziando da coloro<br />

che giorno per giorno aiutano i più bisognosi<br />

ed emarginati (tra questi molti sono<br />

di religione islamica) — spiega il sacerdote<br />

—, significa dare un chiaro segnale:<br />

tendere la mano ai fratelli musulmani».<br />

La presenza delle Caritas parrocchiali<br />

sta a ricordare anche l'impegno dell'intera<br />

comunità cristiana perugino-pievese<br />

nelle varie opere realizzate sia nei<br />

Paesi in via di Sviluppo (esempio il Malawi),siadovec'èstataunaguerra(esempio<br />

in Kosovo). Opere materiali ma soprattutto<br />

morali attraverso la presenza<br />

sul campo dimissionarie volontari,molti<br />

dei quali giovani, che contribuiscono con<br />

piccoli segni a costruire la pace e a promuovere<br />

la globalizzazione della carità.<br />

Senza i momenti di sensibilizzazione e<br />

la attività svolte dalle parrocchie, difficilmente<br />

oggi avremo il sostegno della<br />

Chiesa diocesana in Malawi, in Kosovo e<br />

in tante altre situazioni di emergenza che<br />

chiamano in aiuto anche la nostra comunità.<br />

Per questo si è ancor più convinti<br />

che la «Carità è Pace e riconciliazione» e<br />

venerdì 14 dicembre, in cattedrale, le Caritas<br />

parrocchiali daranno questa testimonianza.<br />

(Riccardo Liguori)<br />

CHIETI-VASTO<br />

Una concelebrazione di tutti i parroci<br />

della città teatina, presieduta dall’Arcivescovo,<br />

Mons. Edoardo Menichelli: è l’indicazione<br />

della Diocesi di Chieti-Vasto<br />

che, il 14 dicembre, si appresta a rispettare<br />

la giornata di digiuno proposta dal<br />

Santo Padre; un digiuno «serio, libero,<br />

generoso, caritatevole e purificante», ha<br />

ricordato l’Arcivescovo alla comunità nel<br />

sottolineare l’impegno della giornata. Ed<br />

ha spiegato: «Sono gesti, questi, che solo<br />

l’amore fa diventare autentici».<br />

Per questo, tutte le comunità sono invitate<br />

a rispettare uno stile di sobrietà e<br />

a raccogliere l’equivalente da offrire poi<br />

alla Caritas diocesana. Un segno «di luce»<br />

in questo periodo di Avvento, come<br />

ha ricordato anche Don Mario Di Cola,<br />

direttore del settimanale diocesano L’Amico<br />

del Popolo, che ha ribadito: «La vera<br />

luce, quella che è pace per gli uomini<br />

oltre che armonia nel creato, quella che<br />

svela il volto di Dio, ci viene ricordato<br />

che è frutto della preghiera e del digiuno.<br />

Sì, anche del digiuno che, per tutta<br />

la tradizione cristiana, significa penitenza,<br />

cioè segno da viversi nella carne provata<br />

fino alla fame, segno quindi di forte<br />

e autentica volontà di conversione». Ed<br />

ha aggiunto: «Ne faremo anche un gesto<br />

pubblico, davanti al mondo, proprio ad<br />

indicare che i cattolici si uniscono al digiuno<br />

di quanti, lo stesso venerdì, concludono<br />

il mese del ramadan. Dovrà finalmente<br />

risplendere la luce di una verità<br />

essenziale: Dio è di tutti, è padre universale».<br />

(Agnese Pellegrini)<br />

NAPOLI<br />

Il 14 dicembre, in occasione della speciale<br />

giornata di digiuno e di preghiera<br />

per la pace indetta dal Santo Padre, la<br />

Chiesa che è in Napoli si ritroverà in Cattedrale,<br />

alle 18, per una celebrazione<br />

presieduta dal Cardinale Arcivescovo,<br />

Michele Giordano. È stato lo stesso Pastore<br />

a ricordare l'appuntamento sabato<br />

scorso, 8 dicembre, durante la Santa<br />

Messa per la solennità dell'Immacolata,<br />

di fronte a migliaia di fedeli: «Ci ritroveremo<br />

— ha detto — rispondendo all'invito<br />

del Papa e in profonda comunione spirituale<br />

con lui, per invocare da Dio il dono<br />

della pace, della concordia, della riconciliazione».<br />

La preghiera per la pace non si è mai<br />

interrotta, in diocesi, dopo i drammatici<br />

avvenimenti dell'11 settembre. In tutte le<br />

celebrazioni eucaristiche i sacerdoti hanno<br />

rinnovato l'invocazione a Dio affinché<br />

il dialogo e la ragionevolezza prendesse-<br />

9 .<br />

ro il posto delle armi e della violenza; varie<br />

comunità hanno poi promosso delle<br />

veglie di preghiera specificamente dedicate<br />

a questo tema. «Quella del 14 dicembre<br />

sarà però una giornata speciale,<br />

di profonda comunione tra i credenti<br />

che, purificati dal digiuno, uniranno i<br />

cuori per rinnovare con ancora maggior<br />

forza spirituale la preghiera al Signore<br />

della pace», ha sottolineato il Card. Giordano.<br />

Per questo motivo in tutte le chiese<br />

napoletane si parteciperà, venerdì prossimo,<br />

alla grande preghiera chiesta da<br />

Giovanni Paolo II. I fedeli che non potranno<br />

recarsi alla celebrazione diocesana<br />

in Cattedrale si ritroveranno nelle<br />

proprie comunità; e in molte parrocchie<br />

è stato deciso di promuovere anche delle<br />

iniziative di solidarietà con i profughi afghani,<br />

partecipando con apposite raccolte<br />

di fondi ai programmi di intervento<br />

già varati dalla Caritas italiana. (Mariano<br />

Del Preite)<br />

SALERNO<br />

CAMPAGNA<br />

ACERNO<br />

Il 18 novembre scorso, alla fine dell'Angelus,<br />

Giovanni Paolo II ha chiesto al<br />

mondo cattolico una giornata di digiuno<br />

per pregare con fervore affinché Dio<br />

conceda al mondo una pace stabile, fondata<br />

sulla giustizia indicata dal Papa per<br />

il digiuno è quello di venerdì prossimo,<br />

14 dicembre.<br />

L'Arcivescovo Mons. Pierro, a nome<br />

della diocesi di Salerno-Campagna-Acerno<br />

ha aderito alle iniziative del Pontefice<br />

e ha attivato la Caritas diocesana, nella<br />

persona del suo direttore Mons. Franco<br />

Fedullo, perché coordinasse le varie iniziative<br />

tendenti a coinvolgere tutto il Popolo<br />

di Dio.<br />

Tutte le parrocchie si sono attivate per<br />

organizzare per il 14 p.v. incontri di preghiera,<br />

veglie, e raccolte di fondi da devolvere<br />

a favore di coloro che, vittime<br />

delle conseguenze del terrorismo e della<br />

guerra, passata la maggiore emergenza,<br />

rischiano di essere dimenticati.<br />

Tra le tante iniziative segnaliamo quelle<br />

organizzate dalla Consulta delle Aggregazioni<br />

Laicali che, d'intesa con le parrocchie<br />

del Centro Storico della Città,<br />

nella parrocchia di s. Agostino effettuerà<br />

turni di preghiera per tutta la giornata,<br />

dal canto loro i p. p. Domenicani, insieme<br />

con la FUCI, veglieranno per tutta la<br />

notte.<br />

Anche nel Seminario Metropolitano<br />

Giovanni Paolo II si susseguiranno momenti<br />

di preghiera individuali e comunitari,<br />

a cui sono stati invitati a partecipare<br />

tutte quelle persone che normalmente lo<br />

praticano a vario titolo.<br />

La speranza è che, quello che la preghiera<br />

chiede lo possa ottenere il digiuno:<br />

la Pace. (Claudio Raimondo)<br />

BARI-BITONTO<br />

Tutti i fedeli delle comunità religiose<br />

dell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto, aderendo<br />

in pieno al messaggio del Santo Padre<br />

e alle parole espresse nelle sue omelie<br />

dall’Arcivescovo Mons. Francesco Cacucci,<br />

hanno accolto, con cuore aperto e<br />

sincero, l’invito a un digiuno da praticare<br />

il prossimo 14 dicembre.<br />

La scelta di questa giornata che coincide<br />

con la fine del Ramadan per i musulmani,<br />

segna anche un altissimo momento<br />

cristiano nel quale, riconosciuta<br />

la fragilità umana a porre fine ai drammatici<br />

guasti provocati dall’odio e dalle<br />

guerre, la coscienza, fortificata nell’azione<br />

e nel pensiero dalle ore di astinenza,<br />

offre a Dio i doni della preghiera e della<br />

riflessione affinché il Creatore sua volta<br />

faccia dono a tutta l’umanità della grazia<br />

della pace.<br />

In realtà questo atto di mortificazione<br />

e di penitenza, assai praticato nelle religioni<br />

antiche, si è da tempo attenuato<br />

dalla pratica cristiana. Il meraviglioso invito<br />

del Santo Padre a riprendere questo<br />

tempo di preghiera, di sacrificio e di elemosina<br />

verso i poveri, ripristina ora l’itinerario<br />

di conversione che apre, a tutti i<br />

puri di cuore, la conversione verso i<br />

grandi ed eterni valori cristiani.<br />

In Puglia, in questi giorni, la pratica<br />

del digiuno, specialmente nei giorni della<br />

vigilia dell’Immacolata, in occasione della<br />

festività di santa Lucia e della Vigilia<br />

di Natale, è pratica che ha ancora salde<br />

radici in queste sante giornate.<br />

Il messaggio di Giovanni Paolo II consacra<br />

ora un’altra giornata per l’avvio di<br />

un periodo di cammino e di pellegrinaggio<br />

in un più completo momento di conversione<br />

nel quale anche i poveri e gli<br />

anziani e i bambini e coloro che soffrono<br />

offriranno, in purezza di cuore, tutta la<br />

loro volontà al Dio creatore perché trionfino<br />

nel mondo le cause ella giustizia e<br />

della pace.<br />

In molte parrocchie si stanno altresì<br />

organizzando a che il giorno di digiuno<br />

si traduca anche in concrete opere in favore<br />

di coloro che hanno bisogno di una<br />

mano d’aiuto. Da parte dei parroci, nel<br />

corso dei riti liturgici, è stato ricordato<br />

che il giorno di digiuno è anche introduzione<br />

alla giornata del 24 gennaio 2002<br />

allorché in Assisi si svolgerà la grande<br />

preghiera interreligiosa per la pace. (Vito<br />

Maurogiovanni)<br />

FOGGIA-BOVINO<br />

Il 14 dicembre la Chiesa celebra la<br />

giornata di digiuno e preghiera per la pace.<br />

Una giornata voluta dal Papa che ha<br />

scelto questa data in concomitanza con<br />

la conclusione del Ramadan. L'Arcivescovo<br />

di Foggia-Bovino Domenico D'Ambrosio<br />

ha invitato tutta la comunità dio-<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Mercoledì 12 Dicembre 2001<br />

In comunione con il Santo Padre le diocesi italiane si preparano<br />

a celebrare il 14 dicembre la giornata di digiuno e di preghiera<br />

«... Nubi oscure si addensano all’orizzonte<br />

del mondo. L’umanità, che ha salutato<br />

con speranza l’aurora del terzo millennio,<br />

sente ora incombere su di sé la minaccia<br />

di nuovi, sconvolgenti conflitti.<br />

È a rischio la pace nel mondo.<br />

Proprio per questo noi veniamo a Te,<br />

Vergine Immacolata, per chiederti<br />

di ottenere, quale Madre comprensiva<br />

e forte, che gli animi, liberati dai fumi<br />

dell’odio, si aprano al perdono reciproco,<br />

alla solidarietà costruttiva e alla pace...»<br />

(Giovanni Paolo II, preghiera all'Immacolata, 8 Dicembre)<br />

cesana ad accogliere la proposta di preghiera<br />

e di digiuno per venerdì 14 dicembre.<br />

Una veglia di preghiera si celebrerà,<br />

venerdì 14 dicembre, alle ore 21 in tutti i<br />

Comuni dell'Arcidiocesi. A Foggia sarà<br />

l'Arcivescovo a presiedere la veglia che si<br />

terrà in Cattedrale. Un analogo momento<br />

di preghiera e digiuno si terrà a Bovino<br />

(Basilica Concattedrale), ad Accadia<br />

(Parrocchia Santi Pietro e Paolo), a Castelluccio<br />

dei Sauri (Parrocchia Ss.mo<br />

Salvatore) a Monteleone (Parrocchia s.<br />

Giovanni Battista), a Panni (Parrocchia<br />

Santa Maria Assunta), a Sant'Agata di<br />

Puglia (Parrocchia san Nicola), a San<br />

Marco in Lamis (Parrocchia Santissima<br />

Annunziata). È espressa la volontà del<br />

Papa che il digiuno sia seguito dall'elemosina.<br />

Le offerte raccolte durante le veglie<br />

che si terranno a Foggia e negli altri<br />

Comuni della diocesi verranno quindi inviate<br />

al Papa per essere destinate nel<br />

giorno di Natale a coloro che «vittime<br />

delle conseguenze del terrorismo e della<br />

guerra — ha affermato l'Arcivescovo<br />

D'Ambrosio—passatala maggiore emergenza,<br />

rischiano di esser dimenticati».<br />

«L'urgenza e l'indifferibilità della pace<br />

— ha affermato Mons. D'Ambrosio —,<br />

della fine delle tensioni che fanno crescere<br />

il senso dell'angoscia e della paura e ci<br />

impediscono di guardare con speranza al<br />

futuro chiedono a noi credenti gesti significativi<br />

di conversione, di apertura all'incontro,<br />

dell'ostinazione nel dialogo,<br />

della condivisione nelle sofferenze di chi<br />

vive le conseguenze del terrore, dell'odio,<br />

della violenza e della morte». (U.S.)<br />

TARANTO<br />

La giornata di digiuno e preghiera per<br />

la pace, indetta dal Santo Padre, rappresenterà<br />

anche per le parrocchie dell’Arcidiocesi<br />

di Taranto un’occasione a disposizione<br />

dei credenti, per agire concretamente<br />

«perché l’amore prevalga sull’odio».<br />

La sollecitazione di Giovanni Paolo<br />

II è stata fatta propria dalla Chiesa di Taranto,<br />

cui è giunta, tempestiva, la sollecitazione<br />

da parte dell’Arcivescovo Benigno<br />

Luigi Papa, che ha invitato tutti i<br />

parroci a sensibilizzare le comunità. E<br />

così in questa giornata, scelta simbolicamente<br />

per unire idealmente i cristiani<br />

con i musulmani, perché si facciano proprio<br />

il convincimento che «la religione<br />

non deve mai diventare motivo di conflitto,<br />

di odio e di violenza» e che terrori-<br />

smo e violenza rappresentano «una falsa<br />

religione», un po’ in tutte le chiese della<br />

diocesi si svolgeranno veglie e momenti<br />

di preghiera per la pace.<br />

Sarà l’occasione per dare all’Avvento,<br />

ha inteso sottolineare Mons. Benigno Papa,<br />

la sua dimensione di «tempo dell’attesa<br />

che ci interpella direttamente in rapporto<br />

ad un uso cristiano del tempo, nel<br />

presente e nel futuro, e ci sollecita anche<br />

a saper trasformare in segno di speranza<br />

per l’umanità la propria fede, essendo<br />

segno visibile e operoso di cambiamento<br />

e di fiducia nella strategia divina».<br />

Ma sarà anche l’occasione per riconsiderare<br />

il valore del digiuno come impegno<br />

significativo e pratico a manifestare<br />

la propria fede in un sacrificio dall’alto<br />

significato simbolico.<br />

Ogni parrocchia, così sollecitata, ha<br />

organizzato un proprio itinerario di preghiera<br />

in occasione del 14 dicembre. In<br />

qualche caso si svolgeranno delle fiaccolate<br />

per le vie della parrocchia. Ma sicuramente<br />

densa di significato è l’iniziativa<br />

assunta dalla Parrocchia intitolata a Maria<br />

«Regina Pacis», nel popoloso quartiere<br />

periferico di Lama. Una parrocchia<br />

che alla cultura della pace è particolarmente<br />

votata, in ossequio anche alla sua<br />

intitolazione, e che ha attuato, nelle<br />

scorse settimane, varie manifestazioni di<br />

carattere socio-culturale e religioso sui<br />

problemi della non violenza, del ripudio<br />

della guerra e del dialogo interreligioso e<br />

internazionale. Qui, venerdì sera, si svolgerà<br />

una manifestazione dal forte intento<br />

simbolico che coinvolgerà tutta la comunità,<br />

ma in particolare le famiglie e i<br />

bambini, che saranno gli artefici di un loro<br />

«sacrificio» tutto particolare.<br />

Al termine della veglia di preghiera, la<br />

comunità parrocchiale farà una fiaccolata<br />

all’esterno della Chiesa, quindi tutti i<br />

bambini porteranno le loro armi giocattolo<br />

e le deporranno al centro della piazza<br />

perché vengano «distrutte». È un modo,<br />

quello scelto dalla comunità guidata<br />

dal parroco Don Mimino Damasi, di rappresentare<br />

il ripudio non solo di ogni forma<br />

di violenza e di guerra, ma anche di<br />

ogni cultura, persino ludica, che perpetri<br />

l’immagine della guerra. Ogni bambino<br />

che rinuncerà alla sua arma giocattolo<br />

sarà ricompensato con un semplice palloncino.<br />

«Non si tratta — spiega — di<br />

uno scambio alla pari, evidentemente,<br />

ma di una vera e propria rinuncia che<br />

vuole avere una importante valenza educativa,<br />

e che soprattutto finisce col tran-<br />

Come è noto, il Santo Padre ha indetto una raccolta di offerte in<br />

occasione della giornata di digiuno del 14 dicembre. Esse verranno<br />

destinate dal Papa nel giorno di Natale a coloro che, vittime delle<br />

conseguenze del terrorismo e della guerra, passata la maggiore<br />

emergenza, rischiano di essere dimenticati.<br />

La Santa Sede ha aperto un conto corrente straordinario gestito<br />

dal Pontificio Consiglio COR UNUM, presso la<br />

BANCA DI ROMA C/C N. 101010 «PRO DIGIUNO 14 DICEMBRE»<br />

ABI 3002 CAB 5008 (dall’estero SWIFT: BROMIT)<br />

e un conto corrente presso le Poste Italiane C/C N. 603035.<br />

sitare sulle famiglie. Sono proprio queste,<br />

infatti, a dover spiegare ai figlioli che<br />

la guerra e la violenza non sono scenari<br />

possibili, ma sono momenti negativi che<br />

l’umanità attraversa nel corso della sua<br />

storia, e come tali vanno ripudiati». E<br />

che la scelta di un giocattolo che uccida<br />

anche per gioco non è forse la più felice.<br />

Insomma: uno sforzo per portare la<br />

cultura della pace alle radici del nostro<br />

modo di vivere, nel quale la violenza è<br />

costantemente presente, anche come<br />

gioco, troppo spesso come spettacolo.<br />

(Silvano Trevisani)<br />

ALTAMURA<br />

GRAVINA<br />

ACQUAVIVA<br />

DELLE FONTI<br />

«Fratelli e Sorelle, in risposta all'accorato<br />

appello del Santo Padre di rendere il<br />

14 dicembre 2001 giorno di preghiera, di<br />

digiuno e di carità, per implorare da Dio<br />

una pace stabile, e offrire il frutto del digiuno<br />

per le vittime del terrorismo e della<br />

guerra, invito tutti, giovani, genitori,<br />

sacerdoti, religiose, associazioni, movimenti,<br />

gruppi, a un incontro di preghiera,<br />

digiuno e solidarietà, dalle 13.30 alle<br />

14.30». Lo scrive il Vescovo di Altamura-<br />

Gravina-Acquaviva delle Fonti, Mons.<br />

Mario Paciello, in un Messaggio indirizzato<br />

ai fedeli della diocesi per la giornata<br />

del 14 dicembre.<br />

«Ci ritroveremo alla stessa ora — aggiunge<br />

— nella Cattedrale di Altamura;<br />

Cattedrale di Gravina; Parrocchia san<br />

Francesco di Acquaviva; chiesa Madre di<br />

Santeramo; Parrocchia M. SS. Annunziata<br />

di Spinazzola; chiesa parrocchiale di<br />

Poggiorsini, per implorare dal Principe<br />

della Pace — come invocato da Giovanni<br />

Paolo II — “adeguate soluzioni ai molti<br />

conflitti che travagliano il mondo”».<br />

Il Presule si rivolge soprattutto alle<br />

nuove generazioni. «Giovani — scrive —,<br />

ho una proposta da farvi e un dono da<br />

chiedervi: sono sicuro che non rifiuterete<br />

l'invito e accetterete la richiesta, perché<br />

vi so sensibili e capaci di gesti forti. Vi<br />

invito a un party speciale, in un luogo<br />

che non immaginate, in un'ora del tutto<br />

inconsueta. Il look deve essere rigorosamente<br />

feriale, da lavoro. Si prevedono<br />

musiche inedite, portate mai gustate,<br />

prezzi stracciatissimi. Bastano 1.000 lire;<br />

e chi non ce le ha, venga lo stesso. Il ricavato<br />

morale e materiale sarà totalmente<br />

devoluto per le vittime del terrorismo<br />

e della guerra. Sarà con noi un Invitato<br />

di eccezione, ma ognuno deve scoprirlo.<br />

L'idea geniale è del Giovane più amato<br />

dai giovani di tutta la terra, il Papa Giovanni<br />

Paolo II. L'appuntamento dalle<br />

13.30 alle 14.30 del 14 dicembre 2001, è<br />

del Vostro amico Don Mario».<br />

«Sono sicuro — continua il Presule —<br />

che non mancherete, perché aspettavate<br />

solo l'occasione per dimostrare che le<br />

grandi tragedie dell'umanità vi appartengono<br />

e vi interessano. Sono sicuro che<br />

non ci penserete due volte a mettere nelle<br />

mani della Carità l'equivalente di una<br />

serata al cinema, al pub, in pizzeria o in<br />

discoteca.<br />

«È bello e nobile — sottolinea Mons.<br />

Paciello — saltare un pasto per sentirsi<br />

solidale con chi non ha frigo, perché non<br />

ha casa, né tenda, né tasche, né un immondezzaio<br />

in cui trovare qualcosa. È<br />

doveroso pregare, riflettere e interpellarsi,<br />

perché a tutti siano dati cibo, casa,<br />

vestito, dignità, rispetto, pace, giustizia».<br />

Per i giovani l'appuntamento è: in Cattedrale<br />

ad Altamura; in Cattedrale a Gravina;<br />

in San Francesco ad Acquaviva; in<br />

chiesa Madre a Santeramo; nell'Annunziata<br />

a Spinazzola; nella chiesa parrocchiale<br />

di Poggiorsini.<br />

Un'ultima raccomandazione: «È d'obbligo<br />

non venire da soli, ma portarsi dietro<br />

chi non ne ha voglia. Vi abbraccio e<br />

sin d'ora mi metto in attesa dell'incontro».<br />

«Se questo invito non ti interessa —<br />

conclude Mons. Paciello —, non strapparlo:<br />

passalo... Ma quando vai a casa,<br />

non guardarti allo specchio, ti troveresti<br />

di fronte a un egoista, che vuole essere<br />

talmente in da vivere fuori dal mondo».<br />

(V.P.)<br />

CONVERSANO<br />

MONOPOLI<br />

Tra le iniziative organizzate dalla diocesi<br />

di Conversano-Monopoli per la giornata<br />

del 14 dicembre si inserisce a buon<br />

diritto la tradizionale rassegna «Natale<br />

per i poveri», promossa dalla Basilica<br />

Cattedrale di Monopoli. Il tema di quest'anno<br />

— «Gloria a Dio nell'alto dei cieli<br />

e pace in terra agli uomini di buona volontà»<br />

— è stato infatti scelto in considerazione<br />

del particolare clima internazionale.<br />

Ad una finalità di pace saranno destinati<br />

anche gli aiuti in denaro che sono<br />

stati raccolti nel corso della serata, svoltasi<br />

domenica 9 dicembre. In questa maniera<br />

gli organizzatori hanno voluto aderire<br />

all'appello del Papa che ha invitato a<br />

digiunare e a pregare per la pace.<br />

Alla serata musicale hanno partecipato<br />

15 cori, dando vita nella Basilica Cattedrale<br />

di Monopoli alla XVI edizione di<br />

questa manifestazione. La rassegna fu<br />

ideata nel 1985 e da allora ha visto crescere<br />

il proprio prestigio, arrivando a coprire<br />

un ambito territoriale sempre più<br />

ampio. I 15 cori, per un totale di oltre<br />

300 cantori, provenivano infatti da diversi<br />

centri della Provincia di Bari: Monopoli,<br />

Polignano a Mare, Rutigliano e Putignano.<br />

Particolarmente interessante è la<br />

presenza, quest'anno, di 4 cori di altrettante<br />

scuole: la scuola media «V. Sofo»<br />

di Monopoli, la scuola media «G. Parini»<br />

di Putignano, la scuola elementare «G.<br />

Modugno» di Monopoli e la scuola elementare<br />

«M. Jones» sempre di Monopoli.<br />

Come gli altri cori di estrazione parrocchiale,<br />

hanno eseguito brani natalizi.<br />

«Aprite le porte a Cristo — è stato il canto<br />

finale — l'eterno diventa storia. Il Verbo<br />

si è fatto carne, a lui onore e gloria».<br />

(C.M.)<br />

PALERMO<br />

Sarà una Veglia solenne a riunire la<br />

sera del 14 dicembre in Cattedrale la comunità<br />

ecclesiale di Palermo, a conclusione<br />

della giornata di preghiera e di digiuno<br />

per la pace: si tratterà dell’ultimo<br />

passo di un cammino iniziato nell’Arcidiocesi<br />

del capoluogo siciliano già da<br />

tempo, con l’esortazione dell’Arcivescovo,<br />

il Cardinale Salvatore De Giorgi, ad<br />

accogliere l’invito del Santo Padre: «Vivremo<br />

il 14 dicembre come un giorno di<br />

digiuno durante il quale pregare con fervore<br />

Dio perché conceda al mondo una<br />

pace stabile, fondata sulla giustizia, e<br />

perché faccia si che possano essere trovate<br />

adeguate soluzioni ai molti conflitti<br />

che travagliano il mondo. Ciò di cui ci si<br />

priverà nel digiuno potrà essere messo a<br />

disposizione dei poveri, in particolare di<br />

chi in questo momento soffre le conseguenze<br />

del terrorismo e della guerra. Per<br />

noi cristiani — ha sottolineato il Cardinale<br />

De Giorgi durante le celebrazioni dell’Immacolata<br />

— il dono della pace va invocato<br />

con la preghiera e accolto innanzitutto<br />

nella nostra vita personale, familiare,<br />

ecclesiale e sociale con viva gratitudine,<br />

ma anche con profondo senso di<br />

responsabilità, perché tutti, come cristiani<br />

e quindi come seguaci del “Principe<br />

della Pace”, siamo chiamati ad essere annunziatori<br />

ed operatori di concordia, di<br />

amore e di pace».<br />

La Chiesa palermitana in questi primi<br />

giorni del nuovo Anno Liturgico ha più<br />

volte rimarcato il significato della scelta<br />

del Pontefice di indire questa giornata di<br />

digiuno nel cuore dell’Avvento cristiano<br />

e in coincidenza con la conclusione del<br />

Ramadan, e lo ha fatto ponendo particolare<br />

attenzione alla variegata realtà dell’Islam<br />

presente in città: Palermo è sempre<br />

stata e continua ad essere, infatti,<br />

luogo di incontro fraterno tra le diverse<br />

religioni. «Per la stessa ragione — ha<br />

concluso l’Arcivescovo — la nostra Arcidiocesi<br />

fa suo l’impegno di tutta la Chiesa<br />

contro la violenza per una convivenza<br />

pacifica, un impegno che verrà ulteriormente<br />

rinnovato nell’incontro dei rappresentanti<br />

delle grandi religioni convocato<br />

dal Santo Padre ad Assisi per il 24<br />

gennaio del 2002». (Luigi Perollo)<br />

MESSINA-LIPARI<br />

SANTA LUCIA<br />

DEL MELA<br />

L’Arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa<br />

Lucia del Mela ha accolto con viva partecipazione<br />

l’invito del Santo Padre per<br />

una giornata di preghiera e di digiuno<br />

per la pace il 14 dicembre. Anzi per quel<br />

misterioso filo con il quale lo Spirito opera<br />

già le prime tappe del programma pastorale<br />

diocesano si sono realizzate in<br />

piena sintonia con i desideri di Giovanni<br />

Paolo II e quasi come una preparazione<br />

alla giornata del 14, gli operatori pastorali<br />

di tutte le comunità parrocchiali, dopo<br />

essersi incontrati più volte per riflettere<br />

insieme sul tema dell’iniziazione alla vita<br />

cristiana con quattro incontri comuni e<br />

due specifici su catechesi, liturgia e carità,<br />

concluderanno tale prima fase in modo<br />

comunitario, nelle diverse zone della<br />

vasta Diocesi, con una esperienza Cenacolo<br />

che si concluderà in Cattedrale, proprio<br />

il giorno 14 per un grande momento<br />

di preghiera comunitaria per la pace.<br />

L’Arcivescovo Giovanni Marra, quasi<br />

come preludio alla giornata del 14, sabato<br />

1° dicembre nella Basilica Cattedrale<br />

aveva presieduto la tradizionale Veglia di<br />

Avvento. Nella lettera di convocazione il<br />

Presule così scriveva: «Nel particolare<br />

momento storico che stiamo vivendo, la<br />

Chiesa messinese dedicherà questo incontro<br />

alla riflessione e alla Preghiera<br />

per la pace». La veglia che ha visto, tra<br />

l’altro una numerosa partecipazione di<br />

giovani e di fedeli di tutte le età, è stata<br />

animata dalla Pastorale Giovanile Diocesana,<br />

con la partecipazione delle realtà<br />

ecclesiali della città, parrocchie, comunità<br />

religiose, associazioni, gruppi, movimenti,<br />

confraternite e pii sodalizi. In tale<br />

occasione l’Arcivescovo ha mandato un<br />

forte segnale perché tutta la Chiesa messinese<br />

preghi costantemente per la pace.<br />

Una pace che non sia «mera mancanza<br />

di guerra», ma una pace voluta e costruita<br />

momento per momento ed a tutti i livelli<br />

che ha senso solo se strettamente legata<br />

alla ricerca ed alla realizzazione della<br />

giustizia.<br />

L’esperienza Cenacolo del 14 dicembre,<br />

così come quelle svolte il 12 Dicembre<br />

per gli operatori pastorali della zona<br />

tirrenica, ed il 13 dicembre per quelli della<br />

zona jonica, si svolge in comunione<br />

con il Papa e per quella giornata l’Arcivescovo<br />

ha raccomandato di osservare il<br />

più ampiamente possibile il digiuno tendente<br />

ad ottenere dal Signore la pace, intesa<br />

anche come comprensione e fratellanza<br />

tra tutte le religioni e particolarmente<br />

fra le grandi religioni monoteiste<br />

e come bene indispensabile per tutta l’umanità.<br />

L’Azione Cattolica Diocesana ha invitato<br />

tutti i propri soci a partecipare numerosi<br />

ed accogliere l’invito del Papa al<br />

digiuno ed alla preghiera per la pace.<br />

Infine per il 19 l’Arcivescovo incontrerà<br />

le autorità e la stampa per i tradizionali<br />

auguri di Natale ed in quella occasione<br />

diramerà il tradizionale messaggio<br />

natalizio che sarà incentrato sul tema:<br />

«Giustizia e Pace». (Eugenio Arena)


<strong>L'OSSERVATORE</strong> IBRI<br />

PAGINA<br />

10 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Mercoledì 12 Dicembre 2001<br />

Derek Walcott<br />

Nelle due foto al centro<br />

il mercato della frutta<br />

a S. Lucia e un villaggio<br />

di pescatori poco fuori la città<br />

La ristampa di «Prima luce» di Derek Walcott<br />

Un magma poetico<br />

che rinnova antiche risonanze<br />

MARCO TESTI<br />

La recentissima ristampa, a quattro<br />

anni dalla prima edizione, del poema<br />

Prima luce di Derek Walcott, uscito nel<br />

1997 (Adelphi, 2001, pp. 165, L. 32.000),<br />

ci offre l’occasione di parlare di un poeta<br />

e di un’istituzione, il Nobel per la letteratura.<br />

Nel senso che la geopolitica<br />

del premio propone una effimera fama<br />

all’autore prescelto per poi lasciare che<br />

l’anonimato — a parte la maggior o minor<br />

gloria casalinga — ricopra la persona<br />

e le opere dello scrittore.<br />

La figura di Walcott, Nobel 1992 per<br />

la letteratura, sembra avere più possibilità<br />

di persistenza a livello internazionale,<br />

anche se in Italia, nonostante i convegni<br />

e la puntuale edizione delle sue<br />

opere, la già scarsa disponibilità del<br />

mercato ne ha già consumato la sottile<br />

striscia di notorietà.<br />

L’esposizione e la sua durata nel regno<br />

dei media di Walcott sono dovute<br />

soprattutto al cosmopolitismo della sua<br />

poesia e della sua figura: nato a St. Lucia,<br />

una delle isole Sopravvento delle Indie<br />

Occidentali nel 1931, laureato al locale<br />

University College, ha studiato il<br />

teatro americano, ha fondato il Trinidad<br />

Theather Workshop e ha collaborato<br />

con alcune prestigiose produzioni teatrali<br />

americane.<br />

La sua scrittura ha alla base un inglese<br />

colto ma è anche nutrita da un continuo<br />

riferimento ai nomi dei suoi luoghi<br />

e a quelli da lui visitati nei suoi viaggi.<br />

Davvero, leggendo o rileggendo Prima<br />

luce, si ha la sensazione di un respiro<br />

cosmico, pur legato al cordone ombelicale<br />

della terra d’origine, di cui<br />

emergono musiche, danze, natura, mare,<br />

nomi. Soprattutto i nomi delle piante<br />

locali, Allamanda, Igname, Casuarina,<br />

Xerantemo, ottengono un effetto straniante,<br />

perché improvvisamente interrompono<br />

l’adagio di una melodia colta e<br />

raffinata, che sembra a volte provenire<br />

dai cottages delle nebbiose terre d’Inghilterra.<br />

Sicuramente inserita in una<br />

tradizione composta e attenta al canone<br />

poetico occidentale, tuttavia il verso di<br />

Walcott risponde ad un’eco meno familiare,<br />

si sente insomma che la dissonanza<br />

nasce da una voluta contaminazione<br />

tra sprezzatura anglosassone e la solarità,<br />

il turgore delle isole Sottovento.<br />

Il pregio della poesia di Walcott è<br />

proprio questo: non è possibile identificarla<br />

seduta stante con una matrice etnica,<br />

con una negritudine, o con una<br />

settentrionalità; la sua struttura profonda<br />

è fatta di magma poetico, che rinnova<br />

e trasmuta risonanze, che dicono<br />

Omero, Dante, gli elisabettiani, i metafisici,<br />

Eliot, le Scritture, ma anche Baudelaire,<br />

Rimbaud, Valéry, alcuni italiani<br />

come Montale, e molto altro.<br />

Non è possibile invece porre questo<br />

poema sulla scia di Lucrezio, come talu-<br />

di una poesia «epica», innervata<br />

cioè dall’appartenenza<br />

non ad una precisa<br />

identità nazionale, bensì ad<br />

una terra, ad una matrice<br />

che riecheggia l’indifferenziato<br />

della natura, la felicità<br />

del camminare tra gli uomini<br />

e il ricordo.<br />

Il grande nucleo della<br />

madre-memoria, dunque,<br />

innervato da una precisa disposizione<br />

degli spazi che<br />

denuncia la cultura teatrale<br />

di Walcott e la sua capacità<br />

di disporre la vita nei luo-<br />

ghi, anche se questi non ap-<br />

bita, non staccata, non occultata, dal sì<br />

alla esistenza.<br />

Se appare la nostalgia rimbaudiana<br />

del viaggio di fronte alla pozzanghera<br />

della città («Quel bimbo/ accovacciato/<br />

sul canale di scolo di Rimbaud»), se si<br />

assiste alla nostalgia d’altrove che ha insinuato<br />

Baudelaire dentro le strade urbane,<br />

c’è anche il contro-tono del messaggio<br />

posato, ma anch’esso coraggioso,<br />

del piccolo seme che fruttifica: «Non è<br />

niente, ma è questo niente che (...) fa<br />

grande».<br />

La madre appare come ricordo nella<br />

natura, la madre che ora è materia inerte<br />

è insieme mito della nascita, della<br />

creazione e del viaggio in attesa del ritorno.<br />

È insieme ricerca e quiete, questo<br />

poema materno che diviene moderna<br />

epica, la sola possibile, nell’azione e nell’attesa,<br />

umane e cosmiche.<br />

Ma vi è anche una vera e propria richiesta<br />

di senso, una domanda che punta<br />

in alto, che nomina espressamente il<br />

divino e lo cala genialmente non solo<br />

nei loci deputati e nelle doviziose citazioni,<br />

ma nelle case, nei sonni inquieti,<br />

nella preghiera di uomo di ogni giorno.<br />

L’assenza-presenza del divino è in<br />

questo poema riconoscimento della<br />

strutturazione dentro l’uomo dell’Altro,<br />

non per paura del nulla, ma per una<br />

speranza inchiodata nella sua stessa<br />

carne.<br />

Dice la verità la poesia, non solo per<br />

un riconoscimento auto-referenziale,<br />

sembra dire Walcott, ma perché essa è<br />

profetica, fa esistere ciò che non è più<br />

qui nel momento stesso dell’assenza e<br />

del rimpianto: «La poesia resta tradimento<br />

perché è verità». Ed il tradimento<br />

della poesia del veggente-profeta,<br />

sembra dire Walcott, è quello di vedere,<br />

di non accontentarsi del volo rasente alla<br />

terra, ma cercare il significato più inquietante,<br />

lo scandalo per gli altri uomini,<br />

l’anticipazione di ciò che sarà nella<br />

verità del mondo stesso, che, lo diceva<br />

Baudelaire, è selva carica di simboli, se<br />

si ha la forza per sostenerne il meduseo<br />

sguardo.<br />

Ecco il senso profondo dell’Omero, (il<br />

paragone è stato fatto da Josif Brodskij)<br />

moderno che cerca e basta. Cerca il fare<br />

largo alla vita e insieme insegue l’accettazione<br />

della morte, cerca il cielo e la<br />

terra, l’alto e il basso, l’umido e l’asciutto:<br />

la molteplicità, in breve. Il discorso<br />

rimane strettamente legato ad un ritmo<br />

aperto e insieme serrato, asciutto, vincolato<br />

alla tradizione ma anche al proprio<br />

tempo e alla propria cultura. Un caso di<br />

classico moderno, sia detto senza forzature<br />

e senza fretta celebrativa, semmai<br />

con la consapevolezza che il decentramento<br />

culturale ha in Walcott la sua cifra<br />

positiva di ritorno epico al mondo e<br />

alla sua complessità, e non di assorbimento<br />

monoculturale.<br />

«Introduzione a Unamuno» di Armando Savignano<br />

Il complesso itinerario intellettuale del pensatore basco<br />

PIETRO ADDANTE<br />

«Introduzione a Unamuno» di Armando Savignano (<br />

Laterza, Bari 2001, pp. 202, Lire 18.000) inizia con un<br />

interrogativo come invito agli studiosi a non chiudere<br />

in uno schema culturale riduttivo il pensiero del filosofo<br />

spagnolo: «Ma chi era davvero Unamuno? È possibile<br />

avere un'idea sufficientemente organica e unitaria<br />

del suo pensiero?» (p. 3).<br />

L'interrogativo nasce dal fatto che Unamuno è stato<br />

visto come polemista, agonista, contemplativo, protestante,<br />

cattolico, ateo, conservatore, progressista,<br />

anarchico, rivoluzionario. È talmente variegato il<br />

cammino umano e filosofico del Nostro da indurre in<br />

errore gli studiosi quando privilegiano uno dei suoi<br />

aspetti culturali, imprigionando così, in una tappa, il<br />

complesso itinerario esistenziale e intellettuale del<br />

pensatore basco.<br />

È proprio Unamuno a chiedere di non essere «incasellato»,<br />

quando già nel 1910 scrive nel saggio Mi religion:<br />

«Vorrebbero cacciarmi in qualche vano del casellario<br />

in cui collocano gli spiriti e poter dire di me:<br />

è luterano, calvinista, cattolico, ateo, razionalista,<br />

mistico o qualunque altra di queste parole. E io non<br />

voglio lasciarmi incasellare, perché io, Miguel de<br />

Unamuno, come del resto qualunque uomo che aspiri<br />

a una pienezza di coscienza, formo da me una specie<br />

unica».<br />

Diverse sono le fasi della sua vita e del suo pensiero,<br />

variegato il suo dinamismo culturale, molte le sue<br />

istanze di carattere antropologico, religioso, etico, politico<br />

sotto l'influsso di pensatori spagnoli, di filosofi<br />

moderni, Descartes, Kant, Fichte, Hegel, dei circoli liberali<br />

del positivismo.<br />

Tuttavia, Unamuno, tra crisi religiosa ed esistenziale<br />

(1897), tra attenzione al tema dell'agonismo tra fede<br />

e ragione e a quello del sentimento tragico della vita<br />

(l'idealismo etico, 1904-1913), tra l'interesse al tema<br />

dell'identità personale, l'inquietudine della «generazione<br />

del '98» e la tragedia esistenziale caratterizzata dal<br />

mal du siècle, vive, in un modo profondo e angosciante,<br />

la situazione della condizione umana e sente vivamente<br />

il «vuoto esistenziale, in nome dell'azione», e il<br />

sentimento tragico della vita. Il problema di Dio<br />

scompare razionalmente, ma non nel cuore dell'uomo.<br />

Il Dio di Unamuno è il «Dio cordiale», non quello<br />

della ragione: «Negare Dio? No, e mille volte no, —<br />

afferma nella lettera a Juan Solis —. Sono credente<br />

come chiunque altro, sono in teoria credente ed in<br />

pratica perfino mistico...». La fede è «un fatto, è il<br />

pieno riconoscimento di un principio senza necessità<br />

di prove, è credere ciò che non vediamo; la fede è un<br />

ni hanno fatto. Non vi è qui l’affermazione<br />

perentoria della meccanicità cosmica;<br />

non si assiste alla contestazione<br />

degli dèi falsi e bugiardi attraverso la sovrapposizione<br />

del naturalismo, qualsiasi<br />

forma esso assuma qui.<br />

In Prima luce regna lo stupore dell’alba,<br />

motivo certamente antico, ma che<br />

qui è assorbito da spazi e dai tempi non<br />

europei, le coordinate dell’isola, del luogo<br />

nel mare. Motivo che fa da contraltare<br />

a quello che dovrebbe essere centrale,<br />

della morte della madre, e che per<br />

grazia di questa disposizione luminosa<br />

assume le cadenze del viaggio nel tempo,<br />

di una ricerca nell’oggi delle radici e<br />

del mito elementare.<br />

Ma c’è anche il grande tema della Ricerca,<br />

del dopo, dello sguardo altrove<br />

che non appare mai intrusivo, artificiosamente<br />

aggiunto, ma che è invece connaturato<br />

al ritmo, alla sostanza classica<br />

fatto che scaturisce dal sentimento<br />

onde colmare il vuoto della ragione»<br />

(p. 17).<br />

Umanismo e misticismo vanno<br />

visti in sintonia per capire la storia<br />

vera delle vicende storiche,<br />

umane, personali, per scendere<br />

veramente nell'essenza del vissuto<br />

e per «giungere alla roccia viva<br />

dello spirito».<br />

Non è nella scienza, ma nella<br />

vita mistica che l'anima castigliana<br />

— quindi qualunque persona<br />

— arriva al centro, a Dio.<br />

Nella vita mistica la persona<br />

entra «nella conoscenza introspettiva<br />

di sé chiudendo gli occhi al<br />

sensibile ed anche all'intelligibile,<br />

a tutto ciò che può entrare con<br />

chiarezza nell'intelletto, per arrivare<br />

alla nuda essenza e al centro<br />

dell'anima che è Dio e unirsi,<br />

con contatti sostanziali, alla Sapienza<br />

ed all'Amore divini» (cit.<br />

p. 28).<br />

paiono presenze naturalisticamente intese,<br />

ma create dalla compenetrazione<br />

dentro-fuori, occhio interiore e scenario,<br />

realtà che vive solo quando tocca la percezione<br />

del soggetto.<br />

Ecco perché non si può parlare di Lucrezio,<br />

o per lo meno non lo si può mettere<br />

a capo della complessa poetica di<br />

questo libro: perché qui la molteplicità<br />

della materia è attraversata da — sembra<br />

una citazione di Eliot — «una domanda<br />

più vasta», da una apertura sul<br />

perché che non rimane pianto sospeso<br />

sul nulla e sulla speranza, non diviene<br />

ricerca del nuovo poema-elenco delle<br />

forme materiali e dei loro meccanismi,<br />

ma attività, accettazione, sguardo,<br />

visione.<br />

Se c’è la tentazione materialistica, che<br />

gli viene probabilmente dal Valéry del<br />

Cimitero marino («La città di tombe in<br />

riva al mare si estende»), questa è assor-<br />

La salvezza dell'uomo singolo è anche salvezza<br />

di tutti gli uomini per il concetto di altruismo e di<br />

solidarietà, avendo tutti la consapevolezza della finitezza.<br />

È da questa finitezza della persona umana che scaturisce<br />

la «fame» di Dio e «l'eternità della coscienza».<br />

Ed è proprio l'ansia di immortalità che sta alla base<br />

dell'etica unamuniana. Sul nesso inscindibile tra fame<br />

di Dio ed eternità della coscienza il filosofo scrive:<br />

«L'anelito dell'immortalità dell'anima, della permanenza<br />

in una forma o nell'altra, della nostra coscienza<br />

personale ed individuale è sia l'essenza della religione<br />

che l'anelito dell'esistenza di Dio. Non si dà l'una<br />

senza l'altro, e ciò perché fondamentalmente si<br />

tratta di una sola e medesima cosa» (p. 84).<br />

Nasce così il personalismo unamuniano che ha<br />

questi pilastri: l'imperativo etico di eternità che implica<br />

«la volontà di ricercare la felicità», l'immortalità<br />

dell'anima come postulato trascendente, la religione<br />

come fondamento dell'etica, l'amore-compassione che<br />

dà spazio all'altro, il lavoro posto al servizio dello spirito,<br />

cioè l'amore per l'opera fatta bene, con impegno<br />

e responsabilità, «per amore di Dio, ovvero per amore<br />

della nostra eternità» (pp. 86-87).<br />

La persona che esce dall'etica «eroica» di Unamuno,<br />

etica che ha valenze civili, risvolti socio-politici,<br />

aspetti di solidarietà fondati sulla «redenzione colletti-<br />

va» poiché, egli dice, la «colpa è<br />

collettiva», deve essere sorretta<br />

da questi principi:<br />

— «Lottare con se stessi e contro<br />

l'ambiente per guadagnare il<br />

cielo...».<br />

— «Praticare una morale basata<br />

sull'azione».<br />

— «Vivere la morale come conflitto<br />

interiore... Tale etica di<br />

guerra è alla base della stessa filosofia<br />

della storia che, dopo la<br />

crisi, abbandona definitivamente<br />

certe suggestioni hegeliane e marxiste,<br />

in nome della lotta per la<br />

personalità» (p. 87).<br />

Il problema della persona e<br />

della personalità emerge chiaramente<br />

in tutto il volume, il quale,<br />

più che una Introduzione a<br />

Unamuno, è uno studio profondo,<br />

alla luce anche della critica<br />

più recente, su tutti gli aspetti<br />

scintillanti, emergenti dal pensie-<br />

ro del filosofo basco: dalla fede<br />

creatrice al sentimento tragico della vita, ai rapporti<br />

fra filosofia e religione, al mistero della personalità,<br />

con pagine efficaci dedicate alla storia della critica<br />

unamuniana.<br />

Le pagine più significative, e sapientemente più attuali,<br />

sono quelle che Savignano dedica a «Il mistero<br />

della personalità», in cui il personalismo di Unamuno<br />

emerge come la cifra dominante del suo pensare la<br />

persona in senso orizzontale, verso l'altro, e in senso<br />

verticale come «sogno di Dio».<br />

Slancio, volontà, operosità, lotta eroica per la vita<br />

contro tutto ciò che rende vuota, schiaccia ed eclissa<br />

l'esistenza, Dio che parla al cuore: ecco alcuni dei<br />

tanti elementi dell'antropologia unamuniana o, meglio,<br />

del tema del «mistero della personalità».<br />

Scrive Ferrater Mora: «Unamuno lo ripete fino alla<br />

noia: la persona è, fondamentalmente, un sogno: sogno<br />

di Dio, sogno degli altri, sogno di sé. Questi tre<br />

sogni si riassumono in uno: il sogno per eccellenza,<br />

la sostanza con la quale e della quale siamo stati generati.<br />

E così si realizza la persona. Realtà suprema<br />

e, ad un tempo, essenzialmente indigente» (pp. 149-<br />

150).<br />

Unamuno è un pensatore concreto che non accetta<br />

etichette culturali, né una collocazione «in qualche<br />

vano del casellario» (Obras completas, XVI, 119).<br />

Le riduzioni teatrali<br />

de «I Promessi Sposi»<br />

Anne-Christine Faitrop-Porta ha raccolto brani<br />

campione di venti riduzioni teatrali dei Promessi<br />

Sposi, e in un’ampia introduzione ne ha esaminato<br />

i rapporti con il romanzo, avendo constatato<br />

che, mentre il «profluvio di interpretazioni» ispirate<br />

dall’opera manzoniana ha destato «un certo<br />

interesse nella critica», le riduzioni teatrali «restano<br />

ignorate». Una scorsa ai frammenti che<br />

A.C.<br />

Faitrop-Porta<br />

I Promessi<br />

Sposi.<br />

Riduzioni<br />

teatrali<br />

Olschki<br />

l’Autrice ne trascrive porterebbe, in verità, ad una giustificazione di siffatto<br />

atteggiamento critico: nessuna delle riduzioni, neppure quelle di Giovanni<br />

Testori, presenta intrinseche virtù teatrali e un degno rapporto con il romanzo,<br />

tali da suscitare interessi critici oltre quelli storici. Le diligenti considerazioni<br />

che l’Autrice propone in merito ai caratteri teatrali del romanzo<br />

e alle scelte operate dai riduttori nei confronti degli episodi e dei protagonisti<br />

e nei tentativi di giunte creative personali, possono valere ad attenuare<br />

la drasticità ma non la sostanza di questo giudizio negativo; anche perché<br />

le proposizioni dell’indagine critica introduttiva talora appaiono condizionate<br />

dall’amore della tesi, se non anche influenzate da una modernità di<br />

lettura del testo manzoniano incline al liberismo interpretativo come perenne<br />

ri-creazione dell’opera d’arte. A giustificazione dei numerosi tentativi<br />

teatrali, la Faitrop-Porta crede di poter affermare la presenza nella poetica<br />

manzoniana di un diffuso gusto della rappresentazione teatrale. Si tratta<br />

d’una perdonabile imprudenza, causata dall’insistenza delle «riduzioni» che<br />

l’Autrice. ha incontrata nella sua indagine, oltre che dalla forza realistica e<br />

rappresentativa della narrazione manzoniana: virtù vigente nei capolavori<br />

di tutti i tempi e generi, che il Manzoni incrementò da una redazione all’altra<br />

del suo romanzo, e che in sostanza s’incardina in una poetica come la<br />

sua, orientata al «vero per soggetto», «l’utile per iscopo», «l’interessante<br />

per mezzo». E qui è forse utile ricordare il suggestivo esempio d’un altro<br />

grande testo, la Divina Commedia, in cui l’efficacia significativa di atti e<br />

condizioni degli spiriti non autorizza confusioni con la teatralità. L’Introduzione<br />

offre puntuali notazioni sul dare e l’avere dei «riduttori»; ma l’Antologia,<br />

raccogliendo «riduzioni» di venti Autori, non può presentarne un congruo<br />

numero di scene, rappresentative dei criteri e del gusto di ognuno di<br />

essi. È vero che la maggior parte delle opere rimane di basso livello a<br />

fronte del capolavoro manzoniano; ma i modesti campioni offerti — una,<br />

due o tre scene, con l’eccezione delle cinque per Testori — costituiscono<br />

un assaggio molto modesto, che lascia il tempo che trova, sia dal punto di<br />

vista filologico che da quello critico. Rimane una funzione documentaria rispetto<br />

alla caratterizzazione che si sviluppa nell’Introduzione, con una sorta<br />

d’inversione di traguardi: l’Introduzione come corpo dell’opera, e l’opera<br />

come testimone dell’Introduzione. Il che non è un inconveniente da denunziare,<br />

in quanto il rapporto tra le due parti rimane positivo, e conferisce al<br />

libro una rispettabile dignità e giustificazione. (fernando salsano)<br />

Anne-Christine Faitrop-Porta, I Promessi Sposi. Riduzioni teatrali, Firenze,<br />

Olschki, 2001, pp.105, Lire 35.000.<br />

Amélie Nothomb<br />

Stupore<br />

e tremori<br />

Voland<br />

Una donna occidentale<br />

nella civiltà del Giappone<br />

Un anno — tanto dura il contratto di lavoro —.<br />

Un grattacielo — e al suo quarantaquattresimo<br />

piano si svolge la storia breve di un «capo di<br />

nessuno» —-. Un ascensore, testimone e simbolo<br />

di una carriera in «ascesa» fulmineamente bruciata<br />

per «momento sbagliato» e successive mirabolanti,<br />

declassanti «discese» all’interno di<br />

un’azienda tokyota con un centinaio di impiegati<br />

e cinque impiegate — dirigente, una sola —. Protagonista di graffianti monologhi<br />

ravvivati da dialoghi detonatori di ulteriori riflessioni sull’inferno<br />

aziendale, una donna, — con franchezza da straniera. È la storia di Amélie,<br />

giovane belga come l’autrice, che agli inizi degli anni Novanta riesce a farsi<br />

assumere dalla ditta Import-Export Yumimoto grazie alla perfetta conoscenza<br />

del giapponese. Quel mondo del lavoro dalla ferrea scala gerarchica le<br />

fa scoprire, del paese che ama, aspetti da narrare tra «stupore e tremori».<br />

Accanto alla profonda umanità ed all’alto senso di rispetto e di apprezzamento<br />

per le effettive competenze del «cervello occidentale» dimostrati da<br />

personaggi come il presidente Haneda o l’impareggiabile Tenshi, la spietata<br />

aridità impersonata dalla dirigente Mori consente un’analitica incursione<br />

nelle contraddizioni a cui la donna giapponese in carriera difficilmente sfugge,<br />

nelle maglie soffocanti di «precetti» e «doveri» imposti dalla mentalità<br />

tradizionale. Sacrificare la vita per il lavoro-carriera, è forse vita? E seppellire<br />

«tutta la vita nel lavoro», come fa la stragrande maggioranza dei nipponici,<br />

non è sinonimo di «dare la vita per niente»? Applicare con zelo assoluto<br />

la regola suprema del lavoro finisce con il rendere lecito affibbiare a<br />

nome proprio di persona un verbo all’infinito come «Tsutomeru», «Lavorare»?<br />

Il «quasi ridere» dell’autrice è riso amaro, fortemente critico. Difficile<br />

darle torto! Tappe, arresti di iniziative, intoppi, sorprese da fronteggiare da<br />

Amélie «cervello occidentale», sono delineati nella briosa consapevolezza<br />

che il «linguaggio è una foresta». Anche in Giappone, dove aspettare l’ascensore<br />

perdendo quel tempo che si potrebbe invece proficuamente mettere<br />

a disposizione dell’azienda, «si chiama sabotaggio: uno dei crimini nipponici<br />

più gravi, tanto odioso che si usa la parola francese, perché bisogna<br />

essere stranieri per concepire una bassezza simile»! Inizio dell’esperienza<br />

lavorativa di Amélie: «... mi chiese se amavo le sfide. Era chiaro che non<br />

avevo il diritto di rispondere negativamente». L’io narrante si trova stretto<br />

nel dilemma di presentare le dimissioni o di accettare ordini paradossali<br />

come fingere «di non capire più il giapponese»: la «diversità» chiamata in<br />

causa motiva il «mobbing», condannato sul fil di spada della più feroce autoironia.<br />

Pragmatismo, prendere iniziative senza chiedere il parere di nessuno<br />

sono stigmatizzati in un sistema dove è ancora radicata l’idea che<br />

«l’esistenza è l’azienda... E fuori dell’azienda... niente che meriti il nome di<br />

vita». All’attento sismografo della scrittura della giovane autrice, nata a Kobe<br />

da famiglia di diplomatici ed affermata scrittrice in Francia, concetti come<br />

«incapacità», «inferiorità», «superiorità» vengono messi sotto accusa assumendo<br />

peso ed attualità sconcertanti. Molti lettori nipponici hanno condiviso<br />

il piacere di un testo (tra borborigmi dall’irresistibiIe fascino e colpi di<br />

fioretto tra un «mori» latino opposto a quello giapponese), che pochi di loro<br />

avrebbero il coraggio di scrivere. (irene iarocci)<br />

Amélie Nothomb, «Stupore e tremori», Roma, Voland, 2001, pp. 120,<br />

Lire 18.000.<br />

In Terra Santa sulle «orme»<br />

di un Vangelo rivissuto<br />

«Vagiva nella culla il nuovo millennio / e noi due<br />

in viaggio nel supersonico jet, / l'ultimo pellegrinaggio<br />

con gli occhi / all'acqua rinata nel deserto».<br />

E ancora: «Lui non era qualcuno, mi dicevi /<br />

era Gesù. E il Suo dito, il dito di Dio, / passando,<br />

toccava il tuo che mi teneva / con gli occhi fissi<br />

al Suo martirio (...) Ti immaginai nel gruppo di<br />

Maria / ai piedi del Figlio sul monte, / inchiodati<br />

Cristanziano<br />

Serricchio<br />

Le orme<br />

La Nuova<br />

Agape<br />

ai cuori alle ultime parole / e al capo reclino dalla morte (...)». Questi versi<br />

di Cristanziano Serricchio, raccolti nel libro «Le orme», nascono da un gesto<br />

potente: vedere la propria donna tra le scene della Terra Santa, nei momenti<br />

di un Vangelo rivissuto con partecipazione struggente. Serricchio propone<br />

la propria amata testimone diretta e partecipe della presenza del Salvatore<br />

nella storia dell'uomo. In quelle scene emergono il suo amore e la<br />

sua visione, in una lingua fluida, avvolgente. E dietro quelle parole che richiamano<br />

con gioia, dolore e speranza la nascita, la morte e la resurrezione<br />

di Cristo, urla forte il ricordo, il richiamo incessante proveniente dal più<br />

profondo del suo cuore e che si fa largo andandosi a depositarsi in quello<br />

dei lettori. Raccolti minuziosamente e gelosamente come in un diario personale,<br />

i versi di Serricchio si offrono come una testimonianza di memoria,<br />

di fede dove tutto diventa misura. Così il poeta partecipa alla memoria di<br />

quanto avvenne in Terra Santa attraverso la forma più alta di coinvolgimento<br />

personale, mettendo in scena quel che ha di più caro, offrendo la forza,<br />

il fuoco esterno, la dolcezza della testimonianza del Mistero di Dio. E lo fa<br />

con una semplicità che scava, che attraversa le aride pianure del mondo,<br />

per giungere a toccare le corde del sentimento, del puro e inesauribile<br />

amore. «Sono tornato e da quella sedia / in ombra attendo che tu muova gli<br />

occhi / a guardarmi se annota ancora il cielo / nella finestra di luci e voli<br />

(...) Amore e dolore crescevano / fra eventi di ulivi e spine / ed era il Volto,<br />

la vera pietra / del sepolcro, la preghiera e la luce. / Così l'ombra del tuo<br />

essermi vicina / ora su quella sedia in ombra. (massimiliano porzia)<br />

Cristianziano Serricchio, Le orme, Forlì, La Nuova Agape, 2001, pp. 32,<br />

Lire 10.000


A ROMA<br />

PAGINA<br />

SANITÀ 200 giorni per un'ecografia – Indagine del Tribunale per i diritti del malato<br />

Liste d'attesa troppo lunghe<br />

negli ospedali cittadini<br />

I più «fortunati» possono<br />

aspettare un mese<br />

per un esame clinico di<br />

routine negli ambulatori<br />

in via Bresàdola mentre<br />

suona un po' come una<br />

condanna sapere che all'ospedale<br />

s. Filippo Neri<br />

devono passare 200 giorni<br />

per un’ecografia: è<br />

quanto emerge da un<br />

monitoraggio effettuato<br />

negli ospedali cittadini<br />

dal Tribunale per i Diritti<br />

del Malato, che definisce<br />

la situazione delle liste<br />

d'attesa «allarmante<br />

per la salute dei romani».<br />

Le attese non scendono<br />

sotto un mese per<br />

nessuno degli esami più<br />

richiesti. Per un’ecografia,<br />

si va dai 45 giorni<br />

del san Camillo ai 200 del san Filippo,<br />

così come l’attesa per una Tac va dai 40<br />

giorni al Santa Maria della Pietà ai 90<br />

giorni del Forlanini, dove per un ecocardiogramma<br />

bisogna aspettare 120 giorni<br />

e per una risonanza magnetica 45<br />

giorni.<br />

La situazione più drammatica si registra<br />

al Pertini e al S. Spirito dove le liste<br />

di attesa sono state chiuse per saturazione<br />

e non è possibile effettuare nessun<br />

esame clinico (ecografia, ecocardiogramma,<br />

mammografia, Tac, risonanza<br />

Rapina con ostaggi<br />

in una banca<br />

di via Merulana:<br />

200 milioni il bottino<br />

Sono saliti sulle impalcature di via<br />

Santa Prassede, sono entrati in alcuni<br />

locali sotterranei, hanno forzato una finestra<br />

e sono «sbucati» negli uffici della<br />

Banca Toscana, in via Merulana.<br />

Così, lunedì pomeriggio, intorno alle<br />

16.30, cinque rapinatori con parrucche<br />

bionde e baffi finti ed armi in pugno,<br />

hanno disarmato la guardia giurata, e<br />

poi si sono fatti dare i soldi dagli impiegati<br />

della banca.<br />

I rapinatori hanno poi chiuso clienti e<br />

impiegati, 25-30 persone, in una stanza<br />

e poi sono fuggiti dalla porta principale<br />

facendo perdere le proprie tracce.<br />

Gli ostaggi sono riusciti a liberarsi<br />

sfondando la porta ed hanno avvisato la<br />

polizia.<br />

Secondo le prime stime — riferisce<br />

l'«Ansa» — ammonterebbe a circa duecento<br />

milioni di lire, il bottino della rapina.<br />

Gli agenti della squadra mobile romana<br />

e dei commissariati Viminale ed<br />

Esquilino hanno raccolto le testimonianze<br />

dei dipendenti della banca e dei clienti<br />

che erano all'interno della filiale al<br />

momento dell’ingresso dei rapinatori,<br />

ma non è stato possibile accertare quale<br />

sia stato il mezzo da loro utilizzato per<br />

la fuga.<br />

La rapina, subito prima della chiusura<br />

pomeridiana è stata veloce, probabilmente<br />

opera di malviventi «esperti», dicono<br />

gli inquirenti: un po' più di tempo<br />

c’è voluto ai malcapitati ostaggi per<br />

sfondare la porta della stanza dove erano<br />

stati rinchiusi e a dare l’allarme, ma<br />

era troppo tardi.<br />

11 .<br />

trollo e il monitoraggio<br />

dei tempi di attesa. «È<br />

giunto il momento —<br />

prosegue Ferraro — di<br />

capire la volontà dell'assessorato<br />

regionale alla<br />

Sanità e dei manager<br />

delle Asl e delle aziende<br />

ospedaliere di sviluppare<br />

un'effettiva azione di<br />

controllo e di promozione<br />

in settori che riguardano,<br />

spesso in modo<br />

drammatico, la vita dei<br />

malati».<br />

Tra le richieste, avanzate<br />

dal Tribunale per i<br />

diritti del malato, l’istituzione<br />

in ogni Asl di un<br />

ufficio che monitori i<br />

tempi di attesa, l’utilizzo<br />

delle apparecchiature di<br />

diagnostica per almeno<br />

12 ore al giorno, la rea-<br />

COMUNE Si tratta di 1.400 appartamenti<br />

Al via la vendita<br />

del patrimonio immobiliare<br />

a 65 milioni, è consentita l’alienazione<br />

della sola nuda proprietà, con usufrutto<br />

a favore del conduttore. L’inquilino ha<br />

la facoltà di esercitare il diritto di prelazione<br />

e ha uno sconto del 30 per cento<br />

sul prezzo della casa, un ulteriore 5 %<br />

di sconto se è possibile la vendita in<br />

blocco di almeno il 51 % degli appartamenti<br />

di un palazzo. Gli immobili verranno<br />

stimati dalla società «Risorse per<br />

Roma».<br />

Le case che resteranno invendute verranno<br />

poste all’asta pubblica fra un<br />

anno.<br />

UCID A san Lorenzo in Lucina Santa Messa celebrata dal Card. Re per l'Unione degli imprenditori cristiani<br />

Difendere la solidarietà e l'amore in ogni attività<br />

Guidati dalla stella del Natale, gli uomini sono invitati<br />

ad instaurare ovunque la civiltà dell’amore. Sono<br />

parole di speranza quelle che il Cardinale Giovanni<br />

Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi,<br />

ha pronunciato lunedì 10 dicembre nel corso<br />

della Santa Messa celebrata nella chiesa romana di<br />

san Lorenzo in Lucina per i membri dell’UCID, l’Unione<br />

Cristiana Imprenditori e Dirigenti.<br />

Consapevole del fatto che la dottrina sociale della<br />

Chiesa può offrire anche all’economia i principi capaci<br />

di garantire formule di comportamento ispirate<br />

al messaggio evangelico, l’UCID si impegna per favorire<br />

la crescita e la diffusione dei valori cristiani nell’ambito<br />

dell’impresa. Ed è proprio su questo importante<br />

argomento che Francesco Merloni, Presidente<br />

Nazionale dell’associazione, ha espresso le proprie<br />

considerazioni: «I principi della nostra organizzazione<br />

vogliono portarci ad essere imprenditori che ispirano<br />

il proprio comportamento alle indicazioni offerte<br />

dalla dottrina sociale della Chiesa. Ognuno di noi<br />

è chiamato ad essere testimone del cristianesimo nell’ambito<br />

dell’ambiente di lavoro, mostrando correttezza<br />

nei confronti delle persone con cui si relaziona».<br />

Dedicarsi alla diffusione dei valori evangelici nell’ambito<br />

dell’economia è un impegno che i membri<br />

dell’UCID portano avanti con coerenza e fermezza,<br />

come testimoniano anche le parole di Antonio Bertani,<br />

Presidente del gruppo regionale dell’associazione:<br />

«Sentiamo con forza l’esigenza di impegnarci perché<br />

magnetica). L’attesa si azzera, però, sottolinea<br />

il segretario regionale del Tribunale<br />

per i Diritti del Malato, Antonio<br />

Ferraro, «mettendo mano al portafoglio<br />

e pagando visite ed esami privati agli<br />

stessi medici dipendenti attraverso l’intramoenia».<br />

Secondo l’associazione dei cittadini, è<br />

arrivato «il momento di misurare ormai<br />

la reale volontà di chi amministra i nostri<br />

servizi sanitari di far funzionare il sistema».<br />

Da due anni è attivo infatti nel<br />

Lazio un progetto specifico per il con-<br />

Il Consiglio comunale ha approvato<br />

ieri, lunedì, con 32 sì, 17 no e nessun<br />

astenuto la delibera che fissa gli indirizzi,<br />

i criteri e le modalità per l’alienazione<br />

del patrimonio immobiliare. «Roma è<br />

il primo Comune d’Italia che riesce ad<br />

avviare un’alienazione di immobili di<br />

questa importanza», ha affermato l’assessore<br />

al patrimonio Claudio Minelli,<br />

che ha fatto notare che a differenza del<br />

governo nazionale che ha «blindato» il<br />

decreto sulla cartolarizzazione, il Campidoglio<br />

ha dato luogo ad un vasto confronto<br />

con l’opposizione e il risultato «è<br />

un provvedimento equilibrato, che raggiunge<br />

la finalità importante, reperire risorse<br />

per il secondo programma di edilizia<br />

abitativa, che complessivamente, con<br />

il primo, metterà a disposizione degli<br />

sfrattati di Roma 4.000 alloggi».<br />

La delibera detta «Robin Hood», (perché<br />

vengono venduti immobili di pregio<br />

molti nel centro storico per dare case alle<br />

fasce disagiate della popolazione) prevede<br />

forme di tutela anche in quei casi<br />

in cui gli immobili comunali siano occupati<br />

da persone in condizioni economiche<br />

tali da non poter esercitare il diritto<br />

di prelazione. Le case comunali, in tutto<br />

1.400 per un valore stimato intorno ai<br />

500 miliardi di lire, non possono pertanto<br />

essere messe in vendita se sono occupate<br />

da persone con reddito inferiore ai<br />

36 milioni e 800 mila lire, ma il parametro<br />

si alza a 44 milioni e 600 mila lire se<br />

nel nucleo familiare ci sono ultrasessantacinquenni,<br />

disabili o ci sono due figli a<br />

carico. Infine nel caso di ultrasettantacinquenni,<br />

anche con reddito superiore<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Mercoledì 12 Dicembre 2001<br />

lizzazione di un «corridoio diagnostico»<br />

preferenziale per le patologie già accertate<br />

e da tenere sotto osservazione, il<br />

controllo dell’attività in intramoenia dei<br />

medici.<br />

«È anche fondamentale che la Regione<br />

— ha aggiunto Ferraro — promuova<br />

un controllo sistematico dell'appropriatezza<br />

delle prescrizioni da parte dei medici<br />

di famiglia e degli specialisti. Nel<br />

Lazio infatti è troppo alta la percentuale<br />

di Tac e risonanze che danno esito negativo».<br />

Campidoglio: un tavolo<br />

di coordinamento<br />

sui rifugiati<br />

Si è insediato ieri, lunedì, il primo<br />

tavolo di coordinamento cittadino<br />

su rifugiati e richiedenti asilo<br />

politico. Alla riunione, alla quale<br />

ha preso parte l’assessore capitolino<br />

alle Politiche sociali Raffaela<br />

Milano, hanno partecipato 22 organismi<br />

ed associazioni.<br />

Il tavolo, come è spiegato in un<br />

comunicato dell’assessorato, si<br />

riunirà con cadenza periodica e<br />

sarà un’occasione di co-progettazione,<br />

confronto e verifica fra i diversi<br />

organismi e l’amministrazione<br />

comunale.<br />

i principi cattolici vivano nel mondo dell’impresa. Allo<br />

stesso tempo, però, ci adoperiamo perché essi si<br />

diffondano sempre di più in tutta la società, che dimostra<br />

di averne un grande bisogno. Proprio per<br />

questa ragione abbiamo adottato i motivi ispiratori<br />

che ci portano a mettere l’uomo al centro di tutte le<br />

relazioni economiche e sociali».<br />

Dopo aver visitato l’area archeologica della basilica<br />

di san Lorenzo in Lucina, circa cento soci dell’U-<br />

CID si sono raccolti attorno all’altare centrale per<br />

prendere parte alla Santa Messa. «È una tradizione<br />

di lunga data quella che ci porta a partecipare a questa<br />

funzione, celebrata nell’imminenza del Santo Natale<br />

— ha affermato Giancarlo Abete, Presidente della<br />

sezione di Roma dell’aggregazione ecclesiale —.<br />

In un clima di preghiera e di condivisione comunitaria<br />

desideriamo offrire testimonianza di partecipazione<br />

alla difficile situazione in cui versa il mondo, tanto<br />

bisognoso dei valori del cristianesimo».<br />

Fascino d’amore, mistero di salvezza e dono di<br />

grazia: sono i tre aspetti del Santo Natale di cui il<br />

Cardinale Giovanni Battista Re ha desiderato fare<br />

memoria nel corso del commento al Vangelo di san<br />

Luca: «Questa festa ci fa sentire il desiderio di essere<br />

meno chiusi nel nostro egoismo, meno duri nell’orgoglio<br />

e più aperti agli altri. Nel Natale ritroviamo<br />

quei valori in cui la maggior parte di noi si riconosce.<br />

Anche molte persone lontane dalla Chiesa, infatti,<br />

in occasione di tale solennità riescono a trovare la<br />

strada che porta a Dio». «Ma il Natale è anche mi-<br />

12 DICEMBRE 2001<br />

Mercoledì della II settimana di Avvento<br />

Feria (viola)<br />

S. Giovanna Francesca de Chantal, religiosa -<br />

Memoria fac. (bianco)<br />

Messa a scelta<br />

Lezionario: Is 40, 25-31; Salmo 102; Mt 11, 28-30<br />

Liturgia delle Ore: Merc. II sett.<br />

Ufficio della Feria<br />

SOLIDARIETÀ Presso l'Istituto Villa Flaminia retto dai Fratelli delle Scuole Cristiane<br />

Una mensa per i poveri<br />

gestita da studenti e genitori<br />

Una mensa per i poveri gestita da studenti<br />

e dalle loro famiglie. Non un atto<br />

di semplice generosità, bensì la realizzazione<br />

più concreta della carità cristiana:<br />

il servire chi ne ha più bisogno. Questo<br />

è il messaggio dell’iniziativa promossa<br />

dai Fratelli delle Scuole Cristiane presso<br />

l’Istituto di Villa Flaminia, nel quartiere<br />

Flaminio. La Congregazione, seguendo<br />

l’esempio del Padre fondatore san Giovanni<br />

Battista De La Salle, ha predisposto<br />

alcuni locali appartenenti all’istituto,<br />

adattandoli alla mensa della carità. Circa<br />

150 metri quadrati con una sala da<br />

pranzo, la cucina, la dispensa e i servizi,<br />

tutto a disposizione dei poveri delle parrocchie<br />

circostanti. Il servizio di ristorazione<br />

della mensa inizierà stabilmente<br />

dal 14 gennaio 2002, per cinque giorni<br />

settimanali, e distribuirà 50 pranzi completi<br />

al giorno, suddivisi in due turni,<br />

uno alle 12 e l’altro alle 14. L’incarico è<br />

sostenuto interamente dalle famiglie e<br />

dagli studenti liceali dell’istituto, con un<br />

supporto della Caritas diocesana per<br />

quanto riguarda parte degli approvvigionamenti.<br />

Le madri dei ragazzi stessi,<br />

quindi si alterneranno in turni per la cucina,<br />

mentre padri e figli, quando avranno<br />

concluso le loro ore di lezione, le<br />

aiuteranno a servire ai tavoli.<br />

L’inaugurazione della mensa coincide<br />

con due momenti particolari per la Congregazione,<br />

il 350º anniversario della nascita<br />

del fondatore, avvenuta nel 1651 e<br />

il 300º anniversario della venuta, nel<br />

1702, del primo Fratello Lasalliano a Roma,<br />

Fratel Gabriel Drolin.<br />

La cerimonia di inaugurazione della<br />

mensa, avvenuta lunedì mattina presso i<br />

locali dello stesso istituto, è stata presieduta<br />

dall'Arcivescovo Oscar Rizzato, Arcivescovo<br />

Elemosiniere di Sua Santità.<br />

Era presente, tra gli altri, Fratel Alvaro<br />

Rodriguez Echeverria, Superiore Generale<br />

dei Fratelli delle Scuole Cristiane,<br />

insieme con alcune autorità civili: Gianfranco<br />

Fini, Vicepresidente del Consiglio;<br />

Francesco Storace, Presidente della<br />

Regione Lazio ed Antonio Saccone, Presidente<br />

del II Municipio.<br />

«Seguendo gli insegnamenti di san<br />

Giovanni De La Salle, la scuola non è<br />

soltanto formazione ma soprattutto<br />

un’opportunità per educare — ha ribadito<br />

Fratel Donato Petti, Preside dell’Istituto<br />

— E nel nostro programma di<br />

educazione abbiamo inserito anche il valore<br />

della solidarietà, con un’esperienza<br />

concreta di volontariato a servizio dei<br />

più poveri».<br />

San Giovanni De La Salle, infatti, sin<br />

dal principio si interessò della sorte dei<br />

bambini poveri francesi, che a quei tempi<br />

difficilmente riuscivano ad avere accesso<br />

all’istruzione. De La Salle quindi<br />

decise di fondare una comunità che prese<br />

il nome di Fratelli delle Scuole Cristiane<br />

per offrire a questi bambini una<br />

educazione secondo i valori del Vangelo.<br />

Con il tempo, e con l’espansione della<br />

Congregazione, si è venuta a formare<br />

una rete di scuole molte delle quali gratuite,<br />

e attualmente la Congregazione ha<br />

missioni anche nei Paesi in via di svilup-<br />

VIA VENTOTENE In molti senza acqua calda e gas<br />

Interrogati i tecnici dell'Italgas<br />

intervenuti prima dell'esplosione<br />

È durato oltre tre ore l’interrogatorio<br />

di due tecnici dell’Italgas finiti nel mirino<br />

degli inquirenti che indagano sull’esplosione<br />

di via Ventotene. I due si sono<br />

presentati, lunedì, dal pm Ilaria Calò, titolare<br />

delle indagini. Uno dei due tecnici<br />

intervenuti in via Ventotene la sera prima<br />

della strage, si è avvalso della facoltà<br />

di non rispondere; l’altro ha ricostruito<br />

con gli inquirenti le modalità dell’intervento.<br />

Due macchie di gpl in terra<br />

avrebbero tratto in inganno i due tecnici.<br />

È uno degli elementi che sarebbe<br />

emerso nell’interrogatorio dei due dipendenti<br />

dell’Italgas, un caposquadra e<br />

un tecnico. I due — riferisce l'«Ansa» —<br />

arrivati in via Ventotene, hanno immediatamente<br />

sentito la puzza di gas, ma<br />

l’hanno collegata alle macchie di gpl<br />

sotto un’auto. Per questo hanno chiamato<br />

i pompieri e fatto rimuovere il<br />

mezzo, convinti di aver risolto il problema.<br />

Nel corso dell’interrogatorio, l’unico<br />

che ha parlato dei 2 tecnici si è limitato<br />

soltanto a questo aspetto, senza affrontarne<br />

altri non legati all’auto a gpl.<br />

L'avvocato di parte civile che difende<br />

Ciro Perrone, dopo un sopralluogo ha<br />

dichiarato che: «Il masso di cemento,<br />

che sovrasta la conduttura di gas, non<br />

può essere stata la causa della rottura<br />

del tubo dalla quale è scaturita la fuga<br />

di gas. Le tubature, ad un primo esame,<br />

non sembrano vecchie».<br />

Le indagini proseguono e non è escluso<br />

che nelle prossime ore partiranno ulteriori<br />

avvisi di garanzia. In particolare,<br />

l’attenzione degli investigatori è concentrata<br />

sul centralinista, una sorta di coordinatore<br />

della sala operativa dell’Italgas<br />

stero dell’amore del Signore, di Dio Padre che dona<br />

al mondo Gesù — ha aggiunto il Porporato —. E la<br />

grandezza della festa risiede nel fatto che il Figlio di<br />

Dio si è fatto uomo ed è venuto a percorrere le nostre<br />

stesse strade». A tre mesi di distanza dal crollo<br />

del World Trade Center era naturale che il pensiero<br />

ritornasse alla sconvolgente giornata dell’11 settembre.<br />

«Quest’anno il Natale giunge a noi in un momento<br />

caratterizzato da grandi tensioni e preoccupazioni.<br />

Abbiamo ancora negli occhi le immagini del<br />

crollo delle Torri Gemelle di New York, provocato<br />

da un folle atto terroristico. E a questo motivo di<br />

preoccupazione si uniscono gli avvenimenti che si<br />

verificano in Terra Santa. Queste notizie sono tutte<br />

in contrasto con quel che dovrebbe essere il clima<br />

del Natale». «Riflettendo su tale realtà — ha continuato<br />

il Cardinale —, vediamo che i protagonisti della<br />

storia sono sempre due: l’uomo libero e Dio. L’essere<br />

umano è stato creato perché compia del bene,<br />

ma la libertà di cui gode spesso lo porta a fare il male.<br />

C’è di conforto sapere che Dio veglia sulla storia<br />

dell’umanità, sapendo trarre il bene anche dal male».<br />

Ecco, dunque, che il compito dell’uomo si concentra<br />

nell’avere fiducia nel Signore. «Il vero motore<br />

della storia è l’amore — ha concluso il Porporato —.<br />

Ed il Natale ci parla dell’amore di Dio per l’uomo<br />

e ci invita ad instaurare ovunque la civiltà dell’amore».<br />

SIMONA RUBEIS<br />

in turno la sera prima dell’esplosione. Si<br />

tratta di una persona che non si limita<br />

soltanto a rispondere alle chiamate, ma<br />

che coordina gli interventi e decide le<br />

priorità d’intervento a seconda della gravità<br />

delle situazioni.<br />

I livelli di gas presenti nell’aria erano<br />

talmente alti che il tecnico dell’Italgas<br />

intervenuto per misurarli uscì dall’abitazione<br />

frettolosamente, come se temesse<br />

il peggio, dicendo: «Non è più lavoro<br />

per noi, spetta ai pompieri». Un minuto<br />

dopo ci fu l’esplosione. A raccontare l’episodio<br />

è David Misasi, il giovane rimasto<br />

ferito nell'esplosione. Quella mattina<br />

in via Ventotene intervennero due squadre<br />

dell’Italgas: quella della sera prima<br />

(che non entrò nell’edificio a fare i controlli)<br />

e un’altra, composta da due persone.<br />

Furono proprio questi due che<br />

con un esplosimetro fecero i rilievi nell’appartamento<br />

di Misasi e Camillo, al<br />

piano terra, dove c’è stato l’epicentro<br />

dell’esplosione. Una volta visto il display,<br />

ha raccontato il giovane, il tecnico<br />

si deve essere accorto che i livelli<br />

erano ben al di sopra della norma tanto<br />

che si è bloccato per un istante e immediatamente<br />

dopo è uscito dall’appartamento,<br />

di corsa, dicendo che a quel<br />

punto era un lavoro per i pompieri. Il<br />

giovane, però, non ha fatto neanche in<br />

tempo a realizzare cosa stesse succedendo<br />

che è stato investito dall’esplosione.<br />

Intanto, a 13 giorni dall’esplosione, gli<br />

sfollati stanno rientrando nelle proprie<br />

case, ma il ritorno alla normalità è lento<br />

e sono molti i disagi per i residenti di<br />

via Ventotene e delle vie limitrofe che<br />

non hanno l'acqua calda e il gas.<br />

Bambina muore<br />

investita da scuolabus<br />

Una bambina di due anni è stata<br />

investita ed uccisa, davanti casa e<br />

sotto gli occhi della madre, da uno<br />

scuolabus da cui erano appena<br />

scesi i suoi due fratellini di ritorno<br />

da scuola. È successo lunedì pomeriggio<br />

ad Arce, un paese della<br />

Ciociaria. La bambina, Valentina<br />

C., è morta nell’ospedale di Ceprano,<br />

dove era stata portata subito<br />

dopo l’incidente, in seguito alle<br />

gravi ferite subite.<br />

Si estende la protesta<br />

studentesca<br />

Si estende la protesta studentesca<br />

nelle scuole superiori della Capitale.<br />

Lunedì sono stati occupati anche<br />

i licei Visconti e Montale. Per<br />

giovedì prossimo, inoltre, è previsto<br />

un nuovo sciopero della fame<br />

degli studenti del Tasso. A differenza<br />

della precedente protesta,<br />

però, gli studenti entreranno in aula<br />

e frequenteranno regolarmente<br />

le lezioni. «Il ministro Moratti —<br />

dicono — deve tenere fede alle<br />

promesse fatte durante l’incontro<br />

con gli studenti del Tasso e convocare,<br />

prima degli Stati Generali di<br />

Foligno, le consulte provinciali degli<br />

studenti».<br />

Sincerità<br />

Dobbiamo augurarci che l'educazione<br />

cristiana sia sempre e maggiormente<br />

improntata alla professione<br />

della virtù naturale della sincerità.<br />

(Paolo VI)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

po come l’Egitto, il Perú, il Libano e il<br />

Rwanda.<br />

La vera sfida che l’istituto di Villa Flaminia<br />

desidera lanciare, secondo il Preside,<br />

è quella di mettere in contatto le<br />

vecchie povertà, cioè quelle strutturali,<br />

con le nuove, rappresentate dalla carenza<br />

dei veri valori. Offrire un’opportunità<br />

quindi attraverso la quale si possa sviluppare<br />

un rapporto di amicizia fra i<br />

giovani della scuola, le loro famiglie e i<br />

poveri, imparando a donare il proprio<br />

tempo.<br />

«Fino ad oggi hanno aderito circa 180<br />

genitori — ha spiegato il rappresentante<br />

del Comitato dei genitori dell’Istituto —.<br />

Ci auguriamo comunque che nel corso<br />

del progetto il numero delle persone che<br />

prestano il loro tempo crescerà. Il sostegno<br />

delle famiglie è essenziale per la riuscita<br />

dell’iniziativa, poiché ai genitori<br />

spetta il maggior carico di tutta l’organizzazione.<br />

Per poter cucinare e servire<br />

i 50 pasti al giorno, infatti, occorrono<br />

decine di persone che prestano servizio<br />

volontario dalle 10.30 fino alle 15, e questo<br />

impegno non è semplice soprattutto<br />

per quei genitori che lavorano. Il nostro<br />

compito comunque è quello di dare anche<br />

l’esempio ai nostri figli».<br />

Istituire una mensa per i poveri in<br />

una scuola non statale, di fatto, è un’esperienza<br />

senza precedenti a Roma. Infatti<br />

questo servizio solitamente è svolto<br />

dalle parrocchie e dalle comunità religiose.<br />

Un istituto scolastico è un ambiente<br />

diverso dove sensibilizzare e motivare<br />

le persone ad offrire il proprio<br />

aiuto costituisce un lavoro più complesso,<br />

poiché occorre prima di tutto preparare<br />

i partecipanti a questo tipo di iniziativa.<br />

Per potere svolgere nel migliore modo<br />

possibile il lavoro della mensa, la Congregazione<br />

religiosa ha chiesto anche il<br />

supporto delle parrocchie del circondario,<br />

le quali manderanno dei volontari<br />

che segnaleranno i poveri che solitamente<br />

gravitano nel proprio territorio. Questi<br />

volontari, infatti conoscono meglio le<br />

realtà locali dei meno abbienti, e potranno<br />

trovare da gennaio nella mensa di<br />

Villa Flaminia un valido aiuto per la loro<br />

missione di carità.<br />

RITA DIETRICH<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

MERCOLEDÌ 12 DICEMBRE<br />

00.10: Studio A (stereo): Con voi<br />

nella notte<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti<br />

cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

in italiano, spagnolo,<br />

portoghese, francese, inglese,<br />

tedesco e polacco<br />

10.30: In diretta dal Vaticano:<br />

Udienza generale presieduta<br />

dal Santo Padre Giovanni<br />

Paolo II<br />

16.30: Tra le orchestre di Roberta<br />

Campanelli<br />

17: Liturgia delle Ore: celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Die<br />

Römische Woche<br />

20.40: Recita del Santo Rosario<br />

in latino<br />

21.30: Programma francese: A<br />

l'écoute du Pape et des évêques<br />

21.50: Programma inglese<br />

22.10: Programma spagnolo<br />

MERCOLEDÌ 12 DICEMBRE<br />

24-2.30-19.30-22.30: Notiziario<br />

7: Rubrica: Chiesa in cammino:<br />

Africa<br />

7.25-13.15-23.55: Rubrica: Tre<br />

minuti dello spirito<br />

9: In diretta dalla Cappella di<br />

Telepace in Roma: Santa Messa<br />

10.30: In diretta dal Vaticano:<br />

Udienza generale, presieduta<br />

dal Santo Padre Giovanni Paolo<br />

II<br />

12.30: Cappella di Telepace in<br />

Roma: Santa Messa<br />

16: In diretta dalla Cappella di<br />

Telepace in Roma: Santo Rosario<br />

e Adorazione Eucaristica<br />

20.30: Avvento in famiglia<br />

21: Udienza generale, presieduta<br />

dal Santo Padre Giovanni<br />

Paolo II (replica)


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

La<br />

situazione<br />

politica<br />

C'è voluto un incontro notturno a<br />

Palazzo Grazioli perché il Governo<br />

trovasse un accordo su due temi che<br />

hanno creato alcune frizioni nei giorni<br />

scorsi tra la Lega ed i suoi alleati:<br />

mandato di cattura europeo e devoluzione.<br />

Un passo avanti importante,<br />

che riabilita solo in parte l'immagine<br />

di una maggioranza che più di una<br />

volta ha dato cenni di cedimento: il<br />

voto a sorpresa dei «franchi tiratori»<br />

su un emendamento del Prc per la<br />

legge sulle rogatorie, la polemica tra i<br />

ministri Martino e Ruggiero sull'Airbus,<br />

il caso del sottosegretario Taormina,<br />

tanto per citare alcuni fronti interni<br />

di scontro che hanno messo in<br />

non poco imbarazzo maggioranza e<br />

Governo. L'opinione pubblica si sarebbe<br />

attesa una coalizione più coesa, vista<br />

la larga maggioranza parlamentare<br />

ottenuta, ma è evidente che l'eterogeneità<br />

che la contraddistingue rende<br />

più difficile, su alcuni temi, una omogeneità<br />

nelle scelte.<br />

Comunque sia, alla fine i ranghi si sono<br />

sempre ricompattati e un compromesso<br />

lo si è sempre trovato. Così come<br />

accaduto la notte scorsa per porre fine<br />

ad una polemica che stavolta valicava i<br />

confini nazionali, dopo le imbarazzanti<br />

dichiarazioni dei ministri leghisti Bossi e<br />

Castelli sulla giustizia europea, e la conseguente<br />

presa di distanza del ministro<br />

degli Esteri, Ruggiero.<br />

A quanto si è appreso, il ministro per<br />

le Riforme, Bossi, avrebbe espresso tutte<br />

le sue perplessità soprattutto sulle questioni<br />

europee e avrebbe accettato l’accordo<br />

generale solo alla fine di un lungo<br />

braccio di ferro. L’intesa, per quanto riguarda<br />

la procura europea, prevede<br />

l’accettazione della griglia complessiva<br />

del nuovo provvedimento, affiancata però<br />

dalla richiesta di una diluizione dei<br />

tempi della sua applicazione in attesa<br />

delle leggi costituzionali che adeguino la<br />

Costituzione alle nuove misure. In questo<br />

periodo di tempo si lavorerà per armonizzare<br />

alcune norme a tutela dei diritti<br />

dei cittadini. Di questi temi parleranno<br />

già oggi Berlusconi e il premier<br />

Belga, Verhofstadt, e prima del Consiglio<br />

europeo di Laeken ci potrebbe essere<br />

un approfondimento dell’argomento<br />

alla prossima riunione dell’Ecofin.<br />

L’altro punto che ha impegnato a lungo<br />

i partecipanti alla riunione è stato il<br />

modo con cui procedere sulla strada<br />

della devoluzione. A quanto si apprende<br />

da alcuni partecipanti al vertice, l’intesa<br />

raggiunta, che consentirà di varare la riforma<br />

già al prossimo Consiglio dei Ministri<br />

di giovedì, prevede che al progetto<br />

sulla devoluzione di competenze alle regioni<br />

si aggiunga un testo di riordino del<br />

titolo quinto della Costituzione già modificato<br />

dalla legge sul federalismo approvata<br />

dall’Ulivo. La proposta sulla devoluzione<br />

si tradurrebbe in un trasferimento<br />

di tre competenze esclusive alle regioni:<br />

sanità, polizia locale e istruzione.<br />

Sul fronte delle opposizioni, ieri in<br />

primo piano c'era la riunione del comitato<br />

costituente della Margherita. Aprendo<br />

i lavori, Rutelli, ha sgomberato il<br />

campo dalle polemiche sollevate in queste<br />

settimane da Mastella. «La discussione<br />

sul partito unico o unitario è superata<br />

— ha affermato — e comunque che<br />

questo sia un partito è già un fatto come<br />

dimostra la convocazione di questo<br />

organismo». «Faccio i migliori auguri ad<br />

una Margherita che non sia un partito<br />

unico ma federato con tanti petali», ha<br />

replicato il leader dell'Udeur. Un botta e<br />

risposta a distanza che ha condito una<br />

giornata animata da un dibattito vivace,<br />

innescato da un attacco di De Mita al<br />

modello presidenzialista che si va configurando<br />

e dalla richiesta di Mancino affinché<br />

l’ispirazione religiosa nella Margherita<br />

abbia pieno diritto di cittadinanza<br />

e non sia solo tollerata. Nella notte è<br />

stato deciso che il congresso costituente<br />

si terrà dal 22 al 24 marzo 2002.<br />

12 .<br />

in primo piano<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Mercoledì 12 Dicembre 2001<br />

PENSIONI Gli ultimi ritocchi da parte del Governo<br />

La bozza della riforma<br />

alle parti sociali<br />

ROMA, 11.<br />

Il Governo, dopo aver consegnato la<br />

scorsa settimana alle parti sociali uno<br />

schema di riforma pensionistica, oggi,<br />

come annunciato, dovrebbe definitivamente<br />

scoprire le sue carte, inviando a<br />

sindacati e associazioni imprenditoriali<br />

un vero e proprio articolato di legge. Si<br />

tratta, in pratica, della bozza della delega<br />

sulla previdenza che il Governo dovrebbe<br />

presentare al Parlamento entro<br />

sabato 15 dicembre — ma il termine potrebbe<br />

slittare alla settimana dopo — insieme<br />

con quella della riforma fiscale.<br />

La soluzione alla riforma pensionistica,<br />

potrebbe così arrivare dall’altra riforma,<br />

quella fiscale. Alle ultime limature del<br />

testo stanno lavorando in queste ore i<br />

tecnici del Lavoro e del Tesoro, mentre<br />

si susseguono gli incontri e i contatti anche<br />

tra i rappresentanti di Cgil Cisl e Uil<br />

per mettere a punto una strategia comune<br />

del sindacato. Questi alcuni dei provvedimenti<br />

contenuti nel nuovo testo:<br />

niente riduzione dei contributi per i neoassunti,<br />

ma un’accelerazione del taglio<br />

dell’Irpeg, con un cospicuo anticipo già<br />

dal 2002, per compensare le aziende che<br />

smobilizzeranno quote di Trattamento di<br />

fine rapporto (Tfr) da destinare ai fondi<br />

pensione. Potrebbe essere questa — secondo<br />

quanto riferisce l'Ansa — la strada<br />

scelta dal Governo per non penalizzare<br />

il sistema delle imprese chiamato a<br />

favorire il decollo della previdenza integrativa<br />

rinunciando a un’importante<br />

fonte di autofinanziamento, quella rappresentata<br />

dal Tfr maturando che vale<br />

circa 27.000 miliardi di lire l’anno.<br />

Inchiesta giudiziaria<br />

su utenze telefoniche<br />

di cronisti a Napoli:<br />

reazioni della stampa<br />

NAPOLI, 11.<br />

La polizia giudiziaria si è recata nelle<br />

redazioni di quattro quotidiani napoletani<br />

(«Mattino», «Corriere del Mezzogiorno»,<br />

«Roma» e nella redazione locale di<br />

«Repubblica») chiedendo di acquisire<br />

notizie sulle utenze e sui tabulati telefonici<br />

di alcuni cronisti. Non è chiaro a<br />

quale inchiesta della Procura si colleghino<br />

queste iniziative.<br />

I comitati di redazione del Mattino e<br />

del Corriere del Mezzogiorno esprimono<br />

«preoccupazione e allarme» per l’accaduto,<br />

mentre il Roma dedica oggi alla<br />

vicenda un articolo in prima pagina.<br />

Al Mattino la richiesta di notizie ha riguardato<br />

Maurizio Cerino, cronista di<br />

nera e di giudiziaria. «Si tratta — sottolinea<br />

il cdr — di una iniziativa dai contorni<br />

allarmanti che mette a rischio la<br />

tutela delle fonti e la riservatezza costituzionalmente<br />

garantita».<br />

«Senza entrare nel merito dell’iniziativa<br />

dell’autorità giudiziaria», il cdr del<br />

Corriere del Mezzogiorno rileva che «le<br />

richieste avanzate appaiono gravemente<br />

lesive dell’attività professionale del giornalista.<br />

I numeri telefonici relativi alle<br />

utenze utilizzate per l’attività giornalistica,<br />

infatti, costituiscono dati sensibili e<br />

costituzionalmente garantiti nell’ambito<br />

delle norme sulla riservatezza delle comunicazioni.<br />

Con l’acquisizione dei tabulati<br />

telefonici o con il controllo delle<br />

utenze utilizzate nello svolgimento dell’attività<br />

professionale si interferisce nel<br />

rapporto riservato di un giornalista con<br />

le fonti, tutelato dalla legge».<br />

La richiesta di notizie rivolta al Corriere<br />

del Mezzogiorno era relativa a<br />

Gianluca Abate, cronista di giudiziaria.<br />

Isernia: pastore trovato morto in un crepaccio<br />

ISERNIA — Il corpo senza vita del pastore Cosimo Fasano, 40 anni, scomparso<br />

domenica scorsa sulle montagne vicino a Miranda, in provincia di<br />

Isernia, e che non era più rientrato a casa dopo aver condotto il gregge al<br />

pascolo, è stato ritrovato, martedì mattina, dalle forze di polizia. Il cadavere<br />

è stato ritrovato in fondo a un crepaccio. L’allarme era stato dato dalla famiglia<br />

dopo che le pecore erano tornate sole all’ovile. Una probabile scivolata<br />

sul ghiaccio potrebbe essere all’origine della disgrazia.<br />

Incendio in un appartamento a Cagliari: 12 feriti<br />

CAGLIARI — Un incendio, di natura ancora non accertata, è scoppiato poco<br />

dopo le 5.30 di martedì a Cagliari al terzo piano di un appartamento in via<br />

Koch, sotto il colle di San Michele. Vi sono stati 12 feriti ricoverati negli<br />

ospedali del capoluogo con sintomi di intossicazione e qualche lieve ustione.<br />

I vigili del fuoco, subito intervenuti in forze, hanno fatto sgomberare lo<br />

stabile, un edificio di 8 piani con 15 appartamenti. Secondo la prima segnalazione,<br />

le fiamme si sarebbero propagate da un divano del salotto che ha<br />

preso fuoco, non si sa se per una scintilla provocata da una stufa elettrica<br />

o un albero di natale, per un corto circuito o altro. Sul posto sono giunte<br />

subito diverse «Volanti» della Polizia di Stato e gli agenti hanno provveduto<br />

a far evacuare lo stabile. Gli abitanti, soprattutto i più anziani, sono stati<br />

ospitati inizialmente sulle stesse vetture e più tardi nei locali di una scuola<br />

media, proprio di fronte allo stabile.<br />

Istat: occupazione in calo nelle grandi imprese<br />

Ancora in calo l’occupazione nelle grandi imprese dell’industria: nel mese<br />

di settembre si è registrata una diminuzione pari al 3,2% rispetto allo stesso<br />

mese del 2000. In termini assoluti ciò equivale ad una riduzione di circa<br />

26 mila unità. Al netto della Cassa integrazione (Cig), l’occupazione presenta,<br />

invece, una diminuzione tendenziale del 4,1%. Inferiore il decremento<br />

dell’occupazione nei servizi, dove la flessione è pari allo 0,1%, che in termini<br />

assolti equivale ad una riduzione di circa 1000 unità. Il ricorso alle ore<br />

di Cig nelle grandi imprese dell’industria nel mese di settembre registra un<br />

aumento tendenziale del 61,1% mentre il confronto tra i primi mesi nove<br />

mesi del 2001 e il corrispondente periodo del 2000 mostra una diminuzione<br />

del 3,5%.<br />

GIUSTIZIA E DEVOLUZIONE: IL GOVERNO TROVA<br />

UN ACCORDO Il Governo, al termine di un lungo incontro<br />

notturno a Palazzo Grazioli, ha trovato una<br />

intesa su due temi che hanno creato alcune frizioni<br />

in questi giorni tra la Lega ed i suoi alleati: mandato<br />

di cattura europeo e devoluzione.<br />

PENSIONI: L'ESECUTIVO SCOPRE LE CARTE Dopo<br />

aver consegnato la scorsa settimana alle parti<br />

sociali uno schema di riforma pensionistica, il Go-<br />

Se il Governo invierà in queste ore la<br />

bozza della delega, le parti sociali avrebbero<br />

quindi un giorno di tempo per valutarla,<br />

prima del nuovo incontro col<br />

Governo fissato per giovedì a Palazzo<br />

Chigi, alla vigilia del Consiglio dei Ministri.<br />

Tra i nodi ancora da sciogliere in queste<br />

ore quello dello smobilizzo del Tfr in<br />

favore della previdenza integrativa. Dopo<br />

il secco «no» dei sindacati alla decontribuzione<br />

per i neo-assunti, prevista nello<br />

schema di riforma del Governo, si<br />

starebbe valutando la possibilità di agire<br />

di più sulla leva fiscale, tralasciando<br />

quella contributiva. Questo non solo riducendo<br />

l’Irap, e quindi defalcando dal<br />

calcolo dell’imposta il costo del lavoro,<br />

ma prevedendo anche un’accelerazione<br />

della prevista riduzione dell’Irpeg. In<br />

pratica, se la delega fiscale prevede come<br />

obiettivo finale l’abbattimento dell’Irpeg<br />

dall’attuale 37% al 33% della media<br />

Ue (come già annunciato dal ministro<br />

dell’Economia, Giulio Tremonti),<br />

per aiutare l’avvio della riforma del Tfr,<br />

il Governo potrebbe mettere sul tavolo<br />

un’anticipazione, già al 2002, dei primi<br />

interventi. Ma non basta: l’accelerazione<br />

della scaletta per arrivare all’aliquota del<br />

33% potrebbe anche essere di rilievo. Si<br />

tratterebbe di una soluzione alla quale il<br />

presidente di Confindustria, Antonio<br />

D’Amato, potrebbe aver dato il via libera<br />

nell’incontro col premier Silvio Berlusconi<br />

di venerdì scorso, e che potrebbe<br />

non incontrare particolare ostilità da<br />

parte dei sindacati.<br />

verno dovrebbe definitivamente scoprire le sue carte,<br />

inviando a sindacati e associazioni imprenditoriali<br />

un vero e proprio articolato di legge.<br />

FIAT: UNA SVOLTA NEL SETTORE AUTO La Fiat<br />

razionalizza i conti e la produzione. E affronta il<br />

prossimo triennio vendendo attività per due miliardi<br />

di euro nel 2002, aumentando il capitale per un miliardo<br />

di euro, ristrutturando o chiudendo 18 stabilimenti.<br />

Lo ha deciso il consiglio di amministrazione.<br />

Giustizia:<br />

settimana densa<br />

d'incontri<br />

dopo i contrasti<br />

ROMA, 11.<br />

Settimana densa di appuntamenti di<br />

rilievo nell'ambito delle polemiche che,<br />

anche dopo la soluzione del caso Taormina,<br />

hanno continuato a coinvolgere il<br />

delicato settore della giustizia. Già oggi<br />

è in programma un incontro tra il Presidente<br />

della Camera Casini con i rappresentanti<br />

dell'Associazione nazionale magistrati<br />

(Anm) la cui giunta esecutiva si<br />

è dimessa la settimana scorsa (decisione<br />

che dovrà comunque essere ratificata<br />

dal Comitato direttivo centrale che si<br />

riunirà entro sabato prossimo) in segno<br />

di protesta per i contenuti della risoluzione<br />

della maggioranza approvata mercoledì<br />

5 dicembre dal Senato. «Faremo<br />

presenti la nostre preoccupazioni — ha<br />

detto il vice presidente dell'associazione<br />

Giovanni Salvi — e segnaleremo anche<br />

gli aspetti particolarmente gravi di alcune<br />

frasi pronunciate nel dibattito parlamentare,<br />

che offendono i magistrati».<br />

Della risoluzione della maggioranza si<br />

occuperà domani il plenum del Csm.<br />

L'organo di autogoverno della magistratura<br />

aveva rivolto forti critiche al documento<br />

soprattutto per il riferimento «a<br />

pretese riunioni di magistrati volte a ricercare<br />

mezzi e metodi per disapplicare<br />

la legge sulle rogatorie».<br />

Stamane sulle dimissioni della giunta<br />

dell'Anm è intervenuto il Guardasigilli<br />

Castelli il quale ha dichiarato: «Il Governo<br />

ha bisogno di interlocutori per tutte<br />

le questioni che dobbiamo affrontare e<br />

risolvere. Auspico che la giunta dell'Anm<br />

ritiri le dimissioni o ne elegga<br />

un'altra».<br />

MAFIA Indagato anche l'ex senatore Cecchi Gori<br />

Estorsioni e «voto di scambio»:<br />

44 arresti nella zona di Catania<br />

CATANIA, 11.<br />

La polizia ha eseguito l'arresto di 44<br />

presunti appartenenti a Cosa nostra, legati<br />

alla «famiglia» Santapaola, che opererebbero<br />

nei comuni della riviera Jonica<br />

di Acireale e Fiumefreddo e in quelli<br />

della collina etnea di S. Venerina e Zafferana.<br />

I reati contestati sono associazione<br />

mafiosa, estorsioni e rapine.<br />

Alcuni degli arrestati sono anche accusati<br />

di voto di scambio: avrebbero<br />

aiutato, in più consultazioni elettorali,<br />

dei candidati ad Acireale, che sono indagati<br />

in stato di libertà e dei quali non è<br />

Beni per 50 miliardi<br />

sequestrati<br />

a sospetto mafioso<br />

PALERMO, 11<br />

Sequestro dei beni, per un valore<br />

di 50 miliardi, al presunto boss<br />

Benedetto Valenza, 41 anni, di<br />

Borgetto, considerato vicino ai capimafia<br />

Leonardo e Vito Vitale.<br />

Fra i beni sequestrati, il capitale<br />

della «Sicilia Calcestruzzi di Valenza<br />

B.&C.» e l'«Impresa individuale<br />

Valenza Benedetto», entrambe<br />

con sede a Borgetto. Inoltre<br />

le quote di partecipazione riconducibili<br />

a Valenza e a suoi familiari,<br />

e l’intero patrimonio<br />

aziendale delle società: «Mediterranea<br />

Calcestruzzi» di Castelvetrano<br />

(Trapani).<br />

Omicidio dell'ex sindaco<br />

di Pagani: ergastolo<br />

a Raffaele Cutolo<br />

SALERNO, 11.<br />

L'ex boss della camorra Raffaele Cutolo<br />

è stato condannato all'ergastolo dalla<br />

Corte d'Assise d'Appello di Salerno<br />

quale mandante dell'omicidio del sindaco<br />

di Pagani Marcello Torre. In primo<br />

grado Raffaele Cutolo era stato assolto.<br />

La sorella di Cutolo, Rosetta, anch'essa<br />

imputata, è stata invece assolta per non<br />

aver commesso il fatto.<br />

I giudici d'appello hanno inoltre confermato<br />

la pena — 17 anni di reclusione<br />

— comminata in primo grado a Francesco<br />

Petrosino, il quale si accusò di aver<br />

partecipato con altri sicari all'agguato<br />

nel quale, l'11 dicembre 1980, fu assassinato<br />

il sindaco di Pagani.<br />

Al momento della lettura della sentenza<br />

i tre imputati non erano presenti in<br />

aula.<br />

Soddisfazione è stata espressa dai legali<br />

della famiglia Torre. «Si tratta di un<br />

momento importante di verità — ha dichiarato<br />

l'avv. Gian Ettore Gassani —<br />

su un episodio che non sconvolse solo la<br />

comunità di Pagani ma tutta l'avvocatura<br />

campana per l'enorme spessore dell'avv.<br />

Marcello Torre. Siamo soddisfatti<br />

anche se il processo non può dirsi concluso<br />

perché manca il verdetto della<br />

Cassazione».<br />

stata resa nota l’identità. Agenti della<br />

squadra mobile di Catania e del commissariato<br />

di Acireale hanno arrestato<br />

complessivamente 29 persone e notificato<br />

l’ordinanza in carcere ad altri 15 indagati<br />

già detenuti per altri motivi. Il<br />

provvedimento è stato emesso su richiesta<br />

della Direzione distrettuale antimafia<br />

di Catania.<br />

Nell'indagine, secondo l'Ansa, sarebbe<br />

coinvolto anche l'ex senatore Vittorio<br />

Cecchi Gori. Il presidente della Fiorentina<br />

sarebbe accusato di elargizione di denaro<br />

per ottenere voti. Il reato si riferirebbe<br />

alla candidatura di Cecchi Gori al<br />

Senato nel collegio di Acireale. Come<br />

persona informata dei fatti il Gip Castagnola,<br />

sempre secondo l'Ansa, potrebbe<br />

chiedere di ascoltare anche la soubrette<br />

Valeria Marini, convivente del parlamentare<br />

imprenditore fiorentino.<br />

Nell’indagine risulterebbe indagato<br />

per voto di scambio anche l’on. Catanoso,<br />

deputato di An e membro della commissione<br />

antimafia.<br />

Intanto l'antimafia di Bari ha chiesto<br />

il rinvio a giudizio per associazione mafiosa<br />

dei due ex consiglieri comunali di<br />

Bari, e di altre 110 persone, coinvolti<br />

nell’inchiesta che, all’alba dell’8 marzo<br />

scorso, portò all’arresto di 76 persone<br />

accusate di aver preso parte ad un’associazione<br />

di stampo mafioso-camorristico<br />

finalizzata al contrabbando di sigarette.<br />

Si tratta degli ex consiglieri comunali<br />

Ubaldo Terlizzi e Vincenzo Volpicella,<br />

entrambi di An, che il ministro dell’Interno<br />

ha rimosso dall’incarico nell’agosto<br />

scorso al termine di un’indagine amministrativa.<br />

L'uccisione di Giuliani:<br />

secondo la perizia<br />

spararono due pistole<br />

GENOVA, 11.<br />

Il 20 luglio a sparare in piazza Alimonda,<br />

a Genova, quando venne ucciso<br />

il giovane Carlo Giuliani, non fu solo la<br />

pistola di ordinanza del carabiniere di<br />

leva Mario Placanica ma anche un’altra<br />

arma: è la conclusione dell'accertamento<br />

balistico depositato ieri in procura dal<br />

perito d’ufficio Valerio Cantarella. La<br />

perizia, ordinata dal pm Silvio Franz, titolare<br />

dell’inchiesta sulla morte di Giuliani<br />

avvenuta durante i tragici incidenti<br />

legati al «G8», ha infatti stabilito che i<br />

due bossoli, uno trovato all’interno della<br />

camionetta dei Carabinieri, l’altro per<br />

terra nelle vicinanze, sono stati sparati<br />

da due pistole diverse anche se entrambe<br />

del tipo in dotazione ai militari.<br />

Placanica, accusato di omicidio volontario,<br />

ha ammesso di aver sparato con<br />

la sua «Beretta» calibro 9 due colpi di<br />

pistola. Ora la perizia apre un nuovo filone<br />

di indagine per scoprire chi quel<br />

giorno in piazza, oltre a Placanica, ha<br />

sparato un colpo di pistola, in particolare<br />

sugli scenari degli scontri di piazza<br />

Alimonda che hanno preceduto la morte<br />

del giovane, avvenuta mentre partecipava<br />

all’assalto della camionetta dei Carabinieri<br />

imbracciando un estintore.<br />

MAFIA: OPERAZIONE A CATANIA La Polizia ha<br />

arrestato nel Catanese 44 appartenenti alla «famiglia»<br />

Santapaola. I reati contestati sono associazione<br />

mafiosa, estorsioni, rapine voto di scambio.<br />

INCONTRO MINISTRO-PREFETTI Creare un’osmosi<br />

tra il territorio e il centro, rivisitare le professionalità<br />

di ciascuno per costruire una nuova figura: è<br />

l'obiettivo prefissato dal ministro dell'Interno, Scajola,<br />

che ha incontrato a Roma i prefetti.<br />

ECONOMIA Varata dal cda – Timori dei sindacati<br />

Ristrutturazione<br />

alla Fiat Auto<br />

TORINO, 11.<br />

Il consiglio di amministrazione della<br />

Fiat ha varato ieri un piano di ristrutturazione<br />

finalizzato al rilancio del settore<br />

automobilistico. La Fiat Auto sarà riorganizzata<br />

in quattro divisioni: Fiat Lancia,<br />

Alfa Romeo, Sviluppi Internazionali,<br />

Servizi. Ciascuna divisione sarà trasformata<br />

in una vera e propria azienda, responsabile<br />

dei propri risultati economici<br />

e finanziari. La futura organizzazione di<br />

Fiat Auto — ha informato un comunicato<br />

dell'azienda torinese — diverrà operativa<br />

dai primi mesi del 2002.<br />

Ciascuna della quattro divisioni sarà<br />

dotata al proprio interno delle strutture<br />

di sviluppo prodotto, produzione, marketing<br />

e commercializzazione. Rimarranno<br />

a livello centrale, insieme alle attività<br />

di staff, le responsabilità necessarie<br />

ad assicurare le sinergie tra le divisioni.<br />

E a livello centrale faranno sempre capo<br />

le attività collegate all'alleanza industriale<br />

con la General Motors e quelle relative<br />

alle altre collaborazioni industriali in<br />

atto. Principali obiettivi della riorganizzazione<br />

— prosegue il comunicato —<br />

sono «il più efficace sviluppo dei marchi<br />

e il loro rafforzamento nel tempo, un<br />

migliore governo delle attività tecniche e<br />

commerciali». In sostanza l'azione di ristrutturazione<br />

prevede razionalizzazione<br />

degli impianti, ristrutturazioni e chiusure<br />

in 18 stabilimenti, 2 in Italia e 16 all'estero.<br />

Dieci di questi stabilimenti, inclusi<br />

i 2 italiani — si legge nel comunicato<br />

— rientrano nei programmi già annunciati,<br />

che verranno accelerati. L'accelerazione<br />

comporterà la ristrutturazio-<br />

Vertice con i prefetti<br />

per mettere a punto<br />

la riorganizzazione<br />

del Viminale<br />

ROMA, 11.<br />

«Creare un’osmosi tra il territorio e il<br />

centro, rivisitare le professionalità di ciascuno<br />

per costruire una figura che abbia<br />

la più completa conoscenza di tutti i settori<br />

del nostro dicastero»: è l'obiettivo<br />

prefissato dal ministro dell'Interno, Scajola,<br />

che ieri a Roma ha incontrato i<br />

prefetti italiani riuniti alla Scuola superiore<br />

dell’amministrazione. Al termine di<br />

una giornata completamente dedicata<br />

alla riorganizzazione del dicastero, Scajola<br />

ha parlato della «necessità di adeguamento<br />

fra tradizione e innovazione»<br />

ricordando che «il dibattito forte sul federalismo<br />

talvolta travalica e arriva a<br />

mettere in discussione taluni baluardi<br />

dello Stato unitario».<br />

Per questo il ministro si è augurato<br />

che il Viminale possa essere il ministero<br />

«che riesce ad adeguare in tempi celeri<br />

la sua istituzione per recuperare un ruolo<br />

guida importante nei confronti degli<br />

uffici di governo del territorio».<br />

I prefetti hanno preparato un documento<br />

illustrato al ministro. Si tratta di<br />

quattro relazioni elaborate da gruppi di<br />

lavoro guidati dai direttori dei nuovi dipartimenti<br />

nei quali è stato suddiviso il<br />

ministero. Svariati gli argomenti, dagli<br />

affari interni e territoriali (sottolineata la<br />

necessità di «aprire l’ufficio territoriale<br />

del governo alla partecipazione diretta<br />

delle autonomie locali») all’immigrazione<br />

(serve un «centro per l’integrazione<br />

che funga da raccordo funzionale dei<br />

vari servizi e dia la possibilità di iniziative<br />

e maggiori controlli per superare il<br />

grande problema del sommerso»). Altre<br />

relazioni hanno riguardato la sicurezza e<br />

la protezione civile.<br />

Atti di violenza durante<br />

e dopo Milan-Juventus:<br />

arrestati tre tifosi rossoneri<br />

MILANO, 11.<br />

Tre «ultrà» sono stati arrestati e dieci<br />

denunciati a seguito di episodi di violenza<br />

avvenuti durante e dopo la partita<br />

Milan-Juventus giocata domenica sera<br />

allo stadio «Meazza». I tre arrestati appartengono<br />

alla tifoseria rossonera: sono<br />

un diciottenne di Milano, un ventunenne<br />

di Santo Stefano Ticino e un ventiquattrenne<br />

di Basiglio. Le accuse nei loro<br />

confronti sono di violenza e resistenza<br />

a pubblico ufficiale e di getto pericoloso<br />

di cose.<br />

Le dieci persone denunciate a piede<br />

libero sono tutti maggiorenni ad eccezione<br />

di un diciassettenne: erano stati<br />

sorpresi a superare la recinzione esterna<br />

dello stadio.<br />

Sono ancora in via di identificazione<br />

invece una trentina di «ultrà» che, armati<br />

di spranghe e bastoni, durante il deflusso<br />

a fine partita si sono resi responsabili<br />

di un’aggressione a due vigili urbani<br />

e a quattro agenti del reparto mobile<br />

della Polizia.<br />

La questura ha fatto sapere che gli<br />

aggrediti hanno riportato solo lievi contusioni,<br />

ad eccezione di un poliziotto<br />

che ha subito la sospetta frattura del<br />

setto nasale.<br />

ne o la chiusura di 15 stabilimenti entro<br />

la fine del 2003. L'impatto sui lavoratori<br />

comporterà una riduzione degli organici<br />

di circa 6.000 persone al di fuori dell'Italia<br />

mentre il contenimento degli organici<br />

italiani è in corso di realizzazione con<br />

l'utilizzo di tutti gli strumenti di flessibilità<br />

disponibili, dalla cassa integrazione<br />

guadagni al minor ricorso al lavoro temporaneo<br />

e interinale.<br />

Nel corso del consiglio di amministrazione<br />

del gruppo Fiat, riunitosi sotto la<br />

presidenza di Paolo Fresco, è stato deliberato<br />

un aumento di capitale ordinario<br />

circa un miliardo di euro offerto in opzione<br />

a tutte le categorie di azioni. La<br />

Fiat definirà un programma di dismissioni<br />

per 2 miliardi di euro nel 2002. A<br />

fine anno — ha dichiarato l'amministratore<br />

delegato Paolo Cantarella — si prevede<br />

un livello di debito pari a 3 milioni<br />

di euro.<br />

Nell'ambito della ristrutturazione ci<br />

sono stati cambiamenti anche ai vertici<br />

dell'azienda. Roberto Testore ha lasciato<br />

l'incarico di amministratore delegato<br />

della Fiat Auto e il gruppo Fiat. Al suo<br />

posto è stato designato Giancarlo Boschetti,<br />

dal 1990 amministratore delegato<br />

dell'Iveco. Boschetti sarà sostituito da<br />

Michel de Lambert, attualmente responsabile,<br />

nella stessa Iveco, di Transolver e<br />

amministratore delegato di Fraikin.<br />

I sindacati hanno già espresso preoccupazione.<br />

«Da questo consiglio di amministrazione<br />

— ha detto i il segretario<br />

generale di Fiom Piemonte Cremaschi<br />

— arriveranno sicuramente guai per i<br />

lavoratori».<br />

Rc auto: novità<br />

sul risarcimento<br />

del danno<br />

alla persona<br />

ROMA, 11.<br />

Il margine di discrezionalità del giudice<br />

nelle sentenze sul cosiddetto «danno<br />

biologico» dovrà essere «non superiore a<br />

un quinto (20%) dell’ammontare del<br />

danno determinato alla stregua dei valori<br />

tabellari», mentre il «cid» sarà d’ora<br />

in avanti applicabile «anche nel caso di<br />

danni a persona che comportino invalidità<br />

non superiore ai cinque punti»: sono<br />

le due novità contenute nel provvedimento<br />

collegato alla legge finanziaria relative<br />

alla riforma della Rc auto, rese<br />

note ieri dal sottosegretario Valducci.<br />

In particolare, l'articolo 10 del provvedimento<br />

prevede che «il modello di<br />

denuncia dei sinistri si applichi, oltre ai<br />

danni alle cose senza alcun limite di importo,<br />

come avviene attualmente, anche<br />

ai danni alla persona di lieve entità che<br />

comportino invalidità non superiore a<br />

cinque punti». La finalità della norma è<br />

quella di velocizzare la procedura liquidatoria.<br />

La norma sulla discrezionalità<br />

del giudice sostituisce invece la disposizione<br />

in base alla quale il danno biologico<br />

deve essere ulteriormente risarcito tenuto<br />

conto delle condizioni soggettive<br />

del danneggiato.<br />

Tra le novità introdotte anche la possibilità<br />

che il danneggiato possa richiedere<br />

all’assicuratore la riparazione diretta<br />

del proprio veicolo presso una rete di<br />

autofficine di fiducia in modo da contenere<br />

i costi e limitare le possibilità di<br />

truffe. Si tratta di una scelta non vincolante<br />

per l’assicurato che potrà comunque<br />

rivolgersi al carrozziere di fiducia,<br />

fermo restando che il rimborso non potrà<br />

essere superiore a quanto previsto<br />

dall’officina indicata dall’assicurazione.<br />

Tv: a giudizio «mago»<br />

brasiliano e presentatrice<br />

per circonvenzione d'incapace<br />

TORINO, 11.<br />

Dovrà comparire sul banco degli imputati<br />

del tribunale di Vercelli, con l’accusa<br />

di circonvenzione d’incapace, il sedicente<br />

«mago» brasiliano Mario Pacheco<br />

do Nascimento, 39 anni, abitante a<br />

Milano. L'uomo è stato messo sotto accusa<br />

dalle rivelazioni di una trasmissione<br />

televisiva. Nel processo fissato al 29<br />

marzo 2002 è imputata anche Stefania<br />

Nobile, 37 anni di Bologna, figlia di<br />

Vanna Marchi. L’uomo, che compare<br />

sulle emittenti private durante le trasmissioni<br />

di Vanna Marchi, è accusato<br />

di aver incassato decine di milioni a<br />

fronte della promessa di numeri vincenti<br />

al lotto, di rituali per scongiurare disgrazie<br />

o per scacciare il malocchio. Il sostituto<br />

procuratore di Vercelli Antonio<br />

Sangermano sta inoltre indagando su altri<br />

quattro episodi, segnalati dai carabinieri<br />

di Trino, riguardanti persone residenti<br />

in varie località italiane che hanno<br />

sporto denunce per truffa. Tra queste,<br />

una donna di 65 anni di Trino che nel<br />

gennaio 2000 si era rivolta alla trasmissione<br />

tv ed alla quale il brasiliano aveva<br />

anche promesso di risolvere i problemi<br />

di salute, in cambio di otto milioni. Fallito,<br />

ovviamente, il primo tentativo alla<br />

donnaeranostatichiestialtri30milioni.


<strong>L'OSSERVATORE</strong><strong>ROMANO</strong><br />

GIORNALE QUOTIDIANO<br />

UNICUIQUE SUUM<br />

SUPPLEMENTO A «<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong>» - N. 284 - MERCOLEDÌ 12 DICEMBRE 2001<br />

POLITICO RELIGIOSO<br />

NON PRAEVALEBUNT<br />

DOCUMENTI<br />

Messaggio di Sua Santità Giovanni Paolo II per la celebrazione<br />

della Giornata Mondiale della Pace — 1° gennaio 2002<br />

NON C'È PACE<br />

SENZA GIUSTIZIA<br />

NON C'È GIUSTIZIA<br />

SENZA PERDONO


II<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong><br />

Messaggio di Sua Santità Giovanni Paolo II per la celebrazione<br />

della Giornata Mondiale della Pace — 1° gennaio 2002<br />

1. Q uest’anno la Giornata Mondiale<br />

della Pace viene celebrata sullo<br />

sfondo dei drammatici eventi dell’11<br />

settembre scorso. In quel giorno, fu<br />

perpetrato un crimine di terribile gravità:<br />

nel giro di pochi minuti migliaia di<br />

persone innocenti, di varie provenienze<br />

etniche, furono orrendamente massacrate.<br />

Da allora, la gente in tutto il<br />

mondo ha sperimentato con intensità<br />

nuova la consapevolezza della vulnerabilità<br />

personale ed ha cominciato a<br />

guardare al futuro con un senso fino<br />

ad allora ignoto di intima paura. Di<br />

fronte a questi stati d’animo la Chiesa<br />

desidera testimoniare la sua speranza,<br />

basata sulla convinzione che il male, il<br />

mysterium iniquitatis, non ha l’ultima<br />

parola nelle vicende umane. La storia<br />

della salvezza, delineata nella Sacra<br />

Scrittura, proietta grande luce sull’intera<br />

storia del mondo, mostrando come<br />

questa sia sempre accompagnata dalla<br />

sollecitudine misericordiosa e provvida<br />

di Dio, che conosce le vie per toccare<br />

gli stessi cuori più induriti e trarre<br />

frutti buoni anche da un terreno arido<br />

e infecondo.<br />

È questa la speranza che sostiene la<br />

Chiesa all’inizio del 2002: con la grazia<br />

di Dio il mondo, in cui il potere del<br />

male sembra ancora una volta avere la<br />

meglio, sarà realmente trasformato in<br />

un mondo in cui le aspirazioni più nobili<br />

del cuore umano potranno essere<br />

soddisfatte, un mondo nel quale prevarrà<br />

la vera pace.<br />

La pace:<br />

opera di giustizia e di amore<br />

2.Quanto è recentemente avvenuto,<br />

con i terribili fatti di sangue appena<br />

ricordati, mi ha stimolato a riprendere<br />

una riflessione che spesso sgorga dal<br />

profondo del mio cuore, al ricordo di<br />

eventi storici che hanno segnato la mia<br />

vita, specialmente negli anni della mia<br />

giovinezza.<br />

Le immani sofferenze dei popoli e<br />

dei singoli, tra i quali anche non pochi<br />

miei amici e conoscenti, causate dai<br />

totalitarismi nazista e comunista, hanno<br />

sempre interpellato il mio animo e<br />

stimolato la mia preghiera. Molte volte<br />

mi sono soffermato a riflettere sulla<br />

domanda: qual è la via che porta al<br />

pieno ristabilimento dell’ordine morale<br />

e sociale così barbaramente violato?<br />

La convinzione, a cui sono giunto<br />

ragionando e confrontandomi con la<br />

Rivelazione biblica, è che non si ristabilisce<br />

appieno l’ordine infranto, se<br />

non coniugando fra loro giustizia e<br />

perdono. I pilastri della vera pace sono<br />

la giustizia e quella particolare forma<br />

dell’amore che è il perdono.<br />

3.Ma come parlare, nelle circostanze<br />

attuali, di giustizia e insieme di<br />

perdono quali fonti e condizioni della<br />

pace? La mia risposta è che si può e si<br />

deve parlarne, nonostante la difficoltà<br />

che questo discorso comporta, anche<br />

perché si tende a pensare alla giustizia<br />

e al perdono in termini alternativi. Ma<br />

il perdono si oppone al rancore e alla<br />

vendetta, non alla giustizia. La vera<br />

pace, in realtà, è «opera della giustizia»<br />

(Is 32, 17). Come ha affermato il Concilio<br />

Vaticano II, la pace è «il frutto<br />

dell’ordine immesso nella società umana<br />

dal suo Fondatore e che deve essere<br />

attuato dagli uomini assetati di una<br />

giustizia sempre più perfetta» (Costituzione<br />

pastorale Gaudium et spes, 78).<br />

Da oltre quindici secoli, nella Chiesa<br />

cattolica risuona l’insegnamento di<br />

Agostino di Ippona, il quale ci ha ricordato<br />

che la pace, a cui mirare con<br />

l’apporto di tutti, consiste nella tranquillitas<br />

ordinis, nella tranquillità dell’ordine<br />

(cfr De civitate Dei, 19, 13).<br />

La vera pace, pertanto, è frutto della<br />

giustizia, virtù morale e garanzia legale<br />

che vigila sul pieno rispetto di diritti e<br />

doveri e sull’equa distribuzione di benefici<br />

e oneri. Ma poiché la giustizia<br />

umana è sempre fragile e imperfetta,<br />

esposta com’è ai limiti e agli egoismi<br />

personali e di gruppo, essa va esercitata<br />

e in certo senso completata con il<br />

perdono che risana le ferite e ristabilisce<br />

in profondità i rapporti umani<br />

turbati. Ciò vale tanto nelle tensioni<br />

che coinvolgono i singoli quanto in<br />

quelle di portata più generale ed anche<br />

internazionale. Il perdono non si contrappone<br />

in alcun modo alla giustizia,<br />

perché non consiste nel soprassedere<br />

alle legittime esigenze di riparazione<br />

dell’ordine leso. Il perdono mira piuttosto<br />

a quella pienezza di giustizia che<br />

conduce alla tranquillità dell’ordine, la<br />

quale è ben più che una fragile e temporanea<br />

cessazione delle ostilità, ma è<br />

risanamento in profondità delle ferite<br />

che sanguinano negli animi. Per un tale<br />

risanamento la giustizia e il perdono<br />

sono ambedue essenziali.<br />

Sono queste le due dimensioni della<br />

pace che desidero esplorare in questo<br />

messaggio. La Giornata Mondiale of-<br />

fre, quest’anno, a tutta l’umanità, e in<br />

particolar modo ai Capi delle Nazioni,<br />

l’opportunità di riflettere sulle esigenze<br />

della giustizia e sulla chiamata al perdono<br />

di fronte ai gravi problemi che<br />

continuano ad affliggere il mondo, non<br />

ultimo dei quali è il nuovo livello di<br />

violenza introdotto dal terrorismo organizzato.<br />

Il fenomeno<br />

del terrorismo<br />

4.È proprio la pace fondata sulla<br />

giustizia e sul perdono che oggi è attaccata<br />

dal terrorismo internazionale.<br />

In questi ultimi anni, specialmente dopo<br />

la fine della guerra fredda, il terrorismo<br />

si è trasformato in una rete sofisticata<br />

di connivenze politiche, tecniche<br />

ed economiche, che travalica i<br />

confini nazionali e si allarga fino ad avvolgere<br />

il mondo intero. Si tratta di vere<br />

organizzazioni dotate spesso di ingenti<br />

risorse finanziarie, che elaborano<br />

strategie su vasta scala, colpendo<br />

persone innocenti, per nulla coinvolte<br />

nelle prospettive che i terroristi perseguono.<br />

Adoperando i loro stessi seguaci come<br />

armi da lanciare contro inermi persone<br />

inconsapevoli, queste organizzazioni<br />

terroristiche manifestano in modo<br />

sconvolgente l’istinto di morte che<br />

le alimenta. Il terrorismo nasce dall’odio<br />

ed ingenera isolamento, diffidenza<br />

e chiusura. Violenza si aggiunge a violenza,<br />

in una tragica spirale che coinvolge<br />

anche le nuove generazioni, le<br />

quali ereditano così l’odio che ha diviso<br />

quelle precedenti. Il terrorismo si<br />

fonda sul disprezzo della vita dell’uomo.<br />

Proprio per questo esso non dà<br />

solo origine a crimini intollerabili, ma<br />

costituisce esso stesso, in quanto ricorso<br />

al terrore come strategia politica ed<br />

economica, un vero crimine contro<br />

l’umanità.<br />

5.Esiste perciò un diritto a difendersi<br />

dal terrorismo. È un diritto che<br />

deve, come ogni altro, rispondere a regole<br />

morali e giuridiche nella scelta sia<br />

degli obiettivi che dei mezzi. L’identificazione<br />

dei colpevoli va debitamente<br />

provata, perché la responsabilità penale<br />

è sempre personale e quindi non<br />

può essere estesa alle nazioni, alle etnie,<br />

alle religioni, alle quali appartengono<br />

i terroristi. La collaborazione internazionale<br />

nella lotta contro l’attività<br />

terroristica deve comportare anche un<br />

particolare impegno sul piano politico,<br />

diplomatico ed economico per risolvere<br />

con coraggio e determinazione le<br />

eventuali situazioni di oppressione e di<br />

emarginazione che fossero all’origine<br />

dei disegni terroristici. Il reclutamento


<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong><br />

NON C'È PACE SENZA GIUSTIZIA<br />

NON C'È GIUSTIZIA SENZA PERDONO<br />

dei terroristi, infatti, è più facile nei<br />

contesti sociali in cui i diritti vengono<br />

conculcati e le ingiustizie troppo a lungo<br />

tollerate.<br />

Occorre, tuttavia, affermare con<br />

chiarezza che le ingiustizie esistenti nel<br />

mondo non possono mai essere usate<br />

come scusa per giustificare gli attentati<br />

terroristici. Si deve rilevare, inoltre,<br />

che tra le vittime del crollo radicale<br />

dell’ordine, ricercato dai terroristi, sono<br />

da includere in primo luogo i milioni<br />

di uomini e di donne meno attrezzati<br />

per resistere al collasso della solidarietà<br />

internazionale. Alludo specificamente<br />

ai popoli del mondo in via di<br />

sviluppo, i quali già vivono in margini<br />

ristretti di sopravvivenza e che sarebbero<br />

i più dolorosamente colpiti dal<br />

caos globale economico e politico. La<br />

pretesa del terrorismo di agire in nome<br />

dei poveri è una palese falsità.<br />

Non si uccide<br />

in nome di Dio!<br />

6.Chi uccide con atti terroristici<br />

coltiva sentimenti di disprezzo verso<br />

l’umanità, manifestando disperazione<br />

nei confronti della vita e del futuro:<br />

tutto, in questa prospettiva, può essere<br />

odiato e distrutto. Il terrorista ritiene<br />

che la verità in cui crede o la sofferenza<br />

patita siano talmente assolute da legittimarlo<br />

a reagire distruggendo anche<br />

vite umane innocenti. Talora il terrorismo<br />

è figlio di un fondamentalismo<br />

fanatico, che nasce dalla convinzione<br />

di poter imporre a tutti l’accettazione<br />

della propria visione della verità.<br />

La verità, invece, anche quando la si è<br />

raggiunta — e ciò avviene sempre in<br />

modo limitato e perfettibile — non può<br />

mai essere imposta. Il rispetto della coscienza<br />

altrui, nella quale si riflette<br />

l’immagine stessa di Dio (cfr Gn 1, 26-<br />

27), consente solo di proporre la verità<br />

all’altro, al quale spetta poi di responsabilmente<br />

accoglierla. Pretendere di<br />

imporre ad altri con la violenza quella<br />

che si ritiene essere la verità, significa<br />

violare la dignità dell’essere umano e,<br />

in definitiva, fare oltraggio a Dio, di<br />

cui egli è immagine. Per questo il fanatismo<br />

fondamentalista è un atteggiamento<br />

radicalmente contrario alla fede<br />

in Dio. A ben guardare il terrorismo<br />

strumentalizza non solo l’uomo, ma<br />

anche Dio, finendo per farne un idolo<br />

di cui si serve per i propri scopi.<br />

7.Nessun responsabile delle religioni,<br />

pertanto, può avere indulgenza<br />

verso il terrorismo e, ancor meno, lo<br />

può predicare. È profanazione della religione<br />

proclamarsi terroristi in nome<br />

di Dio, far violenza all’uomo in nome<br />

di Dio. La violenza terrorista è contra-<br />

ria alla fede in Dio Creatore dell’uomo,<br />

in Dio che si prende cura dell’uomo e<br />

lo ama. In particolare, essa è totalmente<br />

contraria alla fede in Cristo Signore,<br />

che ha insegnato ai suoi discepoli a<br />

pregare: « Rimetti a noi i nostri debiti,<br />

come noi li rimettiamo ai nostri debitori<br />

» (Mt 6, 12).<br />

Seguendo l’insegnamento e l’esempio<br />

di Gesù, i cristiani sono convinti<br />

che dimostrare misericordia significhi<br />

vivere pienamente la verità della nostra<br />

vita: possiamo e dobbiamo essere misericordiosi,<br />

perché ci è stata mostrata<br />

misericordia da un Dio che è Amore<br />

misericordioso (cfr 1 Gv 4, 7-12). Il Dio<br />

che ci redime mediante il suo ingresso<br />

nella storia e attraverso il dramma del<br />

Venerdì Santo prepara la vittoria del<br />

giorno di Pasqua, è un Dio di misericordia<br />

e di perdono (cfr Sal 103 [102],<br />

3-4.10-13). Gesù, nei confronti di quanti<br />

lo contestavano per il fatto che mangiava<br />

con i peccatori, così si è espresso:<br />

«Andate dunque e imparate che cosa<br />

significhi: Misericordia io voglio e<br />

non sacrificio. Infatti non sono venuto<br />

a chiamare i giusti, ma i peccatori»<br />

(Mt 9, 13). I seguaci di Cristo, battezzati<br />

nella sua morte e nella sua risurrezione,<br />

devono essere sempre uomini e<br />

donne di misericordia e di perdono.<br />

La necessità<br />

del perdono<br />

8.Ma che cosa significa, in concreto,<br />

perdonare? E perché perdonare?<br />

Un discorso sul perdono non può eludere<br />

questi interrogativi. Riprendendo<br />

una riflessione che ebbi già modo di<br />

offrire per la Giornata Mondiale della<br />

Pace 1997 («Offri il perdono, ricevi la<br />

pace»), desidero ricordare che il perdono<br />

ha la sua sede nel cuore di ciascuno,<br />

prima di essere un fatto sociale.<br />

Solo nella misura in cui si affermano<br />

un’etica e una cultura del perdono, si<br />

può anche sperare in una «politica del<br />

perdono», espressa in atteggiamenti sociali<br />

ed istituti giuridici, nei quali la<br />

stessa giustizia assuma un volto più<br />

umano.<br />

In realtà, il perdono è innanzitutto<br />

una scelta personale, una opzione del<br />

cuore che va contro l’istinto spontaneo<br />

di ripagare il male col male. Tale opzione<br />

ha il suo termine di confronto<br />

nell’amore di Dio, che ci accoglie nonostante<br />

il nostro peccato, e ha il suo<br />

modello supremo nel perdono di Cristo<br />

che sulla croce ha pregato: «Padre,<br />

perdona loro, perché non sanno quello<br />

che fanno» (Lc 23, 34).<br />

Il perdono ha dunque una radice e<br />

una misura divine. Questo tuttavia non<br />

esclude che se ne possa cogliere il va-<br />

III<br />

lore anche alla luce di considerazioni<br />

di umana ragionevolezza. Prima fra<br />

tutte, quella relativa all’esperienza che<br />

l’essere umano vive in se stesso quando<br />

commette il male. Egli si rende allora<br />

conto della sua fragilità e desidera<br />

che gli altri siano indulgenti con lui.<br />

Perché dunque non fare agli altri ciò<br />

che ciascuno desidera sia fatto a se<br />

stesso? Ogni essere umano coltiva in sé<br />

la speranza di poter ricominciare un<br />

percorso di vita e di non rimanere prigioniero<br />

per sempre dei propri errori e<br />

delle proprie colpe. Sogna di poter tornare<br />

a sollevare lo sguardo verso il futuro,<br />

per scoprire ancora una prospettiva<br />

di fiducia e di impegno.<br />

9.In quanto atto umano, il perdono<br />

è innanzitutto un’iniziativa del singolo<br />

soggetto nel suo rapporto con gli<br />

altri suoi simili. La persona, tuttavia,<br />

ha un’essenziale dimensione sociale, in<br />

virtù della quale intreccia una rete di<br />

rapporti in cui esprime se stessa: non<br />

solo nel bene, purtroppo, ma anche<br />

nel male. Conseguenza di ciò è che il<br />

perdono si rende necessario anche a<br />

livello sociale. Le famiglie, i gruppi, gli<br />

Stati, la stessa Comunità internazionale,<br />

hanno bisogno di aprirsi al perdono<br />

per ritessere legami interrotti, per superare<br />

situazioni di sterile condanna<br />

mutua, per vincere la tentazione di<br />

escludere gli altri non concedendo loro<br />

possibilità di appello. La capacità di<br />

perdono sta alla base di ogni progetto<br />

di una società futura più giusta e solidale.<br />

Il perdono mancato, al contrario,<br />

specialmente quando alimenta la continuazione<br />

di conflitti, ha costi enormi<br />

per lo sviluppo dei popoli. Le risorse<br />

vengono impiegate per sostenere la<br />

corsa agli armamenti, le spese delle<br />

guerre, le conseguenze delle ritorsioni<br />

economiche. Vengono così a mancare<br />

le disponibilità finanziarie necessarie<br />

per produrre sviluppo, pace, giustizia.<br />

Quanti dolori soffre l’umanità per non<br />

sapersi riconciliare, quali ritardi subisce<br />

per non saper perdonare! La pace<br />

è la condizione dello sviluppo, ma<br />

una vera pace è resa possibile soltanto<br />

dal perdono.<br />

Il perdono,<br />

strada maestra<br />

10.La proposta del perdono non è<br />

di immediata comprensione né di facile<br />

accettazione; è un messaggio per<br />

certi versi paradossale. Il perdono infatti<br />

comporta sempre un’apparente<br />

perdita a breve termine, mentre assicura<br />

un guadagno reale a lungo termine.<br />

La violenza è l’esatto opposto: opta<br />

per un guadagno a scadenza ravvicina-


IV<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong><br />

Messaggio di Sua Santità Giovanni Paolo II per la celebrazione<br />

della Giornata Mondiale della Pace — 1° gennaio 2002<br />

ta, ma prepara a distanza una perdita<br />

reale e permanente. Il perdono potrebbe<br />

sembrare una debolezza; in realtà,<br />

sia per essere concesso che per essere<br />

accettato, suppone una grande forza<br />

spirituale e un coraggio morale a tutta<br />

prova. Lungi dallo sminuire la persona,<br />

il perdono la conduce ad una umanità<br />

più piena e più ricca, capace di riflettere<br />

in sé un raggio dello splendore<br />

del Creatore.<br />

Il ministero che svolgo al servizio<br />

del Vangelo mi fa sentire vivamente il<br />

dovere, e mi dà al tempo stesso la forza,<br />

di insistere sulla necessità del perdono.<br />

Lo faccio anche oggi, sorretto<br />

dalla speranza di poter suscitare riflessioni<br />

serene e mature in vista di un generale<br />

rinnovamento, nei cuori delle<br />

persone e nelle relazioni tra i popoli<br />

della terra.<br />

11.Meditando sul tema del perdono,<br />

non si possono non ricordare alcune<br />

tragiche situazioni di conflitto, che<br />

da troppo tempo alimentano odi profondi<br />

e laceranti, con la conseguente<br />

spirale inarrestabile di tragedie personali<br />

e collettive. Mi riferisco, in particolare,<br />

a quanto avviene nella Terra<br />

Santa, luogo benedetto e sacro dell’incontro<br />

di Dio con gli uomini, luogo<br />

della vita, morte e risurrezione di Gesù,<br />

il Principe della pace.<br />

La delicata situazione internazionale<br />

sollecita a sottolineare con forza rinnovata<br />

l’urgenza della risoluzione del<br />

conflitto arabo-israeliano, che dura ormai<br />

da più di cinquant’anni, con un’alternanza<br />

di fasi più o meno acute. Il<br />

continuo ricorso ad atti terroristici o di<br />

guerra, che aggravano per tutti la situazione<br />

e incupiscono le prospettive,<br />

deve lasciare finalmente il posto ad un<br />

negoziato risolutore. I diritti e le esigenze<br />

di ciascuno potranno essere tenuti<br />

in debito conto e contemperati in<br />

modo equo, se e quando prevarrà in<br />

tutti la volontà di giustizia e di riconciliazione.<br />

A quegli amati popoli rivolgo<br />

nuovamente l’invito accorato ad adoperarsi<br />

per un’era nuova di rispetto<br />

mutuo e di accordo costruttivo.<br />

Comprensione<br />

e cooperazione interreligiosa<br />

12.In questo grande sforzo, i leader<br />

religiosi hanno una loro specifica<br />

responsabilità. Le confessioni cristiane<br />

e le grandi religioni dell’umanità devono<br />

collaborare tra loro per eliminare le<br />

cause sociali e culturali del terrorismo,<br />

insegnando la grandezza e la dignità<br />

della persona e diffondendo una maggiore<br />

consapevolezza dell’unità del genere<br />

umano. Si tratta di un preciso<br />

campo del dialogo e della collaborazione<br />

ecumenica ed interreligiosa, per un<br />

urgente servizio delle religioni alla pace<br />

tra i popoli.<br />

In particolare, sono convinto che i<br />

leader religiosi ebrei, cristiani e musulmani<br />

debbano prendere l’iniziativa mediante<br />

la condanna pubblica del terrorismo,<br />

rifiutando a chi se ne rende<br />

partecipe ogni forma di legittimazione<br />

religiosa o morale.<br />

13.Nel dare comune testimonianza<br />

alla verità morale secondo cui l’assassinio<br />

deliberato dell’innocente è sempre<br />

un grave peccato, dappertutto e senza<br />

eccezioni, i leader religiosi del mondo<br />

favoriranno la formazione di una pubblica<br />

opinione moralmente corretta. E<br />

questo il presupposto necessario per<br />

l’edificazione di una società internazionale<br />

capace di perseguire la tranquillità<br />

dell’ordine nella giustizia e nella libertà.<br />

Un impegno di questo tipo da parte<br />

delle religioni non potrà non introdursi<br />

sulla via del perdono, che porta alla<br />

comprensione reciproca, al rispetto e<br />

alla fiducia. Il servizio che le religioni<br />

possono dare per la pace e contro il<br />

terrorismo consiste proprio nella pedagogia<br />

del perdono, perché l’uomo che<br />

perdona o chiede perdono capisce che<br />

c’è una Verità più grande di lui, accogliendo<br />

la quale egli può trascendere<br />

se stesso.<br />

Preghiera<br />

per la pace<br />

14.Proprio per questa ragione, la<br />

preghiera per la pace non è un elemento<br />

che «viene dopo» l’impegno per<br />

la pace. Al contrario, essa sta al cuore<br />

dello sforzo per l’edificazione di una<br />

pace nell’ordine, nella giustizia e nella<br />

libertà. Pregare per la pace significa<br />

aprire il cuore umano all’irruzione della<br />

potenza rinnovatrice di Dio. Dio,<br />

con la forza vivificante della sua grazia,<br />

può creare aperture per la pace là<br />

dove sembra che vi siano soltanto ostacoli<br />

e chiusure; può rafforzare e allargare<br />

la solidarietà della famiglia umana,<br />

nonostante lunghe storie di divisioni<br />

e di lotte. Pregare per la pace significa<br />

pregare per la giustizia, per un<br />

adeguato ordinamento all’interno delle<br />

Nazioni e nelle relazioni fra di loro.<br />

Vuol dire anche pregare per la libertà,<br />

specialmente per la libertà religiosa,<br />

che è un diritto fondamentale umano e<br />

civile di ogni individuo. Pregare per la<br />

pace significa pregare per ottenere il<br />

perdono di Dio e per crescere al tempo<br />

stesso nel coraggio che è necessario<br />

a chi vuole a propria volta perdonare<br />

le offese subite.<br />

Per tutti questi motivi ho invitato i<br />

rappresentanti delle religioni del mondo<br />

a venire ad Assisi, la città di san<br />

Francesco, il prossimo 24 gennaio, a<br />

pregare per la pace. Vogliamo con ciò<br />

mostrare che il genuino sentimento religioso<br />

è una sorgente inesauribile di<br />

mutuo rispetto e di armonia tra i popoli:<br />

in esso, anzi, risiede il principale<br />

antidoto contro la violenza ed i conflitti.<br />

In questo tempo di grave preoccupazione,<br />

l’umana famiglia ha bisogno<br />

di sentirsi ricordare le sicure ragioni<br />

della nostra speranza. Proprio questo<br />

noi intendiamo proclamare ad Assisi,<br />

pregando Dio Onnipotente — secondo<br />

la suggestiva espressione attribuita allo<br />

stesso san Francesco — di fare di noi<br />

uno strumento della sua pace.<br />

15.Non c’è pace senza giustizia,<br />

non c’è giustizia senza perdono: ecco<br />

ciò che voglio annunciare in questo<br />

Messaggio a credenti e non credenti,<br />

agli uomini e alle donne di buona volontà,<br />

che hanno a cuore il bene della<br />

famiglia umana e il suo futuro.<br />

Non c’è pace senza giustizia, non<br />

c’è giustizia senza perdono: questo voglio<br />

ricordare a quanti detengono le<br />

sorti delle comunità umane, affinché si<br />

lascino sempre guidare, nelle loro scelte<br />

gravi e difficili, dalla luce del vero<br />

bene dell’uomo, nella prospettiva del<br />

bene comune.<br />

Non c’è pace senza giustizia, non<br />

c’è giustizia senza perdono: questo<br />

monito non mi stancherò di ripetere a<br />

quanti, per una ragione o per l’altra,<br />

coltivano dentro di sé odio, desiderio<br />

di vendetta, bramosia di distruzione.<br />

In questa Giornata della Pace, salga<br />

dal cuore di ogni credente più intensa<br />

la preghiera per ciascuna delle vittime<br />

del terrorismo, per le loro famiglie tragicamente<br />

colpite, e per tutti i popoli<br />

che il terrorismo e la guerra continuano<br />

a ferire e a sconvolgere. Non restino<br />

fuori del raggio di luce della nostra<br />

preghiera coloro stessi che offendono<br />

gravemente Dio e l’uomo mediante<br />

questi atti senza pietà: sia loro concesso<br />

di rientrare in se stessi e di rendersi<br />

conto del male che compiono, così che<br />

siano spinti ad abbandonare ogni proposito<br />

di violenza e a cercare il perdono.<br />

In questi tempi burrascosi, possa<br />

l’umana famiglia trovare pace vera e<br />

duratura, quella pace che solo può nascere<br />

dall’incontro della giustizia con<br />

la misericordia!<br />

Dal Vaticano, 8 dicembre 2001.


<strong>L'OSSERVATORE</strong><strong>ROMANO</strong><br />

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SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - ROMA<br />

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GIORNALE QUOTIDIANO<br />

UNICUIQUE SUUM<br />

POLITICO RELIGIOSO<br />

NON PRAEVALEBUNT<br />

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VATICANO E ITALIA<br />

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Anno CXLI - N. 285 (42.923) CITTÀ DEL VATICANO Giovedì 13 Dicembre 2001<br />

LA CHIESA SI MOBILITA PER VIVERE IL 14 DICEMBRE 2001<br />

Con Giovanni Paolo II<br />

una giornata di digiuno per la pace<br />

L'udienza generale<br />

nell'Aula Paolo VI<br />

«Questo inno è simile a una litania, ripetitiva e insieme<br />

nuova: le sue invocazioni salgono a Dio come volute<br />

d'incenso, che percorrono lo spazio in forme simili eppure<br />

mai uguali». Con queste parole il Papa ha commentato<br />

il passo del Cantico tratto dal Libro di Daniele<br />

3, 52-57 «Ogni creatura lodi il Signore» - Lodi della Domenica<br />

2ª settimana - nel corso dell'udienza generale di<br />

mercoledì 12 dicembre, svoltasi nell'Aula Paolo VI. Questi<br />

sono i punti nodali della catechesi del Santo Padre:<br />

» «Dalla fornace, i tre giovani miracolosamente preservati<br />

dalle fiamme, cantano un inno di benedizione<br />

a Dio»;<br />

» «La preghiera non teme la ripetizione, come l'innamorato<br />

non esita a dichiarare infinite volte all'amata<br />

tutto il suo affetto»;<br />

» «Nel cantare questo cantico il credente cristiano<br />

viene invitato a contemplare il mondo della prima<br />

creazione,intuendovi il profilo della seconda, inaugurata<br />

con la morte e la risurrezione del Signore Gesù».<br />

Pagine 4 e 5<br />

WASHINGTON, 12.<br />

Sotto un cielo grigio e piovigginoso, New York si è ieri fermata.<br />

La città ferita dal terrore di «Al Qaeda» ha ricordato i 3.278<br />

morti dell’11 settembre, di quella mattina senza nuvole in cui,<br />

nello spazio di un’ora e mezza, è cambiata la storia. Una tromba<br />

ha intonato «Star Spangled Banner» nell’istante esatto in cui, tre<br />

mesi fa, il volo 11 dell'«American Airlines» si schiantava sulla Torre<br />

Nord. Sul palco sistemato nei pressi di Ground Zero il sindaco,<br />

Rudolph Giuliani, e il governatore, George Pataki, hanno<br />

ascoltato commossi con la mano sul cuore. Ascoltavano con le lacrime<br />

agli occhi anche tutti coloro che da tre mesi lavorano senza<br />

sosta tra le macerie del World Trade Center sotto le quali sono<br />

ancora sepolte 2.550 persone.<br />

La commemorazione ha idealmente unito New York a Washington.<br />

Al Congresso, deputati e senatori si sono riuniti nella Galleria<br />

delle Statue del Campidoglio per un minuto di silenzio ricordando<br />

la terribile giornata di tre mesi fa che li vide uniti sui gradini<br />

dell'edificio a cantare «God Bless America». Al Pentagono,<br />

che ancora reca i segni dell’impatto del volo 77 dell'«American<br />

Airlines» il Segretario alla difesa, Donald Rumsfeld, ha aspettato<br />

le 9.57 per la commemorazione. «Non dimenticheremo mai il sacrificio<br />

delle persone che sono morte qui tre mesi fa», ha assicurato.<br />

Le forze armate Usa, ha aggiunto, hanno impartito ai terroristi<br />

una lezione: «Che nessun’arma in nessun arsenale del mondo<br />

è altrettanto potente della determinazione e del coraggio morale<br />

degli uomini liberi». Una catena di solidarietà ha unito nella<br />

memoria delle vittime (3.045 alle Torri, 189 al Pentagono, 44 sull’aereo<br />

diretto a Washington e precipitato in Pennsylvania) centinaia<br />

di comunità in America e in una ottantina di Paesi del mondo.<br />

L’inno nazionale statunitense è risuonato assieme a quello<br />

russo anche in orbita, a bordo della stazione spaziale «Alpha».<br />

Ma è stato a New York, la città che ancora reca visibili nell’area<br />

del World Trade Center le cicatrici della tragedia, che il ricordo<br />

delle stragi ha provocato autentica commozione. A Ground Zero<br />

e nel resto del mondo la commemorazione è cominciata nello<br />

stesso istante. A Parigi una candela è stata accesa, presso la Cattedrale<br />

Americana vicino agli Champs Elysees, per ogni Nazione<br />

che ha sofferto negli attentati. A Londra il Segretario di Stato<br />

Usa, Colin Powell, e il Premier britannico, Tony Blair, si sono<br />

fermati in raccoglimento davanti al numero 10 di Downing<br />

Street. Anche l'Europarlamento ha reso omaggio alle vittime degli<br />

attentati dell’11 settembre. «I nostri pensieri vanno alle vittime<br />

ed alle loro famiglie, come pure al popolo degli Stati Uniti» ha<br />

detto la Presidente dell’Assemblea Ue, Nicole Fontaine, intervenendo<br />

davanti alla plenaria.<br />

«Per vivere con Giovanni<br />

Paolo II le giornate del 14 dicembre<br />

e del 24 gennaio» è il<br />

sottotitolo del fascicolo che viene<br />

offerto oggi in omaggio a tutti<br />

i lettori de L'Osservatore Romano.<br />

Esso vuol essere un sussidio<br />

per i singoli e per le co-<br />

munità ecclesiali in vista del di-<br />

giuno del 14 dicembre<br />

2001. Nel fascicolo,<br />

in formato tascabile<br />

sono raccolti<br />

testi dei discorsi pronunciati<br />

dal Papa all'Angelus<br />

— dall'annuncio<br />

delle iniziative<br />

del 14 dicembre e<br />

del 24 gennaio, alla<br />

meditazione del 9 dicembre<br />

— e le indicazioniliturgico-pastorali<br />

offerte dall'Ufficio<br />

delle Celebrazioni<br />

Liturgiche del<br />

Sommo Pontefice.<br />

Commemorazioni in tutto il mondo a tre mesi<br />

dagli attacchi terroristici contro gli Stati Uniti<br />

Come è noto, il Santo Padre ha indetto una raccolta<br />

di offerte in occasione della giornata di digiuno<br />

del 14 dicembre. Esse verranno destinate dal Papa<br />

nel giorno di Natale a coloro che, vittime delle conseguenze<br />

del terrorismo e della guerra, passata la<br />

maggioreemergenza,rischianodiesseredimenticati.<br />

La Santa Sede ha aperto un conto corrente straordinario<br />

gestito dal Pontificio Consiglio COR UNUM,<br />

presso la<br />

BANCA DI ROMA C/C N. 101010<br />

«PRO DIGIUNO 14 DICEMBRE»<br />

ABI 3002 CAB 5008 (dall’estero SWIFT: BROMIT)<br />

e un conto corrente presso le Poste Italiane<br />

C/C N. 603035.<br />

Il Presidente George W. Bush:<br />

«Ognivittimadell'11 settembre<br />

è un mondo che si è spento»<br />

WASHINGTON, 12.<br />

Ogni vittima degli attacchi dell’11 settembre contro<br />

New York e contro Washington è stata «un mondo<br />

che si è spento». Ma, adesso, a tre mesi da quel<br />

giorno, «il torto è stato riparato e giustizia viene fatta».<br />

Con queste e altre poche parole di cordoglio, il<br />

Presidente statunitense, George W. Bush, ha ieri celebrato<br />

l’anniversario delle stragi terroristiche che<br />

hanno causato non meno di 3.300 vittime. Prima di<br />

prendere la parola, George W. Bush ha ascoltato<br />

l’inno nazionale nella «East Room» della Casa Bianca,<br />

alle 8.46 locali (le 14.46 italiane), proprio nel momento<br />

in cui, tre mesi or sono, il primo aereo dirottato<br />

da terroristi colpiva una delle Torri Gemelle del<br />

World Trade Center, a New York.<br />

Insieme con George W. Bush, nella «East Room»,<br />

erano tra gli altri i familiari di alcune delle vittime,<br />

membri dell’Amministrazione e del personale della<br />

Casa Bianca. Dietro al Presidente, lungo la parete di<br />

fondo, c’erano le bandiere dei Paesi che hanno dovuto<br />

contare delle vittime nelle stragi terroristiche. Il<br />

Presidente statunitense ha poi pronunciato un discorso<br />

di commemorazione. Ha assicurato che le vittime<br />

non verranno dimenticate. «Ricorderemo i morti e<br />

quanto dobbiamo loro — ha ribadito — . Ricorderemo<br />

dov’eravamo e cosa abbiamo provato. Ricorderemo<br />

quello che abbiamo perduto e quello che abbiamo<br />

ritrovato», ha detto il Presidente, promettendo<br />

all’America che «giustizia sarà fatta». «I nostri nemici<br />

vedono la disfatta», ha concluso. Cerimonie analoghe<br />

si sono svolte negli altri palazzi dell’Amministrazione<br />

statunitense. Al Dipartimento della giustizia<br />

l’avvocato generale degli Stati Uniti, Ted Olson, la<br />

cui moglie Barbara morì a bordo dell’aereo schiantatosi<br />

contro l'edificio del Pentagono, ha pronunciato<br />

una breve orazione.<br />

«Dopo i gravissimi attentati<br />

perpetrati l'11 settembre 2001<br />

negli Stati Uniti d'America — è<br />

scritto nell'introduzione delle indicazioni<br />

liturgico-pastorali —, il<br />

Santo Padre ha espresso più<br />

volte la sua deplorazione per<br />

quegli atti terroristici e la sua<br />

preoccupazione per le conse-<br />

Il Santo Padre ha ricevuto oggi in<br />

udienza Sua Eminenza Reverendissima<br />

il Signor Cardinale Camillo<br />

Ruini, Suo Vicario Generale per la<br />

Diocesi di Roma e Presidente della<br />

Conferenza Episcopale Italiana, con<br />

Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Cesare Nosiglia, Arcivescovo<br />

titolare di Vittoriana, Vicegerente<br />

di Roma, con il Reverendo P.<br />

Angelo De Caro, S.M.M. (Compagnia<br />

di Maria - Monfortani), Parroco<br />

della Parrocchia di Santa Maria<br />

Josefa del Cuore di Gesù, e un Vicario<br />

parrocchiale.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha ricevuto oggi in<br />

udienza Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Peter Paul Prabhu,<br />

Arcivescovo titolare di Tituli di Numidia,<br />

Nunzio Apostolico in Zimbabwe.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia<br />

al governo pastorale della<br />

Diocesi di Frederico Westphalen<br />

(Brasile), presentata da Sua Eccellenza<br />

Reverendissima Monsignor<br />

Bruno Maldaner, in conformità al<br />

can. 401 § 1 del Codice di Diritto<br />

Canonico. . .<br />

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia<br />

all’ufficio di Ausiliare dell’Arcidiocesi<br />

di Seoul (Corea), presentata<br />

da Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Paul Kim Okkyun,<br />

Vescovo titolare di Girba, in<br />

guenze dell'azione militare in<br />

corso in Afghanistan. La Chiesa<br />

prega ed invita ad agire affinché<br />

l'amore prevalga sull'odio,<br />

la pace sulla guerra, il perdono<br />

sulla vendetta... Dalla duplice<br />

angolazione — l'implorazione<br />

della grazia dell'Altissimo e la<br />

profonda conversione interiore<br />

— è da accogliere<br />

l'invito di Giovanni<br />

Paolo II alla giornata<br />

di digiuno del prossimo<br />

14 dicembre. Infatti<br />

senza l'aiuto<br />

del Signore sarà impossibile<br />

trovare una<br />

soluzione alla drammatica<br />

situazione in<br />

cui versa il mondo;<br />

senza la conversione<br />

dei cuori è difficilmente<br />

immaginabile<br />

la cessazione radicale<br />

del terrorismo...».<br />

conformità ai canoni 411 e 401 § 1<br />

del Codice di Diritto Canonico.<br />

Il Sommo Pontefice ha inoltre nominato<br />

Vescovi Ausiliari della medesima<br />

Arcidiocesi:<br />

— il Reverendo Padre Joseph Lee<br />

Han-Taek, S.I., Presidente dell’Università<br />

«Sogang» a Seoul, assegnandogli<br />

la sede titolare vescovile di Tibuzabeto;<br />

— il Reverendo Andrew Yeom<br />

Soo-Jung, Parroco a Mok-dong nella<br />

medesima Arcidiocesi, assegnandogli<br />

la sede titolarevescovile di Tibiuca.<br />

. .<br />

Erezione<br />

di Prefettura Apostolica<br />

e relativa Provvista<br />

Il Santo Padre ha eretto la Prefettura<br />

Apostolica di Mongo (Ciad)<br />

con territorio dismembrato dall’Arcidiocesi<br />

di N’Djamena e dalla Diocesi<br />

di Sarh.<br />

Sua Santità ha nominato primo<br />

Prefetto Apostolico di Mongo il Re-<br />

La Santa Messa<br />

per gli universitari<br />

NOSTRE INFORMAZIONI<br />

O g g i<br />

A proposito di una trasmissione TV<br />

Un'avvilente esibizione<br />

di sentimenti vuoti<br />

di F. MONTUSCHI<br />

«Gridate, giovani universitari, con la testimonianza<br />

della vostra fede!... Lavorate per un’Università degna<br />

dell’uomo, che sappia porsi anche oggi al servizio della<br />

società in modo critico». È la consegna del Santo Padre<br />

agli studenti degli atenei romani che hanno partecipato,<br />

nel pomeriggio di martedì 11 dicembre, alla Santa Messa<br />

in preparazione al Natale, svoltasi nella Basilica Vaticana.<br />

Ecco i punti nodali dell'omelia del Papa:<br />

» «L’Europa ha bisogno di una nuova vitalità intellettuale...<br />

È necessario un ardimento nuovo del pensiero,<br />

libero e creativo, pronto a cogliere... le domande e le<br />

sfide che sorgono dalla vita»;<br />

» «Non cedere alle illusioni d’un progresso non conforme<br />

al disegno divino»;<br />

» «È necessario rispettare i limiti invalicabili che i riferimenti<br />

morali pongono»;<br />

» «La luce divina illumini quanti operano nell’importante<br />

campo della ricerca e del progresso, perché si accostino<br />

all’uomo e al creato con umiltà e saggezza».<br />

Pagina 3<br />

Pagina 6<br />

verendo Padre Henry Coudray, S.I.,<br />

Vicario Episcopale della Regione est<br />

dell’Arcidiocesi di N’Djamena.<br />

. .<br />

Provviste di Chiese<br />

Il Santo Padre ha nominato Vescovo<br />

di Frederico Westphalen (Brasile)<br />

il Reverendo Sacerdote Zeno<br />

Hastenteufel, del clero di Porto Alegre,<br />

Professore presso la Pontificia<br />

Università Cattolica della medesima<br />

Arcidiocesi.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha nominato Ausiliare<br />

dell’Arcidiocesi di Perth (Australia)<br />

il Reverendo Sacerdote Donald<br />

George Sproxton, del clero della<br />

medesima Arcidiocesi, finora Parroco<br />

della «Saint Gerard Majella’s<br />

Parish» in Mirrabooka, assegnandoglilasedetitolarevescovilediTimici.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha nominato Ausiliare<br />

della Diocesi di Belize City -<br />

Belmopan (Belize) il Reverendo Sacerdote<br />

Dorick McGowan Wright,<br />

Vicario Generale e Parroco della<br />

Cattedrale della medesima Diocesi,<br />

assegnandogli la sede titolare vescovile<br />

di Timida regia.<br />

. .<br />

Nomina di Coadiutore<br />

Il Santo Padre ha nominato Vescovo<br />

Coadiutore di Jaboticabal<br />

(Brasile) il Reverendo Padre Fernando<br />

Antônio Brochini, C.S.S., Provinciale<br />

della Provincia stimmatina brasiliana<br />

di «São José».


DAL MONDO<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

PAGINA<br />

TIPOGRAFIA VATICANA<br />

EDITRICE<br />

«<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong>»<br />

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L'Osservatore Romano in collaborazione con alcune primarie aziende italiane.<br />

Lo sforzo del quotidiano della Santa Sede per diffondere la parola del Papa, soprattutto in<br />

questo particolare momento storico, può infatti essere validamente sostenuto da quanti<br />

condividono i valori propugnati dalla Chiesa cattolica.<br />

Alcune aziende hanno scelto L'Osservatore Romano come mezzo privilegiato e qualificato<br />

per divulgare il loro messaggio pubblicitario. Saranno queste aziende —<br />

sottoscrittrici di numerosi abbonamenti — a diffondere all'interno del proprio<br />

mondo di riferimento (sedi, clienti, collaboratori), questo giornale, questi valori.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì 13 Dicembre 2001<br />

AFGHANISTAN Incontro a Londra tra il Premier<br />

britannico, Tony Blair, e il Segretario di<br />

Stato Usa, Colin Powell. Temi del colloquio l'invio<br />

di una forza di pace in Afghanistan e il proseguimento<br />

della lotta contro il terrorismo internazionale.<br />

CONSULTAZIONI L'aviazione Usa ha ripreso, dopo<br />

una sospensione di 16 ore, i bombardamenti sulla<br />

zona montagnosa di Tora Bora per costringere al-<br />

AFGHANISTAN Incontro a Londra tra il Premier Blair e il Segretario di Stato Usa Powell<br />

Nessuna decisione definitiva<br />

circa l’invio di una forza di pace<br />

Consultazioni<br />

per la resa<br />

dei Taleban<br />

a Tora Bora<br />

KABUL, 12.<br />

I colloqui tra mercenari di «Al<br />

Qaeda» e Forze anti Taleban sulla<br />

resa degli uomini di Osama bin<br />

Laden proseguono nelle montagne<br />

afghane di Spin Ghar. Un comandante<br />

anti Taleban, Mohammad<br />

Amin, ha detto all'agenzia «Reuters»<br />

con il satellitare che «l’incontro<br />

sta continuando (per discutere<br />

la resa)». Il comandante ha<br />

anche confermato che aerei americani<br />

hanno compiuto numerosi<br />

raid nella zona. Amin ha detto di<br />

non sapere quante persone partecipino<br />

ai negoziati sulla resa, che<br />

si svolgono a Melawa.<br />

Trascorso senza risultato l'ultimatum<br />

di 16 ore (scadeva alle<br />

4.30 italiane di questa notte) concesso<br />

dall'Alleanza del Nord ai<br />

combattenti di «Al Qaeda» per arrendersi,<br />

aerei americani hanno<br />

ripreso ad attaccare l'area di Tora<br />

Bora, non lontano da Jalalabad,<br />

nell'Afghanistan orientale. I generali<br />

americani restano prudenti:<br />

non sembra infatti che l'epilogo<br />

sia vicino, non sono certi che Osama<br />

bin Laden sia lì a portata di<br />

mano. «Il nostro obiettivo resta di<br />

distruggere i Taleban e “Al Qaeda“»<br />

ha detto il generale, Richard<br />

Myers, in una conferenza stampa<br />

al Pentagono. Anche se il regime<br />

dei Taleban è stato rovesciato, il<br />

movimento non è sbaragliato. La<br />

rete terroristica di «Al Qaeda» è<br />

stata colpita e scompaginata in Afghanistan,<br />

ma la struttura terroristica<br />

è ancora attiva altrove e resta<br />

in grado di colpire.<br />

L'amministrazione americana<br />

dunque considera che la campagna<br />

contro il terrorismo internazionale<br />

sarà lunga. Le milizie Taleban<br />

si arrendono, ma solo per<br />

sottrarsi all'accerchiamento, come<br />

è accaduto a Kandahar, o si ritirano,<br />

ma solo per sottrarsi al<br />

combattimento, come era già accaduto<br />

a Kabul, così da conservare<br />

uomini e armi.<br />

Intanto, aerei americani hanno<br />

paracadutato oggi 17.200 razioni<br />

di cibo su alcuni villaggi dell’Afghanistan<br />

meridionale per ringraziare<br />

i loro abitanti che avevano<br />

aiutato un gruppo di marines in<br />

difficoltà a guadare un fiume. Lo<br />

ha detto un portavoce militare<br />

nella base Usa di Camp Rhino in<br />

Afghanistan meridionale.<br />

Su richiesta dei marines, gli aerei<br />

da trasporto hanno paracadutato<br />

le «Razioni umanitarie giornaliere»<br />

— ciascuna equivalente a<br />

più di un pasto completo occidentale<br />

— sui villaggi nella zona del<br />

fiume Arghandab, nel Sud dell’Afghanistan.<br />

Sei giorni fa un reparto<br />

di marines si era trovato in difficoltà<br />

nel guadare il fiume Arghandab<br />

con un blindato in panne.<br />

Erano accorsi in loro aiuto numerosi<br />

abitanti di villaggi vicini, che<br />

avevano iniziato a portare grosse<br />

pietre e a gettarle in acqua fino a<br />

formare una specie di ponte su<br />

cui è stato possibile successivamente<br />

far passare il veicolo.<br />

LONDRA, 12.<br />

Nessuna decisione definitiva è stata<br />

presa circa l’invio di una forza di pace<br />

in Afghanistan, mentre il Presidente statunitense,<br />

George W. Bush, non ha ancora<br />

stabilito nulla riguardo alla prossima<br />

fase della lotta al terrorismo. Sono<br />

questi gli elementi di maggior interesse<br />

emersi ieri a Londra dal colloquio tra il<br />

Primo Ministro britannico, Tony Blair,<br />

ed il Segretario di Stato Usa, Colin Powell,<br />

che in precedenza aveva incontrato<br />

a Parigi il Presidente francese, Jacques<br />

Chirac, ed il Ministro degli esteri,<br />

Hubert Vedrine.<br />

Prima del colloquio, spalla a spalla,<br />

Tony Blair e Colin Powell hanno ricordato<br />

in raccoglimento davanti al numero<br />

10 di Downing Street i tre mesi dagli<br />

attentati terroristici dell’11 settembre.<br />

Blair, nel corso di una successiva conferenza<br />

stampa, ha ribadito che la Gran<br />

Bretagna è disponibile per un incarico<br />

di comando di una forza di pace che si<br />

schieri in Afghanistan su mandato delle<br />

Nazioni Unite. Tuttavia, ha aggiunto<br />

Blair, non è stata ancora presa alcuna<br />

decisione definitiva in quanto vi sono<br />

ancora moltissimi dettagli da mettere a<br />

punto e discussioni da affrontare. In<br />

mattinata il portavoce di Blair aveva ricordato<br />

la necessità di colloqui approfonditi<br />

con gli alleati, ma anche con le<br />

Nazioni Unite e con il Governo afghano<br />

ad interim che si insedierà il prossimo<br />

22 dicembre.<br />

Da parte sua Powell si è dimostrato<br />

prudente su possibili nuovi scenari della<br />

USA Formalizzata l'accusa a Zacharias Moussaoui<br />

Prima incriminazione<br />

per le stragi dell'11 settembre<br />

NEW YORK, 12.<br />

Tre mesi dopo i terrificanti attentati<br />

dell’11 settembre negli Usa, l’indagine<br />

sembra arrivata a una svolta. Un Gran<br />

giurì federale (l'organismo che autorizza<br />

a processare un accusato) ha incriminato<br />

Zacharias Moussaoui, un francese di<br />

origine marocchina, per aver partecipato<br />

attivamente alla preparazione degli<br />

attacchi dei dirottatori suicidi che mandarono<br />

quattro aerei di linea a schiantarsi<br />

contro le Torri Gemelle di New<br />

York, contro il Pentagono a Washington<br />

e in Pennsylvania. Il Segretario alla giustizia<br />

Usa John Ashcroft ha dichiarato<br />

che «al Qaeda», l'organizzazione terroristica<br />

guidata da Osama bin Laden e accusata<br />

della responsabilità nelle stragi<br />

dell'11 settembre, «andrà incontro adesso<br />

alla giustizia che aborre». Moussaoui<br />

è accusato di «aver cospirato con bin<br />

Laden e con al Qaeda per l’uccisione di<br />

migliaia di persone innocenti a New<br />

York, in Virginia e in Pennsylvania».<br />

Nelle 30 pagine dell’atto di accusa,<br />

pur senza incriminazioni formali, sono<br />

identificati come collegati alle stragi anche<br />

Osama bin Laden; il suo vice<br />

Ayman Zawahiri; i 19 terroristi suicidi<br />

dell'11 settembre, lo yemenita Ramsi Binhalshib,<br />

che l’Fbi ha identificato come<br />

ventesimo dirottatore, e Mustafa Ahmed<br />

al Hisawi, il banchiere di «al Qaeda».<br />

«Oggi, tre mesi dopo gli attacchi alla<br />

nostra patria, gli Stati Uniti hanno portato<br />

il peso della giustizia contro i terroristi<br />

che hanno brutalmente assassinato<br />

americani innocenti», ha detto Ashcroft<br />

definendo l’atto di accusa contro Moussaoui<br />

«una cronaca di malvagità».<br />

lotta al terrorismo. Ha detto chiaramente<br />

che il Presidente Bush non ha ancora<br />

deciso la fase successiva a quella attuale<br />

dell’Afghanistan, ma è stato estremamente<br />

determinato nel ribadire che la<br />

rete di «Al Qaeda» va distrutta ovunque<br />

si trovi, in qualsiasi Paese del mondo. E<br />

ha precisato che il lavoro avviato finirà<br />

solo quando tutte le cellule della rete del<br />

terrore saranno state distrutte. A questo<br />

riguardo Blair ha rilevato che ora i terroristi<br />

del mondo sanno che i Paesi civilizzati<br />

sono pronti ad agire e che quando<br />

agiscono colpiscono in modo determinato.<br />

Nella mattina di ieri Powell era<br />

stato a Parigi. La Francia ha annunciato<br />

che sta studiando le modalità di una<br />

partecipazione alla forza di stabilizzazione<br />

e che sta valutando il mandato, le<br />

missioni e l’organizzazione del contingente.<br />

Circa la formazione della forza<br />

multinazionale che sarà dispiegata in Afghanistan,<br />

l'inviato speciale dell'Onu,<br />

Brahimi, in visita a Kabul, ha ieri affermato<br />

che su un vasto arco di questioni<br />

— da quanti uomini e di quali Paesi sarà<br />

composta, quando verrà schierata e,<br />

soprattutto, quali saranno precisamente<br />

i suoi compiti — non è stato trovato ancora<br />

un accordo con i dirigenti del<br />

Fronte Unito (Alleanza del Nord), la<br />

coalizione che controlla la capitale. Il<br />

leader dell'Alleanza, Burhanuddin Rabbani,<br />

ha intanto oggi affermato che il<br />

nuovo Governo provvisorio in Afghanistan<br />

è stato imposto dalle potenze straniere.<br />

Ma Rabbani ha dichiarato anche<br />

che appoggerà il Premier designato, Hamid<br />

Karzai.<br />

Moussaoui non ha partecipato direttamente<br />

alle stragi: l’11 settembre era da<br />

settimane in carcere in Minnesota dove<br />

aveva suscitato sospetti negli istruttori di<br />

una scuola di volo chiedendo di imparare<br />

a tenere in aria grossi jet senza peraltro<br />

mostrare alcun interesse alle manovre<br />

di decollo e atterraggio. Secondo il<br />

Dipartimento della giustizia tuttavia, il<br />

giovane francese avrebbe seguito passo<br />

passo l’iter degli altri piloti suicidi di «al<br />

Qaeda» andando ad addestrarsi nei campi<br />

in Afghanistan, studiando pilotaggio<br />

negli Usa, ricevendo finanziamenti dal<br />

Medio Oriente e dalla Germania.<br />

Ashcroft ha definito Moussaoui un<br />

«attivo partecipante» negli attentati e ha<br />

detto che è accusato di aver ricevuto «lo<br />

stesso addestramento e gli stessi finanziamenti»<br />

e «manifestato lo stesso impegno<br />

ad uccidere americani» degli altri<br />

terroristi entrati in azione l'11 settembre.<br />

Nei confronti del presunto terrorista,<br />

su cui gli investigatori francesi avevano<br />

da tempo costruito un voluminoso<br />

dossier, sono stati formulati sei capi<br />

d’accusa, quattro dei quali comportano<br />

la pena di morte.<br />

L’udienza per la lettura delle imputazioni<br />

— cospirazione per commettere<br />

atti di terrorismo, per commettere dirottamenti,<br />

per distruggere aerei, per usare<br />

armi di distruzione di massa, omicidio e<br />

cospirazione per distruggere proprietà<br />

— è stata fissata per il 2 gennaio in Virginia,<br />

dove hanno sede diversi tribunali<br />

federali. In Virginia e non a New York<br />

perché gli attentati dell’11 settembre —<br />

ha detto Ashcroft — sono stati diretti<br />

«contro l’intera nazione, non una sola<br />

città».<br />

Tribunale dell'Aja: respinta<br />

la richiesta di processo unico<br />

per Slobodan Milosevic<br />

L’AJA, 12.<br />

Saranno due i processi per l’ex Presidente<br />

serbo e jugoslavo Slobodan Milosevic<br />

davanti al Tribunale penale internazionale<br />

(Tpi) dell'Aja per l'ex Jugoslavia:<br />

il primo, per i presunti crimini commessi<br />

in Kosovo, avrà inizio il 12 febbraio<br />

2002. È invece ancora da decidere<br />

la data del secondo, nel quale saranno<br />

riunite le incriminazioni relative alle<br />

guerre in Croazia e in Bosnia ed Erzegovina.<br />

La Corte ha respinto ieri la richiesta<br />

del Procuratore Carla Del Ponte di<br />

unificare i procedimenti. Non sembra,<br />

quindi, aver convinto i magistrati giudicanti<br />

la tesi dell'accusa che un unico<br />

progetto di «Grande Serbia», con Milosevic<br />

principale protagonista, sarebbe<br />

stato l'elemento scatenante dei conflitti<br />

nell'ex Jugoslavia negli anni Novanta.<br />

Milosevic, da parte sua, dopo aver seguito<br />

le argomentazioni legali dell’accusa<br />

e dei tre consulenti garanti nominati<br />

dalla Corte (l'ex Presidente jugoslavo<br />

non riconosce il Tribunale e non ha<br />

quindi nominato difensori), ha accusato<br />

la signora Del Ponte di voler mettere in<br />

secondo piano la vicenda del Kosovo<br />

per «coprire la cooperazione degli Usa<br />

con i terroristi in Kosovo, incluso — ha<br />

detto — Osama Bin Laden».<br />

la resa i combattenti di «Al Qaeda», la rete terroristica<br />

diretta da Osama bin Laden.<br />

USA La magistratura statunitense ha incriminato<br />

Zacharias Moussaoui, un francese di origini marocchine,<br />

per avere partecipato attivamente alla preparazione<br />

degli attacchi aerei dell'11 settembre scorso<br />

su New York e su Washington.<br />

MEDIO ORIENTE Raid di elicotteri israeliani nella<br />

Sri Lanka:<br />

sanguinosi attacchi<br />

delle «Tigri Tamil»<br />

Striscia di Gaza hanno provocato 4 morti e 17 feriti<br />

tra i palestinesi. Si è trattato di una rappresaglia al<br />

lancio di bombe contro insediamenti israeliani. L'inviato<br />

Usa Anthony Zinni e il rappresentante dell'Ue<br />

Javier Solana hanno intensificato i contatti con le<br />

parti belligeranti per stabilire una tregua d'armi.<br />

NATO Il Ministro degli esteri Serghiei Ivanov ha<br />

ribadito la contrarietà della Russia all'allargamento<br />

della Nato ad Est.<br />

MEDIO ORIENTE La proposta dell'inviato statunitense a israeliani e palestinesi<br />

Due giorni di tregua nei Territori<br />

per arrestare i terroristi islamici<br />

TEL AVIV, 12.<br />

L’inviato degli Stati<br />

Uniti in Medio Oriente,<br />

Anthony Zinni, ha chiesto<br />

ad Israele e Autorità<br />

Palestinese (Ap) di rispettare<br />

una tregua di<br />

quarantotto ore nei Territori<br />

per permettere<br />

l'arresto dei terroristi.<br />

La proposta, riferisce<br />

l'«Ansa», sarebbe stata<br />

accettata dalle parti durante<br />

la riunione della<br />

scorsa sera tra i responsabili<br />

della sicurezza. Gli<br />

esperti, che sono tornati<br />

a riunirsi alla presenza<br />

di Zinni dopo la contrastata<br />

seduta di domenica<br />

scorsa, non hanno rilasciato<br />

alcuna dichiara-<br />

zione. Tel Aviv si è inol-<br />

tre riservato la possibilità di compiere<br />

operazioni preventive volte a intercettare<br />

terroristi intenzionati a compiere attacchi<br />

suicidi contro la popolazione civile.<br />

Israele ha inoltre annunciato che<br />

continuerà ad intervenire militarmente<br />

se dovessero essere lanciati colpi di mortaio<br />

contro gli insediamenti ebraici.<br />

I palestinesi dal canto loro si sono impegnati<br />

a completare l’arresto dei terroristi<br />

ancora in libertà e a sottoporli ad<br />

interrogatori prima di processarli.<br />

Poche ore dopo la riunione alcune<br />

bombe sono cadute su diverse colonie<br />

NATO Lo ha detto il Ministro della difesa Ivanov<br />

La Russia resta contraria<br />

all'allargamento ad Est<br />

MOSCA, 12.<br />

La Russia rimane decisamente contraria<br />

all’allargamento ad Est della Nato,<br />

malgrado il recente avvicinamento fra<br />

Mosca e l’Alleanza. Lo ha detto ieri il<br />

Ministro della difesa, Serghiei Ivanov.<br />

L’Alleanza Atlantica sta promuovendo<br />

la trasformazione del Consiglio con la<br />

Russia dalla formula «19+1» alla formula<br />

«20», specialmente per quanto riguarda<br />

problemi come il terrorismo, la non<br />

proliferazione e le missioni di pace.<br />

«La Russia si è opposta in passato ai<br />

piani di allargamento della Nato e vi si<br />

Stati Uniti-Viêt Nam:<br />

operativo lo storico<br />

accordo commerciale<br />

WASHINGTON, 12.<br />

Secondo lo storico accordo<br />

commerciale tra Stati Uniti e Vietnam,<br />

firmato già nel luglio del<br />

2000, ma reso operativo soltanto<br />

ieri con l’incontro a Washington<br />

del Ministro del commercio vietnamita,<br />

Vu Khoan, e del rappresentante<br />

americano del commercio,<br />

Robert Zoellick, gli esportatori<br />

vietnamiti vedranno finalmente<br />

facilitato il loro accesso al mercato<br />

statunitense. Lo annuncia la<br />

rappresentanza del commercio degli<br />

Stati Uniti ad Hà Nôi.<br />

COLOMBO, 12.<br />

Almeno dodici persone sono state uccise<br />

in diversi attacchi lanciati contemporaneamente<br />

da guerriglieri delle «Tigri<br />

per la liberazione della patria Tamil»<br />

(Ltte) contro polizia ed esercito nello Sri<br />

Lanka, secondo quanto reso noto ieri da<br />

fonti ufficiali del Ministero della difesa a<br />

Colombo.<br />

Un portavoce ministeriale ha precisato<br />

che in un primo attacco i guerriglieri<br />

hanno sparato colpi di mortaio contro la<br />

base militare di Pahala Toppur, causando<br />

tre morti e 12 feriti tra i soldati. I<br />

militari hanno risposto al fuoco, uccidendo<br />

sei ribelli. Simultaneamente, un<br />

altro gruppo armato delle «Tigri Tamil»<br />

ha attaccato il commissariato di polizia<br />

di Valaccenai, provocando la morte di<br />

tre persone e il ferimento di altre undici<br />

tra il personale locale. Sempre il portavoce<br />

ministeriale ha aggiunto che in<br />

questo secondo attacco i guerriglieri<br />

hanno anche distrutto la centrale telefonica<br />

della località.<br />

Resta dunque estremamente tesa la situazione<br />

nello Sri Lanka dove proprio<br />

oggi il nuovo Primo Ministro Ranil Wickremesinghe,<br />

che ha prestato giuramento<br />

domenica scorsa, dovrebbe presentare<br />

il suo Governo.<br />

Un posto di controllo militare all'ingresso di un mercato a Tel Aviv<br />

nella Striscia di Gaza, causando danni<br />

materiali, e provocando conseguenti<br />

raid punitivi di elicotteri israeliani in cui<br />

quattro palestinesi sono stati uccisi e altri<br />

diciassette sono stati feriti.<br />

Anche l’Alto rappresentante dell’Unione<br />

Europea per la politica estera e per<br />

la sicurezza, Javier Solana, giunto nella<br />

regione da pochi giorni, ha intensificato<br />

i contatti con le due parti per arrivare<br />

ad una tregua. Solana si è recato a Ramallah,<br />

in Cisgiordania, dove ha incontrato<br />

il Presidente dell'Ap, Yasser Arafat.<br />

In mattinata l'emissario dei Quindici<br />

oppone ora», ha detto Ivanov, citato<br />

dall’agenzia «Interfax». «Anche se si allarga<br />

la portata delle relazioni fra la<br />

Russia e la Nato, questo difficilmente sarà<br />

sufficiente ad eliminare le contraddizioni»<br />

ancora esistenti, ha aggiunto Ivanov.<br />

«L’espansione della Nato come organizzazione<br />

militare non darà alcun<br />

contributo alla soluzione del problema<br />

della sicurezza politica» nel continente<br />

europeo, ha detto Ivanov ribadendo che<br />

Mosca non sta perseguendo l’obiettivo<br />

di una adesione all’Alleanza Atlantica.<br />

Dal canto loro, gli Stati Uniti hanno<br />

invece perorato ieri la causa dell’allargamento<br />

della Nato ai Paesi Baltici, dopo<br />

un consulto al Dipartimento di Stato<br />

con esponenti di Estonia, Lettonia, Lituania.<br />

I Ministri degli esteri dei tre Paesi<br />

hanno incontrato il Sottosegretario di<br />

Stato, Richard Armitage, nell’ambito<br />

della quarta riunione annuale della<br />

Commissione per la partnership baltica.<br />

In una dichiarazione, il Dipartimento<br />

di Stato dice che Armitage «ha riaffermato<br />

l’attaccamento americano alla visione<br />

di una nuova fase di allargamento<br />

della Nato al vertice di Praga nel 2002».<br />

In visita in Europa nel giugno scorso,<br />

il Presidente degli Starti Uniti, George<br />

W. Bush, aveva detto, in un discorso a<br />

Varsavia, di credere all’adesione alla Nato<br />

di tutte le democrazie europee che<br />

vogliono condividere le responsabilità<br />

dell’Alleanza Atlantica. I Paesi Baltici sono<br />

fortemente interessati ad aderire alla<br />

Nato, anche per affermare la propria indipendenza<br />

dalla Russia. Mosca invece<br />

non vuole la Nato ai suoi confini.<br />

Trinidad e Tobago:<br />

nessun vincitore<br />

nelle elezioni politiche<br />

PORT OF SPAIN, 12.<br />

Non hanno avuto un vincitore le elezioni<br />

legislative anticipate svoltesi lunedì<br />

nell’arcipelago di Trinidad e Tobago. A<br />

scrutinio ultimato, si è infatti registrato<br />

un sorprendente risultato di perfetta parità<br />

fra il Congresso nazionale unito<br />

(Unc), il partito del Premier uscente Basdeo<br />

Panday, un bianco, e il Movimento<br />

nazionale del popolo (Pnm) guidato dal<br />

leader dell’opposizione Patrick Manning,<br />

un nero. L’arcipelago è abitato da bianchi<br />

discendenti da emigranti indiani, che<br />

votano quasi tutti per l’Unc, e da discendenti<br />

degli schiavi neri d’Africa,<br />

quasi tutti sostenitori del Pnm.<br />

Eletto l’anno scorso per un secondo<br />

mandato alla guida del governo di Trinidad<br />

e Tobago, Panday aveva deciso di<br />

sciogliere il Parlamento a causa di dissidi<br />

interni alla sua stessa formazione politica.<br />

Quando ormai erano al termine le<br />

operazioni di scrutinio, i dati forniti dall’ufficio<br />

elettorale assegnavano 18 seggi<br />

all’Unc e 18 al Pnm, sancendo le premesse<br />

di una delicata crisi costituzionale<br />

che dovrà risolvere il Presidente Arthur<br />

Robinson. Entrambi i candidati si sono<br />

detti certi che il Capo dello Stato non<br />

avrà dubbi nello sceglierli per formare il<br />

nuovo Governo.<br />

aveva avuto un colloquio<br />

con il Premier israeliano,<br />

Ariel Sharon.<br />

Sugli argomenti trattati<br />

durante l'incontro tra<br />

Sharon e Solana non sono<br />

state rilasciate dichiarazioni,<br />

ma appena concluso<br />

il colloquio un portavoce<br />

israeliano ha<br />

espresso «soddisfazione»<br />

per la presa di posizione<br />

dei Ministri degli Esteri<br />

dell’Ue, che domenica a<br />

Bruxelles hanno chiesto<br />

ad Arafat di «smantellare»<br />

le reti terroristiche<br />

dei fondamentalisti islamici<br />

armati di Hamas e<br />

della Jihad islamica. «Si<br />

tratta di un cambiamento<br />

nella posizione del-<br />

l’Ue. È la prima volta<br />

che l'Ue sollecita in modo così chiaro<br />

Arafat a lottare contro il terrorismo», ha<br />

continuato la fonte.<br />

«Dirò ad Arafat che deve continuare a<br />

combattere il terrorismo. In questo preciso<br />

momento, è il suo dovere.<br />

Avrà il sostegno necessario per farlo<br />

e, se avrà successo, sarà premiato», ha<br />

detto dal canto suo Solana, che ha poi<br />

fatto il punto della situazione con Zinni<br />

e con gli altri due diplomatici impegnati<br />

nella regione, l'inviato dell'Onu, Terje<br />

Larsen, e quello della Russia Andrei<br />

Vdovin.<br />

Guatemala: esplosione<br />

provoca otto morti<br />

CITTÀ DEL GUATEMALA — Una<br />

esplosione accidentale in una fabbrica<br />

di fuochi artificiali ha causato<br />

la morte di otto persone in Guatemala.<br />

Lo ha reso noto martedì la<br />

polizia locale precisando che tra le<br />

vittime figurano due bambini. Lo<br />

scoppio è avvenuto lunedì a Villa<br />

Nueva, venti chilometri a Sud della<br />

capitale, in un edificio che ufficialmente<br />

ospitava un ristorante, ma<br />

che in realtà era stato trasformato<br />

in una fabbrica illegale di fuochi<br />

d'artificio. Al momento della deflagrazione<br />

erano al lavoro almeno<br />

venti persone, fra le quali molti<br />

bambini.<br />

Gabon: vittime<br />

per epidemia di ebola<br />

LIBREVILLE — Il Governo del Gabon<br />

ha confermato martedì la comparsa<br />

in una provincia nel Nord-<br />

Est di un’epidemia di febbre emorragica<br />

causata dal virus Ebola.<br />

L'allarme era stato lanciato nei<br />

giorni scorsi dall'Organizzazione<br />

mondiale per la Sanità (Oms). «Dal<br />

28 ottobre 2001, dodici persone sono<br />

state colpite dalla malattia, dieci<br />

sono morti e un’undicesima versa<br />

in gravi condizioni», si legge in<br />

un comunicato del Ministero della<br />

ricerca gabonese.<br />

Malaysia: sale al trono<br />

TuankuSyedSirajuddin<br />

KUALA LUMPUR — Tuanku Syed<br />

Sirajuddin è stato incoronato Re<br />

della Malaysia. Lo ha annunciato<br />

mercoledì il Primo Ministro, Mahatir<br />

Mohamad. Il nuovo Sovrano,<br />

Raja dello Stato di Perlis, succede<br />

a Salahuddin Abdul Aziz Shah, deceduto<br />

il mese scorso a 75 anni.<br />

Tuanku Syed Sirajuddin, 58 anni, è<br />

il dodicesimo Re della Malaysia,<br />

che dall’indipendenza dalla Gran<br />

Bretagna nel 1957 ha adottato ha<br />

un sistema monarchico a rotazione<br />

fra i Raja di nove dei tredici Stati<br />

che compongono il Paese. Il Sovrano<br />

viene scelto a scrutinio segreto<br />

dalle famiglie reali di questi<br />

nove Stati e rimane sul trono per<br />

cinque anni.<br />

Spazio: prolungata<br />

lamissionedelloshuttle<br />

WASHINGTON — La missione dello<br />

shuttle «Endeavour» è stata prolungata<br />

di un giorno. Lo ha reso<br />

noto martedì la Nasa precisando<br />

che la navetta rimarrà attraccata<br />

alla stazione spaziale orbitante<br />

«Alpha» sino a sabato, e farà ritorno<br />

sulla Terra lunedì. La decisione<br />

è stata presa per consentire ai cosmonauti<br />

di avere il tempo necessario<br />

a riparare alcuni guasti minori<br />

all’interno della stazione internazionale.<br />

Traversata del Pacifico<br />

diunaereosenza pilota<br />

WELLINGTON — Il «Global Hawk»,<br />

prototipo di un aereo teleguidato<br />

senza pilota, partito dal deserto di<br />

Mojave in California ha attraversato<br />

l'Oceano Pacifico, atterrando ad<br />

Adelaide in Australia. Si è trattato<br />

di un volo senza scalo di 13.800<br />

km effettuato in 22 ore (t.f.).


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

Un avvenimento culturale<br />

La nuova edizione<br />

dell'«Interpretazione<br />

del Padre Nostro» del grande<br />

penalista FrancescoCarnelutti<br />

È da poco in libreria una nuova<br />

edizione (dopo quelle del 1953 e<br />

del 1961) del volume «Interpretazione<br />

del Padre Nostro» di Francesco<br />

Carnelutti, per i tipi della Marsilio.<br />

Pubblichiamo la Prefazione<br />

del Patriarca di Venezia, Cardinale<br />

MARCO CÈ.<br />

Francesco Carnelutti, alla fine di ogni<br />

scritto, diceva di provare una sorte di<br />

malinconia per quel che non era riuscito<br />

a dire.<br />

Se questo è sempre vero per uno<br />

scrittore, lo è a maggior ragione per il<br />

credente — pellegrino insaziabilmente<br />

assetato — che si cimenti con un commento<br />

al Padre nostro: in esso c’è tutto<br />

il Dio di Gesù Cristo e tutto l’uomo.<br />

Il Padre nostro infatti non è solo la<br />

più alta preghiera cristiana, è l’atto di<br />

fede «impossibile», ma anche più beatificante.<br />

Gesù pregava. Pur vivendo giornate<br />

così laboriose da non riuscire talora a<br />

prendere cibo, assillato dalle folle di povera<br />

gente che lo seguiva con struggente<br />

ostinazione, Gesù dedicava molto tempo<br />

alla preghiera: di notte o il mattino presto,<br />

soprattutto come stato abituale del<br />

suo spirito.<br />

Doveva avere un fascino misterioso la<br />

preghiera di Gesù se, un giorno, i suoi<br />

discepoli gli dissero: «Maestro, insegna<br />

anche a noi a pregare...». I discepoli<br />

erano ebrei fedeli alla preghiera quotidiana<br />

dello Šemà e a quella del sabato<br />

nella sinagoga. Ma la preghiera di Gesù<br />

aveva qualcosa di singolare.<br />

Gesù li esaudì e disse: «Quando pregate<br />

dite: “Abbà”, che vuol dire “padre”<br />

o, forse, ancor meglio “papà”».<br />

La sconvolgente novità del cristianesimo<br />

sta tutta in questa rivelazione che<br />

Dio è l’Abbà di Gesù di Nazareth e, in<br />

lui, lo è anche di tutti noi.<br />

La consapevolezza di essere «il Figlio»<br />

ha totalizzato la vita di Gesù. Egli è vissuto<br />

ed è morto dicendo: Abbà. Il Padre<br />

è stata la sua felicità: «Io so che il Padre<br />

mi ama... Voi mi lasciate solo. Ma io<br />

non sono solo, perché il Padre è con<br />

me... Io faccio sempre ciò che a lui<br />

piace... Padre, io so che tu mi ascolti<br />

sempre...».<br />

E anche l’angosciata preghiera dell’agonia<br />

— «cum lacrimis et clamore<br />

valido», come recita la lettera agli Ebrei<br />

— non è altro, in sostanza, che il Padre<br />

nostro. Gesù, pur nella notte oscura dell’abbandono,<br />

muore consegnando la<br />

propria vita al Padre.<br />

Carnelutti arriva alla fede da adulto,<br />

passando anche per le strade misteriose<br />

del dolore. Egli è soggiogato dalla «preghiera<br />

del Signore».<br />

La commenta due volte in tempi successivi<br />

che, forse, esprimono stagioni diverse<br />

del suo itinerario spirituale (i pochi<br />

dati in mio possesso non mi consentono<br />

valutazioni più precise).<br />

Il primo commento è molto estetico:<br />

Carnelutti è affascinato dall’architettura<br />

perfetta della preghiera di Gesù e si<br />

compiace di esaltarla.<br />

Il secondo commento è più drammatico:<br />

è il credente di fronte alla rivelazione<br />

del nome di Dio; il credente che vuole<br />

avere intelligenza del mistero di Dio e<br />

dell’uomo, perché soffre e ama.<br />

Egli non è un esegeta. È un uomo<br />

colto che accosta un testo vivo che irrompe<br />

nella sua vita con intuizioni fulminanti.<br />

Un testo che egli apprezza anche<br />

esteticamente, ma che soprattutto<br />

ama e patisce. Col quale deve confrontare<br />

la sua vita, la sua cultura, i suoi interrogativi.<br />

E lo contempla, lo «rumina»,<br />

come dicevano gli antichi monaci, parlando<br />

della «Lectio divina».<br />

Così approfondisce il testo confrontandolo<br />

con altri passi evangelici o con i<br />

Salmi, coi quali dimostra una interiore<br />

familiarità.<br />

Spesso si concede alla sua cultura filosofica<br />

e, soprattutto, giuridica.<br />

E svolge lunghe riflessioni, talora con<br />

eccessiva indulgenza, portato dalla corrente<br />

del pensiero e da qualche preoccupazione<br />

apologetica.<br />

Emerge però sempre la «passione» del<br />

credente che cerca «l’acqua viva»: «insatiabiliter<br />

satiaberis».<br />

Un problema assilla il pensiero e la fede<br />

di Carnelutti ed è quello della libertà.<br />

Per un uomo del foro, com’era lui, il<br />

confronto con la libertà dell’uomo e la<br />

realtà cruda del male morale non poteva<br />

non essere drammatico. Forse è significativo,<br />

proprio in questo senso, il<br />

fatto che lui, a un certo punto del suo<br />

itinerario interiore, abbia rifiutato nella<br />

sua professione forense il ruolo dell’accusatore,<br />

per svolgere solo quello del difensore.<br />

Gesù crocifisso difende, di fronte<br />

al Padre, i suoi crocifissori, perché<br />

«non sanno quello che fanno».<br />

E se Gesù è il Rivelatore del Padre —<br />

quel Dio che nessuno ha mai visto; Lui<br />

sì, lo ha visto, perché dal suo seno è<br />

uscito — quel perdono è la suprema rivelazione<br />

di un Dio che è Padre, cioè<br />

Amore.<br />

Amore che manda il Figlio, non per<br />

condannare l’uomo, ma per salvarlo.<br />

Carnelutti vive il dramma della libertà<br />

dell’uomo, del male e della paura e,<br />

conseguentemente, invoca la necessità<br />

di una salvezza che può essere solo «per<br />

grazia». «Signore, salvami!», grida Pietro<br />

quando, camminando sulle acque,<br />

teme di affondare.<br />

Il Padre salva perché è Padre e non<br />

può rinnegare se stesso. In questa luce<br />

anche la, morte s’illumina di speranza.<br />

Alla fine della lettura dei due commenti,<br />

in qualche modo complementari,<br />

si supera il fastidio di una esegesi talora<br />

discutibile e ci si trova presi dal pathos<br />

dell’uomo Carnelutti di fronte a Dio, col<br />

dramma del male che incombe. Egli<br />

non dispera: perché sa di esser figlio di<br />

un Padre che non può non amarlo e, di<br />

fatto, nella croce di Gesù di Nazareth,<br />

lo chiama a salvezza.<br />

Carnelutti trasmette una speranza.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì 13 Dicembre 2001<br />

O g g i<br />

A proposito di una recente trasmissione televisiva<br />

Un'avvilente esibizione<br />

di sentimenti vuoti<br />

FERDINANDO MONTUSCHI<br />

Il tema affrontato in una recente trasmissione<br />

televisiva, finalizzata a «capire» un dramma che<br />

ha sconvolto l’intera nazione, ha finito per approfondire<br />

un «vuoto» e per esaltare quei sentimenti<br />

di cui non abbiamo affatto bisogno: la curiosità al<br />

limite della morbosità per una vicenda che ha più<br />

bisogno di educatori che di spettatori.<br />

L'attenzione era incentrata su un giovane ventiquattrenne<br />

invitato a partecipare alla trasmissione<br />

per il solo merito di aver scritto duecento lettere<br />

ad Erika — la ragazza sedicenne accusata<br />

di aver ucciso a coltellate la madre e il fratellino<br />

con la complicità del fidanzato — e di<br />

aver ricevuto da lei una quarantina di lettere in<br />

risposta.<br />

Che cosa poteva dire di interessante quel «protagonista»<br />

dichiaratamente disinteressato al duplice<br />

delitto commesso dalla sua interlocutrice?<br />

Nulla, assolutamente nulla.<br />

E così è stato. Il giovane si è limitato a dire<br />

che la ragione di quell’accanimento epistolare,<br />

parzialmente ricambiato, serviva per coltivare<br />

un’amicizia dal futuro imprevedibile: come il passato,<br />

dunque, anche il futuro non sembrava importante.<br />

Ma era facile capire che quella incessante produzione<br />

di parole scritte, quotidianamente incrementata,<br />

non poteva rimanere senza una comprensibile<br />

«ricompensa». L’amicizia virtuale —<br />

senza passato e senza futuro — non può infatti,<br />

da sola, ricompensare tanto spreco di energie.<br />

Rimane il legittimo sospetto che tutto questo non<br />

Due recenti raccolte liriche di Roberto Mussapi<br />

L'approdo di un poeta alla «narratività»<br />

FRANCESCO NAPOLI<br />

Non dovrebbe più sorprendere la prolifica<br />

attività poetica di Roberto Mussapi<br />

che s’unisce a una qualità tale che ne<br />

fanno una delle voci poetiche italiane<br />

contemporanee di maggiori rilievo.<br />

È di questi giorni un poemetto natalizio,<br />

Lo stregone del fuoco e della neve<br />

(Salani, 48 pp., 10.000 lire), un ispiratissimo<br />

racconto in versi nel quale il poeta<br />

rievoca l’aura come magica del Natale<br />

vista con gli occhi di un bambino.<br />

Mirabile per davvero la costruzione rimico-ritmica,<br />

capace di tenere assieme<br />

una linea alta poematico-allegorica a<br />

quella più giocosa incentrata sulla sonorità<br />

della parola e sulla musica del verso.<br />

Una capacità, si diceva in apertura,<br />

peculiare del poeta di articolare nel tempo<br />

la sua produzione passando di genere<br />

in genere senza che s’avverta né stanchezza<br />

ne tantomeno manierismi di alcun<br />

tipo.<br />

E di Roberto Mussapi è uno dei libri<br />

di poesia più importanti giunti alle stampe<br />

nell’ultimo decennio. Si tratta di Antartide,<br />

uscito per i tipi della Guanda,<br />

un’opera incentrata sulla vicenda reale<br />

della spedizione al Polo Sud di Sheckleton,<br />

con la nave Endurance. Una storia<br />

riscritta dall’autore su frammenti memoriali<br />

in un quadro d’assieme più ampio<br />

e non più appartenente alla cronaca,<br />

né tantomeno al solo poeta, ma<br />

all’Uomo.<br />

Nello scorrere queste pagine ci si trova<br />

di fronte a un autentico poema epico:<br />

per la struttura, con una più che<br />

evidente partizione in canti di variabile<br />

estensione; per la tramatura, abilmente<br />

risolta anche da interpolazioni e digressioni<br />

nel racconto; e, soprattutto, per la<br />

ricerca di una mitografia per questi tem-<br />

pi, tutta umana ma in cui persiste un<br />

sentito rispetto del Sacro.<br />

Si concentrano in questi versi alcuni<br />

temi molto frequentati dall’autore —<br />

l’avventura dell’uomo alla ricerca del sapere<br />

e di se stesso, il suo vivere nel costante<br />

confronto con la morte o quell’opposizione<br />

luce/buio così dilagante<br />

nell’intero poiein di Mussapi e qui assunto<br />

a rinnovata dichiarazione di poetica:<br />

«Non sono capace di profezia, ma<br />

ho il dono/che a volte le cose mi si<br />

chiariscono/uscendo come dal buio della<br />

stiva/e si collegano ad altre come perse/che<br />

avevo da tempo date per morte,/e<br />

qualcosa rivive e mi fa vivere,/prolungando<br />

le cose dissepolte dal buio».<br />

Ma Antartide segna anche un punto<br />

d’arrivo e un probabile snodo nel percorso<br />

poetico dell’autore. Infatti, a partire<br />

da e con Gita meridiana, e siamo<br />

nel 1990, Mussapi avvia una costante ricerca<br />

tesa a restituire all’uomo e alla<br />

memoria degli uomini la centralità in<br />

poesia e, al contempo, cerca di corrispondere<br />

all’avvertita necessità di darsi<br />

al lettore in una piena narratività.<br />

Così le prove che seguirono si sono<br />

mosse verso queste due direttrici: La<br />

polvere e il fuoco prevalentemente verso<br />

la prima; Racconto di Natale e il monologo<br />

teatrale La grotta azzurra per lo<br />

più nella seconda direzione. Non è poi<br />

tanto difficile distinguere in Antartide la<br />

sostanza e lo sviluppo di questa duplice<br />

intenzione come nel gusto rievocativo<br />

per la nominazione di Gita meridiana, e<br />

segnatamente del «Cimitero dei partigiani»,<br />

rintracciabile nel novero dei marinai<br />

della spedizione che via via scendono<br />

dalla bara-battello nella quale l’Endurance<br />

si era trasformata (e, per inciso,<br />

molto prossima all’omerica rassegna delle<br />

navi e degli eroi); nella rigenerazione<br />

della letteratura, qui con originali ripre-<br />

IscrizionefunerariadiEuskia, Museo archeologico di<br />

SiracusaFotoadestra:Galleriaconloculi e arcosolio<br />

per bambino, catacombe di s. Giovanna (Siracusa)<br />

sia che un «gioco» che ha bisogno di un pubblico<br />

importante, ufficiale per risultare «divertente». E<br />

così è stato. Quel pubblico è risultato essere lo<br />

stesso che segue la trasmissione di ampia risonanza<br />

e di largo ascolto.<br />

Il gioco a cui abbiamo assistito potrebbe avere<br />

come titolo: «Diventerò famoso sfruttando la tua<br />

fama», un gioco svelato nel corso della trasmissione<br />

con l’aggravante, tuttavia, di risultare rafforzato<br />

proprio in virtù della trasmissione stessa.<br />

E, come tutti i giochi psicologici, ha lasciato quel<br />

disagio e quell’amarezza ben lontani dal senso di<br />

sollievo che lascia, invece, il «capire», la solidarietà<br />

partecipata o il progetto di un aiuto vero, offerto<br />

a persone che vivono un dramma.<br />

Il disagio è stato espresso in primo luogo dal<br />

giovane protagonista, non solo perché non aveva<br />

niente da svelare a quanti avrebbero voluto particolari<br />

inediti, ma soprattutto perché quell’ «amicizia»<br />

esibita è apparsa subito vuota, immotivata,<br />

ingannevole e, dunque, «criticabile».<br />

Sono così piovute inevitabilmente su di lui critiche<br />

da ogni parte in forme più o meno sottintese<br />

e con toni più o meno accesi.<br />

La sua sofferenza era evidente non solo nelle<br />

parole ma anche nella tensione corporea: e quella<br />

sedia su cui sedeva sembrava diventare incandescente<br />

ad ogni domanda che gli veniva posta.<br />

Un disagio e, insieme, un trionfo: finalmente<br />

un pubblico importante lo conosceva e lo<br />

ascoltava.<br />

«Io» e «voi», continuava a ripetere quel giovane<br />

protagonista rimarcando una divergenza di<br />

opinione con gli esperti presenti e rifugiandosi in<br />

Una singolare iscrizione nella catacomba di s. Lucia a Siracusa<br />

Nella lapide dell'«ombrosa» Euskia<br />

la devozione alla santa della «luce»<br />

DANILO MAZZOLENI<br />

La città di Siracusa, ricca di storia e<br />

di vestigia archeologiche, è tuttora molto<br />

legata al culto di una sua martire<br />

molto venerata fin dall’antichità, santa<br />

Lucia, che fu deposta in una delle catacombe<br />

che quella comunità cristiana<br />

aveva scavato fin dal III secolo.<br />

La sua festa viene ricordata da tutti i<br />

principali documenti agiografici, dai<br />

martirologi ai sinassari orientali fino ai<br />

sacramentari,algiorno13didicembre.<br />

se shakespeariane a mo’ di intermezzi e<br />

con la sognata visione del Babo melvilliano;<br />

e, infine, la voglia e la capacità di<br />

«sporcarsi le mani» impastando nella<br />

propria poesia materia sempre nuova,<br />

rivelando territori dapprima impoetici,<br />

non poi così lungi dalla Grotta azzurra.<br />

In Antartide, però, le ambizioni e le<br />

scelte sono più compiute e di più incisivo<br />

taglio epico. Mussapi ha reso al Novecento<br />

italiano una tradizione poematica,<br />

appena praticata, a più adeguati esiti.<br />

Dopo La camera da letto di Bertolucci,<br />

peraltro per le sue tinte intimiste risulta<br />

di taglio completamente diverso e<br />

di segno opposto in quanto ad intenti,<br />

questa prova è nel genere una rara e<br />

preziosa testimonianza. Una forma che<br />

è anche sostanza di un’ormai matura e<br />

compiuta ricerca di un epos.<br />

Così nella concretezza di una storia<br />

— la scoperta agli inizi del secolo dell’ultimo<br />

continente della Terra, l’Antartide<br />

per l’appunto — Mussapi rintraccia<br />

ed evidenzia i segni di un «fatto epico» e<br />

li restituisce in un equilibrato racconto<br />

allegorico. Quel «banco indistinto/che si<br />

estendeva a perdita d’occhio» dei ghiacci<br />

della calotta polare (quasi una waste<br />

land eliotiana) e la morsa che incastra<br />

l’Endurance si legano metaforicamente<br />

a un’idea di stasi nella quale l’uomo in<br />

questi ultimi scorci si è via via sempre<br />

più immerso (e forse crogiolato).<br />

Ma la visione di Mussapi, bisogna sottolinearlo,<br />

è lontanissima da ogni compiacimento<br />

nichilista: a renderne testimonianza<br />

più che concreta è proprio la<br />

chiusa laddove quanto di più caldo e vitale,<br />

il sangue, «scioglieva il ghiaccio/e<br />

restituiva il continente all’anima/e il capitano<br />

Scott alle onde», cioè tutto ancora<br />

nelle braccia e nella mente dell’uomo,<br />

certo, ma non distaccato da un’ansia<br />

di divino.<br />

Nel formulario della lapide<br />

è notevole il senso culturale dato<br />

al termine greco «kyrìa»,<br />

che letteralmente significa «signora»,<br />

e che qui diviene sinonimo di «santa».<br />

Questa fedele morì<br />

proprio nel giorno della festa della martire<br />

alla quale era particolarmente devota,<br />

il 13 dicembre.<br />

All'intercessione della santa il dedicante,<br />

presumibilmente il marito,<br />

affida l'anima della propria cara,<br />

di cui vengono celebrate le virtù,<br />

soprattutto l'onestà e la nobiltà<br />

dei costumi, l'affabilità e l'armonia<br />

che la legava al proprio consorte<br />

Oltre ai complessi cimiteriali paleocristiani,<br />

sparsi anche nel territorio circostante,<br />

Siracusa conserva una cospicua<br />

quantità di epigrafi paleocristiane,<br />

provenienti soprattutto dalle catacombe<br />

e conservate presso il nuovo Museo Archeologico<br />

(dove si spera che almeno<br />

una scelta di esse possa essere esposta<br />

presto al pubblico, dopo molti anni di<br />

giacenza nei magazzini).<br />

Fra tutte le lapidi, una in particolare<br />

merita di essere segnalata, poiché si<br />

tratta di una lastra funeraria di una fedele,<br />

Euskia, nella quale è contenuto<br />

un prezioso riferimento al culto della<br />

martire siracusana, il più antico di cui<br />

si abbia notizia, risalendo ad un’epoca<br />

compresa fra la fine del IV e i primi decenni<br />

del V secolo.<br />

L’iscrizione di Euskia, trovata dall’archeologo<br />

Paolo Orsi nel 1894 nella<br />

regione meridionale della catacomba di<br />

san Giovanni, copriva una sepoltura<br />

molto semplice, una forma scavata nel<br />

piano di un cubicolo, detto di Eusebio,<br />

situato in una regione piuttosto esclusiva<br />

del cimitero, non lontano dal sito in<br />

cui fu rinvenuto interrato il celebre sarcofago<br />

di Adelfia.<br />

L’epigrafe è in greco, come la maggior<br />

parte delle dediche funerarie cristiane<br />

della città, segno evidente che<br />

questa lingua, legata alla sua fondazione<br />

e al florido periodo in cui Siracusa<br />

era uno dei centri più importanti della<br />

Magna Grecia, era ancora quella usata<br />

in prevalenza.<br />

Il testo, tuttavia, non risulta di agevole<br />

lettura, poiché le lettere, incise con<br />

un tratto incerto, appaiono spigolose,<br />

infittite e spesso si fa ricorso a legamenti<br />

di due o più di esse, evidentemente<br />

per risparmiare spazio in una lapide<br />

di non grandi dimensioni.<br />

Nell’ultima riga si nota l’inserzione<br />

di una croce monogrammatica, allusiva<br />

al nome di Cristo, con al di sopra<br />

dei bracci le lettere apocalittiche alfa<br />

ed omega.<br />

Il testo, tradotto, dice quanto segue:<br />

«Euskia l’incensurabile, che visse onestamente<br />

e nobilmente più o meno<br />

venticinque anni, morì nella festa della<br />

mia signora Lucia, per la quale non è<br />

necessario pronunciare lode; cristiana<br />

fedele e perfetta, gradita al proprio marito<br />

per (le sue) molte grazie, affabile».<br />

Nel formulario adoperato è notevole<br />

il senso cultuale dato al termine greco<br />

kyrìa, che letteralmente significa «signora»,<br />

e che qui diviene sinonimo di «santa».<br />

Questa fedele, quindi, morì proprio<br />

nel giorno della festa della martire alla<br />

quale era particolarmente devota, santa<br />

Lucia, ossia il 13 dicembre. Ad essa il<br />

dedicante, presumibilmente il marito,<br />

affida l’anima della propria cara, di<br />

cui vengono celebrate le virtù, soprattutto<br />

l’onestà e la nobiltà di costumi,<br />

l’affabilità e l’armonia che la legava al<br />

proprio consorte.<br />

Singolare è anche la contrapposizione<br />

dialettica fra il nome di questa fedele,<br />

Euskia, che in greco significa «ombrosa»<br />

e quello della martire Lucia, che<br />

si potrebbe rendere come «luminosa».<br />

Particolare della galleria con arcosolio,<br />

catacombe di s. Lucia (Siracusa)<br />

Questa epigrafe costituisce, quindi,<br />

un’importante conferma della diffusione<br />

del culto della martire siracusana<br />

già non molto dopo la sua gloriosa<br />

morte, avvenuta nel 304, durante la<br />

persecuzione di Diocleziano e, anzi, ne<br />

costituisce — come si è anticipato — il<br />

documento più antico che si conosca,<br />

anteriore alla stesura del Martirologio<br />

Geronimiano, che ne commemora la festa<br />

e alla passio, in merito alla quale<br />

gli studiosi hanno molto discusso in<br />

passato.<br />

Alla fine del V secolo è stata invece<br />

datato un inno martiriale, legato alla<br />

santa, ma da taluni ritenuto inattendibile,<br />

mentre una lettera di san Gregorio<br />

Magno ricorda che nella seconda metà<br />

del VI secolo proprio a Siracusa esisteva<br />

un monastero che portava il suo<br />

nome.<br />

una diversità incomprensibile, riservata ad una<br />

«coppia» improbabile, ma anche capace di incuriosire,<br />

di attirare l’attenzione dei mezzi di comunicazione,<br />

di far parlare di sé, di garantire<br />

«ascolto».<br />

Tutto questo potrebbe utilmente entrare nei circuiti<br />

commerciali e televisivi per garantire ascolto,<br />

se non ci fossero persone colpite e ferite da<br />

un dramma, persone bisognose di silenzio, di riflessione,<br />

di sentimenti veri, e se non ci fossero<br />

anche ascoltatori che hanno diritto di non essere<br />

«giocati». Nessuno è estraneo alle vicende che<br />

colpiscono l’umanità, soprattutto quella umanità<br />

vicina alla esperienza di tutti. Ma per interrogarci<br />

e per capire non c’è bisogno di spettacolarità e<br />

soprattutto non c’è bisogno di esibizione di sentimenti<br />

vuoti, inesistenti.<br />

Si finisce per esaltare impropriamente una curiosità<br />

insana.<br />

La curiosità morbosa sembra in aumento nella<br />

vita collettiva contemporanea. Il terremoto che<br />

qualche tempo fa ha colpito Assisi ha attratto un<br />

numeroincredibiledicuriosifacendoregistrare, la<br />

domenica successiva al disastro, chilometri di code<br />

di automobilisti «curiosi» di vedere lo «spettacolo»diquellacittàcolpitadalsisma;ibollettiniradiofonici<br />

che quotidianamente danno informazioni<br />

sultrafficocontinuanoaripetereagli automobilisti<br />

l’invitoanonsostaresuiluoghi degli incidenti perchélalorocuriositàècausadi<br />

ulteriori, mortali incidenti.<br />

Potremmocontinuarenella esemplificazione.Maforseè<br />

venuto il momento di capire che<br />

la curiosità morbosa è fin troppo diffusa per aver<br />

bisogno di essere ulteriormente incentivata, sfruttata<br />

e appagata.<br />

La sua venerazione si diffuse presto<br />

anche al di fuori della Sicilia, visto che<br />

a Roma più o meno in quella medesima<br />

epoca si ha notizia di un oratorio<br />

di santa Lucia, annesso ad un ospizio<br />

e all’epoca di Papa Leone III, nella<br />

prima metà del IX secolo, è attestato<br />

un altro complesso monastico a lei dedicato.<br />

Inoltre, sempre nell’Urbe, il Pontefice<br />

Onorio I (625-638) fece erigere una chiesa<br />

di santa Lucia presso il «titolo» dei<br />

santi Silvestro e Martino ai Monti, poi<br />

denominata santa Lucia in Selci. La<br />

martire ricorre anche nel corteo delle<br />

sante della basilica di sant’Apollinare<br />

Nuovo a Ravenna, eseguito in opera<br />

musiva nel VI secolo e questa è la<br />

sua prima raffigurazione che sia conosciuta.<br />

Secondo il racconto della passio, Lucia<br />

era una giovane di famiglia benestante,<br />

prossima alle nozze. Recatasi a<br />

Catania presso il sepolcro della martire<br />

Agata, quest’ultima le apparve prodigiosamente,<br />

rivelandole che sarebbe<br />

stata martirizzata. Lucia iniziò allora a<br />

compiere opere di carità verso gli indigenti,<br />

differendo le nozze. Accusata ingiustamente<br />

proprio dal fidanzato e<br />

processata, restò salda nella sua fede,<br />

ma i tormenti più atroci non la turbarono,<br />

finché non affrontò serenamente<br />

il supplizio, dopo aver preannunciato<br />

che ben presto sarebbe giunta la pace<br />

per la Chiesa provata dalle persecuzioni.<br />

Sulla sua tomba sarebbe stata eretta<br />

una costruzione memoriale, ben presto<br />

meta di devoti.<br />

Il luogo in cui Lucia fu deposta è ritenuta<br />

essere proprio la catacomba che<br />

ancora porta il nome della santa, sita<br />

sempre a Siracusa; si sa che da lì le<br />

sue reliquie furono trasferite a Costantinopoli<br />

nel 1039 ad opera di Giorgio<br />

Maniace e quindi portate dai Crociati a<br />

Venezia nel 1204. Una tradizione parallela<br />

parla invece di una traslazione a<br />

Corfinio, in territorio abruzzese e, da lì,<br />

a Metz, come si legge negli annali del<br />

970 di quella città, ma qualche studioso<br />

ritiene che si trattasse, in quest’ultimo<br />

caso, solo di una parte delle sue<br />

spoglie.<br />

In ogni caso, il culto di santa Lucia,<br />

a distanza di tanti secoli, rimane ancora<br />

molto vivo, non solo in Italia e, simbolicamente,<br />

il giorno della sua festa è<br />

proprio quello in cui il buio sembra<br />

prendere il sopravvento sulla luce, che<br />

poi invece progressivamente vincerà le<br />

tenebre.


L'UDIENZA<br />

GENERALE<br />

PAGINA<br />

«Questo inno è simile a una litania, ripetitiva<br />

e insieme nuova: le sue invocazioni<br />

salgono a Dio come volute d'incenso,<br />

che percorrono lo spazio in forme simili<br />

eppure mai uguali». Con queste parole<br />

Giovanni Paolo II ha commentato il<br />

passo del Cantico tratto dal Libro di Daniele<br />

3, 52-57 «Ogni creatura lodi il Signore»<br />

- Lodi della Domenica 2ª settimana<br />

- nel corso dell'udienza generale di<br />

mercoledì 12 dicembre, svoltasi nell'Aula<br />

Paolo VI. Questo è il testo della catechesi<br />

del Santo Padre:<br />

1.Il cantico che abbiamo<br />

or ora sentito proclamare è<br />

costituito dalla prima parte<br />

di un lungo e bell’inno che si<br />

trova incastonato nella traduzione<br />

greca del libro di<br />

Daniele. Lo cantano tre giovani<br />

ebrei gettati in una fornace<br />

per aver rifiutato di<br />

adorare la statua del re babilonese<br />

Nabucodonosor.<br />

Un’altra parte dello stesso<br />

canto viene proposta dalla<br />

Liturgia delle Ore per le Lodi<br />

della domenica, nella prima<br />

e nella terza settimana del<br />

Salterio liturgico.<br />

Il libro di Daniele, come è<br />

noto, riflette i fermenti, le<br />

speranze e anche le attese<br />

apocalittiche del popolo eletto,<br />

il quale, nell’epoca dei<br />

Maccabei (secondo secolo<br />

a.C.) era in lotta per poter vivere<br />

secondo la Legge data<br />

da Dio.<br />

Dalla fornace, i tre giovani,<br />

miracolosamente preservati<br />

dalle fiamme, cantano<br />

un inno di benedizione rivolto<br />

a Dio. Questo inno è simile<br />

a una litania, ripetitiva e<br />

insieme nuova: le sue invocazioni<br />

salgono a Dio come<br />

volute d’incenso, che percorrono<br />

lo spazio in forme simili<br />

eppure mai uguali. La preghiera<br />

non teme la ripetizione,<br />

come l’innamorato non<br />

esita a dichiarare infinite<br />

volte all’amata tutto il suo<br />

affetto. Insistere nelle stesse<br />

questioni è segno d’intensità<br />

e di molteplici sfumature nei<br />

sentimenti, nelle pulsioni interiori<br />

e negli affetti.<br />

2.Abbiamo sentito proclamare<br />

l’avvio di questo inno<br />

cosmico, contenuto nel<br />

capitolo terzo di Daniele, ai<br />

versetti 52-57. È l’introduzione,<br />

che precede la grandiosa<br />

sfilata delle creature coinvolte<br />

nella lode. Uno sguardo<br />

panoramico a tutto il canto<br />

nel suo distendersi litanico,<br />

ci fa scoprire una successione<br />

di componenti che costituiscono<br />

la trama di tutto<br />

l’inno. Questo inizia con sei<br />

invocazioni rivolte direttamente<br />

a Dio; ad esse segue<br />

un appello universale alle<br />

«opere tutte del Signore»,<br />

perché aprano le loro labbra<br />

ideali alla benedizione<br />

(cfr v. 57).<br />

È questa la parte che oggi<br />

consideriamo e che la liturgia<br />

propone per le Lodi della<br />

domenica della seconda settimana.<br />

Successivamente il<br />

canto si distenderà convocando<br />

tutte le creature del<br />

cielo e della terra a lodare e<br />

magnificare il loro Signore.<br />

3.Il nostro brano iniziale<br />

verrà ripreso un’altra volta<br />

dalla liturgia, nelle Lodi<br />

4 .<br />

La<br />

catechesi<br />

di Giovanni<br />

Paolo II<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì 13 Dicembre 2001<br />

«Nel cantare questo cantico<br />

il credente cristiano viene invitato<br />

a contemplare il mondo della prima creazione,<br />

intuendovi il profilo della seconda,<br />

inaugurata con la morte e la risurrezione<br />

del Signore Gesù.<br />

E questa contemplazione conduce per mano<br />

tutti a entrare, quasi danzando di gioia,<br />

nell'unica Chiesa di Cristo»<br />

«Dalla fornace, i tre giovani miracolosamente<br />

preservati dalle fiamme, cantano un inno<br />

di benedizione a Dio...<br />

La preghiera non teme la ripetizione,<br />

come l'innamorato non esita a dichiarare<br />

infinite volte all'amata tutto il suo affetto.<br />

Insistere nelle stesse questioni è segno di intensità<br />

e di molteplici sfumature nei sentimenti,<br />

nelle pulsioni interiori e negli affetti»<br />

Cantico: Dn 3, 52-57<br />

Ogni creatura lodi il Signore<br />

della domenica della quarta<br />

settimana. Sceglieremo, perciò,<br />

ora solo alcuni elementi<br />

per la nostra riflessione. Il<br />

primo è l’invito alla benedizione:<br />

«Benedetto sei tu...»,<br />

che diverrà alla fine: «Benedite...!».<br />

All'udienza generale di mercoledì<br />

12 dicembre 2001, nell'Aula Paolo VI,<br />

erano presenti i seguenti gruppi:<br />

Dall'Italia: Pellegrinaggi dalle Diocesi<br />

della Sardegna; Seminaristi del<br />

Seminario Arcivescovile di Cosenza;<br />

Figlie della Carità Canossiane; Gruppo<br />

della Pia Società «Casa dei Piccoli<br />

Operai»; Gruppi di Fedeli delle Parrocchie:<br />

Maria Santissima Annunziata,<br />

in Gabicce Mare; Santa Rita da<br />

Cascia, in Cava dei Selci; San Bonifacio,<br />

in Pomezia; Sant'Antonio di Padova,<br />

in Borgo Hermada di Terracina;<br />

San Silvano e Santi Martiri Terracinesi,<br />

in Terracina; Sant'Anna, in Caserta;<br />

Santa Maria della Neve; Santi Pietro<br />

e Paolo, in Napoli; Nostra Signora<br />

del Sacro Cuore, in Napoli; San Giovanni<br />

Bosco, in Napoli; San Ludovico<br />

d'Angiò, in Marano di Napoli; San<br />

Pietro, in Giffoni Valle Piana; San Luigi<br />

Gonzaga, in Ostuni; Santissima Addolorata,<br />

in Tuturano; Partecipanti al<br />

Corso Allievi Ufficiali della Scuola di<br />

Sanità e Veterinaria Militare; Gruppo<br />

Lodi Domenica 2ª settimana<br />

Nella Bibbia esistono due<br />

forme di benedizione, che<br />

s’intrecciano tra loro. Da un<br />

lato, c’è quella che scende da<br />

Dio: il Signore benedice il<br />

suo popolo (cfr Nm 6, 24-27).<br />

È una benedizione efficace,<br />

sorgente di fecondità, felicità<br />

e prosperità. Dall’altro c’è la<br />

benedizione che sale dalla<br />

terra al cielo. L’uomo, beneficato<br />

dalla generosità divina,<br />

benedice Dio, lodandolo,<br />

ringraziandolo, esaltandolo:<br />

«Benedici il Signore, anima<br />

mia!» (Sal 102, 1; 103, 1).<br />

I gruppi presenti<br />

Labenedizionedivinaèspesso<br />

mediata dai sacerdoti (cfr<br />

Nm 6, 22-23.27; Sir 50, 20-21)<br />

attraverso l’imposizione delle<br />

mani; la benedizione umana<br />

è invece espressa nell’inno liturgico,<br />

che sale al Signore<br />

dall’assemblea dei fedeli.<br />

del Comitato Telethon 2001; Gruppo<br />

del Comune di Verghereto; Piccolo<br />

Cottolengo di Don Orione, di Tortona;<br />

Ospedale Santissima Trinità, di Sora;<br />

Sindacato Nazionale Ragionieri Commercianti;<br />

Gruppi di Fedeli da Avellino,<br />

Capranica Prenestina, Canicattì,<br />

Quindici; Istituto «Pietro Branchina»,<br />

di Adrano; Istituto «Mazzocchi», di<br />

Santa Maria Capua Vetere.<br />

Coppie di Sposi novelli.<br />

Gruppi di Fedeli da: Polonia; Slovenia.<br />

Aus der Bundesrepublik Deutschland:<br />

Ordensschwestern aus dem Kloster<br />

der hl. Crescentia Höss in Kaufbeuren;<br />

Pilgergruppe aus München;<br />

Jugendliche aus verschiedenen<br />

deutschsprachigen Ländern, die zur<br />

Zeit in Rom als Au-pair arbeiten.<br />

De México: grupo de peregrinos.<br />

De Argentina: Cadetes de la Escuela<br />

Penitenciaria; Escuela Federal de<br />

Policía.<br />

4.Un altro elemento che<br />

consideriamo all’interno del<br />

brano ora proposto alla nostra<br />

meditazione è costituito<br />

dall’antifona. Si potrebbe immaginare<br />

che il solista, nel<br />

tempio gremito di popolo, intonasse<br />

la benedizione: «Benedetto<br />

sei tu, Signore...»,<br />

elencando le diverse meraviglie<br />

divine, mentre l’assemblea<br />

dei fedeli ripeteva costantemente<br />

la formula: «Degno<br />

di lode e di gloria nei secoli».<br />

È quanto già accadeva<br />

col Salmo 135, il cosiddetto<br />

«Grande Hallel», cioè la grande<br />

lode, ove il popolo ripeteva:<br />

«Eterna è la sua misericordia»,<br />

mentre un solista<br />

enumerava i vari atti di salvezza<br />

compiuti dal Signore<br />

in favore del suo popolo.<br />

Oggetto della lode, nel nostro<br />

Salmo, è innanzitutto il<br />

nome «glorioso e santo» di<br />

Dio, la cui proclamazione risuona<br />

nel tempio, pur esso<br />

«santo glorioso». I sacerdoti e<br />

il popolo, mentre contemplano<br />

nella fede Dio che siede<br />

«sul trono del suo regno», ne<br />

avvertono su di sé lo sguardo<br />

che «penetra gli abissi» e<br />

questa consapevolezza fa<br />

scaturire dal loro cuore la lode:<br />

«Benedetto... benedetto...».<br />

Dio, che «siede sui<br />

cherubini» ed ha come sua<br />

abitazione il «firmamento del<br />

cielo», è tuttavia vicino al<br />

suo popolo, che si sente per<br />

questo protetto e sicuro.<br />

5.La riproposta di questo<br />

cantico al mattino della domenica,<br />

la Pasqua settimanale<br />

dei cristiani, è un invito<br />

ad aprire gli occhi di fronte<br />

alla nuova creazione che ha<br />

avuto origine appunto con la<br />

risurrezione di Gesù. Gregorio<br />

di Nissa, un Padre della<br />

Chiesa greca del quarto secolo,<br />

spiega che con la Pasqua<br />

del Signore «vengono creati<br />

un cielo nuovo e una nuova<br />

terra... viene plasmato un<br />

uomo diverso rinnovato ad<br />

immagine del suo creatore<br />

per mezzo della nascita dall’alto»<br />

(cfr Gv 3, 3.7). E continua:<br />

«Come chi guarda verso<br />

il mondo sensibile deduce<br />

per mezzo delle cose visibili<br />

la bellezza invisibile... così<br />

chi guarda verso questo nuovo<br />

mondo della creazione ecclesiale<br />

vede in esso Colui<br />

che è divenuto tutto in tutti<br />

conducendo per mano la<br />

mente, per mezzo delle cose<br />

comprensibili dalla nostra<br />

natura razionale, verso ciò<br />

che supera la comprensione<br />

umana» (Langerbeck H., Gregorii<br />

Nysseni Opera, VI, 1-22<br />

passim, p. 385).<br />

Nel cantare questo cantico<br />

il credente cristiano viene invitato<br />

dunque a contemplare<br />

il mondo della prima creazione,<br />

intuendovi il profilo<br />

della seconda, inaugurata<br />

con la morte e la risurrezione<br />

del Signore Gesù. E questa<br />

contemplazione conduce<br />

per mano tutti a entrare,<br />

quasi danzando di gioia, nell’unica<br />

Chiesa di Cristo.


L'UDIENZA<br />

GENERALE<br />

PAGINA<br />

Dopo aver pronunciato la catechesi<br />

in italiano, Giovanni Paolo II l'ha riassunta<br />

in diverse lingue ed ha rivolto<br />

particolari espressioni di saluto ai numerosi<br />

gruppi di pellegrini presenti.<br />

Di lingua francese<br />

Preparatevi ad accogliere<br />

il Principe della pace<br />

Ai fedeli di lingua francese ha detto:<br />

Chers frères et sœurs,<br />

J’accueille avec joie les pèlerins<br />

de langue française. Que ce temps<br />

de l’Avent, pendant lequel chacun<br />

est invité à prier et à jeûner pour la<br />

paix entre les peuples, renouvelle<br />

votre foi et vous prépare à accueillir<br />

le Prince de la paix! A tous, j’accorde<br />

bien volontiers la Bénédiction<br />

apostolique.<br />

Di lingua inglese<br />

Un particolare benvenuto<br />

ai partecipanti<br />

alla Conferenza<br />

sulle «Relazioni Giuridiche<br />

Internazionali Bilaterali<br />

tra la Santa Sede<br />

e gli Stati»<br />

Successivamente il Santo Padre si è<br />

rivolto ai pellegrini di espressione inglese,<br />

salutando in particolare i partecipanti<br />

alla Conferenza sulle «Relazioni<br />

Giuridiche Internazionali Bilaterali tra<br />

la Santa Sede e gli Stati». Queste le sue<br />

parole:<br />

Dear Brothers and Sisters,<br />

I am pleased to welcome the participants<br />

in the Conference on “International<br />

Bilateral Legal Relations<br />

between the Holy See and the<br />

States” being held under the auspices<br />

of the Slovak Foreign Ministry,<br />

the Slovak Embassy to the<br />

Holy See and the Pontifical Oriental<br />

Institute. Upon all the Englishspeaking<br />

pilgrims and visitors present<br />

at today’s Audience I cordially<br />

invoke the grace and peace of our<br />

Lord Jesus Christ.<br />

Di lingua tedesca<br />

Benedico le figlie spirituali<br />

di santa Crescenzia<br />

Ai gruppi di lingua tedesca il Papa<br />

ha detto:<br />

Liebe Schwestern und Brüder!<br />

Herzlich begrüße ich alle Pilger<br />

und Besucher aus den Ländern<br />

deutscher Sprache. Besonders heiße<br />

ich die Schwestern aus dem Kloster<br />

der heiligen Crescentia in Kaufbeuren<br />

willkommen. Gerne erteile ich<br />

euch allen und euren Lieben daheim<br />

den Apostolischen Segen.<br />

GABRIELE NICOLÒ<br />

Peculiari nella propria specifica vocazione,<br />

ma accomunati da un'unica,<br />

grande preghiera. È la preghiera che<br />

ciascuno dei partecipanti all'udienza<br />

generale alimentava nel proprio cuore,<br />

pensando al 14 dicembre, quando<br />

i cattolici di tutto il mondo, su ardente<br />

invito del Papa, sono chiamati a vivere<br />

un giorno di digiuno «per implorare<br />

da Dio una pace stabile, fondata<br />

sulla giustizia».<br />

E la preghiera di questi fedeli ha<br />

voluto essere concreto «segno» di<br />

adesione alla volontà del Santo Padre,<br />

che riconosce in questa iniziativa<br />

del digiuno il senso di un solenne impegno<br />

a «convertire le azioni a una<br />

maggiore giustizia verso Dio e verso<br />

il prossimo».<br />

* * *<br />

Lungo il solco di una bella e collaudata<br />

tradizione, anche quest'anno<br />

si rinnova l'iniziativa — curata da<br />

«Telethon» — diretta alla raccolta di<br />

fondi da destinare alla ricerca scientifica<br />

sulle malattie genetiche.<br />

La benemerita iniziativa si tiene<br />

sotto gli auspici dell'Unione Italiana<br />

Lotta alla Distrofia Muscolare<br />

(U.I.L.D.M.). I responsabili, presenti<br />

all'udienza generale, ricordano che il<br />

14 e il 15 dicembre, per 36 ore consecutive,<br />

una trasmissione in onda sulle<br />

reti RAI illustrerà al pubblico la difficile<br />

condizione delle famiglie colpite<br />

da una delle 6.000 malattie genetiche.<br />

Al contempo — sottolineano i curatori<br />

dell'iniziativa — saranno segnalati i<br />

più recenti progressi della ricerca<br />

scientifica a vantaggio di questi mala-<br />

5 .<br />

<br />

<br />

L'incontro<br />

nell'Aula<br />

Paolo VI<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì 13 Dicembre 2001<br />

I saluti ai pellegrini<br />

Di lingua spagnola<br />

Lavorate per la pace<br />

Molti come sempre i fedeli di espressione<br />

spagnola, provenienti anche da<br />

diversi Paesi dell'America Latina. Giovanni<br />

Paolo II li ha così salutati:<br />

Queridos hermanos y hermanas:<br />

Saludo cordialmente a los peregrinos<br />

de lengua española, en especial<br />

a los oficiales y cadetes de la<br />

Escuela Penitenciaria de la Nación y<br />

de la Escuela Federal de Policía, de<br />

Argentina. Invito ardientemente a<br />

todos a que, reconociendo y alabando<br />

a Dios, creador y padre del género<br />

humano, acrecienten su respeto<br />

por cada persona y fomenten la<br />

paz.<br />

¡Feliz Navidad!<br />

Di lingua portoghese<br />

Lodate Dio<br />

degno di gloria<br />

Rivolgendosi ai pellegrini di lingua<br />

portoghese, ha detto:<br />

Queridos irmãos e irmãs!<br />

Amados peregrinos de língua portuguesa,<br />

também vós sois convidados<br />

a bendizer o Criador, que é<br />

«digno de louvor e glória para sem-<br />

pre». Sois uma bênção de Deus e<br />

obra do seu amor. Eu bendigo o Senhor<br />

por cada um de vós; e imploro,<br />

para o coração e o lar de todos,<br />

a alegria e a paz do natal do Deus<br />

Menino.<br />

Di lingua ucraina<br />

Divenite testimoni sempre<br />

più credibili del Vangelo<br />

Rivolgendosi ai pellegrini giunti dall'Ucraina<br />

il Santo Padre ha detto:<br />

Ckfdf Ôcece Ñhbcne.<br />

D$nfù erhföycmrbñ gfkjvybr$d,<br />

zr$ ghbœekb lj Hbve, ojœ<br />

gjlzredfnb pf v$q ytlfdy$q d$pbn d<br />

Erhföye.<br />

Ljhju$ œhfnb $ ctcnhb, lzreùxb<br />

pf dfie ghbceny$cnm, cthltxyj<br />

œfæfù, ojœ dfit gfkjvybwndj<br />

œekj œfufnt yf leñjdy$ gkjlb.<br />

Ytñfq wtq dfi d$pbn lj v$cnf<br />

cdznbñ Fgjcnjk$d Gtnhf $ Gfdkf<br />

pv$wybnm dfie d$he $ pfjñjnbnm<br />

Il Santo Padre benedice la prima pietra della Cappella del nuovo Pontificio Seminario Sardo<br />

ti, proponendo di contribuire economicamente<br />

alla prosecuzione del prezioso<br />

lavoro di ben 1.400 ricercatori.<br />

Un gesto profetico di pace e di solidarietà.<br />

È quello che si accinge a<br />

compiere l'Opera Romana Pellegrinaggi,<br />

il 25 dicembre, per celebrare il<br />

Santo Natale. Al Polo Sud, proprio<br />

quel giorno, sarà piantata la Croce<br />

Astile che Giovanni Paolo II ha benedetto<br />

al termine dell'udienza generale.<br />

Questo gesto di pace — che sarà<br />

posto in atto da una spedizione di<br />

dieci persone — si inscrive nel preciso<br />

progetto missionario di «andare e<br />

di annunciare il Vangelo fino agli<br />

estremi confini della terra». Una consegna,<br />

questa, che il Papa ha affidato<br />

nel passato ai membri dell'Opera Romana<br />

Pellegrinaggi, i quali, solleciti<br />

all'esortazione, non hanno posto indugio<br />

alcuno per fare propri gli insegnamenti<br />

del Santo Padre.<br />

La Croce al Polo Sud — spiega<br />

Mons. Liberio Andreatta, Amministratore<br />

Delegato dell'Opera Romana Pellegrinaggi<br />

— viene a completare la<br />

prima tappa del «mandato missionario»<br />

compiuta il giorno di Pasqua dello<br />

scorso anno, quando un'altra spedizione<br />

piantò la Croce Astile della<br />

Terra Santa al Polo Nord. Ecco allora<br />

che il 25 dicembre, il Polo Nord e il<br />

Polo Sud idealmente si congiungeranno,<br />

così da dare esemplare espressione<br />

alla consegna di annunciare il<br />

Vangelo «fino agli estremi confini della<br />

terra».<br />

Nell'Aula Paolo VI sono convenute<br />

le religiose appartenenti alla Congregazione<br />

delle Figlie della Carità Canossiane,<br />

in rappresentanza delle<br />

Province che l'Istituto conta nei cin-<br />

La cronaca<br />

que Continenti. «Il nostro carisma —<br />

spiega suor Paola Canziani — si traduce<br />

nell'assiduo servizio dell'educazione,<br />

della catechesi a beneficio del<br />

malato. Al contempoilnostroimpegno<br />

pastorale si concentra a sostegno di<br />

colorochevivonogravisituazionidi bisogno<br />

e di povertà. La Congregazione<br />

è presente in numerosi Paesi, dall'Australia<br />

all'India, dalla Polonia alla<br />

Tanzania, dalle Filippine al Brasile.<br />

Erano poi presenti i seminaristi del<br />

Seminario Arcivescovile di Cosenza,<br />

guidati dal Rettore, don Dario De<br />

Paolo. «Stiamo vivendo — spiega il<br />

Padre spirituale, don Leonardo Bennardo<br />

— tre intensi giorni di spiritualità.<br />

Il nostro Seminario è una buona<br />

fucina di vocazioni e proprio ultimamente<br />

abbiamo registrato un significativo<br />

incremento nel numero degli<br />

aspiranti al sacerdozio».<br />

Giovanni Paolo II inaugura il nuovo sito ufficiale internet<br />

della Basilica di Nostra Signora di Guadalupe, in Messico<br />

cnfdfnb ltlfk$ ljcnjd$hy$ibvb<br />

cd$lrfvb Èdfyutk$z.<br />

Ec$v dfv, f nfrjæ dfibv<br />

œkbpmrbv d$l obhjuj cthwz el$kzù<br />

Fgjcnjkmcmrt Œkfujckjdtyyz<br />

Ckfdf Ôcece Ñhbcne.<br />

Questa è una nostra traduzione italiana<br />

delle sue parole:<br />

Sia lodato Gesù Cristo!<br />

Saluto i pellegrini ucraini, venuti a<br />

Roma per restituirmi la Visita da me<br />

compiuta nella loro Terra.<br />

Cari Fratelli e Sorelle, vi ringrazio della<br />

vostra presenza ed auguro di cuore<br />

che il vostro pellegrinaggio sia ricco di<br />

frutti spirituali. Possa la visita alle tombe<br />

degli Apostoli Pietro e Paolo rafforzare<br />

la vostra fede, così da diventare sempre<br />

più credibili testimoni del Vangelo.<br />

A tutti voi ed ai vostri cari imparto di<br />

cuore la Benedizione Apostolica.<br />

Sia lodato Gesù Cristo.<br />

Di lingua polacca<br />

Grazie ai pellegrini<br />

di Zakopane<br />

Successivamente il Santo Padre si è<br />

così rivolto ai pellegrini polacchi:<br />

Witam pielgrzymów z Polski: pielgrzymkę<br />

parafii Świętej Rodziny<br />

z Zakopanego z proboszczem<br />

ks. prał. Stanisławem Olszówką;<br />

parafię Świętego Krzyża z Zakopanego<br />

z proboszczem ks. prał. Stanisławem<br />

Szyszką; przedstawicieli<br />

Centrum Miłosierdzia Matki Bożej z<br />

Guadalupe z Piszu — diecezja ełcka;<br />

pielgrzymów indywidualnych z<br />

kraju i emigracji.<br />

Pielgrzymom z Zakopanego dziękuję<br />

serdecznie za choinki na Boże<br />

Narodzenie, a wszystkim składam<br />

serdeczne życzenia, aby Boże Narodzenie<br />

i Nowy Rok obfitowały w łaski<br />

Boże. Niech będzie pochwalony<br />

Jezus Chrystus!<br />

Della parte conclusiva del saluto del<br />

Santo Padre in polacco, pubblichiamo<br />

una nostra traduzione italiana:<br />

Ringrazio cordialmente i pellegrini di<br />

Zakopane per gli alberi di Natale e faccio<br />

a tutti i migliori auguri affinché il<br />

Natale e il nuovo anno portino l'abbondanza<br />

di grazie divine. Sia lodato Gesù<br />

Cristo!<br />

Di lingua italiana<br />

Ai Vescovi della Sardegna:<br />

il nuovo Pontificio<br />

Seminario Regionale,<br />

motivo di speranza<br />

per l'intera Chiesa dell'Isola<br />

Il Papa ha poi salutato i gruppi di<br />

lingua italiana, rivolgendo un particolare<br />

pensiero ai Vescovi della Sardegna,<br />

giunti insieme con i seminaristi, i<br />

superiori e quanti stanno cooperando<br />

Significativi «gesti» hanno caratterizzato<br />

l'incontro del Papa con i fedeli,<br />

al termine dell'udienza. Il Santo<br />

Padre ha benedetto la «prima pietra»<br />

della Cappella del nuovo edificio del<br />

Pontificio Seminario Regionale Sardo<br />

che sorgerà a Cagliari. Il gruppo era<br />

guidato dall'Arcivescovo Alberti, da<br />

altri Presuli e dal Rettore, Mons. Efisio<br />

Spettu. Attualmente nell'Istituto<br />

studiano 78 seminaristi. Il Papa ha<br />

quindi incoronato la statua della Madonna<br />

che sarà collocata nella parrocchia<br />

di santaRitada Cascia, ad Albano;<br />

ha poi benedetto la statua della<br />

Madonna che in questo tempo di Avvento<br />

è «pellegrina» per le case e le<br />

famiglie di Terracina, nel segno di<br />

un'incisiva testimonianza itinerante.<br />

Al termine dell'udienza generale<br />

Giovanni Paolo II ha anche inaugurato<br />

il nuovo sito ufficiale internet della<br />

Basilica di Nostra Signora di Guadalupe<br />

in Messico. Il Papa ha azionato<br />

il computer, portato dal Direttore Generale<br />

dell'«Impresa Internet» di Televisa,<br />

la televisione messicana. Nel<br />

saluto ai fedeli spagnoli il Santo Padre<br />

ha auspicato che la diffusione<br />

dell'immagine mariana contribuisca a<br />

rafforzare la fraternità fra le razze, ad<br />

accrescere il dialogo tra le culture e<br />

a promuovere la pace.<br />

Tra i doni offerti al Santo Padre,<br />

l'acquerello dipinto dall'artista Cesare<br />

Panepuccia, raffigurante la Madonna<br />

del Buon Consiglio di Genazzano.<br />

Un'opera che sgorga dal sempre vivo<br />

ricordo della visita che il Papa compì<br />

al Santuario di Genazzano il 22 aprile<br />

1993.<br />

alla realizzazione del nuovo Pontificio<br />

Seminario Regionale. Queste le sue parole:<br />

Rivolgo un cordiale pensiero ai<br />

pellegrini di lingua italiana. In particolare,<br />

saluto i Vescovi della Sardegna,<br />

qui convenuti con i Seminaristi,<br />

i Superiori e quanti cooperano,<br />

in diversi modi, alla realizzazione<br />

del nuovo Pontificio Seminario Regionale.<br />

Mi compiaccio per questa<br />

importante opera che sta per essere<br />

costruita: essa costituisce motivo di<br />

speranza per l’intera Chiesa di Sardegna.<br />

Sono lieto di benedire la prima<br />

pietra della Cappella ed auspico<br />

che essa sia il centro dell’intero Istituto<br />

di formazione sacerdotale, dove<br />

coloro che si preparano al presbiterato<br />

imparino ad amare Cristo<br />

sopra di ogni cosa.<br />

Saluto poi i Seminaristi dei corsi<br />

propedeutici, provenienti dalla Calabria<br />

e li esorto a fondare la loro vita<br />

sulla salda roccia della Parola di<br />

Dio, per esserne coraggiosi annunciatori<br />

agli uomini del nostro tempo.<br />

Rivolgo, inoltre, una parola di<br />

incoraggiamento ai membri della<br />

«Casa dei piccoli operai», che ricordano<br />

il 50° anniversario della approvazione<br />

canonica.<br />

AI GIOVANI:<br />

Accogliete con slancio<br />

il Regno di Cristo<br />

AI MALATI:<br />

Offrite la vostra sofferenza<br />

per la salvezza dell'umanità<br />

AGLI SPOSI NOVELLI:<br />

Fondate la vostra famiglia<br />

su un amore fedele<br />

e aperto alla vita<br />

Poi ha così salutato i giovani, gli ammalati<br />

e gli sposi novelli:<br />

Il mio saluto va, infine, ai giovani,<br />

ai malati e agli sposi novelli.<br />

Nel clima spirituale dell’Avvento,<br />

tempo di speranza che ci prepara al<br />

Natale, è particolarmente presente<br />

Maria, la Vergine dell’attesa. A Lei<br />

affido voi, cari giovani, perché possiate<br />

accogliere con slancio l’invito<br />

di Cristo a realizzare pienamente il<br />

suo Regno. Esorto voi, cari malati,<br />

e in modo speciale voi, cari piccoli<br />

ospiti del «Piccolo Cottolengo don<br />

Orione» di Tortona, ad offrire la vostra<br />

sofferenza insieme a Maria, per<br />

la salvezza dell’umanità. La materna<br />

intercessione della Madonna aiuti<br />

voi, cari sposi novelli, a fondare<br />

la vostra famiglia su di un amore fedele<br />

e aperto all’accoglienza della<br />

vita.<br />

Per l'inaugurazione<br />

del sito web di Guadalupe<br />

La diffusione dell'immagine<br />

guadalupana dia impulso<br />

alla fraternità tra le razze,<br />

accresca il dialogo<br />

tra le culture<br />

e promuova la pace<br />

Nella festa liturgica di Nostra Signora<br />

di Guadalupe si inaugura il sito web<br />

della omonima Basilica di Tepeyac.<br />

Sottolineando il significato di questo<br />

avvenimento, il Papa ha pronunciato le<br />

seguenti parole in lingua spagnola:<br />

Hoy, fiesta litúrgica de Nuestra<br />

Señora de Guadalupe, Emperatriz<br />

de México y Reina de América, se<br />

inaugura el Sitio Oficial de su Insigne<br />

y Nacional Basílica. Allí, en el<br />

Tepeyac, la Madre de Dios pidió al<br />

Beato Juan Diego un lugar para hacer<br />

presente el amor de Cristo en<br />

aquellas tierras. Desde ese templo,<br />

Ella, como Madre celeste, ha asistido,<br />

consolado y fortalecido en la fe<br />

durante siglos a los millones de peregrinos<br />

que la han invocado.<br />

Con el nuevo Sitio, el mensaje de<br />

Guadalupe puede llegar aún más lejos,<br />

ayudando a quienes buscan sentido<br />

a sus vidas y razones para la<br />

esperanza. Pidamos a Nuestra Señora<br />

que esta nueva forma de comunicación<br />

haga visible con mayor amplitud<br />

su consoladora protección,<br />

especialmente a los más pobres y<br />

marginados; y que, con la difusión<br />

de la imagen mestiza guadalupana,<br />

impulse la fraternidad entre las razas,<br />

acreciente el diálogo entre las<br />

culturas y promueva la paz.<br />

Al termine Giovanni Paolo II ha guidato<br />

il canto del «Pater Noster», ed ha<br />

impartito, insieme con i Vescovi presenti,<br />

la Benedizione Apostolica, augurando<br />

a tutti i presenti «Buon Natale».


.<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì 13 Dicembre 2001<br />

«L’Europa ha bisogno di una nuova vitalità<br />

intellettuale... che proponga progetti di vita<br />

austera, capace di impegno e di sacrificio,<br />

semplice nelle sue legittime aspirazioni,<br />

lineare nelle sue realizzazioni, trasparente<br />

nei suoi comportamenti. È necessario<br />

un ardimento nuovo del pensiero, libero<br />

e creativo, pronto a cogliere... le domande<br />

e le sfide che sorgono dalla vita»<br />

«...non cedere alle illusioni d’un progresso<br />

non conforme al disegno divino... La luce<br />

divina illumini quanti operano<br />

nell’importante campo della ricerca<br />

e del progresso, perché si accostino<br />

all’uomo e al creato con umiltà e<br />

saggezza... Nell'investigare i segreti<br />

del cosmo e dell'essere umano, vi avvicinate<br />

sempre più all'insondabile mistero di Dio»<br />

OMELIA Giovanni Paolo II durante la Santa Messa per gli studenti degli Atenei romani in preparazione al Natale, svoltasi nella Basilica Vaticana<br />

Gridate, giovani universitari, con la vostra fede e lavorate<br />

per un'Università degna dell'uomo, al servizio della società in modo critico<br />

«Gridate, giovani universitari, con la testimonianza<br />

della vostra fede!... Lavorate per un’Università<br />

degna dell’uomo, che sappia porsi anche<br />

oggi al servizio della società in modo critico». È<br />

la consegna che Giovanni Paolo II ha affidato<br />

agli studenti degli atenei romani che hanno partecipato,<br />

nel pomeriggio di martedì 11 dicembre,<br />

alla Concelebrazione Eucaristica in preparazione<br />

al Santo Natale. Alla Santa Messa, svoltasi nella<br />

Basilica Vaticana, hanno partecipato anche i delegati<br />

di 22 Università europee.<br />

Ecco il testo dell'omelia del Santo Padre:<br />

1.«Come un pastore egli fa pascolare<br />

il gregge / e con il suo braccio<br />

lo raduna» (Is 40, 10.11).<br />

La prima Lettura, poc’anzi proclamata<br />

nella nostra assemblea, ci<br />

ha riproposto l’inizio di quello che<br />

viene comunemente chiamato il<br />

«Libro della consolazione». Al popolo<br />

eletto, costretto a vivere in esilio,<br />

il Profeta, noto con il nome di<br />

«Secondo Isaia», preannuncia la fine<br />

delle sofferenze e il ritorno nella<br />

propria terra.<br />

Quest’annuncio di speranza si<br />

apre con l’invito: «Consolate, consolate<br />

il mio popolo» (Is 40, 1). Segue<br />

una proclamazione gioiosa dell’intervento<br />

decisivo di Jahwé che<br />

verrà a liberare il suo popolo: «Ecco,<br />

il Signore Dio viene con potenza»<br />

(Is 40, 10).<br />

«Ecco il vostro Dio!». Occorre<br />

prepararsi ad incontrarlo. È necessario<br />

preparare la via al Signore<br />

(cfr Is 40, 3), perché Egli viene a<br />

prendersi cura dei suoi, oppressi<br />

dalla schiavitù. Viene premuroso e<br />

sollecito in cerca della pecora perduta.<br />

Le parole del Profeta trovano<br />

compimento nella figura di Cristo,<br />

il Buon Pastore, di cui offre una<br />

breve descrizione l’odierna pagina<br />

evangelica. In Cristo, non solo Dio<br />

va incontro all’uomo, ma lo cerca<br />

concommoventeintensità d’amore.<br />

2.«Ecco, il Signore Dio viene<br />

con potenza» (Is 40, 10).<br />

Nel clima dell’Avvento, che stiamo<br />

vivendo, l’affermazione del Profeta<br />

assume un’eco ancor più vasta<br />

e significativa. L’Avvento è il tempo<br />

dell’attesa vigile del Messia, che<br />

«viene con potenza» a liberare il<br />

suo popolo, e che accoglieremo fra<br />

pochi giorni nella povertà di Betlemme.<br />

Egli verrà come Re vittorioso<br />

alla fine dei tempi, ma già<br />

ora costantemente «viene a rinnovare<br />

il mondo». Dobbiamo imparare<br />

a scrutare i «segni» di questa sua<br />

presenza negli eventi della storia.<br />

La Liturgia di questo periodo ci<br />

invita a cercarlo e a scoprire che<br />

Egli è vicino a noi anche quando<br />

da Lui ci allontaniamo seguendo<br />

sentieri effimeri e illusori. Se lo<br />

cerchiamo, è perché Lui per primo<br />

GIANLUCA BICCINI<br />

Con un invito a «gridare» la fede attraverso<br />

una coerente testimonianza di<br />

vita cristiana, a non accontentarsi di<br />

una vita mediocre e a lavorare «per<br />

un'università degna dell'uomo, che sappia<br />

porsi anche oggi a servizio della società<br />

in modo critico», Giovanni PaoloII<br />

ha di nuovo affidato alle giovani generazioni<br />

il compito di impegnarsi nel presente<br />

per costruire un futuro migliore.<br />

Lo ha fatto all'omelia durante la Concelebrazione<br />

Eucaristica per gli studenti<br />

degli Atenei romani in preparazione al<br />

Santo Natale, presieduta martedì pomeriggio,<br />

11 dicembre, nella Basilica di<br />

San Pietro. Il tradizionale incontro del<br />

Papa con Rettori, docenti e allievi delle<br />

università dell'Urbe, quest'anno ha assunto<br />

un respiro più ampio con la presenza<br />

di delegazioni universitarie giunte<br />

da ventidue Paesi europei. Stanno partecipando<br />

in questi giorni alle iniziative<br />

promosse dall'Ufficio per la pastorale<br />

universitaria della diocesi di Roma, nell'ambito<br />

del gemellaggio tra le cappellanie<br />

romane e quelle di altre città del<br />

vecchio Continente, sotto il patrocinio<br />

dalla Congregazione per l'Educazione<br />

Cattolica.<br />

Giovanni Paolo II è giunto all'Altare<br />

della Confessione accolto dal canto «Ral-<br />

ci ha cercati e trovati. Ecco perché<br />

dinanzi alle situazioni difficili, nei<br />

momenti oscuri dell’esistenza non<br />

vengono mai meno la speranza e la<br />

gioia nel cuore dei credenti.<br />

3.È con tali sentimenti che vi<br />

saluto, Signor Ministro dell'Istruzione,<br />

Università e Ricerca, carissimi<br />

Rettori, docenti e studenti di<br />

varie Università romane, italiane<br />

ed europee, qui presenti. Vi accolgo<br />

con affetto e a ciascuno esprimo<br />

il mio cordiale benvenuto, ringraziando,<br />

in particolare, per le parole<br />

che mi sono state rivolte all’inizio<br />

della celebrazione, il Professor Mario<br />

Arcelli, Rettore della LUISS, e<br />

la giovane universitaria, che hanno<br />

interpretato i sentimenti di docenti<br />

e studenti.<br />

Questo tradizionale incontro con<br />

il mondo universitario, che si svolge<br />

in prossimità del Natale, costituisce<br />

sempre per me una gradita e<br />

attesa occasione per profittare della<br />

ricchezza di riflessione e di speranza,<br />

di cui le nuove generazioni universitarie<br />

sono portatrici. Ringrazio<br />

i Rettori e i docenti per il contributo<br />

che offrono alla formazione dei<br />

giovani. Ringrazio cordialmente<br />

voi, cari giovani, per la vostra presenza,<br />

e vi auguro di portare a felice<br />

compimento gli studi e i progetti<br />

che coltivate nel cuore.<br />

Permettete che, specialmente a<br />

voi, ripeta ancora una volta: «Non<br />

abbiate paura!». «Prendete il largo»<br />

e andate incontro a Gesù fiduciosi,<br />

perché in Lui sarete liberi e sicuri,<br />

anche quando le vie della vita si<br />

fanno accidentate e insidiose. Fidatevi<br />

di Lui, giovani universitari di<br />

varie nazioni europee. Accoglierlo<br />

significa aprirgli la ricchezza di<br />

ciascuna cultura e nazione, esaltandone<br />

l’originalità, nel dinamismo<br />

di un fecondo dialogo e nell’articolazione<br />

armonica delle molteplicità.<br />

4.«Una voce dice: “Grida!”» (Is<br />

40, 6). Risuona quest’esortazione<br />

del Profeta con singolare vigore<br />

nella nostra assemblea liturgica.<br />

Essa è indirizzata a voi, che formate<br />

il mondo delle Università e della<br />

cultura. Anche voi dovete gridare,<br />

cari amici. Non si può tacere, infatti,<br />

la verità di Cristo. Essa chiede<br />

di essere annunciata senza arroganza,<br />

ma con fermezza e fierezza.<br />

È questa la parresìa di cui parla il<br />

Nuovo Testamento; ad essa deve<br />

essere improntato anche l’impegno<br />

culturale dei cristiani.<br />

Gridate, giovani universitari, con<br />

la testimonianza della vostra fede!<br />

Non accontentatevi di una vita mediocre,<br />

senza slanci ideali, volta<br />

soltanto al conseguimento del tornaconto<br />

individuale immediato.<br />

Lavorate per un’Università degna<br />

dell’uomo, che sappia porsi anche<br />

oggi al servizio della società in modo<br />

critico.<br />

L’Europa ha bisogno di una<br />

nuova vitalità intellettuale. Una vitalità<br />

che proponga progetti di vita<br />

austera, capace di impegno e di sacrificio,<br />

semplice nelle sue legittime<br />

aspirazioni, lineare nelle sue<br />

realizzazioni, trasparente nei suoi<br />

comportamenti. È necessario un<br />

ardimento nuovo del pensiero, libero<br />

e creativo, pronto a cogliere,<br />

nella prospettiva della fede, le domande<br />

e le sfide che sorgono dalla<br />

vita, per farvi emergere con chiarezza<br />

le verità ultime dell’uomo.<br />

5.Cari Fratelli e Sorelle, voi<br />

provenite da varie nazioni d’Europa,<br />

d’Oriente e d’Occidente. Siete<br />

come un simbolo dell’Europa che<br />

dovete insieme costruire. Ma per<br />

portare a compimento quest’ardua<br />

missione vi è necessaria la pazienza<br />

e la tenacia del pastore che cerca<br />

la pecora perduta, di cui parla<br />

la pagina evangelica di Matteo, poc’anzi<br />

proclamata.<br />

Una ricerca instancabile, che<br />

mai si scoraggia pur dinanzi alla<br />

scarsità dei risultati, né si lascia<br />

bloccare dalle inevitabili e talora<br />

crescenti incomprensioni e opposizioni.<br />

Una ricerca intelligente e appassionata,<br />

come di chi conosce e<br />

ama. Per il pastore la pecora smar-<br />

La preghiera degli studenti per un'Europa unita<br />

legrati Gerusalemme», eseguito del Coro<br />

interuniversitario di Roma, accompagnato<br />

dalle corali di varie Università Europee:<br />

settecento tra voci e strumenti di<br />

numerosi Paesi del Continente — Italia,<br />

Austria, Bosnia, Croazia, Germania,<br />

Gran Bretagna, Irlanda, Norvegia, Polonia,<br />

Portogallo, Federazione Russa, Repubblica<br />

Federale di Jugoslavia, Slovacchia,<br />

Ucraina, Ungheria, Spagna — con<br />

la partecipazione straordinaria della<br />

Schola del «Riverside Community College»<br />

di Los Angeles (California, Usa).<br />

All'inizio della Santa Messa, il Prof.<br />

Mario Arcelli, Rettore della Libera Università<br />

Internazionale di Studi Sociali<br />

(LUISS)-«Guido Carli», e Sabrina Mazzocchi,<br />

studentessa al IV anno della Facoltà<br />

di Medicina dell'Università di Tor<br />

Vergata, hanno rivolto al Santo Padre<br />

due indirizzi d'omaggio.<br />

«La comunità universitaria internazionale<br />

— ha detto tra l'altro il prof. Arcelli<br />

— è stata provvidenzialmente sollecitata<br />

a prepararsi ad affrontare le profonde<br />

trasformazioni della società e dei rapporti<br />

internazionali». «Se alcune di esse<br />

erano già in cantiere — ha aggiunto —,<br />

come la costruzione dell'edificio istituzionale<br />

della moneta unica in Europa,<br />

altre si sono manifestate con “inaudita<br />

violenza” nei tragici fatti dell'11 settem-<br />

bre». «La comunità universitaria — ha<br />

concluso — intende manifestarle la sua<br />

disponibilità ad accogliere queste nuove<br />

sfide della storia. Il Forum europeo che<br />

abbiamo vissuto in questi giorni è una<br />

testimonianza concreta che è grande il<br />

desiderio degli universitari di essere protagonisti<br />

di questa stagione di rinnovamento<br />

degli Atenei».<br />

Poi la giovane Sabrina ha posto l'accento<br />

sui sentimenti di «grande gioia» e<br />

sull'entusiasmo con cui gli studenti sono<br />

intervenuti all'incontro con il Papa, sottolineando<br />

la comune volontà di «camminare<br />

insieme per rendere l'università<br />

luogo di speranza e di responsabilità».<br />

Introducendo la Liturgia della Parola<br />

Giovanni Paolo II ha ricordato i motivi<br />

della tradizionale celebrazione con il<br />

mondo accademico. «Ci troviamo riuniti<br />

— ha detto il Papa — nel cuore dell'Avvento,<br />

a pochi giorni dalla solennità del<br />

Natale del Signore. La comunità universitaria<br />

di Roma — ha auspicato —, insieme<br />

ai giovani europei presenti in questa<br />

Basilica, è chiamata a intensificare<br />

con la preghiera e la carità la preparazione<br />

a questo evento di grazia».<br />

Un auspicio che è accolto e fatto proprio<br />

dagli universitari durante la preghiera<br />

dei fedeli. «Perché i docenti aiutino<br />

i giovani a valorizzare il periodo del-<br />

la formazione intellettuale come un investimento<br />

di energie per il futuro culturale<br />

di un popolo», hanno pregato i giovani<br />

Simone Menicucci e Chiara Marcelli;<br />

«perché gli studenti si sentano incoraggiati<br />

nella ricerca assidua e costante<br />

della verità e attraverso la testimonianza<br />

dei professori scoprano il ruolo della<br />

cultura a servizio della persona», hanno<br />

proseguito i loro colleghi Monica D'Anna<br />

e Francesco Galante; «perché nella<br />

progressiva costruzione della comunità<br />

europea i valori cristiani della cultura<br />

siano elemento prezioso per una civile e<br />

armonica convivenza», hanno invocato<br />

Fabio Silvestri e Francesca Cosco, anch'essi<br />

studenti.<br />

Con il Santo Padre hanno concelebrato<br />

il Cardinale Vicario di Roma, Camillo<br />

Ruini, l'Arcivescovo Vicegerente, Cesare<br />

Nosiglia, e oltre sessanta cappellani universitari<br />

giunti da ogni parte d'Europa.<br />

AllaSantaMessahapartecipato la comunità<br />

accademica romana. Erano presenti<br />

i rappresentanti degli Atenei di Roma —<br />

La Sapienza, Tor Vergata, Roma III,<br />

LUISS, Università Cattolica del Sacro<br />

Cuore, LUMSA, Campus Biomedico, Libera<br />

Università San Pio V, Istituto Universitario<br />

Scienze Motorie — e gli studenti<br />

laici di Università e Atenei Pontifici<br />

— Lateranense, Gregoriana, Salesia-<br />

na, della Santa Croce, Angelicum —. Significativa<br />

la presenza delle delegazioni<br />

delle cappellanie di alcune università europee<br />

gemellate con quelle romane —<br />

Ecole Politechnique di Parigi, Università<br />

di Santiago de Compostela, Università<br />

Nazionale di Leopoli, MEFI di Mosca,<br />

Università di Oxford, Cattolica di Lublino,<br />

Università di Brasov, Bamberg, Praga,<br />

Tromsø, Rotterdam, Vienna, Trnava,<br />

Università Europea di Barcellona,<br />

Università di Sarajevo e Cattolica di Budapest.<br />

Hanno partecipato, tra gli altri, i Vescovi<br />

Peter Erdő, Rettore dell'Università<br />

di Budapest (Ungheria), Tomáš Gális,<br />

Ausiliare di Banská Bystrica e delegato<br />

per la pastorale universitaria della Conferenza<br />

Episcopale Slovacca; e Mons.<br />

Claudio Gugerotti, Arcivescovo eletto titolare<br />

di Ravello, che il Papa ha nominato<br />

l'8 dicembre Nunzio Apostolico in<br />

Georgia e Armenia. Era presente il Ministro<br />

italiano dell'Istruzione, Università e<br />

Ricerca, Letizia Moratti.<br />

Al termine della Santa Messa, davanti<br />

alla Cappella della Pietà, il Papa ha voluto<br />

salutare personalmente i rettori, i<br />

presidi, i collaboratori diocesani e i rappresentanti<br />

degli studenti e delle diverse<br />

associazioni presenti.<br />

Le giornate con cui gli universitari di<br />

rita non è una tra cento, ma è come<br />

se fosse la sola: la chiama per<br />

nome e ne riconosce la voce. In<br />

una parola, la ama. Così è Dio per<br />

noi. L’uomo di oggi ha bisogno di<br />

riconoscere la voce di Cristo, il vero<br />

Pastore che dà la vita per le sue<br />

pecore. Siate, pertanto, apostoli capaci<br />

di avvicinare le anime al Signore,<br />

aiutandole a sperimentare il<br />

consolante abbraccio della sua redenzione.<br />

6.«Ogni uomo è come l’erba e<br />

tutta la sua gloria come un fiore del<br />

campo» (Is 40, 6).<br />

La Liturgia dell’Avvento proietta<br />

il nostro sguardo verso le eterne verità<br />

che illuminano di saggio realismo<br />

le vicende quotidiane. In quest’ottica,<br />

queste parole del Profeta<br />

risuonano come invito a non cedere<br />

alle illusioni d’un progresso non<br />

conforme al disegno divino. In effetti,<br />

per quanto stupefacente sia lo<br />

sviluppo moderno scientifico e tecnologico,<br />

e per quanto promettente<br />

appaia per il futuro dell’umanità,<br />

esso porta talora con sé ombre terrificanti<br />

di distruzione e di morte,<br />

come è anche accaduto in tempi<br />

recenti. È necessario rispettare i limiti<br />

invalicabili che i riferimenti<br />

morali pongono. Quando l’uomo<br />

smarrisce il senso del limite e si erge<br />

a legislatore dell’universo, dimentica<br />

di essere su questa terra<br />

come l’erba e il fiore del campo, la<br />

cui durata è breve.<br />

La luce divina illumini quanti<br />

operano nell’importante campo<br />

della ricerca e del progresso, perché<br />

si accostino all’uomo e al creato<br />

con umiltà e saggezza. Possano<br />

gli studiosi e gli scienziati essere<br />

sempre consapevoli dell’alta missione<br />

che la Provvidenza loro affida!<br />

A questa missione esaltante<br />

cooperate anche voi, carissimi Fratelli<br />

e Sorelle. Nell’investigare i segreti<br />

del cosmo e dell’essere umano,<br />

vi avvicinate sempre più all’insondabile<br />

mistero di Dio.<br />

Vi sostenga la costante intercessione<br />

di Maria, Sedes Sapientiae e<br />

Madre premurosa. Sia Lei a guidarvi<br />

nella ricerca della verità e<br />

del bene, in atteggiamento di sempre<br />

docile ascolto, come Lei, della<br />

vivificante Parola di Dio.<br />

Buon Natale a tutti! Buon Natale<br />

a tutti!<br />

Merry Christmas!<br />

Bon Noël!<br />

Gesegnete Weihnachten!<br />

Feliz Navidad!<br />

Wesołych Świąt!<br />

Amen.<br />

Roma si preparano al Santo Natale si<br />

erano aperte domenica 9 con il Forum<br />

europeo. Svoltosi nell'Aula Magna della<br />

Gregoriana, sul tema «Gli studenti universitari<br />

protagonisti di un nuovo umanesimo<br />

in Europa», vi hanno partecipato<br />

150 delegati dei principali atenei del<br />

Continente.<br />

Nel pomeriggio di lunedì 10, alla vigilia<br />

dell'incontro con il Papa, si era tenuto<br />

nell'Aula Magna dell'Università «La<br />

Sapienza» l'incontro con i Rettori delle<br />

Università del Continente sul tema:<br />

«Una cultura per l'Europa».<br />

Su tutti gli avvenimenti vigilava — come<br />

ha ricordato il Papa al termine dell'omelia<br />

di martedì pomeriggio — «Maria,<br />

Sedes sapientiae e Madre premurosa».<br />

«Sia lei a guidarvi — ha pregato —<br />

nella ricerca della verità e del bene». L'icona<br />

della Vergine Sede della Sapienza,<br />

realizzata da Padre Marko Ivan Rupnik,<br />

era stata consegnata da Giovanni PaoloII<br />

agli studenti di tutto il mondo in<br />

occasione del Giubileo delle Università<br />

(10 settembre 2000). Affidata alla delegazione<br />

giunta da Atene, la venerata immagine<br />

ha iniziato quella domenica da<br />

Piazza San Pietro la «peregrinatio» negli<br />

atenei di tutto il mondo: Grecia, Federazione<br />

Russa, Spagna, Ucraina e Perú,<br />

dove si trova attualmente presso l'Università<br />

di Trujillo.


.<br />

PAGINA<br />

Monografie<br />

7 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì 13 Dicembre 2001<br />

Congregazione delle Cause dei Santi<br />

Sussidi per lo studio<br />

Le Cause di canonizzazione nel primo periodo<br />

della Congregazione dei Riti (1588-1634)<br />

FIDEL GONZÁLEZ FERNÁNDEZ<br />

L’Urbaniana University Press, della<br />

Pontificia Università Urbaniana, in collaborazione<br />

con la Congregazione per le<br />

Cause dei Santi, pubblica lo studio di ricerca<br />

storica di Mons. Giovanni Papa,<br />

antico Relatore generale della Congregazione<br />

per le Cause dei Santi, dal titolo<br />

Le Cause di canonizzazione nel Primo<br />

Periodo della Congregazione dei Riti<br />

(1588-1634). Trattandosi del periodo di<br />

partenza e di impostazione del lavoro,<br />

una esposizione delle grandi linee storiche<br />

della Congregazione si è rivelata indispensabile.<br />

È doveroso accennare al lungo cammino<br />

nella storia delle canonizzazioni e<br />

del culto canonico dato ai santi nella<br />

Chiesa cattolica. Possiamo segnalare<br />

chiaramente due processi storici e due<br />

tappe fondamentali in questa storia che<br />

corrispondono grosso modo ai due millenni<br />

della storia della Chiesa.<br />

— Le canonizzazioni dei santi durante<br />

il primo millennio della vita della Chiesa<br />

hanno seguito un lento processo di determinazione<br />

canonica prima di trovare<br />

una legislazione precisa. Una «canonizzazione»<br />

si fondava essenzialmente su<br />

due elementi: la memoria che la comunità<br />

cristiana conservava della presenza<br />

nel suo seno del santo e dei miracoli,<br />

come segno di quella presenza anche<br />

dopo la sua morte (dies natalis) e che<br />

costituiscono la trama delle numerose<br />

vitae sanctorum che abbiamo fin dall’antichità<br />

cristiana. Il santo, come i carismi,<br />

era per gli altri, per la costruzione<br />

della Chiesa. Toccava alla gerarchia<br />

della Chiesa (Vescovi e sinodi) riconoscere<br />

questi due elementi attraverso il<br />

riconoscimento del culto del candidato<br />

con la cerimonia della sua iscrizione canonica<br />

nel catalogo dei santi o della traslazione<br />

delle sue reliquie.<br />

— A partire dal secolo X si va profilando<br />

lentamente una concreta legislazione<br />

canonica sulla questione. Ci troviamo<br />

così con le canonizzazioni locali,<br />

senza un intervento diretto della Sede<br />

Apostolica, soprattutto attraverso il metodo<br />

della traslazione delle reliquie (secoli<br />

XI-XII) da parte di un vescovo locale,<br />

generalmente con l’assenso del suo<br />

metropolita e del sinodo provinciale. Tale<br />

gesto canonizzatore generalmente è la<br />

conseguenza di un motus devozionale<br />

da parte del populus Dei e di una vita<br />

scritta del Servo di Dio che testimonia<br />

tale santità. A queste canonizzazioni<br />

formali bisogna aggiungere numerose altre<br />

de facto (culto locale ai numerosi<br />

servi di Dio). Questo movimento spontaneo<br />

di pietà cristiana avrà conseguenze<br />

giuridiche fino al secolo XVI quando Sisto<br />

V erigerà la Congregazione dei Riti<br />

in seno ai quindici dicasteri della Curia<br />

romana (22 gennaio 1588); in seguito la<br />

Sede Apostolica regolamenterà con precisione<br />

questa specie di «anarchia» di<br />

«canonizzazioni» con le decisioni di Urbano<br />

VIII del 1625 e del 1634 (1). Si trovò<br />

allora un procedimento per viam<br />

cultus che diede luogo alle cosiddette<br />

beatificazioni equipolentes. Con tale sistema<br />

si potevano confermare eventualmente<br />

culti locali precedenti alle decisioni<br />

di Urbano VIII (2).<br />

A poco a poco vennero stabiliti gli<br />

strumenti canonici da parte della Sede<br />

Apostolica perché quei processi di canonizzazione<br />

potessero essere portati avanti<br />

con efficacia soprattutto stabilendo<br />

una serie di commissioni di ricerca e di<br />

controllo in vitam et conversationem<br />

necnon miracula per testes idoneos del<br />

cristiano o della cristiana candidati ad<br />

un tale culto.<br />

L’opera di Mons. Giovanni Papa affronta<br />

con spirito storico critico le diverse<br />

fasi di questo iter. Il suo lavoro diviso<br />

in tre parti fa risaltare con chiarezza documentaria<br />

lo sviluppo degli avvenimenti.<br />

L’Autore nella prima parte richiama<br />

l’attenzione sulla creazione della Congregazione<br />

dei Riti in seno alla Curia romana<br />

da parte di Sisto V (1588) e focalizza<br />

bene l’iter precedente, il momento<br />

storico e la questione sul culto ai santi.<br />

Un’illustrazione dei punti precedenti e<br />

seguenti espone bene i problemi che si<br />

presentarono e la necessità di una nuova<br />

impostazione, evidenziate nelle prime<br />

cause trattate e in quelle che subito seguirono:<br />

Isidoro contadino, Ignazio di<br />

Loyola e Francesco Saverio. Mentre si<br />

incoraggiavano Cause del Cinquecento,<br />

si fece largo anche a quelle di secoli antecedenti.<br />

L’esame accurato della causa<br />

di Raimondo di Peñafort, che sarà canonizzato<br />

il 29 aprile 1681, mostra con evidenza<br />

le discussioni affrontate. Si arriva<br />

così a un fervore di iniziative veramente<br />

significativo. Si affronta anche il tema<br />

delle prestazioni di culto: la discussione<br />

era stata voluta da Clemente VIII verso<br />

la fine del 1602 e l’inizio del 1603. Se<br />

l’esposizione dei primi organi direttivi<br />

del dicastero offre un colore particolare,<br />

per uno studio accurato si è approfondito<br />

il ruolo molto incisivo degli Uditori di<br />

Rota nel lavoro della Congregazione, come<br />

sottolinea con forza l’Autore. Se-<br />

guendo lo studio delle Cause, che si<br />

moltiplicano in quel periodo, l’Autore<br />

ha modo di entrare nello spirito autentico<br />

che vi aleggiava e nell’intensità del<br />

lavoro che si compiva, tale da portare<br />

alla canonizzazione di Francesca Romana<br />

il 29 maggio del 1608 e di Carlo Borromeo<br />

il 1° novembre del 1610. Allargato<br />

sufficientemente il panorama di questa<br />

ultima causa, se ne ha un punto di<br />

riferimento sicuro e convincente.<br />

In una seconda parte del lavoro, l’Autore<br />

fissa l’attenzione su alcuni fattori riguardanti<br />

le Cause in sé, in particolare:<br />

il processo ordinario e l’introduzione<br />

della Causa, il processo Apostolico e,<br />

quindi, il punto di arrivo: il decreto di<br />

eroicità delle virtù, o il «constare de<br />

martyrio». A questo punto era necessario<br />

trattare il tema della beatificazione<br />

nel suo vero significato e contesto storico.<br />

L’autore risale sino ai primi secoli<br />

del cristianesimo e dà ragione storica<br />

del significato della beatificazione.<br />

Con il consolidarsi della Congregazione,<br />

con il chiarimento dei punti controversi,<br />

con una maggiore presa di coscienza<br />

del lavoro che essa compiva e<br />

con una maggiore padronanza in proposito,<br />

le Cause ormai si muovevano con<br />

una maggiore speditezza. Si maturò così<br />

la convinzione di non avere più bisogno<br />

degli Uditori di Rota.<br />

La parte terza del lavoro tratta soprattutto<br />

del consolidamento e dell’ordinamento<br />

chiaro e centralizzato delle<br />

Cause. Questo fatto avvantaggiò non poche<br />

Cause; le loro discussioni diventavano<br />

sempre più responsabili e nutrite; si<br />

arrivò così alla famosa canonizzazione<br />

del 12 marzo del 1622 di ben quattro<br />

campioni della riforma cattolica e del<br />

più antico Isidoro contadino, che ebbe<br />

una ripercussione molto vasta e duratura.<br />

Con l’avvento dell’energico e colto<br />

Urbano VIII al sommo pontificato il 6<br />

agosto 1622, il lavoro del dicastero ricevette<br />

una grande spinta. Egli diede alle<br />

Cause l’impulso richiesto dalle nuove<br />

esigenze; si incrementarono le Cause, si<br />

approfondirono gli studi secondo le esigenze<br />

di ciascuna. Si aprì allora una fase<br />

di decreti, tutti tendenti a porre ordine,<br />

incrementare e spronare le Cause.<br />

Tali decreti ebbero un’importanza capitale<br />

in materia di culto e di venerazione<br />

dei defunti ancora non beatificati né canonizzati.<br />

Il primo in questo senso fu<br />

quello del 13 marzo 1625, ridiscusso il 2<br />

ottobre, edito nel 1642. Ne seguirono altri<br />

nel 1627, nel 1628 e negli anni 1630-<br />

1634, con opportune disposizioni. Avvertendosi,<br />

però, il bisogno di un legame e<br />

di una guida più spedita, vi si provvide<br />

con il breve Coelestis Hierusalem cives,<br />

del 5 luglio 1634, completato nel 1642.<br />

Si dava così una guida sicura per l’ulteriore<br />

lavoro della Congregazione.<br />

Ecco quanto l’opera di Mons. Papa ci<br />

offre con chiarezza metodologica storico-critica<br />

come base delle ricerche dei<br />

documenti di archivio. Il poderoso studio<br />

di Mons. Giovanni Papa ci spinge ad<br />

interrogarci anzitutto sul senso ecclesiale<br />

delle beatificazioni e delle canonizzazioni<br />

per poter comprendere meglio il<br />

significato e l’importanza del suo studio<br />

nel campo della ricerca sulla storia della<br />

santità canonizzata e dell’apposito Organismo<br />

di Curia incaricato dello studio<br />

giuridico delle Cause e della loro conduzione<br />

a termine. Questa presa di coscienza<br />

ci aiuta a capire la portata del<br />

presente volume.<br />

La storia della santità canonizzata è<br />

stata oggetto di studio specifico nella<br />

Chiesa Cattolica, specialmente a partire<br />

dai bollandisti. Questo studio è stato impostato<br />

secondo diverse sensibilità ed<br />

esigenze. Una prima domanda di rigore<br />

consiste nel chiedersi che senso hanno<br />

avuto nella tradizione della Chiesa le canonizzazioni<br />

e il culto dei santi e che influsso<br />

hanno avuto nel cammino storico<br />

della Chiesa. Per rispondere a queste<br />

domande bisogna ricordare:<br />

— le tappe fondamentali del culto dei<br />

santi nella storia della Chiesa e delle canonizzazioni;<br />

— i due poli del processo della canonizzazione:<br />

la vita del candidato alla canonizzazione<br />

e i miracoli compiuti richiesti<br />

come conferma per procedere alla<br />

stessa;<br />

— l’iter complesso e lungo dei processi<br />

di canonizzazione a partire da Sisto<br />

V, e, in seguito, con i decreti urbaniani,<br />

soprattutto a partire dal 1634, con i quali<br />

si dà inizio ad una nuova tappa nella<br />

storia delle canonizzazioni.<br />

È anche importante uno sguardo alla<br />

geografia della provenienza ecclesiale<br />

dei santi canonizzati dal punto di vista<br />

statistico e sociologico per rendersi conto<br />

dei diversi fattori in gioco e vedere i<br />

diversi interessi e sottolineature in proposito<br />

(3).<br />

L’opera di Mons. Giovanni Papa colma<br />

un vuoto e risponde ad una esigenza<br />

storica: la conoscenza documentale della<br />

storia che precede immediatamente la<br />

formazione della presente prassi canonica.<br />

Pensiamo che alla luce di questo stu-<br />

dio basilare si possa capire il senso che<br />

hanno le canonizzazioni e il culto dei<br />

santi come percepito nella storia della<br />

Chiesa, la sua importanza teologica e la<br />

sua serietà. Se il cristianesimo è un fatto<br />

storico, un avvenimento, la santità è un<br />

fatto che viene inquadrato in esso. Appartiene<br />

alla storicità della Chiesa, come<br />

è dimostrato precisamente dal modo come<br />

la Chiesa ha percepito, verificato e<br />

proposto la santità canonizzata lungo la<br />

sua storia e in seguito, concretamente,<br />

anche nella storia delle Cause di canonizzazione.<br />

I due poli del processo<br />

di canonizzazione:<br />

Vita e miracoli<br />

Vita e miracoli: tali sono i due poli<br />

della ricerca testimoniale costitutiva del<br />

processo canonico. A poco a poco la<br />

procedura canonica si allunga e dal secolo<br />

XIII la decisione del Pontefice ro-<br />

mano dipende dal parere dato da un<br />

collegio di tre cardinali. Tale prassi durerà<br />

fino al 1588 quando i processi di<br />

canonizzazione saranno affidati alla<br />

Congregazione dei Riti (4).<br />

Aumenta il materiale raccolto e si<br />

complicano i procedimenti. Per questo,<br />

a partire dal secolo XIV, appaiono i<br />

sommari di detto materiale per poterlo<br />

usare adeguatamente con tutti gli inconvenienti<br />

dei sommari, a volte a scapito<br />

delle fonti originali (5). L’iter è complesso<br />

e lungo. In esso intervengono diverse<br />

mani curiali specializzate, con numerosi<br />

lavori, studi e revisioni prima di arrivare<br />

alla commissione cardinalizia che<br />

opportunamente presentava al Papa i<br />

risultati.<br />

La preparazione di tali processi sarà<br />

quindi affidata ad un gruppo di esperti,<br />

che con l’istituzione della Congregazione<br />

dei Riti da parte di Sisto V il 22 gennaio<br />

1587 riceve una forma giuridica riconosciuta.<br />

La canonizzazione diventa<br />

così un’operazione giuridica eccezionalmente<br />

complessa, coronata con il solennissimo<br />

atto liturgico presieduto dal Papa.<br />

Certamente non si perdette mai di<br />

vista che una canonizzazione «potius es<br />

divini judicii quam humani» (6).<br />

Le tappe del processo nel quale si<br />

passa dalla giurisdizione episcopale a<br />

quella esclusivamente papale trova quindi<br />

nel secolo XVII il suo traguardo. Urbano<br />

VIII con il breve Caelestis Hierusalem<br />

Cives del 1634 codifica tale risultato.<br />

Lo scopo della canonizzazione non<br />

è cambiato: sancire canonicamente un<br />

culto pubblico. Sono diverse le modalità<br />

canoniche del processo di un tale riconoscimento.<br />

Questo procedimento giuridico assomiglia<br />

esternamente ad un processo civile<br />

con i suoi avvocati, esperti, procuratori,<br />

pubblici ministeri e giudici. La<br />

complessità dei procedimenti e delle situazioni<br />

troverà adesso anche una doppia<br />

forma di sanzione canonica del cul-<br />

to, una di minore grado, la beatificazione,<br />

ed un’altra di proclamazione solenne<br />

che sarà la canonizzazione (7), ma<br />

già prima del secolo XVII, troviamo delle<br />

restrizioni di alcuni casi di culto (8).<br />

Questo excursus storico vuole far risaltare<br />

i motivi del valore storico dello<br />

studio di Mons. Papa che copre precisamente<br />

il periodo che a partire da Sisto<br />

V prepara la legislazione definitiva di<br />

Urbano VIII (9). Questo spiega anche il<br />

fatto che spesso le canonizzazioni appartengono<br />

ad aree geografiche molto specifiche<br />

e che durante lungo tempo molte<br />

chiese locali non si interessavano prioritariamente<br />

all’introduzione di Cause di<br />

santi della propria area, a causa della<br />

complessità del processo e al fatto di fissare<br />

le proprie priorità in altri aspetti<br />

della vita ecclesiale.<br />

È quindi opportuno anche ricordare<br />

che nella Chiesa l’iniziativa del culto dei<br />

santi non parte normalmente dalla gerarchia<br />

ecclesiastica. Come nel caso del-<br />

le fondazioni monastiche o della vita<br />

consacrata e di altri aspetti che riguardano<br />

la vita carismatica della Chiesa, la<br />

gerarchia ecclesiastica interviene normalmente<br />

nel loro discernimento ed approvazione.<br />

Questo spiega anche il fatto<br />

della scarsità delle beatificazioni e canonizzazioni<br />

nell’epoca che segue il XVII<br />

secolo. In questo senso è interessante ricordare<br />

il quadro che il P. Delooz nel<br />

suo noto studio Sociologie et canonisations<br />

ci offre sulla geografia della provenienza<br />

ecclesiale dei santi canonizzati;<br />

egli divide i santi dal punto di vista storico<br />

dei processi di canonizzazione in<br />

quattro categorie (10):<br />

1) i santi designati dall’Autorità pontificia<br />

prima della creazione della Congregazione<br />

dei Riti;<br />

2) i santi designati dalle chiese particolari<br />

senza l’intervento pontificio;<br />

3) i santi designati dalla Sede Apostolica<br />

dopo un processo formale di canonizzazione<br />

seguito attraverso la Congregazione<br />

dei Riti;<br />

4) i beati designati dopo un processo<br />

formale davanti alla stessa Congregazione.<br />

A partire dal secolo XVII la Curia Romana,<br />

per ragioni storiche, è formata<br />

principalmente da membri italiani, che<br />

come è logico mostrano la sensibilità caratteristica<br />

delle loro origini. Il primato<br />

geografico delle canonizzazioni che nel<br />

Medioevo apparteneva al mondo anglogermanico,<br />

passa in seguito al mondo<br />

latino, specialmente italiano (11). Il<br />

mondo ispano-lusitano non si distinse<br />

per il fervore di canonizzazioni; ciò spiega<br />

anche la non eccessiva preoccupazione<br />

in Spagna nel portare avanti Cause<br />

di canonizzazione; in molti casi di canonizzazione<br />

vediamo piuttosto l’interesse<br />

specifico della Corona, di un Capitolo<br />

cattedralizio o di un Ordine religioso,<br />

soprattutto in rapporto ai loro padri fondatori<br />

(12).<br />

Il senso ecclesiale<br />

delle canonizzazioni<br />

Ci sono molte maniere di scrivere storia<br />

della Chiesa. Lo storico ecclesiastico<br />

deve tenere presente i diversi fattori della<br />

vita della Chiesa, uno dei quali è precisamente<br />

la storia dei santi. È parte del<br />

realismo metodologico «guardare i volti<br />

dei santi», secondo l’antica indicazione<br />

della Didaché. La storia della santità canonizzata<br />

«è una storia straordinaria e<br />

meravigliosa; è una delle testimonianze<br />

più impressionanti che si possono invocare<br />

in favore della vitalità della Chiesa,<br />

della sua perenne giovinezza, delle sue<br />

virtù di eroismo e di audacia racchiuse<br />

nei suoi figli...», applicando le parole di<br />

Daniel Rops riferendosi alla storia missionaria<br />

dell’Ottocento. La storia della<br />

Chiesa ha bisogno di essere studiata anche<br />

guardando i volti dei suoi Santi Testimoni.<br />

Queste ricchezze però non si<br />

inventano. Sono costituite da fatti e dati<br />

le cui fonti si trovano in numerosi archivi<br />

e i cui processi si possono rintracciare<br />

soprattutto negli archivi della Santa<br />

Sede.<br />

Lo studio accurato e di alto valore<br />

scientifico di Mons. Giovanni Papa ci offre<br />

con precisione documentale i passi<br />

compiuti nel laborioso cammino della<br />

presente legislazione canonica della<br />

Chiesa per documentare adeguatamente<br />

la santità dei suoi figli e la modalità di<br />

proposta di questa santità a tutta la<br />

Chiesa. Questo libro bisogna leggerlo in<br />

questa ottica. Dopo la lettura di queste<br />

pagine emergono con chiarezza la serietà<br />

scientifica e la ragionevolezza della<br />

proposta ecclesiale della santità canonizzata,<br />

ben lontana da ogni faciloneria e<br />

devozionismo sentimentale.<br />

Nella storia del lungo iter giuridico,<br />

che portò all’attuale prassi delle canonizzazioni,<br />

si dimostra la serietà del metodo<br />

ecclesiale nel voler accertare ogni<br />

fatto; si vede anche la sottolineatura della<br />

santità come parte dell’Avvenimento<br />

cristiano e come la promessa fatta da<br />

Cristo ai suoi Apostoli si compie. Nella<br />

compagnia di questi santi che più testimoniano<br />

Gesù Cristo la sequela di Cristo<br />

è più facile e più affascinante.<br />

I santi non passano nella storia della<br />

Chiesa come meteore, senza lasciare<br />

traccia: non solo testimoniano per la<br />

Chiesa, ma la trasformano, la mettono<br />

continuamente in movimento, mostrano<br />

l’efficacia riformatrice della santità vissuta<br />

nella Chiesa, sono costruttori di<br />

Storia della Chiesa. I santi sono sempre<br />

tempestivi regali di Dio alla sua Chiesa.<br />

Infine alla santità viene riconosciuto un<br />

carattere provvidenzialmente tempestivo<br />

(13). Le bolle di canonizzazione sottolineano<br />

che le persone di cui consacrano<br />

la santità sono arrivate «al tempo opportuno»<br />

per rispondere ai bisogni profondi<br />

della Chiesa e del mondo nel variare<br />

delle epoche.<br />

Come dimostra con il suo studio<br />

Mons. Giovanni Papa a proposito delle<br />

Cause di canonizzazione nel Primo Periodo<br />

della Congregazione dei Riti<br />

(1588-1634), dove indaga sulle origini<br />

delle procedure per arrivare alla canonizzazione<br />

di un santo, è proprio sulle<br />

testimonianze dirette e materiali che si<br />

attesta l’originalità della fede cristiana<br />

rispetto a tutte le altre fedi, come si verifica<br />

nei processi di canonizzazione.<br />

Una fede, che ha il suo fondamento<br />

in un fatto storico prima che in una dottrina,<br />

e le sue espressioni più genuine,<br />

precisamente le vicende dei santi e il loro<br />

culto come manifestazione, si sono<br />

modellati su questa natura storica. Lo<br />

studio di Mons. Giovanni Papa fa vedere<br />

come nella Chiesa la storia della santità<br />

sia stata presa sul serio dal punto di vista<br />

della sua documentazione storica,<br />

non dando nulla per scontato; infatti se<br />

il cristianesimo è un Fatto storico, anche<br />

la santità lo è, e come tale ha bisogno<br />

sempre di essere documentata e verificata.<br />

. .<br />

(1) «Jusqu'aux decisions d’Urban<br />

VIII de 1625 et de 1634, le culte prenait<br />

couramment naissance sans intervention<br />

de la hiérarchie; il fallut che le pape<br />

décidât qu’une telle manière de fait<br />

accompli enlevait à une cause toute<br />

chance d’aboutir pour que cette coutume<br />

séculaire s’estompât» (P. Delooz,<br />

Sociologie et Canonisations. La sélection<br />

des Saints. Faculté de Droit. Liège<br />

— Martinus Nijhoff, La Haye 1969, 26-<br />

27). L’Autore mostra come ancora nel<br />

1603 l’Arcivescovo di Malines autorizzò,<br />

dopo un’opportuna ricerca, il culto pubblico<br />

di Boniface de Lausanne, morto e<br />

sepolto a La Cambre nel 1225. Ma chiede<br />

che non sia trattato come se fosse<br />

stato canonizzato. I casi di santità venerata<br />

a livello locale erano numerosi; così<br />

tra il 1209 e il 1500 si contano 965 francescani<br />

venerati come santi a livello locale;<br />

il culto di molti di loro non è stato<br />

mai confermato fino ad oggi.<br />

(2) Ci sono ancora molti cristiani che<br />

hanno goduto di fama di santità e che<br />

anche se non hanno avuto culto pubblico,<br />

sono però stati oggetto di venerazione<br />

privata; tale è stato per esempio, il<br />

caso dell’indio Juan Diego Cuatlatoatzin,<br />

veggente della Madonna di Guadalupe,<br />

nel Messico, beatificato da Giovanni<br />

Paolo II nel 1990.<br />

(3) Cfr Congregatio pro Causis sanctorum,<br />

Index ac status Causarum (Editio<br />

paeculiaris cura Petri Galavotti IV<br />

eseunte saeculo ipsius Congregationis).<br />

Città del Vaticano 1988. L’Index ci presenta<br />

le Cause che sono arrivate alla<br />

Congregazione dal 1588 al 1988. Seguirono<br />

altri due supplementi che coprono<br />

gli anni che vanno fino al 1990 e parte<br />

del 1991. Dal punto di vista documentale<br />

per ognuno dei Processi cfr: Sacra<br />

Congregatio pro Causis Sanctorum, IndexBeatificationiset<br />

Canonizationis qui<br />

in Archivio Secreto Vaticano et in archivio<br />

Sacrae Congregationis pro Causis<br />

Sanctorum asservantur (1588-1982).<br />

Curavit P. Ivo Beaudoin, O.M.I., tabularius<br />

S. Cong. Pro C. S., Romae 1982.<br />

(4) Baronius, Annales Ecclesiastici, n.<br />

58, ci parla di questo uso già sotto Nicolò<br />

IV (1288-1292). L’Ordinarium, attribuito<br />

al Cardinale J. Gaetani e pubblicato<br />

da Mabillon, Museum Italicum. Paris<br />

1689, Tomo II, pp. 418-424. Delooz, Ibidem,<br />

34, n. 3.<br />

(5) Il procedimento canonico dei processi<br />

del secolo XVI li conosciamo attraverso<br />

l’opera di Ange Rocca, De Sanctorum<br />

Canonizatione Commentarius, del<br />

1601.<br />

(6) La frase è di Celestino III nella<br />

bolla di canonizzazione di san Ubando,<br />

in Delooz, Ibidem, p. 37, n. 1. «Attendentes<br />

tamen huius rei divinum judicium<br />

potius quam humanum existere»:<br />

Giulio II all'Arcivescovo di Canterbury a<br />

proposito di una possibile canonizzazione<br />

di Enrico VI d’Inghilterra, in Baronius,<br />

Annales (per il 1504, n. 33).<br />

(7) Cfr Veraja F., La beatificazione.<br />

Storia. Problemi. Prospettive. S. Congregazione<br />

per le Cause dei Santi. Roma<br />

1983.<br />

(8) Delooz, Ibidem, 38-39, ricorda alcuni<br />

casi sotto Clemente VI (1351), Sisto<br />

IV (1481), Giulio II (1512), Clemente VII<br />

(1527). La beatificazione come tappa<br />

chiaramente preparatoria per la canonizzazione<br />

venne stabilita a partire dalla<br />

beatificazione solenne di Francesco di<br />

Sales da parte di Alessandro VII nel<br />

1662. Nel 1668 Clemente IX stabilirà che<br />

una volta avvenuto il processo di beatificazione<br />

non era necessario iniziare un<br />

nuovo processo sui nuovi miracoli. Nel<br />

1734 venne pubblicata l’opera del promotore<br />

della fede, Prospero Lambertini<br />

(futuro Benedetto XIV), Opus de Servorum<br />

Dei Beatificatione et Beatorum Canonizatione,<br />

l’opera classica a proposito<br />

dell’iter della santità canonizzata. Le<br />

norme canoniche sui processi di beatificazione<br />

e canonizzazione furono anche<br />

stabiliti dal Codice del 1917. Nel 1930 si<br />

costituisce una sezione storica nel seno<br />

della Congregazione dei Riti (AAS, 1930,<br />

pp. 87-88). Il 22.X.1948 si costituisce un<br />

collegio di esperti medici per il controllo<br />

dei miracoli che cambierà il suo nome<br />

per quello di «consulta medica» sotto<br />

Giovanni XXIII (10.VII.1959). Con la costituzione<br />

apostolica Sacra Rituum Congregatio<br />

(8.V.1969) Paolo VI sopprime la<br />

Congregazione dei Riti e attribuisce le<br />

sue competenze a due congregazioni<br />

nuove, una per il Culto divino e l’altra<br />

per le Cause dei santi. Il 19.III.1969 il<br />

procedimento in materia di beatificazioni<br />

e canonizzazioni fu semplificato con<br />

un motu proprio: solamente era necessario<br />

un processo di istruzione che sostituiva<br />

il processo ordinario (portato<br />

avanti sotto l’autorità locale) e il processo<br />

apostolico (portato a termine sotto<br />

l’autorità centrale). Giovanni Paolo II<br />

con la Costituzione Apostolica Divinus<br />

Perfectionis Magister (25.I.1983) determina<br />

la procedura canonica attuale nell’istruzione<br />

dei processi (cfr in AAS,<br />

LXXXV, 4, 1983, 349ss). Non è il caso<br />

di ricordare qui la procedura per viam<br />

cultus riservata per la conferma dei culti<br />

esistenti fin da tempi immemorabili e<br />

che portano alle beatificazioni equipolentes.<br />

Tale procedura ha avuto diversi<br />

cambiamenti ed è stata applicata a casi<br />

antichi.<br />

(9) Dal 1634 fino al Codice del 1917 la<br />

procedura giuridica normale delle beatificazioni<br />

e canonizzazioni si può ridurre<br />

alla cosiddetta per viam non cultus.<br />

(10) I dati offerti da Delooz si fermano<br />

al 1969.<br />

(11) Delooz, Ibidem, p. 194. Anche<br />

qui i dati si riferiscono a prima del<br />

1969.<br />

(12) Questi interessi sono chiari nel<br />

caso delle grandi canonizzazioni dei santi<br />

spagnoli del secolo XVII come Santa<br />

Teresa, Sant'Ignazio, San Francesco Saverio,<br />

San Isidoro contadino [Isidro Labrador].<br />

(13) Cfr H. U. von Balthasar, Sorelle<br />

nello Spirito. Teresa di Lisieux e Elisabetta<br />

di Digione. Jaca Book, Milano<br />

1974, 1-32.


AMERICA<br />

PAGINA<br />

8 .<br />

Il cammino<br />

della Chiesa<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì 13 Dicembre 2001<br />

Un enorme container, carico del frutto<br />

di un anno di impegno dei volontari dell’associazione<br />

«Amici del Centro America»<br />

che ha sede a Venezia, è partito dal<br />

porto cittadino con destinazione Tegucigalpa.<br />

Tra il materiale inviato 987 chili di<br />

giocattoli e articoli scolastici, 670 chili di<br />

detersivi e più di 400 materassi. E ancora,<br />

1500 chili di vestiti e di scarpe.<br />

Il centro di raccolta dell’associazione è<br />

nella parrocchia del Cristo Lavoratore di<br />

Ca’ Emiliani che ha messo a disposizione<br />

Solidarietà dei veneziani con le popolazioni dell'Honduras<br />

alcune stanze dove viene raccolto il materiale<br />

destinato all’Honduras. In questi<br />

giorni un gruppo di volontari si è recato<br />

nel Paese centroamericano ad attendere il<br />

prezioso carico in arrivo e per coordinare<br />

le operazioni di smistamento degli aiuti.<br />

L’operazione umanitaria è stata gestita<br />

in collaborazione con il Volontariato internazionale<br />

sociale dei Salesiani e ha avuto<br />

il sostegno di numerosi cittadini di Vene-<br />

PERÚ Celebrato a Lima il XXX anniversario della fondazione del «Sodalitium Christianae Vitae»<br />

L'esemplarità di un cammino<br />

che aiuta a vivere la santità<br />

Il «Sodalitium Christianae Vitae»,<br />

Società di Vita Apostolica<br />

laicale di Diritto Pontificio, ha<br />

compiuto trent'anni. Fondato a<br />

Lima da Don Luis Fernando Figari<br />

nel giorno dell'Immacolata<br />

del 1971, il Sodalizio si è presto<br />

esteso nei vari Paesi dell'America<br />

Latina, negli Stati Uniti ed in<br />

Europa dando origine a molteplici<br />

comunità di vita cristiana<br />

all'interno delle quali viene vissuto<br />

e rilanciato il pieno orizzonte<br />

della vita cristiana per<br />

proiettarsi nel fraterno servizio<br />

apostolico soprattutto tra i giovani.<br />

L'8 dicembre scorso, nella<br />

chiesa dedicata a Nostra Signora<br />

della Riconciliazione a Lima, la<br />

famiglia del Sodalizio si è riunita<br />

per celebrare solennemente il<br />

trentesimo anniversario della<br />

fondazione. La Messa è stata<br />

presieduta dal Cardinale James<br />

Francis Stafford, Presidente del<br />

Pontificio Consiglio per i Laici.<br />

Durante la liturgia della Parola il<br />

Cardinale, dopo aver espresso la<br />

sua gioia di poter celebrare il trentesimo<br />

anniversario della fondazione del Sodalitium<br />

Vitae Christianae, ha colto lo<br />

spunto dalla liturgia dell'Immacolata per<br />

riproporre il mistero dell'Incarnazione.<br />

«Maria — ha detto — , l'Immacolata,<br />

concepita senza peccato originale, riceve<br />

il saluto e l'annuncio dell'Angelo del Signore.<br />

Il testo è molto diretto e vorremmo<br />

che ci facesse penetrare maggiormente<br />

in un evento chiave per la storia<br />

della salvezza. Il Vangelo di san Luca ce<br />

lo descrive con semplicità, ma il significato<br />

profondo è incomprensibile alla ragione<br />

umana che non supera il suo stupore<br />

nell'ammirare la misericordia di<br />

Dio verso l'uomo. Tutto si sviluppa sotto<br />

forma di dialogo, di domanda e risposta,<br />

di chiamata e accettazione.<br />

«In realtà, non abbiamo bisogno di<br />

molti elementi per cogliere il significato<br />

profondo di questa vocazione. Ci bastano<br />

due frasi: “Non temere, Maria, perché<br />

hai trovato grazia presso Dio. Ecco,<br />

concepirai un figlio, lo darai alla luce e<br />

lo chiamerai Gesù” e “Eccomi, sono la<br />

serva del Signore, avvenga di me quello<br />

che hai detto”: vocazione e risposta generosa».<br />

Riferendo la risposta di Maria al Sodalizio<br />

il Cardinale ha aggiunto: «È lo<br />

stesso dialogo che si tiene all'inizio del<br />

Sodalitium Vitae Christianae e del Movimiento<br />

de Vida Cristiana: una chiamata<br />

di Dio, una vocazione e una risposta<br />

generosa. Certo, si potrebbero aggiungere<br />

altre circostanze, altri dettagli,<br />

ma il senso è lo stesso: chiamata e risposta».<br />

Il Cardinale ha poi così riproposto la<br />

storia del Sodalizio: «Un giorno dell'Immacolata<br />

di trent'anni fa è nata questa<br />

opera di Dio chiamata a porre in risalto<br />

la relazione profonda che esiste fra la<br />

Santissima Vergine e il mistero della salvezza.<br />

Maria è la donna nuova che ci<br />

porta a Cristo: «Attraverso Cristo a Maria,<br />

attraverso Maria più pienamente al<br />

Signore Gesù». Ella è il modello di vita<br />

cristiana, di fedeltà al disegno di Dio.<br />

«Fin dall'inizio il Sodalitium si presenta<br />

come un cammino per vivere la<br />

santità alla quale noi cristiani siamo<br />

chiamati perché scelti da Dio. Lo abbiamo<br />

appena letto nella Lettera agli Efesini:<br />

«Benedetto sia Dio, Padre del Signore<br />

Gesù Cristo, che ci ha benedetti con<br />

ogni benedizione spirituale nei cieli, in<br />

Cristo. In lui ci ha scelti prima della<br />

creazione del mondo, per essere santi e<br />

immacolati al suo cospetto nella carità»<br />

(Ef 1, 3-4). Questo deve essere il centro<br />

di tutta la pastorale della Chiesa. Come<br />

ci dice il Santo Padre, Papa Giovanni<br />

Paolo II: «la prospettiva in cui deve porsi<br />

tutto il cammino pastorale è quella<br />

della santità» (Novo Millennio ineunte,<br />

n. 30). Inoltre, seguendo la riflessione<br />

del Papa, il vostro profondo senso ecclesiale<br />

vi fa scoprire la Chiesa come mistero,<br />

ossia come popolo riunito nell'unità<br />

del Padre, del Figlio e dello Spirito<br />

Santo e vi porta a scoprire anche la sua<br />

santità, intensa nel suo significato fondamentale<br />

di appartenenza a Colui che<br />

è il Santo per eccellenza, il tre volte<br />

Santo (cfr Is 6, 3). Definire la Chiesa<br />

santa significa mostrare il suo volto di<br />

Sposa di Cristo, per la quale Egli ha fatto<br />

dono di sé, proprio per santificarla<br />

(cfr Ef 5, 25-26). Questo dono di santità<br />

si offre a ogni battezzato. Tale dono a<br />

sua volta si plasma in un impegno che<br />

deve orientare tutta la vita cristiana:<br />

“Questa è la volontà di Dio, la vostra<br />

santificazione” (1 Ts 4, 3). È un impegno<br />

che non riguarda solo alcuni cristiani<br />

in quanto tutti i cristiani, di qualsiasi<br />

classe o condizione, sono chiamati<br />

alla pienezza della vita cristiana e alla<br />

perfezione dell'amore (cfr Novo Millennio<br />

ineunte, n. 30). Questo è il fine che<br />

anima la vostra vita e i vostri compiti<br />

pastorali: la ricerca della santità nella fedeltà<br />

al dono di Cristo e nell'impegno a<br />

costruirlo ed esercitarlo nella vostra vita<br />

e in quella dei vostri fratelli».<br />

«In questi trent'anni — ha aggiunto il<br />

Cardinale —, Sodalitium, nato dalla risposta<br />

generosa a Dio di Don Luis Fernando<br />

Figari e affidato alla sua fedele e<br />

prudente guida, è divenuto uno spazio<br />

comunitario di incontro con il Signore<br />

Gesù. In ciò consiste il grande valore<br />

della vostra ricca spiritualità: attraverso<br />

la vostra comunità portate ogni cristiano<br />

a questo incontro personale con Cristo<br />

Gesù, ad ascoltare la sua chiamata. Non<br />

vi accontentate di vivere in una società<br />

di tradizione culturale cristiana. Capite<br />

bene che l'esperienza vissuta del cristianesimo<br />

implica necessariamente un incontro<br />

personale con Cristo. Incontro<br />

che porta all'impegno di una “autentica<br />

e seria vita cristiana”, per dirlo con le<br />

parole dei vostri statuti. Incontro che<br />

porta a una vita cristiana che, guidata<br />

da Maria Santissima, diviene apostolato<br />

di vita testimoniale, annuncio di fede e<br />

promozione umana alla luce del Vangelo<br />

e dell'insegnamento della Chiesa. Da<br />

quel 1971 fino ad oggi, la vostra vita ha<br />

recato molti frutti. La vostra estensione<br />

in termini numerici e di progetti mostra<br />

la fecondità del vostro spirito, sempre<br />

pronto al servizio, come Maria Santissima.<br />

Avete accolto come vostro il “Non<br />

temere, Maria!” e vi siete lanciati con<br />

grande fiducia in Dio per diffondere il<br />

nome di Cristo in questo mondo che ne<br />

ha tanto bisogno. Senza timore, senza<br />

pusillanimità, vi adoperate instancabilmente<br />

per offrire agli uomini i doni che<br />

avete ricevuto da Dio. Così nel 1985 è<br />

nato il Movimiento de Vida Cristiana<br />

che raggruppa, oltre al Sodalitium, molte<br />

altre associazioni caratterizzate da<br />

questo interesse per l'essere umano, secondo<br />

la giustizia e la carità vera, per<br />

l'uomo nuovo che nasce dalla redenzione<br />

di Cristo, l'unico Salvatore».<br />

Ricordando poi l'appello del Papa alla<br />

nuova evangelizzazione che, se era ritenuto<br />

necessario all'inizio degli anni ottanta,<br />

ora, all'inizio del Terzo Millennio<br />

è divenuto pressante, il Cardinale ha<br />

sottolineato come progresso del secolarismo<br />

e i grandi problemi che l'umanità<br />

deve affrontare rappresentano un appello<br />

pressante e urgente «affinché noi cattolici<br />

utilizziamo pienamente il tempo<br />

della nostra vita per diffondere il Vangelo».<br />

«Questo millennio che inizia — ha<br />

aggiunto il Cardinale — sarà cristiano<br />

solo se noi tutti battezzati c'impegneremo<br />

per far sì che lo sia veramente, a cominciare<br />

dalla nostra vita, chiaramente<br />

consapevoli che il mondo ha bisogno di<br />

Cristo e Cristo ha bisogno di noi per<br />

giungere al mondo.<br />

«Gesù Cristo deve poter contare sul<br />

nostro sforzo. Egli vi ha guidati fin qui e<br />

non vi lascerà. Starà sempre con voi af-<br />

finché portiate avanti la sua opera. Voi,<br />

come strumenti del suo amore, diventerete<br />

il lievito che fa crescere, dall'iniziale<br />

piccola massa, la pasta. Voi ne siete<br />

testimoni nella vostra opera, che è nata<br />

piccola e con molti limiti, ma si è moltiplicata<br />

subito grazie a questa fedeltà a<br />

Dio che non abbandona i suoi e agisce<br />

attraverso di essi. Siate sempre fedeli ai<br />

doni che avete ricevuto da Dio. Come<br />

Maria, glorificate il Signore e il vostro<br />

spirito esulti in Lui, vostro Salvatore,<br />

perché ha guardato l'umiltà della sua<br />

serva e grandi cose ha fatto in lei».<br />

«Continuate — è l'esortazione del<br />

Cardinale alla Famiglia del Sodalizio —<br />

a diffondere il nome di Cristo in<br />

tutti gli ambiti dell'attività umana,<br />

continuate a promuovere<br />

questo autentico modo di essere<br />

discepoli di Cristo, e soprattutto<br />

non smettete mai di amare Maria<br />

che vi porta a imitare il suo<br />

amore verso Cristo e gli uomini.<br />

Ella sarà la vostra guida migliore,<br />

la vostra migliore consigliera,<br />

la vostra migliore consolazione<br />

nei momenti di difficoltà, il vostro<br />

migliore modello di “donna<br />

nuova”. Ricercate nel vostro<br />

cuore i sentimenti cristiani più<br />

autentici, le convinzioni più forti,<br />

gli affetti più puri, la carità<br />

più delicata, la sobrietà e il disinteresse,<br />

l'obbedienza più squisita<br />

e amorosa, la gioia più autentica.<br />

Così continuerete a<br />

compiere grandi opere e porterete<br />

il Vangelo di Gesù Cristo a<br />

tutti gli uomini».<br />

Prima di concludere l' omelia<br />

il Cardinale Stafford si è rivolto<br />

ai giovani del Movimiento de Vida<br />

Cristiana invitandoli in modo<br />

particolare a partecipare alla<br />

zia, Pordenone, Treviso e Padova, nonché<br />

della cooperativa San Giusto Rinascita di<br />

Marghera.<br />

L'iniziativa rientra in un più ampio disegno<br />

di solidarietà che ha come scopo di<br />

sostenere i progetti avviati da don Ottavio<br />

Sabbadin, un missionario salesiano che<br />

dal 1970 al 1980 ha operato proprio nella<br />

comunità parrocchiale di Ca’ Emiliani.<br />

Questo legame continua oggi attraverso<br />

ARGENTINA Appello del Presidente della Conferenza Episcopale<br />

Riconoscere i propri errori per ricostruire<br />

una società sana, fondata sulla giustizia<br />

Un pressante invito a «riconoscere i<br />

peccati, con pentimento sincero e con<br />

il fermo proposito di cambiare condotta,<br />

per abbandonare ogni forma di<br />

corruzione morale in famiglia e nella<br />

società, in campo economico e politico,<br />

per non mentire né rubare, per<br />

non odiare né opprimere, per realizzare<br />

la giustizia e la solidarietà, per difendere<br />

la vita e la famiglia, per riconciliarsi<br />

con la società, ognuno nell'ambito<br />

della propria vita quotidiana» è<br />

stato rivolto ai fedeli argentini da<br />

Monsignor Estanislao Karlic Arcivescovo<br />

di Paraná e Presidente della<br />

Conferenza Episcopale Argentina.<br />

Il Presule ha parimenti invitato al<br />

«difficile e sacrificato» compito di rispondere<br />

ai problemi contemporanei e<br />

ha ricordato che «sebbene i nostri mali<br />

siano profondi e prolungati, non per<br />

questo il nostro destino divino è cambiato».<br />

«Siamo sempre — ha detto — dinanzi<br />

al mistero dell'iniquità del peccato<br />

e al mistero della pietà e della<br />

misericordia di Dio. È il combattimento<br />

morale che noi, individui e popoli,<br />

dobbiamo affrontare».<br />

Durante la Messa di apertura dell'ottantaduesima<br />

Assemblea Plenaria<br />

della Conferenza Episcopale Argentina<br />

Azione pastorale per l'integrazione<br />

della folta comunità asiatica<br />

Il documento pastorale dei Vescovi<br />

cattolici statunitensi dal titolo «Asian<br />

and Pacific Presence: Harmony in Faith»,<br />

è particolarmente significativo non<br />

solo perchè è un riconoscimento della<br />

presenza delle popolazioni dell’Asia e<br />

del Pacifico nella Chiesa degli Stati Uniti,<br />

ma anche perché è la prima volta<br />

che viene approvato un documento di<br />

questo genere, che vuole essere la premessa<br />

per una più forte risposta pastorale<br />

ai bisogni di queste diverse comunità.<br />

«Preghiamo — scrivono i Vescovi —<br />

affinché la nostra posizione pastorale faciliti<br />

un più pieno apprezzamento delle<br />

comunità d’Asia e del Pacifico nelle nostre<br />

Chiese locali ed incoraggi questi<br />

cattolici ad assumere ruoli più attivi di<br />

guida ad ogni livello della vita della comunità<br />

ecclesiale».<br />

I Vescovi suggeriscono anche l’adozione<br />

di iniziative pratiche per ottenere<br />

una piena incorporazione di queste popolazioni<br />

attraverso un programma di<br />

formazione educativa, di maggiore comunicazione<br />

interculturale, e con l’introduzione<br />

di «ministeri mobili» per rag-<br />

La cattedrale di Lima<br />

giungere anche le più piccole e remote<br />

comunità cattoliche di origine asiatica e<br />

del Pacifico. Sottolineano poi la ricchezza<br />

di doni offerti da quelle popolazioni<br />

alla Chiesa negli Stati Uniti tra i quali<br />

vanno annoverati l’amore per la famiglia,<br />

l’educazione, una profonda spiritualità<br />

e religiosità, una lunga tradizione<br />

di capacità di guida del laicato ed il valido<br />

contributo dei membri del clero secolare<br />

e religioso .<br />

«I cattolici asiatici e del Pacifico, concludono<br />

i Vescovi, hanno raggiunto la<br />

maturità e non sono semplicemente oggetti<br />

di cura pastorale. Essi sono cresciuti<br />

e dovrebbero continuare a crescere<br />

come agenti attivi e collaboratori nella<br />

missione apostolica di Cristo. Parrocchie<br />

e diocesi dovrebbero avvantaggiarsi<br />

degli importanti contributi che queste<br />

comunità di fratelli e sorelle in Cristo<br />

possono dare alla Chiesa negli Stati Uniti<br />

nel suo cammino in direzione del Regno<br />

di Dio».Il documento è stato presentato<br />

ai membri della Conferenza Episcopale<br />

Cattolica dal Vescovo Nicholas<br />

A.Di Marzio di Camden, Presidente del<br />

Comitato sull’Emigrazione. (F.P.)<br />

prossima Giornata Mondiale della Gioventù<br />

che, come è noto, si terrà nel mese<br />

di luglio del 2002 a Toronto (Canada).<br />

«Chiedo a tutti voi — ha concluso il<br />

Cardinale — una speciale preghiera affinché<br />

questa Giornata sia per i giovani<br />

che vi parteciperanno un momento<br />

provvidenziale dell'incontro personale<br />

con Cristo Gesù.<br />

«Vi accompagni sempre l'intercessione<br />

dei santi peruviani: santa Rosa de Lima,<br />

santo Toribio de Mogrovejo, san<br />

Francisco Solano e san Martín de Porres,<br />

e vi accompagni anche la mia preghiera<br />

grata a Dio, il mio affetto fraterno<br />

e la mia benedizione nel nome del<br />

Signore».<br />

il prelato ha sottolineato l'importanza<br />

dell'Esortazione Apostolica Novo Millennio<br />

ineunte che, durante il recente<br />

Sinodo dei Vescovi, ha permesso di<br />

considerare «con saggezza e serenità<br />

la situazione del nostro mondo scosso<br />

dai mali tremendi della povertà, della<br />

malattia e della guerra, la quale ha acquisito<br />

ai nostri giorni la spaventosa<br />

forma del terrorismo».<br />

Un mondo che ha anche descritto<br />

come «oscurato dalla mancanza di verità<br />

e di certezza, perplesso dinanzi alle<br />

contraddizioni di una libertà che<br />

rende schiavo l'altro che è più piccolo,<br />

e di un'uguaglianza e di una fraternità<br />

che non si realizzano per l'egoismo<br />

degli individui, dei gruppi e delle<br />

nazioni». In un altro punto della sua<br />

riflessione, l'Arcivescovo ha espresso<br />

l'impegno dei Vescovi a essere «servitori<br />

di Dio, dei suoi Sacramenti, segni<br />

e strumenti della sua misericordia, affinché<br />

l'Argentina sia sempre più una<br />

nazione di fratelli» e ha ammesso di<br />

aver cominciato a considerare «le<br />

preoccupazioni e le speranze del nostro<br />

popolo; abbiamo anche iniziato a<br />

sognarLo, poiché ogni tempo è degno<br />

delle benedizioni di Dio e della grandezza<br />

dell'uomo con la sua saggezza,<br />

la sua libertà e il suo amore. Ogni<br />

Due documenti della Conferenza dei Vescovi cattolici degli Stati Uniti<br />

l’aiuto concreto dei tanti fratelli che don<br />

Ottavio si trova a dover aiutare.<br />

In Honduras, il religioso ha avviato in<br />

questi anni numerose iniziative in campo<br />

sociale, tra queste l’apertura di un centro<br />

di accoglienza per bambini, un centro<br />

diurno per famiglie povere, una scuola<br />

materna e una struttura per ragazzi di<br />

strada dove questi ultimi possono curare<br />

la propria igiene, stare insieme e giocare<br />

con altri bambini.<br />

CLAUDIO ZERBETTO<br />

ECUADOR Una grande opera in tre volumi<br />

Storia della fede<br />

di un popolo<br />

ARTURO GUTIÉRREZ<br />

La Conferenza Episcopale ecuadoriana,<br />

nel constatare che non esiste una<br />

storia completa dell'azione della Chiesa<br />

cattolica in Ecuador dall'inizio dell'evangelizzazione<br />

fino ai nostri giorni, ha promosso<br />

l'elaborazione e l'edizione di una<br />

grande opera: «Storia della Chiesa cattolica<br />

in Ecuador», realizzata in collaborazione<br />

da numerosi esperti, curata dal<br />

dottor Jorge Salvador Lara, ex presidente<br />

dell'Accademia Nazionale Ecuadoriana<br />

di Storia.<br />

L'opera narra la storia della Chiesa in<br />

Ecuador secondo uno schema comune<br />

in America Latina: la religiosità naturale<br />

indigena, l'evangelizzazione realizzata<br />

dagli Spagnoli, l'ordinamento e l'influenza<br />

della Chiesa durante i secoli coloniali<br />

(XVI, XVII e XVIII), l'indipendenza (inizi<br />

del XIX secolo) e infine la Repubblica<br />

(secoli XIX e XX).<br />

La casa editrice Abya-Yala, di Quito,<br />

ha pubblicato (giugno 2001) i primi tre<br />

volumi dell'opera: «La prima evangelizzazione»,<br />

«Il lavoro evangelizzatore.<br />

Azione apostolica. Le missioni in Amazzonia»<br />

e «La Chiesa di Quito nel XVIII<br />

secolo». I volumi corrispondenti al periodo<br />

dell'Indipendenza e della Repubblica<br />

sono in fase di preparazione.<br />

In quest'opera imponente, dopo<br />

un'ampia descrizione della profonda religiosità<br />

dei popoli indigeni, spicca l'azione<br />

evangelizzatrice e civilizzatrice effettuata<br />

specialmente dai membri degli<br />

ordini religiosi (francescani, mercedari,<br />

domenicani, agostiniani, gesuiti...) e dal<br />

clero diocesano; sono spiegati i metodi<br />

di evangelizzazione e l'organizzazione<br />

della Chiesa, le istituzioni ecclesiastiche<br />

del periodo ispanico, i concili provincia-<br />

tempo è capace di una storia grande e<br />

santa, mediante la nobiltà della risposta<br />

dell'uomo alla chiamata di Dio».<br />

Monsignor Karlic si è poi chiesto<br />

«chi pensa all'Argentina» per trovare<br />

una rapida risposta: «tutti noi argentini<br />

abbiamo questo debito».<br />

«Il nostro servizio al Vangelo» ha<br />

puntualizzato, «desidera proclamare la<br />

verità del Figlio di Dio fattosi uomo<br />

affinché l'uomo divenga figlio di Dio<br />

e, vivendo in quella grande famiglia di<br />

fratelli che è la Chiesa, trasmetta i<br />

grandi valori umani e cristiani di fraternità<br />

e solidarietà alla società che lo<br />

circonda».<br />

Monsignore Karlic ha poi voluto ricordare<br />

e ribadire l'insegnamento del<br />

Papa al quale si richiama e si unisce<br />

ricordando che allineandosi con il Magistero<br />

«vogliamo dire che le strutture<br />

del peccato potranno essere vinte solo<br />

mediante l'esercizio della solidarietà<br />

umana e cristiana alla quale la Chiesa<br />

invita e che promuove instancabilmente».<br />

«Solamente una solidarietà basata<br />

sull'amore e frutto di quest'ultimo» ha<br />

concluso, «offrirà la speranza di un<br />

fondamento stabile all'edificazione di<br />

una società giusta e fraterna».<br />

Urgono iniziative nuove<br />

nella lotta contro l'aborto<br />

A Campaign in Support of Life, è il titolo<br />

di un piano pastorale approntato<br />

dall’Episcopato cattolico degli Stati Uniti,<br />

attraverso il quale essi intendono dimostrare<br />

come una politica favorevole<br />

all’aborto «non costituisce soltanto una<br />

minaccia alla vita umana, ma mina alle<br />

fondamenta anche il rispetto per la vita<br />

in altri settori».<br />

«Certe azioni, sostengono i Vescovi,<br />

sono sempre incompatibili con il nostro<br />

amore per Dio e la dignità della persona<br />

umana. L’aborto, che è la distruzione<br />

diretta di una vita innocente prima della<br />

nascita, è sempre moralmente inaccettabile.<br />

Altrettanto è vero a riguardo dell’eutanasia<br />

e del suicidio assistito, che<br />

non sono atti di misericordia. Anche diretti<br />

attacchi su civili innocenti durante<br />

conflitti armati ed atti terroristici contro<br />

persone non combattenti sono sempre<br />

da condannare».<br />

A Campaign in Support of Life, approvato<br />

dai Vescovi durante la recente<br />

riunione semestrale dell'assemblea plenaria,<br />

è una revisione del Pastoral Plan<br />

for Pro-Life Activities, e riflette l’enciclica<br />

Evangelium vitae di Giovanni Pao-<br />

lo II, e Living the Gospel of Life, un documento<br />

adottato dai Vescovi il 1998<br />

per applicare l’insegnamento sulla vita a<br />

situazioni particolari negli Stati Uniti.<br />

Il nuovo piano pastorale riafferma le<br />

tre aree principali del piano precedente:<br />

una campagna informativa ed educativa,<br />

uno sforzo di politica pubblica, e<br />

servizi pastorali.<br />

Un’attenzione particolare viene data<br />

al fenomeno della violenza così prevalente<br />

nella società. «Il nostro traguardo,<br />

scrivono i Vescovi, è di eliminare qualsiasi<br />

violenza contro i bambini prima<br />

della nascita, le loro madri, e i moribondi.<br />

«Siamo assolutamente contrari all’uso<br />

di violenza — aggiungono — in ogni<br />

forma per raggiungere questo obiettivo,<br />

e condanniamo le azioni di quei pochi<br />

che approvano il ricorso a questi metodi».<br />

Il nuovo piano pastorale non tralascia<br />

la questione della pena capitale. Le ragioni<br />

più cogenti contro la pena capitale<br />

sono la sua insita inumanità e assoluta<br />

finalità, la sua ingiusta applicazione ed<br />

un imperfetto sistema legale che non di<br />

rado condanna gente innocente. (F.P.)<br />

li, l'influenza del Concilio di Trento, i sinodi<br />

di Quito...<br />

Vi sono raccolte le testimonianze dei<br />

martiri dell'evangelizzazione in Amazzonia,<br />

così come la biografia di santa Marianna<br />

di Gesù, nata a Quito il 31 ottobre<br />

1618 e canonizzata il 9 luglio 1950<br />

dal Papa Pio XII.<br />

L'opera contiene anche altre sezioni<br />

specifiche: la Chiesa e la cultura, la<br />

Chiesa e l'arte, la Chiesa e l'educazione,<br />

i Vescovi, i santuari, gli scritti mistici.<br />

Vi si fanno analisi storiche di fatti che<br />

sono stati motivo di discussione: l'Encomendia,<br />

l'Inquisizione, la schiavitù, l'espulsione<br />

dei gesuiti...<br />

Nell'opera viene messo in rilievo come<br />

la fede cattolica aiutò a salvaguardare<br />

l'esistenza degli Indios, promosse il<br />

meticciato e aprì un orizzonte proprio<br />

alla storia dell'Ecuador. Non si tratta di<br />

un'apologia della Chiesa, infatti oltre alle<br />

sue grandi luci — gesta missionarie<br />

— vengono riconosciute le sue ombre<br />

— errori dei suoi figli — giacché la<br />

Chiesa, in quanto popolo di Dio pellegrino<br />

sulla terra, partecipa alle vicissitudini<br />

del popolo agendo nelle sue viscere.<br />

I primi tre volumi sono stati presentati<br />

in occasione della solennità di san Pietro,<br />

il primo Papa. I Vescovi ecuadoriani<br />

hanno voluto infatti dedicare l'opera<br />

«a Giovanni Paolo II, che continua il<br />

compito di confermare nella fede e nella<br />

carità gli altri Vescovi, suoi fratelli; a<br />

Giovanni Paolo II, il primo Successore<br />

di Pietro a visitare l'Ecuador, a Giovanni<br />

Paolo II, che a Latacunga diede un<br />

bacio a un bambino indio appoggiato<br />

sulla spalla della madre e che ci ha lasciato<br />

un'Enciclica sulla dignità umana<br />

e ha incoraggiato il processo d'integrazione<br />

degli indios e della loro cultura<br />

nella patria comune».<br />

Canada: pellegrinaggio<br />

della Croce<br />

in preparazione<br />

alla Giornata Mondiale<br />

della Gioventù<br />

Proseguono in tutto il Canada le manifestazioni<br />

organizzate per accompagnare<br />

il periodo di preparazione alla celebrazione<br />

della Giornata Mondiale della<br />

Gioventù 2002.<br />

Un enorme successo ha avuto in questi<br />

giorni il pellegrinaggio della Croce<br />

che, emblema della Giornata, ha attraversato<br />

tutta l’archidiocesi di Edmonton.<br />

«Dovunque la croce sia arrivata — ha<br />

detto l’Arcivescovo di Edmonton, Mons.<br />

Thomas Collins —, la sua semplicità ha<br />

toccato il cuore. Per la nostra comunità<br />

ecclesiale è stata un’occasione per riflettere<br />

su ciò che Gesù ha fatto per noi e<br />

sul modo in cui siamo chiamati a vivere<br />

ad imitazione di Cristo».<br />

«La Croce — ha poi spiegato — è un<br />

segno di contraddizione: simboleggia la<br />

violenza e il male che esiste in questo<br />

mondo poiché, originariamente, era uno<br />

strumento di esecuzione. Tuttavia la<br />

Croce è però divenuta anche un segno<br />

del grande amore che da essa è derivato,<br />

il dolce amore di Gesù immolatosi<br />

per l'umanità».<br />

Andrew Papenbrock, membro della<br />

Commissione Archidiocesana della Gioventù,<br />

al quale tra l'altro si deve l' organizzazione<br />

del pellegrinaggio attraverso<br />

la diocesi, ha detto che «il messaggio<br />

della croce della Giornata Mondiale della<br />

Gioventù è straordinariamente vivo<br />

nell’archidiocesi».<br />

«Dovunque la croce è arrivata, dai<br />

grandi centri ai più piccoli villaggi, si è<br />

vista una vibrante manifestazione di fede<br />

e la celebrazione della salvezza portataci<br />

da Gesù Cristo».<br />

«Gesù portò la croce tutto solo, ha<br />

aggiunto uno studente di Lloydminster.<br />

Egli lo fece per noi. Noi abbiamo, ora,<br />

l’opportunità di portarla per lui».<br />

L’Arcivescovo Collins ha poi ricordato<br />

con commozione il momento in cui vide<br />

la croce portata dalla Basilica cattolica<br />

alla Cattedrale ucraina: «Penso che abbiamo<br />

bisogno di manifestazioni pubbliche<br />

della nostra fede. Esse rafforzano la<br />

nostra comune appartenenza a Cristo».<br />

Mons. Collins ha poi voluto esprimere<br />

la speranza che «la Croce Pellegrina<br />

cambi i nostri cuori, così da approfondire<br />

la nostra fedeltà a Cristo. Un evento<br />

come questo tocca il cuore ma, una volta<br />

trasformati, dobbiamo andare avanti<br />

e dare testimonianza della nostra trasformazione».<br />

«Auspichiamo — ha concluso — che<br />

lo spirito di collaborazione nell’organizzare<br />

la visita della croce avrà effetti duraturi.<br />

In realtà il pellegrinaggio ha contribuito<br />

a creare una maggiore consapevolezza<br />

della vocazione religiosa e a scoprire<br />

anche altre vocazioni particolari,<br />

insieme ad un più profondo impegno<br />

nella missione della Chiesa e ad un rinnovato<br />

interesse nelle vocazioni sacerdotali<br />

e religiose».<br />

FRANCIS PIRO


A ROMA<br />

PAGINA<br />

REGIONE Status giuridico per il concepito<br />

Promulgata la legge<br />

sulla famiglia<br />

Il presidente della Regione, Francesco<br />

Storace, ha promulgato martedì la legge<br />

sulla famiglia, approvata dal Consiglio<br />

regionale il 28 novembre scorso, dopo<br />

oltre 21 ore di dibattito nell’aula della<br />

Pisana. Per l’attuazione della nuova normativa<br />

sono stati stanziati per il 2001<br />

complessivamente 4 miliardi di lire, incrementando<br />

di 2 miliardi il fondo stabilito<br />

precedentemente dal bilancio regionale.<br />

Uno dei punti qualificanti della nuova<br />

normativa è l’articolo che riconosce personalità<br />

giuridica al concepito, inseren-<br />

Comune: guerra<br />

ai manifesti<br />

abusivi<br />

È partita dal Muro Torto la<br />

guerra del Campidoglio ai manifesti<br />

abusivi. Una squadra di operai<br />

del Comune, martedì, si è concentrata<br />

sulla strada tra Porta Pinciana<br />

a piazzale Flaminio, da sempre<br />

luogo privilegiato per affissioni<br />

abusive. È così scattata l’opera<br />

della ditta che si è aggiudicata la<br />

gara per il servizio defissioni e relativa<br />

pulizia dei muri. Si tratta di<br />

un servizio che il Comune non<br />

aveva. Finora ci si limitava a coprire<br />

i manifesti non in regola.<br />

Turismo: il vicesindaco<br />

Gasbarra<br />

chiede modifiche<br />

alla Finanziaria<br />

Il vicesindaco Enrico Gasbarra ha rivolto<br />

un appello al Governo perché riveda<br />

la legge finanziaria prevedendo in essa<br />

un sostegno economico al settore turistico.<br />

Lo ha fatto in un incontro con la<br />

stampa alla vigilia dell’inaugurazione di<br />

una mostra archeologica capitolina a<br />

Berlino. «La Legge Finanziaria è stata<br />

elaborata prima dell’11 settembre quando<br />

non era prevedibile la crisi del turismo<br />

— ha detto Gasbarra — oggi però,<br />

in relazione ai problemi delle compagnie<br />

aeree, delle agenzie di viaggio, degli albergatori,<br />

occorre individuare un forte<br />

sostegno finanziario per questo settore<br />

che non gode di interventi come ad<br />

esempio la cassa integrazione».<br />

Gasbarra ha sottolineato che il Comune<br />

di Roma dal canto suo verserà «una<br />

somma all’Ente Bilaterale, composto<br />

dalle tre confederazioni sindacali e dagli<br />

imprenditori romani, finalizzato ad un<br />

progetto di formazione e di servizio per<br />

i lavoratori», in particolare quelli stagionali,<br />

perché possano migliorarsi e restare<br />

in attività. L’ammontare della somma<br />

non è stato ancora deciso. In questo<br />

senso, non avendo il Comune delega per<br />

la formazione professionale, Gasbarra si<br />

è rivolto anche alla Regione Lazio, specificamente<br />

al vicepresidente Giorgio Simeoni<br />

perché attivi subito i 250 miliardi<br />

di lire già assicurati proprio alla formazione<br />

professionale.<br />

Comunque, il bilancio turistico per<br />

Roma del 2001 potrebbe chiudersi con<br />

un segno positivo nonostante la crisi che<br />

ha colpito il settore dopo l’11 settembre,<br />

ha detto Gasbarra.<br />

Insegnanti a scuola<br />

di educazione all'immagine<br />

L’ultimo corso di aggiornamento sull’educazione<br />

all’immagine, promosso dal<br />

C.C.R. (Comitato per la Cinematografia<br />

dei Ragazzi) con il contributo del ministero<br />

per i Beni e le Attività Culturali —<br />

Direzione generale Cinema — e diretto<br />

a capi d’istituto e docenti di scuole d’ogni<br />

ordine e grado, si è concluso nei<br />

giorni scorsi a Roma. Attenta e intelligente<br />

è stata la partecipazione di tutti<br />

anche perché attratti da un tema piuttosto<br />

affascinante: «Grandi Bimbi —<br />

Quando i ragazzi impartiscono lezioni».<br />

Il corso era articolato, come altre volte,<br />

in tre pomeriggi. In ciascuna seduta<br />

c’è stata la proiezione di un film seguita<br />

da un dibattito. I film scelti sono stati,<br />

anche questa volta di grande interesse,<br />

soprattutto perché ambientati in Paesi<br />

diversi e molto lontani dal nostro.<br />

Il primo era un film del 1999, «Non<br />

uno di meno», di uno dei maggiori registi<br />

cinesi, Zhang Ymou. L’ambiente in<br />

cui si svolge è un piccolo paese rurale,<br />

con una piccola scuola. Dovendosi assentare<br />

il maestro, la scuola viene affidata<br />

ad una ragazzina di tredici anni.<br />

Una grandissima responsabilità, tanto<br />

più che il maestro le fa, tra le altre, una<br />

impegnativa raccomandazione: al suo<br />

9 .<br />

dolo tra i componenti della famiglia. Tra<br />

gli altri punti principali quello che prevede<br />

una serie di incentivi alle giovani<br />

coppie che intendono sposarsi. In particolare,<br />

si prevedono prestiti senza interessi<br />

o a tasso agevolato per l’acquisto<br />

della prima casa, una riserva del 20%<br />

dell’Erp (Edilizia residenziale pubblica),<br />

il rimborso delle spese per l’attivazione<br />

dei servizi di acqua, luce, gas e il rimborso,<br />

per i primi due anni di matrimonio,<br />

del 50% sulle spese per l’Ici e la tassa<br />

sui rifiuti.<br />

L’intervento della Regione è stabilito<br />

sulla base del reddito complessivo del<br />

nucleo familiare al netto dell’Irpef, del<br />

numero dei componenti della famiglia<br />

compreso il concepito, della presenza<br />

nel nucleo familiare di un soggetto disabile,<br />

di un anziano non autosufficiente o<br />

parzialmente autosufficiente, di un soggetto<br />

in particolare situazione di disagio<br />

psico-fisico.<br />

Il provvedimento istituisce anche l’Osservatorio<br />

permanente sulle famiglie per<br />

studiare e analizzare le situazioni di devianza,<br />

e violenza e per valutare l’efficacia<br />

degli interventi in favore delle famiglie<br />

realizzati dalla Regione e dagli enti<br />

locali.<br />

Inoltre, la Regione promuove e incentiva<br />

l’associazionismo familiare soprattutto<br />

per favorire il mutuo aiuto nel lavoro<br />

domestico e la cura familiare mediante<br />

l’organizzazione delle banche del<br />

tempo. Infine è prevista l’istituzione degli<br />

sportelli per la famiglia per agevolare<br />

la conoscenza delle norme in materia di<br />

politiche familiari.<br />

LAVORO I dati raccolti dall'Inail<br />

Incidenti in calo nel Lazio<br />

nei primi mesi del 2001<br />

Sono in calo del 7,4 per cento nel Lazio<br />

gli infortuni nel settore delle costruzioni<br />

nel periodo dal gennaio al giugno<br />

2001.<br />

Gli incidenti denunciati fino al 25 luglio<br />

di quest’anno, rileva e rende noto<br />

infatti l’Inail, sono stati 42.608 rispetto<br />

ai 45.991 dello stesso periodo del 2000,<br />

con un decremento pari a -7,4 per<br />

cento.<br />

Di questi, gli incidenti mortali sono<br />

stati nel periodo di quest’anno 114, in<br />

calo rispetto ai 123 di gennaio-giugno<br />

2000.<br />

La tendenza degli infortuni del settore<br />

è comunque in flessione costante: confrontando<br />

il numero degli incidenti tra il<br />

2000 e il 1999, l’Inail evidenzia ancora<br />

un calo del 2,1 per cento. Evidentemente<br />

le campagne informative hanno dato<br />

qualche frutto.<br />

Il decremento degli infortuni nell’edilizia,<br />

si rileva ancora dai dati Inail, è<br />

percentualmente superiore alla media<br />

del decremento per il totale dei settori,<br />

-4,2% nel periodo gennaio-giugno 2001,<br />

durante il quale si sono verificati 420 incidenti<br />

mortali contro i 525 dello stesso<br />

periodo del 2000.<br />

Dei 150 miliardi (su 600 miliardi di finanziamenti<br />

complessivi) destinati dall’Inail<br />

alla formazione e alla prevenzione<br />

degli infortuni sul lavoro, 18,7 miliardi<br />

di lire sono serviti a finanziare progetti<br />

di formazione e di sicurezza nel settore<br />

dell’edilizia.<br />

Inoltre, ha sottolineato il presidente<br />

dell’Inail Gianni Billia, dallo strumento<br />

della denuncia nominativa degli assicurati<br />

che obbliga i datori di lavoro alla<br />

rientro vuole trovare la classe al completo<br />

«non uno di meno».<br />

Avviene però, che uno degli scolaretti,<br />

un bambino di dieci anni, lasci la scuola<br />

per andare a trovare lavoro in città e la<br />

maestrina lo va a cercare per non mancare<br />

al suo impegno. Attorno a questo<br />

tema, naturalmente, quello della responsabilità,<br />

il dibattito è stato molto vivace.<br />

Il secondo film, del regista brasiliano<br />

Walter Salles, era imperniato sulla comunicazione<br />

e sul rapporto fra un bambino<br />

di nove anni e una vecchia insegnante.<br />

Per fare riunire il bambino al<br />

padre, i due attraversano il Brasile in<br />

una scoperta di territori sconosciuti e<br />

dei reciproci sentimenti di amicizia e solidarietà.<br />

Anche il film del terzo giorno,<br />

«Kolya», una pellicola del regista ceco<br />

Jan Sverak è ricco di contenuti. Kolya è<br />

un bambino di cinque anni che si trova<br />

al centro di una vicenda piuttosto complicata,<br />

durante il regime socialista alla<br />

fine degli anni ’88-'89. La lezione che<br />

viene da questo film è una lezione di affetto<br />

ed anche di tanta poesia. Le considerazioni<br />

intrecciate dopo la visione di<br />

questi film sono state, ancora una volta<br />

dimostrazione della validità del corso.<br />

MARIELLA LOMBARDO<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì 13 Dicembre 2001<br />

Prolungata<br />

la «fascia blu»<br />

da sabato 15<br />

fino al 6 gennaio<br />

Le compere in Centro nel prossimo<br />

periodo festivo Shopping bisognerà<br />

farle raggiungendo le vie<br />

dei negozi a piedi, lasciando l'auto<br />

fuori dalle Mura. La Giunta capitolina<br />

ha infatti deciso ieri, martedì,<br />

di prolungare per il periodo<br />

delle feste natalizie, come già avvenuto<br />

gli anni scorsi, l’orario della<br />

«fascia blu», estendendola anche<br />

alla domenica, in modo da<br />

evitare il blocco della circolazione<br />

in Centro.<br />

Il provvedimento, che sarà<br />

messo a punto dall’assessore alla<br />

Mobilità, Simone Gargano, scatterà<br />

da sabato prossimo 15 dicembre<br />

fino al 6 gennaio. L’orario<br />

della zona a traffico limitato sarà<br />

prolungato dal lunedì al venerdì<br />

fino alle 20, attualmente si conclude<br />

alle 18. Il sabato resta l’inizio<br />

alle 14, ma il termine è anche in<br />

questo caso prolungato dalle 18<br />

alle 20.<br />

Come detto, l’accesso alle auto<br />

prive di permesso sarà interdetto<br />

anche la domenica: la «fascia blu»<br />

è introdotta infatti dalle 14 alle<br />

20.<br />

«Questo provvedimento — ha<br />

commentato l’assessore Gargano<br />

— contribuisce ad incentivare lo<br />

shopping che si fa a piedi. Sabato<br />

e domenica scorsi non è stato preso<br />

alcun provvedimento ed è stata<br />

la paralisi».<br />

denuncia all’istituto sia dei contratti di<br />

lavoro che dei licenziamenti, è stata rilevata<br />

una percentuale molto elevata di<br />

incidenti denunciati il primo giorno di<br />

lavoro dei dipendenti.<br />

Di qui il sospetto che le imprese registrino<br />

i lavoratori il giorno in cui essi sono<br />

vittime di infortuni.<br />

Lo strumento del contatore dell’occupazione,<br />

come viene definita la denuncia<br />

nominativa degli assicurati, permette<br />

però, ha rilevato Billia, un monitoraggio<br />

costante costituendo un valido deterrente<br />

per le imprese.<br />

Operaio muore<br />

a Cisterna<br />

travolto da una frana<br />

Un uomo è morto per un incidente<br />

sul lavoro avvenuto a Cisterna.<br />

La vittima, secondo<br />

quanto si è appreso finora, stava<br />

lavorando alla costruzione<br />

della rete fognaria in località<br />

Borgo Flora quando il terreno è<br />

franato e lui è sprofondato rimanendo<br />

sepolto dai detriti. L’uomo<br />

lavorava per una ditta appaltatrice<br />

che stava eseguendo le<br />

opere in via Toti, alle porte di<br />

Cisterna, per conto del Comune.<br />

Le cause dell’incidente, avvenuto<br />

poco dopo le 12 di oggi, mercoledì,<br />

sono ancora in corso di<br />

accertamento.<br />

LAVORI PUBBLICI La realizzazione di un parcheggio in viale Isacco Newton<br />

Preoccupazione tra gli abitanti<br />

per pericolo di frane e crolli<br />

«Ce lo aspettavamo, un parcheggio a<br />

viale Newton avrebbe creato problemi<br />

alla stabilità dei palazzi. È da mesi che<br />

lanciamo appelli, solo adesso che i danni<br />

sono evidenti con crepe e voragini in<br />

molte abitazioni, le autorità si sono degnate<br />

di valutare i danni provocati dai<br />

lavori».<br />

È un coro di proteste quello degli abitanti<br />

di viale Isacco Newton, al Portuense,<br />

dove nei mesi scorsi sono stati avviati<br />

i lavori per la realizzazione di un parcheggio<br />

sotterraneo, previsto dal piano<br />

urbano parcheggi (pup) del Comune. Le<br />

crepe provocate dai lavori sono larghe<br />

circa un metro e la rampa del garage, in<br />

corrispondenza con il civico 55 di viale<br />

Newton, si è discostata dal muro di una<br />

trentina di centimetri.<br />

Da circa sei mesi il quartiere ha esternato<br />

la propria perplessità sulla sicurezza<br />

dei lavori e sulla stabilità dei palazzi,<br />

manifestandola alle varie autorità, ma<br />

solo nei giorni scorsi il Comune ha deciso<br />

di intervenire. Il sindaco Veltroni ha<br />

garantito verifiche rapide e la sicurezza<br />

per chi abita nei palazzi interessati. «Ho<br />

già dato disposizioni — ha spiegato il<br />

primo cittadino — per interventi di contenimento<br />

e la messa in sicurezza del<br />

cantiere. Andremo in fondo a questa<br />

storia, voglio vederci chiaro».<br />

La Provincia di Roma avvierà un’indagine<br />

idrogeologica in via Vallauri, a<br />

poca distanza da via Newton, per chiarire<br />

i motivi per cui non è possibile verificare<br />

con precisione dove si trova la falda<br />

acquifera.<br />

Lo ha annunciato, martedì, l’assesso-<br />

re provinciale alla Protezione Civile, Livio<br />

Augusto Del Bianco che ha effettuato<br />

un sopralluogo sul cantiere dove si<br />

stanno eseguendo i lavori per la costruzione<br />

del parcheggio.<br />

Gli abitanti del quartiere, preoccupati<br />

per le voragini provocate sotto le loro<br />

case, avevano chiesto dapprima l’intervento<br />

del Campidoglio, successivamente<br />

si erano rivolti all’amministrazione provinciale,<br />

chiedendo una verifica più approfondita.<br />

«Abbiamo parlato con l'assessore capitolino<br />

all'Ambiente Dario Esposito e abbiamo<br />

trovato una soluzione — si legge<br />

in una nota dell'assessore Del Bianco<br />

—. Presto, la Provincia partirà con<br />

un’indagine dettagliata. Avvieremo anche<br />

il cosiddetto “carotaggio”, una speciale<br />

procedura che permette di individuare<br />

in quali punti il sottosuolo sia pieno,<br />

dove vuoto e verso quali canali si<br />

estendano cavità acquifere».<br />

Al momento, più di duecentocinquanta<br />

famiglie vivono nell'ansia che da un<br />

momento all'altro possa verificarsi qualche<br />

frana attorno a viale Isacco Newton.<br />

«La situazione per noi non è affatto<br />

tranquilla — spiega una studentessa<br />

Romina Contino — lo dimostra il fatto<br />

che gli operai dopo aver rimosso tonnellate<br />

di terra e massi, adesso li stanno riponendo<br />

per colmare la voragine, questo<br />

ci preoccupa. Poi, — continua —<br />

dopo tutto quello che è successo alcuni<br />

anni fa in via di Vigna Jacobini e la tragedia<br />

di via Ventotene, la gente non ha<br />

molta fiducia e chiede, come è naturale<br />

VIA VENTOTENE Le iniziative in favore delle vittime<br />

Il parroco chiede al sindaco<br />

lo stato di calamità<br />

Le scadenze di fine mese non guardano<br />

in faccia né superstiti né sfollati e così<br />

succede anche che chi ha perso la<br />

propria abitazione nell’esplosione in via<br />

Ventotene si è visto recapitare le bollette<br />

di luce e gas e la richiesta di affitto. Per<br />

aiutare le 140 famiglie oltre l’emergenza,<br />

il vicario parrocchiale, don Gaetano<br />

Saracino, ha scritto al sindaco Walter<br />

Veltroni per chiedere la dichiarazione<br />

dello stato di calamità e catastrofe.<br />

Dai momenti successivi alla tragedia,<br />

la parrocchia del Santissimo Redentore<br />

ha aperto le porte ospitando in mensa<br />

ogni giorno circa 300 abitanti della via<br />

colpita, consentendo all’unità di crisi di<br />

occupare i locali del centro giovanile e<br />

portando conforto non solo spirituale ai<br />

famigliari delle vittime e ai superstiti.<br />

«C’è stata una gara di solidarietà — ha<br />

detto don Gaetano — in aiuto di tutte le<br />

famiglie, ma difficoltà e disagi rimarranno<br />

a lungo dopo che sarà terminata la<br />

fase dell’emergenza immediata e si saranno<br />

spenti i riflettori dei mezzi di comunicazione.<br />

Per questo ho avanzato la<br />

richiesta di dichiarare lo stato di calamità<br />

e disastro perché vengano adottati a<br />

favore degli abitanti di via Ventotene<br />

provvedimenti sia a carattere centrale<br />

che locale di sospensione della riscossione<br />

di tasse, imposte e tributi».<br />

Dei 140 nuclei, tre-quattro famiglie<br />

hanno perso tutto e una trentina sono in<br />

gravi difficoltà economiche. Difficoltà<br />

che in realtà già covavano prima del 27<br />

novembre, ma che la tragedia ha fatto<br />

emergere in tutta la sua gravità. Ma il<br />

cuore dei romani, però, ha dimostrato<br />

ancora una volta di essere grande. Fino<br />

Spacciandosi per agenti derubavano turisti<br />

Mostravano un tesserino e si qualificavano come agenti di polizia, ma era<br />

un pretesto per rapinare malcapitati turisti: era questa la strategia di due<br />

rumeni, rispettivamente di 33 e 26 anni, che sono stati arrestati ieri mattina,<br />

martedì, dai Carabinieri della stazione Prati. L’ultimo «colpo» i due l’hanno<br />

fatto nella centralissima via Vittoria Colonna. Hanno bloccato due cittadini,<br />

e, con il pretesto di controllare i documenti, si sono invece appropriati di<br />

alcune migliaia di dollari. I turisti hanno urlato attirando l’intenzione di passanti<br />

e commercianti. Qualcuno ha rincorso i rapinatori, che sono stati poi<br />

bloccati dai Carabinieri. I malviventi saranno processati oggi per direttissima.<br />

Incidenti stradali: un morto sulla via Tiberina<br />

Un uomo di 70 anni, Guido Mazzella, è morto questa mattina, mercoledì, in<br />

un incidente stradale, mentre era alla guida di una Renault Clio. È avvenuto<br />

alle 5.20, all’altezza del chilometro 6 della via Tiberina. Per cause ancora in<br />

corso di accertamento da parte della polizia municipale, la Renault, che<br />

viaggiava in direzione fuori Roma, ha improvvisamente sbandato, ha invaso<br />

l’altra corsia e si è scontrata frontalmente con un camion che procedeva in<br />

senso opposto. Il corpo di Guido Mazzella è stato rimosso verso le 9. Il traffico<br />

ha subito forti ripercussioni sulla via Tiberina, con rallentamenti fino alle<br />

11, perché la carreggiata è rimasta a lungo ingombrata dai due mezzi,<br />

mentre si svolgevano i rilievi dell’incidente.<br />

Frosinone: chiesti aiuti per le piccole imprese<br />

Un appello sulla revisione della normativa che riguarda i rapporti di lavoro<br />

inerenti le collaborazioni coordinate e continuative. Lo ha lanciato il presidente<br />

della Confederazione Nazionale Artigianato, Cosimo Di Giorgio, il<br />

quale ha precisato che migliaia in provincia sono state le imprese che nel<br />

recente passato hanno sempre più utilizzato questa modalità contrattuale.<br />

«Le imposte, per questa tipologia di contratti, non devono essere aumentate<br />

in modo troppo rapido ed esponenziale», ha spiegato il presidente della<br />

CNA, evidenziando anche il problema legato alle aliquote fiscali che deve<br />

esser analizzato tenendo conto che «non si può e non si deve superare l’aliquota<br />

del 40%». «Sono d’accordo con la proposta del ministro Maroni —<br />

ha detto ancora — sulla revisione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori<br />

perché permetterà anche alle piccole imprese di crescere».<br />

13 DICEMBRE 2001<br />

S. Lucia, vergine e martire -<br />

Memoria (rosso)<br />

Messa della Memoria<br />

Lezionario: Is 41, 13-20; Salmo<br />

144; Mt 11, 11-15<br />

Liturgia delle Ore: Giov. II<br />

sett. - Ufficio della Memoria<br />

ad oggi, infatti, sono stati raccolti circa<br />

27 milioni, 10 dei quali donati da una famiglia<br />

che vive ai Parioli. Nei prossimi<br />

giorni, sarà resa nota la cifra raccolta<br />

dalle altre parrocchie. Ma non finisce<br />

qui. Dal 16 al 30 dicembre si svolgerà in<br />

via Ponte delle Valli un mercatino natalizio<br />

all'interno del quale sarà allestito<br />

uno stand con una mostra di presepi.<br />

L'incasso sarà devoluto alle vittime dell'esplosione.<br />

Inoltre, due ore di salario<br />

ai familiari delle vittime saranno devoluti<br />

dai dipendenti dell’Italgas di Roma e<br />

del Lazio che venerdì sciopereranno.<br />

Con queste iniziative si spera di alleviare<br />

le sofferenze di coloro che soffrono.<br />

«Ci sono anziani — ha spiegato don<br />

Gaetano — che chiedono un ferro da<br />

stiro, chi cerca per i propri figli libri di<br />

scuola, andati distrutti nell’esplosione.<br />

Le situazioni economiche variano a seconda<br />

dei palazzi colpiti, ad esempio il<br />

civico 18 è costituito per la maggior parte<br />

da famiglie in affitto e molti sono disoccupati».<br />

E proprio per aiutare oltre l’emergenza,<br />

la parrocchia sta organizzando per<br />

domenica 23, un pranzo di Natale per<br />

tutte le famiglie di via Ventotene.<br />

Intanto, sulla tubatura principale dell’Italgas<br />

non ci sono altri fori o rotture<br />

oltre a quella già scoperta nei giorni<br />

scorsi, in corrispondenza del blocco di<br />

calcestruzzo. È quanto è emerso dall’ennesimo<br />

sopralluogo. Gli esperti hanno<br />

controllato la tubatura principale e dagli<br />

accertamenti è emerso che l’unica rottura<br />

del tubo è in corrispondenza della colata<br />

di cemento scoperta nei sopralluoghi<br />

effettuati nei giorni scorsi.<br />

F.R.<br />

Scuola: autogestioni<br />

e cortei nelle superiori<br />

Mobilitati gli universitari<br />

Liceali e universitari uniti nella mobilitazione<br />

contro la riforma Moratti e<br />

l’assemblea degli «stati generali» prevista<br />

per il 20 a Foligno. Alla lista di scuole in<br />

agitazione si aggiunge l’autogestione dell’istituto<br />

Vallauri e del liceo classico Visconti,<br />

mentre i collettivi universitari<br />

della Sapienza annunciano iniziative.<br />

I motivi della protesta tra gli studenti<br />

degli istituti medi superiori sono sempre<br />

gli stessi — le politiche scolastiche del<br />

Governo — e confluiranno nella manifestazione<br />

studentesca indetta per il 19 al<br />

termine della quale studenti e universitari<br />

prenderanno il treno per raggiungere<br />

Foligno.<br />

Gli studenti di Monteverde hanno organizzato<br />

per domani, giovedì, un corteo<br />

nelle vie del quartiere che «toccherà<br />

— affermano i manifestanti — tutte le<br />

scuole impegnate nella protesta alla riforma<br />

Moratti e giungerà davanti al ministero<br />

della Pubblica Istruzione».<br />

Nelle università, dopo le assemblee in<br />

varie facoltà, nelle quali si è discusso di<br />

aumento delle tasse e proposte di «salario<br />

studentesco», i collettivi aderiscono<br />

oggi alla giornata di mobilitazione indetta<br />

dal Roma social forum.<br />

Sincerità<br />

La sincerità è un'espansione di cuore.<br />

La si trova in pochi; e quella che<br />

si vede di solito non è che una fine<br />

dissimulazione per attirare le confidenze<br />

degli altri.<br />

(François de La Rochefoucauld)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

che sia, un intervento immediato e risolutivo<br />

da parte delle istituzioni».<br />

Le polemiche sulla realizzazione del<br />

parcheggio non accennano a placarsi,<br />

da un lato vi sono gli abitanti di viale<br />

Isacco Newton, dall'altro il Comune, la<br />

Provincia e la Regione.<br />

Il capogruppo regionale e responsabile<br />

nazionale del dipartimento Ambiente<br />

e Urbanistica di An, Fabio Rampelli, sostiene<br />

che il Campidoglio non ha mai rilasciato<br />

il nulla osta per i lavori del pup<br />

di viale Isacco Newton e che la ditta appaltatrice<br />

non sarebbe in possesso della<br />

polizza assicurativa. «L’autorizzazione<br />

riportata sul cartello posto innanzi all’area<br />

del cantiere — ha precisato Rampelli<br />

— si riferisce infatti solo alle fasi preliminari<br />

di rilevazione idrogeologica che<br />

devono essere eseguite prima di dar corso<br />

ai lavori e non all’avvio degli stessi.<br />

Inoltre, ciò che è ancora più grave è<br />

l’assenza della polizza assicurativa che<br />

la ditta appaltatrice, in questo caso<br />

l’“Igea 98”, deve stipulare per legge a tutela<br />

della sicurezza del cantiere. Per<br />

questo motivo — ha concluso — chiedo<br />

che si proceda all’immediato sequestro<br />

del cantiere, alla denuncia dell’impresa,<br />

al risarcimento dei residenti le cui case<br />

sono state danneggiate a causa dello slittamento<br />

del terreno e all’apertura di<br />

un’inchiesta da parte della magistratura<br />

per accertare se anche negli altri cantieri<br />

dove si sta procedendo alla realizzazione<br />

dei pup siano state eluse le regole<br />

dettate dalla delibera del Consiglio comunale<br />

che prevede l’obbligo di stipula<br />

della polizza assicurativa».<br />

FRANCESCO RICUPERO<br />

Concerto di Natale<br />

nella Basilica<br />

di San Giovanni<br />

in Laterano<br />

Domenica 16 dicembre, alle<br />

ore 21, nella Basilica di San<br />

Giovanni in Laterano si terrà<br />

«Joy to the world», il concerto<br />

di Natale del Coro e Orchestra<br />

della Diocesi di Roma, diretti<br />

dal maestro Monsignor Franco<br />

Frisina. Il concerto di quest'anno,<br />

che è stato promosso e organizzato<br />

dal Servizio diocesano<br />

per la Pastorale Giovanile<br />

della Diocesi, prevede l'esecuzione<br />

di brani della tradizione<br />

natalizia come «Adestefideles»<br />

o «White Christmas», associati<br />

a brani di sant'Alfonso Maria<br />

de' Liguori e del maestro Marco<br />

Frisina.<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

GIOVEDÌ 13 DICEMBRE<br />

00.10: Studio A (stereo): Con voi<br />

nella notte<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti<br />

cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

in italiano, spagnolo,<br />

portoghese, francese, inglese,<br />

tedesco e polacco<br />

16.30: I suoni nel cassetto di<br />

Marco Guadagnini<br />

17: Liturgia delle Ore: celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco:<br />

Kreuz des Südens - Leben in<br />

jungen Kirchen<br />

20.40: Recita del Santo Rosario<br />

in latino<br />

21.30: Programma francese:<br />

Juifs et catholiques sur un nouveau<br />

chemin<br />

21.50: Programma inglese<br />

22.10: Programma spagnolo<br />

GIOVEDÌ 13 DICEMBRE<br />

24: Rosario biblico (Versione tedesca)<br />

2.30-19.30-22.30: Notiziario<br />

7: Rubrica: Chiesa in cammino:<br />

Africa<br />

9: In diretta dalla Cappella di<br />

Telepace in Roma: Santa Messa<br />

9.45: Rosario biblico<br />

12.40: Cappella di Telepace in<br />

Roma: Santa Messa<br />

16: In diretta dalla Cappella di<br />

Telepace in Roma: Santo Rosario<br />

e Adorazione Eucaristica<br />

20.30: Avvento in famiglia


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

10 .<br />

in primo piano<br />

GIUSTIZIA Berlusconi: «Modifiche costituzionali»<br />

Intesa sul mandato<br />

d'arresto europeo<br />

ROMA, 12.<br />

L’accordo c’è, l’Italia si impegna con<br />

gli altri partner europei ad avviare «immediatamente»<br />

le procedure di revisione<br />

per adeguare il proprio ordinamento al<br />

progetto di mandato di cattura europeo.<br />

Ma sarà una strada lunga e, se proprio<br />

non si riuscissero a superare tutti gli<br />

scogli che la Costituzione prevede, l’Italia<br />

potrebbe anche restare fuori dal «patto<br />

comune giudiziario».<br />

È stato proprio il Presidente del Consiglio,<br />

Berlusconi, al termine dell’atteso<br />

colloquio con il Presidente di turno dell’Unione<br />

europea, Guy Verhofstadt, a<br />

dare ieri sera la notizia del raggiunto accordo;<br />

e il Premier belga non ha nascosto<br />

la propria soddisfazione per avere,<br />

l’Italia, ripreso la strada maestra della<br />

cooperazione comune alla vigilia del<br />

vertice di Laeken. Ma la questione rimane<br />

complessa anche dopo l'accordo, per<br />

il quale è stata decisiva l'azione diplomatica<br />

del ministro Ruggiero che, tra<br />

molte difficoltà, è riuscito a rendere possibile<br />

un'intesa facendo anche valere, alla<br />

fine, la posizione italiana.<br />

L’euromandato contemplerà infatti<br />

tutti i reati in questione ma vi sarà uno<br />

scaglionamento dei tempi per consentire<br />

un'armonizzazione del sistema giudiziario<br />

tra le nuove norme europee e i diritti<br />

fondamentali previsti dall'Italia. Si<br />

renderà quindi indispensabile un ritocco<br />

della Costituzione ma anche dei Codici.<br />

Per questo il Governo — ha detto Berlusconi<br />

— si rimette al Parlamento ed<br />

Csm: testo unitario<br />

della risoluzione<br />

di maggioranza<br />

Incontro Casini-Anm<br />

ROMA, 12.<br />

Sono state superate, a poche ore dalla<br />

riunione del plenum, le divisioni all'interno<br />

del Csm sorte sulla risoluzione di<br />

maggioranza in materia di giustizia approvata<br />

una settimana fa dal Senato. I<br />

documenti che erano stati presentati<br />

dalle varie componenti del Csm sul riferimento,<br />

contenuto nella risoluzione, a<br />

presunte riunioni di magistrati per disapplicare<br />

la legge sulle rogatorie sono<br />

stati infatti ritirati e sostituiti da un nuovo<br />

testo unitario, sottoscritto da tutti i<br />

gruppi dei componenti togati e dai non<br />

togati di centrosinistra.<br />

Il nuovo testo — informa l'Ansa —<br />

ammorbidisce decisamente i toni rispetto<br />

al primo testo presentato, quello dei<br />

componenti togati di sinistra. In esso si<br />

dice che il Csm «ha il dovere istituzionale<br />

di verificare la fondatezza di simili denunce<br />

soprattutto quando provengano<br />

da autorevoli organi istituzionali». «Per<br />

giungere al documento unitario è stata<br />

determinante la corrente di centro dei<br />

magistrati non togati Unità per la Costituzione<br />

— ha sottolineato il suo esponente<br />

Ettore Ferrara — poiché non si rinuncia<br />

al ruolo del Csm ma lo si persegue<br />

in modo rigorosamente istituzionale».<br />

Intanto ieri il Presidente della Camera<br />

Casini ha incontrato i componenti dimissionari<br />

della giunta esecutiva dell'Anm.<br />

L'incontro è stato definito «proficuo» dal<br />

presidente dell'Anm Gennaro il quale ha<br />

confermato che sulle dimissioni si esprimerà<br />

a fine settimana il comitato direttivo<br />

centrale dell'associazione.<br />

eventualmente al popolo attraverso un<br />

referendum costituzionale.<br />

Dal canto suo il centro sinistra, pur<br />

accogliendo con sollievo l’accordo (rivendicandone<br />

il merito), non ha mancato<br />

di sottolineare come da parte del Governo<br />

ci sia stato un «dietro-front». Le<br />

reazioni dell'opposizione sono dominate<br />

dal sospetto che l’annuncio sulla necessità<br />

di mettere mano alla Costituzione e<br />

al sistema giudiziario celi la volontà di<br />

realizzare quella riforma della giustizia<br />

che osteggiano. Il grido di allarme è<br />

contenuto anche in un documento messo<br />

a punto dall’Ulivo. E la Margherita,<br />

con Castagnetti, chiede lumi sulla «clausola»<br />

sospensiva che diluisce di alcuni<br />

anni l’applicazione dell’euromandato.<br />

Qualche puntualizzazione è giunta dal<br />

ministro della Giustizia, Castelli che entrando<br />

nel merito delle possibili modifiche,<br />

ha spiegato che solo in Italia vigono<br />

due principi costituzionali non contemplati<br />

all’estero: l’obbligatorietà dell’azione<br />

penale e lo status del pm che<br />

«nel nostro ordinamento è completamente<br />

indipendente».<br />

La parola passa ora al Parlamento: le<br />

mozioni di Ulivo e Prc, vanificate dall’intesa<br />

di ieri, potrebbero trasformarsi<br />

in risoluzioni che verrebbero presentate<br />

dopo aver sentito le comunicazioni del<br />

Governo in vista del vertice di Laeken.<br />

Comunicazioni che certo non potranno<br />

prescindere da quanto concordato a Palazzo<br />

Chigi e che, pertanto, potrebbero<br />

scontrarsi con la linea delle opposizioni<br />

mettendo a rischio una eventuale soluzione<br />

«bipartisan».<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì 13 Dicembre 2001<br />

MANDATODICATTURA UE: ACCORDO MA<br />

CON MODIFICHE ALLA COSTITUZIONE L’Italia si impegna<br />

con gli altri partner europei ad avviare «immediatamente»<br />

le procedure di revisione per adeguare<br />

il proprio ordinamento al progetto di mandato<br />

di cattura europeo. Ma sarà una strada lunga,<br />

ha detto Berlusconi dopo un colloquio con il Presidente<br />

di turno dell’Unione europea, Verhofstadt: vi<br />

sarà uno scaglionamento dei tempi e si renderà<br />

indispensabile un ritocco della Costituzione e dei<br />

Codici.<br />

IL PIANO ANTICRISI DELLA FIAT La ristrutturazione<br />

della Fiat Auto decisa dal c.d.a continua a suscitare<br />

preoccupazione nei sindacati. Più diversificate<br />

le reazioni politiche. I vertici dell'azienda sono stati<br />

convocati alla Camera.<br />

UN'ALTRA TRAGEDIA DELL'IMMIGRAZIONE<br />

Quattro clandestini, probabilmente romeni, sono sta-<br />

ECONOMIA Una ristrutturazione che fa discutere<br />

I vertici della Fiat<br />

convocati alla Camera<br />

PREVIDENZA Contenuti nella delega al Governo<br />

Età di pensionamento libera<br />

ed incentivi per chi rimane al lavoro<br />

ROMA, 12.<br />

Il Governo punta a liberalizzare l’età<br />

di pensionamento ed a eliminare progressivamente<br />

il divieto di cumulo tra<br />

pensione di anzianità e lavoro. Lo prevede<br />

la bozza di delega sulla riforma del<br />

sistema previdenziale inviata, oggi, dal<br />

ministro del Lavoro Roberto Maroni alle<br />

parti sociali.<br />

L’articolato messo a punto dai tecnici<br />

del'Esecutivo recepisce i punti su cui nel<br />

corso del confronto con i sindacati si<br />

era trovata un’intesa, mentre non sono<br />

previsti disincentivi per le pensioni di<br />

anzianità né una riduzione dei contributi<br />

per neo-assunti, misure queste fortemente<br />

caldeggiate da Confindustria e avversate<br />

da Cgil, Cisl e Uil. Tramontata<br />

anche l’ipotesi di una «fase due», ovvero<br />

di verifica, della riforma del sistema previdenziale.<br />

Per facilitare lo smobilizzo del Trattamento<br />

fine rapporto (Tfr) il Governo<br />

punta a prevedere «compensazioni per<br />

le imprese». Tra queste — si legge nella<br />

bozza di delega — «in connessione alla<br />

massa contributiva interessata» le misure,<br />

in particolare per le piccole imprese,<br />

saranno collegate alla facilità di accesso<br />

al credito, alle agevolazioni di natura fiscale,<br />

alla riduzione degli oneri contributivi.<br />

Tra i principi della delega c’è l’obiettivo<br />

di «ampliare progressivamente la possibilità<br />

di totale cumulabilità tra la pensione<br />

di anzianità e redditi da lavoro dipendente<br />

o autonomo in funzione dell’anzianità<br />

contributiva e dell’età».<br />

La delega punta anche a liberalizzare<br />

l’età pensionabile prevedendo «qualora il<br />

lavoratore abbia conseguito i requisiti<br />

per la pensione di vecchiaia il preventi-<br />

Reggio Calabria: morto il sindaco Falcomatà<br />

REGGIO CALABRIA — Il sindaco di Reggio Calabria, Italo Falcomatà, è<br />

morto martedì sera in conseguenza di una leucemia che gli era stata diagnosticata<br />

nell’estate scorsa e di cui aveva pubblicamente dato notizia. La<br />

salma è stata trasferita nella mattinata di mercoledì dalla sua abitazione alla<br />

chiesa di Sant’Agostino per una breve funzione religiosa. Era stato lo<br />

stesso Falcomatà a manifestare, negli ultimi giorni, questa volontà. Successivamente,<br />

la salma è stata traslata a Palazzo San Giorgio dove, nella Sala<br />

delle Adunanze, quella in cui si riunisce il Consiglio comunale, è stata allestita<br />

la camera ardente. Il funerale si svolgerà giovedì alle 16 nella Cattedrale.<br />

Csm: Favara riconfermato pg della Cassazione<br />

ROMA — Il Csm ha riconfermato Procuratore generale della Cassazione<br />

Francesco Favara, la cui nomina era stata annullata dal Consiglio di Stato.<br />

La decisione è stata presa dall’assemblea di Palazzo dei Marescialli all’unanimità.<br />

Terrorismo: voto segreto modifica intercettazioni<br />

ROMA — Con una votazione a scrutinio segreto l’assemblea di Montecitorio<br />

ha modificato la norma sulle intercettazioni telefoniche preventive dal decreto<br />

che contiene le disposizioni per contrastare il terrorismo internazionale.<br />

Si tratta di un emendamento di Rifondazione Comunista sul quale Governo<br />

e relatore avevano espresso parere contrario. I voti a favore sono stati<br />

252, i contrari 235, 7 astenuti. Il decreto ora passa all’esame del Senato.<br />

Anziana muore intossicata a Bari: sfiorata strage<br />

BARI — È stata sfiorata la strage mercoledì a Bari in una palazzina in centro<br />

dove, a causa di esalazioni di monossido di carbonio, è morta un’anziana<br />

donna e sono stati trovati privi di sensi la figlia della vittima e il marito,<br />

mentre i due bambini della coppia si erano appena svegliati. Sono state<br />

proprio le voci concitate dei due bambini, di otto e di cinque anni, che, poco<br />

prima delle otto di mattina, hanno insospettito una vicina. La donna si è<br />

fatta aprire la porta dai bambini e ha visto l’anziana, Amelia Rossano, di 74<br />

anni, riversa vicina ad una stufa e i due genitori dei bambini, Luigi Alloggio,<br />

di 49 anni, e Paola Cara, di 37, accasciati e privi di sensi nel corridoio.<br />

ROMA, 12.<br />

La ristrutturazione della Fiat Auto decisa<br />

l'altro ieri dal consiglio di amministrazione<br />

dell'azienda torinese continua<br />

a suscitare preoccupazione nei sindacati<br />

mentre sono più diversificate le reazioni<br />

a livello politico. Il presidente della commissione<br />

Giustizia della Camera Bruno<br />

Tabacci (Ccd-Cdu) ha comunque annunciato<br />

di aver convocato per domani pomeriggio<br />

i vertici della Fiat per un'audizione<br />

informale. Da parte loro le segreterie<br />

nazionali dei sindacati dei metalmeccanici<br />

Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil<br />

e Fismic hanno inviato una lettera al responsabile<br />

delle relazioni sindacali della<br />

Fiat, Paolo Rebaudengo, per chiedere<br />

un incontro urgente. I sindacati hanno<br />

spiegato che l'incontro è necessario «per<br />

meglio comprendere l'assetto del gruppo,<br />

dal punto di vista produttivo e occupazionale,<br />

conseguente all'attuazione del<br />

piano annunciato».<br />

A livello politico, secondo il deputato<br />

dell'opposizione Enrico Letta (Margherita),<br />

ex ministro dell'Industria, quello<br />

della Fiat è stato comunque «un atto di<br />

coraggio».<br />

Nel Governo si è detto preoccupato il<br />

ministro del Lavoro Maroni: «Non dò<br />

giudizi di merito sull'opportunità o meno<br />

del piano di ristrutturazione — ha dichiarato<br />

— mi preoccupo solo di valutare<br />

effetti di ricaduta sull'occupazione e<br />

di valutare se e quali interventi prevedere».<br />

Secondo il ministro per l'Innovazione<br />

tecnologica Stanca, «considerata la crisi<br />

del settore auto non meravigliano le esi-<br />

vo accordo del datore di lavoro per il<br />

proseguimento dell’attività lavorativa<br />

con l’applicazione degli incentivi» (l’esenzione<br />

totale del versamento dei contributi).<br />

L'esecutivo intende parificare le condizione<br />

tra fondi integrativi chiusi (quelli<br />

contrattuali) e aperti; altresì punta a anche<br />

a rivedere la tassazione dei rendimenti<br />

dei fondi «rendendo più favorevole<br />

il trattamento in ragione della finalità<br />

pensionistica». La delega vuole ridefinire<br />

quindi «la normativa sulla libera circolazione<br />

tra le diverse forme pensionistiche<br />

complementari» e «la disciplina fiscale<br />

della previdenza integrativa in modo da<br />

facilitare la fruizione della deducibilità<br />

fiscale della contribuzione ai fondi pensione<br />

tramite la fissazione di limiti in valore<br />

assoluto». Tutti i maggiori risparmi<br />

e le maggiori entrate che la riforma della<br />

previdenza dovesse produrre «sono<br />

destinati a riduzione del costo del lavoro».<br />

Lo afferma la bozza di delega sulla<br />

riforma previdenziale appena inviata alle<br />

parti sociali. Ciò dovrà comunque avvenire<br />

«a parità di livello medio delle prestazioni<br />

conseguenti alla legge 335/1995<br />

(legge Dini). La bozza di delega sulla riforma<br />

previdenziale conferma, infine,<br />

l’obiettivo del Governo di aumentare i<br />

contributi per i lavoratori parasubordinati.<br />

Per i collaboratori coordinati e<br />

continuativi l’aliquota salirà dal 13% al<br />

16,9%, il tasso già previsto per i commercianti.<br />

Sono esclusi dall'aumento coloro<br />

che ricoprono incarichi di amministratore,<br />

sindaco revisore di società e<br />

quanti percepiscono trattamenti pensionistici<br />

a carico della previdenza obbligatoria.<br />

Un'altra anziana<br />

sola in casa<br />

vittima di un'aggressione<br />

ALESSANDRIA, 12.<br />

Ancora una tragica aggressione ai<br />

danni di una persona anziana che viveva<br />

sola in casa. Una pensionata ottantenne,<br />

Ernestina Depetrini, è morta in seguito<br />

alle ferite procuratele da un uomo, il<br />

marocchino Fetah Abdel Safsaf di 38 anni<br />

il quale, in stato di ubriachezza, era<br />

riuscito ad introdursi nell'abitazione della<br />

donna a Ponti, nell'Alessandrino, per<br />

cercare di rapinarla.<br />

Ernestina Depetrini ha cercato di resistere<br />

all'aggressore ma il malvivente l'ha<br />

ripetutamente colpita provocandole gravi<br />

ferite al volto.<br />

Le cause della morte della donna non<br />

sono state ancora accertate e per stabilirle<br />

bisognerà attendere l'autopsia della<br />

vittima. I sanitari non hanno infatti<br />

escluso che la morte della donna possa<br />

essere stata provocata non dalle ferite<br />

ma da un infarto causato dallo spavento.<br />

Fatah Abdel Safsaf, residente anch'egli<br />

a Ponti, è stato arrestato.<br />

Dalle prime ricostruzioni del tragico<br />

episodio di violenza — riferisce l'Ansa<br />

— non è da escludere che sia stato lo<br />

stesso aggressore a telefonare ai Carabinieri<br />

riferendo che la donna era stata<br />

colta da un malore.<br />

genze della Fiat di trovare nuovi livelli<br />

di efficienza ristrutturandosi». Il ministro<br />

per le Attività produttive Marzano<br />

ha affermato che quella della Fiat «è<br />

un'operazione importante, considerato<br />

che il settore deve affrontare due congiunture<br />

sfavorevoli, una generale e una<br />

“di stanca” propria del settore. È comunque<br />

importante che l'operazione<br />

non coinvolga gli stabilimenti italiani». Il<br />

ministro ha poi escluso che la ristrutturazione<br />

«avvicini la vendita della Fiat alla<br />

General Motors» e ha trovato ingiustificati<br />

gli allarmi dei sindacati: «Dal punto<br />

di vista industriale c'è anzi il rilancio<br />

di un marchio come l'Alfa Romeo. Vedo<br />

semmai una tempestività nel reagire a<br />

problemi di indebitamento».<br />

Ma i sindacati non ne sono convinti.<br />

«Sapevamo da tempo — ha dichiarato<br />

il segretario generale della Cisl Pezzotta<br />

— delle difficoltà della Fiat e una decisione<br />

forte sulla riorganizzazione era<br />

dunque nell'aria e andava presa. Ma per<br />

valutare nel merito il nuovo piano, insieme<br />

agli eventuali costi sociali, bisogna<br />

conoscerlo nei dettagli e magari discutere<br />

seriamente sui cambiamenti del capitalismo<br />

italiano». Purtroppo però — ha<br />

osservato il segretario generale della Uil<br />

Angeletti — per la Fiat questa è l'ultima<br />

cosa». E per il segretario generale della<br />

Cgil Cofferati «recuperare competitività<br />

per un gruppo come la Fiat, in un mercato<br />

che si restringe è indispensabile.<br />

Però la competitività non passa solo dalla<br />

riorganizzazione degli assetti, ma dall'innovazione<br />

e dal rilancio del prodotto,<br />

ma questa riflessione nel progetto della<br />

Fiat non c'è».<br />

BANCHE Varata la proposta del Commissario Monti<br />

No della Commissione Ue<br />

agli sgravi fiscali per le fusioni<br />

ROMA, 12.<br />

La Commissione europea ha approvato,<br />

ieri, la proposta di Mario Monti di<br />

giudicare come illegittimi gli sgravi fiscali<br />

per le ristrutturazioni bancarie della<br />

legge Ciampi in Italia e di multare in<br />

Germania cinque big del credito che<br />

hanno lucrato su un caro-cambi senza<br />

giustificazioni. La Commissione di Romano<br />

Prodi ha dato inoltre il via al dibattito,<br />

che il commissario Ue alla concorrenza<br />

è tenuto a sviluppare periodicamente,<br />

su come verranno approvate o<br />

bocciate le fusioni e acquisizioni fra le<br />

Processo Fs:<br />

assolti Necci<br />

e gli altri imputati<br />

ROMA, 12.<br />

L’ex presidente delle Ferrovie<br />

dello Stato, Lorenzo Necci, l’intero<br />

consiglio di amministrazione, i<br />

membri del collegio sindacale e i<br />

dirigenti di una società di revisione,<br />

in tutto 10 persone, sono stati<br />

assolti dal tribunale di Roma dalle<br />

accuse di falso in bilancio e truffa<br />

ai danni dello Stato perché il fatto<br />

non sussiste. La richiesta di assoluzione<br />

per Necci era arrivata dallo<br />

stesso pm Salvatore Vitello, dopo<br />

che la perizia disposta dal tribunale<br />

aveva ritenuto legittimo il<br />

comportamento degli imputati.<br />

Scafi dei contrabbandieri<br />

intestati a prestanome:<br />

40 rinvii a giudizio a Bari<br />

BARI, 12.<br />

Il giudice barese Piero Sabatelli ha disposto<br />

il rinvio a giudizio di una quarantina<br />

di persone al termine dell’udienza<br />

preliminare a 59 indagati accusati di essere<br />

i prestanome di alcuni contrabbandieri<br />

che avrebbero intestato loro una<br />

serie di mezzi navali utilizzati per i traffici<br />

di sigarette. Gli altri imputati hanno<br />

chiesto alcuni il patteggiamento, altri il<br />

processo con rito abbreviato e per altri<br />

ancora l’udienza è stata aggiornata per<br />

un difetto di notifica.<br />

Il reato contestato agli imputati (in<br />

maggioranza impiegati, nullafacenti e<br />

casalinghe) è l’intestazione fraudolenta<br />

di beni mobili, ovvero degli enormi scafi<br />

«blu» che, secondo il pm della Dda di<br />

Bari, Anna Maria Tosto, erano venduti<br />

formalmente a dei prestanome ma che<br />

entravano nella disponibilità della famiglia<br />

Calò, di Fasano, ritenuta dagli inquirenti<br />

vicina al «boss» Francesco Prudentino.<br />

Tra i principali imputati figura<br />

Luigia Saponaro, 44 anni, di Monopoli,<br />

titolare di un cantiere navale gestito di<br />

fatto dai suoi parenti Vito e Giuseppe<br />

Saponaro, arrestati tutti e tre nell’ottobre<br />

’99 e poi scarcerati. Avrebbero venduto<br />

scafi alle organizzazioni dei contrabbandieri<br />

fatturando 7 miliardi.<br />

ti trovati morti al porto di Livorno: erano in un container<br />

che doveva essere caricato su una nave diretta<br />

in Canada.<br />

IL PIANO DEL GOVERNO PER LE PENSIONI L'Esecutivo<br />

punta a liberalizzare l’età di pensionamento<br />

e ad eliminare progressivamente il divieto di cumulo<br />

tra pensione di anzianità e lavoro. Lo prevede la<br />

bozza di delega sulla riforma del sistema previdenziale<br />

inviata dal ministro del Lavoro, Maroni, alle<br />

parti sociali.<br />

IMMIGRAZIONE Forse romeni diretti in Canada<br />

Morti 4 clandestini<br />

in container a Livorno<br />

LIVORNO, 12.<br />

Li hanno trovati ammassati in fondo<br />

a un container dietro a decine di pile di<br />

mattonelle: ad ucciderli probabilmente il<br />

freddo della notte o forse un'intossicazione<br />

da anidride carbonica. Non si conoscono<br />

ancora le generalità dei quattro<br />

clandestini, probabilmente romeni, morti<br />

nel porto di Livorno nella notte fra lunedì<br />

e martedì. Il container doveva essere<br />

caricato oggi su una nave cargo diretta<br />

in Canada ma è ora sotto sequestro<br />

nel piazzale della darsena.<br />

I quattro avevano portato con loro i<br />

Cinesi sfruttati<br />

sul lavoro:<br />

2 arresti a Matera<br />

MATERA, 12.<br />

Trentadue cinesi (compresi minorenni<br />

e molti «irregolari» senza<br />

documenti di identità) sono stati<br />

trovati al lavoro in quattro laboratori<br />

di pelli scoperti a Matera dai<br />

Carabinieri. I due titolari dell’azienda,<br />

anch'essi cinesi, sono stati<br />

arrestati. I quattro laboratori, il<br />

cui valore è di circa 2 miliardi di<br />

lire, sono stati sequestrati. I clandestini<br />

erano tenuti in condizioni<br />

molto dure e costretti a lavorare<br />

per quasi tutto il giorno.<br />

imprese in Europa. Circa l’Italia, Bruxelles<br />

ha dunque deciso che le agevolazioni<br />

fiscali accordate alle fusioni bancarie<br />

dalla legge 461 del 1998 e dal decreto<br />

153 dell’anno dopo sono «incompatibili»<br />

con le norme europee. «L’Italia deve<br />

ora recuperare gli importi che le banche<br />

hanno evitato di versare grazie alle esenzioni<br />

fiscali», ha precisato la Commissione<br />

affermando che queste misure hanno<br />

dato ad alcuni istituti un «vantaggio<br />

concorrenziale discriminatorio». Se non<br />

fossero già state abbandonate l’anno<br />

scorso, i benefici per le banche sarebbero<br />

ammontati in sei anni a 5.400 miliardi:<br />

quindi, secondo stime ufficiose, in<br />

gioco sarebbero 2 mila miliardi. A prescindere<br />

dall’entità, «queste misure distorcono<br />

la concorrenza ed ostacolano<br />

lo sviluppo di un autentico mercato unico<br />

dei servizi finanziari, di cui si avvantaggerebbero<br />

al tempo stesso i consumatori,<br />

i risparmiatori e le imprese», ha affermato<br />

Monti. A farne le spese saranno<br />

soprattutto i gruppi che negli ultimi tre<br />

anni sono stati più attivi sul fronte di acquisizioni<br />

e fusioni (IntesaBci, Unicredit,<br />

Sanpaolo, Banca di Roma, Montepaschi).<br />

Ma l’impatto negativo sui loro<br />

conti non dovrebbe essere devastante.<br />

Le banche italiane comunque considerano<br />

«ingiusta» questa decisione, sottolinea<br />

l’Abi confermando la ricerca di una<br />

«strategia» da seguire presso le «sedi<br />

giudiziarie comunitarie». Insomma pensa<br />

di fare ricorso contro Bruxelles. È<br />

stato poi confermato che sul capitolo<br />

Fondazioni bancarie, e sul loro status di<br />

enti no-profit, l’esame dei servizi di<br />

Monti continua.<br />

Operazione di polizia<br />

nelle Marche contro la tratta<br />

internazionale di donne<br />

ASCOLI PICENO, 12.<br />

Quattro persone arrestate, 74 immigrate<br />

clandestine espulse, 28 appartamenti<br />

sequestrati, 50 proprietari di immobili<br />

indagati per favoreggiamento:<br />

questi i numeri dell'operazione condotta<br />

dalla Questura di Ascoli Piceno a Fratte<br />

di Porto Sant’Elpidio.<br />

Il blitz, portato a termine con l’ ausilio<br />

di 150 agenti e la collaborazione dei<br />

vigili urbani di Porto Sant’Elpidio e Sant’Elpidio<br />

a Mare e dei carabinieri di<br />

Ascoli, ha colpito indirettamente anche i<br />

clienti: ben 362, multati per violazione<br />

del codice della strada.<br />

Nel corso dell’operazione, i poliziotti<br />

hanno anche liberato una giovane moldova,<br />

finita nelle mani di una banda di<br />

presunti aguzzini. Agli agenti la ragazza<br />

ha raccontato di essere stata venduta a<br />

un clan albanese dopo aver lasciato il<br />

suo paese e di essere stata costretta ad<br />

attraversare l’Adriatico per raggiungere<br />

Bari. Qui la giovane sarebbe stata violentata<br />

e picchiata e, dopo una serie di<br />

peripezie, portata nel Maceratese. A seguito<br />

del racconto fatto dalla giovane,<br />

gli agenti hanno arrestato quattro persone:<br />

un italiano di 34 anni, un albanese<br />

ed un macedone, entrambi di 33, ed<br />

una trentenne della Moldova.<br />

sacchi a pelo e alcune grandi borse con<br />

vestiario e generi alimentari. Nessun documento,<br />

ma foto di bambini, quasi certamente<br />

parenti.<br />

Non è la prima volta che clandestini<br />

vengono scoperti a bordo di container<br />

in partenza dal porto livornese: spesso si<br />

tratta proprio di romeni che tentano di<br />

imbarcarsi su navi dirette in Canada.<br />

Era accaduto anche a maggio quando<br />

furono trovate sei persone. A giugno invece<br />

sette cittadini della Romania erano<br />

stati bloccati in Canada all’interno di un<br />

container carico di vini arrivato su una<br />

nave salpata da Livorno. Nel 1997 la<br />

magistratura aveva aperto un'inchiesta<br />

su un’organizzazione che avrebbe gestito<br />

il traffico di clandestini tra Livorno e<br />

il Canada: prezzo del viaggio un milione<br />

e mezzo di lire a testa.<br />

Nel frattempo continuano senza sosta<br />

gli sbarchi. Cento clandestini, quasi tutti<br />

nordafricani, sono arrivati ieri a Pantelleria.<br />

I traghettatori li hanno buttati in<br />

mare in una zona a sud dell’isola. Le<br />

forze dell'ordine li hanno individuati poco<br />

dopo mentre cercavano di nascondersi.<br />

Cinque sono donne di età compresa<br />

tra i 25 e i 27 anni; una di esse è stata<br />

ricoverata in ospedale. Gli extracomunitari<br />

hanno detto di aver pagato per<br />

il «viaggio della speranza» una cifra<br />

compresa tra 800.000 lire e un milione e<br />

mezzo. Nessuna traccia delle barche,<br />

tornate verso l'Africa.<br />

Altri clandestini, 34 cingalesi, sono<br />

stati invece intercettati dalla Guardia di<br />

Finanza su un peschereccio al largo delle<br />

coste catanesi.<br />

Due mafiosi<br />

condannati<br />

all'ergastolo<br />

per omicidio<br />

PALERMO, 12.<br />

La corte d’assise di Palermo ha condannato<br />

all’ergastolo il «boss di Sant’Erasmo»<br />

Francesco Tagliavia e Francesco<br />

Giuliano per l’omicidio di Filippo Quartararo,<br />

uno degli uomini del clan di Giovanni<br />

Sucato, l’uomo che nel ’96 aveva<br />

rastrellato i risparmi di migliaia di palermitani<br />

cui aveva promesso guadagni milionari,<br />

mettendo a segno una truffa colossale.<br />

Tredici anni di carcere invece la<br />

condanna decisa per il collaboratore di<br />

giustizia Pietro Romeo, «uomo d’onore»<br />

di Brancaccio.<br />

Quartararo, ritenuto dagli investigatori<br />

vicino alla «famiglia» di Roccella, venne<br />

ucciso nel ’91. Secondo l’accusa Tagliavia<br />

avrebbe ordinato il delitto perché<br />

aveva investito e perso denaro nella truffa<br />

di Sucato. Ad accusare Tagliavia sono<br />

stati diversi collaboratori di giustizia tra<br />

i quali lo stesso Romeo.<br />

Sono cominciati intanto, a Catania,<br />

gli interrogatori degli indagati sul «voto<br />

di scambio». Tutti gli interrogati hanno<br />

respinto le accuse.<br />

Il parlamentare regionale Giuseppe<br />

Raffaele Nicotra, del Nuovo Psi, respinge<br />

l’ipotesi di reato di voto di scambio,<br />

come anche il sindaco di Acireale, il<br />

quasi omonimo Antonino Nicotra (Ccd),<br />

che non ha legami di parentela con il<br />

deputato regionale.<br />

Ai primi si sono aggiunti Giuseppe<br />

Quattrocchi, esponente della tifoseria<br />

dell’Acireale Calcio, ed in serata, il sindaco<br />

di Acicatena, Ascenzio Maesano, e<br />

Giovanni Mario Rapisarda, consigliere<br />

comunale di Fi ad Acireale.<br />

La Cassazione conferma<br />

le undici condanne<br />

per i pedofili di Ballarò<br />

PALERMO, 12.<br />

La V sezione penale della Cassazione<br />

ha confermato ieri — come<br />

richiesto dal sostituto pg Di<br />

Zenzo — le condanne per gli 11<br />

imputati accusati di associazione<br />

a delinquere e sfruttamento di minori<br />

nell’ambito del processo ai<br />

pedofili di Ballarò, il mercato popolare<br />

di Palermo. Le pene variano<br />

dai 12 ai 3 anni di carcere.<br />

Il processo vedeva coinvolti anche<br />

familiari e parenti delle piccole<br />

vittime di osceni abusi. Il verdetto<br />

d'appello era stato emesso il<br />

7 aprile 2000 mentre il processo di<br />

primo grado si era concluso il 28<br />

novembre del ’98.<br />

Il pg ha ricordato che l'inchiesta<br />

s’avviò quando padre Dominici,<br />

sacerdote di un oratorio di<br />

Ballarò, raccolse le prime confidenze<br />

dai minori costretti a subire<br />

violenze e ad essere ripresi in filmati<br />

che poi venivano venduti. I<br />

minorenni coinvolti erano una<br />

trentina, di età compresa tra gli 8<br />

e i 15 anni. Lo stesso pg ha aggiunto<br />

che non sono state identificate<br />

tutte le persone coinvolte.


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Anno CXLI - N. 286 (42.924) CITTÀ DEL VATICANO Venerdì 14 Dicembre 2001<br />

Il futuro dei Cristiani in Terra Santa<br />

Giovanni Paolo II incontra i Vescovi della Regione<br />

per ribadire l'interesse e la preoccupazione<br />

della Santa Sede per il dramma delle popolazioni,<br />

la sollecitudine della Chiesa per i cristiani<br />

e l'impegno a contribuire alla riconciliazione tra quanti<br />

in quei luoghi hanno le radici della propria fede<br />

Nella mattina di giovedì 13 dicembre, vigilia della<br />

giornata di digiuno e di preghiera per la pace,<br />

Giovanni Paolo II ha incontrato, nella Sala Bologna<br />

in Vaticano, i partecipanti all'Incontro sul «Futuro<br />

dei Cristiani in Terra Santa». Erano presenti i Pastori<br />

delle Chiese che sono in Terra Santa; alcuni<br />

Cardinali, Arcivescovi e Prelati della Curia Romana;<br />

rappresentanti dell'Episcopato internazionale; i<br />

Nunzi Apostolici dei Paesi della Regione.<br />

All'inizio dell'Incontro, il Cardinale Angelo Sodano,<br />

Segretario di Stato, ha anticipato ai presenti il<br />

saluto del Santo Padre ed ha illustrato lo scopo<br />

della riunione.<br />

«Purtroppo, ci troviamo riuniti — ha sottolineato<br />

Venerdì<br />

14 dicembre<br />

2001<br />

CONVERSIONE<br />

«Il digiuno diventa penitenza, cioè<br />

conversione a Dio, in quanto purifica<br />

ilcuoredalletantescoriedelmale, abbellisce<br />

l'anima di virtù, allena la volontà<br />

al bene, dilata il cuore ad accoglierel'abbondanzadelladivina<br />

grazia»<br />

(Ai ragazzi in Piazza S. Pietro, 21 marzo 1979)<br />

SOBRIETÀ<br />

«Il digiuno penitenziale, tra gli altri<br />

significati, ha quello di aiutarci in<br />

un recupero dell'interiorità. Lo sforzo<br />

di moderazione del cibo si estende alle<br />

altre cose non necessarie, ed è di<br />

grande sostegno alla vita dello spirito.<br />

Sobrietà, raccoglimento e preghiera<br />

vanno di pari passo»<br />

(Angelus Domini, 10 marzo 1996)<br />

RINUNCIA<br />

«Il digiuno è un simbolo, è un segno,<br />

è un richiamo serio e stimolante<br />

ad accettareocompiere rinunce. Quali<br />

rinunce? Rinuncia all'“io”, cioè a<br />

tanti capricci o aspirazioni malsane;<br />

rinuncia ai propri difetti, alla passio-<br />

Prefettura<br />

della Casa<br />

Pontificia<br />

Venerdì 14 Dicembre<br />

ore 9 - Cappella<br />

«Redemptoris Mater»<br />

del Palazzo Apostolico<br />

Attesa la disposizione data dal Santo<br />

Padre di dedicare la giornata di venerdì<br />

14 Dicembre alla preghiera ed al digiuno<br />

per la pace nel mondo, in occasione<br />

della consueta predica dei venerdì<br />

di Avvento, il Rev.mo P. Predicatore<br />

della Casa Pontificia tratterà il tema:<br />

«Ritornate a Me, con digiuni, pianti e<br />

lamenti» (Gioele 2; 12), nel contesto di<br />

una breve Liturgia della Parola con lettura<br />

biblica e Salmo responsoriale.<br />

il Papa nel suo discorso — in un momento che non<br />

esito a definire “drammatico”, sia per le popolazioni<br />

che abitano quelle care regioni, sia per i nostri<br />

Fratelli nella fede. Questi, infatti, sembrano<br />

schiacciati dal peso di due diversi estremismi che,<br />

indipendentemente dalle ragioni che li alimentano,<br />

stanno sfigurando il volto della Terra Santa».<br />

«A voi, cariFratellinell’Episcopatodi Terra Santa<br />

—ha esortati—,spetta il gravoso compito di continuare<br />

adesseretestimonidellapresenzadell’amore<br />

di Dio in quelle terre e portatori del suo messaggio<br />

inambientiamaggioranza islamicaod ebraica».<br />

Pagina 5<br />

DIGIUNO<br />

Venerdì 14 dicembre 2001: la Chiesa<br />

intera fa esperienza di digiuno con<br />

Giovanni Paolo II. Con la forza silente<br />

del sacrificio e della penitenza, risponde<br />

all'appello lanciato dal Papa all'Angelus<br />

del 18 novembre. Con la voce<br />

squarciante della preghiera implora il<br />

Signore affinché «conceda al mondo<br />

una pace stabile,fondatasullagiustizia,<br />

e faccia sì che si possano trovare adeguate<br />

soluzioni ai molti conflitti che travagliano<br />

il mondo». Col gesto incalzante<br />

dellacaritàcondivideifrutti della privazione<br />

con coloro che oggi soffrono le<br />

conseguenze della guerra e del terrorismo.<br />

La Chiesa intraprende questo itinerario<br />

di «deserto» sui passi interiormente<br />

fermi e spediti di Giovanni Pao-<br />

lo II. L'umanità mobilita le sue «migliori<br />

energie» perché «l'amore prevalga<br />

sull'odio, la pace sulla guerra, la verità<br />

sulla menzogna, il perdono sulla vendetta».<br />

Proprio per comprendere e per<br />

vivere appieno lo spirito di questa giornata,<br />

riproponiamo alcuni brani del ricco<br />

Magistero del Papa dedicato al significato<br />

del digiuno penitenziale.<br />

Tutta la Chiesa<br />

in preghiera<br />

con il Papa<br />

ne irruente, ai desideri illeciti. Digiuno<br />

è saper dire “no”, secco e deciso,<br />

a quanto viene suggerito o chiesto<br />

dall'orgoglio, dall'egoismo, dal vizio»<br />

(Discorso ai ragazzi in Piazza San Pietro<br />

21 marzo 1979)<br />

PREGHIERA<br />

«Il digiuno deve andare di pari<br />

passo con la preghiera, perché essa ci<br />

dirige direttamente verso Lui. D'altronde,<br />

il digiuno, cioè la mortificazione<br />

dei sensi, il dominio del corpo,<br />

conferiscono alla preghiera una maggiore<br />

efficacia»<br />

NOSTRE<br />

INFORMAZIONI<br />

Il Santo Padre ha nominato Nunzio<br />

Apostolico in Azerbaigian Sua Eccellenza<br />

Reverendissima Monsignor Claudio<br />

Gugerotti, Arcivescovo titolare eletto<br />

di Ravello, Nunzio Apostolico in<br />

Georgia e Armenia.<br />

.<br />

(Udienza generale, 21 marzo 1979)<br />

SOLIDARIETÀ<br />

«Le pratiche del digiuno e dell'elemosina,<br />

oltre ad esprimere l'ascesi<br />

personale, rivestono un'importante<br />

valenza comunitaria e sociale: richiamano<br />

l'esigenza di “convertire” il<br />

modello di sviluppo, per una più giusta<br />

distribuzione dei beni, così da poter<br />

vivere tutti dignitosamente»<br />

(Celebrazione del Mercoledì Santo<br />

nella Basilica di s. Sabina, 17 febbraio 1999)<br />

Il Santo Padre ha nominato Nunzio<br />

Apostolico in Papua Nuova Guinea il<br />

Reverendo Monsignore Adolfo Tito Yllana,<br />

Consigliere di Nunziatura, elevandolo<br />

in pari tempo alla sede titolare<br />

di Montecorvino, con dignità di Arcivescovo.<br />

. .<br />

Provvista di Chiesa<br />

Il Santo Padre ha nominato Vescovo<br />

di Passau (Repubblica Federale di Germania)<br />

Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Wilhelm Schraml, finora<br />

Vescovo titolare di Munaziana ed Ausiliare<br />

di Regensburg.


DAL MONDO<br />

PAGINA<br />

2 .<br />

in primo piano<br />

AFGHANISTAN Per dispiegare la forza di pace<br />

Atteso il mandato<br />

delle Nazioni Unite<br />

Tora Bora:<br />

interrotti<br />

i negoziati<br />

con i Taleban<br />

MOSCA, 13.<br />

L’Alleanza del Nord ha interrotto<br />

i negoziati con «Al Qaeda» a<br />

Tora Bora. Lo hanno detto all’agenzia<br />

di stampa «Ansa» fonti afghane<br />

vicine al Presidente Burhanuddin<br />

Rabbani a Mosca.<br />

Abdul Gajur, primo Segretario<br />

dell’Ambasciata afghana a Mosca,<br />

ha detto all’«Ansa» che «è inutile<br />

continuare i negoziati perché gli<br />

arabi vogliono solo guadagnare<br />

tempo per abbandonare la zona».<br />

«Si stanno già spostando in piccoli<br />

gruppi verso il confine col Pakistan»,<br />

ha detto Abdul Gajur.<br />

Sempre secondo fonti afghane<br />

a Mosca, Osama bin Laden, si<br />

troverebbe già in Pakistan. Già ieri<br />

un giornale americano aveva<br />

scritto, citando un finanziere saudita<br />

ed esponente di «Al Qaeda»,<br />

Abu Jaffar, che bin Laden si trovava<br />

in Pakistan da dieci giorni.<br />

Dal canto suo, il portavoce del<br />

Consiglio di Sicurezza Nazionale<br />

Usa, Sean McCormack, ha invece<br />

affermato che «tutte le informazioni<br />

di cui siamo in possesso portano<br />

a pensare che Osama bin Laden<br />

sia ancora in Afghanistan».<br />

Almeno due elicotteri sono atterrati<br />

ieri sera nei pressi di Tora<br />

Bora, la località dell’Afghanistan<br />

orientale dove resiste l’ultimo manipolo<br />

di combattenti di «Al Qaeda».<br />

Gli elicotteri, come ha potuto<br />

constatare un giornalista dell’agenzia<br />

«Afp», si sono posati a terra<br />

su una collina nei pressi di Tora<br />

Bora. Anche se i velivoli non<br />

erano ben visibili a causa dell’oscurità,<br />

il loro rumore era inconfondibile.<br />

Gli elicotteri potrebbero<br />

appartenere alle Forze speciali<br />

americane o britanniche, la cui<br />

presenza nella zona è stata segnalata<br />

da varie fonti.<br />

Intanto, con un'operazione-lampo,<br />

la Marina americana è riuscita<br />

a trarre in salvo i quattro membri<br />

dell'equipaggio di un aereo «B-<br />

1» precipitato nell'Oceano indiano,<br />

circa due ore prima, a sole 30<br />

miglia dalla base navale nell'isola<br />

britannica di Diego Garcia. I quattro<br />

membri «stanno tutti bene»: lo<br />

ha confermato nel corso di una<br />

telefonata, trasmessa in diretta<br />

dalla «Cnn», lo stesso capitano<br />

dell'aereo, William Steele.<br />

Infine, alcune decine di marines<br />

s’installeranno, entro la fine della<br />

settimana, all’aeroporto di Kandahar<br />

e cercheranno di trasformarlo<br />

in un centro per la distribuzione<br />

degli aiuti. Lo indicano all’agenzia<br />

«Ap» fonti del Pentagono<br />

anonime, secondo le quali i marines<br />

dovranno sincerarsi se l’aeroporto,<br />

cioè le piste e le altre principali<br />

installazioni, può essere riparato,<br />

così da essere utilizzato almeno<br />

per il trasporto di viveri, di<br />

medicinali e di generi di prima<br />

necessità. Lo scalo di Kandahar<br />

potrebbe quindi diventare, per il<br />

Sud dell’Afghanistan, quello che<br />

sono attualmente gli scali di Mazar-i-Sharif,<br />

nel Nord, e di Bagram,<br />

nei pressi di Kabul.<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

TIPOGRAFIA VATICANA<br />

EDITRICE<br />

«<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong>»<br />

Redazione:<br />

via del Pellegrino<br />

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Servizi fotografici<br />

de «L'Osservatore Romano»<br />

a cura di Arturo Mari<br />

Le foto dell'attività della Santa Sede<br />

sono del SERVIZIO FOTOGRAFICO<br />

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.<br />

KABUL, 13.<br />

Il mandato del Consiglio di sicurezza<br />

dell’Onu per l’invio di una forza multinazionale<br />

di pace in Afghanistan è atteso<br />

tra qualche giorno, secondo quanto<br />

affermato ieri dal Segretario generale<br />

dell’Onu, Kofi Annan. «Prevedo che il<br />

Consiglio di sicurezza darà mandato alla<br />

forza tra pochi giorni, entro la fine della<br />

settimana o al più tardi all’inizio della<br />

prossima», ha detto Annan nel corso di<br />

una conferenza stampa a Stoccolma.<br />

Un rapido dispiegamento del contingente<br />

internazionale — che dovrebbe essere<br />

formato da ottomila soldati e al<br />

quale Francia, Germania e Spagna hanno<br />

ieri garantito l'adesione — è indispensabile<br />

per assicurare la stabilità nel<br />

Paese devastato dalla guerra, ha sottolineato<br />

il segretario generale delle Nazioni<br />

Unite al termine di colloquio con il Primo<br />

Ministro svedese, Goran Persson.<br />

Prima di essere operativa, la forza multinazionale<br />

di pace deve comunque definire<br />

i rapporti con le truppe statunitensi<br />

presenti in Afghanistan. Hamid Karzai,<br />

il leader del nuovo Governo ad interim<br />

afghano, è intanto giunto oggi a Kabul.<br />

Lo ha annunciato un portavoce dell’Alleanza<br />

del Nord, Mohammad Habil, precisando<br />

che Karzai è atterrato all’aeroporto<br />

di Bagram, a Nord della capitale,<br />

durante la notte ed è stato accolto dai<br />

nuovi Ministri dell’interno, Yunis Qanuni,<br />

della difesa, Mohammad Fahim e degli<br />

esteri, Abdullah Abdullah, tutti esponenti<br />

della stessa Alleanza del Nord.<br />

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Pubblietica sta lavorando ad un progetto teso all'incremento della diffusione de<br />

L'Osservatore Romano in collaborazione con alcune primarie aziende italiane.<br />

Lo sforzo del quotidiano della Santa Sede per diffondere la parola del Papa, soprattutto in<br />

questo particolare momento storico, può infatti essere validamente sostenuto da quanti<br />

condividono i valori propugnati dalla Chiesa cattolica.<br />

Alcune aziende hanno scelto L'Osservatore Romano come mezzo privilegiato e qualificato<br />

per divulgare il loro messaggio pubblicitario. Saranno queste aziende —<br />

sottoscrittrici di numerosi abbonamenti — a diffondere all'interno del proprio<br />

mondo di riferimento (sedi, clienti, collaboratori), questo giornale, questi valori.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Venerdì 14 Dicembre 2001<br />

AFGHANISTAN Consultazioni all'Onu sull'invio in<br />

Afghanistan di una forza multinazionale di pace.<br />

Francia, Germania e Spagna sono disposte a contribuire<br />

con uomini e mezzi.<br />

TORA BORA L'Alleanza del Nord ha interrotto i<br />

negoziati per la resa dei miliziani di «Al Qaeda» assediati<br />

nella zona montagnosa di Tora Bora.<br />

MEDIO ORIENTE Terroristi palestinesi hanno at-<br />

INDIA Uccisi i sei uomini del commando armato<br />

Dodici morti nell'assalto<br />

al Parlamento di Nuova Delhi<br />

NUOVA DELHI, 13.<br />

Non meno di dodici persone sono state<br />

uccise e molte altre ferite gravemente<br />

oggi in un attacco senza precedenti di<br />

un gruppo armato al Parlamento indiano<br />

a Nuovi Delhi. Lo hanno reso organi<br />

di informazione e fonti ufficiali. L’attacco<br />

è stato sferrato alle 11.40 circa (le<br />

07.10 italiane) da sei terroristi che hanno<br />

ingaggiato un violento scontro a fuoco<br />

con armi automatiche e bombe a<br />

mano con le forze di sicurezza. Secondo<br />

l'emittente televisiva «Star», gli assalitori<br />

sono stati uccisi. Fonti mediche hanno<br />

reso noto che sono morte anche sei<br />

guardie e altre quattordici sono state ferite<br />

gravemente. Sarebbe stato ferito anche<br />

un operatore televisivo. Il bilancio<br />

delle vittime è stato confermato anche<br />

dal Ministro della difesa George Fernandes<br />

e dal Ministro degli affari parlamentari,<br />

Pramod Mahajan.<br />

Al momento dell’assalto, dentro il<br />

Parlamento era presente il Primo Ministro,<br />

Atal Behari Vajpayee, vari Ministri<br />

e numerosi parlamentari, ma nessuno di<br />

loro è stato colpito, ha detto Mahajan.<br />

Centinaia di soldati e di agenti delle forze<br />

di sicurezza con tiratori scelti hanno<br />

circondato l’edificio. Lo scontro è iniziato<br />

poco dopo che entrambe le Camere<br />

del Parlamento avevano aggiornato le<br />

loro sedute. Testimoni citati dall'agenzia<br />

internazionale di stampa «France-Presse»<br />

hanno dichiarato che ci sono state<br />

raffiche di armi automatiche, seguite da<br />

altre raffiche e anche da forti esplosioni,<br />

probabilmente di bombe a mano. Secondo<br />

alcune fonti i terroristi avrebbero<br />

taccato in Cisgiordania un autobus di coloni israeliani,<br />

provocando 10 morti e 30 feriti. Per rappresaglia,<br />

Israele ha bombardato con l'aviazione città autonome<br />

palestinesi e ha troncato i contatti con Arafat.<br />

INDIA Incursione di un commando armato non<br />

identificato (forse islamico) nel Parlamento di Nuova<br />

Delhi. Nella sparatoria uccisi i sei terroristi e altrettanti<br />

agenti delle forze di sicurezza; altre 14 persone<br />

sono rimaste ferite.<br />

MEDIO ORIENTE Rappresaglia israeliana nei Territori dopo un attacco terroristico<br />

Nuove violenze ostacolano<br />

gli sforzi per la ripresa del dialogo<br />

TEL AVIV, 13.<br />

Il fondamentalismo islamico armato è<br />

tornato a colpire duramente ieri nei Territori<br />

con il chiaro scopo di fermare la<br />

mediazione dell'inviato statunitense Anthony<br />

Zinni, che aveva appena chiesto<br />

quarantotto ore di tregua ad Israele e<br />

all'Autorità Palestinese (Ap) per permettere<br />

l'arresto degli estremisti. In Cisgiordania<br />

e nella Striscia di Gaza si sono<br />

susseguiti raid, incursioni, agguati e attentati<br />

suicidi, che hanno provocato la<br />

morte di 10 israeliani e 7 palestinesi e il<br />

ferimento di oltre 60 persone.<br />

L’episodio più sanguinoso si è verificato<br />

alle 18 locali (le 17 in Italia) nel<br />

Nord della Cisgiordania, lungo la strada<br />

tra Qalkilya e Nablus, dove è stato attaccato<br />

un autobus di coloni partito da<br />

Bnei Brak, alle porte di Tel Aviv, e diretto<br />

all’insediamento di Emanuel, presso<br />

Gerusalemme. Su un tornante una<br />

mina anticarro è esplosa al passaggio<br />

del mezzo, mentre dalle vicine colline<br />

uomini armati hanno aperto il fuoco.<br />

«C’è stata una potente esplosione nella<br />

parte posteriore dell’autobus. Nell’assalto<br />

sono stati uccisi 10 israeliani e altri<br />

30 sono rimasti feriti, mentre un terrorista<br />

è stato a sua volta colpito a morte<br />

dal fuoco dei militari di Tel Aviv accorsi<br />

sul posto», hanno raccontato alcuni testimoni.<br />

In un primo momento l'agguato<br />

è stato rivendicato dalle «Brigate<br />

martiri di Al Aqsa», una milizia legata<br />

ad Al Fatah, poi una nuova telefonata<br />

ha attribuito l'attacco alle brigate «Ezzeddin<br />

Al Qassam», l'ala militare di Ha-<br />

piazzato anche cariche esplosive. Un<br />

giornalista della «France-Presse» sul posto<br />

ha visto alcune automobili uscire a<br />

forte andatura dalla porta numero 12,<br />

utilizzata dai Ministri per accedere al<br />

Parlamento. L'attacco di oggi, per le sue<br />

modalità, ricorda l'azione terroristica<br />

compiuta da secessionisti islamici contro<br />

il Parlamento dello Stato di Jammu e<br />

Kashmir,nella città di Srinagar, dove, lo<br />

scordo 1° ottobre, vennero uccise quaranta<br />

persone. Nessun gruppo ha tuttavia<br />

finora rivendicato l'attacco compiuto<br />

contro il Parlamento di Nuova Delhi.<br />

Germania: al bando<br />

l'associazione islamica<br />

«Califfato di Colonia»<br />

BERLINO, 13.<br />

Il Ministro dell'interno tedesco<br />

Otto Schily ha disposto la messa<br />

al bando dell’associazione islamica<br />

del cosiddetto «Califfato di Colonia»,<br />

guidata dal cittadino turco<br />

Metin Kaplan, che sta scontando<br />

una condanna a quattro anni per<br />

istigazione all’omicidio. Il Ministro<br />

ha dichiarato che il «Califfato»<br />

viola l’ordine costituzionale e<br />

minaccia la sicurezza del Paese.<br />

Nelle ultime ore sono state effettuati<br />

quattro arresti a Wiesbaden<br />

e a Magonza e 212 perquisizioni<br />

in sette Laender.<br />

Ue: attesa per le decisioni<br />

del vertice a Laeken<br />

BRUXELLES, 13.<br />

Alla vigilia del vertice dei Capi di Stato<br />

e di Governo dell'Unione Europea a<br />

Laeken, a conclusione del semestre di<br />

presidenza di turno belga, l'attesa degli<br />

osservatori sembra concentrarsi soprattutto<br />

sulle scelte che verranno prese in<br />

merito ad una decina di «autorithy» e di<br />

agenzie europee e alla presidenza della<br />

Convenzione, l’organismo che dalla primavera<br />

del 2002 dovrà studiare le opzioni<br />

di riforma delle istituzioni dell’Unione.<br />

Sulle prime, comunque, dagli incontri<br />

preparatori condotti dal Primo Ministro<br />

belga Guy Verhofstadt nel suo giro<br />

nelle altre capitali dell'Ue concluso martedì,<br />

non sono ancora emerse indicazioni<br />

certe neppure sul numero. La presidenza<br />

di turno belga si è limitata a indicare<br />

un ventaglio «fra 7 e 12». Sicuramente,<br />

tra queste assume una particolare<br />

importanza quella sulla sicurezza alimentare.<br />

Quanto alla presidenza della Convenzione,<br />

che dovrà studiare le nuove riforme<br />

delle istituzioni Ue con un metodo<br />

nuovo, più aperto, trasparente e vicino<br />

ai cittadini, candidature ufficiali sono fino<br />

a questo momento state avanzate so-<br />

mas. La seconda rivendicazione è stata<br />

ritenuta attendibile dagli investigatori.<br />

Alla stessa ora altri quattro coloni<br />

israeliani sono rimasti feriti in un duplice<br />

attentato nel Sud della Striscia di Gaza,<br />

dove due kamikaze palestinesi si sono<br />

fatti esplodere accanto a due auto<br />

che transitavano lungo la strada che collega<br />

gli insediamenti di Neve Dekalim e<br />

Ganei Tal, nel blocco di colonie di Gush<br />

Katif. Nella zona del duplice attentato<br />

suicida, poco prima dell’alba elicotteri<br />

«Apache» israeliani avevano attaccato in<br />

due riprese una postazione delle forze di<br />

sicurezza palestinesi. La rappresaglia era<br />

stata sferrata a Khan Yunis, dopo che<br />

sei colpi di mortaio erano stati sparati<br />

contro il vicino blocco di insediamenti.<br />

Nel raid israeliano, sono stati uccisi<br />

quattro palestinesi e altri tredici sono rimasti<br />

feriti, cinque dei quali gravemente.<br />

Nel pomeriggio, inoltre, quattordici<br />

palestinesi sono rimasti feriti a Jenin,<br />

nel Nord della Cisgiordania dove, in risposta<br />

a colpi d’ arma da fuoco, tre carri<br />

armati israeliani sono penetrati nel<br />

centro della cittadina.<br />

Meno di quattro ore dopo l'assalto all'autobus<br />

è scattata la rappresaglia israeliana.<br />

Una squadriglia di caccia ha bombardato<br />

Gaza e Nablus provocando gravi<br />

danni. A Gaza, sono state colpite due<br />

caserme della polizia, mentre più a Sud<br />

è stata distrutta la torre di controllo dell’aeroporto<br />

palestinese di Dahanya, la<br />

cui pista d’atterraggio era stata già resa<br />

inutilizzabile nei raid dei giorni scorsi. A<br />

Nablus, nel Nord della Cisgiordania, i<br />

STATI UNITI Mosca pronta a montare le testate «Mirv»<br />

Imminente l'annuncio<br />

dell'uscita dall'«Abm»<br />

MOSCA, 13.<br />

Gli Stati Uniti si preparano ad annunciare,<br />

probabilmente nelle prossime ore,<br />

la loro uscita unilaterale dal Trattato<br />

«Abm» per partire con l'iniziativa di difesa<br />

anti missile (il cosiddetto «scudo<br />

spaziale»), ma Mosca non è stata colta<br />

di sorpresa ed è pronta a montare le testate<br />

multiple «Mirv» sui suoi missili intercontinentali.<br />

Il Presidente americano,<br />

George W. Bush, ha ribadito ieri che di<br />

fronte al rischio rappresentato dagli<br />

«Stati canaglia», reso più drammatico<br />

dai disumani attacchi terroristici dell'11<br />

settembre, non può più aspettare e intende<br />

denunciare il Trattato «Abm», firmato<br />

nel 1972 con l'allora Unione Sovietica<br />

che fissa un tetto al numero dei<br />

missili difensivi delle due parti. Il Capo<br />

della Casa Bianca ha già informato il Senato,<br />

anche se nessuna data ufficiale è<br />

stata resa nota. Ma Mosca indica che<br />

tutto dovrebbe avvenire oggi.<br />

Washington si aspetta che gli altri<br />

Trattati sul disarmo esistenti siano rispettati<br />

una volta che essi avranno denunciato<br />

il Trattato «Abm» che risale al<br />

1972 e che proibisce la sperimentazione<br />

e l’attuazione di una difesa anti missile.<br />

Lo ha indicato, in un briefing per la<br />

stampa estera, il portavoce del Consiglio<br />

per la Sicurezza Nazionale, Sean Mc-<br />

Cormack, confermando che il Presidente<br />

statunitense, George W. Bush, intende<br />

annunciare il ritiro dell’«Abm».<br />

McCormack non ha però voluto indicare<br />

quando Bush farà il suo annuncio.<br />

Il portavoce non ha neppure voluto dire<br />

se gli Stati Uniti continueranno a rispettare,<br />

per sei mesi dopo l’annuncio, co-<br />

lo da Francia ed Italia. In ogni caso, dal<br />

vertice di Laeken ci si attende un'accelerazione<br />

alle riforme e la definizione di<br />

un itinerario più preciso.<br />

Come spesso accaduto negli ultimi anni<br />

in occasione di appuntamenti internazionali,<br />

anche alla vigilia di questo vertice<br />

non sono mancate contestazioni. Ieri<br />

la polizia belga ha arrestato a Bruxelles<br />

diversi militanti ecologisti che occupavano<br />

in modo simbolico gli uffici del Consiglio<br />

europeo dell’industria chimica<br />

(Cefic). La manifestazione era stata organizzata<br />

da diversi gruppi cosiddetti<br />

«no global» provenienti anche da altri<br />

Paesi dell'Ue. Altri arresti sono stati<br />

compiuti a Gand, tra manifestanti che<br />

avevano tracciato slogan di protesta sul<br />

campanile storico del centro della città.<br />

Quest'oggi, vigilia del vertice, a Bruxelles<br />

sono state convocate oltre a riunioni<br />

delle principali forze politiche europee,<br />

popolari, socialisti e liberali, sia<br />

una manifestazione organizzata dalla<br />

Confederazione europea dei sindacati,<br />

con oltre ottantamila persone, secondo<br />

stime dei promotori, sia una manifestazione<br />

di protesta contro la cosiddetta<br />

globalizzazione alla quale sono attese altre<br />

ventimila persone.<br />

caccia hanno colpito un’altra stazione di<br />

polizia palestinese. Nella notte, inoltre,<br />

carri armati israeliani sono entrati nella<br />

città autonoma di Ramallah e hanno<br />

preso posizione a soli 200 metri dal<br />

«Moqata», il quartiere generale dell’Autorità<br />

Palestinese.<br />

Da parte sua il Presidente dell'Ap,<br />

Yasser Arafat, ha ordinato la chiusura di<br />

tutte le istituzioni legate ai fondamentalisti<br />

di Hamas e della Jihad islamica nei<br />

Territori sotto il suo controllo, «comprese<br />

quelle che operano nel campo dell’istruzione,<br />

della sanità e della politica».<br />

Il Premier israeliano Ariel Sharon ha però<br />

accusato l’Ap di essere «responsabile»<br />

degli attentati. Poche ore dopo l’Ap ha<br />

respinto «categoricamente le accuse<br />

israeliane», ha condannato le violenze<br />

contro i coloni, accusando contestualmente<br />

Israele di «proseguire la sua escalation<br />

militare e i suoi crimini contro il<br />

popolo palestinese» e di non cooperare<br />

«con le proposte positive e costruttive»<br />

dell’inviato degli Usa Zinni.<br />

Martedì scorso l’ex generale dei marine<br />

aveva chiesto alle parti 48 ore di tregua,<br />

ma l’agguato in Cisgiordania ha inferto<br />

un durissimo colpo al suo già difficile<br />

tentativo di mediazione. Mentre gli<br />

Stati Uniti valutano positivamente le prime<br />

misure assunte da Arafat dopo le<br />

nuove violenze, un portavoce governativo<br />

israeliano ha annunciato che Tel Aviv<br />

ha interrotto ogni contatto con il Presidente<br />

dell'Ap. «Israele si difenderà con<br />

le sue forze e ritiene che Arafat sia fuori<br />

gioco dato che non fa niente contro il<br />

terrorismo», ha detto il responsabile.<br />

me prevedono le clausole del Trattato, i<br />

limiti dell’«Abm», sia per quanto riguarda<br />

i test in vista della realizzazione dell'iniziativa<br />

di difesa anti missile, sia per<br />

quanto riguarda l’installazione di basi in<br />

Alaska necessarie al progetto.<br />

McCormack ha sottolineato la qualità<br />

dei rapporti tra Stati Uniti e Russia e la<br />

continuità delle consultazioni. Il Segretario<br />

di Stato americano, Colin Powell, è<br />

appena stato a Mosca e il Presidente<br />

George W. Bush potrebbe di nuovo incontrare<br />

il Presidente russo, Vladimir<br />

Putin, in primavera, in Russia.<br />

Unhcr: conferenza<br />

a Ginevra<br />

sul diritto d'asilo<br />

GINEVRA, 13.<br />

È in corso a Ginevra, per iniziativa<br />

dell'Alto Commissariato dell'Onu<br />

per i rifugiati (Unhcr), una<br />

riunione ministeriale dei 143 Paesi<br />

che hanno aderito alla Convenzione<br />

del 1951 sullo status dei profughi.<br />

Nel discorso di apertura,<br />

Ruud Lubbers, responsabile dell'Unhcr,<br />

ha stigmatizzato le politiche<br />

dei Governi sul diritto di asilo<br />

spesso fondate sulla diffidenza. E<br />

ha invocato nuovi strumenti per<br />

rafforzare la protezione legale e fisica<br />

dei rifugiati.<br />

Arrestati in Francia<br />

quattro presunti<br />

esponenti dell'Eta<br />

PARIGI, 13.<br />

La polizia francese ha arrestato ieri<br />

quattro presunti membri dell’Eta, l'organizzazione<br />

separatista armata dei Paesi<br />

Baschi spagnoli. I quattro, due uomini e<br />

due donne, sono stati arrestati ad Auch,<br />

una località a circa ottanta chilometri<br />

ad Ovest di Tolosa dove una settimana<br />

fa altri tre membri dell'Eta erano stati<br />

fermati dopo una sparatoria con una<br />

pattuglia di gendarmi.<br />

Il Ministro dell'interno spagnolo Mariano<br />

Rajoy, che ha dato per primo la<br />

notizia dell'arresto, ha espresso soddisfazione<br />

per il «colpo importante» assestato<br />

dalla polizia francese all’apparato dei separatisti<br />

baschi, in particolare perché «i<br />

quattro, che facevano parte dell’organizzazione<br />

logistica, si occupavano di addestrare<br />

alle tecniche terroristiche le nuove<br />

reclute».<br />

Per il momento si conoscono solo le<br />

identità dei due uomini arrestati. Si tratta<br />

di Ramon Carazatorre Aldaz, un dirigente<br />

della «colonna Donosti» dell'Eta,<br />

attiva soprattutto nell’area di San Sebastian,<br />

e di José Ramon Lete Alberdi. Sui<br />

due pesano vari mandati di arresto per<br />

partecipazione ad azioni terroristiche.<br />

STATI UNITI Il Governo di Washington si prepara<br />

a recedere unilateralmente dal Trattato «Abm» sul<br />

disarmo atomico per realizzare il progetto di «scudo<br />

spaziale». La Russia, partner degli Usa nel trattato<br />

in questione, adotterà verosimilmente contromisure<br />

di difesa nucleare.<br />

UE Vigilia a Laeken, in Belgio, del vertice semestrale<br />

dei Paesi dell'Unione Europea. Tra i temi in<br />

discussione la riforma delle istituzioni comunitarie.<br />

Sri Lanka: scontri<br />

tra ribelli e polizia<br />

COLOMBO — Sedici persone sono<br />

morte e ventitré sono rimaste ferite<br />

mercoledì nello Sri Lanka in<br />

due diversi scontri armati tra i ribelli<br />

delle Tigri per la Liberazione<br />

della patria Tamil (Ltte) e le forze<br />

dell'ordine. Si tratta dei primi attacchi<br />

dei ribelli dall’insediamento<br />

del nuovo Primo Ministro, Ranil<br />

Wickremensinshe. I combattimenti<br />

si sono verificati nell’Est del Paese,<br />

dove un gruppo di indipendentisti<br />

ha sparato proiettili di mortaio<br />

contro una centrale della polizia e<br />

una base militare.<br />

Portogallo: 5 vittime<br />

nel crollo di un ponte<br />

LISBONA — Cinque persone sono<br />

morte mercoledì in Portogallo nel<br />

crollo di un ponte stradale di 35<br />

metri di altezza nei pressi di Almodovar,<br />

oltre duecento chilometri<br />

a Sud di Lisbona. Lo hanno annunciato<br />

fonti dei Vigili del Fuoco, precisando<br />

che le vittime sono extracomunitari.<br />

Secondo i primi elementi<br />

raccolti dalle autorità locali,<br />

la struttura avrebbe ceduto sotto il<br />

peso del cemento che i lavoratori<br />

stavano applicando sulla struttura<br />

in ferro del ponte.<br />

Perú: dipostemodifiche<br />

allaCartacostituzionale<br />

LIMA — Le principali forze politiche<br />

del Perú hanno deciso di modificare<br />

la Costituzione promulgata<br />

nel 1993 dall'allora Presidente Alberto<br />

Fujimori, ora esule in Giappone.<br />

Una Commissione del Congresso<br />

ha approvato mercoledì un<br />

disegno di legge che rappresenta<br />

un primo passo in direzione di una<br />

generale revisione della carta fondamentale.<br />

In un primo momento<br />

l’Apra, il partito guidato dall’ex<br />

Presidente socialdemocratico Alan<br />

Garcia, aveva condizionato il suo<br />

appoggio alla riforma alla reintroduzione<br />

della Carta costituzionale<br />

del 1979. Successivamente, lo<br />

stesso Garcia ha ammesso la possibilità<br />

di appoggiare anche una riscrittura<br />

soltanto parziale del testo<br />

attualmente in vigore.<br />

Colombia: esplosione<br />

provoca decine di feriti<br />

BOGOTÁ — Una forte esplosione<br />

ha distrutto mercoledì sera un centro<br />

commerciale al centro di Bogotá<br />

causando decine di feriti. Secondo<br />

alcune emittenti radiofoniche<br />

colombiane, lo scoppio è avvenuto<br />

alle 17 (le 24 in Italia), al<br />

primo piano del centro commerciale<br />

«Terraza Pasteur».<br />

Australia: forte<br />

scossa di terremoto<br />

PERTH — Una forte scossa di terremoto,<br />

di un’intensità pari al settimo<br />

grado della scala Richter, è<br />

stata registrata mercoledì al largo<br />

delle coste Sud-occidentali dell’Australia.<br />

L'epicentro, hanno reso noto<br />

i sismologi del centro di geoscienza<br />

governativo, è stato localizzato<br />

circa 900 chilometri a Sud-<br />

Est della piccola città costiera di<br />

Esperance. Il terremoto è stato<br />

nettamente avvertito in varie zone<br />

dell’Australia occidentale, in particolare<br />

nella città portuale di Port<br />

Albany. Non si segnalano, per il<br />

momento, vittime o danni.<br />

Ucraina: destituito<br />

ildirettorediChernobyl<br />

KIEV — Il Direttore della centrale<br />

nucleare di Chernobyl, chiusa definitivamente<br />

un anno fa, è stato destituito<br />

mercoledì dal Presidente<br />

ucraino, Leonid Kuchma, per gravi<br />

mancanze. Vitali Tolstonogov, a<br />

capo dell’impianto dal 1998, è stato<br />

ritenuto responsabile di «serie<br />

insufficienze nell’impiego dei mezzi<br />

finanziari stanziati per lo smantellamento<br />

dell’impianto». Lo riferisce<br />

l’agenzia di stampa russa «Interfax»<br />

precisando che la destituzione<br />

è stata annunciata dal Presidente<br />

ucraino nel corso della sua<br />

visita a Slavutic, la cittadina costruita<br />

dopo la sciagura di Chernobyl<br />

per ospitare tecnici e operai<br />

impegnati nella costruzione del cosiddetto<br />

«sarcofago», la struttura di<br />

cemento armato costruita intorno<br />

al «quarto reattore» esploso nell’aprile<br />

del 1986.<br />

Spazio: lanciata<br />

una sonda su Marte<br />

WASHINGTON — La Nasa, ente<br />

spaziale statunitense, ha lanciato<br />

su Marte una sonda chiamata<br />

«2001-Mars Odissey». Alla fine del<br />

1999, altre due sonde Usa dirette<br />

su Marte si erano schiantate per<br />

errori di calcolo e per guasti. La<br />

nuova sonda, frutto di un anno di<br />

riprogettazione, rimarrà 917 giorni<br />

in orbita intorno a Marte. Dovrà<br />

raccoglierà tutte le informazioni<br />

necessarie per valutare la possibilità<br />

di inviare un astronauta sul<br />

pianeta. Anche i russi contano di<br />

sbarcare nei prossimi anni un uomo<br />

su Marte (t.f.).


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

Il volume «I diritti dell'uomo nell'insegnamento della Chiesa»<br />

Uno strumento essenziale<br />

per chi opera<br />

nella società d'oggi<br />

ANDREA RICCARDI<br />

Si scrive spesso di «politica» della<br />

Chiesa e si discute sui diversi atteggiamenti<br />

assunti dalla Santa Sede. Ma raramente<br />

si ha consapevolezza dello spessore<br />

ideale e culturale di questa «politica»:<br />

parte di questo spessore è fatto di riflessioni<br />

sulla condizione dell'uomo nella<br />

società contemporanea. Ora cogliere<br />

queste riflessioni rappresenta un'operazione<br />

importante da un punto di vista<br />

culturale e storico perché, senza riferirsi<br />

ai testi dell'insegnamento sociale della<br />

Chiesa, non si comprendono le scelte<br />

concrete, la sensibilità e l'azione di tanti<br />

singoli e di tante Chiese. Oggi, in maniera<br />

agevole, confortati da un accurato indice<br />

analitico, è possibile accostarsi all'insegnamento<br />

sui diritti umani grazie<br />

alla pubblicazione di una raccolta di testi<br />

del Magistero, I diritti dell'uomo nell'insegnamento<br />

della Chiesa. Da Giovanni<br />

XXIII a Giovanni Paolo II, curata<br />

con grande attenzione da Giorgio Filibeck,<br />

promossa dal Pontificio Consiglio<br />

della Giustizia e della Pace e pubblicata<br />

dalla Libreria Editrice Vaticana.<br />

Si tratta di quarant'anni di discorsi<br />

sui diritti dell'uomo dal 1958 al 1998, da<br />

Giovanni XXIII a Giovanni Paolo II, dalla<br />

guerra fredda al postcomunismo. Ci<br />

si accorge di un Magistero attento alle<br />

vicende dell'uomo e della donna contemporanei<br />

proprio in tutte le sue articolazioni.<br />

Si potrebbe quasi comporre<br />

un «codice» con capitoli sul diritto alla<br />

vita, sulla tortura, sulla discriminazione,<br />

sulle libertà, sull'educazione, sul lavoro,<br />

sulle comunità religiose, sulle nazioni,<br />

sulle minoranze e tanto altre.<br />

Ma il modo complessivo di riflettere<br />

sui diritti dell'uomo sfugge la logica secca<br />

e giuridica, per esprimere grande<br />

sensibilità, un insieme di preoccupazioni,<br />

idee, suggerimenti per la grande avventura<br />

dell'umano in tutti luoghi del<br />

mondo: da quelli del dolore a quelli della<br />

responsabilità, da quelli pubblici a<br />

quelli privati come la famiglia.<br />

Scorrere queste pagine, tra testi dei<br />

Papi di natura più diversa, ci si trova<br />

come travolti da un fiume in piena, che<br />

manifesta l'interesse per le più disparate<br />

situazioni della vicenda contemporanea<br />

a partire dai crocevia della vita internazionale<br />

sino a situazioni più particolari,<br />

talvolta minori o dimenticate, ma rilevanti<br />

per la Chiesa.<br />

La raccolta — come rende ragione<br />

Giorgio Filibeck nella sua nota introduttiva<br />

— inizia con Giovanni XXIII perché<br />

è stato il primo Papa a fare riferimento<br />

alla Dichiarazione Universale dei Diritti<br />

dell'Uomo, adottata dalle Nazioni Unite<br />

alla fine del 1948. Si tratta di un discorso<br />

specifico sui diritti umani che manifesta<br />

interesse per l'uomo, per la singola<br />

persona, per le comunità, ma che ha<br />

origini ben più lontane e affonda nel<br />

messaggio evangelico. Si è a lungo discusso<br />

sul presunto ritardo della Chiesa<br />

in questo importante settore.<br />

A parte l'idea stessa del «ritardo», che<br />

lo storico non riesce bene a comprendere<br />

perché nessuno possiede l'orologio<br />

della storia, la Chiesa non ha fatto propria<br />

la prospettiva di un pensiero laico<br />

otto-novecentesco. Ha invece elaborato,<br />

prima in maniera più faticosa poi in modo<br />

sempre più largo, una propria via<br />

per discutere dei diritti umani e per parlarne<br />

non solo ai cristiani ma a tutta la<br />

società civile. Così concetti, problemi,<br />

soluzioni ricorrenti nei dibattiti contemporanei<br />

acquistano una nuova prospettiva<br />

e una luce differente nel Magistero<br />

della Chiesa. Lungo queste pagine si ritrovano<br />

dibattiti correnti, ma anche visioni<br />

e prospettive originali che sono<br />

quelle della Chiesa.<br />

Infatti il magistero «ha fatto ricorso<br />

— nota Filibeck — a un approccio nuovo,<br />

di tipi pastorale, per applicare principi<br />

antichi...». Paolo VI, nel discorso di<br />

chiusura del Concilio Vaticano II, ha<br />

espresso in maniera molto chiara questo<br />

approccio: «L'antica storia del Samaritano<br />

è stata il paradigma della spiritualità<br />

del Concilio. Una simpatia immensa lo<br />

ha tutto pervaso. La scoperta dei bisogni<br />

umani... ha assorbito l'attenzione<br />

del nostro Sinodo» — concludeva il Papa.<br />

Questa simpatia per l'umano, a partire<br />

dalla questione sociale, si è estesa<br />

nel Magistero lungo tutto il Novecento,<br />

toccando i più diversi settori della vita<br />

umana. È quella universalità di interesse<br />

che già Paolo VI esprimeva nell'Ecclesiam<br />

Suam, la sua enciclica programmatica<br />

del 1964 (e si tratta del primo<br />

documento citato nel volume in esame).<br />

Per la Chiesa — dice il Papa — «nessuno<br />

è estraneo al suo cuore. Nessuno è<br />

indifferente per il suo ministero. Nessuno<br />

le è nemico, che non voglia egli stesso<br />

esserlo. Non indarno si dice cattolica;<br />

non indarno è incaricata di promuovere<br />

nel mondo l'unità, l'amore, la pace».<br />

L'interesse per gli uomini e le donne va<br />

al di là dei confini della Chiesa cattolica<br />

e si rivolge a tutti, soprattutto ai più poveri<br />

e ai più deboli.<br />

Giovanni Paolo II, come dice lui stesso<br />

al congresso sulla pastorale dei diritti<br />

umani nel 1998, ha «dedicato una particolare<br />

attenzione alla salvaguardia e alla<br />

promozione della dignità della persona e<br />

dei suoi diritti, in tutte le fasi della sua<br />

vita e in ogni circostanza...». Lo ha fatto<br />

nel mondo diviso dalla guerra fredda,<br />

quando una parte di esso negava i fondamentali<br />

diritti della libertà. Ma il suo<br />

Magistero si è pure rivolto, prima e do-<br />

po l'89, al mondo delle democrazie, ricordando<br />

alcuni diritti umani, che vengono<br />

facilmente misconosciuti. In particolare<br />

gli anni di Giovanni Paolo II, attorno<br />

al Magistero di questo Papa, sono<br />

stati una stagione in cui la Chiesa ha difeso<br />

e ribadito con fermezza i diritti<br />

umani, ma ha anche vissuto un impegno<br />

pacifico, non violento, forte, per la<br />

loro difesa e per l'evoluzione di situazioni<br />

in cui essi erano conculcati.<br />

Nella seconda metà del Novecento, si<br />

esprime il profondo distacco della Chiesa<br />

dalla violenza di ogni tipo e dalle rivoluzioni.<br />

La sua esperienza storica le<br />

insegna che queste esperienze marcano<br />

in maniera negativa la vita dei popoli:<br />

«La Chiesa non può accettare la violenza,<br />

soprattutto la forza delle armi — incontrollabile<br />

quando si scatena — né la<br />

morte di chicchessia, come cammino di<br />

liberazione, perché sa che la violenza<br />

chiama sempre la violenza e genera irresistibilmente<br />

nuove forme di oppressione<br />

e di schiavitù più pesanti di quelle<br />

dalle quali essa pretendeva di liberare»<br />

— afferma Paolo VI nella Evangelii<br />

nuntiandi. Per questo la Chiesa ha sempre<br />

preferito la via delle transizioni pacifiche,<br />

dove la protesta civile, il negoziato,<br />

il confronto senza violenza, esercitano<br />

un ruolo fondamentale anche davanti<br />

a poteri oppressivi e violenti. È la storia<br />

della transizione verso la libertà nella<br />

maggioranza dei Paesi dell'Est e in non<br />

pochi altri Paesi del mondo.<br />

A questo proposito Giovanni Paolo II<br />

ha osservato che c'è un ruolo strategico<br />

della dottrina dei diritti umani: «Un contributo<br />

importante, anzi decisivo, ha dato<br />

l'impegno della Chiesa per la difesa e<br />

la promozione dei diritti dell'uomo: in<br />

ambienti fortemente ideologizzati, in cui<br />

lo schieramento di parte offuscava la<br />

consapevolezza della comune dignità<br />

umana, la Chiesa ha affermato con semplicità<br />

ed energia che ogni uomo —<br />

quali che siano le sue convinzioni personali<br />

— porta in sé l'immagine di Dio...».<br />

Questo atteggiamento di fondo «ha portato<br />

— conclude il Papa — alla ricerca<br />

di forme di lotta e di soluzioni politiche<br />

più rispettose della dignità della persona».<br />

I tanti testi contenuti in questo volume<br />

(una piccola parte dei quali sono<br />

stati citati) trattano di una molteplicità<br />

di argomenti di cui non si può nemmeno<br />

dar conto in maniera sommaria. Ma<br />

rappresentano quella seminagione storica<br />

ed educativa che, in quarant'anni, i<br />

Papi e la Chiesa hanno compiuto nella<br />

coscienza degli uomini, delle donne e<br />

dei popoli. Si tratta di un contributo alla<br />

maturazione della responsabilità sociale<br />

dei cristiani, la cui incidenza storica non<br />

è ancora facile misurare oggi. Si sostanzia<br />

in un discorso concreto sulla condizione<br />

dell'uomo, ragionevole e circostanziato,<br />

talvolta di denuncia, che interessa<br />

anche i non cattolici, quegli «uomini<br />

di buona volontà» di cui parlava<br />

Papa Giovanni.<br />

I Diritti dell'uomo nell'insegnamento<br />

della Chiesa è un volume rilevante per<br />

lo studioso, ma che è uno strumento essenziale<br />

per chi opera nella società e intende<br />

illuminare la propria azione alla<br />

luce dell'insegnamento e dell'esperienza<br />

storica della Chiesa. È importante anche<br />

per chi si vuole rendere conto della larghezza<br />

e della concretezza del pensiero<br />

contemporaneo della Chiesa sulle più<br />

variesituazioniumane del nostro tempo.<br />

Ci si trova innanzi a una pubblicazione<br />

da salutare con grande attenzione, perché<br />

rappresenta un testo che non si consuma<br />

ma resta come fonte preziosa per<br />

la storia della Chiesa del Novecento, soprattutto<br />

ispiratrice di azioni e impegni<br />

per l'uomo, manifestando quel tipico interesse<br />

cristiano, senza secondi fini, per<br />

la condizione umana nella sua interezza.<br />

In questa stagione in cui di discute tanto<br />

di «interessi nazionali», si vede bene,<br />

attraverso queste pagine, come l'interesse<br />

«ecclesiale» è prima di tutto l'uomo.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Venerdì 14 Dicembre 2001<br />

Un ideale cimento fra i due massimi rappresentanti della poesia e dell'arte nel Medioevo<br />

Dante e Giotto interpreti di san Francesco<br />

FERRUCCIO ULIVI<br />

Lungo i sentieri che il CAI ha dedicato in tutta Italia a Pier Giorgio Frassati<br />

Camminare sempre più in alto per ritrovarsi accanto a chi soffre<br />

FRANCESCO LICINIO GALATI<br />

«La preghiera<br />

in s. Damiano»<br />

Erano passati soli pochi anni dalla beatificazione di<br />

Pier Giorgio Frassati, avvenuta nel 1990, allorché il<br />

Club Alpino Italiano, per onorare la memoria, ha pensato<br />

di dedicargli in tutte le regioni d'Italia un particolare<br />

«sentiero» che, attraversando montagne, colline e<br />

bacini fluviali, mettesse in contatto con le incomparabili<br />

bellezze della natura e ricordasse gli eventi storici e<br />

religiosi legati in qualche modo ai luoghi percorsi. Ma<br />

soprattutto il «sentiero naturalistico» che costituisse il<br />

tramite per il «sentiero spirituale» della vita, indicato<br />

dal giovane torinese — figlio del fondatore del quotidiano<br />

«La Stampa» e socio del Club Alpino Italiano<br />

(1901-1925) — che nel suo amore per la montagna aveva<br />

scoperto il mezzo di elevazione spirituale e la palestra<br />

per temprare l'anima e il corpo.<br />

Questo è il messaggio lanciato a tutti i giovani, desiderosi<br />

di «vivere e non vivacchiare», da Pier Giorgio<br />

Frassati, mentre confessava il suo amore per le montagne<br />

e l'ansia di scalarle per «provare quella gioia che<br />

solo in montagna si ha».<br />

Superfluo sottolineare che le ascensioni in montagna,<br />

pur essendo un mezzo di elevazione spirituale,<br />

non costituivano per Frassati una fuga dai problemi<br />

che angustiavano la sua vita e quella dei poveri e degli<br />

emarginati, giacché l'impegno quotidiano della sua<br />

«carità gioiosa», attingeva la giusta carica e la necessa-<br />

«Il presepe<br />

di Greccio»<br />

Il problema dei rapporti fra Dante e Giotto, culmine<br />

delle rispettive esperienze trecentesche, si articola,<br />

com’è tradizionalmente noto, in alterne, complementari<br />

direzioni, sviscerate dai critici all’insegna sia dell’opera<br />

scritta o dipinta, sia degli argomenti, sia, infine,<br />

dell’interpretazione annessa; nonché, è pure da<br />

aggiungere, facendo appello ai rapporti personali tra i<br />

due massimi rappresentanti della poesia e dell’arte<br />

del Medioevo italiano ed europeo.<br />

Nel settore determinato che stiamo per esaminare,<br />

il richiamo comune si accentra intorno alla figura di<br />

un protagonista del secolo precedente, Francesco<br />

d’Assisi, grazie a due interventi basilari: il canto XI<br />

del Paradiso, e il ciclo pittorico intitolato a Giotto nella<br />

Basilica Superiore di Assisi. Gli interessi francescani<br />

del grande pittore si replicarono nel tempo, fino all’ultimo,<br />

trasfigurato capolavoro delle Esequie, nella<br />

Cappella Bardi in Santa Croce a Firenze. Dante da<br />

una parte, l’artista dall’altra affrontarono il personaggio<br />

e, sovente, gli stessi temi, con una carica di partecipazione<br />

esegetica che rimarrà fortissima alla base<br />

dell’una e dell’opposta indagine storica e mistica.<br />

Aparteilrispettivo,eccezionaleprestigioestetico che<br />

facilmente s’intuisce, è soprattutto la caratterizzazione<br />

psicologica e ambientale che viene in diversa luce:<br />

un san Francesco immerso nella vita contemporanea<br />

sia pure sulle basi della tradizione e dell’agiografia<br />

ufficiale, in Giotto; una sintesi degli argomenti biografici,<br />

scritturali, dottrinali, escatologici in Dante.<br />

Il soggetto francescano campeggia su uno sfondo<br />

parimenti, ma diversamente eroico. Il risvolto biografico-narrativo<br />

della soluzione giottesca può essere forse<br />

compreso, partendo da un’analoga, celebre precedenza<br />

artistica, quella di Cimabue nella Basilica inferiore;<br />

molto probabilmente (seguiamo qui un’affermazione<br />

di Riccardo Bacchelli in un romanzo francescano<br />

di alcuni decenni fa) il più bel ritratto dipinto di<br />

una figura, il santo, destinata a un incessante tragitto<br />

nell’arte. Un ritratto, ci sarebbe pure da aggiungere,<br />

sovraccarico di umanità, lacerazione, dolore, da situare<br />

idealmente al culmine esistenziale, sull’ultimo<br />

margine della biografia.<br />

Ebbene, in Giotto, l’intesa della figura fu nettamente<br />

capovolta. Non più, come in Cimabue, l’asceta logorato<br />

dalle privazioni, lo smunto osservatore del mistero<br />

dei cuori. Giotto, che aveva lavorato anche a<br />

Roma, ricevendo incarichi ufficiali dalla corte pontificia,<br />

era in grado di allinearsi alle esigenze di una biografia<br />

ufficiale, rappresentativa, attinta dal testo della<br />

«Leggenda maggiore» di Bonaventura; testo di cui sarà<br />

seguita, nei ventotto riquadri assisiati, anche la<br />

successione. In adesione a una rappresentatività ufficialmente<br />

sancita, anche il tema della povertà viene<br />

temperato. Il personaggio è proiettato al di là di<br />

una eccezione popolare, comune; è un personaggio<br />

«intimo ed eroico» (così lo Gnudi); «magnanimo»<br />

(Bacchelli). Esprime razionalità, padronanza di sé<br />

(Battisti).<br />

Nei grandi riquadri, il santo si svincola dall’assuefazione<br />

insoavita della tradizione popolare, a vantaggio<br />

dell’accento di nobiltà trascendente che si preferisce<br />

attribuire a una figura ormai acquisita alla storia<br />

universale della Chiesa, l’ispirazione proviene dall’alto<br />

e la sinfonia di passioni che smuove suggerisce il<br />

senso provvidenziale delle vicende, né c’è nulla d’imperioso<br />

che faccia appello alle doti straordinarie di<br />

cui è provvisto, differenziandosi in quella pur nobile<br />

umanità dal tocco sovrano del Cristo protagonista e<br />

giudice, per esempio, dei riquadri di un altro ciclo<br />

giottesco, quello padovano. Quanto agli interventi in<br />

Santa Croce, l’accento è, semmai, di approfondita spi-<br />

«Ritratto<br />

di Dante»,<br />

affresco<br />

nella<br />

Cappella<br />

del Podestà,<br />

Firenze<br />

ria determinazione proprio dall'abitudine «a contemplare<br />

in quell'aria pura la grandezza di Dio».<br />

Ecco perché ogni «sentiero» aperto nel nome di Pier<br />

Giorgio Frassati costituisce di per sé un tacito invito a<br />

guardare sempre più in alto per sentirsi più vicini a<br />

Dio e ritrovarsi sempre accanto all'uomo che soffre.<br />

L'idea dei «Sentieri» era sorta in Campania e infatti<br />

il primo ad essere aperto, nel 1996, è stato quello di<br />

Sala Consilina in provincia di Salerno. Verranno poi<br />

quelli di Traves in Piemonte, nel 1977; della Calabria,<br />

tra Mongiana e Serra San Bruno, nel 1998; della<br />

Sicilia, tra Cassaro e Buscemi, sempre nello stesso anno;<br />

della Toscana, all'eremo francescano della Verna,<br />

nel 1999.<br />

Un secondo «sentiero» è stato aperto nel corso dell'anno<br />

giubilare in Piemonte, a Pollone in provincia di<br />

Biella, per onorare i luoghi frequentati dal beato durante<br />

le vacanze estive e nel 2001, anno centenario della<br />

sua nascita, sono stati inaugurati il sentiero delle<br />

Marche, da Cagli a Fonte Avellana, e quello del Veneto<br />

in Val Comelico e Sappada.<br />

Al momento dell'apertura di questo «sentiero» è stato<br />

scritto che col «Frassati» del Veneto l'alpinismo, dopo<br />

aver conquistato le vette, torna a valle onde riscoprirne<br />

storia, religione e cultura, attraverso le molteplici<br />

testimonianze delle chiese, delle cappelle, dei crocifissi<br />

e dei capitelli.<br />

Il percorso del «sentiero», che si snoda per ottanta<br />

ritualizzazione dell’immagine, sull’onda di un sentimento<br />

religioso intrinsecamente e progressivamente<br />

affinato che chiude l’epopea francescana di Giotto;<br />

Del tutto diversificata, come abbiamo premesso, la<br />

versione del canto dantesco, in quanto non conserva<br />

quasi nulla del personaggio umano che il pittore aveva<br />

pur impresso di sottile, squisita spiritualità, e mette<br />

in causa invece argomenti di particolare indole —<br />

soprattutto mistica e teologica — in procinto di tradursi<br />

in rapinosa, trascendente poesia.<br />

Già nel periodo duecentesco, dopo la morte del santo,<br />

la decifrazione del suo messaggio aveva dato luogo<br />

a un nodo intricato di problemi dibattuti tra biografismo,<br />

esemplarità, simbolismo mistico e filosofico, ed<br />

escatologia, a cominciare dalla travagliatissima querelle<br />

della povertà. E proprio dalla povertà Dante parte<br />

per tracciarvi intorno l’effigie del santo, infondendovi<br />

la carica simbolica che gli aggiudica senza diversivi.<br />

Quando, nel quarto cielo del Paradiso, san Tommaso<br />

e san Bonaventura intervengono a celebrare in<br />

cavalleresca, e monitrice, simmetria, i due fondatori<br />

«Il santo riceve le stimmate sulla Verna»<br />

Francesco e Domenico, abbiamo la sensazione di entrare<br />

di colpo nel vivo di una problematica radicale.<br />

Dopo un breve enunciato, la celebrazione dell’assisiate<br />

si apre con una solenne inquadratura dei luoghi<br />

dove dovrà svolgersi l’azione del nascituro, con una<br />

serie di versi che «possono apparire troppo e troppo<br />

lussureggianti di perifrasi» (Bosco).<br />

Quel che preme sottolineare è la carica metaforica<br />

del passo. L’evento, in concorso con la puntualizzazione<br />

geografica, evolve nell’allegoria, e l’effetto di luminismo<br />

si trasfigura e denaturalizza. Ma lo stacco<br />

da qualsiasi raffigurazione letteraria o pittorica degli<br />

esordi francescani non si ferma, e incrementa la simbolizzazione<br />

e stilizzazione dei connotati biografici,<br />

storici, agiografici della figura, omettendo senza risparmio<br />

tutti gli aspetti del san Francesco storico, a<br />

vantaggio di due motivi dominanti: l’eroica dignità e<br />

il misticismo pauperistico, pur rifiutando le correnti<br />

spiritualiste radicali in corso per definire a una dimensione<br />

«equilibrata» (Stanislao da Campagnola),<br />

cioè non rigorista né estremista, di quel pauperismo.<br />

Niente, rispetto a Giotto, contorno di frati e di laici<br />

che stiano a incrementare la «socialità» del santo. Se<br />

quello giottesco è insieme uno spirito eccezionalmente<br />

nobile e un asceta immerso nel suo proprio segreto,<br />

in Dante c’è in assoluto un grande della rivelazione<br />

chilometri, è articolato in sei tappe. Si parte da Danta,<br />

incantevole centro del Cadore a quota 1.328 m., per<br />

giungere a Sappada alla fine del primo giorno. Da Sappada,<br />

naturale collegamento fra il Comelico e la Carnia,<br />

si prosegue verso la Val Visdende e, dopo aver<br />

toccato il Passo del Roccolo e il Rifugio delle Sorgenti<br />

delPiave,sigiungeallaCostad'Antola(secondogiorno).<br />

La Val Visdende, certamente uno dei luoghi più affascinanti<br />

delle Dolomiti, da cui ha inizio la terza tappa,<br />

è circondata da superbe montagne coperte di conifere,<br />

dominate dal Monte Peralba (2.694 m.), la cui<br />

presenza accompagna gli escursionisti fino a S. Pietro<br />

in Cadore.<br />

Laquartatappa si conclude a Padola, con le incantevoli<br />

immagini di Costalta, Costalissoio, Costa, s. Nicolò,<br />

Candide, Dosoledo, autentiche perle del Comelico.<br />

La quinta tappa che, passando da Valgrande, conduce<br />

alla conca di Selvapiana, è la più breve: soltanto<br />

quattro ore di cammino, largamente compensate dalle<br />

otto necessarie per coprire la sesta tappa che da Selvapiana<br />

riporta da Danta dove, per iniziativa del sindaco<br />

Luigino Menia, il cerchio idealmente si chiude.<br />

Riappaiono così il selvaggio e maestoso Gruppo dei<br />

Brentoni, quello delle Marmorale e l'Antelao che, offrendo<br />

la possibilità di contemplare ancora una volta il<br />

panorama già visto, lasciano sedimentare nella memoria<br />

e nell'anima immagini ed emozioni irripetibili.<br />

religiosa, un protagonista profetico pervaso dal soffio<br />

dello Spirito, che procede nella sua inarrestabile ascesa<br />

con la fatalità di un astro, fino a coinvolgere la<br />

Chiesa nel suo appello, imperioso, di predestinato,<br />

condotto dalla mano di Dio fino al traguardo supremo;<br />

la immedesimazione al Cristo con l’impressione<br />

delle stigmate.<br />

Il momento culminante della celebrazione per bocca<br />

di san Tommaso segue, com’è noto, nella celebrazione<br />

delle nozze con un’insolita figura, la Povertà.<br />

Nella impavida personificazione sembrano saldarsi<br />

tutte le correnti, dalle biografiche alle escatologiche,<br />

della esaltazione francescana. Francesco e Povertà sono<br />

effigiati come due «amanti» in tutta l’estensione<br />

ideale e affettiva del termine con una serie consequenziale<br />

di immagini su cui è suonata perplessa<br />

l’indagine persino di un dantista dell’altezza dell’Auerbach.<br />

E certo, non abbiamo qui un linguaggio<br />

confortato da un’aperta, moderna leggibilità. Non però,<br />

come si potrebbe fors’anche sospettare, per un’eccedenza<br />

anomala del gusto medioevale. Ciò che Dante<br />

esalta non è davvero una sfrenata incidenza erotica,<br />

ma un’atmosfera di diffuso, contagioso incantesimo,<br />

dominata dal duo dei mirabili «amanti», e chiave di<br />

tutto è l’incondizionato soprasenso simbolico.<br />

Più che a Giotto, saremmo riportati all’anonimo<br />

Maestro delle Vele, cioè al pittore degli affreschi sopra<br />

il presbiterio che congiunge i due bracci del transetto<br />

del Basilica Inferiore, con l’allegoria centrale della<br />

Povertà, mediata attraverso l’Arbor vitae di Ubertino<br />

da Casale, con effetti di notevole fervore. Ma il discorso<br />

dantesco si conferma a un grado, dove la letteralità<br />

dell’evento tocca un livello che tutto trascende.<br />

Mai, nel Francesco del poeta, interviene il tratto<br />

storico, terrestre, su cui poggia, pur nella sua nobiltà,<br />

la figura di Giotto. Il solido personaggio delle serie dipinte<br />

dal grande artista, con imperativa benignità si<br />

svelava nel vigoroso dominio delle forze naturali, sociali<br />

e soprannaturali. Giotto in persona, oppure tramite<br />

i collaboratori, sensibile com’era agli influssi<br />

della nuova società comunale, aveva occhi aperti a<br />

ogni aspetto esistenziale, la morte nell’esultanza dei<br />

festini, la vigoria divorante della natura, l’infiltrarsi<br />

delle suggestioni negative tra le torri e le cuspidi delle<br />

città. Squillava nella sua pittura il nuovo linguaggio<br />

volgare, propizio all’esaltazione e divulgazione dell’ordine<br />

francescano, ormai affermato sotto la guida di<br />

un costruttore della tempra di frate Elia.<br />

Dante, non meno aperto alla realtà, mira a tradurne<br />

i valori universalizzandoli, conforme al sistema<br />

speculativo a cui si ispira; e se un equivalente figurativo<br />

— plastico, pittorico, architettonico — vogliamo<br />

allinearvi, più che un taglio col passato alla stregua<br />

di Giotto, è il senso di una sintesi che ne trarremmo,<br />

magari per via di superiori presentimenti; si pensi al<br />

tocco di «santo archimandrita» (come a dire guida,<br />

istitutore spirituale) con cui sigilla di Francesco la figura.<br />

Non dunque nel poeta il protagonista umanamente<br />

incardinato nel suo tempo storico, sia pure alla<br />

luce del verbo evangelico, quale Giotto aveva voluto<br />

rappresentare, non il dominatore insieme religioso<br />

e sociale che personifica le istanze complesse della civiltà<br />

comunale nascente.<br />

Nessuno come Francesco d’Assisi, a giudizio di<br />

Dante, aveva attinto il trascendente nel quotidiano, il<br />

clima dei cieli tolemaici al di là delle ambagi, pur<br />

identificate, della sfera terrena. E a una transumanante<br />

spiritualità e provvidenzialità, differenziata dai<br />

puri contemplativi quanto dai gestori temporali, a filo<br />

di una veridicità che deve essere còlta al di sopra della<br />

forma simbolica, che è tesa per intero la interpretazione<br />

dantesca.<br />

Appuntamenti<br />

culturali<br />

Vicenza, 15 dicembre<br />

La scultura moderna<br />

in Italia dal 1900 al 1965<br />

Il Palazzo Trissino di Vicenza<br />

sarà sede, sabato 15 dicembre,<br />

alle ore 17, dell'inaugurazione<br />

della mostra «La scultura moderna<br />

in Italia: prima parte,<br />

1900-1965.». La rassegna, allestita<br />

presso la Basilica Palladiana,<br />

resterà aperta fino al 1°<br />

aprile 2002 e comprende circa<br />

70 opere di 23 grandi artisti.<br />

Roma, 15 dicembre<br />

«La rinuncia agli averi»<br />

«Il volto nascosto<br />

e trasfigurato di Cristo»<br />

Sabato 15 dicembre, alle ore<br />

18, nella sede della «Civiltà<br />

Cattolica» si terrà la tavola rotonda<br />

sul tema: «Il volto nascosto<br />

e trasfigurato di Cristo». Tra<br />

i relatori sarà presente il Cardinale<br />

Fiorenzo Angelini.


.<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Venerdì 14 Dicembre 2001<br />

Incontro all'Università Urbaniana, presente il Cardinale Van Thuân, alla vigilia del 14 dicembre<br />

Insieme per la pace<br />

Si è svolto mercoledì mattina, nella<br />

cornice della rinnovata Aula Magna della<br />

Pontificia Università Urbaniana un incontro<br />

dal titolo «Insieme per la Pace».<br />

All'iniziativa, organizzata dall'Associazione<br />

Studentesca Omnes Gentes, sono intervenuti<br />

il Cardinale Nguyên Van<br />

Thuân, Presidente del Pontificio Consiglio<br />

della Giustizia e della Pace, il prof.<br />

Marco Impagliazzo, docente di Storia<br />

dell'Europa contemporanea presso l'Università<br />

per Stranieri di Perugia, e il prof.<br />

Gianni Colzani, che insegna Teologia<br />

della Missione all'Urbaniana.<br />

L'incontro è avvenuto alla vigilia di<br />

due momenti significativi voluti da Giovanni<br />

Paolo II in questo tempo difficile<br />

di guerra: la giornata di digiuno del 14<br />

dicembre e l'incontro di preghiera per la<br />

pace tra le grandi religioni mondiali ad<br />

Assisi il 24 gennaio prossimo.<br />

Si è trattato di un'occasione particolarmente<br />

propizia per capire meglio e<br />

approfondire il valore di questi due gesti<br />

a cui la Chiesa si prepara con particolare<br />

intensità e partecipazione.<br />

L'immagine della bella sala, gremita<br />

di seminaristi, laici, religiosi e religiose,<br />

provenienti da nazioni diverse, rispecchiava<br />

non solo il carattere missionario<br />

e internazionale dell'Università, ma anche<br />

l'interesse e le aspettative dei partecipanti<br />

nei riguardi di un tema così attuale<br />

e impegnativo.<br />

Mobilitare<br />

le migliori energie<br />

Gli studenti, infatti, hanno colto l'occasione<br />

per riflettere sulla pace, proprio<br />

a partire dal discorso del Santo Padre in<br />

occasione dell'Angelus del 9 dicembre<br />

scorso: «Ho invitato i cattolici a vivere<br />

un giorno di digiuno per implorare da<br />

Dio una pace stabile, fondata sulla giustizia.<br />

[...] L'umanità è chiamata a mobilitare<br />

le sue migliori energie perché<br />

l'amore prevalga sull'odio, la pace sulla<br />

guerra, la verità sulla menzogna, il perdono<br />

sulla vendetta».<br />

Il Rettore dell'Università, Mons. Ambrogio<br />

Spreafico, ha rivolto il saluto iniziale<br />

all'assemblea, mentre il presidente<br />

dell'Associazione studentesca Omnes<br />

Gentes, Giorgio Ferretti, ha presentato i<br />

relatori sottolineando il carattere straordinario<br />

dell'incontro a cui in tanti tra<br />

professori e studenti hanno partecipato.<br />

Il primo intervento è stato del Card.<br />

Van Thuân, che ha citato situazioni difficili<br />

presenti nel «cupo scenario mondiale<br />

in cui vive l'umanità dopo l'undici<br />

settembre», riferendosi in particolare ad<br />

intere popolazioni che vivono il dramma<br />

delle epidemie, della miseria, della<br />

schiavitù, della fame, delle disuguaglianze<br />

sociali, oltre che naturalmente della<br />

guerra.<br />

Il Cardinale ha poi ripercorso alcuni<br />

punti salienti del recente Messaggio del<br />

Papa per la trentacinquesima Giornata<br />

Mondiale della Pace: «Non c'è pace senza<br />

giustizia, non c'è giustizia senza perdono».<br />

Mai perdere<br />

la speranza<br />

«Fin dall'inizio del suo Messaggio —<br />

ha detto il Cardinale — il Santo Padre<br />

ha voluto sottolineare il fattore speranza:<br />

le tenebre del male non sono mai<br />

sufficienti a oscurare la luce della divina<br />

provvidenza, anzi la fanno risaltare di<br />

più e perciò la Chiesa guarda con fiducia<br />

incrollabile verso il nuovo anno<br />

2002, malgrado i terribili fatti di sangue<br />

appena ricordati. Giovanni Paolo II —<br />

ha proseguito il Porporato — si è abbandonato<br />

ad una testimonianza personale,<br />

ricordando le immani sofferenze causate<br />

dai totalitarismi del secolo passato e<br />

esprimendo il profondo convincimento<br />

che la via per riportare l'ordine nel<br />

mondo passa attraverso due tappe, entrambe<br />

necessarie e articolate tra loro:<br />

quella della giustizia e quella del perdono».<br />

Il secondo relatore, il prof. Marco Impagliazzo,<br />

ha analizzato la funzione del<br />

dialogo tra le religioni nella prospettiva<br />

della pace. Il discorso si è sviluppato a<br />

partire dai grandi cambiamenti instauratisi<br />

tra le religioni mondiali dal Concilio<br />

Vaticano II in poi.<br />

Lo storico ha notato come il fatto più<br />

emblematico di questa nuova stagione<br />

di rapporti sia avvenuto nell'ottobre<br />

1986, quando Giovanni Paolo II convocò<br />

ad Assisi i rappresentanti delle Chiese<br />

cristiane e delle grandi religioni mondiali<br />

per pregare per la pace.<br />

I leader religiosi si riunirono insieme<br />

davanti al mondo, in preghiera, come<br />

cercatori di pace. «Non si trattò di un<br />

rito in più — ha notato Impagliazzo —,<br />

ma della manifestazione comune della<br />

fiducia nelle energie spirituali e nella<br />

straordinaria forza debole della preghiera:<br />

una preghiera senza commistioni sincretistiche,<br />

ma rispettosa delle diversità,<br />

in una sinergia tra dialogo interreligioso<br />

e impegno dei credenti per la pace.<br />

Quel 27 ottobre 1986 Giovanni Paolo<br />

II nel suo discorso conclusivo sulla<br />

piazza di S. Francesco disse: «Forse mai<br />

come ora nella storia dell'umanità è divenuto<br />

a tutti evidente il legame intrinseco<br />

tra un atteggiamento autenticamente<br />

religioso e il grande bene della<br />

pace... la preghiera è già in se stessa<br />

azione, ma ciò non ci esime dalle azioni<br />

al servizio della pace».<br />

E proseguì: «Insieme abbiamo riempito<br />

i nostri occhi di visioni di pace: esse<br />

sprigionano energie per un nuovo linguaggio<br />

di pace, per nuovi gesti di pace,<br />

gesti che spezzeranno le catene fatali<br />

delle divisioni ereditate dalla storia o generate<br />

dalle moderne ideologie. La pace<br />

attende i suoi artefici...».<br />

Ne è nato quello «spirito di Assisi», secondo<br />

la definizione del Papa, che nel<br />

prossimo mese di gennaio conoscerà<br />

un'altra tappa particolarmente significativa<br />

nella giornata di preghiera per la<br />

pace del 24 gennaio prossimo tra le<br />

Chiese cristiane e le grandi religioni<br />

mondiali di fronte all'attuale crisi internazionale<br />

e al permanere di tanti conflitti<br />

nel mondo.<br />

«Il dialogo tra le religioni — ha detto<br />

Impagliazzo — rimane un'indicazione<br />

certa anche quando lo sconcerto e lo<br />

spaesamento divengono più forti con la<br />

globalizzazione e i conflitti».<br />

Il prof. Impagliazzo ha poi sottolineato<br />

che «grande è anche il compito delle<br />

religioni nel ricordare che il destino dell'uomo<br />

va al di là dei propri beni terreni<br />

— come molte insegnano —, che si inquadra<br />

in un orizzonte universale, nel<br />

senso che tutti gli uomini sono creature<br />

di Dio. Da sempre i loro santi e i loro<br />

saggi scrutano un orizzonte globale».<br />

L'incontro «Insieme per la pace» si è<br />

concluso con un intervento a carattere<br />

teologico del prof. Gianni Colzani. Il docente,<br />

studioso di Antropologia Teologica,<br />

ha affermato che «la costruzione della<br />

pace non è solo militare o diplomatica:<br />

esige un progetto».<br />

Di fronte alle sfide della globalizzazione<br />

e del progresso, ci si interroga su<br />

quale pace si debba costruire. «Nessuno<br />

possiede risposte miracolose; occorre<br />

cercare insieme, occorre percorrere<br />

strade nuove. In questo cammino le<br />

Chiese ed i credenti possono essere<br />

compagni di viaggio animati da uno spirito<br />

nuovo».<br />

Colzani si è quindi richiamato alla lettera<br />

di s. Paolo agli Efesini: «Cristo è la<br />

nostra pace — ricorda Ef 2, 14 —, è Colui<br />

che ha fatto dei due un popolo solo,<br />

abbattendo il muro di separazione che<br />

era frammezzo, cioè l'inimicizia».<br />

Questa certezza — ha detto il teologo<br />

— ci fa comprendere la fede come un<br />

modo nuovo di guardare la realtà, diventando<br />

segno di speranza per chi soffre<br />

e muore e portando avanti un progetto<br />

globale che, fermata la guerra,<br />

sappia offrire credibili proposte di vita.<br />

La concezione cristiana fonda su questo<br />

il suo assunto: bisognoso di pace, l'uomo<br />

è anche capace di pace».<br />

Imparare<br />

a conoscersi<br />

In conclusione l'accento è stato posto<br />

sul valore del dialogo interreligioso:<br />

«Dobbiamo imparare a conoscerci e stimarci<br />

nelle ricchezze spirituali e nelle<br />

profondità mistiche delle diverse religioni<br />

e dei diversi popoli».<br />

L'incontro si è svolto in un clima<br />

estremamente familiare tipico della «famiglia<br />

Urbaniana» e ha visto una straordinaria<br />

partecipazione di studenti. Essi<br />

hanno arricchito le relazioni con domande<br />

e osservazioni e ne hanno accompagnato<br />

lo svolgimento con l'esecuzione<br />

di canti e la proiezione di diapositive<br />

sul tema della pace e del dialogo.<br />

PAOLO CRISTIANO<br />

Un percorso bibliografico-spirituale tracciato da Erminio Antonello<br />

Suor Giuseppina Nicoli: mistica della carità<br />

Pubblichiamo la presentazione dell'Arcivescovo<br />

di Cagliari, Mons. Ottorino<br />

Pietro Alberti, al libro di Erminio<br />

Antonello «Una mistica della carità:<br />

suor Giuseppina Nicoli. Percorso biografico-spirituale»<br />

(CLV Edizioni Vincenziane,<br />

pp. 326):<br />

Il libro «Una mistica della carità:<br />

suor Giuseppina Nicoli» suggerisce molte<br />

riflessioni che portano lontano. Segno<br />

che è un libro vivo! «Portano lontano»<br />

nel tempo passato, e cioè da quando<br />

Vincenzo de Paul, delle sue Figlie della<br />

Carità, diede la seguente immagine forte,<br />

senza enfasi, pochissimo rassicurante<br />

per certi aspetti, ma proprio per questo<br />

esaltante, dura sfida al mondo dei tradizionali<br />

conventi femminili di allora:<br />

«Non sono religiose, essendo questo<br />

stato inadatto ai compiti della loro vocazione.<br />

Tuttavia, proprio perché sono più<br />

esposte ad occasioni di peccato di quanto<br />

non lo siano le religiose protette dalla<br />

clausura, dovranno avere una vita non<br />

meno virtuosa che se fossero professe in<br />

un ordine religioso. Avranno per monastero<br />

le case dei malati e quella in cui risiede<br />

la superiora, per cella una camera<br />

d’affitto, per cappella la chiesa parrocchiale,<br />

per chiostro le strade della città,<br />

per clausura l’obbedienza, per grata il<br />

timor di Dio, per velo la santa modestia,<br />

facendo unicamente professione, per salvaguardare<br />

la loro vocazione, di una fiducia<br />

illimitata nella divina Provvidenza,<br />

mediante l’offerta di tutto quello che sono<br />

e che fanno nel servizio dei poveri»<br />

(P. Coste, SV X, 661).<br />

Ebbene, guardando al libro in esame,<br />

ho davanti ai miei occhi, scritta quasi<br />

tre secoli dopo — in anni tanto lontani e<br />

diversi dall’epoca di S. Vincenzo —,<br />

un’opera che può ben essere considerata<br />

la traduzione pratica dell’efficace testo<br />

surricordato, nel ritratto che della<br />

Figlia della Carità disegna una fedele discepola<br />

di Vincenzo de Paul e di Luisa<br />

de’ Marillac.<br />

Mi riferisco a suor Giuseppina Nicoli,<br />

nata a Casatisma, piccolo paese nelle vicinanze<br />

di Voghera, il 18 novembre<br />

1863, e morta di consunzione a Cagliari<br />

il 31 dicembre 1924; dal 1883, entrata<br />

ventenne nell’ormai apprezzatissimo<br />

«esercito delle cornette», a duecentocinquant’anni<br />

esatti dalla loro nascita e ormai<br />

diffuso in tutto il mondo, organizzate<br />

in un complesso numero di imprese<br />

sante, tra attività ospedaliere e assistenziali<br />

di vario genere.<br />

A stare a quanto della Nicoli dicono<br />

le fonti, sinora utilizzate dai suoi bioagiografi,<br />

costei, tra l’ultimo ventennio<br />

del secolo passato ed il primo del nostro,<br />

con ferma docilità e fedele passione<br />

cercò di rivivere in Sardegna il sogno<br />

generoso dei due straordinari fondatori<br />

francesi, per trasmetterlo a sua volta<br />

con tutti gli strumenti a disposizione alle<br />

giovani e alle meno giovani con cui venne<br />

in vario modo a contatto e così realizzare<br />

la propria chiamata ad appartenere<br />

al Signore nel servizio dei poveri.<br />

Anticipando quanto potrò aggiungere,<br />

a meglio e più compiutamente presentare<br />

il libro di Padre Antonello, voglio subito<br />

segnalare quella che, a mio avviso,<br />

è la ragione prima che giustifica il giudizio<br />

quanto mai positivo e ammirato dell’opera.<br />

Il nostro autore, dietro un lungo e paziente<br />

esame delle fonti documentarie,<br />

criticamente esaminate, è stato capace<br />

di entrare nel mondo interiore di suor<br />

Nicoli, e perciò gli è stato possibile «leggere<br />

dall’interno» la sua vita e non semplicemente<br />

narrare — come abitualmente<br />

accade — le opere pur grandi ed innovatrici<br />

da lei realizzate. È vero che<br />

«dai frutti si riconosce l’albero», ma è<br />

anche vero che non basta «leggere dall’esterno»<br />

la vita di una persona, per arrivare<br />

a valutarne la vera grandezza.<br />

Se suor Nicoli, durante tutta la sua<br />

esistenza, ha cercato ed è riuscita a far<br />

rivivere e a trasmettere «il sogno generoso»<br />

di Vincenzo de Paul e di Luisa de’<br />

Marillac, ciò prova che è stata illuminata<br />

e guidata dalla Sapienza, segno della<br />

presenza viva ed operante dello Spirito<br />

Santo, alla cui assistenza si devono le<br />

meraviglie che Dio opera attraverso i<br />

santi.<br />

Ella è riuscita ad interpretare fedelmente<br />

il messaggio dei due straordinari<br />

fondatori, a trasmetterlo, ovviamente,<br />

nei termini storici in cui le era pervenuto<br />

e consegnato dalla cosiddetta «tradizione»,<br />

ma adattandolo saggiamente alle<br />

esigenze del tempo e salvandone rigorosamente<br />

il nucleo di verità essenziale. È<br />

quanto risulta dal testo che segue tratto<br />

da un prezioso manoscritto di appunti<br />

della Nicoli:<br />

«Una Figlia della Carità è un’anima<br />

che non ha altro spirito che quello di<br />

Gesù Cristo; che è nell’unione più intima<br />

con Dio; nella negazione la più perfetta;<br />

nell’umiltà la più profonda; nella<br />

carità la più estesa, la più tenera verso<br />

le sue sorelle e il suo prossimo. È un’anima<br />

che distrugge se stessa per unirsi<br />

al suo Dio, che crocifigge il suo giudizio,<br />

la sua volontà, le sue inclinazioni,<br />

strappa le sue imperfezioni per avvicinarsi<br />

sempre più al suo Dio, che ne fa il<br />

suo sovrano desiderio, suo unico amore,<br />

come è la sua felicità e la sua vita ... »<br />

(Scritti GN, Q XXI, p. 83).<br />

Non sarà difficile cogliere l’enorme significativa<br />

differenza di tono e, in certa<br />

misura, di contenuto tra i due testi<br />

strettamente legati da una medesima<br />

tradizione: l’uno appartenente alle origini<br />

e l’altro frutto maturo della situazione<br />

spirituale determinatasi pian piano<br />

nel corso di quasi due secoli e mezzo di<br />

storia, e quale storia! Al qual proposito<br />

faccio mia un’osservazione che potrebbe<br />

apparire critica, ma che tale non è perché,<br />

al contrario, credo che meglio riveli<br />

il primo e più importante obiettivo<br />

propostosi dall’autore che, della storia<br />

delle Figlie della Carità, si ferma di preferenza<br />

ad illustrare i sei decenni di un<br />

momento davvero cruciale della vita della<br />

Chiesa: i tempi della Nicoli.<br />

Appartenente al nobilissimo genere<br />

letterario della «biografia spirituale», con<br />

qualche affinità con quello della agiografia,<br />

l’opera di Padre Antonello, pare interessarsi<br />

rigorosamente, per non dire<br />

esclusivamente, al mondo tutto interiore<br />

della Nicoli legato in buona parte alle<br />

sue vicende di suora, in scarso rapporto<br />

con quanto accadeva fuori, nel vasto<br />

mondo, estranea alla «storia», non solo<br />

di quella passata, ma anche, per quanto<br />

sembri sconcertante, di quella in atto<br />

della Chiesa del suo tempo.<br />

È l’impressione che si prova ad una<br />

prima lettura del presente studio, ma<br />

voglio subito dire che trattasi di un’impressione<br />

che lascia il posto a ben altro<br />

giudizio quando all’opera ci si accosta<br />

non con la curiosità del lettore che cerca<br />

di sapere «qualcosa» di avvenimenti o<br />

di personaggi del passato in termini di<br />

cronaca, bensì con il serio interesse di<br />

conoscere fatti che meritano preciso ricordo,<br />

perché appartengono alla Storia.<br />

Resta vero che, grazie all’intelligente<br />

e paziente studio condotto da Padre Antonello<br />

sul prezioso e ricco materiale documentario<br />

— ricordo in particolare le<br />

oltre 1400 lettere da lui diligentemente<br />

utilizzate —, la figura della Serva di Dio<br />

suor Nicoli ci si rivela come «donna» di<br />

gran cuore, sensibile, intelligente, volitiva<br />

e generosa nell’ambito del servizio<br />

dei poveri, ai cui bisogni si è donata<br />

senza riserve in momenti difficili e tristi,<br />

come ai tempi della Prima Guerra Mondiale<br />

nell’elevazione culturale e religiosa<br />

de is piccioccus de crobi e della gioventù<br />

della Cagliari di allora. Tanto ancora<br />

si potrebbe e dovrebbe dire per dare ragione<br />

di questo giudizio, ma ciò esorbita<br />

dalle modeste misure di una semplice e<br />

onesta presentazione, anche se consapevoli<br />

della quantità e della qualità dei temi,<br />

delle riflessioni e dei problemi che<br />

l’opera di Padre Antonello suscita.<br />

Comunque, torno a dire: è un libro<br />

vivo! Lo è sin dal titolo, quanto mai impegnativo<br />

di «percorso biografico-spirituale»:<br />

forse il genere, letterario e storico<br />

insieme, più antico, glorioso e qualificante,<br />

la letteratura cristiana. E voglio<br />

aggiungere che, in realtà si tratta, forse,<br />

del genere letterario più importante,<br />

fondamentale per la conoscenza della<br />

nostra storia di cristiani, a cominciare<br />

dai quattro Vangeli, autentiche «biografie<br />

spirituali», sulle quali — come ben<br />

noto — proprio in considerazione del loro<br />

valore storico, di testimonianza sulla<br />

vita di Gesù di Nazareth, si fonda da<br />

due millenni la nostra fede e, dunque, la<br />

nostra Chiesa.<br />

Ma c’è anche da rilevare che trattasi<br />

di un genere letterario che si presta anche<br />

a distorsioni, per non dire «falsificazioni»:<br />

temibili sempre, perché potenzialmente<br />

dannose, anche se operate «a<br />

fin di bene», intese come sono all’elevazione<br />

spirituale degli eventuali lettori,<br />

più che alla testimonianza fedele su<br />

quanto viene narrato. A stare a quanto<br />

accenna Padre Antonello non sarebbero<br />

mancate nelle precedenti biografie su<br />

suor Nicoli una certa esaltazione della<br />

sua figura, senza rispettare il carattere<br />

evolutivo del suo percorso spirituale.<br />

Così non è stato per Padre Antonello<br />

che è riuscito a darci un’affascinante ricostruzione<br />

storica delle vicende esteriori,<br />

ma soprattutto «interiori» di una intensa<br />

esistenza, quella appunto della Nicoli,<br />

interamente data a Dio nell’umile<br />

servizio ai sofferenti che più le stavano<br />

a cuore.<br />

Al qual proposito mi piace chiudere<br />

invitando a leggere, anzi a meditare, la<br />

mirabile riflessione di H. U. von Balthasar,<br />

citata ad apertura del capitolo nono<br />

(cfr pp. 269-270) dedicato all’esame approfondito<br />

dei vari aspetti della spiritualità<br />

di suor Giuseppina Nicoli, che permettono<br />

di parlare nel suo caso di<br />

un’autentica esperienza mistica nell’esercizio<br />

della carità cristiana e che mi<br />

trova pienamente consenziente.<br />

schede - schede - schede<br />

Lorenzo Cattaneo, È venuto quaggiù.<br />

Meditazioni bibliche sull'Incarnazione,<br />

Milano 2001, Editrice<br />

Ancora, pp. 127, L. 18.000, ; 9,30.<br />

Cinque meditazioni sui testi dei<br />

Vangeli di Giovanni, Matteo, Luca,<br />

e su un testo di san Paolo ai Filippesi<br />

costituiscono il substrato di<br />

questo agile libro che schiude al<br />

mistero dell'Incarnazione del Verbo<br />

a cura di GINO CONCETTI<br />

di Dio nel grembo di Maria e quindi<br />

l'ingresso nella nostra storia. Cattaneo<br />

— esperto di Bibbia di cui è<br />

stato per anni docente — interroga<br />

i testi per offrire un quadro di attesa<br />

e di rivelazione del mistero di<br />

Dio fatto uomo. Le meditazioni accompagnano<br />

il percorso verso Betlemme:<br />

l'Epifania, la Pasqua e la<br />

Pentecoste.<br />

Bruno Ferrero, Storia di Natale d'Avvento e d'Epifania, Leumann 2001,<br />

Editrice Elledici pp. 240, L. 19.362, ; 10,00. Con la civiltà e la cultura dominate<br />

dalla telematica le nuove generazioni rischiano di perdere i valori<br />

religiosi del Natale arricchiti dall'arte creativa dei santi e degli artisti. Bruno<br />

Ferrero invece, con questa pubblicazione, nutrita di storia e di religiosità,<br />

invita a non disperdere quel patrimonio che duemila anni di cristianesimo<br />

hanno prodotto. Nella forma semplice e nello stile narrativo per<br />

l'infanzia fa emergere l'autentica realtà del Natale, in cui è protagonista<br />

l'Emmanuele, il Dio con noi e per noi, per renderci simili a lui nella grazia<br />

e nella gloria.<br />

Pontificia Academia Mariana Internationalis,<br />

La Madre del Signore<br />

memoria presenza speranza,<br />

Città del Vaticano 2000, Libreria<br />

Editrice Vaticana, pp. 134, L.<br />

18.000, ; 9,30. Dal Concilio Vaticano<br />

II in poi gli studi di mariologia<br />

si sono specializzati in ambiti tematici,<br />

settoriali. Sulla spinta dei documenti<br />

del magistero pontificio emi-<br />

nenti mariologi si sono impegnati<br />

ad approfondire alcune questioni di<br />

più pressante attualità i cui risultati<br />

la Pontificia Accademia Mariana Internazionale<br />

ha pubblicato sotto il<br />

suo patrocinio. Le questioni riguardano<br />

un corretto approccio al mistero<br />

della divina maternità di Maria,<br />

le prerogative di Maria nella<br />

storia della salvezza.<br />

AA.VV., Alla scoperta del cristianesimo, Leumann 2001, Elledici Multimedia-Il<br />

Piccolo, L. 45.000, ; 23,24. La benemerita editrice dei salesiani<br />

di san Giovanni Bosco associa all'attività editoriale di libri e riviste anche<br />

strumenti tecnologici moderni. Il Cd-Rom/Win/mac è dedicato alla scoperta<br />

delle origini cristiane. È un prodotto multimediale destinato all'insegnamento<br />

della religione cattolica nella scuola, amplia e trasforma in vive immagini<br />

tutto ciò che gli alunni apprendono e leggono sui testi. I contenitori<br />

del Cd sono la storia, la vita del popolo d'Israele; Gesù di Nazareth: la<br />

sua vita e il suo messaggio secondo i vangeli; la Chiesa, la storia dei cristiani,<br />

la liturgia e i sacramenti, le grandi religioni di oggi.<br />

Antonino Marino, Salterio con gli<br />

Apostoli, Udine 2001, Edizioni Segno,<br />

pp. 226, L. 25.000, ; 12,90. È<br />

stata certamente una idea originale<br />

redigere un salterio con gli apostoli.<br />

Non è la traduzione di un'opera antica,<br />

ma l'elaborazione di un colto<br />

sacerdote impegnato nella pastorale.<br />

Il modulo segue la pista delle litanie<br />

lauretane o di altre simili,<br />

cambia di volta in volta il soggetto,<br />

costituito dagli apostoli, dagli evangelisti<br />

e da altri santi della comunità<br />

apostolica. Nella sequenza delle<br />

invocazioni A. Marino dipinge come<br />

in un armonico affresco, i tratti<br />

spirituali del santo invocato. Nell'insieme<br />

risulta una galleria non solo<br />

piacevole ma eminentemente formativa.<br />

Cirillo Tescaroli, Testimonios y enseñanzas de los Padres del desierto,<br />

Quito 2001, Editorial Sin Fronteras, pp. 156 (s.i.p.). Sacerdote italiano<br />

trapiantato da vent'anni in Ecuador, Cirillo Tescaroli è stato un apostolo<br />

dell'informazione religiosa a Roma negli anni del Concilio Vaticano II e<br />

dopo. Rispondendo a una forte chiamata dell'episcopato si trasferì nel Paese<br />

latino-americano dove ha continuato l'evangelizzazione radiofonica.<br />

Adesso ha associato l'attività editoriale. Questo libro è il più recente della<br />

serie. I Padri del deserto sono una novità per i cattolici latino americani.<br />

Tescaroli seleziona i più importanti con detti e sentenze da costituire un<br />

florilegio di eccezionale valore ascetico-spirituale.<br />

Carlo Maria Martini, Dizionario<br />

spirituale. Piccola guida per l'anima,<br />

Casale Monferrato 2001, Edizioni<br />

Piemme, pp. 220, L. 25.000,<br />

; 12,91. Il Vescovo Pacomio, nella<br />

presentazione, lo qualifica come<br />

«un libro di vita, scandito sulle lettere<br />

dell'alfabeto», «un piccolo<br />

grande dono» ai cristiani desiderosi<br />

di approfondire alcune tematiche e<br />

aver chiarezza su alcune problematiche<br />

esistenziali. In realtà la composizione<br />

obbedisce a criteri selettivi<br />

dalla produzione del Card. Martini.<br />

Ciò nulla toglie alla freschezza e<br />

alla profondità della trattazione.<br />

Molte sono le voci che riguardano<br />

la vita di fede su cui si vuol essere<br />

illuminati. Strumento efficace per<br />

singoli e per comunità.<br />

Mario Pieracci, Ascolta... ho da dirti una cosa. Pensieri spirituali, Roma<br />

2001, Edizioni Pro Sanctitate, pp. 224, L. 10.000, ; 5,16. Il titolo rievoca<br />

una felice trasmissione radiofonica di altri tempi. Ma anche M. Pieracci è<br />

un apostolo della parola attraverso gli strumenti mediatici. Complessivamente<br />

sono cinquanta riflessioni che affrontano i gravi e scottanti problemi<br />

di oggi ma anche di sempre come la pace, l'amore a Dio e l'amore fraterno,<br />

la morte e il Natale. Esposizione chiara, cristallina, stile persuasivo,<br />

sollecitano a uscire dal proprio mondo per immergersi nella contemplazione<br />

di Dio e del creato. Ed inoltre a prendere atto degli eventi, lieti e tristi,<br />

che hanno contrassegnato lo sbalzo verso il terzo millennio.<br />

Gorizia: arte e storia<br />

nel Monastero di sant'Orsola<br />

Trecento anni di storia e di arte del<br />

Monastero di sant'Orsola di Gorizia sono<br />

stati ricordati in una recente pubblicazione.<br />

Gli studi sulle origini e sugli<br />

sviluppi della città, ricerche storiche mirate<br />

ad arricchire la conoscenza dei beni<br />

culturali esistenti nel territorio goriziano,<br />

non possono ritenersi soddisfacenti<br />

qualora ignorassero la presenza di uno<br />

dei massimi istituti educativi cittadini in<br />

particolare quello delle Madri Orsoline.<br />

Proprio in virtù del ruolo rivestito fin<br />

dalle origini e dell'impegno educativo<br />

tuttora svolto, non cessa l'interesse verso<br />

questa benemerita istituzione che<br />

vanta generazioni di giovani formate ad<br />

opera delle educatrici, figlie di sant'Orsola.<br />

Contenuti educativi, metodi di insegnamento<br />

svolti nelle varie scuole,<br />

supportati da una grande disponibilità<br />

all'accoglienza, costituiscono la qualità<br />

dell'impegno profuso nelle Scuole e istituti<br />

delle Orsoline. Si è voluto portare<br />

ulteriormente a conoscenza degli studiosi<br />

e del più vasto pubblico, le opere e i<br />

tesori del Monastero di S. Orsola. 300<br />

anni (anzi 330) di storia ed arte del Monastero<br />

sono presentati in un volume<br />

curato da Luca Geroni. L'opera è suddivisa<br />

in due parti: quella dedicata alla<br />

storia e alle istituzioni, che comprende<br />

una guida all'archivio storico, è redatta<br />

da Lucia Pillon con contributi di Marco<br />

Menato, Donata Curtotti e Alessandro<br />

Stabel. La seconda parte del volume è<br />

dedicata ai beni storici artistici con saggi<br />

di Luca Geroni, Maddalena Malni Pascoletti,<br />

Vania Grasinigh, Marina Bellina<br />

e Raffaela Sgubin. Sono state allestite<br />

inoltre due differenti mostre di pizzi,<br />

quadreria, oggetti sacri e mobili di sacrestia.<br />

La presentazione del volume e<br />

l'apertura della mostra hanno avuto luogo<br />

presso l'Istituto di via Palladio. Alla<br />

presenza di un folto pubblico hanno<br />

parlato il presidente della locale Cassa di<br />

Risparmio Antonio Tripani, che ha ricordato<br />

le iniziative in corso, il presidente<br />

della Fondazione Franco Obizzi, gli<br />

autori della pubblicazione. Alla manifestazione<br />

erano presenti l'Arcivescovo di<br />

Gorizia, Mons. Dino De Antoni; il Vescovo<br />

emerito, Mons. Antonio Vitale<br />

Bommarco; autorità rappresentanti Regione,<br />

Provincia, Comune. Alla presentazione<br />

del nuovo volume, suor Concetta<br />

Salvanio ha colto l'occasione per riassumere<br />

la storia del Monastero: il libro<br />

costituisce un passo verso la conservazione,<br />

il riordinamento e la fruizione del<br />

grande patrimonio culturale, artistico,<br />

ecclesiastico, religioso e civile. Altri passi<br />

del progetto sono costituiti dalla mostra<br />

allestita presso il convento stesso di<br />

via Palladio (oggetti sacri, pitture, mobili,<br />

paramenti) e da una seconda mostra<br />

dedicata ai ricami e cartoni da ricamo,<br />

allestita presso i musei provinciali.<br />

ARNOLFO DE VITTOR


.<br />

PAGINA<br />

5 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Venerdì 14 Dicembre 2001<br />

L'Incontro sul «Futuro dei Cristiani<br />

in Terra Santa»<br />

Il discorso di Giovanni Paolo II<br />

Nella mattina di giovedì 13 dicembre, vigilia<br />

della giornata di digiuno e di preghiera per la<br />

pace, Giovanni Paolo II ha incontrato, nella Sala<br />

Bologna in Vaticano, i partecipanti all'Incontro<br />

sul «Futuro dei Cristiani in Terra Santa».<br />

Erano presenti i Pastori delle Chiese che sono<br />

in Terra Santa; alcuni Cardinali, Arcivescovi e<br />

Prelati della Curia Romana; rappresentanti dell'Episcopato<br />

internazionale; i Nunzi Apostolici<br />

dei Paesi della Regione.<br />

Questo è il testo del discorso pronunciato<br />

dal Papa:<br />

Cari Fratelli nell’Episcopato e<br />

nel Sacerdozio!<br />

Come vi è stato già anticipato<br />

nella lettera di invito, l’incontro di<br />

oggi vuole ribadire, una volta di<br />

più, l’interesse e la preoccupazione<br />

con cui la Santa Sede segue la<br />

situazione in Terra Santa, condividendo,<br />

attraverso una particolare<br />

spirituale vicinanza, il dramma di<br />

quelle popolazioni, da lungo tempo<br />

duramente provate da atti di<br />

violenza e di discriminazione. Esso<br />

vuole, altresì, testimoniare la<br />

sollecitudine di tutta la Chiesa<br />

per i cristiani in Terra Santa, in<br />

particolare per la comunità cattolica,<br />

come anche manifestare il<br />

comune impegno per la continuità<br />

della sua millenaria presenza in<br />

quella regione ed offrire il proprio<br />

contributo per la giustizia e la riconciliazione<br />

tra quanti in quei<br />

luoghi hanno le radici della propria<br />

fede.<br />

Purtroppo, ci troviamo riuniti<br />

in un momento che non esito a<br />

definire «drammatico», sia per le<br />

popolazioni che abitano quelle care<br />

regioni, sia per i nostri Fratelli<br />

nella fede. Questi, infatti, sembrano<br />

schiacciati dal peso di due diversi<br />

estremismi che, indipenden-<br />

temente dalle ragioni che li alimentano,<br />

stanno sfigurando il volto<br />

della Terra Santa.<br />

In occasione dell’inizio del<br />

Grande Giubileo dell’Anno 2000, i<br />

Patriarchi ed i Responsabili delle<br />

Comunità cristiane di Terra Santa<br />

hanno lanciato ai loro fedeli ed ai<br />

cristiani del mondo intero un messaggio<br />

di fede, di speranza e di carità;<br />

un messaggio spirituale che,<br />

dalla grotta di Betlemme, con coraggio<br />

e determinazione, invitava<br />

tutti gli abitanti della Terra Santa<br />

e del mondo intero a vivere nella<br />

giustizia e nella pace.<br />

Come avremmo voluto che questo<br />

messaggio fosse prontamente<br />

ascoltato e realizzato! Come<br />

avremmo voluto che non ci fosse<br />

più stato bisogno di ripeterlo! Come<br />

avremmo voluto vedere i nostri<br />

Fratelli ebrei e musulmani<br />

camminare insieme a noi in un<br />

solidale patto di amore per restituire<br />

alla Terra Santa il suo vero<br />

volto di «crocevia di pace» e di<br />

«terra della pace».<br />

A voi, cari Fratelli nell’Episcopato<br />

di Terra Santa, spetta il gravoso<br />

compito di continuare ad essere<br />

testimoni della presenza dell’amore<br />

di Dio in quelle terre e<br />

portatori del suo messaggio in ambienti<br />

a maggioranza islamica od<br />

ebraica.<br />

Nel vostro messaggio in occasione<br />

dell’inizio dell’Anno Giubilare<br />

(4 dicembre 1999), nel sottolineare<br />

che la vostra vocazione consiste<br />

nell’«essere cristiani in Terra Santa<br />

e non in un altro paese del<br />

mondo», avete invitato tutti a non<br />

lasciarsi vincere dalla paura e a<br />

non perdere la speranza davanti<br />

alle difficoltà: «Devant tout problème<br />

— si legge nel vostro toccante<br />

indirizzo — restons fermes avec la<br />

force de l’Esprit de Dieu et celle de<br />

son amour... La vie au troisième<br />

millénaire exige de nous une réflexion<br />

profonde et une plus grande<br />

conscience de notre identité et de<br />

notre mission, afin d’accepter ce<br />

que Dieu veut pour nous aujourd’hui<br />

et demain dans notre<br />

Terre Sainte».<br />

Anche oggi, come feci nell’incontro<br />

con voi ad Amman, il 21<br />

marzo del 2000, vi invito ad avere<br />

fiducia nel Signore, a rimanere<br />

uniti a Lui nella preghiera, affinché<br />

Egli, vostra Luce, vi aiuti a<br />

guidare il gregge affidatovi.<br />

La presenza, qui tra noi, di alcuni<br />

Confratelli in rappresentanza<br />

dell’Episcopato del mondo intero,<br />

testimonia che, in questo vostro<br />

difficile compito, non siete soli: la<br />

Chiesa intera è con voi. La Chiesa<br />

tutta condivide le vostre preoccupazioni,<br />

sostiene i vostri sforzi<br />

quotidiani, è vicina alle sofferenze<br />

dei vostri fedeli e, attraverso la<br />

preghiera, mantiene viva la speranza.<br />

Sì, tutta la Chiesa, in questo<br />

tempo di Avvento, grida: Vieni,<br />

Signore, a visitarci con la tua pace:<br />

la Tua presenza ci riempie di<br />

gioia.<br />

L'intervento del Card. Angelo Sodano, Segretario di Stato Lista dei partecipanti<br />

All'inizio dell'incontro, il Cardinale Segretario<br />

di Stato aveva anticipato ai presenti il saluto<br />

del Santo Padre ed illustrato lo scopo<br />

della riunione.<br />

Diamo il testo del suo intervento:<br />

Venerati Confratelli,<br />

Benvenuti in Vaticano! A nome del Santo<br />

Padre Giovanni Paolo II porgo a tutti i presenti<br />

il più cordiale saluto. La comune sollecitudine<br />

verso gli abitanti di Terra Santa ed,<br />

in particolare, il nostro impegno di solidarietà<br />

verso i cristiani che soffrono in quella regione,<br />

ci hanno riuniti intorno al Successore<br />

di Pietro, per riflettere sui nostri doveri nell’ora<br />

presente.<br />

Scendendo da Gerusalemme a Gerico, il<br />

buon samaritano incontrò sul suo cammino<br />

solo un uomo sofferente. Noi, oggi, su quelle<br />

strade incontriamo molti fratelli che soffrono<br />

a causa di un conflitto che non accenna a<br />

terminare e sembra anzi divampare ognor<br />

più. Nostro dovere è di farci carico di questi<br />

nostri fratelli ed aiutarli a riprendere il cammino.<br />

Certo, il nostro primo dovere è di cooperare<br />

a ristabilire un clima di pace, fra israeliani<br />

e palestinesi, ricordando alle Parti in causa<br />

che è possibile, è necessario vivere nella<br />

stessa regione, con uguali diritti e doveri.<br />

E quest’opera di pace è sempre stata sostenuta,<br />

in tutti questi anni dolorosi, dalla<br />

Chiesa intera ed in particolare dalla Sede<br />

Apostolica, che non si è stancata di ripetere:<br />

«La pace è possibile; la pace è doverosa, il<br />

progresso e la pace camminano insieme». II<br />

tema, poi, della prossima Giornata Mondiale<br />

per la Pace è più che mai eloquente: «Non<br />

c’è pace senza giustizia. Non c’è giustizia senza<br />

perdono».<br />

Durante la Sua visita in Terra Santa, nel<br />

Grande Giubileo del 2000, il Papa non ha<br />

cessato di proclamare il Vangelo della riconciliazione<br />

a tutte le Parti in causa, richiamandole<br />

alla loro responsabilità. Lo riaffermò<br />

nei contatti con le autorità di Israele e<br />

con quelle Palestinesi, ricordando a tutti che<br />

non c’è altra alternativa per i due popoli se<br />

non quella di vivere insieme, come figli dello<br />

stesso Padre che sta nei cieli.<br />

È vero che le ferite sono profonde, frutto<br />

di più di 50 anni di una dolorosa tensione,<br />

che risale al famoso piano lanciato dall’ONU<br />

nel 1947 per la spartizione della Palestina. È<br />

una storia di lacrime e sangue, che sempre<br />

ha spinto i Sommi Pontefici, da Pio XII di<br />

v.m. fino all’attuale Papa Giovanni Paolo II,<br />

a un’attività intensa per aiutare quelle popolazioni<br />

a ritrovare una soluzione pacifica ai<br />

loro gravi problemi.<br />

Tale attività si è intensificata in questi ultimi<br />

tempi, dopo la storica stretta di mano<br />

fra il compianto Primo Ministro Rabin ed il<br />

Presidente Arafat, a Washington, il 13 settembre<br />

1993. Da allora la Santa Sede non<br />

smise di sostenere il nuovo corso che sembrava<br />

aprirsi con tante promesse, e continuò<br />

poi a farlo in quest’ultimo anno, che ha visto<br />

purtroppo crollare tante speranze.<br />

A complemento dell’autorevole magistero<br />

pontificio, si è così rafforzata l’azione diplomatica<br />

di questa Segreteria di Stato e delle<br />

Rappresentanze Pontificie interessate per<br />

proporre soluzioni concrete al conflitto in atto<br />

insistendo soprattutto sulla necessità di<br />

una tregua e sulla ripresa del negoziato fra<br />

le Parti, purtroppo bruscamente interrotto<br />

un anno fa.<br />

A nome del Santo Padre e di tutti i Suoi<br />

Collaboratori, posso assicurare tutti i venerati<br />

Pastori delle Chiese esistenti in Terra Santa<br />

che questa Sede Apostolica non si stancherà<br />

di lavorare in favore della pace in una<br />

terra che è così cara alla Chiesa ed all’intera<br />

umanità.<br />

Lo scopo, però, del nostro incontro è di<br />

concentrarci su un aspetto particolare, meno<br />

conosciuto dall’opinione pubblica internazionale:<br />

è la sorte dei cristiani in Terra Santa.<br />

Le statistiche certo ci dicono che essi non<br />

sono molti, a causa delle continue emigrazioni<br />

a cui sono costretti dalle dure condizioni<br />

di vita. Secondo i dati pubblicati dall'Ufficio<br />

Centrale di Statistica della nostra Segreteria<br />

di Stato, al primo gennaio 2000 vi erano<br />

in Israele, e Territori Palestinesi, 117.000<br />

cattolici su una popolazione di 6.100.000 abitanti.<br />

Oltre ad essi, sappiamo che vi è una<br />

presenza rilevante di altri cristiani, soprattutto<br />

del Patriarcato greco-ortodosso. È vero<br />

che tutti insieme i cristiani non superano<br />

forse il 3% della popolazione. Essi però hanno,<br />

ovviamente, eguali diritti degli altri citta-<br />

dini e chiedono di essere aiutati a svolgere la<br />

loro missione all’interno della società civile.<br />

Com’è noto, in maggioranza i cristiani sono<br />

di origine palestinese ed un piccolo numero<br />

è anche di origine ebraica.<br />

È giusto che in questo momento pensiamo<br />

ad essi, indistintamente: questo vuole essere<br />

l’aspetto specifico del problema. Certo esso è<br />

inseparabile da quello più vasto della pace<br />

in Terra Santa. Oggi, però, vorremmo concentrare<br />

la nostra attenzione su questo punto,<br />

particolarmente di nostra competenza,<br />

perché meno trattato negli incontri internazionali.<br />

Certo, i cristiani vivono in un contesto religioso<br />

caratteristico e dovremo esaminare<br />

come aiutarli nel loro dialogo con il mondo<br />

ebraico e quello islamico. Molti soffrono e,<br />

quindi, dovremo considerare come aiutarli<br />

concretamente ad avere una casa, ad ottenere<br />

un lavoro o una scuola adeguata per i<br />

propri figli.<br />

Da parte sua, la Santa Sede ha ben tenuto<br />

presente la loro situazione nei due noti Accordi<br />

che sono stati stipulati, rispettivamente,<br />

con lo Stato di Israele nel 1993 e con<br />

l’Autorità Palestinese nel 2000. Sono due documenti<br />

solenni, ai quali potremo e dovremo<br />

sovente richiamarci per difendere e promuovere<br />

la presenza dei cristiani in Terra Santa.<br />

Su tale punto, tutti i presenti potranno offrire<br />

degli elementi importanti di giudizio. In<br />

particolare, ci introdurrà a questa riflessione<br />

il Patriarca di Gerusalemme dei Latini, Sua<br />

Beatitudine Michel Sabbah.<br />

Insieme cercheremo di portare il nostro<br />

contributo di solidarietà verso i nostri fratelli<br />

di Terra Santa, ed in particolare verso quelli<br />

così provati di Gerusalemme. Essi sappiano<br />

che non sono soli!<br />

A.GERUSALEMME<br />

1.S.B. MICHEL SABBAH, Patriarca di Gerusalemme<br />

dei Latini<br />

2.S.B. IGNACE PIERRE VIII, Patriarca Siro-Cattolico<br />

3.S.E. Mons. PAUL NABIL SAYAH, Arcivescovo<br />

Maronita di Haifa e di Terra Santa, Esarca Patriarcale<br />

Maronita di Gerusalemme<br />

4.Rev.do GEORGE KHAZZOUMIAN, Vicario Patriarcale<br />

Armeno-Cattolico di Gerusalemme<br />

5.Rev.do Archimandrita MTANIOS HADDAD, Amministratore<br />

Patriarcale Greco-Melkita Cattolico di Gerusalemme<br />

6.Rev.do P. PAUL COLLIN, Esarca Patriarcale Caldeo<br />

7.Rev.do P. GIOVANNI BATTISTELLI, Custode di<br />

Terra Santa<br />

B.CURIA ROMANA<br />

1.S.Em. il Cardinal ANGELO SODANO, Segretario<br />

di Stato<br />

2.S.Em. il Cardinal FRANCIS ARINZE, Presidente<br />

del Pontificio Consiglio per il Dialogo Inter-Religioso<br />

3.S.Em. il Patriarca IGNACE MOUSSA I DAOUD,<br />

Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali<br />

4.S.Em. il Cardinal FRANÇOIS XAVIER NGUYÊN<br />

VAN THUÂN, Presidente del Pontifcio Consiglio della<br />

Giustizia e della Pace<br />

5.S.E. Mons. JEAN-LOUIS TAURAN, Segretario<br />

per i Rapporti con gli Stati<br />

6.Mons. CELESTINO MIGLIORE, Sotto-Segretario<br />

per i Rapporti con gli Stati<br />

7.Mons. GIOVANNI D’ANIELLO, Minutante<br />

C.EPISCOPATO INTERNAZIONALE<br />

1.S.E. Mons. AMÉDÉE GRAB, O.S.B., Vescovo di<br />

Chur, Presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali<br />

d’Europa (CCEE)<br />

2.S.E. Mons. ADRIANUS HERMAN VAN LUYN,<br />

S.D.B., Vescovo di Rotterdam, Vice-Presidente della<br />

Commissione degli Episcopati della Comunità Europea<br />

(COMECE)<br />

3.S.E. Mons. JORGE ENRIQUE JIMÉNEZ CARVA-<br />

JAL, C.I.M., Vescovo di Zipaquirá e Presidente del Consiglio<br />

Episcopale Latino-Americano (C.E.L.AM.)<br />

4.S.E. Mons. WILTON D. GREGORY, Vescovo di<br />

Belleville e Presidente della Conferenza Episcopale degli<br />

Stati Uniti d’America<br />

5.S.E. Mons. JACQUES BERTHELET, C.S.V., Vescovo<br />

di Saint-Jean-Longueuil e Presidente della Conferenza<br />

Episcopale del Canada<br />

D.RAPPRESENTANTI PONTIFICI<br />

1.S.E. Mons. PIETRO SAMBI, Nunzio Apostolico<br />

in Israele, Delegato Apostolico per Gerusalemme e la<br />

Palestina<br />

2.S.E. Mons. FERNANDO FILONI, Nunzio Apostolico<br />

in Iraq e Giordania


ITALIA<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

Il cammino<br />

della Chiesa<br />

Lediocesiitalianesipreparanoaviverelagiornatadel14dicembreincomunioneconilSantoPadre<br />

IldigiunodellaChiesaperlapace<br />

ROMA<br />

Una veglia di preghiera nella Basilica di san<br />

Giovanni in Laterano: così la Chiesa di Roma<br />

intende concludere la giornata penitenziale e di<br />

digiuno indetta dal Santo Padre per venerdì 14<br />

dicembre per invocare da Dio la giustizia e la<br />

pace nel mondo. Il Cardinale Vicario, Camillo<br />

Ruini, invita tutti i romani alla Veglia con Adorazione<br />

Eucaristica. L'appuntamento per i fedeli<br />

è alle ore 19.30.<br />

Aderendo all'iniziativa del Papa, la Diocesi di<br />

Roma invita a vivere e a far vivere la giornata<br />

del 14 dicembre in spirito penitenziale e ad osservare<br />

il digiuno secondo le norme stabilite<br />

dalla Chiesa. Durante la Veglia i fedeli recitano<br />

la preghiera del Vespro davanti al Santissimo<br />

Sacramento, esposto per l'Adorazione Eucaristica.<br />

Il Card. Ruini tiene l'omelia e invita i presenti<br />

ad offrire ciò di cui si saranno privati in<br />

quella giornata, per essere messo, secondo l'indicazione<br />

del Papa, «a disposizione dei poveri,<br />

in particolare di chi soffre in questo momento<br />

le conseguenze del terrorismo e della guerra».<br />

Anche le comunità religiose della diocesi partecipano<br />

all'iniziativa ed uno dei salmi del Vespro<br />

viene recitato dalle Suore del Monastero<br />

di santa Cecilia a Trastevere, in collegamento<br />

audio con la Basilica Lateranense. La Veglia<br />

viene trasmessa in diretta da TeleLazio ReteBlu<br />

(can. 69) e da TelePace permettendo anche ad<br />

anziani ed ammalati di partecipare.<br />

Tutti i fedeli delle parrocchie romane, accompagnati<br />

dai propri sacerdoti, religiose e religiosi,<br />

sono invitati a contribuire alla raccolta<br />

durante la Veglia o attraverso i propri parroci.<br />

TORINO<br />

In occasione della Giornata di digiuno e di<br />

preghiera di venerdì 14 dicembre, l'Arcivescovo<br />

di Torino, Cardinale Severino Poletto, ha indirizzato<br />

ai fedeli della diocesi un Messaggio in<br />

cui si spiegano i motivi e le modalità dell'adesione<br />

della Chiesa torinese all'iniziativa. «Le notizie<br />

che giungono in questi ultimi giorni dall’Afghanistan<br />

— scrive —, dove la guerra è in<br />

atto da diverse settimane, aggiungono apprensione<br />

al sentimento di incertezza che i terribili<br />

fatti dell’11 Settembre scorso avevano suscitato<br />

in noi. Scorrendo le pagine dei quotidiani o vedendo<br />

i notiziari televisivi siamo messi di fronte<br />

ad immagini di violenza e distruzione che non<br />

ci possono lasciare indifferenti. Si pensi a quanto<br />

sta succedendo in Terra Santa e in altre nazioni<br />

soprattutto africane.<br />

«Il Santo Padre — aggiunge — ci ha invitati<br />

a non dimenticare “le pesanti sofferenze che<br />

hanno afflitto e ancora affliggono tanti nostri<br />

fratelli e sorelle nel mondo”. La nostra Comunità<br />

diocesana non può rimanere insensibile a<br />

questo appello, come non lo è mai stata negli<br />

anni passati davanti alle gravi tragedie del nostro<br />

mondo. Anzi, è sempre stata straordinariamente<br />

capace di farsi carico di tante sofferenze.<br />

Per questo invito caldamente tutte le Parrocchie,<br />

le Associazioni e i Movimenti ad unirsi<br />

per implorare dal Signore, Principe della Pace,<br />

il dono della riconciliazione, della giustizia e<br />

della pace.<br />

Il 14 dicembre il Cardinale Poletto celebra<br />

l’Eucaristia al Santuario della Consolata, alle<br />

ore 12.30, per mettere nelle mani della Madre<br />

del Cielo le ansie e le speranze del mondo intero.<br />

«Il nostro sacrificio personale — scrive ancora<br />

l'Arcivescovo — sarà segno di fedeltà al<br />

Padre e di concreta carità verso i fratelli. Nello<br />

stesso tempo chiedo ai Parroci di proporre anche<br />

alle loro Comunità un particolare momento<br />

UnriconoscimentoattribuitoalnostroGiornalenellasolennitàdell'Immacolata<br />

Solofraricordail140°dell'«OsservatoreRomano»<br />

Un momento di fede intenso, corale, vissuto nel clima di<br />

preparazione orante alla giornata di digiuno indetta da Giovanni<br />

Paolo II il 14 dicembre: in questo spirito la comunità di<br />

Solofra, nell'arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno, ha celebrato<br />

sabato 8 la solennità dell'Immacolata Concezione.<br />

Sin dalle primissime ore del mattino i fedeli hanno gremito<br />

l'antica Collegiata dedicata all'Arcangelo Michele, dove è custodita<br />

una delle più belle e insigni testimonianze dell'arte sacra<br />

locale: la «Sine Macula» dipinta nel 1637 da Francesco<br />

Guarini. Ai piedi della Vergine Immacolata e del santo del<br />

«Quis ut Deus» uomini e donne, sacerdoti e laici, grandi e piccoli<br />

si sono inginocchiati con cuore confidente e filiale. Hanno<br />

iniziato il loro pellegrinaggio quasi al buio, mentre si intravedeva<br />

appena il chiarore dell'albeggiare. E lo hanno concluso<br />

dinanzi all'altare eucaristico nella luminosa cornice di una<br />

grande festa di pietà mariana.<br />

È una tradizione che, di generazione in generazione, si rinnova<br />

e si fa vita di fede. La celebrazione di quest'anno ha visto<br />

la presenza dell'Arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno,<br />

Mons. Gerardo Pierro, il quale ha presieduto il solenne rito,<br />

accolto con animo grato dal Primicerio Parroco Don Michele<br />

Alfano, dai sacerdoti della Collegiata e delle parrocchie vicine,<br />

dal popolo dei fedeli. È stata una partecipazione raccolta,<br />

gioiosa, consapevole. A testimoniarlo, fra l'altro, la presenza<br />

di più di dieci presbiteri che hanno amministrato il sacramento<br />

della Riconciliazione durante la celebrazione, mentre in sette<br />

hanno distribuito l'Eucaristia almomentodella Comunione.<br />

Al termine della Liturgia, un momento particolarmente significativo<br />

per il nostro Giornale. La comunità ecclesiale e civile<br />

di Solofra ha offerto all'«Osservatore Romano» una medaglia<br />

d'oro in occasione del 140° della fondazione. A ritirarla è<br />

stato il Direttore Mario Agnes.<br />

Si tratta di un evento di singolare valore nella lunga storia<br />

del Giornale. Mai, infatti, da una realtà comunitaria ecclesiale<br />

o civile era venuto un riconoscimento del genere all'«Osservatore<br />

Romano». E agli occhi di tutta la redazione non può<br />

sfuggire la circostanza in cui esso è avvenuto. C'è un legame<br />

forte, eloquente tra quel gesto ed il contesto liturgico che lo<br />

di preghiera, riflessione e digiuno e di mantenere<br />

vigilante l’orazione in tutto il tempo di Avvento».<br />

UDINE<br />

Anche la diocesi udinese, Chiesa di confine e<br />

avamposto di incontro e di dialogo tra i popoli,<br />

è mobilitata per la giornata di digiuno e preghiera<br />

per la pace indettada GiovanniPaolo II.<br />

L'Arcivescovo Pietro Brollo, insieme ai centri<br />

pastorali diocesani, ha invitato tutte le comunità<br />

ad aderire ad alcune proposte comuni, che<br />

possono dare ancor più il senso di un impegno<br />

corale dei cattolici friulani per la pace.<br />

«In questi mesi — afferma l’Arcivescovo in<br />

un messaggio alla diocesi —, ripetutamente, ci<br />

sono state offerte le immagini degli aerei, carichi<br />

di vite umane, scagliati come proiettili contro<br />

le Torri Gemelle di New York e contro il<br />

Pentagono a Washington. Altre scene di atrocità<br />

si sono susseguite sui nostri teleschermi non<br />

solo come reazione a questi cruenti attentati,<br />

ma dovute anche a una specie di tarlo che purtroppo<br />

corrode la pacifica convivenza dei popoli<br />

in tante parti del mondo, a cominciare dalla<br />

terra benedetta della Palestina».<br />

«Sono angosciosi venti di guerra — aggiunge<br />

Mons. Brollo — che continuano a scuotere l’umanità<br />

intera come un uragano che agita tutta<br />

una foresta, arrecando ovunque distruzione e<br />

morte e il fragore delle armi è ben lungi dal tacere,<br />

tendendo a spegnere la speranza nel cuore<br />

dell’uomo».<br />

Eppure, prosegue l’Arcivescovo, l’azione dello<br />

Spirito, portatore di vita e di perdono, è descritta<br />

nella Bibbia come il venticello delicato<br />

che accarezza il volto di Elia. Il Signore infatti<br />

rivolge ancora il suo sguardo verso l’umanità e<br />

si appresta a inviare il Figlio quale messaggero<br />

di giustizia, di amore e di pace. «Riusciremo<br />

come il profeta a cogliere questa presenza benefica<br />

e a rallegrarci?», si chiede il presule.<br />

«Giunge perciò più che puntuale l’appello del<br />

Papa per una giornata nella quale pregare perché<br />

l’umanità accolga il Principe della Pace».<br />

L’Arcivescovo fa quindi appello «a tutti i cristiani<br />

delle nostre comunità perché aderiscano all’invito<br />

di Giovanni Paolo II, nella convinzione<br />

che la preghiera fiduciosa può ottenere da Dio<br />

il prodigio da tutti desiderato; «a Dio nulla è<br />

impossibile»». Chiediamo a Lui, conclude Monsignor<br />

Brollo, come strenna natalizia, il dono<br />

della pace, insieme ad un cuore riconciliato nei<br />

confronti di tutti gli uomini, giacché sono tutti<br />

figli dello stesso Padre e membri dell’unica famiglia<br />

umana e preghiamo assieme perché il<br />

nostro Avvento sia un cammino di riconciliazione,<br />

sorretto dalla Vergine Maria che ci donerà<br />

Gesù, Principe della Pace».<br />

Venerdì 14 dicembre, alle ore 13 le campane<br />

di tutte le chiese friulane inviteranno i credenti<br />

al digiuno; e in tutte le parrocchie segue un<br />

momento di adorazione silenziosa mentre alle<br />

ore 19.30 in tutte le comunità viene celebrata<br />

una liturgia della Parola.<br />

La sera, in Cattedrale, l’Arcivescovo Brollo<br />

presiede una veglia di preghiera alla quale sono<br />

stati invitati i fedeli della diocesi.<br />

La diocesi di Udine ha predisposto un’utile<br />

guida per vivere e organizzare la Giornata mondiale<br />

di preghiera e digiuno per la pace. Il sussidio<br />

è stato distribuito in questi giorni a tutti i<br />

parroci e agli operatori pastorali con un numero<br />

speciale di «Informazioni ecclesiali». La pubblicazione<br />

contiene strumenti utili sia per la riflessione<br />

personale, sia per l’organizzazione dei<br />

momenti di preghiera previsti per il 14 dicembre<br />

e si apre con i messaggi del Papa e dell’Arcivescovo<br />

di Udine. Il fascicolo contiene anche i<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Venerdì 14 Dicembre 2001<br />

Foggia-Bovino: due coniugi offrono tutti i loro beni a sostegno della Caritas<br />

Una Fondazione sosterrà d'ora in poi<br />

l'operato della Caritas della diocesi di<br />

Foggia-Bovino. È stata costituita infatti, lo<br />

scorso 10 dicembre, con atto notarile, la<br />

«Fondazione Fasano-Potenza Onlus», che<br />

permetterà alla Caritas di continuare ad<br />

operare sempre meglio a servizio dei bisogni<br />

del territorio. La costituzione della<br />

Fondazione è stata resa possibile grazie<br />

alla generosità dei coniugi Fasano-Poten-<br />

La Collegiata di Solofra<br />

ha accompagnato. Nel giorno in cui la Chiesa ha elevato la<br />

sua lode a Colei che è stata modello esemplare di coraggio, di<br />

fedeltà, di servizio, un'intera città ha espresso il suo sincero<br />

grazie al nostro Giornale. Ha reso omaggio ad una vicenda<br />

storica ed ecclesiale nutrita anch'essa di coraggio, di fedeltà,<br />

di servizio. Nel «fiat» di Maria c'è uno stile di dedizione che<br />

non può non fare da «bussola» anche per l'impegno quotidiano<br />

dell'«Osservatore Romano». Questa medaglia ce lo ha ricordato,<br />

senza vuoti e assordanti trionfalismi. Ma con la<br />

semplice riconoscenza di un'umile, operosa comunità ecclesiale<br />

e civile. (f.m.v.)<br />

za, ai quali essa è intitolata. Mario Fasano<br />

militante di Azione Cattolica, noto in<br />

ambiente diocesano per la sua disponibilità<br />

e la sua sollecitudine, ha messo a disposizione<br />

della Fondazione titoli bancari<br />

e beni immobili. Ha donato anche l'abitazione<br />

nella quale tuttora vive con la consorte,<br />

mantenendo solo l'usufrutto. Tra le<br />

finalità della Fondazione «sostenere e incrementare<br />

le diverse attività caritative<br />

contributi di Monsignor Rinaldo Fabris (Digiuno<br />

e preghiera nella Bibbia), don Pierluigi Di<br />

Piazza (Se vuoi la pace prepara la pace), Monsignor<br />

Nicolino Borgo (Le radici della pace fra<br />

le culture e i popoli), Paolo Zenarolla (Incontrare<br />

il Re della giustizia e della pace). Infine ci<br />

sono le testimonianze di friulani che nel mondo<br />

sono impegnati a favore della pace.<br />

Alla preghiera e al digiuno si affianca anche<br />

la solidarietà: la Chiesa udinese ha chiesto all’intera<br />

comunità diocesana di sostenere l’attività<br />

del centro «Al Liqa» (l’incontro) che opera in<br />

Galilea, non lontano da Nazareth, per promuovere<br />

il dialogo tra cristiani, musulmani ed<br />

ebrei. Un’azione in linea con la giornata di digiuno<br />

fatta coincidere con la fine del Ramadan<br />

islamico per sottolineare il comune anelito delle<br />

religioni alla pace. (claudio zerbetto)<br />

RIMINI<br />

Una risposta entusiasta e «giovane» all’appello<br />

del Santo Padre viene dalla Chiesa che è in<br />

Rimini per venerdì 14 dicembre. Scrive, in proposito,<br />

il Vescovo Mariano De Nicolò: «Accogliamo<br />

con fervore l’invito che il Santo Padre<br />

rivolge a tutta la Chiesa. Raccomandiamo ai<br />

Sacerdoti di invitare i Fedeli ad unirsi alle intenzioni<br />

del Papa, ricordando le sue parole:<br />

“Quanto più insormontabili sembrano le difficoltà<br />

e oscure le prospettive, tanto più insistente<br />

deve farsi la nostra preghiera per implorare<br />

da Dio il dono della comprensione reciproca,<br />

della concordia e della pace. Nella stessa data<br />

invito le parrocchie a svolgere appositi momenti<br />

di preghiera o veglie di digiuno”».<br />

Saranno proprio i giovani a guidare l’Ora<br />

d’Adorazione, che si svolge nella Chiesa parrocchiale<br />

Gesù nostra Riconciliazione dalle 19.30<br />

alle 20.30 di venerdì.<br />

Si comincia con l’Affidamento alla Beata Vergine<br />

Maria, madre e regina della Pace, proprio<br />

perché Madre di Colui che è la nostra Pace:<br />

Gesù, il Salvatore di tutta l’umanità.<br />

Seguono letture bibliche, testimonianze, canti,<br />

preghiere guidate dai giovani della comunità.<br />

Tutti i presenti sono poi invitati a deporre «un<br />

seme» nelle terrine predisposte, come gesto<br />

simbolico, per alimentare la speranza che anche<br />

la Pace germoglierà ovunque fino a riempire<br />

la Terra.<br />

Alle 20.30, ora in cui di solito ci si siede per<br />

la cena, comincia la Santa Messa, durante la<br />

quale ognuno potrà offrire la somma equivalente<br />

al pasto non consumato. Sono stati invitati al<br />

gesto anzitutto i cattolici e anche i fratelli nella<br />

comune fede cristiana, per implorare una pace<br />

piena di giustizia e di perdono e per testimoniare<br />

il «miracolo» della carità e della condivisione.<br />

(domenico valgimigli)<br />

SESSA AURUNCA<br />

Con una lettera inviata a tutta la comunità<br />

diocesana, il Vescovo di Sessa Aurunca, Mons.<br />

Antonio Napoletano, aderisce alla giornata di<br />

digiuno, indetta da Giovanni Paolo II per il 14<br />

dicembre. «Carissimi — scrive il Presule — in<br />

piena comunione e partecipazione alle preoccupazioni<br />

del Santo Padre, invito la comunità diocesana<br />

a rispondere con prontezza ed entusiasmo<br />

alla sua richiesta di dedicare il giorno 14<br />

dicembre al digiuno e alla preghiera “per implorare<br />

da Dio il dono della comprensione reciproca,<br />

della concordia e della pace”. Il digiuno materiale,<br />

unito alla preghiera e alla carità, deve<br />

spingerci al digiuno del cuore per liberarlo da<br />

tutti gli ostacoli alla pace e riportarlo alla sem-<br />

MILETO-NICOTERA-TROPEA Nota pastorale del Vescovo<br />

Fedeli a Cristo, vivere la santità nel quotidiano<br />

Dopo il Convegno diocesano su «Laici<br />

e famiglia» e il Convegno della Chiesa<br />

Calabrese su «Cristiani laici oggi in Calabria»,<br />

altre iniziative hanno coinvolto le<br />

varie componenti del popolo di Dio della<br />

Chiesa che è in Mileto-Nicotera-Tropea.<br />

Esse mettono in luce il desiderio di<br />

rispondere all’appello del Papa e dei Vescovi,<br />

di «prendere il largo» in quest’inizio<br />

del terzo millennio.<br />

La formazione dei laici è la scelta<br />

prioritaria della diocesi per neutralizzare<br />

lo spirito della secolarizzazione, che non<br />

risparmia anche i propri fedeli. Per raggiungere<br />

questo obiettivo il Vescovo Domenico<br />

Cortese nella Nota pastorale «Riprendere<br />

nella fede e con fede il cammino<br />

cristiano nella storia» ha affermato<br />

l’esigenza fondamentale di «riportare la<br />

Chiesa costantemente sull’asse della santità<br />

e della vita con Dio».<br />

Si realizza ciò, tenendo costantemente<br />

«fisso lo sguardo su Gesù», contemplando<br />

il suo volto di «crocifisso e risorto».<br />

Bisogna sforzarsi — continua Mons.<br />

Cortese citando S. Kierkegaard — di diventare<br />

«contemporanei della presenza<br />

di Gesù» per poter «acquistare la dimensione<br />

contemplativa della vita, da cui<br />

scaturisce la dimensione missionaria».<br />

Significativo è stato l’incontro con la<br />

Presidente Nazionale dell’Azione Cattolica<br />

Italiana Paola Bignardi sul tema<br />

«Una sola è la cosa necessaria». Dopo il<br />

saluto del Presidente dell'A.C. diocesana<br />

Paolo Ceraso, il Vescovo ha ribadito che<br />

bisogna recuperare il senso vero della<br />

santità, ricordando che Gesù non è venuto<br />

a fare miracoli, ma ad annunciare<br />

il Vangelo delle beatitudini. Siamo, perciò,<br />

chiamati «a scommettere sulla for-<br />

della Caritas, mettendo a disposizione<br />

mezzi patrimoniali necessari allo svolgimento<br />

delle sue attività». Apprezzamento<br />

per l'atto di generosità è stato espresso<br />

dall'Arcivescovo Domenico D'Ambrosio e<br />

dalla direttrice della Caritas diocesana<br />

Maria Tricarico. «Un gesto che non è da<br />

tutti — ha affermato Maria Tricarico —.<br />

Un evento provvidenziale che ci consentirà<br />

d'ora in poi di offrire risposte più solle-<br />

plicità dei suoi sentimenti di umanità e di solidarietà».<br />

La giornata sarà caratterizzata da alcuni momenti<br />

importanti, che la comunità diocesana è<br />

chiamata a vivere in sintonia con il Vescovo ed<br />

il presbiterio. Significativo il sito scelto per l’incontro<br />

di preghiera a conclusione della giornata:<br />

il monumentale Convento di San Francesco<br />

in Casanova di Carinola, che, secondo un’antica<br />

tradizione, ospitò il Poverello d’Assisi, dove<br />

si svolge l’adorazione eucaristica durante la veglia<br />

di preghiera.<br />

«A pochi giorni dal Natale — scrive il Vescovo<br />

—, giorno della nascita del Principe della pace,<br />

vogliamo riunirci come comunità Diocesana<br />

per pregare con fervore Dio perché conceda al<br />

mondo una pace stabile, fondata sulla giustizia,<br />

e faccia sì che si possano trovare adeguate soluzioni<br />

ai molti conflitti che travagliano il mondo».<br />

Intanto, per domenica 9 dicembre, la Caritas<br />

diocesana ha organizzato in tutte le Chiese<br />

parrocchiali della Diocesi, per mezzo delle Caritas<br />

parrocchiali, la raccolta del denaro che si risparmierà<br />

nel digiuno, in modo che per il giorno<br />

14 dicembre, al termine dell’Adorazione eucaristica,<br />

sia consegnata al Vescovo per destinarla<br />

«ai poveri, in particolare di chi soffre in<br />

questo momento le conseguenze del terrorismo<br />

e della guerra». (antonio rungi)<br />

SAN SEVERO<br />

Il Vescovo di San Severo, Mons. Michele<br />

Seccia, in sintonia con l'invito del Santo Padre,<br />

ha inviato alla comunità diocesana un Messaggio<br />

per la Giornata di digiuno e di preghiera<br />

che si celebra il 14 dicembre. «Digiunare —<br />

scrive tra l'altro il Presule — è nel linguaggio<br />

biblico iniziare un nuovo cammino di conversione<br />

perché la tua vita, ricchezza compresa,<br />

siaalservizio di chi non ha una vita dignitosa».<br />

«Il digiuno del 14 — continua il Vescovo —<br />

sia il primo di tanti “digiuni” cioè di tanti atti<br />

d'amore verso chi non ha avuto la tua fortuna».<br />

«Vi esorto — conclude Mons. Seccia — a<br />

riflettere che la pace, la giustizia e la fraternità<br />

nel mondo, frutti della carità, partono dal tuo e<br />

dal mio cuore, a condizione che questi siano tabernacolo<br />

di Dio e con il digiuno e la preghiera<br />

sipuò debellare con certezza il male esistente».<br />

A livello locale la giornata si celebra nelle 32<br />

parrocchie della diocesi ed è scandita, a sera<br />

inoltrata, da un'ora di preghiera comunitaria<br />

con la presenza di rappresentanti musulmani.<br />

Per l'occasione la Caritas diocesana ha preparato<br />

un sussidio di preghiera per invocare la pace<br />

e al fratellanza tra popoli. (francesco armenti)<br />

OPPIDO<br />

MAMERTINA<br />

PALMI<br />

«...Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro<br />

lance in falci; / un popolo non alzerà più la<br />

spada contro un altro popolo, / non si eserciteranno<br />

più nell'arte della guerra»: la profezia di<br />

Isaia 2, 1-5 ripresa alcuni giorni fa da Giovanni<br />

Paolo II suona come augurio di pace anche nella<br />

Diocesi di Oppido Mamertina-Palmi che si<br />

appresta a celebrare il digiuno del 14 dicembre<br />

in comunione con tutta la Chiesa santa di Dio.<br />

Il Vescovo Luciano Bux ha lasciato libertà di<br />

azione riguardo modalità e circostanze alle singole<br />

parrocchie auspicando però che venga valorizzato<br />

e messo in giusto risalto il lato penitenziale<br />

del digiuno perché solo attraverso la<br />

mazione: questa è anche la storia dell’Azione<br />

Cattolica».<br />

L’ammonimento di Gesù a Marta —<br />

ha premesso la Bignardi — «una sola è<br />

la cosa necessaria», ci richiama «all’essenziale»,<br />

che è la scoperta del «segreto<br />

della vita». Esso si svela nell’incontrare<br />

Gesù , fare posto al suo amore, «sostare<br />

con Lui e percepire che ci vuole bene.<br />

Lui solo è il “tesoro” della nostra vita».<br />

La Bignardi ha chiesto, quindi, all’attento<br />

uditorio, cosa è «necessario» per il<br />

semplice fedele e specificatamente per<br />

l’Azione Cattolica.<br />

Al primo interrogativo, facendo riferimento<br />

al Vaticano II e alla varie canonizzazioni<br />

di questi ultimi tempi, ha risposto<br />

indicando «la santità del quotidiano»<br />

riscontrabile in tante persone che<br />

noi abbiamo conosciuto. Esse hanno saputo<br />

«accogliere la vita con riconoscenza<br />

in maniera umile e semplice» e ci insegnano<br />

che la santità è «un modo di affrontare<br />

la vita», non è «un’esperienza<br />

di eroi».<br />

Per i soci dell’Azione Cattolica ha richiamato<br />

come prerequisito «essenziale»<br />

la fedeltà al suo «Ideale». Nella mutevole<br />

realtà molte iniziative e modalità possono<br />

essere messe da parte, ma «l’ideale<br />

deve restare». Con forza e convinzione<br />

ha affermato che esso «sta nella scelta<br />

di una vita cristiana, che vuole tenere<br />

insieme la fedeltà al Vangelo e la fedeltà<br />

alla quotidianità». Da questo ideale discende<br />

uno «stile di vita» , che comincia<br />

con l’Eucaristia domenicale e si radica<br />

nel legame con i pastori fatto di ascolto<br />

e di attenzione. Nella missionarietà intesa<br />

come condivisione del Vangelo nella<br />

fraternità, nella ferialità e nella gioia,<br />

cite e adeguate alle necessità dei poveri<br />

e degli emarginati della nostra città». Alla<br />

Fondazione sarà affidata la gestione della<br />

Casa di Accoglienza Santa Maria del Conventino,<br />

presso la quale la Caritas, come<br />

organismo pastorale, supportata dall'infaticabile<br />

sostegno di molti volontari, offre<br />

accoglienza e servizi di prima necessità a<br />

poveri ed extracomunitari.<br />

DANIELA ZAZZARA<br />

penitenza si ottiene riconciliazione e perdono e<br />

solo attraverso questi è possibile impetrare da<br />

Dio il supremo dono della pace.<br />

Al digiuno va unita la partecipazione dei cristiani<br />

verso le comunità e i popoli provati dai<br />

conflitti e dalle guerre e, in tal senso, l'offerta<br />

destinata al Papa per essere devoluta secondo<br />

le più urgenti necessità del momento è senza<br />

dubbio un «signum fidei» che si concretizza di<br />

fatto nella condivisione dei fratelli con chi soffre<br />

e sta nel bisogno.<br />

La parrocchia di Santa Marina martire, in<br />

Polistena, è stata tra le prime ad aderire con<br />

entusiasmo all'appello del Vescovo che in sintonia<br />

con le intenzioni di preghiera di Giovanni<br />

Paolo II si propone di lenire con iniziative di<br />

solidarietà e di comunione le ferite che giungono<br />

dolorose e preoccupanti dai fronti della<br />

guerra. Don Pino De Masi, arciprete di questa<br />

comunità, ha detto che in questi casi quel che<br />

si fa non è mai troppo per cui anche la comunità<br />

parrocchiale di Polistena aderendo al digiuno<br />

e alla raccolta di offerte da destinare ai bisognosi<br />

vuole manifestare un piccolo segno di<br />

tangibile condivisione con il Papa e con il Vescovo<br />

nella dinamica della concreta carità.<br />

A tal riguardo la comunità ecclesiale diocesana<br />

ha espresso la sua vicinanza a Suor Luisa<br />

Domenica Russo, delle Suore della Carità di<br />

Santa Giovanna Antida Thouret, che ha festeggiato<br />

i suoi settantacinque anni di vita consacrata.<br />

Nel Duomo di Gioia Tauro stracolmo all'inverosimile<br />

Suor Luisa con voce ferma e decisa<br />

ha rinnovato le sue promesse di vita consacrata<br />

a Dio e alla Chiesa e ha voluto salutare il<br />

celebrante Mons. Francesco Laruffa e tutti i<br />

presenti con una preghiera da Lei stessa composta<br />

e che è al contempo misura sia del suo<br />

itinerario contemplativo che della paradigmaticità<br />

dei doni che il popolo cristiano intende impetrare<br />

dal Signore il 14 dicembre: «Buon giorno<br />

mio dolce Gesù / Caro amico del mio cuore<br />

/ Oggetto più caro della mia tenerezza / Come<br />

farfalla in questo giorno / Pieno d'amore Ti<br />

verrò intorno / A sera tra i vivi ardori / Vengo<br />

astruggermineltuobelcuore». (filippo marino)<br />

COSENZA<br />

BISIGNANO<br />

In occasione della giornata di digiuno e preghiera<br />

proposta dal Papa come segno di condivisione<br />

con chi soffre a causa del terrorismo e<br />

della guerra, l'Arcivescovo di Cosenza-Bisignano,<br />

Mons. Giuseppe Agostino, presiede una veglia<br />

di preghiera nella Cattedrale, alle ore 20.<br />

Il tema scelto come sfondo per la preghiera<br />

comune è: «Se vuoi la pace, offri il perdono».<br />

Le offerte raccolte durante la celebrazione nella<br />

Cattedrale di Cosenza, frutto del digiuno, saranno<br />

destinate, secondo le indicazioni del Santo<br />

Padre, a chi soffre. Tutti sono invitati a partecipare.<br />

L’iniziativa dell’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano<br />

è curata dall’Ufficio di pastorale sociale<br />

e del lavoro (ambito «Giustizia e Pace»), dall’Ufficio<br />

missionario e dalla Caritas.<br />

MAZARA<br />

DEL VALLO<br />

Anche la diocesi siciliana di Mazara del Vallo<br />

raccoglie l'invito rivolto dal Papa a tutti i cattolici<br />

per pregare e digiunare per la pace del<br />

mondo nella giornata di venerdì 14 dicembre.<br />

Nell'occasione il Vescovo Emanuele Catarinicchia<br />

presiede un momento di preghiera in Cattedrale<br />

alle ore 19.30.<br />

occorre imparare a raccontare la fede,<br />

sapendo «dire il posto che Cristo ha nella<br />

nostra vita».<br />

Ha concluso l’Assistente diocesano<br />

don Gaetano Currà, il quale, rilevato<br />

l’interesse dell’uditorio, ha invitato alla<br />

speranza della visione cristiana della vita,<br />

citando un testo dal «Diario di un<br />

parroco di campagna» di Bernanos: «Il<br />

contrario di un popolo cristiano è un<br />

popolo triste».<br />

Fra gli «eventi di grazia», come li ha<br />

definiti il Vescovo Cortese, sono da ricordare:<br />

l’ordinazione di due diaconi<br />

permanenti, Antonio Arcella e Carmelo<br />

Lo Turco e di due diaconi in preparazione<br />

al presbiterato Salvatore Lavorato e<br />

Domenico Muscari, ordinati dal Cardinale<br />

Camillo Ruini nella Patriarcale Basilica<br />

di san Giovanni in Laterano, del<br />

cui Seminario sono alunni.<br />

Motivo di grande gaudio spirituale,<br />

per la comunità diocesana e per le comunità<br />

parrocchiali di origine, che il Vescovo<br />

ha definito «Grazia natalizia», è<br />

stata la consacrazione dei novelli sacerdoti<br />

Francesco Galloro e Pasquale Sposaro,<br />

in attesa della «Grazia pasquale»,<br />

con l’ordinazione degli altri due diaconi<br />

in aprile del 2002.<br />

Al rito dell’ordinazione sacerdotale,<br />

oltre i presbiteri anche di altre diocesi e<br />

moltissimi fedeli, hanno partecipato i<br />

Rettori del Pontificio Seminario Campano<br />

Interregionale di Posillipo, Padre Piero<br />

Granzino, e del Pontificio Seminario<br />

Regionale Pio X di Catanzaro, don Ignazio<br />

Schinella.<br />

DOMENICO PANTANO


ITALIA<br />

AMALFI L'Arcivescovo Orazio Soricelli per la festa del Patrono sant'Andrea<br />

L'Apostolo che ha aperto<br />

la processione dei popoli a Gesù<br />

GIANFRANCO GRIECO<br />

PAGINA<br />

La comunità della divina Costiera ha<br />

onorato il suo Santo, l'Apostolo Andrea,<br />

il «Primo dei chiamati». Erano in tanti,<br />

nella chiesa cattedrale, attorno all'Arcivescovo<br />

Orazio Soricelli, nell'ora mattutina<br />

della solenne Concelebrazione Eucaristica:<br />

clero, autorità, popolo di Dio.<br />

Il busto d'argento con la reliquia dell'Apostolo<br />

era stato collocato a due passi<br />

dall'altare di pietra viva. Accanto alla figura<br />

dell'Apostolo la piccola barca d'argento<br />

con Gesù e i due fratelli: Pietro e<br />

Andrea. Al centro del presbiterio il bel<br />

Crocifisso. Fissata nel muro dell'abside<br />

la tela con il martirio di Andrea, fratello<br />

di Simon Pietro. Andrea — diceva<br />

Mons. Soricelli all'omelia — «apre la<br />

processione dei popoli a Gesù. Sulla soglia<br />

del nuovo Millennio gli diciamo come<br />

un giorno i Greci: “vogliamo vedere<br />

Gesù”. In questo Avvento vogliamo affidarci<br />

alla sua guida, al coraggio della<br />

sua speranza e alla passione della sua fede,<br />

disposti anche a operare cambiamenti<br />

nella nostra vita personale e nella<br />

pastorale, e con lui andare incontro a<br />

Gesù con la richiesta che la forza del<br />

Vangelo infiammi questo mondo e lo<br />

porti incontro al Regno di Dio».<br />

La festa dell'Apostolo Andrea, collocata<br />

al confine di due anni ecclesiali: uno<br />

che si conclude con la solennità di Cristo<br />

Re dell'Universo ed uno che si apre<br />

con la prima domenica di Avvento, offriva<br />

al Pastore l'occasione per fare non<br />

solo un bilancio ecclesiale, ma per<br />

proiettare la Chiesa diocesana di Amalfi-<br />

Cava de' Tirreni verso nuovi traguardi<br />

pastorali di evangelizzazione e di promozione<br />

umana. L'incontro di Andrea<br />

con Gesù — ricordava il Presule Soricelli<br />

— fu «decisivo, straordinario, indimenticabile»;<br />

fu un incontro che diede<br />

«una svolta» all'esistenza di Andrea e di<br />

Simon Pietro. Dall'«incontro» con Cristo;<br />

dalla «contemplazione» del suo Volto<br />

— ribadiva — scaturisce l'«impegno<br />

missionario del cristiano». Il cristiano<br />

che ha «contemplato» Gesù Cristo — ribadiva<br />

con forza — «non può non sentirsi<br />

rapito dal suo fulgore e impegnarsi<br />

a testimoniare la sua fede in Cristo, unico<br />

Salvatore dell'uomo. Condurre a Cristoèstatoil<br />

gesto missionario di Andrea,<br />

ed è la missione di ogni cristiano che<br />

voglia lavorare al servizio del Regno».<br />

Gli orientamenti pastorali della Chiesa<br />

italiana per il prossimo decennio — precisava<br />

Mons. Soricelli — «ci invitano a<br />

scorgere l'“oggi di Dio” e le sue attese<br />

su di noi e a “comunicare il Vangelo”».<br />

Su questa urgenza si soffermava il Vescovo<br />

diocesano e precisava che «comunicare<br />

il Vangelo è il compito fondamentale<br />

della Chiesa. Comunicare il<br />

Vangelo in un mondo che cambia —<br />

spiegava — «è un invito ai credenti anzitutto<br />

a non temere, a non avere paura,<br />

ma a rinnovare l'atto di fiducia nella potenza<br />

della Parola del Vangelo che può<br />

cambiare il cuore dell'uomo se viene annunciata<br />

da persone che ne sono ricche<br />

per esperienza».<br />

Comunicare il Vangelo in un mondo<br />

che cambia — esortava ancora il Presule<br />

— vuol dire «difendere» la fede contro<br />

le «potenze maligne» di questo mondo<br />

che «non mancano di assumere nuove<br />

forme nel tentativo di vanificare la<br />

potenza della Parola: Dio, infatti non ha<br />

bisogno di essere difeso davanti agli uomini,<br />

piuttosto ha bisogno di essere creduto».<br />

Comunicare il Vangelo in un mondo<br />

che cambia — ammoniva l'Arcivescovo<br />

Soricelli — vuol dire soprattutto «testimoniare».<br />

«Viviamo un periodo storico<br />

drammatico non soltanto per le vicende<br />

che tutti conosciamo — ricordava —:<br />

ma anche perché nella confusione dei<br />

messaggi che si intrecciano, il messaggio<br />

cristiano con i suoi orientamenti, con i<br />

suoi simboli, pare quasi emarginato o ritenuto<br />

incapace di rispondere efficacemente<br />

alle emergenze attuali. Bisogna<br />

confessare che come cristiani — continuava<br />

— attraversiamo un momento di<br />

incertezza, forse inatteso mentre eravamo<br />

ancora ebbri della letizia giubilare, e<br />

rischiamo di agganciarci al carro dei potenti<br />

di questo mondo, che certamente<br />

non mostrano, nemmeno in questo momento<br />

storico, di amare la croce di Cristo,<br />

sebbene si appellano all'autorità e<br />

alla protezione di Dio, certamente pensano<br />

ad un Dio senza Croce: e un Dio<br />

senza croce non è più il Dio cristiano».<br />

Per superare tali insidie non serve difendersi<br />

— ammoniva ancora l'Arcivescovo<br />

Soricelli —: è necessario invece «testimoniare»,<br />

«dare ragione della speranza<br />

che è in noi», come «ebbero il coraggio<br />

di fare Pietro e Giovanni nell'episodio<br />

degli Atti degli Apostoli: di fronte a coloro<br />

che li minacciavano di non parlare<br />

più del Nazareno, essi, incuranti, lo testimoniarono<br />

come Capo e Salvatore,<br />

portatore della grazia divina della conversione.<br />

Unica arma capace di mutare<br />

il cuore umano è di volgere le vicende<br />

terrene sui sentieri della vera umanità».<br />

Per comunicare il Vangelo in un mondo<br />

che cambia — concludeva l'Arcivescovo<br />

— bisogna «ritornare ad essere ascoltatori<br />

perseveranti della Parola», e se necessario<br />

andare incontro al «martirio».<br />

Con l'Arcivescovo concelebravano<br />

Mons. Carlo Papa, Vicario Generale;<br />

7 .<br />

Il cammino<br />

della Chiesa<br />

Amalfi: facciata della Cattedrale con<br />

la scalinata rivestita di fiori per la festa<br />

del Patrono. Il busto d'argento<br />

dell'Apostolo con la reliquia<br />

Mons. Aurelio Padovani, Arcidiacono<br />

del Capitolo e i parroci del territorio della<br />

Costiera. Raccolta e ordinata la solenne<br />

Concelebrazione allietata dal canto<br />

della Schola Cantorum «Cantate Domino,<br />

Alojsiana» diretta dal don Antonio<br />

Porpora e dal Maestro Antonio Porpora<br />

junior. All'organo sedava il Maestro Vincenzo<br />

Alfieri. Meravigliose le voci di Teresa<br />

Esposito e di Anna Pipino che eseguivano<br />

il Salmo responsoriale e alcune<br />

parti della Messa solenne.<br />

Seguiva poi la processione con il busto<br />

d'argento del Santo per le vie della<br />

città marinara, guidata dal parroco gentile<br />

della chiesa cattedrale, Mons. Andrea<br />

Colavolpe. Prima Via Pietro Capuano,<br />

Cardinale del XIII secolo; poi la Via<br />

delle Repubbliche Marinare; poi la sosta<br />

di preghiera davanti al mare con i giovani<br />

in acqua prima di dare inizio alla ga-<br />

ra di «Windsurf» e davanti alla grande<br />

barca dedicata a «san Bonaventura» da<br />

Potenza (non è ancora santo il beato<br />

Bonaventura, ma la devozione popolare<br />

è così sentita in tutta la Costiera tanto<br />

da precedere gli eventi). Fuochi a mare<br />

in onore del Santo Apostolo. Musiche<br />

eseguite dalla banda di Minori. Migliaia<br />

e migliaia di devoti ai lati della strada.<br />

Numerosi anche i pellegrini giunti da<br />

Frosinone e da Aversa. Di corsa con la<br />

statua d'argento sulle spalle, i portatori<br />

con la tunica rossa salivano le scale del<br />

Duomo. Poi l'ultimo canto e la benedizione<br />

del Padre Arcivescovo in attesa<br />

dell'altra festa esterna fissata, come ogni<br />

anno, il 27 giugno.<br />

Amalfi onorava ancora una volta così<br />

il suo Santo, orgogliosa di essere stata<br />

protetta e benedetta nel corso della sua<br />

storia millenaria dal «Primo dei chiamati»,<br />

Apostolo del Signore.<br />

Gravina: ricordato a 10 anni<br />

dalla morte il Vescovo Aldo Forzoni<br />

Mons. Aldo Forzoni, morto Vescovo<br />

emerito di Massa il 7 dicembre 1991,<br />

prima di approdare in quella Diocesi<br />

trasferito da Teggiano, fu Vescovo della<br />

Chiesa di Gravina, allora unita ancora a<br />

quella di Irsina.<br />

A distanza di decenni il ricordo del<br />

suo alto ministero nella prima Diocesi<br />

del suo episcopato è ancora vivo in<br />

quanti lo conobbero e beneficiarono del<br />

suo dinamismo. E non solo a Gravina.<br />

Egli fu precursore di tanti orientamenti<br />

pastorali che, per la Chiesa del<br />

terzo millennio sarebbero emersi dal<br />

Concilio Vaticano II.<br />

La comunità cattolica di Gravina, nel<br />

decimo anniversario della sua morte,<br />

con una partecipata Accademia, ha voluto<br />

commemorare il grande Pastore degli<br />

anni Cinquanta dello scorso secolo.<br />

Introdotta dall'«Ecce Sacerdos» del<br />

Maestro Can. D. Luigi Sanseverino, la<br />

commemorazione è stata presentata dal<br />

Can. D. Saverio Paternoster, coordinatore<br />

della zona pastorale di Gravina.<br />

L'attuale Vescovo della Diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva<br />

delle Fonti,<br />

Mons. Mario Paciello, con i fili di non<br />

poche testimonianze, da Lui ricevute da<br />

suoi confratelli, da religiosi e da laici di<br />

Puglia, Toscana, e Sicilia, ha ordito una<br />

colorita trama della spiritualità e del ministero<br />

episcopale di Mons. Forzoni.<br />

Sono seguite diverse altre qualificate<br />

testimonianze, dalle quali è emerso che<br />

Mons. Forzoni era soprattutto impegnato<br />

a santificarsi. Perciò poté essere nella<br />

Chiesa Padre e fratello dei poveri. Al<br />

servizio della vera fede. Missionario per<br />

annunciare, insegnare, celebrare e testimoniare<br />

l'amore di Cristo per tutti gli<br />

uomini. Sentinella e profeta alla guida<br />

del suo popolo.<br />

I diversi interventi sono stati intercalati<br />

e impreziositi da polifonie della<br />

Schola Cantorum della Basilica Cattedrale.<br />

Così con «Nel cielo di maggio» si<br />

sono potute gustare le composizioni, soprattutto<br />

mariane del compianto suo Direttore<br />

e compositore, il Can. D. Luigi<br />

Sanseverino, quali «Senti Madonna» e<br />

«Sirventese a Maria».<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Venerdì 14 Dicembre 2001<br />

Infine la Prof.sa Mimma Forzati ha<br />

presentato «Una Meteora»: agile volumetto<br />

di medaglioni, redatto dal Sac.<br />

Domenico Farella, che fu il più vicino<br />

collaboratore di Mons. Forzoni nei brevi<br />

anni del suo episcopato a Gravina e perciò<br />

particolarmente qualificato per raccontare<br />

l'avventura di quel Vescovo nella<br />

prima Diocesi del suo episcopato.<br />

La commemorazione accademica si è<br />

conclusa con l'invito a partecipare alla<br />

solenne Eucaristia, che poi il Vescovo<br />

ha concelebrato in suffragio dell'indimenticato<br />

suo predecessore. (d.f.)<br />

Il Card. Sepe inaugurerà<br />

il Centro giovanile<br />

«Benedetto XIII»<br />

Il Cardinale Crescenzio Sepe,<br />

Prefetto della Congregazione per<br />

l’Evangelizzazione dei Popoli, presiederà<br />

sabato 15 dicembre la solenne<br />

inaugurazione del Centro<br />

Giovanile «Benedetto XIII» di<br />

Gravina in Puglia.<br />

L’intera opera, la cui prima pietra<br />

è stata benedetta da Giovanni<br />

Paolo II il 6 giugno 1990, nel corso<br />

di un’udienza accordata all’intera<br />

Diocesi di Altamura-Gravina-<br />

Acquaviva delle Fonti, nacque per<br />

volere del compianto Vescovo<br />

Tarcisio Pisani, nell’ottica di una<br />

fervente e rinnovata pastorale giovanile.<br />

La posa della pietra avvenne l’8<br />

dicembre 1990. «È un momento<br />

di grande soddisfazione — ha dichiarato<br />

don Saverio Paternoster,<br />

presidente della Fondazione BenedettoXIII—pertutti<br />

noi e per coloro,<br />

enonsonopochi,che con il<br />

loro appassionato e fattivo contributo<br />

hannoconsentitoche si avverasse<br />

unsogno:realizzareun grande<br />

centro di formazione per i nostri<br />

giovani. (vito maurogiovanni)<br />

MILANO Il Cardinale Martini ha presieduto in Duomo il solenne Pontificale<br />

I grandi doni di sant'Ambrogio<br />

per la Chiesa universale<br />

Dopo il tradizionale «Discorso alla città»<br />

durante i Vespri nella vigilia di sant’Ambrogio<br />

— con il quale è entrato nel<br />

vivo dei temi drammatici dello scenario<br />

internazionale (e del quale abbiamo già<br />

pubblicato ampi stralci) —, il Cardinale<br />

Carlo Maria Martini è tornato nella storica<br />

basilica dedicata al santo Patrono<br />

dell’Arcidiocesi e della città, per presiedere<br />

il pontificale della solennità. Lo ha<br />

fatto la mattina del 7 dicembre per «rendere<br />

lode a Dio degli immensi doni fatti<br />

alla nostra Chiesa attraverso Ambrogio,<br />

ricordando il giorno della sua consacrazione<br />

episcopale avvenuta il 7 dicembre<br />

del 374».<br />

l’Arcivescovo di Milano ha quindi proposto<br />

una meditazione a partire proprio<br />

da alcune delle sue parole, considerando<br />

quante volte, dove e con quale rilievo il<br />

proprio predecessore sia citato nel Concilio<br />

Vaticano II. Ebbene, delle undici<br />

volte in cui sant’Ambrogio è citato, ciò<br />

avviene «almeno quattro volte su Maria<br />

(nella Lumen gentium), quattro sulla<br />

Chiesa, specialmente nel capitolo sulla<br />

sacramentalità dell’episcopato, e poi circa<br />

la Sacra Scrittura». La citazione sul<br />

Vescovo in particolare — ha affermato<br />

il Porporato — è significativa, dal momento<br />

che «sant’Ambrogio è anzitutto<br />

Vescovo, non è mai stato fedele laico...<br />

A differenza di san Martino, che viene<br />

ricordato anche come “santo” catecumeno,<br />

non si parla della santità di Ambrogio<br />

prima del battesimo, ma solo della<br />

sua onestà e capacità civile. Per questo<br />

non si celebra liturgicamente il giorno<br />

della sua morte, ma il suo dies natalis<br />

episcopi, l’anniversario della sua consacrazione<br />

episcopale».<br />

Quanto alla Bibbia, nodale è la citazione<br />

di Ambrogio nella Dei Verbum, la<br />

quale, parlando di lectio divina, di cui<br />

egli fu maestro, a un certo punto afferma:<br />

«...La lettura della Sacra Scrittura<br />

deve essere accompagnata dalla preghiera,<br />

affinché possa svolgersi il colloquio<br />

tra Dio e l’uomo, poiché “gli parliamo<br />

quando lo preghiamo e lo ascoltiamo<br />

quando leggiamo gli oracoli divini” (De<br />

officiis, 1, 20, 88)».<br />

A questo proposito il Cardinale Martini<br />

ha richiamato ancora una volta «la<br />

lettera programmatica del Papa per l’inizio<br />

del nuovo millennio, là dove sottolinea<br />

al n. 39: “Non c’è dubbio che il primato<br />

della santità e della preghiera non<br />

è concepibile che a partire da un rinnovato<br />

ascolto della parola di Dio...”»; e<br />

inoltre la propria lettera pastorale<br />

2001/02 Sulla tua Parola: «Nel capitolo<br />

5 affido a tutta la Diocesi l’imperativo di<br />

ricominciare dalla Parola».<br />

«Ambrogio era fortemente affascinato<br />

dalle pagine bibliche e le commentava<br />

in maniera tale che i suoi ascoltatori rimanevano<br />

a loro volta affascinati — ha<br />

proseguito il Porporato —. Lo stesso Papa,<br />

nella lettera Operosam diem del<br />

1996 alla nostra diocesi per il XVI centenario<br />

della morte di Ambrogio, ricordava<br />

che questi ha tenuto sempre lo<br />

sguardo fisso sulla parola di Dio». E tutti<br />

siamo invitati ad imitarlo.<br />

«La Scrittura edifica il mondo intero<br />

— diceva il Santo in una delle sue pagine<br />

sull’argomento —. Ciascuno trova in<br />

essa o la guarigione delle sue piaghe o il<br />

ristabilimento delle sue virtù... È il convito<br />

della sapienza e ogni suo libro è come<br />

la pietanza che viene imbandita e<br />

che la Chiesa vi appresta». E ancora:<br />

«Dio passeggia con noi attraverso le pagine<br />

della Bibbia, nelle quali è sempre<br />

presente. Anche adesso passeggia nel<br />

paradiso con noi, quando leggiamo le<br />

Scritture».<br />

Ambrogio commentava di preferenza<br />

i libri del Primo Testamento per far scoprire<br />

ai fedeli come l’intera Scrittura ha<br />

il suo significato supremo in Gesù. Ed<br />

insisteva coi preti: «Perché non dedicate<br />

il tempo libero alla lettura della Bibbia?<br />

Non vi intrattenete con Cristo? Non lo<br />

ascoltate, non lo visitate? Noi ascoltiamo<br />

Cristo leggendo le Scritture e con lui<br />

parliamo».<br />

«Ma la meditazione deve sfociare, come<br />

ha raccomandato il Concilio, nel colloquio<br />

orante con Gesù che ci parla e ci<br />

interpella nella pagina biblica — ha detto<br />

ancora l’Arcivescovo —. Stupende le<br />

preghiere o le esclamazioni di Ambrogio,<br />

che sgorgano dal suo cuore... Per<br />

esempio, l’affermazione di Pietro in Lc 5<br />

(“Sulla tua Parola getterò le reti”), la applica<br />

a se stesso confessando che il suo<br />

invito ai catecumeni non aveva ottenuto<br />

l’esito sperato: “Signore, so che per me<br />

è notte, è ancora notte. Aspetto che tu<br />

comandi e, sulla tua Parola getterò le<br />

reti. O presunzione, quanto sei sterile, o<br />

umiltà, quanto sei feconda!”».<br />

Il Cardinale Martini ha concluso l’omelia<br />

ricordando «un momento di particolare<br />

discernimento della Chiesa italiana<br />

di cui ricorre l’80° anniversario. Nella<br />

festa di sant’Ambrogio del 1921, nelle<br />

modeste aule di via Sant’Agnese, veniva<br />

inaugurato il primo anno accademico<br />

dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.<br />

Era un momento particolarmente<br />

difficile per l’Italia. Ma v’era tanto entusiasmo<br />

e fiducia. È stata quella una decisione<br />

importante, che ha segnato in<br />

positivo la vita culturale, civile e sociale<br />

della nazione in questi ottant’anni. Anche<br />

oggi viviamo momenti difficili e<br />

chiediamo per intercessione di sant’Ambrogio<br />

ancora una volta la grazia del discernimento».<br />

Sabato 8, poi, il Cardinale Martini ha<br />

presieduto in Duomo il Pontificale nella<br />

solennità dell’Immacolata Concezione<br />

della Beata Vergine Maria, che «ci per-<br />

Trento: il 75° anniversario<br />

della Congregazione di Gesù Sacerdote<br />

Con celebrazioni intense e cordialmente<br />

partecipate, la Congregazione di<br />

Gesù Sacerdote, detta dei «Padri Venturini»<br />

dal cognome del fondatore, p. Mario,<br />

ha ricordato il 75° anniversario di<br />

attività.<br />

Mario Venturini nacque a Chioggia il<br />

7 maggio 1886. Prete diocesano nel<br />

1910, fu cooperatore a Cavarzere dove<br />

— nel 1912 — ebbe ispirazione di fondare<br />

un istituto per «onorare Gesù sacerdote,<br />

pregando e lavorando perché i<br />

preti siano santi secondo il desiderio del<br />

Cuore di Cristo».<br />

La Pia Società dei Figli del Cuore sacerdotale<br />

di Gesù ebbe inizio a Cavarzere<br />

il 7 dicembre 1926.<br />

Il 18 aprile 1928, P. Venturini trapiantava<br />

l'opera a Trento dove, il 28 giugno<br />

1946, divenne Congregazione di diritto<br />

diocesano; e l'8 dicembre 1982 Congregazione<br />

di diritto pontificio con l'attuale<br />

nome di «Congregazione di Gesù Sacerdote».<br />

L'8 dicembre 1929, con Beatrice di<br />

Rorai, P. Venturini diede vita al ramo<br />

femminile della Pia Società che prese il<br />

nome di «Figlie del Cuore di Gesù». Il<br />

28 aprile 1934, l'Arcivescovo di Trento<br />

Mons. Celestino Endrici ne riconosceva<br />

la comunità religiosa, e ne approvava gli<br />

statuti. Il 6 novembre 1941 l'Arcivescovo<br />

Mons. Carlo de Ferrari eresse la comunità<br />

in Pia Associazione confermandone<br />

gli statuti. Il 2 giugno 1978 l'Arcivescovo<br />

Alessandro Maria Gottardi elevò la Pia<br />

Società a Congregazione di diritto diocesano.<br />

L'8 dicembre 2001 l'Arcivescovo<br />

Luigi Bressan ne approvò la nuova regola<br />

e il direttorio.<br />

L'opera, «tutta rivolta alla santificazione<br />

del clero» — come scriveva p. Venturini<br />

— si fa carico in particolare dei sacerdoti<br />

in difficoltà, offrendo loro accoglienza<br />

sincera, momenti di preghiera e<br />

di dialogo, di condivisione e anche di lavoro<br />

manuale, quale sistema terapeutico<br />

per un accompagnamento volto ad aiutare<br />

e ritrovare se stessi.<br />

Il supporto della psicologia si coniuga<br />

con l'attenzione al processo di maturazione<br />

del sacerdote, a quanto sta vivendo,<br />

alle difficoltà che spesso incontra nel<br />

gestire il suo tempo, gli impegni pasto-<br />

Santuario di san Gabriele dell'Addolorata: restaurato il portale dell'antica Basilica<br />

I Padri passionisti del Santuario di san Gabriele<br />

dell'Addolorata, nella solennità dell'Immacolata<br />

Concezione della Beata Vergine Maria,<br />

hanno gioito per l'inaugurazione del restaurato<br />

portale dell'antica Basilica.<br />

Ha presieduto la cerimonia il Vescovo di Teramo-Atri,<br />

Mons. Antonio Nuzzi, alla presenza<br />

di autorità civili abruzzesi, del progettista del<br />

restauro, architetto Massimo Fiori, e del restauratore<br />

del legno Giulio Di Angelantonio.<br />

rali, le relazioni. Il clima della comunità<br />

diventa così aiuto prezioso a un discernimento<br />

sereno.<br />

Oggi i padri della Congregazione sono<br />

una quarantina, affiancati da «aggregati»<br />

e amici. Oltre che a Trento — casa madre<br />

— sono presenti a Barcellona (Messina),<br />

Intra (Verbania), Loreto (Ancona),<br />

Roma (parrocchia s. Cleto), Zevio (Verona),<br />

e in tre comunità del Brasile (Marilia,<br />

Barretos, e Osasco). Le Figlie del<br />

Cuore di Gesù — una trentina — sono<br />

operanti a Trento (casa generalizia), Roma,<br />

Zevio (Verona) e Marilia (Brasile).<br />

Va ricordato che il Padre Fondatore<br />

osservava: «Non saremo mai molti; al<br />

massimo qualche centinaio!». La finalità<br />

della Congregazione da lui fondata è tale<br />

che non prevede larghi sviluppi. P.<br />

Venturini, più che sul numero, puntava<br />

sulla qualità dei membri.<br />

Nelle celebrazioni per il 75o di fondazione<br />

— organizzate sia a Cavarzere che<br />

a Trento — sono stati ripercorsi i passi<br />

dell'Opera; ne è stato evidenziato lo spirito;<br />

ed è stata espressa lode a Dio per il<br />

servizioprestatoavantaggiodellaChiesa.<br />

A elevare «lode a Dio» ha invitato anche<br />

l'Arcivescovo di Trento Mons. Luigi<br />

Bressan nel corso di una solenne concelebrazione<br />

Eucaristica da lui presieduta<br />

in Cattedrale. Ricordando il carisma di<br />

p. Venturini, il Presule ha fatto notare<br />

che «la tensione verso la santità fu una<br />

sua costante. Sappiamo — ha soggiunto<br />

— che ben presto nacque in lui la passione<br />

per la santificazione dei confratelli,<br />

sostenendo gli slanci del bene, non disdegnando<br />

di accompagnare anche chi<br />

fosse in difficoltà, perché cosciente egli<br />

stesso che anche noi siamo chiamati per<br />

la misericordia di Dio».<br />

«Ricordo — ha continuato — che i ritiri<br />

animati da p. Venturini esortavano<br />

noi seminaristi al tendere sempre verso<br />

la santità, e anzi la sua stessa figura era<br />

questo richiamo». «Come Diocesi — ha<br />

concluso —, siamo grati al Signore che<br />

abbia concesso che P. Venturini vivesse<br />

tra noi, e che la sua opera prosegua nei<br />

figli e figlie che ne perpetuano lo spirito,<br />

la testimonianza e il servizio».<br />

ARMANDO COSTA<br />

Il portale — che era stato danneggiato nella<br />

parte lignea e in uno dei pilastri portanti da un<br />

grave attentato incendiario la notte del 27 gennaio<br />

1999 — è tornato all'antico splendore ed<br />

è di nuovo offerto all'ammirazione dei pellegrini.<br />

Significativo il fatto che l'inaugurazione si<br />

sia svolta proprio nel giorno dell'Immacolata,<br />

alla quale è dedicata l'antica Basilica.<br />

vade sempre di profonda letizia interiore.<br />

Vogliamo rendere lode alla Santissima<br />

Trinità per il meraviglioso dono riservato<br />

alla Madonna di essere santa fin<br />

dalla concezione. Questo mistero che<br />

guarda all’origine di Maria è una chiave<br />

di lettura per tutta la sua vita. Questa<br />

festa segue immediatamente quella di<br />

sant’Ambrogio, il quale ci insegna ad<br />

onorare Maria ed essa ci prepara a ricevere<br />

il dono di Gesù».<br />

Questo mistero «incoraggia e conforta<br />

il nostro cammino, spesso incerto e<br />

oscuro, illumina il senso della storia, rischiara<br />

di luce anche i momenti difficili<br />

e trepidi che il mondo sta vivendo», ha<br />

proseguito il Porporato, che ha poi meditato<br />

sui tre testi biblici della liturgia.<br />

Il primo, dalla Genesi, «ci dice che<br />

l’uomo, messo da Dio al centro della<br />

sua opera creatrice, ...non ha creduto<br />

alla sua parola, si è ribellato al suo disegno<br />

di vivere in comunione intima con<br />

gli uomini, ha usato male la libertà donatagli».<br />

Qui l’Arcivescovo ha richiamato un<br />

passo dell’omelia del Papa per l’8 dicembre<br />

2000: «Nelle misteriose parole<br />

del libro della Genesi, è condensata la<br />

verità drammatica di tutta la storia dell’uomo...<br />

La storia è teatro di una lotta<br />

tremenda contro le potenze delle tenebre...<br />

In questo scontro si trova inserito<br />

ogni uomo che deve continuamente<br />

combattere per restare unito al bene, né<br />

può conseguire la sua interiore unità se<br />

non a prezzo di fatiche e con l’aiuto della<br />

grazia di Dio».<br />

«Queste parole — ha aggiunto il Cardinale<br />

— ci ricordano qualcosa su cui<br />

ho insistito molte volte in questi anni,<br />

cioè l’aspetto conflittuale della vita cristiana.<br />

Essa non si misura, nell’individuo<br />

e nella comunità, soltanto dai progressi,<br />

spesso difficili da valutare, ma<br />

anche dalla sua capacità di resistenza al<br />

male, contro le tentazioni che cercano<br />

di demolire o logorare la nostra fede e<br />

speranza.<br />

Come dice più volte Gesù “chi persevererà<br />

fino alla fine sarà salvato” (Mt 10,<br />

22) e “con la vostra perseveranza salverete<br />

le vostre anime” (Lc 21, 19). Il brano<br />

della Genesi evoca anche per contrasto<br />

l’esperienza di Maria».<br />

«In Maria — ha detto ancora il Porporato<br />

— contempliamo la realizzazione<br />

del disegno di Dio», descritto dalla lettera<br />

di Paolo: «Egli ci ha scelti in Cristo<br />

prima della creazione del mondo per essere<br />

santi e immacolati...». «La Madonna<br />

ha raggiunto il vertice più alto della<br />

figliolanza divina, di somiglianza con<br />

Dio, e si capisce perché in lei, prima<br />

che in ogni altra creatura, il Signore sia<br />

stato glorificato... Oggi, ancora una volta,<br />

Maria ci assicura che ogni cristiano<br />

può essere colmato della sua grazia perché<br />

le è stata concessa dal Padre in vista<br />

di noi, chiamati noi pure a essere “santi<br />

e immacolati nella carità”... L’origine e<br />

il termine dell’uomo non è il caso o il<br />

caos, ma la certezza d’essere amati e lo<br />

svelamento pieno di questa certezza».<br />

Infine, la Madonna «nel testo del vangelo<br />

di Luca viene salutata dall’angelo<br />

come «piena di grazia», cioè di santità e<br />

di bellezza divina, sia perché è stata redenta<br />

in modo sublime sia perché ha accolto<br />

questa grazia, ...l’ha fatta crescere,<br />

affidandosi sempre alla parola del Signore,<br />

di cui si è dichiarata serva e diventando<br />

poi discepola perfetta... Colgo<br />

qui — ha notato l’Arcivescovo — un<br />

preciso messaggio per questo nostro anno<br />

pastorale nel quale ci impegniamo ad<br />

accogliere con gioia l’invito di Gesù a<br />

“prendere il largo” sulla sua Parola. La<br />

Madonna è un modello di adesione alla<br />

parola di Dio... E noi, soprattutto oggi,<br />

abbiamo tanto bisogno di affidarci alla<br />

parola del Signore, di entrare nel mistero<br />

e nel cuore di Maria per partecipare<br />

ai suoi sentimenti, alla sua umiltà, mitezza,<br />

alla sua indomita speranza, alla<br />

sua amorevole obbedienza a Dio, al suo<br />

sguardo di bontà su ogni persona. Penso<br />

che il mondo abbia diritto di vedere nei<br />

cristiani quell’atteggiamento concreto di<br />

fede semplice, profonda che rende beati<br />

e illumina ogni evento, per quanto<br />

drammatico».<br />

«Domandiamo dunque all’Immacolata<br />

— ha concluso il Cardinal Martini — di<br />

intercedere perché la nostra fede sia un<br />

prolungamento del suo fiat, e ci rivolgiamo<br />

a lei in preghiera con la supplica<br />

del Papa: “Vergine Immacolata, Madre<br />

del Salvatore, ...verso di te alziamo i nostri<br />

occhi e ti chiediamo di sorreggerci<br />

nella lotta contro il male e nell’impegno<br />

per il bene. Conservaci sotto la tua materna<br />

tutela, Vergine tutta bella e tutta<br />

santa! Aiutaci ad avanzare nel nuovo<br />

millennio rivestiti di quella umiltà che<br />

ha reso te prediletta agli occhi dell’Altissimo.<br />

Nelle tue mani poniamo il futuro<br />

che ci attende, invocando sul mondo intero<br />

la tua costante protezione. Resta<br />

con noi, Maria, resta con noi in ogni<br />

tempo”. O Maria, Madre della pace e<br />

della riconciliazione, ottieni al mondo,<br />

ai popoli, a ciascuno di noi il dono eccelso<br />

della pace e della riconciliazione!».<br />

ALBERTO MANZONI


.<br />

PAGINA<br />

8 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Venerdì 14 Dicembre 2001<br />

Omelia del Card. Zenon Grocholewski nella chiesa di s. Nicola in Carcere<br />

La fede, fonte di forza<br />

Nella Basilica romana<br />

di san Nicola in Carcere,<br />

il Card. Zenon<br />

Grocholewski, Prefetto<br />

della Congregazione per<br />

l'Educazione Cattolica e<br />

Titolare del tempio, ha<br />

presieduto il 6 dicembre,<br />

memoria liturgica<br />

del santo, la solenne<br />

Concelebrazione Eucaristica<br />

alla quale hanno<br />

partecipato numerosi fedeli<br />

e devoti.<br />

Tra i concelebranti vi<br />

era anche Mons. Antonio<br />

Silvestrelli, Rettore<br />

della Basilica e Sotto-Segretario<br />

della Congregazione<br />

per il Clero.<br />

Pubblichiamo qui di<br />

seguito il testo dell'omelia<br />

pronunciata dal Cardinale<br />

Prefetto.<br />

San Nicola, al quale è<br />

dedicata questa stupenda<br />

chiesa, è uno dei santi<br />

più celebri e più amati<br />

in tutti i tempi e in tutti<br />

i paesi. Anche se le fonti<br />

strettamente storiche<br />

non sono in grado di dirci<br />

molto sul suo conto,<br />

egli appare soprattutto<br />

come persona di grande<br />

bontà. Infatti, si raccon-<br />

tano di lui tante storie che dimostrano il<br />

suo grande cuore per chi era in bisogno.<br />

Facilmente a lui si possono applicare<br />

le parole dell’odierno Vangelo (Mt 5,1-<br />

12): «Beati i misericordiosi... Beati gli<br />

operatori di pace... Beati quelli che hanno<br />

fame e sete di giustizia... Beati i poveri<br />

in spirito... ».<br />

La fede<br />

fonte di forza spirituale<br />

1.Quando ci poniamo davanti agli<br />

occhi i Santi spontaneamente ci domandiamo:<br />

da dove veniva a loro la forza di<br />

realizzare con coraggio e costanza la volontà<br />

del Signore? Tanto più ci poniamo<br />

questa domanda perché nella nostra vita<br />

cristiana di ogni giorno sperimentiamo<br />

tanta debolezza.<br />

Per rispondere ad essa potrei parlare<br />

di diverse cose: potrei parlare dell’Eucaristia,<br />

nella quale Cristo realmente presente<br />

diventa per noi vero pane, vero<br />

nutrimento della vita spirituale; potrei<br />

parlare dello Spirito Santo, che ha trasformato<br />

gli apostoli da timidi ed impauriti<br />

in intrepidi evangelizzatori di tutto<br />

il mondo; potrei parlare della preghiera,<br />

della grazia, ecc.<br />

Vorrei, però, soffermarmi su un’altra<br />

fonte di forza della vita spirituale: sulla<br />

fede. La fede è un presupposto per poter<br />

essere rafforzati dall’Eucaristia, dallo<br />

Spirito Santo, dalla preghiera, ecc., ma<br />

la fede anche in se stessa è una fonte di<br />

forza.<br />

In che senso?<br />

2.La fede è come una notte, una<br />

notte buia, disseminata di stelle. Infatti,<br />

San Giovanni della Croce — questo<br />

grande mistico della cristianità — parlava<br />

proprio della notte oscura della fede<br />

nella vita spirituale. Ma non è vero che<br />

durante la notte si vede di meno, al contrario<br />

durante la notte si vede molto di<br />

più! Durante il giorno, sì, vediamo più<br />

chiaramente, più precisamente (possiamo<br />

perfino toccare, misurare le cose),<br />

ma vediamo poco, vediamo soltanto ciò<br />

che ci circonda; il nostro campo visivo è<br />

molto limitato. Durante la notte, è vero,<br />

vediamo meno chiaramente, meno precisamente,<br />

però vediamo più pienamente,<br />

vediamo molto più lontano, vediamo<br />

le stelle lontane da noi migliaia di anniluce,<br />

vediamo la nostra piccola vita nel<br />

contesto dell’immenso universo, nel<br />

contesto della totalità della creazione.<br />

Sono sempre stato affascinato dalla<br />

notte stellata. Negli anni dei miei studi<br />

liceali, spesso uscivo la sera tardi con<br />

un professore ed alcuni amici per guardare<br />

le stelle. Ci siamo comprati le piante<br />

del cielo, regolabili per ogni giorno,<br />

per poter individuare le diverse costellazioni<br />

stellari. Guardando le stelle mi<br />

sentivo grande, allora mi sembrava di<br />

vedere veramente, di vedere la verità<br />

circa la mia esistenza, di vedere cioè<br />

che la mia vita non è limitata a questa<br />

cittadina, a questa nazione, o alla terra,<br />

ma è inserita in un enorme, affascinante,<br />

stupendo, incantevole e immenso<br />

universo.<br />

La fede è come la notte disseminata<br />

di stelle. Vediamo nella fede meno chiaramente,<br />

meno precisamente (ci sono<br />

tanti misteri, tante cose che non siamo<br />

capaci di comprendere), però vediamo<br />

molto più lontano, molto più pienamente,<br />

vediamo la nostra piccola vita nella<br />

prospettiva dell’eternità, della totalità<br />

della nostra esistenza.<br />

3.Avendo davanti agli occhi questa<br />

grande prospettiva dell’eternità, della totalità<br />

della nostra esistenza, qualcosa necessariamente<br />

cambia nella nostra vita:<br />

— Il nostro giudizio diventa più maturo,<br />

più pieno, e direi anche più realistico,<br />

in quanto prendiamo in considerazione<br />

non soltanto le piccole circostanze<br />

della nostra vita, ma la totalità della nostra<br />

esistenza.<br />

Messa di suffragio<br />

nell'anniversario della morte<br />

del Cardinale Amleto Cicognani<br />

Lunedì 17 dicembre 2001, alle ore 8, nella Basilica<br />

di san Clemente a Via Labicana, il Cardinale Achille<br />

Silvestrini presiederà la Celebrazione Eucaristica di<br />

suffragio nel XXVIII anniversario della morte del<br />

Cardinale Amleto Cicognani.<br />

In un libro di Francesco Di Raimondo<br />

La Casa sollievo della sofferenza<br />

il dono più prezioso di Padre Pio<br />

GINO CONCETTI<br />

La Casa sollievo della sofferenza che<br />

sorge nei pressi del convento-santuario<br />

di San Giovanni Rotondo è senza dubbio<br />

il dono più prezioso che Padre Pio<br />

da Pietrelcina ha fatto all'umanità ferita<br />

e dilaniata dal dolore. È una proiezione<br />

«visibile», «fisica» del suo amore ardente<br />

a Cristo crocifisso e risorto, la cui immagine<br />

fu scolpita sul suo corpo.<br />

I devoti e gli ammiratori che a frotte<br />

giungono nella cittadina garganica la ve-<br />

Celebrate nella cattedrale di Reggio Calabria<br />

le esequie dell'Arcivescovo Antonio Mauro<br />

La Chiesa reggina ha celebrato la Liturgia esequiale<br />

per Mons. Antonio Mauro, Arcivescovo di<br />

Tagaste e suo figlio carissimo, morto a Roma<br />

domenica scorsa 9 dicembre.<br />

Quando qualcuno muore, la Chiesa, senza reticenze,<br />

proclama che la morte non è l'ultima<br />

parola pronunciata sulla vicenda umana. Lo fa<br />

celebrando il Divino Mistero Pasquale di Cristo.<br />

A Lui si associa, innalzando preghiere e suppliche,<br />

perché i suoi figli, incorporati nel Battesimo<br />

a Cristo, con Lui passino da morte a vita. Così è<br />

stato nel pomeriggio del 12 dicembre nella cattedrale<br />

di Reggio Calabria durante la liturgia<br />

esequiale del compianto Arcivescovo Antonio<br />

Mauro.<br />

Ha presieduto il rito il Metropolita Mons. Vittorio<br />

Mondello. Con lui, gli Arcivescovi reggini<br />

Mons. Giuseppe Agostino, Vescovo in Cosenza e<br />

Mons. Salvatore Nunnari, Vescovo in Sant'Angelo<br />

dei Lombardi. Numerosi erano anche i Presbiteri,<br />

i diaconi, i seminaristi. I parenti, commossi,<br />

avevano preso posto nella prima fila della navata<br />

centrale della basilica cattedrale.<br />

Mons. Antonio Mauro s'è accomiatato da questo<br />

mondo il 9 dicembre scorso a Roma, dove risiedeva<br />

da molti anni. Nato a Gallina di Reggio<br />

Calabria il 30 giugno 1914, fu ordinato presbitero<br />

nel luglio del 1939. Eletto Vescovo il 4 luglio<br />

1967, venne consacrato il 16 luglio dello stesso<br />

anno. Per lungo tempo è stato a capo dell'Ufficio<br />

del Protocollo della Segreteria di Stato della<br />

Santa Sede.<br />

Al servizio della Sede Apostolica ha ricoperto<br />

molteplici incarichi. Segretario della Congregazione<br />

per gli Istituti di vita consacrata, svolse delicati<br />

incarichi di carattere pastorale ed economico.<br />

In seguito fu nominato Presidente del Pontificio<br />

Consiglio per la pastorale dei non credenti,<br />

Amministratore Pontificio della Patriarcale Basilica<br />

di s. Paolo fuori le Mura, Delegato Pontificio<br />

della Basilica di s. Antonio in Padova.<br />

E tuttavia non ha mai dimenticato la Chiesa<br />

che lo ha introdotto nella Vita.<br />

È stato anche un assiduo lettore e sostenitore<br />

20; Lc 12,33), non soffermandoci<br />

soltanto sui<br />

valori che prima o poi si<br />

dissipano.<br />

La fede debole<br />

la fede matura<br />

La fede — se qualcuno<br />

veramente la possiede<br />

e la vive — è una<br />

grande cosa, è un grande<br />

tesoro, essa è in se<br />

stessa una forza di vita<br />

spirituale, proprio per il<br />

fatto che apre davanti a<br />

noi questa immensa prospettiva<br />

della vita, la totalità<br />

della vita; e di conseguenza<br />

ci trasforma,<br />

cioè necessariamente<br />

cambia il nostro modo<br />

di vedere le cose, di giudicare,<br />

di agire.<br />

Se noi siamo tanto deboli<br />

nella nostra vita spirituale,<br />

tanto poco trasformati<br />

dalla fede, tanto<br />

poco disposti a seguire<br />

Cristo in modo radicale,<br />

è anche perché nel<br />

nostro modo di vedere le<br />

cose, di giudicare, ci limitiamo<br />

solo a questa<br />

vita terrena, e perdiamo<br />

de L'Avvenire di Calabria. Pur ricevendolo a titolo<br />

gratuito, non ha mai voluto sottrarsi alla<br />

quota fissata per gli abbonati. Nel contribuire<br />

poi anche ad altre spese sostenute dall'organo<br />

diocesano si scherniva, sottraendosi ad ogni ringraziamento.<br />

All'omelia, il Vescovo Mondello ne ha tratteggiato<br />

la nobile figura. Avendolo conosciuto personalmente,<br />

in occasione delle sue visite in Vaticano,<br />

ne ha evidenziato la sensibilità d'animo, la<br />

cultura umana e presbiterale, i tratti di bonomia<br />

ed affabilità che affioravano specialmente nei<br />

momenti di maggiore intimità.<br />

Al dolore della Chiesa e dei familiari — ha<br />

detto — ha voluto partecipare il Santo Padre<br />

che ha inviato un telegramma. «Nell'apprendere<br />

la triste notizia della scomparsa dell'Ecc.mo Arcivescovo<br />

Mons. Antonio Mauro, partecipo spiritualmente<br />

al lutto che ha colpito codesta Comunità<br />

diocesana ed esprimo al presbiterio e a tutti<br />

i fedeli il mio profondo cordoglio».<br />

Il Presule reggino ha, poi, messo in evidenza<br />

quella che è stata la caratteristica saliente e silente<br />

dell'illustre Scomparso. Il suo amore per la<br />

Chiesa. Sia nella sua manifestazione universale.<br />

Sia nella, non meno cara al suo cuore, manife-<br />

appositamente costituito a San Giovanni<br />

Rotondo: successivamente fu scelta<br />

l'Opera di religione, alle dirette dipendenze<br />

della Santa Sede. Il Di Raimondo<br />

con altre personalità fu cooptato nel<br />

consiglio.<br />

Il Di Raimondo nel 1960 era ancora a<br />

Bari come docente in quella università.<br />

In un documento riservato traccia le linee<br />

ispirative di Padre Pio: «Presumibilmente<br />

a causa della partecipazione alle<br />

sofferenze di nostro Signore Gesù Cristo<br />

(che egli pare senta in misura particola-<br />

La chiesa romana di san Nicola in Carcere di vista la dimensione<br />

della globalità della nodono<br />

e la considerano come<br />

«un tempio» di terapia integrale,<br />

di cui Padre Pio è<br />

stato l'anticipatore, il «profeta».<br />

È quanto si legge nella<br />

recente opera di Francesco<br />

Di Raimondo, stretto<br />

collaboratore di Padre Pio<br />

per la parte medica: Padre<br />

Pio e Madre Teresa. L'esperienza<br />

di un collaboratore<br />

medico, Roma 2001, Edizioni<br />

Borla, pp. 170, L. 25.000,<br />

; 12,91.<br />

Il Di Raimondo è conosciuto<br />

negli ambienti medici,<br />

per essere stato docente<br />

nelle Università romane,<br />

comprese La Sapienza e la<br />

Cattolica. È pure perito della<br />

Congregazione per le<br />

cause dei santi. Conobbe,<br />

nei primi anni di docenza a<br />

Bari, Padre Pio e non si se-<br />

La Casa sollievo della sofferenza<br />

— Cambia in noi la scala dei valori, stra vita, prospettataci dalla fede. parò mai da lui, tanto fu conquiso dal re), si può pensare che il centro di inte-<br />

la graduazione dei valori: molte cose alle<br />

quali la gente è tanto attaccata (ad es.<br />

la ricchezza, il potere, il prestigio) perdono<br />

il loro valore alla luce dell’eternità;<br />

invece altre, apparentemente piccole<br />

(come il perdono, la preghiera, il sacrificio,<br />

un atto di carità, ecc.), assumono<br />

grande importanza, perché queste determineranno<br />

la nostra vita nella prospettiva<br />

eterna. Gesù costantemente introduceva<br />

i discepoli a questa nuova scala o<br />

logica dei valori, ad es. dicendo: «colui<br />

che vorrà diventare grande tra voi, si farà<br />

vostro servo, e colui che vorrà essere<br />

il primo tra voi, si farà vostro schiavo;<br />

appunto come il Figlio dell’uomo, che<br />

non è venuto per essere servito, ma per<br />

servire e dare la sua vita in riscatto per<br />

molti» (Mt 20,26-28; cfr Mc 10,43-45; Lc<br />

22,26-27). Oppure: «Chi ama la sua vita<br />

la perde e chi odia la sua vita in questo<br />

mondo, la conserverà» (Gv 12, 25). Oppure<br />

nell’odierno Vangelo: «Beati i poveri<br />

in spirito... Beati gli afflitti... Beati i<br />

perseguitati... ».<br />

— Diventiamo più liberi, perché non<br />

ci lasciamo condizionare dalle piccolezze<br />

della vita terrena.<br />

— Così la fede diventa anche una<br />

fonte di forza, rendendoci capaci: a) di<br />

rinunziare a molte cose della vita terrena,<br />

conoscendo il loro valore molto relativo;<br />

b) di affrontare con serenità, con<br />

tranquillità, le sofferenze, gli ostacoli e<br />

perfino la morte, rendendoci conto che<br />

la nostra vita è indistruttibile; c) di intraprendere<br />

sforzi per guadagnare i valori<br />

eterni, perenni, indistruttibili, quelli<br />

cioè che non si perdono, che «né tignuola<br />

né ruggine consumano e ladri<br />

non scassinano e non rubano» (Mt 6,19-<br />

Ho l’impressione che noi cristiani<br />

spesso ci comportiamo come pagani che<br />

esteriormente appoggiano la fede, che si<br />

pronunziano in favore della fede, perfino<br />

la difendono, ma non hanno il coraggio<br />

di gettarsi nella corrente della fede,<br />

di pensare e di agire secondo le categorie<br />

della fede. Ma la vera avventura della<br />

fede comincia proprio là, quando ci<br />

buttiamo nella corrente della fede, quando<br />

cominciamo a pensare ed agire coraggiosamente<br />

secondo la logica della<br />

fede.<br />

Questa fu proprio l’avventura della fede<br />

di San Nicola e del resto di tutti i<br />

santi.<br />

Conclusione<br />

Oggi tanto si parla della crisi della fede<br />

in Europa, in Italia. Dobbiamo rafforzare<br />

la nostra fede. Sappiamo bene<br />

che la fede può crescere in noi, può anche<br />

diminuire, può perfino sparire a<br />

causa della nostra negligenza. Ciascuno<br />

è responsabile per la propria fede.<br />

Bisogna coltivare la fede affinché cresca<br />

in noi. La fede si rafforza con la<br />

preghiera, con i sacramenti, con la parola<br />

di Dio, ma forse soprattutto con la<br />

vita secondo le esigenze della fede. Oggi<br />

nella seconda lettura (Giac 2,14-26) abbiamo<br />

sentito le parole di san Giacomo:<br />

«La fede, se non ha le opere, è morta in<br />

se stessa». Sì, la fede può vivere e crescere<br />

soltanto operando.<br />

Preghiamo San Nicola che ci aiuti a<br />

crescere nella fede, perché, come scrive<br />

San Giovanni Apostolo, «Questa è la vittoria<br />

che ha sconfitto il mondo: la nostra<br />

fede» (1 Gv 5, 4).<br />

suo fascino di santità da coinvolgersi<br />

nella realizzazione dell'opera.<br />

Mostra e conferma di essere stato testimone<br />

di molte vicende della vita di<br />

Padre Pio. Anche di quelle più «critiche»,<br />

di cui parla con discrezione e quasi<br />

sempre in termini giustificativi, dando<br />

ad esse una interpretazione il più possibile<br />

oggettiva e aderente alla personalità<br />

di Padre Pio sempre disponibile all'obbedienza<br />

ai superiori religiosi ed ecclesiastici.<br />

In questo quadro ermeneutico considera<br />

la visita di padre Agostino Gemelli<br />

al convento di San Giovanni Rotondo<br />

e quella di Mons. Carlo Maccari, quale<br />

visitatore apostolico.<br />

Quello che più sta a cuore al Di Raimondo<br />

è l'opera voluta da Padre Pio: la<br />

Casa sollievo della sofferenza. Forse è<br />

uno dei pochi a narrarne con cognizione<br />

di causa.<br />

Infatti l'ha seguita nella fase progettuale,<br />

nella fase «francescana» e poi nella<br />

fase di realizzazione e in quella di piena<br />

attività. Padre Pio coltivava, chissà<br />

da quanto tempo, il progetto di erigere<br />

vicino al suo convento nella roccia garganica<br />

una struttura sanitaria modello<br />

per guarire le malattie fisiche con un<br />

trattamento «integrale», nello spirito del<br />

buon Samaritano del Vangelo. Il servizio<br />

sanitario da rendersi agli ammalati<br />

doveva brillare oltre che per competenza,<br />

per umanità, altruismo, carità.<br />

Il punto nodale da risolvere era chi<br />

doveva essere il «titolare». Padre Pio appartiene<br />

all'Ordine Cappuccino il quale<br />

fa professione di povertà. Quindi né lui<br />

né il suo Ordine potevano esserlo. Si<br />

pensò alla fraternità del Terzo Ordine<br />

Francescano di santa Maria delle Grazie<br />

resse di Padre Pio siano le sofferenze degli<br />

uomini: di qui l'idea della Casa sollievo<br />

della sofferenza che, a giudizio di<br />

eminenti clinici, corrisponde al moderno<br />

concetto di accostamento, diagnostico e<br />

terapeutico, all'intera persona umana<br />

del malato, considerato un tutto unico<br />

sofferente».<br />

«Circa il funzionamento della Casa —<br />

precisa il Di Raimondo — ho sempre<br />

avuto l'impressione che il momento più<br />

critico non fosse costituito dalla sua costruzione,<br />

dall'attrezzatura sanitaria e,<br />

fino ad un certo punto, dallo stesso personale<br />

sanitario, quanto dalla creazione<br />

di un ente che continuasse, nel tempo,<br />

il pensiero, le intenzioni e lo spirito di<br />

chi ha concepito quest'opera. Una tale<br />

preoccupazione si può pensare sia molto<br />

viva nella Santa Sede, dal momento che<br />

lo stesso Pio XII, di venerata memoria,<br />

si degnò di studiare (a quel che si dice,<br />

personalmente) l'attuale formula giuridica<br />

del TOF».<br />

Aggiunge questo particolare: «Padre<br />

Pio appare gestire questo tempo di prova<br />

con totale sottomissione al Signore e<br />

alla Chiesa, ma insieme anche con la<br />

consapevolezza paolina di una verità<br />

che si fa nella carità». Il Di Raimondo<br />

insiste sul carisma fondativo di Padre<br />

Pio: «Il rischio — scrive — che possono<br />

correre tutti coloro cui è mancata la<br />

grazia di una conoscenza diretta di Padre<br />

Pio è quello di ammirare e sostenere<br />

la Casa sollievo della sofferenza senza<br />

cogliere il significato autentico dell'opera:<br />

tradurre cioè un'ispirazione di antica<br />

data in caratteristiche edilizie ed operative<br />

particolari». Per il Di Raimondo è<br />

necessario approfondire il carisma. Af-<br />

stazione locale. Un amore intessuto di laboriosa<br />

collaborazione ed abnegazione. In qualsiasi incarico<br />

gli sia stato affidato.<br />

A pregare per lui è venuto da Roma il suo affezionato<br />

segretario Don Alberto Fusi, della famiglia<br />

dei Paolini. Richiesto di dettare un pensiero,<br />

ha detto: «Ascoltando l'omelia, posso dire<br />

che l'Arcivescovo ha messo in risalto l'aspetto<br />

davvero essenziale della vita dell'Arcivescovo Antonio<br />

Mauro. Quello dell'amore alla Chiesa.<br />

«Un amore che si è concretizzato nel servizio<br />

lunghissimo alla Santa Sede. È entrato in Segreteria<br />

di Stato, mi pare, già ai tempi di Pio XI. È<br />

vissuto, fino alla veneranda età di 87 anni, sempre<br />

nella dedizione assoluta, senza riserve, al<br />

servizio della Santa Sede, al servizio della persona<br />

del Papa.<br />

«Qualunque sia stato il successore di Pietro lui<br />

lo ha amato tantissimo e lo ha servito con vero<br />

zelo sacerdotale ed episcopale».<br />

«Ha nutrito — ha aggiunto ancora il suo antico<br />

segretario — un grandissimo amore per la<br />

sua Chiesa di Reggio. Di questo sono testimone.<br />

Sovente andava col pensiero ai suoi anni in seminario<br />

a Reggio dove ha appreso un grandissimo<br />

amore per lo studio, per la teologia.<br />

«Un grandissimo amore — ha proseguito — lo<br />

ha riservato alla sua Diocesi, alla sua terra. Un<br />

amore che, come ha messo in rilievo l'Arcivescovo,<br />

ha sempre custodito. Sovente mi informava<br />

di quanto avveniva nella Chiesa di Reggio e, in<br />

genere, nella Chiesa calabra. Penso che sia davvero<br />

un degno figlio di questa Chiesa. A me fa<br />

piacere anche perché so che di qui è passato l'Apostolo<br />

Paolo e proprio Mons. Mauro fu amministratore<br />

pontificio della Basilica dell'Apostolo<br />

delle genti. Potremmo dire: viveva tutti i giorni<br />

all'ombra della tomba dell'Apostolo.<br />

«L'Apostolo benedica questa Chiesa, la renda<br />

sempre feconda nel suo servizio a Dio e all'uomo,<br />

le dia tante sante vocazioni sulla scia di<br />

questo figlio eletto che corona, così, la sua esistenza».<br />

ANTONINO VILLANI CONTI<br />

ferma: «Pare che neppure oggi si possa<br />

dire definitivamente delineata, nelle sue<br />

componenti, quella che appare lecito<br />

identificare come una chiamata personalizzata<br />

del Signore, all'interno della vocazione<br />

sacerdotale e francescana di Padre<br />

Pio. Per questo, a mio avviso, sarebbe<br />

indispensabile un contributo specifico<br />

e interdisciplinare che evidenziasse sempre<br />

meglio quello che appare in Padre<br />

Pio, l'intreccio originale del suo immergersi<br />

nella duplice fragilità, quella della<br />

sofferenza e quella del peccato: un ap-<br />

proccio che si trasforma in<br />

servizio, solo apparentemente<br />

duplice, ma che in<br />

realtà si fa uno, a somiglianza<br />

di quello stesso di<br />

Cristo». Proiettandosi nel<br />

futuro il Di Raimondo osserva:<br />

«Lo svilupparsi della<br />

Casa sollievo della sofferenza,<br />

come è nel mio vissuto<br />

di testimone e di collaboratore,<br />

terrà quindi sempre<br />

conto della matrice che ne<br />

è alla base, cioè la risposta<br />

del Fondatore al disegno<br />

salvifico complessivo nei riguardi<br />

di una umanità soggetta,<br />

appunto, a sofferenza<br />

e a peccato».<br />

Vede nel progetto di Padre<br />

Pio e nella sua opera fisica<br />

un'anticipazione di<br />

tempo dei mezzi a sostegno<br />

della vita. Mentre da una<br />

parte si sono fatti progressi enormi per<br />

sconfiggere la fame e curare malattie,<br />

da un'altra si assiste alla caduta verticale<br />

dei valori. Il suo giudizio è pure un<br />

monito: «Le soluzioni speculari estreme,<br />

dell'accanimento terapeutico e dell'eutanasia,<br />

escono infatti dal linguaggio tecnico<br />

per farsi scelte esistenziali sempre<br />

più ribelli al filtro etico: la morte diventa,<br />

per molti, un evento che si può liberamente<br />

“manipolare” per sfuggire ad<br />

una vita “dimezzata”, nella dimensione<br />

fisica come in quella psichica». Il Di Raimondo<br />

richiama i principi etici validi<br />

per combattere o attutire la sofferenza<br />

ma sempre nel rispetto della dignità e<br />

inviolabilità della persona, e rinviando<br />

alla prospettiva salvifica del dolore e della<br />

morte liberamente accettata nella luce<br />

della fede.<br />

Esprime un timore che vorrebbe<br />

smentito dai fatti: che in futuro possa<br />

attenuarsi lo spirito di servizio nella duplice<br />

dimensione delineata dal Fondatore<br />

per cui formula questa proposta: «Va<br />

data priorità ad una formazione di base<br />

e ad un aggiornamento ricorrente di tutto<br />

il personale, proprio per garantire,<br />

per quanto possibile, che alla raggiunta<br />

e nota eccellenza nell'assistenza medicoinfermieristica<br />

e nella ricerca biomedica,<br />

si accompagni un perfezionamento progressivo<br />

nel tradurre l'intuizione profetica<br />

del Fondatore in una risposta soddisfacente<br />

a tutte le attese dei sofferenti,<br />

ancheesoprattuttodi quelle inespresse».<br />

Il Di Raimondo ricorda e nomina i<br />

«grandi» benefattori iniziali della Casa<br />

della sofferenza: fra cui Guglielmo Sanguinetti,<br />

Angelo Lupi, Fiorello La Guardia;traipiùrecentiLuigiGeddae<br />

la consorte<br />

Linda che nel 1997 fecero dono all'Operadi<br />

Padre Pio dell'Istituto GregorioMendeldigeneticamedicain<br />

Roma.<br />

Giornata di studio<br />

al Seminario<br />

«Giovanni Paolo II»<br />

Nella Biblioteca «Angelo Gnemmi» del Seminario<br />

Filosofico Teologico Internazionale «Giovanni Paolo<br />

II» di Roma si è svolta, mercoledì 5 dicembre, la seconda<br />

Giornata Internazionale di studio sui «Cardinali<br />

di Santa Romana Chiesa, collezionisti e mecenati».<br />

Il ciclo, organizzato dall’Associazione Culturale<br />

Shakespeare and Company 2 e articolato in cinque<br />

incontri bimestrali comprendenti circa venti conferenze<br />

(i cui testi sono raccolti in cinque volumetti),<br />

presenta al pubblico i risultati inediti delle ricerche<br />

di studiosi italiani e stranieri, con l’intento di approfondire<br />

o rivalutare l’operato di importanti Porporati<br />

in favore dell’arte, spesso sulla scia della politica culturale<br />

propugnata dai grandi Papi.<br />

In questa Giornata, introdotta dal Rettore del Seminario<br />

Mons. Pietro Paracchini, è stata presentata<br />

dal Prof. Bram Kempers l’identificazione di un famoso<br />

ritratto di cardinale eseguito da Raffaello, ora al<br />

Prado. Il Dottor Arnold Witte ha poi spiegato l’iconografia<br />

del ciclo pittorico del Domenichino nell’Abbazia<br />

di Grottaferrata per il Card. Odoardo Farnese.<br />

Quindi la Dott.ssa Eliana Fileri ha esaminato la collezione<br />

scientifica del Card. Filippo Antonio Gualtieri.<br />

Al di là dell’interesse storico-artistico sottesa agli<br />

incontri è la volontà di una maggior comprensione<br />

della complessa natura del cardinalato, che etimologicamente<br />

è vero «cardine» intorno al quale ruota il<br />

funzionamento della Chiesa, «fulcro» su cui poggia il<br />

suo intero ordinamento liturgico e dottrinale, politico<br />

e spirituale nonché «cerniera» di raccordo e trasmissione<br />

fra chi governa dal Soglio e l’enorme ecclesia<br />

dei fedeli; ma anche condivisione degli oneri e<br />

delle responsabilità del primato pontificio sugli altri<br />

Vescovi, e infine ideale patriziato nel novero del clero:<br />

quest’ultimo ruolo si è concretato in particolare<br />

proprio nell’attività di committenza, di collezionismo<br />

e di mecenatismo di artisti, musicisti, letterati e istituzioni<br />

culturali, sempre all’insegna dell’espressione<br />

del senso del sacro, del resto intesa come una delle<br />

matrici fondamentali dell’arte stessa.<br />

MARCO GALLO


A ROMA<br />

PAGINA<br />

VIA VENTOTENE Fino al prossimo giugno<br />

Tasse sospese<br />

per gli inquilini colpiti<br />

L’amministrazione comunale ha deciso,<br />

mercoledì, di sospendere fino al giugno<br />

2002 la riscossione di tutti i tributi<br />

comunali (Ici, Tarsu, Cosap, imposta<br />

sulla pubblicità) dovuti dalle famiglie e<br />

dagli esercenti che vivono e lavorano<br />

nell’area di Val Melaina, colpita dalla<br />

tragedia del 27 novembre.<br />

La decisione è stata presa dall’assessore<br />

al Bilancio, Marco Causi, in accordo<br />

con il sindaco Walter Veltroni.<br />

L’iniziativa di sospensione riguarda<br />

non solo le famiglie i cui appartamenti<br />

sono attualmente inagibili, ma anche<br />

tutti gli altri cittadini che, pur essendo<br />

già rientrati nelle loro case, sono rimasti<br />

coinvolti in varia misura.<br />

Entro giugno prossimo il Comune verificherà<br />

le singole situazioni e, per coloro<br />

che non fossero rientrati nelle proprie<br />

abitazioni applicherà apposite riduzioni<br />

su Ici, Tarsu e altre imposte.<br />

Intanto, il ministro dell'Interno, Claudio<br />

Scajola, tramite il Prefetto, Emilio<br />

Del Mese ha ringraziato tutti coloro che<br />

«con abnegazione, grande sensibilità e<br />

spirito di solidarietà sono intervenuti in<br />

soccorso delle vittime dell’esplosione».<br />

Scajola ha espresso il suo ringraziamento<br />

a chi ha lavorato affinché la tragedia<br />

non assumesse dimensioni maggiori.<br />

«In particolare — è detto nella nota<br />

— gratitudine va al presidente della<br />

Regione Storace, per i tempestivi interventi<br />

sanitari e la pronta disponibilità di<br />

posti negli ospedali dove sono stati ricoverati<br />

i feriti più gravi e per l’operatività<br />

del personale del 118». Ringraziamenti<br />

Da gennaio<br />

una nuova scuola<br />

sperimentale<br />

per bimbi di 2 anni<br />

Trecento bambini di due anni in lista<br />

di attesa per il nido potranno frequentare<br />

dal 14 gennaio una nuova classe sperimentale<br />

a mezza via tra l’asilo nido e<br />

la materna. È il progetto «un ponte verso<br />

la scuola» promosso dall’assessorato<br />

comunale alle Politiche educative che<br />

permetterà di aprire 15 sezioni sperimentali<br />

in altrettante scuole comunali<br />

dell’infanzia, ognuna in un municipio diverso,<br />

da gennaio fino a giugno 2002.<br />

Ieri mattina, mercoledì, si è concluso<br />

il corso di formazione delle 68 maestre,<br />

tra insegnanti delle materne ed educatrici<br />

dei nidi comunali, coinvolte nel progetto.<br />

«La novità è che viene pensato un<br />

percorso educativo mirato su bambini di<br />

due-tre anni spesso considerati grandi<br />

dalle educatrici dei nidi e piccoli dalle<br />

insegnanti delle materne», spiega Gisa<br />

Sanpalmieri, educatrice al nido di via<br />

della Farnesina. «È un importante tentativo<br />

di ampliare l’offerta formativa che<br />

permette anche di dare una risposta, insieme<br />

alle “tate a domicilio”, ai bimbi in<br />

lista di attesa ai nidi», ha sottolineato<br />

l’assessore comunale alle politiche educative<br />

Maria Coscia.<br />

Le nuove classi saranno seguite insieme<br />

da educatrici dei nidi e insegnanti<br />

delle materne.<br />

Per i bambini saranno disponibili tre<br />

ambienti: l’aula per le attività, lo spazio<br />

grandi giochi (in cui ci si ritrova anche<br />

con bambini della materna), lo spazio riposo.<br />

L’esperimento di Roma segue le esperienze<br />

già avviate a Reggio Emilia, Milano,<br />

Torino, Pistoia e Terni.<br />

9 .<br />

anche al sindaco Veltroni «per l’indispensabile<br />

lavoro svolto dalla polizia<br />

municipale e per gli interventi di carattere<br />

assistenziale predisposti a favore degli<br />

abitanti degli immobili danneggiati» e<br />

al comandante dei Vigili del Fuoco Luigi<br />

Abate «per la straordinaria professionalità<br />

e grande spirito di servizio dimostrati<br />

dal personale nell’attività di soccorso<br />

della popolazione colpita dall’evento».<br />

Infine, il ministro ha assicurato la<br />

massima celerità nelle procedure per il<br />

conferimento della medaglia al valore civile<br />

alla squadra 6/A.<br />

Viale Newton: stanziati<br />

40 milioni per l'analisi<br />

della falda acquifera<br />

La Provincia di Roma ha stanziato<br />

40 milioni di lire per lavori<br />

di analisi della falda acquifera nell’area<br />

dei lavori del parcheggio di<br />

viale Newton, dove si è creata<br />

una voragine. Lo ha reso noto,<br />

mercoledì, l’assessore alla Protezione<br />

civile, Livio Augusto del<br />

Bianco, il quale, in un comunicato,<br />

ha detto che dal Campidoglio<br />

«è giunto finalmente il via libera a<br />

palazzo Valentini per effettuare<br />

uno studio dettagliato del dissesto<br />

idrogeologico».<br />

Comune: salta<br />

il Consiglio<br />

straordinario<br />

sui trasporti<br />

TEMPO Fiocchi attesi fra giovedì e venerdì<br />

Rischio neve sulla Capitale:<br />

pronto il piano per l'emergenza<br />

«Rischio elevato» di neve a Roma per<br />

la notte tra giovedì e venerdì. Lo fa sapere<br />

il Servizio Meteorologico dell’Aeronautica<br />

spiegando che il rischio si aggira<br />

tra il 70 e l’80% di «precipitazioni nevose<br />

o comunque di nevischio». Salgono al<br />

90% le possibilità che domani notte nevichi<br />

sui Castelli Romani.<br />

In caso di neve, l’Ama fa sapere che<br />

400 operatori saranno a disposizione<br />

con 150 mezzi, tra cui 25 spargisale, pale<br />

meccaniche ed altri mezzi speciali.<br />

Sono in pre-allarme anche le strutture<br />

Incidenti sul lavoro:<br />

grave un ragazzo<br />

caduto dal tetto<br />

Un ragazzo di 16 anni, di Cassino,<br />

è rimasto vittima di un infortunio<br />

sul lavoro mentre sistemava<br />

una canna fumaria sul tetto di<br />

una casa a Pignataro. Il ragazzo,<br />

che lavorava da qualche settimana<br />

in una ditta con un contratto<br />

da apprendista, per cause al vaglio<br />

dei Carabinieri, è scivolato finendo<br />

a terra dopo un volo di alcuni<br />

metri. Subito soccorso dai<br />

compagni di lavoro è stato trasportato<br />

nell’ospedale di Cassino<br />

dove è stato ricoverato nel reparto<br />

di rianimazione. I medici si sono<br />

riservati la prognosi.<br />

Tolta la pubblicità dalla colonna dell'Immacolata<br />

La pubblicità abusiva che da mercoledì oscurava la colonna della statua<br />

dell’Immacolata, in piazza Mignanelli, è stato rimossa giovedì mattina dal<br />

Comune. «Non aveva l’autorizzazione del servizio affissioni e pubblicità»,<br />

ha spiegato l’assessore al Commercio Daniela Valentini che ha seguito<br />

l’operazione di smantellamento. Ma non solo. L’assessore, dopo questo caso<br />

segnalato ha deciso di modificare il regolamento relativo ai pannelli<br />

pubblicitari affissi sui monumenti in restauro, come appunto la colonna dell’Immacolata.<br />

«Stiamo lavorando con la sovrintendenza comunale e statale<br />

per modificarlo: le pubblicità sui monumenti — ha spiegato — dovranno essere<br />

in armonia con il contesto in cui si trovano».<br />

Principio d’incendio nella Procura generale<br />

I Vigili del fuoco sono intervenuti giovedì mattina nella sede della Procura<br />

generale, in piazza Adriana, dopo la segnalazione di alcuni dipendenti che<br />

avevano visto uscire fumo dal vano ascensore. In pochi minuti hanno spento<br />

l’incendio. Secondo i rilevi fatti dai Carabinieri e dai Vigili del fuoco, a<br />

prendere fuoco sono state alcune carte.<br />

Salute: 300 defibrillatori per gli infartuati<br />

Per un anno 300 defibrillatori automatici «entreranno» in altrettante case romane,<br />

per salvare la vita a chi ha già avuto un infarto. «Ogni anno 50.000<br />

italiani sono colpiti da morte improvvisa. E 8 arresti cardiaci su 10 si verificano<br />

in casa — spiega il professor Michele Pistolese del Giec (Gruppo italiano<br />

emergenze cardiologiche) — per evitare questo pericolo, selezioneremo<br />

dei soggetti a rischio di aritmie ed insegneremo ai loro familiari ad usare<br />

il defibrillatore». Un’operazione semplice, assicura, per cui basteranno<br />

poche ore di formazione. «Bisognerà lavorare soprattutto sul piano psicologico<br />

— sottolinea Pistolese — per evitare quella sorta di blocco che coglie<br />

i parenti quando assistono a un arresto cardiaco del loro caro». Il progetto<br />

è stato presentato dall’Aiac (Associazione italiana aritmologia e cardiostimolazione)<br />

e dal Giec; vi partecipano anche il Coordinamento del 118 e la<br />

Regione Lazio, che si sta impegnando a reperire i fondi necessari: ogni apparecchio<br />

costa circa cinque milioni di lire.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Venerdì 14 Dicembre 2001<br />

È saltato, mercoledì pomeriggio, per<br />

mancanza del numero legale il Consiglio<br />

comunale straordinario chiesto dalla Casa<br />

delle libertà sui problemi del trasporto<br />

pubblico romano. All’appello hanno<br />

risposto solo 29 consiglieri sui 31 necessari<br />

e la seduta è stata sciolta.<br />

Critiche alla maggioranza sono partite<br />

dai consiglieri comunali del centro destra.<br />

«Noi eravamo quasi tutti — ha detto<br />

il consigliere di An Vincenzo Piso —<br />

a scappare è stata la maggioranza che<br />

su questi temi ha forti problemi interni.<br />

Erano solo in 4. Eppure il Consiglio deve<br />

affrontare i problemi del trasporto<br />

pubblico: l’arretratezza della metro A<br />

che è al collasso; il piano urbano parcheggi<br />

che sta perdendo i pezzi, vedi<br />

l’ultimo caso di via Newton; il terzo lotto<br />

del trasporto su gomma affidata alla<br />

Sita su cui Trambus sta facendo ricorso;<br />

o la questione della ripatrimonializzazione<br />

dell’Atac. Ci sono questioni aperte —<br />

ha concluso Piso — su cui la maggioranza<br />

non ha un progetto unitario, altrimenti<br />

non si capisce perché oggi sono<br />

scappati».<br />

L’assessore comunale alla Mobilità,<br />

Simone Gargano, arrivato in aula quando<br />

la seduta del Consiglio era già stata<br />

sciolta, ha commentato: «Sono arrivato<br />

tardi. Non credo che quello dei trasporti<br />

sia un tema che divide la maggioranza.<br />

Lo escluderei». Il coordinatore della<br />

maggioranza Silvio Di Francia ha assicurato<br />

che «ci faremo promotori a gennaio<br />

di un vero Consiglio straordinario sui temi<br />

del trasporto e della mobilità».<br />

del servizio giardini, l’Atac ed il dipartimento<br />

XII. Il piano d’emergenza prevede<br />

interventi di «salatura» e sgombero<br />

neve sull’intero territorio comunale, ma<br />

con priorità per ospedali e centri di<br />

pronto soccorso, poliambulatori Asl, farmacie,<br />

stazioni ferroviarie, fermate metro,<br />

capolinea e fermate degli autobus,<br />

ingressi uffici pubblici, ingressi scuole e<br />

asili nido, scalinate ed accessi ai sottopassaggi<br />

pedonali e principali attraversamenti<br />

pedonali. Scorte di sale sfuso e<br />

sale in sacchi sono in giacenza negli stabilimenti<br />

di Ponte Malnome, Rocca Cencia,<br />

Laurentino, Stabilimento Salario e<br />

le 60 sedi operative dislocate nei 19 municipi<br />

della Capitale.<br />

Anche l’Atac si prepara al rischio di<br />

nevicate e gelate. L’azienda ha già chiesto<br />

alla società di produzione del servizio<br />

di trasporto pubblico Trambus, Sita<br />

e Met.ro di verificare le strumentazioni<br />

anti-neve e anti-ghiaccio in dotazione ai<br />

mezzi pubblici e agli impianti.<br />

In particolare, l’Atac vuole conoscere<br />

il numero di catene in dotazione agli autobus<br />

in modo tale che in caso di neve<br />

o ghiaccio il servizio possa svolgersi regolarmente.<br />

Verifiche anche per l’operatività del<br />

piano «salva binari» per tram, metropolitane<br />

e ferrovie in concessione. L’Atac<br />

annuncia che «fino al termine dell’emergenza,<br />

si manterrà costantemente in<br />

contatto con la sala operativa della Protezione<br />

Civile del Comune e con l’Osservatorio<br />

Meteorologico del Collegio Romano».<br />

SANITÀ Incontro tra cittadini e rappresentanti del Comune nelle Asl<br />

Allo studio iniziative<br />

per ridurre le liste d'attesa<br />

Liste di attesa interminabili, difficoltà<br />

di accesso al servizio pubblico, poca sincronia<br />

di interventi fra le strutture pubbliche<br />

e le associazioni: queste le principali<br />

problematiche sollevate dai rappresentanti<br />

del privato sociale al primo incontro<br />

ufficiale con i delegati del Sindaco<br />

presso le Asl di Roma, avvenuto mercoledì<br />

pomeriggio al Centro Congressi<br />

Frentani.<br />

«L’obiettivo del Comune nel campo<br />

della sanità pubblica — ha specificato<br />

Raffaela Milano, assessore alle Politiche<br />

sociali e alla promozione della salute —<br />

è quello di individuare localmente i risparmi<br />

reali possibili nella sanità, eliminando<br />

gli sprechi del sistema e migliorando<br />

l’integrazione fra i diversi organismi,<br />

sia pubblici che privati, che tutelano<br />

il diritto del cittadino alla salute».<br />

Sebbene la sanità pubblica sia di competenza<br />

della Regione, gli organismi del<br />

Comune sono più a contatto con le varie<br />

realtà ed esigenze locali. Ogni Asl,<br />

infatti, serve un territorio mediamente<br />

di quattro Municipi, perciò deve soddisfare<br />

le richieste di una popolazione<br />

molto vasta. I delegati del Sindaco, che<br />

compongono la Conferenza sanitaria locale,<br />

hanno quindi una funzione di interfaccia<br />

fra le associazioni locali private<br />

e le Asl presso le quali risiedono. Congiuntamente<br />

ai Municipi, essi hanno il<br />

compito di verificare la qualità di salute<br />

e di proporre programmi a seconda degli<br />

effettivi bisogni ed emergenze dei cittadini.<br />

All’incontro erano presenti diversi<br />

esponenti del mondo privato sociale, fra<br />

i quali alcune cooperative a difesa dei<br />

soggetti più deboli, come tossicodipendenti,<br />

malati mentali e minori, nonché<br />

associazioni specializzate nel sostengo<br />

del disagio estremo, come per esempio i<br />

senza tetto, ed altre associazioni degli<br />

anziani, dei donatori di sangue e degli<br />

operatori dell’assistenza domiciliare.<br />

Ognuna di queste rappresentanze ha<br />

sollevato una serie di problematiche sia<br />

di carattere generale che di importanza<br />

specifica prettamente annessa alle caratteristiche<br />

e alle strutture del proprio territorio<br />

di appartenenza.<br />

Il problema maggiore che coinvolge<br />

tutti i cittadini rimane comunque quello<br />

delle lunghe liste di attesa per le prestazioni<br />

pubbliche. Da un sondaggio effettuato<br />

dal Tribunale per i diritti del malato,<br />

l’attesa per esami di importanza sia<br />

diagnostica che preventiva, come per<br />

esempio l’ecografia, l’ecocardiogramma<br />

o una tac, varia dai trenta ai duecento<br />

giorni, a seconda della struttura pubblica.<br />

In alcuni ospedali le liste sono state<br />

persino chiuse per i prossimi mesi. A riguardo<br />

il Comune ha quindi proposto a<br />

tutte le istituzioni che operano nella sanità<br />

di formare una «Unità di Crisi mista»,<br />

alla quale partecipano oltre che<br />

rappresentanti del Campidoglio, anche i<br />

membri della Regione, i Direttori generali<br />

delle Asl e degli Ospedali e i medici<br />

di base.<br />

Questa unità dovrebbe analizzare nel<br />

dettaglio le cause specifiche delle lunghe<br />

liste di attesa, avendo anche il potere di<br />

proporre programmi di intervento e soluzioni<br />

dirette a risolvere il problema.<br />

Fra i servizi riguardanti le categorie<br />

più deboli della popolazione, quelli che<br />

REGIONE L'opposizione teme il ritorno dei ticket<br />

Polemiche sul contenimento<br />

della spesa sanitaria<br />

L’assessore al Bilancio, Andrea Augello,<br />

ha aggiunto che nel fine settimana<br />

tutti i presidenti di Regione si incontreranno<br />

per discutere la ripartizione delle<br />

risorse sanitarie. «Il Governo di centro<br />

destra — ha precisato Augello — ha riconosciuto<br />

che esiste uno squilibrio nella<br />

distribuzione delle risorse; noi abbiamo<br />

ottenuto un aumento del fondo nazionale<br />

destinato al settore. Abbiamo diminuito<br />

il disavanzo del 10% e siamo<br />

anche riusciti ad ottenere l’impegno dal<br />

Governo nazionale a risolvere la questione<br />

legata al policlinico Umberto I. Questi<br />

risultati — ha concluso Augello —<br />

rappresentano il punto di partenza ed è<br />

molto rispetto a quanto realizzato dal<br />

centro sinistra».<br />

In precedenza il consigliere regionale<br />

Ds Giulia Rodano aveva criticato severamente<br />

la Giunta regionale. «Gli unici<br />

provvedimenti che saranno presi — ha<br />

detto — sono il ritorno dei ticket sui farmaci,<br />

sulle prestazioni e sulle analisi e la<br />

vendita del patrimonio immobiliare delle<br />

Asl». «Le risposte della giunta alle richieste<br />

dell’opposizione sull’esplosione del<br />

disavanzo — ha detto il portavoce della<br />

Margherita, Giovanni Hermanin — hanno<br />

mostrato una totale mancanza di<br />

provvedimenti strutturali in grado di<br />

contenere la spesa. A questa si vuole fare<br />

fronte con la vendita del patrimonio<br />

regionale e l’introduzione di ticket. Riteniamo<br />

la scelta iniqua e impraticabile».<br />

Il Consiglio ha poi respinto una risoluzione,<br />

presentata dal centro sinistra, che<br />

chiedeva, tra l’altro, di erogare ai cittadini<br />

prestazioni senza ticket, di non prevedere<br />

per le prestazioni di pronto soccorso<br />

l’introduzione del ticket.<br />

PROVINCIA Nell'archivio dell'ente anche la rete viaria e ferroviaria<br />

Un sito internet per aree a rischio e piani regolatori<br />

Una nuova sezione del sito Internet<br />

gestito dalla Provincia di Roma, contenente<br />

informazioni dettagliate tratte dall’archivio<br />

dati geografici, cartografie,<br />

rappresentazioni tematiche e database<br />

alfanumerici relativi al territorio dell’ente,<br />

è stata presentata ieri mercoledì a<br />

Palazzo Valentini, nel corso di un incontro,<br />

al quale ha, tra gli altri, partecipato<br />

l’assessore alla pianificazione territoriale,<br />

sistemi informativi e programmazione,<br />

Mario Canapini. Il sito web già consultabile<br />

all’indirizzo www.provincia.roma.it<br />

si apre alla pagina titolata: «cartografia<br />

on line». All’interno delle varie<br />

pagine è possibile esaminare, tra le altre<br />

cose, la cartografia di base con l’orografia<br />

del territorio provinciale, la carta dei<br />

vincoli per l’esercizio venatorio, la mappa<br />

delle località soggette a dissesti idrogeologici,<br />

la rete viaria e ferroviaria, il<br />

sistema delle aree protette e degli ambiti<br />

naturalistici e, infine, le varie tipologie<br />

dei piani regolatori.<br />

In una prima fase la consultazione dei<br />

dati è aperta al pubblico, tranne per<br />

quelli coperti da diritti di copyright o<br />

non disponibili per condizioni di sicurezza.<br />

In una fase successiva, a partire dal<br />

novembre 2002, è stato invece sottoli-<br />

«Le azioni intraprese dalla Giunta regionale<br />

hanno comportato una riduzione<br />

del disavanzo che sarà coperto senza<br />

aumentare le tasse, nonostante il debito<br />

di oltre 5.000 miliardi ereditato»: è<br />

quanto ha detto mercoledì l’assessore<br />

regionale alla Sanità, Vincenzo Saraceni,<br />

intervenendo in aula durante il dibattito<br />

sulla spesa sanitaria. «I prossimi provvedimenti<br />

— ha continuato — che saranno<br />

portati in Giunta, dal piano oncologico<br />

al piano sanitario, orienteranno la<br />

Regione verso la qualità d’assistenza che<br />

i cittadini meritano».<br />

Traffico intenso<br />

sul Raccordo<br />

e in Centro<br />

Traffico particolarmente intenso,<br />

giovedì mattina, sul Grande<br />

Raccordo Anulare nelle ore di<br />

punta ed anche in città, probabilmente<br />

causato dai preparativi per<br />

le feste natalizie, come hanno segnalato<br />

la Polizia Stradale e i Vigili<br />

urbani.<br />

Sul raccordo i disagi più forti si<br />

sono verificati sulla carreggiata<br />

esterna nel tratto compreso tra le<br />

uscite Cassia e Flaminio, a causa<br />

di un incidente stradale che ha<br />

provocato lunghe code e rallentamenti.<br />

neato, verrà studiata la possibilità di un<br />

accesso, riservato alle informazioni non<br />

pubblicabili su Internet, ad esclusivo uso<br />

dei Comuni e di altri enti locali provinciali,<br />

nell’ambito di progetti di collaborazione<br />

su tematiche specifiche, con<br />

funzionalità di accesso, consultazione e<br />

modifica dei dati direttamente on line.<br />

Lo scambio di informazioni è possibile<br />

sia all’interno degli uffici della Provincia,<br />

tramite sistema Intranet, che all’esterno<br />

tramite Internet e, in futuro,<br />

Extranet.<br />

A questo scopo è stato completato il<br />

piano di aggiornamento tecnologico dei<br />

vari Comuni, oramai completamente dotati<br />

di postazioni informatiche in grado<br />

di «dialogare» a distanza con gli altri enti.<br />

La Provincia di Roma, a tale scopo,<br />

ha fornito un consistente supporto intervenendo<br />

presso quegli enti locali che<br />

hanno trovato difficoltà a gestire i nuovi<br />

sistemi di comunicazione. I dati dell’ente<br />

sono dunque a disposizione delle amministrazioni<br />

che si sono dotate di computer<br />

collegati alla rete locale.<br />

La diffusione informatizzata dei dati<br />

cartografici consente una distribuzione<br />

celere dei dati ai vari utenti ed un onere<br />

economico inferiore rispetto alla tradi-<br />

14 DICEMBRE 2001<br />

S. Giovanni della Croce, sacerdote<br />

e dottore della Chiesa<br />

- Memoria (bianco)<br />

Messa della Memoria<br />

Lezionario: Is 48, 17-19; Salmo<br />

1; Mt 11, 16-19<br />

Liturgia delle Ore: Ven. II<br />

sett. - Ufficio della Memoria<br />

zionale cartografia in formato cartaceo.<br />

Un altro obiettivo del nuovo servizio, è<br />

stato aggiunto durante l’incontro, è<br />

quello di abituare il pubblico a consultare<br />

le informazioni cartografiche e geografiche<br />

e di rendere i dati facilmente<br />

comprensibili e fruibili anche da parte<br />

di soggetti privi di particolari competenze<br />

informatiche.<br />

Il sito punta a diventare concretamente<br />

un supporto quasi indispensabile per<br />

le amministrazioni pubbliche e per gli<br />

operatori del territorio, per una pianificazione<br />

ed una programmazione utili ad<br />

ogni livello, dalla semplice consultazione<br />

alla scelta di ambiti territoriali ben definiti,<br />

nonché per individuare e realizzare<br />

studi specifici.<br />

I dati presenti all’interno del sito provengono<br />

dagli archivi cartacei della Provincia<br />

e dalla Regione Lazio e sono consultabili<br />

in funzione di più fattori e variabili<br />

quali, ad esempio, diverse scale di<br />

riferimento e ricerche personalizzate.<br />

Il sito sarà costantemente aggiornato<br />

con, tra le altre cose, l’approvazione dei<br />

nuovi piani regolatori, la delimitazione<br />

delle aree protette o di quelle a rischio<br />

frane.<br />

ALESSANDRO TRENTIN<br />

Sincerità<br />

Nulla è più complicato<br />

della sincerità.<br />

(Luigi Pirandello)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

presentano maggiori problematiche concernono<br />

l’assistenza ai malati affetti da<br />

disturbi psichici, ai tossicodipendenti e<br />

ai minori. Le associazioni private e le<br />

cooperative, infatti, essendo più a contatto<br />

con i disagi avvertiti dai cittadini,<br />

possono intercettare meglio le problematiche<br />

e le disfunzioni della rete del sistema<br />

sanitario locale e possono quindi individuare<br />

le emergenze primarie dei soggetti<br />

più bisognosi della società. L’obiettivo<br />

comune è quello di rafforzare la rete<br />

di interventi fra i vari operatori sanitari<br />

e sociali che si occupano di uno<br />

stesso settore.<br />

Le cooperative che si interessano, per<br />

esempio, delle tossicodipendenze spesso<br />

compiono un lavoro alternativo a quelle<br />

sanitarie, alleggerendo le file agli ospedali<br />

grazie all’intervento diretto dei loro<br />

presidi e delle unità mobili. Le strutture<br />

sanitarie infatti a causa delle carenze di<br />

personale, spesso non riescono a soddisfare<br />

i vari bisogni dei cittadini, soprattutto<br />

in alcune aree dove la richiesta di<br />

intervento e di assistenza è molto elevata.<br />

Inoltre, in molti casi di estrema emergenza,<br />

i malati accuditi dalle strutture<br />

associative private necessitano di cure<br />

differenziate poiché presentano, come<br />

nel caso di malati mentali tossicodipendenti,<br />

delle doppie diagnosi. In queste<br />

circostanze le associazioni mettono in<br />

contatto l’assistito con più organismi<br />

pubblici come i dipartimenti di salute<br />

mentale e i sert ospedalieri.<br />

Questi soggetti deboli infatti presentano<br />

di solito varie problematiche e per<br />

superare il proprio ostacolo e quindi<br />

condurre una vita il più normale possibile,<br />

necessitano di interventi programmatici<br />

sia nel campo della salute che in<br />

quello sociale. In ultimo è stato anche<br />

affrontato il problema della carenza dei<br />

donatori di sangue. Anche in questo caso<br />

le cooperative sono di supporto alle<br />

Asl, sia intervenendo direttamente nella<br />

raccolta del sangue, sia organizzando<br />

campagne di sensibilizzazione presso<br />

istituti, scuole e parrocchie. La sempre<br />

più crescente difficoltà di reperire il plasma<br />

e gli emoderivati dalle altre regioni<br />

di Italia, sollecita la Regione Lazio a dover<br />

essere maggiormente autosufficiente,<br />

e per fare ciò deve ampliare le proprie<br />

capacità di rifornimento.<br />

RITA DIETRICH<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

VENERDÌ 14 DICEMBRE<br />

00.10: Studio A (stereo): Con voi<br />

nella notte<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti<br />

cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

in italiano, spagnolo,<br />

portoghese, francese, inglese,<br />

tedesco e polacco<br />

16.30: Archivio Storico del Carlo<br />

Felice di Andrea Fasano<br />

17: Liturgia delle Ore: celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Prisma-Magazin<br />

20.40: Recita del Santo Rosario<br />

in latino<br />

21.30: Programma francese:<br />

Quand les adultes frappent à la<br />

porte del l'Eglise<br />

21.50: Programma inglese<br />

22.10: Programma spagnolo<br />

VENERDÌ 14 DICEMBRE<br />

24: Rosario biblico (versione<br />

francese)<br />

2.30-19-22.30: Notiziario<br />

7: Rubrica: Chiesa in cammino:<br />

Africa<br />

9: In diretta dalla Cappella di<br />

Telepace in Roma: Santa Messa<br />

9.45: Rosario biblico<br />

12.30: Cappella di Telepace in<br />

Roma: Santa Messa<br />

16: In diretta dalla Cappella di<br />

Telepace in Roma: Santo Rosario<br />

e Adorazione Eucaristica<br />

18: Rubrica: Giorno del Signore<br />

19.30: In diretta dalla Basilica di<br />

San Giovanni in Laterano: Veglia<br />

di preghiera, presieduta dal<br />

Card. Camillo Ruini<br />

21: In diretta dalla Cattedrale di<br />

Legnago: Santa messa, presieduta<br />

da Mons. Flavio Carraro,<br />

Vescovo di Verona


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

10 .<br />

in primo piano<br />

PENSIONI Il ministro: possibili modifiche alla delega<br />

Critiche contrapposte<br />

di Cgil e Confindustria<br />

ROMA, 13.<br />

Critiche contrapposte di Cgil e Confindustria,<br />

moderata soddisfazione di Cisl<br />

e Uil. Così le parti sociali si sono<br />

espresse sulla delega in materia di pensioni,<br />

consegnata ieri dal ministro del<br />

Lavoro e delle Politiche sociali Roberto<br />

Maroni, il quale, confermando che il varo<br />

del provvedimento slitterà alla prossima<br />

settimana, assicura che «il testo inviato<br />

alle parti è ancora suscettibile di<br />

modificheeapertoalcontributo di tutti».<br />

Il confronto entra nel vivo oggi quando<br />

le parti sociali — prima le associazioni<br />

imprenditoriali, poi i sindacati — incontreranno<br />

a Palazzo Chigi il Governo e<br />

avanzeranno le loro osservazioni.<br />

Confindustria ancora ieri non ha nascosto<br />

la delusione per una riforma che,<br />

a suo modo di vedere, si profila tutt’altro<br />

che strutturale: «Il piano Maroni<br />

sembra avere costi certi per lo Stato e<br />

benefici incerti e di modesta entità, che<br />

non permetteranno una consistente riduzione<br />

della spesa pensionistica nell’immediato»,<br />

affermano dalla associazione<br />

degli industriali, ritenendo poco<br />

efficace una proposta basata prevalentemente<br />

sugli incentivi a proseguire l’attività<br />

lavorativa. Meglio sarebbe stato per<br />

i vertici di Confindustria prevedere almeno<br />

misure che disincentivassero le<br />

pensioni di anzianità. E anche Maroni,<br />

che ha definito «legittime le critiche di<br />

Confindustria», ammette che la riforma<br />

avrebbe potuto essere più efficace, pur<br />

respingendo l’accusa che si tratti di una<br />

«falsa riforma».<br />

A bocciare la delega è la Cgil. Per la<br />

Il Governatore<br />

Fazio: federalismo<br />

ma con riforme<br />

e nuova contabilità<br />

ROMA, 13.<br />

Sì al federalismo, in un’ottica solidale<br />

e di rafforzamento dell’unità nazionale,<br />

ma le modifiche agli ordinamenti devono<br />

andare di pari passo, anzi devono<br />

«muoversi in sinergia» con le riforme<br />

strutturali. Da questa miscela, «ne trarranno<br />

beneficio la competitività dell’Italia,<br />

la crescita, l’occupazione». Il Governatore<br />

della Banca d’Italia, Antonio Fazio,<br />

ha illustrato, ieri, in questo modo la<br />

sua «ricetta» per far funzionare il decentramento<br />

in Italia, davanti alla Commissione<br />

Affari Costituzionali del Senato,<br />

dove ha accennato soltanto ad altri temi,<br />

come quello delle Fondazioni, nonostante<br />

la curiosità espressa dai parlamentari.<br />

I governi locali, all’estero, ha<br />

detto il Governatore, «possono in genere<br />

ricorrere all’indebitamento» anche se<br />

con limiti al disavanzo, e al contempo<br />

«è assai diffuso l’impiego di meccanismi<br />

per la redistribuzione territoriale delle risorse».<br />

Il federalismo, per Fazio «è l’occasione<br />

per una generale riforma della<br />

contabilità pubblica». Per fare questo<br />

occorre una «adeguata normativa-cornice»,<br />

capace di portare finalmente ordine<br />

nella formazione dei conti pubblici. È<br />

questo un problema sollevato più volte<br />

dal Governatore: non si conoscono i bilanci<br />

pubblici degli enti decentrati, come<br />

quelli dei comuni, e ciò può «mettere in<br />

pericolo il controllo della situazione dei<br />

conti pubblici e dell’allocazione delle risorse».<br />

«Sono necessarie — ha detto Fazio<br />

— regole di bilancio che si applicano<br />

a tutti i livelli di Governo». Una legislazione<br />

che incardini i rapporti tra Stato e<br />

Regioni per assicurare un «armonico<br />

operare delle vari amministrazioni».<br />

confederazione guidata da Sergio Cofferati,<br />

infatti, «così come è strutturato il<br />

provvedimento rischia di non servire a<br />

nulla, e soprattutto di non servire al rilancio<br />

della previdenza integrativa». Maroni<br />

ha però risposto che «se le parti si<br />

metteranno d’accordo sarà possibile destinare<br />

anche tutto il Tfr maturando, e<br />

non solo una quota maggioritaria, ai<br />

fondi pensione».<br />

Ma a preoccupare i sindacati c’è anche<br />

la possibilità, prevista nella delega,<br />

di una riduzione degli oneri contributivi<br />

per compensare le imprese che smobilizzeranno<br />

il Tfr, anche se nessun riferimento<br />

viene fatto ai neo-assunti e se il<br />

ministro ha precisato che si tratta solo<br />

di un’opzione. Un alleggerimento della<br />

contribuzione potrebbe portare ad un<br />

taglio delle future pensioni, lamentano<br />

Cgil Cisl e Uil, anche se le ultime due<br />

precisano che «tutto dipende da come<br />

l’eventuale riduzione dei contributi sarà<br />

fatta». Lo stesso Maroni ha detto che si<br />

tratta di «calibrare il meccanismo in modo<br />

da non penalizzare né le imprese né i<br />

lavoratori. Esercizio difficile ma non impossibile».<br />

A differenza della Cgil, comunque,<br />

per i segretari generali di Cisl e Uil la<br />

bozza della delega è soddisfacente: «Bene<br />

l’impianto del provvedimento che rispetta<br />

i punti su cui si era trovato un<br />

accordo», ha detto Savino Pezzotta segretario<br />

della Cisl. Anche per Luigi Angeletti<br />

segretario della UIL è « importante<br />

che l’impianto della riforma Dini non<br />

venga modificato e che siano fatti salvi i<br />

diritti previdenziali».<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Venerdì 14 Dicembre 2001<br />

PENSIONI: CRITICHE E APPROVAZIONI SULLA<br />

DELEGA Critiche contrapposte di Cgil e Confindustria,<br />

moderata soddisfazione di Cisl e Uil. Così le<br />

parti sociali si sono espresse sulla delega in materia<br />

di pensioni. Il varo del provvedimento slitterà alla<br />

prossima settimana e il testo inviato alle parti è<br />

ancora suscettibile di modifiche.<br />

FIAT: SINDACATI PREOCCUPATI Il progetto di ristrutturazione<br />

della Fiat Auto è sempre in primo pia-<br />

DEVOLUZIONE La seduta del Consiglio dei ministri<br />

Varato il ddl che trasferisce<br />

alle Regioni competenze esclusive<br />

su scuola, sanità e polizia locale<br />

ROMA, 13.<br />

Primi passi per la «devolution» fortemente<br />

voluta dal ministro per le Riforme,<br />

Bossi: il Consiglio dei ministri ha<br />

approvato oggi un testo di legge per attribuire<br />

alle Regioni la competenza<br />

esclusiva in materia di assistenza sanitaria,<br />

organizzazione scolastica e polizia<br />

locale. Ciò comporterà un ddl costituzionale<br />

per la modifica dell’articolo 117.<br />

Non è la riforma complessiva (che<br />

avrebbe comportato modifiche anche<br />

agli art. 116, 118 e 123 della Costituzione);<br />

ma è un segnale, soprattutto per la<br />

Senato: approvato<br />

tra le polemiche<br />

il decreto sugli infermieri<br />

ROMA, 13.<br />

Approvazione contrastata, in<br />

aula a Palazzo Madama, del decreto<br />

legge sul personale infermieristico.<br />

Il provvedimento, volto a<br />

facilitare il reclutamento degli infermieri<br />

nelle strutture ospedaliere,<br />

è stato duramente contestato<br />

dalla commissione Bilancio, tanto<br />

che alla fine quasi tutti i suoi<br />

componenti, di maggioranza e opposizione,<br />

non hanno partecipato<br />

al voto. La commissione, infatti,<br />

ha tentato fino all’ultimo di convincere<br />

l’assemblea che il provvedimento<br />

è privo di copertura.<br />

Incidenti stradali: 2 morti e 5 feriti in Calabria<br />

REGGIO CALABRIA — Due persone sono morte ed altre cinque sono rimaste<br />

ferite in un incidente stradale, accaduto giovedì, sulla statale 106, nel<br />

comune di Reggio Calabria, che ha visti coinvolti quattro mezzi, un pullman<br />

un autocarro, un fuoristrada, un'autovettura. Le vittime viaggiavano a bordo<br />

dell'utilitaria. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia stradale di<br />

Reggio Calabria, che conducono le indagini, carabinieri, vigili del fuoco e<br />

sanitari del 118. Per i soccorsi e la rimozione dei mezzi coinvolti nell’incidente,<br />

è stato istituito un doppio senso di circolazione che ha evitato la<br />

chiusura della strada.<br />

Camorra: arresti per un omicidio del '92<br />

NAPOLI — La Direzione distrettuale antimafia (DIA) di Napoli ed i carabinieri<br />

di Caserta hanno eseguito, giovedì, un’ordinanza di custodia cautelare in<br />

carcere per due affiliati al clan dei casalesi, Guido Mercurio, ritenuto il capozona<br />

a Villa Literno, e Tammaro Iavarazzo. I due sono accusati dell’ omicidio<br />

di Giovanni Musto, altro affiliato al clan, ucciso nel maggio del ’92 a<br />

Villa Literno e il cui cadavere non fu mai trovato. Mercurio era già detenuto<br />

per associazione mafiosa, ma stava per essere scarcerato per decorrenza<br />

dei termini di custodia, nell’ambito del processo Spartacus. Iavarazzo è stato<br />

invece arrestato nei pressi della propria abitazione a Villa Literno. I<br />

provvedimenti sono stati emessi dal gip del Tribunale di S. Maria Capua<br />

Vetere. Gli investigatori sono giunti a loro grazie alle dichiarazioni di un<br />

collaboratore di giustizia.<br />

Associazione Internazionale Carità Politica:<br />

incontro sul tema «La cultura cristiana della pace»<br />

ROMA — «La cultura cristiana della pace» sarà il tema dell'incontro<br />

che si terrà mercoledì 19, alle ore 17, presso la Domus Carità Politica di<br />

Roma (viale delle Milizie 140). Interverranno il Card. Paul Poupard, Presidente<br />

del Pontificio Consiglio della Cultura, e Oto Agrippino Maia, Ambasciatore<br />

del Brasile presso la Santa Sede. L'incontro è organizzato<br />

dall'Associazione Internazionale Carità Politica.<br />

no. L'azienda afferma che nessun posto è in pericolo<br />

in Italia, ma i sindacati restano preoccupati per le<br />

conseguenze della ristrutturazione, anzitutto quelli<br />

del settore metalmeccanico.<br />

GIUSTIZIA: SI ALLENTA LA TENSIONE Dopo il duro<br />

scontro su rogatorie, caso Taormina e mandato<br />

di cattura europeo, la tensione tra maggioranza e<br />

opposizione sembra essersi allentata, malgrado<br />

qualche schermaglia ancora in atto. Quasi inaspetta-<br />

FIAT Slitta l'audizione dei vertici in Parlamento<br />

Le assicurazioni dell'azienda<br />

che non ci saranno licenziamenti<br />

non convincono i sindacati<br />

TORINO, 13.<br />

È stata rinviata a giovedì 20 dicembre<br />

l'audizione, davanti alla commissione<br />

Attività produttive della Camera, dei<br />

vertici della Fiat inizialmente prevista<br />

per oggi e decisa dopo la presentazione,<br />

lunedì scorso, del piano di ristrutturazione<br />

del settore automobilistico dell'azienda<br />

torinese. A renderlo noto è stato<br />

il presidente della stessa commissione<br />

Bruno Tabacci (Ccd-Cdu) il quale ha<br />

precisato che l'audizione comincerà alle<br />

10 a Montecitorio e sarà un'audizione<br />

congiunta Camera-Senato. La decisione<br />

del rinvio — ha riferito Tabacci — è dovuta<br />

al fatto che l'amministratore delegato<br />

della Fiat Paolo Cantarella è impegnato<br />

in un viaggio negli Stati Uniti.<br />

Il progetto di ristrutturazione della<br />

Fiat Auto è comunque sempre in primo<br />

piano e al centro dei commenti ci sono<br />

proprio le dichiarazioni rilasciate ieri<br />

dall'amministratore delegato Cantarella,<br />

il quale, di fronte ai timori manifestati<br />

soprattutto dai sindacati, ha affermato:<br />

«Nessun posto di lavoro alla Fiat è in<br />

pericolo in Italia. Negli ultimi mesi —<br />

ha aggiunto — per ridurre la produzione<br />

abbiamo fatto ricorso a tutti gli strumenti<br />

di flessibilità che la legislazione attuale,<br />

nel rispetto delle garanzie sociali,<br />

fornisce. E quegli strumenti rimangono<br />

in vigore, rivitalizzati. Quello varato dalla<br />

Fiat — ha sostenuto — non è un piano<br />

d'emergenza ma un piano d'attacco.<br />

Abbiamo puntato alla razionalizzazione,<br />

al rilancio industriale e, grazie al mercato,<br />

ci siamo dotati di un consolidamento<br />

Lega che ha sempre sostenuto di essere<br />

entrata nella Casa delle Libertà innanzitutto<br />

per fare approvare questo provvedimento.<br />

E non a caso ieri sera Bossi ha<br />

affermato che «Berlusconi sta mantenendo<br />

tutti i patti» e che evitando «troppi<br />

emendamenti» al testo sulla devolution<br />

la si «farà camminare». E gli alleati,<br />

consapevoli delle difficoltà implicite nell’adozione<br />

da subito di un testo più ampio,<br />

hanno deciso di appoggiare il varo<br />

almeno di una prima parte.<br />

Dopo un tira e molla durato mesi,<br />

parte quindi la «devolution» in attesa<br />

che si dipani una serie di questioni tecniche<br />

e politiche sulle quali si dovranno<br />

confrontare Governo ed Enti locali in<br />

quella «cabina di regia» istituita dal ministro<br />

per gli Affari Regionali, La Loggia.<br />

Il passaggio successivo sarà la riforma<br />

del Titolo quinto della Costituzione,<br />

un lavoro reso più complesso dall’approvazione,<br />

con il referendum, delle modifiche<br />

alla Costituzione decise dall’Ulivo la<br />

scorsa legislatura. Una delle proposte è<br />

quella di ridurre il numero di materie<br />

che prefigurano una legislazione concorrente<br />

fra Stato e Regioni.<br />

Un’altra questione sulla quale il Governo<br />

dovrà decidere è la richiesta di<br />

Bossi di introdurre l’elezione di cinque<br />

giudici della Corte Costituzionale da parte<br />

delle Regioni. Sono tutti temi ancora<br />

sostanzialmente aperti, ed anche per<br />

questo si è deciso di cominciare con il<br />

testo «essenziale», per evitare ulteriori<br />

perdite di tempo in un lavoro di armonizzazione<br />

di norme che dovrebbe slittare<br />

a gennaio.<br />

Confermato lo sciopero<br />

dei Cobas della scuola<br />

Manifestazione a Roma<br />

ROMA, 13.<br />

I Cobas della scuola hanno confermato<br />

lo sciopero indetto per domani contro<br />

il ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti.<br />

«Nell’ambito della più generale agitazione<br />

del pubblico impiego e del lavoro<br />

privato indetta per l’intera giornata del<br />

14 dicembre dalla Confederazione Cobas<br />

— sottolinea una nota — venerdì la<br />

scuola sciopererà in massa e manifesterà<br />

a Roma contro i progetti di disgregazione<br />

e di privatizzazione della scuola<br />

pubblica». È prevista la partecipazione<br />

di migliaia di docenti, impiegati e studenti.<br />

Nel frattempo la protesta partita dagli<br />

istituti è arrivata all'università. La facoltà<br />

di Scienze politiche di Padova è stata<br />

occupata ieri sera da una sessantina di<br />

giovani del collettivo universitario schierato<br />

contro le ipotesi governative di riforma<br />

della scuola. Gli occupanti, dopo<br />

aver preso possesso delle aule, hanno<br />

chiuso con un lucchetto il cancello che<br />

precede il portone d’ingresso della facoltà.<br />

I ragazzi, a meno di interventi delle<br />

forze dell’ordine, dovrebbero proseguire<br />

nella contestazione fino a domani quando<br />

a Padova è in programma una manifestazione<br />

regionale degli studenti.<br />

della nostra struttura finanziaria che ci<br />

permette di affrontare meglio il futuro,<br />

un futuro che è concordemente visto<br />

con preoccupazione». Cantarella è però<br />

ottimista sul futuro dell'auto: «Resterà<br />

sempre uno strumento di libertà individuale<br />

e sarà importante a maggior ragione<br />

nei Paesi in via di sviluppo».<br />

Ma i sindacati restano preoccupati<br />

per le conseguenze del piano di ristrutturazione,<br />

anzitutto, ovviamente, quelli<br />

del settore metalmeccanico. Ha affermato<br />

il segretario della Fiom-Cgil Piemonte<br />

Giorgio Cremaschi: «Le decisioni della<br />

Fiat hanno drammatiche ripercussioni<br />

sociali. Sbagliano le istituzioni locali, il<br />

sindaco di Torino e il presidente della<br />

Regione a minimizzare o a sponsorizzare<br />

il piano. L'hanno già fatto in tutti<br />

questi mesi e il risultato è quello che si<br />

vede oggi. Chi si tranquillizza del fatto<br />

che i licenziamenti più brutali avvengano<br />

alla periferia estera di Torino dovrebbe<br />

pensare al fatto che tra qualche anno<br />

Torino potrebbe diventare una periferia<br />

estera di Detroit». E anche il segretario<br />

generale della Uil Angeletti conferma i<br />

propri timori: «La Fiat è in una situazione<br />

seria, sono quattro anni che ha una<br />

redditività vicina allo zero. Se non sono<br />

in grado di invertire la rotta non ci sarà<br />

sempre un avvocato a salvare la Fiat».<br />

Anche il ministro del Lavoro Maroni<br />

ritiene che la ristrutturazione potrà avere<br />

ripercussioni sull'occupazione («penso<br />

che le avrà»). E il responsabile economico<br />

del Ccd Ettore Peretti sostiene: «La<br />

crisi Fiat Auto è strutturale, non durerà<br />

un semestre ma molto di più».<br />

TERRORISMO Applicabili le norme antimafia<br />

Nuova fattispecie di reato:<br />

sì definitivo al decreto<br />

ROMA, 13.<br />

Il Senato ha approvato ieri sera in via<br />

definitiva, con 177 voti a favore e 2 contrari,<br />

il decreto antiterrorismo ritornato<br />

a Palazzo Madama dopo le modifiche al<br />

provvedimento apportate in mattinata<br />

dalla Camera.<br />

Con la conversione in legge del provvedimento<br />

viene prevista una nuova fattispecie<br />

autonoma di reato: quello di<br />

terrorismo internazionale. A chi lo commette,<br />

cioè a chi promuove o commette<br />

atti violenti contro uno Stato straniero o<br />

un organismo internazionale, verranno<br />

Indagini a Cremona<br />

su una truffa ai danni<br />

di clienti di una banca<br />

CREMONA, 13.<br />

Si aggirerebbe attorno ai 50 miliardi<br />

di lire il buco nei conti della<br />

filiale di Pianengo della Banca<br />

Cremasca di Credito Cooperativo,<br />

con relativa truffa a clienti. Lo ha<br />

detto il procuratore di Crema,<br />

Melchionna, precisando che la cifra<br />

esatta si conoscerà dopo che i<br />

periti contabili avranno terminato<br />

i conteggi. La procura sta indagando<br />

su eventuali complici del<br />

direttore, Pietro Zaghen, già rimosso<br />

dall'incarico. Si parla di<br />

una sorta di «banca parallela»<br />

messa in piedi dal funzionario.<br />

Carte «pirata» per la ricezione<br />

abusiva di programmi tv:<br />

100 indagati a Cosenza<br />

COSENZA, 13.<br />

«Giro di vite» in provincia di Cosenza<br />

contro il fenomeno della produzione di<br />

carte «pirata» per la ricezione abusiva<br />

dei programmi trasmessi da D+ e<br />

Stream. Un centinaio di persone risultano<br />

indagate nell’ambito di un’inchiesta<br />

avviata dalla procura su una serie di<br />

presunte frodi. La Polizia postale e delle<br />

comunicazioni ha effettuato perquisizioni<br />

nelle abitazioni e in alcuni negozi.<br />

Nei confronti di una trentina delle<br />

persone coinvolte vengono ipotizzati i<br />

reati di associazione per delinquere finalizzata<br />

alla pirateria informatica e alla<br />

violazione del diritto d’autore, mentre<br />

per le altre 70, nei confronti delle quali<br />

viene escluso il vincolo associativo, i<br />

reati per i quali si procede sono soltanto<br />

pirateria informatica e violazione del diritto<br />

d’autore.<br />

La produzione delle carte «pirata» per<br />

la visione dei programmi sarebbe avvenuta,<br />

secondo quanto è emerso dalle indagini,<br />

utilizzando i siti internet creati a<br />

tale scopo. Nel corso delle perquisizioni<br />

sono state sequestrate le attrezzature necessarie<br />

per la loro fabbricazione tra le<br />

quali 6 unità centrali, 14 programmatori<br />

e 27 decoder. Gli agenti hanno anche<br />

sequestrato 55 carte falsificate.<br />

tamente, infatti, gli opposti schieramenti hanno cominciato<br />

a lanciarsi dei segnali di dialogo.<br />

DEVOLUZIONE: PRIMO SÌ A PALAZZO CHIGI Primi<br />

passi per la «devolution» fortemente voluta dal<br />

ministro per le Riforme, Bossi: il Consiglio dei ministri<br />

ha approvato un testo di legge per attribuire alle<br />

Regioni la competenza esclusiva in materia di assistenza<br />

sanitaria, organizzazione scolastica e polizia<br />

locale.<br />

GIUSTIZIA Dopo gli ultimi durissimi scontri<br />

Segnali di dialogo<br />

tra gli schieramenti<br />

ROMA, 13.<br />

Dopo il duro scontro su rogatorie, caso<br />

Taormina e mandato di cattura europeo,<br />

la tensione tra maggioranza e opposizione<br />

sembra essersi allentata, malgrado<br />

qualche schermaglia ancora in atto.<br />

Quasi inaspettatamente, infatti, gli<br />

opposti schieramenti hanno cominciato<br />

a lanciarsi dei segnali di dialogo.<br />

A tendere la mano è stato per primo<br />

il leader dei Ds, Piero Fassino, che pur<br />

ribadendo il «punto fermo» dell’autonomia<br />

e dell’indipendenza della magistratura,<br />

si è detto pronto a discutere dell’obbligatorietà<br />

dell’azione penale, ma<br />

anche di una «maggiore distinzione tra<br />

magistratura inquirente e giudicante».<br />

Il centro destra non ha lasciato cadere<br />

questa «apertura importante». Sono<br />

seguite dichiarazioni concilianti da entrambe<br />

le parti, con il centro destra che<br />

ha invitato l’opposizione a mettere da<br />

parte definitivamente i toni giustizialisti<br />

e il centro sinistra che ha posto il paletto<br />

della intoccabilità dell’autonomia e<br />

dell’indipendenza della magistratura.<br />

Sono anche cominciate a circolare<br />

ipotesi su sessioni parlamentari «ad hoc»<br />

(l’idea l’ha lanciata Forza Italia con Pisanu)<br />

dove intavolare il confronto. Margherita<br />

e Ds hanno chiarito che un<br />

eventuale confronto dovrà avvenire pubblicamente<br />

e in modo trasparente; e che<br />

la sede istituzionale più adatta è la commissione<br />

Giustizia.<br />

Intanto l’Ulivo ha deciso di ritirare la<br />

mozione con la quale impegnava il Governo<br />

sull’euromandato. Un documento<br />

ormai superato dopo l’intesa tra Berlu-<br />

applicate le norme antimafia attualmente<br />

in vigore in Italia.<br />

Come accennato, il decreto è stato<br />

convertito in legge dal Senato dopo che<br />

il provvedimento aveva subito alla Camera<br />

alcune modifiche. A Montecitorio<br />

è stato infatti accolto, con il parere favorevole<br />

del Governo, un emendamento<br />

dell'opposizione con il quale si chiedeva<br />

che la nuova normativa non venisse<br />

estesa al reato di eversione dell'ordine<br />

democratico.<br />

Secondo l'opposizione l'estensione<br />

della normativa antimafia all'eversione<br />

sarebbe stata pericolosa in quanto si sarebbe<br />

attribuito alla Polizia giudiziaria,<br />

in maniera non controllata, il potere di<br />

perquisire interi edifici con il presupposto<br />

che si stessero violando norme relative<br />

ad ordinamenti democratici, il che<br />

poteva dar luogo ad abusi.<br />

La modifica proposta ha ottenuto il<br />

consenso pressoché unanime della Camera<br />

e il consenso del Governo.<br />

La nuova fattispecie di reato prevede<br />

che «chiunque promuove, costituisce,<br />

organizza, dirige o finanzia associazioni<br />

che si propongono il compimento di atti<br />

di violenza con finalità di terrorismo è<br />

punito con la reclusione da 7 a 15 anni».<br />

E anche chi partecipa a tali associazioni<br />

terroristiche rischia da 5 a 10 anni di reclusione.<br />

La Camera ha ritoccato anche<br />

i termini di reclusione per i cosiddetti<br />

associati — cioè per chiunque dia rifugio,<br />

ospitalità, mezzi di trasporto e di<br />

comunicazione a terroristi — i quali rischiano<br />

la reclusione fino a 4 anni (la<br />

stesura precedente prevedeva una pena<br />

da 6 mesi a 4 anni).<br />

Disoccupati avrebbero pagato<br />

la tangente per entrare<br />

nelle cooperative di servizi<br />

NAPOLI, 13.<br />

«Mazzette» per svariati milioni di lire<br />

pur di entrare nelle cooperative per l’avviamento<br />

al lavoro nella raccolta differenziata<br />

dei rifiuti. E, sullo sfondo, la<br />

mano della camorra. È l’inquietante scenario<br />

ipotizzato in un’indagine della Digos<br />

di Napoli che ieri, negli uffici del<br />

Centro per l’impiego, ha acquisito una<br />

vasta documentazione riguardante centinaia<br />

di disoccupati. L'iniziativa segue di<br />

pochi giorni una serie di perquisizioni.<br />

L’inchiesta, coordinata dal pm della<br />

Direzione distrettuale antimafia, Maria<br />

Di Addea, riguarda la immissione in servizio<br />

di 420 senza lavoro nell’ambito del<br />

progetto regionale per la raccolta differenziata<br />

dei rifiuti. Sarebbero 13 al momento<br />

gli indagati che hanno ricevuto<br />

una informazione di garanzia contenente<br />

le ipotesi di reato di associazione mafiosa<br />

e di estorsione. L’inchiesta riguarda<br />

un consistente travaso di nomi di disoccupati<br />

passati da alcune cooperative,<br />

ritenute non in possesso dei requisiti richiesti<br />

nell’ordinanza commissariale, alle<br />

uniche due giudicate idonee: la «Cooperativa<br />

azzurra» e la «San Marco Service».<br />

Per il passaggio di un centinaio di<br />

soci, imposto dalla camorra, sarebbero<br />

state pagate tangenti.<br />

sconi e Verhofstadt, e che dovrebbe lasciare<br />

il posto ad un dibattito parlamentare<br />

senza voti finali e quindi ad una soluzione<br />

«bipartisan» così come auspicato<br />

dal centro destra.<br />

Proprio oggi il Governo, con il ministro<br />

della Giustizia, Castelli, ha fornito<br />

alla Camera la sua informativa in vista<br />

del vertice di Laeken. Comunicazioni,<br />

peraltro sollecitate dal centro sinistra<br />

che, polemicamente, aveva chiesto a<br />

Berlusconi di chiarire quale linea porterà<br />

al «summit» di domani dopo le nuove<br />

«intemperanze bossiane». Ma anche An<br />

ha chiesto ai Ds di precisare se la linea<br />

del partito è quella del segretario Fassino<br />

(più dialogante) o quella «giustizialista»<br />

di Violante. Le frecciate reciproche<br />

si sono comunque attenuate e, come ha<br />

notato Follini (Ccd) «le distanze si sono<br />

accorciate». Significativo che il diessino<br />

Angius abbia detto «sì» al dialogo ma<br />

con un netto «no» alla separazione delle<br />

carriere tra pm e giudici. Un nodo, questo,<br />

che nella Margherita non è sciolto:<br />

mentre i Popolari (la maggioranza, almeno)<br />

avevano già mostrato aperture in<br />

proposito, la componente dei Democratici<br />

continuano ad osteggiarla. E se in<br />

ambienti vicini a Rutelli si osserva che<br />

non c’è ancora il clima per lanciare<br />

quella conferenza sulla giustizia caldeggiata<br />

dal leader dell’Ulivo, Intini (Sdi)<br />

ha auspicato oggi alla Camera che, dopo<br />

quello in politica estera, «un accordo<br />

bipartisan si possa estendere anche alla<br />

politica della giustizia», augurandosi che<br />

la sinistra sappia definitivamente superare<br />

un approccio giustizialista per evitare<br />

«un replay degli Anni Novanta».<br />

Rogo nella clinica<br />

«Galeazzi» di Milano:<br />

assolto in appello<br />

l'imprenditore Ligresti<br />

MILANO, 13.<br />

È stato assolto in appello l’imprenditore<br />

Antonino Ligresti, ex presidente<br />

dell’Istituto ortopedico, imputato di<br />

omicidio colposo plurimo e di omissione<br />

delle norme sulla sicurezza per il rogo<br />

della camera iperbarica della clinica<br />

«Galeazzi» di Milano dove il 31 ottobre<br />

1997 morirono undici persone. Ligresti,<br />

che in primo grado era stato condannato<br />

a 3 anni e mezzo di reclusione, è stato<br />

assolto perché il fatto non costituisce<br />

reato. La Corte ha inoltre ridotto le pene,<br />

da 5 anni e mezzo a 4 anni, per<br />

Giorgio Oriani, primario di ossigenoterapia,<br />

e da 4 anni e mezzo a 3 anni e 8<br />

mesi per Silvano Ubbiali, all’epoca consigliere<br />

delegato per la sicurezza.<br />

Confermata solo una condanna, quella<br />

a 4 anni di reclusione inflitta al tecnico<br />

Andrea Bini. Oriani, Ubbiali e Bini<br />

erano imputati di incendio colposo, omicidio<br />

colposo plurimo e omissione delle<br />

norme sulla sicurezza.<br />

L'accusa, rappresentata dal sostituto<br />

procuratore generale Nunzia Gatto, aveva<br />

chiesto la conferma della sentenza di<br />

primo grado. Per il pm, alla base della<br />

tragedia ci furono la violazione di una<br />

serie di norme di sicurezza, «incuria»,<br />

«sciatteria» e «superficialità». Tra gli<br />

esempi di violazione delle norme di sicurezza<br />

portati in aula dall’accusa, il mancato<br />

controllo dei pazienti prima di sottoporli<br />

al trattamento di ossigenoterapia,<br />

l’assenza del tecnico alla «consolle»<br />

di controllo esterna, la rimozione della<br />

doccetta antincendio all’interno della camera<br />

iperbarica e il serbatoio dell’impianto<br />

antincendio vuoto.<br />

Neve anche a quote basse<br />

su molte zone del settore<br />

orientale della Penisola<br />

ROMA, 13.<br />

Da questa mattina nevica, anche a<br />

quote basse, sul settore orientale della<br />

Penisola. Nelle Marche si registrano problemi<br />

alla circolazione stradale lungo i<br />

passi appenninici, come sul valico della<br />

Contessa. Catene montate o pneumatici<br />

da neve sono necessari per attraversare<br />

il passo di Bocca Trabaria e quello di<br />

Fossato di Vico. Lungo l’«A14» e le principali<br />

arterie della regione il traffico è<br />

regolare. La neve caduta in Abruzzo sta<br />

creando difficoltà e disagi sull’autostrada<br />

«A25», nel tratto compreso fra Torre<br />

dei Passeri e Pescina dove si segnalano<br />

incidenti di lieve entità con incolonnamento<br />

di mezzi pesanti. Obbligatorie le<br />

catene su diverse statali dell'Aquilano,<br />

del Pescarese e del Chietino.<br />

In Molise il manto bianco ha raggiunto<br />

i 20-30 centimetri di altezza. Uno<br />

strato di ghiaccio ha reso insidiose numerose<br />

strade in particolare la «Fondovalle<br />

del Biferno» sul raccordo che collega<br />

Campobasso a Termoli e sui passi appenninici<br />

di Castelpetroso e di Staffoli.<br />

Anche Puglia, Basilicata e Calabria sono<br />

attanagliate in una morsa di gelo.<br />

Nel Catanzarese nevica in località a 300-<br />

400 metri di altitudine, sul Gargano lo<br />

strato ha raggiunto i 25 centimetri.


<strong>L'OSSERVATORE</strong><strong>ROMANO</strong><br />

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POLITICO RELIGIOSO<br />

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Quotidiano . . . . . . . . . . L. 726.000 - : 374,95 L. 372.000 - : 192,12 L. 186.000 - : 96,06<br />

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Anno CXLI - N. 287 (42.925) CITTÀ DEL VATICANO Sabato 15 Dicembre 2001<br />

Giovanni Paolo II celebra la Giornata di Digiuno per la pace nel mondo<br />

Lo accompagna la mobilitazione di tutta la Chiesa<br />

Icona di intercessione<br />

GIANFRANCO GRIECO<br />

“<br />

Preghiamo.<br />

Padre santo e misericordioso,<br />

Dio dei nostri Padri,<br />

guarda a noi che viviamo<br />

nella speranza<br />

questo giorno di digiuno<br />

perché dalla mensa più parca<br />

nascano opere di carità<br />

in favore della pace;<br />

moltiplica, ti supplichiamo,<br />

i frutti della nostra<br />

penitenza,<br />

convertili in benedizione<br />

per quanti vivono nel bisogno<br />

e nella precarietà<br />

e fecondali con l'azione<br />

del tuo Santo Spirito<br />

perché diventino semi<br />

di ricostruzione<br />

e di riconciliazione...<br />

Fratelli carissimi,<br />

rispondiamo alla Parola<br />

di Dio con frutti degni<br />

di conversione, rispondiamo<br />

con una rinnovata volontà<br />

ad operare per la pace,<br />

rispondiamo con il salutare<br />

digiuno fecondato<br />

da incessante preghiera<br />

(Giovanni Paolo II, orazione iniziale e conclusiva del<br />

Momento di preghiera celebrato venerdì 14 dicembre<br />

2001, Giornata di digiuno per la pace nel mondo)<br />

-<br />

”<br />

La meditazione di P. Raniero Cantalamessa<br />

durante il momento di preghiera<br />

Pagina 5<br />

Come è noto, il Santo Padre ha indetto una<br />

raccolta di offerte in occasione della giornata di<br />

digiuno del 14 dicembre. Esse verranno destinate<br />

dal Papa nel giorno di Natale a coloro che, vittime<br />

delle conseguenze del terrorismo e della<br />

guerra, passata la maggiore emergenza, rischiano<br />

di essere dimenticati.<br />

La Santa Sede ha aperto un conto corrente<br />

straordinario gestito dal Pontificio Consiglio COR<br />

UNUM, presso la<br />

BANCA DI ROMA C/C N. 101010<br />

«PRO DIGIUNO 14 DICEMBRE»<br />

ABI 3002 CAB 5008 (dall’estero SWIFT: BROMIT)<br />

e un conto corrente presso le Poste Italiane<br />

C/C N. 603035.<br />

Udienza del Santo Padre<br />

agli artisti del concerto<br />

«Natale in Vaticano»<br />

«Voi volete richiamare alla pubblica opinione una necessità<br />

molto avvertita nella comunità cristiana della Città: la mancanza<br />

di chiese e di luoghi di culto, specialmente in alcuni<br />

quartieri periferici» di Roma. Lo ha detto il Papa rivolgendosi,<br />

nella mattina di venerdì 14 dicembre, nella Sala Clementina,<br />

agli artisti che partecipano al concerto «Natale in Vaticano»,<br />

l'ormai tradizionale manifestazione musicale che intende «reperire<br />

fondi per finanziare concretamente progetti di chiese e<br />

strutture di accoglienza adeguate». «Grazie anche a voi — ha<br />

detto il Santo Padre —, i fedeli potranno meglio esprimere la<br />

loro fede contando su attrezzature idonee per le loro riunioni<br />

di preghiera, di catechesi e per le altre attività pastorali e sociali».<br />

Nell'imminenza del Natale questa iniziativa, ha spiegato,<br />

assume dunque un particolare valore evocando «sentimenti<br />

di solidarietà e di attenzione al prossimo».<br />

Pagina 6<br />

NOSTRE INFORMAZIONI<br />

Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in<br />

udienza le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori:<br />

— Pier Luigi Celata, Arcivescovo titolare di Doclea,<br />

Nunzio Apostolico in Belgio e Lussemburgo;<br />

— Ignazio Bedini, Arcivescovo di Ispahan dei Latini<br />

(Iran), in visita «ad limina Apostolorum»;<br />

— Nechan Karakéhéyan, Vescovo di Ispahan degli<br />

Armeni (Iran), in visita «ad limina Apostolorum».<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha dato il Suo assenso all’elezione<br />

canonicamente fatta dal Sinodo dei Vescovi della<br />

Chiesa Caldea, riunitosi a Roma il 6 dicembre 2001,<br />

dei:<br />

— Rev. Rabban Al-Qas, del clero eparchiale di<br />

Amadiyah, quale Vescovo dell’Eparchia di Amadiyah<br />

dei Caldei;<br />

— Rev. Petros Hanna Issa Al-Harboli, del clero<br />

eparchiale di Zakho, quale Vescovo dell’Eparchia di<br />

Zakho dei Caldei;<br />

— Rev. Mikha Pola Maqdassi, del clero eparchiale<br />

di Alquoch, quale Vescovo dell’Eparchia di Alquoch<br />

dei Caldei.<br />

. .<br />

Predica d'Avvento<br />

Questa mattina, 14 dicembre, nella Cappella «Redemptoris<br />

Mater», alla presenza del Santo Padre, il<br />

Predicatore della Casa Pontificia, Padre Raniero Cantalamessa,<br />

O.F.M. Cap., ha tenuto la seconda predica<br />

d'Avvento.<br />

«Parce, Domine, parce populo tuo...; Da<br />

pacem, Domine in diebus nostris...». Conversione<br />

e intercessione. «Insieme con gli altri, i<br />

sacerdoti sono chiamati alla conversione, a favore<br />

degli altri alla intercessione». Queste parole<br />

del Predicatore della Casa Pontificia, Padre<br />

Raniero Cantalamessa, richiamavano<br />

un'immagine che, particolarmente in questi<br />

giorni, giganteggia sulle tragiche vicende umane.<br />

L'immagine di un'«Icona di intercessione»:<br />

Giovanni Paolo II.<br />

Era già giorno quando Giovanni Paolo II,<br />

«icona di intercessione» raccolto in preghiera<br />

nella sua Cappella privata inaugurava la Giornata<br />

di preghiera e di digiuno, in ginocchio,<br />

davanti al Santissimo Sacramento.<br />

Qualche ora dopo, un altro appuntamento<br />

spirituale, nella «Redemptoris Mater» per la<br />

«Predica di Avvento» che acquistava, per l'occasione,<br />

un alto valore simbolico<br />

Splendente di luci, come le anime di tutto il<br />

mondo che in questo giorno si uniscono alla<br />

preghiera con il Papa per il dono della pace, la<br />

Cappella «Redemptoris Mater» offriva ancora<br />

una volta le sue dimensioni senza spazio di<br />

fraternità, di comunione, di condivisione, di<br />

universalità. Parlavano le immagini bibliche<br />

proposte negli splendidi mosaici. Parlavano i<br />

colori celesti, rossi e dorati della volta, dell'abside<br />

e delle pareti che cantano la gloria di Dio<br />

e l'eroismo degli uomini e delle donne che sono<br />

stati fedeli a Dio fino al dono di sé.<br />

Il Papa si soffermava a due passi dall'altare<br />

nella attigua cameretta.<br />

«Rorate, caeli, desuper et nubes pluant iustum»<br />

— cantavano in gregoriano i cantori<br />

della Sistina diretti dal Maestro Mons. Giuseppe<br />

Liberto. Il Papa si segnava con il segno della<br />

Croce, poi salutava l'assemblea orante e recitava<br />

l'Orazione: «Dio santo e misericordioso,<br />

Dio dei nostri Padri, guarda a noi che viviamo<br />

nella speranza questo giorno di digiuno perché<br />

dalla mensa più parca nascano opere di carità<br />

in favore della pace; moltiplica, ti supplichiamo,<br />

i frutti della nostra penitenza, convertili in<br />

benedizione per quanti vivono nel bisogno e<br />

nella precarietà e fecondali con l'azione del<br />

tuo Santo Spirito perché diventino semi di ricostruzione<br />

e di riconciliazione».<br />

Dal Leggio dorato, posto al centro della<br />

Cappella, l'Arcivescovo Antonio Vegliò, Segretario<br />

della Congregazione per le Chiese Orientali<br />

proclamava il passo del Vangelo secondo<br />

Matteo 3, 1-2.8-10: «...Convertitevi, perché il<br />

Regno dei cieli è vicino... Vi dico che Dio può<br />

far sorgere i figli di Abramo da queste pietre...<br />

ogni albero che non produce frutti buoni<br />

viene tagliato e gettato al fuoco». Seguiva<br />

la meditazione di Padre Cantalamessa. La riflessione<br />

durava sino alle 9.40. Silenzio e raccoglimento<br />

facevano compagnia ad una riflessione<br />

alta, densa di attualità spirituale.<br />

Dopo il canto «Parce, Domine», il Papa introduceva<br />

con queste parole il canto in gregoriano<br />

del «Pater noster»: «Fratelli carissimi, rispondiamo<br />

alla Parola di Dio con frutti degni<br />

di conversione, rispondiamo con una rinnovata<br />

volontà ad operare per la pace, rispondiamo<br />

con il salutare digiuno fecondato da incessante<br />

preghiera».<br />

Seguiva la Benedizione ed il canto mariano:<br />

«Alma Redemptoris Mater».<br />

Al momento di preghiera svoltosi nella mattina<br />

di venerdì 14 dicembre nella Cappella<br />

«Redemptoris Mater» partecipavano i Cardinali<br />

Angelo Sodano, Segretario di Stato; Bernardin<br />

Gantin, Decano del Collegio Cardinalizio; Opilio<br />

Rossi, Cassidy, Mayer, Baum, Furno, Castrillón<br />

Hoyos, Sánchez, Poggi, Arinze, Medina<br />

Estévez, Cheli, Re, Kasper, Pompedda,<br />

Grocholewski e Sebastiani; gli Arcivescovi Sandri,<br />

Sostituto della Segreteria di Stato; Sardi,<br />

Coppa, Monterisi, Ternyák, Pittau, Celli, Foley<br />

e Pinto; i Vescovi Marini, Calderón Polo e<br />

Harvey; i Monsignori Pedro López Quintana,<br />

Assessore della Segreteria di Stato e Celestino<br />

Migliore, Sotto-Segretario per i Rapporti con<br />

gli Stati; numerosi Prelati, religiosi, religiose e<br />

fedeli laici della Segreteria di Stato.<br />

Con la preghiera, l'«arma dei poveri», e con<br />

il canto, si apriva così una Giornata di digiuno<br />

e di penitenza insieme con il Papa per domandare<br />

a Dio «giorni di pace».<br />

DAL MONDO<br />

¾ Medio Oriente: Nuovi raid<br />

israeliani nei Territori<br />

provocano vittime e distruzioni<br />

¾ Zimbabwe: trecentomila persone<br />

rischiano di morire per la grave<br />

crisi economica e alimentare<br />

¾ Terrorismo: la videoregistrazione<br />

conferma che bin Laden<br />

ha organizzato<br />

la strage dell'11 settembre<br />

Pagine 2 e 3


DAL MONDO<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

PAGINA<br />

TIPOGRAFIA VATICANA<br />

EDITRICE<br />

«<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong>»<br />

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a cura di Arturo Mari<br />

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Pubblietica sta lavorando ad un progetto teso all'incremento della diffusione de<br />

L'Osservatore Romano in collaborazione con alcune primarie aziende italiane.<br />

Lo sforzo del quotidiano della Santa Sede per diffondere la parola del Papa, soprattutto in<br />

questo particolare momento storico, può infatti essere validamente sostenuto da quanti<br />

condividono i valori propugnati dalla Chiesa cattolica.<br />

Alcune aziende hanno scelto L'Osservatore Romano come mezzo privilegiato e qualificato<br />

per divulgare il loro messaggio pubblicitario. Saranno queste aziende —<br />

sottoscrittrici di numerosi abbonamenti — a diffondere all'interno del proprio<br />

mondo di riferimento (sedi, clienti, collaboratori), questo giornale, questi valori.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 15 Dicembre 2001<br />

Profughi: cominciata<br />

la distribuzione<br />

degli aiuti italiani<br />

KABUL — È cominciata venerdì<br />

la distribuzione degli aiuti<br />

italiani ai profughi afghani. Lo<br />

ha annunciato il portavoce dell’Alto<br />

Commissariato dell'Onu<br />

per i rifugiati, Laura Boldrini,<br />

precisando che le trentadue<br />

tonnellate di materiale arrivate<br />

giovedì serviranno ad alleviare<br />

le sofferenze di oltre 1.600 persone<br />

della provincia di Char<br />

Dehi, nei pressi di Kabul.<br />

Rimane ancora aperto, però,<br />

il problema della sicurezza, che<br />

limita fortemente la possibilità<br />

di portare cibo e assistenza a<br />

chi si trova in aree isolate del<br />

Paese. «Gli aiuti, pur non sufficienti<br />

per tutta la popolazione,<br />

ci sarebbero, ma ci sono località<br />

remote che non si possono<br />

raggiungere», ha detto Boldrini.<br />

La crisi si sta aggravando con<br />

l’avvicinarsi dell'inverno, che si<br />

MEDIO ORIENTE L'inviato statunitense Zinni rimane nella regione nel tentativo di favorire una tregua tra le parti<br />

Nuovi raid israeliani nei Territori<br />

provocano vittime e distruzioni<br />

TEL AVIV, 14.<br />

Nuove incursioni israeliane nei Territori<br />

autonomi hanno provocato vittime<br />

durante la notte. Quattro poliziotti palestinesi<br />

sono stati uccisi e sette civili sono<br />

rimasti feriti durante un’operazione nella<br />

località di Salfit, in Cisgiordania. A<br />

Nord di Nablus un altro palestinese è<br />

stato ucciso nel corso di un’incursione<br />

aerea e terrestre nel villaggio di Assiya A<br />

Shamaliya.<br />

Da ieri, inoltre, blindati israeliani tengono<br />

sotto tiro gli uffici dell'Autorità Palestinese<br />

(Ap), dove è bloccato da giorni<br />

Yasser Arafat, mentre l’esercito ha occupato<br />

l'abitazione di Marwan Barghuti,<br />

leader riconosciuto dell’Intifada. Ad appena<br />

duecento metri dagli edifici simbolo<br />

del potere di Arafat, hanno preso posizione<br />

i carri armati israeliani. Su di<br />

una piccola collina, un mezzo corazzato<br />

tiene puntato il cannone in direzione del<br />

«Moqata», il quartier generale dell'Ap.<br />

Poco più in basso, due ruspe militari<br />

hanno distrutto gli edifici storici della<br />

radiotelevisione palestinese. «Ormai non<br />

c’è limite all’abuso, alla violazione. Gli<br />

edifici distrutti risalivano al 1938, erano<br />

stati gli inglesi ad aprire la prima stazione<br />

radio», ha protestato Radwan Abu<br />

Ayyash, Presidente dell’ente radiotelevisivo<br />

palestinese (Pbc).<br />

Dopo l’ultimo attentato palestinese,<br />

che mercoledì sera ha provocato la morte<br />

di dieci coloni ebrei nei pressi di Nablus,<br />

le rappresaglie israeliane si sono<br />

sensibilmente intensificate. Il Primo Ministro,<br />

Ariel Sharon, ha detto di considerare<br />

Arafat responsabile degli attacchi<br />

e di non riconoscerlo più come un interlocutore<br />

credibile per il dialogo di pace.<br />

Il Governo israeliano non intende colpire<br />

direttamente Arafat, ha aggiunto il<br />

Premier, ma sta tentando di favorire la<br />

sua «sostituzione» con leader palestinesi<br />

che ritiene «più pragmatici» e disposti,<br />

senza esitazioni, a colpire gli estremisti<br />

islamici. «Sharon parla di alternative alla<br />

leadership palestinese, ma si sbaglia:<br />

oltre Arafat, c’è soltanto il caos, Hamas,<br />

la Jihad islamica e l’inizio di un conflitto<br />

ancora più sanguinoso», ha commentato<br />

Abu Ayyash.<br />

Anche Washington non sembra in linea<br />

con la posizione israeliana. Ieri, da<br />

Damasco dove si trova in visita ufficiale,<br />

il Vice Segretario di Stato Usa, William<br />

Burns, ha ribadito che per gli Stati Uniti<br />

«Yasser Arafat resta il leader del popolo<br />

palestinese». «Continueremo a lavorare<br />

con la leadership palestinese, che deve<br />

compiere delle scelte molto difficili nell’ambito<br />

dell’azione contro i gruppi<br />

estremisti che minacciano gli interessi<br />

del popolo palestinese», ha aggiunto<br />

Burns durante una conferenza stampa<br />

nella capitale siriana.<br />

Il Vice Segretario di Stato ha poi definito<br />

«molto utili e costruttivi» i colloqui<br />

avuti con il Presidente siriano, Bashar Al<br />

Assad, incentrati sui gruppi estremisti libanesi,<br />

come gli Hezbollah, e palestinesi,<br />

come Hamas e Jihad. Il diplomatico<br />

americano non ha fornito maggiori dettagli<br />

sulla «natura dei colloqui», mentre<br />

per quanto riguarda il processo di pace<br />

israelo-palestinese ha assicurato che Washington<br />

rimane impegnata al massimo<br />

livello per aiutare le parti a riprendere il<br />

dialogo. Burns ha anche sottolineato<br />

che «la violenza, l’estremismo e l’uso<br />

della forza sono serie minacce per la<br />

speranza di realizzare questo progetto».<br />

«Nonostante l’attuale situazione estremamente<br />

difficile tra palestinesi e israeliani,<br />

insisto sul pieno impegno del Segretario<br />

di Stato Colin Powell a favore<br />

di una pace globale in Medio Oriente e<br />

sulla sua visione sviluppata il mese scorso<br />

e relativa a due Stati, Israele e la Pa-<br />

Un blindato israeliano partecipa alla distruzione della sede della televisione dell'Ap<br />

lestina, che vivano l’uno a fianco dell’altro,<br />

nella pace e nella sicurezza», ha sottolineato<br />

ancora Burns al termine di un<br />

colloquio di quasi un'ora con il Premier<br />

libanese Rafiq Hariri.<br />

Subito dopo la Casa Bianca ha confermato<br />

che l’inviato americano in Medio<br />

Oriente, Anthony Zinni, resterà «per<br />

ora» nella regione. Rimane però incerto<br />

il futuro della missione del mediatore,<br />

che da giorni lavora per il raggiungi-<br />

mento di un cessate-il-fuoco tra le parti.<br />

Ari Fleischer, il portavoce del Presidente<br />

George W. Bush, ha inoltre ribadito che<br />

Arafat «deve dimostrare il suo impegno<br />

contro il terrorismo».<br />

Nella serata di ieri Zinni ha incontrato<br />

il Premier israeliano Ariel Sharon, ma<br />

non è stata data nessuna indicazione circa<br />

i contenuti del colloquio. Fonti del<br />

Dipartimento di Stato hanno reso noto<br />

che l'inviato nella regione annuncerà<br />

nelle prossime ore le sue idee sui «prossimi<br />

passi» da intraprendere nella ricerca<br />

di una soluzione del conflitto.<br />

Intanto al Palazzo di Vetro dell'Onu i<br />

rappresentanti dei Paesi arabi hanno<br />

chiesto un immediato intervento del<br />

Consiglio di Sicurezza, per far cessare le<br />

violenze di Israele. Da parte sua il Segretario<br />

generale delle Nazioni Unite,<br />

Kofi Annan, si è detto «profondamente<br />

turbato» e ha chiesto a entrambe le parti<br />

di fare il necessario per porre fine al<br />

confronto per tornare al tavolo dei negoziati.<br />

Annan ha anche sollecitato Arafat<br />

ad «agire con decisione contro i responsabili»<br />

degli atti terroristici.<br />

È la quarta volta in poco più di un<br />

anno che i palestinesi invocano un intervento<br />

del massimo organo dell’Onu nella<br />

crisi mediorientale. Inizialmente avevano<br />

reclamato l’invio di un corpo di<br />

pace nei Territori, riducendo poi la richiesta<br />

ad un gruppo di osservatori. Finora<br />

le richieste sono sempre state bloccate<br />

dall’opposizione degli Stati Uniti,<br />

che, in linea con il rifiuto categorico di<br />

Israele di accettare qualsiasi interferenza<br />

della Comunità internazionale nella crisi<br />

regionale, ha minacciato di imporre il<br />

veto.<br />

L’ultima richiesta è stata inoltrata<br />

non appena dal Medio Oriente è giunta<br />

la notizia che Israele ha deciso di interrompere<br />

i contatti diplomatici con Arafat<br />

e ha lanciato nuovi attacchi contro<br />

edifici dell’Ap. Nei prossimi giorni si attende<br />

la discussione della nuova proposta<br />

nel Consiglio di sicurezza.<br />

ZIMBABWE Appello del Pam per la raccolta di fondi a favore della popolazione<br />

Trecentomila persone rischiano di morire<br />

per la grave crisi economica e alimentare<br />

HARARE, 14.<br />

Il Programma alimentare mondiale<br />

delle Nazioni Unite (Pam) ha rivolto un<br />

appello per la raccolta di cinquantaquattro<br />

milioni di dollari necessari per sostenere<br />

oltre mezzo milione di persone che<br />

soffrono la fame nello Zimbabwe. L’iniziativa<br />

del Pam è stata approvata dal<br />

Governo del Paese africano, che nell'ottobre<br />

scorso aveva chiesto l’aiuto alle<br />

Nazioni Unite per far fronte alla gravissima<br />

crisi alimentare ed economica. Le<br />

zone più colpite dall'emergenza sono<br />

quelle zone rurali del Sud, dell'Ovest e<br />

nell’estremo Nord del Paese, dove si sono<br />

registrati periodi di siccità alternati<br />

ad inondazioni improvvise. Il 75 per<br />

cento degli aiuti sarà destinato a donne<br />

e bambini, principali vittime della crisi<br />

alimentare nello Zimbabwe.<br />

«La popolazione deve lottare per la<br />

sopravvivenza e le famiglie sono spesso<br />

costrette a vendere parte dei loro miseri<br />

averi per comprare un po' di cibo», ha<br />

detto il Direttore regionale del Pam per<br />

l’Africa meridionale ed orientale, Judith<br />

Lewis. Circa il 36 per cento della popolazione<br />

dello Zimbabwe, ha aggiunto, vive<br />

sotto la soglia della povertà con meno<br />

di un dollaro al giorno.<br />

Anche in Somalia, hanno reso noto<br />

fonti delle Nazioni Unite, trecentomila<br />

persone rischiano di morire per mancanza<br />

di cibo. L'allarme è stato lanciato<br />

da un rapporto pubblicato ieri a Roma<br />

dalla Fao. Le regioni maggiormente a rischio<br />

sono quelle del Sud «mentre la recente<br />

chiusura della società di trasferimento<br />

di fondi Al Barakaat (accusata<br />

dagli Stati Uniti di avere finanziato l'organizzazione<br />

terroristica Al Qaeda<br />

N.d.R.) ha fortemente ridotto il flusso di<br />

rimesse regolarmente inviate dai somali<br />

residenti all’estero», si legge nel testo.<br />

La popolazione è afflitta da tempo da<br />

una grave siccità che compromette la<br />

produzione agricola, aumentando la<br />

malnutrizione e la mortalità infantile. La<br />

situazione nel Paese, che subisce da anni<br />

gli effetti devastanti della guerra civile,<br />

è aggravata da un recente embargo<br />

posto sull’importazione di bestiame dal-<br />

Argentina:<br />

sciopero generale<br />

contro il Governo<br />

BUENOS AIRES, 14.<br />

Il nono sciopero generale indetto contro<br />

il Governo guidato dal Presidente<br />

Fernando De La Rua ha registrato ieri<br />

una buona adesione in tutta l'Argentina.<br />

Diversi incidenti si sono però registrati<br />

in alcune località.<br />

I manifestanti intendono protestare<br />

contro le misure che limitano la possibilità<br />

di ritiro dei depositi bancari, imposte<br />

dall'Esecutivo per bloccare la fuga di<br />

capitali all'estero. In quest'occasione anche<br />

i commercianti, che hanno visto ridurre<br />

di colpo le vendite dopo il provvedimento,<br />

hanno aderito all'agitazione e<br />

in molte città, a differenza di altre occasioni,<br />

molti negozi sono rimasti chiusi.<br />

Ampia, come in passato, è stata anche<br />

l'adesione dei dipendenti pubblici.<br />

Lo sciopero è appoggiato da tutti i<br />

sindacati. Alcuni punti di accesso dalla<br />

provincia alla capitale sono bloccati da<br />

picchetti. A Mendoza, la polizia è intervenuta<br />

per bloccare un gruppo di manifestanti<br />

che hanno tentato di far chiudere<br />

con la forza una banca. Durante la<br />

notte, inoltre, in diverse località sconosciuti<br />

hanno lanciato bottiglie molotov<br />

contro autisti di mezzi di trasporto pubblici<br />

che non aderivano alla protesta.<br />

Profughi in attesa di aiuti internazionali<br />

l’Africa orientale, a causa di un’epidemia.<br />

Le forti piogge cadute nella vicina<br />

Etiopia, aggiunge la Fao, hanno causato<br />

lo straripamento di numerosi corsi d’acqua<br />

nel Sud del Paese, dove la situazione<br />

alimentare era già difficile. Nella regione<br />

dei Grandi laghi, continua il rapporto,<br />

«oltre due milioni e mezzo di persone<br />

costrette a rifugiarsi oltre la frontiera<br />

nella Repubblica democratica del<br />

Congo, inaccessibile alle organizzazioni<br />

umanitarie per problemi di sicurezza, vivono<br />

nella miseria e nella fame».<br />

Russia:<br />

attentato<br />

dei ribelli<br />

a Grozny<br />

MOSCA, 14.<br />

Un attacco è stato sferrato oggi contro<br />

l’auto in cui viaggiava il Capo dell’amministrazione<br />

filorussa cecena<br />

Akhmad Kadyrov uccidendo una persona<br />

che viaggiava con lui, informa l’agenzia<br />

di stampa «Interfax». L’attacco è avvenuto<br />

nella capitale Grozny e due guardie<br />

del corpo di Kadyrov sono rimaste<br />

ferite. L’attentato coincide con una<br />

grande operazione antiterroristica in Cecenia,<br />

soprattutto nella città di Argun<br />

dove sono assediati circa 300 guerriglieri.<br />

La città è circondata dalle Forze federali<br />

e isolata da almeno 24 ore a causa<br />

delle operazioni militari nel corso delle<br />

quali è stata danneggiata anche la<br />

centrale elettrica locale.<br />

Il comando federale russo, citato dall'agenzia<br />

«Itar-Tass» ha precisato che la<br />

città è circondata dalle truppe di Mosca<br />

giunte in gran numero anche dal Quartier<br />

generale di Khankala e sostenute da<br />

mezzi blindati. Sempre secondo le fonti<br />

citate dall'agenzia «Itar-Tass» sarebbero<br />

stati uccisi una decina di guerriglieri e vi<br />

sono vittime, di cui non viene fornito il<br />

numero, anche fra i militari russi.<br />

La centrale elettrica di Argun è stata<br />

danneggiata nei combattimenti in corso<br />

ed è stato interrotto il rifornimento di<br />

energia al Quartier generale dell'esercito<br />

russo a Khankala. Un vertice si è svolto<br />

a Grozny, circa 15 chilometri da Argun,<br />

al quale ha partecipato tra gli altri Kadyrov<br />

sfuggito questa mattina ad un attentato<br />

dei guerriglieri ceceni.<br />

Perú: incendio<br />

distrugge<br />

una baraccopoli<br />

nei pressi di Lima<br />

LIMA, 14.<br />

Un incendio di vaste proporzioni, accompagnato<br />

da esplosioni di bombole di<br />

gas ha distrutto centinaia di case nella<br />

baraccopoli Ventanilla, nelle vicinanze<br />

di Lima, la capitale del Perú. Centinaia<br />

di persone hanno perso tutti i loro beni<br />

e ora versano in condizioni di estrema<br />

indigenza.<br />

Subito dopo l'allarme, lanciato da alcuni<br />

abitanti del posto nel pomeriggio di<br />

ieri, circa trenta autopompe dei Vigili<br />

del fuoco sono intervenute. Le operazioni<br />

di soccorso si sono concentrate nel<br />

quartiere Confraternidad, dove i pompieri<br />

hanno impiegato molte ore per domare<br />

le fiamme.<br />

Gli investigatori hanno aperto un'inchiesta<br />

per stabilire l'esatta dinamica<br />

dell'episodio ed eventuali responsabilità.<br />

Secondo le prime ricostruzioni fornite<br />

da testimoni oculari, il rogo sarebbe stato<br />

causato da una esplosione accidentale.<br />

In pochi minuti, hanno riferito responsabili<br />

della Protezione civile, il fuoco<br />

ha distrutto completamente oltre 250<br />

costruzioni di legno e lamiera, quasi tutte<br />

prive dei servizi sanitari di base, abitate<br />

da oltre 1.500 persone che ora non<br />

sanno dove andare.<br />

Secondo testimoni oculari, lo scenario<br />

per un momento è sembrato simile a<br />

quello di un bombardamento aereo, con<br />

alte lingue di fuoco che si alzavano nel<br />

cielo, migliaia di persone che fuggivano<br />

dalla zona e la continua esplosione di<br />

bombole di gas propano utilizzate per<br />

alimentare i fornelli delle cucine all'interno<br />

delle abitazioni.<br />

Centinaia di morti per il freddo<br />

nei Paesi dell'Europa orientale<br />

MOSCA, 14.<br />

Ha già provocato vittime<br />

il gelo che serra da alcuni<br />

giorni l'Europa orientale e<br />

che nelle ultime ore sta investendo<br />

anche i Paesi occidentali<br />

e mediterranei. In<br />

Russia, l’agenzia di stampa<br />

Interfax ha riferito che 202<br />

persone sono morte per il<br />

freddo nelle ultime settimane<br />

nella sola Mosca. Otto<br />

persone sono state trovate<br />

morte nelle strade ghiacciate<br />

della capitale solo nella<br />

giornata di lunedì scorso.<br />

In Polonia, secondo un<br />

portavoce della polizia, il<br />

freddo ha ucciso nell'ultimo mese non<br />

meno di trecento persone, un numero<br />

già uguale a quello di tutto l’inverno<br />

precedente. L'Ungheria è da tre giorni<br />

parzialmente paralizzata dell’incredibile<br />

quantità di neve che intasa le strade.<br />

Anche i trasporti aereo e ferroviario risentono<br />

delle condizioni del tempo. In<br />

Romania, due neonati e tre adulti sono<br />

morti di freddo negli ultimi giorni, secondo<br />

fonti di polizia. Anche gli ospedali<br />

devono affrontare gravi problemi di ri-<br />

In Ungheria il ghiaccio ha causato diversi incidenti<br />

scaldamento, mentre il Governo ha ordinato<br />

di distribuire alle abitazioni private<br />

le scorte di gas previste per le fabbriche<br />

statali. Nella Repubblica Ceca, la circolazione<br />

è pressoché impossibile, sempre<br />

per la neve e il ghiaccio.<br />

Pesanti conseguenze il freddo sta provocando<br />

nei Paesi dell'ex Jugoslavia,<br />

mentre temperature estremamente rigide<br />

e gravi disagi si registrano anche in<br />

Grecia, dove dopo molti anni ha nevicato<br />

sulle colline intorno ad Atene.<br />

preannuncia molto freddo, ha<br />

aggiunto.<br />

Il materiale inviato dall'Italia<br />

consiste in tende, teloni di plastica,<br />

coperte, equipaggiamento<br />

medico, utensili da cucina, taniche<br />

per l’acqua e sapone. La<br />

distribuzione degli aiuti segue<br />

una procedura complessa: i donatori<br />

devono infatti garantire le<br />

condizioni di sicurezza per evitarecheaccadanoincidentie<br />

°<br />

Kenya: attaccata<br />

una missione<br />

cattolica<br />

a Mandera NAIROBI, 14.<br />

Hanno dovuto abbandonare la<br />

loro sede, che è stata attaccata<br />

nei giorni scorsi da bande armate,<br />

i due sacerdoti e la comunità delle<br />

suore di una missione nella città<br />

kenyana di Mandera, tenuta<br />

dal Centro Missionario «Charles<br />

de Foucault» di Cuneo, in Italia,<br />

conosciuto anche come «Città dei<br />

Ragazzi». Gli attacchi, per fortuna,<br />

non hanno avuto conseguenze<br />

sulle persone, ma hanno provocato<br />

solo danni materiali. Secondo<br />

le notizie giunte nel cuneese e riferite<br />

dall'agenzia di stampa italiana<br />

Ansa, sono state incendiate<br />

parti del complesso dove i religiosi<br />

operano.<br />

Si ipotizza che ad attaccare la<br />

missione, posta al confine fra Kenya<br />

e Somalia, sia stato un gruppo<br />

di fondamentalisti islamici,<br />

mentre gli abitanti della zona hanno<br />

espresso solidarietà e amicizia<br />

ai missionari. Si è appresa l'identità<br />

solo di uno dei due sacerdoti,<br />

don Franco Bongiovanni, di 51<br />

anni, originario di Villanova Mondovì.<br />

Don Franco, il suo confratello<br />

e le suore hanno lasciato<br />

mercoledì la missione, diretti nella<br />

capitale Nairobi, in attesa di valutare<br />

la situazione e decidere su un<br />

possibile ritorno, su una nuova<br />

destinazione o su un eventuale<br />

rimpatrio.<br />

Francia: assassinato<br />

nazionalista in Corsica<br />

PARIGI — Un militante nazionalista<br />

corso, Jean-Pierre Martelli di cinquantuno<br />

anni, è stato assassinato<br />

giovedì sera a L’Ile-Rousse, in<br />

Corsica. L'uomo era il gestore del<br />

bar in cui nell'agosto del 2000 fu<br />

assassinato l’ex dirigente nazionalista<br />

Jean-Michel Rossi. La notizia<br />

del delitto è stata resa nota da<br />

fonti della gendarmeria.<br />

Austria: primo caso<br />

di «mucca pazza»<br />

VIENNA — Il primo caso di encefalopatia<br />

spongiforme bovina (Bse)<br />

in Austria è stato confermato ufficialmente<br />

dai risultati delle analisi<br />

di controllo compiute a Weybridge,<br />

in Gran Bretagna, dopo l'esito positivo<br />

dei controlli effettuati in Austria.<br />

Lo ha annunciato giovedì sera<br />

a Vienna il portavoce del Ministero<br />

della sanità, Gerald Grosz.<br />

L’animale malato apparteneva ad<br />

un allevamento di Gross Hoebarthen,<br />

in provincia di Gmund, nel<br />

Sud del Paese. In alcuni Paesi dell’Europa<br />

Sud-orientale sono state<br />

bloccate le importazioni di carne<br />

bovina austriaca.<br />

Slovacchia:ballottaggio<br />

per le regionali<br />

BRATISLAVA — Gli elettori slovacchi<br />

si recheranno sabato alle urne<br />

per i ballottaggi dai quali usciranno<br />

i sette Presidenti dei Parlamenti<br />

regionali che non hanno ottenuto<br />

la maggioranza assoluta il primo<br />

dicembre scorso. Solamente a<br />

Bratislava, infatti, il candidato della<br />

coalizione governativa è stato<br />

eletto al primo turno. Per la carica<br />

di Governatore regionale, istituita<br />

con la riforma amministrativa approvata<br />

nell'ottobre scorso dal<br />

Parlamento centrale anche in vista<br />

dell’adesione all’Ue, concorrono<br />

candidati della coalizione governativa,<br />

del «Partito nazionale slovacco»<br />

(Sns) e della «Coalizione ungherese»<br />

(Smk).<br />

..<br />

W<br />

La COMUNITÀ dei Padri Domeni-<br />

cani di Palermo annunzia il ritorno<br />

alla casa del Padre di<br />

Padre AMBROGIO<br />

ANDALORO O.P.<br />

ex Provinciale<br />

infaticabile predicatore del Vangelo.<br />

Palermo 14 dicembre 2001.<br />

.<br />

ANNIVERSARIO<br />

Da due anni il<br />

N.H.<br />

Dott. RICCARDO ROSATI<br />

Gentiluomo di Sua Santità<br />

non è più con noi.<br />

Con infinito amore e rimpianto lo<br />

ricordano la moglie GIULIA ORLAN-<br />

DI e la sorella ANNA MARIA CRU-<br />

CIANI.<br />

Una S. Messa sarà celebrata domenica<br />

16 dicembre alle ore 11 nella<br />

Basilica della Chiesa Nuova.<br />

.


DAL MONDO<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 15 Dicembre 2001<br />

tafferugli. La situazione è molto<br />

difficile e giovedì si è rischiata<br />

la tragedia quando uno dei camion<br />

che trasportano gli aiuti<br />

donati dal Governo italiano è<br />

saltato su una mina-antiuomo<br />

sulla strada che dalla capitale<br />

porta a Bagram, poco più di<br />

quaranta chilometri a Nord, dove<br />

c’è l’unico aeroporto ancora<br />

in funzione nel Paese. L’incidente<br />

non ha causato vittime e<br />

anche il carico non ha subito<br />

danni. Ben diverse sarebbero<br />

state le conseguenze se il camion<br />

fosse incappato su una<br />

mina-anticarro, ha osservato<br />

Boldrini.<br />

Intanto continua la mobilitazione<br />

internazionale a favore<br />

dell'Afghanistan. La Francia e<br />

la Germania hanno garantito<br />

giovedì un impegno a lungo termine<br />

per la ricostruzione del<br />

TERRORISMO Nelle parole dello sceicco saudita compiaciute rivendicazioni di responsabilità<br />

La videoregistrazione conferma che bin Laden<br />

ha organizzato la strage dell'11 settembre<br />

Afghanistan:<br />

i Taleban<br />

sotto assedio<br />

a Tora Bora<br />

WASHINGTON, 14.<br />

Pesanti nevicate sui monti delle<br />

valli parallele di Agam e di Wazir,<br />

nella regione di Tora Bora, hanno<br />

praticamente bloccato nelle ultime<br />

ore le vie di fuga verso il Pakistan<br />

al leader terrorista Osama bin Laden<br />

e ai mercenari di «Al Qaeda»,<br />

accerchiati dai guerriglieri dell’Alleanza<br />

dell’Est (a Nord) e da truppe<br />

dell’esercito del Pakistan (a<br />

Sud, lungo il confine). Lo indicano<br />

fonti di stampa americane presenti<br />

nella zona, che aggiungono<br />

che aerei Usa stanno colpendo le<br />

posizioni dei combattenti di «Al<br />

Qaeda», essenzialmente arabi,<br />

mentre i guerriglieri stringono<br />

progressivamente il cerchio, cercando<br />

d’indurre i terroristi alla resa.<br />

Forze speciali americane, rinforzate<br />

nelle ultime ore, partecipano<br />

alle operazioni, «pilotando»<br />

da terra i bombardamenti e fornendo<br />

supporto ai guerriglieri.<br />

Per il Pentagono, il dedalo di<br />

caverne e di cunicoli di Tora Bora<br />

è l’ultima sacca di effettiva resistenza<br />

di «Al Qaeda» in Afghanistan.<br />

In quella zona si troverebbe<br />

lo sceicco del terrore e i suoi fedelissimi<br />

secondo «promettenti segnalazioni».<br />

Secondo invece l'agenzia<br />

«Afghan islamic press»<br />

Osama bin Laden non è più nella<br />

zona montuosa di Tora Bora.<br />

Secondo fonti informate, citate<br />

dall’«Aip», il miliardario di origine<br />

saudita si trovava a Jalalabad al<br />

momento della caduta di Kabul il<br />

6 novembre. Quindi si spostò a<br />

Tora Bora dove rimase fino al 25-<br />

26 novembre. «Al decimo giorno<br />

del Ramadan — scrive l’agenzia<br />

citando la sua fonte — bin Laden<br />

è scomparso da Tora Bora e non<br />

si sa dove sia andato».<br />

Nelle ore in cui l'America segue<br />

attonita, incollata ai teleschermi<br />

(come nel resto del mondo), il video<br />

dell'autodenuncia di Osama<br />

bin Laden per i disumani attacchi<br />

terroristici dell'11 settembre, gli<br />

Stati Uniti accentuano la pressione<br />

militare nella caccia ai terroristi<br />

di «Al Qaeda». Il Segretario di<br />

Stato americano, Colin Powell, e<br />

il Segretario alla difesa, Donald<br />

Rumsfeld, agitano, anche, il richiamo<br />

della taglia di 25 milioni<br />

di dollari (oltre 50 miliardi di lire)<br />

sulla testa del super-ricercato bin<br />

Laden. Un'altra taglia da 10 milioni<br />

di dollari (oltre 20 miliardi di lire)<br />

sarà presto posta sul mullah<br />

Omar, il leader dei Taleban.<br />

Con l'appoggio dei raid aerei<br />

americani, i comandanti dei guerriglieri<br />

dell'Alleanza dell'Est, hanno<br />

lanciato nuovi attacchi e<br />

avrebbero conquistato nuove posizioni<br />

tenute, fino a mercoledì da<br />

«Al Qaeda». Ma gli Stati Uniti non<br />

si limitano a dare la caccia a bin<br />

Laden e non riservano tutta l'attenzione<br />

alla zona di Tora Bora:<br />

«Ci sono altre aree — ha detto il<br />

Capo del Pentagono, senza specificare<br />

— e stiamo cercando pure<br />

il mullah Omar: anche lui manca<br />

all'appello»: gli americani non<br />

sanno dove sia pur avendolo ora<br />

localizzato in un'area nel Sud del<br />

paese, ad Ovest di Kandahar.<br />

Nel frattempo, centinaia di uomini<br />

dei reparti speciali dei marines<br />

americani hanno preso possesso<br />

nella notte dell’aeroporto di<br />

Kandahar, nel Sud dell’Afghanistan.<br />

Lo hanno reso noto fonti<br />

militari americane. Lo scalo è stato<br />

occupato dopo una rapida incursione<br />

terrestre ed aerea.<br />

Il controllo dell’aeroporto dell’ex<br />

roccaforte dei Taleban era ritenuto<br />

essenziale per procurare<br />

una nuova e più efficiente base<br />

operativa ai voli americani in Afghanistan.<br />

Inoltre, la base dovrà<br />

servire per facilitare la distribuzione<br />

di aiuti umanitari nel Paese.<br />

Infine, quaranta presunti membri<br />

di «Al Qaeda» figurano tra circa<br />

340 persone arrestate in Pakistan<br />

durante le ultime tre settimane<br />

dopo essere fuggite dall’Afghanistan.<br />

Lo hanno detto oggi fonti<br />

del ministero degli interni pakistano.<br />

La maggior parte dei quaranta<br />

arrestati sono arabi, ha aggiunto<br />

la fonte, la quale ha puntualizzato<br />

che gli altri 300 fermati sono<br />

dei pakistani rientrati in patria dopo<br />

la disfatta dei Taleban.<br />

WASHINGTON, 14.<br />

Una mano verticale. L’altra<br />

lanciata in orizzontale<br />

contro la prima. Osama bin<br />

Laden sorride mentre mima<br />

la scena che dall’11 settembre<br />

è diventata sinonimo<br />

dell’orrore. «Avevamo calcolato<br />

tutto», rivela lo sceicco,<br />

mentre il mondo lo<br />

guarda in un video impegnato<br />

a «firmare» l’attacco<br />

al World Trade Center.<br />

Il video è stato rinvenuto<br />

in circostanze ancora misteriose<br />

in un appartamento di<br />

Jalalabad ed è stato girato<br />

in occasione della visita al<br />

terrorista da parte di un altrettanto<br />

misterioso sceicco<br />

saudita. Dopo giorni di cautele,<br />

il Pentagono ha dato il<br />

via libera alla diffusione e il<br />

filmato, di circa un’ora, è<br />

°<br />

comparso sulle emittenti televisive di<br />

tutto il mondo con l’audio originale e<br />

con sottotitoli in inglese. Bin Laden racconta<br />

di aver saputo in anticipo dell’attacco,<br />

di averne calcolato le conseguenze<br />

— poi risultate ben più vaste rispetto<br />

alle sue «speranze» — e di aver addestrato<br />

e inviato in America un commando<br />

all’oscuro della loro missione finale.<br />

Nel video, bin Laden è seduto tra<br />

grandi cuscini sul pavimento a piastrelle<br />

celestine di quella che, secondo gli Usa,<br />

è una casa di Kandahar. Il giorno dovrebbe<br />

essere il 9 novembre. Il suo interlocutore<br />

è uno sceicco saudita, con<br />

una grande barba nera e turbante e le<br />

gambe, forse paralizzate, coperte da un<br />

lenzuolo bianco. Con bin Laden sono visibili<br />

il suo vice, Ayman Al Zawahiri, e<br />

suo il portavoce, Sulayman Abu Ghaith.<br />

Il video è amatoriale e le voci spesso<br />

sono troppo basse per essere capite.<br />

«Sapevamo dal giovedì precedente che<br />

l’evento avrebbe avuto luogo quel giorno»,<br />

racconta bin Laden, il quale dice di<br />

essersi sintonizzato alla radio sui notiziari<br />

alle 17.30 locali (le 8 del mattino negli<br />

Usa, quasi un’ora prima dell’attacco).<br />

Abu Ghaith ricorda di essersi precipitato<br />

da Osama per dargli la notizia, «ma mi<br />

ha fatto un gesto con le mani, come per<br />

dire. “Lo so, lo so”». «Lui non sapeva<br />

niente dell’operazione», interviene bin<br />

Laden, che più volte si lascia andare alle<br />

risate. «Nessuno sapeva. Mohammed<br />

(Atta), della famiglia egiziana, era alla<br />

guida del gruppo» I dirottatori erano all’oscuro<br />

della missione. «Tutto ciò che<br />

sapevano era che avevano un’operazione<br />

da compiere e abbiamo chiesto ad<br />

ognuno di loro di andare in America».<br />

Ma solo al momento di salire sugli aerei,<br />

racconta bin Laden, è stata loro riferita<br />

la missione.<br />

Da erede di una famiglia di costruttori<br />

edili, Osama si definisce «un esperto»<br />

e racconta di aver «calcolato in anticipo<br />

il numero delle vittime». Ciò che è accaduto<br />

è andato oltre le sue previsioni, nonostante<br />

bin Laden riveli che lui era «il<br />

più ottimista di tutti». Si aspettava che il<br />

calore prodotto dal carburante incendiato<br />

avrebbe fatto sciogliere le strutture di<br />

metallo e crollare solo i piani sopra il<br />

punto di impatto: «Era tutto quello che<br />

avevamo sperato».<br />

Le riprese nella casa di Kandahar sono<br />

intervallate, nel video, da 12 minuti<br />

in cui si vedono le immagini di un elicottero<br />

Usa caduto nella provincia di<br />

Ghazni. Il video è stato diffuso dal Pentagono<br />

con sottotitoli in inglese, realizzati<br />

prima dagli esperti del Governo e<br />

poi rivisti da due interpreti indipendenti:<br />

George Michael, del «Diplomatic Language<br />

Services», e Kassem M. Wahba,<br />

Austria: tracce di carbonchio<br />

nella posta diplomatica<br />

dell'ambasciata Usa<br />

VIENNA, 14.<br />

Batteri di carbonchio sono stati scoperti<br />

«oltre ogni dubbio» in un sacco<br />

della posta diplomatica inviata il 23 ottobre<br />

scorso da Washington all’ambasciata<br />

Usa a Vienna. Lo ha annunciato ieri sera<br />

un portavoce del Governo austriaco<br />

dopo una riunione del Coordinamento<br />

di sicurezza. Il portavoce ha reso noto<br />

che su richiesta dell’ambasciata Usa gli<br />

specialisti in difesa Abc (atomica, batteriologica<br />

e chimica) dell’esercito austriaco<br />

il 12 novembre hanno effettuato una<br />

decontaminazione dell’ufficio postale<br />

dell’ambasciata Usa a Vienna e con l’occasione<br />

hanno scoperto tracce di carbonchio<br />

in uno dei dieci sacchi postali<br />

vuoti depositati nella legazione.<br />

Finora si è accertato che la spedizione<br />

postale del Dipartimento di Stato a Washington<br />

per l’ambasciata Usa di Vienna<br />

è partita il 23 ottobre. I sacchi sono arrivati<br />

all’aeroporto Schwechat a Vienna,<br />

dove sono stati prelevati direttamente da<br />

un corriere diplomatico Usa che li ha<br />

portati in ambasciata. Qui sono stati<br />

svuotati e lasciati nei locali adibiti a questo<br />

scopo finché il governo americano,<br />

in seguito agli incidenti già verificatisi,<br />

ha ordinato di decontaminare tutte le<br />

rappresentanze diplomatiche.<br />

I soccorritori a «Ground Zero» assistono con orrore alla proiezione<br />

docente di arabo alla «John Hopkins<br />

University».<br />

Secondo la Casa Bianca, si tratta di<br />

una conferma a quanto sempre sostenuto<br />

dal Presidente George W. Bush: «Il<br />

video conferma quanto sapevamo fin<br />

dal primo giorno, cioè che Osama bin<br />

Laden era responsabile di tutto questo,<br />

un assassino che vuole distruggere la<br />

nostra civiltà — ha dichiarato il portavoce<br />

Ari Fleischer —. Il video conferma<br />

anche quanto sia giusta la nostra causa<br />

contro il terrorismo».<br />

Il video di Osama bin Laden ha con-<br />

vinto i musulmani d’America<br />

della colpevolezza del capo<br />

di «Al Qaeda» per gli attacchi<br />

dell’11 settembre. Il<br />

«Council on American-Islamic<br />

Relations», un’organizzazione<br />

di arabo-americani,<br />

ha diffuso un comunicato<br />

in tal senso. «Per quanti<br />

erano rimasti scettici sul<br />

coinvolgimento di Osama<br />

bin Laden negli eventi dell’11<br />

settembre — si legge<br />

nel documento — il contenuto<br />

della videocassetta dovrebbe<br />

togliere ogni dubbio».<br />

«Bin Laden parla chiaramente<br />

come qualcuno<br />

che era a conoscenza del<br />

complotto», aggiunge il comunicato,<br />

definendo particolarmente<br />

«nauseante» la<br />

dichiarazione del terrorista<br />

secondo cui gli attacchi<br />

hanno portato «grandi benefici all’Islam».<br />

«Disgustoso», secondo il Council,<br />

anche il fatto che «bin Laden è sembrato<br />

godere della morte e della distruzione<br />

provocate a Washington, a New York e<br />

in Pennsylvania». Il gruppo ha affermato<br />

che nessuna causa potrebbe giustificare<br />

gli attacchi dell’11 settembre e ha chiesto<br />

che i «criminali» responsabili di quegli<br />

atti siano assicurati alla giustizia.<br />

Durissime le reazioni anche tra quanti<br />

ancora sono impegnati nel duro lavoro a<br />

«Ground Zero», tra le macerie delle Torri<br />

Gemelle di New York.<br />

Paese e hanno annunciato iniziative<br />

in questo senso presso<br />

l’Unione Europea. In una dichiarazione<br />

congiunta diffusa a Kabul,<br />

i Ministri dello sviluppo<br />

francese e tedesco hanno indicato<br />

nella sanità e nell’istruzione,<br />

con particolare riguardo ai<br />

diritti e ai bisogni delle donne,<br />

le priorità dell’impegno dei loro<br />

Governi.<br />

STATI UNITI Putin definisce la decisione «sbagliata» anche se legalmente corretta<br />

Ufficializzato da George W. Bush<br />

il ritiro dal Trattato «Abm»<br />

WASHINGTON, 14.<br />

Il Presidente americano, George W.<br />

Bush, ha formalmente notificato ieri alla<br />

Russia che gli Stati Uniti si ritirano dal<br />

Trattato «Abm» (Anti-Ballistic Missile)<br />

del 1972, una decisione che diverrà effettiva<br />

fra sei mesi. «Sono giunto alla<br />

conclusione che il Trattato “Abm“ ostacola<br />

la nostra capacità di attuare misure<br />

atte a proteggere il nostro popolo da futuri<br />

attacchi missilistici da parte di terroristi<br />

o di “Stati-canaglia“», ha detto il<br />

Presidente George W. Bush.<br />

«La difesa del popolo americano è la<br />

mia più alta priorità nella mia qualità di<br />

comandante in capo e non posso e non<br />

voglio permettere che gli Stati Uniti restino<br />

in un Trattato che ci impedisce di<br />

sviluppare difese efficaci», ha affermato<br />

il Capo della Casa Bianca. «La guerra<br />

fredda è finita da un pezzo e oggi ci lasciamo<br />

dietro una delle sue ultime tracce»<br />

ha detto ancora George W. Bush aggiungendo:<br />

«questo è il giorno in cui si<br />

deve guardare avanti con speranza di<br />

una maggiore prosperità e pace».<br />

Il Presidente statunitense ha poi ricordato<br />

che, prima di rendere pubblica la<br />

decisione, ha riesaminato assieme ai<br />

suoi più stretti collaboratori gli stessi argomenti<br />

che aveva discusso con il Presidente<br />

russo («il mio amico Vladimir Putin»,<br />

ha detto) nel corso di diversi incontri,<br />

quest’anno. «Il Presidente Putin ed<br />

io abbiamo anche concordato che la<br />

mia decisione di ritirarmi dal Trattato,<br />

non indebolirà in alcun modo il nostro<br />

nuovo rapporto o la sicurezza russa», ha<br />

sottolineato il Presidente George W. Bush<br />

aggiungendo che gli attacchi terrori-<br />

stici dell’11 settembre hanno conferito<br />

urgenza alla sua decisione.<br />

«Oggi, gli eventi dell’11 settembre<br />

hanno reso assolutamente chiaro che le<br />

maggiori minacce ai nostri due Paesi<br />

non vengono da noi stessi o da altre<br />

grandi potenze nel mondo ma dagli attacchi<br />

dei terroristi che colpiscono senza<br />

preavviso o dagli “Stati-canaglia“ che<br />

tentano di entrare in possesso di armi di<br />

distruzione di massa», ha detto Bush,<br />

che prima dell'annuncio aveva sentito i<br />

principali leader mondiali. Come ha reso<br />

noto il portavoce della Casa Bianca,<br />

Il Congresso americano<br />

approva definitivamente<br />

il bilancio della difesa<br />

WASHINGTON, 14.<br />

Il Congresso degli Stati Uniti ha<br />

definitivamente approvato ieri il<br />

bilancio della difesa per il 2002,<br />

un pacchetto di 344 miliardi di<br />

dollari (oltre 700.000 miliardi di lire)<br />

che comprende i fondi chiesti<br />

dal Presidente americano, George<br />

W. Bush, per l'iniziativa di difesa<br />

antimissile, un aumento di paga<br />

per tutti i militari e la chiusura di<br />

numerose basi (ma non prima del<br />

2005). Dopo i voti di oggi della<br />

Camera e del Senato, il bilancio<br />

va ora alla firma del Presidente,<br />

per diventare operativo.<br />

INDIA Il Pakistan condanna l'assalto al Parlamento<br />

Il Governo annuncia<br />

dure risposte all'attacco<br />

NUOVA DELHI, 14.<br />

Il Primo Ministro indiano<br />

Atal Behari Vajpayee ha<br />

detto oggi che il suo Governo<br />

ha bisogno di tempo per<br />

decidere una risposta contro<br />

i terroristi che ieri hanno<br />

lanciato un attacco contro<br />

il Parlamento nazionale,<br />

conclusosi con la morte di<br />

dodici persone, sei guardie,<br />

un giardiniere e i cinque assalitori.<br />

«Date un po' di<br />

tempo al Governo», ha detto<br />

il premier ai giornalisti<br />

durante una visita all’edificio,<br />

dove erano presenti ieri,<br />

al momento dell'attacco,<br />

oltre allo stesso Primo Ministro,<br />

le principali personalità<br />

politiche del Paese.<br />

Nessun gruppo ha rivendicato<br />

l’azione di ieri, ma le<br />

autorità indiane ne attribui-<br />

scono la responsabilità ai<br />

guerriglieri musulmani che operano nel<br />

Kashmir. Quest'oggi, il Ministro degli<br />

esteri indiano Jaswant Singh ha detto<br />

che l'attentato è stato opera di terroristi<br />

del gruppo islamico Lashkar-i-Taiba, con<br />

basi in Pakistan. Il Ministro ha chiesto<br />

al Pakistan di vietare le attività di questo<br />

gruppo e anche quelle del Jaish-i-<br />

Mohammad, un'altra formazione separatista<br />

del Kashmir operante in questo<br />

Paese e responsabile dell'attentato, ancora<br />

più cruento, condotto due mesi e<br />

mezzo fa contro il Parlamento statale<br />

dello Jammu e Kashmir a Srinagar. In<br />

quell'occasione, il primo ottobre, mori-<br />

Ari Fleischer, George W. Bush aveva telefonato<br />

al Presidente cinese, Jiang Zemin,<br />

(a Pechino ha offerto colloqui strategici),<br />

al Cancelliere tedesco, Gerhard<br />

Schroeder, al Presidente francese, Jacques<br />

Chirac, e al Premier giapponese,<br />

Junichiro Koizumi. La scorsa settimana,<br />

George W. Bush aveva avuto un colloquio<br />

telefonico anche con Putin. Fleischer<br />

ha poi ricordato che molti Paesi,<br />

tra i quali Italia e Spagna, hanno fortemente<br />

appoggiato la decisione di George<br />

W. Bush di ritirarsi dal Trattato «Abm».<br />

La Russia non è rimasta sorpresa dalla<br />

decisione americana di ritirarsi dal<br />

Trattato «Abm» e non è preoccupata per<br />

la propria sicurezza: adesso però è necessario<br />

un Trattato con riduzioni radicali<br />

delle armi nucleari offensive che<br />

spiani la via ad un nuovo accordo generale<br />

sulla stabilità strategica. Lo ha dichiarato<br />

il Presidente russo, Vladimir<br />

Putin, telefonando al Presidente cinese,<br />

Jiang Zemin, a suggerire che Pechino<br />

deve far parte dei nuovi equilibri.<br />

Putin ha detto che la Russia rimane<br />

capace di «superare qualsiasi difesa antimissile»,<br />

ma non ha spiegato quali saranno<br />

le «risposte adeguate» annunciate<br />

in precedenza dalle fonti ufficiali politiche<br />

e militari. Secondo queste ultime<br />

tuttavia Mosca si prepara a montare testate<br />

multiple «Mirv» sui propri missili<br />

intercontinentali. Il Presidente Putin ha<br />

tenuto a sottolineare che quella di George<br />

W. Bush è «una decisione sbagliata»<br />

anche se legalmente corretta perché<br />

«oggi che il mondo si trova di fronte a<br />

nuove minacce, un vuoto legale nella<br />

stabilità strategica è inammissibile».<br />

Un'ambulanza esce dal Parlamento dopo l'attacco<br />

rono 38 persone, compresi i quattro terroristi<br />

suicidi che avevano condotto l'attacco.<br />

Come noto, il Governo indiano accusa<br />

da tempo quello pakistano di aiutare i<br />

separatisti musulmani che combattono<br />

contro la sovranità indiana sullo Jammu<br />

e Kashmir, l’unico Stato a maggioranza<br />

musulmana dell’India.<br />

Il Governo del Pakistan, da parte sua,<br />

ha fermamente condannato l’attentato<br />

in un messaggio di solidarietà inviato allo<br />

stesso Atal Behari Vajpayee dal Presidente<br />

pakistano Pervez Musharraf. «Sono<br />

rimasto scioccato dalla notizia dell’attentato»,<br />

ha detto Musharraf, aggiungendo<br />

di essere «molto rattristato per la<br />

perdita di vite umane». Nessun commento,<br />

in questa occasione, è venuto invece<br />

in merito alle accuse indiane di sostenere<br />

i guerriglieri islamici che operano<br />

in Kashmir.<br />

In ogni caso, a chi gli chiedeva se il<br />

Governo intendesse lanciare un’offensiva<br />

contro i guerriglieri musulmani che<br />

si ritiene abbiano le loro basi al di là<br />

della linea del cessate-il-fuoco in Kashmir,<br />

al confine con il Pakistan, il Premier<br />

Vajpayee ha detto: «non posso rispondere<br />

a questa domanda». In precedenza,<br />

comunque, il Primo Ministro era<br />

apparso in televisione per dire che si è<br />

trattato «non di un attacco a un edificio,<br />

ma di un colpo all’intera Nazione». Ora,<br />

ha detto, si tratta di «rispondere o soccombere»,<br />

in una lotta senza quartiere<br />

contro i nemici del Paese.<br />

Il Ministro dell’interno indiano Advani<br />

era stato ancora più perentorio: «Liquideremo<br />

i terroristi e i loro finanziatori<br />

chiunque siano e dovunque si trovino»,<br />

ha detto.<br />

L'azione terroristica di ieri è stata<br />

condotta da cinque persone che sono<br />

riuscite ad avvicinarsi al Parlamento con<br />

un'automobile poi risultata imbottita di<br />

esplosivo. Sembra che i cinque terroristi<br />

siano riusciti a superare con relativa facilità<br />

i primi controlli: vestendo divise<br />

militari, sono entrati all’interno del Parlamento<br />

sfruttando il fatto che le guardie<br />

ai cancelli, abituate al passaggio di<br />

auto ufficiali, si sono fatte impressionare<br />

dal lampeggiante rosso posto sull'automobile<br />

e non hanno guardato all’interno<br />

dell’automobile. Erano armati di fucili<br />

mitragliatori e di bombe a mano e avevano<br />

inoltre esplosivo attaccato ai vestiti.<br />

Quattro hanno cominciato a sparare<br />

all’impazzata, mentre il quinto, dopo essere<br />

corso verso l’ingresso dell’edificio<br />

in cui era appena entrato il Vicepresidente<br />

Krishan Kant, si è fatto esplodere.<br />

Subito sono intervenuti i cosiddetti «gatti<br />

neri», le unità specializzate della Guardia<br />

nazionale che hanno il compito di<br />

vegliare sulla sicurezza delle personalità<br />

più in vista. La sparatoria è durata oltre<br />

un'ora.<br />

UE Annuncio dopo l'apertura a Laeken del vertice conclusivo del semestre di presidenza di turno belga<br />

Sarà inviata a Kabul una forza multinazionale europea<br />

BRUXELLES, 14.<br />

L'Unione Europea creerà una forza di<br />

pace multinazionale per l’Afghanistan:<br />

lo ha annunciato il Ministro degli esteri<br />

belga Louis Michel in una pausa dei lavori<br />

del vertice dei Capi di Stato e di<br />

Governo dei quindici Paesi dell'Ue riuniti<br />

da questa mattina a Laeken, alle porte<br />

di Bruxelles, a conclusione del semestre<br />

di presidenza di turno belga. Michel ha<br />

sottolineato che tale forza dovrebbe contare<br />

su tre o quattromila uomini e che<br />

tutti i Paesi dell’Ue parteciperanno secondo<br />

le proprie possibilità. «È una svolta<br />

nel ruolo dell’Europa in questo settore»,<br />

ha aggiunto il Ministro belga. Subito<br />

dopo, l'Alto Rappresentante per la<br />

politica estera e di sicurezza dell'Ue, Javier<br />

Solana, ha precisato che la guida<br />

della forza multinazionale sarà affidata<br />

quasi certamente alla Gran Bretagna.<br />

Argomento della prima sessione del<br />

vertice sono state proprio le crisi internazionali,<br />

segnatamente in riferimento<br />

al Medio Oriente e all'Afghanistan, con<br />

l'esame delle azioni intraprese dall’Ue<br />

dopo gli attentati dell’11 settembre e gli<br />

sviluppi dell'intervento militare. In precedenza,<br />

come da abitudine ormai consolidata,<br />

i leader europei avevano incontrato<br />

la Presidente del Parlamento euro-<br />

peo di Strasburgo, Nicole Fontaine.<br />

Quest'ultima ha auspicato che «la parola<br />

Costituzione» figuri nella dichiarazione<br />

finale del vertice comunitario quale<br />

obiettivo finale della grande riforma del<br />

2003, sottolineando che non si tratta più<br />

di una parola «proibita» fra i leader comunitari,<br />

mentre finora da parte dei<br />

Paesi Ue meno federalisti, veniva respinta<br />

l’idea di una Costituzione europea.<br />

Nelle sessioni successive del vertice,<br />

che nelle previsioni dovrebbe concludersi<br />

domani pomeriggio, ma che potrebbe<br />

subire allungamenti, come già accaduto<br />

in passato, i Capi di Stato e di Governo<br />

dovranno «disegnare» il futuro percorso<br />

delle riforme istituzionali dell’Europa,<br />

cercando di sciogliere numerosi «nodi»<br />

ancora controversi. Come accade sempre<br />

più spesso, infatti, le questioni irrisolte<br />

a livello di Ministri (è il caso, ad<br />

esempio, dei progetti sul brevetto Ue e<br />

sul sistema di navigazione satellitare Galileo)<br />

tornano all’attenzione dei Capi di<br />

Stato e di Governo. Tale tendenza è stata<br />

stigmatizzata nelle ultime ore dal presidente<br />

della Commissione esecutiva dell'Ue,<br />

l'italiano Romano Prodi, che ha<br />

criticato lo snaturamento progressivo<br />

del Consiglio europeo da massima istanza<br />

di indirizzo politico a «stanza di com-<br />

pensazione» in cui risolvere i conflitti.<br />

Secondo diversi osservatori, ciò sembra<br />

sintomo di cattivo funzionamento dei<br />

processi decisionali, ma anche di una<br />

volontà di integrazione che non vive certo<br />

una fase felice.<br />

Più in generale, gli attuali meccanismi<br />

dell'Europa, giudicata da molti «lontana»<br />

dai cittadini e spesso impenetrabile,<br />

dovranno essere modificati in profondità,<br />

anche in vista dell’allargamento, e<br />

dalla Dichiarazione di Laeken ci si attende<br />

un cambio di marcia in vista del nuovo<br />

periodo di riforme destinato a concludersi<br />

solo nel 2004.<br />

Sulla bozza preparata dal Primo Ministro<br />

belga Guy Verhofstadt sono prevedibili<br />

discussioni accese, mentre diversi<br />

osservatori paventano il rischio sia che<br />

le ambizioni di accelerazione dell'integrazione<br />

europea escano profondamente<br />

«annacquate», sia quello che il vertice<br />

possa bloccarsi per una serie di veti incrociati.<br />

Verhofstadt ha presentato una<br />

prima versione della Dichiarazione ai<br />

colleghi europei nel suo giro delle capitali<br />

condotto alla vigilia del vertice: la<br />

bozza, corretta sulla base delle osservazioni<br />

ricevute, sarà discussa domani. Il<br />

testo, secondo anticipazioni di stampa, è<br />

strutturato in tre parti: la prima («L’Eu-<br />

ropa ad un crocevia») rappresenta la<br />

«diagnosi» della attuale situazione delle<br />

istituzioni europee e dei problemi di disaffezione<br />

dei cittadini; la seconda («Sfide<br />

e riforme in un’Unione rinnovata»)<br />

esplora le varie opzioni per snellire i<br />

processi decisionali e ripartire le competenze<br />

fra Bruxelles e gli Stati membri; la<br />

terza entra nel dettaglio della Convenzione,<br />

l’organismo che dovrà definire le<br />

riforme in vista della Conferenza intergovernativa<br />

chiamata ad approvarle.<br />

A giudizio di molti osservatori, proprio<br />

la nomina del Presidente della Convenzione,<br />

per la quale sono state avanzate<br />

candidature ufficiali solo da Francia<br />

e Italia, potrebbe costituire uno dei punti<br />

di contrasto, insieme all'assegnazione<br />

delle sedi di un certo numero di «authority»<br />

e di agenzie europee, comprese<br />

quella alimentare e quella marittima,<br />

numero che peraltro non è ancora stabilito<br />

(alla vigilia, la presidenza di turno si<br />

è limitata a parlare di un «ventaglio da<br />

sette a dodici»). Sempre sulla Convenzione,<br />

inoltre, restano da sciogliere i nodi<br />

della partecipazione dei Paesi candidati<br />

(il problema riguarda la Turchia,<br />

che non ha ancora in corso trattative di<br />

adesione) e del calendario dei lavori.


.<br />

PAGINA<br />

MONSIGNORSILVIOCESAREBONICELLI,VESCOVODIPARMA<br />

Lacomunitàcristiana<br />

deveriscoprireCristo<br />

All'alba del terzo millennio la comunità<br />

cristiana è sollecitata dagli eventi,<br />

non solo religiosi, a confrontarsi con<br />

una realtà «indubbiamente complessa».<br />

La fede «è immensa in trasformazioni<br />

epocali sia sociali sia, soprattutto, culturali.<br />

Il pluralismo, il relativismo, il soggettivismo,<br />

la multietnicità hanno messo<br />

in crisi il valore della vita e la scelta di<br />

fede è sempre più una scelta personale<br />

che matura in un ambito nel quale vivono<br />

persone con opzioni religiose molto<br />

diverse. In questo contesto non è facile<br />

una testimonianza fedele e fraterna di<br />

Gesù Cristo. Infatti anche i discepoli sono<br />

tentati chi dal relativismo e chi dall'indifferenza».<br />

Cresce inoltre «il numero<br />

delle persone che hanno un sentimento<br />

religioso vago, senza ricadute vere nella<br />

vita personale e sociale».<br />

La missione<br />

A questa diagnosi Mons. Silvio Cesare<br />

Bonicelli, Vescovo di Parma, contrappone<br />

una strategia d'urto: si devono aiutare<br />

credenti e non credenti a riscoprire<br />

non solo i valori tradizionali cristiani,<br />

ma in modo più urgente Cristo stesso,<br />

fondatore della Chiesa, unico salvatore<br />

dell'umanità. Il momento forte sarà la<br />

missione che avrà proprio questo compito<br />

e questa finalità. Sembra che nella<br />

nostra epoca si rinnovi quello che era<br />

realtà al tempo di Gesù. Come persona<br />

visibile era presente in mezzo agli uomini<br />

e alle donne della Palestina, ma come<br />

Dio e Figlio di Dio non era conosciuto,<br />

amato e seguito se non da pochi. Con<br />

l'evento di Pentecoste la religione cristiana<br />

si è diffusa enormemente e non solo<br />

nell'area mediterranea e sui sentieri culturali<br />

greco-romani.<br />

Il Vescovo annuncia ai fedeli di aver<br />

«intrapreso il progetto della missione<br />

diocesana. Per affrontarla seriamente la<br />

nostra Chiesa — precisa Mons. Bonicelli<br />

— deve, anzitutto e sempre, essere premurosa<br />

nel mettersi di fronte a Gesù<br />

Cristo, imparare da lui che è l'Inviato<br />

del Padre. Due sono in modo particolare<br />

i riferimenti: le direttive della Cei e la<br />

«nuova evangelizzazione» proposta da<br />

Giovanni Paolo II.<br />

Riconciliarsi<br />

Una delle priorità che fanno parte del<br />

progetto è la riconciliazione. La nostra<br />

Chiesa — scrive Mons. Bonicelli — «dovrebbe<br />

riconciliarsi con gli uomini e le<br />

donne che cercano la salvezza in modo<br />

diverso da quello “tradizionale”. Nella<br />

nostra tradizione si chiede che cosa è<br />

vero? Che cosa è giusto, è buono? E si<br />

cerca di rispondere con idee ragionate e<br />

chiare individuando norme che guidino<br />

una vita ordinata e vera». La tradizione<br />

ha formato «tantissimi santi e, anche oggi,<br />

per molti è valida, ma per molti altri<br />

la via per conoscere che cosa è vero e<br />

buono è diversa, è quella guidata dal<br />

sentimento e dalla bellezza, si parla perciò<br />

di via emotiva ed estetica». «Tale novità<br />

esercita una forza dirompente nella<br />

nostra azione pastorale». Oggi non è più<br />

sufficiente muovere la mente e la volontà.<br />

Secondo le indicazioni degli organismi<br />

collegiali diocesani (consiglio pastorale e<br />

consiglio presbiterale) «l'inizio della missione<br />

diocesana necessita di una prima<br />

tappa di ascolto, e di un ascolto teologale<br />

che sia esso stesso evangelizzazione in<br />

atto; un ascolto, cioè, che cambi noi facendoci<br />

crescere nella riconciliazione<br />

con il nostro tempo, sapendo che esso è<br />

amato e abitato dal Signore ben prima<br />

che da noi; un ascolto, inoltre, che interroghi<br />

anche gli uomini e le donne da<br />

cui siamo lontano perché possano cogliere<br />

ciò che è nascosto, e forse soffocato,<br />

nella profondità del loro cuore».<br />

Nel nostro tempo e nella nostra cultura<br />

esistono «barriere che hanno effetti<br />

devastanti e progressivi sui beni più<br />

grandi: la vita e la dignità di ogni persona.<br />

Esse esistono talvolta anche nelle<br />

nostre comunità e possono caratterizzare<br />

le relazioni tra noi che ci diciamo fratelli<br />

e sorelle nel Signore». E ciò non<br />

può non addolorarci. Non perché si perde<br />

qualcosa di proprio. Il dolore spirituale<br />

è quello evangelico, lo stesso atteggiamento<br />

e sentimento che Gesù ebbe<br />

per gli uomini e le donne del suo tempo<br />

che rifiutavano di ascoltare la sua parola<br />

di salvezza.<br />

Tra i compiti della missione diocesana<br />

il Vescovo indica anche quello del «discernimento»<br />

circa queste realtà. «Ciò<br />

che qui bisogna ascoltare sono i nostri<br />

stessi sentimenti di cedenti: quelli che<br />

viviamo verso chi “non viene in chiesa”,<br />

quelli che sperimentiamo verso i fratelli<br />

e le sorelle di fede che riteniamo testimoni<br />

fedeli, quelli che, nel profondo del<br />

cuore proviamo di fronte alla nostra indegnità<br />

e peccaminosità». C'è invece<br />

«un dolore che è del tutto in sintonia<br />

con quello di Gesù e alla cui partecipazione<br />

rendersi disponibili. È lacrime e<br />

gioia insieme, è una “sofferenza gioiosa”:<br />

gioiosa perché Gesù ci ama e nel<br />

suo cuore redentore può essere gettato<br />

ogni male». Tutto questo però ci spinge,<br />

«come singoli e come comunità, a partecipare<br />

dal vivo alle fatiche della redenzione,<br />

e ci invita a offrire la vita — gioie<br />

e sofferenze — per la salvezza, per l'apertura<br />

dell'alleanza di qualcuno degli<br />

4 .<br />

uomini e delle donne a cui siamo mandati:<br />

i genitori lo facciano per i figli, i<br />

coniugi tra loro, i preti per le loro comunità,<br />

le religiose e i religiosi per i più<br />

dimenticati, i malati per le situazioni di<br />

chiusura più dure a essere vinte. Anche<br />

questa è missione diocesana, forse è la<br />

sua parte più efficace».<br />

L'impegno dei cristiani è una collaborazione<br />

viva alla evangelizzazione, ma<br />

— ricorda Mons. Bonicelli — la forza<br />

che la anima è lo Spirito Santo, che Gesù<br />

ha promesso e inviato alla Chiesa e<br />

continua a inviare.<br />

Seguire Gesù<br />

«Il contenuto della missione è seguire<br />

Gesù, obbedire al Vangelo, essere battezzato<br />

nella vita del Padre e del Figlio e<br />

dello Spirito Santo, distaccarsi dalla vita<br />

falsa e di peccato, implorare e accogliere<br />

la remissione dei peccati. La speranza<br />

che sostiene i missionari nella fede e<br />

nelle difficoltà è la certezza che Gesù è<br />

sempre con loro fino alla fine del mondo».<br />

Nella seconda tappa la missione ha «il<br />

compito sublime e gioioso di fare l'annuncio<br />

esplicito di Gesù Cristo e l'annuncio<br />

della vita cristiana». In questo<br />

senso la missione è un'opportuna pastorale<br />

per «riscoprire — anzitutto per noi<br />

stessi — la portata esistenziale del Vangelo.<br />

È la santità la carta di credito più<br />

preziosa. Essa riguarda tutti i cristiani,<br />

laici e religiosi, presbiteri e Vescovi. Anche<br />

la Chiesa di oggi è contraddistinta<br />

da persone sante, che testimoniano Cri-<br />

sto e vivono in modo coerente e luminoso<br />

il Vangelo. Incontrare queste persone<br />

è un atto di evangelizzazione. Si sperimenta<br />

come il Vangelo venga tradotto<br />

in santità, in cristiconformità». Il primo<br />

impegno missionario — scrive Mons.<br />

Bonicelli — «è permettere a Cristo Gesù<br />

di confermarsi a sé: è la dinamica di<br />

grazia di ogni eucaristia». La santità visibilmente<br />

diventa mezzo, riflesso di Cristo.<br />

Con la sua vita il cristiano mostra<br />

sensibilmente il volto di Cristo, lo rende<br />

riconoscibile e apre la via per adorarlo a<br />

chi va in cerca delle verità e dell'amore<br />

assoluto di Dio.<br />

Mons. Bonicelli informa che la missione<br />

sarà ufficialmente aperta il 20 gennaio<br />

prossimo. Tutto l'anno sarà un anno<br />

di ascolto. Durante l'anno saranno<br />

avviati cammini di discernimento e di<br />

formazione per coloro che avranno<br />

compito di coordinamento e proveranno<br />

l'annuncio del Vangelo. Duplice sarà la<br />

preparazione: remota e permanente con<br />

rinnovato ascolto delle Sacre Scritture e<br />

una rinnovata vita eucaristica. L'ascolto<br />

biblico seguirà il ritmo dell'anno liturgico<br />

che accompagnerà i gesti missionari<br />

che coinvolgeranno la comunità cristiana.<br />

Nella sua bidirezionalità la missione<br />

sarà diretta alla comunità parrocchiale,<br />

alla famiglia, ai giovani. La missione necessita<br />

di pastori e di accompagnatori<br />

nella fede sulla cui disponibilità grava il<br />

buon esito della missione. Tuttavia —<br />

conclude Mons. Bonicelli — per la buona<br />

riuscita della missione è necessaria la<br />

preghiera e la penitenza.<br />

MONSIGNORGIUSEPPEORLANDONI,VESCOVODISENIGALLIA<br />

L'entusiasmodellafede<br />

elaforzadelVangelo<br />

Le vicende che accompagnano la comunità<br />

ecclesiale non devono condizionare<br />

o spegnere l'entusiasmo della fede<br />

né la forza di espansione del Vangelo.<br />

Lo ribadisce il Vescovo di Senigallia,<br />

Giuseppe Orlandoni alla sua Diocesi:<br />

«La prima cosa da fare è accrescere<br />

l'entusiasmo di essere cristiani, la gioia<br />

che la buona novella suscita nei nostri<br />

cuori, il desiderio di essere santi, cioè di<br />

far sì che la nostra vita sia immagine di<br />

Cristo, la sua parola, la sua salvezza,<br />

tutto il resto è una conseguenza».<br />

Perché la comunità ecclesiale diocesana<br />

viva questa tensione il Vescovo propone<br />

alcuni «punti programmatici» del<br />

piano pastorale Cristo è sorgente di salvezza.<br />

È da lui che si deve ripartire per<br />

comunicare il Vangelo e testimoniarlo<br />

nella vita e nella società.<br />

Tre indicazioni sono prioritarie. «Rendere<br />

sempre più centrale la Celebrazione<br />

eucaristica della domenica» assicurando<br />

che in ogni parrocchia ci sia un<br />

gruppo liturgico che curi la domenica<br />

come giorno del Signore, che aiuti i fedeli<br />

a vivere in pienezza la Celebrazione<br />

liturgica. «Fare di ogni domenica un'autentica<br />

scuola di preghiera, un luogo dove<br />

si può imparare a pregare». La vita<br />

della comunità — esorta il Vescovo —<br />

sia scandita dalla preghiera; al centro la<br />

Celebrazione dell'Eucaristia, ma anche<br />

la liturgia delle ore. Non dovrebbe mancare<br />

neppure la preghiera comunitaria<br />

delle lodi mattutine. E così dovrebbero<br />

essere celebrati anche i vespri.<br />

La preghiera dev'essere avallata dalla<br />

carità, dal servizio ai fratelli. Mons. Orlandoni<br />

invita a «riprendere con decisione<br />

la proposta che in ogni parrocchia<br />

insieme al luogo della liturgia e della catechesi<br />

ci sia anche il luogo della carità».<br />

Per la quale si sviluppi «un piano<br />

organico» in cui siano coinvolte le varie<br />

forme di volontariato, mettendo insieme<br />

le risorse della pastorale della carità,<br />

della pastorale dei giovani e di quella<br />

vocazionale. In questa ottica diventa<br />

fondamentale la promozione di un laicato<br />

maturo per poter servire Cristo nella<br />

società civile, senza fughe dal mondo o<br />

ripiegamenti sulla vita delle nostre comunità».<br />

La Diocesi è oltremodo impegnata<br />

nella missione del popolo al popolo. Il<br />

Vescovo avverte che questa scelta è da<br />

considerarsi permanente, come una dimensione<br />

ordinaria della nostra vita ecclesiale.<br />

Due sono state le motivazioni<br />

forti che hanno incoraggiato l'iniziativa:<br />

la visita alle famiglie e i centri di ascolto.<br />

L'obiettivo principale è stato quello<br />

di «costruire un modo nuovo di essere<br />

Chiesa».<br />

La catechesi svolta nei due anni scorsi<br />

aveva una finalità specifica: «Portarci ad<br />

essere sempre più Chiesa estroversa» e<br />

far sì che «le nostre parrocchie fossero<br />

sempre più luoghi accoglienti, pronte ad<br />

incrociare ogni persona nella sua vita di<br />

ogni giorno»; a recuperare i lontani alla<br />

fede e alla liturgia festiva. Mons. Orlandoni<br />

è convinto che la missione diocesana<br />

«può aiutare la vita delle comunità a<br />

patto che non diventi un altro impegno,<br />

MONSIGNOR PIETRO GARLATO, VESCOVO DI TIVOLI<br />

Dalla comunione alla comunicazione<br />

per diffondere ovunque la Parola di Dio<br />

Dalla comunione alla comunicazione:<br />

è questo il programma che il Vescovo di<br />

Tivoli Pietro Garlato propone per l'anno<br />

pastorale. Un programma maturato sullo<br />

slancio del Giubileo e s'iscrive nella<br />

«nuova evangelizzazione, scorgendo in<br />

essa — sottolinea il presule — l'oggi di<br />

Dio». La diocesi è così investita di un<br />

cammino con un «impegno a tutto campo<br />

per una formazione spirituale che ci<br />

faccia crescere nella comunione con il<br />

Signore e tra noi e ci renda capaci di<br />

comunicare il Vangelo, in particolare alle<br />

nuove generazioni».<br />

Gli uomini e le donne si avvicendano<br />

sulla scena di questo mondo in perpetua<br />

evoluzione e trasformazione. Il Vangelo<br />

è sempre identico, cambiano solo i modi<br />

di annunciarlo, di applicarlo. Le esigenze<br />

della testimonianza e della coerenza<br />

rimangono immutate. Il cambiamento è<br />

quello spirituale: credere al Vangelo e<br />

convertirsi per essere «uomini nuovi».<br />

«Cristo — ribadisce il Vescovo — è il<br />

medesimo, ieri, oggi e sempre. Il cristiano<br />

sa che, pur nella mutevolezza dei<br />

tempi e nell'incertezza delle identità che<br />

ne è la conseguenza, Dio rimane fedele<br />

a ogni uomo e il suo amore non viene<br />

meno. In Gesù noi riscopriamo la fedeltà<br />

di Dio che sa attenderci per offrirci<br />

continuamente la sua mano. Proprio per<br />

questo, poggiandosi sulla fedeltà di Dio,<br />

sulla sua grazia, il cristiano osa impegnare<br />

tutta la sua vita per sempre nell'amore<br />

e propone con coraggio agli uomini<br />

suoi fratelli qualcosa, anzi Qualcuno,<br />

per cui merita di vivere e di morire».<br />

Mons. Garlato da alcuni anni denuncia<br />

la carenza di speranza e una certa<br />

diffidenza, anzi insofferenza e nervosismo.<br />

«È lo sguardo corto — osserva —<br />

di chi vede solo con gli occhi del corpo,<br />

e misura le cose sul livello delle sue povere<br />

forze, finendo così di valutare la<br />

presenza della Chiesa e la sua testimonianza<br />

in termini di efficienza mondana<br />

e di successo, come accade nelle imprese<br />

degli uomini».<br />

Il riscontro dei limiti è innegabile. Ma<br />

questo non deve spegnere lo slancio e il<br />

vigore dell'evangelizzazione, della missionarietà.<br />

Le comunità parrocchiali sono<br />

luoghi di preghiera; il Signore opera<br />

in esse, esercitando in molte persone<br />

slancio di vita cristiana autentica, generosità<br />

di servizio, disponibilità e abnegazione.<br />

«Il Signore Gesù — afferma<br />

Mons. Garlato — è presente laddove<br />

due o tre si riuniscono nel suo nome e<br />

benconosceledifficoltàcheincontriamo.<br />

«Le nostre parrocchie mostrano ancora<br />

in molti casi una vitalità di cui dobbiamo<br />

ringraziare il Signore e, senza cedere<br />

all'insoddisfazione, pieni di fiducia<br />

e speranza, cercare piuttosto di sviluppare<br />

al massimo i doni ricevuti. Il cammino<br />

della nostra azione pastorale, nonostante<br />

incertezze e frammentazioni,<br />

sta iniziando a dare qualche buon frutto<br />

e si notano diffusi fermenti di rinnovamento,<br />

anche grazie alla missione diocesana<br />

che lentamente, ma incisivamente,<br />

sta entrando nel tessuto capillare della<br />

nostra Chiesa tiburtina».<br />

Per il piano operativo Mons. Garlato<br />

indica come opzione prioritaria la «formazione<br />

spirituale intensa e profonda,<br />

che conduca a compimento l'uomo<br />

nuovo pieno d'amore e a cui aspira dal<br />

suo intimo ogni essere umano». Il tratto<br />

fondamentale è che sia «cristocentrica e<br />

volta alla sintesi vitale tra fede ed esistenza<br />

quotidiana. Una formazione che<br />

ci educhi a vivere quella comunione d'amore<br />

che è il progetto sul mondo di Dio<br />

Trinità». Le comunità saranno di timbro<br />

e contenuto evangelico nella misura in<br />

cui scoprono Cristo e testimoniano il<br />

Vangelo, ogni giorno sempre più rendendosi<br />

disponibili e la volontà di Dio<br />

che richiede la nostra collaborazione<br />

nella realizzazione della storia della salvezza.<br />

I primi ad essere interessati alla formazione<br />

sono i sacerdoti i quali sono<br />

chiamati ad essere, insieme al Vescovo,<br />

modelli del gregge, in modo da essere<br />

d'effettivo aiuto a tutti i fedeli nel cammino<br />

di un'autentica vita cristiana. Interessati<br />

sono pure «tutti coloro che si impegnano<br />

nella animazione della comunità<br />

cristiana, nei confronti dei quali le<br />

parrocchie devono mostrare attenzione<br />

con un sostegno formativo adeguato. la<br />

formazione è però necessaria per tutti i<br />

cristiani; aiutare e rendersene conto è<br />

già gran cosa».<br />

Mons. Garlato invita «tutte le comunità<br />

innanzitutto a sostare ai piedi del Signore<br />

Gesù per ascoltare la sua voce e<br />

contemplare il mistero di amore che<br />

unisce il Figlio di Dio al Padre nello Spirito<br />

Santo. Da questa contemplazione —<br />

precisa il Vescovo — nasce il nostro pieno<br />

coinvolgimento in quel progetto di<br />

comunione che caratterizza essenzialmente<br />

la Chiesa per farsi prospettiva di<br />

speranza per tutta l'umanità».<br />

La funzione della contemplazione è in<br />

ordine alla comunione e alla missionarietà.<br />

Scrive Garlato: «La contemplazione<br />

che ci forma alla vita in Dio ci spinge<br />

ad acquistare uno stile di comunione, di<br />

dialogo, di reazione tra noi e con gli altri<br />

che ci fa essere “segno e strumento<br />

dell'unità di tutto il genere umano”».<br />

«La missionarietà dovrebbe essere una<br />

esigenza: annunciare ai fratelli le meraviglie<br />

che il Signore va realizzando nel<br />

cuore di ogni uomo. Se l'atteggiamento<br />

e lo slancio missionario stenta a caratterizzare<br />

la vita delle nostre parrocchie,<br />

ciò è dovuto proprio al fatto che ancora<br />

non ci siamo lasciati pienamente immergere<br />

nella contemplazione della comunione<br />

divina e la nostra vita spirituale<br />

non ha l'intensità che dovrebbe avere.<br />

Altrimenti il fuoco della missione ci brucerebbe<br />

dentro e sentiremmo la necessità<br />

e il bisogno di annunciare il nome benedetto<br />

di Gesù come colui nel quale solamente<br />

c'è la salvezza».<br />

Mons. Garlato ribadisce la centralità<br />

dell'ascolto della parola di Dio e della<br />

celebrazione dell'eucaristia. Per quest'ultima<br />

lamenta che «ancora ci sono carenze<br />

nel modo di celebrare e vivere l'eucaristia».<br />

Esorta a compiere ogni sforzo<br />

«perché la Celebrazione eucaristica sia<br />

ben preparata e compiuta con attenzione»;<br />

che l'omelia e le letture siano comprensibili<br />

dei fedeli.<br />

Per la ristrutturazione del territorio<br />

Mons. Garlato spera che «al più presto<br />

si arrivi a formare le unità pastorali perché<br />

esprimono un progetto di rinnovamento<br />

della vita della comunità ecclesiale<br />

nel nostro contesto». Il Vescovo sollecita<br />

ad accelerare il processo di unione.<br />

ma l'occasione per fare della parrocchia<br />

una comunità che vive vicino alla gente,<br />

sa interessarsi di loro, offre a tutti<br />

un'opportunità per crescere nella fede».<br />

S'impone allora l'impegno di poter sollecitare<br />

persone che siano disponibili per<br />

l'assunzione di «piccoli servizi», come<br />

quello di consegnare il Vangelo nelle famiglie<br />

o di invitare ai centri di ascolto».<br />

Riprendendo il discorso sui centri di<br />

ascolto Mons. Orlandoni esorta a farne<br />

«un luogo di catechesi permanente per<br />

gli adulti. Se è vero — scrive —, come è<br />

vero che ai centri di ascolto partecipano<br />

quasi sempre persone che già hanno<br />

una vita sacramentale, è altrettanto vero<br />

che queste persone non sono formate in<br />

modo adeguato. I centri di ascolto permettono<br />

di far questo e di far maturare<br />

nei fedeli uno spirito sempre più missionario.<br />

«Un altro coefficiente è la visita alle<br />

famiglie da parte dei laici: è un modo<br />

per continuare a costruire legami per<br />

rendere la comunità cristiana più vicina<br />

alla gente e più visibile nel volto dell'altro.<br />

È un percorso lento ma che avrà un<br />

senso solo all'interno di un'idea, di un<br />

progetto più ampio. Sarà compito di<br />

ogni parrocchia elaborare un itinerario<br />

di fede, includendo la visita alle famiglie<br />

e i centri di ascolto del Vangelo».<br />

La Diocesi di Senigallia fa sue le due<br />

priorità indicate dalla Cei per il prossimo<br />

decennio: giovani e famiglia. Gli organismi<br />

diocesani che lavorano in questi<br />

due ambiti «sono chiamati a incrementare<br />

i loro sforzi per essere sempre più<br />

di sostegno alla vita delle comunità parrocchiali.<br />

È necessario peraltro che ci<br />

sia una sempre più stretta collaborazione<br />

tra la pastorale dei giovani, della famiglia<br />

e della carità».<br />

Il futuro religioso dei giovani dipende<br />

molto dalle parrocchie, è pertanto necessario<br />

che esse «si aprano interiormente<br />

e materialmente» a loro e che<br />

nelle parrocchie «nascano veri e propri<br />

laboratori di fede, luoghi dove sia possibile<br />

fare esperienze vive di fede».<br />

Per le famiglie Mons. Orlandoni sollecita<br />

che «nasca e cresca il ministero di<br />

coppie che accompagnano altre coppie.<br />

Sembra necessario promuovere e valorizzare<br />

il ministero coniugale, perché le<br />

famiglie divengano scuole di preghiera e<br />

luoghi di evangelizzazione, soprattutto<br />

nella trasmissione della fede ai figli». Riconosciuta<br />

la validità del principio che<br />

la pastorale della famiglia è compito<br />

proprio delle famiglie, queste sono chiamate<br />

a farsi carico della pastorale dei fidanzati<br />

e dei nuclei familiari in difficoltà,<br />

delle unioni irregolari, dei separati e<br />

divorziati, dei minori in situazione di disagio<br />

e di emarginazione. La Diocesi ha<br />

realizzato la casa famiglia al cui sostegno<br />

tutti devono contribuire. Il Vescovo<br />

raccomanda inoltre un appropriato sostegno<br />

all'Azione Cattolica, ai gruppi e<br />

ai movimenti ecclesiali. Queste realtà<br />

però devono muoversi nella Chiesa e in<br />

comunione con i loro pastori.<br />

Infine, il Vescovo esorta «a rinnovare<br />

le strutture di partecipazione e concretamente<br />

i consigli pastorali, incominciando<br />

da quello diocesano. La partecipazione<br />

dei laici alle responsabilità della comunità<br />

ecclesiale rientra nel mandato di<br />

evangelizzazione e di edificazione della<br />

Chiesa. Tanto maggiore saranno gli spazi<br />

che si apriranno al laicato nella Chiesa<br />

quanto più profondamente essa riscoprirà<br />

la sua vocazione missionaria. La<br />

partecipazione dei laici a tutte le forme<br />

della vita della comunità ecclesiale diventa<br />

— conclude Mons. Orlandoni —<br />

la condizione necessaria perché la Chiesa<br />

sia pienamente se stessa».<br />

MONSIGNOR SILVIO PADOIN, VESCOVO DI POZZUOLI<br />

Rinvigorire la speranza per combattere ciò che degrada l'uomo<br />

L'Avvento è il proemio del Natale. Liturgicamente<br />

un itinerario che sollecita<br />

a riflettere sulle promesse messianiche.<br />

Per i cristiani è un periodo intermedio<br />

tra il «vissuto» nella fede e l'attesa della<br />

parusia, del secondo avvento di Cristo.<br />

È in questa luce di purificazione, di preparazione,<br />

di evangelizzazione, di opere<br />

in spirito evangelico che Mons. Silvio<br />

Padoin invita la sua diocesi di Pozzuoli a<br />

viverlo e a testimoniarlo, rinvigorendo la<br />

speranza contro le aberrazioni e le deviazioni<br />

che degradano l'uomo.<br />

«Con perseveranza e pazienza, — scrive<br />

il Vescovo — noi Chiesa di Pozzuoli<br />

vogliamo vivere questo tempo d'Avvento<br />

dilaniato da venti di guerra, che paiono<br />

cancellare ogni speranza e allontanare<br />

sempre più il regno profetizzato da<br />

Isaia.<br />

«Se il Natale non rievoca soltanto un<br />

evento passato, memoria storica della<br />

salvezza, ma è il momento in cui l'umanità<br />

tutta vive una speciale presenza del<br />

Signore, allora la Chiesa ha il compito<br />

di ricondurre le attese del mondo all'attesa<br />

del Cristo, poiché solo “nel mistero<br />

del Verbo incarnato trova luce il mistero<br />

dell'uomo” (cfr GS 22).<br />

«Tutte le attese dell'uomo, infatti, trovano<br />

il loro fondamento nell'attesa del<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 15 Dicembre 2001<br />

Le Lettere pastorali<br />

dei Vescovi italiani<br />

Signore che viene e la Chiesa, come un<br />

tempo Israele, deve essere interprete di<br />

questo desiderio, inconsapevole o meno<br />

di ogni uomo, per condurlo all'incontro<br />

interiore che prepara l'incontro definitivo.<br />

Come Israele attendeva il Messia<br />

perché assetato di libertà, di giustizia, di<br />

pace, così il mondo intero attende perché<br />

ha bisogno di Cristo, di una speranza<br />

che sia certezza.<br />

«Per questo la Chiesa di Pozzuoli ripete<br />

ancora al suo popolo: “Svegliatevi dal<br />

sonno e date ragione della speranza che<br />

è in voi”. Siate testimoni di pace e attendete<br />

il Signore che viene con vigilanza<br />

operosa, con le lampade accese; indossate<br />

le armi della luce, le uniche capaci<br />

di sconfiggere il terrorismo esplosivo e<br />

quello nascosto che colpisce interi popoli,<br />

i poveri e i deboli della terra.<br />

«Non si può essere testimoni della<br />

speranza cristiana, se non ci si comporta<br />

come in pieno giorno, lottando per la<br />

giustizia e la comunione tra gli uomini.<br />

Perché non può esservi pace là dove<br />

l'ingiustizia divide i popoli e li rende nemici.<br />

«Mai come quest'anno non potremmo<br />

vivere pienamente il tempo d'Avvento,<br />

se non avessimo la forza di andare incontro<br />

a Cristo con la pace nel cuore, se<br />

non avessimo il coraggio di perseverare<br />

nel suo insegnamento: “Amate i vostri<br />

nemici” (Mt 5, 44). Il Signore, infatti, è<br />

venuto nel mondo e vi ritorna in questo<br />

tempo di particolare grazia, affinché tutti<br />

gli uomini siano salvati e arrivino alla<br />

conoscenzadellaVerità (cfr1Tm2,1-7).<br />

«Ma ogni volta che un uomo, un popolo<br />

o i potenti della Terra credono di<br />

potersi salvare da soli, non si salva nessuno,<br />

perché il Signore verrà quando saremo<br />

un solo ovile e un solo pastore.<br />

Ogni volta che l'uomo crede di potercela<br />

fare con le proprie forze, voltando le<br />

spalle a chi ha bisogno di aiuto, ogni<br />

volta che l'uomo ha creduto di essere<br />

invulnerabile, la sua forza e la sua potenza<br />

sono divenute la sua debolezza.<br />

«Eppure — rileva il Vescovo — siamo<br />

ad un passo dalla luce, quella luce, che<br />

forse in quest'ora di dolore acceca e<br />

rende incapaci di riprendere il cammino.<br />

Ma noi, rivestiti della speranza cristiana,<br />

noi che prepariamo i sentieri al<br />

Signore che viene, consapevoli del momento,<br />

non resteremo ciechi. Invocheremo<br />

la pace, con suppliche e preghiere,<br />

affinché crolli per sempre un mondo<br />

costruito sulla contrapposizione economica,<br />

ideologica, religiosa.<br />

«Con le mani tese verso il cielo la<br />

Chiesa di Pozzuoli riprende il suo cammino,<br />

e in cammino coraggioso verso il<br />

Sinodo, avrà una sola parola sulle labbra<br />

e nel cuore: “Shalom”.<br />

«Saremo testimoni di speranza e di<br />

pace, immagine dell'ovile e, promotori<br />

della comunione ecclesiale, riscopriremo<br />

il mandato proprio della Chiesa: unire<br />

più che dividere, perdonare più che giudicare.<br />

Misericordiosi con noi stessi e<br />

con gli altri, uniti nell'amore di Cristo,<br />

saliremo verso il monte, fieri del cammino<br />

che abbiamo fatto insieme e consapevoli<br />

di quanto ancora è necessario fare<br />

per dare da mangiare agli affamati,<br />

da bere agli assetati, per vestire gli ignudi,<br />

per soccorrere gli ammalati, per consolare<br />

gli afflitti, per donare la pace a<br />

chi è confuso, la speranza a chi è disperato».<br />

«In attesa del Signore che viene, —<br />

assicura Mons. Padoin — il vostro Vescovo,<br />

come l'angelo della Chiesa di<br />

Pozzuoli, con la sua debolezza e la sua<br />

forza, vi ripete: “Svegliatevi dal sonno!”<br />

Ma con gratitudine e tenerezza vi esorta<br />

a riprendere il cammino per raddrizzare<br />

i sentieri e spianare ogni valle in questa<br />

nostra amata terra, abitata da gente<br />

semplice e generosa, ma segnata ancora<br />

da tante inquietudini.<br />

«A metà strada tra la Visita Pastorale<br />

e il Sinodo che ci aspetta, l'ultimo Convegno<br />

diocesano ha rivelato le ombre<br />

che ancora offuscano la nostra comunità,<br />

ma ha anche messo in luce le opere,<br />

la fatica, la perseveranza, la pazienza,<br />

l'amore che hanno fatto brillare le tante<br />

attività che rendono viva la nostra Chiesa<br />

e colmano di gioia il mio cuore di padre.<br />

«Dalla elaborazione delle Linee Pastorali,<br />

che ha coinvolto nella preparazione<br />

tutto il clero di Pozzuoli, determinando<br />

una svolta nell'organizzazione pastorale,<br />

al lungo cammino di umile verifica e di<br />

riflessione evangelica, si è davvero lavorato<br />

tanto. Ma affinché le nostre parrocchie<br />

siano sempre più comunità di fede,<br />

di speranza, di carità, e meno che mai<br />

vuote istituzioni giuridiche, è necessario<br />

ancora una volta svegliarsi dal sonno e<br />

consapevoli del momento andare incontro<br />

a Cristo con rinnovato amore».<br />

Mons. Padoin fa, infine, appello alla<br />

collaborazione di tutte le componenti<br />

per edificare una comunità viva, dinamica<br />

e per implorare la pace.<br />

Pagina a cura di<br />

GINO CONCETTI


.<br />

PAGINA<br />

5 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 15 Dicembre 2001<br />

Giornata di digiuno<br />

per la pace nel mondo<br />

La meditazione del Predicatore della Casa Pontificia, P. Raniero Cantalamessa, durante il momento di preghiera alla presenza del Santo Padre nella Cappella «Redemptoris Mater»<br />

«Ritornate a me con digiuni, pianti e lamenti»<br />

Nella mattina di venerdì 14 dicembre,<br />

Giornata di digiuno per la pace nel<br />

mondo, in occasione della seconda Predica<br />

di Avvento, si è svolto nella Cappella<br />

«Redemptoris Mater» un momento di<br />

preghiera alla presenza del Santo Padre.<br />

Pubblichiamo qui di seguito la meditazione<br />

svolta dal Predicatore della Casa<br />

Pontificia, Padre Raniero Cantalamessa,<br />

O.F.M. Cap.:<br />

1. Il digiuno come evento<br />

Il vangelo riferisce il seguente episodio:<br />

«I discepoli di Giovanni e i farisei<br />

stavano facendo un digiuno. Si recarono<br />

allora da Gesù e gli dissero: Perché<br />

i discepoli di Giovanni e i discepoli dei<br />

farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli<br />

non digiunano? Gesù disse loro:<br />

Possono forse digiunare gli invitati a<br />

nozze quando lo sposo è con loro? Finché<br />

hanno lo sposo con loro, non possono<br />

digiunare. Ma verranno i giorni in<br />

cui sarà loro tolto lo sposo e allora digiuneranno»<br />

(Mc 2, 18-22).<br />

La domanda del Vangelo potrebbe risuonare,<br />

ai nostri giorni, in altra forma:<br />

«Perché i discepoli di Budda e di<br />

Maometto digiunano e i tuoi discepoli<br />

non digiunano?». E noi non potremmo<br />

trincerarci più dietro la risposta che dà<br />

Gesù nel Vangelo, perché lo Sposo è<br />

stato ormai «tolto da noi» (anche se, in<br />

altro senso, sappiamo che è sempre<br />

presente in mezzo ai suoi) (1). La presente<br />

giornata di digiuno ci può aiutare<br />

a riscoprire l’anima di questa pratica e<br />

a rimetterla in onore nell’autentico spirito<br />

della Bibbia, senza bisogno di mutuare<br />

modelli estranei al cristianesimo<br />

e senza dimenticare che, tra i cristiani,<br />

ci sono tanti che anche oggi praticano<br />

il digiuno, «in segreto», come raccomandava<br />

Gesù.<br />

Nella Bibbia troviamo due specie di<br />

digiuno: un digiuno ascetico e un digiuno<br />

profetico, il digiuno come rito e<br />

il digiuno come evento. Il digiuno rituale<br />

è quello prescritto dalla legge o<br />

osservato, per tradizione, in tempi e<br />

modalità stabilite e uguali per tutti. Il<br />

digiuno profetico è quello indetto una<br />

tantum, come risposta a un preciso invito<br />

di Dio attraverso i profeti, in occasioni<br />

di particolare gravità e necessità.<br />

La Scrittura è molto parca circa il<br />

digiuno rituale. L’unico digiuno prescritto<br />

come obbligatorio dalla Legge<br />

mosaica era il digiuno del giorno della<br />

Grande espiazione, lo Yom Kippur (Lev<br />

16, 29). La tradizione posteriore aveva<br />

aggiunto alcuni digiuni supplementari<br />

in ricordo di eventi luttuosi della storia<br />

del popolo d’Israele (cfr Zc 7, 3-5; 8,<br />

19). Al tempo di Cristo si digiunava regolarmente<br />

due volte la settimana, il<br />

lunedì e il giovedì, ed è proprio in occasione<br />

di uno di questi digiuni supplementari<br />

che avviene l’incidente ricordato<br />

sopra.<br />

Maggior rilievo occupa invece nella<br />

Bibbia il digiuno profetico o come<br />

evento. Mosè digiuna quaranta giorni e<br />

quaranta notti prima di ricevere le tavole<br />

della legge (Es 34, 28), Elia prima<br />

dell’incontro con Dio sull’Oreb (1 Re<br />

19, 8), Gesù prima di iniziare il suo ministero.<br />

Il re di Ninive indice uno di<br />

questi digiuni in risposta alla predicazione<br />

di Giona (Giona 3, 7 ss.).<br />

Ma il caso più tipico di questo digiuno<br />

è quello che si legge in Gioele e che<br />

la Chiesa ci fa riascoltare ogni anno,<br />

all’inizio della Quaresima:<br />

«Suonate la tromba in Sion,<br />

proclamate un digiuno,<br />

convocate un’adunanza solenne.<br />

Radunate il popolo,<br />

indite un’assemblea,<br />

chiamate i vecchi,<br />

riunite i fanciulli, i bambini lattanti;<br />

esca lo sposo dalla sua camera<br />

e la sposa dal suo talamo<br />

(Gl 2, 15-16).<br />

Il gesto del Papa di indire questa<br />

giornata di digiuno per tutta la cattolicità<br />

fa rivivere questa prassi profetica.<br />

2. Tempo di ritorno<br />

Dobbiamo allora cercare di scoprire<br />

qual è l’anima di questo digiuno-evento.<br />

Essa è espressa nelle parole che introducono<br />

l’oracolo di Gioele:<br />

«Or dunque — parola del Signore —<br />

ritornate a me con tutto il cuore,<br />

con digiuni, con pianti e lamenti.<br />

Laceratevi il cuore e non le vesti,<br />

ritornate al Signore vostro Dio,<br />

perché egli è misericordioso<br />

e benigno,<br />

tardo all’ira e ricco di benevolenza<br />

e si impietosisce<br />

riguardo alla sventura» (Gl 2, 12-14).<br />

Il senso fondamentale di questo tipo<br />

di digiuno è dunque di essere espressione<br />

comunitaria della volontà di conversione.<br />

Anche dei non credenti hanno<br />

aderito all’appello del Papa e digiuneranno<br />

in questo giorno. Ne sposano le<br />

ragioni umanitarie, e questo è già qualcosa<br />

di buono; è la risposta a quell’appello<br />

che la Chiesa estende, sempre più<br />

spesso, oltre i suoi confini, agli «uomini<br />

di buona volontà». Ma non basterebbe<br />

per noi credenti, anzi sarebbe sprecare<br />

del tutto l’occasione.<br />

Come al tempo di Gioele o di Giona,<br />

quella di oggi è una chiamata al ravvedimento,<br />

alla resipiscenza, a un «ritorno»<br />

collettivo a Dio. È, del resto, il senso<br />

fondamentale della parola conversio-<br />

ne (shub), che in ebraico vuol dire proprio<br />

tornare sui propri passi, rientrare<br />

nell’alleanza violata con il peccato. In<br />

Geremia leggiamo una specie di piccolo<br />

poema sulla conversione come ritorno,<br />

ricco di immagini tratte dalla natura:<br />

«Così dice il Signore:<br />

Forse chi cade non si rialza<br />

e chi perde la strada<br />

non torna indietro?<br />

Perché allora questo popolo<br />

si ribella con continua ribellione?<br />

Persistono nella malafede,<br />

rifiutano di convertirsi...<br />

Nessuno si pente della sua malizia,<br />

dicendo: Che ho fatto?<br />

Ognuno segue senza voltarsi<br />

la sua corsa<br />

come un cavallo<br />

che si lanci nella battaglia.<br />

Anche la cicogna nel cielo<br />

conosce i suoi tempi;<br />

la tortora, la rondinella e la gru<br />

osservano la data del loro ritorno;<br />

il mio popolo, invece, non conosce<br />

il comando del Signore» (Ger 8, 4-7).<br />

Se il peccato, nella sua più intima<br />

essenza, è una «aversio a Deo», un «voltare<br />

le spalle a Dio» (Ger 2, 27), per volgersi<br />

verso le creature o ripiegarsi su se<br />

stessi, il cammino inverso dovrà per<br />

forza configurarsi come un ritorno.<br />

Ma cosa può significare questa parola,<br />

rivolta a una società come la nostra,<br />

che appena sente parlare di «ritor-<br />

no» pensa subito che la si voglia far<br />

tornare indietro dalle<br />

sue conquiste, toglierle<br />

libertà e riportarla al<br />

medio evo? La nostra<br />

società ha liquidato la<br />

religione come un fenomeno<br />

del passato, sostituito<br />

oggi dalla tecnica.<br />

In un fascicolo della rivista<br />

MicroMega, uscito<br />

nell’anno giubilare e dedicato<br />

al problema di<br />

Dio, un noto intellettuale<br />

scriveva: «La religione<br />

morirà. Non è un auspicio,<br />

né tanto meno una<br />

profezia. È già un fatto<br />

che sta attendendo il<br />

suo compimento... Passata<br />

la nostra generazione<br />

e forse quella dei nostri<br />

figli, nessuno più<br />

considererà il bisogno di<br />

dare un senso alla vita<br />

un problema davvero<br />

fondamentale... La tecnica<br />

ha portato la religione<br />

al suo crepuscolo»<br />

(2).<br />

Ma ecco che bruscamente<br />

si è costretti a<br />

prendere atto che la religione<br />

non è finita affatto,<br />

che è ancora una<br />

forza primaria; che, co-<br />

me l’energia nucleare, può essere o<br />

sommamente benefica o sommamente<br />

distruttiva. («Corruptio optimi pessima»,<br />

dicevano gli antichi: la cosa migliore,<br />

se si corrompe, diventa la peggiore). Si<br />

era ritenuta la religione una «sovrastruttura»<br />

del fattore economico ed ecco<br />

che si rivela invece qualcosa di irriducibile<br />

ad esso, un fattore di coesione,<br />

nel bene e nel male, più forte della<br />

stessa idea di classe.<br />

Sul mensile «Jesus» del mese scorso<br />

lo scrittore cattolico Ferruccio Parazzoli<br />

notava che, davanti a questi fatti, l’uomo<br />

occidentale si è precipitato in libreria<br />

in cerca di libri — Corano o altro<br />

— che l’aiutassero a capire chi erano<br />

gli uomini che, tragicamente o pacificamente,<br />

scopriva improvvisamente di<br />

avere di fronte: come è fatta la loro<br />

anima, in che cosa credono. Per fare<br />

questo, però, si è reso conto che era altrettanto<br />

necessario conoscere la propria<br />

anima, in che cosa crediamo noi.<br />

E qui la sorpresa: non abbiamo più<br />

un’anima; l’occidente opulento ha perso<br />

la sua anima cristiana, crede di poterne<br />

fare a meno. A parlare di anima<br />

in un mondo tecnologico si avrebbe lo<br />

stesso successo che ebbe Paolo quando<br />

parlò della risurrezione ai dotti ateniesi.<br />

Scopriamo la nostra civiltà come<br />

una civiltà idolatra (3).<br />

Se è così, l’appello al ravvedimento<br />

da far giungere al nostro mondo — certo,<br />

con rispetto e amore — è lo stesso<br />

che Elia rivolse al popolo d’Israele, dopo<br />

che questo aveva abbandonato la religione<br />

dei padri per darsi agli idoli:<br />

«Fino a quando zoppicherete con i<br />

due piedi?<br />

Se il Signore è Dio, seguitelo!<br />

Se invece lo è Baal, seguite lui!» (1<br />

Re 18, 21).<br />

Nella versione di Gesù: «Non potete<br />

servire a due padroni» (cfr Mt 6, 24).<br />

Oggi gli idoli non hanno più nomi propri,<br />

Baal Astarte, hanno nomi comuni:<br />

denaro, lusso, sesso, ma la sostanza<br />

non è cambiata. L’appello al ritorno a<br />

Dio deve prendere, nei paesi cristiani,<br />

tutt’altra direzione che quella della<br />

«guerra santa»: deve essere una guerra<br />

ad intra, non ad extra; un entrare in<br />

lotta con se stessi, una conversione,<br />

non un’aggressione. Questa è l’unica<br />

idea di guerra santa, compatibile con<br />

lo spirito del vangelo.<br />

Nell’invitare i nostri contemporanei<br />

a tornare a Dio, dobbiamo far leva su<br />

una convinzione comune anche a molti<br />

di loro. La strada che si è imboccata<br />

(Gioele 2, 12)<br />

non porta da nessuna parte; non porta<br />

alla vita, ma alla morte. Una parola di<br />

Dio in Ezechiele sembra scritta per tutti<br />

coloro che da versanti opposti — dal<br />

nichilismo occidentale o dal terrorismo<br />

suicida — flirtano con la morte e il<br />

nulla: «Perché volete morire, o Israeliti?»<br />

(Ez 18, 31). Perché questa voluptas<br />

moriendi, questo «istinto di morte» come<br />

lo chiama il Papa nel messaggio per<br />

la prossima giornata della pace? (4)<br />

Ma noi non siamo qui, in questo momento,<br />

per occuparci degli altri, della<br />

società intorno a noi, ma di noi. L’oracolo<br />

di Gioele chiama in causa direttamente<br />

i pastori e le guide del popolo;<br />

dice:<br />

Tra il vestibolo e l’altare piangano<br />

i sacerdoti,<br />

ministri del Signore, e dicano:<br />

Perdona, Signore, al tuo popolo<br />

e non esporre la tua eredità<br />

al vituperio<br />

e alla derisione delle genti.<br />

Perché si dovrebbe dire fra i popoli:<br />

Dov’è il loro Dio?» (Gl 2, 17).<br />

Due cose vengono richieste ai sacerdoti:<br />

conversione e intercessione. Insieme<br />

con gli altri essi sono chiamati alla<br />

conversione, a favore degli altri alla intercessione.<br />

Accogliamo l’invito come<br />

fosse rivolto direttamente a noi, in que-<br />

sto preciso momento della storia, e meditiamo<br />

un po’ sulle due cose: primo<br />

sulla nostra conversione e poi sul nostro<br />

dovere di intercessione.<br />

Il ritorno a Dio e la conversione, come<br />

il giudizio, «incipit a domo Dei», deve<br />

cominciare dalla casa di Dio (cfr 1<br />

Pt 4, 17). Non ci sarà un moto di ravvedimento<br />

e di risveglio della fede se non<br />

comincia da noi, se non siamo i primi<br />

a metterci in cammino.<br />

Ma cosa significa l’appello al ritorno<br />

rivolto a noi? Ritorno da dove? Ravvedimento<br />

da che cosa? Per scoprirlo basta<br />

che ci poniamo qualche domanda a<br />

modo di esame di coscienza: Che cosa<br />

rappresenta, in realtà (non solo a parole),<br />

Dio nella mia vita? Occupa egli<br />

davvero il primo posto nei miei pensieri,<br />

desideri, discorsi? Sappiamo quanto<br />

sia facile costruirsi degli idoli anche<br />

nel servizio di Dio e della Chiesa: lavoro,<br />

carriera, prestigio, riposo... Non<br />

oserei formulare qui, a voce alta, queste<br />

domande, se non le avessi sentite<br />

prima rivolte a me, in altra forma, nei<br />

miei esami di coscienza: «Gesù poteva<br />

dire: “Io non cerco la mia gloria” (Gv 8,<br />

50): tu puoi dire lo stesso? Gesù diceva:<br />

“Lo zelo per la tua casa mi divora” (Gv<br />

2, 17): tu puoi dire lo stesso?».<br />

3. Frutti<br />

degni di conversione<br />

Riconoscere di aver bisogno di conversione<br />

è già una grazia straordinaria,<br />

è il passo decisivo. Ma non basta. Deve<br />

seguire qualche gesto concreto che segni<br />

il passaggio dalla velleità al volere.<br />

Nel vangelo di domenica scorsa abbiamo<br />

ascoltato Giovanni Battista che diceva<br />

ai farisei e ai sadducei: «Fate frutti<br />

degni di conversione» (Mt 3, 8).<br />

Un «frutto di conversione» ci viene<br />

proposto in particolare nella giornata<br />

di oggi: il digiuno. Nelle «indicazioni liturgico-pastorali»<br />

emanate per la circostanza,<br />

vengono proposte tre forme che<br />

può prendere il digiuno in questo giorno:<br />

«quella di un solo pasto, quella “a<br />

pane e acqua”, quella in cui si attende<br />

il tramonto del sole per assumere cibo»<br />

(5).<br />

Ma è ovvio che non tutto, nelle intenzioni<br />

del Santo Padre, deve finire<br />

con questa giornata. Il digiuno profetico,<br />

o come evento, deve servire a rilanciare<br />

il digiuno ascetico, come dimensione<br />

costante della vita cristiana, accanto<br />

alla preghiera e alla carità, e, an-<br />

zi, proprio in funzione della preghiera e<br />

della carità.<br />

È vero che il digiuno è facilmente<br />

esposto a diverse contraffazioni, ma la<br />

Bibbia offre anche la ricetta per preservarlo<br />

da esse. Il suo atteggiamento verso<br />

il digiuno è sempre di «sì, ma», di<br />

approvazione e di riserva critica. «È<br />

forse come questo il digiuno che bramo?»,<br />

dice il Signore in Isaia e continua<br />

elencando quello che deve accompagnare<br />

il digiuno per essere gradito ai<br />

suoi occhi: «Sciogliere le catene inique,<br />

togliere i legami del giogo, rimandare<br />

liberi gli oppressi...» (cfr Is 58, 5-7). Gesù<br />

critica il digiuno fatto con ostentazione<br />

(cfr Mt 6, 16-18), o per accampare<br />

meriti davanti a Dio: «Digiuno due volte<br />

la settimana» (Lc 18, 12).<br />

Noi siamo molto sensibili oggi alle<br />

ragioni del «ma», della riserva critica.<br />

Siamo convinti della priorità di «spezzare<br />

il pane con l’affamato e vestire l’ignudo».<br />

Abbiamo giustamente vergogna<br />

di chiamare, il nostro, un «digiuno»,<br />

quando quello che per noi è il colmo<br />

dell’austerità— mangiare pane e acqua<br />

— per milioni di persone sarebbe già<br />

un lusso straordinario, soprattutto se si<br />

tratta di pane fresco e acqua pulita.<br />

Quello che dobbiamo riscoprire sono<br />

invece le ragioni del «sì», della «utilità<br />

del digiuno». Sant’Agostino ha scritto<br />

un trattatello proprio con questo titolo,<br />

e in esso risponde già ad alcune delle<br />

nostre obiezioni moderne:<br />

«Il digiuno non vi sembri una cosa<br />

di poca importanza o superflua; chi lo<br />

pratica, secondo le consuetudini della<br />

Chiesa, non pensi fra sé: Che digiuni a<br />

fare? Defraudi la tua vita, ti procuri da<br />

te stesso una pena... A Dio può piacere<br />

che tu ti tormenti? Sarebbe crudele se<br />

avesse piacere delle tue pene... Ma tu<br />

rispondi così al tentatore: Mi impongo<br />

certo una privazione, ma perché egli<br />

mi perdoni, per piacere ai suoi occhi,<br />

per arrivare a dilettarmi della sua dolcezza...»<br />

(6).<br />

Il Catechismo della Chiesa Cattolica<br />

dice che il digiuno e l’astinenza «ci preparano<br />

alle feste liturgiche, contribuiscono<br />

a farci acquistare il dominio sui<br />

nostri istinti e la libertà del cuore» (7) .<br />

Un prefazio quaresimale fa di esso questo<br />

elogio: «Con il digiuno quaresimale<br />

tu vinci le nostre passioni, elevi lo spirito,<br />

infondi la forza e doni il premio».<br />

Il digiuno è soprattutto un segno di solidarietà<br />

umana e carità cristiana perché<br />

conduce l’uomo a vivere volontariamente,<br />

e quindi con un amore redentivo,<br />

ciò che milioni di uomini vivono<br />

forzatamente.<br />

Non si può ridurre tutta l’ascesi cristiana<br />

al lavoro e all’accettazione delle<br />

difficoltà inerenti alla vita. Questo è<br />

necessario, ma non è il segno efficace<br />

di un atteggiamento di povertà spirituale,<br />

del rifiuto di appoggiarsi sulle sole<br />

forze della carne, di umiltà davanti a<br />

Dio: tutte cose che sono invece bene<br />

espresse dal digiuno (8). Il digiuno è<br />

importante anche come «segno», per<br />

quello che simboleggia, non solo per<br />

quello di cui ci si priva. (Questo appare<br />

chiaro anche nel digiuno dei fratelli<br />

musulmani che oggi concludono il loro<br />

Ramadan, che è anzitutto un segno<br />

pubblico di «sottomissione» a Dio). Pensare<br />

diversamente significa cadere in<br />

un falso spiritualismo che trascura il<br />

significato del composto umano e della<br />

necessità che abbiamo di atteggiamenti<br />

corporali per suscitare e sostenere la vita<br />

profonda dello spirito (9).<br />

4. Digiuni personalizzati<br />

Ma non ci dobbiamo illudere: anche<br />

nel digiuno, non si torna indietro. Dobbiamo<br />

inventare forme di digiuno ascetico<br />

nuove, corrispondenti alla vita di<br />

oggi che è diversa da quella di venti o<br />

dieci secoli fa. Il digiuno classico, dagli<br />

alimenti, è diventato ambiguo nella nostra<br />

società. Nell’antichità non si conosceva<br />

che il digiuno religioso; oggi esiste<br />

un digiuno politico e sociale (scioperi<br />

della fame!), un digiuno igienico o<br />

ideologico (vegetariani), un digiuno patologico<br />

(anoressia), un digiuno estetico<br />

per mantenere la linea.<br />

La forma più necessaria e significativa<br />

di digiuno per noi oggi si chiama sobrietà.<br />

Privarsi volontariamente di piccole<br />

o grandi comodità, di quanto è accessorio<br />

o inutile, è comunione alla<br />

passione di Cristo; è solidarietà con la<br />

povertà di tanti.<br />

È anche contestazione di una mentalità<br />

consumistica. In un mondo, che ha<br />

fatto della comodità superflua e inutile<br />

uno dei fini della propria attività, rinunciare<br />

al superfluo, saper fare a meno<br />

di qualcosa, frenarsi dal ricorrere<br />

sempre alla soluzione più comoda, dallo<br />

scegliere la cosa più facile, l’oggetto<br />

di maggior lusso, vivere, insomma con<br />

sobrietà, è più efficace che imporsi delle<br />

penitenze artificiali. È, oltretutto,<br />

giustizia verso le generazioni che seguiranno<br />

la nostra che non devono essere<br />

ridotte a vivere delle ceneri di quello<br />

che abbiamo consumato e sprecato noi.<br />

Ha un valore ecologico, di rispetto del<br />

creato.<br />

Oggi si ama «personalizzare» tutto; le<br />

lettere che si scrivono, gli indumenti<br />

che si indossano... Bisogna personaliz-<br />

zare anche il digiuno, proporre dei di-<br />

giuni personalizzati, rispondenti<br />

cioè ai bisogni<br />

della persona che lo<br />

pratica. Un inno della<br />

liturgia delle ore in<br />

Quaresima ci offre lo<br />

spunto per farlo. Dice:<br />

Utamur ergo parcius<br />

Usiamo parcamente<br />

Verbis, cibis<br />

et potibus,<br />

di parole,<br />

cibi e bevande,<br />

Somno,<br />

iocis et arctius<br />

del sonno<br />

e dei divertimenti.<br />

Perstemus<br />

in custodia.<br />

Siamo più vigili<br />

nel custodire i sensi.<br />

Non esiste dunque solo<br />

il digiuno dai cibi e<br />

dalle bevande; esiste un<br />

digiuno dalle parole,<br />

dallo svago, dagli spettacoli,<br />

e ognuno dovrebbe<br />

scoprire qual è quello<br />

che Dio richiede in<br />

particolare da lui, in un<br />

certo momento della vita.<br />

Tra l’altro, sono i di-<br />

giuni meno esposti ad<br />

essere intaccati dalla vanità e dall’orgoglio,<br />

perché nessuno li vede se non<br />

Dio.<br />

Per qualcuno il digiuno più necessario<br />

potrebbe essere il digiuno dalle parole.<br />

Scrive l’Apostolo:<br />

«Nessuna parola cattiva esca più dalla<br />

vostra bocca; ma piuttosto, parole<br />

buone che possano servire per la necessaria<br />

edificazione, giovando a quelli<br />

che ascoltano» (Ef 4, 29).<br />

Sono parole cattive quelle che sparlano<br />

del fratello (cfr Gc 4, 11), che seminano<br />

zizzania; le parole che tendono a<br />

mettere in buona luce il nostro operato<br />

e in cattiva luce l’operato degli altri, le<br />

parole ironiche o sarcastiche. Non è<br />

difficile imparare a distinguere le parole<br />

cattive da quelle buone; basta, per<br />

così dire, seguirne, o prevederne, con la<br />

mente la traiettoria, vedere dove vanno<br />

a parare: se finiscono a nostra gloria, o<br />

a gloria di Dio e del fratello, se servono<br />

a giustificare, commiserare e far valere<br />

il mio «io», o invece quello del prossimo.<br />

Per altri, più importante di quello<br />

dalle parole, è il digiuno dai pensieri.<br />

Mi spiego con le parole con un anonimo<br />

monaco certosino dei nostri giorni:<br />

«Osserva per un solo giorno, il corso<br />

dei tuoi pensieri: ti sorprenderà la frequenza<br />

e la vivacità delle tue critiche<br />

interne con immaginari interlocutori,<br />

se non altro con quelli che ti stanno vicino.<br />

Qual è di solito la loro origine?<br />

Questo: lo scontento a causa dei superiori<br />

che non ci vogliono bene, non ci<br />

stimano, non ci capiscono; sono severi,<br />

ingiusti, troppo gretti con noi o con altri<br />

oppressi. Siamo scontenti dei nostri<br />

fratelli che giudichiamo incomprensivi,<br />

cocciuti, sbrigativi, confusionari, o ingiuriosi...<br />

Allora nel nostro spirito si crea un<br />

tribunale, nel quale siamo procuratore,<br />

presidente, giudice e giurato; raramente<br />

avvocato, se non a nostro favore. Si<br />

espongono i torti; si pesano le ragioni;<br />

ci si difende; ci si giustifica; si condanna<br />

l’assente. Forse si elaborano piani<br />

di rivincita o raggiri vendicativi... In<br />

fondo sono sussulti dell’amor proprio,<br />

giudizi affrettati o temerari, agitazione<br />

passionale che si conclude con la perdita<br />

della pace interiore» (10).<br />

Ci sono persone che passano ore ed<br />

ore a masticare certe radici che girano<br />

e rigirano nella bocca. Quando indugiamo<br />

su questi pensieri somigliano a<br />

loro, solo che quella che succhiamo è<br />

una radice velenosa... Ai pensieri di ri-<br />

sentimento suggeriti dall’amor proprio<br />

bisogna sostituire pensieri di perdono.<br />

Il perdono ha valore terapeutipo: guarisce<br />

chi lo da e chi lo riceve.<br />

Per tutti, infine, è indispensabile oggigiorno<br />

il digiuno dalle immagini. Viviamo<br />

in una cultura dell’immagine:<br />

rotocalchi, cinema, televisione, internet...<br />

Nessun cibo, dice la Scrittura,<br />

per sé è impuro; molte immagini lo sono.<br />

Sono il veicolo privilegiato dell’antivangelo:<br />

sensualità, violenza, immoralità.<br />

Sono le truppe speciali del dio<br />

Mammona. A Feuerbach è attribuito il<br />

detto: «L’uomo è ciò che mangia»; oggi<br />

si deve dire: «L’uomo è ciò che guarda».<br />

L’immagine ha un incredibile potere<br />

di plasmare e condizionare il mondo<br />

interiore di chi la riceve. Siamo abitati<br />

da quello che facciamo entrare dagli<br />

occhi.<br />

Per un sacerdote, un religioso, un<br />

annunciatore, questa è ormai una questione<br />

di vita o di morte. «Ma, Padre,<br />

mi obbiettò un giorno uno di loro: non<br />

è Dio che ha creato l’occhio per guardare<br />

tutto ciò che di bello c’è nel mondo?».<br />

«Sì, fratello, gli risposi; ma quello<br />

stesso Dio che ha creato l’occhio per<br />

guardare ha anche creato la palpebra<br />

per chiuderlo. E sapeva quello che faceva».<br />

5. Intercessione<br />

La seconda cosa che i sacerdoti devono<br />

fare, secondo l’oracolo di Gioele, —<br />

l’accenno solamente — è intercedere:<br />

«Piangano i sacerdoti, ministri del Signore,<br />

e dicano: Perdona, Signore, al<br />

tuo popolo...». Tutti ricordiamo il canto<br />

gregoriano: «Parce, Domine, parce populo<br />

tuo...». È tratto da qui; sono le parole<br />

di Gioele nella versione della Volgata.<br />

È soprattutto per questo, credo,<br />

che il Santo Padre ha indetto la presente<br />

giornata di digiuno. Nel caso di<br />

Gioele, lo scopo era chiedere la fine di<br />

calamità naturali, l’invasione delle cavallette<br />

e la carestia; nel nostro caso è<br />

chiedere che cessino le calamità indotte<br />

dall’uomo — terrorismo e guerra — e<br />

si ritrovino le vie della pace.<br />

L’intercessione, in questo caso, deve<br />

prendere la forma di un accorato «Da<br />

pacem, Domine, in diebus nostris: Concedi<br />

la pace ai nostri giorni». Venerdì<br />

scorso è stata eseguita nell’Aula Paolo<br />

VI la Missa pro pace di Wojcieck Kilar<br />

con il coro e l’orchestra della Filarmonica<br />

Nazionale di Varsavia. Il momento<br />

di più intensa commozione è stato<br />

proprio il finale «Dona nobis pacem»<br />

durato, da solo, quasi sette minuti.<br />

Che significa intercedere? Significa<br />

unirsi, nella fede, a Cristo risorto che<br />

vive in perenne stato di intercessione<br />

per il mondo (cfr Rm 8, 34; Eb 7, 25; 1<br />

Gv 2, 1); significa unirsi allo Spirito<br />

che «con gemiti inesprimibili, intercede<br />

per i credenti secondo i disegni di Dio»<br />

(cfr Rom 8, 26-27).<br />

La Scrittura mette in rilievo lo<br />

straordinario potere che ha presso Dio,<br />

per sua stessa disposizione, la preghiera<br />

di coloro che ha messo a capo del<br />

suo popolo. Dice, una volta, che Dio<br />

aveva deciso di sterminare il suo popolo<br />

a causa del vitello d’oro, «se Mosè<br />

non fosse stato sulla breccia di fronte a<br />

lui per stornare la sua collera» (cfr Sal<br />

106, 23). Nei Vespri del comune dei pastoritroviamoquesta<br />

bella invocazione:<br />

«Hai perdonato le colpe del tuo popolo<br />

per le preghiere di pastori santi che<br />

intercedevano come Mosè: per i loro<br />

meriti purifica e rinnova sempre la tua<br />

Chiesa».<br />

Non desistiamo dall’intercedere dicendo:<br />

«Tanto non cambia mai nulla,<br />

abbiamo bussato tante volte e nessuna<br />

porta si è aperta... ». Attento: forse tu<br />

hai bussato a una porta di servizio e<br />

non ti sei accorto che Dio ti ha aperto<br />

il portone principale. Ti sta dando<br />

qualcosa di più importante per l’eternità<br />

di quello che hai chiesto... Un giorno<br />

scopriremo che nessuna preghiera di<br />

intercessione, fatta con fede e umiltà,<br />

senza neppure preoccuparsi di verificare<br />

se c’è stata o meno una risposta, è<br />

andata mai a vuoto. Tanto meno quella<br />

di oggi che si eleva a Dio da tutta la<br />

Chiesa per la pace ed è sostenuta dal<br />

digiuno...<br />

——————<br />

1) Questa sarà, di fatto, la motivazione<br />

con la quale, nel secondo secolo, il<br />

digiuno farà la sua comparsa nella legislazione<br />

cristiana. Il primo digiuno canonico,<br />

dal quale si svilupperanno tutti<br />

gli altri, fu quello dei giorni che precedevano<br />

immediatamente la Pasqua, e la<br />

giustificazione che se ne diede fu precisamente<br />

«perché in quei giorni è stato<br />

tolto lo Sposo»: cfr Tertulliano, Sul digiuno<br />

2,2.<br />

2) U. Galimberti, Nessun dio ci può<br />

salvare,inMicroMega2,2000,pp. 187 s.<br />

3) F. Parazzoli, in «Jesus», Novembre<br />

2001, p. 9.<br />

4) In «L’Osservatore Romano» 12 Dicembre,<br />

Inserto p. II.<br />

5) In «L’Osservatore Romano», Venerdì<br />

7 Dicembre p. 10.<br />

6) S. Agostino, Sermo 400 De utilitate<br />

ieiunii, 3,3 (PL 40, 708).<br />

7) Nr. 2043.<br />

8) Cfr. P. Deseille, in Dict. Spir., 8,<br />

coll 1173 s.<br />

9) P.-R.Régamey,in AA.VV. Redécouverte<br />

du jeune, Parigi 1959, pp. 137 ss.<br />

10) Un Monaco, Le porte del silenzio.<br />

Direttorio spirituale,Milano1986, p. 17.


.<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 15 Dicembre 2001<br />

UDIENZA Le parole di Giovanni Paolo II agli artisti che partecipano al concerto «Natale in Vaticano»<br />

Mancano chiese e luoghi di culto,<br />

specialmente in alcuni quartieri periferici di Roma<br />

«Voi volete richiamare una necessità molto avvertita nella<br />

comunità cristiana della Città: la mancanza di chiese e di<br />

luoghi di culto, specialmente in alcuni quartieri periferici».<br />

Lo ha detto il Papa rivolgendosi, nella mattina di venerdì 14<br />

dicembre, nella Sala Clementina, gli artisti che partecipano<br />

al concerto «Natale in Vaticano». Ecco le sue parole:<br />

Gentili Signore, Illustri Signori!<br />

1.Anche quest’anno ho il piacere di ricevere la<br />

vostra gradita visita. Questo incontro cordiale mi offre<br />

l’opportunità di esprimere a ciascuno di voi il<br />

mio vivo compiacimento per la realizzazione dell’ormai<br />

tradizionale «Concerto di Natale in Vaticano». Si<br />

tratta di una significativa manifestazione artistica e<br />

musicale, diventata un appuntamento atteso e familiare,<br />

che ben si inserisce tra le diverse iniziative promosse<br />

nella nostra città di Roma in occasione del<br />

Santo Natale.<br />

Auspico pieno successo al vostro concerto natalizio<br />

e auguro che esso rechi a quanti vi assisteranno<br />

gioia, serenità e pace.<br />

2.Le Festività natalizie evocano sentimenti di solidarietà<br />

e di attenzione al prossimo e voi, molto opportunamente,<br />

nell’ideare questo incontro avete voluto<br />

assegnargli una ben precisa finalità benefica e spirituale.<br />

Voi volete, infatti, richiamare alla pubblica<br />

opinione una necessità molto avvertita nella comunità<br />

cristiana della Città: la mancanza di Chiese e di<br />

Presieduta dal Cardinale Noè nella Basilica di San Pietro<br />

Celebrazione penitenziale<br />

del personale della Città del Vaticano<br />

GIANLUCA BICCINI<br />

Una risposta corale, sentita, partecipata,<br />

all'invito di Giovanni Paolo II a celebrare<br />

una giornata di digiuno, di preghiera<br />

e di carità per la pace nel mondo<br />

e a sostegno delle necessità dei fratelli<br />

sofferenti a causa della guerra, nella<br />

mattina di venerdì 14 dicembre è venuta<br />

dal personale in servizio presso la Città<br />

del Vaticano. I dipendenti, insieme con<br />

gli assistenti spirituali dei vari settori,<br />

sono intervenuti numerosi alla Celebrazione<br />

della Parola, presieduta all'Altare<br />

della Cattedra della Basilica di San Pietro<br />

dal Cardinale Arciprete Virgilio Noè.<br />

Il canto del «Miserere» (Salmo 50) ha<br />

introdotto il rito religioso, che è proseguito<br />

con le Letture tratte dal Libro del<br />

Profeta Isaia (58, 2-10) e dalla Lettera<br />

agli Efesini (2, 13-18). Entrambe hanno<br />

preceduto un Salmo cantato (rispettivamente<br />

il 31 e l'84), e una breve riflessione<br />

del Cardinale Noè.<br />

Commentando il passo di Isaia — «...<br />

questo è il digiuno che voglio» — l'Arciprete<br />

della Basilica Vaticana ha spiegato<br />

il significato di questa pratica penitenziale<br />

e fatto esempi concreti: astinenza<br />

da cibi desiderati o costosi, atti di carità<br />

spirituale o corporale, maggiore impegno<br />

nel sopportare le difficoltà della<br />

propria vita, rinuncia ad uno spettacolo<br />

o ad un divertimento o al fumo o alle<br />

bevande. «Tutte queste mortificazioni —<br />

ha detto — non sono in sintonia con le<br />

nostre inclinazioni», ma hanno un grande<br />

valore: «ci aiutano ad avere un maggior<br />

dominio di noi stessi; ad aprirci a<br />

Dio, per ascoltare il suo desiderio e la<br />

sua volontà nei nostri riguardi; e ad essere<br />

aperti nei confronti dei nostri fratelli,<br />

soprattutto quelli che versano in condizioni<br />

di indigenza». In proposito il<br />

Cardinale celebrante ha rievocato immagini<br />

di guerra che sono attualissime, con<br />

le popolazioni, vittime innocenti, rimaste<br />

senza casa né cibo.<br />

Ecco allora che il digiuno deve essere<br />

trasformato in «carità elemosiniera».<br />

«Mentre mortifichiamo noi stessi — ha<br />

avvertito il Cardinale Noè — dobbiamo<br />

mettere da parte per gli altri. Ci sono<br />

tante persone che hanno bisogno adesso».<br />

L'esempio di questa carità umile e<br />

nascosta ci viene indicato da Gesù nel<br />

Vangelo: è la vedova che versa l'obolo<br />

al Tempio. «Occorre essere attenti — ha<br />

ammonito — a quanti hanno bisogno di<br />

un fratello che si chini sopra di essi. Sono<br />

le mani dei poveri che portano nei<br />

forzieri del Paradiso ciò che noi abbiamo<br />

dato ad essi».<br />

Nella seconda riflessione — «il Cristo<br />

è la nostra pace» — il Porporato ha ricordato<br />

che il venerdì è «il giorno più<br />

penitenziale della settimana», essendo<br />

quello della Passione della morte di Gesù.<br />

«Non mettiamo la nostra speranza<br />

nelle mani degli uomini — ha esortato<br />

— ma collochiamola in quelle del Signore».<br />

Le armi povere della preghiera, del<br />

digiuno e della carità, del resto, devono<br />

avere come obiettivo finale quello della<br />

pace tra gli uomini e tra le nazioni. Per<br />

questo il Cardinale Noè ha sottolineato<br />

l'importanza universale di tanti piccoli<br />

gesti individuali. «Dobbiamo fare qualcosa<br />

di bene personalmente — ha concluso<br />

— perché ciascuno faccia crescere<br />

il livello della bontà del mondo. Occorre<br />

raggiungere tutti coloro che hanno bisogno<br />

di sentire il caldo della carità».<br />

La celebrazione è proseguita con le<br />

preci dei fedeli e la raccolta delle offerte,<br />

che saranno consegnate direttamente<br />

nelle mani di Giovanni Paolo II. Infine<br />

la preghiera del Padre Nostro ed un'invocazione<br />

a Maria, con il ricordo dei<br />

Messaggi della Madonna di Fátima ai<br />

tre pastorelli, hanno preceduto la solenne<br />

benedizione finale, impartita dal Cardinale<br />

Noè a nome del Santo Padre.<br />

Durante la Liturgia della Parola, il<br />

Porporato è stato assistito dal Vescovo<br />

eletto Vittorio Lanzani, Delegato della<br />

Fabbrica di San Pietro. Erano presenti<br />

l'Arcivescovo Oscar Rizzato, Elemosiniere<br />

di Sua Santità; il Vescovo Gianni<br />

Danzi, Segretario Generale del Governatorato;<br />

e molti presbiteri, tra i quali: P.<br />

Giovanni Ferrotti, parroco della parrocchia<br />

della Patriarcale Basilica Vaticana;<br />

P. Gioele Schiavella, parroco della parrocchia<br />

di sant'Anna in Vaticano; Don<br />

Elio Torrigiani, Direttore Generale della<br />

Tipografia Vaticana-Editrice «L'Osservatore<br />

Romano»; Don Nicolò Suffi, Direttore<br />

della Libreria Editrice Vaticana; e<br />

Don Giorgio Bruni, Direttore del Servizio<br />

Fotografico del nostro giornale.<br />

Quando il Cardinale celebrante ha<br />

sciolto l'assemblea, mentre il coro eseguiva<br />

il canto «Vergin Santa», i fedeli<br />

sono tornati ai propri posti di lavoro.<br />

Nel cuore portavano la consolante certezza<br />

del profeta Geremia: «Benedetto<br />

l'uomo che confida nel Signore».<br />

luoghi di culto, specialmente in alcuni quartieri periferici.<br />

Con la vostra manifestazione intendete reperire<br />

fondi per finanziare concretamente progetti di Chiese<br />

e strutture d’accoglienza adeguate. Grazie anche a<br />

voi, i fedeli potranno meglio esprimere la loro fede<br />

contando su attrezzature idonee per le loro riunioni<br />

di preghiera, di catechesi e per le altre attività pastorali<br />

e sociali.<br />

3.Gentili Signore e illustri Signori! Il vostro concerto,<br />

come ogni anno, ripropone canti antichi e moderni,<br />

ispirati in gran parte alla grande solennità cristiana<br />

del Natale.<br />

Il Natale è ricordo gioioso di ciò che si compì nel<br />

corso della notte due mila anni or sono, e che continua<br />

a suscitare nei credenti commozione e stupore.<br />

Dio si è fatto bambino per essere più vicino all’uomo<br />

di ogni tempo, dimostrandogli la sua infinita tenerezza.<br />

Possa questa grande ricorrenza cristiana essere<br />

occasione propizia, perché tutti scoprano e sperimentino<br />

quanto Dio ami l’uomo, ogni uomo, tutti gli uomini!<br />

Porgo cordiali auguri agli organizzatori e ai promotori,<br />

agli artisti e ai graditi ospiti, come pure a<br />

quanti, attraverso la televisione, assisteranno a questo<br />

concerto natalizio.<br />

Avvaloro questi voti con una speciale Benedizione<br />

Apostolica, che volentieri estendo alla vostre famiglie<br />

e a quanti vi sono cari.<br />

«Le Festività natalizie evocano sentimenti di solidarietà<br />

e di attenzione al prossimo e voi, molto opportunamente,<br />

nell’ideare questo incontro avete voluto assegnargli<br />

una ben precisa finalità benefica e spirituale...<br />

Con la vostra manifestazione intendete reperire fondi<br />

per finanziare concretamente progetti di Chiese e strutture d’accoglienza adeguate.<br />

Grazie anche a voi, i fedeli potranno meglio esprimere<br />

la loro fede contando su attrezzature idonee<br />

per le loro riunioni di preghiera, di catechesi e per le altre attività pastorali e sociali»<br />

LetteraPastoraledell'Arcivescovo-PrelatodiPompei,Mons.DomenicoSorrentino<br />

Il«carismadellarisurrezione»orientiilcammino<br />

diconversionedellacomunitàcristiana<br />

Nel suo contesto geografico-storico-archeologico<br />

la comunità ecclesiale di<br />

Pompei ha un carisma specifico che,<br />

forse, in passato non è stato sufficientemente<br />

sottolineato. Il nuovo Arcivescovo<br />

Domenico Sorrentino, ne ha fatto il motivo<br />

di fondo della lettera pastorale. È il<br />

carisma della risurrezione. La fede assicura<br />

che tutti risorgeremo in Cristo,<br />

per la sua potenza. Lo scenario di Pompei,<br />

in questo senso, è sì un simbolo di<br />

morte, ma anche di attesa della resurrezione.<br />

«Resurrexit» è l'annuncio — scrive<br />

Mons. Sorrentino — riferito a Cristo, il<br />

figlio di Maria di Nazareth. Per noi credenti<br />

è certo, questo dato. Egli, superando<br />

la barriera del sepolcro, aveva<br />

gettato un seme di risurrezione per tutti<br />

gli uomini e per tutte le donne. Anche<br />

per i morti di Pompei!».<br />

Agli inizi del terzo millennio il cristianesimo<br />

scommette ancora su questo annuncio.<br />

«La Chiesa di Pompei, stimolata<br />

proprio dal suo scenario archeologico, si<br />

sente chiamata ad insistere sul tema della<br />

risurrezione». Mons. Sorrentino constata<br />

una specie d'incomunicabilità tra<br />

le due realtà di Pompei: quella archeologica<br />

e quella religiosa mariana. «Il più<br />

delle volte — osserva — turisti, da una<br />

parte, e pellegrini, dall'altra, nemmeno<br />

se ne accorgono. Ma quel dialogo c'è e<br />

verte su problemi dell'esistenza».<br />

La comunità ecclesiale di Pompei ha<br />

celebrato in settembre un convegno il<br />

cui punto di partenza fu appunto «Re-<br />

surrexit». Scopo fu di «rileggere il nostro<br />

carisma per orientare il cammino<br />

pastorale». Traendo conclusioni operative<br />

da quel convegno l'Arcivescovo indica<br />

sette vie ideali da tradurre nella dinamica<br />

di evangelizzazione con iniziative<br />

particolari.<br />

La prima è la via della risurrezione.<br />

«Se è vero — scrive Mons. Sorrentino<br />

— che qui a Pompei ha particolarmente<br />

significato l'annuncio cristiano della risurrezione,<br />

è doveroso che questo annuncio<br />

sia visibilizzato in un istituto<br />

che, denominato “Resurrexit” faccia da<br />

ponte tra l'antica e la nuova Pompei».<br />

L'Arcivescovo si augura che per la<br />

realizzazione di questo obiettivo «si possa<br />

contare sull'interesse culturale convergente<br />

anche della Pompei archeologica.<br />

Ne potrebbe nascere un'istituzione<br />

che, da un lato, rappresenti un'espansione<br />

della realtà museuale antica, dall'altro,<br />

offra uno spazio di dialogo culturale,<br />

che metta sotto gli occhi dei visitatori<br />

dell'antica Pompei anche espressioni<br />

di quella storia successiva che fino ai<br />

nostri giorni ha segnato Pompei, nel<br />

lungo percorso di cristianizzazione della<br />

cultura e civiltà romana». Un istituto di<br />

questo tipo, nel segno di un rispettoso<br />

dialogo culturale tra credenti e non credenti<br />

sarebbe nelle istanze del Vaticano<br />

II e sulle orme di Bartolo Longo.<br />

La seconda via è quella della conversione.<br />

L'annuncio e l'evangelizzazione<br />

tendono a far esplodere tutta la potenza<br />

della risurrezione di Cristo in ogni esse-<br />

re umano e in ogni ambito. «Il cristiano<br />

— afferma Mons. Sorrentino — non solo<br />

incontra il Risorto, ma diventa un Risorto.<br />

Si muore al peccato; si risorge<br />

con Cristo a via nuova. È un'esperienza<br />

di risurrezione quella che sta alla base<br />

della nuova Pompei. Essa è nata da un<br />

seme gettato nell'animo di Bartolo Longo<br />

in Contrada Arpaia nel lontano 1876.<br />

Egli era già convertito. Ma per il cristiano<br />

la conversione è permanente. Nella<br />

vita dei santi appare spesso che il punto<br />

decisivo, la svolta avviene in quella che<br />

si suol chiamare “seconda conversione”,<br />

quando si prende veramente sul serio il<br />

Vangelo. E il momento della radicalità,<br />

del cambiamento totale di vita».<br />

Il santuario di Pompei è sorto come<br />

luogo privilegiato di conversione e di riconciliazione.<br />

Per questo il ministero<br />

delle confessioni «dev'essere in esso<br />

sempre meglio sviluppato. Grande dev'essere<br />

la dolcezza, la paternità, l'accoglienza,<br />

il tratto pedagogico dei confessori<br />

pompeiani. Ma altrettanto coraggiosa<br />

dev'essere la proposta di una vita cristiana<br />

piena, all'insegna del Vangelo, in<br />

direzione della santità». Per questo motivo<br />

diventare sacerdote a Pompei «significa<br />

soprattutto diventare confessore».<br />

La terza via è quella della missione.<br />

L'impegno concreto e prioritario di Bartolo<br />

Longo fu la propagazione del rosario.<br />

Dal suo spirito missionario è nata la<br />

nuova Pompei, che deve conservare forte<br />

l'impegno missionario. La Chiesa di<br />

Pompei svolge questo compito «acco-<br />

MONSIGNORGENNAROPASCARELLA,VESCOVODIARIANOIRPINO-LACEDONIA<br />

Riscoprireeviverelavocazioneallasantità<br />

In questi giorni viene distribuito nelle<br />

parrocchie della diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia<br />

un libro, piccolo nel formato<br />

13x20, di complessive pagine 114,<br />

in bella veste tipografica, edito dalle<br />

Grafiche Lucarelli, in Ariano Irpino.<br />

Sul frontespizio fa bella mostra di sé<br />

il famoso Trittico del sec. XIV, che si<br />

custodisce nella concattedrale di Lacedonia,<br />

opera di pregevole fattura attribuita<br />

ad Andrea Sabatini di Salerno. Al<br />

centro è la Madonna con il Bambino<br />

(olio su legno); a destra, S. Pietro e S.<br />

Giovanni Battista (olio su tela); a sinistra,<br />

S. Michele e S. Nicola (olio su tela).<br />

Il Trittico si deve a re Ferdinando<br />

d’Aragona per lo scampato pericolo in<br />

occasione della Congiura dei baroni.<br />

Autore del libro è S.E. Mons. Gennaro<br />

Pascarella, Vescovo di Ariano Irpino-<br />

Lacedonia.<br />

È la Lettera pastorale, che egli ha diretto<br />

a tutti i fedeli della diocesi per<br />

l’Avvento di questo primo anno del terzo<br />

millennio. Il titolo ne sintetizza l’argomento:<br />

«Santi insieme» — Linee pastorali<br />

2001—2002.<br />

Il contenuto, sostanzioso e meditato,<br />

si articola sui temi di attualità nel campo<br />

della fede, della morale, nei quali la<br />

Chiesa vive la propria vita interiore ed<br />

esercita il suo influsso esterno nel mondo<br />

nel quale si trova ad operare.<br />

È una vera sintesi di sana dottrina, di<br />

salutari indirizzi e linee direttive, quasi<br />

una guida culturale e pastorale per la<br />

Chiesa locale. Richiama molti punti essenziali,<br />

che a volte sono dimenticati o<br />

non considerati sufficientemente, riproponendoli<br />

con applicazione pratica basata<br />

sui testi della Sacra Scrittura e dei<br />

Padri della Chiesa; sui documenti del<br />

Concilio Vaticano II e sul Magistero di<br />

Giovanni Paolo II.<br />

I ventiquattro capitoli sono tante finestre,<br />

che lasciano intravedere vasti orizzonti:<br />

vita di fede — prendere il largo<br />

verso i mari aperti della storia — il coraggio<br />

dell’amore — il coraggio della<br />

pace — operatori di pace, di dialogo, di<br />

testimonianza.<br />

Costituiscono il nucleo fondamentale i<br />

capitoli sulla comunione e la santità:<br />

che cos’è la santità — quale via per la<br />

santità — primato della carità e dell’unità<br />

— perfetti nella carità.<br />

«Non è possibile un santo “isolato”!<br />

La santità “cristiana” è ecclesiale, comunitaria,<br />

fondata sulla comunione»<br />

(pag. 48).<br />

Temi che sono vita e direzione circa<br />

la santità, la preghiera; atteggiamenti<br />

specifici verso la famiglia e verso la vita<br />

stessa.<br />

Di qui il valore e l’importanza di questa<br />

Lettera pastorale, che affronta i problemi<br />

con immediatezza dal linguaggio<br />

vivo e preciso, adeguato alla varietà delle<br />

situazioni locali e delle circostanze di<br />

tempo, ancorato all’unità di fede su cui<br />

si compagina tutta la Chiesa.<br />

Un accento particolare è riservato al<br />

Convegno ecclesiale diocesano dal tema<br />

«La santità vocazione di tutti. Fidarsi di<br />

Dio, farsi dono ai fratelli nel quotidiano»,<br />

che si è svolto presso il Centro So-<br />

ciale in Rione Martiri di Riano (29-31<br />

agosto). «Nell’annuale convenire della<br />

nostra Chiesa — scrive il Vescovo —<br />

siamo entrati in questo tema della santità,<br />

che è la prospettiva in cui deve porsi<br />

tutto il cammino pastorale della nostra<br />

diocesi in questo inizio del nuovo millennio»<br />

(pag. 64).<br />

«Sono queste le priorità per la nostra<br />

Chiesa locale: riscoprire la vocazione alla<br />

santità e viverla; la santità esige la carità<br />

e la comunione; la santità è testimonianza<br />

di Dio e prima missione; in comunione<br />

con tutta la Chiesa italiana dare<br />

“un’attenzione particolare ai giovani e<br />

alla famiglia”».<br />

A conclusione del Convegno, il Vescovo,<br />

ribadendo il concetto la «santità vocazione<br />

di tutti», ha presentato figure<br />

concrete di santi del nostro tempo, ed<br />

ha additato soprattutto ai giovani la ragazza<br />

torinese Maria Orsola Bussone<br />

(1954-1970), di cui è in atto il processo<br />

di canonizzazione.<br />

Alle famiglie ha ricordato i coniugi<br />

Luigi e Maria Quattrocchi, beatificati in<br />

Piazza S. Pietro da Giovanni Paolo II lo<br />

scorso ottobre, a conclusione dell’incontro<br />

delle famiglie con il Santo Padre.<br />

Ma ha ricordato anche una santa coppia<br />

vissuta più lontana nel tempo (fine<br />

sec. XIII - inizio XIV), sempre, però, vivi<br />

nella nostra venerazione, perché<br />

Compatroni di Ariano: S. Elzeario e la<br />

B. Delfina, conti di Ariano.<br />

Saranno sempre presenti in quest’anno<br />

pastorale con iniziative culturali e religiose,<br />

che si concluderanno il 4 e 5<br />

maggio 2002, con convegno di studio e<br />

manifestazioni religiose, quando potremo<br />

venerare nella nostra cattedrale le<br />

loro reliquie donate dall’Arcivescovo di<br />

Avignone.<br />

Fanno seguito alla Lettera il programma<br />

e le linee tematiche per l’anno pastorale<br />

in corso, proposte dai Centri, dai<br />

Coordinamenti e dagli Uffici pastorali.<br />

Com’è da aspettarsi in simili atti o documenti,<br />

non è una presentazione sistematica<br />

di argomenti, perché non è un<br />

trattato di teologia, ma un documento<br />

di vita vissuta in tutte le sue connessioni.<br />

Nella Lettera si risente il palpito della<br />

Chiesa in questo momento, perché è la<br />

voce viva di colui che, preposto dallo<br />

Spirito a reggere la nostra Chiesa locale,<br />

è costantemente a contatto con il suo<br />

popolo, ne conosce le difficoltà, i propositi,<br />

le aspirazioni, le esigenze e le urgenze.<br />

Le ragioni che hanno indotto il Vescovo<br />

a scrivere questa Lettera, le finalità<br />

che si è prefisso è per aiutare i fedeli<br />

perché «Insieme siamo chiamati a far<br />

crescere il “seme” del regno, sparso di<br />

generazione in generazione nelle nostre<br />

famiglie, nei nostri paesi» (pag. 5).<br />

È una Lettera da non abbandonare su<br />

di una scrivania o in uno scaffale, ma<br />

da avere a portata di mano, soprattutto<br />

in questo periodo di Avvento e Natalizio,<br />

per leggere e meditare, per un<br />

orientamento di dottrina e di azione pastorale<br />

sulla via da percorrere con passo<br />

sicuro e con mente illuminata.<br />

DONATO MINELLI<br />

gliendo pellegrini da tutte le parti del<br />

mondo. Ma lo realizza anche muovendosi<br />

verso tutte le parti del mondo. È<br />

così con la “missione mariana”, che va<br />

ulteriormente valorizzata e potenziata. È<br />

così anche con le realizzazioni missionarie<br />

delle nostre suore in India, nelle Filippine,<br />

in Camerun. In quelle terre lontane<br />

esse portano non solo la nostra bella<br />

icona, ma anche tutta la nostra Chiesa<br />

di Pompei».<br />

La quarta via è quella del rosario. La<br />

comunità pompeiana deve riconoscersi<br />

nei due santi: Domenico e Caterina, che<br />

accolgono dalla Madre e dal Figlio il rosario.<br />

Paolo VI, nella Marialis cultus ne<br />

ha ribadito il valore e l'efficacia. Il suo<br />

contenuto cristologico è preminente. La<br />

successione delle «soste con i misteri»<br />

immette nella contemplazione di Cristo<br />

nei momenti centrali della vita e della<br />

missione tra noi. Il rosario «è un'espressione<br />

stupenda di preghiera contemplativa,<br />

tanto semplice e popolare, quanto<br />

elevata ed elevante, per accostare il mistero<br />

di Cristo. Spetta a noi — sottolinea<br />

l'Arcivescovo — fare di Pompei la<br />

“scuola” di questa preghiera». È però<br />

necessario che la recita del rosario nel<br />

santuario si armonizzi con altri momenti<br />

di preghiera, facendo il debito spazio alla<br />

preghiera salmica, recitata nella celebrazione<br />

delle Lodi e dei Vespri e soprattutto<br />

alla celebrazione eucaristica.<br />

La quinta via è quella del Magnificat.<br />

È la lode sbocciata sulle labbra di Maria<br />

dopo l'evento dell'incarnazione. «È un<br />

inno alla misericordia. È una constatazione<br />

e una profezia. È contemplazione<br />

e progetto. È un'esplosione di vita e di<br />

speranza. Tutto questo — scrive l'Arcivescovo<br />

— dovrebbe diventare il nostro<br />

Centro Magnificat, affidato alle nostre<br />

suore, con la collaborazione di sacerdoti<br />

diocesani, quale centro di formazione,<br />

di preghiera, di esercizi spirituali, di incontri<br />

culturali, in funzione di un approfondito<br />

cammino spirituale».<br />

La sesta via è quella della carità.<br />

Pompei è già un centro attivo di opere,<br />

tra cui eccellono quelle per gli orfani e<br />

dei figli dei carcerati. «Siamo eredi delle<br />

opere e dello spirito di Bartolo Longo.<br />

Nulla dovrà essere perduto di ciò che<br />

egli ha iniziato. In particolare deve esserci<br />

cara la sua predilezione per i minori<br />

in difficoltà, e il suo impegno di carità<br />

declinato per loro nella formazione<br />

della carità pedagogica, mirante a formare<br />

uomini e donne pronti per la vita.<br />

La sua intuizione della «pedagogia dell'amore»<br />

rimane validissima. C'è solo da<br />

riscoprirla e viverla fino in fondo.<br />

L'ultima via è quella della pace. È stata<br />

un'altra grande intuizione di Bartolo<br />

Longo — rileva l'Arcivescovo, che aggiunge<br />

—: «La pace raccoglie sinteticamente<br />

tutta la catechesi e il messaggio<br />

della Chiesa. Racchiude tutti i beni di<br />

Dio, perché è la vita stessa di Dio, nel<br />

suo essere amore trinitario, è il mistero<br />

di Cristo, che getta un ponte tra il divino<br />

e l'umano, è l'opera dello Spirito,<br />

che vincola gli uomini nell'amore».<br />

Tutta l'opera ecclesiale pompeiana,<br />

con i suoi aspetti più interiori e contemplativi,<br />

e quelli posti sul versante della<br />

carità, è opera di pace».<br />

Mons. Sorrentino esorta ad aprire altri<br />

varchi sull'orizzonte della pace possibile.<br />

Invita «a potenziare l'impegno a favore<br />

della pace nel mondo, valorizzando<br />

la vocazione culturale e spirituale di<br />

Pompei proprio come vocazione a servizio<br />

della pace».<br />

G.C.


ASIA<br />

PAGINA<br />

7 .<br />

Il cammino<br />

della Chiesa<br />

CAMBOGIA Ordinati quattro sacerdoti indigeni<br />

Un grande segno<br />

di fede e di speranza<br />

GABRIELE NICOLÒ<br />

Una data carica di significato per<br />

la Cambogia. Domenica 9 dicembre<br />

sono stati ordinati i primi quattro sacerdoti<br />

indigeni, dopo i tristi e duri<br />

anni delle persecuzioni e del silenzio.<br />

Si chiamano Son, Paul, Ly e Vineay.<br />

Hanno tra i 29 e i 40 anni. Quei<br />

drammatici tempi di repressione, pur<br />

provocando lutti e miseria, dolore e<br />

paura, non sono certo riusciti a cancellare<br />

la presenza cristiana. E così il<br />

9 dicembre 2001 non può non costituire<br />

un momento storico per il Paese:<br />

il Vescovo Emile Destombes, Coadiutore<br />

di Phnom Penh, ha ordinato<br />

quattro nuovi preti. L'evento rappresenta<br />

una grande speranza per una<br />

Chiesa che conta 25.000 fedeli,<br />

18.000 di origine vietnamita, e che è<br />

segnata fortemente dal martirio.<br />

Son è nato nel 1961. Appartiene alla<br />

provincia di Takeo. Nel 1975 fugge<br />

in Thailandia e viene ospitato in un<br />

pagoda buddhista. Vi resta tre anni,<br />

fino a vestire l'abito monastico. Poi<br />

lascia e si rifugia in un campo profughi<br />

al confine con la Cambogia. Poi,<br />

nell'80, si trasferisce in Canada, dove<br />

viene ospitato da una famiglia cattolica,<br />

la cui testimonianza di vita lo segna<br />

profondamente. Chiede di diventare<br />

cristiano, e nel 1984 viene battezzato.<br />

Ly ha 29 anni. È originario di<br />

Moat Krasas, un piccolo villaggio<br />

fuori Phnom Penh. Il mio villaggio<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 15 Dicembre 2001<br />

INDIA Le Suore della Carità di Gesù e Maria celebrano cento anni di presenza nel Paese<br />

Una felice sintesi di preghiera, di azione e di contemplazione<br />

La Congregazione delle Sorelle della<br />

Carità di Gesù e Maria celebra cento anni<br />

di apostolato in India. In occasione<br />

della solenne ricorrenza i Vescovi della<br />

Conferenza Episcopale hanno espresso il<br />

loro alto apprezzamento per «l'infaticabile<br />

e preziosa» attività realizzata, con<br />

crescente zelo, dalle religiose.<br />

I Presuli indiani rilevano che la Congregazione,<br />

in tutto questo arco di tempo,<br />

ha offerto, per la casua del Vangelo,<br />

«un contributo inestimabile», ponendo<br />

così solide fondamenta per l'affermazione<br />

delle comunità cristiane nel nord dell'India.<br />

Oltre ad esprimere comuni sentimenti<br />

di apprezzamento, i Vescovi indiani hanno<br />

voluto tessere, singolarmente, i propri<br />

elogi nei riguardi dell'azione promossa<br />

dalle Sorelle della Carità di Gesù e<br />

Maria. Mons. Symphorian Thomas Keeprath,<br />

Vescovo di Jullundur, rileva ce le<br />

religiose mai hanno perduto la speranza,<br />

anche nei momenti più difficili. E<br />

aggiunge che esse hanno portato, e continuano<br />

a portare, «la fiamma dell'amore<br />

e dello spirito di servizio».<br />

Una fiamma che, con il tempo, ha<br />

contribuito ad illuminare il cammino di<br />

La Cattedrale di Phnom Penh<br />

— afferma — è sede della comunità<br />

cristiana più antica della Cambogia.<br />

Mi appassionai al catechismo; poi nel<br />

'91 me ne andai in Thailandia per<br />

raggiungere mio fratello in un campo<br />

profughi. Lì incontra Padre Bernard,<br />

delle Missioni Estere di Parigi, figura<br />

di rilievo nella maturazione della vocazione.<br />

Paul è di Phnom Penh, e<br />

viene da una famiglia buddhista. Ha<br />

alle spalle la dura esperienza di profugo.<br />

In un campo di sfollati ha un<br />

incontro con un sacerdote che segna<br />

una svolta nella sua vita. Quell'incontro<br />

— ricorda — ha fatto raffiorare<br />

in me il desiderio di cercare non più<br />

qualcosa, ma «qualcuno». Paul riceve<br />

il battesimo nel campo, dove matura<br />

anche la sua vocazione. Ora riconosco<br />

— sottolinea — che la nostra ordinazione<br />

è il frutto del lavoro di tanti<br />

missionari e preti cambogiani che<br />

hanno dato la loro vita.<br />

Vineay è nato nel 1970 da genitori<br />

cristiani che lo educano alla fede.<br />

Pregavamo nelle case — racconta —<br />

perché non esistevano luoghi di culto<br />

e non era possibile manifestare la fede.<br />

Vineay ha ricevuto la Prima Comunione<br />

nel 1989, nel corso di una<br />

breve cerimonia nascosta, organizzata<br />

nella casa di un'altra famiglia cristiana.<br />

A vent'anni riesce ad entrare<br />

all'Università. Di giorno — ricorda —<br />

studiavo filosofia marxista, di notte<br />

facevo il guardiano nella casa delle<br />

Missionarie della Carità di Phnom<br />

Penh. È in questo clima che matura<br />

la sua vocazione.<br />

testimonianza cristiana nelle varie regioni<br />

del Paese.<br />

Dal canto suo Mons. Anthony Fernandes,<br />

Vescovo di Bareilly, sottolinea che<br />

la Congregazione spicca per la sua tenacia<br />

«nell'azione, nella preghiera e nella<br />

contemplazione». Mons. Peter Celestine<br />

Elampassery, Vescovo di Jammu-Srinagar,<br />

ricorda che le religiose sono sempre<br />

impegnate a rispondere ai bisogni dei<br />

sofferenti, sempre sollecite a rispondere<br />

con dolcezza ed amore a coloro che<br />

chiamano pressati dal dolore e dalla precarietà<br />

Suor Lucia Jacob, la Provinciale a Delhi<br />

della Congregazione, afferma che<br />

uno degli obiettivi della Congregazione è<br />

quello di essere presenti nei luoghi del<br />

dolore e del bisogno, sempre nel segno<br />

dell'umiltà e della semplicità. Al contempo<br />

le religiose, sottolinea suor Lucia, sono<br />

chiamate ad aiutare ogni persona,<br />

soprattutto quella più in difficoltà, a valorizzare<br />

la propria dignità, difendendola<br />

da ogni minaccia e da ogni tipo di sopruso.<br />

La Congregazione delle Sorelle della<br />

Carità di Gesù e Maria è stata fondata<br />

in Belgio nel 1803. Agli albori l'Istituto<br />

contava cinque religiose. Attualmente —<br />

Nepal: l'Associazione «Giovani studenti cristiani» per i malati di Aids<br />

Alcuni membri dell'Associazione «Giovani<br />

studenti cristiani», in Nepal, si sono recati in<br />

visita, recentemente, in un centro di cura, a<br />

Kathmandu, dove sono ricoverati i malati di<br />

Aids. Questo gesto ha voluto rappresentare<br />

un «segno» delle generose attività promosse<br />

dall'Associazione a sostegno di coloro che si<br />

trovano nel dolore e nel bisogno. I giovani<br />

hanno voluto così comunicare ai pazienti il<br />

senso della loro sincera vicinanza spirituale,<br />

PAKISTAN La generosa attività apostolica promossa dalle Figlie di san Paolo<br />

Un costante impegno di evangelizzazione<br />

attraverso i mezzi di comunicazione sociale<br />

Le Figlie di san Paolo sono presenti in<br />

Pakistan con due comunità: una a Lahore<br />

e l’altra a Karachi. Sono un nucleo di<br />

dodici sorelle, di cui 5 autoctone, tutte<br />

impegnate ad evangelizzare attraverso i<br />

mezzi della comunicazione sociale.<br />

Sono poche — afferma suor Agnes<br />

Quaglini, appartenente alla Congregazione<br />

— ma con loro vi è un bel gruppo di<br />

giovani costituito da 8 aspiranti, 4 postulanti<br />

e 4 novizie. E questo fatto ci dà<br />

speranza nell'impegno di alimentare la<br />

nostra tensione all'apostolato.<br />

Il valore<br />

della vicinanza spirituale<br />

La Curia Generale e le altre comunità<br />

sparse nel mondo esprimono in vari modi,<br />

in questo difficile momento, la loro<br />

sollecitudine e la loro vicinanza spirituale<br />

alle religiose della Congregazione, che<br />

si prodigano in un Paese segnato da difficoltà<br />

di ordine sociale.<br />

Questa solidarietà è fatta di fraterna<br />

amicizia, di preghiera, perché il Signore<br />

conceda loro protezione e coraggio, in<br />

questo difficile momento.<br />

Una significativa esperienza per tutte<br />

noi — afferma suor Quaglini — è stata<br />

quella di ricevere una lettera che le sorelle<br />

del Pakistan sono riuscite ad inviarci.<br />

In questa lettera esse dicono con<br />

straordinaria serenità che stanno facendo<br />

«un’esperienza di grazia, di amore,<br />

solidarietà e comunione con le sorelle di<br />

tutto il mondo. Per noi, comunità della<br />

India: il nuovo<br />

Vescovo<br />

della Diocesi<br />

di Aizawl<br />

La Diocesi di Aizawl, in India, ha un<br />

nuovo Vescovo: è il Rev.do P. Stephen<br />

Rotluanga, C.S.C., nato nel 1952. La<br />

Diocesi di Aizawl è l'antica Diocesi di<br />

Silchar. Dopo la creazione della nuova<br />

Diocesi di Agartala (11 gennaio 1996),<br />

nella stessa data la sede episcopale venne<br />

trasferita da Silchar, capoluogo del<br />

distretto civile di Cachar dell'Assam, ad<br />

Aizwal, capitale dello Stato di Misoram.<br />

È suffraganea della Sede Metropolitana<br />

di Shillong unitamente alla diocesi di<br />

Agartala e Tura.<br />

Ha una superficie di 28.022 km; conta<br />

3.972.965 abitanti; 29.794 sono cattolici.<br />

Nel territorio vi sono 20 parrocchie, con<br />

259 stazioni missionarie. Sono attivi 45<br />

sacerdoti (29 diocesani e 16 religiosi), 19<br />

fratelli religiosi, 108 religiose e 5 seminaristi<br />

maggiori.<br />

La Chiesa è presente nel campo educativo<br />

con 54 scuole elementari, 10 licei<br />

e 15 istituzioni di beneficenza.<br />

Il Vescovo Rotluanga, dopo gli studi<br />

elementari a Aizawl, è entrato nella<br />

Congregazione di Santa Croce, ed ha<br />

emesso la professione perpetua il 30<br />

maggio 1975. Ha studiato filosofia e teologia<br />

nel «Jnana Deepa Vidyapeeth» di<br />

Pune (1974-81). È stato ordinato sacerdote<br />

nel 1981 ad Aizawl.<br />

Ha ricoperto alcuni incarichi: è stato<br />

vice-parroco e parroco di Champhai. In<br />

India ha compiuto vari studi: a Bangalore<br />

«Youth, Liturgy» e «Pastoral Counselling»;<br />

a Calcutta «Social Communications».<br />

Dal 2000 è direttore dei postulannti<br />

in Argatala; professore di «Fine Arts»<br />

all'«Holy Cross School». Al contempo è<br />

consigliere della sua Congregazione della<br />

regione nord-est dell'India.<br />

nel segno di una paziente e capillare<br />

opera di diffusione e di insediamento —<br />

la Congregazione è divenuta internazionale,<br />

potendo avvalersi di oltre 1.400<br />

suore attive in sedici Paesi.<br />

La prima nazione asiatica in cui le religiose<br />

si sono inseditare è stata lo Sri<br />

Lanka. L'anno successivo sarebbe stata<br />

la volta del Pakistan.<br />

In India la prima casa è stata aperta<br />

nel 1901, a Dalhousie. Qui, quattro suore<br />

pioniere, cominciarono un'intensa attività<br />

diretta a promuovere l'assistenza<br />

educativa a beneficio dei bambini poveri.<br />

Fu così tracciato un solco profondo,<br />

lungo il quale, negli anni, sono stati gettati<br />

tanti semi. Essi sono fecondati, grazie<br />

ad un sempre intenso impegno, che<br />

ha saputo dare frutti cospicui nel segno<br />

di una tenace testimonianza di fede.<br />

Un altro significativo aspetto che caratterizza<br />

l'apostolato delle Sorelle della<br />

Carità di Gesù e Maria è rappresentato<br />

dall'attività di formazione culturale a sostegno<br />

di quanti sono analfabeti. Così,<br />

di villaggio in villaggio, le religiose si<br />

prodigano in una intensa attività itinerante,<br />

così da assistere il più elevato numero<br />

possibile di uomini, donne e bambini.<br />

diaspora, in poche, sole come Famiglia<br />

Paolina, in un angolo del mondo difficile<br />

e duro, spesso ostile, la vicinanza sperimentata<br />

è un’ondata di Paolinità. Constatiamo<br />

la forza enorme dell’appartenenza<br />

alla Congregazione e sentiamo di<br />

vivere una speciale comunione divina e<br />

fraterna».<br />

La preghiera<br />

per nuove vocazioni<br />

Al termine di questa lettera che diviene<br />

quasi «un programma per tutte noi»<br />

le sorelle ringraziano per averle incoraggiate,<br />

consolate e fortificate.<br />

Sentono la presenza dei Fondatori<br />

che concedono loro la grazia della calma,<br />

della speranza e anche la gioia per<br />

le nuove vocazioni.<br />

Forte è anche il loro legame con le<br />

comunità cristiane, con la Chiesa locale,<br />

con i religiosi che condividono la loro situazione.<br />

E ciò le fa sentire «più sicure<br />

in Dio, sia pure tra le minacce e l’ansietà,<br />

anche per familiari ed amici che si<br />

trovano in pericolo».<br />

Nonostante le difficoltà, l’attività apostolica<br />

procede con ritmo sostenuto,<br />

producendo buoni frutti. Anzitutto con<br />

il dono della loro presenza, le Figlie di<br />

san Paolo richiamano i fedeli ai valori<br />

fondamentali del messaggio cristiano: la<br />

dedizione ai più bisognosi, la carità verso<br />

il prossimo sofferente, il rispetto della<br />

dignità di ogni persona, la tensione, mai<br />

Pakistan:<br />

il primo Prefetto<br />

Apostolico<br />

di Queta<br />

Il Rev. Padre Victor Gnanapragasam,<br />

O.M.I., è il primo Prefetto Apostolico di<br />

Queta, in Pakistan. La nuova Prefettura<br />

Apostolica si estende su una superficie<br />

di 347.000 kmq e conta una popolazione<br />

di 5.000.000 persone. I cattolici sono<br />

27.000.<br />

Nel territorio i sacerdoti missionari<br />

sono otto; le religiose sono 12. Sei sono<br />

le Congregazioni religiose — tre maschili<br />

e tre femminili — impegnate in una<br />

zelante opera di testimonianza di fede.<br />

Nella città di Quetta vi sono dieci chiese<br />

ed una cappella. Altre tre cappelle sono<br />

presenti nel resto del territorio. Nella<br />

nuova Prefettura operano otto catechisti.<br />

Sono poi presenti sei scuole.<br />

Padre Victor Gnanapragasam è nato il<br />

21 novembre 1940 a Jaffna, in Sri Lanka.<br />

Ha due sorelle religiose ed un cugino<br />

sacerdote. Ha studiato in patria ed<br />

ha partecipato a corsi di specializzazione<br />

nelle Filippine, in Inghilterra e a Roma,<br />

precisamente all'«Angelicum». È<br />

stato ordinato sacerdote il 21 dicembre<br />

1966.<br />

In Sri Lanka, a Trincomallee, è stato<br />

vicario parrocchiale (1967-69); membro<br />

di un gruppo di predicatori a Jaffna<br />

(1969-73). In Pakistan è stato vicario<br />

parrocchiale a Gojra (1974-77). Ha svolto<br />

un intenso impegno pastorale in diverse<br />

parrocchie. È stato assistente nella<br />

casa di formazione degli Oblati a Multan<br />

e a Karachi. Dal 1991 al 1997 è stato<br />

primo consigliere della Delegazione degli<br />

Oblati di Maria Immacolata in Pakistan.<br />

Dal 1997 è Superiore di questa Delegazione.<br />

Questo impegno — afferma suor Jacob<br />

— nasce dalla ferma consapevolezza<br />

che l'opera di evangelizzazione, per essere<br />

incisiva, non può non legarsi ad<br />

una precisa e matura dimensione culturale.<br />

Altrimenti si correrebbe il rischio<br />

di non comprendere e di non apprezzare<br />

fino in fondo l'essenza e il senso del<br />

messaggio cristiano.<br />

Quest'opera di assistenza educativa<br />

può contare su un'organizzazione efficace<br />

e ben collaudata. La Congregazione<br />

ha la responsabilità di sedici scuole in<br />

varie parti del Paese. Ogni anno le religiose<br />

seguono circa 25.000 alunni. Come<br />

strumento di istruzione, a scuola vengono<br />

usate la lingua locale e l'inglese.<br />

Riguardo a questo contesto operativo,<br />

Mons. Telesphore Placidus Toppo, Arcivescovo<br />

di Ranchi, ha inviato alla Congregazione<br />

un messaggio in cui elogia<br />

l'«alta qualità» dell'educazione impartita<br />

dalle religiose. Al contempo il Presule<br />

pone l'accento sul «grande contributo»<br />

offerto dalla Congregazione nel formare<br />

i giovani, una formazione che sa adeguatamente<br />

investire la dimensione<br />

umana, religiosa e culturale.<br />

G.N.<br />

nella consapevolezza che troppo spesso<br />

quanti sono nella sofferenza si trovano emarginati,<br />

vittime dell'indifferenza.<br />

Celebrando la Santa Messa con i giovani<br />

dell'Associazione, Padre Silas Bogati, parroco<br />

della parrocchia dell'Assunzione, ha<br />

espresso il suo vivo apprezzamento per la<br />

generosa opera da loro svolta, sottolineando,<br />

tra l'altro, che nel dare aiuto ai bisognosi vi è<br />

sempre «un forte arricchimento reciproco» fra<br />

doma, a farsi araldi della Parola del<br />

Vangelo.<br />

Costante attenzione<br />

ai più bisognosi<br />

Insieme a tutta la Congregazione queste<br />

sorelle hanno rinnovato il «patto»<br />

fatto da don Alberione con Maria Regina<br />

degli Apostoli, in occasione della seconda<br />

guerra mondiale, per ottenere<br />

protezione su tutti i membri della Famiglia<br />

Paolina.<br />

Quel «patto» impegnava alla preghiera,<br />

alla prudenza, alla totale fiducia e alla<br />

conversione continua.<br />

Si affidano inoltre all’intercessione<br />

della Confondatrice la ven.le Sr. Tecla<br />

Merlo, che aveva desiderato la presenza<br />

chi aiuta e chi è aiutato. L'Associazione «Giovani<br />

studenti cristiani» promuove la sua attività<br />

in Asia e anche in Europa, dove ha cominciato<br />

ad operare negli anni '30. Essa è<br />

nata su iniziativa del Cardinale Joseph Cardijin,<br />

animato dalla consapevolezza che le<br />

nuove generazioni, forti del loro entusiasmo,<br />

devono essere coinvolte attivamente in una<br />

vasta ed efficace opera di promozione umana<br />

e sociale.<br />

delle Figlie di san Paolo in Pakistan con<br />

forte slancio missionario.<br />

«In comunione con la Chiesa e con<br />

tutta l’umanità che ha iniziato con fiducia<br />

e speranza il Terzo Millennio, e fedeli<br />

al loro impegno vocazionale, — afferma<br />

suor Quaglini — le Figlie di San<br />

Paolo sono in cammino, per testimoniare<br />

Cristo nell’affascinante e complesso<br />

mondo della comunicazione. È questo<br />

uno dei luoghi di frontiera della nuova<br />

evangelizzazione. È l’areopago dove raggiungere<br />

uomini e donne di ogni lingua,<br />

cultura e religione, e rispondere alla sete<br />

di salvezza dell'umanità, soprattutto<br />

la più sofferente!<br />

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— Europa: zona euro 6 mesi 162.50 314.500 —<br />

— Europa: altri Paesi 1 anno 396 768.000 366<br />

— Europa: altri Paesi 6 mesi 198 384.000 183<br />

estero via aerea<br />

— Europa: zona euro 1 anno 498 964.000 —<br />

— Europa: zona euro 6 mesi 249 482.000 —<br />

— Europa: extra euro 1 anno 608 1.178.000 561<br />

— Europa: extra euro 6 mesi 304 589.000 280,5<br />

— Africa/Asia/America Latina 1 anno 760 1.474.000 702<br />

— Africa/Asia/America Latina 6 mesi 380 737.000 351<br />

— America del Nord/Oceania 1 anno 928 1.795.000 855<br />

— America del Nord/Oceania 6 mesi 464 897.500 427,5<br />

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O.R. DELLA DOMENICA<br />

Italia/Vaticano 1 anno 47 91.000 —<br />

Italia/Vaticano 6 mesi 23,50 45.500 —<br />

estero via ordinaria<br />

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— Europa: zona euro 6 mesi 36 69.500 —<br />

— Europa: altri Paesi 1 anno 88 170.000 81<br />

— Europa: altri Paesi 6 mesi 44 85.000 40,5<br />

estero via aerea<br />

— Europa: zona euro 1 anno 134 259.000 —<br />

— Europa: zona euro 6 mesi 67 129.500 —<br />

— Europa: extra euro 1 anno 162 315.000 150<br />

— Europa: extra euro 6 mesi 81 157.500 75<br />

— Africa/Asia/America Latina 1 anno 204 397.000 189<br />

— Africa/Asia/America Latina 6 mesi 102 198.500 94,5<br />

— America del Nord/Oceania 1 anno 244 472.000 225<br />

— America del Nord/Oceania 6 mesi 122 236.000 112,5<br />

<br />

CUMULATIVO (Quot.+O.R. Dom.)<br />

Italia/Vaticano 1 anno 240 465.000 —<br />

Italia/Vaticano 6 mesi 120 232.500 —<br />

<br />

SETTIMANALI IN LINGUA ESTERA<br />

Italia/Vaticano 1 anno 58 112.000 —<br />

Italia/Vaticano 6 mesi 29 56.000 —<br />

estero via ordinaria<br />

— Europa: zona euro 1 anno 80 155.000 —<br />

— Europa: zona euro 6 mesi 40 77.500 —<br />

— Europa: altri Paesi 1 anno 98 189.000 90<br />

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estero via aerea<br />

— Europa: zona euro 1 anno 120 232.000 —<br />

— Europa: zona euro 6 mesi 60 116.000 —<br />

— Europa: altri Paesi 1 anno 130 252.000 120<br />

— Europa: altri Paesi 6 mesi 65 126.000 60<br />

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— Africa/Asia/America Latina 6 mesi 55 107.000 51<br />

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<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 15 Dicembre 2001<br />

È stato promosso nei giorni scorsi dal Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute<br />

I lavori del Simposio internazionale<br />

sul volontariato cattolico in sanità<br />

Promosso e organizzato dal Pontificio<br />

Consiglio per la Pastorale della Salute, si<br />

è svolto in Vaticano nei giorni 30 novembre<br />

- 1° dicembre il Simposio Internazionale<br />

sul Volontariato Cattolico in<br />

Sanità.<br />

La celebrazione di questo importante<br />

Simposio, fortemente pensato proprio in<br />

questo anno 2001, che le Nazioni Unite<br />

hanno ufficialmente proclamato Anno<br />

Internazionale del Volontariato, è stata<br />

una occasione preziosa per una nuova e<br />

più coinvolgente riflessione su di un<br />

aspetto del servizio alla vita che, nella<br />

Chiesa, sull’esempio di Cristo, ha trovato,<br />

sin dalle origini, un impulso nuovo<br />

ed esemplare.<br />

Sotto la guida dell'Arcivescovo Javier<br />

Lozano Barragán, Presidente del Dicastero,<br />

si è cercato di fare una attenta riflessione<br />

sul ruolo del Volontariato Cattolico<br />

nel mondo della salute e della sofferenza<br />

oggi; individuare le future strategie<br />

per aumentare l’azione pastorale; e<br />

soprattutto offrire al Santo Padre l’opportunità<br />

di sottolineare i principi fondamentali<br />

per illuminare questa forma<br />

evangelica di partecipazione alle sofferenze<br />

del prossimo, proprio nell’anno<br />

dedicato dall’ONU al Volontariato.<br />

Tra gli illustri relatori che sono intervenuti<br />

durante le due giornate di riflessione<br />

e di testimonianze di vita, c’è stato<br />

il Segretario di Stato, il Cardinale Angelo<br />

Sodano, che ha aperto questo importante<br />

evento con la Prolusione sul tema:<br />

«Il Volontariato Cattolico in Sanità».<br />

Hanno partecipato ai lavori del Simposio<br />

anche i rappresentanti di Stati e di<br />

Governi, nonché numerose Associazioni<br />

di Volontariato.<br />

La tematica generale «Volontariato<br />

Cattolico in Sanità» è stata trattata da<br />

vari relatori alla luce della parola di Dio,<br />

della teologia e del Magistero della Chiesa,<br />

in modo da evidenziare le maggiori<br />

sfide per i volontari, specialmente quelli<br />

che operano nel campo della salute.<br />

Non sono mancate le testimonianze e le<br />

esperienze di vita da parte di alcuni volontari<br />

che, impegnati in molteplici forme<br />

di solidarietà, operano in nome della<br />

Chiesa accanto ai poveri e ai sofferenti.<br />

Gli illustri relatori del Simposio hanno<br />

messoafuocoiseguenti temi: il Magistero<br />

di Giovanni Paolo II sul Volontariato;<br />

FondamentiBiblicieTeologici del Volontariato;dalBuonSamaritanoallaComunità<br />

Ecclesiale del Terzo Millennio.<br />

Nella «tavola rotonda» sono seguite alcune<br />

significative testimonianze di vita<br />

da parte di un malato, di un medico, di<br />

un volontario, di un rappresentante delle<br />

Misericordie, della Croce Rossa, ecc.<br />

Nella giornata del 1° dicembre, che<br />

ha coinciso con la Giornata mondiale<br />

dell’AIDS, si è riflettuto sull’assistenza<br />

sanitaria data ai malati di AIDS; alle<br />

persone che vivono nel degrado della<br />

città — barboni, tossicodipendenti... —;<br />

agli emigrati e ai profughi; alle persone<br />

vittime dei conflitti politici e delle guerre;<br />

alle persone colpite dalle catastrofi,<br />

come terremoti e alluvioni; agli anziani,<br />

ai malati terminali, ai bambini, sia essi<br />

ospiti di Istituzioni pubbliche o private o<br />

che vivano nelle proprie abitazioni.<br />

Allafinedeilavori,ai quali sono attivamente<br />

intervenuti anche i partecipanti<br />

con brevi interventi per porre domande,<br />

fare osservazioni e offrire suggerimenti,<br />

anche facendo tesoro del magistero<br />

del Santo Padre, sono emerse le<br />

seguenti affermazioni, raccomandazioni<br />

e proposte:<br />

I. Affermazioni.<br />

I partecipanti hanno affermato che il<br />

Volontariato Cattolico è chiamato a<br />

scommettere sulla carità delle opere, vero<br />

punto d’incontro del servizio della carità<br />

e strumento efficace di credibilità<br />

del Vangelo di Cristo, perché senza questa<br />

forma di evangelizzazione, compiuta<br />

attraverso la carità, l'annuncio del Vangelo,<br />

che pure è la prima carità, rischia<br />

di essere incompreso o di affogare in<br />

quel mare di parole a cui l’odierna società<br />

della comunicazione ogni giorno ci<br />

espone.<br />

Inoltre i partecipanti hanno sottolineato,<br />

in accordo con il messaggio di<br />

Giovanni Paolo II, che nella nostra società<br />

— spesso caratterizzata dal materialismo,<br />

dall’egoismo, dall’indifferenza<br />

e dalla disumanizzazione dei rapporti<br />

—, la presenza del Volontariato deve essere<br />

più che mai animata e vissuta nella<br />

sua verità di servizio disinteressato al<br />

bene delle persone, specialmente le più<br />

bisognose e le più dimenticate dagli stessi<br />

servizi sociali. Il Volontariato si caratterizza<br />

proprio per la sua capacità di testimoniare<br />

amore gratuito al prossimo.<br />

E ancora hanno ribadito che per comprendere,<br />

promuovere e vivere ogni forma<br />

di azione volontaria, specialmente<br />

nel mondo della salute e della sofferenza,<br />

è indispensabile tenere fisso lo sguardo<br />

sul Volto di Cristo, il modello per eccellenza<br />

del Volontariato cristiano. Egli,<br />

Verbo incarnato, ha preso su di sé le<br />

nostre infermità per guarirle. Egli che è<br />

venuto per servire, non per essere servito<br />

(cfr Mt 20, 28), ci insegna che il servizio<br />

dei volontari è un servizio dell’amore<br />

gratuito alla persona, specie se debole<br />

e fragile. È lui che ha assunto l’umanità<br />

dolorante per restituirle il volto<br />

trasfigurato della risurrezione. Con lo<br />

sguardo su Cristo i volontari cristiani sono<br />

portatori della speranza anche nell’esperienza<br />

amara del soffrire e della precarietà,<br />

rispettando pienamente la dignità<br />

d’ogni essere umano.<br />

Quanti hanno preso parte al Simpsio<br />

hanno asserito che, in un tempo come il<br />

nostro che conosce ed usufruisce di tanti<br />

benefici derivanti dal progresso della<br />

scienza e dall’introduzione, nelle società<br />

socialmente avanzate, di istituzioni e<br />

provvidenze al servizio dei poveri e dei<br />

sofferenti, il servizio del Volontariato sia<br />

avvertito con maggiore urgenza. Le istituzioni<br />

possono certo rispondere alle necessità<br />

sociali della gente, ma nessuna di<br />

esse è in grado di sostituire il cuore dell’uomo,<br />

la sua compassione, il suo amore<br />

e la sua iniziativa.<br />

È stato inoltre affermato che il servizio<br />

del Volontariato è servizio alla vita,<br />

e come tale si presenta come spazio<br />

provvidenziale per il dialogo e la collaborazione<br />

interculturale con i volontari<br />

di altre religioni o non credenti, perché<br />

la difesa e promozione della vita è affidata<br />

a tutti.<br />

Dunque i presenti hanno ribadito anche<br />

che, in rapporto tra il bisogno specifico<br />

e la salute integrale dell’uomo, non<br />

può esistere un Volontariato nel campo<br />

della salute e della sofferenza che esuli<br />

dall’impegno con la salute integrale dell’intera<br />

persona umana. E la visione cattolica<br />

della salute supera il semplice benessere<br />

fisico per coinvolgere anche l’equilibrio<br />

psichico, la soddisfazione delle<br />

esigenze spirituali e religiose, l’apertura<br />

alla speranza di una salvezza trascendente<br />

sulla quale sia possibile fondare le<br />

ragioni del vivere, o accettare il termine<br />

naturale della vita terrena.<br />

II. Raccomandazioni<br />

e proposte<br />

Il Simposio raccomanda e propone a<br />

coloro che detengono ruoli di responsa-<br />

Lavoro, impresa e finanza alla luce della<br />

«new economy»: dopo aver affrontato il<br />

cambiamento di questi ultimi anni in chiave<br />

globale, il numero autunnale di «Nuntium»,<br />

la rivista della Pontificia Università<br />

Lateranense, mette sotto osservazione in<br />

particolare la realtà italiana. Il dossier sul<br />

«caso Italia» occupa quasi ottanta delle<br />

192 pagine dell'edizione di novembre, con<br />

interventi di qualificati esperti.<br />

Pubblicato il catalogo della mostra allestita nella chiesa di san Domenico in Acireale<br />

Incontro con Cristo attraverso<br />

la bellezza dell'espressione artistica<br />

Ad Acireale è stata salutata, nei giorni<br />

scorsi, con grande interesse dai cultori<br />

dell'arte nel senso più ampio del termine<br />

e della pittura in particolare, la pubblicazione<br />

del catalogo della mostra<br />

d'arte sacra «In Propria Venit», tenutasi<br />

dallo scorso dicembre al maggio di quest'anno<br />

nella chiesa di san Domenico.<br />

Si tratta di un corposo volume, corredato<br />

da splendide fotografie, che testimonia<br />

nella maniera più viva e tangibile<br />

la grande mole di lavoro svolta nell'allestire<br />

la mostra sul tema dell'incontro<br />

nell'arte religiosa, che tanti consensi ha<br />

registrato nei numerosissimi visitatori.<br />

La mostra, organizzata dall'Ufficio<br />

Beni Culturali Ecclesiastici della diocesi<br />

di Acireale, ha costituito un avvenimento<br />

straordinario per la sua ricchezza culturale<br />

ed artistica e per una eccezionale<br />

ed irripetibile concentrazione di quadri e<br />

sculture del Seicento, del Settecento e<br />

dell'Ottocento acesi con i suoi capiscuola<br />

Pietro Paolo Vasta, il figlio di questi<br />

Alessandro, Giacinto Platania, Matteo<br />

Ragonisi, Vito D'Anna ed altri artisti di<br />

grande levatura.<br />

L'incontro nell'arte religiosa è un<br />

evento dal quale non è possibile prescindere.<br />

Senza di esso, infatti, come ebbe<br />

modo di scrivere il coordinatore scientifico<br />

della mostra stessa prof. Alfonso<br />

Sciacca, non può esistere neppure il<br />

concetto di religione che intanto esiste<br />

in quanto è e si manifesta attraverso un<br />

incontro del Sacro con l'uomo. L'Annunciazione<br />

è l'esempio classico di tale<br />

incontro.<br />

L'arte di ogni tempo è stata sensibile<br />

nei confronti di un tema che, per la sua<br />

narrativa oggettivistica, si presta facilmente<br />

ad essere raccontato attraverso le<br />

forme della pittura e della scultura.<br />

La mostra ha tracciato un percorso<br />

alquanto interessante attraverso la storia<br />

dell'arte locale presentando pittori come<br />

Giacinto Platania (1622-1691) le cui figure<br />

esprimono dolcezza e mestizia, solenni<br />

e composte come sono, ma vivacissime<br />

per l'intensità dell'espressione del<br />

volto; come Matteo Ragonisi (1660-1734)<br />

le cui tele sono cariche di folle straordinarie<br />

di sante e di santi dalle quali traspare<br />

il desiderio di forme narrative<br />

prettamente popolari, come il più conosciuto<br />

Pietro Paolo Vasta (1697-1760),<br />

uno dei più insigni artisti del Settecento<br />

siciliano i cui affreschi hanno dato rinomanza<br />

e prestigio a diverse chiese di<br />

Acireale.<br />

Oltre alla sezione pittura la mostra si<br />

è avvalsa di una sezione dedicata alle<br />

sculture tra le quali spiccavano le opere<br />

dell'acese Ignazio Castorina Canzirri<br />

(1738-1822), appartenente a quella famiglia<br />

di scultori la cui parabola artistica<br />

interessò parte del secolo diciassettesimo.<br />

bilità politica, di adoperarsi per incoraggiare<br />

e sostenere le attività del Volontariato,<br />

sia quelle realizzate da singoli individui,<br />

sia quelle promosse da associazioni<br />

organizzate per accelerare il cammino<br />

verso la costruzione d’una società<br />

solidale, dove regni la giustizia e la pace.<br />

Nel DNA del Volontariato ci devono<br />

essere gratuità, solidarietà, sussidiarietà<br />

e giustizia.<br />

Raccomanda e propone alle istituzioni,<br />

forze e persone impegnate nel mondo<br />

della salute e della sanità di promuovere<br />

azioni, iniziative e progetti per rilanciare<br />

questo forte impegno di uomini<br />

e donne nelle molteplici forme di Volontariato<br />

che ha in sé la capacità di generare<br />

amore verso il prossimo e di trasformare<br />

tutta la civiltà umana nella «civiltà<br />

dell’amore».<br />

Raccomanda e propone ai volontari<br />

che si dichiarano cristiani di sentirsi in<br />

modo particolare impegnati a testimoniare,<br />

sull’esempio del Buon Samaritano,<br />

l’amore e consolazione di Cristo,<br />

e il servizio della Chiesa per i malati e<br />

sofferenti, manifestando con il comportamento<br />

evangelico coerente la speranza<br />

cristiana e la misericordia del Signore.<br />

Raccomanda e propone ai cristiani,<br />

impegnati nel mondo della salute, ad<br />

avere il coraggio di fare scelte coerenti<br />

con la loro fede ed abbracciare la bandiera<br />

della misericordia, come lo dimostrano<br />

antichissime gloriose Associazioni<br />

di Volontariato.<br />

Raccomanda e propone alle Chiese locali,<br />

alle Commissioni di Pastorale della<br />

Salute delle Conferenze Episcopali di<br />

promuovere, coordinare e orientare le<br />

Associazioni del Volontariato Cattolico,<br />

specialmente nel campo della salute,<br />

che siano una testimonianza cristiana di<br />

carità, di servizio alla promozione e alla<br />

difesa della vita.<br />

Il tema dell'incontro è stato esplicitato<br />

anche in una particolare sezione dedicata<br />

alle piazze della diocesi, attraverso<br />

dodici fotografie aeree che hanno facilitato<br />

la lettura del tessuto urbano al cui<br />

centro stanno le chiese, a testimonianza<br />

di una presenza che è identità, civiltà,<br />

incontro.<br />

Il catalogo è stato presentato nei giorni<br />

scorsi, davanti ad un folto e qualificato<br />

uditorio, dal dott. Gioacchino Barbera,<br />

direttore del Museo Regionale di<br />

Messina e dal critico d'arte, prof. Alfonso<br />

Sciacca.<br />

Erano presenti Mons. Salvatore Gristina,<br />

Vescovo della Diocesi di Acireale, e<br />

il Vicario Generale della stessa Diocesi,<br />

nonché Direttore dell'Ufficio Diocesano<br />

per i Beni Culturali Ecclesiastici, Don<br />

Paolo Urso, che tanto si è prodigato,<br />

senza risparmio di energie, per il successo<br />

della mostra e per la pubblicazione<br />

dello splendido catalogo.<br />

LUDOVICO ANASTASI<br />

Commento di Mons. Pacomio al Vangelo di Matteo<br />

«La parola si è fatta carne»<br />

La predicazione del Vangelo è «il più eccelso dei doveri episcopali» (LG 25).<br />

È su questo principio dottrinale che Mons. Luciano Pacomio, Vescovo di<br />

Mondovì, ma per tanti anni a Roma come Rettore del Collegio Capranica e<br />

come docente universitario, ha elaborato e raccolto in questo volume (La parola<br />

si è fatta carne. Omelie per l'anno liturgico-Ciclo A, Piemme, Casale<br />

Monferrato 2001, pp. 415, L. 35.000, ; 18,08) le sue riflessioni sui testi del<br />

Vangelo domenicale e festivo. Egli è consapevole, in questo modo, di offrire<br />

unsussidioai presbiteri, ai diaconi e ai collaboratori del servizio della parola.<br />

La sua convinzione è profonda per duplice motivo: anzitutto perché l'annuncio<br />

della parola che salva, soprattutto nel contesto liturgico, è una missione<br />

prioritaria d'indole sacramentale; in secondo luogo perché le comunità cristiane,<br />

i singoli fedeli hanno diritto di essere aiutati a comprendere i testi del<br />

Vangelo che vengono letti e commentati nelle feste di precetto.<br />

Recarsi in chiesa per partecipare alla Liturgia eucaristica, alla Messa è certamente<br />

una risposta all'amore di Dio che si dona senza limiti ai credenti. Ma<br />

è pure una risposta d'amore quotidiano, costante e progressivo, tradurre in<br />

termini esistenziali l'insegnamento di Gesù, la sua parola, la sua dottrina.<br />

La sfida dell'areligiosità e quella più avvolgente delle sette non può non essere<br />

nutrita dalla Celebrazione liturgica festiva. Mons. Pacomio adotta il metodo<br />

«patristico», il metodo cioè della catechesi che costruisce e che stimola a<br />

entrare nel «cuore» del mistero di Cristo, morto e risorto per la nostra salvezza,<br />

e atteso nella seconda venuta, alla fine dei tempi.<br />

Le «omelie» sono costruite secondo i testi biblici dell'anno A: quello stesso<br />

che guida la liturgia per tutto il nuovo anno. La disposizione tematica induce<br />

a riflettere sui singoli versetti di cui Mons. Pacomio evidenzia il dinamismo<br />

salvifico che si prolunga nella storia, aprendo l'intelligenza alla contemplazione<br />

di orizzonti che abbracciano tutto il progetto di Dio, promesso, realizzato<br />

e da realizzare. Egli contempla la presenza di Dio negli eventi della storia<br />

umana. Il cristocentrismo è la prerogativa della sua esposizione. È sempre<br />

coerente con quest'affermazione di principio: «Tutta la storia umana, pur nelle<br />

sue lacerazioni, contraddizioni e drammi, è segnata dagli interventi di Dio».<br />

Ma — aggiunge con san Paolo — è «ultimamente, in questi giorni, in una pienezza<br />

dei tempi che la Parola di Dio ha il suo definitivo compimento».<br />

GINO CONCETTI<br />

Il nuovo numero della rivista «Nuntium»<br />

La sezione Attualità è dedicata ad<br />

un'ampia riflessione sul continente africano,<br />

dal titolo «L'Africa è senza speranza?»,<br />

che inaugura una presentazione generale<br />

dei drammatici problemi di questa<br />

terra destinata a proseguire nelle prossime<br />

edizioni.<br />

La sezione Società presenta un approfondimento<br />

sulle tematiche inerenti le relazioni<br />

genitori-figli.<br />

Il Vescovo Angelo Scola, Rettore della<br />

Lateranense, affronta l'argomento in chiave<br />

teologica; altri si interrogano sul mondo<br />

delle adozioni.<br />

Infine è riportato il discorso del Papa in<br />

occasione del ventesimo di fondazione<br />

dell'Istituto Giovanni Paolo II per studi su<br />

matrimonio e famiglia.<br />

Il numero si chiude con la sezione Segni,<br />

molto ricca.<br />

Ricordo del Card. Lubachivsky, Pastore della Chiesa greco-cattolica ucraina<br />

Con umiltà e con gioia<br />

ha vissuto il giorno del ritorno alla libertà<br />

dopo l'esperienza delle catacombe<br />

IWAN DACKO<br />

San Paolo nella seconda Lettera ai<br />

Corinzi (12, 9-10) scrive: «Ti basta la<br />

mia grazia perché la mia potenza trionfa<br />

nella debolezza. Ben volentieri adunque<br />

io preferisco gloriarmi delle mie debolezze,<br />

affinché abiti in me la potenza<br />

di Cristo. Per questo io mi compiaccio<br />

delle mie infermità, degli oltraggi, delle<br />

necessità, delle persecuzioni e delle angustie<br />

per la causa di Cristo, perché<br />

quando son debole è allora che sono potente».<br />

Queste erano le parole predilette<br />

dal Cardinale Myroslav Ivan Lubachivsky,<br />

morto il 14 dicembre 2000, che citava<br />

frequentemente e che applicava<br />

nella sua vita quotidiana. Raramente ho<br />

incontrato personalità ecclesiastiche e<br />

civili così compenetrate d’umiltà quanto<br />

ne era compenetrato, sia nel vestire che<br />

nel porsi nei rapporti con le persone, il<br />

Cardinale Lubachivsky, tanto da costituire<br />

una figura veramente ed esemplarmente<br />

evangelica. In questo si può forse<br />

riconoscere il motivo di una affettuosa<br />

predilezione del Santo Padre Giovanni<br />

Paolo II nei suoi confronti.<br />

Il Signore ha dato nel XX secolo alla<br />

Chiesa Ucraina grandi personalità come<br />

il Metropolita Andrea Szeptycky ed il<br />

Cardinale Josyf Slipyj e con esse confrontandosi<br />

riconosceva realisticamente<br />

la inadeguatezza della sua persona, tanto<br />

da dichiarare — nel discorso commemorativo<br />

del Cardinale Slipyj nel primo<br />

anniversario della dipartita — di non poter<br />

essere pari alla sua grandezza. Dobbiamo,<br />

però, riconoscere che ha dimostrato<br />

la santità ed il senso di responsabilità<br />

nel continuare l’opera di queste<br />

due gigantesche personalità che egli<br />

stesso aveva definito «colonne della<br />

Chiesa Ucraina».<br />

Infatti il Cardinale Lubachivsky succedette<br />

al Cardinale Slipyj il 7 settembre<br />

1984, poco prima dei radicali cambia-<br />

La Cattedrale di Acireale<br />

A Leopoli, il 27 giugno scorso, al termine dello storico pellegrinaggio in Ucraina,<br />

Giovanni Paolo II si è recato nella cripta della Cattedrale greco-cattolica di san Giorgio<br />

e si è raccolto in preghiera davanti alle tombe del Cardinale Lubachivsky,<br />

del Cardinale Slipyj, del Metropolita Szeptycky e dell'Arcivescovo Sterniuk<br />

menti che avrebbero avuto luogo nell’Unione<br />

Sovietica, quasi alle soglie delle<br />

celebrazioni del Millenario del Battesimo<br />

della Rus’ di Kyiv.<br />

Szeptycky consacrò alla Beata Vergine<br />

Maria nel 1905 il popolo ucraino. Slipyj<br />

rinnovò la consacrazione a Lourdes<br />

nel 1972. Lubachivsky fece altrettanto<br />

nel 1984. Questa sua filiale devozione alla<br />

Vergine è documentata anche dal fatto<br />

che egli prese possesso della Chiesa<br />

del suo Titolo Cardinalizio proprio alla<br />

vigilia della festa della Pokrova (Patrocinio<br />

di Maria). In quell’occasione disse<br />

testualmente: «Questi pensieri mi vengono<br />

in mente in occasione della mia presa<br />

di possesso del Sobor di santa Sofia,<br />

alla vigilia della festa mariana del Patrocinio.<br />

Il fatto stesso che siamo qui riuniti<br />

in preghiera e in libertà, che assicuriamo<br />

la continuità dell’esistenza della nostra<br />

Chiesa, che abbiamo trasferito tanti<br />

dei nostri valori e istituzioni da Leopoli<br />

a qui, su questa terra romana, tutto<br />

questo è dono di Maria. È anche suo<br />

dono che possiamo continuare a lavorare<br />

e a preparare il nostro ritorno alla<br />

patria libera, dove celebreremo con costante<br />

e rinnovata gratitudine la festa<br />

del Patrocinio della nostra Madre e Protettrice».<br />

Di queste parole, che oggi possiamo<br />

considerare profetiche, egli vide e<br />

visse la realizzazione.<br />

Quando il 26 aprile 1986 esplose il<br />

reattore nucleare di Chernobyl, celebrando<br />

la Divina Liturgia nella pro-Cattedrale<br />

di santa Sofia a Roma, egli fece<br />

un appello di solidarietà all’intera umanità.<br />

Seguendo i segni della perestroika<br />

gorbacioviana, ma in modo particolare<br />

in preparazione al Giubileo millenario<br />

del Battesimo della Rus’ di Kyiv, il Cardinale<br />

Lubachivsky scrisse diversi «memorandum»,<br />

rese visite, fece appello ai<br />

potenti di questa terra, si rivolse al Papa<br />

per rivendicare i diritti sia del suo popolo<br />

che della Chiesa alla libertà religiosa<br />

e all’indipendenza.<br />

L’anno del Millennio del Cristianesimo<br />

è stato un periodo di intensa sensibilizzazione<br />

del mondo intero sulla situazione<br />

della Chiesa greco-cattolica ucraina<br />

che, ancora clandestina, era tuttavia<br />

viva e molto dinamica. Il Cardinale Lubachivsky<br />

con fare modesto ma deciso<br />

chiese il sostegno del Santo Padre nelle<br />

celebrazioni, cosa che il Santo Padre fece<br />

non solo con i Documenti Euntes in<br />

mundum e Magnum Baptismi donum,<br />

ma con la personale partecipazione ai<br />

festeggiamenti ed alle Liturgie che si<br />

svolsero a Roma nel luglio del 1988. In<br />

quell’anno il Cardinale visitò le comunità<br />

ucraine nell’ex Jugoslavia, Polonia,<br />

Austria, Germania, Belgio e Gran Bretagna<br />

e ovunque negli incontri sia con<br />

rappresentati ecclesiastici che civili chiedeva<br />

solidarietà e sostegno del mondo libero.<br />

La svolta decisiva si è verificata nel<br />

1989. Per i greco-cattolici ucraini in particolare<br />

nel settembre di quell’anno si<br />

ebbe una manifestazione popolare con<br />

oltre 250.000 persone nella città di Leopoli<br />

che chiedevano la legalizzazione<br />

della loro Chiesa. Egli era in Polonia per<br />

la chirotonia del nuovo Vescovo di Peremysl<br />

e guardando l'evento attraverso la<br />

televisione ebbe a osservare: «È scattata<br />

ormai l’ora del nostro prossimo ritorno<br />

a Leopoli». I fatti si svolsero con una velocità<br />

impressionante. Subito dopo lo<br />

storico incontro di Gorbaciov con il Papa<br />

il 1° dicembre 1989 le agenzie di tutto<br />

il mondo annunciarono che le comunità<br />

greco-cattoliche potevano essere registrate<br />

liberamente. Il Cardinale riprese<br />

diretti contatti con i Vescovi della Chiesa<br />

fino a quel momento clandestina, e<br />

particolarmente con il suo locum tenens<br />

l’Arcivescovo Volodymyr Sterniuk. Nei<br />

giorni 23-25 giugno del 1990 si tenne in<br />

Vaticano l’incontro fraterno di tutti i<br />

Vescovi della Chiesa Greco-cattolica<br />

ucraina, sia della diaspora che della patria,<br />

con il Papa. Il 19 agosto del 1990,<br />

dopo 44 anni, fu nuovamente celebrata<br />

la Divina Liturgia dai Vescovi nella storica<br />

Cattedrale di san Giorgio a Leopoli.<br />

E nell’ottobre dello stesso anno il Cardinale<br />

prese la decisione di rientrare nella<br />

sua sede. Informò per scritto di questo<br />

suo desiderio il Santo Padre, convocò<br />

un Sinodo straordinario nel febbraio<br />

1991 in Vaticano ed il 30 marzo successivo<br />

ebbe luogo lo storico ritorno del Padre<br />

e Capo della Chiesa greco-cattolica<br />

Ucraina nella sua sede di Leopoli.<br />

I successivi quattro mesi furono segnati<br />

da un continuo visitare città e villaggi,<br />

visite nelle quali il Cardinale annunciava<br />

instancabilmente la rinascita<br />

della sua Chiesa ed il ritorno della verità<br />

e della giustizia. Nei giorni 23-27 maggio<br />

1991 fu ricevuto ad altissimo livello dai<br />

diversi rappresentanti dell’ancora stato<br />

sovietico ucraino durante i quali il Cardinale,<br />

per scritto e direttamente a voce,<br />

rivendicò i pieni diritti della sua Chiesa<br />

e fece intendere senza mezzi termini<br />

che ormai era scattata anche l’ora dell’indipendenza<br />

dell’Ucraina. Cosa che si<br />

verificò il 24 agosto 1991, solennemente<br />

confermata da un referendum popolare<br />

il 1° dicembre dello stesso anno. 24 giorni<br />

più tardi si disintegrò l’ex Unione Sovietica.<br />

Seguì il non facile periodo di ristrutturazione<br />

e organizzazione della Chiesa,<br />

dei seminari, della rinascita dell’Accademia<br />

Teologica di Lviv, delle visite e prediche<br />

continue. Era da ammirare quel<br />

«vecchietto» ormai debole nelle gambe<br />

che saliva le scale della sua cattedrale<br />

per celebrare la Divina Liturgia e predicare<br />

al suo numeroso popolo.<br />

Nella vita privata il Cardinale, pur<br />

molto oberato dagli impegni, non tralasciava<br />

mai il suo breviaro, il suo rosario,<br />

la sua intensa vita spirituale... e la<br />

sua vecchia macchina da scrivere della<br />

quale si serviva per inviare i suoi pensieri<br />

spirituali ai seminaristi ed ai sacerdoti.<br />

Il suo spirito rimaneva forte, ma il<br />

corpo si indeboliva e nell’ottobre del<br />

1996 chiese al suo Sinodo ed al Santo<br />

Padre di nominare come suo Vescovo<br />

Ausiliare con facoltà speciali delegate<br />

S.E. Mons. Lubomyr Husar, che divenne<br />

poi suo successore.<br />

Il Signore gli diede la grazia di vivere<br />

ancora fin quasi alla fine dell’anno del<br />

Grande Giubileo del 2000, nel quale si<br />

spense in tutta tranquillità l’alba del 14<br />

dicembre.<br />

I suoi funerali furono una viva prova<br />

ed espressione di quanto l’intero suo popolo<br />

lo amasse e lo ammirasse. Nonostante<br />

la rigida stagione invernale ed<br />

una caduta continua di neve, superarono<br />

certamente il numero di 200.000 coloro<br />

che resero omaggio alla sua salma.<br />

Il già Prefetto della Congregazione per<br />

le Chiese Orientali, il Cardinale Achille<br />

Silvestrini, partecipò a nome del Santo<br />

Padre. I riti funebri alla presenza delle<br />

più alte rappresentanze dello Stato e<br />

delle Chiese dell’Ucraina furono presieduti<br />

dal Vescovo Husar.<br />

Il Santo Padre il 27 giugno 2001, prima<br />

di congedarsi dalla terra ucraina al<br />

termine della sua storica visita, scese<br />

nella cripta della Cattedrale di san Giorgio<br />

per rendere personale omaggio ai<br />

Metropoliti ivi sepolti ed un particolare<br />

gesto d’affettuosa considerazione e preghiera<br />

lo riservò alla tomba del Cardinale<br />

Lubachivsky.<br />

Veramente il Signore si è compiaciuto<br />

della sua debolezza ed attraverso di lui<br />

ha compiuto «grandi cose», poiché a pochi<br />

uomini della Chiesa fu riservato il<br />

privilegio di essere testimone e collaboratore<br />

in tanti eventi storici quanto all’umile<br />

ed indimenticabile persona di<br />

Myroslav Ivan Lubachivsky.


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

9 .<br />

Un'approfondita analisi nei saggi di Danilo Veneruso<br />

«Stato, nazione<br />

e democrazia»<br />

PIETRO BORZOMATI<br />

Una «lettura» critica del passato, con<br />

una particolare attenzione alla «mentalità»,<br />

non è facile impresa; l'analisi degli<br />

eventi e del pensiero dei protagonisti richiede<br />

sensibilità e anche una profonda<br />

conoscenza dei fatti per delineare tutta<br />

una gamma di giudizi, che possono essere<br />

pronunciati soltanto se la ricerca è<br />

stata esaustiva. Danilo Veneruso, con la<br />

raccolta di alcuni suoi stimolanti saggi<br />

nel volume «Stato, nazione e democrazia»<br />

(Studi del Centro «A. Cammarata»,<br />

Salvatore Sciascia editore, Caltanissetta-<br />

Roma 2001, pp. 608, L. 50.000, collana<br />

diretta da C. Naro), offre un esempio di<br />

grande valenza per l'Ottocento ed il Novecento,<br />

che consente, ad esempio, di<br />

comprendere motivazioni ed azione,<br />

pensiero e cause di eventi che tuttora si<br />

riflettono sul presente.<br />

L'introduzione è, in parte, autobiografica,<br />

ma nello stesso tempo chiarisce le<br />

ragioni della scelta dei saggi e non manca<br />

di importanti asserzioni, come, ad<br />

esempio, che «il criterio della logicità<br />

della storia non coincide con quello delle<br />

scienze matematiche: esso si fonda<br />

senza pregiudizi, senza deviazioni più o<br />

meno umorali, senza preferenze e soprattutto<br />

con la massima onestà intellettuale,<br />

sulla ricerca di risposte e domande».<br />

La riflessione è acuta, così come quella<br />

dedicata alle rivoluzioni secolarizzate<br />

moderne e postmoderne. Dalla «morte<br />

di Dio» alla crisi dell'uomo, l'A. asserisce<br />

di essere convinto che «le origini del<br />

processo storico contemporaneo si trovino<br />

nell'età della Restaurazione», avendo<br />

ben presente che «il principio di liberazione<br />

dei popoli è un concetto unitario e<br />

comprende, originariamente e potenzialmente,<br />

sia il versante interno che quello<br />

per così dire, esterno e formale».<br />

I rilievi su Giolitti ed i cattolici, sulla<br />

debolezza del modello giolittiano, perché<br />

non in sintonia con la cultura politica<br />

europea e sulla prima guerra mondiale,<br />

sono stimolanti ed in sintonia con<br />

altri studi, pubblicati in questo volume,<br />

non meno interessanti e suggestivi. È<br />

importante ad esempio l'affermazione,<br />

anche per i riferimenti al «passato remoto»,<br />

secondo cui «dopo l'avvento del cristianesimo,<br />

la dimensione politica, al pari<br />

di qualsiasi attività dell'uomo, ha avuto<br />

bisogno di legittimazione, vale a dire<br />

del riconoscimento della sua validità in<br />

rapporto alla sua origine, alla sua natura,<br />

alla finalità che persegue nel contesto<br />

cristiano». Ed è altresì significativo<br />

che l'A. chiarisca che «l'allontanamento<br />

da Dio per la scienza provoca la perdita<br />

di ogni possibilità di costruire da parte<br />

dell'uomo e dunque l'insorgere di una<br />

prospettiva nichilista».<br />

Ricco di suggestioni è il saggio dedicato<br />

alla affermazione del principio di<br />

nazionalità ed ai primi albori di un'area<br />

democratica dal 1815 al 1902. Veneruso,<br />

ad esempio, rileva che il problema religioso<br />

si presenta quale chiave di lettura<br />

e di interpretazione della realtà, perché<br />

Dio stesso è storia. Osserva, inoltre, che<br />

«la storia indica appunto che il terreno<br />

unitario da cui nasce la nazione è soltanto<br />

potenzialmente il genere umano,<br />

per la maggior parte ancora privo di<br />

ogni consapevolezza in questo senso». I<br />

giudizi sono importanti e rinsaldano il<br />

dibattito storiografico per contenuti e<br />

motodologia e l'A. offre esempi illuminanti<br />

quali: il concetto europeo dopo il<br />

1870 ed il delinearsi del «protonazionalismo».<br />

L'A. ricerca poi nel periodo della<br />

Restaurazione elementi importanti per<br />

avallare alcune sue considerazioni sul<br />

periodo postunitario italiano ed il Novecento<br />

e coglie l'occasione per ribadire<br />

che «la scoperta della storia nel contesto<br />

della riscoperta del cristianesimo come<br />

religione dell'umanità conduce al recupero<br />

del senso cristiano della storia».<br />

Molto significativi i giudizi sul nazionalismo<br />

pronunciati con stimolanti<br />

espressioni: «nel contesto nazionalistico<br />

il progetto politico di ogni Stato, la libertà<br />

di ogni Stato non riesce a conciliarsi<br />

con il progetto politico, con la libertà<br />

di ogni altro Stato». Ed «il fascismo<br />

al potere non è affatto quella nullità<br />

di cui hanno parlato molti suoi critici.<br />

È certamente contraddittorio ma di<br />

quella stessa contraddizione che ha perso<br />

e avviato al tramonto tutte le proposte<br />

politiche e culturali elaborate a partire<br />

dalla Restaurazione».<br />

Veneruso si muove con sicurezza e<br />

destrezza anche nell'analisi del pensiero<br />

di alcuni protagonisti, da Gioberti a<br />

Mazzini, a Cavour, a Giolitti, a De Gasperi.<br />

Rileva che fino al 1848 il principio<br />

di nazionalità appartiene di diritto all'area<br />

rivoluzionaria e si sofferma sulla crisi<br />

del liberalismo. Affronta il «travaglio<br />

storico» del revisionismo socialista e descrive<br />

i tentativi di modificare il modello<br />

europeo del capitalismo, attraverso meditate<br />

riflessioni critiche che ripropongono<br />

agli storici l'opportunità di una reinterpretazione<br />

del passato «prossimo»,<br />

con una particolare attenzione alla storia<br />

del pensiero. Per questo il volume<br />

dello storico genovese è un vero modello<br />

ed è punto di riferimento per gli studiosi<br />

che, ovviamente, dovranno tener<br />

conto dei diversi periodi in cui questi<br />

saggi precedentemente sono stati pubblicati.<br />

Il passaggio della «teologia del trionfo<br />

di Cristo» ai primi albori della «teologia<br />

della croce», verso l'universalità della<br />

Chiesa, evidenzia un'analisi, suggestiva,<br />

come pure lo sono l'attenzione al liberalismo<br />

ed al suo collegamento con lo spirito<br />

religioso o il sopraggiungere tra Ottocento<br />

e Novecento dell'economia americana,<br />

i limiti dell'anticlericalismo socialista<br />

e il giolittismo. A proposito, poi,<br />

della partecipazione alla vita dei propri<br />

Stati si precisa che essa era riformatrice,<br />

popolare e costituzionale per l'avvento<br />

di una reale giustizia sociale. Per l'A.,<br />

inoltre, crisi e fallimento della politica<br />

fascista «non sono che gli ultimi anelli di<br />

una reazione a catena che coinvolge tutto<br />

il sistema europeo tra le due guerre e<br />

l'ultimo tentativo di affermazione europeistica».<br />

Molto suggestivo il giudizio su<br />

Mazzini e la religione. Merita anche attenzione<br />

l'analisi, dedicata da Veneruso,<br />

alla Rerum novarum che indusse i cattolici<br />

ad un impegno più efficace a favore<br />

della classe operaia.<br />

Pagine interessanti sono dedicate anche<br />

a Guglielmo Ferrero ed a Giuseppe<br />

Capograssi. Capograssi, «partendo dalla<br />

filosofia politica di Tommaso d'Aquino e<br />

dal Vico cristiano e provvidenzialista,<br />

cercava di conferire fondamenti filosofici<br />

ad una scienza politica cristiana nei<br />

soli termini concepibili dopo lo scacco<br />

della prima guerra mondiale postulava<br />

la necessità di opporsi all'onnipotenza<br />

dello Stato, incoraggiando viceversa le<br />

articolazioni e le iniziative della società<br />

civile e la distinzione tra autorità e forza;<br />

esprimeva altresì la preoccupazione<br />

per la caduta dei limiti dei freni, delle<br />

resistenze nell'agire dell'uomo».<br />

L'ultima parte del volume conduce ad<br />

approcci con grandi personalità come<br />

Nitti, De Gasperi ed altri. Esprime, inoltre,<br />

una importante riflessione sulla spiritualità<br />

e la sua efficacia nel servizio<br />

dei cristiani, come, appunto, Capograssi.<br />

Si sofferma sul pensiero di Giovanni<br />

Gentile e del padre Agostino Gemelli,<br />

analizza il pensiero e l'opera di Luigi<br />

Sturzo a cui spetta, anche, il merito di<br />

aver inserito il discorso sulla democrazia<br />

nel campo intellettuale. Dedica uno spazio<br />

alla legislazione ed alla politica razziale<br />

del fascismo, con annotazioni suggestive,<br />

importanti sulla «crisi» del regime<br />

ormai irreversibile dopo l'ingresso<br />

dell'Italia in guerra. Ed, infine, Veneruso<br />

offre considerazioni molto stimolanti<br />

su De Gasperi e sul secondo dopoguerra<br />

e che ci aiutano, non poco, a comprendere<br />

anche il presente.<br />

Storia del pensiero, della mentalità,<br />

della cultura, in particolare, trovano in<br />

questo volume una elaborazione realmente<br />

convincente, capace di farci penetrare<br />

nel pensiero o nelle motivazioni,<br />

persino le più nascoste, di progetti dell'Italia<br />

e dell'antico continente. Un'impresa<br />

tutt'altro che facile portata<br />

avanti dall'A. con perizia e con sensibilità,<br />

senza la quale ben difficilmente<br />

avrebbe potuto far luce su tanti aspetti e<br />

problemi che hanno interessato anche<br />

l'interiorità.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 15 Dicembre 2001<br />

Tra le oltre duemila «Rime» scritte da Torquato Tasso spiccano le otto sul tema del Natale<br />

Tra riflessione e contemplazione il poeta canta la «mirabil notte a mezzo il verno»<br />

RAFFAELE VACCA<br />

Le Rime vengono considerate tra le<br />

opere minori di Torquato Tasso, celebrato<br />

principalmente per La Gerusalemme<br />

Liberata e l'Aminta. Tra le Rime,<br />

vien data una certa attenzione a quelle<br />

amorose ed a quelle d'occasione o d'encomio,<br />

ma poca a quelle religiose, ovvero<br />

a quelle che lo stesso autore, in una<br />

lettera, chiamò «sacre o spirituali».<br />

Le Rime, che già Ugo Foscolo riteneva<br />

«immeritatamente neglette», sono<br />

complessivamente oltre duemila, e rilevano<br />

la facilità con la quale Torquato<br />

Tasso esprimeva in liriche di vario metro<br />

(prevalentemente sonetti, canzoni,<br />

madrigali) avvenimenti ed aspetti della<br />

vita che si svolgeva intorno a lui, ma anche<br />

in lui. Se in quelle scritte nel primo<br />

periodo della sua vita prevale l'aspetto<br />

paesaggistico e sentimentale, che potremmo<br />

dir idillico, in quelle scritte o<br />

rielaborate nel secondo periodo prevale<br />

la riflessione, il pensiero.<br />

In questo periodo a Torquato Tasso la<br />

vita sembrava sempre più un andare per<br />

un «grande e spazioso mare», spesso<br />

agitato da «tempeste e fieri venti», dove<br />

l'anima par che affondi, ed affonderebbe<br />

se non fosse sostenuta dalla Grazia di<br />

Dio, che con i suoi raggi le indica il<br />

cammino sicuro.<br />

È bene ricordare che Torquato Tasso,<br />

come notò Lanfranco Carretti, riprese,<br />

anche a distanza di molti anni, le varie<br />

liriche, talvolta mutandole e rifacendole<br />

interamente, ma non riuscì a dar forma<br />

definitiva alla loro raccolta, che aveva<br />

«costantemente vagheggiata».<br />

Tra le rime sacre otto sono dedicate<br />

al Natale, che dal 1587 trascorse sempre<br />

a Roma. Costituiscono un'ideale silloge,<br />

che potrebbe essere intitolata Cantiam<br />

la Sacra Notte, dal primo verso del madrigale,<br />

scritto tra il 1587 ed il 1594 a<br />

Roma. Qui nel 1587 aveva scritto la can-<br />

A Legnano la mostra fotografica «Joel Meyerowitz, la natura delle città»<br />

L'acuta sensibilità verso<br />

le sfumature del quotidiano<br />

GIUSEPPE COSTA<br />

Il rapporto fra città e fotografia è da<br />

sempre molto intenso e fecondo. Pensando<br />

a fotografi americani e alla città<br />

di New York in particolare si ricordano<br />

Lewis Hine (1874-1940) che ci ha lasciato<br />

immagini che denunciano la nascita<br />

della metropoli come luogo dell’emarginazione;<br />

Alfred Stieglitz (1864-1946), che<br />

con il suo pittoricismo ha prodotto<br />

splendide vedute; Paul Strand (1890-<br />

1976) molto legato a preoccupazioni sociali<br />

dal punto di vista dei contenuti e<br />

formali per l’aspetto estetico ed ancora<br />

Weegee (1890-1968) vero e proprio cronista<br />

della New York violenta.<br />

L’attenzione sulla grande città americana<br />

e non soltanto, oltre che dai tragici<br />

fatti di settembre viene ora sollecitata<br />

dalla fotografia di un altro grande<br />

artista.<br />

Ottanta delle immagini che Joel Meyerowitz<br />

ha dedicato alle città di New<br />

York, Atlanta, San Louis e San Pietroburgo<br />

sono esposte fino al 6 gennaio<br />

2002 al Palazzo Leone da Perego di Legnano<br />

a cura dell’Agenzia Ultreja di<br />

Milano. L’esposizione acquista un particolare<br />

significato non soltanto per il<br />

tema in se stesso — la natura delle città<br />

— caro all’Artista americano ma anche<br />

perché questi vi espone le prime<br />

immagini del Ground Zero, l’area della<br />

tragedia che l’11 settembre 2001 ha visto<br />

la distruzione delle Twin Towers e<br />

la morte di migliaia di innocenti.<br />

Del resto il rapporto fra il fotografo e<br />

la città sa di amore a prima vista. Scrive<br />

infatti lo stesso Meyerowitz: «Confesso<br />

di amare le città. Vi è una forza primordiale<br />

in esse, un senso del mistero.<br />

Sotto questo aspetto sono come la natura.<br />

L’invisibile significato delta città è<br />

nascosto, secondo me, nella sostanza<br />

stessa della città. Innanzitutto è lo spazio<br />

a parlarmi, nella composizione dei<br />

materiali che la formano; acciaio inossidabile<br />

e vetro, marmo e granito, mattone<br />

e pietra, cemento e asfalto lucente,<br />

fontane, viali, parchi, torri, monumen-<br />

zone Mira devotamente alma pentita,<br />

dopo aver visitato la Cappella del presepio,<br />

fatta costruire da Sisto V in S. Maria<br />

Maggiore, ed inaugurata in quel Natale.<br />

La canzone «piacque meravigliosamente»<br />

al Pontefice.<br />

Come si ricava leggendo attentamente<br />

le sue liriche natalizie, quella alla quale<br />

Tasso invita a cantare è una mirabil<br />

notte a mezzo il verno, è una notte che<br />

il rigor del verno gela, nella quale, mentre<br />

nel ciel sereno si sente un angelico<br />

concerto, Dio nasce e l'uom s'eterna, e<br />

«San Pietroburgo,<br />

3:15 A.M.»<br />

«Saint Louis<br />

(Le pianure)»<br />

ti, tutto definisce e riempie uno spazio,<br />

tutto è pieno di energia».<br />

Joel Meyerowitz vive a New York dove<br />

è nato nel 1938. Dal 1970 si è concentrato<br />

sul paesaggio americano, sociale<br />

e fisico esplorando lo spirito dei<br />

luoghi quali Cape Cod, St. Louis, Atlanta<br />

e ovviamente New York della quale<br />

predilige la baia, il paesaggio sotto il<br />

cielo ed i giochi di luce tra i grattacieli.<br />

Ha studiato pittura e illustrazione medica<br />

all’Ohio State University.<br />

Ha iniziato la sua carriera di fotografo<br />

nel 1960 realizzando fotografie da 35<br />

mm in b/n sulle strade urbane avvertendo<br />

l’eco della Beat Generation.<br />

Per la sua attività professionale il fotografo<br />

newyorkese ha ottenuto numerosi<br />

premi ed onorificenze ricevendo fra<br />

l’altro per due volte il «Guggenheim<br />

Fellowship» e varie borse di studio da<br />

sembra veste / L'universal suo nume<br />

apparso in terra. / E il mortal e 'l divin<br />

vi giunge e mesce.<br />

Dio avrebbe potuto salvar l'uomo e le<br />

ruine antiche senza venir ad abitare in<br />

terra, mandando e 'n pace e 'n guerra<br />

un angelo con mille e più schiere amiche.<br />

Ed invece sceglie di essere solo ed<br />

uomo e Dio mirando d'amore. E nasce<br />

in terra, dove c'è gente aspra e ritrosa.<br />

Qui sarebbe potuto nascere in nobil<br />

cuna, fra profumi, ricche fasce, corone,<br />

fregi, avendo intorno donne e cavalieri<br />

«New York City: Ground Zero»<br />

«New York City: Empire State» «Atlanta (Il Sud)»<br />

parte del «National Endowment for the<br />

Arts and the Humanities».<br />

«Per Meyerowitz — osserva il critico<br />

e fotografo Giovanni Chiaramonte — la<br />

fotografia diventa la possibilità di una<br />

visione consapevole e critica della condizione<br />

umana ed essa pone la necessità<br />

di operare sulla strada per descrivere<br />

gli eventi imprevisti e i gesti imprevedibili<br />

della ancora sconosciuta vita contemporanea<br />

nella metropoli».<br />

«Non si può averne mai abbastanza<br />

della commedia umana — dichiara<br />

Meyerowitz, protagonista della street<br />

photography di quegli anni con Lee<br />

Friedlander e Garry Winogrand — perché<br />

ogni giorno essa ti si propone con<br />

un diverso aspetto: le sue tragedie, le<br />

sue ironie, le sue spiegazioni spontanee<br />

e i suoi risvegli. Tutto questo succede<br />

in modo simile al jazz, quando si lavo-<br />

egregi. Ed invece cheto e nudo si pasce<br />

/ De l'onor de le selve, e di quel poco /<br />

Che gli sinistra la stagione e 'l loco, e<br />

tra l'asinello e 'l bue.<br />

L'angelico candore che vince il giorno<br />

e l'armonia che domina hanno spinto<br />

la rozza turba, desta alla nova luce e<br />

desta al canto a contemplarlo, esposto<br />

tra le brine e 'l gelo, quantunque abbia<br />

creato su gli abissi l'universo che governa.<br />

È il massimo gesto d'umiltà che si sarebbe<br />

potuto compiere; è un gesto che,<br />

È morto Ardito Desio il «Cesare dell'Himalaya»<br />

Il 12 dicembre è morto a Roma Ardito Desio, uno dei più celebri alpinisti<br />

e geologi italiani. Aveva 104 anni.<br />

Nato il 18 aprile 1897 a Palmanova, Desio ebbe sin da giovane la passione<br />

per lo sport e per l'avventura: scalò quasi tutte le cime delle Alpi Orientali<br />

e nel 1915 si arruolò come volontario allo scoppio della Prima Guerra<br />

Mondiale. Nel novembre del 1917 venne fatto prigioniero dagli austriaci e<br />

portato al campo di concentramento di Wegscheld presso Linz, dove rimase<br />

per un anno, e poi a Plan, in Boemia.<br />

Riacquistata la libertà, per Desio cominciarono due carriere parallele, entrambe<br />

prestigiose: quella universitaria e quella esplorativa. La prima lo ha<br />

visto arrivare alla cattedra di Geologia dell'Università di Milano e alla presidenza<br />

delle maggiori istituzioni geologiche italiane. La seconda è quella<br />

che maggiormente lo ha consegnato al ricordo della storia: innumerevoli infatti<br />

le spedizioni scientifiche legate al suo nome, dalla prima, la traversata<br />

solitaria del Mar Egeo nel 1922, e via via attraverso le piste del Karakorum,<br />

il Sahara, la Persia, l'Etiopia, l'Albania.<br />

Il 31 luglio del 1954 una spedizione da lui stesso organizzata conquistò<br />

per la prima volta la vetta del K2, la seconda cima del mondo. Ma l'allora<br />

cinquantasettenne Desio non si fermò di certo: le sue esplorazioni scientifiche,<br />

particolarmente attente all'aspetto geologico e geografico delle ricerche,<br />

proseguirono in Afghanistan (1961), in Antartide (1962) — fu il primo<br />

italiano a raggiungere il Polo Sud —, in Birmania (1966), in Tibet (1980), e<br />

dall'87 ancora nell'Himalaya per collaborare con le ricerche del CNR. Il<br />

«Cesare dell'Himalaya», così era soprannominato in Francia, ha anche lasciato<br />

un notevole contributo bibliografico che raccoglie le sue numerose<br />

esperienze scientifiche in alcuni dei luoghi più suggestivi e più impervi del<br />

Ardito Desio in visita al laboratorio<br />

del CNR sotto l'Himalaya nel 1990<br />

mondo.<br />

I funerali di Ardito Desio si sono svolti venerdì 14, alle ore 12, nel Duomo<br />

di Palmanova.<br />

«Atlanta<br />

(Il Sud)»<br />

ra con una macchina fotografica piccola<br />

si è immediatamente coscienti di<br />

quello che sta succedendo in strada».<br />

Superata questa fase che egli stesso<br />

chiama «street school», grazie agli influssi<br />

di Robert Frank, Eugene Atget ed<br />

Henri Cartier-Bresson, si dedica a una<br />

visione contemplativa con vedute a colori<br />

di paesaggi naturali e urbani. Nascono<br />

così i suoi volumi più importanti<br />

come Cape Light, St. Louis and the Arch<br />

e Redheads, un’antologia di ritratti<br />

femminili.<br />

Le sue foto sono caratterizzate da<br />

un’acuta intelligenza e sensibilità verso<br />

le sfumature dell’ambiente e la luce colorata,<br />

verso l’essenza e l’atmosfera di<br />

tutti i giorni. Esse traggono l’essenza<br />

del familiare per rivelare la sua straodinarietà,<br />

e mostrarci i luoghi comuni<br />

come un passaggio verso il misterioso.<br />

Il geniale e innovativo colore di Meyerowitz,<br />

soprattutto nell’utilizzo dell’illuminazione<br />

mista, tra luce naturale e<br />

luce artificiale nell’ora del crepuscolo,<br />

ha influenzato profondamente il mondo<br />

del cinema e della televisione e ad esso<br />

si riferiscono dichiaratamente film come<br />

«Paris Texas» di Wim Wenders e il<br />

serial poliziesco «Miami Vice». Le sue<br />

foto sui grattacieli di New York nascono<br />

da una osservazione diuturna sulla<br />

città che gli è più familiare.<br />

«Data l’alta densità della città — egli<br />

scrive — è straordinario come si possa<br />

restare all’angolo tra la 57ª Street e la<br />

Fifth Avenue e vedere la discesa fino alla<br />

punta di Manhattan. Come una freccia<br />

che vola, un raggio di luce penetra<br />

il cemento e il vetro dandoti la sensazione<br />

di poter possedere quel che vedi.<br />

Le vie trasversali, che si aprono ad Est<br />

e a Ovest, portano sino al cuore della<br />

città il fresco e intenso alito dei due<br />

fiumi e l’aroma di caffè abbrustolito<br />

della spiaggia del New Jersey. Il mattino<br />

presto, o nelle sere d’estate, raggi<br />

d’oro rimbalzano su ogni superficie come<br />

laser, facendo scintillare scale di sicurezza,<br />

frontoni, tombini, semplici<br />

mattoni in un crescendo unitario di luce<br />

infocata».<br />

Decisivo è l’apporto di Meyerowitz<br />

nella rappresentazione dello spazio urbano<br />

contemporaneo e nell’utilizzo del<br />

colore come forma simbolica e come<br />

elemento fondante della significazione<br />

fotografica.<br />

La mostra antologica organizzata a<br />

Legnano è quanto di più completo sia<br />

stato mai presentato in Europa. Ci sono<br />

poi le immagini di New York ferita<br />

che certamente l’artista non avrebbe<br />

mai immaginato di dover vedere ed anche<br />

questo come la luce è un mistero.<br />

Mistero di male. «Se l’esito di un certo<br />

cammino dell’Occidente — osserva ancora<br />

Chiaramonte — è l’uomo ridotto a<br />

un’unica dimensione, la dimensione<br />

omologante e superficiale della dimensione<br />

di massa, per Meyerowitz solo<br />

l’uomo è capace di dare senso al mondo,<br />

un senso che si illumina nella messa<br />

a foco delle irriducibili identità e differenze<br />

delle culture dell’abitare».<br />

come dice nella canzone dedicata a Sisto<br />

V, ha rivelato che gli antichi dei erano<br />

falsi e vani. E così l'antro di Apollo<br />

è diventato muto; Dafne non risponde<br />

più con accenti umani dalla quercia altrui,<br />

giace il gran carro al quale si diceva<br />

che fossero stati legati i leoni.<br />

Torquato Tasso sa che il Natale è il ricordo<br />

della nascita di Gesù, che si rivive<br />

nell'animo. E ciò, nel sonetto In si mirabil<br />

notte a mezzo il verno, lo porta a<br />

dir nella prima terzina E questa notte<br />

Cristo ancor rinasce. / Fra l'umiltà: chi<br />

gli apparecchia albergo / Degno di lui<br />

che portò pace al mondo?<br />

Nella seguente terzina risponde che la<br />

sua anima può preparare un presepio,<br />

ma deve esser puro e mondo.<br />

Come i magi, bisogna offrir a Gesù<br />

mirra odorata e insieme incenso ed<br />

oro, come i pastori bisogna lodarlo, con<br />

gli angeli bisogna cantar l'egual gioia.<br />

Tutto ciò dopo aver sollevato la mente<br />

al Cielo, pregato i sensi interni, e portata<br />

l'anima dal terreno e grave al meraviglioso<br />

ed alto suono.<br />

Nel 1585 a Venezia fra Faustino Tasso<br />

dei Zoccolanti pubblicò un libretto intitolato<br />

Venti ragionamenti familiari sulla<br />

venuta del Messia. Tra questi c'era<br />

un sonetto di Torquato Tasso dedicato<br />

al frate che predicava sul Natale. In esso<br />

Tasso ricorda che la venuta di Gesù<br />

era stata profetizzata, che illuminò le<br />

carte e i puri inchiostri, e che son gemme<br />

i sacri detti.<br />

Chi conosce le rime amorose di Tasso<br />

ed in particolare l'Aminta si sarebbe potuto<br />

attendere che, scrivendo sul Natale,<br />

tasso indugiasse su quei temi idillici che<br />

son diventati tradizionali del presepe napoletano.<br />

Nelle sue liriche natalizie invece<br />

prevalgono temi teologici e biblici,<br />

anche perché la vita, la sua vita, lo portava<br />

sempre più, come avrebbe scritto<br />

al Costantini il 12 marzo 1592, «ne la<br />

contemplazione de le cose divine».


A ROMA<br />

PAGINA<br />

CASA A inizio del nuovo anno ne saranno assegnati i primi 460<br />

Dopo 10 anni la nuova graduatoria<br />

per gli alloggi comunali<br />

Dopo oltre dieci anni, è stata pubblicata<br />

oggi la nuova graduatoria per l’assegnazione<br />

a Roma degli alloggi di edilizia<br />

residenziale pubblica. All’inizio del<br />

prossimo anno, ha assicurato l’assessore<br />

comunale alla Casa Claudio Minelli, saranno<br />

assegnati i primi 460 appartamenti,<br />

agli sfrattati in testa alla graduatoria.<br />

Si tratta soprattutto dei 350 alloggi del<br />

Tintoretto e gli 80 ad Acilia, che il Campidoglio<br />

sta acquistando. Le persone e<br />

le famiglie in graduatoria (l’elenco è<br />

consultabile anche sul sito Internet del<br />

Comune), in attesa di una casa dal<br />

Comune: in bilancio<br />

previsti fondi<br />

per lo smantellamento<br />

della sopraelevata<br />

Campidoglio, sono 15.622, ordinate secondo<br />

diversi requisiti di urgenza. In testa<br />

ci sono gli sfrattati: 945 famiglie già<br />

sfrattate e 1.584 sotto sfratto. Seguono<br />

poi circa settemila persone in disagio sociale<br />

come anziani, invalidi o giovani<br />

coppie. «Il nostro obiettivo — ha spiegato<br />

Minelli — è esaurire al più presto l’emergenza<br />

sfratti, per poi dare risposte<br />

alle altre fasce di disagio sociale». Il precedente<br />

bando per le case comunali era<br />

del 1989, e la graduatoria fu stilata nel<br />

’94. «Tempi lunghi — ha sottolineato<br />

l’assessore — che hanno favorito il feno-<br />

Potenziate le strutture<br />

per accogliere i senza tetto<br />

Aumentano nella Capitale i posti per l’accoglienza notturna dei senzatetto e<br />

passano dai 562 dello scorso anno ai 1.252 di quest’anno, con l’apertura di<br />

nuove strutture realizzate anche con la collaborazione di aziende Trambus e<br />

Fs. «È necessario che Roma garantisca accoglienza e ospitalità alle persone in<br />

difficoltà estrema, in particolare nel periodo del freddo, ma in generale per<br />

tutti i giorni dell’anno — ha detto in una conferenza stampa l’assessore alle<br />

Politiche sociali Raffaela Milano —. Questo è possibile solo tramite lo sforzo<br />

congiunto d tutti i soggetti, istituzionali e sociali e della città nel suo complesso».<br />

Per questo è stata annunciata anche l’apertura di un call center<br />

(0668210986) che raccoglie le segnalazioni e indirizza in collegamento con l’unità<br />

di strada, verso i centri di accoglienza. Per chi è in difficoltà estrema,<br />

(secondo le stime del Nae dei Vigili urbani, sono circa 6.000 in totale), sono a<br />

disposizione nuovi posti di accoglienza in 6 nuove strutture. In particolare, le<br />

Ferrovie dello Stato hanno messo a disposizione un salone di circa 500 metri<br />

quadri alla stazione Ostiense.<br />

Nel bilancio di previsione 2002 del Comune<br />

saranno previsti anche fondi per il<br />

progetto preliminare relativo allo smantellamento<br />

definitivo della sopraelevata<br />

della Tangenziale Est, compresa quindi<br />

la definizione della viabilità alternativa.<br />

Lo ha deciso, giovedì, la maggioranza<br />

capitolina in un vertice dedicato ad approfondire<br />

il piano investimenti cui hanno<br />

partecipato i capigruppo e gli assessori<br />

interessati.<br />

In base al progetto che sarà messo a<br />

punto si stabiliranno poi i tempi e i finanziamenti<br />

necessari per realizzare lo<br />

smantellamento, da prevedere, eventualmente,<br />

anche nel prossimo assestamento<br />

di bilancio.<br />

Nel bilancio 2002 ci saranno anche<br />

fondi per il progetto preliminare relativo<br />

al prolungamento della linea B della metropolitana<br />

da Ponte Mammolo al Grande<br />

raccordo anulare. Come già previsto,<br />

saranno in bilancio anche i finanziamenti<br />

per il prolungamento del tram 8 fino<br />

a via del Plebiscito e per far partire nel<br />

2002 le gare per la costruzione del tratto<br />

San Giovanni-Alessandrino della metropolitana<br />

C e della diramazione della metropolitana<br />

B1 da piazza Bologna a Conca<br />

d’Oro.<br />

«La maggioranza e la giunta hanno<br />

concordato inoltre — ha spiegato il<br />

coordinatore, Silvio Di Francia — che<br />

nei prossimi due mesi si approfondiranno<br />

alcuni interventi relativi alla mobilità<br />

e a grandi progetti per la città. Ne sarà<br />

valutata la fattibilità e quindi previsto un<br />

finanziamento specifico nella prossima<br />

variazione di bilancio».<br />

Unesco: Villa d'Este<br />

Patrimonio mondiale<br />

dell'umanità<br />

Il sito di Villa d’Este, a Tivoli, è stato<br />

iscritto dall'Unesco nel Patrimonio mondiale<br />

dell’umanità.<br />

La decisione — informa l’Ambasciata<br />

d’Italia a Helsinki — è stata presa, venerdì<br />

mattina, durante la XXV sessione<br />

del Comitato del patrimonio mondiale,<br />

in corso dall’11 dicembre nella capitale<br />

finlandese.<br />

Nella motivazione si afferma che la<br />

villa «è una delle testimonianze tra le<br />

più significative e complete della cultura<br />

del Rinascimento, nella sua espressione<br />

più raffinata» e che il giardino «è un<br />

esempio incomparabile di giardino italiano<br />

del XVI secolo».<br />

Con Villa d’Este — riferisce l'agenzia<br />

«Ansa» — sono trentacinque i siti italiani<br />

iscritti nel Patrimonio mondiale dell’Unesco.<br />

Il monumento fu voluto dal Cardinale<br />

Ippolito D’Este nel 1550 ed è noto in<br />

tutto il mondo per i suoi giardini e i giochi<br />

d’acqua delle sue fontane. Tivoli ora<br />

ha due monumenti tutelati dall’Unesco.<br />

Già nel 1999 era stata iscritta Villa<br />

Adriana, costruita dall’imperatore Adriano<br />

nel I secolo d.C.<br />

10 .<br />

meno delle occupazioni abusive. Questa<br />

volta, invece, i tempi sono stati rapidissimi,<br />

considerando la complessità delle<br />

procedure o solo il fatto che ci sono state<br />

10.000 opposizioni, tutte evase: il bando<br />

è stato pubblicato a novembre<br />

2000».<br />

Ma la manovra per affrontare l’emergenza<br />

abitativa nella Capitale è molto<br />

articolata: a Roma sono circa 20.000 le<br />

famiglie in disagio abitativo, ha spiegato<br />

Minelli, e con i provvedimenti messi in<br />

campo saranno circa 15.000 ad avere risposte,<br />

seppure non tutte immediate, tra<br />

assegnazioni per graduatoria; alloggi a<br />

chi ora è nei residence o nelle scuole occupate;<br />

«buono casa», cioè il contributo<br />

all’affitto erogato dal Comune che da<br />

solo andrà a circa 12.000 famiglie.<br />

Al momento, ha aggiunto l’assessore,<br />

il Campidoglio sta assegnando circa<br />

1.600 alloggi: più di mille serviranno a<br />

chiudere i residence e a liberare le scuole<br />

occupate, i restanti 460 saranno assegnati<br />

ai primi della nuova graduatoria.<br />

Da ora in poi, quindi, secondo Minelli,<br />

«avrà casa dal Comune solo chi è nella<br />

graduatoria generale». A loro andranno i<br />

1.500 nuovi alloggi che il Campidoglio<br />

comincerà ad acquistare e ad assegnare<br />

nella seconda metà del 2002 attraverso<br />

le entrate ricavate dal programma di<br />

alienazioni. In questo modo sarà data risposta,<br />

ha sottolineato Minelli, a gran<br />

parte dell’«emergenza sfratti», cioè alle<br />

circa 2.500 famiglie già sfrattate o sotto<br />

sfratto.<br />

SOLIDARIETÀ Aperte nuove strutture<br />

Potenziata l'accoglienza<br />

per i senza fissa dimora<br />

Aumentano nella Capitale i posti per<br />

l’accoglienza notturna dei senza tetto<br />

(passano dai 562 dello scorso anno ai<br />

1.252 di quest’anno), con l’apertura di<br />

nuove strutture realizzate anche con la<br />

collaborazione delle aziende Trambus e<br />

Fs. «È necessario che Roma garantisca<br />

accoglienza e ospitalità alle persone in<br />

difficoltà estrema, in particolare nel periodo<br />

del freddo, ma in generale per tutti<br />

i giorni dell’anno — ha detto l’assessore<br />

comunale alle Politiche sociali Raffaela<br />

Milano —. Questo è possibile solo<br />

tramite lo sforzo congiunto d tutti i sog-<br />

Sanità: in arrivo<br />

orari più flessibili<br />

per le farmacie<br />

Orari più flessibili per le farmacie<br />

e nuove disposizioni per guardie<br />

notturne e festive: queste alcune<br />

delle novità previste nella proposta<br />

di legge varata, giovedì, dalla<br />

commissione regionale Sanità e<br />

che passerà ora all’esame del<br />

Consiglio regionale. Secondo la<br />

proposta di legge, turni e orari<br />

delle farmacie saranno stabiliti<br />

dalle Asl. Le farmacie potranno<br />

chiudere alle 19.30, alle 20 o alle<br />

20.30, mentre quelle rurali alle 19.<br />

L’orario di apertura potrà essere<br />

alle 8.30 o alle 9.<br />

Maltempo: neve<br />

sui Castelli Romani<br />

Ghiaccio sulle consolari<br />

La neve è cominciata a cadere verso<br />

mezzogiorno di venerdì sui Castelli Romani,<br />

ma si squaglia a contatto con il<br />

suolo. Nessuna nevicata sulla Capitale<br />

invece la scorsa notte, al contrario delle<br />

previsioni meteorologiche che indicavano<br />

anche un forte abbassamento della<br />

temperatura. Nella nottata però c’è stato<br />

un forte vento che ha sradicato rami<br />

e alberi, divelto tetti e molti cartelloni<br />

pubblicitari.<br />

«Non ci sono le condizioni per una<br />

nevicata sulla Capitale — ha spiegato la<br />

direttrice dell’Osservatorio meteorologico<br />

del Collegio Romano — perché nevichi<br />

la temperatura dovrebbe essere intorno<br />

allo zero.<br />

Sulle strade consolari che dai Castelli<br />

portano a Roma sono al lavoro dipendenti<br />

dell’Anas e della Provincia per eliminare<br />

i tratti ghiacciati. Venerdì mattina,<br />

la via Tuscolana all’altezza di Doganella<br />

e la via dei Laghi, nei pressi di<br />

Rocca di Papa, era una lastra di ghiaccio<br />

e pattuglie della Polizia stradale hanno<br />

consigliato agli automobilisti di seguire<br />

percorsi alternativi.<br />

I Vigili del fuoco stanno lavorando incessantemente<br />

dall’alba per tagliare alberi<br />

pericolanti danneggiati dal vento e<br />

verifiche ai tetti di abitazioni.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 15 Dicembre 2001<br />

15 DICEMBRE 2001<br />

Sabato della II setimana di<br />

Avvento - Feria (viola) - Messa<br />

mattutina propria - Lezionario:<br />

Sir 48, 1-4.9-11 - Salmo<br />

79; Mt 17, 10-13 - Liturgia<br />

delle Ore (fino a Nona): Sab.<br />

II sett. - Ufficio della Feria -<br />

Messa vespertina (viola o ro-<br />

getti, istituzionali e sociali e della città<br />

nel suo complesso». Per questo è stata<br />

annunciata anche l’apertura di un centralino<br />

(tel. 0668210986) che raccoglie le<br />

segnalazioni e indirizza in collegamento<br />

con l’unità di strada, verso i centri di<br />

accoglienza.<br />

Per chi è in difficoltà estrema, (secondo<br />

le stime dei Vigili urbani, sono circa<br />

2.000 i senza dimora e 3-4.000 coloro<br />

che vivono in alloggi di fortuna), sono a<br />

disposizione nuovi posti di accoglienza<br />

in sei nuove strutture. In particolare, le<br />

Ferrovie dello Stato hanno messo a disposizione<br />

un salone di circa 500 metri<br />

quadri all’inizio del tunnel sopraelevato<br />

che attraversa il fascio dei binari della<br />

stazione Ostiense e che è stato attrezzato<br />

con letti, sacchi a pelo, stufe e bagni<br />

chimici. Può ospitare almeno cento persone<br />

(fino a 300 in caso di necessità). Altri<br />

50 posti saranno disponibili dalla<br />

prossima settimana al Ferrotel alla stazione<br />

Tiburtina.<br />

Grazie alla collaborazione di Atac e<br />

Trambus un nuovo centro di prima accoglienza,<br />

con 50 posti letto, è stato attrezzato<br />

nella rimessa Atac a Trastevere.<br />

In particolare, agli anziani è riservato<br />

un centro di accoglienza della Caritas di<br />

Ponte Casilino, dove sono disponibili 50<br />

posti (in camerette a due letti con bagno)<br />

con i quali si cercherà di decongestionare<br />

l’ostello di via Marsala e garantire<br />

un passaggio graduale delle persone<br />

anziane senza fissa dimora ai servizi residenziali<br />

per anziani gestiti dal Comune.<br />

Invece, ai nuclei familiari sarà principalmente<br />

rivolto un centro di prima<br />

accoglienza che aprirà nei pressi della<br />

stazione Tuscolana, in via Assisi.<br />

TERRITORIO Durante un convegno organizzato dalla Federlazio<br />

Proposte per modificare<br />

lo status istituzionale di Roma<br />

«Occorre cambiare il governo di Roma<br />

in base alla formulazione di «Città-<br />

Regione», l’unica in grado di far superare<br />

gli attuali squilibri socio economici<br />

che affliggono le province del Lazio». Lo<br />

ha detto, ieri giovedì, il presidente della<br />

Regione Lazio Francesco Storace, intervenendo<br />

all’assemblea della Federlazio,<br />

dove tra le altre cose, si è discusso sul<br />

futuro modello istituzionale della Capitale.<br />

La proposta sarebbe basata sulla creazione<br />

di due enti autonomi: l’uno comprendente<br />

l’area di Roma e dei Comuni<br />

limitrofi, l’altro invece quella delle restanti<br />

province. «Attualmente soltanto la<br />

Capitale assorbe oltre il 50% dei fondi<br />

regionali — ha dichiarato Francesco<br />

Storace — mentre a Frosinone, Latina,<br />

Rieti e Viterbo, va il resto. Questo produce<br />

una situazione non più sostenibile,<br />

dove si sommano la mancanza di un<br />

prestigio particolare per Roma ed il ruolo<br />

secondario delle altre realtà territoriali».<br />

«Se la Capitale potesse assumere invece<br />

lo status speciale di vero e proprio<br />

Ente Regione, con quindi i relativi poteri<br />

autonomi, legislativi, finanziari, fiscali<br />

e di programmazione — ha aggiunto il<br />

presidente — tale squilibrio non sussisterebbe,<br />

perché le altre province agglomerate<br />

in una Regione separata godrebbero<br />

degli stessi vantaggi».<br />

«Roma non può più essere governata<br />

con gli stessi poteri che la legge assegna<br />

ad un Comune di 8.000 abitanti — ha<br />

concluso — perché con oltre 2.000.000<br />

di residenti ed un territorio immenso, è<br />

necessaria un’autonomia legislativa e finanziaria<br />

in grado di favorire lo sviluppo<br />

del territorio».<br />

Nel corso dell’incontro è poi emersa<br />

la preoccupazione degli imprenditori per<br />

il futuro economico nel Lazio. Secondo,<br />

infatti, le previsioni della Federazione<br />

che riunisce oltre 3.000 piccole e medie<br />

imprese, i tragici attentati che hanno<br />

colpito gli Stati Uniti e la guerra in corso,<br />

produrranno quasi certamente nel<br />

corso del 2002 delle conseguenze negative<br />

nei settori produttivi ed occupazionali.<br />

«Sarebbe opportuno che soprattutto il<br />

Comune di Roma, attraverso la formulazione<br />

del “Patto per Roma”, quale occasione<br />

di rilancio dell’economia cittadina<br />

— ha dichiarato il presidente di Federlazio<br />

Giorgio Trombetta — intervenisse<br />

con più celerità, perché gli eventi che si<br />

stanno consumando in questi giorni sul<br />

teatro mediorientale non sembrano alludere<br />

ad una normalizzazione. È pertanto<br />

sempre possibile assistere al prossimo<br />

futuro ad un inasprimento di quelle difficoltà<br />

che la nostra economia già sta<br />

sperimentando».<br />

Le imprese del Lazio hanno comunque<br />

incrementato negli ultimi anni il<br />

proprio ruolo competitivo sia sul mercato<br />

interno che estero. In particolare le<br />

esportazioni sono cresciute mediamente<br />

del 9% con beneficio indiretto anche per<br />

le opportunità di lavoro.<br />

Secondo i dati di Federlazio sono stati,<br />

infatti, ben 2.458 i giovani che sono<br />

ECONOMIA Secondo la Camera di Commercio<br />

La Capitale si scopre<br />

meno ricca di 50 anni fa<br />

Trasporti: istituita<br />

l'azienda regionale<br />

per la viabilità<br />

La commissione regionale Lavori<br />

pubblici e Trasporti ha approvato,<br />

giovedì, la legge che istituisce<br />

l’azienda regionale per la viabilità,<br />

denominata A.Stra.L.<br />

«Il testo approvato — ha affermato<br />

il presidente della commissione<br />

regionale Trasporti, De Lillo<br />

— stabilisce che l’A.Stra.L. sarà<br />

una società mista nella quale la<br />

Regione parteciperà al 51%, ai<br />

privati andrà la quota restante».<br />

L’A.Stra.L. si occuperà di progettazione<br />

e costruzione delle<br />

strade nonché di manutenzione e<br />

gestione della viabilità.<br />

cavamo. Ma facevo bene a porre il problema<br />

dello sviluppo. Bisogna guardare<br />

all’estero e vedere cosa hanno fatto Berlino<br />

e Bruxelles, le città che sono cresciute<br />

di più in termini di Pil pro capite.<br />

Le possibilità di crescita di Roma sono<br />

superiori a quelle di qualsiasi altra realtà<br />

del Paese».<br />

Mondello ha riferito che nella graduatoria<br />

Milano era seconda nel ’51 e prima<br />

nel ’99. «Se è vero che gli imprenditori<br />

stanno investendo — ha concluso —<br />

occorre che anche il soggetto pubblico<br />

investa nella città. In Italia c’è una cultura<br />

fortemente antiromana. Oggi, dobbiamo<br />

rivolgerci al Governo perché si<br />

renda conto che è ora di dire basta all’atteggiamento<br />

discriminatorio che ha<br />

avuto nei confronti della sua capitale:<br />

questo posto, il 25° nella graduatoria nazionale,<br />

non ci piace».<br />

L’assessore capitolino al Bilancio,<br />

Marco Causi, ha sottolineato che «quanto<br />

alla spesa pubblica pro capite, Roma<br />

è fortemente sperequata rispetto a tutte<br />

le altre città italiane e che in passato c’è<br />

stata un’evoluzione distorta di Roma,<br />

dei rapporti tra la Capitale e i poteri<br />

centrali. «La scommessa — ha dichiarato<br />

l'assessore — è riconsegnare a Roma<br />

il gusto del governo locale. Tutti i comuni<br />

soffrono perché le Regioni esprimono,<br />

in questa fase, una tendenza neocentralistica:<br />

le Regioni — ha concluso<br />

Marco Causi — devono ritirarsi dalla gestione<br />

diretta degli interventi e puntare<br />

alla programmazione e a compiti legislativi».<br />

Manifestazione promossa dal Collegio Nazareno per i 370 anni di fondazione<br />

Incontro in onore del beato Papa Pio IX<br />

Nell'ambito delle iniziative per il<br />

370° della fondazione del Collegio Nazareno<br />

— avvenuta il 1º gennaio 1630<br />

ad opera della generosità del Card.<br />

Michelangelo Tonti e della lungimiranza<br />

di s. Giuseppe Calasanzio, ideatore<br />

e fondatore anche della prima scuola<br />

popolare gratuita d'Europa e degli<br />

Scolopi — è stata organizzata, lo scorso<br />

10 dicembre una serata «Omaggio<br />

a Pio IX».<br />

Tra le iniziative organizzate per celebrare<br />

lo straordinario traguardo raggiunto,<br />

dobbiamo ricordare anche la<br />

serata «Omaggio a s. Giuseppe Calasanzio»,<br />

realizzata il 22 novembre<br />

scorso. Non si è voluto, dunque, celebrare<br />

gli indubbi meriti acquisiti dal<br />

Collegio Nazareno, in quasi 400 anni<br />

di storia, nel campo culturale e pedagogico,<br />

ma si è invece voluto ricordare<br />

in maniera solenne il Fondatore, s.<br />

Giuseppe Calasanzio, e il beato Pio<br />

IX, che del Nazareno seguì le vicende<br />

con amicizia costante, con attenzione<br />

e sollecitudine paterna, intervenendo,<br />

anche concretamente, in alcuni momenti<br />

difficili sotto il profilo finanziario.<br />

Tra l'altro, Pio IX, agli albori del<br />

saceo): tutto come alla Messa<br />

di domani - Primi Vespri<br />

della Domenica II di Avvento<br />

16 DICEMBRE 2001<br />

Domenica III di Avvento (viola<br />

o rosaceo) - Messa propria,<br />

Credo - Lezionario: 1)<br />

Is 35, 1-6.8-10: Il nostro Dio<br />

viene a salvarci - Salmo 145:<br />

Nel 1951 Roma aveva un Pil (prodotto<br />

interno lordo) pro capite che la collocava<br />

al 16° posto tra le province italiane.<br />

Nel ’99 è scesa al 25° posto, perdendo<br />

nove posizioni.<br />

Lo ha detto, giovedì, il presidente della<br />

Camera di Commercio di Roma, Andrea<br />

Mondello, al consiglio generale della<br />

Federlazio.<br />

«Qualche tempo fa mi sembrò di cogliere<br />

perplessità da parte del sindaco<br />

Veltroni — ha detto Mondello — quando<br />

dicevo che negli ultimi anni il rango<br />

della città non era più quello che auspi-<br />

suo sacerdozio, esercitò il suo ministero<br />

pastorale anche presso il Collegio<br />

Nazareno; da Papa lo visitò ufficialmente<br />

ben tre volte (1860, 1863,<br />

1868). Tra l'altro volle mantenere la<br />

consuetudine iniziata sotto Papa Benedetto<br />

XIII, di invitare a «Palazzo», come<br />

allora si diceva, il Martedì di Pasqua<br />

di ogni anno, gli Alunni del Collegio<br />

Nazareno per un'«Udienza - Accademia»<br />

davvero singolare: infatti un<br />

Convittore del Collegio Nazareno, dinanzi<br />

al Papa, a Cardinali e ad alti<br />

Prelati, pronunziava un discorso sul<br />

tema «Resurrectio Christianae Fidei<br />

fundamentum». Era un gesto di stima<br />

riservato dai Papi al Collegio Nazareno,<br />

davvero unico. Pio IX pure volle<br />

attenersi ad un'altra consuetudine<br />

quella di venire al Collegio Nazareno<br />

per venerare l'immagine della Madonna<br />

di Loreto. Essa fu di proprietà del<br />

Card. Michelangelo Tonti, che la lasciò<br />

in eredità al Calasanzio perché<br />

fosse la patrona dell'Istituto che si andava<br />

costituendo e si trovava nella<br />

cappella lauretana del Seicento. Ora<br />

questa cappella non esiste più perché<br />

fu abbattuta intorno al 1950 per fare<br />

Vieni, Signore, a salvarci; 2)<br />

Gc 5, 7-10: Rinfrancate i vostri<br />

cuori, perché la venuta<br />

del Signore è vicina - Vangelo:<br />

Mt 11, 2-11: Sei tu colui<br />

che deve venire, o dobbiamo<br />

attenderne un altro? - Liturgia<br />

delle Ore: Dom. III sett. -<br />

Ufficio della Domenica<br />

posto all'attuale piazzetta antistante<br />

all'antico Palazzo del Nazareno.<br />

Ma veniamo ora alla manifestazione<br />

in onore di Papa Pio IX. Suo scopo è<br />

stato quello di rendere solenne e grata<br />

memoria al Papa dell'Immacolata, che<br />

con tanti gesti e azioni concrete dimostrò<br />

più volte la sua sollecitudine paterna<br />

verso il Collegio Nazareno. Da<br />

notare che la manifestazione si è svolta<br />

in felice coincidenza con la prima<br />

visita ufficiale di Pio IX presso l'Istituto,<br />

avvenuta il 10 dicembre 1860. La<br />

manifestazione si è svolta nell'Aula<br />

Magna del Collegio.<br />

L'incontro è stato aperto da un momento<br />

di serena riflessione sul Pontificato<br />

di Pio IX, per offrire ai partecipanti,<br />

soprattutto ai giovani, un approccio<br />

imparziale ed obbiettivo allo<br />

studio di quegli avvenimenti. Sono intervenuti,<br />

tra gli altri, il Cardinale José<br />

Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione<br />

delle Cause dei Santi e il<br />

prof. Pietro Borzomati, Preside della<br />

Facoltà di Storia Moderna presso l'Università<br />

degli Stranieri di Perugia.<br />

VINCENZO LAI<br />

Sincerità<br />

Per quanto possiamo dubitare<br />

della sincerità di chi ci parla,<br />

noi crediamo sempre che parli<br />

più sinceramente a noi che non<br />

agli altri.<br />

(François de La Rochefoucauld)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

stati assunti nel 2001 con contratto di<br />

formazione e lavoro presso le imprese,<br />

mentre altri 974 hanno potuto svolgere<br />

un periodo di tirocinio sempre ai fini<br />

dell’assunzione.<br />

La Federlazio ha, inoltre, già avviato<br />

la creazione di un distretto industriale<br />

nella zona di Acilia Dragona, per favorire<br />

lo sviluppo socio economico, mentre<br />

un’analoga iniziativa è in corso a Monterotondo<br />

in collaborazione con le istituzioni<br />

locali.<br />

ALESSANDRO TRENTIN<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

SABATO 15 DICEMBRE<br />

00.10: Studio A<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti<br />

Cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

16.30: Il carillon del Sabato di<br />

M. Di Battista / M. Lalia / P.<br />

Morelli<br />

17: Liturgia delle Ore: Celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Barbara<br />

Stamm, Min. a.D. - Kommentar<br />

der Woche – Gerhard<br />

Lohfink - Eiführung in die Liturgie<br />

des dritten Adventssonntags<br />

20.40: Recita del Santo Rosario<br />

in latino<br />

21.30: Programma francese: 3ème dim. Avent: Qui est celui qui<br />

doit venir?<br />

21.50: Programma inglese<br />

22.10: Programma spagnolo<br />

DOMENICA 16 DICEMBRE<br />

00.10: Studio A<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti<br />

Cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

11.50: Recita dell'Angelus Domini<br />

del Santo Padre<br />

14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

16.30: Il mondo di Donatella Moretti<br />

con Donatella Moretti e<br />

Paolo Famiglietti<br />

17: Liturgia delle Ore: Celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Aldo<br />

Parmeggiani – Der runde Geburtstag<br />

Elisabeth Noelle-Neumann<br />

Meinungsforscherin 85<br />

Jahre - Aus der Sendereihe<br />

»Menschen in der Zeit«<br />

20.40: Recita del Santo Rosario<br />

in latino<br />

21.20: Programma esperanto<br />

21.30: Programma francese:<br />

L'invité du dimanche<br />

21.50: Programma inglese<br />

22.10: Programma spagnolo<br />

SABATO 15 DICEMBRE<br />

24: Rosario biblico internazionale<br />

2.40-19.30-22.30: Notiziario<br />

7: Rubrica: Chiesa in cammino:<br />

Africa<br />

7.30-13.15: Rubrica: Tre minuti<br />

dello Spirito<br />

9: In diretta dalla Cappella di<br />

Telepace in Roma:SantaMessa<br />

9.45: Rosario biblico<br />

12.30: Cappella di Telepace in<br />

Roma: Santa Messa<br />

14.30: Rubrica: Giorno del Signore<br />

16: In diretta dalla Cappella di<br />

Telepace in Roma: Santo Rosario<br />

e Adorazione Eucaristica<br />

DOMENICA 16 DICEMBRE<br />

24: Rosario biblico (versione rumena)<br />

2.40: Notiziario<br />

7: Rubrica: Chiesa in cammino:<br />

Africa<br />

9: In diretta dalla Cappella di<br />

Telepace in Roma:SantaMessa<br />

9.45: Rosario biblico<br />

12: In diretta da Piazza San Pietro:<br />

Angelus, recitato dal Santo<br />

Padre Giovanni Paolo II<br />

12.40: Cappella di Telepace in<br />

Roma: Santa Messa<br />

13.25: Rubrica: Tre minuti dello<br />

Spirito<br />

14-22.30: Angelus, recitato dal<br />

Santo Padre Giovanni Paolo II<br />

(replica)<br />

16: In diretta dalla Cappella di<br />

Telepace in Roma: Santo Rosario<br />

e Adorazione Eucaristica<br />

21: Rubrica: Giorno del Signore


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

11 .<br />

Inchieste<br />

e servizi<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 15 Dicembre 2001<br />

TORINO — Le stazioni ferroviarie raccolgono<br />

spesso un’umanità dolente e pure<br />

chiusa in se stessa, a volte difficile persino<br />

da avvicinare. Stare vicino a queste<br />

persone è invece la «scommessa» che<br />

hanno lanciato gli «Amici di Lazzaro», un<br />

gruppo di giovani che da quattro anni frequenta<br />

la stazione torinese di Porta Nuova<br />

per mantenere i contatti con persone<br />

sole e in difficoltà. Non si tratta di fornire<br />

aiuto materiale (molte associazioni sono<br />

già impegnate su questo), ma compagnia,<br />

SOLIDARIETÀ/1 Inaugurato a Venezia per iniziativa del Centro «Don Milani»<br />

Un luogo di accoglienza<br />

per emarginati e bisognosi<br />

VENEZIA, dicembre.<br />

«Una pietra miliare per un mondo di<br />

speranza», così il Patriarca di Venezia,<br />

Cardinale Marco Cé, ha definito il Villaggio<br />

Solidale, la struttura inaugurata<br />

nei giorni scorsi a Forte Rossarol, nei<br />

pressi di Tessera, a due passi dall’aeroporto<br />

Marco Polo.<br />

La nuova struttura è stata studiata e<br />

realizzata per l’accoglienza di tossicodipendenti<br />

e per persone colpite da forme<br />

di disagio, di emarginazione e di esclusione<br />

sociale ed è stato ricavato all’interno<br />

dell’aerea dell’ex Forte Rossarol, una<br />

struttura militare risalente ai primi anni<br />

del XX secolo. Da un luogo di guerra,<br />

dunque, a un luogo di vita.<br />

Il «Villaggio solidale» è una iniziativa<br />

del Centro di solidarietà Don Milani di<br />

Mestre, diretto da don Franco De Pieri,<br />

un’organizzazione non profit nata nel<br />

1985 come comunità terapeutica di accoglienza,<br />

e divenuta oggi, con l’esperienza<br />

dell’assistenza di oltre 1200 giovani<br />

e 1000 famiglie, un centro polivalente<br />

per il disagio giovanile, che accoglie<br />

ogni giorno 200 giovani.<br />

Forte Rossarol fu affidato in comodato<br />

gratuito al Don Milani ed inaugurato<br />

il 3 luglio 1993. La prima ad aprire, nelle<br />

casette in cemento armato un tempo<br />

usate come deposito di armi ed esplosivi<br />

per l’esercito, fu la comunità per il recupero<br />

dalla tossicodipendenza. Successivamente<br />

fu creata una comunità per ragazze<br />

madri; quindi è stata la volta delle<br />

cooperative sociali costituite dal Centro<br />

don Milani per offrire possibilità di integrazione<br />

lavorativa ai giovani che terminano<br />

il percorso terapeutico.<br />

In questi anni altri progetti si sono affiancati<br />

a quelli più tradizionali, per venire<br />

incontro a giovani carcerati, a tossicodipendenti<br />

che avevano fallito altre<br />

esperienze terapeutiche, a persone che<br />

non avrebbero nemmeno varcato la soglia<br />

di una comunità terapeutica.<br />

Per queste numerose iniziative quest’area<br />

è diventata un vero e proprio villaggio<br />

della solidarietà, unica realtà di<br />

questo genere in Italia. Al suo interno<br />

sono stati realizzati un’officina meccanica,<br />

il laboratorio di formazione profes-<br />

sionale, la falegnameria, gli atelier artistici,<br />

e tutte le altre attività delle sue<br />

cooperative di inserimento lavorativo, la<br />

mensa, la palestra, le strutture di accoglienza,<br />

i volontari e gli operatori sociali.<br />

Da segnalare, in particolare, l’«Unità<br />

residenziale di accoglienza», un progetto<br />

che ha come obiettivo quello di fornire<br />

nei tempi previsti un’accoglienza completa<br />

a singoli rifugiati politici e richiedenti<br />

asilo, attraverso interventi che favoriscano<br />

l’integrazione sociale e lavorativa.<br />

Nella struttura collocata all’interno<br />

del Villaggio trova spazio, infatti, il sotto-progetto<br />

«Boa», azione di un più ampio<br />

intervento denominato «Fontego» e<br />

finanziato dal Ministero degli Interni al<br />

Comune di Venezia. In questo contesto<br />

si è iniziata l’esperienza di ospitalità di<br />

un gruppo di profughi curdi in un’area<br />

del Villaggio.<br />

Un grande spazio di progettualità sociale,<br />

insomma, aperto al territorio, alla<br />

collettività e agli Enti locali. Proprio il<br />

rapporto con gli Enti locali, informano i<br />

responsabili del Villaggio, ha già portato<br />

a forme innovative di integrazione tra<br />

pubblico e privato sociale in concreti<br />

progetti sul territorio.<br />

Su quest’area naturale e al tempo<br />

stesso protetta, di 250.000 metri quadrati,<br />

è stata creata una struttura in cui,<br />

ogni giorno, molte persone svantaggiate,<br />

emarginate o in difficoltà, tentano di recuperare,<br />

col preziosissimo aiuto del volontariato<br />

e con l’assistenza del personale<br />

del Sert di Mestre e Venezia, il legame<br />

che hanno perduto con la società.<br />

Oggi il Villaggio solidale è una realtà<br />

innovativa nel panorama delle comunità<br />

di accoglienza per persone che vivono il<br />

disagio. L’obiettivo delle varie attività di<br />

questa cittadella della solidarietà è l’integrazione<br />

nella società di persone emarginate<br />

attraverso il lavoro. Infatti, «lavoro<br />

e qualità della vita» sono le parole d’ordine<br />

del centro, che accoglie ogni giorno<br />

130 persone nell’area del Forte Rossarol.<br />

Il reinserimento lavorativo, spiegano i<br />

promotori, costituisce il primo passo<br />

verso l’inserimento sociale, attraverso la<br />

SOLIDARIETÀ/2 Le «Tende di Natale» dell'Avsi<br />

In piazza per chiedere aiuto<br />

per i poveri del mondo<br />

TRENTO, dicembre.<br />

L'iniziativa è quella già collaudata da<br />

alcuni anni che, ad ogni Natale, apre<br />

nelle piazze di numerose città in tutta<br />

Italia tanti piccoli «punti» dove si chiede<br />

e si riceve solidarietà in favore di chi è<br />

povero e bisognoso di aiuto. Saranno<br />

molte anche in questo mese di dicembre,<br />

le «Tende di Natale» promosse dall'Avsi,<br />

l'Associazione volontari per il servizio<br />

internazionale.<br />

Si tratta di un'organizzazione nata nel<br />

1972, riconosciuta come Ong dal Ministero<br />

degli Esteri nel 1973 ed accreditata<br />

nel 1996 presso il Consiglio economico e<br />

sociale delle Nazioni unite. L'Avsi, attualmente,<br />

è presente in 28 Paesi di Africa,<br />

America Latina, Medio Oriente ed<br />

Est Europa con 77 progetti pluriennali<br />

nei settori della sanità e dell'igiene, della<br />

cura dell'infanzia, dell'educazione e della<br />

formazione professionale, del recupero<br />

delle aree marginali urbane e dell'ambiente.<br />

Fino ad ora, oltre trecento volontari<br />

qualificati (medici, ingegneri, agronomi,<br />

educatori, assistenti sociali) si sono succeduti<br />

nei paesi d'intervento dedicandosi<br />

ai vari progetti per periodi di tempo non<br />

inferiori ai due anni. Ciò che contraddistingue<br />

l'associazione è il suo metodo di<br />

lavoro, chiamato «approccio globale»,<br />

che nasce dall'incontro con le persone e<br />

con i loro bisogni. Nel rispondere ai<br />

problemi si tiene conto che l'uomo vive<br />

all'interno di relazioni sia primarie (la<br />

famiglia) che comunitarie (gruppo di appartenenza),<br />

ma soprattutto che i bisogni<br />

materiali si coniugano con quelli spirituali.<br />

Si guarda alla persona, insomma,<br />

in tutte le sue dimensioni e la persona<br />

stessa diventa il centro del progetto.<br />

L'aiuto ai più disagiati, la condivisione<br />

di necessità concrete (il cibo, la<br />

casa, l'educazione, il lavoro, le medicine<br />

e l'assistenza) non sono dunque fine<br />

a se stessi: sono piuttosto la strada<br />

per riconoscere e condividere il senso<br />

della vita.<br />

Le «Tende di Natale» 2001 custodiscono<br />

molte speranze di solidarietà, per dar<br />

corpo ad una serie di progetti in varie<br />

parti del mondo. Nei pressi di Lagos in<br />

Nigeria c'è la scuola di St. Peter and<br />

Paul che garantisce l'educazione prescolare<br />

e primaria a quattrocento bambini<br />

di un villaggio di pescatori; come tutte<br />

le costruzioni di questo villaggio la sua<br />

struttura è in bambù e la vorrebbe riedificare<br />

più ampia e finalmente in muratura.<br />

A Salima, in Libano, c'è poi la scuola<br />

«Notre-Dame des Apôtres», fondata<br />

nel 1840 dai Padri cappuccini e distrutta<br />

negli anni Ottanta dalla guerra; l'Avsi la<br />

vuole ricostruire, come segno di speranza<br />

e di pace in un'area dove la comuni-<br />

tà cristiana è stata ridotta ad un'esile<br />

minoranza.<br />

Altri interventi sono poi in programma<br />

a Bucarest, in Romania, dove si<br />

chiede sostegno per «Casa Emilia» che<br />

accoglie i bambini sieropositivi abbandonati,<br />

a Nairobi in Kenia, per sviluppare<br />

le azioni sociali nella parrocchia di St.<br />

Joseph, e a Manaus in Brasile, dove<br />

l'Avsi collabora in varie forme con la<br />

Scuola agricola Rehina dos Apostolos<br />

fondata nel 1974 dai missionari del Pime<br />

e frequentata ogni anno da trecento giovani<br />

indios.<br />

In contemporanea con l'apertura delle<br />

«Tende», l'Avsi organizza incontri,<br />

concerti, testimonianze, mobilitando volontari<br />

ed amici in un'opera di sensibilizzazione<br />

che non conosce steccati e frontiere.<br />

MAURIZIO MELLARINI<br />

valorizzazione delle risorse possedute, in<br />

un percorso che mira al recupero delle<br />

relazioni e degli affetti perduti. La riabilitazione<br />

nell’ambito lavorativo prevede<br />

l’acquisizione di competenze professionali,<br />

il rispetto dei tempi, del luogo di<br />

lavoro, dei macchinari e del regolamento<br />

e, soprattutto, la capacità di stringere<br />

buone relazioni con i colleghi.<br />

Tra i progetti attivati vi è «La Casa di<br />

accoglienza femminile», struttura che<br />

accoglie le donne in programma terapeutico<br />

nella fase dell’accoglienza residenziale,<br />

dopo il termine del programma<br />

giornaliero, nonché il sabato e la domenica.<br />

Sono ospitate donne provenienti da situazioni<br />

di estrema difficoltà e a elevato<br />

rischio di esclusione sociale: le diverse<br />

attività proposte all’interno della struttura<br />

hanno la finalità di valorizzare le risorse<br />

di donne in difficoltà attraverso<br />

percorsi e progetti tesi al recupero e alla<br />

valorizzazione dell’autostima, delle risorse<br />

personali e lavorative.<br />

Il Villaggio ospita, poi, il laboratorio<br />

progetto «Contatti», un laboratorio di allenamento<br />

al lavoro per tossicodipendenti<br />

in trattamento al Ser.T. (Servizi<br />

Tossicodipendenza) di Venezia e Mestre.<br />

Appartiene ai progetti della cosiddetta<br />

«riduzione del danno» e si rivolge a quei<br />

giovani che presentano una maggiore<br />

fragilità, tanto da non riuscire ad affrontare<br />

un percorso riabilitativo terapeutico:<br />

si vuole offrire una vita che abbia il<br />

sapore di «una buona quotidianità».<br />

Tra le realtà presenti in quest’area<br />

della solidarietà, c'è la Comunità lavorativa<br />

«Mastro Geppetto». Rappresenta un<br />

nuovo progetto di comunità lavorative<br />

che si rivolge a tossicodipendenti per i<br />

quali gli iter comunitari riabilitativi con<br />

una tradizionale strutturazione non sono<br />

idonei. Prevede percorsi differenziati allo<br />

scopo di favorire il recupero di una<br />

quotidianità ordinata al superamento<br />

dell’isolamento sociale e culturale in cui<br />

queste persone spesso si trovano.<br />

Come accennavamo, il lavoro di falegnameria<br />

coinvolge numerose persone<br />

presenti nel Villaggio. Il «Truciolo» è<br />

una piccola cooperativa sociale che ha<br />

lo scopo di perseguire la promozione<br />

umana e l’integrazione sociale attraverso<br />

lo svolgimento di attività finalizzate<br />

all’inserimento lavorativo di persone<br />

svantaggiate.<br />

Collegato al lavoro di falegnameria è<br />

anche il progetto «Apriti sesamo», gestito<br />

dalla cooperativa Labor che interessa<br />

tossicodipendenti sottoposti a provvedimenti<br />

giudiziari. Lo scopo è quello di<br />

far maturare in loro un’esperienza lavorativa<br />

in una situazione occupazionale<br />

protetta.<br />

Dalla lavorazione del legno è nato anche<br />

l’atelier d’arte del Villaggio. Il laboratorio<br />

del legno si inserisce nel concetto<br />

di arte come fattore di promozione<br />

del benessere, capace di coniugare<br />

aspetti intellettuali e manuali. I percorsi<br />

artistici, spiegano i promotori dell’iniziativa,<br />

sono un luogo creativo che stimola<br />

le risorse della persona, contribuendo al<br />

recupero dell’autostima personale.<br />

«Il Villaggio solidale — ricorda don<br />

De Pieri, — rappresenta un grande spazio<br />

di progettualità sociale aperto al territorio,<br />

alla collettività e agli enti locali.<br />

Dovrà diventare un luogo aperto alla città.<br />

Non un ghetto dunque, bensì un<br />

punto di incontro per momenti da dedicare<br />

alla cultura e al sociale».<br />

CLAUDIO ZERBETTO<br />

In locali messi a disposizione dalla Curia<br />

Napoli: una casa per i barboni<br />

NAPOLI, dicembre.<br />

È stato inaugurato a Napoli un centro<br />

di accoglienza diurna per uomini e donne<br />

senza fissa dimora, dove coloro che<br />

sono abitualmente ospiti del dormitorio<br />

pubblico potranno trovare ospitalità durante<br />

il giorno, nelle ore di chiusura della<br />

struttura comunale. Il centro è stato<br />

creato dalla fondazione Massimo Leone,<br />

associazione fondata nel 1994 che porta<br />

il nome di un giovane imprenditore prematuramente<br />

scomparso, in locali messi<br />

a disposizione dalla Curia arcivescovile.<br />

Come sede è stata utilizzata una ex<br />

chiesa sconsacrata in via De Blasi, a pochi<br />

passi dal dormitorio. Come hanno<br />

sottolineato nell'inaugurazione il Cardinale<br />

Michele Giordano, Arcivescovo di<br />

Napoli, e Carlo Antonio Leone, presidente<br />

della Fondazione, il centro vuole<br />

offrire un punto di riferimento per le<br />

ore diurne agli ospiti della struttura comunale:<br />

qui si svolgeranno corsi di formazione<br />

artigianale — per imparare a<br />

lavorare il cuoio e i tessuti, oppure specializzarsi<br />

nell'arte presepiale — ma si<br />

potrà contare soprattutto sull'amichevole<br />

presenza degli operatori e dei volontari<br />

della Fondazione, per provare a riconquistare<br />

la fiducia in se stessi ed a riallacciare<br />

i rapporti con familiari e amici.<br />

La Fondazione, insomma, vuole aiutare<br />

le persone senza fissa dimora a trovare<br />

un possibile sbocco nel mondo del la-<br />

voro, ma soprattutto a uscire dall'isolamento<br />

sociale in cui, per varie vicissitudini,<br />

si sono trovati. Da sfondo, la consapevolezza<br />

di come sia mutato negli ultimi<br />

dieci anni il fenomeno del nomadismo<br />

urbano: tra i «Barboni» napoletani<br />

ci sono sempre più giovani, donne, persone<br />

con un titolo di studio medioalto.<br />

«È il mondo del disagio che sta cambiando»,<br />

dicono gli operatori della Fondazione<br />

impegnati da tempo su questo<br />

versante.<br />

La Fondazione Leone è presieduta dal<br />

primario ospedaliero Carlo Antonio, fratello<br />

dello scomparso Massimo, da anni<br />

in prima linea nel mondo del volontariato<br />

napoletano: tra gli obiettivi già realizzato,<br />

un centro di assistenza e di ascolto,<br />

e un altro che offre assistenza ambulatoriale<br />

polispecialistica. A queste attività<br />

collaborano una settimana di volontari<br />

e le suore Poverelle di Bergamo, da<br />

sempre vicine al mondo del disagio sociale.<br />

Tra i risultati concerti, spicca per<br />

il suo valore anche simbolico la nascita<br />

della prima cooperativa di lavoro che<br />

vede protagonisti i senza fissa dimora:<br />

grazie ai fondi messi a disposizione dalla<br />

fondazione, nei locali del dormitorio di<br />

via De Blasis è stata aperta una lavanderia<br />

— il cui primo cliente è proprio il<br />

Comune — gestita da alcuni degli ospiti<br />

della struttura pubblica.<br />

MARIANO DEL PREITE<br />

Torino: le attività degli «Amici di Lazzaro»<br />

vicinanza. Una volta alla settimana, divisi<br />

in piccoli gruppi, gli «Amici di Lazzaro»<br />

organizzano momenti di preghiera nei<br />

luoghi frequentati dalle prostitute, negli<br />

atrii delle stazioni, nei «dormitori a cielo<br />

aperto». Vengono proposti canti e preghiere<br />

semplici, la lettura del Vangelo domenicale,<br />

cui fanno seguito dialoghi personali<br />

in cui viene espresso il desiderio di<br />

amicizia e di aiuto. A questo punto i gio-<br />

vani cercano di offrire risposte: dalla coperta,<br />

al consiglio sui servizi cui rivolgersi,<br />

al cibo.<br />

«Quando andiamo ad esempio nei luoghi<br />

di prostituzione — spiega Paolo, uno<br />

dei responsabili del gruppo — capita più<br />

di quanto si possa immaginare che le ragazze<br />

si uniscano alla nostra preghiera e<br />

poi cerchino il dialogo. Quest’anno sono<br />

state 15 che da questi incontri hanno tro-<br />

vato la forza per chiedere aiuto e sono<br />

riuscite ad uscire dal giro della prostituzione:<br />

un numero certamente esiguo, ma<br />

sono comunque persone che hanno recuperato<br />

la propria dignità».<br />

Piccoli gruppi di giovani organizzano<br />

inoltre semplici serate e cene in comunità<br />

di ragazze madri, altri si recano periodicamente<br />

a prendere derrate alimentari o<br />

altro materiale che viene elargito periodicamente<br />

da alcuni benefattori.<br />

MARCO BONATTI<br />

AZIONE CATTOLICA Intervista con la presidente nazionale Paola Bignardi<br />

Rinnovarsi pur rimanendo<br />

fedeli alla propria vocazione<br />

GAETANO VALLINI<br />

ROMA, dicembre.<br />

L’Azione cattolica italiana sta cambiando,<br />

ma non per trasformarsi in<br />

qualcosa di diverso rispetto alla sua storia.<br />

È invece in atto un processo con il<br />

quale l’Ac, fedele a se stessa, alle proprie<br />

radici, vuole darsi forme nuove di<br />

presenza e di impegno. Ma, rassicura la<br />

presidente nazionale, Paola Bignardi,<br />

«non diventerà un movimento: penso<br />

che essere associazione faccia parte della<br />

sua identità e del suo tesoro». «L’Ac<br />

— aggiunge — è una vocazione e va vissuta<br />

con tutta l’intensità e la bellezza,<br />

ma anche con il rigore ecclesiale».<br />

La presidente parla all'indomani del<br />

convegno del Settore Giovani, svoltosi lo<br />

scorso fine settimana a Roma, sul tema:<br />

«La parola ai giovani... nell'Ac che cambia».<br />

Un convegno importante in preparazione<br />

all'Assemblea nazionale, l'XI, in<br />

programma dal 25 al 28 aprile 2002, al<br />

quale ha fatto pervenire un significativo<br />

messaggio Giovanni Paolo II.<br />

Dottoressa Bignardi, in che cosa consiste,<br />

in sintesi, il rinnovamento dell'Ac<br />

«avviato — come sottolinea il Papa<br />

— con grande determinazione all'alba<br />

nel nuovo millennio» e che sarà<br />

al centro dell'Assemblea nazionale?<br />

È un processo naturale in un’esperienza<br />

dalla lunga storia — risponde la<br />

Bignardi —. Rinnovarsi significa per<br />

l’Ac orientare con nuova decisione la<br />

sua vita verso l’ideale conciliare che la<br />

caratterizza, come esperienza ecclesiale<br />

di laici che hanno scelto di vivere insieme<br />

la corresponsabilità verso la missione<br />

della Chiesa, come più stretta partecipazione<br />

alla missione dei pastori.<br />

Rinnovarsi significa dirci oggi le ragioni<br />

vive per questo nostro ideale e cercare<br />

forme concrete significative perché<br />

questo dono continui ad arricchire la<br />

Chiesa e sostenere il nostro personale<br />

percorso di santità.<br />

Il Papa ha rilanciato con forza, unitamente<br />

all'impegno ecclesiale, la spiritualità<br />

dell'Ac. Come si caratterizza<br />

oggi questa fondamentale dimensione<br />

associativa?<br />

Se la santità è la misura alta della<br />

vita cristiana ordinaria — come ha<br />

scritto il Papa nella Novo Millennio<br />

ineunte — la spiritualità non può che<br />

essere l’anima della vita dell’Ac. Una<br />

spiritualità intesa come primato delle<br />

dimensioni spirituali, come percorso di<br />

fede essenziale ed esigente, scandito<br />

dalle esperienze della vita spirituale<br />

della comunità tutta: la Parola, la preghiera,<br />

i sacramenti, la domenica...: è<br />

in questo modo che ci si orienta a<br />

guardare il volto del Signore, che è l’unico<br />

modo per poter rispondere alla domanda<br />

di quanti ci chiedono: «Vogliamo<br />

vedere Gesù». Ma questo è anche<br />

l’unico modo di guardare la vita, il<br />

mondo, la storia umana dal punto di<br />

vista di Dio.<br />

Lei ha fatto riferimento alla santità,<br />

ed essere santi ogni giorno è l'invito<br />

rivolto dal Papa ai giovani e, attraverso<br />

di loro, a tutta l'Ac. Si tratta di un<br />

richiamo ad una santità capace di concretizzarsi<br />

in una rinnovata missionarietà<br />

che non può trascurare l'ambito<br />

civile, l'impegno nel sociale. In che<br />

modo l'Ac intende rispondere a questo<br />

invito?<br />

Il senso della propria partecipazione<br />

alla vita del mondo è uno dei frutti della<br />

carità; come lo è la responsabilità<br />

verso il mondo, che Dio — creandolo<br />

— ha affidato alle mani degli uomini...<br />

Il cristiano non può vivere appartato: è<br />

un cittadino del mondo; è fratello di<br />

ogni uomo. Santità è stare con amore<br />

dentro la storia umana, cercando di far<br />

emergere quel disegno di bontà che Dio<br />

ha inscritto in essa; è cercare questo disegno<br />

anche quando la storia è oscura;<br />

è contribuire alla sua purificazione...<br />

La formazione che l’Azione Cattolica dà<br />

ai suoi aderenti sostiene le scelte che<br />

ciascun laico è chiamato a fare, personalmente,<br />

per vivere nel mondo con il<br />

cuore di Dio. Allora lo stile dell’impegno<br />

sociale e civile assume certe caratteristiche:<br />

di gratuità, di solidarietà, di<br />

attenzione al più debole, di servizio.<br />

APOSTOLATO Alla periferia occidentale di Genova<br />

La presenza attiva e preziosa<br />

di tre suore in una realtà difficile<br />

GENOVA, dicembre.<br />

Tutto è cominciato sei anni fa con un<br />

campo estivo effettuato non in un’amena<br />

località montana o marina, ma nella<br />

periferia occidentale di Genova, in un<br />

anonimo quartiere per la maggior parte<br />

cresciuto in fretta, accanto a poche antiche<br />

case contadine, per dare ospitalità a<br />

operai e impiegati delle imprese o delle<br />

industrie del ponente cittadino e della<br />

Valpolcevera.<br />

«Giovedì 1° novembre, festa di Tutti i<br />

Santi, — spiega suor Gloria, delle Missionarie<br />

Francescane del Verbo Incarnato<br />

— abbiamo iniziato in modo “ufficiale”<br />

il nostro cammino, caratterizzato da<br />

una presenza stabile in questa zona per<br />

tanti versi deprivata e per altri aspetti<br />

umanamente ricca. Abbiamo avuto la<br />

gioia di avere accanto a noi alcuni dei<br />

ragazzi che negli anni sono venuti per i<br />

Campi estivi, sorelle di altre comunità,<br />

tante persone conosciute in questi<br />

anni».<br />

«Molto significativa per noi — continua<br />

suor Gloria — è stata anche la presenza<br />

di don Luigi Molinari, Vicario episcopale<br />

del mondo del Lavoro e responsabile<br />

dei Cappellani del Lavoro. È stato<br />

lui che ha letto la lettera con cui il Cardinale<br />

Arcivescovo ha dato il «nulla<br />

osta» per l’apertura di questa nuova<br />

Casa».<br />

«Don Gianni Grondona, parroco di<br />

San Giovanni Battista alla Costa di Begato,<br />

parrocchia nel cui territorio essa<br />

ha sede, durante la celebrazione ci ha<br />

ricordato che la nostra presenza deve<br />

essere soprattutto un “segno” che testimoni<br />

il primato di Dio, responsabilità<br />

grande che poi ha sottolineato nell’invitarci<br />

ad essere sale della terra e luce<br />

del mondo».<br />

Adesso le suore presenti sono tre,<br />

suor Gloria, suor Eusebia e suor Italia,<br />

della giovane comunità delle Missionarie<br />

Francescane del Verbo Incarnato, da<br />

circa cinquant'anni presenti a Genova<br />

presso la Fondazione dei Cappellani del<br />

Lavoro che si trova in via del Molo.<br />

Vi svolgono un servizio sia per i Cappellani,<br />

sia nella Parrocchia di san Marco<br />

al Molo: ambulatorio infermieristico,<br />

assistenza infermieristica a domicilio,<br />

catechesi, visita alle persone malate o<br />

sole.<br />

Una sorella fa questo servizio anche<br />

nella zona di Brignole, ove è venuta a<br />

conoscenza della realtà della zona di Begato<br />

con la sua «Diga», un nuovo complesso<br />

edilizio popolare per centinaia di<br />

famiglie che da subito si è dimostrato<br />

un concentrato di problemi e di difficoltà,<br />

a partire dalla totale mancanza di<br />

servizi, ora in parte superata.<br />

Ed è grazie a questa sorella che è stato<br />

possibile giungere alla realizzazione<br />

di oggi. Si è iniziato a desiderare una<br />

presenza religiosa femminile significativa,<br />

che vivesse quotidianamente tra le<br />

persone, disponibile a lasciarsi accogliere,<br />

chiamare, coinvolgere.<br />

L’occasione concreta di partenza è<br />

stata la proposta di animare un’attività<br />

estiva per i ragazzini del quartiere: così<br />

nel 1996, conosciuti i due parroci della<br />

zona, don Marco Rapetti e don Gianni<br />

Grondona, presto si è iniziato con loro e<br />

con le persone della parrocchia, «una<br />

collaborazione che è poi diventata condivisione<br />

di esperienze, di amicizia, di<br />

“sogni” — conclude suor Gloria —. Una<br />

fortunata serie di coincidenze ha permesso<br />

che già dallo scorso anno due di<br />

noi potessimo venire in modo un po’<br />

pendolare dalla comunità del Molo a far<br />

servizio in Parrocchia e iniziare un inserimento».<br />

Una suora ha avuto l’incarico dell’insegnamento<br />

della Religione nella scuola<br />

media statale di Bolzaneto (frequentata<br />

dai ragazzi del quartiere) ed ha cominciato<br />

ad essere presente negli incontri di<br />

catechesi. L’altra suora ha potuto conoscere<br />

meglio la realtà locale aiutando<br />

don Gianni nella Benedizione delle famiglie<br />

e inserendosi nel gruppo di volontariato<br />

della San Vincenzo presente in<br />

parrocchia, portando la Comunione alle<br />

persone malate o anziane.<br />

Attualmente la piccola e simpatica comunità<br />

è formata da tre suore, che continuano<br />

i servizi iniziati lo scorso anno,<br />

dando priorità alla visita alle famiglie secondo<br />

il carisma della loro Fondatrice,<br />

Madre Giovanna Francesca dello Spirito<br />

Santo, che vedeva nella famiglia la meta<br />

del loro apostolato.<br />

In questa realtà la famiglia sta vivendo<br />

momenti difficili, che traspaiono dai<br />

problemi di relazione che hanno i bambini<br />

che frequentano il catechismo, l’Azione<br />

Cattolica Ragazzi, la scuola.<br />

Questo è assai più evidente nelle giovani<br />

famiglie che dopo poco tempo s'incrinano<br />

o si dividono, ma è visibile anche<br />

nelle fatiche di chi vuol essere fedele<br />

alle promesse fatte e agli impegni assunti.<br />

Allora, affermano le suore, «ripartire<br />

dalla famiglia ci sembra uno dei modi<br />

per far sì che il Regno di Dio possa crescere<br />

sempre più».<br />

«Sentirsi a casa» è ciò che molti di<br />

noi hanno provato venendo in questa<br />

Parrocchia, ed è il “sogno” che ci portiamo<br />

dentro perché sia sperimentabile da<br />

tutti».<br />

GRAZIELLA MERLATTI<br />

Giovanni Paolo II sottolinea per ben<br />

due volte l'aspetto della collaborazione<br />

con i Vescovi, che è una delle caratteristiche<br />

peculiari dell'Ac. Come<br />

pensa possa rinnovarsi questa collaborazione<br />

per rispondere adeguatamente<br />

alle nuove sfide pastorali?<br />

L’Azione Cattolica ripete ai Pastori la<br />

propria disponibilità a contribuire con<br />

totale gratuità alla missione della Chiesa,<br />

condividendo la loro responsabilità;<br />

lo fa nella coscienza che la vocazione<br />

battesimale-laicale sia una risorsa preziosa<br />

per questa missione. I Pastori le<br />

stanno ripetendo il loro apprezzamento<br />

per questo impegno. In questa reciprocità<br />

credo stia per l’Ac il futuro: in<br />

questa reciprocità credo vi sia per la<br />

Chiesa italiana un dono prezioso.<br />

Taranto: corale<br />

impegno<br />

del volontariato<br />

verso le «nuove<br />

povertà»<br />

TARANTO, dicembre.<br />

Per affrontare in maniera più<br />

efficace le problematiche poste<br />

dalla diffusione costante delle cosiddette<br />

«nuove povertà» e per attuare<br />

una serie di interventi coordinati<br />

e maggiormente incisivi a<br />

Taranto e nella provincia, l’Arcivescovo<br />

Benigno Papa e la Caritas<br />

diocesana hanno deciso di promuovere<br />

la realizzazione di una<br />

«mappa delle povertà» del territorio.<br />

A questo scopo hanno promosso<br />

una riunione delle associazioni<br />

che si occupano di volontariato<br />

nelle singole realtà locali, e<br />

che non sempre riescono a fornire<br />

risposte efficaci e ben mirate da<br />

sole, La riunione si è svolta nel<br />

nuovo centro di accoglienza realizzato<br />

nel convento di Santa Maria<br />

della Consolazione, nella periferia<br />

Ovest della città. Vi hanno<br />

preso parte i rappresentanti di<br />

una quarantina di associazioni<br />

che operano in vari settori specifici<br />

di intervento, dal recupero dei<br />

tossicodipendenti all’assistenza<br />

agli ammalati di tumore, dall’assistenza<br />

delle famiglie più bisognose<br />

al recupero dei minori a rischio,<br />

alla tutela dei diritti degli extracomunitari.<br />

Dall’incontro, servito innanzi<br />

tutto per conoscersi e approfondire<br />

le problematiche relative<br />

a ciascun bisogno particolare,<br />

è scaturito un primo significativo<br />

risultato: un accordo per l’avvio<br />

di un percorso di collaborazione,<br />

auspicato fortemente dall’Arcivescovo<br />

mons. Papa, il quale ha posto<br />

l’accento sulla necessità di<br />

mettere in rete conoscenze ed<br />

esperienze perché possano diventare<br />

patrimonio comune.<br />

In effetti, nel corso della riunione<br />

sono state particolarmente rimarcate<br />

le specifiche problematiche<br />

che il territorio di Taranto<br />

propone, anche per la presenza di<br />

moltissime famiglie la cui sussistenza<br />

è messa gravemente in pericolo<br />

dalla crisi senza precedenti<br />

che il sistema industriale di Taranto<br />

sta conoscendo negli ultimi anni.<br />

La maggior parte di queste famiglie<br />

vive in situazione di isolamento<br />

e soffre in silenzio, spesso<br />

rifiutando, per orgoglio, qualunque<br />

tipo di aiuto, ma subendo<br />

conseguenze che hanno le loro ripercussioni<br />

sui figli e sull’intero<br />

contesto sociale nel quale vivono.<br />

Ma si è anche parlato del fenomeno,<br />

sempre più diffuso, della dispersione<br />

scolastica, che è conseguenza<br />

del disagio nel quale versano<br />

tante famiglie, che abbandonano<br />

i figli a se stessi, per vari<br />

motivi e così li espongono al pericolo<br />

di incappare nelle reti devianti<br />

della microcriminalità; così<br />

come si è affrontato il problema<br />

dell’assistenza ai malati di cancro,<br />

che viene garantita con enorme<br />

sforzo, ma richiede continuo sostegno<br />

finanziario, per garantire<br />

la qualità indispensabile al servizio.<br />

Monsignor Papa ha invitato le<br />

associazioni a stabilire con chiarezza<br />

i settori e le modalità di intervento,<br />

per una maggiore efficacia.<br />

E ogni intervento, ha sottolineato<br />

il direttore della Caritas diocesana,<br />

don Nino Borsci, deve essere<br />

innanzi tutto rispettoso della<br />

dignità della persona cui è diretto.<br />

Per ognuno di questi ambiti saranno<br />

istituiti dei gruppi di lavoro<br />

e un laboratorio di intervento,<br />

mettendo in comune le competenze<br />

di ciascun volontario. Il tutto<br />

con il coordinamento della Caritas<br />

diocesana, che «sarà rispettosa<br />

delle singole competenze e modalità<br />

di organizzazione nella prospettiva<br />

di un sempre più efficace<br />

servizio alla comunità».<br />

SILVANO TREVISANI


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

PENSIONI Tremonti non esclude modifiche<br />

«Migliorabile» il piano<br />

del ministro del Lavoro<br />

ROMA, 14.<br />

Nessun rinvio per le leggi delega su fisco<br />

e pensioni, ma disponibilità a rivedere<br />

il piano del ministro del Lavoro e delle<br />

Politiche sociali Maroni sulla previdenza,<br />

che è — sono parole del ministro<br />

dell’Economia, Giulio Tremonti —<br />

«emendabile e perfezionabile». Tremonti<br />

ha parlato, ieri, al termine della riunione<br />

Ecofin dei ministri delle Finanze, aggiungendo<br />

che il Governo «sta lavorando<br />

ad una nuova bozza».<br />

Il ministro si è detto comunque fiducioso<br />

sulla «chiusura» della trattativa<br />

con le parti sociali: «Penso che si possa<br />

trovare un accordo. In ogni caso noi abbiamo<br />

l’impegno e l’ interesse ad una<br />

delega da presentare alla Camera come<br />

collegato alla Finanziaria, insieme alla<br />

delega fiscale. Abbiamo, insomma, una<br />

scadenza che dobbiamo rispettare nel<br />

nostro interesse. E credo che prima di<br />

quella scadenza ci sarà un nuovo documento<br />

che pensiamo potrà avere i gradi<br />

di consenso e che comunque dovrà essere<br />

votato dal Parlamento».<br />

Una pausa di riflessione sulla riforma<br />

delle pensioni, facendo slittare ogni<br />

provvedimento a dopo Natale, dunque,<br />

al nuovo anno. La proposta è stata<br />

avanzata da Confindustria, dopo le<br />

aspre critiche rivolte dal suo presidente<br />

Antonio D’Amato al testo Maroni. E il<br />

ministro del Lavoro l’ha subito girata ai<br />

sindacati che avvertono: «Se il provvedimento<br />

slitta non ci sono problemi, ma a<br />

quel punto non c’è più bisogno della delega».<br />

Lo slittamento trasformerebbe la<br />

delega in un disegno di legge ordinario<br />

Ddl immigrazione:<br />

2.000 emendamenti<br />

dell'opposizione<br />

Modifiche in Senato<br />

anche dal Ccd-Cdu<br />

ROMA, 14.<br />

Sul disegno di legge del Governo sull’immigrazione,<br />

le opposizioni si preparano,<br />

al Senato, a dare battaglia ma anche<br />

Ccd-Cdu chiede di modificare il testo.<br />

Ieri sera sono scaduti i termini per<br />

la presentazione degli emendamenti in<br />

Commissione Affari Costituzionali, che<br />

della materia si occupa in sede referente.<br />

Ne sono stati presentati quasi 2.000<br />

dall’Ulivo e dal Prc. Queste proposte di<br />

modifica sono la testimonianza della volontà<br />

delle minoranze di cambiare profondamente<br />

l’impostazione che la Cdl<br />

ha dato al problema immigrazione proponendo<br />

una sterzata rispetto alla legge<br />

Turco-Napolitano. Le proposte di modifica<br />

più interessanti vengono però dal<br />

Ccd-Cdu che le ha formalizzate attraverso<br />

il sen. Maurizio Eufemi. Si tratta di<br />

pochi emendamenti. C’è la volontà di<br />

difendere alcuni principi «irrinunciabili»,<br />

primo tra tutti quello di non confondere<br />

gli immigrati clandestini che commettono<br />

reati da quelli che hanno solo intenzione<br />

di lavorare rispettando le regole<br />

del nostro paese. La proposta di modifica<br />

più rilevante del Ccd-Cdu è rivolta a<br />

consentire a tutte le colf di ottenere un<br />

permesso di soggiorno entro i 6 mesi<br />

successivi all’entrata in vigore della riforma.<br />

In realtà l’emendamento prevede<br />

che anche i lavoratori impiegati in altre<br />

strutture di tipo familiare e del volontariato<br />

possono avere lo stesso trattamento<br />

a condizione però che non siano già<br />

stati espulsi, che abbiamo un alloggio e<br />

che non siano stati colpiti da una sentenza<br />

di condanna.<br />

12 .<br />

in primo piano<br />

di «ben altro peso e consistenza». Scomparirebbe<br />

d’incanto, dunque per i sindacati,<br />

l’emergenza su cui il Governo ha<br />

fatto fino ad oggi pressione per ottenere<br />

il via libera allo strumento della delega.<br />

Sarà il Presidente del Consiglio, Silvio<br />

Berlusconi, a decidere, al suo ritorno<br />

dal vertice di Laeken previsto per lunedì.<br />

Spetterà al Consiglio dei Ministri di<br />

mercoledì prossimo, poi, approvare la<br />

delega oppure rinviare tutto a dopo le<br />

festività natalizie. Cgil Cisl e Uil, comunque,<br />

hanno spiegato che se il Governo<br />

accettasse di introdurre alcune modifiche,<br />

come eliminare ogni riferimento alla<br />

decontribuzione e inserire il principio<br />

del «silenzio-assenso» per l’adesione ai<br />

fondi pensione, arriverebbe da parte dei<br />

sindacati il via libera alla delega subito.<br />

Via la decontribuzione dalla delega<br />

sulle pensioni, dentro il principio del «silenzio-assenso»<br />

per l’adesione ai fondi<br />

pensione. Queste le principali modifiche<br />

che Cgil Cisl e Uil chiedono di apportare<br />

alla proposta del Governo di riforma<br />

delle pensioni. Per quanto riguarda le<br />

forme di compensazione a favore delle<br />

imprese che smobilizzano il Tfr, i sindacati<br />

chiedono dunque di rinunciare a<br />

ogni riferimento alla riduzione degli<br />

oneri contributivi prevedendo invece<br />

che «i risparmi e le maggiori entrate derivanti<br />

dal provvedimento siano utilizzati<br />

per gli interventi di natura fiscale e di<br />

accesso al credito verso le imprese».<br />

Cgil Cisl e Uil chiedono inoltre che per<br />

le donne resti il diritto a continuare a lavorare<br />

fino a 65 anni senza il consenso<br />

del datore di lavoro, ed «una normativa<br />

specifica per il pubblico impiego».<br />

DEVOLUZIONE Precisazioni sull'iter del ddl<br />

Maggioranza soddisfatta<br />

Critiche dell'opposizione<br />

ROMA, 14.<br />

Se sulla giustizia continuano le «prove<br />

di dialogo tra gli schieramenti, sulla devoluzione<br />

non mancano le polemiche.<br />

Entrambi i temi hanno in comune un<br />

passaggio di fondo, le riforme, che nel<br />

caso del federalismo vanno a toccare la<br />

Costituzione, con procedure e tempi che<br />

si allungano.<br />

Ma se le riforme fossero condivise da<br />

maggioranza e opposizione (come si tentò<br />

di fare con la Bicamerale), tutto potrebbe<br />

semplificarsi. In caso contrario, i<br />

tempi si protrarrebbero e gli ostacoli si<br />

Trasporto aereo:<br />

lunedì 17 sciopero<br />

di otto ore<br />

ROMA, 14.<br />

Tutti i lavoratori del trasporto<br />

aereo si fermeranno lunedì prossimo<br />

ma solo per otto ore, dalle 10<br />

alle 18: lo hanno deciso le nove sigle<br />

sindacali del settore in risposta<br />

all’invito della commissione di garanzia<br />

per una revoca o un differimento<br />

del fermo, inizialmente<br />

proclamato per 24 ore. Analoga<br />

richiesta era giunta da parte ministeriale.<br />

I sindacati hanno deciso<br />

di confermare la protesta, che riguarda<br />

tutti gli addetti del comparto<br />

ad eccezione dei dipendenti<br />

Enav, ma di ridurne la durata.<br />

Tribunale del malato: migliorano<br />

le condizioni degli ospedali al Sud<br />

ROMA, 14.<br />

Promossi a sorpresa, per il secondo<br />

anno consecutivo, gli ospedali italiani.<br />

Su 70 strutture controllate dal Tribunale<br />

per i diritti del malato, 33 superano «l’esame<br />

sicurezza» a pieni voti e, finalmente,<br />

non sono solo nel Nord Italia: 12 si<br />

meritano «buono», uno in più dello scorso<br />

anno, mentre 21 vengono promosse<br />

con «discreto». Undici ospedali strappano<br />

una «quasi sufficienza». Situazione<br />

critica, infine, in 5 strutture e «allarme<br />

rosso» per altre 2, gli ospedali di Alghero<br />

e di San Cataldo (Cl).<br />

Sono questi i risultati della «Campagna<br />

ospedale sicuro 2000», l’indagine<br />

condotta dal Tdm che ha dato i voti, in<br />

centesimi, agli ospedali del Paese sulla<br />

base di diversi parametri, dalla sicurezza<br />

degli edifici all’igiene, dalla segnaletica<br />

alla sorveglianza. La quarta edizione del<br />

Rapporto — che ha passato al setaccio<br />

il doppio delle strutture rispetto al 2000<br />

— è stata presentata oggi a Roma all’assemblea<br />

nazionale del Tdm.<br />

Ad aver meritato le pagelle migliori<br />

sono gli ospedali di Chianciano (Si), Fano<br />

(Ps), Rho (Mi), Viterbo, il Koelliker<br />

di Torino, il S. Matteo di Spoleto, l’azienda<br />

ospedaliera di Siena e ben 4<br />

strutture del Sud Italia, l’ospedale Anto-<br />

nio Perrino di Brindisi, il San Timoteo<br />

di Termoli (Cb), il presidio ospedaliero<br />

di Molfetta (Ba), il Cotugno e il Santobono<br />

di Napoli.<br />

Fra i promossi con «discreto» spicca<br />

l’ospedale San Paolo di Napoli, che nel<br />

2000 occupava l’ultimo posto, piazzamento<br />

che la struttura mantiene anche<br />

quest’anno se si considera il solo pronto<br />

soccorso, che è poi il punto debole della<br />

metà degli ospedali analizzati.<br />

Il rapporto boccia l’ospedale Brotzu<br />

di Cagliari, il San Giovanni di Dio di<br />

Agrigento, il Pascale di Napoli, l’Ospedale<br />

Civile di Palermo, il SS. Annunziata<br />

di Sassari: per tutti, edifici inadeguati,<br />

scarsissima attenzione alla sicurezza, fili<br />

elettrici scoperti. La «maglia nera, come<br />

detto, va quest’anno, agli ospedali di Alghero<br />

(Ss) e di San Cataldo (Cl): strutture<br />

fatiscenti e attrezzature carenti, nessuna<br />

separazione fra sale pre e post-operatorie,<br />

cantieri aperti, nessuna guida e<br />

scarsa formazione del personale.<br />

«La sicurezza degli ospedali migliora<br />

lentamente», riconosce il Tdm aggiungendo,<br />

però, che «a situazioni di eccellenza<br />

fanno da contraltare un’ampia<br />

“area grigia” e realtà abbandonate a se<br />

stesse, con gravi rischi per la salute dei<br />

cittadini, e non sanzionate».<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 15 Dicembre 2001<br />

PENSIONI: GOVERNO PRONTO A TRATTARE Non<br />

ci saranno rinvii per le leggi delega su fisco e pensioni,<br />

ma c'è la disponibilità del Governo a rivedere<br />

il piano del ministro del Lavoro, Maroni, sulla previdenza,<br />

che, secondo il ministro dell'Economia, Tremonti,<br />

è «emendabile e perfezionabile».<br />

GIUSTIZIA: IPOTESI DI LAVORO CONCRETE Sulla<br />

giustizia continuano le «prove di dialogo» tra maggioranza<br />

e opposizione. Le posizioni non sono anco-<br />

GIUSTIZIA Il Csm ritrova l'unità su una risoluzione<br />

Forze politiche tuttora divise<br />

anche al loro interno ma si avanzano<br />

proposte di riforma concrete<br />

ROMA, 14.<br />

Continuano sulla giustizia quelle che<br />

si potrebbero definire delle «prove di<br />

dialogo» tra maggioranza e opposizione.<br />

Le posizioni non sono vicine, e divergenze<br />

si intravedono anche all’interno<br />

degli schieramenti: ma si cominciano ad<br />

avanzare ipotesi di lavoro concrete.<br />

Dopo la proposta di sessioni parlamentari<br />

«ad hoc» (sostenuta anche dal<br />

Presidente del Senato), dal centro destra<br />

è stata avanzata l'ipotesi di recuperare<br />

la «bozza Boato» (il documento che attraverso<br />

una serie di stesure successive<br />

aveva avvicinato le posizioni ai tempi<br />

I penalisti di Napoli<br />

denunciano<br />

una «grave situazione»<br />

NAPOLI, 14.<br />

Eccessivo ricorso ad intercettazioni<br />

telefoniche e alla detenzione<br />

preventiva (causa di un numero<br />

enorme di risarcimenti per ingiusta<br />

detenzione); burocratizzazione<br />

dell’ufficio della procura: sono alcuni<br />

dei motivi di protesta degli<br />

avvocati penalisti di Napoli, che<br />

parlano di «appiattimento dei gip<br />

sulle posizioni della pubblica accusa»,<br />

con i giudici «che si limitano<br />

a copiare le richieste di misure<br />

cautelari avanzate dai pm».<br />

moltiplicherebbero. La strada imboccata<br />

dal Governo — con l'approvazione ieri<br />

in Consiglio dei ministri del ddl che trasferisce<br />

alle Regioni competenze esclusive<br />

su scuola, sanità e polizia locale —<br />

potrebbe comportare una rinuncia o un<br />

minor impegno per l’attuazione della riforma<br />

approvata nella scorsa legislatura<br />

e confermata nel referendum del 7 ottobre.<br />

Questo apre un contenzioso con<br />

l’opposizione e un possibile scontro con<br />

le Regioni se dovesse esserci uno «stop»<br />

all’attuazione di quella già approvata.<br />

Ma questo non sembra preoccupare più<br />

di tanto la maggioranza. Bossi dice che<br />

la Lega sta ottenendo il rispetto dei patti,<br />

Fini annuncia altre riforme costituzionali<br />

(fra cui quella su Roma capitale) e<br />

Berlusconi evidenzia la compattezza della<br />

maggioranza e il rispetto degli impegni.<br />

L’opposizione replica affermando che<br />

questa devolution divide i cittadini in serie<br />

A e B e potrebbe discriminare (lo sostiene<br />

Mancino) Regioni ricche e Regioni<br />

povere. Rutelli, parla di riforma «modesta<br />

ma pericolosa», soprattutto per la<br />

sanità e la scuola; Fassino sottolinea che<br />

prima di tutto il Governo ha il dovere di<br />

dare applicazione alla riforma federalista<br />

del centro sinistra che «trasferisce già alle<br />

Regioni, alle Province e ai Comuni,<br />

oltre il 70% delle competenze statali».<br />

Il Governo respinge le critiche e, con<br />

il ministro La Loggia, precisa che la settimana<br />

prossima il progetto sarà presentato<br />

alla Conferenza Stato-Regioni. Subito<br />

dopo «sarà varato come formale, definito<br />

progetto di legge e a quel punto<br />

inizierà il suo percorso alla Camera».<br />

Omicidio del giudice<br />

Terranova: Corte d'Appello<br />

conferma le condanne<br />

REGGIO CALABRIA, 14.<br />

La Corte d’Assise d’Appello di Reggio<br />

Calabria ha confermato, ieri, la condanna<br />

di primo grado a carico di alcuni<br />

componenti la «cupola» mafiosa di Palermo<br />

accusati di essere i mandanti dell’omicidio<br />

del giudice Cesare Terranova<br />

e del sottufficiale di polizia Lenin Mancuso,<br />

assassinati a Palermo il 25 settembre<br />

1979. La condanna all’ergastolo è<br />

stata decisa per Salvatore Riina, 71 anni;<br />

Michele Greco, 77,; Antonino Geraci,<br />

84, e Francesco Madonia, 67 anni. In<br />

primo grado, il 15 gennaio dello scorso<br />

anno, era stato condannato alla massima<br />

pena anche Giuseppe Calò. Erano<br />

stati, invece assolti, per insufficienza di<br />

prove, Leoluca Bagarella, Giuseppe Farinella<br />

e Giuseppe Madonia.<br />

Il commando omicida entrò in azione,<br />

nel settembre del 1979 aprendo il<br />

fuoco contro la Fiat 131 del magistrato<br />

nei pressi della sua abitazione. Cesare<br />

Terranova, dopo una parentesi come<br />

parlamentare, era ritornato a Palermo<br />

nei ruoli della magistratura ed aveva assunto<br />

la funzione di consigliere istruttore.<br />

L’avvocato difensore degli imputati, si<br />

è detto sorpreso per la sentenza e ha<br />

preannunciato ricorso per Cassazione.<br />

ra vicine, e ci sono divergenze anche all’interno degli<br />

schieramenti, tuttavia si cominciano ad avanzare<br />

ipotesi di lavoro concrete.<br />

NEVE E GELO SU TUTTA LA PENISOLA L'Italia è<br />

nella morsa del gelo. La violenta ondata di maltempo,<br />

con pioggia, neve e forte vento, sta attraversando<br />

la Penisola, creando difficoltà nei trasporti.<br />

DEVOLUZIONE: CRITICA L'OPPOSIZIONE L'ap-<br />

della Bicamerale, poi fallita). Il perno<br />

era la distinzione delle funzioni di giudici<br />

e pm senza arrivare alla separazione<br />

delle carriere, cosa che avrebbe tra l'altro<br />

il vantaggio di non rimettere mano<br />

alla Costituzione, evitando così la necessità<br />

della doppia approvazione; un terreno<br />

insidioso, sul quale potrebbero riaccendersi<br />

quelle polemiche che, secondo<br />

il leader della Margherita, Rutelli, devono<br />

spegnersi prima di poter riprendere<br />

qualsiasi dialogo.<br />

Per il presidente dei Ds, D’Alema, il<br />

problema è che nel centro destra ci sarebbe<br />

una divisione, emersa nella vicenda<br />

del mandato di cattura europeo, che<br />

non permette di capire quale sia la posizione<br />

con cui confrontarsi. Ma se dovessero<br />

arrivare proposte chiare su come<br />

rendere più efficiente la giustizia, per<br />

D’Alema, così come per Fassino, le possibilità<br />

di dialogo ci possono essere.<br />

Resta da vedere come il centro sinistra<br />

si collocherà su questa linea. Già<br />

nei Ds c'è chi non vuole alcun accordo<br />

con la maggioranza, accusata di «voler<br />

«colpire la democrazia». La Margherita<br />

è più prudente mentre al congresso del<br />

Pdci il segretario Diliberto ha detto che<br />

è ora di intraprendere una linea ancora<br />

più dura contro il Governo.<br />

Intanto il Csm ha ritrovato l'unità votando<br />

all'unanimità — grazie soprattutto<br />

al ruolo svolto da Ciampi — la risoluzione<br />

che richiama la parte della mozione<br />

approvata dal Senato in cui si fa riferimento<br />

a «riunioni di magistrati intese ad<br />

individuare mezzi e metodi per la disapplicazione<br />

di una legge dello Stato».<br />

CRIMINALITÀ Nel rapporto della Dia al Parlamento<br />

Le mafie straniere<br />

sempre più radicate in Italia<br />

ROMA, 14.<br />

Le mafie straniere, soprattutto quella<br />

russa, albanese, nigeriana e cinese, sono<br />

sempre più «intensamente radicate» in<br />

Italia. È l’analisi della Direzione investigativa<br />

antimafia, nella relazione semestrale<br />

consegnata al Parlamento.<br />

Le criminalità organizzate straniere,<br />

mantengono «forti collegamenti» con i<br />

paesi d’origine dei quali, a volte, «costituiscono<br />

dei veri e propri terminali per<br />

la conduzione di attività illecite», specie<br />

nel settore dell’immigrazione illegale e<br />

dei reati connessi.<br />

Spaccio nelle scuole<br />

e all'università:<br />

29 arresti a Genova<br />

GENOVA, 14.<br />

Un'operazione dei carabinieri<br />

ha permesso di sgominare una organizzazione<br />

che spacciava droga<br />

nelle scuole superiori e all’Università.<br />

Sono finite in carcere 29 persone<br />

(21 genovesi, 4 napoletani, 3<br />

cuneesi, 1 emiliano). Complessivamente<br />

i militari hanno sequestrato<br />

dieci chilogrammi di hascisc,<br />

mezzo chilo di cocaina e 500 pastiglie<br />

di ecstasy. Alla guida dell’organizzazione<br />

di spacciatori,<br />

che aveva ramificazioni anche nel<br />

Napoletano, un noto pregiudicato<br />

di quella città.<br />

MALTEMPO Bufere di neve, ghiaccio sulle strade<br />

Ondata di gelo<br />

da Nord a Sud<br />

ROMA, 14.<br />

L'Italia è nella morsa del gelo. Da ieri<br />

pomeriggio una violenta ondata di maltempo,<br />

con pioggia e neve accompagnate<br />

da forte vento, sta attraversando la<br />

Penisola da Nord a Sud creando gravi<br />

difficoltà al traffico stradale, ferroviario<br />

e aereo. Particolarmente colpita Milano<br />

e la provincia: oggi splende il sole ma<br />

restano le conseguenze della perturbazione<br />

che ieri ha investito tutto il Nord.<br />

Le raffiche di vento hanno provocato<br />

molte interruzioni di energia elettrica;<br />

una quindicina di Comuni dell’hinterland<br />

milanese sono rimasti senza luce.<br />

Molti i voli cancellati a Malpensa. Chiuso<br />

lo scalo di Linate.<br />

Buone notizie invece dal fronte ferroviario.<br />

I tecnici sono riusciti a far tornare<br />

operativi gli scambi che avevano semiparalizzato<br />

il traffico alla Stazione<br />

centrale. Hanno ripreso a funzionare,<br />

seppure con ritardi e difficoltà, anche le<br />

Ferrovie Nord, che ieri sera erano rimaste<br />

paralizzate per la bufera.<br />

In Lombardia il maltempo ha fatto<br />

anche una vittima. Nel centro di Pavia<br />

una donna di 40 anni che si trovava al<br />

volante della sua auto è stata colpita e<br />

uccisa da una lastra di «eternit» che ha<br />

sfondato il parabrezza dopo essere stata<br />

sradicata da un tetto dal forte vento.<br />

In Liguria la neve ha fatto la sua<br />

comparsa lungo la riviera di Ponente.<br />

La situazione più critica viene segnalata<br />

a Savona, rimasta praticamente bloccata<br />

dalla coltre bianca che le basse temperature<br />

hanno trasformato in ghiaccio.<br />

Nonostante il forte radicamento, le<br />

mafie straniere si caratterizzano, «per<br />

una assenza di controllo del territorio,<br />

così come esercitato dalle mafie tradizionali»:<br />

l’intimidazione e gli atti di violenza<br />

sono per lo più rivolti all’interno<br />

della stessa comunità straniera.<br />

Una delle attività illecite più lucrose<br />

delle mafie straniere — sottolinea la Dia<br />

— resta il traffico di clandestini, che<br />

non avviene soltanto via mare, ma anche<br />

attraverso le linee private di autobus.<br />

I nigeriani, in particolare, «hanno<br />

consolidato modalità autonome di ingresso,<br />

generalmente per piccoli numeri<br />

di persone, attraverso il transito da altri<br />

Paesi dell’area Schengen». I clan provenienti<br />

dai paesi dell’ex blocco sovietico,<br />

invece, dopo essersi appoggiati in un<br />

primo momento agli scafisti albanesi,<br />

«sempre più spesso scelgono ora rotte<br />

autonome sfruttando i numerosi servizi<br />

di autolinee sorti in questi anni». Nel<br />

traffico di immigrati curdi si è inserita<br />

negli ultimi tempi anche la criminalità<br />

turca, che gestisce il flusso grazie alle<br />

cosiddette «carrette del mare», mandate<br />

allo sbaraglio verso le coste pugliesi e<br />

calabresi.<br />

Altro business delle mafie straniere,<br />

rileva la Dia, è quello dello sfruttamento<br />

sessuale e della prostituzione. Ai clan albanesi<br />

e nigeriani è affidata una gestione<br />

«sostanzialmente monopolistica», rispettivamente,<br />

della prostituzione «bianca»<br />

e di quella di colore.<br />

I gruppi criminali albanesi e nigeriani<br />

sono specializzati anche nell’importazione<br />

dall’estero di sostanze stupefacenti:<br />

grandi quantitativi, per gli albanesi; piccoli<br />

per quanto riguarda i nigeriani.<br />

provazione del ddl sulla devoluzione potrebbe comportare<br />

una rinuncia o un minor impegno per l’attuazione<br />

della riforma approvata la scorsa legislatura.<br />

Ciò apre un contenzioso con l’opposizione, che<br />

critica il provvedimento.<br />

OSPEDALI PIÙ SICURI AL SUD Promossi a sorpresa<br />

gli ospedali italiani. Su 70 strutture controllate<br />

dal Tribunale per i diritti del malato, 33 superano<br />

«l’esame sicurezza» e non sono solo nel Nord.<br />

Situazione difficile sulle autostrade<br />

dell’Emilia-Romagna sempre a causa del<br />

ghiaccio: l'«A1» è rimasta bloccata a<br />

lungo, per oltre 15 chilometri fra Bologna<br />

e Modena, per un incidente che ha<br />

coinvolto tre mezzi pesanti. Lunghe file<br />

anche fra Sasso Marconi e Rioveggio, a<br />

causa di un mezzo pesante in avaria, e<br />

lungo l’«A1» fra Parma e Bologna. Il gelo<br />

ha rallentato il traffico sull'«A14» dove<br />

si è formata una coda tra Bologna-<br />

Borgo Panigale e l’allacciamento dell'«A1»<br />

e tra Cesena e Forlì.<br />

Ma il maltempo nella giornata di oggi<br />

ha portato le sue conseguenze soprattutto<br />

nelle regioni meridionali. In Campania<br />

pioggia in pianura e neve sulle zone<br />

collinari. I maggiori disagi si registrano<br />

sull’autostrada «A3» Salerno-Reggio Calabria:<br />

nevica nel tratto che collega Sala<br />

Consilina a Lagonegro obbligando gli<br />

automobilisti a transitare muniti di catene.<br />

Pioggia mista a neve sulle zone costiere.<br />

Nell’Agro nocerino-sarnese spira<br />

un forte vento e i Vigili del fuoco hanno<br />

dovuto effettuare numerosi interventi<br />

per rimuovere i tronchi degli alberi piegati<br />

dal vento. In Puglia difficoltà per il<br />

ghiaccio nel Subappennino dauno e in<br />

molti Comuni del Gargano. Il mare in<br />

burrasca rende difficoltosi i collegamenti<br />

dei traghetti con Albania e Grecia. In<br />

Calabria la situazione più grave è quella<br />

di Cosenza: in città continua a nevicare<br />

abbondantemente e i disagi alla circolazione<br />

crescono col passare delle ore.<br />

Problemi sono segnalati anche su alcune<br />

strade ex statali e provinciali della provincia<br />

di Reggio Calabria.<br />

Operazioni antidroga<br />

in varie regioni:<br />

sgominate due bande<br />

di trafficanti<br />

VERONA, 14.<br />

Dietro ad attività imprenditoriali lecite<br />

controllavano un ingente traffico di droga:<br />

lo ha scoperto la procura di Verona<br />

che ha ordinato una vasta operazione in<br />

Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna e<br />

Calabria per l'esecuzione di una trentina<br />

di arresti e di altrettante perquisizioni.<br />

Gli stupefacenti erano portati in Italia<br />

dalla Spagna (l'hascisc), dalla Turchia<br />

(l'eroina) e dall'Albania (la cocaina gestita<br />

dai cartelli colombiani). Le indagini<br />

hanno inoltre accertato episodi di intimidazione<br />

e di estorsione ai danni di negozi<br />

e ditte e ad un traffico di armi.<br />

Nel «blitz» sono stati impegnati oltre<br />

500 agenti della questura scaligera appoggiati<br />

da vari reparti.<br />

Tra i 70 indagati figurano alcuni elementi<br />

già arrestati nel passato per associazione<br />

mafiosa e vicini agli ambienti<br />

della criminalità calabrese. La Polizia<br />

avrebbe individuato in tre famiglie calabresi,<br />

insediatesi nel Veronese e titolari<br />

di imprese edili, il nucleo criminale che<br />

ha usato anche la violenza (un «rivale»<br />

ferito alle gambe e un attentato con un<br />

furgone di dinamite sventato dagli agenti)<br />

per imporsi sul territorio.<br />

In un'altra operazione compiuta in<br />

Toscana e in Liguria i Carabinieri di<br />

Massa Carrara hanno sgominato una<br />

banda di trafficanti e spacciatori di droga.<br />

Ventisette persone, tutte italiane, sono<br />

state arrestate. Il «blitz» è scaturito<br />

da un’altra inchiesta, effettuata l'estate<br />

scorsa, che aveva portato alla scoperta<br />

di una banda dedita al traffico internazionale<br />

di stupefacenti costituita da cittadini<br />

della Repubblica Dominicana.<br />

Domenica prossima avrebbe dovuto tenere il discorso in Duomo alla Messa degli Alpini<br />

Giuseppe Prisco: l'amico di Don Gnocchi<br />

MILANO, 14.<br />

Avrebbe dovuto tenere il discorso in<br />

memoria di don Carlo Gnocchi, domenica<br />

prossima a piazza del Duomo, in occasione<br />

della Santa Messa natalizia degli<br />

alpini, a ricordo di tutti i caduti in guerra<br />

e in pace. E invece se n’è andato prima,<br />

Giuseppe Prisco: mercoledì scorso,<br />

ad ottant’anni compiuti solo pochi giorni<br />

prima.<br />

Prisco era noto per la sua attività di<br />

avvocato, di dirigente sportivo (era vicepresidente<br />

dell’Inter) e per il suo amore<br />

verso la penna nera d’alpino, ma soprattutto<br />

per la sua schiettezza e sincerità,<br />

che lo rendevano simpatico anche agli<br />

avversari sportivi.<br />

Grande amico di don Gnocchi, con<br />

cui aveva condiviso, da alpino, la drammatica<br />

esperienza della ritirata di Russia<br />

nell’inverno ’42/’43, Prisco era vicino alla<br />

Fondazione «Don Carlo Gnocchi»,<br />

con cui stava collaborando nell’organizzare<br />

le celebrazioni del 2002, centenario<br />

della nascita di don Carlo.<br />

«Con noi era stato anche dal Santo<br />

Padre, in occasione dell’udienza nel<br />

maggio ’97 — ricorda Monsignor Angelo<br />

Bazzari, presidente della Fondazione —.<br />

Ci sosteneva in ogni attività, forte del-<br />

l’affetto che lo legava al nostro fondatore».<br />

Proprio durante l’incontro con il Papa<br />

Giovanni Paolo II di quattro anni fa, Prisco<br />

aveva scritto un toccante ricordo di<br />

don Carlo, che diceva fra l’altro: «Caro<br />

don Carlo, grazie sempre di tutto quanto<br />

ha fatto per i giovani, per gli alpini,<br />

per l’Italia, per i suoi e nostri mutilatini!<br />

«Il nostro primo incontro — lei non<br />

può ricordarlo — avvenne nel ’39 ai corsi<br />

universitari per diventare ufficiali: la<br />

domenica mattina lei celebrava Messa al<br />

Campo Giuriati. Le sue parole prescindevano<br />

dallo spirito di nazionalismo<br />

estremo, ma ricordavano a noi diciottenni<br />

il dovere che ci apprestavamo a<br />

compiere per la nostra Patria.<br />

«Nel giugno ’42 la incontrai alla stazione<br />

di Milano; al mio saluto affettuoso<br />

lei rispose con altrettanto affetto: “Sont<br />

adrée a partì per la Russia...” (cioè: sto<br />

partendo per la Russia). Potevo dire anch’io<br />

quelle parole, ma non ne ebbi il<br />

tempo, o l’emozione mi bloccò. Poi ci<br />

furono i lunghi e tremendi mesi sul<br />

fronte russo: Iddio volle che in pochi<br />

riuscissimo a tornare. Venni a trovarla e<br />

nonostante il suo invito al “tu” più inti-<br />

mo tra ufficiali, io continuai con il più<br />

deferente “lei”: mi parlò del suo progetto<br />

di assistenza ai mutilatini che stava<br />

già realizzando e che ai più, ai troppi<br />

orientati soltanto a lucrare, sembrava<br />

un compito impossibile. Ma sappiamo<br />

tutti come lei ci riuscì. Incontrando il<br />

Santo Padre insieme con la “sua” Fondazione<br />

mi sono sentito come quando, diciottenne,<br />

avevo conosciuto lei... Poi<br />

tornando a Milano, ho pensato alle tante<br />

miserie dell’Italia di oggi, vittima di<br />

un lento, progressivo e inesorabile decadimento<br />

non solo economico, ma anche<br />

e soprattutto civile e morale. Quanto ci<br />

manca un don Gnocchi, come sarebbe<br />

importante per noi avere uomini della<br />

sua forza d’animo, della sua levatura<br />

morale e della sua fede: potremmo finalmente<br />

immaginare un futuro migliore.<br />

«Speriamo che tu, don Carlo (finalmente<br />

accolgo quel lontano appello!),<br />

possa dall’alto, con le tue preghiere,<br />

consentire a noi che siamo sopravvissuti<br />

a tante vicende in guerra e in pace di<br />

intravedere qualcosa di positivo per i<br />

nostri figli, per la nostra Italia. Peppino<br />

Prisco, già vice presidente Ana».<br />

ALBERTO MANZONI


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Anno CXLI - N. 288 (42.926) CITTÀ DEL VATICANO Domenica 16 Dicembre 2001<br />

In una Lettera inviata per l'occasione al Cardinale Vicario Camillo Ruini il Papa ripercorre con riconoscenza<br />

un lungo pellegrinaggio pastorale che ha costituito sempre «un impegno desiderato e pieno di gioia»<br />

Giovanni Paolo II compie la trecentesima<br />

visita pastorale ad una parrocchia romana<br />

Sarà la 300ª parrocchia romana a ricevere la visita di Giovanni<br />

Paolo II. La comunità di santa Maria Josefa del Cuore<br />

di Gesù si prepara ad accogliere il Papa domenica 16 dicembre<br />

con un pizzico di emozione e di orgoglio in più, consapevole<br />

di avere questo singolare privilegio. Con il calore dei figli<br />

i fedeli di Ponte di Nona, nell'estrema periferia orientale di<br />

Roma, si stringeranno intorno a Giovanni Paolo II come una<br />

famiglia in festa, offrendogli idealmente una grande «torta»<br />

con 300 candeline. La prima di queste risale a ben ventitré anni<br />

fa: ad accenderla fu la parrocchia di san Francesco Saverio<br />

alla Garbatella, che il Papa visitò il 3 dicembre 1978, a poco<br />

meno di due mesi dalla sua elezione alla Cattedra di Pietro.<br />

Da allora Giovanni Paolo II ha percorso in lungo e in largo la<br />

Città, portando tra i suoi angoli e le sue strade il segno di una<br />

pastoralità viva, calda, coinvolgente. È lo stesso Giovanni Paolo<br />

II a ripercorrere con riconoscenza questo intenso itinerario<br />

pastorale in una Lettera inviata per l'occasione al Cardinale<br />

Camillo Ruini, suo Vicario Generale per la Diocesi di Roma.<br />

«La visita alle parrocchie romane — scrive — ha costituto<br />

sempre per me un impegno desiderato e pieno di gioia». «Se<br />

oggi — prosegue — posso dire di sentirmi pienamente “romano”,<br />

è grazie anche alle visite alle parrocchie di questa straordinaria<br />

e bella Città». «Visitando le Comunità parrocchiali —<br />

sottolinea ancora — ho avuto modo di esercitare in maniera<br />

molto concreta la mia missione di Vescovo di Roma, Successore<br />

dell’apostolo Pietro». A questa missione tutti hanno potuto<br />

attingere a piene mani. Ed è significativo che questo itinerario,<br />

iniziato nel 1978 in uno dei quartieri più noti di Roma,<br />

approdi ora in una giovane parrocchia di «frontiera». Una comunità<br />

dimenticata da coloro che «contano», lasciata spesso<br />

ai margini della città, ma non certo ai margini del cuore generoso<br />

di Pastore di Giovanni Paolo II.<br />

MEDIO ORIENTE Violenti scontri nella città di Beit Hanun, nella Striscia di Gaza<br />

Nuove incursioni militari israeliane<br />

provocano vittime nei Territori<br />

TEL AVIV, 15.<br />

Nuove violenze nei Territori occupati<br />

rischiano di fare precipitare la situazione<br />

in Medio Oriente. Stamani le truppe<br />

israeliane hanno completamente occupato<br />

la cittadina palestinese di Beit Hanun,<br />

nella Striscia di Gaza, lanciando<br />

quella che un portavoce militare ha definito<br />

un’operazione tesa alla ricerca di<br />

armi e alla cattura di terroristi.<br />

Secondo le prime ricostruzioni, nell’operazione,<br />

tuttora in corso, sono stati<br />

arrestati oltre dieci ricercati. L’ingresso<br />

delle truppe israeliane in città è stato caratterizzato<br />

da scontri a fuoco nel corso<br />

dei quali sono stati uccisi un poliziotto<br />

dell'Autorità Palestinese (Ap), due adolescenti<br />

e un bambino di dodici anni,<br />

mentre altre quattordici persone sono rimaste<br />

ferite. Altri due palestinesi sono<br />

morti la scorsa notte in scontri a fuoco<br />

con soldati: il primo nel corso di un’incursione<br />

dell’esercito a Rafah, nel settore<br />

Sud di Gaza, il secondo, ha riferito<br />

un portavoce militare, mentre cercava<br />

di infiltrarsi in uno degli insediamenti<br />

ebraici dell’area.<br />

A Beit Hanun centinaia di manifestanti<br />

palestinesi stanno cercando di contra-<br />

Ue: la Convenzione per le riforme<br />

presieduta da Valery Giscard d’Estaing<br />

BRUXELLES, 15.<br />

Sarà l'ex Presidente francese Valery<br />

Giscard d’Estaing il presidente della<br />

Convenzione, l’organismo che sarà chiamato<br />

dal marzo 2002 a studiare le riforme<br />

delle istituzioni dell'Unione Europea.<br />

Lo hanno deciso nella tarda mattinata di<br />

oggi i Capi di Stato e di Governo dell'Ue,<br />

impegnati a Laeken, alla periferia<br />

di Bruxelles, nella seconda e ultima<br />

giornata, almeno nelle previsioni, del<br />

vertice conclusivo del semestre di presidenza<br />

di turno belga. I leader europei,<br />

dopo le discussioni di ieri, erano chiamati<br />

oggi a decisioni particolarmente<br />

impegnative. Oltre alla nomina del presidente<br />

della Convenzione, dovranno assegnare<br />

a città europee le sedi di diverse<br />

agenzie ed «authority» dell'Ue e dovranno<br />

approvare la versione definitiva della<br />

Dichiarazione di Laeken, un documento<br />

che traccia l’itinerario del futuro cammino<br />

dell'Unione. Inoltre, già oggi l'Ue<br />

potrebbe dichiarare «operativa» la sua<br />

politica di difesa, anche se restano da<br />

sciogliere le riserve della Grecia all’intesa<br />

con la Turchia per l’accesso alle risorse<br />

di pianificazione della Nato.<br />

Ieri, i leader europei avevano concentrato<br />

l'attenzione soprattutto sulle questioni<br />

internazionali, con particolare rife-<br />

Pagina 4<br />

stare le operazioni dei soldati, sottoponendo<br />

a fitte sassaiole anche i blindati<br />

che si sono schierati all’ingresso Sud<br />

della cittadina. Gli israeliani occupano e<br />

controllano circa la metà del centro abitato,<br />

nel quale è stato imposto un rigido<br />

coprifuoco. Secondo un portavoce militare<br />

di Tel Aviv, «Beit Hanun è un bastione<br />

del movimento islamico Hamas,<br />

nel quale sono stati progettati e attuati<br />

numerosi attacchi, anche con mortai,<br />

contro insediamenti e contro il valico di<br />

Erez».<br />

Sul fronte diplomatico l'Ap ha fortemente<br />

criticato la decisione degli Stati<br />

Uniti di imporre il veto alla risoluzione<br />

dell'Onu che prevedeva l’invio di una<br />

forza di monitoraggio sulla situazione<br />

nei Territori. La posizione americana,<br />

ha commentato il portavoce dell’Autorità<br />

Palestinese, Nabil Abu Rudeina, avrà<br />

l’effetto «di incoraggiare Israele a proseguire<br />

la sua aggressione nei confronti<br />

dei palestinesi».<br />

La proposta di risoluzione era stata<br />

presentata dai Paesi arabi, ma per la<br />

quarta volta consecutiva il progetto di<br />

invio nella regione di una forza internazionale<br />

si è infranto contro il veto ame-<br />

rimento al Medio Oriente e all'Afghanistan,<br />

e quelle relative allo stato di attuazione<br />

del programma di difesa comune.<br />

L’Unione Europea ha inviato un forte<br />

segnale di sostegno a Yasser Arafat e all'Autorità<br />

palestinese, pur invitandoli a<br />

fare tutto il possibile per smantellare le<br />

reti terroristiche di Hamas e Jihad. Al<br />

tempo stesso, l'Ue chiede che Israele<br />

ponga fine agli interventi armati e alla<br />

politica degli insediamenti di coloni nei<br />

Territori palestinesi.<br />

L'Ue si prepara poi a contribuire in<br />

modo massiccio alla forza multinazionale<br />

che l’Onu si appresta a dispiegare in<br />

Afghanistan. In merito, però, non sono<br />

mancati ieri malintesi e irritazioni. Il Ministro<br />

degli esteri belga Louis Michel<br />

aveva parlato in mattinata di una forza<br />

Ue per la prima volta alla guida di un<br />

contingente internazionale, delineando<br />

uno scenario che di fatto anticipava la<br />

prima operazione della forza di reazione<br />

rapida dell’Unione, destinata a nascere<br />

in realtà solo nel 2003. A tali affermazioni<br />

erano seguite secche smentite di diversi<br />

Governi dei Quindici e successivamente<br />

è stato precisato che gli europei<br />

parteciperanno alla forza multinazionale<br />

dell’Onu in Afghanistan come singoli<br />

Stati e non comunitariamente.<br />

ricano, imposto a seguito dell'assoluta<br />

opposizione israeliana all'arrivo nella regione<br />

di corpi stranieri con funzioni di<br />

controllo.<br />

Volge intanto al termine la missione<br />

dell'inviato americano in Medio Oriente,<br />

Anthony Zinni, che da settimane sta tentato<br />

di raggiungere un cessate-il-fuoco<br />

tra le parti. Ieri l'ex generale dei marines<br />

ha avuto un incontro con Re Abdullah<br />

II bin Hussein di Giordania, al termine<br />

del quale non ha rilasciato dichiarazioni.<br />

Dopo il colloquio con Zinni, il<br />

Sovrano Hashemita ha avuto una conversazione<br />

telefonica con il Presidente<br />

egiziano Hosni Mubarak, che si appresta<br />

a ricevere l’inviato americano prima<br />

che questi rientri a Washington. Ancora<br />

prima di vedere Zinni, Mubarak ha inviato<br />

un messaggio urgente al Presidente<br />

degli Usa, George W. Bush, nel quale<br />

chiede un intervento immediato su<br />

Israele per una «cessazione immediata<br />

delle aggressioni» contro il popolo palestinese.<br />

Secondo il quotidiano arabo, «Al<br />

Ahram», Mubarak avrebbe definito «misure<br />

arbitrarie contro i palestinesi» le recenti<br />

azioni dell’esercito israeliano nei<br />

Territori.<br />

Udienza del Papa al Presidente<br />

della Repubblica del Nicaragua<br />

Giovanni Paolo II ha ricevuto in udienza nella mattina di sabato 15 dicembre<br />

Sua Eccellenza il Signor Arnoldo Alemán Lacayo, Presidente<br />

della Repubblica del Nicaragua, con la Consorte, e Seguito.<br />

Il Papa affida alla giovane Università<br />

«Cardinale Stefan Wyszyński» un compito grande:<br />

contribuire a formare il volto spirituale<br />

non soltanto della Polonia ma dell'intera Europa<br />

Giovanni Paolo II affida<br />

alla giovane Università<br />

«Cardinale Stefan<br />

Wyszyński» di Varsavia<br />

un compito grande: contribuire<br />

a formare il volto<br />

spirituale non soltanto<br />

della Polonia ma dell'intera<br />

Europa. Nella mattina<br />

di sabato 15 dicembre,<br />

nella Sala Clementina,<br />

il Papa ha ricevuto<br />

in udienza il Senato Accademico<br />

dell'Università.<br />

Al Papa è stato conferito<br />

il titolo di dottore<br />

honoris causa proprio<br />

nell'anno centenario della<br />

nascita del Primate<br />

del Millennio.<br />

«La definizione del<br />

Cardinale Stefan<br />

Wyszyński — ha affer-<br />

mato il Santo Padre — come di un grande Pastore si è soliti<br />

associarla con l'opera della preparazione della Chiesa in<br />

Polonia all'ingresso nel nuovo millennio del cristianesimo.<br />

Quando, invece parliamo di lui come uomo di stato, abbiamo<br />

abitualmente nella mente il suo fermo atteggiato nei riguardi<br />

dell'ateismo comunista: grazie a quest'atteggiamento<br />

la Chiesa, in condizioni di dura prova, riuscì a mantenere<br />

la propria posizione nella nazione e la giusta direzione<br />

del suo sviluppo interno. Sembra che tale modo di vedere<br />

la sua persona, pur giusto sotto ogni punto di vista, oggi richieda<br />

un certo approfondimento. Occorre sottolineare il<br />

fatto, che sembra essere raramente messo in rilievo, che il<br />

Cardinale Wyszyński, sia come pastore, sia come uomo di<br />

stato, poneva un forte accento sul ruolo della cultura, intesa<br />

in senso ampio, nella formazione del volto spirituale della<br />

Chiesa e della nazione».<br />

«Il passato culturale, il patrimonio dello sforzo creativo<br />

del pensiero e delle mani di generazioni animate dallo spirito<br />

di fede radicato nel Vangelo, è il fondamento dell'identità<br />

della nazione polacca — ha detto —. La vostra Università<br />

salvaguardi il patrimonio culturale che in tale tradizione<br />

ha la sua fonte. Siate fedeli alla chiamata del Cardinale<br />

Stefan Wyszyński ad essere solleciti verso la cultura».<br />

La corale partecipazione della Chiesa<br />

alla Giornata<br />

di digiuno per la pace nel mondo<br />

La veglia presieduta a Roma dal Cardinale Camillo Ruini<br />

e le celebrazioni nelle diocesi italiane<br />

Il Santo Padre ha ricevuto oggi in<br />

udienza Sua Eminenza Reverendissima<br />

il Signor Cardinale Walter Kasper,<br />

Presidente del Pontificio Consiglio<br />

per la Promozione dell’Unità<br />

dei Cristiani, con Sua Eccellenza<br />

Reverendissima Monsignor Marc<br />

Ouellet, Vescovo titolare di Agropoli,<br />

Segretario, e con Monsignor<br />

Eleuterio Francesco Fortino, Sotto-<br />

Segretario del medesimo Pontificio<br />

Consiglio. . .<br />

Il Santo Padre ha ricevuto questa<br />

mattina in udienza Sua Eminenza<br />

Reverendissima il Signor Cardinale<br />

William Wakefield Baum, Penitenziere<br />

Maggiore emerito.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha ricevuto oggi in<br />

udienza Sua Eminenza Reverendissima<br />

il Signor Cardinale Józef<br />

Glemp, Arcivescovo di Warszawa e<br />

Presidente della Conferenza Episcopale<br />

Polacca.<br />

«Ai tempi del Cardinale Wyszyński — ha spiegato — si<br />

doveva sottolineare l'importanza della cultura e della scienza<br />

per la sopravvivenza della nazione di fronte ai pericoli<br />

del totalitarismo. Sembra che oggi, continuando tale opera<br />

di fronte alle altre minacce portate dal nuovo secolo, si<br />

debba andare oltre. Osserviamo il processo di unificazione<br />

dei paesi dell'Europa e della globalizzazione di numerosi<br />

settori della vita nel mondo. Questo processo non può attuarsi<br />

senza prendere in considerazione le tradizioni spirituali<br />

e culturali delle nazioni».<br />

Contribuire a formare il volto spirituale non soltanto della<br />

Polonia ma dell'intera Europa è un compito grande —<br />

ha aggiunto il Papa — che potrebbe sembrare persino ambizioso,<br />

«ma è una missione alla quale è chiamato ogni<br />

ambiente scientifico europeo che si rifaccia alla tradizione<br />

cristiana. Accettate con fiducia questa chiamata. La giovinezza<br />

della vostra istituzione può essere la vostra forza, la<br />

fonte di nuove energie che scaturiscono dal fresco modo di<br />

affrontare i problemi con cui gli altri ambienti scientifici si<br />

confrontano da secoli. Sfruttate le possibilità che vengono<br />

dalla giovinezza - dalla giovinezza dell'istituzione e dalla<br />

giovinezza dello spirito».<br />

NOSTRE<br />

INFORMAZIONI<br />

Pagina 5<br />

Pagine 6, 7 e 8<br />

Il Santo Padre ha ricevuto questa<br />

mattina in udienza Sua Eccellenza il<br />

Signor Arnoldo Alemán Lacayo,<br />

Presidente della Repubblica del<br />

Nicaragua, con la Consorte, e Seguito.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha nominato Arcivescovo<br />

titolare di Paestum il Reverendo<br />

Monsignore Giovanni d’Aniello,<br />

Consigliere di Nunziatura in servizio<br />

presso la Segreteria di Stato,<br />

affidandogli in pari tempo l’ufficio<br />

di Rappresentante Pontificio nella<br />

Repubblica Democratica del Congo.<br />

. .<br />

Provvista di Chiesa<br />

Il Santo Padre ha nominato Vescovo<br />

di Baton Rouge (U.S.A.) Sua<br />

Eccellenza Reverendissima Monsignor<br />

Robert William Muench, finora<br />

Vescovo di Covington.


DAL MONDO<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

PAGINA<br />

TIPOGRAFIA VATICANA<br />

EDITRICE<br />

«<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong>»<br />

Redazione:<br />

via del Pellegrino<br />

00120 Città del Vaticano<br />

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de «L'Osservatore Romano»<br />

a cura di Arturo Mari<br />

Le foto dell'attività della Santa Sede<br />

sono del SERVIZIO FOTOGRAFICO<br />

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AZIENDE PROMOTRICI DELLA DIFFUSIONE DE <strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong><br />

ALITALIA – INTESABci – VOBIS – ADVENIA<br />

Pubblietica sta lavorando ad un progetto teso all'incremento della diffusione de<br />

L'Osservatore Romano in collaborazione con alcune primarie aziende italiane.<br />

Lo sforzo del quotidiano della Santa Sede per diffondere la parola del Papa, soprattutto in<br />

questo particolare momento storico, può infatti essere validamente sostenuto da quanti<br />

condividono i valori propugnati dalla Chiesa cattolica.<br />

Alcune aziende hanno scelto L'Osservatore Romano come mezzo privilegiato e qualificato<br />

per divulgare il loro messaggio pubblicitario. Saranno queste aziende —<br />

sottoscrittrici di numerosi abbonamenti — a diffondere all'interno del proprio<br />

mondo di riferimento (sedi, clienti, collaboratori), questo giornale, questi valori.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 16 Dicembre 2001<br />

KABUL — Oltre 17.000 rifugiati sono<br />

tornati in Afghanistan nell'ultima settimana.<br />

Lo ha annunciato venerdì l’Alto Commissariato<br />

delle Nazioni Unite per i Rifugiati<br />

(Unhcr) precisando che circa 7.000<br />

persone sono rientrate dall’Iran, 7.000 dal<br />

posto di frontiera di Chaman, nell'Ovest<br />

del Pakistan, mentre altri 3.000 sarebbero<br />

rimpatriati verso Kabul e Jalalabad attraverso<br />

il passo di Khyber.<br />

In un comunicato pubblicato a Kabul,<br />

l’Unhcr mette in guardia gli afghani affin-<br />

Migliaia di profughi fanno ritorno in Afghanistan<br />

ché non si precipitino nel rientrare in patria<br />

in quanto le condizioni di sicurezza<br />

restano precarie in molte zone del Paese.<br />

Allo stesso tempo l'Onu invita le Nazioni<br />

vicine a non spingere milioni di profughi a<br />

tornare nel loro Paese nell'imminenza<br />

dell'arrivo dell’inverno.<br />

Anche il Sottosegretario agli esteri del<br />

Governo italiano, Margherita Boniver, in<br />

missione nella regione, ha sottolineato<br />

STATI UNITI Per il Presidente il video diffuso dal Pentagono «è una devastante dichiarazione di colpevolezza»<br />

George W. Bush: bin Laden<br />

sarà assicurato alla giustizia<br />

Afghanistan:<br />

continuano<br />

le incursioni<br />

su Tora Bora<br />

KABUL, 15.<br />

Continuano le incursioni angloamericane<br />

sulla zona montagnosa<br />

di Tora Bora nell'Est dell'Afghanistan<br />

dove sono trincerate le ultime<br />

sacche di resistenza dei mercenari<br />

di «Al Qaeda». Nessun<br />

combattente del gruppo terroristico<br />

di Osama bin Laden si è finora<br />

arreso. Lo ha detto ai giornalisti<br />

un comandante locale afghano,<br />

Said Mohammad Palawan, che<br />

qualche ora prima aveva dato<br />

l'annuncio di una prossima resa<br />

di 300 membri di «Al Qaeda».<br />

Trentatré combattenti del gruppo<br />

terroristico di Osama bin Laden<br />

sono stati ritrovati morti e altri<br />

quattro sono stati catturati dalle<br />

forze afghane alleate degli Stati<br />

Uniti, sulle montagne di Tora Bora.<br />

Lo ha detto oggi il portavoce<br />

di un comandante anti Taleban<br />

che combatte nella zona, il quale<br />

ha precisato che i corpi sono stati<br />

ritrovati tra ieri e oggi durante l'avanzata<br />

delle Forze del comandante<br />

Haji Hazrat Ali tra le grotte<br />

e le gallerie che sono servite da rifugio<br />

ai miliziani di «Al Qaeda».<br />

Il Segretario alla difesa americano,<br />

Donald Rumsfeld, ha fatto<br />

scalo questa notte in Irlanda (è in<br />

viaggio verso il Caucaso) ed ha affermato<br />

che le Forze di terra che<br />

stanno avanzando nella zona di<br />

Tora Bora sono avanzate di due<br />

miglia. Appoggiati dai raid angloamericani<br />

i guerriglieri anti Taleban<br />

stanno «tagliando le vie di fuga»<br />

ai nemici. Caverne e tunnel<br />

abbandonati dai mercenari di «Al<br />

Qaeda» sono state ispezionate, alla<br />

ricerca di documenti e testimonianze<br />

sulle attività criminali dell'organizzazione<br />

terroristica.<br />

Dal canto suo, il generale Tommy<br />

Franks, comandante dell'operazione<br />

«Enduring Freedom» (Libertà<br />

duratura), ha affermato:<br />

«Noi possiamo resistere più di loro:<br />

manterremo la pressione (sui<br />

combattenti di “Al Qaeda“) finché<br />

non saranno nostri». Il generale<br />

ha anche ammesso che gli Stati<br />

Uniti non sanno dove il mullah<br />

Omar, il leader dei Taleban, sia<br />

con esattezza, anche se pensano<br />

che continui ad essere «nei pressi<br />

di Kandahar». Il generale Franks<br />

ha inoltre escluso che ci possa essere<br />

una Forza di occupazione<br />

americana una volta finite le ostilità<br />

in Afghanistan, ma «continueremo<br />

ad essere impegnati negli<br />

aiuti al popolo afghano».<br />

Un alto responsabile americano<br />

arriverà durante il weekend a Kabul<br />

per riaprire ufficialmente domani<br />

l’Ambasciata americana<br />

chiusa nel 1989. Ne dà notizia il<br />

Dipartimento di Stato a Washington.<br />

L’Inviato americano in Afghanistan,<br />

John Dubbins, sarà a<br />

Kabul una settimana prima dell’entrata<br />

in funzione del Governo<br />

provvisorio afghano, quindi fin da<br />

oggi o domani, ha detto un portavoce<br />

del Dipartimento di Stato.<br />

WASHINGTON, 15.<br />

Il video di bin Laden «è una devastante<br />

dichiarazione di colpevolezza» che<br />

mostra il terrorista saudita per quello<br />

che veramente è: «un assassino, un uomo<br />

vile che costringe dei giovani a morire<br />

e che non si fa mai avanti per lottare<br />

di persona». Lo ha ieri affermato il<br />

Presidente degli Stati Uniti, George W.<br />

Bush, aggiungendo che « «sarebbe pazzesco<br />

pensare ad una falsificazione» del<br />

video stesso. «Lo prenderemo vivo o<br />

morto — ha dichiarato il Presidente Usa<br />

riferendosi al capo di Al Qaeda — non<br />

importa quando, forse fra un anno ma<br />

non abbiamo scadenze, non abbiamo un<br />

calendario». George W. Bush ha poi affermato<br />

di aver esitato a dare l’approvazione<br />

per la trasmissione del video, considerata<br />

la sua drammaticità e l’effetto<br />

che avrebbe potuto avere sui parenti<br />

delle vittime degli attacchi terroristici<br />

dell’11 settembre.<br />

Il Presidente, che ha rilasciato la sua<br />

dichiarazione al termine di un colloquio<br />

a Washington con il Premier thailandese,<br />

ha quindi detto di essere soddisfatto<br />

per come si è finora svolta la campagna<br />

militare in Afghanistan. «Abbiamo liberato<br />

quel Paese — ha sottolineato —. Lo<br />

abbiamo liberato, villaggio dopo villaggio,<br />

dal barbaro comportamento dei Taleban<br />

contro i bambini e contro le donne».<br />

In occasione della fine del Ramadan,<br />

il Presidente George W. Bush ha<br />

anche inviato un messaggio a tutti i musulmani<br />

del mondo invitandoli a lottare<br />

contro il terrorismo. «Grazie ai nostri<br />

sforzi congiunti, possiamo liberarci del<br />

terrorismo e dei terribili effetti dell’odio<br />

e dell’intolleranza sulla nostra civiltà per<br />

conseguire, infine, un futuro più luminoso»,<br />

scrive Bush nel suo messaggio<br />

augurando quindi «a tutti i musulmani<br />

del mondo pace, salute e prosperità per<br />

l’anno prossimo». All’indomani della trasmissione<br />

del video in cui Osama bin<br />

Laden sembra rallegrarsi apertamente<br />

per le stragi dell’11 settembre, e che ha<br />

suscitato grande emozione negli Stati<br />

Uniti, Bush ricorda poi che «gli americani<br />

con l’aiuto di molti altri Paesi sono<br />

impegnati in un’opera umanitaria per<br />

portare cibo, medicinali e vestiti alla popolazione<br />

afghana». «Fare atti di carità<br />

rimane una tradizione comune a molte<br />

fedi religiose», afferma quindi il Presidente<br />

Usa che sostiene poi di essere «determinato<br />

a lavorare in collaborazione<br />

con altre Nazioni per aiutare gli afghani<br />

nella ricostruzione del loro Paese».<br />

Ha intanto un nome, ma un nome<br />

molto comune in Arabia Saudita, il misterioso<br />

sceicco che conversa con Osama<br />

bin Laden nel video diffuso dal Pentagono.<br />

Un portavoce dell’Ambasciata<br />

saudita a Washington lo ha identificato<br />

come lo sceicco al Ghamdi di una tribù<br />

della provincia Asir nell’Arabia Saudita<br />

Sud-occidentale al confine con lo Yemen.<br />

Il portavoce ha definito al Ghamdi<br />

un fondamentalista ed ha aggiunto che<br />

parecchi dei dirottatori dell’11 settembre<br />

venivano dalla sua tribù. Al Ghamdi, un<br />

cittadino saudita, ha fatto parte di un<br />

gruppo di militanti islamici che protesta-<br />

«GROUND ZERO» A 3 mesi dagli attacchi terroristici<br />

Demoliti i resti<br />

della Torre Nord<br />

Il World Trade Center prima che vengano avviate le ultime demolizioni<br />

WASHINGTON, 15.<br />

Sarà abbattuta completamente entro<br />

domenica la facciata della Torre Nord<br />

che ha resistito agli attacchi dell'11 settembre<br />

contro il World Trade Center.<br />

Gli operai del comune, che insieme<br />

con poliziotti e pompieri continuano da<br />

oltre tre mesi a scavare tra le macerie,<br />

hanno rimosso alcuni piccoli pezzi della<br />

facciata per poterli usare in futuro in un<br />

eventuale memoriale.<br />

Sarà come girare finalmente pagina,<br />

sottolineano la maggior parte dei commentatori,<br />

riportando i commenti di<br />

quanti lavorano a «ground zero».<br />

Con l’abbattimento termina la prima<br />

fase degli scavi iniziati immediatamente<br />

dopo la tragedia. La prossima settimana<br />

cominceranno i lavori per liberare l’area<br />

dalle macerie, una fase che durerà diversi<br />

mesi e richiederà un notevole impegno<br />

di uomini e mezzi. Quando l'intera<br />

area sarà sgomberata potranno cominciare<br />

i lavori di ricostruzione.<br />

Gran parte dell'Europa<br />

ancora stretta<br />

nella morsa del gelo<br />

BERNA, 15.<br />

Praticamente l'intera Europa resta<br />

stretta nella morsa del gelo e purtroppo<br />

nuove vittime si aggiungono al già impressionante<br />

numero dei giorni scorsi.<br />

La neve e il ghiaccio hanno provocato<br />

dozzine di incidenti stradali e nel trasporto<br />

aereo e ferroviario ci sono stati<br />

numerosi ritardi. Nella Repubblica Ceca<br />

tre senzatetto sono morti assiderati in<br />

Moravia, regione nella quale la temperatura<br />

è scesa fino a 23 gradi sotto zero.<br />

Temperature ancora più basse, fino<br />

ad oltre 30 gradi sotto zero, sono state<br />

registrate in Svizzera, dove ad aggravare<br />

le conseguenze per la popolazione contribuisce<br />

il cosiddetto «wind chill factor»<br />

(fattore vento che aumenta il freddo<br />

percepito). Anche in Germania, la temperatura<br />

è scesa fino a 30 gradi sotto zero<br />

e nelle Alpi tedesche è scattato l’allarme<br />

slavine. Analoghi timori ci sono in<br />

Austria.<br />

In Francia, è nevicato su gran parte<br />

delle regioni centrali e meridionali, dal<br />

Rodano alla Provenza, alla Corsica. Ieri<br />

apparivano coperte da coltri di neve numerose<br />

città, da Lione a Nimes, a Montpellier<br />

e persino il porto di Marsiglia.<br />

Sempre per la neve, è stato chiuso per<br />

molte ore il traforo del Frejus.<br />

rono contro la guerra del Golfo e finirono<br />

in carcere all’inizio degli anni novanta.<br />

Il portavoce della missione saudita a<br />

Washington ha aggiunto che al Ghamdi<br />

era di recente in Arabia Saudita ma è<br />

considerato adesso «persona non grata».<br />

La maggior parte dei terroristi dell’11<br />

settembre, 15 su 19, erano di nazionalità<br />

saudita. Di questi la maggior parte venivano<br />

dalle povere regioni di Baha e di<br />

Asir. Due dirottatori si chiamavano anch'essi<br />

al Ghamdi.<br />

Blitz di funzionari federali Usa sono<br />

stati nel frattempo compiuti nelle sedi di<br />

organizzazioni islamiche negli Stati dell’Illinois<br />

e del New Jersey. Sono stati sequestrati<br />

documenti della «Benevolence<br />

International Foundation» e della «Global<br />

Relief Foundation». Militari della<br />

Kfor hanno intanto arrestato esponenti<br />

di quest’ultima nel Kosovo, accusandoli<br />

di coinvolgimento nella preparazione di<br />

attentati in Europa.<br />

Il Segretario Usa alla difesa, Donald<br />

Rumsfeld, è infine giunto oggi a Baku,<br />

capitale dell’Azerbaigian, prima tappa di<br />

una missione nel Sud della regione caucasica,<br />

per affrontare la questione terrorismo<br />

internazionale. Appena arrivato,<br />

Rumsfeld si è incontrato con il Presidente,<br />

Haydar Aliyev. Subito dopo — Rumsfeld<br />

si tratterrà a Baku solamente tre<br />

ore — il Segretario alla Difesa si recherà<br />

in Armenia e, quindi, in Georgia. Tutte<br />

e tre le ex Repubbliche sovietiche hanno<br />

offerto a Washington l’utilizzo del loro<br />

spazio aereo. In cambio dell'aiuto nella<br />

lotta al terrorismo, gli Usa sono pronti a<br />

dare slancio ai legami economici.<br />

Stato di allerta<br />

negli Usa<br />

per timore<br />

di nuovi attentati<br />

WASHINGTON, 15.<br />

Gli Stati Uniti devono restare in stato<br />

di allerta contro possibili attacchi terroristici<br />

finché la rete di Al Qaeda non sarà<br />

annientata. Lo ha affermato il Coordinatore<br />

per la sicurezza nazionale, Tom<br />

Ridge. «Penso che dovremo mantenere<br />

l’alto livello di allerta non solo fino a<br />

quando avremo eliminato bin Laden,<br />

ma finché l’intera rete di Al Qaeda non<br />

sarà distrutta», ha ieri affermato Ridge<br />

in un'intervista.<br />

Nei giorni scorsi, Ridge aveva invitato<br />

per la terza volta in tre mesi ad alzare la<br />

guardia contro il terrorismo in relazione<br />

a segnalazioni di possibili attentati in<br />

coincidenza con la fine del Ramadan e<br />

l'allarme sì è ulteriormente accresciuto<br />

dopo la diffusione del video di bin Laden<br />

in cui si parla apertamente di altre<br />

«vittorie» prima della fine del Ramadan.<br />

La frase è stata interpretata da alcuni<br />

esperti Usa di terrorismo come la prova<br />

che altri attentati sarebbero in preparazione<br />

dopo gli attacchi dell’11 settembre<br />

contro New York e contro Washington.<br />

Per razionalizzare il sistema dei livelli di<br />

allerta Ridge ha detto ieri di voler imitare<br />

il sistema adottato dai militari. Il<br />

Coordinatore per la sicurezza nazionale<br />

ha infatti ribadito che per evitare di ricorrere<br />

sempre a un allarme generale, si<br />

studierebbe un sistema di quattro livelli<br />

di allerta in funzione della serietà della<br />

minaccia. In Gran Bretagna è stata intanto<br />

ieri approvata dal Parlamento la<br />

controversa legge antiterrorismo che autorizza<br />

l’internamento senza processo di<br />

presunti terroristi stranieri per un periodo<br />

indeterminato.<br />

che «il rientro di quattro milioni di profughi<br />

richiederà tempo e il ristabilimento<br />

della dignità, della sicurezza e delle prospettive<br />

economiche». Il nuovo Esecutivo<br />

afghano guidato da Hamid Karzai, ha aggiunto,<br />

sta comunque lavorando affinché<br />

«ogni singolo profugo possa fare ritorno<br />

nel proprio Paese».<br />

Al suo arrivo da Kabul alla cittadina iraniana<br />

di Zahedan, Boniver ha definito<br />

India: tre arresti per l'assalto<br />

al Parlamento di Nuova Delhi<br />

NUOVA DELHI, 15.<br />

La polizia dello Stato indiano dello<br />

Jammu e Kashmir ha arrestato oggi tre<br />

persone sospettate di aver avuto un ruolo<br />

nel sanguinoso attacco armato di giovedì<br />

al Parlamento di Nuova Delhi. Nella<br />

sparatoria seguita all'attacco erano<br />

morte dodici persone, sei guardie, un<br />

giardiniere e i cinque assalitori. Gli arresti<br />

sono venuti nel distretto di Baramulla,<br />

a Nord della città di Srinagar, la capitale<br />

estiva dello Jammu e Kashmir.<br />

Nel riferire la notizia, citando le autorità<br />

locali, le agenzie di stampa internazionali<br />

non hanno specificato se i tre arrestati<br />

appartengano o meno al gruppo separatista<br />

islamico Lashkar-e-Taiba, con basi<br />

in Pakistan, che ieri il Ministro degli<br />

esteri indiano Jaswant Singh aveva additato<br />

come responsabile dell'assalto. Jaswant<br />

Singh aveva detto che l’India «ha<br />

la prova tecnica che l’attacco terroristico<br />

al simbolo e sede della democrazia<br />

indiana e della sovranità del popolo indiano<br />

è opera dell’organizzazione terroristica<br />

basata in Pakistan Lashkar-e-Taiba».<br />

Il Ministro indiano aveva invitato il<br />

Governo di Islamabad a vietare le attività<br />

di tale gruppo e anche quelle dello<br />

«una soluzione molto intelligente» quella<br />

adottata fin dall’inizio dei bombardamenti<br />

americani dall’Iran, che ha allestito due<br />

campi per accogliere i nuovi rifugiati in<br />

territorio afghano sebbene a ridosso della<br />

frontiera. Teheran è particolarmente impegnata<br />

nell'accoglienza dei rifugiati. A<br />

Zahedan, piccolo centro a ridosso delle<br />

frontiere con l'Afghanistan ed il Pakistan,<br />

vivono ad esempio 216.000 profughi rispetto<br />

a una popolazione locale di 538.000<br />

abitanti.<br />

Ginevra: intervento della Santa Sede alla Riunione Ministeriale<br />

degli Stati parte della Convenzione del 1951, relativo<br />

allo status dei rifugiati, e/o del suo protocollo del 1967<br />

Nuove soluzioni e volontà politica<br />

per assicurare la protezione legale<br />

dei rifugiati e degli sfollati<br />

Domenica 9 dicembre, al termine della<br />

preghiera mariana dell’«Angelus», il<br />

Santo Padre ha ricordato una importante<br />

Riunione Ministeriale, tenutasi a Ginevra.<br />

Essa aveva lo scopo di riaffermare<br />

l’impegno degli Stati ad assicurare, a<br />

livello internazionale, la protezione dei<br />

diritti e delle libertà fondamentali dei rifugiati<br />

e dei richiedenti asilo.<br />

Nel corso di quell’incontro, il 12 dicembre<br />

scorso, S.E. Mons. Agostino<br />

Marchetto, Segretario del Pontificio<br />

Consiglio della Pastorale per i Migranti e<br />

gli Itineranti, ha pronunciato l’intervento<br />

che pubblichiamo.<br />

Madame Chairperson<br />

The Delegation of the Holy See wishes<br />

to thank the Government of Switzerland<br />

and UNHCR for this initiative of<br />

bringing together representatives of governments<br />

and humanitarian organizations.<br />

We are confident — as one of the<br />

initial States Parties to the Convention<br />

— that at the end of these days positive<br />

results will be seen for the benefit of all<br />

affected by displacement as a result of<br />

persecution, conflict, or other human<br />

rights violations.<br />

UNHCR was founded in order to answer<br />

the great drama in the aftermath<br />

of the Second World War. It was a<br />

breakthrough and answered the demands<br />

of its times. It brought a future<br />

to people who were forced to move.<br />

My delegation wants to thank UN-<br />

HCR for all that was done over these<br />

fifty years to guarantee fully the dignity<br />

and rights of these persons. The Organization<br />

with its personnel was close to<br />

people, tried to answer their problems<br />

and find solutions in different times<br />

and circumstances. Sometimes staff<br />

members were under attack, with occasionally<br />

dramatic consequences. They<br />

have done their work with much dedication<br />

and sacrifice.<br />

Madame Chairperson<br />

Unfortunately, the task of UNHCR<br />

still exists even if the necessity of<br />

changes is evident. The number of persons<br />

protected by UNHCR has been rising,<br />

some twenty-one million at present.<br />

Furthermore there are more than<br />

twenty million internally displaced persons.<br />

The causes of this uprooting have<br />

become more complex and challenging<br />

and the answers given only insufficiently<br />

address these new challenges of today.<br />

A strict, narrow and legalistic way<br />

of interpretation of the Convention,<br />

sometimes with restrictive measures,<br />

also does not come to the assistance of<br />

people in despair, nor does it strengthen<br />

the international protection regime.<br />

This changed situation requires additional<br />

solutions and political will. My<br />

delegation expresses the hope that the<br />

spirit of 1951 will be revived, leading to<br />

an open-minded policy to answer integrally<br />

the problems of today. My delegation<br />

emphasizes the fact that protection<br />

is a dynamic and action-oriented<br />

function rather than an abstract concept.<br />

Millions of refugees are hosted in<br />

first countries of arrival. They carry,<br />

sometimes for years, the heavy burden<br />

of the displaced, who do not have a<br />

prospect for a quick return in freedom,<br />

security and dignity. Their situation<br />

not only requires opportunities for local<br />

integration into the host country when<br />

return to their countries is impossible,<br />

but also more chances for third country<br />

resettlement. Moreover economic<br />

programmes should be developed so<br />

that, when people return to their home<br />

country, they indeed have a future<br />

there.<br />

Refugees who did not cross an inter-<br />

Jaish-i-Mohammad, un'altra formazione<br />

separatista islamica operante nel Kashmir<br />

e responsabile dell'attentato, ancora<br />

più cruento, condotto due mesi e<br />

mezzo fa, l'1 ottobre, contro il Parlamento<br />

statale dello Jammu e Kashmir a<br />

Srinagar. In quella occasione, morirono<br />

trentotto persone, compresi i quattro<br />

terroristi suicidi che avevano sferrato<br />

l'attacco.<br />

Alle affermazioni del Ministro degli<br />

esteri indiano aveva risposto ieri un portavoce<br />

di Lashkar-e-Taiba il quale aveva<br />

negato ogni implicazione nell’attacco al<br />

Parlamento indiano, sostenendo che le<br />

accuse del Governo di Nuova Delhi sono<br />

«senza fondamento» e che responsabili<br />

dell’attentato sono i servizi indiani.<br />

«Questo è un dramma messo in scena<br />

dalle agenzie dei servizi indiane in collusione<br />

con il Governo indiano per far dichiarare<br />

terroristi i gruppi jihadi (militanti)<br />

e il Pakistan», aveva sostenuto<br />

portavoce di Lashkar-e-Taiba.<br />

Come noto, il Governo indiano accusa<br />

da tempo quello pakistano di aiutare i<br />

separatisti islamici che combattono contro<br />

la sovranità indiana sullo Jammu e<br />

Kashmir, l'unico Stato indiano di popolazione<br />

in maggioranza musulmana.<br />

national border, internally displaced<br />

persons, often find themselves in even<br />

more desperate situations. The lack of<br />

an international protection system has<br />

become more evident here. The Guiding<br />

Principles on Internal Displacement<br />

were introduced into the United Nations<br />

in 1998, setting forth their rights<br />

and the obligations of governments and<br />

insurgent groups to these populations.<br />

The Holy See encourages the further<br />

development of a clearer system of responsibility<br />

for these persons. This involvement<br />

in protection and human<br />

rights issues will require larger human<br />

and financial resources to be made<br />

available. UNHCR, while having no explicit<br />

mandate to care for internally<br />

displaced persons, has in the past,<br />

along with other concerned parties, assisted<br />

them when and where possible.<br />

The delegation of the Holy See wishes<br />

to commend such activity on the part<br />

of UNHCR and others and to encourage<br />

expanded considerations of the plight of<br />

these human beings who have the right<br />

to humanitarian assistance even and<br />

first of all in the sovereign territory of<br />

their homeland.<br />

In this context a general consideration<br />

must be made: distinguishing between<br />

voluntary and involuntary migration<br />

and between migrants and<br />

refugees has become more difficult<br />

since the element of free choice is hardly<br />

the principal reason for people deciding<br />

to move abroad. The economic differences<br />

between countries as well as<br />

human rights abuses and the existence<br />

of conflicts that force people to leave<br />

need to be addressed. Moreover, by developing<br />

balanced migration policies,<br />

the legal framework for asylum seekers<br />

will also be guaranteed.<br />

Madame Chairperson<br />

Our task is to make solidarity a reality.<br />

It implies acceptance and recognition<br />

of the fact that we, as one human<br />

family, are interdependent. It calls us<br />

to international cooperation in favour<br />

of the poor and powerless as our own<br />

brothers and sisters. Loving and assisting<br />

our neighbour has global dimensions<br />

in an interdependent world. “[Solidarity]<br />

is a firm and persevering determination<br />

to commit oneself to the common<br />

good; that is to say, to the good of<br />

all and of each individual because we<br />

are all really responsible for all (John<br />

Paul II, Sollicitudo Rei Socialis n. 38).”<br />

Effective responsibility and burden<br />

sharing among all States is therefore<br />

indispensable to promote peace and<br />

stability. This should be an inspiration<br />

for the human family of nations to reflect<br />

on the challenges of today and<br />

find the required solutions in a spirit of<br />

dialogue and mutual understanding.<br />

Our generation and future generations<br />

demand this so that refugees and internally<br />

displaced persons will benefit<br />

from it. In this context civil society<br />

through the NGOs has a great role in<br />

advocacy and in creating favourable<br />

public opinion. Let us work and plan<br />

together for a universal common<br />

family.<br />

Russia: prosegue<br />

l'offensiva in Cecenia<br />

MOSCA — L'operazione antiterrostica<br />

invernale lanciata dalle truppe<br />

federali russe in Cecenia continua.<br />

Argun, nella quale si troverebbero<br />

fra 100 e 300 guerriglieri,<br />

è assediata da alcuni giorni e rastrellamenti<br />

sono in corso sabato a<br />

Grozny. Combattimenti sono segnalati<br />

in altre parti della Cecenia,<br />

soprattutto a Sud nella provincia di<br />

Vedeno. Il comandante Khattab,<br />

uno dei principali leader militari<br />

della rivolta cecena, ha smentito di<br />

essere stato ferito.<br />

Gabon: si propaga<br />

l'epidemia di ebola<br />

GINEVRA — L'epidemia di febbre<br />

ebola nel Nord-Est del Gabon «si<br />

propaga molto rapidamente e in<br />

modo erratico», ha detto venerdì la<br />

Federazione internazionale delle<br />

società di Croce Rossa e Mezzaluna<br />

Rossa. Secondo un nuovo bilancio<br />

dell'Organizzazione mondiale<br />

della sanità diffuso venerdì 14<br />

casi di febbre emorragica da virus<br />

ebola sono stati censiti nella regione<br />

e undici persone sono morte.<br />

La Federazione della Croce Rossa<br />

ha sottolineato in un comunicato<br />

che «i rischi di estensione dell'epidemia<br />

sono elevati».<br />

Turchia: accordo<br />

con il Fondo monetario<br />

ANKARA — Il Governo turco ha<br />

raggiunto venerdì un accordo di<br />

principio con il Fondo monetario<br />

internazionale su un programma<br />

economico di tre anni. Lo ha annunciato<br />

Odd Per Brekk, rappresentante<br />

in Turchia dell’Fmi. In base<br />

al nuovo accordo (2002-2004), la<br />

Turchia dovrebbe ricevere 10 miliardi<br />

di dollari di nuove risorse<br />

dal Fondo.


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

Un volume di Bodei su figure e momenti dell'ateismo<br />

«Continuerò a cercare<br />

risposte, rifiutando<br />

banalità e indifferenza»<br />

ARMANDO RIGOBELLO<br />

Il periodo liturgico dell'Avvento ci induce<br />

a riflettere sul tema centrale della<br />

nostra fede nell'attesa di una Parola che<br />

ci fonda e ci salva. La riflessione teologica<br />

però non ci dispensa dall'allargare<br />

l'orizzonte della meditazione alla condizione<br />

religiosa dell'umanità del nostro<br />

tempo e, in maniera più specifica, a<br />

quell'ambito culturale ove lo stesso riconoscimento<br />

di Dio è messo in discussione.<br />

Ci invita e ci aiuta a fare ciò un breve,<br />

agile, puntuale e recente saggio: I<br />

senza Dio. Figure e momenti dell'ateismo,<br />

pubblicato a Brescia dalla Morcelliana,<br />

a cura di Gabriella Caramore in<br />

dialogo con Remo Bodei, dell'Università<br />

di Pisa, ben noto anche al grande pubblico<br />

per i suoi acuti ed equilibrati interventi<br />

sui temi di fondo della nostra tradizione<br />

e del nostro futuro.<br />

La forma letteraria è quella di un'intervista<br />

che assume, per l'impegno che<br />

la guida, la natura di un vero e proprio<br />

dialogo filosofico. Concentriamo la nostra<br />

attenzione sul quarto spartito del testo:<br />

Nel mondo adulto, in cui si raggiunge,<br />

per così dire, la stretta finale del<br />

discorso dopo aver caratterizzato le tre<br />

«correnti di interrogazione» che percorrono<br />

il dibattito su l'ateismo contemporaneo:<br />

«l'ateismo come premessa per la<br />

libertà umana»; «l'ateismo come risposta<br />

all'indifferenza di Dio»; «l'ateismo come<br />

conseguenza alla domanda sul male del<br />

mondo». Come premessa, quindi, come<br />

risposta, come conseguenza.<br />

La visione prospettica sulla questione<br />

dal punto di vista dell'uscita di minorità<br />

attraverso il componimento teatrale di<br />

J.P. Sartre, Il diavolo e il buon Dio, ove<br />

Goetz, il monaco ribelle che invita a liberarsi<br />

dalla regola e dalla stessa religione,<br />

compiuto l'atto rivoluzionario, raggiunge<br />

una disperante maturità: ha liberato<br />

i cieli da Dio in nome di una nuova<br />

solidarietà tra gli uomini e si trova irrimediabilmente<br />

solo sotto «il peso intollerabile<br />

della libertà». Una libertà assoluta,<br />

allucinante, inutile titanismo di un<br />

uomo che si scopre «inutile passione».<br />

Un'altra via che porta all'adulto disincantato<br />

di fronte all'illusione religiosa,<br />

sarebbe il silenzio di Dio di fronte all'incomprensibile<br />

e all'assurdo. La «domanda<br />

di senso» cresce sempre più di fronte<br />

all'«abisso del senso». In una poesia di<br />

Hölderlin si dice «che Dio ha rivolto lo<br />

sguardo altrove e che il cielo è vuoto».<br />

Di fronte all'abisso del non senso potrebbe<br />

dialetticamente porsi Dio come<br />

consolatore. Ma l'uomo divenuto adulto<br />

non chiede consolazioni, ma risposte razionali.<br />

Di qui si snoda un'ulteriore via<br />

all'ateismo contemporaneo: il dolore invendicato,<br />

soprattutto il dolore degli innocenti,<br />

non permette una risposta ragionevole.<br />

Il crollo degli equilibri morali,<br />

la vittoria del male, le sofferenze invendicate<br />

possono certamente spegnere<br />

la fede in Dio, tuttavia gli stessi argomenti<br />

possono portare a conclusioni opposte:<br />

l'affermazione di un Dio che ristabilisca<br />

la supremazia del bene sul male<br />

in un livello di esistenza diversa da<br />

quella terrena, un'esistenza che trascenda<br />

il tempo. L'immortalità dell'anima è<br />

condizione per la restaurazione del senso<br />

della vita morale in una trascendente,<br />

e Dio, la fede in Dio, ne è la garanzia.<br />

È questa via kantiana ai postulati della<br />

ragion pura pratica, una via non percorsa<br />

nel dialogo. Kant non è un pensatore<br />

dell'età contemporanea, una età<br />

ove la fede morale di cui parla Kant è<br />

profondamente scossa dal dubbio.<br />

Il serrato procedere del dialogo, arricchito<br />

di suggestivi riferimenti testuali,<br />

procede serrato ma non se ne coglierebbe<br />

la profondità, né si rimarrebbe coinvolti<br />

nella sua suggestione se non seguissimo<br />

il discorso in una dimensione più<br />

profonda che non si presta ad una schematizzazione.<br />

Gli elementi che concorrono<br />

a questa profondità emergono dai<br />

riferimenti a Bonhoeffer e a Lévinas, alla<br />

sfida di «vivere come se Dio non esistesse»<br />

del primo, alla nozione di anima<br />

«naturalmente atea» del secondo.<br />

Bodei ricorda un passo di Benedetto<br />

Croce in Religione e serenità (nella raccolta<br />

Frammenti di etica) ove Croce<br />

contesta il valore consolatorio della speranza<br />

cristiana di ristabilire in una vita<br />

eterna gli affetti infranti quaggiù dalla<br />

morte. La vera serenità non verrebbe<br />

dall'attesa di un'altra vita, ma nell'operoso<br />

ricordo dell'unica forma di vita che<br />

conosciamo.<br />

L'esperienza cristiana che immagina<br />

Croce è l'opposto di quella che alimenta<br />

la fede di Dietrich Bonhoeffer. La fede<br />

di Bonhoeffer potrebbe essere intesa come<br />

ateismo metodico, esercizio di un<br />

metodo, simile al dubbio cartesiano, per<br />

scoprire l'indubitabile, per giungere ad<br />

una radicale purificazione della fede.<br />

Bodei commenta: «È una fede molto serena,<br />

che nasce probabilmente — anche<br />

conoscendo la biografia di Bonhoeffer<br />

— dal fatto che l'inevitabilità delle prove<br />

deve essere affrontata, e che non si può<br />

perdere il contatto con quel qualcosa<br />

che è più grande di noi solo perché la<br />

sofferenza e la disgrazia ci hanno colpito;<br />

sia come individui che come membri<br />

di una comunità storica» (p. 89). E continua:<br />

«È la posizione di Cristo nel deserto<br />

o di Cristo in croce, che resiste alle<br />

tentazioni diaboliche di chiamare a sé<br />

le legioni di angeli... È una religione<br />

che, in sostanza, rinuncia al potere, alla<br />

struttura di una salvezza a buon mercato<br />

e di paradisi a prezzo stracciato; una<br />

religione che sa che il rischio della fede<br />

va preso sul serio, perché la fede è rischio,<br />

e non sicurezza che discenda da<br />

una dimostrazione logico-matematica.<br />

L'uomo adulto di Bonhoeffer è consapevole<br />

che la razionalità è complessa e che<br />

la ragione ha i suoi limiti e, come osservava<br />

Pascal, è ragionevole riconoscerli.<br />

L'espressione di Lévinas secondo cui<br />

l'anima sarebbe «naturalmente atea» si<br />

riferisce ad una coscienza individuale<br />

contratta nella particolarità del proprio<br />

tempo, che si sottrae alla dimensione<br />

storica, collettiva, che si chiude all'altro.<br />

L'ateismo si sostanzia di questa autonomia<br />

che è una chiusura.<br />

L'aprirsi all'altro, divenirne l'«ostaggio»,<br />

è invece la via che conduce a Dio,<br />

ma è un Dio nascosto, che si cela nel<br />

volto dell'altro uomo, un Dio presente<br />

con la sua assenza, che è già passato<br />

confondendo le proprie tracce. Il volto<br />

dell'altro è il volto di uno sconfitto, di<br />

un abbandonato, di uno che è giunto in<br />

ritardo all'appuntamento.<br />

Il Dio di Lévinas non è quindi un Dio<br />

consolatore, ma un Dio lontano, l'andare<br />

verso di lui si connota come esodo.<br />

Anche in questa prospettiva l'uomo raggiunge<br />

una età adulta, segnata dal disincanto<br />

di fronte a rassicuranti garanzie; è<br />

una esposizione al limite. In Lévinas<br />

«Dio è identificabile — osserva Bodei —<br />

perché è totalmente altro; eppure di fatto<br />

lo scorgiamo nel volto di tutti i nostri<br />

simili» (p. 84), ma è un Dio nascosto,<br />

che è andato oltre. L'anima tuttavia in<br />

questo esodo, errando tra tracce sconvolte,<br />

è liberata dal suo «naturale» ateismo,<br />

ha infranto il divieto di una compiuta,<br />

esclusiva razionalità.<br />

A proposito dell'ateismo non dobbiamo<br />

lasciarci sviare dall'avversione che la<br />

parola stessa suscita. Anche Bodei dice<br />

di non aver simpatia per questa parola<br />

poiché nell'opinione comune viene usata<br />

come negazione di ogni prospettiva di<br />

senso. L'ateismo contemporaneo è qualcosa<br />

di più complesso e, come si è visto,<br />

può essere anche «metodico» e costituire<br />

una terapia per l'incredulità. Può<br />

essere cioè occasione di un brusco risveglio<br />

dalla sonnolenta routine di credenti<br />

e di non credenti. Essere atei sul serio è<br />

altrettanto difficile, e forse più, che accogliere<br />

una liberante testimonianza che<br />

ci trascende.<br />

Essere credenti è un impegno profondo<br />

non facilmente omologabile con una<br />

connotazione sociologica di appartenenza.<br />

Per questo le contrapposizioni di facciata<br />

vanno riconsiderate nella loro problematicità.<br />

«Continuerò a cercare risposte,<br />

rifiutando banalità e indifferenza»<br />

(p. 83) conclude Bodei e precedentemente,<br />

rifacendosi alla citata poesia di<br />

Hölderlin, aveva detto: «Ci chiediamo<br />

anche se nel nostro destino — in gran<br />

parte incomprensibile, visto che transitiamo<br />

su questa terra senza capirne<br />

granché — non sia proprio la fede quella<br />

porta stretta attraverso cui passare<br />

per trovare un significato all'intollerabile»<br />

(p. 81). Possiamo concludere citando<br />

un frammento di Pascal, citato pure nel<br />

dialogo su cui ci siamo soffermati:<br />

«Dio si è voluto nascondere. Se non<br />

ci fosse nessuna oscurità, l'uomo non<br />

sentirebbe la propria miseria. E se non<br />

ci fosse nessuna luce, non avrebbe nessuna<br />

speranza di salvezza. Perciò, non è<br />

soltanto giusto, ma è cosa buona per<br />

noi, che Dio si sia in parte nascosto, e<br />

in parte manifesto, poiché per l'essere<br />

umano è allo stesso modo pericoloso conoscere<br />

Dio senza conoscere la propria<br />

miseria, e conoscere la propria miseria<br />

senza conoscere Dio. Vere Tu es Deus<br />

absconditus».<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 16 Dicembre 2001<br />

Un'originale passeggiata all'interno del Leirhnjúkur, uno dei crateri del vulcano islandese Krafla<br />

Immersi in uno scenario dantesco<br />

tra fumi, vapori e acre odore di zolfo<br />

FRANCO PELLICCIONI<br />

Con difficoltà ci muovevamo in un<br />

ambiente che, molto da vicino, assomigliava<br />

a come avevamo sempre immaginato<br />

l’Inferno di Dante. Ad iniziare<br />

dall’intenso ed acre odore di zolfo, ai<br />

fumi che qua e là si sprigionavano dal<br />

suolo per l’enorme calore esistente. Dovevamo<br />

essere estremamente attenti a<br />

dove mettevamo i piedi: non sarebbero<br />

state le sole scarpe a rimetterci...<br />

In più parti distinguevamo bolle di<br />

liquido e gas dalle dimensioni più diverse,<br />

sempre continuando ad inoltrarci<br />

in un terreno dissestato e dai contorni<br />

bizzarri, in un «universo» nero come<br />

la pece.<br />

Il tutto peggiorò successivamente<br />

rendendo, se possibile, ancora più «sinistro»<br />

e irreale quel luogo, quando, alla<br />

pioggia battente, che non ci aveva<br />

quasi mai abbandonati fino ad allora,<br />

ai fumi e ai vapori, si aggiunse un fitto<br />

manto nebbioso. Presto esso avvolse<br />

ogni cosa, nascondendo il paesaggio e<br />

il tragitto che intendevamo seguire per<br />

poter tornare sui nostri passi.<br />

In quel frangente le sensazioni provate<br />

furono molto forti, anche perché passavamo<br />

in continuazione dal freddo<br />

pungente al caldo intenso e viceversa,<br />

ed eravamo altresì coscienti che le cose<br />

potevano ancora aggravarsi, e di molto:<br />

eravamo all’interno del Leirhnjúkur, il<br />

cratere eruttivo del 1975-'84 del vulcano<br />

Krafla, nell’Islanda nord-orientale, ancora<br />

oggi a rischio di eruzione...<br />

All’interno dei campi di lava arrivammo<br />

dopo aver ammirato, grazie ad<br />

una breve ascensione, l’interessante lago<br />

formatosi nel Víti («inferno»), il cratere<br />

di esplosione del Krafla del 1724-<br />

29. In effetti all’ingresso dell’area, che<br />

non è recintata, è visibile un bel cartello<br />

di divieto d’accesso che i visitatori,<br />

noi compresi, invece scambiano come<br />

un incoraggiamento a visitarlo, sia pure<br />

«rapidamente», sia pure a proprio rischio<br />

e pericolo.<br />

D’altronde gli islandesi da sempre<br />

coabitano con vulcani e terremoti, perciò<br />

non fanno caso più di tanto se<br />

qualcuno si avventura in quella che,<br />

indubbiamente, rappresenta un’altra<br />

grossaattrazioneturistica della regione.<br />

La cascata di Goðafoss<br />

La solfatara<br />

di Námafjall<br />

Il lago formatosi<br />

nel Víti<br />

il cratere<br />

eruttivo<br />

del vulcano<br />

Krafla<br />

nel 1724<br />

Il Krafla ha eruttato 29 volte. Nell’ultima<br />

(1984) la lava non è giunta a minacciare<br />

gli insediamenti esistenti nel<br />

vicino lago Mývatn. Al contrario dei<br />

Mývatnseldar, i «fuochi del Mývatn»<br />

che, iniziati nel 1724, sono durati per<br />

cinque anni: allora la lava distrusse<br />

due fattorie, buona parte delle costruzioni<br />

della storica e importante fattoria<br />

di Reykjahlið, minacciando da vicino la<br />

chiesa, rimasta indenne nonostante fosse<br />

stata completamente circondata. Avvenimenti,<br />

questi, che assieme alle varie<br />

fasi dell’eruzione, furono registrati<br />

nelle cronache dell’epoca.<br />

I fuochi del Krafla risalgono invece al<br />

1975-1984. Originati nella caldera e nei<br />

crateri minori del vulcano, replicano<br />

quanto avvenuto 250 anni prima. La<br />

crescente attività tellurica iniziale culmina<br />

sul finire del 1975 in uno sciame<br />

sismico, nell’apertura di crateri minori<br />

e nell’eruzione di lava a nord del Leirhnjúkur<br />

(20 dicembre). Da allora l’attività<br />

vulcanica è continua: allargamento<br />

delle fessure, terremoti, accresciuta<br />

attività geotermale, fuoriuscita<br />

di lava (1980-'84). Le eruzioni saranno<br />

in tutto 15.<br />

I campi di lava del Leirhnjúkur<br />

Panoramica<br />

del lago<br />

Mývatn<br />

Lasciato il Krafla, ritornammo alla<br />

nostra base di partenza rappresentata<br />

dalla bella riserva naturalistica del lago<br />

Mývatn, con i suoi rilassanti e pittorici<br />

paesaggi, dopo una sosta per osservare<br />

la solfatara di Námafjall.<br />

Il lago Mývatn è il quarto dell’Islanda:<br />

37 kmq, 50 isolotti, una profondità<br />

media di appena 2,5 m, tanto che i raggi<br />

del sole danno vita a una quantità<br />

incredibiledialgheeplanctonsulfondo.<br />

È un’autentica oasi nell’immenso deserto<br />

lavico circostante e un irresistibile<br />

richiamo per i visitatori dell’isola, anche<br />

perché è localizzato in una regione<br />

caratterizzata da fattori favorevoli all’insediamento<br />

umano, esso gode infatti<br />

di una discreta «insolazione» e di un<br />

contenuto regime piovoso, anche se le<br />

acque del lago ghiacciano per sette mesi<br />

l’anno.<br />

Il vichingo Arnór Èorgrímsson fu il<br />

primo colono a stabilirvisi. Nel 1908<br />

venne qui scoperta una «lunga casa»<br />

dai muri lunghi più di 40 metri, probabilmente<br />

un tempio dedicato a Thor. E<br />

da quei primi colonizzatori discende la<br />

famiglia proprietaria dell’immensa «fattoria-madre»<br />

di Reykjahlíð, la più grande<br />

dell’Islanda (contiene 50 fattorie e<br />

copre un’area di circa 6000 kmq). Ma<br />

la popolazione del distretto non è mai<br />

stata molto numerosa. Nel 1703 gli abitanti<br />

erano 240 e nel 1984 erano arrivati<br />

appena a 590.<br />

Reykjahlíð è oggi il centro servizi della<br />

regione. Vi si trovano alberghi, negozi,<br />

una pista d’atterraggio, camping, piscina,<br />

banche e la chiesa di cui abbiamo<br />

già parlato. Dopo un suo primo restauro<br />

(1876), nel 1972 fu demolita per<br />

ricostruirla nell’originario sito. Nei<br />

pressi si intravedono ancora i ruderi<br />

delle costruzioni distrutte.<br />

A partire dal XIV secolo i proprietari<br />

della fattoria inviarono zolfo, estratto<br />

nel Krafla, Námafjall, Leirhnjúkur e<br />

Ketildyngja, in Europa, dove veniva<br />

utilizzato per scopi bellici. Da questo<br />

remotissimo angolo d’Islanda si continuò<br />

a mandare il minerale fino alla fine<br />

del XVII secolo, quando l’invio si<br />

interruppe per la scoperta nel continente<br />

di fonti alternative.<br />

Comunque il «cuore» dell’economia<br />

della fattoria è stato sempre rappresentato<br />

dall’allevamento che, nonostante i<br />

«fuochi del Mývatn», ha continuato a<br />

prosperare. Negli ultimi anni particolare<br />

attenzione è stata prestata al turismo,<br />

il cui timido inizio risale all’alba<br />

del XX secolo. Solo nel 1940 venne<br />

inaugurato un primo albergo. Da allora<br />

si è consentito l’accesso a pressoché<br />

l’intero mega-territorio della fattoria,<br />

cratere compreso...<br />

Nel 1968 è stata anche aperta una<br />

fabbrica di diatomite a Bjarnarflag, dove<br />

vengono lavorate le diatomee, microscopiche<br />

alghe fossili raccolte dragando<br />

il fondo nel settore nord del lago. Diatomite<br />

utile come «eccipiente» per fertilizzanti,<br />

vernici, dentifrici e plastica e<br />

come filtro per benzine, medicine, birra<br />

e vino. È un impianto industriale controverso,<br />

questo, dall’alto impatto ambientale<br />

in uno dei più noti siti ornitologici.<br />

Il nome, «lago dei chironòmidi», è<br />

dovuto alla presenza, tra giugno e agosto,<br />

di milioni di moscerini, contro i<br />

quali si può far poco.<br />

Un perfetto ecosistema, quello del<br />

Mývatn, perché fertilizzato dai resti dei<br />

moscerini, le cui larve costituiscono un<br />

ottimo ed abbondantissimo alimento<br />

per pesci ed uccelli. Qui è stata registrata<br />

la presenza di 15 specie di anatre<br />

e quella contemporanea di centomila<br />

uccelli appartenenti a specie diverse.<br />

Il giro del lago ci portò dapprima<br />

nelle paludi nord-occidentali di Neslandatangi,<br />

luogo privilegiato di riproduzione<br />

degli uccelli, dove dal 15 maggio<br />

al 20 luglio è impossibile accedere. In<br />

prossimità del centro servizi secondario<br />

di Skútustaðir (chiesa, stazione di benzina,<br />

ristorante), sulla sponda meridionale,<br />

troviamo Skútustaðagígar con i<br />

suoi interessanti pseudo-crateri (crateri<br />

di esplosione formati dalla lava confluita<br />

nelle acque lacustri). Dalla loro sommità<br />

si ammira anche lo stupendo cono<br />

di cenere vulcanica dell’Hverfell, risultato<br />

di un’eruzione di 2500 anni fa.<br />

Lasciato definitivamente il lago, siamo<br />

andati a vedere la storica Goðafoss,<br />

la «cascata degli dei» formata dal fiume<br />

Skjalfandafjot.<br />

Secondo le saghe, qui Èorgeir, il Presidente<br />

dell’Alþing (l’Assemblea degli<br />

uomini liberi), avrebbe gettato gli idoli<br />

pagani dopo l’adesione dell’Islanda alla<br />

fede cattolica nell’anno 1000.<br />

Appuntamenti<br />

culturali<br />

Roma, 16 dicembre<br />

Il Natale nei testi<br />

di Mazzolari e di Gozzano<br />

Il 16 dicembre alle ore 17, nella<br />

chiesa di S. Maria in Vallicella,<br />

si terrà un «Incontro Spirituale»<br />

sul tema: «Natale, lettura da<br />

Don Primo Mazzolari e da Guido<br />

Gozzano».<br />

Firenze, fino al 3 marzo<br />

«I mai visti»<br />

«I mai visti — Capolavori dai<br />

depositi degli Uffizi» è il titolo<br />

della mostra che sarà aperta fino<br />

al 3 marzo nella Sala delle<br />

Reali Poste presso la Galleria<br />

degli Uffizi.<br />

Ricordo di Ardito Desio<br />

Aspirava a conquistare l'«Everest» più alto: la conoscenza<br />

MARIA MAGGI<br />

Ardito Desio, l’esploratore, che aveva studiato<br />

quasi ogni angolo del pianeta, alte montagne, torridi<br />

deserti e gelidi ghiacci, è morto giovedì nella sua<br />

casa di Roma a 104 anni d’età. Amava le montagne<br />

e le montagne gli diedero la gloria. Il nome di Desio,<br />

che guidò la spedizione italiana, rimarrà legato<br />

alla conquista del K2, la seconda montagna del<br />

mondo dopo l’Everest.<br />

Ardito Desio era nato il 18 aprile 1897 a Palmanova,<br />

la città-fortezza friulana, a pianta stellare,<br />

che i Veneziani costruirono nel Cinquecento. A 18<br />

anni partì per il fronte unendosi al Gruppo Volontari<br />

Ciclisti, addetto a portare ordini alle prime linee.<br />

Poi divenne ufficiale degli Alpini. La Grande<br />

Guerra gli fece sperimentare un anno di prigionia<br />

in Boemia. Al ritorno si laureò in Scienze Naturali<br />

a Firenze nel 1920, specializzandosi in geologia. Lavorò<br />

nelle università di Firenze, Pavia e, dal 1925,<br />

Milano. Qui ottenne, nel 1931, la cattedra di Geologia,<br />

e la direzione dell’Istituto di Geologia, che egli<br />

stesso aveva nel frattempo fondato.<br />

La sua vita è stata una perenne missione. Effettuò<br />

un lungo soggiorno nelle isole del Dodecaneso,<br />

di cui studiò la costituzione geologica. Poi si dedicò<br />

allo studio della geologia della provincia di Bergamo.<br />

Intanto intraprese un’indagine sui ghiacciai del<br />

gruppo Ortles-Cevedale. Qui, attraversando da solo<br />

il ghiacciaio Sobreta, sprofondò in un crepaccio e<br />

restò, con le gambe nel vuoto, sospeso ad un esile<br />

ponte di neve: riuscì a tirarsi fuori a fatica, salvandosi.<br />

Si ricordò quell’emozione tutta la vita: «Da allora<br />

mi sono sempre legato sui ghiacciai», confidò.<br />

Poi scoprì l’Africa, facendo ricerche per la Società<br />

Geografica Italiana nell’oasi di Giarabub e in<br />

Marmarica di carattere paleontologico e geomorfologico.<br />

Nel 1929 partecipò alla spedizione del Duca<br />

di Spoleto, Aimone di Savoia Aosta, al Karakorum.<br />

Scoprì un ghiacciaio inesplorato che chiamò Duca<br />

degli Abruzzi e una sella, che chiamò Conway, in<br />

onore dell’esploratore inglese. In questa occasione<br />

vide il K2 e tentò il primo approccio. Due anni dopo,<br />

incaricato da Guglielmo Marconi, presidente<br />

dell’Accademia d’Italia, attraversò il Sahara, guidando<br />

una carovana di centoquaranta cammelli.<br />

Un’impresa che lo entusiasmò.<br />

Batté palmo a palmo il deserto libico, su invito<br />

di Italo Balbo, che, tra l’altro, lo nominò Sovrintendente<br />

del Museo di Storia Naturale di Tripoli, e<br />

scoprì un notevole giacimento di sali di magnesio e<br />

potassio nell’oasi di Maradah, alcune falde acquifere<br />

che servirono all’irrigazione del Misuratino, e,<br />

nel 1938, le prime tracce di petrolio: individuò in<br />

17 pozzi la presenza di idrocarburi e predispose un<br />

programma di ricerche con l’AGIP, che prevedeva<br />

tra l’altro l’esplorazione della Sirtica, proprio dove<br />

poi le compagnie americane avrebbero trovato i<br />

maggiori giacimenti di petrolio. Lo scoppio della<br />

Seconda Guerra Mondiale bloccò le trivellazioni.<br />

Desio conservò gelosamente nella sua abitazione di<br />

Milano una bottiglia di quel prezioso liquido.<br />

Nel frattempo effettuò altre spedizioni in Iran,<br />

sulla catena di Zagros e sul Demavend (5771 m), e<br />

nel Fezzan, di cui illustrò per la prima volta la costituzione<br />

geologica. Prese parte al primo volo, organizzato<br />

da Balbo, sul massiccio del Tibesti. Andò<br />

a cercare l’oro in Etiopia e il platino in Africa<br />

Orientale. Nel 1940 s’impegnò in una monografia<br />

geologica sul settore nord-orientale del massiccio<br />

del Tibesti e in ricerche di platino in Albania.<br />

Durante la Seconda Guerra Mondiale completò<br />

lo studio geologico della provincia di Bergamo. Nel<br />

dopoguerra riprese le ricerche all’estero con una<br />

missione in Giordania. Poi andò in Pakistan, dove<br />

con abilità diplomatica riuscì a garantire all’Italia la<br />

possibilità di tentare la scalata del K2, 8611 metri.<br />

Desio aveva visto per la prima volta il K2 il 18<br />

maggio 1929 e ne era rimasto affascinato. Quella<br />

colossale piramide di bèole, scisti, graniti e ghiacci<br />

era davvero straordinaria. Gli indigeni lo chiamavano<br />

«Ciogorì», che significa «il grande monte». Tre<br />

spedizioni americane avevano fallito l’assalto alla<br />

vetta. Desio, che aveva condotto un viaggio di preparazione<br />

nel ’53, insieme a Riccardo Cassin, optò<br />

per una «spedizione pesante»: una catena di campi<br />

legati da corde fisse, trasporto dei carichi con teleferiche,<br />

uso di oltre cinquecento portatori, 4000<br />

metri di corde di nylon e impiego in alta quota di<br />

bombole di ossigeno. Prima organizzò due campi<br />

di addestramento a 3800 metri di quota sul Piccolo<br />

Cervino e sul Monte Rosa, poi scelse 11 alpinisti,<br />

lasciando a casa Cassin: tra di loro c’era il giovane<br />

Walter Bonatti, 24 anni, che aveva già scalato l’Aguille<br />

Noire de Peutérey e la Est del Grand Capucin.<br />

La spedizione, attraverso 9 campi, l’ultimo allestito<br />

a 8.060 metri di quota, il 31 luglio 1954, portò<br />

in vetta Achille Compagnoni e Lino Lacedelli.<br />

Bonatti, con l’hunza Mahdi, costretti ad un bivacco<br />

all’aperto ad ottomila metri di quota, ebbe un ruolo<br />

decisivo, portando le bombole d’ossigeno ai due<br />

salitori. Quell’esperienza altamente drammatica<br />

porterà polemiche non ancora sopite a 48 anni di<br />

distanza. Bonatti racconterà quell’esperienza al limite<br />

della vita, poi farà fuoco su Desio. Una polemica<br />

che, certo, riguarda la qualità della spedizione,<br />

ma non il suo successo.<br />

Desio, mentre Bonatti diventava il miglior scala-<br />

tore del mondo, non si fermò lì. Continuò le sue ricerche<br />

nel Karakorum e nell’Hindu Kush, poi in<br />

Afghanistan, Birmania, nelle Filippine. Nel 1962<br />

compì un viaggio in Antartide raggiungendo il Polo<br />

Sud. Si spinse anche in America Centrale Meridionale,<br />

giù fino alla Patagonia. Attraversò il Tibet.<br />

Ancora nel 1990, a 93 anni, Ardito Desio ha organizzato<br />

la costruzione di una grande piramide-laboratorio<br />

in vetro ed alluminio alla base dell’Everest,<br />

in una valletta laterale del ghiacciaio del Khumbu,<br />

a 5050 metri d’altezza. Qui ricercatori di tutto<br />

il mondo hanno potuto, e possono tuttora, partecipare<br />

in alta quota a studi programmati di geodesia,<br />

geofisica, biologia umana, medicina, zoologia, botanica<br />

ed etnografia.<br />

Desio ha lavorato anche negli ultimi anni, curando<br />

la quarta edizione del suo trattato di geologia<br />

applicata all’ingegneria. Ha sempre conservato l’abitudine<br />

di fare un po’ di moto: ginnastica al mattino<br />

e passeggiata giornaliera.<br />

Ha al suo attivo oltre quattrocento pubblicazioni.<br />

Ha scritto, tra l’altro, «La conquista del K2» e<br />

«Sulle vie della seta, dei ghiacci e dell’oro», che<br />

ha illustrato con suoi disegni. In gioventù, durante<br />

il soggiorno a Napoli, frequentò lo studio di Vincenzo<br />

Gemito, apprendendo i principi della scultura<br />

e della pittura.<br />

La sua è stata una vita avventurosa. In Etiopia,<br />

nel ’38, in uno scontro con gli «sciftà», fu centrato<br />

da una pallottola, ma fu salvato dal contenitore<br />

delle carte geografiche che portava con sé. In ogni<br />

caso egli teneva a precisare che «l’avventura era<br />

sempre legata alla ricerca scientifica, non era mai<br />

fine a se stessa». Ardito, fedele al suo nome, aspiravaaconquistarel’«Everest»più<br />

alto: la conoscenza.


.<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

LA PARROCCHIA<br />

LA PREFETTURA<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 16 Dicembre 2001<br />

Domenica 16 dicembre Giovanni Paolo II compie<br />

la trecentesima visita pastorale ad una parrocchia romana<br />

Lettera del Papa al Cardinale Camillo Ruini, Suo Vicario Generale per la Diocesi di Roma<br />

Un impegno desiderato e pieno di gioia<br />

«La visita alle parrocchie romane ha costituito sempre<br />

per me un impegno desiderato e pieno di gioia». Lo<br />

scrive Giovanni Paolo II nella Lettera inviata al Cardinale<br />

Camillo Ruini, suo Vicario Generale per la Diocesi<br />

di Roma, in occasione della trecentesima visita pastorale<br />

ad una parrocchia romana, in programma domenica<br />

16 dicembre a santa Maria Josefa del Cuore di<br />

Gesù. Questo è il testo della Lettera:<br />

Al Signor Cardinale<br />

Camillo Ruini<br />

Vicario Generale<br />

per la Diocesi di Roma<br />

Venerato Fratello!<br />

Domenica 16 dicembre p.v., mi recherò,<br />

a Dio piacendo, nella parrocchia romana<br />

di santa Maria Josefa del Cuore di<br />

Gesù. Giungerà, così a trecento il numero<br />

delle Comunità parrocchiali da me incontrate,<br />

da quando, il 3 dicembre 1978,<br />

incominciai questo ideale pellegrinaggio<br />

pastorale dalla Chiesa di san Francesco<br />

Saverio alla Garbatella.<br />

Nasce spontanea in me, dinanzi a questo<br />

significativo traguardo, l’esigenza di<br />

elevare a Dio un profondo rendimento di<br />

grazie. È un sentimento che voglio condividere<br />

con Lei, Signor Cardinale, mio Vicario<br />

per la Diocesi di Roma, mentre<br />

penso con immutato affetto al Suo venerato<br />

predecessore, il compianto Cardinale<br />

Ugo Poletti, che mi ha accompagnato<br />

nella prima parte di questo pellegrinaggio,<br />

introducendomi con tatto e premura<br />

alla conoscenza della Diocesi.<br />

Vivissimo è questo sentimento di riconoscenza,<br />

perché la visita alle parrocchie<br />

romane ha costituito sempre per me un<br />

impegno desiderato e pieno di gioia. Trascorrere<br />

il pomeriggio o la mattinata tra i<br />

fedeli, nei diversi quartieri, con il parroco<br />

ed i sacerdoti, i religiosi, i laici impegnati;<br />

celebrare la Messa nella chiesa<br />

parrocchiale; salutare i bambini, i giova-<br />

La parrocchia di santa Maria Josefa del Cuore di Gesù si prepara ad accogliere il Santo Padre<br />

Una giovane comunità per dare un'anima ad una periferia spesso dimenticata<br />

FRANCESCO M. VALIANTE<br />

Era un'intrepida apostola dell'«assistenza<br />

del cuore» suor Maria Josefa<br />

del Cuore di Gesù, la religiosa basca<br />

alla quale è intitolata la parrocchia romana<br />

di Ponte di Nona, dove Giovanni<br />

Paolo II si recherà in visita pastorale<br />

nella mattina di domenica 16 dicembre.<br />

Con dedizione appassionata e con coraggio<br />

profetico ha dedicato la sua vita agli<br />

ammalati e ai sofferenti, convinta appunto<br />

che «l'assistenza non consiste solo<br />

nel dare le medicine e gli alimenti». «Vi<br />

è tutto un altro tipo di assistenza —<br />

amava ripetere —. È quella del cuore,<br />

che cerca di adattarsi alla persona che<br />

soffre».<br />

Di questa «assistenza del cuore» i fedeli<br />

della parrocchia sono chiamati oggi<br />

a raccogliere l'impegnativa eredità. Un<br />

compito non facile ma in qualche modo<br />

provvidenziale per una comunità che sin<br />

dall'inizio della sua esistenza ha dovuto<br />

fare i conti con le «sofferenze» antiche e<br />

nuove di questo angolo della periferia<br />

cittadina. La stessa parrocchia, fino ad<br />

un anno fa, ha sperimentato di persona<br />

una pesante condizione di precarietà e<br />

di disagio: dal 2 ottobre 1989 — data<br />

dell'erezione canonica con il titolo di<br />

santa Luisa de Marillac — al 27 gennaio<br />

scorso — quando il Cardinale Vicario<br />

Camillo Ruini ha presieduto il solenne<br />

rito di dedicazione del nuovo complesso<br />

parrocchiale — la comunità ha utilizzato<br />

un garage come luogo di culto e di<br />

pastorale. Anche questo, in fondo, è stato<br />

un modo di condividere ancor più<br />

pienamente l'esperienza umana e spirituale<br />

di Suor Maria Josefa, che dopo<br />

aver trascorso un'intera esistenza accanto<br />

agli infermi visse gli ultimi dodici anni<br />

abbracciata alla croce, consumata<br />

dalla sofferenza e dalla malattia.<br />

In un angolo dell'estrema<br />

periferia romana<br />

Situata all'altezza del 15° chilometro<br />

della via Prenestina, tra ampie distese di<br />

campagna e recenti insediamenti abitati-<br />

vi, la parrocchia ha dovuto misurarsi subito<br />

con la difficile realtà dell'estrema<br />

periferia romana. Una realtà segnata da<br />

povertà, da disoccupazione, da tossicodipendenza,<br />

da microcriminalità, da<br />

emarginazione: i tipici problemi u-manie<br />

sociali legati ad un'urbanizzazionesenzacriteri<br />

e senza cuore. Le prime<br />

case della zona sono sorte nel 1985 al<br />

Parrocchia di santa Maria Josefa<br />

del Cuore di Gesù — Piazza<br />

Padre Angelo Cerbara — Zona<br />

Ponte di Nona — Settore Est<br />

— Vescovo ausiliare: S.E.<br />

Mons. Cesare Nosiglia, Vicegerente<br />

— Prefettura XVIII — Circoscrizione<br />

VIII — Abitanti:<br />

6.000 c. — Affidata alla Compagnia<br />

di Maria (Monfortani) —<br />

Parroco: Padre Angelo De Caro<br />

— Vicario parrocchiale: Padre<br />

Paolo Andreoletti.<br />

Le parrocchie della Prefettura<br />

XVIII, oltre a santa Maria Josefa<br />

del Cuore di Gesù, sono: Resurrezione<br />

di N.S.G.C.; san Bernardino<br />

da Siena; santa Edith<br />

Stein; sant'Eligio; san Gaudenzio<br />

a Torre Nova; san Giovanni<br />

Maria Vianney; santa Margherita<br />

Maria Alacoque; Santa Maria<br />

Causa Nostrae Laetitiae; Santa<br />

Maria della Fiducia; Santa Maria<br />

di Loreto; Santa Maria Madre<br />

del Redentore; Santa Maria<br />

Madre dell'Ospitalità; san Massimiliano<br />

Kolbe a Via Prenestina;<br />

san Patrizio; santa Rita a<br />

Torre Angela; santi Simone e<br />

GiudaTaddeo; SS. Trinità a<br />

Lunghezza.<br />

«Centro Serena» grazie all'opera di una<br />

cooperativa.<br />

Quattro anni dopo è stata eretta la<br />

parrocchia. Tra il 1992 e il 1993 i Padri<br />

Guanelliani hanno assicurato il servizio<br />

religioso. Ad essi sono subentrati nel<br />

1994 i religiosi della Compagnia di Maria<br />

(Monfortani), ai quali è attualmente<br />

affidata la comunità.<br />

Il 1997 ha costituito un anno di svolta<br />

decisivo per la parrocchia. È cambiata<br />

anzitutto la sua denominazione. Il 19<br />

febbraio ha assunto il titolo della Beata<br />

Maria Josefa del Cuore di Gesù. In quello<br />

stesso anno, nel mese di luglio, sono<br />

giunte nella zona 700 famiglie alle quali<br />

erano destinate case popolari realizzate<br />

con un bando risalente a ben otto anni<br />

prima. Abusivismo, occupazioni, sgomberi<br />

hanno punteggiato questa lunga e<br />

sofferta vicenda. Ancora oggi la precarietà<br />

caratterizza la situazione di molti<br />

nuclei abitativi. La popolazione attuale è<br />

costituita da 1.350 famiglie, per un totale<br />

di circa 6.000 persone.Sembrache il<br />

numero sia destinato a raddoppiare nei<br />

prossimi tre anni.<br />

In questo contesto l'unico punto di<br />

aggregazione è rappresentato dalla parrocchia.<br />

A Ponte di Nona mancano le<br />

strutture pubbliche essenziali: asilo,<br />

scuole medie, farmacie, attrezzature<br />

sportive. Le famiglie provengono dalle<br />

zone più diverse di Roma. Differenti sono<br />

la loro estrazione sociale e la loro<br />

cultura. Molti lavorano lontano da casa:<br />

partono la mattina e rientrano la sera,<br />

trasformando ampie zone del territorio<br />

in immensi «dormitori». Tutto ciò favorisce<br />

l'isolamento, l'individualismo, l'incomunicabilità.<br />

C'è chi esibisce progetti<br />

per il futuro rimasti sinora soltanto sulla<br />

carta. Pare che nel 2002 inizierà la costruzione<br />

di una scuola media. Sono<br />

previste zone di verde e strutture sociali<br />

e ricreative. Certo è che ancora<br />

oggi regnano indisturbati l'abbandono e<br />

il disinteresse. E la gente guarda alla<br />

parrocchia come la sola realtà viva e come<br />

il «motore» trainante dell'intero<br />

quartiere.<br />

Nelle foto: la prima visita pastorale di Giovanni<br />

Paolo II, compiuta il 3 dicembre 1978 alla<br />

parrocchia di s. Francesco Saverio alla Garbatella,<br />

e la 299ª, alla comunità di s. Alessio, il 18 novembre<br />

scorso<br />

La gioia per la nuova<br />

struttura parrocchiale<br />

Due grandi avvenimentihannoilluminato<br />

negli ultimi due anni il cammino<br />

spirituale e pastorale della comunità.<br />

Con grande gioia è stata accolta la canonizzazione<br />

di suor Maria Josefa del Cuore<br />

di Gesù. Giovanni Paolo II l'ha proclamata<br />

santa il 1° ottobre dell'anno del<br />

Grande Giubileo, nel corso della solenne<br />

Concelebrazione Eucaristica in Piazza<br />

San Pietro. Ed un momento straordinario<br />

di fede e di festa è stato vissuto il 27<br />

gennaio scorso, quando la nuova struttura<br />

parrocchiale ha finalmente spalancato<br />

le sue porte al popolo dei fedeli,<br />

mandando definitivamente in pensione il<br />

vecchio seminterrato.<br />

Realizzata grazie alla generosità delle<br />

Serve di Gesù della Carità (l'Istituto fondato<br />

a Bilbao da santa Maria Josefa), la<br />

moderna chiesa è stata progettata dagli<br />

ni, i consigli pastorali; risvegliare in ciascuno<br />

l’impegno per la nuova evangelizzazione,<br />

tutto questo è stato ed è ancora<br />

per me di grande importanza per il progressivo<br />

avvicinamento alla realtà umana,<br />

sociale e spirituale della Diocesi. Tanto<br />

più per un Pontefice «venuto da un<br />

Paese lontano». Se oggi posso dire di sentirmi<br />

pienamente «romano», è grazie anche<br />

alle visite alle parrocchie di questa<br />

straordinaria e bella Città.<br />

Davanti ai miei occhi, in questo momento,<br />

scorrono innumerevoli volti di<br />

Parroci e di Cooperatori, che ho avuto la<br />

gioia di incontrare, dapprima invitandoli<br />

alla mia mensa, e poi vedendoli all’opera<br />

nelle Parrocchie. A tutti ed a ciascuno<br />

vorrei rinnovare il mio «grazie», per l’accoglienza<br />

calorosa ovunque ricevuta, come<br />

pure per le preghiere, gli incoraggiamenti,<br />

i suggerimenti offertimi durante le<br />

visite, preziosi non solo per il mio ministero<br />

di Vescovo di Roma, ma anche per<br />

il servizio che mi è stato affidato verso la<br />

Chiesa universale.<br />

Visitando le Comunità parrocchiali, ho<br />

avuto modo di esercitare in maniera molto<br />

concreta la mia missione di Vescovo<br />

di Roma, Successore dell’apostolo Pietro.<br />

Il tempo dedicato ai fedeli romani non è<br />

stato sottratto a quelli del mondo intero,<br />

ma si è rivelato proficuo anche per essi,<br />

e viceversa la mia sollecitudine per tutte<br />

le Chiese non ha fatto che radicarmi ancor<br />

più in questa singolare Diocesi che è<br />

Roma.<br />

Mentre mi accingo a recarmi per la<br />

trecentesima volta in una parrocchia romana,<br />

ritorno spiritualmente in tutte<br />

quelle finora visitate: Basiliche paleocristiane,<br />

chiese modernissime, alcune nel<br />

centro storico, altre nei grandi quartieri<br />

sorti negli anni ’50 e ’60 o nelle zone di<br />

più recente urbanizzazione. Dappertutto<br />

ho annunciato lo stesso Vangelo, ho<br />

spezzato lo stesso Pane: Cristo, Redentore<br />

dell’uomo. A tutti rinnovo oggi il mio<br />

cordiale saluto, per tutti prego, tutti benedico.<br />

Dal Vaticano, 14 Dicembre 2001<br />

architetti Francesco Garofalo e Sharon<br />

Miura. All'esterno si presenta con tratti<br />

lineari e proporzionati: la facciata unitaria,<br />

il rivestimento in pietra, l'agile campanile.<br />

Lo spazio interno è contraddistinto<br />

da solennità, ampiezza, luminosità.<br />

Oltre ai simboli e alle immagini sacre,<br />

parlano soprattutto la bellezza e la<br />

ricchezza dei materiali utilizzati: i marmi<br />

verde e bianco, l'acciaio, il legno di<br />

ciliegio, l'intonaco.<br />

«Cuore» pulsante<br />

dell'intero quartiere<br />

La parrocchia è divenuta così, anche<br />

visibilmente, il «cuore» pulsante dell'intero<br />

territorio di Ponte di Nona. «Con la<br />

nuova struttura parrocchiale — sottolinea<br />

il Parroco Padre Angelo De Caro,<br />

religioso monfortano — la gente si riversa<br />

in parrocchia: hanno molte attese e<br />

speranze, specialmente per i ragazzi, gli<br />

Un lungo<br />

pellegrinaggio<br />

Sarà la 300ª parrocchia romana<br />

a ricevere la visita di Giovanni<br />

Paolo II. La comunità di santa<br />

Maria Josefa del Cuore di Gesù si<br />

prepara ad accogliere il Papa domenica<br />

16 dicembre con un pizzico<br />

di emozione e di orgoglio in<br />

più, consapevole di avere questo<br />

singolare privilegio. Con il calore<br />

dei figli i fedeli di Ponte di Nona,<br />

nell'estrema periferia orientale di<br />

Roma, si stringeranno intorno a<br />

Giovanni Paolo II come una famiglia<br />

in festa, offrendogli idealmente<br />

una grande «torta» con<br />

300 candeline. La prima di queste<br />

risale a ben ventitré anni fa:<br />

ad accenderla fu la parrocchia di<br />

san Francesco Saverio alla Garbatella,<br />

che il Papa visitò il 3 dicembre<br />

1978, a poco meno di due<br />

mesi dalla sua elezione alla Cattedra<br />

di Pietro. Da allora Giovanni<br />

Paolo II ha percorso in lungo<br />

e in largo la Città, portando tra i<br />

suoi angoli e le sue strade il segno<br />

di una pastoralità viva, calda,<br />

coinvolgente. Il Papa ha visitato<br />

le parrocchie come Vescovo<br />

di Roma. Le ha guidate ed incoraggiate<br />

come un grande Parroco.<br />

Ha abbracciato le famiglie, i<br />

giovani, gli anziani con l'affetto<br />

del Padre. Ha esortato tutti all'impegno<br />

e alla testimonianza<br />

come il primo Missionario della<br />

Città. Ha orientato e formato alla<br />

fede intere generazioni come un<br />

appassionato Catechista. Forse in<br />

nessun'altra espressione del suo<br />

ministero petrino sono racchiusi<br />

così efficacemente i molteplici<br />

aspetti di un apostolato svolto tra<br />

la gente e per la gente. Tutti ne<br />

hanno potuto attingere a piene<br />

mani. Ed è significativo che questo<br />

itinerario, iniziato nel 1978 in<br />

uno dei quartieri più noti di Roma,<br />

approdi ora in una giovane<br />

parrocchia di «frontiera». Una comunità<br />

dimenticata da coloro<br />

che «contano», lasciata spesso ai<br />

margini della città, ma non certo<br />

ai margini del cuore generoso di<br />

Pastore di Giovanni Paolo II.<br />

(f.m.v.)<br />

adolescenti e i giovani». Tanto per fare<br />

un esempio, basti pensare che gli iscritti<br />

alla catechesi per le scuole elementari e<br />

medie sono passati da 95 a 195 nel giro<br />

di appena un anno. La comunità si è<br />

mobilitata per corrispondere sempre più<br />

adeguatamente ai bisogni dei fedeli. Sono<br />

state arredate le aule del catechismo<br />

e acquistati i banchi della chiesa, cinque<br />

campane, l'organo, la Via Crucis.<br />

È stato anche allestito un campetto di<br />

gioco e sono stati piantati degli alberi.<br />

La formazione cristiana dei ragazzi è affidata<br />

a 26 catechisti. L'oratorio è molto<br />

frequentato e conta sull'impegno di diversi<br />

laici. Vi sono centri di ascolto per<br />

famiglie, il gruppo Caritas ed il gruppo<br />

volontari di san Vincenzo che visitano e<br />

aiutano un centinaio di famiglie povere<br />

della parrocchia. È quella «assistenza<br />

del cuore» che, attingendo al carisma<br />

della santa spagnola, si traduce in concreto<br />

progetto pastorale.<br />

Quella dedicata a Maria Josefa del<br />

Cuore di Gesù è una parrocchia giovane.<br />

Con spirito giovanile ha vissuto in<br />

questi anni le varie tappe della sua storia<br />

e gli eventi più importanti della vita<br />

della Chiesa romana: dal Sinodo alla<br />

Missione cittadina, fino all'Anno Santo<br />

del 2000. Con lo stesso slancio sta vivendoinquesti<br />

mesi il «dopo Giubileo». C'è<br />

un triplice obiettivo pastorale, che il<br />

Parroco sintetizza così: «Ripartire da<br />

Cristo per annunciare, accogliere, fare<br />

comunione-comunità». «In questi anni<br />

— spiega Padre Angelo — la comunità<br />

parrocchiale ha lavorato generosamente.<br />

Certe volte si ha l'impressione di salire<br />

su un treno in corsa. La parrocchia deve<br />

correre, i bisogni pressano, l'evangelizzazione<br />

urge. Non abbiamo tradizione,<br />

ma abbiamo la fortuna di avere le<br />

strutture e tanto entusiasmo».<br />

È questa la «ricetta» di una comunità<br />

che si prepara ad accogliere il Papa rinnovandogli<br />

la propria generosa fedeltà<br />

con le parole che suor Maria Josefa confidava<br />

alle sue consorelle: «Il Signore mi<br />

ha donato un cuore grande per amare e<br />

per soffrire... Il Signore mi ha preso il<br />

cuore dal principio e non lo ha mai lasciato».


.<br />

PAGINA<br />

5 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 16 Dicembre 2001<br />

«Il passato culturale, il patrimonio dello sforzo creativo<br />

del pensiero e delle mani di generazioni<br />

animate dallo spirito di fede radicato nel Vangelo,<br />

è il fondamento dell'identità della nazione polacca...<br />

La vostra Università<br />

salvaguardi il patrimonio culturale che in tale tradizione<br />

ha la sua fonte. Siate fedeli<br />

alla chiamata del Cardinale Stefan Wyszyński<br />

ad essere solleciti verso la cultura»<br />

«Ai tempi del Cardinale Wyszyński si doveva sottolineare<br />

l'importanza della cultura e della scienza<br />

per la sopravvivenza della nazione di fronte ai pericoli<br />

del totalitarismo. Sembra che oggi... si debba andare<br />

oltre... Osserviamo il processo di unificazione dei paesi<br />

dell'Europa e della globalizzazione di numerosi settori<br />

della vita nel mondo. Questo processo non può attuarsi<br />

senza prendere in considerazione<br />

le tradizioni spirituali e culturali delle nazioni»<br />

UDIENZA Il discorso al Senato Accademico, ai professori, al personale docente e amministrativo e agli studenti dell'Università di Varsavia intitolata al Primate del Millennio<br />

Il Papa affida alla giovane Università «Cardinale Stefan Wyszyński»<br />

un compito grande: contribuire a formare<br />

il volto spirituale non soltanto della Polonia ma dell'intera Europa<br />

Giovanni Paolo II affida alla giovane<br />

Università «Cardinale Stefan Wyszyński»<br />

di Varsavia un compito grande: contribuire<br />

a formare il volto spirituale non<br />

soltanto della Polonia ma dell'intera Europa.<br />

Nella mattina di sabato 15 dicembre,<br />

nella Sala Clementina, il Papa ha ricevuto<br />

in udienza il Senato Accademico<br />

dell'Università.<br />

Ecco il discorso del Papa:<br />

Serdecznie witam Państwa i dziękuję<br />

za życzliwość, której wyrazem<br />

jest przyznany mi tytuł doktora honoris<br />

causa Waszego Uniwersytetu.<br />

Przyjmuję go z wdzięcznością,<br />

przez wzgląd na serdeczną pamięć<br />

Prymasa Tysiąclecia, którego imię<br />

Wasza uczelnia nosi — zwłaszcza,<br />

że w tym roku wspomnienia tego<br />

wielkiego pasterza i męża stanu odżywają<br />

w szczególny sposób w<br />

związku ze 100-leciem jego urodzin.<br />

Przyjmuję ten tytuł również z powodu<br />

nadziei, jaką żywię — nadziei,<br />

że Uniwersytet Kardynała<br />

Stefana Wyszyńskiego, mający krótką<br />

historię, choć dawne korzenie,<br />

będzie wszechstronnie się rozwijał i<br />

stawał coraz bardziej dynamicznym<br />

i znaczącym w Polsce ośrodkiem<br />

naukowym i kulturalnym.<br />

Zanim podzielę się refleksją, jaka<br />

rodzi się w związku z tym dniem,<br />

pragnę pozdrowić Księdza Kardynała<br />

Prymasa, Wielkiego Kanclerza<br />

Uniwersytetu oraz Księdza Rektora.<br />

Wdzięczny jestem za słowa, które<br />

do mnie skierowali obaj. Serdeczną<br />

myślą obejmuję wszystkich Państwa:<br />

Senat, profesorów, pracowników<br />

naukowych i administracyjnych,<br />

studentów, osoby towarzyszące<br />

i chór. Dziękuję za Waszą obecność<br />

i duchową bliskość.<br />

Określenie Kardynała Stefana<br />

Wyszyńskiego jako wielkiego pasterza<br />

zwykło się kojarzyć z dziełem<br />

przygotowania Kościoła w Polsce<br />

do wejścia w nowe millennium.<br />

Gdy zaś mówimy o nim, jako o<br />

mężu stanu, mamy najczęściej na<br />

myśli jego zdecydowaną postawę<br />

wobec komunistycznego ateizmu,<br />

totalitaryzmu, dzięki której Kościołowi<br />

udało się w warunkach ciężkiej<br />

próby utrzymać własną pozycję<br />

w narodzie i właściwy kierunek<br />

swego wewnętrznego rozwoju. Wydaje<br />

się, że takie widzenie jego osoby,<br />

choć ze wszech miar słuszne,<br />

wymaga dziś pewnego rozszerzenia.<br />

Trzeba podkreślić to, co zdaje się<br />

rzadko jest uwypuklane, że zarówno<br />

jako pasterz, jak i mąż stanu<br />

Kardynał Wyszyński kładł wielki<br />

nacisk na rolę szeroko rozumianej<br />

kultury w kształtowaniu duchowego<br />

oblicza Kościoła i narodu. Co<br />

więcej, tych dwóch pól oddziaływania<br />

kultury nigdy nie rozdzielał.<br />

Kwestia ta musiała bardzo leżeć<br />

mu na sercu, skoro w milenijnym,<br />

1966 roku mówił: «Studia nad naszą<br />

przeszłością kulturalną, w<br />

związku z pracą Kościoła i natchnieniem,<br />

które Kościół daje<br />

sztuce i wszelkiej twórczości, są<br />

ciągle otwarte i bardzo pożądane.<br />

Współczesne zubożenie myśli (...)<br />

świadczy o niedoli kulturalnej, doznawanej<br />

na skutek odejścia od natchnień<br />

religijnych» (Warszawa,<br />

23.06.1966 r.).<br />

Przeszłość kulturalna, dziedzictwo<br />

twórczego wysiłku myśli i rąk<br />

pokoleń ożywianych duchem wiary<br />

zakorzenionej w Ewangelii, to fundament<br />

tożsamości polskiego narodu.<br />

Słusznie Prymas Tysiąclecia<br />

wskazywał na potrzebę studiowania<br />

tego dziedzictwa, poznawania<br />

fundamentów, które przed tysiącem<br />

lat były zakładane pod natchnieniem,<br />

jakie z pokolenia na pokolenie<br />

niesie w sobie wspólnota Kościoła,<br />

zjednoczona wokół Chrystusa,<br />

pozostająca pod natchnieniem<br />

Ducha Świętego, zmierzająca do<br />

domu Ojca. Czy nie jest to pierwsze<br />

zadanie uniwersytetów? Czy tym<br />

bardziej nie jest to zadanie Uniwersytetu,<br />

który nosi imię Prymasa<br />

Tysiąclecia? Jak stolica prymacjalna<br />

w Gnieźnie stoi na straży religijnej<br />

tradycji św. Wojciecha, tak<br />

niech Wasz Uniwersytet strzeże kulturowej<br />

spuścizny, która w tej tradycji<br />

ma swoje źródło. Bądźcie<br />

wierni wezwaniu Kardynała Stefana<br />

Wyszyńskiego do troski o kulturę.<br />

Wielokrotnie w ostatnim czasie<br />

mówiłem do przedstawicieli polskich<br />

uczelni wyższych o palącej<br />

potrzebie nie tylko formacji intelektualnej<br />

młodego pokolenia, ale<br />

również kształtowania w nim ducha<br />

zdrowego patriotyzmu, polegającego<br />

właśnie na nieustannym odkrywaniu<br />

korzeni własnej tożsamości<br />

ludzkiej, narodowej i religijnej<br />

oraz na wysiłku współtworzenia tego<br />

dziedzictwa, z którego wyrasta<br />

rzeczywistość dnia dzisiejszego.<br />

Świadomość tego, kim jestem i<br />

umiejętność brania odpowiedzialności<br />

za to, kim jestem, pozwoli<br />

kolejnym pokoleniom młodych Polaków<br />

z pełnym otwarciem, ale bez<br />

poczucia zagubienia, czerpać z bogatego<br />

dziedzictwa kultury europejskiej<br />

i światowej. Pozwoli im oddzielić<br />

prawdziwe, ponadczasowe<br />

wartości ludzkiego ducha od przemijających<br />

namiastek dobra, przybierających<br />

kształt kulturowego<br />

imperatywu współczesności.<br />

W czasach Kardynała Wyszyńskiego<br />

trzeba było podkreślać znaczenie<br />

kultury i nauki dla przetrwania<br />

narodu wobec zagrożeń totalitaryzmu.<br />

Wydaje się, że dzisiaj,<br />

kontynuując to dzieło w obliczu innych<br />

zagrożeń, jakie niesie nowy<br />

wiek, trzeba iść dalej. Obserwujemy<br />

proces jednoczenia się krajów<br />

Europy i globalizacji wielu dziedzin<br />

życia w świecie. Ten proces nie<br />

może dokonywać się z pominięciem<br />

duchowej i kulturalnej tradycji narodów.<br />

Trzeba zatem zadbać, aby<br />

przebiegał przy pozytywnym, twórczym<br />

współudziale osób i środowisk<br />

odpowiedzialnych za kulturę,<br />

za zachowanie i rozwój rodzimego<br />

dziedzictwa całych stuleci.<br />

Kilka dni temu mówiłem do studentów<br />

zgromadzonych w Bazylice<br />

św. Piotra: «Europa potrzebuje nowego<br />

ożywienia intelektualnego.<br />

Ożywienia, które nie cofa się przed<br />

perspektywą życia surowego, pełnego<br />

zaangażowania i gotowego na<br />

ofiary, nacechowanego prostotą<br />

prawych dążeń, jednoznacznego w<br />

ich realizacji, przejrzystego w działaniu.<br />

Potrzeba nowej śmiałości w<br />

myśleniu wolnym i twórczym, wykazującym<br />

w perspektywie wiary<br />

zrozumienie pytań i wyzwań, jakie<br />

niesie życie, aby w końcu wydobywać<br />

ostateczne prawdy o człowieku.<br />

(...) Jesteście niejako symbolem<br />

Europy, którą wspólnie macie budować»<br />

(11.12.2001 r.). Te słowa<br />

sprzed kilku dni kieruję dziś do<br />

Was, do przedstawicieli Uniwersytetu<br />

Kardynała Stefana Wyszyńskiego,<br />

wierząc, że ta uczelnia,<br />

przez solidne zaangażowanie naukowe<br />

profesorów i studentów, będzie<br />

kształtować duchowe oblicze<br />

nie tylko Polski, ale całej Europy.<br />

Jest to zadanie wielkie — wydawałoby<br />

się nawet za wielkie — ale jest<br />

to misja, do której wezwane są<br />

wszystkie europejskie środowiska<br />

naukowe odwołujące się do chrześcijańskiej<br />

tradycji. Podejmujcie to<br />

wezwanie z ufnością. Młodość Waszej<br />

uczelni może być Waszą siłą,<br />

źródłem nowych energii płynących<br />

ze świeżego podejścia do zagadnień,<br />

z którymi od wieków zmagają się<br />

inne ośrodki naukowe. Wykorzystajcie<br />

możliwości, jakie stwarza<br />

młodość — młodość instytucji i<br />

młodość ducha! Wasza młodość!<br />

Takie jest też moje życzenie dla<br />

całego Uniwersytetu Kardynała Stefana<br />

Wyszyńskiego: niech się rozwija;<br />

niech tętni życiem twórczym;<br />

niech z rozmachem wrasta w przyszłość<br />

Polski i Europy, tworząc ich<br />

duchowy kształt z zachowaniem<br />

całego bogactwa chrześcijańskiego<br />

dziedzictwa. Waszej pracy, twórczej<br />

i edukacyjnej, niech towarzyszy Boże<br />

błogosławieństwo.<br />

Pragnę jeszcze pozdrowić obecnych<br />

tu przedstawicieli warszawskiej<br />

młodzieży, którzy przywieźli<br />

wyjątkowy dar: zdjęcie ośmiu tysięcy<br />

uczestników modlitewnego spotkania,<br />

jakie miało miejsce 22<br />

września na polach wilanowskich.<br />

Dziękuję serdecznie za ten wyraz<br />

pamięci i życzliwości, a szczególnie<br />

za dar Waszej modlitwy. Z całego<br />

serca błogosławię Wam i wszystkim<br />

młodym w Warszawie i w Polsce.<br />

Ksiądz Prymas prosił, abym przy<br />

okazji naszego spotkania pobłogosławił<br />

kopię obrazu Matki Bożej<br />

Częstochowskiej, która będzie kontynuować<br />

pielgrzymowanie od parafii<br />

do parafii kolejnych diecezji w<br />

Polsce. Czynię to chętnie. Wiem,<br />

jak wiele duchowego dobra przynosi<br />

ta peregrynacja. Jest to szczególnie<br />

owocne nawiązanie do milenijnego<br />

dzieła Kardynała Wyszyńskiego.<br />

Z serca błogosławię wszystkim,<br />

którzy przed tym wizerunkiem będą<br />

prosić o umocnienie w wierze,<br />

nadziei i miłości. Niech opieka jasnogórskiej<br />

Pani towarzyszy Wam i<br />

wszystkim moim Rodakom w Polsce.<br />

Szczęść Boże!<br />

Ecco una nostra traduzione italiana<br />

del discorso pronunciato in lingua polacca<br />

da Giovanni Paolo II:<br />

Rivolgo il mio cordiale benvenuto<br />

a tutti voi e vi ringrazio della benevolenza,<br />

che si è espressa nel conferirmi<br />

il titolo di dottore honoris<br />

causa della vostra Università. L’accetto<br />

con gratitudine, in considerazione<br />

del cordiale ricordo del Primate<br />

del Millennio, di cui il vostro<br />

Ateneo porta il nome, specialmente<br />

perché quest’anno, in occasione del<br />

centesimo anniversario della sua nascita,<br />

si ravvivano in modo particolare<br />

i ricordi di questo grande pastore<br />

e uomo di stato. Accetto questo<br />

titolo anche a motivo della speranza<br />

che nutro — della speranza<br />

cioè che l’Università intitolata al<br />

Cardinale Stefan Wyszyński, la cui<br />

storia è breve, ma le radici sono antiche,<br />

si sviluppi sotto ogni aspetto<br />

e diventi un centro scientifico e culturale<br />

sempre più dinamico e sempre<br />

più importante in Polonia.<br />

Prima di condividere con voi la<br />

riflessione che nasce nel mio animo<br />

in occasione di questo giorno, voglio<br />

salutare il Signor Cardinale Primate,<br />

Grande Cancelliere dell’Università,<br />

e il Rettore Magnifico. Sono<br />

grato delle parole che essi mi hanno<br />

rivolto. Con un pensiero cordiale<br />

abbraccio anche tutti voi: il Senato,<br />

i professori, il personale docente e<br />

amministrativo, gli studenti, le persone<br />

che vi accompagnano e il coro.<br />

Vi ringrazio per la vostra presenza<br />

e vicinanza spirituale.<br />

La definizione del Cardinale Stefan<br />

Wyszyński come di un grande<br />

Pastore si è soliti associarla con l’opera<br />

della preparazione della Chiesa<br />

in Polonia all’ingresso nel nuovo<br />

millennio del cristianesimo. Quando,<br />

invece, parliamo di lui come di<br />

Il conferimento a Giovanni Paolo II del titolo di dottore «honoris causa»<br />

dell'Università «Cardinale Stefan Wyszyński»<br />

un uomo di stato, abbiamo abitualmente<br />

nella mente il suo fermo atteggiamento<br />

nei riguardi dell’ateismo<br />

comunista, del totalitarismo:<br />

grazie a quest’atteggiamento la<br />

Chiesa, in condizioni di dura prova,<br />

riuscì a mantenere la propria posizione<br />

nella nazione e la giusta direzione<br />

del suo sviluppo interno. Sembra<br />

che tale modo di vedere la sua<br />

persona, pur giusto sotto ogni punto<br />

di vista, oggi richieda un certo<br />

approfondimento. Occorre sottolineare<br />

il fatto, che sembra essere raramente<br />

messo in rilievo, che il Cardinale<br />

Wyszyński, sia come pastore,<br />

sia come uomo di stato, poneva un<br />

forte accento sul ruolo della cultura,<br />

intesa in senso ampio, nella<br />

formazione del volto spirituale della<br />

Chiesa e della nazione. Anzi, egli<br />

mai separava questi due campi nell’influsso<br />

esercitato dalla cultura.<br />

Tale questione doveva stargli molto<br />

a cuore, se nell’anno del Millennio,<br />

1966, egli disse: «Gli studi sul nostro<br />

passato culturale, a causa del lavoro<br />

della Chiesa e dell’ispirazione che la<br />

Chiesa dà all’arte e ad ogni tipo di<br />

creatività, sono sempre aperti e<br />

molto auspicabili. L’attuale impoverimento<br />

del pensiero (...) evidenzia<br />

una sventura della cultura, sperimentata<br />

come conseguenza dell’abbandono<br />

delle ispirazioni religiose»<br />

(Varsavia, 23.06.1966).<br />

Il passato culturale, il patrimonio<br />

dello sforzo creativo del pensiero e<br />

delle mani di generazioni animate<br />

dallo spirito di fede radicato nel<br />

Vangelo, è il fondamento dell’identità<br />

della nazione polacca. Il Primate<br />

del Millennio indicava giustamente<br />

la necessità di studiare questo patrimonio,<br />

di conoscere le fondamenta<br />

che mille anni prima furono poste<br />

sotto l’ispirazione che di generazione<br />

in generazione porta in sé la<br />

comunità della Chiesa, unita intorno<br />

a Cristo, ispirata dallo Spirito<br />

Santo, in cammino verso la casa del<br />

Padre. Non è questo il primo compito<br />

delle università? Ancor più,<br />

non è questo il compito di un’Università<br />

che porta il nome del Primate<br />

del Millennio? Come la sede primaziale<br />

di Gniezno salvaguarda la<br />

tradizione religiosa di sant’Adalberto,<br />

così la vostra Università salvaguardi<br />

il patrimonio culturale che in<br />

tale tradizione ha la sua fonte. Siate<br />

fedeli alla chiamata del Cardinale<br />

Stefan Wyszyński ad essere solleciti<br />

verso la cultura.<br />

Ultimamente, più volte ho parlato<br />

ai rappresentanti dei centri universitari<br />

polacchi dell’impellente necessità<br />

non soltanto della formazione intellettuale<br />

della giovane generazione,<br />

ma anche di quella di formare<br />

in essa lo spirito di un sano patriottismo,<br />

che consiste proprio in un’incessante<br />

scoperta delle radici della<br />

propria identità umana, nazionale e<br />

religiosa, e nello sforzo di partecipazione<br />

alla creazione di tale patrimonio,<br />

da cui nasce la realtà di oggi.<br />

La consapevolezza di chi sono io e<br />

la capacità di assumermi la responsabilità<br />

per quello che sono,<br />

permetterà alle successive generazioni<br />

dei giovani polacchi di attingere<br />

con piena apertura, ma senza un<br />

senso di smarrimento, dal ricco patrimonio<br />

della cultura europea e di<br />

quella mondiale. Permetterà loro di<br />

separare gli autentici, perenni valori<br />

dello spirito umano da quei fuggevoli<br />

surrogati del bene, che prendono<br />

forma nell’imperativo culturale<br />

di oggi.<br />

Ai tempi del Cardinale Wyszyński<br />

si doveva sottolineare l’importanza<br />

della cultura e della scienza per la<br />

sopravvivenza della nazione di fronte<br />

ai pericoli del totalitarismo. Sembra<br />

che oggi, continuando tale opera<br />

di fronte alle altre minacce portate<br />

dal nuovo secolo, si debba andare<br />

oltre. Osserviamo il processo di<br />

unificazione dei paesi dell’Europa e<br />

della globalizzazione di numerosi<br />

settori della vita nel mondo. Questo<br />

processo non può attuarsi senza<br />

prendere in considerazione le tradizioni<br />

spirituali e culturali delle nazioni.<br />

Bisogna dunque provvedere<br />

affinché esso si svolga con una positiva,<br />

creativa partecipazione delle<br />

persone e degli ambienti responsabili<br />

alla cultura, alla conservazione e<br />

allo sviluppo del proprio retaggio di<br />

interi secoli.<br />

Pochi giorni fa dicevo agli studenti<br />

riuniti nella Basilica di San Pietro:<br />

«L’Europa ha bisogno di una nuova<br />

vitalità intellettuale. Una vitalità che<br />

proponga progetti di vita austera,<br />

capace di impegno e di sacrificio,<br />

semplice nelle sue legittime aspirazioni,<br />

lineare nelle sue realizzazioni,<br />

trasparente nei suoi comportamenti.<br />

È necessario un ardimento nuovo<br />

del pensiero, libero e creativo, pronto<br />

a cogliere, nella prospettiva della<br />

fede, le domande e le sfide che sorgono<br />

dalla vita, per farvi emergere<br />

con chiarezza le verità ultime dell’uomo.<br />

(...) Siete come un simbolo<br />

dell’Europa che dovete insieme costruire»<br />

(11.12.2001). Oggi rivolgo<br />

queste parole, pronunciate alcuni<br />

giorni fa, a voi, ai rappresentanti<br />

dell’Università «Kardynał Stefan<br />

Wyszyński», sperando che essa, mediante<br />

l’onesto impegno scientifico<br />

dei professori e degli studenti, contribuisca<br />

a formare il volto spirituale<br />

non soltanto della Polonia<br />

ma dell’intera Europa. È un compito<br />

grande — potrebbe sembrare<br />

perfino troppo grande — ma è una<br />

missione alla quale è chiamato ogni<br />

ambiente scientifico europeo che si<br />

rifaccia alla tradizione cristiana. Accettate<br />

con fiducia questa chiamata.<br />

La giovinezza della vostra istituzione<br />

può essere la vostra forza, la<br />

fonte di nuove energie che scaturiscono<br />

dal fresco modo di affrontare<br />

i problemi con cui gli altri ambienti<br />

scientifici si confrontano da secoli.<br />

Sfruttate le possibilità che vengono<br />

dalla giovinezza — dalla giovinezza<br />

dell’istituzioneedallagiovinezza dello<br />

spirito! Dalla vostra giovinezza!<br />

Questo è anche il mio augurio<br />

per tutta l’Università «Kardynał Stefan<br />

Wyszyński»: che essa si sviluppi,<br />

palpiti di vita creativa; si inserisca<br />

con slancio nel futuro della Polonia<br />

e dell’Europa, modellando la loro<br />

forma spirituale, conservando tutta<br />

la ricchezza del patrimonio cristiano.<br />

La benedizione divina accompagni<br />

il vostro lavoro creativo ed educativo.<br />

Voglio ancora salutare i rappresentanti<br />

della gioventù di Varsavia,<br />

che hanno portato un singolare dono:<br />

la foto degli ottomila partecipanti<br />

all’incontro di preghiera, che<br />

si svolse il 22 settembre ai Campi di<br />

Wilanów. Vi ringrazio cordialmente<br />

per questa espressione di ricordo e<br />

di benevolenza, e soprattutto per il<br />

dono della vostra preghiera. Benedico<br />

di tutto cuore voi e tutti i giovani<br />

a Varsavia e in Polonia.<br />

Il Cardinale Primate mi aveva<br />

chiesto di benedire, in occasione del<br />

nostro incontro, la copia dell’immagine<br />

della Madonna di Częstochowa,<br />

che continuerà la peregrinazione<br />

da una parrocchia all’altra delle<br />

diocesi della Polonia. Lo faccio volentieri.<br />

So quanto bene spirituale<br />

viene portato da essa. È un riferimento<br />

particolarmente fruttuoso all’opera<br />

del Millennio realizzata dal<br />

Cardinale Wyszyński. Benedico di<br />

cuore tutti coloro che davanti a<br />

questa effige chiederanno di essere<br />

confermati nella fede, speranza e<br />

carità. Che la protezione della Signora<br />

di Jasna Góra accompagni<br />

voi e tutti i miei connazionali nella<br />

Polonia. Dio vi sia propizio!


.<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 16 Dicembre 2001<br />

Giornata di digiuno per la pace nel mondo<br />

L'omelia del Cardinale Vicario, Camillo Ruini, durante la Veglia nella Basilica di san Giovanni in Laterano<br />

«Siamo qui per rispondere all'appello<br />

del nostro Vescovo, il Papa.<br />

Siamo qui per chiedere il dono della pace»<br />

Il Cardinale Vicario Camillo Ruini<br />

ha presieduto, nella serata di venerdì<br />

14 dicembre, nella Basilica di san Giovanni<br />

in Laterano, la Veglia di preghiera<br />

della Diocesi di Roma a conclusione<br />

del giorno di digiuno per implorare il<br />

dono della giustizia e della pace.<br />

Ecco l'omelia del Cardinale Ruini:<br />

Cari fratelli e sorelle, siamo qui questa<br />

sera per rispondere all'appello del<br />

nostro Vescovo, il Papa, ma anche guidati<br />

da un intimo impulso del nostro<br />

cuore. Siamo qui per chiedere il dono<br />

della pace in Afghanistan, nella terra<br />

di Gesù, la Palestina, e ovunque nel<br />

mondo.<br />

Celebriamo questa Veglia di preghiera<br />

adorando il Signore presente nell'Eucaristia,<br />

perché sappiamo e crediamo che<br />

egli, come ha scritto il Profeta Isaia, è il<br />

«Principe della pace», o ancora più concretamente,<br />

che egli «è la nostra pace»,<br />

secondo le parole dell'Apostolo Paolo<br />

che abbiamo appena ascoltato nella Lettura<br />

di questi Vespri.<br />

Sappiamo anche, e ce lo ha ricordato<br />

la medesima Lettura, come egli è diventato<br />

la nostra pace: abbattendo nella sua<br />

carne inchiodata alla croce l'inimicizia e<br />

il muro della separazione e riconciliandoci<br />

con Dio in un solo corpo, il suo<br />

corpo, per mezzo della croce.<br />

Dunque, cari fratelli e sorelle, la pace<br />

nella sua vera sostanza e nella pienezza<br />

del suo significato è dono di Dio, anzi è<br />

realtà divina, che si compie e si realizza<br />

nella nostra unione con Dio. Essere in<br />

pace con Dio è quindi il segreto e la<br />

fonte della vera pace. Ma proprio questa<br />

pace con Dio non è in nostro potere,<br />

non può essere costruita da noi, uomini<br />

e donne peccatori. Perciò san Paolo scrive:<br />

«Giustificati per la fede, noi siamo in<br />

pace con Dio per mezzo del Signore nostro<br />

Gesù Cristo» (Rm 5, 1), e ancora<br />

più chiaramente e fortemente ci esorta<br />

e ci ammonisce: «Vi supplichiamo in nome<br />

di Cristo: lasciatevi riconciliare con<br />

Dio» (2 Cor 5, 20).<br />

Signore Gesù, siamo qui davanti a te<br />

anzitutto per chiederti perdono delle nostre<br />

colpe, e per questo abbiamo unito il<br />

digiuno alla preghiera. Siamo qui per<br />

adorarti e per implorarti, perché tu sei il<br />

Figlio unigenito di Dio, la nostra speranza<br />

e la nostra forza interiore.<br />

Signore Gesù, tu hai rivelato al mondo<br />

l'amore e la misericordia di Dio Padre<br />

e così tu sei la nostra pace, il Principe<br />

della pace: l'amore e la misericordia<br />

di Dio sono infatti l'origine e la garanzia<br />

della vera pace e ciascuno di noi<br />

può dare un contributo alla pace soltanto<br />

nella misura in cui ha ricevuto in dono<br />

dallo Spirito di Dio la capacità di<br />

amare.<br />

Perciò, fratelli e sorelle, la pace con<br />

Dio è inseparabile da quella decisiva pace<br />

interiore che è la pace delle nostre<br />

coscienze, l'umile serenità di una coscienza<br />

che riconosce le proprie colpe e<br />

ne chiede perdono, che cerca sinceramente<br />

di seguire Cristo e di operare il<br />

bene. Questa giornata di digiuno e di<br />

preghiera ci chiama dunque, come singole<br />

persone e come comunità cristiana<br />

di Roma, a guardare dentro di noi, a<br />

purificare con l'aiuto del Signore i nostri<br />

cuori e le nostre intenzioni, a verificare<br />

e rivedere le nostre scelte e gli orientamenti<br />

concreti della nostra vita. Soltanto<br />

così potremo essere davvero, coi fatti<br />

e non soltanto a parole, uomini e donne<br />

di pace.<br />

Riconciliati con Dio e pacificati nel<br />

nostro cuore eleviamo la nostra fiduciosa<br />

preghiera perché anche nel mondo,<br />

cioè nei rapporti tra gli uomini e tra le<br />

nazioni, possa essere ristabilita e costruita<br />

la pace. È questa una sfida immensa,<br />

che accompagna tutte le generazioni e<br />

che si gioca a molteplici livelli e in un<br />

intreccio di condizioni che supera ogni<br />

nostra capacità di previsione. E tuttavia<br />

la chiave prima e decisiva per affrontare<br />

questa sfida sta e rimane nel segreto<br />

della misericordia di Dio e nella nostra<br />

fedeltà a lui e unione con lui.<br />

Perciò, Signore Gesù, siamo qui davanti<br />

a te, come bambini e come fratelli<br />

minori, timorosi ma fiduciosi. Timorosi<br />

perché conosciamo l'abisso di iniquità<br />

che si nasconde nel cuore umano, compresi<br />

i nostri stessi cuori, timorosi perché<br />

la spirale della guerra può allargarsi<br />

nel mondo, al di là delle previsioni e<br />

delle stesse intenzioni umane. Ma anche<br />

fiduciosi, perché il braccio di Dio non si<br />

è raccorciato (cfr Nm 11, 23), perché il<br />

suo Spirito continua ad operare nelle intelligenze<br />

e nelle volontà umane, facendo<br />

comprendere la necessità della pace<br />

e ispirando progetti di pace.<br />

Richiamiamo anzitutto a noi stessi<br />

quel fondamentale e perenne motivo ed<br />

impulso verso la pace che precede ogni<br />

pur legittima e importante valutazione<br />

sociale, economica, politica, civile. Questo<br />

motivo è, fin da Caino e Abele, la<br />

fraternità che tutti ci unisce, in quanto<br />

creati a immagine di Dio e amati da Cristo<br />

fino a versare il suo sangue. Questa<br />

fraternità si realizza in pienezza nel corpo<br />

di Cristo che è la Chiesa: perciò la<br />

Chiesa stessa è e deve essere, anzitutto<br />

al proprio interno, il luogo di elezione<br />

della comunione e della pace, e pertanto<br />

il segno e lo strumento dell'unità di tutto<br />

il genere umano (cfr LG, 1). Ma questa<br />

fraternità si allarga ad abbracciare<br />

l'umanità intera e si esprime nella regola<br />

d'oro che Gesù ci ha dato: ama il<br />

prossimo tuo come te stesso, compreso<br />

il tuo nemico; fai agli altri quello che<br />

vuoi che gli altri facciano a te (cfr Mt 5,<br />

43-44; 7, 12).<br />

Certamente, riguardo alla pace come<br />

ad ogni altro grande imperativo umano<br />

e cristiano occorre evitare gli inganni e<br />

le confusioni. Gesù stesso, promettendo<br />

ai suoi discepoli il dono della pace<br />

appena prima di affrontare la passione,<br />

ha messo in guardia da queste confusioni:<br />

«Vi lascio la pace, vi do la mia<br />

pace. Non come la dà il mondo, io la<br />

do a voi» (Gv 14, 27). E in effetti la pace<br />

di Cristo, la pace che nasce dall'unione<br />

con lui e che si esprime nell'amore,<br />

nel servizio e nel perdono, non ha bisogno<br />

delle mediazioni politiche e diplomatiche,<br />

della composizione dei diversi<br />

e contrastanti interessi, che sono<br />

invece utili e necessarie per mantenere<br />

la pace tra le nazioni. Di più, questa pace<br />

terrena è sempre precaria e ben<br />

difficilmente, all'interno della storia, sarà<br />

del tutto realizzata: ancora Gesù ci<br />

ammonisce che, fino al giudizio finale,<br />

il grano crescerà insieme alla zizzania<br />

(cfr Mt 23, 36-43). In realtà il trionfo<br />

della pace, come la piena affermazione<br />

dell'amore, appartiene a quel regno di<br />

Dio che troverà il suo compimento soltanto<br />

con il ritorno glorioso del Figlio<br />

dell'uomo.<br />

Ma non per questo sono vane, o si riferiscono<br />

soltanto alla pace interiore delle<br />

coscienze, le parole degli angeli nella<br />

notte di Betlemme: «Gloria a Dio nel<br />

più alto dei cieli e pace in terra agli uomini<br />

che egli ama» (Lc 2, 14). Al contrario,<br />

come insegna il Concilio Vaticano II<br />

(GS, 78), «La pace terrena, che nasce<br />

dall'amore del prossimo, è immagine ed<br />

effetto della pace di Cristo, che promana<br />

da Dio Padre».<br />

Perciò, Signore Gesù, siamo davanti a<br />

te questa sera anche per chiederti la fine<br />

delle ostilità e il ristabilirsi di una<br />

convivenza pacifica e civile in tutti gli<br />

angoli della terra e specialmente in Afghanistan<br />

e nella terra dove tu stesso sei<br />

vissuto, la Palestina. Ti presentiamo<br />

queste suppliche con animo umile, confidando<br />

nella tua sapienza e misericordia<br />

che vanno infinitamente al di là di<br />

ogni progetto umano. Proprio nell'affidarsi<br />

a te e nel rimettersi alla tua santa<br />

volontà, Signore, trovano anche una superiore<br />

concordia le nostre preferenze e<br />

le nostre valutazioni, spesso tra loro divergenti<br />

sul piano storico e politico anche<br />

quando sono tutte ugualmente mosse<br />

da una sincera ricerca del bene, della<br />

giustizia e della pace.<br />

In questo spirito, cari fratelli e sorelle,<br />

chiediamo al Signore che vengano rimosse<br />

anche le cause dei conflitti e delle<br />

Una comunità unita<br />

nel segno della carità<br />

Tutti uniti nella preghiera per la pace<br />

e per la giustizia nel segno del digiuno e<br />

della carità.<br />

Venerdì 14 dicembre, alle ore 19.30,<br />

la comunità cristiana di Roma si è unita<br />

alla preghiera dei fedeli di tutto il mondo<br />

con una solenne Veglia presieduta<br />

dal Cardinale Camillo Ruini, Vicario Generale<br />

di Sua Santità per la Diocesi di<br />

Roma, nella Patriarcale Arcibasilica di<br />

san Giovanni in Laterano, a conclusione<br />

della speciale giornata di penitenza e digiuno<br />

indetta dal Santo Padre per invocare<br />

da Dio la giustizia e la pace nel<br />

mondo.<br />

È stata questa, infatti, la risposta della<br />

Chiesa di Roma all’appello fatto dal proprio<br />

Vescovo durante l’Angelus Domini<br />

dello scorso 18 novembre ai fedeli di<br />

tutto il mondo, «per implorare il dono<br />

della comprensione reciproca, della<br />

concordia e della pace», così necessario<br />

e urgente nell’attuale momento storico<br />

segnato da tragiche vicende in diverse<br />

parti del mondo.<br />

In questa dimensione orante dal respiro<br />

universale si inscrive, appunto, la Veglia<br />

diocesana che venerdì sera ha visto<br />

una grande partecipazione delle diverse<br />

realtà ecclesiali che compongono la<br />

Chiesa di Roma, a cominciare dai fedeli<br />

delle comunità parrocchiali guidate<br />

dai propri sacerdoti, ai gruppi dei vari<br />

movimenti e associazioni, alle numerose<br />

comunità religiose presenti nella capitale.<br />

All’incontro di preghiera erano presenti<br />

il Cardinale Giovanni Canestri;<br />

l’Arcivescovo Cesare Nosiglia, Vicegerente<br />

di Roma; i Vescovi ausiliari di Roma<br />

Enzo Dieci, Armando Brambilla,<br />

Vincenzo Apicella, Rino Fisichella e Luigi<br />

Moretti; il Vescovo Angelo Scola, Rettore<br />

Magnifico della Pontificia Università<br />

Lateranense; il Vescovo Giuseppe Betori,<br />

Segretario Generale della Conferenza<br />

Episcopale Italiana; i Vescovi Domenico<br />

Pecile ed Ennio Appignanesi.<br />

Dopo la processione iniziale con il<br />

Santissimo Sacramento, avviatasi dalla<br />

Cappella dell’Adorazione perpetua fino a<br />

raggiungere l’altare, l’incontro di preghiera<br />

è proseguito con l’Adorazione<br />

Eucaristica, durante la quale si è tenuta<br />

la Celebrazione dei Vespri e si sono alternati<br />

momenti di silenzio con l’ascolto<br />

della Parola di Dio.<br />

Ad accompagnare la preghiera con il<br />

canto è stato il Coro della Diocesi di Roma,<br />

diretto da Mons. Marco Frisina.<br />

Venerdì sera, la pluralità di carismi e<br />

la libertà di vocazioni della Chiesa di<br />

Roma si sono percepite anche attraverso<br />

il gruppo dei fedeli che hanno letto i testi<br />

proposti per la riflessione personale,<br />

costituito da tre seminaristi, due lettori<br />

recentemente istituiti, due giovani di<br />

una parrocchia romana, un volontario<br />

della Caritas diocesana e una insegnante<br />

di religione.<br />

Inoltre, per mezzo di un collegamento<br />

audio con la Basilica Lateranense, Madre<br />

Giovanna Valenziano, Badessa delle<br />

Suore Benedettine del Monastero di<br />

clausura di Santa Cecilia in Trastevere,<br />

ha letto un testo patristico, un brano<br />

tratto dal Commento sul profeta Isaia<br />

di san Basilio Magno, Vescovo.<br />

Nel corso della Veglia diocesana sono<br />

stati diversi i gesti significativi compiuti<br />

nello spirito penitenziale.<br />

Tra questi, la raccolta delle offerte<br />

frutto del digiuno tenuto durante la<br />

giornata, quale segno concreto di partecipazione<br />

al dolore di quanti ogni giorno<br />

soffrono la fame e sono vittime di ingiustizie.<br />

La colletta è stata organizzata dalla<br />

Caritas diocesana.<br />

La somma ottenuta sarà destinata, secondo<br />

l’indicazione del Santo Padre, ai<br />

poveri, in particolare, a «chi soffre in<br />

questo momento le conseguenze del terrorismo<br />

e della guerra».<br />

La Veglia di preghiera si è poi conclusa<br />

con la Benedizione Eucaristica impartita<br />

dal Cardinale Vicario.<br />

ELISABETTA ANGELUCCI<br />

inimicizie tra le nazioni: che le nazioni<br />

più povere siano pertanto sinceramente<br />

aiutate e trovino anche in se stesse le<br />

energie per aiutarsi ad uscire da situazioni<br />

di morte o di vita disumana; che<br />

nella Terra Santa ebrei ed arabi riescano<br />

ad uscire dalla spirale della violenza e a<br />

riconoscere reciprocamente il diritto all'esistenza<br />

e alla sicurezza di un proprio<br />

Stato ed il valore universale di quei luoghi<br />

che sono sacri anche a noi cristiani;<br />

che ogni forma di terrorismo sia ripudiata<br />

e debellata; che ciascuna religione<br />

riconosca quel fondamentale ed universale<br />

diritto umano che è la libertà religiosa<br />

e che su questa base le religioni,<br />

in sincero dialogo tra loro, siano un decisivo<br />

fattore di solidarietà e di pace.<br />

La preghiera che eleviamo al Signore<br />

questa sera impegna e chiama in causa<br />

anche noi, cari fratelli e sorelle; ci impegna<br />

ciascuno personalmente e come comunità<br />

cristiana di Roma, in totale fedeltà<br />

al Magistero e all'esempio del nostro<br />

Vescovo, il Papa, che nel suo Messaggio<br />

per la prossima Giornata Mondiale<br />

della pace ha chiarito la situazione<br />

presente alla luce del Vangelo e ha indicato<br />

le vie per affrontarla, sulla base del<br />

profondo legame che unisce pace, giustizia<br />

e perdono.<br />

Signore Gesù, che nell'Eucaristia ti sei<br />

fatto per noi pane di vita, donaci di confermare<br />

la nostra preghiera con la realtà<br />

della nostra vita. La provvidenza di Dio<br />

ha assegnato a ciascuno di noi una propria<br />

vocazione, un compito e delle spe-<br />

Ecco l'«esercito» delle religiose di clausura<br />

«esercito» di orazione e di perdono<br />

GIAMPAOLO MATTEI<br />

Giorgio La Pira, politico cristiano<br />

esperto di preghiera e di iniziative creative<br />

per la pace, stasera qui nella Cattedrale<br />

di Roma, San Giovanni in Laterano<br />

— dove Francesco d'Assisi venne a<br />

presentare al Papa la sua Regola per<br />

una vita tessuta di perdono e di riconciliazione<br />

— avrebbe detto che il numero<br />

dei partecipanti alla Veglia non coincide<br />

con il numero dei presenti. Esiste infatti<br />

un esercito di pace che entra in campo<br />

soprattutto nel tempo di guerra con le<br />

armi più potenti di cui gli uomini possano<br />

disporre: la preghiera, il digiuno e la<br />

carità. È l'esercito di pace delle religiose<br />

di clausura.<br />

E nella serata di venerdì a San Giovanni,<br />

Cattedrale di Roma e Madre di<br />

tutte le Chiese, le suore di clausura di<br />

Roma, e non solo, erano tutte presenti.<br />

Una di loro ha letto un brano di san Basilio<br />

Magno, in collegamento telefonico<br />

dal monastero di Santa Cecilia in Trastevere.<br />

Le religiose di clausura erano tutte<br />

presenti «con i loro angeli custodi»<br />

avrebbe aggiunto La Pira con il suo realismo.<br />

Erano presenti con la loro preghiera<br />

e con il loro digiuno.<br />

In questo giorno di pace e per la pace,<br />

a spalleggiare l'esercito delle religiose<br />

di clausura c'era anche l'esercito, alleato<br />

nella preghiera, degli ammalati. E<br />

con la loro preghiera queste due schiere<br />

hanno rappresentato anche quanti sono<br />

rimasti lontani da questa strategia della<br />

pace che è un atto politico nel senso più<br />

profondo e più alto del termine.<br />

La Diocesi di Roma, la Diocesi del Pa-<br />

Le iniziative promosse<br />

nelle parrocchie romane<br />

In tutte le parrocchie romane sono<br />

state promosse iniziative di preghiera<br />

e di digiuno per la pace, in risposta<br />

all'appello del loro Vescovo, il Papa<br />

Giovanni Paolo II.<br />

Prima la celebrazione della Santa<br />

Messa e poi la Veglia di preghiera ed<br />

infine il Concerto. Sono stati questi i<br />

tre momenti della parrocchia di santa<br />

Dorotea in Trastevere che hanno caratterizzato<br />

il tardo pomeriggio del 14<br />

dicembre.<br />

Numerosi i fedeli che si sono uniti<br />

alle intenzioni della Chiesa di Roma e<br />

della Chiesa Universale. Il parroco,<br />

Padre Umberto Fanfarillo, ha presieduto<br />

la Veglia di preghiera ed ha letto<br />

alcuni passi del Messaggio per la Giornata<br />

Mondiale 2002.<br />

Tante le intenzioni di preghiera per<br />

i bambini dell'Afghanistan, per i rifugiati<br />

in Pakistan e per le migliaia di<br />

vittime che nel mondo sono uccisi dall'odio<br />

e dalla violenza. La Giornata del<br />

digiuno ha coinvolto anche alcuni fedeli<br />

esteri e di altre fedi legati alla comunità<br />

francescana conventuale.<br />

* * *<br />

«Sì, la pace è ancora possibile»:<br />

questa invocazione è risuonata più<br />

volte, venerdì sera, nella parrocchia di<br />

san Lino alla Pineta Sacchetti, dove<br />

si è svolta una veglia di preghiera per<br />

la pace animata dal Gruppo famiglie.<br />

Rispondendo all'invito rivolto alla<br />

Chiesa dal Papa all'Angelus del 18 novembre<br />

— letto in apertura del rito —<br />

numerosi fedeli si sono ritrovati dinanzi<br />

al Santissimo Sacramento e, aiutati<br />

dalle letture delle Scritture, da brani<br />

di preghiere di Paolo VI e di Giovanni<br />

Paolo II, hanno invocato il dono della<br />

pace per il mondo. Lo hanno fatto ricordando,<br />

in questo travagliato inizio<br />

di millennio, tutte le situazioni in cui<br />

persistono conflitti e violenze, dall'Afghanistan<br />

alla Terra Santa, dall'Africa<br />

dei Grandi Laghi alla regione dei Balcani.<br />

Al termine, prima della Benedizione<br />

Eucaristica impartita dal parroco,<br />

Mons. Sergio Casalini, i presenti hanno<br />

portato all'altare le proprie offerte<br />

— il corrispettivo della giornata di digiuno,<br />

come chiesto dal Papa — prelevando<br />

al contempo da un cesto un<br />

ramoscello di ulivo, simbolo di pace<br />

che in questo caso ha voluto dire anche<br />

partecipazione concreta ad una<br />

iniziativa di solidarietà verso chi soffre<br />

a causa del terrorismo e della guerra.<br />

A queste offerte si è poi unito quanto<br />

raccolto durante la precedente Celebrazione<br />

Eucaristica e il ricavato di<br />

un mercatino di beneficenza realizzato<br />

con i lavori di alcune donne della parrocchia.<br />

* * *<br />

La parrocchia Santi Aquila e Priscilla,<br />

nel quartiere Marconi, è stata<br />

presente alla Veglia nella Basilica di<br />

San Giovanni con alcuni rappresentanti<br />

dei vari gruppi. Allo stesso tempo<br />

è stato animato un intenso momento<br />

di preghiera per la pace nella<br />

chiesa parrocchiale, incentrato sull'adorazione<br />

eucaristica.<br />

«Abbiamo risposto in spirito di penitenza<br />

e nel digiuno all'appello del Santo<br />

Padre e ci siamo sentiti interpellati,<br />

come comunità, a lavorare sul serio e<br />

ciascuno nel proprio ambito, per la<br />

vera pace» dice il parroco, Mons.<br />

Candido Facciolongo.<br />

Con lui hanno partecipato alla Veglia<br />

gli altri sacerdoti della parrocchia:<br />

don Angelo, don Luigi, don Antonio e<br />

don Glen. I bambini e i ragazzi che<br />

frequentano i corsi del catechismo per<br />

i Sacramenti dell'Iniziazione cristiana<br />

sono stati particolarmente coinvolti, in<br />

questi giorni, nella riflessione sul tema<br />

della pace, secondo le parole del Papa.<br />

Sono state raccolte anche le offer-<br />

cifiche responsabilità quotidiane: all'interno<br />

di queste ciascuno può e deve<br />

contribuire alla costruzione della pace,<br />

nelle relazioni personali e familiari come<br />

nella società e nei rapporti tra le nazioni.<br />

Siamo infatti tutti partecipi di una<br />

medesima economia di salvezza, di quella<br />

misteriosa comunione che ha la propria<br />

sorgente, la propria sostanza e il<br />

proprio fine nell'unità e trinità delle Per-<br />

te che verranno donate al Santo Padre.<br />

* * *<br />

Vivere il digiuno del 14 dicembre<br />

con la stessa intensità con cui si vive<br />

durante il Mercoledì delle Ceneri e il<br />

Venerdì Santo. Con questa intenzione,<br />

proposta dai sacerdoti celebranti durante<br />

le Sante Messe del mattino e dei<br />

Vespri, i fedeli della parrocchia del<br />

Santissimo Sacramento a Tor de'<br />

Schiavi hanno accolto numerosi l'esortazione<br />

del Santo Padre.<br />

Insieme con la comunità sacerdotale<br />

hanno aderito con entusiasmo all'iniziativa<br />

le differenti realtà presenti in<br />

questa parrocchia della periferia<br />

orientale, che ha la cura di ventimila<br />

anime. «Abbiamo proposto le tre possibilità<br />

di digiuno previste — ha spiegato<br />

il parroco, Mons. Roberto De<br />

Odorico —, ma in particolare abbiamo<br />

raccomandato l'antica pratica dei<br />

Padri del deserto: pane e acqua».<br />

* * *<br />

Una «tre giorni di solidarietà con i<br />

bambini colpiti dalla sfortuna in tutti i<br />

paesi del mondo» come prosecuzione<br />

ideale della giornata di digiuno vissuta<br />

intensamente da tutta la comunità<br />

parrocchiale venerdì 14. È la proposta<br />

di Monsignor Carmelo Giarratana ai<br />

fedeli della parrocchia dei Santi Protomartiri<br />

Romani, che in questi giorni<br />

sono già coinvolti nel programma<br />

parrocchiale di accoglienza ed assistenza<br />

ad un gruppo di bambini bielorussi:<br />

35 famiglie si sono offerte di<br />

ospitare per il periodo natalizio altrettanti<br />

bambini bielorussi indigenti.<br />

«Per ciò che riguarda l'invito del<br />

Papa — ha detto il parroco — abbiamo<br />

deciso di estendere la pratica del<br />

digiuno anche ad altri giorni di questo<br />

Avvento e la raccolta di offerte sino a<br />

domenica prossima».<br />

sone divine e che abbraccia prima di noi<br />

tutti coloro che ci hanno preceduto nel<br />

segno della fede e ora godono della pienezza<br />

della vita e della pace. Così, Signore<br />

Gesù, insieme a Maria tua e nostra<br />

Madre e alla moltitudine innumerevole<br />

dei tuoi discepoli fedeli, ti chiediamo<br />

di fare anche di noi dei testimoni<br />

sinceri e credibili della tua salvezza e<br />

della tua pace.<br />

pa, la Diocesi che presiede nella carità<br />

è, dunque, chiamata a un particolare<br />

compito di testimonianza: si è unita per<br />

concludere la giornata del digiuno indetta<br />

da Giovanni Paolo II per implorare il<br />

dono della giustizia e della pace.<br />

Il cuore della preghiera per la pace ha<br />

pulsato nella Cattedrale di San Giovanni,<br />

all'unisono con tutte le parrocchie e<br />

i centri di aggregazione cristiana della<br />

città. E all'unisono con le famiglie,<br />

«chiese domestiche».<br />

È stata una Veglia — con Vespri, letture<br />

e invocazioni — centrata sull'Eucaristia:<br />

si è conclusa con lo struggente inno<br />

«Tantum ergo sacramentum», un<br />

canto anch'esso politico nel significato<br />

di riconoscimento della reale Presenza<br />

di Cristo nella storia dell'uomo.<br />

La Veglia è stato un forte, essenziale<br />

richiamo alla Presenza reale di Cristo<br />

nella storia e nella quotidianità di ciascuno.<br />

Per Roma questa verità sull'Eucaristia<br />

è una grande responsabilità davanti<br />

alla sua storia: si percepisce infatti<br />

ovunque nella nostra città la Roma «eucaristica»:<br />

nelle catacombe, nelle basiliche.<br />

Ovunque è possibile incontrare il<br />

mistero di Dio adorato in modo straordinario.<br />

Da Sindaco di Firenze, altra città<br />

di pace, La Pira ha scritto: «Cosa è<br />

un popolo cristiano? Una moltitudine<br />

unita nel comune sacrificio eucaristico.<br />

Cristo unisce, edifica. E questo popolo<br />

diventa poi una città, nazione, e fiorisce<br />

nella civiltà». Un progetto politico serio<br />

e alto.<br />

Una Diocesi in preghiera, in responsabile<br />

preghiera, con ancora viva nel cuore<br />

l'eredità spirituale del Grande Giubileo.<br />

La Missione Cittadina in preparazione<br />

all'Anno Santo, indetta l'8 dicembre<br />

1995 in Piazza di Spagna, è stato un<br />

tempo provvidenziale che ha reso consapevole<br />

la Diocesi del mandato missionario<br />

che ciascun romano deve responsabilmente<br />

assumere valorizzando la ricchezza<br />

e la varietà dei carismi, erede di<br />

una tradizione di santità e di martirio<br />

lunga duemila anni.<br />

La missione è testimonianza quotidiana<br />

di ogni cristiano nelle proprie condizioni<br />

di vita. Una missione che continuamente<br />

deve rinnovare il volto cristiano<br />

di Roma perché sia chiaro a tutti,<br />

nei fatti, che la fedeltà a Cristo cambia<br />

l'esperienza personale e garantisce un<br />

futuro di pace.<br />

Una consapevolezza che ha Luisa, 9<br />

anni. A scuola le hanno detto di scrivere<br />

un tema e di fare un disegno per la pace.<br />

I suoi genitori, cristiani, le hanno<br />

parlato dell'iniziativa del digiuno per la<br />

pace. L'hanno accompagnata stasera a<br />

San Giovanni senza farsi spaventare dalle<br />

condizioni meteorologiche che certo<br />

non invogliavano ad uscire di casa. Per<br />

Luisa non è stato un sacrificio venire a<br />

San Giovanni. Ha portato il suo disegno:<br />

c'è il Papa, ci sono persone che<br />

pregano e c'è la scritta Roma.<br />

Luisa ha scoperto nel disegnare che<br />

Roma al contrario si legge «Amor». Questa<br />

scoperta l'ha entusiasmata. E stasera<br />

qui a San Giovanni la rivela a tutti, come<br />

confidenza preziosa. Ecco un solo<br />

apparentemente piccolo frutto di questa<br />

giornata. Luisa oggi ha digiunato «quasi<br />

completamente» dice. Ma questo non lo<br />

vuol dire a nessuno. È un segreto tra<br />

lei, Dio e il suo angelo custode.


.<br />

PAGINA<br />

7 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 16 Dicembre 2001<br />

Giornata di digiuno per la pace nel mondo<br />

Quella preghiera in comunione con il Papa<br />

MILANO<br />

Preghiera, silenzio, digiuno, testimonianza. Si<br />

può riassumere in poche parole la partecipazione<br />

dell'Arcidiocesi di Milano alla giornata del 14 dicembre,<br />

proposta da Giovanni Paolo II per ottenere<br />

da Dio il dono della pace. Parole semplici,<br />

ma «pesanti», piene di significato, che hanno interpellato<br />

anche coloro che non hanno accolto<br />

direttamente l'invito della Chiesa, ma ne hanno<br />

colto il messaggio profetico.<br />

Mentre in molte altre chiese del territorio si<br />

svolgevano analoghe funzioni (e in tante altre<br />

l'appuntamento è stato per le ore serali), nel<br />

Duomo dalle 12.45 e per circa mezz'ora ha avuto<br />

luogo il momento di preghiera presieduto dall'Arcivescovo<br />

di Milano, Cardinale Carlo Maria Martini;<br />

vi sono intervenuti almeno quattromila fedeli,<br />

alcuni Vescovi ausiliari, diversi sacerdoti, rappresentanti<br />

delle altre confessioni cristiane di Milano<br />

ed anche di altre fedi religiose, fra le quali<br />

due buddisti ed una della comunità musulmana<br />

nel capoluogo lombardo, tutti liberamente intervenuti<br />

in seguito all'invito della diocesi. Il rito è<br />

stato semplice ed essenziale, ha compreso alcune<br />

preghiere ed invocazioni, oltre al canto del Padre<br />

Nostro; ma soprattutto s'è basato su lunghi minuti<br />

di silenzio, sotto le volte della cattedrale.<br />

«Siamo qui per unirci al Papa in un momento<br />

di preghiera e di digiuno per la pace — ha esordito<br />

il Cardinale Martini nell'introduzione —. Il<br />

Papa è preoccupato, siamo preoccupati anche<br />

tutti noi, per gli atti di terrorismo, per i conflitti<br />

in atto, per i morti nelle varie regioni del mondo;<br />

ed in particolare per i luoghi santificati dalla presenza<br />

di Gesù, la Terrasanta, Israele e la Palestina;<br />

per i luoghi colpiti negli Stati Uniti d'America<br />

e per quelli dell'Afghanistan». «Il Papa ci ha detto<br />

che la preghiera non viene dopo l'impegno<br />

per la pace, ma è il primo passo da fare — ha<br />

aggiunto —. Quindi dobbiamo cambiare il nostro<br />

modo di pensare, di condividere, di considerare i<br />

più poveri, ed offrire il nostro cuore al perdono».<br />

Dopo una ventina di minuti in silenzio, sono<br />

state lette sette invocazioni, accompagnate dall'accensione<br />

di altrettanti ceri: si è quindi pregato<br />

espressamente «per la Santa Chiesa, per il dono<br />

della pace, per i responsabili delle nazioni,<br />

per la promozione della giustizia, per i credenti<br />

nell'unico Dio, per i popoli in guerra, per le vittime<br />

della violenza». Al termine l'Arcivescovo ha<br />

impartito la benedizione solenne e la gente,<br />

uscendo, ha avuto la possibilità di dare liberamente<br />

in offerta la somma corrispondente al pasto<br />

cui si era rinunciato.<br />

Il Cardinale Martini, considerata la circostanza<br />

che, come noto, il 14 coincideva con l'ultimo venerdì<br />

del Ramadan (festa islamica di 'Id al-Fitr),<br />

ha inviato una lettera «ai Musulmani di Milano»,<br />

accompagnando con le proprie parole quelle del<br />

Cardinale Francis Arinze, Presidente del Pontifico<br />

Consiglio per il dialogo interreligioso: «Mi unisco<br />

al suo appello perché, nell'attuale era della tecnologia,<br />

cristiani e musulmani promuovano insieme<br />

i valori umani». Le due esperienze religiose<br />

contengono valori etici comuni, e d'altro canto<br />

divergono su questioni decisive per la fede. L'Arcivescovo<br />

di Milano sottolinea che «è proprio la<br />

consapevolezza e il rispetto delle irriducibili differenze<br />

che rende significativo e fecondo il loro incontrarsi<br />

come persone innamorate di Dio e da<br />

Dio rese capaci di scoprire la bellezza dell'esperienza<br />

religiosa diversa dalla propria. Allora ciascuno<br />

può restare se stesso e percepire che l'incontro<br />

con l'altro lo arricchisce...». Ciò, però,<br />

non può avvenire quando le differenze diventano<br />

pretesto per contrapposizioni, ché anzi «dalle feste<br />

religiose dobbiamo ripartire per suscitare nell'animo<br />

popolare delle nostre comunità sentimenti<br />

di reciproca stima e rispetto». Infine il Porporato<br />

sottolinea che il dono della pace «non può<br />

venire che da Dio e manifestarsi in gesti concreti<br />

di solidarietà, che esprimeremo a favore delle vittime<br />

delle violenze e dei conflitti», ricordando<br />

l'appuntamento dato dal Santo Padre per il 24<br />

gennaio ad Assisi, «per offrire al mondo un segno<br />

eloquente che chi crede in Dio non lavora<br />

per la guerra, ma per la pace». Tra i partecipanti<br />

al momento di preghiera c'era anche Gino Strada,<br />

il medico responsabile di «Emergency», associazione<br />

nota per il suo impegno a favore dei feriti<br />

o mutilati civili nelle zone di guerra. (alberto<br />

manzoni)<br />

TORINO<br />

«È il momento di voltare pagina, deve finire il<br />

tempo di Caino: è tempo di riconoscere, sul volto<br />

di ciascun uomo e di ciascuna donna, il volto<br />

di un fratello e di una sorella». L’Arcivescovo di<br />

Torino, Card. Severino Poletto, ha presieduto la<br />

Concelebrazione Eucaristica nella giornata di<br />

preghiera e digiuno indetta dal Papa venerdì 14<br />

dicembre alle 12.30, nel santuario della Consolata,<br />

in coincidenza con l'ultimo venerdì del Ramadan<br />

islamico.<br />

Con il Cardinale hanno pregato numerosi sacerdoti<br />

diocesani e religiosi, e moltissimi fedeli<br />

della città. All’inizio della celebrazione e poi all’omelia<br />

il Cardinale ha sottolineato la piena adesione<br />

della Chiesa torinese all’iniziativa del Santo<br />

Padre, ricordando anche che la preghiera è il<br />

«primo valore» nella vita dei credenti. Spesso, ha<br />

osservato il Cardinale, si finisce per affidare alla<br />

preghiera un significato solo consolatorio: invece<br />

il Signore ci insegna che proprio il mettersi in ginocchio,<br />

a mani nude, davanti a Lui, è la realtà<br />

più importante, perché è il modo proprio di cui<br />

disponiamo per riconoscere, affermare, glorificare<br />

la signoria di Dio su noi stessi e sulla creazione.<br />

Il digiuno di oggi — ha detto ancora l’Arcivescovo<br />

di Torino — è dunque un’invocazione al<br />

Signore per ottenere il dono della pace; ed è nello<br />

stesso tempo il modo migliore per manifestare<br />

la nostra solidarietà anche concreta con chi dall’assenza<br />

di pace è afflitto. Le offerte raccolte<br />

nelle chiese torinesi confluiranno alla Caritas diocesana<br />

e poi, tramite la Caritas italiana, saranno<br />

affidate al Pontificio Consiglio «Cor unum» per<br />

essere efficacemente usate in soccorso delle popolazioni<br />

colpite dalla guerra in Afghanistan.<br />

Il Cardinale ha anche ricordato, con parole accorate,<br />

la tragedia senza fine della Terra Santa,<br />

dove «l’odio, il terrore, la lotta» sembrano aver<br />

preso il sopravvento. (marco bonatti)<br />

GENOVA<br />

Con sobrietà, quasi sommessamente anche a<br />

Genova il popolo credente il venerdì 14 dicembre<br />

ha digiunato e pregato in risposta all’invito del<br />

Papa, per porre a fronte della guerra e del terrorismo<br />

un chiaro segnale di dissenso sui metodi<br />

violenti e per manifestare una chiara volontà di<br />

pace, con una forte richiesta di giustizia, che abbracci<br />

i popoli e le nazioni di tutto il Pianeta.<br />

In innumerevoli parrocchie e comunità si è<br />

pregato, individualmente o comunitariamente, e<br />

un’intercessione speciale per implorare il dono<br />

dall’Alto si è levata ad ogni Messa.<br />

Hanno condiviso la finalità del digiuno anche<br />

musulmani, altri credenti e pure non credenti,<br />

convinti che questa espressione umana, oltre a<br />

costituire un momento di riflessione personale,<br />

assuma una forte valenza politica contro una<br />

pressante retorica che giustifica guerra, torture e<br />

assassini, contro il possibile allargamento della<br />

prima guerra globale, contro la cancellazione di<br />

alcuni diritti individuali sanciti dalle varie costituzioni<br />

e della dichiarazione dei diritti dell’umanità.<br />

Ma questo digiuno vuole anche gridare forte<br />

che un altro mondo è possibile e che, seppur con<br />

tutte le contraddizioni che esistono, lo si sta costruendo<br />

nelle discariche delle megalopoli del<br />

sud del mondo, nei quartieri ghetto delle città<br />

americane come nei vicoli di Genova, con piccole<br />

iniziative generatrici di speranza.<br />

C’è stato un impegno inatteso in credenti impegnati,<br />

ma anche in persone lontane dalla pratica<br />

religiosa, però molto sensibili di fronte alla<br />

prova e alla sofferenza del prossimo, vicino o<br />

lontano. Con sorpresa ad esempio nella parrocchia<br />

di Santa Maria Assunta a Rivarolo, si è avuta<br />

una risposta generosissima in generi alimentari<br />

di prima necessità, che erano stati richiesti per<br />

far fronte alle pressanti domande di un numero<br />

crescente di persone e di famiglie della popolosa<br />

Delegazione del Ponente genovese. E non sono<br />

mancati davanti al Santissimo Sacramento, esposto<br />

per tutta la giornata, gli adoratori, molti anziani,<br />

ma anche giovani genitori, ragazzi e qualche<br />

bambino. Così pure, o più ancora, nella centralissima<br />

Chiesa di Santa Marta, in Piazza Corvetto,<br />

nonostante il freddo siberiano, c’è stata<br />

frequentazione di persone che si sono a lungo<br />

soffermate in preghiera.<br />

Il gruppo «Credenti per la pace» di Genova,<br />

che ha aderito all’invito di Pax Christi e di Beati<br />

i costruttori di pace, dal 10 dicembre, sta aderendo<br />

al digiuno,elo farà fino al 24 dicembre,<br />

quando si concluderà con l’Ora di silenzio per la<br />

pace, che da molti anni connota la manifestazione<br />

del Natale in Piazza di Rivarolo: nella base<br />

costituita da un camper posteggiato in Piazza<br />

Pallavicini almeno due persone che si alternano,<br />

ininterrottamente, in turni di 24 ore. Di giorno,<br />

nei momenti di intenso traffico in particolare, distribuiscono<br />

volantini e parlano con i passanti e i<br />

passeggeri alla fermata degli autobus, per sensibilizzare<br />

e far crescere una coscienza più matura<br />

e altruista. (graziella merlatti)<br />

VENEZIA<br />

Digiuno, preghiera e carità hanno caratterizzato<br />

l’intera giornata del 14 dicembre che ha coinvolto<br />

le singole parrocchie della diocesi di Venezia.<br />

La comunità diocesana ha così accolto l’invito<br />

di Giovanni Paolo II ad elevare una preghiera<br />

corale per chiedere al Signore la fine dei conflitti<br />

che insanguinano ancora molti Paesi e per le vittime<br />

del terrorismo.<br />

Le parole del Papa sono state riproposte nei<br />

singoli appuntamenti di preghiera. Parole di speranza<br />

e di fiducia nella forza della preghiera:<br />

«Quanto più insormontabili sembrano le difficoltà<br />

e oscure le prospettive, tanto più insistente deve<br />

farsi la nostra preghiera per implorare da Dio<br />

il dono della comprensione reciproca, della concordia<br />

e della pace».<br />

«Una giornata per ricominciare», l’ha definita<br />

il Patriarca di Venezia Cardinale Marco Cé. Ricordando<br />

le parole del Papa, il Patriarca ha sottolineato<br />

come il cristiano, anche nella bufera<br />

più tenebrosa, deve tenere aperti gli spazi della<br />

speranza. «Chi crede ogni giorno deve ricominciare,<br />

perché Cristo, il vincitore del male e della<br />

morte, ci è dato per sempre».<br />

Si è pregato nelle carceri, nei monasteri di<br />

clausura, negli ospedali, nella case per anziani,<br />

nelle singole parrocchie. In tutti un unico desiderio:<br />

il dialogo e la pace. Ancora una volta il pensiero<br />

è andato alle vittime del tragico fatto dell’11<br />

settembre, ma anche a quanti vivono in Paesi<br />

sconvolti dalla guerra, in fuga forzata dalle<br />

proprie terre, in condizioni climatiche disumane<br />

e impossibili.<br />

Una preghiera che ha acquistato forza proprio<br />

perché accompagnata dal digiuno e dalla carità.<br />

Ed è stato questo infatti il secondo segno forte<br />

offerto dalla comunità veneziana: il digiuno, per<br />

devolvere in carità ciò che si è risparmiato rinunciando<br />

al pranzo, vivendo cioè la giornata di preghiera<br />

all’insegna della sobrietà, della rinuncia al<br />

superfluo e della purificazione del cuore.<br />

Nella chiesa di San Salvador a Venezia venerdì,<br />

alle 18, si è tenuta una veglia di preghiera<br />

con la partecipazione delle parrocchie del centro<br />

storico veneziano. In tale occasione è stato raccolto<br />

quanto ciascuno ha risparmiato digiunando,<br />

secondo l’antica norma: «Diventi cibodelpoveroil<br />

risparmio deldigiuno».<br />

La chiesa è rimasta aperta dalle 8.30 del mattino<br />

alle 21.30 di sera. Ogni tre ore il tempo della<br />

preghiera è stato scandito da momenti comunitari<br />

(alle ore 9, 12, 15, 18 e 21). Ai turisti in visita a<br />

Venezia è stato indicato il «digiuno turistico»,<br />

non consentendo la visita (come si fa regolarmente<br />

durante il Venerdì Santo) in modo che nel<br />

luogo di culto fosse mantenuto ininterrottamente<br />

il silenzio e il raccoglimento.<br />

La parrocchia dei santi Gervasio e Protasio di<br />

Carpenedeo Mestre, attraverso il suo consiglio<br />

pastorale, ha promosso invece due incontri di<br />

preghiera e di approfondimento sui temi del dialogo<br />

e della pace. Dopo il primo appuntamento<br />

con il rabbino Elia Richetti, rappresentante della<br />

comunità ebraica veneziana, la comunità si è riunita<br />

una seconda volta, venerdì 14 dicembre, per<br />

un momento di preghiera e riflessione sul tema:<br />

«Musulmani e cristiani per la pace». Durante l’incontro<br />

sono stati proposti alcuni versetti del Vangelo<br />

di Matteo, mentre un musulmano ha letto<br />

alcuni capitoli del Corano. Sono stati proposti<br />

inoltre alcuni brani della Preghiera che Giovanni<br />

Paolo II ha rivolto alla Madre di Dio in occasione<br />

della festività liturgica dell’Immacolata. Infine,<br />

le testimonianze dei rappresentanti delle due<br />

religioni con i «pensieri di pace di un musulmano<br />

e di un cristiano». Sullo stesso palco lingue e<br />

preghiere differenti, ma la forza con la quale si è<br />

lanciato l’appello alla fine di tutte le guerre era<br />

identica. La pace si costruisce superando i pregiudizi<br />

e le barriere ideologiche. Attraverso il rispetto<br />

delle tradizioni, della religione e della cultura<br />

di ciascuno.<br />

Oggi, domenica 16 dicembre, la diocesi di Venezia<br />

celebra la Giornata della carità dei ragazzi.<br />

Centinaia di bambini provenienti dalle diverse comunità<br />

parrocchiali si riuniranno in Basilica di<br />

San Marco portando con sé i proprio risparmi da<br />

devolvere per le persone più bisognose di aiuto.<br />

Durante l’incontro pregheranno per la pace del<br />

mondo, con un pensiero particolare rivolto ai<br />

tanti bambini che in questo momento soffrono a<br />

causa della guerra e dell’ingiustizia. (claudio zerbetto)<br />

FROSINONE<br />

VEROLI<br />

FERENTINO<br />

Anche la Diocesi laziale di Frosinone-Veroli-Ferentino<br />

si è mobilitata in risposta alla richiesta<br />

del Santo Padre di vivere, venerdì 14 dicembre,<br />

una giornata di digiuno e preghiera per la pace,<br />

in vista della fine del Ramadan islamico. Il Vescovo<br />

Salvatore Boccaccio, tramite i parroci, ha<br />

sollecitato le comunità parrocchiali a raccogliersi<br />

in preghiera in serata, suggerendo agli animatori<br />

parrocchiali di utilizzare per la Veglia della pace<br />

in parrocchia quanto contenuto nel sussidio della<br />

CEI per l’Avvento, «La lieta sorpresa di Dio». Il<br />

Presule stesso ha guidato l’incontro di preghiera<br />

nella Cattedrale di Frosinone.<br />

Ma la giornata del 14 trova una significativa<br />

appendice, nella Diocesi, nelle Celebrazioni Eucaristiche<br />

di domenica 16 dicembre, quando si effettua<br />

la «Colletta diocesana» con l’equivalente<br />

dei pasti non consumati nella giornata del digiuno:<br />

questo infatti ha proposto a tutte le parrocchie<br />

la Caritas Diocesana di Frosinone che, nell’ambito<br />

dell’Avvento di fraternità, si è impegnata<br />

nel suggerire alle parrocchie un’azione unitaria<br />

di solidarietà per far vivere a tutti i fedeli<br />

l’autentico significato del digiuno cristiano. Pertanto<br />

ciò che viene raccolto domenica 16 andrà a<br />

favore del progetto diocesano «Uliveti di Pace in<br />

Palestina», al quale aderiscono altre 14 Caritas<br />

Diocesane italiane, al fine di realizzare una piantagione<br />

di ulivi per riattivare il lavoro nelle zone<br />

palestinesi che oggi hanno più del 60% di disoccupazione,<br />

a causa della chiusura dei territori.<br />

L’adesione della Caritas frusinate al progetto pro<br />

Palestina vuole dar seguito al rapporto creatosi<br />

con il Patriarca Latino di Gerusalemme, S.B. Michel<br />

Sabbah che, venendo a Frosinone in ottobre<br />

per una veglia per la pace, si fece promotore del<br />

progetto ideato da Caritas Jerusalem.<br />

Per l’animazione nelle parrocchie del gesto di<br />

solidarietà legato al digiuno del 14, sono stati diffusi<br />

sia il sussidio CEI per l’Avvento sia quello<br />

della Caritas, «Senza perdono non c’è futuro»<br />

con l’omonimo manifesto sul quale è indicato il<br />

progetto sostenuto dalla Diocesi.<br />

Il Vescovo Boccaccio ha invitato intanto tutti i<br />

cristiani della Diocesi a vivere la pace prima di<br />

tutto dentro se stessi, nelle famiglie, nei luoghi di<br />

lavoro, nella comunità ecclesiale, tra sacerdoti,<br />

religiosi e laici, per poi essere costruttori di pace<br />

con i fratelli non credenti, con quelli di altre religioni<br />

(si fa rilevante anche in provincia di Frosinone<br />

la presenza di immigrati musulmani), con<br />

gli esclusi e gli emarginati. Per far questo, ancor<br />

più dopo l’11 settembre, scrive il Presule, è necessario<br />

ripartire dal Signore Gesù fatto uomo<br />

per la salvezza di tutti. (augusto cinelli)<br />

CHIETI-VASTO<br />

«C’è un nesso ontologico fra perdono e giustizia».<br />

L’Arcivescovo di Chieti-Vasto, Mons. Edoardo<br />

Menichelli, parla di misericordia e di umiltà<br />

durante la celebrazione diocesana del digiuno,<br />

fatta in unione «ad un altro popolo di credenti<br />

che oggi compiono un itinerario di purificazione».<br />

E il pensiero non poteva non ripercorrere<br />

gli eventi tragici del presente, il terrorismo, prima<br />

di tutto, ma anche la guerra. Situazioni di<br />

conflitto, che possono essere vinte seguendo l’indicazione<br />

evangelica delle «beatitudini», secondo<br />

la liturgia del giorno. E riscoprendo, in modo<br />

nuovo, il nesso tra preghiera e digiuno, «l’una, la<br />

parola del cuore; l’altro, la preghiera del corpo».<br />

Un digiuno che, così, assume tutto il suo valore<br />

di azione liturgica, «di verità della preghiera, come<br />

ricordano i padri conciliari».<br />

In un periodo di conflitti e ingiustizie, motivo<br />

di «vergogna per la civiltà umana», Mons. Menichelli<br />

ricorda che davanti a Dio non ci sono distinzioni<br />

fra gli uomini, non ci sono rivali perché<br />

«davanti al trono di Dio ci sono solo figli e fratelli».<br />

È per questo che assume un significato particolare<br />

il digiuno compiuto: quello, ricorda il Presule,<br />

«di porsi davanti al Crocifisso, santa cattedra<br />

di misericordia e umiltà, per imparare l’arte<br />

del perdono della misericordia». E se il male non<br />

diventa mai bene, spiega l’Arcivescovo «con il<br />

perdono Gesù indica una sanazione dello spirito».<br />

L’imperativo, allora, è chiaro: «Piegare davanti<br />

al Calvario mente, cuore e corpo per capire<br />

questa terribile e obbligante diversità evangelica».<br />

(agnese pellegrini)<br />

NAPOLI<br />

I cattolici napoletani si sono radunati in Cattedrale,<br />

guidati dal Cardinale Arcivescovo Michele<br />

Giordano, per vivere in maniera comunitaria la<br />

speciale giornata di digiuno e preghiera per la<br />

pace proclamata dal Santo Padre. Accanto alla<br />

celebrazione si sono svolti momenti di preghiera<br />

in tutte le parrocchie, mentre nella mattinata di<br />

venerdì il Delegato diocesano per l'ecumenismo,<br />

Padre Paolo Gamberini S.J., si è recato nella moschea<br />

cittadina di piazza Mercato, presenziando<br />

alla preghiera islamica per la conclusione del mese<br />

di Ramadan.<br />

Padre Gamberini e il responsabile della moschea,<br />

Massimiliano Boccolini, hanno sottoscritto<br />

una dichiarazione comune nella quale si sottolinea<br />

il forte impegno della comunità cristiana e di<br />

quella musulmana a favore della pace, sia attraverso<br />

la preghiera che mediante il dialogo interreligioso.<br />

Nel pomeriggio, in un Duomo particolarmente<br />

gremito, è poi risuonata l'invocazione<br />

dei cattolici al Dio della pace, con una meditazione<br />

del Card. Giordano dedicata al senso della<br />

preghiera e del digiuno alla luce del Vangelo.<br />

«Attraverso le iniziative ecumeniche — ha detto<br />

l'Arcivescovo — Dio ci sta aprendo nuove possibilità<br />

di comprensione e di riconciliazione, così<br />

che noi possiamo essere migliori strumenti della<br />

sua pace». In quest'ottica pregare vuol dire anche<br />

«pentirci, come cristiani, per le nostre mancanze<br />

nel portare avanti la missione di pace ricevuta<br />

da Cristo, e che non abbiamo ancora pienamente<br />

compiuto». Malgrado le ombre del presente,<br />

comunque, non si deve cedere al pessimismo:<br />

«L'eliminazione del peccato, che sconvolge le coscienze<br />

ma anche l'ordine mondiale, e il ripristino<br />

di forme durature di pace e solidarietà tra i<br />

popoli sono obiettivi raggiungibili attraverso la<br />

preghiera e il digiuno».<br />

Cristo stesso infatti «invita a digiunare e pregare,<br />

chiedendo la collaborazione umana, del singolo<br />

e della comunità, per creare spazio e condizioni<br />

favorevoli all'inarrestabile forza dello Spirito»:<br />

due forme di partecipazione, da parte di ciascun<br />

cristiano, «a una sinfonia universale suscitata<br />

dall'appello del Successore di Pietro». A questa<br />

mobilitazione spirituale si contribuisce con qualsiasi<br />

gesto di donazione, di rinuncia, sacrificio o<br />

solidarietà: come per l'obolo della vedova, ha un<br />

«alto valore ciò che ciascuno è in grado di fare,<br />

secondo le sue particolari condizioni».<br />

A tutti comunque, è rivolto il pressante appello<br />

alla conversione del cuore: digiunare, infatti, non<br />

vuol dire solo privarsi per un giorno del cibo,<br />

«ma rifiutare il peccato sempre, solidarizzare con<br />

i poveri, prodigarsi nell'operare il bene, nel soc-<br />

correre chi ha bisogno, nel concorrere a edificare<br />

una società giusta e fraterna». Il cristiano — è<br />

la riflessione conclusiva del Cardinale — non deve<br />

infatti mai dimenticare che «la guerra, la violenza,<br />

le sopraffazioni sono effetti perversi del<br />

peccato, e si sconfiggono cominciando dal cuore<br />

di ogni singolo uomo». (mariano del preite)<br />

BARI<br />

BITONTO<br />

Notevole è stata, nell’arcidiocesi di Bari-Bitonto,<br />

la partecipazione del popolo di Dio all’invito<br />

del Santo Padre a un «giorno di digiuno». L’Arcivescovo<br />

Francesco Cacucci aveva in precedenza<br />

rivolto un caldo messaggio a che tutti i fedeli ,<br />

nell’antico spirito della penitenza e della purificazione<br />

legato alla pratica del digiuno, ritrovassero<br />

un corale momento di preghiera e di sacrificio<br />

per invocare dall’Altissimo la grazia della pace e<br />

della comprensione fra tutti i popoli della terra.<br />

Si sono svolte altresì particolari cerimonie a conferma<br />

dell’iniziativa fraterna che, anche in unione<br />

con le altre religioni che in questa giornata<br />

celebravano un momento di corale fraternità,<br />

hanno confermato la bontà e la pregnanza dell’iniziativa<br />

pontificia che aiuta tutti gli uomini di<br />

buona volontà a distaccarsi dalla comune realtà<br />

per immergersi, attraverso un atto di penitenza,<br />

nella volontà del Signore.<br />

Fra le iniziative prese, da citare quella dei sacerdoti<br />

baresi riuniti in ritiro a Cassano dove<br />

hanno digiunato e destinato ad opere di bene il<br />

risparmio della giornata. A Bari, a partire dall’ora<br />

di pranzo, sono rimaste aperte molte chiese<br />

per consentire ai fedeli di pregare in quelle ore<br />

destinate al cibo quotidiano. Riti liturgici e momenti<br />

di riflessione si sono svolti anche nella parrocchia<br />

di san Giovanni Bosco, nel popoloso<br />

quartiere di San Paolo, e in quella di san Marcello<br />

che ha visto riuniti la congregazione delle suore<br />

dello Spirito Santo e i laici del centro socioeducativo<br />

«Madre Arcucci». Il parroco di Santa<br />

Croce, mons. Alberto D’Urso, ha pubblicato<br />

un’edizione speciale del suo bollettino parrocchiale<br />

sul «digiuno» e ha riunito in preghiera i<br />

parrocchiani. Nella parrocchia di San Nicola, nel<br />

quartiere Catino, un rione che sorge a circa venti<br />

chilometri del capoluogo, gran parte degli abitanti<br />

del quartiere hanno assistito alla Messa e partecipato<br />

ad un concerto organizzato dalla Fondazione<br />

Piccinni per un momento di più intensa<br />

preghiera attraverso la dimensione culturale. L’evento<br />

è stato sottolineato su tutti i quotidiani locali<br />

che hanno messo l’accento, anche attraverso<br />

rievocazioni storico-religiose, sul digiuno che aiuta<br />

a rendere l’uomo più pensoso e, con un momento<br />

di piccolo sacrificio, lo introduce con più<br />

chiara coscienza nei beni incommensurabili della<br />

pace e della bontà. (vito maurogiovanni)<br />

PALERMO<br />

Palermo capitale della pace, del dialogo fra<br />

culture e religioni diverse, della diplomazia che<br />

passa attraverso il confronto: dopo Bucarest, Lisbona<br />

e Barcellona, Palermo è la città scelta dalla<br />

Comunità di Sant’Egidio per il prossimo «Incontro<br />

internazionale per la pace» che si terrà<br />

nei giorni 1-2-3 settembre del prossimo anno.<br />

L’annuncio è stato dato in una cattedrale gremita<br />

di fedeli dall’Arcivescovo del capoluogo siciliano,<br />

il Cardinale Salvatore De Giorgi, durante la<br />

Veglia di preghiera per la pace che ha concluso<br />

la Giornata del digiuno indetta da Sua Santità<br />

Giovanni Paolo II. «La scelta di Palermo è estremamente<br />

appropriata — dicono i responsabili<br />

della Comunità di Sant’Egidio, che dal 1968 si<br />

dedica alla promozione dell’ecumenismo e del<br />

dialogo — perché, collocata nel cuore del Mediterraneo,<br />

luogo di incontro fra le grandi religioni<br />

abramitiche e al tempo stesso proiettata verso il<br />

secolo che si apre, con la sua capacità di rinnovamento<br />

saprà diventare simbolo della nuova<br />

realtà europea. Palermo, crocevia di culture e religioni,<br />

diverrà così tappa importante di questo<br />

lungo pellegrinaggio attraverso la storia del mondo<br />

e dell’Europa». La Chiesa di Palermo esce<br />

dunque rafforzata dal cammino condotto verso<br />

la significativa Giornata del digiuno, un cammino<br />

proposto e vissuto come un itinerario di crescita<br />

verso la consapevolezza che essere «costruttori di<br />

pace» significa innanzitutto incontrarsi e condividere<br />

un impegno: e l’impegno a condividere il digiuno<br />

del 14 dicembre è stato quindi la sintesi di<br />

tante occasioni di impegno per la Chiesa di Palermo,<br />

dal coinvolgimento diretto dell’Assemblea<br />

Diocesana a quello delle famiglie, destinatarie di<br />

una Lettera (distribuita in 100 mila copie), con la<br />

quale l’Arcivescovo ha rinnovato l’invito ad essere<br />

luoghi non aridi bensì rigenerati ogni giorno<br />

dalla preghiera; sono state coinvolte le diverse<br />

realtà giovanili dell’Arcidiocesi così come il Centro<br />

Pastorale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso<br />

ha promosso incontri di riflessione con i<br />

rappresentanti delle altre religioni presenti a Palermo.<br />

Tanti passi di un cammino che ha rafforzato<br />

il convincimento che un moto di conversione<br />

è, mai come in questo momento storico, necessario<br />

per costruire concretamente la pace. Si<br />

è trattato di passi effettuati con le gambe dei<br />

moltissimi giovani, delle famiglie, dei religiosi,<br />

dei rappresentanti di istituzioni, organizzazioni<br />

ed associazioni, dei militari, dei tanti studenti<br />

che si sono ritrovati in cattedrale per la Veglia e<br />

che hanno donato alla Caritas diocesana i risparmi<br />

raccolti durante la giornata di digiuno, accogliendo<br />

ancora una volta l’esortazione dell’Arcivescovo:<br />

«La capacità di comprensione e di perdono<br />

sta alla base di ogni progetto di società più<br />

giusta e più solidale. Eliminiamo allora dai nostri<br />

cuori — ha sottolineato il Cardinale De Giorgi —<br />

ogni sentimento di odio, rancore, rivalità, egoismo,<br />

invidia, gelosia e vendetta. È questo il digiuno<br />

che il Signore si attende da ognuno di<br />

noi». (luigi perollo)<br />

CONTINUA A PAGINA 8


.<br />

PAGINA<br />

8 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 16 Dicembre 2001<br />

Giornata di digiuno<br />

per la pace nel mondo<br />

Quella preghiera<br />

in comunione con il Papa<br />

CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 7 ziative promosse nelle varie parrocchie<br />

della diocesi. (arnolfo de vittor)<br />

BOLZANO<br />

BRESSANONE<br />

La diocesi di Bolzano-Bressanone ha<br />

accolto in modo corale l'invito del Santo<br />

Padre a dedicare la giornata di venerdì<br />

14 dicembre al digiuno e alla preghiera<br />

per la pace. In Alto Adige sono stati i vicari<br />

generali di lingua tedesca e italiana<br />

Josef Matzneller e Gabriele Pedrotti a<br />

sollecitare le comunità parrocchiali, le<br />

comunità di vita consacrata, tutti i sacerdoti<br />

e i fedeli a testimoniare concretamente<br />

l'impegno alla pace con la preghiera<br />

e con le offerte. Numerose parrocchie<br />

hanno dato così vita a veglie di<br />

preghiera e ad incontri di sensibilizzazione:<br />

l'Azione Cattolica diocesana, in<br />

particolare, ha dedicato a questo tema<br />

la Santa Messa dei giovani che è stata<br />

celebrata presso la parrocchia bolzanina<br />

della Sacra Famiglia. Le offerte raccolte<br />

nell'occasione sono state destinate, tramite<br />

la Caritas, all'aiuto delle popolazioni<br />

in guerra. (maurizio mellarini)<br />

TRENTO<br />

Nella diocesi di Trento a coordinare le<br />

iniziative della giornata è stata la commissione<br />

«Giustizia e pace» che, con un<br />

intenso lavoro di programmazione, ha<br />

curato i contatti con le numerosissime<br />

parrocchie ed associazioni disponibili ad<br />

accogliere fattivamente l'invito del Papa.<br />

Il Coordinamento Giovani di Mori,<br />

Brentonico e Val di Gresta, nel basso<br />

Trentino, ha così animato la manifestazione<br />

«uniti per la pace illuminiamo la<br />

vita», che ha proposto momenti musicali<br />

e di approfondimento, la fiaccolata attraverso<br />

le vie del borgo e la preghiera<br />

conclusiva. Iniziativa analoga anche a<br />

Tione, centro delle Valli Giudicarie, con<br />

i giovani in prima linea nel coinvolgimento<br />

della popolazione residente e dei<br />

cittadini immigrati. A Mezzolombardo, a<br />

nord di Trento, i fedeli sono stati invece<br />

invitati ad un incontro di preghiera voluto<br />

dal Gruppo missionario, dall'Azione<br />

Cattolica e dai giovani che sono stati a<br />

Taizé. Un altro appuntamento di preghiera,<br />

nella chiesa di san Francesco Saverio<br />

a Trento, è stato curato dal Movimento<br />

Ecclesiale Carmelitano, che ha<br />

devoluto le offerte raccolte durante la<br />

Santa Messa secondo l'intenzione del<br />

Papa. Gli aclisti trentini, dal canto loro,<br />

hanno aderito alla giornata di digiuno<br />

versando l'equivalente della somma che<br />

avrebbero speso per il pranzo per un<br />

progetto di solidarietà con il Mozambico.<br />

In ogni realtà parrocchiale l'eco è<br />

stata comunque vasta, con iniziative e<br />

ritrovi che hanno contrassegnato tutto il<br />

territorio diocesano, a riprova di quanto<br />

i valori della pace e della solidarietà siano<br />

radicati nell'animo della comunità<br />

cristiana. (m.m.)<br />

GORIZIA<br />

Il 14 dicembre 2001 dedicato, secondo<br />

le intenzioni di Giovanni Paolo II, al digiuno<br />

e preghiera per la pace, ha spronato<br />

tutte le parrocchie dell'Arcidiocesi<br />

di Gorizia a riflettere innanzi tutto sul<br />

significato della proposta: «Quanto più<br />

insormontabili sembrano le difficoltà e<br />

oscure le prospettive, tanto più insistente<br />

deve farsi la preghiera per implorare<br />

da Dio il dono della comprensione reciproca,<br />

della concordia e della pace». Le<br />

celebrazioni vespertine dell'Eucaristia<br />

sono state considerate il momento forte<br />

della giornata che ha permesso di verificare<br />

dal punto di vista spirituale, l'efficacia<br />

del digiuno e della preghiera se inseriti<br />

nel clima dell'Avvento e della pace.<br />

Il giorno di digiuno, di preghiera e<br />

di condivisione ha aperto a ulteriori riflessioni<br />

che sono state effettuate oltre<br />

che nelle parrocchie, in comunità più<br />

piccole e all'interno dei vari ordini religiosi<br />

esistenti in Diocesi. L'intervento<br />

dell'Arcivescovo Dino De Antoni mirato<br />

ad armonizzare i vari aspetti liturgicopastorali<br />

delle celebrazioni, del digiuno<br />

e della preghiera, è stato accolto in ogni<br />

parrocchia. A Gorizia anche l'incontro<br />

ecumenico di Avvento, svoltosi presso la<br />

chiesa Evangelica Metodista, con la partecipazione<br />

del Vescovo De Antoni e del<br />

Pastore Andreas Kohn, può considerarsi<br />

nel contesto delle iniziative promosse<br />

per la pace. A chiare lettere è stato detto<br />

che «di fronte alle sofferenze del<br />

mondo la vocazione comune sprona tutti<br />

con forza alla pace e alla preghiera».<br />

I temi della carità, giustizia, pace,<br />

conversione, perdono sono vissuti concretamente:<br />

le case di accoglienza «S.<br />

Giuseppe», «Mons. Faidutti» gestite dalla<br />

Caritas diocesana sono una testimonianza<br />

viva di quanto si può fare qualora si<br />

sia animati dalla solidarietà verso chi ha<br />

bisogno. Anche durante la giornata dedicata<br />

al digiuno (14 dicembre) in questi<br />

centri di accoglienza sono stati ospitati<br />

immigrati provenienti dall'Est.<br />

Durante la giornata si è pure riflettuto,<br />

cogliendo dal vivo della situazione,<br />

sul «comune atteggiamento di religiosa<br />

penitenza, perché accresca la comprensione<br />

reciproca tra cristiani e musulmani,<br />

chiamati più che mai, nell'epoca attuale<br />

ad essere insieme costruttori di<br />

giustizia e di pace». Anche gli aderenti<br />

all'associazione ecclesiale «Concordia et<br />

pax» hanno invitato i propri aderenti italiani,<br />

friulani, sloveni ad unirsi alle ini-<br />

ALESSANDRIA<br />

«Siamo qui anche perché il Santo Padre<br />

ha convocato i credenti nel giorno<br />

in cui i nostri fratelli musulmani terminano<br />

il periodo di un lungo digiuno».<br />

Ha iniziato così l'omelia Monsignor Fernando<br />

Charrier, Vescovo di Alessandria,<br />

celebrando l'Eucaristia nella cattedrale<br />

di Alessandria alle 18 di venerdì 14 dicembre.<br />

Ma che senso ha il digiuno?<br />

Mons. Charrier ha letto le parole del Papa<br />

con le quali ha spiegato il significato<br />

del sacrificio e della preghiera. «Siamo<br />

qui con la sensazione di essere impotenti<br />

di fronte ad una tragedia immane che<br />

si prevede possa dilagare nel mondo —<br />

ha detto ancora — ma il Vangelo di<br />

Giovanni che abbiamo appena ascoltato<br />

contiene un ammonimento chiaro: Dio<br />

ci dice che ci dà la pace non come ce la<br />

dà il mondo. E la difesa di se stessi è<br />

una cosa, altro è la vendetta: per questo<br />

i nostri sentimenti devono essere di pace<br />

e di giustizia, senza dimenticare gli altri<br />

mali del mondo come la fame, le malattie,<br />

il sottosviluppo perché nessuno più<br />

ce ne parla se non la Chiesa».<br />

Da queste riflessioni è necessario convertire<br />

il nostro cuore per capire che<br />

qualcosa o qualcuno si è frapposto nel<br />

progetto di amore di Dio e questa crisi<br />

che l'umanità sta attraversando non è di<br />

morte ma di crescita se cambieremo il<br />

nostro modo di essere.<br />

Monsignor Charrier ha anche accennato<br />

alla necessità di scegliere governanti<br />

costruttori di pace e di «giudicare i segni<br />

dei tempi alla luce della parola di<br />

Dio come faceva Francesco d'Assisi».<br />

Al termine della Celebrazione Eucaristica<br />

è stato esposto il Santissimo Sacramento<br />

per l'adorazione personale e comunitaria.<br />

(marco caramagna)<br />

PADOVA<br />

Niente cibo e una preghiera corale<br />

per la pace nel mondo. La diocesi di Padova<br />

ha accolto l’invito del Papa a pregare<br />

Dio perché conceda al mondo una<br />

pace stabile, fondata sulla giustizia, e<br />

faccia sì che si possano trovare adeguate<br />

soluzioni ai molti conflitti che travagliano<br />

il mondo. Quanto risparmiato dal<br />

digiuno è stato messo a disposizione dei<br />

poveri, in particolare di quanti soffrono<br />

in questo momento le conseguenze del<br />

terrorismo e della guerra.<br />

«Cristo — ha ricordato nel suo messaggio<br />

l’Arcivescovo Antonio Mattiazzo,<br />

Vescovo di Padova — è nato per portare<br />

pace all’umanità: “Gloria a Dio nell’alto<br />

dei cieli e pace in terra agli uomini<br />

che Dio ama”, cantarono gli angeli alla<br />

nascita di Cristo. Ma sono davanti ai nostri<br />

occhi la violenza, le tensioni internazionali,<br />

le gravi ingiustizie, le sofferenze<br />

di tante popolazioni. Il Natale di Cristo<br />

deve spronarci a un intensificato impegno<br />

per vincere le ingiustizie e lavorare<br />

per la pace vera».<br />

Nei diversi vicariati e nelle singole<br />

parrocchie, durante le sante messe e le<br />

veglie di preghiera si è pregato e riflettuto<br />

sui temi della pace. In particolare, la<br />

pastorale sociale, del lavoro, giustizia e<br />

pace, salvaguardia del creato hanno proposto<br />

alle singole parrocchie una serie<br />

di iniziative per favorire la riuscita di<br />

questo particolare evento ecclesiale, prima<br />

fra tutti l’esposizione del Santissimo<br />

Sacramento in tutte le chiese parrocchiali<br />

per garantire una capillarità dei<br />

luoghi di preghiera.<br />

Per far vivere a pieno l’evento, le singole<br />

realtà vicariali della diocesi si sono<br />

impegnate a far conoscere i contenuti e<br />

gli obiettivi di giustizia perseguiti da<br />

realtà internazionali che hanno radici ed<br />

espressioni nel territorio, come il commercio<br />

equo e solidale e il «Cuamm,<br />

Medici con l’Africa». Sono stati anche<br />

organizzati alcuni momenti di riflessione<br />

e di incontro, con i responsabili politici<br />

locali, su tematiche attuali.<br />

Nel vicariato urbano del Bassanello,<br />

per esempio, le chiese delle diverse parrocchie<br />

sono rimaste aperte per l’adorazione<br />

dalle 8 alle 19 con turni di un’ora<br />

ciascuna. Alle ore 19.30 è stata concelebrata<br />

la Santa Messa da tutti i sacerdoti<br />

del vicariato dei Santi Angeli custodi alla<br />

Guizza, dove l’adorazione è proseguita<br />

per tutta la notte.<br />

Per tutta la giornata sono stati numerosi<br />

i fedeli che si sono alternati nell’adorazione<br />

eucaristica predisposta nelle<br />

diverse chiese del vicariato di Piove di<br />

Sacco. In serata, poi, in molti hanno<br />

preso parte alla veglia vicariale, che ha<br />

avuto il suo punto d’incontro nella chiesa<br />

di san Francesco. Il corteo ha poi<br />

raggiunto il duomo di Piove, dove ha<br />

avuto inizio l’incontro di preghiera che<br />

ha coinvolto le numerose parrocchie<br />

della zona.<br />

Nonostante il freddo pungente centinaia<br />

di persone si sono ritrovate al santuario<br />

antoniano di Camposampiero (Padova)<br />

per partecipare al «Pellegrinaggio<br />

francescano per la pace». Il percorso,<br />

fatto di chilometri e preghiera, ha unito<br />

i luoghi in cui è ancora viva la memoria<br />

di sant’Antonio: Camposampiero (dove<br />

il Santo trascorse l’ultimo periodo della<br />

sua esistenza), Arcella e la Basilica di<br />

Padova. Durante il cammino è stato<br />

chiesto al Signore il dono della pace per<br />

ogni paese del mondo e per ogni cuore<br />

di uomo e donna.<br />

Accompagnati dalla preghiera delle<br />

monache Clarisse di Camposampiero, i<br />

pellegrini sono partiti dalla chiesetta del<br />

Noce nel primo pomeriggio di sabato 15<br />

dicembre, percorrendo strade sterrate e<br />

argini silenziosi. In serata, l’arrivo al<br />

santuario dell’Arcella alle porte di Padova,<br />

il conventino presso cui Sant’Antonio<br />

morì.<br />

I giovani hanno portato a turno un<br />

enorme crocifisso dipinto: il crocifisso di<br />

San Damiano, uno dei simboli che i ragazzi<br />

italiani portano alle Giornate mondiali<br />

della Gioventù. Lo stesso sarà in<br />

agosto a Toronto. Al conventino dell’Arcella,<br />

i giovani pellegrini hanno ripreso<br />

a pregare con una veglia penitenziale,<br />

che ha offerto a tutti la possibilità di<br />

confessarsi.<br />

«Se vuoi la pace, devi partire da te,<br />

dal fare pace con Dio e con i fratelli»,<br />

ha ricordato Padre Alberto Tortelli, della<br />

commissione pastorale giovanile dei<br />

francescani conventuali di Padova.<br />

Al termine numerosi ragazzi si sono<br />

alternati per tutta la notte in chiesa, per<br />

sostare in preghiera davanti al Crocifisso<br />

che li ha accompagnati nella dura marcia<br />

della giornata e per chiedere pace e<br />

serenità per ogni fratello e sorella dell’umanità<br />

sofferente. Domenica 16, il pellegrinaggio<br />

conclude il suo cammino in<br />

Basilica del Santo con la solenne celebrazione<br />

della Santa Messa. In questa<br />

occasione avviene il passaggio del testimone:<br />

la Croce di San Damiano parte<br />

alla volta di un’altra regione d’Italia,<br />

l’Emilia Romagna.<br />

Ininterrotta anche l’affluenza di fedeli<br />

alla Basilica del Santo dove, per l’intera<br />

giornata, si è tenuta l’adorazione eucaristica<br />

nella Sala del Capitolo. I molti pellegrini<br />

presenti hanno chiesto a Dio il<br />

dono della pace. Una preghiera espressa<br />

nella pluralità di lingue che da sempre<br />

accomuna i devoti di sant’Antonio sparsi<br />

in tutto il mondo. (c.z.)<br />

AREZZO<br />

Ad Arezzo fin dall'inizio della guerra<br />

in Afghanistan numerosi fedeli si sono<br />

riuniti in Cattedrale ogni venerdì con il<br />

Vescovo Gualtiero Bassetti ai piedi della<br />

Madonna del Conforto per la recita del<br />

Santo Rosarioal fine di ottenerelapace.<br />

Il recente terremoto che ha colpito<br />

l'aretino, rendendo inagibili molte chiese<br />

nella zona della Valtiberina, ha ravvivato<br />

la devozione alla Madonna, che più<br />

volte ha salvato il popolo aretino dal flagello<br />

del terremoto.<br />

Alla recita in Cattedrale si sono unite<br />

le comunità parrocchiali, religiosi e religiose<br />

dei numerosi monasteri di clausura<br />

presenti nella Diocesi di Arezzo, Cortona<br />

e Sansepolcro. Particolarmente significativo<br />

è stato l'incontro interreligioso<br />

tenuto ad Arezzo domenica 11 novembre<br />

in Piazza san Francesco che ha<br />

visto la partecipazione di fedeli islamici<br />

cristiani e buddisti.<br />

L'impegno concreto è stato riassunto<br />

in una parola: la rete; per il passaggio<br />

dalla rete di violenza alla rete di dialogo<br />

e di pace.<br />

«Tutti ci domandiamo, ha affermato<br />

Mons. Bassetti, perché Signore? Ma<br />

neppure questa tragedia, dalle proporzioni<br />

sconfinate, può scardinare dal nostro<br />

animo la convinzione profonda che<br />

né la violenza, né la sopraffazione, né la<br />

distruzione e neppure la morte potranno<br />

essere la parola ultima e definitiva. Il<br />

male e la morte non hanno l'ultima parola<br />

perché Cristo è il vincitore del peccato<br />

e della morte».<br />

In occasione del 14 dicembre Mons.<br />

Bassetti ha ritenuto opportuno inviare<br />

un messaggio a tutta la Diocesi esortando<br />

i fedeli alla giornata di digiuno, preghiera<br />

e carità per implorare la pace. «Il<br />

Papa vuole raggiungere così come in un<br />

abbraccio simbolico ogni uomo in necessità<br />

e perciò chiede a tutti i credenti<br />

di compiere un gesto concreto di carità<br />

per portare la speranza e il pane quotidiano»<br />

ha ricordato Mons. Bassetti. A<br />

questo appello la risposta degli aretini<br />

non è mancata: numerose sono state le<br />

offerte. (andrea barbieri)<br />

SESSA<br />

AURUNCA<br />

Nonostante il freddo pungente, la<br />

pioggia e qualche fiocco di neve, venerdì<br />

sera, 14 dicembre 2001, la comunità<br />

diocesana di Sessa Aurunca si è ritrovata<br />

intorno al Vescovo, Mons. Antonio<br />

Napoletano, a conclusione della giornata<br />

di digiuno e di preghiera, indetta dal<br />

Santo Padre per impetrare la pace. Scenario<br />

di questo appuntamento serale,<br />

svoltosi dalle ore 20 alle ore 21.30 è stata<br />

la Chiesa di San Francesco in Casanova<br />

di Carinola, luogo ideale per il raccoglimento,<br />

ma anche per il significato<br />

simbolico che ha per la Diocesi. L’antico<br />

ed artistico convento, opera del XIII<br />

secolo, si fa risalire allo stesso san Francesco<br />

d’Assisi, che qui in questo luogo<br />

fu sicuramente di passaggio.<br />

Il rito liturgico, incentrato sull’Adorazione<br />

eucaristica, è durato un’ora, nel<br />

corso del quale oltre all’ascolto della parola<br />

di Dio, all’omelia del Vescovo, la<br />

comunità ha elevato al Signore la preghiera<br />

spontanea per la pace ed ha consegnato<br />

il frutto della giornata di digiuno<br />

nelle mani del Vescovo. Offerte che<br />

la Diocesi provvederà a trasferire alla<br />

Santa Sede, secondo le indicazioni date<br />

dal Vaticano. Ampia la partecipazione<br />

dei fedeli della Diocesi all’iniziativa del<br />

Santo Padre, tra cui molti giovani. Generosa<br />

è stata l’offerta che dalla comu-<br />

nità diocesana ha voluto destinare per le<br />

vittime della guerra e del terrorismo.<br />

Ma la celebrazione è stata una fausta<br />

occasione per ricordare l’impegno dei<br />

cristiani a favore della pace, soprattutto<br />

attivando tutti quei meccanismi in grado<br />

di sviluppare a livello locale la tolleranza,<br />

il dialogo interreligioso ed interculturale,<br />

la solidarietà e la giustizia. Su questi<br />

temi, infatti, si è incentrata l’omelia<br />

che il Vescovo di Sessa Aurunca ha tenuto<br />

durante la liturgia della parola.<br />

«Sull’esempio di San Francesco d’Assisi<br />

— ha detto Mons. Napoletano — che<br />

seppe coniugare perfettamente nel suo<br />

motto la pace ed il bene, anche noi siamo<br />

chiamati ad essere promotori di pace<br />

e di bontà dovunque il Signore ci<br />

chiama a vivere la nostra scelta battesimale».<br />

Particolarmente toccante è stato<br />

il momento in cui il cappellano del carcere<br />

di Carinola, don Andrea Verrillo,<br />

ha letto la preghiera per la pace che i<br />

detenuti della locale casa circondariale<br />

hanno voluto far pervenire quale loro<br />

spirituale adesione all’iniziativa del Santo<br />

Padre e del Vescovo diocesano. «Fallo<br />

per carità, per il prossimo Natale porta<br />

pace all’intera umanità e fa incontrare<br />

Americani ed Afghani, cristiani e musulmani<br />

intorno al tavolo dell’amicizia e<br />

della reciproca accoglienza».<br />

A conclusione della celebrazione è stato<br />

consegnato, alle diverse centinaia di<br />

partecipanti, il messaggio del Papa per<br />

la Giornata Mondiale della Pace del 1°<br />

Gennaio 2002, incentrato sullo stretto<br />

rapporto tra pace, giustizia e perdono.<br />

La Diocesi di Sessa Aurunca che si<br />

caratterizza con una forte presenza di<br />

immigrati, molti dei quali provenienti<br />

dal mondo arabo e, quindi, di religione<br />

islamica, si è fatta carico di incentivare<br />

l’attività pastorale per favorire quei processi<br />

di integrazione sociale di cittadini<br />

appartenenti ad altre culture ed altri popoli,<br />

ma ai quali la comunità cristiana è<br />

particolarmente vicina con una serie di<br />

iniziative e di aiuti. Le Caritas parrocchiali<br />

sono operative per aiutare proprio<br />

questi cittadini, sia con gli aiuti materiali<br />

e sia con il supporto psicologico e sociale<br />

per il loro positivo inserimento sul<br />

territorio. Incontri di preghiera tra le<br />

varie religioni sono assicurati nel corso<br />

dell’anno e soprattutto in occasione di<br />

alcuni fatti particolari, come quelli dei<br />

tragici avvenimenti dell’11 settembre e<br />

della guerra in Afghanistan. Tolleranza<br />

ed accoglienza sono gli atteggiamenti<br />

più ricorrenti tra tutti i cittadini della<br />

Diocesi, dove è vivo il senso dell’ospitalità<br />

e della solidarietà. (antonio rungi)<br />

MAZARA<br />

DEL VALLO<br />

«L'ora che viviamo è carica di preoccupazione<br />

per la pace del mondo», così<br />

il Vescovo Mons. Emanuele Catarinicchia<br />

ha esordito nel suo messaggio alla<br />

Chiesa di Mazara, mentre esorta clero e<br />

fedeli al digiuno nella giornata di venerdì,<br />

14 dicembre. Il Santo Padre aveva<br />

invitato tutti i cattolici ad unirsi a Lui<br />

nella preghiera e nel digiuno per questa<br />

data perché «quanto più insormontabili<br />

sembrano le difficoltà ed oscure le prospettive,<br />

tanto più insistente deve farsi<br />

la nostra preghiera per implorare da Dio<br />

il dono della comprensione reciproca,<br />

della concordia e della pace». Il Vescovo<br />

Catarinicchia nell'accogliere l'invito del<br />

Sommo Pontefice ha ribadito nel messaggio<br />

che il digiuno è segno penitenziale<br />

che avvalora la richiesta di perdono e<br />

l'invocazione della riconciliazione e della<br />

pace. Digiunare è atto di amore e di<br />

umiltà profondo, è riaffermare la validità<br />

delle parole dal Signore quando replicò<br />

a Satana: «Non di solo pane vive<br />

l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla<br />

bocca di Dio». Da qui l'invito del Vescovo<br />

al presbiterio diocesano e ai fedeli ad<br />

attuare, in concomitanza con i fratelli<br />

islamici del mondo e, in particolare, con<br />

la comunità islamica, assai numerosa,<br />

presente nella diocesi, che conclude il<br />

grande digiuno del Ramadan, una giornata<br />

d'impegno nella preghiera e nell'ascolto<br />

della Parola di Dio. Nella giornata<br />

di venerdì 14 il Vescovo, il clero e le associazioni<br />

laicali si sono riuniti nella Basilica<br />

Cattedrale in ascolto della Parola,<br />

in atteggiamento di digiuno e preghiera.<br />

L'equivalente del risparmio in cibo sarà<br />

offerto in favore dei bambini afgani,<br />

drammaticamente colpiti dalla guerra<br />

che incalza in quei territori, attraverso<br />

la Caritas diocesana. Lo stesso sarà attuato<br />

in tutte le foranie della Diocesi,<br />

dove la comunità dei parroci ha già sensibilizzato<br />

tutte le associazioni laicali e<br />

le comunità parrocchiali per attuare un<br />

giorno di penitenza e preghiera per la<br />

pace nel mondo. L'invito del Vescovo<br />

ha trovato pieno consenso in tutta la<br />

Diocesi e il suo messaggio ha riscosso<br />

larghi consensi ed approvazione nelle<br />

varie comunità di immigrati islamici che<br />

hanno apprezzato la nota del Vescovo<br />

con la quale invitava a tradurre la giornata<br />

di digiuno in gesti concreti di rinnovamento<br />

spirituale e carità verso i fratelli<br />

oppressi, che vivono il dramma di<br />

una guerra assurda e devastatrice. Il Vescovo<br />

ha esortato i parroci della diocesi<br />

e i Rettori dei santuari diocesani a celebrare<br />

il primo gennaio la giornata per la<br />

pace nell'umiltà più profonda per implorare<br />

dall'Altissimo la cessazione di ogni<br />

azione bellica ed il ripristino della pace<br />

nel mondo nella giustizia tra i popoli,<br />

nella legalità e nella carità verso i fratelli<br />

di qualunque credo e religione. (pietro<br />

pisciotta)<br />

Il giubileo sacerdotale<br />

di Mons. Pier Giuliano Tiddia<br />

Arcivescovo di Oristano<br />

La Chiesa arborense è in festa per il<br />

giubileo sacerdotale del suo Pastore<br />

Mons. Pier Giuliano Tiddia, ordinato<br />

presbitero il 16 dicembre cinquant'anni<br />

fa, dall'allora Arcivescovo di Cagliari<br />

Mons. Paolo Botto.<br />

Mons. Tiddia l'ha voluto celebrare il<br />

13 dicembre, con qualche giorno di<br />

anticipo, con il suo presbiterio che<br />

mensilmente si riunisce per il ritiro il<br />

secondo giovedì del mese.<br />

Erano presenti tutti i membri del capitolo<br />

metropolitano, i parroci, i presbiteri<br />

religiosi, i seminaristi del Seminario<br />

diocesano regionale.<br />

Partecipava anche una folta assemblea<br />

di fedeli, anche se la celebrazione<br />

ufficiale a livello diocesana è stata spostata<br />

alla solennità del Natale.<br />

Il settimanale diocesano «Vita Nostra»<br />

reca il saluto augurale del Vicario<br />

generale, Mons. Mario Carrus, che ricorda<br />

rapidamente gl'impegni pastorali<br />

affidati a Mons. Tiddia dopo l'ordinazione,<br />

dai quali si desume immediatamente<br />

in quale considerazione fosse tenuto<br />

dall'Arcivescovo della sua Arcidiocesi,<br />

Mons. Botto, il quale volle fargli<br />

proseguire gli studi a Roma sino al<br />

conseguimento della laurea in Diritto<br />

canonico. In seguito Don Tiddia fu nominato<br />

parroco di Villa S. Pietro, Assistente<br />

diocesano della F.U.C.I., vice<br />

Cancelliere Arcivescovile, Notaro del<br />

Tribunale Ecclesiastico Regionale per<br />

le cause matrimoniali, Difensore del<br />

Vincolo del medesimo Tribunale, Direttore<br />

spirituale prima e poi Rettore<br />

del Seminario Arcivescovile.<br />

Mons. Giuseppe Bonfiglioli, succeduto<br />

al Cardinale Sebastiano Baggio<br />

nel governo dell'Arcidiocesi di Cagliari,<br />

volle che Don Pier Giuliano Tiddia fosse<br />

elevato alla dignità Episcopale, e<br />

quindi fosse suo Vescovo ausiliare. Negli<br />

undici anni di episcopato come Ausiliare<br />

di Cagliari Mons. Tiddia fu anche,<br />

in diversi tempi, Amministratore<br />

Apostolico di Lanusei prima e di Ales-<br />

Terralba poi, e infine, il 30 novembre<br />

1985 fu elevato alla Cattedrale Arcivescovile<br />

di Oristano, dove fece il suo ingresso<br />

solenne il 1° febbraio 1986.<br />

«Quindi da 16 anni — come scrive<br />

Mons. Carrus — è guida vigile, operosa,<br />

generosa di questa nostra comunità<br />

diocesana». I 50 anni di sacerdozio di<br />

Mons. Tiddia sono caratterizzati dal vivo<br />

fervore della sua dedizione pastorale<br />

secondo e oltre le esigenze dei campi<br />

specifici affidatigli dal Signore.<br />

Monsignor Tiddia celebra il suo giubileo<br />

sacerdotale anche con la sua prima<br />

parrocchia Villa S. Pietro il 15, a Sarroch<br />

suo paese natale il 16, e poi nei<br />

giorni seguenti nelle parrocchie urbane<br />

per la Novena di Natale, il 23 visita i<br />

malati dell'ospedale, il 24 celebra per i<br />

carcerati, il 1° gennaio nella Casa di<br />

Riposo E. d'Arborea. Egli è un pastore<br />

sempre intento alla cura del suo gregge.<br />

Egli almeno una volta all'anno visita<br />

tutte le ottantacinque parrocchie<br />

della Diocesi.<br />

Oltre la presenza fisica è frequente<br />

quella epistolare, con le lettere e documenti<br />

pastorali che lo scorso anno sono<br />

stati raccolti e pubblicati in un volume<br />

dal titolo «Tutto io faccio per il<br />

Vangelo» egregiamente presentato dal<br />

Direttore dell'Ufficio Stampa diocesano<br />

Mons. Clemente Caria come omaggio<br />

dell'Arcidiocesi per il XXV dell'ordinazione<br />

episcopale del Presule, e del<br />

XIV del suo ingresso in diocesi. Si tratta<br />

di un volume di 760 pagine, che è<br />

anzitutto documentazione su una persona,<br />

un Arcivescovo, sulla sua visione<br />

pastorale, i suoi principi ispiratori.<br />

«Ma è anche — ha detto il curatore<br />

del volume — un concentrato di informazione<br />

che coprono quindici anni di<br />

vita di una diocesi e di un territorio:<br />

mondo del lavoro, popolazione di campagna,<br />

categorie professionali, un clero<br />

in costante diminuzione, i fermenti<br />

di una nuova società, i modificati sistemi<br />

di vita, le difficili interrelazioni sociali<br />

o familiari».<br />

Tutto questo è stato ampiamente testimoniato<br />

dagli oltre cento presbiteri<br />

che hanno voluto concelebrare col loro<br />

Arcivescovo nella festa dei suoi 50<br />

anni di sacerdozio.<br />

Mons. Tiddia ne ha parlato nel presiedere<br />

la solenne Eucaristia. Anzitutto<br />

ha voluto esprimere la sua gratitudine<br />

alle Tre Divine Persone, fonte di ogni<br />

bene e sorgente di ogni grazia. Poi rivolto<br />

ai sacerdoti ha detto: «Dico di<br />

cuore grazie anche a voi, cari sacerdoti,<br />

che avete voluto starmi vicino, come<br />

già nello scorso anno per il mio<br />

XXV di episcopato. Mi sento legato a<br />

voi che prima di me avete celebrato i<br />

50 anni di sacerdozio, perché il Signore<br />

vi aiuti ad essere sempre fervidamente<br />

impegnati nella comunità sacerdotale<br />

e diocesana; unito a quanti sono<br />

avviati a quella meta, perché sentano<br />

più intima la gioia del sacerdozio;<br />

sono vicino a tutti i seminaristi che si<br />

preparano al sacerdozio, perché restino<br />

disponibili al Signore, che farà in<br />

loro grandi cose e perciò chiede l'apertura<br />

del cuore che in nome di Cristo si<br />

prepara alle cose grandi. Ho presenti<br />

in questo momento i sacerdoti malati,<br />

che si uniscono presentando al Signore<br />

le loro sofferenze. Ricordo con affetto<br />

i sacerdoti defunti, quelli in particolare<br />

che ho conosciuto nel tempo del mio<br />

governo pastorale. Un ricordo affettuoso<br />

per i Vescovi miei predecessori,<br />

quelli che ho personalmente incontrato:<br />

Mons. Ernesto Maria Piovella,<br />

Mons. Giuseppe Cognoni, Mons. Sebastiano<br />

Fraghì, Mons. Francesco Spanedda.<br />

Per voi tutti prego, a tutti chiedo<br />

perdono per le mie mancanze nel<br />

mio compito pastorale».<br />

Poi ha brevemente commentato i<br />

brani biblici da Lui scelti per la celebrazione.<br />

Quindi ha così concluso: «Infine<br />

ci auguriamo a vicenda la gioia di<br />

esser preti. Invochiamo Maria, che fu<br />

invitata dall'Angelo ad accogliere la<br />

sua missione con la parole: Rallegrati.<br />

Essa capì quell'invito, le rimase vivo<br />

nel cuore e lo attualizzò quotidianamente<br />

col Magnificat, che ha consegnato<br />

alla Chiesa, a ciascuno di noi.<br />

Con questa intenzione invochiamo Maria<br />

sorgente della nostra gioia, Regina<br />

della pace. Nostra Signora del Rimedio,<br />

e della Buona Accoglienza. “La<br />

gioia del sacerdote non è sempre facile,<br />

non può essere superficiale. L'unzione<br />

dello Spirito Santo, scaccia dall'animo<br />

la mondana tristezza che non<br />

è secondo Dio. La gioia del prete, la<br />

gioia di essere prete è seme di fede, è<br />

seme di amore alla Chiesa, è seme di<br />

vocazione al sacerdozio e alla vita religiosa.<br />

Quando la gioia dello Spirito<br />

Santo, diventa profonda, calma, continua,<br />

allora si chiama pace. I sacerdoti<br />

devono essere possessori di questa pace,<br />

perché devono augurarla e donarla<br />

al popolo nelle azioni liturgiche. Credo<br />

che sia ormai urgente e più salvifico<br />

che la nostra attenzione venga conquistata<br />

dal fascino del Signore e dei suoi<br />

misteri; più che alla nostra povertà<br />

giova adesso guardare alla sua ricchezza;<br />

più che elencare le debolezze del<br />

nostro servizio, è bello e opportuno lasciarsi<br />

pervadere della forza unificante<br />

che promana da lui”. Così si esprimeva<br />

con i suoi sacerdoti il Card. Giovanni<br />

Colombo, Arcivescovo di Milano in<br />

un'epoca non certo facile, quella della<br />

contestazione; così voglio esprimermi<br />

io con voi, augurandovi di cercare,<br />

scoprire, gustare, predicare e trasmettere<br />

la gioia del vostro sacerdozio: la<br />

potrete trovare e riconoscere sul volto<br />

di Cristo; è il volto di colui che ci ha<br />

consacrato col dono dello Spirito, colui<br />

che ci accompagna ogni giorno,<br />

perché vuole restare con noi, colui che<br />

ci accoglierà e, come ci ha promesso,<br />

si cingerà e passerà a servirci. “Beati<br />

quei servi” (Lc 12,37)».<br />

Dopo la Celebrazione Eucaristica si<br />

è ritrovato con i sacerdoti per un incontro<br />

fraterno da Lui voluto, come in<br />

ogni giornata di ritiro, in Seminario, e<br />

con i familiari del clero: particolare<br />

che ormai da anni consolida attorno a<br />

lui un affetto pastorale, paterno e fraterno<br />

insieme, nella comunione di questa<br />

Santa Chiesa arborense.<br />

GIOVANNI MARIA COSSU<br />

Nella chiesa romana<br />

di santa Dorotea<br />

concerto di Natale<br />

dei «Pueri cantores»<br />

della Cappella Sistina<br />

La Giornata dedicata al digiuno per<br />

la pace si è conclusa nella parrocchia<br />

di Santa Dorotea a Porta Settimiana in<br />

Trastevere con un «Concerto di Natale»<br />

dei «Pueri Cantores» della Cappella<br />

Sistina diretti dal Maestro don Marcos<br />

Pavan. All'organo sedeva il Maestro<br />

Gianluca Libertucci. In programma<br />

cinque pezzi del Maestro della Cappella<br />

Sistina Giuseppe Liberto, di Mendelssohn,<br />

di Somma e di Faure. «Vieni,<br />

Signore Gesù», «Gaude, Virgo»,<br />

«Loda il Signore», «Veni, Domine»,<br />

«Mater cantans Filio», «Maria, Mater<br />

Gratiae», «La luce della stella», «Da pacem,<br />

Domine», «Gli angeli delle campagne»,<br />

«Astro del ciel»; «Adeste fideles».<br />

Melodie celebri, melodie di recente<br />

composizione del Maestro Liberto,<br />

musiche che segnano il tempo dell'attesa<br />

e della speranza. Le voci bianche<br />

della Sistina compongono per davvero<br />

un coro d'eccezione. Bravura, capacità<br />

dei piccoli di cantare all'«unisono», voci<br />

celesti capaci di elevare il cuore e<br />

l'anima verso pensieri alti e sublimi.<br />

Tanti gli applausi per i piccoli e il loro<br />

Maestro Pavan.<br />

Al termine del Concerto il parroco<br />

Padre Umberto Fanfarillo ringraziava i<br />

ragazzi per la loro bravura e la loro testimonianza<br />

ed inviava un corale augurio<br />

di pace ai bambini che soffrono in<br />

Afghanistan, nei Territori dell'Autorità<br />

Palestinese, in Israele e negli altri luoghi<br />

di conflitto e di morte. Tra i presenti<br />

anche Mons. Giuseppe Liberto,<br />

Direttore della Cappella Sistina, sacerdoti,<br />

religiosi e religiose delle parrocchie<br />

di Trastevere.<br />

Al termine i presenti hanno dato la<br />

loro offerta per le vittime della guerra<br />

in Afghanistan e per i profughi in Pakistan.<br />

Con questo secondo Concerto la<br />

parrocchia di santa Dorotea ha aperto<br />

un nuovo ciclo per sensibilizzare fedeli<br />

e visitatori ai valori alti della musica e<br />

della solidarietà. (g.g.)


A ROMA<br />

PAGINA<br />

9 .<br />

Sgomberate per alcune ore due palazzine<br />

Paura all'Appio<br />

per una fuga di gas<br />

Notte di paura, quella tra venerdì e<br />

sabato, per una trentina di famiglie dell'Appio.<br />

Svegliati in piena notte e fatti<br />

allontanare alla svelta dalle abitazioni<br />

per una fuga di gas, per molti, oltre al<br />

disagio, si è aggiunto l'incubo di vivere<br />

in prima persona una sventura simile a<br />

quella recente accaduta in via Ventotene.<br />

Poi sabato mattina, dopo alcune ore<br />

trascorse al riparo nei locali della vicina<br />

parrocchia di san Giovanni Battista de<br />

Rossi, è arrivato il cessato pericolo e<br />

l'autorizzazione a rientrare nelle rispettive<br />

abitazioni.<br />

L'allarme è scattato intono alle 2.30<br />

quando è stato segnalato ai Vigili del<br />

fuoco un forte odore di gas proveniente<br />

dalla sede stradale di via Latina. I pompieri<br />

hanno immediatamente compiuto<br />

un sopralluogo che ha riscontrato una<br />

dispersione di gas proveniente dalle condotte<br />

fognarie e dai locali interrati del<br />

civico 276. I Vigili hanno deciso di fare<br />

sgomberare il condominio, due palazzine,<br />

di cinque piani ciascuna, che hanno<br />

in comune lo stesso ingresso. Una cinquantina<br />

di persone sono state ospitate<br />

nella parrocchia, dove hanno ricevuto<br />

coperte e bevande calde dal personale<br />

della Protezione Civile del Comune. Sul<br />

posto la Polizia, i Carabinieri ed i Vigili<br />

urbani hanno delimitato la zona per evitare<br />

rischi ulteriori.<br />

I tecnici dell’Italgas, intervenuti con<br />

tre squadre tra le quali quella di ricerca<br />

preventiva dispersioni, hanno compiuto<br />

sopralluoghi più approfonditi individuando<br />

due punti di dispersione, in una<br />

condotta principale ed in una secondaria.<br />

Questo secondo problema è stato risolto<br />

in breve tempo; più impegnativo è<br />

risultato l’altro. L’Acea, per precauzione,subito<br />

dopo l’allarme ha interrotto la<br />

fornitura di energia elettrica nella zona.<br />

Tra le ipotesi delle cause che hanno<br />

provocato la rottura della condotta di<br />

gas a circa 1 metro e mezzo di profondità,<br />

proprio davanti l’ingresso del civico<br />

276, la più accreditata sarebbe un cedi-<br />

mento del terreno dovuto alle vibrazioni<br />

provocate dal traffico e in particolare il<br />

passaggio nella strada di mezzi pesanti.<br />

È quanto suppongono i tecnici dell’Italgas<br />

che, conclusa la riparazione della<br />

rottura del tubo, hanno avviato un controllo<br />

generale in tutta la zona individuando<br />

alcune microperdite che sono<br />

state tutte riparate in pochi minuti.<br />

Il prefetto Emilio Del Mese, che dall'alba<br />

ha seguito sul posto le operazioni,<br />

si è felicitato con i Vigili del fuoco e con<br />

i tecnici dell’Italgas per la tempestività<br />

dell'intervento.<br />

Freddo: la Caritas<br />

apre nuovi locali<br />

al Ponte Casilino<br />

L'ondata di forte freddo di questi<br />

giorni, che colpisce e penalizza<br />

duramente soprattutto gli emarginati<br />

senza fissa dimora, ha spinto<br />

la Caritas diocesana ad anticipare<br />

l’apertura dei nuovi locali ristrutturati<br />

nella zona del Ponte Casilino,<br />

per mettere a disposizione dei<br />

poveri 50 nuovi posti letto. Lo ha<br />

reso noto, venerdì, la stessa organizzazione<br />

diocesana, precisando<br />

di avere accelerato i lavori, grazie<br />

anche alla collaborazione del Comune,<br />

nei locali ristrutturati in<br />

via Casilina Vecchia 1, dove esistevano<br />

già trenta posti letto. L’inaugurazione<br />

era stata prevista<br />

tra qualche settimana.<br />

Intanto, sempre per fronteggiare<br />

le difficoltà dovute all'emergenza<br />

freddo il Municipio XV ha attivato<br />

un servizio di protezione civile.<br />

I numeri telefonici per richieste<br />

di intervento sono quelli del<br />

dipartimento del Comune oppure<br />

i 329.0548300/1.<br />

URBANISTICA L'annuncio durante un convegno<br />

Un concorso internazionale<br />

per il recupero di Corviale<br />

«L’emergenza del quartiere di Corviale<br />

non può più attendere, è necessario<br />

trovare una soluzione per migliaia di inquilini<br />

che alloggiano in una sorta di<br />

ghetto cementificato». A rilanciare l’allarme<br />

sociale sul degrado delle condizioni<br />

in cui sono costrette a vivere oltre<br />

1.000 famiglie all’interno della struttura<br />

edilizia lunga un chilometro che si erge<br />

sulla via Portuense è stato ieri, venerdì,<br />

il commissario straordinario dell’Istituto<br />

autonomo case popolari (Iacp), Pietro<br />

Magno, in convegno espressamente dedicato<br />

ai progetti di recupero e trasformazione<br />

del complesso abitativo, la cui<br />

costruzione risale al 1982.<br />

L’incontro è stato organizzato nella<br />

sala «ex stenditoio» di San Michele a Ripa,<br />

a Trastevere, in collaborazione con<br />

la facoltà di Architettura della Sapienza,<br />

allo scopo di promuovere un «concorso<br />

di idee» a livello internazionale, dal quale<br />

possa finalmente uscire una soluzione<br />

definitiva per quello che viene dai più<br />

considerato uno scempio urbanistico. Il<br />

cosiddetto «serpentone» di Corviale alto<br />

circa 30 metri, ospita lungo i corridoi,<br />

oltre agli appartamenti, numerosi locali<br />

che nel progetto originario avrebbero<br />

dovuto essere utilizzati come uffici, ne-<br />

Ridotta la tassa<br />

per l'occupazione<br />

del suolo pubblico<br />

Roma è la prima città italiana ad<br />

adottare una nuova tipologia di pagamento<br />

per la Cosap, la tariffa<br />

dovuta dai titolari di bar e ristoranti<br />

che hanno tavolini e ombrelloni<br />

all’esterno, per l’occupazione di<br />

suolo pubblico: da temporanea diviene<br />

permanente è c’è un abbattimento<br />

dei costi fino al 56 per cento.<br />

Lo hanno annunciato, venerdì,<br />

in Campidoglio, illustrando una delibera<br />

appena approvata in Giunta,<br />

il Sindaco Walter Veltroni e l’assessore<br />

al Bilancio Marco Causi,<br />

alla presenza dei presidenti di<br />

Confcommerico e Confesercenti.<br />

Guardia di Finanza<br />

sequestra<br />

200.000 dollari falsi<br />

Sarebbe stato uno dei più consistenti<br />

quantitativi di dollari falsi<br />

immessi nel mercato della capitale:<br />

circa 200.000, che avrebbero<br />

fatto guadagnare alla criminalità<br />

organizzata più di mezzo miliardo<br />

di lire. Li hanno trovati, venerdì,<br />

gli uomini del Gruppo Operativo<br />

Antidroga del Nucleo di Polizia Tributaria<br />

del Lazio nel corso di una<br />

operazione che riguardava un traffico<br />

di stupefacenti.<br />

gozi, biblioteche e spazi ricreativi, ma<br />

che in realtà sono rimasti sempre chiusi.<br />

Il complesso, incupito dal grigio colore<br />

del cemento, è afflitto inoltre da problemi<br />

oramai cronici come ascensori guasti,<br />

crepe nei muri e nei pavimenti, caldaie<br />

che in inverno non funzionano e<br />

con l’umidità che penetra nelle case.<br />

Su oltre 1.200 alloggi, come denunciato<br />

dallo stesso commissario dello Iacp,<br />

ben 1.071 risultano occupati da inquilini<br />

morosi. L’Istituto spende poi mediamente<br />

500 milioni l’anno per la manutenzione<br />

ordinaria del complesso, mentre recentemente<br />

sono stati stanziati 5 miliardi<br />

per la manutenzione straordinaria.<br />

Ma si tratta di interventi tampone, che<br />

non risolvono il problema di fondo.<br />

I lunghi corridoi a perdita d’occhio<br />

che si snodano tra gli appartamenti ed i<br />

locali, nel tempo, sono diventati luoghi<br />

pericolosi per gli stessi inquilini. Infatti<br />

spesso sono usati come piste per le corse<br />

dei motocicli, mentre durante le ore<br />

notturne si offrono come rifugio per<br />

sbandati di ogni genere. A Corviale<br />

mancano poi spazi verdi per far giocare<br />

i bambini. Per le famiglie si tratta di vivere<br />

in un immenso dormitorio.<br />

Nonostante le proteste degli abitanti e<br />

le varie discussioni in materia, per Corviale<br />

non è mai stata trovata una soluzione<br />

alternativa. Dal convegno sono<br />

emerse diverse proposte che vanno dalla<br />

riqualificazione della struttura al completo<br />

abbattimento per erigere al suo<br />

posto un nuovo quartiere. «Il complesso<br />

è comunque al centro delle attenzioni<br />

degli organi competenti della Regione<br />

Lazio — ha sottolineato Magno — che<br />

dovrebbe mettere a disposizione le risorse<br />

necessarie per il programma degli interventi<br />

di recupero».<br />

Nella primavera del prossimo anno,<br />

ha aggiunto il commissario, una commissione<br />

formata da Iacp, Regione e<br />

Provincia, sceglierà la proposta architettonica<br />

urbanistica migliore tra quelle<br />

emerse nel convegno, che diviso in due<br />

sessioni, si concluderà all’inizio del<br />

2002. L’Istituto da parte sua, pur essendo<br />

gravato da un forte deficit finanziario,<br />

ha provveduto ugualmente a stanziare<br />

dei fondi urgenti per risanare le situazioni<br />

più gravi. Circa 2 miliardi sono,<br />

infatti, destinati alla manutenzione degli<br />

ascensori mentre un miliardo servirà per<br />

opere di ristrutturazione al lotto numero<br />

sei del complesso.<br />

Il prof. Renato Palumbo, preside della<br />

Facoltà di Architettura, ha invece messo<br />

in rilievo la collaborazione con lo Iacp<br />

per risolvere il problema di Corviale.<br />

«La Facoltà intende d'ora in poi essere<br />

parte attiva nei progetti urbanistici della<br />

città —ha affermato il preside —. L’opera<br />

dei docenti e dei ricercatori può essere<br />

una valido ausilio per trovare soluzione<br />

efficaci».<br />

ALESSANDRO TRENTIN<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 16 Dicembre 2001<br />

Regione: un fondo<br />

di solidarietà<br />

per le vittime<br />

di via Ventotene<br />

Un fondo di solidarietà per le vittime<br />

della tragedia di via Ventotene è stato<br />

istituito dalla Giunta regionale. Il fondo,<br />

che ammonterà a 200 milioni di lire, sarà<br />

finalizzato a interventi di sostegno in<br />

favore dei familiari delle vittime, ma sarà<br />

anche a disposizione di quanti abbiano<br />

subito danni per il crollo della propria<br />

abitazione o del proprio immobile<br />

destinato ad attività produttive. Lo stanziamento<br />

sarà messo a disposizione del<br />

Comune di Roma.<br />

Sempre in relazione alla tragedia di<br />

via Ventotene, la Giunta comunale ha<br />

approvato uno stanziamento di 250 milioni<br />

di lire per completare il recupero<br />

edilizio del palazzo di piazzale Jonio 53,<br />

rimasto danneggiato in seguito all’esplosione.<br />

Intanto, sul fronte dell'inchiesta giudiziaria,<br />

è stato ascoltato il funzionario<br />

dell’Italgas in servizio la sera del 26 novembre,<br />

il giorno precedente alla tragedia.<br />

Indagato per disastro colposo e<br />

omicidio colposo plurimo assieme al caposquadra<br />

e al tecnico dell’Italgas che<br />

intervennero quella sera, l’uomo è stato<br />

interrogato per tre ore dal pubblico ministero,<br />

Ilaria Calò. Davanti al magistrato<br />

il funzionario addetto allo smistamento<br />

delle squadre, che non si limita soltanto<br />

a rispondere alle chiamate ma che<br />

coordina le telefonate e decide le priorità<br />

d’intervento a seconda della gravità<br />

delle situazioni, ha ricostruito come funziona<br />

lo smistamento delle richieste, fornendo<br />

spiegazioni sul sistema di comunicazione<br />

tra le squadre in strada, la<br />

centrale operativa e le chiamate dei<br />

clienti. L’uomo ha detto di aver fornito<br />

tutte le spiegazioni e ribadito di aver fatto<br />

in pieno il suo dovere, inviando la<br />

squadra in via Ventotene la sera del 26<br />

novembre tre volte tra le 19 e le 22, l’ultima<br />

delle quali con una volante del 113.<br />

È probabile comunque che il pm Ilaria<br />

Calò decida nei prossimi giorni di ascoltare<br />

nuovamente tutti e tre gli indagati,<br />

anche alla luce delle testimonianze degli<br />

abitanti della via.<br />

17 DICEMBRE 2001<br />

Feria di Avvento - (viola)<br />

Messa propria del 17 dicembre<br />

Lezionario: Gn 49, 2.8-10; Salmo<br />

71; Mt 1, 1-17<br />

Liturgia delle Ore: Lun. III sett.<br />

Ufficio della Feria con le parti<br />

proprie del 17 dicembre<br />

Sincerità<br />

Ci vuole gran forza d'animo e di mente<br />

per apprezzare la sincerità quando ci ferisce,<br />

o per praticarla senza che offenda.<br />

Pochi hanno tempra da sopportare la verità<br />

e da saperla dire.<br />

(Luc de Clapiers Vauvenargue)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

TRASPORTI Fino al 28 febbraio le emettitrici accetteranno anche le lire<br />

Atac: nessun aumento<br />

per le tariffe in euro<br />

Dalla mezzanotte del 31 dicembre entrano<br />

in funzione gli Eurobiglietti di metrebus<br />

ed gli europarchimetri. Il sistema<br />

dei titoli di viaggio dell’Atac e la sosta a<br />

pagamento della «fascia blu» si adeguano<br />

alla nuova divisa. I costi di vendita<br />

nella conversione dal valore in lire a<br />

quello in euro non hanno subito nessun<br />

arrotondamento, quindi un Eurobit costerà<br />

0,77 euro, l’esatto controvalore di<br />

1.500 lire ed un Eurobig, biglietto integrato<br />

giornaliero, costerà 3,10 euro, pari<br />

alle attuali 6.000 lire, e così via per tutti<br />

i titoli e gli abbonamenti previsti da metrebus.<br />

Saranno tradotte in euro anche<br />

le multe per chi viaggia sprovvisto di biglietto<br />

con un importo di 51 euro. L’adeguamento<br />

al nuovo sistema è costato<br />

all’azienda 4,5 miliardi di lire.<br />

Fino al 28 febbraio saranno attivi ancora<br />

tutti e due i circuiti di vendita, poiché<br />

soltanto 90 emettitrici automatiche<br />

su un totale di 360 presenti nelle stazioni<br />

della metropolitana, accetteranno unicamente<br />

la valuta euro. Con l’introduzione<br />

della nuova moneta verranno<br />

completamente eliminate anche le 42<br />

emettitrici magnetiche di vecchia generazione<br />

poste lungo la linea B della metro.<br />

A parte questi cambiamenti, tutti i<br />

titoli emessi nel corso del 2001 continueranno<br />

ad essere validi fino alla loro rispettive<br />

scadenza.<br />

Ma il cambiamento monetario non ha<br />

coinvolto soltanto il sistema di trasporto,<br />

l’Atac infatti ha dovuto modificare<br />

anche tutti i 1.305 parcometri presenti<br />

sulle strada romane. Anche questi fino<br />

al 28 febbraio accetteranno ambedue le<br />

divise, con una piccola modifica di tempo<br />

di sosta invece che di importo. Per<br />

questione di praticità, infatti, poiché<br />

una ora di sosta del valore attuale di<br />

2000 lire, costerà esattamente 1,03 euro,<br />

sarà possibile introdurre un solo euro<br />

per una sosta ridotta a 58 minuti. I costi<br />

delle tessere microchip a più ore rimarranno<br />

invece invariati.<br />

I cambiamenti che L’Atac si propone<br />

di effettuare per il nuovo anno, comun-<br />

que non si esauriranno con l’adeguamento<br />

di tutto il sistema in euro, ma riguarderannoancheilserviziodeitrasporti<br />

di superficie durante i giorni festivi.<br />

Con un sondaggio di rilevamento sugli<br />

effettivi spostamenti con i mezzi pubblici<br />

dei romani durante le domeniche e<br />

i giorni di festa, presentato ufficialmente<br />

venerdì presso la sede centrale dell’azienda,<br />

l’Atac ha delineato gli afflussi<br />

dei cittadini, evidenziando un quadro<br />

completamente diverso da quello delineato<br />

nei giorni feriali. L’attuale rete di<br />

trasporti, infatti, è stata tracciata per<br />

soddisfare le esigenze di mobilità verso<br />

gli uffici e le scuole, e rimane invariata,<br />

eccetto che per la frequenza, anche durante<br />

la domenica. Con il sondaggio,<br />

svolto in quattro domeniche a cavallo<br />

fra i mesi di novembre e dicembre, sono<br />

stati mostrati i cambiamenti di flusso,<br />

spesso in contro tendenza rispetto al resto<br />

della settimana.<br />

La campagna di monitoraggio ha<br />

coinvolto 20.000 utenti alle fermate degli<br />

autobus, 140 linee, prevalentemente periferiche<br />

e 70 punti di rilevamento per il<br />

conteggio dei passeggeri in vettura, concentrati<br />

per lo più al Centro della città.<br />

Il risultato generale che è emerso dall’indagine<br />

ha sottolineato che molte delle<br />

linee fra le più affollate durante la settimana,<br />

come per esempio quelle in<br />

prossimità delle università, dei ministeri<br />

e nei quartieri a maggior concentrazione<br />

di uffici, sono quasi completamente vuote<br />

la domenica, mentre risultano scoperte<br />

alcune aree di interesse ricreativo, come<br />

quelle dove sono presenti le multisale<br />

dei cinema, i teatri e i parchi giochi.<br />

Oltre il 65% degli intervistati infatti ha<br />

affermato di dovere raggiungere la propria<br />

meta a piedi, poiché nell’area è carente<br />

il servizio.<br />

Il progetto dell’Atac, quindi, mira a<br />

disegnare una rete festiva maggiormente<br />

aderente alle effettive necessità della popolazione<br />

viaggiante, estendendo i servizi<br />

e gli orari al fine di garantire una regolarità<br />

di trasporto verso le zone più ri-<br />

chieste. Le linee entro la rete ferroviaria<br />

e quelle di collegamento fra quartieri<br />

densamente popolati e il Centro storico<br />

non subiranno alcun cambiamento, eccetto<br />

dei potenziamenti dove il servizio<br />

normale risultasse insufficiente. Mentre<br />

quelle più periferiche potrebbero essere<br />

soppresse. Al loro posto una proposta<br />

dell’Atac sarebbe quella di fornire al cittadino<br />

un servizio a chiamata singola,<br />

una sorta di taxi pubblico a disponibilità<br />

dei cittadini.<br />

RITA DIETRICH<br />

CeIS: Santa Messa<br />

del Card. Ruini<br />

per il Natale<br />

Venerdì 21 dicembre, alle ore<br />

18, nella parrocchia Gesù Buon<br />

Pastore alla Montagnola, il Centro<br />

Italiano di Solidarietà celebrerà<br />

con il Card. Ruini il Santo<br />

Natale. Al rito parteciperanno i<br />

giovani, le famiglie, gli operatori<br />

e gli amici del CeIS, ma l’invito<br />

è esteso a tutti coloro che<br />

intendono condividere le gioie,<br />

le speranze di quanti si impegnano<br />

quotidianamente per vincere<br />

la droga nel senso della<br />

solidarietà. Dopo la Santa Messa<br />

sarà inaugurato il presepio<br />

presso la sede del CeIS di via<br />

Attilio Ambrosini 129.<br />

Spettacolo teatrale<br />

al Don Guanella<br />

Domenica 16, alle 15.30, presso<br />

il teatro dell'Opera Don Guanella<br />

(via Aurelia Antica 446)<br />

verrà messo in scena lo spettacolo<br />

«La bambina di Chimel» liberamente<br />

tratto dall'omonimo<br />

romanzo di Rigoberta Menchù.<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

LUNEDÌ 17 DICEMBRE<br />

00.10: Studio A (stereo): Con<br />

voi nella notte<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti<br />

Cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

in italiano, spagnolo,<br />

portoghese, francese,<br />

inglese, tedesco e polacco<br />

16.30: Il Sacro nella musica<br />

verdiana di Paolo Di Nicola<br />

17: Liturgia delle Ore: celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco:<br />

Weltkirchen-Magazin<br />

20.40: Recita del Santo Rosario<br />

in latino<br />

21.30: Programma francese:<br />

La Cité du Vatican: la Fabrique<br />

de Saint Pierre<br />

21.50: Programma inglese<br />

22.10: Programma spagnolo<br />

LUNEDÌ 17 DICEMBRE<br />

24: Rosario biblico (versione<br />

spagnola)<br />

7: Rubrica: Chiesa in cammino:<br />

Africa<br />

7.30: Rubrica: Tre minuti dello<br />

Spirito<br />

9: In diretta dalla Cappella di<br />

Telepace in Roma: Santa<br />

Messa<br />

9.45: Rosario biblico<br />

12.30: Cappella di Telepace<br />

in Roma: Santa Messa<br />

16: In diretta dalla Cappella<br />

di Telepace in Roma: Santo<br />

Rosario e Adorazione Eucaristica<br />

19.30-22.30: Notiziario


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

La<br />

situazione<br />

politica<br />

Il dialogo tra maggioranza e opposizione<br />

sulla giustizia è stato appena abbozzato<br />

e già si trova davanti nuovi<br />

ostacoli. Lo dimostrano le polemiche sul<br />

presunto incontro di Lugano (nel quale,<br />

secondo quanto pubblicato da alcuni organi<br />

d'informazione, si sarebbe architettata<br />

una manovra giudiziaria a livello<br />

europeo contro il Presidente Berlusconi)<br />

e sull’avvio dell’iter per istituire la commissione<br />

d'inchiesta sull’«uso politico»<br />

della giustizia.<br />

Che vi siano interesse e impegno a superare<br />

la fase dello scontro, lo dimostra<br />

il fatto che da esponenti di primo piano<br />

di entrambi gli schieramenti sono arrivati<br />

inviti a stemperare i toni e ad evitare<br />

attacchi strumentali.<br />

Resta comunque il durissimo intervento<br />

del procuratore generale di Milano<br />

il quale, oltre a chiedere un'iniziativa<br />

del Capo dello Stato «a tutela dell'onorabilità»<br />

del sostituto procuratore Ilda<br />

Boccassini (citata come partecipante al<br />

presunto incontro di Lugano), ha polemicamente<br />

rilevato che questa «menzogna»<br />

proviene «da due testate edite da<br />

ambienti vicini alla famiglia Berlusconi»<br />

e che la Boccassini «rappresenta la pubblica<br />

accusa in processi in cui sono imputati<br />

l’on. Previti e il Presidente del<br />

Consiglio».<br />

Né ha giovato alla distensione la decisione<br />

di parlamentari del centro destra<br />

di mettere in calendario alla Camera il<br />

dibattito sulla commissione che dovrebbe<br />

accertare «l’uso politico della giustizia».<br />

La Margherita l'ha definita «la peggiore<br />

risposta possibile» agli inviti al dialogo.<br />

Dialogo che peraltro non sembra<br />

convincere tutti nel centro sinistra, almeno<br />

a giudicare dai consensi ricevuti<br />

da Di Pietro al congresso del Pdci sulla<br />

proposta di un'alleanza comune (con<br />

Verdi e Udeur) contro Berlusconi.<br />

Ma anche la maggioranza e lo stesso<br />

Esecutivo continuano a mostrare vistose<br />

crepe, malgrado la delicatissima fase internazionale.<br />

Lo dimostra il fermo comunicato<br />

con il quale Berlusconi ha<br />

sconfessato il ministro delle Politiche comunitarie,<br />

Buttiglione, che aveva accusato<br />

il ministro degli Esteri, Ruggiero, di<br />

scarsa collaborazione nella vicenda del<br />

mandato di cattura europeo. Il Premier<br />

ha ringraziato il titolare della Farnesina<br />

per il prezioso lavoro svolto, facendo sapere<br />

di avere concordato con lui anche<br />

il testo del comunicato.<br />

Il caso non ha mancato, ovviamente,<br />

di attirare l'attenzione dell'opposizione,<br />

che già in precedenti occasioni aveva<br />

cercato di evidenziare l'operato di Ruggiero<br />

contrapponendolo al resto di un<br />

Governo che, come ha detto Brutti (Ds),<br />

sarebbe capace solo di fare «figure da<br />

dilettanti».<br />

Se per Buttiglione l’incidente con<br />

Ruggiero è già chiuso (pur dopo aver<br />

dato anche del «permaloso» al ministro<br />

degli Esteri), e se Berlusconi ha cercato<br />

di sdrammatizzare con una battuta su<br />

un Governo «litigarello», Ruggiero ha<br />

fatto sapere di considerare «molto grave»<br />

il fatto che si dicano «cose infondate»<br />

da parte di «un membro del Governo»,<br />

come se lui fosse «un ministro dell'opposizione».<br />

A muovere appunti a Ruggiero ci si è<br />

messo anche il ministro delle Politiche<br />

agricole, Alemanno, secondo il quale il<br />

titolare della Farnesina sarebbe un ministro<br />

«tecnico» ma che spesso non riuscirebbe<br />

a «coprire politicamente il Governo».<br />

Resta poi aperto il problema Castelli:<br />

il ministro della Giustizia continua a<br />

criticare il mandato di cattura europeo,<br />

che è arrivato a definire «un 11 settembre<br />

della giustizia italiana».<br />

Tutto questo non può non sconcertare<br />

i cittadini i quali, vista la larga maggioranza<br />

parlamentare del centro destra,<br />

si aspetterebbe meno polemiche e maggiore<br />

coerenza e coesione nelle scelte.<br />

10 .<br />

in primo piano<br />

PENSIONI Si sta definendo un nuovo testo delega<br />

Stringe i tempi<br />

il ministro del Lavoro<br />

ROMA, 15.<br />

In vista del varo della delega sulle<br />

pensioni, il ministro del Lavoro e delle<br />

Politiche sociali, Roberto Maroni, stringe<br />

i tempi. Dopo l’incontro di giovedì<br />

sera a Palazzo Chigi, ieri ha incontrato<br />

nuovamente Cgil Cisl e Uil. La riunione<br />

è servita ad una ulteriore verifica sul testo<br />

del provvedimento.<br />

I sindacati hanno ribadito le loro richieste.<br />

In particolare, secondo il segretario<br />

confederale della Cisl, Pierpaolo<br />

Baretta, «non c’è ragione per rinviare la<br />

presentazione della delega se il Governo<br />

accoglierà di destinare tutto il Trattamento<br />

di fine rapporto (Tfr) ai fondi<br />

chiusi negoziati e se le “compensazioni”<br />

sul costo del lavoro non comporteranno<br />

una riduzione delle pensioni. Ora il Governo<br />

— ha concluso Baretta — ha tutti<br />

gli elementi per decidere».<br />

Nessuna tregua natalizia dunque. Sul<br />

tema delle pensioni, i ministri del Lavoro<br />

Maroni e dell’Economia Tremonti respingono<br />

la richiesta di pausa avanzata<br />

ancora ieri da Confindustria. Anzi: il testo<br />

definitivo sarà pronto entro oggi, ha<br />

annunciato Maroni. Con l’auspicio, condiviso<br />

da Tremonti, che il provvedimento<br />

sia varato nella riunione del Consiglio<br />

dei Ministri di mercoledì prossimo. Anche<br />

se la decisione spetta in ogni caso al<br />

Presidente del Consiglio Berlusconi, che<br />

riceverà il testo al suo ritorno da Laeken.<br />

Il Governo va avanti sulla sua strada,<br />

quindi. Malgrado le sollecitazioni dei<br />

sindacati, tornati a chiedere di non ce-<br />

Altri dieci scali<br />

gestiti in proprio<br />

dalle società<br />

aeroportuali<br />

ROMA, 15.<br />

Dieci aeroporti italiani passano alla<br />

gestione totale da parte delle relative società<br />

aeroportuali. Sono state infatti firmate,<br />

presso la Direzione Generale dell’Ente<br />

Nazionale per l’Aviazione Civile,<br />

le convenzioni per l’affidamento delle<br />

gestioni totali degli aeroporti di Ancona,<br />

Brescia, Firenze, Lamezia Terme, Palermo,<br />

Perugia, Pescara, Pisa, Reggio Emilia<br />

e Verona. Si tratta di convenzioni<br />

che prevedono l’affidamento delle gestioni<br />

per un periodo provvisoriamente<br />

fissato in tre anni, in attesa che l’esame<br />

dei programmi di intervento presentati<br />

dalle società consenta di fissare, in via<br />

definitiva, la durata delle concessioni<br />

stesse, che potrà raggiungere i quaranta<br />

anni. Pronta anche l’istruttoria per l’aeroporto<br />

di Bologna, la cui firma, su richiesta<br />

della società stessa, è stata posticipata<br />

al 20 dicembre.<br />

Questi aeroporti vanno ad aggiungersi<br />

ad altri otto, Roma Fiumicino, Roma<br />

Ciampino, Milano Malpensa, Milano Linate,<br />

Bergamo, Venezia, Torino e Genova,<br />

che operano già in regime di concessione<br />

totale, sulla base di leggi speciali.<br />

La determinazione alla sottoscrizione<br />

delle convenzioni, anche in assenza di<br />

un quadro burocratico amministrativo<br />

certo di riferimento, è dovuta — spiega<br />

l’Enac — alla priorità di regolamentare<br />

il funzionamento degli aeroporti, nel rispetto<br />

della sicurezza, definendo la posizione<br />

delle società affidatarie quale soggetti<br />

unici di riferimento per la funzionalità<br />

operativa aeroportuale e chiarendo<br />

la ripartizione delle competenze relative<br />

soprattutto ai vari aspetti della sicurezza.<br />

Undici clandestini curdi affamati in un camion<br />

POTENZA — Da tre giorni senza cibo, in pochi metri quadrati, in condizioni<br />

igieniche terribili: così undici clandestini curdi sono stati trovati sabato dalla<br />

Polizia su un autocarro proveniente dalla Turchia, il cui autista, un romeno<br />

di 29 anni, è stato arrestato dopo un inseguimento sul raccordo autostradale<br />

Potenza-Sicignano degli Alburni. La presenza di qualcuno a bordo dell’autocarro<br />

è stata notata da un automobilista: vista una mano che sporgeva<br />

dal veicolo, l’uomo ha avvertito la Polizia che ha intercettato l’autocarro e<br />

lo ha inseguito. Il viaggio degli undici curdi era cominciato in Irak 40 giorni<br />

fa al costo di circa tremila dollari ciascuno. I clandestini sono stati rifocillati<br />

dalla Caritas di Potenza. L’autocarro è giunto in Italia quasi certamente attraverso<br />

il porto di Bari.<br />

Donna con l'auto nel Naviglio a Milano: salvata<br />

MILANO — Una donna, colta da malore la notte di sabato a Milano mentre<br />

era alla guida della sua auto, è finita nel Naviglio Grande ed è stata salvata<br />

da due passanti e da un agente di polizia. L’incidente è avvenuto all’una e<br />

10, quando l'auto ha sfondato il parapetto ed è finita in acqua. Due persone,<br />

che avevano assistito al fatto, hanno chiamato la polizia e poi si sono tuffate<br />

per salvare la conducente. A loro si è unito, poco dopo, un agente della<br />

polizia, che ha aiutato ad estrarre la donna dal veicolo.<br />

A Bari una lapide in ricordo del ragazzo ucciso<br />

BARI — Una lapide sul portone della sua casa è stata inaugurata sabato in<br />

ricordo di Michele Fazio, il quindicenne ucciso per sbaglio con un colpo di<br />

pistola alla testa la sera del 12 luglio scorso, nel centro storico di Bari. Il<br />

presidente dell’associazione mercanti del borgo antico, promotori dell'iniziativa,<br />

ha consegnato un assegno ai genitori della vittima che lo hanno devoluto<br />

«a quelle famiglie che ne hanno più bisogno di noi», come hanno<br />

detto. Michele fu ucciso a pochi passi da casa, in strada Amenduni, dov’era<br />

diretto dopo aver trascorso una giornata di lavoro in un bar. Forse non si<br />

accorse neppure di quello che stava accadendo alle sue spalle. Un giovane,<br />

impugnando una pistola, faceva fuoco all’impazzata contro un pregiudicato<br />

della zona, che si salvò miracolosamente. Michele fu raggiunto da un<br />

proiettile alla nuca che lo uccise all’istante.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 16 Dicembre 2001<br />

GIUSTIZIA E POLITICA ESTERA AL CENTRO DEL<br />

DIBATTITO POLITICO I temi della giustizia, sui quali<br />

il dialogo tra maggioranza ed opposizione era stato<br />

appena abbozzato, già si trova davanti nuovi ostacoli.<br />

E nel Governo nuove polemiche, questa volta sull'azione<br />

del ministro degli Esteri, pesantemente criticato<br />

da alcuni colleghi.<br />

PENSIONI: NUOVI INCONTRI In vista del varo della<br />

delega sulle pensioni, il ministro Maroni, stringe i<br />

dere alle pressioni di Confindustria. Tutto<br />

questo, ha fatto notare Maroni, perché<br />

«non ci sono gli estremi per un rinvio».<br />

Anzi: «ci sono tutte le condizioni<br />

per trovare un accordo». Una risposta al<br />

leader degli industriali D’Amato, «bacchettato»<br />

da Maroni anche per i «toni<br />

eccessivi» usati per chiedere che il Governo<br />

«si prenda una pausa di riflessione».<br />

Se tutto andrà come auspicato dai<br />

due ministri, insomma, Natale dovrebbe<br />

portare la riforma del sistema previdenziale.<br />

Una riforma vera, ha puntualizzato<br />

Maroni, «definitiva, prima dell’entrata<br />

in vigore della legge Dini».<br />

Differito da Lunardi<br />

lo sciopero<br />

nel trasporto aereo<br />

ROMA, 15.<br />

Linea dura del ministro delle<br />

Infrastrutture e dei Trasporti Pietro<br />

Lunardi. Questi ha, infatti,<br />

emanato, ieri, un’ordinanza con<br />

la quale viene differito lo sciopero<br />

dell’intero comparto del trasporto<br />

aereo proclamato per il 17 dicembre.<br />

A seguito dell’intervento della<br />

commissione di garanzia e dello<br />

stesso ministro, le nove sigle sindacali<br />

avevano ridotto la protesta<br />

ad otto ore, dalle 10 alle 18, rispetto<br />

alle 24 proclamate.<br />

FINANZIARIA L'Ulivo insorge per le stime di Marzano<br />

Polemiche alla Camera<br />

sulle prospettive di crescita del Pil<br />

ROMA, 15.<br />

Mentre l’aula di Montecitorio ha iniziato<br />

la seduta di oggi della Finanziaria<br />

2002, dando il via libera all’art. 29 che<br />

prevede le norme per la determinazione<br />

delle eccedenze di personale nella Pubblica<br />

Amministrazione, ieri si sono scatenate<br />

polemiche su una presunta revisione<br />

al ribasso della crescita del Pil. I<br />

gruppi parlamentari dell’opposizione<br />

hanno chiesto in aula alla Camera che il<br />

ministro dell’Economia, Giulio Tremonti,<br />

spieghi all’assemblea il significato delle<br />

ultime stime sulla crescita dell’economia<br />

italiana quest’anno e l’anno prossi-<br />

Fisco e Stato sociale:<br />

a giorni le deleghe<br />

dell'Esecutivo<br />

ROMA, 15.<br />

Prima di Natale il Governo potrebbe<br />

presentare la delega sul fisco.<br />

È quanto si apprende in ambienti<br />

dell’Esecutivo, secondo il<br />

quale la delega per la riforma che<br />

dovrebbe ridisegnare il sistema<br />

delle tasse in Italia potrebbe essere<br />

presentata insieme con la delega<br />

per la riforma dello Stato sociale.<br />

Gli occhi sono puntati sulla<br />

prossima riunione del Consiglio<br />

dei Ministri, che potrebbe tenersi<br />

venerdì 21. In quell’occasione il<br />

Governo potrebbe dare il via libera<br />

alle due deleghe.<br />

Distribuiti dalle Poste<br />

i «mini kit»<br />

delle monete in euro<br />

ROMA, 15.<br />

Dalle prime ore del mattino, gli sportelli<br />

dei 14 mila uffici postali hanno iniziato<br />

la distribuzione delle serie di monete<br />

degli euro: 10 milioni quelli per il<br />

grande pubblico e 400 mila quelli destinati<br />

ai commercianti.<br />

I più curiosi di toccare le nuove monetine<br />

si sono rivelati gli anziani. Un ritorno<br />

ai centesimi per una moneta che<br />

fra 15 giorni accomunerà 300 milioni di<br />

cittadini d'Europa.<br />

Le prime annotazioni sono fra le più<br />

diverse. La prima quella sul peso, che<br />

viene un po' da tutti. Più articolata l’osservazione<br />

sull'estetica che al primo impatto<br />

fa sembrare le nuove monete un<br />

po' “freddine”. Anche il colore rossiccio<br />

viene definito, senza mezzi termini,<br />

«brutto».<br />

Per il momento queste monete non si<br />

possono spendere, non si possono mettere<br />

in circolazione. Belle o brutte che<br />

siano, resta almeno la soddisfazione di<br />

poterci giocare a tombola durante le imminenti<br />

feste natalizie e di fine d'anno.<br />

Così, per qualche giorno gli italiani<br />

accorsi in posta a vedere le nuove monete,<br />

potranno avere la soddisfazione di<br />

giocare un'«euro-tombola».<br />

tempi, incontrando nuovamente Cgil Cisl e Uil. La<br />

riunione è servita ad una ulteriore verifica sul testo<br />

del provvedimento.<br />

PERICOLO GHIAGGIO Più pioggia che neve sull'Italia,<br />

ma adesso il pericolo è il ghiaccio, soprattutto<br />

sulle strade. Le temperature restano rigide, ben<br />

al di sotto dello zero, soprattutto al Nord.<br />

MASSACRO DI NOVI LIGURE: LA SENTENZA Il<br />

Tribunale dei minori di Torino ha condannato a 16<br />

MALTEMPO Lieve miglioramento ma il gelo persiste<br />

Pericolo ghiaccio<br />

su molte strade<br />

ROMA, 15.<br />

Più pioggia che neve oggi sull'Italia<br />

ma adesso il pericolo è il ghiaccio, soprattutto<br />

sulle strade. A Torino il maltempo<br />

si è attenuato rispetto a ieri ma il<br />

Comune ha invitato la cittadinanza a<br />

non usare l’auto e a indossare scarpe<br />

antiscivolo. Per la notte è infatti prevista<br />

un’ondata di gelo, con temperature fino<br />

a meno 10 gradi. L’Amiat ha provveduto<br />

all’«insalamento» delle strade ma il<br />

clima rigido sta rendendo poco efficaci<br />

gli interventi.<br />

Lieve miglioramento dunque su tutto<br />

il Nord — compresa Milano colpita giovedì<br />

sera da una violenta tormenta — in<br />

attesa di un nuovo peggioramento previsto<br />

per stasera. La bora, che ieri a Trieste<br />

aveva raggiunto raffiche di 152 chilometri<br />

all’ora, si è attenuata e soffia ora<br />

a 70-80 chilometri. Più «alte» anche le<br />

temperature con la punta di 19,9 gradi<br />

sotto zero a Tarvisio (Udine), seguita dal<br />

monte Lussari (–15,8) e dal monte Zoncolan<br />

(–9,9). Tutte le principali città sono<br />

da più di 48 ore sotto zero.<br />

In Abruzzo una slavina ha invaso la<br />

strada provinciale «Frentana» nei pressi<br />

del valico della Forchetta, a pochi chilometri<br />

dalla stazione sciistica di Campo<br />

di Giove (L'Aquila). Sono in corso ricerche<br />

per verificare se sotto all’enorme<br />

massa di neve vi siano automobilisti. La<br />

slavina si è staccata da un costone a 300<br />

metri dalla strada ed è precipitata per<br />

mezzo chilometro. Il fronte è di circa<br />

100 metri. Le scuole chiuse in oltre venti<br />

comuni dell’Appennino lucano costi-<br />

mo, rese note ieri dal ministro delle Attività<br />

produttive, Antonio Marzano, che<br />

ha parlato di un tasso di crescita del Pil<br />

intorno all’1,8% nel 20001 e leggermente<br />

più basso per il 2002. «Quel dato dell’1,8%<br />

cambia completamente i nostri<br />

conti», ha detto Luciano Violante, capogruppo<br />

dei Ds a Montecitorio riferendosi<br />

al fatto che la manovra si bassa su<br />

una previsione di crescita del 2,3%.<br />

«Tremonti — ha aggiunto — venga in<br />

aula a chiarire quel dato. Meglio vederci<br />

chiaro adesso nei conti piuttosto che<br />

trovarci tra qualche mese a dover fare<br />

una manovra aggiuntiva». Tenendo conto<br />

del fatto che Tremonti è impegnato<br />

oggi al vertice europeo di Laeken, in<br />

Belgio, Violante ha ipotizzato che sia<br />

Marzano a fornire i chiarimenti. «Se<br />

Tremonti non c’è, allora venga Marzano».<br />

Per il Governo ha replicato il ministro<br />

per l’Attuazione del programma,<br />

Beppe Pisanu, affermando che l’esecutivo<br />

avrebbe fornito i chiarimenti richiesti.<br />

«Si tratta — ha osservato Violante<br />

— della serietà dei nostri lavori. Stiamo<br />

ragionando su cose infondate». Dello<br />

stesso tenore gli interventi dell'ex ministro<br />

Visco, di Giovanni Russo Spena (Rifondazione<br />

comunista) e di Antonio<br />

Boccia (Margherita). «Siamo in piena<br />

confusione di numeri», ha detto Boccia.<br />

«Da quel numeretto — ha aggiunto —<br />

dipende tutta la manovra». «Quale credibilità<br />

— si è chiesto — possiamo avere<br />

in Europa, se Marzano dice una cosa,<br />

Tremonti conferma il 2,3%, mentre il<br />

Presidente del Consiglio prospetta una<br />

riformulazione del patto di stabilita? Vogliamo<br />

conoscere la verità. Tremonti e<br />

Berlusconi vengano qui a dirci come<br />

stanno le cose».<br />

Assenteismo: inchiesta<br />

su ospedale di Soverato<br />

Indagati 128 dipendenti<br />

CATANZARO, 15.<br />

Altri, numerosi casi di assenteismo in<br />

un ospedale del Catanzarese.<br />

I carabinieri hanno presentato, ieri,<br />

alla Procura della Repubblica di Catanzaro<br />

un’informativa di reato nei confronti<br />

di 128 dipendenti dell’ospedale di<br />

Soverato, tra medici, infermieri, impiegati<br />

amministrativi e tecnici, indagati<br />

per assenteismo.<br />

L’indagine, svolta dai carabinieri della<br />

Compagnia di Soverato, aveva già portato<br />

nello scorso mese di ottobre alla denuncia<br />

in stato di libertà di otto dipendenti,<br />

un medico e sette infermieri.<br />

Col deposito dell’informativa di reato<br />

si è conclusa, secondo quanto si è appreso,<br />

una prima fase dell’indagine,<br />

coordinata dal sostituto procuratore della<br />

Repubblica Giovanna Mastroianni.<br />

L’attività investigativa, comunque, prosegue<br />

per l’accertamento di altri casi di<br />

assenteismo.<br />

Secondo quanto è amerso dalle indagini,<br />

i dipendenti che si sarebbero assentati<br />

arbitrariamente dal posto di lavoro<br />

avrebbero incaricato alcuni colleghi di<br />

timbrare il cartellino delle presenze al<br />

loro posto.<br />

tuiscono oggi la traccia più importante<br />

delle bufere di neve e vento di tramontana<br />

che hanno investito ieri la Basilicata,<br />

dove la situazione è tornata quasi del<br />

tutto normale. La circolazione è regolare<br />

sulle maggiori strade: mezzi sono all’opera<br />

sulla Potenza-Melfi per eliminare<br />

del tutto neve e ghiaccio.<br />

Il sole splende su tutta la Calabria, da<br />

Cosenza a Reggio, ma il pericolo oggi è<br />

rappresentato dal ghiaccio. Le temperature<br />

infatti si mantengono assai basse:<br />

nella notte nella zona di Lorica (Sila<br />

grande) sono arrivate anche a 12 gradi<br />

sotto lo zero. «È tutto una lastra di<br />

ghiaccio» commentano al centro di viabilità<br />

invernale. Il consiglio è quello delle<br />

catene montate sulle auto e della<br />

massima prudenza su tutta la rete stradale<br />

interna dell’altopiano silano. A Cosenza,<br />

colpita ieri da una violenta nevicata<br />

protrattasi per quasi dieci ore, risolte<br />

le questioni legate alla viabilità interna.<br />

Percorribile, da ieri sera, tutto il<br />

tratto cosentino dell’autostrada «A3» Salerno-Reggio<br />

Calabria che ieri era stata<br />

chiusa per alcune ore: da Cosenza a Rogliano<br />

non c’è bisogno di catene mentre<br />

da Cosenza fino a Mormanno la strada<br />

è ghiacciata e esiste quindi l’obbligo.<br />

Nel frattempo si è conclusa l’«odissea»<br />

della motonave «Majestic» partita<br />

da Genova e attesa per le 7.30 di ieri a<br />

Porto Torres dove non era riuscita ad<br />

attraccare per il forte vento. La nave, rimasta<br />

a velocità minima in senso contrario<br />

al moto delle onde tra l’Asinara e<br />

la Corsica, è riuscita ad entrare alle 7<br />

nel porto industriale.<br />

MAFIA La sparatoria provocò un morto e un altro ferito<br />

Tre ergastoli per l'agguato<br />

nel quale restò cieco un bimbo<br />

CATANIA, 15.<br />

«Questa sentenza vuole essere anche<br />

la riaffermazione del valore della vita<br />

umana, troppe volte dimenticato nelle<br />

guerre di mafia che hanno insanguinato<br />

Catania»: così il pm Nicolò Marino ha<br />

commentato la sentenza della Corte<br />

d’assise sull’agguato avvenuto il 7 aprile<br />

1998 nel rione San Cristoforo in conseguenza<br />

del quale un bambino, Domenico<br />

Querulo, che allora aveva 7 anni, è<br />

diventato cieco. Nella sparatoria fu ucciso<br />

Angelo Castorina e ferito Orazio Signorelli,<br />

ritenuto il secondo obiettivo dei<br />

Rapine nelle ville<br />

del Nord: arrestati<br />

italiano e due albanesi<br />

MILANO, 15.<br />

I Carabinieri di Reggio Emilia<br />

hanno eseguito altri tre arresti<br />

nell’ambito dell’operazione che il<br />

26 novembre ha consentito di sgominare<br />

una banda di albanesi accusati<br />

di una lunga serie di rapine<br />

e furti in ville del Nord. In manette<br />

sono finiti Ferdinand Luka, di<br />

32 anni, e Eduart Hidrey, di 27,<br />

bloccati in un bar di Cologno<br />

Monzese, e Michele Rossi, di 41<br />

anni, foggiano, residente in un appartamento<br />

di Milano. Sequestrati<br />

gioielli, denaro e telefoni cellulari<br />

facenti parte della refurtiva.<br />

La Consulta su indennità<br />

a lavoratrici licenziate<br />

mentre sono in maternità<br />

ROMA, 15.<br />

La Corte costituzionale allarga la tutela<br />

alle lavoratrici madri: anche quando<br />

vengono licenziate per giusta causa nel<br />

periodo di astensione obbligatoria del lavoro<br />

hanno diritto all’indennità di maternità.<br />

La Consulta ha infatti dichiarato<br />

illegittimo l’articolo 17 della legge sulla<br />

tutela delle lavoratrici madri e l’articolo<br />

24 del testo unico delle disposizioni legislative<br />

in materia di tutela e sostegno<br />

della maternità e della paternità, che<br />

escludevano in questa ipotesi la corresponsione<br />

dell’indennità.<br />

A sollevare la questione era stato il<br />

tribunale di Prato, competente in un<br />

procedimento civile promosso da una<br />

dipendente delle poste che reclamava la<br />

corresponsione dell’indennità negata dal<br />

datore di lavoro, proprio in applicazione<br />

della norma cancellata dalla Consulta. Il<br />

tribunale aveva sostenuto come quella<br />

norma fosse in contrasto non solo con<br />

gli articoli 31 e 37 della Costituzione che<br />

tutelano la maternità e la donna lavoratrice,<br />

ma anche con il principio costituzionale<br />

di uguaglianza, visto che l’indennità<br />

veniva corrisposta anche alla lavoratrice<br />

licenziata per giusta causa entro<br />

i sessanta giorni precedenti l’inizio dell’astensione.<br />

anni di prigione Erika e a 14 anni Omar per l’assassinio<br />

della madre e del fratellino della giovane il 21<br />

febbraio scorso a Novi Ligure.<br />

POLEMICHE SULLE STIME DI CRESCITA Polemiche<br />

alla Camera sulla revisione al ribasso della crescita<br />

del Pil. L’opposizione ha chiesto che il ministro<br />

dell’Economia spieghi all’assemblea il significato<br />

delle ultime stime del ministro delle Attività produttive<br />

sulla crescita dell’economia quest’anno e nel<br />

2002.<br />

Condannati<br />

gli autori<br />

dell'orrido delitto<br />

di Novi Ligure<br />

TORINO, 15.<br />

Il tribunale per i minori di Torino,<br />

dichiarati gli imputati «colpevoli<br />

dei reati loro ascritti» e applicata<br />

ad entrambi «la diminuente<br />

della minore età» nonché «le attenuanti<br />

generiche», ha condannato<br />

ieri «De Nardo Erika alla pena di<br />

anni 16 di reclusione e Favaro<br />

Omar alla pena di anni 14 di reclusione».<br />

L'accusa aveva chiesto<br />

rispettivamente 20 e 16 anni; la<br />

difesa puntava sull’impunibilità.<br />

Si è conclusa così, per ora, la<br />

vicenda processuale per l'orribile<br />

delitto di Novi Ligure, vittime Susi<br />

Cassini e il figlioletto Gianluca<br />

De Nardo, rispettivamente mamma<br />

e fratellino dell'adolescente<br />

Erika che con il «fidanzatino»<br />

Omar compì la strage. La spaventosa<br />

uccisione provocò il dolore,<br />

lo sconcerto e il raccapriccio generali.<br />

E impose una riflessione<br />

sui giovani e sulla famiglia oggi,<br />

che poi lasciò il posto ad una divisione<br />

tra chi invocava una pena<br />

esemplare per i due ragazzi e chi<br />

invece pensava che si dovesse<br />

puntare sul loro recupero.<br />

Dopo la lettura della sentenza i<br />

due ragazzi hanno pianto. La giovane<br />

è stata consolata dal padre,<br />

Francesco De Nardo. Per lui,<br />

un’altra dura prova. Netto il giudizio<br />

della gente di Novi: per un<br />

simile delitto la sentenza è giusta.<br />

sicari, la cui «eliminazione» sarebbe stata<br />

decisa dallo stesso clan mafioso, gli<br />

Sciuto, al quale appartenevano.<br />

I giudici ieri hanno inflitto tre ergastoli<br />

e complessivi 82 anni e 10 mesi di<br />

reclusione per altre quattro persone.<br />

Durante la requisitoria la pubblica accusa<br />

ha anche ricostruito l’uccisione di<br />

Annalisa Isaia, nipote ventenne di uno<br />

degli imputati, Luciano Daniele Trovato,<br />

assassinata perché frequentava giovani<br />

affiliati a clan rivali. L’ergastolo è stato<br />

inflitto al presunto «reggente» della cosca<br />

Sciuto, Carmelo Ragusa, in qualità<br />

di mandante dell’agguato. Per lo stesso<br />

episodio il carcere a vita è stato comminato<br />

a Giuseppe Gangemi e a Lorenzo<br />

Patanè. Pesanti condanne inoltre per<br />

Carmelo Privitera (22 anni e sei mesi)<br />

per l’uccisione di Annalisa Isaia, e ai<br />

collaboratori di giustizia Vincenzo Venuto<br />

(22 anni e 7 mesi), Luciano Daniele<br />

Trovato (22 anni e nove mesi) e Giovanni<br />

Gennaio (16 anni).<br />

Sarebbero stati Ragusa e Gennaio a<br />

dare l’ordine di assassinare Castorina e<br />

Signorelli, colpevoli di «avere alzato<br />

troppo la testa» e di avere «fatto la cresta<br />

su alcune estorsioni non versando gli<br />

introiti nella cassa comune». Purtroppo<br />

sulla traiettoria dei proiettili si trovò anche<br />

il piccolo Nico che fu colpito agli<br />

occhi perdendo la vista.<br />

«Di fronte ad una sentenza di condanna<br />

non ci possono essere né vinti né vincitori<br />

— ha detto il pm Marino — c’è<br />

invece la valutazione sulla correttezza<br />

del lavoro svolto nella ricerca della verità<br />

e l’invito ad avere fiducia verso le istituzioni<br />

che hanno dato prontamente un<br />

volto ai responsabili di crimini efferati».<br />

Inchiesta su donna<br />

morta di un tumore<br />

non diagnosticato<br />

GENOVA, 15.<br />

Aperta un’inchiesta per la morte<br />

di una donna che, dopo essere<br />

stata operata di appendicite, è<br />

morta per un tumore non diagnosticato.<br />

L’intervento chirurgico<br />

della donna e il successivo esame<br />

istologico, da cui risultavano cellule<br />

tumorali, erano stati eseguiti<br />

all’ospedale San Martino.<br />

Nell’esposto, la figlia denuncia<br />

che dopo l’operazione di appendicite,<br />

era stata rassicurata da un<br />

sanitario del reparto «sull’assoluta<br />

carenza di qualsiasi patologia diversa<br />

da un’appendicite cronica».<br />

Il medico però non le aveva mostrato<br />

la certificazione dell’esame<br />

istologico in cui era scritto che<br />

erano presenti cellule tumorali.<br />

La donna venne dimessa, ma<br />

una volta a casa iniziò nuovamente<br />

ad avere forti dolori al basso<br />

ventre. Venne ricoverata prima all’ospedale<br />

di Voltri, dove i medici<br />

scoprirono che era affetta da tumore,<br />

poi all’ospedale Galliera,<br />

dove fu ottenuta la cartella in cui<br />

risultava che la donna presentava<br />

già prima cellule tumorali.


<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong><br />

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S PEDIZ IONE IN A BBONAMENTO P OSTALE - ROMA<br />

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GIORNALE QUOTIDIANO<br />

UNICUIQUE SUUM<br />

MEDIO ORIENTE Hamas e Jihad islamica respingono la proposta di tregua<br />

Arafat chiede a tutti i palestinesi<br />

la fine della lotta armata contro Israele<br />

POLITICO RELIGIOSO<br />

NON PRAEVALEBUNT<br />

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Anno CXLI - N. 289 (42.927) CITTÀ DEL VATICANO Lunedì-Martedì 17-18 Dicembre 2001<br />

Il gioioso annuncio della terza Domenica di Avvento rinnovato da Giovanni Paolo II<br />

all'Angelus prima della tradizionale benedizione delle statuine del «Bambinello»<br />

È vicino l'autentico liberatore dell'uomo<br />

Cristo è «l’autentico liberatore dell’uomo,<br />

inviato da Dio a riscattarlo dal potere del<br />

male e della morte». Lo ha detto Giovanni<br />

Paolo II all'Angelus di domenica 16 dicembre,<br />

III di Avvento, recitato con i numerosi<br />

fedeli convenuti in Piazza San Pietro. «Da<br />

questa profonda e integrale liberazione —<br />

ha sottolineato il Papa — deriva la gioia<br />

che Cristo dona ai suoi amici. Gioia che,<br />

come la sua pace, è diversa da quella del<br />

mondo, superficiale ed effimera». «Come<br />

madre esperta — ha proseguito — la Chiesa<br />

conosce meglio di ogni altra istituzione<br />

le difficoltà e le sofferenze inerenti al vivere<br />

umano. Sa bene che nella vita di tanti popoli<br />

e tante persone la tristezza prevale sulla<br />

gioia, l’angoscia sulla speranza». «I gravi<br />

problemi che assillano l’esistenza — ha affermato<br />

— rendono talvolta difficile riconoscere<br />

questi doni di Cristo. Compito della<br />

Chiesa, ammaestrata dallo Spirito Santo, è<br />

proprio quello di renderli visibili e di testi-<br />

moniarne la presenza. L’umanità anela og-<br />

gi soprattutto alla gioia e alla pace. Tocca a noi credenti, con l’eloquenza dell’amore operoso,<br />

divenire ogni giorno fermento profetico di un mondo riconciliato dall’amore e vivificato dalla<br />

gioia divina». Al termine della preghiera mariana il Papa ha benedetto i Bambinelli portati dai<br />

ragazzi degli Oratori, delle parrocchie, delle scuole e delle famiglie romane. Quindi ha invitato<br />

la comunità ecclesiale della diocesi a rinnovare l’impegno per la costruzione di nuove<br />

chiese nelle periferie della città. Infine, rivolgendo un saluto agli associati del Programma Alimentare<br />

Mondiale delle Nazioni Unite, ha esortato la comunità internazionale a sostenere generosamente<br />

l'opera rivolta a debellare la tragedia della fame nel mondo.<br />

Pagina 5<br />

La corale partecipazione della Chiesa<br />

alla Giornata di digiuno per la pace nel mondo<br />

TEL AVIV, 17.<br />

In un atteso discorso televisivo il Presidente<br />

dell’Autorità Palestinese (Ap),<br />

Yasser Arafat, ha chiesto ieri al suo popolo<br />

di cessare le violenze contro Israele,<br />

sollecitando chi vive nei Territori a<br />

tenere conto della mutata situazione internazionale<br />

dopo gli attacchi dell’11<br />

settembre negli Usa. Arafat ha inoltre<br />

esortato gli israeliani a riprendere la via<br />

del dialogo e ad abbandonare l’«illusione»<br />

di piegare con le armi la volontà dei<br />

palestinesi. Nel discorso, trasmesso dalla<br />

radio e dalla televisione palestinesi e ripreso<br />

in diretta da emittenti israeliane<br />

ed estere, Arafat ha lanciato un chiaro<br />

avvertimento ai gruppi fondamentalisti.<br />

«C’è una sola Autorità in questa terra e<br />

le sue decisioni, una volta prese, devono<br />

essere rispettate da tutti», ha detto.<br />

Il monito è diretto in primo luogo ai<br />

gruppi islamici armati, che ostentano<br />

una crescente autonomia continuando<br />

ad effettuare attentati malgrado gli appelli<br />

alla tregua lanciati dall'Ap. Arafat<br />

ha poi condannato gli attacchi suicidi<br />

che, ha rilevato, forniscono al Premier<br />

israeliano, Ariel Sharon, «pretesti per<br />

accentuare la sua aggressione contro il<br />

Irlanda: una suora<br />

brutalmente<br />

assassinata a Ballybay<br />

DUBLINO, 17.<br />

È stata brutalmente uccisa nella<br />

notte tra sabato e domenica in Irlanda<br />

suor Philomena Lyons, una<br />

sessantottenne religiosa del Sacro<br />

Cuore del convento di St. Joseph,<br />

nei pressi di Ballybay, nella contea<br />

di Monaghan. Il corpo di suor<br />

Philomena è stato trovato nel parco<br />

del convento. La stampa locale<br />

riferisce che l'omicidio ha fatto<br />

seguito a violenze e che la polizia<br />

ipotizza la responsabilità di un<br />

maniaco. La tragedia ha fortemente<br />

turbato la comunità ecclesiale<br />

e civile di Ballybay, dove la<br />

religiosa assassinata era conosciuta<br />

e apprezzata da tutti, dopo<br />

avervi insegnato per trent'anni.<br />

Nessuno a Ballabay riesce a spiegare<br />

un gesto tanto atroce.<br />

Anche da questa assurda vicenda,<br />

emerge comunque la riflessione<br />

su come, in un modo o nell'altro,<br />

sia spesso pesantissimo, in<br />

tutto il mondo, il prezzo pagato<br />

alla violenza da quanti consacrano<br />

la loro vita al servizio del Vangelo,<br />

un servizio nel quale non ci sono<br />

territori sicuri.<br />

nostro popolo». Le<br />

decine di vittime civili<br />

israeliane nei recenti<br />

attentati, ha aggiunto,<br />

hanno avuto<br />

un impatto negativo<br />

sugli interessi palestinesi<br />

proprio in un<br />

momento in cui anche<br />

gli Stati Uniti,<br />

per la prima volta, si<br />

sono pubblicamente<br />

dichiarati favorevoli a<br />

uno Stato indipendente<br />

nei Territori.<br />

Hamas e Jihad islamica<br />

hanno però reso<br />

noto che non intendono<br />

rispettare le disposizioni<br />

di Arafat. I<br />

movimenti hanno distribuito<br />

oggi in varie<br />

città dei Territori vo-<br />

lantini in cui annun-<br />

ciano che proseguiranno con la lotta armata<br />

e rilevano che anche gli Stati Uniti<br />

saranno considerati come ostili al popolo<br />

palestinese. In futuro, hanno avvertito,<br />

potrebbero essere colpiti anche<br />

obiettivi americani nei Territori.<br />

Le reazioni israeliane alle parole del<br />

Presidente dell'Ap sono state di aperto<br />

scetticismo. Secondo Raanan Gissin,<br />

portavoce di Sharon, Arafat ha ripetuto<br />

cose già dette. Il suo operato, ha aggiunto,<br />

sarà giudicato dai risultati. Il<br />

Premier non risponderà pubblicamente<br />

al discorso, ha continuato, perché il Governo<br />

ha già dichiarato di non riconoscere<br />

in Arafat il leader palestinese.<br />

La Casa Bianca ha invece definito<br />

«costruttive» le parole del Presidente dell'Ap.<br />

Anche gli Stati Uniti hanno però<br />

esortato Arafat ad agire contro i gruppi<br />

terroristici. In attesa di passi concreti<br />

verso la realizzazione di una tregua, gli<br />

Usa hanno comunque richiamato il loro<br />

inviato nella regione, Anthony Zinni.<br />

«La missione non è fallita, sono le<br />

parti ad avere fallito. Zinni è andato ad<br />

aiutarli e loro non erano pronti», ha detto<br />

a Washington il Segretario di Stato<br />

americano, Colin Powell, sottolineando<br />

che il lavoro dell’inviato «non è finito» e<br />

che gli Usa «non si disimpegnano» dalla<br />

mediazione. Il ritorno di Zinni in Medio<br />

Oriente, ha aggiunto Powell, avverrà<br />

«quando le circostanze suggeriranno che<br />

c’è una ragione per tornare». In un'intervista<br />

televisiva il Segretario di Stato<br />

ha sottolineato che il lavoro dell'inviato<br />

«è stato fatto saltare da organizzazioni<br />

terroristiche di parte palestinese». In<br />

ogni caso, ha precisato, Washington<br />

continuerà a trattare con Arafat che è<br />

«il leader riconosciuto» della sua gente.<br />

Sintetizzando la posizione americana<br />

l’Ambasciatore Usa presso le Nazioni<br />

Pagina 10<br />

Un bimbo tra le rovine di case bombardate a Beit Hanoun<br />

LA TRECENTESIMA VISITA PASTORALE NELLE PARROCCHIE DI ROMA<br />

La gioia, il coraggio, la preghiera<br />

del Pastore dell'amata Chiesa di Roma<br />

È stata la visita pastorale numero trecento quella<br />

compiuta da Giovanni Paolo II alla parrocchia romana<br />

di santa Maria Josefa del Cuore di Gesù, nella mattina<br />

di domenica 16 dicembre. Nel corso della Concelebrazione<br />

Eucaristica presieduta nel nuovo complesso parrocchiale,<br />

il Santo Padre ha manifestato gioia e riconoscenza<br />

per il cammino pastorale compiuto in questi oltre<br />

23 anni di Pontificato tra le comunità dell'«amata<br />

Chiesa di Roma». «Fin dall’inizio — ha confidato — è<br />

stato per me importante esercitare il ministero di Vescovo<br />

di Roma, anche e forse soprattutto visitando le<br />

comunità parrocchiali della diocesi». Uno speciale pensiero<br />

di gratitudine il Papa ha rivolto al Cardinale Vicario,<br />

al Vicegerente e ai Vescovi Ausiliari che lo hanno<br />

accompagnato in questi incontri domenicali. Quindi ha<br />

ricordato «con grande affetto» il compianto Cardinale<br />

Ugo Poletti, suo Vicario per la diocesi di Roma fino al<br />

1991. «Quanta ricchezza di bene, di fervore spirituale,<br />

di iniziative pastorali, apostoliche e caritative — ha affermato<br />

— ho potuto incontrare in queste visite! Quanta<br />

ricchezza! Ciascuna di esse è stata per me un’occasione<br />

privilegiata per dare e ricevere coraggio. Mentre<br />

desidero continuare questa arricchente esperienza pastorale,<br />

recandomi nelle altre parrocchie che attendono<br />

ancora l’incontro con il loro Pastore, ringrazio Dio per<br />

la missione che mi ha affidato».<br />

Unite, John Negroponte, ha invitato<br />

Arafat a «fare una scelta strategica contro<br />

il terrorismo» e Israele «a soppesare<br />

con cura le ripercussioni di ogni azione<br />

intrapresa».<br />

IN ITALIA<br />

Celebrati i funerali<br />

delle 19 persone morte<br />

nel rogo di un centro<br />

di assistenza nel Salernitano<br />

Vittime<br />

di una precarietà<br />

divenuta<br />

normalità<br />

Sono stati celebrati lunedì<br />

dall'Arcivescovo Pierro i funerali<br />

delle diciannove persone<br />

morte nella notte tra sabato e<br />

domenica a San Gregorio Magno<br />

(Salerno) nell’incendio di<br />

una struttura adibita a centro di<br />

riabilitazione. Altri nove disabili<br />

— tratti in salvo da tre infermieri<br />

— sono rimasti leggermente<br />

feriti. L’incendio, si è sviluppato<br />

probabilmente da un corto circuito.<br />

La struttura prefabbricata,<br />

di lamiera e vetroresina, era<br />

stata donata dalla Francia al<br />

Comune dopo il terremoto dell'80.<br />

La dislocazione periferica<br />

del centro e l’assenza nell’area<br />

di copertura di telefonia mobile<br />

hanno ritardato i soccorsi.<br />

Pagina 12<br />

Pagina 4<br />

Il Papa al pellegrinaggio romeno in occasione della consegna dell'albero natalizio<br />

La Romania continui a svolgere il suo ruolo<br />

di «ponte» tra le culture e le religioni europee<br />

«Iddio continui a benedire gli sforzi<br />

della Nazione romena, perché non<br />

cessi di svolgere fedelmente il suo<br />

ruolo di “ponte” tra le diverse tradizioni<br />

culturali e religiose europee, favorendo<br />

così la pace e la comprensione<br />

tra gli uomini». Lo ha detto<br />

Giovanni Paolo II ai partecipanti al<br />

pellegrinaggio giunto dalla Romania<br />

in occasione della consegna dell'albero<br />

di Natale che adorna in questi<br />

giorni Piazza San Pietro. «La vostra<br />

presenza — ha ricordato tra l'altro<br />

— mi richiama alla mente i giorni intensi,<br />

che ho avuto la gioia di trascorrere<br />

nella vostra amata Terra, in<br />

occasione dell’indimenticabile Visita<br />

Apostolica di due anni or sono. Ricordo<br />

con intensa emozione l’incontro<br />

col Patriarca Teoctist e la Chiesa<br />

ortodossa romena; ricordo pure con<br />

affetto il venerato Cardinale Alexandru<br />

Todea e la fervorosa Comunità<br />

cattolica. Profitto volentieri di questa<br />

opportunità per rinnovare all’intero<br />

popolo romeno l’espressione della<br />

mia gratitudine».<br />

Pagina 6<br />

Udienza del Papa al Presidente<br />

della Repubblica di Romania<br />

Giovanni Paolo II ha ricevuto in udienza nella mattina di lunedì<br />

17 dicembre Sua Eccellenza il Signor Ion Iliescu, Presidente<br />

della Repubblica di Romania, e Seguito.<br />

NOSTRE INFORMAZIONI<br />

Il Santo Padre ha ricevuto in udienza nel pomeriggio<br />

di sabato 15 Sua Eminenza Reverendissima<br />

il Signor Cardinale Giovanni Battista<br />

Re,Prefetto della Congregazione per i Vescovi.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha ricevuto oggi in udienza<br />

Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale<br />

Alfonso López Trujillo, Presidente del Pontificio<br />

Consiglio per la Famiglia, con Sua Eccellenza<br />

Reverendissima Monsignor Francisco Gil<br />

Hellín, Segretario, e con il Reverendissimo<br />

Monsignore Francesco Di Felice, Sotto-Segretario<br />

del medesimo Pontificio Consiglio.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in<br />

udienza:<br />

Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale<br />

Jorge Arturo Medina Estévez, Prefetto<br />

della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina<br />

dei Sacramenti;<br />

Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor<br />

Luigi De Magistris, Arcivescovo titolare di Nova,<br />

Pro-Penitenziere Maggiore.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in<br />

udienza Sua Eccellenza il Signor Ion Iliescu,<br />

Presidente della Repubblica di Romania, e Seguito.


DAL MONDO<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

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EDITRICE<br />

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ALITALIA – INTESABci – VOBIS – ADVENIA<br />

Pubblietica sta lavorando ad un progetto teso all'incremento della diffusione de<br />

L'Osservatore Romano in collaborazione con alcune primarie aziende italiane.<br />

Lo sforzo del quotidiano della Santa Sede per diffondere la parola del Papa, soprattutto in<br />

questo particolare momento storico, può infatti essere validamente sostenuto da quanti<br />

condividono i valori propugnati dalla Chiesa cattolica.<br />

Alcune aziende hanno scelto L'Osservatore Romano come mezzo privilegiato e qualificato<br />

per divulgare il loro messaggio pubblicitario. Saranno queste aziende —<br />

sottoscrittrici di numerosi abbonamenti — a diffondere all'interno del proprio<br />

mondo di riferimento (sedi, clienti, collaboratori), questo giornale, questi valori.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 17-18 Dicembre 2001<br />

AFGHANISTAN Missione a Roma del Premier designato<br />

afghano, Hamid Karzai, per consultarsi con<br />

l'ex Re Zahir Shah, che vive in esilio nella capitale<br />

italiana. Il Segretario alla difesa Usa Donald Rumsfeld,<br />

in visita nella regione, ritiene che la forza<br />

multinazionale da inviare in Afghanistan conterà al<br />

massimo 5.000 effettivi.<br />

TORA BORA La battaglia di Tora Bora non si è<br />

ancora definitivamente conclusa e l'aviazione Usa<br />

prosegue i raid sulla zona. Obiettivo primario la cattura<br />

di Osama bin Laden, che potrebbe trovarsi tra i<br />

circa duemila Teleban e miliziani di «Al Qaeda» in<br />

fuga verso la frontiera con il Pakistan.<br />

INDIA Cresce la tensione tra India e Pakistan dopo<br />

il sanguinoso attacco della settimana scorsa contro<br />

la sede del Parlamento a Nuova Delhi. La polizia<br />

indiana chiama infatti in causa i servizi segreti di<br />

AFGHANISTAN Secondo Rumsfeld la Forza multinazionale di pace conterà da 3.000 a 5.000 uomini<br />

Missione a Roma di Hamid Karzai<br />

per colloqui con l'ex Re Zahir Shah<br />

Verso la fine<br />

della battaglia<br />

sulle montagne<br />

di Tora Bora<br />

WASHINGTON, 17.<br />

Gli Stati Uniti continuano la<br />

caccia al capo terrorista Osama<br />

bin Laden e la battaglia di Tora<br />

Bora «non è finita». Sui Monti<br />

Bianchi dell’Afghanistan orientale,<br />

i raid aerei sono proseguiti nella<br />

notte e questa mattina, mentre il<br />

Segretario alla difesa americano,<br />

Donald Rumsfeld, che ha compiuto<br />

una visita lampo e imprevista a<br />

Kabul, ha detto quando è giunto<br />

a Tbilisi in Georgia, che ci sono in<br />

fuga 2.000 terroristi di «Al Qaeda»<br />

e miliziani dei Taleban. Uno di essi<br />

potrebbe essere bin Laden.<br />

Le dichiarazioni di un comandante<br />

anti Taleban, Haji Zaman,<br />

che «questo è l’ultimo giorno di<br />

“Al Qaeda“ in Afghanistan» e che<br />

bin Laden ha lasciato la regione<br />

di Tora Bora destano, a Washington,<br />

echi caute e misurate. La<br />

battaglia avrebbe fatto — dice ancora<br />

Rumsfeld — 200 vittime nelle<br />

file terroriste, appena una decina<br />

di prigionieri: troppa gente<br />

manca all’appello, è in fuga.<br />

«I guerriglieri afghani e i commando<br />

delle Forze speciali li stanno<br />

inseguendo», assicura Rumsfeld.<br />

Gli attacchi aerei, anche sei<br />

in mezz’ora, sono «più vicini di ieri<br />

alla frontiera con il Pakistan»,<br />

riferiscono gli inviati delle televisioni<br />

sul posto, come se l’aviazione<br />

stesse cercando d’intercettare i<br />

terroristi in fuga che cercano di<br />

raggiungere il confine afghano.<br />

C’è la convinzione che la battaglia<br />

di Tora Bora non sia finita. Il<br />

comandante della campagna «Enduring<br />

Freedom» (Libertà duratura),<br />

il generale Tommy Franks, ha<br />

affermato che «ci vorrà ancora un<br />

po' di tempo», perché l’area di<br />

Tora Bora sia sotto controllo delle<br />

forze anti Taleban. Analoga l’opinione<br />

del Segretario di Stato americano,<br />

Colin Powell: «Il regime<br />

dei Taleban è andato, “Al Qaeda“<br />

sta andando. Ma il nostro lavoro<br />

non è finito: dovessimo impiegarci<br />

un giorno, un mese, un anno,<br />

prenderemo bin Laden».<br />

Parole quasi identiche usa Condoleezza<br />

Rice, Consigliere per la<br />

Sicurezza Nazionale. La sorte del<br />

capo terrorista, reo confesso delle<br />

stragi dell’11 settembre che hanno<br />

fatto oltre 3.000 vittime tra New<br />

York e Washington, resta l’incognita<br />

principale. Gli Stati Uniti<br />

non sanno dove sia e pensano che<br />

sia tuttora vivo. «Non abbiamo<br />

motivo di pensare che sia stato<br />

ucciso o catturato. E non sappiamo<br />

dove sia», assicura Powell.<br />

Infine, mentre in un pomeriggio<br />

freddo e piovigginoso, alla<br />

presenza del diplomatico Usa, James<br />

Dobbins, incaricato di avviare<br />

la riapertura della rappresentanza<br />

diplomatica, la bandiera<br />

americana è stata issata sulla ex<br />

Ambasciata statunitense a Kabul,<br />

per la prima volta dal 30 gennaio<br />

del 1989, vicino a Kandahar, soldati<br />

statunitensi hanno scoperto<br />

un centro chimico e biologico dei<br />

terroristi di «Al Qaeda».<br />

KABUL, 17.<br />

Il Premier designato<br />

afghano, Hamid Karzai,<br />

è partito oggi da Kabul<br />

alla volta di Roma, dove<br />

incontrerà l’ex Re dell’Afghanistan<br />

Zahir<br />

Shah, ha detto oggi un<br />

portavoce ufficiale.<br />

«Karzai è partito per<br />

Roma verso la mezzanotte<br />

(locale). Arriverà<br />

oggi, lunedì. È partito<br />

per incontrare l’ex Re»,<br />

ha detto il portavoce del<br />

Governo provvisorio afghano,<br />

Shaida Mohammad.<br />

Karzai deve essere<br />

di ritorno a Kabul prima<br />

di venerdì 21 dicembre,<br />

ha aggiunto la fonte.<br />

Ieri, Karzai aveva in-<br />

contrato il Segretario al-<br />

la difesa americano, Donald Rumsfeld,<br />

che ha effettuato una visita all’aeroporto<br />

di Bagram, 50 a Nord di Kabul. In base<br />

a quanto deciso alla conferenza interafghana<br />

di Bonn, Karzai guiderà un Governo<br />

provvisorio in Afghanistan, che si<br />

insedierà il 22 dicembre e che durerà<br />

per sei mesi. In seguito, una assemblea<br />

tradizionale dei dignitari tribali — una<br />

Loya Jirga — nominerà un Governo incaricato<br />

di condurre, in due anni, il Paese<br />

verso le elezioni.<br />

Il Segretario della difesa americano,<br />

Donald Rumsfeld, ha detto ieri che a<br />

Terrorismo: operazioni<br />

nei Balcani<br />

contro organizzazioni<br />

legate ad «Al Qaeda»<br />

TIRANA, 17.<br />

Nei Balcani, diverse operazioni di polizia<br />

sono state portate a termine nelle<br />

ultime ore contro l'organizzazione terroristica<br />

«Al Qaeda» guidata da Osama bib<br />

Laden. Reparti speciali del Ministero<br />

dell’interno albanese, insieme ad agenti<br />

dei servizi segreti, hanno arrestato nella<br />

tarda serata di sabato a Tirana tre cittadini<br />

iracheni che aderivano alla fondazione<br />

islamica «Global Relief Foundation»,<br />

una struttura con sede centrale<br />

negli Usa, per precisione nell’Illinois, e<br />

con ramificazioni in altri 17 paesi, indicata<br />

dalle autorità statunitensi come una<br />

delle «cassaforti» utilizzate da «Al Qaeda»<br />

per riciclare denaro destinato all'attività<br />

terroristica.<br />

Un’operazione analoga a quella di Tirana<br />

era stata condotta venerdì sera dalla<br />

Kfor, la forza multinazionale sotto comando<br />

Nato dispiegata in Kosovo per<br />

mandato dell'Onu : nella sede a Gjakova<br />

della stessa fondazione islamica, i militari<br />

hanno arrestato tre persone, due iracheni<br />

e un terzo probabilmente pakistano.<br />

Altre perquisizioni sono state condotte<br />

sabato in Bosnia ed Erzegovina, in<br />

sedi di altre due fondazioni islamiche.<br />

Sette persone sono state trattenute per<br />

alcune ore, ma successivamente sono<br />

state rilasciate.<br />

Fonti investigative albanesi citate dall'agenzia<br />

di stampa italiana «Ansa» hanno<br />

detto che quella in corso nei Balcani<br />

è una vasta inchiesta coordinata dalla<br />

Cia, il servizio segreto statunitense, che<br />

starebbe lavorando sui documenti appena<br />

scoperti nelle basi di «Al Qaeda» in<br />

Afghanistan.<br />

Ragazze all'orfanotrofio di Kabul alle celebrazioni per la fine del Ramadan<br />

suo parere la Forza multinazionale per<br />

l’Afghanistan conterà da 3.000 a 5.000<br />

uomini. Rumsfeld ha affermato che alla<br />

Forza di pace, che opererà sotto l’egida<br />

dell’Onu, parteciperanno quattro o cinque<br />

Paesi e che gli Stati Uniti non saranno<br />

coinvolti direttamente. «Sarà un<br />

contingente relativamente piccolo di 4 o<br />

al massimo 5.000 uomini», ha affermato<br />

il Segretario alla difesa alla base di Bagram,<br />

a Nord di Kabul. Rumsfeld è il<br />

primo esponente dell’amministrazione<br />

Bush a mettere piede in Afghanistan<br />

dalla caduta del regime dei Taleban.<br />

Usa: l'abbandono<br />

del Trattato «Abm»<br />

non rilancia la corsa<br />

agli armamenti<br />

WASHINGTON, 17.<br />

L’abbandono del Trattato «Abm» da<br />

parte degli Stati Uniti, annunciato giovedì<br />

dal Presidente americano, George W.<br />

Bush, non rilancia la corsa agli armamenti<br />

e non danneggerà le relazioni tra<br />

gli Stati Uniti e la Russia e la Cina. Lo<br />

hanno detto ieri, in due separate interviste<br />

televisive, il Segretario di Stato americano,<br />

Colin Powell, e il Consigliere per<br />

la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti,<br />

Condoleezza Rice. Il Trattato Abm, del<br />

1972, impedisce la sperimentazione e<br />

l’attuazione di una difesa anti missile,<br />

che invece, secondo l’Amministrazione<br />

Bush, è uno strumento necessario contro<br />

le asserite potenziali minacce missilistiche<br />

dei cosiddetti «Stati canaglia», come<br />

la Corea del Nord e l’Iraq. «Noi e i<br />

russi abbiamo interessi comuni che continueranno<br />

a farci lavorare insieme ...<br />

Non c’è corsa agli armamenti e non c’è<br />

rottura nel rapporto con la Russia», ha<br />

detto Powell, intervistato dalla «Fox».<br />

Quanto alla Cina, «non credo che vedremo<br />

una crisi nelle relazioni con Pechino».<br />

La Rice, intervistata dalla «Cnn»,<br />

ha dal canto suo sottolineato l’importanza<br />

dell’accordo che Usa e Russia hanno<br />

già tratteggiato in linea di massima per<br />

la riduzione di due terzi degli armamenti<br />

nucleari offensivi esistenti, cioè, in<br />

particolare, delle ogive atomiche. Dopo<br />

l’annuncio di Bush, le reazioni da Mosca<br />

e da Pechino sono state critiche, ma<br />

non aspre. Anche il Segretario alla difesa,<br />

Donald Rumsfeld, sostiene che la decisione<br />

di ritirarsi dal Trattato «Abm»<br />

non rilancia la corsa agli armamenti.<br />

Cuba: importazioni<br />

di generi alimentari<br />

dagli Stati Uniti<br />

L'AVANA, 17.<br />

Dopo 40 anni di embargo economicocommerciale<br />

totale, sono approdate sabato<br />

all’Avana due navi con carichi di<br />

prodotti di origine statunitense, una<br />

contenente 24 tonnellate di mais e l'altra<br />

500 tonnellate di polli congelati e di<br />

soia. Questi primi invii di generi alimentari,<br />

a cui faranno seguito altri, sono<br />

stati autorizzati dalla Casa Bianca in via<br />

del tutto eccezionale in seguito agli<br />

enormi danni — i più gravi dell'ultimo<br />

mezzo secolo — provocati nell’isola il<br />

mese scorso dall’uragano «Michelle».<br />

I prodotti sono stati pagati in contanti,<br />

come previsto da accordi tra imprese<br />

dei due Paesi, per un valore di 20 milioni<br />

di dollari. Altre aziende Usa hanno<br />

firmato contratti per fornire a Cuba medicinali<br />

per 10 milioni di dollari.<br />

Washington aveva offerto di inviare<br />

nell’isola degli specialisti per una valutazione<br />

dei danni provocati dall'uragano.<br />

L’Avana aveva respinto l’offerta, ma<br />

aveva proposto di acquistare merci americane<br />

che sarebbero state pagate in dollari<br />

e trasportate da navi cubane. Le autorità<br />

americane non hanno accettato la<br />

clausola riguardante il trasporto. Così, le<br />

navi approdate sabato all'Avana non<br />

battevano bandiera cubana.<br />

In precedenza, Rumsfeld<br />

si era incontrato<br />

con Karzai affermando<br />

che gli Stati Uniti non<br />

mirano a nessun territorio<br />

in Afghanistan. «Fin<br />

dall'inizio — ha sottolineato<br />

Rumsfeld —, abbiamo<br />

cercato di chiarire<br />

che la nostra operazione<br />

non era contro<br />

l'Afghanistan, contro il<br />

popolo, contro una religione.<br />

Era contro il terrorismo.<br />

Karzai ha da<br />

parte sua ringraziato l'America<br />

per il suo impegno<br />

nella lotta al terrorismo<br />

internazionale.<br />

Anche il generale britannico,<br />

John McColl, è<br />

giunto sabato a Kabul<br />

alla guida di una delega-<br />

zione militare con lo scopo di preparare<br />

il dispiegamento di una Forza multinazionale<br />

da inviare in Afghanistan e superare<br />

gli ultimi ostacoli che alla realizzazione<br />

del progetto frappongono alcuni<br />

capi tribali afghani.<br />

Infine, il Ministro delle finanze del<br />

nuovo Governo provvisorio afghano,<br />

Hedayat Amin-Arsala, ha compiuto una<br />

visita alla Banca Mondiale per discutere<br />

con il Presidente dell’Istituzione finanziaria<br />

internazionale, James Wolfensohn,<br />

la ricostruzione del Paese, dopo la<br />

disfatta del regime dei Taleban a seguito<br />

della campagna contro il terrorismo.<br />

UE Ma con la Convenzione si avvia un nuovo metodo<br />

Il vertice a Laeken<br />

lascia nodi irrisolti<br />

BRUXELLES, 17.<br />

Il vertice dei Capi di Stato e di Governo<br />

dell'Unione Europea, tenuto nel fine<br />

settimana a Laeken, alla periferia di<br />

Bruxelles, a conclusione del semestre di<br />

presidenza di turno belga, non ha scelto<br />

le sedi delle authority e delle agenzie<br />

dell'Ue, per i veti posti da Italia e Francia,<br />

e non ha sciolto alcuni nodi in materia<br />

di politica estera e di difesa comune.<br />

Tuttavia, a giudizio dei protagonisti,<br />

ha comunque fatto avanzare il cammino<br />

dell'integrazione europea.<br />

In particolare, viene attribuita da tutti<br />

Portogallo: dimissioni<br />

del Premier sconfitto<br />

nelle amministrative<br />

LISBONA, 17.<br />

Il Primo Ministro portoghese, il<br />

socialista Antonio Guterres, ha annunciato<br />

in nottata che presenterà<br />

le dimissioni al Presidente Jorge<br />

Sampaio dopo la sconfitta del suo<br />

partito alle elezioni amministrative<br />

tenute ieri in 308 città, comprese<br />

tutte le principali. Sebbene<br />

non siano ancora stati ufficializzati<br />

i risultati, già ieri sera il responsabile<br />

della campagna elettorale<br />

dei socialisti, Alvaro Vara, ha detto<br />

che il suo partito ha perso molti<br />

sindaci, pur restando la forza<br />

politica più votata.<br />

Cile: avanzano<br />

nelle legislative<br />

i partiti di destra<br />

SANTIAGO, 17.<br />

Si è votato ieri in Cile per il rinnovo<br />

totale della Camera dei deputati (120<br />

membri) e per il rinnovo parziale (18<br />

seggi su 38) del Senato.<br />

Secondo proiezioni elaborate sul 10<br />

per cento dei voti scrutinati, la coalizione<br />

governativa di centro-sinistra — formata<br />

da socialisti, democratici-cristiani e<br />

socialdemocratici — ha ottenuto il 48,11<br />

per cento dei suffragi contro il 45,16<br />

guadagnato da «alleanza per il Cile», che<br />

raggruppa i partiti di destra. Nella nuova<br />

Camera il Governo del Presidente socialista<br />

Ricardo Lagos dispone pertanto<br />

di una maggioranza di voti estremamente<br />

ridotta rispetto alla confortevole situazione<br />

di cui godeva nell'Assemblea<br />

uscente. Per quanto riguarda i 18 seggi<br />

senatoriali in palio, essi sono stati divisi<br />

in parti uguali tra le due coalizioni.<br />

Da rilevare, inoltre, che l'«unione democratica<br />

indipendente» (Udi), uno dei<br />

partiti del raggruppamento di destra, è<br />

divenuta con il 28,50 per cento dei voti<br />

la prima forza politica del Paese a spese<br />

della Democrazia Cristiana, passata al<br />

secondo posto con il 19,32 per cento<br />

delle preferenze.<br />

Islamabad e rivela che gli attentatori morti nell'azione<br />

erano tutti di nazionalità pakistana.<br />

USA Gli esponenti dell'Amministrazione Bush assicurano<br />

che la realizzazione dello scudo spaziale<br />

non pregiudicherà i rapporti con Russia e Cina.<br />

UE Il vertice dei Paesi dell'Unione Europea a<br />

Laeken ha lasciato molti nodi irrisolti, ma ha fatto<br />

avanzare il cammino dell'integrazione europea.<br />

INDIA Dopo l'arresto di 4 presunti complici dei terroristi<br />

Per l'attacco al Parlamento<br />

la polizia di Nuova Delhi accusa<br />

i servizi segreti del Pakistan<br />

NUOVA DELHI, 17.<br />

La polizia indiana ha affermato ieri<br />

che il principale dei servizi segreti pakistani,<br />

l'«Inter Services Intelligence» (Isi),<br />

è collegato all’attacco contro il Parlamento<br />

indiano di quattro giorni fa, nel<br />

quale sono morte, oltre ai cinque attentatori,<br />

altre sette persone, sei guardie e<br />

un giardiniere. Il commissario della polizia<br />

di Nuova Delhi Ajai Raj Sharma, che<br />

sta dirigendo l’inchiesta sull’attentato,<br />

ha detto ai giornalisti che i cinque terroristi<br />

morti nell’azione erano tutti pakistani<br />

e che la polizia ha arrestato quattro<br />

persone e interrogato numerose altre<br />

sull’attacco. «Tutti queste persone non<br />

hanno affermato che il Pakistan ne fosse<br />

a conoscenza, o che esso fosse direttamente<br />

coinvolto», ha detto il commissario,<br />

precisando che gli esiti delle indagini<br />

«mostrano chiaramente che l’Isi era<br />

collegato con ciò e se l’Isi era collegato<br />

il Pakistan doveva saperlo». Il commissario<br />

Sharma ha aggiunto che l'Isi<br />

avrebbe addestrato le quattro persone<br />

arrestate e che il piano per attaccare il<br />

Parlamento era stato messo a punto da<br />

tre o quattro mesi.<br />

Dopo l’attentato, il Governo indiano<br />

ha sostenuto di avere le prove della responsabilità<br />

del gruppo Lashkar-i-Taiba,<br />

un'organizzazione separatista islamica<br />

del Kashmir, che ha base in Pakistan. Il<br />

Governo di Nuova Delhi ha chiesto a<br />

quello di Islamabad di vietare le attività<br />

di Lashkar-i-Taiba e di Jaish-i-Mohammad,<br />

un'altra formazione separatista<br />

importanza al varo della Convenzione,<br />

l'organismo incaricato di studiare le riforme<br />

istituzionali che saranno poi sottoposte<br />

alle decisioni della conferenza<br />

intergovernativa fissata per la primavera<br />

del 2003. Il varo della Convenzione costituisce<br />

una svolta, anche se le sue<br />

«raccomandazioni» della Convenzione<br />

non saranno vincolanti per i Governi.<br />

Con la Convenzione viene infatti sancito,<br />

come ha notato il presidente della<br />

Commissione esecutiva, l'italiano Romano<br />

Prodi, un nuovo metodo «aperto» di<br />

dibattito sulle riforme delle istituzioni.<br />

La Convenzione sarà guidato dall'ex<br />

Presidente francese Valery Giscard d’Estaing,<br />

affiancato dagli ex Primi Ministri<br />

di Belgio e Italia, Jean-Luc Dehaene e<br />

Giuliano Amato, e raccoglierà rappresentanti<br />

dei Parlamenti nazionali, del<br />

Parlamento europeo di Strasburgo, della<br />

Commissione esecutiva dell'Ue, dei Governi<br />

dei 17 Stati e di quelli e dei Paesi<br />

candidati ad entrare nell'Ue.<br />

A Laeken è stata poi dichiarata «operativa»<br />

la politica di difesa dell’Ue,<br />

aprendo così la strada sin dal 2002 a<br />

missioni di carattere umanitario e di gestione<br />

delle crisi a guida europea. Tuttavia,<br />

a giudizio della gran parte dei commentatori,<br />

tale annuncio sarebbe stato<br />

ben più significativo se l'Ue avesse sciolto<br />

il nodo, che si trascina ormai da un<br />

anno, dell’accordo per l’accesso automatico<br />

alle risorse di pianificazione della<br />

Nato. Dopo aver faticosamente raggiunto<br />

un’intesa con la Turchia (che in qualità<br />

di Paese Nato esige garanzie di consultazione<br />

prima di dar via libera al patto),<br />

l’Ue non è riuscita a superare le riserve<br />

della Grecia.<br />

Rivolta carceraria<br />

in Paraguay:<br />

ventitré morti<br />

ASUNCIÓN, 17.<br />

Ventitré reclusi sono morti e altri 250<br />

hanno riportato gravi ustioni sabato in<br />

una rivolta nel carcere Alto Paraná di<br />

Ciudad del Este, in Paraguay. Secondo<br />

le prime ricostruzioni, per protestare<br />

contro una presunta reazione violenta<br />

del capo delle guardie ai danni di un loro<br />

compagno, alle 6 del mattino i detenuti<br />

hanno appiccato il fuoco ad alcuni<br />

materassi, non riuscendo poi a domare<br />

le fiamme che si sono propagate.<br />

Secondo la versione delle autorità penitenziarie,<br />

durante una perquisizione<br />

delle celle un recluso ha minacciato con<br />

un coltello il capo delle guardie, Juan<br />

Carlos Ojeda, che ha sparato in aria a<br />

scopo intimidatorio.<br />

«Ojeda ha ucciso il nostro compagno<br />

con un colpo d’arma da fuoco sparato a<br />

freddo», ha dichiarato invece un recluso<br />

sopravvissuto mentre veniva portato via<br />

dalle guardie. L’incendio, hanno raccontato<br />

i detenuti, è stato appiccato in un<br />

settore del penitenziario che ospita oltre<br />

530 reclusi invece dei 300 previsti.<br />

Le fiamme sono state domate solo<br />

verso mezzogiorno e la tragedia è avvenuta<br />

alla presenza di molti familiari delle<br />

vittime, accorsi quando le radio hanno<br />

dato la notizia dell’incendio.<br />

islamica ritenuta responsabile dell'attentato,<br />

ancora più cruento, sferrato all'inizio<br />

di ottobre contro il Parlamento statale<br />

dello Jammu e Kashmir, a Srinagar.<br />

In quella occasione, morirono trentotto<br />

persone, compresi i quattro terroristi<br />

che avevano sferrato l'assalto.<br />

Come noto, l’India accusa da tempo il<br />

Pakistan di sostenere i separatisti islamici<br />

che combattono contro la sovranità<br />

indiana sullo Jammu e Kashmir, l'unico<br />

Stato indiano di popolazione in maggioranza<br />

musulmana. Il Governo del Pakistan<br />

respinge tali accuse.<br />

.<br />

Angola: 40 morti<br />

in una sciagura aerea<br />

LUANDA — Quaranta persone sono<br />

morte sabato in Angola quando<br />

l'elicottero sul quale viaggiavano<br />

si è schiantato a terra a circa 60<br />

chilometri da Luanda. Lo hanno riferito<br />

lunedì fonti ufficiali riprese<br />

dall'agenzia di stampa «Afp».<br />

Francia:hotelinfiamme<br />

nel centro di Parigi<br />

PARIGI — Due studentesse italiane<br />

e altre due persone sono morte<br />

nella notte fra domenica e lunedì a<br />

Parigi quando un albergo, l’Hotel<br />

du Palais, è stato devastato da un<br />

incendio probabilmente d’origine<br />

dolosa. Altre 17 persone sono rimaste<br />

ferite. Un uomo di 36 anni,<br />

con precedenti penali, è stato fermato<br />

dalla polizia.<br />

Cina: esplosione<br />

in un McDonald's<br />

PECHINO — Sono due i morti a<br />

causa dell'esplosione avvenuta sabato<br />

sera in un McDonald's a Xian,<br />

nel Nord della Cina. Lo hanno<br />

scritto lunedì i giornali cinesi. È in<br />

corso un'inchiesta da parte delle<br />

autorità per chiarire le cause del<br />

sinistro verificatosi dopo una serie<br />

di esplosioni avvenute venerdì a<br />

Zhanjiang e a Jangmen, nella provincia<br />

meridionale di Canton, che<br />

hanno causato cinque morti e sette<br />

feriti. Il McDonald's dove è avvenuta<br />

l'esplosione si trova a 200<br />

metri dalla moschea della città.<br />

Coree: esperti del Nord<br />

in visita a Seoul<br />

SEOUL — Specialisti nordcoreani<br />

in campo nucleare hanno cominciato<br />

una visita senza precedenti<br />

nella Corea del Sud nell'ambito di<br />

un accordo internazionale che prevede<br />

la costruzione di nuovi impianti<br />

per il regime comunista. La<br />

squadra di esperti, circa venti persone,<br />

è arrivata domenica nella<br />

Corea del Sud, dove è previsto<br />

che si fermi per due settimane.<br />

Isole Salomone: nuovo<br />

Primo Ministro<br />

SYDNEY — Il nuovo Premier delle<br />

isole Salomone, dopo le elezioni<br />

generali del 5 dicembre, è Allan<br />

Kemakeza, il discusso ex vice Premier<br />

nel Governo uscente, da cui<br />

era stato rimosso 4 mesi fa dopo<br />

accuse di malversazione. In un voto<br />

segreto i 50 parlamentari appena<br />

eletti hanno dato — come riferisce<br />

l'agenzia «Ansa» — 29 voti a<br />

Kemakeza del Partito Alleanza Popolare<br />

e solo 13 all’ex Ministro degli<br />

esteri, Patteson Oti.<br />

W<br />

Il Cardinale PRESIDENTE, l'Arcivescovo<br />

SEGRETARIO e i COLLABORA-<br />

TORI tutti della SEZIONE STRAORDI-<br />

NARIA dell'APSA partecipano sentitamente<br />

al dolore del Dott. Pierre Blanchard<br />

per la repentina scomparsa del<br />

fratello<br />

RAYMOND<br />

e si uniscono ai familiari nella cristiana<br />

preghiera di suffragio affidando alla<br />

bontà misericordiosa di Dio l'anima benedetta<br />

del compianto Estinto.<br />

.<br />

W<br />

I CONFRATELLI della CASA GENE-<br />

RALIZIA con il RETTOR MAGGIORE<br />

ed i CONSIGLIERI GENERALI, uniti alla<br />

sorella TERESA ed ai PARENTI, comunicano<br />

la morte del<br />

Signor IGINO REZZARO<br />

di anni 80<br />

Salesiano coadiutore<br />

Affidandolo alla bontà del Signore Risorto,<br />

chiedono la comunione fraterna<br />

della preghiera.<br />

I funerali si svolgeranno ad Alessandria<br />

nella Parrocchia Salesiana martedì<br />

18 dicembre.<br />

Roma, 17 dicembre 2001<br />

.


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

Studi medievali<br />

Luca di Casamari<br />

fonte primaria per la storia<br />

di Gioacchino da Fiore<br />

FELICE ACCROCCA<br />

Il 30 marzo 1202, Venerdì Santo,<br />

mentre si cantava il Sitientes, nella<br />

grangia florense di Canale, a poca distanza<br />

da Pietrafitta, moriva l’abate<br />

Gioacchino da Fiore, una delle figure<br />

più affascinanti di tutto il Medioevo occidentale:<br />

il 2002 apre dunque l’VIII<br />

centenario di questa ricorrenza tanto significativa.<br />

Peraltro, il 27 giugno 2001<br />

l’Arcivescovo a di Cosenza-Bisignano,<br />

Mons. Giuseppe Agostino ha nominato<br />

una commissione dei periti storici che<br />

dovrà raccogliere e studiare gli scritti e<br />

la documentazione riguardante il servo<br />

di Dio Gioacchino da Fiore (cfr L’Osservatore<br />

Romano, 19 luglio 2001). Il presule<br />

ha nominato anche i teologi censori<br />

che dovranno esaminare gli scritti dell’Abate<br />

per constatarne l’ortodossia della<br />

fede. Gioacchino, dunque, è più che<br />

mai al centro di un’attenzione generale.<br />

Ma chi fu nella realtà questo monaco<br />

della Sila «di spirito profetico dotato»<br />

(Paradiso XII, 141) su cui nel corso dei<br />

secoli è stato detto e scritto tanto, spesso<br />

a sproposito? È possibile giungere ad<br />

una conoscenza storicamente fondata di<br />

Gioacchino?<br />

Indubbiamente sì, anche se con una<br />

certa fatica. La fonte principale per la<br />

conoscenza del suo pensiero sono i suoi<br />

stessi scritti, densi e complessi, di cui è<br />

stata ormai avviata l’edizione critica con<br />

un progetto condiviso dall’Istituto storico<br />

italiano per il Medioevo e dai Monumenta<br />

Germaniae Historica.<br />

La sua biografia, invece, si può ricavare<br />

da alcune fonti antiche — la Vita<br />

b. Joachimi abbatis e la Synopsis virtutum<br />

b. Joachimi di Luca di Casamari —<br />

che forniscono, a tale riguardo, una documentazione<br />

fondamentale e sulle quali<br />

si è tanto discusso in ordine alla loro affidabilità<br />

storica.<br />

Il testo della Vita, mutilo — purtroppo<br />

— all’inizio e alla fine, venne copiato<br />

da Cornelio Pelusio alla fine del Cinquecento,<br />

quando, in qualità di praeses dei<br />

monasteri cisterciensi della Calabria e<br />

della Lucania, questi si recò in visita agli<br />

insediamenti calabresi. Nel 1598 egli<br />

narrò le vicende relative a tale visita e<br />

nel contempo copiò — da un antico manoscritto<br />

conservato nel monastero di S.<br />

Giovanni in Fiore — questa vita di<br />

Gioacchino, pubblicata nel 1950 da Cipriano<br />

Baraut (cfr Id., Las antiquas<br />

biografías de Joaquín de Fiore y su<br />

fuentes, in Analecta Sacra Tarraconensia<br />

26 [1953] pp. 207-225).<br />

Si dovettero attendere però altri dieci<br />

anni perché essa venisse pienamente valorizzata<br />

da Herbert Grundmann: questi<br />

ne dette una nuova edizione, correggendo<br />

in alcuni punti quella del Baraut (cfr<br />

ora H. Grundmann, Gioacchino da Fiore.<br />

Vita e opere. A cura di G. L. Potestà,<br />

Roma 1997, pp. 183-190: cito da<br />

quest’ultima edizione), e soprattutto dimostrò<br />

— contro le precedenti prese di<br />

posizione del Buonaiuti, dell’Ottaviano e<br />

del Foberti — l’alto valore storico dell’opera.<br />

Troppi particolari, infatti, impediscono<br />

di pensare ad una amplificazione leggendaria<br />

tardiva, molte notizie trovano<br />

conferma in altre fonti e documenti<br />

(non esclusi alcuni interventi papali) del<br />

XII e XIII secolo, ed è assurdo pensare<br />

ad un falsario che — sul finire del Cinquecento<br />

— si impegnasse in una ricerca<br />

a tappeto di testimonianze di cui,<br />

con tutta probabilità, neppure sospettava<br />

l’esistenza.<br />

Ad esempio, la Vita afferma che<br />

Gioacchino, mentre era ospite a Casamari<br />

— dalle Memorie dell’Arcivescovo<br />

Luca sappiamo che fu negli anni 1182-<br />

1184 —, si recò a Veroli dove allora si<br />

trovava il Papa Lucio III: ora, dai documenti<br />

emessi dalla cancelleria pontificia<br />

apprendiamo che Papa Lucio si trovava<br />

a Veroli (vicinissima a Casamari) sicuramente<br />

tra il 25 e il 28 maggio 1184. Come<br />

pensare, in tal caso, ad una tardiva<br />

contraffazione?<br />

La Vita fu redatta poco dopo la morte<br />

di Gioacchino e prima della morte di<br />

Raniero da Ponza (di cui si parla come<br />

di persona ancora vivente), quindi tra il<br />

1202 e il 1207/1208 o, al più tardi, 1209.<br />

Scritto da un florense della prima ora,<br />

destinato tuttavia a rimanere nell’anonimato,<br />

il testo ci ha trasmesso un documento<br />

preziosissimo, assolutamente necessario<br />

per ricostruire gran parte della<br />

biografia dell’abate florense. Come ben<br />

sottolineò il Grundmann, nulla, del suo<br />

contenuto «può essere dimostrato falso»<br />

(op. cit., p. 135).<br />

La Synopsis virtutum b. Joachimi,<br />

invece, raccoglie la testimonianza di Luca<br />

di Casamari, il quale, dopo aver conosciuto<br />

Gioacchino durante il soggiorno<br />

dell’abate calabrese presso l’abbazia<br />

laziale, fu sempre legato a lui da stima e<br />

venerazione profonda e poco dopo la<br />

morte del maestro fu eletto (nel 1203)<br />

Arcivescovo di Cosenza. Quando e perché<br />

Luca si decise a redigere questa testimonianza<br />

su Gioacchino?<br />

Credo possa stabilirsi una relazione<br />

tra questo scritto e le polemiche che<br />

precedettero e seguirono il Lateranense<br />

IV (1215). Le opere di Gioacchino, infatti,<br />

erano entrate ben presto in circolazione<br />

negli ambienti universitari, tanto<br />

che a Parigi Pietro il Cantore non mancò<br />

di manifestare, in proposito, le sue<br />

perplessità (cfr B. McGinn, «Ratio» and<br />

«visio»: Reflections on Joachim of Fiorès<br />

Place in Twelfth-Century Theology,<br />

in Gioacchino da Fiore tra Bernardo di<br />

Clairvaux e Innocenzo III, a cura di R.<br />

Rusconi, Roma 2000, pp. 27-46); una riprova<br />

di questa precoce penetrazione di<br />

idee gioachimite all’interno delle università<br />

è proprio il fatto che il Lateranense<br />

IV fu costretto ad occuparsi dell’opuscolo<br />

di Gioacchino contro Pietro Lombardo:<br />

in quell’occasione lo scritto di<br />

Gioacchino fu condannato, ma non così<br />

il suo autore che, in seguito, Onorio III<br />

ebbe modo di dichiarare «vir catholicus»<br />

(16 dicembre 1220: cfr D. Taccone-Gallucci,<br />

Regesti dei sommi Pontefici per<br />

le Chiese della Calabria, Roma 1902,<br />

pp. 133-134, num. 107).<br />

Ebbene, proprio in quegli anni va<br />

molto probabilmente collocata la testimonianza<br />

di Luca, che si contraddistingue<br />

per il fatto di basarsi esclusivamente<br />

sui ricordi personali del suo autore e<br />

dalla quale traspare profonda la devozione<br />

del discepolo nei confronti del<br />

maestro.<br />

Luca vi traccia un ritratto vivissimo di<br />

Gioacchino da Fiore: estremamente dimesso<br />

nell’aspetto, l’abate vestiva sempre<br />

in modo molto povero e non si curava<br />

affatto del cibo o della bevanda; di<br />

intensa pietà, trascorreva la notte in<br />

preghiera, nello studio e nella meditazione;<br />

nell’esercizio del culto divino mostrava<br />

fattezze angeliche: non poche volte<br />

Luca l’aveva visto lacrimare durante<br />

la Celebrazione eucaristica, specialmente<br />

quando veniva letta la passione del Signore.<br />

Umilissimo, negli anni in cui fu<br />

abate a Corazzo non disdegnava di fare<br />

egli stesso i lavori più vili e fu sempre<br />

sensibile alle necessità dei poveri.<br />

Uomo di governo che sapeva governare,<br />

fu pieno di ardore divino e dotato di<br />

efficace eloquenza: mentre era a Casamari,<br />

per incarico dell’abate Geraldo,<br />

tenne — lui solo — frequenti sermoni in<br />

capitolo, nei giorni feriali come nelle feste:<br />

«Anche allora — narrò Luca con tono<br />

che tradiva ancora l’emozione —, guardando<br />

il suo volto, avevamo l’impressione<br />

che fosse un angelo a presiedere la<br />

nostra assemblea. Infatti iniziava il discorso<br />

in tono pacato; gradualmente,<br />

andando avanti, imprimeva nelle menti<br />

degli uditori la parola di Dio con voce<br />

più forte e con viva partecipazione, non<br />

certo come un uomo ma veramente come<br />

un angelo. Non ho mai sentito alcuno<br />

lamentarsi che egli protraesse troppo<br />

il discorso del Signore, poiché nessuno<br />

di noi poteva saziarsi delle delizie della<br />

sua orazione» (ho utilizzato la traduzione<br />

di F. D’Elia, Gioacchino da Fiore.<br />

Un maestro della civiltà europea. Antologia<br />

di testi gioachimiti tradotti e commentati,<br />

Soveria Mannelli 1992, p. 22;<br />

cfr ed. Grundmann, p. 192).<br />

Se la Vita dell’anonimo appare un pilastro<br />

insostituibile per la ricostruzione<br />

delle diverse fasi dell’esistenza di Gioacchino,<br />

la testimonianza di Luca lo è altrettanto<br />

qualora si volesse tratteggiarne<br />

il profilo spirituale: pur nella loro differente<br />

impostazione le due fonti finiscono<br />

infatti per integrarsi e confermarsi vicendevolmente<br />

e non sarebbe saggio, da<br />

un punto di vista storico, affannarsi —<br />

come pure si è tentato di fare, in passato,<br />

con notevole sagacia — a sminuirne<br />

il valore e la portata.<br />

La sfiducia nei loro confronti è stata<br />

generata, in alcuni studiosi, dal fatto<br />

che esse trasmetterebbero una immagine<br />

di Gioacchino eccessivamente ossequioso<br />

nei confronti dell’autorità ecclesiastica.<br />

Insomma, un Gioacchino filopapale.<br />

Colse tuttavia nel segno Grundmann,<br />

quando affermò che «prima di<br />

sospettare di alterazione tendenziosa o<br />

di invenzione anche indicazioni del<br />

tutto obiettive persino nel racconto di<br />

Luca, solo perché non corrispondono<br />

ad una “propria concezione”, bisognerebbe<br />

fare di tutto per armonizzare la<br />

propria concezione con la tradizione»<br />

(op. cit., p. 24).<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 17-18 Dicembre 2001<br />

Disegni di Marco M. Margine a s. Lorenzo in Lucina<br />

Immagini della «Fame nel mondo»<br />

CLOTILDE PATERNOSTRO<br />

La basilica di s. Giustina a Padova<br />

Il Portico di san Lorenzo in Lucina. Il centro di Roma. Strade affollate,<br />

vetrine lucenti, musica e canti in ogni dove e una mostra: disegni di<br />

Marco Michele Margine nel Portico della grande chiesa.<br />

Ma il tema della mostra è l'inverso di quanto la città offre in questi<br />

giorni: «La fame nel mondo». Violento il contrasto, totale il dissenso,<br />

esasperata la pietà. Mitra, fucili in braccia di adolescenti innocenti, ventri<br />

gonfi, volti emaciati di bambini e madri, creature oramai al limite della<br />

vita, esseri che la vita sta abbandonando per la crudeltà di troppi, per<br />

fratricida violenza. Non è giusto; la fame nel mondo esiste e ben la rappresenta<br />

Margine con i suoi fogli dolenti. Africa e oggi Afganistan: lo<br />

stesso spettacolo che quotidianamente ci coglie con i mass media.<br />

Margine, quasi a contraltare di tanto benessere straripante dai negozi<br />

di una città festosa, puntualmente pone la sua sequenza di pena in bella<br />

vista nel Portico di san Lorenzo in Lucina. Per non dimenticare, per non<br />

far finta di non vedere, per sollecitare aiuto e preghiera, conforto per chi<br />

la fame la vive, per chi ne muore. Bambini soprattutto, dagli occhi spalancati<br />

e immemori e madri senza più lacrime.<br />

Chiedono pietà questi disegni a chi indifferente, in fretta passa e non<br />

si ferma; chiedono una riflessione, un attimo da condividere con la mente<br />

e col cuore.<br />

Non è giustificato passar oltre; doveroso è soffermarsi e pregare. Pregare<br />

per la pace e perché scompaia questo disperato bisogno di sfamarsi,<br />

diritto di tutti. Ma infine, è un dovere anche civile oltre che cristiano.<br />

Che ognuno ne sia memore.<br />

Questa di Margine è una protesta, condividerne l'appello è consapevolezza<br />

e sapienza verso noi stessi.<br />

Immagini per non dimenticare.<br />

Le porte di bronzo realizzate da Novello Finotti per la basilica di s. Giustina a Padova<br />

La bellezza di un'iconografia<br />

che attinge all'Ineffabile<br />

CLAUDIO BELLINATI<br />

«Se ti avvierai per quel fiume, che<br />

conduce alla città di Padova, férmati<br />

— ti prego — a venerare le tombe della<br />

basilica di santa Giustina; le sue pareti<br />

risplendono delle gesta di san Martino,<br />

Vescovo» (Venanzio Fortunato, Vita<br />

Sancti Martini, IV, 670 673).<br />

Chi, dalle placide acque del Prato<br />

della Valle (ove si specchiano le fondamenta<br />

corrose di un teatro romano, lo<br />

Zairo) innalza il suo sguardo alla restaurata<br />

facies della basilica di santa<br />

Giustina, sente di cogliere in sintesi secoli<br />

di storia: il cantico delle nuove<br />

porte di bronzo, arricchite dalla splendida<br />

simbologia di una storia patavina<br />

millenaria, non solo desta stupore, ma<br />

affascina; ed esplicita in breve, attraverso<br />

il linguaggio dell’arte, quelle che<br />

furono le più importanti pagine di storia<br />

del nostro primo cristianesimo.<br />

Quelle porte dicono che la basilica<br />

non è «un guscio di chiocciola»; bella<br />

al di fuori e vuota al di dentro (Guglielmo<br />

Willms). La bellezza, in questo caso<br />

più che mai, «è «cifra del mistero, e richiamo<br />

al trascendente» (Giovanni Paolo<br />

II); e suscita quella «nostalgia di Dio<br />

che un innamorato del bello, come sant’Agostino,<br />

ha saputo interpretare con<br />

accenti ineguagliabili».<br />

Se lo scultore delle nuove porte, Novello<br />

Finotti, ha qui realizzato come altrove<br />

«il lavoro del sogno» (J. Pierre) e<br />

ha dato prova della sua «immaginazione<br />

creatrice» (M. Bertozzi), nell’antica<br />

facies della basilica di santa Giustina si<br />

è cimentato nel grande mondo di una<br />

storia cristiana, che in vari modi ha interessato<br />

l’affermazione del cristianesimo<br />

a Padova.<br />

Pertanto, vorrei qui analizzare quella<br />

ispirazione «religiosa», che va al di là<br />

di un sogno «onirico», e impegna l’artista<br />

a meditare a lungo la storia, la psicologia<br />

dei personaggi, l’afflato lirico<br />

dei loro sogni, ma anche l’ineluttabile<br />

presenza del dolore. Tanto più profondo,<br />

quanto più grande è il mistero, al<br />

quale ci si accosta: il mistero divino.<br />

La sinfonia dei bronzi delle porte,<br />

unita a quella dei marmi nella figurazione<br />

dei quattro Evangelisti, ha per<br />

centro il protovescovo Prosdocimo e<br />

santa Giustina, martire (sec. IV). Anzi,<br />

la porta centrale è come un tema basilare<br />

della nuova sinfonia. Vi campeggiano<br />

le due grandi figure di Prosdocimo<br />

e di Giustina, per scendere poi alle<br />

squillanti note di un battesimo e del<br />

martirio della santa, per concludersi in<br />

due simbolici «battenti» con l’Angelo<br />

della Annunciazione e la B. V. Maria.<br />

I due portali minori racchiudono note<br />

di commento allo stupendo tema del<br />

primo cristianesimo. Vi sono effigiati (a<br />

sinistra): san Luca evangelista (le cui<br />

spoglie mortali sono venerate da secoli<br />

nella basilica); s. Massimo Vescovo,<br />

san Daniele, martire; san Mattia apostolo;<br />

il b. Arnaldo da Limena.<br />

Nel portale destro, ecco l’immagine<br />

gratissima al cuore dei padovani, ma<br />

anche a tutti coloro, che amano «l’ecumenismo»:<br />

san Leopoldo Mandiç. Non<br />

potevano mancare — su questa scia —<br />

Papa Paolo VI, i santi Cirillo e Metodio,<br />

il patriarca Atenagora e il padre di<br />

una grande «Regola»: san Benedetto da<br />

Norcia.<br />

Questo è lo scenario immenso, dinanzi<br />

al quale si trovò lo scultore,<br />

chiamato a interpretare e a perpetuare<br />

l’autentico sogno (da immortalare nella<br />

più concreta realtà) da parte di A. Ferro<br />

e di G. Visentin, gli artefici di una<br />

progettazione che del sogno ha l’immagine<br />

più suggestiva.<br />

Ma qui è necessaria una domanda,<br />

che si affaccia impellente all’animo di<br />

chiunque si attardi a contemplare l’opera<br />

dalle ridenti acque del Prato della<br />

Valle: se Novello Finotti scolpisce e<br />

crea «come il sogno sogna» (J. Pierre),<br />

da quale afflato religioso è stata ispirata<br />

la sua opera nella facciata della basilica<br />

di santa Giustina?<br />

* * *<br />

Per rispondere è necessario riandare<br />

a quanto afferma di Novello Finotti Antonio<br />

Paolucci: «Alla base di tutto c’è<br />

la scoperta della divina bellezza, che<br />

abita i grandi materiali della scultura:<br />

lo statuario di Carrara, il marmo di<br />

Candoglio, il rosa del Portogallo, il nero<br />

del Belgio, il bronzo». Ma per capire<br />

questa «divina bellezza» è necessario<br />

anche rivedere il polittico di A. Mantegna,<br />

a Brera, dov’è Luca evangelista,<br />

Un anno di manifestazioni per il centenario della morte di Emilio De Marchi<br />

Riemerge un protagonista dell'800 letterario<br />

ALBERTO MANZONI<br />

«Il più grande merito di uno scrittore<br />

non è tanto d’aver dei buoni concetti e<br />

dei sentimenti onesti, come ogni buon<br />

galantuomo, quanto di possedere l’arte<br />

di insinuarli nell’animo altrui in una maniera<br />

che vi attecchiscano e producano<br />

frutto. E più grande ancora sarà questo<br />

merito, quanto maggiore sarà il numero<br />

di quelli a cui le buone verità possono<br />

arrivare». Emilio De Marchi, che pronunciò<br />

queste parole in occasione di<br />

una conferenza su Alessandro Manzoni,<br />

fu insegnante, scrittore, traduttore, giornalista,<br />

soprattutto — possiamo dire —<br />

volle essere educatore.<br />

Ed oggi, che di educatori la nostra società<br />

dimostra di avere molto bisogno,<br />

può far soltanto bene la riscoperta di<br />

una figura come quella di un «intellettuale<br />

popolare» come lui, per troppo<br />

tempo lasciato in un canto. Il tentativo<br />

di ridare il giusto posto al De Marchi è<br />

stato operato quest’anno, 150° anniversario<br />

della nascita e centenario della<br />

morte, in vari ambiti; ne parliamo mentre<br />

siamo alle battute conclusive delle<br />

celebrazioni, dopo che avevamo già trattato<br />

del Convegno nazionale di febbraio.<br />

Qui ricordiamo per l’appunto le iniziative<br />

intraprese nel 2001, augurandoci<br />

che altre occasioni seguano per continuare<br />

a parlarne, non fosse per altro<br />

motivo che per l’esistenza tuttora di numerosi<br />

inediti del De Marchi.<br />

I primi a muoversi, un anno fa, furono<br />

i rappresentanti di associazioni di volontariato<br />

e scuole, riuniti nel «Comitato<br />

Emilio De Marchi», con l’amministrazione<br />

comunale di Paderno Dugnano, dove<br />

è sepolto lo scrittore con i suoi familiari<br />

(la moglie Lina, i figli Marco e Cesarina<br />

ed altri). A Paderno, infatti, Emilio e i<br />

suoi venivano a far vacanza, così come<br />

accadeva per tanti altri paesi, ora quasi<br />

indistintamente racchiusi nella «cintura»<br />

milanese; qui il De Marchi è ricordato<br />

dalla via, dalla scuola elementare e dal<br />

parco pubblico a lui dedicati (un tempo<br />

c’era pure una libreria cattolica, che però<br />

da anni ha cessato l’attività).<br />

Il Comitato ha organizzato il convegno<br />

«Emilio De Marchi, un gran lombardo»,<br />

di cui s’è detto, ed altre iniziati-<br />

Basilica di s. Giustina: i simboli dei quattro Evangelisti<br />

La basilica e Prato della Valle in una incisione del Canaletto (1774)<br />

che stende il messaggio evangelico sopra<br />

il suo scrittoio.<br />

Accanto a lui stanno solennemente<br />

Prosdocimo, Giustina, Daniele e altri<br />

testimoni di una religiosità, che i benedettini<br />

avrebbero accolto nella loro storia<br />

millenaria. Prosdocimo ha messo a<br />

servizio della fede cristiana la sua saggezza.<br />

Guardandone l’immagine scolpita<br />

si sente che Novello Finotti ha compendiato<br />

in lui quell’arte, che non è<br />

fatta in funzione di cànoni puramente<br />

liturgici, ma che è, essa stessa, splendida<br />

forma di preghiera.<br />

Giustina, la martire dei primi secoli<br />

cristiani, è una fanciulla coraggiosa,<br />

consapevole della sua dignitosa bellezza,<br />

e decisa ad affermare fino all’immolazione<br />

il sogno di tutta la sua esistenza.<br />

Nel suo volto è «dipinta» quella<br />

«arcana nostalgia di Dio» che a chiunque<br />

(anche ad una fanciulla come Giustina)<br />

potrebbe far ripetere la celebre<br />

frase di Agostino: «Tardi ti ho amato,<br />

Bellezza tanto antica e tanto nuova».<br />

Questo scavare nella memoria storica,<br />

per presentarci dinanzi non alterata da<br />

tempi e stagioni storiche, la bellezza di<br />

un personaggio, come santa Giustina, è<br />

traguardo di una disciplina dello spirito.<br />

«Chiunque ha pratica d’arte — scrive<br />

Paolucci — sa che per arrivare a simili<br />

risultati occorre una disciplina assoluta!<br />

molto simile all’ascesi».<br />

Senso del bello e intuizione del Mistero,<br />

vanno di pari passo in Finotti.<br />

Talché non è difficile andare alla profonda<br />

analisi che dell’animo dell’artista<br />

fa Giovanni Paolo II, artista egli stesso:<br />

«Nei giochi delle luci e delle ombre,<br />

nelle forme ora massicce e ora slanciate,<br />

intervengono certo considerazioni di<br />

tecnica strutturale; ma anche tensioni<br />

ve, raggruppate a tema, secondo le<br />

competenze dei curatori.<br />

Così in primavera si sono succedute<br />

le rappresentazioni teatrali da parte dei<br />

bambini delle scuole elementari (Quest’oggi<br />

si recita a casa dello zio Emilio)<br />

e dell’istituto superiore «C. E. Gadda»<br />

(L’ultima recita di Demetrio Pianelli),<br />

seguiti dalla associazione «Studio 900»<br />

(Il racconto di Giacomo l’idealista); i<br />

copioni sono stati ispirati a quelli stesi<br />

dallo stesso De Marchi, il quale proprio<br />

nella sua casa di campagna organizzava<br />

recite con parenti e persone del luogo,<br />

oltre che a suoi romanzi.<br />

Nel mese di giugno, ancora teatro<br />

con la compagnia «Il Sipario», che ha<br />

messo in scena la commedia Le due<br />

Marianne, atto unico con parte del testo<br />

in dialetto milanese, che lo stesso<br />

gruppo aveva rappresentato dieci anni<br />

fa. A ottobre è stato proiettato il film Il<br />

cappello del prete, tratto dal romanzo<br />

omonimo di De Marchi (fra l’altro, il<br />

primo «giallo» italiano); la pellicola venne<br />

girata nel 1943, per la regia di Ferdinando<br />

Maria Poggioli, ma uscì solo nel<br />

’45 dopo la Liberazione.<br />

Lungo tutti questi mesi, intanto, c’è<br />

stato il tempo per accogliere le opere<br />

partecipanti alla XII edizione del Premio<br />

letterario nazionale «Emilio De Marchi»<br />

per novelle inedite, organizzato dal movimento<br />

dei Cavalieri per l’Europa (Cenacolo<br />

letterario). Per inciso, va riconosciuto<br />

a questa associazione — fondata<br />

oltre trentacinque anni fa da Giuseppe<br />

Coppelli ed oggi presieduta da Giovanni<br />

Moretti — il merito di aver ricominciato<br />

a parlare di De Marchi quando quasi<br />

nessuno se ne ricordava.<br />

Al premio hanno partecipato cinquanta<br />

concorrenti. Vincitore è risultato Alberto<br />

Arletti di Carpi per la novella Di<br />

regolamenti, vettovaglie e trombettieri;<br />

seconda classificata Randa Ghazi, di<br />

Limbiate (Mi), con 29 agosto 2001; terza<br />

Loredana Capellazzo, di Rovigo, per la<br />

novella Il cavaliere fulvo. La cerimonia<br />

di premiazione si è svolta a novembre<br />

nella sala convegni della Biblioteca comunale.<br />

Nello stesso mese è stata inaugurata<br />

la mostra di pittura «Milano, Paderno<br />

e la Brianza di De Marchi», con<br />

opere dipinte per l’occasione da artisti<br />

che si sono recati sui luoghi dove De<br />

La nuova porta in bronzo<br />

realizzata da Novello Finotti<br />

proprie della presenza di Dio: mistero<br />

tremendo e “fascinoso”» (Lettera agli artisti).<br />

L’arte religiosa di Finotti è tentativo<br />

di esprimere l’ineffabile. Talché l’iconografia<br />

dei personaggi, che all’ineffabile<br />

attingono, appare in tutta la sua<br />

misteriosa bellezza.<br />

Di fronte ad un umanesimo odierno<br />

«caratterizzato dall’assenza di Dio e<br />

spesso dalla opposizione a lui», e di<br />

fronte alle pagine di storia, «squadernate»<br />

dalle stupende immagini di santi e<br />

di beati, non possiamo non sentire l’attualità<br />

dell’invito, espresso da Giovanni<br />

Paolo II, nella sua «Lettera agli Artisti»:<br />

«I vostri molteplici pensieri, artisti del<br />

mondo, possano condurre tutti a quell’Oceano<br />

infinito di bellezza, dove lo<br />

stupore si fa ammirazione, ebbrezza,<br />

indicibile gioia».<br />

Marchi visse o ambientò le proprie narrazioni.<br />

Siamo giunti, così, all’ultima delle iniziative,<br />

la mostra documentaria su «De<br />

Marchi, un uomo, uno scrittore ed un<br />

concittadino», curata da Luciano Bissoli<br />

con la collaborazione della associazione<br />

Fera de Dugnan.<br />

La mostra ha curato in particolar modo<br />

la presentazione della figura di De<br />

Marchi, come scrittore, uomo, cittadino<br />

impegnato socialmente e, per finire, come<br />

gradito ed abituale ospite padernese.<br />

Parte del materiale è stato destinato dalle<br />

eredi di Emilio, Cesarina e Magda, ad<br />

un costituendo Museo De Marchi in città.<br />

Da notare che la mostra è a disposizione<br />

di enti o altre istituzioni che ne facessero<br />

richiesta.<br />

In contemporanea con la mostra padernese,<br />

il 4 dicembre ne è stata aperta<br />

anche una (più ampia) a Milano: «Emilio<br />

De Marchi (1851-1901) — Documenti,<br />

immagini, manoscritti», presso il Museo<br />

di storia contemporanea in via sant’Andrea,<br />

curata dal Fondo manoscritti<br />

dell’Università di Pavia fondato da Maria<br />

Corti, in particolare da Nicoletta<br />

Trotta (la rassegna resterà aperta sino al<br />

27 gennaio 2002). Lo stesso Fondo ha<br />

organizzato, a Pavia presso l’Università,<br />

in dicembre, un convegno dal titolo<br />

«Emilio De Marchi un secolo dopo».<br />

Queste ultime annotazioni ci danno<br />

occasione per notare come la città di<br />

Milano, che diede i natali allo scrittore e<br />

che lo vide consigliere comunale nonché<br />

responsabile di diversi incarichi civici,<br />

sia stata parca nel ricordarlo, salvo pocheeccezioni,peraltrodinotevolelivello.<br />

Da segnalare, comunque, la commemorazione<br />

da parte del professor Claudio<br />

Beretta al Circolo Filologico Milanese.<br />

Quindi la magnifica serata al teatro<br />

«Dal Verme», da poco rimesso a nuovo,<br />

a cura del Teatro «Franco Parenti» per<br />

la regia di Filippo Crivelli. Gli attori, fra<br />

cui Valentina Cortese, Franca Valeri,<br />

Ivana Monti e Piero Mazzarella, hanno<br />

proposto numerosi brani da diverse opere<br />

di De Marchi<br />

Infine, a Niguarda, l’omonima Cooperativa<br />

edificatrice ha proposto una serata,<br />

nel mese di novembre, curata sempre<br />

dal Comitato padernese, dove è stato<br />

presentato un profilo biografico e letterario<br />

dello scrittore.


.<br />

PAGINA<br />

È stata la visita pastorale numero trecento<br />

quella compiuta da Giovanni Paolo<br />

II alla parrocchia romana di santa<br />

Maria Josefa del Cuore di Gesù, nella<br />

mattina di domenica 16 dicembre. Nel<br />

corso della Concelebrazione Eucaristica<br />

presieduta nel nuovo complesso parrocchiale,<br />

il Santo Padre ha pronunciato<br />

l'omeliache pubblichiamoquidiseguito:<br />

1.«Si rallegrino il deserto<br />

e la terra arida, esulti e fiorisca<br />

la steppa» (Is 35, 1).<br />

Un insistente invito alla<br />

gioia caratterizza la liturgia<br />

di questa terza domenica di<br />

Avvento, chiamata domenica<br />

«Gaudete», perché proprio<br />

«Gaudete» è la prima parola<br />

dell’antifona di ingresso.<br />

«Gioite», «rallegratevi»! Accanto<br />

alla vigilanza, alla preghiera<br />

e alla carità, l’Avvento<br />

ci invita alla letizia e alla<br />

gioia, perché è ormai prossimo<br />

l’incontro con il Salvatore.<br />

Nella prima lettura, che<br />

abbiamo poc’anzi ascoltato,<br />

troviamo un vero e proprio<br />

inno alla gioia. Il profeta<br />

Isaia preannuncia i prodigi<br />

che il Signore compirà per il<br />

suo popolo, liberandolo dalla<br />

schiavitù e riconducendolo<br />

in patria. Con la sua venuta,<br />

si realizzerà come un nuovo<br />

e più importante esodo, che<br />

farà rivivere appieno l’esultanza<br />

della comunione con<br />

Dio.<br />

Per quanti sono scoraggiati<br />

e sfiduciati risuona la «buona<br />

novella» della salvezza:<br />

«Gioia e felicità seguiranno i<br />

riscattati dal Signore e fuggiranno<br />

tristezza e pianto» (cfr<br />

Is 35, 10).<br />

2.«Coraggio! Non temete;<br />

ecco il vostro Dio... Egli viene<br />

a salvarvi» (Is 35, 4).<br />

Quanta fiducia infonde questa<br />

profezia messianica, che<br />

lascia intravvedere la vera e<br />

definitiva liberazione, realizzata<br />

da Gesù Cristo. In effetti,<br />

nella pagina evangelica,<br />

che è stata proclamata nella<br />

nostra assemblea, Gesù, rispondendo<br />

alla domanda dei<br />

discepoli di Giovanni Battista,<br />

applica a se stesso quanto<br />

aveva affermato Isaia: è<br />

Lui il Messia atteso. «Andate<br />

— Egli dice — e riferite a<br />

Giovanni ciò che voi udite e<br />

vedete: i ciechi ricuperano la<br />

vista, gli storpi camminano, i<br />

lebbrosi sono guariti, i sordi<br />

riacquistano l’udito, i morti<br />

risuscitano, ai poveri è predicata<br />

la buona novella» (Mt<br />

11, 4-5).<br />

Sta qui la ragione profonda<br />

della nostra gioia: in Cristo<br />

si è compiuto il tempo<br />

dell’attesa. Dio ha finalmente<br />

realizzato la salvezza per<br />

ogni uomo e per tutta l’umanità.<br />

Con questa intima convinzione<br />

ci prepariamo a celebrare<br />

la festa del Santo Natale,<br />

evento straordinario che<br />

riaccende i nostri cuori di<br />

speranza e di spirituale letizia.<br />

3.Carissimi Fratelli e Sorelle<br />

della Parrocchia di santa<br />

Maria Josefa del Cuore di Gesù!<br />

La gioia di essere in mezzo<br />

a voi, oggi, assume un’intensità<br />

particolare. È la gioia<br />

di poter incontrare la trecentesima<br />

comunità parrocchiale<br />

dell’amata Chiesa di Roma.<br />

Fin dall’inizio del Ponti-<br />

4 .<br />

Le visite<br />

pastorali<br />

del Vescovo<br />

di Roma<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 17-18 Dicembre 2001<br />

A santa Maria Josefa del Cuore di Gesù la trecentesima<br />

visita pastorale di Giovanni Paolo II ad una parrocchia romana<br />

La gioia, il coraggio, la preghiera<br />

del Pastore dell'amata Chiesa di Roma<br />

L'omelia della Concelebrazione Eucaristica<br />

presieduta dal Santo Padre nella nuova chiesa parrocchiale<br />

ficato è stato per me importante<br />

esercitare il ministero<br />

di Vescovo di Roma, anche e<br />

forse soprattutto visitando le<br />

comunità parrocchiali della<br />

Diocesi.<br />

Uno speciale pensiero di<br />

gratitudine va al Cardinale<br />

Vicario che, insieme a Mons.<br />

Vicegerente e ai Vescovi Ausiliari,<br />

mi hanno accompagnato<br />

in questi incontri domenicali.<br />

Non posso non ricordare<br />

qui con grande affetto<br />

il compianto Cardinale<br />

Ugo Poletti, i Presuli che<br />

hanno prestato la loro valida<br />

collaborazione al servizio<br />

della Diocesi, i tanti Parroci<br />

e Cooperatori parrocchiali,<br />

come pure le migliaia di fedeli<br />

che ho incontrato in<br />

questo mio pellegrinare per i<br />

quartieri della nostra Metropoli.<br />

Questi sentimenti ho<br />

voluto affidare alla Lettera<br />

che, in questa occasione, ho<br />

indirizzato al Cardinale Vicario<br />

e, attraverso di lui, all’intera<br />

Comunità diocesana,<br />

per condividere con tutti e<br />

“<br />

Quanta ricchezza di bene, di fervore spirituale,<br />

di iniziative pastorali, apostoliche e caritative<br />

ho potuto incontrare in queste visite!<br />

Quanta ricchezza! Ciascuna di esse<br />

è stata per me un’occasione privilegiata<br />

per dare e ricevere coraggio.<br />

Mentre desidero continuare questa arricchente<br />

esperienza pastorale, recandomi<br />

nelle altre parrocchie che attendono ancora<br />

l’incontro con il loro Pastore, ringrazio Dio<br />

per la missione che mi ha affidato<br />

-<br />

ciascuno la gioia di un evento<br />

tanto singolare.<br />

Quanta ricchezza di bene,<br />

di fervore spirituale, di iniziative<br />

pastorali, apostoliche<br />

e caritative ho potuto incontrare<br />

in queste visite! Quanta<br />

ricchezza! Ciascuna di esse è<br />

stata per me un’occasione<br />

privilegiata per dare e ricevere<br />

coraggio. Mentre desidero<br />

continuare questa arricchen-<br />

”<br />

te esperienza pastorale, recandomi<br />

nelle altre parrocchie<br />

che attendono ancora<br />

l’incontro con il loro Pastore,<br />

ringrazio Dio per la missione<br />

che mi ha affidato. Egli mi<br />

ha chiamato ad essere Successore<br />

dell’apostolo Pietro,<br />

Vescovo della Chiesa di Roma,<br />

di questa Chiesa che<br />

presiede alla comunione universale<br />

della carità (cfr Igna-<br />

zio d’Antiochia, Lettera ai<br />

Romani, Intr.). Chiedo la vostra<br />

preghiera per saper corrispondere<br />

in modo adeguato<br />

a questo compito.<br />

4.Carissimi Fratelli e Sorelle<br />

di questa Parrocchia!<br />

Grazie per la vostra accoglienza.<br />

Vi saluto con grande<br />

affetto. Saluto il Parroco, Padre<br />

Angelo De Caro, e i Missionari<br />

Monfortani che collaborano<br />

con lui nella guida<br />

della comunità. Con particolare<br />

cordialità ringrazio coloro<br />

che, a vostro nome, mi<br />

hanno dato il benvenuto, all’inizio<br />

della celebrazione.<br />

Saluto i fedeli laici maggiormente<br />

impegnati nell’animazione<br />

della parrocchia, i giovani,<br />

le famiglie, gli ammalati,<br />

gli anziani e tutti i residenti<br />

in questa zona periferica<br />

della Città in costante<br />

espansione.<br />

Un saluto riconoscente rivolgo<br />

alla Congregazione delle<br />

Serve di Gesù della Carità<br />

che, con generoso e autentico<br />

senso ecclesiale, hanno reso<br />

Trecento visite pastorali, un unico pellegrinaggio<br />

di amore e di speranza nel cuore della città<br />

FRANCESCO M. VALIANTE<br />

Quel calice che Giovanni Paolo II ha<br />

alzato verso l'alto al momento della<br />

Consacrazione Eucaristica resterà per i<br />

fedeli di santa Maria Josefa del Cuore di<br />

Gesù molto più che un cimelio da conservare<br />

nello scaffale dei ricordi. Resterà<br />

la testimonianza concreta dell'affetto e<br />

della predilezione del Papa, che ha voluto<br />

lasciarlo alla comunità in ricordo della<br />

trecentesima visita pastorale compiuta<br />

in oltre 23 anni di Pontificato. Ma resterà<br />

soprattutto un costante, esplicito richiamo<br />

a farsi ogni giorno «calice» di<br />

speranza offerto a tutti gli uomini e le<br />

donne di questo lembo dell'estrema periferia<br />

orientale romana.<br />

E di speranza c'è davvero bisogno tra<br />

la gente di Ponte di Nona. Un fazzoletto<br />

di campagna sul quale si è abbattuta impietosa<br />

la scure dell'urbanizzazione, lasciando<br />

dietro di sé i mali e le storture<br />

di uno sviluppo che troppo spesso dimentica<br />

l'uomo. Case basse e uniformi<br />

costruite disordinatamente; larghe distese<br />

di terra lasciata incolta; strade irregolari<br />

e prive di adeguata illuminazione;<br />

assoluta mancanza di servizi e di centri<br />

aggregativi. Per la festa della trecentesi-<br />

ma parrocchia visitata da Giovanni Paolo<br />

II non si poteva scegliere un luogo<br />

più emblematico e significativo. Perché,<br />

in fondo, il lungo pellegrinaggio pastorale<br />

del Papa tra le comunità della sua<br />

Diocesi è stato proprio questo: portare<br />

la forza della speranza cristiana in mezzo<br />

alla gente condividendone i problemi,<br />

le ansie, le attese, le difficoltà. In questi<br />

23 anni il Vescovo di Roma ha attraversato<br />

strade e piazze dove neanche i<br />

mezzi pubblici arrivano. Ha percorso<br />

quartieri dove non esistono scuole, uffici<br />

postali, farmacie. Ha stretto le mani di<br />

gente che vive in alloggi privi dei servizi<br />

essenziali. Si è fatto povero tra i poveri,<br />

piccolo tra i piccoli, ultimo tra gli ultimi.<br />

Anche qui a Ponte di Nona, alzando<br />

quel calice dall'altare della nuova chiesa<br />

parrocchiale, il Papa ha visto dinanzi a<br />

sé una comunità assetata di speranza.<br />

Ha visto anziani ed ammalati seduti sulle<br />

carrozzelle. Papà e mamme con i figli<br />

tra le braccia. Giovani e ragazzi avvolti<br />

nei loro pesanti giubbotti. Su quei volti<br />

ha letto una gioia ed un calore che da<br />

queste parti non è facile incontrare. E la<br />

CONTINUA A PAGINA 5<br />

possibile la costruzione di<br />

questa nuova chiesa, consacrata<br />

il 27 gennaio scorso, e<br />

dedicata alla loro fondatrice,<br />

santa Maria Josefa del Cuore<br />

di Gesù.<br />

L’esempio di questa Santa,<br />

che visse animata da intenso<br />

amore per l’Eucaristia e per<br />

i fratelli in difficoltà, sia di<br />

stimolo per voi, care Sorelle,<br />

a crescere nella devozione all’Eucaristia<br />

e nell’accoglienza<br />

dei fratelli anziani, infermi<br />

e bisognosi.<br />

Sia di incoraggiamento altresì<br />

per voi, cari parrocchiani,<br />

ad operare senza stancarvi<br />

per fare del vostro quartiere<br />

un ambiente veramente<br />

umano, così che vengano ridotti<br />

i rischi di deviazione e<br />

di emarginazione, che purtroppo<br />

sono ancora diffusi<br />

specialmente nelle grandi Città.<br />

6.La Diocesi di Roma ricorda<br />

oggi l’impegno per la<br />

costruzione delle nuove chiese,<br />

e qui possiamo toccare<br />

con mano i benefici che può<br />

apportare a tutta la zona un<br />

organico complesso parrocchiale.<br />

Nel vostro quartiere,<br />

infatti, la vostra chiesa costituisce<br />

un provvidenziale centro<br />

aggregativo, dove ci si<br />

forma all’ascolto di Dio e al<br />

servizio del prossimo; qui si<br />

coltiva un generoso slancio<br />

missionario e vocazionale,<br />

che coinvolge in primo luogo<br />

i giovani, con una costante<br />

attenzione alle esigenze locali<br />

e alle sfide mondiali. Possa il<br />

lodevole sforzo, che il Vicariato<br />

compie per dotare ogni<br />

quartiere d’un attrezzato<br />

centro pastorale, trovare generosa<br />

solidarietà da parte di<br />

ciascuna Parrocchia, specialmente<br />

di quelle che dispongono<br />

di maggiori risorse, come<br />

pure da parte di Congregazioni<br />

e Istituti religiosi, di<br />

Istituzioni pubbliche e private.<br />

7.«Siate pazienti fino alla<br />

venutadel Signore» (Gc 5, 7).<br />

L’Avvento ci invita alla<br />

gioia ma, al tempo stesso, ci<br />

esorta ad attendere con pazienza<br />

la venuta ormai prossima<br />

del Salvatore. Esorta a<br />

non scoraggiarsi, resistendo<br />

a ogni tipo di avversità, certi<br />

che il Signore non tarderà a<br />

venire.<br />

Questa vigile pazienza, come<br />

sottolinea l’apostolo Giacomo<br />

nella seconda Lettura,<br />

favorisce il consolidarsi di<br />

sentimenti fraterni nella Comunità<br />

cristiana. Riconoscendosi<br />

piccoli, poveri e bisognosi<br />

dell’aiuto di Dio, i<br />

credenti si stringono insieme<br />

per accogliere il loro Messia<br />

che sta per venire. Egli verrà<br />

nel silenzio, nell’umiltà e<br />

nella povertà del Presepe, e<br />

recherà a chi gli apre il cuore<br />

la sua gioia.<br />

Avanziamo, pertanto, con<br />

animo lieto e generoso verso<br />

il Natale. Facciamo nostri i<br />

sentimenti di Maria, che ha<br />

atteso orante e silenziosa il<br />

Redentore e ne ha preparato<br />

con cura la nascita a Betlemme.<br />

Buon Natale!


.<br />

Trecentovisitepastorali,ununicopellegrinaggiodiamoreedisperanzanelcuoredellacittà<br />

CONTINUAZIONEDALLAPAGINA4<br />

PAGINA<br />

ragione è semplice: in quell'indomito Pastore<br />

assorto, immobile, con il calice<br />

stretto tra le mani, tutti hanno riconosciuto<br />

«uno di loro», «uno come loro». E<br />

così lo hanno accolto, spalancandogli<br />

senza riserve le porte del cuore e quelle<br />

del quartiere. Ponte di Nona è diventata<br />

una grande e ospitale «casa» per Giovanni<br />

Paolo II. Tanto è vero che la giovanissima<br />

Sara, nel salutarlo all'inizio<br />

della Santa Messa, ha voluto conferirgli<br />

idealmente il riconoscimento più bello a<br />

nome di tutta la popolazione. «Oggi —<br />

ha detto — vi eleggiamo “primo cittadino<br />

onorario” del quartiere e della comunità<br />

parrocchiale di santa Maria Josefa».<br />

Una cittadinanza assegnata per meriti<br />

«pastorali», che il Papa ha accettato di<br />

buon grado, ricambiando il singolare<br />

omaggio della ragazza con un abbraccio<br />

carico di paternità.<br />

Quella di Sara è stata un'altra delle<br />

tante «istantanee» che resterà custodita<br />

nel grande album di queste trecento visite<br />

pastorali di Giovanni Paolo II alle<br />

parrocchie della città. Un album da sfogliare<br />

con la mano del cuore, dove si ritrovano<br />

con un pizzico di emozione i<br />

volti, le battute, i gesti che hanno costellato<br />

l'ininterrotto pellegrinaggio del<br />

«Parroco di Roma» tra i suoi fedeli. Un<br />

album che, a rileggerlo, rivela non solo<br />

il volto familiare e confidente del Papa,<br />

ma anche quello vero e autentico dell'intera<br />

comunità ecclesiale e civile cittadina.<br />

Attraverso quelle visite Roma ha<br />

riscoperto se stessa. Ha riassaporato la<br />

sua anima più schietta e popolare. Ha<br />

ritrovato atmosfere dimenticate, gesti inconsueti,<br />

slanci di entusiasmo sopiti. Ha<br />

recuperato le sue energie migliori.<br />

Giunto nella parrocchia poco prima<br />

delle 9.30, Giovanni Paolo II è stato accolto<br />

dal Cardinale Vicario Camillo Ruini,<br />

dal Vicegerente di Roma, l'Arcivescovo<br />

Cesare Nosiglia, dal Parroco, Padre<br />

Angelo De Caro, e da Padre William Jo-<br />

5 .<br />

seph Considine, Superiore Generale della<br />

Compagnia di Maria (Monfortani) cui<br />

è affidata la cura pastorale della parrocchia.<br />

Con il Papa erano il Prefetto della<br />

Casa Pontificia, il Vescovo James Michael<br />

Harvey, ed il Prefetto Aggiunto, il<br />

Vescovo Stanisław Dziwisz.<br />

Prima di fare l'ingresso in chiesa, Giovanni<br />

Paolo II ha sostato a salutare i numerosi<br />

fedeli assiepati all'esterno del<br />

nuovo edificio parrocchiale. Inaugurato<br />

poco meno di un anno fa con il solenne<br />

rito di dedicazione presieduto dal Cardinale<br />

Ruini il 27 gennaio, esso è frutto<br />

della generosità della Congregazione delle<br />

Serve di Gesù della Carità, fondate da<br />

santa Maria Josefa del Cuore di Gesù.<br />

Sull'altare, sotto la grande volta in legno,<br />

campeggia un artistico Crocifisso<br />

che proprio il Papa ha donato alla parrocchia<br />

in occasione della realizzazione<br />

del moderno complesso. Sulla parete in<br />

fondo, sotto la grande vetrata, spiccano<br />

un'immagine della santa spagnola a cui<br />

è dedicata la chiesa ed un quadro raffigurante<br />

Maria che reca sulle ginocchia<br />

il Cristo crocifisso. Anche quest'ultimo è<br />

un dono di Giovanni Paolo II.<br />

Il lungo abbraccio tra il «gregge» ed il<br />

suo Pastore è poi proseguito all'interno<br />

dell'edificio. Particolarmente toccante è<br />

stata la tenerezza delle carezze che il<br />

Papa ha lasciato sui volti dei bambini e<br />

degli anziani. Molti non sono riusciti a<br />

trattenere le lacrime. Il grido «Giovanni<br />

Paolo - Giovanni Paolo!», ritmato dal<br />

battito delle mani, ha accompagnato i<br />

suoi passi lungo la navata centrale. Tra i<br />

presenti vi erano 75 religiose delle Serve<br />

di Gesù della Carità, giunte da diverse<br />

parti di Italia, Europa ed America, con<br />

la Superiora Generale Madre Mercedes<br />

Miguel. Alla Santa Messa ha partecipato<br />

anche l'on. Francesco Rutelli con la<br />

consorte.<br />

Con Giovanni Paolo II hanno concelebrato<br />

il Cardinale Ruini, l'Arcivescovo<br />

Nosiglia, il Superiore Generale dei Monfortani<br />

ed il Parroco. All'inizio del rito li-<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 17-18 Dicembre 2001<br />

turgico, il Cardinale Vicario ha dato lettura<br />

della Lettera inviatagli dal Papa<br />

proprio in occasione della trecentesima<br />

visita pastorale ad una parrocchia romana<br />

(ne abbiamo pubblicato il testo integrale<br />

nell'edizione di domenica 16 dicembre).<br />

«Benvenuto tra noi, Padre<br />

Santo — lo ha poi salutato il Parroco<br />

—. Grazie per la vostra presenza di pa-<br />

«I gravi problemi che assillano l’esistenza<br />

rendono talvolta difficile riconoscere questi<br />

doni di Cristo. Compito della Chiesa<br />

è proprio quello di renderli visibili<br />

e di testimoniarne la presenza. L’umanità<br />

anela oggi soprattutto alla gioia e alla pace.<br />

Tocca a noi credenti, con l’eloquenza<br />

dell’amore operoso, divenire ogni giorno<br />

fermento profetico di un mondo riconciliato»<br />

ANGELUS Il gioioso annuncio della III Domenica di Avvento rinnovato dal Papa prima della tradizionale benedizione delle statuine del «Bambinello»<br />

È vicino l'autentico liberatore dell'uomo<br />

Cristo è «l’autentico liberatore dell’uomo,<br />

inviato da Dio a riscattarlo dal potere<br />

del male e della morte». Lo ha detto<br />

Giovanni Paolo II all'Angelus di domenica<br />

16 dicembre, recitato con i numerosi<br />

fedeli convenuti in Piazza San<br />

Pietro. Pubblichiamo qui di seguito le<br />

sue parole:<br />

1.Oggi, terza domenica di Avvento,<br />

si rinnova il lieto annuncio:<br />

«Gaudete in Domino semper - Rallegratevi<br />

nel Signore sempre» (Fil 4,<br />

4). Sono parole tratte dalla Lettera<br />

di san Paolo ai Filippesi, che caratterizzano<br />

l’odierna liturgia.<br />

Quest’invito alla gioia ha una<br />

motivazione ben precisa: «il Signore<br />

è vicino» (Fil 4, 5), Dominus prope<br />

est. Verità nota al pio israelita, da<br />

cui egli trae fiducia e consolazione;<br />

verità che trova il suo compiuto<br />

fondamento in Cristo. In Lui, infatti,<br />

Dio si è fatto vicino ad ogni uomo:<br />

Egli è il Messia, l’«Emmanuele»,<br />

il «Dio con noi» (cfr Is 7, 14;<br />

Mt 1, 23). La gioia è il cuore del<br />

Vangelo del Natale.<br />

2.Come madre esperta, la Chiesa<br />

conosce meglio di ogni altra istituzione<br />

le difficoltà e le sofferenze<br />

inerenti al vivere umano. Sa bene<br />

che nella vita di tanti popoli e tante<br />

persone la tristezza prevale sulla<br />

gioia, l’angoscia sulla speranza.<br />

Ma proprio a questi uomini e<br />

donne è destinato in modo privilegiato<br />

l’annuncio natalizio, perché<br />

«ai poveri [Cristo] annunziò il Vangelo<br />

di salvezza, la libertà ai prigionieri,<br />

agli afflitti la gioia» (Preghiera<br />

Eucaristica IV). Egli è l’autentico<br />

liberatore dell’uomo, inviato da Dio<br />

a riscattarlo dal potere del male e<br />

della morte. Da questa profonda e<br />

integrale liberazione deriva la gioia<br />

che Cristo dona ai suoi amici.<br />

Gioia che, come la sua pace, è diversa<br />

da quella del mondo (cfr Gv<br />

14, 27), superficiale ed effimera.<br />

I gravi problemi che assillano<br />

l’esistenza rendono talvolta difficile<br />

riconoscere questi doni di Cristo.<br />

Compito della Chiesa, ammaestrata<br />

dallo Spirito Santo, è proprio quello<br />

di renderli visibili e di testimoniarne<br />

la presenza. L’umanità anela<br />

oggi soprattutto alla gioia e alla<br />

pace. Tocca a noi credenti, con l’eloquenza<br />

dell’amore operoso, divenire<br />

ogni giorno fermento profetico<br />

di un mondo riconciliato dall’amore<br />

e vivificato dalla gioia divina.<br />

3.Maria Santissima, che invochiamo<br />

come «Causa della nostra<br />

letizia», ci aiuti a compiere con fedeltà<br />

questa missione. Chi più di<br />

Lei ha sperimentato la vicinanza<br />

del Signore, sorgente di gioia e di<br />

pace? Alla sua materna protezione<br />

ci affidiamo, per essere sempre, ma<br />

soprattutto nell’ora attuale, testimoni<br />

credibili della gioia di Cristo.<br />

Al termine della preghiera mariana, il<br />

Papa ha rivolto espressioni di saluto ad<br />

alcuni dei gruppi di pellegrini presenti in<br />

Piazza San Pietro. Queste le sue parole:<br />

Il saluto ai ragazzi<br />

romani giunti<br />

per la benedizione<br />

dei «Bambinelli»<br />

Saluto con grande affetto i ragazzi<br />

e le ragazze venuti numerosi, secondo<br />

la tradizione, con i «Bambinelli»<br />

che porranno nei loro presepi.<br />

Carissimi, vi ringrazio per gli<br />

auguri di buon Natale e li ricambio<br />

di cuore invocando pace e serenità<br />

per voi e per le vostre famiglie.<br />

Il mio «grazie» va anche al Centro<br />

Oratori Romani e alle scuole cattoliche<br />

di Roma, Pescara e Teramo,<br />

che hanno organizzato questo<br />

gioioso incontro.<br />

L'invito all’impegno<br />

per la costruzione<br />

di nuove chiese<br />

nelle periferie<br />

della città<br />

Oggi la Diocesi di Roma, in tutte<br />

le comunità parrocchiali, rilancia<br />

l’impegno per la costruzione di<br />

nuove chiese nelle periferie della<br />

città. Vi sono infatti quartieri che<br />

mancano delle strutture necessarie<br />

per la preghiera, la catechesi e altre<br />

attività sociali. Invito tutti a<br />

sentirsi partecipi di questa iniziativa,<br />

che va a vantaggio dell’intera<br />

città.<br />

L'appello affinché<br />

la comunità<br />

internazionale<br />

combatta la tragedia<br />

della fame<br />

In particular today I wish to<br />

greet the Associates of the World<br />

Food Programme of the United Nations<br />

who have completed a global<br />

survey on the feeding of children at<br />

school. Hunger is a continuing tragedy<br />

for millions of people around<br />

the world, and the school feeding<br />

programme has proved to be a very<br />

effective way of fighting it and helping<br />

the world’s poorest children. I<br />

pray that the international community<br />

will generously support your<br />

work, and upon your efforts I invoke<br />

Almighty God’s blessings of<br />

strength and perseverance.<br />

Merry Christmas!<br />

Pubblichiamo qui di seguito una nostra<br />

traduzione italiana delle parole del<br />

Papa:<br />

Oggi, in particolare, desidero salutare<br />

gli associati del Programma<br />

Alimentare Mondiale delle Nazioni<br />

Unite che hanno completato un'indagine<br />

a livello mondiale sulla nutrizione<br />

dei bambini a scuola. La fame<br />

è una tragedia costante di milioni di<br />

persone nel mondo e il programma<br />

nutrizionale scolastico si è rivelato<br />

uno strumento molto efficace per<br />

combatterla e per aiutare i bambini<br />

più poveri del mondo. Prego affinché<br />

la comunità internazionale sostenga<br />

generosamente la vostra opera<br />

e sui vostri sforzi imparto le benedizioni<br />

di forza e di perseveranza<br />

di Dio Onnipotente.<br />

Rivolgendosi poi ai fedeli croati il Papa<br />

ha detto:<br />

Srdačno pozdravljam hodočasničke<br />

skupine iz Pule, Zagreba i<br />

ostalih hrvatskih mjesta.<br />

Questa è una nostra traduzione italiana<br />

delle sue parole:<br />

Saluto cordialmente i gruppi di<br />

pellegrini provenienti da Pula, Zagreb<br />

ed altre località croate.<br />

Rivolgendosi quindi ai pellegrini sloveni<br />

il Santo Padre ha detto:<br />

Ljubeznivo pozdravljam tudi slovenske<br />

vernike iz Ljubljane.<br />

Ecco una nostra traduzione italiana<br />

del suo saluto:<br />

Saluto con affetto anche i fedeli<br />

sloveni provenienti da Ljubljana.<br />

Rivolgendosi poi ai fedeli polacchi il<br />

Santo Padre ha detto:<br />

Witam pielgrzymów z Polski: z<br />

Uniwersytetu Kardynała Stefana<br />

Wyszyńskiego z Warszawy, z Zakopanego<br />

i z Poznania. Wszystkim życzę<br />

błogosławionych świąt Bożego<br />

Narodzenia.<br />

Questa è una nostra traduzione italiana<br />

del saluto in polacco:<br />

Saluto i pellegrini giunti dalla Polonia:<br />

da Varsavia, l'Università Cardinal<br />

Stefan Wyszyński, da Zakopane<br />

e da Poznań. Auguro a tutti buone<br />

feste di Natale.<br />

Ilpapasiècosìrivoltoaifedeli italiani:<br />

Saluto infine i pellegrini italiani,<br />

in particolare i fedeli delle parrocchie<br />

dei Santi Apostoli in Venezia e<br />

di San Giuseppe in Vicenza.<br />

A tutti auguro una buona domenica<br />

e una buona novena in preparazione<br />

del santo Natale.<br />

Buon Natale a tutti!<br />

store buono e premuroso. La gioia della<br />

comunità parrocchiale, la gioia della<br />

Congregazione delle Serve di Gesù della<br />

Carità, la gioia dei Missionari Monfortani<br />

è grande: la trecentesima parrocchia<br />

visitata dal Vescovo di Roma. Voi<br />

ci insegnate che dobbiamo partire da<br />

Cristo per andare sempre più in alto,<br />

continueremo ad essere missionari nel<br />

Un Avvento di carità<br />

per i bambini<br />

degli Oratori romani<br />

Una grande «coperta» fatta con<br />

centinaia di pezzetti di stoffa colorata:<br />

a portarla in Piazza San Pietro sono<br />

stati i tantissimi bambini degli<br />

Oratori romani che hanno partecipato<br />

all'Angelus di domenica 16 dicembre,<br />

in occasione della tradizionale<br />

benedizione delle statuette dei «Bambinelli».<br />

Ciascuno di quei frammenti<br />

variopinti è il segno di un gesto di<br />

generosità compiuto dai ragazzi durante<br />

l'Avvento a favore delle popolazioni<br />

povere del Brasile e dell'Africa.<br />

Ogni Oratorio ha cucito in questi<br />

giorni il suo pezzo di «coperta», che<br />

si è unito a quello intessuto dagli altri<br />

oratori romani. Insieme hanno dato<br />

vita ad una grande «tavolozza»<br />

multicolore, simbolo della volontà di<br />

accogliere in un caloroso abbraccio<br />

tutti i fratelli bisognosi e sofferenti.<br />

Come è consuetudine sin dall'inizio<br />

del Pontificato, i bambini degli<br />

Oratori, delle parrocchie e delle<br />

scuole di Roma, accompagnati dagli<br />

educatori e dalle famiglie, si sono ritrovati<br />

dinanzi a Giovanni Paolo II<br />

per questo incontro di preghiera e di<br />

festa nel cuore dell'Avvento. Nelle<br />

mani stringevano statuine di tutte le<br />

forme e le dimensioni, offerte alla benedizione<br />

del Papa al momento dell'Angelus.<br />

Proprio ai piedi del grande<br />

nostro quartiere ormai benedetto dalla<br />

vostra presenza. Grazie per il dono del<br />

Crocifisso che pregheremo, ricordandoci<br />

di voi. Il nostra maestro di vita spirituale<br />

san Luigi Grignion di Montfort ci<br />

ricorda che Gesù è venuto al mondo<br />

per mezzo di Maria continua a regnare<br />

nel mondo. Così noi vi ringraziamo e vi<br />

facciamo gli auguri sinceri di Santo<br />

Natale».<br />

«Caro Giovanni Paolo — ha proseguito<br />

Sara Tanzilli, 15 anni —, oggi vi sentiamo<br />

nostro amico, siete a casa nostra.<br />

Ci viene in mente la parola di Gesù<br />

a Zaccheo: “Oggi vengo a casa tua”.<br />

Il nostro quartiere difficile e abbandonato<br />

ha la gioia di accogliere il Vicario<br />

di Cristo. Oggi noi giovani vi eleggiamo<br />

“primo cittadino onorario” del quartiere<br />

e della comunità parrocchiale di santa<br />

Maria Josefa. Buon Natale a voi e alla<br />

Famiglia Pontificia».<br />

«A nome della comunità di santa<br />

Maria Josefa — ha concluso Pino Fioravanti,<br />

del Consiglio Pastorale — ringraziamo<br />

Sua Santità per essere venuto in<br />

questa estrema periferia di Roma. Non<br />

avevamo mai visto tanto ordine e tanta<br />

pulizia nel quartiere. Un grazie sincero<br />

alle suore Serve di Gesù della Carità<br />

per avere costruito con amore e sacrificio<br />

questa casa di Dio che deve diventare<br />

anche casa del Popolo di Dio, come<br />

ci disse il Cardinale Ruini nel giorno<br />

della dedicazione. Grazie e Buon<br />

Natale».<br />

Al momento dell'offertorio, è stato<br />

portato al Papa il modello del complesso<br />

pastorale di santa Maria Josefa del Cuore<br />

di Gesù. Un gesto significativo, soprattutto<br />

considerando la coincidenza<br />

con la celebrazione della giornata diocesana<br />

di impegno per la costruzione delle<br />

nuove chiese nelle periferie della città.<br />

Proprio la realizzazione della chiesa parrocchiale<br />

a Ponte di Nona è una testimonianza<br />

esemplare della fecondità di<br />

un'adeguata presenza ecclesiale in una<br />

realtà umana e sociale sprovvista di<br />

albero di Natale — che quest'anno<br />

proviene dalla Romania — innalzato<br />

al centro della Piazza, accanto al presepe<br />

a grandezza naturale (tuttora in<br />

fase di allestimento) realizzato da san<br />

Vincenzo Pallotti nel 1842 per la<br />

chiesa romana di sant'Andrea delle<br />

Fratte, avevano preso posto centinaia<br />

di ragazzi degli Oratori e delle parrocchie<br />

di Roma. Ad animare i canti<br />

e le coreografie che hanno scandito<br />

l'attesa del Papa sono stati i volontari<br />

del Centro Oratori Romani, che promuove<br />

l'iniziativa. Fondato dal servo<br />

di Dio Arnaldo Canepa, il COR si impegna<br />

con migliaia di bambini delle<br />

comunità parrocchiali cittadine in<br />

un'opera quotidiana di educazione alla<br />

fede e di formazione della persona,<br />

«soprattutto nella periferia romana<br />

— spiega il Presidente Massimo<br />

Cicconi — laddove mancano le strutture<br />

aggregative e più urgente appare<br />

l'azione pedagogica e missionaria<br />

a favore dei ragazzi». Prima di raggiungere<br />

la Piazza, i piccoli avevano<br />

partecipato alla Celebrazione Eucaristica<br />

presieduta dall'Assistente diocesano<br />

del Centro, Mons. Gino Amicarelli,<br />

nella vicina chiesa di san Giovanni<br />

Battista dei Fiorentini. (f.m.v.)<br />

qualsiasi centro di incontro e di aggregazione.<br />

Al termine della Concelebrazione Eucaristica,<br />

Giovanni Paolo II ha salutato<br />

in sacrestia una rappresentanza di sacerdoti,<br />

di religiose e di laici della comunità.<br />

Intanto numerose persone erano ad<br />

attenderlo all'esterno della chiesa, mentre<br />

la banda musicale del Villaggio Prenestino<br />

eseguiva canti natalizi. «Voglio<br />

ringraziare il Signore — ha detto nel<br />

congedarsi dalla comunità — per la trecentesima<br />

parrocchia visitata oggi, durante<br />

questo Avvento 2001. Ringrazio<br />

per questa parrocchia e per tutte le precedenti,<br />

a cominciare dalla prima visitata<br />

il 3 dicembre 1978. A voi, carissimi<br />

parrocchiani, auguro un buon Natale e<br />

anche un buon anno nuovo. Grazie ai<br />

Padri Monfortani che hanno la cura<br />

pastorale di questa parrocchia. Essi sono<br />

i figli spirituali di san Luigi Grignion<br />

de Montfort. A tutti auguro buon<br />

Natale e buon anno!».<br />

Nonostante il freddo, le strade del<br />

quartiere erano insolitamente popolate<br />

quando Giovanni Paolo II ha lasciato la<br />

parrocchia. Capannelli di gente sostavano<br />

agli incroci e dinanzi ai pochi negozi<br />

della zona. Un folto gruppo di persone<br />

si erano radunate dinanzi alla chiesa dedicata<br />

al Montfort, lungo la via Prenestina.<br />

Tutti erano lì per vedere il Papa, per<br />

salutarlo, per dirgli un grazie discreto e<br />

sincero.<br />

Oggi Ponte di Nona non si è sentito<br />

certamente un pezzo di campagna dimenticato<br />

ai confini della grande metropoli.<br />

E c'è da augurarsi che il suo nome<br />

non resti più nascosto soltanto in un angolo<br />

di qualche stradario cittadino. Con<br />

l'umiltà e la fierezza della sua gente, ha<br />

mostrato che il volto della periferia non<br />

è necessariamente quello del disagio e<br />

della disperazione. C'è una voglia di impegno,<br />

di riscatto che è più forte del silenzio<br />

e del disinteresse dei più. La trecentesima<br />

visita pastorale di Giovanni<br />

Paolo II ha dato voce a questo anelito<br />

insoffocabile.Hadatovoceallasperanza.


.<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 17-18 Dicembre 2001<br />

«Fra le decisioni assunte con la collaborazione del vostro Paese,<br />

mi piace citare quelle relative al tema<br />

dei valori spirituali e della libertà religiosa. Iddio continui<br />

a benedire gli sforzi della Nazione romena...<br />

Auguro all’intera Comunità cristiana di testimoniare con coerenza<br />

i valori spirituali della vita, dell’amore e della pace<br />

che il Natale di Cristo diffonde nel mondo. Il Natale rechi a voi<br />

qui presenti e a tutti i Romeni la gioia e la pace<br />

che ci ha portato Gesù nascendo dalla Vergine Maria»<br />

UDIENZA Giovanni Paolo II al pellegrinaggio giunto dalla Romania per la consegna dell'albero natalizio<br />

La Nazione romena non cessi di svolgere fedelmente il suo ruolo<br />

di «ponte» tra le diverse tradizioni culturali e religiose europee<br />

«Iddio continui a benedire gli sforzi<br />

della Nazione romena, perché non cessi<br />

di svolgere fedelmente il suo ruolo di<br />

“ponte” tra le diverse tradizioni culturali<br />

e religiose europee, favorendo così la<br />

pace e la comprensione tra gli uomini».<br />

Lo ha detto Giovanni Paolo II ai partecipanti<br />

al pellegrinaggio giunto dalla Romania<br />

in occasione della consegna dell'albero<br />

di Natale che adorna in questi<br />

giorni Piazza San Pietro. Questo è il testo<br />

del discorso pronunciato dal Santo<br />

Padre:<br />

Domnule Preşedinte,<br />

Distinse Autorităţi civile şi<br />

academice,<br />

Venerabili Fraţi întru Episcopat,<br />

Mult iubiţi Fraţi şi Surori,<br />

Sunt bucuros să vă primesc<br />

pe toţi, veniţi să-mi prezentaţi<br />

darul pomului de<br />

Crăciun, care anul acesta<br />

provine din Carpaţii Orientali,<br />

inimă a frumoasei şi dragii<br />

Românii. Vă mulţumesc<br />

pentru acest gest semnificativ,<br />

ce mă impresionează<br />

profund. Mulţumesc şi pentru<br />

ceilalţi brazi de Crăciun,<br />

destinaţi să împodobească<br />

diferite locuri din Vatican.<br />

Prezenţa voastră îmi readuce<br />

în memorie zilele intense,<br />

pe care am avut bucuria<br />

să le petrec în iubita voastră<br />

Ţară, în cursul Vizitei Apostolice<br />

de neuitat de acum<br />

doi ani.<br />

Îmi aminesc cu intensă<br />

emoţie întîlnirea cu Patriarhul<br />

Teoctist şi cu Biserica<br />

Orotodoxa Romană; il amintesc<br />

de asemenea cu afecţiune<br />

pe venerabilul Cardinal<br />

Alexandru Todea şi fervoroasa<br />

Comunicate catolică.<br />

Profit bucuros de această<br />

oportunitate spre a reînnoi<br />

întregului popor român<br />

expresia gratitudinii mele<br />

pentru aleasa ospitalitate ce<br />

mi-a fost rezervată în acea<br />

circumstanţă.<br />

Domnule Preşedinte, în<br />

timp ce Vă mulţumesc pentru<br />

amabila Dumneavoastră<br />

prezenţă şi pentru sentimentele<br />

cordiale pe care mi le-aţi<br />

manifestat în numele tuturor,<br />

doresc să subliniez prezenţa<br />

activă a României în<br />

anul care se încheie, în<br />

Preşedinţia Organizaţiei pentru<br />

securitate şi cooperare în<br />

Europa. Dintre deciziile luate<br />

prin colaborarea Ţării voastre,<br />

îmi place să citez cele<br />

“<br />

La vostra presenza mi richiama<br />

alla mente i giorni intensi,<br />

che ho avuto la gioia di trascorrere<br />

nella vostra amata Terra,<br />

in occasione dell’indimenticabile<br />

Visita Apostolicadidueannior sono.<br />

Ricordo con intensa emozione<br />

l’incontro col Patriarca Teoctist<br />

e la Chiesa ortodossa romena;<br />

ricordo pure con affetto<br />

il venerato Cardinale<br />

Alexandru Todea e la fervorosa<br />

Comunità cattolica.<br />

Profitto volentieri di questa<br />

opportunità per rinnovare all’intero<br />

popolo romeno l’espressione<br />

della mia gratitudine<br />

relative la tema valorilor spirituale<br />

şi a libertăţii religioase.<br />

Dumnezeu să continue<br />

binecuvântarea eforturilor<br />

Naţiunii române, spre a nu<br />

înceta să-şi desfăşoare cu fidelitate<br />

rolul de «punte» între<br />

diversele tradiţii culturale şi<br />

Una riflessione pastorale di Mons. Antonio Vacca, Vescovo di Alghero-Bosa<br />

Insieme per evangelizzare la parrocchia, la famiglia, la scuola e il lavoro<br />

«Insieme per evangelizzare»: è il titolo della Lettera<br />

Pastorale indirizzata nei giorni scorsi dal Vescovo<br />

di Alghero-Bosa, Mons. Antonio Vacca, ai fedeli della<br />

Chiesa sarda. Il Presule traccia un itinerario spirituale<br />

e pastorale, guidando, dalla «Comunione alla<br />

missione» parrocchia e famiglia, il mondo della scuola<br />

e quello del lavoro.<br />

Mons. Vacca ricorda anzitutto ai sacerdoti e alle<br />

loro comunità, la grazia del Grande Giubileo, e la<br />

sua lunga preparazione nella quale trova «fondamentale<br />

il richiamo alla contemplazione del mistero trinitario...<br />

riscoperto come un mistero di vita che in<br />

Cristo siamo chiamati a vivere». Mons. Vacca sottolinea<br />

la «spiritualità di comunione... che si esplicita<br />

nella capacità di sentire il fratello di fede nell'unità<br />

profonda del Corpo mistico... capacità di vedere innanzitutto<br />

ciò che di positivo c'è nell'altro per accoglierlo<br />

e valorizzarlo come dono di Dio... di saper<br />

“fare spazio al fratello”, portando i pesi gli uni degli<br />

altri, e respingendo le tentazioni egoistiche».<br />

La prima realtà ecclesiale invitata alla spiritualità<br />

della comunione è la parrocchia. Il Presule sottolinea<br />

«l'esigenza di intensificare i rapporti di collaborazione<br />

tra le parrocchie, in primo luogo a livello di parroci,<br />

di catechisti e di gruppi parrocchiali» e la necessità<br />

che «tutte le opere di apostolato siano coordinate<br />

e armonizzate fra di loro sotto la guida del Vescovo,<br />

di modo che tutte le iniziative e attività di carattere<br />

catechistico, missionario, caritativo, sociale,<br />

familiare, scolastico, od ogni altro lavoro mirante a<br />

fini pastorali, tendano ad un'azione concorde, dalla<br />

quale sia resa ancor più palese l'unità della diocesi».<br />

Dopo la parrocchia, Mons. Vacca raccomanda la<br />

-<br />

”<br />

religioase europene, favorizând<br />

astfel pacea şi armonia<br />

între oameni.<br />

Urez îndeosebi vouă, venerabili<br />

Fraţi întru Episcopat şi<br />

întregii Comunităţi creştine<br />

să mărturisiţi în mod coerent<br />

valorile spirituale ale<br />

famiglia, quale «istituzione fondamentale che risponde<br />

al disegno originario di Dio e che deve costituire<br />

un modello per quanti vogliono vivere in pienezza le<br />

esigenze della persona umana». «Rimane compito urgente<br />

la catechesi familiare, rivolta ai figli... ai genitori...<br />

Ma è anche catechesi in famiglia, comunità,<br />

non solo da evangelizzare, ma evangelizzante...». «La<br />

Chiesa italiana — avverte Mons. Vacca — assume<br />

l'accompagnamento delle famiglie come una delle<br />

priorità pastorali per il prossimo decennio». In concreto,<br />

scrive ancora il Vescovo di Alghero-Bosa, si<br />

tratta di «porre in atto, nelle nostre parrocchie e comunità,<br />

una riflessione profonda sulle condizioni della<br />

famiglia... interventi di ascolto e di sostegno delle<br />

famiglie in difficoltà, la creazione di nuove forme<br />

ministeriali tese ad ascoltare, accompagnare e sostenere<br />

una realtà dalla quale molto dipende il futuro<br />

della Chiesa e della stessa società».<br />

La scuola è l'altro problema pastorale cui Mons.<br />

Vacca invita a fare attenzione, in quanto «la scuola è<br />

un ambiente privilegiato di evangelizzazione, soprattutto<br />

se a farsi portatori dell'annuncio sono gli insegnanti,<br />

i genitori, gli stessi studenti». Il Vescovo previene<br />

una facile obiezione e scrive: «Non si tratta di<br />

trasformare le aule scolastiche in aule di catechismo,<br />

ma di saper valorizzare obiettivamente l'apporto del<br />

cristianesimo alla nostra cultura, in specie a quella<br />

del nostro territorio». Quindi Mons. Vacca si rivolge<br />

distintamente ai docenti, ai genitori, agli studenti, e<br />

agli insegnanti di religione in particolare: agli insegnanti<br />

chiede di sentire l'eco dei valori della cultura<br />

cristiana nella disciplina che insegnano; ai genitori di<br />

«seguire i figli nella scelta di avvalersi nell'insegna-<br />

vieţii, iubirii şi păcii pe care<br />

le poartă în lume Naşterea<br />

lui Cristos. Crăciunul să vă<br />

aducă vouă celor prezenti aici<br />

precum şi tuturor Românilor<br />

bucuria şi pacea pe care<br />

ni le-a purtat Isus născându-se<br />

din Fecioara Maria.<br />

mento della religione cattolica»; agli studenti di «seguire<br />

la materia persuasi di trovare in essa un'occasione<br />

preziosa per crescere e confrontarsi»; agli insegnanti<br />

di religione, cui aveva già indirizzato una sua<br />

lettera all'inizio del precedente anno scolastico, ricorda<br />

che sono nella scuola «per appassionare gli<br />

studenti all'approfondimento della religione cristiana<br />

come fatto culturale fondamentale».<br />

Per il mondo del lavoro, Mons. Vacca chiede «alle<br />

comunità parrocchiali di farsi carico della formazione<br />

alle virtù civili... indispensabili per creare il clima<br />

di speranza civile e di nuova cultura del lavoro». «Si<br />

tratta — scrive Mons. Vacca — di riaprire le aule<br />

delle parrocchie a nuovi dibattiti, di saper portare<br />

anche questi “pesi”, di dare più spazio alle associazioni,<br />

ecclesiali e non, più impegnate sul versante sociale,<br />

perché l'opinione dei cristiani si faccia maggiormente<br />

sentire anche su questi temi, e ognuno<br />

sperimenti la vicinanza della Chiesa in ogni momento<br />

della vita».<br />

Quanto al problema dei giovani, Mons. Vacca afferma<br />

ai sacerdoti che «ravvicinare i giovani alla<br />

Chiesa, per poter riorganizzare con sistematicità la<br />

proposta catechistica, è il primo importante compito<br />

che ci attende... Dobbiamo guardare al domani con<br />

la certezza che Cristo è dentro la vita dei nostri giovani<br />

e i giovani sono ancora interessati e attratti dal<br />

suo messaggio». Per cui, continua Mons. Vacca,<br />

«pur sapendo quante e quali responsabilità e impegni<br />

pesano sui parroci, chiedo di dedicare le migliori<br />

energie delle comunità ai giovani».<br />

GIOVANNI MARIA COSSU<br />

Tuturor, Sărăbători fericite<br />

de Crăciun şi Anul Nou!<br />

Cu această urare, din inimă<br />

vă binecuvântez pe toţi.<br />

All'udienza con il Santo Padre hanno<br />

partecipato, tra gli altri, il Presidente<br />

della Repubblica di Romania, S.E. il Signor<br />

Ion Iliescu, alcuni Vescovi ed auto-<br />

La città di Firenze ricorda<br />

l'antico Arcivescovo<br />

Card. Ermenegildo Florit<br />

La comunità ecclesiale e civile di Firenze ha<br />

ricordato l'antico Arcivescovo Card. Ermenegildo<br />

Florit in occasione del primo centenario<br />

della nascita (5 luglio 1901) e del XVI anniversario<br />

della morte (8 dicembre 1985). Nel corso<br />

di una cerimonia, alla presenza della nipote<br />

Marilena Florit Travagliati e di altri parenti, è<br />

stato consegnato un riconoscimento del «Comitato<br />

Firenze Promuove» alla memoria del<br />

compianto Pastore. Al termine, l'Arcivescovo<br />

di Firenze, Mons. Ennio Antonelli, insieme<br />

con il Presidente del «Comitato» ed i parenti<br />

del Pastore, si è recato a rendere omaggio alle<br />

spoglie del Predecessore, custodite nella cripta<br />

della Cattedrale di Santa Maria del Fiore. Il<br />

Cardinale Florit giunse a Firenze nel 1954 come<br />

Coadiutore del Card. Dalla Costa, succedendogli<br />

alla morte e rimanendo alla guida<br />

dell'arcidiocesi fino al 1977. Nei 23 anni di<br />

permanenza a Firenze come 86° Pastore della<br />

Chiesa locale egli fu modello esemplare di fedeltà<br />

alla Chiesa e al Papa, nello spirito più<br />

autentico del Concilio Vaticano II. «Sono presenti<br />

al nostro spirito — scrisse Paolo VI in occasione<br />

della conclusione del suo ministero pastorale<br />

a Firenze — gli esempi di pastorale<br />

bontà che Ella, degno Pastore di Chiesa così<br />

gloriosa e vivace, come è quella Fiorentina, al<br />

suo Popolo, e a Noi stessi ha lasciato; come<br />

pure ricordiamo con ammirazione la sofferta,<br />

ma pur saggia fermezza della sua guida di<br />

maestro e padre, in episodi che non poco hanno<br />

provato la sua pazienza e la sua carità».<br />

rità civili del Paese. L'albero offerto al<br />

Papa proviene dal Monte Ceahlaul. È altro<br />

25 metri e pesa 5 tonnellate e mezzo.<br />

È stato già collocato in Piazza San<br />

Pietro il 10 dicembre. Artisti romeni<br />

hanno realizzato una parte degli addobbi<br />

con cui è stato ornato. La Romania,<br />

primo Paese a maggioranza ortodossa<br />

ad essere visitato da Giovanni Paolo II<br />

nel maggio 1999, è anche il primo Paese<br />

a maggioranza ortodossa ad offrire al<br />

Santo Padre l'albero per questo primo<br />

Natale del Terzo Millennio. La cerimonia<br />

di consegna ufficiale si svolge nel<br />

pomeriggio di lunedì 17, alla presenza<br />

del Presidente della Repubblica. In questa<br />

occasione il Coro di Bambini di Radio<br />

Romania ed il Coro del Pontificio<br />

Collegio «Pio Romeno» eseguono alcuni<br />

canti natalizi tradizionali del Paese. Nella<br />

serata il Coro di Bambini partecipa<br />

anche ad un concerto natalizio nella Basilica<br />

di Santa Maria sopra Minerva.<br />

Pubblichiamo qui di seguito una nostra<br />

traduzione italiana del discorso pronunciato<br />

da Giovanni Paolo II nel corso<br />

dell'udienza:<br />

Signor Presidente,<br />

Distinte Autorità civili ed<br />

accademiche,<br />

Venerati Fratelli nell’Episcopato,<br />

Carissimi Fratelli e Sorelle!<br />

Sono lieto di accogliere tutti<br />

voi, venuti a presentarmi il<br />

dono dell’albero diNatale,che<br />

quest’anno proviene dai monti<br />

Carpazi orientali, cuore della<br />

bella e cara Romania. Grazie<br />

per questo significativo<br />

gesto, che molto mi colpisce.<br />

Grazie pure per gli altri alberi<br />

natalizi, destinati ad adornare<br />

vari luoghi del Vaticano.<br />

La vostra presenza mi richiama<br />

alla mente i giorni intensi,<br />

che ho avuto la gioia di<br />

trascorrere nella vostra amata<br />

Terra, in occasione dell’indimenticabile<br />

Visita Apostolica<br />

di due anni or sono. Ricordo<br />

con intensa emozione l’incontro<br />

col Patriarca Teoctist e la<br />

Chiesa ortodossa romena; ricordo<br />

pure con affetto il venerato<br />

Cardinale Alexandru<br />

Todea e la fervorosa Comunità<br />

cattolica. Profitto volentieri<br />

di questa opportunità per rinnovare<br />

all’intero popolo romeno<br />

l’espressione della mia<br />

gratitudine per la squisita<br />

ospitalità che in quella circostanza<br />

mi è stata riservata.<br />

Signor Presidente, mentre<br />

La ringrazio per la sua gentile<br />

presenza e per i cordiali sentimenti<br />

che a nome di tutti mi<br />

ha manifestato, desidero sottolineare<br />

l’attiva presenza della<br />

Romania, durante l’anno<br />

che sta per concludersi, alla<br />

Presidenza dell’Organizzazione<br />

per la sicurezza e la cooperazione<br />

in Europa. Fra le<br />

decisioni assunte con la collaborazione<br />

del vostro Paese,<br />

mi piace citare quelle relative<br />

al tema dei valori spirituali e<br />

della libertà religiosa. Iddio<br />

continui a benedire gli sforzi<br />

della Nazione romena, perché<br />

non cessi di svolgere fedelmente<br />

il suo ruolo di «ponte»<br />

tra le diverse tradizioni culturali<br />

e religiose europee, favorendo<br />

così la pace e la comprensione<br />

tra gli uomini.<br />

Auguro in modo speciale a<br />

voi, venerati Fratelli nell’Episcopato,<br />

e all’intera Comunità<br />

cristiana di testimoniare con<br />

coerenza i valori spirituali<br />

della vita, dell’amore e della<br />

pace che il Natale di Cristo<br />

diffonde nel mondo. Il Natale<br />

rechi a voi qui presenti e a<br />

tutti i Romeni la gioia e la pace<br />

che ci ha portato Gesù nascendo<br />

dalla Vergine Maria.<br />

A tutti buone feste di Natale<br />

e di Capodanno!<br />

Con questo augurio, di<br />

cuore tutti vi benedico.


.<br />

PAGINA<br />

7 .<br />

LITURGIA DELLA PAROLA<br />

Is 7, 10-14<br />

Rm 1, 1-7<br />

Mt 1, 18-24<br />

IV DOMENICA<br />

DI<br />

AVVENTO<br />

FRANCESCO CACUCCI<br />

Arcivescovo di Bari-Bitonto<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 17-18 Dicembre 2001<br />

«La malattia e l'unzione degli infermi»: convegno del Centro Azione Liturgica<br />

23 dicembre 2001<br />

La ricchezza di grazia del Natale<br />

Mentre interminabili e variopinte serie di lampadine,<br />

simili a luccicanti collane, adornano le strade e nelle vetrine<br />

dei negozi la merce fa bella mostra di sé tra presepi,<br />

stelle di natale e abeti carichi di doni avvolti in<br />

carta rigorosamente natalizia e la gente si precipita per<br />

le strade in un’affannosa ricerca del regalo più bello e<br />

intrigante da fare o anche, perché no, da farsi, la liturgia<br />

di questa domenica ci invita ad entrare nel silenzio<br />

contemplativo per imparare da Maria e da Giuseppe ad<br />

«accogliere e generare nello spirito il Verbo della vita,<br />

con l’ascolto della Parola nell’obbedienza della fede»<br />

(colletta).<br />

Sì, in un certo senso, siamo chiamati ad andare contro<br />

corrente «per celebrare degnamente il Natale del Signore»<br />

(orazione dopo la comunione). Mentre c’è chi in<br />

questi giorni si organizza per «trascorrere fuori» (della<br />

città, della famiglia...) le festività natalizie, noi siamo<br />

sollecitati a «rientrare in noi stessi» per accogliere la ricchezza<br />

di grazia che il Natale porta con sé.<br />

«Non vogliate tentare<br />

il Signore»<br />

(Is 7, 12)<br />

Ad una lettura superficiale, questa frase del re Acaz<br />

sembrerebbe la più limpida espressione della fede che<br />

non va alla ricerca di un qualche «segno» per fidarsi di<br />

Dio. In realtà, è solo un alibi dentro cui Acaz cerca rifugio<br />

per non rischiare di ritrovarsi con un Dio che<br />

mandi all’aria i suoi progetti e le sue sicurezze. Il re, infatti,<br />

era intenzionato ad allearsi con l’imperatore assiro,<br />

per difendere se stesso e Gerusalemme dall’attacco<br />

congiunto del re di Samaria e di quello di Damasco. In<br />

questo rifugio va a trovarlo il profeta e da questo rifugio<br />

cerca di stanarlo Isaia.<br />

Acaz ricordava bene la promessa fatta dal Signore<br />

per mezzo del profeta Natan a Davide: «Io assicurerò<br />

dopo di te la discendenza uscita dalle tue viscere»<br />

(2Sam 7, 12), ma vedendosi minacciato, preferisce «fare<br />

da sé».<br />

Le spoglie di san Giacomo della Marca sono tornate a Monteprandone<br />

Affetto, devozione e pietà popolare<br />

La solennità del Cristo Re, nei giorni<br />

scorsi, è stata particolarmente sentita e<br />

festeggiata dalla Diocesi di S. Benedetto<br />

del Tronto-Ripatransone-Montalto, in<br />

quanto è tornato definitivamente il corpo<br />

del grande Santo francescano Giacomo<br />

della Marca. Le spoglie erano custodite<br />

a Napoli, dove il Santo si era<br />

spento durante uno dei suoi viaggi apostolici.<br />

Le comunità francescane si sono accordate<br />

nello spirito della generosità e<br />

fraternità che le contraddistingue, cosicché<br />

le spoglie sono state concesse definitivamente<br />

alla terra natale di s. Giacomo,<br />

Monteprandone (AP) nelle Marche.<br />

Ad accoglierle il Cardinale di origini picene<br />

Sua Eminenza Sergio Sebastiani, il<br />

Vescovo diocesano, Mons. Gervasio Gestori<br />

ed il superiore provinciale P. Ferdinando<br />

Campana.<br />

Intensa<br />

partecipazione<br />

dei fedeli<br />

Una folla ha accolto l’arrivo dell’urna<br />

del Santo, che tuttavia era stata più volte,<br />

nell’ultima parte del secolo XX, a<br />

Monteprandone, nell’occasione di varie<br />

ricorrenze, ma solo in modo provvisorio.<br />

Questa volta s. Giacomo resterà per<br />

sempre nella sua terra d’origine, dove<br />

peraltro desiderava riposare, come si<br />

evince da una sua lettera.<br />

Il Cardinale Sebastiani, dopo aver sottolineato<br />

che s. Giacomo andrebbe chiamato<br />

«delle Marche» e non più «della<br />

Marca», ha tratteggiato la personalità e<br />

la vita del Santo, elogiandone lo spirito<br />

innovatore e la mentalità aperta e libera:<br />

«...Avrebbe potuto proseguire nella<br />

carriera di magistrato, già avviata con<br />

successo — che però a quei tempi era<br />

una carriera costellata di furbizie, invidie,<br />

astuzie e spesse volte anche di corruzione.<br />

Giacomo rifiutò questo stile di vita e<br />

scelse di allearsi con gli ultimi, anziché<br />

con i potenti.<br />

Scelse di difendere i poveri, le nullità<br />

del suo tempo. Fu la sua, una scelta diversa,<br />

assurda e provocatoria, perché<br />

era la scelta di Gesù Cristo».<br />

La priorità<br />

della carità<br />

Il Cardinale Sebastiani ha spiegato<br />

che san Giacomo seppe condensare nel<br />

suo pensiero lo spirito pratico della latinità<br />

con la spiritualità cristiana, portò<br />

l’insegnamento di Gesù nella giurisprudenza<br />

e nella quotidianità del costume<br />

sociale del suo tempo.<br />

«Ora lui è qui — ha aggiunto —. Siatene<br />

degni! Contestate ogni forma di<br />

magia e di superstizione, scegliete il suo<br />

pensiero, libero, aperto, ampio. Soprattutto<br />

ricordatevi dei poveri e della priorità<br />

della Carità».<br />

Il Cardinale ha ricordato come s. Giacomo<br />

abbia regolarizzato i «Monti di<br />

Pietà», una sorta di «microcrediti» di oggi<br />

e quanto abbia avuto a cuore gli oppressi,<br />

i disperati, scagliandosi contro alcuni<br />

mali sociali purtroppo ancora attuali,<br />

come, ad es. l’usura.<br />

Il Vescovo Gervasio Gestori ha detto:<br />

«Finalmente siamo riusciti a portare qui<br />

tra noi s. Giacomo! Lo dobbiamo alla<br />

sensibilità dell’Arcivescovo di Napoli, il<br />

Cardinal Michele Giordano ed ai figli di<br />

s. Francesco, che, nello spirito vivo del<br />

loro Fondatore, hanno concesso in modo<br />

gratuito e generoso queste spoglie<br />

mortali alla terra natale e al popolo che<br />

qui lo ha sempre venerato con devozione<br />

e affetto.<br />

A nome di questa Diocesi di S. Benedetto<br />

del Tronto, io ringrazio con grande<br />

riconoscenza».<br />

Il corpo del Santo, è stato portato da<br />

Napoli prima a Loreto, nella Basilica<br />

Mariana, dove la Chiesa marchigiana e<br />

le autorità civili della Regione gli hanno<br />

tributato gli onori.<br />

In serata il corpo è giunto a Monteprandone,<br />

nella chiesa di s. Niccolò,<br />

retta dal parroco Don Francesco Ciabattoni.<br />

Le spoglie riposeranno nel santuarioconvento<br />

francescano di S. Maria delle<br />

Grazie, fondato dallo stesso s. Giacomo,<br />

che aveva una particolare devozione alla<br />

Vergine, dove peraltro esiste già un museo<br />

liturgico con oggetti appartenuti al<br />

Santo.<br />

Il Centro Azione Liturgica organizza a Roma,<br />

dal 27 al 29 dicembre, un convegno dedicato<br />

al tema: «La malattia e l'unzione degli<br />

infermi». L'incontro — che avrà luogo<br />

presso l'Istituto Maria SS. Bambina — è<br />

aperto ai seminaristi dei corsi di teologia,<br />

agli alunni degli studentati religiosi e agli<br />

operatori sanitari.<br />

Il convegno — spiegano i responsabili —<br />

è finalizzato a sottolineare alcuni orienta-<br />

S. F.<br />

«Destatosi dal sonno,<br />

Giuseppe fece<br />

come gli aveva ordinato<br />

l’angelo del Signore»<br />

(Mt 1, 24)<br />

Quanto è distante l’atteggiamento di Giuseppe, da<br />

quello di Acaz! Il re è incatenato dalla paura ai suoi<br />

progetti e alle sue alleanza politiche, Giuseppe si presenta<br />

dinanzi a noi come un uomo libero, perché risponde<br />

a Dio che interviene nella sua vita, sconvolgendola,<br />

con l’obbedienza della fede. Siamo tutti pronti a<br />

proclamare che Dio è il Signore della vita e della storia,<br />

ma non sempre siamo così disposti ad accoglierlo come<br />

il Signore della «mia» vita e della «mia» storia! «La radice<br />

della fede biblica, ricordano i Vescovi italiani, sta<br />

nell’ascolto, attività vitale, ma anche esigente. Perché<br />

ascoltare significa lasciarsi trasformare, a poco a poco,<br />

fino a essere condotti su strade spesso diverse da quelle<br />

che avremmo potuto immaginare chiudendoci in noi<br />

stessi» (Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia,<br />

13).<br />

La risposta di fede apre sempre un cammino «esodale»,<br />

perché ci chiede di spostare il baricentro della nostra<br />

vita da noi in Dio. Potremmo, allora, dire che anche<br />

Dio, come le più efficienti agenzie di viaggio, ci<br />

propone di trascorrere questo Natale «fuori»: sì, uscire<br />

dai confini ristretti dei nostri orizzonti e, sulla sua parola,<br />

«prendere il largo» (Lc 5, 4).<br />

«Tu lo chiamerai Gesù»<br />

(Mt 1, 21)<br />

Si ha l’impressione, leggendo questo brano evangelico,<br />

che Giuseppe viva il suo «dramma» in perfetta solitudine,<br />

lontano da Maria, tutto avvolto nei suoi pensieri<br />

Un volume di suor Chiara Cristiana Scandura<br />

e intento a decifrare il sogno che lo ha turbato, come è<br />

raffigurato nelle icone del Natale. Qualcuno potrebbe<br />

addirittura pensare che Dio favorisca l’ipocrisia, chiedendo<br />

a Giuseppe di prendere con sé Maria e di accogliere<br />

come proprio figlio Gesù... per non creare scandalo.<br />

Niente di tutto questo! Questa paternità «strana»<br />

di Giuseppe, come la maternità verginale di Maria, costituisce<br />

un forte richiamo per tutti i genitori a non dimenticare<br />

mai che è in Dio «la sorgente della vita» (Sal<br />

36, 9) e che, come Giuseppe, gli sposi sono chiamati ad<br />

essere «custodi del mistero» (RC 5).<br />

Accogliere, cioè, con stupore e custodire con trepidazione<br />

l’altro coniuge, come un dono di Dio che supera<br />

infinitamente ogni attesa e che, con il suo amore, chiama<br />

continuamente a venire fuori dalla propria «solitudine»<br />

(cfr Gn 2, 18). «La verginità tiene viva nella Chiesa<br />

la coscienza del mistero del matrimonio e lo difende da<br />

ogni riduzione e da ogni impoverimento» (FC 16). Accogliere,<br />

inoltre, con gratitudine e custodire con responsabilità<br />

il dono dei figli sentendosi chiamati a divenire per<br />

loro la prima e concreta manifestazione della tenerezza<br />

e della bontà del Padre. È il senso della domanda, per<br />

nulla formale, che il celebrante rivolge agli sposi cristiani<br />

durante la celebrazione del loro matrimonio: «Siete<br />

disposti ad accogliere responsabilmente e con amore i<br />

figli che Dio vorrà donarvi e a educarli nella legge di<br />

Cristo e della sua Chiesa?». E ai genitori, che desiderano<br />

battezzare il proprio figlio, il sacerdote chiede: «Che<br />

nome date al vostro bambino?». Non è certamente un<br />

invito a porre il sigillo di «proprietà privata» sul proprio<br />

figlio, quanto piuttosto un appello perché il loro bambino<br />

sia aiutato a realizzare la sua vocazione alla santità<br />

scoprendo e accogliendo il progetto che Dio ha su di<br />

lui, come il Santo di cui porta il nome.<br />

Per porre «un segno» che richiami la famiglia cristiana<br />

a camminare insieme nella fede, in questa domenica<br />

si possono benedire le statuette del Bambino Gesù,<br />

che ogni famiglia collocherà nel presepe di casa, con<br />

l’invito a fissare insieme lo sguardo su di Lui per contemplare<br />

«la gratuità e la potenza dell’amore del<br />

Padre» (colletta).<br />

«Florilegio delle virtù serafiche»<br />

GIAMPAOLO MATTEI<br />

Innanzitutto il giorno in cui questo libro<br />

è stato finito di stampare: 8 settembre<br />

2001, dunque nel giorno della Festa<br />

della Natività della Beata Vergine Maria.<br />

Non è un giorno qualsiasi ed è una coincidenza<br />

assai significativa perché di certo<br />

le tipografie non lavorano secondo un<br />

«calendario dello spirito». Ecco allora<br />

che dal giorno del «compleanno della<br />

Madonna» viene diffuso, con un significato<br />

del tutto particolare, il libro «Florilegio<br />

delle virtù serafiche», curato da<br />

suor Chiara Cristiana Scandura, delle<br />

clarisse del Monastero di Santa Chiara a<br />

Biancavilla (Catania).<br />

«Senza nessuna pretesa di completezza<br />

— scrive l'autrice nella prefazione —,<br />

spigolando, tra gli scritti dei Santi Fondatori,<br />

Francesco e Chiara d'Assisi, e le<br />

menti per un autentico rinnovamento del Sacramento<br />

dell'unzione, «capace di accostare<br />

il cammino di formazione alla complessa<br />

realtà della sofferenza e della malattia».<br />

Tra i temi che saranno trattati: «Tra eutanasia<br />

e desiderio di vivere: l'uomo contemporaneo<br />

di fronte alla malattia»; «“Ordo unctionis<br />

infirmorum”: praenotanda e proposta<br />

celebrativa»; «La Chiesa e il mistero della<br />

consolazione»; «Malattia, sofferenza, guari-<br />

testimonianze dei loro primi biografi, ho<br />

raccolto in questo opuscolo a mo' di un<br />

mazzetto di fiori profumati, alcune delle<br />

virtù che, a mio avviso, sono state da<br />

essi particolarmente amate e praticate,<br />

al fine di suscitare o incrementare il desiderio<br />

e l'impegno dell'emulazione».<br />

«Accogliendo l'esortazione della Madre<br />

Santa Chiara — afferma suor Chiara<br />

Cristiana — ad effondere, tramite l'esercizio<br />

delle virtù, il profumo della buona<br />

fama progredendo di bene in meglio, di<br />

virtù in virtù e ammaestrati dalla sua<br />

testimonianza e da quella del Serafico<br />

Padre san Francesco, lasciamoci attrarre<br />

dalla bellezza delle virtù, di queste damigelle<br />

che ci scorteranno finché non ci<br />

introdurranno alla presenza del più bello<br />

tra i figli degli uomini nel quale è il<br />

compendio di tutto il Bene e dal quale<br />

ogni Bene trae origine».<br />

In cammino verso la gioia piena<br />

Il percorso dell'Avvento, dominato dall'attesa<br />

del Messia, del Cristo già venuto e che di nuovo<br />

verrà, ha il suo «punto» forte, il suo culmine nella<br />

novena di Natale. Nelle case, sigillate dalla fede<br />

cristiana, si prepara il presepe, che non si vuole<br />

solo «artificiale». Neppure l'albero, entrato nella<br />

religiosità popolare, può soddisfare totalmente lo<br />

splendore del mistero. Il Natale è eminentemente<br />

festività religiosa, di fede. Solo chi la possiede e<br />

la professa crede nel Dio fatto uomo. Per questo<br />

il ricordo dell'evento famiglia è una specie di<br />

esordio, di introduzione al mistero che si celebra<br />

in chiesa. Per ravvivare e per incrementare la pietà,<br />

il culto, la religiosità, la fede la liturgia offre<br />

una speciale «novena». Sta ai parroci, ai sacerdoti<br />

impegnati nel ministero pastorale sollecitare, soprattutto<br />

i giovani, a non allontanarsi dal centro<br />

focale che è Cristo. Di sussidi liturgici non mancano<br />

per celebrare degnamente l'attesa del Messia,<br />

«anniversario», della nascita di Gesù a Betlemme.<br />

Quello della Elle Di Ci, Accorrete... la<br />

sua venuta è più certa dell'aurora (Leumann<br />

2001, pp. 72, L. 4.841, a cura di Marino Gobbin),<br />

ha il merito della pluriformità: preghiere, invocazioni,<br />

canti, letture bibliche ne sono il contenuto.<br />

Per nove giorni si è guidati a compiere il grande<br />

balzo verso l'aurora che precede la nascita di Cristo,<br />

il sole che illumina il mondo e infonde la speranza<br />

e dona la salvezza a tutti coloro che non la<br />

rifiutano. Perché la celebrazione della novena riesca<br />

si deve scegliere un orario confacente, in funzione<br />

della disponibilità dei fedeli i quali saranno<br />

stimolati a partecipare sospinti dall'amore di Dio<br />

e dalla solidarietà religiosa. Quella curata da Gobbin<br />

ha uno spiccato carattere comunitario. L'assemblea<br />

dei fedeli si sentirà come infiammata dal<br />

calore che proviene dalla contemplazione del mistero<br />

di Cristo, l'Emmanuele. (g.c.)<br />

gione»: temi biblici dal Lezionario “Ordo unctionis<br />

infirmorum”». Al convegno interverranno,<br />

tra gli altri, l'Arcivescovo Francesco<br />

Pio Tamburrino, Segretario della Congregazione<br />

per il Culto Divino e la Disciplina dei<br />

Sacramenti; Mons. Armando Brambilla, Vescovo<br />

ausiliare di Roma, Delegato per la Pastorale<br />

Sanitaria; Padre Luciano Sandrin,<br />

Preside dell'Istituto di Teologia Pastorale Sanitaria<br />

presso il «Camillianum».<br />

Questo «florilegio» si compone di dodici<br />

«fiori», dodici virtù: letizia, gratitudine,<br />

orazione, santa semplicità, umiltà,<br />

tenerezza, servizio, ottimismo, accoglienza,<br />

giocondità, cortesia e fede.<br />

«Chissà perché — dice l'autrice —<br />

quando si parla di virtù, o meglio, dell'esercizio<br />

delle virtù, spesso si pensa<br />

(magari inconsciamente) a qualcosa di<br />

opprimente, di penoso, di uggioso. Al<br />

rinnegamento di sé, alla mortificazione<br />

(l'esercizio delle virtù comprende certamente<br />

questi aspetti, ma non sono i soli)<br />

e non invece alla gioia del dono, alla felicità<br />

dell'amore oblativo, alla pace della<br />

libertà interiore. La pratica della virtù<br />

implica sacrificio, ma è un sacrificio che<br />

dà gioia».<br />

Forse — afferma ancora — ciò dipende<br />

dal modo in cui le virtù sono state<br />

per lungo tempo presentate, in un modo<br />

cioè per nulla attraente: «Raffigurandoci,<br />

quasi fisicamente, le varie virtù, spesso<br />

le si immagina con la faccia triste,<br />

ombrosa, tetra: niente di più errato. Il<br />

volto delle virtù è gioviale, limpido, attraente,<br />

accattivante. La virtù è bellezza.<br />

Non si può esercitare una qualsiasi<br />

delle virtù con la faccia da funerale. Tristezza<br />

e virtù non vanno d'accordo». Insomma,<br />

dice suor Chiara Cristiana, che<br />

la gioia che scaturisce dall'esercizio della<br />

virtù e resiste alle difficoltà.<br />

Ad ogni virtù l'autrice dedica poche<br />

ma incisive pagine centrate su Francesco<br />

e su Chiara. La schiettezza di questi<br />

due giovani, per sempre giovani, di Assisi<br />

ha una comunicativa impressionante<br />

e contagiosa. Lo dimostra, del resto, la<br />

storia. Si avverte, in queste pagine, la<br />

storia personale dell'autrice. Si comprende<br />

come sia stata affascinata dall'incontro<br />

con Cristo attraverso Francesco e<br />

Chiara. E questo incontro è così bello e<br />

gioioso che non riesce proprio a tenerlo<br />

solo per sé. Il libro è scritto con un linguaggio<br />

diretto, si potrebbe dire «francescano».<br />

Ad esempio le pagine sull'umorismo<br />

arguto di Francesco che è sempre<br />

garbato, mai aspro, tipico di un uomo<br />

che, alla luce della fede, ha ritrovato il<br />

senso vero delle proporzioni ed è per<br />

questo che l'umorismo di Francesco, e<br />

in genere quello dei santi, diffonde ottimismo<br />

e suscita simpatia.<br />

Suor Chiara Cristiana conclude così il<br />

suo libro che è quasi una lettera rivolta<br />

a quanti scelgono di farsi «provocare»<br />

da questa testimonianza: «Carissimo, carissima,<br />

ti annuncio la buona notizia<br />

che Cristo ti ama. Dio ha un progetto<br />

meraviglioso su di te: quello di renderti<br />

conforme al Suo Figlio Gesù, di renderti<br />

trasparenza del Suo Amore. Vale la pena<br />

di accogliere l'invito, di rischiare tutto<br />

fidandosi della Sua Parola. Te l'assicuro».


.<br />

PAGINA<br />

8 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 17-18 Dicembre 2001<br />

«Conformati a Cristo. Come l'azione formativa<br />

della comunità cristiana prepara i<br />

giovani alla scelta vocazionale»: è questo<br />

il tema scelto per il convegno del Centro<br />

Nazionale Vocazioni della Conferenza Episcopale<br />

Italiana, che si terrà alla «Domus<br />

Mariae» dal 3 al 5 gennaio 2002.<br />

L'Arcivescovo di Taranto, Mons. Luigi<br />

Benigno Papa, guiderà la preghiera con<br />

cui avranno inizio i lavori, nel pomeriggio<br />

di giovedì 3. «I giovani di fronte alla responsabilità<br />

della scelta vocazionale» è il<br />

Convegno del Centro Nazionale Vocazioni<br />

tema della relazione di Siviglia Sammartino,<br />

docente di antropologia teologica alla<br />

Facoltà Teologica di Palermo. Seguirà la<br />

Celebrazione Eucaristica con i Vespri,<br />

presieduta dal Vescovo Giuseppe Betori,<br />

Segretario Generale della CEI. Nella mattina<br />

di venerdì 4, il Cardinale Zenon Grocholewski,<br />

Prefetto della Congregazione<br />

per l'Educazione Cattolica, presiederà la<br />

Celebrazione Eucaristica. Seguirà la rela-<br />

In Santa Maria in Trastevere ricordato il Card. Wyszyński nel centenario della nascita<br />

Guidò la Chiesa in Polonia<br />

con la saggezza del Vangelo<br />

MARCO IMPAGLIAZZO<br />

Canti in italiano e in polacco dentro<br />

una basilica affollata di romani e pellegrini<br />

di ogni età. È in questo clima di<br />

memoria e di festa, nella splendida<br />

cornice offerta da Santa Maria in Trastevere,<br />

che si è celebrata sabato sera<br />

la solenne Liturgia eucaristica per il<br />

centenario della nascita del Cardinale<br />

Stefan Wyszyński. Il Primate di Polonia<br />

fu infatti per molti anni titolare<br />

della Basilica romana situata nel cuore<br />

dell’antico rione di Trastevere. Proprio<br />

lui, quel Cardinale Wyszyński che per<br />

lungo tempo, negli anni difficili del comunismo,<br />

illuminò la sua Chiesa guidandola<br />

con la forza e la saggezza che<br />

viene dal Vangelo ed indicandole la soglia<br />

del nuovo millennio. Un testimone<br />

coraggioso della fede per la Polonia e<br />

per tutti i popoli, come sottolineò Giovanni<br />

Paolo II pochi giorni dopo la sua<br />

elezione al pontificato, in una lettera<br />

del 24 ottobre 1978 rivolta ai fedeli polacchi<br />

e, in un suo passaggio, allo stesso<br />

Primate Wyszyński:<br />

«Venerabile e diletto Cardinale Primate,<br />

permetti che ti dica semplicemente<br />

ciò che penso. Non ci sarebbe<br />

stato sulla cattedra di Pietro questo papa<br />

polacco [...] se non ci fosse la tua<br />

fede che non ha indietreggiato dinanzi<br />

al carcere e alla sofferenza [...]. Se<br />

non ci fosse Jasna Góra, e tutto il periodo<br />

della storia della Chiesa nella nostra<br />

Patria, unito al tuo ministero di<br />

Vescovo e Primate».<br />

Per questo centesimo anniversario<br />

sono accorsi molti fedeli polacchi insieme<br />

a tanti giovani della Comunità di<br />

Sant’Egidio che animano la basilica da<br />

oltre vent’anni e che ogni sera vi si radunano<br />

per la preghiera. La liturgia è<br />

stata presieduta dall’Arcivescovo di<br />

Varsavia, il Cardinale Josef Glemp,<br />

che ha concelebrato con numerosi Vescovi<br />

e sacerdoti tra cui il Card. Lopez<br />

Trujillo, Presidente del Pontificio Consiglio<br />

per la Famiglia, l’Arcivescovo<br />

Edward Nowak, Segretario della Congregazione<br />

delle Cause dei Santi, i Vescovi<br />

Szczepan Wesoly, responsabile<br />

per la pastorale dell’emigrazione polacca,<br />

Piotr Jarecki, Ausiliare di Warszawa,<br />

Stanislaw Stefanek, Vescovo di<br />

Lomza, Stanislaw Ryłko, Segretario<br />

del Pontificio Consiglio per i Laici, Stanislaw<br />

Dziwisz, Prefetto Aggiunto della<br />

Casa Pontificia, Vincenzo Paglia, Vescovo<br />

di Terni-Narni-Amelia, Adrianus<br />

van Luyn, Vescovo di Rotterdam, e il<br />

Rettore dell’Università Urbaniana,<br />

mons. Ambrogio Spreafico. Assistevano<br />

alla celebrazione il Fondatore della<br />

Comunità di Sant’Egidio, Prof. Andrea<br />

Riccardi, e il Presidente, Prof. Alessandro<br />

Zuccari. Lungo tutto il corso della<br />

liturgiasonorisuonati i canti in italiano<br />

del coro della Comunità di Sant’Egidio<br />

e quelli in polacco della corale UKSW<br />

giunta per l’occasione dalla Polonia.<br />

Prima della celebrazione il Rettore<br />

del Collegio polacco di Roma, Mons.<br />

Zbigniew Kiernikowski, ha tenuto una<br />

breve conferenza, per i polacchi presenti,<br />

sul rapporto tra il Card. Wyszyński<br />

e alcuni Papi del Novecento da Pio<br />

XII a Giovanni Paolo II. All’inizio della<br />

Liturgia eucaristica ha preso la parola<br />

il Parroco della Basilica, don Matteo<br />

Zuppi, che dopo aver ricordato il rapporto<br />

del Primate con la sua chiesa titolare,<br />

ha aggiunto: «È con molta gioia<br />

che oggi celebriamo il ricordo del Cardinale<br />

Wyszyński in questa che è stata<br />

la sua chiesa titolare per molti anni. Il<br />

legame con Santa Maria non era affatto<br />

simbolico per un Cardinale che viveva<br />

profondamente ed in maniera spirituale<br />

la fedeltà alla Chiesa di Roma.<br />

Si sentiva molto legato a questa antica<br />

casa, dove tutto parla dell’amore e del-<br />

la misericordia di Dio. Forse ritrovava<br />

in essa qualcosa della calda e popolare<br />

devozione a Maria che così tanto caratterizza<br />

la Chiesa della Polonia. La<br />

Comunità di Sant’Egidio vuole rendere<br />

oggi di pietre vive questa casa della<br />

Fons Olei, riversando l’olio della parola<br />

di Dio con la preghiera serale e con<br />

la misericordia per tutti, particolarmente<br />

verso i più poveri».<br />

Don Zuppi ha anche annunciato la<br />

prossima realizzazione di un busto in<br />

memoria dell’antico titolare della Basilica<br />

da collocarsi nel transetto della<br />

chiesa. Il Card. Glemp ha svolto la sua<br />

omelia in polacco e in italiano ricordando<br />

l’amore particolare del Cardinale<br />

Wyszyński per la Madre del Signore:<br />

«Amava la Madonna e ci ha insegnato<br />

come amarla — ha detto l’Arcivescovo<br />

di Varsavia —. Il Cardinale<br />

volle che l’immagine di Jasna Góra<br />

fosse portata in tutte le parrocchie della<br />

Polonia. Quel pellegrinaggio permise<br />

a molti polacchi di tornare al Vangelo.<br />

Durante il Concilio — ha ricordato il<br />

Porporato — Wyszyński nutrì un forte<br />

interesse per la Costituzione Lumen<br />

Gentium e in particolare per il cap.<br />

VIII dal titolo: “La Beata Maria Vergine<br />

Madre di Dio nel mistero di Cristo<br />

e della Chiesa”. Mentre erano in corso<br />

i lavori dell’assemblea conciliare, il<br />

Card. Wyszyński volle che i polacchi<br />

pregassero la Madonna di Jasna Góra<br />

perché aiutasse i lavori del Concilio.<br />

Questa incessante preghiera fu il segno<br />

tangibile della comunione dei santi in<br />

tanti Paesi del mondo. Lo stesso ci<br />

chiede oggi il Papa Giovanni Paolo II,<br />

quando ci chiama, attraverso la preghiera<br />

e il digiuno, ad aiutare i Paesi<br />

in cui manca la pace. Tra i fedeli cattolici<br />

di tutto il mondo si crea una comunione<br />

spirituale profonda. E la Madonna<br />

è al nostro fianco».<br />

Il Cardinale Glemp ha anche ricordato<br />

come Santa Maria in Trastevere<br />

sia uno dei luoghi mariani più importanti<br />

di Roma poiché in questa Basilica<br />

è venerata l’antichissima icona della<br />

«Madonna della Clemenza». Dipinta<br />

con ogni probabilità tra il VII e l’VIII<br />

secolo, è tra le più antiche icone di<br />

Roma e del mondo. Alla vigilia del<br />

Grande Giubileo, e al termine di un<br />

complesso restauro, l’immagine ha fatto<br />

ritorno nella sua sede storica, sull’altare<br />

della cappella Altemps, nella<br />

Basilica, grazie all’impegno dell’antico<br />

parroco, mons. Vincenzo Paglia, ora<br />

Vescovo di Terni-Narni-Amelia. I fedeli<br />

romani e di tutto il mondo sono tornati<br />

così a contemplare la bellezza di<br />

questa testimonianza della Chiesa indivisa:<br />

conserva infatti i caratteri bizantini<br />

insieme all’iscrizione latina. La tradizione<br />

popolare l’attribuì all’evangelista<br />

Luca, e la battezzò con lo splendidonomedi«MadonnadellaClemenza».<br />

Un pensiero del Cardinale Wyszyński,<br />

scritto a conclusione di un suo libro<br />

di commento al Padre Nostro, ben<br />

rappresenta l’intenso momento di preghiera<br />

e di memoria vissuto sabato<br />

nell’antica Basilica romana: «Verrà il<br />

momento — scriveva il Primate — in<br />

cui, dopo la fatica e gli sforzi della vita,<br />

Maria ci mostrerà il frutto benedetto<br />

del Suo seno. Il nostro ultimo<br />

“Amen” sarà consegnato nelle sue mani.<br />

Le nostre ultime parole, colme d’amore,<br />

di tutto il nostro cuore e della<br />

più alta fiducia, per mezzo di Maria<br />

saranno indirizzate a Dio. “Nelle tue<br />

mani rendo il mio Spirito”. Amen».<br />

Sulle note dell’Alleluja del Messiah<br />

di Haendel, eseguito con grande cura<br />

dalla corale polacca, si è conclusa la<br />

solenne Liturgia eucaristica: un alto<br />

momento spirituale in memoria di un<br />

testimone del Vangelo e difensore della<br />

Chiesa che ha saputo confermare nella<br />

fede i suoi fratelli.<br />

«Manuale di teologia morale»: un volume di Guido Gatti, della Pontificia Università Salesiana<br />

Un prezioso strumento di approfondimento etico e culturale<br />

Fino al Concilio Vaticano II la teologia<br />

morale, più della teologia dommatica,<br />

era riservata principalmente a coloro<br />

che compivano gli studi di preparazione<br />

al sacerdozio ministeriale.<br />

La si studiava in latino, in questa lingua<br />

venivano redatti quasi tutti i manuali.<br />

Gli autori erano per lo più docenti<br />

universitari o di facoltà teologiche. La<br />

materia era sviluppata secondo il modulo<br />

classico: morale generale e morale<br />

delle virtù e dei precetti.<br />

Al termine del Concilio cominciarono<br />

ad apparire testi di notevole spessore in<br />

lingua italiana. Ai manuali d'impostazione<br />

«scolastica», seguirono altri redatti in<br />

collaborazione da diversi autori.<br />

Non mancarono tuttavia testi di un<br />

solo autore che spaziavano su tutta la<br />

materia morale al servizio dei futuri sacerdoti<br />

e di specializzandi.<br />

Un valido<br />

e tenace sforzo<br />

di rinnovamento<br />

Nello sforzo di rinnovamento della<br />

teologia morale si «abbandonava», per<br />

così dire, il modulo scolastico su cui si<br />

erano formati molti sacerdoti e confessori<br />

per assumere un metodo più aperto,<br />

dialogico e di approfondimento settoriale,<br />

ma anche più espositivo.<br />

In questo panorama, che in Italia ha<br />

avuto molte iniziative, si è distinto Guido<br />

Gatti, docente nella Pontificia Università<br />

Salesiana. Il suo repertorio è ragguardevole,<br />

come dimostra la collana<br />

del suo corso accademico: Temi di morale<br />

fondamentale, Morale sociale e<br />

della vita fisica, Morale sessuale, Educazione<br />

dell'amore, Etica delle professioni<br />

formative.<br />

Quasi volendo raccogliere in unità i<br />

trattati, Gatti ha riproposto in un volume<br />

tre dei trattati precedenti intitolandolo<br />

Manuale di teologia morale, Leumann<br />

2001, Edizioni Elle Di Ci, pp. 472,<br />

L. 58.000, ; 30,00. Nella presentazione<br />

Angelo Amato rileva le qualità dell'opera<br />

in termini lusinghieri: «Una equilibrata<br />

attenzione alle istanze irrinunciabili della<br />

cultura contemporanea, insieme con<br />

una intelligente fedeltà al magistero della<br />

Chiesa, una attenta preoccupazione<br />

pastorale insieme con la lunga esperien-<br />

za di insegnamento dell'autore avevano<br />

assicurato ai tre volumi, che si sono rivelati<br />

particolarmente adatti per la scuola<br />

di teologia, per l'aggiornamento dei<br />

sacerdoti e per l'allargamento dell'interesse<br />

alla teologia morale nel laicato cattolico,<br />

un buon successo editoriale».<br />

Le istanze<br />

della cultura<br />

contemporanea<br />

L'organizzazione della materia è pressoché<br />

immutata. Due sono le sezioni: la<br />

prima contiene l'esposizione della teologia<br />

morale fondamentale con la suddivisione<br />

in tre parti: la prima si occupa<br />

della fondazione di senso, la seconda del<br />

bene morale nella luce della fede, la terza<br />

di psicologia dell'esperienza morale.<br />

Una esposizione che non ripete pedissequamente<br />

il modulo dei manuali prima<br />

del Concilio Vaticano II, volendo<br />

Gatti battere un percorso nuovo aderente<br />

alle esigenze dei tempi moderni.<br />

La sezione seconda si apre con una<br />

premessa sui criteri per l'elaborazione<br />

delle norme e delle valutazioni morali,<br />

seguono sei parti: etica delle attività dello<br />

spirito, etica della comunicazione, etica<br />

della vita fisica, morale sociale, morale<br />

cristiana e realtà economica, morale<br />

sessuale e morale coniugale e familiare.<br />

Nell'esposizione di queste tematiche<br />

Gatti si mostra non ripetitivo di schemi<br />

manualistici del passato, avendo optato<br />

— come è stato rilevato — per percorsi<br />

nuovi più aderenti alla problematica moderna<br />

e alla cultura di fine millennio.<br />

Per queste caratteristiche, solo in senso<br />

lato, il volume lo si può definire «manuale».<br />

In funzione<br />

di una mirata<br />

finalità didattica<br />

È piuttosto un'esposizione di temi di<br />

teologia morale più consona agli studenti<br />

del secondo ciclo accademico che a<br />

quelli del primo ciclo o corso istituzionale.<br />

A meno che il docente non esegua lui<br />

stesso una sistemazione più razionalizzata<br />

sotto il profilo didattico.<br />

Questa precisazione vuol evidenziare<br />

le caratteristiche del volume. Chi si appresta<br />

a frequentare il primo ciclo teologico,<br />

l'istituzionale che conduce al sacerdozio,<br />

ha bisogno di un «manuale» in<br />

senso classico, sebbene debitamente aggiornato<br />

e arricchito dei dati scientifici e<br />

teologici.<br />

Lo studente deve essere messo a suo<br />

agio per avere una «visione organica»<br />

della materia e soprattutto una conoscenza<br />

adeguata dei principi, delle regole<br />

fondamentali che aiutano a comprendere<br />

e a valutare le complesse problematiche<br />

che si agitano a livello di coscienza<br />

e di etica.<br />

Nella seconda sezione Gatti affronta<br />

alcune tematiche attualmente molto dibattute.<br />

Ne scegliamo una, come modello<br />

esemplificativo. Nell'esame del concetto<br />

di guerra «giusta», Gatti rileva che<br />

per la teologia tradizionale «parlare di<br />

guerra giusta è soltanto riconoscere ai<br />

popoli lo stesso diritto della legittima difesa<br />

che il compromesso etico riconosce<br />

ai singoli, riconoscere che la posizione<br />

dell'aggressore non si può mettere sullo<br />

stesso piano dell'aggredito». Ed aggiunge:<br />

«Solo se veramente difensiva, la<br />

guerra potrebbe essere detta giusta».<br />

Nel prosieguo della trattazione Gatti<br />

scrive: «Nessuna legittima difesa potrebbe<br />

giustificare la scelta di strategie il cui<br />

finis operis fosse intrinsecamente negativo.<br />

Non è quindi mai moralmente difendibile<br />

l'uccisione diretta dei non belligeranti,<br />

come avviene, ad esempio, nei<br />

bombardamenti terroristici».<br />

Non piegarsi<br />

a compromessi<br />

e a patteggiamenti<br />

Alla luce di questo criterio Gatti giudica<br />

«gravemente» negativi i bombardamenti<br />

dell'ultimo conflitto mondiale che<br />

hanno distrutto quartieri e città. E conclude:<br />

«Per il credente, nessun “compromesso<br />

etico” può sottoporre a patteggiamenti<br />

il principio che il fine giustifica i<br />

mezzi».<br />

A completamento della sua esposizione<br />

Gatti riferisce l'insegnamento del<br />

Concilio Vaticano II sulla guerra e sul<br />

dovere che hanno i responsabili dei po-<br />

poli di tutelare la pace e la inviolabilità<br />

territoriale della nazione.<br />

Nell'ultima parte del secolo ventesimo,<br />

la guerra ha avuto un ulteriore sviluppo<br />

tipologico e dottrinale. È emerso<br />

il concetto di «guerra preventiva» intesa,<br />

questa, come azione militare per colpire<br />

l'avversario prima che esso possa colpire.<br />

Si fa esperienza anche di azioni militari<br />

per stroncare sul nascere focolai di<br />

terrorismo e eliminare i loro autori.<br />

La questione<br />

del diritto<br />

d'intervento umanitario<br />

Nel contesto di conflitti fratricidi si è<br />

messo in atto e legittimato il diritto d'intervento<br />

umanitario a favore di popolazioni<br />

etniche oggetto di violenza feroce<br />

e repressiva da parte di altre etnie.<br />

La casistica sembra allungarsi di anno<br />

in anno. Il teologo moralista incontra<br />

notevoli difficoltà nel valutare le singole<br />

imprese militari sotto il profilo etico. Il<br />

Concilio Vaticano II ha dedicato alla<br />

guerra l'intera sezione prima del capitolo<br />

quinto della Gaudium et spes, nn. 79-<br />

82.<br />

Al di là dell'erudizione<br />

e del dato<br />

nozionistico<br />

Esso però va completato con l'ulteriore<br />

pronunciamento del magistero pontificio<br />

che non è stato certo ridotto né<br />

quanto a interventi né al loro valore.<br />

A proposito di riferimento al magistero<br />

i trattati tematici o settoriali, come<br />

anche l'esposizione dei principi generali<br />

avrebbero altra autorità se — almeno<br />

nei punti nodali — si allegassero i testi<br />

dei documenti del magistero. I lettori,<br />

soprattutto di primo livello, ne riceverebbero<br />

incalcolabili benefici. Nei «manuali»<br />

scolastici poi i riferimenti dovrebbero<br />

essere molto di più di una prova<br />

eruditiva.<br />

Per quanto concerne l'opera di Gatti è<br />

condivisibile il giudizio editoriale: è<br />

«un'opera unica e originale di sicuro riferimento<br />

teologico e pastorale per<br />

quanti sentono l'importanza del tema<br />

etico nella vita cristiana».<br />

GINO CONCETTI<br />

zione di Mons. Lambiasi, Vescovi di Anagni-Alatri,<br />

Assistente Ecclesiastico Generale<br />

dell'Azione Cattolica, sul tema: «Questa<br />

Chiesa riesce a dare una formazione<br />

veramente cristiana?». Nel pomeriggio,<br />

l'Arcivescovo Giuseppe Pittau, Segretario<br />

della Congregazione per l'Educazione<br />

Cattolica, presiederà la Veglia di preghiera.<br />

Nella mattina di sabato 5 gennaio, il<br />

Cardinale Vicario Camillo Ruini, Presidente<br />

della CEI, presiederà la Celebrazione<br />

Eucaristica. Seguirà la relazione di don<br />

Antonio Ladisa, dedicata alla missione<br />

svolta dagli animatori e dai responsabili<br />

della pastorale vocazionale nella Chiesa<br />

in Italia. Padre Amedeo Cencini tratterà<br />

poi il tema: «Come educare alla fede e alla<br />

scelta vocazionale adulta e matura?».<br />

Le conclusioni del convegno saranno illustrate<br />

dall'Arcivescovo Luigi Benigno<br />

Papa.<br />

Il Cardinale Pompedda<br />

celebra il cinquantesimo<br />

di ordinazione sacerdotale<br />

«Concludendo, profondamente commosso,<br />

questa celebrazione del mio cinquantesimo<br />

anno di sacerdozio, il mio<br />

animo ricolmo di tanti sentimenti lo è<br />

particolarmente di gratitudine: a Dio,<br />

Supremo datore di ogni bene, che senza<br />

alcun mio merito mi chiamò dapprima<br />

al dono della fede, e poi ancora della<br />

pienezza dell'ordine sacro; all'amatissimo<br />

nostro Papa, Giovanni Paolo II, che<br />

mi volle confidare di aver parte nel suo<br />

ministero universale, nel quotidiano lavoro<br />

per la Chiesa; a tutti coloro che,<br />

con larghezza d'animo e di mente, mi<br />

hanno accompagnato dai miei primi anni<br />

e poi dalla soglia del Santuario fino al<br />

momento attuale; ai miei umilissimi parenti,<br />

che mi dettero il bene della vita e<br />

incondizionato affetto; a tutti quelli che,<br />

strumento della divina provvidenza, mi<br />

hanno sostenuto fino ad oggi con generosità<br />

grande; infine a quanti — certamente<br />

con intento di far bene — mi<br />

hanno causato sofferenza e dolore,<br />

aprendomi così il cuore all'unica speranza<br />

che è l'amore onnisciente di Dio benedetto.<br />

Gratitudine ancora a tutti voi,<br />

che mi avete fatto corona di affetto e di<br />

preghiera, in questa celebrazione giubilare.<br />

Un grazie fraterno all'Eminentissimo<br />

Cardinale Camillo Ruini, che ha voluto<br />

ancora una volta darmi testimonianza<br />

di antica amicizia capranicense.<br />

Profondamente grato mi dico per tutta<br />

la Comunità di Sant'Egidio che, spontaneamente,<br />

mi ha voluto accogliere perché<br />

insieme pregassimo in questa romanissima<br />

Basilica, e lodassimo Dio per il<br />

suo misericordioso amore».<br />

Dall'altare della Basilica di Santa Maria<br />

in Trastevere il Cardinale Mario<br />

Francesco Pompedda, Prefetto del Supremo<br />

Tribunale della Segnatura Apostolica,<br />

ringraziava commosso con queste<br />

parole l'assemblea che si era unita a<br />

lui in rendimento di grazie per il dono<br />

del sacerdozio. Erano in tanti a stringersi<br />

attorno al Porporato per lodare e ringraziare<br />

Cristo Sommo ed Eterno Sacerdote:<br />

Cardinali, Arcivescovi, Vescovi,<br />

Prelati, sacerdoti, religiose, religiosi, fedeli<br />

laici. Tutti insieme per un corale inno<br />

di ringraziamento e di lode. «La presenza<br />

di tante e tali personalità qui convenute<br />

ha conferito a questa liturgia un<br />

significativo onore, non per la mia povera<br />

persona, ma per il Sacerdozio che<br />

oggi abbiamo voluto esaltare come dono<br />

immenso di Dio alla Chiesa e alla stessa<br />

Umanità» — ha rilevato il Card. Pompedda.<br />

«Ma — ha affermato — dal passato e<br />

da oggi il mio sguardo volge al futuro:<br />

quel futuro che la disposizione della<br />

Provvidenza ha già tracciato con amorevole<br />

intendimento per la mia persona e<br />

per la mia vita. Sì, una vita che cinquanta<br />

anni or sono donai interamente<br />

al servizio della Chiesa e che, in questo<br />

momento, voglio ancora per sempre offrire<br />

quale olocausto umilissimo ma totale.<br />

Una Chiesa che, posso affermare<br />

con tutta sincerità, ho sempre amato<br />

più di me stesso, in lealtà costante ed<br />

assoluta e con pieno disinteresse, nell'unico<br />

intento di operare, con l'intelligenza,<br />

col cuore, con tutte le mie forze, per<br />

il suo bene. Dio, che solo conosce ogni<br />

segreto dell'uomo, sarà misericordioso<br />

se e per quanto ho mancato al mio impegno<br />

sacerdotale». Ed ha concluso: «A<br />

Voi tutti chiedo di unirvi con me nell'inno<br />

di ringraziamento a Dio e di supplica<br />

perché fino al mio ultimo respiro possa<br />

operare secondo la sua volontà. E così<br />

sia!».<br />

Familiare e commovente era l'omelia<br />

tenuta per la lieta e gioiosa circostanza<br />

dal Cardinale Camillo Ruini, il quale con<br />

il giovane Pompedda, alunno del Capranica,<br />

ha condiviso alla fine degli anni<br />

'40, il cammino verso il sacerdozio. Ottima<br />

educazione famigliare, doti naturali,<br />

intelligenza e gentilezza, stima e fiducia<br />

da parte dei superiori: il giovane don<br />

Mario Pompedda studiava con passione.<br />

La sua formazione sacerdotale era segnata<br />

anche da una formazione culturale<br />

completa. Il Cardinale Ruini ha ricordato<br />

le tappe del suo itinerario sacerdotale:<br />

dal 23 dicembre 1951, con l'ordina-<br />

zione nella Basilica di San Pietro, alle<br />

varie promozioni sino alla nomina a<br />

Cardinale nel Concistoro del 21 febbraio<br />

del 2001. Il Cardinale Pompedda è un<br />

grande dono di Ozieri e della Sardegna<br />

alla Chiesa universale — ha detto il<br />

Card. Ruini —. Dal percorso visibile a<br />

quello invisibile il passaggio tocca le motivazioni<br />

interiori del «dono» e del «mistero».<br />

«Soli Deo». Nel suo stemma cardinalizio<br />

il Porporato Pompedda riassume<br />

tutta la sua vita sacerdotale spesa sino<br />

ad oggi con passione e con dedizione.<br />

Unità e coesione profonda hanno segnato<br />

le varie tappe di un cammino alto<br />

e qualificato. Nel Cardinale Pompedda<br />

— ha detto il Card. Ruini — c'è un legame<br />

radicale tra persona e missione. La<br />

sua umanità ricca ed amabile, il suo rispetto<br />

per tutti, il suo servizio responsabile,<br />

la sua cultura giuridica, il suo legame<br />

sponsale con Cristo e con la Chiesa<br />

stanno a dimostrare la poliedrica personalità<br />

di un Uomo di Chiesa che ha servito<br />

senza mai stancarsi Cristo, la Chiesa<br />

e la società del nostro tempo.<br />

«Maria lo protegga e lo custodisca ora<br />

e sempre». Con questo augurio-preghiera<br />

il Cardinale Ruini ha concluso la sua<br />

omelia.<br />

Alla preghiera dei fedeli si è pregato<br />

per il Santo Padre, per i Vescovi e i Sacerdoti,<br />

affinché «il Signore realizzi nella<br />

loro vita le sue promesse di bene e li sostenga,<br />

perché con la preghiera e l'annuncio<br />

tengano desti i cuori e con il loro<br />

servizio preparino una terra ospitale<br />

a Colui che sta per venire come Verità e<br />

Grazie»; «per il Cardinale Mario Francesco<br />

Pompedda, che ricorda con cuore<br />

commosso e riconoscente il 50° anniversario<br />

della sua ordinazione sacerdotale:<br />

colmato della grazia e della consolazione<br />

dello Spirito, fortificato con la sapienza<br />

e il coraggio dei Santi, continui<br />

con generosa dedizione ed esemplare testimonianza<br />

il suo ministero a servizio<br />

della Chiesa Universale». Significative le<br />

altre intenzioni per quanti soffrono a<br />

causa della violenza e della guerra; e<br />

per i parenti, gli educatori, gli amici ed i<br />

superiori che hanno segnato la vita sacerdotale,<br />

scientifica e culturale del Cardinale<br />

Pompedda.<br />

Nel coro basilicale e attorno all'altare<br />

circondavano il Cardinale celebrante i<br />

Prelati del Supremo Tribunale della Segnatura<br />

Apostolica, con il Vescovo Francesco<br />

Saverio Salerno, Segretario; ed i<br />

Prelati della Rota Romana, con S. E.<br />

Mons. Raffaello Funghini, Decano; i<br />

Cardinali Ruini, Canestri, Opilio Rossi,<br />

Stafford, Cheli, Cacciavillan e Sebastiani;<br />

gli Arcivescovi De Magistris, Pro-Penitenziere<br />

Maggiore; Vegliò, Nesti, Cordero<br />

Lanza di Montezemolo, Herránz; i<br />

Vescovi Meloni di Nuoro e Sanguinetti<br />

di Ozieri; Marini, Paglia, Gualdrini, Bertagna,<br />

Eid, Doran, Echevarría Rodriguez;<br />

i Monsignori Michele Pennisi, Rettore<br />

del Capranica; Librati, Monni, Corbellini<br />

e Padre Gianfranco Girotti, Sotto-<br />

Segretario della Congregazione per la<br />

Dottrina della Fede.<br />

Tra le autorità presenti il Presidente<br />

Senatore Francesco Cossiga, il Presidente<br />

della Giunta Regionale Sarda Mauro<br />

Pili, il Sindaco di Ozieri Giovanni Fadda.<br />

Era anche presente il Prof. Andrea<br />

Riccardi, Presidente della Comunità di<br />

Sant'Egidio.<br />

Tutta la solenne e raccolta Celebrazione<br />

Eucaristica è stata allietata dal canto<br />

dei giovani e delle giovani della Comunità<br />

di Sant'Egidio. Quattordici i nipoti e<br />

le nipoti del Cardinale giunti dalla Sardegna<br />

con i pronipoti, tre dei quali, nei<br />

caratteristici costumi sardi, hanno offerto<br />

al Cardinale Pompedda tre cesti con<br />

pane e dolci sardi.<br />

Prima della solenne benedizione conclusiva<br />

il Vescovo Sanguinetti leggeva la<br />

Lettera che Giovanni Paolo II ha indirizzato<br />

al Porporato per la fausta ricorrenza<br />

giubilare.<br />

I canti «Magnificat» e «Deus Ti salvet,<br />

Maria», in lingua sarda, hanno concluso<br />

la solenne Celebrazione Eucaristica segnata<br />

da una corale preghiera e da una<br />

sentita partecipazione.<br />

G. G.


.<br />

PAGINA<br />

9 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 17-18 Dicembre 2001<br />

La quarta delle video-conferenze promosse dalla Congregazione per il Clero<br />

La teologia sacramentaria<br />

dal Concilio Vaticano II ad oggi<br />

Si è svolto sabato 15 dicembre il quarto degli incontri in video-conferenza per la<br />

formazione permanente dei presbiteri, promossi dalla Congregazione per il Clero.<br />

Dai cinque continenti hanno partecipato undici teologi collegati in tempo reale<br />

con l'Aula di video-conferenze della Congregazione, approfondendo il tema: «La<br />

teologia sacramentaria dal Concilio Vaticano II ai nostri giorni».<br />

Introducendo l'incontro il Cardinale Darío Castrillón Hoyos, Prefetto della<br />

Congregazione per il Clero, ha pronunciato le seguenti parole:<br />

Dopo aver trattato, nei nostri precedenti<br />

incontri, della vita di Cristo e della<br />

sua Chiesa, cammino d’incontro e di<br />

unione con Dio che si realizzerà pienamente<br />

nella Gerusalemme celeste, oggi<br />

affrontiamo il tema: «La teologia sacramentaria<br />

dal Concilio Vaticano II ai nostri<br />

giorni».<br />

«Et Verbum caro factun est» (Gv 1,<br />

14): la Parola del Dio vivente che, nella<br />

pienezza dei tempi, è divenuta carne,<br />

ora, nel tempo della Chiesa, si fa Parola<br />

sacramentale.<br />

«Ciò che era visibile nel nostro Salvatore<br />

è passato nei suoi misteri», ci dice<br />

san Leone Magno (Sermones 74, 2: PL<br />

54, 398ª). I misteri della vita di Cristo<br />

costituiscono, infatti, i fondamenti di ciò<br />

che, negli ultimi tempi, il Signore dispensa<br />

nei sacramenti mediante i ministri<br />

della sua Chiesa (cfr CCC n. 1115). I<br />

sacramenti sono essenzialmente actio<br />

Christi, ed in essi risplende la presenza<br />

del Risorto che diede e continua a donare<br />

lo Spirito di Dio ai credenti.<br />

Il mondo ha bisogno di trascendenza,<br />

anela sapere e sperimentare che la vita<br />

umana è innestata nella vita divina. I sacramenti<br />

della Nuova Alleanza donano<br />

all’uomo questa capacità: di trascendere<br />

ciò che è limitato e contingente, di inserirsi<br />

nell’immensità ed eternità di Dio, e<br />

di recuperare il senso del sacro della<br />

L’orizzonte sacramentale della rivelazione<br />

Pubblichiamo l'intervento del Vescovo<br />

Angelo Scola, Rettore della Pontificia<br />

Università Lateranense, nel corso<br />

della video-conferenza:<br />

1. La prospettiva<br />

del Vaticano II<br />

Per affrontare il tema dell’odierna seduta<br />

— La teologia sacramentaria dal<br />

Vaticano II ad oggi — può essere utile<br />

notare che il nucleo della teologia sacramentaria<br />

attuale si lascia concentrare<br />

nell’espressione della Fides et ratio che,<br />

al n. 13, parla dell’orizzonte sacramentale<br />

della rivelazione. In proposito si deve<br />

dire che, ancora ai nostri giorni, permane<br />

una lettura quasi esclusivamente<br />

ecclesiologica dei documenti del Concilio<br />

Vaticano II. Senza voler negare l’importanza<br />

oggettiva delle Costituzioni Lumen<br />

gentium e Gaudium et spes — e il<br />

rinnovamento derivatone per la teologia<br />

e per la vita della Chiesa — mi sembra<br />

tuttavia doveroso richiamare l’essenziale<br />

apporto delle Costituzioni Dogmatiche<br />

sulla Divina Rivelazione, Dei Verbum, e<br />

sulla Sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium.<br />

Solo la considerazione e lo studio<br />

unitario, organico ed articolato di<br />

tutte e quattro le Costituzioni conciliari<br />

possono permettere infatti di cogliere la<br />

grandezza dottrinale, pastorale e spirituale<br />

dell’ultima assise ecumenica. In<br />

ogni caso essi ci consentono di entrare<br />

nell’orizzonte sacramentale della rivelazione.<br />

Nel panorama complessivo dell’odierna<br />

teologia, la riflessione sistematica e<br />

critica sul sacramento ha il compito di<br />

giustificare il dato che la rivelazione di<br />

Gesù Cristo, per raggiungere l’uomo<br />

concreto di ogni luogo e di ogni tempo,<br />

non può non passare dai sette sacramenti.<br />

Pensatori come Casel, Schillebeeckx,<br />

Semmelroth, de Lubac, Rahner<br />

e von Balthasar — per non ricordare<br />

che i più vicini all’assise conciliare —<br />

avevano in un certo senso tracciato la<br />

strada alla nuova autocoscienza sacramentale<br />

del Concilio Vaticano II. Infatti<br />

Dei Verbum sviluppa il concetto di rivelazione<br />

proprio della Dei Filius del Concilio<br />

Vaticano I. Con il Cardinale Henri<br />

de Lubac possiamo dire che il Concilio<br />

Vaticano II sostituisce una «idea di verità<br />

astratta con l’idea di una verità il<br />

più possibile concreta: l’idea cioè della<br />

verità personale, apparsa nella storia,<br />

operante nella storia e, dal seno stesso<br />

della storia, capace di sorreggere tutta<br />

la storia; l’idea di questa verità in persona<br />

che è Gesù di Nazareth, pienezza<br />

della Rivelazione» (1). La novità sta nell’intuizione<br />

della profonda unità tra assolutezza<br />

e storicità, tra necessità e libertà,<br />

implicata nella nozione di verità<br />

in persona. L’unità di queste dimensioni,<br />

come rileva Ratzinger, è resa possibile<br />

dal fatto che la Dei Verbum, operando<br />

la concentrazione cristologica propria<br />

di tutta la riflessione conciliare,<br />

propone la verità come un evento (2).<br />

Così la Costituzione sulla Divina Rivelazione,<br />

senza minimamente scalfire l’importanza<br />

delle formulazioni dogmatiche,<br />

usa un linguaggio nel quale i termini verità<br />

e Gesù Cristo finiscono per identificarsi<br />

(3). Anche la Sacrosanctum Concilium,<br />

a ben vedere, assume la stessa<br />

prospettiva quando afferma al n. 2 che<br />

la liturgia possiede «la caratteristica di<br />

essere nello stesso tempo umana e divina,<br />

visibile ma dotata di realtà invisibili,<br />

fervente nell’azione e dedita alla<br />

contemplazione, presente nel mondo e<br />

tuttavia pellegrina» (SC 2).<br />

La riflessione di Lumen gentium, a<br />

partire dalla Chiesa come «sacramento,<br />

ossia il segno e lo strumento dell’intima<br />

unione con Dio e dell’unità di tutto<br />

il genere umano» (LG 1), che fa da<br />

sfondo alla prospettiva antropologica<br />

dell’ecclesiologia pastorale caratterizzante<br />

soprattutto la prima parte di Gaudium<br />

et spes (4), permette di considerare<br />

la rivelazione come un fatto «avvenuto<br />

nel passato che continua ad accadere<br />

nella fede» (5). È l’evento di una attuale<br />

e sempre nuova relazione fra Dio<br />

e l’uomo.<br />

Come documenta la riflessione più accreditata<br />

di teologia sacramentaria —<br />

penso per esempio a nomi come quelli<br />

di Ladrière, Gerken o Chauvet — che si<br />

è sviluppata, anche se con esiti talora discutibili,<br />

dopo il Concilio, è il sacramento<br />

l’ambito proprio per cogliere in concreto<br />

la verità rivelata. Per dirlo con Fides<br />

et ratio si deve parlare, quindi, di<br />

orizzonte sacramentale della rivelazione.<br />

2. Rivelazione e sacramento<br />

Abbiamo detto che parlare di orizzonte<br />

sacramentale della rivelazione significa<br />

presentare Gesù Cristo come l’evento<br />

della verità vivente e personale. Ciò è<br />

decisivo per affrontare in recto la cele-<br />

Pontificio Ateneo sant'Anselmo:<br />

i 40 anni dell'Istituto Liturgico<br />

Il 9 dicembre 1961 veniva solennemente inaugurato il Pontificio Istituto Liturgico,<br />

sorto — come annunciava l’invito a quella cerimonia — nell’Ateneo<br />

sant'Anselmo sull’Aventino «in avveramento dei più recenti orientamenti negli<br />

studi teologici e storici, sotto i particolari paterni auspici del Santo Padre Giovanni<br />

Paolo II». Da allora sono passati quaranta anni e la prima istituzione<br />

accademica italiana dedicata all’insegnamento della Liturgia ha inteso ricordare<br />

e celebrare l'evento con un convegno internazionale dal titolo «Liturgia<br />

Opus Trinitatis», che ha delineato un quadro aggiornato ed esauriente delle<br />

ricerche condotte in materia. Il convegno ha avuto un’apertura d’eccezione:<br />

l’Atto accademico di conferimento del Dottorato Honoris Causa a Mons. Pere<br />

Tena Garriga, Vescovo Titolare di Cerenza e Ausiliare di Barcellona la cui intera<br />

vita, come ha sottolineato nella Laudatio D. Gabriel Ramis Miquel, «è Liturgia<br />

attuata, celebrata nel ministero sacerdotale ed episcopale».<br />

Dal 1956 fino al 1967 Mons. Tena è stato professore nel Seminario diocesano<br />

di Barcellona e quando nel 1967 fu creata la Facoltà di Teologia, ha continuato<br />

in essa il suo impegno di docente fino al 1987, in qualità di Decano-<br />

Preside. È stato promotore e Preside dell’Institut Superior de Liturgia de<br />

Barcelona, creato nel 1985. Pochi anni dopo l’inizio della sua attività di insegnante,<br />

ha dato vita al Centre de Pastoral Liturgica de Barcelona. Il 19 maggio<br />

1987 è stato nominato da Giovanni Paolo II Sottosegretario della Congregazione<br />

per il Culto Divino, in cui ha messo al servizio di tutta la Chiesa la<br />

sua scienza e la sua esperienza pastorale. Il Papa lo ha poi nominato Vescovo<br />

Ausiliare di Barcellona il 9 giugno 1993. Nella Assemblea Plenaria della Conferenza<br />

Episcopale della Spagna, tenutasi a Madrid nel 1996, è stato eletto<br />

Preside della Commissione Episcopale per la Liturgia. Egli — è stato detto in<br />

occasione dell'Atto Accademico — ha sempre coniugato «armoniosamente<br />

l’impegno pastorale-liturgico con quello accademico-scientifico»: l’impegno accademico<br />

facendo «sì che quello pastorale non diventasse un attivismo esterno<br />

e superficiale, ma pieno di frutti validi per il popolo di Dio», quello pastorale,<br />

a sua volta, divenendo «un grande stimolo per la ricerca accademicoscientifica».<br />

ROSSELLA MARTINELLI<br />

propria esistenza, vivendo una nuova vita,<br />

quella della grazia.<br />

«Quia sine dominico non possumus»<br />

(Acta SS Saturnini et aliorum plurimorum<br />

martyrum, 9: PL 8, 709): «perché<br />

senza il giorno del Signore, noi non possiamo<br />

stare»! Così risposero i martiri di<br />

Abitine, nell’Africa proconsolare, a chi li<br />

interrogava durante la persecuzione di<br />

Diocleziano, il cui editto vietava la celebrazione<br />

dell’Eucaristia domenicale (cfr<br />

Giovanni Paolo II, Lett. ap. Dies Domini,<br />

n. 46). E noi, che professiamo la Resurrezione<br />

di Cristo quale fondamento<br />

di tutta la liturgia sacramentale, ripetiamo:<br />

senza i sacramenti del Signore, non<br />

possiamo vivere!<br />

Così acquista tutto il suo senso la formazione<br />

permanente dei sacerdoti quale<br />

formazione al servizio dei sacramenti<br />

della Chiesa. I ministri di Cristo sono<br />

identificati con Lui ed inviati da Lui,<br />

perché in suo nome, nella sua persona,<br />

diano alla Chiesa quello che Cristo vuole<br />

che essa, sua amata Sposa, celebri in-<br />

bre obiezione rivolta al cristianesimo<br />

dalla modernità: come è possibile che<br />

un evento prodottosi nel passato — e la<br />

storia di Gesù Cristo è ben databile —<br />

sia contemporaneo ad ogni uomo di<br />

ogni tempo? Per dirla col Lessing, come<br />

è possibile per noi che viviamo oggi dopo<br />

duemila anni scavalcare il «maledetto<br />

largo fossato» (6) che ci separa da Gesù<br />

di Nazareth?<br />

Si delinea qui la questione ecclesiologica<br />

centrale. Se la Chiesa esiste per essere<br />

la mediazione intrinseca di Gesù<br />

Cristo — Lumen gentium —, il problema<br />

non può che essere posto nei termini<br />

di un aut-aut. O la Chiesa è in grado<br />

di riproporre l’evento di Gesù Cristo nel<br />

presente, così che l’uomo situato qui ed<br />

ora possa effettivamente incontrarlo e<br />

raggiungerlo, oppure questo evento è<br />

inesorabilmente passato. E pertanto la<br />

Chiesa, pur ispirandosi ad esso, può<br />

porsi solo in se stessa e da se stessa, ma<br />

non più come medio intrinseco di Gesù<br />

nell’oggi della storia — cioè come «sacramento,<br />

ossia il segno e lo strumento<br />

dell’intima unione con Dio e dell’unità<br />

di tutto il genere umano» (LG 1).<br />

La risposta alla questione sollevata<br />

porta al cuore della teologia sacramentaria,<br />

così come viene recepito soprattutto<br />

dal Concilio Vaticano II in poi. E<br />

tale risposta conduce a definire la Chiesa<br />

come sacramentum radicale. È questa<br />

la categoria che spiega perché la natura<br />

e la missione della Chiesa consistano<br />

nella mediazione intrinseca di Gesù<br />

Cristo morto e risorto alla libertà finita<br />

di ogni uomo di ogni tempo. La Sacra<br />

Scrittura, la communio gerarchica ed il<br />

sacramento sono le forme di questa mediazione.<br />

In quanto sacramentum radicale<br />

la Chiesa non è, tuttavia, un sostrato<br />

in sé sussistente, che precede i sacramenti:<br />

al contrario il sacramentum radicale<br />

vive concretamente nel settenario<br />

sacramentale. Non è difficile, a questo<br />

punto, riconoscere — all’interno di quest’ultimo<br />

— la centralità dell’Eucaristia,<br />

se si considera che in essa il prestabilito<br />

disegno del Padre — cioè l’evento di Gesù<br />

Cristo — è anticipato nel suo compimento<br />

di morte e resurrezione.<br />

Anche il Battesimo, come l’Eucaristia,<br />

partecipa a livello originario quella<br />

fecondità sacramentale che deriva immediatamente<br />

dal corpo morente di Cristo<br />

dal cui costato sgorga sangue ed acqua<br />

(Gv 19, 34). La Confermazione poi,<br />

nel suo rapporto intrinseco col Battesimo,<br />

compie l’opera dello Spirito in ordine<br />

all’Eucaristia. Il Matrimonio, sintesi<br />

mirabile di differenza sessuale, dono di<br />

sé e vita (mistero nuziale), esprime il<br />

rapporto Cristo-Chiesa (Ef 5). L’Ordinazione<br />

sacerdotale si radica nell’offerta di<br />

Gesù che si fa sacerdote, vittima ed altare<br />

nel Suo vero corpo. Il sacramento<br />

della Riconciliazione ha la sua sorgente<br />

propria nel Cristo che porta su di sé, in<br />

croce, il peccato del mondo e lo redime<br />

nella Sua Pasqua di Risurrezione. Con<br />

l’Unzione degli infermi la Chiesa accompagna<br />

i suoi figli nella malattia e<br />

nella morte, assicurando coloro che sono<br />

in questa prova che Gesù Cristo è risurrezione<br />

e vita (Gv 11, 25ss).<br />

Nel quadro delineato emerge chiaramente<br />

la decisiva centralità della celebrazione<br />

liturgica. La mediazione scritturistica<br />

e quella ecclesiale sono effettive<br />

mediazioni dell’evento Gesù Cristo solo<br />

se si danno, concretamente, nel rispetto<br />

delle precise modalità dettate dall’azione<br />

sacramentale. Ad esempio è effettiva comunità<br />

cristiana quella che riconosce<br />

l’ordine gerarchico della liturgia affermando<br />

che il Vescovo è colui che guida<br />

la Chiesa perché presiede la celebrazione<br />

e non presiede la celebrazione perché<br />

è il capo della Chiesa. Lo stesso si<br />

deve dire della Sacra Scrittura, strappandola<br />

da tutte le riduzioni sentimentali<br />

con cui essa viene letta, soggettivisticamente,<br />

quando la si sradica dall’oggettivo<br />

criterio liturgico. Tale processo<br />

di astrazione non solo non ne recepisce<br />

l’interpretazione offerta dalla liturgia,<br />

cessantemente in azione di grazie, fino a<br />

che egli torni.<br />

Come in precedenza, l’intera videoconferenza<br />

si svolgerà in collegamento<br />

con i cinque continenti, in tempo reale.<br />

Avremo tre prime conferenze, di venti<br />

minuti ciascuna, e successivamente gli<br />

interventi di tre minuti ognuno. La prima<br />

parte vedrà l’esposizione di S. E. il<br />

Professore Mons. Angelo Scola, Rettore<br />

della Pontificia Università Lateranense,<br />

seguita dalle riflessioni del Prof. P. Aloysius<br />

Chang S.I. in Taipei, e del Prof. P.<br />

Stuart Bate in Johannesburg.<br />

A continuazione si svilupperanno gli<br />

interventi di tre minuti: da Madrid, il<br />

Prof. P. Alfonso Carrasco Rouco; da<br />

Manila il Prof. P. Gregory Gaston; da<br />

New York il Prof. P. Michael Hull; da<br />

Bogotá il Prof. Silvio Cajiao S.I.; da<br />

Sydney il Prof. P. Julian Porteous. Quindi,<br />

nuovamente da Roma, dalla nostra<br />

Sede della Congregazione per il Clero,<br />

interverranno il Prof. P. Antonio Miralles,<br />

il Prof. P. Giovanni Battista Mondin<br />

e il Prof. S.E. Mons. Rino Fisichella.<br />

ma prescinde anche dal sacramento e,<br />

di conseguenza, dalla comunità.<br />

Nella pratica della vita liturgico-sacramentale<br />

la libertà dell’uomo incontra veramente<br />

Gesù Cristo come suo contemporaneo.<br />

Inoltre, se vissuti all’interno di<br />

questa logica sacramentale (7) tutte le<br />

circostanze e tutti i rapporti in un certo<br />

senso possono costituire, nella trama<br />

concreta dell’umana esistenza, forme sacramentali<br />

mediante le quali il Padre interpella<br />

la nostra libertà.<br />

3. Logica sacramentale<br />

e vita come vocazione<br />

L’orizzonte sacramentale della rivelazione<br />

cui ci ha richiamato Fides et ratio<br />

svela, quindi, la vera natura dell’umana<br />

esistenza: la vita stessa è vocazione, in<br />

quanto l’uomo è chiamato, nella fede, a<br />

decidere per il Padre che, in ogni circostanza<br />

e in ogni rapporto, a partire dai<br />

sacramenti, lo vuole figlio nel Figlio.<br />

Non sono poche le conseguenze derivanti<br />

da una simile concezione delle cose,<br />

a partire, per esempio, dalla necessità<br />

di meglio determinare il senso di<br />

quello che oggi viene chiamato discernimento.<br />

È necessario, infatti, che esso<br />

venga mantenuto all’interno del più ampio<br />

concetto di verifica, in cui la chiamata<br />

allo specifico stato di vita cristiana<br />

resti subordinata, a sua volta, alla vita<br />

stessa intesa come vocazione (8).<br />

4. Gesù Cristo,<br />

Salvatore presente<br />

ad ogni atto di libertà<br />

In conclusione si può dire che nei sacramenti<br />

— e nella logica sacramentale<br />

che ne deriva — la Verità si comunica<br />

effettivamente perché è un evento vivente<br />

e personale che continua ad essere tale<br />

nella realtà vivente della Chiesa che è<br />

fatta di persone concrete. Infatti una<br />

realtà viva — Gesù Cristo — può comunicarsi<br />

solo attraverso un’altra realtà viva:<br />

la Chiesa. Le conseguenze circa il<br />

metodo di vita cristiana implicate in ciò<br />

che fin qui è stato sostenuto non sono<br />

certo irrilevanti. Cristo non può essere<br />

ridotto a pretesto per la fede di un uomo<br />

che finirebbe per essere, nella migliore<br />

delle ipotesi, o un visionario o<br />

l’ingenua vittima di credenze fabulistiche.<br />

Cristo non è neppure il prodotto di<br />

umani ragionamenti o l’esito culminante<br />

di un particolare sentimento religioso.<br />

In forza del sacramento e della logica<br />

sacramentale Egli è l’evento originario<br />

che, attraverso la Santa Chiesa, Mater<br />

et Magistra, incontra la persona dentro<br />

ogni circostanza ed ogni rapporto. È il<br />

Salvatore presente ad ogni atto della<br />

mia libertà.<br />

——————<br />

1) H. de Lubac, Opera Omnia: La rivelazione<br />

divina e il senso dell’uomo,<br />

vol. 14, Jaca Book, Milano 1985, 49.<br />

2) Cfr J. Ratzinger, Natura e compito<br />

della teologia, Jaca Book, Milano 1993,<br />

119.<br />

3) Cfr G. Colombo, La ragione teologica,<br />

Glossa, Milano 1995, 91ss.<br />

4) Cfr A. Scola, «Gaudium et spes»:<br />

dialogo e discernimento nella testimonianza<br />

della verità, in R. Fisichella (a<br />

cura), Il Concilio Vaticano II. Recezione<br />

e attualità alla luce del Giubileo,<br />

San Paolo, Cinisello Balsamo 2000, 82-<br />

114.<br />

5) J. Ratzinger, Natura... , op. cit.,<br />

120.<br />

6) «Verità contingenti di tipo storico<br />

non possono mai diventare prova di verità<br />

necessarie di tipo razionale (...).<br />

Questo, proprio, è il maledetto largo<br />

fossato che non riesco ad oltrepassare»,<br />

G. E. Lessing, Sopra la prova dello Spirito<br />

e della forza, in M. F. Sciacca —<br />

M. Schiavone, Grande antologia filosofica<br />

t. 15, Marzorati, Milano 1968, vol.<br />

15, 1557-1559.<br />

7) Cfr Fides et ratio 13 e 94.<br />

8) Cfr P. Martinelli, Vocazione e stati<br />

di vita del cristiano. Riflessioni sistematiche<br />

in dialogo con H. U. von Balthasar,<br />

Laurentianum, Roma 2001.<br />

La preghiera<br />

mensile<br />

nella Basilica<br />

Vaticana<br />

Nel pomeriggio di sabato 15 dicembre il<br />

Cardinale Virgilio Noè, Arciprete della Patriarcale<br />

Basilica di San Pietro e Vicario Generale<br />

di Sua Santità per lo Stato della Città<br />

del Vaticano, ha guidato l'ora di preghiera<br />

mensile nella Cappella del Santissimo Sacramento.<br />

All'incontro, svoltosi in preparazione alle<br />

solennità natalizie, hanno partecipato numerosi<br />

fedeli, sacerdoti, religiosi, religiose e<br />

membri dell'Arciconfraternita del SS.mo Sacramento.<br />

Presentato il V volume sul Volto di Cristo<br />

Dal nascondimento<br />

alla Trasfigurazione<br />

GIANFRANCO GRIECO<br />

«Il Volto di Cristo nel magistero di<br />

Giovanni Paolo II» sarà il tema del<br />

VI Congresso Internazionale che si<br />

svolgerà a Roma nei giorni 19-20 ottobre<br />

2002. Lo ha rivelato il Cardinale<br />

Fiorenzo Angelini, Presidente emerito<br />

del Pontificio Consiglio per gli<br />

Operatori Sanitari e Presidente dell'Istituto<br />

Internazionale di ricerca sul<br />

Volto di Cristo, durante la presentazione<br />

del V volume sul «Volto dei<br />

volti. Il Volto nascosto e trasfigurato<br />

di Gesù» (Editrice Velar, Bergamo<br />

2001, pp. 324, 120 pagine di tavole a<br />

colori), svoltasi nel tardo pomeriggio<br />

di sabato 15 dicembre nella sede de<br />

«La Civiltà Cattolica» in Via di Porta<br />

Pinciana, 1 - Roma.<br />

A parlare quest'anno del bellissimo<br />

volume erano, oltre al Cardinale Angelini,<br />

il Dott. Giulio Andreotti, Senatore<br />

a vita della Repubblica Italiana;<br />

l'On. Prof. Rocco Buttiglione, Ministro<br />

delle Politiche Comunitarie; il<br />

Padre Heinrich Pfeiffer, S.J., Professore<br />

di storia dell'arte cristiana nella<br />

Pontificia Università Gregoriana che,<br />

anche questa volta, ha curato iconografia<br />

e storia dell'arte presenti nel<br />

volume. Moderatore è stato il Padre<br />

Giovanni Marchesi, scrittore e teologo<br />

de «La Civiltà Cattolica» che, per<br />

la quinta volta insieme con Andreotti<br />

e Pfeiffer, ha guidato e legato gli interventi<br />

di presentazione.<br />

L'Incontro culturale è stato aperto<br />

da una «Introduzione musicale» del<br />

«Quartetto Roma classica». Fulvio<br />

Leofreddi (primo violino); Alessandro<br />

Mingrone (secondo violino); Umberto<br />

Vassallo (viola); Giovanni Costamagna<br />

(violoncello) hanno eseguito l'Eine<br />

kleine Nachtmusik, la Piccola serenata<br />

notturna, in sol minore K<br />

525, allegro-andante-minuetto-presto,<br />

per quartetto d'archi di W. A. Mozart.<br />

Il Padre Marchesi, dopo essersi<br />

complimentato con il Cardinale Angelini<br />

per aver portato a conclusione<br />

anche questo quinto volume (il Cardinale<br />

— ha detto Marchesi — non si<br />

dà tregua e non dà tregua), ha parlato<br />

delle varie problematiche teologiche<br />

affrontate dai cinque volumi<br />

pubblicati fino ad oggi, ricordando<br />

nel contempo come «la Trasfigurazione»<br />

sul Tabor descrittaci dai Sinottici<br />

è nel contempo epifania e teofania<br />

del Signore Gesù. Elia (profetismo) e<br />

Mosè (rappresentazione della Torà)<br />

sono due colonne portanti che fanno<br />

da tramite nel passaggio dal Vecchio<br />

al Nuovo Testamento. La Trasfigurazione<br />

è avvenuta di notte — ha precisato<br />

Padre Marchesi —. L'emozione<br />

era fortissima. Era il momento di<br />

gloria del Signore ma anche il momento<br />

della kenosi di Gesù che va<br />

verso la Croce. Sin dalla nascita il<br />

volto del Signore si nasconde nella<br />

carne — ha precisato ancora il teologo<br />

Marchesi —. «Caro est cardo salutis»<br />

— ha affermato ancora Marchesi.<br />

Sul Tabor la dialettica cristologica<br />

va dagli abissi del nascondimento alle<br />

vette della divinità. San Luca — ha<br />

precisato poi Marchesi — ha sottolineato<br />

l'aspetto della gloria. Parlavano<br />

del suo esodo, dei giorni della passione,<br />

della morte e della risurrezione<br />

gloriosa. L'evento del Tabor, punto<br />

centrale del mistero di Cristo, ci guida<br />

verso la Croce — ha ribadito Padre<br />

Marchesi —. Negli interventi di<br />

Buttiglione e di Andreotti significativo<br />

è stato il contributo sul mistero<br />

del volto di Cristo presente negli<br />

emarginati e negli ultimi del nostro<br />

tempo, con particolare riguardo al<br />

dramma dei Palestinesi. L'ammalato<br />

più grave è oggi il popolo dei Territori<br />

— ha detto Andreotti — ed è questo<br />

popolo che merita maggiori cure<br />

e attenzioni da parte della Comunità<br />

internazionale. Il volto di Dio — ha<br />

detto Buttiglione — è presente e vivo<br />

nel volto degli uomini offesi e umiliati.<br />

Si rinnova negli uomini emarginati<br />

di oggi il mistero dell'umiliazione e<br />

del rifiuto del messaggio di Cristo.<br />

Siamo fatti per l'amore ma siamo anche<br />

incapaci di amare — ha precisato<br />

Buttiglione. Il volto di Cristo non<br />

tradisce, ma genera una nuova umanità,<br />

una nuova catena umana di volti<br />

di santi noti ed anonimi. Il mistero<br />

del Natale del Signore — ha concluso<br />

Buttiglione — ci ri-presenta il volto<br />

dell'amore di Dio che ci ri-offre la<br />

verità di quell'amore che ci è vicino,<br />

ma che noi spesso fuggiamo.<br />

Nel chiamare in causa il Padre<br />

Pfeiffer, il teologo Marchesi ha dato<br />

anche una attenzione particolare al<br />

lavoro iconografico presente nel volume.<br />

Come gli artisti — si è chiesto<br />

— hanno interpretato il mistero di<br />

Cristo che si nasconde nella carne e<br />

si rivela nella gloria?<br />

Questo quinto volume — ha sostenuto<br />

il gesuita Padre Pfeiffer — costituisce<br />

un nuovo « balzo in avanti» sul<br />

mistero del Volto di Cristo. Dopo<br />

aver sottolineato la «drammatica tensione»<br />

tra teologia orientale e teologia<br />

occidentale, il Padre Pfeiffer ha<br />

riproposto il valore storico-teologico<br />

della Sindone e del Velo di Manoppello.<br />

La teologia occidentale ha molti<br />

passi da fare — ha ricordato il gesuita<br />

padre Pfeiffer — il quale ha sottolineato<br />

l'originalità dei contributi di<br />

Ratzinger, di Ravasi, di Forte, di Bisazza<br />

Terracini, di Pagani, di Bertolone,<br />

di Mattei, di Rupnik e di Honings.<br />

Il Padre Pfeiffer, dopo aver riproposto<br />

la valenza teologica-ecclesiologica<br />

e pastorale della Novo Millennio<br />

ineunte di Giovanni Paolo II, ha detto<br />

che questo documento non solo ci<br />

«parla» del volto di Cristo, ma ci fa<br />

«vedere» il volto del Signore Gesù. Il<br />

pregio più autentico del quinto volume<br />

è l'immagine del Crocifisso di Michelangelo:<br />

una straordinaria scultura<br />

di 40 cm. che riporta alla Pietà.<br />

Numerose le personalità religiose e<br />

civili presenti. Significativa la partecipazione<br />

dei padri gesuiti scrittori de<br />

«La Civiltà Cattolica», di Madre Maurizia<br />

Maria Biancucci, Superiora Generale<br />

delle Suore Benedettine Riparatrici<br />

del Santo Volto di Nostro Signore<br />

Gesù Cristo, con un folto gruppo<br />

di Consorelle che da sempre lavorano<br />

insieme con il Cardinale Angelini;<br />

i teologi Bonifacio Honings ed<br />

Edoardo Scognamiglio.<br />

Il quinto volume — ha rivelato il<br />

Card. Angelini — oltre ad approfondire<br />

il mistero del Volto dei volti si<br />

inserisce in quel filone catechetico<br />

che vuole dialogare con l'uomo contemporaneo<br />

che ha nostalgia di quel<br />

Volto e di quel cuore che ha sempre<br />

tanto amato gli uomini.


.<br />

PAGINA<br />

10 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 17-18 Dicembre 2001<br />

Giornata di digiuno per la pace nel mondo<br />

Quella preghiera in comunione con il Papa<br />

NOVARA<br />

Le mani e gli occhi di tutti alzati verso il crocifisso<br />

della Cattedrale mentre si eleva il canto<br />

«Agnello di Dio che togli i peccati del mondo,<br />

dona a noi la pace»: è l’immagine più significativa<br />

e riassuntiva della preghiera per la pace svoltasi<br />

a Novara venerdì scorso, sotto la guida del<br />

Vescovo Renato Corti. La funzione si è svolta in<br />

un orario inconsueto, dalle tredici alle quattordici.<br />

Ma questo non ha impedito — come ha sottolineato<br />

al termine il Vescovo — una «larga<br />

partecipazione».<br />

Dopo una breve spiegazione dei vari momenti<br />

della celebrazione presentata dal Provicario don<br />

Gianni Colombo, Mons. Corti nel dare il saluto<br />

«la pace sia con voi», ha sottolineato come l’invocazione<br />

assumesse in quel momento una particolare<br />

eloquenza. «Vorremmo esprimerla — ha<br />

aggiunto — per tutto il mondo, per tutti i popoli.<br />

Siamo qui per chiedere un miracolo, un grande<br />

miracolo: che il cuore dell’uomo si converta<br />

all’amore vicendevole e proprio per questa conversione<br />

divenga capace di costruire, in mezzo a<br />

mille difficoltà, un mondo e una storia in cui affiori<br />

la gioia e la pace. Chiedo a ciascuno di voi<br />

di far salire a Dio questa supplica. Non dimentichiamoci<br />

però che chi deve convertirsi siamo innanzitutto<br />

noi».<br />

La scelta dei brani ascoltati ha aiutato i fedeli<br />

presenti ad approfondire alcuni aspetti importanti<br />

del digiuno, della misericordia e del perdono.<br />

«Il digiuno — è stato letto dai discorsi di san<br />

Pietro Crisologo — è l’anima della preghiera e la<br />

misericordia la vita del digiuno, nessuno le divida,<br />

perché non riescono a stare separate. Chi digiuna<br />

comprenda bene cosa significhi per gli altri<br />

non aver da mangiare. Ascolti che ha fame,<br />

se vuole che Dio gradisca il suo digiuno. Abbia<br />

compassione chi spera compassione».<br />

Alcuni brani tratti da un documento del Concilio<br />

che parlavamo della pace sono risultati di<br />

una attualità impressionante. «La ferma volontà<br />

di rispettare gli altri uomini e gli altri popoli e la<br />

loro dignità, e l’assidua pratica della fratellanza<br />

umana — dice il documento — sono assolutamente<br />

necessarie per la costruzione della pace.<br />

In tal modo la pace è frutto anche dell’amore, il<br />

quale va oltre quanto è in grado di assicurare la<br />

semplice giustizia».<br />

Molto interessante la lettura di un documento<br />

della Conferenza episcopale italiana, già datato<br />

ma straordinario che invita tra l’altro a riscoprire<br />

i valori del bene comune: della tolleranza, della<br />

solidarietà, della giustizia sociale, della corresponsabilità.<br />

Ai brani letti seguiva un momento di silenzio,<br />

opportunamente accompagnato dal suono leggero<br />

dell’organo. È stato poi proclamato il testo<br />

evangelico dove Gesù invita ad abbandonare<br />

l’«occhio per occhio» per amare anche i nemici.<br />

Mons. Corti nel commentare il brano ha ricordato<br />

un’amara espressione di Giorgio La Pira che<br />

affermava: «Se tutte le nazioni si limitassero all’occhio<br />

per occhio sarebbe già un passo avanti.<br />

Purtroppo vanno oltre».<br />

Il Vescovo ha invitato tutti a guardare al Crocifisso<br />

che ha ucciso nella sua carne l’odio. «Rivolgetevi<br />

al Crocifisso — ha concluso — per imparare<br />

da Lui che ha dato la vita per gli altri.<br />

Preghiamo per tutte le persone che sono vittime<br />

di varie ingiustizie, per le persone torturate senza<br />

rispetto della loro dignità. Il grande invito di<br />

Cristo ad amare i nemici è la novità del Vangelo.<br />

È impossibile senza la sua Grazia e lo Spirito<br />

Santo».<br />

Al termine sono state raccolte le offerte per i<br />

bambini dell’Afganistan. (giuliano temporelli)<br />

FIRENZE<br />

Due momenti di preghiera paralleli, accomunati<br />

dal digiuno e dall’invocazione di pace hanno<br />

segnato la giornata di venerdì a Firenze. Nella<br />

chiesa di San Frediano in Cestello, l’Arcivescovo<br />

Ennio Antonelli si è riunito in preghiera con i<br />

giovani della diocesi; nello stesso momento, poco<br />

distante, la comunità islamica si è riunita nella<br />

moschea per la conclusione del Ramadan.<br />

All’assemblea della comunità islamica è stato<br />

presente il Vicario Generale della Diocesi, Mons.<br />

Claudio Maniago: «Sono qui — ha sottolineato<br />

Mons. Maniago — a nome dell’Arcivescovo e dei<br />

credenti della Chiesa di Firenze a supplicare Dio<br />

Onnipotente di concedere al mondo Giustizia e<br />

Pace. E come non pensare noi cristiani, in questi<br />

giorni prima del Natale, in modo particolare alla<br />

Patria di Gesù, a Betlemme che da terra di pace<br />

sembra essere diventata teatro di una guerra che<br />

non ha più fine».<br />

La preghiera dei giovani con il Vescovo ha<br />

rappresentato una tappa ulteriore di un percorso<br />

settimanale iniziato già all’indomani della tragedia<br />

dell’11 settembre. Da allora infatti la Diocesi<br />

di Firenze ha promosso un cammino di riflessione<br />

che si svolge tutti i venerdì, per invocare il<br />

dono della pace. L’incontro del 14 dicembre ha<br />

preso spunto da un’immagine sacra, la «Madonna<br />

del Magnificat» dipinta da Botticelli. L’Arcivescovo<br />

ha sottolineato la bellezza, la dolcezza, la<br />

semplicità di Maria che questa immagine ci mostra<br />

e ha invitato i giovani a seguire l’esempio di<br />

Lei, che ha saputo dire con umiltà e coraggio il<br />

suo «sì» al Signore.<br />

Le offerte raccolte nel corso della serata saranno<br />

devolute ai due obiettivi proposti dalla<br />

Diocesi per l’Avvento di Fraternità: aiuti umanitari<br />

per i profughi afgani, e sostegno ai bambini<br />

di Betlemme. Parte dei finanziamenti infatti sarà<br />

destinata ai campi allestiti dalla Caritas internazionale<br />

ai confini dell’Afghanistan, mentre l’altra<br />

metà sarà destinata alla Scuola di Terrasanta,<br />

una grande struttura gestita dai frati francescani<br />

che offre non solo istruzione, ma anche aiuto<br />

materiale ai bambini delle famiglie più povere.<br />

La scuola francescana di Betlemme è anche luogo<br />

di educazione alla pace: qui infatti bambini<br />

cristiani, ebrei e musulmani studiano insieme in<br />

pacifica convivenza. (riccardo bigi)<br />

SIENA<br />

COLLE<br />

DI VAL D'ELSA<br />

MONTALCINO<br />

La luce della speranza cristiana, venerdì scorso,<br />

ha squarciato il buio generato dai conflitti e<br />

dalle guerre illuminando, anche le vie di Siena.<br />

Una luce che si è innalzata verso il cielo, in maniera<br />

particolarmente suggestiva, durante la solenne<br />

fiaccolata guidata dall’Arcivescovo di Siena-Colle<br />

di Val D'Elsa-Montalcino, Mons. Antonio<br />

Buoncristiani, che ha introdotto la Veglia di<br />

preghiera e di digiuno per la pace. Anche i conterranei<br />

di santa Caterina patrona d’Europa hanno<br />

dunque risposto all’appello del Papa facendone<br />

proprie le parole: «quanto più insormontabili<br />

sembrano le difficoltà e oscure le prospettive,<br />

tanto più insistente deve farsi la nostra preghiera<br />

per implorare da Dio il dono della comprensione<br />

reciproca, della concordia e della pace». E insistente<br />

si è levata la preghiera dalla chiesa dell’Annunziata,<br />

una preghiera che ha riscaldato, in<br />

una gelida serata invernale, il cuore dei convenuti<br />

i quali hanno devoluto il ricavato della cena,<br />

attraverso la Caritas Diocesana, ai profughi<br />

afghani e alla popolazione di Bethlemme. Così,<br />

mentre una delegazione della Diocesi, si recava<br />

presso i fratelli musulmani, residenti a Colle Val<br />

d’Elsa, consegnando loro un messaggio di fraternità,<br />

l’Arcivescovo Buoncristiani si è soffermato<br />

sul profondo significato della Veglia di preghiera<br />

e di digiuno. «Siamo qui riuniti — ha osservato<br />

— in comunione con la Chiesa universale, per<br />

chiedere al Signore il dono della pace, un dono<br />

che va invocato con forza e speranza».<br />

«Ci rivolgiamo a Dio Padre — ha spiegato ancora<br />

l’Arcivescovo — affinché ci illumini e ci<br />

aiuti ad essere uomini e donne che testimoniano<br />

il Suo Amore. Tutti noi, infatti, siamo chiamati a<br />

vivere nel quotidiano, nel nostro lavoro e nelle<br />

nostre occupazioni, la pace e, come dice Gesù,<br />

ad essere sempre più perfetti come perfetto è il<br />

nostro Padre celeste. In una congiuntura sociale<br />

nella quale si è troppo spesso protesi verso i beni<br />

del mondo, i cristiani non possono e non devono<br />

stare tranquilli ma essere coerenti con il Vangelo.<br />

Soltanto vivendo la preghiera e l’intimità con<br />

Dio riusciremo ad essere in maniera efficace<br />

operatori e testimoni di pace e di giustizia».<br />

«Non ci illudiamo però — ha concluso Mons.<br />

Buoncristiani — di essere amati dal mondo ma,<br />

sull’esempio della nostra santa Caterina da Siena<br />

patrona d’Europa, non stanchiamoci mai di fare<br />

la nostra parte perché, come ricordava la Mantellata<br />

di Fontebranda, se saremo quello che<br />

dobbiamo essere porteremo nel mondo il fuoco<br />

e il calore dell’Amore di Dio. Coraggio allora!<br />

Scommettere sulla pace infatti significa scommettere<br />

su Cristo Gesù: Egli è la nostra pace e<br />

Lui non delude!». (roberto romaldo)<br />

PERUGIA-CITTÀ<br />

DELLA PIEVE<br />

«Le religioni non devono portare alla guerra,<br />

ma devono portare alla pace... ogni violenza sull'uomo<br />

in nome di Dio è una bestemmia». È<br />

quanto hanno ribadito l'Arcivescovo di Perugia-<br />

Città della Pieve, Mons. Giuseppe Chiaretti, e l'Imam<br />

della comunità islamica del capoluogo umbro,<br />

Abdel Kader, durante la veglia di preghiere<br />

e di digiuno svoltasi, venerdì sera, nella Cattedrale<br />

di San Lorenzo addobbata con alberi di<br />

ulivo portati dai giovani della Caritas regionale.<br />

Mons. Chiaretti ha espresso «molta gratitudine»<br />

all'Imam Kader per la sua presenza nella<br />

chiesa-cattedrale (è la prima volta). La significativa<br />

partecipazione dell'Imam è stata accolta dalla<br />

comunità cristiana, come egli stesso ha detto,<br />

«in segno di solidarietà e di fratellanza». L'Arcivescovo<br />

e l'Imam hanno pregato insieme Dio,<br />

affinché intervenga nel donare la pace agli uomini,<br />

perché ancora non sanno costruirla, illuminandoli<br />

nel cammino della riconciliazione e del<br />

perdono.<br />

«Stiamo vivendo ogni giorno una situazione<br />

molto difficile che ci deve vedere insieme contro<br />

ogni forma di violenza e di egoismo — ha sostenuto<br />

l'Imam —. Le religioni non devono portare<br />

alla guerra, ma devono portare alla pace. L'islam,<br />

nel venerare anche Gesù e sua Madre, la<br />

Beata Vergine, invita i fratelli cristiani a stare insieme<br />

nel momento della preghiera che è il segno<br />

del contatto più diretto con Dio. Questo ci<br />

unisce e ci aiuta a percorrere la stessa strada<br />

che conduce alla verità».<br />

«Oggi, nella civiltà dello spreco, abbiamo bisogno<br />

di ritornare all'austerità, alla penitenza —<br />

ha sottolineato Mons. Chiaretti — per ritrovare<br />

noi stessi, per riconciliarsi con i fratelli. Non ci<br />

sarà pace finché non sarà capita la “lezione” della<br />

Croce, la prova della vita dell'uomo... A nessuno<br />

è chiesto di uccidere il proprio fratello per<br />

onorare Dio e quando accade è una bestemmia!<br />

Ma c'è anche bisogno di integrare la giustizia<br />

con la misericordia, affinché la prima non sia solo<br />

vendetta. Per questo siamo qui riuniti nell'invocare<br />

la misericordia di Dio. Forse il tempo ed<br />

il dramma che stiamo vivendo hanno qualcosa<br />

di profetico, per questo auspichiamo che possa<br />

nascere una nuova civiltà in cui c'è più solidarietà,<br />

eliminando ogni forma di violenza per una<br />

vera riconciliazione».<br />

Nel corso della veglia sono stati proiettati un<br />

video e alcune diapositive sulle vicende simbolo<br />

del delicato e grave momento che l'umanità sta<br />

vivendo: dalle immagini di morte (l'abbattimento<br />

delle torri gemelle a New York, i bombardamenti<br />

sull'Afghanistan, il conflitto israelo-palestinese)<br />

a quelle che invocano la pace attraverso la preghiera<br />

ed i momenti di comunione e solidarietà<br />

(l'incontro dei leader religiosi ad Assisi nel 1986,<br />

l'accorato appello del Papa da Piazza San Pietro,<br />

le fiaccolate e le marce, le moschee gremite durante<br />

il Ramadan). Sono immagini che continuano<br />

a far riflettere e a provocare commozione,<br />

dando all'uomo a forza per invocare la pace e la<br />

riconciliazione. (riccardo liguori)<br />

ORIA<br />

Ai sacerdoti, primi ministri di intercessione, il<br />

compito di aprire, nella diocesi di Oria, la giornata<br />

di venerdì 14 dicembre, dedicata al digiuno<br />

e alla preghiera per la pace. È stato accolto in<br />

questo modo, da parte del Vescovo Marcello Semeraro<br />

e dei presbiteri tutti, diocesani e religiosi,<br />

l’invito del Santo Padre alla preghiera per le<br />

popolazioni martoriate dalla guerra, già notificato<br />

a tutti i fedeli lo scorso 25 novembre durante<br />

le sante Messe della domenica di Cristo Re.<br />

Riuniti insieme per l’occasione nel Santuario<br />

mariano di Cotrino, presso Latiano (BR), i sacerdoti<br />

hanno celebrato per primi la Veglia di preghiera,<br />

preparata dall’Ufficio Liturgico diocesano,<br />

che poi avrebbero avuto il compito di presiedere<br />

nelle varie parrocchie. Al Vescovo della diocesi<br />

pugliese il compito di introdurre i sacerdoti<br />

in questa giornata di spiritualità, attraverso una<br />

puntuale riflessione sul senso cristiano del digiuno<br />

e della preghiera. Il Presule ha tenuto a sottolineare<br />

che pregare e digiunare per la pace<br />

non consiste soltanto nel dedicare a tale scopo<br />

alcuni momenti, ma richiede — in prima istanza<br />

ai sacerdoti — di adoperarsi a costruire una cultura<br />

di pace e di dialogo con ogni uomo e ad assumere<br />

uno stile di vita all’insegna della povertà,<br />

non tanto misurata sulle nostre esigenze, quanto<br />

più sulle necessità di chi ha bisogno.<br />

Oltre alle molteplici iniziative di preghiera nelle<br />

varie parrocchie dei diversi comuni della diocesi,<br />

da segnalare la Veglia di preghiera cittadina<br />

a Ceglie Messapica e quella organizzata dalla<br />

Azione Cattolica diocesana nella città di Francavilla<br />

Fontana, proprio durante le ore del pranzo.<br />

Anche il sito web diocesano ha dato grande risalto<br />

alla giornata, attraverso delle newsletters e<br />

fornendo online il sussidio per la Veglia di preghiera.<br />

(alessandro mayer)<br />

AVERSA<br />

Anche la diocesi di Aversa ha accolto con entusiasmo<br />

l'invito del Santo Padre per la giornata<br />

di preghiera e di digiuno per la pace del 14 dicembre.<br />

Agli interventi dell'Arcivescovo-Vescovo<br />

Mario Milano hanno fatto seguito le iniziative di<br />

numerosi parroci nelle comunità locali. Mons.<br />

Clemente Petrillo, parroco della Cattedrale, e<br />

Mons. Ernesto Rascato, parroco dell'Abbazia di<br />

san Lorenzo fuori le Mura, hanno organizzato<br />

celebrazioni con grande afflusso di fedeli.<br />

Molto partecipata è stata anche la veglia svoltasi<br />

nella Basilica di san Tammaro in Grumo Nevano.<br />

«Il Santo Padre ha scelto simbolicamente<br />

il 14 dicembre — ha detto il parroco della Basilica,<br />

Mons. Alfonso D'Errico — per unire idealmente<br />

i cristiani con i musulmani, perché la religione<br />

non deve mai diventare motivo di conflitto,<br />

di odio e di violenza; e che terrorismo e violenza<br />

rappresentano “una falsa religione”.<br />

«Il meraviglioso invito del Santo Padre — ha<br />

aggiunto — a riprendere questo tempo di preghiera,<br />

di sacrificio, di elemosina per i poveri ripristina<br />

l'itinerario di conversione che apre a tutti<br />

i puri di cuore l'autentica volontà della conversione<br />

e a riconsiderare il valore del digiuno come<br />

impegno significativo e pratico per manifestare<br />

la propria fede qual segno di speranza per<br />

l'umanità».<br />

Successivamente si è svolto l'incontro dei giovani.<br />

«La vostra generosità — ha detto loro<br />

Mons. D'Errico — vi ha dato il coraggio di saltare<br />

un pasto, il pub, la discoteca, la palestra, la<br />

piscina per sentirvi solidali con chi non ha neanche<br />

“l'immondezzaio” in cui trovare qualcosa».<br />

«A tutti è nota la vostra sensibilità — ha aggiunto<br />

—, la vostra capacità di gesti forti e la vostra<br />

solare generosità. Nessun giovane “in” deve vivere<br />

fuori dal mondo!». (a.d.e.)<br />

ALTAMURA<br />

GRAVINA<br />

ACQUAVIVA<br />

DELLE FONTI<br />

«E sta già germogliando». È questo il tema<br />

della riflessione svolta da Mons. Mario Paciello,<br />

Vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle<br />

Fonti, in occasione della celebrazione della Giornata<br />

di digiuno voluta dal Santo Padre venerdì<br />

14 dicembre. «La disintegrazione delle Torri gemelle<br />

con l'ecatombe umana — ha detto —, voleva<br />

essere annuncio e inizio di un diabolico disegno:<br />

sbriciolare la pace; colpire al cuore la<br />

convivenza pacifica dei popoli; terrorizzare l'umanità;<br />

scompigliare irreparabilmente l'equilibrio<br />

fra le Nazioni; disautorare le Istituzioni Internazionali;<br />

far affogare l'umanità nella gora<br />

della paura, dell'insicurezza, della reciproca sfiducia».<br />

«Ma — ha avvertito — mentre diventa sempre<br />

più alta e preoccupante la tensione mondiale, si<br />

sta verificando un risveglio di coscienze assopite.<br />

Le esplosioni di New York sono stati squilli di<br />

tromba, non solo per andare a snidare, disarmare<br />

e punire i progettisti del terrore; ma anche<br />

per un nuovo dialogo tra le Nazioni, e per far<br />

uscire uomini di ogni lingua e colore dall'individualismo<br />

e dall'indifferenza verso l'umanità oppressa.<br />

Da ogni goccia di sangue versato deve rifiorire,<br />

e sta già germogliando, un meraviglioso<br />

giardino di solidarietà, un fortissimo anelito di<br />

pace planetaria, un rinato senso di giustizia;<br />

molti stanno ponendosi domande e interrogativi<br />

sul proprio impegno nel mondo; tanti, che avevano<br />

smarrito il senso e l'importanza della preghiera,<br />

stanno congiungendo le mani e piegando<br />

le ginocchia, mentre nel cuore di tutti cresce il<br />

desiderio che si realizzi la promessa antica fatta<br />

da Dio Creatore e Padre».<br />

Dopo aver condannato il terrorismo e le altre<br />

forme di schiavitù imposte dal terrorismo,<br />

Mons. Paciello ha ricordato che «l'invito alla preghiera,<br />

al digiuno e alla solidarietà rivoltaci da<br />

Giovanni Paolo II nel giorno in cui per i Musulmani<br />

si conclude il Ramadan, vuol essere non<br />

solo un gesto di cortesia verso la religione Islamica,<br />

ma un richiamo a tutti coloro che si riconoscono<br />

Cristiani, perché rinunzino a tutto ciò<br />

che impedisce loro di essere nel mondo testimoni<br />

di pace e amore, portatori di speranza e di<br />

salvezza».<br />

Per essere solidali con gli ultimi — ha detto<br />

ancora —, dobbiamo favorirne la promozione<br />

umana e sociale. Infine il Vescovo ha concluso<br />

la sua riflessione con una preghiera mariana.<br />

«Madonna del popolo — ha invocato —, Madre<br />

dei piccoli e dei semplici, Madre degli ultimi e<br />

dei poveri, Madre dei santi e dei peccatori, Madre<br />

dei dotti e di chi non ha voce, Madre di chi<br />

soffre e di chi spera, Madre di tutti noi, tu,<br />

donna del popolo, sei la Madre di Dio: sii tu la<br />

benedetta nei secoli, perché, con la tua fede,<br />

l'obbedienza e l'amore, hai dato al mondo<br />

Gesù». (v.p.)<br />

BRINDISI<br />

OSTUNI<br />

Grata alla sollecitazione del Papa, anche la<br />

Chiesa di Brindisi-Ostuni si è raccolta in preghiera,<br />

espressa coralmente nella giornata del 14 dicembre.<br />

Tutto il presbiterio è stato convocato<br />

dal suo Arcivescovo, Mons. Rocco Talucci, presso<br />

il santuario diocesano di Santa Maria Madre<br />

della Chiesa, per vivere questa giornata, attraverso<br />

il pregare insieme come anche il digiunare<br />

insieme, condividendo un pasto frugale ed essenziale.<br />

Nella preghiera guidata dall’Arcivescovo, il<br />

Pastore ha richiamato il vincolo di comunione<br />

col Papa e con la Chiesa nella sua cattolicità così<br />

compiutamente esaltato ed espresso attraverso<br />

questa preghiera supplice che invoca dal Re di<br />

giustizia e di pace il dono del dialogo e della fraternità<br />

che sa garantire il diritto di ciascuno alla<br />

sicurezza e alla pacifica convivenza. L’Arcivescovo<br />

emerito, Mons. Settimio Todisco, dettando la<br />

meditazione, ha sottolineato l’attesa e la speranza<br />

che sostanziano questo tempo di Avvento e<br />

che ci dispongono ad accogliere il dono della Pace.<br />

Tutte le comunità religiose e parrocchiali della<br />

Diocesi si sono attivate con l’adorazione eucaristica<br />

e le veglie di preghiera guidate dal sussidio<br />

distribuito dalla Caritas.<br />

Con la preghiera, il digiuno e la condivisione<br />

dei nostro beni, si è voluto esaltare la dimensione<br />

educativa perché ovunque ci si liberi dalle<br />

trappole dei fanatismi religiosi, nazionalistici o<br />

razziali come anche degli egoismi economici e<br />

commerciali che ci fanno essere ciechi o indifferenti<br />

verso le sofferenze di tutte le vittime delle<br />

guerre o verso i bisogni di profughi e degli stranieri<br />

presenti in mezzo anoi.(cosimo macilletti)<br />

MESSINA-LIPARI<br />

SANTA LUCIA<br />

DEL MELA<br />

Grande eco ha suscitato nel cuore dei messinesi<br />

l'appello di Giovanni Paolo II per la giornata<br />

di preghiera e di digiuno del 14 dicembre. Anche<br />

molti non credenti hanno aderito all'appello<br />

del Papa ed hanno digiunato convinti del valore<br />

e della forza di queste «armi povere».<br />

La grande Cattedrale si è riempita di persone,<br />

malgrado il giorno lavorativo, tanto che l'Arcivescovo<br />

di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela,<br />

Mons. Giovanni Marra, ha ribadito con soddisfazione<br />

il valore di tale ampia presenza che ha superato<br />

le più ottimistiche previsioni.<br />

L'Arcivescovo ha esordito spiegando i motivi<br />

dell'incontro. «Rispondere all'invito del Santo<br />

Padre e sentirci a lui nella preghiera e nel digiuno<br />

per ottenere dal Signore il dono di una pace<br />

stabile fondata sulla giustizia». Soffermandosi<br />

quindi sul digiuno lo ha definito segno di forte<br />

penitenza, capacità di sacrificio e di rinuncia, capacità<br />

di conversione, richiesta di perdono per i<br />

peccati e soprattutto segno di condivisione, in<br />

particolare con il mondo musulmano che in questo<br />

giorno conclude il Ramadan. «In particolare<br />

— ha detto — va accolto l'invito del Papa alla<br />

colletta per venire incontro alle vittime innocenti<br />

del terrorismo e della guerra».<br />

Soffermandosi poi sulla «preghiera» il Presule<br />

la ha definita inno di lode, ma anche richiesta<br />

per noi e per l'umanità intera. «Per costruire la<br />

pace — ha affermato — occorre la riconciliazione.<br />

La sola cessazione delle guerre non è pace; il<br />

compromesso — lo abbiamo sperimentato — altro<br />

non è che uno stato di attesa per altre guerre.<br />

Noi chiediamo invece la Sua Pace, il cui significato<br />

troviamo nella parola di Dio e chiediamo<br />

a coloro che hanno responsabilità nel mondo<br />

di considerare che la prima condizione per costruire<br />

la pace è la Giustizia. Occorre realizzare<br />

la giustizia perché non vi siano popoli che<br />

muoiono di fame ed altri che vivono nel benessere<br />

e nello spreco. Pregando e digiunando chiediamo<br />

che i beni della terra siano a disposizione<br />

di tutta l'umanità, così giustizia e pace si abbracceranno!».<br />

Soprattutto le Religioni devono impegnarsi a<br />

realizzare la concordia e la riconciliazione. La<br />

pace infatti si fonda sull'Amore che è misercordia<br />

e perdono. Gesù ha abbattuto il muro dell'inimicizia<br />

e della divisione. Ciascuno potrà e dovrà<br />

essere in concreto «operatore di pace». Accanto<br />

alla Preghiera ed al Digiuno dovrà comunque<br />

splendere il grande comandamento dell'Amore.<br />

In conclusione l'Arcivescovo ha ricordato il tema<br />

scelto dal Papa per la prossima giornata della<br />

pace: «non vi è pace senza giustizia, non c'è<br />

giustizia senza perdono». Maria, Regina della pace,<br />

stella del mare e stella del mattino, ci mostri<br />

le vie della concordia della riconciliazione e della<br />

pace! Con l'esame di coscienza e la colletta si è<br />

concluso l'incontro aperto con una liturgia della<br />

Parola. (eugenio arena)<br />

ASSOCIAZIONE<br />

MEDICI<br />

CATTOLICI<br />

ITALIANI<br />

L'Associazione Medici Cattolici Italiani, pienamente<br />

solidale con le preoccupazioni e le apprensioni<br />

del Santo Padre per i continui e ricorrenti<br />

avvenimenti internazionali che minacciano<br />

la pace in molti Paesi del mondo, ha aderito all'invito<br />

di Giovanni Paolo II per la giornata di digiuno<br />

del 14 dicembre. «Si tratta di condividendere<br />

le speranze del Papa — informa l'Associazione<br />

— come segno di forte richiamo alla comunanza<br />

di valori che devono unire tutti gli uomini<br />

di buona volontà». Nell'occasione gli iscritti<br />

delle 120 sezioni del territorio nazionale dell'Associazione<br />

si sono uniti al Santo Padre anche<br />

nella preghiera.


A ROMA<br />

PAGINA<br />

INCENDIO Devastata una stanza del nosocomio<br />

Paura all'«Addolorata»<br />

ma nessun ferito<br />

Momenti di paura sono stati vissuti<br />

domenica nei padiglioni dell'Addolorata<br />

— il nosocomio situato alla spalle dell'ospedale<br />

san Giovanni — per un incendio,<br />

probabilmente d'origine dolosa, divampato<br />

nel reparto psichiatrico. I Vigili<br />

del fuoco accorsi immediatamente sul<br />

posto con diversi mezzi (un'autobotte,<br />

un'autoscala e il carro teli) hanno in poco<br />

tempo domato le fiamme che si erano<br />

sviluppate in una camera fortunatamente<br />

in disuso, ma il denso fumo che<br />

in pochi minuti ha invaso l'intero primo<br />

piano della struttura ha costretto i soccorritori,<br />

tra cui numerosi agenti di Polizia,<br />

a fare sgomberare alla svelta i pazienti<br />

e il personale. Non si sono comunque<br />

registrati feriti.<br />

Quanto ai danni, le fiamme ed il fumo<br />

hanno devastato il locale in cui si è<br />

sviluppato l'incendio, distruggendo tre<br />

letti, alcune apparecchiature sanitarie ed<br />

annerendo completamente le pareti e il<br />

soffitto. «I letti andati bruciati erano gli<br />

unici liberi della nostra struttura — ha<br />

riferito un dipendente — e adesso qui<br />

non c'è più posto». «Fortunatamente sono<br />

subito giunti i Vigili del fuoco che<br />

hanno spento le fiamme — ha detto un<br />

infermiere — altrimenti non so come sarebbe<br />

andata a finire».<br />

Una volta domate le fiamme e fatti<br />

rientrare i pazienti nelle loro stanze, i<br />

Vigili del fuoco hanno compiuto un sopralluogo<br />

per cercare di risalire alle cause<br />

del rogo. Non sono emersi finora elementi<br />

particolarmente significativi. Sembra,<br />

comunque, che sia da escludere un<br />

Incidentesullavoro<br />

inundeposito<br />

dellaTrambus:<br />

graveunoperaio<br />

Tre operai sono rimasti feriti, uno in<br />

maniera grave, lunedì mattina attorno<br />

alle 9.30 in un deposito della Trambus a<br />

Grottarossa a seguito dell’urto tra un<br />

muletto e la vettura nella quale i tre si<br />

trovavano.<br />

Il manovratore del muletto, secondo i<br />

primi accertamenti, ha improvvisamente<br />

perso il controllo del mezzo a causa del<br />

ghiaccio sull’asfalto: il muletto si è così<br />

schiantato contro il piccolo bus elettrico<br />

che era parcheggiato nel piazzale del deposito<br />

e sul quale stavano lavorando i<br />

tre operai. Uno di loro, Ciro Rizzo, di<br />

54 anni, è rimasto gravemente ferito ed<br />

è stato trasportato con l’eliambulanza<br />

all’ospedale San Camillo, dove è stato<br />

già operato. Gli altri due operai, Ennio<br />

Mingolla, di 50 anni, e Angelo Sabatini,<br />

56 anni, sono stati portati all’ospedale<br />

Villa San Pietro. I due avrebbero subito<br />

solo fratture e contusioni. Uno di loro è<br />

già stato dimesso.<br />

La Trambus ha attivato una commissione<br />

d’inchiesta per fare luce sull’episodio.<br />

Secondo accertamenti fatti dall’azienda,<br />

sarebbe emerso che l’operaio<br />

che manovrava il muletto, dipendente di<br />

una ditta esterna, non era stato autorizzato<br />

dalla Trambus ad usare il mezzo. I<br />

tre operai rimasti feriti sono, invece, dipendenti<br />

della Trambus.<br />

Secondo una prima ricostruzione il<br />

muletto, scivolato sul ghiaccio, non ha<br />

risposto ai comandi e malgrado il manovratore<br />

avesse tentato una frenata non è<br />

riuscito ad evitare l’impatto col piccolo<br />

bus elettrico. Il muletto ha sventrato il<br />

bus e nell’impatto i tre sono rimasti<br />

feriti.<br />

11 .<br />

corto circuito. Appaiono invece plausibili<br />

le ipotesi concernenti il dolo o l'incidente.<br />

In passato negli ospedali romani sono<br />

stati registrati diversi incendi dolosi.<br />

Nell'aprile scorso, proprio nel vicino<br />

ospedale di san Giovanni, un piromane,<br />

rimasto sconosciuto, accese nel giro di<br />

pochi minuti tre focolai, due nei locali<br />

del pronto soccorso ed uno nella sala<br />

della mensa. Anni prima, sempre al san<br />

Giovanni, un altro piromane appiccò le<br />

fiamme a diversi scatoloni ammassati<br />

nei sotterranei.<br />

Non vogliono scendere<br />

dal bus e tentano<br />

di dare fuoco all'autista<br />

Una coppia di pregiudicati sabato<br />

scorso ha gettato alcool contro<br />

il conducente di un autobus<br />

con l’intenzione di dargli fuoco<br />

soltanto per aver chiesto loro di<br />

scendere dal mezzo e prendere<br />

quello successivo, al capolinea dei<br />

bus a Ponte Mammolo. I due sono<br />

M.M., di 40 anni, e P.P.R., di<br />

36, sono stati arrestati con l’accusa<br />

di tentativo di lesioni gravissime.<br />

I Carabinieri li hanno individuati<br />

e bloccati mentre erano ancora<br />

nella zona.<br />

Traffico:nonostante<br />

ildivieto<br />

la«fasciablu»<br />

presad'assolto<br />

dagliautomobilisti<br />

VIGNA JACOBINI Nel terzo anniversario del crollo<br />

Posta una targa in ricordo<br />

delle 27 vittime della tragedia<br />

me di via Ventotene, ad un serata che si<br />

terrà al Teatro dell’Opera sulla prevenzione.<br />

Intanto, sabato pomeriggio, all’insegna<br />

del ricordo delle vittime del crollo<br />

del palazzo in via Vigna Jacobini e dell’esplosione<br />

in via Ventotene si era svolta<br />

una manifestazione dal titolo «Insieme<br />

per non dimenticare», dedicata alle<br />

trentacinque persone decedute. Ad organizzare<br />

quella che è stata una giornata<br />

di sport e di solidarietà, culminata in<br />

una fiaccolata, è stato il «Comitato vittime<br />

del Portuense».<br />

Comune-Italgas:<br />

vertice sullo stato<br />

della rete<br />

Si riunirà martedì prossimo in<br />

Campidoglio la commissione paritetica<br />

tra Comune e Italgas, per<br />

fare il punto sullo stato della rete<br />

di fornitura del gas in città.<br />

Lo annunciato l’assessore capitolino<br />

ai Lavori pubblici, Giancarlo<br />

D’Alessandro che, all’indomani<br />

dell’esplosione in via Ventotene,<br />

aveva scritto ai responsabili dell’Italgas<br />

chiedendo di sapere in particolare<br />

lo stato di vetustà, in tutta<br />

la città, delle tubazioni sia orizzontali<br />

che verticali, quelle cioè<br />

che portano il gas ai palazzi.<br />

ANNIVERSARI Nell'omonima scuola ricordato il 350° della morte della fondatrice<br />

Un pomeriggio di festa e di riflessione<br />

nel nome della b. Centurione Bracelli<br />

Calorosa la partecipazione alla commemorazione<br />

della morte della beata<br />

Virginia Centurione Bracelli, svoltasi sabato<br />

15 dicembre nel teatro dell'Istituto<br />

scolastico omonimo, in via Mattia Battistini<br />

n. 256. Per il 350° anniversario della<br />

morte della fondatrice delle Figlie di<br />

Nostra Signora al Monte Calvario, suor<br />

Maria Rosetta, preside della scuola materna,<br />

elementare e media, ha organizzato,<br />

in collaborazione con i ragazzi e le<br />

famiglie, un pomeriggio di festa, dove i<br />

valori tramandati agli alunni, si sono<br />

espressi in canti, poesie e momenti di<br />

elevata riflessione.<br />

La scuola nasce nel 1970 con l'intento<br />

di creare motivazioni nei ragazzi tali da<br />

permetterne una crescita sana e solida<br />

in una zona difficile della Capitale, tra la<br />

Pineta Sacchetti e Primavalle. «Per noi è<br />

fondamentale il valore della scelta — ha<br />

spiegato la preside suor Maria Rosetta<br />

—. Soltanto conoscendo se stessi nella<br />

vasta gamma delle proprie emozioni è<br />

possibile rapportarsi con autonomia agli<br />

altri».<br />

La semplicità come elemento dell'educazione<br />

dunque, mentre la frenesia della<br />

vita quotidiana tende ad allontanare dai<br />

valori più elementari. Capire la vita anche<br />

attraverso la morte, elemento ad essa<br />

complementare, capire la gioia attraverso<br />

il dolore, con la forza dell'affetto e<br />

della condivisione che soli evitano la<br />

non-fuga di fronte alla realtà.<br />

Certamente ha colpito, in questa giornata,<br />

la partecipazione affettuosa di tanti<br />

genitori, anche di ragazzi che ormai<br />

hanno lasciato la scuola, testimonianza<br />

Via Veneto: acceso<br />

un albero di Natale<br />

in onore dei pompieri<br />

morti a Monte Sacro<br />

e a New York<br />

dell'attaccamento ad una istituzione che<br />

sa essere vicina alle famiglie e aperta al<br />

territorio.<br />

Emblematica e commovente è la storia<br />

della beata Virginia Centurione Bracelli,<br />

rievocata per l'occasione. Ragazza<br />

genovese, appartenente ad una illustre<br />

famiglia (il padre, Giorgio Centurione,<br />

fu Doge della Repubblica genovese), fu<br />

sposa a soli 15 anni, rimanendo vedova<br />

a 20. Insieme a questo dramma soffrì<br />

anche per la perdita della madre e della<br />

sorella. Bella, nel dipinto fedele del pittore<br />

Corrado Mazzari, Virginia si illumina,<br />

con i suoi occhi celesti, di una concreta<br />

speranza che nasce dalla accettazione.<br />

È un sorriso, il suo, ricorrente<br />

nelle raffigurazioni, adombrato da una<br />

lieve malinconia. A seguito della sua<br />

scelta verso un'esistenza interamente dedicata<br />

al Signore, non fu mai propensa<br />

ad una vita di clausura, come allora si<br />

voleva. Siamo infatti tra la fine del XVI<br />

e gli inizi del XVII secolo. Si batté, vincendo,<br />

per una operosità che completasse<br />

la preghiera, vivendo soprattutto nell'incontro<br />

con gli altri, nella carità, nell'ottimismo,<br />

mai nella rassegnazione.<br />

Di lei, nel corso del pomeriggio, il<br />

biografo, Padre Franco Stano, ha sottolineato<br />

i cardini dell'insegnamento: l'autosufficienza<br />

e l'amore. «Autosufficienza<br />

— ha spiegato — che non significa arroganza,<br />

né individualismo, ma capacità<br />

di trovarsi da soli di fronte agli altri e a<br />

Dio, perché questo significa essere adulti<br />

e liberi».<br />

Riflessione e festa, si è detto. E ad<br />

aprire lo spettacolo sono stati gli alunni<br />

NATALE La XII Mostra d'arte presepiale a Santa Maria in Via<br />

Quelle piccole opere che avvicinano al grande Mistero<br />

Scene della Natività che variano nell’ambientazione,<br />

nello stile, nei materiali e nelle tecniche di esecuzione.<br />

È un panorama estremamente articolato<br />

quello che si presenta agli occhi di quanti intendono<br />

visitare la Mostra d’Arte Presepiale allestita, come<br />

ogni anno, nel chiostro della chiesa romana di<br />

Santa Maria in Via. Inaugurata nel pomeriggio di<br />

sabato 15 dicembre dall’Arcivescovo Oscar Rizzato,<br />

Elemosiniere di Sua Santità, la XII edizione annuale<br />

di questo prezioso percorso religioso offre un<br />

quadro esaustivo di un’arte ricca di valori spirituali<br />

che intende parlare del mistero dell’Incarnazione di<br />

Gesù.<br />

Forza creativa ed abilità artistica sono i due elementi<br />

che caratterizzano l’esposizione curata dall’Associazione<br />

Italiana Amici del Presepio (AIAP).<br />

Ma come evidenziato da Mons. Rizzato, la bellezza<br />

della mostra viene fortemente vivificata dal suo ruolo<br />

catechetico: «Il Presepe è la via che porta alla conoscenza<br />

più profonda della Natività di Nostro Signore.<br />

L’arte ed il fascino dei singoli particolari sono<br />

elementi importanti che assumono un valore più<br />

alto se stimolano, come dovrebbero, la riflessione e<br />

la meditazione sul Mistero dell’Incarnazione. In<br />

questo senso, il presepe diviene un valido mezzo<br />

per evangelizzare quanti vi si accostano. E la mostra<br />

contribuisce all’adempimento di questo rilevante<br />

compito cristiano». «È auspicabile che le famiglie<br />

portino i loro figli a vedere allestimenti di questo<br />

genere — ha aggiunto l’Arcivescovo —. In tal modo,<br />

infatti, i bambini vengono indotti a gustare ope-<br />

Una targa con i nomi delle 27 vittime<br />

del crollo del Portuense ha sancito, domenica<br />

mattina, la ripresa del dialogo<br />

tra l’amministrazione capitolina ed il comitato<br />

costituito dai parenti dei defunti<br />

che aveva accusato di «assenza» la giunta<br />

Rutelli. A scoprire la targa c’era, infatti,<br />

anche il sindaco di Roma Walter<br />

Veltroni.<br />

«La battaglia che sta combattendo il<br />

comitato per avere giustizia — ha detto<br />

il sindaco — è una battaglia di tutta la<br />

città e se sarà vinta, sarà un bene per<br />

tutti, cittadini e amministratori».<br />

Individuare i colpevoli, secondo Veltroni,<br />

può essere un monito perché tragedie<br />

del genere non si ripetano. «Voi<br />

non volete vendetta — ha aggiunto il<br />

sindaco — ma giustizia».<br />

E proprio partendo da questo tema<br />

Veltroni ha fatto un parallelo tra la tragedia<br />

del Portuense e quella che ha colpito<br />

i genitori di Marta Russo. «Non so<br />

chi è stato ad uccidere Marta Russo —<br />

ha proseguito — ma so solo che quella<br />

mattina è stata uccisa ed anche voi vivete<br />

una situazione analoga. Il Comune vi<br />

sarà vicino».<br />

Tra le tante persone del quartiere che<br />

hanno deposto fiori sotto la targa ed i<br />

parenti delle vittime, c’era anche il presidente<br />

del Comitato Ferruccio Fumaselli,<br />

il quale ha detto di essere «pienamente<br />

soddisfatto» della presenza del sindaco.<br />

«Le sue promesse — ha osservato —<br />

ci rassicurano».<br />

Ferruccio Fumaselli ha spiegato di essere<br />

stato invitato dal sindaco per il 23<br />

dicembre, insieme ai parenti delle vitti-<br />

re d’arte, a percepire l’amore con cui sono state<br />

realizzate, a conoscere il Vangelo e ad avvicinarsi a<br />

Dio».<br />

Il suggestivo itinerario allestito nella chiesa di<br />

santa Maria in Via presenta un quadro estremamente<br />

ricco di scene della Natività, ispirate alle varie<br />

scuole esistenti in Italia. Le differenze fra l’una<br />

e l’altra sono state illustrate da Mario Mattia, Presidente<br />

Nazionale dell’Associazione Italiana Amici del<br />

Presepio. «La scuola napoletana suddivide la rappresentazione<br />

in tre parti: al centro pone la nascita<br />

di Gesù, a sinistra l’annuncio ai pastori, a destra i<br />

banchettanti nella locanda. Quella romana, invece,<br />

mantiene uno stile più sobrio e pone la raffigurazione<br />

sacra in un angolo della città». «Quest’anno vengono<br />

ospitate opere che si ispirano ai canoni proposti<br />

anche da altri insegnamenti — ha precisato il<br />

Presidente —. Quelle che seguono la scuola genovese,<br />

ad esempio, allestiscono il presepe su di un unico<br />

livello, mentre quelle di matrice spagnola privilegiano<br />

lo stile orientale allo scopo di collocare la raffigurazione<br />

in un’ambientazione il più possibile conforme<br />

al contesto storico originale». «La nostra mostra,<br />

arrivata alla XII edizione, vuole esporre scene<br />

che riguardano la nascita di Gesù Bambino anche a<br />

coloro che vivono ai margini del sentire religioso —<br />

ha concluso il signor Mattia —. E per raggiungere<br />

tale obiettivo, abbiamo scelto le opere più valide. In<br />

questo modo, inoltre, desideriamo fare leva sulla<br />

sensibilità delle persone affinché alcune di loro pos-<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 17-18 Dicembre 2001<br />

L'estensione alla domenica della «fascia<br />

blu» ha colto di sorpresa migliaia di<br />

automobilisti che ieri pomeriggio hanno<br />

preso d'assalto il Centro storico. Nonostante<br />

l'accensione dei varchi elettronici<br />

il flusso delle auto è cresciuto esponenzialmente,<br />

arrivando a contare circa tredicimila<br />

vetture «irregolari», cioè prive<br />

del regolare permesso, che hanno varcato<br />

le porte della «fascia blu».<br />

Insomma, i romani domenica hanno<br />

scelto l'automobile per fare acquisti in<br />

Centro. Ma molti lamentano di non avere<br />

avuto notizia del divieto. Le uniche<br />

informazioni erano quelle fornite dai pochi<br />

pannelli elettronici. Mentre nessun<br />

Vigile urbano presidiava i varchi anche<br />

per informare gli automobilisti della<br />

nuova normativa che sarà in vigore fino<br />

al 6 gennaio (nei giorni feriali è stata<br />

prolungata fino alle 20, nei sabato e nei<br />

festivi dalle 14 alle 20).<br />

«Guardate i cartelli stradali in prossimità<br />

dei varchi elettronici — protesta<br />

un automobilista — c'è scritto che la<br />

domenica si può entrare liberamente, invece<br />

ho scoperto dai negozianti che la<br />

zona a traffico limitata era chiusa. Ho<br />

preso una multa per una “leggerezza”<br />

del Comune». «È lo stesso provvedimento<br />

che è stato adottato l'anno scorso per<br />

tutto il periodo delle festività, fino al 6<br />

gennaio», si giustifica l'assessore capitolino<br />

alla Mobilità, Simone Gargano. Intanto,<br />

però, traffico e ingorghi hanno<br />

caratterizzato la domenica dei romani fino<br />

a tarda sera.<br />

Non si ferma la solidarietà di Roma<br />

verso i Vigili del fuoco. Anche via Veneto<br />

ha voluto dare un suo contributo,<br />

simbolico e non, accendendo sabato pomeriggio<br />

le luci natalizie del grande albero<br />

davanti all’Ambasciata degli Stati<br />

Uniti, in onore dei Vigili del fuoco morti<br />

nell’esplosione di via Ventotene e dei loro<br />

colleghi morti a New York nel crollo<br />

delle Torri gemelle.<br />

Alla piccola cerimonia di accensione<br />

delle luci, decisa dall’associazione via<br />

Veneto, ha partecipato anche il sindaco<br />

di Roma Walter Veltroni.<br />

«L’Associazione via Veneto — ha sottolineato<br />

il primo cittadino — ha compiuto<br />

un gesto molto bello: nei prossimi<br />

mesi ospiterà cinquanta ragazzi, in gran<br />

parte italo-americani, figli di persone<br />

morte nel crollo delle Torri gemelle. Ha<br />

inoltre dato un’offerta in favore delle famiglie<br />

dei Vigili del fuoco morti in via<br />

Ventotene e nell’elicottero caduto alcuni<br />

mesi fa».<br />

Il contributo è stato consegnato dal<br />

presidente dell’associazione via Veneto,<br />

Roberto Polito, al comandante provinciale<br />

dei Vigili del fuoco, Luigi Abate. Il<br />

23 dicembre prossimo, inoltre, al teatro<br />

dell’Opera di Roma è prevista nel pomeriggio<br />

un’iniziativa per non dimenticare<br />

i Vigili del fuoco morti nell’adempimento<br />

del loro lavoro.<br />

«Sarà un’occasione per non dimenticare<br />

— ha spiegato Luigi Abate — non<br />

solo le vittime di via Ventotene, ma anche<br />

quei cinque pompieri morti oltre un<br />

anno fa nell’elicottero precipitato vicino<br />

a Subiaco».<br />

sano essere indotte ad intraprendere la nostra stessa<br />

strada».<br />

E si deve proprio ai membri dell’AIAP la riscoperta<br />

del Presepio romano settecentesco, una forma<br />

di allestimento che inserisce la scena della Natività<br />

nel contesto storico dell’antica Roma. Avvalendosi<br />

dei bozzetti del disegnatore Ettore Roesler Franz, i<br />

maestri riproducono un angolo della città per poi<br />

collocarvi la rappresentazione religiosa. «A partire<br />

dal 1800 il prototipo del presepe romano è diventato<br />

quello visibile nella chiesa all’Ara Coeli — ha aggiunto<br />

Mario Mattia —. Ma dal 1950 è rinato il sistema<br />

settecentesco, a cui noi facciamo riferimento».<br />

Anche il presepe che a partire dalla notte del<br />

24 dicembre si potrà ammirare nella chiesa di Santa<br />

Maria in Via si ispira a questa scuola. «Dopo aver<br />

studiato il bozzetto abbiamo cominciato a lavorare<br />

per riprodurre un insieme di case collocate lungo<br />

via della Longaretta — ha spiegato Fabio Fabri, Segretario<br />

della Sezione Romana dell’Associazione Italiana<br />

Amici del Presepio —. La scena che riproduce<br />

la nascita di Gesù invece è collocata alla base della<br />

piccola chiesa di san Salvatore piè de ponti, che abbiamo<br />

potuto ricostruire facendo riferimento ad<br />

una documentazione fotografica. Rispetto al disegno<br />

originario, la riproduzione apporta un cambiamento<br />

poiché colloca sullo sfondo via della Fiumara».<br />

Fra i Presepi presenti nella mostra ve ne è uno<br />

che spicca per l’ambientazione utilizzata: le macerie<br />

delle Torri Gemelle.<br />

SIMONA RUBEIS<br />

18 DICEMBRE 2001<br />

Feria di Avvento - (viola)<br />

Messa propria del 18 dicembre<br />

Lezionario: Ger 23, 5-8; Salmo<br />

71; Mt 1, 18-24<br />

Liturgia delle Ore: Mart. II sett.<br />

Ufficio della feria con le parti<br />

proprie del 18 dicembre<br />

Scontro sul Raccordo:<br />

7 chilometri di coda<br />

Un incidente stradale ha causato,<br />

lunedì mattina, un rallentamento<br />

del traffico sul Grande Raccordo<br />

Anulare provocando 7 chilometri di<br />

coda tra le uscite per la Tuscolana<br />

e l’Ardeatina. La coda si è formata<br />

per il ribaltamento di un camion<br />

dovuto allo scontro con un’auto.<br />

Nell’incidente una persona è rimasta<br />

ferita.<br />

Uomo in manette<br />

per spaccio di droga<br />

Un uomo di 52 anni, Benedetto<br />

D'Andrea, è stato arrestato a Tivoli<br />

per detenzione e spaccio di stupefacenti.<br />

I carabinieri hanno fatto un<br />

blitz nella sua abitazione e hanno<br />

trovato 700 grammi di cocaina.<br />

Controlli all'Olimpico:<br />

tre denunciati<br />

Tre persone sono state denunciate<br />

a seguito di alcuni controlli effettuati<br />

dalle forze dell’ordine nei<br />

pressi dello Stadio Olimpico dove<br />

ieri sera, domenica, si giocava la<br />

partita di calcio Roma-Milan. I tre<br />

erano stati sorpresi a scavalcare<br />

le cancellate dello stadio e a loro<br />

sarà applicato il provvedimento di<br />

allontanamento dallo stadio. Controlli<br />

mirati della polizia hanno riguardato<br />

l’abusivismo commerciale<br />

(14 multe elevate e otto sequestri<br />

di merce) e il bagarinaggio col<br />

sequestro di decine di biglietti. Prima<br />

e nel corso della partita si sono<br />

verificati due episodi di danneggiamento<br />

che fortunatamente<br />

non hanno avuto conseguenze: poco<br />

prima dell’inizio all’esterno dello<br />

stadio è stata lanciata una bottiglia<br />

contro il vetro di un automezzo<br />

dei Carabinieri e durante l’intervallo,<br />

all'interno, un oggetto<br />

contro un vetro di separazione.<br />

Sincerità<br />

È difficile decidere se uno<br />

schietto, sincero e onesto procedere<br />

sia effetto di probità o<br />

di accortezza.<br />

(François<br />

de La Rochefoucauld)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

dell'istituto, che si sono esibiti in tre cori<br />

che avevano come tema l'amicizia e<br />

la solidarietà. E il sorriso era sulle labbra<br />

di tutti questi giovanissimi, che hanno<br />

in seguito partecipato a due premiazioni:<br />

una relativa al conseguimento della<br />

borsa di studio istituita con l'aiuto<br />

dell'Agesc (Associazione genitori scuole<br />

cattoliche) e del suo presidente, Gianpiero<br />

Tirocchi, l'altra a seguito di un concorso<br />

di poesia religiosa organizzato dal<br />

Presidente del Centro culturale Santa<br />

Croce di Taranto, don Angelo Mele.<br />

Vincitori e personalità sul palco, a seguito<br />

dei cori, si sono succeduti in un<br />

clima di grande allegria. In particolare il<br />

comm. Bruno Luti, cofondatore dell'Agesc<br />

nella scuola, nel 1971, ha ricordato,<br />

tra l'altro, come quella di Virginia Centurione<br />

Bracelli sia stata la prima beatificazione<br />

fatta dal Papa lontano da San<br />

Pietro, in questo caso a Genova.<br />

I vincitori della borsa di studio, Carlo<br />

Maria Falletta, Daniele Simoneschi Valentina<br />

Trincia ex-equo, e Gianluca Cuovolo,<br />

sono stati premiati da Raymon R.<br />

M. Tai, Ambasciatore Straordinario e<br />

Plenipotenziario della Cina presso la<br />

Santa Sede, e da Liu Benjamin Jia-Ning,<br />

Consigliere della medesima Ambasciata<br />

(la cui presenza è stato un atto di gratitudine<br />

per l'aiuto che suor Mariangela,<br />

con alcuni collaboratori, offre alla comunità<br />

cinese a Roma), da Padre Gianfranco<br />

Girotti, Sotto-Segretario della<br />

Congregazione per la Dottrina della Fede,<br />

e da Michele Regimenti, assessore<br />

alla cultura del XIX Municipio.<br />

Sono state poi lette le poesie composte<br />

dai giovanissimi sul tema «Il detenuto,<br />

un fratello da amare», che ha visto<br />

vincitori morali tutti i partecipanti, mentre<br />

sul palco a ritirare il premio alcuni<br />

di loro — Giulia Marinelli, Alary Cruciani,<br />

Valentina Trincia, Claudia Castelli, e<br />

Fabio Pellegrini — per mano rispettivamente<br />

della dottoressa Bruna Brunetti,<br />

responsabile per la sanità nelle carceri,<br />

del cappellano dell'istituto minorile di<br />

Casal del Marmo, don Gaetano Greco,<br />

di don Angelo Mele, della Vicaria Generale,<br />

suor Maria Angelica Meideiros, e<br />

della Madre Provinciale, suor Maria Cloridana.<br />

A congedare i presenti è stato il coro<br />

Laon 239 dell'Assunzione, mentre il pubblico<br />

sembrava non volere smettere di<br />

ascoltare quella emotività vera e incisiva<br />

trasmessa da bambini e adolescenti che,<br />

a saperli ascoltare, insegnano più di<br />

quanto talvolta non si sappia loro insegnare.<br />

LAURA PICCINELLI<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

MARTEDÌ 18 DICEMBRE<br />

00.10: Studio A (stereo): Con<br />

voi nella notte<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti<br />

cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

in italiano, spagnolo,<br />

portoghese, francese,<br />

inglese, tedesco e polacco<br />

16.30: Cronache musicali di<br />

Andrea Fasano<br />

17: Liturgia delle Ore: celebrazione<br />

dei Vespri<br />

20.20: Programma tedesco:<br />

Erika Lorenz, Hamburg - Teresa<br />

von Avila - Ein Hörspiel<br />

- 3. Gebetsunterricht mit<br />

Johannes vom Kreuz<br />

20.40: Recita del Santo Rosario<br />

21.30: Programma francese:<br />

L'Eglise en Asie<br />

21.50: Programma inglese<br />

22.10: Programma spagnolo<br />

MARTEDÌ 18 DICEMBRE<br />

24: Rosario biblico (versione<br />

inglese)<br />

2.35-19.30-22.30: Notiziario<br />

7.10: Rubrica: Chiesa in<br />

cammino: Africa<br />

9: In diretta dalla Cappella di<br />

Telepace in Roma: Santa<br />

Messa<br />

9.45: Rosario biblico<br />

12.30: Cappella di Telepace<br />

in Roma: Santa Messa<br />

16: In diretta dalla Cappella<br />

di Telepace: Santo Rosario e<br />

Adorazione eucaristica


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

DiciannovetradisabilieanzianimortinelrogodiunprefabbricatoadibitoacentrodiassistenzanelSalernitano–Unastrutturadecentratainunazonanoncopertadaitelefonini<br />

Vittimediunaprecarietàdivenutanormalità<br />

L'ArcivescovoPierroèstatoilprimoaraggiungereilluogodellatragedia:unatestimonianzasilenziosaesignificativa–Lavicinanzadelparroco<br />

SALERNO, 17.<br />

Per le diciannove persone morte<br />

nella notte tra sabato e domenica in<br />

uno spaventoso incendio a San Gregorio<br />

Magno, nel Salernitano, resta anche<br />

un'offesa umiliante: quella di essere<br />

state sistemate in un prefabbricato<br />

fornito per il dopo terremoto del<br />

1980. Una struttura che, finita l'emergenza,<br />

si sarebbe dovuta dismettere.<br />

Invece era diventata pubblica e permanente,<br />

e in essa erano stati assurdamente<br />

riuniti malati psichici, disabili<br />

e semplici anziani che non potevano<br />

ricevere aiuto in ambito familiare.<br />

Questa situazione, come spesso avviene,<br />

era sconosciuta ai più e sarebbe<br />

durata ancora chissà quanto. Ora è<br />

arrivata la tragedia, scaturita forse da<br />

un corto circuito determinato da un<br />

sovraccarico di corrente nell'uso di<br />

numerosi termoconvettori. O forse per<br />

l'accensione poco accorta di qualche<br />

stufa supplementare. Faceva freddo,<br />

nel prefabbricato.<br />

Sta di fatto che ventotto persone<br />

(nove sono state salvate), molte delle<br />

quali con gravi handicap, erano ospitate<br />

in una costruzione di metallo e<br />

vetroresina, a più di vent'anni dal terremoto,<br />

in una delle zone più devastate<br />

perché nel «cratere» del devastante<br />

sisma.<br />

L'emergenza e la precarietà erano diventate,<br />

ancora una volta, ordinarietà: e<br />

per i più deboli e indifesi.<br />

Del resto, il comandante provinciale<br />

dei Vigili del fuoco di Salerno, ing. Sabatini,<br />

è stato chiarissimo: «La struttura<br />

— ha detto — non era idonea». Anche<br />

perché il prefabbricato, oltre ad essere<br />

assai decentrato, risulta situato in una<br />

«zona d’ombra» che impedisce i collegamenti<br />

tra telefoni cellulari. «Purtroppo<br />

— ha ammesso l'ingegnere — è passato<br />

molto tempo fra l'inizio del tragico rogo<br />

e il nostro intervento; nessuno ha potuto<br />

dare l’allarme, che è stato dato da un<br />

automobilista di passaggio solo quando<br />

questi era giunto in un’area coperta, vale<br />

a dire a circa quattro chilometri dal<br />

disastro».<br />

Da qui l'amarissima ipotesi dell'ing.<br />

Sabatini, secondo il quale «forse si potevano<br />

salvare più vite umane se l’allarme<br />

fosse scattato prima».<br />

Sul prefabbricato, donato dalla Francia<br />

nel 1985 e adibito dal '97 a casa di<br />

riabilitazione per disabili psichici, c'erano<br />

già state polemiche. Doveva essere<br />

una soluzione di passaggio, una di quelle<br />

strutture intermedie prima della casafamiglia<br />

prevista dalla legge Basaglia sull'abolizione<br />

dei manicomi. Ma, come<br />

troppo spesso accade, così non è stato.<br />

Se sono fortissimi i dubbi sull'idoneità<br />

della struttura ai fini per i quali era adibita,<br />

è tutta da accertare l’adeguatezza<br />

dell’edificio ai fini della sicurezza.<br />

Sulla vicenda dovranno fare chiarezza<br />

i magistrati della procura di Salerno,<br />

(che hanno già acquisito dall’Asl competente<br />

tutta la documentazione relativa al<br />

centro), l’inchiesta amministrativa aperta<br />

dalla Regione Campania, le inchieste<br />

aperte dai vigili del fuoco e dalla Asl locale.<br />

Un aspetto sembra emergere dalle dichiarazioni<br />

dei sopravvissuti e dei parenti<br />

dei degenti: nel centro di San Gregorio<br />

Magno si viveva in maniera decorosa,<br />

i pazienti erano trattati bene e con il<br />

personale c’era un buon rapporto umano.<br />

E Carmelo Freda, responsabile sanitario<br />

della struttura, ha smentito categoricamente<br />

che i pazienti del centro fossero<br />

chiusi a chiave, ipotesi fatta circolare<br />

da alcune voci.<br />

Eppure, la destinazione dei malati in<br />

quella struttura era stata contestata sin<br />

dal ’97. Il prefabbricato fu dato in affitto<br />

nel'97 dal Comune di San Gregorio Magno<br />

alla Asl per ospitare una ventina di<br />

degenti del manicomio di Nocera Inferiore.<br />

Andrea De Simone (Ds) era all’epoca<br />

nella commissione Sanità della Regione<br />

e si batté per evitare che avvenisse<br />

quel trasferimento. «Ma fu tutto inutile<br />

— afferma — anche se si arrivò a<br />

chiedere il commissariamento dell’assessorato<br />

alla Sanità “inadempiente nell’applicazione<br />

della legge Basaglia”».<br />

Il comitato dei cittadini «Diritti dell’uomo»<br />

e l’allora senatore dei Verdi,<br />

Stefano Boca, denunciarono il 7 ottobre<br />

del ’97 che 20 disabili mentali stavano<br />

per essere ospitati «in una collina a sette<br />

chilometri dal più vicino centro abitato<br />

di San Gregorio Magno».<br />

Il presidente regionale dell’Associazione<br />

nazionale sofferenti psichici, Rino<br />

Colavecchia, afferma: «All’epoca contestammo<br />

quella decisione perché si trattava<br />

di una struttura precaria e poco<br />

consistente ma l’Asl tentava di recuperare<br />

strutture destinate ai senzatetto per<br />

riadattarle. Mi chiedo — aggiunge Colavecchia<br />

— se erano sufficienti tre infermieri<br />

per tanti pazienti; se era adeguato<br />

il sistema antincendio; se c’erano i segnalatori<br />

di fumo. Sono cose — conclude<br />

— che ogni condominio dovrebbe<br />

avere oggi, figuriamoci un luogo che accoglie<br />

persone disabili».<br />

La Cgil di Salerno ricorda che aveva<br />

pubblicamente denunciato «l’inadeguatezza<br />

dell'allocazione» e che «le proteste<br />

e le denunce portarono all’istituzione di<br />

12 .<br />

in primo piano<br />

una Commissione regionale che già nel<br />

’99 aveva raccomandato la chiusura di<br />

quella struttura».<br />

«Dopo i morti di Sarno e quelli quotidiani<br />

dell’A3, ancora morti in Campania<br />

in una tragedia che a 21 anni dal terremoto<br />

era evidentemente annunciata»:<br />

questo il commento del Codacons Campania,<br />

che sul rogo di San Gregorio Ma-<br />

Anzianiconiugi<br />

eduegiovani<br />

uccisi<br />

daesalazionidigas<br />

ROMA, 17.<br />

Quattro persone — una coppia di anziani<br />

coniugi e due giovani fidanzati —<br />

sono morti nella notte tra sabato e domenica,<br />

rispettivamente a Molfetta (Bari)<br />

e in provincia di Campobasso a causa<br />

delle esalazioni di monossido di carbonio.<br />

Anche un figlio degli anziani coniugi<br />

è rimasto intossicato ed è ricoverato<br />

in gravissime condizioni all'ospedale<br />

di Molfetta.<br />

A provocare la morte dei due anziani,<br />

Felice Lamarca e Marianna Saracino,<br />

entrambi di 87 anni, e la grave intossicazione<br />

del figlio Carmelo di 47, è stato il<br />

difettoso funzionamento di una stufa a<br />

gas che l'anziana coppia e il figlio, che<br />

ha trascorso la notte con loro, avevano<br />

lasciato accesa dopo essere andati a dormire<br />

per ripararsi dal freddo pungente<br />

di questi giorni.<br />

A dare l'allarme è stato il nipote dei<br />

due anziani, e figlio di Carmelo Lamarca,<br />

il quale, domenica mattina, preoccupato<br />

perché nessuno rispondeva al telefono,<br />

ha avvertito i Carabinieri e poi è<br />

accorso egli stesso a casa dei nonni, nel<br />

centro storico di Molfetta mentre sul posto<br />

erano giunti anche i Vigili del fuoco<br />

che hanno usato ogni precauzione per<br />

aprire la porta evitando che si verificasse<br />

un'esplosione. Purtroppo per i due<br />

anziani non c'era nulla da fare mentre i<br />

sanitari dell'ospedale stanno cercando di<br />

salvare il loro figlio.<br />

I due fidanzati, Antonio C. di 24 anni<br />

e Patrizia I. di 20, sono morti nell'auto<br />

del giovane, all'interno di un garage a<br />

Ielsi (Campobasso). Avevano lasciato il<br />

motore acceso e sono deceduti a causa<br />

delle esalazioni dei gas di scarico.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 17-18 Dicembre 2001<br />

TERRIBILE TRAGEDIA NEL SALERNITANO Diciannove<br />

persone sono morte nel terribile rogo che ha<br />

distrutto un centro per disabili a San Gregorio Magno,<br />

nel Salernitano. Polemiche sulla struttura, un<br />

prefabbricato del dopo terremoto, e sui ritardi nei<br />

soccorsi.<br />

VITTIME DEL MONOSSIDO DI CARBONIO Il monossido<br />

di carbonio fa altre vittime. Quattro persone<br />

— una coppia di anziani coniugi e due giovani fi-<br />

gno annuncia che chiederà di accedere<br />

ai documenti «per sapere quanti sono<br />

ancora i cittadini in Campania dimenticati<br />

nei container e se questi sono a norma<br />

di legge».<br />

Il Governo, dal canto suo, è intervenuto<br />

con il Vicepremier Fini, affermando<br />

che si farà tutto il possibile «per verificare<br />

la dinamica degli eventi e, se esi-<br />

MALTEMPO Neve su Marche, Molise e Campania<br />

Situazione critica al Centro-Sud<br />

per una nuova ondata di gelo<br />

ROMA, 17.<br />

Una nuova ondata di freddo, neve e<br />

vento si è abbattuta nelle ultime ore su<br />

tutte le regioni italiane facendo abbassare<br />

ulteriormente le temperature (polari<br />

in alcune località alpine). Particolarmente<br />

colpito il Centro-Sud. Nelle Marche la<br />

situazione più critica si registra a Montemonaco,<br />

in provincia di Ascoli Piceno,<br />

dove la neve ha raggiunto un metro di<br />

altezza con il pericolo di distacchi di valanghe.<br />

La frazione Foce è stata sgomberata<br />

e le scuole sono restate chiuse<br />

così come alcuni istituti nel Fermano.<br />

Incendio in un palazzo<br />

a Catania: 5 persone<br />

salvate dai pompieri<br />

CATANIA, 17.<br />

Un incendio è divampato ieri<br />

pomeriggio in un antico palazzo<br />

nel centro storico di Catania. Ci<br />

sono stati momenti di panico ma<br />

il tempestivo intervento dei Vigili<br />

del Fuoco ha consentito di salvare<br />

cinque persone abitanti nell'appartamento<br />

sovrastante quello dove<br />

si sono sprigionate le fiamme: un<br />

nigeriano, la moglie senegalese, la<br />

loro figlia di un mese, la sorella<br />

della donna e la figlia di 5 anni di<br />

un’amica. L’uomo è stato curato<br />

per alcune ustioni, le due donne<br />

per una leggera intossicazione.<br />

Fiamme e nube tossica in un petrolchimico sardo<br />

CAGLIARI — Molto spavento ma nessun danno alle persone, lunedì mattina,<br />

nello stabilimento petrolchimico della Saras di Sarroch dove, a causa di<br />

un incendio che è stato spento poco dopo, si è sprigionata una intensa cortina<br />

di fumo che ha avvolto gli impianti coprendoli anche alla vista degli<br />

abitanti del vicino paese. L’emergenza è scattata alle 7,20. A causa di una<br />

perdita da una pompa è fuoriuscito del petrolio greggio che, a contatto con<br />

elementi caldi, ha innescato un incendio sul quale sono intervenuti i vigili<br />

delle squadre antincendio interne allo stabilimento.<br />

Scuola: Stati Generali a Roma il 19 e il 20<br />

ROMA — Gli Stati Generali dell’Istruzione, in un primo tempo previsti a Foligno<br />

(Perugia) il 19 e 20 dicembre, si svolgeranno negli stessi giorni a Roma<br />

al Palazzo dei congressi. Lo ha reso noto, lunedì, il ministero dell'Istruzione<br />

sottolineando che per «ridurre al minimo i disagi degli invitati agli<br />

Stati generali, il ministero ha deciso, di spostarne la sede dall’Auditorium<br />

San Domenico di Foligno al Palazzo dei Congressi di Roma, Piazza Kennedy».<br />

Il «dialogo tra le famiglie, gli studenti, i docenti e gli esperti riguarderà<br />

l’esame delle proposte di riforma della scuola italiana, destinate ad assicurare<br />

a tutti i ragazzi il successo educativo e formativo».<br />

Immigrazione: sbarco nel Catanese, dieci arresti<br />

CATANIA — La polizia a Catania ha arrestato, lunedì, 10 dei 54 cingalesi<br />

sbarcati, domenica scorsa, sulle coste di Marina di Cottone, una frazione di<br />

Fiumefreddo a 35 chilometri dal capoluogo. Secondo l’accusa tra loro ci sarebbero<br />

il comandante del peschereccio che si è incagliato a poche di centinaia<br />

di metri dalla riva e gli organizzatori del viaggio. Le indagini della<br />

squadra Mobile e dell’ufficio immigrazione della Questura di Catania hanno<br />

permesso di accertare che il natante è partito di Negombo nelloSryLanka.<br />

Matrimoni di comodo: sgominata organizzazione<br />

Un’organizzazione italo-colombiana che gestiva matrimoni di comodo tra<br />

cittadini italiani e immigrati clandestini extracomunitari è stata scoperta dalla<br />

Questura di Trieste che, lunedì, ha perquisito 16 abitazioni nel capoluogo<br />

giuliano e in provincia.<br />

danzati — sono infatti morte rispettivamente a Molfetta<br />

(Bari) e in provincia di Campobasso<br />

NUOVA ONDATA DI FREDDO Una nuova ondata di<br />

freddo, neve e vento si è abbattuta su tutte le regioni<br />

italiane facendo abbassare ulteriormente le temperature.<br />

Particolarmente colpito il Centro-Sud. Nelle<br />

Marche la situazione più critica.<br />

FINANZIARIA: MANCANO I SOLDI PER I MENO<br />

stenti, per accertare e punire le responsabilità».<br />

Il sottosegretario alla Salute, Antonio<br />

Guidi, ha dichiarato che, utilizzando tutte<br />

le sue competenze, farà «di tutto per<br />

far luce su quanto è accaduto», e che<br />

ha già attivato «un monitoraggio sulle<br />

strutture residenziali per anziani e disabili<br />

presenti in tutta Italia». «Basta — ha<br />

In Molise la temperatura è scesa a 15<br />

gradi sotto zero a Campitello Matese, in<br />

provincia di Campobasso. Chiuse le<br />

scuole nel capoluogo e in numerosi altri<br />

Comuni a causa delle strade ghiacciate<br />

che non hanno permesso il regolare collegamento<br />

dei mezzi pubblici. Per una<br />

bufera di neve e vento nella zona di Capracotta,<br />

è chiusa al traffico la strada<br />

provinciale per il bivio di Staffoli e per<br />

San Pietro Avellana. Nessun paese risulta<br />

per il momento isolato. Fermi in porto<br />

i pescherecci di Termoli, bloccati i<br />

collegamenti con le Isole Tremiti.<br />

In Campania terzo giorno di freddo<br />

polare nel Vallo di Diano. Abbondanti le<br />

nevicate in nottata e nelle prime ore del<br />

mattino ed enormi i disagi nella circolazione<br />

a causa della presenza di ghiaccio<br />

sulle principali vie di comunicazione.<br />

Sono isolate da ieri le frazioni montane<br />

di Montesano sulla Marcellana (Salerno).<br />

Chiuse le scuole di ogni ordine e<br />

grado. Nel tratto dell’autostrada Salerno-Reggio<br />

Calabria che va dallo svincolo<br />

di Sicignano degli Alburni a Lauria si<br />

transita soltanto con le catene. La neve<br />

oggi ha fatto la sua comparsa anche a<br />

Napoli, a Pompei e ad Ercolano.<br />

Il maltempo continua a flagellare la<br />

Puglia. La situazione più critica è in<br />

provincia di Bari: sulla statale tra Canosa<br />

e Ruvo il traffico è quasi del tutto<br />

bloccato per la presenza di lastroni di<br />

ghiaccio. Stessa situazione ad Altamura,<br />

Minervino Murge, Spinazzola e Gravina.<br />

Buone notizie invece dalla Basilicata dove<br />

l’erogazione di energia elettrica è stata<br />

ripristinata in tutti i Comuni della<br />

provincia di Potenza. Ma restano i disagi<br />

sull'«A3» all'altezza di Lagonegro.<br />

Scontritra«tifosi»<br />

aModena:<br />

4arrestie83denunce<br />

ANCONA, 17.<br />

Quattro tifosi del Modena sono stati<br />

arrestati e altri 83 denunciati per il ferimento<br />

di un ispettore di Polizia avvenuto<br />

ieri pomeriggio ad Ancona subito dopo<br />

la partita. Sono accusati di resistenza<br />

e violenza a pubblico ufficiale e di danneggiamento.<br />

Il gruppo di modenesi era a bordo di<br />

uno dei due pullman messi a disposizione<br />

per accompagnare parte dei sostenitori<br />

della squadra ospite dalla stazione<br />

ferroviaria allo stadio e ritorno. Dopo la<br />

gara l’ispettore, capo di un contingente<br />

di Polizia giunto in rinforzo da Bologna,<br />

si era avvicinato con altri agenti al secondo<br />

pullman, stracolmo di tifosi, per<br />

farne scendere una decina e trasferirli<br />

sul primo automezzo, quasi vuoto. A<br />

quel punto qualcuno ha colpito il poliziotto<br />

all’occhio destro con l’asta di una<br />

bandiera mentre altri tifosi danneggiavano<br />

il bus opponendo poi resistenza al<br />

momento di essere identificati. Oltre alla<br />

denuncia a piede libero, gli 87 «ultrà» si<br />

vedranno comminare un provvedimento<br />

di divieto di ingresso negli stadi.<br />

Il poliziotto ferito, che ha ricevuto in<br />

ospedale la visita del prefetto e del questore<br />

di Ancona, non perderà l'occhio.<br />

La prognosi è di 15 giorni.<br />

aggiunto Guidi — con il termine disgrazia<br />

o emergenza. Fatti così tremendi ci<br />

impongono una riflessione sullo stato di<br />

salute delle nostre strutture socio-sanitarie<br />

del Paese».<br />

Lutto e dolore, intanto, avvolgono<br />

San Gregorio Magno che oggi si è svegliato<br />

sotto una spessa coltre di neve. Il<br />

sindaco Piegari ha spiegato che quello di<br />

oggi sarà il giorno del dolore ma anche<br />

della riflessione, alludendo alle polemiche<br />

che, spento l’incendio, divampano<br />

sulla vicenda. Il Comune ha anche requisito<br />

l’unico albergo del paese per<br />

ospitare i familiari delle vittime. Messaggi<br />

di cordoglio sono giunti da ogni dove,<br />

a partire dalle più alte cariche di Stato e<br />

di Governo.<br />

Il primo a giungere da Salerno sul<br />

luogo della tragedia è stato l'Arcivescovo<br />

Mons. Pierro. Una visita silenziosa<br />

ma significativa. Una presenza paterna,<br />

di Pastore, la sua, così come quella del<br />

parroco don Antonio Tozzi, dalle cui parole<br />

si è colto che in questa sciagura<br />

aveva perso i «figli» più cari.<br />

Infine, nell’ambito dell’inchiesta aperta<br />

dalla procura di Salerno, si è svolto<br />

oggi un sopralluogo tecnico da parte<br />

della squadra scientifica dei carabinieri.<br />

Da accertare, in primo luogo, se i sette<br />

prefabbricati che ospitavano i disabili<br />

mentali erano dotati delle necessarie misure<br />

di sicurezza e antincendio. Nell'inchiesta<br />

della magistratura, affidata al<br />

pm Maria Carmela Polito, si ipotizzano i<br />

reati di disastro ed omicidio colposo.<br />

Finanziaria: il Governo<br />

intende rinviare<br />

le erogazioni<br />

ai meno abbienti<br />

L'Ulivo protesta<br />

ROMA, 17.<br />

Il Governo ha riconosciuto ieri di avere<br />

difficoltà a trovare in Finanziaria i<br />

soldi per gli incapienti, cioè coloro che<br />

avendo un reddito inferiore ai dodici milioni<br />

lordi all’anno sono esenti dal pagamento<br />

delle tasse e quindi non beneficiano<br />

delle detrazioni fiscali previste dalla<br />

manovra in favore dei meno abbienti.<br />

La soluzione del problema potrebbe<br />

quindi slittare a dopo che il Governo<br />

avrà presentato la delega fiscale, dunque,<br />

realisticamente, a dopo Natale. Ma<br />

l’opposizione non ci sta e insorge, chiedendo<br />

un intervento immediato. L’accusa<br />

al Governo è quella di «aver premiato<br />

i ricchi, abolendo la tassa di successione,<br />

e di non trovare adesso i soldi per i<br />

più poveri».<br />

Sul piano politico è senz’altro questo<br />

l’elemento di maggior rilievo della scorsa<br />

domenica di votazioni sulla Finanziaria<br />

in aula alla Camera. A nome del Governo<br />

Giuseppe Vegas, sottosegretario<br />

all’Economia, ha detto quale è la situazione:<br />

«La questione degli incapienti<br />

comporta un onere valutabile grosso<br />

modo in circa 380 miliardi su base annua».<br />

Prima di affrontare un intervento<br />

di queste proporzioni, è necessaria —<br />

ha detto — «una previa e precisa definizione<br />

della platea ad opera della delega<br />

fiscale». In altre parole, la delega fiscale<br />

che il Governo dovrebbe presentare nel<br />

corso della prossima settimana dovrebbe<br />

contenere anche una definizione del<br />

concetto di «incapiente». E questo perché,<br />

ha spiegato Vegas, in assenza di<br />

una definizione precisa gli eventuali aiuti<br />

finanziari potrebbero andare a beneficio<br />

anche di falsi bisognosi.<br />

Cinquemorti<br />

eseiferiti<br />

sullestrade<br />

LECCO, 17.<br />

Un automobilista di 45 anni è morto<br />

dopo essere stato travolto appena sceso<br />

dalla sua vettura, rimasta in panne dopo<br />

aver sbattuto contro un guardrail. L’incidente<br />

mortale è avvenuto stamani alle<br />

7 sulla corsia Nord della Superstrada 36<br />

Milano-Lecco nel territorio del comune<br />

di Annone Brianza (Lecco). La vittima,<br />

E. A. T. di Cesana Brianza era sceso<br />

dall’auto per verificare i danni quando è<br />

stato travolto da una vettura di passaggio,<br />

il cui conducente è stato poi trovato<br />

illeso ma in stato di choc.<br />

Ieri in due incidenti avvenuti nel Siracusano<br />

e nel Sassarese sono morte quattro<br />

persone e cinque — una delle quali<br />

in modo grave — sono rimaste ferite. A<br />

circa quaranta chilometri da Siracusa,<br />

sulla strada provinciale 19, tra Noto e<br />

Pachino, due persone sono morte e altre<br />

quattro sono rimaste ferite. Nell'altro incidente<br />

avvenuto sulla statale Sassari-Olbia,<br />

in direzione di Alghero, che ha<br />

coinvolto un furgocino con a bordo parte<br />

della squadra di calcio femminile di<br />

Tortolì (Nuoro) militante in serie C, due<br />

sono stati i morti (una calciatrice ed il<br />

conducente del furgoncino), mentre<br />

un'altra atleta è rimasta gravemente<br />

ferita.<br />

ABBIENTI Il Governo ha difficoltà a trovare in Finanziaria<br />

i soldi per coloro che, avendo un reddito inferiore<br />

ai dodici milioni lordi all’anno, sono esenti dal<br />

pagamento delle tasse e quindi non beneficiano delle<br />

detrazioni fiscali previste per i meno abbienti.<br />

CITTÀ E QUALITÀ DELLA VITA È Bolzano la città<br />

più vivibile nel 2001 secondo la graduatoria sulla<br />

qualità della vita delle 103 province italiane, stilata<br />

dal quotidiano Il Sole 24 Ore. Palermo la peggiore.<br />

Intensa<br />

commozione<br />

alle esequie<br />

SALERNO, 17.<br />

Una grande folla, che il freddo<br />

intenso non ha potuto trattenere,<br />

ha gremito oggi, in un'atmosfera<br />

d'intensa commozione, la chiesa<br />

parrocchiale di San Gregorio Magno<br />

per partecipare alle esequie<br />

delle 19 vittime del tragico rogo e<br />

per stringersi attorno ai loro congiunti,<br />

provenienti da varie località.<br />

Il Rito funebre è stato presieduto<br />

dall'Arcivescovo di Salerno-<br />

Campagna-Acerno, Gerardo Pierro.<br />

Sono intervenuti tra gli altri —<br />

ha riferito l'Ansa — il prefetto Alberto<br />

Ruffo, consigliere per gli Affari<br />

interni del Quirinale, in rappresentanza<br />

del Presidente della<br />

Repubblica Ciampi; il sottosegretario<br />

alla Salute Antonio Guidi; i<br />

presidenti della Regione Campania<br />

Bassolino e del Consiglio regionale<br />

Zinzi; l'assessore regionale<br />

alla Sanità Armato; il sindaco di<br />

San Gregorio Magno Piegari; il<br />

presidente della Provincia, il prefetto<br />

e il questore di Salerno; amministratori<br />

dei Comuni del Salernitano<br />

e delle altre province d'origine<br />

delle vittime.<br />

Indagine<br />

sulle province:<br />

è Bolzano<br />

la città più vivibile<br />

MILANO, 17.<br />

È Bolzano la città più vivibile nel<br />

2001: questa la graduatoria sulla qualità<br />

della vita delle 103 province italiane, stilata<br />

dal quotidiano Il Sole 24 Ore. La<br />

posizione (vi sono casi di ex-aequo) è riferita<br />

al 2001. Bolzano, che ha sottratto<br />

il primato a Bologna, l’anno scorso era<br />

quinta, mentre il capoluogo emiliano<br />

scende di tre posizioni, al quarto posto.<br />

Questo il dato più significativo dell’indagine<br />

annuale, anticipata ieri, del quotidiano<br />

Il Sole 24 Ore che oggi pubblica<br />

un dossier con i risultati sulle province<br />

italiane, che collocano Palermo al 103° e<br />

ultimo posto. Una «maglia nera» di cui<br />

si è liberata Caltanissetta, ora 94ª.<br />

Nelle prime dieci città, Bolzano (575 il<br />

suo punteggio totale) precede Sondrio<br />

che guadagna un posto, così come Trieste<br />

che sale dalla quarta alla terza posizione.<br />

Bologna scende, mentre Belluno<br />

compie un balzo clamoroso: scala ben<br />

28 posti, era 33ª nel 2000 e ora è quinta.<br />

Gorizia, seconda l’anno scorso, perde<br />

quattro posizioni, Rimini ne guadagna<br />

due, Trento otto, Firenze è in calo (-2) e<br />

Ancona, decima, guadagna 9 posizioni.<br />

Fra le metropoli Milano scende di cinque<br />

gradini e risulta al 15° posto, Roma<br />

ne scende 12 e si attesta al 35°, Genova<br />

è stazionaria alla 38ª posizione. Sale Venezia<br />

(+13), ora 43ª, arretrano Torino<br />

(-15) fino al 51° posto e Napoli (-11) fino<br />

al 75°. Palermo precipita in 103ª e ultima<br />

posizione, anche se il suo calo è di<br />

soli cinque posti. La graduatoria finale è<br />

stata elaborata in base al punteggio medio<br />

riportato da ciascuna provincia nelle<br />

sei macroaree in cui sono raggruppate<br />

le 36 classifiche singole. Il «tenore di vita»:<br />

Milano è prima seguita da Trieste e<br />

Bologna; «affari e lavoro»: Bolzano è<br />

prima seguita da Cuneo e Belluno; «servizi<br />

e ambiente»: Trieste è prima seguita<br />

da Genova e Livorno; «criminalità»:<br />

Sondrio è prima seguita da Potenza e<br />

Belluno; «popolazione»: Vibo Valentia è<br />

prima seguita da Crotone e Nuoro;<br />

«tempo libero»: Bologna è prima seguita<br />

da Firenze e Rimini. Il balzo in avanti<br />

più consistente nella graduatoria complessiva<br />

sulla qualità della vita è stato<br />

compiuto da Belluno, che ha scalato 28<br />

posizioni passando dal 33° al quinto posto.<br />

Notevole anche l’avanzata di Lodi,<br />

Crotone e Vibo Valentia, che hanno<br />

guadagnato ciascuna 22 posizioni.


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Anno CXLI - N. 290 (42.928) CITTÀ DEL VATICANO Mercoledì 19 Dicembre 2001<br />

MEDIO ORIENTE Dopo l'appello a fermare gli attacchi terroristici contro Israele lanciato domenica da Arafat<br />

Peres disponibile ad un accordo<br />

sullo status definitivo dei Territori<br />

TEL AVIV, 18.<br />

Il Ministro degli esteri israeliano, Shimon<br />

Peres, si è detto ieri ottimista sulla<br />

possibilità di rilanciare il dialogo con l'Autorità<br />

Palestinese (Ap), presieduta da Yasser<br />

Arafat. Dopo l'appello a fermare il terrorismo<br />

contro Israele, lanciato domenica<br />

da Arafat in un discorso televisivo, il Capo<br />

della diplomazia di Tel Aviv ha sottolineato<br />

che è possibile «concludere un’intesa con<br />

l’attuale dirigenza palestinese». «Occorre<br />

fare in modo di dividere la terra e creare<br />

uno Stato autonomo», ha aggiunto Peres,<br />

precisando che questo dovrà «essere creato<br />

al di qua della “linea verde” (che separa<br />

Israele dai Territori occupati nel 1967) con<br />

modifiche minime». «La soluzione della<br />

questione di Gerusalemme e anche quella<br />

dei profughi palestinesi» dovranno essere<br />

rimandate, ha continuato.<br />

Le dichiarazioni di Peres sembrano però<br />

contrastanti con la posizione del Primo Ministro,<br />

Ariel Sharon, che nei giorni scorsi<br />

ha detto di non riconoscere in Arafat il<br />

leader dei palestinesi. Il Segretario di Stato<br />

Usa, Colin Powell, ha assicurato al Presidente<br />

dell'Ap che le sue annunciate azioni<br />

contro il terrorismo, se porteranno risultati<br />

concreti, avranno una «risposta positiva»<br />

da parte di Israele. Se l’invito a porre termine<br />

agli attacchi terroristici lanciato da<br />

Arafat verrà ascoltato dagli estremisti, Tel<br />

Aviv sarà disposta a fare concessioni nella<br />

ricerca di un accordo di pace, ha detto Powell.<br />

Il Segretario di Stato ha anche riba-<br />

HAITI Cinque morti nell'assalto di un gruppo di golpisti al Palazzo presidenziale di Port-au-Prince<br />

Sventato un tentativo di colpo di Stato<br />

Il Governo assicura alla Nazione di avere la situazione sotto controllo<br />

PORT-AU-PRINCE, 18.<br />

Violente sparatorie si sono registrate ieri<br />

mattina ad Haiti durante un tentativo di<br />

colpo di Stato sventato dalle forze dell'ordine.<br />

Subito dopo il fallito golpe, il Presidente,<br />

Jean Bertrand Aristide, ha tenuto un discorso<br />

alla Nazione ripreso in diretta da televisioni<br />

e radio nel quale ha assicurato che<br />

«il Governo ha il pieno controllo della situazione».<br />

I golpisti hanno assaltato il Palazzo presidenziale,<br />

situato nel centro della capitale<br />

Port-au-Prince, ingaggiando una sparatoria<br />

con i militari di guardia. Le vittime, hanno<br />

riferito fonti consolari ad Haiti, sarebbero<br />

cinque, tra le quali due poliziotti. La rete<br />

televisiva locale ha reso noto che i responsabili<br />

del tentato golpe «appartengono ad<br />

organizzazioni con base nella Repubblica<br />

Dominicana legate a gruppi radicali interni»,<br />

ma non ha precisato la sorte dei rivoltosi<br />

catturati. Al momento dell’attacco, Aristide<br />

era nella sua residenza privata di Tabarre.<br />

«Il Presidente non è mai stato in pericolo»,<br />

ha reso noto la radio statale.<br />

Secondo le prime ricostruzioni, riferisce<br />

l'agenzia di stampa italiana «Ansa», l’assalto<br />

sarebbe stato opera di uomini legati all’ex<br />

Commissario Guy Philippe, un alto<br />

funzionario della polizia nazionale messo a<br />

riposo nel 2000 dall’allora Presidente René<br />

Preval perché sospettato di preparare un<br />

golpe. Philippe venne esiliato nella Repubblica<br />

Dominicana ed in seguito riparò in<br />

Ecuador. Dopo il fallito golpe, secondo fonti<br />

diplomatiche un gruppo di militanti filogovernativi<br />

armati di pistole e di machete<br />

ha assaltato e dato alle fiamme la sede del<br />

partito di opposizione della «Convergenza»,<br />

come ritorsione per l’assalto al Palazzo pre-<br />

Bosnia ed Erzegovina:<br />

massicci finanziamenti<br />

dall'Unione Europea<br />

BRUXELLES, 18.<br />

La Bosnia ed Erzegovina potrà contare<br />

su finanziamenti dell’Unione Europea<br />

per circa 170 milioni di euro nel periodo<br />

2002-2004 a favore della stabilizzazione<br />

democratica e dello sviluppo istituzionale<br />

ed economico. Lo ha annunciato la<br />

Commissione esecutiva dell'Ue, adottando<br />

ieri il dossier sugli interventi. I fondi<br />

saranno concessi nel quadro del programma<br />

«Cards» dell’Ue, che mira ad<br />

appoggiare la partecipazione di Albania,<br />

Croazia, Repubblica federale jugoslava,<br />

Macedonia e Bosnia ed Erzegovina al<br />

processo di associazione, con l’obiettivo<br />

di sostenere la stabilizzazione politica ed<br />

economica nei Balcani, sviluppando allo<br />

stesso tempo più stretti legami tra l’Unione<br />

ed i Paesi della regione.<br />

La strategia «Cards» per la Bosnia ed<br />

Erzegovina per i prossimi tre anni prevede<br />

aiuti ed interventi nel settore della<br />

stabilizzazione democratica, ed in particolare<br />

fondi per accelerare il rientro dei<br />

profughi e dei rifugiati e per finanziare<br />

la riforma dei mezzi di comunicazione<br />

sociale. Gli altri settori per cui sono previsti<br />

finanziamenti comunitari sono quello<br />

delle sviluppo economico, della pubblica<br />

amministrazione, della giustizia e<br />

degli affari interni.<br />

Un carro armato israeliano pattuglia le strade di un villaggio nella Striscia di Gaza<br />

dito che la politica americana per il Medio<br />

Oriente non è cambiata e prevede la creazione<br />

di uno Stato palestinese autonomo,<br />

ulteriori concessioni territoriali da parte di<br />

Israele e un blocco ai lavori di espansione<br />

degli insediamenti ebraici nei Territori.<br />

Prima, però, il leader palestinese deve<br />

dare dimostrazione di agire per fermare il<br />

terrorismo. «Se Arafat darà seguito al suo<br />

discorso con le necessarie azioni, saremo<br />

Il luogo degli scontri nella capitale haitiana<br />

sidenziale. Gli Stati Uniti hanno chiuso per<br />

ragioni di sicurezza l'Ambasciata ad Haiti,<br />

annunciando contestualmente il loro appoggio<br />

al Governo «legittimo» del Presidente<br />

Aristide. Gli Usa hanno sempre sostenuto e<br />

favorito i passi compiuti dall'Esecutivo haitiano<br />

per il consolidamento della democrazia,<br />

ha detto il portavoce del Dipartimento<br />

di Stato, Richard Boucher, precisando che<br />

ai cittadini statunitensi residenti ad Haiti è<br />

stato consigliato di non uscire di casa. Washington<br />

ha peraltro formulato a più riprese<br />

riserve su «alcuni aspetti» della situazione<br />

venutasi a creare nel Paese negli ultimi<br />

tempi, ha aggiunto Boucher, senza tuttavia<br />

entrare nei dettagli. Anche l'Organizzazione<br />

degli Stati americani (Osa) ha condannato<br />

il tentato golpe e «gli atti di violenza che ne<br />

JUGOSLAVIA Positiva valutazione dei colloqui sul futuro della Federazione<br />

Solana: possibile l'accordo tra Serbia e Montenegro<br />

BELGRADO, 18.<br />

Serbia e Montenegro<br />

hanno raggiunto ieri, dopo<br />

colloqui condotti con<br />

l’Alto Rappresentante<br />

per la politica estera e di<br />

sicurezza dell’Unione<br />

Europea, Javier Solana,<br />

un accordo per avviare il<br />

dialogo sul futuro della<br />

Repubblica Federale di<br />

Jugoslavia, formata dai<br />

due Paesi nel 1992, dopo<br />

la secessione delle altre<br />

quattro Repubbliche dell'ex<br />

Jugoslavia.<br />

Solana ha definito<br />

«costruttivi» i colloqui<br />

con il Presidente federale<br />

jugoslavo Vojislav Kostunica,<br />

con il Primo Ministro<br />

serbo Zoran Djindjic<br />

e con il Presidente montenegrino<br />

Milo Djukanovic e si è detto convinto<br />

della possibilità di un accordo per il<br />

mantenimento dell'unità jugoslava.<br />

«L’incontro di oggi è di grande importanza<br />

perché riapre il dialogo tra Belgrado<br />

e Podgorica e in un tempo anche<br />

breve potremmo arrivare ad una solu-<br />

tutti in una posizione migliore per ravvivare<br />

il processo di pace e sono convinto che<br />

la parte israeliana risponderà in maniera<br />

positiva», ha detto Powell a Washington.<br />

In precedenza Ari Fleischer, portavoce del<br />

Presidente George W. Bush, aveva definito<br />

«costruttive» le dichiarazioni di Arafat insistendo<br />

come Powell sulla necessità che le<br />

parole si traducano in «azioni concrete».<br />

«Arafat ha detto di essere contrario alla<br />

sono derivati». Il Segretario generale dell’Osa,<br />

Cesar Gaviria, ha rivolto un pressante<br />

appello alla popolazione haitiana perché si<br />

astenga da «qualsiasi atto di violenza», ed<br />

ha insistito sulla necessità di giungere al<br />

più presto ad un accordo politico tra la<br />

maggioranza e l'opposizione. Gaviria ha<br />

sottolineato inoltre che «il Governo e la<br />

gente di Haiti devono avere la possibilità di<br />

giungere ad una soluzione politica che favorisca<br />

il pacifico sviluppo sociale ed economico».<br />

Accogliendo una richiesta in tal senso del<br />

Console haitiano nella Repubblica Dominicana,<br />

Edwin Paraison, il Governo di Santo<br />

Domingo ha immediatamente schierato l’esercito<br />

a protezione della rappresentanza<br />

diplomatica haitiana nella capitale e dei<br />

consolati di Barahona, nel Sud-Est, e di Dajabon,<br />

nel Nord-Est. Secondo fonti della<br />

presidenza haitiana, i responsabili del fallito<br />

colpo di Stato sarebbero infatti «organizzazioni<br />

con base nella Repubblica Dominicana».<br />

Paraison ha inoltre precisato che «apparentemente<br />

tra i golpisti c’erano anche<br />

dei cittadini ecuadoriani».<br />

Secondo il quotidiano «El Nacional» di<br />

Santo Domingo, che cita fonti della polizia<br />

haitiana, alcuni membri del commando che<br />

ha assaltato il Palazzo presidenziale comunicavano<br />

tra loro in spagnolo. La lingua ufficiale<br />

di Haiti è il francese, mentre nella<br />

confinante Repubblica Dominicana si parla<br />

appunto lo spagnolo. Fonti del Governo<br />

haitiano hanno detto che i golpisti avrebbero<br />

trovato rifugio nella Repubblica Dominicana,<br />

ed hanno riferito di avere ricevuto informazioni<br />

secondo cui dirigenti in esilio<br />

del movimento di opposizione al Presidente<br />

Aristide avrebbero festeggiato in anticipo il<br />

colpo di Stato a Miami e a New York.<br />

Javier Solana a colloquio con il Presidente jugoslavo Vojislav Kostunica<br />

zione accettabile», ha dichiarato Solana,<br />

secondo quanto riferito dall'agenzia di<br />

stampa indipendente belgradese «Beta».<br />

Come noto, la posizione serba è per<br />

una Federazione riformata, mentre le<br />

autorità montenegrine chiedono l’unione<br />

di due Stati separati. Djindjic ha dichiarato<br />

che «una Federazione riformata<br />

violenza, ora deve dimostrare di avere<br />

l’autorità per fermarla», ha sottolineato<br />

Fleischer.<br />

Intanto la situazione sul terreno rimane<br />

difficile e ieri la direzione palestinese,<br />

composta da membri del Gabinetto dell’Ap<br />

e del Comitato esecutivo dell’Olp (Ceolp),<br />

ha denunciato l’intensificazione delle azioni<br />

militari israeliane di fronte agli sforzi<br />

per porre fine alle violenze. «La direzione<br />

palestinese ribadisce il suo impegno a continuare<br />

gli sforzi per riportare la calma,<br />

mentre il Governo Sharon ha avviato una<br />

“escalation” contro il nostro popolo, proseguendo<br />

la sua politica di assassinii di attivisti,<br />

di blocco dei Territori e di aggressioni»,<br />

si legge in un comunicato ufficiale diffuso<br />

a Gaza dall’agenzia «Wafa». «Noi diamo<br />

prova di moderazione, mentre Israele<br />

conduce una politica di escalation», aggiunge<br />

il testo ricordando che ieri sono<br />

stati uccisi tre palestinesi, tra cui un adolescente.<br />

La direzione, prosegue il comunicato,<br />

«continuerà a denunciare l’aggressione<br />

israeliana di fronte alla Comunità internazionale<br />

e a chiedere all'Onu l’invio di<br />

osservatori» nei Territori.<br />

Nei giorni scorsi per la quarta volta consecutiva<br />

gli Usa hanno posto il veto ad una<br />

risoluzione delle Nazioni Unite che prevedeva<br />

un meccanismo di monitoraggio delle<br />

violenze in Cisgiordania e nella Striscia di<br />

Gaza. La decisione americana è giunta a<br />

seguito dell'opposizione del Governo israeliano<br />

all'arrivo nella regione di contingenti<br />

internazionali di qualsiasi tipo.<br />

Ex Zaire: allarme<br />

per la diffusione<br />

delle malattie<br />

epidemiche KINSHASA, 18.<br />

La peste, la malattia del sonno e l’oncocercosi<br />

(una forma di cecità) sono<br />

riapparse nel Nord-Est e nel Centro-Est<br />

della Repubblica Democratica del Congo<br />

(ex Zaire).<br />

Nella regione di Maniema, «la malattia<br />

del sonno è aumentata fin dall’inizio<br />

dell’anno nelle zone di Lusangi, Kibombo<br />

e Kasongo dove sono stati registrati<br />

circa 120 casi nonché nelle contee frontaliere<br />

con il Kasai», ha dichiarato il medico<br />

ispettore provinciale, dottor Muhemedi<br />

Saleh. Nella Provincia Orientale,<br />

«il problema dell’oncocercosi è particolarmente<br />

preoccupante nei distretti di<br />

Alto-Uelè e Basso-Uelè dove il numero<br />

di ciechi è già impressionante», avverte<br />

il personale medico locale, precisando<br />

che sono in corso rilevamenti da parte<br />

dell'Organizzazione mondiale della sanità<br />

(Oms) per determinare l’ampiezza<br />

dell'epidemia. Riguardo alla peste, «è essenzialmente<br />

il distretto dell’Ituri (in<br />

particolare la zona di Ereti), ad essere il<br />

più toccato con 380 casi registrati da<br />

gennaio», informa il dottor Mazendra.<br />

«Queste malattie stanno riemergendo<br />

soprattutto a causa del cattivo funzionamento<br />

del sistema sanitario di tutto il<br />

Paese», sottolineano responsabili sanitari<br />

congolesi.<br />

Com'è noto, dall'agosto del 1998 l'ex<br />

Zaire è teatro di una sanguinosa guerra<br />

civile, in cui sono coinvolti altri Paesi<br />

africani, alleati del Governo di Kinshasa<br />

o dei movimenti ribelli congolesi. Il Paese<br />

è diviso in due e il sistema sanitario<br />

fa inevitabilmente le spese del disordine<br />

e della precarietà provocati dagli eventi<br />

bellici.<br />

è una soluzione più efficace<br />

e meno costosa<br />

perché risolve tutti i problemi<br />

velocemente in vista<br />

dell’integrazione della<br />

Jugoslavia all’Unione<br />

Europea» ed ha aggiunto<br />

che «nelle trattative si<br />

dovranno esaminare tutti<br />

i problemi concreti dal<br />

punto di vista politico ed<br />

economico».<br />

Djukanovic si è comunque<br />

dichiarato soddisfatto<br />

«perché Solana<br />

ha offerto i buoni uffici<br />

dell’Ue, ma non si è presentato<br />

come arbitro».<br />

«Sul tavolo sono rimaste<br />

le due proposte che gli<br />

esperti esamineranno<br />

nelle prossime settimane<br />

— ha aggiunto il Presidente montenegrino<br />

—. Siamo riusciti ad evitare la trappola<br />

che si dicesse che cosa è meglio tra<br />

uno Stato comune e l’alleanza tra due<br />

Stati». Djukanovic ha peraltro precisato<br />

che le trattative non bloccheranno la<br />

convocazione del referendum sull’indipendenza<br />

previsto per la primavera.<br />

IL NOSTRO GRIDO A DIO PER LA PACE<br />

Assisi nel cuore<br />

di Giovanni Paolo II<br />

Card. ROGER ETCHEGARAY<br />

S e<br />

NOSTRE<br />

INFORMAZIONI<br />

Provviste di Chiese<br />

Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Coronel Oviedo (Paraguay) Sua<br />

Eccellenza Reverendissima Monsignor Juan Bautista Gavilán Velázquez, finora<br />

Vescovo di Concepción.<br />

. .<br />

Nomina di Vescovo Coadiutore<br />

Il Santo Padre ha nominato Vescovo Coadiutore della Diocesi di Kiyinda-<br />

Mityana (Uganda) il Reverendo Joseph Anthony Zziwa, del clero della medesima<br />

Diocesi, Vice-Rettore e Professore di Storia della Chiesa presso il<br />

Seminario Nazionale di Ggaba.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong><br />

LIBRI<br />

tutte le strade portano a Roma, il Santo Padre ha voluto<br />

che portassero anche ad Assisi. Nel 1986 non po-<br />

teva trovare luogo più altamente significativo per un<br />

raduno mondiale di preghiera per la pace. Non ha esitato:<br />

nella scelta di quella sommità e, di quella «prima», Egli fu la<br />

guida illuminata e ostinata.<br />

Ad Assisi Giovanni Paolo Il si era recato fin dal 3 novembre<br />

1978, appena due settimane dopo la sua elezione, poi il<br />

12 marzo 1982, pellegrino con i Vescovi italiani per l’ottavo<br />

centenario della nascita del Poverello. Quando, il 25 gennaio<br />

1986, annunciò a San Paolo fuori le mura l’incontro per il 27<br />

ottobre successivo, motiva la scelta della città umbra rilevando<br />

che Assisi è «il luogo che la figura serafica di san<br />

Francesco ha trasformato in un centro di fraternità universale».<br />

E, di fatto, i rappresentanti di tutte le religioni vi si sono<br />

trovati, con tutta naturalezza, come «a casa loro». Ricordo<br />

che il Gran Rabbino Elio Toaff, per la preghiera ebraica,<br />

aveva reperito l’area di un’antica sinagoga.<br />

Per evitare anche la minima parvenza di sincretismo, il<br />

Papa ha seguito, passo passo, i dieci mesi di una preparazione<br />

minuziosa e laboriosa. Ha anche dedicato interamente<br />

quattro «Angelus» consecutivi per spiegare il significato di<br />

un avvenimento che taluni hanno faticato a comprendere.<br />

Niente è stato lasciato all’improvvisazione e in nessun momento<br />

gli uni hanno pregato con la preghiera degli altri. Ma,<br />

all’infuori di quei momenti propriamente religiosi, l’incontro<br />

si è svolto nella più fraterna libertà. Vedo ancora il pulmino,<br />

che la mattina portava da Santa Maria degli Angeli alla Basilica<br />

di San Francesco. Seduti fianco a fianco, Giovanni<br />

Paolo II, l’Arcivescovo di Canterbury, un metropolita russo e<br />

il Dalaï Lama: non parlavano di religione, semplicemente<br />

erano felici di stare insieme. Vedo ancora il Papa meravigliato<br />

come tutti noi per l’arcobaleno che spuntò di sorpresa<br />

su un cielo tempestoso; la sera, nel grandioso refettorio del<br />

Sacro Convento dove riceveva i suoi ospiti, mi disse a parte<br />

che quell’arcobaleno era stato per lui il segno visibile di<br />

un’intesa tra Dio e tutti i discendenti di Noè.<br />

Da quel giorno, Assisi è diventata nel cuore di Giovanni<br />

Paolo II come l’arca spirituale dove si rifugia l’umanità intera.<br />

Nelle ore del più grande sconforto, vi si reca personalmente<br />

e apre le porte della preghiera come fece il 9 e 10<br />

gennaio 1993, in piena guerra dei Balcani, e come farà il 24<br />

gennaio prossimo, di fronte alle deflagrazioni che sconvolgono<br />

la terra. Ma si tratta ancora di afferrare bene il significato<br />

di un tale passo, insolito e raro. Per questo, bisogna ritornare<br />

a un importantissimo discorso ai Cardinali e alla Curia<br />

Romana, pronunciato il 22 dicembre 1986. Il Papa confidava<br />

lì la chiave di lettura teologica dell’atto con il quale invitava,<br />

per la prima volta nella storia, rappresentanti delle Chiese e<br />

delle religioni del mondo a una giornata di preghiera, di pellegrinaggio<br />

e di digiuno per la pace.<br />

Fu allora che lanciò «un appello pressante a ritrovare e a<br />

mantenere lo spirito di Assisi come motivo di speranza per<br />

l’avvenire», quello «spirito di Assisi» che Giovanni Paolo II<br />

non ha cessato di fare soffiare da quindici anni sulla nostra<br />

terra caotica e sulle acque ribollenti di violenze e di divisioni.<br />

Comunità cristiane, credenti di tutte le religioni, sull’esempio<br />

di Eliseo che riceve il mantello da Elia, si rivestono<br />

oggi dello «spirito di Assisi» e diventano ovunque artigiani di<br />

pace. Così, ogni anno, il Papa ha tenuto a indirizzare un<br />

messaggio di pace agli incontri interreligiosi di preghiera organizzati<br />

dalla Comunità di Sant’Egidio. L’originalità e l’audacia<br />

di Assisi sono state di mettere in primo piano «l’energia<br />

pura» della preghiera e del digiuno, mobilitando (se posso<br />

osare di utilizzare questa parola) tutti i leader religiosi a<br />

farsi carico del loro dovere imperioso di educare le coscienze<br />

umane al servizio della giustizia e della pace.<br />

La luce di Natale illumina e riscalda la nostra notte. È folle,<br />

della follia di Dio, tutto ciò che «lo Spirito di Assisi» può<br />

immaginare e creare al seguito degli angeli che cantano.<br />

«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini<br />

che Egli ama».<br />

«Spirito di Assisi», scendi su tutti noi!<br />

Oggi la pagina settimanale di<br />

articoli, schede e segnalazioni<br />

dedicata alle novità editoriali<br />

Gli Inni della Cristologia<br />

nel volume «Tutte le liriche» di Hölderlin edito nei Meridiani<br />

«Conciliatore, ora riconciliato, perché a sera<br />

con gli amici Ti invochiamo, cantando»<br />

di FRANCESCO LICINIO GALATI<br />

Pagina 7


DAL MONDO<br />

PAGINA<br />

2 .<br />

in primo piano<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Mercoledì 19 Dicembre 2001<br />

AFGHANISTAN Hamid Karzai, designato a guidare<br />

il Governo afghano di transizione, è a Roma per<br />

consultazioni con l'ex Re Zahir Shah. Temi dei colloqui<br />

la stabilizzazione politica e la ricostruzione<br />

materiale del Paese; ma si parlerà anche del ritorno<br />

in patria del Sovrano.<br />

KANDAHAR Rallentano gli attacchi aerei americani<br />

nella zona montagnosa di Tora Bora, dove forze<br />

speciali Usa e miliziani antitalebani stanno ra-<br />

strellando bunker e caverne per catturare i combattenti<br />

di «Al Qaeda» e, se possibile, il loro capo Osama<br />

bin Laden. Il comando centrale americano ha<br />

smentito la notizia che, nella zona di Kandahar, due<br />

aerei da trasporto sarebbero stati attaccati con missili<br />

«Stinger».<br />

NATO A Bruxelles, in margine alla riunione semestrale<br />

dei Ministri degli esteri dei Paesi della Nato,<br />

si discute della formazione della forza multina-<br />

AFGHANISTAN Mentre si intensificano le iniziative diplomatiche per la formazione del contingente di pace<br />

Il Premier designato Hamid Karzai<br />

a Roma per colloqui con l'ex Re<br />

Kandahar: smentito<br />

attacco missilistico<br />

contro due aerei<br />

cargo americani<br />

KANDAHAR, 18.<br />

Il comando centrale americano<br />

ha smentito che aerei Usa siano<br />

stati attaccati oggi da missili terraaria<br />

«Stinger» in Afghanistan.<br />

Un portavoce del comando centrale<br />

Usa ha smentito che due aerei<br />

da trasporto militari «C-130»<br />

siano stati presi di mira da missili<br />

terra-aria nella zona di Kandahar,<br />

nel Sud dell’Afghanistan, ma ha<br />

confermato che i piloti dei due velivoli<br />

hanno usato tattiche di difesa<br />

antimissilistica. I piloti hanno<br />

adottato le tattiche di difesa dopo<br />

aver visto illuminarsi a terra dei<br />

lampi di luce, che hanno interpretato<br />

come possibile segno di un<br />

lancio di missili antiaerei. Ma —<br />

ha detto il portavoce, maggiore<br />

Ralph Mills — non c’è nessuna<br />

prova che avvalori l’ipotesi di un<br />

lancio missilistico. I lampi — ha<br />

detto — probabilmente erano<br />

qualcosa per festeggiare l’Id-al-Fitr,<br />

la grande festa che segna la fine<br />

del Ramadan, il mese di digiuno<br />

islamico. Un portavoce militare<br />

americano in Afghanistan aveva<br />

detto in precedenza che i due<br />

aerei erano stati presi di mira da<br />

missili terra-aria, probabilmente<br />

Stinger, micidiali armi antiaeree.<br />

Nel frattempo, mentre proseguono<br />

ma meno intensi i raid su<br />

Tora Bora, guerriglieri anti-Taleban<br />

e Forze speciali americane<br />

stanno inseguendo i mercenari di<br />

«Al Qaeda» fra anfratti e caverne<br />

delle Montagne Bianche dell'Afghanistan<br />

orientale. Alcuni dei miliziani<br />

di Osama bin Laden si sono<br />

arresi ai mujaheddin, pregando<br />

quasi in lacrime di non essere<br />

consegnati agli americani.<br />

Hazrat Ali, che comanda le<br />

Forze anti-Taleban della regione,<br />

ha detto che 200 membri dell'organizzazione<br />

terroristica di «Al<br />

Qaeda» sono stati uccisi nelle incursioni<br />

aeree e in attacchi dei<br />

mujaheddin e altri 2.000 sarebbero<br />

fuggiti. Ma finora non c'è nessuna<br />

indicazione di dove si trovi<br />

Osama bin Laden, principale accusato<br />

per i disumani attacchi terroristici<br />

dell'11 settembre scorso<br />

contro New York e Washington.<br />

Il Pentagono non ha prove che<br />

il leader terrorista sia fuggito da<br />

Tora Bora e ha ancora motivo di<br />

ritenere che si trovi in quell'area,<br />

anche se «ciascuno si interroga»<br />

su dove sia davvero: lo ha detto<br />

ieri il contrammiraglio John Stufflebeem,<br />

portavoce del Pentagono.<br />

Dal canto suo, il portavoce<br />

della coalizione internazionale antiterrorismo,<br />

Keith Kenton, ha<br />

detto ad Islamabad che «è ipotizzabile<br />

che sia fuggito in Pakistan».<br />

Il Presidente americano, George<br />

W. Bush, ha comunque ribadito<br />

che Osama bin Laden «non sfuggirà<br />

alla giustizia». «Non ci sono<br />

dubbi che Osama bin Laden sarà<br />

portato davanti alla giustizia. Può<br />

accadere tra un giorno, tra un<br />

mese o tra un anno — ha detto<br />

ieri sera George W. Bush ai giornalisti<br />

alla Casa Bianca —. È in<br />

fuga. Pensa forse di potersi nascondere.<br />

Ma non ci riuscirà».<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

TIPOGRAFIA VATICANA<br />

EDITRICE<br />

«<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong>»<br />

Redazione:<br />

via del Pellegrino<br />

00120 Città del Vaticano<br />

Segreteria di Redazione:<br />

Tel. 06.698.83461/06.698.84442<br />

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Servizi fotografici<br />

de «L'Osservatore Romano»<br />

a cura di Arturo Mari<br />

Le foto dell'attività della Santa Sede<br />

sono del SERVIZIO FOTOGRAFICO<br />

de «L'Osservatore Romano»<br />

Tel. 06.698.84797 - Fax 06.698.84998<br />

E-mail: photo@ossrom.va<br />

.<br />

ROMA, 18.<br />

Il Primo Ministro designato del<br />

Governo afghano di transizione, Hamid<br />

Karzai, è giunto ieri sera a Roma<br />

per una visita nel corso della<br />

quale si incontrerà con l’ex Re dell’Afghanistan,<br />

Zahir Shah, e con responsabili<br />

politici italiani. A livello internazionale,<br />

proseguono intanto le<br />

consultazioni per la formazione di<br />

una forza multinazionale di pace.<br />

Come segnala l'agenzia «Ansa», la<br />

visita di Karzai all’ottantasettenne ex<br />

sovrano in esilio rappresenta non solo<br />

un atto di omaggio ma anche la<br />

conferma di un coinvolgimento diretto<br />

di Zahir Shah nella ricostruzione<br />

politica del Paese. Una visita importante<br />

e, soprattutto, improvvisa. Karzai,<br />

infatti, ha deciso di lasciare Kabul<br />

in un periodo cruciale per la<br />

composizione del Governo multietnico<br />

che dovrà guidare sin dal prossimo<br />

22 dicembre, data indicata dalla<br />

Conferenza di Bonn per l'insediamento.<br />

«Karzai — ha dichiarato il figlio<br />

di Zahir Shah — descriverà a<br />

mio padre la situazione attuale in Afghanistan,<br />

gli esporrà direttamente i<br />

problemi e gli chiederà di indicargli<br />

soluzioni appropriate per far rinascere<br />

il nostro Paese». «Ma soprattutto<br />

— ha proseguito — parleranno insieme<br />

degli aspetti logistici, politici ed<br />

amministrativi relativi al ritorno in<br />

Afghanistan di mio padre». Un ritorno,<br />

quello dell’ex Re, che potrebbe<br />

essere più vicino del previsto; già tra<br />

Carbonchio:<br />

nuove bonifiche<br />

in edifici<br />

del Congresso Usa<br />

WASHINGTON, 18.<br />

Le autorità federali statunitensi per<br />

l’ambiente hanno eseguito ieri un secondo<br />

intervento di bonifica dei batteri di<br />

carbonchio al Congresso di Washington,<br />

per precisione all’interno dell’Hart Building,<br />

l’edificio di Capitol Hill risultato il<br />

più contagiato dai batteri diffusi da una<br />

lettera inviata in ottobre al leader della<br />

maggioranza democratica al Senato,<br />

Tom Daschle. L’edificio, che è chiuso<br />

dal 17 ottobre, era già stato sottoposto<br />

ad una prima bonifica dall’«Environmental<br />

Protection Agency» (Epa), ma<br />

venerdì scorso vi erano state riscontrate<br />

tracce di carbonchio ancora presenti.<br />

Ancora ieri, un nuovo allarme ha suscitato<br />

una busta indirizzata al Vicesegretario<br />

di Stato Richard Armitage e<br />

contenente una polvere bianca non identificata.<br />

«La lettera è arrivata tramite il<br />

sistema postale ordinario, quindi presumiamo<br />

che sia stata irradiata e che non<br />

rappresenti un rischio immediato per la<br />

salute. La sostanza non è stata identificata»,<br />

ha riferito la portavoce del Dipartimento<br />

di Stato, Eliza Koch.<br />

Cinque persone sono morte negli Usa<br />

dall’inizio di ottobre e altre 18 sono rimaste<br />

contagiate in seguito alla circolazione<br />

delle lettere con batteri di carbonchio,<br />

il cui autore è ancora sconosciuto.<br />

Proprio ieri, comunque, la Casa Bianca<br />

ha confermato la convinzione che il carbonchio<br />

usato per contaminare la posta<br />

provenga da un laboratorio all’interno<br />

degli Usa: «Non c'è nulla di definitivo,<br />

ma le indicazioni puntano sempre di più<br />

a una produzione interna», ha detto il<br />

portavoce Ari Fleischer, riferendo sui risultati<br />

«investigativi e scientifici».<br />

PUBBLICITÀ:<br />

PUBBLIETICA s.r.l.<br />

20121 Milano - Piazza Cavour, 3<br />

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Redazione<br />

de «<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong>»<br />

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AZIENDE PROMOTRICI DELLA DIFFUSIONE DE <strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong><br />

ALITALIA – INTESABci – VOBIS – ADVENIA<br />

Pubblietica sta lavorando ad un progetto teso all'incremento della diffusione de<br />

L'Osservatore Romano in collaborazione con alcune primarie aziende italiane.<br />

Lo sforzo del quotidiano della Santa Sede per diffondere la parola del Papa, soprattutto in<br />

questo particolare momento storico, può infatti essere validamente sostenuto da quanti<br />

condividono i valori propugnati dalla Chiesa cattolica.<br />

Alcune aziende hanno scelto L'Osservatore Romano come mezzo privilegiato e qualificato<br />

per divulgare il loro messaggio pubblicitario. Saranno queste aziende —<br />

sottoscrittrici di numerosi abbonamenti — a diffondere all'interno del proprio<br />

mondo di riferimento (sedi, clienti, collaboratori), questo giornale, questi valori.<br />

la fine di gennaio e gli inizi di febbraio,<br />

secondo alcune fonti.<br />

Parallelamente alle consultazioni<br />

politiche interne alle componenti afghane,<br />

procede l'iniziativa diplomatica<br />

per la formazione della forza multinazionale<br />

che deve garantire la sicurezza<br />

durante il periodo di transizione.<br />

Ora che la Gran Bretagna si è<br />

formalmente dichiarata disponibile a<br />

guidare questo contingente, una risoluzione<br />

del Consiglio di sicurezza delle<br />

Nazioni Unite è attesa al più presto.<br />

Così che la forza di pace sia<br />

pronta a entrare in servizio già sabato<br />

prossimo, quando a Kabul si insedierà<br />

il Governo ad interim. Restano<br />

ancora da definire la consistenza numerica<br />

del contingente e i tempi del<br />

suo mandato. Solo una volta fissati<br />

questi parametri potrà esprimersi il<br />

Consiglio di sicurezza, che non deve<br />

organizzare ma solo autorizzare il<br />

contingente di pace. Questo cioè, così<br />

come chiedono le forze afghane,<br />

non potrà essere formato da caschi<br />

blu ma da reparti messi a disposizione<br />

su base volontaria da diversi Paesi.<br />

Per il momento, oltre alla Gran<br />

Bretagna, a esprimere un impegno in<br />

questo senso sono state Francia, Italia,<br />

Germania, Turchia, Canada,<br />

Giordania e Bangladesh. L’unica cosa<br />

certa è che nel contingente di pace<br />

non ci saranno statunitensi, che<br />

hanno già una loro presenza nel Paese,<br />

mentre è stata esclusa l’ipotesi di<br />

un contingente europeo.<br />

NATO Consultazioni sulla forza da inviare a Kabul<br />

A Bruxelles riunione semestrale<br />

dei Ministri della difesa alleati<br />

BRUXELLES, 18.<br />

Colloqui tra il Segretario Usa alla difesa,<br />

Donald Rumsfeld, e i Ministri dei<br />

Paesi che intendono partecipare alla forza<br />

di pace per l’Afghanistan sono previsti<br />

oggi e domani a Bruxelles a margine<br />

della riunione semestrale dei Ministri<br />

della difesa della Nato. La formazione<br />

della forza multinazionale, che non sarà<br />

collegata alla Nato e alla quale non<br />

prenderanno comunque parte gli Stati<br />

Uniti, non figura all’ordine del giorno<br />

della riunione dei Ministri dell'alleanza.<br />

Ma, come detto, numerosi colloqui bilaterali<br />

e multilaterali sono previsti tra<br />

Rumsfeld e i rappresentanti dei Paesi<br />

pronti a partecipare, per superare gli ultimi<br />

ostacoli in attesa dell'avallo del<br />

Consiglio di sicurezza dell'Onu.<br />

I diciannove Ministri alleati tratteranno<br />

anche dell'offensiva contro il terrorismo<br />

e delle conseguenze della decisione<br />

degli Usa di ritirarsi dal trattato «Abm»<br />

firmato con Mosca nel 1972. La questione<br />

dovrebbe essere affrontata anche nella<br />

riunione prevista per oggi pomeriggio<br />

con il Ministro della difesa russo, Igor<br />

Ivanov. Con Ivanov, i Diciannove parleranno<br />

inoltre delle nuove relazioni Russia-Nato<br />

delineate la settimana scorsa<br />

dai Capi della diplomazia alleati. Ivanov<br />

ha nel frattempo oggi affermato che la<br />

Russia è pronta ad appoggiare un’operazione<br />

militare anche fuori dell’Afghanistan<br />

se avrà prove nette sul coinvolgimento<br />

di altri Paesi in azioni terroristiche.<br />

Parlando con i giornalisti russi a<br />

Bruxelles, il Ministro degli esteri, citato<br />

dall’agenzia «Interfax», ha affermato<br />

Argentina: proteste<br />

e tentativi di saccheggio<br />

in numerose città<br />

BUENOS AIRES, 18.<br />

Si moltiplicano nell’Argentina in preda<br />

alla crisi economica le proteste popolari<br />

unite spesso a tentativi di saccheggio<br />

di supermercati e di centri di grande<br />

distribuzione. Ieri — segnala l'«Ansa» —<br />

per la quinta giornata consecutiva, in diverse<br />

città del Paese migliaia di dimostranti<br />

si sono presentati fin dalle prime<br />

ore del mattino davanti alle porte dei<br />

supermercati, chiedendo a gran voce<br />

che venissero distribuiti viveri.<br />

A Rosario, a 300 chilometri ad Ovest<br />

di Buenos Aires, la polizia è intervenuta<br />

per disperdere i dimostranti. Incidenti<br />

anche a Mendoza, ubicata a 1.000 chilometri<br />

ad Ovest della capitale, dove vi sono<br />

stati vari tentativi di assaltare i supermercati,<br />

tentativi bloccati dalle forze<br />

dell'ordine che hanno lanciato gas lacrimogeni.<br />

Le autorità locali hanno ammesso<br />

che la situazione è «disperata» e<br />

hanno denunciato la presenza di agitatori.<br />

Manifestazioni si sono verificate anche<br />

nella città di Paraná, a 300 chilometri<br />

da Buenos Aires, dove oltre 3.000<br />

persone hanno bloccato le entrate di un<br />

supermercato e solo l’annuncio che oggi<br />

potranno avere 1.500 borse colme di cibo,<br />

le ha convinte a desistere dal fare irruzione.<br />

Kabul: dopo dodici anni la bandiera a stelle<br />

e strisce è tornata a sventolare<br />

nel cortile della sede diplomatica statunitense<br />

che se la coalizione internazionale decidesse<br />

di intervenire fuori dell’Afghanistan,<br />

Mosca «se riceverà prove consistenti<br />

sull’esistenza di strutture terroristiche<br />

internazionali» in «altri territori»,<br />

è pronta a «sostenere operazioni per distruggerle».<br />

In parallelo alla riunione alleata,<br />

ma al di fuori del quadro Nato,questa<br />

sera otto Paesi membri (Germania,<br />

Francia, Regno Unito, Spagna,<br />

Belgio, Portogallo, Turchia e Lussemburgo)<br />

dovrebbero firmare il contratto<br />

per la costruzione di quasi duecento<br />

esemplari dell’Airbus militare «A400M».<br />

Repubblica Ceca:<br />

processo a ex Premier<br />

comunista Strougal<br />

PRAGA, 18.<br />

È cominciato ieri a Praga il<br />

processo contro Lubomir Strougal<br />

(77 anni), dal 1970 al 1988 Capo<br />

del Governo comunista della Cecoslovacchia,<br />

accusato di avere<br />

abusato del suo potere quando<br />

era Ministro dell’interno. Strougal,<br />

che è accusato di avere ordinato<br />

nel marzo 1965 l’archiviazione<br />

di un’inchiesta sulla polizia segreta<br />

«Stb» responsabile di tre<br />

omicidi di oppositori avvenuti dopo<br />

il colpo di Stato comunista del<br />

1948, si è dichiarato innocente ed<br />

ha respinto le imputazioni.<br />

Taiwan: forte<br />

scossa sismica<br />

nelle zone orientali<br />

TAIPEH, 18.<br />

Una scossa sismica di forte intensità<br />

ha interessato oggi le regioni settentrionali<br />

dell’isola di Taiwan. Le prime informazioni<br />

non chiariscono se il terremoto<br />

abbia causato vittime, né l'entità degli<br />

eventuali danni. La forte scossa ha fatto<br />

tremare per alcuni minuti tutti gli edifici<br />

della zona centrale della capitale Taipei.<br />

L’Ufficio centrale meteorologico di<br />

Taipeh ha comunicato che la scossa sismica<br />

ha riguardato in particolare le regioni<br />

settentrionali e occidentali dell’isola<br />

e che ancora non è stato possibile accertare<br />

se vi siano stati crolli o vittime.<br />

L’epicentro del terremoto, la cui intensità<br />

è stata calcolata dagli osservatori sismografici<br />

a 6,7 gradi sulla scala Richter,<br />

è stato localizzato a circa centoquaranta<br />

chilometri ad Ovest della provincia<br />

di Hualien.<br />

L’isola di Taiwan è stata spesso interessata<br />

da violenti scosse sismiche. Il 21<br />

settembre del 1999 la morte di oltre<br />

2.400 persone fu la devastante conseguenza<br />

di un terremoto che raggiunse i<br />

7,6 gradi della scala Richter e che fu seguito<br />

per diverse settimane da molte<br />

scosse d'assestamento.<br />

Europa:<br />

il maltempo<br />

flagella i Paesi<br />

mediterranei<br />

ATENE, 18.<br />

La morsa del gelo che serra da diversi<br />

giorni l'Europa sta investendo i Paesi<br />

meridionali, segnatamente quelli che si<br />

affacciano sul Mediterraneo orientale. In<br />

Grecia ha nevicato nella capitale Atene e<br />

diverse zone del Nord sono rimaste isolate.<br />

A Patrasso due persone, padre e figlio,<br />

sono disperse da domenica, quando<br />

la loro auto è stata trascinata dalle<br />

acque di un torrente. Gli aeroporti di<br />

Salonicco, Kavala e Alexandroupoli sono<br />

stati chiusi per la neve. Forti venti<br />

impediscono la navigazione nell'Egeo,<br />

mentre freddo e pioggia investono anche<br />

le coste mediterranee della Turchia.<br />

In Albania, numerose strade sono<br />

bloccate da ghiaccio e neve. Il distretto<br />

settentrionale di Bajram Curri è completamente<br />

isolato. Le pessime condizioni<br />

dell'Adriatico hanno impedito la partenza<br />

dei traghetti per l'Italia. Anche sulle<br />

coste della Croazia la situazione è difficile.<br />

Per il secondo anno consecutivo il<br />

mare si è ghiacciato in diverse zone,<br />

mentre la bora ha raggiunto i 180 chilometri<br />

orari e quasi tutti i porti della Dalmazia<br />

sono stati chiusi per le mareggiate.<br />

Un peschereccio è affondato. Un marinaio<br />

è morto ed un altro è disperso.<br />

Il maltempo attanaglia anche i Paesi<br />

europei del Mediterraneo centrale ed occidentale.<br />

In Spagna e in Francia, il<br />

ghiaccio sulle strade ha causato diversi<br />

incidenti, alcuni mortali. In Corsica, la<br />

situazione migliora dopo le abbondanti<br />

nevicate dei giorni scorsi, ma sono ancora<br />

isolati una decina di villaggi e 3.000<br />

abitazioni sono senza elettricità.<br />

Usa-Russia:<br />

consultazioni<br />

a gennaio<br />

sul disarmo<br />

BRUXELLES, 18.<br />

Stati Uniti e Russia hanno convenuto<br />

ieri di cominciare, il mese prossimo, discussioni<br />

tecniche in vista di riduzioni,<br />

comuni e profonde, dei loro arsenali nucleari<br />

strategici, nonostante le divergenze<br />

sul progetto americano di difesa antimissile<br />

e l’abbandono del Trattato<br />

«Abm» da parte di Washington. Lo ha<br />

annunciato il Ministro della difesa russo,<br />

Serghiei Ivanov, al termine di un incontro<br />

di due ore, ieri sera a Bruxelles, con<br />

il collega americano, Donald Rumsfeld.<br />

«Ci siamo messi d’accordo che in gennaio,<br />

a livello di esperti, cominceremo a<br />

discutere le questioni specifiche e gli<br />

aspetti militari di riduzioni radicali delle<br />

armi offensive strategiche», ha detto Ivanov.<br />

«Verranno discussi ed elaborati sia<br />

i livelli delle riduzioni sia la cornice temporale<br />

di tali riduzioni, come pure le<br />

questioni delle verifiche e della trasparenza»,<br />

ha precisato Ivanov aggiungendo:<br />

«I nuovi parametri di riduzione degli<br />

arsenali strategici devono corrispondere<br />

al livello di fiducia che si è stabilito tra i<br />

nostri Paesi». «Abbiamo avuto un eccellente<br />

incontro, che continuerà», ha dichiarato<br />

dal canto suo il Segretario alla<br />

difesa americano. Ivanov e Rumsfeld<br />

hanno concordato che l’annuncio, fatto<br />

la settimana scorsa dal Presidente George<br />

W. Bush, che gli Stati Uniti recederanno<br />

dal Trattato «Abm» del 1972, che<br />

limita i sistemi di difesa contro i missili<br />

balistici, non ha raffreddato le relazioni<br />

tra i due Paesi. Il mantenimento della<br />

stabilità strategica è stato al centro anche<br />

di colloqui svoltisi a Mosca tra una<br />

delegazione russa e una cinese.<br />

Missione a Mosca<br />

del Ministro<br />

degli esteri italiano<br />

MOSCA, 18.<br />

I Governi italiano, tedesco e inglese<br />

chiederanno alla Commissione europea<br />

un’iniziativa volta ad accelerare l’ammissione<br />

russa nell’Organizzazione mondiale<br />

del commercio. Lo ha annunciato<br />

il Ministro degli esteri italiano, Renato<br />

Ruggiero, in visita a Mosca, al vice Premier<br />

russo, Aleksiei Kudrin.<br />

Ruggiero — che proveniva da Kiev<br />

dove ha inaugurato una nuova fase dei<br />

rapporti tra Italia e Russia — ha informato<br />

Kudrin delle intenzioni dei tre<br />

Paesi prima dell’inizio della sesta sessione<br />

del Consiglio italo-russo per la cooperazione<br />

economica, industriale e finanziaria.<br />

Kudrin, che è anche Ministro delle<br />

finanze, ha ringraziato Ruggiero per<br />

l’iniziativa sottolineando che essa è un<br />

nuovo riconoscimento degli sforzi russi<br />

nel campo delle riforme economiche<br />

nonché dell’importanza dell’ingresso di<br />

Mosca nel Wto sia per la Russia che per<br />

l’economia mondiale. Dopo aver presieduto<br />

i lavori del Consiglio italo-russo,<br />

Ruggiero ha avuto un colloquio con il<br />

Ministro degli esteri russo, Igor Ivanov,<br />

sulla lotta contro il terrorismo internazionale,<br />

la situazione nei Balcani e le<br />

questioni della sicurezza globale.<br />

zionale di pace da inviare in Afghanistan. Com'è noto,<br />

essa sarà guidata dalla Gran Bretagna.<br />

USA-RUSSIA Lo scudo spaziale non blocca i rapporti<br />

tra Usa e Russia. I due Governi negozieranno<br />

nuove riduzioni degli arsenali nucleari.<br />

EUROPA Il freddo polare e il maltempo flagellano<br />

i Paesi del bacino del Mediterraneo dalla Grecia all'Albania,<br />

dalla Francia alla Spagna.<br />

SANTA SEDE<br />

Firma dell’Accordo<br />

fra la Santa Sede<br />

e la Repubblica<br />

di Slovenia<br />

su questioni giuridiche<br />

Il 14 dicembre 2001, a Ljubliana,<br />

è stato sottoscritto l’«Accordo<br />

fra la Santa Sede e la Repubblica<br />

di Slovenia su questioni giuridiche».<br />

Per la Santa Sede ha firmato<br />

S.E. Mons Jean-Louis Tauran,<br />

Segretario per i Rapporti con gli<br />

Stati, e per la Repubblica di Slovenia,<br />

il Sig. Dimitrij Rupel, Ministro<br />

degli Affari Esteri.<br />

La solenne cerimonia ha avuto<br />

luogo nei locali del Ministero degli<br />

Affari Esteri. Vi hanno assistito<br />

varie personalità delle due parti,<br />

nonché i membri delle delegazioni<br />

che hanno lavorato per la redazione<br />

del testo, fra i quali S.E.<br />

Mons. Edmond Farhat, Nunzio<br />

Apostolico in Slovenia fino all’11<br />

dicembre 2001 e l’Ecc.mo Mons.<br />

Franc Rodè, Arcivescovo di Ljubliana.<br />

Durante la Conferenza Stampa<br />

successiva alla firma, S.E. Mons.<br />

Tauran ha affermato che l’Accordo<br />

è uno strumento che regola, in<br />

modo particolare, i rapporti fra la<br />

Chiesa e lo Stato, per quanto riguarda<br />

la comunità cattolica locale<br />

e garantisce il diritto umano<br />

fondamentale della libertà religiosa.<br />

Da parte sua, il Ministro degli<br />

Affari Esteri ha sottolineato che la<br />

firma dell’Accordo rappresenta<br />

una tappa decisiva verso la normalizzazione<br />

e la modernizzazione<br />

delle relazioni Chiesa-Stato.<br />

Tale strumento giuridico costituisce<br />

una cooperazione armoniosa<br />

tra le due parti e dà alla Chiesa<br />

locale un quadro sereno per l’esercizio<br />

effettivo della libertà religiosa.<br />

Durante il soggiorno a Ljubliana,<br />

l’Arcivescovo Tauran ha avuto<br />

colloqui con il Presidente della<br />

Repubblica, Sig. Milan Kučan, e il<br />

Primo Ministro, Dott. Janez Drnovšek.<br />

New York: incendio<br />

nella cattedrale<br />

episcopale<br />

NEW YORK — Un incendio è divampato<br />

martedì nella Cattedrale<br />

episcopale di St. John a New York.<br />

La chiesa sorge nei pressi della<br />

112ª strada. Al momento non si conoscono<br />

le cause della sciagura<br />

né l'entità dei danni.<br />

Yemen: bombardate<br />

basi di terroristi<br />

SAN'A — Dodici persone sono<br />

morte martedì nello Yemen durante<br />

un attacco condotto da unità<br />

dell’esercito e della polizia dello<br />

Yemen, con l’appoggio di elicotteri<br />

e carri armati, contro il villaggio di<br />

Al Huson, nella provincia orientale<br />

di Maarab, dove si sarebbero rifugiati<br />

appartenenti alla rete terroristica<br />

«Al Qaeda». Lo riferiscono le<br />

agenzie di stampa internazionali.<br />

Spagna: arrestati<br />

collaboratori dell'Eta<br />

MADRID — Un’automobile contenente<br />

armi presumibilmente appartenenti<br />

all’Eta, l'organizzazione separatista<br />

armata dei Paesi Baschi,<br />

è stata trovata martedì a Zaltibar,<br />

nella provincia basca di Biscaglia,<br />

dalla Guardia Civile spagnola. La<br />

polizia ora sta cercando le persone,<br />

presumibilmente due, che sono<br />

fuggite a piedi abbandonando l’auto<br />

con le armi a bordo.<br />

Austria: mortale<br />

incidente sulla neve<br />

VIENNA — Una ragazzina britannica<br />

di 10 anni è uscita di pista lunedì<br />

pomeriggio durante una discesa<br />

sugli sci a St. Anton, nel Tirolo austriaco,<br />

ed è precipitata sulle rocce,<br />

riportando ferite mortali. La polizia<br />

austriaca, nel rendere nota la<br />

notizia, ha specificato che nel tentativo<br />

di soccorrere la figlia, il padre<br />

è scivolato a sua volta riportando<br />

abrasioni e contusioni.<br />

Spazio:prossimo lancio<br />

di satellite ambientale<br />

BRUXELLES — Entro il mese di<br />

gennaio, l'Esa (Agenzia spaziale<br />

europea) lancerà — tramite un<br />

vettore «Ariane-5» — il satellite<br />

ambientale «Envisat», dotato di<br />

strumenti per l'osservazione della<br />

Terra. Fornirà informazioni sullo<br />

strato dell'ozono, sull'inquinamento<br />

atmosferico, sul deforestamento,<br />

sulla desertificazione, sullo scioglimento<br />

dei ghiacciai, sull'andamento<br />

delle correnti marine. I suoi rilevamenti<br />

consentiranno di realizzare<br />

un «atlante globale satellitare»<br />

e di aggiornare le mappe territoriali<br />

tradizionali (t.f.).


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

ELZEVIRO Riflessioni sul paradosso<br />

Quando l'assurdo<br />

diventa conformismo<br />

LUIGI M. PERSONÈ<br />

Il gusto del paradosso c'è sempre stato<br />

ma, da un pezzo, mi pare che si esageri.<br />

Non direi che, all'origine, sia mancata<br />

una ragione valida. La validità sta<br />

in una presa di posizione contro un conformismo<br />

gretto e meschino. Tutte le<br />

epoche ne sono state, più o meno, prese;<br />

ma di più quella che passa sotto il<br />

nome di belle époque. La belle époque è<br />

caratteristica delle forme convenzionali:<br />

va pressappoco dalla fine dell'Ottocento<br />

alla prima guerra mondiale. In questo<br />

periodo si sfogano tutte le finzioni, le simulazioni<br />

e le dissimulazioni.<br />

In qualsiasi campo: dal sociale al politico,<br />

al letterario, all'artistico; negli usi e<br />

nei costumi, insomma nella pratica della<br />

vita quotidiana. È difficile, alle volte impossibile,<br />

scoprire quel che è autentico.<br />

Si vive di apparenza, di luoghi comuni.<br />

Può accadere che non sempre si riesca<br />

a sopportare un tal genere di vita;<br />

che non sia facile a tutti dire di sì a comando.<br />

Chi ha ingegno spiccato, che si<br />

distingue per mentalità e per esperienza<br />

non si assoggetta ad accordarsi alle opinioni<br />

prevalenti o addirittura dominanti:<br />

come se fosse dotato di una molla a forte<br />

scatto, le rifiuta.<br />

C'è modo e modo di compiere questa<br />

operazione, secondo i temperamenti.<br />

Temperamenti dotati di un'irresistibile<br />

veemenza, presi quasi dal furore, scoppiano<br />

in un modo violento. Sono questi<br />

i grandi polemisti che hanno lasciato<br />

una traccia profonda nei campi nei quali<br />

hanno agito.<br />

Un personaggio con doti particolari<br />

può riuscire a esercitare una certa suggestione,<br />

a smuovere le acque, a infondere<br />

coraggio ed entusiasmo, a fare circolo.<br />

Un circolo implica varie persone,<br />

magari molte; e queste possono costituire<br />

una forza contrastante ai convenzionalismi,<br />

alle ipocrisie e ai luoghi comuni<br />

in voga: a un certo costume e a una<br />

certa cultura. Rimangono minoranze:<br />

ma, per la loro qualità, soprattutto per<br />

il loro ardimento, possono dare ombra<br />

alle maggioranze. Le maggioranze pare<br />

che sottovalutino questi oppositori.<br />

I modi delle maggioranze anticonformiste<br />

verso le maggioranze conformiste<br />

risultano quasi sempre interessanti: anche<br />

perché, per poco che facciano, scalfiscono<br />

la parte immobile del conservatorismo.<br />

La vera e propria immobilità<br />

non esiste nella storia: ma ne esiste quel<br />

tanto, sia pure apparente, capace di<br />

provocare danni notevoli. Danni soprattutto<br />

nella società e nella cultura.<br />

Gli anticonformisti picchiano specialmente<br />

in questi due campi: e hanno la<br />

loro buona ragione. Un conformismo sociale<br />

si risolve in pratica, per dirla brevemente,<br />

in uno spietato egoismo e in<br />

una crudele mancanza di carità. Un<br />

conformismo culturale ne è la versione<br />

in un altro campo: quello delle idee, dell'arte,<br />

anche della scienza.<br />

Per l'uno e per l'altro si rischierebbe<br />

di rimanere soffocati se non intervenisse<br />

qualcuno con l'audacia di spalancare le<br />

finestre, di far entrare aria nuova, di introdurre<br />

pensieri e, ancora meglio, pratiche<br />

di conforto e di aiuto. L'aiuto, s'intende<br />

bene, non è solo il materiale, ma<br />

anche quello dello spirito e dell'intelletto.<br />

I procedimenti secondo i quali ciò accade,<br />

che consentono agli anticonformisti<br />

di contrastare i conformisti, sono, come<br />

si è accennato dianzi, molteplici.<br />

Tutti in chiave polemica, naturalmente:<br />

ma il tono differisce. Tono violento o<br />

adirato o sarcastico o burlesco o, addirittura,<br />

assurdo.<br />

Quest'ultimo riesce forse più ostico a<br />

comprendersi. Come si può combattere<br />

il conformismo con l'assurdo; ossia, il<br />

razionale con l'irrazionale? Sembra una<br />

follia; e infatti lo è lì per lì, all'inizio, o<br />

dura fino in fondo. Ma è una follia che<br />

si spiega. Siccome il conformismo è tutto<br />

regola e definizione, tutto fatto scontato,<br />

tutto ordine e disciplina, un insieme<br />

di perbenismo quanto mai banale e<br />

ipocrita, si reagisce d'istinto con arti e<br />

strumenti contrari. Il razionalismo banale<br />

e di maniera viene combattuto, qualche<br />

volta, con l'assurdo.<br />

L'assurdo piace perché rovescia posizioni<br />

troppo rigide e, per la loro immobilità,<br />

diventate non meno assurde. Insomma,<br />

in due parole, è assurdo, nel<br />

campo delle idee, della socialità, e del<br />

costume, quel che non si muove mai come<br />

quel che si muove troppo. Ma il<br />

«troppo» ha la sua giustificazione.<br />

Ormai ci siamo intesi e non conviene<br />

insistere. Conviene aggiungere che lo<br />

strumento anticonformistico dell'assurdo<br />

riesce, in taluni casi e in taluni personaggi,<br />

a diventare, a furia di usarlo,<br />

quasi una seconda natura: una natura<br />

da cui non si libera chi la possiede e che<br />

produce, alla lunga, stati di disorientamento,<br />

di uggia e di sdegno. Non si può<br />

continuare a porre rimedio ai guasti del<br />

conformismo con l'assurdo che, alla sua<br />

volta, diventa pur esso conformismo.<br />

Conosco chi, per dote naturale o per<br />

reazione, ha cominciato, fin da giovane,<br />

con l'assurdo ed è arrivato, decrepito,<br />

battendo sempre quella strada e usando<br />

sempre quell'arma, con l'aggravarsi: che<br />

ha fatto dei proseliti, proseliti dovuti al<br />

temperamento suggestivo e brillante, all'innegabile<br />

ingegno.<br />

Si è formata così tutta una scuola di<br />

paradossisti: cioè di uomini che non<br />

praticano altro che il paradosso. È la loro<br />

bandiera, la loro gloria. Ma anche la<br />

più nobile bandiera, se è esposta tutti i<br />

giorni, confonde le idee, non dice più<br />

nulla o fa uggia.I paradossi a scoppio<br />

continuo ci sono venuti a noia. Ci sono<br />

venuti a noia soprattutto per l'epoca<br />

nella quale viviamo, piena di preoccupazioni<br />

e di problemi gravi.<br />

Come si può ammettere che, in simili<br />

circostanze, si continui nella girandola<br />

dei paradossi e degli assurdi? Si cerca di<br />

pensare e di parlare sul serio, di scoprire<br />

dei rimedi, di colmare dei vuoti paurosi,<br />

di evitare il peggio: ed ecco chi, invece<br />

di darci dei consigli, di porgerci<br />

una mano, ci colma di paradossi. Mi pare<br />

che, in questo caso, sia lui l'immobilista,<br />

lui il conformista: perché è rimasto<br />

a forme e ad usi praticabili, o vantaggiosi,<br />

in altri tempi, in tempi di relativa calma,<br />

che richiedevano sveglie e scossoni.<br />

Ci si poteva allora permettere anche dei<br />

giuochi, giuochi intellettuali, corrispondenti<br />

a paradossi.<br />

Ma quando si è travolti dagli scossoni;<br />

quando si è squassati e sconquassati?<br />

Seguitare nel sistema mi sembra ora un<br />

assurdo. Mi sembra un assurdo che si<br />

continui a giocare, sia pure con l'intelletto,<br />

mentre la casa brucia, e nel fuoco<br />

si rischia, di perdere quel che si ha di<br />

più caro.<br />

Insomma, mi pare che sia venuto il<br />

momento di smetterla con le arguzie e<br />

con le beffe. Sarebbe molto più opportuno<br />

proporre delle ragioni valide alla<br />

nostra esistenza e alla nostra sopravvivenza.<br />

Perché, in fondo, -proprio di questo<br />

si tratta: di sopravvivenza ai troppi<br />

malestri che, scherzando e non scherzando,<br />

si sono perpetrati.<br />

Ai bambini si dice, a un certo punto,<br />

che è l'ora di metter giudizio; ma ci sono<br />

degli uomini che risultano peggio dei<br />

bambini.<br />

E voi li volete curare con gli assurdi;<br />

li volete tirar su a forza di paradossi?<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Mercoledì 19 Dicembre 2001<br />

La riapertura al pubblico del celebre campanile di Piazza dei Miracoli<br />

Dopo dodici anni di lavori la Torre di Pisa<br />

è tornata all'inclinazione che aveva nel 1838<br />

simpaticamente ricordata da Monsignor<br />

Alessandro Plotti, Arcivescovo di<br />

Pisa), ha detto che, quando s’arrivò a<br />

chiuderla, lui e i pisani erano convinti<br />

che la torre non sarebbe stata aperta<br />

mai più. Il comitato d’esperti, presieduto<br />

da Michele Jamiolkowski, professore<br />

di geotecnica al Politecnico di Torino,<br />

ha saputo smentirli.<br />

I lavori, costati 54 miliardi di lire,<br />

cominciarono nel 1992 con la cerchiatura:<br />

il cilindro venne fasciato con diciotto<br />

cavi d’acciaio all’altezza del primo<br />

loggiato, per evitare il cedimento<br />

verso l’esterno. Unici fra le attrezzature<br />

impiegate, essi sono destinati a rimanere,<br />

ma per fortuna non costituiscono<br />

che un minimo neo nell’insieme.<br />

Dal ’93 al ’95 furono piazzati come<br />

contrappeso numerosi blocchi di piombo<br />

— ottocento tonnellate — sul lato<br />

opposto a quello aggettante. Si cominciò<br />

poi a lavorare nel sottosuolo, pensando<br />

di sostituire una trave di cemento<br />

armato al calcestruzzo usato nel<br />

1838 dall’architetto Alessandro Della<br />

Gherardesca: questi scavò il catino basale<br />

per riportare alla luce i quasi tre<br />

metri che durante i secoli erano sprofondati<br />

nel terreno cedevole. La situazione,<br />

agli occhi di Jamiolkowski e soci,<br />

si rivelò tuttavia più complicata del<br />

previsto: nel 1933, per iniettare nuovo<br />

calcestruzzo sotto la torre, erano stati<br />

usati molti tubi d’acciaio, poi rimasti<br />

sul posto (a quel tempo non ne era stata<br />

presa nota, spiega Carlo Vigiani, altro<br />

componente del comitato). Non si<br />

potevano togliere tanto facilmente senza<br />

compromettere la stabilità dell’edificio.<br />

Per giunta, nella notte fra l’8 e il 9<br />

settembre del 1995 ci fu un improvviso<br />

aumento dello strapiombo (1,1 millimetri):<br />

i lavori vennero subito fermati. La<br />

sospensione fu lunga, ma non si trattò<br />

d’una resa. E come sarebbe stato possibile?<br />

Vigiani parla con ammirazione<br />

degli antichi magistri lapidum, che riuscirono<br />

a finire la costruzione della torre,<br />

anche se essa cominciò a pendere<br />

già quando erano stati innalzati i primi<br />

piani.<br />

Prima di ricominciare a scavare, nel<br />

luglio del 1996 fu fatta la «strallatura»:<br />

questo termine di sapore marinaresco<br />

si riferisce a grossi cavi d’acciaio agganciati<br />

provvisoriamente all’altezza<br />

del secondo loggiato e, dall’altro capo,<br />

a un contrappeso fuori vista, con lo<br />

scopo di reggere il campanile mentre<br />

veniva smosso il terreno al di sotto.<br />

Dopo esperimenti su un modello alto<br />

otto metri, ispirati al vecchio progetto<br />

dell’ingegner Ferdinando Terracina, nel<br />

gennaio 2000 gli scavi ripresero, creando<br />

una culla d’assestamento sotto la<br />

parte opposta alla pendenza. Lo stra-<br />

Le sculture di Gino Giannetti nella Cappella dei santi Martino e Sebastiano degli Svizzeri in Vaticano<br />

Nella ricerca di una materia «leggera» si colgono gli echi dell'universo fazziniano<br />

Gino Giannetti, la «Porta del Battista»<br />

MASSIMILIANO PORZIA<br />

C'è un luogo all'interno della Città<br />

del Vaticano dove l'arte ha saputo ben<br />

condensare in pochi oggetti un messaggio<br />

che attraversa i secoli: un messaggio<br />

di fede, di onore e di fedeltà. Si<br />

tratta della Cappella dei santi Martino e<br />

Sebastiano degli Svizzeri, appositamente<br />

costruita durante il Pontificato di Pio<br />

V (1566-72) per la Guardia Svizzera<br />

Pontificia, stabilita permanentemente<br />

nel 1506 da Giulio II.<br />

Diversi anni fa la cappella fu sottoposta<br />

ad un restauro che la liberò da una<br />

situazione, se non proprio di abbandono,<br />

di degrado strutturale che aveva<br />

portato a rovinoso destino alcuni affreschi<br />

posti sulle pareti umide, poco e<br />

male illuminate dai raggi solari.<br />

Durante le operazioni di restauro ci<br />

si rese conto che la cappella necessitava<br />

di una nuova decorazione artistica.<br />

Ma quale perché non ne venisse stravolto<br />

il messaggio originale? In Gino<br />

Giannetti si sono trovate le risposte che<br />

si andavano cercando.<br />

Proprio lo scultore, già autore del<br />

Monumento a Colombo, è riuscito a<br />

realizzare delle opere apprezzabili dal<br />

punto di vista stilistico, impostando nel-<br />

Rilievi della Torre<br />

di Pisa<br />

secondo Cresy<br />

e Taylor (1817)<br />

riprodotti dal Grassi<br />

(1831)<br />

GIANNI FOCHI<br />

Ore 12.30: il campanile pendente riapre<br />

ai visitatori. Eccoci quassù, una<br />

cinquantina di metri al di sopra del<br />

prato dei Miracoli, ad ammirare dall’alto<br />

i monumenti della celebre piazza.<br />

Allargando lo sguardo nell’aria di questo<br />

15 dicembre, freddina ma limpida,<br />

gustiamo il panorama della città.<br />

Spingendo gli occhi più oltre, ecco il<br />

parco di S. Rossore, la piccola catena<br />

di monti «per che i Pisan veder Lucca<br />

non ponno» (come dice Dante), il poggio<br />

del santuario mariano di Montenero,<br />

sopra a Livorno, e infine, verso settentrione,<br />

le splendide Alpi Apuane.<br />

Queste ultime sono oggi bianchissime<br />

per la nevicata dei giorni scorsi, ma<br />

biancheggiano anche d’estate, a causa<br />

delle cave di marmo dove già si riforniva<br />

Michelangelo per i suoi capolavori<br />

scultorei.<br />

Pochi minuti fa, prima che il portone<br />

venisse aperto per le autorità e per una<br />

decina di turisti scelti a caso fra quelli<br />

che stavano ammirando la piazza, nonché<br />

per noi rappresentanti di cinquantanove<br />

testate a stampa, radiofoniche e<br />

televisive d’ogni parte del mondo, le<br />

campane quassù hanno suonato, per<br />

indicare che la torre riprende in pieno<br />

la sua vita.<br />

Sono passati quasi dodici anni da<br />

quel 7 gennaio del 1990, quando la pen-<br />

denza, arrivata a<br />

uno strapiombo di<br />

quattro metri e mezzo,<br />

fece temere il<br />

crollo del campanile<br />

e sospendere le visite.<br />

Fra l’altro, era<br />

fresca l’impressione<br />

suscitata dalla torre<br />

crollata un anno prima<br />

a Pavia.<br />

La chiusura divenne<br />

un evento mondano.<br />

Oggi la cerimonia<br />

è stata festosa<br />

ma sobria, per rispettare<br />

i morti recenti<br />

d’altre due torri:<br />

quelle gemelle di<br />

New York.<br />

Pierfrancesco Pacini,<br />

presidente dell’Opera<br />

della Primaziale<br />

(«operaio del duomo»,<br />

secondo l’espressione<br />

ufficiale<br />

la lavorazione un metodo degno di<br />

tempi andati, «quando il rapporto tra<br />

artista e committente era pensato su<br />

basi solide e su criteri profondamente<br />

radicati nella società», come scrive Carlo<br />

Strinati, autore della Prefazione contenuta<br />

nel catalogo che illustra il lavoro<br />

dello scultore.<br />

Leggerezza e senso di spazio infinito:<br />

questo ispira l'osservatore attento di<br />

fronte a quello che ha realizzato Giannetti.<br />

Nel Tabernacolo, nella Porta del Battesimo<br />

e soprattutto nella Balaustra la<br />

materia si fa musica, diventa corde di<br />

uno strumento sapientemente pizzicato<br />

dal maestro che lascia libere di rincorrersi<br />

nell'aria grappoli di note: ecco<br />

quello che sembra di ascoltare davanti<br />

all'opera dell'allievo di Pericle Fazzini,<br />

dal quale ha bene assimilato quell'ansia<br />

dello slancio e della commossa lotta<br />

contro il dolore del mondo.<br />

Giannetti è un'artista, se così possiamo<br />

dire, di «vecchia maniera»: è facile<br />

immaginarselo all'opera nel suo laboratorio<br />

di Montorio Romano intento a<br />

forgiare la materia per darle quel senso<br />

di plasticità che bene esprime il suo<br />

concetto di arte e di sacro.<br />

E quest'arte esprime il meglio nella<br />

Visitatori all'interno<br />

della cima<br />

della Torre<br />

il giorno<br />

della riapertura<br />

al pubblico<br />

Lavori di perforazione del terreno nei pressi della Torre<br />

Balaustra pensata e realizzata per ricordare<br />

le 147 guardie svizzere morte durante<br />

il «Sacco di Roma». Una commemorazione<br />

che l'Artista ha voluto riproporre<br />

in forma elegiaca e vivente.<br />

Con quest'opera Giannetti, sfruttando<br />

la pienezza della vita ed il nutrimento<br />

dell'uomo che la spiga rappresenta,<br />

ha voluto rendere omaggio a quel sacrificio.<br />

Ogni spiga, infatti, simboleggia<br />

una guardia svizzera e, come mosse dal<br />

vento, tutte si accostano l'un l'altra, in<br />

un delicato e perenne abbraccio.<br />

All'opera che più rappresenta lo stile<br />

di Giannetti si accostano con non meno<br />

impeto, come già abbiamo detto, l'Altare,<br />

il Tabernacolo, la Porta del Battesimo<br />

di Cristo: tutte appendici di quell'arte<br />

dove la mano è libera di esprimere,<br />

di giocare, di dare aria e luce ai<br />

punti focali della Cappella di santi Martino<br />

e Sebastiano.<br />

Il Tabernacolo, in particolare, dove<br />

gli angeli vi si catapultano a sostenerlo<br />

e spingerlo, il tutto è un concerto di<br />

fremiti compostamente strutturato. L'opera<br />

è inconfondibilmente ricca di echi<br />

del forte universo fazziniano, ma l'arte<br />

di Giannetti alla fine trionfa giungendo<br />

a quel vertice da lui cercato e trovato.<br />

Stesso dicasi per il Crocifisso dove la<br />

Piazza<br />

dei Miracoli<br />

Particolare di un intervento di sostegno<br />

alle volticciole del Loggiato del settimo ordine<br />

figura del Cristo sembra pulsare di vita<br />

propria, in un palpito che sa arrivare al<br />

cuore del fedele.<br />

Nella Porta del Battesimo di Cristo,<br />

dove sono chiari i riferimenti ad opere<br />

di artisti del passato, Giannetti mette<br />

del suo proprio nell'opera forse più<br />

«difficile». Per questi motivi, e aderendo<br />

totalmente all'idea tradizionale, l'Autore<br />

ha saputo assecondare le più profonde<br />

valenze di richiamo al passato<br />

per fare l'opera ancora più sua.<br />

«Già dal primo impatto con l'ambiente<br />

della Cappella ho avvertito un senso<br />

di incertezza e di timore: l'importanza<br />

dell'opera che mi si chiedeva era gravata<br />

dalla responsabilità che sentivo proprio<br />

verso il committente e verso il luogo.<br />

A pochi metri difatti è l'opera di<br />

Michelangelo e non lontano la Resurrezione<br />

di Fazzini...».<br />

Così Gino Giannetti raccontava tempo<br />

fa, dopo la realizzazione delle sue<br />

opere, il suo timore iniziale per tale impegno.<br />

Timore che però non nascondeva<br />

la sfida che ha saputo raccogliere<br />

portando finalmente un'antica chiesetta<br />

che ha subìto nel corso del tempo tante<br />

ristrutturazioni e rifacimenti a trovare<br />

finalmente un suo assetto compiuto.<br />

fici di pietra. Anche all’estero sono in<br />

attesa: guardano all'Italia come modello<br />

per restaurare i loro monumenti.<br />

Non si può dunque dormire sugli allori<br />

di questa torre riaperta a coloro che<br />

vengono dai quattro punti cardinali.<br />

Eccoli qua in Piazza dei Miracoli:<br />

ora che sono risceso, li vedo questi figli<br />

del Sol Levante, delle praterie texane o<br />

dei boschi bavaresi. Fra poco aprirà<br />

per loro la biglietteria (L. 15.000 a persona).<br />

Intanto rilancio un’occhiata al<br />

campanile e mi torna in mente un amico<br />

di mio padre, amburghese trapiantato<br />

in Italia, che molti anni fa ebbi modo<br />

di conoscere e stimare profondamente,<br />

oltreché per le doti morali, per<br />

la squisita sensibilità artistica. Mi lasciava<br />

tuttavia perplesso la sua convinzione<br />

che bisognasse raddrizzarla del<br />

tutto, questa torre: non più oggetto di<br />

curiosità a causa dalla pendenza, diceva<br />

lui, si rivelerebbe finalmente a tutti<br />

come gioiello d’architettura. Di fronte<br />

alla linea spiovente di questo splendido<br />

campanile, mi ripeto che si può apprezzarlo<br />

artisticamente anche se spinti qui<br />

dalla sua sfida continua alle leggi della<br />

statica.<br />

Un ultima nota per chi volesse avere<br />

più informazioni sui lavori di stabilizzazione<br />

della torre: si può consultare<br />

con ottimi risultati il sito web www.<br />

cribecu.sns.it gestito dalla Scuola Normale<br />

Superiore di Pisa.<br />

Appuntamenti<br />

culturali<br />

Roma, 19 dicembre<br />

Nuovo Anno Accademico<br />

all'Università «S. Pio V»<br />

Il 19 dicembre alle ore 16, nell'Aula<br />

Magna della Libera Università<br />

degli Studi «S. Pio V» si<br />

svolgerà la cerimonia d'inaugurazione<br />

dell'Anno Accademico<br />

2001/2002.<br />

Roma, 19 dicembre<br />

Schema<br />

dei sistemi<br />

di rilevamento<br />

dinamico<br />

piazzati all'interno<br />

della Torre<br />

piombo fu così ridotto<br />

di quarantaquattro<br />

centimetri — ha<br />

raccontato Pacini —<br />

e dunque il monumento<br />

tornò all’inclinazione<br />

che aveva<br />

nel 1838. Si prevede<br />

che resista almeno<br />

altri due secoli e<br />

mezzo.<br />

Jamiolkowski, polacco<br />

di Leopoli radicato<br />

poi nell’Italia<br />

settentrionale, ha ricevuto<br />

in questi giorni<br />

la cittadinanza<br />

onoraria pisana. Come<br />

italiano d’adozione,<br />

ha dichiarato che<br />

si sta aspettando lo<br />

stanziamento dell’ultima<br />

decina di miliardi,<br />

necessari per<br />

la pulitura e il risa-<br />

namento delle super-<br />

Concerto di Natale<br />

Il 19 dicembre alle ore 21, nella<br />

Chiesa della Trinità dei Monti,<br />

l'orchestra di musica da camera<br />

del Centro Culturale Saint-Louis<br />

de France «Roma Ensemble»<br />

eseguirà un Concerto di Natale.<br />

San Cataldo (CL), 19-20 dicembre<br />

«Arcangelo Cammarata<br />

e il cattolicesimo sociale<br />

nel Novecento»<br />

L'Istituto Salesiano Maria Ausiliatrice<br />

sarà sede, il 19 e il 20<br />

dicembre, del convegno su «Arcangelo<br />

Cammarata e il cattolicesimo<br />

sociale nel Novecento».


.<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Mercoledì 19 Dicembre 2001<br />

Le Lettere pastorali<br />

dei Vescovi italiani<br />

MONSIGNOR FRANCESCO NOLÈ, VESCOVO DI TURSI-LAGONEGRO<br />

Chiamati a contemplare il volto<br />

tenero e dolce del Dio Bambino<br />

GIANFRANCO GRIECO<br />

Ad un anno dall'ordinazione episcopale<br />

(10 dicembre 2000) e a dieci mesi dall'ingresso<br />

nella diocesi lucana, Mons.<br />

Francesco Nolè, Vescovo di Tursi-Lagonegro,<br />

insieme con i suoi sacerdoti ed i<br />

suoi fedeli si accinge a fare un primo bilancio<br />

del cammino percorso in questo<br />

anno. Prima la Lettera pastorale per la<br />

Quaresima, ora quella di Avvento. Stile<br />

semplice, incisivo, convincente, metodo<br />

che tocca il cuore, l'anima.<br />

«Con l’Avvento — scrive il Presule lucano<br />

in questa seconda Lettera ai fedeli<br />

della sua Chiesa — entriamo nel nuovo<br />

Anno Liturgico e nel tempo dell’attesa.<br />

Infatti, mentre proclamiamo ogni giorno<br />

la nostra fede nel Cristo risorto, siamo<br />

in attesa del completo e definitivo svelarsi<br />

del volto di Dio, che non si esaurisce<br />

nella esperienza quotidiana». Si richiama<br />

a quanto avviene sotto i nostri<br />

occhi il Vescovo Nolè per ricordare come<br />

«mentre la natura in questo periodo<br />

scivola lentamente nel sonno, la liturgia<br />

con san Paolo ci scuote :“È ormai tempo<br />

di svegliarvi, perché la nostra salvezza<br />

è più vicina ora di quando diventammo<br />

credenti... Gettiamo via perciò le<br />

opere delle tenebre e indossiamo le armi<br />

della luce. Comportiamoci onestamente,<br />

come in pieno giorno: non in mezzo a<br />

gozzoviglie e ubriachezze, non fra impurità<br />

e licenze, non in contese e gelosie.<br />

Rivestitevi invece del Signore Gesù e<br />

non seguite la carne nei suoi desideri”».<br />

(Rom 13, 11.14)<br />

Vegliate, state attenti<br />

Continua il Vescovo Nolè: «Sentiremo<br />

risuonare spesso in questo tempo le parole<br />

austere: “Vigilate, state attenti, vegliate!”.<br />

Gesù per far comprendere bene<br />

il senso della vigilanza e della veglia,<br />

nella prima domenica di Avvento ci racconta<br />

una piccola parabola: “Vegliate<br />

dunque, perché non sapete in quale<br />

giorno il Signore vostro verrà. Questo<br />

considerate: se il padrone di casa sapesse<br />

in quale ora della notte viene il ladro,<br />

veglierebbe e non si lascerebbe scassinare<br />

la casa. Perciò anche voi state pronti,<br />

perché nell’ora che non immaginate, il<br />

Figlio dell’uomo verrà». (Mt 24, 42-44)<br />

Nessuno — precisa Mons. Nolè — «sa<br />

quando il padrone verrà, perciò bisogna<br />

sempre essere pronti, preparati, svegli !<br />

L’attesa e la venuta del Signore per noi<br />

cristiani non sono solo un rito che si ripete<br />

annualmente, per la gioia dei bambini<br />

o il bisogno dell’uomo di non essere<br />

schiavo delle preoccupazioni e delle<br />

paure quotidiane, ma un vegliare nell’attesa<br />

reale del Signore che viene ogni<br />

giorno a diradare le tenebre del dubbio,<br />

a dare serenità e speranza nei momenti<br />

bui e dolorosi della vita, a ristabilire i<br />

valori e l’equilibrio perduti a causa della<br />

cattiveria e della malizia, a ridare fiducia<br />

e pace ai cuori affranti dal dolore e<br />

dalla prova, a lenire le ferite del male<br />

quotidiano».<br />

«Come e cosa fare per tenerci svegli e<br />

svegliare i fratelli?» — si chiede il Vescovo<br />

Nolè —. A tutti noi dare riposte concrete<br />

e credibili, partendo dal messaggio<br />

della grotta di Betlemme.<br />

La risposta a Betlemme<br />

Nella santa grotta di Betlemme —<br />

scrive il Vescovo di Tursi-Lagonegro —<br />

«purificata da ogni sentimentalismo e<br />

inutile poesia, troveremo il senso, l’orientamento<br />

e la risposta ai perché della<br />

nostra vita personale e familiare. Troveremo<br />

Maria: donna giovane e sapiente,<br />

vergine e madre, umile e forte, laboriosa<br />

e semplice, obbediente e fedele, che<br />

ci insegnerà a vivere da figli e da salvati.<br />

Sarà Lei, nostra Regina e Madre, a farci<br />

comprendere e a custodire il bene prezioso<br />

della vita, della famiglia, della maternità,<br />

della bellezza e della dolcezza<br />

femminili che arricchiscono gli uomini e<br />

il mondo... Pregheremo per tutte le donne<br />

delle nostre case, perché vivano anch’esse<br />

la maternità come dono, la giovinezza<br />

come gioia e riconoscenza, la<br />

femminilità come segreto e chiave per<br />

aprire i cuori al Bambino che solo può<br />

riempirli di tenerezza, di stupore e di<br />

amore vero e compiuto».<br />

Tocca, nella Lettera, esperienze concrete<br />

e vissute il Vescovo Nolè: «Ho ancora<br />

negli occhi il grande spettacolo di<br />

fede e di amore, di gioia e di fratellanza<br />

vissuto ad Anglona l’8 settembre 2001<br />

primo centenario dell’Incoronazione di<br />

Maria a Regina della Diocesi! — scrive<br />

—.<br />

Migliaia di persone in festa per onorare<br />

la Mamma e sentirsi figli amati e custoditi<br />

dal suo dolce sguardo materno.<br />

Spettacolo di fede, che si ripete dovunque<br />

la devozione popolare e la Chiesa<br />

hanno segnato il cammino cristiano con<br />

una statua, una immagine o un santuario<br />

mariano. Questa fede semplice e vera<br />

— auspica il Vescovo Nolè — dobbiamo<br />

vivere, custodire e tramandare ai<br />

giovani, anch’essi alla ricerca di autenticità<br />

e di semplicità, di coerenza e di verità».<br />

A Betlemme, accanto al Presepe —<br />

continua — «troveremo Giuseppe, uomo<br />

giusto e obbediente, forte e premuroso,<br />

custode di valori e tradizioni che i Pro-<br />

feti avevano annunciato e che egli accoglie<br />

e vive in umiltà e obbedienza al disegno<br />

salvifico di Dio. Quale esempio di<br />

fede umile e forte — sottolinea — ci<br />

mostra quest’uomo che da Dio è chiamato<br />

ad annullarsi nel nascondimento e<br />

nel silenzio per far posto a Lui che si fa<br />

uomo e chiede la collaborazione umana<br />

attraverso la sua persona e il suo servizio!».<br />

Quanta forza e quanto coraggio possono<br />

attingere da san Giuseppe «i nostri<br />

papà, per imparare ad essere padri premurosi<br />

e presenti nella vita dei figli e<br />

nella famiglia, come custodi e testimoni<br />

di valori perenni che permettono ai figli<br />

di guardare al futuro con coraggio ed<br />

ottimismo».<br />

Quanta responsabilità invece — continua<br />

il Vescovo lucano — hanno i padri<br />

che, per motivi diversi, «rinunciano ad<br />

educare i figli al senso del bene, della<br />

giustizia, della legalità, del rispetto degli<br />

altri, che non li rendono partecipi dei<br />

sacrifici e della fatica della vita, concedendo<br />

tutto, senza abituarli all’ebbrezza<br />

della conquista e all’entusiasmo del successo<br />

con il sudore e con il lavoro! Preghiamo<br />

san Giuseppe — esorta — perché<br />

aiuti tutti gli uomini ad essere educatori<br />

attenti e responsabili, che insieme<br />

al pane, allo studio, alla salute e al divertimento,<br />

sanno dare nutrimento anche<br />

allo spirito dei loro figli, per renderli<br />

più sensibili ad accogliere il Dio della vita<br />

e della gioia e il dono dei fratelli».<br />

Una proposta concreta:<br />

il Presepe<br />

A questo punto della Lettera il Vescovo<br />

Nolè lancia una proposta e una sfida.<br />

Perché durante l’Avvento — chiede —<br />

«non coinvolgiamo tutta la famiglia nella<br />

preparazione del presepe, come segno<br />

del nostro essere cattolici? Se non fosse<br />

possibile il presepe intero, almeno proviamo<br />

a trovare un posticino per rappresentare<br />

il mistero dell’incarnazione<br />

con Gesù, Maria e Giuseppe. Potrebbe<br />

essere questa — sottolinea — l’occasione<br />

propizia perché la famiglia si senta<br />

impegnata a riflettere, a pregare e a<br />

contemplare l’amore di Dio che si incarna<br />

e sceglie di vivere in mezzo a noi,<br />

per ricondurci all’amore tenero e misericordioso<br />

del Padre manifestato nel Figlio.<br />

Perché — si chiede con forza profetica<br />

il Vescovo Nolè — dobbiamo ammirare<br />

o biasimare la tenacia e l’orgoglio<br />

di manifestazioni e gesti che proclamano<br />

la violenza, l’effimero, l’edonismo,<br />

la volgarità e il disprezzo della vita<br />

e dei valori cristiani e non avere il coraggio<br />

e la gioia di testimoniare la nostra<br />

fede? Forse la preparazione e la<br />

contemplazione del presepe ci riporteranno<br />

alla fede semplice e alla sana tradizione<br />

dei nostri padri, rinnovata nelle<br />

forme e nell’entusiasmo dei mezzi di oggi,<br />

che ci permetterà di vivere anche<br />

questi giorni difficili e incerti, con la<br />

semplicità e la gioia che Maria e Giuseppe<br />

ebbero nell’accogliere e donare al<br />

mondo il Figlio di Dio».<br />

«Proviamoci!» è il pressante invito del<br />

Vescovo. Ricominciamo un cammino<br />

nuovo segnato dalla gioia dell'appartenenza<br />

e dalla volontà di saper giungere<br />

al traguardo. A conclusione della Lettera<br />

il Vescovo esorta tutti ad accogliere<br />

l’invito del Papa, perché il prossimo 14<br />

dicembre «sia un giorno di digiuno, durante<br />

il quale pregare con fervore Dio<br />

perché conceda al mondo una pace stabile,<br />

fondata sulla giustizia, e faccia sì<br />

che si possano trovare adeguata soluzioni<br />

ai molti conflitti che travagliano il<br />

mondo. Ciò di cui ci si priva nel digiuno<br />

potrà essere messo a disposizione dei<br />

poveri, in particolare di chi soffre in<br />

questo momento le conseguenze del terrorismo<br />

e della guerra».<br />

Dai giorni dell’attesa alla gioia di vivere<br />

il Natale accanto a Maria e a Giuseppe,<br />

nella grotta di Betlemme, per «contemplare<br />

il volto tenero e dolce di Dio<br />

Bambino»: è questa la preghiera e l'augurio<br />

di un Vescovo amato dal suo Popolo.<br />

MONSIGNOR FERNANDO CHARRIER, VESCOVO DI ALESSANDRIA<br />

Al servizio della speranza<br />

sulle strade del mondo<br />

La Lettera Pastorale che il Vescovo<br />

Fernando Charrier ha inviato alla Chiesa<br />

che è in Alessandria per il 2001-2002, titola<br />

il primo capitolo «Al servizio della<br />

speranza». «Il nostro passo, all’inizio di<br />

questo nuovo secolo — scrive Mons.<br />

Charrier — deve farsi più spedito nel ripercorrere<br />

le strade del mondo. Le vie<br />

sulle quali ciascuno di noi e ciascuna<br />

delle nostre Chiese cammina sono tante<br />

ma non c’è distanza fra coloro che sono<br />

strettiinsiemedall’unica comunione che,<br />

ogni giorno, si alimenta alla mensa del<br />

Pane eucaristico e della Parola di vita».<br />

Per proseguire il «pellegrinaggio fra le<br />

persecuzioni del mondo e le consolazioni<br />

di Dio», la Chiesa alessandrina trae le<br />

coordinate per «la nuova evangelizzazione»<br />

dagli orientamenti del Concilio Vaticano<br />

II, dalla Lettera Apostolica «Novo<br />

Millennio ineunte», dagli Orientamenti<br />

della CEI per il primo decennio del TerzoMillennioedalXIVSinodoDiocesano.<br />

Partendo da «Cristo Gesù, unico e<br />

universale Salvatore all’inizio e al termine<br />

del cammino che ci proponiamo», il<br />

Vescovo di Alessandria invita i credenti<br />

a risvegliare in sé e negli altri l’amore<br />

del Risorto, «a dare speranza con una<br />

fede forte nell’Unico che tutto promette<br />

e tutto dona» e a far proprio l’invito del<br />

Papa: «Duc in altum!». «Questa parola<br />

risuona oggi per tutti ed invita a fare<br />

memoria grata del passato, a vivere con<br />

passione il presente, ad aprirsi con fiducia<br />

al futuro: Gesù Cristo è lo stesso, ieri,<br />

oggi e sempre».<br />

La Lettera sottolinea la presenza, fra<br />

la gente alessandrina, di un «analfabetismo<br />

religioso», di una mentalità di materialismo<br />

pratico, la mancanza di senso<br />

morale, un relativismo religioso ed etico<br />

uniti ad un certo smarrimento per quanto<br />

concerne la vita religiosa. E le domande<br />

che il Vescovo pone sono conseguenti:<br />

«la comunicazione della fede cristiana<br />

può aver luogo da com’è annunciato<br />

e vissuto il Vangelo dai singoli credenti?<br />

Le Parrocchie sono comunità vive<br />

ed evangelizzanti? Il requisito missionario<br />

è la caratteristica fondamentale<br />

delle parrocchie e delle Aggregazioni lai-<br />

MONSIGNOR BENIGNO LUIGI PAPA, ARCIVESCOVO DI TARANTO<br />

Tempo privilegiato per rendere<br />

più solida la fede in Cristo<br />

Avvento come tempo privilegiato per<br />

rendere più solida la nostra fede in Dio<br />

e più coraggiosa e limpida la comunicazione<br />

del suo Vangelo. Così nel suo<br />

messaggio per l’Avvento alla Chiesa diocesana,<br />

l’Arcivescovo Benigno Papa indica<br />

e definisce il «tempo dell’attesa» che<br />

ci interpella direttamente in rapporto ad<br />

un uso cristiano del tempo, nel presente<br />

e nel futuro. I cristiani sono gli uomini<br />

e le donne dell’attesa, perché destinatari<br />

di una promessa da perseguire con speranza.<br />

Nella sua sollecitazione a riscoprire<br />

l’anno liturgico come primo e fondamentale<br />

itinerario di fede, che è rimarcata<br />

nella «traccia pastorale» dettata alla<br />

comunità, egli sottolinea come tale urgenza<br />

pastorale che si possa incominciare<br />

a vivere e promuovere a partire dall’Avvento,<br />

«tempo forte» dell’anno liturgico<br />

che ci ripropone la contemplazione<br />

del volto di Cristo. «Più volte, i testi della<br />

preghiera, della Sacra Scrittura, dei<br />

canti, nell’Avvento ripetono: «Gesù è<br />

Colui che è venuto, che viene e che verrà».<br />

Non solo è storicamente venuto al<br />

mondo più di duemila anni fa, e le celebrazioni<br />

del Grande Giubileo lo hanno<br />

ricordato con doverosa gratitudine, ma<br />

«Egli verrà nella Gloria alla fine dei tempi,<br />

la cui data è a noi sconosciuta, e nel<br />

frattempo, viene a noi con i doni del<br />

Suo Spirito nella predicazione della Parola,<br />

nella celebrazione dei Sacramenti,<br />

nella esperienza di grazia che ciascuno<br />

di noi può fare nell’intimo della sua coscienza»<br />

(Comunicare il Vangelo in un<br />

mondo che cambia, n. 29)».<br />

Da questo dato oggettivo della nostra<br />

fede in Gesù, Messia e Signore, afferma<br />

Mons. Papa, scaturisce un aspetto della<br />

spiritualità tipica dell’Avvento che noi<br />

siamo chiamati a vivere sempre con una<br />

maggiore consapevolezza, ma sapendo<br />

che l’Avvento diviene poi una condizione<br />

spirituale essenziale che caratterizza<br />

la spiritualità cristiana. «Nell’esprimere<br />

in questi termini una dimensione fondamentale<br />

della vita cristiana, ho in mente<br />

un brano dell’epistola di san Paolo ai<br />

Romani: “la creazione stessa attende<br />

con impazienza la rivelazione dei figli di<br />

Dio... poiché nella speranza siamo stati<br />

salvati. Ora ciò che si spera... lo attendiamo<br />

con perseveranza” (8, 19.24-25).<br />

Attesa, speranza, perseveranza sono tre<br />

parole che declinano in una maniera decisiva<br />

la nostra condizione di cristiani<br />

nellaspecificitàdellanostravita di fede».<br />

Il messaggio di Mons. Papa prosegue<br />

spiegando come, attraverso la fede, la<br />

vita del credente si trasformi in uno<br />

slancio vitale verso Dio che viene incontro<br />

nella nostra vita e ci guida verso un<br />

futuro che è già cominciato; per cui essere<br />

uomini e donne dell’attesa, vuol dire<br />

essere «come Maria di Nazareth,<br />

aperti e disponibili ad accogliere l’Eter-<br />

no che fa irruzione nel tempo, essere vigili<br />

perché non accada che il Signore<br />

bussi alla porta della nostra vita e noi<br />

non ci affrettiamo ad aprirla; vuol dire<br />

ancora nutrire un’immensa fiducia nel<br />

Signore che governa il mondo con sapienza,<br />

saper aspettare che la luce e il<br />

conforto di Dio illuminino situazioni difficili<br />

e a volte drammatiche della nostra<br />

storia personale e comunitaria, essere<br />

profondamente convinti che l’Emmanuele<br />

continua a camminare sulle strade<br />

del mondo come nostro Salvatore».<br />

Ma l’attesa cristiana «non può essere<br />

confusa con un disimpegno deresponsabilizzante<br />

che rifiuta di affrontare i rischi<br />

della vita. Al contrario, vivere in<br />

un’attesa carica di speranza, vuol dire<br />

non arrenderci mai di fronte alle pagine<br />

più buie della storia, avere una marcia<br />

in più nel viaggio della vita, non confondere<br />

le cose penultime con le cose ultime,<br />

le relative con le assolute, le speranze<br />

intramondane sognate e realizzate<br />

dagli uomini con la Speranza che è il<br />

contenuto della Promessa che ci viene<br />

da Dio in una maniera germinale su<br />

questa terra e, in una maniera piena e<br />

definitiva nella Gloria del Suo Regno;<br />

vuol dire, infine, essere abitualmente<br />

critici nei confronti di ideologie umane<br />

che pretendono di essere accolte come<br />

verità assolute e universali».<br />

Il cristiano, inoltre, deve anche saper<br />

trasformare in segno di speranza per<br />

l’umanità la propria fede, essendo segno<br />

visibile e operoso di cambiamento e di<br />

fiducia nella strategia divina: «Noi cristiani<br />

— aggiunge Mons. Papa — non<br />

possiamo arrestare i cambiamenti, ma<br />

con la nostra fede, consapevole, operosa<br />

e perseverante, possiamo orientarli a<br />

servizio dell’uomo vivente che è la Gloria<br />

di Dio. A indurci a una fede perseverante<br />

basta, tra l’altro, la considerazione<br />

che il mondo con le sue luci e con le<br />

sue ombre resta sempre una sinfonia incompiuta<br />

in cui è possibile cogliere quei<br />

gemiti che rimandano al compimento<br />

della redenzione».<br />

Il tempo dell’Avvento, quindi, conclude<br />

l’Arcivescovo di Taranto, è molto più<br />

che una semplice preparazione alla celebrazione<br />

rituale della nascita di Gesù, è<br />

una proposta di spiritualità cristiana da<br />

viverenelcorsodi tutto l’arco della vita.<br />

SILVANO TREVISANI<br />

MONS. MENICHELLI, ARCIVESCOVO DI CHIETI-VASTO<br />

Famiglia e santità di vita<br />

Una lettera indirizzata a sacerdoti<br />

e sposi, «famiglie di famiglie», quella<br />

scritta dall’Arcivescovo di Chieti-Vasto,<br />

Mons. Edoardo Menichelli, per il<br />

nuovo anno pastorale. Un dialogo dai<br />

toni caldi e confidenziali che trae<br />

spunto dal convegno regionale che si<br />

è svolto a Prati di Tivo, organizzato a<br />

settembre dai responsabili della Pastorale<br />

Familiare di Abruzzo e Molise.<br />

«Con la pastorale familiare —<br />

spiega Mons. Menichelli — la comunità<br />

cristiana si fa compagna di viaggio<br />

di sposi e famiglie per aiutarli a<br />

raggiungere la pienezza di una vita<br />

umana e cristiana, che altro poi non<br />

è che la risposta alla vocazione universale<br />

alla santità». La «pastorale<br />

delle meraviglie», la chiama il Presule,<br />

quella cioè del «piccolo quotidiano,<br />

dell’essenziale», che sa rispettare<br />

i silenzi e gli stupori delle donne,<br />

«custodi di nuova vita», sapendo adorare<br />

la consapevolezza di essere persone,<br />

«padri e madri che si fanno dono<br />

reciproco ed insieme per i figli».<br />

Una pastorale che, ha aggiunto l’Arcivescovo,<br />

«sa sperimentare la durezza<br />

e la difficoltà dell’intrecciarsi della<br />

fede con ampie problematiche sociali<br />

e culturali, con le ferite profonde che<br />

spesso affliggono la famiglia». Un’urgenza<br />

a cui la Chiesa è chiamata a<br />

dare risposta, sottolinea Mons. Menichelli<br />

per «confrontarsi con delicato<br />

pudore e amorevole verità con le situazioni<br />

sponsali e familiari dove la<br />

comunione interpersonale e di grazia<br />

si è spezzata». Quello dell’Arcivescovo<br />

è un invito a tutta la comunità<br />

perché sappia confrontarsi con le famiglie<br />

e con i fidanzati. «Cristo, pastore<br />

grande ed amorevole — scrive<br />

fra l'altro l'Arcivescovo — ha compiuto<br />

i passaggi della sua azione di<br />

salvezza: cerca, incontra, conosce,<br />

annuncia, accoglie, offre salvezza».<br />

«Dio non ama gli uomini — aggiunge<br />

Mons. Menichelli — secondo i loro<br />

meriti ma secondo i loro bisogni; più<br />

uno è bisognoso, più l’amore di Dio<br />

in lui si fa insistente ed efficace. Dio<br />

non ama perché gli uomini sono<br />

buoni, ma li ama perché lui è buono».<br />

L’invito per tutti è, allora, quello<br />

di lasciarsi amare da Cristo.<br />

AGNESE PELLEGRINI<br />

cali? I “progetti” e i “piani” pastorali diocesani<br />

degli scorsi anni, tendenti a far<br />

acquisire la mentalità missionaria e a vivere<br />

il “sensus ecclesiae”, sono rimasti<br />

lettera morta? Nel pellegrinaggio dei Sacerdoti<br />

alla Verna si è domandato perdono<br />

delle infedeltà personali e comunitarie;<br />

può, questa, essere una ulteriore<br />

manifestazione di volontà a proseguire<br />

nel cammino intrapreso nel XVI Sinodo<br />

diocesano?».<br />

Per quanto riguarda il cammino della<br />

Chiesa alessandrina, Mons. Charrier sottolinea<br />

che «non è possibile una autentica<br />

nuova evangelizzazione, fortemente<br />

richiesta dalla Chiesa universale e dalla<br />

Chiesa che vive in Italia, se non a cominciare<br />

da quei sacramenti dell’iniziazione<br />

cristiana che, per loro natura, si<br />

inseriscono in un contesto di annuncio e<br />

non possono essere semplici “riti di passaggio”,<br />

consuetudini sociali o abitudini<br />

devozionali. Il momento della nascita è<br />

condizionante per tutta l’esistenza e<br />

questo vale anche per la “nascita al cristianesimo”.<br />

L’attuale situazione pastorale,<br />

che da anni è ovunque oggetto di<br />

giustificate lamentele, è la prova che l’iniziazione<br />

cristiana è difettosa. La proposta<br />

evangelica lascia l’uomo sempre<br />

libero di rifiutare, ma la Chiesa è tenuta<br />

ad annunciare correttamente i contenuti<br />

e le esigenze della fede, senza per questo<br />

venir meno alla misericordia».<br />

Ecco, allora, che l’itinerario di iniziazione<br />

cristiana non può essere considerato<br />

«una faccenda privata» ma deve<br />

esprimere chiaramente la «maternità<br />

della Chiesa»: è la comunità che accoglie,<br />

genera e alimenta la vita cristiana.<br />

Così la Lettera Pastorale sottolinea che<br />

il catechista «è soprattutto un testimone<br />

che “apre” a Dio e non è una persona<br />

isolata ma “inviata” dalla comunità, né<br />

un “insegnante” ma un pedagogo, una<br />

guida, un compagno di viaggio sullo stile<br />

del Viandante; che i ragazzi non sono<br />

soggetti passivi ma persone capaci di<br />

leggere la presenza di Dio nella storia<br />

quotidiana; che la famiglia è il luogo del<br />

primo annuncio per la trasmissione delle<br />

verità della fede; che la comunità cri-<br />

stiana è il segno concreto e visibile della<br />

dimensione ecclesiale della fede; che il<br />

gruppo è l’ambiente umano in cui concretamente<br />

il fanciullo incontra e fa l’esperienza<br />

della Chiesa». E il metodo della<br />

catechesi che il Vescovo propone è<br />

quello in cui si fondono gli elementi che<br />

concorrono all’iniziazione: l’annuncio,<br />

l’ascolto e accoglienza della parola, l’esercizio<br />

della vita cristiana, la celebrazione<br />

liturgica e l’inserimento nella comunità<br />

cristiana.<br />

Nella Lettera di Mons. Charrier è presente,<br />

come in ogni suo intervento, l’esortazione<br />

ad andare avanti con speranza<br />

«abbandonando ogni scetticismo,<br />

ogni titubanza, ogni resistenza, ogni nostalgia<br />

del passato, ogni scoraggiamento:<br />

la nostra scelta pastorale è scelta di<br />

dedicare tutte le nostre forze alla «nuova<br />

evangelizzazione e, dunque, dobbiamo<br />

avere fede nella potenza della Parola<br />

di Diocheoperanelcuoredichi l’ascolta!».<br />

«Quanto più cresce nella società —<br />

conclude il Vescovo di Alessandria — il<br />

relativismo religioso, l’indifferenza, la ricerca<br />

del “miracolismo”, del sensazionale,<br />

dello “spettacolarismo”, tanto più<br />

dobbiamo far crescere, a livello personale<br />

e comunitario, il “senso di Dio, di Cristo<br />

e della Chiesa”. Solo questa solida e<br />

convinta spiritualità ci donerà forza, coraggio<br />

ed entusiasmo per dedicarci al<br />

pesante ma magnifico compito di accompagnare<br />

tutti i nostri fratelli fin “sulla<br />

soglia di Dio”, là dove nel silenzio e<br />

nel mistero della coscienza di ognuno,<br />

potrà realizzarsi l’incontro con lui. Saremo<br />

in grado di percorrere questa ulteriore<br />

tappa del nostro cammino pastorale<br />

se la nostra Chiesa locale sarà sempre<br />

più casa di comunione, dimora ospitale<br />

che va costruita mediante l’educazione<br />

a una spiritualità di comunione portando<br />

i pesi gli uni degli altri. Senza una<br />

rinnovata spiritualità, cioè la vita nuova<br />

nello Spirito, tutte le nostre iniziative e i<br />

nostri propositi sono destinati ad un sicuro<br />

insuccesso».<br />

MARCO CARAMAGNA<br />

MONSIGNOR GIUSEPPE TORTI, VESCOVO DI LUGANO<br />

La vocazione cristiana di fronte<br />

alle sfide del materialismo<br />

È un fatto innegabile che nel cuore<br />

dell'uomo c'è una vocazione comune a<br />

vivere la propria specifica vocazione ricevuta<br />

in dono dal Creatore. Tuttavia,<br />

accade che l'uomo moderno, che più di<br />

tutti sente «il bisogno e la capacità di<br />

venire a contatto con il mistero di Dio»,<br />

come ebbe a dire Paolo VI, fatica «ad<br />

ammettere questo necessario e ineluttabile<br />

mistero, perché ha allargato lo spazio<br />

di studio e d'osservazione alla sua<br />

intelligenza, ha immensamente esteso il<br />

campo della sua esperienza sensibile; ed<br />

è perciò tentato di sentirsi pago di ciò<br />

che già conosce...» (Udienza Generale<br />

del 13 novembre 1968). Ma è pur altrettanto<br />

vero che in una società in cui subdolamente<br />

la vita si fa materia, e la si<br />

identifica con uno stordimento effimero<br />

di non valori, che incitano l'uomo a<br />

convincersi che il vero scopo della vita e<br />

la vera felicità consistono unicamente<br />

nell'avere più che nell'essere, l'uomo è<br />

abbandonato a se stesso. Sono, queste,<br />

le riflessioni con cui Mons. Giuseppe<br />

Torti, Vescovo di Lugano, inizia la sua<br />

Lettera pastorale per l'Avvento 2001, intitolata<br />

Chiamati alla Vita, in risposta<br />

all'appello di Giovanni Paolo II che —<br />

all'inizio del Terzo Millennio cristiano —<br />

ha invitato la Chiesa universale a «prendere<br />

il largo». Mons. Torti presenta le<br />

prospettive e le finalità che rientrano<br />

nella pastorale della sua Chiesa locale.<br />

Per «vivere» in comunione di fede, di<br />

grazia e di doni questo tempo d'Avvento<br />

2001, propone ai suoi diocesani la riflessione<br />

sulla vocazione comune di ogni<br />

uomo, per poi, nell'Avvento 2002, impegnare<br />

la sua Comunità diocesana a riflettere<br />

sulla specificità della vocazione<br />

cristiana, in quanto tale vocazione «deve<br />

essere un modello incarnato perché l'uomo<br />

di realizzi la propria». Di fronte alle<br />

«sfide» della società materialista ed edonistica<br />

«che identifica la vita come una<br />

avventura, un'allucinazione, un'insensatezza»<br />

il cristiano «corre il rischio — afferma<br />

il Vescovo di Lugano — di chiudersi<br />

in un piccolo cerchio» e di lasciare<br />

che il mondo che non vuole ascoltare il<br />

Vangelo di Gesù Cristo vada alla deriva.<br />

Per cui i cristiani debbono ribadire con<br />

forza che «ogni uomo è creato da Dio»,<br />

e che il suo fine ultimo è Colui per mezzo<br />

del Quale «tutte le cose sono state<br />

create... Egli esiste prima di tutti e tutti<br />

hanno in Lui consistenza» (cfr Col 1, 16-<br />

17), e che Dio è Padre indistintamente<br />

«di tutti, è sopra di tutti, agisce per<br />

mezzo di tutti e dimora in tutti» (cfr Ef<br />

4, 6).<br />

Richiamandosi alla Dichiarazione della<br />

Congregazione per la Dottrina della<br />

Fede Dominus Iesus, Mons. Torti ricorda<br />

come per i cristiani il Mistero della<br />

Salvezza è incentrato sull'unicità della<br />

persona di Gesù Cristo che, nella pie-<br />

nezza dei tempi — attraverso il Mistero<br />

dell'Incarnazione, Morte e Risurrezione<br />

— ha portato «a compimento l'opera di<br />

salvezza affidatogli dal Padre» (cfr Gaudium<br />

et spes, n. 5). Al fine poi di «riscoprire»<br />

l'universalità dell'unico «Popolo di<br />

Dio» nella Chiesa e nel mondo per «vivere»<br />

sempre più la propria vocazione di<br />

uomini «cittadini del mondo» e di cristiani<br />

impegnati «depositari dell'annuncio<br />

che Dio nello Spirito del Suo Figlio<br />

chiama tutti alla vita nel tempo e nell'eternità»,<br />

è necessario — dice ancora<br />

Mons. Torti — che le comunità ecclesiali<br />

si aprano alle persone in «situazione»,<br />

là dove è drammaticamente stridente il<br />

contrasto tra ricchezza e povertà, fame<br />

e miseria, là dove regna l'ingiustizia. Ed<br />

è in quest'ottica di promozione umana e<br />

cristiana che la diocesi di Lugano è fraternamente<br />

solidale con la Chiesa che<br />

vive nel Ciad, attraverso un impegno<br />

missionario, un progetto di aiuto immediato<br />

e diretto. E tutto ciò senza, tuttavia,<br />

dimenticare le povertà «vecchie» e<br />

«nuove» locali, l'aiuto e il sostegno morale<br />

e materiale a persone, famiglie, giovani<br />

e anziani che vivono nelle parrocchie<br />

della Diocesi. Da qui nasce un impegno<br />

per la comunità diocesana e parrocchiale<br />

a potenziare tutta una rete di<br />

servizi assistenziali; a portare avanti<br />

un'opera diaconale al servizio della carità.<br />

Tale impegno deve aiutare ad allargare<br />

gli orizzonti sul mondo; ad aprirsi<br />

all'accoglienza di persone che vengono<br />

da Paesi lontani, diversi fra di loro per<br />

etnie, nazionalità, lingue, cultura, religione.<br />

Nel rispetto delle persone e delle<br />

rispettive diversità, ad essi va offerta la<br />

possibilità di «capire la nostra storia, la<br />

nostra cultura» e quei valori «per noi<br />

(occidentali) imprescindibili come la libertà,<br />

la democrazia, il rispetto, la tolleranza,<br />

l'eguale dignità della donna e dell'uomo<br />

che si fondano sul cristianesimo».<br />

Anche questo fa parte della missione<br />

pastorale della Chiesa e dell'impegno<br />

del cristiano che è chiamato ad essere<br />

«luce della terra e sale del mondo» (cfr<br />

Mt 5, 13-14).<br />

Anche l'impegno liturgico deve — afferma<br />

il Vescovo di Lugano — portare a<br />

«vivere una serie di rinnovamento Pentecostale,<br />

di effusione di Spirito Santo,<br />

come avvenivano nella Chiesa primitiva»<br />

(cfr At 4, 31: 10, 44: 19, 6). Lo Spirito è<br />

il grande realizzatore dei tempi messianici.<br />

Nel tempo «forte» dell'Avvento, il Vescovo<br />

di Lugano Mons. Giuseppe Torti<br />

propone alle parrocchie, alle comunità<br />

religiose, ai gruppi ecclesiali, alle famiglie<br />

ed anche ai singoli fedeli della sua<br />

Diocesi il «Piano pastorale» d'Avvento<br />

2001-2003, sul tema della Vocazione nei<br />

prossimi due anni.<br />

MARCO TONACINI-TAMI


.<br />

PAGINA<br />

5 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Mercoledì 19 Dicembre 2001<br />

Da più di settant'anni a Revine, in diocesi<br />

di Vittorio Veneto, si ripete una suggestiva<br />

rappresentazione vivente della<br />

Natività. Quest'anno essa avrà luogo mercoledì<br />

26 e domenica 30 dicembre alle<br />

ore 14.30. Nella domeniche 6 e 13 gennaio<br />

2002, inoltre, verrà allestita e messa in<br />

scena la visita dei Magi per l'Epifania del<br />

Signore.<br />

Il presepe vivente di Revine fu ideato<br />

nel 1930: si trattava allora di quadri viventi<br />

che, nel 1934, vennero sostituiti dal pre-<br />

Presepe vivente a Revine: una tradizione che ha più di settant'anni<br />

sepe vero e proprio. A volerlo fu il parroco,<br />

don Vittorio Bernardi, che in precedenza<br />

aveva realizzato quadri viventi della<br />

Via Crucis.<br />

Dal 1996 con l'arrivo del nuovo parroco<br />

Giovanni Ros, il Presepe ha assunto l'attuale<br />

fisionomia di una vera e propria manifestazione<br />

a scena aperta su copione<br />

tratto dalla Sacra Scrittura. Molto ben caratterizzate<br />

appaiono le scene della Gene-<br />

Nella Basilica romana di Santa Croce in Gerusalemme, il Card. Saraiva Martins ha presieduto<br />

la cerimonia della professione dei voti perpetui per diciassette figlie spirituali di Madre Teresa di Calcutta<br />

Vocazione, consacrazione e missione:<br />

sulle strade del mondo con le ali della carità<br />

1. Carissime sorelle neo-professande e<br />

sorelle Missionarie della carità, reverendi<br />

Padri e fratelli degli Istituti fondati da<br />

Madre Teresa di Calcutta, carissimi fratelli<br />

e sorelle tutti nel Signore che prendete<br />

parte a questo rito commovente e<br />

ricco di fascino evangelico, tutti voi sapete<br />

che Madre Teresa era solita iniziare<br />

i suoi interventi, mettendo in luce il fatto<br />

che Dio è amore e che ama ciascuno<br />

di noi, così tanto, da averci dato il suo<br />

unico Figlio Gesù Cristo. Nel contempo<br />

non mancava di ricordare anche che<br />

Dio non soltanto ci ama, ma vuole in<br />

cambio il nostro amore. «Amor con<br />

amor si paga», hanno cantato grandi<br />

santi e poeti, nei secoli passati.<br />

Madre Teresa in fondo non faceva altro,<br />

in questo modo, che annunziare il<br />

Vangelo. Certo, nel suo caso, l’annunzio<br />

era fecondato da una vita interamente<br />

dedicata a ricevere e, soprattutto, a donare<br />

questo bene incommensurabile della<br />

carità divina. Niente nella vita della<br />

vostra Madre Fondatrice si spiega al di<br />

fuori di questo suo costante rapporto<br />

d’amore con Cristo: cuore di ogni autentica<br />

testimonianza evangelica.<br />

Ed è proprio questa la Buona Novella<br />

che voi, Sorelle che oggi fate la vostra<br />

Professione Perpetua, come già tante altre<br />

prima di voi avete udito e accolto<br />

nei vostri cuori questo amore personale<br />

di Cristo per ciascuna di voi. Questo è<br />

l’amore al quale voi state rispondendo<br />

oggi donando la vostra vita a Gesù Cristo<br />

in modo definitivo.<br />

2. Il Signore ci concede la grazia di<br />

celebrare insieme le vostre Professioni<br />

Perpetue, nella Solennità dell’Immacolata<br />

Concezione della Beata Vergine Maria.<br />

Non è soltanto un caso, bensì una<br />

delicatezza della Divina Provvidenza, dal<br />

momento che Madre Teresa e le Missionarie<br />

della Carità hanno nutrito, sempre,<br />

una grande devozione per la Beata<br />

Vergine Maria.<br />

Senza dubbio la Madonna è modello<br />

e ispirazione per queste Sorelle e per<br />

tutte le persone consacrate, nei tre<br />

aspetti fondamentali della vita religiosa,<br />

come il Santo Padre ha sottolineato nella<br />

sua Esortazione Apostolica: «Vita consecrata».<br />

Il primo di questi aspetti è la vocazio-<br />

Iniziative della diocesi di Oppido Mamertina-Palmi<br />

Quando pace e perdono<br />

si incontrano nella carità<br />

La pace viene da Dio che ne è il Principe;<br />

così anche il perdono afferisce nella<br />

sostanza della sua essenza alla riconciliazione<br />

che dall'amore cristiano trae<br />

linfa e significato.<br />

Non c'è pace senza giustizia né perdono<br />

senza riconciliazione.<br />

La ricerca sulla pace veicolata da<br />

scienze quali la polemogia e l'irenologia<br />

non trae fondamento vivae vocis oraculo<br />

ma si sostanzia della ricerca di Dio o<br />

teologia.<br />

La pace sociale in una società, famiglia<br />

o nazione comporta armonia tra i<br />

diversi membri che si aiutano e collaborano<br />

al comune benessere e alla civile<br />

convivenza nel rispetto delle norme naturali<br />

e positive. La vita dei popoli e delle<br />

persone innestata in un ordine naturale<br />

che si radica originariamente in Dio<br />

promuove l'istinto di solidarietà, l'inclinazione<br />

al bene comune e la giustizia<br />

sociale ottenuta con le sole armi della<br />

condivisione della correzione.<br />

La stessa «tranquillità dell'ordine» tanto<br />

cara al sant'Agostino del «De Civitate<br />

Dei» comporta un principio pro-sociale<br />

da cui derivi la collaborazione sinergica<br />

nella e delle società capaci di affratellare<br />

gli uomini valorizzandone le facoltà spirituali.<br />

In tal senso la pace non è assenza di<br />

guerra ma promozione di giustizia e di<br />

fraternità secondo l'insegnamento di Colui<br />

che ci ha amato perché ha dato la<br />

vita per il genere umano.<br />

Queste istanze di socialità si fanno più<br />

vive e attuali con quanto il Papa e la<br />

Chiesa promuovono in tutto il mondo:<br />

non c'è pace senza giustizia, non c'è pace<br />

senza perdono.<br />

Nella Piana di Gioia Tauro in provincia<br />

di Reggio Calabria esistono tra l'altro<br />

tre iniziative che riassumono nella pratica<br />

quotidiana tali concetti.<br />

Mons. Silvio Mesiti Arcidiacono di<br />

Palmi e da oltre un quindicennio Cappellano<br />

del locale carcere giudiziario afferma<br />

che «è fondamentale riconciliarsi<br />

con se stessi e con Dio, col prossimo,<br />

con la giustizia e con la verità».<br />

Questa tematica della riconciliazione<br />

— egli afferma — «è affidata in maniera<br />

precipua alla Chiesa per cui tutti gli uomini<br />

sbagliano e hanno il diritto di essere<br />

perdonati mentre tutti hanno il dovere<br />

di perdonare».<br />

È questa una considerazione che discende<br />

dal Padre Nostro: «Rimetti a noi<br />

i nostri debiti come noi li rimettiamo ai<br />

nostri debitori» — e il dinamico don Sil-<br />

Nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, in Roma, sabato 8 dicembre<br />

2001, solennità dell'Immacolata Concezione, diciassette Missionarie della<br />

Carità hanno emesso la professione religiosa con i voti perpetui. Lo hanno<br />

fatto durante la Santa Messa presieduta dal Cardinale José Saraiva Martins,<br />

Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.<br />

Le giovani Suore della Congregazione fondata da Madre Teresa di Calcutta<br />

provengono da differenti Paesi: Italia, Portogallo, Kenya, Tanzania, Spagna,<br />

Etiopia, India, Sud Africa, Senegal, Romania, Albania.<br />

Tra i numerosi fedeli presenti nella Basilica non è mancata la piccola folla<br />

— attenta e commossa — di quei «più poveri tra i poveri», prediletti ed<br />

evangelicamente «serviti» dalle religiose con il «sari» bianco bordato di azzurro.<br />

Le numerose suore di Madre Teresa che partecipavano alla Santa<br />

Messa catturavano l’attenzione dei fedeli, entusiasmati anche dai loro volti<br />

sorridenti e pieni di luce.<br />

Davanti all’Altare, posizionate in semicerchio le diciassette neo-professe<br />

hanno accompagnato l’offertorio con un toccante canto in lingua inglese.<br />

L’assemblea è stata invitata ad unirsi, nella preghiera, alle numerose giovani<br />

che, nella stessa occasione della solennità dell’Immacolata Concezione, si<br />

sono consacrate al Signore ed al servizio dei fratelli più poveri nell’Istituto<br />

fondato dalla grande Missionaria della carità di Calcutta, nelle diverse case<br />

del mondo.<br />

Davvero sorprendente l’ingente numero, in questi tempi abbastanza avari<br />

di vocazioni religiose femminili. Quest’anno sono in tutto ben 135 religiose:<br />

tra quelle che hanno emesso i primi voti o i voti perpetui, sia nel ramo attivo<br />

che in quello contemplativo.<br />

Pubblichiamo di seguito l’omelia tenuta dal Cardinale José Saraiva Martins<br />

durante la Celebrazione:<br />

ne. Proprio perché concepita immacolata,<br />

cioè senza macchia di peccato né<br />

contagio di colpa, Maria ha potuto rispondere<br />

pienamente alla sua vocazione<br />

ad essere la Madre di Dio, pronunciando<br />

il suo pieno e completo «sì» alla divina<br />

volontà, in ogni momento. Care Sorelle,<br />

voi avete risposto generosamente<br />

alla chiamata del Signore e, negli anni<br />

immediatamente trascorsi, avete frequentato<br />

la scuola del servizio al Signore,<br />

secondo lo stile, le costituzioni e le<br />

regole volute da Madre Teresa.<br />

Cercando con tutto il cuore di dire<br />

«sì» al Signore, di compiere la sua volontà,<br />

vi siete messe in ascolto di quel<br />

Suo grido di sete sulla Croce — sempre<br />

così vivo nel cuore della vostra fondatrice<br />

e che ne ha caratterizzato la spiritualità<br />

— e avete risposto ad esso, ogni<br />

giorno, cercando di saziare quella sete<br />

con le opere dell’amore per Cristo e per<br />

le salvezza delle anime. Come disse Madre<br />

Teresa «Gesù ci ha scelto; non siamo<br />

stati noi i primi a sceglierlo. Per<br />

vio si è fatto promotore sul monte Sant'Elia<br />

di un centro diurno residenziale<br />

che accoglie per ora dodici ragazzi figli<br />

di carcerati e che quanto prima diventerà<br />

casa di accoglienza polivalente con 70<br />

posti letto per la promozione umana, sociale<br />

e religiosa di altrettanti giovani che<br />

sono nelle ristrettezze e nel bisogno.<br />

Il tema della pace coniugata col perdono<br />

riecheggia ancora nell'Opera «San<br />

Francesco d'Assisi» della vicina Rizziconi<br />

dove la solerte signorina Maria Albanese<br />

unitamente alla Gifra francescana promuove<br />

per una trentina di anziani soli e<br />

nel bisogno un'assistenza sociale e medica<br />

d'avanguardia coniugando i principi<br />

dell'etica cristiana con la necessità di offrire<br />

a chi è nel disagio e nella sofferenza<br />

un sorriso che spesso ripaga di tante<br />

attese e di una miriade di desideri.<br />

Anche la Casa di Castellace per gli ex<br />

giovani malati di Aids, fiore all'occhiello<br />

della diocesi e della famiglia Germanò<br />

che ne ha promosso la donazione, viene<br />

incontro alle necessità di tanti ammalati<br />

che nonostante il passato trovano la forza<br />

d andare avanti vuoi per le cure ivi<br />

prestate, vuoi ancor più per la catena di<br />

condivisione e di solidarietà che tale iniziativa<br />

benefica da qualche anno ha saputo<br />

suscitare nel territorio non solo calabrese.<br />

Ecco dunque pace e perdono,<br />

giustizia e condivisione, solidarietà e<br />

comprensione delle necessità altrui sono<br />

i motivi fondanti della nostra Chiesa<br />

particolare che in tanto valorizza l'educazione<br />

alla pace e in quanto chiede e<br />

concede perdono.<br />

Sì, il perdono è la risorsa inesauribile<br />

di una comunità in cammino: la sua<br />

concezione dinamica si configura nella<br />

prospettiva della carità cristiana che si<br />

dona e ottiene. «Dov'è carità e amore<br />

qui c'è Dio» non è solo il ritornello di<br />

un orecchiabile canto liturgico ma è soprattutto<br />

il programma di chi si sforza<br />

di essere cristiano in trincea, ogni giorno.<br />

Perché questa è la forza redentrice<br />

che ci viene dalla Croce di Cristo, perché<br />

«questa è la Chiesa che amo» come<br />

ebbe a dire profeticamente in una lettera<br />

pastorale Mons. Benigno Luigi Papa,<br />

Arcivescovo di Taranto e già nostro caro<br />

Pastore, allorquando nella curva diuturna<br />

dei giorni che passano il disegno salvifico<br />

trascendente si incarna nella prospettiva<br />

storica di un presente già divenuto<br />

vi caritatis futuro.<br />

FILIPPO MARINO<br />

questo dobbiamo dare tutto; il massimo<br />

che possiamo». Tra poco direte il vostro<br />

«sì» definitivo al Signore, il vostro «sì»<br />

per la vita eterna del Regno di Cristo,<br />

che comincia già su questa terra: «Il Regno<br />

di Dio è in mezzo a voi». Maria resterà<br />

per sempre l’esempio più eccelso<br />

della risposta convinta alla chiamata di<br />

Dio, la primizia del suo Regno di santità<br />

e di grazia.<br />

Il secondo aspetto è la consacrazione.<br />

Anche in questo la Beata Vergine è d’esempio,<br />

perché Ella si donò completamente<br />

al Signore, e nulla interferì mai<br />

in questa sua appartenenza totale a Dio.<br />

Questo è ciò che viene chiesto anche a<br />

voi, che oggi fate la vostra Professione<br />

Perpetua.<br />

Madre Teresa ripeteva spesso: «Dobbiamo<br />

aggrapparci a Gesù, stringerci a<br />

Lui, afferrarLo e non lasciarLo sfuggire<br />

per nessun motivo. Dobbiamo innamorarci<br />

di Lui».<br />

Care Sorelle, vi accompagniamo con<br />

la nostra preghiera, unita a quella della<br />

si, della chiamata di Abramo, delle profezie<br />

del Messia, dell'Annunciazione, della<br />

Nascita di Gesù, dell'arrivo dei pastori,<br />

della fuga in Egitto.<br />

Quasi la metà degli abitanti di Revine è<br />

coinvolta direttamente o indirettamente<br />

nella rappresentazione.<br />

Le prove cominciano già a metà del<br />

mese di ottobre.<br />

Le scene più suggestive sono quelle dei<br />

personaggi raccolti nella capanna e dell'arrivo<br />

dei pastori che si portano dietro<br />

tutto un loro piccolo mondo.<br />

Lo spettacolo, arricchito con canti e musiche,<br />

trova una cornice ideale in Revine,<br />

abbarbicato su una montagna. Per i numerosi<br />

fedeli che accorrono a visitarlo da<br />

tutto il circondario, si tratta di catechismo<br />

vivo che rimane ben impresso nella memoria.<br />

GIOVANNI DAN<br />

Il Cardinale Primate Józef Glemp in visita ai connazionali residenti nella città partenopea<br />

Collaborazione e comunione<br />

tra emigrati polacchi e la Chiesa di Napoli<br />

Un frammento della millenaria, forte e intensa spiritualità<br />

della Polonia è giunto a Napoli, attraverso le<br />

migliaia di figli di questa terra costretti a emigrare in<br />

cerca di lavoro. La Chiesa partenopea ha accolto con<br />

gioia questa nuova ricchezza, facendo del proprio meglio<br />

per sostenere i fratelli e sorelle dell'Est: dall'incontro<br />

tra le due comunità è nato uno straordinario rapporto<br />

di comunione e collaborazione, grazie al quale<br />

proprio la diocesi di Napoli, nel 1998, ha istituito la<br />

prima missione cattolica polacca in Italia. Una realtà<br />

ormai radicata nel tessuto della città e della Chiesa locale,<br />

che ha festeggiato domenica 16 dicembre l'incontro<br />

con il Cardinale Józef Glemp, Arcivescovo di Varsavia<br />

e Primate di Polonia, venuto a visitare alcuni dei<br />

luoghi-simbolo del cammino di fede vissuto a Napoli<br />

dai suoi connazionali.<br />

Ad accogliere il Porporato è stato il Cardinale Michele<br />

Giordano, Arcivescovo di Napoli, convinto promotore<br />

e sostenitore dell'avvio della missione, la cui<br />

cura pastorale è affidata a Padre Stanislao Iwanczak,<br />

40 anni, dal 1996 a Napoli per l'assistenza spirituale degli<br />

emigrati polacchi. Il Card. Glemp ha presieduto la<br />

solenne Concelebrazione Eucaristica nella chiesa dei<br />

padri Cappuccini di corso Vittorio Emanuele, una delle<br />

parrocchie dove ogni domenica Padre Stanislao celebra<br />

la Santa Messa per i polacchi: circa un migliaio i<br />

fedeli presenti, giunti da ogni parte della città e della<br />

Campania per pregare insieme con il Primate della<br />

Chiesa che è in Polonia, ribadendo così la profonda comunione<br />

con la propria terra d'origine.<br />

Emigrare è una scelta sofferta, destinata spesso a lacerare<br />

persone e famiglie: la prova, però, rafforza la<br />

fede autentica e permette ad uomini e donne di guardare<br />

con più chiarezza in se stessi, comprendendo meglio<br />

il senso autentico dell'esistenza. Padre Iwanczak è<br />

testimone di tante, tantissime storie di questo tipo, i<br />

cui protagonisti si sono ritrovati per l'incontro con il<br />

Cardinale Glemp. «C'è molto dolore e disagio in chi<br />

deve lasciare la propria casa ed i propri cari — racconta<br />

— ma questa condizione aiuta chi è in cerca di Dio<br />

ad arricchirsi interiormente. Emigrare è come affrontare<br />

il deserto: si va in una terra straniera, senza conoscerne<br />

la lingua, la cultura, la gente. Ma in questo deserto<br />

si può seminare, raccogliendo frutti importanti,<br />

perché uomini e donne acquistano una visione diversa<br />

della vita, più matura e profonda, distinguendo ciò che<br />

èveramenteimportanteed essenziale da tutto il resto».<br />

Così a Padre Stanislao è capitato di confessare, a<br />

Napoli, due polacchi riavvicinatisi alla fede dopo un<br />

quarto di secolo. «Valeva la pena — sorride — lavorare<br />

qui cinque anni anche solo per la gioia di ritrovare<br />

queste due persone». In realtà il lavoro della missione<br />

cattolica polacca a Napoli, intitolata alla Divina Misericordia,<br />

è ben più vasto e impegnativo: Padre Iwanczak,<br />

della Società di Cristo per gli Emigrati polacchi<br />

(una Congregazione religiosa fondata con questo specifico<br />

obiettivo missionario), si occupa di un gregge molto<br />

numeroso e sparso su un territorio assai vasto. Ogni<br />

domenica, ad esempio, il cappellano dei polacchi di<br />

Napoli celebra in due chiese del capoluogo (quella dei<br />

Cappuccini e la parrocchia dei santi Cosma e Damiano,<br />

nei pressi della stazione ferroviaria centrale) e in<br />

vostra Madre Fondatrice che certamente<br />

è presente a questo momento, nel mistero<br />

gaudioso della Comunione dei Santi,<br />

affinché possiate sempre aggrapparvi a<br />

Cristo ed a Lui solo, con tutte le vostre<br />

forze, con tutta l’energia del vostro<br />

amoreperLui,datavidalloSpiritoSanto.<br />

Il terzo aspetto è la missione. Ancora<br />

una volta, guardando alla Madonna Santissima<br />

— la «prima missionaria» — troverete<br />

la vostra ispirazione per vivere in<br />

pienezza l’aspetto missionario della vostra<br />

chiamata alla sequela di Cristo con<br />

la professione dei consigli evangelici.<br />

C’è una bella espressione di Madre<br />

Teresa che mi piace ripetere adesso,<br />

perché mi pare particolarmente significativa<br />

in questa solennità ed in un momento<br />

così importante della vostra vita,<br />

carissime sorelle: «La Madonna, la più<br />

bella fra tutte le donne, la più grande, la<br />

più umile, la più pura, la più santa —<br />

nel momento in cui si sentì invasa dalla<br />

Grazia, tutta piena di Gesù, si mosse in<br />

fretta».<br />

Anche voi siete chiamate ad andare<br />

sulle strade del mondo con le ali ai piedi,<br />

quelle della carità e della fede, e così<br />

come la Beata Vergine potrete arrivare,<br />

senza indugio, ovunque ci sia qualcuno<br />

che ha bisogno di voi.<br />

Anche quando diventerà difficile svolgere<br />

la vostra missione, quando essa implica<br />

la Croce, ricordatevi della Beata<br />

Vergine, invocatela. Come disse Madre<br />

Teresa, «Maria non si vergognò. Ella<br />

proclamò suo figlio Gesù. Sul Calvario<br />

vediamo la Madre di Dio sostare eretta<br />

vicino alla Croce... Come messaggeri<br />

dell’amore di Dio, dobbiamo essere così<br />

piene d’amore per poter rimanere fedeli<br />

al nostro nome! Insieme a Maria, restiamoai<br />

piedi di Gesù Crocifisso, con il nostro<br />

calice fatto dei quattro voti e pieno<br />

del vino del nostro sacrificio personale».<br />

3. Il mondo di oggi, pieno di contrasti<br />

e di mali, dove da una parte c’è povertà,<br />

miseria, lebbra, fame... dall’altra c’è<br />

egoismo, gli armamenti, gli sprechi, il<br />

consumismo, la solitudine, e tante altre<br />

piaghe morali e sociali, è un mondo che<br />

più che mai ha tanto bisogno dell’amore<br />

e della misericordia di Dio. E voi avete<br />

una missione speciale, quella di essere<br />

un riflesso, un canale di quell’amore e<br />

una di San Giuseppe Vesuviano, grosso centro dell'entroterra<br />

dove affluiscono i numerosissimi emigrati venuti<br />

a lavorare in provincia. Tutti i giorni, inoltre, Padre<br />

Stanislao tiene i contatti con gli ospedali, la Caritas,<br />

gli istituti di accoglienza per persone senza fissa dimora<br />

(in particolare quello delle Missionarie della Carità)perpoteressere<br />

vicino a tutti ipolacchiindifficoltà.<br />

Il missionario è responsabile non solo della missione<br />

in diocesi di Napoli, ma anche di quella istituita dall'Arcivescovo-Vescovo<br />

di Nola, Beniamino Depalma,<br />

proprio a San Giuseppe Vesuviano. Prima di ogni Celebrazione<br />

c'è un momento di preghiera comunitaria,<br />

con l'adorazione eucaristica; durante la settimana si<br />

svolgono invece varie attività, dalle lezioni di italiano ai<br />

corsi biblici, in collaborazione con varie parrocchie e<br />

istituti di vita consacrata campani. Realizzazioni avviate<br />

gradualmente in cinque anni di lavoro, che hanno<br />

visto il religioso giungere a Napoli nel '96 per arrivare,<br />

passo dopo passo, all'istituzione da parte della diocesi<br />

della prima missione cattolica per gli emigrati polacchi<br />

in Italia, nel 1998. Per l'immediato futuro il cappellano<br />

auspica — visto il crescente impegno necessario — di<br />

poter essere affiancato da un altro confratello, in modo<br />

da realizzare altri obiettivi come la creazione di una<br />

scuola di cultura polacca — sul modello di quelle esistenti<br />

in Francia, Inghilterra, Stati Uniti — per i bambini<br />

nati dai sempre più numerosi matrimoni misti. Intanto<br />

Padre Iwanczak rinnova più volte il grazie ai tanti<br />

sacerdoti, religiosi e suore che collaborano con le<br />

sue iniziative: tra gli altri i padri Cappuccini (dove ha<br />

sede la missione di Napoli), i Giuseppini del Murialdo<br />

(che ospitano nel proprio seminario minore quella di<br />

San Giuseppe Vesuviano), la famiglia Vincenziana che<br />

ha creato, nell'istituto delle Figlie delle Carità di via Arco<br />

Mirelli, un centro di accoglienza aperto ogni domenica<br />

come luogo di incontro dove pregare, socializzare<br />

e ritrovare un pezzetto di terra polacca, grazie ad una<br />

ricca biblioteca e alla tv via satellite.<br />

Quella dei rapporti tra comunità locali ed emigrati<br />

polacchi è, dunque, una storia luminosa, fatta di spirito<br />

di accoglienza ma anche di reciproco scambio: «Vedo<br />

spesso — ricorda Padre Stanislao — famiglie italiane<br />

dalle fede tiepida che si scuotono conoscendo un<br />

polacco dalla forte spiritualità, oppure polacchi che si<br />

riavvicinano alla Chiesa grazie all'incontro con una famiglia<br />

in grado di ravvivare la loro fede». Lo conferma<br />

il Card. Michele Giordano nel suo saluto al Primate<br />

Glemp. «Queste sorelle e fratelli — sottolinea l'Arcivescovo<br />

di Napoli — hanno trovato un posto privilegiato<br />

nel cuore della nostra Chiesa, che si sforza di offrire<br />

loro un sostegno concreto. Ma la diocesi napoletana<br />

ha anche, verso i membri della nazione polacca, un<br />

grande debito di riconoscenza, per la ricchezza spirituale<br />

e culturale con cui contribuiscono in modo efficace<br />

al bene comune della nostra città».<br />

Pensando alla terra polacca e al fenomeno dell'emigrazione,<br />

i napoletani vedono rispecchiarsi il loro stesso<br />

passato — per alcuni ancora attuale — fatto difficili<br />

viaggi all'estero nel tentativo di assicurare un dignitoso<br />

futuro ai propri cari. Ciò moltiplica il calore dell'accoglienza<br />

e le iniziative di integrazione: ma a rendere ancora<br />

più caro questo popolo al cuore dei napoletani «è<br />

Calcutta: due missionarie della carità pregano sulla tomba di Madre Teresa<br />

nella Casa Madre della Congregazione<br />

di quella tenera compassione verso coloro<br />

che servite. Gesù ha chiamato ciascuna<br />

di voi a vivere una vocazione nella<br />

quale non mancano certo le sfide, lanciate<br />

soprattutto da un mondo sazio e<br />

disperato. Una vocazione però, la vostra<br />

che è un vero dono prezioso di Dio, e<br />

che è molto bella, perché vi porta ad<br />

andare «controcorrente».<br />

Questo imprime alla vostra vocazione<br />

di missionarie della carità, la possibilità<br />

di vivere un carisma speciale, sulla strada<br />

della santità a cui tutti siamo chiamati<br />

da Dio<br />

Il Papa il giorno dei Santi, 1° novembre<br />

scorso, diceva all’Angelus: «I santi<br />

sono coloro che hanno saputo andare<br />

controcorrente, accogliendo il “discorso<br />

della montagna”, come norma ispiratrice<br />

della loro vita... Ogni cristiano è<br />

chiamato alla santità, cioè a vivere le<br />

Beatitudini» (L'Osservatore Romano 2-3novembre<br />

2001, pag. 5).<br />

La vostra consacrazione come Missionarie<br />

votate alla carità, che è il vostro<br />

cammino di santità personale e comunitario,<br />

che ha come statuto essenziale il<br />

Vangelo delle Beatitudini, la potete vivere<br />

come Maria e con Maria, per raggiungere<br />

con Lei quello che altrimenti<br />

potrebbe restare irragiungibile.<br />

Seguendo l’ispirazione di Madre Teresa<br />

non avrete difficoltà a ricordarvi<br />

quanto essa stessa diceva: «Maria è per<br />

noi causa di gioia, poiché ci ha donato<br />

Gesù. Anche noi possiamo diventare<br />

causa di gioia per gli altri, donando Gesù.<br />

Oggi la gente ha fame più che mai<br />

di Gesù. Egli è l’unica risposta se davvero<br />

vogliamo portare la pace in questo<br />

mondo».<br />

Andando nelle vostre nuove missioni<br />

non vi manchi mai la grande gioia, radicata<br />

nella fiducia che Dio che vi ha scelte<br />

sarà sempre con voi, soprattutto se<br />

continuerete ad adorarLo nell’Eucarestia<br />

ed a servirLo nei poveri. E Maria, la<br />

prima vera «Missionaria della carità»,<br />

sia al vostro fianco, cammini con voi,<br />

oggi e sempre.<br />

l'aver suscitato, in una nobile terra, quell'intrepido Padre<br />

e Pastore che è Giovanni Paolo II», ricorda il Card.<br />

Giordano. E il pensiero dell'assemblea orante riunita<br />

nella chiesa dei Cappuccini, va al Santo Padre: si prega<br />

per la sua missione apostolica, si ringrazia il Pontefice<br />

per «la speranza che, annunciando il Vangelo, ha<br />

suscitato e continua a suscitare nel mondo», rileva<br />

l'Arcivescovo di Napoli.<br />

Il Card. Giordano e il Card. Glemp ricordano anche<br />

un'altra luminosa figura della Chiesa polacca, quella<br />

del Cardinale Stefan Wyszyński, di cui si celebra il centenario<br />

della nascita: «Oggi — dice l'Arcivescovo di<br />

Napoli — siamo testimoni di come il mondo abbia apprezzato<br />

il suo sacrificio, accettando la croce su cui è<br />

stata inchiodata la sua libertà di cittadino, sacerdote e<br />

Vescovo». All'omelia, l'Arcivescovo di Varsavia si sofferma<br />

sul senso dell'Avvento, sul valore dell'attesa come<br />

momento di riflessione e purificazione interiore: «Il<br />

tempo presente è scandito da disastri, violenze inaudite,<br />

dolori e ingiustizie. Spesso la gente ha paura, ma i<br />

cristiani sanno di poter trovare conforto nell'attesa di<br />

CristoGesù,chevienepercambiareesalvareilmondo».<br />

Con la venuta del Redentore, prosegue il Card.<br />

Glemp citando il brano evangelico della domenica, «i<br />

ciechi possono vedere, i muti parlare e gli storpi camminare.<br />

Il Regno di Dio porta la vita eterna, la pace, la<br />

giustizia. È questo l'annuncio di salvezza da rivolgere<br />

ai poveri del mondo: ai poveri in senso materiale, ed a<br />

tutti gli ammalati nello spirito, colpiti dalla cecità e<br />

sordità che causa il peccato». Da qui la consegna del<br />

Primate di Polonia, affidata a tutti i cristiani: «Vivere<br />

l'Avvento come un periodo di risveglio e di conversione,<br />

in cui gettare via i macigni che pesano sul nostro<br />

cuore e riprendere con nuova energia il cammino sulle<br />

orme di Cristo».<br />

Al termine della celebrazione — cui prendono parte<br />

anche il direttore dell'Ufficio Cei per la pastorale dei<br />

migranti, don Bruno Maioli, e il Vicario episcopale di<br />

Nola, don Antonio Panico, in rappresentanza dell'Arcivescovo<br />

Depalma — la missione cattolica polacca di<br />

Napoli offre in dono al Card. Glemp un artistico presepe<br />

partenopeo, come simbolo dell'attesa della Natività<br />

ma anche dei profondi legami stabiliti tra le due comunità<br />

e le due culture. «Avere tra noi il Primate di Polonia,<br />

che ha anche lo specifico titolo di protettore dei<br />

polacchi residenti fuori della propria terra — sottolinea<br />

Padre Iwanczak — è un momento di gioia profonda,<br />

di festa che vogliamo condividere con la Chiesa di Napoli<br />

all'insegna della più profonda gratitudine».<br />

All'Arcivescovo di Varsavia vengono anche consegnati<br />

i decreti di erezione canonica delle missioni polacche<br />

in cinque diocesi italiane (Napoli, Milano, Nola,<br />

Caserta, Brescia), a testimonianza del cammino compiuto<br />

negli ultimi anni. Dopo la Messa, ci si sposta nell'istituto<br />

delle Figlie della Carità di via Arco Mirelli: è<br />

l'occasione per un incontro più personale tra il Primate<br />

editantipolacchivenutiaincontrarlo, per uno scambio<br />

di auguri nel segno di una comunione spirituale esaltata,<br />

invece che attenuata, dalla distanza geografica.<br />

MARIANO DEL PREITE


.<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Mercoledì 19 Dicembre 2001<br />

«Comunicare il Vangelo in un mondo<br />

che cambia»: è lo slogan che sigla una<br />

recente iniziativa di alcune realtà ecclesiali<br />

del Centro Antico di Napoli, che è<br />

partita a dicembre e si concluderà nel<br />

giugno 2002. Questa iniziativa si propone<br />

di incoraggiare e di guidare le persone<br />

del Centro Antico di Napoli ad andare incontro<br />

al Vangelo, «per scorgere l'oggi di<br />

Dio e le sue attese nei loro riguardi».<br />

Essa promuove, perciò, incontri mensili<br />

sul Vangelo. Gli incontri si tengono ogni<br />

Un volume curato da Angelo Bonetti<br />

Il Magistero missionario<br />

di Papa Paolo VI<br />

Il mandato missionario di<br />

evangelizzare tutte le genti<br />

Cristo lo ha affidato a tutta<br />

la Chiesa, in modo particolare<br />

e qualificato agli apostoli.<br />

Tra questi il principale<br />

destinatario e custode è Pietro<br />

e i suoi successori nella<br />

di lui cattedra. I Sommi<br />

Pontefici hanno avuto sempre<br />

viva coscienza del mandato<br />

missionario universale.<br />

Struggenti sono, ad esempio,<br />

certe «confessioni» lasciate<br />

da san Gregorio Magno<br />

che era distolto sulla<br />

proclamazione del Vangelo<br />

dalle sollecitudini (pure doverose)<br />

di assistere la popolazione<br />

e la Chiesa di<br />

Roma.<br />

Nei tempi moderni, con<br />

la comunicazione più facile,<br />

le sollecitudini dei Sommi<br />

Pontefici si sono moltiplicate<br />

a dismisura, raggiungendo<br />

tutti i continenti. Se con<br />

la scoperta dell'America la<br />

missionarietà ha raggiunto<br />

popolazioni fino allora all'oscuro<br />

del Vangelo grazie al<br />

contributo generoso e costante<br />

degli ordini e congre-<br />

gazioni maschili e femmini-<br />

li, si deve a Paolo VI il merito di aver<br />

compiuto il primo viaggio missionario<br />

in Terra Santa e successivamente i viaggi<br />

in America, in Africa, in Asia, e in<br />

Oceania.<br />

A Paolo VI si deve un altro non irrilevante<br />

primato. Come è noto la giornata<br />

missionaria mondiale fu istituita nel<br />

1927 è fissata nella penultima domenica<br />

di ottobre. I messaggi, da quella data fino<br />

al Pontificato di Paolo VI, erano<br />

emanati dalla Congregazione allora detta<br />

di Propaganda Fide, oggi dell'evangelizzazione<br />

dei popoli. Prima ancora che<br />

terminasse il Concilio Vaticano II, Paolo<br />

VI è stato il primo Papa a rivolgere alla<br />

Chiesa universale il messaggio per la<br />

giornata missionaria mondiale. La storica<br />

data è il 1963. Per la precisione fu il<br />

primo radiomessaggio rivolto in coincidenza<br />

con la celebrazione della giornata<br />

missionaria mondiale, 19 ottobre 1963.<br />

Quindi in pieno svolgimento del Concilio<br />

Vaticano II, di cui Paolo VI inaugurò la<br />

seconda sessione.<br />

Questi particolari non sono sfuggiti ad<br />

un osservatore attento qual è Angelo<br />

Bonetti, un «innamorato» di Paolo VI di<br />

cui ha approfondito le tematiche in appropriate<br />

pubblicazioni. Al suo repertorio<br />

Bonetti ha aggiunto un volume in<br />

cui ha raccolto tutti gli «atti» magisteriali<br />

di Papa Montini riguardanti la missionarietà<br />

espressa durante il suo solerte e<br />

proficuo pontificato: Paolo VI, Andate<br />

in tutto il mondo e predicate il Vangelo.<br />

Il Magistero missionario di Papa<br />

Montini 1963-1978, Roma 2001, Edizioni<br />

Vivere In, pp. 378, L. 20.000 - E. 10,33.<br />

Complessivamente i messaggi per la<br />

giornata missionaria mondiale sono 16.<br />

Manca quello del 1964, Bonetti giustifica<br />

l'assenza per il fatto che in quell'anno il<br />

Papa compì «gesti missionari, con interventi<br />

magisteriali molto significativi», tra<br />

cui la canonizzazione dei martiri ugandesi<br />

(18 ottobre 1964). Ovviamente, oltre<br />

i messaggi per la giornata missionaria<br />

mondiale Bonetti ha selezionato dal magistero<br />

di Paolo VI altri numerosi interventi<br />

tra allocuzioni e omelie da far risaltare<br />

la cospicua attività del suo magistero<br />

missionario.<br />

Le sue sollecitudini di Successore di<br />

Pietro e di pastore della Chiesa universale<br />

non avevano confini se non nelle barriere<br />

politiche e nei limiti geografici. Nel<br />

1967, nella ricorrenza dell'Epifania, ricordava<br />

due importanti avvenimenti:<br />

«quello della consacrazione dei primi<br />

Vescovi cinesi, avvenuta quarant'anni<br />

fa, il 28 ottobre 1926, in questa stessa<br />

basilica, per mano del nostro predecessore<br />

di venerata e grande memoria, Pio<br />

XI, e quello dell'istituzione canonica,<br />

normale della sacra gerarchia in Cina,<br />

decretata vent'anni fa, nel 1946, da un<br />

altro nostro non meno venerato e grande<br />

predecessore, Pio XII».<br />

Il Papa continuava con la descrizione<br />

«dolorosa» della situazione della Chiesa<br />

cattolica in Cina in quegli anni: restrizioni<br />

per la libertà religiosa, impedimento<br />

di comunicare con la Chiesa, «tutti i<br />

missionari espulsi»; ingiusta accusa alla<br />

Chiesa cattolica e alla Santa Sede «d'essere<br />

contraria al popolo cinese». Paolo<br />

VI ribadì amore per il popolo cinese,<br />

ammirazione per le sue tradizioni civili<br />

e culturali. Il desiderio vibrante era di<br />

«riprendere i contatti, come già li conserviamo<br />

con quella porzione del popolo<br />

cinese con la quale abbiamo relazioni<br />

amichevoli».<br />

Nel 1964, nel contesto della giornata<br />

missionaria mondiale, celebrò la canonizzazione<br />

di martiri ugandesi. Il Papa<br />

considera in loro lo sviluppo cristiano di<br />

tutta l'Africa. Ne esalta la fedeltà a Cristo<br />

e alla Chiesa, ne tesse un grande elogio<br />

per la forza di testimoniare il Vangelo<br />

fino al sangue. Ai martiri cattolici associa<br />

i martiri anglicani. È la prima volta<br />

che ciò avviene da parte di un Sommo<br />

Pontefice. «Questi martiri africani —<br />

disse nell'omelia — aggiungono all'albo<br />

dei vittoriosi, qual è il martirologio, una<br />

pagina tragica e magnifica, veramente<br />

degna di aggiungersi a quelle meravigliose<br />

dell'Africa antica».<br />

Nel primo messaggio per la giornata<br />

missionaria mondiale (1963) esorta a sostenere<br />

con la preghiera e le opere di<br />

carità i missionari, coloro che operano<br />

sulle frontiere e sugli avamposti per diffondere<br />

il Vangelo e per edificare la<br />

Chiesa. Il Papa parlava non per sentito<br />

dire, ma per conoscenza diretta: «abbiamo<br />

avuto noi stessi la ventura di osservare<br />

di persona» la situazione di quei<br />

missionari. «Intendiamo — precisò —<br />

far riferimento, con vivo ricordo, al<br />

viaggio da noi compiuto lo scorso anno,<br />

in cui abbiamo visitato molte stazioni<br />

missionarie dell'Africa meridionale e<br />

molte dell'Africa occidentale, rilevandone<br />

le immense necessità e riportando, al<br />

tempo stesso, un'eccellente impressione<br />

della loro fiorente vitalità».<br />

Paolo VI aveva nel cuore le Pontificie<br />

opere missionarie e ne rilevava l'importanza<br />

e il ruolo. Il suo appello costante<br />

è stato sempre quello della cooperazione,<br />

della comunione, dell'azione organica<br />

che fosse espressione di tutta la Chiesa<br />

cattolica. Nel messaggio del 1965 affermò:<br />

«è pure evidente che la presenza<br />

salvatrice della Chiesa, affinché possa<br />

essere efficace e rapida, è condizionata<br />

alla unità della cooperazione di tutte le<br />

sue membra, cioè di tutti i fedeli intorno<br />

all'unico Pastore che Dio ha posto a<br />

capo della sua Chiesa, affinché in una<br />

visione simultanea di tutti i bisogni della<br />

Chiesa missionaria, egli possa portare<br />

tempestivamente l'aiuto necessario in<br />

tutte le parti del mondo».<br />

Negli anni postconciliari ci fu una<br />

specie di «raffreddamento» nell'espansione<br />

missionaria, causato anche da situazioni<br />

politiche ostili. Paolo VI, consapevole<br />

del mandato divino e del suo ruolo<br />

di Successore di San Pietro intervenne<br />

più volte a sostegno della validità dell'a-<br />

zione missionaria e della giornata missionaria<br />

mondiale. Nel 1966 affermò: «la<br />

giornata missionaria mondiale è la continuazione<br />

dello spirito missionario dei<br />

primi cristiani che, stretti in «un cuor<br />

solo e un'anima sola» attorno agli Apostoli,<br />

vivificarono con la fede e la carità<br />

il mondo pagano. Sia essa dunque giornata<br />

della preghiera, della luce della carità;<br />

si accendano in essa numerose vocazioni<br />

missionarie, religiose e laiche,<br />

per una completa donazione di sé al regno<br />

di Dio».<br />

Nel 1966 Paolo VI torna sull'argomento,<br />

con maggiore preoccupazione e determinazione:<br />

«Desideriamo che la giornata<br />

missionaria sia celebrata dappertutto:<br />

in tutte le diocesi, in tutte le parrocchie,<br />

in tutte le famiglie religiose, in tutte<br />

le associazioni cattoliche ed anche in<br />

tutte le nascenti comunità cristiane dei<br />

territori di missione. E vorremmo che<br />

fosse celebrata con grande coscienza e<br />

con grande fervore». Sullo slancio del<br />

Concilio Vaticano II che, con il decreto<br />

Ad gentes, del 7 dicembre 1965, aveva<br />

riaffermato il compito missionario della<br />

Chiesa, ribadisca con forza: «L'idea missionaria<br />

è penetrata nel popolo cristiano;<br />

la sorte delle missioni è ormai un<br />

fatto di universale interesse e la dottrina<br />

teologica e pratica sulle missioni è stata<br />

così ampiamente e autorevolmente illustrata<br />

dal decreto del Concilio ecumenico<br />

Vaticano II circa l'attività missionaria<br />

della Chiesa, che tutti oggi conoscono la<br />

natura e l'importanza della questione<br />

missionaria». Nuovi problemi però insorgevano<br />

nelle nazioni di antica tradizione<br />

cristiana per il sopravanzare del<br />

fenomeno della secolarizzazione. La<br />

Chiesa reagì con un'assemblea sinodale<br />

che si concluse con un documento sulla<br />

evangelizzazione (1975).<br />

GINO CONCETTI<br />

Napoli: iniziative pastorali nel centro storico<br />

1° lunedì del mese, dalle ore 20 alle ore<br />

21, nella chiesa di s. Angelo a Nilo, presso<br />

piazza S. Domenico Maggiore.<br />

Le realtà ecclesiali che — in segno del<br />

loro comune impegno per una nuova<br />

evangelizzazione del popolo di Dio —<br />

hanno promosso l'iniziativa pastorale sono:<br />

le comunità parrocchiali di: s. Chiara<br />

(Frati Minori) Gesù Nuovo (Gesuiti), SS.<br />

Filippo e Giacomo (clero diocesano), san<br />

Lorenzo Maggiore (Frati Minori Conventuali),<br />

s. Giovanni Maggiore (clero diocesano),<br />

s. Nicola alla Carità (Catechisti rurali);<br />

le comunità religiose maschili e femminili<br />

presenti in esse: Domenicani della<br />

Basilica di s. Domenico Maggiore, Servi<br />

di Maria della chiesa di s. Pietro a Maiella,<br />

Teatini della Basilica di s. Paolo Maggiore,<br />

Orionini del Piccolo Cottolengo di<br />

Don Orione; — Adoratrici dell'Eucaristia<br />

(Monastero di s. Gregorio Armeno), Adoratrici<br />

del Sangue di Cristo, Clarisse,<br />

Francescane Missionarie di Assisi, Francescane<br />

Missionarie di Gesù Bambino,<br />

Missionarie della Carità di M. Teresa di<br />

Calcutta, Salesiane di Don Bosco, Suore<br />

della Carità (Monastero di Regina Coeli);<br />

le Associazioni, i Gruppi ed i Movimenti<br />

ecclesiali che fanno capo alle comunità<br />

parrocchiali ed alle comunità religiose<br />

maschili e femminili sopra indicate.<br />

PASQUALE PUCA<br />

Il convegno «L'arcidiocesi di Gorizia dall'istituzione alla fine dell'impero asburgico»<br />

Una lunga storia ricca di fede<br />

di cultura e di spiritualità<br />

Si sono conclusi i lavori<br />

del Convegno internazionale<br />

sul tema «L'arcidiocesi di<br />

Gorizia dall'istituzione alla<br />

fine dell'impero asburgico»,<br />

svoltasi nei giorni scorsi<br />

presso l'auditorium del Polo<br />

Universitario di Gorizia<br />

(storico edificio dell'ex seminario<br />

di via Alviano). La<br />

ricerca storica ha fatto riferimento<br />

ad aspetti di carattere<br />

giuridici, pastorali, sull'azione<br />

svolta dalla Chiesa<br />

con la predicazione, l'insegnamento<br />

(Gabriele Zanello,<br />

Paolo Malni, Liliana Ferrari,<br />

Franco Kralj), la catechesi,<br />

sulla presenza nel<br />

mondo culturale (Michele<br />

Cassese),educativo, sociale.<br />

Per la specificità «della<br />

diocesi goriziana non ci si è<br />

fermati solo sulla dimensione<br />

multietnica ma si sono<br />

anche toccati aspetti di vita<br />

missionaria e propri delle<br />

opere sociali, delle istituzioni,<br />

dei religiosi e delle religiose<br />

(Metod Benedik) e di<br />

carattere laicale.<br />

La ricerca è penetrata in<br />

Paolo VI in Uganda (1969) settori delicati come la que-<br />

Il Duomo di Gorizia<br />

Mercoledì 19 l'inaugurazione in via Cavalleggeri a Roma<br />

I 30 anni del Presepe dei Netturbini<br />

Compie trent'anni l'artistico Presepe<br />

dei Netturbini romani della sede dell'Azienda<br />

Municipale per l'Ambiente in via<br />

dei Cavalleggeri, che il Papa visita ogni<br />

anno in occasione delle festività natalizie.<br />

Nella felice ricorrenza la rappresentazione<br />

della Natività viene inaugurata<br />

mercoledì mattina, 19 dicembre, con la<br />

solenne Concelebrazione Eucaristica<br />

presieduta dal Cardinale Pio Laghi. Insieme<br />

con il Porporato concelebrano il<br />

cappellano dell'Ama, il gesuita Padre<br />

Cristoforo Sironi; e il parroco di Santa<br />

Maria delle Fornaci, il trinitario Padre<br />

Mario Cipollone. Intervengono i vertici<br />

dell'Azienda: il Presidente Massimo Tabacchiera;<br />

l'Amministratore Delegato,<br />

Domenico Tudini; il Direttore Generale<br />

Giovanni Fiscon.<br />

Ideato e allestito per la prima volta<br />

nel 1972 dall'allora capozona Giovanni<br />

Ianni — oggi in pensione — con la collaborazione<br />

di tutti i colleghi di via Cavalleggeri,<br />

il Presepe è stato costruito<br />

cercando di riprodurre il più fedelmente<br />

possibile la notte e la grotta più famose<br />

della storia, ispirandosi alla Palestina del<br />

tempo. Ogni anno esso viene ampliato e<br />

migliorato con materiale proveniente da<br />

diverse parti del mondo, a rappresentare<br />

— nell'idea dell'autore — la comunione<br />

tra i popoli e la pace tra le nazioni.<br />

Definito «una gemma preziosa» incastonata<br />

nel quartiere Aurelio, a pochi<br />

passi dal Vaticano, il Presepe ha una<br />

struttura caratteristica che permette al<br />

visitatore di entrare direttamente nella<br />

grotta adibita a stalla, permettendogli di<br />

calpestare il fieno e la paglia.<br />

Il primo Papa a visitarlo fu Paolo VI<br />

nel gennaio 1974, ma spetta a Giovanni<br />

Paolo II il maggior numero di presenze:<br />

dall'inizio del suo Pontificato, infatti,<br />

non è mai mancato a questo appuntamento<br />

con le famiglie dei Netturbini.<br />

Tra i tanti ospiti illustri, anche Madre<br />

Teresa di Calcutta, venuta nel maggio<br />

1996.<br />

Costruito in muratura con calce e pietre,<br />

il Presepe è costituito da 86 case<br />

con altrettanti portoncini, altrettante luci<br />

e 139 finestre. 52 metri di strade, lastricate<br />

di sanpietrini, percorrono il paesaggio.<br />

Ben sette ponti sovrastano i tre<br />

fiumi, uno dei quali alimenta tre acquedotti<br />

e quattro sorgenti d'acqua.<br />

Disseminate nel Presepe ci sono 24<br />

grotte scavate nella roccia adibite a stalle<br />

o a ripari per i pastori con i loro<br />

greggi, altre sono adibite a magazzini<br />

alimentari, dove si possono notare sacchi<br />

di frumento, cereali, farina e giare<br />

contenenti vini ed olio. Ci sono oltre 50<br />

sacchi in miniatura cuciti a mano.<br />

250 pastori, 90 pecore, 7 cammelli carichi<br />

di mercanzia, quattro asini, altrettanti<br />

buoi e due cani popolano questa<br />

straordinaria riproduzione della Notte<br />

Santa di Betlemme. Il tutto è completato<br />

dall'illuminazione che permette di riprodurre<br />

l'alba, il tramonto e la sera,<br />

quando il cielo è costellato di stelle e la<br />

luna sale alta e bianca a completare lo<br />

scenario. Sopra la grotta, in alto, tra<br />

raggi dorati vi è una colomba, donata<br />

dalla pittrice Anna Minardo in occasione<br />

dell'Anno Liturgico dello Spirito Santo.<br />

Nel basamento frontale e laterale sono<br />

murate 874 pietre, delle quali oltre<br />

250 provengono da nazioni diverse e le<br />

restanti da numerosi Comuni italiani.<br />

stione ecumenica o della<br />

dottrina della fede. Il Convegno non poteva<br />

non interessarsi anche della componente<br />

«riformata» cioè protestante della<br />

comunità goriziana che ebbe un ruolo<br />

rilevante nella vita comunitaria, sia per<br />

quanto riguarda le istituzioni caritative,<br />

sia per quanto concerne l'esperienza di<br />

fede nella attività imprenditoriali. Il<br />

prof. Kralj si è soffermato sulla grande<br />

fioritura missionaria cattolica soprattutto<br />

dal '700 al '900, tratteggiando i<br />

profili e le figure dei protagonisti di questa<br />

componente caratterizzante la vita<br />

dell'arcidiocesi. Anche la presenza della<br />

comunità slovena nella scuola, presentata<br />

da Stanislao Bratina ha delineato<br />

l'orizzonte culturale sloveno dal quale<br />

sono nate alcune personalità slovene impegnate<br />

nel lavoro educativo. Rilevanti<br />

sono stati gli interventi riguardanti i criteri<br />

in base ai quali Roma e Vienna si<br />

accordavano nella nomina degli Arcivescovi<br />

di Gorizia; su queste personalità<br />

si sono soffermati a lungo i prof. Italo<br />

Santeusanio, Tomaž Simčić, Assunta<br />

Esposito, Ferruccio Tassin. Sono emerse<br />

le personalità di Arcivescovi da Francesco<br />

Filippo d'Inzaghi (fino al 1816), Giuseppe<br />

Walland (1819-1834), Saverio<br />

Francesco Luschin (1835-1854), Andrea<br />

Gollmayr (1855-1883). Altri particolari<br />

sulla figura e opera dei Vescovi dell'arcidiocesi<br />

sono stati oggetto di molte riflessioni,<br />

Karl Heinz Frankl ha parlato del<br />

ruolo dell'Istituto S. Agostino — detto<br />

«Frintaneum» — per la formazione del<br />

clero imperiale di quello goriziano.<br />

Franc Dolinar ha delineato il periodo di<br />

transizione della storia dell'arcidiocesi<br />

fra Mons. Sedej e Jeglic. Benedik, ha illustrato<br />

ai convegnisti e ricordato la<br />

grande stagione dei religiosi e religiose<br />

a Gorizia e nella diocesi: una stagione<br />

significativa che ha dato un notevole<br />

contributo religioso e culturale alla città<br />

e alla diocesi. Predicazione e carità,<br />

evangelizzazione e cultura, assistenza ed<br />

educazione, scuola e servizio ai poveri<br />

sono stati i momenti di questa presenza.<br />

Numerosi sono stati gli interventi che<br />

hanno abbracciato 250 anni di storia<br />

della Chiesa goriziana nei vari aspetti<br />

pastorali, religiosi, missionari, nell'intreccio<br />

dei rapporti con Roma e Vienna,<br />

nella complessità delle problematiche<br />

multietniche e multiculturali. Il Convegno<br />

è stato promosso dall'Istituto di<br />

storia sociale e religiosa di Gorizia in<br />

collaborazione con il Ministero degli Affari<br />

esteri della Repubblica italiana,<br />

con la Presidenza della Regione Friuli<br />

Venezia Giulia, con l'Istituto per gli incontri<br />

mitteleuropei, la Goriska Mohorieva<br />

Druzba, Zgodovinski institut «M.<br />

Kosa» di Nova Gorica (Slovenia), con i<br />

Poli goriziani delle Università di Trieste<br />

e di Udine, e con la collaborazione dell'Istituto<br />

«Pio Paschini» di Udine. I 250<br />

anni dell'arcidiocesi di Gorizia, anniversario<br />

che si inserisce in quello per i mille<br />

anni della città, sono stati celebrati<br />

con una serie di interventi mirati non<br />

all'autoglorificazione ma, come ha affermato<br />

l'Arcivescovo Mons. Dino De<br />

Antoni, alla comprensione di come i<br />

predecessori hanno risposto all'approfondimento<br />

della storia e alle istanze di<br />

fede del loro tempo. Gli interventi si sono<br />

succeduti e si sono sviluppati sulla<br />

base di fonti sicure e di notevole valore<br />

culturale, religioso, storico — presenti<br />

nei vari archivi diocesano, statale, pubblici<br />

e privati —. I relatori, professori e<br />

ricercatori delle varie Università di<br />

Trieste, Udine, Milano, Klagenfurt, Gorizia,<br />

Vienna, Lubiana, Roma, Graz,<br />

Città del Vaticano. I temi trattati hanno<br />

riguardato «Riformismo settecentesco<br />

nelle circoscrizioni ecclesiastiche in Europa»<br />

(Erwin Gatz); «Sloveni e croati»<br />

nel Seminario Centrale di Gorizia (Branku<br />

Marušič).<br />

«L'opera del primo Arcivescovo di<br />

Gorizia, Carlo Michele D'Attems», (Pe-<br />

VICARIATO DI ROMA<br />

Causa di Canonizzazione del Servo di Dio<br />

LUIGI STURZO<br />

Sacerdote Diocesano<br />

EDITTO<br />

La sera dell’8 agosto del 1959 moriva a Roma il Servo di Dio don Luigi Sturzo,<br />

sacerdote diocesano.<br />

Uomo di Dio, dotato di grande ingegno e di iniziative eccezionali, di carattere<br />

forte e dalla volontà tenace, nella piena fedeltà al carisma sacerdotale, sempre<br />

obbediente alla Chiesa e al Sommo Pontefice, il Servo di Dio seppe infondere<br />

nei cattolici italiani il senso del diritto-dovere della partecipazione alla cosa<br />

pubblica al servizio della verità e dei più deboli, mediante l’applicazione dei<br />

principi della dottrina sociale della Chiesa.<br />

Essendo andata vieppiù aumentando, col passare degli anni, la sua fama di<br />

santità ed essendo stato formalmente richiesto di dare inizio alla Causa di Canonizzazione<br />

del Servo di Dio, nel portarne a conoscenza la Comunità ecclesiale,<br />

invitiamo tutti e singoli i fedeli a comunicarci direttamente o a far pervenire<br />

al Tribunale Diocesano del Vicariato di Roma (Piazza S. Giovanni in Laterano,<br />

6 — 00184 ROMA) tutte quelle notizie, dalle quali si possano in qualche modo<br />

arguireelementifavorevoliocontrariallafamadi santità del detto Servo di Dio.<br />

Dovendosi, inoltre, raccogliere, a norma delle disposizioni legali, tutti gli<br />

scritti a lui attribuiti, ordiniamo, col presente EDITTO, a quanti ne fossero in<br />

possesso, di rimettere con debita sollecitudine al medesimo Tribunale qualsiasi<br />

scritto, che abbia come autore il Servo di Dio, qualora non sia già stato consegnato<br />

alla Postulazione della Causa.<br />

Ricordiamo che col nome di scritti non s’intendono soltanto le opere stampate,<br />

che peraltro sono già state raccolte, ma anche i manoscritti, i diari, le lettere<br />

ed ogni altra scrittura privata del Servo di Dio. Coloro, che gradissero conservarne<br />

gli originali, potranno presentarne copia debitamente autenticata.<br />

Stabiliamo, infine, che il presente EDITTO rimanga affisso per la durata di<br />

due mesi alle porte del Vicariato di Roma e della Curia di Caltagirone, e che,<br />

inoltre, venga pubblicato sulla Rivista «Risorgimento Popolare» del Centro Internazionale<br />

Studi Luigi Sturzo, sul Periodico «Sociologia» dell’Istituto Luigi<br />

Sturzo, sulla «Rivista Diocesana» di Roma e sul quotidiano «Avvenire».<br />

Dato in Roma, dalla Sede del Vicariato, il 10 Dicembre 2001.<br />

CAMILLO Card. RUINI<br />

Vicario Generale<br />

GIUSEPPE GOBBI<br />

Notaro<br />

ter Tropper), Giuseppe Trebbi ha esposto<br />

il frutto della ricerca sulle origini<br />

dell'arcidiocesi; il prof. Edoardo Bressan<br />

ha trattato l'argomento «Chiesa e<br />

Stato in Austria nell'Ottocento», periodo<br />

questo sul quale si è particolarmente<br />

indagato. Sono seguite comunicazioni<br />

del prof. Cassese su «cultura e pastoralità<br />

nella Chiesa goriziana fra riformismo<br />

ed età napoleonica»; la stampa religiosa<br />

a Gorizia fra '700 e '800 è stata<br />

presentata da Arianna Grossi. Il prof.<br />

Luigi Tavano ha illustrato il periodico<br />

«Folium Ecclesiasticum» dell'arcidiocesi<br />

di Gorizia che a oltre centoventi anni di<br />

vita, ancora viene stampato a Gorizia e<br />

rappresenta l'esigenza di aggiornamento<br />

del clero.<br />

Durante il convegno è stata celebrata<br />

in Duomo una Santa Messa in memoria<br />

dell'Arcivescovo Borgia Sedej. La Santa<br />

Messa è stata celebrata dall'Arcivescovo<br />

De Antoni, presente l'ausiliare di Koper<br />

Capodistria, Mons. Jurij Bizijak.<br />

Al centro del dibattito si è dato ampio<br />

spazio al tema relativo al rapporto della<br />

Chiesa goriziana nell'800 e oltre con la<br />

cultura ebraica. La relazione del prof.<br />

Marco Grusovin ha riguardato la formazione<br />

del clero goriziano e delle diocesi<br />

suffraganee all'interno del Seminario<br />

maggiore e in riferimento agli studi di<br />

ebraistica e di esegesi. Si può dire che il<br />

Seminario centrale è stato in realtà<br />

l'unica facoltà di livello universitario a<br />

Gorizia a partire dal 1818, regolata da<br />

statuti omologhi a quelli delle grandi<br />

facoltà teologiche dell'impero, quali<br />

Vienna, Praga, Padova. Altri interventi<br />

sono stati svolti dal prof. Giampaolo<br />

Valdevit dell'Università di Trieste che ha<br />

trattato «Chiesa e nazionalità». Michaela<br />

Kronothaler ha presentato «il ruolo dei<br />

Vescovi della provincia ecclesiastica di<br />

Gorizia nelle conferenze episcopali<br />

austriache».<br />

Nell'ultima giornata del convegno,<br />

presieduta dal prof. Giovanni Miccoli,<br />

sono stati trattati temi sul «clero goriziano<br />

nella prima guerra mondiale: tra internamento<br />

e profuganza» (Paolo Malni).<br />

Si è altresì approfondita la figura di<br />

Anton Mahnic, professore del Seminario<br />

teologico: egli colse la necessità dell'unione<br />

tra cattolici sloveni, volta al superamento<br />

delle contrapposizioni interne<br />

e infine nel ruolo di Vescovo di Veglia:<br />

colse l'importanza della stampa della<br />

quale si servì ampiamente (Liliana<br />

Ferrari).<br />

Al convegno hanno partecipato l'Arcivescovo<br />

di Gorizia Mons. Dino De Antoni,<br />

il vice Presidente della provincia Vittorio<br />

Brancati con l'Assessore alla cultura<br />

prof. Marangon, l'Arcivescovo emerito<br />

P. Antonio Vitale Bommarco, il Vescovo<br />

di Trieste Mons. Eugenio Ravignani,<br />

Mons. Franc Rodé, Arcivescovo di<br />

Lubiana e presidente della Conferenza<br />

Episcopale Slovena, il sindaco di Gorizia<br />

Valenti, il Vescovo ausiliare di Capodistria<br />

Mons. Bizijak, insegnanti, studiosi,<br />

studenti e persone interessate alle vicende<br />

che hanno contraddistinto la vita della<br />

Chiesa diocesana di parte italiana,<br />

friulana, slovena e tedesca.<br />

Le conclusioni sono state tratte dal<br />

Presidente dell'Istituto di storia, religiosa<br />

e sociale prof. Cesare Scalon, dal prof.<br />

Luigi Tavano, storico, animatore del<br />

Convegno che ha fatto il punto sui motivi<br />

ispiratori del Convegno: partendo<br />

dagli incontri sul settecento, passando<br />

per la soppressione della sede arcivescovile<br />

ed il ridimensionamento del 1791 si<br />

è giunti al complesso Ottocento asburgico.<br />

I molti interventi hanno dato l'idea<br />

dell'importanza del Convegno e del suo<br />

apporto alla già ricca storiografia religiosa<br />

goriziana. Gli ultimi interventi in sede<br />

di dibattito hanno evidenziato la necessità<br />

di continuare il lavoro svolto affrontando<br />

anche temi relativi alla partecipazione<br />

dei laici cristiani alla vita della<br />

Chiesa diocesana, cattolica, universale.<br />

ARNOLFO DE VITTOR


<strong>L'OSSERVATORE</strong> IBRI<br />

PAGINA<br />

7 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Mercoledì 19 Dicembre 2001<br />

Sandro Botticelli - «Natività»,<br />

particolare<br />

(Londra, National Gallery)<br />

Gli Inni della Cristologia nel volume «Tutte le liriche» di Hölderlin edito nei Meridiani<br />

«Conciliatore, ora riconciliato, perché a sera<br />

con gli amici Ti invochiamo, cantando»<br />

FRANCESCO LICINIO GALATI<br />

Dinanzi alla proposta di Tutte le liriche<br />

di Friedrich Hölderlin nei Meridiani<br />

di Mondadori (Milano, 2001, pp.<br />

CXXVIII+1943, L. 85.000) — prestigiosa<br />

edizione con testo originale a fianco,<br />

traduzione e commento di Luigi Reitani<br />

e uno scritto di Andrea Zanzotto — ci è<br />

parso di rivivere lo stupore del lettore<br />

tedesco allorché si è trovato di fronte ai<br />

sei volumi dei Sämtliche Werke (Berlino,<br />

1913-1923), curati da Norbert von<br />

Hellingrath.<br />

Erano trascorsi ottant'anni dalla morte<br />

di Hölderlin, allorché il filologo classico<br />

Hellingrath, pubblicandone per la<br />

prima volta in volume le poesie, ritenute<br />

in passato frutto di una povera mente<br />

malata e prive di qualsiasi valore letterario,<br />

ne aveva esaltato lo straordinario<br />

spessore, giungendo alla conclusione<br />

che dopo Goethe, il più grande poeta lirico<br />

tedesco è proprio lui, Johann Christian<br />

Friederich Hölderlin, nato a Lauffen<br />

sul Neckar il 20 marzo 1770.<br />

Più che giustificato il quasi secolare<br />

silenzio della critica attorno al poeta, le<br />

cui liriche, presenti in almanacchi e riviste<br />

o addirittura rimaste manoscritte,<br />

non erano mai state raccolte in volume.<br />

Indubbiamente l'esser vissuto per un<br />

quarantennio nel buio della demenza,<br />

dopo solo quindici anni di lucida attività<br />

lirica, ha contribuito non poco all'oblio<br />

nei suoi confronti.<br />

Gli studi<br />

nel Collegio teologico<br />

Discendente per ramo paterno e materno<br />

da famiglie di pastori protestanti,<br />

orfano di padre in tenerissima età, viene<br />

avviato contro sua voglia alla missione<br />

di pastore. Ma la sua vera vocazione è<br />

la poesia, vocazione che si palesa prepotente<br />

tra l'autunno dell''88 e la fine del<br />

'93, mentre si trova nello «Stift», il famosissimo<br />

Collegio Teologico di Tubinga.<br />

È qui che Hölderlin nel 1790 consegue<br />

il titolo di «Magister Philosophiae» e<br />

nel 1793, dinanzi al Concistoro reale di<br />

Stoccarda, supera le prove che dovrebbero<br />

abilitarlo all'ufficio di pastore, anche<br />

se in cuor suo ha deciso che pastore<br />

non sarà mai. Spirito profondamente religioso,<br />

non riesce tuttavia ad accettare<br />

il dogmatismo ufficiale, preferendo abbracciare<br />

la Poesia che per lui è impegno<br />

religioso ed etico, strumento di autoperfezionamento<br />

e di redenzione morale<br />

del genere umano.<br />

Poeta commosso e ispirato dagli ideali,<br />

si renderà ben presto conto di quanto<br />

gli costerà una tale illusione. Già nel<br />

momento in cui restituisce, con le lettere<br />

e l'anello, la libertà alla fidanzata Luise<br />

Nast, Hölderlin acquisisce la certezza<br />

che non potrà legare a sé alcuna donna<br />

come sua sposa, perché non si sente in<br />

diritto di nuocere ad altri con la propria<br />

infelicità di poeta.<br />

Lasciato nel 1793 lo «Stift», al ventitreenne<br />

pastore mancato resteranno soltanto<br />

dieci anni da dedicare alla poesia,<br />

mentre la sua vita si mortifica nell'avvilente<br />

ufficio di precettore che va peregrinando<br />

di città in città, in Germania,<br />

Svizzera e Francia.<br />

Non è che la Poesia non lo gratifichi<br />

— indimenticabili gli Inni agli Ideali dell'umanità<br />

—, ma la fragilità della sua<br />

mente non riesce a reagire adeguatamente<br />

alla forza dell'amaro destino che<br />

lo fa precipitare nella più cupa depressione<br />

fino all'irreversibile follia. «Perpetuo<br />

alternarsi di alte e basse maree», definisce<br />

Hölderlin la propria esistenza,<br />

nella quale sono fin troppo presenti le<br />

ferite della tragedia, rese ancora più laceranti<br />

dai tentativi di approccio ai suoi<br />

idolatrati maestri, Schiller, Herder, Goethe,<br />

dai quali si sente rifiutato.<br />

Le porte alle quali bussa, per ottenere<br />

un posto di lavoro, melanconicamente si<br />

chiudono, fino a quando, nel gennaio<br />

del 1796, non arriva a Francoforte, in<br />

qualità di precettore, nella casa del banchiere<br />

Gontard dove rimane folgorato<br />

dalla bellezza della ventiseenne Suzette<br />

Borkenstein, moglie del banchiere. «Io<br />

vivo senza la minima pena. E così vivono<br />

soltanto i Numi beati», egli scrive,<br />

non prevedendo di certo che anche questo<br />

stato di esaltazione è destinato a cessare,<br />

malgrado annoti, citando il suo<br />

Hyperion: «Ci rimane da per tutto una<br />

sola gioia. Ed è questa: che il vero dolore<br />

ha in sé una grande energia ricreatrice.<br />

Chi cammina nella propria sofferenza,<br />

insorge più in alto. Ed è magnifico<br />

che solo nel dolore ci sia consentito di<br />

pienamente sentire la libertà dell'anima<br />

nostra».<br />

La più che motivata gelosia del banchiere<br />

costringono il giovane precettore,<br />

pur sempre innamorato, a fuggire da casa<br />

Gontard, fuga che segna l'avvio di<br />

una nuova tappa nella sua vita, il cui<br />

teatro, dall'autunno del '98 alla primavera<br />

dell''800, sarà Homburg von der Höbe,<br />

graziosa cittadina non molto lontana<br />

da Fancoforte dove risiede Suzette che<br />

di nascosto continua a scrivergli. È qui<br />

che Hölderlin porta a termine il romanzo<br />

lirico Hyperion e abbozza la prima<br />

stesura del poema tragico Empedokles<br />

che, con altri componimenti, attirano<br />

l'attenzione di A.W. Schlegel che vede<br />

in lui una nuova promessa per la poesia<br />

in Germania. Sempre qui Hölderlin consolida<br />

la sua vocazione poetica che considera<br />

come un destino imposto a pochi<br />

privilegiati da Dio per renderli strumenti<br />

di un'immancabile rinascita dell'umanità.<br />

Questo il messaggio de L'Arcipelago,<br />

acme dell'ellenismo di Hölderlin, espres-<br />

Gerrit von Honthorst - «Adorazione del Bambino»<br />

(Firenze, Galleria degli Uffizi);<br />

sotto: Edvard Münch - «Golgota», particolare (Oslo, Museo Münch);<br />

a destra: Matthias Grünewald - «Risurrezione» (Pala di Isenheim)<br />

sione di una titanica lotta per la liberazione<br />

dell'io dalla prigione della quotidianità.<br />

Nel gennaio del 1801 il poeta s'incammina<br />

verso Hauptwyl in Svizzera dove<br />

l'attende un nuovo brevissimo incarico<br />

di precettore. Passerà quindi a Bordeaux<br />

e poi a Nürtingen dove va a trovarlo<br />

l'amico Isaak Sinclair che, alla fine<br />

dell''80 lo riaccompagna a Homburg vor<br />

der Höbe. Qui le manifestazioni della<br />

sua demenza si esasperano, tanto che<br />

Sinclair nel settembre 1806 si vede costretto<br />

a condurlo a Tubinga nella clinica<br />

de dottor Autenrieth dove il 7 giugno<br />

1843 il cuore del poeta cessa di battere<br />

per sempre.<br />

L'universo poetico<br />

di Hölderlin<br />

Difficile definire il mondo poetico di<br />

Hölderlin, anche per quel senso d'impalpabilità<br />

che lo caratterizza. Lirica «metafisica»<br />

è comunemente definita la sua<br />

poesia forse per quel presentarsi come<br />

luce baluginante, o come vibrazione di<br />

un canto nostalgico ed elegiaco, o evocazione<br />

mitica e visionaria tipica della<br />

profezia religiosa. Esemplari in tal senso<br />

gli «Inni della cristologia» — secondo la<br />

definizione di Wilhelm Böhm — una<br />

sorta di trilogia di cui fanno parte la<br />

composizione «Senza titolo» che inizia<br />

con la parola «Conciliatore», «L'Unico» e<br />

«Patmos».<br />

Occasione per il primo Inno è la pace<br />

di Luneville del 1801 tra la Francia e<br />

l'Austria, in cui il poeta vede l'inizio di<br />

una nuova età dell'oro sulla terra dove il<br />

Divino, assente dopo la crocifissione di<br />

Cristo, ritorna dal suo celeste esilio. Anche<br />

se il Cristo, reincarnazione della Pace,<br />

non è nominato esplicitamente, non<br />

può che essere Lui il Conciliatore al<br />

quale il poeta si rivolge. E benché gli<br />

uomini siano ormai privi di senso religioso,<br />

la Divinità scende nuovamente<br />

nel mondo per apportarvi la gioia, e<br />

proprio dinanzi a tale Divinità il poeta si<br />

prostra, malgrado i conflitti della propria<br />

adolescenza, convinto com'è che si<br />

tratti di uno Spirito eterno e infinito che<br />

sa dove e come condurre gli uomini.<br />

Hölderlin immagina di organizzare<br />

un'agape sacra con gli amici per invocare<br />

l'illuminazione dello Spirito e la discesa<br />

di Cristo sugli uomini: «Per questo,<br />

Divino, sii presente, / e più bello di un<br />

tempo, sii, / Conciliatore, ora riconciliato,<br />

perché a sera / Con gli amici Ti invochiamo,<br />

cantando / Gli eccelsi, e accanto<br />

a te siano altri ancora».<br />

Nell'autunno del 1802 Hölderlin è già<br />

stato colpito dal primo grave accesso di<br />

follia che, tuttavia, non l'ha privato di<br />

sprazzi di luce e di esaltazioni liriche,<br />

come provano gli ultimi due inni della<br />

Cristologia, «L'Unico» e «Patmos». «L'Unico»<br />

nasce come tentativo del poeta di<br />

placare l'inquietudine derivatagli dal fatto<br />

di aver definito Cristo fratello dei Numi<br />

ellenici. Perché mai, si domanda, è<br />

così attratto dai miti della Grecia, tanto<br />

da aver la sensazione di esservi stato<br />

venduto schiavo e di trovarsi in una sorta<br />

di prigione dominata dagli Dei di<br />

quella terra? Eppure egli sa che il Divino<br />

è Uno, anche se nel corso della storia<br />

il supremo Iddio, secondo il politeismo<br />

greco, ha generato innumerevoli<br />

Divinità.<br />

L'esigenza dell'Unico è alla base dell'instancabile<br />

ricerca del poeta mentre<br />

continua a domandarsi perché mai il<br />

Maestro e Signore rimanga nascosto. Infine<br />

la scoperta: «Ma lo so, è mia / la<br />

colpa, giacché troppo, / Cristo! a te sono<br />

avvinto». Per la prima volta la figura<br />

di Cristo si staglia nei precisi contorni e<br />

il suo Nome viene esplicitamente pronunciato<br />

dal poeta che gli dichiara il<br />

suo amore preferenziale.<br />

Ne saranno gelosi gli altri Numi? Difficile<br />

cogliere l'esatta risposta, perché la<br />

sesta strofa, che dovrebbe risolvere il<br />

problema, ci è giunta mutila, anche se è<br />

possibile formulare una congettura, in<br />

base alla quale Hölderlin dichiara l'assoluta<br />

superiorità di Cristo. Egli infatti è<br />

interamente divino, in quanto nato da<br />

Dio e da una Donna anch'essa «divina»,<br />

avendolo concepito non secondo le regole<br />

umane, a differenza degli altri Dei,<br />

nati da Dio e da donne mortali. Ciò che<br />

conta per Hölderlin, soprattutto, è il fatto<br />

che Dio ha operato la redenzione per<br />

mezzo di Cristo che ha fatto sue le sofferenze<br />

terrene, prima di salire definitivamente<br />

in cielo.<br />

Il terzo Inno cristologico, «Patmos»,<br />

più volte rielaborato dal poeta, ha per<br />

tema la mitica conciliazione fra paganesimo<br />

e cristianesimo, una sorta di sintesi<br />

filosofica dei due mondi antitetici: per<br />

questo viene considerato quale profondo<br />

testamento poetico e religioso di Hölderlin.<br />

Il titolo è mutato dal fatto che Patmos<br />

è il luogo dove l'Apostolo s. Giovanni<br />

ebbe le sue visioni, una delle isole<br />

dell'Arcipelago greco intimamente connesso<br />

con l'epoca del massimo splendore<br />

della civiltà e della religione elleniche.<br />

Come l'Apostolo Giovanni, anche Hölderlin<br />

s'immagina in uno stato di rapimento<br />

nell'Isola e dalla contemplazione<br />

del passato si vede proiettato verso il futuro<br />

religioso dell'umanità.<br />

Il rapimento dell'estasi offre al poeta<br />

la possibilità di scoprire che Dio è assolutamente<br />

vicino, anche se è quanto mai<br />

difficile stringerlo al proprio cuore. Ma<br />

l'intervento divino, sinceramente invocato,<br />

aiuta il poeta in preghiera a scoprire,<br />

attraverso la visione dell'Asia Minore, la<br />

millenaria tradizione delle grandi esperienze<br />

religiose e, con la suggestione di<br />

Patmos, riandare al ricordo dell'Apocalisse<br />

di Giovanni ed entrare con lui nella<br />

grotta delle misteriose visioni, per godere<br />

della vicinanza di Cristo, intimo amico<br />

dell'Evangelista e Veggente.<br />

Il Discepolo prediletto è quindi visto<br />

mentre nell'Ultima Cena fissa il Divino<br />

Maestro che annuncia la propria morte,<br />

interpretandola come sua estrema donazione<br />

d'amore agli uomini. Sarà l'amore,<br />

proclama Cristo, a vincere l'odio degli<br />

uomini sulla terra, e tutto, persino il<br />

male, sarà trasformato in bene, perché,<br />

secondo gl'imperscrutabili disegni di<br />

Dio, pure il male ha la sua ragione d'essere.<br />

Nelle strofe successive Hölderlin passa<br />

a considerare l'atteggiamento degli Apostoli,<br />

tristi e sgomenti, dopo la morte di<br />

Gesù, consapevoli peraltro di doversi recare<br />

in tutto il mondo ad annunciare il<br />

Vangelo di Cristo. Impauriti come sono,<br />

non sanno decidersi, ad abbandonare la<br />

patria, fino a quando lo Spirito Santo,<br />

nel giorno della Pentecoste, infonderà<br />

loro il necessario coraggio.<br />

Attraverso lo Spirito Santo Cristo imprime<br />

al Cristianesimo l'autentico significato<br />

di religione della Notte che suscita<br />

dagli abissi interiori delle anime le potenze<br />

e i valori dello spirito. E così la<br />

Notte cristiana, piena com'è del Divino<br />

portato nel mondo dal Figlio di Dio, è<br />

pronta a effondere dappertutto l'amore<br />

e la vita dello Spirito. Grazie anche agli<br />

Apostoli e alla loro missione volta a predicare<br />

la parola di Cristo e a impedire<br />

che il male dilaghi per il mondo.<br />

Per Hölderlin la Notte cristiana si è<br />

gradualmente corrotta e Cristo, morto<br />

sul Calvario fisicamente, è spirato anche<br />

nelle anime di quanti sono diventati ciechi<br />

e sordi alla luce e alla voce di Dio.<br />

Perché mai? Nel corso dei secoli si sono<br />

sempre alternate epoche in cui, come<br />

insegna la parabola del Seminatore, la<br />

Parola divina fruttifica ed epoche in cui<br />

cade nel vuoto. Per questo i Poeti —<br />

Hölderlin in primo piano — sono invitati<br />

a dare il proprio contributo per farla<br />

fruttificare e preparare la nuova epifania<br />

del Divino sulla terra, anche se l'opera<br />

del Divino, in divenire continuo, non ha<br />

bisogno degli umani soccorsi per procedere<br />

verso l'alba del nuovo Giorno glorioso<br />

e verso la liberazione dell'umanità<br />

redenta dalle tenebre notturne.<br />

A questo punto la voce del poeta s'impone<br />

il silenzio perché i tempi non sono<br />

maturi per scoprire la religione novella.<br />

Occorre attendere la Grazia che aiuti a<br />

comprendere le Sacre Scritture, da leggere<br />

e meditare senza stancarsi mai.<br />

La liturgia come guida<br />

da Betlemme al Santo Sepolcro<br />

Il cammino liturgico prepara alla festa dl Natale.<br />

Sono, in genere, i testi di Isaia che fanno da<br />

sfondo su cui poi s'innestano i testi del Nuovo<br />

Testamento, i Vangeli e le lettere di san Paolo.<br />

Domenico Pezzini opta per un percorso parallelo,<br />

non alternativo da eliminare i testi biblici. Egli<br />

scrive non per le celebrazioni ma per preparare<br />

alle celebrazioni. Le sue riflessioni sono acute e<br />

Domenico Pezzini<br />

Nel<br />

frattempo<br />

Àncora<br />

quasi «provocatorie». Non dà tutto per scontato. Anche il credente del Terzo<br />

Millennio deve «meritare» di incontrarsi con Cristo. È vero che Dio schiude<br />

a tutti la sua via ma ad ognuno chiede collaborazione. L'Avvento, in questa<br />

ottica, diventa così, meditazione sul presente, sull'attuale contesto culturale,<br />

sociale, civile, religioso. L'eclissi dei valori sembra avere sospinto tanti credenti<br />

verso altri lidi, altri approdi: quelli del consumismo. Ma il «grido» di<br />

Dio è possente, supera ogni «vallo» d'incomunicabilità, abbatte ogni ostacolo.<br />

È l'amore che si fa «carne», si fa uno di noi. Nasce a Betlemme e si<br />

espone all'adorazione, alla identificazione nelle sembianze di un infante. Il<br />

processo da compiere è quello dei pastori, dei magi. Ma — avverte Pezzini<br />

— non sostare per sempre davanti al presepe, a quell'immagine di estrema<br />

povertà e di somma tenerezza. La stalla di Betlemme assomiglia al sepolcro<br />

del Calvario. È la logica dell'Incarnazione, è l'epilogo della vita di Gesù<br />

che da Betlemme si snoda fino al Golgota, dalla culla alla tomba vuota e<br />

all'effusione dello Spirito Santo. Su questo sviluppo logico Pezzini insiste<br />

perché sia conservato al Natale il vero volto cristiano. In questo quadro è<br />

compresa l'Epifania, la manifestazione di Gesù ai popoli al di fuori<br />

dell'Alleanza. Tutte tappe che Pezzini collega ai grandi eventi/misteri di<br />

Cristo che credenti e non credenti sono chiamati a riscoprire nell'amore e<br />

nella libertà. (gino concetti)<br />

Domenico Pezzini, Nel frattempo. Incursioni nell'anno liturgico: Avvento-<br />

Natale-Tempo ordinario, Milano, Àncora, 2001, pp. 107, L. 18.000<br />

AA. VV.<br />

Notti<br />

di dicembre<br />

Sellerio<br />

«Strenne d'autore»<br />

nella seconda metà dell'800<br />

Lunari e almanacchi s'impongono nell'Ottocento<br />

come veicoli di una cultura che in una prima fase<br />

è piuttosto rozza e popolare — si rivolgono a<br />

contadini, artigiani e operai — per poi affinarsi<br />

via via sino a configurarsi come una palestra «di<br />

affetti e di idee sode ed elevate», come li definì il<br />

critico lombardo Carlo Tenca. Nella seconda metà<br />

del secolo compaiono le «strenne», modellate<br />

sulle «étrennese» francesi e ancor più su pubblicazioni affini diffuse Oltremanica.<br />

Al salto di qualità contribuiscono collaboratori illustri, prestigiose<br />

firme letterarie, e la diffusione è notevole. Basti pensare che dal 1832 all'alba<br />

del Novecento si contano ben 591 «strenne» (con i lunari e gli almanacchi<br />

dei quali sono figlie) nella sola Milano. La «letteratura natalizia» entra<br />

così nelle case della giovanissima borghesia italiana riflettendone ideali,<br />

gusti e tendenze; e nella sua privilegiata destinazione familiare, dalla pubblicistica<br />

si converte sempre più spesso in libri di novelle o addirittura in<br />

complesse costruzioni romanzesche. Genere, si direbbe oggi, «di consumo»,<br />

ma con la voglia di sottrarsi alla banalità e di valorizzare i talenti che<br />

vi collaborano. I temi vanno dall'evento doloroso che trova catarsi nel Natale<br />

al riscatto da azioni poco nobili, dall'evento misterioso alle pulsioni<br />

dell'inconscio, dal perdono al ravvedimento, dal cambiamento di vite dissolute<br />

al risarcimento di ingiustizie patite dai più deboli. È questo l'ambito di<br />

prose scritte dalla seconda metà alla fine del XIX secolo per le festività natalizie,<br />

ora raccolte in un'agile antologia. Si tratta di racconti generalmente<br />

poco noti al pubblico dei lettori odierni, ancorché usciti dalla penna di autori<br />

come De Amicis, De Marchi, Deledda, Di Giacomo, Fogazzaro, Pascoli,<br />

Pirandello e di altri meno consacrati ma molto seguiti e amati dai loro contemporanei,<br />

come Angeli, Bazzero, Contessa Lara, Fleres, Ghislanzoni,<br />

Marchesa Colombi, Molineri, Tarchetti. (massimo carrara)<br />

AA.VV., Notti di dicembre, Palermo, Sellerio, 2001, pp. 334, L. 22.000<br />

Racconti sulla Speranza<br />

incarnata fra gli uomini<br />

La presente raccolta si apre con un passo dei<br />

Vangeli apocrifi dell'infanzia e si chiude idealmente,<br />

venticinque racconti dopo, con il medesimo<br />

argomento del prologo: la Natività del Signore.<br />

Tale racconto, epilogo ideale aperto sulla modernità,<br />

è opera dello scrittore polacco Dobraczynski<br />

e pur riferendosi ad un evento risalente a<br />

duemila anni addietro ci proietta nell'oggi sospin-<br />

AA. VV.<br />

Ti racconto<br />

il Natale<br />

Paoline<br />

gendoci a superare o comunque a sfidare i muri di scetticismo e d'indifferenza<br />

che l'uomo ha finito per edificare depauperando le sue più preziose<br />

risorse. Gli altri testi si pongono come pietre miliari di uno stesso cammino<br />

anche se, come osserva Giuseppe Gamberini il curatore dell'antologia, il<br />

messaggio non è univoco. L'incontro col Natale vissuto come festa incantata<br />

o come giorno speciale che ragioni molto sacre — e, secondo taluni, anche<br />

molto profane — hanno posto in risalto proprio all'inizio dell'inverno,<br />

quando il gelo sembra paralizzare ogni vita, svela gradualmente la sua natura<br />

più autentica: la Speranza si è incarnata tra gli uomini. Ogni tenero<br />

bambino che nasce, ogni nuova fragile vita che sboccia, dal momento che il<br />

Salvatore stesso si è fatto piccolo e fragile, rappresenta una promessa di<br />

futuro. Perfino l'ingiustizia, la morte dell'innocente, la durezza dei cuori e la<br />

proterva indifferenza dei ricchi, non riescono ad incrinare la speranza.<br />

L'Europa cristiana attraverso i suoi autori irradia la sua luce sul mondo nonostante<br />

la diversità dei linguaggi e l'intensità degli accenti: narratori come<br />

Dickens, Dostoevskij o Tolstoj, Andersen e i Fratelli Grimm, Chechov, D'Annunzio<br />

e Pirandello, Tommaso da Celano e Padre David Turoldo, Papini,<br />

Panzini, e Santucci, Wilde e Diego Valeri, Calvino e Buzzati, Selma Lagerlöf<br />

e Mistral... Sul Natale, a dire il vero, ci saremmo aspettati anche qualche<br />

altro nome tipo Ljeskov, Claudel, Wiechert, o Eliot, ma già la miscela proposta<br />

ci sembra riuscita. (raffaele alessandrini)<br />

AA. VV., Ti racconto il Natale, a cura di Giuseppe Gamberini, Milano, Paoline,<br />

2000, pp. 352, L. 44.000<br />

Cesare<br />

Biagini Selvaggi<br />

I segreti<br />

del presepio<br />

Piemme<br />

Il presepe: un intreccio<br />

di significanti e di significati<br />

I presepi oramai son già belli e pronti, o in via di<br />

completamento, nelle case dei credenti che amano<br />

ripetere ogni anno questa bella tradizione,<br />

l'«inaugurazione» ufficiale, si sa, verrà con la<br />

mezzanotte del 24 dicembre, quando il Bambinello<br />

potrà fare il suo ingresso, umile e regale allo<br />

stesso tempo, nella grotta «riscaldata» dal bue e<br />

dall'asinello. Di fronte a questo che è uno straor-<br />

dinario invito alla preghiera, pagina plastica di un catechismo immediato e<br />

comprensibile a tutti, ci si può anche porre con la curiosità intellettuale di<br />

chi indaga sulle origini e gli sviluppi storici di tale usanza, sui significati,<br />

spesso sconosciuti nelle loro più profonde implicazioni, dei personaggi che<br />

compaiono sulla scenario della Natività. Utile in questo senso il lavoro di<br />

Cesare Biagini Selvaggi, studioso di iconografia sacra e di arte popolare, il<br />

quale, con l'appoggio di fonti storiche e letterarie, propone al lettore aspetti<br />

noti e meno noti delle rappresentazioni plastiche della scena della Natività.<br />

Mitologie, simbolismi, ascendenze pagane, credenze popolari: un intricato<br />

«universo» (a volte scandagliato indulgendo un po' troppo seguendo la moda<br />

del «misterico») di significanti e di significati che vale la pena di attraversare.<br />

In questo modo i tanti protagonisti della scena, quelli umani — dagli<br />

angeli ai pastori, dalla lavandaia ai re magi, dall'oste alla zingara — e<br />

quelli «ambientali» — dalla grotta al castello, dalla fontana al forno, dal fiume<br />

al pozzo — , assumono ai nostri occhi una luce diversa e ci aiutano<br />

maggiormente a comprendere come il presepe possa essere «letto» come<br />

una vera e propria rappresentazione del mondo — del quale noi stessi in<br />

prima persona siamo protagonisti — che è visitato dall'Evento, oggi come<br />

duemila anni fa. (maurizio fontana)<br />

Cesare Biagini Selvaggi, I segreti del presepio, Casale Monferrato, Piemme,<br />

2001, pp. 218, L. 28.000


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il nuovo Quaderno de «<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong>»<br />

n. 57<br />

PER UNA STORIA<br />

DE<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong><br />

<strong>ROMANO</strong><br />

1861-2001<br />

La Lettera di Sua Santità Giovanni Paolo II<br />

per i 140 anni di vita del giornale<br />

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A ROMA<br />

PAGINA<br />

È morto l'operaio<br />

coinvolto<br />

nell'incidente<br />

nel deposito<br />

della Trambus<br />

È morto, lunedì sera, Ciro Rizzo,<br />

di 54 anni, uno dei tre operai<br />

rimasti feriti nell’incidente avvenuto<br />

in mattinata nel deposito della<br />

Trambus di Grottarossa. Le<br />

condizioni dell’uomo, operato all’ospedale<br />

San Camillo, erano apparse<br />

da subito molto gravi. Rizzo,<br />

insieme con due suoi colleghi,<br />

stava lavorando su autobus elettrico<br />

che improvvisamente è stato<br />

violentemente investito da un muletto<br />

di cui l'autista aveva perso il<br />

controllo a causa del ghiaccio sull'asfalto.<br />

I lavoratori dell’impianto Trambus<br />

di Grottarossa, che in segno<br />

di lutto hanno revocato la festa<br />

per il primo anniversario dell'azienda,<br />

affermano che l’incidente<br />

«è da inquadrare nella totale mancanza<br />

del rispetto delle più elementari<br />

norme di sicurezza, sia<br />

nei confronti dei mezzi che di tutti<br />

i nostri impianti». «Al di là del<br />

corretto o non corretto funzionamento<br />

del mezzo in questione —<br />

spiegano — ci interessa focalizzare<br />

la netta responsabilità che da<br />

questo incidente, come da tutta<br />

una serie di incidenti che a ritmo<br />

quotidiano avvengono negli impianti,<br />

fortunatamente con esiti<br />

meno drammatici, deve ricadere<br />

sul totale disinteresse dell’azienda<br />

nell’attuare tutte quelle iniziative<br />

atte a garantire la sicurezza nei<br />

posti di lavoro».<br />

9 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Mercoledì 19 Dicembre 2001<br />

ACEA Veltroni: «Ma non abbiamo esigenze di cassa»<br />

In vista la seconda fase<br />

della privatizzazione<br />

ni, in cui le aziende di gestione possono<br />

contare sull’affidamento diretto da parte<br />

dei Comuni.<br />

Al termine di quel periodo le imprese<br />

potranno essere privatizzate. Il periodo<br />

di affidamento diretto sarà tanto più<br />

lungo (fra i tre e i sette anni) quanto più<br />

le aziende del settore procederanno a<br />

fusioni e accorpamenti. Acea è stata collocata<br />

nel luglio ’99 con la cessione del<br />

49% del capitale sociale (104,4 milioni di<br />

azioni ordinarie) mentre il rimanente<br />

51% è tutt'ora in possesso del Comune<br />

di Roma.<br />

SOLIDARIETÀ La struttura della Caritas diocesana offrirà rifugio agli anziani<br />

A Ponte Casilino 50 nuovi posti letto<br />

per gli emarginati senza fissa dimora<br />

«Noi speriamo che il<br />

centro d’accoglienza per<br />

i senza fissa dimora di<br />

Ponte Casilino diventi<br />

una vera e propria cittadella<br />

della solidarietà»: è<br />

l'auspicio fatto, lunedì,<br />

dal direttore della Caritas<br />

diocesana, Mons.<br />

Guerino Di Tora durante<br />

la cerimonia d’inaugurazione.<br />

In realtà l’edificio<br />

di via Casilina Vecchia<br />

già ospitava al suo interno<br />

circa trenta barboni a<br />

cui se ne sono aggiunti<br />

nella settimana appena<br />

trascorsa altri cinquanta.<br />

Il freddo pungente che<br />

ha investito la Capitale<br />

in questi giorni ha spinto<br />

molte persone che vivono<br />

in strada a cercare<br />

un rifugio, un posto caldo<br />

dove dormire. Così<br />

ultimati una parte dei la-<br />

vori, gli operatori Caritas hanno fatto di<br />

tutto per aprire le porte del centro. Attualmente<br />

gli ottanta posti letto disponibili<br />

sono tutti occupati. Gli ospiti sono<br />

anziani, soli, abituati da anni a vivere in<br />

strada. Una vita vissuta ai margini, nell’esclusione<br />

assoluta, con riflessi anche<br />

sulla salute mentale. Una vita incompresa<br />

da ricostruire, tassello dopo tassello,<br />

con l’aiuto e la pazienza dei volontari,<br />

degli operatori e dei servizi sociali. È<br />

questo l’obiettivo del centro di Ponte<br />

Casilino, una casa di accoglienza destinata<br />

ai senza fissa dimora anziani, un<br />

Regione: approvata<br />

la legge sui contributi<br />

alle imprese artigiane<br />

È stata approvata, lunedì, dalla VI<br />

commissione regionale la proposta di<br />

legge sui contributi alle imprese artigiane<br />

per la formazione e l’assunzione dei<br />

giovani. «È una legge di incentivo fondamentale<br />

per il settore artigiano — ha<br />

detto l’assessore alle Attività produttive,<br />

Francesco Saponaro — attraverso la<br />

quale garantiamo la sopravvivenza della<br />

tradizione artigianale, incentivando le<br />

imprese ad assumere ed aiutando i giovani<br />

ad intraprendere una professione<br />

creativa e sempre utile».<br />

Con la nuova legge, ha aggiunto l’assessore,<br />

vengono snellite le procedure di<br />

erogazione dei finanziamenti per le imprese<br />

e gli stessi incentivi vengono aumentati<br />

da tre a tre milioni e mezzo annui<br />

per ogni apprendista assunto dall’impresa<br />

richiedente e da cinque a sei<br />

milioni annui per ogni lavoratore assunto<br />

a tempo indeterminato. Queste quote<br />

vengono maggiorate del 50% in caso di<br />

assunzione di disabili. I contributi alle<br />

imprese saranno concessi nel limite del<br />

«de minimis».<br />

Per la presidente della commissione<br />

Maria Annunziata Luna, «con questa<br />

legge si può ricreare il tessuto delle imprese<br />

artigiane che per tradizione svolgono<br />

un ruolo formativo».<br />

Il Comune di Roma sta «cominciando<br />

a valutare» la possibilità di una seconda<br />

fase di privatizzazione dell’Acea, ma<br />

l’arrivo sul mercato di una seconda<br />

trance di azioni della spa guidata da<br />

Fulvio Vento e Paolo Cuccia, non è richiesto<br />

dal Campidoglio che «non ha<br />

esigenze di fare cassa».<br />

«Cominciamo a valutare — ha detto<br />

infatti il sindaco di Roma, Walter Veltroni<br />

—. Ma siamo in una fase in cui<br />

non abbiamo bisogno di fare cassa con<br />

Acea. Stiamo definendo la strategia industriale<br />

dell’azienda, che è comunque<br />

in fase positiva. Guardiamo con serenità<br />

dunque al tema di un’ulteriore privatizzazione».<br />

Veltroni ha inoltre accennato<br />

all’approvazione, ieri mattina, dell’articolo<br />

18 della Finanziaria, affermando<br />

che ora è necessario «esaminare le novità<br />

legislative», per avere un quadro del<br />

nuovo scenario competitivo. Il riferimento<br />

di Veltroni è al via libera che la<br />

Camera ha dato all’articolo che disciplina<br />

il settore delle aziende municipalizzate.<br />

Il testo prevede la separazione tra la<br />

proprietà delle reti, il cui controllo resta<br />

ai Comuni, e la gestione. Nella sua ultima<br />

riformulazione l’articolo 28 contiene<br />

anche un meccanismo di incentivi alle<br />

aggregazioni e agli accorpamenti tra<br />

municipalizzate sul modello di quanto è<br />

avvenuto nel settore bancario. L’obiettivo<br />

è quello di favorire la crescita dimensionale<br />

prima di affrontare la libera concorrenza.<br />

Il testo prevede un periodo<br />

transitorio di minimo 3 e massimo 7 an-<br />

centro che va al di là dell’emergenza,<br />

destinato ad accogliere gli ospiti dell’ostello<br />

di via Marsala, ormai giunto al limite<br />

della capienza.<br />

Attualmente a Roma si calcola siano<br />

sei mila le persone che vivono in strada.<br />

Ma solo mille sono i posti letto disponibili<br />

negli ostelli e nei centri accoglienza<br />

presenti in varie zone della città.<br />

Renata Pizzagalli, responsabile del<br />

centro Ponte Casilino da oltre sei anni,<br />

spiega l’importanza della personalizzazione<br />

dei progetti. «Qui non possiamo limitarci<br />

ad accogliere gli ospiti e basta.<br />

Atac: nuova gara<br />

per l'acquisto<br />

di bus elettrici<br />

L’Atac bandirà nuovamente nei primi<br />

mesi del prossimo anno la gara per l’acquisto<br />

di bus elettrici di grandi dimensioni<br />

dopo il fallimento della gara precedente,<br />

nel giugno scorso, che andò deserta<br />

per mancanza di offerte. Questa<br />

volta, però, il bando non sarà più per la<br />

fornitura di 35, ma di 50 autobus, per<br />

invogliare eventuali fabbricanti.<br />

Il costo di ciascuna vettura si aggira<br />

sui 350/400 milioni di lire. Esse saranno<br />

destinate al servizio nel centro della città,<br />

dove già operano 42 autobus elettrici<br />

di piccole dimensioni (4,70 metri di lunghezza),<br />

da 20 posti.<br />

«È molto difficile trovare costruttori<br />

disponibili a questo tipo di gare — ha<br />

detto l’amministratore unico dell’Atac,<br />

Mario Di Carlo —. Siamo stati anche a<br />

Zermatt dove l’intera rete di trasporto<br />

pubblico è elettrica, ma non siamo riusciti<br />

a trovare una soluzione perché ciascun<br />

mezzo è costruito da più fabbriche<br />

che realizzano parti diverse».<br />

L’eventuale nuova gara contribuirà al<br />

rinnovo del parco circolante già cominciato<br />

con 350 nuovi autobus consegnati<br />

nell’ambito della fornitura di 960 mezzi<br />

che si concluderà nel 2003. Altre due gare<br />

sono già state pubblicate per 56 autobus<br />

di piccole-medie dimensioni.<br />

Comune: da discutere<br />

500 emendamenti<br />

sul bilancio<br />

Maratona finale per l’approvazione,<br />

in Consiglio comunale, del<br />

bilancio di previsione 2002. Il sì<br />

alla manovra, che prevede tra l’altro,<br />

l’introduzione dell’addizionale<br />

Irpef dello 0,2 per cento, potrebbe<br />

arrivare nella notte tra giovedì e<br />

venerdì, o, al massimo, nella giornata<br />

di venerdì 21. Il calendario<br />

fissato dalla conferenza dei capigruppo<br />

prevede la seduta di mercoledì<br />

prossimo per concludere il<br />

dibattito. Si dovranno discutere<br />

500 emendamenti.<br />

Abbiamo un équipe di<br />

medici, psicologi e infermieri<br />

a cui fare riferimento.<br />

Una volta individuate<br />

le patologie alle<br />

persone viene assegnato<br />

un medico di famiglia,<br />

nel frattempo ci prendiamo<br />

cura di loro, cerchiamo<br />

di capire la loro storia,<br />

se esiste ancora una<br />

famiglia di riferimento,<br />

se sono ancora giovani si<br />

tenta un reinserimento<br />

lavorativo, altrimenti si<br />

tenta di collocarli in case<br />

di riposo».<br />

Un percorso ad ostacoli,<br />

non privo di difficoltà,<br />

viste le liste d’attesa<br />

delle case per anziani,<br />

anche se l’assessore capitolino<br />

alle Politiche sociali,<br />

Raffaela Milano,<br />

assicura che qualcosa<br />

sta cambiando. «In po-<br />

chi mesi — avverte — abbiamo verificato<br />

le disponibilità delle case di riposo,<br />

molte persone sono decedute e questo<br />

tipo di verifica ha ridotto le liste d’attesa».<br />

«Ma la cosa più importante, aggiunge,<br />

è il percorso riabilitativo e l’attivazione<br />

di meccanismi di inserimento».<br />

Ma tutto questo sarà possibile solo<br />

una volta ultimati i lavori di consolidamento<br />

e ristrutturazione degli edifici.<br />

Per i lavori sono stati stanziati sedici miliardi.<br />

MADDALENA BUONFIGLIO<br />

In primavera a Roma<br />

ifiglideiVigilidelfuoco<br />

morti a New York<br />

Nella primavera del 2002 i figli dei<br />

Vigili del fuoco di origine italiana,<br />

morti tragicamente l'11 settembre<br />

scorso, saranno ospiti del Comune<br />

di Roma. Il Comandante del Fire<br />

Department di New York, Daniel<br />

Nigro, infatti, ha accettato l'invito<br />

del sindaco Walter Veltroni, come<br />

gesto di fratellanza tra le due<br />

città.<br />

Controlli<br />

delle forze dell'ordine<br />

al quartiere Casilino<br />

Nel corso di controlli compiuti, lunedì<br />

sera, da agenti del commissariato<br />

di polizia Porta Maggiore, in<br />

collaborazione con i carabinieri, in<br />

5 abitazioni, al Casilino sono stati<br />

sorpresi e accompagnati alla Questura<br />

quarantasette stranieri sprovvisti<br />

del permesso di soggiorno.<br />

Tra gli stranieri, quarantadue provengono<br />

dal Bangladesh, tre dal<br />

Pakistan e due dall’Afghanistan.<br />

Nel servizio che rientra nell’operazione<br />

«Natale sicuro» voluta dal<br />

questore Giovanni Finazzo, è intervenuta<br />

anche una unità operativa<br />

della Digos.<br />

19 DICEMBRE 2001<br />

Feria di Avvento - (viola)<br />

Messa propria del 19 dicembre<br />

Lezionario: Gdc 13, 2-7.24-25;<br />

Salmo 70; Lc 1, 5-25;<br />

Liturgia delle Ore: Merc. III<br />

sett. - Ufficio della feria con le<br />

parti proprie del 18 dicembre<br />

Sincerità<br />

La sincerità e la chiarezza sono<br />

indubbiamente grandi virtù, ma se<br />

il loro culto non è regolato dalla<br />

carità perdono ogni efficacia.<br />

(Don Primo Mazzolari)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

IL DOPO GIUBILEO La parrocchia di san Saba all'Aventino<br />

Un luogo di dialogo<br />

fra le diverse generazioni<br />

Interrelazione, discernimento ed accompagnamento:<br />

sono le tre parole<br />

chiave dell’orientamento pastorale postgiubilare<br />

di una comunità parrocchiale<br />

intenzionata a divenire punto di riferimento<br />

e fattore di aggregazione per i fedeli<br />

del suo quartiere. In questo nuovo<br />

anno liturgico, la Basilica di san Saba,<br />

all’Aventino, si sta impegnando per analizzare<br />

le possibilità che possano aiutare<br />

le persone a stabilire un dialogo con i<br />

propri fratelli in Cristo, a comprendere<br />

la vocazione individuale e a cogliere l’operosità<br />

di Dio nella propria esistenza.<br />

È la frammentarietà della realtà con<br />

cui si confronta la chiesa la ragione che<br />

spinge i sacerdoti a considerare prioritario<br />

il bisogno di stimolare la gente a divenire<br />

parte di una comunità viva che<br />

intesse relazioni, annuncia il Signore ed<br />

impara a cogliere il volere di Dio nella<br />

propria vita. «Stiamo lavorando per<br />

creare al centro di Roma un luogo all’interno<br />

del quale possano essere sperimentate<br />

delle relazioni autentiche — ha<br />

spiegato il parroco, padre Gianni Notari<br />

—. Vorremo che la chiesa fosse una<br />

realtà dove poter vivere un’esperienza di<br />

comunità. In questo contesto, il parroco<br />

ed i suoi collaboratori diventano dei tessitori<br />

di relazioni fra le varie componenti,<br />

ed in modo particolare fra quella giovanile<br />

e quella adulta. Mediante tale<br />

progetto, la parrocchia offre un servizio<br />

al popolo di Dio, permettendo alle diverse<br />

generazioni di dialogare fra di loro».<br />

All’inizio del millennio la Basilica di<br />

Presto<br />

gli anziani<br />

potranno fare<br />

i «guardia-ville»<br />

Dopo l’impiego davanti alle scuole,<br />

per favorire la sicurezza dei bambini, il<br />

Campidoglio pensa ad una altro compito<br />

da affidare agli anziani della città, quello<br />

di «guardia-ville». Il sindaco Walter Veltroni<br />

ha accennato all’iniziativa, lunedì,<br />

durante la presentazione del progetto di<br />

risistemazione di Villa Fiorelli, nel quartiere<br />

Appio.<br />

Un progetto che dovrebbe partire a<br />

breve e che contribuirà, ha spiegato il<br />

sindaco, a dare corpo a «quell’idea di<br />

città che si fa più solidale». In pratica,<br />

gli anziani che vorranno mettere a disposizione<br />

il proprio tempo, potranno<br />

diventare responsabili dei parchi e delle<br />

aree verdi e saranno riconoscibili con<br />

particolari fratini e la fascia al braccio.<br />

Per quanto riguarda il progetto di Villa<br />

Fiorelli, il lavori di risistemazione dello<br />

spazio verde, alle spalle di piazza Lodi,<br />

cominceranno l’estate prossima e dureranno<br />

circa un anno.<br />

Il progetto, per cui l’amministrazione<br />

ha stanziato un miliardo e 800 milioni di<br />

lire, prevede di riportare la villa all’aspetto<br />

originario del 1931, con viali e<br />

siepi ben delimitati, una piazza con una<br />

grande magnolia al centro, spazi per il<br />

gioco dei bambini e arredi, lampioni e<br />

panchine in stile anni '30.<br />

La villa inoltre sarà recintata e chiusa<br />

durante la notte.<br />

A sollecitare Veltroni sulla necessità di<br />

ristrutturare la villa erano state tre famiglie<br />

della zona, bambini compresi, ricevuti<br />

in Campidoglio a metà ottobre durante<br />

i consueti incontri del venerdì che<br />

il sindaco dedica ai cittadini.<br />

Nuovo padiglione<br />

di Neuroscienze<br />

all'ospedale<br />

Bambino Gesù<br />

Verrà inaugurato domani,<br />

mercoledì, alle ore 12, il nuovo<br />

padiglione di Neuroscienze dell'ospedale<br />

pediatrico Bambino<br />

Gesù. I locali saranno benedetti<br />

dal Cardinale Angelo Sodano,<br />

Segretario di Stato. I lavori erano<br />

iniziati il 20 luglio scorso<br />

con una cerimonia alla quale<br />

aveva preso parte il Card. Giovanni<br />

Battista Re, Prefetto della<br />

Congregazione per i Vescovi, il<br />

quale aveva portato in dono un<br />

mattone della Porta Santa posto<br />

simbolicamente nelle fondamenta<br />

del nuovo edificio.<br />

«Natale del personale»<br />

al Policlinico Militare<br />

del Celio<br />

I militari in servizio presso il<br />

Policlinico del Celio si incontreranno<br />

domani, mercoledì, alle<br />

ore 10.30, nella chiesa Salus Infirmorum,<br />

per celebrare il tradizionale<br />

«Natale del personale».<br />

La S. Messa sarà presieduta<br />

dal Card. Giovanni Battista Re,<br />

Prefetto della Congregazione<br />

per i Vescovi.<br />

san Saba si pone l’obiettivo di creare<br />

uno spazio di socializzazione gratuita e<br />

spontanea che faciliti l’annuncio di Gesù<br />

Cristo. Ma nell’orientamento pastorale<br />

di questa comunità ecclesiale vi è una<br />

grande attenzione anche per altre modalità<br />

di comunicazione del messaggio<br />

evangelico. Ed ecco la ragione per cui<br />

viene attribuita una grande rilevanza alla<br />

testimonianza diretta, una via che riesce<br />

ad offrire l’annuncio cristiano in<br />

modo autentico e concreto. «È importante<br />

proporre la buona notizia di Gesù<br />

a partire dalle storie personali dei singoli<br />

— ha proseguito padre Gianni Notari<br />

—. In questo modo non ci sarà un annuncio<br />

astratto, che prescinde dai vissuti<br />

personali degli individui, ma una testimonianza<br />

che si fa compagnia di quanti<br />

si avvicinano al Signore. Il nostro obiettivo,<br />

con tutto ciò, è quello di prenderci<br />

cura della crescita spirituale delle persone<br />

che incontrano Gesù». «Quando parliamo<br />

di accompagnamento dei singoli<br />

intendiamo fare riferimento ad un’iniziativa<br />

con cui la comunità religiosa si mette<br />

a disposizione della parrocchia per<br />

ascoltare le storie individuali in vista di<br />

una scelta di vita. Organizzeremo degli<br />

spazi per creare dei luoghi di ascolto finalizzati<br />

ad un discernimento vocazionale.<br />

Questi saranno degli ambiti privilegiati<br />

affinché l’individuo possa sentirsi<br />

accolto ed aiutato a comprendere quale<br />

sia la volontà di Dio». A coadiuvare i religiosi<br />

in questo compito vi sono anche<br />

alcuni operatori laici. I coniugi Alberto e<br />

Giulietta Cavallo, ad esempio, si occupano<br />

dell’accompagnamento delle coppie<br />

prossime al matrimonio. «Noi ci proponiamo<br />

di realizzare con i giovani un<br />

cammino di fede tramite il quale far capire<br />

loro che il matrimonio costituisce<br />

una vera e propria vocazione — ha spiegato<br />

la signora Giulietta, membro del<br />

Consiglio Pastorale —. Nel momento in<br />

cui una persona decide di sposarsi risponde<br />

ad una precisa chiamata del Signore.<br />

E per far capire questa verità<br />

puntiamo molto sul concetto di libertà,<br />

fortemente legato a quello di amore».<br />

Analizzata la questione della tessitura<br />

di relazioni ed individuata l’esigenza dell’accompagnamento<br />

spirituale, la parrocchia<br />

di san Saba dedica attenzione<br />

ad altre iniziative che possano aiutare le<br />

persone a cogliere la volontà del Signore<br />

nell’organizzazione della propria vita.<br />

«Intendiamo seguire gli individui nella<br />

comprensione delle scelte significative<br />

della loro esistenza — ha aggiunto il<br />

parroco —. E questo è un proposito che<br />

vorremo perseguire per mezzo di diverse<br />

esperienze». Offrire la disponibilità<br />

dei locali della chiesa, aprire la Basilica<br />

nel cuore della notte per accogliere i ragazzi<br />

che escono dalla discoteca, creare<br />

occasioni di incontro quotidiano sono le<br />

azioni concrete con cui la parrocchia<br />

vuole muoversi nel prossimo futuro per<br />

attuare questo programma. «Nel Consiglio<br />

Pastorale abbiamo sancito una linea<br />

che intende aiutare tutti a vedere la parrocchia<br />

come una scuola di comunione.<br />

Questa, infatti, è una casa fatta di incontri<br />

quotidiani perché è nell’ordinarietà<br />

dell’esistenza, e non nella sua eccezionalità,<br />

che l’individuo stabilisce il<br />

rapporto con il Signore». «Abbiamo pensato<br />

di mettere a disposizione di tutti i<br />

locali della chiesa affinché la parrocchia<br />

diventi piazza, agorà e quindi in spazio<br />

di comunicazione — ha proseguito padre<br />

Gianni —. Inoltre, siamo propensi<br />

ad aprire la Basilica nella notte del venerdì<br />

per accogliere i ragazzi che escono<br />

dalla discoteca. Quest’ultimo progetto,<br />

che assumerà il titolo di «un punto<br />

luce nel cuore della notte», sarà un fattore<br />

di illuminazione che riuscirà a offrire<br />

un riferimento a molti giovani. Ma<br />

stiamo anche pensando alla possibilità di<br />

istituire degli spazi dove poter condividere<br />

il pranzo domenicale». Un ventaglio<br />

di possibilità per dare un colore diverso<br />

alla dimensione ordinaria dell’esistenza.<br />

Un panorama di occasioni per<br />

riflettere sulla propria quotidianità e capire<br />

quale sia la volontà di Dio.<br />

Ma la parte centrale di questo articolato<br />

cammino basato sulla imbastitura di<br />

relazioni vive, sull’accompagnamento e<br />

sul discernimento è costituita dagli esercizi<br />

spirituali, diversificati per le varie<br />

fasce d’età. «È importante scandire i<br />

tempi ed organizzare uno spazio specifico<br />

per vivere l’incontro personale con<br />

Gesù — ha precisato il parroco —. L’iniziativa,<br />

che sarà caratterizzata da una<br />

cadenza settimanale, vuole aiutare la<br />

gente a comprendere quale sia la propria<br />

vocazione. Il nostro intento è quello<br />

di educare i ragazzi al silenzio e stimolare<br />

gli adulti a cogliere nella quiete la Parola<br />

del Signore. In questo modo tutti<br />

potranno percepire l’operosità di Dio<br />

nella propria vita». «Ma gli esercizi spirituali<br />

possono facilitare la comprensione<br />

in coloro che hanno già raggiunto una<br />

certa maturità di fede — ha aggiunto<br />

padre Salvo Aiuzza —. Proprio per questo<br />

è necessario aver già affrontato un<br />

cammino di ascolto e di interiorizzazione.<br />

Allora diviene importante il percorso<br />

dell’accompagnamento, elemento su cui<br />

la parrocchia sta puntando molto. In<br />

questa iniziativa l’operatore segue l’individuo<br />

che necessita di sostegno, cercando<br />

di stabilire un rapporto di fiducia<br />

con lui». «Le modalità per portare avanti<br />

questo discorso possono essere molteplici<br />

— ha concluso il sacerdote —.<br />

L’importante è trovare il linguaggio giusto,<br />

soprattutto quando ci si relaziona<br />

con i giovani, tanto bisognosi di<br />

Cristo».<br />

SIMONA RUBEIS<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

MERCOLEDÌ 19 DICEMBRE<br />

00.10: Studio A (stereo): Con voi<br />

nella notte<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti<br />

cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

in italiano, spagnolo,<br />

portoghese, francese, inglese,<br />

tedesco e polacco<br />

10.30: In diretta dal Vaticano:<br />

Udienza Generale presieduta<br />

dal Santo Padre Giovanni<br />

Paolo II<br />

16.30: Tra le orchestre di Roberta<br />

Campanelli<br />

17: Liturgia delle Ore: celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Die<br />

Römische Woche<br />

20.40: Recita del Santo Rosario<br />

in latino<br />

21.30: Programma francese: La<br />

catéchese de Jean Paul II<br />

21.50: Programma inglese<br />

22.10: Programma spagnolo<br />

MERCOLEDÌ 19 DICEMBRE<br />

24: Rosario biblico (versione tedesca)<br />

2.40-19.30-22.30: Notiziario<br />

6.55: Rubrica: Chiesa in cammino:<br />

Africamerica Latina<br />

9: In diretta dalla Cappella di<br />

Telepace in Roma: Santa<br />

Messa<br />

10.30: In diretta dal Vaticano:<br />

Udienza Generale, presieduta<br />

dal Santo Padre Giovanni<br />

Paolo II<br />

12.30: Cappella di Telepace in<br />

Roma: Santa Messa<br />

16: In diretta dalla Cappella di<br />

Telepace: Santo Rosario e Adorazione<br />

Eucaristica.<br />

20.50: Udienza generale, presieduta<br />

dal Santo Padre Giovanni<br />

Paolo II (replica)


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

10 .<br />

in primo piano<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Mercoledì 19 Dicembre 2001<br />

IL TRAGICO INCENDIO DEL PREFABBRICATO<br />

L'inchiesta della procura di Salerno sul rogo della<br />

struttura prefabbricata post terremoto adibita a centro<br />

di assistenza per malati psichici e anziani va in<br />

due direzioni: una sulle cause che hanno provocato<br />

le fiamme e una seconda, più articolata, che fa riferimento<br />

alle responsabilità. Intanto continuano le polemiche<br />

sulla terribile morte dei 19 ricoverati. Se il<br />

centro per disabili «non era un ghetto» ma «parte<br />

della comunità», e chi lo gestiva «agiva in modo<br />

corretto e professionalmente valido» — come ha autorevolmente<br />

dichiarato l'Arcivescovo di Salerno,<br />

Mons. Pierro — ciò non significa che fosse una<br />

struttura adeguata e priva di rischi.<br />

IL SUD NELLA MORSA DEL MALTEMPO Mentre<br />

al Centro-Nord è tornato il sole e le temperature<br />

hanno subito un leggero rialzo, il Sud del Paese è<br />

alle prese con neve e gelo, mentre sul litorale<br />

adriatico si registrano violente mareggiate.<br />

S'indaga sulle cause e sulle responsabilità della sciagura - E riemergono le lacune nell'assistenza ai malati psichici<br />

Le inchieste e le polemiche sul rogo<br />

che ha causato 19 morti nel Salernitano<br />

SALERNO, 18.<br />

Mentre procedono le inchieste, divampano<br />

le polemiche sul tragico incendio<br />

di San Gregorio Magno, nel quale<br />

sono morte diciannove persone tra disabili<br />

e anziani ospitati in un prefabbricato<br />

donato dalla Francia per l'emergenza<br />

del dopo terremoto dell'80. E non mancano<br />

gli inviti e le dichiarazioni d'impegno<br />

a fare piena luce sulla sciagura.<br />

«Abbiamo individuato delle responsabilità,<br />

ora si tratta solo di identificare i<br />

responsabili». La dichiarazione è del<br />

procuratore di Salerno, Apicella: e nelle<br />

prossime ore potrebbero già partire i<br />

primi avvisi di garanzia per i reati ipotizzati<br />

di disastro e di omicidio colposo<br />

plurimo.<br />

L'inchiesta è affidata al pm Maria<br />

Carmela Polito e coordinata dal procuratore<br />

aggiunto, Russo, il quale ha spiegato<br />

oggi che le indagini dovranno chiarire<br />

«un doppio livello di responsabilità.<br />

Il primo riguarda l’accertamento su chi<br />

o che cosa ha causato realmente l’ incendio;<br />

il secondo riguarda l’idoneità<br />

della struttura».<br />

Se il centro per disabili «non era un<br />

ghetto» ma «parte della comunità», e chi<br />

lo gestiva «agiva in modo corretto e professionalmente<br />

valido» — come ha autorevolmente<br />

dichiarato l'Arcivescovo di<br />

Salerno, Mons. Pierro — ciò non significa<br />

che fosse una struttura adeguata e<br />

priva di rischi. Gli investigatori non<br />

escludono ancora nulla sulle possibili<br />

cause dell’incendio, anche se l'ipotesi<br />

del corto circuito per sovraccarico di<br />

corrente elettrica sembra restare quella<br />

più probabile, e gli inquirenti abbiano<br />

sostanzialmente escluso origini dolose.<br />

Il Comune di San Gregorio Magno,<br />

comunque, si costituirà parte civile in<br />

caso di procedimento penale: lo afferma<br />

il sindaco Pierangelo Piegari, che ha invitato<br />

la magistratura ad indagare «a<br />

360» gradi e non solo in direzione del<br />

corto circuito elettrico, anche perché, a<br />

suo dire, «la velocità con quale si è propagato<br />

il fuoco è stata impressionante»:<br />

un particolare, questo «che non mi lascia<br />

tranquillo», conclude il sindaco.<br />

Ma a non lasciare «tranquillo» il primo<br />

cittadino di San Gregorio vi sono<br />

anche altre ragioni. La magistratura salernitana<br />

ha acquisito proprio ieri in<br />

municipio delibere e progetti che riguardano<br />

il centro bruciato. E la polemica<br />

infuria anche tra le mura municipali,<br />

tanto che un consigliere comunale dell'opposizione<br />

ha chiesto la convocazione<br />

dell’assise civica per discutere di tutta la<br />

vicenda. «Era una struttura non idonea<br />

ad ospitare i pazienti» afferma il consigliere,<br />

che aggiunge: «E poi a San Gregorio<br />

il sindaco non c’è mai: fa il giornalista<br />

al Tg1 e sta sempre a Roma, e al<br />

vertice del Comune non c’è nessuno».<br />

A questa affermazione replica, a nome<br />

della maggioranza, l'assessore comunale<br />

al Bilancio: «Se è per questo —<br />

contraccusa l'assessore — anche il capo<br />

dell’opposizione in consiglio non è mai<br />

presente: è di Salerno».<br />

Ora, anche considerando queste polemiche<br />

locali per quello che sono — specialmente<br />

di fronte alla sciagura che s'è<br />

verificata — il «quadretto» offerto dalla<br />

gestione dell'amministrazione comunale,<br />

a cominciare dal primo cittadino, risulta<br />

a dir poco sconcertante.<br />

Tra l'altro il prefabbricato distrutto<br />

dalle fiamme non sarebbe l’unico nella<br />

zona. «Ve ne sono decine ancora sul territorio,<br />

e la stessa sede del Comune di<br />

Buccino, attiguo a San Gregorio, è ospitata<br />

in una struttura del dopo-terremoto»:<br />

a rilevarlo è sempre l'assessore comunale<br />

al Bilancio di San Gregorio Magno,<br />

che aggiunge: «Ci vogliono circa 30<br />

milioni per rottamare ciascuno di quei<br />

mostri pieni di amianto in cui ho vissuto<br />

Anziana uccisa<br />

da automobilista pirata<br />

BERGAMO — Un altro delittuoso<br />

comportamento di un automobilista<br />

pirata ha provocato lunedì sera la<br />

morte di un'anziana donna, Adelaide<br />

Scarpellini di 68 anni, che stava<br />

rientrando a casa in bicicletta ad<br />

Albegno di Treviolo nel Bergamasco.<br />

Secondo i Carabinieri la donna<br />

sarebbe stata anche trascinata<br />

per un tratto dall'auto investitrice e<br />

poi abbandonata ancora in vita. I<br />

familiari, preoccupati perché tardava<br />

a rientrare a casa, sono usciti<br />

per cercarla. L'hanno trovata quasi<br />

subito ma Adelaide Scarpellini è<br />

deceduta poco dopo il ricovero all'ospedale<br />

di Bergamo.<br />

Usura: in manette<br />

un'intera famiglia<br />

CROTONE — Sei ordinanze di custodia<br />

cautelare sono state eseguite<br />

martedì mattina dai Carabinieri<br />

nei confronti di altrettanti componenti<br />

di una stessa famiglia residente<br />

a Masoraca (Crotone). Sono<br />

accusati di associazione a delinquere<br />

finalizzata all'usura e all'estorsione.<br />

Sembra che i componenti<br />

della famiglia esercitassero<br />

una sorta di disgustoso monopolio<br />

dell'attività illecita.<br />

anche io fino a pochi anni fa. Ma quelle<br />

strutture sono ancora lì».<br />

L'assessore difende invece il prefabbricato<br />

distrutto dalle fiamme: «Certo —<br />

dice — occorrerà fare luce su quanto<br />

accaduto, ma quella struttura era ambita<br />

dalla Asl fin dal 1996 e i dirigenti sanitari<br />

avevano già individuato quella costruzione<br />

definendola perfetta per ospitare<br />

i disabili». E spiega che la comunità<br />

di pazienti psichici era «privilegiata» rispetto<br />

al resto del paese quanto a servizi<br />

idrici e fognari, che a San Gregorio Magno<br />

certo non brillano, con l’acqua erogata<br />

spesso a giorni alterni e con molte<br />

zone ancora senza scarichi.<br />

«Nessuna fatalità ma solo mancanza<br />

di sicurezza e abbandono». Così il Tribunale<br />

per i diritti del malato commenta la<br />

tragedia di San Gregorio Magno, affrontando<br />

un'altra delle questioni sollevate<br />

dalla tragedia: la sicurezza delle strutture<br />

del Servizio sanitario nazionale. «A<br />

cinque anni dal rogo dell’istituto Galeazzi<br />

e nonostante si verifichino continuamente<br />

incidenti o episodi che dovrebbero<br />

destare allarme — rileva il Tdm —<br />

questo tema non è ancora nell’agenda<br />

delle politiche sanitarie». Secondo il Tribunale<br />

dei diritti del malato «si è di<br />

fronte ad una storia di ordinaria insicurezza;<br />

e di strutture come quella di San<br />

Gregorio Magno, l'Italia è piena».<br />

Sulla tragedia, l’Associazione per la riforma<br />

dell’assistenza psichiatrica (Arap),<br />

afferma che i morti di San Gregorio sono<br />

«vittime dell’incapacità della nostra<br />

società civile ad affrontare con serietà i<br />

problemi più gravi che l’affliggono».<br />

PREVIDENZA Ancora alcuni nodi da sciogliere<br />

Una settimana decisiva<br />

per il negoziato sulla riforma<br />

ROMA,18.<br />

Per la riforma del sistema previdenziale<br />

si è aperta una settimana decisiva.<br />

Viene inviato con ogni probabilità oggi<br />

ai sindacati il testo definitivo della delega<br />

sulla pensioni anche se non si esclude<br />

una nuova convocazione a Palazzo<br />

Chigi delle parti sociali. Il nodo da sciogliere<br />

resta ancora quello della decontribuzione<br />

per i nuovi assunti con l’obiettivo<br />

di compensare le aziende dallo smobilizzo<br />

del Tfr. Al prossimo Consiglio dei<br />

Ministri, entro venerdì, il Governo dovrebbe<br />

approvare la delega sulla riforma<br />

Istat: in calo<br />

l'inflazione<br />

a novembre<br />

ROMA, 18.<br />

A novembre l’inflazione segna<br />

un +0,2% congiunturale e un<br />

+2,3% tendenziale. Sono confermati<br />

quindi i dati provvisori dell’indice<br />

dei prezzi al consumo armonizzato<br />

per i paesi dell’Ue diffusi<br />

precedentemente dall’Istat.<br />

Gli incrementi tendenziali più<br />

marcati si segnalano per i capitoli<br />

prodotti alimentari e bevande<br />

analcoliche; altri beni e servizi e<br />

Alberghi, ristoranti e pubblici<br />

esercizi. Risultano in diminuzione<br />

i capitoli Comunicazioni; Servizi<br />

sanitari e spese per la salute e<br />

Trasporti.<br />

Stati Generali<br />

della scuola: rinforzate<br />

le misure di sicurezza<br />

ROMA, 18.<br />

Dopo la decisione ministeriale di tenere<br />

a Roma, anziché a Foligno, il 19 e il<br />

20 dicembre, gli Stati Generali dell'Istruzione,<br />

sono già cominciate — riferisce<br />

l'Ansa — le riunioni organizzative da<br />

parte delle forze dell'ordine per predisporre<br />

le misure di sicurezza. In particolare<br />

è in programma per oggi pomeriggio,<br />

alla Prefettura di Roma, la riunione<br />

del Comitato provinciale per l'ordine e<br />

la sicurezza pubblica. La riunione sarà<br />

presieduta dal prefetto Emilio Del Mese<br />

e vi parteciperanno i vertici delle forze<br />

dell'ordine e della polizia municipale<br />

della Capitale, oltre a rappresentanti del<br />

Comune e del mondo della scuola. Particolari<br />

servizi di protezione saranno predisposti<br />

al Palazzo dei Congressi all'Eur,<br />

dove si terranno gli Stati Generali, e al<br />

ministero dell'Istruzione in viale Trastevere<br />

per fronteggiare eventuali manifestazioni<br />

di protesta.<br />

Le organizzazioni degli studenti Uds,<br />

Collettivi studenteschi e Rete No global<br />

hanno confermato le iniziative di protesta<br />

annunciate. Dal corteo di protesta<br />

previsto per la mattina del 20 dicembre<br />

si è dissociata la Confederazione degli<br />

studenti (Cds) che ha indetto per lo stesso<br />

giorno manifestazioni in otto città.<br />

L'Arcivescovo Pierro: Quella casa<br />

non era un ghetto ma cure e attenzioni<br />

devono continuare in strutture più valide<br />

SALERNO, 18.<br />

«Quella casa non costituiva per la comunità di San Gregorio Magno un<br />

ghetto, era invece parte di questa comunità». Lo ha affermato ieri, all'omelia<br />

pronunciata al rito funebre per le 19 vittime del tragico incendio sviluppatosi<br />

nella notte tra sabato e domenica nel centro di assistenza del piccolo Comune<br />

del Salernitano, l'Arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno Gerardo Pierro, il<br />

quale ha subito aggiunto: «Quanti hanno pubbliche responsabilità sanno che<br />

noi attendiamo che le cure, le premure, le attenzioni, che pur ci sono state<br />

nei confronti di questi fratelli, continuino in strutture più valide. Noi oggi<br />

piangiamo questi morti: San Gregorio Magno li ritiene una perdita perché<br />

quei fratelli non erano un peso per questa comunità ma una realtà esaltante.<br />

È stata una tragedia che ha colpito i nostri fratelli, che sono passati da questo<br />

mondo a Dio, ma anche questa comunità, che li ha accolti sempre con grande<br />

attenzione e li ha considerati sempre parte di sé. Per questo il mio pensieroècaricodigratitudine<br />

per quanti hanno alleviato le pene di questi fratelli».<br />

Al termine del rito funebre, al quale ha partecipato, in rappresentanza del<br />

Governo, anche il ministro per le Politiche comunitarie Buttiglione, si sono<br />

rinnovate, accanto ai feretri delle vittime, le testimonianze di dolore da parte<br />

dei congiunti. Un dolore, per alcuni, misto forse anche al rimorso di essere<br />

stati a lungo senza recarsi a trovare i propri parenti disabili tanto che qualcuno<br />

non sapeva neppure che il loro congiunto si trovava nel Centro di San<br />

Gregorio Magno e lo ha appreso solo quando gli è giunta la notizia del suo<br />

tragico decesso.<br />

È stato un dolore condiviso anche dai cittadini di San Gregorio Magno, che<br />

hanno partecipato numerosi alle esequie. Lo ha testimoniato in particolare<br />

una signora, la quale già prima del funerale aveva sostato a lungo nella camera<br />

ardente. «Li conoscevo tutti — ha raccontato commossa — andavo sempre<br />

nel Centro e tutti loro mi volevano bene».<br />

ma in queste ore proseguono i contatti<br />

del ministro del Lavoro e delle Politiche<br />

sociali Roberto Maroni sia a livello governativo<br />

sia con le parti sociali per<br />

mettere a punto il testo.<br />

Intanto dovrebbe essere confermato<br />

l’inserimento della clausola del silenzio<br />

assenso per il versamento del Tfr ai fondi<br />

pensione, resta ancora aperta la questione<br />

della compensazione per le imprese.<br />

La Confindustria continua a chiedere<br />

un taglio ai contributi per i neo assunti<br />

ma l’ipotesi più probabile sembra<br />

invece quella della defiscalizzazione con<br />

un taglio al costo del lavoro che non inciderebbe<br />

sulle prestazioni previdenziali<br />

future dei più giovani.<br />

Novità rispetto alla bozza presentata<br />

ai sindacati la settimana scorsa potrebbero<br />

esserci anche sul fronte dei parasubordinati.<br />

Per i collaboratori infatti —<br />

secondo quanto riferisce l'Ansa — una<br />

parte dell’aumento dell’aliquota (dal<br />

13% al 16,9%) potrebbe essere destinata<br />

al miglioramento delle prestazioni sociali<br />

(maternità e disoccupazione) e formative.<br />

Il provvedimento comunque dovrebbe<br />

confermare l’approccio «morbido» alla<br />

riforma con incentivi per chi resta al lavoro<br />

nonostante i requisiti per la pensione.<br />

Nessun disincentivo invece per chi<br />

decide di ritirarsi dall’attività che potrà<br />

continuare a farlo secondo le regole delle<br />

riforme Dini e Prodi.<br />

«La delega previdenziale — ha detto il<br />

vicepresidente del Consiglio, Gianfranco<br />

Fini — sarà presentata prima di Natale.<br />

È la più pronta, la più matura».<br />

Fughe di gas<br />

in varie località:<br />

un ferito a Savona<br />

SAVONA, 18.<br />

Ancora fughe di gas, in tre diverse città.<br />

L'episodio più grave è avvenuto la<br />

scorsa notte in un edificio residenziale a<br />

Savona, nel popoloso quartiere Oltrelimbo,<br />

dove in seguito ad un'esplosione<br />

causata appunto da una fuga di gas uno<br />

degli inquilini è rimasto seriamente<br />

ustionato mentre l'edifico è stato fatto<br />

sgomberare per tutta la notte (gli inquilini<br />

sono potuti rientrare all'alba). Ancora<br />

ignote le cause dell'incidente.<br />

Stamane a Milano due palazzi ubicati<br />

in via Mascheroni e in via Sebeto sono<br />

stati fatti sgomberare per misura precauzionale<br />

in seguito ad una fuga di gas<br />

metano verificatasi in una pizzeria di<br />

piazza Giovane Italia. Secondo i tecnici<br />

a causare la rottura delle tubazioni è<br />

stato il freddo di questi giorni, unito al<br />

traffico intenso che ha provocato anche<br />

un cedimento strutturale del manto stradale.<br />

Nella zona non è stato comunque<br />

necessario interrompere l'erogazione del<br />

gas.<br />

Infine nel Salento, a Corigliano d'Otranto<br />

(Lecce), una coppia di coniugi è<br />

rimasta leggermente ferita a causa di un<br />

crollo nell'abitazione provocato anche in<br />

questo caso da una fuga di gas.<br />

FINANZIARIA Prosegue l'iter alla Camera<br />

Aumento delle pensioni minime<br />

e delle detrazioni per i figli<br />

ROMA, 18.<br />

Continua a subire modifiche il testo<br />

degli emendamenti all’articolo 9 della finanziaria,<br />

che riforma il settore delle<br />

fondazioni bancarie. La commissione bilancio<br />

della Camera ha presentato oggi<br />

un nuovo emendamento, definendolo<br />

una «riformulazione». L’opposizione di<br />

centro-sinistra ha respinto questa interpretazione.<br />

Luciano Violante, capogruppo<br />

Ds, ha parlato di un «cambio di linea»<br />

e ha chiesto quindi tempi più lunghi<br />

per i sub-emendamenti rispetto ai<br />

venti minuti prospettati in un primo mo-<br />

Carenza di infermieri:<br />

il decreto con modifiche<br />

torna al Senato<br />

ROMA, 18.<br />

Sembra destinato a tornare al<br />

Senato il decreto legge 402/2001<br />

con il quale il Governo intende affrontare<br />

il problema della carenza<br />

di infermieri nel Paese. Sul provvedimento<br />

la commissione Bilancio<br />

della Camera ha infatti espresso,<br />

ieri, alle commissioni di merito<br />

(Affari Sociali e Lavoro congiuntamente)<br />

parere favorevole,<br />

ma subordinatamente alla modifica<br />

di alcune parti del testo approvato<br />

a Palazzo Madama. Il provvedimento,<br />

già oggi dovrebbe essere<br />

esaminato dalla Camera.<br />

Esplode fabbrica di fuochi<br />

d'artificio a Catania:<br />

muore una donna<br />

CATANIA, 18.<br />

Una donna è morta e un uomo è rimasto<br />

gravemente ferito nell'esplosione<br />

che ha distrutto ieri pomeriggio, lunedì,<br />

un capannone adibito a fabbrica di fuochi<br />

d’artificio a Militello Val di Catania.<br />

Nell’incidente è morta la moglie del titolare<br />

della fabbrica, Agata Sapienza, di<br />

56 anni, mentre il marito, Ernesto Vaccalluzzo,<br />

di 64, è rimasto gravemente<br />

ustionato.<br />

L’uomo è ricoverato in prognosi riservata<br />

nell’ospedale di Militello.<br />

Al momento dell’esplosione all’interno<br />

del capannone c’erano solo i due coniugi.<br />

Sono in corso indagini dei Carabinieri<br />

per stabilire le cause dell’esplosione. I<br />

militari dell'Arma stanno indagando anche<br />

per stabilire se il capannone fosse<br />

abusivo e se fosse di proprietà di Vaccalluzzo.<br />

Una serie di controlli nel corso di un<br />

sopralluogo, compiuto congiuntamente<br />

dai vigili del fuoco e dagli artificieri dell’Arma<br />

all’interno del capannone devastato<br />

dall’esplosione, avrebbero evidenziato<br />

la mancanza di dotazioni di sicurezza.<br />

IN FINANZIARIA L'AUMENTO DELLE PENSIONI<br />

MINIME La Camera ha dato via libera all’aumento<br />

delle pensioni più basse secondo i criteri indicati<br />

dal ministro del Lavoro; 516,89 euro al mese (un milione<br />

di lire ) per 2,2 milioni di persone.<br />

IL ROGO IN UN ALBERGO A PARIGI Due famiglie<br />

del Catanese piangono le loro giovani figlie, Lucia<br />

Anna Messina e Ilaria Favara morte nel rogo dell'Hotel<br />

du Palais a Parigi.<br />

MALTEMPO Chiusi tratti della Salerno-Reggio<br />

Abbondanti nevicate<br />

su Calabria e Basilicata<br />

ROMA, 18.<br />

Mentre al Centro-Nord è tornato a<br />

splendere il sole e le temperature hanno<br />

subito un leggero rialzo, il Sud è sempre<br />

alle prese con il maltempo. Per il terzo<br />

giorno consecutivo nevica sulla Sila, in<br />

Calabria, e l'autostrada Salerno-Reggio è<br />

percorribile a singhiozzo. Vento, ghiaccio<br />

e temperature polari in tutta la regione,<br />

in particolare nelle zone di montagna:<br />

a Botte Donato (quasi 2.000 metri<br />

d’altitudine) la colonnina di mercurio<br />

è scesa fino a –25. Sono enormi i disagi<br />

patiti dagli automobilisti e dagli stessi<br />

mezzi antineve. Comincia a scarseggiare<br />

anche il sale da spargere sulle strade.<br />

Sul tratto calabrese della Salerno-Reggio<br />

si viaggia tra interruzioni e riaperture,<br />

a seconda dell’evolversi delle condizioni<br />

meteorologiche. Stamane in direzione<br />

Nord i mezzi leggeri potevano<br />

proseguire oltre Cosenza con le catene<br />

montate mentre per i camion e le auto<br />

sprovviste di catene permaneva l’obbligo<br />

dell’uscita a Falerna (Catanzaro) con deviazione<br />

sulla statale tirrenica.<br />

L’«A3» è comunque ancora chiusa al<br />

traffico tra gli svincoli di Lagonegro<br />

Nord (Potenza) e Mormanno (Cosenza)<br />

a causa della presenza di neve e ghiaccio<br />

che hanno lo spessore di oltre dieci<br />

centimetri. Ma tutta la rete viaria della<br />

Basilicata è interessata dalla presenza<br />

del ghiaccio: questa mattina è rimasto<br />

bloccato il raccordo autostradale Potenza-Sicignano<br />

degli Alburni nella zona<br />

dello svincolo di Balvano. Su tutte le<br />

strade vi è l’obbligo della circolazione<br />

mento da Giancarlo Giorgetti (Lega),<br />

presidente della commissione bilancio.<br />

Intanto, ieri, si è concluso con l’esame<br />

degli articoli aggiuntivi all’articolo<br />

31, il «capitolo» sull’aumento delle pensioni<br />

minime ad un milione al mese e la<br />

sanatoria degli indebiti dell’Inps. La Camera<br />

ha dato così il via libera all’aumento<br />

delle pensioni più basse secondo<br />

i criteri indicati nei giorni scorsi dal ministro<br />

del Lavoro e delle Politiche sociali,<br />

Roberto Maroni. L’aumento a 516,89<br />

euro al mese (un milione) riguarda 2,2<br />

milioni di persone. Di questi circa<br />

174.000 sono invalidi totali. Il costo<br />

complessivo è di 4.200 miliardi. L’aumento<br />

scatta dal primo gennaio del 2002<br />

per chi ha un reddito annuo lordo inferiore<br />

ai 13 milioni escluso il reddito della<br />

casa di abitazione. Sempre ieri il via<br />

libera dell’aula della Camera anche all’articolo<br />

2 della Finanziaria, che aumenta<br />

le detrazioni fiscali per i figli a<br />

carico. Dal 2002 la detrazione sale a<br />

516,46 euro (un milione) per ciascun figlio<br />

a carico nei seguenti casi: 1) contribuenti<br />

con reddito complessivo non superiore<br />

a 36.151 euro (70 milioni) con<br />

un figlio a carico; 2) contribuenti con<br />

reddito complessivo non superiore a<br />

41.316 euro (80 milioni) con due figli a<br />

carico; 3) contribuenti con reddito complessivo<br />

non superiore a 46.481 euro<br />

con tre figli a carico; 4) contribuenti con<br />

almeno quattro figli a carico.<br />

Pr ogni figlio portatore di handicap la<br />

detrazione è aumentata a 774,69 euro<br />

(1,5 milioni). Attualmente le detrazioni<br />

sono di poco superiore alle 500.000 lire<br />

l’anno per figlio.<br />

Sigilli a Catanzaro<br />

ad una struttura<br />

per disabili mentali<br />

CATANZARO, 18.<br />

La Procura della Repubblica di Catanzaro<br />

ha chiesto il sequestro della struttura<br />

dell’Asl 7 che viene utilizzata a Girifalco<br />

per ospitare disabili mentali. La richiesta<br />

è stata fatta nell’ambito di un’inchiesta<br />

avviata sulla morte per assideramento<br />

di un degente della struttura, Saverio<br />

Russo, di 77 anni. Nel registro degli<br />

indagati, con l’ ipotesi di reato di<br />

omicidio colposo, è stato iscritto il responsabile<br />

della struttura.<br />

La morte di Russo, avvenuta nell’ospedale<br />

civile Pugliese di Catanzaro, risale,<br />

secondo quanto si è appreso, al 5<br />

dicembre scorso, ma il ricovero dell’uomo<br />

risaliva al 25 novembre precedente.<br />

La diagnosi stilata dai sanitari della<br />

struttura manicomiale che avevano disposto<br />

il trasferimento di Russo in ospedale<br />

parlava di ictus. I sanitari del nosocomio<br />

di Catanzaro accertarono, invece,<br />

che il pensionato, che era ospitato da<br />

circa 40 anni nella struttura manicomiale,<br />

era affetto da una grave forma di assideramento.<br />

A seguito di un'ispezione,<br />

inoltre, sono state accertate le gravi condizioni<br />

di fatiscenza della struttura, l’assenza<br />

di impianto di riscaldamento per<br />

la rottura della caldaia e le condizioni di<br />

pericolosità dell’impianto elettrico.<br />

con catene o pneumatici antineve. Quaranta<br />

persone sono rimaste isolate a San<br />

Costantino Albanese e a Francavilla sul<br />

Sinni, nel massiccio del Pollino.<br />

Spruzzata di neve anche in Sicilia.<br />

Taormina si è presentata oggi con i tetti<br />

imbiancati. Stessa «cartolina» in altri<br />

paesi sul mare del Messinese mentre a<br />

Castel Mola, 500 metri di altitudine, la<br />

neve ha raggiunto i 3 centimetri come<br />

in tutta la valle dell’Alcantara.<br />

Sono nel frattempo tornati alla normalità<br />

i collegamenti con la Sardegna<br />

dopo le bufere di vento e il mare forza 8<br />

che nei giorni scorsi hanno causato problemi<br />

ai traghetti. Il vento è scemato<br />

ma la temperatura sull’isola si mantiene<br />

molto bassa rispetto alla media stagionale.<br />

Negli scali marittimi di Porto Torres<br />

e di Olbia, i più colpiti dal maltempo,<br />

sono regolari gli attracchi e le partenze.<br />

Sulle strade interne della Sardegna si segnalano<br />

gelate, soprattutto sui valichi<br />

più alti del Nuorese.<br />

Fra le regioni del Centro permane l'emergenza<br />

neve in Abruzzo. Questa mattina<br />

è stata chiusa l’autostrada «A25» nel<br />

tratto da Celano a Pescara, in entrambe<br />

le direzioni. La Polizia ha portato soccorso<br />

a numerosi automobilisti e camionisti<br />

rimasti bloccati. Sempre per neve è<br />

stata interrotta al transito la statale «17»<br />

nel tratto tra Rocca Pia e Roccaraso. Si<br />

viaggia solo con le catene invece sulla<br />

«153», nel tratto tra Navelli e Bussi. Anche<br />

oggi molte scuole sono rimaste<br />

chiuse nei centri più colpiti dal maltempo<br />

(tra essi Chieti e Teramo) per evitare<br />

disagi agli studenti pendolari.<br />

Dolore e commozione<br />

per le due studentesse<br />

catanesi morte<br />

nel rogo di Parigi<br />

CATANIA, 18.<br />

Una tragedia, resa ancora più insopportabile<br />

dal fatto che a provocarla non<br />

sarebbe stato un incidente, ma un piromane,<br />

peraltro italiano, appena uscito<br />

dal carcere. Ora due famiglie del Catanese<br />

piangono due loro figlie, Lucia Anna<br />

Messina e Ilaria Favara, 23 anni, la<br />

prima di Gravina, la seconda di Mineo,<br />

morte ieri nel rogo dell'Hotel du Palais<br />

a Parigi. Entrambe erano partite per seguire<br />

corsi del programma Erasmus.<br />

In un caso si tratta di un dolore che<br />

si assomma al dolore per una recente<br />

perdita. Due anni fa era morta per un<br />

tumore la madre di Lucia Messina. In<br />

casa erano rimasti il padre, Antonino, e<br />

le due figlie, Lucia e Antonella, 18 anni.<br />

Una compagna di università di Lucia la<br />

descrive come «una ragazza meravigliosa,<br />

piena di entusiasmo e di voglia di vivere.<br />

Era la più brava della Facoltà di<br />

lettere; il libretto è pieno di 30 e lode».<br />

Anche per Ilaria Favara i ricordi sono<br />

struggenti. Era «la figlia che tutti i genitori<br />

vorrebbero avere»: è la voce unanime<br />

dei cittadini di Mineo. «Una ragazza<br />

modello, equilibrata solare e sempre con<br />

il sorriso sulle labbra», la ricorda il parroco<br />

di santa Agrippina, padre Nunzio<br />

Valdini, che la conosceva bene, visto il<br />

suo impegno nell'Azione cattolica parrocchiale.<br />

«La sua famiglia non voleva<br />

che lei partisse — racconta l'amica Nella<br />

Resuscitazione — ma lei è sempre<br />

stata una ragazza modello e i suoi genitori<br />

le hanno sempre concesso, meritatamente,<br />

la massima fiducia». Nessuno<br />

poteva immaginare una tale tragedia.<br />

Le salme delle due ragazze dovrebbero<br />

rientrare in Italia in giornata.<br />

Sgominata in Puglia<br />

organizzazione internazionale<br />

di contrabbandieri<br />

LECCE, 18.<br />

Un’organizzazione criminale internazionale<br />

dedita al contrabbando di sigarette<br />

è stata sgominata all’alba dalla<br />

Guardia di finanza e dalla Direzione investigativa<br />

antimafia di Bari e di Lecce,<br />

che hanno arrestato decine di persone.<br />

Secondo quanto si è appreso, l'organizzazione<br />

faceva capo alla famiglia fasanese<br />

dei fratelli Giovanni e Giacomo<br />

Sabatelli ed allo svizzero Patrick Monnier.<br />

Il gruppo criminale avrebbe contrabbandato<br />

in due anni 300 tonnellate<br />

di sigarette. L’approvvigionamento avveniva<br />

in Bosnia ed Erzegovina. I carichi<br />

venivano nascosti in automezzi pesanti,<br />

scortati da documentazione doganale<br />

falsificata che aveva indicazioni di società<br />

costituite ad hoc. Le sigarette venivano<br />

trasferite in Croazia, Paese dal quale<br />

avveniva l’imbarco verso i porti italiani,<br />

principalmente quelli di Brindisi e di Ancona,<br />

a bordo di autocarri che avevano<br />

carichi di copertura. La merce veniva<br />

poi dall’Italia spedita ai mercati di consumo<br />

— Spagna, Belgio e Gran Bretagna<br />

— mentre il riciclaggio dei proventi<br />

avveniva in Belgio, Svizzera e Croazia.<br />

Nell’inchiesta risulta coinvolto anche<br />

l’imprenditore nautico Bruno Abate


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Anno CXLI - N. 291 (42.929) CITTÀ DEL VATICANO Giovedì 20 Dicembre 2001<br />

ALL'UDIENZA GENERALE NEI GIORNI DELLA NOVENA DI NATALE<br />

GIOVANNI PAOLO II ESORTA TUTTI I CRISTIANI AD «AFFRETTARE I PASSI VERSO BETLEMME»<br />

Dobbiamo convertirci alla pace<br />

«Dobbiamo convertirci alla pace; dobbiamo convertirci a Cristo,<br />

nostra pace, certi che il suo amore disarmante nel presepe vince<br />

ogni cupa minaccia e progetto di violenza». Lo ha sottolineato il Papa<br />

all'udienza generale svoltasi mercoledì mattina, 19 dicembre, nell'Aula<br />

Paolo VI. Ai numerosi fedeli presenti il Santo Padre ha anche<br />

ricordato la speciale giornata di digiuno e di preghiera dello scorso<br />

14 dicembre ed ha rivolto gli auguri per le imminenti festività natalizie.<br />

Questi sono i punti nodali della catechesi del Santo Padre:<br />

» «La nostra attesa si fa voce delle speranze dell’intera umanità e<br />

si esprime in una serie di suggestive invocazioni, che troviamo nella<br />

Celebrazione Eucaristica prima del Vangelo e nella recita dei Vespri<br />

prima del cantico del Magnificat. Sono le cosiddette antifone<br />

“O”, nelle quali la Chiesa si rivolge a Colui che sta per venire con<br />

titoli altamente poetici, che ben manifestano il bisogno di pace e di<br />

salvezza dei popoli, bisogno che solamente nel Dio fatto uomo trova<br />

appagamento pieno e definitivo»;<br />

» «In quest’itinerario di preparazione all’incontro con Cristo, che<br />

nel Natale viene incontro all’umanità, si è inserita la speciale giornata<br />

di digiuno e di preghiera che venerdì scorso abbiamo celebrato,<br />

al fine di chiedere a Dio il dono della riconciliazione e della pace.<br />

È stato un momento forte dell’Avvento, un’occasione per approfondire<br />

le cause della guerra e le ragioni della pace»;<br />

» Di fronte alle tensioni e alle violenze che, purtroppo, funestano<br />

anche in questi giorni varie parti della terra, compresa la Terra<br />

Santa, testimone singolare del mistero della Nascita di Gesù, occorre<br />

che noi cristiani facciamo risuonare ancora più forte il messaggio<br />

di pace che proviene dalla grotta di Betlemme»;<br />

» «Più intensa e corale si faccia in questa settimana la nostra preghiera.<br />

“Christus est pax nostra - Cristo è la nostra pace”. La sua<br />

pace rinnovi ogni ambito del nostro vivere quotidiano. Riempia i<br />

cuori, perché si aprano all’azione della sua grazia trasformante;<br />

permei le famiglie, perché davanti al presepe o raccolte attorno all’albero<br />

di Natale rinsaldino la loro fedele comunione; regni nelle<br />

città, nelle nazioni e nella comunità internazionale e si diffonda in<br />

ogni angolo del mondo».<br />

MEDIO ORIENTE Arafat chiude alcuni uffici di Hamas nella Striscia di Gaza<br />

Appello di Powell ad israeliani e palestinesi<br />

per una pronta ripresa del dialogo di pace<br />

WASHINGTON, 19.<br />

Il Segretario di Stato Usa, Colin Powell,<br />

ha lanciato un appello al Presidente<br />

dell'Autorità Palestinese (Ap), Yasser<br />

Arafat, e al Primo Ministro israeliano,<br />

Ariel Sharon, affinché si adoperino per<br />

la ripresa del dialogo. In colloqui telefonici<br />

avuti con i due leader, Powell ha<br />

sollecitato Arafat «a portare a termine le<br />

azioni positive avviate contro i terroristi»<br />

e Sharon a cominciare a «preparare<br />

una risposta positiva».<br />

Lo ha reso noto ieri il portavoce del<br />

Dipartimento di Stato, Richard Boucher,<br />

precisando che Powell ha chiesto<br />

al Presidente dell'Ap di «agire con maggiore<br />

determinazione per porre fine alla<br />

violenza». Da parte sua, ha aggiunto<br />

Boucher, «Israele deve essere pronto a<br />

fare la sua parte per creare un ambiente<br />

in cui i palestinesi possano sostenersi».<br />

In questo senso, ha continuato, «è importante<br />

che gli israeliani allentino le<br />

pressioni sul popolo palestinese, soprattutto<br />

le restrizioni che provocano gravi<br />

disagi».<br />

I primi risultati dell'iniziativa del Dipartimento<br />

di Stato si sono registrati in<br />

mattinata, quando Sharon ha autorizzato<br />

Avi Richter, il capo del servizio segreto<br />

interno Shin Bet, ad avviare colloqui<br />

con i capi della sicurezza palestinese allo<br />

scopo di prevenire nuovi attacchi terroristici<br />

contro i civili. Il Governo israeliano<br />

aveva deciso il 13 dicembre scorso<br />

di rompere ogni rapporto con Arafat,<br />

definendolo «fuori gioco» dopo l’ennesimo<br />

attentato che aveva provocato la<br />

morte di dieci israeliani il giorno prima<br />

in Cisgiordania. Gli ultimi sviluppi, e le<br />

forti pressioni statunitensi, potrebbero<br />

convincere Sharon a ritornare sulla decisione,<br />

criticata dal suo stesso Capo della<br />

diplomazia Shimon Peres.<br />

Al tempo stesso, però, il Ministro<br />

israeliano del turismo, Benyamin Elon,<br />

ha minacciato di espellere i palestinesi<br />

dai Territori. «Un popolo che ci dichiara<br />

guerra deve capire che se perderà dovrà<br />

pagare, e il prezzo sarà l’espulsione», ha<br />

detto Elon, aggiungendo che «l’irrilevante»<br />

Arafat sta portando il suo popolo alla<br />

catastrofe. L'ufficio di Sharon non ha<br />

Atlante geopolitico<br />

Atlante geopolitico<br />

Médecins<br />

Sans Frontières:<br />

30 anni di aiuti<br />

nel mondo<br />

di GIUSEPPE M. PETRONE<br />

Pagina 2<br />

Pagine 4 e 5<br />

voluto commentare le dichiarazioni del<br />

Ministro, leader del partito di estrema<br />

destra «Moledet» (Madrepatria).<br />

Intanto Powell ha ricevuto ieri il primo<br />

aggiornamento telefonico sulla situazione<br />

da parte dell'inviato americano in<br />

Medio Oriente, Anthony Zinni. Il generale<br />

dei marine in pensione è tornato<br />

negli Usa domenica scorsa dopo due settimane<br />

di infruttuosi sforzi per mediare<br />

una tregua nella regione. Zinni, che si<br />

recato nella sua casa di Williamsburg, in<br />

Virginia, dovrebbe arrivare alla Casa<br />

Bianca nelle prossime ore per riferire di<br />

persona a Powell e al Presidente George<br />

W. Bush.<br />

Intanto è giunta a Washington una<br />

delegazione dell’Unione Europea (Ue) di<br />

alto livello per discutere i termini della<br />

crisi con Powell e con il Consigliere per<br />

la sicurezza nazionale, Condoleezza Rice.<br />

Anche Zinni potrebbe partecipare ai<br />

colloqui. Della delegazione fanno parte<br />

il Primo Ministro belga, Guy Verhofstadt<br />

Presidente di turno dell’Unione<br />

Europea (Ue), e l'Alto Commissario dei<br />

Quindici per la politica estera e per la sicurezza,<br />

Javier Solana. I due sono arrivati<br />

negli Usa da Ottawa, dove nel corso<br />

Gabon: focolaio<br />

di virus Ebola<br />

nel Nord-Est<br />

LIBREVILLE, 19.<br />

Sedici casi di Ebola, dodici dei quali<br />

con esito mortale, sono stati accertati<br />

nel Nord-Est del Gabon al confine con<br />

la Repubblica del Congo (Brazzaville),<br />

dove si sono registrati tre casi di contagio.<br />

L'epidemia è scoppiata alla fine di<br />

novembre in una zona remota nel cuore<br />

della foresta equatoriale e per ora non si<br />

è diffusa in altre aree.<br />

Le autorità sanitarie dei due Paesi —<br />

riferisce l'agenzia di stampa «Ansa» —<br />

affermano che la situazione è «sotto<br />

controllo». Della stessa opinione rassicurante<br />

è il rappresentante in Gabon dell'Organizzazione<br />

mondiale della sanità<br />

(Oms), Alain Brun.<br />

L'ultima vittima è una fanciulla di 14<br />

anni deceduta a Mekambo, circa 600<br />

chilometri ad Est della capitale gabonese<br />

Libreville. Era figlia di una infermiera<br />

del posto morta per le febbri emorragiche<br />

dopo essere stata in contatto con alcuni<br />

malati di Ebola.<br />

In una conferenza stampa tenuta ieri<br />

a Libreville, il Ministro della sanità gabonese,<br />

Faustin Boukoubi, ha confermato<br />

le cifre di dodici morti su sedici casi<br />

accertati.<br />

L'incoraggiamento del Papa all'amata Nazione Argentina<br />

Parole di incoraggiamento e di<br />

speranza per l'«amata Nazione Argentina»<br />

sono state affidate da Giovanni<br />

Paolo II ai numerosi pellegrini<br />

giunti dal Paese latinoamericano e<br />

presenti all'udienza generale. «Per<br />

intercessione della Santissima Vergine<br />

di Luján — ha detto il Santo<br />

del vertice tra Canada e Ue le parti hanno<br />

concordato di esercitare pressioni su<br />

Israele e sull’Autorità Palestinese affinché<br />

pongano fine alla violenza e tornino<br />

al tavolo dei negoziati.<br />

La situazione sul terreno è però ancora<br />

molto tesa. L’Ap ha annunciato che<br />

eserciterà la massima fermezza contro i<br />

gruppi che «minacciano gli interessi nazionali»,<br />

anche se questo significherà arrivare<br />

allo scontro con i gruppi fondamentalisti<br />

islamici che non intendono<br />

sospendere la lotta armata contro Israele.<br />

«Il discorso del Presidente Yasser<br />

Arafat è stato chiaro: abbiamo una sola<br />

Autorità e i palestinesi devono capire<br />

che la distruzione dell’Ap è proprio ciò<br />

che Israele si propone», ha detto ieri il<br />

capo della sicurezza palestinese in Cisgiordania,<br />

Jibril Rajub. A rafforzare il<br />

senso di queste parole è giunta la chiusura<br />

a Gaza di sei uffici del movimento<br />

fondamentalista islamico Hamas, che assieme<br />

alla Jihad islamica ha annunciato<br />

nuovi attentati suicidi. Tra le sedi confiscate<br />

figurano una stamperia dove si<br />

producevano volantini ostili a Arafat,<br />

magazzini, e un ufficio del comitato<br />

femminile dell'organizzazione.<br />

INDIA-PAKISTAN Tensione sempre più aspra<br />

Sparatoria alla frontiera<br />

fra truppe dei due Paesi<br />

NUOVA DELHI, 19.<br />

Minaccia di esplodere sanguinosamente<br />

e con conseguenze difficilmente prevedibili<br />

la tensione di nuovo crescente<br />

tra India e Pakistan, dopo che il Governo<br />

di Nuova Delhi ha accusato quello di<br />

Islamabad di proteggere i secessionisti<br />

islamici armati del Kashmir responsabili<br />

dell'attacco suicida condotto giovedì<br />

scorso contro il Parlamento indiano.<br />

Questa mattina, un portavoce militare<br />

indiano, citato dalle agenzie di stampa<br />

internazionali, ha riferito che in nottata<br />

c'è stata alla frontiera una sparatoria fra<br />

le truppe dei due Paesi.<br />

Da parte sua, il Primo Ministro indiano<br />

Atal Behari Vajpayee ha detto oggi,<br />

durante un dibattito parlamentare sulla<br />

risposta da dare dopo l’attacco di giovedì,<br />

che «tutte le opzioni sono aperte»,<br />

anche se ha specificato che «l’India privilegia<br />

le azioni diplomatiche e non cerca<br />

la guerra con il Pakistan». In precedenza,<br />

tuttavia, il generale Padnabhan,<br />

capo di stato maggiore dell’esercito indiano,<br />

aveva dichiarato che il Pakistan<br />

sta ammassando truppe lungo la frontiera<br />

e che l’India sta reagendo in modo<br />

«appropriato». «Dall’altra parte stanno<br />

HAITI L'opposizione denuncia ritorsioni dei governativi<br />

Disordini dopo il fallito golpe<br />

PORT-AU-PRINCE, 19.<br />

È ancora molto tesa la situazione ad<br />

Haiti, dopo il tentativo di colpo di Stato<br />

messo in atto lunedì da un commando<br />

di sconosciuti. Secondo le prime ricostruzioni,<br />

i ribelli hanno tentato di fare<br />

irruzione nel Palazzo presidenziale, ma<br />

sono stati respinti dalla guardia presidenziale.<br />

Fonti ufficiali hanno reso noto oggi<br />

che i golpisti sarebbero stati agli ordini<br />

di un ex comandante della polizia haitiana,<br />

degradato ed espulso lo scorso anno<br />

insieme con altri sei commilitoni in<br />

quanto sospettato di volere rovesciare il<br />

Governo con la forza. Un componente<br />

del gruppo ribelle, ha riferito un portavoce<br />

del Presidente Jean Bertrand Aristide,<br />

è stato ucciso durante gli scontri che<br />

sono seguiti all'attacco al Palazzo. Altri<br />

componenti del commando, ha aggiunto,<br />

«hanno probabilmente oltrepassato la<br />

frontiera della Repubblica Dominicana»,<br />

dove l'esercito si è schierato a difesa<br />

della rappresentanza diplomatica haitiana<br />

a Santo Domingo e dei Consolati di<br />

Barahona e Dajabon.<br />

Intanto nella capitale Port-au-Prince e<br />

nel resto del Paese la situazione rimane<br />

ancora molto confusa. Episodi di violen-<br />

Padre — chiedo al Signore che gli<br />

argentini dotati di magnanimità e<br />

generosità trovino, in questi momenti<br />

di difficoltà, cammini di riconciliazione<br />

e di mutua comprensione per<br />

costruire, con l'aiuto di Dio e con la<br />

collaborazione e il contributo di tutti,<br />

un futuro di pace e prosperità».<br />

za si sono registrati in molte zone. Sette<br />

persone sono morte in circostanze ancora<br />

in corso di accertamento nei violenti<br />

disordini che sono seguiti al tentativo di<br />

colpo di Stato.<br />

Fonti dell’opposizione hanno denunciato<br />

pesanti ritorsioni da parte di bande<br />

di filogovernative armate. La popolazione<br />

haitiana, continuano, sta vivendo in<br />

condizioni di «totale insicurezza». Secondo<br />

Jermine Asselme, il portavoce<br />

della coalizione che raggruppa i quattro<br />

principali partiti che si contrappongono<br />

al Presidente Aristide, alcune bande armate<br />

«stanno distruggendo i locali» dei<br />

partiti di opposizione. Se non vi sarà un<br />

intervento internazionale temiamo il<br />

peggio», ha aggiunto Asselme in un’intervista<br />

rilasciata ieri alla radio statale<br />

dominicana.<br />

La notte scorsa Aristide ha rivolto un<br />

messaggio di ringraziamento ai propri<br />

sostenitori «per aver saputo respingere il<br />

tentativo di golpe» e li ha invitati «ad organizzare<br />

una vigilanza patriottica per<br />

proteggere la pace». Fonti presidenziali<br />

hanno aggiunto che il Capo di Stato non<br />

si è mai trovato in pericolo in quanto al<br />

momento dell'assalto era nella sua residenza<br />

privata.<br />

‘‘<br />

‘‘<br />

‘‘<br />

‘‘<br />

In quest’itinerario di preparazione<br />

all’incontro con Cristo, che nel Natale<br />

viene incontro all’umanità, si è inserita<br />

la speciale giornata di digiuno e di preghiera<br />

che venerdì scorso abbiamo celebrato,<br />

al fine di chiedere a Dio<br />

il dono della riconciliazione e della pace.<br />

È stato un momento forte dell’Avvento,<br />

un’occasione per approfondire<br />

le cause della guerra e le ragioni della pace.<br />

Di fronte alle tensioni<br />

e alle violenze che, purtroppo, funestano<br />

anche in questi giorni varie parti della terra,<br />

compresa la Terra Santa, testimone singolare<br />

del mistero della Nascita di Gesù,<br />

occorre che noi cristiani facciamo risuonare<br />

ancora più forte il messaggio di pace<br />

che proviene dalla grotta di Betlemme<br />

(Giovanni Paolo II, Udienza generale del 19 dicembre)<br />

ammassando truppe. Certe truppe che<br />

avrebbero dovuto arretrare non lo hanno<br />

fatto», ha detto il generale, che alla<br />

domanda se anche l’India stesse spostando<br />

truppe ha risposto: «ho agito nel<br />

modo per me più consono». «Abbiamo<br />

un esercito molto affidabile — ha aggiunto<br />

il generale —. Conosciamo la nostra<br />

forza e i nostri obiettivi. Sappiamo<br />

con esattezza cosa vogliamo fare e siamo<br />

perfettamente in grado di assolvere<br />

a tutti questi compiti».<br />

Alle dichiarazioni del generale Padnabhan<br />

ha dato smentita il Governo del<br />

Pakistan, che ha negato di stare ammassando<br />

truppe alla frontiera, così come<br />

nei giorni scorsi aveva negato ogni coinvolgimento<br />

nell'attacco di giovedì al Parlamento<br />

indiano. Come noto, in tale attacco<br />

morirono dodici persone, sei guardie,<br />

un giardiniere e i cinque assalitori. I<br />

secessionisti islamici, anche in questo<br />

caso secondo l'India protetti dal Pakistan,<br />

erano stati responsabili anche dell'attacco<br />

(ancora più cruento dato che<br />

provocò 38 morti) condotto all'inizio di<br />

ottobre contro il Parlamento statale di<br />

Srinagar, la capitale estiva dello Jammu<br />

e Kashmir, l'unico Stato indiano di popolazione<br />

in maggioranza musulmana.<br />

NOSTRE<br />

INFORMAZIONI<br />

Il Santo Padre ha ricevuto oggi,<br />

19 dicembre, insieme con Sua<br />

Eminenza Reverendissima il Signor<br />

Cardinale Camillo Ruini,<br />

suo Vicario Generale per la Diocesi<br />

di Roma: i Reverendi Monsignori<br />

Enzo Leuzzi, Direttore dell'Ufficio<br />

per la Pastorale Universitaria<br />

del Vicariato di Roma, e<br />

Sergio Lanza, Preside dell'Istituto<br />

Pastorale «Redemptor Hominis»<br />

della Pontificia Università Lateranense;<br />

i Reverendi Don Massimiliano<br />

Palombella, SDB, Direttore<br />

del Coro Interuniversitario; Don<br />

Francesco Pesce, Coordinatore<br />

della Pastorale Universitaria, nel<br />

Settore Sud della Diocesi di Roma;<br />

Padre Giangiacomo Rotelli,<br />

S.I., Cappellano dell'Università di<br />

Roma «La Sapienza»; e Don Victor<br />

Tambone, Cappellano della<br />

Libera Università «Campus Biomedico».<br />

’’<br />

’’<br />

’’<br />

Monografie<br />

La Vergine di Guadalupe<br />

del Messico<br />

e l'indio Juan Diego:<br />

mito, simbolo o storia<br />

di FIDEL<br />

GONZÁLEZ-FERNÁNDEZ, mccj<br />

Pagine 6 e 7<br />

Provviste di Chiese<br />

Il Santo Padre ha nominato<br />

Vescovo di Governador Valadares<br />

(Brasile) Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Werner<br />

Franz Siebenbrock, S.V.D., finora<br />

Vescovo di Nova Iguaçu.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha nominato<br />

Ausiliare della Diocesi di Santo<br />

André (Brasile) il Reverendo Sacerdote<br />

Airton José dos Santos,<br />

Parroco della Cattedrale di Santo<br />

André, assegnandogli la sede titolare<br />

vescovile di Felbes.<br />

. .<br />

Nomina<br />

di Vescovo Coadiutore<br />

Il Santo Padre ha nominato<br />

Vescovo Coadiutore di Paranavaí<br />

(Brasile) il Reverendo Sacerdote<br />

Elizeu de Morais Pimentel, Rettore<br />

e Professore del Seminario<br />

maggiore della Diocesi di Jacarezinho.


DAL MONDO<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

PAGINA<br />

TIPOGRAFIA VATICANA<br />

EDITRICE<br />

«<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong>»<br />

Redazione:<br />

via del Pellegrino<br />

00120 Città del Vaticano<br />

Segreteria di Redazione:<br />

Tel. 06.698.83461/06.698.84442<br />

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Servizi fotografici<br />

de «L'Osservatore Romano»<br />

a cura di Arturo Mari<br />

Le foto dell'attività della Santa Sede<br />

sono del SERVIZIO FOTOGRAFICO<br />

de «L'Osservatore Romano»<br />

Tel. 06.698.84797 - Fax 06.698.84998<br />

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.<br />

2 .<br />

PUBBLICITÀ:<br />

PUBBLIETICA s.r.l.<br />

in primo piano<br />

Atlante geopolitico<br />

Atlante geopolitico<br />

Médecins Sans Frontières:<br />

30 anni di aiuti nel mondo<br />

GIUSEPPE MARIA PETRONE<br />

A ll'inizio<br />

Médecins Sans Frontières<br />

non era altro che un piccolo<br />

gruppo di medici e di infermieri<br />

desiderosi di interventi di urgenza in<br />

tutti i casi di conflitto o catastrofi naturali.<br />

L'idea dei fondatori era quella<br />

di diventare una sorta di commando<br />

medico leggero, in grado di recarsi rapidamente<br />

nel cuore di avvenimenti<br />

violenti per soccorrere le vittime prima<br />

che intervenissero i grandi organismi<br />

internazionali di assistenza.<br />

La storia di Médecins Sans Frontières<br />

nasce il 20 dicembre 1971 in Francia<br />

dalla fusione di due associazioni<br />

di medici e giornalisti francesi reduci<br />

dalla bruciante esperienza di una duplice<br />

emergenza: nel 1968 in Biafra<br />

con la Croce Rossa Internazionale, in<br />

Bangladesh per soccorrere le vittime<br />

di un terremoto. Sono passati trent'anni.<br />

Centinaia di missioni, migliaia<br />

di volontari, storie umane commoventi,<br />

grandi movimenti di popoli, guerre,<br />

esodi, campi di rifugiati, morti,<br />

hanno trasformato questa organizzazione<br />

umanitaria privata senza finalità<br />

di lucro. Nell'ottobre 1999 a Médecins<br />

Sans Frontières è stato assegnato<br />

il Premio Nobel per la Pace «in riconoscimento<br />

del lavoro umanitario<br />

pionieristico in molti continenti». Nella<br />

motivazione si legge fra l'altro<br />

«Frontiere nazionali e circostanze politiche<br />

non devono avere nessuna influenza<br />

su chi ha il diritto di ricevere<br />

assistenza umanitaria. Mantenendo<br />

un alto grado di indipendenza l'organizzazione<br />

è riuscita a rimanere fedele<br />

a questi ideali».<br />

Nell'intento di superare la politica<br />

del silenzio dell'intervento umanitario<br />

tradizionale, Médecins Sans Frontières<br />

inaugura un nuovo stile nell'azione<br />

d'emergenza in grado di combinare<br />

immediatezza e professionalità con<br />

indipendenza e testimonianza. Salvare<br />

vite e curare, dunque, ma anche raccontare<br />

e denunciare. Oggi, Médecins<br />

Sans Frontières, è la più grande organizzazione<br />

umanitaria privata di assistenza<br />

sanitaria nel mondo, con circa<br />

2.500 volontari di 45 nazionalità impegnati<br />

in 400 progetti in 85 Paesi, affiancati<br />

da 10.000 operatori locali.<br />

L'organizzazione è costituita da cinque<br />

sezioni operative a Parigi, Bruxelles,<br />

Ginevra, Barcellona e Amsterdam,<br />

che gestiscono direttamente i<br />

progetti nelle aree di intervento, e da<br />

13 sezioni partner (Italia, Lussemburgo,<br />

Danimarca, Svezia, Norvegia, Regno<br />

Unito, Germania, Austria, Stati<br />

Uniti, Canada, Hong Kong, Giappone<br />

e Australia) che sostengono i progetti<br />

con attività di raccolta fondi, reclutamento<br />

dei volontari e sensibilizzazione<br />

dell'opinione pubblica.<br />

Una delle maggiori minacce alla<br />

pace deriva dalla povertà, soprattutto<br />

quando questa diventa miseria. Sono<br />

milioni i bambini, le donne e gli uomini<br />

che soffrono quotidianamente<br />

per la fame, l'insicurezza, per l'emarginazione.<br />

Tali situazioni costituiscono<br />

un grave affronto alla dignità<br />

umana e contribuiscono all'instabilità<br />

sociale. Una fonte di povertà e miseria<br />

scaturisce dalla guerra tra Nazioni<br />

e da conflitti all'interno del medesimo<br />

Paese. Di fronte ai tragici fatti che<br />

hanno insanguinato e tuttora insanguinano<br />

varie regioni del mondo, è<br />

indispensabile per edificare una pace<br />

vera il rispetto per le libertà ed i diritti<br />

degli altri individui e collettività.<br />

Médecins Sans Frontières considera<br />

parte irrinunciabile del proprio mandato<br />

la denuncia delle violazioni dei<br />

diritti umani di cui sia direttamente<br />

testimone, ivi compresa la mancata<br />

attuazione delle Convenzioni in materia<br />

di diritto internazionale. Tra gli<br />

esempi più significativi da ricordare<br />

l'Etiopia (1985): dopo una lunga presenza<br />

per combattere la fame dilagante<br />

nel Paese Médecins Sans Frontières<br />

viene espulsa perché denuncia il dirottamento<br />

degli aiuti umanitari e i<br />

trasferimenti forzati di popolazione da<br />

parte del regime. Rwanda (1994): tra<br />

aprile e maggio vengono massacrate<br />

quasi un milione di persone. Per la<br />

prima volta nella sua storia Médecins<br />

Sans Frontières chiede un intervento<br />

internazionale armato, perché «non si<br />

può fermare un genocidio con il solo<br />

invio di medicinali». Corea del Nord<br />

(1997): Médecins Sans Frontières è<br />

una delle prime organizzazioni internazionali<br />

ad entrare nel Paese comunista<br />

per fornire assistenza alle strutture<br />

sanitarie di tre province. Rimbalza<br />

alla cronaca la disperata situazione<br />

di vita della popolazione nordcoreana,<br />

ma nel 1998 l'équipe dell'organizzazione<br />

sono costrette ad interrompere<br />

la loro attività, a denuncia dell'impossibilità<br />

di valutare liberamente<br />

i bisogni della gente e di controllare<br />

la distribuzione degli aiuti.<br />

Sono solo tre esempi come la drammatica<br />

ed attuale situazione in Afghanistan<br />

dove la popolazione ha subito<br />

per molti anni la guerra contro l'occupazione<br />

del regime comunista dell'Urss,<br />

la povertà, le malattie, la siccità:<br />

negli anni Novanta il 9 per cento<br />

della popolazione era stato ucciso nei<br />

conflitti; il 50 per cento dei villaggi<br />

erano stati distrutti come il 25 per<br />

cento delle strade e circa 300 ponti.<br />

Dei 17,5 milioni di abitanti, oltre tre<br />

milioni sono profughi in Iran e in Pakistan.<br />

Negli ultimi anni una guerra<br />

civile ha aggravato le condizioni di vita<br />

della gente. Il regime dei Taleban,<br />

rovesciato in questi giorni dopo sei<br />

anni di potere, aveva, come denunciato<br />

da Médecins Sans Frontières, limitato<br />

la libertà religiosa e culturale,<br />

perseguito le minoranze etniche proibito<br />

l'accesso alla sanità delle donne e<br />

aggravato l'economia del Paese.<br />

La rapidità è la chiave del successo<br />

degli interventi di Médecins Sans<br />

Frontières in caso di disastri naturali.<br />

Esperti medici e logisti hanno sviluppato<br />

kit già pronti contenenti materiale<br />

sanitario di base e di emergenza,<br />

materiale chirurgico e per vaccinazioni,<br />

fornitura energetica, equipaggiamento<br />

satellitare per comunicazioni e<br />

veicoli tutto-terreno. Quando esplode<br />

un conflitto è la popolazione civile ad<br />

essere la più colpita, soprattutto i<br />

bambini. Per assistere le persone in<br />

questi momenti di estrema crisi, Médecins<br />

Sans Frontières interviene inviando<br />

sul campo équipe di chirurghi,<br />

anestesisti, medici generici, infermieri<br />

e logisti con tutto il materiale necessario<br />

per iniziare subito a lavorare.<br />

Il dopo «Guerra Fredda» ha visto<br />

un aumento indiscriminato del numero<br />

di persone costrette a lasciare le loro<br />

case e le loro terre a causa dei conflitti<br />

armati e carestie. Attualmente, ci<br />

sono nel mondo circa 50 milioni di<br />

persone tra rifugiati, profughi e sfollati.<br />

Molti di loro dipendono, quasi<br />

esclusivamente, dall'assistenza della<br />

Comunità internazionale.<br />

Dinanzi a questi e altri mali, tuttavia<br />

non c'è ragione di perdere la speranza,<br />

tanto abbondanti sono le energie<br />

che continuamente erompono dai<br />

cuori delle persone che credono nella<br />

giustizia e nella pace. L'opera di Médecins<br />

Sans Frontières rappresenta da<br />

trent'anni un segnale positivo di solidarietà,<br />

di fronte a situazioni di violenza<br />

e di ingiustizia intollerabili.<br />

20121 Milano - Piazza Cavour, 3<br />

Tel. 02.62.61.91 - Fax 02.29.00.89.24<br />

00193 Roma - Via G. G. Belli, 122<br />

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NECROLOGIE:<br />

Redazione<br />

de «<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong>»<br />

Tel. 06.698.83461 - Fax 06.698.83675<br />

AZIENDE PROMOTRICI DELLA DIFFUSIONE DE <strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong><br />

ALITALIA – INTESABci – VOBIS – ADVENIA<br />

Pubblietica sta lavorando ad un progetto teso all'incremento della diffusione de<br />

L'Osservatore Romano in collaborazione con alcune primarie aziende italiane.<br />

Lo sforzo del quotidiano della Santa Sede per diffondere la parola del Papa, soprattutto in<br />

questo particolare momento storico, può infatti essere validamente sostenuto da quanti<br />

condividono i valori propugnati dalla Chiesa cattolica.<br />

Alcune aziende hanno scelto L'Osservatore Romano come mezzo privilegiato e qualificato<br />

per divulgare il loro messaggio pubblicitario. Saranno queste aziende —<br />

sottoscrittrici di numerosi abbonamenti — a diffondere all'interno del proprio<br />

mondo di riferimento (sedi, clienti, collaboratori), questo giornale, questi valori.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì 20 Dicembre 2001<br />

MÉDECINS SANS FRONTIÈRES Trentesimo anniversario<br />

di fondazione di questa organizzazione non<br />

governativa che accorre con personale sanitario in<br />

ogni parte del mondo in occasione di emergenze<br />

belliche e di catastrofi naturali. Nel 1999 le è stato<br />

conferito il premio Nobel per la pace.<br />

AFGHANISTAN Accordo tra le fazioni afghane sul<br />

dispiegamento di una forza multinazionale di pace a<br />

Kabul: sarà formata da 3.000 uomini e resterà sul<br />

posto sei mesi. A Roma colloquio tra il Premier designato<br />

afghano Karzai e l'ex Re Zahir Shah.<br />

TORA BORA Sospesi i raid aerei americani sulle<br />

montagne di Tora Bora per consentire alle forze<br />

speciali di rastrellare le caverne e i bunker della zona<br />

alla ricerca di combattenti di «Al Qaeda» e del<br />

loro capo Osama Bin Laden.<br />

USA Il Dipartimento del Tesoro Usa propone di<br />

realizzare una banca dati mondiale delle persone e<br />

delle organizzazioni sospettate di finanziare il terrorismo<br />

internazionale. La banca dovrebbe raccogliere<br />

informazioni provenienti dai 179 Paesi le cui polizie<br />

aderiscono all'Interpol.<br />

BALCANI La Bosnia ed Erzegovina e la Repubblica<br />

Federale di Jugoslavia hanno istituito un Comitato<br />

per la cooperazione. Firmati anche accordi doganali<br />

e sulla promozione degli investimenti.<br />

AFGHANISTAN Sarà composta da 3.000 uomini e resterà nella capitale per tutta la durata dell'Esecutivo provvisorio<br />

Accordo raggiunto sul dispiegamento<br />

della forza multinazionale di pace a Kabul<br />

KABUL, 19.<br />

Un accordo è stato raggiunto dalle diverse<br />

fazioni afghane circa il dispiegamento<br />

della forza multinazionale di pace<br />

a Kabul. Lo ha annunciato oggi il Ministro<br />

della difesa del Governo ad interim,<br />

Qassim Fahim, sottolineando che il contingente<br />

internazionale sarà composto<br />

da 3.000 uomini e resterà nella capitale<br />

afghana per tutta la durata dell'Esecutivo<br />

provvisorio. La consistenza numerica<br />

della forza di pace e l'estensione del suo<br />

mandato erano tra le questioni ancora<br />

in sospeso per la cui risoluzione si è in<br />

questi giorni dispiegata un'intensa iniziativa<br />

diplomatica.<br />

Qassim ha spiegato ai giornalisti che<br />

«la durata della missione andrà dal trasferimento<br />

dei poteri alla fine del periodo<br />

di transizione», vale a dire per sei<br />

mesi a partire da sabato, giorno in cui si<br />

insedierà il Governo provvisorio guidato<br />

da Hamid Karzai. «Dopo di ciò la missione<br />

sarà terminata», ha aggiunto. Il<br />

Ministro ha precisato ancora che dei<br />

3.000 uomini, un migliaio saranno incaricati<br />

della sicurezza. Il contingente avrà<br />

la sua base a Bagram, una cinquantina<br />

di chilometri a Nord di Kabul. Qassim<br />

ha sottolineato che la forza di pace non<br />

sarà chiamata a gestire direttamente la<br />

sicurezza, ma procederà ad azioni volte<br />

a garantirla in cooperazione con le istituzioni<br />

afghane. «La forza non gestirà le<br />

principali questioni di sicurezza che saranno<br />

invece gestite dai Ministeri della<br />

difesa, dell’interno e dagli organi di sicurezza<br />

afghani — ha affermato — .<br />

Belgio: arrestato<br />

sospetto reclutatore<br />

della rete terroristica<br />

«Al Qaeda»<br />

BRUXELLES, 19.<br />

Tarek Maaroufi, il trentaseienne<br />

belga di origine tunisina accusato di<br />

essere uno dei reclutatori di musulmani<br />

per i campi militari della rete<br />

terroristica «Al Qaeda», guidata da<br />

Osama bin Laden, è stato arrestato ieri<br />

a a Bruxelles. L'arresto, confermato<br />

nel primo pomeriggio di oggi da fonti<br />

giudiziarie, è avvenuto al termine di<br />

un interrogatorio al quale Maaroufi è<br />

stato sottoposto nell'ambito delle indagini<br />

sull'assassinio del comandante<br />

della resistenza afghana Massoud.<br />

Maaroufi è accusato di associazione a<br />

delinquere, produzione di falsi visti e<br />

di reclutamento a favore di una truppa<br />

straniera che opera sul territorio di<br />

uno Stato straniero. Su Maaroufi pende<br />

anche un mandato di cattura della<br />

magistratura italiana.<br />

Nel frattempo, la creazione di una<br />

banca dati internazionale delle persone<br />

e delle organizzazioni sospettate di finanziare<br />

il terrorismo è stata proposta<br />

dal Dipartimento del tesoro degli Stati<br />

Uniti, che ne giudica «enorme» la potenziale<br />

efficacia. Il Governo Usa sta lavorando<br />

con l’Interpol alla realizzazione<br />

del progetto, che potrebbe avvenire nel<br />

giro di circa due mesi, secondo la previsione<br />

di Jimmy Gurule, uno dei vice del<br />

Segretario al tesoro Paul ÒNeil. La banca<br />

dati dovrebbe contenere informazioni<br />

provenienti da tutti i 179 Paesi le cui polizie<br />

aderiscono all’Interpol e dovrebbe<br />

essere accessibile a magistrati e forze<br />

dell’ordine. Il blocco dei finanziamenti<br />

delle organizzazioni sospettate di terrorismo<br />

è stata una delle prime iniziative<br />

del Governo Usa dopo l'11 settembre.<br />

Ue: aumentano le violenze<br />

di matrice<br />

razzista e xenofoba<br />

VIENNA, 19.<br />

Le violenze ed i crimini a sfondo razziale<br />

e gli episodi di discriminazione<br />

hanno fatto registrare nel 2001 un aumento<br />

generalizzato nell’Unione Europea:<br />

è quanto indica il rapporto annuale<br />

dell’Osservatorio europeo sul razzismo e<br />

sulla xenofobia (Eumc) di Vienna. Secondo<br />

gli esperti dell'Eumc, sono aumentati<br />

soprattutto i reati commessi da<br />

neonazisti ed estremisti di destra, ma<br />

sono anche cresciute le discriminazioni<br />

per motivi razziali e religiosi. In particolare,<br />

dopo i terrificanti attentati negli<br />

Usa dell’11 settembre, si è inoltre registrata<br />

una brusca impennata degli atti di<br />

violenza e intimidazione nei confronti<br />

dei musulmani.<br />

I Paesi nei quali il razzismo e la xenofobia<br />

sembra conoscere una più rapida<br />

crescita sono la Germania, la Francia, la<br />

Gran Bretagna e la Spagna, ma il rapporto<br />

sottolinea con preoccupazione anche<br />

il trattamento vessatorio subito dagli<br />

immigrati musulmani e dalle minoranze<br />

Rom in Italia.<br />

L'Eumc, inoltre, lancia l’allarme per<br />

l’aumento nell’Ue del ricorso ad Internet<br />

per diffondere materiale e messaggi<br />

discriminatori e per organizzare violenze<br />

e crimini razzisti.<br />

D’altra parte, per alcuni aspetti coopererà<br />

con la commissione di sicurezza afghana».<br />

A titolo d’esempio Qassim ha<br />

spiegato che la forza multinazionale potrebbe<br />

essere incaricata sabato, durante<br />

le cerimonie di insediamento del nuovo<br />

Governo, «di accompagnare gli alti responsabili<br />

e gli invitati dall’aeroporto fino<br />

al luogo della cerimonia», e circa<br />

eventuali pattugliamenti della capitale,<br />

egli non li ha esclusi «in coordinamento<br />

con la Commissione di sicurezza afghana».<br />

Sulla questione dell’eventuale uso<br />

della forza, Qassim ha rilevato che «si<br />

tratta di una forza per il mantenimento<br />

della pace che non deve condurre operazioni<br />

di guerra», aggiungendo che «il<br />

popolo afghano si è liberato da sé». Mille<br />

uomini della missione, ha detto ancora<br />

Qassim, «saranno medici, ingegneri e<br />

specialisti che lavoreranno alla ricostruzione<br />

dell’Afghanistan, mentre gli altri<br />

mille formeranno le truppe di riserva».<br />

Si attende ora l'avallo del Consiglio di sicurezza<br />

della Nazioni Unite il cui voto<br />

che autorizzerà l'invio del contingente in<br />

Afghanistan è previsto per domani.<br />

Da Roma, dove è giunto per colloqui<br />

con l'Ex Re, Zahir Shah, il Premier designato<br />

Karzai ha intanto ieri elencato i<br />

«principali problemi» da affrontare per<br />

la ricostruzione del Paese. «Dobbiamo<br />

ottenere pace, sicurezza e stabilità — ha<br />

sottolineato — Dobbiamo ottenerle e<br />

mantenerle. Dobbiamo combattere il<br />

terrorismo fino alla fine in Afghanistan e<br />

nel resto del mondo. Dobbiamo offrire<br />

agli afgani uno sviluppo economico e<br />

una vita migliore».<br />

Sospesi i bombardamenti a Tora Bora<br />

per agevolare le ricerche di bin Laden<br />

KABUL, 19.<br />

Il Pentagono ha ordinato di sospendere,<br />

almeno per un giorno, i<br />

raid aerei su una delle due valli di<br />

Tora Bora. L’obiettivo è di permettere<br />

ai commandos delle forze speciali<br />

presenti nell’area e a quei guerriglieri<br />

dell’Alleanza dell’Est che restano al<br />

loro fianco di ispezionare le caverne<br />

della zona senza esporsi al rischio del<br />

«fuoco amico». La decisione del Pentagono<br />

conferma che i responsabili<br />

militari Usa sperano ancora di trovare<br />

qualcuno nei cunicoli di Tora Bora,<br />

nell’eventualità che bin Laden e<br />

altri leader di «Al Qaeda» possano essere<br />

rimasti sepolti nel crollo di una<br />

o più caverne.<br />

Interrogato in proposito, il vice Segretario<br />

Usa alla difesa Paul Wolfowitz<br />

ha risposto: «Non lo sappiamo».<br />

Ma l’ipotesi resta aperta, accanto a<br />

quella che i leader di «Al Qaeda» fra<br />

cui bin Laden, e centinaia di terroristi<br />

combattenti abbiano raggiunto il<br />

Pakistan. Per avere informazioni a riguardo,<br />

il Pentagono conta sui prigionieri<br />

di guerra. Sono una ventina<br />

i miliziani dei Taleban o i terroristi di<br />

BALCANI Insediato il Comitato bilaterale<br />

Rafforzata la cooperazione<br />

tra Sarajevo e Belgrado<br />

SARAJEVO, 19.<br />

Si è costituito ieri a<br />

Sarajevo il Comitato bilaterale<br />

per la cooperazione<br />

tra la Bosnia ed<br />

Erzegovina e la Repubblica<br />

Federale di Jugoslavia<br />

(Serbia e Montenegro).<br />

Del Comitato<br />

fanno parte anche il Presidente<br />

della Presidenza<br />

collegiale bosniaca Jozo<br />

Krizanovic e il Presidente<br />

federale jugoslavo Vojislav<br />

Kostunica, giunto<br />

ieri nella capitale bosniaca.<br />

Dopo la riunione costituente,<br />

i due Ministri<br />

degli esteri, il bosniaco<br />

Zlatko Lagumdzija e lo jugoslavo Goran<br />

Svilanovic hanno firmato due accordi bilaterali,<br />

su promozione e protezione degli<br />

investimenti e su cooperazione doganale.<br />

Il Comitato ha discusso anche sulla<br />

sicurezza della regione, in particolare<br />

per quanto riguarda la cooperazione<br />

con il Tribunale penale internazionale<br />

(Tpi) dell’Aja per l'ex Jugoslavia, la lotta<br />

contro il terrorismo e quella contro la<br />

criminalità organizzata.<br />

Krizanovic ha sottolineato la disponibilità<br />

di Sarajevo a raggiungere un accordo<br />

trilaterale sul rientro dei profughi,<br />

tra la Bosnia ed Erzegovina, la Jugoslavia<br />

e la Croazia. Da parte sua, Kostunica<br />

ha sottolineato che da quando sono<br />

state stabilite le relazioni diplomatiche il<br />

15 dicembre dell’anno scorso, è stato<br />

fatto molto per migliorare i rapporti tra<br />

Messico: spettacolare<br />

eruzione<br />

del vulcano Popocatepetl<br />

CITTÀ DEL MESSICO, 19.<br />

Il vulcano Popocatepetl, a settanta<br />

chilometri da Città del Messico, ha cominciato<br />

ieri ad eruttare materiale incandescente.<br />

Dal cratere si innalza una<br />

colonna di fumo alta tremila metri. Il<br />

Popocatepetl (che in lingua maya significa<br />

«montagna fumante») ha cominciato<br />

una crescente attività eruttiva legata a<br />

fenomeni sismici nel 1993 ed è per questo<br />

monitorato costantemente dagli<br />

esperti della Protezione civile e dell’Istituto<br />

di geofisica di Città del Messico.<br />

L’eruzione più forte è stata registrata il<br />

30 giugno del 1997, mentre l'ultima c'era<br />

stata esattamente un anno fa.<br />

La Protezione civile messicana ha detto<br />

che l’attività vulcanica in corso non<br />

presenta pericoli e che al momento si<br />

registra solo l’eruzione di «materiale incandescente,<br />

fumo e vapore acqueo». In<br />

caso di maggiore allarme, si dovrebbe<br />

procedere a sgomberare i centri urbani<br />

sorti negli ultimi anni sulle pendici del<br />

vulcano. Il Popocatepetl è alto 5.452 metri<br />

e si erge al confine tra gli Stati di<br />

Puebla, Mexico e il Distretto federale, il<br />

centro urbano più popoloso d’America<br />

con oltre 20 milioni di abitanti.<br />

Accordi bilaterali firmati dai due Ministri degli esteri<br />

Belgrado e Sarajevo. Kostunica ha anche<br />

ribadito il sostegno «all’integrità della<br />

Bosnia ed Erzegovina così come è<br />

stata concepita dall’accordo di pace di<br />

Dayton», che mise fine alla guerra del<br />

1992-95, sebbene il Parlamento jugoslavo<br />

non abbia ratificato quell’accordo, firmato<br />

dall’allora Presidente jugoslavo<br />

Slobodan Milosevic.<br />

In merito ai diversi rapporti di Belgrado<br />

con la Federazione croato-musulmana<br />

e con la Repubblica Serba di Bosnia<br />

(Rs), le due entità etnico-territoriali recepite<br />

all'interno dello Stato unitario bosniaco<br />

internazionalmente riconosciuto,<br />

Kostunica ha detto che «l’esistente accordo<br />

con la Rs sui legami speciali e paralleli<br />

oggi acquista la sua giusta dimensione,<br />

rafforzato dal fatto che la cooperazione<br />

continua con la Bosnia ed Erzegovina,<br />

Stato sovrano e indipendente».<br />

Comore: sbarco<br />

di forze mercenarie<br />

nell'isola di Moheli<br />

MORONI, 19.<br />

L’esercito regolare della Repubblica<br />

delle Comore ha ripreso il controllo della<br />

situazione nell’isola di Moheli dopo<br />

uno scontro a fuoco con il gruppo di<br />

elementi armati stranieri — sia bianchi<br />

che neri — i quali stamane avevano assunto<br />

il controllo delle caserme dell'esercito<br />

e della gendarmeria e degli uffici<br />

delle poste e telegrafi.<br />

Lo ha annunciato una fonte governativa,<br />

precisando che nel conflitto a fuoco<br />

ci sono stati quattro morti: due civili<br />

e due degli uomini che hanno tentato il<br />

colpo di stato. Un soldato governativo è<br />

rimasto gravemente ferito.<br />

I militari comoriani sono accorsi a<br />

Fomboni, capoluogo dell’isola di Moheli,<br />

a bordo di un aereo privato requisito<br />

allo scopo. Le linee telefoniche, tagliate<br />

in mattinata dagli aggressori, non sono<br />

ancora state ripristinate.<br />

Poco si sa sull'identità della banda armata<br />

golpista, formata probabilmente<br />

da mercenari. Gli aggressori — informa<br />

l'agenzia di stampa «Ansa» — avevano<br />

diffuso volantini in cui si affermava che<br />

il loro intervento era legato alla lotta<br />

contro il terrorismo internazionale.<br />

«Al Qaeda» nel campo allestito dai<br />

marines all'aeroporto di Kandahar. I<br />

prigionieri sono stati selezionati dall’intelligence<br />

americana, dopo che interrogatori<br />

preliminari hanno fatto<br />

pensare che essi possano sapere qualcosa<br />

di interessante. Mentre la caccia<br />

a bin Laden prosegue lungo il confine<br />

tra Afghanistan e Pakistan, sui<br />

Monti Bianchi, a sud di Jalalabad, in<br />

un’altra regione dell’Afghanistan, a<br />

Sud di Kandahar, va avanti la ricerca<br />

del leader dei Taleban, il mullah<br />

Omar, che sarebbe stato localizzato<br />

insieme a 500 miliziani armati. Il prolungarsi<br />

delle operazioni in Afghanistan<br />

contro «Al Qaeda» e i Taleban<br />

non dovrebbe ritardare l’arrivo della<br />

forza di pace dell’Onu, attesa a Kabul<br />

a fine settimana, e non interferirà<br />

con la sua missione. Wolfowitz ne è<br />

certo, perché, ha spiegato, le missioni<br />

dei militari Usa e di quelli dell’Onu<br />

sono diverse e non interferiranno<br />

l’una con l’altra. Ma la lotta contro il<br />

terrorismo «non si ferma all’Afghanistan»,<br />

ha inoltre assicurato Wolfowitz,<br />

anche se «ci resta ancora molto<br />

da fare in Afghanistan e dobbiamo<br />

concentrarci su quell’obiettivo».<br />

Bangladesh: forte<br />

scossa di terremoto<br />

DHAKA — Un sisma di forte intensità<br />

ha colpito mercoledì il Bangladesh,<br />

causando numerosi feriti e,<br />

secondo alcune fonti, anche cinque<br />

morti. Lo hanno reso noto fonti dei<br />

vigili del fuoco e della polizia, secondo<br />

la quale le vittime sarebbero<br />

detenuti del carcere centrale di<br />

Dhaka, rimasti travolti dal crollo di<br />

un tetto dell’edificio. I feriti, hanno<br />

aggiunto le fonti, sono sempre detenuti<br />

dello stesso carcere coinvolti<br />

dal crollo. Vi sarebbero inoltre<br />

alcune persone ancora sotto le<br />

macerie. La scossa, che ha causato<br />

panico tra la popolazione della<br />

capitale, è durata pochi secondi<br />

ma è stata molto violenta.<br />

SriLanka:leTigriTamil<br />

proclamano la tregua<br />

COLOMBO — I ribelli delle Tigri<br />

Tamil (Ltte) hanno proclamato una<br />

tregua unilaterale di un mese a<br />

partire da mercoledì, due settimane<br />

dopo che il nuovo Governo di<br />

Colombo si è espresso a favore di<br />

un’apertura di dialogo con i guerriglieri<br />

separatisti. «Speriamo molto<br />

che il nuovo governo dello Sri<br />

Lanka dia istruzioni ai suoi soldati<br />

affinché rispondano positivamente,<br />

e osservino il cessate il fuoco in<br />

questo periodo», ha dichiarato<br />

l’«Ltte» in un comunicato.<br />

Francia: approvata<br />

autonomia alla Corsica<br />

PARIGI — Dal 1° gennaio 2002 la<br />

Corsica godrà di un’ampia autonomia,<br />

con il potere di «adattare» le<br />

leggi nazionali al contesto locale.<br />

Con 249 voti a favore, 228 contro e<br />

48 astensioni, l’Assemblea Nazionale<br />

francese ha martedì approvato<br />

definitivamente il progetto. La<br />

Corsica avrà un parlamento locale<br />

con il potere di «adattamento» delle<br />

leggi. Molte competenze in campo<br />

educativo, economico, ambientale,<br />

turistico passeranno ad Ajaccio.<br />

La lingua corsa sarà inoltre insegnata<br />

in tutte le scuole materne<br />

ed elementari.<br />

Svizzera: imminente<br />

riapertura del Gottardo<br />

BERNA — La galleria del Gottardo<br />

sarà riaperta al traffico venerdì<br />

prossimo alle 16. Lo ha indicato<br />

martedì il Dipartimento federale<br />

dei trasporti (Detec). I camion, però,<br />

dovranno aspettare fino alle 5<br />

di sabato e rispettare le misure di<br />

sicurezza supplementari. La riapertura<br />

ufficiale — che avviene a<br />

otto settimane dal tragico incendio<br />

della galleria stradale — avverrà<br />

all’entrata Sud della galleria, ad<br />

Airolo, in presenza dei rappresentanti<br />

dei Cantoni e della Confederazione.<br />

Lo standard di sicurezza<br />

sarà pressoché equivalente a quello<br />

precedente l’incidente, rende<br />

noto il «Detec». Misure di sicurezza<br />

speciali saranno imposte ai<br />

mezzi pesanti, i quali dovranno rispettare<br />

una distanza minima di<br />

150 metri e saranno sottoposti al<br />

regime di traffico alterno. A questo<br />

scopo i Cantoni stanno allestendo<br />

aree di attesa per i conducenti di<br />

mezzi pesanti.


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

Il Natale agli occhi di un bambino di molti anni fa<br />

Il più bel regalo?<br />

Le lettere dal fronte<br />

spedite da papà<br />

ANGELO MUNDULA<br />

Quand'ero bambino, il Natale arrivava<br />

molto presto a casa mia. Già dai primi<br />

di dicembre se ne respirava l'aria.<br />

Non perché avessimo troppe cose da<br />

preparare o da donare, al contrario perché,<br />

non avendo niente (si era agli sgoccioli<br />

di una terribile guerra) — dovevamo<br />

inventarcele per averne almeno una<br />

parvenza. Mio padre, ufficiale di fanteria,<br />

era al fronte e mia madre, rimasta<br />

sola con quattro figli maschi, aveva il<br />

suo daffare a sbarcare il lunario e a tirare<br />

avanti, nonostante mancasse proprio<br />

tutto e il razionamento ponesse gravissimi<br />

problemi di sopravvivenza.<br />

Si vedevano, dentro le case, qualche<br />

stento alberello, qualche rametto verde,<br />

qualche luminaria; assai più raramente,<br />

qualche presepe, che era considerato un<br />

lusso. La gente si aggirava nelle strade,<br />

entrava in qualche negozio appena provvisto<br />

di qualche decorazione natalizia, e<br />

sperava ogni anno che quel giorno consacrato<br />

alla pace tra gli uomini portasse<br />

la pace nel mondo, ponesse fine alla<br />

guerra. Anche le lettere che mio padre<br />

riusciva a mandarci dal fronte ci comunicavano<br />

un'uguale speranza, ma anche<br />

lo sconforto che la guerra, tuttavia, continuava<br />

e lui stesso poteva esserne colpito,<br />

come di fatto accadde quando una<br />

pallottola nemica gli attraversò una<br />

gamba.<br />

Noi aspettavamo quelle lettere come<br />

un dono di Natale da mettere proprio<br />

sotto l'albero: ne emanava sempre una<br />

luce di speranza, appunto, o un sorriso<br />

di incoraggiamento o una carezza del<br />

padre lontano. Altro che le luci venute<br />

dopo, nei fastosi addobbi dell'albero dell'età<br />

consumistica.<br />

Nulla più ebbe quello splendore, quella<br />

cornucopia di pensieri e di sentimenti.<br />

Nostra madre le agitava da lontano<br />

con aria festosa, quando andava a ritirarle<br />

alle Poste, come se, appunto, ci<br />

portasse i più bei doni che il tempo consentisse.<br />

Tutti noi ragazzi ci facevamo<br />

intorno a leggerle insieme, a commentarne<br />

insieme non solo le parole che vi<br />

erano scritte, ma anche quelle che si potevano<br />

indovinare sotto la scrittura, con<br />

l'aiuto di nostra madre e dei fratelli<br />

maggiori, che la guerra, con la sua crudeltà,<br />

aveva fatto adulti.<br />

Ogni anno il dilemma era sempre lo<br />

stesso: sarebbe stato un Natale con il<br />

papà o senza di lui? Sebbene non ci fosse<br />

speranza, nostra madre ci faceva<br />

ogni volta sperare. Diceva. «Se Dio vorrà»,<br />

e noi, se avessimo potuto mandare<br />

a Lui una nostra lettera, Gli avremmo<br />

chiesto che facesse tornare a casa il padre,<br />

almeno per quel giorno che sentivamo<br />

ogni volta rilevantissimo nella nostra<br />

routine quotidiana.<br />

E quando giungeva la notizia che non<br />

sarebbe venuto, ci stringevano alla<br />

mamma, sempre almeno un poco rassicurante,<br />

sempre fiduciosa che il Padre<br />

di noi tutti avrebbe pensato anche al bene<br />

di nostro padre e della nostra famiglia.<br />

Alla fine, un giorno o l'altro, tutti<br />

ci saremmo ritrovati e riuniti con un di<br />

più di affetto, come poi doveva accadere,<br />

secondo il desiderio di tutti e la volontà<br />

del Signore.<br />

«Pazienza», diceva, «pazienza». E forse<br />

non sapeva — e forse nessuno di noi<br />

sapeva — che la pazienza era ed è una<br />

gran virtù cristiana, che significa accettazione<br />

di quanto vuole il Cielo sopra le<br />

nostre povere teste. E allora, alla meglio,<br />

tentavamo di organizzare il nostro<br />

Natale, con quel poco che ci era possibile,<br />

facendo i conti con le tessere annonarie<br />

e con quello che potevamo trovare<br />

in qualche orto della periferia o in qualche<br />

abbandonata campagna.<br />

E nostra madre, sempre presente e<br />

attiva (doveva poi morire a 101 anni)<br />

riusciva, ogni anno, a inventarsi qualche<br />

mini-regalo per noi figli, mai per lei perché<br />

«non c'era bisogno». Del resto, quei<br />

regalini fatti erano, sempre, il suo vero<br />

regalo. E quando riusciva anche a confezionarli<br />

in qualche sorta di pacchi-dono,<br />

n'era così lieta che ne accresceva il<br />

valore.<br />

Più ancora se riusciva a collocarli sotto<br />

un alberello natalizio ricavato da<br />

Torino, 20 dicembre<br />

qualche tronco d'albero che si trovava<br />

nei dintorni, del resto così disadorno<br />

che sembrava l'immagine stessa della<br />

nostra vita di allora, ridottaall'essenziale<br />

e anche a meno. Ma lo illuminavano il<br />

fuoco del camino e il nostro fuoco interiore<br />

per quel simbolo eperquelgiorno.<br />

E ricordo che c'era sempre un po' di<br />

allegria per quella notte santa che lo<br />

precede ed era la più dolce attesa. Dalla<br />

periferia in cui noi stavamo si udivano<br />

le campane della chiesa che chiamavano<br />

i fedeli e nostra madre prendeva per<br />

mano i più piccoli e invitava i più grandicelli<br />

a portarsi sotto una grande fotografia<br />

del Bambino Gesù, ci faceva inginocchiare<br />

tutti accanto a lei e ci faceva<br />

pregare perché tornasse il babbo e la<br />

pace nel mondo. Ad alcuni di noi luccicavano<br />

gli occhi e, sempre, anche a lei.<br />

Il Natale aveva il volto del Bambino<br />

Gesù e, accanto, il volto di nostro padre.<br />

Il Bambino, ch'era nato per salvarci,<br />

avrebbe salvato anche lui, il nostro<br />

povero padre lontano. Pace, dicevano le<br />

campane della chiesa, pace, pace, pace.<br />

Questa speranza, questa certezza, mi<br />

portava, ogni volta il Natale, quand'ero<br />

bambino.<br />

E, ora che bambino non lo sono più<br />

da un pezzo, non mi pare di dovere aggiungere<br />

niente ai sentimenti di quei<br />

Natali lontani. Sono rimasti tutti in piedi,<br />

come l'anima di allora: il sentimento<br />

di ineffabile amore per il padre, da molti<br />

anni definitivamente lontano (sebbene<br />

poi sempre vicinissimo al mio cuore) e<br />

per la madre che è andata a raggiungerlo<br />

ma è rimasta sempre presente, come<br />

allora, a vegliare sul mio Natale e su<br />

quello, ora, della mia nuova famiglia.<br />

Soprattutto, l'amore per quel Bambino<br />

che può salvarci da tutti i peccati<br />

che abbiamo accumulato negli anni e da<br />

tutte le guerre che possono minacciarci<br />

o toccarci. Non mi pare che conti poi<br />

molto tutto il di più che la società di oggi<br />

ha addensato sul Natale. Per abbellirlo,<br />

forse, non sapendo che il Santo Natale<br />

non ha bisogno di altri abbellimenti<br />

che siano estranei alla sua stessa santità,<br />

né di luci né di splendori che prima non<br />

si accendano dentro il nostro cuore e<br />

nella nostra mente.<br />

Per quanto mi riguarda, penso sempre,<br />

nella vigilia del Natale, a quei Natali<br />

della mia infanzia, e l'intensità di quei<br />

sentimenti mi scalda il cuore anche oggi<br />

che tante, troppe cose sembrano allontanarci<br />

dell'intimità del Natale, da quel<br />

sentirci insieme con Lui a festeggiarlo,<br />

nella Sua nascita che è anche la nostra<br />

rinascita interiore, l'attesa, ogni volta, di<br />

qualcosa di grande e di duraturo per la<br />

nostra vita. Come, al fuoco del camino,<br />

sentivo, un tempo, accendersi una nuova,<br />

grandiosa speranza.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì 20 Dicembre 2001<br />

Una rilettura dell'opera poetica di Salvatore Quasimodo<br />

Il ritorno all'isola e all'infanzia come tensione mistica verso l'eterno<br />

SABINO CARONIA<br />

«In anni ormai lontani avevo letto un<br />

fine saggio di Theodor W. Elwert sull’utilità<br />

dei sopralluoghi nei paesi cantati<br />

dai poeti. Elwert si riferiva in quelle pagine<br />

all’affascinante contrada di Vaucluse,<br />

la cui conoscenza diretta lo aveva<br />

aiutato per chiarire alcune allusioni della<br />

poesia petrarchesca. Anche a me è<br />

capitato talvolta di ricevere dalla conoscenza<br />

dei “referenti” paesistici della letteratura<br />

qualche piccolo lume interpretativo.<br />

Per esempio, l’aver constatato de<br />

visu lo splendido colore violaceo (quasi<br />

omericamente oinops, colore del vino<br />

scuro) del mare dello stretto di Messina<br />

mi ha indotto a non cercare nelle «acque<br />

viola» evocate da Quasimodo nella<br />

poesia Al padre altro senso che quello<br />

letterale e a non aderire alla pur autorevole<br />

interpretazione difficilior che attribuisce<br />

quel colore agli incendi seguiti al<br />

terremoto calabro-siculo del 1908, ricordato<br />

nel testo».<br />

Così Emerico Giachery a proposito di<br />

quel paesaggio che al contrario è stato<br />

spesso oggetto della polemica antierme-<br />

Appuntamenti culturali<br />

Disegni di Domenico Morelli<br />

La Galleria Civica d'Arte Moderna<br />

è sede, dal 20 dicembre al 3 febbraio,<br />

della mostra «Domenico Morelli<br />

— Il pensiero disegnato». In<br />

esposizione un centinaio di opere<br />

dell'artista dell'800 napoletano.<br />

Verona, fino al 6 gennaio<br />

Il ritratto in Edvard Munch<br />

Resterà aperta fino al 6 gennaio, a<br />

Palazzo Forti, la mostra «Edvard<br />

Munch - L'Io e gli Altri»: cento<br />

opere sul tema del ritratto e dell'autoritratto.<br />

Napoli, 7 gennaio<br />

S. Vincenzo al Volturno<br />

Per il ciclo «I lunedì dell'archeologia»,<br />

il 7 gennaio alle ore 17.30,<br />

presso l'Istituto Universitario Suor<br />

Orsola Benincasa, Federico Marazzi<br />

terrà una conferenza sul tema:<br />

«San Vincenzo al Volturno: l'abbazia<br />

medievale».<br />

Arezzo, fino al 20 gennaio<br />

Monografica di Ottone Rosai<br />

«Rosai. Umanità: pittura e segno»<br />

è il titolo della mostra in corso (fino<br />

al 20 gennaio) nella Sala s.<br />

Ignazio.<br />

Parte dal restaurato Episcopio di Ischia un itinerario museale che tocca anche le località di Lacco Ameno e Forio<br />

Dai reperti greco-ellenistici agli argenti del '700 napoletano<br />

un articolato percorso nel fascino dell'antica «Pithekoussai»<br />

MICHELE <strong>ROMANO</strong><br />

Ischia, un'isola tanto carica di storia<br />

e di fascino, patria di grandi artisti, va<br />

fiera del suo patrimonio di fede e di arte.<br />

È gelosa delle testimonianze, che arricchiscono<br />

le sue 78 chiese ed ora in<br />

parte raccolte anche nel nuovo Museo<br />

diocesano. Esso è costituito da una sede<br />

centrale, in Episcopio, ad Ischia-<br />

Ponte, quale prima tappa di un cammino<br />

percorribile a breve distanza, almeno<br />

in altri due centri, che da secoli sono<br />

stati punti luminosi di storia e di vita<br />

culturale di grande spessore: Lacco<br />

Ameno e Forio.<br />

In questa prima tappa, ai piedi della<br />

mole del Castello Aragonese, che si erge<br />

severo ricco di storia, la quale comincia<br />

nell'era neozoica, si possono ammirare<br />

cinque sezioni di contenuto museale:<br />

marmi, sculture, dipinti, argenti,<br />

manufatti vari. Esso proviene da varie<br />

chiese della diocesi, in particolare dall'attuale<br />

Cattedrale e da quella antica<br />

sul castello, bombardata durante lo<br />

scontro tra anglo-borbonici e francesi<br />

nel giugno 1809.<br />

Nella sezione dedicata ai marmi, tra<br />

frammenti di monumenti funebri o<br />

commemorativi, che vanno dal XIV al<br />

XVIII secolo, si ammira una lastra intera<br />

di un sarcofago istoriata con una<br />

serie di scene. È un esemplare nuovo<br />

del celebre gruppo di sarcofagi del tipo<br />

cosiddetto «Bethesdà». È del secolo IV,<br />

epoca in cui già all'Isola d'Ischia si<br />

professava il Cristianesimo. Di questo<br />

tipo, solo due sono arrivati completi<br />

con tutte le cinque scene cristologiche:<br />

il Lateranense ed il Tarragonese. A questi<br />

si aggiunge il monumento isolano<br />

che, fino ad oggi sconosciuto, viene ad<br />

occupare il primo posto. Sul sarcofago<br />

d'Ischia c'è un particolare che costituisce<br />

un unicum in tutti i sarcofagi del tipo<br />

«Bethesdà»: un piccolo puledro, dalle<br />

orecchie ritte che sgambetta sotto la<br />

pancia dell'asina. L'artista si ispirava<br />

tica. Si pensi ai versi di Carlo Betocchi<br />

che nel suo viaggio meridionale si incontra<br />

con il paesaggio reale di Quasimodo<br />

o di Parronchi: «Salgo da Esperia a Ausonia<br />

per gli Aurunci, / tra Liri e Garigliano,<br />

monti / non da smalti e pittura<br />

cinese, / tutto lacche ed iperbole, e gazze<br />

/ che ridono, nere, tra gli aranci».<br />

Invero l’esperienza familiare e paesana<br />

irrompe, affettiva e nostalgica, negli<br />

schemi lirici di Acque e terre. Lo stesso<br />

Quasimodo, in Una poetica, riconobbe<br />

questa ispirazione fondamentale:<br />

«...quale poeta non ha posto la sua siepe<br />

come confine del mondo, come limite<br />

dove il suo sguardo arriva più distintamente?<br />

La mia siepe è la Sicilia; una<br />

siepe che chiude antichissime civiltà e<br />

necropoli e latomie e telamoni spezzati<br />

sull’erba e cave di salgemma e zolfare e<br />

donne in pianto da secoli per i figli uccisi,<br />

e furori contenuti o scatenati, banditi<br />

per amore o per giustizia. Anch’io<br />

non ho cercato lontano il mio canto, e il<br />

mio paesaggio non è mitologico o parnassiano:<br />

là c’è l’Anapo e l’Imera e il<br />

Platani e il Ciane con i papiri e gli eucalyptus,<br />

là Pantalica con le sue tane tombali<br />

scavate quarantacinque secoli prima<br />

di Cristo, fitte come celle d’alveare, là<br />

Gela e Megara Iblea e Lentini: un amore,<br />

come dicevo, che non può dire alla<br />

memoria di fuggire per sempre da quei<br />

luoghi...».<br />

«La mia terra è sui fiumi stretta al<br />

mare», si dice in Le morte chitarre. Non<br />

solo «tagliata dall’acque», la Sicilia, ma<br />

come sollevata: dalle acque di quei fiumi<br />

«cui il nome greco / è un verso a ridirlo,<br />

dolce». L’Anapo («alle sponde odo<br />

l’acqua colomba, / Anapo mio»); il Gela<br />

(«le bianche acque / del siculo Gela»);<br />

l’Imera («Certo, ricordo, fu da quel grigio<br />

scalo / di treni lenti che portavano<br />

mandorle e arance, / alla foce dell’Imera,<br />

il fiume pieno di gazze, / di sale, di<br />

eucalyptus...»); il Platani («dai pianori<br />

d’Acquaviva, / dove il Platani rotola<br />

conchiglie / sotto l’acqua fra i piedi dei<br />

fanciulli»).<br />

Nella poesia di Quasimodo la Sicilia si<br />

configura come una mappa corsa e intersecata<br />

da vene azzurrine, isola che i<br />

fiumi ritagliano in isole, sottolinea Leo-<br />

Forio d'Ischia:<br />

l'Episcopio<br />

nell'edificio<br />

settecentesco<br />

che ospita<br />

la sede centrale<br />

del Museo<br />

diocesano<br />

Il Castello<br />

Aragonese<br />

di Ischia<br />

Tavola dipinta da Aniello de Laudello nel 1581<br />

al Vangelo di Matteo: «Ecce rex venit...<br />

sedens super asinam et pullum filium<br />

subiugallis».<br />

La sezione dedicata alle sculture accoglie<br />

statue lignee provenienti da diverse<br />

chiese. Sono statue devozionali,<br />

comprese tra il XVIII e il XIX secolo<br />

eseguite da scultori di ambito napoletano.<br />

Un San Nicola da Tolentino e un<br />

San Giuseppe vengono attribuiti rispettivamente<br />

a Gaetano Patalano, caposcuola<br />

del rococò napoletano e Pietro<br />

Rocco Patalano, fratelli nativi di Lacco,<br />

che hanno lasciato autentici capolavori<br />

in legno non solo nelle chiese italiane,<br />

ma soprattutto in quelle della città andalusa<br />

di Cadice (1655-1700 e 1667-<br />

1738).<br />

La «quadreria» del museo comprende<br />

sia tavole che tele databili tra il XVI e<br />

nardo Sciascia in Le acque della Sicilia,<br />

e aggiunge: «Ma “i miei fiumi”, dice<br />

Quasimodo. Sono i fiumi della sua<br />

infanzia, forse mai più rivisitati. Il Platani,<br />

all’altezza della stazione ferroviaria<br />

d’Acquaviva; l’Imera, presso la foce;<br />

l’Anapo, di “fresca acqua azzurrina”, le<br />

“bianche acque del siculo Gela”. Chi<br />

scorra il volume delle sue poesie, è<br />

come ascoltasse un continuo suono<br />

d’acqua, vedesse il mondo smemorato<br />

da un velo d’acqua. “Sera d’acque limpide”,<br />

“Primavera solleva alberi e fiumi”,<br />

“Giaccio su fiumi colmi”, “Ancora un<br />

verde fiume mi rapina”, “Voci d’acque<br />

trepide”, “L’acqua tramonta / su le mie<br />

mani erbose”, “Non so che cieli ed<br />

acque / mi si svegliano dentro”, “Sopori<br />

scendevano dal cielo / dentro acque<br />

luminari”, “Mite letargo d’acque”: tutto<br />

è memoria d’acque, tutto vive in quella<br />

trasparenza. Dalla sorte ha avuto di<br />

poter vivere nell’infanzia, di viverla<br />

come realtà, la favola delle acque siciliane,<br />

il mito, poi ritrovati “nei versi<br />

degli antichi”».<br />

Come non ricordare in proposito i<br />

versi centrali di Nell’antica luce delle<br />

maree dove è il ritorno a Siracusa, la<br />

«città d’isola» che è «sommersa nel mio<br />

cuore», quel viaggio all’ingiù sino a<br />

raggiungere un mondo sommerso, quella<br />

metafora delle acque sognanti e<br />

sognate che pare scorrano in virtù di un<br />

lieto disciogliersi degli alberi che vi si<br />

riflettono: «Ecco discendo nell’antica luce<br />

/ delle maree, presso sepolcri / in riva<br />

d’acque / che una letizia scioglie /<br />

d’alberi sognati. // Mi chiamo: si specchia<br />

/ un suono in amorosa eco, / e il<br />

segreto n’è dolce, il trasalire / in ampie<br />

frane d’aria. // Una stanchezza s’abbandona<br />

/ in me di precoci rinascite, / la<br />

consueta pena d’esser mio / in un’ora<br />

di là dal tempo. // E i tuoi morti sento<br />

/ nei gelosi battiti / di vene vegetali /<br />

fatti men fondi: // un respirare assorto<br />

di narici».<br />

In L’eucalyptus ecco l’acqua, metafora<br />

privilegiata dell’universo poetico di<br />

Quasimodo «Non una dolcezza mi matura,<br />

/ e fu di pena deriva / ad ogni<br />

giorno / il tempo che rinnova / a fiato<br />

d’aspre resine. // In me un albero oscil-<br />

il XIX secolo. Alcune<br />

provengono dall'antica<br />

Cattedrale sul Castello,<br />

per le quali si può supporre<br />

una committenza<br />

aristocratica, forse da<br />

parte di esponenti della<br />

famiglia d'Avalos, che<br />

fino al 1730 circa ha<br />

esercitato su Ischia il<br />

potere feudale.<br />

La parte riservata agli<br />

argenti si presenta notevole<br />

per ricchezza e bellezza<br />

dei pezzi esposti,<br />

che vanno dal XVIII al<br />

XX secolo. Spiccano la<br />

Croce capitolare e il Pastorale<br />

chiamato dell'Assunta,<br />

cui è dedicata la<br />

Cattedrale d'Ischia, usato<br />

dal Vescovo Felice<br />

Amato (1747). Sono veri<br />

capolavori dell'argenteria<br />

napoletana del Settecento.<br />

Particolarmente notevoli<br />

dal punto di vista<br />

storico sono il calice di<br />

Pio IX e quello del Card. Luigi Lavitrano<br />

nativo di Forio d'Ischia.<br />

Gli oggetti esposti sono solo un piccolo<br />

campionario degli arredi d'argento<br />

sparsi nelle varie chiese dell'Isola<br />

Nella sezione di manufatti vari sono<br />

esposti oggetti di varia natura, sacri e<br />

profani, alcuni dei quali abbastanza rari<br />

e di grande bellezza artistica. Notevoli<br />

sono ancora alcuni tessuti di particolare<br />

pregio per la stoffa e i preziosi ricami<br />

che li ornano. Tra questi spiccano<br />

alcune pianete dei secoli XVIII e XIX<br />

provenienti dalla Cattedrale.<br />

L'itinerario museale dal Palazzo del<br />

Seminario si snoda nei principali luoghi<br />

di culto della diocesi, particolarmente<br />

a Lacco Ameno e Forio.<br />

Parte integrante del Museo diocesano<br />

è il Museo di s. Restituta, a Lacco<br />

la / da assonnata riva, / alata aria /<br />

amare fronde esala. // M’accori, dolente<br />

rinverdire, / odore dell’infanzia / che<br />

grama gioia accolse, / inferma già per<br />

un segreto amore / di narrarsi all’acque.<br />

// Isola mattutina: / riaffiora a<br />

mezza luce / la volpe d’oro / uccisa a<br />

una sorgiva».<br />

È un narcisistico ripiegamento sul<br />

proprio passato e sulla propria immagine<br />

infantile.<br />

Forse il componimento più significativo,<br />

con quel riferimento al «grembo celeste»,<br />

a una condizione prenatale, è<br />

Nascita del canto: «Sorgiva: luce riemersa:<br />

/ foglie bruciano rosee. // Giaccio<br />

su fiumi colmi / dove son isole /<br />

specchi d’ombre e d’astri. // E mi travolge<br />

il tuo grembo celeste // che mai<br />

di gioia nutre / la mia vita diversa. //<br />

Io muoio per riaverti, / anche delusa, /<br />

adolescenza delle membra / inferme».<br />

L’infanzia e l’isola siciliana formano<br />

ancora una volta il passato. Verso questo<br />

passato aspira il poeta col desiderio<br />

ardente e propriamente mistico di ritrovarsi<br />

nel seno del tutto, come un microcosmo<br />

nel macrocosmo, poiché l’infanzia<br />

fu per lui partecipazione mistica in<br />

cui si sentiva unito ai suoi e alla sua terra,<br />

che tutti partecipava e che formavano<br />

per lui, allora, un tutto indissolubile<br />

e protettivo. È la situazione tipica di Les<br />

fenêtres di Mallarmée. C’è il rimpianto e<br />

la nostalgia paradisiaca di una condizione<br />

fuori del tempo. Tutto ciò che sta al<br />

di là del presente in quel passato remoto<br />

e partecipato è sentito come un’epoca<br />

di un passato senza tempo, vale a dire<br />

di quel tempo anteriore «où fleurit la<br />

Beauté».<br />

Giustamente Sergio Solmi ha individuato<br />

in Quasimodo una «tendenza mistica»<br />

e Carlo Bo ha specificato che da<br />

una «convinta e dolorosa conoscenza di<br />

se stesso» si è portato a «una confidenza,<br />

al desiderio infinito d’una eterna<br />

presenza».<br />

Si pensi a Di notte sull’Acropoli dove<br />

la guida «diceva il crollo di Pallade Atena,<br />

/ l’avvento di Maria / Vergine madre,<br />

figlia del suo figlio, / sul corno di<br />

legno della civetta gialla».<br />

Manoscritto musicale del Settecento<br />

in mostra al Museo<br />

della Basilica Pontificia<br />

presso il santuario di S. Maria di Loreto<br />

Raffigurazione di una lampada cristiana<br />

con il monogramma costantiniano<br />

rinvenuta negli scavi<br />

di s. Restituta a Lacco Ameno<br />

Ameno, meta continua di visitatori.<br />

Qui le tracce del più antico insediamento<br />

umano nell'isola d'Ischia, legato<br />

alla preistoria mediterranea sono conservate<br />

con ordine .<br />

Il museo occupa un'area di circa<br />

1500 mq. distinta in due piani: il piano<br />

superiore comprende tre sale, nelle<br />

quali sono esposte: suppellettili, ex-voto<br />

d'argento e dipinti, paramenti sacri, pastori<br />

da presepio, reliquari, croci processionali,<br />

messali, statuine del '700-<br />

'800 napoletano, ceramiche medioevali.<br />

Il piano inferiore comprende una vasta<br />

area archeologica (mq. 1000) portata<br />

alla luce nel 1950 e ordinatamente<br />

sistemata dalla decisa volontà, non priva<br />

di ardimento, del rettore della sovrastante<br />

Basilica Pontificia-Santuario di<br />

s. Restituita, il Canonico Pietro Monti,<br />

autore anche di interessanti pubblicazioni.<br />

Si deve a lui la scoperta di una<br />

basilica paleocristiana, attribuibile al<br />

IV secolo.<br />

Questa vasta area archeologica presenta<br />

una tematica nuova di musealizzazione:<br />

il museo nello scavo. È suddiviso<br />

in quattro sezioni: I) Greco-arcaico-ellenistico.<br />

II) Area paleocristiana.<br />

III) Settore espositivo. IV) Cimitero cristiano<br />

«sub divo».<br />

È il vero «tesoro» di «Pithekoussai»,<br />

come è stata chiamata nell'antichità<br />

l'Isola d'Ischia, da visitare ad ogni costo.<br />

A Forio, poi, centro più importante<br />

della parte occidentale dell'Isola d'Ischia<br />

sin dalla preistoria, famosa per le<br />

sue Torri, le sue tante chiese, una vera<br />

gemma che impreziosisce l'intero tessuto<br />

storico isolano è la basilica pontificia-santuario<br />

di S. Maria di Loreto, attorno<br />

alla quale è sorto l'attuale centro<br />

storico di Forio.<br />

Ricca di storia, di tanti tesori d'arte,<br />

stupisce e lascia ammirati con la sua<br />

sfarzosità barocca e grandiosità e ricchezza<br />

di marmi policromi e intarsiati.<br />

Si possono qui ammirare almeno cinquanta<br />

opere pittoriche, di cui ben dodici<br />

tavole vanno dal '500 all'inizio del<br />

'600 di vari pittori noti, come Decio<br />

Tramontano, Aniello de Laudello,<br />

Aniello Di Spigna di Lacco Ameno, Cesare<br />

Calise di Forio e ignoti.<br />

Nel santuario sono conservati anche<br />

tre preziosi organi. Tra questi, l'Organo<br />

Positivo di Domenico Antonio Rossi, organaro<br />

della Regia Cappella dei Borboni<br />

in Napoli, del 1762. È uno dei quattro<br />

organi portati ad esempio dell'arte<br />

organaria italiana a livello europeo. Attirano<br />

folle per concerti e invitano alla<br />

preghiera ogni giorno.<br />

Dall'ammirazione nella basilica, si<br />

passa ad un'interessante visita di un<br />

piccolo museo nell'area della sagrestia<br />

e di un corridoio che unisce la basilica<br />

all'attiguo oratorio del '500.<br />

Un ricco Archivio contiene preziosi<br />

documenti, che riguardano la storia di<br />

questa chiesa, la prima sorta nel mondo<br />

dedicata a S. Maria di Loreto, contemporaneamente<br />

alla chiesa-madre di<br />

Loreto, nelle Marche, la sua attività<br />

spirituale e sociale, l'assistenza ai poveri<br />

e il favore dei Pontefici che sostennero<br />

l'impegno dei laici, un annesso ospedale<br />

per i poveri. In data 20 ottobre<br />

1995 la Basilica ha ricevuto il dono dell'Indulgenza<br />

Plenaria «in perpetuo»; anche<br />

per questo si sono moltiplicati i visitatori<br />

e i pellegrini.<br />

Pure nell'Archivio manoscritti che<br />

contengono una raccolta di Messe e Antifone<br />

in notazioni gregoriane di carattere<br />

locale, che rivelano una tradizione<br />

musicale, patrimonio di inestimabile<br />

valore, che continua sino ad oggi, anche<br />

per mezzo di scuole musicali per<br />

ragazzi e giovani.<br />

Ancora a Forio, il percorso museale<br />

comprende la Basilica Pontificia di s.<br />

Vito, chiesa madre della cittadina dedicata<br />

al Patrono, ricca di arte sia di<br />

scultura che di pittura, con un capolavoro<br />

dell'argenteria napoletana, che è<br />

la statua di s. Vito, opera in argento e<br />

rame dorato del 1787, su bozzetto dello<br />

scultore Giuseppe Sanmartino.<br />

Presso questa basilica si trova anche<br />

una ricca biblioteca, con incunaboli.<br />

Può essere infine considerata un vero<br />

museo dedicato a Cesare Calise, in<br />

quanto tutte le opere pittoriche, dalle<br />

tavole alle tele e agli affreschi qui conservati<br />

sono di questo pittore di Forio<br />

(1560-1640), la chiesa di s. Carlo Borromeo,<br />

vero capolavoro architettonico.


L'UDIENZA<br />

GENERALE<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

<br />

L'incontro<br />

nell'Aula<br />

Paolo VI<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì 20 Dicembre 2001<br />

«In quest’itinerario di preparazione<br />

all’incontro con Cristo,<br />

che nel Natale viene incontro all’umanità,<br />

si è inserita la speciale giornata di digiuno<br />

e di preghiera che venerdì scorso<br />

abbiamo celebrato, al fine di chiedere<br />

a Dio il dono della riconciliazione<br />

e della pace. È stato<br />

un momento forte dell’Avvento»<br />

«La nostra attesa si fa voce delle speranze<br />

dell’intera umanità e si esprime in una serie<br />

di suggestive invocazioni, che troviamo<br />

nella Celebrazione Eucaristica prima<br />

del Vangelo e nella recita dei Vespri<br />

prima del cantico del Magnificat. Sono<br />

le cosiddette antifone “O”, nelle quali<br />

la Chiesa si rivolge a Colui che sta<br />

per venire con titoli altamente poetici»<br />

Dobbiamo convertirci alla pace<br />

La catechesi di Giovanni Paolo II all'udienza generale nei giorni della Novena di Natale<br />

«Dobbiamo convertirci alla pace; dobbiamo<br />

convertirci a Cristo, nostra pace,<br />

certi che il suo amore disarmante nel<br />

presepe vince ogni cupa minaccia e progetto<br />

di violenza». Lo ha sottolineato il<br />

Papa all'udienza generale svoltasi mercoledì<br />

mattina, 19 dicembre, nell'Aula<br />

Paolo VI. Ai numerosi fedeli presenti il<br />

Santo Padre ha anche ricordato la speciale<br />

giornata di digiuno e di preghiera<br />

dello scorso 14 dicembre ed ha rivolto<br />

gli auguri per le imminenti festività natalizie.<br />

Questo è il testo della catechesi pronunciata<br />

dal Santo Padre, subito dopo il<br />

canto del «Magnificat»:<br />

1.La Novena del Natale,<br />

che stiamo celebrando in<br />

questi giorni, ci sprona a vivere<br />

in modo intenso e profondo<br />

la preparazione alla<br />

grande festa, ormai vicina,<br />

della nascita del Salvatore.<br />

La Liturgia traccia un sapiente<br />

itinerario per incontrare<br />

il Signore che viene,<br />

proponendo giorno per giorno<br />

spunti di riflessione e di<br />

preghiera. Ci invita alla conversione<br />

e alla docile accoglienza<br />

del mistero del Natale.<br />

Nell’Antico Testamento i<br />

profeti avevano preannunciato<br />

la venuta del Messia e<br />

avevano tenuto desta l’attesa<br />

vigilante del popolo eletto.<br />

Con gli stessi sentimenti siamo<br />

invitati a vivere anche<br />

noi questo tempo, per poter<br />

così assaporare la gioia delle<br />

ormai imminenti feste natalizie.<br />

La nostra attesa si fa voce<br />

delle speranze dell’intera<br />

umanità e si esprime in una<br />

serie di suggestive invocazioni,<br />

che troviamo nella Celebrazione<br />

Eucaristica prima<br />

del Vangelo e nella recita dei<br />

Vespri prima del cantico del<br />

Magnificat. Sono le cosiddette<br />

antifone «O», nelle quali la<br />

Chiesa si rivolge a Colui che<br />

sta per venire con titoli altamente<br />

poetici, che ben manifestano<br />

il bisogno di pace e<br />

di salvezza dei popoli, bisogno<br />

che solamente nel Dio<br />

fatto uomo trova appagamento<br />

pieno e definitivo.<br />

2.Come l’antico Israele,<br />

la Comunità ecclesiale si fa<br />

voce degli uomini e delle<br />

donne di tutti i tempi per<br />

cantare l’avvento del Salvatore.<br />

Di volta in volta prega:<br />

«O Sapienza che esce dalla<br />

bocca dell’Altissimo», «o Guida<br />

della casa d’Israele», «o<br />

Radice di Iesse», «o Chiave di<br />

Davide», «o Astro sorgente»,<br />

«o Sole di giustizia», «o Re<br />

delle genti, Emmanuele, Diocon-noi».<br />

In ciascuna di queste appassionate<br />

invocazioni, cariche<br />

di riferimenti biblici,<br />

s’avverte l’ardente desiderio<br />

che i credenti hanno di vedere<br />

compiersi le loro attese di<br />

pace. Per questo implorano il<br />

dono della nascita del Salvatore<br />

promesso. Al tempo stesso,<br />

però, avvertono con chiarezza<br />

che ciò implica un concreto<br />

impegno a predisporgli<br />

una dimora degna non soltanto<br />

nel loro animo, ma pure<br />

nell’ambiente circostante.<br />

In una parola, invocare la<br />

venuta di Colui che reca la<br />

pace al mondo comporta<br />

aprirsi docilmente alla verità<br />

liberante e alla forza rinnovatrice<br />

del Vangelo.<br />

3.In quest’itinerario di<br />

All'udienza generale di mercoledì 19 dicembre<br />

2001, nell'Aula Paolo VI, erano presenti i seguenti<br />

gruppi:<br />

Da diversi Paesi: Religiose di diverse Congregazioni<br />

partecipanti al Corso promosso dall'Unione<br />

Internazionale Superiore Maggiori.<br />

Dall'Italia: Gruppi di Fedeli dalle Parrocchie: Santa<br />

Maria Assunta, in Arquà Petrarca; Santa Maria<br />

Imperatrice, in Anagni; San Pietro, in Cicciano;<br />

Santa Maria delle Grazie, in Massalubrense; Santa<br />

Maria delle Grazie, in Barile; Gruppo del 7° Reggimento<br />

Bersaglieri, da Bari; Camper Club «La Granda»,<br />

da Villanova d'Asti; Comunità terapeutica<br />

«Passaggi», di Roma; Federazione Italiana autono-<br />

I gruppi presenti<br />

ma Lavoratori Pubblici; Dipendenti della Fabbrica<br />

«Bulloneria Meridionale», di Lacedonia; Scuola Calcio<br />

«Santa Colomba», di Benevento; Associazione<br />

«Amici del Presepio vivente», di Piubega; Associazione<br />

«Shkendijat», di Barile; Istituto professionale<br />

«Filosi», di Terracina; Istituto tecnico commerciale<br />

«Einaudi», di Manduria; Scuola media, di Casagiove;<br />

Gruppi di Fedeli da San Sebastiano al Vesuvio,<br />

Anagni, Castellammare di Stabia.<br />

Coppie di Sposi novelli.<br />

Gruppi di Fedeli da: Polonia; Croazia; Repubblica<br />

Slovacca.<br />

De France: Collège Notre-Dame-des-Missions,<br />

Charenton-le-Pont; Institution Notre-Dame-des-Dunes,<br />

Dunkerque.<br />

From England: members of the choir of the Chapel<br />

of Saint Michael and Saint George at Wellington<br />

School, Somerset.<br />

From the United States of America: members of<br />

the group: Students in Free Enterprise; students<br />

from Saint Mary's College, Notre Dame, Indiana -<br />

Rome Program.<br />

Aus der Bundesrepublik Deutschland: einePilgergruppeausHannover.<br />

De Argentina: grupo de peregrinos de Lomas de<br />

Zamora.<br />

preparazione all’incontro con<br />

Cristo, che nel Natale viene<br />

incontro all’umanità, si è inserita<br />

la speciale giornata di<br />

digiuno e di preghiera che venerdì<br />

scorso abbiamo celebrato,<br />

al fine di chiedere a<br />

Dio il dono della riconciliazione<br />

e della pace. È stato<br />

un momento forte dell’Avvento,<br />

un’occasione per approfondire<br />

le cause della<br />

guerra e le ragioni della pace.<br />

Di fronte alle tensioni e<br />

alle violenze che, purtroppo,<br />

funestano anche in questi<br />

giorni varie parti della terra,<br />

compresa la Terra Santa, testimone<br />

singolare del mistero<br />

della Nascita di Gesù, occorre<br />

che noi cristiani facciamo<br />

risuonare ancora più forte il<br />

messaggio di pace che proviene<br />

dalla grotta di Betlemme.<br />

Dobbiamo convertirci alla<br />

pace; dobbiamo convertirci a<br />

Cristo, nostra pace, certi che<br />

il suo amore disarmante nel<br />

presepe vince ogni cupa minaccia<br />

e progetto di violenza.<br />

E occorre con fiducia proseguire<br />

nel domandare al Bambino,<br />

nato per noi dalla Vergine<br />

Maria, che l’energia<br />

prodigiosa della sua pace<br />

scacci l’odio e la vendetta<br />

che si annidano nell’animo<br />

umano. Dobbiamo chiedere<br />

a Dio che il male sia sconfitto<br />

dal bene e dall’amore.<br />

4.Come ci suggerisce la<br />

Liturgia dell’Avvento, imploriamo<br />

dal Signore il dono di<br />

«prepararci con gioia al mistero<br />

del suo Natale», affinché<br />

la nascita di Gesù ci trovi<br />

«vigilanti nella preghiera,<br />

esultanti nella lode» (Prefazio<br />

dell’Avvento II). Solo così il<br />

Natale sarà festa di gioia e<br />

incontro con il Salvatore che<br />

ci dona la pace.<br />

Non è proprio questo l’augurio<br />

che ci vorremmo scambiare<br />

nelle prossime feste natalizie?<br />

A tal fine più intensa<br />

e corale si faccia in questa<br />

settimana la nostra preghiera.<br />

«Christus est pax nostra -<br />

Cristo è la nostra pace». La<br />

sua pace rinnovi ogni ambito<br />

del nostro vivere quotidiano.<br />

Riempia i cuori, perché si<br />

aprano all’azione della sua<br />

grazia trasformante; permei<br />

le famiglie, perché davanti al<br />

presepe o raccolte attorno all’albero<br />

di Natale rinsaldino<br />

la loro fedele comunione; regni<br />

nelle città, nelle nazioni<br />

e nella comunità internazionale<br />

e si diffonda in ogni angolo<br />

del mondo.<br />

Come i pastori nella notte<br />

di Betlemme, affrettiamo i<br />

passi verso Betlemme. Contempleremo<br />

nel silenzio della<br />

Notte santa il «Bambino avvolto<br />

in fasce, che giace in<br />

una mangiatoia», insieme<br />

con Giuseppe e Maria (Lc 2,<br />

12.16). Lei, che ha accolto il<br />

Verbo di Dio nel suo grembo<br />

verginale e lo ha stretto tra<br />

le sue braccia materne, ci<br />

aiuti a vivere con più intenso<br />

impegno quest’ultimo tratto<br />

dell’itinerario liturgico dell’Avvento.<br />

Con questi sentimenti, formulo<br />

con affetto i miei auguri<br />

a tutti voi, qui presenti, alle<br />

vostre famiglie e a quanti<br />

vi sono cari.<br />

Buon Natale a tutti!


L'UDIENZA<br />

GENERALE<br />

PAGINA<br />

Dopo aver pronunciato la catechesi<br />

in italiano, Giovanni Paolo II l'ha riassunta<br />

in diverse lingue ed ha rivolto<br />

particolari espressioni di saluto ai numerosi<br />

gruppi di pellegrini presenti.<br />

Di lingua francese<br />

Siate gli artigiani della pace<br />

Ai fedeli di lingua francese ha detto:<br />

Chers frères et sœurs,<br />

Je salue cordialement les francophones,<br />

notamment les jeunes du<br />

Collège Notre-Dame des Missions.<br />

Que la joie de Noël vous confirme<br />

dans votre désir d’être disciples du<br />

Sauveur et artisans de paix! A tous,<br />

j’accorde bien volontiers la Bénédiction<br />

apostolique.<br />

Di lingua inglese<br />

Il Signore vi doni la gioia<br />

Successivamente il Santo Padre si è<br />

così rivolto ai pellegrini di espressione<br />

inglese:<br />

Dear Brothers and Sisters,<br />

I offer a special word of greeting<br />

to the English-speaking visitors, especially<br />

those from England and the<br />

United States of America: may the<br />

coming of our Saviour as a newborn<br />

babe fill you and your families<br />

with his gifts of joy and peace. Happy<br />

Christmas to everyone!<br />

Di lingua tedesca<br />

Vi auguro un Santo Natale<br />

Ai gruppi di lingua tedesca il Papa<br />

ha detto:<br />

Liebe Schwestern und Brüder!<br />

Mit diesen vorweihnachtlichen<br />

Gedanken grüße ich die Pilger und<br />

Besucher aus den Ländern deutscher<br />

Sprache. Ihnen allen gelten<br />

meine herzlichen Wünsche für ein<br />

frohes Fest der Geburt Jesu Christi.<br />

Dazu erteile ich euch, euren Lieben<br />

daheim und allen, die mit uns über<br />

Radio Vatikan und das Fernsehen<br />

verbunden sind, den Apostolischen<br />

Segen. Gesegnete Weihnachten!<br />

Di lingua spagnola<br />

Gli Argentini trovino<br />

cammini di riconciliazione<br />

e di mutua comprensione<br />

Molti come sempre i fedeli di espressione<br />

spagnola, provenienti anche da<br />

diversi Paesi dell'America Latina. Dopo<br />

averli salutati Giovanni Paolo II ha rivolto<br />

un appello per l'Argentina che sta<br />

FRANCESCO M. VALIANTE<br />

«Dobbiamo convertirci alla pace;<br />

dobbiamo convertirci a Cristo, nostra<br />

pace, certi che il suo amore disarmante<br />

nel presepe vince ogni cupa<br />

minaccia e progetto di violenza...».<br />

Quando Rina ascolta le parole del<br />

Papa gli occhi le si illuminano. Stringe<br />

forte tra le mani una busta bianca.<br />

Lì dentro c'è quello che una volta si<br />

usava chiamare «fioretto». Una parola<br />

oggi apparentemente passata di moda.<br />

Ma l'amore non passa mai di moda.<br />

Soprattutto quando è offerto per<br />

chiedere a Dio il dono della pace in<br />

un tempo in cui le barriere dell'odio<br />

dividono i popoli e feriscono i cuori.<br />

Così Rina ha voluto a tutti i costi<br />

portare personalmente a Giovanni<br />

Paolo II quella busta. Lì c'è il suo<br />

«fioretto» e quello di altre ottocento<br />

persone. Quel venerdì di digiuno e di<br />

preghiera del 14 dicembre, come fanno<br />

ogni anno, Rina Biz e gli ottocento<br />

soci della cooperativa trevigiana «Insieme<br />

si può» hanno celebrato la loro<br />

assemblea. E come ogni anno, avrebbero<br />

dovuto concluderla con una cena.<br />

Ma qualche settimana prima avevano<br />

sentito le parole del Papa all'Angelus<br />

del 18 novembre. Avevano<br />

ascoltato quell'appello alla conversione<br />

e al sacrificio. Non potevano restare<br />

con le mani in mano. Hanno deciso<br />

di rinunciare alla cena per digiunare<br />

in comunione con Giovanni Paolo<br />

II. Ma non solo. Hanno raccolto<br />

quello che ciascuno avrebbe speso.<br />

Ed oggi hanno consegnato al Papa il<br />

frutto dei loro «fioretti», perché lo destini<br />

alle opere di carità per le vittime<br />

della guerra e del terrorismo.<br />

Si tratta di un gesto particolarmente<br />

significativo se si pensa che cento<br />

dei soci della cooperativa sono di religione<br />

musulmana. «Tutti hanno ade-<br />

5 .<br />

L'incontro<br />

nell'Aula<br />

Paolo VI<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì 20 Dicembre 2001<br />

I saluti ai pellegrini<br />

vivendo un momento particolarmente<br />

difficile. Eccone il testo:<br />

Queridos hermanos y hermanas:<br />

Saludo con afecto a los peregrinos<br />

de lengua española presentes en<br />

esta audiencia. De modo especial, a<br />

los fieles venidos de Lomas de Zamora,<br />

en la querida Nación Argentina.<br />

Al volver a vuestra patria sed<br />

portadores de mi palabra de ánimo<br />

y esperanza para esta Navidad y el<br />

nuevo Año. Por intercesión de la<br />

Santísima Virgen de Luján, pido al<br />

Señor que los argentinos con magnanimidad<br />

y generosidad encuentren,<br />

en estos momentos de dificultad,<br />

caminos de reconciliación y de<br />

entendimiento mutuo para construir,<br />

con la ayuda de Dios y con la<br />

colaboración y el aporte de todos,<br />

un futuro de paz y prosperidad. A<br />

todos, mi Bendición Apostólica.<br />

¡Feliz Navidad!<br />

E questa è la traduzione italiana del<br />

saluto agli spagnoli:<br />

Saluto con affetto i pellegrini di lingua<br />

spagnola presenti a questa udienza.<br />

Saluto in modo speciale i fedeli provenienti<br />

da Lomas de Zamora, nell'amata<br />

Nazione Argentina. Tornando in patria,<br />

fatevi portatori della mia parola d'incoraggiamento<br />

e di speranza per questo<br />

Natale e per il nuovo anno. Per intercessione<br />

della Santissima Vergine di Luján,<br />

chiedo al Signore che gli argentini dotati<br />

di magnanimità e generosità trovino, in<br />

questi momenti di difficoltà, cammini di<br />

riconciliazione e di mutua comprensione<br />

per costruire, con l'aiuto di Dio e con la<br />

collaborazione e il contributo di tutti,<br />

un futuro di pace e prosperità. A tutti<br />

imparto la mia Benedizione Apostolica.<br />

Buon Natale!<br />

Di lingua portoghese<br />

Buone feste<br />

e felice Anno nuovo<br />

Rivolgendosi ai pellegrini di lingua<br />

portoghese, ha detto:<br />

Caríssimos irmãos e irmãs!<br />

Ao saudar cordialmente os peregrinos<br />

e ouvintes de língua portuguesa,<br />

dou-lhes as boas-vindas com<br />

os votos de muita alegria na prática<br />

das boas obras neste tempo natalício<br />

que se avizinha, especialmente<br />

nos seus lares, pelos caminhos da<br />

salvação de Cristo: Boas Festas e<br />

um Feliz Ano Novo, com a minha<br />

Bênção Apostólica!<br />

rito con convinzione all'iniziativa<br />

— spiega la<br />

Presidente Rina Biz —<br />

ed hanno offerto con<br />

generosità il loro contributo.<br />

Bisogna considerare<br />

che la grande<br />

maggioranza dei nostri<br />

soci sono semplici lavoratori<br />

e che 117 di<br />

loro sono immigrati<br />

provenienti da 32 Nazioni<br />

diverse». «Insieme<br />

si può» è nata nel<br />

1983. Si occupa di servizi<br />

sociali alla persona,<br />

in particolare a favore<br />

di anziani, malati<br />

di mente, handicappati.<br />

Promuove iniziative di<br />

formazione professionale<br />

per i giovani e<br />

anima asili nido. La risposta<br />

della cooperativa<br />

all'appello del Papa<br />

si è unita alla mobilitazione<br />

di tutta la diocesi<br />

di Treviso. Il Vescovo<br />

Mons. Paolo Magnani<br />

ha rivolto ai fedeli un<br />

messaggio diffuso da<br />

tutti i mezzi di comuni-<br />

cazione locali, esortando al digiuno e<br />

alla preghiera. Gruppi e singole persone<br />

vi hanno aderito, facendosi promotori<br />

anche di gesti concreti di condivisione<br />

e di carità.<br />

Parole di pace e di riconciliazione<br />

sono risuonate con echi particolarmente<br />

incalzanti nell'Aula Paolo VI,<br />

che oggi ha spalancato le sue porte<br />

ai pellegrini per l'ultima udienza prima<br />

del Natale e della fine dell'anno<br />

2001. Salutando i fedeli giunti dall'Argentina<br />

il Papa ha esortato «l'amata<br />

Nazione» a trovare, in questi momenti<br />

di difficoltà, «cammini di riconciliazio-<br />

Di lingua croata<br />

Chiamati ad annunciare<br />

e a testimoniare Cristo<br />

Rivolgendosi ai pellegrini giunti dalla<br />

Croazia, il Santo Padre li ha così salutati:<br />

Dragi hrvatski hodočasnici, sve<br />

vas pozdravljam. Dobro došli!<br />

Skorašnja svetkovina Božića ispunila<br />

vaša srca evanđeoskom radošću.<br />

Otajstvo Sina Božjega, koji je<br />

utjelovljenjem postao naš brat, neka<br />

nadahnjuje vaše zalaganje za izgradnju<br />

uvijek sve ljudskijega društva.<br />

Kristovo je rođenje, naime, vrelo<br />

one nade, koja ne će nikada iznevjeriti<br />

i koju smo pozvani navješćivati i<br />

svjedočiti.<br />

Od srca udjeljujem apostolski blagoslov<br />

svakome od vas i vašim obiteljima.<br />

Hvaljen Isus i Marija!<br />

Questa è una nostra traduzione italiana<br />

delle sue parole:<br />

Cari pellegrini croati, vi saluto tutti.<br />

Benvenuti!<br />

L’imminente solennità del Natale<br />

riempia i vostri cuori della gioia evangelica.<br />

Il Mistero del Figlio di Dio che, incarnandosi,<br />

divenne nostro fratello, ispiri<br />

il vostro impegno per la costruzione<br />

di una società sempre più umana. La<br />

nascita di Cristo è, infatti, fonte di quella<br />

speranza che non delude mai e che<br />

siamo chiamati ad annunciare e testimoniare.<br />

Imparto di cuore la Benedizione Apostolica<br />

a ciascuno di voi ed alle vostre<br />

famiglie.<br />

Siano lodati Gesù e Maria!<br />

Di lingua slovacca<br />

Lo Spirito Santo<br />

e l'amore di Dio<br />

trasformino le nostre vite<br />

Poi il Papa ha dato il benvenuto ai<br />

fedeli provenienti dalla Slovacchia. Ecco<br />

il suo saluto:<br />

Srdečne vítam skupinu pútnikov<br />

z Bratislavy.<br />

Drahí bratia a sestry, Advent je<br />

obdobím radostného očakávania Pána.<br />

Prosme Ducha Svätého, aby nás<br />

v tomto milostivom čase pretvoril<br />

na svedkov Božej lásky a na nositel’ov<br />

pokoja.<br />

Rád žehnám vás i vašich draých<br />

vo vlasti.<br />

Pochválený buđ Ježiš Kristus!<br />

E questa è la traduzione del suo saluto:<br />

Rivolgo un cordiale saluto al gruppo<br />

dei pellegrini provenienti da Bratislava.<br />

Cari fratelli e sorelle, l’Avvento è il<br />

periodo di gioiosa attesa del Signore. In<br />

questo tempo di grazia chiediamo allo<br />

Spirito Santo che ci trasformi in testimoni<br />

dell’amore di Dio e portatori di<br />

pace.<br />

Volentieri benedico voi ed i vostri familiari<br />

in patria.<br />

Sia lodato Gesù Cristo!<br />

Di lingua polacca<br />

Mantenete il bel costume<br />

di condividere l'«opłatek»<br />

il pane di Natale<br />

Successivamente il Santo Padre si è<br />

così rivolto ai pellegrini polacchi:<br />

Witam pielgrzymów z Polski i<br />

zespół pani Natalii Kukulskiej.<br />

Pragnę dziś w sposób szczególny<br />

pozdrowić Polaków mieszkających<br />

w Rzymie i we Włoszech, którzy<br />

przybyli na nasze przedświąteczne<br />

— rzec można — opłatkowe<br />

spotkanie. Cieszę się i dziękuję, że<br />

podtrzymujecie ten piękny polski<br />

zwyczaj łamania się opłatkiem i<br />

składania sobie życzeń. Ten zwyczaj<br />

łączy w sobie znak i słowo.<br />

Znak to łamanie chleba, które<br />

wpierw jest wyrazem dzielenia się<br />

dobrem w duchu miłości i pokoju.<br />

Nawiązując jednak do tajemnicy<br />

Wcielenia, która dokonała się w<br />

Betlejem — Betlejem tłumaczy się:<br />

«Dom chleba» — wyraża też wiarę,<br />

La cronaca<br />

I rappresentanti della cooperativa «Insieme si può» di Treviso<br />

consegnano a Giovanni Paolo II i frutti della giornata di digiuno del 14 dicembre<br />

ne e di mutua comprensione per costruire,<br />

con l'aiuto di Dio e con la collaborazione<br />

e il contributo di tutti, un<br />

futuro di pace e prosperità». Proprio<br />

il 13 dicembre i Vescovi della Conferenza<br />

Episcopale Argentina, in occasione<br />

della 130° riunione della Commissione<br />

Permanente, hanno rivolto<br />

un accorato appello all'impegno e al<br />

sacrificio «per ridare dignità e rispetto<br />

alla nostra gente».<br />

Il clima natalizio dell'udienza si è<br />

avvertito con singolare eloquenza<br />

nella simbologia del «pane». Le centinaia<br />

di fedeli polacchi presenti in Au-<br />

la hanno idealmente spezzato con il<br />

Papa l'«opłatek», il «pane bianco»<br />

che si condivide con i cari e con i fratelli<br />

alla vigilia di Natale in segno di<br />

augurio. «Condividere il pane — ha<br />

detto salutandoli Giovanni Paolo II —<br />

è espressione dello scambio del bene<br />

nello spirito dell'amore e della pace».<br />

Durante l'udienza sono riecheggiate<br />

le melodie dei suggestivi canti natalizi<br />

polacchi eseguiti dal coro di Natalia<br />

Kukulska. Il «pane» costituisce anche<br />

il tema delle iniziative organizzate<br />

di recente dal Centro Internazionale<br />

Amici Scuola (Cias). L'associazione<br />

że dawcą prawdziwej miłości i pokoju<br />

jest nowo narodzony Syn Boży.<br />

Słowo. Słowo to życzenia, które<br />

niosą w sobie życzliwość, serdeczność,<br />

pragnienie dobra. To słowo<br />

również zakorzenione jest w tajemnicy<br />

betlejemskiej nocy. Jest ono<br />

niejako echem życzeń, jakie wówczas<br />

aniołowie, wielbiąc Boga, składali<br />

ludziom wszystkich czasów:<br />

«Chwała Bogu na wysokościach, a<br />

na ziemi pokój ludziom dobrej woli,<br />

Jego upodobania» (por. Łk 2, 14).<br />

Znak i słowo. Razem wyrażają<br />

najgłębsze uczucia, szczytne pragnienia<br />

i ufną nadzieję, że przeżywanie<br />

w duchu wiary tajemnicy Bożego<br />

Narodzenia stanie się źródłem<br />

łask i błogosławieństwa, zaczynem<br />

duchowej odnowy, z której rodzi się<br />

pokój, radość i szczęście. Z tą nadzieją<br />

i z tymi życzeniami zwracam<br />

się dziś do was, drodzy Rodacy, polecając<br />

Bożej Dziecinie każdego i<br />

każdą z was, wasze rodziny, wspólnoty<br />

kapłańskie i zakonne oraz<br />

wszystkich, którym zechcecie przekazać<br />

te życzenia w moim imieniu.<br />

Niech dobry Bóg wszystkim błogosławi!<br />

Szczęść Boże i wesołych<br />

Świąt dla wszystkich!<br />

Questa è una nostra traduzione italiana:<br />

Saluto i pellegrini giunti dalla Polonia:<br />

il Complesso della Signora Natalia Kukulska.<br />

Voglio oggi, in modo particolare, salutare<br />

i pellegrini dalla Polonia ed i Polacchi<br />

abitanti a Roma e in Italia, che<br />

sono giunti qui per il nostro prefestivo<br />

incontro di auguri. Sono lieto e vi ringrazio<br />

che mantenete il bel costume polacco<br />

di condividere il pane di Natale<br />

(opłatek) e di scambiarsi gli auguri.<br />

Questo costume racchiude in sé un segno<br />

e una parola.<br />

Il segno è il condividere il pane, che è<br />

innanzitutto espressione dello scambio<br />

del bene nello spirito dell’amore e della<br />

pace. Riferendosi però al mistero dell’Incarnazione,<br />

che si è compiuto a Betlemme<br />

— parola che significa «Casa del<br />

pane» — esprime anche la fede nel fatto<br />

che il datore del vero amore e della vera<br />

pace sia il neonato Figlio di Dio.<br />

La parola è l’augurio, che porta in sé<br />

benevolenza e cordialità. Anche questa<br />

parola è radicata nel mistero della notte<br />

di Betlemme. È per così dire l’eco dell’augurio<br />

che gli angeli, lodando Dio,<br />

hanno portato agli uomini di tutti i tempi:<br />

«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e<br />

pace in terra agli uomini di buona volontà,<br />

agli uomini che egli ama» (cfr Lc<br />

2, 14).<br />

Il segno e la parola. Insieme esprimono<br />

i più profondi sentimenti, i sublimi<br />

è sorta nel 1963 per<br />

promuovere l'amicizia<br />

tra i popoli attraverso<br />

la diffusione della cultura,<br />

specialmente tra i<br />

giovani studenti. Nello<br />

scorso mese di novembre<br />

ha dato vita a Roma<br />

ad un convegno<br />

dedicato a «Civiltà e<br />

cultura del pane». In<br />

esso è stato sottolineato<br />

proprio il significato<br />

del pane come segno<br />

del Mistero Eucaristico<br />

e valore comune per<br />

l'intera umanità. In<br />

questa prospettiva,<br />

l'associazione ha voluto<br />

offrire al Papa due<br />

originali realizzazioni:<br />

una natività in pane,<br />

simbolo del rapporto<br />

tra l'alimento fondamentale<br />

dell'uomo e la<br />

casa di Betlemme, ed<br />

un presepe in cartapesta<br />

e ceramica, esposto<br />

nella Mostra dei<br />

Presepi in Piazza del<br />

Popolo. A consegnarli<br />

a Giovanni Paolo II è<br />

stato il Presidente del Cias, Edmondo<br />

Coccia, insieme con gli autori delle<br />

due opere.<br />

Tra i vari gruppi parrocchiali presenti<br />

nell'Aula Paolo VI, va ricordato<br />

quello della comunità di Santa Maria<br />

Imperatrice, di Anagni. La parrocchia<br />

celebra quest'anno il cinquantesimo<br />

anniversario della fondazione. Si tratta<br />

di una piccola comunità rurale, che<br />

conta circa 1700 abitanti. Proprio domenica<br />

prossima il Vescovo di Anagni-Alatri,<br />

Mons. Francesco Lambiasi,<br />

si recherà tra i fedeli per presiedere<br />

la solenne Celebrazione Eucaristica<br />

desideri e la fiduciosa speranza che il vivere<br />

nello spirito della fede il mistero<br />

del Natale diventi fonte di grazie e di<br />

benedizione, pegno del rinnovamento<br />

spirituale, dal quale nascono la pace, la<br />

gioia e la felicità. Con questa speranza e<br />

con questi auguri mi rivolgo oggi a voi,<br />

cari Connazionali, affidando al Bambino<br />

Gesù ciascuno e ciascuna di voi, le vostre<br />

famiglie, le comunità sacerdotali e<br />

religiose, e tutti coloro ai quali vorrete<br />

consegnare gli auguri a mio nome.<br />

Dio benedica tutti!<br />

Buone feste a tutti!<br />

Di lingua italiana<br />

Un cordiale saluto a tutti<br />

Il Papa ha poi così salutato i gruppi<br />

di lingua italiana:<br />

Rivolgo ora un cordiale saluto ai<br />

pellegrini di lingua italiana, ricordando,<br />

in modo speciale, i fedeli<br />

della Parrocchia Santa Maria Imperatrice<br />

in Anagni e il Gruppo del 7°<br />

Reggimento Bersaglieri di Bari, come<br />

pure l’Associazione «Amici del<br />

Presepio vivente» di Piubega e la<br />

Comunità «Passaggi» di Roma.<br />

AI GIOVANI:<br />

Cresca in voi il desiderio<br />

di servire i fratelli<br />

AI MALATI:<br />

Il Signore vi dia conforto<br />

e serenità<br />

AGLI SPOSI NOVELLI:<br />

Consolidate<br />

la vostra promessa<br />

di reciproca fedeltà<br />

Poi ha così salutato i giovani, gli ammalati<br />

e gli sposi novelli:<br />

Desidero, poi, salutare i giovani, i<br />

malati e gli sposi novelli.<br />

Carissimi, vi ringrazio tutti per la<br />

vostra partecipazione a questo incontro.<br />

A pochi giorni dalla solennità<br />

del Natale, possa l’amore, che<br />

Dio manifesta all’umanità nella nascita<br />

di Cristo, accrescere in voi, cari<br />

giovani, il desiderio di servire i<br />

fratelli. Sia per voi, cari malati, di<br />

conforto e di serenità, perché il Signore<br />

viene a visitarci, recando consolazione<br />

e speranza. Ispiri voi, cari<br />

sposi novelli, a consolidare la vostra<br />

promessa di amore e reciproca fedeltà.<br />

Al termine Giovanni Paolo II ha guidato<br />

il canto del «Pater Noster» ed ha<br />

impartito, insieme con i Vescovi presenti,<br />

la Benedizione Apostolica, rinnovando<br />

a tutti i presenti gli auguri di<br />

«Buon Natale».<br />

commemorativa della ricorrenza. Il<br />

gruppo che ha partecipato all'udienza<br />

era guidato dal Parroco Don Angelo<br />

Ricci e dal Vicario parrocchiale Don<br />

Maurizio Mariani. Erano anche presenti<br />

i membri dell'Amministrazione<br />

comunale di Anagni, con il sindaco<br />

Franco Fiorito.<br />

Al termine dell'incontro, è stata donata<br />

al Papa una videocassetta contenente<br />

le immagini del pellegrinaggio<br />

apostolico compiuto a Malta l'8 e il 9<br />

maggio scorso sulle orme dell'Apostolo<br />

Paolo. A consegnargliela sono<br />

stati Anouschka Glech, curatrice del<br />

montaggio, e Alessandro Farrugia,<br />

che insieme con Federick Agius si è<br />

occupato della ricerca del materiale<br />

video. Il filmato, della durata di un'ora,<br />

raccoglie i momenti salienti di una<br />

visita che ha lasciato un segno profondo<br />

nel cuore della popolazione<br />

dell'Isola. L'iniziativa si deve alla televisione<br />

maltese «Net Television».<br />

Insieme con questa, sono state anche<br />

prodotte due videocassette dedicate a<br />

Don Giorgio Preca, Ignazio Falzon e<br />

Suor Adeodata Pisani, i tre servi di<br />

Dio proclamati beati da Giovanni Paolo<br />

II nel corso del pellegrinaggio.<br />

Con questa 43ª udienza generale<br />

giunge a 550.000 il numero dei pellegrini<br />

che il Papa ha incontrato in questo<br />

2001 durante gli incontri settimanali<br />

del mercoledì. Dall'inizio del Pontificato,<br />

sono stati ben 16.557.700 i fedeli<br />

di ogni parte del mondo ricevuti<br />

da Giovanni Paolo II nel corso di<br />

1.018 udienze generali.<br />

Un appuntamento di preghiera e di<br />

festa divenuto familiare in questi 23<br />

anni. Un'esperienza di comunione, di<br />

dialogo, di ecclesialità spalancata sui<br />

confini del mondo. Un lungo, ininterrotto<br />

gesto di predilezione e di confidenza<br />

tra il Padre ed i figli.


.<br />

PAGINA<br />

Monografie<br />

6 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì 20 Dicembre 2001<br />

La Vergine di Guadalupe<br />

del Messico<br />

e l'indio Juan Diego:<br />

mito, simbolo o storia<br />

FIDEL GONZÁLEZ-FERNÁNDEZ, mccj<br />

Guadalupe<br />

e Juan Diego:<br />

miti o storia?<br />

Il 6 maggio 1990, Giovanni Paolo II<br />

beatificava nella Basilica di Guadalupe<br />

(Messico) Juan Diego Cuauhtlatoatzin<br />

(«L’aquila che parla»), il veggente di<br />

Guadalupe: beatificava un «simbolo» o<br />

un personaggio storico? I Papi, i Vescovi<br />

latinoamericani parlano di Juan Diego<br />

come un personaggio inscindibilmente<br />

unito all’Avvenimento guadalupano (1).<br />

Quali sono i fondamentiditale storicità?<br />

Agli inizi della presenza missionaria<br />

cristiana nel Messico, si osserva uno<br />

scontro fra il mondo religioso e culturale<br />

prima di Cortés e quello cristiano<br />

giunto dall’Europa. Tuttavia, si arriverà<br />

ad un incontro, non esente da sofferenze.<br />

Ebbene, Guadalupe è l’espressione<br />

più riuscita di questo incontro (2) e l’indio<br />

neocristiano Juan Diego il suo «messaggero»<br />

come viene definito dal Nican<br />

Mopohua, il documento più importante<br />

indigeno sul Fatto Guadalupano (3).<br />

Il tema guadalupano è stato oggetto<br />

di appassionati dibattiti storici, a partire<br />

soprattutto dall’Ottocento. Da quel momento,<br />

nella storiografia guadalupana<br />

sarà la polemica a prevalere sulla ricerca<br />

documentaria. Per alcuni, «Guadalupe»<br />

è un mito religioso che rappresenterebbe<br />

le antiche tradizioni religiose messicane<br />

assunte in maniera sincretistica<br />

dal cattolicesimo. Altri credono che<br />

«Guadalupe» sia stato uno strumento catechetico<br />

usato dai missionari nell’evangelizzazione.<br />

Altri considerano «Guadalupe»<br />

come una creazione simbolica del<br />

«creolismo» a partire dal Seicento,<br />

un’affermazione del nascente nazionalismo<br />

messicano. Per altri il dubbio nasce<br />

dalla mancanza di fonti esaustive durante<br />

i primi vent’anni; soprattutto dal cosiddetto<br />

«silenzio documentario francescano».<br />

Alcuni non negano la storicità di<br />

«Guadalupe», ma vedono nel simbolismo<br />

che racchiude l’aspetto fondamentale.<br />

Altri sottolineano l’elemento dialettico<br />

nella conquista.<br />

Le fonti storiche<br />

guadalupane<br />

Nell’analizzare l’Avvenimento guadalupano<br />

si è tentato di far ricorso ai diversi<br />

tipi di fonti storiche scritte (narrative,<br />

epistolari, giuridiche e amministrative),<br />

archeologiche, figurative e «industriali».<br />

Queste fonti provengono fondamentalmente<br />

da tre matrici culturali distinte:<br />

quelle «strettamente indie e indigene»,<br />

quelle «spagnole», e quelle «meticce».<br />

Il trattamento di ogni fonte è imposto<br />

dalla natura della fonte stessa: per<br />

dare un giusto valore alle fonti bisogna<br />

tener conto del linguaggio culturale dei<br />

due mondi e il metodo della loro trasmissione.<br />

A volte le fonti scritte si presentano<br />

sotto forma di annali, cronache,<br />

«cantari», ecc. che fissano una tradizione<br />

orale. Le fonti epistolari sono<br />

quasi tutte spagnole. Quelle giuridiche<br />

sono molto varie e si riferiscono al governo<br />

della Chiesa o al culto: lasciti di<br />

eredità, testamenti, indulgenze e grazie<br />

concesse a Guadalupe, la disputa fra il<br />

provinciale francescano Bustamante e il<br />

secondo Arcivescovo di Città del Messico<br />

Montúfar, dispute con i frati gerolamitani<br />

dell’Estremadura, ecc. Le fonti<br />

amministrative riflettono l’ordinamento<br />

del territorio novo-ispano mediante censi<br />

e mappe (alcuni indicano già molto<br />

presto il primo santuario sul Tepeyac).<br />

Tra le fonti indigene, bisogna innanzitutto<br />

menzionare quelle orali, assai importanti<br />

nella tradizione culturale di popoli<br />

di cultura prevalentemente orale,<br />

come quelli messicani. Un osservatore<br />

attento del secolo XVI come il gesuita<br />

P. José de Acosta nella sua corrispondenza<br />

con il gesuita messicano P. Juan<br />

de Tovar, si interrogava sul valore delle<br />

tradizioni e della trasmissione orale. Un<br />

secolo dopo, il linguista messicano Luis<br />

Becerra Tanco, tornava sullo stesso argomento.<br />

La validità e l’affidabilità di<br />

questo tipo di trasmissione sono state<br />

confermate dai moderni ricercatori della<br />

cultura nahuatl come Miguel León Portilla<br />

(4). Alcuni di questi antichi «archivi<br />

orali», nel caso «guadalupano», si trasformarono<br />

in archivi processuali scritti<br />

e furono autentificati nelle cosiddette<br />

Informazioni giuridiche del 1666. Gli<br />

«archivi orali» attuali si trovano nella<br />

tradizione orale di alcune popolazioni di<br />

indios che vivono al centro del Messico<br />

come quella «totonaca» o quella «oto-<br />

mí». Questo tipo di fonti ha un’importanza<br />

particolare in culture nelle quali<br />

non esisteva la scrittura e dove la trasmissione<br />

della memoria storica avveniva<br />

fondamentalmente attraverso tradizioni,<br />

canti, e racconti orali e poetici<br />

che costituiscono dei veri e propri «archivi<br />

orali». E trattandosi nel nostro caso<br />

di un fatto religioso bisogna aggiungere<br />

anche le sue manifestazioni cultuali.<br />

Un criterio di lettura interpretativa<br />

dei documenti raccolti è quello che mira<br />

a comprendere il significato loro attribuito<br />

dalla società alla quale appartengono.<br />

Nel nostro caso bisogna tenere<br />

conto delle sue varianti e delle sue componenti<br />

specifiche: india, meticcia e spagnola.<br />

Il momento storico in cui si svolgono<br />

i fatti guadalupani spiega la scarsezza di<br />

documenti guadalupani diretti della prima<br />

ora. Tuttavia, abbiamo dei rapporti<br />

che risalgono ai primi vent’anni dopo i<br />

fatti, o altri che a partire dalla metà del<br />

secolo XVI, affrontarono il tema facendo<br />

ricorso a documenti o testimonianze<br />

antiche, come nel caso di Fernando de<br />

Alva Ixtlilxóchitl e, soprattutto delle Informazioni<br />

giuridiche del 1666, che<br />

hanno raccolto molte di queste testimonianze,<br />

fra cui quelle di persone che<br />

hanno conosciuto testimoni contemporanei<br />

ai fatti e ai loro protagonisti.<br />

Nella storia della documentazione rivestono<br />

particolare importanza i codici<br />

indigeni. In una lettera, scoperta di recente,<br />

dell’erudito italiano del secolo<br />

XVIII, Lorenzo Boturini, l’autore elenca<br />

i documenti che intende recuperare e ricerca<br />

l’intervento di persone competenti<br />

affinché gli siano consegnati (5). Molti<br />

codici indigeni furono distrutti, come affermano<br />

fra’ Bernardino de Sahagún e<br />

Gerónimo de Mendieta (6). Nel 1578, il<br />

domenicano fra’ Diego Durán riconosceva<br />

l’errore di aver distrutto i codici indigeni.<br />

Nonostante tutto si conservano alcuni<br />

codici indigeni con riferimenti guadalupani<br />

come «Crónica de Juan Bautista»<br />

(1563-1574) conservato nell’Archivio<br />

della Basilica di Guadalupe.<br />

Nel corso del XX secolo, vari autori<br />

hanno pubblicato collezioni bibliografiche<br />

guadalupane (7). Lo storico Burrus,<br />

per il solo secolo XVI e fino al 1590, cataloga<br />

25 documenti. Egli scrive nell’introduzione:<br />

«Il lettore attento si accorgerà<br />

facilmente, per mezzo di questa Bibliografia,<br />

dell’abbondanza e della varietà<br />

degli scritti guadalupani prodotti nel<br />

corso di oltre quattro secoli e mezzo:<br />

manoscritti che vanno dal 1531 e stampati<br />

a partire dal 1610. I manoscritti che<br />

riportiamo non lasciano dubbi sul fatto<br />

che l’eminente storico messicano Joaquín<br />

García Icazbalceta era in errore<br />

1) Cfr Congregatio pro Causis Sanctorum, 184,<br />

Mexicana Canonizationis Servi Dei Ioannis Didaci<br />

Cuauhtlatoazin, Vir Laici (1474-154). Positio super<br />

fama sanctitatis, virtutibus et cultu ab immemorabili<br />

praestito ex officio concinata, Romae 1989.<br />

2) Cfr III CELAM, Documentos de Puebla, n. 282;<br />

n. 446; IV CELAM, Documentos de Santo Domingo,<br />

n. 15.<br />

3) La recente pubblicazione del libro di Fidel González<br />

Fernández - Eduardo Chávez Sánchez - José<br />

Luis Guerrero Rosado, El encuentro de la Virgen de<br />

Guadalupe y Juan Diego, Editorial Porrúa, Città del<br />

Messico 1999, 564 pp. [quarta ed. riveduta: 2001]<br />

presenta questa problematica e relativa documentazione.<br />

4) Miguel León Portilla, El destino de la palabra.<br />

De la oralidad y los glifos mesoamericanos a la<br />

escritura alfabética, FCE, Città del Messico 1996,<br />

pp. 19-71.<br />

5) Abbiamo visto la lettera originale nell’Archivio<br />

di Chimalhuacán Chalco, Stato del Messico, all’interno<br />

di una documentazione denominata Códice Teresa<br />

Franco. Cfr : El encuentro... , pp. 283-284.<br />

6) Cfr Fray Bernardino de Sahagún, Historia general<br />

de las Cosas de la Nueva España, Ed. Porrúa,<br />

Città del Messico 1982, pp. 18-19; Fray Geronimo de<br />

Mendieta, Historia Eclesiástica Indiana, Ed. Porrúa<br />

(= Col. Biblioteca Porrúa N. 46), Città del Messico<br />

1980, p. 630; anche Fray Juan de Torquemada, Monarquía<br />

Indiana, Ed. Porrúa (= Col. Biblioteca Porrúa<br />

N. 41, 42 e 43). Introduzione di León Portilla,<br />

Città del Messico 1986, 3 voll., T. III, p. 449; altre<br />

cause della scarsezza di fonti d’archivio furono i furti,<br />

gli incendi (ricordiamo quello dell’Archivio Comunale<br />

di Città del Messico del 1692), la legislazione<br />

sulla carta, il suo riciclaggio ad uso commerciale,<br />

ecc.<br />

7) Cfr G. Grijales - E. J. Burrus, Bibliografia Guadalupana<br />

(1531-1984). Guadalupan Bibliography<br />

(1531-1984), Washington 1986; comprende 1049 titoli,<br />

in ordine cronologico; e le raccolte di Héctor Rogel<br />

H.- Francisco Organista - Guadalupe Marín; E. de la<br />

Torre Villar - R. Navarro de Anda (1982); E. Chávez<br />

Sánchezharaccolto2206titolisul tema guadalupano.<br />

8) G. Grijales - E. J. Burrus, Bibliografia Guadalupana<br />

(1531-1984). Guadalupan Bibliography (1531-<br />

1984), Georgetown University Press, Washington<br />

1986, p. VII. Burrus S.J. ha scoperto il manoscritto<br />

più antico giunto fino a noi del Nican Mopohua nel-<br />

quando pensava che non vi era alcun<br />

documento del secolo XVI che provava<br />

il fatto storico delle apparizioni e la devozione<br />

guadalupana espressa fin da allora.<br />

Se la sua asserzione corrispondeva<br />

alla realtà al tempo in cui egli scriveva<br />

(1888), di certo non può essere riaffermata<br />

oggi» (8).<br />

Fonti archeologiche<br />

e iconografiche<br />

Nel settore archeologico, gli scavi in<br />

uno dei presunti luoghi di nascita di<br />

Juan Diego, Cuautitlán (Stato del Messico)<br />

portano alla luce elementi importanti<br />

che confermano la tradizione orale e<br />

altre fonti scritte. La stessa cosa può<br />

dirsi con gli oggetti di culto di Guadalupe<br />

e di Juan Diego.<br />

In Messico si contendono il luogo di<br />

nascita o di abitazione di Juan Diego:<br />

Cuatitlán, Tulpetlac e San Juanico, tutti<br />

situati nella grande vallata dell’Anahuac.<br />

Non si può stabilire con certezza assoluta<br />

quale dei tre sia il luogo della sua nascita,<br />

ma certamente tutti e tre i luoghi<br />

sono legati alla sua biografia. A Cuautitlán<br />

si trova una chiesa dedicata alla<br />

Madonna di Guadalupe; la costruzione<br />

fu iniziata alla fine del Settecento. Sotto<br />

di essa fu scoperta una casa indigena<br />

preispanica; accanto ad essa, già nel<br />

Cinquecento, fu costruita una piccola<br />

cappella i cui resti archeologici si possono<br />

ancora vedere. Gli indios testimoni<br />

nelle «Informaciones Jurídicas» del 1666<br />

hanno affermato unanimemente che<br />

questo era il luogo nativo di Juan Diego;<br />

queste «Informaciones Jurídicas» vanno<br />

rivalorizzate come la verifica di una tradizione<br />

indigena viva su questo tema. A<br />

Cuautitlán fu eretto un convento francescano<br />

nei cui registri parrocchiali dal<br />

1587 si trovano numerosi nomi «Juan<br />

Diego», nome poco usato altrove e qui<br />

ripetuto in onore al veggente. Nel 1853<br />

si sono raccolte altre testimonianze degli<br />

indios di Cuatitlán; questi Atti sono in<br />

possesso di un notaio del luogo, Covarrubias,<br />

attivo qui già dal Seicento (9).<br />

La tradizione orale a Cuatitlán si dimostra<br />

ancora viva in molte feste e mercati<br />

(tianguis) che si celebrano ininterrottamente<br />

dal periodo preispanico. Questo<br />

dimostra anche l’affidabilità di queste<br />

tradizionioraliconfrequentiriscontri nell’archeologia<br />

e nella letteratura scritta.<br />

L’iconografia di Juan Diego, legata a<br />

quella guadalupana, cresce a partire dal<br />

Seicento, soprattutto nei luoghi a predominanza<br />

india. Non lontano da Cuautitlán,<br />

a Tepozotlán, i Gesuiti costruirono<br />

uno dei loro centri di formazione più<br />

Note<br />

importanti. Essi sono stati diffusori convinti<br />

della traditio guadalupana. Per<br />

questo si comprende che abbiano dedicato<br />

una chiesa nel paese di San Lorenzo<br />

Río Tenco alla Madonna di Guadalupe.<br />

Questa chiesa ha un aspetto peculiarmente<br />

guadalupano: l’altare maggiore<br />

e la sua pala rappresentano la tilma<br />

con l’icona guadalupana; una scultura<br />

di Juan Diego, con le braccia aperte sostiene<br />

altare e pala con quest’icona;<br />

Juan Diego occupa il posto dell’angelo<br />

nell’icona tradizionale guadalupana, nella<br />

stessa posizione che ha l’angelo che<br />

afferra il lembo del manto della Madonna<br />

e lo mostra al popolo.<br />

Fra le fonti figurative campeggia per<br />

la sua importanza l’«ayate» dove è dipinta<br />

l’immagine della Vergine Maria, che<br />

secondo la tradizione orale e alcuni dei<br />

documenti già del s. XVI, è la stessa<br />

«tilma» di Juan Diego (10). In alcuni documenti<br />

spagnoli si trova questo dato,<br />

come nelle note scritte nei primi anni<br />

del 1600, di Suor Ana de Cristo, compagna<br />

di viaggio della monaca francescana<br />

JerónimadelaAsunción,nel loro viaggio<br />

verso le Filippine attraverso il Messico.<br />

Fin dal secolo XVI la produzione iconografica<br />

guadalupana è stata costante<br />

sia in Messico che nel resto dei domini<br />

dell’America spagnola. I grandi pittori<br />

messicani dei secoli XVII e XVIII ci<br />

hanno lasciato numerosi dipinti su questo<br />

tema. Inoltre, le chiese costruite in<br />

onore della Vergine di Guadalupe, dal<br />

secolo XVII in poi, si moltiplicano in<br />

Messico e nel resto dell’America spagnola<br />

e nella Spagna stessa.<br />

Osservazioni<br />

sulle fonti indigene<br />

e «meticce»<br />

Nell’opera di F. González Fernández<br />

— E. Chávez Sánchez — J. L. Guerrero<br />

Rosado vengono presentati 27 documenti<br />

o testimonianze indigene guadalupane<br />

di diversa provenienza e di diverso valore<br />

e interpretazione, e 8 di provenienza<br />

mista india-spagnola o meticcia, fra cui<br />

emergono quelli appartenenti a Fernando<br />

de Alva Itlilxóchitl e il cosiddetto Codice<br />

Escalada, scoperto di recente dal<br />

gesuita spagnolo Javier Escalada (11).<br />

Tra le fonti indigene, quella principale<br />

è indubbiamente «El Nican Mopohua»,<br />

attribuita allo scrittore indio Antonio Valeriano<br />

(1520-1606) sulla cui paternità<br />

oggi, i migliori esperti non hanno dubbi<br />

(12). Il documento ha una struttura poetica<br />

ed è «una testimonianza privilegiata<br />

del processo di transculturazione del cristianesimo<br />

della Nuova Spagna (13).<br />

la Biblioteca Lennox di New York (USA), Sezione<br />

Manoscritti, Monumento Guadalupano. Burrus fa risalire<br />

il MS alla metà del secolo XVI: E. Burrus, The<br />

Oldest copy of the Nican Mopohua, CARA, Washington<br />

1981.<br />

9) Io stesso ho visto tali Atti attualmente custoditi<br />

dal cronista della città, Lic. Fragoso.<br />

10) Gli studi sulla «tilma» sono ancora parziali.<br />

Agli inizi degli anni ottanta si sono effettuati alcuni<br />

interventi assai discutibili sotto la diretta responsabilità<br />

delle allora Autorità della Basilica e senza la conoscenza<br />

dell’Arcivescovo del Messico e della Santa<br />

Sede. Il museo della Basilica conserva la documentazione<br />

completa fotografica e scritta di un tale intervento<br />

così come di tutto il materiale asportato. Questa<br />

documentazione è ancora inedita.<br />

11) Cfr su questo documento en: El encuentro... ,<br />

pp. 329-352.<br />

12) Cfr J. L. Guerrero, El Nican Mopohua. Un intento<br />

de exégesis, U.P. di Città del Messico, 2 voll.,<br />

1998.; e il recente studio di M. León-Portilla, Tonantzin<br />

Guadalupe. Pensamiento náhuatl y mensaje<br />

cristiano en el «Nican mopohua», FCE, México<br />

2000. Reimpresión: 2001.<br />

13) R. Nebel, «Nican Mopohua». Cosmovisión indígena<br />

e inculturación cristiana, in Hans - Jurgen<br />

Prien (ed), Religiosidad e Historiografía. La irrupción<br />

del pluralismo religioso en América y su elaboración<br />

metódica en la historiografía, Frankfurt am<br />

Main: Vervuert, - Madrid: Iberoamericana, 1998,<br />

238.<br />

14) Ibidem, p. 47.<br />

15) Ibidem, p. 236.<br />

16) Ibidem, p. 238.<br />

17) Il «Codice è stato studiato da parte di una ventina<br />

di specialisti interdisciplinari coordinati dall’Istituto<br />

di Fisica della U.N.A.M., e anche dal Dr Ch. E.<br />

Dibble dell’Università di Utah (USA) e dai periti in<br />

grafoscopia della Banca del Messico. I risultati, tutti<br />

favorevoli, si possono vedere nell’Appendice dell’Enciclopedia<br />

Gudalaupana. Uno studente graduato de<br />

«Ciencias de la Comunicación» lanciò a metà del<br />

2001 una pagina di internet con un suo lavoro critico<br />

sul «Códice 1548»; lo studente sopradetto non ha<br />

mai visto il codice originale.<br />

Non si può dubitare del contenuto storico<br />

degli elementi essenziali attorno ai<br />

quali l’Autore costruisce la sua opera<br />

storico-letteraria. Lo studioso nahuatliaco<br />

Edmundo O’Gorman sostiene che<br />

Valeriano scrisse il Nican Mopohua nel<br />

1556. Da parte sua un altro noto nahuatliaco<br />

Miguel León Portilla concorda<br />

con O’Gorman e ricorda, citando i frati<br />

missionari contemporanei Sahagún e<br />

Torquemada, che Valeriano era un noto<br />

latinista e anche un illustre maestro alla<br />

famosa scuola francescana di Santa<br />

Cruz de Tlatelolco; egli propone una sua<br />

interessante ipotesi che citiamo nella nostra<br />

traduzione:<br />

«Ciò che stava succedendo al Tepeyac<br />

pareva provare che la Madre di Dio aveva<br />

scelto questo luogo per manifestare lì<br />

il suo amore e protezione a quanti da lei<br />

andassero. Se per questo tanti andavano<br />

al Tepeyac, non era una immaginazione<br />

pensare che si stava compiendo il desiderio,<br />

la volontà di Tonantzin, Nostra<br />

Madre de Guadalupe, di avere in quel<br />

luogo il suo santuario [...]. Valeriano<br />

avrebbe composto quindi il suo racconto,<br />

con grande forza teatrale, attorno ad<br />

un indio, uomo del popolo, al quale dovette<br />

dare il nome. Se questo non esisteva,<br />

il suo racconto correva il pericolo di<br />

essere considerato come frutto della sua<br />

fantasia. È logico quindi pensare che il<br />

nome di Juan Diego si trovava già vincolato<br />

da molto prima con la signora venerata<br />

nel Tepeyac. Bisogna ricordare<br />

qui il documento noto come «informaciones<br />

de los viejos de Cuauhtitlán»,<br />

paese del quale si afferma che era nativo<br />

Juan Diego. Queste testimonianze apprese<br />

dalle labbra di diversi uomini e<br />

donne indigeni di età avanzata, per una<br />

18) Cfr in El encuentro...; nuove scoperte in proposito<br />

nell’Archivio S. Vaticano e nell’Archivio della<br />

Basilica di Guadalupe, confermano tale interesse<br />

pontificio. Alcuni, ma non tutti, si trovano già pubblicati<br />

da: Documentario Guadalupano, 1531-1768.<br />

Monumenta Historica Guadalupanensia, N. 3. Ed.<br />

Tradición, México 1980, 299 ps. In questo Centro si<br />

trovano raccaolti diversi Ms (Cfr Comemoración<br />

Guadalupana 450, México 1984, p. 451). Copia de<br />

los Documentos Pontificios y de los Exmos. y Revmos.<br />

Sres. Delegados Apostólicos que obran en el<br />

Archivo de la Secretaría del Arzobispado de México,<br />

Concediendo indulgencias al culto guadalupano, en<br />

Pascual Díaz Barreto, Carta pastoral del IV Centenario<br />

de las Apariciones, México 1931.<br />

19) Nebel, Ibidem, pp. 237-238.<br />

20) Cfr in «Columbian Consequences», vol. 2, Archeological<br />

and Historical Perspectives on the Spanish<br />

Border Lands East, Washington and London<br />

(1990), e in «The Recovery of Meaning», Historical<br />

Archeology in the Eastern United States, edited by<br />

Marc P. Leone and Parker V. Potter, Jr., Smithsonian<br />

Institution Press, Washington and London, s. d.<br />

John S. Belmont, con lettera datata a Kanab, Ut., il<br />

25 maggio del 2000, su questi ritrovamenti al p. J.<br />

Escalada.<br />

21) Sulle origini di questo nome della Spagna/Estremadura,<br />

dato alla Vergine messicana esistono<br />

teorie divergenti: da quelle che sostengono che<br />

si tratti della corruzione castigliana di un nome indigeno<br />

a quella più diffusa secondo la quale il nome fu<br />

scelto esplicitamente (come compare già nel Nican<br />

Mopohua) perché fosse chiaro che si trattava della<br />

Vergine Maria, venerata sotto quel titolo nella patria<br />

di molti missionari e conquistadores.<br />

22) La tomba di Juan Diego non ci è conosciuta<br />

ancora; il fatto si da spesso anche nel caso di personaggi<br />

illustri, sia indigeni che spagnoli. A Guadalupe,<br />

secondo una tradizione, fu eretta una «cappella» sul<br />

luogo in cui si trovava la casupola di Juan Diego,<br />

non lontano dal santuario della Vergine. La tradizione<br />

dice che Juan Diego si ritirò presso il «santuario».<br />

Il fatto è normale nella tradizione cristiana, ma lo<br />

era anche in quella indigena messicana. Alcuni continuano<br />

questa tradizione anche dopo il battesimo,<br />

ritirandosi a servire nelle chiese dei conventi, come<br />

ci ricorda il fra Gerónimo de Mendieta nella sua Historia<br />

Eclesiástica Indiana.<br />

disposizione emessa nel 1665 da parte<br />

del Capitolo Metropolitano, fanno certamente<br />

luce attorno alla persona di Juan<br />

Diego. Le numerose notizie che ci offrono<br />

relative a lui, coincidenti fra di loro,<br />

sono degne di essere tenute in conto».<br />

Dopo aver aggiunta qualche altra osservazione<br />

su altre forme letterarie dell’antica<br />

tradizione nahuatl certamente familiari<br />

a Valeriano, conclude il noto<br />

nahautliaco: «Questo non vuol dire che<br />

Valeriano tradisca se stesso volendo far<br />

passare come storico il racconto delle<br />

origini della pittura e del culto nel Tepeyac.<br />

In realtà, più che inventare una<br />

storia, egli forse ha messo insieme diverse<br />

tradizioni. Era un fatto evidente —<br />

come riferiscono i dichiaranti del 1556che<br />

la cappella attraeva molta gente, indios<br />

e spagnoli [...] Non era lontano<br />

dalla verità che fosse stato — come in<br />

tanti altri racconti — un intermediario<br />

fra la Vergine e colui che doveva ordinare,<br />

che si mettesse in pratica il suo<br />

desiderio, che le venisse costruito un<br />

santuario. Qualcosa si dovette dire allora,<br />

come continuarono affermando gli<br />

anziani di Cuauhtitlán, sul macehuatl<br />

Juan Diego, oriundo di quel luogo. Di<br />

fatto il nome di Juan Diego e la menzione<br />

di una manifestazione di Totlazonantzin,<br />

Nostra preziosa madre [Guadalupe],<br />

sono ricordati in vari annali. Tra di<br />

essi si trovano quelli di Tlatelolco e México,<br />

quelli di Puebla e di Tlaxcala e l’<br />

Añalejo de Bartolache, che registrano<br />

un anno equivalente al 1531 per ciò che<br />

riguarda Tonantzin [Guadalupe] e quello<br />

del 1540 [sic] per la morte di Juan<br />

Diego. Tutto ciò lascia quindi intravedere<br />

che effettivamente, così come concorreva<br />

molta gente alla cappella del Tepeyac,<br />

già molto prima del 1556, anche si<br />

era ormai diffusa la tradizione che parlava<br />

di Juan Diego e delle apparizioni di<br />

Tonantzin [Guadalupe]»<br />

Leon Portilla, con grande onestà<br />

scientifica di esperto in lingua e letteratura<br />

nahuatl, riconosce quindi una verità<br />

evidente, che lo storico di professione<br />

non può non verificare comparandola<br />

con altri documenti e arrivando alla<br />

doppia conclusione: la forma poetica<br />

della relazione dove si incorporano sia<br />

forme poetiche antiche e forme cristiane<br />

recenti, imparate nella scuola francescana,<br />

e i dati storici che vengono presi dai<br />

testimoni e dalla tradizione viva (i fatti e<br />

testimoni erano «vecchi» di appena pressapoco<br />

di vent’anni) e che vengono presentati<br />

in forma poetica di una bellezza<br />

straordinaria dove si trovano congiugate<br />

«dos visiones del mundo, creencias,<br />

metáforas y atisbos, trama y urdimbre<br />

de hilos multicolores...» (14).<br />

Il documento di Antonio Valeriano,<br />

reso noto nel suo testo náhuatl da Lasso<br />

de Vega nel 1649, «è un testo complesso<br />

e, allo stesso tempo, semplice che<br />

è divenuto il paradigma per altre relazione<br />

successive e che influisce decisamente<br />

sul processo religioso del Messico.<br />

In questo testo in náhuatl ciò che<br />

emerge maggiormente è, come aveva<br />

già detto lo storico e nahuatlaco A. María<br />

Garibay, lo straordinario messaggio<br />

della maternità spirituale di Maria, soprattutto<br />

verso i poveri e gli emarginati»<br />

(15). Per tutto ciò, il documento va studiato<br />

nel suo contesto culturale, nella<br />

«configurazione letteraria dell’evento<br />

guadalupano» (16).<br />

Nell’interpretazione delle fonti indigene<br />

guadalupane bisogna anche tener<br />

conto del fatto che esse non sono «pure»<br />

nel senso culturale del concetto,<br />

bensì provengono da indigeni cristiani o<br />

che sono venuti a contatto con il mondo<br />

culturale spagnolo. Non bisogna dimenticare<br />

la provenienza umanistica di molti<br />

frati missionari e di numerosi conquistatori.<br />

Questo umanesimo cristiano si<br />

CONTINUA A PAGINA 7


.<br />

PAGINA<br />

Monografie<br />

7 .<br />

La Vergine di Guadalupe del Messico<br />

e l'indio Juan Diego: mito, simbolo o storia<br />

CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 6<br />

incontrò con la saggezza tradizionale india.<br />

Ne è un esempio Antonio Valeriano.<br />

Missionari, conquistatori e saggi indigeni<br />

ci hanno lasciato «una ricca letteratura»,<br />

anche guadalupana. La lingua<br />

náhuatl è una lingua molto ricca dal<br />

punto di vista poetico, piena di simboli<br />

immaginativi. Era anche la lingua «franca»<br />

e, allo stesso tempo, «letteraria» del<br />

Centroamerica. Anche i fatti e il messaggio<br />

della dottrina cristiana furono<br />

espressi in essa con la stessa metodologia,<br />

gli stessi accenti e lo stesso sviluppo<br />

del pensiero filosofico degli antichi «tlamatinime»<br />

(i saggi messicani, trovatori,<br />

cronisti e poeti).<br />

Chiamiamo fonti «miste indio-spagnole<br />

o meticce» quelle fonti dove troviamo<br />

la presenza determinante di una mescolanza<br />

culturale come nel caso di Fernando<br />

de Alva Ixtlilxóchitl (discendente di<br />

uno spagnolo e di un’indigena) e il caso<br />

del Codice Escalada (firme dell’indio<br />

Antonio Valeriano e di fra Bernardino<br />

de Sahagún). Fra queste fonti se ne possono<br />

catalogare alcune, dove già si vede<br />

presente un nuovo tipo di approccio culturale<br />

come il Nican Motecpana di Fernando<br />

de Alva Ixtlilxóchitl, il Inin Huey<br />

Tlamahuizoltica, la mappa di Alva<br />

Ixtlilxóchitl, il Inin Huey Tlamahuizoltzin,<br />

il testamento di Francisco Verdugo<br />

Quetzalmamalitzin, il Códice Florentino<br />

(di fra’ Bernardino de Sahagún), la testimonianza<br />

di Fernando de Alva Ixtlilxóchitl<br />

su favori concessi agli abitanti di<br />

Teotihuacán, e il Códice Escalada (17).<br />

Fonti spagnole,<br />

europee<br />

e grazie dei Papi<br />

Molti documenti «guadalupani» del secolo<br />

XVI di «provenienza spagnola si riferiscono<br />

prevalentemente al culto dato<br />

alla Vergine di Guadalupe messicana.<br />

Numerosi documenti hanno come oggetto<br />

donazioni o atti di devozione guadalupana;<br />

altri si riferiscono a questioni<br />

giuridiche relative al santuario di Guadalupe<br />

o a controversie legate al culto.<br />

Alcuni di questi documenti non avevano<br />

come finalità diretta il tema guadalupano<br />

ma piuttosto altre questioni; però il<br />

fatto che ci sia una affermazione «guadalupana»<br />

in un documento che non<br />

aveva come oggetto diretto «Guadalu-<br />

pe». Nell’opera citata «El encuentro de<br />

la Virgen de Guadalupe y Juan Diego»<br />

sono stati presentati documenti «guadalupani»<br />

che vanno dalla metà del secolo<br />

XVI (dal 1555 circa in poi) fino al 1630:<br />

9 testamenti, 2 documenti relativi a donazioni,<br />

2 di carattere giuridico (controversie),<br />

11 riferimenti guadalupani in<br />

cronache dell’epoca; rilevanti una sorta<br />

di diario del 1619 della monaca Ana de<br />

Cristo, gli Actas del Capitolo della Cattedrale<br />

del Messico fra il 1568 e il 1569, la<br />

cosiddetta mappa di Uppsala, alcune testimonianze<br />

iconografiche primitive come<br />

la Vergine di Echave del 1606, il<br />

murale del convento di Ozumba, degli<br />

inizi del secolo XVII, e l’incisione di<br />

Stradanus del 1622, petizioni di indulgenze<br />

e privilegi, concessioni di grazie<br />

da parte della Santa Sede a partire da<br />

Gregorio XIII e le testimonianze dei gesuiti<br />

relative a Santa Maria di Guadalupe:<br />

tutti questi documenti mostrano la<br />

crescente percezione dell’importanza<br />

dell’evento guadalupano nella Nuova<br />

Spagna.<br />

Forza crescente<br />

del guadalupanismo<br />

Le fonti «spagnole» aumentano dopo<br />

il secondo Arcivescovo di Città del Messico,<br />

il domenicano Alonso de Montúfar<br />

(dal 1554 al 1573). Il guadalupanesimo<br />

degli Arcivescovi messicani a partire da<br />

Montúfar è indiscutibile, come lo è anche<br />

quella dei viceré spagnoli che già<br />

nella seconda metà del XVI secolo cominciano<br />

a sostare nella chiesa di Guadalupe<br />

prima del loro ingresso ufficiale<br />

nella capitale del Vicereame. A partire<br />

di Papa Gregorio XIII (1572-1585) e a richiesta<br />

del terzo Arcivescovo del Messico<br />

Moya de Contreras (1573-1589) troviamo<br />

un progressivo intervento dei<br />

pontefici romani su Guadalupe con concessione<br />

di privilegi e indulgenze (18).<br />

A partire dal secolo XVII «Guadalupe»<br />

si lega sempre di più alla coscienza<br />

cattolica messicana. Come scrive un autore:<br />

«In termini socioculturali, la venerazione<br />

della Vergine di Guadalupe consente<br />

agli indigeni, grazie alle circostanze<br />

particolari della sua apparizione ad<br />

un povero indio, di rivendicare le loro<br />

richieste di rispetto e di riconoscimento<br />

nella società coloniale e della loro partecipazione<br />

alla speranza della salvezza.<br />

[...] La Vergine di Guadalupe non fu<br />

proprietà dei conquistatori né degli in-<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì 20 Dicembre 2001<br />

dios, ma divenne un elemento decisivo<br />

nel vasto processo di formazione di una<br />

cultura messicana meticcia... » (19).<br />

Nella seconda metà del secolo XVI e,<br />

con più forza, nel corso del secolo XVII,<br />

la Guadalupe messicana viene portata<br />

dai frati missionari e dai colonizzatori<br />

spagnoli per tutto il territorio dell’attuale<br />

America spagnola: dal Messico fino al<br />

meridione del Continente.<br />

Nuovi documenti<br />

ritrovati<br />

e nuovi apporti<br />

Le recenti ricerche e scoperte hanno<br />

confermato gli antichi dati di una «traditio»<br />

guadalupana costante a partire dal<br />

secolo XVI e che porta anche all’affermazione<br />

dell’esistenza storica di Juan<br />

Diego. Fra di esse ricordiamo lo studio<br />

del Códice Escalada (trovato dal gesuita<br />

spagnolo Xavier Escalada e presentato il<br />

31 luglio 1997), che ci presenta l’atto di<br />

morte di Juan Diego Cuauhtlatoatzin,<br />

con le firme di Antonio Valeriano e fra’<br />

Bernardino de Sahagún. Altre scoperte<br />

che confermano la storicità guadalupana<br />

sono i documenti del Settecento ritrovati<br />

nell’archivio dell’antico Convento del<br />

Corpus Christi di Città del Messico —<br />

ancora inediti — che fanno riferimento<br />

ad alcune prove legali sulla «purezza di<br />

sangue» o discendenza da notabili di<br />

due candidate alla vita monacale, che<br />

dichiarano di essere discendenti del veggente<br />

Juan Diego.<br />

La ricerca in un altro archivio sconosciuto<br />

fino a poco tempo fa dai ricercatori,<br />

quello dell’antico convento domenicano<br />

di San Vicente Ferrer Chimalhuacán<br />

(fondato nel 1529), ha dato come risultato<br />

il ritrovamento di materiale importante<br />

relativo ai primi anni della conquista<br />

e ad alcuni protagonisti della stessa,<br />

sia indios che spagnoli. In questo<br />

materiale compare l’ambiente culturale<br />

e familiare di Juan Diego, strettamente<br />

legato al luogo del convento e alla sua<br />

fondazione. Fra i documenti guadalupani<br />

si distinguono: un poema latino inedito<br />

su Maria de Guadalupe [Ramo Album<br />

Códice], alcuni sermoni guadalupani,<br />

parte della corrispondenza del Boturini,<br />

ricercatore guadalupano del secolo<br />

XVIII, e altri documenti indirettamente<br />

guadalupani del convento. Questo poema<br />

«misto», in nahuatl e poverissimo latino,<br />

datato nella seconda metà del s.<br />

6 maggio 1990: nella Basilica di Guadalupe Giovanni Paolo II beatifica il veggente messicano<br />

Juan Diego Cuauhtlatoatzin («L’aquila che parla»)<br />

XVI, che si trovava mescolato ad altri<br />

numerosi documenti in disordine nell’antico<br />

convento di Chimalhuacán: si<br />

tratta di una lode alla Vergine di Guadalupe<br />

dove si affermano i dati essenziali.<br />

Altro dato rilevante è lo studio di una<br />

serie di testamenti indios, meticci e spagnoli<br />

con lasciti alla Vergine messicana<br />

di Guadalupe. Fra questi, si distingue<br />

quello della figlia di un certo Juan García<br />

Martín (1559), che apre l’accesso a<br />

documenti notarili di compravendita i<br />

cui titolari non sono persone leggendarie<br />

né così vengono definite, e fra queste<br />

persone storiche si trova di certo Juan<br />

Diego.<br />

Altri documenti importanti sono le già<br />

citate note di viaggio della monaca Ana<br />

de Cristo o la nota scritta su Guadalupe<br />

da parte di un medico di Alcalá di Henares,<br />

docente all’Università di Città del<br />

Messico all’inizio del secolo XVII.<br />

Scoperte<br />

archeologiche recenti<br />

negli Stati Uniti<br />

Alcuni reperti guadalupani in scavi effettuati<br />

a partire dal 1980 dagli archeologi<br />

David J. Hally, Gordon Willey, James<br />

V. Langf, John Belmont ed altri negli<br />

USA, negli Stati di Florida, Alabama,<br />

Georgia e South Carolina dall’Antropological<br />

Society of Washington e dalla<br />

Society for American Archeology hanno<br />

portato nuovi contributi alla conoscenza<br />

storica guadalupana e al suo influsso fin<br />

dai primi anni della seconda metà del<br />

Cinquecento. In questi scavi sono stati<br />

trovati alcuni oggetti che fanno riferi-<br />

mento alla Madonna di Guadalupe e a<br />

Juan Diego. L’ipotesi degli archeologi citati<br />

sulla provenienza di questi oggetti è<br />

la seguente: già agli inizi della seconda<br />

metà del s. XVI, gli spagnoli organizzarono<br />

spedizioni per conquistare la costa<br />

orientale dell’America e stabilirvi missioni<br />

cattoliche. Una di esse si stabilì precisamente<br />

tra il 1559 al 1561 nel luogo dove<br />

sono stati trovati questi reperti archeologici<br />

(20).<br />

Guadalupe, Patrona<br />

di fatto e di diritto<br />

delle Americhe<br />

e Juan Diego<br />

«suo ambasciatore»<br />

I risultati dell’esame delle fonti mostrano<br />

una convergenza sull’essenziale.<br />

Agli inizi della presenza spagnola in<br />

Messico, e precisamente nella valle dell’Anahuac,<br />

dopo una conquista drammatica<br />

e dopo sofferte divisioni all’interno<br />

del mondo politico «nahuatl», in un<br />

luogo significativo per il mondo indigeno<br />

dal punto di vista religioso, sul colle<br />

di Tepeyac, viene innalzata una chiesa<br />

dedicata alla Vergine Maria con il titolo<br />

di Guadalupe, che coincide con quella<br />

della Spagna solo nel nome (21). Con<br />

una forza incredibile, il santuario di<br />

Guadalupe diventa segno di una nuova<br />

storia cristiana e di incontro fra due<br />

mondi fino a quel momento drammaticamente<br />

contrapposti, come riconosce<br />

Fra’ Toribio de Benavente Motolinia nei<br />

suoi Memoriales. Nessuno — nemmeno<br />

Il cammino del Grande Giubileo continua nelle pagine dei<br />

Quaderni de «<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong>»<br />

N. 55<br />

Pellegrini del Duemila<br />

Nelle librerie i volumi del terzo trittico: luglio-settembre 2000<br />

gli influenti frati missionari mendicanti<br />

— poté frenare questo pellegrinaggio<br />

continuo al santuario sul Tepeyac che<br />

diventa «la casa comune di tutti», dove<br />

si riconosce in Maria «la Madre di Colui<br />

per il quale si vive», come viene chiamata<br />

nel Nican Mopohua. Nei luoghi legati<br />

alla vita di Juan Diego, fra gli indigeni<br />

se ne conserva una memoria viva a partire<br />

dal secolo XVI (22). Le rappresentazioni<br />

iconografiche delle apparizioni e di<br />

Juan Diego seguono canoni precisi che<br />

troviamo nei primi codici indigeni della<br />

seconda metà del 1500 e in alcune stampe<br />

dell’inizio del 1600. Vediamo spesso<br />

Juan Diego rappresentato con l’aureola<br />

del santo; nei codici indigeni è presentato<br />

con i simboli riservati al sacro; fra<br />

queste pitture si distingue l’affresco del<br />

convento francescano di «Ozumba» (Stato<br />

del Messico) dei primi anni del secolo<br />

XVII.<br />

Quale influsso ha esercitato, in Messico,<br />

l’Evento Guadalupano? Esso viene<br />

colto come l’affermazione della maternità<br />

di Maria comune a tutti: indios, meticci<br />

e spagnoli. Per i più antichi documenti<br />

guadalupani, Guadalupe è un<br />

evento storico. Questa storicità riempie<br />

di contenuto un simbolo che rende ragionevole<br />

una devozione mariana della<br />

portata di Guadalupe. Nella tradizione<br />

documentata Juan Diego certamente<br />

non occupa in molti documenti il posto<br />

principale. Questo appartiene alla Madre<br />

di Dio e al Mistero del suo Figlio<br />

che Lei mostra. Ma quella «secondarietà»<br />

di Juan Diego come umile ambasciatore<br />

non equivale in assoluto a negare la<br />

sua esistenza e la sua missione, che le<br />

fonti convergenti sul fatto dimostrano.<br />

Ordinazioni possono essere effettuate presso Messaggero Distribuzione:<br />

PADOVA, via Orto Botanico, 11 - 35123 PD - Tel. 049658288 - Fax 0498754359 — ROMA, via del Fontanile Arenato, 295 - 00163 RM - Tel. 0666166173 - Fax 0666167503<br />

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.<br />

PAGINA<br />

8 .<br />

LITURGIA DELLA PAROLA<br />

Is 9, 1-3.5-6<br />

Tt 2, 11-14<br />

Lc 2, 1-14<br />

NATALE<br />

DEL<br />

SIGNORE<br />

FRANCESCO CACUCCI<br />

Arcivescovo di Bari-Bitonto<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì 20 Dicembre 2001<br />

Nel 22° anniversario del «dies natalis»<br />

(14 dicembre 2001) del P. Riccardo Lombardi,<br />

S.J., si sono trovati nella sede romana<br />

(Via Monte Altissimo, 23) del «Servizio<br />

di Animazione Comunitaria» del<br />

Movimento per un Mondo Migliore, la<br />

Direzione Generale e Nazionale ed anche<br />

l’Equipe Locale di Roma con alcuni<br />

Pio XII ed il «Servizio di Animazione Comunitaria»<br />

amici, per rivivere i momenti «fondazionali»<br />

del Gruppo. L'incontro è valso inoltre<br />

ad introdurre la preparazione immediata<br />

alla celebrazione del 50° anniversario<br />

del Proclama di Pio XII per un<br />

Mondo Migliore, del 10 febbraio 1952:<br />

questa celebrazione sarà tenuta in tutte<br />

le nazioni dei cinque continenti dove il<br />

Servizio di Animazione Comunitaria è<br />

presente ed opera. È stato anche un momento<br />

fraterno per rispondere all’invito<br />

del Papa per il digiuno-preghiera-misericordia<br />

in favore della pace. La celebrazione<br />

cinquantenaria (10 febbraio 2002)<br />

sarà anche l’inizio del previsto Congresso<br />

Internazionale di Spiritualità «Spiri-<br />

tualità di comunione per un mondo solidale»,<br />

che si snoderà durante gli anni<br />

2002-2003 in tre fasi: la prima, a livello<br />

parrocchiale (febbraio-luglio 2002); la seconda<br />

fase, a livello interparrocchiale e<br />

diocesano (ottobre 2002-aprile 2003); a<br />

livello internazionale infine, a Roma, nei<br />

giorni 9-12 ottobre 2003).<br />

25 dicembre 2001<br />

Natale: una gioia da condividere con tutti<br />

Inizia quest’oggi un altro tempo dell’anno liturgico,<br />

quello del Natale. Un tempo che è racchiuso tra due<br />

grandi solennità: il Natale e il Battesimo del Signore.<br />

Queste due feste non segnano solo l’inizio e la fine di<br />

questo tempo liturgico, ma rivelano anche il senso del<br />

Mistero che in esso si celebra e tratteggiano per ogni<br />

credente un ideale cammino di crescita nella fede. Se<br />

nel Natale siamo accompagnati dalla liturgia a contemplare<br />

il Figlio di Dio che si fa uomo, con il Battesimo<br />

viene svelato il dono da Lui offerto ad ogni uomo: diventare<br />

figlio di Dio.<br />

Questo «meraviglioso scambio», che si realizza con<br />

l’Incarnazione, è richiamato dall’orazione sulle offerte:<br />

«per questo misterioso scambio di doni trasformaci nel<br />

Cristo tuo Figlio, che ha innalzato l’uomo accanto a te<br />

nella gloria». È ricordato anche in ogni Celebrazione<br />

Eucaristica dalle parole che pronuncia il celebrante<br />

mentre versa alcune gocce d’acqua nel calice: «l’acqua<br />

unita al vino sia il segno della nostra unione con la vita<br />

divina di colui che ha voluto assumere la nostra natura<br />

umana». Sono stati, però, i Padri della Chiesa ad appro-<br />

fondire questo tema e a sintetizzarlo con frasi incisive:<br />

Ricordo del Vescovo di Sant'Agata de' Goti nel decimo anniversario della morte<br />

Mons. Ilario Roatta: una consegna<br />

che guarda con fiducia al futuro<br />

Come «maestro e pastore» è stato ricordato<br />

Mons. Ilario Roatta, Vescovo di<br />

Sant'Agata de' Goti, dal 1960 al 1982,<br />

nel decimo anniversario della morte,<br />

con una solenne Celebrazione Eucaristica<br />

nella Concattedrale di Sant'Agata de'<br />

Goti.<br />

«Come attuale Vescovo di una Chiesa<br />

in cui sono confluiti i beni spirituali, le<br />

realizzazioni, le glorie, le nobili tradizioni,<br />

le orme di santità di due diocesi —<br />

Telese o Cerreto e Sant'Agata de' Goti<br />

— unificate con decreto della Congregazione<br />

per i Vescovi del 30 settembre<br />

1986, — ha scritto Mons. Michele De<br />

Rosa — invito tutta la comunità diocesana<br />

di Cerreto Sannita-Telese-Sant'Agata<br />

de' Goti a ricordare degnamente<br />

Mons. Ilario Roatta».<br />

«Non ho conosciuto personalmente<br />

Mons. Roatta — ha scritto ancora il Vescovo<br />

— ma dalle ricerche di archivio e,<br />

soprattutto, dalle notizie raccolte a voce<br />

e dai giudizi di sacerdoti e laici che<br />

l'hanno conosciuto, mi sono fatto l'idea<br />

di un Vescovo buon pastore del suo<br />

gregge».<br />

Mons. Ilario Roatta è stato il 65° Vescovo<br />

della diocesi di Sant'Agata de' Goti.<br />

Giunto in diocesi il 26 maggio 1960,<br />

subito dotò la curia degli uffici pastorali,<br />

diede impulso al seminario e incrementò<br />

l'Opera per le vocazioni ecclesiastiche.<br />

È stato padre conciliare. Con varie<br />

iniziative preparò il popolo di Dio a<br />

quell'11 ottobre 1962, apertura del Concilio<br />

Ecumenico Vaticano II, e, poi, durante<br />

i tre anni della grande assise, non<br />

trascurò di informare minuziosamente<br />

clero e laici sul lavoro conciliare.<br />

In preparazione al bicentenario dell'ordinazione<br />

episcopale e dell'ingresso<br />

in diocesi di sant'Alfonso Maria de' Liguori<br />

(11 luglio 1763), scrisse la significativa<br />

lettera pastorale: «Con sant'Alfonso<br />

verso il Concilio». Con una missione<br />

preparò i fedeli ad accogliere le reliquie<br />

del grande Dottore della Chiesa che per-<br />

corsero le stesse strade che il santo aveva<br />

percorso in vita.<br />

Organizzò in forma solenne e variamente<br />

articolata la celebrazione del millenario<br />

della ricostituzione della diocesi<br />

(971-1971), che culminò nel congresso<br />

eucaristico diocesano nel 1973.<br />

Fu solerte nel procurare ai fedeli degni<br />

luoghi di culto e ai sacerdoti accoglienti<br />

case canoniche. Fu padre premuroso<br />

con i fedeli particolarmente colpiti<br />

dal sisma del 1980 e diede loro dei prefabbricati<br />

e un centro sociale, avuti in<br />

dono dalla diocesi e dal comune di<br />

Mondovì (CN).<br />

Con grande disponibilità venne incontro<br />

alle esigenze sociali e rese possibile<br />

nel centro storico di Sant'Agata la realizzazione<br />

dei servizi postali. Agli studiosi<br />

aprì l'archivio storico e inaugurò la biblioteca<br />

«Sisto V».<br />

«Sull'esempio del suo santo predecessore,<br />

Alfonso Maria de' Liguori — ha<br />

scritto nella sua lettera Mons. De Rosa<br />

— lasciò la diocesi partendo in povertà<br />

evangelica».<br />

Numerosi fedeli hanno partecipato all'Eucaristia<br />

presieduta dal Vescovo e<br />

concelebrata dal vicario generale, dal vicario<br />

territoriale e da quasi tutti i sacerdoti<br />

ordinati da Mons. Roatta. Era presente<br />

in forma ufficiale il sindaco della<br />

città, avv. Antonio Frogiero, con un folto<br />

gruppo di consiglieri.<br />

All'inizio della concelebrazione, Mons.<br />

Vincenzo Della Ratta, vicario territoriale,<br />

per incarico del Vescovo, ha tenuto il<br />

discorso commemorativo.<br />

«Siamo qui per raccogliere il significato<br />

del suo servizio — ha esordito Mons.<br />

Della Ratta — per custodire il messaggio<br />

che ci ha lasciato, per ringraziarlo<br />

per quanto ha fatto, con coraggio e coerenza,<br />

nel periodo conciliare e postconciliare.<br />

C'è un vincolo (...) che unisce<br />

un Vescovo alla sua Chiesa che non viene<br />

interrotto con la morte, ma esaltato<br />

e sublimato per cui una Chiesa (...) scri-<br />

«Gesù si è fatto ciò che siamo per renderci<br />

partecipi di ciò che Egli è» (san Cirillo alessandrino);<br />

«il Figlio di Dio si è fatto uomo, affinché<br />

l’uomo, unito al Verbo, ricevesse l’adozione<br />

e diventasse figlio di Dio» (s. Ireneo); «Dio<br />

aveva un Figlio e ne ha fatto il figlio dell’uomo<br />

e, in cambio, d’un figlio dell’uomo ha fatto un<br />

figlio di Dio» (s. Agostino).<br />

Come ha recentemente scritto il Papa, «Nel<br />

mistero dell’Incarnazione sono poste le basi<br />

per un’antropologia che può andare oltre i<br />

propri limiti e le proprie contraddizioni, movendosi<br />

verso Dio stesso, anzi, verso il traguardo<br />

della “divinizzazione”, attraverso l’inserimento<br />

in Cristo dell’uomo redento, ammesso<br />

all’intimità della vita trinitaria» (Novo Millennio<br />

ineunte, 23).<br />

La Chiesa, per aiutare il credente a contemplare<br />

ed approfondire tutta la ricchezza contenuta<br />

in questo Mistero, ha sentito il bisogno,<br />

come per l’altra grande solennità della Pasqua,<br />

non solo di proporre tre formulari diversi per<br />

le celebrazioni del 25 dicembre, ma anche di<br />

prolungare la solennità per otto giorni. Mi limiterò<br />

a commentare i testi della Messa della<br />

notte, sollecitando a non trascurare la lettura e<br />

la meditazione degli altri due formulari.<br />

1. «Il popolo<br />

che camminava<br />

nelletenebrehavisto<br />

una grande luce»<br />

(Is 9, 1)<br />

Questo versetto di Isaia risuonerà nelle nostre<br />

assemblee liturgiche dopo che ognuno,<br />

uscito di casa, avrà attraversato le vie della città<br />

avvolte dall’oscurità della notte. La liturgia<br />

ci parla anche così! La notte, dentro cui risplende<br />

la luminosità di questa celebrazione,<br />

non è una semplice cornice temporale; è molto<br />

ve la sua storia col Vescovo e vive con<br />

lui una comunione indefettibile che continua<br />

oltre il tempo».<br />

La comunione con tutti, sperimentata,<br />

gustata e gioiosamente vissuta, è stato<br />

l'obiettivo pastorale del lungo episcopato<br />

di Mons. Roatta. «Per questo — ha<br />

continuato il vicario territoriale — visse,<br />

pregò, lottò, soffrì, pianse quando la sua<br />

nobiltà d'animo, la sua fede, il rispetto e<br />

l'innata fiducia in ogni persona umana<br />

furono causa di grandi sofferenze e dolori.<br />

(...) Era radicata in lui la propensione<br />

a credere nell'onestà e nella sincera<br />

collaborazione degli altri; qualcuno<br />

ne approfittò creando situazioni ingiuste<br />

e incresciose. Incapace di concepire la<br />

falsità e la doppiezza visse amando, pregando<br />

e perdonando sempre».<br />

Il discorso commemorativo ha toccato<br />

tutte le tappe del cammino episcopale,<br />

con citazioni degli scritti del Vescovo<br />

defunto e testimonianze dirette del relatore,<br />

a conclusione, ha detto: «A distanza<br />

di dieci anni ti ricordiamo e ti diciamo<br />

di volerti bene; ti ringraziamo con<br />

l'offerta di questa Eucaristia per vivere<br />

ancora in comunione. “Con Cristo, per<br />

Cristo e in Cristo, tutto vive”!».<br />

Conclusa la Celebrazione Eucaristica,<br />

il sindaco ha offerto al Vescovo una ceramica<br />

commemorativa: un piatto su<br />

cui era dipinto il ritratto di Mons. Roatta<br />

sullo sfondo del tipico panorama della<br />

città di Sant'Agata.<br />

A tutti è stato distribuito un libretto<br />

curato dalla diocesi e sponsorizzato dal<br />

comune, contenente la riproduzione del<br />

ritratto del defunto, la lettera del Vescovo<br />

e il discorso commemorativo, «perché<br />

— ha scritto Mons. De Rosa — la<br />

memoria di Mons. Ilario Roatta rimanga<br />

gelosamente custodita nel cuore di chi<br />

l'ha conosciuto e sia di insegnamento<br />

per tutta la diocesi che, facendo memoria<br />

del suo glorioso passato, può guardare<br />

al futuro con cristiana fiducia».<br />

ANTONIO DI MEO<br />

di più: è segno eloquente di quell’oscurità dentro cui<br />

l’uomo sprofonda a causa del peccato e da cui, a volte<br />

brancolando, anela a liberarsi. La Luce che si è accesa<br />

nella grotta di Betlemme ha squarciato per sempre l’oscurità<br />

che opprime la vita di ogni uomo, di ogni tempo,<br />

e questa Notte ci chiede di brillare nella nostra vita,<br />

per rassicurarci che «le tenebre non la potranno mai<br />

soffocare» (Cfr Gv 1, 5). «La Chiesa desidera testimoniare<br />

la sua speranza, basata sulla convinzione che il male,<br />

il mysterium iniquitatis, non ha l’ultima parola nelle<br />

vicende umane» (Giovanni PaoloII,Messaggioperla<br />

Giornata della Pace 2002, 1).<br />

2. «Un bambino<br />

è nato per noi»<br />

(Is 9, 5)<br />

E se gli antichi romani in questo giorno celebravano<br />

la nascita del «dio sole vittorioso sulle tenebre», noi og-<br />

Natività: Biblioteca Apostolica Vaticana (Vat. Lat. 13080, Fol. 7)<br />

gi adoriamo Colui che, «vera luce del mondo», ha vinto<br />

per sempre le tenebre del peccato e guida il cammino<br />

di ogni uomo perché possa giungere ad una più piena<br />

conoscenza di Lui.<br />

Se la nascita del bambino annunciato da Isaia ha fatto<br />

trasalire di gioia tutto il popolo di Israele, perché<br />

«segno» dell’amore di Dio che non dimentica mai il suo<br />

popolo, quanto più dovrebbe colmare di gioia il cuore<br />

di ogni uomo il sapere che il Bambino nato a Betlemme<br />

è il nostro Salvatore. Ed ecco, mentre celebriamo il Natale,<br />

si delinea sull’orizzonte già il mistero della Pasqua.<br />

Unico è, infatti, il mistero che celebriamo: Natale e Pasqua<br />

sono indissociabili! Il Bambino, come confessiamo<br />

ogni volta che proclamiamo il Credo, «per noi uomini e<br />

per la nostra salvezza discese dal cielo». E nella seconda<br />

lettura san Paolo ci ricorda che Gesù Cristo «ha dato<br />

se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formarsi<br />

un popolo puro che gli appartenga, zelante nelle<br />

opere buone» (Tt 2, 14). Del resto la liturgia ci aiuta a<br />

cogliere questo intimo legame che unisce il Natale alla<br />

Pasqua, facendoci passare quasi immediatamente dal<br />

colore bianco del Natale al colore rosso del martirio di<br />

Un volume di don Valentino Salvoldi<br />

«Anche Dio ama la notte»<br />

Lettere aperte rivolte ai giovani<br />

GIAMPAOLO MATTEI<br />

«Scrivo una lettera per te così per<br />

sempre la leggerai» è il verso di una<br />

canzone oggi in testa alle classifiche di<br />

vendita e cantatissima tra i più giovani,<br />

in particolare dagli adolescenti. La lettera<br />

resta tra i sistemi di comunicazione<br />

uno dei più apprezzati dai giovani. Forse<br />

perché è divenuta cosa rara, in un<br />

tempo in cui dominano messaggi e-mail<br />

e sms: comunicazioni rapidissime, brevi.<br />

Troppo brevi. Talmente brevi che non<br />

consentono di scavare nel profondo dei<br />

sentimenti, delle emozioni.<br />

L'Editrice Queriniana ha istituito una<br />

collana per proporre libri che, in realtà,<br />

sono «lettere aperte» rivolte ai giovani.<br />

Così l'ha chiamata semplicemente «Carissimo/a».<br />

Di questa collana fa parte il<br />

volume: «Anche Dio ama la notte» scritto<br />

dal sacerdote Valentino Salvoldi (Bre-<br />

scia, 2001 - pagine 85 - lire 12.000, euro<br />

6,20).<br />

È senza dubbio stimolante e anche<br />

provocatoria questa proposta che, rivolgendosi<br />

direttamente ai giovani, li vuole<br />

incontrare avvicinandoli sul loro stesso<br />

terreno. Non sono pagine che cadono<br />

dall'alto sull'esperienza dei giovani. Sono<br />

pagine scritte, si potrebbe dire, «in<br />

diretta» con loro, quasi un'eco delle loro<br />

richieste, delle loro ansie, dei loro problemi<br />

e anche dei loro irresistibili slanci<br />

di generosità.<br />

La notte è un po' il filo-conduttore di<br />

questo singolare libro. La notte è divenuta<br />

per i giovani un luogo di libertà, o<br />

presunta tale, un luogo di divertimento<br />

che vuole essere evasione e ricerca anche<br />

di una propria identità, nel bene e<br />

nel male. È la notte delle discoteche, del<br />

divertimento a tutti i costi, dell'eccesso.<br />

È la notte illuminata dalle luci psichedeliche<br />

che fanno comunque restare al<br />

Quinto anniversario<br />

della morte del Card. Hamer<br />

Il Cardinale Jean Jérôme Hamer verrà ricordato nel quinto anniversario<br />

della morte sabato pomeriggio 22 dicembre, ore 19, con la celebrazione di<br />

una Santa Messa di suffragio nella Basilica romana di san Lorenzo fuori le<br />

Mura. La celebrazione è promossa dalla redazione del mensile 30Giorni, di<br />

cui il compianto Porporato è stato a lungo apprezzato collaboratore. Nato a<br />

Bruxelles il 1° giugno 1916, P. Hamer fu ordinato sacerdote nell'Ordine dei<br />

Frati Predicatori il 3 agosto 1941. Insigne teologo, fortemente ancorato alla<br />

dottrina tomista, il domenicano belga partecipò al Concilio Vaticano II in<br />

qualità di esperto per il Segretariato per l'Unione dei Cristiani. Il 14 giugno<br />

1973 Paolo VI lo nominava Arcivescovo e nello stesso tempo Segretario della<br />

Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede. Il 29 giugno dello stesso anno<br />

riceveva dalle mani di Papa Montini l'ordinazione episcopale. Da Giovanni<br />

Paolo II era stato creato Cardinale e pubblicato nel Concistoro del 25 maggio<br />

1985 e nominato Prefetto della Congregazione per le Società di Vita Consacrata<br />

e le Società di Vita Apostolica. Il Porporato morì la mattina del 2 dicembre<br />

1996 al Policlinico «Gemelli» di Roma, dove era ricoverato da alcuni giorni.<br />

s. Stefano e dei ss. Innocenti, forte richiamo al<br />

sangue dell’Agnello da cui i martiri hanno attinto<br />

la forza per seguirLo e imitarLo nel dono<br />

della vita.<br />

3. «Vi annunzio<br />

una grande gioia»<br />

(Lc 2, 10)<br />

La gioia annunziata dall’angelo ai pastori è<br />

destinata ad estendersi a «tutto il popolo» (Lc<br />

2, 10), per raggiungere, infine, «tutti gli uomini»<br />

(Tt 2, 11). Per questo san Leone Magno<br />

esclama: «Non c’è spazio per la tristezza nel<br />

giorno in cui nasce la vita, una vita che distrugge<br />

la paura della morte e dona la gioia<br />

delle promesse eterne. Nessuno è escluso da<br />

questa felicità... Esulti il santo, perché si avvicina<br />

al premio; gioisca il peccatore, perché gli<br />

è offerto il perdono; riprenda coraggio il pagano,<br />

perché è chiamato alla vita».<br />

Una gioia, quella che scaturisce dal mistero<br />

del Natale, da condividere con tutti! Soprattutto<br />

con coloro che in questa Notte, spinti forse<br />

dalla curiosità o dalla tradizione o dal desiderio<br />

di rivivere ricordi legati alla propria infanzia,<br />

si affacciano nelle nostre chiese. Spetta alle<br />

nostre comunità farli sentire «a casa loro»,<br />

creando quel clima accogliente e rispettoso di<br />

tutti, che favorisca l’incontro con Cristo presente<br />

nella liturgia.<br />

È questo l’augurio che, con le parole di Paolo<br />

VI, può raggiungere il Natale di quest’anno:<br />

«possa il mondo del nostro tempo che cerca,<br />

ora nell’angoscia ora nella speranza, ricevere il<br />

buon annuncio non da persone tristi, scoraggiate,<br />

impazienti, ansiose; ma da persone la<br />

cui vita irradi fervore, che abbiano per prime<br />

ricevuto in loro la gioia del Cristo e accettino<br />

di mettere in gioco la propria vita» (Evangelii<br />

Nuntiandi, 80).<br />

buio le identità più vere e più profonde<br />

dei protagonisti. Ai giovani don Valentino<br />

propone chiavi di lettura inedite e affascinanti<br />

indicando ad esempio la notte<br />

cantata nella Scrittura, nella liturgia e<br />

nella letteratura.<br />

Il libro, questa lunga lettera aperta,<br />

punta sul positivo che può essere certamente<br />

trovato nelle esperienze più diffuse<br />

nel mondo giovanile, senza cadere in<br />

facili condanne. Dà voce a quella insopprimibile,<br />

e a volte mal espressa, voglia<br />

di sincerità e di autenticità. È dunque<br />

nel tempo della notte che avviene la lettura<br />

di questa lettera. La notte diviene<br />

così luogo d'incontro, di proposta di<br />

uno stile di vita nuovo e anche luogo di<br />

evangelizzazione. È una proposta lanciata<br />

con un linguaggio semplice, mai banale.<br />

Queste pagine raccontano storie di solitudine<br />

e danno speranza anche nella<br />

disperazione. Scrive l'autore: «Carissimo/a,<br />

la notte, originariamente creata<br />

per convertire la debolezza in forza, è<br />

ora popolata di voi, adolescenti e giovani,<br />

alle ricerca di un assordante silenzio<br />

e di un silenzioso rumore. Voi giovani<br />

fate delle tenebre il vostro stendardo, ve<br />

ne servite per “contestare”, a modo vostro,<br />

contro gli errori della società e di<br />

tanti genitori, spiazzati dal rapido cambiamento<br />

dei tempi che non hanno saputo,<br />

potuto o voluto leggere con intelligenza<br />

e amore... La vostra generazione<br />

è caratterizzata dall'incertezza. Non è<br />

inqieta, ribelle o difficile, come era stata<br />

definita quella del passato. Silenzio e<br />

tranquillità la caratterizzano. Silenzio assordante<br />

e allarmante. Nessuna grande<br />

contestazione con gli adulti».<br />

E conclude: «Se la famiglia è sostanzialmente<br />

sana, non demonizzi la notte,<br />

non tema le tenebre, non faccia dell'oscurità<br />

il simbolo del male. Nella notte<br />

non c'è la luna, ci sono le stelle, c'è Dio<br />

che veglia sui suoi figli e sulle sue figlie,<br />

perché lui ha creato l'oscurità e può dissipare<br />

le tenebre anche della notte più<br />

buia».


.<br />

PAGINA<br />

9 .<br />

Una lezione del Cardinale Dionigi Tettamanzi all'Università Cattolica di Milano<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì 20 Dicembre 2001<br />

Il mistero di Cristo evento di libertà<br />

L’Introduzione alla Teologia è un insegnamento<br />

che caratterizza l’Università<br />

Cattolica del Sacro Cuore, in quanto si<br />

ritiene che, nella formazione complessiva<br />

dello studente che ha scelto questo<br />

Ateneo, debba avere un posto non secondario<br />

una seria preparazione in ordine<br />

alla fede cristiana; così è obbligatorio<br />

sostenere tre esami per gli iscritti di tutte<br />

le Facoltà.<br />

Da quest’anno accademico si è deciso<br />

di dare un segnale forte, che sottolinei<br />

ancor più l’importanza data a questi<br />

corsi, mediante la proposta di una Prolusione<br />

al Corso. Per questa prima volta<br />

è stato invitato il Cardinale Dionigi Tettamanzi,<br />

Arcivescovo di Genova, originario<br />

dell’arcidiocesi ambrosiana, che è<br />

intervenuto nei giorni scorsi presso la<br />

sede centrale di Milano della Cattolica,<br />

tenendo una lezione sul tema «Il mistero<br />

di Cristo come evento di libertà». La<br />

presenza del Porporato è stata assai apprezzata<br />

dagli studenti, quasi mille, accorsi<br />

ad ascoltare la prolusione.<br />

L’argomento è stato scelto in quanto<br />

il primo anno del corso di Introduzione<br />

alla Teologia riguarda in particolare «Il<br />

mistero di Cristo». Ed il Cardinale Tettamanzi<br />

è entrato subito in medias res,<br />

premettendo solo che la sua non ha inteso<br />

essere una conferenza, ma «una vera<br />

e propria lezione, che si inserisce nel<br />

contesto dei corsi».<br />

Il rapporto<br />

tra cristianesimo e libertà<br />

Per trattare del rapporto tra cristianesimo<br />

e libertà — ha esordito il Porporato<br />

— oggi occorre partire da «un dato<br />

socio culturale diffuso: quello di quanti<br />

sono convinti di dover contrapporre tra<br />

loro, come realtà alternative, il cristianesimo<br />

e la libertà».<br />

Certo, sappiamo che «la non comprensione,<br />

anzi la falsificazione o del cristianesimo<br />

o della libertà, oppure e dell’uno<br />

e dell’altra, non possono non condurre<br />

che a interpretare questo rapporto<br />

nel senso del conflitto». Ma proprio per<br />

questo dobbiamo condurre «un’analisi<br />

precisa e rigorosa dei due termini a confronto».<br />

Primo termine: il mistero di Cristo. E<br />

qui diciamo «subito che il nostro riferimento<br />

non è in primis né ad una dottrina<br />

né ad un comandamento, ma ad una<br />

persona concreta e precisa: a Gesù Cristo».<br />

Questa è l’esperienza viva degli apostoli<br />

e dei discepoli, testimoniata e spiegata<br />

da vari brani evangelici, di cui il<br />

Cardinale ha citati due: Gv. 20,18 (Maria<br />

di Magdala dice: «Ho visto il Signore»)<br />

e Gv 20. 28 (l’incredulità di Tommaso).<br />

L'uomo<br />

alla ricerca di Dio<br />

Siccome Gesù si rivela pienamente vero<br />

Dio e vero uomo, ecco che in questo<br />

punto «siamo al cuore della storia umana<br />

come storia di salvezza»; in altri termini,<br />

«è in Gesù Cristo che si compie in<br />

modo pieno e definitivo la ricerca dell’uomo<br />

da parte di Dio», avvenuta mediante<br />

l’incarnazione redentrice.<br />

Se, dunque, «il mistero di Cristo include<br />

un fondamentale e specifico riferimento<br />

all’uomo», in Gesù fatto uomo,<br />

morto e risorto si svela in modo pieno e<br />

compiuto il mistero stesso di Dio Trinità.<br />

Il Cardinale Tettamanzi, a questo proposito,<br />

ha citato «uno dei testi più celebri<br />

e suggestivi» del Concilio Vaticano II<br />

(Gaudium et spes, 22): «In realtà solamente<br />

nel mistero del Verbo incarnato<br />

trova vera luce il mistero dell’uomo».<br />

Secondo passaggio: la libertà di Cristo.<br />

Gesù di Nazareth in molti passi del<br />

Vangelo appare come un uomo assolutamente<br />

libero «dai condizionamenti sociali,<br />

giuridici, culturali, politici, religiosi<br />

del tempo: Gesù è l’uomo sovranamente<br />

libero!».<br />

Infatti egli sconvolge gli schemi degli<br />

scribi, dei farisei e di altri che lo interpellano.<br />

Però in Cristo c’è anche la libertà<br />

relativamente alla «sua missione di<br />

salvezza per noi». «È la morte il vertice<br />

della libertà di Cristo, perché è il vertice<br />

della sua donazione d’amore per gli uomini<br />

— ha proseguito il Porporato —,<br />

secondo la testimonianza di Giovanni,<br />

che così apre il racconto della passione:<br />

«Dopo aver amato i suoi che erano nel<br />

mondo,liamòsinoallafine» (Gv 13, 1)».<br />

Questa verità è significativamente<br />

espressa nell’ultima delle parole di Gesù<br />

in croce: «Padre, nelle tue mani consegno<br />

il mio spirito» (Lc 23, 46). Commenta<br />

l’Arcivescovo di Genova: «Questa<br />

“consegna” al Padre dice la piena sottomissione<br />

di Gesù e insieme svela la sorgente<br />

da cui scaturisce e da cui è vivificata,<br />

il suo liberissimo amore».<br />

L'annuncio<br />

della salvezza<br />

Arriviamo, allora, a considerare la libertà<br />

dell’uomo. «La missione di Gesù si<br />

risolve, inscindibilmente, nell’annuncio e<br />

nel dono della salvezza — ha spiegato<br />

ancora il Cardinale Tettamanzi —. ...<br />

Quanto all’annuncio di Gesù, è da rilevarsi<br />

come esso si configuri come appello<br />

rivolto alla libertà dell’uomo, ... egli<br />

presenta una vera e propria dottrina sulla<br />

libertà (e qui numerosi sono i brani<br />

evangelici citati, ndr.). ... Questo annuncio<br />

significa non una semplice «rivelazione»,<br />

ma una vera e propria «donazione»:<br />

Cristo cioè dona ai discepoli la sua<br />

stessa libertà, sicché la nostra è una libertà<br />

specificamente cristiana, una<br />

«nuova e originale» libertà che nella sua<br />

intima natura è un’imitazione e una partecipazione<br />

della libertà propria di Cristo».<br />

Su questi punti il Porporato ha citato,<br />

fra gli altri, san Tommaso d’Aquino,<br />

l’enciclica Veritatis splendor del Papa<br />

Giovanni Paolo II e la Lettera di san<br />

Paolo ai Filippesi.<br />

Ma dalle considerazioni che emergono<br />

dalla Sacra Scrittura e dal Magistero<br />

dobbiamo passare a prendere in esame<br />

le «condizioni di libertà dell’uomo in<br />

questa nostra generazione».<br />

È questo il successivo passaggio fatto<br />

dal relatore: «la libertà dell’uomo ha bisogno<br />

di essere liberata». Parliamo dell’uomo<br />

«di sempre, ... assetato di libertà<br />

non meno che dell’acqua e dell’aria»,<br />

ma pure di quello «profondamente segnato<br />

dalla cosiddetta “modernità”, che<br />

interpreta e vive la libertà in termini arbitrari<br />

ed assoluti».<br />

«Il mondo moderno è andato in crisi<br />

— ha aggiunto l’Arcivescovo —. Anche<br />

su questo punto Giovanni Paolo II ci ha<br />

offerto un insegnamento puntuale e, per<br />

certi aspetti, profetico, soprattutto nel<br />

suo abbondantissimo magistero sull’Europa».<br />

Combattere<br />

nichilismo e consumismo<br />

Ed ha così proseguito: «Nichilismo e<br />

consumismo, relativismo etico, istintualità<br />

indiscriminata sembrano essere a<br />

tutti i livelli, forse soprattutto a livello<br />

giovanile, gli aspetti più evidenti di un’esperienza<br />

antropologica veramente meschina.<br />

Ed ora, l’11 settembre ha segna-<br />

Trento: «Guidati da una stella» mostra d'arte al Museo Diocesano<br />

to, forse in modo nuovo, il mondo, specialmente<br />

quello dei giovani».<br />

Ricordando quanto diceva Kierkegaard<br />

— «ci si dispone ad incontrare il<br />

cristianesimo soltanto se si approfondisce<br />

il senso della propria esperienza personale»<br />

— il Cardinale Tettamanzi ha affermato<br />

che «si tratta allora di riscoprire<br />

un’antropologia adeguata, capace di<br />

mostrare l’uomo come creato e redento<br />

da Dio»; ma non possiamo non aggiungere<br />

che è nella Chiesa («spazio storico<br />

concreto della libertà di Gesù Cristo»)<br />

che «il cristiano acquisisce la consapevolezza<br />

di una propria irriducibile identità»,<br />

che è identità «ontologica» e «criteriologica».<br />

Risultato: «in questo duplice e unitario<br />

senso la libertà del cristiano ha un<br />

essenziale e costitutivo riferimento alla<br />

verità e alla carità».<br />

Il Porporato ha concluso parlando de<br />

«la valenza culturale della libertà cristiana».<br />

Anche sotto questo aspetto possono<br />

essere richiamati molti interventi del<br />

Magistero della Chiesa in ordine al rapporto<br />

tra fede e cultura. E si capisce<br />

l’importanza dello studio della Teologia,<br />

proposta agli studenti cui per l’appunto<br />

si rivolgeva il Porporato. Il quale ha terminato<br />

la lezione sottolineando l’aspetto<br />

del «dialogo con gli altri», non ostacolato<br />

ma bensì favorito da un approfondimento<br />

teologico, perché «la cultura che<br />

nasce dalla fede non è esclusiva ma inclusiva»;<br />

ed inoltre accennando al fatto<br />

che «la visione antropologica cristiana,<br />

ponendo fortemente l’accento sull’uomo<br />

nella sua unicità e irripetibilità, rivendica<br />

la libertà di ciascuno dei milioni e<br />

miliardi di esseri umani presenti nel<br />

mondo».<br />

«Così — ha concluso il Cardinale Tettamanzi<br />

— il mistero di Cristo e la missione<br />

della Chiesa sono fonte nuova e<br />

originale di dialogo e di rispetto attivo<br />

della libertà della persona e dei popoli».<br />

ALBERTO MANZONI<br />

Una raccolta di poesie religiose di Padre Giacomo Maria Teofilo<br />

Far fiorire dal deserto<br />

il seme dell'amore per donare vita<br />

Un titolo a volte dice tutto, a volte<br />

niente... Ed è proprio indovinato il titolo<br />

di una raccolta di poesie di un<br />

giovane, «poeta con l’anima», con la<br />

sensibilità dell’«Indicibile» e la passione<br />

per l’uomo (Le Città, Falcone,<br />

Manfredonia, pp. 64). Giacomo Maria<br />

Teofilo, un trentasettenne che solo nel<br />

1993 si riscopre «possessore della<br />

musa».<br />

La scoperta non avviene per caso<br />

ma attraverso un vero e proprio cammino<br />

di «conversione» che porterà il<br />

Nostro a scegliere la vita francescana.<br />

Giacomo, allora, più che scoprirsi<br />

«possessore della musa» si riscopre<br />

«posseduto dall’Amore»: tema ricorrente<br />

nella poesia di Fra Giacomo.<br />

Scrive l’Autore: «[...] La poesia diventa<br />

urlo del cuore che nessuno può<br />

trattenere, prima o poi deve venir<br />

fuori... Versi e poi versi scandiscono<br />

le giornate della mia vita trascritte in<br />

una storia d’amore... olio necessario<br />

a lubrificare gli ingranaggi della vita»<br />

(p.59). Ecco l’amore, forza della vita!<br />

Nei versi di questo poeta francescano,<br />

anche se non sempre direttamente,<br />

fede, teologia, mistica, spiritualità<br />

francescana, umanità, semplicità si<br />

«mescolano» partendo dal concreto.<br />

Siamo dinanzi a versi incarnati nella<br />

quotidianità, nella storia di una vita<br />

segnata dalla sofferenza, dal travaglio<br />

interiore che alla fine, però, si trasforma<br />

in riscoperta della gioia di vivere:<br />

«Occhi tristi / aspettano risposte, /<br />

speranze perse / nei marosi della tristezza.<br />

/ Ondate travolgono / la vita<br />

sconvolgono / l’uomo anela aiuto»<br />

(Le non.risposte, p. 22).<br />

Con uno stile essenziale, sovente<br />

«elementare», l’autore fa porre delle<br />

domande, induce alla riflessione e al<br />

confronto con il Mistero...<br />

Perché questo titolo enigmatico ma<br />

felice? Le nostre città, ormai diverse e<br />

consunte dal tempo, danno visibilità e<br />

concretezza alla grande realtà dell’uo-<br />

mo: la sua vita, i suoi problemi, le sue<br />

ansie, paure e certezze, la sua ricerca<br />

e le sue tante solitudini.<br />

Le città «sono il vero deserto di oggi.<br />

Un deserto che è diventato interiore<br />

penetrando nel cuore di ognuno<br />

inaridendolo» (Vincenzo Paglia, All’alba<br />

del nuovo millennio, Paoline). Ma<br />

è, proprio, nelle città, nei luoghi, cioè,<br />

della vita dell’uomo del terzo millennio,<br />

che la salvezza si storicizza, che il<br />

Vangelo diventa opportunità di salvezza,<br />

l’amore si realizza e concretizza.<br />

Se le città del 2000 sono il «deserto»<br />

dell’uomo dell’era globale è, altrettanto<br />

vero, che il deserto può fiorire, può<br />

diventare luogo di resurrezione e di<br />

resurrezioni, concretezza di misericordia,<br />

inizio di conversioni, testimonianza<br />

della bellezza della vita, del perdono<br />

e dell’amore verso i poveri.<br />

A far fiorire il deserto è il seme dell’amore<br />

che sappiamo vivere e donare.<br />

FRANCESCO ARMENTI<br />

Un volume di Mons. Biagio Notarangelo<br />

Testimonianze<br />

di un'epoca<br />

GINO CONCETTI<br />

L'alba delterzo millennio non ha sbiadito<br />

la memoria di coloro che sono stati<br />

protagonisti della vita sociale religiosa<br />

dell'ultima metà del secolo Ventesimo.<br />

Tra questi Biagio Notarangelo spicca<br />

per la sua alacre attività proiettata al futuro.<br />

Altre pubblicazioni hanno attirato<br />

l'interesse dei lettori, amici, simpatizzanti<br />

ma anche i lontani. Perché Notarangelo<br />

ha vissuto il suo sacerdozio nel segno<br />

del Vangelo, nella perfetta fedeltà a<br />

Cristo e alla Chiesa tra gli operatori del<br />

mondo agricolo in connessione con servizi<br />

ecclesiali di rilievo in altri ambiti.<br />

Con lo stesso tratto ha voluto far dono<br />

di un'altra pubblicazione: Argomenti<br />

e frammenti (Delfi, Roma 2001). Sono,<br />

in pratica, le due parti che compongono<br />

il volume. Gli argomenti illustrano le<br />

grandi questioni sociali, economiche, i<br />

ritmi di progresso che hanno caratterizzato<br />

la ripresa in Italia dopo la seconda<br />

guerra mondiale e lo sviluppo planetario<br />

di cui Paolo VI, nella Populorum progressio,<br />

aveva, con lungimiranza, tracciato<br />

le linee strategiche.<br />

Portavocedella dottrina sociale cristiana,<br />

coscienza critica della giustizia e della<br />

solidarietà, Notarangelo considera la<br />

persona umana al centro e al vertice di<br />

tutta la realtà sociale, facendone un soggetto<br />

indeclinabile di riferimento, non<br />

pieghevole a interessi di parte, a logiche<br />

di profitto o di ideologie politiche. Ferma<br />

e decisa la sua posizione: «Stella polare,<br />

che deve orientare e guidare come<br />

un costante riferimento ideale, è l'uomo».<br />

La denuncia è puntuale: «Il primato<br />

dell'uomo è di fatto negato, quando<br />

prevalgono le ferree leggi di mercato e<br />

dei suoi perversi meccanismi».<br />

Notarangelo è stato anche relatore in<br />

consessi internazionali qualificati. In<br />

uno di questi, alla Pontificia Accademia<br />

delle Scienze sociali, ha sostenuto l'opportunità<br />

di raccogliere la ricca documentazione<br />

elaborata dalle Conferenze<br />

Episcopali per tutelare la dignità e i diritti<br />

dei popoli poveri e in via di sviluppo.<br />

Il suo appello è per la promozione<br />

dei lavoratori e condurre analisi scientifiche<br />

interdisciplinari, avendo come base<br />

la dottrina sociale della Chiesa.<br />

Uno dei diritti fondamentali più trascurati<br />

è quello della alimentazione. Pur<br />

affermato dalla Carta dell'Onu e dai documenti<br />

posteriori alla Dichiarazione del<br />

1948 di fatto è il più disatteso anche oggi,<br />

come dimostrano le denunce di organismi<br />

internazionali sulla morte di bambiniacausa<br />

di scarsa alimentazione. Egli<br />

sostiene che tale diritto «è contenuto e<br />

affermato implicitamente nel principio<br />

della destinazione universale dei beni e<br />

nella funzione sociale del diritto di proprietà<br />

che lo Statodeve “temperare e armonizzare<br />

con il bene comune”». A confortodellasua<br />

tesi cita Pio XII che lo ha<br />

proclamato nel messaggio della Pentecoste1941.APioXIIunisceGiovanni<br />

XXIII<br />

per il quale «è compito della Chiesa essere<br />

sollecita delle esigenze del vivere<br />

quotidiano dell'uomo, non solo quanto<br />

al sostentamento e alle condizioni di vita,<br />

ma anche quanto alla prosperità e alla<br />

civiltà nei suoi molteplici aspetti».<br />

Da dopo il Concilio Vaticano II la<br />

Chiesa ha condotto una pacifica e costante<br />

battaglia per lo sviluppo integrale<br />

di stampo umanistico. Paolo VI, nella<br />

Populorum progressio aveva enunciato<br />

il principio dell'umanesimo plenario. Lo<br />

sviluppo dev'essere ordinato, sempre secondo<br />

giustizia, equità e solidarietà.<br />

Uno sviluppo lesivo della dignità della<br />

persona umana, di un solo essere umano<br />

è inaccettabile. Per salvaguardare<br />

queste prerogative lo sviluppo non può<br />

essere scisso, separato dai valori umani<br />

né dalle esigenze etiche. Chiara è la posizione<br />

di Notarangelo. «Lo sviluppo è<br />

questione etica fondamentale e globale,<br />

perché corrisponde alla vocazione dell'uomo.<br />

L'uomo, ogni uomo, ogni gruppo<br />

di uomini deve crescere in umanità.<br />

È un compito difficile, ma esaltante che<br />

corrisponde alla volontà di Dio».<br />

Una delle questioni più dibattute in<br />

correlazione con lo sviluppo è quella demografica.<br />

Sono note le teorie degli immanentisti,<br />

dei pragmatisti sul controllo<br />

rigido delle nascite. Si comprime l'indice<br />

demografico fino alla misura quantitativa<br />

dei beni disponibili. La Chiesa ha reagito<br />

contro queste teorie non per il gusto<br />

del primato dell'etica ma per la tutela<br />

della persona umana e degli esseri<br />

umani, che vengono eliminati in modo<br />

razionale ma barbaro. Notarangelo riferisce<br />

per tutti i Pontefici l'insegnamento<br />

di Giovanni Paolo II: «le politiche demografiche<br />

degli Stati devono rispettare la<br />

dignitàdellanatura umana e i diritti fondamentali<br />

delle persone. Sarebbe illusorio<br />

credere che una stabilizzazione arbitraria<br />

della popolazione mondiale o anche<br />

una diminuzione possa direttamente<br />

risolvere il problema della fame». Del resto,<br />

è la esperienza stessa a confermare<br />

il fallimento delle teorie demografiche<br />

antinataliste. La cultura denatalista ha<br />

provocato enormi vuoti generazionali in<br />

alcune aree demografiche, divenute mete<br />

di flussi migratori disogenei etnicamente,<br />

culturalmente e religiosamente.<br />

Il processo di unione europea ha in<br />

Notarangelo un «lettore» e un interprete<br />

attento.<br />

Egli esamina poi la prospettiva religiosa<br />

che è e non può non essere cristiana:<br />

«la nuova Europa cristiana deve essere<br />

progettata e costruita in un cammino di<br />

conversione e di riconciliazione, che riconosca<br />

i peccati sociali del passato e<br />

vinca la persistente tentazione dell'umanesimo<br />

senza Dio. La via privilegiata<br />

della Chiesa resta l'evangelizzazione,<br />

mediante il rinnovamento della cultura<br />

cristiana e la collaborazione ecumenica<br />

fra le comunità cattoliche, evangeliche,<br />

e ortodosse. La nuova Europa sarà la<br />

“casa comune”, aperta e solidale, sensibile<br />

e generosa con i paesi in via di sviluppo,<br />

illuminata dalla luce del Vangelo,<br />

proiettata sulle frontiere della civiltà planetaria».<br />

Il progresso a misura d'uomo, della<br />

sua dignità e dei suoi diritti deve rispettare<br />

l'ambiente. La questione ecologica<br />

è divenuta inquietante. L'inquinamento<br />

dell'atmosfera, dei fiumi, dei mari e delle<br />

piante si ritorce contro la totalità degli<br />

uomini e delle donne. Notarangelo ribadisce<br />

con forza il rispetto per il creato,<br />

per l'ambiente e, più generale, per la<br />

terra: «Il rispetto e l'amore per la terra,<br />

che l'uomo deve rendere ogni giorno<br />

più degna, più bella e godibile per tutti,<br />

deve fondare teologicamente anche i<br />

comportamenti e lo stile di vita dei cristiani.<br />

Senza tale fondamento teologico,<br />

anche l'ecologia rischia di diventare una<br />

forma di idolatria. Il Vangelo del creato<br />

ci invita a farci voce dell'universo per<br />

cantare la gloria di Dio con il cuore di<br />

san Francesco d'Assisi». Un'attenzione<br />

fine a se stessa della terra e della natura<br />

rischia di condurre a pericolose posizioni<br />

che si ripercuotono contro l'uomo. In<br />

questa prospettiva rientrano certe istanze<br />

di correnti ambientaliste che si distinguono<br />

per una eccessiva esaltazione della<br />

natura fino a bloccare le giuste vie<br />

del progresso. Anche nel settore ecologico<br />

vale il principio del progresso razionalizzato<br />

e dello sviluppo sostenibile in<br />

conformità ai principi della sapienza<br />

creatrice di Dio.<br />

La Beata Marianna Fontanella di Baldisero elevata agli onori degli altari da Papa Pio IX il 25 aprile 1865<br />

Una Carmelitana tra la terra e il cielo, modello di santità e di amore cristiano<br />

Torino era stata appena segnata dalla guerra<br />

tra le fazioni di Madama Cristina e i cognati<br />

Tommaso e Maurizio di Savoia, sostenute rispettivamente<br />

da francesi e spagnoli. Solo alla fine,<br />

un accordo era riuscito a salvare la dinastia dei<br />

Savoia e lo stato. Nel 1638 era giunto al trono di<br />

Torino Carlo Emanuele II, ma il Piemonte rimase<br />

sotto la tutela francese, che rallentava ogni<br />

iniziativa politica. Torino però era ricca di una<br />

grande fede saldamente radicata nelle famiglie,<br />

nelle parrocchie e nei monasteri. Anzi era il tempo<br />

in cui nascevano nuove fondazioni di case religiose.<br />

I voti a 15 anni<br />

In questo clima, il 7 gennaio 1661, 340 anni<br />

fa, ultima di undici figli del conte Giovanni Fontanella<br />

di Baldisero e di Maria Tana di Santena<br />

nasceva Marianna. Presto, ancor piccolissima,<br />

venne a conoscere che la sua mamma era della<br />

medesima famiglia, originaria di Chieri, da cui,<br />

un secolo prima era nata Marta Tana, la mamma<br />

esemplare di s. Luigi Gonzaga (1568-1591), il<br />

principe mantovano consacratosi a Dio tra i Gesuiti,<br />

angelo di purezza e di carità, che era già<br />

stato proclamato santo.<br />

Marianna crebbe tenendo davanti agli occhi e<br />

al cuore Luigi Gonzaga come modello e intercessore,<br />

imitandolo nella fede, nella carità, nella illibata<br />

purezza, nella dedizione a Gesù come unico<br />

amore. La sua formazione intensamente cristiana,<br />

si arricchiva di una tenerissima devozione<br />

alla Madonna e a s. Giuseppe. Nel medesimo<br />

tempo, ella sapeva che cosa si viveva e si soffriva<br />

a Torino e nei rapporti tra gli Stati d'Europa,<br />

spesso in guerra tra loro. Per tutta la vita, il<br />

suo sguardo sarà continuamente rivolto a Dio,<br />

come all'Unico, e alla storia del suo tempo, su<br />

cui sapeva di poter essere influente almeno con<br />

la forza dell'offerta e della preghiera.<br />

A 14 anni, è già orfana di padre. Superando<br />

molte difficoltà, matura il progetto di darsi a Dio<br />

nel Carmelo, affascinata dall'ideale di s. Teresa<br />

d'Avila e di s. Giovanni della Croce. Il 19 novembre<br />

1675, nel Monastero delle carmelitane di s.<br />

Cristina, in Torino, veste l'abito religioso, diventando<br />

suor Maria degli Angeli. Si infervora intensamente<br />

della nuova vita e si innamora tutta<br />

di Gesù... Il 26 dicembre 1676, emette la professione.<br />

Ha solo 15 anni, ma per un dono singolare<br />

di Dio, cammina veloce verso la vetta della<br />

santità.<br />

Lo sguardo a Dio<br />

e alla storia<br />

Su questa via, ella presto s'incontra con la sofferenza:<br />

ella accetta tutte le prove con fiducia e<br />

serenità, con eroismo, lasciandosi affinare nell'anima<br />

e puntando decisa alla mistica trasformazione<br />

in Cristo. «Come s. Teresa raccomandava<br />

alle sue “figlie” — scrive di lei il Card. Ballestrero<br />

— M. Maria degli Angeli ama intensamente<br />

la croce: ne fanno fede i suoi scritti in cui continuamente<br />

esprime l'ansia di patire per assimilarsi<br />

sempre più a Gesù Crocifisso, centro della<br />

sua vita». Ed è così che la sua preghiera e la<br />

sua unione con Lui, spesso trabocca sulle consorelle<br />

e su coloro che spesso vengono alla grata<br />

del monastero in cerca del suo consiglio.<br />

Assai addentrata nelle realtà di Dio, pure conosce<br />

l'umanità e la storia del suo tempo. La stimano<br />

a fondo le consorelle che si fidano di lei<br />

come di un anelo mandato da Dio, e la stimano<br />

i suoi concittadini, la città di Torino. Ha solo 33<br />

anni, nel 1694, quando è eletta priora: per farlo,<br />

si è dovuto chiedere la dispensa canonica, ma<br />

viene confermata in tale carica altre tre volte,<br />

segno della sua autorevolezza. Non potendo più<br />

essere eletta, sarà maestra delle novizie e le «più<br />

piccole» del monastero troveranno in lei davvero<br />

una madre e una guida verso la santità.<br />

Quando Vittorio Amedeo II, uscito di minorità,<br />

assume il governo nel 1684, la pressione della<br />

Francia è più forte che mai: Luigi XIV, padrone<br />

di Pinerolo e di Casale Monferrato, pensa di far<br />

leva sul Piemonte per accrescere l'egemonia della<br />

Francia sull'Italia. Alle pretese intollerabili dei<br />

francesi, Vittorio Amedeo II risponde dichiarando<br />

guerra: la sorte delle armi gli è avversa, ma<br />

egli guadagna prestigio con l'accortezza politica.<br />

Intanto, al Carmelo di s. Cristina, Madre Maria<br />

degli Angeli prega e ottiene dal Signore la fine<br />

della guerra e la liberazione di Torino, nel 1696.<br />

Il re di Francia lascia libero il Piemonte.<br />

Madre Maria degli Angeli ascrive la vittoria all'intercessione<br />

di s. Giuseppe e promuove un solenne<br />

triduo in suo onore a s. Cristina e fa proclamare<br />

lo Sposo di Maria patrono della città.<br />

Piccoli e grandi a Torino crescono nell'ammira-<br />

Su iniziativa del Museo Diocesano Tridentino,<br />

si è aperta in questi giorni una mostra d'arte che<br />

presenta una selezione delle incisioni facenti parte<br />

del patrimonio raccolto dai Principi Vescovi di<br />

Trento, a partire dal XVIII secolo: si tratta di circa<br />

cinquemila esemplari, realizzati fra il XVI e il XIX<br />

secolo, per mano di illustri incisori italiani, tedeschi,<br />

fiamminghi, francesi e inglesi. L'esposizione,<br />

curata in occasione del Natale, dal titolo<br />

«Guidati da una stella», presenta una ventina di<br />

zione per la santa religiosa, in primo luogo gli<br />

stessi Reali di Savoia, che diventano i suoi confidenti.<br />

I suoi prediletti sono gli umili e i poveri.<br />

È nota a tutti per il suo amore alla patria e alla<br />

Chiesa, al Papa e al Sacerdozio cattolico, dimostrato<br />

con la preghiera continua e la silenziosa<br />

immolazione, in unione con il Crocifisso.<br />

Nel 1702, ella diventa anche fondatrice, aprendo<br />

a Moncalieri un altro Carmelo, dedicandolo a<br />

s. Giuseppe. Presto, però, benché assetata di<br />

preghiera e di raccoglimento, si trova ad essere<br />

di nuovo alla ribalta, diremmo oggi, sul piano<br />

internazionale.<br />

«Responsabile<br />

della vita di grazia»<br />

Per quattro mesi, nel 1706, Torino è di nuovo<br />

assediata dai francesi. Se Pietro Micca si sacrifica<br />

per impedire ai francesi l'ingresso nella città,<br />

Maria degli Angeli si rivolge alla Madonna per<br />

ottenere la liberazione di Torino: il 7 settembre<br />

1706, le forze unite del principe Eugenio di Savoia<br />

riportano, come ella ha predetto, una decisiva<br />

vittoria e la fuga degli assedianti.<br />

È molto lieta, Maria, quando per celebrare la<br />

vittoria, sulla collina di Superga viene innalzato<br />

alla Madonna il santuario che le era stato promesso<br />

con voto nell'ora del pericolo. Da sempre,<br />

ella ha una tenerissima devozione alla Madonna,<br />

invocata sotto i titoli più belli a Torino, primi fra<br />

tutti quello di Consolatrice. La onora con il Rosario,<br />

la imita nelle virtù più alte, soprattutto<br />

incisioni, accomunate dal tema della Natività, dell'Adorazione<br />

dei Magi e dei Pastori. La chiave di<br />

lettura della mostra è iconografica, cercando essa<br />

di evidenziare le differenti soluzioni figurative<br />

fornite dagli artisti nell'affrontare il tema della<br />

Natività e ricercando, al contempo, nell'ambito<br />

della letteratura religiosa, le relative fonti di ispirazione.<br />

MAURIZIO MELLARINI<br />

nello zelo apostolico per la salvezza delle anime.<br />

Per le anime, ella offre a Dio le sofferenze che<br />

non le mancano mai, segno, secondo la dottrina<br />

cristiana vissuta con particolare ardore da s. Teresa<br />

d'Avila, della predilezione di Dio che così<br />

associa i suoi amici all'olocausto del Figlio suo<br />

Crocifisso.<br />

Arricchita di singolari doni di Dio, illumina i<br />

fratelli con le sue lettere di incoraggiamento e di<br />

consiglio, come vera maestra: in quei suoi scritti<br />

in stile spesso autobiografico si vede con chiarezza<br />

— ancora scrive il Card. Ballestrero — come<br />

«da vera figlia di s. Teresa, si sentiva membro<br />

vivo della Chiesa, responsabile della vita di grazia<br />

dei fratelli ancora pellegrini nel tempo e della<br />

vita di gloria cui aspirano i fratelli in purgatorio.<br />

La comunione dei santi era per lei dottrina<br />

di vita che santamente la tormentava e stimolava<br />

rendendola preghiera vivente e ostia di<br />

penitenza a favore dei fratelli».<br />

Il 16 dicembre 1717, a 56 anni, va incontro a<br />

Dio. Subito la sua fama di santità esce da Torino<br />

e dilaga in Italia, in Savoia, in Francia, nelle<br />

Fiandre, così che il 5 maggio 1778, Papa Pio VI<br />

ne proclama le virtù eroiche e il 25 aprile 1865,<br />

Pio IX la iscrive tra i beati in cielo. In quell'occasione,<br />

don Bosco ne scrive la biografia e la diffonde<br />

tra le sue «Letture Cattoliche, proponendola<br />

a esempio di santità e di amore cristiano alla<br />

patria. Aveva compiuto la sua missione, secondo<br />

quanto soleva dire: «Vengo dall'Amore,<br />

vado all'Amore, faccio tutto per amore».<br />

PAOLO RISSO


AFRICA<br />

PAGINA<br />

10 .<br />

Il cammino<br />

della Chiesa<br />

AFRICA DEL NORD Intervento di Mons. Teissier<br />

I cristiani testimoni<br />

di dialogo con l’Islam<br />

La presenza dei cristiani nei territori<br />

del Maghreb è il segno più tangibile<br />

dei frutti del dialogo con il mondo<br />

islamico. A sottolinearlo era stato<br />

l’Arcivescovo di Algeri, Mons. Henry<br />

Teissier, durante la Conferenza tenuta<br />

alla conclusione dell’incontro delle<br />

Chiese del Nord e del Sud Sahara<br />

svoltosi a Rabat (Marocco) nei mesi<br />

scorsi. Il tema è stato proprio «Testimonianza<br />

delle Chiese del Maghreb».<br />

Nella sua prolusione Mons. Teissier<br />

ha detto che le comunità ecclesiali<br />

del Nord Africa sono «coscienti di<br />

dover dare un segno evangelico in<br />

paesi quasi totalmente musulmani».<br />

La maggior parte dei fedeli e del<br />

clero è estera: sacerdoti, religiosi e<br />

religiose, laici consacrati, europei rimasti<br />

dopo la fine della colonizzazione,<br />

cristiane sposate con musulmani,<br />

tecnici, diplomatici, studenti e migranti<br />

dell’Africa.<br />

La quasi totalità del clero e un<br />

gran numero di laici sono impegnati<br />

in «servizi umanitari o di sviluppo<br />

che pongono i cristiani in un atteggiamento<br />

«diaconale» accanto ai loro<br />

fratelli e sorelle dell’Islam». Sono numerose<br />

le opere di assistenza gestite<br />

dai cristiani come asili, scuole, centri<br />

di formazione femminile, biblioteche<br />

per studenti, dispensari, cliniche, ricoveri<br />

per anziani, centri di accoglienza<br />

per ragazze madri, attività di<br />

sostegno a favore di handicappati, famiglie<br />

bisognose, artigiani, piccoli<br />

agricoltori. Specie in Tunisia e Marocco,<br />

questi servizi sono assicurati,<br />

direttamente dalle istituzioni ecclesiali.<br />

In altri casi sono condotti sostenendo<br />

associazioni musulmane o<br />

strutture parastatali (Mezzaluna Rossa<br />

ecc.).<br />

Rilevante è l’apporto delle religiose<br />

(infermiere, insegnanti, maestre d’asilo),<br />

e Mons. Teissier nota che «il<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì 20 Dicembre 2001<br />

REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO Alla periferia di Kinshasa<br />

L'opera di una religiosa del Sacro Cuore<br />

per la promozione della dignità della donna<br />

A Kimbanseke, nella parrocchia di<br />

Saint Mbaga situata nella parte Est dell'Arcidiocesi<br />

di Kinshasa, Maria Fernandez,<br />

religiosa delle Suore del Sacro Cuore,<br />

è molto conosciuta come «suor Esengo»<br />

(parola della lingua congolese lingala<br />

che significa «gioia») per la vitalità di<br />

cui dà prova nel suo impegno a favore<br />

delle donne.<br />

Consigliera del gruppo per le Donne<br />

sole con Gesù e di quello delle «Mamme<br />

bongisa» (parola del lingala che si traduce<br />

con sviluppare o rimettere in movimento),<br />

la religiosa di nazionalità spagnola<br />

è in un certo senso l'anima di<br />

queste due associazioni per l'inquadramento<br />

che offre loro e per le sue iniziative<br />

nella lotta che la donna cristiana<br />

congolese conduce per il suo sviluppo e<br />

per quello della società.<br />

Le Donne sole con Gesù sono circa<br />

300 nella parrocchia di Saint Mbaga, in<br />

un comune popoloso e povero di Kin-<br />

Benin: ordinati<br />

due presbiteri<br />

camilliani<br />

Si aggiungono nuove forze al<br />

servizio dei malati in Benin: recentemente<br />

sono stati ordinati<br />

due nuovi sacerdoti dell’ordine<br />

san Camillo de' Lellis, la cui missione<br />

è proprio servire i malati.<br />

Fratel Valentin Alognon e fratel<br />

Aristide Vissienon hanno ricevuto<br />

l’ordinazione sacerdotale nella<br />

chiesa di Saint-Jean-Baptiste di<br />

Cotonou.<br />

La cerimonia è stata presieduta<br />

da Mons. Marcel Honorat Léon<br />

Agboton, Vescovo di Porto Novo,<br />

insieme a Mons. Gilbert Dagnon,<br />

Vicario generale dell’Arcidiocesi<br />

di Cotonou. Erano presenti 40 sacerdoti<br />

e una piccola folla di amici,<br />

parenti, parrocchiani.<br />

Camillo de' Lellis fondò nel<br />

1582 la prima comunità, con lo<br />

scopo di servire i malati con passione,<br />

zelo e carità. In Africa missionari<br />

dell’ordine sono presenti<br />

in Burkina Faso, Kenya, Tanzania,<br />

Madagascar, e Benin. In questo<br />

Paese l’opera dei medici missionari<br />

è fondamentale. Non esiste<br />

un sistema sanitario gratuito<br />

— solo il 20 % della popolazione<br />

può permettersi un sistema mutualistico<br />

—, gli ospedali sono a<br />

pagamento, la medicina tradizionale<br />

è ancora molto utilizzata.<br />

volto della Chiesa è, per molti maghrebini,<br />

anche quello delle suore.<br />

È un volto che esprime l’amore<br />

evangelico per i poveri e i piccoli».<br />

Un’altra caratteristica della Chiesa<br />

del Maghreb è quella di essere «Chiesa<br />

dell’incontro». L’attività di assistenza<br />

genera numerosi incontri tra<br />

cristiani e musulmani, sia con i beneficiari<br />

dei servizi che con i loro familiari.<br />

Si creano spesso in questo modo<br />

«scambi molto profondi», un dialogo<br />

quotidiano alimentato anche in<br />

piccoli gruppi di condivisione tra le<br />

due fedi. A questo si aggiungono iniziative<br />

ufficiali come l’incontro di<br />

preghiera islamico-cristiano nella cattedrale<br />

di Rabat promosso dal Re del<br />

Marocco.<br />

Le comunità ecclesiali del Maghreb<br />

diventano quindi «segno» di<br />

presenza cristiana amica in luoghi<br />

caratterizzati in passato da profonde<br />

tensioni con i musulmani. Queste<br />

tensioni sono ormai superate in gran<br />

parte della regione. Mons. Teissier<br />

esprime la speranza «che il segno donato<br />

sia un segno evangelico e anzi<br />

di più, un segno quasi sacramentale».<br />

Vi sono piccoli segni di questa condivisione<br />

come il numero crescente di<br />

musulmani che chiedono ai loro amici<br />

cristiani di pregare per loro, per la<br />

loro famiglia e per il loro Paese.<br />

Questo — è la conclusione — «aggiunge<br />

un’altra dimensione alla fedeltà<br />

della nostra Chiesa, che è quella<br />

dell’offerta e della preghiera per tutti».<br />

Il Sinodo dei Vescovi sul tema «Il<br />

Vescovo servitore del Vangelo di Gesù<br />

Cristo per la speranza del mondo»,<br />

che si è tenuto a Roma dal 30<br />

settembre al 27 ottobre 2001, indica<br />

la strada alle Chiese nord-africane:<br />

portare la speranza cristiana a tutti<br />

gli uomini.<br />

shasa i cui abitanti dispongono di entrate<br />

molto modeste.<br />

Le componenti di questo gruppo hanno<br />

creato un giardino d'infanzia. Queste<br />

cristiane si aiutano a vicenda e sono riuscite<br />

a sviluppare un'azione di assistenza<br />

per le vedove. Contano di lanciare un<br />

progetto per l'educazione dei bambini.<br />

Hanno anche aperto una casa che ospiterà<br />

un laboratorio destinato alle ragazze<br />

madri per permettere loro di imparare<br />

diversi mestieri (cucito, acconciatura,<br />

pronto soccorso) e le attività domestiche.<br />

Le componenti del gruppo si occupano<br />

dei bambini orfani e degli anziani,<br />

questi ultimi rifiutati dai loro parenti<br />

che li accusano di essere degli stregoni.<br />

La parrocchia si fa carico delle spese<br />

scolastiche degli orfani.<br />

Suor Maria Fernandez, parlando il 15<br />

ottobre scorso della sua esperienza in<br />

seno al gruppo delle Donne sole con Gesù,<br />

si è detta colpita dallo spirito di solidarietà<br />

che le anima e dalla serietà del<br />

loro impegno.<br />

La religiosa le assiste come consigliera<br />

da cinque anni.<br />

In quest'anno 2001 l'impegno della religiosa<br />

per la promozione della donna, e<br />

in generale per la promozione umana,<br />

l'ha portata a svolgere la sua attività<br />

apostolica come consigliera anche nel<br />

gruppo delle «Mamme bongisa».<br />

Sono una sessantina, distribuite nelle<br />

30 comunità ecclesiali di base (CEB) che<br />

operano nel territorio di Saint Mbanga.<br />

Sono particolarmente attive nell'ambito<br />

dell'alimentazione.<br />

Assistono circa seicento bambini malnutriti<br />

nelle diverse CEB o nelle strutture<br />

sanitarie connesse a questa attività.<br />

Suor Maria Fernandez, dinanzi all'impegno<br />

di questi due gruppi di donne a<br />

Saint Mbaga, ha sottolineato con dolore<br />

l'eccessiva miseria presente nella parrocchia<br />

che limita fortemente le possibilità<br />

d'intervento. Ha anche osservato, con la<br />

morte nell'anima, come il fenomeno della<br />

stregoneria o «kindoki» stia assumendo<br />

dimensioni inquietanti, alimentato<br />

paradossalmente proprio dalla grande<br />

miseria della gente.<br />

La religiosa ha anche rivelato che, a<br />

causa di questa piaga, persone innocenti<br />

sono ingiustamente gettate in strada e<br />

costrette a vivere in condizioni molto<br />

precarie e aberranti.<br />

Poi ha voluto portare una testimonianza<br />

come luce di speranza per un futuro<br />

comunque diverso, come solo l'amore<br />

e la carità possono generare proprio<br />

uno di questi bambini che hanno<br />

vissuto questo dramma è stato adottato<br />

da una famiglia che frequenta la parrocchia.<br />

«Siamo consapevoli dell’enorme peso<br />

economico che già condividete.<br />

D’altronde, l’iniziativa di fondare un’Università<br />

cattolica può essere realizzata<br />

solo con il vostro supporto e impegno».<br />

È l’appello a favore della raccolta<br />

di fondi per l’ateneo cattolico contenuto<br />

nella Lettera Pastorale di Mons.<br />

Peter Turkson, Arcivescovo di Cape<br />

Coast e Presidente della Conferenza<br />

Ghana: l’Università Cattolica, una risorsa per la Chiesa e per il Paese<br />

CIAD I primi cinquant'anni della parrocchia di Baïbokoum retta dai frati Cappuccini<br />

Apostolato e catechesi tra le tribù Mbum<br />

per un futuro di convivenza e di pace<br />

La vita in Ciad si concentra quasi interamente<br />

nel Sud, dove scorrono il<br />

Chari e il Logone. Qui è la culla del cattolicesimo,<br />

che vi arrivò nel 1929 con i<br />

Padri dello Spirito Santo di Parigi, uno<br />

dei quali, P. Herriau, giunse in bicicletta<br />

da Bangui, capitale dell’allora Oubangui-<br />

Chari e oggi Repubblica Centrafricana.<br />

Essi si fermarono a Kou, un villaggio<br />

non lontano da Baïbokoum, dove un<br />

cippo ne tramanda la memoria.<br />

Agli Spiritani seguirono nel 1929 due<br />

Frati Minori Cappuccini della Provincia<br />

di Tolosa, P. Fortunat Goussaurd e P.<br />

Clément Sirgue, che divenne il primo<br />

Prefetto Apostolico di Moundou, carica<br />

a cui poi rinunciò per lavorare come<br />

semplice missionario. Nel 1952 P. Fortunat<br />

fondò la parrocchia di Baïbokoum,<br />

la quale si appresta, quindi, a celebrare<br />

il 50° di fondazione. Oggi essa è retta<br />

dai Cappuccini di Foggia, che vi lavorano<br />

dal 1965 e che ne hanno fatto non<br />

solo un centro di evangelizzazione, ma<br />

anche un piccolo laboratorio di cultura<br />

in cui si studiano la lingua e i costumi<br />

dei Mbum, una delle tante tribù che vivono<br />

nella zona.<br />

Le maggiori realizzazioni riguardano<br />

la catechesi, la promozione e lo sviluppo.<br />

Per la prima essi hanno aperto il<br />

centro catechistico di Bam, che può accogliere<br />

14 famiglie (è ormai comune la<br />

tendenza a coinvolgere nella catechesi i<br />

catechisti e la loro famiglia), e varie<br />

chiese o cappelle nei villaggi.<br />

Per la promozione va segnalata l’apertura<br />

di vari ordini di scuole, da quelle<br />

primarie e secondarie di Goré, al «Licée<br />

d’Italie» di Baïbokoum, frequentato da<br />

800 alunni/e che, volendo, possono restarvi<br />

dalle secondarie al baccalaureato.<br />

Il liceo ha segnato una svolta sensibile<br />

nella vita della cittadina che confina con<br />

la Repubblica Centrafricana e il Camerun,<br />

perché, nonostante sia attivo da pochi<br />

anni, ha preparato giovani e ragazze<br />

che stanno entrando nell’amministrazione<br />

pubblica, perfezionando una tradizio-<br />

La religiosa spera che altre famiglie<br />

cristiane adottino in futuro questi bambini<br />

vittime di una credenza pericolosa<br />

che li condanna a una vita di miseria.<br />

Suor Maria Fernandez fa anche parte<br />

della Commissione per lo Sviluppo della<br />

parrocchia di Saint Mbaga, della quale è<br />

consigliera.<br />

È arrivata nella Repubblica Democratica<br />

del Congo nel 1965. Ha operato nella<br />

Diocesi di Kole e in altre comunità<br />

della sua congregazione a Kinshasa, fra<br />

cui Limwenza e Gombe.<br />

Aveva già esercitato il suo apostolato<br />

parrocchiale a Saint Mbaga negli anni<br />

dopo il suo arrivo a Kinshasa. La Congregazione<br />

delle Suore del Sacro Cuore<br />

a cui appartiene è giunta nella Repubblica<br />

Dem ocratica del Congo nel 1927.<br />

Attualmente presente nella capitale<br />

congolese e nella provincia del Basso<br />

Congo, questa congregazione comprende<br />

una sessantina di suore (per la maggior<br />

parte congolesi). La Madre Provinciale<br />

è suor Mukoko.<br />

Eretta in Nigeria<br />

la Diocesi di Nnewi<br />

In Nigeria è stata recentemente<br />

eretta la Diocesi di Nnewi, con territorio<br />

dismembrato dall’Arcidiocesi di<br />

Onitsha, ed è stata resa suffraganea<br />

della medesima Chiesa metropolitana.<br />

La nuova Diocesi di Nnewi comprenderà<br />

i distretti civili di Nnewi<br />

North, Nnewi South, Ekwusigo, Ihiala<br />

meno la zona di Uli, finora compresi<br />

nell’Arcidiocesi di Onitsha.<br />

La nuova Diocesi è stata eretta<br />

perché un buon numero di cattolici<br />

partecipa attivamente alla vita della<br />

Chiesa e ha bisogno di una maggiore<br />

attenzione e per far fronte alla proliferazione<br />

di sètte.<br />

Il Vescovo, Hilary Paul O. Okeke,<br />

primo Presule di Nnewi, avrà la sua<br />

sede a Nnewi, dove esiste già una<br />

chiesa parrocchiale dedicata a «Our<br />

Lady of Assumption», che diverrà la<br />

Cattedrale.<br />

Mons. Okeke è nato il 21 gennaio<br />

1947 a Utuh, Arcidiocesi di Onitsha.<br />

Ha studiato in patria ed a Roma, laureandosi<br />

in Diritto canonico all’Università<br />

Urbaniana. È stato ordinato<br />

sacerdote per l’Arcidiocesi di Onitsha,<br />

il 20 aprile 1974. È stato parroco<br />

a Ogbaru (1974/'78); insegnante a<br />

Ogbakuba e Onitsha (1977/'78); segretario<br />

dell’Associazione dei canonisti<br />

in Nigeria (1986/'93) e poi presidente<br />

(dal 1996); officiale della State<br />

episcopale del Ghana. La lettera pastorale<br />

chiede ai cristiani locali e del<br />

mondo, aiuto finanziario e materiale<br />

per potere iniziare il prossimo anno le<br />

lezioni dell’Università.<br />

L’invito è rivolto anche a comunità<br />

non cattoliche, uomini d’affari, industrie<br />

e tutti quelli che hanno interesse<br />

a promuovere una buona educazione<br />

universitaria in Ghana.<br />

ne che risale agli inizi del cattolicesimo<br />

nel Ciad.<br />

Infatti, dando precedenza alla scuola,<br />

fin dall’arrivo i missionari prepararono i<br />

«cervelli» che si sono succeduti negli<br />

uffici pubblici del Paese fin dall’anno<br />

dell’indipendenza (1960), suscitando la<br />

gelosia della gente del Nord, arrivata<br />

agli stessi traguardi con molto ritardo (o<br />

non arrivandoci affatto). Vicino alle<br />

scuole a Baïbokoum è stata aperta una<br />

biblioteca per integrare la formazione<br />

scolastica, e una «aumônerie» (centro<br />

religioso) per l’assistenza spirituale degli<br />

studenti. Affidata quasi interamente ai<br />

laici, essa è un forte appoggio morale,<br />

soprattutto per i giovani che vengono da<br />

lontano e ai quali non basta il tetto e il<br />

piatto che offre la famosa famiglia allargata<br />

africana.<br />

Molti i dispensari per un pronto intervento<br />

sulle malattie più comuni e prezioso<br />

un ospedaletto a Cumao, portato<br />

avanti con sacrifici facilmente comprensibili.<br />

Immancabili, infine, le scuole ma-<br />

terne dirette dalle Suore Francescane<br />

Angeline che non si limitano ad assistere<br />

i bambini, ma formano le ragazze destinate<br />

a guidare «l’école maternelle de<br />

brousse», che sono una ventina e che<br />

sono preziosi punti di riferimento non<br />

solo per i piccoli, ma anche per le donne<br />

che, secondo le suore, «vi imparano<br />

ad essere mamme».<br />

A Bam, vicino al villaggio dei catechisti,<br />

è attiva una falegnameria da cui<br />

escono mobili e artigiani che non sempre<br />

riescono a far fronte alle richieste<br />

provenienti da Goré, da Doba, da<br />

Moundou, cioè dalle città più popolose<br />

e più attive dei dintorni.<br />

L’altra attività, quella culturale, è<br />

nelle mani di P. Attilio Ladogana, uno<br />

dei due primi cappuccini foggiani arrivati<br />

a Baïbokoum, grosso centro della sottoprefettura<br />

del Logone Orientale, con<br />

tredicimila Kmq di superficie e una popolazione<br />

che supera i cinquantamila<br />

abitanti. Profondo conoscitore della lingua<br />

mbum (nella zona vivono centinaia<br />

CAMERUN Fondato a Yaoundé venticinque anni fa<br />

Il «Foyer della speranza»<br />

per i ragazzi di strada<br />

Venticinque anni fa P. Yves Lescanne,<br />

della Congregazione dei Piccoli Fratelli<br />

del Vangelo, ha fondato nell’Arcidiocesi<br />

di Yaoundé, il «Foyer della speranza».<br />

Una équipe composta da religiosi, religiose<br />

e laici si occupa di ragazzi in difficoltà:<br />

ragazzi di strada, minori arrestati<br />

o imprigionati. Da oltre dieci anni il gesuita<br />

P. Antonio Masson si occupa di<br />

amministrare questa struttura.<br />

Attualmente il Foyer si prende cura di<br />

oltre 600 giovani che hanno scelto la<br />

strada per sopravvivere alle difficoltà<br />

della vita. Le cause che li hanno portati<br />

a questa scelta sono diverse: il rifiuto<br />

spontaneo o volontario da parte delle loro<br />

famiglie perché affetti da infermità o<br />

malformazioni, o una malattia, perché<br />

la famiglia non può occuparsi di loro<br />

dal punto di vista finanziario.<br />

Altri si ritrovano sulla strada per spirito<br />

d’avventura o per mancanza di affetti<br />

che pensano di avere da altri amici sulla<br />

strada. L’attrazione per la città, causa<br />

dell’esodo rurale, può creare in loro delle<br />

speranze che sono in seguito deluse,<br />

Education Commission (1985/'92) e<br />

presso il Tribunale ecclesiastico di<br />

Onitsha (1992/'95); vicario episcopale<br />

per il clero (1995/'98). Dal 1997 è Vicario<br />

generale dell’Arcidiocesi di<br />

Onitsha ed attualmente è parroco dei<br />

santi Giovanni e Paolo ad Awada. È<br />

anche membro e perito della Commissione<br />

della Conferenza episcopale<br />

della Nigeria. È stato inoltre Esperto<br />

della delegazione nigeriana all’Assemblea<br />

speciale del Sinodo dei Vescovi<br />

per l’Africa (1994).<br />

Il Santo Padre Giovanni Paolo II,<br />

in data 9 novembre 2001, ha nominato<br />

Arcivescovo coadiutore di Onitsha,<br />

il sac. Valerian Okeke, del clero della<br />

medesima Arcidiocesi, attualmente<br />

Rettore del «Bigard Memorial Seminary»<br />

ad Enugu.<br />

Il nuovo Arcivescovo è nato il 20<br />

ottobre 1953 a Umudioka, Arcidiocesi<br />

di Onitsha. Ha studiato in patria<br />

ed a Roma, laureandosi in teologia<br />

morale all’Alfonsianum. È stato ordinato<br />

sacerdote l’11 luglio 1981. È stato<br />

viceparroco ad Onitsha (1981/'83);<br />

parroco a Umoji (1983/'86); professore<br />

e membro della facoltà di formazione<br />

del Bigard Memorial Seminary<br />

di Enugu (1991/'96). Dal 1996 è rettore<br />

del suddetto seminario, che è il<br />

più grande del mondo, con oltre mille<br />

seminaristi.<br />

Nel 1998 la Conferenza episcopale<br />

del Ghana ha annunciato l’intenzione<br />

di fondare una Università cattolica<br />

(Catholic University of Ghana, CUG),<br />

aperta a tutti senza distinzioni religiose,<br />

etniche e sociali.<br />

La sede dell’ateneo è a Fiapre vicino<br />

a Sunyani nella regione di<br />

Brong Ahafo. All’inizio, sono previste<br />

tre materie di insegnamento:<br />

perché pensano di trovare in città una<br />

vita migliore e delle strutture che consentano<br />

loro di trovare lavoro.<br />

Un'inchiesta rileva che questo fenomeno<br />

è dovuto soprattutto al degrado<br />

della vita nella società: l’80% dei ragazzi<br />

di strada di Yaoundé provengono da famiglie<br />

divorziate o poligame. I figli di<br />

genitori divorziati hanno poche possibilità<br />

di trovare un affetto sincero dai genitori<br />

adottivi, e si sentono spesso non<br />

compresi. I figli di famiglie che praticano<br />

la poligamia, mancano di un buon<br />

inquadramento e si lasciano andare alle<br />

loro fantasie.<br />

La stessa situazione è per gli orfani. A<br />

Yaoundé, città con oltre un milione di<br />

abitanti, vengono chiamati «naga-mboko»<br />

(in lingua douala vuol dire «quelli<br />

che dormono fuori, all’aperto»). Il Foyer<br />

ha come obiettivo di insegnare a questi<br />

giovani un profondo senso di umanità e<br />

responsabilità. I membri del Foyer assicurano<br />

una loro presenza quotidiana<br />

sulle strade, nei commissariati della città<br />

ed alla prigione centrale. Cercano di<br />

creare legami di amicizia ed ottengono<br />

dei risultati positivi. Uno di questi ragazzi<br />

per esempio è diventato meccanico,<br />

ha una buona clientela e si è messo in<br />

proprio.<br />

Al Foyer i ragazzi ricevono anche assistenza<br />

sanitaria e tutte le attenzioni<br />

che consentono di creare un clima di fiducia<br />

reciproca. Alcuni manifestano il<br />

desiderio di un reinserimento familiare e<br />

sociale, soprattutto i più piccoli, allora<br />

vengono orientati dall’équipe del Foyer<br />

ad un Centro specifico, con sede a<br />

Mvolvé, quartiere di Yaoundé, per ricongiungersi<br />

alle famiglie di origine o<br />

inserirsi presso famiglie adottive. Per gli<br />

altri, il fatto di essere seguiti nel loro<br />

campo, la strada, li aiuta spesso a rientrare<br />

in famiglia o a cercare dei piccoli<br />

lavori: guardiano di notte, venditore ambulante.<br />

L’équipe del Foyer lavora anche nei<br />

commissariati, assicurando l’assistenza<br />

primaria ma soprattutto ricercando le<br />

cause del loro arresto. Ogni volta che è<br />

possibile, il Foyer intraprende le pratiche<br />

per la loro liberazione, o almeno<br />

tenta di riavvicinare i giovani alle famiglie.<br />

Nella stessa prigione è stato creato<br />

un Centro socio-educativo, dove i ragazzi<br />

ricevono l’istruzione fino ai 14/15 anni.<br />

Gli insegnanti sono in maggioranza<br />

detenuti, che hanno così la possibilità di<br />

occupare il loro tempo e di rendersi utili<br />

durante la detenzione, oltre a ridare un<br />

senso alla vita.<br />

Quando escono di prigione, i ragazzi<br />

si possono recare a «L’arca di Noè», un<br />

altro Centro del Foyer, sempre vicino alla<br />

prigione. Lì, secondo i progetti individuali,<br />

e con i risparmi guadagnati fabbricando<br />

mattoni di terra, facendo lavori<br />

di giardinaggio, i giovani vengono seguiti<br />

per il loro reinserimento.<br />

scienza e tecnologia; teologia e filosofia;<br />

amministrazione e gestione<br />

aziendale.<br />

Questa nuova iniziativa è un ulteriore<br />

contributo della Chiesa al sistema<br />

educativo del Ghana.<br />

Fin dall’inizio del secolo scorso le<br />

scuole cattoliche hanno formato capi<br />

di stato, giuristi, insegnanti, medici<br />

che hanno servito il Paese.<br />

di etnie), P. Attilio è entrato nell’anima<br />

della tribù, sulla quale ha fatto uno studio<br />

scientifico che è stato una rivelazione<br />

per gli stessi indigeni.<br />

Questo gli è servito, tra l’altro, per<br />

trasferire nella liturgia — con le debite<br />

autorizzazioni — gesti e riti che l’hanno<br />

avvicinata alla gente, rendendogliela più<br />

accessibile e più familiare. Il gesto di<br />

pace, per esempio, è scambiato all’inizio<br />

della celebrazione eucaristica, essendo<br />

inconcepibile per gli mbum avvicinarsi<br />

alla divinità con gli animi divisi; alla lettura<br />

del Vangelo ci si siede, perché la<br />

parola del capo va ascoltata in questa<br />

posizione; il calice è sostituito dalla «calebasse»,<br />

l’unico recipiente conosciuto<br />

per bere.<br />

La perfetta conoscenza della lingua<br />

ha consentito inoltre a P. Attilio di tradurre<br />

in mbum tutto il Nuovo Testamento<br />

(l’opera è già pubblicata) e le letture<br />

del messale; di preparare opuscoli<br />

da mettere in mano ai confratelli, alle<br />

suore e ai catechisti che assistono oltre<br />

seimila battezzati e più di quattromila<br />

catecumeni, in gran parte mbum. Egli è<br />

anche a buon punto nella traduzione del<br />

Vecchio Testamento.<br />

Egli sta terminando, inoltre, un dizionario<br />

mbum-francese e francese-mbum<br />

che naturalmente sarà il primo del genere.<br />

Tutto questo, ovviamente, senza tralasciare<br />

l’apostolato e senza estraniarsi<br />

dalla gente, specialmente da quella che,<br />

non conoscendo il francese, ha bisogno<br />

di chi la aiuti a far capire un malessere<br />

fisico o, più spesso, uno morale, legato<br />

alla paura e alla «sorcellerie».<br />

Naturalmente i religiosi non hanno<br />

trascurato le vocazioni locali, che accolgono<br />

nel postulato di Goré, dov’è Vescovo<br />

il loro confratello Mons. Rosario<br />

Ramolo, prima di inviarle al noviziato di<br />

Ndim, nella Repubblica Centrafricana. I<br />

primi professi sono sulla via del sacerdozio,<br />

che uno di loro riceverà agli inizi<br />

del prossimo anno.<br />

EGIDIO PICUCCI<br />

La nuova<br />

Prefettura<br />

Apostolica<br />

di Mongo<br />

È stata eretta recentemente in<br />

Ciad una nuova Prefettura Apostolica.<br />

Si tratta di Mongo e comprenderà<br />

il territorio delle Prefetture<br />

civili di Salamat (smembrata<br />

dalla Diocesi di Sarh), di Guéra,<br />

di Quaddai, di Batha, di Biltine e<br />

la Sotto-Prefettura di Ennedi. Per<br />

quanto riguarda la «commissio» la<br />

nuova circoscrizione viene affidata<br />

all’Arcidiocesi di N’Djamena.<br />

L'erezione della nuova Prefettura<br />

si è resa necessaria sia per il<br />

notevole incremento della presenza<br />

della Chiesa in una regione fortemente<br />

musulmana; sia perché<br />

occorreva dare un forte sostegno<br />

ad una pastorale adattata al contesto<br />

socio-religioso; sia perché bisognava<br />

ridurre le dimensioni eccessive<br />

dell’Arcidiocesi di N’Djamena<br />

(oltre un milione di kmq.) e<br />

dare appoggio alla vicinanza pastoraletral’Ordinario<br />

e i Cattolici.<br />

Il Rev. Padre Henry Coudray,<br />

S.I., è stato eletto Prefetto della<br />

nuova Prefettura Apostolica.<br />

È nato il 22 giugno 1942 a Pont<br />

de Beauvoisin (Isére), in Francia.<br />

Ha studiato la filosofia a Chantilly<br />

e la teologia a Lyon, conseguendo<br />

poi la licenza in filosofia alla Pontificia<br />

Università Gregoriana, a<br />

Roma.<br />

Ha ottenuto un diploma negli<br />

studi letterari all’Università di<br />

Sorbona a Parigi e una licenza in<br />

arabo e islamologia all’Università<br />

di Lyon.<br />

Venne ordinato sacerdote il 30<br />

giugno 1973 e fece la professione<br />

solenne il 2 marzo 1980.<br />

Nel 1964 si recò a N’Djamena<br />

per il servizio militare e aiutò nella<br />

parrocchia dei padri gesuiti di<br />

Kabalaye, offrendo corsi serali per<br />

i giovani.<br />

Dopo l’ordinazione, venne nominato<br />

Vicario parrocchiale nell’Arcidiocesi<br />

di N’Djamena e professore<br />

di arabo a Abéché.<br />

Dal 1984 al 1989 venne inviato<br />

in Costa d’Avorio, come Direttore<br />

del nuovo noviziato gesuita di<br />

Abidjan.<br />

Rientrato nel Ciad, nel 1989,<br />

venne nominato Parroco a Mongo.<br />

Nel 1995 venne nominato promotore<br />

di incontri tra cristiani e<br />

musulmani a N’Djamena e Parroco<br />

nella Parrocchia di Marjan<br />

Daffak. Dalla fine di luglio 2000<br />

adempie l’incarico di Vicario Episcopale<br />

per la Regione Est dell’Arcidiocesi<br />

di N’Djamena.


A ROMA<br />

PAGINA<br />

TIBURTINA Incontro fra il sindaco e i cittadini<br />

Ribadito l'impegno<br />

per lo sviluppo dell'area<br />

Il Campidoglio punta sullo sviluppo<br />

dell’area della Tiburtina.<br />

Lo ha ribadito il sindaco di Roma<br />

Walter Veltroni che nel pomeriggio di<br />

ieri, martedì, ha avuto due appuntamenti<br />

con i cittadini della zona che attendono<br />

gli interventi per la riqualificazione<br />

della zona.<br />

Nel primo si è impegnato con i comitati<br />

di quartiere e gli abitanti a porre le<br />

condizioni per la creazione del parco archeologico<br />

Tiburtino-Collatino, un polmone<br />

verde di 64 ettari, nel cuore dell’area<br />

dello Sdo.<br />

«Mi auguro che la Regione Lazio approvi<br />

presto il piano particolareggiato<br />

relativo al Parco — ha detto —. Dopodiché<br />

noi faremo partire le pratiche per<br />

gli espropri».<br />

Nel secondo appuntamento, nel teatro<br />

Gerini in via Tiburtina, Veltroni ha ricapitolato<br />

con metà della Giunta gli interventi<br />

e i progetti messi in campo per lo<br />

sviluppo del quadrante: dalla nuova stazione<br />

Tiburtina al nuovo centro agroalimentare,<br />

all’avvio degli espropri per lo<br />

Sdo, dove andranno l’università, l’Istat<br />

e un ministero.<br />

Al centro dell’assemblea, però, il problema<br />

della congestione del traffico sulla<br />

via Tiburtina, specie nel tratto fuori del<br />

grande raccordo anulare.<br />

Per coordinare gli interventi, è stato<br />

così creato un «osservatorio sulla mobilita»,<br />

che sarà presieduto dal presidente<br />

del V Municipio Ivano Caradonna. L’assessore<br />

ai Lavori Pubblici Giancarlo<br />

«La Sapienza»:<br />

ridotte le tasse<br />

per le fasce<br />

più deboli<br />

Ridotte alla Sapienza le tasse per le<br />

fasce contributive più deboli. Lo ha deliberato<br />

ieri mattina, martedì, il consiglio<br />

di amministrazione dell’ateneo, «in pieno<br />

accordo» con i rappresentanti degli<br />

studenti, come ha reso noto l’ateneo in<br />

un comunicato. Per far scendere le tasse<br />

saranno impiegati cinque miliardi non<br />

utilizzati in quest’anno accademico per i<br />

servizi agli studenti, che sarebbero andati<br />

in economia nel bilancio in chiusura.<br />

Questi soldi saranno riassegnati agli studenti<br />

nel bilancio del prossimo anno. Il<br />

consiglio di amministrazione ha così deciso<br />

di lasciare inalterate le tasse della<br />

prima classe contributiva (0-35 milioni);<br />

di diminuire l’aumento al 20 per cento<br />

sulla II fascia (35-66 milioni), anziché<br />

del 33 per cento come stabilito nella<br />

precedente delibera del luglio scorso; di<br />

far scendere l’aumento al 30 per cento<br />

delle tasse per la III fascia (66-91), contro<br />

il 35 per cento della precedente delibera;<br />

di lasciare inalterato l’aumento del<br />

37% per la IV fascia (91-122 milioni), così<br />

come quello del 39 % per il V livello<br />

contributivo (oltre 122 milioni).<br />

Tutte i rappresentanti studenteschi,<br />

ad eccezione di quello dei collettivi, che<br />

si è astenuto, hanno approvato la diminuzione<br />

delle tasse universitarie. Lo ha<br />

reso noto Azione Universitaria, la quale<br />

ha rivendicato «la guida di questa battaglia<br />

riconoscendo ai giovani dei Ds di<br />

averla condotta insieme a loro». Il rappresentante<br />

di Azione Universitaria nel<br />

cda, Massimo Romeo, ha annunciato<br />

che l’associazione ha proposto per la<br />

primavera prossima una conferenza programmatica<br />

dell’ateneo.<br />

Tre imprenditori<br />

in manette nel Viterbese<br />

per evasione fiscale<br />

Tre imprenditori agli arresti domiciliari,<br />

altri 2 denunciati, 8 miliardi sottratti<br />

a tassazione: questo il risultato di un'operazione<br />

della Guardia di Finanza a Civitacastellana.<br />

Sono finiti agli arresti domiciliari<br />

Giovanni Bruziches, Genesio<br />

Bevilacqua e Nabil Al Zeer. I primi due<br />

sono i responsabili di un'azienda specializzata<br />

nella produzione di prodotti igienico-sanitari,<br />

il terzo è il direttore della<br />

stessa società. Gli investigatori hanno sequestrato<br />

15 conto correnti bancari accesi<br />

in varie località. Le indagini scattarono<br />

nei primi mesi del 2000 con l’avvio<br />

di una verifica fiscale. Le Fiamme Gialle<br />

trovarono alcuni documenti che insospettirono<br />

circa la reale e corretta condotta<br />

della società. Venne scoperto un<br />

giro di affari con alcuni paesi del Medio<br />

Oriente con uso di doppie fatture: una<br />

copia di queste con prezzi di listino ridotti<br />

veniva in pratica consegnata alla<br />

dogana dell’importatore estero ed al<br />

tempo stesso contabilizzata dalla società<br />

cedente; il secondo esemplare di fattura<br />

recante la dizione «pro forma», con i<br />

prezzi del valore normale e di mercato<br />

veniva invece consegnato all’importatore.<br />

Le differenze non fatturate rientravano,<br />

infine nella disponibilità dei soci dell’azienda<br />

con accrediti bancari intestati<br />

agli stessi.<br />

11 .<br />

D’Alessandro ha annunciato che la via<br />

Tiburtina sarà raddoppiata dal Gra fino<br />

a Tor Cervara.<br />

Nel 2002 sarà messa a punto la progettazione<br />

e nel 2003-2004 si avvieranno<br />

e concluderanno i lavori. Lo stanziamento<br />

complessivo è di 84 miliardi di<br />

lire.<br />

Novità sono in arrivo anche per altri<br />

aspetti della mobilità: il prolungamento<br />

della Fm2 fino a Tivoli e, più avanti, il<br />

prolungamento della linea «B» della metropolitana<br />

da Ponte Mammolo al grande<br />

raccordo anulare.<br />

Casa: prorogato<br />

l'aumento delle ore<br />

di riscaldamento<br />

È stata prorogata sino al 23 dicembre<br />

a Roma l’attivazione degli<br />

impianti di riscaldamento oltre le<br />

12 ore giornaliere, anche dalle 23<br />

alle 5, per un massimo di sedici<br />

ore al giorno.<br />

Lo rende noto il Comune spiegando<br />

che la proroga stabilita con<br />

un’ordinanza del sindaco, Walter<br />

Veltroni, è stata decisa a causa<br />

del protrarsi delle condizioni di<br />

bassa temperatura di questi<br />

giorni.<br />

Traffico:<br />

nuove misure<br />

contro<br />

l'inquinamento<br />

AMBIENTE Dopo il grave incendio del luglio del 2000 che distrusse 260 ettari<br />

È cominciato il rimboschimento<br />

della pineta di Castel Fusano<br />

Cento alberi sono stati piantati nella<br />

zona della Pineta di Castel Fusano, all’interno<br />

dell’area compresa tra via Cristoforo<br />

Colombo e via di Castel Porziano<br />

allo scopo di avviare la fase operativa<br />

del rimboschimento della riserva naturale,<br />

che subì il 4 luglio 2000 un vasto<br />

incendio durante il quale furono distrutti<br />

260 ettari di vegetazione. A febbraio,<br />

inoltre, a seguito di un bando di gara,<br />

sarà individuata la ditta che dovrà eseguire<br />

la piantumazione di altre centinaia<br />

di vari esemplari di alberi, entro la fine<br />

del 2002, finalizzata alla completa ricostituzione<br />

della pineta. Gli interventi sono<br />

stati illustrati ieri, martedì, durante<br />

una conferenza stampa, svoltasi presso<br />

la zona danneggiata alla presenza, tra<br />

gli altri, del sindaco Walter Veltroni e<br />

dell’assessore regionale all’ambiente<br />

Marco Verzaschi. I cento alberi sono<br />

stati donati dalla Presidenza della Repubblica<br />

che è particolarmente impegnata<br />

nell’opera di ripristino della flora<br />

tipica della zona.<br />

L’importo complessivo dei lavori relativi<br />

al «progetto di ricostituzione dell’ecosistema<br />

della Pineta di Castel Fusano»<br />

è di sette miliardi, di cui cinque stanziati<br />

dal Comune, un miliardo e cinquecento<br />

milioni concessi dal Ministero dell’ambiente<br />

e cinquecento dalla Provincia.<br />

La seconda fase del rimboschimento,<br />

con la completa posa degli alberi,<br />

potrà poi beneficiare di un ulteriore<br />

stanziamento di quattro miliardi dato<br />

dalla Regione Lazio.<br />

Attualmente sono stati piantati venticinque<br />

pini, venticinque lecci, venticinque<br />

sughere e venticinque querce, tutti<br />

esemplari giovani di età compresa tra i<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì 20 Dicembre 2001<br />

Via libera definitivo, martedì, della<br />

Giunta capitolina alle misure anti inquinamento<br />

che porteranno ad una serie<br />

graduale di limitazioni alla circolazione<br />

delle auto più inquinanti: prima le vecchie<br />

diesel e poi le non catalizzate. Dal<br />

1º gennaio 2002 i veicoli diesel di vecchia<br />

generazione non potranno più entrare<br />

e circolare all’interno dell’anello<br />

ferroviario di Roma (l’area delimitata<br />

dalla tangenziale Est, dall’Olimpica e a<br />

sud da via Marco Polo). Il blocco alla<br />

circolazione all’interno dell’anello ferroviario<br />

sarà esteso alle auto non catalizzate,<br />

a partire dal 30 giugno 2002. Sono<br />

esclusi i residenti che hanno tempo fino<br />

al 31 dicembre 2002 per mettersi in regola.<br />

La Giunta ha approvato la delibera<br />

con le misure anti inquinamento predisposta<br />

dall’assessore comunale all’Ambiente,<br />

Dario Esposito, confermando la<br />

memoria già varata ad ottobre, compresa<br />

l’introduzione del controllo dei gas di<br />

scarico (bollino blu) per i ciclomotori e i<br />

motocicli. Anche se, per rendere operative<br />

questa ultima misura, ha spiegato<br />

Esposito, bisognerà attendere l’omologazione<br />

da parte del ministero delle macchine<br />

per rilevare i gas di scarico delle<br />

due ruote. I provvedimenti riguardano<br />

complessivamente 100.000 vetture diesel,<br />

500.000 auto non catalizzate,<br />

150.000 di proprietà di residenti nel Centro<br />

storico. Per il passaggio a veicoli a<br />

basso impatto (Gpl o metano) sono previsti<br />

anche incentivi, grazie a 15 miliardi<br />

del ministero dell’Ambiente, destinati alle<br />

fasce sociali disagiate.<br />

cinque ed i dieci anni e di altezza di circa<br />

sei metri. Anche i prossimi alberi da<br />

piantare, saranno di analoghe specie,<br />

ma per la crescita e quindi il definitivo<br />

ritorno della pineta allo stato originario,<br />

come è stato sottolineato, occorrerà attendere<br />

diverse generazioni.<br />

Intanto sono in corso di esecuzione<br />

anche le operazioni di bonifica, che consistono<br />

nell’abbattimento e nella rimozione<br />

dei pini irrimediabilmente distrutti<br />

dall’incendio.<br />

Le latifoglie bruciate (lecci, filiera,<br />

lentisco) sono state sottoposte a succisione<br />

(taglio a pochi centimetri sopra il<br />

Energia: primo tetto<br />

fotovoltaico<br />

in una scuola materna<br />

È stato realizzato nella Scuola<br />

Materna G. B. Valente, il primo<br />

impianto romano del programma<br />

nazionale «tetti fotovoltaici» promosso<br />

dal ministero dell’Ambiente.<br />

L’opera è stata eseguita da<br />

Conphoebus. «Utilizzando le ampie<br />

terrazze della scuola — hanno<br />

spiegato dalla società — è stato<br />

possibile istallare un sistema da 3<br />

kW, in grado di sopperire parzialmente<br />

alle necessità di energia<br />

elettrica dell’edificio e di abituare<br />

i giovani a convivere fin dalla più<br />

tenera età con la produzione energetica<br />

da fonti rinnovabili».<br />

Scossa del quarto grado in provincia di Roma<br />

Una scossa del quarto grado della scala Mercalli è stata registrata, mercoledì<br />

mattina, attorno alle 9 ad una settantina di chilometri ad est di Roma,<br />

con epicentro nella zona di Bellegra, Rocca Santo Stefano e Subiaco. La<br />

scossa è stata avvertita anche a Tivoli. A seguito di accertamenti, disposti<br />

dal prefetto Emilio Del Mese, e di sopralluoghi effettuati dai carabinieri non<br />

si sono riscontrati danni a cose e persone. Nella stessa zona, nel marzo del<br />

2000, ci fu un terremoto del sesto grado che provocò notevoli danni.<br />

Incendio in una scuola autogestita a Centocelle<br />

Un incendio è scoppiato, martedì, per cause ancora imprecisate, nei locali<br />

attigui ad una palestra dell’istituto professionale per il commercio «Europa»,<br />

nella zona di Centocelle, che da due settimane è in autogestione. Quando<br />

le fiamme sono divampate nei locali non c’era nessuno. Un professore, visto<br />

il fumo che usciva dalle finestre, pensando che all’interno ci fosse qualche<br />

alunno, ha sfondato a pedate la vetrata d’ingresso, provocandosi lesioni<br />

giudicate dai medici guaribili in sette giorni. Sono intervenuti mezzi dei<br />

Vigili del fuoco perché le fiamme si erano estese anche ad altri locali.<br />

Sul posto anche la Polizia che, pur non avendo trovato tracce di<br />

dolo, al momento non esclude che l’incendio possa essere stato appiccato<br />

da qualcuno.<br />

Anziano scippato a s. Paolo: denunciate 3 donne<br />

Tre donne sono state denunciate per favoreggiamento nell’ambito dell’indagine<br />

su uno scippo ai danni di un anziano sul quale indagano agenti dei<br />

commissariati san Paolo e Ostia. L’anziano è stato rapinato, martedì, del<br />

denaro che aveva appena prelevato in banca intorno alle 13.30 in via Sereni,<br />

nella zona di san Paolo, da due giovani di cui uno con casco, a bordo di<br />

una moto. Nel pomeriggio gli agenti hanno individuato la proprietaria della<br />

moto, una donna di 42 anni, la quale ha dichiarato di aver fatto da prestanome<br />

ad extracomunitari. La Polizia attraverso lei è risalita ad altre due<br />

donne che hanno fornito analoghe generiche spiegazioni. Tutte e tre sono<br />

state denunciate.<br />

OSPEDALI Visita pastorale del Cardinale Vicario Ruini al sant'Andrea<br />

Scorgere nella persona malata<br />

il volto del Redentore<br />

Missione cristiana e mondo della sofferenza,<br />

due realtà che si incontrano in<br />

tutti i luoghi, come ospedali e case di<br />

cura, dove i malati vengono accolti e<br />

curati. Con questo spirito, e con il proposito<br />

di recare il conforto e la solidarietà<br />

della Chiesa, il Cardinale Vicario Camillo<br />

Ruini, martedì mattina, si è recato<br />

in visita presso il nuovo policlinico sant’Andrea<br />

a via di Grottarossa, sede della<br />

seconda facoltà di Medicina e Chirurgia<br />

dell’Università «La Sapienza». Come testimonianza<br />

della piena partecipazione<br />

della Chiesa al mondo della sanità, il<br />

Cardinale Ruini, ha visitato i nuovissimi<br />

corridoi e ambulatori dell’ospedale insieme<br />

con il dott. Gennaro Moccia, Direttore<br />

Generale del nosocomio, e con il<br />

prof. Giuseppe D’Ascenzo, Magnifico<br />

Rettore dell’Università. Durante la visita<br />

pastorale, il Cardinale si è anche soffermato<br />

presso alcuni pazienti sottoposti<br />

alle cure al fine di recare un momento<br />

di sollievo spirituale durante la prova<br />

difficile della malattia.<br />

Al termine della visita nella piccola<br />

cappella dell’ospedale dedicata a san<br />

Gennaro, sulle note del Canto Bizantino<br />

Akathistos, inno di lode alla Madre di<br />

Dio, il Cardinale ha presieduto, di fronte<br />

a studenti e operatori sanitari, la celebrazione<br />

di benedizione della struttura<br />

ospedaliera.<br />

«Akathistos è un rito bizantino del primo<br />

millennio — ha esordito il Cardinale<br />

—, che nonostante le differenze culturali,<br />

unisce tutti i cristiani nella venerazione<br />

della Madonna e del Suo mistero, te-<br />

fusto o rasente terra) ed a tramarratura<br />

(taglio appena sotto terra) per favorire<br />

l’emissione di ricacci. Inoltre, sono stati<br />

individuati alcuni pini, che hanno mostrato<br />

una capacità recupero vegetativo<br />

i quali potranno così essere salvati dall’abbattimento.<br />

Per consentire la ricomparsa<br />

della fauna sono, infine, stati lasciati<br />

a terra un tronco di pino per ogni<br />

ettaro e mezzo bonificato ed uno o due<br />

fusti interi di leccio bruciato per ogni ettaro<br />

bonificato.<br />

Per la sicurezza dell’intera Pineta sono<br />

stati anche creati dei corridoi tagliafuoco<br />

attivi, sulla base dei sentieri interni<br />

esistenti. I «viali» che presentano specie<br />

vegetali a minor rischio combustibile,<br />

avrebbero la funzione di limitare il<br />

propagarsi di un eventuale incendio,<br />

permettendo alle squadre di soccorso di<br />

intervenire repentinamente.<br />

Agli interventi di ricostituzione partecipa<br />

anche il Corpo Forestale dello Stato<br />

che ha allestito, tra l’altro, un presidio<br />

fisso di vigilanza anticrimine.<br />

La fase di rimboschimento è curata in<br />

collaborazione con l’università La Sapienza<br />

che ha messo a disposizione<br />

un'équipe di tecnici che sta studiando<br />

ulteriori iniziative per la conservazione<br />

paesaggistica, in particolare tentando di<br />

creare le tipiche «piscine», in pratica degli<br />

spazi paludosi, che nel passato costituivano<br />

una delle peculiarità di Castel<br />

Fusano. «In futuro sarà necessario organizzare<br />

un tavolo di confronto tra le diverse<br />

istituzioni — ha sottolineato l’assessore<br />

Marco Verzaschi — al fine di<br />

stabilire un programma globale».<br />

ALESSANDRO TRENTIN<br />

20 DICEMBRE 2001<br />

Feria di Avvento - (viola)<br />

Messa propria del 20 dicembre<br />

Lezionario: Is 7, 10-14; Salmo<br />

23; Lc 1, 26-38<br />

Liturgia delle Ore: Giov. III sett.<br />

Ufficio della feria con le parti<br />

proprie del 20 dicembre<br />

ma che ci richiama direttamente al Natale<br />

e allo stretto legame di figliolanza di<br />

tutti gli uomini verso la Madre del Cristo.<br />

In questo ospedale ho potuto vedere<br />

nuovamente quell’indissolubile legame<br />

che esiste fra il servizio alla salute e<br />

la fede nell’incarnazione del Figlio di<br />

Dio. Il Natale, infatti, è il momento nel<br />

quale Dio si è unito all’uomo diventando<br />

simile ad esso per mostrare all’intera<br />

umanità come raggiungere il proprio valore<br />

più alto».<br />

Ed è proprio questa umanità che viene<br />

sottolineata nel momento della sofferenza.<br />

Sull'esempio di Gesù anche per<br />

gli uomini l’impegno verso gli ammalati<br />

deve essere prima di tutto una missione.<br />

Rammentando ai presenti che accanto<br />

ad ogni ammalato vi è Cristo, il Cardinale<br />

ha continuato dicendo: «Accudire<br />

un fratello nel momento di maggiore bisogno<br />

significa compiere un gesto rivolto<br />

direttamente al Cristo e per questo<br />

tutto il personale dell’ospedale, dai medici<br />

ai professori, agli operatori sanitari<br />

fino agli amministrativi, nel momento in<br />

cui cura, accudisce e serve un paziente<br />

al di là dei propri interessi personali, riconosce<br />

nell’ammalato il Signore stesso.<br />

Il mio augurio rivolto all’ospedale e ai<br />

suoi operatori è quello di svolgere al<br />

meglio il loro compito di alleviare la sofferenza<br />

e di dare speranza. Mentre per i<br />

pazienti prego affinché possano accogliere<br />

la propria sofferenza come un periodo<br />

di prova e non come una punizione».<br />

Nonostante il policlinico sant’Andrea<br />

S. Messa in suffragio di Enrico Zuppi<br />

Il 18 dicembre è ricorso il nono anniversario della morte del nostro<br />

compianto collega Enrico Zuppi, per lunghi anni incaricato de L'Osservatore<br />

della Domenica. Una Santa Messa di suffragio sarà celebrata sabato<br />

22 dicembre, alle ore 16, nella cappella delle Suore di Maria Bambina,<br />

in via Paolo VI, 21.<br />

Incontro all'Ambasciata di Argentina<br />

Giovedì 20 dicembre, alle ore 18.30, il Vescovo Marcelo Sánchez Sorondo,<br />

Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e della Pontificia<br />

Accademia delle Scienze Sociali, terrà una conferenza sul tema:<br />

«Pontificia Accademia delle Scienze e delle Scienze Sociali». L'incontro<br />

si svolgerà nei locali dell'Ambasciata della Repubblica Argentina presso<br />

la Santa Sede (piazza s. Luigi de' Francesi, 37).<br />

«III Giornata Romana» di Medicina del Lavoro<br />

«Stress e Lavoro-Cancerogeni e Mutageni»: questo il tema della «III<br />

Giornata Romana» di Medicina del Lavoro in programma presso l'Università<br />

La Sapienza. Il convegno si terrà domani, giovedì 20 dicembre,<br />

alle ore 9, nell'aula «Cesare Gerin» dell'Istituto di Medicina Legale e delle<br />

Assicurazioni, viale Regina Elena, 336.<br />

Una mostra-concorso per presepi<br />

In occasione del Natale, l'istituto scolastico santa Francesca Saverio<br />

Cabrini, tenuto dalle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù, ha organizzato<br />

la 1ª mostra-concorso per presepi realizzati dagli alunni delle classi<br />

elementari e medie con materiali particolari. Sono esposti, sino al 21 dicembre,<br />

lavori realizzati con sassi, pasta, cioccolata, carte da gioco, semi,<br />

sabbia, gesso con altre idee a dir poco originali. La manifestazione,<br />

che ha il patrocinio del VI Municipio, si svolge presso la sede dell'istituto,<br />

in via Anagni, 1. Venerdì 21 dicembre, alle ore 17.30, si svolgerà la<br />

cerimonia di premiazione del migliore presepe.<br />

Sincerità<br />

Se dici quel che pensi<br />

non aspettarti di sentire<br />

solo quello che ti fa<br />

piacere.<br />

(Anonimo)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

sia stato inaugurato solo a fine marzo<br />

con l’apertura dell’attività ambulatoriale<br />

e di laboratorio, e attualmente non ha<br />

ancora raggiunto a pieno regime le sue<br />

potenzialità, fino ad oggi ha già effettuato<br />

78.000 prestazioni. Dispone di 58 ambulatori<br />

di diagnostica, di analisi per immagini<br />

e di analisi cliniche, nei quali si<br />

effettuano 36 specialità, dalla cardiologia<br />

alla pediatria, compresi piccoli interventi<br />

di ricostruzione maxillofacciale.<br />

Dallo scorso settembre sono entrati in<br />

funzione i 24 posti letto del day hospital,<br />

dove ogni giorno si rivolge una ventina<br />

di pazienti per trattamenti oncologici,<br />

cardiologici, neurologici e pneumologici.<br />

Non appena saranno terminati i lavori<br />

di organizzazione e potranno entrare in<br />

funzione anche i reparti di lunga e media<br />

degenza, il policlinico diventerà sede<br />

di 28 specializzazioni della seconda facoltà<br />

di cardiochirurgia dell’Università<br />

«La Sapienza». Secondo i progetti, infatti,<br />

entro luglio del 2002 il sant’Andrea<br />

potrà ospitare complessivamente 450 posti<br />

letto, compresi anche quelli del day<br />

surgery, reparto che sarà ultimato in pochi<br />

mesi dove si potranno svolgere tutti<br />

gli interventi operatori che non necessitano<br />

il ricovero. Questa diversificazione<br />

delle prestazioni della struttura, a seconda<br />

delle necessità del paziente, permetterà<br />

un appropriato utilizzo dei posti di<br />

degenza che verranno quindi sfruttati al<br />

massimo delle loro possibilità, evitando<br />

sprechi di tempo e di inutili attese.<br />

RITA DIETRICH<br />

CAMPIDOGLIO All'Acea il controllo delle caldaie<br />

Entro il 15 febbraio Italgas dovrà<br />

monitorare lo stato della rete<br />

Entro il prossimo 15 febbraio l’Italgas<br />

dovrà aver completato il monitoraggio<br />

totale dello stato della rete. Su questo<br />

obiettivo ha insistito l’assessore comunale<br />

ai Lavori pubblici, Giancarlo D’Alessandro,<br />

durante la riunione del comitato<br />

paritetico Comune-Italgas svoltasi martedì<br />

pomeriggio.<br />

«La necessità di impostare una strategia<br />

efficace per il futuro — ha detto —<br />

non può prescindere da un’analisi dettagliata<br />

dell’esistente».<br />

Dopo l’esplosione in via Ventotene,<br />

così, si accelerano anche una serie di altri<br />

interventi. Nell’incontro, si è deciso<br />

infatti di accelerare il ritmo di sostituzione<br />

delle parti più vetuste della rete, passando<br />

dagli attuali 300 a 500 chilometri<br />

in 10 anni.<br />

Una commissione tecnica programmerà<br />

gli interventi sulla base di quattro criteri:<br />

numero di fughe di gas localizzate,<br />

profondità di posa della rete, entità del<br />

traffico autoveicolare, diametro ed età<br />

delle tubazioni.<br />

Il monitoraggio avrà cadenza annuale<br />

per la rete in ghisa (800 chilometri) e<br />

triennale per il resto della rete (4.200<br />

chilometri). Si è anche convenuto di verificare<br />

ulteriormente l’efficacia del modello<br />

di pronto intervento, perché in futuro<br />

non si potrà prescindere dalle specifiche<br />

esigenze dei municipi. L’Italgas<br />

ha, infine, confermato la disponibilità a<br />

partecipare all’Agenzia del sottosuolo<br />

che servirà a programmare e gestire tutti<br />

gli interventi sotterranei.<br />

Sempre, martedì, la giunta comunale<br />

ha deciso di affidare ad Acea Spa il con-<br />

trollo di tutti i circa 450.000 impianti di<br />

riscaldamento, sia autonomi che centralizzati,<br />

della città. L’azienda avrà cura<br />

degli impianti per cinque anni, a partire<br />

dal 2002. Il rimborso spese, spiega l’assessore,<br />

sarà sostenuto dagli utenti. Per<br />

coloro che dichiarano di avere l’impianto,<br />

e che spediranno il certificato attestante<br />

il funzionamento, la spesa sarà di<br />

sole 8.000 lire. Per coloro, invece, che<br />

non autodichiareranno la presenza di<br />

impianti, Acea Luce dovrà intervenire e<br />

fare la verifica. In questo caso il rimborso<br />

sarà di 137.000 lire.<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

GIOVEDÌ 20 DICEMBRE<br />

00.10: Studio A (stereo): Con voi<br />

nella notte<br />

7.20-17.30-23-24: Orizzonti cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

in italiano, spagnolo,<br />

portoghese, francese, inglese,<br />

tedesco e polacco<br />

16.30: I suoni nel cassetto di<br />

Marco Guadagnini<br />

17: Liturgia delle Ore: celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco:<br />

Kreuzfeuer - Kirche wo es kritisch<br />

wird<br />

20.40: Recita del Santo Rosario<br />

in latino<br />

21.30: Programma francese: Génération<br />

consommation<br />

21.50: Programma inglese<br />

22.10: Programma spagnolo<br />

GIOVEDÌ 20 DICEMBRE<br />

24: Rosario biblico (versione<br />

francese)<br />

2.30-19.30-22.30: Notiziario<br />

7: Rubrica: Chiesa in cammino:<br />

Africa Australe<br />

9: In diretta dalla Cappella di<br />

Telepace in Roma: Santa Messa<br />

9.45: Rosario biblico<br />

12.40: Cappella di Telepace in<br />

Roma: Santa Messa<br />

16: In diretta dalla Cappella di<br />

Telepace in Roma: Santo Rosario<br />

e Adorazione eucaristica


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

DISABILI Tre arresti e una denuncia nel Napoletano<br />

Degenti maltrattati<br />

in un istituto privato<br />

NAPOLI, 19.<br />

Mentre nel Salernitano si stanno ancora<br />

piangendo le diciannove vittime —<br />

disabili psichici e anziani — del tragico<br />

rogo del prefabbricato di San Gregorio<br />

Magno, a Boscoreale (Napoli) è stata<br />

scoperta oggi dai Carabinieri una struttura<br />

nella quale i degenti, persone con<br />

gravi handicap mentali e con problemi<br />

fisici e di deambulazione, venivano chiusi<br />

a chiave nelle stanze e lasciati — riferisce<br />

l'Ansa — senza alcuna assistenza e<br />

senza possibilità di richiederla.<br />

Ora non può essere messo sotto accusa<br />

l'intero sistema sanitario e assistenziale<br />

della Campania, che vanta invece<br />

realtà di prim'ordine nella cura dei malati<br />

e dei più deboli, in strutture ove<br />

competenza, vicinanza e umanità si possono<br />

toccare con mano.<br />

Tuttavia è evidente che esistono casi<br />

in cui gli ammalati sono abbandonati a<br />

se stessi, senza o con scarsa assistenza,<br />

in strutture inadeguate. È su queste<br />

«macchie» che bisogna far luce, e presto.<br />

Perché le promesse dopo le tragedie<br />

sarebbero un'ulteriore offesa alle vittime,<br />

se non fossero seguite da immediati<br />

e concreti interventi.<br />

La casa geriatrica nella quale hanno<br />

fatto irruzione in piena notte i Carabinieri<br />

del comando di provinciale di Napoli<br />

è «Villa Vivian», un edificio di due<br />

piani ubicato in un rione periferico di<br />

Boscoreale. I militari hanno arrestato<br />

tre persone con le accuse di sequestro,<br />

maltrattamento e abbandono di persone<br />

incapaci, alle quali il pm di Torre An-<br />

Aperti a Roma<br />

dal ministro Moratti<br />

gli Stati Generali<br />

della Scuola<br />

ROMA, 19.<br />

Gli Stati Generali della scuola si sono<br />

aperti stamane al Palazzo dei Congressi<br />

di Roma con un saluto rivolto dal ministro<br />

dell'Istruzione Moratti alle circa settemila<br />

scuole collegate in diretta televisiva<br />

e ai numerosi partecipanti all'assemblea.<br />

Nel suo intervento il ministro ha affermato<br />

che la scuola del futuro dovrà<br />

essere «una scuola per la persona», dovrà<br />

tener conto che «nella società c'è<br />

più bisogno di sapere, di conoscenza» e<br />

che «la scuola deve essere capace anche<br />

di attenzione alle esigenze più nascoste<br />

dei ragazzi, saper ascoltare, cogliere le<br />

forme di disagio che nascono anche da<br />

problemi affettivi e da quelli tipici dell'età<br />

dell'adolescenza». «La funzione pubblica<br />

della scuola — ha sottolineato —<br />

non deve venir meno ma allo Stato spetteranno<br />

sempre più funzioni di controllo<br />

e di programmazione che non siano un<br />

freno ma un supporto all'autonomia degli<br />

istituti», per una scuola «veramente<br />

libera», che annovera «illustri padri storici»<br />

tra i quali ha citato Antonio Rosmini,<br />

Luigi Einaudi, Gaetano Salvemini e<br />

don Luigi Sturzo.<br />

In un messaggio inviato ai partecipanti,<br />

il Presidente della Repubblica Ciampi<br />

ha auspicato che gli Stati Generali siano<br />

«un utile momento di confronto sul futuro<br />

della scuola e un'occasione per ribadire<br />

il ruolo insostituibile del servizio<br />

pubblico».<br />

La manifestazione di protesta promossa<br />

stamane degli studenti a Roma si è<br />

svolta senza incidenti. Manifestazioni si<br />

sono svolte anche in altre città: a Cagliari<br />

ci sono stati scontri con la Polizia.<br />

Massa Carrara:<br />

due sorelle<br />

uccise da un treno<br />

MASSA CARRARA — Due sorelle<br />

sono state travolte ed uccise, mercoledì,<br />

dal treno Genova-Roma a<br />

circa un chilometro dalla stazione<br />

di Carrara-Avenza, in località Anderlino.<br />

Le vittime sono Maria Elena<br />

e Milena Angeloni, rispettivamente<br />

di 19 anni e 17 anni. Al momento<br />

dell’impatto col convoglio<br />

pare che le due sorelle stessero<br />

percorrendo uno strettissimo passaggio<br />

fra la ferrovia e la scarpata<br />

— forse per tornare a casa usando<br />

questo tragitto come una specie di<br />

scorciatoia — portandosi dietro le<br />

valige. In una borsetta è stato trovato<br />

un biglietto ferroviario Carrara-Milano.<br />

Lieve scossa<br />

di terremoto<br />

in Friuli<br />

TRIESTE — Una lieve scossa di<br />

terremoto è stata registrata, mercoledì,<br />

alle 5,36, in Carnia, dalla<br />

rete sismica del Centro Ricerche<br />

Sismologiche di Udine dell’Istituto<br />

Nazionale di Oceanografia e Geofisica<br />

Sperimentale. La zona interessata<br />

è fra i comuni di Ampezzo,<br />

Socchieve e Forni di Sotto, in provincia<br />

di Udine. Né danni né feriti.<br />

12 .<br />

in primo piano<br />

nunziata che conduce l’inchiesta ha concesso<br />

gli arresti domiciliari. Si tratta dell’amministratore<br />

unico, Pasquale Angelino,<br />

di 46 anni, e i due inservienti, Andrea<br />

Forestiero, di 26 anni e Mario Salvi,<br />

di 22. Anche la socia di Angelino,<br />

A.G., di 46 anni, è stata denunciata in<br />

stato di libertà.<br />

Per gli «ospiti» della struttura, una<br />

quarantina, si sta cercando di trovare<br />

una diversa sistemazione. Al momento<br />

dell'irruzione a Villa Vivian una ventina<br />

di degenti — uomini e donne — erano<br />

sistemati al primo piano in quattro stanzette<br />

intercomunicanti, ma l’unica porta<br />

di accesso agli ambienti era chiusa a<br />

chiave dall’esterno. Il solo bagno disponibile<br />

era in condizioni di degrado.<br />

L’impianto di riscaldamento è stato trovato<br />

spento e la temperatura all’interno<br />

delle stanze in cui riposavano i degenti<br />

era molto bassa. Tanto che alcuni di loro<br />

erano coricati con cappotti e cappelli<br />

di lana per ripararsi dal freddo.<br />

I due inservienti erano invece in una<br />

stanza del secondo piano, a letto, con<br />

l’ambiente riscaldato da una stufa. Pare<br />

che nessuno dei due — riferisce l'Ansa<br />

— abbia specifiche competenze in materia<br />

di sanità o di assistenza agli infermi.<br />

A quanto risulta ai Carabinieri, erano<br />

stati ingaggiati esclusivamente per esercitare<br />

un controllo generico. Nelle stanze<br />

non vi erano sistemi di allarme, né<br />

antincendio e neppure campanelli o altri<br />

sistemi di richiamo. Villa Vivian — è<br />

stato accertato — non aveva alcuna sovvenzione.<br />

Le rette dei degenti venivano<br />

regolarmente pagate dalle famiglie.<br />

GIUSTIZIA Il testo in discussione alla Camera<br />

La maggioranza attenua<br />

le critiche ai magistrati<br />

ROMA, 19.<br />

Nuovi passi avanti si registrano verso<br />

un clima meno teso tra maggioranza e<br />

opposizione sul delicato tema della giustizia,<br />

dopo le recenti, aspre polemiche.<br />

Il presidente della commissione Giustizia<br />

della Camera Gaetano Pecorella<br />

(Forza Italia) ha infatti modificato il testo<br />

presentato lunedì all'Ufficio di presidenza<br />

e finalizzato all'avvio di un'indagine<br />

conoscitiva sulla giustizia, inserendovi<br />

— riferisce l'Ansa — molte delle richieste<br />

avanzate dai Ds.<br />

Nella nuova stesura del documento,<br />

che dovrebbe essere votato oggi in commissione,<br />

è stato attenuato il riferimento<br />

al messaggio trasmesso alle Camere dall'allora<br />

Presidente della Repubblica Cossiga<br />

e non si chiedono più le audizioni<br />

dei ministri della Giustizia e dell'Interno<br />

e del vice presidente del Csm alle quali<br />

erano contrari i deputati dei Ds; è stata<br />

inserita invece l'audizione del procuratore<br />

generale della Cassazione. In particolare<br />

si propone di ascoltare i presidenti<br />

del Consiglio di presidenza della giustizia<br />

amministrativa e della giurisdizione<br />

tributaria; il presidente e il pg della Corte<br />

di Cassazione, l'avvocato generale<br />

dello Stato, i presidenti di altri organismi<br />

giudiziari.<br />

Sono state inoltre eliminate dal testo<br />

tutte quelle parti nelle quali venivano<br />

più o meno velatamente espresse critiche<br />

all'operato del Governo di centro sinistra<br />

e si definivano «solo tasselli» le riforme<br />

sulla giustizia approvate nella precedente<br />

legislatura. Nella nuova stesura<br />

del documento è stato eliminato anche<br />

Torino: in carcere<br />

il direttore generale<br />

dell'ospedale delle Molinette<br />

TORINO, 19.<br />

Il direttore generale dell’ospedale Molinette<br />

di Torino, Luigi Odasso, è stato<br />

arrestato, stamane dalla Guardia di Finanza<br />

nell’ambito di un’inchiesta su presunte<br />

tangenti. Oltre a Odasso è stato<br />

arrestato un imprenditore che stava versando<br />

«una mazzetta di 15 milioni». Il<br />

manager dirige l’azienda ospedaliera più<br />

grande del Piemonte. L’arresto di Odasso<br />

è stato confermato dal Procuratore<br />

Capo di Torino, Marcello Maddalena. Il<br />

manager sarebbe stato sorpreso in flagranza<br />

di reato. È stato arrestato nel<br />

suo ufficio in ospedale. Dell’inchiesta si<br />

occupa il Sostituto Procuratore della Repubblica,<br />

Giuseppe Ferrando. La notizia<br />

si è diffusa a Palazzo Lascaris, dove era<br />

in corso il consiglio regionale. I lavori<br />

sono stati sospesi perché alcuni consiglieri<br />

dell’opposizione hanno chiesto all’assesore<br />

regionale alla Sanità, Antonio<br />

D’Ambrosio, che era presente in aula, di<br />

dire ciò che sapeva. «L’arresto c’è stato<br />

— ha confermato l’assessore — ma non<br />

so altro. Al momento non posso dire<br />

nulla, se non esprimere grande rammarico.<br />

L’Ospedale Molinette è la più grande<br />

azienda sanitaria del Piemonte e<br />

quindi la vicenda mi rattrista molto».<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì 20 Dicembre 2001<br />

PSICOLABILI MALTRATTATI: TRE ARRESTI Una<br />

casa geriatrica e psicosociale nella quale i degenti<br />

venivano chiusi a chiave nelle stanze e lasciati senza<br />

alcuna assistenza e senza possibilità di richiederla<br />

è stata scoperta dai carabinieri a Boscoreale,<br />

nella zona vesuviana. Tre gli arrestati.<br />

IL ROGO NEL SALERNITANO: VIA ALLE PERIZIE<br />

Tre periti saranno nominati a breve dalla procura di<br />

Salerno, con l’incarico di presentare una relazione<br />

ROGO L'inchiesta sulla tragedia del prefabbricato<br />

Un collegio di periti<br />

per accertare i fatti<br />

SALERNO, 19.<br />

Tre periti saranno nominati a breve<br />

— al primo è stato conferito l'incarico<br />

questa mattina — dalla procura di Salerno,<br />

con il compito di presentare una<br />

relazione sui diversi aspetti che riguardano<br />

il tragico incendio della struttura<br />

prefabbricata di San Gregorio Magno,<br />

adibita a centro di assistenza per disabili<br />

psichici e anziani.<br />

Il primo è Giampiero Zucchetta, chimico<br />

ed esperto in materia di incendi,<br />

già consulente del Tribunale di Venezia.<br />

Gli altri dovrebbero essere un ingegnere<br />

ed un tecnico amministrativo. La decisione<br />

di avvalersi degli esperti deriverebbe<br />

dalla complessità delle indagini.<br />

Intanto non si placano le polemiche<br />

sulla drammatica fine dei diciannove degenti.<br />

Carmelo Freda, responsabile sanitario<br />

della struttura incendiata, afferma<br />

di avere perduto nel rogo «diciannove<br />

fratelli» mentre «alcuni parenti dei disabili<br />

li avevano del tutto dimenticati o si<br />

facevano vivi magari una volta all’anno:<br />

Qualcuno di loro — aggiunge Freda —<br />

ora lancia accuse e spera di trarre proventi<br />

da quanto è successo, e questa —<br />

conclude — è un’altra triste verità di<br />

questa storia».<br />

La vicenda ha anche riaperto il discorso<br />

— come spesso accade soltanto<br />

dopo irreparabili sciagure — su realtà<br />

altrimenti ignorate o sottaciute. «Per le<br />

19 persone che hanno perso la vita —<br />

afferma il presidente di Legambiente<br />

campana — si può parlare, senza timore<br />

di smentita, di vere “morti bianche” figlie<br />

della politica dello struzzo tutta ita-<br />

ogni riferimento all'iniziativa del ministro<br />

della Giustizia Roberto Castelli di<br />

istituire due commissioni di studio per<br />

la riforma del codice penale e del processo<br />

civile. Ed è stato anche eliminato<br />

l'accenno al «rapporto conflittuale e<br />

quindi patologico che si è venuto a creare<br />

tra una parte della magistratura e<br />

una parte del mondo politico». In sostanza,<br />

la critica maggiore che si rivolge<br />

al settore giudiziario è quella riguardante<br />

l'eccessiva durata dei processi.<br />

Da parte dell'opposizione Giuseppe<br />

Fanfani (Margherita) ha dichiarato che<br />

le modifiche verranno esaminate e approfondite.<br />

liana, della gestione della ricostruzione e<br />

dell' inefficienza di chi ha permesso che<br />

quegli esseri vivessero nelle baracche del<br />

terremoto del 1980». Il bilancio della ricostruzione,<br />

denuncia Legambiente, è<br />

«ancora provvisorio: nei numeri delle risorse<br />

economiche impegnate e ancora<br />

da spendere, nella vita delle famiglie che<br />

ancora non hanno una casa».<br />

Oltre alla gravi lacune del dopo-sisma<br />

— non solo in Campania ma anche in<br />

Umbria e nelle Marche si parla di edifici<br />

fatiscenti, pericolosi e ancora provvisori<br />

— la tragedia di San Gregorio Magno<br />

ha riproposto il problema dei malati di<br />

mente dopo la legge sulla chiusura dei<br />

manicomi. Lo ricorda Giuseppe dell’Acqua,<br />

uno degli eredi di Franco Basaglia<br />

e direttore del Dipartimento di salute<br />

mentale di Trieste, affermando che quest'ultima<br />

sciagura «deve far riflettere su<br />

come la legge 180 intenda le comunità<br />

residenziali per le persone sofferenti di<br />

disagi mentali e su come essa venga disattesa,<br />

anche per quanto riguarda il numero<br />

di pazienti per singola comunitàalloggio».<br />

Ad impegnarsi in un monitoraggio<br />

delle strutture per disabili, che «entro<br />

sei mesi darà risposte certe» è il sottosegretario<br />

alla Salute, Antonio Guidi, che<br />

invita a «superare il clima di emergenza<br />

ovunque, al di là degli schieramenti politici»,<br />

e ad evitare la tentazione di «ritorni<br />

al passato, come i manicomi; si<br />

deve invece guardare al futuro perché ci<br />

sono nuove emergenze che riguardano<br />

gli anziani ma anche i giovani e i bambini».<br />

Il monitoraggio dunque «non riguarderà<br />

solo le strutture ma i bisogni».<br />

Servizi di sicurezza: primo sì<br />

sul progetto di riforma<br />

ROMA, 19.<br />

Il Comitato parlamentare di controllo sui servizi di informazione e sicurezza<br />

(Copaco) ha approvato ieri sera all'unanimità, con la sola astensione del<br />

sen. Giorgio Morlacchi (Rifondazione comunista), la relazione al Parlamento<br />

sulle ipotesi di riforma del settore.<br />

I punti principali della riforma riguardano: garanzie funzionale per gli agenti<br />

dei servizi che commettano reati; un comitato di tre saggi che affianchi il<br />

Presidente del Consiglio nelle autorizzazioni delle azioni dei servizi; netta distinzione<br />

tra attività investigativa e di Polizia giudiziaria; partecipazione dei<br />

servizi alle riunione del Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica;<br />

limite di 15 anni per il segreto di Stato. «Spetterà adesso al Governo — ha<br />

dichiarato il presidente del Comitato, Enzo Bianco — tenere conto delle nostre<br />

indicazioni». Da parte sua il vice presidente del Comitato, Pasquale Giuliano<br />

(Forza Italia), ha assicurato che il testo del Governo sarà pronto «entro<br />

il prossimo mese di gennaio».<br />

Al Sud non nevica più<br />

ma resta il pericolo<br />

per il ghiaccio sulle strade<br />

ROMA, 19.<br />

Sono nettamente migliorate le condizioni<br />

meteorologiche nelle regioni centro-meridionali<br />

della Penisola. Da ieri sera<br />

non nevica più in Basilicata e la situazione,<br />

soprattutto in provincia di Potenza<br />

dove ieri in gran parte dei Comuni<br />

le scuole sono rimaste chiuse, sta tornando<br />

lentamente alla normalità. Oggi è<br />

stata raggiunta l’unica frazione di Potenza,<br />

Masseria Cortese, ancora isolata. La<br />

circolazione si svolge con regolarità sull’autostrada<br />

Salerno-Reggio Calabria. I<br />

mezzi spartineve sono comunque pronti<br />

ad intervenire.<br />

In Calabria non nevica più sulla Sila<br />

ma è il ghiaccio a farla da padrone e il<br />

traffico sulle strade dell’altopiano, da<br />

Camigliatello a Lorica, fino a San Giovanni<br />

in Fiore, è possibile solo con le<br />

catene e con grande cautela. Ghiaccio è<br />

segnalato anche nei tratti collinari e<br />

montani dell'A3, nelle province di Cosenza,<br />

Vibo Valentia e Reggio Calabria,<br />

e sulla statale 107 che va da Paola a<br />

Crotone attraversando la Sila.<br />

Anche in Puglia le strade sono ovunque<br />

percorribili ma tratti ghiacciati si segnalano<br />

sulla Corato-Altamura, nel Brindisino,<br />

tra Francavilla Fontana e Grottaglie,<br />

e sulla statale Lecce-Gallipoli.<br />

sul tragico incendio della struttura prefabbricata di<br />

San Gregorio Magno.<br />

ARRIVA LA RIFORMA FISCALE La riforma fiscale<br />

sarà inserita in un unico codice che prevederà, per<br />

lo Stato, solo cinque imposte. La nuova «tassa sul<br />

reddito» cancellerà l’Irpef e sarà basata su due aliquote<br />

con soglia di esenzione per i meno abbienti.<br />

GIUSTIZIA: SPIRAGLI DI DIALOGO Clima meno<br />

FINANZIARIA Sì all'articolo sulle fondazioni bancarie<br />

Il Governo ritira<br />

l'emendamento su Bagnoli<br />

ROMA, 19.<br />

Il Governo ha deciso di ritirare l’emendamento<br />

sulla riconversione produttiva<br />

dell’area di Bagnoli. Lo ha annunciato,<br />

oggi, il vicepresidente del Consiglio<br />

Gianfranco Fini parlando in aula a<br />

Montecitorio. Il Governo — ha detto —<br />

non ha cambiato opinione nel merito<br />

dell’emendamento alla Finanziaria ritirato.<br />

«Il contenuto è giusto — ha sottolineato<br />

— . Per questo presenteremo il<br />

provvedimento sotto forma di disegno di<br />

legge. È corretto sottoporre il contenuto<br />

non solo al Parlamento ma anche alle<br />

autonomie locali».<br />

«Il richiamo al’articolo 117 della Co-<br />

Airbus A400M:<br />

l'Italia per ora<br />

non firma il contratto<br />

ROMA, 19.<br />

Otto Paesi europei, tra i quali non figura<br />

l'Italia, hanno firmato ieri sera a<br />

Bruxelles il contratto con il quale si sono<br />

impegnati ad acquistare entro il 2007<br />

196 esemplari dell'Airbus A400M.<br />

Hanno firmato il contratto i ministri<br />

della Difesa di Germania, Belgio, Spagna,<br />

Francia, Gran Bretagna, Lussemburgo,<br />

Portogallo e Turchia.<br />

Il ministro della Difesa italiano Martino<br />

ha motivato la decisione adducendo<br />

«ragioni della cui rilevanza — ha affermato<br />

— mi sono convinto: questo aereo<br />

non ci serve». Tale posizione — ha precisato<br />

il titolare della Difesa — non è<br />

però condivisa dal ministro degli Esteri<br />

Ruggiero il quale, per considerazioni di<br />

politica internazionale, vedrebbe invece<br />

di buon occhio un'adesione italiana al<br />

progetto. Deciderà il Presidente del Consiglio<br />

Berlusconi».<br />

Da parte sua il Premier ha dichiarato<br />

— riferisce l'Ansa — che «tutto è ancora<br />

possibile ma non c'è nessuna fretta. Se<br />

decideremo per il sì — ha precisato —<br />

allora avremo tutto il tempo per aggregarci».<br />

FISCO La riforma inserita in un codice unico<br />

Imposta sul reddito<br />

con due sole aliquote<br />

ROMA, 19.<br />

La riforma fiscale studiata dal ministro<br />

dell'Economia, Tremonti, sarà inserita<br />

in un unico codice che prevederà,<br />

per lo Stato, solo cinque imposte. La<br />

nuova «tassa sul reddito» cancellerà l’Irpef<br />

e sarà basata su due sole aliquote<br />

con una soglia di esenzione per i meno<br />

abbienti. Il prelievo del 23 per cento, a<br />

regime — calcola il dicastero nella sua<br />

relazione — sarà quello applicato sul<br />

99,5% dei contribuenti. Ma cambiano<br />

anche l’Irpeg, sostituita con una nuova<br />

«imposta sul reddito delle società», l’I-<br />

Abbassata la soglia<br />

del tasso d'usura<br />

dei mutui bancari<br />

ROMA, 19.<br />

Scende la soglia di usura per i<br />

tassi sui mutui. In base alle ultime<br />

rilevazioni della Banca d'Italia e<br />

in ottemperanza alla legge il tasso-soglia<br />

per il trimestre gennaiomarzo<br />

2002 cala all’8,265% dal<br />

precedente 9,420%, quello medio<br />

sui mutui è stato abbassato al<br />

5,51% (6,28% nell’ultima rilevazione<br />

per il quarto trimestre 2001).<br />

Per poter essere considerati usurari<br />

i tassi devono essere aumentati<br />

della metà.<br />

stituzione è appropriato». «Da parte del<br />

governo non è una prova di debolezza<br />

ma una prova di saggezza».<br />

Il vicepresidente del Consiglio Fini ha<br />

ricordato la dura polemica di ieri sera in<br />

aula. Il gruppo della Margherita, con<br />

Gerardo Bianco in testa, aveva abbandonato<br />

l’aula in segno di protesta.<br />

«La polemica — ha osservato il vicepremier<br />

— non è stata nel merito. Le<br />

opposizioni hanno sollevato una questione<br />

di rispetto delle regole, della Costituzione».<br />

«Ci è stata attribuita la volontà<br />

di calpestare le regole; ci è stato detto<br />

che si era in presenza delle prove generale<br />

per instaurare un regime di carattere<br />

autoritario». «Avendo i numeri dalla<br />

nostra parte non abbiamo la necessità di<br />

alimentare lo scontro».<br />

Ieri, intanto, via libera dell'aula della<br />

Camera all’articolo 9 della finanziaria,<br />

che riforma il settore delle fondazioni<br />

bancarie.<br />

La riforma sancisce il principio della<br />

netta separazione tra le fondazioni e le<br />

banche. Le prime dovranno occuparsi di<br />

attività «non profit» nel cosiddetto terzo<br />

settore, dall’assistenza sociale alla cultura;<br />

le seconde si occuperanno, invece,<br />

della gestione del credito. Per quanto riguarda<br />

il potere di nomina degli organi<br />

dirigenti delle fondazioni, la riforma distingue<br />

tra le fondazioni istituzionali e<br />

quelle associative.<br />

Le fondazioni istituzionali, diffuse per<br />

lo più nel Nord-Italia, sono quelle nate<br />

da soggetti istituzionali, come le amministrazioni<br />

provinciali, comunali e, in alcuni<br />

casi, la Curia.<br />

Due lavoratori<br />

muoiono nel Lecchese<br />

e nel Pavese ROMA, 19.<br />

Si continua inesorabilmenta a<br />

morire sui luoghi di lavoro. Anche<br />

ieri due persone sono decedute<br />

nel Leccese e nel Pavese. Nel primo<br />

incidente un operaio di 26 anni<br />

è morto precipitando dal tetto<br />

del capannone di una ditta di Imbersago<br />

(Lecco), dove stava lavorando.<br />

Il giovane è scivolato ed è<br />

caduto a terra dopo un volo di<br />

una decina di metri. Vano l’intervento<br />

dell’unità di pronta mobilitazione<br />

del 118 di Lecco. La Procura<br />

della Repubblica di Lecco ha<br />

avviato un’inchiesta.<br />

Nel secondo incidente, avvenuto<br />

nel Pavese, un operaio di Mozzaniga<br />

(Bergamo), Giovanni Boselli,<br />

54 anni, è morto travolto dai<br />

tronchi di legno in un pioppeto.<br />

L’infortunio sul lavoro è avvenuto<br />

lunedì sera, ma ne è stata data<br />

notizia dai carabinieri soltanto ieri<br />

Boselli era impegnato, insieme<br />

con alcuni colleghi, nei lavori di<br />

disboscamento di un pioppeto,<br />

improvvisamente, un carico di<br />

tronchi si è rovesciato da una rimorchio<br />

travolgendolo.<br />

teso tra maggioranza e opposizione sulla giustizia. Il<br />

presidente della commissione Giustizia della Camera<br />

ha modificato il testo sull'avvio di un'indagine conoscitiva,<br />

inserendovi diverse richieste dei Ds.<br />

FINANZIARIA: MARCIA INDIETRO SU BAGNOLI Al<br />

termine di un duro braccio di ferro con le opposizioni,<br />

il Governo ha ritirato l'emendamento all’articolo<br />

44 della finanziaria relativo al recupero delle aree<br />

industriali di Napoli-Bagnoli-Coroglio.<br />

rap, che sarà gradualmente eliminata a<br />

partire dal costo del lavoro, l’Iva, che<br />

destinerà l’1% per la «A-tax» a fini etici.<br />

Per i redditi da capitale, poi, arriva<br />

un'omogeneizzazione e quelli ora tassati<br />

al 27%, come i depositi bancari, scenderanno<br />

al livello di prelievo di Bot e Cct.<br />

Il Governo porterà la delega al prossimo<br />

Consiglio dei Ministri. L'attuazione<br />

avverrà attraverso uno o più decreti entro<br />

due anni dall’approvazione del collegato<br />

alla Finanziaria. La riforma potrebbe<br />

però essere distribuita in più anni, fino<br />

ad essere a regime nel 2006.<br />

La novità più importante, come detto,<br />

riguarda l'Irpef che cambierà nome e<br />

contenuto. Si chiamerà semplicemente<br />

«imposta sul reddito» e si applicherà<br />

non solo alle persone fisiche ma anche<br />

agli enti non commerciali e alle «persone<br />

morali». A regime le aliquote saranno<br />

solamente due: del 23% fino a 100.000<br />

euro (poco meno di 200 milioni di lire) e<br />

del 33% oltre. Ma l’aliquota del 23 per<br />

cento si applicherà sul 99,5% degli attuali<br />

contribuenti Irpef, cioè a 29,4 milioni<br />

contro i 143.000 che saranno toccati<br />

dall’aliquota del 33%.<br />

La delega prevede per l’imposta sul<br />

reddito l’identificazione, in funzione della<br />

soglia di povertà, «di un livello minimo<br />

personale escluso da imposizione».<br />

Non viene però indicata la soglia. Le detrazioni<br />

saranno «gradualmente» trasformate<br />

in deduzioni concentrate su valori<br />

e criteri quali famiglia, casa, sanità,<br />

istruzione, previdenza, non profit e volontariato,<br />

costi sostenuti per la produzione<br />

dei redditi di lavoro.<br />

Pensioni: confermata<br />

la decontribuzione<br />

per i neoassunti<br />

Incontro tra Governo<br />

e parti sociali<br />

ROMA, 19.<br />

Taglio di 3-5 punti dei contributi per i<br />

neoassunti a carico della fiscalità generale,<br />

dunque senza produrre effetti sulle<br />

pensioni future. È stato il ministro del<br />

Lavoro, Roberto Maroni, a confermare<br />

nella serata di ieri ai rappresentanti di<br />

Cgil, Cisl e Uil, la volontà del Governo<br />

di mantenere nella delega sulla previdenza<br />

la norma sulla decontribuzione.<br />

Questo per compensare le imprese che<br />

smobilizzando il Tfr per la previdenza<br />

integrativa perderanno un’importante<br />

fonte di autofinanziamento.<br />

Perplessità è stata espressa dai sindacati,<br />

che hanno ribadito la loro sostanziale<br />

contrarietà ad una misura fortemente<br />

voluta da Confindustria, e sulla<br />

quale ancora oggi pomeriggio i vertici<br />

degli industriali hanno insistito col ministro<br />

Maroni.<br />

La giornata odierna si connota come<br />

decisiva. Cgil, Cisl e Uil stanno mettendo<br />

a punto le loro considerazioni finali<br />

sul testo della delega proposto dal Governo,<br />

e l’esecutivo incontra le parti sociali<br />

a Palazzo Chigi: prima i sindacati,<br />

poi le associazioni imprenditoriali. Entro<br />

venerdì il Consiglio dei Ministri dovrebbe<br />

varare definitivamente il provvedimento,<br />

che subito approderà in Parlamento<br />

all’interno del collegato alla Finanziaria.<br />

Il ministro Maroni avrebbe tentato fino<br />

all’ultimo di convincere i sindacati<br />

sulla bontà della proposta di una riduzione<br />

limitata dei contributi (da tre a<br />

cinque punti, avrebbe detto) solamente<br />

per i nuovi assunti, evitando tagli alle<br />

pensioni future attraverso il meccanismo<br />

della fiscalizzazione.<br />

Droga: condanne<br />

a Trieste, a Torino<br />

e a Reggio Calabria<br />

ROMA, 19.<br />

Sentenze di condanna per droga a<br />

Trieste, Torino e a Reggio Calabria. Per<br />

il più grande sequestro di ecstasy mai<br />

effettuato in Europa (oltre 333.000 pastiglie,<br />

per un pesa di circa 80 chili e un<br />

valore superiore ai 13 miliardi di lire), il<br />

presidente dei Gip del Tribunale di Trieste,<br />

Mario Trampus, ha condannato, ieri,<br />

nel capoluogo giuliano, il giornalista<br />

australiano Simon Main, di 31 anni, a<br />

otto anni di reclusione, e il cittadino inglese<br />

Alex Bruell, di 27 anni, a quattro<br />

anni e mezzo di reclusione. Condanne<br />

per 134 anni di carcere e per 540 milioni<br />

di multa hanno chiuso ieri a Torino il<br />

maxi-processo «Iridium», riguardante un<br />

traffico di stupefacenti che arrivava in<br />

Italia dalla Repubblica Ceca, grazie a<br />

un’ insolita alleanza fra mafia turca e<br />

kosovara, ’ndrangheta e Sacra Corona<br />

Unita.<br />

Il giudice dell’udienza preliminare del<br />

Tribunale di Reggio Calabria, Filippo<br />

Leonardo, ha condannato tredici persone<br />

a complessivi 105 anni di reclusione<br />

per il reato di associazione per delinquere<br />

finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.


<strong>L'OSSERVATORE</strong><strong>ROMANO</strong><br />

.<br />

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Anno CXLI - N. 292 (42.930) CITTÀ DEL VATICANO Venerdì 21 Dicembre 2001<br />

ARGENTINA Quattordici morti e 178 feriti nei saccheggi dei magazzini alimentari<br />

Il Presidente de la Rúa<br />

impone lo stato d'assedio<br />

BUENOS AIRES, 20.<br />

Drammatica svolta<br />

nella crisi economico-sociale<br />

che devasta Argentina.<br />

Per arrestare i disordini<br />

e i saccheggi di<br />

supermercati da parte<br />

della popolazione affamata<br />

(14 morti nelle ultime<br />

24 ore in scontri con<br />

le forze dell'ordine), il<br />

Presidente della Repubblica,<br />

Fernando de la<br />

Rúa, ha instaurato lo<br />

stato d'assedio. Si è dimesso<br />

inoltre il Ministro<br />

dell'economia Domingo<br />

Cavallo, dopo che ieri la<br />

Camera dei deputati aveva<br />

revocato i poteri speciali<br />

concessi tempo fa<br />

al Governo per realizzare<br />

le riforme economi-<br />

che. Non è chiaro al<br />

momento se, con Cavallo, si siano dimessi<br />

anche gli altri membri della compagine<br />

governativa. Al riguardo, il partito<br />

radicale, di cui è leader de la Rúa,<br />

sollecita un rimpasto ministeriale.<br />

In un breve discorso alla Nazione,<br />

trasmesso dalle emittenti radiotelevisive,<br />

il Presidente ha spiegato di avere decretato<br />

lo stato d'assedio per «porre limiti<br />

ai violenti che approfittano delle difficol-<br />

Dichiarazione della Commissione Permanente<br />

della Conferenza Episcopale Argentina<br />

Il dialogo di cui<br />

la patria ha bisogno<br />

Il 13 dicembre scorso, nella sua<br />

130ª riunione, tenuta a Buenos Aires,<br />

la Commissione Permanente<br />

della Conferenza Episcopale Argentina<br />

ha diffuso una dichiarazione sulla<br />

drammatica situazione che attraversa<br />

il Paese. Questo, il testo integrale<br />

del documento in una nostra<br />

traduzione in italiano:<br />

1. Di fronte alla gravità della situazione<br />

del nostro Paese che ci pone<br />

dinanzi a una crisi, da molti considerata<br />

definitiva, la Commissione Permanente<br />

della Conferenza Episcopale<br />

Argentina si rivolge all'opinione pubblica,<br />

e in particolare ai dirigenti e ai<br />

responsabili delle istituzioni del Paese.<br />

Nell'esercizio della nostra missione<br />

pastorale, nel rispetto delle istanze<br />

politiche, desideriamo ribadire la nostra<br />

volontà di contribuire al recupero<br />

dei valori morali e a un dialogo<br />

sincero fra gli argentini, nel contesto<br />

del pieno vigore delle istituzioni democratiche.<br />

2. Questa drammatica crisi è prima<br />

di tutto morale. Ciò esige un<br />

cambiamento di mentalità e grandezza<br />

di spirito. Per ridare dignità e speranza<br />

alla nostra gente non bastano<br />

le parole. Il dialogo imprescindibile e<br />

urgente comporta rinunce sincere<br />

nella mente e nel cuore da parte di<br />

tutto il gruppo dirigente. Noi pensiamo<br />

che non vi sarà un dialogo utile e<br />

credibile finché ogni settore non si<br />

domanderà sinceramente a cosa è disposto<br />

a rinunciare per il bene dell'intero<br />

Paese.<br />

MEDIO ORIENTE Avviato il ritiro delle truppe di Tel Aviv da alcune zone della città autonoma di Ramallah<br />

Riunione degli esperti israeliani e palestinesi sulla sicurezza<br />

TEL AVIV, 20.<br />

Alti responsabili della sicurezza di Israele e dell'Autorità<br />

Palestinese (Ap) si sono incontrati ieri sera<br />

in Cisgiordania. Alla riunione hanno partecipato,<br />

il Capo della sicurezza dell'Ap per la Striscia di Gaza,<br />

Mohammed Dahlan, il suo omologo per la Cisgiordania,<br />

Taufiq Tirawi, e il leader del servizio<br />

israeliano di sicurezza interna, Avi Dichter. All'incontro<br />

erano presenti anche rappresentanti statunitensi.<br />

Quella appena svolta è la prima riunione dopo<br />

la decisione del Primo Ministro israeliano, Ariel<br />

Sharon, di troncare i contatti con il Presidente dell'Ap,<br />

Yasser Arafat, in seguito agli ultimi sanguinosi<br />

attentati terroristici.<br />

Uno spiraglio al dialogo sembra essersi aperto<br />

nelle ultime ore anche sul fronte politico. Le autorità<br />

di Tel Aviv hanno reso noto infatti di essere disposte<br />

ad ordinare il ritiro da una città autonoma<br />

palestinese in Cisgiordania per mettere alla prova<br />

la serietà dell’impegno contro il terrorismo annunciato<br />

da Arafat. Poiché l’Ap afferma che sarebbe la<br />

presenza dell’esercito israeliano a ostacolare la libertà<br />

d’azione dei suoi servizi di sicurezza contro<br />

gli estremisti, hanno reso noto fonti dell'ufficio di<br />

Sharon, le truppe potranno ripiegare per non dare<br />

ai palestinesi alcun «pretesto».<br />

Le operazioni di ritiro sembrano essere già cominciate.<br />

Stamani soldati israeliani hanno lasciato<br />

settori che avevano rioccupato in zona palestinese<br />

autonoma vicino a Ramallah e Nablus, dopo che<br />

Un'immagine dei saccheggi di supermercati a Buenos Aires<br />

tà degli altri». «Il nostro Paese — ha aggiunto<br />

— vive ore difficili, che mostrano<br />

il culmine di un lungo processo di logoramento.<br />

Ci sono gruppi nemici dell'ordine<br />

e della Repubblica che sfruttano la<br />

situazione per seminare discordia». Il<br />

Capo dello Stato si è appellato «alla responsabilità<br />

della dirigenza nazionale<br />

per mantenere la calma e collaborare<br />

nel mantenimento dell'ordine». Si è ap-<br />

3. Per superare questa crisi morale<br />

è necessario non mentire alla gente,<br />

facendo promesse che non saranno<br />

mantenute, e operare con assoluta<br />

onestà, affinché il furto e le tangenti<br />

scompaiano dallo scenario della vita<br />

politica ed economica. La classe dirigente<br />

deve dare l'esempio condividendo<br />

i sacrifici del popolo e rinunciando<br />

ai privilegi che lo offendono e<br />

lo impoveriscono. Bisogna comprendere<br />

che l'esercizio della politica deve<br />

essere un nobile, austero e generoso<br />

servizio alla comunità e non un<br />

ambito di arricchimento personale o<br />

settoriale. E anche che il potere economico<br />

non può distruggere con insaziabile<br />

voracità la salute e il livello<br />

di vita dei nostri fratelli. Dobbiamo<br />

recuperare il valore della parola data<br />

e di una giustizia indipendente al servizio<br />

della verità. Nel deterioramento<br />

dei valori rivestono grande importanza<br />

i mezzi di comunicazione sociale<br />

che, con programmi sconsiderati e<br />

superficiali, debilitano il senso morale<br />

della vita del nostro popolo.<br />

4. Il desiderio di potere è così<br />

grande da rendere la nazione ingovernabile.<br />

In questa crisi a soffrire di<br />

più sono quelli che hanno meno: le<br />

persone povere e abbandonate, come<br />

i disoccupati, i pensionati, i piccoli<br />

imprenditori, produttori e commercianti,<br />

come anche gli impiegati di<br />

più basso reddito. È particolarmente<br />

urgente recuperare le fonti di lavoro<br />

e proporre politiche che incoraggino<br />

CONTINUA A PAGINA 2<br />

ieri l'Autorità Palestinese ha chiuso diversi centri di<br />

Hamas e ha ordinato l’arresto di una decina di<br />

agenti per avere violato il cessate-il-fuoco.<br />

Gli ultimi sviluppi positivi si devono principalmente<br />

alla mediazione del Segretario di Stato Usa,<br />

Colin Powell, che negli ultimi giorni ha esercitato<br />

forti pressioni sulle parti perché riprendano il dialogo.<br />

Ad Arafat, che gli riferiva delle sue iniziative di<br />

repressione dei gruppi radicali, Powell ha detto che<br />

si tratta di passi positivi, ma che ne sono necessari<br />

altri. A Sharon il Segretario di Stato ha chiesto di<br />

prepararsi «a fare la sua parte» per creare un clima<br />

più confortevole per i palestinesi.<br />

Sempre nell'ambito degli sforzi per il rilancio del<br />

processo di pace, Powell ha incontrato ieri a Washington<br />

una delegazione dell'Unione Europea (Ue)<br />

guidata dal Primo Ministro belga, Guy Verhosftadt,<br />

Presidente di turno dei Quindici, e dall’Alto rappresentante<br />

per la politica estera e di sicurezza, Javier<br />

Solana. Usa e Ue hanno potuto constatare la «comunanza»<br />

dei loro punti di vista sulla situazione<br />

nella regione, hanno reso noto le parti. «Siamo<br />

molti soddisfatti di trovare le nostre vedute così bene<br />

allineate», ha detto Powell. «Siamo tutti impegnati<br />

per il rispetto del piano Mitchell e delle risoluzioni<br />

242 e 338 del Consiglio di sicurezza dell’Onu»,<br />

ha aggiunto. Anche Verhosftadt ha trovato<br />

«fruttuoso» l’incontro che, ha detto, ha confermato<br />

la «posizione comune» di Stati Uniti e Unione Europea<br />

sul Medio Oriente.<br />

preso che in giornata si<br />

riunirà il Consiglio di sicurezza<br />

nazionale per<br />

esaminare il quadro generale<br />

della situazione<br />

dopo l'ondata di violenze<br />

e di saccheggi. Sempre<br />

oggi, de la Rúa presiederà<br />

nella capitale una riunione<br />

con i governatori<br />

delle 22 province in cui<br />

è diviso il Paese.<br />

Lo stato d'assedio, entrato<br />

in vigore ieri a<br />

mezzanotte, è stato imposto<br />

su tutto il territorio<br />

nazionale e avrà la<br />

durata di 30 giorni. Nel<br />

preambolo del decreto,<br />

che dovrà essere ratificato<br />

dal Parlamento, si indica<br />

che esso si è reso<br />

necessario per «arginare<br />

gli atti di violenza collet-<br />

tiva» che configurano «uno stato di grave<br />

pericolo interno». Contro l'introduzione<br />

del regime di eccezione si è pronunciato<br />

il sindacato di sinistra «Cta»,<br />

che ha proclamato lo sciopero generale.<br />

Ad ogni modo, sotto il profilo dell'ordine<br />

pubblico la situazione sembra tornare<br />

progressivamente alla normalità.<br />

Ma la giornata di ieri è stata drammatica.<br />

Infatti, le violenze nelle strade della<br />

capitale e di altre città hanno provocato<br />

14 morti, 178 feriti (76 dei quali poliziotti)<br />

e oltre trecento arresti. In alcuni casi<br />

a sparare contro i saccheggiatori sarebbero<br />

stati i commercianti decisi a difendere<br />

i loro negozi e le relative merci. A<br />

Buenos Aires, cinquantamila dimostranti<br />

hanno devastato la storica Plaza de Mayo,<br />

appiccando anche un incendio, subito<br />

domato dai vigili del fuoco, negli uffici<br />

del ministero dell'economia. Fonti<br />

giornalistiche ipotizzano che all'escalation<br />

della violenza non siano rimasti<br />

estranei gruppi di agitatori professionisti,<br />

che sono scesi in piazza armati di<br />

bombe incendiarie.<br />

Ieri sera, de la Rúa ha approvato un<br />

decreto che stanzia sette milioni di dollari<br />

per un programma alimentare<br />

straordinario. Grazie ad esso, il ministero<br />

dello sviluppo sociale, in collaborazione<br />

con organizzazioni umanitarie e con<br />

l'esercito che fornirà i mezzi di trasporto,<br />

assisterà le fasce più bisognose della<br />

popolazione.<br />

Il Governo di Madrid è disponibile a<br />

concedere qualsiasi tipo di aiuto all'Argentina,<br />

ha annunciato oggi il portavoce<br />

spagnolo Pio Cabanillas, lanciando un<br />

messaggio di solidarietà al popolo argentino<br />

e di tranquillità alle società spagnole<br />

che hanno investimenti nel Paese sudamericano.<br />

Madrid, ha aggiunto, ha<br />

già chiesto al Fondo monetario internazionale<br />

(Fmi) di dare prova di «sensibilità»<br />

verso la crisi argentina. Il ministro<br />

dell’economia, Rodrigo Rato, ha lanciato<br />

un appello alle autorità argentine e ai<br />

partiti politici affinché «stabiliscano un<br />

accordo base di crescita economica e di<br />

stabilità che possa rafforzare l’Argentina<br />

nell’economia mondiale». Il leader socialista<br />

madrileno, José Luís Rodriguez Zapatero,<br />

ha chiesto al Governo spagnolo,<br />

all’Ue e agli Stati Uniti di appoggiare<br />

l’Argentina presso il Fmi per trovare<br />

una soluzione alla crisi. «Sono ore decisive<br />

e mi piacerebbe che il governo spagnolo<br />

lavorasse in questo momento nell’Ue<br />

e con il Fmi per difendere un paese<br />

fratello». Gli avvenimenti dell’Argentina<br />

dimostrano, secondo il leader socialista,<br />

che «il mondo non può essere lasciato<br />

alle forze della globalizzazione del mercato.<br />

C’è bisogno di un governo politico<br />

ed economico nel mondo».<br />

CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI<br />

Promulgazione di Decreti<br />

Il 20 Dicembre 2001, alla presenza del Santo Padre,<br />

sono stati promulgati i Decreti riguardanti:<br />

— un miracolo, attribuito all’intercessione del<br />

Beato JOSEMARÍA ESCRIVÁ DE BALAGUER, Sacerdote<br />

e Fondatore della Società Sacerdotale della<br />

Santa Croce e Opus Dei, nato il 9 gennaio 1902 a<br />

Barbastro (Spagna) e morto il 26 giugno 1975 a Roma<br />

(Italia);<br />

— un miracolo, attribuito all’intercessione del<br />

Beato IGNAZIO DA SANTHIÀ (al secolo: Lorenzo<br />

Maurizio Belvisotti), Sacerdote professo dell’Ordine<br />

dei Frati Minori Cappuccini, nato il 5 giugno 1686 a<br />

Santhià (Italia) e morto il 22 settembre 1770 a Torino<br />

(Italia);<br />

— un miracolo, attribuito all’intercessione del<br />

Beato PIO DA PIETRELCINA (al secolo: Francesco<br />

Forgione), Sacerdote professo dell’Ordine dei Frati<br />

Minori Cappuccini, nato il 25 maggio 1887 a Pietrelcina<br />

(Italia) e morto il 23 settembre 1968 a San Giovanni<br />

Rotondo (Italia);<br />

— un miracolo, attribuito all’intercessione della<br />

Beata BENEDETTA CAMBIAGIO FRASSINELLO,<br />

Fondatrice della Congregazione delle Suore Benedettine<br />

della Provvidenza, nata il 2 ottobre 1791 a Langasco<br />

(Italia) e morta il 21 marzo 1858 a Ronco Scrivia<br />

(Italia);<br />

— un miracolo, attribuito all’intercessione del<br />

Beato JUAN DIEGO CUAUTLATOATZIN, Laico,<br />

Veggente della B.V.M. di Guadalupe, nato verso il<br />

1474 in Messico e morto nel 1548 a Guadalupe (Messico);<br />

Militare israeliano al posto di controllo di Beith Lahia<br />

— un miracolo, attribuito all’intercessione del Ve-<br />

nerabile Servo di Dio LUDOVICO<br />

PAVONI, Sacerdote e Fondatore della<br />

Congregazione dei Figli di Maria<br />

Immacolata, nato l’11 settembre<br />

1784 a Brescia (Italia) e morto il 1°<br />

aprile 1849 a Saiano (Italia);<br />

— un miracolo, attribuito all’intercessione<br />

del Venerabile Servo di<br />

Dio MARCO ANTONIO DURANDO,<br />

Sacerdote della Congregazione della<br />

Missione, Fondatore della Congregazione<br />

delle Suore di Gesù Nazare-<br />

Il discorso<br />

rivolto al Papa<br />

dal Card.<br />

José Saraiva<br />

Martins<br />

Golfo: tensione durante<br />

l'ispezione di una nave<br />

diretta verso l'Iraq<br />

TEHERAN, 20.<br />

Si è registrata tensione ieri nel Golfo<br />

quando le forze navali statunitensi hanno<br />

ispezionato una petroliera sospettata<br />

di infrangere l'embargo imposto contro<br />

l'Iraq. La televisione di Teheran ha affermato<br />

che la nave era saudita, batteva<br />

bandiera iraniana e che due persone sono<br />

rimaste ferite nell’incidente. Secondo<br />

il Pentagono, invece, si trattava di una<br />

petroliera battente bandiera del Belize e<br />

una sola persona è rimasta ferita.<br />

Il Ministero degli esteri di Teheran ha<br />

convocato l’Ambasciatore svizzero, che<br />

cura gli interessi degli Stati Uniti in<br />

Iran, per consegnargli una «forte protesta»<br />

e chiedere spiegazioni. «La petroliera<br />

aveva la bandiera del Belize innalzata,<br />

quindi non capisco in che modo possa<br />

entrarci l’Iran», ha replicato il portavoce<br />

del Pentagono, Dave Lapan. «Le<br />

nostre forze hanno ripetutamente cercato<br />

di fermare la nave, ma senza successo.<br />

Quindi abbiamo preso la decisione di<br />

salire a bordo», ha aggiunto. Alla nave<br />

del Belize è stato permesso di proseguire<br />

perché l’ispezione non ha rivelato indizi<br />

di violazione delle sanzioni, ha concluso<br />

il portavoce.<br />

no, nato il 22 maggio 1801 a Mondovì (Italia) e morto<br />

il 10 dicembre 1880 a Torino (Italia);<br />

— un miracolo, attribuito all’intercessione del Venerabile<br />

Servo di Dio LUIGI VARIARA, Sacerdote<br />

professo della Società di San Francesco di Sales,<br />

Fondatore dell’Istituto delle Suore Figlie dei Sacri<br />

Cuori di Gesù e Maria, nato il 15 gennaio 1875 a<br />

Viarigi (Italia) e morto il 1° febbraio 1923 a Cúcuta<br />

(Colombia);<br />

— un miracolo, attribuito all’intercessione della<br />

Venerabile Serva di Dio MARIA CRISTINA DEL-<br />

L’IMMACOLATA CONCEZIONE (al secolo: Adelaide<br />

Brando), Fondatrice della Congregazione delle Suore<br />

Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato, nata il 1°<br />

maggio 1856 a Napoli (Italia) e morta il 20 gennaio<br />

1906 a Casoria (Italia);<br />

— le virtù eroiche del Servo di Dio GIOVANNI<br />

NEPOMUCENO ZEGRÍ MORENO, Sacerdote della<br />

Diocesi di Málaga, Fondatore della Congregazione<br />

delle Suore della Carità della Beata Vergine Maria<br />

della Mercede, nato l’11 ottobre 1831 a Granada<br />

(Spagna) e morto il 17 marzo 1905 a Málaga (Spagna);<br />

— le virtù eroiche del Servo di Dio PIETRO LE-<br />

GARIA ARMENDÁRIZ, Sacerdote della Diocesi di<br />

Tudela, Fondatore della Congregazione delle Ancelle<br />

di Cristo Re, nato il 2 giugno 1878 a Tudela (Spagna)<br />

e morto il 30 settembre 1956 a Tudela (Spagna);<br />

— le virtù eroiche del Servo di Dio BRUNO MAR-<br />

CHESINI, Chierico dell’Arcidiocesi di Bologna e<br />

Alunno del Pontificio Seminario Romano Maggiore,<br />

nato l’8 agosto 1915 a Bagno di Piano (Italia) e mor-<br />

Pagina 5<br />

to il 29 luglio 1938 a Bologna (Italia);<br />

— le virtù eroiche della Serva di<br />

Dio MARIA LUDOVICA (al secolo:<br />

Antonina De Angelis), Religiosa professa<br />

della Congregazione delle Figlie<br />

di Nostra Signora della Misericordia,<br />

nata il 24 ottobre 1880 a San<br />

Gregorio (Italia) e morta il 25 febbraio<br />

1962 a La Plata (Argentina).<br />

Giovanni Paolo II bacia la statua del Bambino Gesù portata da San Giovanni Rotondo<br />

CONTINUA A PAGINA 5<br />

NOSTRE<br />

INFORMAZIONI<br />

Il Santo Padre ha ricevuto questa<br />

mattina in udienza:<br />

Sua Eminenza Reverendissima il Signor<br />

Cardinale José Saraiva Martins,<br />

Prefetto della Congregazione delle Cause<br />

dei Santi;<br />

Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Alfio Rapisarda, Arcivescovo<br />

titolare di Canne, Nunzio Apostolico<br />

in Brasile.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha nominato Membro<br />

del Consiglio di Amministrazione<br />

del Centro Televisivo Vaticano l’Eccellentissimo<br />

Monsignor Francisco-Javier<br />

Lozano, Arcivescovo titolare di Penafiel,<br />

Nunzio Apostolico.<br />

. .<br />

Provvista di Chiesa<br />

Il Santo Padre ha nominato Vescovo<br />

di Trier (Repubblica Federale di Germania)<br />

Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Reinhard Marx, finora Vescovo<br />

titolare di Pedena ed Ausiliare di<br />

Paderborn.


DAL MONDO<br />

PAGINA<br />

2 .<br />

in primo piano<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Venerdì 21 Dicembre 2001<br />

AFGHANISTAN Si vanno delineando caratteristiche<br />

e mandato della forza internazionale d’assistenza<br />

e di sicurezza (Isaf) in Afghanistan.<br />

BIN LADEN Sono terminate le operazioni militari<br />

su vasta scala e da tre giorni sono interrotti i bombardamenti,<br />

ma prosegue la caccia ad Osama bin<br />

Laden e al mullah Omar.<br />

USA A cento giorni dagli attacchi dell'11 settem-<br />

bre il bilancio delle vittime a New York è ancora<br />

provvisorio. Secondo l'Amministrazione comunale, i<br />

morti sarebbero oltre tremila, comprese le 157 persone<br />

sugli aerei schiantati contro le Torri Gemelle.<br />

TERRORISMO Gli Usa hanno consegnato ieri sera<br />

all’Onu un rapporto sui provvedimenti antiterrorismo<br />

adottati dopo l’11 settembre, offrendosi allo<br />

stesso tempo di assistere altri Paesi che desiderino<br />

lanciare analoghe campagne.<br />

AFGHANISTAN Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite esamina la bozza della risoluzione<br />

Si delineano mandato e composizione<br />

della forza multinazionale a Kabul<br />

Si estende l'area<br />

delle ricerche<br />

di bin Laden<br />

e del mullah Omar<br />

KABUL, 20.<br />

In Afghanistan, dopo la sconfitta<br />

dei Taleban, sono di fatto terminate<br />

le operazioni militari su<br />

vasta scala e da tre giorni sono interrotti<br />

i bombardamenti, ma prosegue<br />

la caccia ad Osama bin Laden<br />

e l'area delle ricerche si allarga<br />

anzi al di là delle valli di Tora<br />

Bora, dove «commandos» delle<br />

forze speciali statunitensi e guerriglieri<br />

dell'Alleanza del Nord continuano<br />

a esplorare a una a una le<br />

caverne che erano il rifugio dei<br />

combattenti di «Al Qaeda». La<br />

caccia prosegue sulle mulattiere<br />

che conducono al Pakistan e man<br />

mano s’allarga alle altre valli vicine<br />

alle due dove, per tutta la<br />

scorsa settimana, s’è combattuta<br />

l’ultima battaglia campale.<br />

Il Segretario alla difesa Donald<br />

Rumsfeld ha comunque ribadito<br />

ieri, al ritorno da un viaggio che<br />

lo ha portato in Afghanistan, nel<br />

Caucaso e al quartier generale<br />

della Nato a Bruxelles, che le operazioni<br />

militari in Afghanistan sono<br />

lungi dall’essere concluse e<br />

che la campagna d’Afghanistan<br />

non sarà finita fino a che Osama<br />

bin Laden e il mullah Omar, il<br />

leader dei Taleban, non saranno<br />

stati «presi o uccisi».<br />

Tutti gli elementi umani e tecnologici<br />

a disposizione sono impegnati<br />

in tale caccia. Richard<br />

McGraw, il portavoce del Pentagono,<br />

ha detto che vengono utilizzati<br />

aerei spia senza pilota, aerei<br />

da ricognizione da alta quota, satelliti,<br />

elicotteri e agenti infiltrati e<br />

forze speciali. L’osservazione aerea<br />

è stata estesa al Pakistan, il<br />

cui esercito s’è schierato lungo la<br />

frontiera.<br />

Fonti ufficiali pakistane citate<br />

dall'agenzia di stampa italiana Ansa<br />

hanno riferito intanto che centinaia<br />

di militari pakistani stanno<br />

continuando la caccia a una ventina<br />

di combattenti di «Al Qaeda»<br />

evasi mercoledì dopo aver ucciso<br />

le loro guardie, sulle impervie<br />

montagne di Mondan, in una zona<br />

tribale del Pakistan al confine<br />

con l’Afghanistan. Quarantotto<br />

militanti fedeli a Osama bin Laden,<br />

catturati mentre cercavano<br />

di passare la frontiera pakistana<br />

dopo essere fuggiti dalla base di<br />

Tora Bora, erano scappati mentre<br />

venivano trasferiti con un autobus<br />

in una prigione locale. I 48 uomini<br />

hanno disarmato le guardie e<br />

ingaggiato una battaglia, nella<br />

quale sono morti almeno sette militari<br />

pakistani e sei uomini di «Al<br />

Qaeda».<br />

Soldati a cavallo, forze di sicurezza<br />

della zona tribale di Kurram<br />

ed elicotteri stanno dando la caccia<br />

ai fuggiti nell’area di Alizai.<br />

Diversi di loro sono già stati catturati,<br />

ma circa una ventina sono<br />

ancora alla macchia. La zona è<br />

stata completamente chiusa, con<br />

centinaia di posti di blocco.<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

TIPOGRAFIA VATICANA<br />

EDITRICE<br />

«<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong>»<br />

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via del Pellegrino<br />

00120 Città del Vaticano<br />

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de «L'Osservatore Romano»<br />

a cura di Arturo Mari<br />

Le foto dell'attività della Santa Sede<br />

sono del SERVIZIO FOTOGRAFICO<br />

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.<br />

NEW YORK, 20.<br />

Si vanno definendo le caratteristiche e<br />

il mandato della forza multinazionale<br />

che sta per essere dispiegata in Afghanistan.<br />

Le missioni e la catena di comando<br />

del contingente, definito forza internazionale<br />

d’assistenza e di sicurezza<br />

(Isaf), sono state indicate, ieri sera alle<br />

Nazioni Unite, in una lettera del Ministro<br />

degli esteri britannico Jack Straw.<br />

La Gran Bretagna dirigerà la forza internazionale<br />

nella prima parte della missione,<br />

ma la forza stessa, secondo la proposta<br />

di Londra, potrà essere messa sotto<br />

comando statunitense «in caso di necessità»<br />

e anche per evitare sovrapposizione<br />

tra le truppe internazionali e quelle<br />

degli Usa.<br />

Una bozza di risoluzione, messa a<br />

punto ieri, è stata trasmessa a tutti i<br />

membri del Consiglio di Sicurezza, che<br />

dovrebbero pronunciarsi con un voto in<br />

giornata, anche se la decisione potrebbe<br />

slittare di qualche ora. La bozza prevede,<br />

in base al capitolo VII della Carta<br />

dell’Onu, che il contingente internazionale<br />

possa usare la forza e gli conferisce<br />

un mandato di sei mesi rinnovabile, che<br />

coincide con la prima fase del nuovo<br />

Governo provvisorio afghano, guidato<br />

da Hamid Karzai, che incomincerà ad<br />

operare questo sabato.<br />

Fonti diplomatiche al Palazzo di vetro<br />

avevano anticipato ieri che la forza dell'Onu<br />

sarà stanziata comunque solo a<br />

Kabul. In ogni caso il Governo di Londra<br />

ha assicurato che l’avanguardia del-<br />

PUBBLICITÀ:<br />

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AZIENDE PROMOTRICI DELLA DIFFUSIONE DE <strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong><br />

ALITALIA – INTESABci – VOBIS – ADVENIA<br />

Pubblietica sta lavorando ad un progetto teso all'incremento della diffusione de<br />

L'Osservatore Romano in collaborazione con alcune primarie aziende italiane.<br />

Lo sforzo del quotidiano della Santa Sede per diffondere la parola del Papa, soprattutto in<br />

questo particolare momento storico, può infatti essere validamente sostenuto da quanti<br />

condividono i valori propugnati dalla Chiesa cattolica.<br />

Alcune aziende hanno scelto L'Osservatore Romano come mezzo privilegiato e qualificato<br />

per divulgare il loro messaggio pubblicitario. Saranno queste aziende —<br />

sottoscrittrici di numerosi abbonamenti — a diffondere all'interno del proprio<br />

mondo di riferimento (sedi, clienti, collaboratori), questo giornale, questi valori.<br />

l'Isaf, circa duecento uomini, sarà in<br />

grado di prendere servizio per sabato.<br />

In un intervento alla Camera dei Comuni<br />

del Parlamento di Londra, il Ministro<br />

della difesa britannico Geoff Hoon<br />

ha anticipato ieri che il grosso del contingente<br />

non verrà dispiegato prima del<br />

28 dicembre. Hoon ha precisato, inoltre,<br />

che la Gran Bretagna guiderà la forza di<br />

pace internazionale in Afghanistan per<br />

«un periodo limitato di tre mesi» con un<br />

contributo di 1.500 uomini. Alla scadenza,<br />

la guida del contingente, che dovrebbe<br />

raggiungere le 3.000 unità, passerà<br />

INDIA-PAKISTAN Inviati cinquecento mezzi militari<br />

Nuova Delhi dispiega<br />

truppe alla frontiera<br />

NUOVA DELHI, 20.<br />

Non si stempera la tensione tra India<br />

e Pakistan e, anzi, segnalazioni sempre<br />

più frequenti di movimenti di truppe<br />

fanno temere l'esplosione di un nuovo<br />

conflitto tra i due Paesi. L'agenzia di<br />

stampa «France Presse» riferisce oggi,<br />

citando testimoni e responsabili militari,<br />

che l’India ha inviato centinaia di carri<br />

armati e altri veicoli militari alla sua<br />

frontiera occidentale con il Pakistan. Un<br />

giornalista dell’agenzia francese a Jodhpur,<br />

nello Stato frontaliero del Rajastan,<br />

ha detto che più di cinquecento<br />

carri armati, camion, camionette e sanitari<br />

sono stati visti mentre si dirigevano<br />

verso la frontiera nella notte tra martedì<br />

e mercoledì. Ieri il generale Padmanabhan,<br />

capo di stato maggiore dell'esercito<br />

indiano, aveva accusato il Pakistan di<br />

stare a sua volta ammassando truppe alla<br />

frontiera — circostanza negata dal<br />

Governo di Islamabad — e aveva annunciato<br />

una «appropriata» reazione<br />

dell'India in corso.<br />

La zona frontaliera con il Pakistan è<br />

stata posta dal Governo indiano in stato<br />

di allerta rafforzata dopo l’attacco contro<br />

il Parlamento di Nuova Delhi condotto<br />

il 13 dicembre da cinque terroristi<br />

suicidi. Nell'attacco, oltre ai cinque assalitori,<br />

erano morte altre sette persone,<br />

sei guardie e un giardiniere.<br />

Il Governo di Nuova Delhi ha accusato<br />

dell'attacco il gruppo Lashkar-i-Taiba,<br />

un'organizzazione secessionista islamica<br />

del Kashmir con basi in Pakistan, sostenendo<br />

altresì che le autorità di Islamabad<br />

offrono sostegno a tale gruppo, co-<br />

ad un altro partner della coalizione.<br />

Hoon ha comunque ammesso che ci sono<br />

ancora molte questioni aperte sulle<br />

dimensioni e l’esatta composizione del<br />

contingente che dovranno essere finalizzate<br />

nei prossimi giorni. Proprio a causa<br />

della necessità di concludere l’accordo<br />

militare con gli afghani il grosso delle<br />

truppe britanniche non verrà dispiegato<br />

prima del 28 dicembre, ha detto il Ministro,<br />

precisando che i dettagli dell’intesa<br />

saranno definiti non appena il nuovo<br />

Governo ad interim di Kabul entrerà in<br />

funzione sabato prossimo.<br />

Terrorismo: rapporto statunitense all'Onu<br />

sulle misure adottate dopo l'11 settembre<br />

NEW YORK, 20.<br />

Il Governo degli Stati Uniti ha consegnato ieri sera all’Onu un rapporto in<br />

cui fa il punto sui provvedimenti antiterrorismo adottati in seguito ai terrificanti<br />

attacchi dell’11 settembre, offrendosi allo stesso tempo di assistere altri<br />

Paesi che desiderino lanciare analoghe campagne. Dopo gli attentati contro le<br />

Torri Gemelle del World Trade Center di New York e contro il Pentagono a<br />

Washington, il Consiglio di sicurezza aveva adottato una risoluzione in cui impone<br />

ai Paesi membri dell’Onu di vietare ogni forma di appoggio al terrorismo<br />

e ad atti di terrorismo. La risoluzione chiedeva ai 189 Paesi membri di riferire<br />

al Consiglio entro il 27 dicembre le misure adottate. L’ambasciatore statunitense<br />

all’Onu, John Negroponte, ha detto che il rapporto di 24 pagine<br />

consegnato al Consiglio di sicurezza rappresenta solo il primo passo di «un<br />

processo lungo e difficile di costruire un’intesa internazionale su come affrontare,<br />

sul lato pratico, la lotta contro il terrorismo».<br />

me pure all'analoga organizzazione Jaish-i-Mohammad.<br />

Quest'ultima fu responsabile<br />

di un analogo e ancor più<br />

cruento attentato condotto il 1° ottobre<br />

scorso contro il Parlamento statale a Srinagar,<br />

la capitale estiva dello Jammu e<br />

Kashmir, l'unico Stato dell'India di popolazione<br />

in maggioranza musulmana.<br />

In tale attacco morirono trentotto persone.<br />

Secondo le autorità di Nuova Delhi,<br />

i servizi segreti pakistani sarebbero direttamente<br />

coinvolti negli attentati. Il<br />

Governo di Islamabad, da parte sua, ha<br />

negato ogni responsabilità in merito.<br />

Estonia: il Premier<br />

annuncia<br />

le dimissioni<br />

TALLIN, 20.<br />

Il Primo Ministro estone Mart<br />

Laar ha comunicato ieri che presenterà<br />

le dimissioni l’8 gennaio<br />

prossimo. La decisione, annunciata<br />

peraltro solo dopo l'approvazione<br />

del bilancio da parte del Parlamento,<br />

è stata motivata dalla lunga<br />

serie di scontri interni tra i diversi<br />

partiti politici dell’alleanza di<br />

centrodestra al Governo. Secondo<br />

Laar, l’Estonia, che aspira all'adesione<br />

all'Unione Europea e alla<br />

Nato, nei prossimi mesi non può<br />

avere un Governo «paralizzato<br />

dalle divisioni interne».<br />

Argentina: «Il dialogo<br />

di cui la patria ha bisogno»<br />

CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 1<br />

Usa: trascorsi<br />

cento giorni<br />

dagli attentati<br />

alle Torri Gemelle<br />

RUSSIA Ripari insufficienti e ridotte scorte di cibo<br />

Situazione sempre più critica<br />

per 200.000 profughi ceceni<br />

MOSCA, 20.<br />

Diventa sempre più<br />

critica la situazione dei<br />

duecentomila profughi<br />

ceceni costretti ad affrontare<br />

il rigido inverno<br />

caucasico con tende lacerate<br />

e con ridotte<br />

scorte di cibo. Una denuncia<br />

in merito è venuta<br />

ieri da Vladimir Kalamanov,<br />

il rappresentante<br />

del Cremlino per la difesa<br />

dei diritti umani in<br />

Cecenia. Lo ha riferito<br />

l’agenzia di stampa<br />

«Itar-Tass» precisando<br />

che Kalamanov ha parlato<br />

dopo un suo giro di<br />

ricognizione nei campi<br />

che accolgono i profughi<br />

sia all'interno sia all'esterno<br />

della Cecenia.<br />

La situazione è peg-<br />

giorata dopo il trasferimento delle competenze<br />

sui profughi dal soppresso Ministero<br />

per gli affari regionali al Ministero<br />

degli interni il quale «ha bisogno di tempo»<br />

per organizzare l’assistenza agli sfollati,<br />

ha spiegato Kalamanov.<br />

Il conflitto ceceno — incominciato nel<br />

dicembre 1994, fermato da un accordo<br />

nel settembre del 1996, ripreso nell’autunno<br />

del 1999 e tuttora in corso — ha<br />

costretto più di duecentomila persone a<br />

lasciare le loro case e le loro terre per<br />

cercare rifugio o in zone della Cecenia<br />

non investite dai combattimenti o in altre<br />

Repubbliche confinanti della Federazione<br />

russa.<br />

la produzione e l'equità nella distribuzione delle ricchezze, che permettano<br />

di superare l'ingiusto debito sociale che grava sul nostro<br />

popolo e mette in pericolo la governabilità e la pace della nostra patria.<br />

5. Il dialogo che il Paese esige dai diversi settori del suo gruppo<br />

dirigente deve avere come orizzonte la creazione di un tempo nuovo<br />

e non essere lo spazio di uno scambio di benefici e di favori politici.<br />

Il dialogo di cui la patria ha bisogno deve essere una ricerca sincera<br />

della verità e del bene di tutti con una costante preoccupazione per<br />

i più poveri.<br />

6. Dobbiamo affrontare una dolorosa verità, la nostra patria si è<br />

impoverita: province povere, municipi poveri e famiglie povere. Indebitati<br />

per generazioni e privi di un progetto che ci integri e ci<br />

coinvolga, abbiamo perso credibilità di fronte al mondo. L'Argentina<br />

ha tuttavia un potenziale umano, spirituale e di ricchezze naturali<br />

che ci deve permettere di conservare la nostra speranza in questo<br />

momento di crisi, confidando soprattutto nella presenza di Gesù Cristo,<br />

il Signore della storia, che imploriamo nella nostra preghiera<br />

per la patria.<br />

7. Il Natale è vicino. Celebriamo la nascita di Gesù nel quale Dio<br />

si fece uomo per noi e volle condividere il nostro destino. Come noi<br />

nacque da una Madre, la Vergine Maria, e si guadagnò il pane con<br />

il suo sforzo. Con il suo esempio e la sua parola ci ha insegnato il<br />

Vangelo del lavoro, della fraternità e della salvezza, fino a dare la vita<br />

per tutti. Esortiamo i cristiani e gli uomini e le donne di buona<br />

volontà a trovare in Lui quel modello di verità, di giustizia e di solidarietà<br />

di cui la nostra patria ha tanto bisogno.<br />

NEW YORK, 20.<br />

A cento giorni dagli attacchi dell'11<br />

settembre al World Trade Center di<br />

New York il bilancio delle vittime è ancora<br />

provvisorio. Secondo l'ultimo conteggio<br />

diffuso ieri dall'Amministrazione<br />

comunale, i morti sarebbero oltre tremila.<br />

Tra le vittime sono comprese le 157<br />

persone che viaggiavano a bordo dei<br />

due aerei che si sono schiantati contro<br />

le Torri Gemelle.<br />

Oltre al tragico computo delle vittime,<br />

a oltre tre mesi dalla tragedia si comincia<br />

a riflettere sui dettagli che hanno significato<br />

per molte persone il discrimine<br />

tra la vita e la morte. Tutti coloro che si<br />

trovavano dal 92° piano in su nella Torre<br />

Nord sono morti. Il novanta per cento<br />

di quelli che in quel momento erano<br />

dal 91° in giù si sono salvati. La Torre<br />

Nord, la prima ad essere colpita dai terroristi,<br />

ha avuto quasi 1.500 vittime. Altre<br />

599 persone, secondo stime del quotidiano<br />

«Usa Today», sono morte nella<br />

Torre Sud: tutte tranne quattro lavoravano<br />

sopra l’area dell’impatto tra i piani<br />

78° e 84°. Tra chi si trovava al di sopra<br />

dell'81° piano si sono salvate solo quattro<br />

persone.<br />

Tra i primi a fuggire quando le Torri<br />

sono state colpite sono stati gli 83 tecnici<br />

degli ascensori di una piccola ditta<br />

del New Jersey che dal 1994 aveva l’appalto<br />

della manutenzione al World Trade<br />

Center. Decine di persone sono morte<br />

intrappolate negli ascensori dei due<br />

grattacieli secondo la Port Authority, l’agenzia<br />

che controllava i grattacieli.<br />

Distribuzione di aiuti in un campo di profughi ceceni<br />

Secondo le autorità di Mosca, le operazioni<br />

militari su vasta scala sono finite,<br />

ma le truppe federali danno ora la<br />

caccia ad alcune migliaia di guerriglieri<br />

che hanno basi sulle montagne meridionali<br />

della Repubblica ribelle.<br />

Anche nelle ultime ore vi sono stati<br />

scontri con esito cruento. Dodici ribelli,<br />

secondo il comando russo, sono stati uccisi<br />

dalle truppe federali che stanno conducendo<br />

una vasta offensiva nella zona<br />

di Argun, una delle più importanti città<br />

cecene. Lo stesso comando russo ha reso<br />

noto nei giorni scorsi che conta di attuare<br />

il ritiro delle truppe a partire dalla<br />

prossima primavera.<br />

Tra Croazia e Slovenia<br />

accordo sulla cogestione<br />

di una centrale nucleare<br />

ZAGABRIA, 20.<br />

I Governi della Croazia e della Slovenia hanno<br />

firmato ieri l’accordo sulla cogestione della centrale<br />

nucleare di Krsko. Lo ha riferito la radio<br />

statale di Zagabria, specificando che l'accordo in<br />

questione è stato firmato proprio a Krsko, una<br />

città della Slovenia situata a circa 20 chilometri<br />

dal confine con la Croazia, dal Ministro dell’ambiente<br />

sloveno Janez Kopac e dal Ministro dell’economia<br />

croato Goranko Fizulic.<br />

Alla cerimonia di apposizione della firma erano<br />

presenti anche i Primi Ministri dei due Paesi, lo<br />

sloveno Janez Drnovsek e il croato Ivica Racan,<br />

che nel luglio scorso avevano raggiunto l’accordo<br />

dopo anni di negoziati.<br />

L’intesa firmata dai Governi di Croazia e Slovenia<br />

prevede, oltre alla suddivisione tra i due Paesi<br />

dei diritti di proprietà e delle spese di manutenzione<br />

e di smantellamento, anche la ripresa delle<br />

forniture di corrente alla Croazia entro il luglio<br />

del 2002.<br />

L’accordo deve essere ora ratificato dai due<br />

Parlamenti. In quello della Slovenia, peraltro, non<br />

mancano le voci critiche. Molti deputati sloveni,<br />

infatti, si sono più volte detti contrari all’accordo<br />

perché questo prevede che i materiali radioattivi<br />

di scarto prodotti dalla centrale nucleare rimangano<br />

a Krsko fino alla chiusura della centrale<br />

stessa, prevista solo nel 2023.<br />

INDIA-PAKISTAN segnalazioni sempre più frequenti<br />

di movimenti di truppe fanno temere l'esplosione<br />

di un nuovo conflitto tra i due Paesi.<br />

RUSSIA Duecentomila profughi ceceni sono costretti<br />

ad affrontare il rigido inverno caucasico in<br />

condizioni sempre più critiche.<br />

ESTONIA Il Premier Mart Laar ha annunciato le<br />

dimissioni per i contrasti nella maggioranza.<br />

SANTA SEDE<br />

Scambio<br />

di Strumenti<br />

di ratifica<br />

Mercoledì, 19 dicembre 2001,<br />

nella sede della Nunziatura Apostolica<br />

a Berlino, il Nunzio Apostolico<br />

in Germania, S.E. Mons.<br />

Giovanni Lajolo, ed il Ministro-Presidente<br />

del Saarland, Sig. Peter<br />

Müller, hanno proceduto allo scambio<br />

degli Strumenti di ratifica dell’Accordo<br />

firmato il 19 settembre<br />

2001 tra la Santa Sede ed il Saarland,<br />

che apporta una modifica e<br />

un complemento all’Accordo del 21<br />

febbraio 1975 circa le scuole private<br />

in gestione della Chiesa cattolica.<br />

Presenti alla cerimonia erano<br />

inoltre:<br />

da parte statale, la Sig.ra Monika<br />

Beck, Rappresentante del Saarland<br />

presso il Governo Federale di Germania,<br />

e la Sig.ra Heidi Müller,<br />

Capo del Protocollo della Cancelleria<br />

di Stato a Saarbrücken;<br />

da parte della Chiesa cattolica,<br />

Mons. Warnfried Bartmann, Direttore<br />

dell’Ufficio Cattolico del Saarland;<br />

il Sig. Harmut Junkes, Consigliere<br />

Giuridico del medesimo Ufficio<br />

Cattolico; Mons. Thomas E.<br />

Gullickson, Consigliere della Nunziatura<br />

Apostolica.<br />

Francia:nuovoincendio<br />

provoca un morto<br />

PARIGI — Quattro giorni dopo la<br />

tragedia dell’Hotel du Palais, un<br />

altro incendio è scoppiato venerdì<br />

all’alba in un albergo di Parigi<br />

causando un morto e tre feriti. La<br />

persona rimasta uccisa, ha reso<br />

noto il Commissariato di Clichy, è<br />

un settantaquattrenne francese di<br />

origine algerina. Le fiamme hanno<br />

investito un hotel di sei piani a Clichy-sur-Seine.<br />

Secondo le prime<br />

ricostruzioni dei pompieri, il fuoco<br />

è partito da una stanza al terzo<br />

piano del Koumdadji Grand Hotel<br />

ed è stato domato in 45 minuti. Gli<br />

investigatori non escludono alcuna<br />

pista, ma al momento l'incendio<br />

non sembra di origine dolosa.<br />

ViêtNam:6bimbiuccisi<br />

da un residuato bellico<br />

HÁ NÔI — Sei bambini di età compresa<br />

tra i quattro e i tredici anni<br />

sono rimasti uccisi nell’esplosione<br />

di un residuato bellico nella provincia<br />

vietnamita di Phu Yen. Lo<br />

ha reso noto venerdì la polizia.<br />

«Le parti metalliche recuperate sul<br />

posto dimostrano che si tratta di<br />

una bomba della guerra e stiamo<br />

cercando di determinarne il tipo»,<br />

ha dichiarato un responsabile della<br />

polizia del capoluogo Tuy Hoa,<br />

dove l’incidente è avvenuto mercoledì.<br />

Secondo le prime ricostruzioni,<br />

i bambini stavano giocando con<br />

l'ordigno quando questo è esploso<br />

causando oltre ai morti il ferimento<br />

di altri due bambini e di tre<br />

adulti.<br />

Baltico: si incaglia<br />

un traghetto finlandese<br />

STOCCOLMA — Un traghetto finlandese<br />

con seicento passeggeri a<br />

bordo si è incagliato giovedì notte<br />

nel Mar Baltico, al largo dell’isola<br />

di Aaland. Lo ha annunciato l’agenzia<br />

di stampa svedese «Tt».<br />

Secondo le prime ricostruzioni, il<br />

traghetto «Isabella» della compagnia<br />

Viking Line, in navigazione<br />

dalla Finlandia occidentale a Stoccolma,<br />

si sarebbe incagliato a causa<br />

delle cattive condizioni del tempo.<br />

Squadre di soccorso svedesi e<br />

finlandesi sono all’opera per<br />

sgomberare i passeggeri.<br />

Ue-Algeria: rafforzata<br />

la cooperazione<br />

BRUXELLES — Unione Europea<br />

(Ue) e Algeria hanno siglato giovedì<br />

a Bruxelles l'Accordo di associazione<br />

euro-mediterranea. «L’intesa<br />

apre una nuova era nelle relazioni<br />

bilaterali e consolida il processo<br />

di collaborazione lanciato<br />

dal processo di Barcellona nel<br />

1995», sottolinea un comunicato<br />

pubblicato al termine dell'incontro<br />

tra il Presidente della Commissione<br />

europea, Romano Prodi, e il<br />

Capo di Stato algerino, Abdul Aziz<br />

Bouteflika. «L’accordo — continua<br />

il testo — contribuirà alla pace e<br />

alla sicurezza nella regione e stimolerà<br />

le relazioni commerciali ed<br />

economiche tra l’Algeria e i partner<br />

mediterranei».<br />

Albania:militari italiani<br />

soccorrono 300 civili<br />

TIRANA — Soldati italiani della<br />

missione di pace guidata dalla Nato<br />

hanno prestato soccorso giovedì<br />

a circa 300 persone rimaste bloccate<br />

in auto a causa delle forti nevicate.<br />

L’intervento, compiuto dai<br />

militari del Quinto reggimento Aosta,<br />

è avvenuto nella zona settentrionale<br />

del Paese, lungo la strada<br />

che conduce verso il Kosovo. I soldati<br />

hanno distribuito viveri e bevande<br />

calde offrendo assistenza fino<br />

a quando gli spazzaneve hanno<br />

potuto ripristinare la circolazione.


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

Riflessioni sulla storia dell'arte sacra e della liturgia<br />

La «via pulchritudinis»<br />

all'incontro con la Verità<br />

PAOLO MICCOLI<br />

La via della verità e quella della bellezza<br />

si sono incontrate e amalgamate<br />

nell’arte della cristianità ecclesiale prima<br />

di essere teorizzate come modalità diverse<br />

e complementari dell’epifania della<br />

Trascendenza, adoperadeiromantici.<br />

La liturgia cristiana, in quanto azione<br />

per il popolo in vista del culto trinitario<br />

e della salvezza sacramentale dell’uomo,<br />

si basa essenzialmente sull’Incarnazione<br />

di Gesù Cristo e sulla sua opera redentrice.<br />

La presenza vivificante del Signore risorto<br />

nella comunità dei credenti si<br />

esperisce a livello di intima comunione<br />

con Lui; unione che ha inizio con la mistagogia<br />

della vita cristiana (Battesimo,<br />

Confermazione, Eucarestia) e via via si<br />

perfeziona con la ricezione degli altri sacramenti<br />

e con la partecipazione alla<br />

preghiera liturgica della Chiesa.<br />

L’iniziazione alla vita cristiana viene<br />

vissuta all’interno del Tempio, casa di<br />

Dio per eccellenza, dove Cristo assomma<br />

in Sé i significati allegorici della<br />

struttura dell’edificio sacro. Egli è, infatti,<br />

la Porta attraverso la quale passare,<br />

l’Altare del sacrificio della Nuova Alleanza,<br />

la Mensa della Cena Eucaristica, la<br />

Vittima di salvezza. E, in senso ecclesiologico,<br />

Cristo rende il Tempio sede della<br />

proclamazione della Parola profetica,<br />

della riconciliazione fraterna, nave che<br />

traghetta gli uomini oltre i marosi dell’esistenza<br />

verso esiti escatologici di vita<br />

beata.<br />

La liturgia come voce costante della<br />

Chiesa orante è scaturigine delle stesse<br />

elaborazioni teologiche che hanno prodotto<br />

formulazioni sempre più perfezionate<br />

dei dogmi della fede. Essa vive della<br />

linfa vitale dello Spirito Santo che alimenta<br />

il sensus Ecclesiae, orientato dal<br />

magistero pontificio ed episcopale e dalla<br />

rettitudine del popolo orante.<br />

La liturgia è diagramma inequivocabile<br />

dell’ortodossia della fede vissuta nella<br />

pietà, mentre le ricerche, le discussioni<br />

e gli approfondimenti teologici appartengono<br />

al momento più complesso della<br />

riflessione «scientifica» sul dato della rivelazione<br />

biblica. Per questo motivo la<br />

Chiesa delle origini si è radicata nell’essenziale<br />

proclamazione del Mistero Pasquale,<br />

nella consuetudine della Celebrazione<br />

Eucaristica e degli altri gesti sacramentali<br />

di salvezza messianica, che il<br />

Signore ha comandato di perpetuare in<br />

sua memoria.<br />

La liturgia, quindi, proprio perché<br />

azione salvifica, traduce il criterio teologico<br />

della divina condiscendenza: Dio si<br />

è adattato all’uomo per illuminarlo e<br />

salvarlo; l’uomo, a sua volta, deve tributare<br />

a Dio il culto verace secondo le intenzioni<br />

volute da Cristo: adorare Dio in<br />

spirito e verità (Gv 4, 24).<br />

Questa formula evangelica va intesa<br />

nel suo giusto tenore antimanicheo, ossia<br />

come superamento di confusioni idolatriche,<br />

senza tuttavia scavalcare, nella<br />

pietà espressa, la struttura antropologica<br />

mediante la quale uomo e donna si rapportano<br />

al Padre celeste. In altri termini,<br />

lo spirito e la verità dell’uomo orante<br />

si intramano di carne vivente che, in<br />

Cristo, diventa mistero di morte e di ri-<br />

generazione. Il Battesimo traduce sacramentalmente<br />

questa verità cristologica.<br />

Nella linea della liturgica «condiscendenza<br />

accomunante» Dio si approssima<br />

all’uomo nel mistero e nell’evento della<br />

grazia; l’uomo si apre a Dio sforzandosi<br />

di perfezionare l’universo dei simboli e<br />

dei riti attraverso atteggiamenti vitali<br />

che sono, in definitiva, l’esaltazione<br />

estetica, ossia l’apologia dello splendore<br />

della verità religiosa che si radica in elementi<br />

sensibili e intenzionali, sottoposti<br />

a modulazioni evolutive di affinamento<br />

espressivo, e, come tali, fatti valere anche<br />

nel culto divino.<br />

Non meraviglia, quindi, riscontrare<br />

nella liturgia della Chiesa una dimensione<br />

di invarianza archetipica e una dimensione<br />

di evoluzione storica di stili e<br />

di atteggiamenti che hanno contraddistinto<br />

le cristianità dei vari secoli in<br />

oriente e in occidente. Lo ha evidenziato<br />

recentemente Timothy Verdon, storico<br />

dell’arte e canonico nel Duomo di Firenze,<br />

nel volume L’arte sacra in Italia.<br />

L’immaginazione religiosa dal paleocristiano<br />

al postmoderno (Mondadori<br />

2001).<br />

L’elemento costante della liturgia cristiana<br />

può essere additato nel rituale tipologico,<br />

secondo cui Mosè consacra<br />

Aronne e i figli di Levi per il culto a Jawèh:<br />

evento, questo, che ha trovato attuazione<br />

profetica nella persona di Gesù<br />

Cristo, unto di Spirito Santo e consacrato<br />

dal Padre per l’opera messianica di<br />

essere «spirito datore di vita» (1 Cor 15,<br />

45). Per contro, le variabili della liturgia<br />

che ne costituiscono la ricca storia ad<br />

un tempo teologica e artistica sono date<br />

da tutte quelle sedimentazioni di cerimoniali,<br />

formule, figure, di stili architettonici,<br />

pittorici, scultorei, ornamentali,<br />

che hanno avuto a che fare con l’arte<br />

minima delle catacombe e con le arti<br />

suntuarie delle Basiliche, delle suppellettili<br />

liturgiche, delle miniature, delle dorature<br />

di calici, ostensori, reliquiari e di<br />

altri oggetti di culto.<br />

Una magistrale sintesi storiografica di<br />

questi motivi teologici ed estetici è ora<br />

consegnata dal gesuita Juan Plazaola all’opera<br />

Arte cristiana nel tempo. Significato<br />

e storia (2 voll., ed. San Paolo,<br />

2001).<br />

Il primo volume pubblicato porta, come<br />

titolo di partizione, Dall’Antichità al<br />

Medioevo. Lo abbiamo letto con interesse<br />

e ammirazione, riscontrandovi una<br />

completezza da tempo auspicata. L’aspetto<br />

peculiare che lo contraddistingue<br />

non è tanto l’esaustività della documentazione<br />

storica quanto piuttosto l’intreccio<br />

che si riscontra, in ogni capitolo, tra<br />

lo sviluppo degli stili di arte sacra e le<br />

discussioni teologiche, cristologiche ed<br />

ecclesiologiche coeve e circostanziate,<br />

dal secolo III al secolo XIV.<br />

Proprio questo intreccio fa comprendere<br />

la ricchezza complementare della<br />

via pulchritudinis rispetto a quella della<br />

verità teologica. Un’opera che, oltretutto,<br />

tien conto delle direttive del Concilio<br />

Vaticano II e si presenta come manuale<br />

indispensabile per quanti si allenano a<br />

formarsi un gusto estetico e una competenza<br />

professionale sulla tutela dei beni<br />

d’arte ecclesiastici, operando domani a<br />

livello di responsabilità diocesane.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Venerdì 21 Dicembre 2001<br />

Un secolo fa la prima trasmissione di un segnale radio che varcò l'Oceano Atlantico<br />

Quando Marconi affidò il futuro delle comunicazioni alla fragilità di un aquilone<br />

MARIA MAGGI<br />

Un secolo fa fu trasmesso per la prima<br />

volta un segnale radio dall’Inghilterra<br />

al Canada. Rappresentò la prova definitiva<br />

che le onde radio potevano valicare<br />

l’oceano: era nata la telegrafia senza<br />

fili. Il suoarteficefuGuglielmoMarconi.<br />

Erano passati solo sei anni da quando<br />

era riuscito a lanciare il primo timido<br />

segnale, che partendo dalla soffitta di<br />

Villa Griffone, presso Bologna, arrivò al<br />

di là di una collina, ad un chilometro di<br />

distanza. Allora era un ragazzo di 21 anni<br />

autodidatta: aveva preparato con fili<br />

di rame, limatura di ferro e rocchetti di<br />

Ruhmkhorff un’apparecchiatura molto<br />

semplice, ma funzionante. Cominciò subito<br />

a sognare di poter inviare messaggi<br />

tra le due sponde dell’Atlantico e che le<br />

sue trasmissioni potessero in seguito<br />

unire il mondo intero.<br />

Negli anni seguenti, dopo aver brevettato<br />

la sua invenzione, Marconi aumentò<br />

progressivamente la portata del segnale<br />

e nel 1899 lanciò il primo messaggio<br />

attraverso la Manica.<br />

All’inizio del secolo era ormai del tutto<br />

convinto che la sua tecnologia, perfezionata<br />

con un sistema di sintonizzazione,<br />

fosse adatta al collegamento intercontinentale,<br />

smentendo così i suoi denigratori,<br />

che negavano alle onde hertziane<br />

la possibilità di superare la curvatura<br />

terrestre.<br />

L’impresa, finanziata con 50mila sterline,<br />

iniziò con la costruzione di una<br />

grandiosa stazione radiotelegrafica a<br />

Poldhu in Cornovaglia. Marconi ne affidò<br />

il progetto a John Fleming, suo stretto<br />

collaboratore e inventore di lì a poco<br />

della valvola termoionica.<br />

La stazione di Poldhu<br />

consentiva l’emissione<br />

di segnali di una potenza<br />

(25 chilowatt) cento<br />

volte superiore a quella<br />

degli altri impianti costruiti<br />

fino ad allora. Era<br />

costituita da un apparato<br />

gigantesco, formato<br />

da 20 piloni di legno, alti<br />

60 metri e disposti su<br />

una circonferenza del<br />

diametro di 66 metri,<br />

che sostenevano una serie<br />

di cavi isolati, connessi<br />

poi tutti alla stazione<br />

trasmittente.<br />

Già nel gennaio 1901<br />

cominciarono le prime<br />

promettenti trasmissioni<br />

sperimentali. Marconi<br />

era così sicuro di riusci-<br />

re nell’impresa, che, nel<br />

marzo 1901, si imbarcò per l’America<br />

per costruirvi una stazione identica: con<br />

un suo collaboratore, l’ingegnere Richard<br />

Vyvyan, individuò il luogo adatto<br />

a Cape Cod nel Massachusetts. Quando<br />

l’impianto era quasi ultimato, il 17 settembre,<br />

un violento temporale distrusse<br />

i piloni delle antenne. Un mezzo disastro<br />

avvenne anche in Cornovaglia per il<br />

maltempo. Qui però la stazione ridivenne<br />

operativa in breve, perché si ripiegò<br />

su un’antenna trasmittente più semplice<br />

formata da una cinquantina di fili di rame<br />

pendenti da un grosso cavo orizzontale<br />

steso tra due pali, alti ciascuno 48<br />

metri e distanti 60. I fili poi, convergen-<br />

Qi Baishi, «Aquila sul Pino»<br />

A New York e a Praga due mostre presentano le moderne tendenze della cultura figurativa cinese<br />

Calligrafia e poesia al servizio di una pittura legata<br />

più alla meditazione che alla rappresentazione<br />

ANNA BUJATTI<br />

Sdegnoso della pittura di «figure<br />

umane» o «di genere» fiorita nelle città<br />

mercantili cinesi nell’Ottocento e diffidente<br />

degli esiti innovatori della pittura<br />

del Novecento, il grande collezionismo<br />

occidentale si è avvicinato alla pittura<br />

cinese moderna solo di recente.<br />

La donazione di Robert H. Ellsworth,<br />

pioniere in questo campo, al Metropolitan<br />

Museum of Art di New York, ha<br />

permesso al prestigioso museo di aprire<br />

un altro capitolo nel ricco patrimonio<br />

artistico cinese in sua dotazione e di ridisegnare<br />

il percorso della pittura cinese<br />

in una prospettiva non più chiusa<br />

nel passato ma aperta a nuovi sviluppi.<br />

È con un certo orgoglio che il Museo<br />

ha presentato una mostra antologica<br />

della donazione Ellsworth negli spazi<br />

espositivi dedicati alla Cina ampliati e<br />

rinnovati proprio in questa nuova prospettiva.<br />

La collezione segue il filone della pittura<br />

a inchiostro (o pigmenti minerali<br />

solubili nell’acqua) su carta o su seta<br />

in rotoli verticali o orizzontali, pagine<br />

d’album o anche ventagli, la pittura<br />

coltivata dai letterati funzionari che,<br />

dedicandovisi numerosi a tempo pieno<br />

durante l’occupazione mongola, (XIII-<br />

XIV sec.) vi raggiunsero una maturità<br />

espressiva che finì col dettar legge su<br />

tutto lo sviluppo successivo della pittura<br />

cinese.<br />

Tra Otto e Novecento, con lo sgretolarsi<br />

dell’impero e la crescita di una<br />

classe intellettuale non più necessariamente<br />

ancorata al cursus honorum burocratico,<br />

e con l’influenza dei modelli<br />

occidentali il rapporto dei pittori cinesi<br />

con la tradizione « letterata» muta radicalmente.<br />

Non si tratta più di una scelta<br />

naturale, obbligata, ma di una scelta<br />

volontaria e quasi controcorrente.<br />

Ren Bonian, o Ren Yi (1840-1695)<br />

uno dei maestri presenti nella collezione<br />

Ellsworth, appartenente a una nota<br />

famiglia di pittori, aveva sperimentato<br />

a Shanghai tecniche di disegno e di pittura<br />

occidentali, la cosiddetta «pittura<br />

dal vero» come veniva insegnata allo<br />

studio della Chiesa Cattolica di Xujiahui,<br />

ma la tecnica del «chiaroscuro»<br />

così assimilata finì col combinarsi con<br />

la tradizionale tecnica dell’inchiostro<br />

slavato in ombre e velami, creando ar-<br />

Dicembre 1901: Guglielmo Marconi nella stazione ricevente di Terranova<br />

do a ventaglio, si collegavano in basso<br />

all’apparato trasmittente.<br />

Il 27 novembre, Marconi decise di<br />

non aspettare i lavori di ripristino di Cape<br />

Cod e, con i suoi assistenti Kemp e<br />

Paget, partì per l’isola di Terranova. Il<br />

Governatore dell’isola lo aiutò a rendere<br />

più spedito il lavoro di installazione degli<br />

impianti. Guglielmo scelse come sede<br />

una piccola casa su un’altura isolata,<br />

poi chiamata Signal Hill, dominante il<br />

portodiSt.John,sulla costa Nord-Orientale<br />

di Terranova. In cima alla collina<br />

c’era un altipiano di circa un ettaro, che<br />

sembrava adatto alla manovra dei palloni<br />

e degli aquiloni, che l’inventore pensò<br />

di usare come sostegno delle antenne.<br />

Al Metropolitan Museum di New York<br />

un'antologia della ricca collezione Ellsworth;<br />

alla Galleria Nazionale di Praga una raccolta di opere<br />

di giovani pittori del movimento «Nuovi letterati»:<br />

il recente avvicinamento della cultura occidentale<br />

ai nuovi orientamenti della pittura cinese<br />

diti sfondi di rocce fantastiche ad ambientare<br />

figure di letterati romiti, isolati<br />

dal mondo, in solitarie letture o pause<br />

di meditazione.<br />

Più tardi, negli anni Quaranta nel<br />

Novecento, un analogo spirito di reclusa<br />

meditazione e insieme di orgoglio<br />

dello spirito nazionale è stato espresso<br />

da Fu Baoshi (1904-1965) che nella sua<br />

pittura Giocando a weiqi nel padiglione<br />

sull’acqua rende con tocchi insieme tradizionali<br />

e derivati dalle tecniche dell'acquerello<br />

occidentale un remoto paesaggio<br />

di rocce e di torrenti al centro<br />

del quale, in un padiglione appartato,<br />

due letterati sono immersi nel gioco del<br />

weiqi (gli scacchi cinesi) in assorto raccoglimento<br />

accentuato dallo spazio<br />

bianco (non dipinto) sul quale le figure<br />

si disegnano.<br />

Un'ardita sintesi della tecnica della<br />

pittura a inchiostro tradizionale e delle<br />

ricerche espressive dell’astrattismo occidentale<br />

è il grande rotolo verticale del<br />

1977 di Wu Guanzhong (n. 1919) Marina<br />

a Beidahe, ispirato a una nota poe-<br />

Infatti nella stagione invernale<br />

in quella zona<br />

era impossibile erigere<br />

una installazione permanente<br />

con pali.<br />

Gli esperimenti furono<br />

fatti con un ricevitore<br />

collegato a un filo verticale<br />

lungo oltre 150 metri<br />

sollevato da un cervo<br />

volante. Questo naturalmente<br />

provocò una gran<br />

quantità di inconvenienti<br />

poiché, a causa dei cambiamenti<br />

di direzione<br />

delle folate, avvenivano<br />

anche variazioni della<br />

capacità elettrica del filo.<br />

Il tempo non era favorevole<br />

e sembrava impossibile<br />

che un fragile<br />

aquilone potesse resistere<br />

al vento turbinoso,<br />

ma, dopo alcuni tentati-<br />

vi, in cui Marconi aveva adattato l’apparato<br />

ricevente a queste proibitive condizioni,<br />

decise di fare la grande prova.<br />

Con un telegramma in codice via cavo<br />

inviò alla stazione di Poldhu l’ordine di<br />

trasmettere, a partire dal giorno 11 dicembre,<br />

dalle 11 e 40 alle 14 e 40 (ora<br />

locale), i tre punti della lettera «S» nell’alfabeto<br />

Morse.<br />

Verso mezzogiorno e mezzo del 12 dicembre,<br />

Marconi udì attraverso la cuffia<br />

con cui si era posto in ascolto il clic secco<br />

del martelletto e immediatamente dopo<br />

i tre clic corrispondenti ai tre punti<br />

della lettera «S». Per sicurezza volle che<br />

anche Kemp ascoltasse e, poi, per ben<br />

venticinque altre volte furono uditi i se-<br />

Tian Liming, «Fanciulla» Fu Baoshi, «Il gioco degli scacchi»<br />

Ren Bonian, « Letterato su una roccia» (ventaglio)<br />

sia di Mao Zedong, a sua volta legata a<br />

una poesia dell’imperatore e poeta Cao<br />

Cao (155-220).<br />

Attraverso incalzanti, tormentate<br />

pennellate grigie e biancastre interrotte<br />

dai neri sussulti di isole rocciose e di<br />

barche all’orizzonte, la pittura mira a<br />

rendere il paesaggio brumoso e sfuggente<br />

evocato dalla prima strofa della poesia:<br />

«Grandi piogge cadono sulle terre<br />

del nord/ bianche ondate sommergono<br />

il cielo/ barche di pescatori al largo<br />

delle isole/ nella vastità dell’oceano<br />

scompaiono alla vista / dirette chi sa<br />

dove».<br />

È una pittura che suggerisce pensieri<br />

di umiltà di fronte alla maestà dell’universo,<br />

una pittura davanti alla quale si<br />

sosta a lungo: nessuna riproduzione<br />

può riuscire anche debolmente a renderne<br />

la vibrazione.<br />

Particolare rilievo ha nella collezione<br />

Ellsworth la figura di Qi Baishi (1864-<br />

1957), un gruppo delle cui pitture è stato<br />

del resto tra i primi acquisti della<br />

collezione.<br />

gnali, ora più forti ora più deboli a seconda<br />

di come fosse alta l’antenna legata<br />

all’aquilone che seguiva le bizzarrie<br />

del vento. «Io presagii allora che non<br />

era lontano il giorno in cui sarei stato in<br />

grado — narrò Marconi anni dopo —<br />

d’inviare messaggi completi senza filo».<br />

La prova era quindi riuscita: i segnali<br />

avevano percorso 3.200 chilometri e<br />

avevano superato l’ostacolo della curvatura<br />

terrestre. In realtà le onde radio,<br />

che si propagano in linea retta come<br />

tutte le altre onde elettromagnetiche,<br />

riescono a superare la curvatura terrestre<br />

perché vengono riflesse da uno strato<br />

di aria ionizzato (chiamato ionosfera<br />

e scoperto una ventina d’anni più tardi)<br />

situato a 80-100 chilometri di quota.<br />

Marconi aspettò ancora due giorni e il<br />

14 inviò un cablogramma al maggiore<br />

Flood Page, direttore della Società Marconi,<br />

confermando di aver ricevuto i segnali<br />

attraverso l’Atlantico e informò allo<br />

stesso tempo la stampa. Il clamore<br />

provocato da questa sensazionale notizia<br />

fu enorme e Guglielmo Marconi fu al<br />

centro dell’attenzione mondiale.<br />

Con profonda intuizione e con grande<br />

genialità, Marconi non solo intuì il fatto<br />

che le onde elettromagnetiche avrebbero<br />

superato enormi distanze e anche la<br />

curvatura terrestre, e per ottenere ciò<br />

ideò e costruì le antenne e gli apparati<br />

ricetrasmittenti, ma previde anche, fin<br />

dal primo esperimento del 1895, il grande<br />

sviluppo della sua invenzione.<br />

Con notevole abilità, anche di uomo<br />

d’affari, cominciò fin dal 1902 a gettare<br />

le basi d’una vasta e imponente organizzazione<br />

mondiale, via via più complessa<br />

e dotata di strumenti tecnici sempre più<br />

sofisticati, che costituisce oggi il sistema<br />

delle comunicazioni.<br />

Qi Baishi, di povera famiglia contadina,<br />

giunse tardi agli studi di pittura,<br />

rivelando una personalissima, geniale<br />

capacità di reinterpretare la pittura a<br />

inchiostro tradizionale in libere forme<br />

di mirabile semplicità e intensità<br />

espressiva.<br />

Le pagine d’album di insetti e di fiori<br />

di Qi Baishi celano una dimensione filosofica,<br />

rimandano all’unità di respiro<br />

che percorre ed anima tutto l’universo.<br />

Umili insetti, foglie, fiori, verdure dell’orto<br />

di casa, piatti d’uso comune assumono<br />

esemplare nobiltà nel terso, sereno<br />

spazio della contemplazione-concentrazione<br />

del pittore.<br />

Risalta, tra queste pagine meditative,<br />

la fiera impennata di un’Aquila su un<br />

pino, memore di una pittura di aquile<br />

dell’amato pittore del XVII secolo Bada<br />

Shangren. Databile agli anni dell’invasione<br />

giapponese, la pittura esprime attraverso<br />

l’indomito sguardo del nobile<br />

uccello la sfida all’aggressione nemica,<br />

alla quale allude la calligrafia con l’amaro<br />

distico del grande poeta della dinastia<br />

Tang, Du Fu, «Perché aggredire<br />

gli uccelli comuni, spargere sangue e<br />

piume sul terreno?»<br />

È particolarmente evidente nella pittura<br />

di Qi Baishi, ma osservabile in<br />

tutti i pittori della collezione, il ruolo<br />

della scrittura, della calligrafia, come<br />

parte integrante del dipinto, secondo il<br />

concetto delle «Tre perfezioni», un concetto<br />

fondamentale nella pittura «letterata»,<br />

che teorizza l’affinità tra poesia,<br />

pittura e calligrafia, affratellate dal<br />

pennello e dall’inchiostro. E mentre a<br />

New York si teneva l’autorevole Mostra<br />

della Collezione Ellsworth, Praga allestiva,<br />

alla Galleria Nazionale, la mostra<br />

Tradizione ed esperimento di giovani<br />

pittori cinesi che, alla fine degli anni<br />

Ottanta, attraverso il movimento detto<br />

Xin wenren hua (Pittura dei nuovi letterati)<br />

hanno voluto riprendere la tradizione<br />

della pittura a inchiostro (shuimo<br />

hua) su carta, non soltanto nella tecnica,<br />

a lungo considerata antiquata con<br />

l’avvento dell’olio e poi dell’acrilico,<br />

specialmente in funzione del «realismo»,<br />

ma anche nell’attitudine mentale,<br />

come immersione in una tradizione<br />

di pittura legata alla meditazione e alla<br />

contemplazione prima ancora che alla<br />

rappresentazione.<br />

Questi pittori, che hanno poi personalmente<br />

seguito itinerari diversi e<br />

svolto tematiche diverse, hanno avuto<br />

il merito di porre la questione della tradizione<br />

in termini non di nostalgia ma<br />

di rinnovamento.<br />

Anche per i «nuovi letterati» la calligrafia<br />

e la poesia hanno un ruolo non<br />

trascurabile.<br />

Chen Xiangxun (n. 1956) inserisce<br />

nel tessuto pittorico dei suoi Paesaggi<br />

(fengjing), a superfici sovrapposte di inchiostri<br />

dilavati, il forte rilievo di calligrafie<br />

arcaiche e di sigilli impressi con<br />

tutta la pastosità del tradizionale inchiostro<br />

rosso.<br />

Lu Yushun (n. 1962) nei suoi dieci<br />

fogli ispirati a celebri poesie di epoca<br />

Tang, intreccia, ai margini, le schive,<br />

minute calligrafie dei versi con le vistose<br />

macchie rosse dei sigilli. Acque e dirupi,<br />

macchie di fogliame, fragili fioriture<br />

lasciano intravedere pallide figurine<br />

di poeti in dimessi abiti biancastri,<br />

apparizioni che suggeriscono stati d’animo<br />

sospesi nel tempo. «Siamo come<br />

nuvole erranti dopo il nostro addio / e<br />

l’acqua scorre che son già dieci anni»<br />

così il poeta Wei Yingwu, uno dei prediletti<br />

del pittore, evoca un incontro di<br />

amici a lungo separati.<br />

Shen Shaojun (n. 1956) circonda le<br />

sue figure di pescatori, di monaci in<br />

meditazione di fitte linee di scrittura il<br />

cui energico dinamismo contrasta con<br />

la eterea qualità dei suggerimenti filosofici<br />

espressi: «Ricevere, meditare,<br />

camminare, conoscere», oppure: «Contemplazione<br />

e purità di spirito».<br />

Un che di indistinto, di sognato avvolge<br />

paesaggi e figure a inchiostri lievemente<br />

colorati nei dipinti di Tian Liming<br />

(n. 1955) dopo l’esperienza del<br />

«realismo» attraversata negli anni giovanili.<br />

I temi sono gli stessi: remoti angoli<br />

di vita contadina, ragazze con le<br />

trecce, vecchi nel sole sulla soglia di<br />

casa. Ma lo sguardo è mutato: alla irriflessiva<br />

baldanza della raffigurazione<br />

«realista» è subentrata una più mite<br />

comprensione umana, con trepide sfumature<br />

di dolcezza.


.<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Venerdì 21 Dicembre 2001<br />

Incontro di S.E. Mons. Tarcisio Bertone<br />

con Suor Maria Lucia<br />

de Jesus e do Coração Imaculado<br />

(Convento di Coimbra, 17 novembre 2001)<br />

Nei mesi scorsi, soprattutto dopo il triste evento<br />

dell'attentato terroristico dell'11 settembre scorso,<br />

sui giornali italiani ed esteri sono comparsi articoli<br />

riguardanti presunte nuove rivelazioni di Suor Lucia,<br />

annunci di lettere monito al Sommo Pontefice, reinterpretazioni<br />

apocalittiche del messaggio di Fátima.<br />

Si è inoltre ribadito il sospetto che la Santa Sede<br />

non abbia pubblicato il testo integrale della terza<br />

parte del «segreto», ed alcuni movimenti «fatimiti»<br />

hanno ripetuto l'accusa che il Santo Padre non ha<br />

ancora consacrato la Russia al Cuore Immacolato di<br />

Maria.<br />

Si è perciò ritenuto necessario incontrare Suor Lucia,<br />

alla presenza di Padre Luis Kondor, SVD, Vice<br />

Postulatore della causa dei Beati Francesco e Giacinta,<br />

e della Priora del Carmelo Santa Teresa, col consenso<br />

di Sua Eminenza il Card. Joseph Ratzinger e<br />

dei due Vescovi di Leiria-Fátima e di Coimbra, per<br />

ottenere alcune chiarificazioni e informazioni dirette<br />

dalla veggente sopravvissuta.<br />

Il colloquio, durato oltre due ore, ha avuto luogo<br />

sabato pomeriggio 17 novembre. Suor Lucia, che<br />

compirà 95 anni il 22 marzo p.v., è apparsa in ottima<br />

forma, lucida e vivace. Ha professato innanzitutto<br />

il suo amore e la sua devozione al Santo Padre:<br />

prega molto per Lui e per la Chiesa tutta.<br />

È lieta della diffusione del suo libro «Gli appelli<br />

del messaggio di Fátima», tradotto ormai in sei lingue<br />

(italiano, spagnolo, tedesco, ungherese, polacco,<br />

inglese). Riceve molte lettere di ringraziamento in<br />

proposito.<br />

Passando al problema della terza parte del segreto<br />

di Fátima, afferma che ha letto attentamente e meditato<br />

il fascicolo pubblicato dalla Congregazione per<br />

la Dottrina della Fede e conferma tutto ciò che è<br />

scritto.<br />

A chi affaccia il dubbio che sia stato nascosto<br />

qualcosa del «terzo segreto» risponde: «Tutto è stato<br />

pubblicato; non c'è più nulla di segreto». A chi parla<br />

e scrive di nuove rivelazioni dice: «Non c'è niente<br />

di vero. Se avessi avuto nuove rivelazioni non le<br />

avrei dette a nessuno, ma le direi direttamente al<br />

Santo Padre!».<br />

Poi rievoca volentieri la sua giovinezza con le difficoltà<br />

incontrate, prima di diventare suora, ma an-<br />

SIERRA LEONE La testimonianza di Mons. George Biguzzi, Vescovo di Makeni<br />

L'impegno della Chiesa nella ricostruzione<br />

di una Nazione dilaniata da dieci anni di guerra<br />

JEAN-BAPTISTE SOUROU<br />

I dieci anni di guerra civile intermittente<br />

hanno segnato profondamente la<br />

vita politica, economica e sociale della<br />

Sierra Leone. La prima guerra civile tra<br />

il 1991 e il 1996 ha causato circa 10.000<br />

morti e due milioni di profughi, fuggiti<br />

dai combattimenti e rifugiatisi nei paesi<br />

confinanti o in altre zone del territorio<br />

nazionale.<br />

Dal 1997 fino al mese di aprile di quest’anno,<br />

il Paese è stato dilaniato da una<br />

seconda guerra civile. Il continuo stato<br />

di guerra ha impedito l’attuazione di un<br />

programma di sviluppo e di risanamento,<br />

e ha frenato sia la produzione agricola<br />

che quella industriale incentrata,<br />

quest’ultima, sulla lavorazione dei prodotti<br />

agricoli e forestali e di minerali come<br />

il diamante, il ferro, il platino e il<br />

bauxite.<br />

Lo spirito di comunione<br />

forgiato dalla sofferenza<br />

Le comunità cristiane hanno risentito<br />

pesantemente del fardello della guerra.<br />

Però come dice Sua Ecc. Mons. George<br />

Biguzzi, Vescovo di Makeni (nord della<br />

Sierra Leone): «Mai si sono viste delle<br />

comunità così fortemente unite nella<br />

sofferenza. I cristiani hanno tenuto duro<br />

in questi anni e invece di scoraggiarsi li<br />

vedo pronti a ripartire adesso che la pace<br />

sta ritornando».<br />

Hanno tenuto duro nella fede in tutte<br />

le diocesi, ma in modo particolare a<br />

Makeni. A causa di un sottosuolo ricco<br />

di pietre preziose, il territorio di questa<br />

chiesa locale è stato il terreno di atroci<br />

battaglie. Ma non solo! Makeni era anche<br />

il luogo di arruolamento forzato di<br />

un gran numero di bambini soldati.<br />

Quanti sono? Mille? Duemila? Quattromila?<br />

Mons. Biguzzi dice che «in circa<br />

due anni, la Caritas di Makeni ne ha<br />

accolto 3.000». Cooperazione Internazionale,<br />

un’organizzazione non governativa<br />

italiana, ha visto passare nei suoi centri<br />

di ricupero quasi lo stesso numero e ci<br />

sono molti altri centri nel Paese. Chi sono<br />

questi bambini soldati?<br />

Sono ragazzi e ragazze. Hanno in genere<br />

tra 8 e 10 anni. Molti di loro sono<br />

stati rapiti e addestrati alle armi e arruolati<br />

nelle varie fazioni in conflitto. Le ragazze<br />

diventano o serve o mogli dei soldati<br />

o dei capi-fazioni.<br />

che con i tratti di benevolenza ricevuti: ad es. ricorda<br />

le «ferie» a Braga negli anni 1921-24 presso la Signora<br />

Filomena Miranda, madrina di cresima.<br />

Alla domanda: «Che effetto ha avuto la visione del<br />

13 luglio, sulla sua vita, prima che fosse scritta e<br />

consegnata alla Chiesa?», risponde:<br />

«Mi sentivo al sicuro, sotto la protezione di Nostra<br />

Signora, che avrebbe vigilato premurosamente<br />

sulla Chiesa e sul Papa» e aggiunge un particolare<br />

inedito al racconto della famosa visione profetica:<br />

«Durante la visione Nostra Signora, che emanava<br />

uno splendore, teneva nella mano destra un Cuore,<br />

e nella mano sinistra il Rosario».<br />

Che significato ha il cuore nella mano della Madonna?<br />

«È un segno di amore che protegge e che salva. È<br />

la Madre che vede i suoi figli soffrire e soffre con<br />

essi, anche con quelli che non l'amano. Perché vuole<br />

salvare tutti e non perdere nessuno di quelli che<br />

il Signore le ha affidato. Il suo Cuore è un rifugio<br />

sicuro. La devozione al Cuore Immacolato di Maria<br />

è il mezzo di salvezza per i tempi difficili della<br />

Chiesa e del mondo. È molto appropriata la riflessione<br />

del Card. Ratzinger al termine del suo commento<br />

alla terza parte del “segreto”: “Il mio Cuore<br />

Immacolato trionferà”. Che cosa significa? Il cuore<br />

aperto a Dio, purificato dalla contemplazione di Dio<br />

è più forte dei fucili e delle armi di ogni specie. Il<br />

fiat di Maria, la parola del suo cuore, ha cambiato la<br />

storia del mondo, perché essa ha introdotto in questo<br />

mondo il Salvatore — perché grazie a questo “Sì”<br />

Dio poteva diventare uomo nel nostro spazio e tale<br />

ora rimane per sempre. Il maligno ha potere in questo<br />

mondo, lo vediamo e lo sperimentiamo continuamente;<br />

egli ha potere, perché la nostra libertà si la-<br />

Questi bambini soldati costituiscono<br />

uno dei gravi problemi a cui trovare<br />

una soluzione urgente in questo periodo<br />

di dopo guerra. La Diocesi di Makeni,<br />

proprio perché è stato il luogo di reclutamento<br />

di un gran numero di questi<br />

bambini, si sta impegnando per il loro<br />

reinserimento nella società.<br />

«È il compito numero uno di Caritas<br />

Makeni in questi ultimi anni — dichiara<br />

il Vescovo di Makeni —. Sin dall’inizio<br />

del conflitto — prosegue — la Caritas<br />

ha lavorato al recupero dei bambini<br />

coinvolti, attraverso programmi di sostegno<br />

psicologico, disintossicazione, rieducazione<br />

e reinserimento nelle famiglie<br />

d’origine o adottive».<br />

Caritas Makeni gestisce 3 centri per<br />

questo scopo. Sono quelli di Makeni,<br />

Port Loko e Lungi. Esistono comunque<br />

altri centri nell’Arcidiocesi di Freetown,<br />

nella Diocesi di Kenema, e sempre a<br />

Freetown, i Salesiani hanno un centro<br />

di aiuto ai bambini di strada.<br />

Il recupero avviene in 2 fasi. La prima<br />

è l’accoglienza: si danno ai ragazzi<br />

le prime cure, si fa il riconoscimento<br />

delle loro identità (famiglia e villaggio di<br />

provenienza).<br />

Li si aiuta a ritrovare fiducia e a convincerli<br />

soprattutto che non sono più in<br />

situazione di conflitto e di violenza. Lo<br />

scopo della fase successiva è quello del<br />

rientro in famiglia. Si cerca di rintracciare<br />

la famiglia di origine. Si vede se<br />

essa è in grado di ricevere il ragazzo. Alcune<br />

si vergognano di rivedere i loro figli<br />

dopo che hanno commesso tante<br />

malvagità.<br />

Se non si trovano i genitori, allora si<br />

cerca una famiglia di affido affinché il<br />

ragazzo ricominci una vita normale come<br />

i suoi coetanei. Gli assistenti sociali<br />

aiutano i ragazzi ad inserirsi gradualmente<br />

in famiglia ossia in una vita normale<br />

e affiancano le famiglie nella rieducazione.<br />

Una volta tornati nelle zone di<br />

provenienza, possono ritornare a scuola<br />

o imparare qualche mestiere.<br />

Mons. Biguzzi aggiunge che «le prime<br />

vittime delle atrocità sono i bambini<br />

stessi. Riportano gravi traumi. E non si<br />

sa ancora quale conseguenza questi<br />

avranno nella loro vita futura. Le ragazze<br />

— continua — sono più sfruttate: alcune<br />

sono incinte, altre sono ragazze<br />

madri.<br />

«Con l’accordo di pace — conclude<br />

— quasi tutti i ragazzi sono rilasciati ec-<br />

✠ TARCISIO BERTONE, SDB<br />

cetto quelli che hanno scelto di rimanere<br />

a servizio di qualche capo-fazione». I<br />

bambini soldati sono un caso preoccupante<br />

a cui si sta trovando una soluzione,<br />

ma non è l’unico problema che la<br />

Sierra Leone deve affrontare. Rimane la<br />

ricostruzione. «Speriamo — dice Mons.<br />

Biguzzi — di riprendere completamente<br />

una vita normale con la fine della guerra.<br />

Comunque pian piano si sta ritornando<br />

alla normalità: la polizia sta ritornando<br />

nelle città, i tribunali stanno riaprendo,<br />

molti missionari che sono stati<br />

costretti a lasciare il Paese stanno rientrando<br />

come le Suore di Madre Teresa,<br />

per esempio».<br />

Tra i compiti da affrontare adesso per<br />

la ricostruzione, il Vescovo di Makeni<br />

ne cita tre: «La ricostruzione delle strutture<br />

danneggiate come le scuole e gli<br />

ospedali, la riconciliazione degli animi e<br />

la formazione delle persone».<br />

Certo il Prelato non nasconde che la<br />

riconciliazione è «una vera sfida per i<br />

sierraleonesi. Vittime e aggressori — dice<br />

— vivono assieme e quindi non è facile<br />

dimenticare i torti, però siamo fiduciosi<br />

che la riconciliazione avverrà. Noi,<br />

capi religiosi — cristiani e musulmani,<br />

aggiunge — assieme abbiamo chiesto alle<br />

persone che hanno commesso delle<br />

atrocità di riconoscere le loro colpe o i<br />

loro crimini e di dare veri segni di pentimento.<br />

Invitiamo anche le vittime a<br />

perdonare. Non sarà mica facile. Sarà<br />

un lavoro lungo. Però — conclude —<br />

siamo fiduciosi di arrivare alla riconciliazione<br />

con l’aiuto di Dio. C’è comunque<br />

un forte desiderio di pace nella popolazione,<br />

perché tutti sono stanchi della<br />

guerra».<br />

Andare alla radice<br />

dei disagi sociali<br />

Per quanto riguarda la ricostruzione<br />

delle strutture, Mons. Biguzzi pensa che<br />

non basta solo riedificare le strutture sociali.<br />

«È importante — dichiara — andare<br />

alle radici dei disagi sociali: cattiva gestione<br />

delle risorse nazionali, mancanza<br />

di servizi sociali minimi e di prospettive<br />

per la gioventù. La Chiesa — continua<br />

— sta dando il suo contributo alla società<br />

civile affinché cresca un vero senso<br />

civile. Perciò moltiplichiamo le scuole, i<br />

luoghi di formazione. Se non affrontiamo<br />

i disagi sociali ed economici — con-<br />

scia continuamente distogliere da Dio. Ma da quando<br />

Dio stesso ha un cuore umano ed ha così rivolto<br />

la libertà dell'uomo verso il bene, verso Dio, la libertà<br />

per il male non ha più l'ultima parola. Da allora<br />

vale la parola: “Voi avrete tribolazioni nel mondo,<br />

ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo” (Gv 15,<br />

33). Il messaggio di Fátima ci invita ad affidarci a<br />

questa promessa».<br />

Ho ancora fatto tre domande:<br />

«È vero che parlando con Don Luigi Bianchi e con<br />

Don José dos Santos Valinho, ha messo in dubbio<br />

l'interpretazione della terza parte del “segreto”?».<br />

Suor Lucia risponde: «Non è vero. Confermo pienamente<br />

l'interpretazione data nell'anno giubilare».<br />

«Che cosa dice delle ostinate affermazioni di Padre<br />

Gruner che raccoglie firme perché il Papa faccia finalmente<br />

la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato<br />

di Maria, che non è mai stata fatta?».<br />

Suor Lucia risponde: «La Comunità del Carmelo<br />

ha rigettato i moduli per la raccolta delle firme. Ho<br />

già detto che la consacrazione desiderata da Nostra<br />

Signora è stata fatta nel 1984, ed è stata accetta al<br />

Cielo».<br />

«È vero che Suor Lucia è molto preoccupata degli<br />

ultimi avvenimenti, e non dorme più, ma prega giorno<br />

e notte?».<br />

Suor Lucia risponde: «Non è vero. Come potrei<br />

pregare durante il giorno, se non riposassi di notte?<br />

Quante cose mi mettono in bocca! Quante cose mi<br />

fanno fare! Leggano il mio libro: lì ci sono i consigli<br />

e gli appelli che corrispondono ai desideri di Nostra<br />

Signora. Preghiera e penitenza, con una<br />

grande fede nella potenza di Dio, salveranno il<br />

mondo».<br />

SUOR MARIA LUCIA DE JESUS E DO CORAÇÃO IMACULADO<br />

clude — ci saranno ancora molti scontenti<br />

e questo renderà purtroppo sempre<br />

fragile la coesione sociale».<br />

La Diocesi di Makeni sta puntando<br />

sulla formazione non solo del clero ma<br />

anche del laicato, perché come dice il<br />

Vescovo «è diventato un punto importante<br />

formare i dirigenti cristiani che<br />

sappiamo essere testimoni nelle diverse<br />

strutture del Paese e fare da fermento».<br />

Per questo dei laici si stanno formando<br />

all’estero.<br />

Mons. Biguzzi desidera davvero che<br />

cristiani e musulmani lavorino assieme<br />

con il Signore perché «se il Signore è<br />

con noi — dice — il nostro futuro sarà<br />

benedetto». Egli vede un’alba nuova per<br />

il popolo sierraleonese.<br />

schede - schede - schede<br />

Cristina Stella-Antonio Lapone, È<br />

Natale anche per te, Leumann<br />

2001, Editrice Elledici, pp. 31, L.<br />

11.618, ; 6,00. Come narrare il mistero<br />

del Natale ai piccini, ai bambini<br />

della prima scolarizzazione?<br />

Oggi, con il pretesto di una libertà<br />

religiosa falsificata, da non pochi si<br />

preferisce rinunciare alla «catechesi»<br />

familiare dell'infanzia. La Elledi-<br />

a cura di GINO CONCETTI<br />

ci si mostra controcorrente e dona<br />

ai genitori e agli educatori un libro<br />

artisticamente illustrato con disegni<br />

originali. Le immagini sono accompagnate<br />

da ampie didascalie a supporto<br />

dell'educatore messo a suo<br />

agio nel dialogo con «destinatari»<br />

eccezionali ma privilegiati. Il libro<br />

può essere uno strumento didattico<br />

nei corsi d'infanzia.<br />

Michele Dolz, Il Dio Bambino. La devozione a Gesù Bambino dai Vangeli<br />

dell'infanzia a Edith Stein, Milano 2001, Mondadori Editore, pp.<br />

230, L. 32.000, ; 16,53. Allo sviluppo della devozione a Gesù Bambino<br />

molto hanno contribuito alcuni ordini religiosi. San Francesco ne è stato il<br />

«capostipite» con la rappresentazione del Natale nel 1223. D'allora in ogni<br />

chiesa francescana è stato allestito il presepio. La devozione si è sviluppata<br />

in altri ordini e istituti. Michele Dolz ne fa una ricognizione storica e cronologica<br />

con diligente impegno. Il suo è un contributo di qualità che appaga<br />

sia lo storico sia il ricercatore di filoni devozionali religiosi. L'esposizione<br />

è corredata da un apparato storico e da un repertorio bibliografico.<br />

Renzo Bonetti (a cura di), Anima<br />

mia, benedici il Signore. Preghiera<br />

quotidiana in famiglia, Edizioni<br />

San Paolo, Milano 2001, pp.<br />

225, L. 15.000, ; 7,75. Si riuscirà,<br />

con tante iniziative, a far pregare<br />

insieme la famiglia? È quanto si<br />

propone l'Ufficio pastorale per la<br />

famiglia della Cei. In questo libro<br />

dalla forma liturgica sono contenu-<br />

te le «tradizionali» preghiere presenti<br />

nella liturgia delle ore, ma selezionate<br />

per i nuclei familiari nei<br />

momenti capitali, del mattino, della<br />

sera, per i Vespri delle feste, e con<br />

la formula di benedizione per il<br />

pranzo. Senza nulla togliere alla<br />

preghiera personale, quella liturgica<br />

unisce alla Chiesa e ne consolida la<br />

comunione.<br />

Vincenzo Di Muro, La domenica festa per risorgere. Riflessioni e proposte<br />

sulla festa nel suo autentico significato di gioia liberante per la salvezza<br />

integrale dell'uomo, Roma 2001, Editore Coletti, pp. 243, L.<br />

24.000, ; 12,39. L'esperienza dimostra che non si finisce mai di fare catechesi<br />

e opera di evangelizzazione. La fede esige un continuo flusso di energie<br />

culturali, spirituali, teologiche, pastorali. V. Di Muro propone i contenuti<br />

salvifici della domenica come giorno della risurrezione di Gesù e della<br />

celebrazione dell'Eucaristia. In sei densi capitoli espone la pienezza del mistero<br />

e gli elementi che compongono la Celebrazione Eucaristica. Uno studio<br />

condotto con acume e in profondità, meritevole di considerazione.<br />

Gianni Benedetti, Il Vangelo della<br />

festa. Intelligenza spirituale della<br />

parola di Dio secondo i Padri della<br />

Chiesa. Omelie. Anno A., Bologna<br />

2001, Edizioni Dehoniane, pp.<br />

263, L. 29.000, ; 14,98. Il pregio di<br />

questi commenti sta soprattutto<br />

nella interpretazione «vivente» del<br />

testo evangelico, nel senso che G.<br />

Benedetti alle sue osservazioni, ai<br />

suoi rilievi unisce approfondimenti<br />

desunti dai Padri e dal magistero.<br />

Ogni commento è preceduto dal relativo<br />

brano evangelico. Stimolanti<br />

sono le applicazioni per l'alba del<br />

terzo millennio in cui i cristiani ripetono<br />

la grande avventura di fede<br />

in Cristo morto e risorto come nei<br />

primi secoli. L'Autore è Vescovo<br />

emerito della Diocesi di Foligno.<br />

Rino Camilleri, Un santo al giorno. Aneddoti, curiosità, notizie, Casale<br />

Monferrato 2001, Edizioni Piemme, pp. 145, L. 35.000, ; 18,08. Pur nelle<br />

proiezioni secolaristiche certe rubriche religiose hanno credito nella nostra<br />

gente. Forse la rubrica più fortunata e innovativa fu quella di Piero Bargellini.<br />

Dopo di lui sono stati tanti che hanno battuto la stessa via. Rino<br />

Camilleri l'ha percorsa per un giornale. È tuttavia meritorio averla portata<br />

a termine con arte e capacità da «convogliare» le sue «riflessioni» in un<br />

elegante volume. Dal martirologio ha scelto un santo per ogni giorno, al<br />

quale ha dedicato uguale spazio e la stessa diligenza. Il «rivestimento»<br />

aneddotico non nuoce alla bontà del contenuto.<br />

Giancarla Perotti Barra, I matrimoni<br />

misti. Aspetti sociali e pastorali,<br />

Cantalupa 2001, Effatà<br />

Editrice, pp. 105, L. 22.000, ;<br />

11,36. Se è difficile conciliare la<br />

comunione ecclesiale fra coniugi<br />

della stessa fede cristiana, è quasi<br />

impossibile ottenerlo quando il<br />

matrimonio si realizza tra un cristiano<br />

cattolico e uno non cristiano.<br />

Le disparità di culto possono comportare<br />

scelte che alla parte cattolica<br />

non è lecito fare se sono in contrasto<br />

con la fede. Giancarla Perotti<br />

Barra, impegnata sul fronte della<br />

pastorale familiare, espone principi<br />

e applicazioni sia di matrimoni misti<br />

in senso stretto sia di quelli di<br />

disparità di culto, secondo la normativa<br />

canonica.<br />

Pierpaula de Farias (a cura di), Antologia spirituale. Elementi della spiritualità<br />

di madre Clelia Merloni, fondatrice delle apostole del Sacro<br />

Cuore di Gesù, Roma 2001, Edizioni ASCJ, pp. 364 (s.i.p.). Nata a Forlì<br />

nel marzo 1861 e morta a Roma nel novembre 1930, Clelia Merloni è stata<br />

una delle donne illustri, sotto il profilo religioso della prima metà del secolo<br />

ventesimo. Chiamata da Dio a uno stato di perfezione, ha fondato<br />

una Congregazione femminile dedita all'apostolato del Sacro Cuore di Gesù.<br />

Ha lasciato scritti di spessore spirituale, editi per quanti attendono alla<br />

conformazione a Cristo. L'antologia ne contiene una parte, la più ragguardevole<br />

per contenuto e la più caratterizzante la sua personalità.<br />

Lettera pastorale del Vescovo di San Severo, Mons. Michele Seccia<br />

La famiglia luogo privilegiato di evangelizzazione<br />

Concluso il Giubileo dell’anno 2000 si<br />

ha l’impressione che sul grande evento<br />

di grazia e di fede sia calato definitivamente<br />

il sipario. Interpretazione accettabile<br />

per chi del Giubileo ha fatto una<br />

lettura meramente celebrativa e folcloristica.<br />

Non è così per la Chiesa che ha<br />

vissuto l’avvenimento come Kairos:<br />

tempo di Dio e di grazia per il cammino<br />

di conversione e il rinvigormento della<br />

fede caratterizzato da «frutti» che saranno<br />

visibili non secondo il tempo dell’uomo<br />

ma quello di Dio.<br />

È questo il contesto in cui va inserita<br />

la terza Lettera Pastorale che il Vescovo<br />

di San Severo, Mons. Michele Seccia,<br />

ha scritto ai fedeli della Chiesa particolare<br />

sanseverese che presiede nell’amore<br />

(Prendiamo il Largo... con la Famiglia,<br />

Riflessioni, Dialoghi e Indicazioni pastorali,<br />

Editrice Rotas, Barletta, 2001,<br />

pp.95, s.i.p.); una lettera incentrata sulla<br />

famiglia che vuole essere la vera sfida<br />

cui la Chiesa locale deve adeguatamente<br />

saper rispondere. Un ambito pastorale<br />

non scelto per caso ma frutto del cammino<br />

della Comunità diocesana scandito<br />

particolarmente dalle due precedenti lettere<br />

del Vescovo (Figli dello stesso Padre,<br />

1998 e Giubileo: anelito di santità?,<br />

1999), dalla celebrazione del Giubileo<br />

del 2000, dalla memoria e riattualizzazione<br />

del Concilio Vaticano II, dalla<br />

Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II<br />

Novo Millennio ineunte e dagli orientamenti<br />

pastorali decennali (2000-2010)<br />

dell’Episcopato italiano, Comunicare il<br />

Vangelo in un mondo che cambia.<br />

La scelta pastorale della famiglia nasce<br />

anche dal «discernimento comunitario»<br />

del Consiglio Presbiterale e del Consiglio<br />

Pastorale diocesano cui il Vescovo<br />

ha aggiunto quello suo personale come<br />

Pastore responsabile della fede del proprio<br />

«gregge». Il sottotitolo sintetizza bene<br />

la struttura dell’intervento magisteriale<br />

del Vescovo Seccia: una lunga introduzione<br />

in cui l’autore riflette e ripercorre<br />

la strada battutta negli ultimi<br />

quattro anni giungendo a delle conclusioni<br />

pastorali e alle motivazioni delle<br />

stesse (pp.7-28); la seconda parte è una<br />

vera e propria trattazione biblica, teologica,<br />

sacramentale e pastorale del matrimonio<br />

e della famiglia (pp 29-70). L’originalità<br />

di questa parte non è certamente<br />

nei contenuti che sono «verità sempre<br />

antiche e sempre nuove» ma nello stile e<br />

nel metodo dialogico, sui generis, che il<br />

Vescovo ha scelto per ribadire le verità<br />

di fede, bibliche, dottrinali. Partendo da<br />

un casuale incontro con una coppia (Antonio<br />

e Laura) che lo stesso Vescovo,<br />

quando era parroco, accompagnò nel loro<br />

cammino di fede, dal tempo del Liceo,<br />

del fidanzamento sino a quello delle<br />

nozze, il testo, con semplicità ed immediatezza<br />

letteraria e comunicativa,<br />

approfondisce e analizza la complessa<br />

realtà ecclesiale e sociale del fidanzamento,<br />

del matrimonio e della famiglia.<br />

Un dialogo che pur occupandosi di<br />

«problematiche alte» non dimentica le<br />

difficoltà quotidiane e concrete di una<br />

coppia. Problematica, quest’ultima, che<br />

evidenzia un aspetto, non sempre adeguatamente<br />

considerato dalla pastorale:<br />

l’attenzione alle situazioni reali e alla ferialità<br />

dell’esistenza odierna. Oltre allo<br />

stile confidenziale va lodato lo spessore<br />

umano che caratterizza la riflessione del<br />

Vescovo. L’ultima parte è specificatamente<br />

pastorale:impegni, obiettivi e scadenze<br />

che caratterizzeranno il «peregrinare»<br />

della Chiesa sanseverese nei prossimi<br />

tre anni e di cui si è già detto. Tre<br />

le scelte fondamentali che «devono segnare<br />

profondamente il lavoro pastorale<br />

di tutte le comunità, delle famiglie e<br />

delle singole persone: santità, come<br />

prospettiva generale dell’azione pastorale;<br />

spiritualità della comunione come<br />

nuovo stile di vita e famiglia come<br />

priorità pastorale» (p. 11). Perché la<br />

Chiesa sanseverese sceglie di occuparsi<br />

prioritariamente della famiglia? Assodate<br />

le motivazioni socio-culturali, dell’importanza<br />

del rapporto tra avvenire della<br />

società e famiglia, Mons. Seccia precisa<br />

che:«[...] È urgente riscoprire la famiglia<br />

come «cuore pulsante» della vita di<br />

fede,come insostituibile scuola di relazione<br />

e di formazione per adolescenti e<br />

adulti. In essa cresce, si alimenta e si<br />

diffonde la fede, si sperimenta l’amore,<br />

i piccoli si sentono accolti e i giovani si<br />

aprono alla speranza» (p.15).<br />

FRANCESCO ARMENTI


PAGINA<br />

5 .<br />

.<br />

Promulgazione<br />

di Decreti<br />

CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 1<br />

Erano presenti gli Em.mi Cardinali:<br />

José Saraiva Martins, Prefetto<br />

del Dicastero, Virgilio Noè, Andrzej<br />

Maria Deskur, Norberto Rivera<br />

Carrera, Arcivescovo di México;<br />

gli Eccellentissimi Arcivescovi e<br />

Vescovi: Mons. Javier Lozano Barragán,<br />

Presidente del Pontificio<br />

Consiglio per gli Operatori Sanitari<br />

(per la Pastorale della Salute);<br />

Mons. Francesco Gioia, Amministratore<br />

Pontificio della Patriarcale<br />

Basilica di san Paolo fuori le Mura,<br />

Delegato Pontificio per la Basilica<br />

di S. Antonio in Padova;<br />

Mons. Cipriano Calderón Polo, Vice-Presidente<br />

della Pontificia Commissione<br />

per l'America Latina;<br />

Mons. Javier Echevarría Rodriguez,<br />

Prelato della Prelatura Personale<br />

della Santa Croce e Opus<br />

Dei;<br />

gli Eccellentissimi Ponenti delle<br />

Cause: Mons. Luigi Barbarito,<br />

Mons. Mario Rizzi, Mons. Andrea<br />

Maria Erba.<br />

Hanno letto i Decreti: S.E.R.<br />

Mons. Edward Nowak, Segretario<br />

del Dicastero, il Sottosegretario,<br />

Mons. Michele Di Ruberto.<br />

Erano anche presenti: il Promotore<br />

della Fede, Mons. Sandro<br />

Corradini; il Relatore Generale P.<br />

Ambrogio Eszer, O.P.; i Relatori<br />

Mons. José Luis Gutierrez, P. Daniel<br />

Ols, O.P., gli Officiali della<br />

Congregazione Mons. Marcello<br />

Bartolucci, Rev. P. Bogusław Turek,<br />

C.S.M.A., Mons. Claudio Jovine;<br />

Sig.na Erika Julia Flesch;<br />

i Postulatori delle Cause: Mons.<br />

Flavio Cappucci; Mons. Luigi Porsi;<br />

Mons. Eduardo Chávez Sánchez;<br />

P. Romualdo Rodrigo,<br />

O.A.R.; P. Florio Tessari,<br />

O.F.M.Cap.; P. Fernando Rojo,<br />

O.S.A.; P. Giovanni Zubiani, C.P.;<br />

P. Antonio Sáez de Albéniz,<br />

O.SS.T.; P. Roberto D’Amico,<br />

C.M.; P. Pietro Riva, F.M.I.; Don<br />

Pasquale Liberatore, S.D.B.; Avv.<br />

Andrea Ambrosi.<br />

Erano inoltre presenti S.E. il<br />

Sig. Guillermo León Escobar-Herrán,<br />

Ambasciatore della Colombia<br />

presso la Santa Sede; Mons. Fernando<br />

Ocáriz, Vicario Generale<br />

della Prelatura Personale della<br />

Santa Croce e Opus Dei, e Mons.<br />

Joaquín Alonso; Mons. Pietro Maria<br />

Fragnelli, Rettore del Seminario<br />

Romano Maggiore; Mons. Giovanni<br />

Battista Proja; Mons. Alberto<br />

Di Chio; Mons. Aldo Rosati;<br />

Mons. Alfonso Cortés, Rettore del<br />

Pontificio Collegio Messicano; P.<br />

Fidel González Fernández,<br />

M.C.C.I., Rettore del Pontificio<br />

Collegio Urbano; P. Giuseppe Rossi,<br />

F.M.I., Superiore Generale della<br />

Congregazione dei Figli di Maria<br />

Immacolata, P. Piergiusto Cornella,<br />

F.M.I., P. Lorenzo Agosti,<br />

F.M.I. e P. Paolo Marelli, F.M.I.;<br />

P. Stefano Campana, O.F.M.Cap.,<br />

Ministro Provinciale, P. Ferruccio<br />

Bortolozzo, O.F.M.Cap., e P. Alfonso<br />

Ramirez, O.F.M.Cap.;<br />

Mons. Giuseppe Ruotolo, della Casa<br />

Sollievo della Sofferenza; P.<br />

Paolo Cuvino, O.F.M.Cap., Ministro<br />

Provinciale, P. Gerardo Di<br />

Flumeri, O.F.M.Cap.; P. Gianmaria<br />

Cocomazzi, O.F.M.Cap., P.<br />

Francesco Colacelli, O.F.M.Cap., e<br />

P. Gerardo Saldutto, O.F.M.Cap.;<br />

P. Bruno Gonella, C.M., Superiore<br />

Provinciale della Congregazione<br />

della Missione, e Roberto Lovera,<br />

C.M.; M. Daniela Barcella, S.B.P.,<br />

Superiora Generale delle Suore<br />

Benedettine della Provvidenza, Sr.<br />

M. Donata Custodero, Vicaria Generale,<br />

e Sr. M. Adalgisa Colpi; M.<br />

Giovannina Lusso, Superiora Generale<br />

della Congregazione delle<br />

Figlie di Nostra Signora della Misericordia,<br />

e M. Ruth Rodríguez,<br />

Consigliera Generale per Latinoamerica;<br />

M. Maria Gemma Imperatore,<br />

S.V.E.G.S., Superiora Generale<br />

della Congregazione delle<br />

Suore Vittime Espiatrici di Gesù<br />

Sacramentato, Sr. Giocondina<br />

Ciervo e Sr. Pia Stravato; M. Pia<br />

Barale, Superiora Generale dell’Istituto<br />

delle Suore Nazarene della<br />

Passione di Gesù, e Sr. Maria<br />

Agnese Brusasco; M. Josefa Larraga<br />

Cortés, M.C., Superiora Generale<br />

delle Suore della Carità di Nostra<br />

Signora della Mercede; Sr.<br />

María Jesús Larumbe, A.C.R., Vicaria<br />

Generale delle Suore Ancelle<br />

di Cristo Re, Sr. María Santos Izquierdo,<br />

Superiora Generale em.,<br />

Sr. María del Pilar Dávila, Sr. Catalina<br />

Baztán, Sr. Ignacia Azcune;<br />

Rev. Olarte Julio Humberto,<br />

S.D.B., Sr. Fanni Silva,<br />

HH.SS.CC., Sr. Blanca Corredor,<br />

HH.SS.CC., e Sr. Edvige Roso,<br />

F.M.A.; Sr. Teresinha Borges Gonçalves<br />

e Sr. Gloria Lousa Carrilho;<br />

Rev. Serafin Sylwester; Rev. Wojciech<br />

Radamski; Rev. Tomasz Fulasz;<br />

Dr. Pietro Gerardo Violi,<br />

Sig.ra Maria Varriale, Dr. Antonio<br />

Colella e Prof.ssa Maria Lucia Ippolito<br />

Sanità con Matteo-Pio e<br />

Alessandro Colella; Sig. Massimo<br />

Cumbo; Sig.ra Maria Bugliarelli;<br />

Sig. Massimo Jaccarini; Sig.ra Antonella<br />

Rossi; Sig.ra Franca Baldini<br />

e Sig.ra Stana Leporino.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Venerdì 21 Dicembre 2001<br />

Congregazione delle Cause dei Santi<br />

Il discorso rivolto al Papa<br />

dal Cardinale José Saraiva Martins<br />

Durante la Promulgazione di Decreti<br />

della Congregazione delle Cause dei<br />

Santi, svoltasi alla presenza di Giovanni<br />

Paolo II, nella mattina di giovedì<br />

20 dicembre, nella Sala Clementina, il<br />

Prefetto, Cardinale José Saraiva Martins,<br />

ha rivolto al Papa il seguente discorso:<br />

Beatissimo Padre,<br />

nell’ultima canonizzazione, celebrata<br />

il 25 novembre scorso, solennità di<br />

Cristo Re dell’Universo, Vostra Santità<br />

ha detto che «dinanzi alla croce di Cristo<br />

si spalanca, in certo senso, la<br />

grande scena del mondo e si compie<br />

il dramma della storia personale e<br />

collettiva. Sotto lo sguardo di Dio, che<br />

nel Figlio Unigenito immolato per noi<br />

si è fatto misura di ogni persona, di<br />

ogni istituzione, di ogni civiltà, ciascuno<br />

è chiamato a decidersi» (L’Osservatore<br />

Romano, 26-27 nov. 2001, p. 6).<br />

La decisione per Cristo, rinnovata<br />

nel quotidiano e vissuta nella perfezione<br />

della carità, fu la radice sempre viva<br />

della santità eroica dei Servi di<br />

Dio, che oggi ci offrono la gioia di raccoglierci<br />

attorno a Vostra Santità per<br />

la promulgazione di nuovi decreti. Con<br />

questo adempimento la Congregazione<br />

delle Cause dei Santi si avvia alla<br />

conclusione di un anno segnato da<br />

una intensa e fruttuosa attività. Nel<br />

2001, infatti, molte Cause di beatificazione<br />

e canonizzazione hanno raggiunto<br />

traguardi significativi, grazie al<br />

diligente lavoro degli Em.mi ed Ecc.mi<br />

membri del Dicastero, dei Prelati, dei<br />

Relatori, degli Officiali, dei Consultori,<br />

dei Medici, dei Postulatori e delle Postulatrici.<br />

Ai 43 decreti sui miracoli, sul martirio<br />

e sulle virtù eroiche, già emanati<br />

nei mesi scorsi, oggi se ne aggiungeranno<br />

altri tredici, di cui nove sui miracoli<br />

e quattro sulle virtù.<br />

Vostra Santità, inoltre, durante l’anno<br />

che ormai volge al tramonto, ha<br />

canonizzato nove Beati ed ha beatificato<br />

una folta schiera di Servi e Serve<br />

di Dio, nella quale spiccano i numerosi<br />

martiri spagnoli ed ucraini. Nel corrente<br />

anno, poi, la Chiesa di Malta ha<br />

avuto i suoi primi tre Beati. Particolarmente<br />

toccante e pastoralmente promettente<br />

è stata la beatificazione celebrata<br />

lo scorso mese di ottobre, dei<br />

coniugi Beltrame Quattrocchi, figli della<br />

Chiesa di Roma. La loro testimonianza<br />

di «coppia» costituisce un valido<br />

incoraggiamento alla santità per<br />

tutti gli sposi cristiani.<br />

Mentre ringraziamo Dio, fonte di<br />

ogni bene, per aver donato alla sua<br />

Chiesa tanti nuovi campioni di santità<br />

e modelli di vita evangelica, presentiamo<br />

a Vostra Santità i decreti, che con<br />

la Sua suprema approvazione stanno<br />

per essere promulgati.<br />

1) Cinque decreti si riferiscono ad<br />

altrettanti miracoli, attribuiti alla intercessione<br />

di beati per i quali si avvicina<br />

la meta della canonizzazione.<br />

Si tratta anzitutto del Beato JOSE-<br />

MARÍA ESCRIVÁ DE BALAGUER, Fondatore<br />

dell’Opus Dei, figura eminente<br />

della Chiesa del XX secolo. Promosse<br />

con fervore instancabile la santità laicale<br />

e con molte iniziative portò il lievito<br />

del Vangelo nella società del nostro<br />

tempo. Morì nel 1975. È stato beatificato<br />

da Vostra Santità nel 1992. Il<br />

miracolo, che gli viene attribuito, è avvenuto<br />

lo stesso anno della beatificazione.<br />

Il Beato IGNAZIO DA SANTHIÀ, bea-<br />

tificato da Paolo VI nel 1966, lasciò le<br />

ricchezze di famiglia per abbracciare<br />

la povertà e l’austerità della vita cappuccina.<br />

Fu maestro dei novizi e del<br />

popolo. Morì nel 1770. Il miracolo che<br />

lo riguarda avvenne nel 1996.<br />

Anche il Beato PIO DA PIETRELCI-<br />

NA, morto nel 1968, fu un figlio spirituale<br />

di San Francesco di Assisi. Nell’omelia,<br />

che Vostra Santità pronunciò<br />

in occasione della sua beatificazione<br />

nel 1999, ebbe a dire che «questo umile<br />

frate cappuccino ha stupito il mondo<br />

con la sua vita tutta dedita alla<br />

preghiera e all’ascolto dei fratelli», ed<br />

aggiungeva che «il suo corpo segnato<br />

dalle stimmate, mostrava l’intima connessione<br />

tra morte e risurrezione, che<br />

caratterizza il mistero pasquale»<br />

(L’Osservatore Romano, 3-4 maggio<br />

1999, pp. 6-7).<br />

Il miracolo del Beato Pio da Pietrelcina<br />

è avvenuto nel gennaio dello<br />

scorso anno.<br />

Un evento miracoloso, accaduto nel<br />

1990, fu impetrato dalla intercessione<br />

della Beata BENEDETTA CAMBIAGIO<br />

FRASSINELLO, che fu sposa e poi fondatrice<br />

della Congregazione delle<br />

Suore Benedettine della Provvidenza.<br />

La Beata è particolarmente benemerita<br />

della educazione cristiana delle<br />

bambine povere ed abbandonate. Morì<br />

nel 1858. Vostra Santità la dichiarò<br />

Beata nel 1987.<br />

Il Beato JUAN DIEGO, indio messicano<br />

del XVI secolo, fu sposo e padre<br />

di famiglia. La sua notorietà è legata<br />

alla Madonna di Guadalupe, che gli<br />

apparve nel 1531. L’incontro inatteso<br />

con la Madre di Dio potenziò il suo<br />

cammino di fede, iniziato in età adulta,<br />

e lo indusse a lasciare la sua casa<br />

per dedicarsi alla custodia della primitiva<br />

cappella di Guadalupe. La sua<br />

morte avvenne nel 1548. Nel 1990 Vostra<br />

Santità riconobbe la sua santità di<br />

vita e confermò il culto, tributatogli da<br />

tempo immemorabile. Quello stesso<br />

anno accadde il miracolo sul quale<br />

oggi viene promulgato il decreto.<br />

2) Quattro decreti riguardano i miracoli<br />

di Venerabili Servi di Dio, le cui<br />

virtù eroiche sono state riconosciute<br />

da Vostra Santità in tempi diversi.<br />

Si tratta, anzitutto, del sacerdote<br />

bresciano LUDOVICO PAVONI, apostolo<br />

della promozione umana, cristiana<br />

e professionale della gioventù povera<br />

del suo tempo. Per offrire un mestiere<br />

onesto agli orfani ed ai ragazzi abbandonati,<br />

aprì una tipografia ed una casa<br />

editrice, tuttora attiva. Dette continuità<br />

al suo ideale e al suo apostolato con<br />

la fondazione della Congregazione dei<br />

Figli di Maria Immacolata, che proseguono<br />

la missione del Fondatore. Morì<br />

nel 1849. Il miracolo avvenne nel<br />

1909.<br />

Il Padre MARCO ANTONIO DURAN-<br />

DO illustrò con la santità della vita e<br />

delle opere la Congregazione della<br />

Missione, alla quale apparteneva. Fondò<br />

l’Istituto delle Suore di Gesù Naza-<br />

reno per l’assistenza a domicilio degli<br />

anziani. Morì nel 1880. Il suo miracolo<br />

risale al 1932.<br />

Il missionario salesiano LUIGI VA-<br />

RIARA spese la sua giovane vita per i<br />

lebbrosi di Aguas de Dios, in Colombia.<br />

Fondò la Congregazione delle Figlie<br />

dei Sacri Cuori di Gesù e Maria,<br />

che accoglieva anche giovani lebbrose.<br />

Attraversò molte tribolazioni finché<br />

morì nel 1923. Il miracolo accadde nel<br />

1989.<br />

Madre MARIA CRISTINA DELL’IM-<br />

MACOLATA CONCEZIONE (al secolo,<br />

Adelaide Brando), fervente devota dell’Eucaristia<br />

e testimone della carità di<br />

Cristo, fondò, nei pressi di Napoli, la<br />

Congregazione delle Suore Vittime<br />

Espiatrici di Gesù Sacramentato. Morì<br />

nel 1906. Il miracolo avvenne nel<br />

1992.<br />

3) Gli ultimi quattro decreti, che verranno<br />

promulgati, si riferiscono alle<br />

virtù eroiche di due sacerdoti spagnoli,<br />

di un seminarista italiano e di una<br />

suora italo-argentina.<br />

Il canonico GIOVANNI NEPOMUCE-<br />

NO ZEGRÍ Y MORENO nacque a Granada<br />

nel 1831 e morì nel 1905 a Malaga,<br />

dov’era stato vicario generale. Per<br />

aiutare i poveri fondò la Congregazione<br />

delle Suore della Carità della Beata<br />

Vergine della Mercede. Con eroica<br />

pazienza sopportò in silenzio grandi<br />

dispiaceri che egli seppe trasformare<br />

in un mezzo di santificazione personale.<br />

L’altro sacerdote è PIETRO LEGA-<br />

RÍA ARMENDÁRIZ, per 36 anni parroco<br />

di Murchante in diocesi di Tudela.<br />

Si distinse per la promozione degli<br />

Esercizi Spirituali di S. Ignazio di Loyola<br />

tra il popolo e, a tal fine, fondò la<br />

Congregazione delle Ancelle di Cristo<br />

Re. Morì nel 1956.<br />

Nel messaggio per la giornata mondiale<br />

delle vocazioni del prossimo anno,<br />

Vostra Santità ha scritto che «la<br />

vocazione al ministero ordinato è essenzialmente<br />

chiamata alla santità». A<br />

questa chiamata rispose con prontezza<br />

e giovanile fervore il seminarista<br />

BRUNO MARCHESINI, chierico della<br />

Arcidiocesi di Bologna ed alunno del<br />

Pontificio Seminario Romano Maggiore.<br />

Morì all’età di ventitré anni, nel<br />

1938, offrendo la sua vita perché i suoi<br />

compagni di seminario diventassero<br />

sacerdoti santi.<br />

Abbiamo, infine, il decreto sulle virtù<br />

di Suor MARIA LUDOVICA DE AN-<br />

GELIS, religiosa della Congregazione<br />

delle Figlie di Nostra Signora della Misericordia.<br />

Partita dalla natía terra<br />

d’Abruzzo, per oltre cinquanta anni fu<br />

amministratrice dell’ospedale pediatrico<br />

di La Plata, in Argentina. Con la<br />

sua carità e con la sua umiltà conquistò<br />

il cuore dei bambini malati, delle<br />

loro famiglie, dei medici e del popolo<br />

argentino. Morì nel 1962.<br />

Beatissimo Padre,<br />

le Cause dei Beati e dei Servi di<br />

Dio, or ora ricordati, hanno felicemente<br />

superato gli esami dei vari organi<br />

collegiali della nostra Congregazione.<br />

Siamo lieti, pertanto, di presentarle a<br />

Vostra Santità come filiale dono natalizio,<br />

assieme ai più fervidi auguri per<br />

le prossime festività e per il nuovo anno.<br />

Con l’intercessione di questi nostri<br />

fratelli e sorelle, che ci hanno lasciato<br />

l’esempio della loro radicale fedeltà al<br />

Vangelo, chiediamo al Bambino Gesù,<br />

principe della pace, di ricolmare Vostra<br />

Santitàdell’abbondanza dei suoi<br />

doni e di far fiorire nel mondo l’amore<br />

e la concordia tra i popoli.


ITALIA<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

Il cammino<br />

della Chiesa<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Venerdì 21 Dicembre 2001<br />

Alessandria ha una nuova chiesa parrocchiale.<br />

È quella dei santi Apostoli, al<br />

Villaggio Borsalino, inaugurata domenica<br />

16 dicembre con la celebrazione dell’Eucaristia<br />

presieduta dal Vescovo Fernando<br />

Charrier, insieme con il parroco, don Silvano<br />

Sirboni dei Frati Minori Conventuali<br />

della Religiosa Provincia di Napoli.<br />

«È una costruzione — ha detto don Sirboni<br />

all’inizio della Santa Messa — che il<br />

Vescovo ha incoraggiato e seguito con<br />

particolare affetto ed aiuto concreto. Ma i<br />

TRIESTE Il Vescovo Eugenio Ravignani ha avviato di recente la fase di preparazione<br />

«Tra storia e profezia»:<br />

verso il convegno ecclesiale<br />

La Chiesa Triestina ha avviato recentemente<br />

la fase di preparazione verso il<br />

secondo convegno ecclesiale diocesano<br />

sultema:«LaChiesadiTriestefrastoriae<br />

profezia». L’appuntamento è fissato per<br />

l’ottobre 2003 e coinvolgerà tutte le realtà<br />

diocesane per un vero e proprio momento<br />

di approfondimento e di rinnovato<br />

impegno di testimonianza cristiana.<br />

Il primo convegno della Chiesa tergestina<br />

si tenne nel dicembre 1978, sotto<br />

la presidenza del compianto Vescovo<br />

Lorenzo Bellomi, sul tema: «Trieste: cristiani<br />

a confronto».<br />

L’importante evento ecclesiale fu preparato<br />

da un lungo e faticoso cammino<br />

che portò poi a indimenticabili momenti<br />

celebrativi ma anche di attenta e profonda<br />

riflessione. Un lavoro che ha avuto,<br />

nel tempo, positivi sviluppi sulla vita<br />

pastorale diocesana.<br />

Il prossimo convegno è stato preannunciato<br />

dallo stesso Vescovo di Trieste,<br />

Mons. Eugenio Ravignani, in occasione<br />

della festa di san Giusto, patrono della<br />

città giuliana. Ricordando la fedeltà a<br />

Cristo che fu di san Giusto, il Presule ha<br />

insistito sulla necessità di «entrare nel vivo<br />

di una realtà che condividiamo con<br />

gli uomini e le donne di questa città: assumere<br />

le contraddizioni e le speranze<br />

di questo nostro tempo; percepire l’ansia,<br />

talora nascosta, di chi cerca la verità<br />

non effimera o parziale; farsi solidali<br />

con chi, nella sofferenza e nel bisogno,<br />

non ha più forza di guardare in alto e di<br />

continuare a sperare».<br />

«L’annuncio dato dal Vescovo di Trieste<br />

— informa don Silvano Latin, direttore<br />

dell’ufficio stampa diocesano — è<br />

stato preparato da una abbondante consultazione<br />

con gli organismi di partecipazione<br />

pastorale: l’assemblea tenutasi<br />

nelle giornate pastorali di ottobre, i consigli<br />

diocesani pastorale e presbiterale,<br />

l’assemblea dei parroci. In questi giorni<br />

il Vescovo ha costituito un comitato preparatorio<br />

al convegno, formato da quattro<br />

sacerdoti, una suora e quattro laici,<br />

che si è riunito la prima volta lo scorso<br />

17 dicembre con il compito di avviare la<br />

complessa macchina che dovrà coinvolgere<br />

tutta la realtà ecclesiale della diocesi<br />

in un serio lavoro di analisi e di proposta».<br />

La figura e l’esempio<br />

di san Giusto<br />

Come primo passaggio concreto —<br />

spiega don Latin — la nostra comunità<br />

cristiana si interrogherà in avvento, quaresima<br />

e tempo pasquale sul mistero<br />

della Chiesa attraverso un sussidio preparato<br />

da un biblista, un teologo e un liturgista.<br />

Nel suo intervento, il Vescovo di Trieste<br />

ha fatto riferimento alla figura e all’esempio<br />

di san Giusto, che con coraggio<br />

testimoniò la sua fede. La visse in<br />

mezzo agli altri uomini, in questa città,<br />

ponendola a confronto con le difficoltà<br />

del momento e confermandola con la<br />

coerenza delle sue scelte. È ciò che oggi<br />

chiede a noi. «Se vogliamo «comunicare<br />

il vangelo in un mondo che cambia» è<br />

necessario prendere conoscenza del continuo<br />

rapido mutare del modo di pensare<br />

e del modo di vivere nella nostra società.<br />

Ma è pur necessario capire che<br />

ciò impone alla nostra Chiesa un modo<br />

nuovo di evangelizzare e di trasmettere<br />

la fede, una vera conversione pastorale».<br />

Ecco allora l’importanza di mettersi<br />

«in ascolto di ciò che lo Spirito dice alla<br />

nostra Chiesa. Egli la invita a riflettere<br />

su se stessa, su ciò che è, su come vive;<br />

a chiedersi come approfondisce la parola<br />

di Dio che genera alla fede e la matura;<br />

come, nelle sue varie espressioni,<br />

dalla parrocchia alle diverse aggregazioni<br />

laicali, vive il vangelo che è chiamata<br />

ad annunciare».<br />

E ancora, come la Chiesa guarda ai<br />

giovani e li sostiene nel ricercare un<br />

senso da dare alla vita; come si pone accanto<br />

alla famiglia perché riscopra la<br />

sua vocazione e viva la comunione nella<br />

santità dell’amore e nel servizio alla vita;<br />

come s’impegna nel dialogo fraterno<br />

con le altre confessioni cristiane e con le<br />

altre religioni; come si apre al territorio<br />

e si fa carico di urgenze e problemi.<br />

Infine, come accoglie con gioia le diversità<br />

di lingue e culture e le considera<br />

ricchezza per una comunità; come è<br />

sensibile al dovere della missione per annunciare<br />

il vangelo, attuando la carità<br />

della verità.<br />

«Sarà — ha aggiunto il Presule —<br />

quasi un lungo approfondito comune<br />

esame di coscienza che ci impegnerà<br />

tutti nella pazienza dell’ascolto, affinché<br />

ciascuno di noi, in piena libertà e in spirito<br />

di carità, possa rilevare debolezze e<br />

insufficienze, riconoscere situazioni di<br />

disagio personale e comunitario, far conoscere<br />

problemi e difficoltà per ricercare<br />

insieme le soluzioni possibili. Sarà anche<br />

l’occasione per porsi in ascolto del<br />

nostro tempo e per coglierne i segni della<br />

preoccupazione e della speranza.<br />

Il Vescovo di Trieste ha quindi proposto<br />

una serie di elementi su cui riflettere.<br />

Cresce l’indifferenza religiosa, aumenta<br />

il numero delle persone che si dicono<br />

senza religione, la fede sembra<br />

estranea alla vita. S’è andato affermando<br />

un relativismo morale che ha offuscato<br />

e, forse, travolto principi e valori<br />

un tempo indiscussi. «Nella mentalità<br />

comune e nella stessa legislazione si diffondono<br />

prese di posizione in netto contrasto<br />

con la tradizione cristiana, anche<br />

perché non è più trasmessa alle nuove<br />

generazioni e comunque non conta più,<br />

legata com’è ormai al passato».<br />

Aprire il cuore alla fiducia<br />

e incoraggiare la speranza<br />

Emarginazione sociale e povertà<br />

emergente si confrontano con la società<br />

del benessere, ha osservato il Presule. Vi<br />

è certo un cambiamento culturale, e su<br />

questo indubbiamente hanno avuto un<br />

determinante influsso le nuove opportunità<br />

offerte dalle innovazioni tecnologiche<br />

ai mezzi di comunicazione sociale.<br />

Oggi, la stessa possibilità di comunicare<br />

in tempo reale porta nelle nostre case<br />

notizie e immagini che riempiono il cuore<br />

d’angoscia per una guerra che semina<br />

devastazione e morte. «Ma non vi saranno<br />

segni che aprono il cuore alla fiducia<br />

e incoraggiano la speranza?», si è<br />

chiesto Monsignor Ravignani. «Certo, ve<br />

ne sono — ha affermato —. Un bisogno<br />

di spiritualità autentica è vivo nei giovani<br />

e non solo in loro; non è cessata l’ansia<br />

di giungere alla verità che fughi ogni<br />

dubbio; la nostra stessa esperienza cristiana<br />

si offre sempre più a chi volesse<br />

conoscerne la fede e condividerne la comunione;<br />

generosa è la disponibilità di<br />

un volontariato che non è solo offerta di<br />

aiuto nel bisogno, ma vero impegno di<br />

permanente servizio».<br />

Il Vescovo di Trieste ha ricordato<br />

inoltre che nella società si rivela sempre<br />

più esigente l’attesa di una trasparenza<br />

nell’amministrazione della cosa pubblica,<br />

così pure si riconosce la necessità di<br />

purificare la memoria di ciò che ancora<br />

può impedire la realizzazione di una vera<br />

concordia. Si attende, inoltre, che il<br />

superamento di barriere e di confini<br />

consenta di realizzare un mondo nuovo<br />

unito e solidale.<br />

È sempre più forte la convinzione<br />

«che non le armi, ma un dialogo leale,<br />

nel rispetto della verità e della giustizia,<br />

può portare alla pace vera».<br />

In questo scenario che presenta ombre<br />

e luci, «non possiamo lasciarci scoraggiare<br />

dalle prime, quasicché fatalmente<br />

il mondo sia condannato a non<br />

uscire dalle tenebre. Noi siamo certi che<br />

non è così. Perché anche dal buio della<br />

morte si può passare alla luce della vita.<br />

Ai primi albori del primo giorno dopo il<br />

sabato Cristo è risorto. Noi annunciamo<br />

Lui, Signore della vita».<br />

È questo l’annuncio che la Chiesa tergestina<br />

vuole dare con la sua testimonianza<br />

di fedeltà al Vangelo, aperta e<br />

coraggiosa. E per darlo «con rinnovata<br />

freschezza e in una nuova effusione dello<br />

Spirito è chiamata a riflettere, a interrogarsi,<br />

a individuare le linee di una<br />

azione pastorale che riscopra quei semi<br />

nascosti nelle pieghe della vita che germoglieranno<br />

come promessa di verità e<br />

di amore, di pace e di salvezza».<br />

CLAUDIO ZERBETTO<br />

Alessandria: inaugurata la chiesa parrocchiale dei santi Apostoli<br />

muri assumono valore quando accolgono<br />

il popolo di Dio perché la vera ricchezza<br />

siete voi, i vostri volti». E la gioia «per la<br />

casa di Dio in mezzo alle case degli uomini»<br />

è stata manifestata dal Vescovo ai<br />

fedeli e alle autorità presenti. «Gioia —<br />

ha detto Mons. Charrier — perché il Signore<br />

non fa distinzioni, anzi ha sempre<br />

le braccia aperte per coloro che lo dimenticano<br />

o sono lontani; gioia perché il Pa-<br />

dre non ci tradisce mai e ci vuole sempre<br />

bene e qui ci sarà sempre il Figlio suo in<br />

permanenza, vivo e vero. Dobbiamo avere<br />

la gioia e il coraggio di dire che Dio è qui<br />

con noi e che qui siamo educati ad amare,<br />

qui si ascolta una parola che non è di<br />

uomo ma di Dio». Richiamandosi al Vangelo<br />

di Matteo, il Vescovo ha ricordato<br />

che la Chiesa educa a «non essere come<br />

canne che si piegano ad ogni soffio di<br />

vento». La comunità parrocchiale ha voluto<br />

ed atteso per molto tempo la nuova<br />

chiesa: «Sono testimone di quanto ha sofferto,<br />

giorno dopo giorno — ha detto ancora<br />

Mons. Charrier — perché questa<br />

chiesa doveva essere una casa per Dio e<br />

il suo popolo». La parrocchia può ora<br />

guardare con serenità agli impegni futuri<br />

avendo gli spazi necessari per le celebrazioni,<br />

la catechesi e gli incontri.<br />

MARCO CARAMAGNA<br />

NOVARA Fu il francescano P. Bernardino Caimi a realizzare il santuario<br />

Quei luoghi dell'Incarnazione di Gesù<br />

riprodotti sul Sacro Monte di Varallo<br />

L’attuale tragica situazione della Terra<br />

Santa, che impedisce ai pellegrini di<br />

avvicinarsi alla Palestina, richiama alla<br />

memoria un santuario sorto in Italia circa<br />

cinque secoli fa per rimediare in<br />

qualche modo ad una analoga situazione:<br />

è il Sacro Monte di Varallo, in Valsesia<br />

in provincia di Vercelli, diocesi di<br />

Novara.<br />

Le vicende storiche del Sacro Monte<br />

di Varallo, il più antico ed il più importante<br />

di tutti i Sacri Monti, hanno la loro<br />

origine nel penultimo decennio del<br />

Quattrocento, per opera del milanese P.<br />

Bernardino Caimi, francescano dell’antica<br />

osservanza.<br />

Egli, già commissario dell’Ordine a<br />

Gerusalemme, constatata la gravità della<br />

minaccia turca per chi voleva recarsi in<br />

pellegrinaggio in Terra Santa, pensò di<br />

riprodurre in Occidente i principali santuari<br />

della Palestina.<br />

«Trovato a Varallo, sulla terrazza naturale<br />

che sovrasta il borgo, il luogo<br />

adatto — dice Casimiro Debiaggi storico<br />

del Sacro Monte — nel 1486 ottiene da<br />

Papa Innocenzo VIII il breve per accettare<br />

la donazione del terreno e dare avvio<br />

all’opera».<br />

Nel 1491 è già eretto il Santo Sepolcro;<br />

nel ’93 esistono già anche le cappelle<br />

dell’Ascensione e della Pietà. Negli<br />

anni successivi sorgono, secondo le planimetrie<br />

dei santuari palestinesi ed in<br />

parte anche secondo la geografia della<br />

SALERNO-CAMPAGNA-ACERNO Indetto per il 2002 dall'Arcivescovo Pierro<br />

Un «Anno della Fede» per edificare la Chiesa<br />

come casa e scuola di comunione e di missione<br />

«Solo una fede adulta e pensata può<br />

parlare agli uomini di oggi col linguaggio<br />

e la forza del Vangelo». È a<br />

partire da questa consapevolezza che<br />

l'Arcidiocesi di Salerno-Campagna-<br />

Acerno si prepara a vivere il 2002 come<br />

«Anno della Fede». Sarà un nuovo<br />

tempo di conversione e di grazia, quasi<br />

il naturale compimento di un «trittico»<br />

iniziato nel 2000 con il Grande<br />

Giubileo e proseguito nel 2001 con<br />

l'«Anno Eucaristico». Proprio per non<br />

disperdere la ricchezza di queste due<br />

esperienze spirituali l'Arcivescovo Gerardo<br />

Pierro ha mobilitato tutte le<br />

componenti della comunità diocesana,<br />

indicendo nella solennità dell'Immacolata<br />

Concezione l'«Anno della Fede».<br />

«Un anno — sottolinea il Presule —<br />

da vivere ancora intorno all'Eucaristia,<br />

ma con lo sguardo fisso ai problemi<br />

e alle difficoltà che si frappongono<br />

all'evangelizzazione in un mondo<br />

che cambia».<br />

È ancora viva nelle parrocchie e in<br />

tutte le realtà dell'Arcidiocesi la ventata<br />

di spiritualità eucaristica portata in<br />

questi mesi dalla celebrazione dell'Anno<br />

dedicato al Mistero del Corpo e del<br />

Sangue di Cristo. «Siamo cresciuti —<br />

sottolinea Mons. Pierro — nella conoscenza<br />

di Gesù, vivo e presente tra<br />

noi, sotto i veli del pane e del vino».<br />

«L'Eucaristia, infatti — spiega — è il<br />

dono che Cristo fa di sé agli uomini<br />

perché da Lui attingano la vita divina<br />

e da Lui apprendano lo stile del servizio<br />

dei fratelli. Solo l'Eucaristia, celebrata<br />

e vissuta, può plasmare l'esisten-<br />

za del cristiano e proiettarlo sulle strade<br />

del mondo come testimone credibile<br />

di Cristo e del suo Vangelo».<br />

Si tratta di un compito che richiede<br />

certamente «tempi lunghi, perseveranza<br />

e creatività» per poter incidere in<br />

profondità nel tessuto ecclesiale e civile<br />

dell'Arcidiocesi. Le diverse comunità<br />

parrocchiali salernitane hanno già<br />

intrapreso in questi mesi scelte coerenti<br />

e nuove strade di impegno per<br />

fare dell'Eucaristia l'autentica fonte e<br />

il culmine della vita cristiana. Le giornate<br />

eucaristiche, il ripristino della<br />

pratica delle «Quarantore», la Celebrazione<br />

della Parola, l'adorazione del<br />

Santissimo Sacramento, i Congressi<br />

eucaristici zonali sono state solo alcune<br />

delle iniziative realizzate nel corso<br />

di quest'anno ormai alle spalle. Un<br />

fermento capillare, diffusosi un po' in<br />

tutte le realtà comunitarie, che troverà<br />

il suo naturale suggello nella celebrazione<br />

del Congresso eucaristico<br />

diocesano, in programma dal 6 al 13<br />

ottobre del 2002.<br />

Accanto a questa «comunità eucaristica»,<br />

che si riunisce con assiduità intorno<br />

al Corpo di Cristo e che lavora<br />

con generosità e passione per la costruzione<br />

del Regno, ci sono tuttavia<br />

coloro che pur essendo battezzati,<br />

hanno un rapporto meramente episodico<br />

con il resto della comunità cristiana<br />

e vivono spesso nell'indifferenza<br />

religiosa. «Di qui — rileva Mons. Pierro<br />

— l'impegno ineludibile a fare delle<br />

nostre comunità, case e scuole di comunione<br />

e di missione, che non si<br />

chiudano nella dimensione intimistica<br />

della fede, ma si aprano all'ascolto e<br />

al dialogo con tutti gli uomini e le<br />

donne del territorio».<br />

Proprio per rendere concreto e incalzante<br />

questo impegno il Presule ha<br />

indetto l'«Anno della Fede». Sono già<br />

al lavoro cinque Commissioni incaricate<br />

di elaborare programmi e mete<br />

da conseguire. L'Arcivescovo offre già<br />

tre piste di riflessione alla comunità<br />

diocesana: la riscoperta del Concilio<br />

Vaticano II con lo studio e la conoscenza<br />

approfondita dei suoi Documenti;<br />

l'urgenza del lavoro formativo<br />

per i giovani e gli adulti; la ricerca di<br />

nuove vie per tradurre in scelte operative<br />

la conversione pastorale richiesta<br />

dalle sfide del tempo. «S'impone —<br />

afferma in particolare Mons. Pierro —<br />

una pastorale missionaria, o per meglio<br />

dire, una conversione pastorale,<br />

che non miri solo alla conservazione<br />

dell'esistente, ma si apra alla dimensione<br />

missionaria come ad una scelta<br />

irreversibile. O le nostre comunità diventeranno<br />

missionarie o non sono<br />

comunità cristiane».<br />

La prospettiva che si apre dinanzi<br />

alla comunità ecclesiale salernitana è<br />

«il superamento, per quanto è possibile,<br />

della rottura tra Vangelo e cultura,<br />

tra Vangelo e vita, tra Vangelo e problemi<br />

d'oggi». La scommessa è quella<br />

di costruire una società sempre più a<br />

misura d'uomo. Di edificarla sulle solide<br />

fondamenta della «civiltà dell'amore».<br />

Di fecondarla con il lievito evangelico<br />

della carità, della condivisione,<br />

della speranza. (f.m.v.)<br />

regione, la Grotta di Nazareth, quella di<br />

Betlemme, e sulla spianata meridionale,<br />

scelta per Gerusalemme, il Cenacolo e<br />

la Chiesa della Dormizione della Vergine<br />

sul monte Sion, il Sepolcro della Madonna<br />

nella Valle di Giosafat.<br />

Dopo la morte del Caimi ne prosegue<br />

l’opera il vercellese Padre Candido Ranzio,<br />

che rimarrà al Sacro Monte fino al<br />

1509.<br />

Intanto il 7 settembre 1501 viene consacrata<br />

la Chiesa da Monsignor Galardo,<br />

nell’agosto del 1507 sale al Monte il Cardinale<br />

Federico Sanseverino, Vescovo di<br />

Novara, e nel settembre il Gran Cancelliere<br />

del Ducato di Milano, Gerolamo<br />

Morone, che in una sua lettera ci dà la<br />

prima descrizione della Nuova Gerusalemme.<br />

Nel 1514 esce la più antica guida dei<br />

Misteri del Monte di Varallo, che ne descrive<br />

ben ventisette tra terminati ed in<br />

via di completamento. Poco dopo visita<br />

il Sacro Monte il famoso novelliere Matteo<br />

Bandello.<br />

Intanto lentamente vanno sorgendo le<br />

altre cappelle: prima ad imitazione di<br />

quelle dei Luoghi Santi, poi secondo la<br />

narrazione evangelica della vita di Gesù,<br />

tanto da raggiungere alla fine il numero<br />

di quarantacinque.<br />

«Il Sacro Monte varallese — continua<br />

Debiaggi — è uno straordinario complesso<br />

artistico, uno dei maggiori di tutta<br />

l’Italia settentrionale.<br />

Vallo della Lucania:<br />

pellegrinaggio<br />

al santuario mariano<br />

del Monte Gelbison<br />

Come gli antichi pellegrini, utilizzando<br />

come semplici «mezzi di trasporto»<br />

soltanto dei cavalli, numerosi fedeli provenienti<br />

da Napoli, Caserta, Roma, e da<br />

diverse zone del Salernitano hanno raggiunto<br />

il santuario della Madonna del<br />

Monte Gelbison, in diocesi di Vallo della<br />

Lucania.<br />

Inerpicandosi attraverso i sentieri e le<br />

stradine, la lunga fila di pellegrini ha<br />

scelto questa maniera originale per riscoprire<br />

un paesaggio naturale ed un<br />

territorio spesso dimenticati, e per accostarsi<br />

al fascino che promana dalla devozione<br />

vissuta intorno al santuario mariano,<br />

che si erge a ben 1705 metri di altezza.<br />

È la settima iniziativa del genere che<br />

si realizza al Monte Gelbison. Ad organizzarla<br />

è stata il «Centro Battagliese»,<br />

attento alle tematiche legate alla natura<br />

e ai luoghi di fede. Particolarmente suggestivo<br />

è stato il pellegrinaggio compiuto<br />

durante l'Anno Giubilare ai piedi della<br />

venerata statua della Vergine con il<br />

Bambino tra le braccia.<br />

Un festoso scampanio ha accolto l'arrivo<br />

dei fedeli, che hanno ricevuto il<br />

benvenuto del Rettore del santuario,<br />

Don Carmine Troccoli. I pellegrini sono<br />

partiti da Velia, storico centro sulla costa<br />

cilentana. Dopo la tappa sul Monte<br />

Gelbison, hanno sostato tre giorni in alcuni<br />

tra i luoghi più significativi della<br />

zona. Hanno attraversato Pattano, piccolo<br />

centro del monachesimo basiliano<br />

risalente all'anno Mille, e dopo una sosta<br />

sulla vetta di Castelnuovo, hanno<br />

raggiunto Ascea. (nicola nicoletti)<br />

«Se tra le sue più antiche testimonianze<br />

vi è il suggestivo gruppo ligneo della<br />

Pietà, o Pietra dell’unzione, della fine<br />

del Quattrocento (ora nella Pinacoteca<br />

di Varallo), è con Gaudenzio Ferrari, tra<br />

il 1510 e il 1528 circa, che si hanno le<br />

massime realizzazioni.<br />

«A lui si devono le statue in legno dell’Annunciazione<br />

e dell’antica Salita al<br />

Calvario, i gruppi in terracotta del Presepe,<br />

dell’Adorazione dei pastori, della<br />

Circoncisione, gli affreschi dell’attuale<br />

Pietà, ma soprattutto le due monumentali<br />

cappelle della Crocifissione e dei<br />

Magi, integralmente dovute al grande<br />

maestro, sia per l’architettura che per le<br />

parti figurative in plastica ed in pittura,<br />

in cui fantasia creativa, profondità di<br />

sentimenti lirici e drammatici si fondono<br />

in realizzazioni ardite, di grande respiro<br />

e di straordinaria sapienza e potenza<br />

espressiva, cariche d’intensa umanità<br />

nello spirito del più pieno e solare rinascimento».<br />

A Gaudenzio Ferrari subentrerà per<br />

alcuni affreschi negli anni Quaranta, il<br />

suo massimo allievo, Bernardino Laino.<br />

Poi verso il 1567-68 il celebre architetto<br />

perugino, Galeazzo Alessi, per incarico<br />

del nobile milanese Giacomo d’Adda,<br />

stenderà un nuovo progetto generale<br />

della Gerusalemme varallese secondo la<br />

mentalità manieristica, realizzato però<br />

solo in piccolissima parte.<br />

È il periodo di san Carlo Borromeo<br />

che in questi anni sale almeno 4 volte al<br />

Sacro Monte: nel ’68, ’71,'78, '84 prendendo<br />

molti provvedimenti per lo sviluppo<br />

e il buon funzionamento del Santuario.<br />

Nell’ultima sua visita si ferma vari<br />

giorni, preparandosi alla morte avvenuta<br />

poco dopo a Milano.<br />

Con i suoi pellegrinaggi egli ha diffuso<br />

la conoscenza e la venerazione per la<br />

«Nuova Gerusalemme» varallese.<br />

Sotto l’impulso controriformistico del<br />

Vescovo di Novara, Carlo Bascapè, la<br />

grande personalità dell’alagnese Giovanni<br />

d’Enrico progetterà i nuovi complessi<br />

architettonici, soprattutto del Palazzo di<br />

Pilato e della Chiesa Maggiore (l’attuale<br />

Basilica), e creerà i gruppi statuari di<br />

ben diciannove cappelle, d’una forza<br />

espressiva impressionante e di una sconvolgente<br />

drammaticità, mentre la parte<br />

pittorica, di non minore ispirazione, verrà<br />

realizzata da due tra i massimi esponenti<br />

della pittura lombardo-piemontese<br />

del Seicento: il Morazzone per tre cappelle<br />

ed il Tanzio (fratello di Giovanni<br />

d’Enrico) per altre tre.<br />

Per i restanti misteri eseguiranno i dipinti<br />

il Rocca, Melchiorre d’Enrico, Melchiorre<br />

Gilardini, Pier Francesco Gianoli.<br />

Seguirà la cappella della Trasfigurazione<br />

con affreschi dei Montalti e nel<br />

Settecento quella di Gesù condotto ad<br />

Anna, mentre si andrà completando la<br />

Basilica con la spettacolare cupola, raffigurante<br />

in plastica e pittura il Paradiso<br />

con l’Assunzione della Vergine, ed al di<br />

sotto con la tribuna, opera di Benedetto<br />

Alfieri, uno dei maggiori architetti del<br />

Settecento piemontese.<br />

Nel tardo Ottocento verrà eretta la<br />

nuova facciata marmorea della Basilica,<br />

su disegno dell’architetto Ceruti, e nel<br />

nostro secolo si attueranno soprattutto<br />

sistematici interventi restaurativi.<br />

GIULIANO TEMPORELLI<br />

Restaurati i dipinti della chiesa madre di Ciriè, centro di irradiazione spirituale per l'intera Chiesa torinese<br />

«Il luogo ove abita la tua gloria ritroverà il suo antico splendore»<br />

Durante il mese di luglio 2000, in coincidenza<br />

con lo svolgersi dell'Anno Santo, la parrocchia torinese<br />

dei santi Giovanni Battista e Martino presentava<br />

l'iniziativa di restauro pittorico della chiesa madre<br />

di Ciriè, promossa, ed offerta totalmente, dal<br />

dott. Cornelio Valetto «a nome della sua famiglia<br />

che per decenni è vissuta all'ombra del campanile<br />

della nostra chiesa». Le parole tratte dai Salmi,<br />

stampate all'inizio delle pagine descrittive delle<br />

opere da eseguirsi, parevano indicare il senso dell'intervento<br />

decorativo ed artistico che il Laboratorio<br />

di Restauro Rocca di Balangero ha eseguito nei<br />

tempi previsti e con competente professionalità:<br />

«Signore, amo la casa dove dimori, e il luogo ove<br />

abita la tua gloria essa ritroverà il suo antico splendore».<br />

Da sempre pitture e poesie, opere musicali e letterarie,<br />

sculture e architetture hanno saputo parlare<br />

al cuore della gente perché le realtà che nascono<br />

da ispirazioni artistiche possiedono la capacità<br />

di «dire» e «comunicare» almeno quanto il discorso,<br />

il gesto e la parola.<br />

L'intervento creatore di Dio ha impresso sul<br />

creato fin dall'inizio l'impronta della bellezza. Dio a<br />

compimento di quanto aveva operato nei giorni<br />

della creazione suggellò la sua opera con queste<br />

parole: «E vide che era una cosa bella». Questa parola<br />

«bella» rende pienamente il significato del testo<br />

originale ebraico che definisce il «buono» uscito<br />

dalle mani di Dio come rivestito di armonia e di<br />

bellezza.<br />

L'azione creatrice dell'uomo nei suoi interventi<br />

artistici porta con sé un raggio di quella impronta,<br />

scintilla del Genio creatore, e per questo come la<br />

natura è capace di «parlare» all'uomo.<br />

Anche noi, entrando ora in san Giovanni, come<br />

colti da meraviglia e sorpresa, diciamo: «che bello».<br />

E questa ammirazione esprime ben più di un solo<br />

gusto estetico: sentiamo di entrare in un fascino<br />

capace di elevare in alto l'anima e la vita.<br />

Il Duomo in tutto il suo complesso è memoria e<br />

suggerimento perenne che invita a non limitare l'orizzonte<br />

alla routine quotidiana, ma a cercare sopra<br />

di noi ciò che dà valore, senso, armonia ad<br />

ogni passo e ad ogni fatica. La storia di Ciriè ha radici<br />

lontane ed il profilo della cittadina ha caratteristiche<br />

di vita vivace e operosa. La trasparenza del<br />

divino che l'opera d'arte propone, quasi affacciandosi<br />

su Dio sorgente di ogni bellezza, garantisce<br />

che unire il nostro percorso alla Fonte divina non<br />

può che generare, anche nel cammino quotidiano<br />

compiuto dai ciriacesi, capolavori degni dell'uomo.<br />

La chiesa di san Giovanni ci ricorda che il fenomeno<br />

religioso dello «spazio sacro» e quello, più<br />

specifico, del «luogo sacro» in cui il Divino si manifesta<br />

e le creature Lo incontrano, è una costante<br />

nella storia dell'umanità. La casa di Dio è contemporaneamente<br />

casa dell'uomo. Ed i credenti che si<br />

sono avvicendati a Ciriè non hanno esitato ad<br />

esprimere nella costruzione e decorazione delle loro<br />

chiese, e del Duomo, il meglio della loro creatività<br />

e del profondo senso che li ha condotti a manifestare<br />

nel bello il lume del vero.<br />

L'incontro con il Verbo incarnato, che non solo<br />

è venuto in Palestina tra noi, ma è rimasto compagno<br />

di viaggio tra i suoi in ogni angolo della terra,<br />

indica nei vari modi e nelle diverse forme anche<br />

nello spazio che lo contiene che Gesù è luce della<br />

fede, conforto nell'angoscia, aiuto nella necessità,<br />

guida alla personalità, meta delle speranze: se la<br />

gente si ritrova con Lui in quel luogo e perché lì<br />

può trovare il senso della vita, della storia, dell'umanità.<br />

Scrive l'Arcivescovo Ennio Antonelli in un<br />

suo articolo su «arte e catechesi»: «Le opere d'arte<br />

cristiana possono essere comprese e fruite pienamente<br />

solo tenendo presente il loro contesto ecclesiale<br />

e i loro contenuti teologici e spirituali. D'altronde<br />

favoriscono la meditazione, la contemplazione,<br />

la preghiera, la catechesi». Il nostro è un momento<br />

di arte e di storia, ma e anche un'occasione<br />

di crescita.<br />

La Presenza del Dio vicino, nel cuore della città<br />

e tra le vicende quotidiane della gente, che la nostra<br />

chiesa che appare nuova nei suoi colori espressivi<br />

e tutte le chiese garantiscono, ci fa intuire la<br />

portata del dialogo e dell'incontro tra Creatore e<br />

creature che solo in cielo potrà essere conosciuto.<br />

In termini di preghiera, la Dedicazione di un luogo<br />

sacro alla celebrazione che noi riviviamo nel-<br />

l'Eucaristia — celebrata dal Cardinale Severino Poletto,<br />

Arcivescovo di Torino —, lega la chiesa, che<br />

accoglie per il dialogo con Dio, alla vita concreta<br />

dei ciriacesi e di chiunque si inoltri nell'ambito della<br />

casa del Signore. «Nel tuo amore per l'umanità<br />

hai voluto abitare là dove è raccolto il tuo popolo<br />

in preghiera... per fare di noi il tempio dello Spirito<br />

Santo, in cui risplenda la santità dei tuoi figli».<br />

Fede e senso dell'arte interagiscono. È stata<br />

compiuta un'opera che la parrocchia non avrebbe<br />

potuto compiere e che dona alla città un rinnovato<br />

aspetto di questo monumento nazionale che ha<br />

raccolto e orientato il senso religioso, l'amore, la<br />

preghiera di un numero incalcolabile di persone<br />

che qui hanno sostato.<br />

Il riconoscimento ed il ringraziamento al Dott.<br />

Valetto ed alla sua famiglia che, per affezione alla<br />

nostra città, si sono fatti interpreti della fede e del<br />

senso dell'arte, sono l'espressione semplice, comune<br />

e profonda di una impresa meravigliosa che lascia<br />

un'impronta speciale nel tessuto della storia e<br />

della vita di Ciriè.<br />

Il capolavoro ed il gioiello di chiesa che ci accoglie<br />

e possiamo ammirare si pone in continuità con<br />

la secolare fede dei ciriacesi, indica alla città un<br />

centro di irradiazione spirituale anche tramite la<br />

sua bellezza, propone al futuro i valori su cui si<br />

può fondare una nuova umanità.<br />

GUIDO SANINO


ITALIA<br />

PAGINA<br />

7 .<br />

Il cammino<br />

della Chiesa<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Venerdì 21 Dicembre 2001<br />

PERUGIA-CITTÀ DELLA PIEVE Presentate iniziative di solidarietà con il Malawi<br />

Celebrare il Natale continuando<br />

a stare accanto agli ultimi della terra<br />

«Celebriamo il Natale in diocesi continuando<br />

a stare accanto agli ultimi della<br />

terra con iniziative e progetti». È quanto<br />

intende fare la Chiesa perugino-pievese<br />

nel rievocare la natività del Signore Gesù,<br />

proseguendo nel suo cammino di<br />

ascolto e di sostegno ai fratelli più bisognosi<br />

ed emarginati, «protagonisti» delle<br />

vecchie e nuove povertà, materiali ed<br />

interiori. È il suo impegno svolto giorno<br />

per giorno attraverso la Caritas diocesana<br />

ed altri organismi caritativi e, con<br />

l'approssimarsi della celebrazione del<br />

Natale, vuole far conoscere nuove iniziative,<br />

nuovi progetti e fare il punto su<br />

quanto è stato fatto nell'anno che sta<br />

per concludersi.<br />

A parlarne è stato l'Arcivescovo<br />

Mons. Giuseppe Chiaretti, insieme ai<br />

suoi collaboratori, nel corso di un incontro<br />

svoltosi presso la Sala del Dottorato<br />

delle Logge della Cattedrale di san Lorenzo<br />

in Perugia.<br />

L'Arcivescovo ha colto l'occasione per<br />

formulare gli auguri e ringraziare i mezzi<br />

di comunicazione, poi ha illustrato alcune<br />

tematiche che vedono impegnate<br />

la Chiesa di Perugia-Città della Pieve. In<br />

particolare ha parlato del Malawi e del<br />

gemellaggio-rapporto di fraternità tra<br />

Perugia e Zomba, che coinvolge, accanto<br />

alla Chiesa, le istituzioni civile (Regione,<br />

Provincia, Comune e Università). Il<br />

Presule ha anche aggiornato sul progetto<br />

«Politecnico di Tondwe», la scuola<br />

agro-zootecnica realizzata con il contributo<br />

della nostra diocesi, soprattutto<br />

sulla situazione delle colture e delle<br />

principali attività didattiche.<br />

Sono stati inoltre illustrati gli interventi<br />

compiuti e quelli da approntare<br />

nel campo sanitario nel comprensorio di<br />

Zomba, grazie alla collaborazione tra<br />

l'Associazione medici cattolici e l'Azienda<br />

ospedaliera di Perugia. Al riguardo,<br />

si è parlato anche della raccolta di strumentazioni<br />

e macchinari sanitari già avviata<br />

dal Comune di Perugia e che continuerà<br />

nel 2002. L'Ente locale si sta anche<br />

impegnando per avviare nel prossimo<br />

futuro il «Gruppo di Solidarietà» e,<br />

nell'ambito delle risorse umane, alcuni<br />

stage formativi a Perugia e in Malawi<br />

con il supporto dell'Università.<br />

La Provincia, attraverso la sua Commissione<br />

per la Pace e gli Atti internazionali,<br />

si sta prodigando per portare<br />

avanti gli impegni assunti per il completamento<br />

della nuova area pediatrica (in<br />

fase di costruzione) dell'ospedale di<br />

Zomba. Per il 2002 l'Ente continuerà a<br />

finanziare ulteriori progetti sulla scorta<br />

dei bisogni e delle indicazioni fornite<br />

dalla Chiesa attraverso l'associazione<br />

«Amici del Malawi».<br />

Durante la conferenza è stato anche<br />

presentato il libro di don Bruno Raugia.<br />

È un'interessante pubblicazione ricca di<br />

suggestive illustrazioni prodotte dal sacerdote<br />

durante la sua missione nel Paese<br />

africano collegata al gemellaggio Perugia-Zomba.<br />

In «Pensando il Malawi» si<br />

mette in risalto il forte legame tra la<br />

ASSISI Una mostra a Santa Maria delle Rose<br />

Accostarsi con fede<br />

al mistero della Madre di Dio<br />

Si inaugurerà il 19 gennaio prossimo<br />

ad Assisi, nella chiesa di Santa<br />

Maria delle Rose, la mostra «Maria».<br />

L'iniziativa — in singolare concomitanza<br />

con l'incontro di preghiera per<br />

la pace che Giovanni Paolo II ha<br />

convocato il 24 gennaio nella cittadina<br />

umbra — offrirà un'occasione di<br />

preghiera e di meditazione mariana<br />

attraverso un'originale esperienza artistica.<br />

La rappresentazione della Madre<br />

di Dio è realizzata in forme lineari,<br />

essenziali, aperte alla ricerca e alla riflessione<br />

dei visitatori, con l'intento<br />

di avvicinarli ad una forma di contemplazione<br />

spirituale che diviene inno<br />

alla bellezza della Vergine.<br />

Tra il 1999 ed 2001 la mostra, promossa<br />

dall'associazione culturale<br />

«Nesher» e voluta dal Priore della<br />

Cattedrale di san Rufino ad Assisi,<br />

Mons. Vittorio Peri, ha toccato diversi<br />

centri della Spagna, dell'Italia, della<br />

Germania.<br />

Dal primo allestimento presso il<br />

Museo diocesano di Barcellona l'esposizione<br />

ha fatto tappa, fra l'altro,<br />

a Tarragona (in Cattedrale), a Tortosa<br />

(Cattedrale di Santa Maria), Zaragoza<br />

(chiesa di «San Juan de los Panetes»),<br />

Palma de Mallorca (chiesa di<br />

«Sant Antoniet»), Francoforte sul Meno<br />

(«Alte Nikolaikirche»).<br />

In Italia è già stata allestita ad Assisi<br />

(nella stessa chiesa di Santa Ma-<br />

ria delle Rosa), a Verona (Duomo) e<br />

tre volte a Roma: presso la Pontifica<br />

Università Gregoriana, nel chiostro<br />

della Basilica di San Clemente e nella<br />

chiesa nazionale spagnola.<br />

L'esposizione è incentrata su una<br />

scultura raffigurante in forma stilizzata<br />

la Madonna «Madre di Dio»,<br />

opera dell'artista milanese Guido<br />

Dettoni della Grazia.<br />

Essa è riprodotta in diversi esemplari<br />

di legno proveniente da varie<br />

zone del mondo, a simboleggiare la<br />

sintesi di culture e di ambienti differenti.<br />

La mostra è allestita in modo che i<br />

visitatori possano vedere da vicino le<br />

opere, esaminarle, toccarle, così da<br />

realizzare una sorta di vero e proprio<br />

«incontro» con il Mistero. Si avverte<br />

il percorso di ricerca interiore dell'autore,<br />

che è approdato all'arte sacra<br />

dopo esperienze spirituali che<br />

lo hanno condotto, tra l'altro, presso<br />

il monastero benedettino di Montserrat.<br />

Ci sono i segni della lezione mistica<br />

di sant'Ignazio di Loyola, anche<br />

se non mancano evidenti contaminazioni<br />

animiste e panteistiche. In ogni<br />

caso, il richiamo a Maria nel clima<br />

orante di Assisi può costituire per i<br />

pellegrini un invito ad unirsi alla preghiera<br />

che da tutta la Chiesa e da diverse<br />

religioni del mondo salirà in<br />

quei giorni per implorare da Dio il<br />

dono della pace.<br />

«Contemplare il volto di Cristo. Una speranza<br />

per la Chiesa del Duemila». È il titolo<br />

del Convegno d’Avvento svoltosi domenica<br />

16 dicembre su impulso del Centro<br />

Regionale Milizia dell'Immacolata di Napoli<br />

e diretto da Padre Edoardo Scognamiglio,<br />

dei Frati Minori Conventuali della Provincia<br />

religiosa di Napoli.<br />

Quest’anno, l’itinerario di formazione per<br />

i Militi di san Massimiliano Kolbe ha permesso<br />

di riscoprire il «senso» della ricerca<br />

cristiana sul volto di Cristo. La giornata di<br />

preghiera, attraverso i salmi, e la vita,<br />

attraverso le immagini.<br />

Infine è stata presentata un'iniziativa<br />

a sostegno di un altro Paese dell'Africa,<br />

la Sierra Leone, promossa dal MASCI,<br />

la comunità scout adulti di Perugia, insieme<br />

all'AGESCI. Il suo slogan è «Convertiamo<br />

in Carità» ed aderisce al progetto<br />

della Caritas italiana per l'aiuto e il<br />

recupero dei bambini soldato in Sierra<br />

Leone. Lo scopo è quello di «riuscire a<br />

rastrellare il più alto ammontare di monete<br />

straniere dell'area euro, che dal<br />

prossimo 1° marzo saranno fuori corso<br />

— spiegano i promotori —, alfine di<br />

convertirle e destinare il ricavato alla<br />

Caritas italiana. Obiettivo secondario,<br />

ma non meno importante, è quello di<br />

lanciare un messaggio di sobrietà che inviti<br />

alla ridistribuzione delle ricchezze a<br />

favore di chi ha bisogno».<br />

Al termine della conferenza, Mons.<br />

Chiaretti ha annunciato l'iniziativa in<br />

programma per il giorno di Natale rivolta<br />

alle persone emarginate, attraverso la<br />

quale «il “santuario in cui Cristo è presente<br />

nei poveri“ sarà accanto al “santuario<br />

in cui Cristo è presente nella Parola,<br />

nell'Eucaristia e nell'Assemblea” —<br />

ha detto il Presule —. È il modo per<br />

onorare degnamente il fratello povero e<br />

se non si fa questo l'Eucaristia è dimezzata.<br />

È un gesto che ci conduce concretamente<br />

verso la “nuova evangelizzazione”<br />

indicata e auspicata dai Vescovi italiani».<br />

RICCARDO LIGUORI<br />

Milizia dell'Immacolata: convegno cristologico-mariano<br />

GENOVA Dedicazione del nuovo altare maggiore della Cattedrale<br />

Quel richiamo costante<br />

alla centralità dell'Eucaristia<br />

L’altare è il baricentro, il cuore, il<br />

punto di convergenza ideale della Chiesa,<br />

richiamo alla centralità dell’Eucaristia,<br />

memoriale dell’opera della salvezza<br />

e all’unità della Chiesa nella carità. Nei<br />

giorni scorsi, nella Cattedrale dei santi<br />

Lorenzo e Siro ha avuto luogo il rito<br />

suggestivo della dedicazione del nuovo<br />

altare. L’ultima consacrazione compiuta<br />

sotto le sue volte era avvenuta oltre<br />

mezzo secolo fa, esattamente il 18 giugno<br />

1950, per l’altare della cappella di<br />

san Giovanni Battista.<br />

«Ara del sacrificio e mensa del convito»<br />

che redime e nutre il popolo di Dio<br />

in cammino, desiderata a lungo, è stata<br />

presentata e illustrata ai numerosi fedeli<br />

che hanno partecipato alla suggestiva liturgia<br />

dal prefetto della Cattedrale,<br />

Mons. Luigi Borzone.<br />

Resa impossibile la prevista riutilizzazione<br />

dell’altare del Seicento, ha spiegato<br />

il prefetto, si è dovuto procedere ad<br />

un’opera del tutto nuova da creare sotto<br />

l’elegante e severa cupola dell’Alessi.<br />

Essenziale e bello nella nitida policromia<br />

dei marmi, al centro del pannello<br />

reca — per espressa volontà dell'Arcivescovo,<br />

Cardinale Dionigi Tettamanzi —<br />

l’immagine del pellicano, bianca su fondo<br />

scuro, riferimento al sacrificio di Cristo<br />

sulla croce. Ai lati sono gli stemmi<br />

del Papa e dell’Arcivescovo, ad esprimere<br />

l’unione al Successore di Pietro e al<br />

Pastore della Diocesi, «principio visibile<br />

e fondamento dell’unità della Chiesa<br />

particolare».<br />

Agli angoli dell’altare sono scolpite su<br />

marmo candido le figure di quattro Vescovi<br />

santi della Chiesa genovese, Siro,<br />

Valentino, Giacomo da Varazze e Tommaso<br />

Reggio, beatificato di recente. Facevano<br />

corona all’Arcivescovo, oltre al<br />

Vescovo ausiliare Mons. Alberto Tanasini,<br />

e al provicario Mons. Luigi Borzone,<br />

tutti i vicari episcopali e i canonici del<br />

Capitolo metropolitano.<br />

L’omelia del Cardinale è stata incentrata<br />

sulla riscoperta del mistero dell’altare,<br />

mentre «i gesti compiuti dal Vescovo<br />

celebrante e insieme le preghiere rivolte<br />

al Signore sono altamente eloquenti,<br />

anzi suggestivi e affascinanti: svelano<br />

il suo mistero di grazia». Esso, «simbolo<br />

di Cristo, è il centro spirituale di tutto<br />

quello che lo circonda, di questa chiesa,<br />

di quanti verranno» ed è il centro dell’azione<br />

liturgica della Chiesa. «Dunque —<br />

ha proseguito — non è una realtà semplicemente<br />

materiale e umana: è un mistero,<br />

cioè un segno di salvezza».<br />

L’Arcivescovo ha quindi ripercorso la<br />

storia della salvezza dall’Antico al Nuovo<br />

Testamento. «Già alle sue primissime<br />

origini l’uomo costruisce un altare per<br />

rispondere a Dio che era venuto a visitarlo.<br />

Esso perciò sarà, prima il memoriale<br />

di un intervento divino, poi il luogo<br />

del culto, cioè della presenza di Jahvè.<br />

E questo spiega l’importanza che l’altare<br />

assume nel culto del Tempio di Gerusalemme,<br />

la cura con cui viene descritto<br />

dal profeta Ezechiele nel quadro del<br />

Tempio futuro».<br />

E «ciò che si diceva dell’altare e della<br />

presenza di Jahvè nell’Antico Testamento<br />

vale in pienezza e novità dell’altare di<br />

Cristo, che «ha dato compimento alle<br />

molteplici figure antiche nell’unico mistero<br />

dell’altare», come dice la Preghie-<br />

BENEVENTO L'Arcivescovo Serafino Sprovieri ha indetto l'Anno Eucaristico<br />

Comunione e solidarietà: dall'ascolto<br />

alla condivisione per amore<br />

Con l'udienza papale del 5 dicembre e<br />

la Concelebrazione Eucaristica presieduta<br />

dall'Arcivescovo Serafino Sprovieri<br />

nella solennità dell'Immacolata, si è<br />

chiuso a Benevento l'Anno Bartolomeano<br />

del Discepolato.<br />

L'anno postgiubilare ha snodato una<br />

serie di qualificate iniziative spirituali e<br />

culturali che insieme a interessanti pubblicazioni<br />

storiche, pellegrinaggi, ricognizione<br />

canonica delle reliquie dell'Apostolo<br />

patrono della città e Arcidiocesi,<br />

ha visto riaperta al culto la basilica ove<br />

sono venerate le reliquie dell'«israelita<br />

senza falsità», di Cana di Galilea, approdato<br />

da Lipari, nella nostra Benevento<br />

nell'838.<br />

Si è chiuso un anno riccamente indulgenziato<br />

dal Santo Padre, che ha avuto<br />

soprattutto lo scopo di ravvivare la conoscenza<br />

e la devozione, spentasi progressivamente<br />

nell'ultimo sessantennio,<br />

all'Apostolo san Bartolomeo.<br />

Si apre tra qualche giorno un'altra fase<br />

straordinaria del cammino pastorale<br />

della Chiesa beneventana.<br />

Il giorno di Natale, in tutte le Chiese<br />

dell'Arcidiocesi, sarà letto il decreto col<br />

quale Mons. Sprovieri indice per il 2002<br />

l'Anno Eucaristico che si concluderà<br />

con la celebrazione del congresso eucaristico<br />

diocesano dal 25 maggio al 2 giugno.<br />

Nel 1938 si celebrò in Benevento il<br />

congresso catechistico diocesano. Dall'inizio<br />

del secolo scorso fino ad oggi, mai<br />

si è celebrato nella nostra diocesi un<br />

congresso eucaristico.<br />

Il tema prescelto per il congresso<br />

Chi ha presenziato alla Celebrazione<br />

tenutasi nella Basilica di san Francesco<br />

di Arezzo martedì 18 dicembre, in occasione<br />

della festa mariana dei francescani,<br />

può raccontare la gioia di un’autentica<br />

partecipazione.<br />

La musiche interpretate da Padre Ermanno<br />

Vannelli, la narrazione di Padre<br />

Giulio Renzi, impareggiabile cantore del<br />

pittore teologo Piero della Francesca,<br />

hanno rinnovato nei presenti la devozione<br />

mariana.<br />

Con questa festa la famiglia francescana<br />

intende ritornare alle proprie origini<br />

alle radici della propria tradizione che<br />

inizia con la novena natalizia, con l’ascolto<br />

contemplativo del religioso silenzio<br />

della Vergine al cospetto di Dio.<br />

«La figura profetica che dice la presenza<br />

di Dio nel popolo dell’Antico testamento<br />

è l’arca dell’alleanza, che si<br />

realizza nell’arca della Nuova Alleanza».<br />

Con queste parole Padre G. Renzi ha<br />

voluto cogliere l’ispirazione avuta dal testo<br />

sacro quando Piero della Francesca<br />

ha scelto come tema della sua icona mariana<br />

quello dell’Arca dell’Alleanza dandoci<br />

il capolavoro della Madonna del<br />

Parto. «Con delicatezza, afferma Padre<br />

Renzi, il pittore teologo ci dice: con il<br />

gesto della mano sinistra, poggiante sul<br />

studio e di fraternità si è svolta a Somma<br />

Vesuviana (Na) presso le Suore della<br />

SS.ma Trinità che vivono il loro carisma al<br />

servizio dei poveri, degli ultimi e soprattutto<br />

dei bambini abbandonati.<br />

Due importanti relazioni hanno animato i<br />

gruppi di studio. La prima è stata del prof.<br />

Gaetano Castello — Docente di Sacra<br />

Scrittura presso la Pontificia Facoltà Teologica<br />

dell’Italia Meridionale sez. San Tom-<br />

eucaristico di fine maggio è il seguente:<br />

«Eucaristia, Comunione e Solidarietà:<br />

dall'ascolto alla condivisione per<br />

amore».<br />

Sono già partite le scuole di preghiera<br />

nelle otto zone pastorali dell'Arcidiocesi.<br />

Un buon numero di schede sta guidando<br />

gli incontri formativi dei giovani, delle<br />

famiglie e dei centri di ascolto. Sarà<br />

stampato un libretto di preghiere per gli<br />

ammalati e le famiglie che i sacerdoti distribuiranno<br />

in occasione della benedizione<br />

pasquale.<br />

Un altro libretto dal titolo: «Con Maria,<br />

donna eucaristica», animerà il mese<br />

di maggio in modo unitario in tutte le<br />

120 parrocchie della Chiesa locale.<br />

In quaresima sarà letta e discussa la<br />

Lettera pastorale sul tema dell'Eucaristia<br />

che il Metropolita sta preparando.<br />

L'Eucaristia genererà più comunione<br />

tra i fratelli nella fede ma anche segni di<br />

solidarietà: apertura della nuova sede<br />

della Caritas in Piazza Orsini con mensa<br />

per i poveri, centro di accoglienza notturna,<br />

inaugurazione dell'Asilo nido di<br />

Via Firenze e carità per l'Ucraina con<br />

Tir di alimenti e indumenti diretti a<br />

Kiev.<br />

Sabato 25 maggio: solenne apertura<br />

del congresso eucaristico in cattedrale e<br />

pranzo per i poveri a cura della Caritas,<br />

giornata del buon samaritano per portatori<br />

di handicap e festa dei ragazzi. Il<br />

27: giornata degli sportivi. Il 28: giornata<br />

del mondo del lavoro, della cultura e<br />

dell'associazionismo cattolico. Il 29:<br />

giornata dei giovani. Il 30 giornata dei<br />

sacerdoti, religiosi, religiose e seminari-<br />

Arezzo: la festa dell’attesa<br />

del parto della B.V. Maria<br />

fianco, che quel bambino è suo; è un<br />

uomo nato da donna, mentre con la<br />

mano destra manifesta il mistero nascosto<br />

e atteso da secoli: il suo bambino è<br />

il Figlio di Dio, Dono del Padre all’umanità<br />

che ha bisogno di redenzione per la<br />

salvezza». Padre Renzi nel corso della<br />

sua lezione è poi passato a delineare l’ascendenza<br />

francescana rifacendosi agli<br />

studi locali di Eugenio Battisti, insigne<br />

storico d’arte, e a Don Bruno Giorni,<br />

parroco di Monterchi.<br />

Ascendenza è la caratteristica della<br />

spiritualità francescana, che sulle orme<br />

del Padre Serafico diventa preghiera e<br />

nella preghiera si sono uniti i presenti.<br />

Al termine si è voluto ricordare come<br />

san Francesco amava chiamare il Santo<br />

Natale: «Festa della Festa», da qui il richiamo<br />

a riscoprire la maternità di Maria.<br />

Nelle parole del Direttore dell’Istituto<br />

di Scienze Religiose, Mons. Tullio<br />

Cappelli, il richiamo alla gioia della vocazione<br />

attraverso la testimonianza di<br />

una clarissa che ha, con la sua preghiera,<br />

seguito la conversione della madre<br />

dal protestantesimo, evidenziando così<br />

la partecipazione alla maternità di Maria<br />

di tutto il popolo di Dio.<br />

ANDREA BARBIERI<br />

maso (Napoli) — sull’argomento Il tuo volto<br />

Signore io cerco (Sal 27, 8). La seconda<br />

è stata del prof. Alfonso Langella — Docente<br />

di Mariologia presso il medesimo<br />

Centro Teologico — sul tema Donna, ecco<br />

i tuoi figli: Maria guida sicura verso il Terzo<br />

Millennio.<br />

Suggestivi gli interventi e le testimonianze<br />

del mondo laico: il dott. Enzo Sorrentino<br />

— collaboratore del Pronto Soccorso del-<br />

sti. Il 31: giornata della riconciliazione.<br />

Il 1° giugno: giornata della famiglia. Il 2<br />

giugno: giornata conclusiva con solenne<br />

celebrazione eucaristica a Piazza Risorgimento,<br />

processione eucaristica nel<br />

centro storico. A quest'ultimo incontro<br />

interverranno tutti i sacerdoti dell'Arcidiocesi,<br />

confraternite e associazioni.<br />

Chiuderà le celebrazioni il Cardinale Joseph<br />

Ratzinger, Prefetto della Congregazione<br />

per la Dottrina della Fede. Alle diverse<br />

giornate interverranno: lo scienziato<br />

Zichichi, i Vescovi Giuseppe Agostino<br />

e Francesco Lambiasi, Mons. Bonetti e<br />

diversi testimoni dell'impegno sociale e<br />

religioso al servizio della comunione e<br />

riconciliazione tra gli uomini.<br />

Il 13 aprile: pellegrinaggio diocesano<br />

a Lanciano e Isola del Gran Sasso. Dal<br />

17 al 23 aprile: pellegrinaggio diocesano<br />

a Lourdes con gli ammalati, a cura dell'Unitalsi.<br />

Il 20 giugno: pellegrinaggio<br />

dei sacerdoti a Materdomini e Lago Laceno.<br />

Dopo l'Anno Mariano del 1999, l'Anno<br />

Giubilare del 2000 e l'Anno Bartolomeano<br />

del 2001, la Chiesa beneventana si<br />

prepara a vivere con entusiasmo l'Anno<br />

Eucaristico 2002 riconoscendo nell'eucaristia<br />

«la fonte ed il culmine della vita<br />

della Chiesa», la rivelazione più alta dell'Amore<br />

trinitario. Emerge una Chiesa<br />

desiderosa di camminare con passo svelto,<br />

facendo memoria del passato e proponendosi<br />

come profezia dell'avvenire.<br />

Gesù risorto, nell'eucaristia, si accompagna<br />

agli uomini sulle strade del mondo,<br />

lasciandosi riconoscere, come dai discepoli<br />

di Emmaus «nello spezzare il pane»<br />

(Lc 24, 35).<br />

ra di dedicazione. E «l’altare è fatto di<br />

pietra, come esige la Chiesa fin dai tempi<br />

più remoti. Ma questa pietra è segno<br />

di Cristo, in quanto essa rimanda alla<br />

roccia da cui Mosè fece scaturire l’acqua<br />

per dissetare il popolo nel deserto.<br />

L’apostolo Paolo commenta: «E quella<br />

roccia era il Cristo» (1 Cor 10, 4). L’acqua<br />

di Mosè è annuncio profetico di<br />

quella donata da Gesù e che diviene in<br />

chi la beve «sorgente di acqua che zampilla<br />

per la vita eterna» (Gv 4, 14); è<br />

simbolo dei «fiumi d’acqua viva» che<br />

sgorgano dal seno di Gesù», ossia «il sacramento<br />

della Chiesa e tutta l’economia<br />

sacramentale, specie il battesimo e<br />

l’Eucaristia». E ancora: l’altare di pietra<br />

è simbolo di Cristo, in quanto rimanda<br />

a Cristo «pietra viva, rigettata dagli uomini,<br />

ma scelta e preziosa davanti a<br />

Dio», «pietra angolare» dell’edificio spirituale<br />

che è la sua Chiesa costruita con<br />

«pietre vive». Così l’altare deve diventare<br />

per tutti un invito forte a porre Cristo<br />

come unico e indistruttibile fondamento<br />

delle nostre comunità cristiane e delle<br />

nostre stesse vite».<br />

Il Cardinale Tettamanzi ha infine concluso<br />

con due inviti: «Il primo, ad avere<br />

sempre una grande venerazione per<br />

l’altare, e dunque attenzione, rispetto,<br />

amore, cura, devozione, ordine, pulizia,<br />

ricerca del bello». E il secondo: «a non<br />

dimenticare mai che il vero altare spirituale»<br />

che il Signore ama e cerca e<br />

chiede a tutti noi, è il nostro cuore».<br />

GRAZIELLA MERLATTI<br />

Napoli: Santa Messa<br />

per la riapertura<br />

della Basilica<br />

di s. Paolo Maggiore<br />

dei Padri Teatini<br />

Nel pomeriggio di sabato 22 dicembre<br />

l'Arcivescovo di Napoli,<br />

Cardinale Michele Giordano presiede<br />

la solenne Concelebrazione<br />

Eucaristica in occasione della riapertura<br />

della Basilica di san Paolo<br />

Maggiore dei Padri Teatini. Si<br />

tratta di un evento nella vita spirituale,<br />

sociale e culturale della città.<br />

I Padri Teatini che fin dal XVI<br />

secolo qui svolgono la loro missione<br />

di fede, hanno voluto per l'occasione<br />

questa solenne concelebrazione<br />

liturgica con la partecipazione<br />

di tutte le autorità.<br />

Dopo i terremoti, il passaggio<br />

degli eserciti napoleonici, la successiva<br />

formazione dello Stato<br />

unitario e le devastazioni dei bombardamenti<br />

della Seconda Guerra<br />

Mondiale, da vari anni si sta operando<br />

fattivamente per il recupero<br />

del complesso monumentale.<br />

In questi mesi, inoltre, c'è un<br />

impegno affinché l'intera area, insieme<br />

al fondo antico della biblioteca<br />

dei Padri Teatini — attualmente<br />

nei depositi di Palazzo Reale<br />

— si apra alla fruizione storica,<br />

culturale e religiosa dei napoletani<br />

e dei visitatori.<br />

L'Associazione «Le Colonne del<br />

Decumano», d'intesa con l'Istituto<br />

di ricerca Musicaimmagine inaugura<br />

in questa festosa occasione il<br />

progetto «Venite Pastores» articolato<br />

in una serie di appuntamenti<br />

che restituiscono un'immagine<br />

sempre più completa della bellezza<br />

del luogo.<br />

La «luce di Betlemme»<br />

in ogni famiglia di Trento<br />

La «luce di Betlemme» è una tradizione<br />

nata in Austria nel 1986. Da allora,<br />

nei giorni precedenti il Natale, un ragazzino<br />

accende una lanterna attingendo la<br />

fiamma alla lampada a olio che arde perennemente<br />

nella grotta della Natività.<br />

Da Betlemme la lanterna accesa viene<br />

trasportata in aereo in Austria da dove<br />

— con la collaborazione delle ferrovie<br />

— raggiunge vari paesi europei.<br />

A Trento la luce è stata accolta nel<br />

corso di una veglia di preghiera organizzata<br />

dall'Agesci con la collaborazione<br />

del Centro Missionario diocesano, dell'Ufficio<br />

diocesano per l'Ecumenismo, e<br />

dell'Ufficio diocesano della Pastorale Migranti;<br />

presieduta in Cattedrale dall'Arcivescovo<br />

Luigi Bressan; e partecipata da<br />

rappresentanti dei popoli cristiani presenti<br />

nel Trentino, provenienti da Argentina,<br />

Brasile, Cile, Colombia, Ecuador,<br />

Etiopia, India, Kenya. Moldavia, Mozambico,<br />

Nigeria, Perù, Polonia, Santo<br />

Domingo, Sinti, Sudan, Tanzania, Togo,<br />

Ucraina, Uganda.<br />

L'annuncio degli angeli «Pace agli uomini<br />

di buona volontà» è stato proclamato<br />

in quindici lingue.<br />

Alcuni rappresentanti, poi, sono saliti<br />

sul presbiterio per accendere ceri e lanterne<br />

a petrolio alla luce di Betlemme.<br />

l’Ospedale Cardarelli di Napoli — ha raccontato<br />

il suo vissuto teologale nell’ambito<br />

del mondo ospedaliero sofferente; il dott.<br />

Ermanno dell’Omo — Primario all’Ospedale<br />

di Larino (Cb) — ha parlato di un’esigenza<br />

radicale che deve animare tutto il<br />

percorso spirituale dei cristiani. Tra canti,<br />

momenti di gioia e di fraternità, la giornata<br />

si è conclusa con la celebrazione dell’Eucaristia<br />

presieduta dall’Arcivescovo Beniamino<br />

Depalma, Vescovo di Nola.<br />

BOUTROS NAAMAN<br />

Hanno fatto festa insieme piccoli e grandi,<br />

dentro e fuori la Cattedrale, mentre<br />

la luce veniva portata anche a un bimbo<br />

di Betlemme presente nell'Auditorium.<br />

Nel corso della veglia, Mons. Bressan,<br />

dopo aver invitato a considerarsi un'unica<br />

famiglia, ha invitato a non farsi prendere<br />

dalla paura e dallo sconforto per la<br />

situazione internazionale: «Dobbiamo essere<br />

uomini che guardano avanti, che<br />

hanno speranza». E ancora: «Dire “Lasciate<br />

che una parte venga eliminata”<br />

non è un discorso cristiano». «Sii tu<br />

stesso luce, pace e progresso per tutti»,<br />

ha concluso Mons. Bressan. Unico requisito<br />

per partecipare alla staffetta è<br />

credere nella pace e nella fratellanza. E<br />

l'indicazione a fare in modo che la luce<br />

resti accesa. Fino all'Epifania serve a ricordare<br />

che la pace richiede attenzione<br />

e vigilanza, deve essere costantemente<br />

alimentata, si può diffondere solo attraverso<br />

un impegno quotidiano.<br />

La luce — entro la notte di Natale —<br />

dovrebbe raggiungere il maggior numero<br />

possibile di persone attraverso parrocchie,<br />

comunità di religiosi e religiose,<br />

associazioni cattoliche, famiglie, scuole,<br />

case di riposo, ospedali.<br />

ARMANDO COSTA


.<br />

PAGINA<br />

8 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Venerdì 21 Dicembre 2001<br />

Ricordo di Monsignor<br />

Arcangelo Cerqua (1917-1990)<br />

Il Vescovo del Rio delle Amazzoni<br />

ALFONSO D'ERRICO<br />

Vorrei potermi a lungo soffermare<br />

sulla persona di Dom Arcangelo Cerqua,<br />

molto più di quanto lo spazio a me affidato<br />

mi consenta. Ed è inutile che io<br />

me la prenda con la tirannia della pagina<br />

piuttosto userò ogni riga per ricordare<br />

quel missionario che fu primo Vescovo<br />

di Parintins nell'Amazzonia brasiliana<br />

e che conobbi affascinato, io ragazzo<br />

grumese e altri insieme a me, dalla sua<br />

gran barba, quel che di lui per primo<br />

appariva. Mi consola che non fui solo in<br />

questo atteggiamento, che potrebbe apparire<br />

quasi irreverente, poiché ben due<br />

Papi sorrisero e lodarono quel fluente<br />

«onore del mento» di padre Cerqua. Era<br />

quindi il 16 gennaio del 1946 quando padre<br />

Cerqua, giovane missionario, ci elettrizzò<br />

col sorriso luminoso e la parola<br />

alla «missione». «Fate qualche fioretto<br />

— diceva — per le missioni e i missionari<br />

e per quanti ignorano il Cristo, Salvatore<br />

unico del Mondo». E ci aprì orizzonti<br />

nuovi, e per noi inesplorati dell'evangelizzazione.<br />

«Siate cristiani in pienezza,<br />

senza compromessi e incendierete<br />

il mondo!» esortava.<br />

Egli davvero fu «incendiario» e cercò<br />

e portò a Cristo anime che altrimenti si<br />

sarebbero perse nella foresta amazzonica<br />

e nell'inconsapevolezza della parola<br />

divina. Così egli ne parlava, durante una<br />

delle sue visite pastorali ai cristiani, abitanti<br />

in misere baracche di legno lungo<br />

gli innumerevoli affluenti e rigagnoli del<br />

Rio-Mare come gli indigeni chiamano il<br />

Rio delle Amazzoni, in una cronaca brillante,<br />

com'era nel suo stile, inviata al<br />

giornale «Venga il tuo Regno» tra i mesi<br />

di giugno 1951 e marzo 1952 e riportata<br />

da padre Ferdinando Germani, biografo<br />

di padre Cerqua come di altri missionari<br />

del P.I.M.E.: «Quassù (a San Gioacchino)<br />

non sanno neppure cosa sia la messa,<br />

quindi mi arrabatto per darne loro<br />

un'idea spiegando il significato di ogni<br />

cosa mentre preparo l'altare e mi vesto.<br />

Incaricato un tizio di accompagnare il<br />

santo sacrificio con la recita del rosario,<br />

inizio rispondendomi da solo. Al Vangelo<br />

inserisco una predica e intervengo altre<br />

volte con cenni e parole, come per<br />

farli inginocchiare all'elevazione e simili.<br />

Certo ne esce una messa futurista, ma<br />

Gesù è buono, ci si adatta. Del resto<br />

piacerebbe anche a me celebrare con<br />

tutta maestà su un altare basilicare, con<br />

paramenti fini e assistito da inservienti<br />

in abito liturgico... Ma è fin troppo se<br />

riesco a dir messa così». Anni dopo, precisamente<br />

nell'autunno del 1958, padre<br />

Cerqua, a Rio de Janeiro per una visita<br />

di controllo del suo stato di salute, scriveva:<br />

«Alle sette celebro la Messa nella<br />

splendida chiesetta del collegio (del<br />

P.I.M.E.). Quasi piglio uno scivolone sui<br />

marmi del pavimento e mi sento solo e<br />

spaurito lassù, su quell'altare ricco e lussuoso,<br />

con tovaglie sopraffine che ho ritegno<br />

di toccare: mentre la comunità<br />

delle suore inginocchiate su stalli solenni,<br />

con un filino di voce angelicale, accompagna<br />

dialogando le preghiere iniziali<br />

della S. Messa. Finisco per impappinarmi.<br />

Penso allora con nostalgia alla<br />

mia rozza cattedrale: e più ancora alle<br />

tante cappelle della mia missione, di<br />

fango e di paglia, col pavimento di terra<br />

battuta e screpolata, con una stuoia per<br />

pedana, con un altarino di tavole grezze<br />

e goffamente dipinte, con i gradini superiori<br />

zeppi di santi e nastri votivi. Là sono<br />

assiepato di fedeli, rozzi e malvestiti<br />

è vero, ma che pregano e cantano a<br />

squarciagola, e che per ricevere la s.<br />

Comunione si schiacciano in un pigia pigia<br />

che fa innervosire. Scusate, là è<br />

un'altra cosa: c'è più vita». Sono parole<br />

che si commentano da sé.<br />

Ma riprendiamo il racconto precedente.<br />

«Dopo la Messa — continuava padre<br />

Cerqua — c'è l'improbo lavoro dei battesimi<br />

e matrimoni. Cresima niente; le<br />

darò l'anno venturo dopo che avranno<br />

appreso il catechismo alla scuola che si<br />

aprirà tra mesi. Interessante una donnetta<br />

che voleva battezzare il suo figlio<br />

nudo. — Ho fatto voto di battezzarlo<br />

senza camicia... — Perché non senza la<br />

pelle addirittura?<br />

Un'altra ha scelto la Madonna per<br />

madrina. Le spiego che va bene la Madonna,<br />

prenda anche una madrina di<br />

questa terra. Trovatala, fa per squagliarsela.<br />

— Dove vai? —. Do un salto a casa<br />

a prendere la Madonna perché serva<br />

da madrina — Ma benedetta! Essa dal<br />

cielo vede e sente tutto: quella che tieni<br />

in casa è un'immagine muta!<br />

Ho trovato molti figli illegittimi. Più<br />

di una volta alla domanda chi ne fosse il<br />

padre hanno risposto: «Nessuno: è figlio<br />

della fortuna». Naturalmente ne<br />

ho dette quattro a queste devote della<br />

fortuna...<br />

Ho amministrato dodici battesimi in<br />

un colpo solo. Una confusione dannata<br />

di pianti e strilli e chiacchierii. Un mocciosetto<br />

di quattro anni si è dimenato<br />

come un ossesso, impaurito dalla mia<br />

barba. E dire che si chiama Leonino!<br />

Un altro se l'è presa col sale e con<br />

me che gliel'ho dato! A funzione finita<br />

qualche uomo è venuto a protestare che<br />

il suo nome non figura nell'attestato di<br />

battesimo. — Sei sposato? No? E allora<br />

tuo figlio è senza padre. Sposati e<br />

l'avrà» —.<br />

Sto correndo troppo: ho già mandato<br />

padre Cerqua in Amazzonia, ma dei<br />

suoi anni precedenti vorrei dare solo<br />

qualche accenno poiché la mano del Si-<br />

gnore gli fu sulla testa sempre, anche<br />

quando era «capo scugnizzo».<br />

Rimembranze<br />

Arcangelo, primogenito di Antonio e<br />

Maria Assunta Cecere nacque a Giugliano,<br />

vicino Napoli, diocesi di Aversa, il 2<br />

gennaio 1917. Dopo di lui nacquero Giovanna,<br />

Michele e Domenico, tutti allevati<br />

con amore e con quel poco che dava<br />

un pezzo di terra coltivato in affitto. Così<br />

ricordava padre Cerqua: «Avevo cinque<br />

anni quando ebbi il primo contatto<br />

con un avvenimento missionario. In<br />

compagnia della mamma assistetti, alle<br />

Colonne di Giugliano, al passaggio del<br />

braccio di san Francesco Saverio, apostolo<br />

dell'India. Un paio d'anni dopo, in<br />

seconda elementare, ebbi a maestro don<br />

Luigi Torre, amico e benefattore dell'appena<br />

fondato seminario di Ducenta, tra<br />

le tante iniziative aveva in classe uno di<br />

quei salvadanai con negretto, la cui testolina<br />

ringraziava ad ogni spicciolo che<br />

riceveva. In quel tempo frequentavo assiduamente<br />

la Madonna delle Grazie, di<br />

cui ero devotissimo. A sette anni, nel<br />

1924, durante la Missione al popolo dei<br />

Padri Redentoristi, quando alla vigilia<br />

della Prima Comunione andai a confessarmi<br />

nella sacrestia di santa Sofia ci fu<br />

un consiglio di due o tre confessori i<br />

quali, vedendomi ben preparato, mi ammisero<br />

a ricevere Gesù. L'indomani mi<br />

comunicai in piazza con una corona di<br />

spine in testa e una corda al collo in segno<br />

di penitenza. Mia madre pianse nel<br />

vedermi fare la Prima Comunione senza<br />

vestito bianco e in quel modo. Ma io mi<br />

sentii felice. Verso i dieci anni la mia famiglia<br />

si trasferì nella parrocchia di San<br />

Marco. Là, oltre al buon parroco Pirozzi,<br />

prese a ben volermi anche don Mattia<br />

Tagliaferri. Più di una volta mi insinuò<br />

l'idea di farmi prete, ma rispondevo<br />

con un disegno anche perché quale primogenito<br />

avrei dovuto assicurare la non<br />

estinzione della famiglia, secondando l'idea<br />

fissa del nonno paterno. Questo parere<br />

era anche di mio padre che sperava<br />

aiuto da me... Di fatto io mi davo da fare<br />

per portare qualche solduccio in casa:<br />

e durante le vacanze andavo perfino<br />

a lavorare in campagna. Mia maestra di<br />

quinta elementare fu l'indimenticabile<br />

donna Anna D'Alterio, sposa del pittore<br />

Giulio Di Napoli. Parlava tanto di missioni<br />

che fece nascere in me profonda<br />

simpatia per il seminario di Ducenta...».<br />

E pensare che il piccolo Arcangelo sognava<br />

di diventare un giorno un pilota<br />

d'aerei! Ma egli era destinato a volare in<br />

altro modo!<br />

Un giorno Arcangelo, che frequentava<br />

il secondo anno della scuola di Avviamento<br />

al lavoro, sentì lo scampanio delle<br />

chiese di Giugliano che festeggiavano<br />

l'ordinazione sacerdotale di don Giuseppe<br />

Maria Cante. «Mi farò prete!» si<br />

disse e, consigliato dalla mamma, ne<br />

parlò allo stesso don Cante che gli propose<br />

la scelta tra il seminario diocesano<br />

e quello missionario «Voglio fare ”o prevete”<br />

e luntane», cioè il missionario, rispose<br />

deciso.<br />

Il 13 ottobre del 1930 entrò nel seminario<br />

missionario di Ducenta, fondato<br />

dal beato padre Paolo Manna. Da questo<br />

paesello non distante da Aversa cominciò<br />

quel cammino che avrebbe portato<br />

il giovane Arcangelo Cerqua a diventare<br />

il primo Vescovo di Parintins.<br />

Egli aveva un forte rapporto di filiale<br />

venerazione per padre Manna. Nel giorno<br />

in cui i giovani missionari si riunirono<br />

per dare il saluto, padre Cerqua entusiasmò<br />

tutti con le sue appassionate<br />

parole di addio. Rivolgendosi al padre<br />

Manna che era in prima fila, giocando<br />

sul suo cognome disse. «In questo momento,<br />

anche a nome degli altri partenti,<br />

voglio chiedere a voi, padre, che ci<br />

benedica e continui a pregare per noi.<br />

Grazie di tutto, ma specialmente del vostro<br />

amore per tutti noi, specialmente<br />

nei momenti di sconforto, di tristezza o<br />

di malattia. Ci siete stato sempre accanto,<br />

incoraggiandoci, spronandoci ad andare<br />

avanti. Vorremmo dire che per noi<br />

non siete solo padre Manna, ma prima<br />

di tutto padre-mamma. Non vi dimenticheremo<br />

mai. Nel nostro cuore portiamo<br />

la venerazione per voi e nella nostra<br />

vita guarderemo sempre a voi come nostra<br />

guida e modello».<br />

La sua formazione fu quella accurata<br />

che tutti i missionari del Pime ricevono<br />

passando di tappa in tappa. Ricoprì vari<br />

incarichi a Ducenta in attesa della partenza<br />

per i Paesi lontani, non tralasciando<br />

le missioni al popolo. E fu appunto<br />

durante una di queste che ebbi modo di<br />

conoscerlo. Lo avrei incontrato in seguito<br />

ancora, durante il Concilio Vaticano<br />

II, già Vescovo. Partecipò a tutte le<br />

quattro Sessioni e dopo la solenne chiusura<br />

del Concilio. Avvenuta in coincidenza<br />

con la solennità dell'Immacolata,<br />

si trattenne ancora qualche settimana. Il<br />

28 dicembre del 1965, durante l'omelia<br />

della Messa comunitaria con un centinaio<br />

di sacerdoti della Diocesi di Aversa,<br />

riferendosi ai decreti conciliari Mons.<br />

Cerqua sottolineò la missione del sacerdote,<br />

che consiste principalmente nel<br />

«predicare il Vangelo, pascere i fedeli e<br />

celebrare il culto divino»: accennò pure<br />

al Decreto sulle Missioni Ad gentes richiamando<br />

ai sacerdoti il dovere della<br />

collaborazione solidale, assieme ai Vescovi<br />

e ai fedeli, con i missionari impegnati<br />

in prima persona nell'evangelizzazione<br />

dei popoli non cristiani. Il 2 gen-<br />

Nella Sala Consiliare del Palazzo Municipale di Giugliano, in Campania, il Sindaco<br />

dott. Antonio Cataldo ricorda giovedì sera, 20 dicembre, la figura e l'opera<br />

di S.E. Mons. Cerqua, dedicandogli la Sala Consiliare, alla presenza della<br />

Giunta Comunale e di autorità religiose e civili del territorio.<br />

naio dell'anno seguente finalmente tornò<br />

alla sua Prelatura di Parintins, ove era<br />

stato lungamente atteso e dove urgeva<br />

la sua presenza per portare a termine le<br />

tante opere iniziate per lo sviluppo della<br />

Chiesa locale.<br />

Ma ecco che ancora mi sto muovendo<br />

a passi da gigante nel tempo di dom<br />

Arcangelo. Nel 1947, quindi, il giovane<br />

missionario è destinato alla Missione di<br />

Macapà in Brasile, la «sua terra promessa»:<br />

vi giunse, dopo un lungo viaggio<br />

per mare, nel marzo del 1948.<br />

Quando padre Cerqua arrivò a Macapà,<br />

il territorio era stato da poco distaccato<br />

dalla Prelatura di Santarem (Parà)<br />

ed eretto a Missione autonoma, affidata<br />

ai missionari del Pime. Nel febbraio dell'anno<br />

seguente lo stesso territorio fu<br />

elevato al grado di Prelatura e reso suffraganeo<br />

della Diocesi di Belem, città<br />

sulla riva destra del Rio delle Amazzoni.<br />

Alla Prelatura di Macapà furono affidate<br />

anche tutte le isole del delta, tra Marajo<br />

e l'Amapà, sebbene appartenenti allo<br />

Stato del Parà. Per raggiungerle si va in<br />

battello o con le lance a motore, ma i<br />

pericoli sono tanti a causa delle maree e<br />

degli improvvisi rovesci di pioggia.<br />

Arrivato a Macapà a padre Cerqua fu<br />

affidata la cura spirituale di una vasta<br />

zona periferica della città. Dopo due<br />

mesi era già in grado di conoscere l'ambiente<br />

e di descrivere, con la sua solita<br />

vivacità, uomini e cose: «Igarapé das<br />

mulheres sembra un nome d'inferno, invece<br />

no. Tradotto dall'indio e dal portoghese<br />

ha un senso gentile: ruscelletto<br />

delle donne. Quindi, le cose a posto: il<br />

nome è bello, quanto al resto leggete e<br />

vedrete. Igarapé das mulheres è la mia<br />

parrocchia. Roba (per voi) dell'altro<br />

mondo, per me di questo mondo! È tanto...<br />

piccolina che a percorrerla da un<br />

capo all'altro ci vogliono appena due<br />

ore... di aereo: anzi a essere precisi due<br />

ore e svariati minuti. E a piedi? Penso<br />

che una vita intera è poco, per le foreste<br />

impenetrabili della terraferma. Ci sono<br />

poi le isole, sparse nella foce del Rio<br />

(significa fiume, ma è un vero mare)<br />

delle Amazzoni: ora queste chi le va a<br />

contare? Può darsi che ci vada proprio<br />

io; per intanto già sono stato a Igaparé;<br />

cioè la mia visita... pastorale ha avuto<br />

inizio e spero di concluderla tra cento<br />

anni...».<br />

Non ci vorrà un così lungo periodo,<br />

ma padre Cerqua non fece mai mancare<br />

la sua presenza, il suo conforto, il suo<br />

spirito e Gesù ai suoi fedeli: anche Vescovo<br />

fu sempre missionario. Chi volesse<br />

approfondire la vita missionaria di<br />

padre Cerqua può sfogliare la rivista del<br />

P.I.M.E. «Venga il Tuo Regno» degli anni<br />

dal 1948 al 1990 dove troverà le cronache<br />

gustose degli anni «amazzonici»<br />

oppure leggere le due pubblicazioni di<br />

padre Cerqua «Missione nell'Amazzonia»<br />

(P.I.M.E., Milano 1964) e «Nell'inferno<br />

verde» (P.I.M.E., Milano 1964) o l'ampia<br />

biografia scritta da padre Ferdinando<br />

Germani sempre per il P.I.M.E.<br />

Io vorrei a questo punto solo scorrere<br />

velocemente alcune importanti date di<br />

dom Arcangelo Cerqua. Nel febbraio del<br />

1949 è Vicario Generale di Macapà; nel<br />

giugno del 1952 è Superiore dei Missionari<br />

del Pime a Manaus; nel 1955 è Vicario<br />

Generale dell'Arcidiocesi di Manaus<br />

per Parintins; l'anno successivo è<br />

Amministratore della Prelatura di Parintins;<br />

nel 1961 è eletto Vescovo titolare di<br />

Olbia di Libia e Prelato di Parintins; il<br />

14 maggio dello stesso anno è consacrato<br />

Vescovo dal Nunzio Apostolico Mons.<br />

Armando Lombardi. Gli anni dal 1960 al<br />

1980 lo vedono impegnato nei lavori per<br />

la costruzione della cattedrale di Parintins,<br />

dedicata a N.S. del Carmelo.<br />

Vescovo d'Amazzonia<br />

Con la Bolla «Ceu Boni Patri Familias»<br />

del 12 luglio 1955, Pio XII erigeva<br />

Il Seminario di Ducenta dove ha studiato il giovane Arcangelo Cerqua religioso del PIME<br />

la nuova Prelatura di Parintins. Quando<br />

padre Cerqua ne diede notizia agli amici<br />

dichiarò che la nuova Prelatura era<br />

«avamposto di Maria nell'Amazzonia»,<br />

in riferimento alla devozione e al culto<br />

che i suoi abitanti rendevano alla Madre<br />

di Dio e scriveva: «Sentendo parlare di<br />

Prelatura di Parintins, il pensiero di<br />

qualche lettore vola, forse, subito a<br />

Pompei; e per certi aspetti non s'inganna.<br />

Qualcosa in comune c'è: per esempio<br />

il lato giuridico. Anche Parintins è<br />

una circoscrizione ecclesiastica indipendente,<br />

perciò “Nullius”, con un Ordinario<br />

proprio, un Prelato in via normale<br />

Vescovo titolare, o inizialmente appena<br />

Amministratore Apostolico. Bisogna però<br />

notare che, come le altre Prelature<br />

del Brasile, ha un carattere specifico: è<br />

una Chiesa in fase di sviluppo, in uno<br />

stadio intermedio tra Diocesi e missione.<br />

Fra Parintins e Pompei esiste pure un<br />

secondo fattore comune, sebbene in tono<br />

diverso: la materna e speciale assistenza<br />

di Maria SS.ma. Infatti la nostra<br />

Prelatura si può definire un piccolo regno<br />

di Maria perché delle tre parrocchie<br />

che attualmente la compongono Parintins<br />

è consacrata alla Vergine del Carmelo,<br />

Maués all'Immacolata e Barreirina<br />

alla Madonna del Buon Soccorso<br />

(una quarta, quella nuova di Nhamundà,<br />

costituita parrocchia nel 1958, fu dedicata<br />

a Maria SS.ma Assunta in cielo,<br />

n.d.r.). Inoltre alla Mamma celeste sono<br />

dedicate tutte le cappelle dell'interno,<br />

siano di paglia, fango o mattoni. Dimodoché<br />

qui la Madonna è tutto».<br />

Tralascio, avendovi già accennato, alle<br />

tappe ecclesiastiche di Mons. Cerqua<br />

per passare invece alla descrizione delle<br />

opere che realizzò, in concomitanza con<br />

l'evangelizzazione, nella Diocesi di Parintins<br />

sia da missionario sia da Vescovo.<br />

In un'intervista rilasciata ad una delle<br />

riviste del suo Istituto padre Cerqua<br />

diceva: «Cominciammo con grosse difficoltà:<br />

si aveva davanti a noi tanta acqua,<br />

ma senza imbarcazioni adeguate.<br />

Eravamo in pochi, ma giovani e non ci<br />

perdemmo di coraggio. Abbiamo avute<br />

anche le prime vittime (due missionari)<br />

dovute ai pericoli dei viaggi e delle malattie<br />

tropicali sempre incombenti, ma a<br />

poco a poco ecco i primi frutti. Abbiamo<br />

sviluppato, nel tempo, circa 400 comunità,<br />

tra medie e piccole. Per queste<br />

comunità, distantissime tra di loro, abbiamo<br />

formato buoni catechisti e capi di<br />

comunità che sostituiscono i missionari,<br />

non solo nella catechesi e nelle opere di<br />

preghiera, ma anche come ministri<br />

straordinari dell'Eucaristia e delle opere<br />

sociali».<br />

Già, le opere sociali. Innanzitutto le<br />

scuole. Mons. Cerqua concluse la costruzione<br />

del Collegio N.S. del Carmine<br />

e lo ampliò così che a Parintins c'erano<br />

la scuola elementare, il ginnasio, il<br />

corso pedagogico, corsi intensivi a livello<br />

universitario (vi si formano professori<br />

e universitari), una scuola per sordomuti<br />

e una scuola professionale «Giovanni<br />

XXIII» composta da diversi padiglioni<br />

per la tipografia, la meccanica,<br />

la falegnameria, l'elettronica, la ceramica.<br />

Ancora oggi questa scuola è l'unica<br />

in tutto il centro amazzonico. Altre<br />

scuole primarie e giardini d'infanzia sono<br />

stati in seguito aperti attorno alla<br />

cattedrale e alle parrocchie della città di<br />

Parintins con la crescita della popolazione<br />

residente.<br />

Dopo la scuola Mons. Cerqua incrementò<br />

l'assistenza medica agli ammalati<br />

della Prelatura, costruendo ovunque ambulatori.<br />

Anche le imbarcazioni, date alle<br />

parrocchie per la «desobriga» (visita<br />

alle comunità dell'interno per l'assistenza<br />

religiosa) funzionavano da ambulatori<br />

itineranti. E quando, nel 1976, le accresciute<br />

esigenze della popolazione imposero<br />

una clinica più attrezzata e più efficiente<br />

di quella esistente, sempre realizzata<br />

dal dom Arcangelo, questi decise di<br />

costruire l'ospedale «Padre Colombo»,<br />

che entrò in funzione nel 1979. Stessa<br />

attenzione rivolse ai lebbrosi: per loro<br />

comprò una piccola isola in un laghetto<br />

a nord di Parintins e la chiamò Isola<br />

della Pace. Qui i pazienti si dedicavano<br />

all'allevamento di galline, alla pesca e ad<br />

altre piccole attività nella dignità di persone,<br />

non più abbandonate. Un centro<br />

antitubercolare e un ospizio geriatrico<br />

completano le opere assistenziali realizzate<br />

da Mons. Cerqua.<br />

Le distanze enormi esistenti tra una<br />

comunità e l'altra della Prelatura di Parintins<br />

e la necessità di eliminare l'isolamento<br />

nel quale vivevano i residenti indussero<br />

dom Arcangelo a progettare e a<br />

realizzare l'impianto di una radio trasmittente<br />

«Radio Alvorada» cui si affiancò<br />

il giornale «Orizzonte». Padre Cerqua<br />

non si fermò qui. Aprì il centro di formazione<br />

dei «leaders», luogo ideale per<br />

ritiri, corsi, incontri; il cine-teatro della<br />

Pace; il seminario «Giovanni XXIII»:<br />

centri sportivi e ricreativi; nuovi luoghi<br />

di culto e un'impresa industriale, l'Olaria,<br />

dove si preparavano mattoni, tegole,<br />

tavelloni, piastrelle, impianti igienici e<br />

non ultimi anche i pezzi intagliati per<br />

l'ornamento delle finestre o delle facciate<br />

degli edifici, dando anche lavoro stabile<br />

a centinaia di persone.<br />

Il tramonto<br />

Non sulle rive del Rio-Mare si spense<br />

dom Arcangelo, come egli avrebbe desiderato,<br />

ma nella casa del Pime a Rancio<br />

di Lecco. In Italia era ritornato definiti-<br />

vamente nel 1988 per gravi motivi di salute.<br />

Lasciava una diocesi, da lui fondata,<br />

in cui si erano sviluppate 400 comunità:<br />

la città di Parintins era passata da<br />

2.500 a 50mila abitanti. Il progresso continuava<br />

ad avanzare.<br />

Egli non si rassegnò mai alla lontananza<br />

dal Brasile. Il 5 luglio del 1989<br />

erano state accettate le sue dimissioni<br />

dalla cura pastorale della diocesi. Celebrò<br />

l'ultima Messa solenne nella Cattedrale<br />

di Parintins il 21 febbraio 1988.<br />

Dom Arcangelo, come lo chiamavano<br />

i suoi fedeli, non considerò la casa di<br />

Rancio come la dimora definitiva. Il desiderio<br />

di ritornare fra la sua gente era<br />

per lui quasi un'ossessione e l'impossibilità<br />

di rivederla lo avevano reso gradualmente<br />

assente dalla vita comunitaria,<br />

nonostante le cure amorevoli da cui era<br />

circondato. Egli spesso si recava da padre<br />

Luigi Pinos, superiore della Casa di<br />

Rancio, e agitato gli diceva che presto<br />

sarebbe ripartito per il Brasile. Il miraggio<br />

della missione lo teneva in vita e<br />

spesso telefonava a Parintins per sentire<br />

voci amiche. Mostrava un amore così<br />

grande per la missione che vederlo ansioso<br />

faceva venire un nodo alla gola.<br />

Forse fu la lontananza dal suo popolo e<br />

la nostalgia della «Terra di Santa Cruz»<br />

ad abbreviargli la vita che si spense il 16<br />

febbraio 1990. Per tre giorni Radio Alvorada<br />

cambiò programmi e trasmise messaggi,<br />

omaggi, ricordi di Mons. Cerqua,<br />

al vivo, dalla bocca del popolo. Il 22 febbraio<br />

nella Cattedrale di Parintins ci fu<br />

la messa solenne di suffragio con la partecipazione<br />

di tutti i sacerdoti della città<br />

e di moltissima gente, che accompagnò<br />

la liturgia con i canti composti dal defunto<br />

Vescovo. Alla fine fu benedetta<br />

una lapide, collocata nella navata destra<br />

della cattedrale, sotto l'immagine del<br />

Buon Pastore.<br />

Dom Arcangelo riposa nel seminario<br />

di Ducenta, accanto alla tomba del Beato<br />

Paolo Manna.<br />

Ecco come lo ricordò Mons. Giovanni<br />

Gazza, Vescovo di Aversa, di venerata<br />

memoria, anch'egli missionario in<br />

Amazzonia, nel giorno del funerale a<br />

Giugliano, il 18 febbraio 1990. «Siamo<br />

qui, tutti insieme per lodare e ringraziare<br />

Dio che ha fatto sbocciare e crescere<br />

in questo terreno giuglianese una figura<br />

come quella del Vescovo missionario Arcangelo<br />

Cerqua. Evocarne il ricordo, anche<br />

solo per cenni, sarà stimolo per tutti<br />

noi ad un maggior impegno di opere<br />

buone, ad una vita dimentica di sé per<br />

la dedizione a Dio e agli altri (...). Me lo<br />

figuro il missionario Vescovo Cerqua negli<br />

interminabili e avventurosi viaggi<br />

lungo i fiumi, nella visita ai villaggi per<br />

portare il conforto di una presenza e di<br />

una mano amica che prolunga il cuore<br />

e la mano di Cristo. Chi potrà misurare<br />

le fatiche, le gioie, le lacrime, le preghiere,<br />

le illusioni e le delusioni, i sogni,<br />

le speranze del Vescovo Mons. Cerqua!<br />

Solo il Buon Dio ha raccolto tutto nello<br />

scrigno del suo cuore. Mons. Cerqua<br />

era molto discreto: parlava della sua attività<br />

solo per ringraziare i benefattori<br />

delle opere missionarie e perché così si<br />

potesse dar lode a Dio (...). Mi si consenta<br />

un personale affettuoso saluto al<br />

carissimo Mons. Cerqua. A lui mi ha legato<br />

una fraterna e profonda amicizia.<br />

Ci siamo trovati insieme in Amazzonia,<br />

anche se impegnati in aree diverse, ma<br />

con gli stessi compiti e responsabilità.<br />

Lui ordinato Vescovo per l'Amazzonia<br />

nel '61, io un anno dopo, nel '62. Abbiamo<br />

condiviso per alcuni anni la stessa<br />

vicenda amazzonica. La nostra amicizia<br />

si è consolidata nella stagione conciliare,<br />

quando insieme abbiamo vissuto qualche<br />

esperienza irripetibile. Eravamo<br />

ospiti nella stessa residenza e ogni giorno<br />

ci servivamo a vicenda la S. Messa.<br />

Non era ancora il tempo delle concelebrazioni.<br />

Venimmo così rinsaldando un<br />

vincolo spirituale molto vivo, accomunati<br />

come eravamo dagli stessi impegni e<br />

dalle stesse responsabilità. Lui più maturo<br />

ed esperto di me, era diventato per<br />

me, in modo naturale, un fraterno consigliere.<br />

Di lui ho sempre ammirato lo<br />

zelo, la generosità, quasi la impetuosità<br />

di compiere il bene, il suo amore per la<br />

Chiesa e la sua singolare devozione per<br />

la Vergine SS.ma. Evidenzio volentieri<br />

questa nota della sua spiritualità perché<br />

mi sembra fortemente attinta alle radici<br />

ecclesiali di questo popolo di Giugliano<br />

che si distingue nell'onorare e venerare<br />

la Madre di Dio, la Madonna della Pace<br />

(...). Ti ringraziamo, Signore, per averci<br />

dato un amico come Mons. Arcangelo<br />

Cerqua. Fa', o Signore, che Giugliano<br />

non dimentichi mai questo suo figlio<br />

che tanto l'ha onorato con la sua vita e<br />

che è stato espressione esemplare ed<br />

eroica di questo popolo in terre lontane.<br />

Mons. Cerqua mi parlava spesso di questo<br />

popolo che generosamente lo aiutava<br />

con offerte e preghiere, mettendolo<br />

in condizione di realizzare la vastissima<br />

opera di promozione umana ed elevazione<br />

sociale che lui veniva compiendo attraverso<br />

l'evangelizzazione. Fa', o Signore,<br />

che ci sia ancora qualcuno, specie<br />

tra i giovani di Giugliano, che sappia<br />

raccogliere l'eredità di Mons. Cerqua e<br />

seguirne l'esempio. C'è ancora tanto da<br />

fare per il Regno di Dio nel mondo. Gli<br />

Istituti missionari hanno bisogno di nuove<br />

energie per continuare l'opera dell'evangelizzazione<br />

così come Mons. Cerqua<br />

l'ha compiuta».


A ROMA<br />

PAGINA<br />

INCENDIO La vittima era una malata di Aids<br />

Muore ustionata<br />

nel centro d'accoglienza<br />

Una donna di 34 anni, Lucia S., malata<br />

terminale di Aids, è morta nella notte<br />

tra mercoledì e giovedì in seguito alle<br />

gravissime ustioni riportate nell'incendio<br />

divampato qualche ore prima nella casa<br />

alloggio dov'era ricoverata.<br />

A provocare l’incendio, secondo le<br />

prime informazioni fornite dai Vigili del<br />

fuoco, potrebbe essere stato un corto<br />

circuito avvenuto all’interno della stanza<br />

dove si trovava la donna. I pompieri,<br />

però, sono anche al lavoro per verificare<br />

la possibilità che le fiamme siano state<br />

provocate da una sigaretta che la donna<br />

forse stava fumando o da un accendino.<br />

La Polizia scientifica sta comunque facendo<br />

gli accertamenti del caso.<br />

Secondo la ricostruzione dell'accaduto,<br />

la donna è stata sorpresa dalle fiamme<br />

mentre era a letto e la sua camera,<br />

compresi il materasso e le coperte, è andata<br />

completamente distrutta. La vittima<br />

era ospitata in una delle stanze messe<br />

a disposizione dei malati nella «Casa<br />

dono d’amore» gestita dalle suore Missionarie<br />

della Carità, un istituto in via<br />

Fratelli Maristi, nella zona di Settecamini,<br />

all’estrema periferia Nord di Roma.<br />

Attualmente, in stanze separate, nella<br />

struttura sono ricoverati altri nove malati<br />

terminali di Aids. I malati sono ricoverati<br />

in camere da due letti, ma la donna<br />

morta era sola nella stanza.<br />

Quando i Vigili del fuoco sono arrivati<br />

sul posto, dopo la prima chiamata arrivata<br />

intorno alle 21.15, l’incendio era<br />

già stato quasi del tutto spento, grazie<br />

Aeroporti di Roma:<br />

segnali di ripresa<br />

per lo scalo<br />

«Leonardo da Vinci»<br />

«Dopo la caduta a livello mondiale, il<br />

traffico aereo all’aeroporto di Fiumicino<br />

mostra leggeri segnali di ripresa, di un<br />

2-3%, che potrebbero ulteriormente migliorare<br />

durante le festività di Natale e<br />

Capodanno». Lo ha detto il presidente<br />

di Aeroporti di Roma, Paolo Savona, a<br />

margine della cerimonia di apertura delle<br />

nuove iniziative culturali nello scalo.<br />

«A seguito del duplice shock degli attentati<br />

terroristici in Usa e dell’incidente di<br />

Linate — ha spiegato Savona — la caduta<br />

era stata in media di un buon 20%,<br />

con punte anche del 30% nei traffici con<br />

Nord America, a fronte di una crescita<br />

fino a quel momento al ritmo dell’8%».<br />

Secondo le ultime previsioni, a fine<br />

anno l’aeroporto dovrebbe superare i 25<br />

milioni di passeggeri contro gli oltre 26<br />

milioni del 2000. «La diminuzione della<br />

seconda parte del 2001 — ha aggiunto<br />

— è stata in gran parte compensata dall’ottimo<br />

andamento dei primi mesi dell’anno,<br />

in cui avevamo largamente superato<br />

le previsioni. Non ci sono, quindi,<br />

problemi gravi di tipo finanziario». Il<br />

presidente di Adr si è mostrato comunque<br />

ottimista. «Se non si verificheranno<br />

nuovi fatti gravi — ha detto concluso —<br />

il traffico aereo riprenderà con la stessa<br />

forza, se non maggiore, del passato anche<br />

per un effetto di reazione a livello<br />

mondiale. Da questo punto di vista Fiumicino<br />

ha ampi spazi di crescita, all’incirca<br />

per altri 10 milioni di passeggeri<br />

l’anno. Ma così come avviene a Parigi<br />

per il Charles De Gaulle, presto o tardi,<br />

se lo sviluppo riprenderà virulento, dovremo<br />

porci il problema di Fiumicino 2.<br />

Cioè di un secondo grande aeroporto al<br />

servizio di Roma e del Paese».<br />

Scossa del V grado<br />

nel Sublacense:<br />

paura e qualche danno<br />

Ha procurato ancora tanta paura negli<br />

abitanti del sublacense, ma anche alcuni<br />

danni, la nuova scossa di terremoto<br />

del 5° grado della scala Mercalli registrata<br />

giovedì alle 2.54. A San Vito Romano,<br />

ritenuto l’epicentro del fenomeno (un'altra<br />

scossa era stata registrata mercoledì<br />

mattina), molti abitanti hanno lasciato le<br />

case, trascorrendo la notte all’addiaccio.<br />

Il Comune ha disposto la chiusura a<br />

scopo precauzionale delle scuole e l’accertamento<br />

di eventuali danni. A Bellegra<br />

il terremoto ha causato alcuni smottamenti<br />

di terreno in località Fado-Canale<br />

e Vaccarecce, mentre un paio di scaldabagni<br />

si sono staccati dal muro dell’antico<br />

convento di S. Francesco. Nel<br />

cimitero civico è caduta la volta di una<br />

cappella. In paese molte persone, in preda<br />

al panico, sono uscite dalla proprie<br />

abitazioni e hanno trascorso la notte in<br />

strada, riscaldandosi al fuoco di improvvisati<br />

bracieri.<br />

Nessun danno c'è stato invece a Gerano,<br />

i cui abitanti hanno avvertito chiaramente<br />

la scossa, ma sono rimasti dentro<br />

le case. Analoga situazione a Pisoniano,<br />

mentre a Ciciliano, uno dei Comuni<br />

danneggiati dal terremoto dello scorso<br />

anno, la paura ha spinto molte famiglie<br />

a trascorrere la notte in strada.<br />

9 .<br />

all’utilizzo di alcuni estintori. Sarebbe<br />

stato un giovane, in visita ad una delle<br />

malate, ad accorgersi delle fiamme e a<br />

tentare con degli estintori di salvare la<br />

donna. Le condizioni di quest'ultima sono<br />

apparse subito gravissime. Un'ambulanza<br />

l'ha trasportata d'urgenza al centro<br />

grandi ustioni dell’ospedale Sant’Eugenio,<br />

dove purtroppo è morta nella<br />

notte.<br />

Dopo avere spento il rogo, i tecnici<br />

dei Vigili del fuoco hanno anche avviato<br />

le verifiche delle condizioni di sicurezza<br />

di tutto l’istituto.<br />

Muletto contro autobus:<br />

operaio indagato<br />

per omicidio colposo<br />

È stato iscritto nel registro degli<br />

indagati della procura di Roma<br />

l’uomo che era alla guida del muletto<br />

che lunedì scorso è finito<br />

contro un bus dell’Atac nel deposito<br />

di Grottarossa, provocando la<br />

morte di un operaio, Ciro Rizzo<br />

di 54 anni, e il ferimento di altri<br />

due. L’ipotesi di reato avanzata<br />

dal pubblico ministero Pietro Pollidori<br />

è di omicidio colposo aggravato<br />

dalla violazione delle norme<br />

per la prevenzione degli infortuni<br />

sul lavoro.<br />

Trasporti: servizio<br />

ridotto il 25<br />

ma potenziato<br />

a Capodanno<br />

Trasporti ridotti a Natale, ma potenziati<br />

a Capodanno per permettere a romani<br />

e turisti di potersi recare alle varie<br />

manifestazioni organizzate per l'occasione<br />

dal Campidoglio.<br />

Il 24 dicembre, autobus, tram, metropolitane<br />

e ferrovie concesse si fermeranno<br />

alle ore 21. La pausa durerà sino alle<br />

24. Poi, usciranno dai depositi gli autobus<br />

notturni che viaggeranno la notte<br />

tra il 24 e il 25 dicembre. Il giorno di<br />

Natale, bus e tram saranno in servizio<br />

in due riprese: dalle 8.30 alle 13 e dalle<br />

16.30 alle 21.<br />

Le linee A e B della metropolitana e<br />

le concesse Roma-Pantano e Roma-Prima<br />

Porta funzioneranno soltanto la mattina.<br />

Dal 27 al 31 dicembre, invece, l’orario<br />

delle corse sarà quello dei giorni lavorativi<br />

ad eccezione dei servizi speciali diretti<br />

verso le scuole che saranno sospesi<br />

sino al 7 gennaio.<br />

Per l’ultimo giorno dell’anno, invece,<br />

il servizio di bus e tram terminerà alle<br />

ore 21 con le ultime corse in partenza<br />

dai capolinea e il servizio dei bus notturni<br />

sarà sospeso.<br />

Faranno eccezione, 26 linee di bus,<br />

che festeggeranno l’ultimo dell’anno con<br />

i romani e termineranno il proprio servizio<br />

alle 2, anziché alle 24. La metropolitana,<br />

invece, avrà il compito di fare da<br />

spola tra i concerti e per l’occasione le<br />

frequenza dei convogli sarà al massimo.<br />

Tutte le informazioni su orari e percorsi<br />

urbani sono disponibili sul portale<br />

della mobilità www.atac.roma.it, nella<br />

sezione «Ultimora» e al numero verde di<br />

Atac 800.43.17.84.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Venerdì 21 Dicembre 2001<br />

Via Ventotene:<br />

il Comune premia<br />

i dipendenti<br />

per l'impegno<br />

nei soccorsi<br />

C’è chi ha scavato con le mani, chi<br />

non ha dormito per 48 ore per assistere<br />

sfollati e parenti delle vittime. Accanto<br />

ai Vigili «eroi», centinaia di persone hanno<br />

lavorato per alleviare i disagi dell’esplosione<br />

di Val Melaina: sono i dipendenti<br />

Ama e del Servizio Giardino che,<br />

mercoledì pomeriggio, l’assessore all’Ambiente<br />

Dario Esposito ha premiato<br />

con un attestato di riconoscimento.<br />

«Il sindaco — ha affermato Esposito<br />

— ha voluto ringraziare con una lettera<br />

chi si è impegnato con grande dedizione<br />

ad un’operazione di aiuto di chi ha vissuto<br />

e ancora vive una situazione drammatica.<br />

Tragedie come quella di Val Melaina<br />

non possono essere dimenticate e<br />

l’impegno del Campidoglio non finirà<br />

con l’emergenza».<br />

Per stare vicino agli abitanti di via<br />

Ventotene, il sindaco e alcuni assessori<br />

saranno presenti al pranzo, organizzato<br />

domenica prossima dalla parrocchia del<br />

Santissimo Redentore, e sempre domenica<br />

incontreranno i Vigili del Fuoco di<br />

Roma al Teatro dell’Opera.<br />

Non sono ancora tornati tutti a casa<br />

gli abitanti di Val Melaina. A parte i residenti<br />

del civico 32, che resteranno per<br />

mesi nei residence, torneranno nelle<br />

proprie abitazioni forse nel giro di una<br />

settimana 15 famiglie del palazzo in<br />

piazzale Ionio 53, fortemente danneggiato<br />

dall’esplosione. Per consentire un Natale<br />

con acqua e gas, i tecnici dell’Italgas<br />

hanno riallacciato la rete gas con tubature<br />

volanti in attesa del dissequestro<br />

dell’impianto centrale da parte della magistratura.<br />

Santa Messa celebrata dal Card. Re per i militari<br />

Il «Natale del personale»<br />

al Policlinico «Celio»<br />

Celebrare il Natale avendo cura di valorizzare<br />

il momento dell’incontro con<br />

Cristo, fonte di speranza per il superamento<br />

di ogni difficoltà. È tale l’augurio<br />

espresso dal Cardinale Giovanni Battista<br />

Re, Prefetto della Congregazione per i<br />

Vescovi, ai militari che mercoledì 19 si<br />

sono riuniti nella chiesa dedicata alla<br />

Madonna Salus Infirmorum del Policlinico<br />

«Celio» per condividere una giornata<br />

di gioia e di riflessione.<br />

Ma tale occasione di festa, che anticipa<br />

di qualche giorno il Santo Natale,<br />

non ha mancato di offrire spunti di riflessione.<br />

Ed il pensiero è immediatamente<br />

andato ai tanti ragazzi che, anche<br />

in questa circostanza, si trovano in<br />

missione in Paesi teatro di conflitti.<br />

«Ogni giorno, noi ricordiamo i militari<br />

che sono nelle zone di guerra e preghiamo<br />

perché loro siano innanzitutto portatori<br />

di pace — ha affermato il cappellano<br />

militare, don Lionello Torosani —. I<br />

nostri ragazzi, infatti, non vengono inviati<br />

nei singoli luoghi di destinazione<br />

perché si adeguino all’odio o alla violenza,<br />

ma per divenire un segno di speranza».<br />

«Oggi, però, intendiamo pregare<br />

anche per gli ammalati — ha proseguito<br />

il sacerdote —. Ed in questo momento<br />

vorremmo creare una sorta di ponte spirituale<br />

con le 400 persone ricoverate nel<br />

nostro ospedale».<br />

La giornata dedicata al «Natale del<br />

personale» del Celio è stata introdotta<br />

da don Torosani che, offrendo il suo<br />

benvenuto al Cardinale, ha voluto parlare<br />

dell’entusiasmo mostrato dai militari<br />

per la Celebrazione Eucaristica: «Ed<br />

ascoltare il “Tu scendi dalle stelle” cantato<br />

da tanti giovani produce la speran-<br />

Incidenti stradali: morte due persone<br />

Due persone sono morte in due diversi incidenti stradali avvenuti, giovedì<br />

all’alba. Il primo è avvenuto in via della Bufalotta, all’incrocio con via di<br />

Settebagni. In uno scontro frontale tra un automobile e un autocarro è morto<br />

il conducente della vettura e sono rimasti feriti i due passeggeri. Sono in<br />

corso i rilievi della polizia stradale. L’altro incidente, quasi alla stessa ora,<br />

è avvenuto in via dei Monti Tiburtini, dopo l’ospedale Pertini in direzione<br />

Centro. Per cause ancora in corso di accertamento da parte dei Vigili urbani,<br />

il conducente di un’automobile si è schiantato contro un mezzo in sosta<br />

morendo all’istante.<br />

Incendio doloso nell'abitazione di un ristoratore<br />

Hanno versato liquido infiammabile sulla porta d’ingresso e poi hanno appiccato<br />

il fuoco. È solo l’ultima delle intimidazioni che ha subito il titolare di<br />

una pizzeria che due giorni fa ha avuto la cassetta della posta incendiata e<br />

la corrispondenza strappata. È avvenuto in via dei Sommozzatori. Le fiamme<br />

sono state domate dai Vigili del fuoco e hanno provocato danni solo alla<br />

porta d’ingresso. L’inquilino, un uomo di 35 anni, ha detto alla Polizia di<br />

non aver mai subito minacce.<br />

Valle Aniene: 11 miliardi per l'artigianato<br />

Si è attestato sulla cifra di dieci miliardi e 900 milioni l’ammontare degli interventi<br />

finanziari, fatti fino a dicembre dal Gruppo di Azione Locale (Gal)<br />

della Comunità Montana dell’Aniene. A beneficiare dell’erogazione dei contributi,<br />

sono stati 26 enti pubblici e 60 aziende private, consentendo la realizzazione<br />

di progetti finalizzati allo sviluppo dell’agricoltura e del turismo<br />

rurale; al potenziamento delle piccole e medie imprese, dell’artigianato e<br />

dei servizi zonali, nonché alla valorizzazione e commercializzazione di prodotti<br />

agricoli locali, mediante la creazione di marchi di qualità, ed alla tutela<br />

e miglioramento dell’ambiente. Nell’ambito delle attività del Gal, si è sviluppato<br />

anche il progetto di cooperazione trans-nazionale denominato «Rural<br />

Tourism Network». Si tratta di una rete a favore del turismo rurale mediante<br />

l’aggregazione di Gal di diversi ambiti europei, creata allo scopo di<br />

rendere più efficaci le azioni di promozione e sviluppo turistico, tra cui la<br />

prevista ideazione del marchio «Valle dell’Aniene» e la creazione di una<br />

«Agenzia di promozione del prodotto tipico».<br />

SANITÀ I nuovi locali benedetti dal Card. Angelo Sodano, Segretario di Stato<br />

Inaugurato al Bambino Gesù<br />

il padiglione di Neuroscienze<br />

Con la solenne benedizione impartita<br />

dal Cardinale Angelo Sodano, Segretario<br />

di Stato, è stato inaugurato, mercoledì,<br />

il nuovo Padiglione delle Neuroscienze<br />

dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.<br />

È questo un traguardo che rappresenta<br />

un significativo passo in avanti per il miglioramento<br />

della qualità della vita e, al<br />

tempo stesso, una lezione di solidarietà<br />

fatta nei confronti dell’infanzia ammalata.<br />

Le strutture del nuovo Padiglione, infatti,<br />

destinate alla cura dei bambini affetti<br />

da patologie neurologiche, congenite<br />

o acquisite, sono state realizzate grazie<br />

a Ford Italia che ha raccolto i fondi<br />

per il progetto coinvolgendo, a titolo volontario,<br />

i propri dipendenti e oltre<br />

200.000 clienti. Uno sforzo collettivo,<br />

dunque, con l’obiettivo di offrire servizi<br />

preventivi, diagnostici e assistenziali, e<br />

favorire la formazione e lo sviluppo delle<br />

competenze in merito a queste patologie<br />

in grado di determinare danni al<br />

sistema nervoso.<br />

Alla cerimonia di inaugurazione erano<br />

presenti: il Cardinale Edmund Casimir<br />

Szoka, Presidente della Pontificia Commissione<br />

per lo Stato della Città del Vaticano;<br />

l’Arcivescovo Francesco Marchisano,<br />

Presidente della Pontificia Commissione<br />

per i Beni Culturali della Chiesa;<br />

l’Arcivescovo Claudio Maria Celli,<br />

Segretario dell’Amministrazione del Patrimonio<br />

della Sede Apostolica; il Sindaco<br />

Walter Veltroni; il Presidente della<br />

Regione, Francesco Storace; il Sottosegretario<br />

al ministero della Salute, Antonio<br />

Guidi; il Presidente dell’Ospedale Pe-<br />

21 DICEMBRE 2001<br />

Feria di Avvento - (viola)<br />

Messa propria, del 21 dicembre<br />

Lezionario: Ct 2, 8-14; oppure Sof<br />

3, 14-18; Salmo 32; Lc 1, 39-45<br />

Liturgia delle Ore: Ven III sett. -<br />

Ufficio della feria con le parti proprie<br />

del 21 dicembre<br />

za che ancora tanto bene si può e si deve<br />

fare».<br />

Un augurio espresso anche dal Cardinale<br />

Re il quale, commentando il Vangelo<br />

di san Luca, ha evidenziato che il<br />

Santo Natale è portatore di un insieme<br />

di valori essenziali per la vita cristiana.<br />

E la solennità che ricorda l’evento della<br />

nascita di Gesù è il momento in cui fioriscono<br />

iniziative di amicizia, fraternità<br />

e solidarietà capaci di portare alla luce i<br />

sentimenti più semplici e profondi dell’animo<br />

umano. Ma il fascino esercitato<br />

dal Natale non può essere disgiunto dalla<br />

riflessione sul mistero dell’Incarnazione<br />

di Cristo. «La celebrazione del momento<br />

ricorda l’avvenimento più alto e<br />

più importante della storia umana: quello<br />

in cui l’eternità entra nel tempo — ha<br />

sottolineato il Porporato —. La cosa più<br />

importante di questo evento non è individuabile<br />

nel fatto che Gesù sia nato in<br />

una grotta piuttosto che in una reggia,<br />

che sia venuto a noi nella povertà invece<br />

di apparirci in potenza e maestà. L’aspetto<br />

più profondo del Natale si trova<br />

nella circostanza che Dio sia venuto fra<br />

noi da vero uomo. Egli ci ha amato fino<br />

al punto di incarnarsi per dare a ciascuno<br />

la capacità di diventare figlio Suo».<br />

Tanti sono i momenti tristi vissuti dalla<br />

storia, oggi come nei tempi passati.<br />

Ma la drammaticità degli avvenimenti<br />

invita gli uomini a riporre fiducia nel Signore,<br />

per trovare nella fede la luce che<br />

guida verso il futuro, attraverso ingiustizie<br />

e difficoltà.<br />

«È ragione di speranza sapere che al<br />

di là della nostra vita personale e di<br />

quella dei grandi popoli vi è un cuore<br />

che veglia: quello di Dio Padre — ha<br />

precisato il Cardinale Re —. Ci è di conforto<br />

sapere che a vegliare sulla storia<br />

dell’umanità c’è sempre il Signore, Colui<br />

che sa trarre il bene anche dal male».<br />

«Allora dobbiamo guardare all’avvenire<br />

con serenità riponendo la nostra fiducia<br />

nel cuore di Dio che ci ha amato<br />

fino al punto di farsi uomo — ha concluso<br />

il Porporato —. E vorrei rivolgermi<br />

a ciascuno augurandogli che il Natale<br />

rappresenti per lui il momento dell’incontro<br />

con Cristo affinché possa ottenere<br />

il perdono di Dio e ricevere da Lui la<br />

luce e la forza necessaria per affrontare<br />

le situazioni di oggi».<br />

Al termine della Santa Messa, il Direttore<br />

Generale dell’Ospedale, il Brigadiere<br />

Generale Vito Contea, ha donato al<br />

Cardinale Re l’icona raffigurante la Madonna<br />

Salus Infirmorum. Un gesto che<br />

è stato preceduto da una riflessione con<br />

cui il militare ha invitato i presenti a vivere<br />

il Natale in modo migliore, considerandolo<br />

un’occasione per dedicarsi alla<br />

propria crescita interiore.<br />

Anche padre Candido, collaboratore<br />

del cappellano militare, ha espresso considerazioni<br />

sul valore che assume la celebrazione<br />

natalizia nel cuore di tutti i<br />

cristiani. «La nascita del Figlio di Dio è<br />

un momento che sconvolge il mondo<br />

perché suscita insicurezze ed invita a<br />

porsi domande. Ma tutto ciò costituisce<br />

pur sempre un dolce richiamo di amore<br />

e di fratellanza che ci porta a fare memoria<br />

dell’intervento del Signore nella<br />

nostra vita. Dobbiamo sempre tenere a<br />

mente che Dio viene sulla terra per benedirci<br />

ed incoraggiarci al bene».<br />

SIMONA RUBEIS<br />

diatrico Bambino Gesù, prof. Adriano<br />

Bompiani; il Segretario Generale, Francesco<br />

Silvano; l’Ambasciatore degli Stati<br />

Uniti d’America presso la Santa Sede,<br />

James Nicholson; il Direttore della Ford<br />

Motor Company, Edsel B. Ford II; il<br />

Presidente della Ford Italia, Andrea<br />

Formica.<br />

Nel corso della cerimonia, il Cardinale<br />

Sodano ha benedetto i locali del nuovo<br />

Padiglione appena terminato e già funzionante.<br />

Si può dire che la nuova struttura<br />

ospedaliera sia nata sotto il segno<br />

del Giubileo. Il 20 luglio del 2000, infatti,<br />

quando si diede inizio ai lavori dell’edificio<br />

con una solenne cerimonia, nelle<br />

fondamenta del neopadiglione venne posto<br />

simbolicamente uno dei mattoni con<br />

il quale era stata murata la Porta Santa<br />

della Basilica di San Pietro alla chiusura<br />

dell’anno del Giubileo Straordinario dell’83/84,<br />

portato in dono dal Cardinale<br />

Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione<br />

per i Vescovi.<br />

Il nuovo edificio, progettato dall’architetto<br />

Giuliano Mason, comprende<br />

complessivamente quattro piani distribuiti<br />

in una superficie complessiva di<br />

1.280 mq. Nel seminterrato sono stati<br />

predisposti il «Centro Prelievi» e la Degenza<br />

di Neuropsichiatria con quattro<br />

posti letto; al piano terra si trova il Day<br />

Hospital di Neuropsichiatria, mentre al<br />

primo piano ci sono la Neurofisiologia,<br />

la Fisioterapia, l’Ambulatorio e il Day<br />

Hospital di Neurologia. Al secondo piano,<br />

infine, c’è la Degenza di Neurologia<br />

con 15 posti letto.<br />

Quello dello sviluppo come delle proprie<br />

attività e del potenziamento delle<br />

proprie strutture è diventata ormai una<br />

costante dell’Ospedale Pediatrico che<br />

sorge sul colle del Gianicolo. Nel ripercorrere<br />

la storia della sua fondazione, il<br />

Cardinale Sodano ha ricordato il contributo<br />

di tanti cittadini romani e dei Pontefici<br />

che negli anni seguirono da vicino<br />

le sorti di questa Istituzione. «Nel 1869<br />

nasceva per opera della famiglia Salviati<br />

su questa collina del Vaticano — ha affermato<br />

il Porporato durante la cerimonia<br />

—, quell’opera di assistenza ai bambini<br />

che poi la famiglia, nel 1924, donò<br />

al Papa Pio XI, il Papa Achille Ratti. Da<br />

allora i romani Pontefici hanno sempre<br />

curato con grande amore questa Istituzione,<br />

grati ai duchi Scipione e Arabella<br />

Salviati che l’avevano donata, grati alla<br />

loro presenza e al loro consiglio, grati a<br />

tutte le istituzioni della città, della Regione,<br />

dello Stato, che hanno visto il<br />

servizio sociale che quest’opera faceva<br />

per l’infanzia ammalata».<br />

Dopo 132 anni, l’Ospedale Pediatrico<br />

prosegue oggi la sua opera rivolta ad alleviare<br />

le sofferenze dei piccoli pazienti<br />

accompagnata sempre dallo sguardo<br />

amorevole e paterno del Santo Padre,<br />

Giovanni Paolo II. Attraverso l’assistenza<br />

medica, coniugata all’intensa attività<br />

di ricerca scientifica, l’Ospedale Bambino<br />

Gesù è diventato un Policlinico multispecialistico<br />

pediatrico un punto di riferimento<br />

per bambini provenienti da<br />

tutta Italia e dall’estero. L’Istituto effettua<br />

33.000 ricoveri l’anno, 60.000 accessi<br />

in Day Hospital, 700.000 prestazioni ambulatoriali,<br />

14.000 interventi chirurgici<br />

l’anno e un numero elevato di trapianti<br />

di cornea, midollo, cuore, cuore-polmone<br />

e rene.<br />

«In questa ricorrenza natalizia abbiamo<br />

potuto aggiungere un tassello all’opera<br />

di ricostruzione del nostro amato<br />

Ospedale», ha affermato il Presidente<br />

Bompiani nel corso della cerimonia di<br />

inaugurazione del nuovo Padiglione «destinato<br />

al Dipartimento che coordina le<br />

Divisioni di Neurologia e di Neuropsichiatria<br />

infantile e relativi servizi, grazie<br />

a un nuovo gesto di generosa solidarietà<br />

ed attenzione verso l’infanzia ammalata».<br />

Nel marcare l’aspetto professionale e<br />

il senso dell’impegno di quanti lavorano<br />

e collaborano presso l’Ospedale Bambino<br />

Gesù, il Sindaco Veltroni ha confermato<br />

la volontà della città di Roma di<br />

accompagnare lo sviluppo e la crescita<br />

dell’Istituto, punto di riferimento fondamentale<br />

per tante famiglie, non solo della<br />

Capitale ma di tutta Italia. «Nell’ambito<br />

delle proprie responsabilità — ha<br />

Sincerità<br />

Il silenzio è necessario in molte occasioni,<br />

la sincerità lo è sempre. Si<br />

può qualche volta tacere un pensiero,<br />

mai lo si deve camuffare.<br />

(Abate Dinouart)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

detto — , il Comune di Roma, dal punto<br />

di vista urbanistico, dal punto di vista<br />

dell’assetto di quest’area, e anche dal<br />

punto di vista degli sviluppi possibili di<br />

una grande struttura come il Bambino<br />

Gesù, è intenzionato ad accompagnare<br />

gli sforzi di tutte le strutture che possano<br />

portare a rafforzare questa grande<br />

vocazione di Roma come centro di cura<br />

deibambini ammalati del nostro Paese».<br />

Nel rispondere alle richieste, sempre<br />

più in aumento, di famiglie con bambini<br />

che vivono disagi emotivi e presentano<br />

patologie neurologiche, il nuovo Padiglione<br />

diventa un’oasi dove trovare cura<br />

e assistenza. «Le nostre aree di assistenza<br />

di cui maggiormente ci occupiamo —<br />

ha affermato il prof. Francesco Montecchi,<br />

Primario di Neuropsichiatria — sono<br />

i disturbi alimentari, le psicosi infantili,<br />

gli autismi, gli abusivi all’infanzia e i<br />

disturbi cognitivi e di apprendimento.<br />

Significativa è l’apertura di un piccolo<br />

reparto di degenza che serve per l’osservazione<br />

in urgenza delle patologie psichiatriche,<br />

corrispondendo molto alle<br />

necessità della Regione Lazio, fortemente<br />

carente di posti letto per patologie<br />

psichiatriche in fase adolescenziale. Noi<br />

cerchiamo di dare una risposta a quelle<br />

situazioni di urgenza psichiatrica che se<br />

non adeguatamente assistite poi andranno<br />

ad alimentare la grave patologia psichiatrica<br />

degli adulti».<br />

ELISABETTA ANGELUCCI<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

VENERDÌ 21 DICEMBRE<br />

00.10: Studio A (stereo): Con<br />

voi nella notte<br />

7.20-17.30-23-24: Orizzonti<br />

cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

in italiano, spagnolo,<br />

portoghese, francese,<br />

inglese, tedesco e polacco<br />

16.30: Archivio Storico del<br />

Teatro Carlo Felice di Andrea<br />

Fasano<br />

17: Liturgia delle Ore: celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco:<br />

Prisma-Magazin<br />

20.40: Recita del Santo Rosario<br />

in latino<br />

21.30: Programma francese:<br />

Une famille spirituelle: le<br />

Prado<br />

21.50: Programma inglese<br />

22.10: Programma spagnolo<br />

VENERDÌ 21 DICEMBRE<br />

24: Rosario biblico (versione<br />

rumena)<br />

3.15-19.30-22.30: Notiziario<br />

7.15: Rubrica: Chiesa in<br />

cammino: Africa Australe<br />

9: In diretta dalla Cappella di<br />

Telepace in Roma: Santa<br />

Messa<br />

12.30: Cappella di Telepace<br />

in Roma: Santa Messa<br />

13.15-23.55: Rubrica: Tre minuti<br />

dello spirito<br />

16: In diretta dalla Cappella<br />

di Telepace in Roma: Santo<br />

Rosario e Adorazione eucaristica


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

PENSIONI Secco no da parte dei sindacati, via libera parziale della Confindustria<br />

La proposta dell'Esecutivo<br />

divide le parti sociali<br />

ROMA, 20.<br />

Sulla delega per la riforma della previdenza<br />

che oggi viene approvata dal<br />

Consiglio dei ministri, il Governo divide<br />

le parti sociali. Si registra infatti una<br />

bocciatura da parte dei sindacati, ed un<br />

via libera parziale al testo da parte della<br />

Confindustria.<br />

Cgil, Cisl e Uil decideranno venerdì la<br />

loro reazione. Ma i «no» sono netti e riguardano:<br />

il metodo scelto dall'Esecutivo:<br />

la riduzione dei contributi previdenziali<br />

di 3-5 punti a favore dei neo assunti<br />

a tempo indeterminato, privi di altri versamenti;<br />

l’esclusione del pubblico impiego<br />

dalla riforma; l’obbligatorietà di trasferire<br />

tutto il Tfr, il Trattamento di fine<br />

rapporto, nei fondi complementari.<br />

I sindacati, in particolare, temono che<br />

una riduzione dei contributi per i neo<br />

assunti a tempo indeterminato si creino<br />

le premesse per un doppio mercato del<br />

lavoro ma anche il rischio di indebolire<br />

le casse dell’Inps. E nel tempo, tutto ciò<br />

potrebbe portare ad una riduzione dei<br />

trattamenti pensionistici. In più la riforma<br />

potrebbe escludere i 3,5 milioni circa<br />

di dipendenti pubblici mentre con la<br />

riforma Dini avevano ottenuto l’armonizzazione<br />

delle regole, compresa l’introduzione<br />

del Tfr (nel pubblico impiego<br />

ancora non c’è). Questo — secondo<br />

Cgil, Cisl e Uil — sarebbe un passo indietro.<br />

Ma Cofferati, Pezzotta e Angeletti<br />

contestano anche l’impossibilità per i<br />

lavoratori di scegliere se aderire o meno<br />

al fondi pensione e di stabilire la quota<br />

di Tfr da destinare alla previdenza complementare.<br />

La Confindustria ha parlato di «riforma<br />

ancora parziale» e ha espresso la<br />

sua contrarietà alla proposta sulla decontribuzione<br />

ritenuta insufficiente ad<br />

incentivare nuova occupazione. «È una<br />

scommessa e siamo disponibili a crederci,<br />

anche se su alcuni punti siamo molto<br />

perplessi». Dalla Confindustria, dopo le<br />

dure critiche del presidente D’Amato<br />

che aveva definito la precedente bozza<br />

delle delega una «non riforma», è arrivato<br />

un sì con riserva. Gli industriali considerano<br />

le linee della riforma non sufficientemente<br />

strutturali, ma sono pronti<br />

ROGO Mentre prosegue l'inchiesta giudiziaria<br />

Presto lo smantellamento<br />

dei prefabbricati in Campania<br />

SALERNO, 20.<br />

La procura di Salerno continua gli accertamenti<br />

— vi sarà anche un collegio<br />

di periti — sul terribile rogo che nella<br />

notte tra sabato e domenica scorsi ha<br />

distrutto il prefabbricato adibito a centro<br />

per disabili e anziani a San Gregorio<br />

Magno e nel quale sono morte diciannove<br />

persone.<br />

Ieri la direttrice generale dell’Asl Salerno<br />

2, Maria Teresa Bruni, nel corso<br />

di un’audizione davanti alle commissioni<br />

Sanità, Politiche sociali e Trasparenza<br />

del Consiglio regionale, ha dichiarato<br />

che il prefabbricato devastato dalle fiamme<br />

era «una struttura decorosa, nella<br />

quale gli ospiti avevano un buon rapporti<br />

con i medici».<br />

L’intervento della direttrice — ascoltata<br />

insieme con l’assessore regionale alla<br />

Sanità, Teresa Armato, che ha presentato<br />

un «libro bianco» sullo stato dei<br />

servizi di salute mentale in Campania —<br />

è stato criticato pesantemente dai rappresentanti<br />

dell'opposizione, che ne hanno<br />

chiesto le dimissioni, ma anche da<br />

una parte della maggioranza.<br />

La Regione, com'è noto, ha avviato<br />

una sua inchiesta amministrativa, nominando<br />

anche un pool di tecnici. E l’assessore<br />

alla Sanità, ha annunciato che<br />

entro due mesi al massimo saranno dismessi<br />

i due centri per disabili di Romagnano<br />

al Monte e Puglietta, ambedue in<br />

provincia di Salerno, ospitati in strutture<br />

prefabbricate.<br />

Intanto il Governo presenterà nei<br />

prossimi giorni un decreto per lo smantellamento<br />

dei prefabbricati leggeri in<br />

Conducenti-pirata:<br />

una vittima a Pisa<br />

e una a Catania<br />

ROMA, 20.<br />

Due persone sono morte ieri sera<br />

dopo essere state travolte da<br />

veicoli i conducenti dei quali non<br />

si sono fermati a soccorrerle.<br />

La prima tragedia è accaduta a<br />

Pisa, ove un diciannovenne in motorino<br />

è stato ucciso da un camionista<br />

che, dopo l’incidente, si è allontanato.<br />

Il giovane, Guglielmo<br />

Trinci, si era immesso su una<br />

strada principale da una via laterale<br />

ed è stato investito da un camion<br />

a rimorchio. Alcuni passanti<br />

hanno chiamato l’ambulanza ma<br />

quando è arrivato in ospedale era<br />

già morto. Si sta indagando per<br />

risalire all’autista del mezzo che,<br />

secondo i carabinieri, potrebbe<br />

anche non aver visto il giovane.<br />

Il secondo sinistro è accaduto<br />

poco dopo a Catania: una donna<br />

di 30 anni, Michela Turchetti, è<br />

stata investita da un’auto pirata<br />

nel rione San Giorgio. L’investitore<br />

si è dileguato e la vittima è<br />

giunta morta all’ospedale. Non ci<br />

sono testimoni dell’incidente, ma<br />

le cause del decesso sono state individuate<br />

dal medico legale.<br />

10 .<br />

in primo piano<br />

tutta la Campania, dopo i drammatici<br />

fatti di San Gregorio Magno.<br />

Infine il Presidente del Consiglio, Berlusconi,<br />

ha dato incarico all’eurodeputato<br />

di Fi, Andria, di «farsi carico con tutte<br />

le iniziative utili per alleviare il disagio<br />

dei nove sopravvissuti» dal tragico<br />

rogo di San Gregorio: lo ha indicato in<br />

una nota il portavoce del gruppo europeo<br />

di Fi, Giacomo Santini. Andria, ha<br />

precisato, ha anche il compito «di mettersi<br />

a disposizione delle autorità territoriali<br />

per qualsiasi azione di raccordo con<br />

il Governo».<br />

«Entro 40 mesi» l'avvio<br />

dei lavori per il ponte<br />

sullo stretto di Messina<br />

ad accettare la «scommessa». In ogni caso<br />

chiedono al governo di allargare la<br />

platea dei lavoratori ai quali applicare la<br />

riduzione dei contributi, ora limitata ai<br />

solo neo assunti a tempo indeterminato<br />

e senza alcun versamento previdenziale.<br />

Oggi è arrivato anche l’allarme della<br />

Confapi: senza il Tfr le piccole e medie<br />

imprese perderanno 16 mila miliardi di<br />

autofinanziamento. La riforma sembra<br />

invece piacere alle associazioni dell’artigianato<br />

per i quali, però, la decontribuzione<br />

va estesa ad altre tipologie di lavoratori.<br />

Cgil, Cisl e Uil bocciano<br />

la riforma fiscale del Governo<br />

ROMA, 20.<br />

Cgil, Cisl e Uil bocciano la delega fiscale del Governo e invitano il Consiglio<br />

dei Ministri a non approvare il provvedimento «senza un confronto con le<br />

parti sociali che finora è mancato». I sindacati chiedono quindi «l’immediata<br />

apertura di un tavolo di confronto sul fisco», tenuto conto del fatto che «la<br />

bozza di provvedimento prevede un esercizio pluriennale della delega» e che<br />

quest’ultima «possa quindi configurarsi come un disegno di legge non collegato<br />

alla legge Finanziaria». Cinque i criteri di fondo ai quali, per Cgil Cisl e Uil,<br />

dovrebbe ispirarsi la riforma fiscale: rispetto dei principi costituzionali di solidarietà,<br />

coesione nazionale, progressività dell’imposta e della capacità contributiva;<br />

parità di benefici ai contribuenti dalla riduzione delle imposte su tutti i<br />

redditi; conferma della validità del sistema delle detrazioni specifiche per lavoratori<br />

dipendenti e pensionati; riforma dell’Irap che riduca il carico sul lavoro<br />

senza effetti negativi sul finanziamento del servizio sanitario nazionale; rafforzamento<br />

dell’amministrazione per la lotta all’evasione e all’elusione fiscale.<br />

Psicolabili maltrattati:<br />

i dipendenti<br />

respingono le accuse<br />

NAPOLI, 20.<br />

Il personale e persino alcuni degenti<br />

del centro per disabili mentali<br />

«Villa Vivian», ove ieri hanno<br />

fatto irruzione i Carabinieri arrestando<br />

l’amministratore e due inservienti<br />

per sequestro e maltrattamenti<br />

di persone incapaci, respingono<br />

l’immagine di «lager». E<br />

tra i primi c'è chi sottolinea come,<br />

per molti tra i ricoverati, la<br />

struttura — che si sostiene solo<br />

con rette pagate dai privati —<br />

rappresenti «l’unica famiglia che<br />

hanno». Un aspetto doloroso, questo,confermatodadiversipazienti.<br />

ROMA, 20.<br />

«Il ponte sullo stretto di Messina si farà<br />

e l’avvio dei lavori avverrà entro 40<br />

mesi circa»: lo ha affermato il ministro<br />

delle Infrastrutture e dei Trasporti, Lunardi,<br />

aggiungendo che il professor Remo<br />

Calzona, ordinario di Tecnica delle<br />

costruzioni all’Università «La Sapienza»<br />

di Roma, assumerà l’incarico di commissario<br />

governativo per il controllo del<br />

progetto. Quest'ultimo avrà il via definitivo<br />

domani dal Cipe, in concomitanza<br />

con la presentazione del programma infrastrutturale<br />

sulle opere strategiche.<br />

Il ponte di Messina diverrà dunque<br />

realtà e i tempi di attuazione saranno<br />

«relativamente brevi». L’imponente opera<br />

costerà circa 9.000 miliardi di lire e<br />

verrà completata «in 5-6 anni dal momento<br />

in cui partiamo» ha detto Lunardi.<br />

Per procedere più rapidamente l’attuale<br />

società «Stretto di Messina» sarà<br />

trasformata in società concedente e bandirà<br />

la gara internazionale per l’identificazione<br />

del concessionario. Presso il ministero<br />

delle Infrastrutture e dei Trasporti<br />

inoltre sarà istituito un comitato<br />

tecnico ad hoc coordinato dallo stesso<br />

Calzona che assumerà poi l’incarico di<br />

commissario governativo per il monitoraggio<br />

e il controllo del progetto.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Venerdì 21 Dicembre 2001<br />

RIFORMA DELLA PREVIDENZA: PARTI SOCIALI<br />

DIVISE Sulla delega per la riforma della previdenza<br />

che oggi viene approvata dal Consiglio dei ministri,<br />

il Governo divide le parti sociali. Si registra infatti<br />

una bocciatura da parte dei sindacati e un via libera<br />

parziale al testo da parte della Confindustria.<br />

FISCO: I SINDACATI CHIEDONO UN CONFRONTO<br />

Cgil, Cisl e Uil bocciano la delega fiscale del Governo<br />

e invitano il Consiglio dei ministri a non approva-<br />

Incendi in casa<br />

e in istituti: 5 morti<br />

in poche ore<br />

tra malati e anziani<br />

ROMA, 20.<br />

Incendi tra le mura amiche hanno ucciso<br />

quattro persone anziane o malate<br />

nel Centro e nel Nord del Paese. L’ultima,<br />

una donna, è deceduta poco prima<br />

dell'alba di oggi (ne riferiamo in cronaca<br />

di Roma). Nella notte un pensionato di<br />

68 anni, Bruno Nurra, è morto tra le<br />

fiamme che hanno distrutto la casupola<br />

dove viveva da solo, alla Maddalena<br />

(Sassari): la causa pare sia stata una stufa<br />

malfunzionante.<br />

Ieri a Casalbordino (Chieti), Nicola di<br />

Tullio, disabile muto di 22 anni, è morto<br />

per le ustioni riportate nell’incendio della<br />

poltrona sulla quale era seduto, raggiunta<br />

da un ciocco rotolato fuori dal<br />

camino. Di Tullio, accudito dalla sorella,<br />

è stato lasciato solo per alcuni minuti, e<br />

proprio allora è avvenuto l'incidente. Il<br />

disabile non è riuscito a spostarsi.<br />

Nei pressi di Trieste il pensionato<br />

Francesco Carli, di 88 anni, è morto ieri<br />

sera intrappolato nella propria abitazione<br />

invasa dal fuoco divampato per cause<br />

imprecisate. L’anziano aveva acceso<br />

una stufa a legna per riscaldarsi. Le<br />

fiamme si sono propagate ad alcune<br />

suppellettili e in breve hanno invaso la<br />

casa bloccando ogni via di scampo.<br />

A Genova Quarto, infine, un uomo di<br />

59 anni, Valentino G., ricoverato nella<br />

Residenza sanitaria assistenziale (Rsa)<br />

Casa Michelini (ex ospedale psichiatrico)<br />

è morto sulla sedia dove si trovava; stava<br />

fumando quando la sigaretta ha dato<br />

fuoco ai suoi abiti di tessuto sintetico.<br />

Gli infermieri lo hanno sentito gridare e<br />

gli hanno gettato addosso coperte ma il<br />

poveretto è deceduto poco dopo per le<br />

gravi ustioni.<br />

«Sì» della Camera<br />

alla Finanziaria 2002<br />

Il provvedimento<br />

passa all'esame<br />

del Senato<br />

Stati Generali della scuola:<br />

il ministro replica alle critiche<br />

ROMA, 20.<br />

Il ministro dell'Istruzione Letizia Moratti<br />

ha definito «positivo» il bilancio della<br />

prima giornata dei lavori degli Stati<br />

Generali della scuola in corso a Roma al<br />

Palazzo dei Congressi dell'Eur. Ma a<br />

proposito della sede ha voluto precisare<br />

che in realtà «gli Stati Generali non sono<br />

quelli tenuti da ieri all'Eur ma sono<br />

nel Paese, nel collegamento diretto con<br />

settemila scuole in tutta Italia. Ieri — ha<br />

aggiunto — abbiamo avuto centomila<br />

collegamenti e la scorsa notte altri centomila,<br />

con proposte di riforma provenienti<br />

dalle scuole». Ha poi respinto l'accusa<br />

di voler «ridimensionare» la scuola<br />

pubblica. «A questa affermazione rispondo<br />

con l'invito a partecipare al dialogo<br />

perché questo è il metodo per migliorare<br />

qualunque proposta. Quest'anno sono<br />

stati assunti 60.000 insegnanti nella<br />

scuola pubblica e tutte le risorse aggiuntive<br />

per il 2002 saranno destinate alla valorizzazione<br />

del personale docente». Alla<br />

critiche del segretario generale della<br />

Cgil, che ha definito «un tuffo nel passato»<br />

il progetto di riforma della scuola ha<br />

risposto: «Quando un Governo si impegna<br />

a mettere nella scuola 19.000 miliardi<br />

aggiuntivi per la valorizzazione degli<br />

insegnanti e per il miglioramento della<br />

re il provvedimento «senza un confronto con le parti<br />

sociali che finora è mancato».<br />

GIUSTIZIA: APPELLO DI CIAMPI Nel settore «vitale<br />

della giustizia è essenziale che si affermi un clima<br />

più disteso e che cessino polemiche condotte<br />

con toni non conformi al rispetto della corretta dialettica<br />

istituzionale». È il forte richiamo pronunciato<br />

dal Presidente Ciampi nel corso del tradizionale incontro<br />

con le magistrature della Repubblica.<br />

ROMA, 20.<br />

L’aula della Camera ha dato il via libera<br />

al disegno di legge di bilancio, che<br />

recepisce gli effetti contabili della Finanziaria<br />

2002. Con ciò l’assemblea di Montecitorio<br />

ha compiuto l’ultimo passo nell’approvazione<br />

della manovra per l’anno<br />

prossimo. La Finanziaria passa ora all’esame<br />

del Senato (già da venerdì), che<br />

dovrebbe licenziarla entro il prossimo fine<br />

settimana. Queste le novità introdotte<br />

nella Finanziaria nel corso dell’esame<br />

della Camera che oggi ha dato il via libera<br />

alla manovra da 33.000 mld di lire:<br />

Aumento delle pensioni minime ad un<br />

milione, riforma delle fondazioni bancarie,<br />

proroga a tutto il 2002 dello sconto<br />

Irpef del 36%, con l’Iva al 10%, sulle ristrutturazioni<br />

edilizie, sanatoria a favore<br />

di chi si adegua agli studi di settore,<br />

pacchetto di agevolazioni per il settore<br />

agricolo, 1.000 mld da destinare allo sviluppo<br />

dell’imprenditoria nel Mezzogiorno<br />

attraverso i prestiti d’onore, risorse<br />

per prorogare la cassa integrazione<br />

straordinaria e la mobilità.<br />

Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi<br />

rivendica con orgoglio una maggioranza<br />

«coesa e compatta» anche nella<br />

approvazione della legge Finanziaria<br />

Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti<br />

è soddisfatto per l’approvazione<br />

della manovra ecconomica 2002. «Abbiamo<br />

alzato le pensioni — ha affermato<br />

— ad almeno 2 milioni di concittadini<br />

anziani e bisognosi. La Finanziaria è andata<br />

molto bene».<br />

CRIMINALITÀ Rapporto della Guardia di Finanza<br />

Videopoker e usura alimentano<br />

il crimine organizzato pugliese<br />

ROMA, 20.<br />

Sono l’usura e il gioco d’azzardo i<br />

nuovi affari della criminalità organizzata<br />

pugliese. È quanto emerge dalle ultime<br />

indagini compiute dalla Guardia di Finanza<br />

di Bari che ieri ha tracciato il bilancio<br />

della propria attività. Secondo il<br />

comandante regionale, generale Giulio<br />

Sbarra, il gioco d’azzardo «è un business<br />

di miliardi di lire» attraverso il quale<br />

le organizzazioni che lo gestiscono disegnano<br />

«nuovi scenari ed innovate logiche<br />

estorsive».<br />

Secondo i rapporti delle Fiamme Gial-<br />

Contrabbando<br />

dal Montenegro:<br />

24 condanne<br />

BARI, 20.<br />

Si è concluso con 24 condanne,<br />

8 rinvii a giudizio e 3 richieste di<br />

patteggiamento il procedimento a<br />

carico di 35 persone coinvolte nelle<br />

indagini su un’associazione mafiosa<br />

che avrebbe controllato da<br />

Bari l’importazione e il traffico di<br />

sigarette di contrabbando provenienti<br />

dal Montenegro. Gli imputati<br />

avrebbero anche acquisito il<br />

controllo della gestione dei videopoker<br />

di genere proibito e dello<br />

spaccio di sostanze stupefacenti<br />

(cocaina e hascisc) nel rione Carrassi<br />

di Bari.<br />

didattica non si può dire che è un tuffo<br />

nel passato ma è al contrario un guardare<br />

al futuro».<br />

Il corteo degli studenti che contestano<br />

gli Stati Generali della scuola si è diretto<br />

al Palazzo dei Congressi, presidiato all'esterno<br />

da un massiccio schieramento<br />

delle Forze dell'ordine. Alla testa del<br />

corteo c'erano vari esponenti politici di<br />

sinistra. I manifestanti hanno gridato<br />

slogan soprattutto contro il ministro<br />

Moratti e il Presidente del Consiglio Berlusconi<br />

e anche contro alcuni esponenti<br />

dei Ds, ieri soprattutto contro Folena,<br />

stamane contro D'Alema mentre hanno<br />

applaudito specialmente Bertinotti.<br />

Il prefetto di Roma Del Mese ha dichiarato<br />

che la manifestazione si è svolta<br />

senza disordini con una partecipazione<br />

di 10-15.000 persone. Per i promotori<br />

della manifestazione invece i partecipanti<br />

sarebbero molti di più. Il corteo degli<br />

studenti si è concluso in via della Civiltà<br />

del lavoro. Alcuni tafferugli hanno coinvolto<br />

al Palazzo dei Congressi le Forze<br />

dell'ordine e studenti che erano usciti<br />

dalla sala contestando il ministro Moratti.<br />

Successivamente il Presidente del<br />

Consiglio Berlusconi ha tenuto il discorso<br />

conclusivo.<br />

GIUSTIZIA Incontro coi magistrati al Quirinale<br />

Il Capo dello Stato rinnova il richiamo<br />

ad un clima più disteso<br />

e al principio della divisione dei poteri<br />

ROMA, 20.<br />

Nel settore «vitale della giustizia è essenziale<br />

che si affermi un clima più disteso<br />

e che cessino polemiche condotte<br />

con toni non conformi al rispetto della<br />

corretta dialettica istituzionale». Questo<br />

forte richiamo è stato pronunciato dal<br />

Presidente della Repubblica Carlo Azeglio<br />

Ciampi nel corso del tradizionale incontro<br />

con le magistrature della Repubblica<br />

per lo scambio degli auguri natalizi<br />

e di fine anno svoltosi ieri pomeriggio al<br />

Quirinale. Il Capo dello Stato — riferisce<br />

l'Ansa — nel pronunciare queste parole<br />

si è richiamato ad un analogo au-<br />

È legge<br />

il voto degli italiani<br />

all'estero<br />

ROMA, 20.<br />

Alle prossime elezioni politiche<br />

potranno votare anche gli italiani<br />

residenti all'estero. L'assemblea<br />

del Senato ha infatti approvato<br />

definitivamente il disegno di legge<br />

confermando il testo che aveva<br />

già ottenuto il sì della Camera. Il<br />

voto favorevole è stato quasi unanime:<br />

185 a favore, uno contrario<br />

e 10 astensioni. Gli italiani all'estero<br />

voteranno per posta, col sistema<br />

proporzionale. Potranno candidarsi<br />

solo i residenti all'estero.<br />

le «esiste un nuovo perverso rapporto<br />

tra gente di malaffare ed esercenti».<br />

Questi ultimi sarebbero costretti da<br />

gruppi criminali ad ospitare macchinette<br />

videopoker per il gioco d’azzardo, spesso<br />

truccate, in cambio di protezione per<br />

i loro locali. In sostanza attorno agli apparecchi<br />

«mangiasoldi» si innescherebbe<br />

un giro estorsivo nel quale il «pizzo» da<br />

versare ogni mese è il noleggio a guadagno<br />

zero del videogioco. Ma non è tutto.<br />

Chi spende denaro alle macchinette<br />

quasi sempre fa ricorso agli usurai che<br />

spesso sono collegati allo stesso giro<br />

d’affari dei videopoker. Genitori e parenti<br />

continuano a denunciare al «117»<br />

situazioni che vedono coinvolti i propri<br />

familiari che dilapidano il loro patrimonio<br />

al gioco.<br />

Secondo la Finanza, una macchinettatruffa<br />

consentirebbe un guadagno netto<br />

di almeno 3 milioni e 800 mila lire al<br />

mese che il gestore della sala da gioco<br />

(quando è complice) e il noleggiatore<br />

del sistema dividerebbero a metà. Nell’azione<br />

di contrasto al gioco d’azzardo<br />

le Fiamme Gialle nel 2001 hanno sequestrato<br />

334 videopoker, denunciato 106<br />

persone e scoperto un’evasione fiscale<br />

per 70 miliardi di lire.<br />

Ma la gestione del gioco d’azzardo e<br />

l’usura sono solo la punta dell’iceberg<br />

dei traffici illeciti. Nel corso dell'anno la<br />

Guardia di Finanza in Puglia ha apposto<br />

i sigilli a numerosi beni mobili e immobili<br />

compiendo sequestri per 66 miliardi<br />

di lire e confische per 16 miliardi: si<br />

tratta di appartamenti, autoveicoli, imbarcazioni,<br />

aziende commerciali e disponibilità<br />

finanziarie. Numerose inoltre le<br />

truffe ai danni dell'Unione europea.<br />

IL TRAGICO ROGO DEL SALERNITANO La procura<br />

di Salerno continua gli accertamenti sul rogo che<br />

ha distrutto il prefabbricato adibito a centro per disabili<br />

e anziani a San Gregorio Magno e nel quale<br />

sono morte diciannove persone. L’assessore regionale<br />

alla Sanità ha annunciato che saranno dismessi<br />

due centri analoghi che sorgono nel Salernitano,<br />

mentre il Governo approverà a giorni un decreto per<br />

lo smantellamento dei prefabbricati leggeri in tutta<br />

la Campania.<br />

spicio alla serenità tra politica e magistratura<br />

rivolto in precedenza dal Presidente<br />

del Senato Marcello Pera a Palazzo<br />

Madama.<br />

Nell'intervento di ieri pomeriggio il<br />

Presidente della Repubblica si è riferito<br />

anche al proprio recente richiamo al rispetto<br />

dei «principî-cardine della divisione<br />

dei poteri sanciti dalla Costituzione,<br />

che non significa — ha sottolineato —<br />

rinuncia al dialogo tra le istituzioni» ma<br />

«implica anzi, per tutti i titolari di funzioni<br />

pubbliche, la necessità della collaborazione.<br />

La libera critica — ha proseguito<br />

il Capo dello Stato — è il sale della<br />

vita democratica ma non deve mai essere<br />

portata fino al limite del disconoscimento<br />

e della violazione delle rispettive<br />

sfere di autonomia e di competenza».<br />

A questo punto il Presidente della Repubblica<br />

ha affermato: «Un caso emblematico<br />

di un modo di procedere corretto<br />

nel senso indicato si è avuto la scorsa<br />

settimana allorché il Csm, rispettando<br />

rigorosamente i confini delle proprie<br />

competenze, ha potuto esercitare quella<br />

che è una sua precisa funzione istituzionale:<br />

la difesa dell'autonomia, dell'indipendenza<br />

e del prestigio della magistratura».<br />

Il Capo dello Stato ha quindi sottolineato<br />

che «il funzionamento della giustizia,<br />

la tempestività della risposta dello<br />

Stato ai cittadini che chiedono giustizia<br />

costituisce l'indice del grado di civiltà» e<br />

ha precisato: «Per quanto riguarda il tema<br />

centrale della ragionevole durata del<br />

processo, esso fin dall'inizio del mio<br />

mandato sta in cima ai miei pensieri».<br />

Tangenti a Varese:<br />

oltre 360 anni<br />

di carcere chiesti<br />

per 69 imputati<br />

Molti i politici<br />

VARESE, 20.<br />

Oltre 360 anni di carcere sono stati<br />

chiesti per 69 imputati: sono le richieste,<br />

formulate ieri, dal Pubblico ministero<br />

nel processo per la «Tangentopoli» varesina.<br />

A giudizio alcuni tra i più importanti<br />

uomini politici varesini del periodo tra<br />

gli anni Ottanta e Novanta, accusati di<br />

aver dato vita ad un sistema di corruzione<br />

«comandato dalle allora segreterie di<br />

Dc, Psi e Pci».<br />

La condanna più severa è stata avanzata<br />

per l’ex segretario socialista Carlo<br />

Facchini (17 anni). Dieci anni e 10 mesi<br />

per l’ex segretario provinciale Dc Augusto<br />

Rezzonico, 10 anche per l’ex deputato<br />

Dc Paolo Caccia, e 13 anni per l’ex<br />

segretario Dc Antonio De Feo.<br />

Pene anche per due ex sindaci di Varese,<br />

il socialista Luciano Bronzi (12 anni)<br />

e il democristiano Maurizio Sabatini<br />

(11 anni). Pene anche per coloro che sono<br />

accusati di essere stati «gli esattori<br />

delle tangenti», Nicola Di Luccio (13 anni)<br />

e Giuseppe Bernacchi (10 anni).<br />

Le richieste dell’accusa per la rete di<br />

tangenti a Varese hanno colpito anche<br />

esponenti dell’allora Partito comunista<br />

italiano: 8 anni e 10 mesi sono stati<br />

chiesti per l’ex deputato Luigi Mombelli<br />

e 5 anni per l’ex segretario provinciale<br />

Angelo Basilico.<br />

Le accuse vanno dall’associazione per<br />

delinquere alla corruzione, dalla concussione<br />

all’abuso d’ufficio, dalla turbativa<br />

d’asta al finanziamento illecito ai partiti.<br />

La sentenza è prevista per la prossima<br />

primavera.<br />

Immigrazione: sgominata organizzazione turca<br />

TRENTO — Sono oltre 350 le persone coinvolte in un traffico di circa 15.000<br />

clandestini curdi dalla Turchia al Nord Europa attraverso l’Italia, appartenenti<br />

a un’organizzazione internazionale sgominata da un’operazione coordinata<br />

dalla Direzione distrettuale antimafia di Trento e conclusa giovedì.<br />

L’organizzazione, collegata alla mafia turca e formata soprattutto da cittadini<br />

turchi di etnia curda, avrebbe investito svariate decine di miliardi in numerose<br />

filiali europee della Western Union. Al momento gli inquirenti non<br />

hanno accertato collegamenti con il terrorismo internazionale. L’operazione<br />

conclude una prima fase avviata nel febbraio di quest’anno e che ha già<br />

portato alla firma di 34 ordinanze di custodia cautelare, 19 delle quali già<br />

eseguite, e al sequestro di un centinaio di passaporti falsi. Altre 15 persone<br />

risultano latitanti all’estero, in Turchia e in Grecia. Gli ultimi cinque arresti,<br />

fra cui due esponenti di spicco dell’organizzazione, tutti di cittadinanza turca,<br />

sono stati effettuati fra mercoledì e giovedì a Roma, Reggio Calabria e<br />

Lecce<br />

Basco rinviato a giudizio per attentato a Milano<br />

MILANO — Juan Luis Aguirre Lete, sospettato di essere un terrorista dell’Eta,<br />

è stato rinviato a giudizio giovedì con l’accusa di strage e porto e detenzione<br />

di esplosivi per l’attentato del 3 agosto ’91 al Banco Exterior de<br />

Espana in piazza Diaz a Milano e per l’ordigno inesploso trovato davanti all’ufficio<br />

turistico di via Del Don 5, sempre nella stessa giornata. Lo ha deciso<br />

il gup Guido Piffer, che ha fissato il processo per il 26 novembre 2002<br />

davanti alla seconda Corte d’Assise di Milano.<br />

Aerei: sciopero generale di 8 ore il 18 gennaio<br />

ROMA — I sindacati dei lavoratori del trasporto aereo hanno proclamato<br />

per il 18 gennaio uno sciopero generale di otto ore. Il fermo sarà dalle 10<br />

alle 18. La proclamazione del fermo avviene dopo il differimento proclamato<br />

dal ministro dei Trasporti per lo sciopero che era stato indetto per il 17 dicembre.<br />

Ad annunciare la nuova data dello sciopero sono state nove sigle<br />

sindacali dei trasporti (Silt-Cgil, Fit-Cisl, Uil Traspeorti, Ugl, Anpac, Up, Anpav,<br />

Atv e Sulta) che prevedono la possibilità di proclamare anche un altro<br />

sciopero generale di tutto il settore.


<strong>L'OSSERVATORE</strong><strong>ROMANO</strong><br />

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Extra Europa L. 6.000 - US$ 4,00<br />

Anno CXLI - N. 293 (42.931) CITTÀ DEL VATICANO Sabato 22 Dicembre 2001<br />

ARGENTINA Soverchiato dalle proteste di piazza della popolazione<br />

Il Presidente de la Rúa<br />

costretto alle dimissioni<br />

BUENOS AIRES, 21.<br />

Il Presidente dell'Argentina,<br />

Fernando de la<br />

Rúa, si è dimesso ieri dalla<br />

carica, soverchiato da<br />

un'ondata di proteste sociali<br />

e di violenze di piazza<br />

che l'imposizione dello<br />

stato d'assedio non era<br />

riuscita ad arginare. De<br />

la Rúa, eletto nel 1999,<br />

aveva ancora a disposizione<br />

due anni di mandato<br />

presidenziale. Ha preso<br />

la drammatica decisione<br />

di uscire di scena dopo<br />

aver verificato che la<br />

sua proposta di condividere<br />

il potere con l’opposizione<br />

in un Governo di<br />

unità nazionale era stata<br />

respinta dai dirigenti del<br />

«partito giustizialista» (Pj,<br />

peronista).<br />

«Il nostro partito non parteciperà mai<br />

ad alcuna forma di Governo in cogestione»,<br />

aveva proclamato il presidente del<br />

gruppo peronista alla Camera dei deputati,<br />

Hugo Roggiero, invitando de la<br />

Rúa a «dare una prova di coraggio assumendosi<br />

le proprie responsabilità». E così,<br />

mentre Buenos Aires contava i suoi<br />

morti (25 nelle ultime 48 ore) ed appariva<br />

devastata e in fiamme per i saccheggi<br />

e gli scontri, il Capo dello Stato ha scritto<br />

al Presidente del Senato Ramón Puerta<br />

(peronista) comunicandogli la volontà<br />

di rimettere il mandato, nella speranza<br />

che «la decisione contribuisca alla pace<br />

sociale e alla continuità istituzionale della<br />

Repubblica».<br />

Mancando un vice Presidente — il titolare<br />

della carica Carlos Alvarez si era<br />

dimesso nell’ottobre del 2000 — i massi-<br />

MEDIO ORIENTE Dopo un duro confronto con Arafat<br />

Hamas annuncia la sospensione<br />

degli attacchi contro Israele<br />

TEL AVIV, 21.<br />

Il movimento fondamentalista Hamas<br />

ha annunciato la sospensione degli attacchi<br />

contro Israele. Lo hanno annunciato<br />

i vertici dell'organizzazione aggiungendo<br />

che un dirigente del gruppo, Abdel<br />

Aziz Rantisi, intende consegnarsi alla<br />

polizia dell'Autorità Palestinese (Ap) che<br />

da giorni cerca di fermarlo. La decisione<br />

di Hamas giunge dopo gli scontri degli<br />

ultimi giorni tra militanti di Hamas e<br />

agenti di polizia dell'Ap. In un primo<br />

momento, infatti, il gruppo estremista<br />

non aveva aderito alla tregua chiesta dal<br />

Presidente dell'Ap, Yasser Arafat, in un<br />

discorso televisivo.<br />

Cauta la prima reazione di Tel Aviv.<br />

Un portavoce del Ministro della difesa,<br />

Benyamin Ben Eliezer, ha affermato che<br />

«Israele si riserva di esaminare sulla base<br />

dei fatti sul terreno» lo sforzo reale<br />

prodotto da Arafat per garantire il cessate-il-fuoco.<br />

L’annuncio di Hamas, ha rilevato<br />

il portavoce, non significa infatti<br />

la sospensione di attentati nei Territori.<br />

Sotto le pressioni degli Stati Uniti, intanto,<br />

Arafat ha avviato una campagna<br />

di arresti di terroristi della quale hanno<br />

fatto le spese anche alcuni membri di<br />

Hamas. Questo tipo di politica, se da<br />

una parte ha riaccreditato il Presidente<br />

dell'Ap sul piano internazionale, dall'altra<br />

ha causato scontri tra palestinesi all'interno<br />

dei Territori, nei quali sono<br />

morte due persone e altre cinquanta sono<br />

rimaste ferite. Nella Striscia di Gaza<br />

oltre cinquecento dimostranti simpatizzanti<br />

di Hamas hanno dato l’assalto alla<br />

stazione di polizia dell'Ap di Dir Al Ballah,<br />

dove erano detenuti alcuni loro<br />

Un supermercato saccheggiato e dato alle fiamme a Buenos Aires<br />

compagni. Disordini si sono verificati<br />

anche a Tulkarem, in Cisgiordania, dove<br />

due persone sono rimaste ferite in scontri<br />

a fuoco fra agenti della sicurezza palestinesi<br />

e militanti radicali di Al Fatah.<br />

A Gaza la situazione è molto tesa dopo<br />

l'uccisione da parte della polizia dell'Autorità<br />

Palestinese del sedicenne Muhammed<br />

Muqayed, un membro del braccio<br />

armato di Hamas che si accingeva a<br />

sparare colpi di mortaio contro una colonia<br />

ebraica.<br />

Sul fronte internazionale, intanto,<br />

l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite<br />

riunita in seduta d’emergenza ha approvato<br />

una risoluzione, senza valore<br />

vincolante, che sottolinea il «ruolo centrale»<br />

del Presidente dell'Autorità Palestinese<br />

(Ap), Yasser Arafat, negli sforzi<br />

diplomatici per fermare gli scontri in<br />

Medio Oriente. L’organismo è tornato a<br />

riunirsi ieri dopo che sabato gli Stati<br />

Uniti hanno posto il veto ad una risoluzione<br />

simile del Consiglio di Sicurezza,<br />

che avrebbe avuto valore vincolante.<br />

L’Amministrazione di Arafat, si legge<br />

nel documento, identico nella formulazione<br />

al testo rigettato dagli Usa, resta<br />

«indispensabile e legittima protagonista<br />

del processo di pace e deve essere conservata<br />

in pieno». Nella risoluzione gli<br />

insediamenti ebraici in aree palestinesi<br />

sono definiti «illegali» e di «ostacolo alla<br />

pace». Una seconda risoluzione appoggia<br />

una dichiarazione adottata il 5 dicembre<br />

da una conferenza a Ginevra in<br />

cui si chiede alla «potenza occupante»<br />

(Israele) di evitare «uccisioni deliberate,<br />

torture e restrizioni ingiustificate dei<br />

movimenti». Gli Usa e Israele hanno votato<br />

contro entrambe le risoluzioni.<br />

mi poteri sono stati assunti<br />

provvisoriamente<br />

dallo stesso Puerta. Una<br />

apposita legge costituzionale<br />

prevede che la scelta<br />

del successore del Presidente<br />

sia affidata all'Assemblea<br />

legislativa, formata<br />

dalle due Camere<br />

riunite. L'Alto consesso<br />

ha a disposizione due soluzioni:<br />

conferire la Presidenza<br />

a Puerta (o in alternativa<br />

a un altro parlamentare<br />

o a un governatore<br />

di provincia) fino all'esaurimento<br />

del mandato<br />

presidenziale in corso;<br />

oppure indire elezioni<br />

presidenziali anticipate.<br />

Fonti ufficiali hanno annunciato<br />

che l'Assemblea<br />

legislativa si riunirà in<br />

giornata e la decisione è<br />

attesa nel giro di due giorni.<br />

Intanto, mentre si prepara la successione<br />

al vertice politico del Paese, resta<br />

il problema urgente di riportare l’ordine<br />

pubblico sotto controllo, perché nonostante<br />

l’introduzione mercoledì dello stato<br />

d'assedio i saccheggi ai supermercati<br />

e i vandalismi nella capitale e in numerose<br />

città sono continuati senza sosta. E<br />

la protesta di piazza, motivata inizialmente<br />

dalla miseria e dalla fame, ha assunto<br />

progressivamente un carattere<br />

marcatamente politico. Nelle ultime 48<br />

ore, gli scontri tra i manifestanti e le<br />

forze dell'ordine hanno provocato 25<br />

morti, circa 350 feriti e tremila arresti.<br />

A Buenos Aires sono stati assaltati magazzini<br />

alimentari, banche e la sede dell'«unione<br />

civica radicale» (Ucr), il partito<br />

di de la Rúa. La storica Plaza de Mayo<br />

è stata teatro di autentiche battaglie tra<br />

reparti a cavallo della polizia e gruppi di<br />

manifestanti; in molte strade sono state<br />

erette barricate, distrutte auto e dati alle<br />

fiamme pneumatici. Agitatori professionisti,<br />

inseritisi nella protesta popolare,<br />

hanno dato vita ad azioni di guerriglia<br />

urbana, alle quali — secondo la stampa<br />

argentina — le forze dell'ordine avrebbero<br />

reagito con eccessiva violenza.<br />

Ma, soprattutto, occorre affrontare la<br />

drammatica crisi economico-sociale che<br />

ha innescato la rivolta popolare. Il futuro<br />

nuovo Governo dovrà decidere se<br />

continuare la politica di quello uscente<br />

che tante critiche ha suscitato, o imprimere<br />

una drastica svolta per rilanciare<br />

immediatamente consumi e produzione.<br />

Questo, visto anche il progressivo impoverimento<br />

del Paese, la crescente disoccupazione<br />

e le gravi carenze sociali. In<br />

questo contesto, si dovrà decidere la<br />

sorte della convertibilità, il meccanismo<br />

valutario inventato dall'ex Ministro dell'economia<br />

Domingo Cavallo che assicura<br />

parità fissa fra peso e dollaro e che<br />

impedisce, senza una specifica legge,<br />

una fluttuazione della moneta nazionale.<br />

Secondo gli esperti, la parità tra peso e<br />

dollaro dovrebbe avere i giorni contati<br />

ed essere seguita da una svalutazione.<br />

In attesa di una qualche decisione, oggi<br />

le banche sono rimaste chiuse.<br />

I drammatici sviluppi della crisi argentina<br />

vengono seguiti con preoccupazione<br />

dalla comunità internazionale. A<br />

Washington, il portavoce della Casa<br />

Bianca, Ari Fleischer, ha dichiarato che<br />

il Presidente Bush auspica che il Paese<br />

latinoamericano esca «da questa difficile<br />

situazione per approdare a una crescita<br />

economica sostenibile».<br />

INDIA-PAKISTAN Si esaspera ulteriormente la tensione al confine del Kashmir<br />

Islamabad denuncia bombardamenti su villaggi frontalieri<br />

ISLAMABAD, 21.<br />

S'inasprisce sempre di più la tensione<br />

tra India e Pakistan. Poche ore dopo le<br />

notizie riferite ieri mattina dall'agenzia<br />

di stampa «France Presse» di un consistente<br />

dispiegamento di carri armati ed<br />

altri veicoli militari indiani a Jodhpur,<br />

nello Stato frontaliero del Rajastan, le<br />

autorità di Islamabad hanno denunciato<br />

chel'artiglieriaindianaha colpito villaggi<br />

pakistani oltre la frontiera del Kashmir.<br />

Un altoresponsabiledellapolizia pakistana,<br />

Sardar Faheem Ahmed, ha dichiarato<br />

che i bombardamenti indiani hanno<br />

ferito gravemente unbambinoe un adultonelvillaggiodiBandalaMera,nelsetto-<br />

È morto Léopold<br />

Sédar Senghor,<br />

il «poeta<br />

della negritudine»<br />

di CLAUDIO TOSCANI<br />

Pagina 3<br />

re diSamahni.Sempresecondo Ahmed,<br />

sonostati colpiti anche i villaggi di Khuiratta<br />

e Nakyal, nel distretto di Kotli.<br />

Da parte sua, il Governo dell’India ha<br />

fatto sapere che non fornirà a quello del<br />

Pakistan l’esito delle indagini sull’attentato<br />

del 13 dicembre scorso contro il<br />

Parlamento di Nuova Delhi. Nirupama<br />

Rao, portavoce del Ministro degli esteri,<br />

ha rifiutato l’ipotesi formulata dagli Stati<br />

Uniti di consegnare al Presidente pachistano<br />

Pervez Musharraf le prove finora<br />

raccolte sul sostegno dei servizi segreti<br />

pakistani al gruppo Lashkar-i-Taiba,<br />

l'organizzazione di secessionisti islamici<br />

del Kashmir, con basi in Pakistan, ritenuta<br />

responsabile dell'attacco. «Mostreremo<br />

gli elementi in nostro possesso agli<br />

amici ed ai partner uniti con noi nella<br />

lotta al terrorismo» ha detto Rao.<br />

Riguardo alla possibilità di tenere un<br />

incontro bilaterale tra il Primo Ministro<br />

indiano Atal Behari Vajpayee e Musharraf<br />

durante il vertice dei Paesi dell’Asia<br />

meridionale previsto per gennaio a Kathmandu,<br />

in Nepal, Rao ha affermato<br />

che la questione non si porrà finché il<br />

Governo del Pakistan non adotterà misure<br />

significative per fermare i gruppi<br />

terroristici che dal suo territorio operano<br />

contro l’India.<br />

Colloqui a Pechino del leader pakistano Musharraf<br />

La Cina invita alla moderazione<br />

CREDENZIALI Il Papa al nuovo Ambasciatore di Bulgaria presso la Santa Sede<br />

Il mondo ha bisogno di ascoltare<br />

la voce di uomini di dialogo<br />

Desidero ardentemente che ciò avvenga<br />

il prossimo 24 gennaio quando si riuniranno ad Assisi,<br />

per una giornata di preghiera in favore della pace,<br />

i responsabili religiosi del mondo intero<br />

«Il mondo attuale,<br />

sfidato dai conflitti<br />

e dalla cieca<br />

violenza del terrorismo,<br />

ha grande bisogno<br />

di ascoltare<br />

la voce di uomini<br />

di dialogo e di artefici<br />

di pace». Lo<br />

sottolinea Giovanni<br />

Paolo II nel discorso<br />

al nuovo Ambasciatore<br />

di Bulgaria<br />

presso la Santa Sede,<br />

S.E. il Signor<br />

Vladimir Nikolaev<br />

Gradev, il quale,<br />

nella mattina di venerdì<br />

21 dicembre,<br />

ha presentato le<br />

Lettere Credenziali<br />

con cui viene accreditato<br />

nell'alto<br />

ufficio. «Desidero<br />

ardentemente — auspica il Santo Padre — che ciò avvenga<br />

il prossimo 24 gennaio, quando si riuniranno ad Assisi, per<br />

una giornata di preghiera in favore della pace, i responsabili<br />

religiosi del mondo intero». Giovanni Paolo II esprime<br />

poi il vivo desiderio di recare visita al «caro» popolo bulgaro,<br />

venendo prossimamente in Bulgaria, al fine di incontrare<br />

le autorità civili, di intrattenersi con i responsabili religiosi,<br />

soprattutto quelli della Chiesa cattolica e della Chiesa<br />

ortodossa, e allo scopo di esprimere ai fedeli cattolici la<br />

sua sollecitudine pastorale. Il Papa richiama l'azione apo-<br />

L'udienza del Papa all'Azione Cattolica Ragazzi<br />

al Coro della «Società Alpinisti Tridentini», all'Associazione «Amici del presepio»<br />

La pace è frutto e opera della giustizia e dell'amore<br />

La pace è frutto e opera della giustizia<br />

e dell'amore. Lo ha detto Giovanni<br />

Paolo II al gruppo dell'Azione<br />

Cattolica Ragazzi ricevuto in udienza,<br />

nella mattina di venerdì 21 dicembre,<br />

nella Sala Clementina. All'incontro<br />

con il Santo Padre hanno partecipato<br />

il Coro della «Società Alpinisti Tridentini»,<br />

e membri dell'Associazione<br />

«Amici del Presepio» da Torre del Greco.<br />

«Ho appreso con piacere della vostra<br />

iniziativa... denominata “Mese<br />

della pace” — ha detto il Papa all'ACR<br />

—, che vi apprestate a porre in atto<br />

durante il gennaio prossimo. Realizzatela<br />

con entusiasmo e generosità. Essa<br />

è come un invito alla pace che, fatto<br />

da voi, acquista la forza di una supplica<br />

convincente, perché la “misura<br />

nuova” del Regno di Dio si scorge pure<br />

nella “piccolezza” dei bambini». Rivolgendo<br />

poi parole di benvenuto ai<br />

componenti del coro «Società Alpinisti<br />

Tridentini», in questi giorni a Roma<br />

per il 75° di fondazione, il Santo Padre<br />

ha sottolineato l'importanza del canto,<br />

«singolare via per innalzare al Creatore<br />

l’inno di lode e di ringraziamento<br />

per le meraviglie del suo amore». Infine<br />

il Papa ha salutato i membri del-<br />

PECHINO, 21.<br />

La tensione fra India e Pakistan è stata uno dei principali argomenti<br />

dei colloqui a Pechino tra il Presidente cinese Jiang Zemin e il Presidente<br />

pakistano Pervez Musharraf, giunto ieri nella capitale cinese per una<br />

visita di cinque giorni. In merito, la Cina ha ribadito l’invito alla moderazione<br />

sia al Governo di Islamabad sia a quello di Nuova Delhi, secondo<br />

quanto riferito oggi dal portavoce del Ministero degli esteri cinese<br />

Sun Guoxiang in una conferenza stampa.<br />

Nei colloqui tra i due Presidenti si è affrontata anche la questione afghana<br />

ed entrambi hanno espresso il loro sostegno per il Governo di<br />

transizione di Hamid Karzai, uscito dalla conferenza tenuta a Bonn il<br />

mese scorso tra le varie fazioni afghane, Governo che si insedierà domani.<br />

Il portavoce cinese ha aggiunto che Jiang Zemin ha promesso<br />

aiuti all'Afghanistan per tre milioni e seicentomila dollari.<br />

Musharraf ha in agenda incontri anche con il Primo Ministro Zhu<br />

Rongji, con il Presidente del Parlamento Li Peng e con il Vicepresidente<br />

Hu Jintao, che dovrebbe succedere a Jiang il prossimo anno. La visita<br />

del Presidente pachistano è la prima in Cina dopo gli attentati dell’11<br />

settembre e ha anche lo scopo di rassicurare la dirigenza cinese sulla<br />

solidità dei legami con il Pakistan, indipendentemente dai nuovi rapporti<br />

stretti con gli Stati Uniti.<br />

Ieri sono stati tra l'altro firmati tra Cina e Pakistan sette memorandum<br />

per accordi in progetti energetici e scientifici e per crediti su miniere<br />

di rame e d'oro.<br />

l’Associazione «Amici del presepio»<br />

provenienti da Torre del Greco, compiacendosi<br />

per il bel presepe che hanno<br />

realizzato nella Sala Clementina.<br />

«Vi incoraggio — ha detto loro — a<br />

NOSTRE<br />

INFORMAZIONI<br />

IlSantoPadreharicevutooggi in udienza<br />

SuaEminenzaReverendissimail Signor<br />

Cardinale Camillo Ruini, Suo Vicario Generale<br />

perla DiocesidiRoma e Presidente<br />

della Conferenza Episcopale Italiana, con<br />

Sua EccellenzaReverendissimaMonsignor<br />

Francesco Lambiasi, Vescovo di Anagni-<br />

Alatri e Assistente Ecclesiastico Generale<br />

dell'Azione Cattolica Italiana, con la Dottoressa<br />

Paola Bignardi, Presidente Nazionale<br />

dell'Azione Cattolica Italiana.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina<br />

in udienza Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Jean-Paul Gobel, Arcivescovo<br />

titolare di Galazia in Campania,<br />

Nunzio Apostolico in Nicaragua.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina<br />

in udienza l'Onorevole Dottor Marcello<br />

Pera, Presidente del Senato della Repubblica<br />

Italiana.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia<br />

al governo pastorale della Diocesi di Sakania-Kipushi<br />

(Repubblica Democratica<br />

stolica di due apostoli<br />

del secolo<br />

scorso: Mons. Angelo<br />

Roncalli, che<br />

fu Visitatore apostolico,<br />

poi Delegato<br />

apostolico a Sofia<br />

per molti anni<br />

prima di divenire<br />

suo venerato predecessore<br />

beato<br />

Giovanni XXIII, e<br />

Mons. Eugène Bossilkov,<br />

Vescovo e<br />

martire della fede,<br />

anch'egli beato. «In<br />

loro — afferma il<br />

Santo Padre — la<br />

vostra nazione riconosce<br />

dei veri<br />

servitori del Vangelo<br />

per il popolo<br />

bulgaro». Giovanni<br />

Paolo II rivolge poi<br />

il pensiero alla comunità cattolica di differenti riti che vive<br />

in Bulgaria. «Ella — rileva il Papa — è certo poco numerosa,<br />

in un Paese a maggioranza ortodossa, ma è ben viva<br />

e desidera intrattenere buone relazioni con tutte le tradizioni<br />

religiose presenti nel Paese». Il Papa saluta quindi «i suoi<br />

Vescovi e i suoi preti, i religiosi e le religiose, e tutti i fedeli<br />

laici, rendendo grazie per la loro fedeltà a Cristo e alla<br />

Chiesa cattolica».<br />

Pagina 5<br />

proseguire nel vostro impegno di promuovere<br />

la tradizionale rappresentazione<br />

della nascita di Cristo».<br />

Pagina 4<br />

del Congo), presentata da Sua Eccellenza<br />

Reverendissima Monsignor Elie Amsini<br />

Kisawaya, in conformità al canone 401 §<br />

2 del Codice di Diritto Canonico.<br />

. .<br />

Provvista di Chiesa<br />

Il Santo Padre ha nominato Arcivescovo<br />

Metropolita di Bordeaux Sua Eccellenza<br />

Reverendissima Monsignor Jean-Pierre<br />

Ricard, finora Vescovo di Montpellier.<br />

. .<br />

IlSantoPadrehanominatoMembro del<br />

Pontificio Consiglio delle Comunicazioni<br />

Sociali l’Illustrissimo Dottor Ismar de Oliveira<br />

Soares, Presidente dell’«International<br />

Catholic Union of the Press» (UCIP).<br />

. .<br />

Predica d'Avvento<br />

Questa mattina, 21 dicembre, nella<br />

Cappella «Redemptoris Mater», alla presenza<br />

del Santo Padre, il Predicatore della<br />

Casa Pontificia, Padre Raniero Cantalamessa,<br />

O.F.M. Cap., ha tenuto la terza<br />

predica d'Avvento.


DAL MONDO<br />

PAGINA<br />

2 .<br />

in primo piano<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 22 Dicembre 2001<br />

AFGHANISTAN Il Consiglio di sicurezza dell'Onu<br />

ha approvato il mandato della forza multinazionale<br />

da dispiegare a Kabul, dove domani si insedierà il<br />

nuovo Governo. Prosegue intanto la caccia ad Osama<br />

bin Laden e ai terroristi di «Al Qaeda». A Bruxelles<br />

si è aperta la prima riunione di donatori per<br />

definire costi e priorità della ricostruzione.<br />

TERRORISMO La Casa Bianca blocca i fondi di<br />

due organizzazioni islamiche pakistane accusate di<br />

AFGHANISTAN/1 Il comando del contingente sarà affidato alla Gran Bretagna<br />

Il Consiglio di sicurezza approva<br />

il mandato della forza di pace<br />

A Tora Bora<br />

si cercano<br />

ancora tracce<br />

di bin Laden<br />

KABUL, 21.<br />

Mentre un’avanguardia della<br />

forza di pace internazionale composta<br />

da 250 marines britannici<br />

sbarca a Kabul, con l’avallo del<br />

Consiglio di sicurezza delle Nazioni<br />

Unite, sul terreno continua la<br />

caccia a bin Laden e ai terroristi<br />

di «Al Qaeda». Le forze statunitensi<br />

sono tuttora impegnate nelle<br />

ricerche nelle caverne delle valli<br />

di Tora Bora, sui Monti Bianchi<br />

dell’Afghanistan orientale. Proseguono<br />

intanto gli interrogatori dei<br />

prigionieri, selezionati fra le migliaia<br />

di Taleban e di terroristi fatti<br />

prigionieri.<br />

I marines Usa, attualmente di<br />

stanza a Campo Rinoceronte, una<br />

base allestita un centinaio di chilometri<br />

a Sud-Est di Kandahar,<br />

potrebbero presto raggiungere l’area<br />

di Tora Bora, per mettersi in<br />

caccia di bin Laden o almeno alla<br />

ricerca di tracce del principale responsabile<br />

degli attacchi terroristici<br />

dell’11 settembre. Il generale<br />

Tommy Franks, il comandante<br />

della campagna «Enduring Freedom»,<br />

intende utilizzare i marines<br />

e anche truppe dell’esercito per<br />

ispezionare e scandagliare le caverne<br />

di Tora Bora che sono state<br />

bombardate. Si tratta, in alcuni<br />

casi, di scavare i cunicoli che sono<br />

rimasti interrati, per scoprire<br />

se e chi vi sia eventualmente rimasto<br />

sepolto. I militari statunitensi<br />

stanno anche vagliando e selezionando<br />

il materiale recuperato<br />

all’interno delle caverne abbandonate<br />

dai combattenti di «Al Qaeda».<br />

Il loro lavoro, ha riferito il<br />

Segretario Usa alla difesa, Donald<br />

Rumsfeld, è ostacolato dal cattivo<br />

tempo e dall’oscurità, in queste<br />

giornate che sono le più brevi dell’anno.<br />

Finora, l’esplorazione delle<br />

caverne «ad una ad una» è stata<br />

affidata ai commandos delle forze<br />

speciali presenti nella regione (un<br />

centinaio di uomini) e agli anti<br />

Taleban, che stanno però progressivamente<br />

abbandonando l’opera.<br />

Ma l’ordine che arriva da Washington,<br />

via Tampa, in Florida, dove<br />

c’è il comando centrale delle forze<br />

speciali, è di continuare a cercare<br />

informazioni e a braccare<br />

bin Laden. Centinaia di militari<br />

pakistani sono intanto attivamente<br />

impegnati nella ricerca dei combattenti<br />

di «Al Qaeda» evasi mercoledì<br />

dopo aver ucciso le loro<br />

guardie, sulle impervie montagne<br />

di Mondan in una zona tribale del<br />

Pakistan al confine con l’Afghanistan.<br />

Militanti fedeli a Osama bin<br />

Laden, catturati mentre cercavano<br />

di passare la frontiera pakistana<br />

dopo essere fuggiti dalla base<br />

di Tora Bora, sono riusciti a scappare<br />

mentre venivano trasferiti<br />

con un autobus in una prigione<br />

locale. I 48 uomini hanno disarmato<br />

le guardie e ingaggiato una<br />

battaglia, nella quale sono morti<br />

almeno sette militari pakistani e<br />

sei mercenari.<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

TIPOGRAFIA VATICANA<br />

EDITRICE<br />

«<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong>»<br />

Redazione:<br />

via del Pellegrino<br />

00120 Città del Vaticano<br />

Segreteria di Redazione:<br />

Tel. 06.698.83461/06.698.84442<br />

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Servizi fotografici<br />

de «L'Osservatore Romano»<br />

a cura di Arturo Mari<br />

Le foto dell'attività della Santa Sede<br />

sono del SERVIZIO FOTOGRAFICO<br />

de «L'Osservatore Romano»<br />

Tel. 06.698.84797 - Fax 06.698.84998<br />

E-mail: photo@ossrom.va<br />

.<br />

NEW YORK, 21.<br />

Il Consiglio di sicurezza<br />

delle Nazioni Unite ha<br />

ieri approvato all’unanimità<br />

il mandato della forza<br />

multinazionale di pace<br />

che dovrà garantire sicurezza<br />

e stabilità in Afghanistan<br />

nel periodo del<br />

Governo di transizione,<br />

guidato da Hamid Karzai,<br />

che si insedierà domani.<br />

Il mandato iniziale<br />

della nuova forza, denominata<br />

«International security<br />

assistance force»<br />

(Isaf) è di sei mesi con<br />

possibilitàdirinnovo,ed è<br />

posto sotto l’ombrello del<br />

capitolo 7 della Carta delle<br />

Nazioni Unite che autorizza<br />

l’uso della forza.<br />

La Gran Bretagna, che<br />

avrà la guida del contin-<br />

gente, ha pronosticato che la forza arriverà<br />

a raggiungere i 5.000 uomini col<br />

contributo volontario di diversi Paesi.<br />

Nel dispositivo emesso ieri dal Consiglio<br />

di sicurezza dell'Onu con il voto che<br />

avalla la formazione del contingente internazionale,<br />

le varie fazioni afghane<br />

vengono inoltre invitate «a ritirare tutte<br />

le unità militari da Kabul». I primi reparti<br />

dell’«Isaf» — 250 marines britannici<br />

— prenderanno servizio domani,<br />

quando a Kabul s’insedierà l'Esecutivo<br />

voluto con l’accordo sottoscritto a Bonn<br />

dalle fazioni afghane per la ricostruzione<br />

politica del Paese. Il mandato dell’«Isaf»,<br />

come prevede il documento approvato<br />

dai 15 Paesi membri del Consiglio di sicurezza<br />

che afferma l’impegno per mantenere<br />

«la sovranità, l’indipendenza, l’integrità<br />

territoriale e l’unità nazionale<br />

dell’Afghanistan», sarà limitato alla sola<br />

area di Kabul. Avrà inoltre una durata<br />

di sei mesi, per esser poi rinnovato, se<br />

necessario. Compito principale del contingente<br />

sarà il mantenimento della sicurezza<br />

nella capitale e un contributo alla<br />

protezione degli edifici del Governo ad<br />

interim. Nel documento non si specifica<br />

la consistenza dell’«Isaf» che l’Alleanza<br />

del Nord, la compagine politica più potente<br />

nell’arco delle forze afghane, vorrebbe<br />

limitare a 1.000 uomini. La formula<br />

ampia del documento, stando a<br />

fonti diplomatiche del Palazzo di Vetro<br />

— riprese dall'agenzia «Ansa» — dovrebbe<br />

però lasciare spazio al compromesso:<br />

alla formazione cioè di un corpo di pace<br />

di mille uomini, che potrà però contare<br />

su altri reparti di supporto logistico. Dotati<br />

di armi leggere, i membri dell’«Isaf»<br />

saranno impegnati soprattutto in mansioni<br />

di guardia e di pattugliamento. Potranno<br />

usare le armi per far rispettare<br />

l’ordine ma non potranno disarmare gli<br />

afghani.<br />

Dal contingente è esclusa la presenza<br />

degli Stati Uniti che in Afghanistan intendono<br />

mantenere una presenza militare<br />

autonoma. Appare improvvisamente<br />

in forse — come segnala ancora l'«Ansa»<br />

— la partecipazione della Germania<br />

che, dopo aver ospitato a Bonn le fazioni<br />

afghane alla ricerca di un accordo ed<br />

aver promosso la necessità di questa forza,<br />

dissente ora su un aspetto cruciale<br />

delle sue responsabilità. In una lettera<br />

inviata mercoledì al Consiglio di sicurezza<br />

dal Ministro degli esteri, Jack Straw,<br />

Londra ha infatti reso nota l'intenzione<br />

di trasferire alle forze statunitensi sul<br />

campo il comando dell’«Isaf», nel caso<br />

scoppiassero conflitti interetnici o disordini<br />

incontrollabili. Berlino pretende invece<br />

una netta separazione fra la forza<br />

di pace multinazionale e le truppe Usa<br />

impegnate nella lotta al terrorismo. Lon-<br />

PUBBLICITÀ:<br />

PUBBLIETICA s.r.l.<br />

20121 Milano - Piazza Cavour, 3<br />

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AZIENDE PROMOTRICI DELLA DIFFUSIONE DE <strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong><br />

ALITALIA – INTESABci – VOBIS – ADVENIA<br />

Pubblietica sta lavorando ad un progetto teso all'incremento della diffusione de<br />

L'Osservatore Romano in collaborazione con alcune primarie aziende italiane.<br />

Lo sforzo del quotidiano della Santa Sede per diffondere la parola del Papa, soprattutto in<br />

questo particolare momento storico, può infatti essere validamente sostenuto da quanti<br />

condividono i valori propugnati dalla Chiesa cattolica.<br />

Alcune aziende hanno scelto L'Osservatore Romano come mezzo privilegiato e qualificato<br />

per divulgare il loro messaggio pubblicitario. Saranno queste aziende —<br />

sottoscrittrici di numerosi abbonamenti — a diffondere all'interno del proprio<br />

mondo di riferimento (sedi, clienti, collaboratori), questo giornale, questi valori.<br />

terrorismo. Secondo il Governo di Washington, una<br />

delle due, il gruppo Umnah Tamir i-Nau, avrebbe<br />

fornito ad Osama bin Laden i mezzi per costruire armi<br />

atomiche.<br />

USA Sembra destinato alla bocciatura il piano<br />

per stimolare l'economia nazionale presentato dall'Amministrazione<br />

Usa. La maggioranza democratica<br />

al Senato si mostra infatti compatta nel respingere i<br />

provvedimenti proposti dal Presidente George W.<br />

Bush giudicandoli più benefici per le aziende che<br />

non per i cittadini.<br />

HAITI È stato arrestato in Ecuador Guy Philippe,<br />

l’ex commissario di polizia haitiano considerato l’ispiratore<br />

del recente tentativo di colpo di Stato.<br />

GERMANIA Un accordo per il nuovo Governo regionale<br />

di Berlino è stato raggiunto tra i socialdemocratici<br />

della Spd e i neocomunisti della Pds.<br />

AFGHANISTAN/2 Aperta a Bruxelles la prima riunione dei donatori<br />

La comunità internazionale definisce<br />

costi e priorità della ricostruzione<br />

BRUXELLES, 21.<br />

La comunità internazionale<br />

mette a punto i<br />

piani di ricostruzione dell'Afghanistan<br />

e incomincia<br />

a precisare la valutazione<br />

dei costi. Ieri sera<br />

si è aperta a Bruxelles la<br />

prima conferenza dei donatori<br />

internazionali. Secondo<br />

le stime presentate<br />

all'incontro dal Programma<br />

dell'Onu per lo Sviluppo,<br />

dalla Banca Mondiale<br />

e dalla Banca Asiatica,<br />

saranno necessari nei<br />

prossimi trenta mesi tra i<br />

due e i tre miliardi di dollari.<br />

Fra le priorità a breve<br />

termine, le tre istituzioni<br />

indicano la creazione<br />

di 100.000 impieghi<br />

Il voto del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite «lavoro contro cibo», l’al- Nel campo di Sar-e-Pul sono raccolte duemila famiglie di profughi afghani<br />

dra ha chiarito peraltro di voler limitare<br />

a tre mesi il suo ruolo guida dell’«Isaf».<br />

Cosa che ha spinto la Francia a ipotizzare<br />

un ritiro dei propri reparti e la Turchia<br />

a candidarsi per coprire l'eventuale<br />

vuoto britannico. Uscendo dalla sala del<br />

Consiglio di sicurezza, l’Ambasciatore<br />

statunitense all’Onu, John Negroponte,<br />

ha sottolineato che fra sei mesi, quando<br />

si discuterà del rinnovo del mandato, si<br />

ridiscuterà anche l’accordo con la Gran<br />

Bretagna per il passaggio del comando<br />

agli Usa, qualora la situazione divenisse<br />

incontrollabile.<br />

STATI UNITI Una avrebbe fornito ad «Al Qaeda» i mezzi per costruire armi atomiche<br />

Terrorismo: la Casa Bianca blocca i fondi<br />

di due organizzazioni islamiche pakistane<br />

WASHINGTON, 21.<br />

Il Governo di Washington<br />

ha annunciato ieri il<br />

congelamento dei beni di<br />

altre due organizzazioni,<br />

per precisione due gruppi<br />

pakistani, accusati di finanziare<br />

il terrorismo internazionale.<br />

Il Presidente<br />

statunitense George W.<br />

Bush ha dichiarato, in<br />

particolare, che il gruppo<br />

Umnah Tamir i-Nau<br />

(Utn) è sospettato di aver<br />

fornito informazioni su<br />

come costruire armi nucleari<br />

a Osama bin Laden,<br />

il capo dell'organizzazione<br />

terroristica «Al<br />

Qaeda», responsabile dei<br />

terrificanti attentati dell'11<br />

settembre. L'altra organizzazione<br />

segnalata da<br />

Bush è Lashkar-i-Taiba,<br />

un gruppo secessionista islamico del Kashmir<br />

indiano, con basi in Pakistan, che<br />

il Governo di Nuova Delhi ritiene responsabile<br />

del cruento attentato della<br />

settimana scorsa nel Parlamento nazionale.<br />

«Annuncio oggi due nuovi attacchi<br />

contro il finanziamento del terrorismo»,<br />

ha detto Bush affiancato dal Segretario<br />

di Stato Colin Powell e dal Segretario al<br />

Tesoro Paul O'Neill.<br />

Bush ha accusato Lashkar-i-Taiba di<br />

usare il terrorismo per destabilizzare le<br />

già difficili relazioni tra India e Pakistan<br />

ed ha sostenuto che la Utn, fondata da<br />

Sultan Bashiruddin Mahmood, uno<br />

scienziato nucleare pakistano attualmen-<br />

Usa: Bush non trova<br />

sostegno in Senato<br />

al piano economico<br />

WASHINGTON, 21.<br />

Il piano per stimolare l'economia presentato<br />

dall'Amministrazione Usa non<br />

ha trovato in Senato l'appoggio nel quale<br />

il Presidente George W. Bush sperava<br />

e, a giudizio concorde dei commentatori<br />

politici, sembra destinato ad essere bocciato,<br />

nonostante l'assenso ottenuto nella<br />

Camera dei rappresentanti, dove come<br />

noto ha la maggioranza il partito repubblicano,<br />

quello del Presidente. Tra<br />

l'altro, oltre alla ribadita e compatta opposizione<br />

dei senatori democratici, Bush<br />

deve fare i conti con tempi molti serrati<br />

data la sosta natalizia che il Congresso<br />

avrà a partire da domani.<br />

Tutti gli appelli di Bush sinora hanno<br />

incontrato la ferrea opposizione dei senatori<br />

democratici a un piano giudicato<br />

molto più benefico per le aziende che<br />

non per i cittadini americani. Lo stesso<br />

Segretario al tesoro Paul O'Neill, incaricato<br />

ieri da Bush di contattare direttamente<br />

il leader della maggioranza democratica<br />

al Senato, Tom Daschler, si è addirittura<br />

dichiarato sorpreso di scoprire<br />

che il disaccordo non è solo sul capitolo<br />

sanitario dello stimolo, ma che «sembra<br />

non vi sia accordo su nulla». Bush, comunque,<br />

ha parlato di ripresa delle trattative<br />

nel 2002.<br />

lacciamento di 15.000 fa-<br />

miglie all’acqua potabile e il ritorno a<br />

scuola di un milione e mezzo di bambini.<br />

La conferenza di Bruxelles è stata<br />

convocata per iniziativa di Unione Europea,<br />

Usa, Arabia Saudita e Giappone in<br />

preparazione della riunione dei donatori<br />

internazionali prevista in Giappone alla<br />

fine di gennaio, durante la quale dovranno<br />

essere precisati gli impegni finanziari<br />

per la ricostruzione dell’Afghanistan.<br />

Nel frattempo, il flusso di aiuti finanziari<br />

alle sventurate popolazioni dell'Afghanistan<br />

si intensifica. Tra gli altri con-<br />

Bush annuncia le nuove misure contro i finanziamenti del terrorismo<br />

te agli arresti domiciliari, ha usato la copertura<br />

di organizzazione benefica contro<br />

la fame in Afghanistan per passare<br />

informazioni nucleari alla rete di Osama<br />

bin Laden. Secondo la Casa Bianca,<br />

Mahmood incontrò Osama bin Laden<br />

prima dell’11 settembre e gli fornì informazioni<br />

dettagliate su come realizzare<br />

armi nucleari e sugli effetti di un'esplosione<br />

atomica.<br />

Fonti della Casa Bianca citate dalla<br />

rete televisiva Nbc hanno detto che una<br />

perquisizione negli uffici di Utn a Kabul<br />

abbandonati un mese fa dopo i raid aerei<br />

statunitensi hanno fornito dati estremamente<br />

significativi su armi nucleari.<br />

Haiti: arrestato<br />

in Ecuador l'autore<br />

del tentativo di golpe<br />

QUITO, 21.<br />

È stato arrestato ieri a Quito, dove si<br />

era rifugiato, Guy Philippe, l’ex commissario<br />

di polizia haitiano considerato l’ispiratore<br />

del recente tentativo di colpo<br />

di Stato contro il Governo del Presidente<br />

Jean Bertrand Aristide. Lo ha riferito<br />

un portavoce della polizia della capitale<br />

ecuadoriana, precisando che Philippe è<br />

stato incarcerato in attesa di essere<br />

espulso. L’ex poliziotto, che era giunto<br />

in Ecuador nella notte tra martedì e<br />

mercoledì proveniente da Panama, è<br />

stato intercettato all’aeroporto di Quito<br />

dai servizi d’immigrazione e trattenuto<br />

nella zona di transito fino all’arresto.<br />

Philippe — ha reso noto il Ministro<br />

degli esteri ecuadoriano Heinz Moeller<br />

— «non è mai entrato nel nostro territorio<br />

nazionale, ma solo in una zona di<br />

transito». Numerose fonti riprese dall'agenzia<br />

«Ansa», avevano dato per probabile<br />

che l’ex capo della polizia di Cap-<br />

Haitien (Haiti settentrionale) avrebbe<br />

chiesto asilo politico alle autorità ecuadoriane.<br />

Nel tentativo di golpe perpetrato<br />

lunedì scorso da Philippe e dai suoi<br />

seguaci sono rimaste uccise non meno<br />

di cinque persone.<br />

tributi, ce ne è stato uno della Conferenza<br />

Episcopale Italiana che ha destinato<br />

tre miliardi di lire, oltre un milione e<br />

mezzo di euro, «per aiutare le popolazioni<br />

dell'Afghanistan provate da anni di<br />

regime oppressivo e dalle conseguenze<br />

del conflitto in atto per debellare la piaga<br />

del terrorismo», si legge in un Comunicato<br />

diramato ieri della Presidenza<br />

della Cei, che ha voluto in questo modo<br />

accogliere «l'invito del Santo Padre ad<br />

accompagnare la preghiera e il digiuno<br />

per invocare il dono prezioso della pace<br />

con gesti concreti di solidarietà e di fra-<br />

Altri documenti trovati<br />

nella sede di Utn erano<br />

relativi ai piani per rapire<br />

un diplomatico statunitense<br />

del quale non è stato<br />

fatto il nome.<br />

La conferenza stampa<br />

di Bush ha illustrato il<br />

rapporto presentato ieri<br />

dalla Casa Bianca sullo<br />

stato della guerra al terrorismo.<br />

Vi si legge che<br />

142 Paesi hanno preso<br />

misure per congelare i<br />

beni di terroristi e che<br />

nei soli Stati Uniti sono<br />

stati bloccati 153 terroristi<br />

conosciuti e importanti<br />

reti finanziarie terroristiche<br />

sono state chiuse.<br />

Il bilancio della Casa<br />

Bianca calcola anche che<br />

in Afghanistan siano stati<br />

distrutti almeno 11 campi<br />

di addestramento di terroristi e 39 centri<br />

di comando dei Taleban.<br />

Sul fronte diplomatico il rapporto ricorda<br />

che oltre 80 Paesi hanno subito<br />

perdite negli attentati dell’11 settembre<br />

e 136 hanno offerto, a diversi livelli, assistenza<br />

militare, mentre 46 organizzazioni<br />

multilaterali hanno assicurato appoggio.<br />

Il rapporto ricorda poi le misure<br />

prese per prevenire nuovi atti di terrorismo<br />

e in particolare l’istituzione della<br />

Foreign Terrorist Tracking Task Force<br />

per intercettare terroristi alle frontiere.<br />

Nel documento si ribadisce che «qualsiasi<br />

nazione che ospiti o appoggi il terrorismo<br />

sarà considerata un regime ostile».<br />

Germania: accordo<br />

sul Governo regionale<br />

di Berlino<br />

BERLINO, 21.<br />

È stato raggiunto un accordo per la<br />

formazione del nuovo Governo regionale<br />

di Berlino tra i socialdemocratici guidati<br />

dal borgomastro Klaus Wovereit e i<br />

neocomunisti della Pds, il partito erede<br />

di quello a suo tempo egemone nell'ex<br />

Rdt (Germania Est). «Abbiamo raggiunto<br />

un’intesa per formare insieme un Governo<br />

regionale per i prossimi cinque<br />

anni», ha annunciato ieri il presidente<br />

dei socialdemocratici berlinesi Peter<br />

Strieder, dopo colloqui con il leader della<br />

Pds Gregor Gysi.<br />

Spd e Pds dispongono di 77 dei 141<br />

seggi al Parlamento regionale, sei in più<br />

della maggioranza assoluta. Il nuovo<br />

Governo entrerà in funzione il 17 gennaio<br />

e, secondo Wovereit, dovrà assumere<br />

decisioni dolorose per trovare un<br />

rimedio alla situazione finanziaria di<br />

Berlino definita «catastrofica».<br />

I socialdemocratici avevano in precedenza<br />

cercato invano un'intesa con i<br />

verdi e i liberali, escludendo in un primo<br />

momento dai negoziati la Pds, nonostante<br />

la grande affermazione da questa<br />

riportata alle elezioni regionali berlinesi<br />

del 21 ottobre scorso (22,6 per cento dei<br />

voti in totale e il 48 per cento nei quartieri<br />

dell’ex Berlino Est).<br />

tellanza». Il contributo,<br />

derivato dai fondi dell'otto<br />

per mille finalizzati<br />

agli interventi caritativi,<br />

sarà gestito dalla Caritas<br />

Italiana in collaborazione<br />

con le strutture caritative<br />

della Santa Sede e con gli<br />

organismi internazionali<br />

che già operano in Afghanistan.<br />

Anche la Commissione<br />

esecutiva dell'Unione Europea<br />

ha annunciato ieri<br />

a Bruxelles di avere concesso<br />

2,5 milioni di euro<br />

di aiuti alla nuova amministrazione<br />

provvisoria<br />

dell’Afghanistan. Due milioni<br />

di euro saranno destinati<br />

all’acquisto di attrezzature<br />

e al pagamento<br />

di consulenze e mezzo<br />

milione sarà un contribu-<br />

to all’istituzione di tre commissioni indipendenti<br />

per il servizio civile, la giustizia<br />

e i diritti umani, come pure per la convocazione<br />

della Loya Jirga (l’assemblea<br />

dei leader tradizionali). Gli aiuti Ue saranno<br />

gestiti dal Fondo dell'Onu per<br />

l’autorità provvisoria per l’Afghanistan.<br />

Un accordo in questo senso è stato firmato<br />

dal responsabile della Commissione<br />

dell'Ue per le relazioni esterne Chris<br />

Patten e dall’amministratore del Programma<br />

dell'Onu per lo Sviluppo Mark<br />

Malloch-Brown in margine alla conferenza<br />

dei donatori.<br />

.<br />

W<br />

Il CONSIGLIO di AMMINISTRA-<br />

ZIONE e i COLLABORATORI di PUB-<br />

BLIETICA partecipanoalluttodel dott.<br />

Franco Alemani Molteni e della sua famiglia<br />

per la scomparsa del padre<br />

Dott. ALBERTO<br />

ALEMANI MOLTENI<br />

Milano 20 dicembre 2001.<br />

.<br />

W<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong>, in tutte<br />

le sue componenti, partecipa al lutto<br />

che ha colpito il dott. Franco Alemani<br />

Molteni, Vice Presidente del<br />

Gruppo RE, per la morte del padre<br />

Dott. ALBERTO<br />

ALEMANI MOLTENI<br />

ed assicura preghiere di suffragio.<br />

CittàdelVaticano,21dicembre 2001.<br />

.<br />

W<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong>, in tutte<br />

le sue componenti, partecipa con affetto<br />

al dolore che ha colpito il collega<br />

Emanuele per la morte della madre,<br />

Signora<br />

MARIA TOTA<br />

Ved. CAMPANALE<br />

ed assicura preghiere di suffragio.<br />

CittàdelVaticano,21dicembre 2001.<br />

.<br />

Lutto nell'Episcopato<br />

Giunge la dolorosa notizia della<br />

pia morte di Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Jozef Floribert<br />

Cornelis, O.S.B., Arcivescovo-Vescovo<br />

emerito di Alagoinhas<br />

(Brasile), avvenuta giovedì 20 dicembre,<br />

nella Badia benedettina<br />

di s. Andrea di Bruges.<br />

Il compianto Presule era nato<br />

in Gent il 6 ottobre 1910 ed era<br />

stato ordinato sacerdote il 28 luglio<br />

1935. Il 27 novembre 1958 era<br />

stato eletto alla Chiesa titolare di<br />

Tunes e nominato, allo stesso<br />

tempo, Vicario Apostolico di Katanga.<br />

Il 27 dicembre dello stesso<br />

anno aveva ricevuto l'ordinazione<br />

episcopale. Il 10 novembre 1959<br />

era stato promosso alla Sede residenziale<br />

di Lubumbashi. Il 13<br />

aprile 1967 era stato trasferito alla<br />

Chiesa titolare pro illa vice Arcivescovile<br />

di Capra e alla Chiesa<br />

residenziale vescovile di Alagoinhas<br />

con il titolo personale di Arcivescovo.<br />

Aveva rinunciato al governo<br />

pastorale della diocesi il 24<br />

maggio 1986.<br />

I funerali del compianto Presule<br />

si svolgeranno nel pomeriggio di<br />

mercoledì 26 dicembre, nella Badia<br />

benedettina di s. Andrea di<br />

Bruges.


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

È morto Léopold Sédar Senghor, il «poeta della negritudine»<br />

«Ascoltiamo battere<br />

il nostro sangue scuro<br />

Ascoltiamo battere il polso<br />

profondo dell'Africa»<br />

Giovedì 20 dicembre è morto, nell'ospedale<br />

universitario di Caen in<br />

Normandia, il poeta senegalese Léopold<br />

Sédar Senghor, primo presidente<br />

del Senegal indipendente dal 1960<br />

al 1980, membro dell'Accademia di<br />

Francia e per diversi anni membro<br />

delPontificioConsigliodellaCultura.<br />

CLAUDIO TOSCANI<br />

L'occhio dell'Africa che fissa l'oceanico<br />

rimescolio dell'Atlantico. Questo il<br />

Senegal. Bassopiano sabbioso e savanico<br />

conteso tra gli umidi alisei e l'asciutto,<br />

continentale harmattan. Qui, novantacinque<br />

anni fa (1906), nasceva Léopold<br />

Sédar Senghor, l'anima d'un'Africa che<br />

mai come in questo secolo ha fissato,<br />

con lo sguardo secolarmente immobile<br />

della sua ignorata civiltà, l'occidentale<br />

rimescolio delle oltranze e degli oltraggi,<br />

il mondiale abisso degli eventi e degli<br />

avventi.<br />

Il punto esatto è Joal - la Portuguaise<br />

(nei pressi di Dakar, la capitale), così<br />

chiamata dai dominanti iberici, ma<br />

quando lui nasce il Senegal è colonia<br />

francese da quasi cent'anni. E la popolazione<br />

è contadina, suo padre è agricoltore,<br />

sua madre una donna socialmente<br />

in vista ma senza altro rilievo, l'aria che<br />

si respira in casa politicamente integrata,<br />

l'atmosfera cristiana, convintamente<br />

cristiana.<br />

Senghor è avviato agli studi. Prima<br />

nella cittadina natia, poi a Dakar (presso<br />

i missionari cattolici), infine a Parigi (al<br />

liceo «Louis-le-Grand» e all'«Ècole normale<br />

superieure»). Insegna greco e latino,<br />

per prima cosa («Cercavo le radici<br />

comuni alle lingue europee e alle lingue<br />

africane»), e ha trentott'anni quando diventa<br />

professore all'«Ècole Nationale de<br />

la France d'Outre-mer».<br />

Influenzato dalla poesia dei trovatori,<br />

di Paul Claudel e di Saint-John Perse,<br />

Senghor, benché scriva in francese, resta<br />

saldamente ancorato alla tradizione<br />

«dyali» della sua patria («Io, insomma,<br />

ho vissuto in questo regno, ho visto coi<br />

miei occhi, udito con le mie orecchie,<br />

gli esseri favolosi al di là delle cose...<br />

Perciò mi è bastato nominare gli elementi<br />

del mio universo infantile, per<br />

predire la Città di domani, quella che risorgerà<br />

dalle ceneri dell'antica»).<br />

Mentre cura l'Antologia della nuova<br />

poesia nera e malgascia, dà alle stampe<br />

Hosties noires. È il 1948 e ancora non è<br />

l'araldo della «negritudine», né tanto<br />

meno il mito della cultura senegalese,<br />

ma i suoi quarantadue anni lo hanno<br />

già rivelato come l'affidabile personaggio<br />

della letteratura neo-africana, perché<br />

nel frattempo (1946) ha già pubblicato<br />

Canti d'ombra e non lontana (1949) è<br />

l'edizione di Canti per il Natale («Ogni<br />

anno quando il rhum della primavera fa<br />

fiammeggiare il ricordo / Rimpiangerò il<br />

paese natìo»).<br />

Sul piano politico, Senghor entra nel<br />

governo (1955) in qualità di Segretario<br />

di Stato per gli Studi Scientifici. Quatto<br />

anni dopo è Presidente del Parlamento<br />

nella neonata e provvisoria Federazione<br />

di Mali, per approdare infine, una volta<br />

ottenuta l'autonomia, alla presidenza<br />

della Repubblica senegalese (1960-'80).<br />

Ora Senghor può parlare per tutti<br />

(«Novella nobiltà è per noi non già dominare<br />

il nostro popolo / ma esserne il<br />

ritmo, e il cuore / Non pascolare le ter-<br />

Appuntamenti<br />

culturali<br />

Roma, 22 dicembre<br />

«Archeologia violata»<br />

Il 22 dicembre, a Castel S. Angelo,<br />

apre al pubblico la mostra<br />

«Archeologia violata»: fino al 30<br />

marzo saranno esposti reperti<br />

archeologici fra il IX sec. a.C. e<br />

l'VIII sec. d.C. recuperati dal<br />

mercato nero dell'arte.<br />

Napoli, 22 dicembre<br />

«Venite Pastores»<br />

In occasione della riapertura<br />

della Basilica di s. Paolo Maggiore,<br />

la Cappella Musicale di<br />

s. Giacomo eseguirà un concerto<br />

dal titolo «Venite Pastores».<br />

Roma, fino al 3 febbraio<br />

Gaudí e la fotografia<br />

«Antoni Gaudí: una visione poliedrica<br />

— L'opera di Gaudí nella<br />

fotografia catalana contemporanea»<br />

è il titolo della mostra<br />

che sarà aperta al pubblico, fino<br />

al 3 febbraio, presso l'Istituto<br />

Cervantes.<br />

re, ma come il grano di miglio dissolvercinellaterra/Nonessere<br />

la testa del popolo,<br />

ma la sua bocca elasuatromba»).<br />

Per tutti, in realtà, Senghor aveva già<br />

più volte parlato («La poesia è canto, se<br />

non musica. È tempo di arrestare la decadenza<br />

del mondo moderno, soprattutto<br />

della poesia. La poesia deve tornare<br />

alle sue origini, all'epoca in cui veniva<br />

cantata e danzata»). La stessa «negritudine»,<br />

egli l'aveva annunciata ai bianchi<br />

piùcheaineri, nellacoscienzachela culturaeuropeadelNovecentoerastataprofondamente<br />

rigeneratadall'arte africana.<br />

Nella lingua di Senghor la parola è<br />

analoga all'immagine e il senso diviene<br />

evidente anche al solo e semplice nominare<br />

le cose. Ma nella tropicale abbondanza<br />

delle immagini, nella sensibilità<br />

ritmica, nel dolore, nella memoria, nell'ammonizione,<br />

la parola di Senghor dice<br />

l'orgoglio dell'Africa nuova.<br />

La sua opera si libera ancor più e meglio<br />

nelle poesie di Etiopiche (1956), di<br />

Notturni (1961), di Elégies del Alizérs<br />

(1969) e di Lettres d'hivernage (1973),<br />

mentre si consolida, al tempo stesso, il<br />

suo profilo di personaggio politico (da<br />

Politica africana, del '63, a Negritudine<br />

e umanesimo, nei tre noti libri pubblicati<br />

tra il '64 e il '77).<br />

«Iniziandomi alle alterne verità della<br />

notte e del mezzogiorno...» scrisse una<br />

volta Senghor, riferendosi alla sua formazione.<br />

E c'è chi ci ha visto, in filigrana,<br />

il Leopardi del brano che dice: «La<br />

stanchezza, il riposo e il silenzio che regnano<br />

nelle città, e più nelle campagne,<br />

sull'ora del mezzogiorno, rendettero<br />

quell'ora agli antichi misteriosa e secreta<br />

come quella della notte: onde fu creduto<br />

che sul mezzodì più specialmente<br />

si facessero sentire gli Dei, le ninfe, i silvani,<br />

i fauni e le anime de' morti».<br />

I ricordi d'infanzia di Senghor coincidono<br />

con la vena più profonda e più religiosa<br />

della sua ispirazione poetica.<br />

«Ascoltiamo il suo canto, ascoltiamo<br />

battere il nostro sangue scuro, ascoltiamo<br />

/ Battere il polso profondo dell'Africa<br />

nella caligine dei villaggi sperduti<br />

[...] / che io respiri l'odore dei nostri<br />

Morti, che io raccolga e ridica le loro<br />

voci viventi, che io impari a / Vivere<br />

prima di scendere, oltre il palombaro,<br />

nelle alte profondità del sonno».<br />

Senghor ha raccolto tutti gli onori del<br />

mondo: lauree, nomine, accoglienze, accademie.<br />

Di tutto questo, però, ha saputo dire:<br />

«Gli onori splendono come un Sahara.<br />

Un vuoto immenso».<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 22 Dicembre 2001<br />

Di fronte ad alcune miniature della Natività in antichi codici e manoscritti<br />

Dalla semplicità della composizione emerge una bellezza che stupisce<br />

COSIMO LANZO<br />

La recente morte del grande storico<br />

dell'arte Gombrich ci ha impegnati a<br />

comprendere che l'iconografia senza lo<br />

studio iconologico di un'opera figurativa<br />

non ha senso. Né tantomeno narrare o<br />

raccontare cosa veramente sia un capolavoro<br />

può aver senso se non si tiene<br />

conto dei linguaggi che l'arte esprime e<br />

le strutture nelle quali l'arte del singolo<br />

artista si esprimono coinvolgendo ambiente,<br />

psicologia ed evoluzione storica.<br />

Un preambolo per dire che nel confrontarsi<br />

con codici antichi, o manoscritti,<br />

o libri miniati non ci si può sottrarre<br />

dal manifestare stupore e incredibile<br />

sorpresa.<br />

Le miniature del Natale. Ne abbiamo<br />

consultate alcune: ingrandite, focalizzate,<br />

esaminate nei contenuti storici e<br />

ambientali. Si riesce a percepire arte,<br />

vera arte, si coglie l'enorme dedizione<br />

posta ad affermare fede e movimento,<br />

preghiera e teologia dei personaggi; colori<br />

vivaci e movimenti architettonici<br />

relativi all'ambiente umano dove queste<br />

miniature sono state prodotte e realizzate;<br />

tutte, in un contesto della «Parola<br />

di Dio» che «prega» e coinvolge alla<br />

preghiera.<br />

La mostra «L'Espressionismo - Presenza della pittura in Germania, 1900-2000» a Palazzo Bricherasio di Torino<br />

Una forza intuitiva e impulsiva guida<br />

l'artista a «gridare» segni e colori sulla tela<br />

GIUSEPPE DEGLI AGOSTI<br />

La mostra su « della Pittura in Germania,<br />

1900-2000», al Palazzo Bricherasio<br />

di Torino ripropone il movimento<br />

d’arte nel suo momento storico degli<br />

inizi del secolo XX e alcuni altri artisti<br />

dal secondo dopoguerra al 2000 che pur<br />

volendo superare l’Espressionismo, restano<br />

nella sua scia e sentono il suo influsso.<br />

Essi sono, fra tanti altri, Georg<br />

Baselitz, Anselm Kiefer, Gerhard Richter.<br />

Tuttavia la Mostra ha la sua maggiore<br />

dignità e valenza per la possibilità<br />

che offre di ammirare ancora le opere,<br />

circa 80, delle due anime che hanno<br />

caratterizzato l’Espressionismo: il<br />

Gruppo «die Brücke» di Ernst Ludwig<br />

Kirchner, Karl Schmidt Rottluff, Erich<br />

Heckel e «der Blaue Reiter» di Vassily<br />

Kandinsky, Gabriele Münter, Alexej Jawlensky.<br />

I due movimenti, nati rispettivamente<br />

nel 1905 e nel 1911, pur nel loro breve<br />

percorso storico, hanno tuttavia introdotto<br />

nell’arte del ’900 una novità e<br />

originalità tedesca nell’insieme dei movimenti<br />

artistici innovativi del ’900<br />

quali per es. il Cubismo e il Futurismo.<br />

L’Espressionismo si caratterizza, pur<br />

senza voler assolutizzare il giudizio, per<br />

un elemento di antiintelletualismo e<br />

antirazionalismo, per una reazione all’Accademia<br />

di Dresda e di Monaco,<br />

mentre lascia prevalere una forza intuitiva<br />

e impulsiva che si traduce in un<br />

colore di grande energia sulla tela: la<br />

pittura diventa esperienza libera e aperta<br />

verso tutto ciò che è nuovo, fresco,<br />

diverso. Per der Blaue Reiter (Il cavaliere<br />

azzurro) c’è anche il ritorno all’arte<br />

A Novacella, a pochi chilometri a<br />

Nord di Bressanone, abbiamo avuto sottomano<br />

un codice graduale, musicato in<br />

canto gregoriano; in un ovale circoscritto<br />

dalla lettera P, ammiriamo un Natale<br />

a dir poco stupefacente: il Bambino steso<br />

in una mangiatoia che si protende<br />

verso la Madre; Maria in preghiera, con<br />

alle spalle s. Giuseppe mentre il bue e<br />

l'asinello, vivacissimi, sono intenti «al riscaldamento<br />

del Bambino» e alla «meraviglia<br />

del Dio-fatto uomo». Il contorno<br />

di angeli osannanti; in un contesto di architettura<br />

tirolese con pastori, pecore e,<br />

chissà quant'altro, verso il cielo infinito.<br />

Mille particolari tutti da «rileggere e<br />

interpretare» per comprendere e raccontare<br />

con saggi di iconologia quanto<br />

la mirabile miniatura «esprime». Da<br />

sottolineare anche la fede nel realizzare<br />

il miniato perché il testo sia consono alla<br />

preghiera corale e al mirabile canto<br />

gregoriano.<br />

Altra miniatura, da un Corale con<br />

canto gregoriano del sec. XV conservato<br />

nella Biblioteca Rilliana di Poppi (Arezzo):<br />

ancora un Natale e nell'alveo della<br />

lettera P i personaggi essenziali del Natale:<br />

Gesù, Maria, Giuseppe, bue e asinello<br />

con pecore e angeli; opera a colori<br />

vivaci e tanta compostezza e semplicità.<br />

Vasilij Kandinskij,<br />

«Prova di copertina<br />

per l'Almanacco<br />

del Cavaliere Azzurro»<br />

August Macke, «Albero in un campo di grano»<br />

primitiva, al disegno dei bambini, al<br />

folclore.<br />

I temi ricorrenti sono quelli della tradizione:<br />

paesaggi, persone, città, animali,<br />

ma il segno cromatico o grafico<br />

esprime ebbrezza, contrasti, un rapporto<br />

immediato e intenso fra l’uomo e la<br />

natura. Anche se in questo rapporto<br />

non è più la natura l’elemento primario<br />

da rendere visivamente sulla tela,<br />

ma gli oggetti nel quadro sono interpretati<br />

dal soggetto, per cui possono essere<br />

deformati o reinventati: è l’animo a determinare<br />

il senso della forma, ciò che<br />

fa procedere l’arte verso l’astrazione.<br />

Alexej Jawlensky, del gruppo di Kandinsky,<br />

poteva scivere nel 1938: «Capivo<br />

di non dover dipingere ciò che vedevo e<br />

neppure ciò che sentivo, ma solo ciò<br />

che viveva in me, nella mia anima».<br />

L’arte per l’Espressionismo è quindi<br />

un continuo procedere senza il vincolo<br />

della convenzione, è sottrazione dai<br />

condizionamenti politici e sociali, è<br />

una forma di ribellione alla società<br />

borghese, un modo nuovo di organizzare<br />

la vita partendo dall’arte, anche se<br />

gradualmente entrano nell’arte espressionista<br />

elementi negativi della società<br />

come la crudeltà e l’imbarbarimento,<br />

quasi preludio della tragedia della Prima<br />

Guerra Mondiale.<br />

I primi anni del ’900 videro a Dresda<br />

Miniatura della «Natività»<br />

nel Codice di Novacella<br />

Ancora della stessa biblioteca Rilliana,<br />

una miniatura della Madonna con il<br />

Bambino in «Officia B. Virginis»: sempre<br />

il Bambino, al collo della Madre,<br />

proteso... come a dare la Vita, sempre.<br />

Ma scendiamo a Trani, nella Biblioteca<br />

esposizioni che stimolarono gli Espressionisti<br />

a continuare sulla via intrapresa<br />

di una «rivoluzione»culturale e artistica:<br />

anzitutto Van Gogh nel 1905 e<br />

1908, che aveva proposto una fusione<br />

fra arte e vita, fra mondo interiore ed<br />

esteriore, di Munch nel 1906, degli Impressionisti<br />

Francesi nel 1906, di Klimt<br />

nel 1907.<br />

Nel 1910 l’inaugurazione sempre a<br />

Dresda del Museo Etnologico aveva ri-<br />

Georg Grosz, «Due veterani di guerra» Erich Heckel, «Testa di donna»<br />

comunale ritroviamo in codici miniati<br />

del 1400, il Natale per la recita dell'«Ufficio<br />

Divino» senza canto; miniature<br />

semplici e con tanta compostezza: Gesù,<br />

Maria, Giuseppe, con bue e asinello; il<br />

tutto, in una capanna con s. Giuseppe<br />

impegnato a dar luce nel cono d'ombra<br />

non interessato alla luce divina del Bambino<br />

Gesù.<br />

Sempre a Trani, nella stessa biblioteca<br />

troviamo un altro codice miniato «per<br />

Ufficio Divino»; altra scena semplice,<br />

con i Magi venuti ad adorare il Bambino<br />

con doni e paludamenti di terre lontane;<br />

estrema semplicità nei tratti, ma<br />

anche tanta Fede, espressa nella compostezza<br />

e linearità dei personaggi.<br />

Dal 1400 risaliamo in su, al sec. XI,<br />

con una miniatura «Annuncio ai pastori»<br />

di scuola Ottomana «Pericope di Enrico<br />

II» conservata a Monaco di Baviera: anche<br />

qui, compostezza, linearità dei tratti<br />

somatici dell'Angelo e dei pastori in un<br />

contesto ambientale non meglio identificato<br />

ma comunque attinente all'autore e<br />

al luogo dove la miniatura è stata realizzata.<br />

In ogni caso il dialogo tra il Divino<br />

e l'umano è molto evidente: l'Annuncio<br />

è chiaramente percepito dai pastori e<br />

sui loro volti si coglie benissimo il segno<br />

della Trascendenza.<br />

Karl Schmidt<br />

Rottluff<br />

«Amiche»<br />

Vasilij Kandinskij<br />

«Paesaggio con torre»<br />

velato agli artisti la novità dell’Arte<br />

Extraeuropea, dei mondi lontani dell’Africa,<br />

della Micronesia, delle Isole Palau.<br />

L’Espressionismo tardo, cioè dal 1950<br />

in avanti, documentato con una piccola<br />

serie di tele in esposizione, percorre<br />

altre strade, per una ricerca figurativa<br />

esasperata, violenta e sarcastica, e negli<br />

anni ’60/’70 anche con una connotazione<br />

di contestazione politica. L’Espressionismo<br />

è stato tuttavia per tutto<br />

il secolo XX il leit motiv di tutta l’arte<br />

in Germania.<br />

Nel percorso della Mostra alcune<br />

opere documentano questa visione «rivoluzionaria»:<br />

basti ricordare «Villaggio<br />

con strade blu» di Kirchner, «Le Amiche»<br />

di Schmid-Rottluff, «Maturità» di<br />

Jawlensky, «Disegni figurati» di Paul<br />

Klee, «Scimmietta e uomo» di Franz<br />

Marc, «Figure a un tavolo» di Georg<br />

Grosz, «Giovani morelli» di Emil Nolde.<br />

«Die Brücke», nato nella città di Dresda,<br />

passato poi a Berlino, quindi dalla<br />

Germania ha trasmesso il suo impulso<br />

innovativo all’arte europea.<br />

Il nome «Brüke» fu trovato da<br />

Schmidt Rottluff. Scriverà più tardi<br />

Heckel: «Schmidt Rottluff disse che<br />

avremmo potuto chiamare la nostra Associazione<br />

“Die Brücke”, il Ponte: era<br />

una parola a più sensi, non avrebbe significato<br />

un programma, ma in certo<br />

modo avrebbe condotto da una sponda<br />

all’altra». Il 7 giugno 1905 veniva fondata<br />

«L’Associazione del Gruppo di Artisti<br />

Brücke» a Dresda.<br />

Si ritrova in questi pittori una spiccata<br />

estrosità: l’arte è solo elemento di<br />

figurazione, è risultato di un intimo<br />

sentire, senza intenzione di pervenire<br />

ad uno stile determinato.<br />

Nel 1906 la Brücke pubblicava il suo<br />

programma di otto brevi righe: «Con la<br />

fede nello sviluppo, in una nuova generazione<br />

di creatori e di fruitori, noi<br />

convochiamo l’intera gioventù, e in<br />

quanto giovani, cioè portatori del futuro,<br />

intendiamo conquistare la libertà di<br />

vivere e di operare, opponendoci ai vecchi<br />

poteri costituiti. È dei nostri chiunque<br />

sappia dar forma direttamente e<br />

senza falsificazioni a ciò che lo spinge<br />

a creare». Lo svolgimento cronologico<br />

della Brücke fu tuttavia breve, 1905-<br />

1913.<br />

Emil Nolde entra nel Gruppo nel<br />

1906, ma vi resta solo un anno e mezzo,<br />

poi si separa: dal Gruppo aveva appreso<br />

la xilografia, al Gruppo aveva insegnato<br />

l’acquaforte.<br />

Nell’autunno del 1911 frattanto alcuni<br />

membri del Gruppo: Kirchner, Heckel,<br />

Schmidt Rottluff, si erano trasferiti<br />

a Berlino e nella capitale, oltre a scegliere<br />

un rione autonomo per i loro atelier,<br />

presero a svolgere una attività pittorica<br />

con carattere e stile più individuali:<br />

e fu il principio del dissolversi<br />

del Gruppo. Ciò che avvenne poi il 27<br />

maggio 1913, quando con un laconico<br />

avviso ai «soci passivi», quattro Artisti<br />

del Gruppo, cioè Amiet, Heckel, Müller,<br />

Schmidt Rottluff scivevano: «Vi comunichiamo<br />

che i sottoscritti hanno deciso<br />

di sciogliere il Gruppo di Artisti<br />

Brücke».<br />

L’Espressionismo tedesco della Brücke<br />

è relativamente conosciuto in Italia,<br />

anche sul piano critico, mentre è più<br />

conosciuto nella espressione artistica di<br />

«Der Blaue Reiter — Il Cavaliere Azzurro»<br />

di Monaco di Baviera. Quindi è ancora<br />

più appetibile questa Mostra che<br />

svela qualcosa di quella corrente di artisti<br />

tedeschi che, insieme alle altre<br />

avanguardie europee d’inizio secolo —<br />

del 1909 è il Manifesto del Futurismo di<br />

F.T. Marinetti, ma il primo quarto del<br />

sec. XX fu tutto un pullulare di originali<br />

orientamenti —, ha impresso un<br />

nuovo corso all’arte.<br />

Le tematiche prevalenti del loro operare<br />

artistico sono: l’uomo e il nudo, la<br />

natura e il paesaggio, le architetture, la<br />

danza e il circo. Le tecniche sono varie:<br />

olio, gessetti, carboncino, acquarelli,<br />

xilografia, litografia, matita, pastello,<br />

acquaforte, acquatinta. La Mostra offre<br />

quest’altro spaccato di un periodo dell’arte<br />

tedesca, che rappresenta però un<br />

momento essenziale per il cammino<br />

dell’arte europea del ’900.


.<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 22 Dicembre 2001<br />

«Ho appreso con piacere della vostra iniziativa... denominata “Mese<br />

della pace”, che vi apprestate a porre in atto durante il gennaio<br />

prossimo. Realizzatela con entusiasmo e generosità. Essa è come<br />

un invito alla pace che, fatto da voi, acquista la forza<br />

di una supplica convincente, perché la “misura nuova” del Regno<br />

di Dio si scorge pure nella “piccolezza” dei bambini. Il “Mese<br />

della Pace”, proponendo alle diverse realtà parrocchiali<br />

il vostro messaggio di pace, offrirà certamente ai credenti<br />

l’opportunità di riflettere ulteriormente su questo prezioso dono»<br />

UDIENZA Il discorso del Papa all'Azione Cattolica Ragazzi, al Coro della Montagna della «Società Alpinisti Tridentini», all'Associazione «Amici del presepio» di Torre del Greco<br />

La pace è frutto e opera della giustizia e dell'amore<br />

La pace è frutto e opera della giustizia e dell'amore.<br />

Lo ha detto Giovanni Paolo II al gruppo<br />

dell'Azione Cattolica Ragazzi ricevuto in udienza,<br />

nella mattina di venerdì 21 dicembre, nella Sala<br />

Clementina.<br />

All'incontro con il Santo Padre hanno partecipato<br />

il Coro della «Società Alpinisti Tridentini», e<br />

membri dell'Associazione «Amici del Presepio» da<br />

Torre del Greco.<br />

Ecco il testo del discorso del Santo Padre:<br />

Cari Bambini e cari Ragazzi!<br />

1.Vi saluto con tanto affetto.<br />

Sono lieto di accogliervi ancora una<br />

volta per questo incontro, che mi<br />

offre l’opportunità di prendere nuovamente<br />

contatto con l’importante<br />

realtà ecclesiale dell’Azione Cattolica<br />

Ragazzi, di cui voi fate parte.<br />

Ringrazio il vostro coetaneo per le<br />

parole che ha voluto rivolgermi, interpretando<br />

i vostri sentimenti. Sono<br />

molti i bambini e i ragazzi che,<br />

grazie alla vostra Associazione, hanno<br />

l’opportunità di conoscere più<br />

da vicino Gesù, e sono aiutati a vivere<br />

il Vangelo nella concretezza<br />

dell’esistenza quotidiana. Amare<br />

Gesù, sperimentare il suo grande<br />

amore sia sempre il desiderio più<br />

ardente del vostro cuore. Se Lo seguirete<br />

fedelmente potrete farLo conoscere<br />

e amare anche dai vostri<br />

coetanei e amici.<br />

Vedo che vi accompagnano la<br />

Presidente dell’Azione Cattolica Italiana,<br />

la Signora Paola Bignardi, e<br />

l’Assistente Generale, Mons. Francesco<br />

Lambiasi. Li saluto cordialmente<br />

e li ringrazio per la sollecitudine<br />

con cui si dedicano alla vostra educazione<br />

religiosa.<br />

2.Ho appreso con piacere della<br />

vostra iniziativa in favore della pace,<br />

denominata «Mese della pace»,<br />

che vi apprestate a porre in atto durante<br />

il gennaio prossimo. Realizzatela<br />

con entusiasmo e generosità.<br />

Essa è come un invito alla pace<br />

che, fatto da voi, acquista la forza<br />

di una supplica convincente, perché<br />

la «misura nuova» del Regno di Dio<br />

si scorge pure nella «piccolezza» dei<br />

bambini. Il «Mese della Pace», proponendo<br />

alle diverse realtà parrocchiali<br />

il vostro messaggio di pace,<br />

offrirà certamente ai credenti l’opportunità<br />

di riflettere ulteriormente<br />

su questo prezioso dono che, come<br />

ho scritto nel Messaggio per la Giornata<br />

Mondiale della pace del 2002,<br />

è frutto e opera della giustizia e dell’amore.<br />

Con questi sentimenti vi auguro<br />

un felice e santo Natale. Estendo i<br />

miei voti augurali alle vostre famiglie<br />

e all’intera Azione Cattolica,<br />

mentre per l’intercessione della Vergine<br />

Maria, di cuore tutti vi benedico.<br />

Il canto è una singolare<br />

via per innalzare<br />

al Creatore<br />

l'inno di lode<br />

3.Rivolgo ora un affettuoso<br />

pensiero di benvenuto ai componenti<br />

del coro «Società Alpinisti Tridentini»,<br />

accompagnati dall’Arcivescovo<br />

di Trento, Mons. Luigi Bressan, e<br />

venuti a Roma in occasione del settantacinquesimo<br />

anniversario di<br />

fondazione. Carissimi, mantenete<br />

La visita del Cardinale Edmund Casimir Szoka<br />

al Centro industriale della Città del Vaticano<br />

Il Cardinale Edmund Casimir Szoka, Presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, ha visitato,<br />

nella mattina di venerdì 21 dicembre, il Centro industriale. Il Cardinale si è recato in tutti i reparti e ha incontrato<br />

i dipendenti ai quali ha augurato un felice Natale ringraziandoli per il loro prezioso servizio.<br />

Il Cardinale Szoka era accompagnato dal Direttore Generale dei Servizi Tecnici, Massimo Stoppa; dal Capo<br />

Servizio dei laboratori ed impianti, Stefano Marino; e dal primo Capotecnico, Enzo Refe.<br />

vive le belle tradizioni canore, che<br />

caratterizzano la vostra terra. Il<br />

canto è una singolare via per innalzare<br />

al Creatore l’inno di lode e di<br />

ringraziamento per le meraviglie del<br />

suo amore.<br />

Promuovere<br />

la tradizionale<br />

rappresentazione<br />

della nascita di Cristo<br />

Saluto infine i membri dell’Associazione<br />

«Amici del presepio» prove-<br />

nienti da Torre del Greco, compiacendomi<br />

per il bel presepe che hanno<br />

realizzato in questa sala. Carissimi,<br />

vi incoraggio a proseguire nel<br />

vostro impegno di promuovere la<br />

tradizionale rappresentazione della<br />

nascita di Cristo, sulle orme di san<br />

Francesco.<br />

Formulo per tutti voi qui presenti<br />

e per i vostri cari i migliori auguri<br />

per le Feste Natalizie e per il nuovo<br />

Anno, e mentre assicuro il mio ricordo<br />

nella preghiera, volentieri imparto<br />

a tutti una speciale Benedizione<br />

Apostolica.<br />

L'indirizzo d'omaggio di una rappresentante dell'ACR<br />

All'inizio dell'udienza la dodicenne<br />

Valentina Battistelli, alunna<br />

di seconda media, dell'ACR della<br />

parrocchia di san Massimo all'Aquila,<br />

ha rivolto al Santo Padre un<br />

caloroso indirizzo d'omaggio a<br />

nome dei coetanei presenti. Eccone<br />

il testo:<br />

Caro Santo Padre,<br />

la prima cosa che vogliamo dir-<br />

Ti è che siamo molto contenti di<br />

stare qui oggi nella tua casa, per<br />

pregare insieme il Signore Gesù<br />

che viene e per chiederGli il<br />

grande dono della pace.<br />

I nostri educatori e i nostri Sacerdoti<br />

assistenti ci hanno detto<br />

che hai parlato di noi anche nella<br />

tua lettera a conclusione dell'Anno<br />

Santo, all'inizio del nuovo millennio:<br />

grazie, Padre Santo, della<br />

tua fiducia e del tuo amore che ci<br />

danno tanta gioia e ci impegnano<br />

molto a servizio della Chiesa.<br />

Siamo molto rattristati per tutta<br />

la violenza e la crudeltà che abbiamo<br />

visto in questi mesi di<br />

guerra e le tue forti parole sono<br />

state per noi motivo di vera speranza.<br />

Noi siamo ragazzi, ma dal profondo<br />

del nostro cuore anche noi<br />

sentiamo che Gesù, che è il principe<br />

della pace, ama tanto l'umanità<br />

intera e vuole la pace tra tutti<br />

gli uomini.<br />

La nostra piccolezza guarda<br />

con fiducia a Maria, la fanciulla di<br />

Nazareth, che ha accolto umilmente<br />

il Signore e, con la sua disponibilità<br />

e il suo amore, ha potuto<br />

cantare a gran voce le meraviglie<br />

che Gesù compie nella storia<br />

degli uomini.<br />

Maria, Madre del Signore e Madre<br />

nostra, guida il cammino di<br />

noi ragazzi dell'ACR, che vogliamo<br />

diventare costruttori di pace,<br />

nella storia, insieme ai nostri coetanei.<br />

Per questo vogliamo crescere,<br />

insieme alle nostre famiglie e ai<br />

nostri educatori e assistenti, imparando<br />

da Gesù e da Maria uno<br />

stile di vita autentico, disponibile,<br />

fiducioso e capace di trasformare<br />

il mondo dal di dentro, con la forza<br />

del Vangelo.<br />

Continuiamo così ad impegnarci<br />

per i nostri tanti coetanei che ci<br />

chiedono amicizia e con i quali<br />

vogliamo condividere situazioni di<br />

disagio, di sofferenza, di desiderio<br />

di pace. Nel mese della pace del<br />

prossimo gennaio 2002, noi vogliamo<br />

costruire un ponte di amicizia<br />

con bambini e ragazzi palestinesi<br />

e israeliani.<br />

Anche con loro, come con i nostri<br />

amici della Bosnia ed Erzegovina<br />

e della Sierra Leone, vogliamo<br />

progettare e costruire storie di<br />

pace.<br />

TRIBUNALE APOSTOLICO<br />

DELLA ROTA ROMANA<br />

Studio Rotale<br />

17 dicembre 2001<br />

Nella sessione autunnale hanno<br />

conseguito il diploma di Avvocato<br />

Rotale i seguenti candidati: Sig.na<br />

Borza Rita; Sig.na Bracconeri<br />

Giannubilo Ilaria; Sig.ra Izzi Claudia;<br />

Sig.ra Lubrano di Ricco Maria<br />

Candida.<br />

RAFFAELLO FUNGHINI<br />

Decano<br />

L'impegno a favore<br />

dei coetanei<br />

di Terra Santa<br />

GIANLUCA BICCINI<br />

Il tradizionale incontro natalizio tra il<br />

Papa e l'Azione Cattolica Ragazzi, che si<br />

rinnova dal lontano 1972, quest'anno ha<br />

avuto per tema l'impegno per la pace in<br />

Terra Santa. Il gruppo dell'ACR era<br />

composto da 24 ragazzi provenienti da<br />

dodici diocesi di differenti regioni italiane,<br />

con un educatore per ciascuna diocesi.<br />

Li guidavano la Presidente nazionale<br />

dell'Azione Cattolica Italiana, Paola<br />

Bignardi, e l'Assistente Ecclesiastico Generale,<br />

Mons. Francesco Lambiasi, Vescovo<br />

di Anagni-Alatri; il responsabile<br />

nazionale dell'ACR, Giuseppe Notarstefano,<br />

e l'Assistente Ecclesiastico Centrale,<br />

Mons. Giuseppe Giuliano, insieme<br />

con i nove collaboratori dell'Ufficio Centrale<br />

ACR.<br />

L'incontro ha offerto ai ragazzi l'occasione<br />

di ridire al Santo Padre la loro volontà<br />

di crescere nella fede, attraverso<br />

l'esperienza di gruppo. Per questo, nel<br />

corso dell'udienza, hanno voluto consegnare<br />

idealmente a Giovanni Paolo II un<br />

messaggio nel quale illustrano le attività<br />

realizzate durante il 2001 ed il loro progetto<br />

per l'immediato futuro: il «Mese<br />

della pace» 2002, attraverso il quale costruire<br />

un ponte di amicizia con i coetanei<br />

palestinesi e israeliani della Terra<br />

Santa. Durante tutto il mese di gennaio<br />

i ragazzi italiani prepareranno cartoncini<br />

disegnati solo in parte, lo spazio restante<br />

verrà riempito dal lavoro dei coetanei<br />

di Terra Santa, ai quali saranno indirizzati<br />

i bigliettini colorati. Alcuni dei disegni<br />

verranno iniziati dai bambini di Betlemme:<br />

essi li consegneranno ad una<br />

delegazione dell'Azione Cattolica che<br />

trascorrerà il Natale con loro.<br />

Al termine dell'udienza i ragazzi hanno<br />

intonato l'inno di quest'anno, intitolato<br />

«la mia storia», che spiega il valore<br />

del loro cammino associativo nella parrocchia.<br />

Un canto — l'Adeste fideles — è stato<br />

eseguito anche dalla corale degli Alpini<br />

di Trento, che è in questi giorni a Roma<br />

per celebrare il 75° anniversario di fondazione.<br />

«La corale, nota in tutto il<br />

mondo, è nata nelle chiese», ha spiegato<br />

don Giuseppe Grosselli, incaricato della<br />

diocesi tridentina per la pastorale del turismo.<br />

«Il repertorio — ha aggiunto —<br />

unisce la musica sacra con la lirica ed i<br />

silenzi della montagna».<br />

Per tutto il tempo liturgico del Natale<br />

la Sala Clementina sarà abbellita dalla<br />

presenza di un artistico Presepe. Portato<br />

qui il 14 dicembre, vi resterà sino alla<br />

festa del Battesimo del Signore. Lo ha<br />

portato da Torre del Greco la sezione locale<br />

dell'«Associazione Amici del Presepe»,<br />

guidata dall'assistente spirituale<br />

Don Tommaso Rajola. «La struttura è in<br />

sughero e legno — ha detto l'architetto<br />

Aniello D'Antonio, che lo ha realizzato<br />

— i pastori hanno la testa di terracotta,<br />

mani e piedi di legno e abiti di seta».<br />

Milano: la «Croce di san Damiano»<br />

tra i giovani dell'Università Cattolica<br />

La «Croce di san Damiano» ha fatto<br />

tappa di recente all’Università Cattolica<br />

del Sacro Cuore, presso la Cappella della<br />

sede centrale di Milano in largo Agostino<br />

Gemelli.<br />

Si è trattato della prima tappa in<br />

Lombardia del pellegrinaggio nazionale,<br />

promosso dalla Conferenza Episcopale<br />

Italiana in collaborazione con i Frati Minori<br />

conventuali di Assisi, in vista della<br />

prossima Giornata Mondiale della Gioventù<br />

in programma a Toronto (Canada)<br />

nel mese di luglio 2002.<br />

La presenza della Croce di san Damiano<br />

è stata accompagnata da momenti<br />

di preghiera e meditazione, organizzati<br />

dal Centro Pastorale della Cattolica,<br />

guidati ciascuno da sacerdoti o religiosi<br />

ed animati da gruppi ecclesiali presenti<br />

nell’Ateneo.<br />

In particolare, nel momento dell’accoglienza<br />

della croce, don Ambrogio Pisoni<br />

ha presieduto la Celebrazione Eucaristica,<br />

curata in particolare dal Movimento<br />

di Comunione e Liberazione.<br />

Successivamente don Luigi Galli ha<br />

celebrato la Santa Messa per chiedere il<br />

dono della pace, la celebrazione delle<br />

Lodi ed il canto dei salmi della passione<br />

è stato curato dal Gruppo della Fuci.<br />

Sono seguiti, animati dal Gruppo Missionario,<br />

la recita delle preghiere del-<br />

Invieremo loro un disegno in<br />

parte incompleto, affinché essi<br />

possano finirlo di colorare: vogliamo<br />

iniziare a parlare insieme a<br />

loro di pace, sappiamo quanto è<br />

difficile, vogliamo provarci attraverso<br />

un linguaggio universale<br />

quale è il disegno.<br />

Vorremmo che nella terra di<br />

Gesù possa iniziare una nuova<br />

stagione di pace, vogliamo dirlo a<br />

voce alta come tu hai fatto e stai<br />

facendo: «Domandate pace per<br />

Gerusalemme» (Salmo 121).<br />

Siamo certi che i nostri coetanei<br />

lo desiderano e pensiamo così<br />

di dirlo insieme.<br />

Grazie ancora per la gioia di<br />

essere qui e per tutto ciò che fai<br />

perché ciascun bambino e ragazzo,<br />

ciascuna persona della terra<br />

possano incontrare il Signore Gesù<br />

e con molto affetto ti diciamo:<br />

Buon Natale, Padre Santo!<br />

l’Angelus e dell’ora media, presiedute<br />

da Padre Enzo Viscardi, e la Santa Messa<br />

per chiedere il dono dello Spirito<br />

Santo, che è stata celebrata da don<br />

Giorgio Basadonna.<br />

Subito dopo, nel corso di un incontro<br />

soprattutto per il personale tecnico ed<br />

amministrativo, don Giorgio Begni ha<br />

condotto una lectio sull’Apocalisse.<br />

I momenti di preghiera sono proseguiti,<br />

prima con una lectio, tenuta dalla<br />

dottoressa Sara Gaudio e curata dal<br />

Gruppo Biblico, sul tema: «Da Geremia<br />

a Cristo, una passione d’amore»; quindi<br />

con la celebrazione dei Vespri, animata<br />

dal Gruppo Tobia e guidata da suor<br />

Emanuela.<br />

Infine, la Santa Messa è stata presieduta<br />

dall’Assistente generale dell’Università<br />

Cattolica, Monsignor Gianni Ambrosio,<br />

ed animata dai Collegi della Cattolica.<br />

«Proprio la croce, la “croce gloriosa”<br />

di san Damiano — ha ricordato Mons.<br />

Ambrosio — introduce all’aspetto più intimo<br />

e più profondo di quel disegno di<br />

salvezza che non appartiene solo al passato<br />

ma coinvolge anche la cronaca<br />

quotidiana.<br />

«La sofferenza trasfigurata dall’amore<br />

— ha aggiunto l'Assistente generale della<br />

Cattolica — manifesta tutta l’intensità<br />

dell’amore di Dio come vittoria sulla<br />

morte, sul male, sull’effimero. Contemplando<br />

il Crocifisso di san Damiano, san<br />

Francesco d’Assisi ha udito l’invito: “Va’<br />

e ripara la mia Chiesa”».<br />

«Poco alla volta — ha detto ancora —<br />

Francesco ha compreso che non si trattava<br />

del semplice restauro della chiesetta<br />

ma della grande, stupenda opera di<br />

“ricostruzione” della Chiesa, “sale della<br />

terra e luce del mondo”».<br />

Al termine del rito, è avvenuta la consegna<br />

della croce e del messaggio ai pellegrini<br />

della «Giornata Mondiale della<br />

Gioventù» da parte del Papa. (a. m.)


.<br />

PAGINA<br />

Il Santo Padre Giovanni Paolo II ha<br />

ricevuto oggi, venerdì 21 dicembre, alle<br />

ore 11, in solenne udienza, S.E. il Signor<br />

Vladimir Nikolaev Gradev, nuovo<br />

Ambasciatore di Bulgaria presso la Santa<br />

Sede, il quale ha presentato le Lettere<br />

Credenziali con cui viene accreditato<br />

nell'alto ufficio.<br />

S.E. il Signor Ambasciatore, rilevato<br />

alla sua residenza da un Addetto di Anticamera<br />

e da due Gentiluomini di Sua<br />

Santità, è giunto alle 10.45 al Cortile di<br />

San Damaso, nel Palazzo Apostolico Vaticano,<br />

ove un reparto della Guardia<br />

Svizzera Pontificia rendeva gli onori.<br />

Al ripiano degli ascensori, S.E. l'Ambasciatore<br />

era ricevuto da un Gentiluomo<br />

di Sua Santità e, subito dopo, saliva<br />

alla seconda Loggia, dove si trovavano<br />

ad attenderlo gli Addetti di Anticamera<br />

ed i Sediari. Dalla seconda Loggia il corteo<br />

si dirigeva alla Sala Clementina, dove<br />

l'Ambasciatore veniva ricevuto dal<br />

Prefetto della Casa Pontificia, Monsignor<br />

James Michael Harvey, il quale lo accompagnava<br />

nella Biblioteca privata.<br />

Il Prefetto presentava al Santo Padre<br />

il nuovo Ambasciatore di Bulgaria.<br />

Dopo la presentazione delle Lettere<br />

Credenziali da parte dell'Ambasciatore,<br />

aveva luogo lo scambio dei discorsi.<br />

Questo il testo del discorso del Papa:<br />

Monsieur l’Ambassadeur,<br />

1.Je suis heureux d’accueillir<br />

Votre Excellence<br />

pour la présentation des Lettres<br />

qui L’accréditent comme<br />

Ambassadeur extraordinaire<br />

et plénipotentiaire de la République<br />

de Bulgarie auprès<br />

du Saint-Siège. Je La remercie<br />

de ses paroles courtoises<br />

et je Lui saurai gré de bien<br />

vouloir remercier Monsieur<br />

le Président de la République<br />

de ses vœux aimables et de<br />

L’assurer en retour de mes<br />

souhaits pour sa personne et<br />

pour le peuple bulgare.<br />

2.Comme vous l’avez fait<br />

remarquer, même si les relations<br />

diplomatiques entre la<br />

Bulgarie et le Saint-Siège ont<br />

été récemment ré-instaurées,<br />

en revanche les liens entre<br />

l’Eglise catholique et le peuple<br />

bulgare remontent au<br />

premier millénaire de notre<br />

ère, à l’époque de la conver-<br />

SANTA SEDE<br />

Il nuovo<br />

Ambasciatore<br />

di Bulgaria<br />

Sua Eccellenza il Signor Vladimir Nikolaev<br />

Gradev, nuovo Ambasciatore di<br />

Bulgaria presso la Santa Sede, è nato il<br />

12 maggio 1963. È sposato. Si è laureato<br />

in Filologia Francese all'Università di<br />

Sofia, specializzandosi in «Storia e Teoria<br />

della Cultura» (1987). Ha inoltre conseguito<br />

un Dottorato in Filosofia Politica<br />

presso il Dipartimento di Scienze Sociali<br />

e Politiche dell'Istituto Universitario europeo<br />

di Firenze (1996). È stato Segretario<br />

della Conferenza Episcopale della<br />

Chiesa Cattolica di Bulgaria (1997-2001).<br />

Nel 1999 ha vinto la Cattedra di docente<br />

ordinario di «Storia e Teoria della Cultura»<br />

all'Università di Sofia. È Caporedattore<br />

del giornale Veritas.<br />

A Sua Eccellenza, il Signor Vladimir<br />

Nikolaev Gradev, nuovo Ambasciatore<br />

di Bulgaria presso la Santa Sede, giungano,<br />

nel momento in cui si accinge a<br />

ricoprire il suo alto incarico, le felicitazioni<br />

del nostro giornale.<br />

5 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 22 Dicembre 2001<br />

«Traducendo la Bibbia<br />

nella lingua locale, adattando la liturgia<br />

bizantina e il diritto,<br />

Cirillo e Metodio hanno veramente<br />

seminato la Buona<br />

Novella nella terra slava<br />

e hanno fatto nascere<br />

una cultura originale nutrita<br />

della tradizione cristiana»<br />

Desidero ardentemente che ciò avvenga il prossimo 24 gennaio<br />

quando si riuniranno ad Assisi, per una giornata di preghiera<br />

in favore della pace, i responsabili religiosi del mondo intero<br />

dues aux rivalités politiques<br />

des deux empires byzantin et<br />

carolingien, et où l’Eglise elle-même<br />

connaissait la désunion,<br />

ils ont travaillé en ardents<br />

serviteurs de l’unité<br />

dans l’Eglise mais aussi en<br />

faveur de l’Europe dont ils<br />

sont devenus, avec saint Benoît,<br />

les patrons célestes.<br />

3.Leur exemple nous indique<br />

la route à suivre aujourd’hui,<br />

celle du dialogue<br />

entre les cultures et entre les<br />

peuples, qui s’attache à respecter<br />

chacun dans son identité<br />

et ses richesses propres,<br />

mais aussi à l’ouvrir, au-delà<br />

de tout nationalisme<br />

étroit, à la connaissance et à<br />

la reconnaissance de l’autre.<br />

C’est là un chemin de paix<br />

exemplaire, qui impose de<br />

renoncer aux moyens de<br />

puissance et à toute volonté<br />

de domination, pour travailler<br />

ensemble au bien commun.<br />

C’est aussi un chemin<br />

de vérité, qui demande souvent<br />

de reconnaître les fautes<br />

commises dans le passé les<br />

uns contre les autres. C’est<br />

encore un chemin de justice,<br />

qui demande de réparer les<br />

torts et les dommages faits à<br />

autrui et de veiller au respect<br />

des droits et des devoirs de<br />

chacun.<br />

Le monde d’aujourd’hui,<br />

tenté de nouveau par les affrontements<br />

et par la violence<br />

aveugle du terrorisme, a<br />

grand besoin d’entendre la<br />

voix d’hommes de dialogue<br />

et d’artisans de paix, et je<br />

souhaite ardemment que ce<br />

soit le cas le 24 janvier prochain,<br />

quand se réuniront à<br />

Assise, pour une journée de<br />

prière en faveur de la paix,<br />

les responsables religieux du<br />

monde entier. Je me réjouis<br />

également de savoir que votre<br />

nation, dont la situation<br />

originale de pont entre l’Europe<br />

orientale et l’Europe du<br />

sud l’établit en quelque sorte<br />

comme une terre de rencon-<br />

tre et de tolérance, se fait un<br />

devoir de travailler, dans le<br />

concert des nations et particulièrement<br />

sur le continent<br />

européen, en faveur de la<br />

paix et de la coopération entre<br />

les peuples.<br />

4.Vous avez souhaité,<br />

Monsieur l’Ambassadeur,<br />

rendre hommage à l’action<br />

l’action de l’Eglise dans deux<br />

dimensions essentielles de sa<br />

mission, à savoir l’exercice<br />

de la charité et la défense de<br />

la liberté religieuse. Permettez-moi<br />

de vous assurer de la<br />

volonté ferme et constante de<br />

l’Eglise catholique de toujours<br />

travailler, à l’exemple<br />

de ces deux témoins, pour le<br />

présentes dans le pays. Je salue<br />

cordialement ses évêques<br />

et ses prêtres, ainsi que les<br />

religieux et religieuses et<br />

tous les fidèles laïcs, rendant<br />

grâce pour leur fidélité au<br />

Christ et à l’Eglise catholique.<br />

Je sais qu’ils participent<br />

activement à la construction<br />

commune, en prenant<br />

leur place au sein de la<br />

société et en œuvrant pour le<br />

développement du pays.<br />

Qu’ils reçoivent ici les encouragements<br />

du Successeur<br />

de Pierre dans leur volonté<br />

de servir et de témoigner de<br />

leur foi. Je salue également,<br />

avec respect, estime et affection<br />

fraternelle, nos frères de<br />

l’Eglise ortho-doxe bulgare,<br />

et je souhaite que soient<br />

multipliées, entre nous et<br />

aux yeux du monde, les occasions<br />

de manifester notre<br />

fraternité spirituelle dans le<br />

Christ.<br />

Chaque année au mois de<br />

mai, une délégation de votre<br />

pays rend visite à l’Evêque<br />

de Rome, à l’occasion de la<br />

fête des saints Cyrille et Méthode,<br />

exprimant ainsi son<br />

attachement à ces deux hautes<br />

figures spirituelles mais<br />

aussi son désir de développer,<br />

à leur exemple, des liens<br />

de fraternité et de paix. Je<br />

souhaite vivement pouvoir à<br />

mon tour rendre cette visite<br />

au cher peuple bulgare, en<br />

venant prochainement dans<br />

votre pays, afin d’y rencontrer<br />

les Autorités civiles, de<br />

m’entretenir avec les responsables<br />

religieux, notamment<br />

ceux de l’Eglise catholique et<br />

ceux de l’Eglise orthodoxe, et<br />

d’y exprimer aux fidèles catholiques<br />

ma sollicitude pastorale.<br />

Je continuerai ainsi,<br />

après mon pèlerinage aux<br />

sources de la foi, mon pèlerinage<br />

aux origines des communautés<br />

chrétiennes et en<br />

faveur de la paix et du dialogue<br />

entre tous.<br />

6.Monsieur l’Ambassa-<br />

«Sono contento<br />

di poter salutare...<br />

la comunità cattolica di differenti riti<br />

che vive in Bulgaria. Essa è certo<br />

poco numerosa, in un Paese<br />

a maggioranza ortodossa, ma è ben viva<br />

e desidera intrattenere buone relazioni<br />

con tutte le tradizioni religiose<br />

presenti nel Paese»<br />

CREDENZIALI Il discorso del Papa al nuovo Ambasciatore di Bulgaria presso la Santa Sede durante l'udienza per la presentazione delle Lettere<br />

Il mondo attuale, sfidato dai conflitti e dalla violenza del terrorismo<br />

ha bisogno di ascoltare la voce di uomini di dialogo e di artefici di pace<br />

sion de l’Europe<br />

orientale à la foi<br />

chrétienne, sous<br />

l’impulsion décisive<br />

des deux frères Cyrille<br />

et Méthode. En<br />

traduisant la Bible<br />

dans la langue locale,<br />

en adaptant la liturgie<br />

byzantine et<br />

le droit, ils ont vraiment<br />

semé la Bonne<br />

Nouvelle dans la<br />

terre slave et ils ont<br />

fait naître une culture<br />

originale nourrie<br />

de la tradition<br />

chrétienne, qui est<br />

reconnue aujourd’hui<br />

par tous<br />

les peuples slaves<br />

comme une matrice<br />

de leur identité. A<br />

une époque où l’Europe<br />

connaissait de<br />

profondes divisions,<br />

“<br />

Due apostoli del secolo scorso: Mons. Roncalli<br />

fu Visitatore apostolico e poi Delegato<br />

apostolico a Sofia per molti anni prima<br />

di divenire mio venerato predecessore<br />

beato Giovanni XXIII, e Mons. Bossilkov,<br />

Vescovo e martire della fede, anch'egli beato.<br />

In loro la nazione riconosce dei veri servitori<br />

del Vangelo per il popolo bulgaro<br />

“<br />

Desidero vivamente rendere visita<br />

al caro popolo bulgaro, venendo<br />

prossimamente nel vostro Paese, al fine<br />

di incontrare le autorità civili, di intrattenermi<br />

con i responsabili religiosi, soprattutto<br />

con quelli della Chiesa cattolica e della Chiesa<br />

ortodossa, e allo scopo di esprimere ai fedeli<br />

cattolici la mia sollecitudine pastorale<br />

-<br />

apostolique de deux apôtres<br />

du siècle dernier: Monseigneur<br />

Angelo Roncalli, qui<br />

fut Visiteur apostolique puis<br />

Délégué apostolique à Sofia<br />

pendant de longues années<br />

avant de devenir mon vénéré<br />

prédécesseur le bienheureux<br />

Pape Jean XXIII, et Monseigneur<br />

Eugène Bossilkov,<br />

évêque et martyr de la foi,<br />

lui aussi bienheureux. Je<br />

vous en remercie vivement.<br />

En eux, votre nation reconnaît<br />

de vrais serviteurs de<br />

l’Evangile pour le peuple<br />

bulgare, et vous honorez<br />

-<br />

”<br />

”<br />

bien des peuples, en leur<br />

communiquant son unique<br />

richesse, celle de la Parole de<br />

Dieu qui veut féconder et<br />

nourrir les cultures. Je souhaite<br />

que la nouvelle loi sur<br />

la liberté religieuse permette<br />

à l’Eglise catholique, tout<br />

comme aux autres religions<br />

reconnues, d’exercer librement<br />

et sans restrictions sa<br />

mission spirituelle dans votre<br />

pays, selon des droits et des<br />

devoirs garantis par la loi.<br />

Dans cet esprit, j’espère que<br />

les différents services administratifs<br />

concernés continue-<br />

ront à favoriser toutes<br />

les démarches<br />

permettant aux fidèles<br />

de bénéficier des<br />

moyens nécessaires<br />

à l’exercice de la liberté<br />

de culte.<br />

5.Je suis heureux<br />

de pouvoir saluer,<br />

en cette occasion<br />

et par l’entremise<br />

de votre personne,<br />

la communauté<br />

catholique de<br />

différents rites qui<br />

vit en Bulgarie. Elle<br />

est certes peu nombreuse,<br />

dans un<br />

pays majoritairement<br />

orthodoxe,<br />

mais elle est bien<br />

vivante et elle souhaite<br />

entretenir de<br />

bonnes relations<br />

avec toutes les tra-<br />

ditions religieuses<br />

deur, au moment où commence<br />

officiellement votre<br />

mission auprès du Saint-Siège,<br />

je vous offre mes vœux<br />

les meilleurs pour son heureux<br />

accomplissement. Soyez<br />

sûr que vous trouverez toujours<br />

auprès de mes collaborateurs<br />

un accueil attentif et<br />

une compréhension cordiale.<br />

Sur Votre Excellence, sur<br />

sa famille, sur ses collaborateurs<br />

de l’Ambassade et sur<br />

le peuple bulgare tout entier,<br />

j’invoque de grand cœur<br />

l’abondance des Bénédictions<br />

divines.<br />

Dopo lo scambio dei discorsi, il Santo<br />

Padre si intratteneva a colloquio privato<br />

con l'Ambasciatore.<br />

Dopo l'udienza, nella Sala Clementina,<br />

prendeva congedo dal Prefetto della<br />

Casa Pontificia e si recava a far visita al<br />

Cardinale Segretario di Stato, S. Em.za<br />

Rev.ma il Signor Cardinale Angelo Sodano.<br />

Al termine del colloquio l'Ambasciatore<br />

discendeva nella Basilica Vaticana. Il<br />

Diplomatico era ricevuto da una delegazione<br />

del Rev.mo Capitolo e si recava<br />

dapprima nella Cappella del SS.mo Sacramento<br />

per un breve atto di adorazione;<br />

passava poi a venerare l'immagine<br />

della Beatissima Vergine e, quindi, la<br />

tomba di San Pietro.<br />

Al termine della visita l'Ambasciatore<br />

prendeva congedo dalla delegazione del<br />

Capitolo, quindi, alla Porta della Preghiera,<br />

prima di lasciare la Basilica, si<br />

congedava dai Dignitari che lo avevano<br />

accompagnato e faceva ritorno alla sua<br />

residenza.<br />

Ecco il discorso dell'Ambasciatore al<br />

Santo Padre:<br />

Très Saint-Père,<br />

J’ai l’honneur de présenter à Votre<br />

Sainteté les Lettres de Créance signées<br />

par le Président de la République de<br />

Bulgarie.<br />

Les rapport diplomatiques entre la<br />

Bulgarie et le Saint-Siège datent du 6<br />

décembre 1990. Nos relations remontent<br />

au temps de la mission évangélique<br />

des saints frères Cyrille et Méthode,<br />

que votre Sainteté a proclamés «copatrons<br />

célestes de l’Europe». Grâce à<br />

leur mission, le peuple bulgare a su<br />

préserver au cours des siècles une riche<br />

et authentique culture chrétienne.<br />

L’action apostolique des saints frères<br />

Cyrille et Méthode a laissé des traces<br />

profondes dans l’héritage spirituel de<br />

l’humanité, car elle a donné la force<br />

nécessaire aux peuples slaves pour devenir<br />

des constructeurs actifs de la culture<br />

européenne et mondiale. Leur héritage<br />

a inspiré et continue d’inspirer<br />

tous les gens de bonne volonté qui<br />

œuvrent pour la paix et la compréhension<br />

mutuelle entre les peuples et cherchent<br />

à ouvrir de nouveaux horizons,<br />

surmontant les divisions, l’injustice et<br />

la souffrance.<br />

Pendant plus de 1100 ans, un grand<br />

nombre de représentants de l’Evêque de<br />

Rome, et beaucoup de Bulgares aussi,<br />

ont travaillé pour l’établissement de<br />

contacts plus étroits entre le Saint-Siège<br />

et la Bulgarie. Permettez-moi, Très<br />

Saint- Père, de ne mentionner que deux<br />

d’entre eux: Mgr Angelo Roncalli (le futur<br />

Pape Jean XXIII), qui a été le premier<br />

Légat apostolique en Bulgarie et<br />

qui dès le moment de sa nomination<br />

jusqu’à la fin de son chemin terrestre<br />

(et comme nous espérons après aussi),<br />

s’est dévoué avec tant d’amour et de<br />

soins à l’élévation spirituelle des catholiques<br />

bulgares, mais aussi à la reconnaissance<br />

et la défense de tout le peuple<br />

bulgare pendant les années sombres<br />

de la guerre froide. Je voudrais évoquer<br />

aussi le nom de Mgr Eugène Bossilkov,<br />

martyr et défenseur de la foi et de la liberté<br />

religieuse face à l’intolérance et la<br />

persécution. Par leur béatification, Votre<br />

Sainteté a magistralement interprété<br />

la Sainteté de leur vie et l’importance<br />

de leur action et témoignage de foi.<br />

Nous sommes très heureux que ces<br />

deux dignes pasteurs soient étroitement<br />

liés à l’histoire du peuple bulgare.<br />

Aujourd’hui, au début du nouveau<br />

millénaire, en regardant avec beaucoup<br />

d’espoir vers l’avenir, nous savons que<br />

nous portons avec nous la mémoire de<br />

nos prédécesseurs, maîtres spirituels et<br />

martyrs, qui ont construit les ponts<br />

nous menant à ce jour à venir. Nous<br />

savons que nous devons continuer le<br />

chemin choisi, enrichir ce précieux héritage<br />

et développer la communication<br />

et l’échange entre les peuples.<br />

Très Saint-Père,<br />

Permettez-moi d’exprimer l’admiration<br />

de notre Président et de tout le<br />

peuple bulgare pour votre très noble<br />

travail infatigable d’aider et d'encourager<br />

tous les peuples de la terre, en touchant<br />

et en remplissant avec espoir les<br />

cœurs des hommes.


.<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

Riflessione sul periodo liturgico che prepara al Natale<br />

La Madre del Signore<br />

nella liturgia dell'Avvento<br />

MARTINO GOMIERO<br />

Vescovo emerito di Adria-Rovigo<br />

Il periodo liturgico dell'Avvento è<br />

«un tempo particolarmente adatto<br />

per il culto della Madre del Signore».<br />

In questo periodo abbiamo celebrato<br />

con gioia la solennità dell'Immacolata<br />

Concezione della beata Vergine<br />

Maria e saremo diligenti nell'attenzione<br />

ai testi mariani che costellano<br />

il cammino liturgico dell'Avvento.<br />

Non può venire meno l'invocazione a<br />

Maria «Regina della Pace», che ci è<br />

stata suggerita dal nostro Santo Padre<br />

Giovanni Paolo II, mentre l'umanità<br />

continua a soffrire per le dolorose<br />

conseguenze della follia omicida<br />

dell'11 Settembre. Le comunità cristiane<br />

e le famiglie credenti hanno<br />

certamente fiducia in Maria «esperta<br />

di umanità», che intercede presso<br />

Dio per la nostra pace e salvezza.<br />

Alla scuola della Liturgia impariamo<br />

a venerare nel modo giusto la<br />

Vergine Maria, che vuole condurci a<br />

Gesù. Ai Vespri del lunedì (prima settimana<br />

della Liturgia delle Ore) incontriamo<br />

la seguente orazione: «Ti<br />

magnifichi, o Signore, il nostro servizio<br />

di lode; tu che per la nostra salvezza<br />

hai volto lo sguardo all'umiltà<br />

della Vergine Maria, degnati di innalzarci<br />

alla pienezza della tua redenzione».<br />

L'esordio dell'orazione citata ci<br />

ricorda il cantico delle beata Vergine,<br />

che viene recitato o cantato ogni<br />

giorno ai Vespri; è il cantico che fa<br />

vibrare di esultanza l'anima nostra,<br />

perché il Signore ha un Nome santo,<br />

un braccio potente, un Cuore sensibile<br />

e misericordioso. Ma ci sono persone<br />

che dimenticano o si oppongono<br />

alla santità di Dio. Allora ci accorgiamo<br />

che il Signore interviene per<br />

confondere i superbi, i prepotenti, i<br />

ricchi egoisti, mentre dona il suo favore<br />

agli umili e agli affamati. La<br />

condotta di Dio traccia le linee operative<br />

per il nostro impegno di lotta<br />

alle forze oscure del male e per il nostro<br />

doveroso programma di solidarietà<br />

verso i fratelli sofferenti.<br />

La memoria di Santa Maria in Sabato<br />

ha profonde radici nel cuore dei<br />

cristiani e nelle buone tradizioni della<br />

pietà popolare. Ne è testimone anche<br />

la Liturgia delle Ore, che alle Lodi<br />

mattutine del sabato (della prima settimana)<br />

ci offre questa invocazione:<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 22 Dicembre 2001<br />

Quella misteriosa conciliazione tra povertà<br />

e ricchezza che si realizza nel Natale di Gesù<br />

«Cristo da ricco che era si fece povero, per arricchire<br />

noi della sua povertà» (cfr 1 Cor 8, 9).<br />

La povertà e la ricchezza, due realtà profondamente<br />

antitetiche, giungono nel Natale di Gesù<br />

ad una misteriosa conciliazione. Dobbiamo intendere<br />

questi termini non tanto secondo l'accezione<br />

socio-economica che assumono prevalentemente,<br />

ma come rivelatori della contraddizione e delle<br />

aspirazioni che contraddistinguono la vita di ciascuno<br />

di noi e l'intera vicenda umana.<br />

Gli uomini intendono povertà l'esperienza della<br />

privazione e della diminuzione di ciò che concorre<br />

alla piena realizzazione della propria identità,<br />

ricchezza invece il saper trattenere, custodire e<br />

accrescere tutto ciò che contribuisce alla soddisfazione<br />

dei propri bisogni.<br />

Il Natale di Gesù ha invertito definitivamente la<br />

legge di accrescimento dell'essere e dell'operare:<br />

l'amore di Dio è nell'essere delle persone della<br />

Santissima Trinità l'una relativa all'altra e nel riversarsi<br />

di questa eterna corrente di vita, mediante<br />

l'incarnazione del Verbo, quale offerta di salvezza<br />

per tutti gli uomini.<br />

«Colui che dà ad altri<br />

la ricchezza si fa povero»<br />

San Gregorio di Nazianzo così parla di questo<br />

mistero: «Colui che dà ad altri la ricchezza si fa<br />

povero. Chiede in elemosina la mia natura umana<br />

«Tu (o Cristo), che avesti come madre<br />

Maria, docile alla divina parola,<br />

guida i nostri passi alla luce del tuo<br />

Vangelo». Proseguendo l'itinerario<br />

della Liturgia delle Ore, arriviamo alle<br />

Lodi mattutine del sabato (della<br />

terza settimana), dove ci aspettano<br />

quattro significative invocazioni al<br />

Padre celeste, avvalorate dalla materna<br />

intercessione della Madre di Cristo<br />

e della Chiesa. Dice la prima invocazione:<br />

«Ti rendiamo grazie, Padre<br />

immensamente buono, che ci hai<br />

dato Maria come madre e modello<br />

della vita cristiana, per sua intercessione<br />

guidaci sulla via della santità».<br />

La seconda prosegue «Tu che hai reso<br />

Maria attenta alla tua parola e<br />

l'hai fatta tua fedele ancella, per sua<br />

intercessione rendici discepoli e servitori<br />

del Figlio tuo». Nella terza invocazione<br />

diciamo al Padre: «Tu che<br />

hai dato a Maria il privilegio di essere<br />

madre per opera dello Spirito Santo,<br />

per sua intercessione concedi a<br />

noi i frutti del tuo Spirito». Procediamo<br />

nella quarta invocazione dicendo<br />

«Tu che hai reso intrepida la Vergine<br />

Maria presso la croce del tuo Figlio e<br />

l'hai rallegrata con l'immensa gioia<br />

della risurrezione, per sua intercessione<br />

consola le nostre pene e ravviva<br />

la nostra speranza».<br />

Alla luce di queste invocazioni, l'anima<br />

nostra si apre all'influsso di<br />

grazia che proviene dalla santissima<br />

Trinità e, seguendo il modello di vita<br />

datoci da Maria, puntiamo la nostra<br />

direzione sulla via della santità, sull'impegno<br />

dell'imitazione di Cristo,<br />

sulla speranza di realizzare i frutti<br />

dello Spirito per conseguire la vera libertà.<br />

S. Agostino ci avverte di non considerare<br />

«grandi» i nostri passi che si<br />

muovono fuori dalla retta via, la<br />

scienza della salvezza deve guidare i<br />

nostri passi faticosi sulla strada esigente<br />

del Vangelo.<br />

La nostra esistenza terrena conosce<br />

i giorni difficili delle ricorrenti<br />

prove e tribolazioni; però il nostro<br />

cuore non soccombe alla tristezza e<br />

alla paura, perché possiamo contare<br />

sull'aiuto efficace della Vergine Maria,<br />

consolatrice degli afflitti e fonte<br />

inesauribile di speranza.<br />

Confermiamo la nostra devozione<br />

mariana dicendo spesso: Madre mia,<br />

fiducia mia!<br />

La Caritas della Diocesi di Cremona sta<br />

vivendo un avvento di fraternità lungo<br />

«cammini di giustizia e di pace». In questo<br />

spirito i fedeli della Chiesa cremonese<br />

hanno curato il «progetto Congo», il «progetto<br />

Afghanistan», il «progetto Uganda».<br />

Queste iniziative, promosse in stretta<br />

collaborazione con l'Ufficio Missionario<br />

Diocesano, sono dirette a garantire un efficace<br />

sostegno a queste popolazioni se-<br />

perché io diventi ricco della sua natura divina. E<br />

Colui che è la totalità si spoglia di sé fino all'annullamento.<br />

Si priva, infatti, anche se per breve<br />

tempo, della sua gloria, perché io partecipi della<br />

sua pienezza. Oh sovrabbondante ricchezza della<br />

divina bontà!» (Discorsi, 45, 22; PG 36, 654).<br />

La pienezza della divinità<br />

viene a noi<br />

La ricchezza di Dio, che Gesù ci svela e ci comunica,<br />

non consiste in un progressivo accrescimento,<br />

ma in un infinito dono. La ricchezza che<br />

Dio ci propone nel Natale del suo Figlio non può<br />

esserci partecipata se anche noi non ci spogliamo<br />

della nostra logica umana che ci porta ad intendere<br />

la pienezza come la soddisfazione del bisogno<br />

e dell'indigenza.<br />

Nel Natale di Gesù la pienezza della divinità<br />

viene a noi nel momento in cui ci assimila alla<br />

sua logica di ricchezza nella povertà, di pienezza<br />

nel vuoto, di totalità nell'annientamento.<br />

Il Bambino Gesù, che contempliamo nudo e indifeso<br />

nella capanna di Betlemme, ci invita a spogliarci<br />

del nostro orgoglio e della nostra autosufficienza,<br />

che è illusoria ricchezza.<br />

Ci invita ad accogliere la ricchezza vera ed<br />

eterna dell'Amore venuto in terra per salvarci.<br />

Ci invita a cantare la lode che sale da un cuore<br />

rinnovato dalla giovinezza perenne di Dio.<br />

La Chiesa che è in Cremona nel segno della fraternità e della giustizia<br />

Celebrazione Eucaristica a Marano presieduta dall'Arcivescovo di Napoli<br />

Mons. Raffaello Delle Nocche:<br />

apostolo dell’Eucaristia<br />

L’Eucaristia è la mia vita! La mia vita<br />

è l’Eucaristia: potrebbe essere questa<br />

la sintesi più significativa per accostare<br />

la vita e il ministero di Mons. Raffaello<br />

Delle Nocche, la cui personalità spirituale<br />

e la profonda pietà furono illuminate<br />

dal Mistero della fede. Di lui ha parlato,<br />

in una celebrazione a Marano, sua città<br />

natale, l’Arcivescovo di Napoli, Card.<br />

Michele Giordano.<br />

«A Tricarico, sede vescovile — ha ricordato<br />

il Presule — sua prima preoccupazione<br />

fu quella di sistemare decorosamente<br />

e con gusto liturgico la Cappella<br />

del Santissimo. All’inginocchiatoio di<br />

quella Cappella, passava molte ore della<br />

giornata, recitava il divino Ufficio insieme<br />

ai giovani sacerdoti, ebbe l’ispirazione<br />

di fondare la Congregazione delle Discepole<br />

di Gesù Eucaristico. Sapeva bene<br />

che l’effetto proprio dell’Eucaristia è<br />

la trasformazione dell’uomo in Cristo.<br />

La partecipazione al Corpo e al Sangue<br />

di Cristo non ci cambia forse in ciò che<br />

prendiamo? Non è Cristo a trasformarsi<br />

in noi, ma noi in Lui». Sì, l’Eucaristia ci<br />

fa uno in Cristo. Quell’«uno» si attua<br />

nella partecipazione all’Eucaristia. Il Risorto<br />

ci fa «uno» con lui e con il Padre<br />

nello Spirito. Nell’unità realizzata e vissuta<br />

nell’amore reciproco, Cristo può<br />

prendere in mano il destino degli uomini<br />

e portarli alla loro vera finalità: un<br />

solo Padre e tutti fratelli.<br />

«Mons. Delle Nocche — ha continuato<br />

il Card. Giordano — credeva veramente<br />

alla impressionante e sconcertan-<br />

te presenza del Cristo, che cambia già la<br />

terra in un paradiso anticipato, perché<br />

— a suo dire — dall’altare nasce la vera<br />

pedagogia che forma le persone alla rettitudine,<br />

alla onestà e alla santità».<br />

Frutto stupendo del sacrificio redentore,<br />

l’Eucaristia è destinata, perciò, a<br />

svolgere un grande ruolo nella vita di<br />

ogni cristiano e nella vita di tutta la<br />

Chiesa. E, a tale proposito Mons. Delle<br />

Nocche soleva ripetere: «Non è possibile<br />

la vera vita cristiana con il contentarsi<br />

di una Comunione solamente a Pasqua;<br />

ma la Comunione frequente deve essere<br />

il nutrimento dell’anima in modo che<br />

Gesù Cristo sia la nostra vita. Proprio<br />

per questa ragione l’apostolato del Vescovo<br />

e dei Sacerdoti deve soprattutto<br />

Lettera pastorale dell'Arcivescovo di Chieti-Vasto, Mons. Edoardo Menichelli<br />

«Nel cenacolo e sulla strada»<br />

per incontrare e riconoscere Cristo<br />

«Nel Cenacolo e sulla strada» è il titolo<br />

della lettera pastorale che l’Arcivescovo<br />

di Chieti-Vasto, Mons. Edoardo Menichelli,<br />

ha indirizzato alla sua Chiesa<br />

locale.<br />

Una meditazione tutta incentrata sull’Eucaristia,<br />

quella del Presule, che invia<br />

ai fedeli la sua riflessione con lo sguardo<br />

al sinodo, che sarà celebrato dalla diocesi<br />

abruzzese l’anno prossimo, e all’Anno<br />

Eucaristico che inizierà con un convegno<br />

diocesano a gennaio sul «Dies Domini».<br />

«Il Sinodo diocesano — spiega Mons.<br />

Menichelli — è già all’orizzonte per rispondere<br />

all’attesa di trasfigurazione del<br />

nostro volto ecclesiale, affinché il volto<br />

di Cristo possa risplendere nei tempi e<br />

nelle modalità che, in ascolto dello Spirito,<br />

seguiremo per comunicare il Vangelo<br />

della salvezza nel contesto sociale e<br />

culturale in cui il Signore ci ha collocati».<br />

Alla sorgente originaria<br />

di ogni slancio apostolico<br />

E se per questo occorre che i fedeli<br />

tornino alla «sorgente originaria di ogni<br />

slancio apostolico», è essenziale, allora,<br />

che questo Anno Eucaristico venga celebrato<br />

«con l’intensità, la profondità e la<br />

passione di una Chiesa locale che, nella<br />

sua interezza, si rimette in discussione<br />

e, lasciandosi penetrare dal mistero del<br />

Corpo e del Sangue del Signore, diventa<br />

capace di testimoniare la bellezza della<br />

Verità che l’Eucaristia contiene ed esprime<br />

nella sua realtà sacramentale e nella<br />

sua forza profetica».<br />

gnate dal dolore, dalla miseria, da situazioni<br />

di forte bisogno. La partecipazione<br />

attiva e convinta delle parrocchie di Cremona<br />

in questo impegno di solidarietà costituisce<br />

l'elemento essenziale per il buon<br />

esito dei progetti.<br />

Riguardo al Congo sono previsti interventi<br />

per la costruzione di una sala polifunzionale<br />

per scuola e ambulatorio nella<br />

missione di Padre Palmiro Cima; per la<br />

Nell’Eucaristia trova compimento<br />

«l’instancabile dinamismo dell’amore di<br />

Dio»; quest’idea del Concilio Ecumenico<br />

Vaticano II invita, secondo il Presule<br />

abruzzese, a «rientrare nel Cenacolo»<br />

per ribadire, cioè, «che la celebrazione<br />

eucaristica non è solo un rito o un gesto<br />

di memoria storico-psicologico, ma la<br />

presenza, qui e ora, del Vivente».<br />

«Rendere credibile<br />

l’Eucaristia»<br />

Non può non scaturire da questa considerazione,<br />

allora, l’impegno dei credenti<br />

a «rendere credibile l’Eucaristia»,<br />

e a vedere «il Corpo del Signore che<br />

sanguina nella carne viva degli uomini e<br />

delle donne del nostro tempo, e il volto<br />

dell’altro come il volto di Cristo che ci<br />

viene incontro chiamandoci a quella tenerezza<br />

responsabile che ci rende capaci<br />

di superare ogni neutralità colpevole».<br />

Quello che viene richiesto ad ogni cristiano<br />

che celebra l’Eucaristia, continua<br />

Mons. Menichelli, è la capacità di «muoversi<br />

verso quanti sono esclusi dal banchetto<br />

di vita, di libertà, di dignità» affinché<br />

sia restituito «un volto ai senza<br />

volto. Dio, in Cristo, è diventato la Faccia<br />

ultima, nel punto più opaco del<br />

mondo, nel punto più opaco di ciascuno<br />

di noi, la Faccia del Servo che risplende<br />

della bellezza non estetica».<br />

È sulla «strada», però, che dobbiamo<br />

riconoscere ed incontrare Cristo, quella<br />

«strada dei nostri smarrimenti, delle speranze<br />

deluse, delle tristezze che chiudono<br />

il coraggio e appesantiscono il passo».<br />

Se entreremo in questa consapevo-<br />

Nel Natale di Gesù povertà e ricchezza concludono<br />

nel senso che la povertà di chi si dona è già<br />

pienezza dell'amore riversato con abbondanza in<br />

lui da Dio, pienezza che si alimenta continuamente<br />

da questa sorgente.<br />

Qui si coglie il vero significato sociale della festa<br />

del Natale, che è radicato nel mistero della<br />

carità di Dio.<br />

Il Natale di Cristo ci spinge a continuare il dialogo<br />

che abbiamo intessuto con Lui in direzione<br />

di tutti gli uomini, con i quali Egli è unito in forza<br />

della sua stessa incarnazione (cfr Gaudium et<br />

spes, n. 20).<br />

Fare esperienza dell'amore<br />

di Dio e dell'amore del prossimo<br />

Facciamo così esperienza di quell'unità tra<br />

amore di Dio e amore del prossimo, che è poi il<br />

grande precetto dell'amore insegnatoci da Gesù:<br />

«L'amore di Dio deve in un certo senso dimenticarsi<br />

nell'amore del prossimo per pervenire alla<br />

propria essenza piena e, contemporaneamente,<br />

alla radice che lo rigenera di continuo: l'altro che<br />

amiamo è il sacramento in cui riceviamo Dio»<br />

(Karl Rahner, in Sollecitudine per la Chiesa, Roma,<br />

1982, pagg. 333-337).<br />

ALESSANDRO DE SORTIS<br />

creazione di un laboratorio di taglio e cucito<br />

per le mamme che vivono nella Diocesi<br />

di Bukavu.<br />

Al contempo è stato curato un programma<br />

di formazione al lavoro di 12 studenti<br />

della Diocesi di Kabinda.<br />

Gli interventi in Afghanistan intendono<br />

contribuire alla campagna di sminamento;<br />

alla ricostruzione di una scuola a Kabul;<br />

al sostegno delle famiglie di profughi.<br />

lezza, ogni nostra strada sarà come<br />

quella percorsa dai due di Emmaus, dove<br />

il Risorto si fa compagno di viaggio.<br />

E per tornare sulla strada, incontro al<br />

prossimo, tre sono i cardini fondanti<br />

dell’impegno della Chiesa nel mondo,<br />

analizza Mons. Menichelli: «missione,<br />

evangelizzazione e carità che devono significare<br />

un concreto movimento pastorale»,<br />

teso ad affermare che «Cristo è la<br />

speranza».<br />

È proprio questo dinamismo pastorale<br />

che riecheggia nel «Duc in altum» proposto<br />

dal Papa, o nel testo degli Orientamenti<br />

pastorali dell’Episcopato italiano<br />

per il primo decennio del Duemila:<br />

è la comunità eucaristica la dinamica<br />

per un’autentica conversione pastorale.<br />

Per un’autentica<br />

conversione pastorale<br />

Con tali atteggiamenti, l’Arcivescovo<br />

di Chieti-Vasto rilancia l’invito al Sinodo,<br />

un’opportunità per «camminare insieme<br />

assecondando l’opera dello Spirito».<br />

A questo appuntamento, che sarà<br />

introdotto dall’Anno Eucaristico, il Presule<br />

invita tutti: i sacerdoti, chiamati a<br />

«celebrare per imitare Cristo»; i religiosi,<br />

le religiose e i diaconi, pronti ad «asciugare<br />

le lacrime che scorrono nel cuore e<br />

nella carne dei fratelli»; gli sposi, testimoni<br />

visibili della grazia sacramentale; i<br />

laici, e soprattutto quelli impegnati nella<br />

politica; i giovani, «sentinelle che sanno<br />

cogliere, in piedi, i segni del Dio che<br />

viene».<br />

AGNESE PELLEGRINI<br />

accrescere l’esperienza eucaristica delle<br />

anime».<br />

Se prendiamo coscienza, allora, di<br />

quello che opera l’Eucaristia, possiamo<br />

collegare le parole della comunità cristiana<br />

dei primi secoli: «Erano assidui...<br />

nella frazione del pane e nella carità fraterna».<br />

«Nella predicazione — ha rilevato<br />

l’Arcivescovo di Napoli — Mons. Delle<br />

Nocche insegnò come Eucaristia e comunione<br />

sono due facce inseparabili<br />

della stessa realtà, perché ciascuno è<br />

chiamato a condividere la stessa fede<br />

ma anche i beni e le necessità spirituali<br />

e materiali; cioè il Padre nostro e il pane<br />

nostro».<br />

Il ministero di Vescovo, in particolare,<br />

rese Mons. Delle Nocche ancora più<br />

sensibile a tale istanza. Diceva spesso<br />

che il corpo di Cristo è veramente «carne<br />

per la vita del mondo». Il vivere per<br />

Lui comporta proprio il dedicarsi a coloro<br />

con cui Cristo Gesù si identifica: il<br />

povero, l’abbandonato, l’oppresso, l’emarginato.<br />

«Quanta attualità in questo<br />

messaggio, soprattutto ai nostri giorni<br />

dove il problema sociale non è diminuito<br />

affatto. Purtroppo gran parte della<br />

popolazione mondiale continua a vivere<br />

in una situazione di povertà. Ormai si<br />

cammina verso la globalizzazione in tutti<br />

i campi, ma ciò rischia di aggravare<br />

anziché risolvere i problemi. Manca un<br />

autentico principio unificatore, che unisca,<br />

valorizzando e non massificando le<br />

persone. Di qui la necessità di un riferimento<br />

di comunione e di fraternità universale:<br />

Cristo, pane eucaristico che ci<br />

fa uno in lui e ci insegna a vivere secondo<br />

uno stile di solidarietà».<br />

E il Vescovo di Tricarico, su questo<br />

aspetto, considerò la celebrazione eucaristica<br />

una scuola di profondità spirituale<br />

e una tranquilla ma impegnativa palestra<br />

di sociologia cristiana.<br />

Gesù, Pane di vita, spinge a lavorare<br />

affinché non manchi quel pane di cui<br />

necessitano ancora molti: il pane della<br />

giustizia e della pace, là dove la guerra<br />

incombe e non sono rispettati i diritti<br />

dell’uomo, della famiglia, dei popoli; il<br />

pane della vera libertà, là dove non vige<br />

una giusta libertà religiosa per professare<br />

apertamente la propria fede; il pane<br />

della fraternità, dove non è riconosciuto<br />

ed attuato il senso della comunione universale<br />

nella pace e nella concordia; il<br />

pane dell’unità fra i cristiani, ancora divisi,<br />

in cammino per condividere lo stesso<br />

pane e lo stesso calice.<br />

Il Card. Giordano, poi, ha voluto anche<br />

offrire qualche suggerimento pratico<br />

per «entrare» nella liturgia eucaristica.<br />

«Osservando Mons. Delle Nocche — ha<br />

concluso — con l’ostia in mano, o quando<br />

faceva la genuflessione, o mentre inginocchiato<br />

era in adorazione, sembrava<br />

fosse veramente in diretto e visivo contatto<br />

con Cristo. Tutta la sua fortezza, le<br />

sue virtù di umiltà, pazienza, dedizione<br />

e amore verso le anime, egli le aveva<br />

imparate dal contatto diretto con l’Eucaristia.<br />

L’Eucaristia fu, infatti, il suo<br />

primo e il suo più grande amore».<br />

Non dobbiamo, perciò, misurare il valore<br />

della celebrazione dai nostri stati<br />

d’animo che sono mutevoli; impariamo,<br />

invece, ad ammirare e stupirci per l’azione<br />

dello Spirito.<br />

Come è bello pensare, anche quando<br />

siamo già un po’ stanchi ed esausti, che<br />

è il Signore a operare, consolare, confortare,<br />

perdonare: è il segreto degli<br />

scritti di Mons. Raffaello Delle Nocche,<br />

la cui vita eucaristica fu davvero una<br />

grande educatrice al primato della fede<br />

e della grazia.<br />

VINCENZO PELVI<br />

Castelfidardo: Don Paolo Pigini<br />

sepolto nella chiesa della Figuretta<br />

Don Paolo Pigini (Castelfidardo: 24 febbraio<br />

1891 — 2 febbraio 1967) riposa nella chiesa della<br />

Madonna della Consolazione nel quartiere<br />

della Figuretta in Castelfidardo. Un busto in<br />

bronzo scolpito da Padre Stefano Pigini, agostiniano<br />

e nipote di Don Paolo, testimonia la presenza<br />

di un sacerdote che ha voluto bene ai<br />

suoi parrocchiani.<br />

Nato alle Crocette, sempre nella città della fisarmonica,<br />

da Pasquale e Teresa Binci, Paolo<br />

sente ben presto la vocazione sacerdotale e<br />

completa i suoi studi nel seminario Leoniano in<br />

Roma. Nella capitale è stato ordinato sacerdote<br />

nella Basilica di san Giovanni in Laterano il 16<br />

marzo del 1919. Ancora seminarista Paolo viene<br />

chiamato a svolgere le funzioni di segretario<br />

particolare del Vescovo di Loreto. Già in si questo<br />

incarico dimostra di avere un carattere deciso<br />

ed una carica organizzativa non singolare.<br />

Giovane sacerdote, Don Paolo diventa Canonico<br />

del Capitolo della Collegiata santo Stefano<br />

ed il Prevosto Mons. Giacinto Cinelli lo nomina<br />

concurato per i parrocchiani residenti in campagna<br />

e si occupa delle confraternite locali.<br />

La formazione romana, l’apertura mentale<br />

per avere conosciuto realtà diverse, l’innata capacità<br />

all’impresa, dote comune a tanti Pigini,<br />

lo facilità nel compito di mettere in atto una serie<br />

interminabile di iniziative che concorrono alla<br />

crescita spirituale, culturale, sociale ed economica<br />

di Castelfidardo.<br />

Il «progetto Uganda» mira in particolare<br />

a garantire un efficace aiuto ai bambini<br />

malati. Nell'ospedale di Kalongo opera un<br />

medico della Diocesi di Cremona: a sostegno<br />

della sua attività i fedeli cremonesi<br />

intendono offrire un apporto economico e<br />

logistico.<br />

L'ospedale ha 320 posti letto e una<br />

scuola di ostetricia frequentata da ottanta<br />

ragazze ugandesi.<br />

Sono sue le idee di mettere in piedi una<br />

Schola cantorum e di fondare un circolo giovanile<br />

dove formare le coscienza della gioventù: lo<br />

intitola a Giuseppe Toniolo. Segue l’Azione Cattolica<br />

e con le Suore di sant'Anna promuove la<br />

sezione femminile dell’associazione. Fonda a<br />

Castelfidardo il Partito Popolare sulle orme di<br />

Don Sturzo. Poco dopo costruisce un teatrino<br />

ed inizia una proficua attività filodrammatica.<br />

Insieme al parroco prevosto Mons. Bontempi<br />

progetta una nuova chiesa con annesso ricreatorio<br />

nel popoloso quartiere delle Fornaci.<br />

Insegnante alla Scuola di Avviamento professionale<br />

è protagonista principale dell’apertura<br />

della nuova Scuola Media di Castelfidardo dove<br />

insegnerà francese e latino. Inizia così la sua<br />

passione per la storia cittadina che conosce nei<br />

minimi particolari.<br />

Ultima realizzazione prima di lasciare questa<br />

terra la Chiesa della Madonna della Consolazione<br />

alla Figuretta. In questa realizzazione Don<br />

Paolo mette tutto se stesso, non solo in risorse<br />

finanziarie, ma anche in lavoro manuale. In fondo<br />

a questa chiesa, sulla sinistra, Don Paolo, costruisce<br />

una fossa, in cemento armato, molto<br />

profonda: quando morirò — dice a tutti — vorrei<br />

essere sepolto qui. Il 18 novembre scorso è<br />

stato possibile esaudire questa sua volontà.<br />

MARINO CESARONI


EUROPA<br />

Settantamila giovani cristiani, provenienti<br />

da tutta l'Europa, parteciperanno al<br />

XXIV Incontro animato dalla Comunità di<br />

Taizé che si svolgerà dal 28 dicembre al<br />

1° gennaio a Budapest (Ungheria).<br />

I giovani saranno accolti presso 200<br />

parrocchie, ma anche in posti messi a disposizione<br />

nelle scuole o in altri locali<br />

pubblici. Il Parco delle Esposizioni di Budapest<br />

servirà da luogo d'incontro per le<br />

preghiere comuni, alle ore 13 e alle ore<br />

19, e per gli incontri a temi di riflessione<br />

Il cristianesimo si è diffuso attraverso la predicazione di sant'Andrea e di san Paolo<br />

Le «prime pagine» della storia<br />

della Chiesa che è in Albania<br />

MIKEL PRENNUSHI<br />

PAGINA<br />

Il cristianesimo in Albania risale ai<br />

tempi degli Apostoli san Paolo e sant'Andrea<br />

che per primi propagarono la<br />

fede di Cristo. Secondo gli Atti degli<br />

Apostoli, san Paolo giunse in Albania (Illiria<br />

antica) attraversando la Macedonia<br />

e l'Epiro circa il 66 dopo Cristo. Altre<br />

testimonianze parlano dell'Apostolo Andrea<br />

che ha predicato nell'Epiro gli insegnamenti<br />

di Cristo.<br />

A Durazzo, porto principale d'Albania,<br />

il cristianesimo si stabilì nell'era<br />

apostolica con un vescovado che fu uno<br />

dei più antichi del mondo. Sin dal primo<br />

secolo esisteva in Albania una gerarchia<br />

ecclesiastica. Il martirio di sant'Astio,<br />

Vescovo di Durazzo, avvenne il 7<br />

luglio durante la persecuzione di Cesare<br />

Troiano (98-117). In Albania le Chiese<br />

primitive (erano tante). Solo a Bylis (Albania<br />

meridionale) erano 5 le basiliche<br />

paleocristiane.<br />

Al Concilio di Dalmazia nell'anno 877<br />

tenutosi a Spalato la Chiesa cattolica<br />

che è in Albania fu separata dalla Macedonia<br />

(Tessalonica). Questa separazione<br />

mantenne gli albanesi del Nord, fedeli a<br />

Roma nella sua unità strutturale ed il rito<br />

latino. Lo stato di Dioclea divenne sede<br />

metropolitana divisa in dodici diocesi,<br />

parte nell'Albania settentrionale, parte<br />

in Montenegro. (Farlati «Illyricum<br />

Sacrum». Illyricum Sacrum Daniele Farlati<br />

a Coleti gesuiti; vedi «L'opera dei<br />

gesuiti dal 1841-1928» pubblicato da<br />

Fulvio Corvignano gesuita in «Dituria»<br />

La chiesa francescana di Rubik (sec. XIV)<br />

[La Sapienza] Tirana n. 6-1928, vol. VII,<br />

p. 7-9).<br />

Questo assetto durò solo mezzo secolo,<br />

perché l'imperatore bulgaro Simeone<br />

occupò e distrusse completamente Dioclea<br />

(Ducla antica), nel 927. L'invasione<br />

bulgara non poté staccare l'Albania cattolica<br />

da Roma. Dopo la distruzione di<br />

Dioclea prende sviluppo la città costiera<br />

di Antivari (Bar) che diventa presto sede<br />

vescovile. Nel 1034 avviene la fondazione<br />

dell'Arcivescovado di Antivari (Bar).<br />

Nel 1178 il Papa Alessandro III pacificò<br />

la situazione tra Arcivescovo di Ragusa<br />

(Dubrovnik) e l'Arcivescovo di Dioclea,<br />

Giovanni, il quale nel 1199 a Dioclea,<br />

provincia di Antivari, organizzò il primo<br />

Concilio dei Vescovi solo albanesi. In<br />

questo Concilio sono redatti 12 canoni<br />

per la riforma della Chiesa che rimane<br />

fedele a Roma, mentre le province slave<br />

ed il Montenegro si legarono con Costantinopoli.<br />

Nel 1320 Scutari ridiventa<br />

capitale della cosiddetta Lega albanese<br />

per difendere la fede cattolica.<br />

Nella storia della Chiesa che è in Albania<br />

hanno dato un contributo notevole<br />

i Padri Basiliani, i Benedettini, i Domenicani<br />

e dopo loro i Francescani dal<br />

1240 fino ai nostri giorni ed i Padri Gesuiti,<br />

dal 1841 fino ai tempi nostri. Due<br />

periodi di questa storia millenaria della<br />

Chiesa in Albania sono stati: la lunga<br />

notte della dominazione ottomana, spietata,<br />

atroce contro la nostra fede dal<br />

1479 fino al 1912, giorno dell'indipendenza<br />

albanese; ed il periodo della dittatura<br />

atea che rovinò santuari e chiese e<br />

che lottò contro il clero in modo più<br />

crudele (1944-1990).<br />

Il secolo XV fu l'età eroica dei principi<br />

albanesi con Georgio Castriota soprannominato<br />

Scanderbeg (1405-1468),<br />

vittorioso contro gli invasori ottomani<br />

per 25 anni consecutivi (1443-1468) portò<br />

gli albanesi al centro dell'attenzione<br />

del mondo cristiano europeo. Scanderbeg,<br />

capo della Lega albanese, divenne<br />

una leggenda vivente. Non a caso Georgio<br />

Castriota ha un monumento equestre<br />

a Roma, in piazza Albania. Con l'Italia<br />

cattolica ci lega la storia, ci lega la<br />

fede di Cristo, ci lega la cultura, l'arte<br />

cristiana.<br />

Le testimonianze eroiche di Padre Matia Prennushi e Padre Ciprian Nikaj<br />

Due Frati Minori fucilati nel 1946<br />

durante il regime comunista<br />

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale<br />

in Albania si stabilì una dittatura<br />

atea e comunista spietata che lottò contro<br />

la Chiesa cattolica e contro gli intellettuali<br />

albanesi che avevano studiato<br />

nelle facoltà universitarie dell'Europa<br />

occidentale.<br />

Nel 1946 furono chiusi il Collegio Saveriano<br />

dei Padri Gesuiti, la scuola media,<br />

il convento francescano ed il ginnasio<br />

francescano. Furono rovinate le biblioteche,<br />

gli archivi, i musei, ecc. Il clero<br />

cattolico fu barbararemente perseguitato<br />

in quanto promotore della cultura,<br />

dell'insegnamento pubblico, delle arti,<br />

della drammaturgia, del teatro, della pittura,<br />

della scultura, del cinema; in<br />

quanto autore di una rinomata letteratura<br />

artistica religiosa e laica.<br />

Scutari, la sede delle due scuole medie,<br />

capoluogo dell'Albania settentrionale,<br />

centro della cultura e dell'arte albanese,<br />

aveva in quel tempo tanti prigioni.<br />

Furono fucilati, nel marzo 1946, P.<br />

Giovanni Fausti e P. Daniele Dajani, due<br />

gesuiti, dirigenti del Seminario e della<br />

Provincia (Padre Armando Guidetti,<br />

«Gesuiti in Albania. Apostolato, cultura,<br />

martirio». San Fedele - edizioni, Milano,<br />

1996 - pagine 99, 105).<br />

La stessa tragica sorte ebbero in quegli<br />

anni tremendi anche il Provinciale ed<br />

il Guardiano dei francescani. Padre Matia<br />

Prennushi, O.F.M., proveniva da una<br />

nobile famiglia scutarina che ha dato alla<br />

Chiesa tre francescani, P. Carlo Prennushi,<br />

P. Matia Prennushi, Mons. Vincenzo<br />

Prennushi ed il sacerdote Don<br />

Kolec Prennushi. Nacque nell'ottobre<br />

1882 a Scutari. I primi studi li fece nel<br />

Seminario francescano di Troshani e anche<br />

nella città nativa poi frequentò la<br />

Facoltà di teologia a Graz in Austria.<br />

Nell'anno 1904 fu ordinato religioso<br />

francescano. Cominciò a servire nella<br />

Chiesa nelle lontane montagne dell'Albania<br />

del Nord, a Kastrati, a Gomsiqe, a<br />

Lac i Kurbinit (Sebaste) presso il Santuario<br />

di sant'Antonio, sempre pronto,<br />

devoto e umile nella sua missione e con<br />

il leit-motiv «per la fede, per la patria».<br />

P. Matia nel 1943 fu Provinciale dei<br />

francescani e, come tale, venne arrestato<br />

dai comunisti che avevano anche rovinato<br />

e depredato la biblioteca, il museo<br />

e l'archivio francescano. Siamo nel<br />

settembre 1946. Venne accusato di avere<br />

armi in chiesa. Queste armi le aveva<br />

messe di nascosto una spia dei comunisti<br />

con un collaboratore. Lo stesso giorno<br />

gli agenti comunisti sono entrati nella<br />

Chiesa ed hanno filmato, fotografato,<br />

il «nascondiglio di queste armi».<br />

La propaganda atea disse un sacco di<br />

calunnie per screditare l'attività religiosa<br />

e preparare la condanna capitale. Padre<br />

Matia fu torturato barbaramente proprio<br />

nel convento francescano, convertito<br />

in prigione come tante scuole e case.<br />

Scutari nel 1946 aveva tredici prigioni!<br />

Tutte le condanne e le esecuzioni venivano<br />

ordinate dai comunisti jugoslavi.<br />

Padre Matia aveva un'alta considerazione<br />

tra i montanari, particolarmente perché<br />

nell'insurrezione contro la dominazione<br />

ottomana nel 1911 fu accanto a loro.<br />

Questa insurrezione aprì la via dell'indipendenza<br />

albanese del 1912. Per<br />

questo amor patrio e per la sua fedeltà<br />

alla Santa Chiesa romana, Padre Matia<br />

fu condannato a morte e così fu fucilato<br />

7 .<br />

Il cammino<br />

della Chiesa<br />

l'11 marzo 1948 insieme a Mons. Frano<br />

Gjini, Delegato apostolico, Mons. Gjergj<br />

Volaj, Padre Cipirian Nikaj, ecc. Fucilati<br />

dietro i muri che circondano il vecchio<br />

cimitero cattolico, presso le rive del fiume<br />

Kir. La loro ultima frase fu: «Evviva<br />

Cristo Re! Perdonateli Signore perché<br />

non sanno cosa fanno! Siamo innocenti,<br />

Perdoniamo!».<br />

Era appena alba. Nel quartiere vicino<br />

al cimitero la gente era abituata a svegliarsi<br />

dagli spari e dopo si contavano «i<br />

colpi di grazia» per sapere il numero dei<br />

fucilati. Che ansia, che dolore, che tristezza!<br />

Ricordo bene: poca gente con<br />

paura ed angoscia nel cuore visitava per<br />

pochi istanti il luogo di queste stragi, ripetute<br />

tante volte. Alcuni non avevano il<br />

coraggio di avvicinarsi o vedevano con<br />

stupore e sdegno le scarpe dei fucilati ai<br />

piedi dei comunisti, autori della strage.<br />

Tutto il giorno la gente ricordava la figura<br />

dei religiosi fucilati. Durante la<br />

notte si seppellivano in modo che nessuno<br />

sapeva la tomba dei suoi cari. Pregavamo:<br />

«O Dio, dacci la forza di superare<br />

il dolore, l'ansia, la tristezza». Pregavano<br />

tutti vedendo il terreno dove fu compiuta<br />

la fucilazione. Ogni volta era un<br />

camion coperto che dalla prigione portava,<br />

alle quattro del mattino, le prossime<br />

vittime. Ricordi incancellabili per<br />

tutti coloro che hanno vissuto a Scutari<br />

in questi anni di terrore inaudito.<br />

Un altro religioso ucciso è stato Padre<br />

Cipirian Nikaj, O.F.M. Tutti quelli che<br />

l'hanno conosciuto dicono che Padre Cipirian<br />

«era come un santo». La sua<br />

umiltà, il suo amor patrio, la sua devozione,<br />

la sua cultura erano eccezionali.<br />

Nato a Scutari il 19 luglio 1900, era or-<br />

Iniziative dei gesuiti<br />

per i rifugiati<br />

in Slovenia<br />

Una nuova iniziativa per i rifugiati e<br />

per gli immigrati, che farà parte della<br />

rete del «Jesuit refugee service», il servizio<br />

della Compagnia di Gesù per i rifugiati,<br />

è stata promossa dai Gesuiti della<br />

Slovenia.<br />

Il progetto consiste nel visitare immigrati<br />

e rifugiati alloggiati presso il Centro<br />

per stranieri nella capitale Lubliana,<br />

fornendo sostegno e accompagnandoli<br />

nel cammino d'integrazione.<br />

«La Slovenia è un Paese che molti immigrati<br />

e rifugiati attraversano per andare<br />

più a occidente» spiega Peter Rozic,<br />

responsabile del progetto.<br />

Gli stranieri presenti in Slovenia provengono<br />

principalmente da Iran, Truchia<br />

e Romania.<br />

Questa iniziativa si inserisce pienamente<br />

nella missione che la Chiesa cattolica<br />

che è in Slovenia sta svolgendo,<br />

con passione, in particolare dopo l'indipendenza<br />

del Paese. Nel 1996 e nel 1999<br />

la Slovenia ha avuto anche la gioia di<br />

accogliere, per due volte, Giovanni Paolo<br />

II che ha beatificato il Vescovo Slomsek.<br />

La Chiesa slovena ha dunque intrapreso<br />

la strada della carità e dell'assistenza<br />

alle persone povere e sole.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 22 Dicembre 2001<br />

fano a cinque anni quando manifestò la<br />

sua devozione e più tardi proseguì la<br />

scuola media francescana a Scutari,<br />

mentre la facoltà di teologia in Austria.<br />

Insieme con Padre Martin Gjoka,<br />

O.F.M., compositore di talento, e Padre<br />

Filip Mazreku, O.F.M., dirigente della<br />

«Schola Cantorum» contribuì, anche<br />

con strumenti, per la musica ecclesiastica.<br />

Il 26 luglio 1924 fu consacrato francescano.<br />

Nel 1938 era Provinciale dei<br />

Francescani. Prudente, generoso con<br />

tutti, pronto a servire la Chiesa in ogni<br />

momento, era conosciuto anche per i<br />

suoi articoli pubblicati nella rivista francescana<br />

«Hylli i Drites» (Stella mattutina).<br />

Nel 1940 quando Mons. Vincenzo<br />

Prennushi, O.F.M., prese l'alto incarico<br />

di Arcivescovo di Durazzo, Tirana e di<br />

tutta Albania del Sud, Padre Cipiriano<br />

lo accompagnò.<br />

In questo viaggio, ricordo bene, che<br />

sono stato anch'io, nella autovettura insieme<br />

con mio zio e con mio padre Antonio.<br />

Tutta la città, cattolici e musulmani,<br />

erano in festa. Mio zio e Padre<br />

Cipiriano li salutavano con gioia.<br />

Dal 1943 fino al 1946 fu Guardiano<br />

dei Francescani di Scutari. Fucilato con<br />

Padre Matia l'11 marzo 1948 muore dicendo:<br />

«Evviva Cristo Re! Evviva l'Albania<br />

anche senza noi!».<br />

Morirono due francescani martiri per<br />

le cosiddette «armi in Chiesa», ma la verità<br />

trionfò. Erano innocenti. La spia<br />

più tardi affermò che lui stesso aveva<br />

messo le armi dietro un altare e senza<br />

un tribunale regolare lo fucilarono per<br />

nascondere la calunnia omicida!<br />

M. P.<br />

La missione degli Oblati<br />

di Maria Immacolata<br />

in Romania<br />

«Cerchiamo qualcosa di nuovo, il<br />

Vangelo è il nostro riferimento. Vogliamo<br />

conoscere e crescere in Gesù Cristo.<br />

Aiutateci ad essere uomini nuovi». È<br />

l'accorata richiesta fatta a un missionario<br />

oblato di Maria Immacolata, Padre<br />

Tonino Carmelo, da tre giovani romeni<br />

che hanno scelto di vivere fino in fondo<br />

la loro fede cristiana. È accaduto a<br />

Traian di Bacau nel settembre 1997. A<br />

quei tre giovani se ne sono subito aggiunti<br />

altri tre. Con la direzione spirituale<br />

degli Oblati, questa iniziativa spontanea<br />

ha sempre più preso piede. Alcuni<br />

di questi giovani hanno anche maturato<br />

la vocazione alla vita religiosa.<br />

La presenza dei religiosi Oblati e il sostegno<br />

dell'Arcivescovo di Bucarest hanno<br />

consentito di allargare questa significativa<br />

esperienza anche al mondo ortodosso.<br />

La sede è una vecchia industria<br />

che è stata ristrutturata dagli stessi giovani<br />

che oggi sono sedici. Intanto a Padre<br />

Tonino si è affiancato Padre Giovanni<br />

Bini, ordinato di recente.<br />

L'Arcivescovo di Bucarest ha affidato<br />

alla comunità il compito di contribuire<br />

all'animazione giovanile della Diocesi affidandole<br />

il decanato di Craiova, composto<br />

da nove parrocchie assai distanti tra<br />

di loro.<br />

ABudapestl'IncontrodeigiovanipromossodallaComunitàdiTaizè<br />

nel pomeriggio. Frére Roger parlerà ogni<br />

sera ai giovani.<br />

In una lettera indirizzata ai giovani in<br />

occasione di questo Incontro, dal titolo:<br />

«Ama e dillo con la tua vita», che servirà<br />

come base per la condivisione, Frère Roger<br />

scrive: «Oggi più che mai si leva una<br />

chiamata ad aprire delle vie di fiducia fin<br />

nelle notti dell'umanità. Avvertiamo questa<br />

chiamata? Vi sono alcuni che, donan-<br />

do se stessi, testimoniano che l'essere<br />

umano non è votato alla disperazione.<br />

Siamo anche noi tra questi? Un'urgenza<br />

viene dalle profondità dei popoli: soccorrere<br />

le vittime di una povertà in continua<br />

crescita. Si tratta di una necessità fondamentale<br />

per la pace sulla terra. Per quanto<br />

sprovvisti, non siamo tuttavia chiamati<br />

a trasmettere con la nostra vita un mistero<br />

di speranza attorno a noi?».<br />

E ancora si legge nella lettera di Frère<br />

Roger: «In ogni essere umano, Dio ha soffiato<br />

un'anima. È qualcosa di invisibile,<br />

proprio come Dio è invisibile. In essa nasce<br />

il desiderio di una comunione con<br />

Dio. Ma come realizzare una tale comunione?<br />

È possibile incontrare Dio, realmente,<br />

nella preghiera, una preghiera che<br />

si esprime con parole o nel silenzio. Niente<br />

avvicina così tanto a Dio come una preghiera<br />

comune, quando è sostenuta dalla<br />

bellezza del canto».<br />

SVIZZERA L'opera dell'Istituto «Don Luigi Orione»<br />

Da cinquant'anni al servizio<br />

delle persone disabili<br />

Salendo da Lugano verso la<br />

Valle Capriasca si arriva a Lopagno,<br />

un piccolo caratteristico<br />

e pittoresco villaggio montano<br />

immerso nel verde, a circa<br />

600 metri sul livello del mare,<br />

in una regione paesaggistica<br />

stupenda con una veduta impagabile<br />

sul golfo di Lugano.<br />

Qui ha sede l’Istituto «Don<br />

Orione». Da cinquant’anni, accoglie<br />

ragazzi e ragazze, giovani<br />

e adulti disabili, mentalmente<br />

svantaggiati, a cui è impedito<br />

di integrarsi nel mondo del<br />

lavoro. Fu nel 1951 che — su<br />

espressa richiesta dell’allora<br />

Vescovo Amministratore Apostolico<br />

del Cantone Ticino<br />

Mons. Angelo Giuseppe Jelmini<br />

— i figli di Don Orione vennero<br />

nel Cantone Ticino per<br />

aprire a Lopagno una Casa di<br />

accoglienza per l’assistenza ai bambini<br />

bisognosi di educazione speciale. Nel<br />

1981 questa provvidenziale struttura si è<br />

trasformata da scuola speciale in laboratorio-occupazionale<br />

protetto con un internato<br />

in favore dei giovani handicappati<br />

con ambienti attrezzati per diversificate<br />

attività come falegnameria, ceramica,<br />

disegno ed economia domestica per<br />

una quarantina di giovani di ambo i sessi.<br />

L’Istituto «Don Orione» di Lopagno<br />

(16 maggio 1952) ottenne il riconoscimento<br />

da parte del Consiglio di Stato<br />

della Repubblica e Cantone Ticino come<br />

scuola medico-pedagogica e più tardi<br />

(1961) un altro importante riconoscimento:<br />

quello dell’Ufficio federale delle<br />

assicurazioni sociali di Berna che, da<br />

provvisorio divenne poi definitivo il 24<br />

settembre 1965. Nell’anno scolastico<br />

1974-1975 nasce una nuova esperienza:<br />

si accettano anche ragazzi che possono<br />

frequentare solo la scuola. L’Istituto diventa<br />

così punto di riferimento per maggiori<br />

scambi e contatti culturali, perché<br />

i bambini possono rientrare in famiglia.<br />

In questi trascorsi cinquant’anni sono<br />

stati presenti ben 2.104 giovani ospiti. I<br />

religiosi e le religiose della Congregazione<br />

di Don Orione — coadiuvati da operatori<br />

laici maestri di scuola speciale,<br />

educatori, terapisti, ausiliari e volontari,<br />

da mezzo secolo, in Ticino, portano<br />

avanti — con spirito di dedizione, amo-<br />

È morto a Lugano all'età d 75 anni<br />

Ricordo di Don Dino Ferrando<br />

il «parroco dei minatori»<br />

Lunedì 12 novembre, a settantacinque<br />

anni, nella Clinica Moncucco di Lugano,<br />

si è spento Don Dino Ferrando, «l’angelo<br />

dei minatori». Arrivato in Ticino nel<br />

1960, il suo primo impegno pastorale lo<br />

svolse nella parrocchia di Pura. Vi rimane<br />

per quattro anni, per poi, nel 1964,<br />

iniziare una nuova missione come cappellano<br />

degli immigrati italiani. Nel<br />

1989, pur continuando ad occuparsi dell’assistenza<br />

religiosa dei lavoratori immigrati,<br />

è parroco di Bré dove rimane fino<br />

all’estate del 1997. Sui cantieri idroelettrici,<br />

le gallerie, le autostrade per decenni,<br />

nella Diocesi di Lugano, è stato il<br />

parroco degli operai bellunesi, trentini,<br />

friulani, bergamaschi, spagnoli, portoghesi,<br />

jugoslavi. In mezzo a questi operai<br />

dalle mani ruvide e callose per il duro,<br />

faticoso e rischioso lavoro dentro le<br />

viscere della montagna, don Dino Ferrando<br />

fu padre, amico, fratello e fedele<br />

compagno di viaggio: ha condiviso problemi,<br />

situazioni, gioie, dolori, speranze<br />

e aspettative, ma soprattutto la «nostalgia<br />

di casa».<br />

Sapeva farsi volere bene, don Dino;<br />

sapeva come fare per conquistare la loro<br />

fiducia, vincere diffidenze, resistenze,<br />

pregiudizi, paure; ricondurre alla pratica<br />

della fede anche chi, da anni, ne era<br />

lontano. Dove c’era bisogno, lui era<br />

sempre presente. Lo è stato in momenti<br />

tragici e drammatici, durante le tragedie<br />

avvenute dentro le gallerie, a Robiei-Stabiascio<br />

(1966) e al San Gottardo, e, in<br />

circostanze varie, altrove. Don Dino è<br />

stato uno dei primi ad accorrere allorquando,<br />

nell’ottobre del 1976, accadde<br />

una terribile disgrazia in cui perirono<br />

delle vite umane al pozzo di ventilazione<br />

di Motto di Dentro: fu lui ad accogliere<br />

e a consolare i familiari e i parenti delle<br />

vittime, per la maggior parte di nazionalità<br />

italiana, che arrivano in Ticino a<br />

piangere i loro cari tragicamente periti<br />

dentro quelle oscure caverne. Quanti<br />

morti egli ha accompagnato al paese natio<br />

in Italia: laggiù scendeva spesso per<br />

amministrare Battesimi, per Prime Comunioni,<br />

per la morte della madre o di<br />

un padre, di un figlio dei «suoi» operai,<br />

celebrare matrimoni dei figli o delle figlie<br />

festeggiare con le loro famiglie anniversari<br />

di matrimonio, feste e ricorrenze<br />

varie. Centinaia e centinaia sono le pratiche<br />

che sono passate nelle sue mani, i<br />

dossier che pazientemente ha letto, e<br />

studiato a fondo, al fine di riuscire ad<br />

aiutare i suoi minatori a risolvere un<br />

problema, vincere una causa: lui sapeva<br />

come «fare» e in che direzione «muoversi»<br />

dentro i meandri della burocrazia..<br />

Era solito celebrare, a dicembre, la festa<br />

di santa Barbara, patrona dei minatori<br />

con i «suoi» operai sul cantiere. Ci<br />

teneva molto alle feste, perché — diceva<br />

— erano, per lui prete, una occasione<br />

privilegiata, un «momento» gratificante<br />

del suo ministero sacerdotale per convivialmente<br />

fraternizzare a tu per tu con<br />

loro, ma soprattutto per portare nel loro<br />

ambiente di lavoro una parola fraterna e<br />

amica, un messaggio di solidarietà, di<br />

incoraggiamento, di consolazione e di<br />

speranza. Arrivava sul cantiere, improvvisava<br />

il suo altare con mezzi di fortuna<br />

che trovava sul posto: un tavolo, magari<br />

sgangherato, un asse; vi deponeva sopra<br />

un candida tovaglia, il Crocifisso, due<br />

candele, e celebrava l’Eucarestia. Alle<br />

Messe da lui celebrate c’erano, con i di-<br />

rigenti e i capi del cantiere, anche gli<br />

operai appartenenti ad altre confessioni,<br />

poiché don Dino non fece mai differenze<br />

tra chi era cattolico e chi no. Per tutti,<br />

indistintamente, egli era una «presenza»<br />

cara e amica: da qui nasceva tutta<br />

una rete di contatti personali.<br />

Le sue «stagioni» sul San Gottardo si<br />

sono rivelate feconde e arricchenti: lui<br />

ligure di origine — era nato a Colizzano<br />

(Savona) il 15 marzo 1926, ordinato sacerdote<br />

il 1° luglio 1955 a Bollengo, Diocesi<br />

di Ivrea —: prete, in Ticino, dei<br />

cantieri, dal suo pulpito mobile ha annunciato<br />

e proclamato, a voce alta, nella<br />

incisività di una parola fraterna, amica,<br />

chiara, leale, aperta e solidale, la<br />

speranza cristiana che non delude, e —<br />

con sorridente bontà — ha, soprattutto,<br />

testimoniato, con gesti concreti,, la sua<br />

sensibilità umana e cristiana per il mondo<br />

del lavoro, per gli operai, per i poveri,<br />

gli «ultimi», gli emarginati. E lo fece<br />

anche nei momenti difficili in cui non<br />

gli mancarono incomprensioni e contrarietà<br />

che gli venivano proprio da parte<br />

di chi avrebbero dovuto (e potuto!) aiutarlo<br />

nella sua non facile missione umanitaria<br />

e sacerdotale. Ma anche in questi<br />

frangenti che gli procurano amarezza e<br />

sofferenza, Don Dino mantenne sempre<br />

la calma e la serenità: il suo spirito non<br />

fu mai turbato.<br />

Nel 1980, allorquando un violento terremoto<br />

devastò l’Irpinia, don Dino accorse<br />

laggiù per portare conforto e soccorso,<br />

per celebrare la Messa per i terremotati.<br />

Nel medesimo anno, venne<br />

inaugurata la galleria autostradale del<br />

San Gottardo (la più lunga del mondo,<br />

17 km), dove recentemente si è consumato<br />

il dramma di undici vittime. In<br />

quella circostanza don Dino chiamò ad<br />

uno ad uno per nome i caduti, mentre<br />

gli operai scandivano «presente». A dicembre<br />

del 2000, per Santa Barbara aveva<br />

concelebrato l’Eucarestia con il Vescovo<br />

di Lugano Mons. Giuseppe Torti<br />

al portale della galleria di uno dei grandi<br />

cantieri a Bodio, per il Giubileo dei minatori.<br />

Duecento operai hanno partecipato<br />

alla Messa giubilare: una giornata<br />

di festa, riuscita in tutti i suoi «momenti».<br />

Negli ultimi anni della sua vita, con<br />

in volto in segni ben visibili della malattia<br />

che ormai andava inesorabilmente<br />

minando la sua forte fibra, don Dino,<br />

appariva sempre sorridente, gioviale e<br />

sereno: fino all’ultimo ha coraggiosamente<br />

ed ottimisticamente lottato per<br />

vincere il «male oscuro» che lo aveva<br />

colpito.<br />

Per ben trentasette anni, è stato —<br />

come ha detto Mons. Giuseppe Torti<br />

Vescovo di Lugano — il «parroco fedele<br />

e generoso di una grande Comunità».<br />

Un prete che è entrato «con discrezione<br />

e con altrettanta bontà» nel vissuto quotidiano<br />

di questi lavoratori «non calcolando<br />

mai gli orari, il tempo, le fatiche».<br />

Con fortezza d’animo e speranza cristiana,<br />

don Dino «ha testimoniato «la sua<br />

fede nella vita eterna, attendendo l’ora<br />

della morte con grande serenità». A pochi<br />

giorni del suo definitivo ritorno alla<br />

Casa del Padre, al Vescovo che si era recato<br />

a fargli vista in Clinica disse: «Bisogna<br />

pensare ai minatori e ai cantieri,<br />

ma ci penserà Lui dato che mi chiama<br />

lassù».<br />

MARCO TONACINI-TAMI<br />

revolezza, sensibilità, delicatezza<br />

verso i più bisognosi di aiuto,<br />

di affetto, di comprensione<br />

e di calore umano — un impegno<br />

ed una attività socio-educativo<br />

come concreta risposta<br />

alla esigenze educative e assistenziali<br />

del momento. Un aiuto<br />

come intervento di sostegno,<br />

di protezione individuale<br />

per la crescita integrale della<br />

persona, attraverso una rete di<br />

servizi e di attività di laboratorio<br />

e di riabilitazione. L’Istituto<br />

è sempre rimasto fedele ad<br />

una lunga tradizione pratica ed<br />

educativa, che si richiama ai<br />

valori e al carisma di Don Luigi<br />

Orione. La Piccola Opera<br />

della Divina Provvidenza —<br />

Istituto «Don Orione» di Lopagno<br />

in territorio della parroc-<br />

chia di Tesserete — è stata ca-<br />

nonicamente eretta con decreto vescovile<br />

da Mons. Jelmini il 14 marzo 1951<br />

«per accogliere, istruire ed educare cristianamente<br />

l’infanzia bisognosa». La<br />

Fondazione Istituto Don Orione, con sede<br />

presso l’omonimo Istituto, è fondazione<br />

civile costituita dalla Congregazione<br />

religiosa fondata dal beato Luigi<br />

Orione: essa «ha lo scopo di permettere<br />

ai membri... la cura e l’educazione di<br />

Fanciulli i quali per difetto fisico o psichico<br />

sono limitatamente istruibili, non<br />

escludendo quelle Forme di carità necessarie<br />

a seconda dei tempi» (Art. 3).<br />

Un'attenzione particolare è riservata a<br />

giovani e adulti in difficoltà, ai portatori<br />

di handicap quando viene meno il sostegno<br />

della famiglia. Questa ricorrenza<br />

giubilare più che una delle tante solenni<br />

e solite celebrazioni commemorative «è<br />

— dice l’attuale Direttore dell’Istituto di<br />

Lopagno, don Luciano Degan — una<br />

occasione privilegiata, un motivo importante<br />

per lanciare, o meglio, rilanciare il<br />

messaggio tramite una video-cassetta<br />

una luce sul monte, e una pubblicazione,<br />

dal titolo “Un segno nella storia”<br />

(pp. 52), con lo stesso spirito di Don<br />

Orione, che spesso soleva ripetere. “Se i<br />

bimbi dotati di intelligenza sono un dono<br />

di Dio, i bimbi deboli di mente sono<br />

un compito che Iddio ci affida”... La<br />

presenza da cinquant’anni di questo Istituto<br />

in Ticino — aggiunge don Luciano<br />

— è stata inizialmente un segnale di<br />

apri-strada che, con il passare degli anni,<br />

è diventato segno visibile per tutta la<br />

collettività ticinese».<br />

Il desiderio a più riprese espresso da<br />

don Orione (1915-1916 e da ultimo il 15<br />

giugno 1928 all’allora Vescovo Amministratore<br />

Apostolico del Cantone Ticino il<br />

salesiano Mons. Aurelio Bacciarini) di<br />

«piantare in Svizzera una tenda» per i<br />

suoi poveri si è realizzato solo nel 1951,<br />

allorquando, come s’è detto, Mons. Angelo<br />

Jelmini — che fu sempre particolarmente<br />

attento e sensibile ai problemi<br />

sociali del suo tempo, distinguendosi per<br />

la generosa accoglienza — volle nella<br />

sua Diocesi i figli di Don Orione per<br />

portare il proprio servizio in favore dei<br />

bambini disabili, bisognosi.<br />

Raccogliendo l’eredità spirituale del<br />

loro Padre e Fondatore, il beato Don<br />

Luigi Orione, che nel suo struggente desiderio<br />

di servire gli «ultimi», i «poveri<br />

più poveri», affermava che «il nostro<br />

pulpito sono le opere di carità», con la<br />

testimonianza della carità in tutto il<br />

mondo, specialmente nei paesi più poveri<br />

del globo, ma anche là dove la ricchezza<br />

e il benessere economico riempiono<br />

l’esistenza e rischiano di chiudere<br />

nell’egoismo il cuore dell’uomo, la grande<br />

famiglia orionina sparsa per il mondo<br />

rende credibile e attuale il precetto<br />

evangelico dell’amore e della carità cristiana<br />

verso i più bisognosi di aiuto.<br />

M. T. T.<br />

La presenza<br />

degli orionini<br />

in Ucraina<br />

I Figli di Don Orione hanno aperto la<br />

prima comunità in Ucraina. Don Joao<br />

Battista De Fretitas, Consigliere generale<br />

incaricato per le missioni, afferma che<br />

la Congregazione «è già in Bielorussia,<br />

in Romania e in Albania e questa nuova<br />

fondazione vuole porsi come espressione<br />

dell'“ecumenismo della carità” che è<br />

proprio di Don Orione. La comunità per<br />

il momento è composta da tre religiosi,<br />

due italiani ed uno polacco».<br />

Don Bruno Felice, missionario orionino<br />

nel Paese, così racconta le sue prime<br />

impressioni nella nuova «avventura» dei<br />

Figli di Don Orione in Ucraina. Si comincia,<br />

spiega, dalle «piccole cose»:<br />

«Siamo stati di recente in un orfanatrofio<br />

enorme, ma che si trova in pessime<br />

condizioni. Abbiamo fatto scuola d'italiano<br />

a bambini di 10-12 anni che sono<br />

già stati in Italia tramite varie associazioni<br />

di assistenza. Vi andremo una volta<br />

alla settimana e cercheremo di fare<br />

un'azione personale, mirata. Ci diamo<br />

da fare anche nel centro culturale italiano,<br />

annesso all'università cittadina. Allo<br />

stesso tempo noi facciamo pratica della<br />

lingua ucraina e conoscere la situazione<br />

e la cultura locale».


A ROMA<br />

PAGINA<br />

Bimbo nomade<br />

muore ad Aprilia<br />

nell'incendio<br />

della roulotte<br />

Un bambino nomade di un anno<br />

e mezzo è morto ieri sera, venerdì,<br />

nell’incendio di una roulotte<br />

ad Aprilia, vicino Latina. Secondo<br />

una prima ricostruzione<br />

dei Carabinieri le fiamme si sarebbero<br />

propagate da un fornello lasciato<br />

acceso dalla madre del<br />

bambino. La donna, che stava<br />

preparando la cena, avrebbe abbandonato<br />

la roulotte lasciando<br />

solo il piccolo. Le fiamme si sono<br />

subito propagate e quando sono<br />

intervenuti i Vigili del fuoco e i<br />

Carabinieri per il bambino non<br />

c’era più nulla da fare. Il piccolo<br />

si chiamava Joseph Crescenzi e viveva<br />

con il padre Gianni, e la madre<br />

Emanuela, entrambi di 18 anni,<br />

in un campo in località Campoverde.<br />

Nella zona ci sono roulotte<br />

e baracche ma in questo periodo<br />

c’era soltanto la famiglia<br />

Crescenzi. Il capofamiglia raccoglie<br />

ferro vecchio ed è originario<br />

di Cassino, ma risulta residente a<br />

Latina. L’incendio, secondo una<br />

successiva ricostruzione fatta dai<br />

Carabinieri e dai Vigili del fuoco,<br />

è divampato poco dopo le 20.30 a<br />

causa di un corto circuito. La ragazza<br />

aveva accesso un fornello,<br />

molto probabilmente elettrico, per<br />

preparare la cena, mentre il bambino<br />

dormiva, quindi era uscita.<br />

Solo dopo qualche tempo si è resa<br />

conto di quanto stava accadendo.<br />

Incidenti stradali:<br />

una persona<br />

morta<br />

e diversi feriti<br />

Diversi incidenti stradali si sono verificati<br />

nelle ultime ore sulle strade del Lazio.<br />

Una donna di 40 anni residente ad<br />

Ardea, Emanuela Zaccagnini, è morta<br />

ieri mattina a Tor San Lorenzo. La donna<br />

era a bordo di una Lancia Y10 che è<br />

stata speronata da un furgone, il cui<br />

conducente non aveva rispettato lo stop<br />

nell’immettersi sulla strada principale.<br />

La Lancia è stata scaraventata contro<br />

un muretto e la donna è morta sul<br />

colpo.<br />

Ieri sera a Pomezia invece un ragazzo<br />

è finito in coma in seguito ad un incidente<br />

stradale avvenuto mentre era in<br />

sella ad un scooter, in compagnia di una<br />

ragazza. Il ragazzo è stato trasportato in<br />

coma con l’eliambulanza nell’ospedale<br />

San Camillo. La ragazza è stata ricoverata<br />

nella clinica Sant’Anna a Pomezia.<br />

Le sue condizioni non destano preoccupazioni.<br />

Sotto choc e leggermente ferite<br />

le due donne che erano a bordo dell'auto<br />

che si è scontrata con il motorino.<br />

L’incidente, le cui cause sono in corso<br />

di accertamento da parte della polizia<br />

municipale, è avvenuto all’incrocio fra<br />

via De Gasperi e Largo Brodolin. Non si<br />

sa se i due ragazzi indossassero il casco.<br />

Il minorenne, che era alla guida, è stato<br />

sbalzato violentemente in terra, ha battuto<br />

il capo sull’asfalto ed è entrato in<br />

coma.<br />

Numerosi incidenti stradali, alcuni<br />

con persone rimaste ferite, sono poi avvenuti<br />

nel primo mattino di oggi, venerdì<br />

a causa della strada ghiacciata. Feriti<br />

ci sono stati sulla Casilina, a Mentana,<br />

in via Pratoni del Vivaro, tutti in maniera<br />

non grave.<br />

COMUNE Approvato il bilancio di previsione<br />

Sì del Consiglio<br />

all'addizionale Irpef<br />

miglie la detrazione Ici aumenterà da<br />

200.000 a 500.000 lire.<br />

Con un emendamento della maggioranza,<br />

si è stabilito anche un azzeramento<br />

dell’Ici a quei proprietari che affittano<br />

casa agli sfrattati inseriti nella<br />

graduatoria per gli alloggi di Edilizia residenziale<br />

pubblica. È previsto un contributo<br />

comunale equivalente alla somma<br />

dovuta per l’Ici. «Questo permetterà<br />

di dare un alloggio a circa 3.000 famiglie<br />

che hanno diritto alla casa», ha<br />

spiegato il presidente della commissione<br />

Bilancio, Mariani.<br />

Agenzia Satellitare:<br />

il Sindaco sollecita<br />

l'intervento del Governo<br />

Il Governo deve ribadire il sostegno<br />

alla candidatura di Roma<br />

come sede dell’Agenzia Satellitare<br />

europea: lo ha chiesto il Sindaco<br />

Walter Veltroni in una lettera al<br />

Presidente del Consiglio Silvio<br />

Berlusconi. «È necessario — scrive<br />

Veltroni — che il Governo, così<br />

come è avvenuto per l’Agenzia<br />

dell’Alimentazione, compia atti<br />

formali per ribadire il sostegno alla<br />

candidatura di Roma come sede».<br />

Veltroni ricorda che il Governo<br />

si era impegnato in tal senso.<br />

Beni culturali:<br />

un concerto<br />

per la Basilica<br />

di s. Pancrazio<br />

SOLIDARIETÀ Raccolta di fondi nei negozi del Centro storico<br />

Una corsa contro il tempo<br />

per salvare il piccolo Nicolò<br />

Dal Centro storico di Roma, fino ad<br />

Ostia, da Testaccio fino a Prati, a Parioli<br />

e a viale Libia, venerdì 21 dicembre parte<br />

una catena di solidarietà per la ricerca<br />

scientifica su di una rarissima malattia<br />

genetica, la adrenoleucodistrofia, che<br />

colpisce soprattutto i bambini nella loro<br />

prima infanzia. I negozi delle associazioni<br />

di strada di molti quartieri della Capitale<br />

e alcuni fra i più grandi centri commerciali,<br />

proprio nel periodo di Natale,<br />

raccoglieranno i fondi necessari per sostenere<br />

la ricerca scientifica sulle cause<br />

e i rimedi di questa grave malattia infantile.<br />

L’iniziativa è stata promossa dall’Assessorato<br />

alle Politiche del Commercio<br />

e dell’Artigianato del Comune di Roma,<br />

che sensibilizzato dal Comitato Aurora<br />

sulla gravità della malattia, ha preso<br />

l’impegno di divulgare ai cittadini la<br />

necessità di risorse.<br />

La raccolta si effettuerà in due modi<br />

diversi: alcune attività commerciali partecipanti<br />

devolveranno almeno l’1% degli<br />

incassi effettuati il 21 dicembre, mentre<br />

in altre fino al 6 gennaio, verranno<br />

collocate delle urne dove i consumatori<br />

potranno donare direttamente il loro<br />

contributo. La corsa agli acquisti natalizi<br />

quindi potrà assumere anche una valenza<br />

umanitaria, includendo fra i regali,<br />

l’offerta di una buona azione.<br />

Questa campagna di sensibilizzazione<br />

pubblica è stata proposta dai familiari di<br />

un bambino romano di otto anni di nome<br />

Nicolò che, ammalatosi nei primi<br />

anni di vita, sta lottando per la sopravvivenza.<br />

La adrenoleucodistrofia è una gravissima<br />

malattia che colpisce il sistema<br />

nervoso centrale distruggendo una sostanza,<br />

la mielina, che ricopre tutte le<br />

diramazioni del cervello e del midollo<br />

spinale. A causa del propagarsi della<br />

malattia, Nicolò ha subito negli anni<br />

una degenerazione progressiva delle proprie<br />

capacità motorie e cognitive, con<br />

consequenziale perdita della vista, della<br />

parola, dell’equilibrio e della memoria.<br />

Soltanto nell’aprile del duemila i medici<br />

dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù<br />

di Palidoro hanno trovato una cura che<br />

agisce sulle cellule staminali, in grado di<br />

tamponare il decorso devastante della<br />

malattia.<br />

Grazie alla somministrazione di questo<br />

farmaco di importazione americana,<br />

Nicolò in meno di un anno è riuscito a<br />

recuperare alcune funzioni vitali, raggiungendo<br />

un peso normale per un<br />

bambino della sua età. Il problema principale<br />

è che le risorse fino ad oggi reperite<br />

dalla famiglia di Nicolò grazie a singole<br />

iniziative private, si stanno velocemente<br />

esaurendo, e a causa della sua<br />

rarità, questa malattia è quasi completamente<br />

sconosciuta. «Prima della cura —<br />

ha spiegato la madre di Nicolò alla presentazione<br />

dell’iniziativa tenutasi giovedì<br />

in Campidoglio — mio figlio pesava soltanto<br />

undici chili, e non era più in grado<br />

di muoversi. Oggi le sue funzioni organiche<br />

si sono un poco riprese, ma se<br />

la ricerca non procede e non si riesce<br />

più a trovare in commercio il farmaco,<br />

le sue condizioni possono retrocedere<br />

Esposte alla parrocchia<br />

S. Giuseppe Cottolengo<br />

le opere del concorso<br />

«Dipingi una chiesa»<br />

Una tradizione che ormai si rinnova da cinquant'anni: il grande presepio artistico allestito dai ferrovieri all'interno della Stazione Termini<br />

Il Bambinello nasce fra i treni in un angolo di Roma sparita<br />

Un presepio d'ambientazione universale,<br />

come universale è il messaggio che<br />

ne viene, quello inaugurato lungo l'estrema<br />

pensilina della Stazione Termini,<br />

al binario 24. Lo hanno voluto e costruito<br />

i fedelissimi della rotaia, curato nei<br />

minimi particolari, con una pietas mista<br />

a commozione.<br />

È trascorso mezzo secolo da quando,<br />

l'anno successivo al Giubileo del 1950, i<br />

ferrovieri costruirono un presepio, la<br />

prima volta, nell'atrio della stazione. Da<br />

allora è sempre ritornato, inducendo a<br />

sostare i viaggiatori. C'è poco da fare:<br />

guardi il Presepio e si accende il sorriso<br />

mentre il cuore batte all'antica. Ci si ritrova<br />

bambini, richiamati da un Gesù<br />

che, con le braccine aperte, stringe, protegge,<br />

consola il mondo.<br />

Non ci sono volute molte spiegazioni<br />

per avvicinarsi al significato di quest'opera,<br />

benedetta da Mons. Luigi Moretti,<br />

Vescovo del settore Centro e segretario<br />

generale del Vicariato di Roma, che ha<br />

elogiato l'iniziativa con parole sobrie, alle<br />

quali si è uniformato il cappellano titolare<br />

della chiesa del Santissimo Crocifisso,<br />

nel Forum della stazione stessa,<br />

don Pelliccioni.<br />

Fra le autorità, l'ing. Pasquale Esposi-<br />

8 .<br />

Il Consiglio comunale ha approvato,<br />

nelle prime ore di venerdì, il bilancio di<br />

previsione 2002. L’approvazione, con 34<br />

sì, è avvenuta all’alba, poco dopo le 5,<br />

al termine di una seduta fiume iniziata<br />

giovedì pomeriggio alle 16 e proseguita<br />

per tutta la notte, per esaminare i 500<br />

emendamenti presentati alla delibera sul<br />

bilancio, 497 dell’opposizione e 3 della<br />

maggioranza.<br />

Collegata al bilancio era anche la delibera<br />

che stabilisce l’introduzione dell’addizionale<br />

Irpef allo 0,2 per cento. Il<br />

provvedimento, che è stato al centro di<br />

dibattito e polemiche tra la maggioranza<br />

e la Casa delle libertà, è stato approvato<br />

con 35 sì della maggioranza e 17 no dell’opposizione.<br />

«Il Comune sceglie di aumentare<br />

le tasse, ma non c’è un progetto<br />

chiaro sul risanamento dei conti dell’amministrazione»,<br />

ha sottolineato il<br />

leader dell'opposizione Antonio Tajani. I<br />

circa 115 miliardi di gettito che deriveranno<br />

dalla nuova imposta, come ribadito<br />

dai consiglieri di maggioranza, saranno<br />

destinati a finanziare la politica sociale<br />

dell’amministrazione, ad aumentare<br />

le risorse per i Municipi e a permettere<br />

sgravi e riduzioni di Ici e Tassa sui rifiuti<br />

(Tarsu) per le famiglie a basso reddito.<br />

Misure, anche queste ultime, approvate<br />

dall’aula.<br />

Ici e Tarsu, spiegano i consiglieri di<br />

maggioranza, saranno più «leggere» per<br />

circa 120.000 famiglie a basso reddito:<br />

25.000 non pagheranno più l’Ici, 55.000<br />

non pagheranno la Tarsu. Per 40.000 fa-<br />

Provocato da sigaretta<br />

l'incendiochehaucciso<br />

la donna a Settecamini<br />

Non è stato un corto circuito a provocare<br />

mercoledì sera l’incendio<br />

nel centro d’accoglienza per malati<br />

di Aids a Settecamini in cui è morta<br />

Lucia S., di 34 anni. Nel rapporto<br />

che la Polizia ha inviato alla<br />

procura di Roma emerge che i Vigili<br />

del fuoco hanno escluso questa<br />

possibilità. La donna, molto<br />

probabilmente, si è addormentata<br />

con una sigaretta accesa che poi,<br />

finita sul materasso, ha innescato<br />

l’incendio.<br />

Rubava cartelloni<br />

pubblicitari<br />

e li noleggiava<br />

Un uomo di 43 anni, L.R. a nome<br />

di una fantomatica società, noleggiava<br />

cartelloni pubblicitari che<br />

aveva rubato e riciclato. L'uomo è<br />

stato arrestato, giovedì, dai Carabinieri<br />

per furto e truffa. Processato<br />

per direttissima, poiché il suo<br />

avvocato ha chiesto i «termini a difesa»,<br />

è stato intanto sottoposto alla<br />

misura cautelare dell’obbligo<br />

della firma. L'uomo è stato scoperto<br />

perché il titolare di una ditta<br />

che noleggia spazi pubblicitari<br />

aveva denunciato ai Carabinieri la<br />

scomparsa, nel settembre scorso,<br />

di diversi cartelloni pubblicitari<br />

dalla via Nomentana.<br />

Vigili urbani aggrediti<br />

durante la demolizione<br />

di una casa abusiva<br />

Due vigili urbani sono stati aggrediti<br />

e feriti, giovedì, ad Ostia Antica<br />

dai proprietari di un edificio<br />

abusivo di cui era in corso la demolizione.<br />

I due Vigili sono stati ricoverati<br />

all’ospedale Grassi. Uno<br />

degli aggressori è stato arrestato.<br />

to, direttore della Zona Territoriale Tirreno<br />

Sud, il dott. Giuseppe Scrofani, dirigente<br />

dell'Unità territoriale Roma<br />

Nord, Amedeo Piva, responsabile delle<br />

Politiche sociali delle Ferrovie. Numerosi<br />

i ferrovieri, i realizzatori dell'opera<br />

Silvio Bulli, Antonio Binotto, Luciano<br />

Brunelli, Salvatore Carta.<br />

Con ruoli diversi, hanno fornito preziosi<br />

apporti la Direzione compartimentale<br />

di Infrastruttura, Movimento e Zona<br />

Passeggeri FS, la Società Grandi Stazioni,<br />

le ditte che hanno fornito gratuitamente<br />

il materiale per quella che va<br />

considerata un'autentica costruzione ingegneristica<br />

e architettonica.<br />

Su una base di trentaquattro metri<br />

quadri, e in scala uno a venti, rivive il<br />

settecentesco Porto di Ripetta, che si<br />

apriva sul Tevere e che fu voluto da Papa<br />

Clemente XI Albani, utilizzando i resti<br />

d'un arcata del Colosseo, caduta nel<br />

terremoto del 1703. Per magia, la cornice<br />

del presepio fa rivivere l'impareggiabile<br />

epoca di quella Roma papalina,<br />

quando a Ripetta attraccavano i barcaioli<br />

di Terni e di Orte, con i loro carichi di<br />

legna, carbonella, grano, con e botticelle<br />

d'un vino fra l'agro e il tenue (Tuscia e<br />

Sabina si distinguono piuttosto per l'o-<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 22 Dicembre 2001<br />

22 DICEMBRE 2001<br />

Feria di Avvento - (viola) -<br />

Messa mattutina propria del<br />

22 dicembre - Lezionario: 1<br />

Sam 1, 24-28; Salmo cfr 1<br />

Sam 2; Lc 1, 46-55 - Liturgia<br />

delle Ore (fino a Nona): Sab.<br />

III sett. - Ufficio della feria<br />

con le parti proprie del 22 dicembre<br />

- Messa vespertina<br />

Un concerto per «illuminare» la basilica<br />

di s. Pancrazio e «accendere» il primo<br />

segnale di rinascita della storica<br />

chiesa, chiusa a causa del crollo di una<br />

parte del tetto della navata sinistra, avvenuto<br />

nell’agosto scorso.<br />

La manifestazione, che si svolgerà domenica<br />

prossima al Teatro Vascello, è<br />

stata organizzata dal XVI Municipio in<br />

collaborazione con l’associazione culturale<br />

«Musica e arte» e con la partecipazione<br />

del comitato pro-restauro che da<br />

mesi si batte per avviare il restauro della<br />

chiesa.<br />

I fondi raccolti contribuiranno a mettere<br />

a norma l’impianto di illuminazione,<br />

richiesta avanzata dalla Soprintendenza<br />

per dare avvio ai lavori di recupero<br />

strutturale e di restauro artistico.<br />

«Ricordiamo che — spiegano i responsabili<br />

del XVI Municipio — anche<br />

grazie alle molteplici iniziative di coinvolgimento,<br />

tutte le istituzioni competenti<br />

sono al lavoro per trovare un accordo<br />

con il ministero per i Beni e le attività<br />

culturali in grado di accelerare per<br />

l’intero complesso architettonico le fasi<br />

progettuali ed esecutive utili a restituire<br />

ai cittadini entro il 2004 quel patrimonio<br />

culturale e artistico unico qual è la Basilica<br />

di S. Pancrazio».<br />

La vicenda del restauro della Basilica<br />

si trascina ormai da anni. Nel 1994 terminarono<br />

i lavori per il tetto crollato poi<br />

nell'agosto scorso. Nello stesso anno,<br />

anche se la basilica rimaneva ostaggio<br />

dei ponteggi montati per riparare la navata<br />

centrale, i lavori furono bloccati.<br />

Ripresero nel '98 per fermarsi ancora<br />

due anni dopo.<br />

lio), che il Belli e gli stessi romani chiamavano<br />

«acquaticcio», rendendolo almeno<br />

dissetante per non screditarlo troppo.<br />

Nel 1889 che il Porto venne demolito,<br />

per lasciare posto al ponte Cavour.<br />

Il presepio è tutto in polistirolo e ciascun<br />

ambiente, vie, case, negozi, trattorie,<br />

insegne, si fa talmente vivo da met-<br />

(viola): tutto come alla Messa<br />

di domani - Primi Vespri<br />

dellaDomenicaIV di Avvento<br />

23 DICEMBRE 2001<br />

Domenica IV di Avvento -<br />

(viola) - Messa propria, Credo<br />

- Lezionario: 1) Is 7, 10-<br />

14: Ecco, la vergine concepirà<br />

e partorirà un figlio; - Salmo<br />

23: Ecco, viene il Signo-<br />

SantaMessainsuffragio<br />

del Cardinale<br />

Egidio Vagnozzi<br />

Il giorno 26 dicembre ricorre<br />

il XXI anniversario della pia<br />

morte dell'Em.mo Cardinale<br />

Egidio Vagnozzi, primo titolare<br />

della Basilica di san Giuseppe<br />

al Trionfale. La comunità parrocchiale,<br />

che ne conserva vivo<br />

il ricordo, commemorerà la ricorrenza<br />

con una solenne liturgia<br />

eucaristica che si terrà alle<br />

10.30 nella Basilica di via Bernardino<br />

Telesio.<br />

Un sorriso<br />

per i bimbi bisognosi<br />

del XVIII Municipio<br />

In occasione del Natale ognuno<br />

dei 134 bambini ospiti delle<br />

Case Famiglia riceverà in dono<br />

un giocattolo da parte del Municipio<br />

XVIII. «L'iniziativa “Un sorriso<br />

per Natale” è stata ideata<br />

per regalare un momento di<br />

gioia ai piccoli ospiti delle Case<br />

Famiglia», ha detto il consigliere<br />

Fabio Benedetti, ideatore<br />

dell'iniziativa. La consegna dei<br />

doni avverrà durante una festa<br />

organizzata per sabato 22 dicembre<br />

alle ore 17 presso la<br />

sala parrocchiale della chiesa<br />

s. Pio V in largo san Pio V, 3.<br />

Torna il presepe<br />

poliscenico<br />

a Grottaferrata<br />

Si potrà ammirare dal 22 dicembre<br />

il presepe poliscenico<br />

dei Padri Rogazionisti di Grottaferrata<br />

di viale Vittorio Veneto<br />

135, in direzione di Marino. L'esposizione<br />

durerà fino al 6 gennaio,<br />

dalle 15 alle 19. Per informazioni<br />

0694315492.<br />

tere voglia di percorrerle, entrarvi, sostarvi.<br />

Si possono leggere le specialità<br />

della cucina romana, su menù appetitosi<br />

non solo per la trippa o per l'agnello<br />

scottadito. Mossi dal vento sembrano i<br />

panni stesi, belanti appaiono le pecore e<br />

ce n'è centotrenta. Poi uccellini in gabbia,<br />

mici in cerca di cibo però senza<br />

re, re della gloria; 2) Rm 1,<br />

1-7: Gesù Cristo, della stirpe<br />

di Davide, figlio di Dio; -<br />

Vangelo: Mt 1, 18-24: Gesù<br />

nascerà da Maria, sposa di<br />

Giuseppe, della stirpe di Davide<br />

- Liturgia delle Ore:<br />

Dom. IV sett. - Ufficio della<br />

Domenica con le parti porprie<br />

del 23 dicembre<br />

Presso la parrocchia di S. Giuseppe<br />

Cottolengo è stata inaugurata la prima<br />

Mostra delle opere del concorso «Dipingi<br />

una Chiesa per il 2000». Si tratta di<br />

17 Vie Crucis, 3 Affreschi sul tema dei<br />

15 Misteri del Rosario, 3 Mosaici ispirati<br />

al Battesimo e 10 sculture e bassorilievi,<br />

aventi per tema il Battesimo e s. Giuseppe<br />

Patrono della Chiesa Universale.<br />

Trentatré opere di trentuno artisti<br />

provenienti dal Belgio, dal Brasile, dalla<br />

Danimarca, dall’Ecuador, dalla Francia,<br />

dalla Romania, dalla Spagna e da varie<br />

Regioni d’Italia.<br />

La mostra itinerante, proseguirà nel<br />

primo quadrimestre del 2002 nelle altre<br />

tre Chiese della periferia romana (San<br />

Lino alla Pineta Sacchetti, Santa Galla a<br />

Circonvallazione Ostiense e Nostra Signora<br />

di Częstochowa alla Borgata La<br />

Rustica) beneficiarie delle opere che risulteranno<br />

vincitrici nel Concorso, una<br />

per ogni settore dell’arte figurativa (pittura,<br />

affresco, mosaico e scultura).<br />

Nell’inaugurare la mostra, Don Giancarlo,<br />

Consigliere Generale dei Servi della<br />

Carità del Beato Luigi Guanella, davanti<br />

agli artisti partecipanti al Concorso<br />

ed un buon numero di invitati, ha messo<br />

in rilievo come l’Arte, e l’Arte sacra<br />

in particolare, abbia oggi una valenza<br />

davvero importante nella comunicazione<br />

del Messaggio, ancor più della parola,<br />

poiché essa penetra direttamente e nel<br />

profondo i cuori e le menti.<br />

La Mostra continuerà a S. Giuseppe<br />

Cottolengo, in Viale di Valle Aurelia, 62,<br />

Giovedì 20 dicembre dalle 9.30 alle 13 e<br />

dalle 16.30 alle 19.30, per ripetersi poi<br />

nelle giornate di sabato 22 e domenica<br />

23 dicembre (g.gi).<br />

gattare, un centinaio di porte e finestre<br />

ora chiuse ora aperte, vani: interni di luce<br />

fioca secondo la calda e avara illuminazione<br />

ad acetilene e ad olio.<br />

Poi, ricchezza e ricercatezza di costumi,<br />

calzature e calzoni della moda di allora,<br />

con fibbia le une, attillati gli altri.<br />

Insomma, un'opera di grandissimo impegno<br />

che ripropone momenti storici o<br />

soltanto cronachistici distanti anni luce<br />

dagli anni nostri. A contrasto, perennemente<br />

attuale, la scenografia della Natività,<br />

ben visibile da ogni prospettiva, a<br />

raccogliere i quattro punti cardinali, a<br />

farsi centrale nella doppia natura, umana<br />

e divina, del Redentore.<br />

Il cappellano don Oliviero Pelliccioni<br />

mostra una triplice simbologia: il Bambinello,<br />

che completerà il presepio la<br />

Notte Santa; una lanterna, a significare<br />

il viaggio della fiamma partita da Betlemme<br />

verso le strade del mondo; la<br />

rossa stella di Natale a testimonianza del<br />

sangue di Cristo.<br />

Un presepio, insomma, fatto con una<br />

spontaneità che si fa arte, e che da Termini<br />

sosterà in vari musei a far conoscere<br />

la Roma che non c'è più, a ravvivare<br />

la luce perenne della nostra salvezza.<br />

LAURA PICCINELLI<br />

Sincerità<br />

La sincerità è a volte<br />

encomiabilmente coraggiosa,<br />

a volte banalmente<br />

facile.<br />

(Pierre Dehaye)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

velocemente. Attualmente infatti il bambino<br />

è ancora costretto a respirare attraverso<br />

una ventilazione meccanica e a<br />

nutrirsi con un apparecchio collegato direttamente<br />

con il suo apparato digerente.<br />

Quello che stiamo facendo non è solo<br />

per Nicolò, ma anche per tutti gli altri<br />

bambini affetti dalla stessa malattia».<br />

In Italia vi sono circa quaranta casi di<br />

bambini colpiti da adrenoleucoditrofia,<br />

ma la ricerca non ha ancora individuato<br />

le medicine effettivamente appropriate<br />

per debellarla completamente.<br />

RITA DIETRICH<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

SABATO 22 DICEMBRE<br />

00.10: Studio A<br />

7.20-17.30-23-24: Orizzonti Cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

16.30: Il Carillon del Sabato di<br />

M. Di Battista/M. Lalia/P. Morelli<br />

17: Liturgia delle Ore: Celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Barbara<br />

Stamm, Min.a.D. - Kommentar<br />

der Woche - Ludwing<br />

Weimer - Einführung in die Liturgie<br />

des vierten Adventssonntags<br />

20.40: Recita del Santo Rosario<br />

in latino<br />

21.30: Programma francese:<br />

4ème dim. Avent: Le secret de<br />

Joseph<br />

21.50: Programma inglese<br />

22.10: Programma spagnolo<br />

DOMENICA 23 DICEMBRE<br />

00.10: Studio A<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti<br />

Cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

9.30: S. Messa in italiano<br />

11.55: In diretta da Piazza San<br />

Pietro: Angelus, recitato dal<br />

Santo Padre Giovanni Paolo II<br />

14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

16.30: Il mondo di Donatella Moretti<br />

con Donatella Moretti e<br />

Paolo Famiglietti<br />

17: Liturgia delle Ore: Celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Sie<br />

schreiben - wir antworten<br />

20.40: Recita del Santo Rosario<br />

in latino<br />

21.20: Programma esperanto<br />

21.30: Programma francese:<br />

L'invité du dimanche<br />

21.50: Programma inglese<br />

22.10: Programma spagnolo<br />

SABATO 22 DICEMBRE<br />

24: Rosario biblico (versione<br />

spagnola)<br />

2.45-19.30-22.30: Notiziario<br />

6.55: Rubrica: Chiesa in cammino:<br />

Africa Australe<br />

9: In diretta dalla Cappella di<br />

Telepace in Roma: Santa<br />

Messa<br />

9.45: Rosario biblico<br />

12.30: Cappella di Telepace in<br />

Roma: Santa Messa<br />

16: In diretta dalla Cappella di<br />

Telepace in Roma: Santo Rosario<br />

e Adorazione eucaristica<br />

DOMENICA 23 DICEMBRE<br />

24: Rosario biblico (versione inglese)<br />

2.30: Notiziario<br />

7.10: Rubrica: Chiesa in cammino:<br />

Africa Australe<br />

9: In diretta dalla Cappella di<br />

Telepace in Roma. Santa<br />

Messa<br />

9.45: Rosario biblico<br />

12: In diretta da Piazza San Pietro:<br />

Angelus, recitato dal Santo<br />

Padre Giovanni Paolo II<br />

14-22.30: Angelus, recitato dal<br />

Santo Padre Giovanni Paolo II<br />

(replica)<br />

16: In diretta dalla Cappella di<br />

Telepace in Roma: Santo Rosario<br />

e Adorazione Eucaristica


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

9 .<br />

Inchieste<br />

e servizi<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 22 Dicembre 2001<br />

SOCIETÀ Messi a punto in un convegno coordinato dalla Caritas ambrosiana<br />

Rilievi e proposte di realtà no profit<br />

sul piano socio-sanitario lombardo<br />

MILANO, dicembre.<br />

Critiche al metodo, osservazioni sui<br />

contenuti, offerta di collaborazione, richiesta<br />

di partecipazione: così si sono<br />

espresse molte associazioni o federazioni<br />

di enti, operanti nel cosiddetto «terzo<br />

settore», rispetto alle proposte della Regione<br />

Lombardia contenute nel piano<br />

socio sanitario regionale per il triennio<br />

2002-2004. Lo hanno fatto in un convegno<br />

svoltosi nei giorni scorsi a Milano,<br />

coordinato dalla Caritas ambrosiana.<br />

Anzitutto, un rilievo di metodo: non è<br />

stata attuata la fase di confronto con gli<br />

enti, «travisando il principio di sussidiarietà<br />

orizzontale che dovrebbe riconoscere<br />

alle forme sociali intermedie non<br />

solo il ruolo di soggetti erogatori, ma<br />

anche quello di collaboratori nelle fasi di<br />

analisi e programmazione».<br />

Veniamo ai contenuti. Quindici sono i<br />

«punti problematici dove si esprime la<br />

non condivisione» e dove si chiedono<br />

modifiche: diritto alla salute, livelli uniformi<br />

ed essenziali, prevalenza del «sanitario»,<br />

scarsa integrazione sociosanitaria,<br />

accreditamento, qualità, governo del<br />

sistema, programmazione locale, accesso<br />

ai servizi, titoli per l’acquisto dei servizi,<br />

rapporti tra Regione e volontariato,<br />

criteri di compartecipazione alle spese,<br />

assistenza integrativa, servizi residenziali,<br />

professioni e formazione.<br />

«Il piano deve dire quali sono i livelli<br />

“essenziali” da garantire, secondo le norme<br />

in vigore, e non i “minimi”, di cui<br />

invece esso parla», afferma Marco Granelli,<br />

responsabile per le politiche sociali<br />

nella Caritas ambrosiana.<br />

«Non è solo una questione nominalistica<br />

— gli fa eco Mario Mozzanica, altro<br />

collaboratore dell’ente e docente di<br />

Didattica generale, Educazione degli<br />

adulti ed Organizzazione dei servizi sociali<br />

presso l’Università Cattolica —. Qui<br />

abbiamo l’impressione che arrivi prima<br />

la cifra stanziata e poi l’esigenza della<br />

persona. E ancora: il piano è poco programmatico,<br />

perché si sofferma sui<br />

principi, ma non entra nel concreto, nelle<br />

determinazioni relative agli strumenti.<br />

Di contro, questo documento sembra<br />

voler dare sul piano concreto una delega<br />

totale alla Giunta, la quale fra l’altro<br />

ha già approvato due delibere, quella<br />

sull’accreditamento delle residenze sanitarie<br />

e quella sui piani di zona, mentre il<br />

piano stesso è in corso di esame. Considerando,<br />

poi, il punto di vista dei principi,<br />

nessuno è contrario a quello della libertà<br />

di scelta, ma ricordiamoci che la<br />

Costituzione lo mette sullo stesso piano<br />

di quello di uguaglianza di fronte alla<br />

legge e del diritto alla salute».<br />

Su questo aspetto interviene lo stesso<br />

direttore della Caritas, don Virginio Colmegna:<br />

«Parlare di libertà di scelta va<br />

bene, però noi conosciamo persone e famiglie<br />

che non sono in grado di scegliere,<br />

per motivi legati al disagio o simili.<br />

Nella stessa ottica, è arduo pensare che<br />

l’idea del “bonus” vada bene per tutti:<br />

sappiamo che in certi casi non serve un<br />

sostegno economico senza un accompagnamento<br />

culturale». Secondo le associazioni,<br />

inoltre, nel piano sono poco<br />

presenti gli enti locali; ed il «no-profit»<br />

dovrebbe assumere le logiche di merca-<br />

SCUOLA L'iniziativa con associazioni e parrocchie<br />

Progetto sull'educazioneallalegalità<br />

to a un punto tale che rischierebbe di<br />

perdere l’aspetto ideale da cui è nato.<br />

Al termine del convegno, gli enti che<br />

hanno sottoscritto il documento hanno<br />

deciso di chiedere alla Regione la convocazione<br />

di una «due giorni» di riflessione<br />

con il terzo settore e gli operatori sociali<br />

e sociosanitari, allo scopo di favorire la<br />

massima partecipazione. È auspicabile<br />

— hanno detto — che tale incontro avvenga<br />

prima del dibattito in Consiglio.<br />

Ora si attende una risposta del governo<br />

regionale, che peraltro ha già precisato<br />

la propria posizione a seguito di<br />

una nota d’agenzia che aveva riportato<br />

parole attribuite a don Colmegna (ma<br />

da quest’ultimo smentite) relative all’accusa<br />

di «negazione del diritto dei cittadini<br />

ai livelli essenziali e uniformi di assistenza»<br />

e di «primato del risparmio». Gli<br />

assessorati interessati (Famiglia e solidarietà<br />

sociale e Salute) hanno precisato<br />

che «quando si parla di livelli garantiti<br />

di cure non si parla di soldi ma di qualità<br />

e di efficacia della cura... in particolare<br />

per le categorie più deboli».<br />

Dal canto suo don Colmegna smentisce<br />

di avere detto che il piano sia anticostituzionale<br />

e sostiene che sono stati<br />

estrapolati giudizi che fanno parte del<br />

documento. E afferma: «Non abbiamo<br />

posizioni ideologiche, né entriamo nei<br />

rapporti fra maggioranza ed opposizione;<br />

piuttosto ci interessa un lavoro di<br />

confronto con le istituzioni. Occorre allargare<br />

l’ambito partecipativo, e approfondire<br />

l’aspetto culturale».<br />

A. M.<br />

VOLONTARIATO Dal 1987 l'iniziativa natalizia richiama ad un impegno concreto verso gli ultimi della città<br />

Genova: il XIII «Mercatino di San Nicola»<br />

luogo d'incontro per la solidarietà<br />

GENOVA, dicembre.<br />

Inaugurando la prima edizione del<br />

Mercatino di San Nicola — era il 1987<br />

— l’allora Arcivescovo di Genova, Cardinale<br />

Giovanni Canestri, lasciò quasi come<br />

una consegna lo slogan: «Insieme si<br />

può».<br />

Così, negli anni, il Mercatino è diventato<br />

luogo d’incontro di larga parte del<br />

volontariato sociale della città, che qui<br />

converge per collaborare ad un gesto<br />

concreto e benefico dalla immediata traduzione<br />

operativa.<br />

Tutte le associazioni che operano sul<br />

fronte del volontariato sono alla continua<br />

ricerca dei necessari finanziamenti<br />

per loro attività già avviate o i loro progetti<br />

previsti; e il periodo che precede il<br />

Natale, data l’atmosfera che esso ancora<br />

largamente ispira, è il momento forse<br />

più opportuno per tendere la mano a<br />

raccogliere offerte.<br />

Alla tredicesima edizione del Mercatino<br />

di San Nicola partecipano quest’anno<br />

tre noti istituti educativi genovesi: il<br />

Liceo Artistico Paul Klee, la Scuola Duchessa<br />

di Galliera e l’Istituto Gobetti.<br />

Al primo si deve la realizzazione delle<br />

scenografie, alla seconda la creazione di<br />

una parte dei costumi e al terzo la quotidiana<br />

presentazione di uno speciale<br />

spettacolo/visita itinerante al Mercatino,<br />

le cui entrate saranno devolute all’Associazione<br />

«Gigi Ghirotti».<br />

Tali fondi saranno destinati alla realizzazione<br />

di un «Hospice» che accoglierà<br />

dieci ammalati di tumore in fase terminale.<br />

Il Mercatino non avrà più luogo in<br />

Piccapietra, dove è stato allestito negli<br />

BARI, dicembre.<br />

Nell’ambito del progetto «Educare alla<br />

legalità», l'iniziativa che vede accomunati,<br />

assieme alle scuole, le associazioni<br />

degli avvocati, dei magistrati, la Fondazione<br />

Cesar, la cooperativa «Nuova Fantaarca»,<br />

le parrocchie della Resurrezione<br />

e di san Marco, l’Istituto pugliese per la<br />

storia dell’Italia contemporanea, si è<br />

svolto nei giorni scorsi un convegno. In<br />

apertura di lavori la dottoressa Lamalfa<br />

dell’Associazione nazionale magistrati e<br />

il magistrato Pino Scelsi hanno ricordato<br />

che il gruppo promotore intende fornire<br />

sostegno informativo agli alunni e ai docenti<br />

dei primi due anni della scuola superiore<br />

per il raggiungimento di una<br />

cultura morale e civile che si contrapponga<br />

all’incalzare del fenomeno criminale.<br />

Il Direttore scolastico regionale,<br />

Giuseppe Fiori, ha sottolineato che la<br />

scuola italiana, se fornisce cultura, pure<br />

ha il compito di preparare cittadini consci<br />

dei propri doveri. Questa presa di<br />

coscienza aiuta anche ad evitare la piaga<br />

della dispersione scolastica e dell’abbandono<br />

improvviso degli studi. È nella<br />

scuola che gli allievi prendono a misura<br />

del loro vivere la necessità fondamentale<br />

delle regole e, in un piano sinergico, sarebbe<br />

anche opportuno che la società,<br />

ultimi anni, ma a Piazza Caricamento, a<br />

lato di Palazzo San Giorgio, nel cuore<br />

storico della città di Genova, sempre però<br />

dal 7 al 23 dicembre, con orario continuato<br />

dalle 10 alle 19,30.<br />

«Quest’anno l’ambientazione è in pieno<br />

Rinascimento», dice Giacomo Chiarella,<br />

già al lavoro per allestire gli stand<br />

su Piazza Caricamento.<br />

«Il futuro non può fare a meno del<br />

passato»; per questo ad ogni edizione si<br />

preparano costumi storici, di nobili e di<br />

popolani, che fanno rivivere un’epoca<br />

antica della sempre vivace e operosa vita<br />

cittadina.<br />

Si offre così anche come una simpatica<br />

lezione di storia dal vivo, cui s’affacciano<br />

sempre più numerosi scolaretti e<br />

studenti delle scuole medie e superiori.<br />

La caratteristica manifestazione natalizia,<br />

ambita da grandi artigiani-artisti<br />

europei, è divenuta meta di molti visitatori<br />

— lo scorso anno sono state molte<br />

decine di migliaia — desiderosi di immergersi<br />

in un ambiente insolito e lontano<br />

nel tempo, dove è possibile vedere<br />

all’opera artigiani di antichi mestieri che<br />

vanno scomparendo.<br />

Il mercatino benefico è organizzato e<br />

gestito da volontari che hanno fatto proprio<br />

il messaggio del Santo Natale: rinascere<br />

ad una nuova vita di pace, di speranza<br />

e di riconciliazione, a partire dall'accoglienza<br />

degli ultimi, di coloro che<br />

patiscono il bisogno e l'emarginazione.<br />

E passeggiando tra gli «stands» del<br />

Mercatino di San Nicola si respira proprio<br />

un’aria di attenzione a chi vive momenti<br />

o stagioni della vita difficili.<br />

Un'attenzione però che si apre ad una<br />

attraverso i suoi organi, continui a coltivare<br />

il senso della legalità nei ragazzi<br />

che hanno completato i loro piani di<br />

studi. La professoressa Pazienza del<br />

Provveditorato agli Studi ha ricordato<br />

che la scuola è stato sempre l’esempio<br />

della responsabilizzazione della legalità.<br />

Ma deve continuare in questa missione,<br />

lasciando da parte permissività e tolleranze<br />

che non contribuiscono certo a<br />

stabilire il «primato» spettante alla scuola<br />

nell’insegnamento dei principi fondamentali<br />

delle responsabilità per i giovani<br />

che sono e si avviano a diventare consapevoli<br />

cittadini del Paese. La strada<br />

maestra scolastica deve abbattere quel<br />

punto debole della deresponsabilizzazione<br />

degli allievi per mantenerli sui piani<br />

alti del progetto educativo. Hanno dichiarato<br />

la loro adesione a contribuire<br />

all’educazione alla legalità, una rappresentante<br />

del Tribunale dei Minorenni,<br />

mentre il Preside dell’Istituto alberghiero<br />

Perotti ha rilevato che i ragazzi,<br />

quando vengono coinvolti nelle istanze<br />

lavorative, si rendono partecipi delle esigenze<br />

societarie e questa responsabilizzazione<br />

aiuta a risolvere le questioni delle<br />

devianze e li fa già partecipi del processo<br />

innovativo societario.<br />

VITO MAUROGIOVANNI<br />

TORINO — Un ritorno agli antichi splendori<br />

per la precettoria di Sant’Antonio di<br />

Ranverso. Sono stati recentemente ultimati<br />

i restauri — avviati nel maggio 2000 —<br />

della facciata principale, di una parte della<br />

parete laterale Nord e il ripristino del<br />

manto di copertura in coppi della chiesa.<br />

Il complesso, voluto nel 1188 da Umberto<br />

III di Savoia, comprende la chiesa, il convento<br />

e un piccolo ospedale destinato in<br />

origine a curare i malati di lebbra e gli af-<br />

fraterna condivisione scandita da una<br />

con solidarietà fattiva.<br />

Ma il «Mercatino» è anche motivo per<br />

evitare il trambusto tipico di queste<br />

giornate prenatalizie e di sostare senza<br />

fretta per conversare con gli amici e<br />

scambiarsi gli auguri.<br />

«La forza del messaggio del Mercatino<br />

— spiegano alcuni dei più attivi organizzatori,<br />

tra cui Francesco Figari e<br />

Michele De Vincenzi —, sta proprio qui:<br />

tutti hanno bisogno di aiuto, ma ogni<br />

anno tutti convergono a raccoglierli per<br />

un’associazione genovese che ha un preciso<br />

progetto da realizzare.<br />

«In questi dodici anni sono stati realizzati<br />

progetti a favore di poveri, portatori<br />

di handicap, malati terminali di<br />

A.I.D.S., tossicodipendenti.<br />

«Con la scorsa edizione è stata acquistata<br />

un’autoambulanza e quest’anno lavoriamo<br />

tutti insieme per aprire una casa<br />

di accoglienza per malati di tumore<br />

in fase avanzata, un Hospice, piccola risposta<br />

ad una esigenza molto sentita:<br />

quella di avere un luogo dove anche le<br />

famiglie possano appoggiarsi, anche solo<br />

temporaneamente, per essere supportati<br />

in un carico tanto impegnativo».<br />

È un obiettivo che l’Associazione persegue<br />

con impegno da diversi anni e<br />

che, anche grazie a questa occasione,<br />

potrà divenire realtà in tempi più brevi.<br />

Una manifestazione grande come il<br />

Mercatino necessita di molti volontari —<br />

ogni anno vi lavorano complessivamente<br />

a centinaia — per organizzare armonicamente<br />

i colleghi di tutte le associazioni<br />

presenti per far conoscere la loro<br />

quotidianità fatta di sofferenze, di gioie,<br />

Restaurato un complesso conventuale del 1200<br />

USURA I dieci anni della Fondazione realizzata a Napoli da p. Rastrelli<br />

Ardua e coraggiosa lotta<br />

contro un ignobile reato<br />

di speranze a fianco di chi è solo, deprivato,<br />

ammalato, per vendere strenne e<br />

oggetti utili o preziosi, caratteristici oggetti<br />

costruiti sul posto dagli artigiani<br />

giunti da tutta Italia.<br />

Anche per spiegare ai visitatori il senso<br />

del Mercatino, ma soprattutto per vivere<br />

insieme il significato più vero del<br />

Natale, ricordando che circa duemila<br />

anni fa in una grotta nasceva il Bambino<br />

Gesù.<br />

GRAZIELLA MERLATTI<br />

La legge ha rappresentato un caposaldo<br />

della lotta allo strozzinaggio, attraverso<br />

la definizione normativa del tasso<br />

di usura: in seguito a una sentenza della<br />

Corte di Cassazione (sulla nullità degli<br />

interessi sui mutui bancari se superiori a<br />

questa soglia), Padre Rastrelli stima un<br />

risparmio di oltre 10 mila miliardi di lire<br />

ogni anno per indebitati, famiglie e imprese.<br />

Non solo: «Tramite la legge antiusura<br />

è stata messa in moto una forte<br />

azione repressiva del reato, con nuove<br />

capacità processuali e quindi anche con<br />

una giurisprudenza più adeguata». Altro<br />

effetto positivo della legge è stata, ricorda<br />

il religioso, la costituzione del<br />

Commissariato nazionale per la lotta al<br />

racket e all'usura.<br />

Attualmente in Italia esistono tredici<br />

Fondazioni che — come la «San Giuseppe<br />

Moscati» — operano a livello regionale,<br />

e otto a livello provinciale: complessivamente<br />

sono coinvolti oltre 600<br />

professionisti come volontari. In Campania,<br />

la Fondazione presieduta da Padre<br />

Rastrelli in dieci anni ha raccolto oltre<br />

ottomila domande di prestiti facendone<br />

erogare circa tremila, per oltre 20 miliardi<br />

di garanzie; il tasso di rientro di<br />

questi prestiti alle vittime dell'usura supera<br />

l'80 per cento. Ugualmente significativa<br />

l'attività culturale ed educativa,<br />

con numerose campagne di informazione,<br />

volantinaggi, convegni e conferenze<br />

specie nelle scuole.<br />

Ciò ha permesso, tra l'altro, la diffusione<br />

«di una cultura antidebito, sull'uso<br />

Cinema: su Internet un sito<br />

per le sale delle comunità<br />

CULTURA Corsi promossi dall'Università Cattolica e dalla Lumsa<br />

Taranto: nuovo impulso agli studi universitari<br />

TARANTO, dicembre.<br />

Università Cattolica e Lumsa stanno<br />

compiendo uno sforzo significativo per<br />

fornire a Taranto, dove sono entrambe<br />

presenti, rispettivamente con il Centro<br />

di cultura per lo sviluppo e la Scuola superiore<br />

in servizi sociali, opportunità<br />

formative di livello universitario e post<br />

universitario.<br />

Il Centro di cultura per lo sviluppo<br />

dell’Università Cattolica del Sacro Cuore<br />

di Taranto sta ampliando i propri servizi<br />

formativi di alto livello.<br />

Dopo il corso seminariale sul non profit,<br />

che sta registrando incontri di altissimo<br />

livello indirizzati soprattutto agli<br />

operatori del settore, il Centro, in collaborazione<br />

con il Servizio formazione<br />

permanente della «Cattolica» e l’Associazione<br />

italiana risorse umane lavoratori<br />

del sapere, ha avviato un Master a distanza<br />

in «Risorsa umana e impresa,<br />

strumenti e prospettive: selezione, valutazione,<br />

sviluppo e organizzazione» con<br />

la direzione scientifica del prorettore<br />

prof. Michele Colasanto.<br />

Il corso intende fornire un’opportunità<br />

per tutti gli operatori del settore risorse<br />

umane e impresa: consulenti d’azienda,<br />

dirigenti, professionisti e im-<br />

flitti dall’erpete zoster, il «fuoco di sant’Antonio».<br />

La precettoria, situata sull’antica via<br />

Francigena, quella che collegava l’Inghilterra<br />

e la Francia con Roma, e che era l’itinerario<br />

principale dei pellegrini, era affidata<br />

ai monaci Antoniani, che avevano installato<br />

qui un importante ospedale.<br />

Parte integrante dei restauri — finanziati<br />

dalla Regione e dall'Ordine Mauriziano,<br />

NAPOLI, dicembre.<br />

Sono trascorsi dieci anni da quando<br />

Padre Massimo Rastrelli, all'epoca parroco<br />

della comunità del Gesù Nuovo,<br />

promosse a Napoli la creazione del primo,<br />

coraggioso nucleo di volontari per<br />

l'aiuto alle vittime dell'usura. Era il marzo<br />

1991 quando, assistito solo dai collaboratori<br />

parrocchiali, il religioso gesuita<br />

avviò un meccanismo di solidarietà destinato<br />

ad ampliarsi producendo frutti<br />

sempre più concreti: il gruppo di volontari<br />

divenne nel 1992 una Fondazione<br />

antiusura e successivamente altre analoghe<br />

strutture nacquero in tutta Italia sul<br />

modello di quella napoletana. Oggi il bilancio<br />

di questo impegno conta decine<br />

di migliaia di casi risolti, ma soprattutto<br />

la creazione a livello nazionale di quello<br />

che Padre Rastrelli definisce «movimento<br />

di coscienza antiusura», e che è il primo<br />

passo per sconfiggere e prevenire la<br />

piaga dello strozzinaggio.<br />

Il decennale dell'attività antiusura è<br />

stato celebrato in occasione dell'annuale<br />

assemblea della Fondazione San Giuseppe<br />

Moscati, svoltasi nei giorni scorsi a<br />

Napoli. Padre Rastrelli ha ricordato alcune<br />

delle tappe di maggior rilievo del<br />

cammino cominciato nel 1991: la creazione<br />

di una rete nazionale di Fondazioni<br />

e associazioni antiusura, la costituzione<br />

di una Consulta nazionale delle Fondazioni<br />

(presieduta dallo stesso religioso)<br />

, il varo della legge nazionale antiusura<br />

(la 108/96) fortemente sollecitato<br />

dalla «San Giuseppe Moscati».<br />

prenditori che intendano acquisire gli<br />

elementi fondamentali delle tecniche e<br />

metodologie di gestione e sviluppo delle<br />

risorse umane. Il corso fornisce non solo<br />

spunti di riflessione teorica, ma soprattutto<br />

testimonianze professionali su<br />

tali tecniche, in considerazione della<br />

complessità che comporta oggi la gestione<br />

delle risorse umane in quasi tutto l’universo<br />

aziendale.<br />

Gli obiettivi che il master si propone<br />

sono quelli di: fornire un quadro d’insieme<br />

delle principali tendenze nella gestione<br />

delle risorse umane; affrontare in<br />

chiave applicativa le principali metodologie<br />

e tecniche di gestione delle risorse<br />

umane; consentire uno scambio di esperienze<br />

tra professionalità diverse e complementari<br />

per avviare un processo di<br />

approfondimento sul campo.<br />

Il corso si articola in tre cicli didattici,<br />

che avranno come temi: il reclutamento<br />

e la selezione, la valorizzazione del patrimonio<br />

umano e il governo dell’impresa,<br />

e si concluderà con uno tirocinio formativo<br />

presso aziende, studi professionali<br />

o società di consulenza. Al termine<br />

del corso ai partecipanti sarà consegnato<br />

un attestato.<br />

Tre corsi di perfezionamento sono sta-<br />

proprietario del complesso — sono stati<br />

anche gli interventi sugli affreschi Jaqueriani,<br />

partiti nel settembre del ’98: i lavori<br />

hanno riguardato la pulitura e l’integrazione<br />

pittorica degli affreschi della cappella<br />

di s. Biagio e della parete destra del presbiterio<br />

con le storie di s. Antonio Abate.<br />

Ma il recupero del complesso abbaziale<br />

non è concluso. Nella primavera del 2002<br />

partirà la seconda fase dei lavori, che<br />

responsabile del denaro: un atteggiamento<br />

che spinge a non affrontare con<br />

superficialità spese superiori alle proprie<br />

possibilità, ricordando che queste forme<br />

di irresponsabilità sono la prima causa<br />

del ricorso agli usurai. Tanti hanno capito<br />

che non si può ricorrere al prestito<br />

«facile», specie quando non si dispone<br />

dei mezzi per restituire il denaro». Il lavoro<br />

di sensibilizzazione svolto dal volontariato<br />

antiusura è servito anche «ad<br />

allertare la coscienza del Paese — rileva<br />

P. Rastrelli — facendo comprendere bene<br />

quale ignobile reato e quale dramma<br />

sociale rappresenti lo strozzinaggio, in<br />

passato troppe volte colpevolmente sottovalutato».<br />

Ma uno dei frutti più importanti<br />

del lavoro svolto a Napoli è<br />

rappresentato, ricorda Padre Rastrelli,<br />

dalla conversione di diciannove usurai,<br />

«che hanno voluto cambiare vita e riparare<br />

al male fatto, restituendo tutto e affrontando<br />

coraggiosamente una vita di<br />

lavoro duro e onesto». Ora la Fondazione<br />

napoletana punta a rafforzare ulteriormente<br />

la propria attività, e perciò rivolge<br />

un appello: «Chiediamo a coloro<br />

che non si sono ancora uniti a noi di<br />

farlo e presto, per poter raccogliere il<br />

grido d'aiuto dei tanti bisognosi ancora<br />

in attesa di una risposta». Il numero di<br />

conto corrente postale, per chi volesse<br />

contribuire, è il 27539808, intestato a<br />

Fondazione San Giuseppe Moscati, via<br />

San Sebastiano 48, Napoli.<br />

MARIANO DEL PREITE<br />

ASSOCIAZIONI «Aiuti ai Malati d'Infanzia»<br />

Trento: un aiuto prezioso<br />

per i bambini che soffrono<br />

TRENTO, dicembre.<br />

L'Ami, associazione «Aiuti ai Malati<br />

d'Infanzia-Onlus», è stata fondata a<br />

Trento nel giugno di quest'anno. Al pubblico<br />

e alla stampa è stata presentata nei<br />

giorni scorsi, durante una conferenza<br />

che ha visto presenti i promotori del sodalizio,<br />

un rappresentante ufficiale dell'Arcivescovo<br />

di Trento ed esponenti della<br />

pubblica amministrazione. L'Ami attualmente<br />

è composta da sette persone<br />

di varia provenienza: italiani, inglesi,<br />

russi e francesi. È una composizione<br />

multinazionale che nasce da un gruppo<br />

ROMA, dicembre.<br />

Nasce un nuovo servizio on-line pensato e ideato per le sale delle comunità:<br />

basta cliccare su www.saledellacomunita.it. Promosso dall'Acec (Associazione<br />

cattolica esercenti cinema) e dall'Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali<br />

della CEI, il servizio è una novità assoluta nel settore. Consiste infatti in<br />

uno spazio web offerto gratuitamente alle sale sparse sul territorio nazionale,<br />

dove queste ultime possono creare un «mini sito» personalizzato quanto a caratteristiche<br />

tecniche (numero di schermi, di posti, servizi accessori), film<br />

programmatisettimanalmente,attivitàpolivalenti (musica,teatro, conferenze).<br />

Una volta costituito il proprio «mini sito», ogni sala lavora in modo autonomo<br />

e direttamente grazie a una password che le consente di accedere alle<br />

schede di gestione e di modificarle in tempo reale. L’inserimento dei dati all’interno<br />

del servizio è garantito, laddove la sala non fosse autonoma, dai Sas<br />

(Servizi assistenza sale) presenti in molte zone. Tutti i navigatori avranno così<br />

l’opportunità di ricercare le sale per regione, provincia o attraverso i film in<br />

programmazione di cui vengono fornite le schede dettagliate. Alle sale che<br />

aderiscono all’iniziativa viene inviata periodicamente una newsletter con notizieassociative,<br />

informazioni fiscali-amministrativesullagestione e modulistica.<br />

ti, invece, avviati dalla Libera Università<br />

Maria Santissima Assunta (Lumsa). Il<br />

primo, in Diritto penitenziario, che è indirizzato<br />

soprattutto ad avvocati e laureati,<br />

è diretto dal presidente del Tribunale<br />

di sorveglianza di Taranto presso la<br />

Corte d’appello, Augusto Bruschi; il secondo<br />

in Grafologia per la scuola, inteso<br />

a spiegare come si possono cogliere i segni<br />

del disagio nelle scuole attraverso la<br />

scrittura dei bambini, è diretto dal preside<br />

del corso di laurea in Grafologia della<br />

Lumsa di Roma, Sergio De Ragna; il<br />

terzo, in Legislazione minorile, diretto<br />

soprattutto ad assistenti sociali e professionisti<br />

che operano nell’ambito delle<br />

problematiche minorili, è diretto dall’avvocato<br />

Egidio Albanese, presidente dell’Ordine<br />

degli avvocati di Taranto e docente<br />

di diritto penale nella sede tarantina<br />

della Lumsa.<br />

Insomma, le due università di ispirazione<br />

cattolica stanno dando un grosso<br />

contributo formativo e culturale a una<br />

comunità, come quella di Taranto, nella<br />

quale l’università pubblica sta muovendo<br />

ancora i primi, timidi passi, compiuti<br />

nell’ambito del decentramento dall’Università<br />

e dal Politecnico di Bari.<br />

SILVANO TREVISANI<br />

prevedono la realizzazione di nuovi impianti<br />

elettrici e l’installazione di un<br />

ascensore per i disabili che permetterà a<br />

tutti i visitatori di accedere ai piani superiori:<br />

qui sarà aperto un nuovo percorso<br />

espositivo museale. Il secondo lotto di restauri<br />

verrà finanziato in parti uguali dalla<br />

Regione Piemonte, dalla Compagnia di<br />

San Paolo e dall’Ordine Mauriziano. La fine<br />

dei lavori è prevista per il 2006.<br />

MARCO BONATTI<br />

di amici accomunati dalla fede in Cristo<br />

e dalla volontà di porre la solidarietà davanti<br />

ai propri interessi, cercando di costruire<br />

qualcosa per gli altri, soprattutto<br />

per chi soffre ed è privo di mezzi. L'associazione<br />

propugna l'attuazione di interventi<br />

specifici, anche di natura finanziaria,<br />

per migliorare la condizione dell'infanzia<br />

nei paesi in via di sviluppo.<br />

L'attività, attualmente, è concentrata nei<br />

Paesi dell'ex Unione Sovietica, intervenendo<br />

in particolare sulla problematica<br />

delle malattie infantili. Già dal maggio<br />

2000, i futuri fondatori dell'Ami avevano<br />

cominciato ad interessarsi del Centro di<br />

Riabilitazione di Odessa, in Ucraina, che<br />

ora sovvenzionano con aiuti finanziari e<br />

contatti umanitari. Il collegamento con<br />

Odessa, ma anche l'incontro del piccolo<br />

gruppo di persone che ha dato vita alla<br />

Onlus, è frutto di itinerari ed esperienze<br />

personali maturate nel dolore e nel confronto<br />

della fede. Così è la storia di Irina,<br />

una giovane di origine ucraina sposa<br />

di uno dei soci fondatori, reduce da un<br />

gravissimo incidente stradale ed oggi finalmente<br />

guarita e così è anche il vissuto<br />

di Boris Litvak, direttore del Centro<br />

di Riabilitazione di Odessa oltre che noto<br />

allenatore o coordinatore di attività<br />

sportive. La morte dell'unica figlia, affetta<br />

da una grave patologia, lo ha spinto<br />

ad intraprendere un nuovo cammino,<br />

in favore di altri bambini colpiti da malattia<br />

del sistema nervoso e dell'apparato<br />

muscolare.<br />

Per la scultura che troneggia sull'entrata,<br />

opera dell'artista Mikhail Reva, il<br />

Centro di Riabilitazione è conosciuto<br />

nella città ucraina come la «Casa dell'Angelo<br />

Dorato». È gestito dalla Fondazione<br />

di carità «Futurum», un'organizzazione<br />

sociale non profit, sostenuta soltanto<br />

da donazioni di privati e di imprese:<br />

la clinica si trova in Pushkinskaya<br />

Street, una delle più belle arterie di<br />

Odessa, e nei suoi primi cinque anni di<br />

attività ha curato circa ottomila bambini<br />

costretti a camminare con stampelle e<br />

sedie a rotelle.<br />

La sua porta è sempre aperta a tutti e<br />

i piccoli affetti dalle patologie che limitano<br />

movimenti e deambulazione vengono<br />

curati gratuitamente. Molti sono i progetti<br />

che l'Ami coltiva per aiutare i bambini<br />

del Centro: il primo impegno è per<br />

la riduzione dei tempi d'attesa per gli<br />

esami diagnostici, ottenibile attraverso<br />

la completa computerizzazione della<br />

«Casa dell'Angelo Dorato». Fra gli altri<br />

obiettivi c'è anche la realizzazione di un<br />

impianto autogenerante di energia elettrica,<br />

veramente necessario se si pensa<br />

che durante il periodo invernale ogni<br />

giorno si verificano black-out nella fornitura<br />

di energia della durata di alcune<br />

ore.<br />

L'Ami, in definitiva, si propone come<br />

ponte fra la nostra società e i grandi bisogni<br />

che affliggono l'infanzia dei Paesi<br />

in via di sviluppo: cerca fondi, persone<br />

disponibili ad offrire il proprio volontariato<br />

e tanta solidarietà. Nel Trentino-Alto<br />

Adige il gruppo promotore ha trovato,<br />

soprattutto fra le associazioni ecclesiali,<br />

i primi segni concreti di questa<br />

sensibilità. Ora, se possibile, guarda ad<br />

orizzonti più ampi e ad una condivisione<br />

ancora più grande.<br />

MAURIZIO MELLARINI


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

PENSIONI Dopo la delega varata dal Consiglio dei Ministri<br />

Sciopero articolato dei sindacati<br />

contro il provvedimento del Governo<br />

ROMA, 21.<br />

Quattro ore di sciopero dal 14 al 29<br />

gennaio articolate a livello provinciale<br />

con manifestazioni davanti alle sedi delle<br />

associazioni imprenditoriali. Questa la<br />

risposta, resa nota oggi, di Cgil, Cisl e<br />

Uil alla riforma delle pensioni varata, ieri,<br />

dal Governo ma anche contro la modifica<br />

dell’articolo 18 dello Statuto dei<br />

lavoratori e per i rinnovi dei contratti<br />

pubblici. I vertici di Cgil, Cisl e Uil hanno<br />

deciso di chiedere anche un incontro<br />

al Presidente della Repubblica, Carlo<br />

Azeglio Ciampi perché «conosca le opinioni<br />

e le ragioni del nostro disagio e<br />

della nostra opposizione». Oltre allo<br />

sciopero che sarà coordinato a livello<br />

nazionale, i sindacati hanno preso una<br />

serie di altre iniziative. La prima sarà<br />

una campagna di informazione per spiegare<br />

all’opinione pubblica qual è la posizione<br />

dei sindacati sui problemi aperti;<br />

poi, dal 7 all’11 gennaio si svolgeranno<br />

assemblee in tutti i luoghi di lavoro,<br />

mentre per il 12 gennaio è confermata<br />

l’assemblea dei delegati che si terrà a<br />

Palermo per discutere su Mezzogiorno e<br />

occupazione.<br />

«Per motivi squisitamente politici —<br />

dice segretario della Uil Angeletti — il<br />

governo non ha accolto le nostre richieste».<br />

Il provvedimento è giudicato «inaccettabile»<br />

dal leader della Sergio Cofferati<br />

«perché risponde solamente alle sollecitazioni<br />

di Confindustria». I sindacati<br />

profilano una contrasto di lungo periodo.<br />

«Nessuno si illuda — ha detto il segretario<br />

generale della Cisl Savino Pezzotta<br />

— che abbandoneremo il campo.<br />

GIUSTIZIA Dopo il richiamo del Presidente Ciampi<br />

Tentativi di instaurare<br />

un più sereno confronto<br />

ROMA, 21.<br />

Dopo il richiamo del Presidente della<br />

Repubblica Ciampi perché nel settore<br />

«vitale» della giustizia si affermi un clima<br />

più disteso, anche il Presidente del<br />

Consiglio Berlusconi è intervenuto sull'argomento<br />

in occasione dell'assemblea<br />

del Cnel. Berlusconi ha concordato —<br />

riferisce l'Ansa — con il richiamo del<br />

Capo dello Stato, osservando: «Tutto ciò<br />

che va nella direzione di un clima più<br />

sereno, in cui tutti, maggioranza e opposizione,<br />

si confrontano per il bene del<br />

Paese, è un fatto positivo. Un ammodernamento<br />

del sistema della giustizia, ad<br />

esempio eliminando le lungaggini del<br />

processo civile, è necessario perché una<br />

giustizia ritardata non è giustizia, però<br />

— ha rilevato — il clima nel Paese non<br />

è dei migliori per arrivare rapidamente<br />

ad un ammodernamento del sistema<br />

giudiziario».<br />

In precedenza il Presidente del Consiglio<br />

aveva osservato che «una maggioranza<br />

così larga, come non se ne vedevano<br />

dal primo Governo De Gasperi può<br />

procedere senza difficoltà verso il completamento<br />

del programma con una sola<br />

perplessità», appunto «la giustizia».<br />

Al Presidente del Consiglio ha replicato<br />

il capogruppo dei Ds Violante affermando<br />

che «il clima adatto bisogna saperlo<br />

costruire». E il leader della Margherita,<br />

Rutelli, ha dichiarato, dopo un<br />

vertice dell'Ulivo: «Le polemiche vengono<br />

tutte dal centro destra. Per uscirne,<br />

l'Ulivo presenterà una proposta di riforma<br />

della giustizia sulla quale avviare un<br />

confronto».<br />

Coniugi<br />

uccisi dai cani<br />

nel Beneventano<br />

BENEVENTO, 21.<br />

Una scena terribile quella che<br />

ieri si è trovato di fronte Antonio<br />

Cocchiarella quando, rincasando,<br />

ha trovato i corpi dei genitori in<br />

giardino straziati dai quattro cani<br />

di loro proprietà. Il papà era già<br />

morto, la mamma è spirata fra le<br />

sue braccia. La tragedia è avvenuta<br />

nel primo pomeriggio: i coniugi<br />

Raffaele e Pasqualina Cocchiarella,<br />

rispettivamente di 76 e 72 anni,<br />

che abitavano insieme con il figlio<br />

in una casa colonica di Fragneto<br />

L'Abate, nel Beneventano,<br />

sono stati assaliti dagli animali<br />

(tre pastori corsi e uno maremmano,<br />

tutte femmine) nel cortile<br />

della loro abitazione. Al momento<br />

dell’aggressione i due anziani erano<br />

soli. Il figlio Antonio, 41 anni,<br />

si era allontanato da casa per recarsi<br />

all’ufficio postale per effettuare<br />

dei versamenti. Era lui ad<br />

allevare i quattro cani che vivevano<br />

sciolti nel recinto di casa e che<br />

mai, a detta di Cocchiarella, avevano<br />

dato segni di aggressività nei<br />

loro confronti. Sarà il veterinario<br />

a decidere adesso la loro sorte.<br />

10 .<br />

in primo piano<br />

Saremo presenti fino all’ultimo minuto.<br />

C’è sempre tempo per tornare indietro<br />

se c’è ancora qualcuno che vuole ragionare».<br />

Lo scontro è sul taglio (rafforzato con<br />

l’estensione degli interessati) dei contributi<br />

previdenziali. Una «scelta gravissima<br />

del Governo» dicono i sindacati già<br />

contrari a una riduzione dei contributi<br />

per una platea limitata di lavoratori<br />

(quelli privi di versamenti).<br />

Sembra essere servito a poco, dunque,<br />

il fatto che il ministro Maroni abbia<br />

accolto all’ultimo momento una delle<br />

richieste più pressanti dei sindacati,<br />

Dopo il Capo dello Stato, anche il<br />

Presidente della Camera Casini ha sottolineato<br />

che «tra i poteri dello Stato ci<br />

deve essere un clima di leale collaborazione,<br />

nel rispetto delle prerogative e<br />

delle diversità dei ruoli, senza limitarsi<br />

alla difesa orgogliosa del proprio ruolo<br />

ma realizzando un clima costruttivo tra<br />

i poteri».<br />

Intanto nella riunione di oggi al Consiglio<br />

dei Ministri tra i provvedimenti all'ordine<br />

del giorno c'è un disegno di legge<br />

che contempla lo snellimento di alcune<br />

fasi del processo civile.<br />

quella di estendere gradualmente la riforma<br />

previdenziale anche ai dipendenti<br />

pubblici. «Questo — ha detto il ministro<br />

del Lavoro Maroni — dopo aver deciso<br />

di non toccare le pensioni di anzianità e<br />

di non inserire disincentivi al pensionamento<br />

anticipato».<br />

La Confindustria, intanto, promuove<br />

la delega del Governo per la riforma delle<br />

pensioni, giudicandola un «provvedimento<br />

importante», che va «nella direzione<br />

di dare più competitività al sistema<br />

produttivo , più slancio alla capacità<br />

di attrarre investimenti nel nostro paese,<br />

più occupazione e sviluppo».<br />

Fisco: notevoli cambiamenti<br />

nel sistema delle imposte<br />

ROMA, 21.<br />

La principale caratteristica della riforma fiscale contenuta nella delega approvata<br />

ieri dal Consiglio dei Ministri è che «punta a rendere il sistema Italia<br />

più competitivo e a ridurre il differenziale negativo». Lo ha detto il ministro<br />

dell’Economia, Tremonti, parlando del provvedimento che rivoluziona il sistema<br />

delle imposte. L’Irpef infatti scomparirà per lasciare il posto all’Ire, la<br />

nuova «imposta sul reddito» per la quale ci saranno solo due aliquote e una<br />

manciata di deduzioni. Sarà semplificata anche l’Iva che, per una piccola<br />

quota (l’1%), potrà essere trasformata in imposta etica, la A-tax. L’Irpeg si<br />

trasformerà nella nuova imposta sul reddito delle imprese. Arriverà poi una<br />

nuova tassa: si chiamerà «imposta sui servizi» e riassumerà molti balzelli attuali,<br />

dall’imposta di bollo a quella di registro, fino alle concessioni governative.<br />

Anche le accise su benzine e bevande alcoliche saranno unificate. Tremonti<br />

ha poi precisato che la «no tax area», cioè la soglia di reddito che non<br />

verrà tassata dall'Ire, varierà a seconda dei componenti del nucleo familiare.<br />

Ospedale «Molinette»<br />

di Torino:<br />

altri indagati<br />

TORINO, 21.<br />

Alcuni avvisi di garanzia sono<br />

stati notificati stamane — riferisce<br />

l'Ansa — nell'ambito dell'inchiesta<br />

su tangenti che ha portato all'arresto<br />

del direttore generale dell'ospedale<br />

torinese Molinette Luigi<br />

Oddasso. Uno degli indagati è un<br />

funzionario dell'ospedale, Aldo<br />

Rosso, un altro il colonnello dei<br />

Carabinieri Costantino Colella. Sono<br />

state anche compiute alcune<br />

perquisizioni. La Giunta regionale<br />

ha nominato l'ex ministro della<br />

Sanità Guzzanti commissario dell'Azienda<br />

sanitaria di Torino.<br />

FS: «alt» di Tremonti<br />

al rincaro dei biglietti<br />

ROMA — Il ministro dell’Economia<br />

e delle Finanze, Tremonti, ha invitato<br />

l’amministratore delegato delle<br />

Ferrovie dello Stato, Cimoli, a<br />

non procedere all’annunciato aumento<br />

delle tariffe dal 1° gennaio<br />

2002. «L’imminente passaggio all’euro<br />

— si legge venerdì in un comunicato<br />

— e la necessità che il<br />

Cipe riveda i criteri degli aumenti<br />

tariffari, aumenti che dovranno inevitabilmente<br />

tenere conto degli incrementi<br />

di produttività e dei miglioramenti<br />

della qualità e dei servizi,<br />

inducono quanto meno ad una<br />

pausa di riflessione».<br />

Via libera del Cipe<br />

al ponte sullo Stretto<br />

ROMA — Il Cipe (Comitato interministeriale<br />

per la programmazione<br />

economica) ha dato venerdì il via<br />

libera al piano delle opere strategiche<br />

di urgenza tra le quali figura<br />

il ponte sullo stretto di Messina.<br />

Un passaggio che avvia la fase<br />

progettuale dell’opera. I lavori, come<br />

ha detto il ministro delle Infrastrutture<br />

e dei Trasporti, Lunardi,<br />

dovrebbero cominciare entro quaranta<br />

mesi. Il ponte costerà 9.400<br />

miliardi di lire e verrà completato<br />

in cinque-sei anni.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 22 Dicembre 2001<br />

SCIOPERI CONTRO LA RIFORMA DELLA PREVI-<br />

DENZA Quattro ore di sciopero dal 14 al 29 gennaio<br />

articolate a livello provinciale con manifestazioni davanti<br />

alle sedi imprenditoriali: è la prima risposta di<br />

Cgil, Cisl e Uil alla riforma delle pensioni varata dal<br />

Governo e alla modifica dell’articolo 18 dello Statuto<br />

dei lavoratori e per i rinnovi dei contratti pubblici.<br />

«AVVISI» PER L'INCENDIO NEL SALERNITANO Le<br />

prime informazioni di garanzia sarebbero state<br />

Si sono conclusi<br />

a Roma<br />

gli Stati Generali<br />

della scuola<br />

ROMA, 21.<br />

Il Presidente del Consiglio Berlusconi,<br />

nell'intervento pronunciato ieri prima<br />

della conclusione degli Stati Generali<br />

della scuola, al Palazzo dei Congressi di<br />

Roma, ha assicurato al ministro per l'Istruzione<br />

Letizia Moratti tutto l'appoggio<br />

del Governo affermando che la riforma<br />

del settore è «un'esigenza imprenscindibile<br />

insieme ad altre riforme importanti<br />

come quella delle pensioni, della<br />

giustizia e della pubblica amministrazione».<br />

Quindi, dopo essere stato più<br />

volte interrotto dalle contestazioni di alcuni<br />

studenti, ha consegnato al ministro<br />

Moratti il testo scritto che aveva preparato.<br />

Riferendosi alle contestazioni il<br />

Presidente del Consiglio ha detto: «Come<br />

dimostrano anche questi accadimenti,<br />

serve una riforma che faccia crescere<br />

lo spirito critico dei giovani ma anche la<br />

consapevolezza che il dissenso deve essere<br />

portato nelle sedi istituzionali».<br />

Da parte sua il ministro per l'Istruzione<br />

ha assicurato, a conclusione degli<br />

Stati Generali: «Con il prossimo anno<br />

scolastico vogliamo che la nuova scuola<br />

possa mettersi in moto, magari gradualmente.<br />

La base di partenza è quella della<br />

proposta del gruppo di lavoro presieduta<br />

dal prof. Bertagna, che in questi<br />

mesi abbiamo sottoposto a un attento e<br />

profondo esame. I prossimi suggerimenti<br />

e confronti istituzionali la miglioreranno<br />

e ne aumenteranno la condivisione.<br />

Dal dibattito una cosa è emersa chiaramente:<br />

la necessità di una riforma che si<br />

ponga al servizio della persona e che favorisca<br />

la formazione delle coscienze<br />

prima ancora che la diffusione delle conoscenze».<br />

ENAV La relazione della Corte dei Conti<br />

Risultati economici<br />

a scapito della sicurezza<br />

ROGO Li avrebbe emessi la procura di Salerno<br />

Primi avvisi di garanzia<br />

per le 19 vittime<br />

brato delle migliori tecnologie strutturali,<br />

ai fini del costante perfezionamento<br />

di tutto il sistema di sicurezza, per eliminare<br />

al massimo i fattori di rischio».<br />

Molti i rilievi che emergono nella relazione<br />

di magistrati contabili: dallo strapotere<br />

dell’ amministratore delegato («la<br />

peculiarità dell’autonomia funzionale<br />

della struttura societaria si avvale principalmente<br />

della [potenzialmente illimitata]<br />

delega di poteri del consiglio di amministratore<br />

al suo componente nominato<br />

amministratore delegato») alle troppe<br />

consulenze esterne. «La nuova concezione<br />

dell’organizzazione funzionale si sta<br />

concretando nell’adozione di cospicua<br />

provvista di collaborazioni, che però appaiono<br />

suscettibili di confliggere con criteri<br />

di obiettiva trasparenza selettiva,<br />

con punte di duplicazione di funzioni rispetto<br />

alle strutture preesistenti». Ma è<br />

sul tema della gestione economica e della<br />

sicurezza che i magistrati contabili segnalano<br />

le loro maggiori perplessità. Pur<br />

riconoscendo come valido il criterio di<br />

economicità, questo deve accompagnarsi<br />

a costante attenzione all’equilibrio tra<br />

gli investimenti destinati ad assicurare<br />

l’attività istituzionale e quelli attinenti alla<br />

produzione di profitti, per la imprescindibile<br />

conferma del prevalente interesse<br />

pubblico in termini di tutela della<br />

qualità dei servizi, e quindi della massima<br />

sicurezza nel funzionamento degli<br />

strumenti apprestati dalle varie evolute<br />

tecnologie in materia di assistenza e<br />

controllo del traffico aereo».<br />

La relazione della Corte dei Conti «si<br />

riferisce agli esercizi della precedente<br />

gestione (1998, 1999 e 2000)», ha precisato,<br />

in un comunicato, l’Enav.<br />

Salerno, Russo, e dal sostituto Maria<br />

Polito, sarebbero di concorso in omicidio<br />

colposo plurimo e disastro colposo.<br />

I provvedimenti sarebbero stati firmati<br />

ieri dopo una riunione tra i magistrati e<br />

gli investigatori dei Carabinieri. I magistrati<br />

potrebbero iniziare già nei prossimi<br />

giorni i primi interrogatori delle persone<br />

indagate.<br />

La procura salernitana ha intanto<br />

completato il collegio dei periti (il primo<br />

è stato nominato nei giorni scorsi, gli altri<br />

due ieri) ritenuti indispensabili per<br />

l'approfondimento delle indagini e l'accertamento<br />

delle responsabilità.<br />

Si tratta dell’ingegnere Raimondo<br />

Russo, esperto di prevenzione sul lavoro<br />

e docente all’università di Salerno; di<br />

Luca Cincotti, dirigente dell’Ispels; e di<br />

Giampiero Zucchetta, chimico ed esperto<br />

in materia di incendi, già consulente<br />

del Tribunale di Salerno. I consulenti<br />

tecnici avranno a disposizione 60 giorni<br />

di tempo per presentare le relazioni sull'incendio<br />

di San Gregorio Magno, in<br />

cui hanno perso la vita 19 persone.<br />

Un tavolo permanente di lavoro è stato<br />

infine istituito dal sottosegretario alla<br />

Salute, Antonio Guidi, dove i maggiori<br />

rappresentanti del settore psichiatrico,<br />

anche con l’aiuto dei Nas, faranno il<br />

punto sulla situazione dei centri che<br />

ospitano pazienti, disabili e non, in tutta<br />

Italia. Guidi ha anche inviato un immediato<br />

programma operativo alle Regioni<br />

«per contrastare le situazioni di illegalità<br />

che colpiscono le fasce più indifese» e<br />

dare il via «ad una rapida ricognizione»<br />

sull'idoneità delle strutture.<br />

Sgominata<br />

un'organizzazione<br />

di trafficanti di opere<br />

d'arte rubate e false<br />

EMERGENZA FREDDO Visita del Cardinale Martini insieme con gli operatori sui luoghi della sofferenza<br />

Unità mobile della Caritas per i senza dimora di Milano<br />

MILANO, 21.<br />

Emergenza freddo e la Caritas ambrosiana mobilita<br />

un camper. Il servizio, partito il 10 dicembre, è<br />

attivo sette sere su sette. E per una sera anche l’Arcivescovo<br />

di Milano visita i luoghi del disagio e dell’aiuto.<br />

È successo mercoledì 19 quando il Cardinale<br />

Carlo Maria Martini ha percorso per mezz'ora le vie<br />

del centro cittadino a bordo dell’unità mobile predisposta<br />

dalla Caritas e dal Comune, passando nei luoghi<br />

dove solitamente stazionano le persone senza fissa<br />

dimora.<br />

La visita del Cardinale, che ha preso il via alle ore<br />

21 dall’Arcivescovado, si è conclusa con l’arrivo in<br />

via Calvino 11 (dietro il cimitero monumentale) attorno<br />

alle 21.30, presso il nuovo «Centro di accoglienza<br />

Freddo» gestito dalla Fondazione Fratelli di<br />

San Francesco (collegata con il Centro Sant’Angelo<br />

dei Frati Minori) in collaborazione con altre realtà<br />

del volontariato.<br />

La struttura è sorta con il contributo del Comune<br />

di Milano e proprio in rappresentanza dell’ente locale<br />

c’era l’assessore ai Servizi sociali, Tiziana Maiolo,<br />

ad attendere il Porporato.<br />

L’emergenza gelo s’è fatta particolarmente sentire<br />

in queste settimane finali dell’autunno nel capoluogo<br />

lombardo, e quindi è stata tanto più provvidenziale<br />

questa unità mobile che ha funzioni di centro di<br />

ascolto e di assistenza di quei «senza dimora», comunemente<br />

definiti «barboni», che passano la notte nel-<br />

emesse dai magistrati salernitani che indagano sul<br />

tragico rogo del prefabbricato nei confronti di tre infermieri<br />

e di responsabili degli organismi sanitari<br />

competenti. Intanto è stato completato il collegio dei<br />

periti. E il ministero della Salute ha avviato i controlli<br />

su tutte le strutture che ospitano disabili e<br />

anziani.<br />

GIUSTIZIA: RICHIAMI AL DIALOGO Dopo l'autorevole<br />

richiamo del Presidente Ciampi perché nel set-<br />

Federalismo:<br />

slitta a gennaio<br />

il varo del ddl<br />

costituzionale<br />

ROMA, 21.<br />

Slitta a gennaio il varo del disegno di<br />

legge riguardante l'attuazione della riforma<br />

del titolo V della Costituzione. Del<br />

provvedimento non si è occupato infatti,<br />

come era stato inizialmente previsto, il<br />

Consiglio dei Ministri di oggi.<br />

Infatti il testo sarà sottoposto ad ulteriori<br />

approfondimenti alla luce di alcune<br />

richieste di modifica presentate da Regioni<br />

ed enti locali, secondo quanto è<br />

emerso — riferisce l'Ansa — nel corso<br />

di una riunione tenutasi al ministero per<br />

gli Affari regionali.<br />

La necessità di qualche approfondimento<br />

— ha osservato il titolare del dicastero,<br />

La Loggia — è stata determinata<br />

dalla presentazione, all'ultimo momento,<br />

di alcuni utilissimi contributi da<br />

parte delle Regioni e degli enti locali».<br />

L'approfondimento in questione si terrà<br />

nell'ambito di una riunione di tecnici<br />

che si riunirà l'8 gennaio e successivamente<br />

nell'ambito della Cabina di regia<br />

(l'organismo coordinato dal ministro La<br />

Loggia, che si occupa dell'applicazione<br />

delle norme in materia di federalismo)<br />

in programma per il 10 gennaio.<br />

«In questo modo — ha aggiunto il ministro<br />

La Loggia — dovremo essere in<br />

grado di non rallentare la tabella di<br />

marcia riuscendo a fare approvare lo<br />

schema di disegno di legge nella prima<br />

riunione del 2002 del Consiglio dei Ministri<br />

e in tempo per andare alla Conferenza<br />

unificata del 17 gennaio».<br />

ROMA, 21.<br />

Poteri illimitati all’amministratore delegato,<br />

troppe collaborazioni esterne,<br />

ma, soprattutto, una gestione che privilegia<br />

il risultato economico a scapito<br />

della sicurezza. L’Enav è di nuovo nel<br />

mirino, e questa volta ad esprimere una<br />

«seria riserva» sulla sua politica di gestione<br />

è la Corte dei Conti, nella relazione<br />

sui risultati finanziari degli anni 1998,<br />

1999 e 2000. «Va segnalato — afferma la<br />

Corte — come una gestione rivolta prevalentemente<br />

ai profitti, comprometta<br />

l’esigenza di privilegiare l’impiego equili-<br />

Ancora lutti sul lavoro<br />

nel Bellunese<br />

e nel Perugino<br />

ROMA, 21.<br />

Ancora, quotidiani, lutti sul lavoro.<br />

Anche ieri due persone sono<br />

morte nel Bellunese e nel Perugino.<br />

Nel primo incidente un uomo,<br />

Lorenzo Menegus, 55 anni, è stato<br />

investito e ucciso da una moto,<br />

un «gatto delle nevi» sulla pista<br />

Tambres, nel comprensorio sciistico<br />

di San Vito (Belluno). Nell'altro<br />

incidente un lavoratore di 60<br />

anni, impegnato in alcuni lavori<br />

di disboscamento, è morto sera<br />

travolto da un albero che stava tagliando.<br />

L’incidente è avvenuto in<br />

una zona presso Gubbio.<br />

SALERNO, 21.<br />

Informazioni di garanzia sono state<br />

emesse nell’ambito dell’inchiesta sul tragico<br />

rogo del prefabbricato che ospitava<br />

disabili psichici e anziani a San Gregorio<br />

Magno (Salerno). Lo riferisce l'Ansa,<br />

precisando che sulla notizia non c'è ancora<br />

la conferma ufficiale.<br />

I destinatari dei provvedimenti (sei o<br />

sette per il momento) sarebbero funzionari<br />

della Asl 2 di Salerno, responsabili<br />

della sorveglianza della struttura nonché<br />

i tre infermieri di turno la notte del disastro.<br />

Per questi ultimi le ipotesi di reato,<br />

formulate dal procuratore aggiunto di<br />

Annegano due anziane<br />

cadute in un fiume<br />

nel Bresciano<br />

BRESCIA, 21.<br />

Un incontro prenatalizio si è<br />

concluso in tragedia ieri nel Centro<br />

terapeutico di Rovedolo (Brescia).<br />

Due anziane, che usavano<br />

la struttura come day hospital,<br />

erano uscite a fare una passeggiata<br />

durante la festicciola ma, per<br />

cause da accertare, sono morte<br />

assiderate dopo essere cadute nel<br />

fiume Mella, in un punto dove<br />

l’acqua è molto bassa. Ad accorgersi<br />

della loro assenza sono stati<br />

gli inservienti. Ma era tardi.<br />

le strade e nelle piazze di Milano come delle altre<br />

grandi città.<br />

L’unità mobile, che si avvale di operatori e volontari<br />

della Caritas Ambrosiana, è operante dalle ore<br />

22 all'una di ogni notte; la sua attivazione ha visto<br />

non solo la collaborazione del Comune di Milano ma<br />

anche lo stretto raccordo con le altre realtà impegnate<br />

a favore dei senza dimora e con il mensile di<br />

strada milanese Scarp de’ tenis.<br />

Il camper della Caritas interverrà in luoghi noti,<br />

ma anche su segnalazione dei cittadini. A questo scopo<br />

sono stati diramati i seguenti recapiti per segnalare<br />

situazioni di disagio: dalle ore 9 alle ore 18, Servizio<br />

di accoglienza milanese (Sam), presso la Caritas<br />

Ambrosiana, telefono 02/58391582; dalle 18 alle 22,<br />

segreteria telefonica al numero 02/58304010; Unità<br />

mobile, numero 335/402478 oppure e-mail: unita.mobilecaritas.it.<br />

Chi fosse intenzionato a prestare volontariato è invitato<br />

a rivolgersi al Sam.<br />

I primi dati sull’attività dell’unità mobile parlano<br />

di 142 segnalazioni ricevute in cinque giorni e di 52<br />

persone in difficoltà raggiunte; nel frattempo viene<br />

effettuata la mappatura dei luoghi abitualmente frequentati<br />

dai senza dimora, che si calcola siano circa<br />

duemila a Milano, mentre i posti letto nei dormitori<br />

si aggirano sui 1.200.<br />

Il Cardinale Martini, dopo aver completato la visita<br />

accompagnato dal Provicario generale, Monsignor<br />

tore «vitale» della giustizia si affermi un clima più<br />

disteso, sono intervenuti anche il Presidente del<br />

Consiglio, che ha auspicato una riforma del sistema<br />

giudiziario, il Presidente della Camera, che si è appellato<br />

a un «clima costruttivo tra i poteri», e gli<br />

esponenti dell'opposizione Rutelli e Violante.<br />

CRITICHE ALL’ENAV L'Ente nazionale dell'aviazione<br />

civile (Enav) è accusato dalla Corte dei Conti<br />

di «una gestione che privilegia i risultato economico<br />

a scapito della sicurezza».<br />

NAPOLI, 21.<br />

Cinque trafficanti di opere d’arte sono<br />

stati arrestati oggi dai Carabinieri del<br />

nucleo per la tutela del patrimonio artistico<br />

nell'ambito di un’inchiesta condotta<br />

dalla procura di Torre Annunziata su<br />

furti, avvenuti ai danni di chiese e di<br />

collezioni private, di tele utilizzate per<br />

produrre falsi da rivendere sul mercato.<br />

Le ordinanze di custodia sono state<br />

emesse dal gip, Miranda, su richiesta<br />

dei pm Fortuna e Novelli. L’operazione<br />

è scattata dopo complesse indagini svolte<br />

anche da un carabiniere che, fingendosi<br />

collezionista, è riuscito a contattare<br />

uno dei promotori delle truffe. Gli arrestati<br />

sono accusati di associazione per<br />

delinquere, cessione e commercializzazione<br />

di tele contraffatte e ricettazione.<br />

Quest’ultimo reato è contestato a Fortunato<br />

Carpine, di Atripalda (Avellino) e a<br />

Giuseppe Casola, di Napoli. Gli altri tre<br />

arrestati, i fratelli Marco, Massimo e<br />

Giuseppe Carrano, di Vico Equense, sono<br />

ritenuti i promotori dell’organizzazione.<br />

Tra il materiale sequestrato c’è anche<br />

un timbro di autentica della nota<br />

casa d’aste «Christie's».<br />

In un negozio d’antiquariato di Vico<br />

Equense, Marco Carrano incontrava collezionisti<br />

per rivendere sia i falsi fatti<br />

passare come autentici, sia alcuni pezzi<br />

originali. Tra il materiale sequestrato figurano<br />

anche 144 monete romane di<br />

bronzo e argento, una statua del IV secolo<br />

a.C. sottratta al Museo delle antichità<br />

di Firenze, un olio su tela di Palizzi,<br />

un altro di Xavier Della Gatta, due di<br />

Ruoppolo, uno di Consalvo Carelli e uno<br />

raffigurante il Golfo di Napoli con la firma<br />

di Mancini contraffatta.<br />

Franco Agnesi, dal direttore della Caritas ambrosiana,<br />

don Virginio Colmegna, da alcuni operatori e da<br />

un venditore del giornale Scarp de’ tenis, ha ringraziato<br />

tutti coloro che sono impegnati in quest’opera<br />

meritoria: «Ho cominciato a vedere dal camper gente<br />

che andava con i cartoni ad iniziare questa vita<br />

notturna — ha affermato l'Arcivescovo di Milano —<br />

e penso che io ho una stanza, un letto, un posto<br />

tranquillo, mentre quando fa freddo per chi non li<br />

ha la situazione è drammatica. Opere come questa<br />

aiuteranno molti. Certo questo è un primo aiuto —<br />

ha continuato — non è quello totale che va pensato<br />

per queste situazioni. Ho constatato che l’unità mobile<br />

serve per avvicinare anche le persone che per<br />

vari motivi non accettano di ricoverarsi in un rifugio».<br />

Infine un pensiero di speranza: «Il fatto che la città<br />

si sia mossa con tante persone ed enti per uno<br />

scopo come questo — ha sottolineato il Porporato —<br />

è un motivo di speranza, pur in un orizzonte internazionale<br />

come quello attuale dove siamo preoccupati<br />

per la pace».<br />

Simbolicamente anche al Cardinale Martini è stata<br />

assegnata una stanza, la numero 33, ed un letto, il<br />

75, con relativa tessera. Un modo, da parte dell’Arcivescovo,<br />

per dimostrare ulteriormente la vicinanza a<br />

chi soffre della comunità cristiana.<br />

ALBERTO MANZONI


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L'Osservatore della Domenica . — $ 81 —<br />

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Copia arretrata L. 2.500 - : 1,29<br />

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Italia L. 3.000 - ; 1,55<br />

Europa zona euro L. 4.000 - ; 2,07<br />

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Extra Europa L. 6.000 - US$ 4,00<br />

Anno CXLI - N. 294 (42.932) CITTÀ DEL VATICANO Domenica 23 Dicembre 2001<br />

Nella tradizionale udienza alla Curia Romana per la presentazione degli auguri natalizi,<br />

Giovanni Paolo II «rilegge» i principali eventi del 2001 e riafferma il costante impegno di tutta la Chiesa<br />

per formare un'umanità amante della vita e protesa verso traguardi di giustizia e di solidarietà<br />

Il pressante invito del Papa<br />

agli uomini di buona volontà:<br />

assicurare a tutti un presente<br />

«Rinnovo il mio pressante invito<br />

a tutti gli uomini di buona volontà a<br />

non lesinare gli sforzi per trovare<br />

soluzioni eque ai molteplici conflitti<br />

che travagliano il mondo e per assicurare<br />

a tutti un presente e un futuro<br />

di pace». Lo ha detto Giovanni<br />

Paolo II nel discorso rivolto ai Cardinali,<br />

alla Famiglia Pontificia e alla<br />

Curia Romana, ricevuti in udienza<br />

nella mattina di sabato 22 dicembre,<br />

in occasione della presentazione<br />

degli auguri natalizi. Questi sono<br />

i punti nodali del discorso del<br />

Papa:<br />

» Nel volto del Bimbo di Betlemme<br />

rifulge la tenerezza di Dio —<br />

«Il Natale è il terreno sicuro e<br />

sempre fecondo, su cui germoglia<br />

la speranza dell’umanità»;<br />

» Desidero nuovamente lodare<br />

Dio per le innumerevoli grazie del<br />

Grande Giubileo dell'anno 2000 —<br />

«Agli inizi del nuovo millennio tutta<br />

la Chiesa, ripartendo da Cristo,<br />

sostenuta dall’amore del Padre e<br />

confortata dal dono inesauribile<br />

dello Spirito, si pone con umiltà<br />

al servizio del mondo e con la testimonianza<br />

della vita e delle<br />

opere intende offrirgli la sua unica<br />

ricchezza: Cristo Signore, Salvatore<br />

e Redentore dell’uomo»;<br />

» Gli incontri con i Vescovi delle<br />

diverse Nazioni: un'esperienza di<br />

preghiera, di lavoro, di ricerca comune<br />

di condivisione fraterna —<br />

«Questi incontri ci hanno aiutato a<br />

cercare le strade sulle quali la<br />

Chiesa si deve incamminare per<br />

annunciare Cristo nel nostro tempo<br />

ed essere così sempre più sale<br />

della terra e luce del mondo»;<br />

» Ad Atene, Damasco e Malta ho<br />

portato a compimento il «pellegrinaggio<br />

giubilare» nei luoghi legati<br />

alla storia della salvezza — «Mi<br />

sono potuto recare sulle orme di<br />

san Paolo per fare memoria dell’avventura<br />

umana e spirituale<br />

dell’Apostolo delle genti e della<br />

sua dedizione senza riserve alla<br />

causa di Cristo»;<br />

» A Damasco, nella Moschea degli<br />

Omayyadi, ho manifestato il rispetto<br />

che la Chiesa Cattolica nu-<br />

ARGENTINA Da parte dell'Assemblea legislativa composta dai due rami del Parlamento<br />

Imminente la nomina di un Presidente provvisorio<br />

BUENOS AIRES, 22.<br />

L'Assemblea legislativa argentina, formata dalla<br />

Camera dei deputati e dal Senato, si appresta a<br />

risolvere la crisi istituzionale aperta dalle dimissioni<br />

presentate giovedì scorso dal Presidente della<br />

Repubblica Fernando de la Rúa, leader dell'«unione<br />

civica radicale» (Ucr). L'alto consesso<br />

nominerà in giornata un Presidente incaricato di<br />

guidare il Paese fino alle elezioni anticipate in<br />

programma il 3 marzo prossimo. Su indicazione<br />

del «partito giustizialista» (Pj, peronista), che ha<br />

la maggioranza in entrambe le Camere, assumerà<br />

la Presidenza provvisoria il governatore della provincia<br />

di San Luis, il peronista Adolfo Rodríguez<br />

Saá. Per quanto riguarda il Presidente che sarà<br />

eletto a marzo, egli resterà in carica fino al dicembre<br />

del 2003 per completare il mandato quadriennale<br />

lasciato a metà da de la Rúa, che si era<br />

insediato alla Casa Rosada nel dicembre del 1999.<br />

Ad ogni modo, fino alla nomina del Presidente<br />

provvisorio, il presidente del Senato Ramón Puerta<br />

(peronista) mantiene i massimi poteri assunti al<br />

momento del ritiro di de la Rúa.<br />

Ieri, nella sua prima riunione, l'Assemblea legi-<br />

e un futuro di pace<br />

tre verso l'Islam, pur nel chiaro<br />

riconoscimento delle differenze —<br />

«In ogni Paese ho incontrato con<br />

gioia le comunità cattoliche dei<br />

diversi Riti ed ho voluto anche<br />

rendere visita ai Patriarchi e Arcivescovi<br />

delle venerabili Chiese<br />

Ortodosse d’Oriente, alle quali ci<br />

lega la professione della fede in<br />

Cristo unico Signore e Salvatore»;<br />

La prima riunione dell'Assemblea legislativa<br />

» In Ucraina ho chiesto insistentemente<br />

a Dio che la Chiesa in<br />

Europa possa riprendere a respirare<br />

con i suoi due polmoni — «I<br />

figli della Chiesa Cattolica, insieme<br />

agli altri fratelli cristiani, hanno<br />

esperimentato nel secolo appena<br />

concluso una feroce persecuzione<br />

ed hanno testimoniato fino<br />

al martirio la loro adesione al<br />

Signore Gesù»;<br />

» Nel Kazakhstan ho invitato i<br />

seguaci di ogni religione a ripudiare<br />

fermamente la violenza —<br />

«Ho potuto cogliere la ferma volontà<br />

di quel popolo di superare<br />

un duro passato, segnato dall’oppressione<br />

della dignità e dei diritti<br />

della persona umana»;<br />

» In Armenia ho reso omaggio<br />

ad una Nazione che ha pagato a<br />

slativa ha ratificato le dimissioni di de la Rúa e<br />

ha confermato la vigenza dello stato d'assedio in<br />

alcune province dove la situazione non è ancora<br />

tornata alla normalità dopo i sanguinosi disordini<br />

dei giorni scorsi che hanno indotto de la Rúa a<br />

dimettersi. Com'è noto, tra mercoledì e giovedì<br />

Buenos Aires e altre città del Paese sono state<br />

teatro di saccheggi di supermercati e di violenze<br />

generalizzate ad opera migliaia di persone spinte<br />

dalla disperazione e dalla fame. Nella protesta popolare<br />

— che ha provocato 27 morti, centinaia di<br />

feriti e tremila arresti — si sono peraltro inseriti<br />

agitatori professionali e provocatori, che hanno<br />

dato vita a una vera e propria guerriglia urbana<br />

repressa con altrettanta durezza dalle forze dell'ordine.<br />

Tra l'altro, la magistratura ha notificato<br />

a de la Rúa la proibizione di lasciare il Paese<br />

mentre sono in corso accertamenti in merito a<br />

sue eventuali responsabilità negli abusi commessi<br />

dalla polizia.<br />

Tornando a Rodríguez Saá, il Presidente designato<br />

ha dichiarato oggi alla televisione di ritenere<br />

compatibile la parità tra peso e dollaro con<br />

una politica di crescita economica.<br />

caro prezzo la fedeltà alla propria<br />

identità — «Basti pensare al tremendo<br />

sterminio di massa subito<br />

agli inizi del ventesimo secolo.<br />

L’ospitalità offertami con squisita<br />

cortesia da Sua Santità il Catholicos<br />

Karekin II mi ha profondamente<br />

toccato»;<br />

» Accompagno con particolare<br />

affetto il diletto popolo cinese —<br />

Messaggio<br />

del Santo Padre<br />

in occasione<br />

dell'Incontro<br />

interreligioso<br />

svoltosi<br />

a Bruxelles<br />

Pagina 5<br />

Lettera del Papa<br />

al Cardinale<br />

Pompedda<br />

per il cinquantesimo<br />

di sacerdozio Pagina 5<br />

«... che ho avuto particolarmente<br />

presente nella recente commemorazione<br />

del 400° anniversario dell’arrivo<br />

a Pechino di Padre Matteo<br />

Ricci, celebre figlio della Compagnia<br />

di Gesù»;<br />

» L'ombra del tragico attentato<br />

terroristico di New York, della risposta<br />

armata in Afghanistan e<br />

dell'accrescersi delle tensioni in<br />

Terra Santa — «Ogni forma di<br />

violenza terroristica disonora la<br />

santità di Dio e la dignità dell’uomo...<br />

La religione non può diventare<br />

mai motivo di aggressione<br />

bellica, di odio e di sopraffazione»;<br />

» Il prossimo incontro di Assisi<br />

del 24 gennaio in ideale continuità<br />

con il giorno di penitenza e di<br />

solidarietà dello scorso 14 dicembre<br />

— «Nella città di san Francesco<br />

i rappresentanti delle religioni<br />

del mondo, in particolare cristiani<br />

e musulmani, eleveranno la loro<br />

accorata preghiera per il superamento<br />

delle contrapposizioni e la<br />

promozione dell’autentica pace»;<br />

» Invito tutti ad unirsi a questo<br />

esercizio penitenziale — «Il mondo<br />

conosca giorni di pace»;<br />

» Ammiriamo il dono della santità<br />

che fiorisce incessantemente<br />

nel popolo di Dio: la Chiesa è madre<br />

di santi! — «La fecondità della<br />

grazia battesimale è resa manifesta<br />

dalla vita di tanti cristiani<br />

che, durante l’anno, ho avuto la<br />

gioia di elevare all’onore degli altari,<br />

qui a Roma e nel corso dei<br />

viaggi apostolici in Ucraina e a<br />

Malta. In questo luminoso panorama<br />

di “testimoni”, Vescovi e sacerdoti,<br />

consacrati e laici, mi piace<br />

in particolare ricordare i coniugi<br />

Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi,<br />

i primi nella storia della<br />

Chiesa ad essere beatificati insieme,<br />

come coppia, testimonianza<br />

eloquente della santità nel matrimonio»;<br />

» Il Signore che viene conceda a<br />

tutti e a ciascuno il dono della<br />

gioia e della pace — «È il mio<br />

augurio riconoscente e la mia<br />

preghiera».<br />

NOSTRE<br />

INFORMAZIONI<br />

Pagina 6/7<br />

Il Santo Padre ha ricevuto in udienza<br />

nel pomeriggio di venerdì 21 Sua Eminenza<br />

Reverendissima il Signor Cardinale<br />

Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione<br />

per la Dottrina della Fede.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha ricevuto oggi in<br />

udienza Sua Eminenza Reverendissima il<br />

Signor Cardinale Crescenzio Sepe, Prefetto<br />

della Congregazione per l'Evangelizzazione<br />

dei Popoli.<br />

. .<br />

Provvista di Chiesa<br />

Il Santo Padre ha nominato Ausiliare<br />

della Diocesi di Abancay (Perù), il Reverendo<br />

Sacerdote Gilberto Gómez González,<br />

Rettore del Seminario Maggiore della<br />

medesima Diocesi, assegnandogli la sede<br />

titolare vescovile di Mozotcori.


DAL MONDO<br />

PAGINA<br />

2 .<br />

in primo piano<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 23 Dicembre 2001<br />

MEDIO ORIENTE C'è scetticismo tra le autorità<br />

israeliane sull'annuncio di Hamas di interrompere<br />

gli attacchi con i mortai e gli attentati suicidi. Nel<br />

frattempo, il Presidente dell'Autorità palestinese<br />

Yasser Arafat ha imposto il coprifuoco nei territori.<br />

BULGARIA Una ressa prodottasi all'entrata di una<br />

discoteca nella capitale bulgara Sofia ha provocato<br />

una tragedia. Sette ragazzi di età compresa tra i dodici<br />

e i diciotto anni sono rimasti uccisi.<br />

MEDIO ORIENTE Nei Territori Arafat impone il cessate-il-fuoco con la forza<br />

Scetticismo di Israele<br />

sulla tregua palestinese<br />

TEL AVIV, 22.<br />

«Non scorgiamo ancora fra i dirigenti<br />

palestinesi la volontà di ripudiare l’arma<br />

del terrorismo e di tornare al tavolo dei<br />

negoziati». A poche ore dall'annuncio di<br />

Hamas di sospendere gli attacchi con i<br />

mortai e gli attentati suicidi in Israele, il<br />

Capo di stato maggiore, Shaul Mofaz,<br />

resta scettico sulla tenuta della tregua.<br />

Gli eventi sembra stiano prendendo il<br />

corso auspicato dal mediatore statunitense<br />

Anthony Zinni che, da Washington,<br />

attende di conoscere da Israele e<br />

Autorità Palestinese (Ap) se abbia senso<br />

per lui tornare nella regione per lavorare<br />

ad un cessate-il-fuoco duraturo. Negli<br />

ultimi tre giorni in Cisgiordania e a Gaza<br />

gli attacchi anti-israeliani sono molto<br />

diminuiti. Il Presidente dell'Ap, Yasser<br />

Arafat, dopo gli arresti di decine di<br />

estremisti e la chiusura di varie istituzioni<br />

radicali, ha ordinato alla sua polizia<br />

di sparare contro quanti non rispettino<br />

il cessate-il-fuoco.<br />

Ma Mofaz rimane pessimista. Secondo<br />

i servizi di intelligence israeliani Hamas<br />

starebbe progettando attentati di<br />

vasta portata. Da parte palestinese, ha<br />

detto ieri il Capo di stato maggiore in<br />

una conferenza a Tel Aviv, manca l’opera<br />

di prevenzione. Per Israele, l’annuncio<br />

di Hamas non significa la fine delle<br />

violenze. Gli islamici minacciano infatti<br />

di continuare la lotta nei Territori contro<br />

l’occupazione.<br />

La Casa Bianca insiste però perché gli<br />

attacchi si fermino «dovunque», e pur<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

TIPOGRAFIA VATICANA<br />

EDITRICE<br />

«<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong>»<br />

Redazione:<br />

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AZIENDE PROMOTRICI DELLA DIFFUSIONE DE <strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong><br />

ALITALIA – INTESABci – VOBIS – ADVENIA<br />

Pubblietica sta lavorando ad un progetto teso all'incremento della diffusione de<br />

L'Osservatore Romano in collaborazione con alcune primarie aziende italiane.<br />

Lo sforzo del quotidiano della Santa Sede per diffondere la parola del Papa, soprattutto in<br />

questo particolare momento storico, può infatti essere validamente sostenuto da quanti<br />

condividono i valori propugnati dalla Chiesa cattolica.<br />

Alcune aziende hanno scelto L'Osservatore Romano come mezzo privilegiato e qualificato<br />

per divulgare il loro messaggio pubblicitario. Saranno queste aziende —<br />

sottoscrittrici di numerosi abbonamenti — a diffondere all'interno del proprio<br />

mondo di riferimento (sedi, clienti, collaboratori), questo giornale, questi valori.<br />

AFGHANISTAN Si è insediato a Kabul il nuovo<br />

Governo ad interim guidato da Hamid Karzai. Di tale<br />

Esecutivo fanno parte anche due donne, compresa<br />

la vice Premier Sima Samar. Durante la cerimonia<br />

di insediamento, l'inviato speciale delle Nazioni Unite<br />

Lakhdar Brahimi ha ribadito l'impegno della comunità<br />

internazionale per la ricostruzione. Nel frattempo,<br />

però, le operazioni militari sono tutt'altro che<br />

concluse e, anzi, dopo tre giorni di interruzione, sono<br />

ripresi i bombardamenti nelle regioni orientali.<br />

AFGHANISTAN L'inviato speciale delle Nazioni Unite ribadisce l'impegno della comunità internazionale per la ricostruzione<br />

Insediato a Kabul il nuovo Governo provvisorio<br />

Dell'Esecutivo guidato da Hamid Karzai fanno parte anche due donne tra le quali la vice Premier<br />

Ripresi i bombardamenti<br />

dopo tre giorni di sosta<br />

KABUL. 22.<br />

Sono ripresi ieri, dopo tre giorni di<br />

pausa, i bombardamenti sull’Afghanistan<br />

orientale mentre, sul terreno,<br />

prosegue la ricerca delle forze afghane<br />

con l’appoggio dei reparti speciali<br />

Usa nella rete di cunicoli e di cave<br />

sotterranee nella regione di Tora Bora.<br />

Frattanto dai covi dell’organizzazione<br />

terroristica di «Al Qaeda»<br />

emergono prove che sembrerebbero<br />

confermare l’obiettivo prioritario di<br />

Osama bin Laden: mettere le mani<br />

su qualche tipo di arma di distruzione<br />

di massa.<br />

Secondo fonti dell’amministrazione<br />

Bush, citate da agenzie di stampa,<br />

documenti, video e computer trovati<br />

in varie località dell’Afghanistan dalle<br />

forze speciali statunitensi dimostrano<br />

che bin Laden stava cercando di procurarsi<br />

armi nucleari, chimiche e<br />

batteriologiche. Il Presidente Usa,<br />

George W. Bush, ha ribadito ieri che<br />

«prima a poi troveremo bin Laden» e<br />

in un messaggio ha assicurato che gli<br />

Stati uniti «sono più sicuri oggi di<br />

quanto non fossero prima dell’11 settembre».<br />

Da parte sua, il Segretario<br />

alla difesa Donald Rumsfeld ha riportato<br />

l’attenzione dei suoi concittadini<br />

sul fronte dell’attività militare comu-<br />

riconoscendo che Arafat «ha compiuto<br />

passi positivi», sottolinea che il leader<br />

palestinese «deve fare di più». Il Premier<br />

israeliano, Ariel Sharon, sembra deciso<br />

a mantenere la pressione su Arafat, confinato<br />

nei Territori dopo il bombardamento<br />

del suo eliporto e dell'aeroporto<br />

di Gaza.<br />

Il Presidente dell'Ap sta comunque facendo<br />

rispettare la tregua dichiarata in<br />

un discorso televisivo. La decisione ha<br />

provocato sanguinosi scontri interpalestinesi<br />

tra radicali e agenti dell'Ap. Sei<br />

persone sono morte e oltre cinquanta<br />

Bulgaria: 7 giovani uccisi nella ressa<br />

in una discoteca nel centro di Sofia<br />

SOFIA, 22.<br />

Sette ragazzi di età compresa tra i dodici e i diciotto anni sono rimasti uccisi<br />

ieri nella ressa in una discoteca nel centro di Sofia. Secondo la ricostruzione<br />

fornita da fonti della polizia — e ripresa dall'agenzia «Associated Press»<br />

— le vittime sono scivolate su una scalinata ghiacciata all'ingresso della discoteca<br />

e sono state poi calpestate da altre centinaia di ragazzi che hanno comunque<br />

cercato di entrare nel locale. Dozzine di persone sono rimaste ferite,<br />

dieci delle quali in maniera considerata grave. Al momento non sembrano essere<br />

emerse responsabilità da parte dei titolari della discoteca, abituale metà<br />

di migliaia di giovani di Sofia. Le autorità hanno comunque disposto l'apertura<br />

di un'inchiesta. Il Presidente della Repubblica, Petar Stoyanov, si è recato<br />

sul luogo della tragedia. Inizialmente era stata diffusa una ricostruzione dell'accaduto,<br />

poi rivelatasi prova di fondamento, in base alle quale la sciagura<br />

era avvenuta per il crollo della scalinata di ingresso.<br />

nicando che «le operazioni militari<br />

americane in Afghanistan continuano<br />

senza soste».<br />

Rumsfeld ha anche detto che ieri è<br />

stato attaccato un convoglio: «abbiamo<br />

fatto molte vittime», ha detto. Il<br />

vice Capo di stato maggiore interarmi,<br />

generale Peter Pace, ha poi spiegato<br />

che il convoglio centrato dalle<br />

bombe era un convoglio nemico, secondo<br />

quanto gli hanno riferito fonti<br />

dell’intelligence. Poco prima, il sotto<br />

Segretario alla difesa, Edward Aldridge,<br />

aveva annunciato che gli Stati<br />

Uniti si apprestano a inviare in Afghanistan<br />

una nuova bomba «antitunnel»,<br />

che potrebbe essere utilizzata,<br />

se ce ne sarà ancora bisogno,<br />

contro i nascondigli della rete terroristica<br />

di «Al Qaeda». La nuova bomba<br />

«termobarica», a guida laser, recentemente<br />

sperimentata nel Nevada, è<br />

considerata «molto utile» in Afghanistan,<br />

ha detto Aldridge, ad esempio<br />

per snidare dai cunicoli di Tora Bora<br />

eventuali terroristi. Un segnale di<br />

moderazione è giunto frattanto dal<br />

Segretario di Stato, Colin Powell, che<br />

— come segnala l'«Ansa» — si è mostrato<br />

molto cauto sulla possibilità e<br />

sull’opportunità di aprire un secondo<br />

fronte della lotta contro il terrorismo<br />

internazionale.<br />

sono rimaste ferite nel campo profughi<br />

di Jabalya (Gaza). I disordini sono scoppiati<br />

dopo che un militante di Hamas<br />

era stato ucciso a Gaza mentre stava<br />

per tirare colpi di mortaio contro una<br />

scuola ebraica. Al termine delle preghiere<br />

del venerdì e dopo i funerali della vittima,<br />

militanti della Jihad islamica sono<br />

sfilati attraverso Jabalya. Simpatizzanti<br />

della Jihad, che ha prima annunciato e<br />

poi smentito la sospensione degli attentati<br />

suicidi, hanno anche cercato di dare<br />

l’assalto ad un caserma dove erano reclusi<br />

alcuni militanti del gruppo.<br />

KABUL, 22.<br />

La pace e la stabilità<br />

saranno raggiunte in Afghanistan<br />

solo se «saremo<br />

tutti uniti come un<br />

solo cuore». Lo ha oggi<br />

affermato il Primo Ministro,<br />

Hamid Karzai, nel<br />

discorso pronunciato durante<br />

la cerimonia di insediamento<br />

del nuovo<br />

Governo provvisorio.<br />

Il compito è arduo, ha<br />

detto Karzai che ha parlato<br />

in pashtun, ma<br />

«prometto che manterrò<br />

l’impegno» anche se è<br />

un «pesante fardello»<br />

che necessita dell’aiuto<br />

di tutta la comunità internazionale.<br />

Durante la<br />

cerimonia, svoltasi a Kabul<br />

nella sede del mini-<br />

stero della difesa, il nuo-<br />

vo Premier ha ribadito l’omaggio, in<br />

precedenza fatto dal Presidente uscente,<br />

Burhanuddin Rabbani, ai mujaheddin e<br />

al comandante Ahmed Shah Massud, il<br />

sacrificio dei quali «non può essere descritto».<br />

«Siamo felici che il sole sorga di<br />

nuovo sul nostro Paese e porti pace e<br />

unità», ha aggiunto Karzai che ha ricordato<br />

la necessità di un esercito nazionale<br />

per la sicurezza nel Paese, l'importanza<br />

del ruolo delle donne e l'urgenza dell’educazione<br />

per la ricostruzione. Il Premier<br />

ha anche ribadito l’impegno nella<br />

la lotta al terrorismo. Dopo il giuramento<br />

collettivo della nuova compagine afghana,<br />

Karzai ha stretto le mani a tutti i<br />

Un convoglio di marines Usa diretti all'aeroporto di Kandahar<br />

29 componenti dell’Esecutivo, a cominciare<br />

dalla vice Premier, Sima Samar,<br />

una delle due donne entrate nel nuovo<br />

Governo provvisorio scaturito dagli accordi<br />

di Bonn. L’insediamento del nuovo<br />

Esecutivo è stato preceduto da un indirizzo<br />

di saluto del Presidente uscente,<br />

Burhanuddin Rabbani. «Dopo tanti morti<br />

e distruzioni siamo impegnati a costruire<br />

una nuova era di civiltà» in Afghanistan,<br />

ha detto Rabbani, il quale ha<br />

pure ribadito la volontà di cooperare<br />

con la comunità internazionale. La cerimonia,<br />

in una Kabul fredda e nuvolosa,<br />

è stata conclusa da un breve saluto del<br />

Ministro dell’interno, Yunus Qanuni,<br />

India-Pakistan: s'intensificano<br />

i movimenti di truppe alla frontiera<br />

ISLAMABAD, 23.<br />

Movimenti di truppe sempre più massicci<br />

vengono segnalati alla frontiera tra<br />

India e Pakistan lungo la cosiddetta «linea<br />

di controllo» in Kashmir. «Le truppe<br />

indiane sono avanzate dalle loro posizioni<br />

occupate in tempo di pace, verso<br />

postazioni avanzate lungo la linea di<br />

controllo e della frontiera internazionale<br />

tra i due Paesi», hanno dichiarato fonti<br />

militari pakistane citate anonimamente<br />

dalle agenzie di stampa internazionali,<br />

aggiungendo di aver da parte loro «rafforzate<br />

le linee di difesa». Già ieri, un<br />

comunicato del Ministero degli esteri del<br />

Pakistan aveva espresso «viva inquietudine»<br />

per i movimenti delle truppe indiane<br />

che fanno seguito a «comunicati provocatori<br />

e minacciosi» e aveva annunciato<br />

l’adozione di «contromisure adeguate».<br />

La tensione tra India e Pakistan si è<br />

inasprita dopo l’attentato suicida del 13<br />

dicembre contro il Parlamento di Nuova<br />

Delhi. Secondo il Governo indiano, responsabile<br />

dell'attacco, che ha prodotto<br />

12 morti compresi i cinque attentatori<br />

suicidi, è Lashkar-i-Taiba, un gruppo secessionista<br />

islamico del Kashmir con basi<br />

in Pakistan e sostenuto, sempre secondo<br />

le autorità di Nuova Delhi, dai<br />

servizi pakistani. Lashkar-i-Taiba è uno<br />

degli ultimi due indicati giovedì dal Governo<br />

di Washington nel novero di quelli<br />

terroristi, insieme all'organizzazione<br />

pakistana Ummah Tamir-i-Nau (Utn). Di<br />

quest'ultima, accusata di aver fornito informazioni<br />

per costruire ordigni nucleari<br />

ad «Al Qaeda», la struttura terrorista internazionale<br />

guidata da Osama bin Laden,<br />

proprio ieri il Governo del Pakistan<br />

ha annunciato il congelamento dei beni,<br />

adeguandosi all'analoga misura decisa<br />

dagli Usa. Nel comunicarlo, un portavoce<br />

governativo ha aggiunto che nessuna<br />

decisione è stata invece presa riguardo<br />

al Lashkar-i-Taiba, ma che ciò potrebbe<br />

accadere nelle prossime ore.<br />

Sempre ieri, intanto, Ehtishamuddin<br />

Haider, fratello del Ministro dell’interno<br />

pachistano Moinuddin Haider, è stato<br />

assassinato nella città meridionale di Karachi<br />

da uomini armati che gli hanno<br />

sparato da una moto. Fonti Secondo il<br />

vicecapo della polizia di Karachi, la vittima,<br />

che non aveva alcun incarico politico,<br />

«è stato preso di mira a causa di<br />

suo fratello». Fonti ministeriali, da parte<br />

loro, hanno precisato che l'assassinio<br />

sembra collegato alle recenti e molto<br />

dure dichiarazioni fatta dal Ministro sulle<br />

connivenze delle quali il terrorismo<br />

gode in Pakistan.<br />

Gran Bretagna e Russia<br />

rafforzano la cooperazione<br />

contro il terrorismo<br />

INDIA-PAKISTAN C'è tensione sempre crescente<br />

tra India e Pakistan. Il Governo di Islamabad denuncia<br />

movimenti di truppe indiane sempre più massicci<br />

lungo la cosiddetta «linea di controllo» in Kashmir,<br />

alla frontiera tra i due Paesi, e annuncia<br />

«contromisure adeguate».<br />

TERRORISMO Gran Bretagna e Russia hanno<br />

creato un gruppo di lavoro per rafforzare la cooperazione<br />

bilaterale nella lotta contro il terrorismo.<br />

Intervento della Delegazione della Santa Sede al II Congresso Mondiale<br />

contro lo sfruttamento sessuale commerciale dei bambini<br />

I bambini, speranza e futuro della società<br />

In occasione del Congresso mondiale<br />

contro lo sfruttamento sessuale commerciale<br />

dei bambini, svoltosi a Yokohama<br />

(Giappone), dal 17 al 21 dicembre<br />

2001, la Sig.ra Janne Haaland Matlary,<br />

Capo della Delegazione della Santa Sede,<br />

ha pronunciato l'intervento che pubblichiamo<br />

qui di seguito. La Delegazione<br />

della Santa Sede era integrata dal<br />

Rev.mo Mons. Dominique Rézeau, Consigliere<br />

di Nunziatura in servizio presso<br />

la Sezione per i rapporti con gli Stati<br />

della Segreteria di Stato; dal Rev.do<br />

Mons. Andrew Thanya-Anan Vissanu,<br />

Segretario della Nunziatura Apostolica<br />

in Giappone e dalla Rev.da Suor Jiemjit<br />

Thamphicai, Direttrice del Fountain of<br />

Life Center di Chonbui (Thailandia).<br />

Mr Chairman,<br />

Children have a right to an innocent<br />

childhood. Children are by nature lovely,<br />

innocent, and trusting of adults, yet<br />

some of them are today increasingly<br />

robbed of their very childhood. They<br />

are preyed upon by media, market<br />

forces, and people who exploit them<br />

sexually. But children are the very<br />

hope and future of society, and must<br />

be protected and helped in every respect.<br />

Sexual exploitation of children is a<br />

crime so heinous that one is at a loss<br />

to express his or her reactions and feelings.<br />

Both trafficking in women and<br />

children, sex tourism, and child<br />

pornography on the internet have increased<br />

enormously since the first conference<br />

on the commercial exploitation<br />

of children in Stockholm in 1996. The<br />

combination of an amoral free market<br />

and sexual decadence, and poverty and<br />

weak family structures explain this<br />

shocking truth.<br />

Mr. Chairman, in the view of the<br />

Holy See, there can be no tolerance of<br />

commercial exploitation of children, either<br />

in the name of free expression or<br />

free choice. Children are never consenting<br />

sexual partners; they are always<br />

victims. The Convention on the Rights<br />

of the Child underlines this fact: the<br />

best interest of the child is always the<br />

key. We must be attentive to any attempt<br />

to relativize the crimes here committed.<br />

Sexual abuse is evil, a criminal<br />

act, and punishable. We must gather<br />

much more political will to combat<br />

these crimes against our weakest, and<br />

we must strengthen both international<br />

law, instruments of extradition and extra-territoriality.<br />

As a mother of four children between<br />

ten and sixteen I am daily concerned<br />

about the threats posed by media, internet,<br />

and the general sexual decadence<br />

of our society. The ’sexualization’<br />

of childhood, driven by market<br />

forces, contributes to robbing children<br />

of their natural innocence. The presentation<br />

of sex as something normal at<br />

an ever earlier age, also leads to a ‘sexualization’<br />

of childhood which in turn<br />

invites abusers and may even allow<br />

them to seek ‘normalization’ and legitimacy<br />

of their crimes.<br />

Mr. Chairman, the combination of<br />

esponente dell'Alleanza<br />

del Nord. Prima del giuramento<br />

avevano parlato<br />

anche l'inviato speciale<br />

dell’Onu per l'Afghanistan,<br />

Lakhdar Brahimi,<br />

il Ministro degli esteri<br />

iraniano, Karrazi, e il<br />

Ministro degli esteri belga<br />

Louis Michel, in rappresentanza<br />

della presidenza<br />

dell’Unione Europea,<br />

dal quale era giunto<br />

un appello all’«unità» di<br />

tutti i popoli dell’Afghanistan<br />

per «ridare prosperità»<br />

al Paese. Brahimi,<br />

al cui inteso sforzo<br />

diplomatico si devono gli<br />

accordi di Bonn, ha ribadito<br />

l’impegno internazionale<br />

per la costruzione<br />

della pace e della<br />

stabilità in Afghanistan.<br />

«Faremo tutto il possibile per garantire<br />

l’applicazione dell’accordo e sostenere il<br />

Governo», ha affermato. «Ogni afghano<br />

è stato toccato dalla tragedia della guerra<br />

— ha dichiarato l'inviato speciale delle<br />

Nazioni Unite — . Le preghiere del<br />

popolo afghano si levano da ogni vallata<br />

e montagna per la pace in questo antico<br />

Paese». Brahimi ha ricordato i milioni di<br />

morti, di donne private dei loro diritti, e<br />

di profughi. La sicurezza è stata garantita,<br />

tra gli altri, da 250 marines britannici<br />

che costituiscono l'avanguardia del contingente<br />

di pace che verrà preso inviato<br />

nel Paese dopo aver ottenuto l'avvallo<br />

del Consiglio di sicurezza dell'Onu.<br />

LONDRA, 22.<br />

Gran Bretagna e Russia hanno creato<br />

un gruppo di lavoro per combattere il<br />

terrorismo che sarà attivato «prima possibile».<br />

Lo ha comunicato ieri sera il Primo<br />

Ministro britannico Tony Blair dopo<br />

un incontro in una base aerea vicino a<br />

Londra con il Presidente russo Vladimir<br />

Putin, arrivato ieri per due giorni di colloqui<br />

informali con lo stesso Blair. Putin<br />

e sua moglie Lyudmila sono ospiti del<br />

Primo Ministro britannico e di sua moglie<br />

ai Chequers, nella residenza di campagna<br />

di Blair ad Ovest di Londra.<br />

Secondo Blair, la formazione del<br />

gruppo di lavoro riflette l’ottimo stato<br />

delle relazioni fra i due Paesi e permetterà<br />

loro di migliorare ulteriormente<br />

l'attuale cooperazione, già a livelli «senza<br />

precedenti» nella lotta per sconfiggere<br />

«l’attacco contro il mondo civilizzato».<br />

Putin, da parte sua, ha detto che<br />

«non solo abbiamo capito la minaccia<br />

comune che il terrorismo rappresenta<br />

per noi tutti, ma abbiamo anche compreso<br />

che dobbiamo combatterla insieme».<br />

I due leader, al nono incontro in<br />

meno di due anni, hanno discusso inoltre<br />

di questioni bilaterali, della situazione<br />

in Afghanistan e delle relazioni della<br />

Russia con la Nato.<br />

poverty and weak family relations often<br />

explains why children are involved in<br />

‘sex tourism’ or become the victims of<br />

trafficking. Poverty must and can be<br />

combatted through more development<br />

aid. Here both international organizations<br />

and local communities must have<br />

a say. The shameful sex tourism in<br />

many developing countries must be<br />

combatted on the supply side as well as<br />

on the demand side. The poor family in<br />

the developing world can and must be<br />

helped, and the clients-exploiters can<br />

and must be detected and punished effectively<br />

through international legal cooperation.<br />

Here promising developments<br />

involving extra-territorial legality<br />

are important. Both sex tourism and<br />

internet child pornography are global<br />

phenomena, and must be combatted<br />

with truly global political weapons.<br />

But above all the main strategy to<br />

fight commercial sex abuse of children<br />

is to strengthen the family. As Pope<br />

John Paul II recently underlined, “the<br />

family is under threat from widespread<br />

offences against human dignity, such as<br />

the sexual exploitation of women and<br />

children” (17th November 2001). Although<br />

sexual abuse of children sadly<br />

also happens in the family context, as<br />

a main rule it is in the family that the<br />

child is taught what a natural motherfather-child<br />

relationship is. Only in the<br />

family can the child have the necessary<br />

protection against a predatory society<br />

that does not have the best interest of<br />

the child in mind. We must now face<br />

up to the fact that not only are poor<br />

children from failed or poor nations<br />

abused, but also children from the very<br />

heart of Western society, with its affluence<br />

and consumer richness. There is a<br />

major moral crisis at hand. The regional<br />

meetings at Rabat and Bangkok have<br />

clearly pointed out, in their final statements,<br />

that child sexual exploitation is<br />

also due to «the decline in values».<br />

Family break-down and weakening<br />

happens, while society becomes more<br />

predatory in the area of sexuality. As<br />

research shows, child abusers are not<br />

only paedophiles, but also adolescents<br />

and adults who have a thwarted view<br />

of sexuality. The combination of sex<br />

and violence in media, entertainment,<br />

and the normalization of sexual experimentation<br />

easily lead to perversions<br />

that involve abuse not only of women,<br />

but of children.<br />

Once we see human beings as objects,<br />

once we forget that they have<br />

been created by God with an unalienable<br />

dignity, they can simply be used<br />

and abused. Sexual abuse of children<br />

is the logical extreme of such a view of<br />

the human being. Therefore, we must<br />

analyse the root causes of this crime<br />

while at the same time we must fight<br />

its occurrence in all the various ways<br />

suggested in the draft plan of action.<br />

We must do so with more vigour and<br />

greater political will.<br />

Mr. Chairman, my delegation welcomes<br />

the great effort made to bring<br />

this work forward by the combined effort<br />

of UNICEF, the government of<br />

Japan, and all the parties present at<br />

this conference. The Holy See will do<br />

its part, according to its specific nature<br />

and competence, to combat the evil of<br />

commercial sexual abuse of children, a<br />

crime that must never be compromised<br />

with or excused. We must look deeply<br />

in our own societies, confronting the<br />

lack of sound sexual behaviour, the<br />

dominance of a consumerist culture<br />

that sees human beings as objects, and<br />

the licentiousness of some media which<br />

speculate in violence and sexual perversions.<br />

We must react as citizens, and<br />

as politicians to ensure moral standards<br />

in our states and in international<br />

society. We must foster, as stated in<br />

Dhaka, “the reinforcement of positive<br />

cultural, religious and moral values and<br />

practices, which protect and promote<br />

the rights and the dignity of both girls<br />

and boys”.<br />

Finally, Mr. Chairman, allow me to<br />

make mine the verses of the wellknown<br />

poet Khalil Gibran: “Your children<br />

are not your children, they are the<br />

sons and daughters of life’s longing for<br />

itself; they come through you but not<br />

from you, and tough they are with you<br />

yet they belong not to you”.<br />

.<br />

W<br />

È tornato alla Casa del Padre, dopo<br />

lunga malattia accettata con edificante e<br />

cristiana rassegnazione<br />

SANTINO GEMMITI<br />

Lo annunciano il fratello, MONS. VI-<br />

TO GEMMITI, la MOGLIE e i FIGLI.<br />

Le esequie avranno luogo nella Parrocchia<br />

dei Santi Marco e Pio X, via Casal<br />

Selce 277 (Pantan Monastero), lunedì 24<br />

alle ore 11.<br />

.


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

Ristampato «Il Sabato» di Heschel<br />

Un'elegia<br />

sul settimo giorno<br />

FRANCESCO LICINIO GALATI<br />

Al momento della morte, avvenuta a<br />

New York il 23 dicembre 1972,<br />

Abraham Joshua Heschel ha già pubblicato<br />

una dozzina di opere, quasi tutte<br />

tradotte in italiano. È in esse che troviamo<br />

puntualmente esposte le concezioni<br />

etico-religiose oggetto del suo più che<br />

trentennale insegnamento, ispirato al<br />

neo-chassidismo ebraico, per il quale<br />

tutte le problematiche individuali e sociali<br />

trovano adeguata soluzione a misura<br />

dell'intensità della propria vita interiore.<br />

Esemplare in tal senso l'affermazione<br />

di Martin Buber, massimo esponente del<br />

neo-chassidismo, secondo cui, «quando<br />

l'uomo ha trovato la pace in se stesso,<br />

può mettersi a cercarla nel mondo intero».<br />

Filosofo della religione e della mistica<br />

ebraica, Heschel, nato a Varsavia l'11<br />

gennaio 1907, all'età di vent'anni si trasferisce<br />

a Berlino per frequentarvi l'Università,<br />

dove si laurea nel 1933, conseguendo<br />

successivamente il diploma dell'«Hochschule<br />

fúr Wissenschaft des Judentums».<br />

La sua preparazione culturale<br />

attira l'attenzione di Martin Buber che<br />

lo designa proprio successore all'Organizzazione<br />

centrale per l'educazione<br />

ebraica dei giovani.<br />

A causa delle persecuzioni naziste, nel<br />

1939 è costretto ad emigrare a Londra,<br />

dove fonda l'Istituto per la cultura ebraica,<br />

rimanendovi tuttavia per breve tempo<br />

a motivo dell'invito dell'«Hebrew<br />

Union College» di Cincinnati che nel<br />

1940 gli offre la cattedra di filosofia<br />

ebraica e lingua rabbinica.<br />

Nel 1945 passa a New York dove rimarrà<br />

sino alla morte quale docente di<br />

etica e di mistica al seminario teologico<br />

ebraico d'America: è questa specifica attività<br />

che gli consente di esplicitare la<br />

sua filosofia della religione, vista come<br />

risposta alle problematiche fondamentali<br />

dell'uomo, attraverso l'analisi della coscienza<br />

e la mediazione degli insegnamenti<br />

della tradizione religiosa.<br />

Questo il tema analizzato soprattutto<br />

in L'uomo non è solo (1951) e in Dio in<br />

cerca dell'uomo. Una filosofia del giudaismo<br />

(1955), non assente, comunque,<br />

nelle altre opere, a partire da Il Sabato.<br />

Il suo significato per l'uomo moderno<br />

(1951), tradotto in italiano fin dal 1972 e<br />

riproposto da Garzanti (Milano, 2001,<br />

pp.153, L. 14.500), per la versione di Lisa<br />

Mortara ed Elèna Mortara Di Veroli.<br />

Heschel, il cui impegno per il dialogo<br />

giudeo-cristiano, in preparazione al Concilio<br />

Vaticano II, è stato rilevante, avvia<br />

il discorso dalla constatazione che conquistare<br />

lo spazio — le cose — è il principale<br />

obiettivo dell'uomo e, per ottenere<br />

ciò, spesso rinuncia fatalmente a tutte<br />

le aspirazioni nell'ambito del tempo,<br />

perché ogni realtà che non si presenta<br />

come cosa è considerata inesistente: come<br />

il tempo che, non essendo una cosa<br />

o una sostanza, appare privo di qualsiasi<br />

realtà.<br />

Eppure, in una esperienza religiosa si<br />

impone all'uomo non una cosa, ma una<br />

presenzaspirituale perché, dice Heschel,<br />

ciò che resta nell'anima è quel momento<br />

d'intuizione più che il luogo dove l'atto<br />

si è svolto, dato che è il momento<br />

che conferisce significato alle cose.<br />

Risaputo che la Bibbia vede il mondo<br />

nella dimensione del tempo più che in<br />

quella dello spazio, per questo, dice Heschel,<br />

l'ebraismo è la religione della santificazione<br />

del tempo, santificazione che<br />

trova il massimo dell'espressione nell'istituzione<br />

del Sabato, secondo le parole<br />

del Genesi: «E Dio benedisse il settimo<br />

giorno e lo santificò», perché, chiosa<br />

Heschel, è estremamente significativo<br />

che, alla fine della storia della creazione,<br />

a nessun oggetto nello spazio venga<br />

attribuito il carattere della santità, ma<br />

solo al tempo.<br />

Il Sabato mette in sintonia con la santità<br />

del tempo: in questo giorno si è<br />

chiamati a partecipare a ciò che è eterno<br />

nel tempo, a volgersi dai risultati della<br />

creazione al mistero della creazione,<br />

dal mondo della creazione alla creazione<br />

del mondo.<br />

In effetti, chi desidera entrare nella<br />

santità del giorno di Sabato, deve prima<br />

deporre la profanità e il chiasso del<br />

commercio, il giogo della fatica: per sei<br />

giorni della settimana si lotta con il<br />

mondo e il Sabato ci s'interessa dei semi<br />

di eternità portati nella propria anima;<br />

al mondo si danno le proprie mani, ma<br />

l'anima appartiene a Qualcun Altro; per<br />

sei giorni della settimana si cerca di dominare<br />

il mondo, nel settimo giorno si<br />

cerca di dominare il proprio io.<br />

Annotazione importante è che il Sabato,<br />

in quanto giorno di riposo dal lavoro,<br />

non è stato creato per far recuperare<br />

le energie perdute ed accrescere l'efficienza<br />

sul lavoro, ma per amore della<br />

vita. Non per nulla l'osservanza del Sabato<br />

ci fa assomigliare a Dio: come Lui<br />

ha santificato il settimo giorno, così faremo<br />

anche noi e, pertanto, amare il<br />

Sabato equivale ad amare ciò che abbiamo<br />

in comune con Dio.<br />

«Osservare il settimo giorno — scrive<br />

Heschel — non significa soltanto obbedire<br />

strettamente a un comando divino:<br />

significa celebrare la creazione del mondo<br />

e creare ogni volta di nuovo il settimo<br />

giorno, la maestà della santità nel<br />

tempo».<br />

Il Sabato, quale giorno di astensione<br />

dal lavoro, non è deprezzamento ma va-<br />

lorizzazione del lavoro. «Ti asterrai dal<br />

lavoro il settimo giorno», infatti, è il seguito<br />

del comandamento: «Per sei giorni<br />

lavorerai e farai tutta l'opera tua» e pertanto,<br />

come viene comandato di osservare<br />

il Sabato, così viene comandato di<br />

lavorare. In conclusione il Sabato è più<br />

di un armistizio, più di un interludio: è<br />

una profonda e cosciente armonia tra<br />

l'uomo e il mondo, una simpatia per<br />

tutte le cose e un partecipare allo spirito<br />

che unisce ciò che è al di sotto con ciò<br />

che è a di sopra.<br />

Donde l'obbligo di non fuggire dal regno<br />

dello spazio, di lavorare con le cose<br />

dello spazio, purché si sia innamorati<br />

dell'eternità. «Le cose sono i nostri attrezzi;<br />

l'eternità, il Sabato, è l'oggetto<br />

del nostro amore. Anche se per sei giorni<br />

alla settimana ci dedichiamo a scopi<br />

terrestri, la nostra anima appartiene di<br />

diritto al settimo giorno». Proprio questo<br />

è il significato dell'allegoria secondo<br />

cui Israele è destinato ad essere lo sposo<br />

del settimo giorno.<br />

Nonostante la sua maestà, la realtà<br />

spirituale del Sabato reclama la partecipazione<br />

dell'uomo: i sei giorni hanno bisogno<br />

dello spazio, il settimo ha bisogno<br />

dell'uomo. Dio ha santificato questo<br />

giorno e l'uomo, dal canto suo, deve<br />

continuare a santificarlo e illuminarlo<br />

con la luce della propria anima. Per tale<br />

motivo molti rabbini assegnano al Sabato<br />

il ruolo di regina e di sposa e l'identificano<br />

con l'eternità, fino ad affermare<br />

che «il Sabato è un esempio del mondo<br />

futuro».<br />

L'ebraismo trasferisce il concetto della<br />

santità dalla sfera dello spazio a quella<br />

del tempo, dal regno della natura al<br />

regno della storia, dalle cose agli eventi.<br />

Per essere sacra — afferma Heschel —<br />

una cosa deve essere consacrata mediante<br />

un atto cosciente dell'uomo, in<br />

forza del suo rapporto con Dio.<br />

Il senso della santità nel tempo si manifesta<br />

nel modo in cui viene celebrato il<br />

Sabato, perché «il Sabato è tutto santità».<br />

È santo, ma non lontano da noi,<br />

bensì in noi e per noi, secondo l'espressione<br />

di Es 31, 14: «Osserverete dunque<br />

il Sabato, perché esso è cosa santa per<br />

voi». Quello che noi siamo dipende da<br />

ciò che il Sabato è per noi, dato che per<br />

la vita spirituale la legge del Sabato è<br />

ciò che per la natura è la legge della<br />

gravità.<br />

Ecco perché l'ebraismo propugna una<br />

visione della vita intesa come pellegrinaggio<br />

verso il settimo giorno: l'aspirazione<br />

al Sabato durante tutti i giorni<br />

della settimana esprime l'aspirazione al<br />

Sabato eterno durante tutti i giorni della<br />

nostra vita. «Lungo tutto l'arco della settimana<br />

siamo sollecitati a santificare la<br />

nostra vita impiegando le ore dello spazio.<br />

Nel giorno del Sabato ci è dato di<br />

partecipare alla santità che è nel cuore<br />

del tempo».<br />

Questo l'approdo definitivo del libro<br />

di Heschel che, a nostro avviso, costituisce<br />

una illuminata apertura sulla spiritualità<br />

ebraica, ma può offrire una risposta<br />

agli aneliti più profondi dell'uomo<br />

contemporaneo.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 23 Dicembre 2001<br />

Il volume «Musei e raccolte d'arte sacra in Toscana»<br />

Michelangelo, Donatello, Masolino: un coro polifonico di capolavori<br />

ALESSANDRA FIORE<br />

Un pregiudizio duro a morire (superficiale e<br />

ignorante come sono del resto tutti i giudizi formulati<br />

aprioristicamente, senza aver neppure provato<br />

a conoscere la realtà di cui si sparla) vuole che<br />

ogni volta vengano nominati Musei diocesani, Musei<br />

ecclesiastici e Musei d’arte sacra il pensiero corra<br />

subito a un luogo per non ben precisate ragioni<br />

inaccessibile, polveroso, una sorta di deposito dimenticato<br />

in cui sono conservate, magari alla rinfusa,<br />

opere d’arte probabilmente di dubbio valore.<br />

Una mentalità che fortunatamente sta gradualmente<br />

mutando proprio in questi ultimi anni dato<br />

che l’interesse e il dibattito culturale intorno ai Musei<br />

ecclesiastici è in costante crescita.<br />

Si è verificato un autentico rinnovo di attenzione<br />

verso le raccolte di arte sacra e quindi sulla necessità<br />

di una loro diffusione e fruizione. Questo clima<br />

di generale risveglio è stato avviato dall’accordo stipulato<br />

nel settembre del 1996 tra la CEI e il Governo<br />

italiano: una nuova intesa per la tutela dei beni<br />

di proprietà ecclesiastica per i quali la Chiesa ha<br />

svolto un ruolo primario a favore delle sue diocesi,<br />

stanziando fondi per gli interventi di restauro, conservazione,<br />

sicurezza e catalogazione, promuovendo<br />

la formazione di operatori qualificati ed esperti<br />

in beni culturali ecclesiastici, e creando appositi uffici<br />

impegnati in questo settore.<br />

Ma in che cosa si distingue un Museo ecclesiastico<br />

dalle altre istituzioni museali? Entrambi nascono<br />

con compiti di tutela, inventariazione, e valorizzazione<br />

del patrimonio storico artistico, ma in più i<br />

Musei di arte sacra racchiudono una precisa vocazione:<br />

il loro obiettivo è la valorizzazione religiosa<br />

degli oggetti esposti che conservano il ricordo della<br />

loro funzione originaria, essendo beni artistici che<br />

vennero realizzati per un particolare spazio sacro e<br />

una precisa comunità religiosa, nella maggior parte<br />

dei casi per un uso propriamente liturgico.<br />

Segni sensibili dunque che si fanno veicolo di<br />

«specifici contenuti di fede e di religiosità popolare»<br />

Sin dalle origini del cristianesimo infatti l’arte ha<br />

celebratoDio e le sue opere grazie alla sua intrinseca<br />

capacitàdi testimoniare la Verità nella Bellezza.<br />

Bellezza da intendersi naturalmente non come<br />

semplice compiacimento estetico, ma come icona<br />

Ettore Roesler Franz: «Il porto di Ripetta dai Prati di Castello» In un acquerellodel Ballasiolafontanadelfacchino<br />

Francesco Coleman: «Una tazza di latte» (particolare)<br />

In margine ad una recente mostra di acquerellisti nel palazzo della Fondazione Marco Besso<br />

Rovine, scorci medievali, linee rinascimentali<br />

e barocche nei rioni di una Roma «mai sparita»<br />

VINCENZO BENASSI<br />

La mostra «Acquerellisti Romani. Da<br />

Pinelli a Pascarella», da poco conclusasi<br />

a Roma, nella splendida cornice del<br />

palazzo della Fondazione Marco Besso<br />

a Largo Argentina, ha alzato il velo su<br />

di una pagina non sufficientemente conosciuta<br />

della pittura romana della seconda<br />

metà dell’Ottocento.<br />

Il Catalogo, opera del curatore della<br />

Mostra Renato Mammuccari (Acquerellisti<br />

Romani. Suggestioni neoclassiche.<br />

Esotismo orientale. Decadentismo bizantino.<br />

Realismo borghese. Città di Castello,<br />

Edimond, 2001, pp. 406) ricostruisce<br />

con rigore critico e appassionata attenzione<br />

al contesto culturale e sociale del<br />

tempo, la vicenda degli Acquerellisti<br />

Romani che — sulla scia di quanto avvenuto<br />

in antecedenza a Londra, a<br />

Bruxelles, a l’Aia, a Dresda e a Monaco<br />

di Baviera — approdarono, nei locali di<br />

un modesto studio fotografico di Via<br />

Margutta, alla costituzione, nel 1874,<br />

della Società degli Acquerellisti in Roma,<br />

divenuta poi associazione e, di fatto,<br />

tramontata allo scoppio della Prima<br />

Guerra Mondiale.<br />

L’iniziativa di costituire una Società<br />

degli Acquerellisti in Roma era partita<br />

da Ettore Roesler Franz (1845-1907) e<br />

da Nazareno Cipriani (1843-1923), ma,<br />

come spiega ampiamente la ricerca di<br />

Renato Mammuccari, essa affondava le<br />

sue radici nell’inimitabile pittura di<br />

Bartolomeo Pinelli (1781-1835), di Antoine<br />

Jean-Bapstiste Thomas (1791-<br />

1834), di Mariano José Fortuny (1838-<br />

1874) e di altri. Il Catalogo, dopo aver<br />

ampiamente illustrato le tendenze ideali<br />

degli Acquerellisti Romani, presenta<br />

una scheda biografica di ben 160 pittori<br />

e la riproduzione di 376 dipinti.<br />

Mammuccari, già noto per avere autorevolmente<br />

presentato e divulgato i<br />

pittori del Gruppo dei XXV della Campagna<br />

Romana e della Malaria, ha riproposto<br />

gli Acquerellisti romani la cui<br />

opera, in parte per l’analogia della tecnica<br />

e del materiale usati, poteva subire<br />

il destino delle parole scritte sull’acqua.<br />

Come si legge nelle prime pagine<br />

del Catalogo «tutto ruota intorno alla<br />

tecnica dell’acquerello, singolarmente<br />

prediletta da numerosi artisti, segno<br />

evidente di una sintonia con alcune<br />

grandi correnti pittoriche coeve inglesi<br />

e francesi, a chiara dimostrazione che<br />

sbaglierebbe chi si ostinasse a vedere le<br />

sensibile di quel Bello a cui tendiamo (essendo uno<br />

degli attributi trascendentali di Dio) come alla nostra<br />

originale dimora (con la stessa consapevolezza<br />

che faceva esclamare a Dostoevskij: «La bellezza<br />

salverà il mondo!»).<br />

Visitare un Museo ecclesiastico, se adeguatamente<br />

valorizzato nella sua specificità vuol dire compiere<br />

proprio un viaggio attraverso la Bellezza, ammirando<br />

opere che ci parlano di una Presenza, che<br />

può trasformarsi sorprendentemente in un percorso<br />

di conversione.<br />

Il cammino spesso esige una guida che sia agile<br />

nel forato, semplice ed efficace nei contenuti, una<br />

sorta di Baedeker del cuore che sia compagno dei<br />

nostri passi.<br />

L’itinerario che vi proponiamo ci porta in Toscana,<br />

terra che sembrerebbe detenere una sorta di<br />

primato per numero e qualità dei Musei ecclesiastici.<br />

A raccontarci le ricchezze disseminate in questa<br />

regione è un volume di recente pubblicazione, ma<br />

già alla sua seconda ristampa, dal titolo Musei e<br />

raccolte d’arte sacra in Toscana, a cura di Rossella<br />

Tarchi e Claudio Turrini, nato in origine come<br />

una serie di 40 fascicoli allegati con cadenza quindicinale<br />

al settimanale Toscanaoggi. Ogni guida ci<br />

accompagna per mano tra le varie sale dei musei,<br />

mantenendo, pur nella precisione e nell’esattezza<br />

della descrizione storico critica, soprattutto delle<br />

opere più celebri, un intento volutamente divulgativo.<br />

Monsignor Timothy Verdon nel saggio introduttivo<br />

al libro sottolinea come sia importante visitare<br />

queste collezioni di arte sacra senza dimenticare<br />

che i Musei ecclesiastici possono essere incredibili<br />

«strumenti di evangelizzazione e di catechesi», grazie<br />

anche alla competenza di operatori e guide capaci<br />

di presentare queste opere «seguendo percorsi<br />

mirati ad evidenziare i contenuti di fede».<br />

La sua riflessione muove da quella che può apparire<br />

un’audace provocazione: oggi il turismo di<br />

massa ha trasformato le chiese in «musei», il luogo<br />

per eccellenza epifania del sacro è diventato «profano».<br />

Lo testimoniano spesso vestiari e atteggiamenti<br />

non proprio consoni ad un «tempio» e gli immancabili<br />

richiami al decoro che parroci previdenti<br />

affiggono all’entrata delle loro chiese e che dovrebbero<br />

essere in realtà scontati. A conquistare invece<br />

Filippo Anivitti: «Acquedotto della Campagna romana»<br />

vicende oggetto di questo libro come<br />

provinciali o marginali».<br />

Anzi: esse sono invece speculari del<br />

fascino perenne di Roma, un fascino<br />

che attrasse nel dipingere persino il<br />

marchese Massimo Taparelli d’Azeglio<br />

che, negli stessi anni, prendendo alloggio<br />

nella celebre locanda Martorelli di<br />

Ariccia, confessava di non poter sottrarsi<br />

al fascino di Roma e della sua<br />

campagna, ritrattando così l’ingrato<br />

giudizio da lui formulato nel 1861,<br />

quando nelle celebri Questioni urgenti,<br />

aveva scritto che «l’ambiente di Roma,<br />

impregnato dei miasmi di 2500 anni di<br />

violenze materiali o di pressioni morali<br />

(...) non pareva il più adatto ad infondere<br />

salute e vita al governo di un’Italia<br />

giovane»!<br />

Il pregiudizio era duro a morire, tant’è<br />

che nel 1871, Ruggero Bonghi, peraltro<br />

letterato di talento, dichiarava in<br />

Senato: «Invano io frugherei nella mia<br />

mente per trovare un solo argomento in<br />

favore di Roma capitale» (Atti Parl. Senato,<br />

23 gennaio 1871).<br />

Mentre questo si diceva, andava invece<br />

allungandosi la lista dei Soci della<br />

Società Acquerellisti in Roma, come risulta<br />

dalla scrupolosa registrazione che<br />

lo stesso Roesler Franz personalmente<br />

curava.<br />

C’è negli Acquerellisti Romani quella<br />

cosiddetta «Roma sparita» che, in realtà,<br />

sparita non è, perché — come è stato<br />

osservato — a Roma un’epoca non<br />

cancella l’altra né si sovrappone ad essa,<br />

ma coesiste e consiste nell’altra. Il<br />

passato a Roma non passa; trova il suo<br />

spazio e lo conserva.<br />

Nei dipinti degli Acquerellisti Romani<br />

la presunta importazione di un’arte<br />

sviluppatasi, prima che a Roma, in altre<br />

parti del mondo, non è imitazione,<br />

perché le tematiche tutte romane e «romanesche»<br />

ispirano il tratto pronto e<br />

sicuro dell’acquerellista quasi costringendolo<br />

a ricuperare la vita delle suggestive<br />

rovine di Roma antica, gli scorci<br />

degli inimitabili angoli della Roma medievale,<br />

le linee rinascimentali e barocche<br />

delle chiese che personalizzano i<br />

rioni, nonché i costumi e quel gestire<br />

romano che faceva dire a Paul de Musset<br />

— fratello del più celebre Alfred de<br />

Musset — nell’introvabile Viaggio a Roma<br />

che «il romano, tutto quello che fa,<br />

lo fa sempre bene», perché «va diretto<br />

là dove lo spinge la passione e, con una<br />

ingenuità che gli raddoppia il vigore,<br />

non conosce affatto quel falso pudore<br />

che blocca l’esternazione di un desiderio».<br />

Molti degli Acquerellisti Romani non<br />

Francesco Botticini: «Annunciazione» (fine XV sec.)<br />

un’aura di sacralità sembrano essere proprio i musei,<br />

e allora se per l’uomo contemporaneo è più facile<br />

«recepire un messaggio spirituale nel santuario<br />

culturale, portiamolo nei musei!».<br />

Il volume propone ben cento raccolte di arte sacra<br />

sparse tra 13 delle 18 Diocesi toscane.<br />

Impossibile naturalmente citarle tutte dal momento<br />

che vengono a formare una sorta di «museo<br />

diffuso» da visitare e conoscere percorrendo tutta<br />

la regione toscana, ciascuna con una sua precisa<br />

identità culturale che ne restituisce un profilo autonomo<br />

rispetto alle altre, testimoniando il legame<br />

con le diverse storie locali che le hanno viste sorgere,<br />

ma al tempo stesso strettamente collegate tra<br />

loro, perché raccontano in modo coralmente polifonico<br />

il ruolo fondamentale che la Chiesa ha svolto<br />

attraverso i secoli nel dialogo tra arte e fede.<br />

erano «romani» di nascita, ma seppero<br />

divenirlo nel dipingere, così che la qualifica<br />

di «romani» rinvia ad un genitivo<br />

soggettivo, non oggettivo. Ciò che Mammuccari<br />

dice di Bartolomeo Pinelli calza<br />

a perfezione a molti Acquerellisti Romani,<br />

poiché la loro opera «è una rilettura<br />

della storia romana che aveva come<br />

fondali le rovine del Foro, le osterie<br />

trasteverine, i vicoli interrati prospicienti<br />

i ruderi romani, l’ampia platea<br />

attorno al Colosseo e come protagonista<br />

il popolo di una Roma ancora paesana<br />

(...) fondendo sapientemente l’enfasi<br />

della romanità con la Roma pittoresca<br />

al limite del folklore in un equilibrio di<br />

trasposizione artistica piuttosto ben<br />

riuscito».<br />

Scrisse Gabriele D’Annunzio che l’acquerello<br />

è l’unica tecnica in cui il colore<br />

è, come non mai, «lo sforzo della<br />

materia per diventare luce». L’assunto<br />

si fa evidenza nell’acquerello Ho vinto<br />

di B. Galofre, nel Ritorno dalla Campagna<br />

romana di C. F. Nerly, in Una giovane<br />

donna improvvisa versi nella festa<br />

del Divino Amore a Castel di Leva di<br />

Achille Pinelli, in L’Appia Antica e in Il<br />

dritto sentiero de le tombe di Filippo<br />

Anivitti, in Via di Santa Bonosa a Trastevere<br />

di Ettore Roesler Franz, in La<br />

Casina dell’Orologio a Villa Umberto I<br />

di Onorato Garlandi, nello splendido<br />

Nel chiostro di Nazareno Cipriani e in<br />

State a sentire di Francesco Coleman.<br />

La rassegna curata da Mammuccari<br />

ha offerto anche un contributo che merita<br />

sottolineare. Un acquerello di J. B.<br />

Thomas riproduce il presepio dell’Aracoeli<br />

e, com’è noto, vari acquerelli e<br />

stampe di Bartolomeo Pinelli e del figlio<br />

Achille riproducono presepi e manifestazioni<br />

natalizie, come la tombola<br />

o gli acquisti presepiali a s. Eustachio<br />

(prima che il mercato natalizio si trasferisse<br />

a Piazza Navona).<br />

Da oltre un cinquantennio gli acquerelli<br />

di Ettore Roesler Franz vengono riprodotti<br />

nei presepi romani curati dall’Associazione<br />

Italiana Amici del Presepio,<br />

costituitasi nel 1957. Non sempre il<br />

riferimento è messo in bella evidenza,<br />

ma è proprio l’ispirazione agli Acquerellisti<br />

Romani a rendere molti dei presepi<br />

di Roma tra i più attraenti e suggestivi<br />

del mondo.<br />

L’eredità degli Acquerellisti nella tradizione<br />

presepistica romana è anch’essa<br />

un modo non minore di tramandarne<br />

l’avvincente pittura.<br />

Alcuni di questi Musei sono storici e notissimi,<br />

come il Museo dell’Opera del Duomo di Firenze,<br />

con straordinarie testimonianze di scultura rinascimentale<br />

che portano la firma di Ghiberti, Michelangelo,<br />

Donatello e Luca della Robbia o il Museo<br />

della Collegiata di s. Andrea ad Empoli, uno dei<br />

più antichi (risale al 1860), con opere che costituiscono<br />

pietre miliari per la storia dell’arte rinascimentale<br />

come il trittico di Lorenzo Monaco, il Cristo<br />

in pietà di Masolino da Panicale e la splendida<br />

Annunciazione di Francesco Botticini.<br />

Altri invece pur antichi sono stati da poco trasferiti<br />

in nuove sedi che ne hanno consentito una più<br />

moderna visibilità. È il caso del Museo diocesano<br />

di Pienza inaugurato nel 1998 nel Palazzo vescovile,<br />

raccolta preziosa di arti applicate con una rarissima<br />

collezione di manufatti tessili tra cui arazzi<br />

fiamminghi del ’400 e del ’500 e un capolavoro del<br />

ricamo, il più prezioso tra tutte le opere esposte in<br />

questo museo, il piviale del primo ’300 realizzato<br />

in «opus Anglicanum», tecnica che nel nome rivela<br />

il luogo di origine del manufatto, dono di Tommaso<br />

Paleologo a papa Pio II che a sua volta volle fosse<br />

conservato nella cattedrale dì Pienza.<br />

Totalmente diverso dagli altri Musei ecclesiastici<br />

per l’originalità della sua raccolta di ex voto è il<br />

Santuario di Montenero, sul colle che domina Livorno,<br />

con una ricca serie di tavolette ottocentesche<br />

di sapore naïf che ricordano prodigiose guarigioni<br />

e miracolosi soccorsi ai marinai sorpresi da<br />

improvvise burrasche, a testimoniare una fortissima<br />

e secolare devozione mariana legata al culto di<br />

un’antica immagine che risale al 1345: Maria seduta<br />

su un cuscino di foggia orientale, che tiene in<br />

braccio Gesù intento a giocare con un cardellino,<br />

simbolo della sua futura Passione.<br />

Visitare questi Musei ecclesiastici e appassionarsi<br />

alle loro inusuali e bellissime collezioni costituisce<br />

una importante sfida culturale per il futuro, come<br />

sottolineato da Antonio Paolucci nell’introduzione<br />

al libro (di cui ha presieduto il comitato scientifico):<br />

«Se fra un secolo le cento raccolte d’arte sacra<br />

che questo volume illustra saranno conosciute e<br />

ammirate come oggi sono conosciuti e ammirati i<br />

grandi musei fiorentini, potremo dire di aver vinto,<br />

allo stesso tempo, la battaglia per la salvaguardia<br />

del nostro patrimonio culturale e la battaglia per<br />

l’incivilimento degli italiani».


.<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

GERUSALEMME Mons. Sabbah per il Natale<br />

Pregare per la pace<br />

e per la vera fratellanza<br />

nostro servizio<br />

GERUSALEMME, 22.<br />

Un messaggio natalizio intriso di<br />

sofferenza, quello del Patriarca Michel<br />

Sabbah; e non poteva non esserlo<br />

quando, appena sette giorni fa<br />

in Vaticano, all'incontro sulla situazione<br />

dei cristiani di Terra Santa voluto<br />

dal Santo Padre, aveva definito<br />

la crisi attuale tra i popoli israeliano<br />

e palestinese come «la più violenta<br />

e la più pericolosa dalla guerra<br />

del 1948». «Accogliamo ancora una<br />

volta il Natale, afferma, dopo aver<br />

vissuto un anno di morte, di distruzioni<br />

e di paura». Il suo messaggio<br />

tuttavia resta sempre permeato dalla<br />

speranza cristiana, e fin dalle primissime<br />

battute.<br />

Volgendo infatti lo sguardo verso<br />

coloro, «alcuni» precisa, «che presi<br />

dallo scoraggiamento, hanno deciso<br />

di lasciarci e partire», aggiunge subito:<br />

«Gli altri rimangono con noi a<br />

condurre la battaglia della vita di<br />

ogni giorno, a svolgere la loro missione,<br />

portando il messaggio della<br />

pace e della giustizia». Così può anche<br />

dire che nonostante i proiettili<br />

abbiano raggiunto persino la basilica<br />

della Natività, «noi ascoltiamo la<br />

voce degli angeli e il loro canto nel<br />

cielo di Betlemme: Gloria a Dio nel<br />

più alto dei cieli e pace in terra agli<br />

uomini che egli ama» (Luc 2, 14) e<br />

proclamare: «Sì, la pace nella terra<br />

è legata alla gloria che rendiamo a<br />

Dio e all'amore che ci fa a sua immagine,<br />

noi che quest'anno abbiamo<br />

sofferto e siamo stati duramente<br />

messi alla prova». E ribadisce: Proprio<br />

nella meditazione del «profondo<br />

e vivificante mistero» del Natale —<br />

che evoca citando il Vangelo di Luca<br />

(«Vi è nato un Salvatore che è il<br />

Cristo Signore») e un passo della lettera<br />

di san Paolo a Tito («È apparsa<br />

la grazia di Dio apportatrice di salvezza<br />

per tutti gli uomini») — «ritroviamo<br />

la nostra sicurezza, le radici<br />

della nostra libertà e della nostra<br />

pace».<br />

L'alternarsi della rappresentazione<br />

della realtà e dell'anelito di fede è<br />

incalzante: «Dio è vicino, anche se<br />

sembra lontano, afferma. Egli è il<br />

Signore della storia. Vede quel che<br />

fanno i suoi servi ed è paziente. Ma<br />

noi sappiamo pure che ogni bene e<br />

ogni male avrà il suo compenso in<br />

questa stessa vita, nella vita delle<br />

persone e in quella dei popoli». E<br />

ancora: «Le ingiustizie, l'occupazione<br />

della terra, l'umiliazione inflitta<br />

alle persone, i massacri, l'assedio<br />

che è loro imposto, le privazioni della<br />

libertà che Dio ha loro dato, tutto<br />

questo un giorno finirà. E allora vedremo<br />

in questa terra santa il volto<br />

di Dio, la pace di tutti i suoi figli,<br />

palestinesi e israeliani».<br />

Tanto accorate le parole di conforto,<br />

quanto calda la esortazione alla<br />

pazienza, alla speranza, al coraggio.<br />

Accompagnate da due proposte: al<br />

palestinese di brandire il ramoscello<br />

di ulivo, «l'arma più efficace nella<br />

sua resistenza per recuperare la sua<br />

terra e la sua libertà», dunque nel<br />

rifiuto di ogni violenza; all'israeliano<br />

«di rettificare i provvedimenti<br />

presi dai suoi governanti». Questo<br />

discorso subito si allarga: «il popolo<br />

deve mettersi a fare la pace che i<br />

suoi governanti non sono riusciti<br />

ancora a realizzare. La bontà di Dio<br />

e la sua grazia possono essere più<br />

presenti nel cuore di un popolo che<br />

non nei piani dei politici e dei militari.<br />

I popoli devono essere capaci di<br />

incontrarsi non già da combattenti,<br />

portatori di morte reciproca, bensì<br />

nel più profondo della loro umiltà,<br />

in quanto esseri umani creati per<br />

costruire insieme questa Terra Santa<br />

senza necessariamente passare attraverso<br />

la paura, la morte, la vendetta.<br />

Perché la pace nella giustizia<br />

non è impossibile... La violenza che<br />

non smette di minacciare la sicurezza<br />

della vita quotidiana cesserà<br />

quando l'occupazione avrà fine e<br />

giustizia sarà fatta: e quando tutti,<br />

israeliani e palestinesi, godranno<br />

della medesima libertà e della medesima<br />

sicurezza». Ma la pace ha bisogno<br />

che sia sostanziata dalla «capacità<br />

di amare e di costruire», di un<br />

«rapporto di buon vicinato». E di<br />

«capi che non ci insegnino a fare la<br />

guerra e non chiedano ai popoli di<br />

accettare tanti sacrifici, compreso<br />

quello della vita, ma di capi che<br />

hanno una visionare della giustizia<br />

e della pace e il coraggio di realizzarle,<br />

pronti a pagare essi stessi il<br />

prezzo della pace, come il martirio.<br />

Abbiamo bisogno di capi «della generazione<br />

di coloro che cercano Dio<br />

e cercano il suo volto» (Sal 23, 6).<br />

Nel corso della conferenza stampa,<br />

interrogato su questo tema, si è augurato<br />

che con il ricambio generazionale<br />

una nuova leadership sia in<br />

grado di ridare «alla gente che perde<br />

la speranza una nuova visione» dei<br />

rapporti fondata sul compromesso,<br />

della libertà ai palestinesi e della sicurezza<br />

agli israeliani. «La libertà è<br />

un dono di Dio, non può essere alienata,<br />

i palestinesi hanno diritto di<br />

organizzare la resistenza all'occupazione»<br />

ma essi «devono vivere insiemecongliisraelianiinquesta<br />

terra».<br />

Sull'emigrazione dei cristiani ha<br />

chiarito che preoccupa nella misura<br />

in cui si assottiglia una comunità<br />

già piccola («se interessa musulmani<br />

ed ebrei, di essi ne rimangono<br />

ugualmente tanti»), pur essendo<br />

convinto che «in Terra Santa resterà<br />

sempre un piccolo gregge a testimoniare<br />

Gesù». Ai cristiani che hanno<br />

interrotto i loro pellegrinaggi, il patriarca<br />

rinnova l'appello a venire, a<br />

condividere con la comunità locale<br />

il momento difficile «e che per noi<br />

non è pericoloso».<br />

Mons. Sabbah ha quindi annunciato<br />

che il 31 dicembre, come presidente<br />

di «Pax Christi International»<br />

guiderà una marcia dimostrativa da<br />

Betlemme a Gerusalemme per chiedere<br />

«Gerusalemme aperta» e la «fine<br />

dell'occupazione» marcia che culminerà<br />

in una pacifica preghiera<br />

per la pace nella moschea el Aqsa e<br />

nella vicina chiesa cattolica di sant'Anna;<br />

quindi in una catena umana<br />

attorno alle mura della Città vecchia<br />

a simbolizzare, come afferma<br />

un comunicato «un abbraccio protettivo».<br />

Poiché tale comunicato non<br />

fa menzione di alcuna organizzazione<br />

ebraica nel comitato organizzatore<br />

né fra i sostenitori internazionali,<br />

il patriarca ha chiarito ai giornalisti<br />

che alla marcia si uniranno anche<br />

degli israeliani e che il comitato stabilirà<br />

dei contatti con le autorità<br />

israeliane e palestinesi per l'attraversamento<br />

del posto di blocco militare<br />

tra le due città.<br />

Per quanto riguarda le imminenti<br />

feste natalizie, un alto ufficiale<br />

israeliano che si è recato in visita<br />

dal Nunzio Apostolico Mons. Pietro<br />

Sambi e dal Patriarca Sabbah per<br />

presentare gli auguri di Natale ha<br />

dato assicurazione che le autorità<br />

faciliteranno il flusso dei fedeli e dei<br />

pellegrini per Betlemme.<br />

GRAZIANO MOTTA<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 23 Dicembre 2001<br />

Il seminarista Bruno Marchesini verso la gloria degli altari<br />

Giovedì 20 dicembre, Giovanni Paolo II<br />

ha proclamato l’eroicità delle virtù del<br />

chierico bolognese Bruno Marchesini.<br />

Nato l'8 agosto del 1915 a Bagno di Piano<br />

(in Comune di Sala Bolognese) e morto<br />

il 29 luglio 1938 a Bologna, è ora sepolto<br />

nella Cattedrale di San Pietro. Seminarista<br />

dell’Arcidiocesi di Bologna, studiò<br />

teologia a Roma e fu alunno del Pontificio<br />

Seminario Romano Maggiore.<br />

Un anno e mezzo prima di essere ordinato<br />

sacerdote di Cristo, fu colpito da una<br />

forma di meningite che lo portò alla morte<br />

in poche settimane. I suoi compagni di seminario<br />

lo hanno sempre ricordato come<br />

un giovane allegro, intelligente e buono;<br />

con questo pubblico riconoscimento la<br />

Chiesa ha confermato che Bruno Marchesini<br />

ha vissuto da santo. Grande è stata la<br />

gioia condivisa da tutti i sacerdoti.<br />

CAFARNAO Nuove ricerche per portare alla luce altre testimonianze dei tempi di Gesù<br />

Accanto al Memoriale della Casa di San Pietro<br />

l'emozione e lo stupore di un archeologo<br />

Nel 1986, al termine della diciannovesima<br />

campagna degli scavi iniziati nel<br />

1968 dal P. Virgilio C. Corbo e dal sottoscritto,<br />

le ricerche archeologiche a Cafarnao<br />

furono temporaneamente sospese<br />

per non intralciare i lavori per l’erezione<br />

del Memoriale sulla Casa di San Pietro.<br />

Il Memoriale fu dedicato il 28 giugno<br />

del 1990 e noi rinnovammo subito i permessi<br />

di scavo presso il Dipartimento<br />

delle Antichità. Purtroppo la ripresa degli<br />

scavi non fu attuata a causa della<br />

malattia e morte del caro P. Virgilio (6<br />

dicembre 1991). Poi nel 1995 mi ammalai<br />

gravemente anch’io. Per riprendere<br />

la strada di Cafarnao ci è voluta la voce<br />

autorevole del Papa che ebbi l’onore di<br />

accompagnare alla visita della Casa di<br />

San Pietro la sera del 24 marzo del<br />

2000. Nel lasciare il Santuario, Giovanni<br />

Paolo II si voltò verso di me, mi fissò<br />

negli occhi e mi rivolse una frase che<br />

mai mi sarei aspettato e che mi elettrizzò:<br />

«Continuate gli scavi».<br />

È così che dopo quattordici anni ho<br />

ripreso a scavare: la ventesima campagna<br />

ebbe luogo dal 28 agosto al 4 novembre<br />

del 2000, e la ventunesima dal<br />

21 agosto al 28 ottobre del 2001: quindi<br />

138 giornate lavorative. Oltre agli scavi,<br />

abbiamo mandato avanti i restauri dal<br />

14 maggio al 17 giugno del 2000 e dal 12<br />

maggio al 30 giugno del 2001: quindi altre<br />

74 giornate lavorative. Totale: 222<br />

giorni di intenso lavoro a Cafarnao negli<br />

anni 2000 e 2001. Senza contare le appendici.<br />

Nella campagna del 2000 fui coadiuvato<br />

nelle ricerche dal P. Stefano De Luca<br />

ofm, licenziato allo Studium Biblicum<br />

di Gerusalemme e attualmente studente<br />

al Pontificio Istituto di Archeologia<br />

Cristiana a Roma, come pure da Flavia<br />

Sepich, studentessa della Sapienza di<br />

Roma. I volontari della ventunesima<br />

campagna sono stati, oltre a P. Stefano<br />

De Luca, P. Giovanni Loche ofm, già<br />

laureato alla Sapienza di Roma ed ora<br />

studente dello Studium Biblicum, la signorina<br />

Luana Spadano, dottoranda in<br />

archeologia alla Sapienza di Roma, e lo<br />

studente chierico Fra Johannes Sweetser<br />

ofm, ex paracadutista statunitense. Gli<br />

operai salariati sono presi fra i cristiani<br />

di Rameh. Lo scavo inizia alle 6 del<br />

mattino e si conclude alle 12.30. Noi volontari<br />

continuiamo il lavoro (registrazione,<br />

restauro, diario, disegni ecc) dalle<br />

15 alle 17.30 circa.<br />

Le ricerche sono state concentrate<br />

nell’area a oriente della antica strada<br />

principale (da noi pomposamente chiamata<br />

«cardo maximus») che da nord a<br />

sud fiancheggia sia la monumentale sinagoga,<br />

sia la chiesa ottagonale bizantina.<br />

Tenendo presente che le nostre campagne<br />

di scavo durano due mesi circa,<br />

prevedo ancora almeno altri quattro anni<br />

di lavoro intenso per riportare alla luce<br />

gli strati superiori di questa zona<br />

orientale. Per conoscere il più possibile i<br />

limiti dei quartieri ad oriente della sinagoga<br />

e della chiesa ottagonale, sarà necessario<br />

spingere lo scavo fino al limite<br />

del muro di cinta fra la nostra proprietà<br />

e quella dei Greci Ortodossi.<br />

Un altro obiettivo che ci siamo prefissi<br />

in questa ricerca a lungo raggio è di<br />

conoscere il limite settentrionale dell’antica<br />

Cafarnao. Probabilmente non dovrebbe<br />

essere molto distante dall’insula<br />

5 a nord della sinagoga perché poi inizia<br />

la zona cimiteriale. Finalmente il nostro<br />

compito più delicato sarà di individuare<br />

gli strati più antichi, con particolare interesse<br />

per la Cafarnao dei tempi di Gesù.<br />

Questo significa che anche nelle aree<br />

finora scavate a partire dal 1968 c’è da<br />

approfondire lo scavo, perché in molti<br />

punti siamo finora arrivati soltanto a<br />

non prima del quarto secolo dopo Cristo.<br />

Quello che non potrò fare io, lo faranno<br />

gli altri: scopo infatti non trascurabile<br />

del mio ritorno a Cafarnao è di<br />

preparare altri archeologi dello Studium<br />

Biblicum che continuino l’esplorazione<br />

della «città di Gesù».<br />

Che cosa abbiamo trovato in queste<br />

due ultime campagne del 2000 e del<br />

2001? Anzitutto c’è un sostanziale allargamento<br />

dell’area orientale che non avevamo<br />

potuto scavare in precedenza proprio<br />

perché questa zona era il cantiere<br />

del Memoriale riservato alle gru, ai mezzi<br />

pesanti e alle strutture prefabbricate<br />

da montare. L’area è attraversata tuttora<br />

da una pista camionabile che presto<br />

smantelleremo e da uno spiazzo imbrecciato<br />

e solidamente compresso che ha<br />

reso non poco difficoltoso il nostro scavo<br />

in superficie. Si è trattato di rimuovere<br />

molte tonnellate di breccione. Sia<br />

benedetto il P. Virgilio Corbo che fra le<br />

altre cose mi lasciò un bulldozer cingolato<br />

senza del quale la rimozione di<br />

quella breccia ci avrebbe tenuti occupati<br />

per tutta la campagna! Il sullaudato bulldozer<br />

poi è ideale per il carico dei detriti<br />

con la sua pala che può essere posata<br />

a terra, dispensando gli operai di<br />

alzare le pietre, come quando usavamo<br />

il muletto. Usando poi le staffe, possiamo<br />

con il bulldozer sollevare pietroni<br />

anche dal fondo delle trincee senza il<br />

minimo sforzo. Senza dire che con il<br />

bulldozer ho potuto aiutare P. Stefano a<br />

spostare i pezzi architettonici della sinagoga<br />

che li sta studiando e catalogando.<br />

Il mezzo cingolato fa un po' di polvere,<br />

ma in compenso può lavorare in condizioni<br />

dove il bulldozer a ruote e il carrello<br />

elevatore si arenerebbero. Non meno<br />

prezioso è un trattore Fiat munito di<br />

cassone, con cui i detriti dello scavo sono<br />

scaricati lungo la sponda del lago,<br />

dove stiamo creando, a partire dal lontano<br />

1968, uno spiazzo che si spera possa<br />

essere usato dai pellegrini come logo<br />

appartato di meditazione e di preghiera<br />

di fronte allo scenario stupendo del lago.<br />

Questo angolino invidiabile di Cafarnao<br />

meriterebbe davvero un’attenzione<br />

speciale.<br />

Tornando alle antichità, in questa zona<br />

orientale i muri delle case bizantine<br />

si incontrano già a pochi centimetri della<br />

superficie e affondano spesso per circa<br />

due metri. Una volta restaurati e rinforzati,<br />

essi faranno una bella comparsa<br />

nel quadro urbano dell’antica Cafarnao.<br />

Il loro restauro è davvero urgente perché<br />

a causa di un antico terremoto,<br />

molte pareti sono pericolosamente inclinate<br />

e in un caso è stato necessario<br />

sbassarle per evitare il crollo, che purtroppo<br />

è avvenuto ugualmente. Speriamo<br />

che le piogge invernali ci risparmino<br />

brutte sorprese.<br />

Lo scavo stratigrafico di queste abitazioni<br />

è abbastanza facile. Per oltre un<br />

metro a partire dalla superficie, incontriamo<br />

il livello di degrado con molte<br />

pietre cadute dai muri e generalmente<br />

con assenza di ceramica. Segue uno<br />

strato orizzontale di terre chiare pressate<br />

con ceramica e poi quasi sempre un<br />

bel pavimento in massicciata. Una novità<br />

importante è il ritrovamento di un<br />

buon numero di tegole che ovviamente<br />

appartenevano al tetto. Siamo in un<br />

quartiere di benestanti, a differenza dell’insula<br />

che include la tradizionale casa<br />

di San Pietro dove mai abbiamo incontrato<br />

tegole e dove quindi c’è da supporre<br />

un tetto con paglia, argilla e travetti<br />

di legno. Inoltre l’allargamento dello<br />

scavo ci ha permesso di individuare varie<br />

unità che cominciano a dare una lettura<br />

meno frammentaria delle singole<br />

insulae. A giudicare dalle porte di comunicazione<br />

fra i diversi ambienti, cominciano<br />

ad emergere abitazioni molto svi-<br />

luppate. A rendere pittoresche queste<br />

abitazioni concorre il rinvenimento di<br />

varie rampe di scalini che conducevano<br />

al piano superiore, come pure le tipiche<br />

finestre in serie nel contesto di ambienti<br />

che noi riteniamo cortili e dove quasi<br />

sempre compaiono resti di forni in terra<br />

refrattaria che gli arabi usano ancora<br />

oggi e che chiamano tannur. Si tratta di<br />

forni per cuocere il pane e che originariamente<br />

potevano raggiungere circa<br />

mezzo metro di altezza e terminavano<br />

con pareti rientranti e bocca ampia.<br />

Fra gli oggetti trovati abbiamo registrato<br />

un buon numero di lucerne intere,<br />

e terre sigillate con vari stampi,<br />

compreso il simbolo della croce. Di carattere<br />

cristiano mi sembra anche un<br />

coccio dove è inciso profondamente un<br />

pesce che al posto delle squame ha due<br />

lettere greche: una iota e una alpha. In<br />

base alle lucerne bizantine con iscrizioni<br />

in greco, che conosco abbastanza bene,<br />

credo probabile vedere in queste due<br />

lettere il riferimento al nome sacro di<br />

Gesù (iota per Iesoús) mentre la lettera<br />

alpha, molto frequente nelle lucerne, sta<br />

ad indicare l’attributo di Archè-Principio.<br />

In un altro vaso sono incisi due pesci<br />

e un rudimentale pescatore. Ci sono<br />

inoltre anfore tardo bizantine con scritte<br />

in inchiostro rosso scialbo, dove come al<br />

solito vengono riprodotti i nomi degli arcangeli<br />

Gabriele e Michele. Segnaliamo<br />

anche un grazioso cofanetto frammentario<br />

in avorio e varie monetine che si incontrano<br />

specialmente nelle fessure dei<br />

pavimenti in massicciata.<br />

Nelle ultime due settimane di scavo<br />

abbiamo iniziato lo scavo di un ambiente<br />

(L270) che merita una menzione a<br />

parte. Già lo scorso anno, nel tracciare<br />

la stradetta L207 che dalla strada principale<br />

piega verso oriente, incontrammo<br />

un muro ben costruito in calce che<br />

sbarrava la strada.<br />

L’interruzione della strada verso est ci<br />

indispettì, ma subito notammo un dettaglio<br />

nuovo. La suddetta strada piegava<br />

ad angolo retto verso sud di fronte al<br />

muro in calce e per giunta era lastricata,<br />

contrariamente a tutte le strade di<br />

Cafarnao finora scoperte. Seguimmo il<br />

muro per dieci metri da nord a sud e<br />

Messaggio del Vescovo di Vittorio Veneto<br />

Vivere il Natale nella speranza<br />

ALFREDO MAGAROTTO<br />

Vescovo di Vittorio Veneto<br />

Un sito archeologico di Cafarnao<br />

«Consolate il mio popolo».<br />

È l'invito che Dio rivolge per mezzo del profeta Isaia.<br />

Come il popolo dell'antica alleanza, anche noi abbiamo bisogno di consolazione,<br />

di conforto, fiducia e coraggio.<br />

L'orizzonte nel quale quest'anno si colloca il Natale è segnato da «tenebre e<br />

ombra di morte». Ma proprio «su coloro che abitavano in terra tenebrosa,<br />

una luce rifulse».<br />

Cristo è la luce vera che illumina ogni uomo che viene in questo mondo.<br />

Egli è la consolazione attesa da secoli. In nessun altro c'è salvezza se non nel<br />

suo nome.<br />

Dobbiamo risalire a lui per trovare le vie della pace: contemplare il suo volto<br />

di vero Dio e vero uomo, riconoscerlo come l'unico Salvatore del mondo.<br />

«Gesù è l'uomo nuovo che chiama a partecipare alla sua vita divina, l'umanità<br />

redenta. Solo perché il figlio di Dio è divenuto veramente uomo, l'uomo<br />

può, in lui e attraverso di lui, divenire realmente figlio di Dio» (NMI 23).<br />

Il Natale non avrebbe senso se non ci portasse all'incontro con Cristo, all'ascolto<br />

della sua parola, all'Eucaristia, alla testimonianza della carità.<br />

Solo così potremo adempiere al compito che Dio ci affida di essere anche<br />

noi consolazione per quanti incontriamo nel nostro cammino, per ogni popolo,<br />

di ogni razza e nazione, che anela a risorgere e ci chiede solidarietà e speranza,<br />

nella luce della fede.<br />

Lo scorso 14 dicembre abbiamo accolto con pronta adesione l'invito di Giovanni<br />

Paolo II «a vivere un giorno di digiuno per implorare da Dio una pace<br />

stabile, fondata sulla giustizia».<br />

Il 24 gennaio 2002 ci uniremo allo stesso Santo Padre e ai rappresentanti<br />

delle Religioni del mondo, che si ritroveranno ad Assisi «a pregare per il superamento<br />

delle contrapposizioni e per la promozione dell'autentica pace».<br />

Mariaconsolatriceintercedaaffinchéil Natale porti a tutti gioia e speranza.<br />

tracciammo anche una porta centrale<br />

fiancheggiata da due inizi di muri. La<br />

fantasia cominciò ad accendersi: eravamo<br />

forse di fronte ad una chiesa bizantina<br />

a tre navate? Non era affatto escluso.<br />

La chiesa ottagonale bizantina infatti,<br />

costruita sulla Casa di San Pietro era<br />

primariamente un Memoriale e la numerosa<br />

comunità cristiana di Cafarnao doveva<br />

pur avere un’altra chiesa, come del<br />

resto suggeriva già il P. Orfali.<br />

Quest’anno abbiamo voluto scavare<br />

per un breve tratto l’interno di questo<br />

ambiente, fino al limite di un muro medievale<br />

che lo attraversa nella parte superiore.<br />

È in questo breve spazio che<br />

abbiamo trovato non una chiesa, ma<br />

una installazione bizantina per la produzione<br />

dell’olio. Oltrepassata la porta occidentale,<br />

scavata lo scorso anno, si<br />

scende attraverso due gradini ad un pavimento<br />

in massicciata. Proprio di fronte<br />

alla porta abbiamo trovato un grosso<br />

frantoio in basalto ben preservato che<br />

può pesare sulle tre o quattro tonnellate<br />

e con sopra una mola ancora in situ,<br />

anche se inclinata su un lato. Una seconda<br />

mola fu trovata lo scorso anno<br />

nella strada a lastroni che fiancheggia la<br />

facciata occidentale dell’ambiente e con<br />

buona probabilità fa parte del nostro<br />

frantoio. La stavano portando via ma<br />

poi la abbandonarono sulla strada. Ai lati<br />

del frantoio centrale sono comparsi<br />

due pressoi, anch’essi in basalto e ben<br />

preservati, come pure due vaschette di<br />

raccolta per l’olio. Anche le vaschette<br />

sono in basalto ma hanno la parte superiore<br />

in mattoni. Tutto mi fa pensare<br />

che l'installazione ebbe breve durata. Al<br />

di sopra dei muri cimati incontrammo<br />

uno spesso strato di ceneri e poi strutture<br />

medievali.<br />

Già si conoscevano a Cafarnao altri<br />

frantoi, come ad esempio quello scoperto<br />

da fra Vendelino agli inizi del secolo<br />

ventesimo. Nel nostro caso abbiamo una<br />

datazione ben precisa: siamo nel sesto<br />

secolo dopo Cristo. Inoltre il frantoio<br />

centrale e i pressoi laterali sono all’interno<br />

di una abitazione che speriamo di<br />

scavare al completo il prossimo anno.<br />

Durante e dopo lo scavo, il P. Stefano<br />

De Luca, responsabile della documentazione<br />

grafica, ha speso molti giorni nel<br />

redigere un catalogo di tutti i pezzi<br />

architettonici della sinagoga, riprendendo<br />

in mano un lavoro iniziato vari<br />

anni fa dal P. Eugenio Alliata. Spera di<br />

continuare la ricerca durante le feste<br />

natalizie.<br />

Il caldo proverbiale di Cafarnao non<br />

ci disturba, anche se quest’anno il termometro<br />

è salito fino a 44 gradi all’ombra<br />

(noi in compenso lavoriamo al sole).<br />

Anche i nostri cari operai cristiani di<br />

Rameh hanno lavorato davvero egregiamente.<br />

Una breve appendice di lavoro è segnalata<br />

nel mio diario fra il 5 e 10 novembre.<br />

Sono tornato a Cafarnao per<br />

restaurare il porto. Costruito dai Francescani<br />

nelle prime decadi del secolo ventesimo,<br />

fu prolungato dal P. Virgilio<br />

Corbo e dal sottoscritto negli anni 1972<br />

e 1973, quando il livello del lago era<br />

piuttosto alto. In questi lunghi anni la<br />

piattaforma subacquea su cui impostammo<br />

il molo ha subito lesioni vistose a<br />

causa delle tempeste. Ora il lago si è ritirato<br />

paurosamente di oltre venti metri<br />

dal porto che è rimasto completamente<br />

all’asciutto. È stato il momento ideale<br />

per rinforzare le fondazioni e il lavoro è<br />

stato mandato avanti con gli stessi operai<br />

di Rameh che ci aiutano negli scavi.<br />

Un grazie sincero vada agli intrepidi<br />

volontari e volontarie, alla comunità<br />

francescana di Cafarnao che ha coperto<br />

le spese dello scavo e dei restauri nonostante<br />

le ristrettezze economiche dovute<br />

alla difficile situazione del paese.<br />

STANISLAO LOFFREDA


.<br />

PAGINA<br />

5 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 23 Dicembre 2001<br />

Lettera di Giovanni Paolo II in occasione dell'Incontro interreligioso svoltosi a Bruxelles<br />

«Potremo ottenere il dono della pace<br />

solo unendo i nostri sforzi<br />

e levando all'Altissimo una preghiera costante»<br />

A mon cher Frère le Cardinal<br />

Walter KASPER<br />

PrésidentduConseil pontifical<br />

pour la Promotion de l’unité<br />

des Chrétiens<br />

J’ai appris que Sa Sainteté<br />

le Patriarche œcuménique<br />

Bartholomaios I er a pris l’initiativede<br />

convoquer à Bruxelles,<br />

les 19 et 20 décembre<br />

2001, une rencontre interreligieuse<br />

sur le thème La Paix<br />

de Dieu dans le monde. Cette<br />

initiative, qui bénéficie aussi<br />

de l’appui du Président de la<br />

Commission européenne, le<br />

Professeur Romano Prodi,<br />

veut être un encouragement<br />

à la coexistence pacifique et à<br />

la collaboration entre les<br />

grandes religions monothéistes<br />

au niveau de l’Europe.<br />

Je forme des vœux chaleureux<br />

pour cette rencontre,<br />

vous confiant le soin de transmettre<br />

mes salutations fraternelles<br />

à Sa Sainteté le Patriarche<br />

œcuménique et à tous les<br />

participants, et surtout de les<br />

assurer de ma prière fervente,<br />

par laquelle j’implore le<br />

Tout-Puissant d’accepter ce<br />

témoignage de bonne volonté<br />

et de nous accorder des forces<br />

toujours nouvelles dans la<br />

recherche de la paix.<br />

Mon souhait est surtout<br />

que la rencontre de Bruxelles<br />

puisse susciter des réflexions<br />

et des actions sereines pour<br />

favoriser «un renouveau général<br />

dans le cœur des personnes<br />

et dans les relations entre<br />

les peuples de la terre» (Message<br />

pour la célébration de<br />

la Journée mondiale de la<br />

Paix 2002, n. 10).<br />

Tout en demeurant fortement<br />

peiné par les circonstances<br />

tragiques qui ont profondément<br />

affecté les personnes<br />

et les peuples, et qui ternissent<br />

actuellement la scène<br />

du monde, je reste animé par<br />

une grande espérance. C’est<br />

pourquoi j’ai voulu encore<br />

une fois faire appel aux responsables<br />

des différentes religions,<br />

leur demandant de<br />

s’unir à moi le 24 janvier prochain<br />

à Assise, pour implorer<br />

la paix. Je m’associe donc de<br />

tout cœur à Sa Sainteté le Patriarche<br />

œcuménique et à<br />

tous les illustres représentants<br />

réunis à Bruxelles pour la<br />

rencontre La Paix de Dieu<br />

dans le monde. Nous ne<br />

pourrons obtenir le don de la<br />

paix qu’en associant nos efforts<br />

et en faisant monter<br />

vers le Très-Haut une prière<br />

continue. Nous ne pourrons<br />

faire advenir la paix et faire<br />

resplendir la nature sacrée de<br />

l’homme et sa dignité que<br />

Dai versi di un detenuto di Rebibbia un invito alla speranza<br />

«Nel grigiore della dura realtà<br />

solo la fede mi è di conforto»<br />

Anche nella solitudine di un carcere si<br />

può incontrare una Presenza che ridà fiducia.<br />

Anche laddove regnano sofferenza<br />

e angoscia si può trovare una Speranza<br />

che redime. Questa Presenza,<br />

questa Speranza è Cristo. Cristo che si<br />

fa «detenuto» fra i detenuti. «Ero carcerato<br />

e siete venuti a trovarmi...» si legge<br />

nel Vangelo di Matteo.<br />

Chissà quanti di questi «incontri» avvengono<br />

nel nascosto delle quattro mura<br />

di una cella. «Incontri» che cambiano<br />

una vita. Che trasformano un cuore.<br />

Che liberano dalle catene e dalle schiavitù<br />

interiori, anche se non possono mutare<br />

le condizioni fisiche di chi sperimenta<br />

la dolorosa esperienza della detenzione.<br />

«Lo Spirito del Signore — è il passo di<br />

Isaia che Gesù legge nella sinagoga di<br />

Nazareth — mi ha mandato per proclamare<br />

ai prigionieri la liberazione...; per<br />

rimettere in libertà gli oppressi, e predicare<br />

un anno di grazia del Signore».<br />

Non è stato forse questo il significato<br />

profondo dell'esperienza giubilare vissuta<br />

dalla Chiesa durante il 2000? E non è<br />

forse questo il messaggio «provocante»<br />

scaturito con particolare forza dal Giubileo<br />

delle Carceri, celebrato da Giovanni<br />

Paolo II a «Regina Caeli» il 9 luglio dell'Anno<br />

Santo?<br />

Capita talvolta, magari per caso, di<br />

aprire un piccolo spiraglio nelle ferree<br />

grate di un carcere. Uno spiraglio di vita,<br />

di interiorità, di fede. Come quello<br />

che spesso lasciano intravedere le lettere<br />

inviate al nostro Giornale da Luca D'Onofrio.<br />

Luca è un lettore assiduo dell'«Osservatore».<br />

Lo riceve periodicamente.<br />

Ne fa oggetto di riflessione con i colleghi.<br />

Ci scrive spesso per ringraziarci, o<br />

anche solo per raccontarci qualcosa di<br />

sé, della sua vita.<br />

Luca «abita» nel carcere romano di<br />

Rebibbia. È detenuto nel reparto G8,<br />

dove opera una religiosa di nome Suor<br />

Ancilla. «Una piccola suora ma grande<br />

di cuore» ce l'ha descritta lo stesso Luca.<br />

Un'apostola di carità e di amore per<br />

Si è tenuto a Bruxelles, presso la sede dell'Unione Europea, un incontro<br />

esteso alle grandi religioni monoteiste a livello dell'Europa, organizzato sotto<br />

gli auspici del Patriarca ecumenico, Sua Santità Bartolomeo I e del Presidente<br />

della Commissione Europea, Sig. Romano Prodi. L'incontro è stato<br />

dedicato al tema: «The Peace of God in the World». Aderendo ad un invito<br />

di Bartolomeo I, sono stati presenti a Bruxelles i Cardinali Walter Kasper e<br />

Francis Arinze, rispettivamente Presidenti dei Pontifici Consigli per la Promozione<br />

dell'Unità dei Cristiani, e per il Dialogo Interreligioso. Il Cardinale<br />

Walter Kasper ha pronunciato uno dei discorsi di apertura dell'incontro; il<br />

Cardinale Francis Arinze ha diretto una tavola rotonda durante i lavori della<br />

riunione. Alla riunione di Bruxelles sono stati anche presenti rappresentanti<br />

del Consiglio delle Conferenze Episcopali dell'Europa (CCEE) e della<br />

COM.E.C (Commissione dell'Episcopato della Comunità Europea), oltre ad altri<br />

esperti cattolici invitati ad personam.<br />

Sua Santità Papa Giovanni Paolo II ha indirizzato al Cardinale Walter<br />

Kasper una Lettera, nella quale ha espresso al Patriarca Ecumenico, Sua<br />

Santità Bartolomeo I, il Suo apprezzamento per l'iniziativa ed ha offerto i<br />

Suoi auguri per il buon esito dell'incontro.<br />

tanti uomini tentati dalla disperazione,<br />

dal pessimismo, dalla sfiducia.<br />

Grazie a lei molti detenuti hanno fatto<br />

esperienza di quell'«incontro» che restituisce<br />

la speranza. Che riaccende la<br />

gioia di vivere. Lo deve probabilmente a<br />

lei anche Antonio Sica, un compagno di<br />

detenzione di Luca. Ha scritto una poesia.<br />

Breve, semplice, intensa. Uno «spiraglio»<br />

di luce in un'anima ferita dalla<br />

colpa e dal rimorso. Luca ce l'ha trascritta<br />

nella sua ultima lettera.<br />

«Cala la nebbia sul cortile, / torniamo<br />

in cella con passo lento. / Sembriamo<br />

pecore dirette all'ovile /l'animo<br />

vuoto, lo sguardo spento. / Ma, vedendo<br />

chetuttova storto, / nel grigiore delladurarealtà,/sololafede<br />

mi è di conforto,<br />

/ ne sono certo: Dio mi aiuterà».<br />

Siamo prossimi al Natale. Una festa<br />

che il mondo ha trasformato sempre più<br />

nella vorticosa e affannata rincorsa all'«avere».<br />

Nella ricerca di una gioia esteriore,<br />

vuota, disperata. Così il grido di<br />

speranza di Antonio risuona per tutti come<br />

una «lezione». Parla con l'eloquenza<br />

umile della fede. Con l'evidenza disarmante<br />

della verità. Il 25 dicembre Antonio<br />

non farà pranzi sfarzosi, non avrà<br />

grandi regali. Il suo regalo più bello l'ha<br />

già avuto: è quell'«incontro» che ha<br />

cambiato la sua esistenza. E non c'è miglior<br />

commento delle parole del suo<br />

compagno Luca. «Anche nel luogo del<br />

dolore, dove ci troviamo — scrive nella<br />

lettera — c'è un cuore che batte e ci dà<br />

la speranza di poter abbracciare i nostri<br />

famigliari e di inserirci nella società<br />

nella quale un tempo vivevamo. I<br />

suoi versi trattano la pura verità e, per<br />

chi legge, sono il riscontro dell'impegno<br />

nell'elevarsi moralmente e spiritualmente».<br />

«Vale la pena — conclude — di<br />

farli conoscere ai nostri lettori perché<br />

avvertano il senso delle sofferenze altrui».<br />

Un Natale di riconciliazione e di<br />

pace: è l'augurio che dalla piccola cella<br />

di un carcere sembra riecheggiare fino<br />

ai confini del mondo con la forza dirompente<br />

della speranza cristiana. (f.m.v.)<br />

«Cari giovani, vi scrivo guardando al<br />

Natale». Con queste parole inizia la lettera<br />

natalizia che l’Arcivescovo di Chieti-Vasto,<br />

Mons. Edoardo Menichelli, ha scritto<br />

in questi giorni ai giovani della diocesi.<br />

Sette pagine per un colloquio appassionato<br />

ed intenso, per soffermarsi sul valore<br />

della vita ed indicare ai ragazzi un itinerario<br />

di pace che nasca dalla partecipazione<br />

attiva agli avvenimenti che si intrec-<br />

L'Arcivescovo di Chieti ai giovani: «Vi scrivo guardando al Natale»<br />

par le recours au pardon réciproque<br />

et par notre volonté<br />

d’instaurer la justice.<br />

En me réjouissant, Monsieur<br />

le Cardinal, de votre<br />

présence et de celle de son<br />

Eminence le Cardinal Francis<br />

Arinze, à la rencontre convoquée<br />

à Bruxelles par mon<br />

Frère, Sa Sainteté Bartholomaios<br />

I er , je suis convaincu<br />

que cette participation de<br />

l’Eglise catholique et des autres<br />

chefs religieux sera une<br />

occasion de dire au monde<br />

que nous souhaitons tous être<br />

dociles au Tout-Puissant pour<br />

lui permettre de faire de nous<br />

des artisans de paix.<br />

Du Vatican, le 17 décembre<br />

2001.<br />

Ecco una nostra traduzione della Lettera<br />

del Santo Padre:<br />

Al mio caro Fratello il Cardinale<br />

WALTER KASPER<br />

Presidente del Pontificio Consiglio<br />

per la Promozione<br />

dell'Unità dei Cristiani<br />

Ho appreso che Sua Santità il<br />

Patriarca ecumenico Bartolomeo I<br />

ha preso l'iniziativa di convocare a<br />

Bruxelles, il 19 e il 20 dicembre<br />

2001, un incontro interreligioso sul<br />

tema La Pace di Dio nel mondo.<br />

Questa iniziativa, che beneficia an-<br />

Il 14 agosto 1977, vigilia della solennità<br />

dell'Assunta, nasce a Milazzo (Messina)<br />

Francesco Salmeri. Quando comincia<br />

a frequentare la scuola, rivela buone<br />

doti: facili ad affezionarsi ai compagni e<br />

agli insegnanti, dai quali è riamato. Ha<br />

solo sette anni, quando, andando in parrocchia,<br />

è affascinato dalla celebrazione<br />

del Santo Sacrificio della Messa e chiede<br />

di imparare a servirla.<br />

Per quattro anni, studia il catechismo,<br />

legge il Vangelo, ascolta le istruzioni del<br />

suo parroco per prepararsi alla prima<br />

Comunione. Tra lui e Gesù è già iniziato<br />

un rapporto fatto di preghiera e di premure<br />

per gli altri. È chierichetto all'altare,<br />

assiduo e attento.<br />

Il 1988 è il centenario della morte di<br />

s. Giovanni Bosco. In parrocchia, questo<br />

evento è festeggiato con solennità e<br />

partecipazione. Francesco ha undici anni<br />

e rimane conquistato dal santo della<br />

gioventù e dal suo allievo santo, Domenico<br />

Savio. Vuol conoscere a fondo la<br />

loro vita e fa il proposito di imitarli.<br />

Ricorre anche l'anno mariano 1987-<br />

'88, voluto da Giovanni Paolo II: Francescoscopre<br />

che cosa opera la Madonna<br />

quando entra nella vita di un cristiano.<br />

Il 4 settembre 1988, festa patronale<br />

della sua parrocchia, riceve per la prima<br />

volta Gesù Eucaristico. Gli offre un proposito<br />

solo, lo stesso che fu di s. Domenico<br />

Savio: «la morte ma non peccati».<br />

Non sono solo belle parole; si impegna a<br />

viverlo con la preghiera, la Confessione<br />

frequente, la Comunione eucaristica che<br />

prestodiventaquotidiana.Diffondeattorno<br />

a sé gioia e pace, con il suo sorriso.<br />

Il 25 aprile 1990, partecipa in Seminario<br />

a una festa dei chierici. Ha un'«esperienza<br />

particolare», che annota: «Questo<br />

Amore di Gesù... il 25 aprile mi inebriò<br />

tutto. Sì, Gesù, ero completamente<br />

“pazzo di Te”. Da quel giorno, quante<br />

cose sono cambiate, in bene e in male.<br />

Però quello che conta di più è che io so-<br />

ciano nei nostri giorni. «Davanti al mistero<br />

di Dio che si fa uomo per salvarci e per<br />

donarci la parola di verità — spiega il<br />

Presule — vi affido qualche pensiero pregando<br />

che esso vi aiuti a “decodificare”<br />

la matassa dura della vita, della convivenza<br />

sociale e del futuro». L’invito, naturalmente,<br />

è quello di amare la vita, difendendola<br />

dalle offese e dalle violazioni che<br />

essa subisce: «Sappiate — continua —<br />

che del sostegno del Presidente della<br />

Commissione Europea, il Professor<br />

Romano Prodi, vuole essere un<br />

incoraggiamento alla coesistenza<br />

pacifica e alla collaborazione fra le<br />

grandi religioni monoteiste a livello<br />

europeo.<br />

Formulo fervidi voti per questo<br />

incontro e le affido il compito di<br />

trasmettere i miei saluti fraterni a<br />

Sua Santità il Patriarca ecumenico<br />

e a tutti i partecipanti, e soprattutto<br />

di assicurarli della mia fervente<br />

preghiera, con la quale imploro<br />

l'Onnipotente di accettare questa<br />

testimonianza di buona volontà e<br />

di concederci forze sempre nuove<br />

nella ricerca della pace.<br />

Auspico in particolare che l'incontro<br />

di Bruxelles possa suscitare<br />

riflessioni e azioni serene per favorire<br />

«un generale rinnovamento,<br />

nei cuori delle persone e nelle relazioni<br />

tra i popoli della terra» (Messaggio<br />

perlacelebrazione della GiornataMondialedellaPace2002,n.10).<br />

Pur restando profondamente addolorato<br />

per le circostanze tragiche<br />

che hanno profondamente colpito<br />

le persone e i popoli, e che offuscano<br />

attualmente la scena del mondo,<br />

continuo ad essere animato da<br />

una grande speranza. Per questo<br />

ho voluto ancora una volta fare appello<br />

ai responsabili delle diverse<br />

religioni, chiedendo loro di unirsi a<br />

me il 24 gennaio prossimo ad Assisi,<br />

per implorare la pace. Mi unisco<br />

quindi di tutto cuore a Sua<br />

Santità il Patriarca ecumenico e a<br />

tutti gli illustri rappresentanti riuniti<br />

a Bruxelles per l'incontro La<br />

Pace di Dio nel mondo. Potremo ottenere<br />

il dono della pace solo unendo<br />

i nostri sforzi e levando all'Altissimo<br />

una preghiera costante. Potremo<br />

far giungere la pace e far risplendere<br />

la natura sacra dell'uomo<br />

e la sua dignità solo ricorrendo<br />

alperdonoreciprocoe con la nostra<br />

volontà di instaurare la giustizia.<br />

Rallegrandomi, Signor Cardinale,<br />

della sua presenza e di quella di<br />

Sua Eminenza il Cardinale Francis<br />

Arinze all'incontro indetto a Bruxelles<br />

dal mio Fratello, Sua Santità<br />

Bartolomeo I, sono convinto che<br />

questa partecipazione della Chiesa<br />

cattolica e degli altri capi religiosi<br />

sarà un'occasione per dire al mondo<br />

che desideriamo essere tutti docili<br />

all'Onnipotente per permetter-<br />

Gli di fare di noi artefici di pace.<br />

Dal Vaticano, 17 dicembre 2001<br />

GIOVANNI PAOLO II<br />

no sempre innamorato di Te». Offre a<br />

Dio un altro proposito: «E adesso questo<br />

Amore, elargitomi gratuitamente, io lo<br />

voglio donare a tutti i ragazzi. Sì, assieme<br />

a don Bosco, io prometto di salvare<br />

tante anime, a cominciare dalla mia, sino<br />

alla fine, così da raggiungere il Paradiso».<br />

Sente che il Signore forse lo chiama a<br />

diventare sacerdote e si fa attento alla<br />

sua voce. Studente di scuola media, si<br />

distingue tra i compagni per la sua fede<br />

intensa, vissuta, testimoniata. Il 19 maggio<br />

1991, a 14 anni, Francesco riceve la<br />

Cresima e si apre all'azione dello Spirito<br />

Santo. Si assume l'impegno di assomigliare<br />

sempre di più al Signore Gesù. Si<br />

domanda spesso: «Che cosa farebbe Lui<br />

al mio posto?».<br />

Tra le sue note personali, segna impegni<br />

e riflessioni ardenti: «Voglio vivere<br />

in umiltà, carità e castità. E poi, in penitenza,<br />

con tanta fede, speranza, amore,<br />

misericordia e gioia. In poche parole:<br />

con Gesù, per Gesù e in Gesù». E ancora:<br />

«È maggio, il mese della Madonna:<br />

che la vita è indisponibile: non è possesso<br />

di nessuno. Nessuno può alterarla, manipolarla,<br />

usarla, sfruttarla, ucciderla.<br />

Nessuno può dire: “La vita è mia”. La vita<br />

è un affido temporaneo, un personale dono<br />

da restituire fruttificato. Quel Bambino<br />

vi faccia grazia di “capire” la vita e di<br />

“alzare la voce” a sua difesa, contro tanti<br />

che la vorrebbero gestire a proprio piacimento<br />

ed interesse». Un forte richiamo,<br />

le chiedo di poter giungere alla vetta<br />

della santità».<br />

Dopo la licenza media, vorrebbe entrare<br />

in Seminario, ma consigliato di attendere<br />

qualche anno, si iscrive al liceo<br />

linguistico di Messina. Le sue giornate si<br />

riempiono di studio e di impegni. Francesco<br />

progetta la sua vita come un vero<br />

giovane cattolico, anzi come un consacrato<br />

nel mondo, e vive con la tensione<br />

di chi scala una vetta altissima.<br />

Inizia la giornata con la preghiera delle<br />

Lodi e continua con l'Ora media e i<br />

Vespri. Alla sera, partecipa sempre alla<br />

Santa Messa con la Comunione. Completa<br />

la sua giornata con il Rosario alla<br />

Madonna e luminose letture-meditazioni<br />

per approfondire la fede e alimentare il<br />

suo colloquio con Gesù.<br />

È un ragazzo allegro e simpatico, con<br />

il qualesista volentieri: ama giocare con<br />

gli amici, scherzare e farsi voler bene.<br />

«Ancora non so — scrive — che cosa<br />

il Signore ha preparato per me: cioè o<br />

la morte in giovane età, come Domenico<br />

Savio; oppure una vita faticosa e dura,<br />

vissuta per la salvezza delle anime.<br />

Qualunque sia la tua volontà, Signore,<br />

io l'accetterò. Solo mi preoccuperò di<br />

vivere puntando alla perfezione, poiché<br />

se la morte venisse da un momento all'altro,<br />

io non dovrei preoccuparmi di<br />

nulla, ma solo attendermi la gloria celeste».<br />

L'8 maggio 1992, offre a Dio un vero<br />

regolamento di vita, che seguirà con fedeltà<br />

piena: «Mi sono consacrato per<br />

tutta la vita a Maria e le ho chiesto di<br />

aiutarmi a farmi santo. Ho fatto anche<br />

alcuni propositi: 1) mantenermi sempre<br />

allegro: ciò che turba l'anima non viene<br />

da Dio; 2) studiare e pregare con impegno:<br />

attenzione a scuola, fare tutto non<br />

per ambizione, ma per amore al Signore<br />

Gesù; 3) aiutare gli altri, anche quando<br />

mi costa sacrificio; 4) vedere in tutti il<br />

volto di Cristo; 5) amare ogni creatura<br />

quello dell’Arcivescovo, a vivere con consapevolezza<br />

e responsabilità i propri giorni<br />

con il senso della meraviglia e della<br />

solidarietà. «Guardate con libertà interiore<br />

— aggiunge Mons. Menichelli — il mondo<br />

che cambia; non girate altrove lo sguardo<br />

quando prendete coscienza di popolazioni<br />

che cercano alloggi di dignità... Oggi, le<br />

frontiere non sono più geografiche ma sociali».<br />

(agnese pellegrini)<br />

In occasione del 50° di sacerdozio<br />

Lettera del Papa<br />

al Cardinale Pompedda<br />

In occasione del cinquantesimo di<br />

sacerdozio, Giovanni Paolo II ha inviato<br />

una Lettera al Cardinale Mario Francesco<br />

Pompedda, Prefetto del Supremo<br />

Tribunale della Segnatura Apostolica.<br />

Ecco il testo della Lettera:<br />

Venerabili Fratri Nostro<br />

MARIO FRANCISCO S.R.E.<br />

CARDINALI POMPEDDA<br />

Supremi Tribunalis<br />

Signaturae Apostolicae<br />

Praefecto<br />

Natalicium hoc anno tempus<br />

inusitata tibi, Venerabilis<br />

Frater Noster, et gaudia importabit<br />

et solacia maioremque<br />

simul inter Ecclesiae pastores<br />

tibi addet honorem iucundissimam<br />

propter curriculi<br />

tui memoriam atque operae<br />

sacrae tuae commemorationem<br />

praeclaram.<br />

Libentissimus profecto die<br />

vicesimo tertio mensis Decembris<br />

ad Petriana Apostolorum<br />

limina recurres, ubi videlicet<br />

quinquaginta abhinc annos<br />

tuum de Pastoris Divini<br />

consilinatum estsacerdotium,<br />

unde fructuosum sane tuum<br />

pro Ecclesia multiplexque ministerium<br />

est exortum.<br />

Qui autem fervidas hasce<br />

tibi inscribere studemus Litteras,tecumquidem<br />

memorabili<br />

tuo die gratulanti vehementer<br />

animoaderimus,sicutet hodie<br />

tibi hunc gratulamur, sane<br />

eventum tecumque Auctori<br />

omnium gratiarum tot industriae<br />

longinquae tuae merita<br />

adsignamusutpotequite inter<br />

clerum Romanum Sedisque<br />

Apostolicae administrosoperari<br />

laudabiliter voluerit et uni-<br />

versae simul per terras communitati<br />

ecclesiali prodesse.<br />

Idcirco censuimus temet ipsum<br />

prius sex annos praesidere<br />

Sacrae Romanae Decanum<br />

Rotae ac dein hucusque Supremo<br />

Tribunali Signaturae<br />

Apostolicae praeesse necnon<br />

Collegio iudicum ultimae appellationis<br />

in Statu Vaticanae<br />

Civitatis. Ea de causa etiam<br />

Nostris impositis manibus episcopalem<br />

tibi impertivimus<br />

tres ante annos ordinem, propalam<br />

tam studia tua quam<br />

opera frugifera ac magisteria<br />

agnoscentes, deinceps immo<br />

in Sacrum Cardinalium hoc<br />

anno Collegium suscepimus.<br />

Sacerdotalis ideo ordinationis<br />

tuae celebritas veluti cumulum<br />

his tuis laudibus<br />

adiunget quarum Nos cum<br />

tot aliis amicis sociisque tuis<br />

cupimus omnino esse participes.<br />

Communi etiam prece<br />

divinum operariorum bonorum<br />

obsecramus remuneratorem<br />

tibi, Venerabilis Frater<br />

Noster, laetificum maxime ut<br />

concedat diem consolationum<br />

lectissimarum plenum. Haec<br />

insuper commemoratio sacerdotii<br />

tui exordiorum utinam<br />

incitamento tibi evadat publicum<br />

ad tuum pro Christo et<br />

Ecclesia ministerium usque<br />

prosperandum.<br />

Accipe igitur Nostris de<br />

manibus fraternam salutationem<br />

ac studiosam hanc gratulationem<br />

de presbyteratus<br />

tui aureo iubileo. Suscipe pariter<br />

Benedictionem particularem<br />

Apostolicam Nostram uti<br />

permagnae Nostrae aestimationis<br />

testimonium novum.<br />

Esto semper tibi in vinea Domini<br />

Apostolorum Regina<br />

praesens benevola adiutrix.<br />

Ex Aedibus Vaticanis, die<br />

VI mensis Decembris, anno<br />

MMI, Pontificatus Nostri vicesimo<br />

quarto.<br />

È morto a sedici anni facendo suo il proposito di san Domenico Savio: «La morte, ma non peccati»<br />

Francesco Salmeri: un ragazzo dei nostri tempi<br />

che ha donato a Cristo la sua giovane esistenza<br />

di Dio ... salvarla sempre, anche se in<br />

cambio dovrò essere punito io; 6) morire,<br />

ma non peccare. Soprattutto non cadere<br />

mai in peccato contro la castità.<br />

Per realizzare questo, devo accostarmi<br />

con frequenza alla Confessione e alla<br />

Comunione, pregare e non stare mai in<br />

ozio. Tutto questo insieme con Gesù e<br />

Maria».<br />

Vive così, Francesco Salmeri, nei suoi<br />

15 anni di età, irradiando Dio.<br />

Il 5 aprile 1993, Lunedì Santo, in<br />

chiesa è esposto il Santissimo Sacramento.<br />

Francesco, preparandosi a rivivere la<br />

Passione, Morte e Risurrezione di Gesù,<br />

passa lungo tempo in adorazione davanti<br />

a Lui e gli offre la vita: «O Dio, ascolta<br />

la mia preghiera; preferisco morire in<br />

questo stesso istante ed essere vicino a<br />

Te, piuttosto che vivere mille anni lontano<br />

da Te».<br />

La Pasqua del 1993 gli porta un aumento<br />

di luce e di amore, quasi che<br />

avesse la visione profetica di quanto sta<br />

per accadergli: «Adesso sono pienamente<br />

convinto che Dio, nel suo immenso<br />

amore per me, mi farà morire, ma non<br />

peccare. Oppure diventerò sacerdote».<br />

Sabato 15 maggio 1993. Francesco è<br />

in auto con la mamma e sta per arrivare<br />

a Milazzo. È lieto e sorridente come<br />

al solito. Ma l'auto capitombola paurosamente<br />

e Francesco muore con il corpo<br />

straziato, e con lui muore anche la<br />

sua mamma che era alla guida.<br />

Il funerale celebrato in Duomo, è un<br />

devoto omaggio a questo ragazzo eccezionale,<br />

vissuto solo per Gesù Cristo,<br />

per amarlo e farlo amare, a sedici anni<br />

non ancora compiuti. Pochi giorni prima<br />

aveva scritto: «Tutta l'eternità non<br />

mi basterà per renderti grazie per tutto<br />

ciò che Tu, Gesù, hai fatto e continuerai<br />

a fare per me. Grazie di tutto cuore. Gesù,<br />

io ti amo».<br />

PAOLO RISSO


.<br />

“<br />

PAGINA<br />

6/7 .<br />

I discepoli di Cristo, Principe della pace,<br />

sono chiamati a proclamare con costanza<br />

che ogni forma di violenza terroristica<br />

disonora la santità di Dio<br />

e la dignità dell’uomo e che la religione<br />

non può diventare mai motivo di aggressione<br />

bellica, di odio e di sopraffazione<br />

-<br />

“<br />

”<br />

Il prossimo 24 gennaio ci rivolgeremo<br />

ancora una volta a Colui che, solo, è capace<br />

di abbattere i muri di inimicizia<br />

che separano gli uomini: nella città<br />

di San Francesco i rappresentanti<br />

delle religioni eleveranno la loro preghiera<br />

per la promozione dell’autentica pace<br />

-<br />

”<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 23 Dicembre 2001<br />

«Rinnovo il mio pressante invito a tutti gli uomini di<br />

buona volontà a non lesinare gli sforzi per trovare soluzioni<br />

eque ai molteplici conflitti che travagliano il mondo<br />

e per assicurare a tutti un presente e un futuro di pace».<br />

Lo ha detto Giovanni Paolo II nel discorso rivolto ai Cardinali,<br />

alla Famiglia Pontificia e alla Curia Romana, ricevuti<br />

in udienza nella mattina di sabato 22 dicembre, in<br />

occasione della presentazione degli auguri natalizi. Pubblichiamo<br />

qui di seguito il testo del discorso pronunciato<br />

dal Santo Padre:<br />

1.Prope est iam Dominus. Venite,<br />

adoremus!<br />

Con queste parole della Liturgia di Avvento<br />

vi accolgo e vi saluto cordialmente,<br />

Signori Cardinali, venerati Fratelli nell’Episcopato<br />

e nel Sacerdozio, religiosi e laici<br />

che fate parte della Curia Romana e<br />

del Vicariato di Roma. Ringrazio il caro<br />

Cardinale Decano, Bernardin Gantin, per<br />

i sentimenti augurali che ha espresso a<br />

nome vostro, e a tutti dico la mia gioia di<br />

ritrovarmi con voi per questo tradizionale<br />

appuntamento di famiglia. È un incontro<br />

che esprime bene il senso di profonda comunione<br />

col Successore di Pietro che anima<br />

e sostieneilvostrolavoro.Vi sono grato<br />

per la devozione che nutrite verso la<br />

Sede Apostolica e per l’impegno generoso<br />

con cui partecipate ogni giorno, in modi<br />

diversi, alla mia sollecitudine nell’adempimento<br />

del ministerium petrinum che mi<br />

è stato affidato. A tutti grazie di cuore!<br />

Nel volto<br />

del Bimbo di Betlemme<br />

rifulge la tenerezza di Dio<br />

Il Natale del Signore è vicino. Venite,<br />

adoriamo! È con stupore sempre nuovo<br />

che ci accostiamo al mistero della nascita<br />

di Cristo, nel cui volto umano rifulge la<br />

tenerezza di Dio. Sì, Dio ci ama davvero!<br />

Non si è dimenticato degli uomini, abbandonandoli<br />

all’impotenza e alla solitudine,<br />

ma ha mandato il suo Figlio a rivestire<br />

la loro carne mortale per sottrarli al<br />

vuoto del peccato e della disperazione.<br />

«A quanti lo hanno accolto, ha dato<br />

potere di diventare figli di Dio», ci dice<br />

l’apostolo Giovanni (Gv 1, 12). In Gesù di<br />

Nazareth, Egli ci dona la sua stessa vita.<br />

Ci rende «figli nel Figlio», mettendoci a<br />

parte della sua intimità trinitaria e rendendoci<br />

fratelli tra di noi. Il Natale è il<br />

terreno sicuro e sempre fecondo, su cui<br />

germoglia la speranza dell’umanità. Contemplare<br />

il Bimbo di Betlemme significa<br />

sperare nell’avvento di un’umanità nuova,<br />

ricreata a sua immagine, vittoriosa<br />

sul peccato e sulla morte; significa credere<br />

che, nella nostra storia segnata da tante<br />

sofferenze, l’ultima parola apparterrà alla<br />

vita e all’amore. Dio ha posto la sua<br />

tenda tra di noi, per aprirci il cammino<br />

verso la sua dimora eterna.<br />

Desidero nuovamente lodare<br />

Dio per le innumerevoli<br />

grazie del Grande Giubileo<br />

dell'Anno 2000<br />

2.È con questa «cifra» di eternità che<br />

vogliamo leggere la storia e riandare —<br />

com’è consuetudine in questo nostro incontro<br />

annuale — ai principali eventi che<br />

hanno segnato i dodici mesi passati: lo<br />

faccio volentieri insieme con voi, miei apprezzati<br />

collaboratori, in atteggiamento di<br />

gratitudine al Dio della vita, che tiene<br />

nelle sue mani le opere e i giorni degli esseri<br />

umani.<br />

Ricordo innanzitutto con quale intima<br />

commozione la mattina dell’Epifania ho<br />

apposto la firma alla Lettera apostolica<br />

Novo Millennio ineunte. Desidero nuovamente<br />

lodare Dio, fonte di ogni bene, per<br />

le innumerevoli grazie che il Grande Giubileo<br />

dell’Anno 2000 ha arrecato alla comunità<br />

cristiana e per il rinnovato slancio<br />

apostolico scaturito nelle diverse Chiese<br />

locali dalla celebrazione del bimillenario<br />

della nascita di Cristo. «Duc in altum!»<br />

(Lc 5, 4). Ancora una volta «questa<br />

parola risuona oggi per noi, e ci invita a<br />

fare memoria grata del passato, a vivere<br />

con passione il presente, ad aprirci con<br />

fiducia al futuro: Gesù Cristo è lo stesso,<br />

ieri, oggi e sempre!» (Novo Millennio<br />

ineunte, 1). Agli inizi del nuovo millennio<br />

tutta la Chiesa, ripartendo da Cristo, sostenuta<br />

dall’amore del Padre e confortata<br />

dal dono inesauribile dello Spirito, si pone<br />

con umiltà al servizio del mondo e<br />

con la testimonianza della vita e delle<br />

opere intende offrirgli la sua unica ricchezza:<br />

Cristo Signore, Salvatore e Redentore<br />

dell’uomo (cfr At 3, 6).<br />

Nell'udienza alla Curia Romana per la presentazione degli auguri natalizi, il Papa «rilegge» i principali eventi del 2001 e riafferma<br />

il costante impegno di tutta la Chiesa per formare un'umanità amante della vita e protesa verso traguardi di giustizia e di solidarietà<br />

Il pressante invito del Papa<br />

agli uomini di buona volontà:<br />

assicurare a tutti un presente<br />

e un futuro di pace<br />

Gli incontri con i Vescovi<br />

delle diverse Nazioni:<br />

un'esperienza di preghiera,<br />

di lavoro, di ricerca comune<br />

e di condivisione fraterna<br />

3.Tale missione è affidata in particolare<br />

a quanti, come successori degli Apostoli,<br />

sono chiamati e mandati a pascere<br />

il gregge di Dio (cfr 1 Pt 5, 2). In questa<br />

prospettiva, il mio pensiero va innanzitutto<br />

ai Vescovi delle diverse Nazioni, che<br />

ho avuto la gioia di accogliere nei mesi<br />

scorsi durante le visite ad Limina Apostolorum.<br />

Penso poi ai numerosi Presuli che<br />

hanno vissuto insieme con me nel mese<br />

di ottobre l’esperienza della X Assemblea<br />

Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, sul tema:<br />

«Il Vescovo servitore del Vangelo di<br />

Cristo per la speranza del mondo». Il 22<br />

novembre, inoltre, ho reso pubblica l’Esortazione<br />

Apostolica Ecclesia in Oceania,<br />

nella quale ho raccolto le conclusioni dell’Assemblea<br />

Speciale del Sinodo dei Vescovi,<br />

celebrata nel 1998, su problemi e prospettive<br />

di quel grande continente. Non<br />

posso, infine, non ricordare il Concistoro<br />

del mese di febbraio, nel quale numerosi<br />

Vescovi e alcuniSacerdotisono stati chiamati<br />

a far parte del Collegio Cardinalizio,<br />

che si è poi riunito a Roma nel mese di<br />

maggio per il Concistoro Straordinario.<br />

Questi incontri — caratterizzati dalla<br />

preghiera, dal lavoro, dalla ricerca comune<br />

e dalla condivisione fraterna — ci<br />

hanno aiutato a cercare le strade sulle<br />

quali la Chiesa si deve incamminare per<br />

annunciare Cristo nel nostro tempo ed essere<br />

così sempre più sale della terra e luce<br />

del mondo (cfr Mt 5, 13), affinché l’umanità<br />

intera «ascoltando creda, credendo<br />

speri, sperando ami» (Dei Verbum, 1).<br />

AdAtene, Damasco e Malta<br />

ho portato a compimento<br />

il «pellegrinaggio giubilare»<br />

nei luoghi legati<br />

alla Storia della Salvezza<br />

4.Il Signore mi ha concesso di portare<br />

a compimento il «pellegrinaggio giubilare»<br />

nei luoghi legati alla Storia della Sal-<br />

vezza: mi sono potuto infatti recare sulle<br />

orme di san Paolo ad Atene, Damasco e<br />

Malta per fare memoria dell’avventura<br />

umana e spirituale dell’Apostolo delle<br />

genti e della sua dedizione senza riserve<br />

alla causa di Cristo.<br />

A Damasco, nella Moschea<br />

degli Omayyadi, ho<br />

manifestato il rispetto che la<br />

Chiesa Cattolica nutre verso<br />

l'Islam, pur nel chiaro<br />

riconoscimento delle<br />

differenze<br />

In ogni Paese ho incontrato con gioia<br />

le comunità cattoliche dei diversi Riti ed<br />

ho voluto anche rendere visita ai Patriarchi<br />

e Arcivescovi delle venerabili Chiese<br />

Ortodosse d’Oriente, alle quali ci lega la<br />

professione della fede in Cristo unico Signore<br />

e Salvatore. Con essi ho potuto<br />

esprimere nuovamente l’anelito verso la<br />

piena unità di tutti i credenti in Cristo,<br />

rinnovando l’impegno a lavorare, perché<br />

si affretti il giorno della comunione anche<br />

visibile tra Oriente ed Occidente cristiani.<br />

A Damasco, inoltre, ho visitato la<br />

Moschea degli Omayyadi, che conserva il<br />

monumento a Giovanni il Battista, Precursore<br />

del Signore, manifestando così,<br />

pur nel chiaro riconoscimento delle differenze,<br />

il rispetto che la Chiesa Cattolica<br />

nutre verso l’Islam.<br />

In Ucraina ho chiesto<br />

insistentemente a Dio<br />

che la Chiesa in Europa<br />

possa riprendere a respirare<br />

con i suoi due polmoni<br />

5.Proseguendo nell’impegno che sta<br />

alla base dei viaggi apostolici fin qui<br />

compiuti, quello cioè di confermare i fratelli<br />

nella fede (cfr Lc 22, 32) e di consolarli<br />

in ogni genere di afflizione (cfr 2 Cor<br />

1, 3-4), nel mese di giugno mi sono recato<br />

in Ucraina, dove i figli della Chiesa Cattolica,<br />

insieme agli altri fratelli cristiani,<br />

hanno sperimentato nel secolo appena<br />

concluso una feroce persecuzione ed hanno<br />

testimoniato fino al martirio la loro<br />

.<br />

adesione al Signore Gesù. In quei giorni<br />

ho chiesto insistentemente a Dio che la<br />

Chiesa in Europa possa riprendere a respirare<br />

con i suoi due polmoni, perché<br />

l’intero continente conosca una rinnovata<br />

evangelizzazione.<br />

In Kazakhstan ho invitato<br />

i seguaci di ogni religione<br />

a ripudiare fermamente<br />

la violenza<br />

Nel mese di settembre, sono poi stato<br />

in Kazakhstan, dove ho potuto cogliere la<br />

ferma volontà di quel popolo di superare<br />

un duro passato, segnato dall’oppressione<br />

delladignitàedeidiritti della persona umana.<br />

Là ho invitato di nuovo i seguaci di<br />

ogni religione a ripudiare fermamente la<br />

violenza, per contribuire a formare un’umanità<br />

amante della vita, protesa verso<br />

traguardi di giustizia e di solidarietà.<br />

In Armenia ho reso omaggio<br />

ad una Nazione<br />

che ha pagato a caro prezzo<br />

lafedeltàallapropriaidentità<br />

Mi sono recato quindi in Armenia, per<br />

rendere omaggio ad una Nazione che da<br />

diciassette secoli ha legato la sua storia al<br />

Cristianesimo ed ha pagato a caro prezzo<br />

la fedeltà alla propria identità: basti pensare<br />

al tremendo sterminio di massa subito<br />

agli inizi del ventesimo secolo. L’ospitalità<br />

offertami con squisita cortesia<br />

da Sua Santità il Catholicos Karekin II<br />

mi ha profondamente toccato.<br />

Accompagno<br />

con particolare affetto<br />

il diletto popolo cinese<br />

Ringrazio di cuore quanti mi hanno<br />

accolto come amico, fratello e pellegrino.<br />

A tutti assicuro il mio orante ricordo. Così<br />

come accompagno con particolare affetto<br />

il diletto popolo cinese, che ho avuto<br />

particolarmente presente nella recente<br />

commemorazione del 400° anniversario<br />

dell’arrivo a Pechino di Padre Matteo Ricci,<br />

celebre figliodellaCompagniadi Gesù.<br />

Senza ignorare le difficoltà e anche le<br />

sofferenze che talora segnano il cammino,<br />

riaffermo qui la mia profonda convinzione<br />

che la strada della conoscenza<br />

reciproca e, dove è possibile, della preghiera<br />

comune è la via privilegiata verso<br />

l’intesa, la solidarietà e la pace.<br />

L'ombra del tragico<br />

attentato terroristico<br />

di New York,<br />

della risposta armata<br />

in Afghanistan<br />

e dell'accrescersi<br />

delle tensioni in Terra Santa<br />

6.L’ombra del tragico attentato terroristico<br />

di New York, della risposta armata<br />

in Afghanistan e dell’accrescersi delle<br />

tensioni in Terra Santa ha funestato gli<br />

ultimi mesi dell’anno. Di fronte a questa<br />

situazione i discepoli di Cristo, Principe<br />

della pace (cfr Is 9, 5), sono chiamati a<br />

proclamare con costanza che ogni forma<br />

di violenza terroristica disonora la santità<br />

di Dio e la dignità dell’uomo e che la religione<br />

non può diventare mai motivo di<br />

aggressione bellica, di odio e di sopraffazione.<br />

Rinnovo il mio pressante invito a<br />

tutti gli uomini di buona volontà a non<br />

lesinare gli sforzi per trovare soluzioni<br />

eque ai molteplici conflitti che travagliano<br />

il mondo e per assicurare a tutti un<br />

presente e un futuro di pace. Non si dimentichi<br />

che «non c’è pace senza giustizia,<br />

non c’è giustizia senza perdono!»<br />

(Messaggio per la Giornata Mondiale della<br />

pace, 1° Gennaio 2002).<br />

Il prossimo incontro<br />

di Assisi del 24 gennaio<br />

in ideale continuità<br />

con il giorno di penitenza<br />

e di solidarietà<br />

dello scorso 14 dicembre<br />

Prima di essere frutto di sforzi umani,<br />

però, la pace vera è dono di Dio: Gesù<br />

Cristo, infatti, «è la nostra pace, colui che<br />

ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo<br />

il muro di separazione che era<br />

frammezzo» (Ef 2, 14). Siccome «ciò per<br />

cui la preghiera bussa lo ottiene il digiu-<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 23 Dicembre 2001<br />

no e lo riceve la misericordia, e queste<br />

tre, preghiera, digiuno, misericordia, sono<br />

una cosa sola e ricevono vita l’una<br />

dall’altra» (S. Pier Crisologo, Sermo 43;<br />

PL 52, 320), ho voluto proporre ai figli<br />

della Chiesa un giorno di penitenza e di<br />

solidarietà lo scorso 14 dicembre. In ideale<br />

continuità, il prossimo 24 gennaio ci rivolgeremo<br />

ancora una volta a Colui che,<br />

solo, è capace di abbattere i muri di inimicizia<br />

che separano gli uomini: nella<br />

città di San Francesco i rappresentanti<br />

delle religioni del mondo, in particolare<br />

cristiani e musulmani, eleveranno la loro<br />

accorata preghiera per il superamento<br />

delle contrapposizioni e la promozione<br />

dell’autentica pace.<br />

Invito tutti ad unirsi<br />

a questo esercizio<br />

penitenziale<br />

Ringrazio tutti coloro che, nelle diverse<br />

regioni della terra, si uniscono in questo<br />

esercizio penitenziale: il frutto del loro<br />

sacrificio servirà ad alleviare le sofferenze<br />

di tanti fratelli e sorelle innocenti provati<br />

dal dolore. Li invito poi, e invito in special<br />

modo voi, cari Membri della Curia<br />

Romana e del Vicariato di Roma, ad<br />

unirvi spiritualmente alla preghiera che<br />

si farà ad Assisi, affinché il mondo conosca<br />

giorni di pace.<br />

Ammiriamo il dono<br />

della santità<br />

che fiorisce incessantemente<br />

nel popolo di Dio:<br />

la Chiesa è Madre di santi!<br />

7.A nostra consolazione e a sostegno<br />

della nostra speranza, ammiriamo il dono<br />

della santità che fiorisce incessantemente<br />

nel popolo di Dio: la Chiesa è Madre<br />

di santi! La fecondità della grazia<br />

battesimale è resa manifesta dalla vita di<br />

tanti cristiani che, durante l’anno, ho<br />

avuto la gioia di elevare all’onore degli altari,<br />

qui a Roma e nel corso dei viaggi<br />

apostolici in Ucraina e a Malta. In questo<br />

luminoso panorama di «testimoni», Vescovi<br />

e sacerdoti, consacrati e laici, mi<br />

piace in particolare ricordare i coniugi<br />

Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi, i<br />

primi nella storia della Chiesa ad essere<br />

beatificati insieme, come coppia, testimonianza<br />

eloquente della santità nel matrimonio.<br />

Alla comune intercessione di tutti questi<br />

nostri fratelli esemplari affido la corale<br />

invocazione per la pace in questo tempo<br />

natalizio.<br />

Il Signore che viene conceda<br />

a tutti e a ciascuno<br />

il dono della gioia<br />

e della pace<br />

8.Rorate caeli desuper, et nubes<br />

pluant iustum!<br />

Chiamati a guardare in alto (cfr Os 11,<br />

7), riassumiamo in questa invocazione<br />

l’attesa ardente del Salvatore. A Natale<br />

Dio, l’invisibile, si rende per noi presente<br />

e visibile in Gesù, il figlio di Maria, la<br />

Theotokos; Egli è l’Emmanuele, il Dio<br />

con noi. «Questa è la gioiosa convinzione<br />

della Chiesa fin dall’inizio, allorché canta<br />

“il grande Mistero della pietà”: Egli si è<br />

manifestato nella carne» (Catechismo della<br />

Chiesa Cattolica, 463).<br />

In Gesù, Dio si ricorda della sua alleanza,<br />

sorge come un sole dall’alto sopra<br />

di noi per concederci di servirlo in santità<br />

e giustizia e per dirigere i nostri passi<br />

sulla via della pace (cfr Lc 1, 78-79). La<br />

Chiesa, custode della certezza della sua<br />

presenza fino alla fine del mondo (Mt 28,<br />

20), proclama con Agostino: «Rallegratevi,<br />

voi giusti: è il Natale di colui che giustifica.<br />

Rallegratevi voi deboli e malati: è il<br />

Natale del Salvatore... Rallegratevi voi<br />

cristiani tutti: è il Natale di Cristo» (Sermo<br />

184, 2; SCh 116).<br />

Il Signore che viene conceda a tutti e a<br />

ciascuno il dono della gioia e della pace:<br />

è il mio augurio riconoscente e la mia<br />

preghiera per voi e per quanti vi sono cari<br />

mentre, implorando per ciascuno un<br />

sereno Nuovo Anno, vi imparto di cuore<br />

una speciale Benedizione Apostolica.<br />

L'indirizzo d'omaggio del Cardinale Bernardin Gantin<br />

Vi ringraziamo per il dono<br />

della vostra vita<br />

alla Chiesa e all'umanità<br />

In apertura di udienza, il Cardinale<br />

Bernardin Gantin, Decano del<br />

Collegio Cardinalizio, ha rivolto al<br />

Santo Padre il seguente indirizzo<br />

d'omaggio:<br />

Beatissimo Padre!<br />

Ci ritroviamo ancora una volta intorno<br />

alla Vostra amata e venerata<br />

persona, in questa circostanza di fine<br />

d’anno, tradizionale incontro dei<br />

membri della famiglia della Curia<br />

Romana. Ci ritroviamo insieme per<br />

esprimere a Vostra Santità i nostri<br />

filiali sentimenti insieme con i nostri<br />

auguri più cordiali.<br />

Alle soglie di un nuovo anno del<br />

terzo millennio, saremmo tentati di<br />

volger lo sguardo al passato. Il Vostro<br />

esempio, invece, ci invita a<br />

guardare al futuro, fissando lo<br />

sguardo sul volto di Cristo. Risuona<br />

nel nostro spirito la consegna «Duc<br />

in altum», così cara al Vostro cuore<br />

di profetico Buon Pastore. Seguendo<br />

il Vostro esempio, intendiamo proseguire<br />

l’opera della nuova evangelizzazione<br />

nei vasti spazi del nostro<br />

tempo, dove la Chiesa avanza, pellegrina<br />

di verità e di pace, per sentieri<br />

di speranza e di salvezza.<br />

Padre Santo, Voi portate il peso<br />

della Vostra missione con esemplare<br />

coraggio e perseverante dedizione.<br />

Questo ci stupisce e ci edifica<br />

ogni giorno di più: vogliamo ringraziarVi<br />

di tutto cuore.<br />

Permetteteci di ringraziarVi per il<br />

dono della Vostra vita alla Chiesa e<br />

all’umanità; per il servizio petrino<br />

che rendete alla Chiesa di Roma e<br />

all’intera Comunità ecclesiale, che<br />

dilata i suoi orizzonti sino agli estremi<br />

confini della terra. Nelle Udienze<br />

generali davanti a folle numerose e<br />

attente, negli incontri con rappresentanti<br />

qualificati delle Comunità<br />

cristiane e delle Nazioni, nei Vostri<br />

pellegrinaggi missionari, mai Vi<br />

stancate di proclamare Cristo, unico<br />

vero Redentore dell’uomo.<br />

Quest’anno, durante i memorabili<br />

viaggi pastorali in Grecia, in Siria, a<br />

Malta, in Kazakhstan e in Armenia,<br />

il mondo intero ha potuto constatare,<br />

ancora una volta, quanto Vi stia<br />

a cuore la causa della pace, del<br />

dialogo e dell’unità dei cristiani.<br />

Quando eventi tragici e assurdi<br />

hanno di recente scosso il popolo<br />

degli Stati Uniti e l’opinione pubblica<br />

mondiale, mietendo migliaia di<br />

vittime innocenti, è stato da tutti apprezzato<br />

il Vostro acuto e paterno<br />

senso di solidarietà umana e cristiana.<br />

Ogni forma di violenza che attenta<br />

alla vita degli individui e delle<br />

nazioni Vi trova addolorato e compartecipe.<br />

Grazie, Santità, per l’invito<br />

che ci avete rivolto a condividere<br />

un giorno di digiuno e un incontro di<br />

preghiera per la causa della pace.<br />

Per tutti e per ciascuno il Vostro<br />

affetto si fa sollecitudine pastorale.<br />

Abbiamo sperimentato la Vostra paternità<br />

anche nel recente Sinodo dei<br />

Vescovi, e la Vostra partecipazione<br />

a quest’importante evento ecclesiale<br />

dall’inizio alla fine costituisce un<br />

«messaggio» che abbiamo ammirato<br />

e meditato.<br />

L’anno ormai volge al termine, un<br />

anno in cui si sono mescolate ogni<br />

giorno gioie e sofferenze. Dio solo<br />

sa che cosa il domani ci riservi.<br />

Avanziamo sotto la Vostra salda<br />

guida senza timore verso il futuro,<br />

verso Cristo. A Lui apriamo le porte<br />

del cuore, accogliendo l’invito che<br />

da oltre ventitré anni Vostra Santità<br />

ripete a tutti i credenti. Spalanchiamo<br />

le porte della nostra vita a Colui<br />

che vive in eterno perché cammini<br />

con noi.<br />

Padre Santo, grazie! Dio «Vi conservi,<br />

Vi fortifichi e Vi renda beato<br />

sulla terra»! E, mentre ci disponiamo<br />

ad ascoltare la Vostra parola,<br />

Santità, Vi chiediamo di benedirci.


.<br />

PAGINA<br />

8 .<br />

Tre mesi fa — il 22 settembre — Giovanni Paolo II era in Kazakhstan<br />

per lo storico pellegrinaggio in una terra che nel XX secolo ha conosciuto<br />

la ferocia dell'ateismo militante comunista. Il Papa ha reso omaggio ai<br />

martiri e ai figli dei martiri, alla Chiesa che, perseguitata in maniera brutalmente<br />

sistematica, ha saputo conservare viva la fede e trasmetterla alle<br />

nuove generazioni. Tra i tanti eroici pastori che in Kazakhstan hanno saputo<br />

persino inventare «la pastorale della deportazione» ci sono due sacerdoti<br />

polacchi particolarmente cari al Papa che li ha personalmente conosciuti:<br />

Padre Władysław Bukowiński, morto, all'età di 70 anni, il 3 dicembre<br />

1974, e Padre Tadeusz Fedorowicz, che, novantaquattrenne, vive oggi<br />

in Polonia. Le testimonianze di questi due sacerdoti costituiscono una pagina<br />

significativa della storia della Chiesa nel XX secolo. È la loro coraggiosa<br />

missione sacerdotale l'eredità più preziosa che i giovani cristiani del<br />

Kazakhstan hanno ricevuto. Sui loro patimenti, uniti alla Croce di Cristo,<br />

fiorisce ora la vita della comunità cristiana (g.p.m.).<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 23 Dicembre 2001<br />

Le testimonianze di due sacerdoti polacchi<br />

che attraverso la «pastorale della deportazione»<br />

hanno trasmesso la fede alle nuove generazioni in Kazakhstan<br />

Padre Bukowiński, «parroco»<br />

dei cristiani deportati nei gulag<br />

CZESŁAW DRĄŻEK<br />

Tre mesi fa siamo stati testimoni di<br />

un evento straordinario, impensabile<br />

dieci anni fa. Prima del 1989, infatti, chi<br />

avrebbe potuto prevedere che alla soglia<br />

del XXI secolo il Successore di San Pietro<br />

sarebbe andato nel Kazakhstan, per<br />

pregare in quella terra, segnata da una<br />

grande sofferenza per tutte le vittime<br />

del totalitarismo? che egli avrebbe reso<br />

omaggio ai martiri e ai presbiteri, restati<br />

fedelmente sulla breccia, benché ciò richiedesse<br />

eroismo?<br />

Uno di loro fu l’instancabile pastore<br />

di Karaganda, Padre Władysław Bukowiński,<br />

la cui figura Giovanni Paolo II<br />

ha ricordato ad Astana, il 23 settembre.<br />

Al termine della Santa Messa, salutando<br />

i suoi connazionali residenti nel Kazakhstan,<br />

il Papa ha detto: «Mi ha<br />

parlato molto di voi l’indimenticabile p.<br />

Władysław Bukowiński, che ho incontrato<br />

più volte e che sempre ho ammirato<br />

per la fedeltà sacerdotale e per lo<br />

slancio apostolico».<br />

Anche durante l’incontro con il Presidente<br />

della Repubblica, Nursultan Nazarbajev,<br />

il Santo Padre ha ricordato<br />

questo sacerdote con le seguenti parole:<br />

«È la prima volta che mi trovo in questo<br />

punto del globo, in Asia Centrale. La<br />

prima fonte di informazioni sul Kazakhstan<br />

è stata per me il padre Bukowiński,<br />

ben noto qui. Durante la Seconda<br />

Guerra Mondiale egli fu deportato, perché<br />

sacerdote, dalla Polonia in Unione<br />

Sovietica e qui ha passato tutta la sua<br />

vita. Qui anche morì e fu sepolto, a Ka-<br />

raganda. Da allora ho cominciato a conoscere<br />

alcune cose del Kazakhstan. Ma<br />

adesso è la prima volta che posso vederlo<br />

oculis propriis, con i miei propri occhi.<br />

Peccato che io non possa visitare<br />

Karaganda e la tomba di padre Bukowiński»<br />

(23 settembre 2001).<br />

Non è stata ancora scritta la biografia<br />

di questo sacerdote, ma i più importanti<br />

dati della sua vita, della sua attività e<br />

della sua spiritualità si possono trovare<br />

nelle sue lettere e nel suo piccolo libro<br />

Wspomnienia z Kazachstanu (Ricordi<br />

dal Kazakhstan) ed anche nel volumetto<br />

Spotkałem człowieka (Ho incontrato<br />

un uomo), una raccolta di riflessioni dei<br />

suoi amici, preparato e pubblicato alcuni<br />

mesi fa da Don Witold Kowalow.<br />

Padre Bukowiński nacque a Berdyczów,<br />

l’antica provincia di Kyiv, il 4<br />

gennaio 1905. Suo padre fu amministratore<br />

di proprietà terriere in Ucraina. La<br />

madre, Jadwiga, proveniva dal casato<br />

Scipio del Campo, una famiglia italiana<br />

polonizzata, giunta in Polonia insieme<br />

alla regina Bona.<br />

Negli anni 1921-1931 conseguì gli studi<br />

alla Facoltà di giurisprudenza e di<br />

teologia dell’Università Iagellonica a<br />

Cracovia, dopo di che il 23 giugno 1931,<br />

nella cattedrale di Wawel, ricevette gli<br />

ordini sacri dalle mani del Metropolita<br />

l’Arcivescovo Adam Sapieha. Per alcuni<br />

anni svolse il lavoro pastorale nell’arcidiocesi<br />

di Cracovia, e nell’agosto del<br />

1936 fu trasferito a Łuck in Volinia. Insegnava<br />

nel Seminario maggiore e dirigeva<br />

l’Istituto diocesano dell’Azione Cattolica.<br />

Qui lo sorprese la guerra.<br />

Padre Fedorowicz: «Che siate felici<br />

nel vostro sacerdozio come lo sono io!»<br />

ANDRZEJ GAŁKA<br />

“ Merita un ricordo particolare il martirologio dei sacerdoti<br />

«Che siate felici nel vostro sacerdozio,<br />

come lo sono io!». Così p. Tadeusz Fedorowicz<br />

ha iniziato l’incontro con i<br />

chierici del primo anno del Seminario<br />

Maggiore di Łowicz. Chi conosce oggi<br />

l’ormai novantaquattrenne Padre Tadeusz<br />

Fedorowicz non si stupisce di queste<br />

parole. Nella sua lunga vita nulla ha potuto<br />

togliergli questa felicità. Perfino il<br />

difficile periodo della II Guerra Mondiale<br />

e la vita errante nel Kazakhstan. Nell’introduzione<br />

al suo libro «Drogi Opatrzności»<br />

(«Le vie della Provvidenza») scrive:<br />

«Per quei quattro anni non conobbi<br />

né la vera fame, né la mancanza di una<br />

casa, né i maltrattamenti nei riguardi<br />

della mia persona. Perfino durante i<br />

quattro mesi di prigione venivo trattato<br />

con rispetto. Non avevo freddo, non mi<br />

mancava il vestiario. Inoltre, come un<br />

“viaggiatore volontario” non mi sentivo<br />

come uno che subisce un torto, come<br />

tutti i deportati, avevo un rapporto completamente<br />

diverso con ciò che mi era<br />

capitato. Sapevo perché ero lì. La sconfinata<br />

fiducia in Dio e nella Provvidenza,<br />

e la convinzione che in ogni uomo c'è<br />

comunque il bene, mi permettono di<br />

guardare tutti e tutto con ottimismo e<br />

speranza».<br />

Nacque il 4 febbraio 1907 a Klebanówka,<br />

in Podolia, quarto figlio di Zofia<br />

nata Kraińska e di Aleksander. Dei suoi<br />

genitori scrive: «Nell’infanzia nostra madre<br />

ci insegnava il catechismo, ci leggeva<br />

la Sacra Scrittura e curava la nostra<br />

preghiera quotidiana. Fu profondamente<br />

credente, senza bigottismo». La mamma<br />

era una classica «madre polacca», concreta<br />

nel pensare, nel parlare e nell’agire.<br />

Il padre era molto socievole, pieno<br />

di fantasia, scherzoso, con una mente<br />

acuta e con il cuore tanto buono. Perciò<br />

era molto benvoluto da tutto il paese e<br />

dalla servitù. Era esigente verso i propri<br />

figli nelle questioni riguardanti il rispetto<br />

per gli uomini e ogni tipo di onestà. Il<br />

paese era ucraino e il mio padre parlava<br />

molto bene quella lingua. «Nella nostra<br />

famiglia si coltivavano le tradizioni familiari»<br />

ricorda.<br />

Senza dubbi questa atmosfera esercitò<br />

un enorme influsso sul futuro sacerdote.<br />

All’inizio studiava privatamente, nella<br />

casa paterna. In questo modo compì gli<br />

studi della scuola elementare e tre classi<br />

del ginnasio. Al termine del liceo classico,<br />

a Leopoli, nel 1925 superò l’esame<br />

di maturità e all’Università «Jan Kazimierz»<br />

conseguì la laurea in giurisprudenza.<br />

La sua strada verso il sacerdozio<br />

passò ancora attraverso la scuola dei cadetti<br />

di artiglieria a Włodzimierz e il servizio<br />

nella divisione dell’artiglieria a cavallo.<br />

Negli anni 1931-1936 studiò nella<br />

Facoltà di Teologia dell’Università di<br />

Leopoli e fu ordinato sacerdote dall’Arcivescovo<br />

Bolesław Twardowski. Per un<br />

anno lavorò come vicario parrocchiale a<br />

Tarnopol e, in seguito, per quattro anni<br />

diresse la segreteria caritativa nella Curia<br />

Metropolitana di Leopoli.<br />

Venne l’anno 1940 che portò le deportazioni<br />

di massa dei polacchi dai territori<br />

occupati dall’esercito sovietico. Subito<br />

Padre Władysław Bukowiński<br />

nei lager della Siberia e in altri del territorio<br />

dell'Unione Sovietica. Tra i molti che vi furono rinchiusi<br />

vorrei ricordare la figura di P. Tadeusz Fedorowicz, ben noto<br />

in Polonia, al quale come direttore spirituale devo<br />

personalmente molto. Padre Fedorowicz, giovane sacerdote<br />

dell'arcidiocesi di Leopoli, si era spontaneamente presentato<br />

al suo Arcivescovo per chiedere di poter accompagnare<br />

un gruppo di polacchi deportati verso l'Est.<br />

L'Arcivescovo Twardowski gli concesse il permesso<br />

ed egli poté così svolgere la sua missione sacerdotale<br />

tra i connazionali dispersi nei territori dell'Unione Sovietica<br />

e soprattutto in Kazakhstan. Ultimamente egli ha descritto<br />

in un libro interessante questa tragica vicenda<br />

(Giovanni Paolo II — «Dono e Mistero», Libreria Editrice Vaticana 1996 —<br />

pagine 46-47)<br />

dopo la prima deportazione, nel febbraio<br />

dello stesso anno, alcuni sacerdoti<br />

si recarono dall’Arcivescovo Bolesław<br />

Twardowski chiedendo il suo consenso<br />

per partire insieme con i prigionieri. Tra<br />

loro c’era Tadeusz Fedorowicz. Partì<br />

verso la fine di giugno del 1940. Karolina<br />

Lanckorońska ricorda nel suo libro:<br />

«In quel tempo, non mi ricordo il giorno,<br />

ebbi una visita, una delle più importanti<br />

visite nella mia vita. Venne a trovarmi<br />

Don Tadeusz Fedorowicz. Quando<br />

gli aprii la porta mi colpì l’espressione<br />

del suo volto, calma, quasi gioiosa,<br />

perfino raggiante di una felicità interiore.<br />

Fu uno strano contrasto con la sofferenza<br />

che allora ci circondava. “Sono<br />

venuto per salutarla”. “E lei per dove<br />

parte?”. “Non lo so”. Sedutosi, tirò fuori<br />

da una tasca un piccolo calice di cristallo.<br />

“È da casa” disse con un sorriso.<br />

Dall’altra tasca tirò fuori un libretto nel<br />

quale, con piccolissime lettere, erano<br />

scritte le parti stabili della Messa. Avevo<br />

capito. Andò via, salutandomi con un<br />

sorriso e una luce negli occhi».<br />

A questo evento della vita di Don Fedorowicz<br />

fa riferimento anche Giovanni<br />

Paolo II nel suo libro «Dono e Mistero»:<br />

«Vorrei ricordare la figura di p. Tadeusz<br />

Fedorowicz, ben noto in Polonia, al<br />

quale come direttore spirituale devo personalmente<br />

molto. Padre Fedorowicz,<br />

giovane sacerdote dell’arcidiocesi di<br />

Leopoli, si era spontaneamente presentato<br />

al suo Arcivescovo per chiedere di<br />

poter accompagnare un gruppo di polacchi<br />

deportati verso l’Est. L’Arcivescovo<br />

Twardowski gli concesse il permesso,<br />

ed egli poté così svolgere la sua missione<br />

sacerdotale tra i connazionali dispersi<br />

nei territori dell’Unione Sovietica e soprattutto<br />

in Kazakhstan». E durante il<br />

suo pellegrinaggio in Kazakhstan, parlando<br />

nella cattedrale di Astana, il 24<br />

settembre, il Santo Padre disse: «Ricordo<br />

anche p. Tadeusz Fedorowicz, che<br />

conosco personalmente, e che ha scoperto<br />

una nuova forma di pastorale dei<br />

deportati».<br />

Questa non è la fine delle avventure<br />

di p. Fedorowicz durante la guerra. Nel<br />

marzo del 1943 venne arrestato e trascorse<br />

quattro mesi nella prigione di Semipalatinsk.<br />

Uscito dalla prigione, diventò<br />

cappellano della IV Divisione della<br />

Prima Armata Polacca nell’Unione Sovietica.<br />

Lo fu fino al novembre del 1944.<br />

Non era partito con l’esercito del generale<br />

Anders perché, come scrisse successivamente,<br />

«avevo preferito rimanere<br />

con la mia gente nel Kazakhstan piuttosto<br />

che andare all’Occidente fuori dell’Unione<br />

Sovietica».<br />

Dopo essere stato dimesso dall’esercito<br />

per «motivi politici», p. Fedorowicz si<br />

recò a Lublino e lì incontrò Don<br />

Władysław Korniłowicz. Fu proprio quest’ultimo<br />

ad invitare p. Tadeusz a<br />

Żułów. Non avendo una chiara idea di<br />

che cosa fare, non riusciva infatti a trovare<br />

un’occasione per recarsi da suo<br />

fratello Aleksander che lavorava nella<br />

parrocchia di Tywonia presso Jarosław,<br />

andò a Żułów, dalle Suore Francescane<br />

Ancelle della Croce, di Laski. Iniziò così<br />

la grande avventura con l’opera di Laski<br />

che continua fino ad oggi. Fino al mese<br />

di aprile del 1947 soggiornò a Żułów,<br />

dove svolse il ministero pastorale nell’Istituto<br />

per i non vedenti, gestito dalle<br />

Suore. Nell’aprile di quell’anno giunse a<br />

Laski, presso Varsavia, e divenne padre<br />

spirituale delle suore e di tutta l’opera<br />

di Laski. Si allontanò ancora per due<br />

anni per essere, dal 1948 al 1950, padre<br />

spirituale nel seminario di Leopoli, trasferito<br />

allora nel convento dei Bernardini<br />

a Kalwaria Zebrzydowska. Lì incontrò<br />

l’attuale Metropolita dei Latini di<br />

Leopoli, il Cardinale Marian Jaworski<br />

che, all’epoca, fu suo educando. La loro<br />

cordiale amicizia dura fino ad oggi.<br />

Tornato a Laski, servì come confessore<br />

ai chierici del Seminario Maggiore di<br />

Varsavia e più tardi anche ai sacerdoti<br />

studenti dell’Accademia di Teologia Cattolica<br />

a Varsavia. Nel frattempo divenne<br />

membro del capitolo della cattedrale di<br />

Leopoli.<br />

-<br />

”<br />

Egli prese così alla lettera le parole di<br />

Isaia, pronunciate da Gesù a Nazareth:<br />

«Lo Spirito del Signore è sopra di me;<br />

per questo mi ha consacrato con l’unzione,<br />

e mi ha mandato per annunziare<br />

ai poveri un lieto messaggio, per proclamare<br />

ai prigionieri la liberazione e ai<br />

ciechi la vista». Queste parole divennero<br />

il contenuto di tutta la sua vita. Così visse<br />

in Kazakhstan, dove andò per proclamare<br />

la liberazione ai prigionieri, per insegnare,<br />

lì, in quelle condizioni disumane,<br />

la fede e la fiducia in Dio, per portare<br />

nella loro vita coraggio e speranza.<br />

Una delle polacche imprigionate allora<br />

nel Kazakhstan ricorda così il ministero<br />

di p. Fedorowicz: «Poco dopo p. Tadeusz<br />

visita le nostre casupole. In via Uczuliczna,<br />

dalla signora Urbańska, si svolge<br />

la confessione. Un lungo sguardo di occhi<br />

buoni, sereni, e parole molto belle e<br />

calorose rincuorano».<br />

«La vista ai ciechi»: queste parole rendono<br />

in modo particolare il suo ministero<br />

a Laski, dove da quasi cinquantacinque<br />

anni il Padre condivide con i non<br />

vedenti e con coloro che formano Laski<br />

e che vanno lì, la sua esperienza di fede,<br />

la sua speranza, che da lui emana, e la<br />

bontà di cui è ricolmo. Essere a Laski,<br />

come egli ci dice, è la più grande felicità.<br />

Ha tempo e cuore aperto per tutti.<br />

Qui, a Laski, il Padre ha guidato centinaia<br />

di esercizi spirituali e ha tenuto un<br />

numero ancora maggiore di conferenze.<br />

Tuttavia, il suo più importante servizio<br />

— come disse una volta lui stesso — è<br />

quello nel confessionale. A quante persone<br />

ha dato un aiuto! Quanti «ciechi<br />

nell’anima» sono tornati, grazie a lui, al<br />

Signore! In ogni uomo vede il bene e<br />

non ha mai detto di nessuno: «È un uomo<br />

cattivo». Vuole bene ai non vedenti<br />

e darebbe tutto per loro. Coloro che<br />

stanno con lui abitualmente dicono di<br />

lui: «È così normale, semplice e accessibile<br />

per ognuno. Sereno, con un sano<br />

senso di umorismo e sorridente verso le<br />

persone, gli uccelli, il cielo, i fiori». Sa<br />

chiamare per nome tutte le piantine e<br />

distinguere tutti gli uccelli che cantano.<br />

Sa gioire cordialmente di ogni cosa.<br />

Verso ogni cosa sa mantenere un sano<br />

distacco. Sa ridere di se stesso, tratta se<br />

stesso un po’ per ridere, però, molto seriamente<br />

gli altri. Quando gli ho detto:<br />

«Padre, devo scrivere un articolo su di<br />

lei per “L’Osservatore Romano”» lui si è<br />

messo a ridere e ha aggiunto: «Sai, è<br />

proprio da ridere». È così il nostro caro<br />

Padre!<br />

Il Primate, Cardinale Glemp, nell’introduzione<br />

al libro «Drogi Opatrzności»<br />

ha scritto: «Don Fedorowicz oppure —<br />

come tutti lo chiamano — p. Tadeusz,<br />

oppure monsignor mitrato, è un sacerdote<br />

che vale la pena incontrare. Nel<br />

suo sguardo sempre noterai che si interessa<br />

di te. Avrebbe voglia di vedere le<br />

tue ansie in relazione a Dio. Per spiegarti<br />

le cose di Dio, si richiama ad un albero,<br />

ad un’ape, spiega il profumo del fiore.<br />

È il Don Tadeusz Fedorowicz che<br />

conosciamo oggi, e difatti, a dir il vero,<br />

non lo conosciamo, o piuttosto lo conosciamo<br />

così poco».<br />

Sì, vale la pena incontrare un prete<br />

così.<br />

Nel novembre del 1939 Mons. Piotr<br />

Szelążek lo nominò parroco della cattedrale<br />

di Łuck. Sviluppò una vasta attività<br />

caritativa, con la quale abbracciò in<br />

modo particolare i soldati dei reparti polacchi<br />

dispersi. Con bontà e sapienza<br />

conquistò la benevolenza dei parrocchiani.<br />

Dopo l’occupazione dell’Ucraina da<br />

parte dell’Armata Rossa venne arrestato<br />

insieme ad altri membri del clero, il 22<br />

agosto 1940. Rimase in prigione fino al<br />

26 giugno 1941. Uscitone, continuò a<br />

svolgere la funzione di parroco della cattedrale<br />

nella stessa città.<br />

Il 4 gennaio 1945 venne arrestato per<br />

la seconda volta. Venne rinchiuso in varie<br />

prigioni e in vari campi di lavoro forzato<br />

nel territorio dell’Unione Sovietica,<br />

fino al 10 agosto 1954. Per imposizione<br />

delle autorità amministrative fu trasportato<br />

a Karaganda, al centro del Kazakhstan.<br />

Si stabilì nella casa degli operai.<br />

Lavorava ogni due notti come custode<br />

degli edifici in costruzione e il resto del<br />

tempo lo dedicava al lavoro pastorale,<br />

svolto in case private.<br />

Quando, dal giugno 1955, i deportati<br />

polacchi ebbero la possibilità di tornare<br />

dal Kazakhstan in patria, egli non usufruì<br />

della possibilità di rimpatrio, perché<br />

vedeva nel Kazakhstan il suo posto di<br />

vita e di lavoro sacerdotale. Fu una scelta<br />

su cui aveva riflettuto, pregato. Fu<br />

una scelta libera ed irrevocabile. Fu<br />

un’espressione del suo amore per Cristo<br />

e per i fratelli. Non voleva lasciare le<br />

sue pecore senza un pastore. «Non posso<br />

abbandonarli, come Jan Beyzym non<br />

ha abbandonato i lebbrosi in Madagascar»<br />

scrisse ad un amico.<br />

Perfino i suoi cari non furono in grado<br />

di comprendere una decisione di<br />

questo genere. Tra le lettere conservate<br />

ce n’è una di suo fratello, Zygmunt Bukowiński,<br />

del 10 dicembre 1956, scritta<br />

al Cardinale Stefan Wyszyński, con la<br />

quale egli implorava il Primate di Polonia<br />

di convincere padre Władysław a<br />

tornare in Polonia, perché nel Kazakhstan<br />

ci sarebbe stato sempre minor<br />

bisogno di lui e in patria invece l’attendeva<br />

molto lavoro. In risposta, il Primate<br />

scrisse, il 26 febbraio 1957, di lasciare<br />

la decisione al sacerdote stesso: «Abbandonare<br />

gli uomini e dunque condannarli<br />

ad essere privati dell’Eucaristia, della<br />

confessione, del Sacramento del Battesimo,<br />

è qualcosa di terribile. Perfino un<br />

sacerdote poco zelante si decide a questo<br />

con difficoltà. E che cosa dire di un<br />

uomo così meraviglioso quale è suo fratello,<br />

che io conosco bene?».<br />

Una delle conseguenze del fatto che<br />

padre Bukowiński rimase nel Kazakhstan<br />

fu che venne arrestato per la terza<br />

volta, il 3 giugno 1958. Rimase in prigione<br />

fino al 3 dicembre 1961. Lasciato<br />

libero, riprese l’apostolato nelle case private,<br />

portando l’aiuto spirituale a coloro<br />

che vi abitavano: bielorussi, tedeschi,<br />

polacchi, ucraini. Da molti anni non c’era<br />

tra loro un sacerdote. Godevano di<br />

aver potuto finalmente incontrarlo ed<br />

accostarsi ai santi sacramenti. Nelle abitazioni<br />

private si raccoglievano alcune<br />

persone fidate e padre Bukowiński celebrava<br />

per loro la Santa Messa, confessava,<br />

battezzava, benediceva le unioni matrimoniali,<br />

preparava i bambini alla Prima<br />

Comunione.<br />

Era molto rispettato e benvoluto dagli<br />

abitanti di Karaganda e dei dintorni, indipendentemente<br />

dalla nazionalità. Nonostante<br />

le molteplici difficoltà sapeva<br />

conservare la serenità d’animo. Credeva<br />

profondamente nella Divina Provvidenza<br />

e non cedeva alla disperazione e al pessimismo.<br />

Il principio della sua vita era:<br />

«Il giogo di Cristo è dolce e il suo carico<br />

leggero» (cfr Mt 11, 30). Con queste parole<br />

del Maestro terminò anche i suoi<br />

Wspomnienia z Kazachstanu (Ricordi<br />

dal Kazakhstan) scritti nel 1970 e pubblicati<br />

nel 1979.<br />

In questo libro non ci sono lamenti<br />

per la dura sorte, non c’è ombra di rancore<br />

e di avversione. Tutto il contrario,<br />

c’è tanta modestia, umiltà, bontà, comprensione<br />

e benevolenza perfino verso i<br />

suoi persecutori. Il libro possiede un valore<br />

ultratemporale, prima di tutto grazie<br />

alla fede soprannaturale dell’autore,<br />

percepibile in molte pagine del racconto.<br />

Termina i suoi ricordi con la descrizione<br />

dell’arrivo, su un vecchio carro tirato<br />

da un paio di cavalli, in un villaggio<br />

di montagna, staccato dal mondo, nel<br />

quale la gente viveva nell’abbandono e<br />

nell’isolamento. Salutarono il sacerdote<br />

con le lacrime agli occhi. «Nessuno si ricordava<br />

di noi, soltanto il padre è venuto<br />

da noi» dicevano.<br />

Quella bellissima giornata di sole nel<br />

mese di giugno rimase per sempre impressa<br />

nel cuore del sacerdote. «Allora<br />

— confessa — mi sentii molto felice e<br />

grato alla Provvidenza perché mi aveva<br />

condotto lì, da quella gente così povera<br />

ed abbandonata e tuttavia così credente<br />

e che amava Cristo. Quella felicità<br />

sperimentata su quel carretto tremante,<br />

io non l’avrei cambiata con sommi<br />

onori e piaceri» (Ricordi dal Kazakhstan,<br />

p. 78).<br />

Fu sempre molto laborioso, ben disposto<br />

e servizievole. Sensibile alla miseria<br />

umana, consolava coloro che erano<br />

abbattuti, portava la speranza nella loro<br />

vita. La gente si rivolgeva a lui per svariati<br />

problemi, chiedendo un consiglio.<br />

Molti giungevano da tanto lontano. Pa-<br />

dre Bukowiński scriveva: «A Karaganda<br />

c’è tanto lavoro pastorale con gli abitanti<br />

stabili di questa città. Il lavoro viene<br />

aumentato dal fatto che bisogna servire<br />

numerosi forestieri, che a volte fanno<br />

migliaia di chilometri pur di trovare un<br />

sacerdote.<br />

«Tra la popolazione cattolica si è diffusa<br />

ampiamente la fama che a Karaganda<br />

si può sempre trovare un sacerdote.<br />

Non parla ormai soltanto del Kazakhstan.<br />

La gente viene dal sud, dalle<br />

Repubbliche dell’Asia centrale. Giungono<br />

dal nord, a volte perfino da Archangielsk,<br />

benché da lì sia molto più vicina<br />

Mosca che Karaganda. Vengono dall’ovest,<br />

persino dai territori sul Volga.<br />

Giungono dall’est, persino dal profondo<br />

della Siberia. Vengono dai parenti, ma<br />

allo stesso tempo, anche dal sacerdote.<br />

Quanto spesso tra questi viaggiatori e<br />

non soltanto tra loro, ci sono coloro che<br />

non si sono confessati da moltissimi anni,<br />

a volte da 20, anche da 40 anni. E<br />

forse ancora più spesso capitano coloro<br />

che non si sono confessati neanche una<br />

volta nella vita. Il più grande “bambino”<br />

che si è confessato da me è stata una<br />

vedova di 52 anni. E sarebbe difficile<br />

contare coloro che hanno ricevuto da<br />

me la Santa Comunione a 40 anni»<br />

(Ibid., p. 51).<br />

Compiva la sua missione con una totale<br />

dedizione e abnegazione di sé non<br />

soltanto in Karaganda. Con un piccolo<br />

fagotto di cose personali, attraversò<br />

molti luoghi, come i primi discepoli di<br />

Cristo. Compiva viaggi missionari, che<br />

duravano mesi, nelle Repubbliche dell’Asia<br />

Centrale, confinanti con il Kazakhstan,<br />

per portare la luce del Vangelo<br />

agli uomini assetati di Dio, senza badare<br />

alla stanchezza fisica e alle vessazioni<br />

che rischiava. Scrisse in una delle lettere:<br />

«L’inverno di quest’anno è passato<br />

per me tutto nel viaggiare attraverso il<br />

Tagikistan. Sono tornato a casa il 18<br />

marzo [1968]. Il Tagikistan è un paese<br />

indubbiamente interessante sotto l’aspetto<br />

turistico. In quanto la nostra Karaganda<br />

non ha in sé nulla ma nulla di<br />

esotico, in tanto là ad ogni passo si vede<br />

che lì vi è l’Oriente musulmano. È ovvio<br />

che io sono andato lì non a causa del<br />

variopinto esoterismo. Sono andato da<br />

coloro che per anni interi attendono un<br />

ospite come me. C’era molta gioia, ma<br />

non sono mancate neppure le lagrime<br />

quando andavo via. Ero lì ormai per la<br />

quarta volta, e ogni volta il lavoro non<br />

diminuiva, piuttosto aumentava. In queste<br />

condizioni è infondato il pessimismo<br />

riguardo al futuro, anche se la sproporzione<br />

evangelica tra la messe e i mietitori<br />

si sentiva acutamente. Sono profondamente<br />

grato alla Provvidenza per questo<br />

viaggio» (Spotkałem człowieka [Ho incontrato<br />

un uomo], Biały Dunajec —<br />

Ostróg 2001, p. 118).<br />

Nell’estate 1963 padre Bukowiński ricevette<br />

dalle autorità il permesso di visitare<br />

la Polonia. La seconda volta andò<br />

in patria nell’autunno del 1969 e l’ultima<br />

volta per le feste di Natale del 1972. Si<br />

incontrò con i suoi familiari, gli amici,<br />

con il Primate Cardinale Stefan Wyszyński<br />

e il Metropolita di Cracovia Cardinale<br />

Karol Wojtyła. Curava la sua salute<br />

ormai minata. Ogni volta aveva fretta di<br />

ritornare dai suoi «parrocchiani» che<br />

l’attendevano con nostalgia.<br />

Le penose condizioni di vita e dell’apostolato,<br />

il clima severo e l’eccesso di<br />

lavoro avevano affievolito le sue forze fisiche.<br />

Gravemente malato non cessò di<br />

celebrare la Santa Messa per la gente,<br />

dicendo: «Voglio ancora servirvi, sebbene<br />

mi sia tanto difficile». Morì il 3 dicembre<br />

1974, nella memoria liturgica di<br />

San Francesco Saverio, patrono delle<br />

missioni. Tantissime persone parteciparono<br />

ai funerali, credenti e non credenti,<br />

vecchi e giovani. Si disse che fu una<br />

grande manifestazione di fede che egli<br />

rafforzava nei cuori umani, riscattando<br />

il proprio ministero con oltre 13 anni di<br />

prigione e di lager.<br />

Dopo aver ricevuto la notizia della<br />

morte di padre Bukowiński, il Cardinale<br />

Karol Wojtyła inviò, il 9 dicembre 1974,<br />

una lettera al fratello Zygmunt: «Mi sono<br />

rattristato — egli scrisse — per la<br />

notizia della morte di padre Władysław,<br />

quell’autentico sacerdote di Cristo e<br />

Apostolo tra i più bisognosi della parola<br />

di Dio, del ministero della consolazione<br />

sacerdotale (...). Spero che egli ormai<br />

goda il premio di un Servo Buono del<br />

Vangelo e continui a ricordare le pecore<br />

di cui qui ebbe cura zelante». Celebrò a<br />

Cracovia anche una Santa Messa per la<br />

sua anima.<br />

Nel decimo anniversario della morte<br />

di padre Bukowiński, al cimitero di Karaganda,<br />

fu fatta l’esumazione delle spoglie<br />

che successivamente furono sepolte<br />

presso la nuova chiesa di San Giuseppe,<br />

dove fu murata una lapide-ricordo con<br />

una scritta in lingua tedesca, polacca e<br />

russa. La gente va lì per pregare.<br />

Si stanno avverando le parole che,<br />

durante il suo ultimo soggiorno in patria<br />

egli disse ai suoi amici, spiegando loro<br />

perché, nonostante il cattivo stato di salute,<br />

non poteva rimanere nel paese, ma<br />

doveva tornare a Karaganda. Disse allora:<br />

«Fa apostolato anche la tomba del<br />

sacerdote».<br />

E partì.


.<br />

PAGINA<br />

9 .<br />

CARDINALE SALVATORE DE GIORGI, ARCIVESCOVO DI PALERMO<br />

Un cammino da percorrere<br />

nella preghiera verso la pace<br />

GINO CONCETTI<br />

L'augurio «cordiale e affettuoso dell'Arcivescovo»<br />

ai fedeli della diocesi di<br />

Palermo lo hanno ricevuto per lettera.<br />

Una iniziativa ormai collaudata con la<br />

quale il Pastore entra in ogni famiglia.<br />

L'annuncio è quello tipico di Natale:<br />

preghiera e pace. La preghiera come<br />

preparazione al grande incontro con<br />

Cristo. La pace come obiettivo totale<br />

dellospirito, degli individui e dei popoli.<br />

«Il Figlio di Dio — scrive l'Arcivescovo<br />

— si è fatto uomo per amore ed è<br />

venuto ad abitare in mezzo a noi. Questo<br />

ci fa rivivere la festa del Natale, una<br />

festa squisitamente cristiana, ma che,<br />

purtroppo, di anno in anno, viene degradata<br />

a occasione di consumismo sfrenato<br />

e di spreco istituzionalizzato, in<br />

netto contrasto con il messaggio di semplicità<br />

e di povertà che giunge dalla<br />

grotta di Betlem nella quale è nato il nostro<br />

Salvatore dalla Vergine Maria».<br />

Il primo, prioritario invito dell'Arcivescovo<br />

è per il «recupero» dell'autentico<br />

Natale: «Riscopriamo, pertanto, il significato<br />

del Natale cristiano espresso stupendamente,<br />

come l'augurio più vero,<br />

dal canto degli Angeli: “Gloria a Dio nell'alto<br />

dei cieli e pace in terra agli uomini<br />

che egli ama”. La gloria di Dio è l'uomo<br />

che vive».<br />

La pace annunciata dagli Angeli è<br />

quella stessa di Dio che la dona a tutti<br />

coloro che lo amano e si dispongono a<br />

riceverla. Sta a noi accettarla, a viverla<br />

e a testimoniarla. Ma anche a conservarla,<br />

a ripristinarla. Il mezzo è la preghiera.<br />

Invocarla è un dovere costante<br />

individuale e collettivo. Il Card. De Giorgi<br />

lo sottolinea con la sollecitudine del<br />

Pastore che guarda al bene di tutti. «La<br />

invochiamo — scrive — soprattutto in<br />

questo tempo oscuro e minaccioso di<br />

terrorismo internazionale e di guerra<br />

senza confini. Accogliamo pertanto l'invito<br />

che il Papa ha rivolto a tutti i cattolici<br />

di vivere il 14 dicembre». A Palermo<br />

la sera del 14 si è svolta nella Cattedrale<br />

una veglia di preghiera.<br />

Il Card. De Giorgi ribadisce che «il<br />

dono della pace va invocato con la preghiera<br />

e accolto anzitutto nella nostra<br />

vita personale, familiare, ecclesiale e sociale<br />

con viva gratitudine e con profondo<br />

senso di responsabilità perché tutti,<br />

come cristiani, siamo chiamati ad essere<br />

annunciatori e operatori di pace.<br />

«Tale impegno s'inserisce in quello<br />

più vasto che la nostra Chiesa di Palermo,<br />

accogliendo l'invito del Papa, ha assunto<br />

quest'anno come tappa del suo<br />

cammino pastorale e come frutto del<br />

Grande Giubileo del 2000: essere “casa e<br />

scuola di preghiera e di comunione”». In<br />

forza del battesimo i cristiani sono stati<br />

santificati e riempiti di grazie, di carismi<br />

e di doni. La condizione di ciascuno e di<br />

tutti è la santità. «Questa santità ricevuta<br />

in dono, dobbiamo esprimere nelle<br />

ordinarie condizioni di vita, lasciandoci<br />

illuminare dalla fede, guidare dalla speranza<br />

e animare dalla carità».<br />

«Ma non è possibile — rileva l'Arcivescovo<br />

— tendere alla santità senza la<br />

preghiera» che però non va data per<br />

scontata né può essere episodica o motivata<br />

da interessi personali. Gesù è il<br />

«maestro» anzi il «prototipo» della preghiera.<br />

Nella sua vita la preghiera occupa<br />

un posto preminente. Così nel suo insegnamento.<br />

La Chiesa attraverso la liturgia<br />

si associa a Gesù esortando i cristiani<br />

a fare altrettanto. Se non si prega<br />

molto dipende dalla scarsa cultura che<br />

si ha della preghiera, delle sue finalità,<br />

della sua efficacia.<br />

Il Card. De Giorgi ricorda che la preghiera<br />

«è l'incontro, il dialogo dell'uomo<br />

con il Dio vivo e vero. Per noi cristiani è<br />

l'incontro dei figli con il Padre infinitamente<br />

buono, con il Figlio suo Gesù Cristo<br />

e con lo Spirito Santo. Ed è sempre<br />

Dio che prende l'iniziativa, anche quando<br />

noi siamo aridi, freddi, dimentichi di<br />

lui. La preghiera è anzitutto un dono di<br />

Dio che ci chiama per primo e ci fa sentire<br />

il bisogno di lui. È una risposta a<br />

Dio che ci parla attraverso la creazione<br />

e soprattutto attraverso la rivelazione<br />

che di sé stesso e dell'uomo ha fatto per<br />

mezzo del suo Figlio. È la Parola di Dio,<br />

che desta in noi il bisogno di pregare, di<br />

parlare a lui: ci apre il suo cuore e ci<br />

svela i suoi disegni».<br />

«Nella preghiera — scrive ancora il<br />

Card. De Giorgi — si sviluppa quel dialogo<br />

con Cristo che ci rende suoi intimi<br />

e ci fa partecipi della sua preghiera al<br />

Padre per mezzo dello Spirito Santo.<br />

Sorgente interiore della preghiera è infatti<br />

lo Spirito Santo. È lui che prega in<br />

noi e per noi. È lui che ci dà la capacità<br />

di invocare Dio con il nome tenerissimo<br />

di “Abba”, Padre con il quale Gesù poteva<br />

invocarlo. È lui che ci educa alla vita<br />

di preghiera, suscitando le diverse forme<br />

ed espressioni».<br />

Il Card. De Giorgi elenca le forme di<br />

preghiera sancite nella Chiesa: preghiera<br />

di benedizione, di adorazione e di lode,<br />

di ringraziamento, di domanda. La preghiera<br />

eccellente è quella eucaristica:<br />

sintesi di tutte le espressioni della preghiera.<br />

«Per questo — afferma il Card.<br />

De Giorgi — ogni domenica, giorno del<br />

Signore, vera pasqua della settimana,<br />

dobbiamo partecipare alla Messa. La<br />

partecipazione all'Eucaristia è il cuore<br />

della domenica.<br />

«Inoltre consapevoli della nostra condizione<br />

di peccatori, domandiamo al Si-<br />

gnore perdono dei nostri peccati, purché<br />

siamo disposti anche noi a perdonare.<br />

Chi non sa perdonare i fratelli non<br />

può pretendere il perdono del Padre».<br />

Le modalità della preghiera sono: vocale,<br />

liturgica (Liturgia delle Ore), meditativa<br />

(Lectio divina), di orazione, contemplativa.<br />

Tutte queste modalità offrono<br />

la possibilità di scegliere una porzione<br />

di tempo nella giornata per dialogare<br />

con Dio e per intessere con lui una «rete»<br />

che copra tutta la giornata, dall'alba<br />

al tramonto, e tutta la vita, dall'infanzia<br />

fino al tramonto naturale. Gli esempi<br />

dei santi sono significativi: tutti possono<br />

scegliere un frammento di tempo per<br />

mettersi in comunione con Dio Uno e<br />

Trino, per adorarlo, amarlo, ringraziarlo<br />

e invocarlo.<br />

La preghiera è un atto continuo della<br />

mente protesa a glorificare Dio, a chiederne<br />

aiuto e protezione. Perché non sia<br />

formalistica deve «partire dal cuore. Se<br />

esso è lontano da Dio, l'espressione della<br />

preghiera è vana». Testimonianza,<br />

coerenza, dinamismo spirituale e operativo<br />

sono i requisiti indispensabili. Deve<br />

inoltre «essere l'espressione dell'amore<br />

fraterno, deve partire da un cuore libero<br />

da ogni sentimento di odio e di avversione<br />

nei confronti del prossimo. Gesù ha<br />

comandato di riconciliarci con il fratello<br />

prima di portare l'offerta all'altare. È<br />

questo il significato del segno di pace<br />

che scambiamo prima della comunione<br />

durante la messa».<br />

La preghiera «nasce dalla fede e va<br />

fatta con fede — spiega ancora il Card.<br />

De Giorgi —. Va perciò fatta con fiducia<br />

totale e perfino con audacia filiale in<br />

Dio». Ciò però non importa «la pretesa<br />

di vedere il risultato della nostra domanda.<br />

Dio, che è Padre, ci ascolta sempre<br />

quando chiediamo i “beni convenienti”<br />

che Gesù ha enunciato nel Padre nostro.<br />

Solo il Padre sa ciò che è veramente utile<br />

al nostro massimo bene, ossia alla salvezza<br />

eterna. La preghiera, pertanto, sia<br />

fatta con l'umiltà del pubblicano, con la<br />

perseveranza della cananea, con la sottomissione<br />

del centurione, con l'insistenza<br />

della vedova, con l'abbandono del Figlio».<br />

Infine la preghiera «va sempre fatta<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 23 Dicembre 2001<br />

Le Lettere pastorali<br />

dei Vescovi italiani<br />

nel nome di Gesù e in comunione con la<br />

Vergine Santa (si pensi alla recita del<br />

Rosario) e con i Santi. Può essere rivolta<br />

anche a loro come maestri di preghiera<br />

e nostri intercessori presso Dio.<br />

Sbagliano, tuttavia, quei fedeli che, entrando<br />

in chiesa, vanno a onorare le statue<br />

della Vergine e dei Santi, dimenticando<br />

di adorare Gesù realmente presente<br />

nel tabernacolo».<br />

Per sé la preghiera — come insegna<br />

Gesù — non è legata a un luogo specifico.<br />

Anzitutto il luogo di preghiera personale<br />

è il nostro cuore, la nostra persona,<br />

la nostra mente. Ma il luogo principale<br />

è la famiglia, vera scuola di preghiera e<br />

di catechesi dei genitori nei confronti<br />

dei figli. Per la preghiera liturgica il luogo<br />

privilegiato è la chiesa, parrocchiale<br />

o non parrocchiale, nella quale si riunisce<br />

l'assemblea e si celebra l'Eucaristia e<br />

altri sacramenti. «Passando vicino a una<br />

chiesa — scrive il Card. De Giorgi, entriamo<br />

in essa anche per pochi minuti<br />

per salutare e adorare Gesù sacramentato,<br />

che in alcune chiese della città è<br />

esposto all'adorazione ogni giorno».<br />

«La preghiera è una necessità vitale<br />

— afferma l'Arcivescovo — sia per essere<br />

maturi nella fede, sia per raggiungere<br />

la salvezza eterna, sia per realizzare più<br />

dignitosamente il progetto che Dio ha<br />

assegnato a ciascuno tra i fratelli e le sorelle.<br />

La preghiera è necessaria per crescere<br />

nella fede, per evitare il peccato e<br />

progredire nella conformazione a Cristo,<br />

ma anche “per rendere più umana la<br />

convivenza fraterna” e garantire lo sviluppo<br />

armonico della società. In modo<br />

particolare la preghiera è una risposta<br />

fervida all'appello del Signore per l'avvento<br />

del suo regno qui, in questo nostro<br />

mondo lacerato da discordie e da<br />

divisioni, da forme di violenza e da terrorismo.<br />

Con la preghiera si contribuisce<br />

efficacemente alla edificazione della<br />

Chiesa, sacramento universale di salvezza,<br />

di cui ogni cristiano è membro coinvolto<br />

nella sua missione salvifica. Per<br />

tutti questi titoli la preghiera occupa un<br />

posto prioritario nella vita del cristiano<br />

e si sviluppa sempre con maggiore intensità».<br />

MONS. LUCIANO GIOVANNETTI, VESCOVO DI FIESOLE<br />

Operare ogni giorno per la giustizia<br />

nella memoria di sant'Andrea Corsini<br />

La Chiesa di Fiesole celebra il settimo<br />

centenario della nascita di sant'Andrea<br />

Corsini, carmelitano e Vescovo della<br />

diocesi, compatrono della comunità ecclesiale.<br />

Giovanni Paolo II ha fatto pervenire<br />

un suo particolare messaggio. Da<br />

parte sua il Vescovo Luciano Giovannetti<br />

ha salutato l'evento con una lettera<br />

pastorale per il periodo dell'«Avvento».<br />

Il tema sviluppato è: «Giustizia e pace si<br />

baceranno». Il fondamento biblico è evidente.<br />

Il Vescovo però preferisce approfondire<br />

le tematiche connesse con l'azione<br />

pastorale. La pace e la giustizia sono<br />

doni di Dio al suo popolo dell'antica e<br />

della nuova alleanza. Il dono suppone la<br />

risposta incondizionata degli uomini e<br />

delle donne, non soltanto dei cristiani. A<br />

parole tutti vogliono la pace, come anche<br />

la giustizia, di fatto però sono due<br />

valori continuamente violati sia dai singoli<br />

individui, che dai nuclei familiari,<br />

che dalle istituzioni civili e politiche.<br />

Per i cristiani l'insegnamento del Vangelo,<br />

e quindi di Cristo, è inequivocabile:<br />

la pace ha un suo prioritario presupposto<br />

nella pace con Dio, con se stesso,<br />

con gli altri. Per costruire la vera pace<br />

sono necessari tutti gli sforzi umani possibili<br />

che le assicurino tutte e tre. Non si<br />

dà pace sociale se manca la pace a livello<br />

spirituale e morale. Non si dà neppure<br />

pace senza la giustizia. Tanto da far<br />

dire al magistero che la pace è opera<br />

della giustizia. A sua volta però la giustizia<br />

non può essere privata dal suo carattere<br />

trascendente, avuta dal rispetto della<br />

dignità e dei diritti della persona umana,<br />

della dignità e dei diritti di tutti i popoli<br />

e di ogni essere umano.<br />

Al di fuori di questa visione e di questa<br />

«realtà» non si costruisce la pace totale,<br />

vera, autentica. Gli sforzi degli uomini<br />

e delle donne sono encomiabili per<br />

garantire, promuovere la pace. Ma non<br />

bastano. Questa è la persuasione della<br />

Chiesa, che non cessa di esortare a pregare,<br />

a pregare sempre, senza soluzione<br />

di continuità e senza discriminazioni e<br />

interessi individualistici o di potenza.<br />

È su queste basi che il Vescovo di Fiesole<br />

Giovannetti ha impostato la sua let-<br />

MONS. BENIGNO PAPA, ARCIVESCOVO DI TARANTO<br />

Vivere la Chiesa come esperienza<br />

di mistero, di comunione e di missione<br />

«Comunicare il Vangelo nel nostro<br />

mondo che cambia» è questo il titolo<br />

della «traccia pastorale» consegnata dall’Arcivescovo<br />

di Taranto, Benigno Papa,<br />

alla sua diocesi «per gli inizi del terzo<br />

millennio». Il titolo riprende quasi alla<br />

lettera il tema degli orientamenti CEI,<br />

una scelta precisa che nasce dalla consapevolezza<br />

che oggi è necessario puntare<br />

con decisione sulla comunicazione del<br />

Vangelo così da offrire la testimonianza<br />

della verità e della carità in un territorio<br />

che vive una stagione di rapidi e profondi<br />

cambiamenti, con la sola aggiunta<br />

dell’aggettivo «nostro» che precisa d’idea<br />

di un dimensionamento «territoriale»<br />

che coincide con quello della Chiesa<br />

locale, in questo caso diocesana.<br />

Raccolto in un libretto formato tascabile<br />

di 60 pagine di agevole lettura, suddivise<br />

in una introduzione, tre capitoli e<br />

una conclusione, il piano pastorale, che<br />

è stato presentato alla comunità nel corso<br />

di una Celebrazione Eucaristica svoltasi<br />

nella Concattedrale Gran Madre di<br />

Dio, è il frutto del discernimento comunitario<br />

che ha impegnato la diocesi ionica<br />

per tutto lo scorso anno, una esperienza<br />

che Mons. Benigno Papa ha definito<br />

straordinaria per l’elevata qualità<br />

dei contributi pervenuti dalle comunità<br />

parrocchiali, da associazioni e movimenti<br />

ecclesiali e anche da singole persone.<br />

Tutto il lavoro svolto e le sollecitazioni<br />

espresse manifestano l’esigenza di fare<br />

del Vangelo esperienza di vita vissuta<br />

in pienezza e non un dato storico o più<br />

ancora archeologico. «La Chiesa — avverte<br />

l’Arcivescovo nell’introduzione —<br />

oltre ad essere Cattolica nello spazio, è<br />

anche Cattolica nel tempo, e vorrei che<br />

noi tutti ci sentissimo continuatori di<br />

una storia della salvezza che i cristiani<br />

del nostro territorio hanno scritto con<br />

una collaborazione generosa e fedele all’azione<br />

dello Spirito di Dio».<br />

Nel primo capitolo della traccia pastorale,<br />

«Vivere il Vangelo», è indicata come<br />

priorità fondamentale la necessità di<br />

«metterci tutti alla scuola di Gesù», ponendolo<br />

al centro della vita personale e<br />

della vita parrocchiale, di cui vengono<br />

approfonditi i diversi aspetti. La parrocchia<br />

è chiamata diventare sempre più<br />

luogo di ascolto della Parola, di preghiera,<br />

di celebrazioni liturgiche autentiche,<br />

di catechesi e di educazione alla vita<br />

morale cristiana.<br />

Il secondo capitolo, «In una Chiesa<br />

casa e scuola di comunione», ravvisa la<br />

«responsabilità di voler essere, a tutti i<br />

costi, costruttori di comunione». Il capitolo<br />

indica le modalità per perseguire tale<br />

obiettivo, attraverso «i segni e gli stru-<br />

menti della comunione»: primo fra tutti<br />

il dialogo, poi la collaborazione, la valorizzazione<br />

degli strumenti di partecipazione<br />

(consiglio presbiterale, parrocchiale<br />

e vicariale, consiglio diocesano e parrocchiale<br />

per gli affari economici). La<br />

spiritualità della comunione non può essere<br />

solo affidata a gesti episodici ma<br />

deve diventare cultura della comunione»,<br />

attingendo ai sacramenti, in particolar<br />

alla «comunione eucaristica» su<br />

cui si fonda la «comunione ecclesiale».<br />

Il terzo capitolo, «Comunicare il Vangelo»,<br />

fornisce stimoli nuovi per un impegno<br />

missionario rinnovato. Un «impegno<br />

esaltante», lo definisce Mons. Papa,<br />

nel quale è fondamentale la riscoperta<br />

del ruolo insostituibile dei laici. Il capitolo<br />

pone l’accento sulle «leggi fondamentali<br />

della comunicazione del Vangelo»<br />

che ha caratteristiche del tutto originali<br />

rispetto ad altre forme di comunicazione<br />

ma che non esclude una certa intraprendenza:<br />

«Nella storia dell’umanità,<br />

prima che fosse l’uomo a rivolgersi a<br />

Dio, è stato Dio stesso che ha preso l’iniziativa<br />

e si degnato di rivolgergli la Parola.<br />

Abbiamo qui la prima e fondamentale<br />

legge della comunicazione del vangelo.<br />

La Chiesa per essere se stessa, testimone<br />

del Dio vivente, deve uscire da<br />

sè ed assumere l’iniziativa del dialogo e<br />

della proposta agli uomini. Non possiamo<br />

aspettarci che siano gli uomini a<br />

cercarci, quello che lo fanno sono molto<br />

pochi, dobbiamo preoccuparci di coloro<br />

che non ci cercano, che non ci pensano,<br />

e che noi dobbiamo invece cercare, non<br />

fosse altro che per rivolgere loro una<br />

parola che possa suscitare una inquietudine<br />

religiosa, ove, invece c’è disinteresse<br />

e indifferenza per la problematica religiosa».<br />

Vengono analizzati in particolare alcuni<br />

momenti fondamentali della comunicazione<br />

del Vangelo, quali «la catechesi,<br />

il giorno del Signore, la carità». Si pone<br />

anche l’accento sui destinatari privilegiati<br />

della comunicazione evangelica, con<br />

tera pastorale ampia e ragionata. Ripudiata<br />

la guerra, qualunque essa sia, il<br />

Vescovo esorta a contribuire alla edificazione<br />

della pace con i mezzi del Vangelo,<br />

in modo pressante e continuo con la<br />

preghiera. Una vera preghiera — scrive<br />

— e sempre una preghiera che coinvolge<br />

la nostra vita e dunque ci chiama a<br />

mettere in pratica quanto chiediamo a<br />

Dio. Per questo, invocare da Dio il dono<br />

della giustizia e della pace significa diventare,<br />

noi per primi, operatori di giustizia<br />

e di pace, secondo l'invito della<br />

beatitudine di Gesù: «Beati gli operatori<br />

pace, perché saranno chiamati figli di<br />

Dio. Beati i perseguitati per causa della<br />

giustizia, perché di essi è il regno dei<br />

cieli» (Mt 5, 9-10).<br />

La costruzione della pace non è un<br />

compito riservato solo ai potenti della<br />

terra e alle grandi istituzioni internazionali.<br />

Noi stessi dobbiamo farci operatori<br />

di pace in tutti gli ambienti in cui viviamo:<br />

prima di tutto la famiglia, dove la<br />

pace è dialogo, comprensione, affetto e<br />

stima reciproci, clima indispensabile per<br />

una serena crescita dei figli; nelle nostre<br />

comunità parrocchiali, nei gruppi, dove<br />

la pace non è solo collaborazione e fraternità<br />

gli uni con gli altri, ma anche testimonianza<br />

della verità della nostra fede<br />

offerta a tutti coloro che ci incontrano;<br />

nelle comunità religiose e nei rapporti<br />

tra i confratelli nel sacerdozio, dove<br />

la pace è ancora una volta stima reciproca<br />

e incoraggiamento nella via del<br />

bene.<br />

Non possiamo, infatti, accontentarci<br />

di una pace che sia semplice assenza dei<br />

tensioni e di conflitti: la pace è un dono<br />

che si fa compito di costruire rapporti<br />

di collaborazione e di sviluppo, di mettere<br />

a frutto le energie e l'entusiasmo di<br />

tutti per una reale crescita nella comunione.<br />

Di estrema importanza, in particolare,<br />

è l'attenzione che occorre dare<br />

alla educazione alla pace, in particolare<br />

per i giovani, insegnando loro che la pace<br />

non coincide mai con l'indifferenza<br />

per quello che si accade intorno, ma è<br />

frutto del nostro sforzo e della nostra<br />

capacità di costruire alternative e di in-<br />

particolare riguardo ai non battezzati, i<br />

non praticanti, i giovani e le famiglie.<br />

Infine, Mons. Papa incoraggia tutti gli<br />

operatori a lavorare con fiducia pur in<br />

presenza di difficoltà e insuccessi e di<br />

considerare questi orientamenti come<br />

un progetto capestro in cui sono contenute<br />

le ricette magiche per la soluzione<br />

pratica di tutti i nodi pastorali, ma l’indicazione<br />

precisa di traguardi da raggiungere<br />

attraverso modalità d’azione<br />

comune.<br />

«Fratelli e sorelle carissimi — scrive<br />

nella “Conclusione” Mons. Benigno Papa<br />

— i tre capitoli attraverso i quali si articola<br />

la Traccia pastorale, hanno allo<br />

sfondo la comprensione della Chiesa come<br />

Mistero, Comunione e Missione. Tre<br />

aspetti distinti, ma non separabili, di<br />

una esperienza di grazia nella quale abbiamo<br />

la gioia di vivere la nostra fede e<br />

di aiutare gli altri a scoprirla e ad esserne<br />

partecipi. In tal modo la nostra gioia<br />

sarà perfetta».<br />

SILVANO TREVISANI<br />

MONS. SALVATORE BOCCACCIO, VESCOVO DI FROSINONE-VEROLI-FERENTINO<br />

Su Gesù Bambino è fondata la nostra vita<br />

«Dopo l’11 settembre non si può dire<br />

“buon Natale”, “buon anno”, se non c’è<br />

il desiderio e la disponibilità a lasciarsi<br />

prendere per mano da quel Bambino e<br />

ricominciare con Lui, a partire da noi,<br />

da me e da te, la ricostruzione di una<br />

nuova umanità. È il mio augurio e la<br />

mia preghiera». Pur nella sua essenzialità,<br />

il messaggio di augurio per il Natale<br />

che il Vescovo Salvatore Boccaccio rivolge<br />

alla Diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino<br />

è denso di contenuti ed indicazioni<br />

che, nella pastorale della Diocesi<br />

laziale, andranno approfondite e rese<br />

concrete a livello personale e comunitario.<br />

Come uomini e donne che hanno<br />

scelto di porsi alla sequela di Gesù di<br />

Nazareth, pur vivendo in un «pezzetto»<br />

di mondo apparentemente tranquillo,<br />

anche i cristiani della Ciociaria, afferma<br />

il Vescovo, devono sentirsi coinvolti ed<br />

interpellati da quel accade oggi in altre<br />

parti della terra. La grave crisi internazionale,<br />

le difficoltà che a volte incontra<br />

il dialogo tra culture e religioni diverse,<br />

l’apparente insanabilità di conflitti come<br />

quello tra israeliani e palestinesi, non<br />

possono non entrare prepotentemente<br />

anche nella pastorale di una piccola<br />

Chiesa locale. Fino a che punto, chiede<br />

in fondo Mons. Boccaccio ai suoi fedeli,<br />

siamo veramente disposti a ripartire da<br />

quel Bambino nato duemila anni fa in<br />

una misera mangiatoia per fondare su<br />

di Lui la nostra vita quotidiana? La costruzione<br />

di una nuova umanità di cui<br />

parla il presule passa anche attraverso le<br />

piccole scelte che, come semplici credenti<br />

ma anche come operatori pastorali,<br />

come discepoli di Cristo soprattutto, i<br />

credenti della Diocesi sapranno compiere<br />

nella ordinarietà della vita, nei luoghi<br />

in cui vivono, nelle relazioni che intessono<br />

ogni «santo» giorno, anche quelle più<br />

faticose, che richiedono la pazienza, la<br />

collaborazione e l’ascolto verso chi non<br />

verrebbe spontaneo amare.<br />

Questa è in fondo l’opera di nuova<br />

evangelizzazione alla quale da circa due<br />

anni Mons. Boccaccio ha chiamato l’intera<br />

diocesi e alla quale si è richiamato<br />

il Santo Padre venendo a Frosinone nel<br />

settembre scorso; questa è la missione<br />

alla quale stanno lavorando gli operatori<br />

pastorali nelle cinque vicarìe della Diocesi<br />

frusinate: rendere più cristiani gli<br />

ambienti di vita dell’uomo di oggi, che<br />

significa poi, in primo luogo, renderli<br />

più umani («Cristo svela l’uomo all’uomo...<br />

», ricorda il Concilio) con una vita<br />

santa, con una spiritualità robusta, con<br />

una testimonianza contagiosa della bellezza<br />

di vivere seguendo Cristo.<br />

Per questo, afferma il Vescovo, è<br />

compito dei cristiani irradiare con la<br />

forza del Vangelo quel poco di mondo<br />

in cui è dato loro di vivere: questo sì, lo<br />

possono e lo debbono fare tutti, anche<br />

se le grandi scelte sulla sorte del mondo<br />

spettano ad altri. La cultura, la politica,<br />

lo sport, la scuola, la famiglia, le parrocchie<br />

stesse sono i luoghi concreti in cui<br />

è dato ai discepoli di Cristo di vivere<br />

pienamente la realtà dell’Incarnazione<br />

del Figlio di Dio. Ricordandosi dell’attenzione<br />

particolare da prestare alle situazioni<br />

di povertà, di disagio, di esclusione<br />

presenti attorno a loro, come la<br />

Diocesi di Frosinone sta facendo con<br />

l’Avvento di fraternità, sostenendo alcuni<br />

progetti della Caritas: un mondo di<br />

pace nasce anche dal risanamento delle<br />

situazioni di ingiustizia, dal porre fine<br />

alle sofferenze di tanti uomini e donne<br />

costretti all’emarginazione. Tra le altre<br />

cose significativo, in questo senso, l’impegno<br />

assunto dal Vescovo e dalla Diocesi<br />

con il gesto della fiaccolata di settembre<br />

sulla strada della prostituzione<br />

di Frosinone, contro tutte le forme di<br />

schiavitù.<br />

AUGUSTO CINELLI<br />

ventare nuovi stili di vita, di discussione,<br />

di confronto, nei quali la pace costituisca<br />

un principio irrinunciabile. Che non<br />

accada, soprattutto, che la nostra sollecitudine<br />

per la pace cessi nel momento<br />

in cui viene meno la preoccupazione immediata<br />

della guerra e della crisi internazionale<br />

che stiamo vivendo. Il tema<br />

dell'educazione alla pace deve anzi divenire<br />

un tema centrale nei progetti formativi<br />

degli operatori pastorali, degli<br />

animatori dei gruppi e dei movimenti,<br />

così come della programmazione dei<br />

centri culturali.<br />

Analogamente, — scrive Mons. Giovannetti<br />

— operare per la giustizia significa,<br />

prima di tutto, dedicare le nostre<br />

energie e la nostra azione all'aiuto<br />

verso i poveri, imparando a vedere nel<br />

loro volto il volto di Cristo povero e sofferente.<br />

In questo, ancora una volta, ci<br />

è di conforto e di stimolo l'esempio di<br />

sant'Andrea Corsini e dell'eroismo della<br />

sua carità verso i bisognosi. Occorre<br />

poi, davanti ai messaggi contraddittori<br />

che contraddistinguono il nostro tempo,<br />

imparare a mettere in discussione i modelli<br />

consumistici ed edonistici che i<br />

mezzi di comunicazione ci propongono<br />

e scoprire la bellezza di uno stile di vita<br />

più semplice, sobrio, essenziale. Le nostre<br />

scelte quotidiane, infatti, non sono<br />

prive di conseguenze per coloro che soffrono<br />

per l'ingiustizia delle grandi strutture<br />

economiche: l'attenzione che poniamo<br />

per rendere sobrio ed essenziale<br />

il nostro stile di vita è il modo di vivere<br />

concretamente la povertà evangelica richiesta<br />

a tutti i battezzati. Non mancano,<br />

del resto, gli strumenti per opporsi a<br />

questi meccanismi iniqui: penso al mercato<br />

equo e solidale, alla banca etica, all'economia<br />

di comunione, al consumo<br />

critico, apprezzabili tentativi di costruire<br />

sistemi alternativi allo sfruttamento<br />

spesso senza limiti del lavoro dei più poveri.<br />

Anche in questo caso, infine, l'impegno<br />

educativo riveste un ruolo decisivo<br />

per trasmettere soprattutto alle giovani<br />

generazioni il vero senso della giustizia<br />

e la necessità di perseguirla come<br />

bene supremo per la convivenza umana.<br />

Il tempo di Avvento, che è il clima di<br />

più intensa preghiera e mediazione in<br />

preparazione al Natale del Signore, può<br />

essere un tempo propizio per compiere<br />

scelte di pace e di giustizia e per orientare<br />

in maniera nuova e più evangelica<br />

la nostra vita: sperimentando così la<br />

beatitudine promessa da nostro Signore<br />

Gesù Cristo a coloro che lo seguono e<br />

che da lui imparano i sentieri della giustizia<br />

e della pace.<br />

Un pensiero particolare va ai giovani,<br />

cui è affidato, ribadisce il Vescovo, il futuro<br />

della nostra civiltà e che dunque<br />

hanno una responsabilità e un'opportunità<br />

unica di fare del mondo un luogo<br />

di convivenza pacifica e solidale. Non<br />

lasciatevi sfuggire l'opportunità di costruire<br />

la pace e la giustizia! Siate quelle<br />

«sentinelle del mattino» che il Papa ha<br />

evocato durante la veglia della Giornata<br />

Mondiale della Gioventù.<br />

Uno degli aspetti che maggiormente<br />

preoccupano rileva — Mons. Giovannetti<br />

— è certamente il fatto che essa investe<br />

anche il rapporto con la religione<br />

islamica. In realtà, da tempo l'islam non<br />

è più una religione lontana e confinata<br />

nel mondo medio-orientale: anche nella<br />

nostra Diocesi è ormai consueto incontrare<br />

donne musulmane, spesso velate,<br />

che portano i loro figli anche nelle nostre<br />

scuole cattoliche, così come sono<br />

molti gli uomini di origine islamica che<br />

si sono inseriti nel nostro mondo del lavoro.<br />

La comunità cristiana non ha<br />

mancato di offrire il suo aiuto concreto<br />

e pratico a questi fratelli e sorelle non di<br />

rado costretti a lasciare la propria terra<br />

a causa della guerra: penso, in particolare,<br />

ai tanti uomini e donne che hanno<br />

trovato ospitalità nella nostra Diocesi.<br />

Il dialogo con l'islam non è, tuttavia,<br />

privo di difficoltà e di incognite. Esso,<br />

infatti, investe direttamente alcuni diritti<br />

fondamentali della persona che non<br />

possono essere in nessun modo compromessi,<br />

anche in nome di particolari<br />

convinzioni religiose: la libertà di<br />

espressione, di pensiero, di fede religiosa,<br />

soprattutto il principio della sana laicità<br />

dello stato, irrinunciabile conquista<br />

della riflessione politica e teologica dell'Occidente.<br />

La recentissima iniziativa del Papa —<br />

sottolinea Mons. Giovanetti — di esortare<br />

a un digiuno il prossimo 14 dicembre,<br />

in coincidenza della conclusione del<br />

radaman, così come l'invito rivolto ai<br />

responsabili di tutte le religioni del mondo<br />

a tornare ad Assisi il 24 gennaio 2002<br />

pere elevare una preghiera corale per la<br />

pace, costituiscono forti richiami all'esigenza<br />

di costruire un dialogo effettivo<br />

con i fratelli musulmani. Il dialogo, infatti,<br />

è l'unica via lungo la quale è possibile<br />

costruire un futuro di convivenza e<br />

di rispetto reciproco, di incontro, di preghiera<br />

comune. La comunione della preghiera<br />

e della difesa dei valori che ci accomunano<br />

— conclude Mons. Giovannetti<br />

— costituirà certamente una solida<br />

base sulla quale edificare la società di<br />

domani, in cui vivremo sempre più a<br />

stretto contatto gli uni degli altri.<br />

G.C.


A ROMA<br />

PAGINA<br />

11 .<br />

COMUNE Incentivi per la sicurezza delle case<br />

Approvato il bilancio<br />

preventivo per il 2002<br />

Il Consiglio comunale di Roma ha approvato<br />

il bilancio di previsione 2002. Il<br />

via libera è arrivato dopo 14 ore di seduta,<br />

con 35 sì della maggioranza e 21<br />

no dell’opposizione. Roma, hanno fatto<br />

notare l’assessore comunale al Bilancio<br />

Marco Causi e i capigruppo della maggioranza,<br />

è la prima grande città italiana<br />

a chiudere il bilancio prima del 31 dicembre,<br />

le altre si avviano all’esercizio<br />

provvisorio, con approvazione entro il<br />

28 febbraio.<br />

«L’amministrazione civica — ha commentato<br />

Causi — nel più generale clima<br />

di incertezza seguito all’11 settembre,<br />

vuole dare un segnale di serenità e sicurezza<br />

alla città». La manovra finanziaria,<br />

la prima dell’amministrazione Veltroni<br />

e la prima in euro, ammonta nel<br />

complesso a circa 5 miliardi di euro, 3<br />

miliardi e 393 milioni di euro per le spese<br />

correnti (pari a 6.571 miliardi di lire)<br />

e 1 miliardo e 511 milioni di euro per gli<br />

investimenti (pari a 2.927 miliardi di lire),<br />

di cui 750 milioni di euro (1.500 miliardi<br />

di lire) finanziati con risorse proprie<br />

del Comune. Già nel pomeriggio di<br />

giovedì, è stato ribadito, erano stati approvati<br />

importanti collegati al bilancio:<br />

l’introduzione dell’addizionale Irpef allo<br />

0,2 per cento e ampliamenti di sgravi ed<br />

esenzioni su Ici e Tassa rifiuti per circa<br />

140.000 famiglie a basso reddito. «I 115<br />

miliardi di lire che si ricaveranno dall’addizionale<br />

Irpef non serviranno a coprire<br />

buchi di bilancio, come dice l’opposizione<br />

— hanno osservato i capigruppo<br />

— ma a finanziare gli sgravi e le<br />

esenzioni su Ici e tassa rifiuti, rafforzare<br />

le politiche sociali e dare 101 miliardi in<br />

più ai Municipi». Con i tre emendamenti<br />

presentati e approvati dalla maggioranza<br />

capitolina l’aula ha rafforzato l’impianto<br />

del bilancio varato dalla Giunta destinando<br />

ulteriori fondi alle periferie, attraverso<br />

i Municipi, alle politiche sociali, e<br />

alla cura e manutenzione della città. In<br />

particolare, 11 milioni di euro in più per<br />

Allarme<br />

per fuga di gas<br />

in una scuola<br />

di Frascati<br />

Momenti di panico nel tardo pomeriggio<br />

di ieri quando un forte odore di gas<br />

si è sentito all’interno di una scuola nel<br />

centro cittadino di Frascati. A riscontro<br />

delle numerose segnalazioni, i vigili del<br />

fuoco hanno accertato che si trattava di<br />

una perdita della conduttura centrale<br />

che alimentava l’impianto di riscaldamento<br />

della scuola. Messo in sicurezza<br />

l’impianto, dopo circa un’ora, è giunta<br />

una squadra del pronto intervento dell’Italgas<br />

che ha provveduto a riparare il<br />

guasto.<br />

Intanto, a Roma, il vicesindaco Enrico<br />

Gasbarra ha consegnato un assegno<br />

di 5.775 euro (più di undici milioni di lire)<br />

per le famiglie delle vittime di via<br />

Ventotene. La somma è stata raccolta<br />

dall’Associazione via del Babuino, che<br />

ha deciso di devolvere l’un per cento del<br />

totale ricavato nel giorno dell’Immacolata,<br />

l’8 dicembre. Alla cerimonia di consegna<br />

dell’assegno, nella sala del Carroccio<br />

in Campidoglio, erano presenti Ciro<br />

Perrone, padre di Fabiana, una delle vittime,<br />

il presidente del IV municipio<br />

Benvenuto Salducco, il parroco di Val<br />

Melaina don Gaetano e il presidente dell’Associazione<br />

via del Babuino Mario<br />

Lucchese.<br />

la parte di spesa corrente hanno rafforzato<br />

interventi per fasce disagiate, attività<br />

culturali e attività integrative per le<br />

scuole dell’obbligo (come centri estivi o<br />

visite).<br />

Sono previsti inoltre contributi ed incentivi<br />

per ampliare le misure di sicurezza<br />

nelle case di Roma, favorendo l’installazione<br />

di centraline anti-intrusione,<br />

anti-rapina o anche quelle per segnalare<br />

le fughe di gas e la sostituzione delle<br />

vecchie caldaie, autonome o condominiali.<br />

Prossimamente saranno messe a<br />

punto nei dettagli le modalità per accedere<br />

ai contributi.<br />

Piano della Regione<br />

per l'integrazione<br />

degli immigrati<br />

La Regione Lazio ed il Governo<br />

stipuleranno un accordo per favorire<br />

la piena integrazione di tutti<br />

gli immigrati extracomunitari.<br />

La Giunta regionale del Lazio,<br />

presieduta da Francesco Storace,<br />

ha approvato, infatti, l’accordo di<br />

programma con il Ministero del<br />

Lavoro e delle Politiche Sociali,<br />

presentato dall’assessore alla Famiglia<br />

e Servizi sociali, Anna Teresa<br />

Formisano.<br />

Per l'attuazione di questo progetto<br />

è previsto uno stanziamento<br />

di 9 miliardi e 600 milioni di lire<br />

da parte dello Stato.<br />

Esso riguarda i settori dell’alfabetizzazione,<br />

dell’apprendimento<br />

della lingua e della cultura italiana,<br />

della formazione, della promozione<br />

dei diritti degli immigrati<br />

extracomunitari.<br />

Campidoglio:<br />

contributi<br />

per salvare<br />

i negozi storici<br />

Le botteghe, riconosciute “negozi storici”,<br />

che rischiano di chiudere per difficoltà<br />

economiche potranno richiedere<br />

contributi fino ai 60 milioni di lire, e in<br />

casi eccezionali fino ai cento milioni.<br />

L’assessorato alle politiche del commercio<br />

e dell’artigianato del Comune informa<br />

che il 27 dicembre prossimo sarà<br />

affisso l’avviso pubblico per la concessione<br />

dei contributi.<br />

La domanda dovrà essere in possesso<br />

di almeno due condizioni che attestino<br />

come le attività svolte siano di interesse<br />

storico, artistico, tradizionale o didattico-culturale.<br />

Intanto, il XVII Municipio ha votato<br />

all’unanimità un documento nel quale si<br />

chiede l’intervento della Prefettura e delle<br />

autorità locali perché i negozi storici,<br />

in particolare la libreria Micozzi, possano<br />

ottenere una proroga degli sfratti.<br />

Il caso della libreria è giunto alle cronache<br />

già da alcuni mesi quando si era<br />

diffusa la notizia che la società proprietaria<br />

dei locali aveva chiesto un affitto<br />

di circa 15 milioni, più del doppio di<br />

quanto pagato in precedenza. I titolari<br />

della libreria hanno chiesto la solidarietà<br />

di clienti ed amici invitandoli a sottoscrivere<br />

una petizione.<br />

Due giovani rapinati a Palombara: un arresto<br />

Un italiano è stato arrestato e un albanese è stato fermato dai Carabinieri<br />

della compagnia di Monterotondo perché accusati di aver malmenato<br />

e rapinato di 1.700.000 lire mercoledì sera due giovani a Palombara fuori di<br />

un bar. L’arrestato è Davide Ciurleo, di 24 anni, che era spalleggiato da un<br />

gruppetto di albanesi, tra i quali il fermato, P.D., di 27 anni. Indagini sono in<br />

corso per rintracciare gli altri aggressori. Le vittime sono state medicate<br />

in ospedale e hanno subito contusioni giudicate guaribili dai medici in<br />

10 giorni.<br />

Scossa di terremoto, epicentro nei Monti Tiburtini<br />

Il Comando Provinciale dei Vigili del fuoco ha segnalato un evento sismico<br />

corrispondente al grado 3.3 della scala Mercalli con epicentro nella zona<br />

dei Monti Tiburtini (Subiaco, Bellegra, Gerano) verificatosi ieri sera, venerdì,<br />

alle 19.35. Il prefetto di Roma ha disposto l’effettuazione di verifiche attraverso<br />

gli organi di Polizia e dei Vigili del fuoco a seguito delle quali è risultato<br />

nessun danno a persone o cose. Nei giorni scorsi altre scosse di<br />

non lieve entità si erano verificate in altre zone del Lazio.<br />

Ordigni bellici trovati sulla via Portuense<br />

Ordigni bellici, armi leggere e divise sono stati ritrovati durante scavi per le<br />

rete telefonica in via del Ponte Pisano, sulla via Portuense. I primi ritrovamenti,<br />

a quanto si è appreso, risalgono a circa due mesi fa. Gli operai, che<br />

stavano scavando per far passare i cavi delle fibre ottiche, si sono dovuti<br />

bloccare quando le ruspe hanno portato alla luce un ordigno bellico. A poca<br />

distanza dal primo ritrovamento è apparsa un’altra bomba, anche questa<br />

risalente alla seconda guerra mondiale. I due ordigni sono stati rimossi ma<br />

successivamente ne è stata trovata una terza, di dimensioni notevoli, che<br />

sarebbe ancora seminterrata. Per giorni camion e ruspe dell’esercito hanno<br />

fatto la spola per portare via i detriti. L’area è stata recintata ed è piantonata.<br />

La zona dove si trovano i resti è un’ampia area di campagna proprio<br />

ai piedi del «Serpentone», il palazzo di un chilometro realizzato a Corviale.<br />

Secondo gli abitanti e gli anziani che vivevano nella zona all’epoca della<br />

seconda guerra mondiale, l’area sarebbe piena di tunnel utilizzati dai soldati<br />

tedeschi per rifugiarsi durante gli attacchi alleati.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 23 Dicembre 2001<br />

24 DICEMBRE 2001<br />

Feria di Avvento - (viola) - Messa<br />

mattutina propria del 24 dicembre -<br />

Lezionario: 2 Sam 7, 1-5.8-12.14.16 -<br />

Salmo 88; Lc 1, 67-79 - Liturgia delle<br />

Ore (fino a Nona): Lun. IV sett. - Ufficio<br />

della feria con le parti proprie<br />

del 24 dicembre - Termina il Tempo<br />

di Avvento - Messa vespertina della<br />

Stabile pericolante:<br />

chiusa la sede<br />

della Direzione<br />

provinciale<br />

del Lavoro<br />

Da ieri è chiusa all’utenza la Direzione<br />

provinciale del lavoro di Roma (ex<br />

ispettorato del lavoro) in via De Lollis 6.<br />

Lo hanno reso noto alcuni dei 600 dipendenti<br />

che, allarmati dalle visibili crepe<br />

dell’edificio di otto piani, nei mesi<br />

scorsi, avevano messo in atto iniziative<br />

di protesta, ma, hanno detto, assistendo<br />

solo ad un'altalena di responsabilità tra<br />

le dirigenze del Ministero del Lavoro.<br />

Ieri, però, è giunta la relazione conclusiva<br />

della commissione stabili pericolanti,<br />

che ha compiuto rilievi con i sensori<br />

sulle travi e sugli intonaci e ha confermato<br />

la presenza di fessure nelle travi<br />

portanti del palazzo che da 40 anni ospita<br />

gli uffici del ministero del lavoro.<br />

La direzione ha deciso così la chiusura<br />

all’utenza dello stabile.<br />

Una riunione è stata indetta per decidere<br />

dove e come proseguire l’attività<br />

degli uffici i cui primi obiettivi sono il<br />

controllo e la repressione del lavoro<br />

nero.<br />

In tal senso la struttura adiacente (La<br />

N. 12) alla sede della direzione provinciale<br />

del Lavoro, da lunedì dovrebbe<br />

ospitare i soliti impiegati più quelli trasferiti.<br />

Ma questa soluzione provvisoria<br />

sembra suscitare ancora più incertezza<br />

tra gli addetti ai lavori.<br />

«Da tempo — sottolinea un impiegato<br />

che lavora al N. 12 — si dice che tutti<br />

gli uffici saranno trasferiti altrove, ma<br />

questo già prima dello sgombero di ieri.<br />

Certo — sottolinea ancora — è difficile<br />

che qualcuno voglia lavorare in un posto<br />

dove c'è talmente pericolo che l'intero<br />

edificio viene chiuso al pubblico».<br />

A ribadire la legittima inquietudine di<br />

quanti lavorano nell'edificio, anche per i<br />

tragici crolli di qualche anno fa, è un<br />

collega della portineria, il quale pur ricordando<br />

che i pompieri hanno dato<br />

l'assenso alla praticabilità dello stabile,<br />

ha sottolineato che «oggi come oggi<br />

nessuno può dirsi sicuro al cento per<br />

cento».<br />

Vigilia (bianco) propria, Gloria, Credo;<br />

Primi Vespri propri<br />

25 DICEMBRE 2001<br />

Natale del Signore - Solennità con<br />

Ottava (bianco) - Messe dell'aurora e<br />

del giorno proprie come descritto nel<br />

Messale e nel Lezionario - Lezionario<br />

delle Ore: Ufficio della Solennità<br />

Sincerità<br />

Impariamo che per conformarci in qualche<br />

cosa al nostro Dio, occorre che ci<br />

comportiamo sempre con sincerità...<br />

specialmente col non volere che ci ritengano<br />

più di quello che siamo.<br />

(Santa Teresa d'Avila)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

DIOCESI Santa Messa celebrata dal Card. Ruini per il Natale del Ceis<br />

«Prendiamoci sulle spalle<br />

l'impegno della solidarietà»<br />

Un invito a riflettere sui problemi dell’attuale<br />

contesto storico e a riscoprire<br />

in Gesù Bambino il dono prezioso della<br />

pace. È questo lo spirito che ha animato<br />

la partecipazione dei membri del Ceis<br />

(Centro Italiano di Solidarietà) alla Santa<br />

Messa celebrata venerdì 21 dicembre<br />

nella parrocchia romana dedicata a Gesù<br />

Buon Pastore. La funzione, che anticipa<br />

di qualche giorno il Santo Natale, è<br />

stata presieduta dal Cardinale Vicario<br />

Camillo Ruini. Sorto alla fine degli anni<br />

’60 con lo scopo di accogliere e sostenere<br />

emarginati, disagiati e famiglie disgregate,<br />

il Ceis si avvale ora del supporto di<br />

operatori che ogni giorno uniscono le<br />

proprie energie per fare fronte alle ferite<br />

della società. Educatori, insegnanti, psicologi,<br />

sociologi ed assistenti sociali,<br />

mettono insieme le proprie competenze<br />

per offrire sostegno a quanti versano in<br />

condizioni di bisogno. «Il Ceis è nato<br />

per lottare contro il disagio — ha spiegato<br />

don Mario Picchi, fondatore del<br />

centro —. Ma quando il problema della<br />

droga ha cominciato a diffondersi in<br />

modo evidente, soprattutto all’inizio degli<br />

anni '70, il nostro braccio di azione si<br />

è ampliato. Gli altri ambiti di intervento,<br />

però, non sono mai stati tralasciati».<br />

È triplice il significato attribuibile alla<br />

funzione di venerdì: al valore religioso,<br />

infatti, viene unito quello di carattere<br />

educativo e quello di rilevanza simbolica.<br />

Lo ha affermato il collaboratore del<br />

Ceis, il prof. Mario Pollo, in attesa di<br />

prendere parte alla Santa Messa. «La<br />

funzione di oggi permette di rendere<br />

evidente quanto sussiste quotidianamente<br />

nella vita del centro: ossia la presenza<br />

della fede come base dell’intero agire<br />

degli operatori — ha affermato —. Ma è<br />

opportuno evidenziare che in ogni percorso<br />

di riorganizzazione dell’identità individuale<br />

e del proprio progetto di vita,<br />

è fondamentale entrare nuovamente in<br />

contatto con la scansione del tempo, ritmata<br />

anche dalla festa. Dal punto di vista<br />

simbolico la celebrazione odierna,<br />

che ricorda l’arrivo di Gesù nel mondo,<br />

esprime la possibilità di ogni uomo di rinascere.<br />

E per questi ragazzi che escono<br />

da percorsi in cui spesso hanno incontrato<br />

la morte interiore, la Natività del<br />

Signore rappresenta la venuta ad una<br />

nuova vita, a sua volta aperta alla speranza».<br />

«Nel corso della Santa Messa<br />

con cui celebriamo il Natale della famiglia<br />

del Ceis — ha proseguito don Picchi<br />

—, intendiamo invocare la pace per il<br />

mondo e pregare per il cambiamento interiore<br />

di ciascuno di noi».<br />

Tanti i ragazzi assistiti dal Centro Italiano<br />

di Solidarietà che hanno preso<br />

parte alla funzione. Ed è soprattutto a<br />

loro che il Cardinale Ruini si è rivolto<br />

quando ha esortato i presenti a credere<br />

con fermezza nella presenza di Dio nella<br />

vita di ognuno. Una certezza che viene<br />

alimentata dal Natale, momento in cui<br />

Gesù nasce anche nell’animo di questi<br />

giovani perché continuino nella loro battaglia<br />

volta alla ricerca di un’esistenza<br />

migliore. «Nel corso di questa Messa vogliamo<br />

rinnovare la nostra fede nella<br />

forza salvifica e nella capacità di operare<br />

per il bene portataci da Gesù — ha<br />

affermato il Porporato —. Il Natale è<br />

per tutti noi parola di fiducia, una fiducia<br />

concreta che viene dalla vicinanza<br />

del Signore. Ma questa presenza di Dio<br />

ci chiede di farci prossimi ai nostri fratelli».<br />

«La parola solidarietà è bella, ma<br />

impegnativa — ha proseguito il Cardinale<br />

—. E noi, questa sera, vogliamo prendere<br />

sulle nostre spalle tale impegno sapendo<br />

che attraverso l’aiuto e la vicinanza<br />

reciproca saremo capaci di dare a<br />

tutti quello che è il bene personale di<br />

ognuno. Dobbiamo cercare di fare la<br />

nostra parte, nelle circostanze concrete<br />

e con le singole responsabilità, perché il<br />

bene e la solidarietà possano crescere.<br />

Questa è anche la forma più semplice e<br />

più efficace per contribuire a costruire<br />

la pace nel mondo, che oltre ad essere<br />

dono di Dio è frutto dei passi compiuti<br />

giorno dopo giorno». Il momento di festa<br />

è proseguito nella sede romana del<br />

Ceis dove il Cardinale Ruini ha inaugu-<br />

rato il presepio alla presenza dei membri<br />

della comunità e di esponenti del<br />

mondo politico. Fra questi ultimi, il sindaco<br />

di Roma Walter Veltroni, ed il presidente<br />

della Regione Lazio Francesco<br />

Storace. La benedizione della statua del<br />

Bambino Gesù, momento conclusivo<br />

della giornata, è stata preceduta dall’annuale<br />

relazione con cui gli operatori del<br />

Centro Italiano di Solidarietà hanno fanno<br />

il bilancio del proprio lavoro. Vari gli<br />

ambiti di intervento che hanno caratterizzato<br />

l’operato del 2001: l’attenzione<br />

per i più piccoli, bambini ed adolescenti;<br />

il potenziamento delle attività per gli<br />

adulti in difficoltà; il sostegno alle famiglie<br />

dei tossicodipendenti; l’impegno per<br />

il reinserimento lavorativo e la formazione<br />

professionale; la presenza in campo<br />

internazionale. Ma i progetti attuati non<br />

impediscono di volgere lo sguardo al futuro.<br />

«Desideriamo far crescere le iniziative<br />

all’interno del “Villaggio della Solidarietà”»,<br />

ha affermato Marcello Musio,<br />

Responsabile del programma serale del<br />

centro.<br />

SIMONA RUBEIS<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

LUNEDÌ 24 DICEMBRE<br />

00.10: Studio A<br />

7.20-17.30-23-24: Orizzonti Cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-10-11-12-13-14-15-16-18-21-<br />

23.30: Radiogiornale<br />

16.30: Il Sacro nella musica verdiana<br />

di Paolo Di Nicola<br />

17: Liturgia delle Ore, celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Eberhard<br />

v. Gemmingen SJ - Betrachtung<br />

zum Hl. Abend<br />

20.40: Recita del Santo Rosario<br />

in latino<br />

21.30: Programma francese: La<br />

Cité du Vatican: les Postes et la<br />

monnaie<br />

21.50: Programma inglese<br />

22.10: Programma spagnolo<br />

23.50: Radiocronaca della Santa<br />

Messa della Notte presieduta<br />

dal Santo Padre<br />

MARTEDÌ 25 DICEMBRE<br />

00.10: Studio A<br />

7.20-17.30-23-24: Orizzonti cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-10-11-12-13-14-15-16-18-21-<br />

23.30: Radiogiornale<br />

11.50: Messaggio del Santo Padre<br />

«Urbi et Orbi»<br />

16.30: Cronache musicali di Andrea<br />

Fasano<br />

17: Liturgia delle Ore, celebrazione<br />

dei Vespri<br />

20.20: Programma tedesco:<br />

Weihnachten in Rom<br />

20.40: Recita del Santo Rosario<br />

21.30: Programma francese: Le<br />

messagedeNoëldeJeanPaul II<br />

21.50: Programma inglese<br />

22.10: Programma spagnolo<br />

LUNEDÌ 24 DICEMBRE<br />

24: Rosario biblico (versione tedesca)<br />

6.35: Rubrica: Chiesa in cammino:<br />

Africa Australe<br />

7-30.15: Rubrica: Tre minuti dello<br />

spirito<br />

9: In diretta dalla Cappella di<br />

Telepace in Roma: Santa Messa<br />

9.45: Rosario biblico<br />

12.30: Cappella di Telepace:<br />

Santa Messa<br />

16: In diretta dalla Cappella di<br />

Telepace in Roma: Santo Rosario<br />

16.35: In diretta dalla Cappella<br />

di Telepace in Roma: Adorazione<br />

Eucaristica<br />

17: In diretta da Piazza San Pietro:<br />

«Veglia di preghiera per la<br />

pace»<br />

19: In diretta dagli Studi di Telepace<br />

di Verona: «Il popolo che<br />

camminava nelle tenebre, vide<br />

una grande luce»<br />

23: In diretta dalla Basilica Vaticana:<br />

Nella solennità del Natale<br />

del Signore, Santa Messa della<br />

Notte, presieduta dal Santo Padre<br />

Giovanni Paolo II


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

La<br />

situazione<br />

politica<br />

Un Governo che va bene, una maggioranza<br />

coesa, un Paese che migliora,<br />

un Presidente del Consiglio che pensa<br />

solo a governare (e non a candidarsi al<br />

Quirinale): è il quadro che Silvio Berlusconi<br />

ha offerto ieri nella conferenza<br />

stampa di fine anno a Villa Madama.<br />

In cinquantaquattro pagine con foto a<br />

colori e note illustrative, il Premier ha<br />

presentato un bilancio scritto dei primi<br />

sei mesi del suo Esecutivo. Si tratta del<br />

primo rapporto sullo stato di attuazione<br />

del programma, che è stato distribuito<br />

ai giornalisti al termine dell'incontro.<br />

Berlusconi ha precisato che, stante la<br />

delicata situazione internazionale, il 70%<br />

dell'attività di Governo è stata dedicato<br />

alla politica estera e solo il 30% alla politica<br />

interna. Tuttavia le principali novità<br />

le ha annunciate sul terreno delle riforme<br />

istituzionali, esplicitando la proposta<br />

di riforma proporzionale con premio<br />

di maggioranza.<br />

E anche se la collocazione di queste<br />

riforme sembra un po' lontana nel tempo,<br />

verso il 2004 e quindi dopo che saranno<br />

stati affrontati i nodi della giustizia<br />

e della devoluzione, il Presidente del<br />

Consiglio ha certamente riaperto un capitolo<br />

che suscita forti passioni e posizioni<br />

non sempre convergenti nei due<br />

schieramenti.<br />

Tanto più che Berlusconi non ha risparmiato<br />

critiche all’opposizione, accusata<br />

di presentarsi divisa e senza leader<br />

al confronto con la maggioranza («sarebbe<br />

bello fare le riforme con l’opposizione<br />

ma non ci facciamo soverchie illusioni.<br />

Avete visto come si sono comportati<br />

in questi sei mesi. Non una proposta.<br />

Dicono nero quando noi diciamo<br />

bianco. Sono confusi, divisi, e non sappiamo<br />

chi sia il leader...»).<br />

Il centro sinistra però non sembra accettare<br />

il terreno di confronto proposto<br />

dal Capo del Governo. La considerazione<br />

prevalente è che Berlusconi ha fatto<br />

«un comizio», come ha detto Castagnetti<br />

del Ppi , anzi «uno spot» secondo il diessino<br />

Angius, per nascondere dietro ad<br />

una politica di annunci e di diffusione<br />

dell’ottimismo il fatto che «presto i nodi<br />

verranno al pettine e le tasse non diminuiranno»<br />

ma semmai, afferma ancora<br />

Castagnetti, saranno «spostate a livello<br />

locale e qui aumentate».<br />

All’accusa all'opposizione di essere divisa<br />

e senza leader, ha risposto Francesco<br />

Rutelli che, promettendo di essere<br />

«un osso duro» per la maggioranza, contrattacca<br />

dicendo di vedere agitarsi proprio<br />

nel centro destra molti candidati alla<br />

successione di Berlusconi.<br />

Unito nelle critiche a Berlusconi, l’Ulivo<br />

registra tuttavia differenze quando si<br />

parla di riforma elettorale. L'apertura al<br />

proporzionale fatta dal Presidente del<br />

Consiglio non piace a chi, come Angius<br />

(Ds) e Parisi dei Democratici la considera<br />

«una regressione» che metterebbe a<br />

rischio il bipolarismo, mentre è guardata<br />

con interesse da Pecoraro Scanio,<br />

presidente dei Verdi per il quale la riforma<br />

elettorale può essere un terreno di<br />

intesa, soprattutto se si prende ad esempio<br />

il sistema elettorale di Comuni e<br />

Province.<br />

Anche fra gli alleati l’apertura al proporzionale<br />

suscita dei «distinguo». Pienamente<br />

favorevole il ministro Buttiglione,<br />

secondo il quale con questa proposta si<br />

profila un equilibrio nel centro destra<br />

fra il progetto federalista della Lega,<br />

quello presidenzialista di An e quello<br />

proporzionalista del Cdu. Ma per ora la<br />

Lega guarda con sospetto al premio di<br />

maggioranza (preferirebbe un sistema<br />

proporzionale con sbarramento). An, invece,<br />

dichiara che non ci sono preclusioni<br />

di principio, tranne una: qualsiasi<br />

legge elettorale dovrà conservare il bipolarismo<br />

e prevedere l’obbligo di indicare<br />

prima del voto «la scelta del Premier,<br />

del programma e della coalizione».<br />

12 .<br />

in primo piano<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 23 Dicembre 2001<br />

UN BILANCIO DELL'ATTIVITA' DI GOVERNO Il<br />

Presidente del Consiglio ha presentato ieri un bilancio<br />

dei primi sei mesi del suo Governo ribadendo<br />

l'impegno, anche se non immediato, per le riforme<br />

istituzionali e annunciando per la legge elettorale la<br />

sua preferenza per il sistema proporzionale con premio<br />

di maggioranza.<br />

APPROVATA LA MANOVRA ECONOMICA 2002 Via<br />

libera dell’aula del Senato alla Finanziaria 2002.<br />

SENATO Superati i contrasti sulle aree demaniali<br />

Via libera definitivo<br />

alla legge Finanziaria<br />

ROMA, 22<br />

La Finanziaria è stata approvata oggi<br />

in via definita al Senato con 163 voti favorevoli<br />

e 72 contrari. Non ci sono state<br />

astensioni. La legge entrerà in vigore dal<br />

primo gennaio prossimo.<br />

Sempre oggi, il contrasto tra maggioranza<br />

e opposizione su quello che era<br />

stato definito come una sorta di condono<br />

edilizio in aree demaniali sembra essere<br />

stato superato. L'aula ha infatti approvato<br />

alcune modifiche all’ordine del<br />

giorno presentato dal relatore Ivo Tarolli<br />

(Lega Nord), per attenuare gli effetti<br />

dell’articolo 71 della manovra che, inserito<br />

dalla Camera, prevedeva una sanatoria<br />

edilizia su aree protette. Ed è stato<br />

approvato, insieme con l’articolo 71, anche<br />

un altro ordine del giorno sostanzialmente<br />

sulla stessa linea.<br />

All’ordine del giorno di Tarolli è stato<br />

aggiunto un punto integrativo che impegna<br />

il Governo «comunque ad intervenire<br />

con provvedimenti legislativi d’urgenza»<br />

sulla materia. È stata inoltre apportata<br />

una correzione: le parole «in sede<br />

di attuazione dell’articolo 71» sono state<br />

modificate «in sede di prima vigenza<br />

dell’articolo». Il sottosegretario Giuseppe<br />

Vegas ha riconosciuto la «chiara volontà<br />

di questo ramo del Parlamento: dobbiamo<br />

cancellare la norma ed evitare che<br />

vi sia una vigenza che provochi danni».<br />

Per questo ha annunciato l’intenzione di<br />

intervenire con un intervento legislativo<br />

urgente. Lamberto Dini, (Margherita),<br />

ha detto che il provvedimento «potrebbe<br />

essere preso in uno dei prossimi Consigli<br />

dei Ministri», ed ha aggiunto che da<br />

parte della maggioranza «non c’è stata<br />

malafede».<br />

Apparecchiature<br />

mediche donate<br />

e mai usate: Ausl<br />

citata in giudizio<br />

BARI, 22.<br />

Da un anno e mezzo macchinari del<br />

valore di 500 milioni di lire donati da<br />

una famiglia di imprenditori alla Ausl<br />

Bari 3 giacciono abbandonati presso l’ospedale<br />

di Altamura nella vana attesa di<br />

essere destinati al tante volte promesso,<br />

ma finora inesistente, centro di rianimazione<br />

del nosocomio cittadino. Stanchi<br />

di aspettarne l’attivazione, i donatori<br />

delle apparecchiature hanno citato in<br />

giudizio il direttore dell'Ausl, Giuseppe<br />

Loizzo, chiedendo al giudice di condannarlo<br />

alla restituzione dei circa 500 milioni<br />

spesi per l’acquisto e di accertare<br />

la sua responsabilità precontrattuale.<br />

La vicenda — riferita dall'Ansa — risale<br />

al 1999 quando una famiglia di imprenditori<br />

di Altamura, colpita da un<br />

grave lutto, per puro spirito filantropico<br />

decise di donare apparecchiature elettromedicali<br />

per costituire nell’ospedale<br />

della loro città un centro di rianimazione,<br />

evitando in questo modo la «fuga»<br />

degli ammalati verso il capoluogo pugliese.<br />

La notizia ebbe il «vivo piacere» e<br />

l'«apprezzamento» di Loizzo che si fece<br />

portatore «della gratitudine dell’intera<br />

collettività» dicendosi disponibile ad installare<br />

il centro di rianimazione e assicurando<br />

che la delibera di accettazione<br />

della donazione «sarebbe stata una mera<br />

formalità». Nell'atto di donazione si specificava<br />

che il centro di rianimazione sarebbe<br />

stato attivato entro i due mesi<br />

successivi al suo completamento, «pena<br />

la risoluzione della donazione stessa». Il<br />

centro fu realizzato, «con notevole<br />

esborso di denaro pubblico», ma la strumentazione<br />

per farlo funzionare giace<br />

da tempo in stato di abbandono.<br />

Legionella: secondo caso mortale nel Bergamasco<br />

BERGAMO — Seconda vittima della legionella in provincia di Bergamo nel<br />

giro di due settimane. Questa volta si tratta di un pensionato ultrasettantenne,<br />

morto, sabato, all’ospedale di Treviglio. Il primo caso era stato registrato<br />

con la morte di una donna di 35 anni di Zandobbio, deceduta all’ospedale<br />

di Seriate. All’ospedale trevigliese nei giorni scorsi era stato rilevato un<br />

ulteriore caso di legionella ma per quest’ultimo paziente le condizioni sono<br />

in miglioramento, anche se è ancora sotto controllo. Secondo quanto si è<br />

appreso, il caso mortale all’ospedale di Treviglio ha riguardato un paziente<br />

affetto da una forma tumorale al fegato, con deficitarie difese immunitarie.<br />

Atterraggio d'emergenza nell'aeroporto di Genova<br />

GENOVA — Atterraggio d’emergenza, sabato mattina, nell'aeroporto «Cristoforo<br />

Colombo» di Genova. Il pilota di un Piper, un piccolo aereo da turismo,<br />

in fase di decollo è stato costretto a chiedere alla torre di controllo<br />

l’autorizzazione per un atterraggio di emergenza. Il velivolo aveva il carrello<br />

in avaria. Sulla pista sono subito scattate le procedure d’emergenza, con<br />

l’intervento delle squadre di soccorso e dei vigili del fuoco. Non è stato segnalato<br />

alcun ferito, ma lo scalo è rimasto chiuso per quasi un’ora, con i<br />

conseguenti disagi per il normale traffico aereo.<br />

Traffico: rallentamenti in Toscana sull'A1<br />

FIRENZE — Il traffico nel tratto toscano della «A1», in direzione Sud, è intenso<br />

e sta subendo rallentamenti, ma nel complesso si svolge con regolarità.<br />

Lo ha precisato, sabato, la società Autostrade. La polizia stradale ha<br />

successivamente spiegato che ci sono diversi rallentamenti nel tratto tra<br />

Pian del Voglio e Monte san Savino, ma che la circolazione non è bloccata.<br />

Quattro persone sono rimaste, sabato, in seguito ad un tamponamento che<br />

ha visto coinvolte tre autovetture sull’autostrada A3, Salerno-Reggio Calabria.<br />

Gravi le ripercussioni per il traffico. L’incidente è avvenuto al km 9<br />

della corsia Sud tra il capoluogo e l’uscita di Pontecagnano. Sul posto sono<br />

intervenuti polizia stradale, vigili del fuoco e le ambulanze delle associazioni<br />

di volontariato, che hanno provveduto al trasporto dei feriti nell’ospedale<br />

San Leonardo. Si sono formate code per 5 chilometri sulla corsia Sud a<br />

partire da Fratte. Gravi conseguenze sulla viabilità anche per quanto concerne<br />

il raccordo Avellino-Salerno nel tratto Baronissi-Fratte e sulla tangenziale<br />

di Salerno in direzione Fratte.<br />

Ferrovie: sospesi<br />

gli aumenti tariffari<br />

previsti dal 2002<br />

ROMA, 22.<br />

Dopo la richiesta del ministro<br />

dell'Economia, Trenitalia ha sospeso<br />

gli aumenti tariffari che sarebbero<br />

dovuti entrare in vigore<br />

dal primo gennaio 2002.<br />

Lo ha annunciato una nota delle<br />

Ferrovie che precisa come la<br />

sospensione riguardi gli aumenti<br />

per il trasporto ferroviario a media<br />

e lunga percorrenza già autorizzati<br />

dal ministero delle Infrastrutture,<br />

con decreto pubblicato<br />

sulla Gazzetta Ufficiale. Fino a<br />

nuova data, che sarà stabilita dal<br />

Governo, restano quindi in vigore<br />

le tariffe attuali.<br />

L'intervento del Governo —<br />

motivato col fatto che i rincari devono<br />

«tenere conto degli incrementi<br />

di produttività e dei miglioramenti<br />

della qualità e dei servizi»<br />

— è stato giudicato da più parti<br />

opportuno di fronte ad aumenti<br />

ritenuti ingiustificati se non addirittura<br />

assurdi dopo un lungo periodo<br />

punteggiato da ripetuti incidenti,<br />

frequenti disservizi e gravi<br />

disagi per i passeggeri.<br />

L’assemblea di Palazzo Madama ha approvato il ddl<br />

in terza e ultima lettura, concludendo così nei tempi<br />

previsti l’iter parlamentare. La legge entrerà in vigore<br />

dal primo gennaio prossimo.<br />

STRAGE DI BOLOGNA: SENTENZA RIBALTATA<br />

Assoluzione per i due imputati al processo sui depistaggi<br />

delle indagini sulla strage di Bologna del 2<br />

agosto 1980. La Corte d'appello ha ribaltato così la<br />

sentenza di primo grado. Bolognesi, presidente del-<br />

Infrastrutture al Sud<br />

e «Mose» a Venezia<br />

nel piano<br />

delle grandi opere<br />

varato dal Cipe ROMA, 22.<br />

Il progetto per il fabbisogno idrico nel<br />

Mezzogiorno, i tre grandi valichi del<br />

Frejus, del Sempione e del Brennero, il<br />

«Mose» di Venezia, i sistemi integrati di<br />

Roma, Napoli e Bari, una serie di assi<br />

stradali e ferroviari: non c'è solo il ponte<br />

sullo stretto di Messina nell’elenco<br />

delle 19 grandi opere strategiche varate<br />

ieri dal Cipe. Il primo programma nazionale<br />

delle infrastrutture strategiche<br />

prevede investimenti per 243.695 miliardi<br />

di lire in dieci anni: il 45% è destinato<br />

ad infrastrutture nel Sud (109.792<br />

miliardi), con una previsione nel triennio<br />

di 21.700 miliardi per le regioni meridionali.<br />

Nel complesso gli effetti occupazionali<br />

diretti e indiretti attesi dal programma<br />

sono pari a 1.210.000 nuove unità di lavoro<br />

nel triennio 2002-2004.<br />

L’intervento per l’emergenza idrica<br />

nel Mezzogiorno comporterà investimenti<br />

per oltre 8.800 miliardi, dei quali<br />

404 nel 2002. Di tale fetta 378,6 miliardi<br />

andranno per la realizzazione dei lavori<br />

nei prossimi dodici mesi; nel 2003 la cifra<br />

complessiva salirà a 1.600 miliardi e<br />

a oltre 2.500 nel 2004. Per la salvaguardia<br />

della laguna di Venezia (progetto<br />

«Mose») la spesa sarà invece di 8.000<br />

miliardi, di cui 80 già nel 2002 e 300 nel<br />

2003.<br />

Il Cipe prevede il ricorso al «general<br />

contractor» in condizioni di competitività<br />

per assicurare adeguato spazio alle<br />

imprese piccole e medie e alle loro possibili<br />

aggregazioni.<br />

GIUSTIZIA Snellite alcune fasi del processo civile<br />

Giudici di pace: dal 2002<br />

competenze anche penali<br />

ROMA, 22.<br />

Il Consiglio dei Ministri ha approvato<br />

la riforma che assegna ai giudici di pace<br />

competenza anche in materia penale<br />

stabilendo che l'applicazione delle nuove<br />

norme avverrà dal 2 gennaio, senza la<br />

proroga di sei mesi che era parsa profilarsi.<br />

Sempre in materia giudiziaria il<br />

Consiglio dei Ministri ha anche varato<br />

l'atteso disegno di legge finalizzato a<br />

snellire alcune fasi del processo civile.<br />

L'estensione fin dal 2 gennaio della<br />

competenza penale per i giudici di pace<br />

è stata definita «una decisione coraggiosa»<br />

dal Guardasigilli Castelli, il quale ha<br />

aggiunto: «Ci sono alcuni rischi e ne siamo<br />

consapevoli ma anche molti vantaggi<br />

e crediamo che la decisione presa aiuterà<br />

a migliorare lo stato della giustizia<br />

in Italia». Soddisfazione è stata espressa<br />

anche dai diretti interessati attraverso la<br />

loro associazione, l'Unione nazionale<br />

giudici di pace (Ungp): «Dal 2 gennaio i<br />

giudici di pace — si sottolinea in una<br />

nota — potranno applicare «nuovi e<br />

importanti istituti quali la mediazione e<br />

la conciliazione penale, la sostituzione<br />

della pena detentiva, di fatto non eseguita<br />

per i reati minori, con pene non sospendibili<br />

di natura interdittiva (pecuniarie,<br />

di permanenza domiciliare e di lavori<br />

di pubblica utilità) e il ricorso diretto<br />

della persona offesa dal reato, che alleggerisce<br />

l'indagine della Polizia e l'attività<br />

dei pm.<br />

La legge di riforma consente di dare<br />

una risposta positiva alla domanda di<br />

giustizia dei cittadini nel settore dei reati<br />

minori spesso abbandonati alla prescri-<br />

Ex funzionario regionale<br />

siciliano condannato<br />

all'ergastolo per tre delitti<br />

PALERMO, 22.<br />

Per i delitti di due funzionari della Regione<br />

siciliana e di un legale la corte<br />

d’assise di Palermo, presieduta da Giancarlo<br />

Trizzino, ha condannato, ieri, all'ergastolo,<br />

quale mandante, l’ex funzionario<br />

regionale Nino Velio Sprio. Il carcere<br />

a vita è stato inflitto anche ad uno<br />

dei due coimputati: Pietro Guida. Diciannove<br />

anni, la pena decisa per Ignazio<br />

Giliberti. Quest’ ultimo ora collabora<br />

con la giustizia. Tre, gli omicidi di cui<br />

Sprio sarebbe stato il mandante e Giliberti<br />

e Guida gli esecutori materiali:<br />

quello dell’avvocato Giuseppe Ramirez,<br />

ucciso nel 1989 a Palermo e quelli dei<br />

due funzionari della Regione Giovanni<br />

Bonsignore e Filippo Basile, assassinati,<br />

rispettivamente, nel ’90 e nel ’99 sempre<br />

a Palermo. Il processo prese le mosse<br />

da un’ inchiesta condotta dal pm Maurizio<br />

De Lucia dopo l’arresto dei fratelli<br />

Salvatore e Ignazio Giliberti. I due finirono<br />

in manette a Firenze nell’ambito di<br />

un’indagine su un episodio di estorsione.<br />

A poche ore dall’arresto, però, i Giliberti<br />

indicarono Sprio come la mente<br />

dei tre omicidi, per anni rimasti irrisolti.<br />

L’atto di accusa fece luce anche sui moventi<br />

dei delitti.<br />

zione o a ritardi intollerabili e di alleggerire<br />

anche il lavoro dei giudici togati.<br />

La figura del giudice di pace è presente<br />

anche nel disegno di legge finalizzato<br />

a snellire alcune fasi del processo civile.<br />

Infatti con tali nome l'istituto viene potenziato<br />

attraverso l'aumento della<br />

«competenza per valore» e viene anche<br />

snellita la fase iniziale del processo di<br />

cognizione, consentendo alle parti di<br />

evitare il doppio passaggio udienza di<br />

prima cognizione-udienza di trattazione.<br />

È prevista anche una più semplice procedura<br />

di notifica.<br />

Barista uccisa<br />

per rapina nel Bresciano:<br />

un ergastolo<br />

BRESCIA, 22.<br />

La Corte d'Assise di Brescia ha<br />

condannato all'ergastolo il giovane<br />

marocchino Nor Abderrahim<br />

di 21 anni, accusato di aver assassinato<br />

per rapina, il 3 gennaio<br />

scorso, a Vobarno (Brescia), la<br />

barista Caterina Ferrari di 52 anni.<br />

Il giovane marocchino fu trovato<br />

ancora all'interno del locale<br />

dai Carabinieri giunti poco dopo il<br />

crimine, chiamati dai vicino che<br />

avevano sentito le grida delle vittima.<br />

«Oggi riprendiamo a credere<br />

nella giustizia» ha dichiarato il<br />

fratello dell'uccisa.<br />

«Doping» al Giro<br />

d'Italia: indagati ciclisti<br />

e addetti ai lavori<br />

BOLOGNA, 22.<br />

I carabinieri del Nas di Firenze hanno<br />

notificato, ieri, alcune decine di avvisi a<br />

comparire a ciclisti e addetti ai lavori<br />

nell’ambito dell’inchiesta del Pm di Firenze<br />

Luigi Bocciolini scaturita dal blitz<br />

del Giro d’Italia del 7 giugno scorso a<br />

Sanremo. Gli avvisi riguardano tutti persone<br />

che erano già state raggiunte nei<br />

mesi passati da avvisi di garanzia per<br />

violazione della legge antidoping e frode<br />

sportiva. Gli interrogatori ci saranno a<br />

partire da gennaio. Alcuni degli avvisi<br />

notificati hanno riguardato, tra i corridori<br />

italiani — riferisce l'Ansa —, Dario<br />

Andriotto, Ermanno Brignoli, Matteo<br />

Carrara, Daniele De Paoli, Giuseppe Di<br />

Grande, Alberto Elli, Giuliano Figueras,<br />

Paolo Lanfranchi, Giovanni Lombardi,<br />

Marco Magnani, Renzo Mazzoleni, Gabriele<br />

Missaglia, Giampaolo Mondini,<br />

Rinaldo Nocentini, Andrea Peron, Mariano<br />

Piccoli, Domenico Romano, Marcello<br />

Siboni, Antonio Varriale, Marco<br />

Velo, Marco Villa, Stefano Zanini. Tra<br />

gli stranieri: Josè Luis Arrieta, Vincente<br />

Belda, Francosco Josè Fernandez, Jolanda<br />

Fuentes Rodriguez, Zurbano Galilea,<br />

Jesus Hojos, Izana Varte, David Latasa<br />

Lasa, PabloGarciaLastras,David Navas,<br />

Jon Odriozola, Unai Osa, Cesar Solaun.<br />

l’associazione familiari delle vittime della strage, ha<br />

commentato: «Il depistaggio ha colpito ancora».<br />

TANGENTI ALLE MOLINETTE Sono nove gli avvisi<br />

di garanzia per corruzione nell'ambito dell'inchiesta<br />

che ha portato all'arresto del direttore generale dell'ospedale<br />

«Molinette» di Torino, Luigi Odasso e dell'imprenditrice<br />

Renata Prati. Una vicenda di depravazione<br />

e di sfruttamento di malati.<br />

STRAGE BOLOGNA Ribaltata la sentenza di 1° grado<br />

Depistaggi: assolti<br />

in appello i due imputati<br />

BOLOGNA, 22.<br />

Assoluzione per Massimo Carminati,<br />

ex capo della banda della Magliana, e<br />

per Federigo Mannucci Benincasa, ex<br />

direttore del centro Sismi di Firenze, al<br />

processo sui depistaggi delle indagini<br />

sulla strage alla stazione di Bologna del<br />

2 agosto 1980. La Corte d'assise d'appello<br />

ha ribaltato ieri la sentenza di primo<br />

grado (giugno 2000) quando Carminati<br />

era stato condannato a 9 anni di reclusione<br />

e Mannucci Benincasa a 4 anni e<br />

mezzo. Il pg aveva chiesto l’assoluzione<br />

Mortale agguato<br />

di camorra tra la folla<br />

nel centro di Napoli<br />

NAPOLI, 22.<br />

I sicari della camorra hanno<br />

agito tra la folla: uno è sceso dal<br />

motorino ed ha fatto fuoco una<br />

decina di volte contro la vittima,<br />

Pasquale Cappuccio, 50 anni, assassinato<br />

davanti al portone di casa,<br />

dal quale era appena uscito,<br />

sotto gli occhi terrorizzati di decine<br />

di persone. È accaduto ieri sera<br />

a Napoli, in via Tribunali, strada<br />

del centro storico affollatissima<br />

per lo shopping prenatalizio. I killer<br />

sono poi fuggiti indisturbati.<br />

per il primo e la conferma della condanna<br />

per il secondo.<br />

Carminati è stato assolto perché il fatto<br />

non sussiste dall’accusa di calunnia<br />

(stessa formula per Mannucci Benincasa)<br />

e per prescrizione dal reato di detenzioni<br />

d’armi.<br />

In primo grado c’era anche un terzo<br />

imputato, Ivano Bongiovanni, pregiudicato<br />

per reati comuni, che venne condannato<br />

a 4 anni e mezzo: il suo appello<br />

però non era stato dichiarato ammissibile<br />

nella fase predibattimentale.<br />

«È un processo in cui l’enormità del<br />

tempo trascorso tra i fatti e l’accertamento<br />

giudiziale — ha commentato<br />

Paolo Trombetti, uno dei legali di parte<br />

civile — ha provocato inesorabilmente<br />

questa conclusione. Ciò dimostra ancora<br />

una volta che il problema più pressante<br />

è quello dei tempi della giustizia: invece<br />

di litigare sarebbe più opportuno lavorarci<br />

sopra per migliorare questa situazione».<br />

Ancora più duro il commento<br />

dell’avvocato di parte civile Pino Giampaolo:<br />

«Gli imbroglioni sono riusciti a<br />

truffare anche la Corte. Non era stato<br />

così in primo grado. Ci vedremo in Cassazione».<br />

Sulla sentenza è intervenuto anche<br />

Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione<br />

familiari delle vittime della strage:<br />

«La tecnica del depistaggio ha colpito<br />

ancora — ha detto — non possiamo dimenticare<br />

che anche qui il segreto di<br />

Stato ha avuto un peso notevole perché<br />

ha privato la Corte di accertamenti necessari.<br />

La battaglia dell’associazione<br />

continua».<br />

TANGENTI Resta in carcere il direttore Luigi Odasso<br />

Ospedale Molinette:<br />

9 gli avvisi di garanzia<br />

TORINO, 22.<br />

Sono nove gli avvisi di garanzia notificati<br />

ieri dalla Guardia di Finanza per il<br />

reato di corruzione nell'ambito dell'inchiesta<br />

su tangenti che hanno portato<br />

all'arresto del direttore generale dell'ospedale<br />

«Molinette» di Torino Luigi<br />

Odasso e dell'imprenditrice Renata Prati.<br />

Oltre all'ing. Aldo Rosso, funzionario<br />

dell'Asl (di cui abbiamo riferito ieri) risultano<br />

indagati per corruzione Giovanni<br />

Sorte, direttore della filiale torinese<br />

della «Gemeaz Cousin» di Milano; Gaetano<br />

Martino, titolare dell'impresa di ristorazione<br />

«Ristomatik»; Lucio Otochian,<br />

della ditta di consulenze informatiche<br />

«Inside» di Milano; Lorenzo Brovida<br />

della Gp (Gruppo Progettazione Torino);<br />

Cecilia Governale delle «Icz Web»;<br />

Andrea e Alessio Paneray, rispettivamente<br />

marito e figlio di Renata Prati, l'imprenditrice<br />

arrestata nell'ufficio di Odasso<br />

subito dopo il pagamento di una tangente<br />

di 15 milioni; Giovanni Brasso, titolare<br />

della «Transpark» di Torino.<br />

Diversa è la posizione del colonnello<br />

dei Carabinieri Costantino Colella, indagato<br />

per rivelazione di segreti d'ufficio.<br />

Intanto, il gip di Torino Fabrizia Pironti<br />

ha respinto stamane la richiesta di<br />

scarcerazione presentato per il loro assistito<br />

dai legali di Luigi Odasso e ha accolto<br />

invece la richiesta contraria del<br />

pm Giuseppe Ferrando.<br />

Resta quindi in carcere Luigi Odasso<br />

il quale — afferma il gip — «ha violato i<br />

suoi doveri di imparzialità» favorendo<br />

Bomba esplode in auto:<br />

morto un pregiudicato<br />

nel Cagliaritano<br />

CAGLIARI, 22.<br />

È morto dilaniato dall’esplosione di<br />

una bomba scoppiata mentre era in auto.<br />

La vittima è Giovanni Loddi, un pregiudicato<br />

di 50 anni di Assemini (Cagliari).<br />

Il fatto è accaduto, ieri sera, nel<br />

centro del paese. L’uomo, che aveva<br />

precedenti penali per rapina, per detenzione<br />

di armi, ma soprattutto per traffico<br />

di stupefacenti, stava percorrendo a<br />

bordo di un'autovettura viale Europa,<br />

una delle strade principali di Assemini.<br />

Alcuni testimoni hanno raccontanto di<br />

aver sentito un boato e di aver visto<br />

l’auto guidata dall'uomo saltare in aria<br />

in mille pezzi.<br />

Da una prima ricostruzione degli investigatori,<br />

sembra che la bomba sia<br />

scoppiata sotto il sedile del conducente.<br />

Secondo gli inquirenti si sarebbe trattato<br />

di un regolamento di conti tra opposte<br />

bande di spacciatori per il controllo della<br />

droga nel Cagliaritano.<br />

Ma non escludono che Loddi stesse<br />

trasportando l’ ordigno in un luogo sicuro<br />

per utilizzarlo in qualche azione criminale<br />

(rapina o assalto a portavalori) o<br />

per compiere un attentato contro avversari<br />

della malavita locale.<br />

alcuni imprenditori nel pagamento delle<br />

commesse e la sua scarcerazione comporterebbe<br />

il rischio dell'inquinamento<br />

delle prove.<br />

Il comportamento del principale indagato<br />

ha suscitato disgusto nell'opinione<br />

pubblica soprattutto per il suo ruolo di<br />

dirigente di un'azienda ospedaliera. Come<br />

tale, egli avrebbe dovuto curare anzitutto<br />

i propri ammalati e non loschi<br />

affari. Ma colpisce dolorosamente anche<br />

un altro aspetto della vicenda: sembra<br />

che non ci si meravigli più di comportamenti<br />

tanto riprovevoli.<br />

Concussione:<br />

tre anni di reclusione<br />

ad un primario radiologo<br />

PAVIA, 22.<br />

Il tribunale di Pavia ha condannato<br />

a 3 anni e 4 mesi di reclusione<br />

e all'interdizione perpetua dai<br />

pubblici uffici il prof. Rodolfo<br />

Campani, ex direttore dell'istituto<br />

di radiologia dell'Università di Pavia,<br />

accusato di concussione.<br />

L'imputato era accusato di aver<br />

richiesto e intascato la somma di<br />

10 milioni da un medico che gli<br />

chiedeva di poter entrare nella<br />

scuola di specialità in radiologia.<br />

Campani è stato anche condannato<br />

a risarcire le parti civili.<br />

Il tragico rogo<br />

a San Gregorio Magno:<br />

sviluppi dell'inchiesta<br />

SALERNO, 22.<br />

Oltre ai reati di incendio ed omicidio<br />

plurimo colposo, per due dei sei indagati<br />

per la tragedia di San Gregorio Magno<br />

(Salerno), il prefabbricato che ospitava<br />

disabili psichici, sarebbero anche<br />

ipotizzati dalla magistratura salernitana i<br />

reati di falsità ideologica e truffa.<br />

Si tratta — riferisce l'Ansa — del consulente<br />

tecnico incaricato dalla direzione<br />

dell’ASL Salerno 2 per verificare la sicurezza<br />

antincendio, Luigi Panariello e del<br />

dirigente del servizio tecnico e manutenzione<br />

dell’ASL Salerno 2, Giuseppe Pisacreta.<br />

Si è anche appreso, sempre secondo<br />

l'Ansa — che ieri nel corso dell’udienza<br />

tenuta dal Pm Maria Carmela<br />

Polito, per il conferimento degli incarichi<br />

peritali ai tre consulenti tecnici d’ufficio,<br />

alla quale hanno partecipato i legali<br />

dei sei indagati e anche alcuni legali<br />

di parte civile, l’avvocato Massimo Preziosi,<br />

difensore dell’ex direttore dell’ASL<br />

Salerno 2 Antonio Lariccia, si è riservato<br />

di chiedere un incidente probatorio.<br />

Ma il pm ha ugualmente conferito l’incarico<br />

ai tre periti che hanno successivamente<br />

effettuato un primo sopralluogo<br />

tra le macerie della struttura di contrada<br />

Murgi. I tre periti avranno 60 giorni<br />

di tempo per presentare le relazioni.


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Anno CXLI - N. 295 (42.933) CITTÀ DEL VATICANO Lunedì-Martedì 24-25 Dicembre 2001<br />

GIORGIO RUMI<br />

P er<br />

NATALE NATALE NATALE 2001<br />

2001<br />

2001<br />

Pace in Terra Santa<br />

Pace nel mondo<br />

duemila anni il luogo della<br />

nascita di Gesù è apparso agli<br />

uomini come un miraggio, con il<br />

suo incanto fatto di pace e di speranza.<br />

Betlemme, sognata e dipinta come<br />

un presepe, plasticamente rappresenta<br />

questi due messaggi. La<br />

composta quiete di una mangiatoia<br />

sulla quale alitano i loro caldi umori<br />

gli animali più domestici e mansueti,<br />

in un quadro familiare fatto di amore<br />

e di stupore, quasi un liberatorio approdo<br />

dopo tanti rischi e sofferenze,<br />

non ha rivali nel suo contenuto irenico.<br />

Il Bambino è il frutto di questa pace<br />

ed è destinato a cambiare il corso<br />

della storia perché incarna la speranza<br />

di perpetuarla. Questa è condivisa<br />

da ogni uomo, dagli umili pastori locali<br />

come dei potenti Magi venuti da<br />

molto lontano, tutti attratti dalla stella<br />

incandescente verso una possibilità<br />

di trasformazione qualitativa della<br />

condizione umana. La realtà odierna<br />

tradisce e sconvolge quel gran disegno:<br />

violenza e repressione, terrorismo<br />

e rappresaglia, un circuito sanguinoso<br />

affidato al demone scatenato<br />

della forza che le migliori intenzioni<br />

non sanno spezzare. Due popoli, mai<br />

estranei tra loro ed anzi ravvicinati<br />

da comuni ascendenze, non riescono<br />

a trovare il modo per convivere in armonia<br />

ed in progresso.<br />

Betlemme, il luogo della Natività<br />

che apriva una nuova storia, sembra<br />

profanata e ci impartisce una severissima<br />

lezione sulla fragilità della politica<br />

quando prenda la scorciatoia del<br />

conflitto e non cerchi di costruire le<br />

opere della pace in vista di quel reciproco<br />

perdono cui si è appellato Giovanni<br />

Paolo II. E proprio in vista del<br />

suo compimento, il Papa, durante il<br />

pellegrinaggio in Terra Santa, ha voluto<br />

affidare la sua preghiera alle pietre<br />

del Muro Occidentale, intendendo<br />

imprimere alla coscienza collettiva un<br />

segno irrevocabile di prossimità e di<br />

condivisione.<br />

I Magi, i grandi della terra, non porteranno<br />

che illusioni e sconfitte se<br />

non forgeranno concrete testimonianze<br />

di sapiente rispondenza alla chiamata<br />

verso questo traguardo.<br />

Le aspettative per il nuovo millennio,<br />

oggi deluse, esigono infatti il ritrovamento<br />

di quello spirito di concordia<br />

che caratterizza — sempre —<br />

gli uomini di Dio.<br />

DAL MONDO<br />

¾ Terrorismo: Sollievo<br />

per lo sventato attentato<br />

sul volo di linea Parigi-Miami<br />

¾ Medio Oriente: Sharon blocca<br />

il tentativo di dialogo avviato<br />

da Peres con i palestinesi<br />

¾ India-Pakistan: Ancora scontri<br />

armati alla frontiera del Kashmir<br />

Ricordato in particolare il religioso Giuseppe Pierantoni, rapito due mesi fa nelle Filippine<br />

Appello del Papa per la liberazione di quanti<br />

sono stati sequestrati a motivo della loro fede<br />

«Desidero rivolgere un appello<br />

in favore delle persone che si<br />

trovano in stato di sequestro. Il<br />

mio pensiero va specialmente a<br />

quanti sono stati sequestrati a<br />

motivo della loro fede, in partico-<br />

lare al Padre Giuseppe Pierantoni,<br />

sacerdote dehoniano, rapito<br />

più di due mesi fa nelle Filippine.<br />

Possa il Santo Natale, mistero di<br />

bontà e di pace, muovere a pietà<br />

i cuori dei sequestratori e indurli<br />

a rilasciare queste persone. Per<br />

esse e per i loro familiari assicuroilmio<br />

ricordo nella preghiera».<br />

(Giovanni Paolo II,<br />

Angelus di domenica 23 dicembre)<br />

Pagina 2 A pagina 5 il testo della meditazione del Santo Padre all'Angelus della quarta Domenica d'Avvento<br />

In quel Bambino<br />

la speranza<br />

di una umanità nuova<br />

Una nascita è fonte di gioia. La nascita di<br />

un bambino unico è fonte di una gioia unica.<br />

Perciò la festa di Natale è destinata a riempire<br />

il nostro cuore di una gioia imparagonabile.<br />

Celebriamo la nascita di un bambino che è<br />

il Messia atteso, e più del Messia: è il Figlio<br />

di Dio che ha voluto venire fra noi e vivere come<br />

noi. È il bambino che con la sua potenza<br />

divina ci salva. È unico al punto di cambiare<br />

con la sua presenza il volto dell’universo; egli<br />

inaugura un'era nuova per l’umanità...<br />

Nelle pagine 6 e 7<br />

una meditazione di Jean Galot<br />

ed altre riflessioni<br />

sulla solennità del Natale<br />

Dalla Grotta di Betlemme<br />

un messaggio di libertà<br />

L'annuncio della nascita di Gesù giunge<br />

quest'anno in un cielo fosco di guerre e di<br />

stragi. La fede, che ci anima e ci sostiene al<br />

di là del dolore e dello smarrimento, ci offre<br />

tuttavia motivi di speranza. Accanto alla preghiera<br />

ed alla meditazione nel mistero di Betlemme<br />

possiamo tentare di proporre anche<br />

alcune considerazioni che sembrano sollevare<br />

l'orizzonte abbassato che incombe sul mondo.<br />

Nella pubblicistica di questi ultimi mesi si è disegnato<br />

talvolta un confronto tra due eventi<br />

ben diversi ma che hanno prodotto entrambi<br />

una scossa profonda, radicale. Alludiamo alla<br />

caduta del muro di Berlino e al recente crollo<br />

della torri gemelle di New York...<br />

In «Terzapagina»<br />

articoli di Armando Rigobello,<br />

Manlio Cancogni e Danilo Veneruso<br />

NOSTRE<br />

INFORMAZIONI<br />

Il Santo Padre ha ricevuto in udienza<br />

nel pomeriggio di sabato 22 Sua Eminenza<br />

Reverendissima il Signor Cardinale<br />

Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione<br />

per i Vescovi.<br />

In occasione delle Festività Natalizie il nostro<br />

giornale non uscirà. Le pubblicazioni riprenderanno<br />

in data 27-28 dicembre.


DAL MONDO<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

PAGINA<br />

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EDITRICE<br />

«<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong>»<br />

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a cura di Arturo Mari<br />

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Pubblietica sta lavorando ad un progetto teso all'incremento della diffusione de<br />

L'Osservatore Romano in collaborazione con alcune primarie aziende italiane.<br />

Lo sforzo del quotidiano della Santa Sede per diffondere la parola del Papa, soprattutto in<br />

questo particolare momento storico, può infatti essere validamente sostenuto da quanti<br />

condividono i valori propugnati dalla Chiesa cattolica.<br />

Alcune aziende hanno scelto L'Osservatore Romano come mezzo privilegiato e qualificato<br />

per divulgare il loro messaggio pubblicitario. Saranno queste aziende —<br />

sottoscrittrici di numerosi abbonamenti — a diffondere all'interno del proprio<br />

mondo di riferimento (sedi, clienti, collaboratori), questo giornale, questi valori.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 24-25 Dicembre 2001<br />

TERRORISMO C'è sollievo per lo sventato attentato<br />

di sabato su un aereo in volo da Parigi a Miami<br />

e sul quale un uomo è stato bloccato mentre ci accingeva<br />

a far deflagrare esplosivo nascosto in una<br />

scarpa. Non mancano però le polemiche sull'efficacia<br />

delle misure di sicurezza negli aeroporti, pur<br />

rafforzate dopo l'11 settembre.<br />

MEDIO ORIENTE Il Premier israeliano, Ariel Sharon,<br />

ha smentito di avere dato mandato al Ministro<br />

TERRORISMO Ma anche timori e polemiche sull'efficacia delle misure di sicurezza<br />

Sollievo per lo sventato attentato<br />

sul volo di linea Parigi-Miami<br />

WASHINGTON, 24.<br />

Nonostante il sollievo per lo scampato<br />

pericolo, lo sventato attentato di sabato<br />

sul volo di linea Parigi-Miami ha bruscamente<br />

riacuito la già forte paura di nuovi<br />

massacri terroristici. Un passeggero<br />

dell'aereo, del quale non è ancora stata<br />

accertata l'identità, ma che dice di essere<br />

dello Sri Lanka, aveva dell’esplosivo<br />

al plastico nascosto in una scarpa. È stato<br />

notato dal personale di bordo mentre<br />

cercava di accendere una miccia con un<br />

fiammifero ed è stato bloccato, dopo<br />

una furiosa colluttazione in cui sono intervenuti<br />

in aiuto dell’equipaggio anche<br />

alcuni passeggeri. L’uomo è stato poi<br />

narcotizzato da medici che erano a bordo,<br />

che hanno usato sedativi conservati<br />

nel pronto soccorso dell'aereo. Quest'ultimo.<br />

un Boeing 767 dell’American Airlines,<br />

una delle compagnie coinvolte l'11<br />

settembre nei terrificanti attacchi di dirottatori<br />

suicidi negli Usa, è stato fatto<br />

atterrare a Boston, dove l'attentatore è<br />

stato preso in consegna dagli agenti del<br />

Federal Boureau of Investigation (Fbi),<br />

la polizia federale statunitense.<br />

L'episodio, concluso per fortuna senza<br />

l'esito tragico che avrebbe potuto<br />

provocare, ha comunque acuito la<br />

preoccupazione ed ha anche alimentato<br />

polemiche anche aspre sia negli Usa sia<br />

in Europa. Ci si chiede come sia possibile<br />

— dopo l’11 settembre e l’intensificazione<br />

delle misure di sicurezza in aeroporti<br />

e sugli aerei anche e soprattutto<br />

per prevenire nuovi attentati suicidi —<br />

che l’uomo con l’esplosivo sia riuscito a<br />

imbarcarsi all’aeroporto parigino Charles<br />

De Gaulle senza destare sospetti. Tra<br />

l'altro, all'imbarco si era presentato senza<br />

bagaglio, un fatto decisamente insolito<br />

su un volo internazionale.<br />

L’uomo arrestato ha tre identità, nessuna<br />

delle quali è conosciuta alla polizia<br />

francese, secondo una fonte della polizia<br />

stessa. Il passaporto britannico rilasciato<br />

tre settimane fa in Belgio, con il quale si<br />

è imbarcato, porta il nome di Richard<br />

Colvin Reid, nato nel 1973. Agli agenti<br />

dell’Fbi, ha dichiarato di chiamarsi Tariq<br />

Raja, nato nel 1973 nello Sri Lanka.<br />

AFGHANISTAN Le scuole riaperte alle donne<br />

Si avvia l'azione<br />

del nuovo Governo<br />

KABUL, 24.<br />

Mentre a Kabul incomincia ad operare<br />

il Governo ad interim presieduto da<br />

Hamid Karzai e si tenta di avviare la vita<br />

quotidiana della popolazione alla normalità,<br />

si segnalano difficoltà nel dispiegamento<br />

dell'Isaf, la forza di pace internazionale<br />

inviata dall'Onu e posta all'inizio<br />

sotto comando britannico. Tale dispiegamento<br />

potrebbe infatti richiedere<br />

ancora tre o quattro settimane. In ogni<br />

caso, sabato 29 dicembre un gruppo<br />

esplorativo composto da ufficiali di vari<br />

Paesi si recherà a Kabul in missione<br />

esplorativa. L’arrivo dei primi contingenti<br />

di truppe è previsto per la prossima<br />

settimana. Ieri è partita dalla Giordania<br />

la prima avanguardia di un Paese<br />

arabo che fornisce truppe alla missione<br />

dell'Isaf.<br />

Intanto, le truppe statunitensi portano<br />

avanti in tutto l’Afghanistan l'azione di<br />

rastrellamento di miliziani di «Al Qaeda»,<br />

l'organizzazione terroristica guidata<br />

da Osama bin Laden, e al tempo stesso<br />

proseguono gli interrogatori dei Taleban<br />

fatti prigionieri, nella speranza di avere<br />

informazioni sulla sorte dello stesso Osama<br />

bin Laden e del mullah Omar, leader<br />

dei Taleban, attivamente ricercati.<br />

Lo stesso Karzai ha ribadito che le truppe<br />

statunitensi e quelle internazionali<br />

potranno rimanere in Afghanistan finché<br />

non sarà stata vinta in modo definitivo<br />

la lotta al terrorismo.<br />

Anche nel vicino Pakistan, i capi dell’area<br />

tribale di Sadda, nella quale<br />

avrebbero trovato rifugio diversi esponenti<br />

di «Al Qaeda, hanno cominciato a<br />

Convertito all’islam, ha preso il nome<br />

musulmano di Abdel Rahim. Il passaporto,<br />

in un primo momento ritenuto<br />

falso, è invece autentico e è stato rilasciato<br />

dal consolato britannico a Bruxelles<br />

tre settimane fa, dietro presentazione<br />

di una falsa identità. «È stato consegnato<br />

a un uomo che corrispondeva alla foto»,<br />

hanno spiegato fonti della polizia<br />

francese. Sempre secondo tali fonti, il<br />

mancato attentatore suicida aveva già<br />

provato ad imbarcarsi venerdì, ma era<br />

stato respinto dal personale della compagnia<br />

aerea statunitense, per motivi<br />

che peraltro non sono stati spiegati.<br />

degli esteri, Shimon Peres, di trattare la pace con<br />

l'Autorità Palestinese. Pressioni diplomatiche vengono<br />

intanto esercitate da più parti su Israele affinché<br />

receda dalla decisione di vietare ad Arafat di raggiungere<br />

Betlemme per le solennità natalizie.<br />

INDIA-PAKISTAN Non accenna a diminuire la tensione<br />

al confine del Kashmir. Il Governo indiano ha<br />

denunciato ieri l'uccisione di due sue guardie di<br />

frontiera per colpi tirati dal territorio pachistano, do-<br />

INDIA-PAKISTAN Due guardie di frontiera indiane uccise e tre ferite<br />

Ancora scontri armati alla frontiera del Kashmir<br />

ISLAMABAD, 24.<br />

Non accenna a diminuire la tensione al confine tra India<br />

e Pakistan e, anzi, il Governo di Nuova Delhi ha denunciato<br />

ieri l'uccisione di due sue guardie di frontiera e il ferimento<br />

di altre tre per colpi tirati dal territorio pachistano,<br />

dopo che negli ultimi giorni erano stati segnalati movimenti<br />

di truppe di entrambi i Paesi. I rapporti tra India e Pakistan<br />

si sono bruscamente di nuovo inaspristi dopo l’attentato<br />

condotto il 13 dicembre contro il Parlamento indiano<br />

da terroristi suicidi e che ha provocato dodici morti. Il<br />

Governo di Nuova Delhi ne attribuisce la responsabilità ai<br />

gruppi separatisti islamici dello Jammu e Kashmir, l'unico<br />

Stato indiano a maggioranza musulmana. Tali gruppi hanno<br />

basi in Pakistan e, sempre secondo il Governo di Nuova<br />

collaborare con l’esercito nella caccia ai<br />

fuggitivi, mentre proseguono gli interrogatori<br />

congiunti da parte di agenti segreti<br />

pakistani e statunitensi di 139 Taleban,<br />

fra i quali l’ex vice ministro della<br />

difesa, il mullah Mohamad Fazil, per<br />

avere informazioni su bin Laden e sul<br />

mullah Omar. Il Pakistan, intanto, ha<br />

promesso aiuti per cento milioni di dollari<br />

all’Afghanistan ed ha invitato Karzai<br />

ad Islamabad. Il Governo pachistano,<br />

che è stato il principale sostenitore, economicamente<br />

e militarmente, del regime<br />

dei Taleban, è sollecitato dagli Stati Uniti<br />

a consegnare gli alti funzionari del regime<br />

crollato a Kabul, ma al tempo<br />

stesso è premuto dai moltissimi leader<br />

religiosi musulmani che esigono la protezione<br />

dei Taleban.<br />

Come detto, si è tenuta intanto a Kabul<br />

la prima riunione del nuovo Governo<br />

ad interim. Nella riunione, tenuta in<br />

un’atmosfera definita dai partecipanti<br />

«assolutamente perfetta», si è discusso<br />

della ricostruzione del Paese e della convocazione<br />

della Loya Jirga, l’assemblea<br />

tradizionale afghana. Un consigliere di<br />

Karzai ha indicato che ci potrà essere<br />

spazio anche per le donne nell’esercito e<br />

nella polizia del nuovo Afghanistan. Per<br />

il momento, finito il regime dei Taleban,<br />

sono finite anche le vacanze forzate per<br />

ragazze e bambine afghane alle quali<br />

per cinque anni era stata proibita ogni<br />

forma di istruzione. Ieri sono ripresi i<br />

corsi invernali in tutte le scuole dell’Afghanistan,<br />

e questa volta all’appuntamento<br />

non si sono presentati solo i maschi,<br />

come era accaduto negli ultimi cinque<br />

anni.<br />

po che negli ultimi giorni erano stati segnalati movimenti<br />

di truppe di entrambi i Paesi.<br />

AFGHANISTAN Prima riunione il Governo ad interim<br />

presieduto da Karzai, mentre si segnalano ritardi<br />

nel dispiegamento della forza internazionale.<br />

ARGENTINA Il nuovo Presidente Adolfo Rodríguez<br />

Saá ha annunciato la moratoria sul pagamento<br />

del debito estero del Paese.<br />

MEDIO ORIENTE L'Ue protesta per il divieto di recarsi a Betlemme imposto ad Arafat<br />

Sharon blocca il tentativo di dialogo<br />

avviato da Peres con i palestinesi<br />

Delhi, godono della protezione di quello di Islamabad.<br />

Quest'oggi, il Presidente pachistano Pervez Musharraf ha<br />

dichiarato che agirà contro i gruppi di guerriglieri sospettati<br />

di aver perpetrato la strage, «se vi sono prove».<br />

A conferma della crescente tensione, ieri il Ministero degli<br />

esteri pakistano aveva protestato ufficialmente per quello<br />

che ha definito il «rapimento» di un impiegato della sua<br />

ambasciata a Nuova Delhi che «è stato torturato e picchiato<br />

senza pietà». In un comunicato diffuso dal Ministero, si<br />

afferma che Mohammad Sharif Khan, del quale non è stato<br />

precisato l'incarico, è stato «rapito da membri dei servizi<br />

di informazione» indiani, che i referti medici confermano<br />

le violenze e che è stato rilasciato solo dopo essere stato<br />

costretto a firmare una falsa confessione di spionaggio.<br />

riconoscimento da parte di Israele di<br />

uno Stato palestinese formato dalla Striscia<br />

di Gaza e dal quaranta per cento<br />

della Cisgiordania.<br />

Secondo un quotidiano locale, Peres<br />

ha discusso il piano con Abu Ala, speaker<br />

del Consiglio legislativo dell’Ap, con<br />

Mohammed Rashid, principale consigliere<br />

finanziario di Arafat, e con Mohammed<br />

Dahlan, capo della sicurezza a Gaza.<br />

L’ufficio del Premier nega però che<br />

Peres, il quale non ha confermato né<br />

smentito i suoi contatti, abbia agito con<br />

il mandato di Sharon. «Lo Stato di<br />

Israele non condurrà alcun negoziato<br />

finché l’Ap non arresterà i terroristi, sequestrerà<br />

le armi illegali, smantellerà le<br />

organizzazioni militanti e metterà fine<br />

all’incitamento all’odio», ha ribattuto ieri<br />

il Governo israeliano in un comunicato<br />

ufficiale.<br />

I Ministri dell’estrema destra che fanno<br />

parte dell'Esecutivo di unità nazionale<br />

hanno chiesto a Sharon di rimuovere<br />

immediatamente dall'incarico il laburista<br />

Peres.<br />

Pressioni diplomatiche vengono intanto<br />

esercitate da più parti su Israele affinché<br />

receda dalla decisione di vietare al<br />

Presidente dell'Ap, Yasser Arafat, di raggiungere<br />

stanotte Betlemme in occasione<br />

delle solennità natalizie. Sua Beatitudine<br />

Michel Sabbah, Patriarca di Gerusalemme<br />

dei Latini, ha incontrato stamani<br />

Arafat facendo appello alle autorità<br />

israeliane affinché rivedano una «decisione<br />

non saggia».<br />

Dall’Unione Europea (Ue) è giunta ie-<br />

ARGENTINA Per promuovere l'occupazione e un piano di aiuti alimentari<br />

Il Presidente Adolfo Rodríguez Saá<br />

decide una moratoria sul debito estero<br />

BUENOS AIRES, 24.<br />

L'Argentina sospenderà<br />

il rimborso del debito<br />

estero che ammonta alla<br />

enorme cifra di 150 miliardi<br />

di dollari, comprensiva<br />

dei debiti contratti<br />

dallo Stato, dalle<br />

province e dai privati.<br />

Lo ha annunciato ieri il<br />

neo Presidente (provvisorio)<br />

della Repubblica,<br />

Adolfo Rodríguez Saá,<br />

nel discorso pronunciato<br />

in Parlamento dopo essere<br />

stato investito della<br />

carica.<br />

La decisione di Buenos<br />

Aires di attuare una<br />

moratoria unilaterale sul<br />

debito è stata immediatamente<br />

comunicata agli<br />

organismi finanziari internazionali.<br />

I fondi de-<br />

stinati al rimborso dei<br />

prestiti esteri saranno utilizzati per la<br />

creazione di posti di lavoro e per altre<br />

iniziative sociali.<br />

Rodríguez Saá, fino a ieri governatore<br />

della provincia di San Luis, è stato nominato<br />

Capo dello Stato dall'Assemblea<br />

legislativa (formata da Camera dei deputati<br />

e Senato) in sostituzione del Presidente<br />

dimissionario Fernando de la Rúa,<br />

leader dell'«unione civica radicale»<br />

(Ucr). Esponente di spicco del «partito<br />

giustizialista» (Pj, peronista), Rodríguez<br />

Saá ha ottenuto, dopo un dibattito di<br />

tredici ore all'Assemblea legislativa, 169<br />

Stati Uniti: a New York<br />

e nelle altre metropoli<br />

aumentano i senzatetto<br />

WASHINGTON, 24.<br />

A New York il numero dei senzatetto<br />

non è mai stato così alto.<br />

Secondo un'inchiesta pubblicata<br />

ieri dal quotidiano statunitense<br />

Washington Post, sono 29.400 le<br />

persone che trovano rifugio di<br />

notte nei ricoveri cittadini e<br />

12.500 di loro sono bambini. Né<br />

la situazione è migliore nelle altre<br />

città: a Chicago, il numero dei<br />

senzatetto è aumentato quest’anno<br />

del 22 per cento, a San Francisco<br />

del 20. E a Washington l’impennata<br />

è stata del 32 per cento.<br />

«Raggomitolati sui marciapiedi<br />

o ammassati in affollati ricoveri,<br />

le moltitudini di senzatetto, uomini,<br />

donne e bambini, hanno raggiunto<br />

cifre da primato, superando<br />

i peggiori livelli dell’ultima recessione.<br />

Sono la faccia della New<br />

York povera, quella che si diceva<br />

sarebbe dovuta scomparire negli<br />

anni ’90», scrive il giornale, individuando<br />

tra le altre cause di tanta<br />

sofferenza e della «disintegrazione<br />

delle famiglie» anche la speculazione<br />

sugli immobili e la colpevole<br />

assenza di un’edilizia popolare.<br />

TEL AVIV, 24.<br />

Con un secco comunicato emesso dal<br />

suo ufficio, il Premier israeliano, Ariel<br />

Sharon, ha smentito di avere dato mandato<br />

al Ministro degli esteri, Shimon Peres,<br />

di trattare la pace con l'Autorità Palestinese<br />

(Ap). Secondo fonti giornalistiche,<br />

nei giorni scorsi il Capo della diplomazia<br />

di Tel Aviv aveva avviato un negoziato<br />

con la controparte concordando<br />

un piano che prevede l’entrata in vigore<br />

di un effettivo e completo cessate-il-fuoco,<br />

l'applicazione dei progetti messi a<br />

punto con la mediazione americana e il<br />

Adolfo Rodríguez Saá si insedia alla Presidenza della Repubblica<br />

voti a favore e 138 contrari. Governerà<br />

il Paese fino al 3 marzo prossimo, quando<br />

la popolazione sarà chiamata alle urne<br />

per eleggere un Presidente che completerà<br />

il mandato lasciato a metà (la<br />

scadenza era fissata al dicembre del<br />

2003) dal dimissionario de la Rúa.<br />

Nel discorso di investitura, il Presidente<br />

provvisorio ha assicurato che la<br />

sospensione dei pagamenti non significa<br />

un non riconoscimento del debito estero<br />

e si è detto certo che «gli organismi finanziari<br />

internazionali reagiranno bene,<br />

perché instaureremo con essi un ade-<br />

Germania: incendio<br />

provoca vittime<br />

in ricovero per anziani<br />

BERLINO, 24.<br />

Sei persone sono morte e ventisette<br />

sono rimaste ferite in un incendio divampato<br />

nella notte in una casa di riposo<br />

in Germania. Lo hanno reso noto le<br />

autorità locali precisando che la struttura<br />

colpita si trova nei pressi di Itzehoe,<br />

nello Schleswig-Holstein.<br />

Sul posto sono immediatamente accorsi<br />

squadre dei Vigili del Fuoco e autoambulanze.<br />

I pompieri, che sono intervenuti<br />

con numerosi automezzi, sono<br />

ancora impegnati nel tentativo di domare<br />

le fiamme che hanno avvolto in pochi<br />

minuti l'intero palazzo.<br />

Gli investigatori giunti sul posto stanno<br />

facendo i rilievi del caso per scoprire<br />

l'esatta dinamica del tragico episodio ed<br />

eventuali responsabilità. I soccorritori<br />

non sono ancora riusciti ad accertare<br />

l’entità esatta dei danni materiali al ricovero,<br />

che al momento dell'incendio ospitava<br />

trentatré anziani.<br />

I sopravvissuti sono stati immediatamente<br />

sgomberati dalla casa di riposo e<br />

sono stati condotti in un ristorante che<br />

si trova nelle vicinanze. Alcuni di loro<br />

erano ancora in pigiama ed in camicia<br />

da notte.<br />

guato dialogo». La moratoria<br />

finanziaria fa parte<br />

di un vasto programma<br />

economico-sociale che<br />

prevede altri importanti<br />

provvedimenti: creazione<br />

di un milione di posti<br />

di lavoro; un piano alimentare<br />

d'emergenza<br />

per le fasce più deboli<br />

della popolazione; fissazione<br />

di un salario minimo<br />

garantito; lotta all'evasione<br />

fiscale; vendita<br />

di beni di proprietà dello<br />

Stato. Per quanto riguarda<br />

i cruciali problemi finanziari<br />

e monetari, Rodríguez<br />

Saá ha escluso<br />

l'ipotesi di una svalutazione,<br />

perché — ha spiegato<br />

— «provocherebbe<br />

un incremento dei prezzi<br />

e una ulteriore perdita<br />

di potere d'acquisto da<br />

parte dei redditi dei lavoratori». Resta<br />

pertanto in vigore la parità tra peso e<br />

dollaro, ma sarà creata una terza moneta<br />

per accrescere di 10 miliardi di dollari<br />

la liquidità finanziaria dello Stato.<br />

Rodríguez Saá — 54 anni, sposato<br />

con cinque figli — è governatore della<br />

provincia di San Luis ininterrottamente<br />

dal 1983. Gli elettori gli hanno infatti riconfermato<br />

la fiducia ben cinque volte.<br />

I successi della sua amministrazione della<br />

provincia sono costituiti da conti pubblici<br />

in attivo e da un basso livello di disoccupazione.<br />

Nigeria: assassinato<br />

il Ministro<br />

della giustizia<br />

ABUJA, 24.<br />

Il Ministro della giustizia della Nigeria,<br />

Bola Ige, è stato assassinato ieri sera<br />

da uomini armati non identificati. Lo<br />

hanno annunciato stamani alcuni suoi<br />

collaboratori, precisando che Ige sarebbe<br />

stato ferito mortalmente da un colpo<br />

di pistola nella città Sud-Occidentale di<br />

Ibadan ed è spirato subito dopo il ricovero<br />

in ospedale.<br />

Ige, 71 anni, aveva recentemente criticato<br />

— a quanto riferisce l'agenzia di<br />

stampa «Ansa» — la «Sharia» (codice<br />

islamico) introdotta un anno fa in diverse<br />

regioni del Nord del Paese dove la<br />

popolazione di fede musulmana è maggioritaria.<br />

Ma l'imposizione della legge<br />

islamica anche ai non musulmani è stata<br />

accolta da una proliferazione di rivolte<br />

nelle quali sono rimaste uccise oltre tremila<br />

persone.<br />

Secondo alcuni osservatori, la situazione<br />

potrebbe degenerare ulteriormente<br />

nella prospettiva delle elezioni parlamentari<br />

e presidenziali in programma entro<br />

il 2003.<br />

In seguito al delitto, il Presidente della<br />

Repubblica, Olusegun Obasanjo, ha annullato<br />

una visita nello Zimbabwe.<br />

ri a Gerusalemme una protesta formale<br />

contro il veto imposto ad Arafat. Un<br />

messaggio in tal senso è stato consegnato<br />

al Ministero degli esteri dall’Ambasciatore<br />

del Belgio a Tel Aviv, a nome<br />

dell'Ue. Anche l’Ambasciata degli Stati<br />

Uniti in Israele ha «auspicato» che il Governo<br />

ritorni sulla decisione.<br />

Stamani la radio pubblica israeliana<br />

ha annunciato che le autorità di Tel<br />

Aviv permetteranno ad leader palestinese<br />

di recarsi a Betlemme se farà arrestare<br />

«entro questa sera» i responsabili della<br />

morte del Ministro del turismo, Rechavam<br />

Ze'evy. Secondo l'emittente,<br />

Sharon accusa l’Autorità Palestinese di<br />

proteggere a Ramallah due degli autori<br />

dell’assassinio e i mandanti, soprattutto<br />

Ahmad Saadat, capo del Fronte popolare<br />

di liberazione della Palestina che ha<br />

rivendicato l’attentato.<br />

L’emittente ha inoltre reso noto che i<br />

posti di blocco militari dell’esercito<br />

israeliano all’uscita da Ramallah, dove si<br />

trova Arafat, sono stati rinforzati con ufficiali<br />

specializzati in «situazioni sensibili».<br />

L’esercito non esclude infatti che il<br />

leader dell'Ap cerchi di raggiungere Betlemme<br />

in ambulanza, in un’auto diplomatica,<br />

o che si presenti a piedi ad un<br />

posto di blocco per un atto dimostrativo.<br />

Arafat è di fatto confinato da tre settimane<br />

nella città cisgiordana di Ramallah,<br />

dopo la distruzione dei suoi elicotteri<br />

e dell'aeroporto di Gaza in raid dell'aviazione<br />

israeliana sferrati come rappresaglia<br />

dopo attentati terroristici che hanno<br />

causato decine di vittime.<br />

.<br />

Grecia: mina uccide<br />

4 clandestini iracheni<br />

ATENE — Quattro immigranti clandestini<br />

iracheni sono morti e altri<br />

tre sono stati feriti domenica nell’esplosione<br />

di una mina al confine<br />

tra Grecia e Turchia. Lo ha riferito<br />

la polizia greca a Ferres, precisando<br />

che erano entrati a piedi in uno<br />

dei campi minati tra i due Paesi e<br />

che le abbondanti nevicate hanno<br />

probabilmente reso poco visibili le<br />

segnalazioni di pericolo.<br />

Georgia: Tbilisi al buio<br />

per guasti a centrale<br />

TBILISI — Il novanta per cento dei<br />

quartieri della capitale georgiana<br />

Tbilisi è da sabato sera al buio per<br />

un guasto alla più importante centrale<br />

elettrica che fornisce energia<br />

alla città. Al momento vengono garantiti<br />

esclusivamente i servizi di<br />

vitale importanza come metropolitana,<br />

ospedali, acquedotto.<br />

Ue: normativa<br />

sui rifiuti domestici<br />

BRUXELLES — Una nuova normativa<br />

sta per essere elaborata dal<br />

Parlamento europeo sul ritiro, da<br />

parte delle aziende produttrici, di<br />

computer, radio, televisori, e di altri<br />

oggetti simili gettati via dai consumatori.<br />

Ogni consumatore produce<br />

in media sedici chilogrammi<br />

all'anno di rifiuti elettrici ed elettronici.<br />

Si tratta di prodotti che,<br />

una volta gettati nella pattumiera,<br />

costituiscono un rischio ambientale<br />

per la presenza di metalli tossici e<br />

di altre sostanze inquinanti. (t.f.)<br />

W<br />

Domencia 23 dicembre il Signore ha<br />

chiamato a Sé il<br />

P. ZACCARIA<br />

CARLUCCI S.I.<br />

di anni 90<br />

sacerdote zelante e religioso fedele e<br />

creativo nei diversi compiti espletati nella<br />

sua lunga e serena vita.<br />

La comunità religiosa<br />

della Residenza del Gesù.<br />

.<br />

Lutto nell'Episcopato<br />

Giunge la dolorosa notizia della<br />

pia morte di Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Sabin<br />

Saint-Gaudens, Vescovo emerito<br />

di Agen (Francia), avvenuta domenica<br />

23 dicembre.<br />

Il compianto Presule, dell'Istituto<br />

del Prado, era nato in Miremont,<br />

Arcidiocesi di Toulouse, il<br />

24 settembre 1921 ed era stato ordinato<br />

sacerdote il 29 giugno<br />

1948. Il 27 febbraio 1967 era stato<br />

eletto alla Chiesa titolare di Lapda<br />

e nominato, allo stesso tempo,<br />

Ausiliare dell'Arcivescovo di Toulouse.<br />

Il 21 maggio dello stesso<br />

anno aveva ricevuto l'ordinazione<br />

episcopale. Successivamente era<br />

stato nominato Coadiutore del Vescovo<br />

di Agen, al quale era succeduto<br />

per coadiuzione il 13 marzo<br />

1976. Il 13 dicembre 1996 aveva<br />

rinunciato al governo pastorale<br />

della diocesi.


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

Quella Luce<br />

che non si spegne<br />

ARMANDO RIGOBELLO<br />

L'annuncio della nascita di Gesù giunge<br />

quest'anno in un cielo fosco di guerre<br />

e di stragi. La fede, che ci anima e ci<br />

sostiene al di là del dolore e dello smarrimento,<br />

ci offre tuttavia motivi di speranza.<br />

Accanto alla preghiera ed alla<br />

meditazione nel mistero di Betlemme<br />

possiamo tentare di proporre anche alcune<br />

considerazioni che sembrano sollevare<br />

l'orizzonte abbassato che incombe<br />

sul mondo. Nella pubblicistica di questi<br />

ultimi mesi si è disegnato talvolta un<br />

confronto tra due eventi ben diversi ma<br />

che hanno prodotto entrambi una scossa<br />

profonda, radicale. Alludiamo alla caduta<br />

del muro di Berlino e al recente<br />

crollo della torri gemelle di New York.<br />

Il primo evento segna l'epilogo di un<br />

processo di liberazione, il secondo la<br />

presa di coscienza di un radicale cedimento<br />

delle più elementari forme di coscienza<br />

morale ed, insieme a ciò, la constatazione<br />

che le più avanzate realizzazioni<br />

del progresso tecnico e l'ottimizzazione<br />

delle modalità organizzative dell'esistenza<br />

si rivelano fragili strutture. Esse<br />

hanno subito impotenti la contestazione<br />

di un nichilismo totale unito al fanatismo<br />

più cieco.<br />

Il sogno illuministico di un indefinito<br />

progresso si rivela disegno precario di<br />

fronte ad una organizzazione spregiudicata<br />

di un lucido fanatismo, un fanatismo<br />

capace di porre in crisi profonda<br />

un disegno che sembrava svuotare ogni<br />

ideologia e sostituirla con quella del progresso<br />

infinito. L'evento dell'11 settembre<br />

scorso ha messo di fronte una razionalizzazione<br />

per eccesso e una compiuta<br />

irrazionalità, ma dall'indicibile tragedia<br />

potrebbe venire pure un invito a «un<br />

passo indietro» verso un umanesimo del<br />

limite, un passo indietro che può condurre<br />

anche alla povera mangiatoia ove<br />

un Dio si è fatto bambino. Il presepio<br />

che oggi illumina le nostre case e le nostre<br />

chiese è una scena di intimità famigliare<br />

e allo stesso tempo un evento di<br />

dimensioni cosmiche.<br />

Di fronte alla culla di Betlemme possiamo<br />

forse cogliere il senso profondo<br />

dell'espressione «impossibilità di privatizzare<br />

il nostro futuro» che ricorre in<br />

un articolo di Remo Bodei all'indomani<br />

della tragedia dell'11 settembre. Ciò che<br />

sembra divenuto impossibile è il programmare<br />

con finalità esclusivamente<br />

private il nostro futuro, un futuro previsto,<br />

guidato, garantito secondo consequenzialità<br />

meramente tecnica.<br />

In parole più semplici si potrebbe dire<br />

che la tragedia di New York ci ha bruscamente<br />

risvegliati dal sogno di una società<br />

e di una economia scientificamente<br />

determinate, guidate da una loro logica<br />

interna di produzione. Credevamo che<br />

la garanzia del progresso funzionale potesse<br />

esentarci dall'affrontare i grandi<br />

problemi di carattere esistenziale, morale<br />

e spirituale e così provvedere, in assoluta<br />

autonomia, ad un benessere incentrato<br />

sulla soggettività personale, privata.<br />

La tragedia, anzi le tragedie presenti,<br />

irrompono però sulla scena.<br />

Non possiamo più pensare tranquillamente<br />

a noi stessi. La meditazione di<br />

fronte al presepio ha la capacità di sollevarci<br />

dall'angoscia per le atroci sciagure<br />

che insanguinano il mondo, anche nella<br />

terra ove Gesù è venuto alla luce, e di<br />

innalzare su di esse un cielo stellato e<br />

una cometa che annunzi una rinnovata<br />

speranza, anzi una certezza.<br />

Ma ciò avviene non solo per una incrollabile<br />

fede che vince ogni motivo di<br />

disperazione, ma anche perché la vicenda<br />

scatenante, il crollo delle due torri di<br />

New York, non ha soltanto il tragico<br />

volto di migliaia di morti, ma pure quello<br />

pensoso che può nascere da un brusco<br />

risveglio dalle illusioni di una società<br />

opulenta e dimentica di un sapienziale<br />

umanesimo del limite. Anche in un Natale<br />

buio si accende una stella che può<br />

illuminare un cammino verso la «pace»<br />

e la «buona volontà».<br />

«Questo Natale buio» è un'espressione<br />

che troviamo in una lettera ai genitori<br />

di Dietrich Bonhoeffer, scritta per il Natale<br />

1943 dalla cella 92 del carcere nazista<br />

di Tegel. È un altro buio quello del<br />

Natale del teologo luterano giustiziato<br />

nell'aprile del 1945, Natale di un prigioniero,<br />

testimone della «Chiesa confessante».<br />

La tragedia incombeva, la violenza<br />

delle armi e quella delle ideologie<br />

devastavano quel mondo che Bonhoeffer<br />

aveva teorizzato come «mondo adulto».<br />

La lettura di un brano di quella lettera<br />

natalizia ci introduce ad una ulteriore<br />

considerazione.<br />

Riportiamo il passo dall'ampio e denso<br />

volume La stella dei filosofi di Giovanni<br />

Moretto (Queriniana, Brescia<br />

1995): «Voi ci avete preparato per decenni<br />

feste di Natale tanto meravigliose<br />

che il loro ricordo riconoscente è abbastanza<br />

forte da illuminare anche questo<br />

Natale buio. È in tempi come questi che<br />

si dimostra veramente che cosa significhi<br />

possedere un passato e una eredità<br />

interiore che non dipendono dal mutare<br />

dei tempi e degli eventi. La consapevolezza<br />

di essere sorretti da una tradizione<br />

spirituale che si estende nei secoli dà<br />

una salda sensazione di sicurezza davanti<br />

a qualsiasi transitoria difficoltà. Credo<br />

che chi sa di possedere siffatte riserve di<br />

forza non ha bisogno di vergognarsi<br />

nemmeno dei sentimenti più teneri, che<br />

peraltro a mio giudizio sono propri degli<br />

uomini migliori e più nobili, quando siano<br />

suscitati dal ricordo di un passato<br />

bello e ricco» (pp. 301-302). La lettera si<br />

trova anche nel volume Resistenza e resa.<br />

Lettere e appunti dal carcere, curato<br />

ed introdotto da Italo Mancini (Bompiani,<br />

Milano 1969).<br />

La riflessione sul Natale di oggi si intreccia<br />

con quella sul «Natale buio» di<br />

Dietrich Bonhoeffer. Dalla sua lettera ai<br />

genitori possiamo trarre un ulteriore<br />

motivo per interpretare le ombre grevi<br />

del presente attraverso una luce che non<br />

si spegne. Bonhoeffer fa riferimento ad<br />

una «riserva di forza» con cui superare<br />

«qualsiasi transitoria difficoltà».<br />

Questa risorsa è la consapevolezza<br />

della secolare tradizione spirituale che<br />

abbiamo alle spalle, una tradizione che<br />

costituisce una «eredità interiore» sottratta<br />

al mutare delle circostanze e dei<br />

tempi. Non dobbiamo essere sopraffatti<br />

dal buio della notte, sulle ombre minacciose<br />

brilla la stella della Redenzione.<br />

L'evento del Natale ne è l'immagine e<br />

il suo reale fondamento. Dall'appartenenza<br />

alla tradizione spirituale che nel<br />

Vangelo ha il suo centro, da questa «riserva»<br />

di senso e di forza, di conoscenza<br />

e di grazia viene la capacità di reagire,<br />

di interpretare, di sperare. È quella tradizione<br />

che ci ha fatto riconoscere che<br />

anche la tremenda vicenda di New York<br />

ha pure essa una possibile funzione<br />

maieutica nel richiamarci a finalità,<br />

a limiti, ad aperture che sembravano<br />

assorbite nell'esercizio prioritario<br />

di una ragione calcolante, assorbite<br />

nella logica di un mondo<br />

appiattito nel profitto unidimensionale.<br />

Questa riserva di<br />

senso e di forza ci permette<br />

anche di non «vergognarci<br />

nemmeno dei sentimenti più<br />

teneri», ci permette la tenerezza<br />

di fronte al calore degli<br />

affetti ed alle suggestioni<br />

che il Natale suscita con la<br />

stessa iconografia del presepe.<br />

Non si tratta di una evasione,<br />

di una parentesi emotiva,<br />

di una messa tra parentesi<br />

dei problemi, di una anestesia<br />

per non essere travolti<br />

dal dolore del mondo. La consapevolezza<br />

della gravità del<br />

presente non è per nulla scalfita,<br />

ma vi è una consapevolezza<br />

più profonda che getta luce anche<br />

sul travagliato presente, sulla «difficile<br />

terra».<br />

Nel costume corrente vi è certamente<br />

una ampia componente di atteggiamenti<br />

e di scelte effimere, ma lo zoccolo<br />

duro della tradizione è altrove, in<br />

quella spiritualità che unisce lo stupore<br />

pensoso e la tenerezza, serena pur nelle<br />

vicissitudini dell'esistenza e della storia.<br />

L'umiltà di un bimbo nato in una stalla<br />

non è certo un invito all'edonismo, al<br />

primato del consumo, all'evasione, ma<br />

DANILO VENERUSO<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 24-25 Dicembre 2001<br />

Dalla Grotta di Betlemme<br />

un messaggio di libertà e di pace<br />

Il Natale<br />

di Manhattan<br />

Continua ad incarnarsi in ogni uomo<br />

Fin dai primi secoli dell'impianto del cristianesimo<br />

soprattutto la tradizione delle Chiese orientali ha presentato,<br />

con profondità e con ricchezza di riferimenti,<br />

la ormai più che millenaria memoria della nascita di<br />

Gesù il Cristo nei termini di una luminosa «teofania»,<br />

ovvero di apparizione di Dio all'uomo quasi «a miracol<br />

mostrare». Essa è stata poi comunicata alla sempre più<br />

fitta rete delle chiese che ha gradatamente avvolto tutto<br />

il mondo nei termini più semplici, ma egualmente<br />

attinenti alla dimensione della gloria, di quella «epifania»<br />

che, in origine, era tutt'uno con la ricorrenza del<br />

Natale.<br />

In effetti, l'«apparizione» di Dio ad un'umanità in attesa<br />

è uno dei motivi centrali ed ineludibili della promessa<br />

messianica, che scorre dalla parola dei profeti al<br />

canto di gloria dello sciame angelico e all'esultanza dei<br />

pastori di fronte all'evento passando attraverso la parola<br />

comunicata a Maria nel momento dell'accettazione.<br />

Se però noi ci fermassimo soltanto al momento della<br />

gloria, della rivelazione sensibile, senza cercare di collegarlo<br />

al suo significato teologico più vero, anche se<br />

più nascosto in profondità, potremmo essere addirittura<br />

fuorviati. Rischieremmo infatti di metterci sullo<br />

stesso piano dei tanti che, durante la vita di Gesù,<br />

chiedevano segni esteriori a ripetizione, rifiutavano con<br />

orrore l'idea che egli potesse morire, per giunta della<br />

morte più ignominiosa che potesse darsi al mondo, si<br />

attendevano, nell'ora della prova, che legioni di angeli<br />

piombassero dal cielo con la spada fiammeggiante per<br />

far piazza pulita di coloro che avevano osato mettere<br />

le mani addosso e minacciare la stessa vita del Redentore.<br />

Gesù è certo venuto nel mondo per rivelarsi per<br />

quello che effettivamente era, il Figlio di Dio, ma lo ha<br />

inteso fare in modo non soltanto di apparire, ma anche<br />

di essere vero Figlio dell'Uomo, di un uomo che,<br />

già elevato al livello di coscienza del mondo, mostrava<br />

anche di essere capace di essere elevato all'altezza di<br />

Dio. È il compimento del mistero dell'Incarnazione.<br />

Da quel momento, anche la storia dell'umanità è<br />

cambiata: Dio e l'uomo si associano pur senza fondersi<br />

in una naturale e contraddittoria identità. Mistero sublime<br />

ma anche «pietra di inciampo» per parecchie coscienze<br />

pur non insensibili al richiamo e al fascino del<br />

messaggio evangelico: accanto allo «scandalo della croce»<br />

c'è stato e c'è senza dubbio lo «scandalo» di un'incarnazione<br />

che porta l'uomo, per convergenza, nella<br />

società divina pur senza immersione nel panteismo che<br />

è non elevazione, bensì livellante abbassamento di Dio<br />

al piano del Suo creato.<br />

Con Cristo e dopo Cristo, Dio e l'uomo hanno la<br />

lascia tuttavia un ampio spazio al sentimento,<br />

all'emozione, alla letizia, anzi all'esultante<br />

pienezza. La stessa ampia dimensione<br />

festiva del nostro Natale è in<br />

fondo una estensione del tenero stupore<br />

di fronte al Bambino del presepe, una<br />

sua estensione analogica ad ogni uomo<br />

che è stato bambino e che bambino dovrebbe<br />

ritornare nei momenti più puri e<br />

solenni della propria esistenza. Le grandi<br />

feste cristiane sebbene focalizzate nel<br />

ricordo di un evento singolo, su di un<br />

particolare mistero, non rimangono mai<br />

chiuse sul proprio tema. Così sullo sfondo<br />

del Natale vi è la Croce e la Risurrezione,<br />

vi è tutta la nostra fede colta dalla<br />

prospettiva dell'Incarnazione. Ed è<br />

ciò che ci permette di raccoglierci nella<br />

dolce intimitàdifronteal presepio ed insieme<br />

sentircicoinvoltiinuna vicenda<br />

che trascende il nostro tempo e tuttavia<br />

lo attraversa offrendo ipotesi per una<br />

sua interpretazione e delineando modalità<br />

per un impegno.<br />

Paolo Uccello,<br />

«Natività»<br />

MANLIO CANCOGNI<br />

Il Ground Zero, ora che l'hanno interamente<br />

recintato, si può farne l'intero<br />

giro in meno di un'ora, anche soffermandoci<br />

ogni tanto a guardare oltre le<br />

barriere di legno sulle quali i newyorkesi<br />

continuano ad attaccare bandierine,<br />

insegne colorate, stemmi, mazzetti<br />

di fiori. Scendendo a sud da Vesey<br />

Street per Broadway, fin sotto la Trinity<br />

Church e piegando poi a destra in Rector<br />

Street fino a raggiungere West<br />

Street per risalirla a nord fino a tornare<br />

in Vesey Street, il percorso misura<br />

un chilometro e mezzo circa.<br />

A occhio e croce racchiude un'area,<br />

completamente devastata, di una decina<br />

d'ettari. Una ferita spaventosa, specie<br />

se si pensa che si apre nel cuore più<br />

fittamente edificato e frequentato di<br />

Manhattan. Ci sono stato due volte<br />

(non abito lontano) sempre ricevendone<br />

possibilità di coesistere e di agire senza perdere la rispettiva<br />

natura, la rispettiva autonomia, nella continua<br />

capacità di reciproca convergenza. Ciò che è di Dio e<br />

ciò che è dell'uomo, in definitiva, hanno la possibilità e<br />

la capacità di convergenza perché c'è il Mediatore che<br />

ha accettato di assumere la natura umana in tutto, anche<br />

nella sofferenza e nella morte.<br />

Per questo Gesù il Cristo è nella storia non soltanto<br />

perché è venuto al mondo in un determinato periodo<br />

della storia, ma anche perché si è incarnato, e continua<br />

ad incarnarsi, in ogni uomo che è venuto al mondo,<br />

si è associato e continua ad associarsi con lui nei<br />

segni congiunti e intrecciati tanto della ragione quanto<br />

dell'amore.<br />

Per questo, nonostante tutte le apparenze, il mondo<br />

può continuare ad essere letto scambievolmente nella<br />

sua duplice dimensione di creato, ovvero di struttura<br />

della materia, e di luogo in cui Dio ha esercitato la sua<br />

Caravaggio, «Natività con i santi Francesco e Lorenzo»<br />

la stessa impressione di incredulità,<br />

sgomento, dolore.<br />

Il mucchio di macerie, dove prima si<br />

levavano svettanti le due argentee torri<br />

del World Trade Center è enorme, una<br />

collina alta almeno trenta metri di un<br />

colore uguale e tetro. Con angoscia si<br />

pensa a che cosa resterà di tante metropoli<br />

moderne, dovesse accadere un<br />

collasso della nostra civiltà, da molti<br />

pronosticato come imminente, paragonabile<br />

a quello del mondo antico nel V<br />

secolo dopo Cristo. Non rimarranno a<br />

ricordarcelo poetiche ed eloquenti rovine<br />

coperte di edere, acanti e altre nobili<br />

erbe. Rimarranno solo rottami, nulla<br />

in pratica: un Ground Zero appunto.<br />

Intorno, la città, nel West Side verso<br />

le Battery e lungo l'Hudson, appare<br />

spenta. Si rianima, attraversata Broadway,<br />

nell'East Side, man mano che si<br />

risale verso il Fulton Market e l'ingresso<br />

del Brooklyn bridge, su su per James<br />

Place fino a raggiungere, dopo una<br />

buona sgambata, Chinatown in continua<br />

espansione. I cinesi di Manhattan<br />

sembra davvero non possa fermarli<br />

nemmeno una catastrofe come quella<br />

dell'11 Settembre. Anche la Bowery,<br />

che negli ultimi anni è quasi interamente<br />

passata nelle loro mani, tutta<br />

bella ridipinta, appare illuminata e festosa.<br />

Ma festosa in realtà Manhattan<br />

non lo è più, in nessun quartiere,<br />

nemmeno a Midtown, lontano<br />

chilometri dal Ground Zero, in<br />

vista del Central Park, dove si<br />

trovano le residenze più lussuose<br />

del mondo; non lo è<br />

più nonostante i grandi addobbi<br />

natalizi. È ammirevole<br />

vedere come i newyorkesi<br />

ce la mettano<br />

tutta per convincersi che<br />

nonostante l'11 Settembre<br />

New York è sempre<br />

New York. Non bastano<br />

però le vetrine ricolme e<br />

gli acquisti massicci di<br />

regali e di giocattoli a<br />

confermare l'illusione.<br />

C'è tuttavia da notare<br />

un particolare confortante.<br />

I negozi che rispetto al<br />

passato appaiono più affollati<br />

sono le rivendite di Barnesand<br />

Noble, il più grande<br />

libraio degli Stati Uniti, che<br />

solo a Manhattan ne ha almeno<br />

una dozzina. In quella di<br />

Union Square ho faticato ad entrare.<br />

A giudicare dall'enorme<br />

clientela, vien da pensare che quest'anno<br />

2001, il primo del nuovo millennio,<br />

almeno qui a New York, sotto<br />

l'albero di Natale ci saranno molti libri.<br />

Sarebbe già una bella sorpresa.<br />

Non c'è da meravigliarsi. Di sorprese<br />

infatti Manhattan, questa vetrina mondiale<br />

della modernità, ne ha sempre<br />

qualcuna in serbo. Non dico che siano<br />

ragione, vale a dire il suo progetto, e il suo amore, vale<br />

a dire la sua azione.<br />

Per questo l'uomo, quale coscienza del mondo, è in<br />

grado di leggere questa vera e propria «corrispondenza<br />

biunivoca» tra due dimensioni che sono vicine ma non<br />

identiche.<br />

Tale corrispondenza richiede però un equilibrio che<br />

la limitatezza creaturale dell'uomo raggiunge talvolta<br />

con difficoltà. Sotto questo aspetto il primo millennio<br />

del cristianesimo fu caratterizzato dalla tendenza di essere<br />

squilibrato sul versante dello «spiritualismo» che<br />

molto spesso assunse le forme di un angelismo insensibile<br />

alle esigenze di una corporeità che fa parte integrante<br />

dell'Incarnazione.<br />

Viceversa, si può senz'altro giudicare il secondo millennio,<br />

appena spirato, come caratterizzato dalla tendenza<br />

opposta, favorita senza dubbio dallo squilibrio<br />

tra lo spazio riservato alla conoscenza e alla prassi del<br />

mondo e nel mondo e lo spazio riservato alla conoscenza<br />

e alla prassi di quanto è al di fuori di esso per<br />

legittimarlo, fondarlo e sostenerlo.<br />

In ambedue le tendenze, si perde la capacità congiuntiva,<br />

passando subito e senza mediazione, vale a<br />

dire senza «incarnazione» che è propriamente mediazione,<br />

dalla congiunzione alla separazione, dal nesso et<br />

et al nesso aut aut.<br />

La «crisi del cristianesimo» è pertanto soprattutto<br />

crisi della coscienza incarnativa nella cultura moderna<br />

e contemporanea. Questa è senz'altro capace di leggere<br />

il mondo come fenomeno, anche se in modo ripetitivo<br />

e sempre più banale, ma è incapace di leggerlo<br />

nella sua dimensione «noumenica» che non è, come<br />

credeva Kant, quella dell'«oggetto in sé» privo di ogni<br />

razionalità e di ogni credibilità presentata da una tradizione<br />

aristotelica ormai in via di esaurimento, bensì<br />

quella che collega la realtà nella verità piena della costitutiva<br />

binarietà della congiunzione.<br />

Non è un caso, infatti, che la crisi della coscienza incarnativa<br />

parta sempre dalla separazione e sbocchi<br />

sempre in separazione, a partire da quella primaria tra<br />

tempo ed eternità, con cui Hegel ha creduto di secolarizzare<br />

la poliedrica tradizione di quasi duemila anni di<br />

cristianesimo. Secondarie a questa sono infatti le numerose<br />

altre scoperte della cultura contemporanea<br />

che, postulando contraddittoriamente la loro reciproca<br />

separazione, finiscono per condurre inevitabilmente al<br />

settarismo e all'incapacità di comprendere l'altro, nella<br />

valenza più ampia del termine.<br />

L'incapacità di comprendere l'altro appartiene però<br />

alla crisi della ragione, allo stesso modo che appartiene<br />

alla crisi dell'amore l'incapacità di operare per l'altro.<br />

La «rivelazione» della grotta di Betlemme è perciò rivelazione<br />

della vicinanza provvidenziale di Dio all'uomo<br />

per progetto di ragione e per scelta di amore.<br />

«Natività» (arte romanica catalana)<br />

necessariamente delle novità; dico che<br />

a Manhattan si possono sempre scoprire<br />

cose che finora non si notavano. Si<br />

vedono dopo quanto è accaduto, specie<br />

da quando, con la prima domenica di<br />

Dicembre, siamo entrati nell'Avvento.<br />

Quante chiese ad esempio ci sono in<br />

ogni quartiere! Possibile che non ce ne<br />

fossimo mai accorti? Ce ne sono qui a<br />

Manhattan, molte di più, fra le varie<br />

confessioni cristiane, che in ogni altra<br />

capitale europea, esclusa Roma.<br />

In quelle cattoliche, che sono relativamente<br />

in maggioranza, ogni mattina,<br />

fra le sette e le otto, dove in inglese, dove<br />

in spagnolo, si dice Messa; ogni mattina<br />

si distribuisce l'Eucaristia ai fedeli.<br />

Non sono molti, è vero.<br />

Ma quei pochi bastano a testimoniare<br />

che il seme è rimasto; e specie in<br />

questi giorni di Vigilia par destinato a<br />

germogliare, come ricorda la parabola<br />

del Vangelo. In ognuna di queste chiese<br />

le solite mani anonime hanno allestito<br />

il presepio. Quello di Sant'Antonio, in<br />

Houston Street west, all'aperto, ben visibile<br />

a tutti in un tratto di gran traffico<br />

fra il Village e Soho, è il più spettacolare.<br />

Per far posto al nostro, io e mia moglie,<br />

che a Manhattan viviamo in un'unica<br />

stanza, abbiamo liberato dai volumi<br />

che l'occupavano, uno dei ripiani<br />

della libreria. È probabilmente il più<br />

piccolo dei tanti presepi familiari allestiti<br />

in questi giorni nelle case, spesso<br />

modeste, dei newyorchesi d'origine italiana,<br />

irlandese, ispanica, slava: misura<br />

80 cm. per 20.<br />

Ma non vi manca nulla: c'è anche la<br />

stella d'argento che guida i pastori (2),<br />

le pecorelle (3) e i Magi, alla soglia della<br />

divina capanna. Spente le lampade<br />

maggiori, e accese le candeline, dai fili<br />

d'oro della paglia su cui è posato il<br />

Bambino, emana una luce calda e brillante.<br />

Sempre, sin dalla prima volta che<br />

l'ho vista, Manhattan mi ha dato la<br />

stessa singolare e suggestiva impressione<br />

di trovarmi in un luogo dove si svolge<br />

uno spettacolo quanto mai vivo e attuale,<br />

aperto al futuro, eppure già avvenuto<br />

in tempi remoti e destinato a ripetersi,<br />

di trovarmi cioè, miracolosamente,<br />

nell'antica Roma ai tempi dell'Impero.<br />

Ora è la Roma imperiale del I Secolo,<br />

con i cesari della casa Giulia (sotto<br />

i quali nacque e morì Gesù Cristo); ora<br />

è quella del IV e del V secolo, la Roma<br />

della decadenza in attesa dei barbari,<br />

preludio al prorompere delle Feste cristiane.<br />

Due epoche che nella mia immaginazione<br />

si sovrappongono. Un<br />

principio e una fine che formano una<br />

sola realtà.<br />

Una sensazione, certo, che tuttavia è<br />

suffragata da varie somiglianze: lo stesso<br />

carattere babelico, la stessa varietà<br />

di etnie, lingue, religioni; la stessa esibizione<br />

di potenza e precarietà, lusso e<br />

miseria, raffinatezza e volgarità, cultura<br />

e ignoranza; di materialismo spinto<br />

fino all'eccesso e d'incredibile inquietudine<br />

che si manifesta in culti diversi,<br />

liturgie esoteriche, magia, superstizioni,<br />

stravaganze, ma anche in autentico<br />

travaglio spirituale.<br />

Non credo di essere il solo a provarle,<br />

e nemmeno penso che ciò mi accada<br />

per il fatto di avere ritrovato, qui a<br />

Manhattan, nove anni fa, la fede in cui<br />

ero cresciuto a Roma e dalla quale ero<br />

stato così a lungo separato.<br />

È vero d'altra parte che, ormai da<br />

anni, voci diverse e autorevoli segnalano<br />

con insistenza i sintomi sempre più<br />

gravi di una crisi generale, profonda e<br />

irreversibile della nostra civiltà. È anzi<br />

diventato quasi un luogo comune, credere<br />

e dire che il mondo moderno, il<br />

mondo del progresso, della scienza, dell'emancipazione,<br />

del benessere democratico,<br />

uniti a una spaventosa povertà<br />

interiore, è condannato, a breve termine,<br />

all'estinzione.<br />

Si chiede un'inversione di tendenza;<br />

s'invoca una rinascita spirituale. E<br />

quale altro luogo della terra, mi chiedo,<br />

se non Manhattan ha tutti i requisiti<br />

(proprio per le suddette somiglianze<br />

con la Roma antica) per essere il centro<br />

propulsore di un rinnovamento di portata<br />

mondiale? Non certo una capitale<br />

o un villaggio della vecchia Europa,<br />

tanto più scettica e sterile dell'America<br />

d'oggi. Tutto ancora finisce per convergere<br />

qui, e da qui tutto si ha la speranza<br />

che possa ripartire.<br />

Una rinascita religiosa, un nuovo<br />

Medio Evo come lo chiamava già ottanta<br />

anni fa Nicola Berdiaev, che faccia<br />

risorgere l'uomo spirituale sulle tetre<br />

macerie dei suoi vani splendori, non<br />

può d'altra parte essere che cristiana.<br />

Non vedo altre alternative.<br />

Sono passati 2000 anni e quest'unico<br />

annuncio di libertà e di pace ci viene<br />

ancora offerto, con le stesse parole, gli<br />

stessi gesti, riproducendo la stessa trepida,<br />

chiara commozione che accompagna<br />

il sorgere dell'alba. Ancora una<br />

volta le giornate più corte e più buie<br />

dell'anno sono giunte al termine. La luce,<br />

ancora una volta, comincia a crescere,<br />

da Oriente, passando su Long<br />

Island, guadagnando ogni giorno un<br />

minuto, per toccare i muri intirizziti di<br />

questa martoriata Manhattan.


.<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 24-25 Dicembre 2001<br />

Una corale, intensa supplica di pace dinanzi<br />

al Mistero del Dio fattosi uomo per<br />

la salvezza del mondo: è questo il messaggio<br />

che scaturisce dalla XX edizione<br />

del Presepe vivente, allestito anche quest'anno<br />

dalla comunità di Quadrivio di<br />

Campagna (Salerno). La sacra rappresentazione,<br />

che si svolge proprio il 25 dicembre<br />

per le strade del paese, punta in particolare<br />

sui giovani, affinché rilancino in<br />

forme nuove quell'appello al risveglio morale<br />

e alla riscoperta dell'assoluto che co-<br />

Un volume in ricordo di Mons. Dellepiane nel quarantesimo della morte<br />

Un'autentica gloria<br />

dell'episcopato genovese<br />

Dedicato alla figura e all'opera di Monsignor Giovanni<br />

Dellepiane, insigne e indimenticato Vescovo genovese,<br />

nel quarantesimo anniversario della sua morte<br />

è stato pubblicato in questi giorni il volume: «Monsignor<br />

Giovanni Dellepiane, un insigne genovese nella<br />

diplomazia pontificia», scritto da Giuseppe Parodi Domenichi<br />

di Parodi.<br />

Qui di seguito pubblichiamo la Presentazione scritta<br />

per l'occasione dal Cardinale Dionigi Tettamanzi, Arcivescovo<br />

di Genova:<br />

È con vero piacere che accolgo l’invito a stendere<br />

una breve prefazione a questo testo del Prof. Giuseppe<br />

Parodi Domenichi di Parodi. Il piacere ha una duplice<br />

motivazione.<br />

Anzitutto la figura dell’insigne presule genovese che<br />

qui è oggetto di indagine, Mons. Giovanni Dellepiane,<br />

nel quarantesimo anniversario della sua morte. È un genovese<br />

ed è importante che sia conosciuto e conosciuto<br />

bene. Ho potuto spesso verificare, negli anni del mio<br />

ministero episcopale a Genova, un’inadeguata ricerca in<br />

sede storica e un’insufficiente diffusione di notizie in<br />

chiave divulgativa circa persone, esperienze e fatti che,<br />

in verità, costituiscono un ricchissimo patrimonio per la<br />

Chiesa genovese sotto il profilo spirituale, pastorale e<br />

culturale. Sia dunque benvenuta un’altra opera di ricerca<br />

e divulgazione, se questa potrà portare, come mi auguro,<br />

nuovi contributi di conoscenza e di legame affettivo<br />

alla storia della Chiesa a Genova.<br />

Il secondo motivo, poi, per cui con piacere stendo<br />

queste righe di prefazione è il nome dell’autore. Conosco<br />

personalmente il Prof. Parodi Domenichi e so con<br />

quanta passione si è sempre prodigato per studiare e<br />

per divulgare le ricchezze della «genovesità ecclesiale».<br />

Questa monografia ne è un’ulteriore testimonianza. Chi<br />

ha qualche dimestichezza con la ricerca storica locale<br />

ha già certamente avuto modo di incontrare il nome del<br />

Prof. Parodi Domenichi, autore di una<br />

lunga serie di pubblicazioni principalmente<br />

rivolte alla riscoperta e alla valorizzazione<br />

delle più significative figure<br />

dell’episcopato genovese e ligure. Ma<br />

torniamo per un momento alla figura di<br />

Mons. Dellepiane. I dati della storia ce<br />

lo consegnano come un’autentica gloria<br />

dell’episcopato genovese del XX secolo:<br />

personalità certamente molto ricca sia<br />

dal punto di vista umano che sacerdotale,<br />

fu diplomatico intelligente e accorto,<br />

e per questo in grado di gestire gli interessi<br />

della Chiesa sul piano delle relazioni<br />

internazionali con singolare amabilità<br />

e capacità comunicativa. Non si deve dimenticare<br />

che operò sempre in situazioni<br />

difficili: a Smirne ebbe a che fare con<br />

il conflitto annoso fra greci e turchi,<br />

conflitto del quale la minoranza cattolica<br />

fu vittima non colpevole; a Leopoldville<br />

dovette costruire dal nulla le prime<br />

basi sulle quali, soltanto successivamente,<br />

sarebbe stata eretta la gerarchia<br />

autoctona; a Vienna, infine fu chiamato<br />

a ripristinare la rappresentanza diplomatica<br />

pontificia dopo la triste parentesi<br />

della seconda guerra mondiale. È molto<br />

probabile che Papa Giovanni XXIII fosse<br />

intenzionato a premiare la quarantennale<br />

attività del presule con la porpora<br />

cardinalizia, ma ciò non fu possibile per<br />

la sua morte repentina.<br />

Sono questi solo alcuni elementi della<br />

vita di un uomo di Chiesa che davvero<br />

vale la pena conoscere e approfondire<br />

anche con l’aiuto di questo prezioso volume.<br />

Per concludere non voglio dimenticare<br />

che la pubblicazione del libro si inserisce<br />

in una serie di manifestazioni che<br />

l’Arcipretura di San Giorgio di Bavari<br />

ha inteso dedicare a questo suo illustre<br />

figlio. Bisogna, infatti, ricordare, che<br />

Mons. Dellepiane fu battezzato proprio<br />

a Bavari e, sempre a Bavari, per sua<br />

espressa volontà, fu anche sepolto. All’Arciprete<br />

di Bavari e ai suoi collaboratori<br />

non può che andare il mio plauso<br />

per questa iniziativa.<br />

Dal Presepe vivente di Campagna un messaggio di pace e di speranza<br />

stituisce il cuore del Natale. Saranno oltre<br />

120 i protagonisti del Presepe, tra pastori<br />

e angeli, che comporranno il suggestivo<br />

corteo. Particolarmente riuscite le figure<br />

dei Re Magi, che sfileranno in groppa ai<br />

cavalli, e quelle di Giuseppe e Maria, che<br />

chiuderanno il corteo.<br />

L'iniziativa del Presepe vivente risale<br />

all'inizio degli anni '80, subito dopo il devastante<br />

sisma del 23 novembre 1980. La<br />

In una pubblicazione di Maria Trigila la personalità della benemerita docente siciliana<br />

Giovanna Chimirri: una vita spesa tra fede e cultura<br />

GIUSEPPE COSTA<br />

La pubblicazione del volume «Girovagando<br />

con occhi di donna: Giovanna Finocchiaro<br />

Chimirri» scritto da Maria<br />

Trigila per la cooperativa editoriale<br />

Cuecm di Catania ripropone all’attenzione<br />

dei numerosi suoi ex alunni e non, la<br />

personalità di una benemerita docente<br />

universitaria siciliana. Il volume si presenta<br />

con le caratteristiche tipiche delle<br />

biografie celebrative e commemorative:<br />

dove le fonti sono le persone più vicine<br />

e più care e dove pur tuttavia si riscontrano<br />

materiali preziosi ma pur sempre<br />

da approfondire e da ricollocare in percorsi<br />

forse diversi.<br />

Il volume assembla notizie cronologiche<br />

e letterarie relative alla attività della<br />

studiosa e letterata siciliana.<br />

Nata a Siracusa il 12 maggio del 1930,<br />

Giovanna Chimirri conobbe da studentessa<br />

universitaria a Catania a partire<br />

dal 1950 l’esperienza della FUCI. Qui si<br />

incontrò con il futuro marito Salvatore<br />

Finocchiaro e qui imparò a partecipare<br />

attivamente e ad esercitare in concreto<br />

un impegno culturale identificabile rosminianamente<br />

come esercizio della carità<br />

intellettuale. Nel 1954 si laurea in<br />

Un grande testimone della «santità senza saio e senza tunica»<br />

voglia di «risorgere» dalle macerie e di ricostruire<br />

uomini e cose spinse la comunità,<br />

guidata dal Parroco Don Franco Di Stasio,<br />

ad individuare un punto di aggregazione<br />

e un'occasione di impegno che indicasse<br />

alle persone traguardi nuovi di speranza.<br />

Il Presepe vivente di Quadrivio di Campagna<br />

si rifà all'insigne tradizione iniziatasi<br />

a Greccio nel 1223 e all'eredità spiri-<br />

tuale di sant'Alfonso Maria de' Liguori,<br />

l'autore della struggente «Tu scendi dalle<br />

stelle» e del componimento in forma dialettale<br />

«Quanno nascette 'o Ninno». «Il<br />

Presepe vivente — sottolinea il Parroco<br />

— ci invita a meditare sul significato autentico<br />

del Natale. La nascita di Gesù a<br />

Betlemme non è un episodio che si possa<br />

relegare nel passato. Dinanzi a Lui, infatti,<br />

si pone l'intera storia umana: il nostro oggi<br />

ed il futuro del mondo sono illuminati<br />

dalla sua presenza.<br />

In un'opera di padre Ambrosius Eszer<br />

La spiritualità nell'età<br />

dei Padri della Chiesa<br />

FRANCESCO LEONI<br />

Nell’introduzione al suo libro, «Spirituality<br />

in the age of the Fathers», Roma,<br />

2000, è l’autore stesso, Padre Ambrosius<br />

Eszer O.P., Relatore Generale della Congregazione<br />

delle Cause dei Santi, a constatare<br />

come la spiritualità abbia perso,<br />

nel tempo presente, molto del suo prestigio<br />

a vantaggio delle scienze basate<br />

sulla matematica e l’osservazione della<br />

natura. Tuttavia, malgrado questa propensione<br />

tecnologica dell’uomo moderno,<br />

anche il mondo attuale continua ad<br />

avere bisogno, per continuare ad esistere,<br />

delle regole e della morale insita nella<br />

spiritualità.<br />

A sostenere questa teoria vi sono sia<br />

scienziati come Werner Heisenberg, sia<br />

la constatazione dei disastri provocati da<br />

uno sviluppo tecnologico senza regole<br />

interne, sia, infine, gli esempi storici del<br />

passato. Sotto quest’ultimo aspetto, l’esperienza<br />

dell’Impero Bizantino, capace<br />

di sopravvivere quasi mille anni alla caduta<br />

dell’Impero romano d’Occidente sino<br />

a quando impiegò gran parte delle<br />

sue energie nel risolvere problemi teologici,<br />

assume un valore paradigmatico<br />

nell’illustrare l’importanza di una tensione<br />

morale in grado di alimentare la resistenza<br />

alle forze esterne.<br />

Il libro non intende però fornire un’analisi<br />

sistematica della spiritualità cristiana,<br />

bensì ripercorrere le tappe dei pensatori<br />

e dei sentimenti della comunità<br />

delle origini precedente all’editto di Milano<br />

del 313 d.C.<br />

La Chiesa delle origini è soprattutto<br />

orientale. Sorta a Gerusalemme e difusasi<br />

nell’oriente greco e successivamente<br />

slavo, la concezione spirituale di questa<br />

comunità trasse origine dall’ebraismo ed<br />

in particolare dal movimento degli Esseni.<br />

Molto si è discusso e si continua a<br />

discutere sui legami tra lo stesso Gesù e<br />

la sua famiglia con tale parte dell’ebraismo.<br />

A tale proposito, Eszer propende<br />

per una separazione anche se ritiene<br />

che nel tempo qualche elemento della<br />

spiritualità essena si sia sviluppato in<br />

quella orientale.<br />

Alla base della spiritualità delle origini<br />

era possibile individuare due elementi<br />

fondamentali: la devozione battesimale<br />

ed il culto dei martiri. Il primo inteso<br />

come ingresso dell’anima in una nuova<br />

vita, il secondo come massima imitazione<br />

di Cristo. La stessa Eucarestia, infatti,<br />

era vista come comunione con il sangue<br />

del Messia per essere in seguito<br />

pronti ad offrire un sacrificio reciproco.<br />

È però nel terzo secolo che si sviluppa<br />

il nucleo più rilevante della spiritualità<br />

orientale e cioè quello delle pratiche<br />

ascetiche. Come ha sottolineato lo stesso<br />

Giovanni Paolo II nella Orientale Lumen,<br />

è proprio questo uno dei contributi<br />

più importanti di cui la cristianità intera<br />

è debitrice verso la Chiesa d’Oriente.<br />

Il distacco dal mondo, il celibato e la<br />

vita missionaria sono tutte connesse con<br />

tale elemento. Successivamente, Eszer<br />

pone in evidenza anche l’importanza<br />

dell’Esichia palamitica intesa come pratica<br />

del silenzio e della quiete.<br />

Ecco allora un altro lascito della Chiesa<br />

delle origini orientale, di cui l’autore<br />

lamenta lo scarso interesse degli studiosi<br />

occidentali negli ultimi due secoli. La dimenticanza<br />

non è di poco conto, in particolare<br />

per il dialogo ecumenico. Il monachesimo,<br />

la forma più vicina alla «vita<br />

angelica», è invece un tratto saliente della<br />

Chiesa orientale — come testimonia<br />

anche Fedor Michajlovic Dostoevskij —<br />

da cui bisogna partire per costruire<br />

qualsiasi forma di dialogo. Apostasia,<br />

cioè la separazione dal mondo, l’encratia,<br />

cioè il dominio di sé e l’apatia, cioè<br />

l’assenza delle emozioni quali il riso e la<br />

tristezza, sono le caratteristiche del monaco<br />

o dell’asceta d’Oriente.<br />

Per quanto riguarda il contenuto più<br />

strettamente legato alla trattazione del<br />

tema in oggetto, è nel secondo capitolo<br />

che Padre Eszer analizza più dettagliatamente<br />

e diffusamente la dottrina spirituale<br />

dei padri orientali. Lo studio di Padre<br />

Eszer, oltre alla sua importanza per<br />

l’analisi del soggetto specifico, riveste<br />

particolare rilievo quale contributo a<br />

quella serie di riflessioni che tendono a<br />

cercare i motivi comuni di convergenza<br />

tra ortodossia e cattolicesimo. Indubbiamente<br />

lo studio della Chiesa delle origini<br />

fornisce, in questo senso, dei validi<br />

spunti e ci aiuta anche a capire quanto<br />

la spiritualità Occidentale sia in debito<br />

verso quella del mondo Orientale. Tutto<br />

questo non al fine di stabilire diritti di<br />

«primogenitura», ma nell’ottica di una<br />

reciproca comprensione e del dialogo,<br />

nella consapevolezza di essere figli del<br />

medesimo Padre.<br />

Il beato Contardo Ferrini, modello di laico cattolico<br />

SALVATORE CAMARDA<br />

Nel libro dei Santi e dei Beati siciliani: al 9 novembre<br />

si trova scritto: «Beato Contardo Ferrini»:<br />

«Nacque a Milano il 4 aprile 1859. Avviato agli<br />

studi e conseguita la laurea in Giurisprudenza, insegnò<br />

Diritto Romano in diverse Città d’Italia, fra<br />

le quali Messina. Dovunque gli toccò di vivere,<br />

continuò intensa la vita di pietà, fu con tutti delicato<br />

e gentile, dimostrando come una profonda<br />

preparazione e competenza professionale si possa<br />

associare con la coerenza della vita cristiana e l’apostolato,<br />

così da essere definito da Pio XII: «Il<br />

modello dell’Uomo cattolico dei nostri giorni». Si<br />

interessò dei problemi sociali del suo tempo. Fu<br />

anche consigliere comunale di Milano. Morì il 17<br />

ottobre 1902».<br />

Chi era Ferrini: Questo «Beato», senza saio e<br />

senza tunica, che onorò la nostra Università degli<br />

Studi di Messina dal 1887 al 1890? Definito «un<br />

astro di santità e di scienza», si presenta modello<br />

di laico cattolico di profonda preparazione e competenza<br />

professionale.<br />

Dall’abate Antonio Ceriani, bibliotecario dell’Ambrosiana,<br />

attinge l’amore alla Sacra Scrittura.<br />

Tanto ne è infiammato che giunge, con studio<br />

severo, a leggere la Bibbia nella lingua originale,<br />

impara l’ebraico, il siriaco e inizia lo studio del<br />

sanscrito e del copto. Vive in un mondo dominato<br />

dalla cultura materialista e positivista e largamente<br />

antireligioso; per le sue brillanti doti di<br />

mente poteva diventare facile ed ambita preda ed<br />

essere strumentalizzato, ma ne esce con il consolidamento<br />

delle sue convinzioni, con la preghiera<br />

fatta scopo di vita, con l’impegno cosciente e responsabile<br />

nel lavoro. Coltiva l’amicizia e fonda<br />

l’«Accademia domestica» che serve ad unire nello<br />

studio e a favorire incontri e discussioni fra<br />

studenti.<br />

La sua vita spirituale si costruisce ogni giorno<br />

nella preghiera e nella Eucaristia, compone mirabili<br />

preghiere, frutto delle sue elevazioni intime,<br />

Lettere presso l’Università di Catania e<br />

già al convegno FUCI dell’anno successivo<br />

interviene con una relazione sulla critica<br />

letteraria cattolica in Italia nel mentre<br />

avvia una quasi regolare collaborazione<br />

su «Presenza cristiana», periodico<br />

quindicinale dei cattolici della città etnea.<br />

Nel 1956 si sposa e le nozze sono<br />

benedette da Monsignor Sebastiano<br />

Gozzo, un sacerdote siracusano che sarà<br />

anche assistente regionale del Movimento<br />

Laureati di Azione Cattolica.<br />

A partire dall’anno accademico 1966-<br />

67 entra in Università come assistente e<br />

ne percorrerà tutti i gradi accademici di<br />

insegnamento. Tale crescita viene accompagnata<br />

da tutta una serie di pubblicazioni<br />

e interventi sulla letteratura contemporanea<br />

mentre non manca di essere<br />

costantemente presente sul versante<br />

dell’impegno cattolico.<br />

Collabora con «Teoresi», rivista filosofico-scientifica<br />

fondata e diretta dal professore<br />

Vincenzo La Via.. Tra le problematiche<br />

che ama affrontare lungo il corso<br />

della sua vita accademica e sociale<br />

un posto di rilievo occupa quella femminile.<br />

Giovanna Finocchiaro Chimirri è<br />

membro attivo del Lyceum club e della<br />

Fidapa per il quale organizza nel maggio<br />

che fissa sulla carta più per sfogo personale che<br />

per tramandarne il ricordo.<br />

«Eroismo ci vuole ormai a tenere alta la bandiera<br />

della verità e del bene in mezzo al mondo!»;<br />

è in queste sue parole il programma e l’esaltazione<br />

della santità del laico.<br />

Nel 1880, a 21 anni, si laurea con una tesi sul<br />

contributo che lo studio dei poemi di Omero e di<br />

Esiodo può dare alla storia del Diritto penale. La<br />

commissione giudicatrice si trova dinanzi non un<br />

allievo, ma un maestro nonostante la sua giovane<br />

età.<br />

Ottiene centodieci e lode con diritto di stampa.<br />

Vince una borsa di studio all’estero e si reca a<br />

Berlino dove rimane per due anni.<br />

Nel 1883 consegue la libera docenza all’Università<br />

di Pavia e ottiene la cattedra presso la stessa<br />

Università, legge e scrive il tedesco, l’inglese, il<br />

francese, lo spagnolo, parla correttamente l’olandese<br />

e conosce bene latino e greco; lascia più di<br />

duecento scritti. Fa parte della Conferenza di S.<br />

Vincenzo de' Paoli (che aveva già conosciuto durante<br />

la sua permanenza a Berlino).<br />

Nel 1887 da Pavia è chiamato a Messina per insegnare<br />

Diritto romano nell’Università; il distacco<br />

dalla famiglia gli costa molto anche perché qui<br />

prova l’amarezza del disprezzo per la sua testimonianza<br />

di cristiano convinto, disprezzo che si muta<br />

lentamente in rispetto e stima per la sua linearità<br />

di condotta, la sua bontà serena, la sua dottrina.<br />

Non è mai triste, specialmente tra i giovani<br />

esercita un apostolato di sana allegria e ben presto<br />

è ricercato per la giocondità della sua conversazione.<br />

In una lettera del 25 marzo 1887 indirizzata ad<br />

un suo zio scrive tra l’altro: «Mi sono messo a<br />

posto e mi trovo assai bene in questo incantevole<br />

soggiorno (alla Vignazza, Montepiselli, nella Villa<br />

Macri) che non ho altro male che la grande distanza<br />

dal Duomo. La città (Messina) è piuttosto<br />

bella e non manca di comodi che noi settentrionali<br />

desideriamo, e l’università che di recente fu<br />

del 1977 un interessante convegno su<br />

«La donna nella vita economica, sociale<br />

e politica della Comunità europea». Divenuta<br />

professore ordinario di letteratura<br />

moltiplica i suoi impegni sottolineando<br />

soprattutto i legami fra la Sicilia, gli<br />

scrittori e la vita sociale. Come intellettuale<br />

e cattolica non manca di essere<br />

presente in riviste e convegni pronta a<br />

dire la sua parola ed a portare la sua testimonianza.<br />

Una delle «pagine» più interessanti<br />

della sua produzione pubblicistica<br />

è certamente quella culturale che<br />

era solita curare nel settimanale diocesano<br />

«Prospettive» «A rimuovere eventuali<br />

equivoci — scrive a proposito del come<br />

intendere questa «terza pagina» —, si<br />

sottolineerà primariamente che questa<br />

non potrà assimilarsi a una «terza pagina»,<br />

concepita come sede di svago e di<br />

trastullo letterario, dispensatrice di gratificazioni<br />

per ambizioni tardive o luogo<br />

da frequentare per compensare spazi lasciati<br />

liberi dalla quotidianità.»<br />

Muore il 16 settembre 1999 ricca di<br />

meriti culturali e di fede. «Ecco la fede<br />

che diventa esempio — ricorda lo scrittore<br />

Piero Isgrò nella postfazione al volume<br />

— sfida per se stessi e gli altri,<br />

cammino di coerenza e sacrificio anche.<br />

La fede di Giovanna non ha mai rasentato<br />

il bigottismo o l’abitudine, una fede<br />

come un filo d’equilibrio tra la ragione e<br />

la speranza».<br />

Se per la quantità e varietà di informazioni<br />

raccolte e organizzate, il volume<br />

curato da Maria Trigila può considerarsi<br />

non del tutto originale, per quanto<br />

concerne la lunga e articolata bibliografia<br />

letteraria ivi riportata di Giovanna<br />

Chimirri può essere prezioso e suggerire<br />

nuovi percorsi di approfondimento.. Ed<br />

è quanto auspichiamo soprattutto per<br />

l’ambiente siciliano e per l’associazionismo<br />

culturale. Lia Guzzetta Fava, docente<br />

di letteratura presso la Lumsa che<br />

ha scritto una prefazione al volume afferma<br />

fra l’altro che Giovanna Chimirri<br />

«era una donna prismatica, era sempre<br />

in qualche modo imprevedibile, ulteriore,<br />

piena di interessi sempre nuovi. La<br />

letteratura stessa, che forse era la sua<br />

principale passione, e che era stata all’origine<br />

del nostro incontro, veniva continuamente<br />

trascesa e ricollocata fra i valori<br />

di una vita che si arricchiva di altre<br />

dimensioni: essere principalmente persona,<br />

essere donna, madre, amica, compagna<br />

di viaggio».<br />

elevata a prima classe, s’avvia verso un bell’avvenire.<br />

Non solo il Governo fa cospicuo sacrificio di<br />

denaro, ma anche i corpi locali si industriano per<br />

il suo incremento. Già mi fu partecipato di ordinare<br />

acquisti di libri di Diritto Romano per questa<br />

biblioteca, per una somma abbastanza rilevante,<br />

ciò che non mi avvenne a Pavia, dove più volte<br />

tempestai per avere fondi per la biblioteca, i<br />

giovani sono svegliati e pieni di buona volontà:<br />

peccato che finora, per mancanza di mezzi, l’istituzione<br />

non è stata del tutto adeguata...». (Boll.<br />

Eccl. Messinese, aprile 1947).<br />

Dopo tre anni di permanenza a Messina gli viene<br />

offerta la Cattedra di Diritto Romano a Modena.<br />

Rimane anche li tre anni e alla fine del 1894 è<br />

chiamato ad insegnare all’Università di Pavia. Ritorna<br />

a risiedere a Milano in famiglia.<br />

Gli giungono incarichi e onorificenze: l’insegnamento<br />

della storia del Diritto Romano, la presidenza<br />

della Facoltà giuridica; fa parte delle commissioni<br />

giudicatrici per concorsi a cattedra. È<br />

noto in tutta l’Europa. Tiene corrispondenza con<br />

i più illustri eruditi del suo tempo.<br />

Attratto dalla vita politica, il 10 febbraio 1895<br />

viene eletto consigliere comunale di Milano. Vive<br />

con impegno la sua vita cristiana, vive in Dio: «Io<br />

non saprei concepire una vita senza preghiera». A<br />

43 anni, colpito da tifo violentissimo, il 17 ottobre<br />

1902 muore a Suna (Novara). Nel delirio della<br />

morte si chiedeva: «Ho compiuto il mio<br />

dovere?».<br />

In una lettera indirizzata al padre di Contardo,<br />

Mons. Achille Ratti (futuro Papa Pio XI), scriveva:<br />

«Rievoco la sua vita universitaria di studente<br />

e di professore in Patria e all’estero, cosi proficua<br />

alla scienza, cosi onorifica al nostro Paese, cosi<br />

gloriosa e modesta, cosi giovane e cosi intemerata<br />

da sembrarmi un miracolo. E mi sovvengono<br />

le parole di Mommsen: «il secolo XIX fu per gli<br />

studi giuridici grecoromani, il secolo di Savigny,<br />

il XX secolo sarà il secolo di Ferrini».<br />

Durante il Pontificato di S. Pio X, nel 1910, si<br />

Mileto-Nicotera-Tropea: incontro<br />

sulla Caritas come luogo di famiglia<br />

Le Caritas parrocchiali come luoghi di<br />

famiglia, è il tema proposto per il consueto<br />

incontro mensile natalizio da<br />

Mons. Francesco Montenegro Vescovo<br />

Ausiliare di Messina-Lipari e membro<br />

del Consiglio Nazionale della Caritas. La<br />

carità —ha ribadito Mons. Montenegro<br />

— non è «qualcosa di Dio, ma è Dio<br />

stesso» e da Dio-Carità discende la visione<br />

vera dell’uomo, l’autentico umanesimo:<br />

«l’uomo si realizza donandosi e<br />

noi ci realizziamo amando». Non è sufficiente<br />

quindi l’annuncio della salvezza,<br />

ma dobbiamo «dare salvezza».<br />

Nel momento pastorale il responsabile<br />

della Caritas diocesana don Bruno Cannatelli,<br />

dopo aver presentato Mons.<br />

Montenegro, ha fatto l’excursus storico<br />

della Caritas nazionale e diocesana. Ha<br />

ricordato le varie tappe, dalla Pontificia<br />

Assistenza all’ODA, fino ad oggi, evidenziando<br />

le iniziative più importanti. Significativi<br />

sono gli aiuti ai paesi sottosviluppati,<br />

alle parrocchie terremotate, i gemellaggi<br />

con località d’Italia e dell’estero,<br />

fra le quali la Polonia e il Brasile e le<br />

Case-famiglia ad opera delle Oblate del<br />

servo di Dio don Mottola.<br />

Mons. Francesco Montenegro, riprendendo<br />

un concetto della meditazione, ha<br />

iniziò il processo di Beatificazione e il 13 aprile<br />

1947, Pio XII lo dichiarò Beato (le sue spoglie<br />

mortali riposano ora nella cripta dell’Università<br />

Cattolica del S. Cuore a Milano).<br />

Contardo Ferrini trascorse a Messina, tre anni<br />

di intenso lavoro: nell’ambiente universitario e<br />

fuori egli profuse i tesori della sua scienza, della<br />

sua pietà e soprattutto del suo esempio. Ma, purtroppo,<br />

Messina conserva poco dei suoi scritti<br />

tranne la lettera già riportata e alcune lettere della<br />

postulazione della Causa di Beatificazione. Il<br />

sac. Carlo Pellegrini, prevosto di S. Calimero in<br />

Milano, vice postulatore della Causa di Beatificazione,<br />

il 10 aprile 1911 scriveva all’Arcivescovo<br />

del tempo, Mons. D’Arrigo: «Ecc. Rev.ma; dietro<br />

invito del S. Padre il nostro Eminentissimo Arcivescovo<br />

di Milano ha aperto un Tribunale per il<br />

processo informatico sulle virtù e sulla fama di<br />

santità del Prof. Contardo Ferrini, morto nel<br />

1902, il quale dal 1887 al 1890 fu professore a codesta<br />

Università di Messina.<br />

«L’avv. Crisafulli Michele fu “scolaro” del Ferrini<br />

ed è un suo sincero ammiratore. Esso abita in<br />

Messina, via Argentieri, 42, e anche in S. Teresa<br />

di Riva.<br />

«Lo scrivente è il postulatore della Causa, e<br />

per illustrare la vita che il Ferrini condusse a<br />

Messina, chiede a V. Eccellenza di compiacersi di<br />

istituire in codesta Curia di Messina un piccolo<br />

Tribunale allo scopo di ricevere la deposizione del<br />

teste avv. Crisafulli: ciò chiede a nome dell’Arcivescovo<br />

e del Tribunale.<br />

«Lo stesso avv. Crisafulli mi avrebbe suggerito<br />

come altro teste opportuno l’avv. Francesco De<br />

Cola Proto, professore dell’Ateneo messinese...».<br />

La sua vita è povera di azioni straordinarie; l’unico<br />

miracolo che compi fu la realizzazione della<br />

sua stessa vita. Fu salutato come «Il primo romanista<br />

d’Italia e anche, nel campo del Diritto Romano<br />

bizantino, il primo romanista del mondo».<br />

(Enc. dei Santi: Vol. VI).<br />

raccomandato di «custodire con amore<br />

il corpo di Cristo», cioè i poveri, altrimenti<br />

si potrà cadere nel «buonismo» e<br />

nella «filantropia o solidarietà».<br />

Strumento pastorale efficace per testimoniare<br />

Dio-Amore, è la costituzione<br />

delle Caritas parrocchiali, come «luogo<br />

di educazione per fare famiglia, non<br />

per fare solo pacchi». Si diffonderà allora<br />

la «cultura della carità» e si scoprirà<br />

che «i poveri sono una risorsa» della famiglia<br />

parrocchiale e delle singole famiglie<br />

per un’autentica testimonianza per<br />

l’uomo del nostro tempo.<br />

Ha concluso il Vescovo Mons. Domenico<br />

Cortese, ricordando come i poveri<br />

in chiesa si trovano come a casa loro. È<br />

l’unico luogo dove non vengono scacciati<br />

e discriminati. Ha con forza richiamato<br />

il dovere dello Stato e delle Amministrazioni,<br />

le quali spesso si scaricano dei<br />

loro doveri costituzionali. In particolare<br />

nelle nostre popolazioni dobbiamo impegnarci<br />

per esigere dagli enti responsabili<br />

il rispetto delle norme costituzionali. La<br />

povertà si potrà sconfiggere se matureremo<br />

la coscienza che tutti «siamo poveri<br />

esistenziali» e se ci sforziamo di<br />

educare alla carità e alla pace.<br />

DOMENICO PANTANO


.<br />

PAGINA<br />

FRANCESCO CACUCCI<br />

Arcivescovo di Bari-Bitonto<br />

5 .<br />

LITURGIA DELLA PAROLA<br />

LA SANTA<br />

FAMIGLIA<br />

Sir 3, 2-6.12-14<br />

Col 3, 12-21<br />

Mt 2, 13-15.19-23<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 24-25 Dicembre 2001<br />

«Per cogliere il significato e il dono di grazia del Natale<br />

ormai imminente, dobbiamo pertanto metterci<br />

alla scuola della Madonna e del suo sposo Giuseppe,<br />

che nel presepe contempleremo<br />

in adorazione estasiata del neonato Messia...<br />

Si può definire Giuseppe un autentico uomo di fede,<br />

come la sua sposa Maria. La fede<br />

coniuga giustizia e preghiera, ed è questo l'atteggiamento<br />

più idoneo per incontrare l'Emmanuele, il Dio-con-noi»<br />

ANGELUS Durante la preghiera mariana Giovanni Paolo II evidenzia il ruolo di Giuseppe, autentico uomo di fede, come la sua sposa Maria<br />

Credere significa vivere nella storia aperti all'iniziativa di Dio<br />

alla forza creatrice della sua Parola, che in Cristo si è fatta carne<br />

«Credere significa vivere nella storia aperti all'iniziativa<br />

di Dio, alla forza creatrice della sua<br />

Parola, che in Cristo si è fatta carne, unendosi<br />

per sempre alla nostra umanità». Lo ha detto<br />

Giovanni Paolo II all'Angelus di domenica 23 dicembre,<br />

recitato con i numerosi fedeli convenuti<br />

da diverse parti del mondo in Piazza San Pietro.<br />

Queste sono le parole del Santo Padre:<br />

Carissimi Fratelli e Sorelle!<br />

1.Celebriamo oggi la quarta<br />

domenica d’Avvento, mentre ormai<br />

fervono i preparativi per la festa di<br />

Natale. La Parola di Dio, nella liturgia,<br />

ci aiuta a concentrare l’attenzione<br />

sul significato di questo<br />

fondamentale evento salvifico, che<br />

è al tempo stesso storico e soprannaturale.<br />

«Ecco: la vergine concepirà e partorirà<br />

un figlio, che chiamerà Emmanuele:<br />

Dio-con-noi» (Is 7, 14).<br />

Questa profezia di Isaia riveste nell’economia<br />

della salvezza un’importanza<br />

capitale. Assicura che<br />

«Dio stesso» darà un discendente al<br />

re Davide come «segno» della sua<br />

fedeltà. Questa promessa si è realizzata<br />

con la nascita di Gesù dalla<br />

Vergine Maria.<br />

2.Per cogliere il significato e il<br />

dono di grazia del Natale ormai<br />

imminente, dobbiamo pertanto<br />

metterci alla scuola della Madonna<br />

e del suo sposo Giuseppe, che nel<br />

presepe contempleremo in adorazione<br />

estasiata del neonato Messia.<br />

Nell’odierna pagina evangelica<br />

Matteo pone in evidenza il ruolo di<br />

Giuseppe, che qualifica come uomo<br />

«giusto» (Mt 1, 19), sottolineando<br />

con ciò come egli fosse interamente<br />

proteso al compimento della volontà<br />

di Dio. Proprio a motivo di questa<br />

interiore giustizia, che in ultima<br />

analisi coincide con l’amore,<br />

Giuseppe non intende ripudiare<br />

Maria, pur essendosi reso conto<br />

della sua incipiente gravidanza.<br />

Inizio di Missione<br />

del Nunzio Apostolico nelle Isole Cook<br />

30 DICEMBRE 2001<br />

La Santa Famiglia di Nazareth<br />

La festa della Santa Famiglia è incastonata<br />

dalla liturgia nell’ottava di Natale;<br />

la contemplazione della Famiglia di Nazareth<br />

deve, pertanto, attingere necessariamente<br />

dal mistero dell’Incarnazione<br />

quella luce per essere per le nostre famiglie<br />

«un vero modello di vita» (colletta).<br />

Anche se non possiamo ignorare i recenti<br />

episodi che hanno visto come protagonisti<br />

adolescenti uccidere una mamma con<br />

il proprio figlio; anziani morire avvolti<br />

dalle fiamme di un incendio divampato<br />

in strutture di «accoglienza» o terminare<br />

la loro esistenza nella più fredda indifferenza;<br />

famiglie che si disgregano dopo<br />

non molti anni di matrimonio... ; tuttavia<br />

la festa di oggi non può essere ridotta<br />

ad un’occasione per una semplice lettura<br />

sociologica della condizione «di questa<br />

fondamentale istituzione» che oggi, come<br />

ci ricorda il Papa, «sta registrando<br />

una crisi diffusa e radicale» (NMI, 47).<br />

La liturgia odierna vuole innanzitutto offrirci<br />

un’ulteriore possibilità per approfondire<br />

il mistero del Natale; ogni altra<br />

riflessione sulla famiglia deve obbligatoriamente<br />

partire dal mistero dell’Incarnazione<br />

e ritornarvi.<br />

Lo richiama con forza il Papa nella<br />

sua Lettera alle famiglie: «Il mistero divino<br />

dell’incarnazione del Verbo è in<br />

stretto rapporto con la famiglia umana.<br />

Non soltanto con una, quella di Nazareth,<br />

ma in qualche modo con ogni famiglia,<br />

analogamente a quanto il Concilio<br />

Vaticano II afferma del Figlio di Dio,<br />

che nell’Incarnazione “si è unito in certo<br />

modo ad ogni uomo”» (n. 2). È questa,<br />

infatti, la chiave di lettura che la<br />

Colletta dell’anno A ci dona: «O Dio, nostro<br />

creatore e Padre, tu hai voluto che<br />

il tuo Figlio, generato prima dell’aurora<br />

del mondo, divenisse membro dell’umana<br />

famiglia; ravviva in noi la venerazione<br />

per il dono e il mistero della vita,<br />

Pensa di «licenziarla in segreto»<br />

(Mt 1, 19), ma dall’angelo del Signore<br />

viene invitato a non temere e<br />

a prenderla con sé.<br />

Emerge qui un altro aspetto essenziale<br />

della personalità di san<br />

Giuseppe: egli è uomo aperto all’ascolto<br />

di Dio nella preghiera. Dall’angelo<br />

apprende che «quel che è<br />

generato [in Maria] viene dallo Spirito<br />

Santo» (Mt 1, 20), secondo l’antica<br />

profezia: «Ecco: la vergine concepirà...<br />

», ed è pronto ad accogliere<br />

i disegni di Dio, che oltrepassano<br />

i limiti umani.<br />

3.In sintesi, si può definire<br />

Giuseppe un autentico uomo di fede,<br />

come la sua sposa Maria. La fede<br />

coniuga giustizia e preghiera, ed<br />

è questo l’atteggiamento più idoneo<br />

per incontrare l’Emmanuele, il Diocon-noi.<br />

Credere, infatti, significa<br />

vivere nella storia aperti all’iniziati-<br />

va di Dio, alla forza<br />

creatrice della sua Parola,<br />

che in Cristo si è<br />

fatta carne, unendosi<br />

per sempre alla nostra<br />

umanità. La Vergine<br />

Maria e san Giuseppe<br />

ci aiutino a celebrare<br />

così, in modo fruttuoso,<br />

la nascita del Redentore.<br />

Al termine dell'Angelus, dopo<br />

aver rivolto l'appello per i<br />

sequestrati che pubblichiamo<br />

in prima pagina, il Papa ha salutato<br />

i gruppi di pellegrini italiani<br />

con queste parole:<br />

Saluto ora cordialmente<br />

i pellegrini presenti,<br />

in particolare i<br />

chierichetti della parrocchia<br />

«Santa Maria<br />

Madre della Misericordia»<br />

in Roma, e i loro<br />

familiari. A tutti un<br />

fervido augurio di<br />

buon Natale.<br />

perché i genitori si sentano partecipi<br />

della fecondità del tuo amore, e i figli<br />

crescano in sapienza, età e grazia, rendendo<br />

lode al tuo santo nome».<br />

Qual è allora la luce che il mistero del<br />

Natale proietta sulla Santa Famiglia e, da<br />

questa, è destinata a riflettersi sulle nostre<br />

famiglie?<br />

1. «Alzati, prendi<br />

con te il bambino<br />

e sua madre...»<br />

(Mt 2, 13.20).<br />

Giuseppe è qui descritto dall’evangelista<br />

come un uomo che non riesce mai a<br />

fare un sonno tranquillo. In questo è così<br />

simile a tanti padri e madri la cui vita è<br />

letteralmente stravolta dalla nascita di un<br />

figlio, che anche di notte reclama la loro<br />

attenzione offrendo in cambio «notti in<br />

bianco». Ma non è il Bambino a creare<br />

problemi a Giuseppe, quanto piuttosto i<br />

suoi sogni. I suoi, infatti, sono sogni che<br />

lo costringono al risveglio a rimettersi<br />

ogni volta in cammino.<br />

Nel brano evangelico che la liturgia ci<br />

propone oggi per ben due volte gli vien<br />

detto nel sogno di partire: una prima volta<br />

per «fuggire in Egitto» (v. 13), una seconda<br />

volta per ritornare «nel paese d’Israele»<br />

(v. 20). E Giuseppe? Obbedisce<br />

senza proferire parola! Sì, è l’obbedienza<br />

della fede che fa di questo uomo non<br />

uno dei tanti profughi sfrattati dalla propria<br />

terra dall’Erode di turno, ma un pellegrino<br />

nella fede. In Giuseppe, uomo avvolto<br />

dal silenzio, è la fede che parla.<br />

Quale profondo legame con il mistero<br />

del Natale! Vediamo oggi trasparire nella<br />

famiglia di Nazareth, illuminandone an-<br />

S.E. Mons. Patrick Coveney, Arcivescovo titolare<br />

di Satriano, ha iniziato la Sua missione<br />

come Nunzio Apostolico nelle Isole Cook.<br />

Giunto, la sera del 26 novembre scorso, all'aeroporto<br />

internazionale di Rarotonga, il<br />

Rappresentante Pontificio è stato accolto da<br />

S.E. Mons. Stuart France O' Connell, S.M.,<br />

Vescovo di Rarotonga e dal Sig. Tukaka Ama,<br />

Direttore del protocollo, i quali lo hanno successivamente<br />

accompagnato alla residenza del<br />

Vescovo locale, dove ha alloggiato.<br />

Martedì 27 novembre, il Nunzio Apostolico<br />

ha presentato le Lettere Credenziali all'onorevole<br />

Frederick Goodwin, Rappresentante della<br />

regina Elisabetta II (Queen's Representative),<br />

quale primo Nunzio Apostolico nelle Isole<br />

Cook.<br />

Giunto alla Government House, dove era<br />

atteso da dei funzionari, da alcuni capi tradizionali<br />

e da esponenti della comunità cattolica,<br />

vi è stato il consueto momento di preghiera,<br />

cui sono seguiti i discorsi ufficiali.<br />

Da parte sua il Nunzio ha espresso l'apprezzamento<br />

della Santa Sede per i valori del-<br />

che le vicende più oscure, la stessa piena<br />

disponibilità del Verbo alla volontà salvifica<br />

del Padre. «Che bella coppia formano<br />

due credenti che condividono le stesse<br />

speranze, lo stesso ideale, lo stesso<br />

modo di vivere, lo stesso atteggiamento<br />

di servizio! Si istruiscono l’un l’altro, si<br />

esortano l’un l’altro, si sostengono a vicenda»<br />

(Tertulliano, Alla moglie, II, 9).<br />

2. «Rivestitevi<br />

di sentimenti<br />

di misericordia,<br />

di bontà...»<br />

(Col 3, 12).<br />

Sappiamo bene che queste parole dell’Apostolo,<br />

lungi dall’essere un semplice<br />

elenco di buoni consigli per poter vivere<br />

in pace in famiglia o delle esortazioni<br />

moralistiche rivolte ai coniugi perché<br />

non rovinino il loro matrimonio, desiderano,<br />

invece, ricondurre a quel Mistero<br />

da cui soltanto può attingere linfa sempre<br />

nuova la vita di un cristiano: vivere<br />

in Cristo Gesù! Con altre parole, infatti,<br />

anche il brano di s. Paolo proposto oggi<br />

dalla liturgia ci ricorda che il «bene-essere»<br />

delle nostre famiglie cristiane dipende<br />

dalla disponibilità ad accogliere Cristo<br />

nella nostra esistenza. E non è questo<br />

anche il pressante invito che ci è rivolto<br />

dalle celebrazioni del Natale? «A quanti<br />

l’hanno accolto ha dato il potere di diventare<br />

figli di Dio» (Gv 1, 12). Con il<br />

battesimo la vita divina ha fatto irruzione<br />

nella nostra umanità immettendovi quel<br />

dinamismo d’amore capace di permearla<br />

in profondità e di trasfigurarla.<br />

Alla luce dell’esperienza di Nazareth,<br />

la cultura tradizionale e il desiderio della<br />

Chiesa cattolica di contribuire, con i mezzi<br />

che le sono propri, al benessere integrale della<br />

persona.<br />

Il Rappresentante della Regina ha riscontrato<br />

una coincidenza di vedute fra la Santa Sede<br />

e il governo delle Isole Cook riguardo alla<br />

promozione della pace nel mondo, al rispetto<br />

della dignità umana e al miglioramento della<br />

qualità della vita dei membri delle popolazioni<br />

che si trovano in situazioni svantaggiate.<br />

Successivamente il Rappresentante Pontificio<br />

ha fatto visita al Primo Ministro, onorevole<br />

Terepai Maoate e al vice Primo Ministro e<br />

Ministro degli Affari Esteri e dell'Immigrazione,<br />

onorevole Dr. Robert Woonton. Il Nunzio<br />

si è anche incontrato con l'Alto Commissario<br />

neozelandese Kurt Meyer, unico Capo di missione<br />

diplomatica residente nelle Isole Cook.<br />

Infine, la sera del 28 novembre S.E. Mons.<br />

Coveney ha celebrato l'Eucaristia con la comunità<br />

cattolica di Rarotonga, fermandosi<br />

poi, con i convenuti, per una cena fraterna in<br />

un ambiente presso la cattedrale.<br />

la famiglia cristiana è chiamata a trasformarsi<br />

in un «piccolo laboratorio», in cui<br />

esercitarsi a «coniugare» la fede nella<br />

trama feriale delle nostre relazioni.<br />

3. «Vita<br />

e benedizione<br />

sulla casa che teme<br />

il Signore»<br />

(Rit. al salmo responsoriale)<br />

Se la liturgia di questa festa ci invita a<br />

fissare lo sguardo sulla Santa Famiglia,<br />

perché possiamo «seguirne gli esempi»<br />

(orazione dopo la Comunione), ciò non<br />

significa che siamo del tutto esonerati<br />

dal prestare attenzione alla realtà delle<br />

nostre famiglie. Tutt’altro! La festa di oggi<br />

può costituire un’occasione favorevole<br />

non solo perché gli sposi cristiani ravvivino<br />

la grazia del sacramento del matrimonio,<br />

ma anche perché le famiglie cristiane<br />

accolgano l’invito rivolto loro dai Vescovi<br />

italiani: «Per questo contiamo molto<br />

sulla solidarietà tra le famiglie, ma<br />

anche sulla creazione di nuove forme<br />

ministeriali tese ad ascoltare, accompagnare<br />

e sostenere una realtà dalla quale<br />

molto dipende il futuro della Chiesa e<br />

della stessa società» (Cvmc, 52). Giunga<br />

a tutte le famiglie cristiane l’augurio di<br />

diventare, sull’esempio di quella di Nazareth,<br />

«scuola dove si è iniziati a comprendere<br />

la vita di Gesù, cioè la scuola<br />

del vangelo... Dove impariamo la lezione<br />

del lavoro... Nazareth ci ricordi cos’è<br />

la famiglia, cos’è la comunione d’amore,<br />

la sua bellezza austera e semplice, il<br />

suo carattere sacro e inviolabile» (Paolo<br />

VI, pellegrino a Nazareth nel 1964).


.<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 24-25 Dicembre 2001<br />

Natale del Signore 2001<br />

«Oggi è nato per noi il Salvatore» (Salmo 95)<br />

In quel Bambino che salva<br />

la speranza di una umanità nuova<br />

JEAN GALOT<br />

Una nascita è fonte di gioia. La nascita<br />

di un bambino unico è fonte di<br />

una gioia unica. Perciò la festa di Natale<br />

è destinata a riempire il nostro<br />

cuore di una gioia imparagonabile.<br />

Celebriamo la nascita di un bambino<br />

che è il Messia atteso, e più del Messia:<br />

è il Figlio di Dio che ha voluto venire<br />

fra noi e vivere come noi. È il bambino<br />

che con la sua potenza divina ci salva.<br />

È unico al punto di cambiare con la<br />

sua presenza il volto dell’universo; egli<br />

inaugurauna era nuova per l’umanità.<br />

Il primo Natale della storia umana<br />

fu fonte di gioia per Maria e Giuseppe,<br />

per alcuni pastori. Il Natale di questo<br />

anno è fonte di gioia per un grande numero<br />

diuominidappertutto sulla terra.<br />

Colui che dall’eternità abita il cielo<br />

ha voluto abitare il nostro mondo; si è<br />

presentato a noi come bambino, piccolo<br />

bambino. Colui che esiste da sempre<br />

ha voluto percorrere il cammino abituale<br />

per i bambini che nascono e crescono.<br />

Nato dal Padre come Figlio unico, ha<br />

voluto nascere di nuovo in una natura<br />

umana. Con la sua nascita, fa onore a<br />

tutte le nascite che si producono sulla<br />

terra; fa ribaltare su di esse lo splendore<br />

nascosto della propria nascita. Entrando<br />

nel mondo come un bambino,<br />

conferisce una nuova dignità a tutti i<br />

bambini del mondo, che diventano i<br />

suoi fratelli.<br />

La festa<br />

dei bambini<br />

Siccome viene a noi come un bambino,<br />

Natale è più specialmente la festa<br />

dei bambini: la festa dei piccoli che<br />

possono contemplare nella mangiatoia<br />

un bambino piccolissimo. È anche la<br />

festa di tutti coloro che riconoscono nel<br />

bambino il futuro dell’umanità, con la<br />

speranza di un mondo migliore. Come<br />

bambino, Gesù porta al mondo una<br />

immensa promessa. Infatti, egli è il<br />

Salvatore, colui che, secondo il disegno<br />

supremo del Padre, è mandato sulla<br />

terra per liberare l’umanità dal peso<br />

delle sue colpe e comunicarle una vita<br />

nuova. È dunque il bambino che merita<br />

di attirare tutti gli sguardi, il bambinodestinato<br />

acolmaretuttelesperanze.<br />

Le sue piccole mani di bambino, dal<br />

momento della nascita, possiedono un<br />

potere misterioso, quello di dare un<br />

nuovo volto a tutti gli uomini. È il<br />

bambino del miracolo, primo perché<br />

proviene da una concezione verginale,<br />

miracolosa, e poi perché potrà operare,<br />

quando il momento sarà venuto, una<br />

moltitudine di miracoli.<br />

Il miracolo<br />

della concezione verginale<br />

Tuttavia, all’istante della sua nascita,<br />

il miracolo della concezione verginale<br />

rimane velato, e i miracoli della<br />

vita pubblica non sono ancora presenti.<br />

Gesù è un bambino simile agli altri,<br />

che non rivela la sua origine straordinaria<br />

né la grandezza della sua missione<br />

futura.<br />

Il Padre che l’ha mandato nel mondo<br />

desidera che egli viva pienamente la vita<br />

umana e che abbia una esistenza di<br />

bambino prima di avere una esistenza<br />

di adulto.<br />

Pur essendo il Figlio del Padre eterno,<br />

egli dovrà percorrere il lungo itinerario<br />

della crescita umana.<br />

La sua personalità divina non rende-<br />

rà questa crescita più veloce, perché i<br />

tempi necessari allo sviluppo saranno<br />

rispettati.<br />

Nel racconto della nascita, il messaggio<br />

dell’angelo ai pastori pone in luce il<br />

segno che fa riconoscere il Salvatore:<br />

«Troverete un bambino avvolto in fasce,<br />

adagiato in una mangiatoia» (Lc 2,<br />

12).<br />

In questo segno, la cosa che colpisce<br />

è che non c’è niente di particolare che<br />

viene riferito ad una nascita così<br />

straordinaria: sola la mangiatoia è<br />

eccezionale, ma è un segno di povertà,<br />

non una dignità.<br />

In tutta<br />

la sua fragilità<br />

Eccetto questo, il bambino non si distingue<br />

da altri bambini. Come Salvatore,<br />

ci voleva un bambino, un vero neonato.<br />

Si tratta di un bambino che appare<br />

in tutta la sua debolezza, in tutta la<br />

sua fragilità. Così si manifesta una proprietà<br />

dell’opera di salvezza: l’Onnipotente<br />

si serve della debolezza umana<br />

per compiere i suoi progetti. Gesù è il<br />

bambino che salva, perché il suo stato<br />

di neonato si apre all’azione sovrana<br />

del Padre.<br />

Più di ogni altra nascita, quella di<br />

Gesù è fonte di gioia, perché su questo<br />

bambino si fonda la speranza di una<br />

umanità nuova, che ha cominciato a<br />

nascere con lui.<br />

«Andiamo fino a Betlemme...»<br />

L'invito dei Pastori risuona per sempre<br />

Verità e incanto di un mistero gaudioso che accompagna i passi della storia<br />

Adorazione dei Pastori (Biblioteca Apostolica Vaticana,<br />

Codice Vat. Lat. 13080 fol. 7 v.)<br />

Scrittori e poeti non si sono mai sottratti<br />

al fascino del Natale; tra questi anche<br />

Cesare Angelini, sacerdote di Pavia<br />

e critico di letteratura (1886-1976), che<br />

sentiva il Natale come festa umanissima<br />

la quale, come le feste cristiane, durano<br />

un giorno ma creano e continuano un<br />

tempo. I pastori che con i greggi passavano<br />

nella bassa Lombardia sotto il nevischio<br />

di dicembre richiamavano ai<br />

suoi occhi i pastori di Betlemme; le loro<br />

pive e zampogne, la canzone più popolare<br />

del Natale: «Tu scendi dalle stelle o<br />

re del cielo» di s. Alfonso Maria de' Liguori<br />

(carta, penna e calamaio); i Magi,<br />

i re più dolci della storia (santi, poeti e<br />

paesi), Betlemme, città con la stella in<br />

fronte (Terrasanta, quinto Vangelo), dove<br />

un anno Angelini partecipò alla lunga<br />

e pittoresca processione da Gerusalemme<br />

a Betlemme al seguito del Patriarca<br />

Mons. Barlassina, con autorità, dignitari<br />

e popolani. L'evento della Natività è<br />

riassunto liricamente in Acquarello natalizio<br />

(fatti e parabole); nella «Vita di Gesù,<br />

scritta per i ragazzi» (Fabbri) e in<br />

«Mio figlio Gesù», vita di Gesù narrata<br />

da sua madre (Rusconi); nei «Sonetti<br />

per le stagioni» di dicembre e gennaio<br />

(Il piacere della memoria); nella critica<br />

letteraria «il poema di Gesù» di Riccardo<br />

Balsamo Crivelli, dove s. Giuseppe, vista<br />

la stalla, spinge l'uscio e «ci sente coi<br />

piedi qualche poco di paglia, desta il lumino<br />

e lo appende alla trave» e poi torna<br />

sull'uscio «a guardare la misteriosa<br />

stella, tanto che chi la segue ovunque<br />

vada, prova conforto e non perde la<br />

strada» e uno dei pastori dice rimirandola<br />

«da lei mi piove tanta pace e mentre<br />

questo mondo intorno tace, sento cader<br />

l'orgoglio e la fierezza» (Testimonianze<br />

cattoliche). Ma è particolarmente nel capitolo<br />

«Andiamo a Betlemme» de «Il regno<br />

dei cieli» (Bignami) che l'autore si<br />

esprime con incanto e suggestione sul<br />

tema del Natale che desideriamo riportare<br />

qui di seguito: «L'espressione “Regno<br />

dei Cieli” ora vuol avere una sfumatura<br />

territoriale che ci permette di vedere<br />

la capitale del Regno che oggi è Betlemme,<br />

e di entrare nella reggia del Re<br />

che è una grotta. A Betlemme nascono i<br />

re, fondatori dei regni. Mille anni prima<br />

vi era nato Davide, fondatore del Regno<br />

di Guida. Poi ci è nato Gesù, fondatore<br />

del Regno dei Cieli. Tutte le città della<br />

Giudea e della Galilea guardano a Betlemme<br />

come al principio della loro letizia.<br />

Tutte le città del mondo cristiano<br />

guardano a Betlemme come alla fonte<br />

della loro civiltà e salute. Il Cristianesimo<br />

o, meglio, la novità del Cristianesimo<br />

è tutta qui: nel Natale di Gesù, che<br />

è l'iniziativa di Dio di avvicirnarsi agli<br />

uomini, facendosi uomo. Il resto — fino<br />

alla Risurrezione, fino all'Ascensione —<br />

è logica conseguenza, è ampliamento<br />

delle sue ricchezze.<br />

Sapete come fu. Rinarrarlo, è abbandonarci<br />

all'incanto di un racconto che<br />

da duemila anni meraviglia le menti dei<br />

fanciulli e di chi sa ritornare semplice<br />

come un fanciullo; ed è un rivivere la<br />

pagina più soave di Luca che certo ebbe<br />

la confidenza dalla benedetta tra le donne.<br />

Pacificato il mondo, Cesare Augusto,<br />

ordinò il censimento di tutto l'Impero.<br />

Ognuno doveva dunque andare a iscriversi<br />

nel suo luogo d'origine; e le strade<br />

furono tutte una carovana variopinta,<br />

cordiale e un poco rumorosa. Anche<br />

Maria e Giuseppe, che vivevano a Nazareth,<br />

vennero fino a Betlemme come di-<br />

Sarebbe bello che tutti ci ricordassimo di più,<br />

durante l'anno, di questo dolce giorno di Natale e<br />

non aspettassimo solo il 25 dicembre per festeggiarlo.<br />

Confesso che il pensiero trovato in un almanacco<br />

di fine d'anno mi ha spesso portato a rivivere<br />

fuori della data del calendario la suggestiva<br />

realtà del Natale. Certo non indugiando nel fantasticare<br />

scenari di luminarie, negozi e vetrine saturi<br />

di doni, cartoline augurali, alberi scintillanti,<br />

presepi magici che sono sempre la cornice del<br />

contenuto e significato vero del Natale, ma lasciandomi<br />

prendere, fino in fondo all'animo della<br />

verità e incanto dell'avvenimento. Un Dio che si<br />

fa uomo per rinascere in ogni uomo e riportare<br />

l'uomo alle altezze di Dio: tutto il travaglio del vivere<br />

e soffrire viene così nobilitato e sublimato<br />

(quale certezza!).<br />

Devo dire che proprio in questo il Natale mi<br />

tiene buona compagnia anche fuori di stagione.<br />

Posso scoprire ogni giorno l'immagine del Signore<br />

Gesù nato a Betlemme nel povero e sofferente<br />

che mi è prossimo e fratello; la presenza eucaristica<br />

nel pane da me consacrato all'altare tra le<br />

mie mani: altare come umile presepio, le mani<br />

come culla disadorna.<br />

Il silenzio orante e attivo della giornata si riempie<br />

così del ricordo meditativo della Vergine, di s.<br />

Giuseppe, della lode dei Pastori, dell'Inno degli<br />

Angeli di feriale attualità: «Gloria a Dio in cielo e<br />

pace agli uomini in terra», dei doni dei Magi sem-<br />

Natività (Biblioteca Apostolica Vaticana, Codice Vat. Lat. 13080 fol. 4 v.)<br />

scendenti della casa di Davide. Che il<br />

Salvatore sarebbe nato a Betlemme, era<br />

scritto nei libri dei profeti; ma l'imperatore<br />

di Roma non immaginava che,<br />

sommovendo tutto l'Impero, era strumento<br />

nelle mani di Dio; giunti al paese<br />

innocente, Maria e Giuseppe non trovando<br />

posto nei ricoveri degli uomini,<br />

ripararono in una grotta che serviva da<br />

ricovero ai greggi. E lì, Maria diede alla<br />

luce il Bambino ch'era il sorriso dei secoli,<br />

e lo depose in una mangiatoia. Posta<br />

ai bordi del deserto, Betlemme comunicava<br />

alcuni pastori conversando<br />

col cielo. D'improvviso una chiarità li<br />

avvolse abbacinando tutta la campagna.<br />

Un angelo parlava loro con parole di luce:<br />

«Vi annuncio un gaudio grande. In<br />

Betlemme è nato il Salvatore». Riscossi<br />

dall'attonimento, dissero i pastori: «Andiamo<br />

fino Betlemme». Vi giunsero, e<br />

videro il Bambino vagire nel presepio,<br />

luminoso e nudo, e lo adorarono Dio.<br />

Sulla grotta, altri lumi che volano, altre<br />

luci che cantano: sono schiere di angeli.<br />

Cantano: «Pace in terra agli uomini<br />

di buona volontà». La pace, intesa come<br />

stato d'animo, come un sospiro dell'umanità,<br />

la pace come frutto di buona<br />

volontà. Alla pace romana che regnava<br />

nel mondo in quel momento ed era la<br />

tregua delle armi, succedeva la pace cristiana<br />

o serenità dello spirito, frutto di<br />

buon volere e di buone opere. A una civiltà<br />

militare succedeva una civiltà umana<br />

e, diremo, celeste.<br />

«Andiamo fino a Betlemme...». Le parole<br />

dei pastori restano un invito per<br />

sempre, un orientamento per tutti.<br />

GIANMARIO GALMOZZI<br />

pre in cammino alla ricerca e dietro i loro passi<br />

l'omaggio di intere generazioni di semplici credenti.<br />

* * *<br />

Le luci scintillanti del Natale scendono gaie nelle<br />

linde stanzette dell'infermeria della Casa Madre<br />

delle Missionarie del Sacro Cuore, fondata a Codogno<br />

più di cento anni fa da s. Francesca Cabrini,<br />

madre degli emigranti. Accanto a tante religiose<br />

reduci dalle fatiche dell'apostolato nei paesi<br />

dell'America, dell'Inghilterra e dell'Australia, a<br />

trascorrere le giornate nella preghiera e nei ricorsi<br />

c'era fino a pochi anni fa anche suor Germana<br />

Cavana.<br />

Suor Germana era la veterana dell'Istituto e<br />

l'unica suora superstite che conobbe da vicino<br />

Madre Cabrini, la quale sullo scorcio del secolo<br />

scorso si prodigò notte e giorno per la promozione<br />

umano-cristiana degli italiani emigrati all'estero.<br />

Con candore e lucidità suor Germana raccontava<br />

di essere nata a Codogno il 10 novembre 1891<br />

in via Unione, oggi via Santa Cabrini, e di aver<br />

conosciuto fin da bambina la santa, allorquando<br />

proveniente da Sant'Angelo si era stabilita a Codogno,<br />

dove aveva acquistato nei pressi della stazione<br />

ferroviaria un vecchio convento solitario<br />

per ristrutturarlo e farne la sede del proprio Istituto.<br />

Non ancora quindicenne suor Germana entrò<br />

Solo l'Amore<br />

cambia il mondo<br />

Il Natale di quest’anno giunge tristemente<br />

tra cuori ancora lacerati da divisioni<br />

e da odi. Il mondo urla il suo dolore<br />

e il suo occhio torvo manifesta una<br />

sete bruciante di vendetta.<br />

Il mondo urla la sua incapacità di<br />

amore.<br />

Il suo cuore è duramente fissato su<br />

una legge che può anche avere una sua<br />

logica, ma è una logica spaventosa, la<br />

logica del più forte che è sempre logica<br />

di morte.<br />

C’è chi distrugge e chi è distrutto, chi<br />

vuole difendere i suoi diritti e vendicare<br />

i suoi morti e chi soffre per la violazione<br />

di altri diritti e per altri morti e, con indelebili<br />

e certo ingiuste sofferenze, sta<br />

pagando colpe che non sono sue e di<br />

cui è personalmente e oggettivamente<br />

innocente.<br />

C’è chi studia — con accanimento e<br />

precisione quasi diabolica — le tecniche<br />

per distruggere e chi, inconscio, vede<br />

improvvisa venirsi addosso la morte; chi<br />

è costretto alla fuga, alla fame, all’esilio.<br />

Perché ogni guerra è ingiusta e chi ne<br />

paga il terribile prezzo è quasi sempre<br />

chi non l’ha né ideata né tanto meno<br />

voluta.<br />

Sì, il mondo urla il suo dolore e arde<br />

nel rancore cercando per vie assolutamente<br />

sbagliate la pace e la fine della<br />

violenza, delle armi, del male programmato.<br />

E si illude, il mondo, che all’improvviso<br />

scatti qualcosa che rimetta tutto a<br />

posto, che nasca qualcosa di nuovo, che<br />

faccia sparire le assurdità e finalmente<br />

faccia spuntare su tutto l’era della pace.<br />

Ma il mondo dimentica — prigioniero<br />

del suo agitarsi convulso — che la causa<br />

della pace non può essere servita che<br />

con mezzi che mirino alla pace e non<br />

certo al prevalere.<br />

Scrive Paolo VI: «Dobbiamo servire la<br />

causa della pace. Servirla, non farne<br />

strumento per altri fini che non siano fini<br />

di pace. La pace deve essere costruita<br />

ogni giorno con opere di pace. E, a questo<br />

fine, la politica non è sufficiente,<br />

Perché la pace deve avere le sue radici<br />

nell’ordine sociale, deve affondare le sue<br />

radici nella saggezza. E questa saggezza<br />

non può trarre nutrimento che dal vero<br />

concetto della vita, vale a dire dalla visione<br />

cristiana».<br />

Ma questa pace, nel mondo cristiano,<br />

è già realtà, anche se è una realtà che<br />

deve essere liberata da tutte le incrostazioni<br />

del male che l’hanno soffocata,<br />

che deve essere ritrovata sotto le innumerevoli<br />

sovrastrutture da cui è ricoperta.<br />

Scrive s. Bernardo: «Il Signore ci aveva<br />

già assicurato: «Io conosco pensieri<br />

di pace» (Ger 29, 11) perché Egli aveva<br />

il progetto di mandarci Colui che è la<br />

nostra pace, per dare a tutti la pace, pace<br />

a quelli che gli erano vicini, pace a<br />

quelli che gli erano lontani. Nel cuore di<br />

Dio albergava questa bontà ed era una<br />

bontà straordinariamente grande, ancora<br />

nascosta che si sarebbe rivelata in<br />

meravigliosa abbondanza al tempo opportuno».<br />

E il tempo opportuno è apparso sul<br />

mondo nella notte del Natale di più di<br />

duemila anni fa e ritorna ogni anno a rivelarsi<br />

in ogni nuovo Natale che ci viene<br />

incontro con il suo mistero e il suo particolare<br />

dono di grazia.<br />

Quel «qualcosa» che il mondo aspetta<br />

sognando perché nasca finalmente la pace<br />

tra i popoli e tra gli uomini, non è in<br />

realtà «qualcosa», ma «Qualcuno»: è un<br />

piccolo Bambino nato nel presepio, un<br />

Bambino che è il Re della pace, Colui<br />

che solo sa e può comporre ogni odio e<br />

sedare ogni violenza. Un Bambino che è<br />

la pace vera e che, solo, ha potuto por-<br />

in noviziato l'anno 1914 al seguito di madre Cabrini<br />

della quale ricorda lo sguardo penetrante<br />

che arrivava a leggere in fondo al cuore e la multiforme<br />

attività per il prossimo sofferente e l'intensa<br />

vita di preghiera e contemplazione. Alcun<br />

mesi dopo la Madre riparti in fretta per l'America<br />

per il pericolo — causa la guerra — che i bastimenti<br />

venissero silurati.<br />

Suor Germana frattanto dalla casa di Codogno<br />

passò alla nuova casa di Roma, dove rimase otto<br />

mesi. Dall'America Madre Cabrini scrisse alla Superiora<br />

di Roma di rimandare suor Germana a<br />

Codogno in attesa di venirla a prendere per portarla<br />

negli Stati Uniti.<br />

Ma proprio nel Natale del 1917 madre Cabrini,<br />

stremata dalle fatiche apostoliche e dagli orrori<br />

della guerra, veniva colta dalla morte. Da allora<br />

suor Germana è sempre stata di casa nella città<br />

natale dove ha trascorso oltre 70 anni di professione<br />

religiosa, mettendosi a servizio del gruppo<br />

di ragazze orfane raccolte nell'Istituto per le quali<br />

diede vita ad un laboratorio tessile.<br />

A coloro che le facevano visita nei giorni natalizi,<br />

suor Germana ricordava che s. Cabrini (il nome<br />

di professione religiosa era suor Francesca Saverio<br />

di Gesù Bambino) nutriva una particolare<br />

devozione al Mistero del Natale (ne è documento<br />

l'immagine che ancora si conserva nella sua cameretta)<br />

e un grande affetto per i bambini degli<br />

emigranti per i quali anche nell'ultimo Natale di<br />

vitastavapreparandopiccolidoni e regali. (gi.ga.)<br />

tare sulla terra «justitiam et abundantiam<br />

pacis» (Lit.).<br />

Il Natale di Gesù — e solo il suo Natale!<br />

— può riportare sulla terra la pace,<br />

non con una forza umana che superi le<br />

potenze e le superpotenze terrene, ma<br />

con una povertà che nasconde la sua infinita<br />

ricchezza, con una piccolezza in<br />

cui si cela la sua onnipotenza. E questo<br />

Bambino non dice parole sconvolgenti<br />

che atterriscano i violenti e li costringano<br />

a cessare le loro assurde lotte. Parlerà<br />

poi — Maestro infallibile — nell’ora<br />

fissata dal Padre e griderà la sua verità<br />

dal Vangelo, ma a Betlemme nella notte<br />

santa tutto è silenzio, ma è un silenzio<br />

che permette agli uomini di udire il canto<br />

degli angeli: «Pace in terra agli uomini<br />

di buona volontà, agli uomini che<br />

Egli ama» (Lc 2, 14).<br />

Perché la sola novità che può cambiare<br />

il mondo è l’amore. «Nessuna delle<br />

grandi realtà, scrive il Guardini, è balzata<br />

da un puro pensiero, ma tutte sono<br />

nate dal cuore e dall’amore di Dio. L’amore<br />

infatti ha sempre un suo perché e<br />

ha sempre un suo fine, ma bisogna che<br />

l’uomo sia disposto a scoprirli e sia del<br />

tutto disponibile, perché altrimenti non<br />

potrà comprendere nulla».<br />

La grazia dunque che in questo Natale<br />

chiediamo per tutti — per il mondo e<br />

per ogni singolo uomo, per chi già conosce<br />

il Bambino di Betlemme e per chi<br />

ancora non lo conosce — è la volontà e<br />

la capacità di aprirsi al messaggio e al<br />

dono di Gesù, di credere che la vera pace<br />

è solo quella che Lui ha portato nel<br />

mondo e di avere poi il coraggio e la<br />

forza di cercarla con perseverante costanza<br />

e di seguirla sempre (cfr Sal 33,<br />

15) nelle situazioni concrete della vita<br />

personale, sociale, politica.<br />

Dobbiamo cercare la pace, dobbiamo<br />

seguirla, dobbiamo farci quasi «deposito»<br />

di essa per poterla poi diffondere nel<br />

mondo intero.<br />

Il Santo Padre spesso parla di una<br />

nuova evangelizzazione che deve essere<br />

fatta in questo mondo ritornato pagano,<br />

ma questo nuovo annuncio del Vangelo,<br />

questa nuova luce che potrà illuminare<br />

il mondo, deve partire dai cuori e dalle<br />

coscienze e potrà avverarsi solo se i credenti<br />

vivranno veramente da «cristiani».<br />

Solo a questa condizione, infatti, la pace<br />

diverrà realtà e potrà trionfare sul male.<br />

È inutile e falso aspettare la pace per altre<br />

strade e attendere novità che possano<br />

realizzarla tra gli uomini.<br />

Dopo la venuta di Cristo non c’è più<br />

nulla di nuovo da aspettare, perché tutto<br />

ci è già stato dato, ma c’è solo da<br />

aprirsi a ricevere e vivere il dono infinito<br />

che ogni giorno ci viene nuovamente<br />

offerto e che in ogni Natale ritorna a<br />

noi con una forza così potente da riuscire<br />

a rinnovare dal più profondo ogni<br />

anima e tutta l’umanità.<br />

Ma perché la pace portata dal Signore<br />

Gesù diventi realtà per tutti, dobbiamo<br />

far sì che in ciascuno di noi tutto sia<br />

«in pace composito»: pace con Dio, con<br />

noi stessi e con tutti. Pace di dentro e<br />

pace di fuori, pace di sentimenti e pace<br />

di atti.<br />

Sì, dobbiamo prima di tutto essere in<br />

pace con Dio, in quella pace che nasce<br />

dal vivere con consapevolezza e adesione<br />

profonda la sua santa volontà, vista<br />

non come un’imposizione o un arido<br />

dovere, ma come amore preveniente<br />

della stessa infinita sapienza e provvidenza<br />

del Signore, a cui non possiamo<br />

rispondere che con una disponibilità piena<br />

di amore e di fiducia.<br />

Pace con noi stessi, una pace che dilata<br />

i cuori dove tutto è ordinato, dove<br />

la verità non ha ombre e dove splende<br />

un’unica luce, la luce di una purezza interiore<br />

che sa dare ad ogni cosa il suo<br />

giusto valore, che ignora i compromessi<br />

e sa che solo immolando a Dio i tanti<br />

idoli della nostra ambizione e del nostro<br />

egocentrismo potremo trovare la vera<br />

pace. Il profeta Baruch ce lo dice con<br />

chiarezza: «Ascolta, Israele, i comandamenti<br />

della vita... Se tu avessi camminato<br />

nei sentieri di Dio, saresti vissuto<br />

sempre in pace» (Bar 3, 13). La pace<br />

con se stessi viene dal non frantumare<br />

la coscienza, ma dall’essere integri e decisi<br />

nel rifiutare ciò che divide il cuore e<br />

nell’accettare sempre ciò che lo rende<br />

offerta incontaminata, incenso che può<br />

salire fino al trono del Signore.<br />

E pace con tutti: una pace voluta e<br />

custodita, libera da ogni egoismo, capace<br />

di donare sempre nella comprensione,<br />

in una generosa e lieta disponibilità,<br />

in una bontà che rifiuta ogni amarezza<br />

e non conosce né sguardo né parola che<br />

non siano avvolti di luce. Una pace costruita<br />

sulla carità, fondata su quell’amore<br />

che Cristo è venuto a portare e<br />

con cui ha abbracciato tutti gli uomini,<br />

anche quelli che non lo conoscevano,<br />

anche quelli che non lo amavano.<br />

Scenda dunque sul mondo intero la<br />

pace: promessa di Dio cantata dagli Angeli<br />

nella notte santa del Natale, dono<br />

lasciato agli uomini dal Signore Gesù<br />

nell’ora ultima della sua vita terrena:<br />

«Vi lascio la pace, vi do la mia pace»<br />

(Gv 14, 27), dono supremo di un Dio<br />

d’amore che oggi vagisce nel presepio e<br />

domani si offrirà sulla croce perché il<br />

mondo possa conoscere in Lui la pace<br />

vera, la pace che non ha fine.<br />

LE BENEDETTINE<br />

DI SANTA MARIA DI ROSANO


.<br />

PAGINA<br />

7 .<br />

Il Messaggio del Patriarca di Venezia<br />

È il giorno della speranza<br />

della pace, della giustizia<br />

Card. MARCO CÉ<br />

Patriarca di Venezia<br />

Natale è il giorno in cui tutto ricomincia.<br />

Anche dopo l'11 settembre. Anche<br />

dopo il 7 ottobre, quando sono iniziati i<br />

bombardamenti sull'Afghanistan. Anche<br />

se nella terra, dove il Figlio di Dio è apparso,<br />

si consuma il no più drammatico<br />

alla pace.<br />

Gesù, quando nacque, venne rifiutato.<br />

Maria lo diede alla luce in una stalla e<br />

lo depose in una mangiatoia. Però, allora<br />

come ora, anche nel nostro rifiuto,<br />

Gesù ci è stato donato.<br />

È questa la lieta notizia del Natale: un<br />

Dio che si dona, nella carne d'un bambino,<br />

anche nel rifiuto di coloro che Egli<br />

follemente ama. È questo il fondamento<br />

della nostra speranza: una roccia sicura.<br />

Anche nella notte della guerra nasce il<br />

Signore. Dio non vuole la guerra del fratello<br />

contro il fratello: «Caino, dov'è tuo<br />

fratello?».<br />

Ma il Figlio di Dio fatto uomo, non la<br />

guerra, è la definitiva parola di Dio sull'uomo.<br />

Da Betlemme altre parole si<br />

snodano: giustizia, pace — non c'è pace<br />

senza giustizia — e poi misericordia e<br />

perdono.<br />

E quell'altra sconvolgente parola:<br />

«Avevo fame, avevo freddo, ero forestiero,<br />

carcerato e mi avete teso la mano».<br />

Queste parole fondano la certezza che<br />

Dio ha in mano la storia dell'uomo e<br />

che l'improbabile speranza di riconciliazione<br />

e di pace può diventare possibile.<br />

Perché niente è impossibile a Dio.<br />

Per questo Natale è il giorno della<br />

speranza.<br />

Anche per l'Afghanistan, per Gerusalemme<br />

e l'Africa. Perché in ogni uomo<br />

che soffre, che piange, che è rifiutato e<br />

che muore, lì c'è Gesù: «...l'avete fatto<br />

a me».<br />

Ritroveremo a Natale la gioia di chiedere<br />

perdono per la cecità con cui abbiamo<br />

accettato tante ingiustizie, emarginazioni<br />

e discriminazioni?<br />

Ritroveremo la gioia dell'incontro con<br />

Gesù — nella sua persona e in ogni uomo<br />

— solo se pregheremo come si ha<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 24-25 Dicembre 2001<br />

Natale del Signore 2001<br />

«Oggi è nato per noi il Salvatore» (Salmo 95)<br />

detto il Papa: pregare e digiunare per<br />

spezzare il pane con chi non ne ha. Purificando<br />

gli occhi e il corpo della pesantezza<br />

«carnale» ritroveremo la lucidità<br />

dello Spirito che vede le sembianze di<br />

Dio nel volto di ogni uomo e donna;<br />

senza eccezioni.<br />

A Natale la condivisione con il fratello<br />

diventa condivisione con Dio stesso. Colui<br />

che ha dato tutto vuol ricevere da te<br />

per farti gustare il sapore della felicità<br />

vera. È più bello dare che ricevere, ha<br />

detto Gesù. Buon Natale! Oggi è nato<br />

per noi il Salvatore! Sia pace a tutti.<br />

La meditazione dell'Arcivescovo di Amalfi-Cava de' Tirreni<br />

Con il cuore aperto<br />

alla profezia di Isaia<br />

ORAZIO SORICELLI<br />

Arcivescovo<br />

di Amalfi-Cava de' Tirreni<br />

«La saggezza del Signore riempirà il<br />

paese come le acque ricoprono il mare»<br />

(Is 11, 9). Alle soglie della mezzanotte di<br />

Natale risuonerà ancora una volta alle<br />

nostre orecchie, nella preghiera dell'Ufficio<br />

delle Letture, quest'espressione del<br />

profeta Isaia, come epilogo della splendida<br />

profezia della pace universale recata<br />

al popolo dal Germoglio di Iesse. Rinnovando<br />

la nostra adesione a questa Pa-<br />

rola noi credenti, sfidando qualsiasi forma<br />

di scetticismo, proclameremo la certezza<br />

che l'«impossibile scenario di pace»<br />

descritto da Isaia può diventare reale<br />

se l'uomo sarà disponibile ad accogliere<br />

in Cristo la Luce che vuole diradare<br />

le tenebre.<br />

La proclamazione di tale certezza costituirà<br />

una sfida ancora più forte nell'attuale<br />

scenario storico mondiale<br />

drammaticamente segnato dalla violenza,<br />

dall'odio, dai principi dell'interesse<br />

economico e nel quale gli esseri umani<br />

appaiono ancora una volta come pedine<br />

L'esortazione rivolta ai fedeli dall'Arcivescovo di Genova<br />

L'intensa missione di «prendere il largo»<br />

In occasione del Natale, il Cardinale Dionigi Tettamanzi,<br />

Arcivescovo di Genova, ha inviato alla comunità<br />

ecclesiale il suo messaggio, rivolto in modo tutto<br />

particolare alle «carissime famiglie cristiane», per far<br />

gli auguri, «ma anche per condividere qualche pensiero<br />

in modo che il nostro Natale possa essere un<br />

Natale davvero cristiano».<br />

L’Arcivescovo confida «l’intensa gioia nel rinnovare<br />

la consuetudine di entrare nelle famiglie della Città<br />

e Diocesi in occasione delle festività natalizie. Perché<br />

Natale è tempo in cui rinnovare espressioni di<br />

affetto e di amicizia, nel quale riallacciare legami indeboliti<br />

e forse trascurati». «A molti, forse a tutti, —<br />

continua il Cardinale — è noto l’invito con il quale<br />

La preghiera dell'Arcivescovo di Catania<br />

«Grazie Gesù Bambino,<br />

Figlio di Dio fatto uomo»<br />

LUIGI BOMMARITO<br />

Arcivescovo di Catania<br />

Giorno di luce che vince le tenebre.<br />

Giorno di speranza impegnata. Giorno<br />

di salvezza sicura. Primo Natale dopo il<br />

Giubileo. Primo Natale del III Millennio.<br />

Già 700 anni prima che nascesse Gesù,<br />

il profeta Isaia aveva profetizzato: un<br />

bambino salverà il mondo.<br />

Lui piccolo e fragile, ma con lo scettro<br />

della potenza di Dio. Lui venuto a<br />

portare la pace che gli angeli, sulla grotta<br />

di Betlemme, coniugano e mescolano<br />

alla gloria di Dio.<br />

Nell'alto dei cieli — cantano — sia<br />

gloria a Dio e, sulla terra, sia pace agli<br />

uomini. Ma per gli uomini c'è una specificazione.<br />

Pace sì, è dono di Dio! Ma<br />

solo per gli uomini di buona volontà.<br />

Cioè per i costruttori di pace, per coloro<br />

che si affaticano con passione a sognare<br />

la pace, a volere la pace, a combattere<br />

per la pace, a realizzare la pace.<br />

Ma ci può essere pace senza verità e<br />

giustizia? Pretendere il dono della pace<br />

è una vera, arrogante pretesa se si costruiscono<br />

menzogne sull'uomo, se si<br />

creano sperequazioni tra gli uomini, se<br />

si organizzano ingiustizie, lasciando che<br />

il 20% degli abitanti della terra consumi,<br />

nell'opulenza più sfacciata, l'80% dei beni<br />

che Dio ha creato per tutti. Sì, è una<br />

vera arrogante cieca pretesa pretendere<br />

la pace!<br />

Quanti trattati internazionali traditi se<br />

firmati, oppure lasciati ad interminabili<br />

comodo trattative infinite! Qui, da noi,<br />

per dirne una, un giocatore, nel calciomercato<br />

si vende e si compra con appena<br />

160 miliardi... e laggiù, nel cosiddetto<br />

terzo o quarto mondo, i bambini<br />

muoiono di fame... Pensare alla pace<br />

senza verità e giustizia è assurdo!<br />

Noi che apparteniamo al Vangelo dell'amore<br />

e della solidarietà dobbiamo gridarlo<br />

forte, a tutti. Pace senza verità e<br />

giustizia? Assurdo!<br />

Ce lo dovrebbe finalmente insegnare<br />

quanto è avvenuto dall'11 settembre in<br />

poi. Quei micidiali, barbari misfatti e<br />

quelli che ancora stanno squassando il<br />

mondo, mai, mai abbastanza condannati,<br />

mai sufficientemente deplorati... ci<br />

insegnino almeno qualcosa. E cioè che<br />

senza la conversione del cuore e senza<br />

la giustizia, la pace è parola vuota, una<br />

chimera ridicola.<br />

Nel suo messaggio per la prossima<br />

Giornata della Pace, il Papa coniuga pace<br />

con giustizia e con perdono! Possono<br />

le bombe darci una pace così?<br />

Cantate, cantateci ancora, a noi disabituati<br />

alla preghiera, insonnoliti nella<br />

fede e super svegli nel mercato e nell'unica<br />

speranza, quella delle lotterie, cantateci,<br />

angeli della Natività del Signore:<br />

gloria a Dio (escluso il Quale l'uomo si<br />

disumanizza!) e pace agli uomini che<br />

Dio ama.<br />

Sì, Dio ama tutti i suoi figli. E in forza<br />

del suo amore, decentrati da se stessi,<br />

li vuole impegnati, con passione corale,<br />

nelle opere di pace, di giustizia, di<br />

fraternità vera, addirittura di comunione<br />

ch'è dono Trinitario.<br />

Li vuole nello spirito della condivisione<br />

accogliente, nell'impegno intelligente<br />

per l'organizzazione della vita sociale in<br />

clima di democrazia politica non fittizia.<br />

Li vuole con una organizzazione della<br />

vita economica che distribuisce con giustizia<br />

le risorse e che non porti al collasso<br />

le nazioni come sta avvenendo in Argentina.<br />

È nazione ricca di tante risorse<br />

e vive un Natale di miseria e di lacrime<br />

e di paura.<br />

Quanto è bello il Natale! Ma quanto è<br />

impegnativo ed esigente il... dolce, scintillante<br />

Natale! Imbottito di panettoni,<br />

innaffiato di spumante, sommerso dagli<br />

acquisti... il Natale delle ninne nanne è<br />

come anestetizzato; perde la sua potente<br />

carica rivoluzionaria e ci riveste di buonismo<br />

bacchettone.<br />

Non sia così il nostro Natale di Gesù.<br />

Egli si incarna nei solchi della storia per<br />

redimerla, liberarla dal di dentro, con la<br />

luce del Vangelo e la fatica della croce.<br />

Grazie, Gesù Bambino, figlio di Dio<br />

fatto uomo.<br />

Guardaci. Siamo silenziosi e adoranti<br />

accanto alla tua mangiatoia.<br />

Guardando Te, e la tua e nostra Madre<br />

Maria e Giuseppe, uomo giusto e fedele,<br />

ti chiediamo un dono solo, Gesù<br />

Bambino. Te lo chiediamo noi catanesi<br />

e noi siciliani. A Te, Gesù Bambino, che<br />

Ti sei fatto compagno del nostro difficile<br />

viaggio per renderlo sicuro e sereno, a<br />

Te chiediamo il dono del tuo Spirito.<br />

Per pensare secondo lo Spirito, per parlare<br />

col soffio dello Spirito, per agire<br />

con la potenza e il coraggio dello Spirito<br />

che è amore.<br />

Sì l'amore vero, intramontabile ed esigente<br />

del Natale Santo. Anche di quello<br />

del 2001.<br />

Giovanni Paolo II si è rivolto all’intera Chiesa all’inizio<br />

del nuovo Millennio: prendere il largo!».<br />

«“Prendere il largo” non è solo un impegno che<br />

sentiamo di doverci assumere — afferma —, ma prima<br />

ancora un dono che siamo chiamati ad accogliere<br />

e per il quale gioire». È difficile, se non impossibile,<br />

prendere il largo da soli. Natale perciò è annuncio<br />

soprattutto alle famiglie della «possibilità di un’esistenza<br />

diversa, perché elevata, nobile, bella in<br />

quanto abitata da Dio, da lui sostenuta e ispirata» e<br />

momento per «riscoprire che, grazie a Dio, essa è<br />

fatta per grandi traguardi» da raggiungere con impegno<br />

diuturno, «nel segno della fedeltà, della generosità<br />

e dell’entusiasmo».<br />

L'appello del Vescovo di Trivento<br />

Mettersi accanto alla gente povera<br />

ANTONIO SANTUCCI<br />

Vescovo di Trivento<br />

È Natale. È tempo di scambi più intensi<br />

di auguri e di doni molto significativi.<br />

Anch'io, come Vescovo di questa<br />

amata e diletta Diocesi, benevolmente<br />

ne approfitto e rivolgo gli auguri più<br />

cordiali di un felice e un buon Natale ai<br />

fedeli, ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiose<br />

e a tutte le persone di buona volontà.<br />

Vi invito ad entrare nel vero clima<br />

del Santo Natale per riprendere il filo<br />

profondo, misterioso, in cui le due<br />

realtà, Dio e l'uomo, sono in relazione<br />

inscindibile l'una dall'altra. Spero che le<br />

funzioni religiose della Notte Santa siano<br />

occasione propizia per risalire alla fede<br />

in Dio, partendo dal mistero dell'Incarnazione,<br />

verità profonda nascosta<br />

dietro la semplicità sconcertante e disarmante<br />

della grotta di Betlemme.<br />

Risuonano ancora, indimenticabili,<br />

nei nostri cuori, le parole pronunciate<br />

dal Santo Padre, in Agnone, il 19 marzo<br />

del 1995: «Valeva la pena venire! Qui...<br />

io ho capito meglio il mistero di Cristo,<br />

dell'Incarnazione... Valeva la pena per il<br />

Figlio di Dio, per il Verbo eterno, venire<br />

in questa terra per farsi uomo... Valeva<br />

Natività - Libro d'Ore di D. Duarte - Museo nazionale d'arte antica (Lisbona)<br />

la pena perché ha trovato accoglienza<br />

nella cittadina piccola di Betlemme, perché<br />

ha incontrato accoglienza buona,<br />

tra gli umili, tra i puri di cuore, tra i<br />

semplici!».<br />

Allora ognuno di noi può vivere e far<br />

vivere, gustare e far gustare, sentire e<br />

far sentire la gioia paradisiaca dell'autentico<br />

Natale! Tutto questo nonostante<br />

il particolare periodo di preoccupanti<br />

tensioni internazionali, mentre «più insormontabili<br />

sembrano le difficoltà e<br />

oscure le prospettive». Importante è celebrare<br />

bene questo Natale, per viverne<br />

profondamente e testimoniarne coerentemente,<br />

ogni giorno, i valori essenziali.<br />

Celebrare Natale è fare memoria della<br />

nascita di Gesù Bambino. Ci troviamo di<br />

fronte a un grande prodigio che, a meditarci<br />

sopra e a guardarlo con un po'<br />

di fede, si rivela come l'avvenimento più<br />

insigne e sublime di tutta la storia umana.<br />

Il re dell'universo, il creatore dell'universo<br />

assume la stessa nostra umana<br />

natura per vivere, soffrire, e morire come<br />

uno di noi. I cristiani accettano ogni<br />

particolare di questa esaltante verità con<br />

indicibile commozione: Dio diventa nostro<br />

fratello, possiamo avvicinarlo, seguirlo,<br />

rivolgerci a lui con la devota fa-<br />

miliarità dei pastori e con il premuroso<br />

rispetto di Maria e di Giuseppe.<br />

Celebrare Natale è sperimentare la<br />

gioia di avere tra noi Colui che finalmente<br />

ci salva da tanti pericoli, ci libera<br />

dalle nostre miserie spirituali, perdona i<br />

nostri peccati. Il Bambino Gesù ci viene<br />

incontro, assume su di sé il peso delle<br />

nostre mancanze e dei nostri debiti, per<br />

noi chiede perdono al Padre.<br />

È in quelle famiglie, che prendono a<br />

icona della loro esistenza il fulgido e<br />

umile esempio della famiglia di Betlemme,<br />

che il Natale si gusta di più, in tutta<br />

la sua interezza. È proprio in esse, se,<br />

per grazia di Dio, sono ancora saldamente<br />

ancorate alla fede, che si vivono<br />

e si sperimentano i valori e gli ideali cristiani,<br />

tanto da essere in grado di ripresentare<br />

così bene, ai praticanti e non, il<br />

«volto radioso e dolce della Chiesa».<br />

Celebrare Natale è imitare la disponibilità<br />

di Gesù a mettersi al livello della<br />

gente povera, di quanti reclamano attenzione,<br />

conforto e aiuto, a farsi fratello di<br />

chi è solo e bisognoso. Solo così su di<br />

noi scenderà la pace vera, quella che<br />

Lui dona e in tutte le famiglie, nelle nostre<br />

case torneranno a brillare la serenità,<br />

la gioia cristiana, la speranza.<br />

Desiderio dell’Arcivescovo è «offrire occasione per<br />

un impulso e per qualche decisione. Un primo traguardo<br />

è quello della preghiera. Perché Natale ricorda<br />

che Dio non è un Dio lontano», ma che proprio<br />

le persone concrete sono «il suo interesse maggiore,<br />

termine del suo amore infinito ed eterno, perché egli<br />

è l’Emmanuele, il Dio con noi». Allora «come non<br />

fare insieme, adulti e ragazzi, anziani e bambini,<br />

esperienza di dialogo con Colui che è Signore della<br />

nostra vita e della nostra famiglia?». Il secondo traguardo<br />

che indica «è quello dell’amore reciproco».<br />

Un terzo traguardo è la venerazione della vita. Infine<br />

ecco il traguardo della missione.<br />

GRAZIELLA MERLATTI<br />

Teramo:<br />

le celebrazioni<br />

al Santuario<br />

di san Gabriele<br />

In occasione delle festività di Natale<br />

migliaia di pellegrini arriveranno al santuario,<br />

come ogni anno, per partecipare<br />

alle Celebrazioni liturgiche e per visitare<br />

il grandioso presepio che resterà aperto<br />

fino al 24 febbraio: si estende su una superficie<br />

di circa 120 metri quadrati e<br />

presenta movimenti meccanici ed effetti<br />

elettronici, uniti a caratteristici giochi<br />

d'acqua.<br />

Molte sono le celebrazioni previste<br />

durante il periodo natalizio. Il 24 dicembre,<br />

alla Messa di Mezzanotte, si prevede<br />

l'arrivo di circa 5 mila pellegrini. Il<br />

26 dicembre sarà invece il giorno più affollato<br />

del periodo natalizio. Si prevede<br />

che al santuario arriveranno oltre 10 mila<br />

pellegrini.<br />

Il 26 dicembre, alle ore 15.30, il «Coro<br />

san Gabriele» proporrà il tradizionale<br />

Concerto di Natale. Il Coro eseguirà<br />

canti natalizi tradizionali e moderni, alcuni<br />

dei quali composti e arrangiati dal<br />

direttore, il Maestro, Padre Pasquale<br />

Giamberardini.<br />

Il 30 dicembre, festa della Sacra Famiglia,<br />

il santuario ospiterà la seconda<br />

festa della famiglia. Il programma prevede<br />

l'arrivo delle coppie alle 9.30, una testimonianza<br />

di due coniugi alle 10, la<br />

Santa Messa alle 11, con il rinnovo delle<br />

promesse del matrimonio e la benedizione<br />

dei fidanzati. Il 31 dicembre, alle ore<br />

19, ci sarà una veglia di preghiera per il<br />

passaggio al nuovo anno.<br />

Il 6 gennaio è invece in programma la<br />

festa dei bambini. La giornata prevede,<br />

alle 14.30, la rappresentazione vivente<br />

della Natività e, alle 16, la Messa celebrata<br />

da Padre Maurizio De Sanctis.<br />

di giochi sporchi, incuranti del vero bene<br />

dell'umanità.<br />

Questi avvenimenti che nonostante la<br />

lontananza geografica ci coinvolgono così<br />

da vicino costituiscono per tutti coloro<br />

che si accingono a celebrare ancora<br />

una volta il Natale del Signore una provocazione<br />

a riscoprire nuove e più consistenti<br />

ragioni della propria fede.<br />

In questi frangenti nei quali l'esperienza<br />

della saggezza divina pare rimanere<br />

emarginata e come soffocata da sapienze<br />

diaboliche di varia natura, siamo<br />

convinti che la solennità annuale del Natale<br />

dovrà essere l'occasione per rendere<br />

disponibili le nostre persone ad un'«incarnazione»<br />

più autentica, vera ed attuale<br />

della Sapienza personale del Padre<br />

nella vita di ciascuno di noi.<br />

Creare in noi questa disponibilità vorrà<br />

dire lasciarci ancora una volta scuotere<br />

dall'invito del Battista ad una conversione<br />

che ci porti a riconoscere la «pula»<br />

che si annida in noi e che abbiamo<br />

accumulato come singoli e come società.<br />

Mentalità, comportamenti, sentimenti<br />

che hanno reso debole il nostro spirito<br />

e ci hanno reso involontariamente complici<br />

della diffusione delle sapienze ostili<br />

a Cristo.<br />

Rendere la nostra vita capace di una<br />

rinnovata «incarnazione» del mistero di<br />

Cristo vorrà dire ricreare il desiderio di<br />

quelle note caratteristiche della saggezza<br />

divina che l'umanità del Figlio di Dio incarnato<br />

rese a noi visibili: la gratuità<br />

contro l'interesse, l'umiltà contro l'arroganza,<br />

la sobrietà contro l'opulenza, la<br />

responsabilità contro l'egoismo indifferente,<br />

la compassione contro la durezza<br />

del cuore.<br />

È dunque necessario tornare a credere<br />

in queste «note» e professarle come<br />

germi di speranza nelle situazioni della<br />

vita, a iniziare dalla famiglia, scuola insostituibile<br />

della saggezza divina, perché<br />

siano trasfuse nei luoghi dove le persone<br />

vivono da quelli in cui prende forma la<br />

società civile — la scuola, il mondo del<br />

lavoro, la politica — a quelli in cui si<br />

edifica la Chiesa — le strutture diocesane,<br />

la Parrocchia, i Monasteri e i Conventi.<br />

Soprattutto gli spazi della comunità<br />

ecclesiale, anch'essi non esenti da accumulo<br />

di inutili «pule», devono diventare<br />

spazi dove la saggezza divina s'incarna<br />

e rende più capaci di percepire quelle<br />

«voci» che maggiormente il Cristo incarnato<br />

fa sue per mettere alla prova la<br />

nostra fedeltà al Vangelo: le voci dei poveri,<br />

degli ammalati, degli emarginati,<br />

degli anziani soli, dei giovani disorientati,<br />

di tutte quelle situazioni dove la Luce<br />

rimane offuscata dalle tenebre dell'interesse<br />

personale e del disinteresse collettivo.<br />

Inoltre tutta la Comunità ecclesiale è<br />

chiamata a cooperare con più fervore<br />

affinché la Saggezza divina raggiunga<br />

tutti i confini della terra perché le larghe<br />

fasce dell'umanità la cui sensibilità<br />

non è ancora plasmata da quella del Dio<br />

di Gesù Cristo, si aprano con fiducia all'annuncio<br />

liberante del Vangelo.<br />

La notte di Natale Isaia ci ricorderà<br />

ancora che tutto questo ha fatto «lo zelo<br />

del Signore» (Is 9, 6), a cominciare dalla<br />

grotta di Betlemme per compierlo sulla<br />

cima del Calvario. Non sia il timore della<br />

croce a spingere i cristiani a vanificare<br />

gli annunzi di gioia risuonati nella<br />

notte santa sulla bocca degli angeli. Possa<br />

questo Natale essere un'occasione<br />

rinnovata per il Padre celeste di dispiegare,<br />

attraverso la «carne» di coloro che<br />

ancora ne celebrano la manifestazione<br />

nel Figlio prediletto, il suo immutato<br />

«zelo» per l'uomo, sua cara e preziosa<br />

immagine.<br />

Frosinone: dibattito alla presenza del Card. Saraiva Martins<br />

Solidarietà per i bambini malgasci<br />

«Natale di solidarietà per i bambini<br />

del Madagascar». È stato questo il tema<br />

della tavola rotonda svoltasi a Vallecorsa<br />

(Frosinone), nella sede dell'antico complesso<br />

monumentale situato nella parte<br />

sud del centro storico del paese della<br />

Ciociaria. Partecipavano al dibattito il<br />

Cardinale José Saraiva Martins, Prefetto<br />

della Congregazione delle Cause dei<br />

Santi, il Vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino,<br />

Mons. Salvatore Boccaccio, il<br />

sindaco della storica cittadina della Ciociaria,<br />

il Presidente dell'Associazione<br />

«Cielo-Terra — Progetto Madagascar»,<br />

Petrosillo, Maria Grazia e Michele, impegnati<br />

nel promuovere iniziative di solidarietà<br />

in favore del Paesi del Terzo<br />

Mondo. Nel suo intervento il Cardinale<br />

Saraiva Martins dopo aver riproposto il<br />

discorso di Giovanni Paolo II all'Onu (4-<br />

5 ottobre 1995) sulla necessità di lavorare<br />

per la costruzione della «Famiglia delle<br />

Nazioni», ricordava come dopo la tragedia<br />

dell'11 settembre tutti dobbiamo<br />

operare affinché nel mondo trionfi la solidarietà,<br />

la convivenza, la fraternità, la<br />

comunione, l'amore.<br />

Il Sindaco, Tarcisio Tullio, dopo aver<br />

riproposto l'attualità della beata Maria<br />

de Mattias, nata proprio qui, a Vallecor-<br />

sa e beatificata da Papa Pio XII il 1° ottobre<br />

dell'Anno Santo del 1950, chiedeva<br />

alla comunità civile e religiosa di Vallecorsa<br />

di rispondare come la beata de<br />

Mattias alle domande della Chiesa missionaria<br />

e alle urgenze di solidarietà dei<br />

nostri tempi.<br />

Durante il dibattito diretto da don Michele<br />

Colagiovanni, studioso, scrittore di<br />

numerosi testi storici, ecclesiali, biografici<br />

e missionari, Maria Grazia presentava<br />

alcune diapositive sul nuovo progetto<br />

della «Città della Gioia» da affiancare al-<br />

Centro d'accoglienza per bambini orfani<br />

«Akany Avotra» di Fort — Dauphin.<br />

L 'Associazione «Cielo-Terra» opera in<br />

Madagascar dal 1996. In Madagascar lavora<br />

dagli inizi la missionaria laica Veronina<br />

Bevivino. Cinquanta, per ora, i<br />

bambini orfani e disabili. A questa missione<br />

ha fatto anche visita, recentemente,<br />

il Nunzio Apostolico in Madagascar,<br />

Arcivescovo Bruno Musarò. Grande la<br />

generosità dei fedeli di Vallecorsa. All'incontro<br />

partecipavano i parroci del territorio,<br />

le religiose figlie spirituali della<br />

beata Maria de Mattias, i membri della<br />

giunta comunale, l'architetto Vinciguerra<br />

che ha promosso l'iniziativa insieme<br />

con le autorità del paese. (m.d.a.)


.<br />

PAGINA<br />

9 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 24-25 Dicembre 2001<br />

Un presepe con i pastori poveri del nostro<br />

tempo. Lo costruiscono a Benevento,<br />

nell'auditorium Calandra, duecento scolari<br />

delle Orsoline, durante il recital «Sogno di<br />

Natale». E ci riescono benissimo.<br />

Meritati, allora, gli applausi della platea.<br />

Fanno tutt'uno con gli elogi rivolti ai<br />

«baby attori» dal Vicario dell'Arcidiocesi,<br />

Mons. Pompilio Cristino, e madre Colette<br />

Lignon, Superiora Generale delle Orsoline,<br />

presenti in città dal 1786. Elogi ai canti<br />

e ai balletti messi in scena dai piccoli<br />

Il complesso romano in questi giorni ospita una mostra sul Pontificato di Clemente XI<br />

Storia di una benefica istituzione:<br />

l'Ospizio di san Michele a Ripa<br />

Le grandi cose hanno spesso origini<br />

umili. Lo dimostra la storia dell'Ospizio<br />

Apostolico di san Michele a Ripa grande.<br />

Origini umili non solo ma davvero<br />

eroiche quelle del grandioso complesso<br />

architettonico romano, che ospita in<br />

questi mesi la splendida mostra celebrativa<br />

di Clemente XI.<br />

La munificenza degli Albani, in Urbino<br />

e in Roma, viene qui esaltata con la<br />

grandiosità di opere e di svariate espressioniartisticheespostenella<br />

chiesa disan<br />

Salvatore, posta al centro del complesso<br />

degli edifici che in essa si incontrano come<br />

le braccia d'una grande croce.<br />

Per l'intero Settecento e gran parte<br />

dell'Ottocento, accomunati qui nella<br />

crociera dalla medesima condizione di<br />

povertà e di abbandono, ogni genere di<br />

ospiti, ragazzi, vecchi, vecchie e zitelle,<br />

ciascun gruppo dalla propria ala, incrociavano<br />

e fondevano in espressioni di<br />

pietà collettiva sguardi, voci e canti, a<br />

conforto e invocazione. Così ogni giorno,<br />

nell'Ospizio Apostolico di san Michele<br />

Arcangelo a Ripa grande.<br />

Non fu così, però, il giorno 10 del<br />

mese di dicembre dell'anno 1717. Nel silenzio<br />

più mesto, gli occhi, e i cuori, si<br />

aprivano, increduli, rivolti verso una salma<br />

collocata ai piedi dell'altare centrale.<br />

Il volto disteso e il corpo non irrigidito<br />

parevano quelli di uno che dormisse. Il<br />

migliore infermiere dell'Ospizio era intervenuto,<br />

tempestivamente, ma dopo il<br />

fatale improvviso attacco di cuore non<br />

ci fu nulla da fare. Ora erano tutti lì,<br />

per l'ultimo saluto ad un amico comune,<br />

prima che ricevessero sepoltura nella<br />

tomba della loro chiesa.<br />

Era Padre Gian Crisostomo Salistri,<br />

una figura di casa all'ospizio dei poverelli<br />

fin dalla sua faticosa fondazione,<br />

quando Innocenzo XI Odescalchi l'aveva<br />

voluto per direttore. Non avrebbe immaginato<br />

neppure lui, che quella piccola<br />

costruzione, per intervento personale di<br />

Innocenzo XII Pignatelli prima e di Clemente<br />

XI Albani poi, sarebbe diventata<br />

pian piano grande come quasi una città.<br />

Il genio dell'urbanista pontificio Carlo<br />

Fontana aveva ricondotto ad unità altamente<br />

spettacolare e razionalmente funzionale<br />

quell'insieme di parti edificate<br />

anno dopo anno, man mano che vi si<br />

andavano riunendo i beneficiati dell'assistenza<br />

pubblica, dai vecchi alle vecchie<br />

e alle zitelle, accolte precedentemente in<br />

distinti conservatori.<br />

Era piccola davvero quella costruzione,<br />

sorta tra gli orti della lontana periferia,<br />

accanto al Tevere, tra il 1686 ed il<br />

1689. Era piccola, ma sufficiente ad<br />

ospitare bene quel centinaio di ragazzi<br />

raccolti dalla strada che mal si trovavano<br />

nel Rifugio di san Michele, un'abitazione<br />

presa a pigione per loro da Carlo<br />

TommasoOdescalchi,aPiazza Margana.<br />

Questo intraprendente Monsignore,<br />

mai prete ma impiegato in Vaticano come<br />

elemosiniere segreto pontificio e fatto<br />

canonico di San Pietro, non contento<br />

di offrire ai ragazzi della strada un riparo<br />

per la notte in un locale dell'ospedale<br />

di s. Galla in mezzo a tanti derelitti,<br />

aveva pensato di trovare per loro un posto<br />

più adatto, senza promiscuità, dove<br />

potessero stare anche di giorno, e recarsi<br />

in qualche bottega a lavorare. Lui però<br />

aveva l'incarico di elemosiniere segreto<br />

del Papa, un Odescalchi suo zio, e<br />

non riusciva ad occuparsene come<br />

avrebbe voluto. Ecco allora che il beato<br />

Innocenzo XI si rivolse sollecito al Padre<br />

Pirroni, Generale degli Scolopi, un Ordine<br />

notoriamente dedito all'educazione<br />

dei ragazzi. Il quale non ebbe di meglio<br />

che mettergli a disposizione il suo segretario,<br />

il trentenne P. Gian Crisostomo<br />

Salistri, un formatore di giovani chiericistudenti,<br />

chiamato a Roma da appena<br />

due anni. Un fiorentino dall'animo di<br />

poeta, di grandi doti intellettuali e morali.<br />

Accettata la direzione dell'Ospizio, nel<br />

marzo dell'84 vi si trasferì con altri quattro<br />

scolopi, e si dedicò a fondo alla rieducazione<br />

dei ragazzi. «Mangiava con<br />

loro e gli accompagnava fuori, e dormiva<br />

loro vicino... Faceva tutto co' suoi<br />

Poverelli, et era mirabile la pazienza che<br />

aveva, e l'industria che usava per fargli<br />

apprendere quel che voleva e stimava<br />

opportuno», si legge in un manoscritto<br />

di un suo Confratello, al quale confidava<br />

«che gli dispiaceva non saper suonare e<br />

cantare, che gli havrebbe volentieri insegnata<br />

questa professione, con che gli sarebbe<br />

riuscito fargli spendere utilmente<br />

il tempo, e giovargli per l'avvenire a<br />

guadagnarsi con tal'arte il vitto... Si risolse<br />

poi di fare imparare a sue spese a<br />

quegli tra gli altri, che furono conosciuti<br />

di meglior voce e di maggiore abilità,<br />

prendendosi il fastidio di accompagnarli<br />

di persona, sin che potette a Casa del<br />

maestro, di copiargli di propria mano le<br />

lezioni, e far più altre cose che io coi<br />

propri occhi osservai, e non finivo di<br />

ammirare». Il Papa stesso gli affidò un<br />

gruppo di girovaghi, di cui facevan parte<br />

quattro schiavetti turchi riscattati.<br />

Si comprende come con tali industrie<br />

il numero dei ragazzi da trentotto che<br />

erano all'inizio raddoppiasse quasi e si<br />

rendesse perciò necessaria un'abitazione<br />

più grande. Non trovandola, si pensò di<br />

costruirla. L'Odescalchi comperò un vasto<br />

terreno presso l'orto dei Francescani<br />

a Ripa. Il 31 ottobre 1686, alla presenza<br />

sua, dell'Assistente del Generale degli<br />

Scolopi e del P. Salistri, si gettò la prima<br />

pietra. Presso la porta per cui da Ripa<br />

si entra in s. Michele, a mano destra,<br />

fu posta una lapide con doppia iscrizione<br />

latina: D.O.M.A.MDMCLXXXVI Kal<br />

Novembris, Inno XI P.M. Carolus Thomas<br />

Odescalcus pro orphanis S. Michaelis<br />

pius Fundator primum lapidem<br />

pos.; PP. Matris Dei Scholarum Piarum<br />

Piarum, Orphanorum custodes, Refugii<br />

governatoresmon.posuerunt A:M:D:G:».<br />

«L'impresa della nuova Fabrica a Ripa<br />

grande — racconta lui stesso — si cominciò<br />

di ottobre dell'anno 1686; e per<br />

sollecitarla il più possibile si faceva con<br />

gli Orfani spesso passeggio di tutti i tempi<br />

da Piazza Margana a Ripa, et ogn'uno<br />

si accingeva al lavoro. Mi ricordo di<br />

dover essere più pronto la mattina alli<br />

lavori, che Mons. mi fece dare stanza<br />

per qualche tempo nella Madonna dell'Orto,<br />

poi si condusse a pigione una casetta<br />

vicina. Gli incommodi furono grandi;<br />

et in due anni si ridusse tutta la fabbrica<br />

dalla parte del Tevere da potersi<br />

habitare, e si cominciò, che ne pure vi<br />

era il pozzo né l'acqua, e Dio l'ha benedetta;<br />

e mi ha fatto conoscere, che non<br />

è cosa alcuna chi pianta o chi annaffia,<br />

ma solo Dio, che dà accrescimento all'Opere<br />

sue...». P. Crisostomo insomma<br />

dirigeva la fabbrica cui Monsignore<br />

somministrava denaro suo proprio,<br />

mentre altri Fratelli laici scolopi, esperti<br />

di muratura, sopraintendevano ai muratori<br />

e vi lavoravano essi pure con tanta<br />

abnegazione da portarla a termine nel<br />

marzo 1689 quando vi si trasferì il Rifugio<br />

di s. Michele di Piazza Margana.<br />

Soddisfazioni e fatiche ma anche tante<br />

sofferenze. «Il Mondo poi combatté<br />

meco assai, perché altri mi mostrava<br />

che perdevo il talento degli studi in impiego<br />

sì vile di raccogliere ragazzi rognosi,<br />

tignosi, e d'altri peggiori mali infettati,<br />

e curare loro arti vilissime di ferrai,<br />

falegnami, tessere, filare, scardar lana,<br />

etc. E che fomentava per l'istessa religione<br />

cosa indecente, et altena da sacerdoti.<br />

Appresso la mia cura era il raggirarmi<br />

per tutta Roma a fare le faccende<br />

di detto luogo secondo la buona<br />

mente di quell'anima, grand'anima di<br />

Mons. Odescalchi. Non mi stendo in<br />

ciò, perché la cosa è nota, quanto bisognò<br />

per introdurre in ragazzi dispersi<br />

l'arte della lana e con essa radunare la<br />

gregge all'ovile di Christo». Bisognò tan-<br />

to che fu «due volte in pericolo d'esser<br />

ammazzato per tener cura deì figliuoli:<br />

un'altra volta d'esser bastonato per la vigilanza<br />

sopra di essi».<br />

Il buon Dio dette al buon seme l'accrescimento<br />

sperato. Nel '90 morì Innocenzo<br />

XI, nel '92 il nipote Mons. Carlo<br />

Tommaso. Tutti sanno poi che Innocenzo<br />

XII, di fronte al numero di ragazzi<br />

cresciuto fino a trecento, fece sua l'istituzione<br />

facendone una parte del suo più<br />

ampioprogrammadiunificazione di tutti<br />

gli assistiti della città in un'unica sede.<br />

A Clemente XI restò il compito di<br />

perfezionare questo grande disegno. A<br />

lui il merito particolare di aver concepito<br />

nel 1701 un ambiente separato e<br />

adatto per la rieducazione di giovani delinquenti.<br />

Il P. Salustri, che nel frattempo<br />

era stato investito di importanti incarichi<br />

nel suo ordine, era rettore dell'Ospizio<br />

quando, terminata nel 1703 la Casa<br />

di Correzione, ebbe in consegna dal<br />

papa 28 ragazzi da rieducare. Eletto Generale<br />

nel 1706, il venerabile scolopio lasciò<br />

l'Ospizio per sei anni, ma per<br />

espresso volere del Papa vi tornò alla<br />

scadenza del mandato, nel '12, e vi rimase<br />

fino alla morte. «Figlio — ebbe a<br />

dirgli il Papa —, questa è la vostra vocazione,<br />

qui Dio vi vuole: con quello che<br />

fate così, vi apparecchiate alla morte.<br />

Impiegatevi pure nel servizio di quei Poverelli,<br />

e figliuoli e vecchi con tutta la<br />

nostra benedittione».<br />

Tra i bagliori dell'arte clementina,<br />

qualche riverbero di santità evangelica,<br />

colto tra le pareti e sotto la volta del<br />

San Salvatore.<br />

GOFFREDO CIANFROCCA<br />

Il «sogno di Natale» dei bambini di Benevento<br />

delle materne e dai più grandicelli delle<br />

elementari, ma essenzialmente alla loro<br />

volontà di alzare il tetto della speranza.<br />

Quel tetto sopra il «presepe del nostro<br />

cuore» in cui ospitare chi ci passa accanto<br />

con la mano tesa: profughi, immigrati<br />

extraeuropei, uomini e bambini dell'ex Jugoslavia,<br />

i quali popolano anche Benevento.<br />

Con loro, con questi pastori del 2001,<br />

le figlie spirituali di sant'Angela Merici in-<br />

sieme con gli scolaretti, vogliono condividere<br />

l'attesa del Bambinello attraverso il<br />

«Sogno di Natale».<br />

Un sogno adombrato dalle vicende belliche<br />

in Afghanistan che, sebbene avvengano<br />

in una terra tanto lontana, coinvolgono<br />

pienamente ciascuno di noi.<br />

Sì, proprio tutti. Nessuno può festeggiare<br />

la «Notte di Betlemme», se c'è gente<br />

nel pianto.<br />

Ne sono consapevoli i piccoli grandi<br />

protagonisti del recital, così come le<br />

mamme e i papà convenuti nell'auditorium<br />

Calandra. E proprio una mamma, al<br />

termine dello spettacolo, a nome degli altri<br />

genitori, esprime la più viva gratitudine<br />

alle suore Orsoline con l'augurio che perpetuino<br />

nel futuro l'opera di sant'Angela<br />

Merici, continuando a donare all'infanzia<br />

del Sannio il «pane della Parola e del sapere».<br />

VINCENZO DI PINTO<br />

La ventesima edizione del premio mondiale «Fernando Rielo» di poesia mistica<br />

Quando l'arte unisce<br />

spiritualità e sensibilità estetica<br />

Lo spagnolo Antonio Gracia, con l'opera<br />

«La epopeya interior», ha vinto la<br />

XXI edizione del premio mondiale «Fernando<br />

Rielo» di poesia mistica. Il riconoscimento<br />

è stato consegnato al poeta<br />

di Alicante nel corso di una solenne cerimonia<br />

svoltasi nei giorni scorsi all'AmbasciatadiSpagna<br />

presso la Santa Sede.<br />

«La epopeya interior» è risultata vincitrice<br />

tra le 11 opere finaliste, selezionate<br />

fra le 205 presentate da autori di 21 Paesi<br />

diversi. Tra i finalisti scelti dalla giuria<br />

vi sono sette poeti di origine spagnola,<br />

uno canadese, uno colombiano, uno statunitense<br />

e un'inglese. Proprio a quest'ultima,<br />

la poetessa Ruth Lewarne, è<br />

andata una menzione speciale per «Lit<br />

from Within. Sonnets and Songs». Negli<br />

anni scorsi sono risultati vincitori autori<br />

di Paesi come Spagna, Romania, Francia,Senegal,Grecia,Costarica,Israele<br />

ed<br />

ex-Repubblica Jugoslava di Macedonia.<br />

Il premio è stato istituito nel 1981 dal<br />

poeta e pensatore spagnolo Fernando<br />

Rielo, fondatore dell'Istituto dei Missionari<br />

Identes e autore di opere filosofiche,<br />

pedagogiche e letterarie. Scopo dell'iniziativa<br />

è quello di diffondere la conoscenza<br />

della poesia mistica come<br />

espressione artistica che unisce in un<br />

unica esperienza spiritualità e sensibilità<br />

estetica. Ad organizzare il premio è la<br />

fondazione intitolata a Rielo, sorta nel<br />

1982. L'organismo si propone di promuovere<br />

in tutto il mondo la cultura,<br />

l'arte e il pensiero attraverso premi letterari,<br />

attività di studio e di riflessione,<br />

libri e riviste, conferenze e dibattiti.<br />

Alla cerimonia di quest'anno ha preso<br />

parte il Cardinale Paul Poupard, Presidente<br />

del Pontificio Consiglio della Cultura,<br />

il quale ha presieduto il Comitato<br />

d'Onore della XXI edizione del premio.<br />

La giuria era composta dal Presidente,<br />

Jesús Fernández Hernández, Vicepresidente<br />

della Fondazione; da Valentín<br />

García Yebra, membro dell'Accademia<br />

Reale di Lingua Spagnola; da Romana<br />

Petri, scrittrice e critica letteraria; da<br />

David G. Murray, traduttore e critico<br />

letterario; da José M. López Sevillano,<br />

Segretario permanente del premio. Era<br />

presente l'Ambasciatore di Spagna presso<br />

la Santa Sede, S.E. Carlos Abella y<br />

Ramallo.<br />

A spiegare le motivazioni e il significato<br />

dell'iniziativa è stato lo stesso Fernando<br />

Rielo. Nel suo intervento egli ha ricordato<br />

«il padre e il prototipo» della<br />

poesia mistica cristiana, san Giovanni<br />

della Croce, e tutti coloro che nei secoli<br />

successivi ne hanno seguito le orme.<br />

«Non comprenderemo mai la mistica —<br />

ha affermato — se non la considereremo<br />

come l'elemento essenziale della definizione<br />

dell'essere umano». Egli, infatti,<br />

«più che relazionale, più che simbolico,<br />

più che linguistico, è un essere mistico,<br />

e solo nella vita mistica può portare<br />

a compimento la sua autentica personalità».<br />

In questo processo l'uomo riscopre<br />

la presenza dell'Assoluto che è in<br />

lui, compiendo così l'«esperienza d'amore<br />

dell'unione mistica» nella quale risiede<br />

l'essenza della poesia mistica. Ogni<br />

parola, ogni immagine, ogni retaggio<br />

culturale diventano «mattoni» con cui si<br />

costruisce l'immagine del Mistero. Essi<br />

non possono esaurirne la pienezza e la<br />

ricchezza, ma vi si accostano lasciandosi<br />

trasformare dall'ispirazione divina. «Cristo<br />

— ha sottolineato Rielo — è poesia<br />

divina ed origine della poesia mistica.<br />

Cristo è il poeta di tutti i poeti». «Di<br />

fronte ad ogni atteggiamento disumanizzante<br />

— ha concluso — il poeta mistico<br />

possiede una missione profetica specifica:<br />

lasciarsi divinizzare da Dio perché<br />

questo mondo sia sempre più divinamente<br />

umano».<br />

Nel saluto rivolto ai partecipanti il<br />

Card. Paul Poupard ha sottolineato che<br />

è vocazione propria della poesia quella<br />

di accostarsi, in misura maggiore rispetto<br />

ad alte espressioni artistiche, al mistero<br />

di Dio e dell'uomo. «La poesia mistica<br />

— ha affermato — rappresenta una<br />

felice sintesi fra l'esperienza religiosa intima<br />

e la più alta espressione letteraria.<br />

La poesia è forse l'unico linguaggio<br />

adatto a cogliere, in una qualche misura,<br />

le profondità del contatto con Dio».<br />

Pur essendo incapace di saziare pienamente<br />

l'animo umano, essa «ha il privilegio<br />

di approfondire in noi il desiderio<br />

di assoluto, di ravvivarne la fame, di accrescerne<br />

la sete». Richiamandosi al mistero<br />

del Natale, il Porporato ha ricordato<br />

che «se la parola umana si rivela insufficiente<br />

dinanzi a Dio, Dio stesso ha<br />

provveduto inviando la Sua Parola fatta<br />

carne, affinché l'uomo possa comunicare<br />

con Dio in modo umano». «Possa il<br />

Principe della Pace, colui che è la nostra<br />

pace e ha abbattuto il muro che divideva<br />

i popoli — è stato il suo auspicio<br />

conclusivo — concederci il grande dono<br />

della pace».<br />

L'Arcivescovo-Vescovo di Nola, Mons. Depalma, traccia il cammino futuro della Chiesa locale<br />

Un utile e prezioso strumento di lavoro<br />

per l'itinerario pastorale del prossimo decennio<br />

La «Traccia di linee pastorali per il<br />

cammino della Chiesa di Nola nel primo<br />

decennio del Duemila» che l'Arcivescovo-Vescovo<br />

Beniamino Depalma, ha<br />

consegnato alla diocesi, apre l'anima a<br />

sentimenti di accoglienza generosa, ad<br />

un sussulto di slancio missionario, sfalda<br />

certe croste che spesso rendono impermeabile<br />

la superficie dei nostri pensieri.<br />

È un laboratorio da attivare nella nostra<br />

carne, nella nostra storia, nella nostra<br />

terra con rinnovato senso di appartenenza<br />

e di vicinanza. È un laboratorio<br />

di passione e resurrezione in cui si impara<br />

a stare sotto gli occhi del Signore e<br />

a guardare tutto dalla sua prospettiva<br />

con una volontà di revisione, di apertura<br />

all'orizzonte della Grazia.<br />

È veicolata una metodologia che educa<br />

ad una sensibilità sinodale e spinge<br />

sulla via di un ascolto radicale, aperto<br />

alla Parola, alle parole della storia, alle<br />

parole della vita a porci sulle tracce degli<br />

uomini a sobbarcarsi alla fatica di<br />

comprendere ciò che sta sotto ed oltre<br />

quelle parole.<br />

La luce, a tratti velata e discreta, come<br />

in certe tele di pittori fiamminghi,<br />

che avvolge la Traccia, lascia intravedere<br />

una forte tensione pastorale: è il sognodiuna<br />

Chiesa profetica, invocata come<br />

dono, meno visibile e più credibile.<br />

«Una Chiesa capace di profezia: è la<br />

nota distintiva che, come leit-motiv, attraversa<br />

tutto il documento e rivela l'attesa<br />

di una svolta. “Sacerdoti profeti”,<br />

capaci di rilanciare la speranza del popolo,<br />

di aiutare a vivere la speranza<br />

dentro le paure di questo tempo meno<br />

preoccupati dell'efficienza delle strutture<br />

ecclesiastiche e più occupati nella cura<br />

delle persone, più pastori, più attenti a<br />

richiamare le istanze della radicalità<br />

evangelica, ad aiutare a tenere gli occhi<br />

vivi ed innamorati del mondo e a guardare<br />

in alto, sono necessari ad una<br />

Chiesa che non solo parli di Dio ma<br />

cammini con gli uomini».<br />

Perché la Parola non rimanga muta,<br />

lontana ed incomprensibile occorrono<br />

«laici profeti», più audaci, meno paghi<br />

di uno spiritualismo devoto e rassicurante<br />

e più inquieti nel cercare il Signore a<br />

livelli più profondi, nella riscoperta di<br />

una trascendenza che provochi all'incontro<br />

e alla responsabilità.<br />

Viene, poi, disegnato l'orizzonte nel<br />

quale la traccia si muove e respira: il richiamo<br />

al Concilio, alla sua spinta innovatrice<br />

immessa nella Chiesa e nei solchi<br />

della storia, da cui ripartire per superare<br />

un certo ecclesiocentrismo di ritorno; lo<br />

sfondo carico di sollecitazioni della Novo<br />

Millennio ineunte, che il Papa ha<br />

consegnato alla Chiesa, invitandola a<br />

raccogliere le indicazioni pastorali,<br />

emerse dall'esperienza giubilare; gli<br />

Orientamenti Pastorali dell'Episcopato<br />

Italiano come punto di riferimento per<br />

far rifiorire nel grembo della Chiesa di<br />

Nola la Speranza che non delude.<br />

Preziose indicazioni sono offerte nella<br />

disanima della realtà diocesana, osservata<br />

con una lucidità ed un realismo senza<br />

sconti ed un'attenzione alle risorse e alla<br />

potenzialità che vanno tradotte in passi<br />

decisivi verso una rinnovata coscienza di<br />

Chiesa.<br />

È cogente l'invito a guardare nelle<br />

pieghe di un territorio da ri-comprende-<br />

re, non attraverso iniziative che tengono<br />

occupati e diano la percezione del movimento,<br />

né attraverso disquisizioni intellettualistiche,<br />

ma rompendo con la logica<br />

mondana e mettendo al centro il Regno<br />

di Dio da annunciare attraverso la<br />

persona e i suoi bisogni concreti.<br />

È richiesto un impegno corale che,<br />

proprio nel confronto-verifica-discernimento<br />

con la «surmodernità» ritrovi il<br />

coraggio di crescere nella radicalità della<br />

fede e di trasmetterla senza riduzionismi:<br />

la Chiesa deve essere per tutti accesso<br />

alla vita eterna che è già nel non<br />

ancora della storia di ogni uomo.<br />

Il movimento di conoscenza di sé, degli<br />

altri della realtà, con tutte le sue implicazioni<br />

anche operative è delineato<br />

nelle proposte dell'ultima parte del documento.<br />

Uno spazio particolare è riservato alla<br />

formazione rivisitata alla luce di quella<br />

cultura ermeneutica che è preoccupata<br />

dalle esigenze della persona, del contesto<br />

e delle prospettive di un processo<br />

formativo, aperto all'atto di fede.<br />

Una proposta di grande interesse, per<br />

promuovere la spiritualità della Comunione,<br />

è quella delle Unità pastorali che<br />

probabilmente saranno una necessità<br />

per la scarsità dei sacerdoti — «Prima<br />

che una razionalizzazione dei servizi —<br />

precisa il Vescovo —, esse rispondono<br />

ad una cultura della comunione, nella<br />

quale i bisogni autentici della gente vengono<br />

prima dei campanilismi o diritti di<br />

primogenitura....». Nessuna parrocchia<br />

può fare tutto, ma tutte possono essere<br />

in comunione, reciproca al servizio della<br />

fedeedell'umanità di quanti incontrano.<br />

L'esperienza di un frate francescano nell'eremo di sant'Egidio sulla montagna di Frosolone<br />

Il carisma della vita eremitica e contemplativa in Molise<br />

Il carisma della vita eremitica è tornato a rivivere<br />

in Molise da quando il Vescovo di Trivento Antonio<br />

Santucci ha firmato il decreto di promulgazione:<br />

«Il sottoscritto Vescovo, a norma del canone<br />

603, approva il presente regolamento per la vita<br />

eremitica... Per realizzare questa forma di vita,<br />

mette a disposizione l’Eremo di s. Egidio in Frosolone...<br />

Fa voti che l’Eremo diventi sempre più centro<br />

di irradiazione di vita dello Spirito, specie per i<br />

giovani alla ricerca della propria vocazione».<br />

Il 21 novembre 2000 il francescano P. Luciano<br />

Proietti nelle mani del Vescovo Santucci ha fatto<br />

solenne professione alla vita eremitica e risiede ufficialmente<br />

nel suggestivo Eremo.<br />

L’Eremo di sant’Egidio, nel quale finalmente da<br />

poco è tornata a rifiorire la vita monastica, si trova<br />

immerso nel verde ed è incastonato nella bellissima<br />

montagna di Frosolone, in provincia di Isernia, a<br />

1.125 metri sul livello del mare.<br />

Verso l’anno 1200, sull’importante tratturo Castel<br />

di Sangro-Lucera, fu costruita una cappella in<br />

stile romanico in onore del santo eremita, vissuto<br />

nel secolo VII nella valle del Rodano. I monaci del<br />

vicino cenobio di s. Onofrio avevano cura di questo<br />

romitorio, luogo di raduno di pastori, pellegrini e<br />

infermi che venivano per pregare e per trovare cure<br />

e conforto spirituale. L’edificio dal XIV secolo<br />

era poi caduto in abbandono. Nel 1704 fu ingrandito<br />

e ristrutturato. Pochi anni dopo, in seguito a<br />

numerosi miracoli attribuiti all’intercessione del<br />

santo eremita ivi venerato, s. Egidio stesso venne<br />

proclamato Patrono e principale Protettore della<br />

terra di Frosolone.<br />

Padre Luciano, nato a Bagnoli del Trigno (IS) 57<br />

anni fa,dopodiversi anni di deserto e di riflessione,<br />

accolto benevolmente nella sua Diocesi di origine,<br />

quella di Trivento, ha deciso di operare il «transitus»<br />

alla vita eremitica e sta trasformando l’Eremo<br />

di sant’Egidio in un luogo privilegiato di preghiera<br />

e di richiamo per i grandi valori dello spirito.<br />

Così racconta la sua decisione: «Erano anni che<br />

il Signore, pur vivendo io già nella vita religiosa<br />

francescana, mi stava preparando a questa nuova<br />

scelta. Attratto sempre più dall’esperienza<br />

contemplativa del poverello d’Assisi nelle solitudini<br />

degli eremi, dopo anni di riflessione e di sofferta ricerca,<br />

sono riapprodato nella mia terra natale. Qui<br />

il Signore, attraverso il Vescovo diocesano Mons.<br />

Antonio Santucci, mi ha rivelato la sua volontà. Mi<br />

ha fermato all’Eremo di s. Egidio. Come Eremita<br />

Francescano Diocesano mi sono impegnato a non<br />

lasciare la Regola dei Frati Minori, ma a professare<br />

anche la Regola di vita degli eremi scritta egualmente<br />

da s. Francesco».<br />

Manifestando il desiderio e la speranza di poter<br />

ospitare presto qualche altro fratello, Padre Luciano<br />

così conclude: «Il cammino spirituale che si vive<br />

nell’eremo è profondo, radicale e liberante. Ma anche<br />

gioioso perché forte è la convinzione che nulla<br />

di quanto è nel mondo deve essere preferito all’Amore<br />

di Cristo. Perciò benedico sempre il Signore<br />

che mi ha chiamato a vivere per Lui solo, tra le<br />

rocce di questi monti, in una donazione continua a<br />

Lui, nell’accoglienza verso quanti salgono fino all’eremo<br />

con lo scopo di incontrarsi con Dio in momenti<br />

di ritiro e di condivisione spirituale, nel prestare<br />

umile servizio pastorale in una parrocchia a<br />

quattro chilometri dal mio romitaggio».<br />

MIMÌ FAZIOLI<br />

Sono, infine, evidenziate alcune attenzioni<br />

da privilegiare: la valorizzazione<br />

degli organismi pastorali, i giovani e le<br />

famiglie che dalle retrovie abitate dalla<br />

normalità dalla vita possano spingere sui<br />

binari del dialogo interculturale e intergenerazionale,<br />

della fraternità e della<br />

misericordia.<br />

La proposta della missione diocesana,<br />

della visita pastorale e del sinodo diocesano<br />

lascia immaginare un cantiere dove<br />

tutti, sacerdoti, laici, operatori pastorali,<br />

uomini di buona volontà portano il<br />

proprio mattone per la costruzione, nello<br />

stile della cooperazione, della corresponsabilità,<br />

nella consapevolezza di una<br />

relazionalità coniugata tra i due poli della<br />

vicinanza-assunzione e della distanzarispetto<br />

dell'altro, senza invadenze, dettata<br />

dalla logica dell'amore.<br />

È un cantiere dove nessuno si sente<br />

estraneo, dove si progetta e si edifica,<br />

condividendo la passione di un sogno<br />

collettivo: non quello virtuale del cielo<br />

di cartapesta di tanti idoli ma, quello di<br />

una sofferta passione, di eternità, che sa<br />

sporgersi sui promontori del futuro, di<br />

una Speranza che sollecita speranze e<br />

desideri umani, trasformandoli in una<br />

storia nuova e sconvolgendo gli assetti<br />

prefigurati.<br />

È in quest'audace creatività che chiama<br />

ad una dinamica attenzione all'uomo<br />

e a Dio la fecondità di un agire pastorale<br />

che dia forme al sogno trinitario<br />

dell'Amore e rende le parrocchie «Casa<br />

della Trinità tra la gente».<br />

RACHELE SIBILLA<br />

«Rinasce la speranza»:<br />

messaggio del Vescovo<br />

di Mileto-Nicotera-Tropea<br />

Il forte ed articolato Messaggio «Natale<br />

2001 — Rinasce la Speranza» del<br />

Vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea,<br />

Mons. Domenico Cortese, arriva opportuno<br />

in un momento di disagio e di incertezza,<br />

che sembra spegnere ogni luce<br />

nell’orizzonte buio dell’odio, delle guerre<br />

e delle violenze.<br />

L’animo si apre alla speranza — afferma<br />

il Vescovo — poiché sulla realtà presente<br />

«carica di morte e di odio», si staglia<br />

l’Icona del Bambino che nasce e<br />

riecheggia l’annuncio «di una grande<br />

gioia: oggi nasce il Salvatore».<br />

Quest’annuncio di speranza trova il<br />

suo valido fondamento ed assume il suo<br />

significato vero nei valori che ci vengono<br />

dal Bambino di Betlem: la Verità, la<br />

Vita, l’Amore, la Pace. Essi non sono<br />

semplice affermazione di principi, ma si<br />

identificano nello stesso Gesù, il quale è<br />

l’unico e il solo che può affermare: «Io<br />

sono la Verità, la Vita, l’Amore, la Pace».<br />

Per questo motivo il Natale è la festa<br />

della vita: «Il bambino è la vita che<br />

nasce poiché Dio si è fatto bambino».<br />

Con la sua venuta nel mondo Dio svela<br />

il suo amore, e il bambino di Betlem è<br />

«l’Amore che salva». (d.p.)


A ROMA<br />

PAGINA<br />

NATALE/1 Pranzo organizzato nei locali della parrocchia del Redentore<br />

Un gesto di condivisione<br />

con le famiglie di via Ventotene<br />

Un pranzo di Natale per le famiglie<br />

colpite dal disastro di via Ventotene.<br />

Continua l’impegno della parrocchia del<br />

Santissimo Redentore, a Val Melaina,<br />

nell’opera di solidarietà per i superstiti<br />

della tragedia che un mese fa sconvolse<br />

la Capitale. Lo fa attraverso il suo Centro<br />

Giovanile Giovanni Battista Scalabrini<br />

che domenica, in vista del Natale, ha<br />

organizzato un pranzo speciale per tutte<br />

le persone sgomberate dai palazzi rimasti<br />

danneggiati dall’esplosione causata<br />

da una perdita di gas. Un momento di<br />

condivisione e di festa che ha visto la<br />

mobilitazione di tanti volontari, confermando<br />

la solidarietà della comunità parrocchiale<br />

stessa, di un intero quartiere<br />

che non si arrende di fronte a una simile<br />

tragedia, che intende guardare avanti<br />

e reagire per ritornare alla «normalità».<br />

Il pranzo si è svolto nella sala della<br />

mensa della parrocchia, dove ogni giorno,<br />

da dieci anni, i volontari della Società<br />

San Vincenzo de’ Paoli distribuiscono<br />

200 coperti per i poveri. Insieme con i<br />

cittadini coinvolti nell’evento tragico di<br />

via Ventotene, hanno pranzato il Sindaco<br />

di Roma, Walter Veltroni, il leader<br />

dell’opposizione in Campidoglio, Antonio<br />

Taiani, il Presidente del Municipio<br />

Roma IV, Benvenuto Salducco, il parroco<br />

del Santissimo Redentore, Padre<br />

Alessandro Gazzola, la squadra dei Vigili<br />

del fuoco che la mattina del 27 dicembre<br />

intervenirono sul luogo del disastro.<br />

In un clima di grande solidarietà, le<br />

persone che hanno perso tutto e quelle<br />

che hanno subito un lutto hanno ritrovato<br />

una casa e una grande famiglia nella<br />

parrocchia del Santissimo Redentore,<br />

che fin dall’inizio si è attivata offrendo<br />

vitto e alloggio. Un grosso ruolo è stato<br />

svolto dai volontari del Centro Giovanile<br />

scalabriniano, che nella prima fase di<br />

urgenza hanno distribuito viveri e medicinali,<br />

occupandosi da subito dell’assistenza<br />

di quanti sono rimasti in difficoltà<br />

a causa del disastro. Il Centro ha persino<br />

attivato un conto corrente per la<br />

solidarietà e oggi continua ad aiutare le<br />

famiglie rimaste colpite dal tragico evento.<br />

In collaborazione con le autorità, la<br />

parrocchia che sorge in via del Gran Paradiso<br />

è stata centro di primo soccorso,<br />

mettendo in piedi l’unità di crisi, procurando<br />

i servizi di prima necessità e offrendo<br />

una consulenza tecnica, amministrativa<br />

e legale, grazie all’esercito di volontari<br />

disponibili ogni giorno. «Chi ha<br />

bisogno va aiutato assolutamente — ha<br />

affermato Padre Gaetano Saracino, vicario<br />

parrocchiale e responsabile del Centro<br />

Giovani Scalabriniano — . E questa<br />

comunità è vicina a quanti necessitano<br />

di un aiuto; lo ha fatto con generosità e<br />

lo ripropone oggi con questo incontro,<br />

perché è nostro intento quello di non<br />

far spegnere i riflettori sulla condizione<br />

attuale di questa gente, quello di donare<br />

un calore familiare anche attraverso un<br />

pranzo in occasione delle festività».<br />

«Il Natale è la festa del focolare — ha<br />

aggiunto —, è la festa della famiglia in<br />

casa, e questa gente la casa non ce l’ha<br />

più. Questo ambiente si è riproposto come<br />

famiglia per loro. Abbiamo notato<br />

che, durante il periodo di prima emergenza,<br />

quando le persone cominciavano<br />

a mangiare insieme volevano unire i tavoli,<br />

stare vicini, nel segno della condivisione<br />

e della solidarietà reciproca. Occorre<br />

ancora molta strada per far fronte<br />

alle necessità quotidiane di queste famiglie<br />

che hanno perso tutto e hanno bisogno<br />

di ricominciare. Qui la gente si è<br />

messa a disposizione generosamente per<br />

creare una rete di solidarietà, tanto che<br />

diverse famiglie si sono gemellate con<br />

altre famiglie. È venuta fuori l’espressione<br />

di quello che la parrocchia era, è e<br />

vuole continuare ad essere: un comunità<br />

aperta al prossimo».<br />

Sicurezza: dai Vigili del fuoco<br />

informazioni antincendi<br />

ai condominî<br />

Dal prossimo anno una squadra di Vigili<br />

del fuoco di Roma sarà a disposizione<br />

per partecipare a riunioni condominiali<br />

e fornire, gratuitamente, informazioni<br />

in materia di prevenzione e sicurezza<br />

antincendi. Lo ha annunciato, domenica,<br />

durante una manifestazione in<br />

memoria delle vittime di via Ventotene,<br />

il comandante dei Vigili del fuoco di Roma,<br />

Luigi Abate, definendo «innovativo<br />

e forse unico in Italia» il progetto elaborato<br />

d’intesa con le rappresentanze sindacali.<br />

«Abbiamo avuto dal ministero un potenziamento<br />

di 130 uomini per le nostre<br />

squadre — ha detto Abate — e con i<br />

sindacati abbiamo deciso di creare un<br />

gruppo di operatori che il fuoco non dovrà<br />

mai vederlo, ma lavorare perché il<br />

fuoco non divampi. Prenderemo contatti<br />

con le associazioni degli amministratori<br />

per offrire la possibilità di partecipare<br />

alle riunioni condominiali per dare contributi<br />

in materia di sicurezza nelle case,<br />

programmare i controlli degli impianti<br />

centralizzati, fornire elementi su come<br />

comportarsi in caso di incendio». Analoghe<br />

iniziative, ha detto Abate, saranno<br />

estese anche alle attività commerciali e<br />

del terziario.<br />

11 .<br />

Tra i volontari che hanno organizzato<br />

il pranzo di Natale, c’era anche Adriano<br />

Verghi, Istruttore del XX Gruppo dell’Unità<br />

Operativa della Polizia Municipale.<br />

La sua casa, in via Gorgona, è tra quelle<br />

risultate danneggiate dall’esplosione.<br />

Adriano, come tante altre persone, non<br />

si è arreso, non si è dato per vinto e dal<br />

27 novembre trascorre le sue giornate<br />

come volontario presso il Centro scalabriniano<br />

per aiutare la sua e tutte le famiglie<br />

rimaste colpite dal disastro. Ha fiducia<br />

nella gente, nella parrocchia dove<br />

ha sempre pregato e lavorato come responsabile<br />

dei campi scuola, a fianco<br />

dei giovani della comunità parrocchiale.<br />

«Quest’anno i campi estivi saranno dedicati<br />

a Fabiana Perrone», ha detto indicando<br />

le foto della ragazza ventitreenne<br />

morta nell’esplosione insieme con la madre,<br />

Maria, nel suo negozio di parrucchiera.<br />

Sono le foto scattate in uno degli<br />

ultimi campi estivi che si trovano nei<br />

corridoi dei locali della parrocchia. Sono<br />

le foto che ritraggono una giovane ragazza,<br />

piena di vitalità e impegnata, come<br />

catechista, a preparare i bambini alla<br />

Prima Comunione.<br />

«Il 27 novembre, al momento dell’esplosione,<br />

ero al lavoro — ha ricordato<br />

Adriano —. Ho ricevuto una telefonata<br />

dal Comandante dell’Unità Operativa di<br />

questa zona informandomi dell’accaduto;<br />

sapendo che abitavo proprio nell’isolato<br />

interessato dall’esplosione, mi hanno<br />

lasciato svolgere il mio lavoro qui,<br />

accanto alla gente del mio quartiere. I<br />

primi cinque giorni io e la mia famiglia<br />

Otto feriti ed otto arresti<br />

in una rissa scoppiata<br />

al «serpentone» di Corviale<br />

abbiamo dormito e ricevuto accoglienza<br />

nella nostra parrocchia. C’è sempre stato<br />

un clima di grande familiarità e solidarietà<br />

in questa comunità e adesso,<br />

nell’aiutarci a vicenda, siamo ancora più<br />

uniti di prima».<br />

A organizzare questa giornata di festa,<br />

insieme con i volontari della Società<br />

di San Vincenzo de’ Paoli e i giovani del<br />

Centro scalabriniano, è stata anche l’équipe<br />

di medici e psicologi del Gruppo<br />

di Supporto Psicologico, attiva dal 1º dicembre<br />

presso i locali della parrocchia e<br />

disposta a offrire assistenza e sostegno<br />

alle famiglie colpite dal disastro per superare<br />

lo shock e ritornare alla normalità.<br />

«Insieme con i volontari della comunità<br />

parrocchiale quest’oggi, in vista del<br />

Natale, abbiamo voluto creare un’atmosfera<br />

familiare — ha affermato Michele<br />

Cusano, Presidente della Società Italiana<br />

di Psicologia dell’Emergenza (SIPEM)<br />

—. Da sempre il periodo natalizio è il<br />

momento della famiglia, dello stare insieme.<br />

Molti non hanno più una casa<br />

per stare insieme e alcune famiglie hanno<br />

anche subìto un lutto e non riescono<br />

a entrare nell’atmosfera che il Natale in<br />

sé contempla.Noicontinueremo ad esseresemprepresentianche<br />

se da oggi, finita<br />

la fase di prima emergenza, le attività<br />

di sostegno passeranno di competenza<br />

alle strutture territoriali che subentreranno<br />

per la tutela dei cittadini. Insieme<br />

collaboreremo rimanendo sempre a disposizione:<br />

dal 29 dicembre nel quartiere<br />

sarà presente un nostro camper.<br />

ELISABETTA ANGELUCCI<br />

FUGA DI GAS Gravi disagi per i viaggiatori<br />

Metano vicino ai binari: treni<br />

bloccati sulla Roma-Grosseto<br />

Ferrovia Roma-Grosseto bloccata ieri,<br />

domenica, a causa di una forte fuga di<br />

gas da una conduttura, a Santa Marinella,<br />

all’altezza del numero civico 79 della<br />

via Aurelia Vecchia. Sul posto sono arrivati<br />

già alle 7.45, quando c’è stato il primo<br />

allarme, i Vigili del fuoco, i tecnici<br />

dell’Italgas e delle Ferrovie. La sospensione<br />

della circolazione ferroviaria è stata<br />

ordinata dai Vigili del fuoco, perché<br />

la perdita era molto intensa a livello dei<br />

binari ferroviari.<br />

In seguito le ferrovie hanno reso noto<br />

che risultavano bloccati due treni, il 537<br />

proveniente dal nord, fermato a Pisa e il<br />

538, proveniente invece dal sud, che<br />

aveva già accumulato 90 minuti di ritardo<br />

per altri motivi. I due treni intercity<br />

sono poi ripartiti e sono stati deviati via<br />

Firenze. Sono stati anche disposti servizi<br />

sostitutivi su pullman per due treni interregionali<br />

da Civitavecchia verso sud e<br />

da Ladispoli verso nord.<br />

L'interruzione ha creato però gravissimi<br />

disagi ai viaggiatori. La direttrice è<br />

risultata praticamente dimezzata: per disposizione<br />

delle Fs, a Pisa ed a Roma,<br />

tutti i treni a lunga percorrenza sono<br />

stati infatti deviati verso la Firenze-Orte,<br />

mentre per quelli regionali ed interregionali<br />

tra Lazio e Toscana funzionava il<br />

servizio sostitutivo.<br />

L’origine della fuga di gas, che risulta<br />

massiccia, ieri sera non era stata ancora<br />

individuata. La decisione di bloccare il<br />

traffico ferroviario è stata presa proprio<br />

per le difficoltà ad individuare con precisione<br />

il punto dal quale fuoriusciva il<br />

gas, in quanto l’odore inconfondibile del<br />

metano diventava particolarmente forte<br />

lungo la linea ferrata.<br />

Un vecchio conflitto tra due famiglie<br />

per un box condominiale è esploso ieri<br />

sera con una rissa che ha portato prima<br />

all’ospedale e poi nelle celle di sicurezza<br />

della questura otto persone del «serpentone»<br />

di Corviale, il palazzo lungo un<br />

chilometro che sorge su una collina, nel<br />

quartiere Portuense.<br />

Davanti al box c'è stato l’innesco di<br />

una violenza senza esclusione di colpi,<br />

che ha visto l’uno contro l’altro, prima i<br />

due capi-famiglia, rispettivamente di 64<br />

e 60 anni, e poi anche i figli: la figlia di<br />

39 anni e il genero di uno e i tre figli<br />

maschi, di età compresa tra i 26 e i 31<br />

anni dell’altro, in aiuto del quale è accorsa<br />

anche la moglie sessantenne.<br />

Il bilancio è di otto feriti, tutti soccorsi<br />

e portati al san Camillo all’arrivo della<br />

polizia, chiamata dagli altri condomini.<br />

Le ferite vanno dai pochi giorni che<br />

hanno avuto i tre giovani ai 10-15 giorni<br />

di prognosi dei più anziani.<br />

Il bilancio è di ferite da coltellate,<br />

fratture, contusioni, tutto fortunatamente<br />

non grave.<br />

Tutti sono stati arrestati per rissa aggravata<br />

e rinviati a giudizio per direttissima.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 24-25 Dicembre 2001<br />

Intossicate<br />

quattro persone<br />

all'Aurelio<br />

La polizia e i Vigili del fuoco<br />

sono intervenuti ieri sera, domenica,<br />

in un appartamento del quartiere<br />

Aurelio, dove quattro persone,<br />

padre, madre e due figli, sono<br />

rimaste intossicate per una fuga<br />

di gas, dovuta al cattivo funzionamento<br />

della caldaia autonoma.<br />

L’allarme è scattato poco dopo le<br />

21.30, in via Adriano I, in una palazzina<br />

al numero civico 136. Le<br />

quattro persone, il padre C.B. di<br />

59 anni, la madre R.B. di 54 anni<br />

e i figli, una giovane di 26 anni e<br />

un ragazzo di 16, sono stati soccorsi<br />

e portati al vicino ospedale<br />

San Carlo di Nancy, dove sono<br />

stati giudicati guaribili in pochi<br />

giorni. I Vigili del fuoco, accertato<br />

che la fuga di gas proveniva<br />

dalla caldaia autonoma hanno<br />

chiuso l’impianto e stamane torneranno<br />

nell’appartamento per fare<br />

un sopralluogo. Tra sabato e<br />

domenica, invece, poco dopo l’una,<br />

in via delle Fresie, a Centocelle,<br />

sempre per una fuga di gas, 16<br />

famiglie sono state sgomberate in<br />

via precauzionale. Dopo un paio<br />

d'ore però tutti sono potuti rientrare<br />

nelle abitazioni.<br />

26 DICEMBRE 2001<br />

S. Stefano, primo martire<br />

- Festa (rosso) - Messa<br />

propria, Gloria - Lezionario:<br />

At 6, 8-10; 7, 54-59;<br />

Salmo 30; Mt 10, 17-22 -<br />

Liturgia delle Ore: Ufficio<br />

della Festa<br />

NATALE/2 Doni ai disabili dell'istituto Vaccari dall'Associazione medici cattolici<br />

Solidarietà e vigilanza<br />

nei confronti di chi soffre<br />

Un dono di Natale per ragazzi affetti<br />

da disabilità: non un atto di semplice generosità,<br />

ma un gesto di valore più ampio<br />

per ricordare l’importanza della solidarietà<br />

nel processo di pacificazione fra<br />

gli uomini. A compierlo sono stati i<br />

membri dell’Associazione Medici Cattolici<br />

Italiani (AMCI) che nella mattinata<br />

del 22 dicembre hanno visitato i locali<br />

dell’Istituto «Leonarda Vaccari» di viale<br />

Angelico, un ente morale senza scopo di<br />

lucro impegnato sin dal 1936 nella rieducazione<br />

di minorati psico-fisici.<br />

Avviato con la visione delle attività del<br />

centro, l’incontro di sabato è proseguito<br />

con la conoscenza dei ragazzi ricoverati<br />

e la distribuzione dei regali. Ma il gesto<br />

di solidarietà compiuto in vista del Santo<br />

Natale è divenuto occasione per lanciare<br />

un messaggio di pace e per richiamare<br />

l’attenzione su strutture che si dedicano<br />

a quanti versano in condizioni di<br />

difficoltà. «L’Associazione Medici Cattolici<br />

Italiani è presente nel territorio nazionale<br />

in 150 città — ha spiegato il Presidente<br />

dell’ente, il Prof. Domenico Di<br />

Vittorio —. Ed il suo statuto prevede un<br />

impegno di solidarietà e di vigilanza verso<br />

i cittadini ed i sofferenti. In occasione<br />

della celebrazione del Santo Natale<br />

abbiamo scelto di stare vicino alle persone<br />

più deboli ed indifese. Gesti di questo<br />

genere dovrebbero compiersi sempre,<br />

ma le feste ci offrono un motivo in più<br />

per riflettere sull’importanza di contatti<br />

basati sul rapporto umano». «Il dono è<br />

un atto simbolico che ci permette di testimoniare<br />

la nostra vicinanza a persone<br />

in difficoltà e per richiamare l’attenzione<br />

verso una struttura storica come<br />

questa — ha aggiunto il dott. David<br />

Fletzer, Segretario Nazionale dell’AMCI<br />

—. Oggi abbiamo scelto di offrire solidarietà<br />

ad una categoria doppiamente indifesa:<br />

quella dei bambini disabili psico-fisici.<br />

I ragazzi, infatti, oltre ad essere<br />

ammalati rientrano in una categoria<br />

particolarmente complessa perché la loro<br />

giovane età impone, oltre all’attenzione<br />

medica, quella di carattere educativo<br />

ed assistenziale».<br />

Ma come affermato dal Presidente<br />

Domenico Di Vittorio, se il Natale costituisce<br />

il momento per dedicarsi al compimento<br />

di gesti di solidarietà, non si<br />

deve mai dimenticare che esso può divenire<br />

l’occasione per capire quanto sia<br />

importante estendere a tutti i giorni dell’anno<br />

l’impegno nei confronti dei bisognosi.<br />

La malattia, spesso parentesi episodica<br />

della vita dell’uomo, è la costante<br />

dell’esistenza dei ragazzi ricoverati nell’Istituto<br />

«Leonarda Vaccari». E mostrare<br />

attenzione nei loro confronti è un<br />

modo per dare risposta al precetto evangelico<br />

«Ama il prossimo tuo come te<br />

stesso». «Il nostro vuole essere un tentativo<br />

per richiamare tutti alla solidarietà<br />

fra gli individui, indipendentemente dalle<br />

ideologie e dalla fede — ha commentato<br />

Di Vittorio —. Senza di essa, infat-<br />

SANITÀ Gli indirizzi del piano sanitario regionale<br />

Rimborsi per le cure oncologiche<br />

nelle strutture private<br />

Rimborso dei farmaci antiblastici per i<br />

malati oncologici che decidono di curarsi<br />

nelle strutture private; sostegno economico<br />

a tutti i cittadini del Lazio affetti<br />

da tumore che vogliono seguire la terapia<br />

Di Bella: sono due delle novità contenute<br />

nel pacchetto delle 36 delibere<br />

sulla sanità approvato dalla Giunta regionale,<br />

che ha anche adottato il piano<br />

sanitario che fissa gli indirizzi per la<br />

programmazione sanitaria nel triennio<br />

2002-2004.<br />

«Il 2002 — ha detto il presidente della<br />

Regione Francesco Storace — è l’anno<br />

della svolta nella sanità. Svolta che si<br />

muove nel segno della programmazione<br />

delle attività. Tra gli obiettivi che la Regione<br />

Lazio si pone ci sono: ridurre le liste<br />

d’attesa, potenziare la radioterapia,<br />

trasformare gli ospedali in centri per pazienti<br />

“acuti”, ripensare i pronto soccorso,<br />

triplicare la prevenzione, soprattutto<br />

nel settore oncologico, istituire un centro<br />

unico di prenotazione regionale e incrementare<br />

l’assistenza domiciliare».<br />

Nel corso di una conferenza stampa<br />

Storace ha precisato che il piano sanitario<br />

regionale è stato solo «adottato» e<br />

non «approvato» dalla Giunta, perché<br />

sarà prima sottoposto ad un’ampia consultazione.<br />

Quindi il piano andrà in<br />

commissione «non per legge ma per<br />

scelta — ha detto — ed è una sfida che<br />

facciamo con noi stessi».<br />

Il presidente della Regione ha sottolineato<br />

che è la prima volta che nel Lazio<br />

viene adottato «un piano oncologico regionale.<br />

Ogni anno nel Lazio 20.000 persone<br />

vengono colpite da tumore, di que-<br />

Droga: arrestato un Carabiniere a Latina<br />

C’è anche un appuntato dei Carabinieri tra le cinque persone arrestate domenica<br />

dai militari dell'Arma del comando provinciale di Latina nell’ambito<br />

dell’operazione antidroga denominata «Domitia». L’indagine, partita lo scorso<br />

febbraio, ha consentito di risalire a un’organizzazione dedita allo spaccio<br />

di cocaina in tutto il Sud della provincia di Latina. La base era a Fondi,<br />

dove sono stati arrestati Sotero Rosati, di 42 anni, Marco Terelle, di 38 anni<br />

e Andrea Capodiferro, di 41. La droga arrivava prevalentemente dal Casertano<br />

e veniva spacciata nei pressi di cimiteri o parcheggi di locali pubblici<br />

per evitare i controlli. Nel corso delle intercettazioni telefoniche e ambientali<br />

è stato appurato uno spaccio molto consistente che ha coinvolto anche<br />

un uomo di Fondi, incensurato, e l’appuntato dei Carabinieri, che prestava<br />

servizio a Formia ma senza compiti di polizia giudiziaria. Dei due non sono<br />

state rese note le generalità.<br />

Bimbi intossicati a mensa: disposta un'ispezione<br />

Un'ispezione dei sanitari della Asl è stata disposta dal Comune nella mensa<br />

della scuola elementare «Franco Cesana», a Trastevere, dove sabato un<br />

gruppo di bambini è rimasto intossicato dopo l’ultimo pranzo prima delle<br />

vacanze di Natale. Quindici di loro hanno fatto ricorso alle cure dei medici<br />

dell’ospedale Bambino Gesù. Il provvedimento è stato disposto dall’assessore<br />

comunale alle Politiche educative e scolastiche, Maria Coscia, e dal<br />

presidente del XVI Municipio, Fabio Bellini. «L’amministrazione comunale<br />

adotterà tutte le iniziative necessarie all’accertamento delle responsabilità<br />

per quanto è accaduto — hanno detto Coscia e Bellini in un comunicato —.<br />

Se emergeranno responsabilità della società che gestisce il servizio di refezione,<br />

saranno immediatamente avviate le procedure previste dal capitolato,<br />

che vanno dalla sanzione all’annullamento del contratto in caso di grave<br />

inadempienza».<br />

Incidenti stradali: un morto vicino a Cisterna<br />

Un anziano è morto in seguito ad un incidente stradale avvenuto domenica<br />

sulla strada statale Appia, vicino a Cisterna. Ubaldo Antonino, di 70 anni,<br />

era alla guida di un furgone frigorifero. La Polizia stradale sta ancora verificando<br />

la dinamica dell’incidente ma, a quanto sembra, l’uomo avrebbe<br />

perso il controllo dell’automezzo, che è sbandato ed è finito contro un albero<br />

sulla parte opposta della carreggiata.<br />

27 DICEMBRE 2001<br />

S. Giovanni, Apostolo ed<br />

Evangelista - Festa (bianco)<br />

- Messa propria, Gloria<br />

- Lezionario: 1 Gv 1, 1-<br />

4 - Salmo 96; Gv 20, 1-8 -<br />

Liturgia delle Ore: Ufficio<br />

della Festa<br />

ste 13.000 muoiono». Sulla base di questi<br />

dati, la Giunta ha deciso di triplicare<br />

la prevenzione. Tutti i cittadini del Lazio,<br />

inoltre, potranno curarsi con la cura<br />

Di Bella ottenendo un rimborso,<br />

mentre i malati che vivono a Latina e<br />

Rieti potranno continuare la terapia del<br />

medico modenese negli ospedali delle<br />

due città, che funzioneranno anche come<br />

osservatori sperimentali.<br />

L’assessore regionale alla Sanità, Vincenzo<br />

Saraceni, ha ricordato che nel Lazio<br />

i posti-letto sono 24.000, 3.000 in più<br />

rispetto a quanto stabilisce la legislazione<br />

nazionale; 1.500 posti-letto saranno<br />

destinati agli anziani lungodegenti, mentre<br />

gli altri 1.500 saranno chiusi nel corso<br />

del triennio. Tra i punti fondamentali<br />

del piano, la riduzione della spesa farmaceutica,<br />

che incide per il 17,5%, pari<br />

a 800 miliardi, che dovrà essere ridotta<br />

al 13%. «Questa riduzione si otterrà con<br />

la distribuzione diretta dei farmaci — ha<br />

spiegato l’assessore — visto che quelli<br />

ospedalieri costano il 50% in meno». Il<br />

progetto prevede che un paziente dimesso<br />

dall’ospedale possa ottenere la cura<br />

per i primi sette giorni direttamente dallo<br />

stesso nosocomio.<br />

Il piano sulla sanità non ha mancato<br />

di sollevare polemiche. Per l'opposizione,<br />

infatti, «i provvedimenti assunti preparano<br />

l’introduzione dei ticket sul<br />

pronto soccorso, mentre si decide di<br />

spendere per una cura, quella Di Bella<br />

che non è considerata valida». Ma per<br />

Storace: «Il futuro cambio del sistema di<br />

remunerazione delle prestazioni di Pronto<br />

soccorso non ha nulla a che vedere<br />

coi ticket».<br />

Rapina<br />

a un tabaccaio:<br />

presi due fratelli<br />

Rapinano il registratore di cassa da<br />

una tabaccheria, vengono intercettati<br />

dalla polizia, ma non si fermano all’alt,<br />

e finiscono la loro fuga contro un’auto<br />

parcheggiata davanti ad un centro commerciale.<br />

Protagonisti due fratelli residenti<br />

a Latina, Massimo e Angelo Cangiuaniello,<br />

di 30 e 20 anni.<br />

I due, col volto coperto e una pistola<br />

giocattolo, erano entrati poco dopo le<br />

19 in una tabaccheria in viale Kennedy,<br />

nel capoluogo pontino, dove si erano<br />

fatti consegnare il registratore di cassa<br />

contenente un milione e 700 mila lire.<br />

Fuggiti a bordo di un'auto, i banditi si<br />

sono imbattuti in alcune «volanti», ma<br />

non si sono fermati, anzi hanno gettato<br />

il registratore di cassa dal finestrino. La<br />

loro corsa è finita in via Picasso, nei<br />

pressi di un centro commerciale affollato<br />

da centinaia di persone, urtando<br />

un’auto in sosta. I rapinatori hanno tentato<br />

una fuga a piedi, ma sono stati raggiunti<br />

e arrestati.<br />

Negli ultimi giorni, a Latina, è cresciuto<br />

l’allarme rapine dopo una serie di<br />

episodi ai danni di esercizi commerciali,<br />

distributori di benzina e persone che<br />

avevano appena prelevato ingenti somme<br />

di denaro in banca.<br />

Sincerità<br />

La voglia di far parlare di noi e di<br />

far vedere i nostri difetti dal lato da<br />

cui vogliamo mostrarli costituisce<br />

gran parte della nostra sincerità.<br />

(François de La Rochefoucauld)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

ti, non c’è alcuna possibilità di pacificazione<br />

e di convivenza civile».<br />

Fra i tanti obiettivi che l’Associazione<br />

Medici Cattolici Italiani si propone di<br />

perseguire vi è quello dell’umanizzazione<br />

degli ospedali e dei luoghi di ricovero<br />

e cura. «Nei miei 36 anni di attività medica<br />

ho avuto modo di constatare che<br />

nel momento della malattia il paziente<br />

non cerca solamente la terapia, ma soprattutto<br />

il contatto vivo — ha proseguito<br />

il Presidente —. Non di rado, infatti,<br />

un gesto di solidarietà riesce a fare molto<br />

di più di un farmaco. Pertanto, è l’aspetto<br />

umano quel che dobbiamo valorizzare».<br />

«Per fortuna le strutture ospedaliere<br />

italiane si avvalgono di una gemma<br />

preziosa, quella del volontariato. E<br />

noi intendiamo valorizzare tale ricchezza».<br />

Scuola, laboratorio di ceramica, sala<br />

giochi, biblioteca, teatro: sono solamente<br />

alcune delle tante attività cui si dedica<br />

il centro per garantire, oltre all’assistenza<br />

di carattere sanitario, l’educazione<br />

dei ragazzi accolti. «Il nostro obiettivo<br />

è quello di fare un discorso globale<br />

che ci consenta di partire dall’ambito<br />

medico per poi coniugarvi l’aspetto scolastico<br />

e quello dell’inserimento lavorativo<br />

— ha spiegato la Presidente dell’Istituto,<br />

la prof.ssa Saveria Dandini —. È<br />

un lavoro che viene realizzato già dal<br />

1936, ma ora le nuove normative aiutano<br />

a procedere nella realizzazione di<br />

una modalità di intervento che si pone<br />

in linea con quella proposta a suo tempo<br />

da Leonarda Vaccari».<br />

La dedizione che da sempre l’istituto<br />

offre ai minorati psico-fisici attualmente<br />

si amplia con l’impegno verso nuove sfide.<br />

Il centro, infatti, intende presentare<br />

un progetto con cui offrire corsi di aggiornamento<br />

per gli insegnanti di sostegno<br />

delle scuole pubbliche e chiedere<br />

l’aumento del numero degli educatori<br />

impegnati in questo delicato settore.<br />

«Inoltre — ha proseguito la prof.ssa<br />

Dandini —, vorremmo creare un laboratorio<br />

di libero accesso per medici, terapisti<br />

e psicologi affinché possano prendere<br />

coscienza del progetto globale del<br />

singolo, definire gli obiettivi, portarli<br />

avanti ed entrare in contatto con l’insegnante<br />

che si occuperà del bambino».<br />

SIMONA RUBEIS<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

MERCOLEDÌ 26 DICEMBRE<br />

00.10: Studio A<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti<br />

cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

16.30: Tra le orchestre di<br />

Roberta Campanelli<br />

17: Liturgia delle Ore: celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco:<br />

Rom am Stephanstag<br />

20.40: Recita del Santo Rosario<br />

in latino<br />

21.30: Programma francese:<br />

L'Eglise en Asie<br />

21.50: Programma inglese<br />

22.10: Programma spagnolo<br />

GIOVEDÌ 27 DICEMBRE<br />

00.10: Studio A<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti<br />

cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

16.30: I suoni nel cassetto di<br />

Marco Guadagnini<br />

17: Liturgia delle Ore, celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco:<br />

Kreuz des Südens - Leben in<br />

jungen Kirchen<br />

20.40: Recita del Santo Rosario<br />

in latino<br />

21.30: Programma francese:<br />

Taizé: pèlwerinage de confiance<br />

à Budapest<br />

21.50: Programma inglese<br />

22.10: Programma spagnolo


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

12 .<br />

in primo piano<br />

ANTITERRORISMO Aumenta la vigilanza alle frontiere<br />

Controlli più stretti<br />

in tutti gli aeroporti<br />

ROMA, 24.<br />

L’attentato sventato sull’aereo dell’American<br />

Airlines ha rilanciato anche in<br />

Italia il problema sicurezza negli aeroporti.<br />

Negli scali presi d’assalto in questi<br />

giorni sono già in vigore i dispositivi di<br />

sicurezza attuati dopo l’11 settembre.<br />

Ma la scoperta del potenziale «kamikaze»<br />

sul volo Parigi-Miami ha rinnovato<br />

l’allarme terrorismo.<br />

Per questo una nota informativa è stata<br />

inviata a tutte le questure e alle forze<br />

dell’ordine dei presidi territoriali e di<br />

frontiera per richiamare l’attenzione sulla<br />

necessità «di una verifica costante dell’attività<br />

investigativa». Parallelamente,<br />

s'indaga su possibili notizie, tracce o<br />

passaggi in Italia del kamikaze neutralizzato<br />

sul volo dell’American Airlines.<br />

L’obbiettivo — dicono i responsabili della<br />

prevenzione — è di tenere alta la<br />

guardia. I dispositivi di controllo ci sono:<br />

è importante che funzionino in qualsiasi<br />

momento. Tutti — si sottolinea —<br />

dunque attenersi alle regole stabilite per<br />

innalzare la sicurezza negli aeroporti,<br />

nonostante il grande traffico di passeggeri<br />

e bagagli.<br />

L’intensificazione dei controlli ha fatto<br />

sentire subito i suoi effetti, con inevitabili<br />

code agli imbarchi e qualche malumore<br />

tra i passeggeri, soprattutto per<br />

quanto riguarda i voli diretti a destinazioni<br />

considerate «a rischio». Le misure<br />

di sicurezza prevedono accurate ispezioni<br />

dei bagagli con l’ausilio di metal detector<br />

ma anche delle stive e delle cabine<br />

degli aerei. I controlli avvengono al-<br />

Trasportavano<br />

eroina<br />

nella confezione<br />

del panettone<br />

BARI, 24.<br />

Potrebbero essere componenti di<br />

un’organizzazione malavitosa che smercia<br />

ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti<br />

tra Roma e Napoli, le due persone<br />

arrestate nella tarda serata di ieri a<br />

Bari, dopo un movimentato inseguimento,<br />

che avevano sei chili di eroina nascosti<br />

in un involucro per panettone.<br />

I due arrestati sono un albanese ed<br />

una donna ucraina: Arben Haka, di 26<br />

anni, aveva un permesso di soggiorno,<br />

risultato falso ed ha dichiarato agli investigatori<br />

di risiedere a Roma; Iryna Tefurak,<br />

di 24 anni, aveva una carta d’identità<br />

falsificata da cui risultava cittadina<br />

italiana.<br />

Il documento faceva parte di un blocco<br />

in bianco rubato qualche tempo fa in<br />

un ufficio anagrafe della provincia di<br />

Napoli.<br />

La donna ha dichiarato di risiedere in<br />

un autogrill di Boiano (Campobasso).<br />

Quando sono stati intercettati da una<br />

pattuglia della sezione volanti i due arrestati,<br />

nel tentativo di fuggire, hanno speronato<br />

la vettura degli agenti ed hanno<br />

lanciato dal finestrino dell’auto in corsa<br />

il contenitore in cartone in cui c’era<br />

l’eroina confezionata in buste simili a<br />

quelle utilizzate per contenere lo zucchero<br />

a velo.<br />

I due spacciatori erano a bordo di<br />

una «Mercedes» che non risulta rubata<br />

ed è intestata ad una società.<br />

Proseguono le indagini per accertare<br />

i complici dei duearrestati e chiarire<br />

la provenienza e la destinazione dell’eroina.<br />

l’ingresso degli aeroporti e delle zone<br />

dedicate ai passeggeri e all’imbarco. Le<br />

zone di sorveglianza centrale devono essere<br />

attrezzate anche con rilevatori di<br />

esplosivi; ogni bagaglio a mano deve essere<br />

controllato, ogni oggetto elettronico<br />

passato ai raggi X è successivamente<br />

controllato manualmente, con particolare<br />

attenzione per bagagli che potrebbero<br />

avere un doppio fondo o far insorgere<br />

un qualsiasi sospetto. In caso di dubbio,<br />

si ferma il passeggero.<br />

Le forze dell’ordine sono presenti sia<br />

negli scali che fuori dalle aerostazioni,<br />

che vengono pattugliate anche con l’ausilio<br />

delle unità cinofile. A supportare le<br />

attività di controllo ci sono anche i militari,<br />

parte di quei quattromila uomini<br />

destinati dal Governo a presidiare obiettivi<br />

fissi: basi militari e caserme, ma anche<br />

monumenti, porti e stazioni.<br />

Intanto il sottosegretario all’Interno,<br />

Mantovano, afferma che «se non ci sono<br />

ragioni specifiche di ulteriori allarmi terrorismo<br />

in Italia, la preoccupazione resta<br />

e ci fa tenere alta la guardia». Le misure<br />

di sicurezza messe in atto in Italia<br />

dall'11 settembre secondo l'esponente di<br />

Governo «funzionano e hanno dato buoni<br />

risultati. La preoccupazione per possibili<br />

attentati resta perché altrimenti saremmo<br />

degli incoscienti». Tuttavia Mantovano<br />

non vuole parlare di allarme<br />

«perché su questa strada si scivola facilmente<br />

nell’allarmismo e la paura è proprio<br />

quello cui mirano i terroristi». si<br />

deve parlare invece di «livello massimo<br />

di attenzione» e di ricerca continua di<br />

elementi di informazione.<br />

Tre vittime<br />

di vari incidenti<br />

in montagna: fra loro<br />

un giovane sciatore<br />

ROMA, 24.<br />

Due persone sono morte in due diversi<br />

incidenti in montagna in Piemonte.<br />

Il primo è accaduto sul Vallone di<br />

Forzo, nell’Alto Canavese. Due alpinisti<br />

stavano affrontando la «Cascata grande»,<br />

quando il primo della cordata è<br />

precipitato, tirandosi dietro anche il secondo.<br />

A perdere la vita è stato il primo,<br />

Michele Fardo, 42 anni, esperta<br />

guida alpina di Cossato (Biella). L’altro<br />

scalatore, Filippo Bau, 35 anni, di Biella,<br />

ha riportato solo un lieve trauma.<br />

Il secondo incidente ha avuto luogo in<br />

Val d’Ossola, in località Valgrande, a<br />

una quota di circa mille metri. La vittima<br />

è Roberto Guzzo, aveva trent’anni e<br />

risiedeva a Busto Arsizio (Varese). Sarebbe<br />

scivolato dal sentiero ed è caduto<br />

in un canalone. Con lui c’era un cane<br />

che ha cominciato ad abbaiare, attirando<br />

l’attenzione di altri escursionisti. Ma<br />

quando è intervenuto l’elicottero del<br />

soccorso alpino l’uomo era ancora vivo:<br />

la morte è sopraggiunta durante il trasporto<br />

all’ospedale di Verbania.<br />

È morto stamani all’ospedale di Bolzano<br />

Paolo Lorenz, il giovane atleta dello<br />

Ski Team Fassa, schiantatosi l’altro<br />

ieri contro un albero mentre si stava allenando<br />

sulla pista Martinella di Folgaria,<br />

in Trentino.<br />

Lorenz, 17 anni, era una giovane promessa<br />

dello sci della Val di Fassa. Dopo<br />

aver ottenuto ottimi risultati agonistici<br />

tra gli aspiranti, era all’inizio della sua<br />

prima stagione nella categoria giovani.<br />

In attesa di disputare la prima gara, si<br />

stava riscaldando con una discesa di allenamento,<br />

quando è uscito di pista, finendo<br />

contro un albero.<br />

Paura nell'Aretino per una scossa sismica<br />

AREZZO — Una scossa sismica del quarto grado della scala Mercalli è stata<br />

avvertita distintamente, nella notte tra sabato e domenica, soprattutto<br />

nelle località più vicine all'epicentro, localizzato tra Sansepolcro e Badia<br />

Tebalda (Arezzo) e anche in un tratto della confinante provincia di Pesaro-<br />

Urbino, nel territorio del Comune di Borgo Pace. In queste zone gli abitanti<br />

hanno vissuto momenti di comprensibile paura. I controlli effettuati nelle località<br />

colpite dal sisma non hanno comunque accertato danni né alle persone<br />

né alle cose<br />

Mucca pazza: un caso nel Ragusano<br />

RAGUSA — Le analisi eseguite dall'Istituto zooprofilattico sperimentale di<br />

Torino (Centro di referenza nazionale per la Bse) hanno confermato — ha<br />

riferito lunedì mattina l'Ansa — la positività dei test per la Bse eseguiti su<br />

un bovino di cinque anni proveniente da un allevamento della provincia di<br />

Ragusa. In particolare il bovino è risultato non negativo ai test rapidi anti<br />

prione. Salgono così a 46 i casi di encefalopatia spongiforme rilevati in Italia<br />

a fronte di oltre 441.000 analisi effettuate per verificare la presenza del<br />

morbo della cosiddetta mucca pazza, come ha reso noto il ministero della<br />

Salute.<br />

Vigile urbano ferito da teppisti sul metró<br />

MILANO — Un vigile urbano in borghese è stato aggredito e ferito nella tarda<br />

serata di domenica su una vettura della metropolitana, a Milano, mentre<br />

cercava di calmare quattro immigrati che importunavano i passeggeri. Il vigile,<br />

F. T. di 45 anni, è stato colpito con un'arma da taglio in varie parti del<br />

corpo, non si sa se con un coltello o con una forbice. All'ospedale Fatebenefratelli,<br />

dove è stato condotto e medicato, il vigile è stato giudicato guaribile<br />

in dodici giorni. L'aggressione — riferisce l'Ansa — è avvenuta all'altezza<br />

della fermata della metropolitana di Loreto. Il vigile è intervenuto nel<br />

tentativo di indurre ad un comportamento più civile — riferisce l'Ansa —<br />

quattro immigrati nordafricani da alcuni minuti stavano importunando i passeggeri<br />

di una vettura della linea 2. Ma i malintenzionati, forse ubriachi,<br />

non hanno desistito dal loro comportamento incivile e hanno anzi aggredito<br />

il vigile urbano.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 24-25 Dicembre 2001<br />

TERRORISMO: «MASSIMA ATTENZIONE» Il fallito<br />

attentato del kamikaze ha rilanciato anche in Italia il<br />

problema sicurezza, soprattutto negli aeroporti e alle<br />

frontiere. Il Viminale ha richiamato questure e<br />

prefetture ad una «verifica costante dell’attività investigativa»,<br />

precisando che non si tratta di allarme<br />

ma di «livello massimo di attenzione».<br />

MARESCIALLO OMICIDA PER DEBITI DI GIOCO Il<br />

maresciallo dei Carabinieri arrestato nei giorni scor-<br />

Immigrati<br />

bloccati<br />

in Campania<br />

e in Sicilia ROMA, 24.<br />

Ancora drammatici «viaggi della<br />

speranza» di sventurati immigrati<br />

costretti a viaggiare in condizioni<br />

disumane da chi sfrutta le loro<br />

condizioni di bisogno. Ieri pomeriggio,<br />

sull'A16 Napoli-Canosa, a<br />

bordo di due camion provenienti<br />

dall'ex Repubblica Jugoslava di<br />

Macedonia, sono stati scoperti 34<br />

clandestini curdi, tra cui quattro<br />

minorenni.<br />

La drammatica scoperta è stata<br />

fatta in un'area di servizio, nei<br />

pressi del casello di Lacedonia<br />

(Avellino), da agenti della Polizia<br />

stradale avvertiti da alcuni automobilisti<br />

i quali avevano udito lamenti<br />

provenire dall'interno dei<br />

due camion. Gli agenti hanno<br />

ispezionato i due automezzi e<br />

hanno scoperto gli sventurati ammassati<br />

tra sacchi di carbone, al<br />

buio, ridotti in grave stato per le<br />

condizioni disumane del viaggio.<br />

I due autisti dei camion, di nazionalità<br />

greca, sono stati denunciati.<br />

Stamane inoltre 48 immigrati<br />

clandestini, in maggioranza provenienti<br />

dall'India e dallo Sri Lanka,<br />

sono stati bloccati dalla Guardia<br />

di Finanza sul litorale siracusano<br />

nei pressi di Pachino. Molti apparivano<br />

in precarie condizioni di<br />

salute e sono stati pertanto sottoposti<br />

ad accertamenti sanitari all'ospedale<br />

di Noto.<br />

si con l'inquietante accusa di avere assassinato due<br />

persone alle quali doveva restituire denaro per debiti<br />

di gioco, potrebbe essere coinvolto addirittura in<br />

altri omicidi di prestasoldi.<br />

PERICOLO «BOTTI»: SEQUESTRI S'intensificano,<br />

con l'approssimarsi del 31 dicembre, le operazioni<br />

di contrasto al pericoloso commercio di «botti» fuori<br />

legge. In Calabria è stata sequestrata una fabbrica<br />

artigianale con quintali di materiale esplodente — il<br />

Gli sviluppi di una vicenda inquietante<br />

Indagato anche per altri delitti<br />

il maresciallo dei Carabinieri<br />

arrestato per duplice omicidio<br />

AOSTA, 24.<br />

La procura di Catania trasmetterà ai<br />

colleghi di Aosta, dopo le feste natalizie,<br />

gli atti relativi alla clamorosa inchiesta<br />

sul maresciallo dei Carabinieri Antonio<br />

Costanzo, arrestato nei giorni scorsi con<br />

la gravissima accusa di avere ucciso due<br />

persone alle quali doveva restituire denaro<br />

per debiti di gioco. Il sottufficiale<br />

infatti, secondo quanto riportato da diversi<br />

organi d'informazione, potrebbe<br />

essere coinvolto in altri omicidi.<br />

Due di essi sono avvenuti in Valle<br />

d’Aosta, vittime i prestasoldi Franco<br />

Formica di 62 anni (morto il 10 dicembre<br />

1998) e Michele Mariano, di 59 anni,<br />

trovato senza vita il 6 febbraio 1999.<br />

Qurantaseienne, attualmente in servizio<br />

al nucleo traduzioni ma già comandante<br />

delle stazioni di Taormina e Misterbianco,<br />

in provincia di Catania, per<br />

il suo terribile vizio del gioco il maresciallo<br />

sembra avesse coinvolto amici e<br />

conoscenti, senza risparmiare i familiari.<br />

Suo cognato, morto suicida nell'autunno<br />

scorso, pare gli avesse garantito il prestito<br />

di forti somme di denaro.<br />

Il maresciallo, che avrebbe frequentato<br />

anche i casinò di Sanremo, Venezia e<br />

Campione oltre che a case da gioco all’estero,<br />

era già stato sentito — a Catania<br />

nel ’98 come persona informata dei<br />

fatti — dai Carabinieri di Aosta che si<br />

erano recati in Sicilia per avere da lui<br />

informazioni su Franco Formica. Nel<br />

corso delle indagini sulla morte di quest’ultimo,<br />

i carabinieri avevano infatti<br />

scoperto che l’ultima telefonata arrivata<br />

sul suo cellulare, a un’ora dalla morte,<br />

BOTTI Venti quintali trovati in un deposito a Lucca<br />

Sequestrata a Rossano<br />

una fabbrica clandestina<br />

COSENZA, 24.<br />

S'intensificano con l'approssimarsi del<br />

31 dicembre le operazioni di contrasto,<br />

da parte delle forze dell'ordine, alla pericolosa<br />

consuetudine dei «botti» di fine<br />

anno. Ieri i Carabinieri hanno sequestrato<br />

a Rossano, nel Cosentino, una fabbrica<br />

artigianale che conteneva 2.500 candelotti<br />

in fase di lavorazione e alcuni<br />

quintali di materiale esplodente di genere<br />

proibito.<br />

I militari hanno anche requisito l’attrezzatura<br />

utilizzata per il confezionamento<br />

dei «botti». Il titolare della fabbrica<br />

clandestina, M.M., 54 anni, di<br />

Rossano, è stato denunciato in stato di<br />

libertà.<br />

In Toscana venti quintali di fuochi<br />

d’artificio illegalmente detenuti in un deposito<br />

clandestino sono stati sequestrati<br />

dal nucleo di Polizia tributaria della<br />

Guardia di Finanza di Lucca. Due le<br />

persone, residenti in città, denunciate.<br />

Dopo una serie di appostamenti, di notte,<br />

gli agenti hanno aspettato che un'automobile<br />

completasse un carico di scatoloni<br />

da un capannone in un quartiere<br />

periferico. Poi l’hanno seguita e fermata<br />

scoprendo che si trattava di fuochi artificiali<br />

del tipo di quarta e quinta categoria<br />

che possono essere venduti, data la<br />

pericolosità, solo a chi è munito del patentino<br />

per artifici pirici.<br />

Dal carico della vettura i finanzieri sono<br />

poi passati ad ispezionare il capannone<br />

dove i fuochi erano stati prelevati<br />

rinvenendo complessivamente circa<br />

29.000 «botti», tutti di provenienza campana.<br />

Omicidio a Milano:<br />

fermato<br />

un peruviano ROMA, 24.<br />

È in stato di fermo l'accoltellatore di<br />

José Santoro Zapata, un ragazzo di origine<br />

peruviana morto la scorsa notte nel<br />

corso di una rissa avvenuta in una discoteca<br />

del centro di Milano. Il giovane<br />

di 18 anni, peruviano, è stato fermato<br />

poco dopo l’aggressione mentre si allontanava<br />

con un cugino di 20 anni, anch’egli<br />

peruviano, a carico del quale invece<br />

non sono emersi elementi tali da<br />

giustificarne il fermo. C.C., vive e lavora<br />

a Cologno Monzese, e ha fatto delle parziali<br />

ammissioni, indicando dove aveva<br />

gettato il coltello: in una campana per la<br />

raccolta del vetro dove è stato ritrovato.<br />

È invece un albanese di 25 anni l’uomo<br />

che avrebbe ucciso Roberto Adami<br />

per un banale litigio in un bar di Verona:<br />

Edmon Cullaj. In Italia senza permesso<br />

di soggiorno, è ora ricercato dai<br />

carabinieri. L’immigrato, dopo aver ferito<br />

mortalmente all’addome il giovane<br />

veronese, non era tornato a dormire<br />

nella casa dove abitualmente abitava ma<br />

aveva chiesto ospitalità per la notte ad<br />

altri connazionali. In questa abitazione,<br />

nel comparto del ghiaccio del frigorifero,<br />

è stato poi trovato il coltello da cucina,<br />

dalla lama lunga 20 centimetri, usato<br />

per l’omicidio.<br />

Bruciabosconel Lecchese<br />

In manette un piromane<br />

in provincia di Imperia<br />

LECCO, 24.<br />

È inverno ma in Lombardia e<br />

in Liguria, a causa del clima secco,<br />

del forte vento e del «piromane»<br />

di turno, bruciano i boschi<br />

come se fosse estate. Un incendio<br />

di vaste proporzioni si è sviluppato<br />

ieri sera sulle pendici del Monte<br />

Barro, in un’ampia area boschiva<br />

e di terreno incolto fra gli<br />

abitati di Valmadrera, Malgrate e<br />

Galbiate, nel Lecchese. Il fronte<br />

del rogo si è esteso per centinaia<br />

di metri.<br />

Sono in corso indagini e accertamenti<br />

per stabilire l’esatta dimensione<br />

dell’incendio e la sua<br />

origine. Per far fronte all’emergenza<br />

sono state mobilitate decine<br />

di uomini fra pompieri, squadre<br />

della Forestale e volontari dei<br />

gruppi antincendio.<br />

Sempre ieri i Carabinieri di Imperia<br />

hanno fermato un uomo, di<br />

professione medico, mentre stava<br />

appiccando il fuoco in una zona<br />

boschiva sulle colline di Aurigo.<br />

L’arresto è avvenuto nell’ambito<br />

dei servizi di controllo attuati dopo<br />

i numerosi incendi di origine<br />

dolosa che nelle scorse settimane<br />

hanno distrutto oltre 600 ettari.<br />

Riaperta al culto<br />

la Cattedrale di Fabriano<br />

a 4 anni dal terremoto<br />

ANCONA, 24.<br />

Un gran numero di fedeli hanno partecipato<br />

ieri sera a Fabriano (Ancona),<br />

nonostante le avverse condizioni meteorologiche<br />

— sulla città cadeva una fitta<br />

nevicata — alla Santa Messa concelebrata<br />

in Cattedrale dal Cardinale Sergio Sebastiani,<br />

Presidente della Prefettura degli<br />

Affari Economici della Santa Sede, in<br />

occasione della riapertura al culto del<br />

sacro edificio danneggiato dal terremoto<br />

del settembre 1997.<br />

All'omelia il Cardinale Sebastiani ha<br />

anche ricordato con toccanti parole<br />

Mons. Luigi Scuppa, il Vescovo di Fabriano-Matelica<br />

deceduto un mese fa e<br />

che tanto avrebbe desiderato essere presente<br />

alla riapertura al culto della Cattedrale.<br />

«Come unico Cardinale di questa regione<br />

— ha rilevato il Porporato — non<br />

potevo mancare a questo appuntamento,<br />

che il vostro Vescovo desiderava<br />

molto e che oggi segue dal Cielo». Il<br />

Cardinale Sebastiani ha anche sottolineato<br />

il particolare fervore col quale il<br />

compianto Pastore della diocesi si era<br />

impegnato, dopo il tragico sisma, «per<br />

restituire agli abitanti della diocesi<br />

non solo le chiese ma, prima di tutto,<br />

le case».<br />

era partita dal telefono di Costanzo.<br />

Inoltre nelle tasche della vittima era stato<br />

trovato, tra i tanti, anche un assegno<br />

girato dal maresciallo.<br />

Formica era stato ucciso con due colpi<br />

di pistola al petto mentre si trovava<br />

nella sua abitazione di via Duca d’Aosta,<br />

a Saint Vincent. La vittima, stesa sul pavimento<br />

dietro la porta d’ingresso, venne<br />

trovato da un amico che lo cercava e<br />

che era entrato nell'abitazione insieme<br />

con l’amministratore dell’edificio. Formica<br />

era vestito e indossava un impermeabile,<br />

circostanza questa che fece ritenere<br />

che stesse uscendo o che fosse<br />

appena rientrato.<br />

Anche Michele Mariano era stato trovato<br />

senza vita nel suo appartamento di<br />

via Conti di Challand della cittadina termale<br />

valdostana.<br />

Gli inquirenti, coordinati dal pm di<br />

Aosta, Longarini, pensarono subito che<br />

entrambe le vittime conoscessero il loro<br />

assassino, visto che lo avevano fatto entrare<br />

nelle proprie abitazioni. Tutti e<br />

due erano stati colpiti da proiettili di calibro<br />

7,65.<br />

Secondo quanto si è appreso in ambienti<br />

giudiziari siciliani — lo riferisce<br />

l'Ansa — il fascicolo sull’omicidio di<br />

Formica era stato archiviato come «delitto<br />

compiuto da ignoti». Ma l’inchiesta<br />

è stata riaperta dopo la segnalazione<br />

della procura di Catania a quella di Aosta.<br />

Sarebbe stato il sostituto procuratore<br />

etneo, Francesco Testa, a contattare<br />

il collega di Aosta prima dell’arresto del<br />

maresciallo compiuto il 15 dicembre<br />

scorso dalla squadra mobile di Catania.<br />

titolare è stato denunciato — e in Toscana un intero<br />

deposito clandestino.<br />

FREDDO AL NORD, MIGLIORAMENTI AL SUD<br />

Non s'attenua il freddo sulla Penisola. Le temperature<br />

più basse si sono registrate nel Veneto (– 26 gradi).<br />

Torna la neve in Abruzzo mentre migliora la situazione<br />

in Calabria dopo i disagi dei giorni scorsi:<br />

ma un nuovo peggioramento è in agguato nelle<br />

prossime ore.<br />

Udine:<br />

terzo anniversario<br />

dell'assassinio<br />

di tre poliziotti<br />

UDINE, 24.<br />

Udine non ha dimenticato il vile<br />

attentato con il quale all'alba<br />

del 23 dicembre 1998, furono brutalmente<br />

assassinati, nella centrale<br />

via Ungheria, tre poliziotti — il vice<br />

sovrintendente Adriano Ruttar<br />

e gli assistenti di Polizia Giuseppe<br />

Guido Zanier e Paolo Cragnolino.<br />

Ieri mattina, nel terzo anniversario<br />

della strage, amici e colleghi<br />

delle tre vittime si riuniti in raccoglimento.<br />

Successivamente il questore<br />

di Udine, Francesco Celentano,<br />

ha deposto una corona d'allora<br />

sul luogo dove fu fatto esplodere<br />

il micidiale ordigno. Nel corso<br />

della giornata anche numerosi<br />

cittadini di Udine hanno voluto<br />

rinnovare il cordoglio della città<br />

per l'assassinio dei tra tutori dell'ordine.<br />

Per quel crimine il 7 novembre<br />

scorso sono state rinviate a giudizio<br />

cinque persone: Giuseppe<br />

Campese di Serra San Bruno (Vibo<br />

Valentia); Nicola Fasciolo di<br />

Bari; i cittadini albanesi Ilir Mihasi<br />

e Sadria Saimir; la cittadina<br />

ucraina Tatiana Andreicik, accusata<br />

di aver fatto da «palo» ai suoi<br />

presunti complici mentre deponevano<br />

l'ordigno davanti ad un negozio<br />

di telefonia.<br />

Il processo per la strage comincerà<br />

ad Udine il 18 marzo prossimo.<br />

MALTEMPO Migliora la situazione sull'«A3»<br />

Ancora freddo al Nord<br />

Neve su Romagna e Abruzzo<br />

ROMA, 24.<br />

Non cessa l'ondata di maltempo che<br />

da giorni attanaglia la Penisola in una<br />

morsa di neve e ghiaccio. In Veneto le<br />

temperature notturne sono in ulteriore<br />

discesa: il record spetta al Rifugio Marcesina,<br />

nel Vicentino, dove è stata registrata<br />

una minima di –26 gradi, ma il<br />

freddo si è fatto sentire anche a Passo<br />

Cimabanche (–24), a Pian Cansiglio<br />

(–23) e a Santo Stefano di Cadore (–20).<br />

Ad aver subito un brusco abbassamento<br />

sono state soprattutto le località a bassa<br />

quota: significativo il caso di Feltre (Belluno),<br />

a quota 270 metri, dove la colonnina<br />

di mercurio si è fermata a –18.<br />

Un forte vento di Bora, con raffiche<br />

che hanno sfiorato i 90 chilometri orari,<br />

ha investito la provincia di Trieste. Le<br />

temperature sono diminuite un po'<br />

ovunque. A Tarvisio (Udine) si sono toccati<br />

i –16 gradi, nel capoluogo i –6 e a<br />

Pordenone i –5.<br />

Neve sull’Appennino forlivese. Sulla<br />

«E45» si sono formate code di alcuni<br />

chilometri a Bagno di Romagna, nei<br />

pressi del passo di Verghereto. Nella zona<br />

c’è l’obbligo di catene a bordo.<br />

Torna a nevicare in Abruzzo dopo alcuni<br />

giorni di tregua, con disagi soprattutto<br />

per gli automobilisti in transito sulle<br />

due autostrade interne.<br />

La Polizia segnala l’obbligo delle catene<br />

montate nel tratto Carsoli-Colledara<br />

sulla «A24» e le consiglia tra Scafa e Torano<br />

e fra Pratola e Sulmona sulla<br />

«A25». Nebbia viene segnalata nel tratto<br />

autostradale Tornimparte-L’Aquila Ovest.<br />

Disagi inoltre sulla provinciale «479»<br />

Un'altra tragedia<br />

della solitudine: anziano<br />

muore in Sardegna<br />

NUORO, 24.<br />

Ancora una tragedia della solitudine<br />

e dell'abbandono di cui<br />

spesso (troppo spesso) sono vittime<br />

le persone anziane.<br />

Un pensionato di 77 anni, Giacomino<br />

Puddu, è morto tra le<br />

fiamme nell'abitazione dove viveva<br />

appunto da solo in un piccolo<br />

centro della Barbagia, Ussassai, in<br />

provincia di Nuoro.<br />

Il corpo dello sventurato è stato<br />

trovato nella tarda mattinata di ieri<br />

da uno dei figli della vittima, il<br />

quale si era recato a trovare il padre.<br />

Dai primi accertamenti effettuati<br />

dai Carabinieri, sembra comunque<br />

che il decesso di Giacomino<br />

Puddu risalga a qualche<br />

giorni fa.<br />

Quanto alle cause della tragica<br />

morte, secondo gli inquirenti è<br />

probabile che ad incendiare il letto<br />

dove il pensionato dormiva siano<br />

state alcune faville del caminetto<br />

che il pensionato aveva lasciato<br />

acceso per ripararsi dal<br />

freddo.<br />

fra Sulmona e Villetta Barrea: obbligatorie<br />

le catene.<br />

È invece sensibilmente migliorata la<br />

situazione del tempo in Calabria dopo il<br />

gran freddo e le piogge dei giorni scorsi<br />

(anche se un nuovo peggioramento è<br />

previsto per le prossime ore). Il traffico<br />

lungo l’«A3» si svolge regolarmente così<br />

come sulle principali strade statali. Molti<br />

gli appassionati di sci che oggi si sono<br />

diretti verso la Sila dove sono aperti<br />

quasi tutti gli impianti.<br />

Regolari infine anche i tempi di attesa<br />

a Villa San Giovanni per i veicoli che<br />

devono essere traghettati in Sicilia.<br />

Coniugi asfissiati<br />

dal monossido<br />

di carbonio<br />

VERBANIA, 24.<br />

Due giovani coniugi sono morti<br />

asfissiati, nella notte fra sabato e<br />

domenica, in un’abitazione di Premeno,<br />

nel Verbano, per le esalazioni<br />

di monossido di carbonio<br />

provenienti dalla caldaia del riscaldamento,<br />

forse difettosa.<br />

L’uomo, R.M., 32 anni, e la donna,<br />

S.Q., 26, entrambi milanesi, si<br />

erano sposati da poco. A trovarli<br />

sono stati i Carabinieri, sollecitati<br />

dai parenti che non riuscivano a<br />

mettersi in contatto con la coppia.<br />

I corpi erano in cucina: sulla tavola<br />

la cena consumata a metà.<br />

Sciagure stradali<br />

in Calabria<br />

e nelle Marche<br />

REGGIO CALABRIA, 24.<br />

Tre giovani sono morti in due incidenti<br />

stradali avvenuti uno in Calabria e<br />

l'altro nelle Marche.<br />

Sulla statale jonica in provincia di<br />

Reggio Calabria, Nicola Dattola e Arturo<br />

Suraci, entrambi di 24 anni, sono deceduti<br />

in seguito all'urto violento dell'auto<br />

su cui si trovavano contro un palo. Il<br />

grave incidente è stato causato probabilmente<br />

dall'alta velocità ed è avvenuto<br />

all'uscita da una galleria.<br />

A San Benedetto del Tronto (Ascoli<br />

Piceno) una giovane di 18 anni, Irena<br />

Vagnoni, è morta nell'auto finita in mare<br />

probabilmente per la rottura di un<br />

freno. Alla guida dell'auto c'era un amico<br />

della giovane, il quale è riuscito a salvarsi.<br />

Stamane a Palermo una bambina di 9<br />

anni è rimasta gravemente ferita (è in<br />

coma) nell'urto del ciclomotore, sul quale<br />

si trovava con un parente, con un'auto.<br />

La piccola, M.F., affetta da malfomarzioni<br />

congenite e sottoposta da tempo<br />

a dialisi, ha riportato gravi ferite alla<br />

testa ed è ricoverata all'Ospedale dei<br />

bambini del capoluogo siciliano dove i<br />

medici stanno cercando di strapparla alla<br />

morte.


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Anno CXLI - N. 296 (42.934) CITTÀ DEL VATICANO Giovedì-Venerdì 27-28 Dicembre 2001<br />

Il messaggio «Urbi et Orbi» di Giovanni Paolo II<br />

nella Solennità del Natale 2001<br />

In Lui possiamo riconoscere<br />

i tratti di ogni piccolo<br />

essere umano<br />

che viene alla luce,<br />

a qualunque razza<br />

e nazione appartenga:<br />

è il piccolo palestinese<br />

e il piccolo israeliano;<br />

è il bimbo statunitense<br />

ed è quello afghano;<br />

è il figlio dell’hutu<br />

e il figlio del tutsi...<br />

è il bimbo qualunque,<br />

che per Cristo è qualcuno<br />

La Messa della Notte Santa<br />

celebrata dal Papa<br />

nella Basilica Vaticana Pagina 5<br />

La meditazione<br />

all'Angelus della festa liturgica<br />

di santo Stefano<br />

Pagina 8 A PAGINA 6/7 IL TESTO DEL MESSAGGIO<br />

NOSTRE<br />

INFORMAZIONI<br />

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale<br />

dell’Arcidiocesi di Calabozo (Venezuela), presentata<br />

da Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Helímenas<br />

de Jesús Rojo Paredes, C.I.M., in conformità al<br />

canone 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico.<br />

. .<br />

Provvista di Chiesa<br />

Il Santo Padre ha nominato Arcivescovo di Calabozo<br />

(Venezuela) Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor<br />

Antonio José López Castillo, finora Vescovo di Barinas.


DAL MONDO<br />

PAGINA<br />

2 .<br />

in primo piano<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì-Venerdì 27-28 Dicembre 2001<br />

MEDIO ORIENTE Ancora scontri nei Territori tra<br />

militari israeliani ed estremisti palestinesi. Lunedì,<br />

tuttavia, c'è stato un incontro tra i responsabili della<br />

sicurezza israeliani e dell'Autorità Palestinese (Ap)<br />

per stabilizzare la tregua. Gli Usa hanno deplorato<br />

la decisione israeliana di impedire ad Arafat di recarsi<br />

a Betlemme per le solennità natalizie.<br />

INDIA-PAKISTAN Il Segretario generale dell'Onu<br />

Kofi Annan e il Governo di Washington hanno invita-<br />

MEDIO ORIENTE Riaperto il valico di Rafah al termine di un incontro tra i responsabili della sicurezza<br />

Nuove violenze tra israeliani e palestinesi<br />

mantengono alta la tensione nei Territori<br />

TEL AVIV, 27.<br />

Nuove violenze si sono registrate nei<br />

giorni scorsi nei Territori. Reparti militari<br />

di Tel Aviv hanno ingaggiato una lunga<br />

battaglia alla periferia della città cisgiordana<br />

di Jenin contro un commando<br />

palestinese che in precedenza, secondo<br />

fonti israeliane, aveva cercato di compiere<br />

un attentato presso la vicina colonia<br />

di Kadim. Nello scontro, al quale<br />

hanno preso parte mezzi blindati ed elicotteri<br />

da combattimento israeliani, è rimasto<br />

ucciso un palestinese di 53 anni.<br />

Secondo fonti locali, si tratta di un commerciante,<br />

colpito accidentalmente dal<br />

fuoco degli elicotteri. Gli israeliani sostengono<br />

che anche un secondo palestinese<br />

è rimasto ucciso, ma dalla controparte<br />

non ci sono conferme.<br />

Nella giornata di mercoledì, inoltre,<br />

un attacco a sorpresa è stato sferrato da<br />

due membri di un commando, la cui affiliazione<br />

politica resta ancora incerta,<br />

proveniente dalla Giordania. I due si<br />

erano appostati sulla sponda occidentale<br />

del fiume Giordano, circa venti chilometri<br />

a Sud del Lago di Tiberiade. Nascosti<br />

per almeno due giorni nella fitta vegetazione,<br />

i due militanti hanno sferrato un<br />

primo attacco all’alba, ferendo in modo<br />

grave un soldato israeliano. In un successivo<br />

scontro hanno ucciso un militare<br />

e ne hanno feriti altri tre prima di essere<br />

sopraffatti dal fuoco degli elicotteri.<br />

Secondo David Dadon, l’Ambasciatore<br />

di Israele ad Amman, i due potrebbero<br />

essere membri di un’organizzazione decisa<br />

non solo a colpire Israele, ma anche<br />

a destabilizzare la Giordania.<br />

AFGHANISTAN L'Esecutivo vara una Commissione per la lotta al narcotraffico<br />

La formazione di un esercito regolare<br />

priorità del Governo provvisorio<br />

Le forze Usa<br />

intensificano la caccia<br />

a Osama bin Laden<br />

KABUL, 27.<br />

Gli Stati Uniti hanno intensificato<br />

la caccia a Osama bin Laden.<br />

Praticamente senza esito, finora,<br />

le ricerche nel reticolo di cunicoli<br />

e cave sotterranee nella zona di<br />

Tora Bora, ma il Pentagono ha<br />

deciso imminenti nuovi bombardamenti<br />

a tappeto sulla regione<br />

che si trova alle falde dei Monti<br />

Bianchi. Il timore dell'amministrazione<br />

Usa è che bin Laden, dopo<br />

esser sfuggito ai bombardamenti,<br />

si sia eclissato su una delle tante<br />

navi della personale flotta che incrocia<br />

tra il Mare Arabico e l’Oceano<br />

Indiano. Ma, se prende piede<br />

l’ipotesi di una fuga in mare, i<br />

servizi Usa sono sempre dell’opinione<br />

che il terrorista si trovi ancora<br />

nella regione dei Monti Bianchi,<br />

tra Jalalabad e il confine pakistano.<br />

Bin Laden ha intanto fatto<br />

pervenire un altro video alla televisione<br />

del Qatar, Al Jazira. Nel<br />

nastro, bin Laden ha lancia nuove<br />

sinistre minacce contro gli Stati<br />

Uniti. «Non c’è niente di più della<br />

solita propaganda terroristica», ha<br />

detto a proposito del video il portavoce<br />

della Casa Bianca, Scott<br />

McClellan.<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

TIPOGRAFIA VATICANA<br />

EDITRICE<br />

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Pubblietica sta lavorando ad un progetto teso all'incremento della diffusione de<br />

L'Osservatore Romano in collaborazione con alcune primarie aziende italiane.<br />

Lo sforzo del quotidiano della Santa Sede per diffondere la parola del Papa, soprattutto in<br />

questo particolare momento storico, può infatti essere validamente sostenuto da quanti<br />

condividono i valori propugnati dalla Chiesa cattolica.<br />

Alcune aziende hanno scelto L'Osservatore Romano come mezzo privilegiato e qualificato<br />

per divulgare il loro messaggio pubblicitario. Saranno queste aziende —<br />

sottoscrittrici di numerosi abbonamenti — a diffondere all'interno del proprio<br />

mondo di riferimento (sedi, clienti, collaboratori), questo giornale, questi valori.<br />

Militari giordani pattugliano la frontiera con Israele<br />

Il Dipartimento di Stato Usa ha inoltre<br />

manifestato disappunto per la decisione<br />

israeliana di impedire al Presidente<br />

dell'Autorità Palestinese (Ap), Yasser<br />

Arafat, di recarsi a Betlemme per le solennità<br />

natalizie. Il portavoce Philip Reeker<br />

ha sottolineato ieri che Washington<br />

ha espresso al Governo israeliano la propria<br />

preoccupazione per la misura adottata.<br />

Tel Aviv ha comunque ribadito l'intenzione<br />

di tenere confinato Arafat a Ramallah<br />

fino a quando non saranno arre-<br />

KABUL, 27.<br />

È la costituzione di un esercito regolare<br />

la priorità del Governo provvisorio afghano,<br />

che ieri si è riunito per la seconda<br />

volta in 48 ore per esaminare gli<br />

obiettivi che si è prefisso: instaurare la<br />

sicurezza e ricostruire il Paese devastato<br />

da 23 anni di guerra. Il Capo della nuova<br />

amministrazione, Hamid Karzai, al<br />

quale è stato affidato un mandato di sei<br />

mesi, ha già dato l’incarico al Ministro<br />

della difesa, Mohammad Qassim Fahim,<br />

di avviare la costituzione delle forze armate,<br />

integrando le decine di migliaia di<br />

mujaheddin appartenenti alle diverse fazioni<br />

presenti in l’Afghanistan.<br />

Il primo atto di tale progetto, per il<br />

quale l’Iran ha già offerto il proprio aiuto,<br />

è stata la nomina, tre giorni fa, del<br />

generale di etnia uzbeka, Abdul Rashid<br />

Dostum, alla carica di vice Ministro della<br />

difesa. Con la riconquista della città<br />

settentrionale di Mazar-i-Sharif, Dostum<br />

aveva ottenuto la prima significativa vittoria<br />

dell’Alleanza del Nord contro i Taleban,<br />

ma in seguito aveva espresso riserve<br />

sulla composizione del Governo ad<br />

interim. La sua accettazione della nomina,<br />

a pochi giorni dall’arrivo in Afghanistan<br />

del grosso della forza internazionale<br />

di pace (Isaf), è vista come un segnale<br />

di sostegno alla nuova amministrazione.<br />

Nella sua riunione, il Governo Karzai,<br />

che si è insediato sabato scorso, ha fissato<br />

gli obiettivi per ciascuno dei 29 Ministri,<br />

appartenenti a sette diverse etnie.<br />

Gli esponenti della coalizione hanno assunto<br />

le loro funzioni tra lunedì e martedì.<br />

All’amministrazione provvisoria<br />

stati i responsabili dell’assassinio del Ministro<br />

del turismo Rechavam Ze'evy, ucciso<br />

da estremisti islamici il 17 ottobre<br />

scorso. Secondo il Premier israeliano,<br />

Ariel Sharon, «anche se è bloccato a Ramallah<br />

Arafat può benissimo dare ordini<br />

senza spostarsi». «Come ho detto al telefono<br />

al Presidente francese Jacques Chirac<br />

— ha aggiunto — non è pensabile<br />

lasciarlo uscire da Ramallah finché vi<br />

circoleranno liberamente assassini palestinesi».<br />

«Non voglio più avere nulla a<br />

mancano le attrezzature di base, come<br />

computer e scrivanie, e l’Onu ha contribuito<br />

fornendo materiale per un valore<br />

di 600.000 dollari Usa. Una della massime<br />

priorità del Governo, legata al problema<br />

della sicurezza, è la lotta contro il<br />

narcotraffico. Nel corso del Consiglio<br />

dei Ministri è stata decisa l’istituzione di<br />

un'apposita Commissione, secondo<br />

quanto ha dichiarato il Ministro degli<br />

esteri Abdullah Abdullah. Ieri in un'intervista<br />

rilasciata all'«Associated Press»,<br />

Karzai ha inoltre dichiarato che a suo<br />

parere il terrorismo in Afghanistan è stato<br />

«ampiamente sconfitto». «Ci sono ancora<br />

dei resti dell’organizzazione di Al<br />

Qaeda — ha aggiunto — ma in forma di<br />

singoli individui o di piccoli gruppi che<br />

saranno ricercati, arrestati e processati».<br />

«Per quanto riguarda Osama bin Laden<br />

— ha poi affermato — non so dove si<br />

trovi. Riceviamo ogni tanto segnalazioni<br />

di chi lo avrebbe visto qua o là, ma se<br />

otterremo un dettagliato rapporto sulla<br />

zona in cui si nasconde, senza dubbio lo<br />

cercheremo e lo arresteremo». Il nuovo<br />

Governo afghano ha ieri anche firmato<br />

il suo primo contratto di cooperazione<br />

per la ricostruzione, con la Russia e con<br />

due Organizzazioni non governative<br />

straniere, una britannica e una francese.<br />

Un altro segnale di fiducia nel Governo<br />

Karzai viene dai profughi, molti dei quali<br />

hanno ripreso la via di casa. Un portavoce<br />

dell’Alto commissariato dell’Onu<br />

per i rifugiati (Unhcr) a Peshawar ha<br />

detto che nella frontiera pakistana ha<br />

avuto luogo negli ultimi giorni «un flusso<br />

costante» di rifugiati diretti verso l'Afghanistan.<br />

to le autorità indiane e pakistane ad allentare la tensione<br />

politico-militare. I due Paesi continuano ad<br />

ammassare truppe alla frontiera, pur dicendosi entrambi<br />

disponibili al dialogo per risolvere la crisi.<br />

OSAMA BIN LADEN Prosegue nelle montagne<br />

dell'Afghanistan la caccia ad Osama bin Laden. Intanto,<br />

alla rete televisiva del Qatar «Al Jazira» è<br />

pervenuto un altro video del terrorista islamico che<br />

lancia sinistre minacce contro gli Usa.<br />

Argentina: avviati programmi<br />

per promuovere l'occupazione<br />

BUENOS AIRES, 27.<br />

Il neo eletto Presidente provvisorio<br />

dell'Argentina, il peronista Adolfo Rodríguez<br />

Saá, è al lavoro per raddrizzare la<br />

catastrofica situazione economico-sociale<br />

e per ridare fiducia al Paese.<br />

Com'è noto, la decisione di sospendere<br />

il rimborso del debito estero gli consente<br />

di destinare le somme iscritte nel<br />

bilancio per il servizio del debito a programmi<br />

di rilancio dell'economia e di<br />

assistenza sociale a beneficio delle fasce<br />

più deboli della popolazione.<br />

Nella giornata di ieri, il Capo dello<br />

Stato ha visitato, a Buenos Aires, la sede<br />

della «confederazione generale del lavoro»<br />

(Cgt), il principale sindacato argentino.<br />

Nell'occasione ha confermato<br />

la promessa di creare un milione di posti<br />

di lavoro nel giro di un mese, annunciando<br />

di avere già concluso accordi<br />

con le province per la creazione dei primi<br />

120 mila nuovi impieghi.<br />

Ai sindacalisti Rodríguez Saá ha inoltre<br />

assicurato che l'«argentino», la nuova<br />

moneta che si affiancherà presto al<br />

«peso» con libertà di fluttuazione rispetto<br />

al dollaro, sarà garantito dai beni immobili<br />

dello Stato. Il varo della nuova<br />

moneta dovrebbe essere ufficializzato il<br />

che fare con lui», ha continuato il Premier,<br />

precisando che è per tale ragione<br />

che ha incaricato il figlio Omri di «consegnargli<br />

personalmente la lista dei terroristi<br />

che auspichiamo di vedere finire<br />

in prigione».<br />

Le ultime ore hanno comunque fornito<br />

anche alcuni segnali di distensione.<br />

Ieri responsabili della sicurezza israeliani<br />

e palestinesi si sono incontrati al valico<br />

di Erez per fare il punto sulla campagna<br />

repressiva contro le organizzazioni fondamentaliste<br />

islamiche ordinata da Arafat<br />

al fine di stabilizzare il cessate-il-fuoco<br />

nei Territori. Il generale palestinese<br />

Abdel Razeq Majaida ha riferito al collega<br />

israeliano Doron Almog che i raid aerei<br />

contro le postazioni palestinesi a Gaza<br />

hanno molto danneggiato l’incisività<br />

delle operazioni lanciate contro i terroristi.<br />

Majaida ha ottenuto inoltre la riapertura<br />

del valico di Rafah e l'autorizzazione<br />

a riparare i danni causati all’aeroporto<br />

di Gaza dalle rappresaglie israeliane.<br />

Ieri, inoltre, il Presidente del Consiglio<br />

legislativo palestinese, Ahmed Qrei,<br />

e il Ministro dell’informazione dell'Ap,<br />

Yasser Abed Rabbo, si sono recati al<br />

Cairo e ad Amman per aggiornare i rispettivi<br />

dirigenti su un documento che<br />

stanno elaborando assieme al Capo della<br />

diplomazia israeliana, Shimon Peres. Secondo<br />

le anticipazioni della stampa,<br />

Israele si impegnerebbe a riconoscere<br />

entro due mesi lo Stato di Palestina su<br />

quasi la metà dei Territori occupati, per<br />

poi condurre nei 12 mesi successivi trattative<br />

sulle questioni rimaste aperte.<br />

BRASILE Tonnellate di fango franate su alcune favelas<br />

Catastrofica alluvione<br />

nella zona di Rio de Janeiro<br />

BRASILIA, 27.<br />

Potrebbero essere oltre<br />

duecento le vittime<br />

dell’alluvione che in questi<br />

giorni ha colpito la<br />

zona di Rio de Janeiro.<br />

Il bilancio ufficiale parla<br />

attualmente di cinquantacinque<br />

morti (tra i<br />

quali dieci bambini) sepolti<br />

sotto tonnellate di<br />

fango franate su varie<br />

«favelas» della periferia<br />

carioca. Ma il bilancio<br />

potrebbe essere ben più<br />

grave. Secondo fonti della<br />

polizia, infatti, centocinquanta<br />

persone vengono<br />

ancora considerate<br />

disperse. I senza tetto<br />

sono oltre duemilacinquecento.<br />

Almeno tremilacinquecento<br />

uomini della pro-<br />

tezione civile brasiliana<br />

sono in stato di massima allerta per la<br />

possibilità che nuove frane si stacchino<br />

dalle ripide colline sulle cui pendici sorgono<br />

le baraccopoli abusive. Interi quartieri<br />

di Rio de Janeiro, anche a causa<br />

dell’alta marea che ha inondato buona<br />

parte della zona Nord della metropoli,<br />

recano segni della catastrofica alluvione,<br />

con case crollate, strade coperte da fango,<br />

alberi divelti ed auto distrutte. Fortemente<br />

colpita dall’infuriare delle piogge<br />

è stata anche Petropolis, centro a sessanta<br />

chilometri dalla capitale carioca,<br />

dove si segnalano ventisei morti e dove<br />

3 gennaio. Tornando al doloroso problema<br />

del debito estero, l'istituto statale di<br />

statistica (Indec) ha reso noto ieri che<br />

l'esposizione finanziaria del Paese è ulteriormente<br />

aumentata nel terzo trimestre<br />

del 2001 raggiungendo il tetto di 147 miliardi<br />

di dollari, rispetto ai 132 del trimestre<br />

precedente.<br />

Oggi, intanto, è in programma una<br />

parziale ripresa delle operazioni bancarie,<br />

che erano state sospese la settimana<br />

scorsa mentre il Paese era teatro di violenti<br />

disordini che hanno provocato le<br />

dimissioni del Presidente Fernando de la<br />

Rúa, leader del partito radicale. Quest'ultimo<br />

ha negato ieri qualsiasi responsabilità<br />

nella repressione dei disordini<br />

che è costata 28 morti e centinaia di feriti.<br />

Ad ogni modo, de la Rúa si è messo<br />

a disposizione della magistratura che ha<br />

aperto un'indagine sulla vicenda.<br />

L'ex Ministro dell'economia Domingo<br />

Cavallo, corresponsabile del tracollo finanziario<br />

dell'Amministrazione de la<br />

Rúa, non potrà lasciare il Paese almeno<br />

fino all'1 febbraio. Lo ha annunciato adducendo<br />

motivi tecnici — secondo<br />

quanto riferisce l'agenzia ufficiale di<br />

stampa «Telam» — il giudice federale<br />

Jorge Ballestero.<br />

BRASILE Cinquantacinque morti, tra cui dieci<br />

bambini, costituiscono il bilancio provvisorio dell'alluvione<br />

che ha devastato le «favelas» alle periferia<br />

di Rio de Janeiro. Ma altri 150 abitanti della zona<br />

vengono considerati dispersi.<br />

ARGENTINA Il neo eletto Presidente provvisorio<br />

Adolfo Rodríguez Saá è al lavoro per rilanciare l'economia,<br />

promuovere l'occupazione e assistere i<br />

settori più deboli della popolazione.<br />

INDIA-PAKISTAN Forte inquietudine internazionale<br />

Incombe la minaccia<br />

di un altro conflitto<br />

NUOVA DELHI, 27.<br />

Minaccia di deflagrare, con conseguenze<br />

incontrollabili, la tensione crescente<br />

tra India e Pakistan. La sempre<br />

maggiore preoccupazione internazionale<br />

è stata espressa ieri dal Segretario generale<br />

dell'Onu Kofi Annan che in lettere<br />

separate al Primo Ministro indiano Atal<br />

Behari Vajpayee e al Presidente pakistano<br />

Pervez Musharraf ha chiesto che i<br />

due Governi smettano di alimentare le<br />

reciproche tensioni ed «evitino l’escalation<br />

di attività militari e ulteriori pronunciamenti<br />

che rischiano di aggravare<br />

la situazione».<br />

Per il momento, però, i due Paesi,<br />

che come noto sono entrambi in possesso<br />

di armi atomiche, continuano ad ammassare<br />

truppe alla frontiera e a dispiegare<br />

i missili balistici. «Nei prossimi due<br />

o tre giorni il processo di dispiegamento<br />

sarà completato e le forze saranno pronte<br />

per ogni eventualità», ha detto oggi il<br />

Ministro della difesa indiano George<br />

Fernandes a giornalisti che lo accompagnavano<br />

in una visita di ispezione al<br />

confine. Fernandes, il quale ieri aveva<br />

parlato di sistema missilistico indiano<br />

già posizionato, ha comunque aggiunto<br />

che il Governo di Nuova Delhi è impegnato<br />

nella ricerca di una soluzione diplomatica<br />

con quello di Islamabad e che<br />

spera in risultati positivi.<br />

Di ricerca di dialogo ha parlato oggi<br />

anche il Ministro degli esteri pakistano<br />

Abdul Sattar in un messaggio diffuso<br />

dalla televisione pubblica «Ptv». «Siamo<br />

pronti al dialogo, ovunque, in qualunque<br />

momento e a qualsiasi livello. Nes-<br />

Una baraccopoli di Rio de Janeiro investita dal fango<br />

oltre seicento famiglie sono rimaste senza<br />

casa. Per i prossimi giorni è previsto<br />

un ulteriore aggravamento delle condizioni<br />

meteorologiche, con l'arrivo di<br />

nuove, violente precipitazioni, anche a<br />

carattere di grandinata, cosa quanto meno<br />

inusuale in questo periodo dell'anno.<br />

Un anomalo scontro fra una perturbazione<br />

con aria fredda proveniente dalla<br />

Patagonia e un fronte umido di origine<br />

amazzonica pare aver provocato le torrenziali<br />

piogge che da almeno cinque<br />

giorni stanno flagellando Rio e la circostante<br />

zona montuosa.<br />

Immigrazione: bloccati<br />

centinaia di clandestini<br />

entrati nell'Eurotunnel<br />

PARIGI, 27.<br />

La disperazione di centinaia di immigrati<br />

clandestini, in massima parte afghani<br />

e iracheni, raccolti nel centro allestito<br />

dalla Croce rossa a Sangatte, sulla<br />

costa francese della Manica, li ha spinti<br />

a cercare di percorrere a piedi l’Eurotunnel,<br />

la galleria ferroviaria sotto la<br />

Manica, per raggiungere la Gran Bretagna.<br />

Il tentativo è stato stroncato dall'intervento<br />

della polizia francese.<br />

Martedì sera, verso le 22, 150 clandestini<br />

sono riusciti a divellere parte del<br />

dispositivo elettrico che circonda il terminale<br />

merci di Coquelles, a due chilometri<br />

da Sangatte, e a penetrare nel<br />

tunnel. Hanno fatto solo qualche decina<br />

di metri, prima che gli agenti li arrestassero.<br />

Tre ore dopo, altri circa 400 clandestini,<br />

quasi un terzo di quelli del campo<br />

di Sangatte, sono entrati dalla breccia<br />

aperta, e stavolta gli agenti hanno<br />

fatto ricorso ai gas lacrimogeni.<br />

L'episodio ha rinfocolato le polemiche<br />

sul centro a Sangatte, proprio per la sua<br />

vicinanza all'imbocco del tunnel. Da mesi,<br />

infatti, si susseguono i tentativi dei<br />

clandestini di salire sui treni, anche se<br />

non c'erano stati in precedenza episodi<br />

tanto eclatanti. Ieri, Londra ha chiesto<br />

di nuovo a Parigi di chiudere il centro.<br />

suno vuole che questa crisi si trasformi<br />

in uno scambio nucleare», ha dichiarato<br />

Sattar, che ha però accusato i leader<br />

politici indiani «compreso il Primo Ministro»,<br />

di volere che il Pakistan «si pieghi<br />

a richieste illegali e non giuste».<br />

Poche ore prima, il Segretario di Stato<br />

Usa Colin Powell aveva parlato telefonicamente<br />

con il Presidente pakistano<br />

Musharraf e con il Ministro degli esteri<br />

indiano Jaswant Singh, sollecitando entrambi<br />

a contenere la crisi e sottolineando<br />

l’«importanza cruciale» di bloccare<br />

l’escalation di tensione.<br />

Lo stesso Pawell aveva in precedenza<br />

annunciato l’inserimento nella lista delle<br />

organizzazioni ritenute dagli Usa terroristiche<br />

di Lashkar-i-Taiba e Jaish-i-<br />

Mohammed, i gruppi secessionisti islamici<br />

del Kashmir indiano che hanno basi<br />

in Pakistan. Il Governo di Nuova Delhi<br />

accusa quello di Islamabad di connivenza<br />

con tali gruppi che ritiene responsabili,<br />

tra l'altro, del recente attentato<br />

contro il Parlamento di Nuova Delhi e<br />

di quello all'inizio di ottobre contro il<br />

Parlamento statale dello Jammu e Kashmir,<br />

l'unico Stato indiano a maggioranza<br />

musulmana.<br />

Oggi, un portavoce di Lashkar-e-Taiba<br />

ha risposto che «la decisione americana<br />

per noi non fa alcuna differenza», ha<br />

annunciato che continuerà «guerra santa»<br />

contro l’India per la liberazione del<br />

Kashmir ed ha respinto le accuse di implicazione<br />

in attività definibili come terroristiche,<br />

ribaltandole sull'India: «Stiamo<br />

combattendo — ha detto — il terrorismo<br />

indiano in Kashmir».<br />

.<br />

ANNIVERSARIO<br />

27/12/2000 27/12/2001<br />

Nel primo anniversario della sua<br />

scomparsa la moglie ADRIANA, la figlia<br />

ANNACLARA, il genero VITTORIO e gli<br />

adorati nipoti MASSIMO e STEFANO lo<br />

ricordano con immutato affetto.<br />

Dott. GIACOMO RESMINI<br />

.<br />

Australia: incendi<br />

devastanti<br />

intorno a Sidney<br />

e a Canberra<br />

CANBERRA, 27.<br />

In Australia giganteschi incendi,<br />

in massima parte ritenuti dolosi<br />

dalle autorità, divampano da tre<br />

giorni a Sud e a Ovest di Sidney,<br />

ma anche nei pressi della capitale<br />

federale Canberra. Per fortuna, finora<br />

non si segnalano vittime, ma<br />

i danni sono ingenti: migliaia di<br />

abitazioni sgomberate, autostrade<br />

e linee ferroviarie interrotte, centinaia<br />

di vetture distrutte o danneggiate,<br />

migliaia di capi bestiame e<br />

animali selvatici morti, migliaia di<br />

ettari di bosco bruciati.<br />

A Canberra, dopo tre giorni, la<br />

situazione è sotto controllo, ma<br />

intorno a Sidney il fuoco continuano<br />

ad estendersi e, anzi, un<br />

mutamento della direzione del<br />

vento ha costretto oggi a far<br />

sgomberare altri sobborghi. Gli incendi<br />

sono i più gravi dal 1994,<br />

quando le fiamme uccisero quattro<br />

persone. Sulla città grava una<br />

spessa cappa di fumo e le autorità<br />

raccomandano a chi ha problemi<br />

respiratori di restare in casa. Secondo<br />

Phil Koperberg, responsabile<br />

dei cinquemila vigili del fuoco<br />

impegnati nella zona insieme a<br />

centinaia di volontari, queste<br />

«tempeste di fuoco da 30 a 60 metri<br />

di altezza», non potranno essere<br />

domate prima di dieci giorni.<br />

Quasi completamente in fiamme<br />

è anche il grande Royal National<br />

Park, a Sud di Sydney, il più<br />

antico parco nazionale al mondo<br />

dopo Yellowstone negli Usa.<br />

Indonesia: vittime<br />

in incidente ferroviario<br />

JAKARTA — Quarantadue persone<br />

sono morte e venticinque sono rimaste<br />

ferite in un incidente ferroviario<br />

in Indonesia. Lo ha riferito<br />

martedì un responsabile della polizia,<br />

precisando che due treni si<br />

sono scontrati in una stazione dell'isola<br />

di Giava.<br />

Marocco: dieci morti<br />

per le inondazioni<br />

RABAT — Dieci persone sono<br />

morte in seguito alle piogge torrenziali<br />

cadute nelle ultime 48 ore<br />

in Marocco. Lo ha reso noto mercoledì<br />

l’agenzia di stampa marocchina<br />

«Map», precisando che le<br />

precipitazioni hanno causato inondazioni,<br />

smottamenti e gravi danni<br />

materiali.


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

ELZEVIRO Riflessioni sul romanzo e sul teatro<br />

Tanta bravura<br />

senza scintilla<br />

LUIGI M. PERSONÈ<br />

Da chi o da che dipende?<br />

Sembra una punizione.<br />

Comunque, è un mistero.<br />

La luce si è spenta improvvisamente e<br />

quando ne avrei più bisogno.<br />

Ero ragazzo e leggevo I promessi<br />

sposi.<br />

L'autore, Alessandro Manzoni, sapeva<br />

se non tutto sulla vita moltissimo, e l'aveva<br />

concentrato in un racconto così<br />

esauriente negli avvenimenti, in una lingua<br />

di una semplicità sublime, tanto<br />

che, entrato nella scuola, i docenti, avvezzi<br />

ad aspri garbugli, ne rimasero così<br />

scombussolati da cercare cupi commenti<br />

da infoscare quelle pagine di una chiarità<br />

cristallina.<br />

Il Manzoni, con la sua lucidità, era<br />

riuscito a rompere una tradizione di<br />

scrittura cupa, di stramberie inquietanti.<br />

Vi si era fermati nelle stramberie e<br />

nei garbugli del Seicento; si uscì quasi<br />

disorientati da quello splendore.<br />

Certo, il colpo fu forte per la letteratura<br />

che era racchiusa in forme stravaganti<br />

e pese.<br />

Si cambiò stile, carattere, usi e costumi.<br />

Si cambiò un modo di intendere la<br />

letteratura portata così vicina alla vita<br />

da quanto ne era rimasta lontana.<br />

Alessandro Manzoni aprì come un finestrone<br />

dal quale entrava luce, splendore,<br />

aria rasserenante.<br />

Su quella traccia ci si mise quasi senza<br />

accorgersene, come a trovare il conforto<br />

di un nuovo fantasticare vicino alle<br />

esperienze della realtà.<br />

Nacquero alcuni testi che, per l'originalità<br />

e la potenza del racconto, diventarono<br />

famosi.<br />

Qualche nome: Giovanni Verga, Antonio<br />

Fogazzaro, Emilio De Marchi.<br />

Il romanzo risultò una forma seria e<br />

non un cumulo di fantasie scempie o assurde.<br />

Qualche stravagante come Gabriele<br />

d'Annunzio dava al quadro letterario toni<br />

che l'arricchirono.<br />

La mia prima giovinezza di scolaro e<br />

poi di appassionato della letteratura contemporanea<br />

l'ho vissuta in mezzo a romanzi<br />

corrispondenti ad opere che servivano<br />

non solo a divertirmi ma a darmi<br />

anche un senso della vita, un'esperienza<br />

della realtà.<br />

Mio padre, severo ad educarmi, non<br />

pose veti alle mie letture, anche se le seguiva<br />

silenziosamente.<br />

Egli aveva l'idea, giusta o sbagliata,<br />

che potessi formarmi un'idea della vita<br />

meglio che direttamente lontano dal<br />

burrascoso scottarsi dei fatti, per sentito<br />

dire da chi sapeva dire con dignità ed<br />

onestà.<br />

Perciò mi condusse giovanino a teatro,<br />

perché preferiva che imparassi quella<br />

che si dice «la vita» da un palcoscenico,<br />

in tanti modi e in presenza di tanta<br />

gente, vigilato, meglio che dalle case e<br />

dalle strade della città.<br />

Secondo mio padre, il romanzo e il<br />

teatro procuravano l'utile e il diletto; ed<br />

io ne diventai così appassionato che alla<br />

mia ora risultai un fervido studioso di<br />

letteratura contemporanea, romanzi e<br />

teatro.<br />

Mi indussi a fare dei viaggi per ascol-<br />

tare la «prima» di una commedia o semplicemente<br />

una tournée, come fu quella<br />

di Eleonora Duse inaugurata a Torino,<br />

con La donna del mare, di Ibsen.<br />

A furia di andare a teatro mi venne la<br />

voglia di conoscere autori e attori, da<br />

Roberto Bracco e da Marco Praga a<br />

Eleonora Duse e alle sorelle Gramatica.<br />

Oh, dove sono andati a finire.<br />

Io mi sono accinto a scrivere questo<br />

articolo non per ricordare le mie frequenti<br />

letture di romanzi e la mia assiduità<br />

dell'ascoltare le commedie ma per<br />

dire come mi sento sperso proprio nell'età<br />

in cui avrei maggior bisogno di trovare<br />

un modello di vita nel romanzo e<br />

nel teatro.<br />

Dove si trova oggi un romanzo, non<br />

dico come quello di Alessandro Manzoni,<br />

ma di un De Marchi e di un Giovanni<br />

Verga?<br />

Dove una commedia come Il piccolo<br />

santo di Roberto Bracco o La porta<br />

chiusa di Marco Praga, con la quale<br />

Eleonora Duse terminò la sua arte e la<br />

sua vita?<br />

Dove? Cerco ma non trovo.<br />

Consulto i competenti.<br />

Essi mi esortano a desistere dalla ricerca.<br />

Perderei il mio tempo.<br />

Eppure c'è la bravura ma essa non<br />

basta per opere come I malavoglia o<br />

come Demetrio Pianelli.<br />

Tanta bravura senza scintilla.<br />

Che cos'è la scintilla?<br />

Non è facile definirla.<br />

È un fascio di luce che improvvisamente<br />

affiora senza saper come.<br />

Esce dalla penna come se qualcuno<br />

ve la immettesse per tradurla sulla<br />

carta.<br />

Già, la scintilla.<br />

Oggi manca.<br />

Da chi o da che dipende?<br />

Non è facile sciogliere il bandolo di<br />

una matassa così arruffata.<br />

Non è detto che si debba trafficare<br />

solo con le cose facili e che si debba restare<br />

bloccati davanti a quelle che facili<br />

non sono.<br />

Per lo meno, si può tentare.<br />

Io mi trovo spesso a disagio per le<br />

scempiate scritture di chi tenta di far<br />

letteratura.<br />

È invincibile la mia incompatibilità<br />

con certa educazione, con certo modo<br />

di vedere e di sentire, col carattere oggi<br />

prevalente.<br />

Questa mentalità mirerebbe a trasformare<br />

la vita, a farne scorgere una tanto<br />

originale da restarne allibiti.<br />

Per un impulso stranissimo si è portati<br />

a interessarsi di cose che possono<br />

sembrare paranormali; e non è detto<br />

che a volte si viva proprio di forme paranormali<br />

le quali possono provocare riluttanza<br />

e sdegno.<br />

Un'educazione, insomma, nuova che<br />

tende a riformare la vita, a renderla<br />

nuovissima.<br />

Quest'impulso ci sprigiona come dal<br />

sangue, penetra nella volontà, dirige il<br />

modo di vivere.<br />

Il modo di vivere che rifiuta il romanzo<br />

e il teatro ma si riversa in forme che<br />

riescono a rendere durissima la vita: durissima<br />

per chi è nato in un tempo di altra<br />

educazione e di altri ideali.<br />

Quegli ideali sono stati sostituiti.<br />

Erano la spina dorsale del romanzo e<br />

del teatro.<br />

Non esistono più.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì-Venerdì 27-28 Dicembre 2001<br />

La mostra «Monet. I luoghi della pittura» alla Casa dei Carraresi di Treviso<br />

In un'atmosfera di stupore contemplativo<br />

la luce diventa fonte metafisica del colore<br />

FRANCO PATRUNO<br />

Attraverso i luoghi della vita individuare<br />

il senso di un'intuizione dell'arte:<br />

è un buon itinerario per riscoprire<br />

Monet. Con le parole di Marco Goldin,<br />

giustamente orgoglioso per aver portato<br />

a termine l'attuale pellegrinaggio dello<br />

sguardo nell'esposizione trevigiana Monet.<br />

I luoghi della pittura (Casa dei Carraresi),<br />

«un itinerario che è sì dell'arte<br />

ma anche del cuore».<br />

Riscoprire Monet? La domanda è solo<br />

in parte retorica, perché le innumerevoli<br />

mostre monettiane sembrerebbero<br />

aver indagato ogni possibile percorso<br />

del grande pittore francese. Invece, la<br />

domanda, ha un senso, e non solo per<br />

ragioni di quantità di quadri da esibire,<br />

ma per la novità incisa nelle opere, per<br />

la sincronia tra splendore e sguardo.<br />

Certo, anche gli inediti e le opere dif-<br />

me scrive in una<br />

lettera del 1920.<br />

Ma se Boudin<br />

lo invita ad immergersi<br />

nella natura<br />

con contemplativo<br />

stupore,<br />

quasi la luce fosse<br />

da sempre fonte<br />

metafisica del colore,<br />

è chiaro il richiamo<br />

alla tradizione<br />

di Courbet e<br />

delle «cose che<br />

stanno», cioè alla<br />

costanza secolare<br />

del rispecchiamento<br />

tra cielo e<br />

terra; come, con<br />

maggiore materica<br />

evidenza, appare<br />

sia nella «Chie-<br />

un'atmosfera resa unitaria ed omogenea<br />

dall'unisono tra luce e colore, nella<br />

seconda l'apparente stemperarsi e confondersi<br />

tra la massa rocciosa ed il cielo-mare<br />

è dovuto agli elementi chimici<br />

della nube-nebbia, secondo propensioni<br />

già care a Turner e al panico dell'immersione<br />

totale nell'umido dell'aere.<br />

Due forme di Impressionismo?<br />

Il passaggio l'avverto più radicale: il<br />

«qui e ora» di Manneport è naturalistico,<br />

anche se ormai fuori dai canoni<br />

contemplativi di Boudin e di Corot. Nel<br />

Nelle «Laude» medievali l'origine dei canti natalizi europei<br />

Pastorali, Carols, Noëls e Villancicos per il Bambino<br />

ANTONIO BRAGA<br />

I canti di Natale, nella ricca tradizione europea,<br />

sono nati molto prima della Lauda medievale italiana.<br />

Non è ovviamente possibile stabilire quando,<br />

ma attraverso i secoli presero forma, ed ebbero<br />

una accelerazione tra il IX ed il X secolo, quando<br />

la laus, il canto sulle volute sonore della gioia per<br />

la nascita di Gesù, divenne il fulcro della rappresentazione<br />

compiuta dai celebranti sui tropi allelujatici,<br />

che inserivano nuovi testi sui melismi troppo<br />

lunghi della parola Alleluia.<br />

Uno dei punti di partenza per queste espressioni<br />

di gioia dell’ecclesia, sta nell’Offitium quod fit in<br />

nocte Natalis Domini, del Codice C 56 della Biblioteca<br />

Capitolare del Duomo di Padova, messo in luce<br />

dal Liuzzi nel 1929.<br />

Il dramma liturgico in Italia non ebbe una vasta<br />

produzione, rispetto ad altri Paesi europei. Per le<br />

festività che vanno dalla Annunciazione alla Epifania,<br />

vi sono tuttavia alcune importanti riscoperte,<br />

avvenute nel XX secolo, di testi e canti. Naturalmente,<br />

il maggior numero di queste riguardano la<br />

Passione, periodo nel quale era d’uso presentare<br />

drammi embrionali, ed intonare canti di tristezza;<br />

a distanza si collocarono quelli per le feste natalizie.<br />

Nel codice padovano, oltre all’Offitium di Natale,<br />

vi è quello della Epifania. Altri codici provengono<br />

da Cividale — sede più completa per questo tipo<br />

di canti —, da Parma e dalla Sicilia. Assai bello<br />

il dialogo tra l’Angelo e Maria, per l’Annunciazione:<br />

si apre con l’Ave Maria, e l’Angelo le dice: «Ne<br />

timeas, Maria, invenisti gratiam apud Dominum»;<br />

si aggiunge ad esso santa Elisabetta. Il canto di Natale<br />

si apre con il «Quem quaeritis in presepem,<br />

pastores, dicite»: ed i pastori rispondono: «Salvatorem<br />

Cristum Dominum».<br />

La lauda monodica in volgare è un passo avanti<br />

ficilmente raggiungibiliinsinuano<br />

nuovi piacevoli<br />

accostamenti e favorisconobiografie<br />

più puntuali<br />

ed accorte; ma,<br />

mi si perdoni la<br />

valenza teologica<br />

del termine, il<br />

«mistero» Monet<br />

non è un semplice<br />

problema da risolvere,<br />

ma l'ascolto<br />

di una polivalenza<br />

di accenti che<br />

non si esaurisce<br />

nell'attimo di sporadici<br />

entusiasmi<br />

ricettivi.<br />

Riscoprire Monet,<br />

quindi, è<br />

uscire dall'ovvio<br />

del già visto e lasciarsi<br />

educare,<br />

con le parole di<br />

un recente gioiello<br />

di Flavio Caroli,<br />

di capitale importanza, logicamente legata al movimento<br />

francescano. Ma le laude esistevano già da<br />

molto, non legate alle funzioni liturgiche e cantate<br />

fuori dalle chiese, ad opera di confraternite di laici,<br />

dei «Laudesi». Questa riunione di fedeli sorse a Firenze,<br />

nel 1183, in Santa Reparata, e fu detta dei<br />

«Laudesi della Beata Vergine».<br />

I «Laudari» — tra i quali si distinguono il «Magliabechiano»<br />

ed il «Cortonese» — raccolsero il meglio<br />

dei canti natalizi, provenienti dalla lunga tradizione<br />

vocale. Tra questi, i più antichi dedicati al<br />

Santo Natale, sono quelli che derivano dalla tradizione<br />

litaniale ecclesiastica: ad esempio, quello sulle<br />

parole: «Alleluja, alleluia, alto re di gloria / che<br />

venisti et descendisti a noi per tua gratia». Seguono<br />

quelli del periodo «classico» costruiti in forma tripartita:<br />

ripresa-piedi-volta. Assai noto è il canto sulle<br />

parole «Gloria in cielo e pace in terra, / nat’è ’l<br />

nostro Salvatore. / Nat’è Cristo glorioso, / l’alto<br />

Dio meraviglioso...».<br />

Con altri canti si concludeva la stagione delle<br />

laude monodiche, conclusa alle soglie del XV secolo.<br />

Poi, la polifonia ne plasmava altre, fino al ritorno<br />

di una produzione monodica, che potremmo<br />

definire «moderna», iniziata con il movimento filippino,<br />

e progredita fino al XVIII secolo.<br />

In Europa, il periodo natalizio veniva festeggiato<br />

con forme affini alla lauda italiana, in storie parallele<br />

a questa. In alcuni Paesi si formavano delle<br />

precise espressioni, assai amate dalla gente, e divenute<br />

attraverso i secoli una larga tradizione.<br />

In Inghilterra si produssero molte belle canzoni<br />

natalizie, che attraversarono anche l’oceano e si<br />

stabilirono nel nuovo mondo. Dalla danza in cerchio<br />

dei bambini dinanzi alle case nel periodo natalizio,<br />

derivarono le Carols, o carole, che indicavano<br />

il modo di cantare. In esse vi era una «stanza»<br />

sempre uguale nel canto, con diverse parole; segui-<br />

dal «puro frinire della luce e di riflessi:<br />

facce umide e subacquee nell'ombra,<br />

fiocchi di sole sugli alberi, lanugini di<br />

colore che trafiggono con la loro declinante,<br />

o avara, intensità» («Storia dell'Arte<br />

raccontata», Milano, 2001, pag.<br />

401). «Veduta nei pressi di Rouelles»<br />

(1858) sembra l'esito dell'affetto e della<br />

riconoscenza di Monet a Boudin, «il re<br />

dei cieli», come diceva Corot: «Ho seguito<br />

i suoi consigli e insieme abbiamo<br />

fatto lunghe passeggiate durante le quali<br />

continuavo a dipingere dal vero», co-<br />

«La casa<br />

dei doganieri»,<br />

1882<br />

«Le barche<br />

rosse,<br />

Argenteuil»,<br />

1875<br />

«Cattedrale<br />

di Rouen»,<br />

1892<br />

«Palazzo Ducale», 1908<br />

sa di Varengeville, effetto del mattino»<br />

che nei grumi di cromo autoluminoso<br />

di «Port-Domois», entrambi del 1886.<br />

Il passaggio è già chiaro: le cose non<br />

solo «stanno», ma «divengono». L'attimo<br />

dell'impressione sulla retina coglie<br />

l'immediato, ma la ricezione del «qui e<br />

ora» ha lunga storia, storia di tempi, di<br />

coaguli, di formazione lenta di un elemento<br />

organico che ancora resiste all'effusione<br />

della luce che tutto vorrebbe<br />

non solo avvolgere ma attrarre e diffondere,<br />

come nella «Scogliera di Pourvil-<br />

ta dal ritornello, con differenti note ma uno stesso<br />

testo.<br />

Anche queste furono monodiche fino al XV secolo<br />

per divenire in seguito polifoniche. Si suddividono<br />

in vari periodi: il più antico ha un ritornello fisso,<br />

ed è simile alla lauda spirituale italiana, e ai<br />

francesi virerai e rondeau; seguono le circa centoventi<br />

composizioni polifoniche del XV secolo, con<br />

il periodo Tudor — autori Fayrfax, Browne, Cornysh<br />

ed altri —; e quello di Enrico VIII, con le carols<br />

popolari.<br />

Nel periodo più antico, si alternano il latino all’inglese:<br />

la forma deriva dalla Carole francese, ed<br />

è cortigiana o popolare. Agli inizi comportava accenni<br />

di danza, scomparsi in seguito. Tra le prime<br />

espressioni popolari di questo genere, si pone quella,<br />

metà in inglese e metà in latino «maccaronico»,<br />

che inizia con il ritornello: «To blis God bryng us<br />

all and sum / Christe Redemptor omnium». E segue<br />

per cinque volte, con le strofe di quattro versi<br />

(l’ultimo in latino) e ritornello di due.<br />

Altri soggetti sono le lodi alla Vergine, i timori di<br />

Giuseppe in dialogo con l’Angelo («Marvel not, Joseph»),<br />

e una descrizione della strage degli Innocenti<br />

(«With al the reverens»). Il permesso di danzare<br />

in chiesa era accordato per questo tipo di carols:<br />

nella Cattedrale di Sens era anche codificato.<br />

Vi era anche prevista una processione finale; il<br />

tutto è descritto nell’«Office de Pierre Corbel», un<br />

manoscritto francese del XIII secolo. In esso vi sono<br />

molti canti natalizi, definiti come «danses ecclesiastiques»:<br />

hanno la forma dei «rondelli» o «rotundelli»<br />

italiani, nella più semplice forma del «rondeau»<br />

francese: aAbB, oppure aAabAB.<br />

Un codice importante per la storia del genere è il<br />

«Red Book of Ossory», dal nome del vescovo francescano:<br />

l’Ordine preferiva, come in Italia, il testo<br />

in dialetto; e tra Italia ed Inghilterra vi era lo stes-<br />

È morto Stefano Minelli<br />

L'avvocato Stefano Minelli, direttore<br />

dell'Editrice Morcelliana, è morto il 25 dicembre<br />

a Brescia.<br />

Era figlio dell'avvocato Fausto che fondò<br />

con altri, tra cui Padre Giulio Bevilacqua,<br />

la Casa editrice.<br />

Stefano Minelli era nato a Brescia il 2<br />

agosto 1929. Dopo gli studi ginnasiali e liceali<br />

presso il collegio Arici dei Gesuiti, si<br />

laureò in giurisprudenza all'Università<br />

Cattolica del Sacro Cuore di Milano.<br />

Ma il suo vero apprendistato culturale<br />

avvenne alla scuola di don De Luca.<br />

Per alcuni anni esercitò l'avvocatura,<br />

poi entrò nell'Editrice fino a diventarne direttore.<br />

Stefano Minelli impresse, soprattutto<br />

negli anni del Concilio Vaticano II, un<br />

rinnovato dinamismo.<br />

Sotto la sua guida anche la rivista «Humanitas»,<br />

fondata nel 1946, iniziò una<br />

nuova serie.<br />

Tra le collane da lui fondate particolare<br />

successo, anche all'estero, ha avuto quella<br />

dedicata alla «Letteratura cristiana antica».<br />

(giul. col.)<br />

«Il bacino delle ninfee, armonia rosa», 1900<br />

le, il mattino»<br />

(1897). Indicativo<br />

un confronto sinottico,intelligentemente<br />

proposto<br />

anche in catalogo,<br />

con «Etretat, la<br />

Manneporte, riflessi<br />

sull'acqua»<br />

(1885): mentre<br />

nella prima, degli<br />

anni Novanta,<br />

non c'è confusione<br />

tra piani ed<br />

orizzonte, ma solo<br />

vibrazione in<br />

so modo di concepire questi canti, compresi quelli<br />

natalizi. Molti di essi sono giunti ai nostri giorni.<br />

I canti natalizi inglesi ebbero molta fortuna anche<br />

nel nuovo mondo. Molti si dividono tra un solista<br />

ed il coro; ed assai vendute sono state le raccolte<br />

di Carols, che hanno strutture simili agli altri<br />

canti europei, quali i Noëls in Francia, i Villancicos<br />

in Spagna ed in America Latina, i Weihnachtslieder<br />

e le Pastorali italiane.<br />

Una fotografia<br />

del 1913 ritrae<br />

Monet davanti<br />

al ponte<br />

giapponese<br />

nel suo giardino<br />

a Giverny<br />

«Covone,<br />

impressione rosa<br />

e blu», 1891<br />

tutto luce di<br />

Pourville, invece,<br />

le cose riabitano<br />

la stabilità e la<br />

costanza del loro<br />

appartenere ad<br />

una storia non effimera,<br />

perché<br />

non effetto di «en<br />

plain aire» del<br />

fuggevole frammento<br />

percettivo.<br />

Questa fascinosa<br />

polarità accompagnerà<br />

tutta<br />

l'attività di Monet,<br />

nel tentativo,<br />

mai esausto, di<br />

dar risposta all'antica<br />

domanda:<br />

la natura è imitata<br />

o rivissuta? Dove,<br />

per natura,<br />

non s'intende solo<br />

il dato paesaggistico<br />

come genere<br />

da risolvere all'interno<br />

di un predisposto<br />

ed acquisibile<br />

campo visivo,<br />

ma l'evidente relazioneesistenziale<br />

con chi percepi-<br />

sce. Forzando<br />

esteticamente, si potrebbe affermare<br />

che l'esigenza di Monet è indicativa di<br />

un senso per la vita, quasi un'intuizione,<br />

non sempre avvertita esplicitamente,<br />

della luce come fonte, origine e linfa<br />

della stessa vita. Dipingere è conoscere,<br />

quindi, ma attraverso lo sguardo che<br />

coinvolge la sensazione, e la sensazione<br />

che avverte l'intima e profonda comunione<br />

e relazione con le cose.<br />

Aveva ragione Argan ad affermare<br />

che «Monet ha il coraggio di eliminare<br />

tutti i tramiti tra sé e l'oggetto: non solo<br />

le convenzioni di atelier (prospettiva<br />

ecc...), non solo le nozioni abituali e il<br />

senso comune, ma anche il tanto decantato<br />

“senso della natura”. Porta nell'acqua<br />

celeste i rossi, i verdi, i bianchi<br />

delle case, degli alberi, delle vele».<br />

Si pensi allo splendido «Disgelo, la<br />

Senna nei pressi di Bennecourt» (1893):<br />

tutto è riflesso, ma non immobile, anzi,<br />

tutto è incluso nei tocchi di viola-azzurro<br />

che si effondono in ciò che resta<br />

del verde accanto alla vibrazione degli<br />

alberi. Non solo la natura è in funzione<br />

del dipingere, ma lo stesso atto di<br />

mutare la tela tende ad essere quasi un<br />

frammento di ciò che si è intuito, recepito<br />

e otticamente assimilato. Monet è<br />

l'artista dei grandi anticipi, soprattutto<br />

di sé stesso, perché anche la rivoluzione<br />

delle Cattedrali, la Venezia Pensata<br />

come «turismo e morte» da Stephen Eisemann<br />

in catalogo ed il terminale<br />

giardino delle ninfeee sono, e non solo<br />

in albore, presenti in «Rive della Senna,<br />

mattino» (1896).<br />

Francesco Arcangeli aveva ben compreso<br />

l'equivoco dell'informale senza<br />

oggetto; quando vide, insieme a Mandelli,<br />

l'apparente sfinimento della materia<br />

nelle Ninfee, non ne fece un facile<br />

pretesto per giustificare ogni gesto che<br />

esibisca sé stesso; pensò, invece, ad<br />

una forma di «Ultimo naturalismo» che<br />

solo in parte fu seguito dall'egregia officina<br />

che faceva centro in quel di Bologna.<br />

E non è detto che dovesse essere<br />

pedissequamente seguito in processione.<br />

Non è inorganico, infatti, quel<br />

«Sentiero dei roseti» che porta la data<br />

del 1936; parrebbe più quella «pittura<br />

del sottobosco» che lo stesso Arcangeli<br />

definì in termini di ombrosa e sintetica<br />

ostensione di pennellate a getto e calde<br />

dell'umore della terra.<br />

Certo, la pittura inglese, e pure Sutherland,<br />

non stavano a guardare. Ma<br />

diversissimo è il sentire dell'arte e della<br />

vita, perché l'angoscia per ciò che,<br />

splendido, pur finisce, incontrerà ben<br />

altre ansie esistenziali.<br />

Forse, solo Proust è arrivato a riesprimere<br />

l'incanto delle Ninfee quando<br />

descrive un'aiuola trasparente che, nel<br />

meriggio, fa «sfavillare sotto le ninfee il<br />

caleidoscopio d'una felicità attenta,<br />

mobile e silenziosa (...) come che qualche<br />

porto lontano, s'empisse del color<br />

rosa e dei sogni del tramonto, mutando<br />

senza posa per rimaner sempre intonata,<br />

intorno alle corolle di tinta più fissa,<br />

con quel che c'è nell'ora di più profondo,<br />

di più fuggitivo, di più misterioso,<br />

— con quel che c'è in essa d'infinito<br />

— pareva averle fatte germogliare in<br />

pieno cielo». La strada di Swann s'incontra<br />

con il giardino di Giverny.


.<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

Il Patriarca Sabbah alla Messa di Natale a Betlemme<br />

Pace nella Terra di Gesù<br />

nostro servizio<br />

GERUSALEMME, 27.<br />

Le armi non hanno cessato di crepitare<br />

in Terra Santa anche nel giorno<br />

di Natale mentre la comunità<br />

cristiana di Betlemme rifletteva sul<br />

senso della ricorrenza: nella gioia<br />

per la nascita di Gesù Redentore e<br />

nella sofferenza per i lutti, le sofferenze,<br />

le distruzioni, le privazioni<br />

causate da 15 mesi di intifada; e in<br />

molte famiglie per la fame, insieme<br />

con l'esposizione alle sfide dei gruppi<br />

fondamentalisti musulmani per<br />

un coinvolgimento sempre maggiore<br />

nella lotta nazionale. Senza lavoro,<br />

senza pellegrini Betlemme vive mortificata,<br />

anche se consapevole che le<br />

è vicino il palpito della cristianità<br />

intera. E degli italiani in particolare.<br />

Lasciato il bivio della Gerusalemme-Hebron,<br />

lungo la strada principale<br />

per la basilica della Natività<br />

dei cartelli testimoniano l'aiuto dell'Italia<br />

per lavori pubblici di emergenza.<br />

Un gruppo di artisti proveniente<br />

da Roma, con il sostegno e le<br />

sponsorizzazioni di enti pubblici, fra<br />

cui quelli di parecchie regioni, hanno<br />

dato un concerto di Natale nella<br />

«sala crociata» sottostante la Casa<br />

Nova francescana, trasmesso dalla<br />

Tv italiana.<br />

La notte di Natale il Nunzio in<br />

Israele e Delegato Apostolico per Gerusalemme<br />

e la Palestina Mons. Pietro<br />

Sambi ha celebrato la messa nella<br />

cappella dell'università cattolica<br />

di Betlemme di cui è cancelliere.<br />

Due giorni prima aveva benedetto il<br />

grande edificio del Millennio, un palazzo<br />

di cinque piani, con un'aula<br />

magna, un salone per l'informatica,<br />

aule, uffici direttivi. Nel discorso<br />

inaugurale che è stato anche preghiera<br />

intrisa di speranza, ha detto<br />

fra l'altro: «Guardiamo al futuro in<br />

un momento in cui esso sembra<br />

chiuso. Prepariamo i giovani al futuro<br />

quando il Natale appare povero<br />

e il lungo periodo della lotta sembra<br />

aver fiaccato gli animi. Ma così non<br />

è: anche questo Natale è ricco perché<br />

ci porta l'Emanuele, Dio con<br />

noi, Gesù che salva».<br />

Note positive in un clima purtroppo<br />

appesantito dalle polemiche politiche,<br />

conseguenti al divieto del governo<br />

israeliano di far partecipare il<br />

presidente Yasser Arafat alla Messa<br />

di mezzanotte, un appuntamento al<br />

quale non era mai mancato nei sei<br />

anni scorsi, da quando cioè nel 1995<br />

la città era passata sotto il controllo<br />

palestinese. In reazione il governatore<br />

della regione ha disposto che si<br />

facesse ugualmente festa per le strade,<br />

una festa improvvisata con pochi<br />

striscioni multicolori stesi tra gli<br />

edifici della piazza principale; e con<br />

la mobilitazione degli «scout», anche<br />

musulmani, dei villaggi vicini, fatti<br />

affluire con le fanfare. Proprio come<br />

nei bei tempi. Invano si è atteso<br />

l'arrivo di Arafat, gli «scout» hanno<br />

fatto così ala solo al passaggio del<br />

corteo di automobili che hanno accompagnato<br />

il patriarca latino Michel<br />

Sabbah a metà giornata della<br />

vigilia, lungo l'antica via principale<br />

del centro storico (porta il nome della<br />

Stella Cometa) affollata di fedeli<br />

che applaudivano e lanciavano<br />

manciate di riso in segno di benvenuto.<br />

I tamburi delle fanfare sono<br />

stati assordanti davanti alla basilica<br />

quando il Patriarca è stato accolto<br />

dalle autorità religiose, civili e militari<br />

e poi in processione — seminaristi<br />

e frati francescani in cotta<br />

bianca — ha raggiunto, attraverso<br />

la basilica, l'adiacente chiesa parrocchiale<br />

di santa Caterina ove ha<br />

presieduto la recita dei primi vespri<br />

di Natale e, a mezzanotte, la Celebrazione<br />

Eucaristica. Al suo fianco,<br />

all'altare, i Vescovi Kamal Hanna<br />

Bathish, suo vicario generale, e<br />

John Stephen Knight, Vescovo ausiliare<br />

di Toronto (per un periodo sabbatico<br />

in Terra Santa); nonché<br />

Mons. Robert L. Stern, presidente<br />

della Pontificia Missione per la Palestina<br />

venuto appositamente, come<br />

ogni anno, da New York. Una settantina<br />

i sacerdoti concelebranti.<br />

Un migliaio circa i fedeli: pochi i<br />

pellegrini quasi tutti giunti singolarmente<br />

da vari Paesi europei, due<br />

soltanto i gruppi, provenienti dall'Indonesia;<br />

molti i religiosi e le religiose<br />

di Terra Santa. Presenti i consoli<br />

generali delle quattro nazioni<br />

cristiane d'Europa (Francia, Italia,<br />

Spagna, Belgio) che hanno una tradizione<br />

di tutela dei Luoghi Santi,<br />

assenti nell'altra fila le principali<br />

autorità palestinesi, compreso il sindaco<br />

di Betlemme; sulla poltrona riservata<br />

ad Arafat era stesa una «kefiah»,<br />

il copricapo da cui egli non si<br />

separa mai.<br />

E guardando verso la poltrona<br />

vuota, il Patriarca Sabbah si è rivolto<br />

al presidente all'inizio dell'omelia,<br />

subito dopo aver invocato da<br />

Dio «ogni bene e ogni benedizione»<br />

per i presenti e per i fedeli della diocesi,<br />

che si estende sulla Palestina,<br />

Giordania, Israele e Cipro. «Sei stato<br />

impedito da una decisione politica a<br />

partecipare come di consueto a questa<br />

preghiera in questa notte. Chiediamo<br />

a Dio per te, presidente Ara-<br />

fat, la pace del cuore, la forza della<br />

pace e della speranza, la fermezza<br />

nel reclamare la libertà del popolo<br />

di cui sei responsabile finché la libertà<br />

non sia stata restaurata. La limitazione<br />

imposta alla tua libertà è<br />

la stessa imposta al tuo popolo. Il<br />

cammino verso Betlemme, il giorno<br />

di Natale soprattutto, è un cammino<br />

di pace. Con ciò diciamo pure ai governanti<br />

di Israele: pace e sicurezza.<br />

Preghiamo anche per voi e chiediamo<br />

saggezza e luce perché vediate<br />

che la strada per Betlemme non può<br />

non essere una strada di pace. Signor<br />

presidente, mai come stasera<br />

sei stato tanto presente in queste città<br />

e in questa festa nella quale veneri<br />

il mistero di Dio».<br />

Non è stato questo l'unico riferimento<br />

alla situazione attuale sulla<br />

quale anzi il Patriarca si è soffermato,<br />

ma dopo aver proposto una riflessione<br />

sul mistero di Natale così<br />

come era stato evocato nelle letture<br />

del profeta Isaia (9, 1 e 5), di san<br />

Paolo (Tt 2, 11-14) e del Vangelo di<br />

Luca (2, 6-7): una situazione paragonata,<br />

anzi simile dice, a quella descritta<br />

dal profeta Geremia (14, 18-<br />

19) con i trafitti di spada e con gli<br />

orrori della fame. «Spavento e terrore<br />

riempiono il cuore degli israeliani<br />

e dei palestinesi, afferma. Si parla<br />

di terrorismo e con questa parola si<br />

pensa di trovare il pretesto per non<br />

fare la pace. Si parla di terrorismo e<br />

ci si rifiuta di vedere e di ascoltare<br />

degli innocenti... gli uomini e le<br />

donne che reclamano la loro libertà<br />

e la loro terra». Incalza: «È tempo<br />

che il popolo israeliano si interroghi<br />

con coraggio su cosa chiedono i palestinesi<br />

e comprenda che questi<br />

non vogliono né ucciderlo né odiarlo,<br />

ma chiedono libertà per se stessi».<br />

E riproponendo una sua antica<br />

convinzione afferma: «La sicurezza<br />

per gli israeliani sarà il frutto di<br />

questa libertà».<br />

Riflette pure sulla «dimensione<br />

cristiana del conflitto», che «si svolge<br />

attorno ai luoghi santi della Redenzione<br />

del mondo, dove la misericordia<br />

di Dio si è manifestata. E minaccia<br />

la sopravvivenza dei cristiani<br />

in questa terra» che significa «testimoniare<br />

il suo amore, la sua pace,<br />

il perdono, nel vedere Dio in ogni<br />

persona umana, nel fratello come<br />

nell'avversario... senza dimenticare<br />

e senza deformare l'immagine di Dio<br />

in te o nell'anima dell'avversario al<br />

quale stai reclamando la sua libertà»;<br />

e un forte appello a «non rinunciare<br />

per alcuna ragione e nemmeno<br />

dinanzi al più grande e al più forte<br />

di questo mondo alla libertà, dono<br />

di Dio».<br />

C'è anche un richiamo alla riunione<br />

del 13 dicembre in Vaticano,<br />

voluta da Giovanni Paolo II, dei Vescovi<br />

cattolici di Gerusalemme, del<br />

Custode di Terra Santa e dei Vescovi<br />

rappresentanti le Chiese nel mondo<br />

per riflettere insieme sulla pace in<br />

Terra Santa e sull'avvenire dei cristiani<br />

che in essa vivono. Riconosciuto<br />

che «già di per sé l'invito è un<br />

segno dell'amore e della sollecitudine<br />

del Santo Padre, Mons. Sabbah<br />

afferma che «la pace è condizionata<br />

dalla fine dell'occupazione» e che<br />

«l'avvenire dei cristiani è nelle nostre<br />

mani: si tratta di accettare la<br />

nostra vocazione a essere cristiani<br />

in questa terra e non dispersi nel<br />

mondo. In questa terra, precisa,<br />

vuol dire nella nostra società araba<br />

e musulmana». Aggiunge: «Se accettiamo<br />

la nostra vocazione e se scopriamo<br />

il cammino da compiere,<br />

tutto il mondo è pronto ad aiutarci<br />

a vivere una vita di testimonianza,<br />

onorevole ancorché difficile, nella<br />

nostra terra». Afferma che «l'avvenire<br />

dei cristiani preoccupa le Chiese,<br />

e anche il mondo arabo e musulmano<br />

ha questa preoccupazione, interessato<br />

alla nostra sopravvivenza.<br />

Perché insieme musulmani e cristiani<br />

portiamo la responsabilità di una<br />

sola società, di uno stesso destino e<br />

di una medesima pace in questa<br />

Terra Santa, con la società israeliana<br />

invitata a porre fine all'occupazione,<br />

per ricominciare la comune<br />

marcia verso la pace».<br />

Nell'ultima parte dell'omelia il<br />

Patriarca, partendo da una meditazione<br />

sul prologo del Vangelo di san<br />

Giovanni, ha detto che «il mondo rifiuta<br />

la luce che viene da Dio... le<br />

viene impedito di penetrare nei consessi<br />

di guerra, nel consesso di coloro<br />

che pianificano su scala mondiale,<br />

di coloro che si permettono di<br />

opprimere dei popoli per la sola ragione<br />

che sono deboli e poveri...<br />

Non è permesso che altri popoli<br />

esercitino l'ingiustizia perché sono<br />

forti. Tutto questo è peccato... che<br />

fa nascere e nutre il terrorismo... La<br />

sua sparizione e la tranquillità dell'umanità<br />

intera sono ugualmente<br />

nelle mani dei forti ma dei forti che<br />

sono umili e che accettano la luce<br />

della saggezza di Dio e praticano la<br />

giustizia». Per la prima volta nei locali<br />

annessi alla chiesa parrocchiale<br />

si sono recati capi ed esponenti musulmani<br />

di Betlemme per formulare<br />

gli auguri.<br />

GRAZIANO MOTTA<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì-Venerdì 27-28 Dicembre 2001<br />

Il XXI Convegno giovanile organizzato dalla comunità monastica di Camaldoli<br />

Una meditazione mariana nel tempo di Natale<br />

Maria, stella di Betlemme<br />

GIULIO MASCIARELLI<br />

C'è un timbro mariano sull'evento natalizio<br />

che nessuna distrazione della teologia<br />

può fare venir meno. Sotto la duna<br />

più spessa dell'oblio che qualche altro<br />

servizio della Parola (omelia, catechesi)<br />

può talora far crescere sulla dimensione<br />

mariana dell'Incarnazione,<br />

non si lascia soffocare il grande testo di<br />

Paolo: «quando venne la pienezza del<br />

tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da<br />

donna..., perché ricevessimo l'adozione<br />

a figli. E che voi siete figli ne è prova il<br />

fatto che Dio ha mandato nei nostri<br />

cuori lo Spirito del suo Figlio che grida:<br />

Abbà, Padre! Quindi non sei più schiavo,<br />

ma figlio; se poi figlio, sei anche erede<br />

per volontà di Dio» (Gal 4, 4-7).<br />

Betlemme è luogo mariale per eccellenza<br />

per diversi motivi: per la Natività<br />

del Messia e per la sua Epifania al mondo.<br />

La Vergine Madre è la prima luce<br />

della Natività. Dentro la grotta betlemmita<br />

della Natività si realizza la profezia<br />

di Isaia, tanto valorizzata dalla liturgia<br />

natalizia: «Il popolo che camminava nelle<br />

tenebre / vide una grande luce» (9,<br />

1). Il Messia, nascendovi, la rende splendente;<br />

essa, dunque, non è illuminata<br />

dall'esterno, ma dall'interno: da Colui<br />

che è «la luce del mondo» (Gv 9, 5), la<br />

«luce vera» (Gv 1, 9), la stella del mattino<br />

che annuncia il nuovo giorno (cfr Ap<br />

22, 16).<br />

Ma, prima che la luce di Cristo s'accendesse,<br />

già la futura grotta natalizia<br />

era luminosa perché era luogo mariale.<br />

In essa, infatti, era già presente la «Credente»<br />

a rischiararla con la luce della<br />

sua Verginità, cioè con lo splendore della<br />

sua fede: infatti, la sua verginità è il<br />

segno della sua fede. È stata la luce della<br />

Credente a impedire che la nascita<br />

del Salvatore avvenisse nelle<br />

tenebre: si è invece data nel<br />

più luminoso della terra, laddove<br />

era la Credente, la cui fede<br />

era «come una lampada che<br />

brilla in luogo oscuro» (2 Pt 1,<br />

19)<br />

L'Incarnazione è il più grande<br />

evento della prossimità di<br />

Dio agli uomini. L'Incarnazione<br />

dice presenza personale del<br />

Dio trinitario nella storia. Questa<br />

prossimità di Dio vuole non<br />

solo continuare, ma anche divenire<br />

criterio di salvezza: questa<br />

avviene con l'accostarsi e<br />

con l'avvicinarsi agli uomini,<br />

con il condividere la loro condizione:<br />

la missione dei cristiani<br />

deve interpretare questa<br />

presenza divina per continuarla<br />

in modo mediato e sacramentale.<br />

Dalla logica dell'approssimarsi<br />

divino, si deduce che il<br />

problema dei cristiani non è,<br />

perciò, quello di essere fuori<br />

del mondo od entro il mondo:<br />

per questa formula dell'«autaut»<br />

passano tutti gli angelismi<br />

e gli orizzontalismi (naturalmente<br />

non cristiani) antichi,<br />

moderni e contemporanei; il<br />

problema del cristiano è quello<br />

di entrare e restare nel mondo<br />

rimanendo «cristiano» e tentando<br />

di diventarlo sempre di<br />

più (cfr Concilio Ecum. Vat.<br />

II, Cost past. Gaudium et spes, nn. 42-<br />

43). Maria, per grazia, è una delle cause<br />

dell'Incarnazione: ella ha collaborato al<br />

darsi della più intensa prossimità Dio<br />

agli uomini; conosce, più che da vicino,<br />

dall'interno il senso e il valore di un Dio<br />

che diviene uomo; ella può essere, pertanto,<br />

icona della prossimità del cristiano<br />

al mondo ed, essendo laica, è tipo<br />

dell'esistenza laicale. Più il cristiano<br />

La famiglia di Nazareth, esempio<br />

e modello di tutte le famiglie cristiane<br />

FRANCESCO DI FELICE<br />

Sotto-Segretario del Pontificio<br />

Consiglio per la Famiglia<br />

In un discorso rivolto ai Cardinali nel<br />

dicembre del 1979 Giovanni Paolo II, affermava:<br />

«La santa Famiglia, che si celebra<br />

nella domenica successiva al Natale,<br />

dà la chiave per comprendere tutti i valori<br />

che devono essere proclamati alle<br />

famiglie di oggi: amore, dedizione, sacrificio,<br />

castità, rispetto della vita, lavoro,<br />

serenità, letizia».<br />

Non si tratta di una semplice affermazione<br />

per evadere dal travagliato contesto<br />

sociale e culturale, nel quale oggi sono<br />

coinvolte tantissime famiglie, né di<br />

un rifugiarsi in un mondo idilliaco oramai<br />

definitivamente tramontato. Ma il<br />

riferimento alla santa Famiglia ha tutta<br />

la sua validità. Infatti, il suo esempio<br />

non è da ricercarsi nelle forme concrete,<br />

con cui essa ha vissuto i valori dell’amore<br />

e della vita: sono forme legate alle<br />

circostanze di tempo, luogo, cultura ed<br />

anche ad una vocazione specifica; sarebbe<br />

pertanto una pretesa assurda tentare<br />

di riportarle ad oggi.<br />

Ma, al di là delle forme, c’è lo spirito<br />

ed è questo che anima la vita familiare<br />

di Gesù, Maria e Giuseppe e che possiede<br />

e sviluppa una forza straordinaria ed<br />

unica di esemplarità; tale spirito può e<br />

deve diventare un paradigma privilegiato<br />

per le famiglie cristiane di oggi, perché<br />

lo condividano, come anima interiore<br />

destinata a vivificare e plasmare le<br />

molteplici e varie espressioni che la loro<br />

vita storicamente assume.<br />

Nel disegno di Dio, la salvezza è frutto<br />

anche dell’esistenza di Gesù trascorsa<br />

a Nazareth nella trama quotidiana dei<br />

suoi rapporti familiari con la Madre e<br />

con Giuseppe. È una salvezza questa,<br />

che, come dono e compito, sollecita la<br />

collaborazione degli uomini redenti, tra<br />

i quali, in posizione singolare e irripetibile,<br />

si pongono Maria e Giuseppe. Una<br />

simile collaborazione passa anche attraverso<br />

le realtà, i gesti, le vicende difficili<br />

e gioiose dell’esperienza familiare. C’è,<br />

pertanto, un dono di grazia che dalla<br />

santa Famiglia raggiunge ogni famiglia<br />

del mondo; ed è questo un dono che<br />

scaturisce da quei valori, da quelle esigenze<br />

di vita familiare che sono state<br />

oggetto dell’esperienza quotidiana di Gesù,<br />

di Maria e di Giuseppe. Seguendo la<br />

logica dell’amore come dono, il compito<br />

della famiglia si esprime anzitutto come<br />

servizio alla vita, nella sua altissima dignità<br />

di partecipazione all’opera creatrice<br />

di Dio.<br />

La Vergine, chiamata a concepire per<br />

opera dello Spirito Santo il Verbo eterno<br />

di Dio, ha sperimentato la massima partecipazione<br />

possibile al Dio della vita:<br />

nessun amore materno potrà mai eguagliare<br />

quello della Madre di Dio. Questo<br />

amore, totalmente gratuito e, al tempo<br />

stesso, affidato alla libera responsabilità<br />

di Maria, è il principio interiore e il sostegno<br />

costante della sua dedizione all’o-<br />

La Comunità monastica di Camaldoli<br />

organizza nei giorni dal 27 al 31<br />

dicembre 2001 il XXI Convegno giovanile.<br />

Si rinnova così la tradizione di<br />

questo momento diventato una tappa<br />

importante nel cammino della comunità,<br />

con l'incontro coi 150 giovani<br />

partecipanti provenienti da tutta Italia.<br />

Ad essi viene proposto di confrontarsi<br />

attorno ad una tematica importante<br />

pera educativa nei riguardi del Figlio. E<br />

come in ogni altro caso, ma con una intensità<br />

singolare, il suo compito si è rivolto<br />

alla crescita del Figlio, sia nel suo<br />

inserimento nel contesto familiare, sia<br />

nel suo impegno nella realizzazione della<br />

missione ricevuta.<br />

A suo modo anche Giuseppe attua,<br />

nella santa Famiglia, un preziosissimo<br />

servizio alla vita, certamente nell’ordine<br />

dell’educazione, ma anche nell’ordine di<br />

un legame vero e proprio, anche se mediato,<br />

con il Figlio di Dio. Infatti, come<br />

afferma Giovanni Paolo II nell’Esortazione<br />

Redemptoris Custos: «nella vera<br />

famiglia umana del Figlio di Dio, Giuseppe<br />

è il padre: non è la sua paternità<br />

derivante dalla generazione; eppure essa<br />

non è apparente o soltanto sostitutiva,<br />

ma possiede in pieno l’autenticità della<br />

paternità umana, della missione paterna<br />

della famiglia. È anche contenuta in ciò<br />

una conseguenza dell’unione ipostatica:<br />

umanità assunta nell’unità della persona<br />

divina del Verbo-Figlio. Insieme con<br />

l’assunzione dell’umanità, in Cristo, è<br />

anche assunto tutto ciò che è umano e,<br />

in particolare, la famiglia, quale prima<br />

dimensione della sua esistenza in terra.<br />

In questo contesto è anche assunta la<br />

paternità umana di Giuseppe» (n. 21).<br />

Anche il Papa Paolo VI, nel marzo del<br />

1966, vide la paternità di Giuseppe: «nell’aver<br />

fatto della sua vita un sacrificio al<br />

mistero dell’incarnazione e alla missione<br />

redentrice che vi è congiunta, nell’aver<br />

usato dell’autorità legale, che a lui spettava<br />

sulla Sacra Famiglia, per farle totale<br />

dono di sé, della sua vita, del suo lavoro;<br />

nell’aver convertito la sua umana<br />

vocazione all’amore domestico nella sovrumana<br />

oblazione di sé, del suo cuore<br />

e di ogni capacità, nell’amore posto al<br />

servizio del Messia, germinato nella sua<br />

casa».<br />

Nella luminosa figura di Giuseppe ci è<br />

dato di intravedere il nesso profondo<br />

che esiste tra la paternità umana e la<br />

paternità divina: quanto quella sia fondata<br />

su questa e da questa tragga la sua<br />

verità, dignità e grandezza.<br />

Generare un figlio è soprattutto un riceverlo<br />

da Dio: si tratta di accogliere in<br />

dono da Dio la creatura che si genera.<br />

Per questo i figli appartengono prima a<br />

Dio che ai loro stessi genitori; questa verità<br />

è ricca di implicazioni sia per gli uni<br />

che per gli altri. Sta proprio qui la grandezza<br />

della missione affidata al padre e<br />

alla madre: essere strumenti del Padre<br />

celeste nell’opera formatrice dei propri<br />

figli. Qui però sta anche il limite invalicabile<br />

che i genitori devono rispettare<br />

nell’adempimento del loro compito. Essi<br />

non potranno mai sentirsi padroni dei<br />

loro figli, ma dovranno educarli con attenzione<br />

costante al rapporto privilegiato<br />

che questi hanno con il Padre celeste,<br />

del quale, in definitiva, devono occuparsi<br />

più dei loro genitori terreni.<br />

Si tratta di compiti non facili. Una paternità<br />

ed una maternità, che vogliono<br />

essere degni della persona umana, non<br />

vivendo i ritmi della vita e della preghiera<br />

monastica. Quest'anno il titolo<br />

del convegno è: «La sorpresa di esistere<br />

- Liberi dalla persuasione di essere<br />

liberi»: la ricerca di libertà interiore<br />

porta a consapevolezza ed autocoscienza,<br />

e ad un impegno concreto<br />

di vita.<br />

Il 31 dicembre, come ogni anno,<br />

verrà rinnovata la tradizione della Ve-<br />

Natività, pittura ispano fiamminga del XVI secolo<br />

possono infatti restringersi all’orizzonte<br />

della generazione fisica, ma vanno intese<br />

anche in senso morale e spirituale. Vi<br />

è infatti un mondo di valori naturali e<br />

soprannaturali che i genitori devono trasmettere<br />

ai figli, perché il loro dare la<br />

vita abbia una dimensione pienamente<br />

umana. Questo richiede tempo, pazienza<br />

e una riserva inesauribile di attenzione,<br />

di tatto e soprattutto di amore. È un<br />

cammino che tutta la famiglia è chiamata<br />

a compiere insieme, giorno dopo<br />

giorno, in una crescita progressiva, in<br />

cui tutti i membri della famiglia sono interessati:<br />

non solo i figli, ma anche i genitori,<br />

i quali, vivendo responsabilmente<br />

la loro paternità e maternità, giungono<br />

a scoprire risvolti inaspettati e meravigliosi<br />

del loro amore coniugale.<br />

In questa luce acquista una straordinaria<br />

eloquenza la figura di Giuseppe,<br />

che, nel matrimonio verginale con Maria<br />

Santissima, ha anticipato in qualche<br />

modo l’esperienza definitiva del cielo,<br />

ponendo sotto gli occhi di tutti le ricchezze<br />

di un amore sponsale costruito<br />

sulle segrete armonie dell’animo e alimentato<br />

alle inesauribili sorgenti del<br />

cuore. È una lezione che si rivela quanto<br />

mai importante in questo nostro tempo,<br />

nel quale la famiglia non di rado è<br />

in crisi, proprio perché l’amore, su cui<br />

si fonda, presenta una preoccupante carenza<br />

d’anima, nel contesto di una sopravvalutazione<br />

della pur importante<br />

componente psicologica dell’istinto e<br />

dell’attrattiva. Per ridare solidarietà all’istituto<br />

familiare occorre anzitutto provvedere<br />

ad immettere nel circuito amoroso<br />

della coppia un supplemento d’anima.<br />

Le luci esistenti nella situazione delle<br />

famiglie odierne incoraggiano ad affrontare<br />

le ombre con decisione e sano ottimismo.<br />

Occorre un maggiore impegno<br />

per vincere le tendenze edonistiche e secolaristiche,<br />

che insidiano le fondamenta<br />

stesse dell’istituto familiare, sia nel<br />

senso umano che in quello cristiano.<br />

Molto ci si può e ci si deve attendere,<br />

per ovviare a tale difficoltà, dall’esempio<br />

e dall’interessamento concreto da parte<br />

di quelle famiglie, che fortunatamente<br />

non mancano, le quali stanno vivendo<br />

l’esperienza cristiana del matrimonio in<br />

una forma particolarmente impegnata.<br />

Come si vede, Giuseppe è così per<br />

tutti un singolare maestro nel servire la<br />

missione salvifica di Cristo, compito che<br />

nella Chiesa spetta a ciascuno e a tutti,<br />

ma particolarmente agli sposi e ai genitori.<br />

In lui abbiamo l’interpretazione rigorosa<br />

della fede e della fedeltà nella<br />

realtà di un legame spirituale che intimamente<br />

congiunge la famiglia di Nazareth<br />

con ogni famiglia del mondo. In<br />

Maria, Ancella del Signore, le famiglie<br />

trovano l’esempio di accoglienza umile e<br />

generosa della volontà di Dio, Ella è Colei<br />

che sa confortare ed asciugare le lacrime<br />

di quanti soffrono per le difficoltà<br />

delle loro famiglie.<br />

glia di preghiera per la Pace, a suggellare<br />

giornate dense di impegno e<br />

di gioia nella vita comune.<br />

Per prenotazioni e informazioni: Foresteria<br />

del Monastero 52010 Camaldoli<br />

(AR).<br />

Tel. 0575.55.60.13 - Fax<br />

0575.55.60.01 Sito Internet: http://www.camaldoli.it<br />

- e-mail: romualdo@lina.it<br />

s'immerge nelle realtà, più ha<br />

bisogno di ancorarsi alle sorgenti<br />

della sua fede e della sua<br />

vita nuova: la conversione, la<br />

preghiera, l'ascolto della parola<br />

di Dio, la partecipazione alla<br />

vita liturgica.<br />

Con la sua spiritualità — fatta<br />

in senso filiale verso il Padre,<br />

di senso materno verso il<br />

Figlio, di intima comunione<br />

con lo Spirito — Maria insegna<br />

come si resta cristiani fra le<br />

realtà terrestri e come ci si<br />

può santificare, animandole di<br />

Vangelo dall'interno: ella è invito<br />

vivente ed esistenziale a riconoscere<br />

il Padre con un forte<br />

senso della creazionalità, a<br />

riconoscere il Figlio con la volontà<br />

di assumere tutto ciò che<br />

è creato per elevarlo fino a<br />

Dio, a riconoscere lo Spirito<br />

per animare la terra e la storia<br />

di semi del Verbo.<br />

Maria, «luogo» personale nel<br />

quale s'è realizzata l'Incarnazione<br />

quale estrema prossimità<br />

di Dio all'uomo, alla sua storia<br />

e alla sua causa, resta per sempre<br />

invito all'accoglienza dell'assolutamente<br />

Altro nella nostra<br />

vita e, perché tale accoglienza<br />

non diventi sospetta retorica,<br />

occorre che si realizza<br />

nell'accoglienza degli altri.<br />

Questi, se entriamo davvero<br />

in un'ottica cristiano-mariana,<br />

ci «ossessionano» per usare un'espressione<br />

lévinasiana: «La prossimità non è<br />

uno stato, una quiete, ma, precisamente,<br />

inquietudine» (E. Lèvinas). L'essere<br />

di fronte all'altro e, meglio, l'essere dell'altro<br />

di fronte non è un'aggiunta, magari<br />

perfettiva del soggetto, ma è costitutiva<br />

dello stesso soggetto:senzal'altroilsoggetto<br />

non c'è.<br />

Come l'intera storia della salvezza è<br />

opera della Trinità, così sue sono tutte<br />

le iniziative misteriche che la compongono,<br />

le quali sono di due segni: umiliativo<br />

e glorioso. Fra i primi tratteggiamo<br />

l'Incarnazione e la Croce: fra i secondi<br />

la Pasquae la Pentecoste,con 'intento di<br />

mostrarneildoppiotrattotrinitarioe mariano.<br />

Nell'Incarnazione il Padre si umilia<br />

insiemecolFiglio, che vela la sua gloria,<br />

oscurando lo splendore della sua relazionefilialeconilPadre<br />

(cfr Fil 2, 6-8).<br />

Nel vortice della kenosi entra anche<br />

lo Spirito: è lui che ha permesso il velarsi<br />

della gloria filiale nel seno di santa<br />

Maria: in lei l'ombra dello Spirito ha reso<br />

possibile il nascondimento del fulgore<br />

regale del Figlio nella orma del Servo.<br />

Questo intreccio del mistero trinitario e<br />

di quello mariano nella kenosi dell'Incarnazione<br />

arriva a toccare, accrescendosi<br />

d'intensità misterica, l'evento della<br />

croce: nell'Incarnazione c'è la primizia<br />

dell'azione sacrificale di Gesù; il sacrificio<br />

del Calvario è invece l'esito estremo<br />

di questo sacrificio primordiale.<br />

L'Incarnazione è una prima spoliazione<br />

che ne profetizza una seconda: quella<br />

della croce. C'è nel Natale la primizia<br />

dell'azione sacrificale di Gesù: il sacrificio<br />

del Calvario è l'esito estremo di questo<br />

sacrificio primordiale. Nel «bambino<br />

avvolto in fasce» e giacente nella «mangiatoia»<br />

(Lc 2, 12) la fede fa intravedere<br />

il Crocifisso appeso al patibolo: la «nudità»<br />

del Natale è la profezia mesta della<br />

«nudità» del Venerdì santo. Perciò la<br />

mangiatoia e la Croce sono anche due<br />

luoghi trinitari e mariani: il Padre e lo<br />

Spirito come sono stati presenti nel primo<br />

di essi al fianco del Figlio, lo sono<br />

anche nel secondo in un modo più difficile<br />

da decifrare; così, Maria, per coerenza<br />

materna, non poteva essere presente<br />

nel primo e assente nel secondo.<br />

Del resto, nato fuori della città (cfr Lc<br />

2, 34), nel contesto più disadorno e incomprensibile<br />

(cfr Lc 2, 7), morirà anche<br />

fuori della città, con la ignominiosa<br />

morte degli schiavi: il cammino del<br />

Bambino di Betlemme, iniziato in una<br />

stalla, finirà sulla croce: la mangiatoia e<br />

la croce non sono distanti l'una dall'altra;<br />

anzi, esse sono vicinissime, poiché<br />

si trovano dentro lo stesso perimetro di<br />

grazia: sono due punti dello stesso dinamismo<br />

di salvezza.<br />

Il passaggio di questo Bambino dalla<br />

Grotta della Natività al colle del Calvario<br />

deve ripetersi anche dentro di noi; che è<br />

come dire: il nostro cuore dev'essere<br />

prima culla per la sua nascita, poi «luogo»<br />

della sua elevazione sulla Croce pasquale,<br />

come con profondità ci ricorda<br />

Rainer Maria Rilke: «Questo bambino<br />

nella sua ineguagliabile povertà costituisce<br />

per noi il sito estremo del mondo, il<br />

termine della luce dei nostri occhi, il<br />

confine del nostro cuore. Per questo è<br />

tanto piccolo, è un bambino venuto da<br />

lontano e non cresce se non sulla croce<br />

piantata in mezzo al nostro cuore» (Lettere<br />

di Natale alla Madre, 1900-1925,<br />

Antella-Firenze 1999, p. 81).<br />

Solo se viviamo un'esistenza vibrante<br />

di fede, ci accorgiamo che i misteri di<br />

Cristo attraversano la nostra vita per<br />

santificarla.


.<br />

PAGINA<br />

5 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì-Venerdì 27-28 Dicembre 2001<br />

La Santa Messa della Notte di Natale celebrata<br />

da Giovanni Paolo II nella Basilica Vaticana<br />

L'omelia del Santo Padre<br />

I nostri cuori sono preoccupati e turbati.<br />

Tutti cerchiamo una risposta che ci rassicuri:<br />

Giovanni Paolo II ha presieduto la Santa Messa<br />

della Notte Santa di Natale nella Basilica Vaticana.<br />

Il rito è iniziato a mezzanotte. Con il Papa<br />

hanno concelebrato ventitré Cardinali. Erano<br />

presenti numerosissimi fedeli, molti dei quali<br />

non hanno trovato posto in Basilica e hanno seguito<br />

la Concelebrazione sulla Piazza, nonostante<br />

il freddo, attraverso i maxi-schermi.<br />

Ecco l'omelia di Giovanni Paolo II:<br />

1.«Populus, qui ambulabat in<br />

tenebris, vidit lucem magnam — Il<br />

popolo che camminava nelle tenebre<br />

vide una grande luce» (Is 9, 1).<br />

Ogni anno riascoltiamo queste<br />

parole del profeta Isaia, nel suggestivo<br />

contesto della rievocazione liturgica<br />

della nascita di Cristo.<br />

Ogni anno esse assumono un sapore<br />

nuovo e fanno rivivere il clima<br />

dell’attesa e della speranza, dello<br />

stupore e del gaudio, che sono tipici<br />

del Natale.<br />

Al popolo oppresso e sofferente,<br />

che camminava nelle tenebre, apparve<br />

«una grande luce». Sì, una<br />

luce davvero «grande», perché quella<br />

che s’irradia dall’umiltà del presepe<br />

è la luce della nuova creazione.<br />

Se la prima creazione cominciò<br />

con la luce (cfr Gn 1, 3), tanto più<br />

fulgida e «grande» è la luce che dà<br />

inizio alla nuova creazione: è Dio<br />

stesso fatto uomo!<br />

Il Natale è evento di luce, è la festa<br />

della luce: nel Bambino di Betlemme<br />

la luce originaria torna a<br />

risplendere nel cielo dell’umanità e<br />

squarcia le nubi del peccato. Il fulgore<br />

del trionfo definitivo di Dio<br />

appare all’orizzonte della storia per<br />

proporre agli uomini in cammino<br />

un nuovo futuro di speranza.<br />

2.«Su coloro che abitavano in<br />

terra tenebrosa una luce rifulse» (Is<br />

9, 1).<br />

L’annuncio gioioso, proclamato<br />

poc’anzi nella nostra assemblea,<br />

vale anche per noi, uomini e donne<br />

all’alba del terzo millennio. La comunità<br />

dei credenti si raduna in<br />

preghiera per riascoltarlo in ogni<br />

regione del mondo. Tra il freddo e<br />

la neve dell’inverno o nel caldo torrido<br />

dei tropici, questa notte è Notte<br />

Santa per tutti.<br />

Lungamente atteso, irrompe finalmente<br />

lo splendore del Giorno<br />

nuovo. È nato il Messia, l’Emmanuele,<br />

Dio-con-noi! È nato Colui<br />

che fu preannunciato dai profeti e<br />

a lungo invocato da quanti «abitavano<br />

in terra tenebrosa». Nel silenzio<br />

e nel buio della notte, la luce si<br />

fa parola e messaggio di speranza.<br />

Ma non stride, forse, questa certezza<br />

di fede con la realtà storica in<br />

cui viviamo? Se ascoltiamo i resoconti<br />

impietosi della cronaca, queste<br />

parole di luce e di speranza<br />

sembrano parole di sogno. Ma sta<br />

appunto qui la sfida della fede, che<br />

rende questo annuncio consolante<br />

ed insieme esigente. Essa ci fa sentire<br />

avvolti dall’amore tenero di<br />

Dio, ed insieme ci impegna all’amore<br />

operoso di Dio e dei fratelli.<br />

3.«È apparsa la grazia di Dio,<br />

apportatrice di salvezza per tutti gli<br />

uomini» (Tt 2, 11).<br />

I nostri cuori, in questo Natale,<br />

sono preoccupati e turbati a causa<br />

della persistenza, in diverse regioni<br />

del mondo, della guerra, delle tensioni<br />

sociali, delle strettezze penose<br />

in cui versano tanti esseri umani.<br />

Tutti cerchiamo una risposta che<br />

ci rassicuri.<br />

La pagina della Lettera a Tito or<br />

ora ascoltata ci ricorda che la nascita<br />

del Figlio unigenito del Padre<br />

si è rivelata «apportatrice di salvezza»<br />

in ogni angolo del pianeta e in<br />

ogni momento della storia. Per<br />

ogni uomo e ogni donna nasce il<br />

«Verbum caro factum est»<br />

Bambino «chiamato: Consigliere<br />

ammirabile, Dio potente, Padre per<br />

sempre, Principe della pace» (Is 9,<br />

5). Egli porta con sé la risposta che<br />

può acquietare le nostre paure e ridare<br />

vigore alle nostre speranze.<br />

Sì, in questa notte evocatrice di<br />

memorie sacrosante, più salda si<br />

fa la nostra fiducia nella potenza<br />

redentrice della Parola fatta carne:<br />

«Verbum caro factum est». Quando<br />

le tenebre e il male sembrano prevalere,<br />

Cristo ci ripete: Non temete!<br />

Con la sua venuta nel mondo Egli<br />

ha sconfitto il potere del male, ci<br />

ha liberati dalla schiavitù della<br />

morte e ci ha riammessi al banchetto<br />

della vita.<br />

Spetta a noi attingere alla forza<br />

del suo amore vittorioso, facendo<br />

nostra la sua logica di servizio e di<br />

umiltà. Ciascuno di noi è chiamato<br />

a vincere con Lui «il mistero dell’iniquità»,<br />

facendosi testimone di solidarietà<br />

e costruttore di pace. Andiamo<br />

dunque alla grotta di Betlemme<br />

per incontrare Lui, ma anche<br />

per incontrare, in Lui, ogni<br />

bambino del mondo, ogni fratello<br />

piagato nel corpo o oppresso nello<br />

spirito.<br />

4.I pastori «dopo averlo visto,<br />

riferirono ciò che del Bambino era<br />

stato detto loro» (Lc 2, 17).<br />

Come i pastori, anche noi in<br />

questa notte straordinaria non possiamo<br />

non provare il desiderio di<br />

comunicare agli altri la gioia dell’incontro<br />

con questo «Bambino avvolto<br />

in fasce», nel quale si rivela<br />

la potenza salvifica dell’Onnipotente.<br />

Non possiamo fermarci a contemplare<br />

estasiati il Messia che<br />

giace nella mangiatoia, dimenti-<br />

cando l’impegno di renderGli testimonianza.<br />

Dobbiamo riprendere in fretta il<br />

nostro cammino. Dobbiamo ripartire<br />

gioiosi dalla grotta di Betlemme<br />

per riferire in ogni luogo il prodigio<br />

di cui siamo stati testimoni.<br />

Abbiamo incontrato la luce e la vita!<br />

In Luicièstatodonatol’amore.<br />

5.«Un Bambino è nato per<br />

noi...» (Is 9, 5).<br />

Ti accogliamo con gioia, Onnipotente<br />

Signore del cielo e della terra,<br />

che per amore ti sei fatto Bambino<br />

«in Giudea, nella città di Davide<br />

chiamata Betlemme» (Lc 2, 4).<br />

Ti accogliamo riconoscenti, Luce<br />

nuova che sorgi nella notte del<br />

mondo.<br />

Ti accogliamo come nostro fratello,<br />

«Principe della pace», che hai<br />

«fatto dei due un popolo solo» (Ef<br />

2, 14).<br />

Colmaci dei tuoi doni, Tu che<br />

non hai disdegnato di iniziare la<br />

vita umana come noi. Facci diventare<br />

figli di Dio, Tu che per noi hai<br />

voluto diventare figlio dell’uomo<br />

(cfr Sant’Agostino, Discorsi, 184).<br />

Tu, «Consigliere ammirabile», sicura<br />

promessa di pace; Tu, presenza<br />

efficace del «Dio potente»; Tu,<br />

nostro unico Dio, che giaci povero<br />

e umile nell’ombra del Presepe, accoglici<br />

accanto alla tua culla.<br />

Venite, popoli della terra e apritegli<br />

le porte della vostra storia!<br />

Venite ad adorare il Figlio della<br />

Vergine Maria, sceso fra noi, in<br />

questa notte preparata da secoli.<br />

Notte di gioia e di luce.<br />

Venite, adoremus!<br />

Quei dodici bambini che rappresentano i piccoli di tutto il mondo<br />

GIAMPAOLO MATTEI<br />

«Verbum caro factum est». Giovanni Paolo II<br />

ha ripetuto, in latino, con voce possente, l'annuncio<br />

che ha sconvolto la storia dell'umanità<br />

orientandola verso la salvezza. Ha ripetuto le parole<br />

della «notizia più importante», quelle parole<br />

che ha letto a Nazareth, nel giorno dell'Annunciazione<br />

del Grande Giubileo, durante il pellegrinaggio<br />

in Terra Santa: sono incise nel luogo dove,<br />

appunto, il Verbo si fece carne.<br />

Il Papa ha aggiunto queste stupende parole di<br />

verità all'omelia della Santa Messa della Mezzanotte<br />

di Natale. E il pensiero di pace è andato<br />

subito alla Terra di Gesù, a cui è indissolubilmente<br />

legato l'aggettivo «Santa».<br />

«Verbum caro factum est» è l'unica risposta<br />

che rassicura gli uomini «preoccupati e turbati a<br />

causa della persistenza, in diverse regioni del<br />

mondo, della guerra, delle tensioni sociali, delle<br />

strettezze penose». Una risposta di verità che<br />

stride «con la realtà storica in cui viviamo». Ha<br />

detto il Papa: «Se ascoltiamo i resoconti impietosi<br />

della cronaca, queste parole di luce e di speranza<br />

sembrano parole di sogno. Ma sta appunto<br />

qui la sfida della fede, che rende questo annuncio<br />

consolante ed insieme esigente».<br />

Prima dell'inizio della Santa Messa, l'assemblea<br />

ha ascoltato le profezie che nei secoli hanno<br />

annunciato la venuta del Messia. I brani — tratti<br />

dalla Genesi e dai Libri dei profeti Isaia, Michea<br />

e Sofonia — hanno introdotto le antichissime<br />

antifone maggiori dell'Avvento scandite dall'invocazione<br />

«Rorate, caeli, desuper», il canto dei giusti<br />

dell'Antico Testamento, e l'«Emmanuele» cui<br />

ha fatto seguito la narrazione del silenzio estatico<br />

della creazione con un'antifona ispirata al Libro<br />

della Sapienza e un breve brano tratto dagli<br />

antichi racconti del Natale di Cristo.<br />

È per antichissima tradizione che la Chiesa celebra<br />

il mistero del Natale del Signore nel cuore<br />

della notte, ricordando il silenzio che tutto avvolgeva<br />

quando discese la Parola e la Luce brillò<br />

davanti agli uomini.<br />

Due splendidi arazzi, raffiguranti l'Annuncia-<br />

zione e la Natività, erano rispettivamente sulla<br />

loggia della Veronica e su quella di sant'Elena,<br />

ai lati dell'altare della Confessione. Tantissime<br />

«stelle di natale» di colore rosso ornavano le basi<br />

delle quattrocolonnedelbaldacchino berniniano.<br />

Giovanni Paolo II ha fatto il suo ingresso in<br />

Basilica qualche minuto prima della Mezzanotte.<br />

Ha percorso processionalmente la navata centrale,<br />

benedicendo i tantissimi fedeli presenti. Molte<br />

persone non sono riuscite a trovare posto in Basilica<br />

e hanno seguito la Santa Messa sulla Piazza,<br />

nonostante il freddo, attraverso i maxi-schermi.<br />

Introducendo la Celebrazione, il Papa ha affermato<br />

che «siamo qui convenuti, in questa<br />

santissima notte, conquistati dalla luce del Natale,<br />

più forte delle orride tenebre che hanno offuscato<br />

il primo scorcio del nuovo millennio».<br />

A ricordare che la nascita di Gesù narrata dagli<br />

evangelisti è una realtà storica, un cantore,<br />

Marcos Pavan, ha intonato l'antico testo latino<br />

della «Kalenda». L'assemblea ha ascoltato in preghiera<br />

l'annuncio che rammenta che Cristo, Redentore<br />

dell'uomo, è il centro del cosmo e della<br />

storia, e poi si è unita al coro nel rendere grazie<br />

cantando, come gli angeli nella Notte Santa,<br />

«Gloria in excelsis Deo»: un momento particolarmente<br />

suggestivo per il tradizionale omaggio floreale<br />

di dodici bambini. Ecco i loro nomi: Corneille<br />

Kabore (Burkina Faso); Maryse Mosilo<br />

Maleke (Repubblica Democratica del Congo);<br />

Daniele Marra e Stefano Pucci (Italia); Mina<br />

Yim (Corea); Maria Francesca Domingo e Christian<br />

Michael San Juan (Filippine); José Luis De<br />

la Vega e Ramos Kimbesi (Perú); Hannah Lawrence<br />

(Australia); Artur Sznajtert e Klaudia<br />

Paulos (Polonia).<br />

Vestiti con i costumi tradizionali dei loro Paesi<br />

di provenienza, i piccoli hanno deposto le splendide<br />

composizioni floreali davanti alla statua del<br />

Bambino Gesù posta davanti all'altare della Confessione.<br />

Più tardi, all'offertorio, il Papa ha abbracciato<br />

e baciato i dodici bambini, con tenerezza<br />

e con un sorriso paterno. Quei bambini<br />

hanno rappresentato i bambini di tutto il mon-<br />

do, soprattutto quelli che soffrono a causa della<br />

violenza, della povertà, della malattia.<br />

La prima lettura è stata proclamata, in spagnolo,<br />

da Veronica Ibarra. Il salmo 95 è stato<br />

cantato da Marcos Pavan. La seconda, in inglese,<br />

è stata letta da Daniel Rodriguez. Il Vangelo<br />

è stato cantato, in latino, da Antonio Di Franco.<br />

Al momento delle intenzioni dei fedeli, Petro<br />

Beresh ha pregato, in russo, perché «là dove vivono<br />

i credenti in Cristo siano strumenti e operatori<br />

di pace, diano ragione della loro speranza,<br />

con scelte a favore della vita e della pace»; in<br />

swahili, Salvatori Macha ha pregato perché lo<br />

Spirito del Natale aiuti i capi delle nazioni e i responsabili<br />

degli organismi internazionali «a riflettere<br />

che la dignità dell'uomo e della donna, unita<br />

al rispetto della terra, sono possibili in un programma<br />

di vita e d'autentica pace»; in francese,<br />

Roselin Fortin ha pregato perché ebrei, musulmani<br />

e cristiani, che si riferiscono unanimi ad<br />

Abramo, padre della fede, «nulla lascino d'intentato<br />

perché mai il nome di Dio sia strumentalizzato<br />

per opere di morte e tutti concorrano a risolvere<br />

pacificamente i problemi e le tensioni legate<br />

alla terra, alla condivisione dei beni, alla<br />

convivenza»; in tedesco Bernadette Redlinger ha<br />

pregato perché i poveri, che «nei giorni di festa<br />

avvertono più acutamente la loro condizione nella<br />

società, trovino fratelli e sorelle che condividano<br />

con loro il dono della salvezza, offrendo rispetto,<br />

dignità e quelle attenzioni che aprono alla<br />

speranza che non delude»; in filippino, Marita<br />

Moaje ha pregato perché i bambini non siano<br />

oggetti di oltraggi e violenze e che «la luce del<br />

Natale diradi l'opacità dei cuori e delle menti e<br />

aiuti a scorgere in ogni volto inerme dei piccoli<br />

l'immagine di Dio che si è rivelato nel bambino<br />

di Betlemme»; in portoghese, Alexandre Mattias<br />

Da Silva ha pregato perché la gioia che viene<br />

dall'alto sia forza nel cammino della vita.<br />

Con Giovanni Paolo II hanno concelebrato<br />

ventitré Cardinali: Joseph Ratzinger, Vice Decano<br />

del Collegio Cardinalizio; Angelo Sodano, Segretario<br />

di Stato; Eduardo Martínez Somalo, Camerlengo<br />

di Santa Romana Chiesa; Roger Etche-<br />

“<br />

Ma non stride, forse,<br />

questa certezza di fede<br />

con la realtà storica<br />

in cui viviamo?<br />

Se ascoltiamo<br />

i resoconti impietosi<br />

della cronaca,<br />

queste parole<br />

di luce e di speranza<br />

ci sembrano parole<br />

di sogno. Ma sta appunto<br />

qui la sfida della fede,<br />

che rende questo annuncio<br />

consolante ed insieme<br />

esigente. Essa ci fa sentire<br />

avvolti dall'amore tenero<br />

di Dio, ed insieme<br />

ci impegna<br />

nell'amore operoso<br />

di Dio e dei fratelli<br />

-<br />

”<br />

garay; Ignace Moussa I Daoud; Jozef Tomko;<br />

Giovanni Canestri; Edmund Casimir Szoka;<br />

Achille Silvestrini; Camillo Ruini; Edward Idris<br />

Cassidy; Pio Laghi; Luigi Poggi; Darío Castrillón<br />

Hoyos; Lorenzo Antonetti; Giovanni Cheli; James<br />

Francis Stafford; Giovanni Battista Re; José<br />

Saraiva Martins; Agostino Cacciavillan; Sergio<br />

Sebastiani; Jorge Maria Mejía; Walter Kasper.<br />

Erano presenti il Cardinale Virgilio Noè, Arciprete<br />

della Basilica Vaticana; l'Arcivescovo Oscar<br />

Rizzato, Elemosiniere di Sua Santità; il Vescovo<br />

James Michael Harvey, Prefetto della Casa Pontificia;<br />

il Vescovo Stanisław Dziwisz, Prefetto Aggiunto<br />

della Casa Pontificia; Mons. Mieczysław<br />

Mokrzycki, della Segreteria particolare del Santo<br />

Padre; numerosi Arcivescovi e Vescovi.<br />

Accanto al Corpo Diplomatico accreditato<br />

presso la Santa Sede, erano l'Arcivescovo Leonardo<br />

Sandri, Sostituto della Segreteria di Stato;<br />

l'Arcivescovo Jean-Louis Tauran, Segretario per i<br />

Rapporti con gli Stati; Mons. Pedro López Quintana,<br />

Assessore; Mons. Celestino Migliore, Sotto-<br />

Segretario per i Rapporti con gli Stati; Mons.<br />

Tommaso Caputo, Capo del Protocollo.<br />

Tra gli altri, erano presenti il Direttore dell'«Osservatore<br />

Romano», prof. Mario Agnes; il<br />

Ministro degli Esteri di Panamá, José Miguel<br />

Alemàn; il Presidente della Regione Lazio, Francesco<br />

Storace; l'Arciduca e l'Arciduchessa d'Austria;<br />

il Principe Ravivaddhana Sissowath, della<br />

famiglia reale di Cambogia.<br />

I canti sono stati eseguiti dal Coro della Cappella<br />

Sistina, diretto dal Maestro Giuseppe Liberto.<br />

La Santa Messa si è conclusa gioiosamente<br />

con i tradizionali canti natalizi che sono nel cuore<br />

di tutti i fedeli: in particolare è stato eseguito,<br />

in latino, «Astro del Ciel». Mentre l'assemblea<br />

cantava il popolare inno natalizio in sei lingue —<br />

italiano, francese, inglese, tedesco, spagnolo e<br />

polacco — Giovanni Paolo II ha deposto la statua<br />

del Bambino Gesù, che si trovava davanti all'altare<br />

della Confessione, nel presepe allestito,<br />

com'è tradizione, nella navata sinistra della Basilica.<br />

Quel presepe ricorda, come tutti i presepi<br />

del mondo, la grande verità: «Verbum caro factum<br />

est».


.<br />

PAGINA<br />

6/7 .<br />

Quei volti di migliaia<br />

di bambini da amare<br />

GIANFRANCO GRIECO<br />

«Urbi et Orbi». Un messaggio per Roma<br />

e per il mondo. Da Roma al mondo. Mai,<br />

forse, come questa volta, il messaggio natalizio<br />

di Giovanni Paolo II, dopo i tragici<br />

eventi dell'11 settembre, il conflitto in Afghanistan<br />

e le quotidiani tensioni in Terra<br />

Santa, riprendeva i toni della profezia. In<br />

sessanta lingue il Papa augurava buon Natale<br />

a tutta la «Famiglia delle Nazioni» e<br />

manifestava nel contempo tutta la sua predilezione<br />

verso i bambini del mondo. «Tanti,<br />

troppi — diceva con voce sofferta e piena<br />

di angoscia — sono i bambini che nascono<br />

condannati a patire senza colpa le<br />

conseguenze di disumani conflitti. Salviamo<br />

i bambini per salvare la speranza dell'umanità<br />

— ammoniva —. Ce lo chiede oggi<br />

con forza quel Bimbo di Betlemme. Il Dio<br />

che si è fatto uomo, per restituirci il diritto<br />

a sperare».<br />

Immagini e similitudini scorrevano davanti<br />

agli occhi del mondo. Ed era il Papa<br />

a guidare il canto poetico ed insieme drammatico<br />

del Natale 2001. Il quel Bambino —<br />

diceva — «possiamo riconoscerere i tratti<br />

di ogni piccolo essere umano che viene alla<br />

luce, a qualunque razza e nazione appartenga:<br />

è il piccolo palestinese e il piccolo<br />

israeliano; è il bimbo statunitense ed è<br />

quello afghano, è il figlio dell'hutu e il figlio<br />

del tutsi... è il bimbo qualunque, che per<br />

Cristo è qualcuno».<br />

Si riascoltava in Piazza San Pietro l'invito<br />

pressante scaturito dal cuore del giovane<br />

Papa all'inzio del suo esaltante Pontificato:<br />

«...aprite il cuore a questo messaggio di pace,<br />

apritelo a Cristo, Figlio della Vergine<br />

Maria, a colui che si è fatto “nostra pace”!<br />

Apritelo a Colui che nulla ci toglie se non il<br />

peccato, e ci dona in cambio pienezza di<br />

umanità e di gioia».<br />

Dalla Cattedra collocata sulla Loggia centrale<br />

della Basilica di San Pietro, lo sguardo<br />

del Papa si posava così sui drammi del<br />

mondo e per tutti i popoli invocava pace,<br />

giustizia, perdono e solidarietà. Accanto a<br />

Giovanni Paolo II erano il Protodiacono<br />

Cardinale Pio Laghi e François Xavier Nguyên<br />

Van Thuân, dell'Ordine di Diaconi,<br />

Presidente del Pontificio Consiglio della<br />

Giustizia e della Pace; i Vescovi James Michael<br />

Harvey, Prefetto della Casa Pontificia<br />

e Stanisław Dziwisz, Prefetto Aggiunto; il<br />

Vescovo Marini, Maestro delle Celebrazioni<br />

Liturgiche del Sommo Pontefice ed il Cerimoniere<br />

Pontificio Mons. Giulio Viviani.<br />

Sul Sagrato della Basilica erano schierate<br />

una rappresentanza della Guardia Svizzera<br />

Pontificia; delle Forze Armante Italiane e le<br />

bande musicali del Circolo di San Pietro e<br />

dell'Arma dei Carabinieri che si sono scambiate<br />

gli Inni, pontificio ed italiano.<br />

Scorrevano i volti dei popoli presenti in<br />

piazza San Pietro. Scorrevano i volti dei<br />

bimbi e delle bimbe avvolti dal tenero abbraccio<br />

dei genitori. Volti giovani, volti lieti<br />

che si scontravano con quei volti offesi e<br />

deturpati che Giovanni Paolo II richiamava<br />

nel Messaggio «Urbi et Orbi»: «Il volto dolce<br />

del Bambino di Betlemme ricordi a tutti<br />

che abbiamo un unico Padre» ammmoniva<br />

il Santo Padre.<br />

Tanti gli applausi che partivano dalla<br />

Piazza. In particolare erano i giovani e le<br />

giovanissime provenienti dal Messico a gridare:<br />

«Juan Pablo segundo te quiere todo<br />

el mundo. Juan Pablo hermano, tu eres<br />

mexicano». Con gesti benedicenti il Papa<br />

salutava tutti e ringraziava con un augurio<br />

di pace.<br />

Dopo la lettura del Messaggio, il Cardinale<br />

Protodiacono Laghi chiedeva a tutti i<br />

fedeli della Chiesa di pregare per il Papa,<br />

per la pace e l'unità della Chiesa in tutto il<br />

mondo. Seguiva la solenne Benedizione<br />

«Urbi et Orbi». Seduto, con il piaviale bianco<br />

ricamato in oro, il Papa rispondeva al<br />

saluto augurale della folla. «Feliz Navidad»<br />

augurava ai giovani messicani che non si<br />

stancavano di applaudirlo.<br />

Era il Cardinale Virgilio Noè, Arciprete<br />

della Basilica Vaticana, a presiedere la Santa<br />

Messa del Giorno in San Pietro. «L'annuncio<br />

del Natale — ricordava il Cardinale<br />

Celebrante — è risuonato ancora una volta<br />

in questa notte per l'intera umanità diffusa<br />

su tutta la terra: annuncio di verità e di vita,<br />

annuncio di santità e di grazia, annuncio<br />

di giustizia, di amore e di pace. L'Angelo<br />

del Signore ci invita a non temere e ci<br />

presenta colui che nell'Eucaristia riconosciamo<br />

come Cristo e Signore: il Verbo fatto<br />

carne che abita in mezzo a noi. Come figli<br />

di Dio accogliamo la presenza del Salvatore<br />

e riconosciamo i nostri peccati per essere<br />

da lui illuminati e redenti». Il cantore<br />

della Cappella Sistina diretta dal Maestro<br />

Giuseppe Liberto presentava le invocazioni,<br />

mentre il coro cantava: «Kyrie, eleison».<br />

«Signore, luce splendente nelle tenebre, che<br />

illumini ogni uomo, abbi pietà di noi» cantava<br />

la giovanissima voce soprana. Ed ancora:<br />

«Cristo, Figlio unigenito del Padre,<br />

nato da donna, nato sotto la legge per riscattare<br />

l'uomo da ogni schiavitù, abbi pietà<br />

di noi... Signore, irradiazione della gloria<br />

divina, che purifichi l'uomo dal peccato,<br />

abbi pietà di noi». Il Cardinale Noè poi intonava<br />

il «Gloria in excelsis Deo» della «<br />

Missa de Angelis» che veniva eseguito dalla<br />

Schola e dall'Assemblea come «Inno di glorificazione<br />

per la nascita del Redentore».<br />

Dopo la proclamazione della Prima Lettura<br />

tratta dal Libro del Profeta Isaia 52, 7-10,<br />

della seconda Lettura dell'Autore della Lettera<br />

agli Ebrei 1, 1-6, il diacono Mino Gritti<br />

cantava il Prologo del Vangelo di Giovanni<br />

1,1-18: «In principio era il Verbo ed in Verbo<br />

era presso Dio e il Verbo era Dio...».<br />

Durante il canto del Credo in gregoriano<br />

quando si giungeva all'«Ei incarnatus est»<br />

tutti si inginocchiavano adorando il Mistero<br />

dell'Incarnazione del Figlio di Dio. Intensa<br />

era la «Preghiera dei fedeli». Si levavano intenzioni<br />

per il Santo Padre Giovanni Paolo,<br />

perché, «testimone instancabile del Vangelo<br />

di Cristo, abbia il conforto della Chiesa e<br />

dell'umanità che ascoltano il suo invito alla<br />

preghiera e alla pace»; per i cristiani diffusi<br />

su tutta la terra, perché «questo Natale sia<br />

per tutti una festa di gioia, preludio di<br />

un'esperienza profonda di grazia e di misericordia<br />

divina, per la crescita della comunione<br />

e della solidarietà nelle famiglie e tra<br />

i popoli». Si pregava poi per coloro che<br />

hanno autorità e responsabilità nel mondo,<br />

perché «accolgano l'annuncio di pace che<br />

viene dalla Grotta di Betlemme e tutti i<br />

confini della terra sappiano riconoscere e<br />

custodire questo dono di Dio per l'intera<br />

umanità». Una giovanissima donna pregava<br />

per i sofferenti nell'anima e nel corpo, perché<br />

«possano incontrare, nel cammino della<br />

loro vita, i testimoni della misericordia<br />

del Padre che dispensano la carità e la salvezza,<br />

portate a tutte le genti da Cristo,<br />

unico Redentore dell'uomo». Infine si pregava<br />

per tutti i presenti e per quanti erano<br />

uniti mediante la radio e la televisione, perché<br />

in questo tempo di Natale «apriamo il<br />

nostro cuore alla voce e alla grazia del Signore<br />

e possiamo camminare in una vita<br />

nuova nella potenza dello Spirito Santo».<br />

In presbiterio, tra i fedeli, era presente<br />

l'Arcivescovo Giovanni Coppa, Nunzio Apostolico.<br />

La solenne Celebrazione Eucaristica era<br />

diretta da Mons. Franco Camaldo, Cerimoniere<br />

Pontificio.<br />

Canti natalizi, nenie pastorali in Basilica<br />

come in Piazza San Pietro. In migliaia e<br />

migliaia attorno al Presepe e all'albero di<br />

Natale sostavano durante tutto il giorno di<br />

Natale e nella festa di santo Stefano Protomartire.<br />

«Adeste fideles», « Tu scendi dalle stelle».<br />

Da Piazza San Pietro a Betlemme, sostando<br />

davanti alla grotta di tutti i Presepi del<br />

mondo per annunciare la pace. Oggi, a tutti<br />

gli uomini di buona volontà.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì-Venerdì 27-28 Dicembre 2001<br />

«Oggi il mio pensiero va a tutti i bambini del mondo:<br />

tanti, troppi sono i bambini che nascono condannati a<br />

patire senza colpa le conseguenze di disumani conflitti.<br />

Salviamo i bambini per salvare la speranza dell'umanità!<br />

Ce lo chiede oggi con forza quel Bambino nato a<br />

Betlemme, il Dio che si è fatto uomo per restituirci il<br />

diritto a sperare». È quanto ha chiesto Giovanni Paolo<br />

II a tutti gli uomini di buona volontà nel Messaggio<br />

«Urbi et Orbi» letto dalla Loggia centrale della Basilica<br />

nella mattina di martedì 25 dicembre, Solennità del Natale<br />

del Signore.<br />

Questo il testo del Messaggio:<br />

1.«Christus est pax nostra»,<br />

«Cristo è la nostra pace,<br />

colui che ha fatto dei due<br />

un popolo solo» (Ef 2, 14).<br />

All’alba del nuovo millennio<br />

iniziato con tante speranze,<br />

ma ora minacciato<br />

da nubi tenebrose<br />

di violenza e di guerra,<br />

la parola dell’apostolo Paolo,<br />

che ascoltiamo in questo Natale,<br />

è un raggio di luce possente,<br />

un grido di fiducia e di ottimismo.<br />

Il Bimbo divino nato a Betlemme<br />

reca in dono nelle sue piccole mani<br />

il segreto della pace per l’umanità.<br />

Egli è il Principe della pace!<br />

Ecco il lieto annuncio,<br />

risonato quella notte a Betlemme,<br />

e che voglio ripetere al mondo<br />

in questo giorno benedetto.<br />

«Vi annuncio una grande gioia,<br />

che sarà di tutto il popolo:<br />

oggi vi è nato nella città di Davide<br />

un salvatore, che è il Cristo Signore»<br />

(Lc 2, 10-11).<br />

Quest’oggi la Chiesa<br />

fa eco agli angeli,<br />

e rilancia il loro<br />

straordinario messaggio,<br />

che sorprese per primi i pastori<br />

sulle alture di Betlemme.<br />

2.«Christus est pax nostra!»<br />

Cristo, «il bambino avvolto in fasce,<br />

che giace in una mangiatoia»<br />

(Lc 2, 12),<br />

proprio Lui è la nostra pace.<br />

Un inerme Neonato<br />

nell’umiltà di una grotta<br />

restituisce dignità<br />

a ogni vita che nasce,<br />

dona speranza a chi giace<br />

nel dubbio e nello sconforto.<br />

Egli è venuto per guarire<br />

i feriti della vita<br />

e per ridare senso<br />

persino alla morte.<br />

In quel Bambino, mite e indifeso,<br />

che vagisce in una grotta<br />

fredda e nuda,<br />

Dio ha distrutto il peccato,<br />

e ha posto il germoglio<br />

di un’umanità nuova,<br />

chiamata a portare a compimento<br />

l’originario progetto della creazione<br />

e a trascenderlo<br />

con la grazia della redenzione.<br />

3.«Christus est pax nostra!»<br />

Uomini e donne del terzo millennio,<br />

voi che avete fame<br />

di giustizia e di pace,<br />

accogliete il messaggio di Natale,<br />

che si diffonde oggi nel mondo!<br />

Gesù è nato per rinsaldare i legami<br />

tra gli uomini e i popoli,<br />

per renderli tutti,<br />

in se stesso, fratelli.<br />

È venuto per abbattere<br />

«il muro di separazione<br />

che era frammezzo,<br />

cioè l’inimicizia» (Ef 2, 14),<br />

e per fare dell’umanità<br />

un’unica famiglia.<br />

Sì, con certezza possiamo ripetere:<br />

Oggi col Verbo incarnato<br />

è nata la pace!<br />

Pace da implorare,<br />

perché Dio solo ne è autore<br />

e garante.<br />

Pace da costruire<br />

in un mondo dove popoli e nazioni,<br />

provati da tante e diverse difficoltà,<br />

sperano in un’umanità<br />

non solo globalizzata<br />

da interessi economici,<br />

ma dallo sforzo costante<br />

IL MESSAGGIO «URBI ET ORBI» DI GIOVANNI PAOLO II<br />

NELLA SOLENNITÀ DEL NATALE 2001<br />

In Lui possiamo riconoscere i tratti<br />

di ogni piccolo essere umano che viene alla luce,<br />

a qualunque razza e nazione appartenga:<br />

è il piccolo palestinese e il piccolo israeliano;<br />

è il bimbo statunitense ed è quello afghano;<br />

è il figlio dell’hutu e il figlio del tutsi...<br />

è il bimbo qualunque, che per Cristo è qualcuno<br />

.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì-Venerdì 27-28 Dicembre 2001<br />

di una più giusta<br />

e solidale convivenza.<br />

4.Accorriamo come i pastori<br />

a Betlemme,<br />

sostiamo adoranti nella grotta,<br />

fissando lo sguardo<br />

sul neonato Redentore.<br />

In Lui possiamo riconoscere i tratti<br />

di ogni piccolo essere umano<br />

che viene alla luce,<br />

a qualunque razza<br />

e nazione appartenga:<br />

è il piccolo palestinese<br />

e il piccolo israeliano;<br />

è il bimbo statunitense<br />

ed è quello afghano;<br />

è il figlio dell’hutu<br />

e il figlio del tutsi...<br />

è il bimbo qualunque,<br />

che per Cristo è qualcuno.<br />

Oggi il mio pensiero<br />

va a tutti i bambini del mondo:<br />

tanti, troppi sono i bambini<br />

che nascono condannati<br />

a patire senza colpa<br />

le conseguenze di disumani conflitti.<br />

Salviamo i bambini,<br />

per salvare la speranza dell’umanità!<br />

Ce lo chiede oggi con forza<br />

quel Bimbo nato a Betlemme,<br />

il Dio che si è fatto uomo,<br />

per restituirci il diritto a sperare.<br />

5.Imploriamo dal Cristo<br />

il dono della pace<br />

per quanti sono provati<br />

da antichi e nuovi conflitti.<br />

Ogni giorno porto nel cuore<br />

i drammatici problemi<br />

della Terra Santa;<br />

ogni giorno penso con apprensione<br />

a quanti muoiono di freddo<br />

e di fame;<br />

ogni giorno mi giunge accorato<br />

il grido di chi,<br />

in tante parti del mondo,<br />

invoca una più equa distribuzione<br />

delle risorse<br />

e un’occupazione<br />

dignitosamente retribuita per tutti.<br />

Che nessuno cessi di sperare<br />

nella potenza dell’amore di Dio!<br />

Cristo sia luce e sostegno<br />

di chi crede ed opera,<br />

talora controcorrente,<br />

per l’incontro, il dialogo,<br />

la cooperazione<br />

tra le culture e le religioni.<br />

Cristo guidi nella pace i passi<br />

di chi instancabilmente si adopera<br />

per il progresso della scienza<br />

e della tecnica.<br />

Non si usino mai<br />

questi grandi doni di Dio<br />

contro il rispetto e la promozione<br />

della dignità umana.<br />

Mai si ponga il nome santo di Dio<br />

a suggello dell’odio!<br />

Mai se ne faccia ragione<br />

di intolleranza e di violenza!<br />

Il volto dolce del Bambino<br />

di Betlemme<br />

ricordi a tutti che abbiamo<br />

un unico Padre.<br />

6.«Christus est pax nostra!»<br />

Fratelli e Sorelle che mi ascoltate,<br />

aprite il cuore<br />

a questo messaggio di pace,<br />

apritelo a Cristo,<br />

Figlio della Vergine Maria,<br />

a Colui che si è fatto «nostra pace»!<br />

Apritelo a Colui che nulla ci toglie<br />

se non il peccato,<br />

e ci dona in cambio pienezza<br />

di umanità e di gioia.<br />

E Tu, adorato Bambino<br />

di Betlemme,<br />

reca la pace in ogni famiglia e città,<br />

in ogni nazione e continente.<br />

Vieni, Dio fatto uomo!<br />

Vieni ad essere il cuore del mondo<br />

rinnovato dall’amore!<br />

Vieni dove maggiormente in pericolo<br />

sono le sorti dell’umanità!<br />

Vieni, e non tardare!<br />

Tu sei «la nostra pace» (Ef 2, 14)!<br />

Gli auguri del Papa<br />

ai popoli e alle nazioni<br />

Ai fedeli radunati in Piazza San Pietro, e a<br />

quanti lo ascoltavano attraverso la radio e la<br />

televisione, Giovanni Paolo II ha inviato l'augurio<br />

natalizio in 60 lingue. Ecco il testo:<br />

A quanti mi ascoltano, rivolgo un<br />

cordiale augurio nelle diverse espressioni<br />

linguistiche:<br />

di espressione italiana:<br />

Buon Natale, cari abitanti di Roma<br />

e dell’Italia! Il clima di singolare cordialità<br />

di questa festa cristiana, così<br />

sentita e popolare, favorisca l’affermarsi<br />

di rapporti sempre più costruttivi<br />

fra le diverse componenti sociali.<br />

La cara Nazione italiana ha bisogno<br />

di concordia e dell’apporto operoso di<br />

tutti per poter esprimere nel modo migliore<br />

le sue grandi potenzialità.<br />

Formulo voti di serenità e di autentico<br />

progresso alle Pubbliche Autorità<br />

ed all’intero Popolo italiano. Possa essere<br />

per tutti e per ciascuno un Natale<br />

di speranza; quella speranza che<br />

per i credenti si è fatta persona nel Figlio<br />

di Dio nato a Betlemme.<br />

di espressione francese:<br />

Heureuse et sainte fête de Noël!<br />

Que le Christ Sauveur vous garde<br />

dans l’espérance et qu'il vous fasse le<br />

don de la paix profonde!<br />

di espressione inglese:<br />

May the birth of the Prince of Peace<br />

remind the world where its true happiness<br />

lies; and may your hearts be<br />

filled with hope and joy, for the<br />

Saviour has been born for us.<br />

di espressione tedesca:<br />

Die Geburt Jesu Christi, des Erlösers<br />

der Menschen, erfülle Euer<br />

Leben mit tiefer Freude und reicher<br />

Gnade; sein Friede möge in Euren<br />

Herzen wohnen. Gesegnete und frohe<br />

Weihnachten!<br />

di espressione spagnola:<br />

¡Feliz Navidad! Que la Paz de<br />

Cristo reine en vuestros corazones, en<br />

las familias y en todos los pueblos.<br />

di espressione portoghese:<br />

Feliz Natal para todos! O nascimento<br />

do Menino Jesus ilumine de alegria<br />

e paz vossos lares e Nações!<br />

di espressione neerlandese:<br />

Zalig en gelukkig Kerstmis.<br />

di espressione greca:<br />

KalÅ Xristoug‰nna<br />

di espressione albanese:<br />

Per shum vjet Krishtlindjen.<br />

di espressione romena:<br />

Sărbători Fericite de Crăciun si<br />

Anul Nou.<br />

di espressione ungherese:<br />

Àldott Karácsonyt.<br />

di espressione ceca:<br />

Narodilsevám Spasitel. Radujte se!<br />

di espressione slovacca:<br />

Milostiplné a radostné Vianočné<br />

Sviatky.<br />

di espressione croata:<br />

Sretan Božić, Isusovo Porođenje!<br />

di espressione slovena:<br />

Božje Dete, naj vam podeli svoj blagoslov,<br />

mir in srečo.<br />

di espressione serba:<br />

Chtáfy Œjæbá - Ñhbcnjc ct hjlb!<br />

di espressione serba-lusazia:<br />

Zohnowane hody! A zbožowne<br />

Nowe lěto!<br />

di espressione bulgara:<br />

Xtcnbnj Hjæltcndj Ñhbcnjdj<br />

di espressione macedone:<br />

Ytrf db t xtcnbn Œjæbe b Yjdf<br />

Ujlbyf<br />

di espressione bielorussa:<br />

Darahíja Biełarùsy! Viasiòłych<br />

kalàdnych Sviàtaû!<br />

di espressione russa:<br />

Cthltxyj gjplhfdkzù dctñ c<br />

Ghfplybrjv<br />

Hjæltcndf Ñhbcnjdf<br />

di espressione mongola:<br />

ÑHBCNBQY NTHCTY TLHBQY<br />

VPYLÑEHUPT!<br />

di espressione ucraina:<br />

Dtctkbñ Cdzn p H$pldjv<br />

Ñhbcnjdbv $ Yjdbv Hjrjv!<br />

di espressione lituana:<br />

Linksmų šwentų Kaledų.<br />

di espressione lettone:<br />

Priecīgus Ziemsvētkus!<br />

di espressione estone:<br />

Häid joulupühi.<br />

di espressione svedese:<br />

God Jul, Gott Nytt Àr.<br />

di espressione finlandese:<br />

Hyvää Joulua.<br />

di espressione irlandese:<br />

Nollaig shona dhaoibh go léir.<br />

di espressione romanès:<br />

Baxtalò Krečùno! Thaj Nevo berš!<br />

di espressione maltese:<br />

Il-Milied it-tajjeb lill-poplu ta’Malta<br />

u ghawdex.<br />

di espressione georgiana:<br />

di espressione turca:<br />

Yeni Yilinizi Tebrik Ederim.<br />

di espressione araba:<br />

di espressione etiopico-eritrea:<br />

di espressione ebraica:<br />

di espressione aramaica:<br />

di espressione armena:<br />

di espressione suahili:<br />

Heri kwa noeli na baraka nyingi<br />

kwa mwaka mpya.<br />

di espressione kirundi e kinyarwanda:<br />

Gumya umutima mu mahoro!<br />

Noeli nziza!<br />

di espressione malgascia:<br />

Arahaba tratrin’i Noely.<br />

di espressione hindi:<br />

di espressione tamil:<br />

di espressione malayalam:<br />

di espressione bengalese:<br />

di espressione birmana<br />

di espressione urdu (Pakistan):<br />

di espressione cinese:<br />

di espressione giapponese:<br />

di espressione coreana:<br />

di espressione vietnamita:<br />

Chúc mùng giáng sinh.<br />

di espressione singalese:<br />

di espressione thailandese:<br />

di espressione indonesiana:<br />

Selamat Hari Natal.<br />

di espressione filippina:<br />

Malygayang pasko at manigong<br />

bagong taon.<br />

di espressione maori:<br />

Meri Kirihimete.<br />

di espressione samoana:<br />

Ia manuia le Kirisimasi.<br />

di espressione esperanto:<br />

Dibenitan Kristnaskon kaj prosperan<br />

novjaron.<br />

di espressione polacca:<br />

«Słowo stało się ciałem i mieszkało<br />

między nami» (por. J 1, 14).<br />

W dniu, w którym przeżywamy tajemnicę<br />

narodzenia Bożego Syna, życzę<br />

moim Rodakom w kraju i na świecie<br />

obfitości Bożych darów: radości i pokoju,<br />

nadziei w trudnościach i miłości<br />

w codziennym życiu. Nowo narodzony<br />

Chrystus niech błogosławi wszystkim.<br />

[«Il Verbo si fece carne e venne ad abitare<br />

in mezzo a noi» (Gv 1, 14).<br />

Nel giorno, in cui viviamo il mistero della<br />

nascita del Figlio di Dio, auguro ai miei<br />

connazionali nel paese e all’estero l’abbondanza<br />

dei doni divini: della gioia e della pace,<br />

della speranza nelle difficoltà e dell’amore<br />

nella vita quotidiana. Il Cristo bambino<br />

benedica tutti!]<br />

di espressione latina:<br />

Christus est pax nostra;<br />

Venite adoremus!


.<br />

PAGINA<br />

8 .<br />

LITURGIA DELLA PAROLA<br />

FRANCESCO CACUCCI<br />

Arcivescovo di Bari-Bitonto<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì-Venerdì 27-28 Dicembre 2001<br />

«È un Bambino esigente, quello che contempliamo nel presepe.<br />

Ma è anche un Bambino comprensivo e paziente.<br />

Se siamo docili alla sua azione,<br />

Egli ci prende per mano e ci accompagna:<br />

non dobbiamo perciò temere. Può sembrare talora molto duro<br />

seguirne le orme, ma se Lui cammina con noi,<br />

tutto si fa più facile e leggero.<br />

Il santo martire Stefano ci aiuti a comprendere<br />

questa profonda verità e a metterla in pratica»<br />

ANGELUS DEL 26 DICEMBRE Nella festa liturgica in cui si prolunga il clima del Natale, la meditazione mariana del Papa con i fedeli presenti in Piazza San Pietro<br />

Il martirio di santo Stefano ci ricorda che Gesù Bambino, dalla mangiatoia<br />

ci chiama a seguirlo passo dopo passo sino al Golgota, sino alla croce<br />

Nella festa liturgica in cui «si prolunga<br />

il clima soffuso di luce e di gioia tipico<br />

del Natale», il martirio di santo Stefano<br />

«ci ricorda che Gesù Bambino, dalla<br />

grotta dove giace inerme in una mangiatoia,<br />

ci chiama a seguirlo passo dopo<br />

passo sino al Golgota, sino alla croce,<br />

per condividere con Lui il vittorioso<br />

trionfo sulla morte». È quanto ha detto<br />

Giovanni Paolo II rivolgendosi ai pellegrini<br />

presenti in Piazza San Pietro per la<br />

recita dell'«Angelus» nella mattina di<br />

mercoledì 26 dicembre.<br />

Questo è il testo della meditazione del<br />

Papa:<br />

CarissimiFratelli e Sorelle!<br />

1.Nell’odierna festa liturgica<br />

si prolunga il clima<br />

soffuso di luce e di gioia tipico<br />

del Natale. Sostiamo ancora<br />

interiormente affascinati<br />

dinanzi al prodigio che si è<br />

verificato nella Notte Santa.<br />

Continuiamo a meditare sul<br />

mistero natalizio e sulle impegnative<br />

esigenze che da esso<br />

scaturiscono.<br />

«Non temete, ecco vi annunzio<br />

una grande gioia, che<br />

sarà di tutto il popolo: oggi<br />

vi è nato nella città di Davide<br />

un Salvatore, che è il Cristo<br />

Signore» (Lc 2, 10-11).<br />

Queste parole pronunciate<br />

dagli angeli a Betlemme, parole<br />

che sorpresero i pastori,<br />

echeggiano anche in questo<br />

nostro tempo. Esse ci invitano<br />

a non temere, perché è<br />

nato per noi il Messia, il Salvatore<br />

lungamente atteso e<br />

finalmente venuto sulla terra<br />

per redimere l’intera umanità.<br />

La sua nascita costituisce<br />

un dono incommensurabile<br />

che, se compreso e accettato<br />

sino in fondo, cambia la vita<br />

e rende la persona capace<br />

dell’eroismo evangelico proprio<br />

dei santi.<br />

2.Questo è il messaggio<br />

che possiamo raccogliere anche<br />

dal protomartire santo<br />

Stefano, che quest’oggi cele-<br />

Nm 6, 22-27<br />

Gal 4, 4-7<br />

Lc 2, 16- 21<br />

Maria<br />

Santissima<br />

Madre di Dio<br />

briamo. La sua festa aggiunge<br />

un ulteriore elemento alla<br />

nostra comprensione del Natale<br />

di Cristo. Questo giovane<br />

diacono si distinse per il coraggio<br />

e la costanza con cui<br />

seppe annunciare il Vangelo<br />

ai connazionali e rendere un<br />

amorevole servizio ai poveri.<br />

Il suo martirio ci ricorda che<br />

Gesù Bambino, dalla grotta<br />

dove giace inerme in una<br />

mangiatoia, ci chiama a seguirlo<br />

passo dopo passo sino<br />

al Golgota, sino alla croce,<br />

per condividere con Lui il<br />

vittorioso trionfo sulla morte.<br />

È un Bambino esigente,<br />

quello che contempliamo nel<br />

presepe. Ma è anche un<br />

Bambino comprensivo e paziente.<br />

Se siamo docili alla sua<br />

azione, Egli ci prende per<br />

mano e ci accompagna: non<br />

dobbiamo perciò temere. Può<br />

sembrare talora molto duro<br />

seguirne le orme, ma se Lui<br />

cammina con noi, tutto si fa<br />

più facile e leggero. Il santo<br />

martire Stefano ci aiuti a<br />

comprendere questa profonda<br />

verità e a metterla in pratica<br />

ogni giorno.<br />

3.Con grande cordialità,<br />

vi rinnovo, carissimi Fratelli<br />

e Sorelle, i miei fervidi auguri<br />

natalizi e chiedo al neonato<br />

Salvatore, per intercessione<br />

della sua Vergine Madre,<br />

di suscitare negli animi di<br />

tutti sentimenti di gioia, di<br />

comprensione reciproca, di<br />

pace.<br />

Al termine della preghiera mariana, il<br />

Santo Padre ha ricordato il forte significato<br />

del presepe allestito in Piazza San<br />

Pietro, sottolineando che come ogni anno<br />

esso è meta spirituale di numerosi<br />

pellegrini. Ecco le sue parole:<br />

1° gennaio 2002<br />

Immersi nel silenzio della Vergine<br />

Molti giungono a questa celebrazione dopo aver atteso<br />

il «magico» tocco delle campane che a mezzanotte<br />

segna il passaggio dal vecchio al nuovo anno. Il sapersi<br />

ancora in vita porta alcuni a far «esplodere» la loro<br />

gioia facendo riecheggiare le nostre città di «botti» che<br />

riportano nelle nostre strade sinistri suoni di una guerra<br />

sempre minacciosa e per nulla beneauguranti.<br />

Non tutti, però, hanno atteso in questo modo l’arrivo<br />

del nuovo anno. Alcuni, senza cedere alla scaramantica<br />

tentazione di «bruciare il passato», hanno preferito, in<br />

comunione con il Papa, cantare il proprio grazie a Dio<br />

per quanto ha loro donato nell’anno appena terminato.<br />

Altri hanno trascorso la notte in preghiera per invocare<br />

dal Signore, ancora una volta, il dono della pace.<br />

A tutti, senza distinzione, la liturgia di questo primo<br />

giorno del nuovo anno civile ricorda che è «Dio, che<br />

nella sua provvidenza, dà inizio e compimento a tutto il<br />

bene che è nel mondo» (orazione sulle offerte). Ancora<br />

una volta la liturgia coglie questa occasione per aiutare<br />

i cristiani a riscoprire il significato e il valore del tempo:<br />

non un monotono e faticoso procedere, schiacciati sempre<br />

più dal peso degli anni, ma una quotidiana possibilità<br />

per crescere nella fede, alimentare la speranza, vivere<br />

nella carità. Quando una vita si apre all’incontro e<br />

all’accoglienza del Signore, il tempo non è più un banale,<br />

monotono e insignificante ripetersi di giorni, ma raggiunge<br />

«la sua pienezza» (Gal 4, 4).<br />

1.«DiomandòilsuoFiglio,<br />

nato da donna»<br />

(Gal 4, 4)<br />

Come la Festa della Santa Famiglia, che abbiamo appena<br />

celebrato, anche questa festa, che conclude l’ottava<br />

di Natale, non ci distrae dalla contemplazione del<br />

mistero dell’Incarnazione, ma come un potente faro dirige<br />

decisamente il suo fascio luminoso verso Betlemme<br />

per fermarsi sul Bambino che vi è nato. A Gesù per<br />

Maria! La riflessione sulla Vergine Maria, infatti, è andata<br />

sempre più sviluppandosi a mano a mano che la<br />

Chiesa approfondiva il mistero di Cristo. Maria è indissociabile<br />

dal suo Figlio! È sempre presente nei momenti<br />

cruciali della vita di Gesù: la troviamo accanto alla culla<br />

di Betlemme, ai piedi della croce sul Calvario e nel<br />

Cenacolo insieme con gli Apostoli nella orante attesa<br />

dello Spirito del Risorto.<br />

Vedo con gioia che, anche<br />

quest’anno, è stato allestito<br />

in Piazza San Pietro, insieme<br />

all’albero di Natale, il presepe,<br />

rappresentazione semplice<br />

e profonda del mistero natalizio.<br />

E con piacere posso<br />

ammirare ogni giorno la gente,<br />

e specialmente i bambini,<br />

che, fino a tardi la sera, vengono<br />

a visitarlo.<br />

Ringrazio cordialmente coloro<br />

che l’hanno preparato, e<br />

assicuro ai pellegrini e ai visitatori<br />

la mia preghiera,<br />

perché l’incontro con Gesù<br />

Bambino porti al cuore di<br />

ciascuno serenità e pace.<br />

Con affetto vi benedico<br />

nuovamente tutti, cari fratelli<br />

e sorelle, mentre rinnovo a<br />

voi, e alle vostre famiglie, i<br />

più fervidi auguri di Buon<br />

Natale!<br />

In quest’ottica, la verità di fede che la festa odierna<br />

ripropone alla nostra considerazione: «Maria Madre di<br />

Dio», che troviamo già in nuce nell’affermazione di s.<br />

Paolo: «quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò<br />

il suo Figlio nato da donna» (Gal 4, 4), e proclamata<br />

solennemente nel Concilio di Efeso, più che mettere in<br />

risalto un privilegio della Madonna, va vista piuttosto<br />

come la logica conseguenza dell’affermazione della vera<br />

umanità del Figlio di Dio. Come afferma s. Atanasio:<br />

«Gabriele aveva dato l’annunzio a Maria con cautela e<br />

delicatezza. Però non le disse semplicemente colui che<br />

nascerà in te, perché non si pensasse a un corpo estraneo<br />

a lei; ma: da te, perché si sapesse che colui che ella<br />

dava al mondo aveva origine proprio da lei». Dopo aver<br />

ribadito che Gesù ha ricevuto un corpo umano che si è<br />

realmente formato in Maria, e non, come alcuni affermavano,<br />

semplicemente «attraverso» Maria senza alcuna<br />

sua partecipazione, s. Atanasio prosegue: «veramente<br />

umana era la natura che nacque da Maria, secondo<br />

le Scritture, e reale, cioè umano, era il corpo del Signore;<br />

vero, perché del tutto identico al nostro; infatti Maria<br />

è nostra sorella, perché tutti abbiamo origine in<br />

Adamo». La Chiesa ha potuto, quindi, proclamare Maria<br />

Madre di Dio, perché la natura umana e quella divina<br />

erano unite «senza separazione e senza alcuna confusione»<br />

nell’unica persona del Figlio di Dio.<br />

2. «Maria, da parte sua,<br />

serbava tutte queste cose<br />

meditandole nelsuocuore»<br />

(Lc 2, 19)<br />

Non si può non rimanere colpiti dal fatto che questo<br />

andirivieni dei pastori, che «dopo averlo visto... riferirono<br />

ciò che del bambino era stato detto loro... e se ne<br />

tornarono glorificando e lodando Dio» (Lc 2, 17. 20),<br />

non riesca a scalfire più di tanto il silenzio meditativo<br />

in cui è immersa la Vergine Maria. Ella non si accontenta<br />

di «vedere» per poi subito riferire, ma sente la necessità<br />

di cogliere il senso profondo delle parole e degli<br />

avvenimenti che la coinvolgono così direttamente. La liturgia<br />

proponendoci questo suo atteggiamento all’inizio<br />

di un nuovo anno civile, sembra volerci dire che solo<br />

imitando l’esempio della Vergine, potremo cogliere la<br />

Inizio della missione<br />

del Nunzio Apostolico a Malta<br />

S.E. Mons. Luigi Conti, Arcivescovo titolare di Graziana, ha iniziato la sua<br />

missione di Nunzio Apostolico a Malta.<br />

Giunto all’aeroporto internazionale di La Valletta il 22 novembre scorso, è<br />

stato ricevuto da S.E. Mons. Nicholas Cauchi, Vescovo di Gozo, S.E. Mons.<br />

Emmanuele Gerada, Arcivescovo Titolare di Nomento, S.E. Mons. Annetto<br />

Depasquale, Vescovo Ausiliare di Malta e da numerosi rappresentanti del clero<br />

e dei religiosi maltesi.<br />

La Signora Christine Cassar, Officiale del Protocollo del Ministero degli Affari<br />

Esteri, ha dato il benvenuto in terra maltese al Nunzio Apostolico a nome<br />

delle Autorità governative.<br />

Il 6 dicembre, si è svolta la Cerimonia di presentazione delle Lettere Credenziali.<br />

Il Segretario della Presidenza e l’Aiutante di campo del Presidente<br />

hanno accompagnato il Nunzio Apostolico al Palazzo Presidenziale nella Capitale<br />

Valletta.<br />

Il Presidente della Repubblica, Prof. Guido De Marco, ha accolto il Rappresentante<br />

Pontificio evocando la recente visita del Santo Padre, per il quale ha<br />

nuovamente espresso la sua grande stima e profonda ammirazione, trattenendosi<br />

poi in colloquio con S.E. Mons. Conti.<br />

Nella mattina del 7 dicembre, il Nunzio ha reso visita al Primo Ministro,<br />

l’On. Edward Fenech Adami. Nel pomeriggio dello stesso giorno si è recato<br />

dal Ministro degli Esteri, il Sig. Joe Borg, con il quale ha avuto un lungo colloquio<br />

su temi di comune interesse.<br />

profondità del Mistero di Cristo che la liturgia ci presenterà<br />

nel corso del nuovo anno e leggere la nostra vita<br />

come una storia abitata dalla presenza di Dio e che<br />

daLuiacquistasempremaggiore chiarezza e significato.<br />

Siamo, dunque, chiamati dalla liturgia non solo a venerare<br />

la Vergine Maria, ma anche a sentirci suoi figli<br />

imitandone gli esempi: «guidaci, Signore, alla vita eterna,<br />

perché possiamo gustare la gioia senza fine con la<br />

sempre Vergine Maria, che veneriamo madre del Cristo<br />

e di tutta la Chiesa» (orazione dopo la Comunione). La<br />

Madonna è, infatti, non solo icona della Chiesa, ma anche<br />

modello per ogni discepolo di Gesù, come ci ricorda<br />

il beato Isacco della Stella: «Nel tabernacolo del<br />

grembo di Maria Cristo dimorò nove mesi, nel tabernacolo<br />

della fede della Chiesa sino alla fine del mondo,<br />

nella conoscenza e nell’amore dell’anima fedele per l’eternità».<br />

3. «Il Signore rivolga<br />

su di te il suo volto<br />

e ti conceda pace»<br />

(Nm 6, 26)<br />

Da 35 anni, per iniziativa di Paolo VI, nel primo giorno<br />

di ogni nuovo anno si celebra la Giornata della Pace.<br />

Il tema che il Messaggio di Giovanni Paolo II ha consegnato<br />

per la Giornata di quest’anno risuona estremamente<br />

attuale soprattutto alla luce degli avvenimenti<br />

dell’11 settembre e della guerra che ancora una volta<br />

ha lasciato una lunga scia di sangue dovunque è passata:<br />

«Non c’è pace senza giustizia; non c’è giustizia senza<br />

perdono».<br />

L’augurio di un buon anno deve radicarsi in una incessante<br />

preghiera per implorare da Dio il dono della<br />

pace e suscitare in noi tutti un indissociabile impegno<br />

ad essere «costruttori di pace». Perché, come afferma il<br />

Papa nel suo Messaggio: «Pregare per la pace significa<br />

aprire il cuore umano all’irruzione della potenza rinnovatrice<br />

di Dio... Pregare per la pace significa pregare<br />

per la giustizia... Pregare per la pace significa pregare<br />

per ottenere il perdono di Dio e per crescere al tempo<br />

stesso nel coraggio che è necessario a chi vuole a propria<br />

volta perdonare le offese subite» (n.14). «Il Signore<br />

rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace»... Buon<br />

anno!


ITALIA<br />

PAGINA<br />

MILANO<br />

Santa Messa di mezzanotte in Duomo, Celebrazione eucaristica<br />

«dell’aurora» con i detenuti, solenne Pontificale ancora in Cattedrale:<br />

così, rispettando la tradizione degli anni scorsi, il Cardinale Carlo<br />

Maria Martini, Arcivescovo di Milano, ha celebrato la solennità del<br />

Natale del Signore, il primo del nuovo millennio. E lo ha fatto mentre<br />

in tutta la diocesi ambrosiana tantissimi fedeli seguivano le liturgie<br />

nelle diverse parrocchie, sovente accompagnate da veglie o da<br />

«presepi viventi», e dovunque dalla raffigurazione della Natività nel<br />

Presepio.<br />

Nella Messa di mezzanotte l'Arcivescovo ha voluto sottolineare il<br />

legame spirituale con tutta la Chiesa, in particolare con quella in<br />

Terrasanta: il Porporato infatti ha fatto ingresso processionalmente<br />

in Duomo portando in braccio una statuetta del Bambino Gesù, «un<br />

gesto che si compie ogni notte di Natale a Betlemme, con il Patriarca<br />

latino di Gerusalemme». Non solo. L’effigie del Bambino era preceduta<br />

da una lanterna con una fiammella proveniente proprio da<br />

Betlemme, poi collocata davanti all’altare.<br />

«È una luce — ha spiegato il Cardinale — attinta pochi giorni fa<br />

dalla lampada che arde presso il luogo della Natività, nella grotta<br />

sotto la basilica di Betlemme, a fianco della grande stella d’argento<br />

dove hanno sostato in preghiera tanti e anche il Papa. Mani amiche<br />

di giovani scout hanno attinto la luce da quella lampada e l’hanno<br />

portata a Milano. Noi siamo strettamente uniti a Betlemme, a ciò<br />

che essa rappresenta per la storia dell’umanità, con le gioie che ne<br />

sono derivate a seguito della nascita del Messia, uniti a tutte le sofferenze<br />

che questa città rappresenta, fino ad essere oggi una città<br />

simbolo dei conflitti che insanguinano la terra di Gesù e tante altre<br />

regioni del mondo».<br />

«Tutto questo ci ricorda che stiamo vivendo quest’anno un Natale<br />

un po’ diverso dagli altri — ha aggiunto il Porporato —. Un Natale<br />

nel quale, come si è espresso il Papa, “nubi oscure si addensano sull’orizzonte<br />

del mondo”. Un Natale in cui la notte fisica di queste ore<br />

si fa simbolo di una notte spirituale... Ma è proprio in una notte come<br />

questa che nasce Gesù salvatore».<br />

Il Card. Martini ha proseguito la riflessione commentando il brano<br />

del Vangelo di Giovanni, proposto dalla liturgia, così come ha<br />

fatto poche ore dopo, nel carcere di Opera, parlando del passo del<br />

Vangelo di Luca, nel quale i pastori si dicono l’un l’altro: «Andiamo<br />

fino a Betlemme», dove si trova la piccola luce che salva!; la luce vicino<br />

a Maria Santissima, guardando la quale «impariamo a incontrare<br />

Gesù là dove è: non nell’illusione di<br />

una pace a buon mercato, non nelle<br />

grandi manovre della storia, ma nella<br />

realtà umile della nostra vita».<br />

Nel Pontificale in Duomo, poi, l’Arci-<br />

vescovo è tornato a parlare del «mistero<br />

fontale, cioè origine e fonte di tutti i misteri<br />

storici, che è quello dell’incarnazione<br />

del Figlio di Dio». Di fronte a Lui «il<br />

piccolo appare spesso più importante<br />

del grande» e «ciò che sembra solitudine<br />

e umiliazione sulla terra può essere<br />

grande e glorioso in cielo».<br />

«Ci accorgiamo così — ha aggiunto il<br />

Porporato — che entriamo a poco a poco<br />

in una “teologia e antropologia cristiana”,<br />

cioè in un nuovo modo di capire<br />

Dio e l’uomo. Dobbiamo abituarci a<br />

guardare Dio come colui che è ordinariamente<br />

dalla parte del più piccolo e<br />

del più povero».<br />

Anche sant’Ambrogio, spiegando le<br />

pagine della Sacra Scrittura, ci fa scoprire<br />

qualcosa sul mistero di Dio e dell’uomo.<br />

«Prendiamo coscienza allora —<br />

ha detto ancora il Cardinale Martini —<br />

di non essere soli e abbandonati nel<br />

cammino della vita e sentiamo di poter<br />

guardare in faccia senza eccessivo terrore<br />

e affanno gli eventi dolorosi di questi<br />

mesi e quelli che forse ci attendono. Il<br />

Signore è con i più poveri e dona loro<br />

salvezza, vincendo l’ingiustizia della<br />

morte. Ne segue come dono proprio del<br />

Natale il dono della gioia e della pace<br />

che auguro a tutti voi. Non esteriori, superficiali,<br />

effimere, ma — ha concluso<br />

— la gioia e la pace di Dio, che non ci<br />

impediscono di sentire nostri i dolori<br />

dell’umanità; e che la nascita di Gesù<br />

mette dentro di noi, nelle nostre famiglie,<br />

nella Chiesa, nella città, nella società<br />

per aprirci alla speranza».<br />

ALBERTO MANZONI<br />

Alle ore 10.30, il Vescovo Elio Tinti ha<br />

celebrato la terza Messa di Natale, la<br />

Messa del giorno, alla presenza di moltissimi<br />

fedeli, che gremivano la Cattedrale.<br />

Partendo dall'annuncio del «messaggero<br />

di lieti annunzi che annunzia<br />

la pace, messaggero di bene che annunzia<br />

la salvezza» del profeta Isaia, il Presule<br />

ha richiamato l'importanza e la carica<br />

di speranza del messaggio natalizio<br />

sull'umanità di oggi: «Un Natale che<br />

quest'anno è particolarmente desiderato<br />

e auspicato, perché dopo i fatti dell'11<br />

settembre, dove la malvagità dell'uomo<br />

sembra aver trionfato con le sue armi di<br />

terrorismo, violenza, guerra, odio e vendetta,<br />

diffondendo un clima di timore,<br />

di sfiducia e di incertezza, desideriamo<br />

tutti che il Signore ritorni a nascere nel<br />

cuore di ogni uomo e a portarvi salvezza,<br />

consolazione e speranza. Speranza e<br />

salvezza ci sono assicurate se apriamo il<br />

cuore e la mente a questo avvenimento<br />

sconvolgente, a questo fatto inaudito di<br />

Dio che ci dona suo Figlio, che si fa uomo<br />

per noi».<br />

Il Vescovo ha poi imperniato la sua<br />

Omelia su due punti molto efficaci. Tenere<br />

lo sguardo fisso su Gesù, contemplando<br />

il suo volto, nella profondità del<br />

suo mistero, seguendo l'invito del Papa<br />

e meditando sul Prologo del Vangelo di<br />

s. Giovanni, dove l'Apostolo afferma con<br />

chiarezza che il Verbo è venuto in mezzo<br />

a noi per donarci la Luce e la Vita<br />

del Padre: «Cristo il Verbo fatto Carne,<br />

è Lui la luce, è Lui la Vita, non un po'<br />

di luce, non una pallida illusione di vita,<br />

ma la Luce piena, la Vita vera, che illumina<br />

la nostra esistenza, ci dona di capire<br />

da dove veniamo e dove siamo diretti,<br />

diventa senso pieno e valore illuminante<br />

di tutta la nostra esistenza. Un<br />

senso meraviglioso e avvincente».<br />

Il Presule ha invitato i presenti ad accogliere<br />

Cristo Luce e Vita senza imitare<br />

la sbadataggine della gente di allora:<br />

«Purtroppo, tanti di noi siamo spesso di-<br />

9 .<br />

<br />

<br />

«Il Natale è sempre grande e oggi, più<br />

che mai, abbiamo bisogno della Sua<br />

Grazia». Con queste parole il Vescovo di<br />

Novara, Mons. Renato Corti, ha iniziato<br />

l’Omelia nel giorno di Natale nella Cattedrale<br />

sottolineando la bellezza della<br />

Parola di Dio appena proclamata. Ha invitato<br />

i fedeli a meditare quelle parole<br />

come se fossero dirette personalmente a<br />

loro, in quel momento: «Carissimo,<br />

quando si sono manifestati la bontà di<br />

Dio Salvatore e il suo amore per gli uomini...».<br />

«Quel “quando” — ha continuato<br />

Mons. Corti — è la venuta tra noi<br />

dell’Inviato del Padre e suo Figlio Unigenito,<br />

Gesù. E quell’avvenimento è manifestazione<br />

d’amore: anzi, che Dio è veramente<br />

amore per noi. In questo Natale<br />

siamo aiutati a capire i due termini<br />

che spesso usiamo per dire chi noi siamo:<br />

ci diciamo cristiani e cattolici».<br />

Riflettendo sul termine «cristiani» il<br />

Vescovo ha spiegato come il «genio del<br />

Cristianesimo» sia già racchiuso nel Natale:<br />

l’Incarnazione. Ed è espressa pienamente<br />

dalla passione di Cristo e dalla<br />

sua Croce. «Non è esagerato dire — ha<br />

continuato — che questo è il genio del<br />

Cristianesimo». Infatti, in tutto il panorama<br />

religioso dell’umanità non si trova<br />

nulla di paragonabile. Certo, si parla di<br />

amore, ma non del fatto che Dio, per<br />

amore dell’uomo, si sia fatto uomo. Ancor<br />

meno di un Dio che, in Gesù, si abbassi<br />

fino alla morte e alla morte di croce.<br />

Ma i cristiani lo sanno? O pensano<br />

al Cristianesimo in un modo tremendamente<br />

generico, che ne ignora la sconvolgente<br />

novità nel panorama della storia<br />

dell'umanità? E ancor più, che dire<br />

del fatto che i cristiani sono più di un<br />

miliardo nel mondo? Forse che, su temi<br />

stratti, indifferenti, superficiali e rischiamo<br />

di non accogliere questa luce, di<br />

non vivere questa vita, di lasciare sprecato<br />

questo dono infinito. Prendiamo<br />

coscienza di quanto afferma s. Giovanni<br />

nel Vangelo letto poco fa: “La Luce<br />

splende nelle tenebre, ma le tenebre non<br />

l'hanno accolta” e più avanti: “Veniva<br />

nel mondo la Luce vera, quella che illumina<br />

ogni uomo. Egli era nel mondo, e<br />

il mondo fu fatto per mezzo di Lui, eppure<br />

il mondo non lo riconobbe. Venne<br />

fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno<br />

accolto”. “A quanti però l'hanno accolto,<br />

ha dato potere di diventare figli di Dio,<br />

a quelli che credono nel suo nome, i<br />

quali non da sangue né da volere di carne,<br />

né da volere di uomo, ma da Dio sono<br />

stati generati” (Gv 1, 9-13)».<br />

Il secondo punto ha riguardato Cristo,<br />

il grande missionario del Padre, che<br />

rivela l'amore del Padre, ci conferma<br />

«che Dio non è un Essere lontano dagli<br />

uomini, che non siamo in balìa del destino<br />

o del fato, ma che Dio ci è Padre,<br />

che costantemente ricerca e attende il<br />

Figliol Prodigo per riabbracciarlo e renderlo<br />

partecipe della sua comunione e<br />

della sua gioia. Se Cristo è missionario<br />

del Padre e ci contagia del suo mistero<br />

di grazia, di luce, di comunione di vita,<br />

di gioia, noi non possiamo rimanerne<br />

indifferenti. Siamo chiamati a essere<br />

missionari anche noi. Dice il Papa:<br />

«Chi ha incontrato veramente Cristo,<br />

non può tenerselo per sé, deve annunciarlo.<br />

Occorre un nuovo slancio apostolico<br />

che sia vissuto quale impegno<br />

quotidiano dei singoli cristiani. Dobbiamo<br />

rivivere in noi il sentimento infuocato<br />

dell'Apostolo Paolo, il quale esclamava:<br />

«Guai a me se non predicassi il<br />

Vangelo» (1 Cor 9, 16). Questa passione<br />

non mancherà di suscitare nella Chiesa<br />

una nuova missionarietà che non potrà<br />

essere demandata ad una porzione di<br />

«specialisti».<br />

GRAZIELLA VIGNOLI<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì-Venerdì 27-28 Dicembre 2001<br />

La celebrazione del Natale nelle diocesi<br />

NOVARA<br />

cruciali della convivenza umana, non si<br />

avvertirebbe che nella pasta dell’umanità<br />

c’è del sale, c’è del lievito e che nella<br />

città dell’uomo la luce di Cristo non viene<br />

messa nascosta sotto il letto, ma viene<br />

posta in alto perché splenda per tutti<br />

coloro che sono in casa?».<br />

«Ma c’è anche un aggettivo — ha<br />

proseguito Mons. Corti — che qualifica<br />

la nostra appartenenza alla Chiesa: essa<br />

viene detta “cattolica”. Anche qui risiede<br />

una genialità: è quella della universalità,<br />

dell’interesse per tutta l’umanità, della<br />

sua vocazione a far sì che il germe del<br />

Vangelo assorba, valorizzi e purifichi le<br />

ricchezze che si racchiudono nelle mille<br />

culture dei popoli. Ma anche qui: i cattolici<br />

sanno che la loro vocazione è di<br />

essere precisamente universale, aperta a<br />

tutti, attenti a valorizzare, con il discernimento<br />

indicato dal Vangelo, tutto ciò<br />

che di buono fiorisce qua e là perché<br />

l’opera di Dio non è chiusa da nessun<br />

recinto e Cristo è il luogo in cui tutto<br />

ciò che di buono e di vero accompagna<br />

la storia dell’umanità trova la sua pienezza?<br />

L’essere cattolico è inteso anche<br />

come forma pedagogica che ci vaccina<br />

da alcune malattie dello spirito come il<br />

settarismo, l’elitarismo, l’allergia all’ascolto<br />

serio e sincero dell’altro».<br />

Per Monsignor Corti, Giovanni Paolo<br />

II è un simbolo straordinario di «cattolicità»:<br />

se parla a Roma, non si dimentica<br />

di ciò che avviene dall’altra parte<br />

del mondo. E ciò che avviene sulla pelle<br />

di ogni popolo lo fa diventare un luogo<br />

indicativo all’attenzione e all’amore di<br />

tutti i membri della Chiesa.<br />

GIULIANO TEMPORELLI<br />

Il Presule della Diocesi di Crema,<br />

Mons. Angelo Paravisi, nell'imminenza<br />

del Santo Natale, ha inviato a tutti i fedeli<br />

un messaggio augurale, centrato su<br />

amore, speranza e ricerca di Dio e invitando<br />

alla pace ogni uomo.<br />

«L'annuncio angelico risuona, come<br />

ogni anno, in tutta la sua freschezza e il<br />

suo contenuto di gioiosa speranza: per<br />

noi, oggi, costituisce un raggio di luce<br />

nel buio dei drammatici eventi che hanno<br />

profondamente turbato il mondo intero.<br />

L'11 settembre scorso è stato perpetrato<br />

un crimine contro l'umanità: migliaia<br />

di innocenti sono stati barbaramente<br />

uccisi. Da allora il mondo vive<br />

Una riflessione che trae spunto dalla<br />

quotidianità dei nostri giorni quella offerta<br />

dall’Arcivescovo di Chieti-Vasto,<br />

Edoardo Menichelli, durante la Messa di<br />

Natale. «Le parole del Vangelo — ha<br />

detto — ci introducono in questa notte<br />

santa alla contemplazione del mistero<br />

che ha cambiato la storia degli uomini,<br />

ormai consapevoli che il Salvatore abita<br />

dentro i giorni dell’umanità». Una consapevolezza,<br />

questa, che si traduce in<br />

gaudio e si esprime con la contemplazione<br />

e la preghiera.<br />

«La nostra gioia — ha spiegato l’Arcivescovo<br />

— si chiama Gesù; la nostra<br />

salvezza è il Figlio di Dio, sulle sue spalle<br />

è posto il segno della sovranità, del<br />

perdono e della misericordia». Perché è<br />

in Gesù che «Dio ha tolto il velo del suo<br />

volto ed è apparsa la sua benignità».<br />

Monsignor Menichelli ricorda ai fedeli<br />

che da quel giorno è stata offerta all’uomo<br />

la «terapia al male», la possibilità di<br />

accogliere l’amore di Dio. E questo è<br />

ancora più significativo nel momento attuale:<br />

«Viviamo giorni — ha ricordato<br />

La celebrazione del Natale della Chiesa<br />

di Trento — oltre che da quelli tradizionali<br />

— è stata arricchita da alcuni<br />

momenti di preghiera particolarmente<br />

significativi e partecipati. Da segnalare<br />

la Messa per gli emigrati nel corso della<br />

quale l'Arcivescovo Mons. Luigi Bressan<br />

ha avuto un ricordo premuroso per i<br />

circa ottantamila Trentini che si trovano<br />

in Argentina, e per il Card. Joseph Bernardin,<br />

figlio di Trentini, nel V anniversario<br />

della morte. Tra i vari spunti offerti<br />

dal mistero natalizio che Mons. Bressan<br />

ha richiamato nel corso delle varie<br />

celebrazioni, emerge quello della «solidarietà».<br />

I pastori che vanno a Betlemme<br />

— ha detto — «invitano noi pure ad<br />

andare a vedere, a nutrire gli occhi e gli<br />

orecchi con la Parola; ad avere il coraggio<br />

di credere, di muoversi col cuore<br />

per poter percepire Dio che ci chiama<br />

lungo i sentieri della storia a portare il<br />

suo amore a chi è nel bisogno. Gesù ricorderà,<br />

nel descrivere il giudizio universale,<br />

che accogliere lui comporta anche<br />

accogliere ogni persona che sia nella<br />

necessità». Purtroppo — ha soggiunto<br />

— «nella nostra cultura, il Natale è stato<br />

trasformato troppe volte non in festa,<br />

ma in sperpero di mezzi, in abuso di risorse,<br />

in giornate pericolose per la stessa<br />

salute fisica. Il pensiero cristiano va<br />

al mondo intero: celebrare nella gioia è<br />

giusto, ma mentre noi consumiamo tante<br />

energie e tanti alimenti, altrove non<br />

ci sono mezzi per sopravvivere. La stessa<br />

Betlemme è vittima di soprusi, e<br />

quelle popolazioni e altre sono duramente<br />

provate da lunghi cruenti conflitti.<br />

Sappiamo che oltre un miliardo di<br />

persone non hanno cibo a sufficienza,<br />

eppure esso non mancherebbe nel mon-<br />

CARPI CREMA<br />

CHIETI<br />

nell'angoscia e nella paura: il terrorismo<br />

non conosce confini e può colpire<br />

chiunque o ovunque con una violenza<br />

inaudita. «La reazione armata che ne è<br />

seguita ha provocato a sua volta altre<br />

sofferenze. E nella terra che ha conosciuto<br />

per prima l'annuncio di pace degli<br />

angeli si vanno inasprendo la contrapposizione,<br />

l'odio, la vendetta.<br />

«Si delinea uno scenario nel quale<br />

non è possibile non vedere, come ha<br />

sottolineato il Papa, un grave pericolo<br />

per l'intera umanità».<br />

Ha continuato il Vescovo: «Appena<br />

varcata la soglia del terzo millennio dell'era<br />

cristiana, sembra che i più pessimi-<br />

— nei quali il binomio “gloria a Dio” e<br />

“pace agli uomini” sembra essersi rotto<br />

un po’ ovunque in questo mondo, abitazione<br />

più che degna da Dio creata per<br />

l’uomo». Giorni di dolore, questi, in tutto<br />

il mondo. L’Arcivescovo cita i grandi<br />

conflitti che accompagnano il Natale e<br />

poi aggiunge: «Dobbiamo ricomporre la<br />

serenità di questa storia contemporanea<br />

così conflittuale e nemica della dignità<br />

degli uomini e del seme di pace e di verità<br />

sparso nel mondo dal Figlio di Dio<br />

fatto uomo». E per raggiungere tale<br />

obiettivo, i fedeli sono invitati a «riprendere<br />

in mano l’audacia della benignità<br />

di Dio e il coraggio del perdono».<br />

«La grotta di Betlemme — proclama<br />

l’Arcivescovo di Chieti-Vasto — si alza<br />

come solenne cattedra: la tenerezza e la<br />

singolarità di quell’evento è come un<br />

ventilabro per la coscienza dell’uomo, il<br />

quale è obbligato a pensare buoni e sublimi<br />

non i giorni della violenza e della<br />

supremazia bensì i giorni della solidale e<br />

purificante misericordia».<br />

AGNESE PELLEGRINI<br />

TRENTO<br />

Qual è il posto che riserviamo al Signore<br />

che entra nella storia, nella «nostra»<br />

storia di uomini, nel nostro tempo?<br />

Siamo capaci di riconoscere in Lui<br />

il Signore annunciato da Isaia, il «conciliatore»<br />

che porta la vera salvezza? Nell’omelia<br />

della Mezza di mezzanotte, pronunciata<br />

nella Cattedrale di Torino, il<br />

Cardinale Severino Poletto ha incentrato<br />

la sua riflessione sui «rischi» di un accoglimento<br />

mancato o parziale dell’Incarnazione.<br />

Tre sono i rischi: non accorgersi<br />

dei segni di Dio e della sua presenza;<br />

non accorgersi dei fratelli; non «vivere<br />

come nostro» il peso del dramma che<br />

grava in questo tempo sull’umanità.<br />

C’è un’indifferenza «culturale» verso il<br />

senso autentico del Natale cristiano, indifferenza<br />

che ci allontana dalla contemplazione<br />

del mistero centrale della salvezza;<br />

ma c’è anche (l’Arcivescovo ha<br />

fatto un preciso riferimento alle vicende<br />

torinesi di questi giorni, collegate alle indagini<br />

della magistratura per un caso di<br />

corruzione all’ospedale Molinette, il più<br />

grande del Piemonte) il rischio di vivere<br />

la vita «solo per noi stessi e per i nostri<br />

interessi materiali». «Non vi posso nascondere<br />

la mia amarezza — ha detto il<br />

Cardinale — per alcuni fatti incresciosi<br />

che sono accaduti a Torino nei giorni<br />

passati. Io li ho sentiti come una nube<br />

tenebrosa sul nostro Natale. È bene che<br />

qui davanti a Gesù cerchiamo insieme<br />

di rispolverare un principio fondamentale<br />

di moralità: coloro che occupano posti<br />

di responsabilità nella società, e si<br />

trovano a dover amministrare il denaro<br />

pubblico, devono sentire che l’onestà e<br />

la giustizia sono valori assoluti e priori-<br />

do, ma i limiti che altre popolazioni si<br />

pongono sono soltanto quelli motivati<br />

dalle preoccupazioni del colesterolo.<br />

Troppo spesso i nostri bambini sono accontentati<br />

in tutti i loro desideri e magari<br />

capricci, non abituandoli ai sacrifici<br />

che la vita pur comporta e alla solidarietà<br />

che il mantenimento della pace esige<br />

in un mondo sempre più interdipendente».<br />

Dopo un invito a considerare la situazione<br />

precaria dei «bambini» in varie<br />

parti del mondo, Mons. Bressan ha fatto<br />

osservare che «non occorre andare lontani<br />

per trovare povertà. Anche nel nostro<br />

ricco nordest d'Italia, tra cui il<br />

Trentino viene a trovarsi, si sono calcolate<br />

a oltre ventimila le donne del centro<br />

ed est europeo che hanno dovuto lasciare<br />

le loro famiglie e spesso i figli per venire<br />

a lavorare tra noi, e vivono isolate<br />

e nella paura perché non è stato possibile<br />

concedere loro un'autorizzazione,<br />

mentre tante nostre famiglie sentono l'esigenza<br />

del loro aiuto. Su un altro piano,<br />

osserviamo che durante l'anno 2000<br />

ben 3.614 persone si sono rivolte ai centri<br />

Caritas del Trentino per necessità varie<br />

e spesso nascoste. Vi sono poi i disagi<br />

dovuti alla vecchiaia o alla dipendenza<br />

dall'alcool e dalla droga, alle separazioni<br />

e ai divorzi nelle famiglie. Il compito<br />

di prevenire i mali e di rettificare<br />

ingiustizie e storture sociali è vasto, ma<br />

proprio l'avvio del cristianesimo nella<br />

semplicità di una grotta sperduta nella<br />

periferia di una cittadina di Palestina ci<br />

dice che non abbiamo motivo di scoraggiarci,<br />

ma di contribuire con quel poco<br />

o molto che ognuno di noi può».<br />

ARMANDO COSTA<br />

stici presagi prendano forma. Ma un<br />

Bambino è nato per noi ... Principe della<br />

pace è il suo nome! Nelle tenebre una<br />

luce rifulge! È la luce di un eterno messaggio<br />

di amore e di speranza, che invita<br />

ogni uomo a cercare sempre il bene;<br />

è la luce del Figlio di Dio, che viene a<br />

ricordarci che la fede non può essere distorta<br />

e usata come strumento di odio e<br />

di contrapposizione: non si uccide in nome<br />

di Dio; è la luce del perdono, che si<br />

oppone al rancore, risana le ferite e ricostruisce<br />

in profondità i rapporti umani;<br />

è la luce di chi con umiltà sogna e<br />

lavora per un'umanità riconciliata e solidale,<br />

pur nelle differenze di religione, di<br />

cultura, di appartenenza etnica; è la luce<br />

della giustizia, ricercata quotidianamente<br />

anche nelle piccole cose e nei<br />

rapporti che caratterizzano la vita di<br />

ogni persona e di ogni famiglia; è la luce<br />

di Cristo Signore, vincitore del peccato<br />

e della morte, Salvatore unico dell'umanità.<br />

Accendiamo nelle nostre famiglie<br />

questa luce: nel Natale scopriamo il<br />

fervore e l'amore che da ogni famiglia<br />

può irradiarsi, ricerchiamo i valori veri,<br />

impegniamoci per uno stile di vita più<br />

sobrio, fraterno e solidale. A questa speranza<br />

ci richiama il Papa nel suo messaggio<br />

per la Giornata Mondiale della<br />

Pace. Con la grazia di Dio il mondo, in<br />

cui il potere del male sembra ancora<br />

una volta avere la meglio, sarà realmente<br />

trasformato in un mondo in cui le<br />

aspirazioni più nobili del cuore umano<br />

potranno essere soddisfatte, un mondo<br />

nel quale prevarrà la vera pace».<br />

Ha concluso Mons. Paravisi: «Questa<br />

certezza ha guidato i 2000 anni della<br />

storia della Chiesa. Ancora da essa dobbiamo<br />

ripartire in questo inizio di millennio.<br />

Ripartire da Cristo! È l'augurio<br />

che, fervido, rivolgo a tutti i Cremaschi,<br />

sui quali invoco la benedizione del Signore,<br />

apportatrice di ogni bene».<br />

FABRIZIO PIZZAMIGLIO<br />

TORINO<br />

tari su tutto. Certi episodi devono servire<br />

come un campanello d’allarme affinché<br />

tutti ci mettiamo una mano sulla<br />

coscienza in modo che la trasparenza e<br />

la rettitudine diventino un punto d’orgoglio<br />

per ogni persona che occupa nella<br />

società posti di rilievo istituzionale o<br />

amministrativo».<br />

«Il mio — ha detto ancora — non è<br />

un giudizio sulle persone, spetta ad altri<br />

fare questo, ma, come Pastore che ama<br />

davvero questa nostra Città, non posso<br />

non richiamare tutti, specialmente i credenti,<br />

al dovere di testimoniare in modo<br />

visibile e credibile che mai una carica<br />

pubblica può essere utilizzata a proprio<br />

vantaggio personale, ma la si deve ricoprire<br />

con un vero spirito di servizio,<br />

cioè con l’impegno di tutte le proprie<br />

energie intellettuali e morali, affinché le<br />

risorse economiche della collettività restino<br />

ad esclusivo beneficio di tutte le<br />

persone, a cominciare dalle più deboli».<br />

C’è infine un anno che si conclude in<br />

modo drammatico, sotto il segno della<br />

guerra e dell’odio, e ancora una volta<br />

proprio in quella Terrasanta in cui il Signore<br />

ha scelto di farsi uomo. L’augurio<br />

dell’Arcivescovo di Torino è dunque che<br />

si sia capaci di costruire una «globalizzazione<br />

buona», capace di distribuire le risorse<br />

del mondo per un più equo servizio<br />

di tutti.<br />

Il Card. Poletto ha poi celebrato, nella<br />

mattina del 25 dicembre, la Messa dell’Aurora<br />

al reparto S. Pietro dell’ospedale<br />

Cottolengo, dove sono ricoverati i sacerdoti<br />

ammalati, e il solenne pontificale<br />

di Natale ancora in Cattedrale.<br />

MARCO BONATTI<br />

GORIZIA<br />

Il Natale 2001 a Gorizia sarà ricordato<br />

come occasione per tutti di rinascere a<br />

nuova vita. Alle popolazioni che vivono<br />

in questa fascia di territorio sono stati<br />

donati molti segni «per non ridurre la<br />

Festa del Natale alla memoria di un fatto<br />

vicino alle favole più belle». Segni di<br />

testimonianza cristiana e di solidarietà<br />

con tutti si sono manifestati ovunque è<br />

stata data la possibilità di esprimerli con<br />

efficacia. Le omelie, i canti, le preghiere<br />

pronunciate in italiano, sloveno, friulano,<br />

tedesco hanno riprodotto gli stati<br />

d'animo dei fedeli: la volontà di uscire<br />

da quel mondo di perplessità, di dubbio,<br />

di paura, derivato dai fatti accaduti l'11<br />

settembre, si è trasformata in progetto<br />

di vita nuova. Durante l'omelia pronunciata<br />

il giorno di Natale nella chiesa cattedrale<br />

di Gorizia, l'Arcivescovo Monsignor<br />

Dino De Antoni ha fatto il punto<br />

sulla situazione, confrontando le letture<br />

della Festa con il cammino della comunità<br />

diocesana. Natale ricorda che Cristo<br />

è importante per ogni persona, ha<br />

detto il Presule, perché Cristo si è fatto<br />

uomo per la salvezza di tutti gli uomini;<br />

la sua nascita come bimbo povero, adorato<br />

dai pastori, si è manifestata nell'essere<br />

vicino all'uomo e per l'uomo. Celebrare<br />

la nascita di Cristo, ha aggiunto, è<br />

come annunciare una Persona e non<br />

una dottrina; dall'incontro con Cristo si<br />

è scoperto che ci si deve muovere verso<br />

i poveri, gli emarginati, verso tutti, presentando<br />

Cristo come risposta ai bisogni<br />

più profondi del cuore. L'Arcivescovo<br />

De Antoni non ha mancato di presentare<br />

i rischi. «Di fronte alla povertà non si<br />

può rimanere indifferenti». Nonostante<br />

certe statistiche dicano il contrario, le situazioni<br />

sociali permangono difficili. La<br />

comunità tutta, diocesana e civile, deve<br />

impegnarsi a trovare nuove strade: qualora<br />

dovesse cessare il passaggio di emigrati<br />

provenienti dalla Slovenia deve<br />

predisporsi ad accoglierne altri. Attualmente<br />

si profilano nuovi arrivi di persone<br />

provenienti dall'America Latina; alcune<br />

famiglie provenienti dall'Argentina<br />

sono già accolte nella casa «s. Giuseppe»,<br />

espressione questa della Caritas diocesana.<br />

Mons. De Antoni ha voluto rendere<br />

partecipe tutta la comunità delle<br />

iniziative in progetto per la Pace che si<br />

realizzeranno in sintonia con le proposte<br />

del Santo Padre. L'omelia dell'Arcivescovo<br />

di Gorizia è stata un invito a farsi<br />

carico di chi è nella sofferenza, nel dolore<br />

ma senza esitazione perché è nato il<br />

Salvatore portatore di luce e speranza.<br />

E se Cristo si è fatto uomo per tutti gli<br />

uomini, anche i cristiani, credenti e<br />

non, devono impegnarsi all'ascolto ed<br />

agire di conseguenza, dialogando con<br />

tutti, ponendo la famiglia al centro degli<br />

interessi. Il Presule ha guardato ad un<br />

certo mondo giovanile che desta preoccupazione<br />

per l'alto numero di fermati<br />

per droga; ha pure accennato alla mancanza<br />

di alloggi, di posti di lavoro, alle<br />

carenze di occasioni culturali favorevoli<br />

per tutti. Anche i bambini sono stati ricordati<br />

con particolare affetto perché i<br />

più esposti ai rischi della strumentalizzazione;<br />

ed altresì ha ricordato anche gli<br />

impegni da consolidare in terra di missione<br />

e quanto la pace sia precaria. La<br />

minaccia del terrorismo deve trovare<br />

una forte opposizione nei fedeli, costruttori<br />

di pace, nei volontari segno di solidarietà<br />

umana e cristiana. Mons. De Antoni<br />

si è augurato infine di vedere presto<br />

abbattute le barriere con la Slovenia per<br />

favorire l'entrata nell'Unione Europea. Il<br />

suono festoso delle campane di Natale, i<br />

presepi allestiti nelle chiese parrocchiali<br />

e nelle case, i canti, le celebrazioni liturgiche<br />

hanno collaborato a far sentire un<br />

Natale diverso, perché diverso, più responsabile,<br />

è stato l'atteggiamento dei<br />

cristiani di fronte ai problemi sociali,<br />

culturali, religiosi da risolvere e perché<br />

più forte si è fatta sentire la sollecitazione<br />

ad esser segni di speranza.<br />

ARNOLFO DE VITTOR


ITALIA<br />

PAGINA<br />

«La festa odierna ci ridona, con il garbo<br />

e il fascino dei messaggi poetici, la<br />

memoria pungente e viva di un evento<br />

che nella vicenda umana è centrale: il<br />

solo evento che è davvero inedito, davvero<br />

rivoluzionario, davvero redentivo<br />

per l'uomo».<br />

Queste le parole del Cardinale Giacomo<br />

Biffi, Arcivescovo di Bologna, in<br />

apertura dell'omelia pronunciata nel<br />

corso della Santa Messa delle 17.30 celebrata<br />

nella Cattedrale di San Pietro il 25<br />

dicembre.<br />

«Noi cristiani — noi che celebriamo il<br />

Natale — siamo essenzialmente un «popolo<br />

che ricorda — ha detto il Cardinale<br />

—; un popolo che però vive in mezzo a<br />

un’umanità smemorata. È smemorata<br />

perché è tutta presa e quasi ossessionata<br />

dalla preponderanza di ciò che è attuale;<br />

attuale, quindi effimero e senza un<br />

consistente futuro. Proprio per questo,<br />

noi che celebriamo il Natale riceviamo<br />

contestualmente l’impegnativa missione<br />

di salvare i nostri contemporanei — con<br />

la nostra testimonianza, col nostro annuncio,<br />

con la nostra gioia — dalla<br />

sventura della dimenticanza.<br />

La dimenticanza della propria origine<br />

e del proprio destino è alla radice di<br />

ogni insensatezza e di ogni sottile alienazione<br />

umana. Che in sostanza è «dimenticanza<br />

di Cristo», se è vero (come è vero)<br />

che tutti dall’inizio siamo stati in lui<br />

pensati e voluti dal Dio creatore; se è<br />

vero (come è vero) che l’intera nostra<br />

esistenza, giorno dopo giorno, è un procedere<br />

fatale incontro a lui, incontro al<br />

Signore della storia, incontro all’ispiratore,<br />

al vindice e al premio di ogni giustizia».<br />

«Ciò che è avvenuto nella notte di Betlemme<br />

— ed è un altro dono del Natale<br />

— ci svela quanto siano inaspettati e<br />

originali i disegni divini — ha continuato<br />

—, ci notifica le preferenze del Creatore<br />

e ci fa intravedere lo stile imprevedibile<br />

del suo agire».<br />

Che cosa dice l’angelo ai pastori attoniti<br />

e stupefatti: «Troverete un bambino»<br />

(Lc 2, 12). È tutta qui la grande notizia,<br />

che con tanta solennità il cielo ha comunicato<br />

alla terra? È tutto qui l’intervento<br />

risolutivo dei nostri guai, al quale gli<br />

ebrei da secoli sospiravano? È questo<br />

dunque il «Messia»? «Troverete un bambino».<br />

Negli antichi testi profetici lo si paragonava<br />

a un leone: il «leone della tribù<br />

di Giuda» (cfr Ap 5, 5), e invece quel<br />

piccolo essere che vagisce da una mangiatoia<br />

sembra piuttosto un agnellino<br />

sperduto; si parlava di lui come di un<br />

eroe che avrebbe schiacciato sotto il torchio<br />

i suoi nemici (cfr Is 63, 1-6), ed ecco<br />

è il più indifeso e insidiato delle creature;<br />

lo si preannunciava ammantato del<br />

fasto magnifico della regalità (Sal 2, 6;<br />

110, 1-3), e i pastori lo vedono rivestito<br />

soltanto di povere fasce (cfr Lc 2, 7.12).<br />

Perché questo è da notare: l’unico agio<br />

e l’unico onore a cui egli non ha voluto<br />

rinunciare è il segno disadorno ma affettuoso<br />

di una premura materna.<br />

Come si vede, il Signore fa il suo ingresso<br />

nel mondo, non d’altro avvalorato<br />

che della naturale attrattiva dell’innocenza<br />

e della tenerezza dei bimbi. È veramente<br />

sconcertante questa «umiltà divina»,<br />

nella quale però palpita il più<br />

grande mistero d’amore: un’ondata d’amore<br />

che investe l’umanità, detergendola<br />

dalle sue insipienze e dai suoi egoismi,<br />

e dischiudendola all’attesa certa del<br />

Regno di Dio.<br />

«La vera saggezza è nella pace, e la<br />

vera pace è nell'alleanza dell'amore».<br />

Con queste parole l'Arcivescovo Cardinale<br />

Michele Giordano si è fatto interprete<br />

della preghiera della comunità ecclesiale<br />

napoletana, che nel giorno di<br />

Natale ha invocato con rinnovato vigore<br />

il Dio della pace affinché cessino le ostilità<br />

in tutti i luoghi del mondo martoriati<br />

da guerre e conflitti.<br />

L'Arcivescovo, durante la messa di<br />

mezzanotte e poi nel solenne Pontificale<br />

natalizio, ha ricordato, in proposito, la<br />

situazione dell'Afghanistan e quella della<br />

Palestina: nel giorno in cui Gesù si fa<br />

uomo a Betlemme, il Presule ha pregato<br />

in particolare perché in Medio Oriente<br />

«si instauri una tregua duratura, che<br />

conduca poi a una definitiva e onorevole<br />

riconciliazione».<br />

Parlando dell'esigenza di costruire nel<br />

mondo una pace autentica, il Cardinale<br />

ha sottolineato come «nessuno debba<br />

violare con subdole insidie o artificiosi<br />

disordini l'altrui tranquillità».<br />

«Nessuno — ha aggiunto — dovrebbe<br />

obbligare chiunque altro a ricorrere alla<br />

difesa armata, e nessuno sottrarsi alla<br />

trattativa equa e leale per ristabilire l'ordine<br />

e l'amicizia».<br />

Alla logica delle armi e del conflitto,<br />

alle distruzioni provocate dal terrorismo<br />

e dalla guerra, i cristiani rispondono con<br />

l'appello «a costruire la pace — ha ricordato<br />

il Cardinale Giordano — mettendo<br />

da parte le ideologie dell'egoismo,<br />

dell'aggressione, dei propositi di egemonia.<br />

«Bisogna saper perdonare e ricominciare<br />

una storia nuova, nella quale i rapporti<br />

tra gli uomini non siano regolati<br />

dalla potenza e dalla forza, ma dal concetto<br />

superiore di eguaglianza e solidarietà».<br />

L'Arcivescovo di Napoli si è anche<br />

soffermato su un altro tema: il rischio di<br />

10 .<br />

<br />

<br />

BOLOGNA<br />

«Nessuno di noi quindi si perda d'animo:<br />

troveremo — ha detto ancora —.<br />

Purché non ci aspettiamo che siano la<br />

potenza, la ricchezza, il sapere mondano<br />

a dare alla nostra ricerca appassionata<br />

e incerta la luce, la liberazione dal<br />

male, la speranza. Non sono queste le<br />

strade sulle quali arriva il Signore a salvarci.<br />

“Troverete un bambino avvolto in<br />

fasce, che giace in una mangiatoia” (Lc<br />

2, 12). Questa è la strada di Dio».<br />

«L’esultanza, che in questi giorni fiorisce<br />

nei nostri cuori — ha concluso il<br />

Porporato —, è anche la felicità di essere<br />

stati conquistati dalla verità del Vangelo,<br />

l’unica verità irrefragabile ed eterna;<br />

è anche l’incanto di sapersi assimilati<br />

al Figlio di Dio fatto uomo e inseriti<br />

vitalmente in lui mediante il battesimo;<br />

è anche la lieta fierezza di appartenere<br />

alla santa Chiesa Cattolica, cioè al «popolo<br />

che Dio si è acquistato, perché proclami<br />

le opere meravigliose di lui che ci<br />

ha chiamato dalle tenebre alla sua mirabile<br />

luce» (cfr 1 Pt 2, 9), come si esprime<br />

entusiasticamente l’apostolo Pietro.<br />

Nessun doveroso rispetto alle credenze<br />

altrui, nessun volonteroso impegno di<br />

dialogo interreligioso, può velare ai nostri<br />

occhi e censurare sulle nostre labbra<br />

la nostra impareggiabile fortuna: la fortuna<br />

di essere cristiani; vale a dire: di<br />

«aver ottenuto misericordia» (cfr 1 Pt 2,<br />

10) e di essere stati raggiunti, trasformati,<br />

radunati in una realtà nuova e imperitura<br />

da quel Bambino che oggi contempliamo<br />

nato a Betlemme.<br />

Se qualcuno è in Cristo — ci informa<br />

sinteticamente san Paolo — è una creazione<br />

nuova (2 Cor 5, 17).<br />

Riscoprire il significato profondo del<br />

Natale in un’epoca nella quale il consumismo<br />

l’ha trasformata, per molti, in<br />

una festa dell’«avere» più che dell’«essere».<br />

Questo il «leitmotiv» del messaggio<br />

che l’Arcivescovo di Siena-Colle di Val<br />

d’Elsa-Montalcino, monsignor Antonio<br />

Buoncristiani, ha rivolto in Duomo ai<br />

senesi durante la solenne Concelebrazione<br />

eucaristica del 25 dicembre. «Per me<br />

— ha osservato monsignor Buoncristiani<br />

— è il primo Natale nella terra di Siena<br />

che già sento come mia anche per le<br />

tante rassomiglianze con quella umbra e<br />

per l’accoglienza affettuosa ed attenta<br />

con la quale vengo accolto dovunque<br />

nella mia identità di Pastore». «Questa<br />

festa — ha spiegato ancora — esprime<br />

per tutti il bisogno di dimenticare, almeno<br />

per qualche giorno, la trama della vita<br />

quotidiana; quasi la necessità di interrompere<br />

il correre del tempo per ripartire<br />

con un nuovo inizio. È la festa della<br />

vita e dell’amore e quindi della famiglia<br />

e dei bambini. La festa dell’“essere” perché<br />

la nascita di Cristo manifesta tutta<br />

la dignità dell’uomo non solo creato ad<br />

immagine e somiglianza di Dio, ma figlio<br />

di Dio, come conseguenza della volontà<br />

dell’Onnipotente di incarnarsi nella<br />

nostra storia facendosi nostro fratello».<br />

L’Arcivescovo poi, dopo aver ricordato<br />

le splendide parole di Santa Caterina da<br />

Siena, patrona d’Europa: «Tu, o Dio<br />

eterno, affinché io vedessi e conoscessi<br />

veramente te in me, unisti te stesso in<br />

noi, discendendo dalla grande altezza<br />

della tua divinità fino alla bassezza della<br />

terra della nostra umanità. E affinché,<br />

nonostante la mia piccolezza io potessi<br />

SIENA PERUGIA<br />

vedere o Dio eterno, la tua grandezza,<br />

tu ti facesti pargolo, rinchiudendo la<br />

grandezza della tua divinità nella piccolezza<br />

della nostra umanità», ha invitato i<br />

fedeli a riflettere sul grande «dono» del<br />

Natale. «Il più grande regalo fatto all’umanità.<br />

Gesù — ha aggiunto monsignor<br />

Buoncristiani — nella sua nascita umana<br />

non ci rivela solo la paternità di Dio<br />

ma ci chiede una risposta d’amore. Ispirati<br />

dal suo esempio e dal suo insegnamento,<br />

dobbiamo concepire la nostra vita<br />

non come qualcosa da consumare per<br />

noi, ma come un dono da fare agli altri.<br />

Sottolineare questo aspetto in un tempo<br />

difficile e sospetto come quello che stiamo<br />

vivendo, significa che i cristiani debbono<br />

essere testimoni credibili, perché<br />

ora c’è urgenza di mostrare al mondo<br />

incredulo la grandezza dell’amore disinteressato<br />

capace di comprensione, di<br />

misericordia, di perdono». «Se ciascuno<br />

di noi — ha concluso l’Arcivescovo di<br />

Siena — cercasse di vivere questa esigenza<br />

morale che scaturisce dalla nostra<br />

fede, ci sarebbe giustizia e pace nelle<br />

nostre famiglie, nel quartiere, nel paese,<br />

nelle città e in ogni ambiente di vita.<br />

Giustizia e pace si allargherebbero a<br />

macchia d’olio rinnovando l’intera società,<br />

dove per mandato evangelico dobbiamo<br />

essere, luce, sale e lievito che fermenta.<br />

A nome della Chiesa auguro a<br />

tutti di concepire la propria vita come<br />

un dono da trasmettere agli altri per la<br />

costruzione di un mondo migliore. Buon<br />

Natale e che il nuovo anno sia ricco di<br />

bene, ma soprattutto di serenità e di pace».<br />

ROBERTO ROMALDO<br />

Su «tre situazioni profetiche» l'Arcivescovo<br />

di Perugia-Città della Pieve, Mons.<br />

Giuseppe Chiaretti, ha incentrato la sua<br />

omelia tenuta durante la Messa solenne<br />

di Natale nella cattedrale di san Lorenzo,<br />

che ha preceduto il pranzo offerto<br />

alle persone più bisognose ed emarginate.<br />

«Il senso della nascita di Cristo è tutto<br />

nel canto di Maria, il Magnificat: in Gesù<br />

incontriamo concretamente l'amore<br />

di Dio che si dichiara dalla parte degli<br />

umili, non dei superbi; dei deboli non<br />

dei potenti; degli affamati di giustizia,<br />

non dei presuntuosi e degli arroganti<br />

che si crogiolano nella loro potenza —<br />

ha esordito l'Arcivescovo —. È questa<br />

l'istanza radicale del cristianesimo, ricordata<br />

nel canto della giovane donna di<br />

Nazareth, che, almeno come prospettiva,<br />

rivoluziona la storia sociale civile politica<br />

del mondo. È con questa misura<br />

“profetica” che un credente valuta uomini<br />

e situazioni di ogni tempo, e quindi<br />

anche del nostro tempo. Non dobbiamo<br />

dimenticare che la grotta di Betlemme,<br />

rifugio di animali e simbolo di povertà,<br />

ha vinto sulla reggia erodiana di Gerusalemme.<br />

Sarà bene ricordare sempre<br />

questo capovolgimento di fronte attuato<br />

da Cristo, che mette a nudo la vacuità<br />

delle nostre idolatrie.<br />

«Vorrei segnalare a questo proposito<br />

tre situazioni “profetiche” di questo<br />

cambiamento, anche se, come tutte le<br />

profezie, possono risultare difficili all'interpretazione.<br />

E tuttavia sono apportatrici<br />

di speranza, così necessaria ai nostri<br />

giorni.<br />

«La prima “profezia” è quella dei “po-<br />

«È il primo Natale che celebro come<br />

vostro Vescovo in questa Cattedrale.<br />

Vorrei trasmettervi un messaggio di speranza,<br />

il messaggio che l’Angelo ha comunicato<br />

ai pastori quella notte: Dio si<br />

è fatto uomo. Questo è il Vangelo. Questa<br />

è la notizia più grande e più buona<br />

che ci sia». Così l’Arcivescovo di Firenze<br />

Ennio Antonelli ha salutato i fedeli durante<br />

la Messa nella notte di Natale in<br />

Santa Maria del Fiore.<br />

«A partire dall’11 settembre — ha affermato<br />

Antonelli — si è sviluppato un<br />

clima diffuso di incertezza e di paura.<br />

La Palestina e Betlemme stessa, dove<br />

Gesù è nato, conoscono una situazione<br />

esplosiva. Abbiamo proprio bisogno di<br />

un supplemento di speranza, di coraggio,<br />

di generosità e di impegno perseverante».<br />

Mons. Antonelli ha quindi ricordato<br />

che «la via della pace tra i popoli è quella<br />

additata dal Santo Padre “Non c’è pace<br />

senza giustizia, non c’è giustizia senza<br />

perdono”». «La giustizia — ha proseguito<br />

l’Arcivescovo — è necessaria. È<br />

necessario condannare fermamente il<br />

terrorismo, difendersi da esso, provvedere<br />

alla sicurezza. Ma la costruzione di<br />

un mondo ordinato e pacifico esige un<br />

impegno molto più vasto. Occorre promuovere<br />

lo sviluppo dei Paesi poveri;<br />

imparare a convivere e a rispettarsi tra<br />

diverse culture e religioni; ripensare i diversi<br />

modelli della nostra e delle altrui<br />

civiltà per rendere effettivo per tutti il<br />

riconoscimento dei diritti fondamentali<br />

dell’uomo; risanare i cuori dai risentimenti<br />

e coltivare atteggiamenti di riconciliazione.<br />

Per tutto questo bisogna che<br />

la giustizia sia integrata dal perdono.<br />

Occorrono un’etica e una cultura del<br />

veri” che oggi sono ai posti d'onore nella<br />

nostra cattedrale come ospiti graditi,<br />

e verso i quali, proprio nella chiesa dove<br />

si incontra il Cristo vivente nella sua parola<br />

e nel suo pane eucaristico, si volgerà<br />

l'attenzione dei giovani che serviranno<br />

loro il pranzo come a dei principi:<br />

ma tali essi sono nella lettura di fede<br />

che ne fanno i credenti. Sono una parte<br />

dei poveri seguiti e serviti per tutto l'anno<br />

dalla Caritas diocesana, che si ritrovano<br />

oggi tutti insieme, come i pastori<br />

di Betlemme, ad annunciare il Figlio di<br />

Dio fatto uomo come uno di loro. Oh<br />

come vorremmo che fossero accolti e<br />

serviti tutto l'anno!<br />

«Una seconda “profezia” mi sembra di<br />

poterla ricavare proprio dallo scenario<br />

di distruzione rabbiosa e di morti che è<br />

venuto delineandosi in questi ultimi mesi<br />

— ha detto Mons. Chiaretti —. E questo,<br />

in un clima di ripensamento come<br />

quello natalizio, va chiaramente denunciato».<br />

Il Presule ha concluso dicendo: «Una<br />

terza “profezia” di mondo più unito mi<br />

piace trovarla, e non vi meravigli il riferimento,<br />

nell'introduzione in Europa di<br />

una moneta unica, l'euro. È il segno<br />

eloquente che dopo secoli e secoli di<br />

guerre e di reciproche sopraffazioni, abbiamo<br />

finalmente capito che la via della<br />

giustizia, fatta di riconciliazione — di<br />

perdono — di rispetto — di dialogo —<br />

di collaborazione, e cioè la civiltà dell'amore,<br />

è il percorso più razionale, più<br />

umano ed anzi divino per trovare la pace».<br />

R.L.<br />

NAPOLI PALERMO<br />

diffondere nel mondo un falso umanesimo,<br />

che prescinda da Cristo.<br />

«Oggi tutti sono pronti a parlare di solidarietà,<br />

di assistenza delle persone deboli,<br />

di difesa dei diritti umani.<br />

«Ma basta guardare alla storia, di ieri<br />

e di oggi, per accorgersi che le virtù<br />

umane, sviluppate senza il carisma cristiano,<br />

possono degenerare nel loro opposto.<br />

«Se non è sorretto da una forza interiore,<br />

da solide radici e motivazioni cristiane,<br />

l'uomo cade su se stesso, perché<br />

gli mancano sia la capacità di giudicare<br />

la gerarchia dei valori, sia ragioni tra-<br />

L’Arcivescovo di Brindisi-Ostini, Rocco<br />

Talucci, ha indirizzato il messaggio<br />

natalizio a tutta la Diocesi augurando<br />

«Buon Natale nella Speranza», perché<br />

tutti gli uomini e le donne si facciano<br />

seminatori di speranza, perché la gioia<br />

di essere cristiani sospinga ad essere<br />

missionari di speranza. E «il fondamento<br />

della gioia — scrive il Pastore — è la<br />

speranza. Questo è il dono del Santo<br />

Natale: accogliamola e lasciamoci accompagnare».<br />

La nostra speranza è in Dio stesso,<br />

perché Cristo è nostra speranza. Pertanto<br />

l’Arcivescovo Talucci augura: «La<br />

speranza teologale, che fa raggiungere<br />

Dio senza avere paura della morte; presenta<br />

il Paradiso come patria vera ed<br />

unica del nostro pellegrinaggio umano».<br />

E guardando a tutto il territorio in cui<br />

vive la Chiesa diocesana, convinto che<br />

la speranza è la forza per individuare le<br />

strutture di peccato offrendo le ragioni<br />

per superarle, il Presule augura: «La<br />

speranza morale che fa innamorare del<br />

bene; fa scegliere l’amore, non l’odio, la<br />

riconciliazione, non la litigiosità; fa usci-<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì-Venerdì 27-28 Dicembre 2001<br />

La celebrazione del Natale nelle diocesi<br />

scendenti che diano stabilmente motivo<br />

e sostegno alla sua vita e alle sue scelte».<br />

Il vero umanesimo, allora, non può<br />

non essere cristiano: solo così, ha concluso<br />

il Cardinale Arcivescovo di Napoli,<br />

ai giovani potrà essere data una autentica<br />

speranza per il futuro, e «coloro che<br />

sono artefici della pace tra i popoli troveranno<br />

l'energia per proseguire nella<br />

loro ardua fatica, sostenuti da Cristo<br />

che ricorda con il suo sacrificio come<br />

tutti gli uomini siano fratelli».<br />

MARIANO DEL PREITE<br />

BRINDISI<br />

re dal male che intristisce; spezza le catene<br />

della moda e del conformismo che<br />

fa essere diversi da quello che si vuole<br />

essere, “perciò non conformatevi alla<br />

mentalità di questo secolo ma trasformatevi...”<br />

(Rm 12, 2)».<br />

«Auguro una speranza — ha proseguito<br />

l'Arcivescovo — che avvicini le persone<br />

nella fiducia e nel rispetto reciproco;<br />

orienti le istituzioni verso il bene comune<br />

della città; segni il superamento della<br />

paura e del sospetto in ordine all’ambiente;<br />

sappia coniugare il diritto alla salute<br />

e al lavoro; porti il volontariato a<br />

cui è stato dedicato l’anno in corso ad<br />

essere non una supplenza ma una ricchezza<br />

stimolante per la società civile».<br />

«Auguro — ha detto — una speranza<br />

politica che riscopra la capacità di dialogo<br />

nei responsabili della cosa pubblica;<br />

assicuri la democrazia al posto del terrorismo;<br />

sostenga una nuova Europa fatta<br />

di popoli; riconosca una Patria a chi ne<br />

è privo e ne ha diritto; assicuri ai profughi<br />

afgani gli aiuti umanitari che partono<br />

dalla base di Brindisi; apra la Terra<br />

Santa ai pellegrini del mondo per incon-<br />

La pace come bene supremo dell’uomo,<br />

la pace come augurio perenne tra i<br />

popoli, la pace come dono di Dio, un<br />

dono da offrire, da condividere, da incarnare<br />

nella propria esistenza. Per la<br />

comunità ecclesiale di Palermo, le celebrazioni<br />

per il santo Natale hanno costituito<br />

una tappa importante di un cammino<br />

intrapreso da tempo e che porterà<br />

Palermo, nel settembre del prossimo anno,<br />

ad essere sede dell’incontro internazionale<br />

della Pace organizzato dalla Comunità<br />

di Sant’Egidio. «Un pellegrinaggio<br />

di pace — ha esortato l’Arcivescovo<br />

Cardinale Salvatore De Giorgi, rivolgen-<br />

trare a Betlemme la speranza che ivi è<br />

nata, e sola può fondare le speranze<br />

umane».<br />

«Auguro — ha continuato — una speranza<br />

culturale che porti un maggiore e<br />

più chiaro orientamento educativo nelle<br />

scuole a vantaggio degli studenti così<br />

esposti a turbamenti in questi giorni».<br />

Infine, rivolgendosi alle famiglie, nelle<br />

quali particolarmente è accolta e cresce<br />

la speranza, l’Arcivescovo Talucci augura<br />

«una speranza familiare: quella che<br />

apre al perdono e al dialogo i coniugi e<br />

i genitori; che dà ai figli una fiducia nel<br />

futuro e alla famiglia una unità nell’amore<br />

sull’esempio della Sacra Famiglia».<br />

A tutti il Pastore consegna il Vangelo<br />

della Speranza: «Dio che si fa Uomo è la<br />

nostra Luce; Dio che si fa Eucaristia è<br />

la nostra Vita; Dio che perdona è la nostra<br />

Riconciliazione. Auguro tanta Speranza<br />

nel cuore di ognuno di voi e sarà<br />

un Natale vero».<br />

COSIMO MACILLETTI<br />

dosi ai fedeli e ai tantissimi giovani che<br />

hanno gremito la Cattedrale durante la<br />

solenne Veglia della vigilia e durante il<br />

Pontificale del 25 dicembre — che si<br />

svolge attraverso tre vie, strettamente<br />

collegate. La prima è quella della preghiera:<br />

il dono della pace va invocato<br />

con la preghiera nella convinzione che<br />

essa va ben oltre gli sforzi umani, soprattutto<br />

nella presente situazione del<br />

mondo. La seconda via è quella della<br />

giustizia, ossia del diritto: finché permangono<br />

nel mondo ingiustizie soprattutto<br />

a danno dei più deboli, finché vengono<br />

negati e violati in tante parti della<br />

terra i diritti fondamentali della persona,<br />

non potrà esserci pace. La terza via è<br />

quella del perdono, spesso contrario alla<br />

logica umana che ubbidisce alle dinamiche<br />

della ritorsione, della rivalsa, della<br />

vendetta. Ma il perdono si ispira alla logica<br />

dell’amore, di quell’amore di Dio<br />

per l’uomo che a Betlem ha avuto la<br />

più alta e concreta manifestazione: il Figlio<br />

di Dio s’è fatto uomo perché l’uomo<br />

ottenga il perdono di Dio».<br />

Le tre vie indicate dal Cardinale De<br />

Giorgi costituiscono le basi di ogni rapporto<br />

di fraternità, di accoglienza e di<br />

condivisione, ed ancora una volta l’Arcivescovo,<br />

a nome dell’intera Chiesa di<br />

Palermo, ha voluto condividere l’itinerario<br />

di preparazione al Natale con diverse<br />

realtà spesso «distanti» dalla strada della<br />

pace. Ad esempio con i giovani reclusi<br />

del Centro di Rieducazione minorile<br />

«Malaspina», una struttura che negli ultimi<br />

anni, grazie anche alla presenza costante<br />

di un Cappellano che opera in<br />

sintonia con gli educatori e i giudici del<br />

Tribunale dei Minori, è riuscita a diventare<br />

scuola di formazione e non semplice<br />

luogo dove espiare una condanna.<br />

Ma l’Arcivescovo, nel giorno di Natale,<br />

ha incontrato anche i reclusi del carcere<br />

dell’Ucciardone. Un nuovo saluto di pace<br />

e di speranza il Cardinale lo ha portato<br />

a chi invece non ha famiglia, è solo e<br />

FIRENZE<br />

perdono da tradurre anche in una politica<br />

del perdono».<br />

Anche nella città e nella diocesi di Firenze,<br />

ha proseguito Mons. Antonelli,<br />

«in questi giorni vediamo fiorire molteplici<br />

espressioni di solidarietà: accoglienza<br />

per chi non ha casa; condivisione per<br />

persone sole, emarginati, immigrati; raccolta<br />

di offerte per i profughi dell’Afghanistan<br />

e per le necessità della Terra Santa;<br />

adozione di bambini a distanza; raccolta<br />

di medicine e tante altre iniziative<br />

caritative. Mi piace vedere, in gesti come<br />

questi, altrettante prefigurazioni della<br />

pace. Germogli di fraternità e segnali<br />

di speranza».<br />

L’Arcivescovo ha quindi trascorso il<br />

Natale visitando i senza tetto ospiti della<br />

Comunità di sant’Egidio, quindi si è fermato<br />

a pranzo con i sacerdoti infermi al<br />

Convitto Ecclesiastico e ha passato il pomeriggio<br />

con gli ospiti del Cottolengo.<br />

RICCARDO BIGI<br />

TERNI<br />

Un Natale pieno di speranza e all'insegna<br />

della solidarietà è stato celebrato<br />

dal Vescovo Vincenzo Paglia nella Diocesi<br />

di Terni-Narni-Amelia. Temi di<br />

grande attualità quelli proposti dal Vescovo<br />

durante la celebrazione natalizia<br />

nella cattedrale di Terni e poi in quella<br />

di Narni, in cui è stato posto l'accento<br />

sulla situazione del mondo attuale, tra<br />

guerre, violenze e sofferenze di adulti e<br />

bambini, un mondo che non sembra affatto<br />

parlare di pace, solidarietà e serenità,<br />

in una situazione che rende tutti timorosi<br />

ed insicuri. Ecco allora il Natale,<br />

la luce che squarcia il buio, che illumina<br />

la vita, perché la speranza non muoia.<br />

Un invito ad iniziare il nuovo secolo della<br />

grotta di Betlemme che racchiude tutto<br />

il mistero del Natale, il solo che libera<br />

dalla paura e dal male, che apre alla<br />

speranza e alla solidarietà, all'accoglienza<br />

degli stranieri, dei poveri, dei soli,<br />

dei malati, dei deboli, dei lontani. Spesso<br />

il Natale, visto dalla parte degli uomini,<br />

ha i tratti dell'inaccoglienza, che il<br />

Natale stesso supera, se visto dalla parte<br />

di Dio, in quel suo amore incredibile,<br />

fuori da ogni misura, che è rivolto ad<br />

ogni uomo anche a quelli che gli sbattono<br />

la porta in faccia. Il Natale che vede<br />

immerse tante persone in una sorta di<br />

«ecumenismo» consumista, che tutto<br />

omologa e tutto confonde.<br />

Il Natale certamente è stato un momento<br />

di gioia e di festa condivisa dal<br />

Vescovo nei giorni scorsi con i detenuti<br />

del carcere di Terni, circa 250, con i<br />

malati dell'ospedale di Terni, dei tre<br />

ospedali della Diocesi, a Terni, a Narni<br />

e ad Amelia, dove il Vescovo si è soffermato<br />

nelle varie corsie e reparti dialogando<br />

con ogni malato a cui ha consegnato<br />

l'estratto della lettera pastorale<br />

«Perché la domenica a messa?». E poi<br />

tutti sono stati ricordati nella celebrazione<br />

natalizia quando sono stati portati all'altare,<br />

nell'offertorio, i fogli con i nomi<br />

dei detenuti e dei malati per uno scambio<br />

augurale a distanza, tra i presenti alla<br />

celebrazione e loro lontani, per portarli<br />

vicino a Gesù e agli altri. Ed infine<br />

il giorno di Natale, con le circa cento<br />

persone bisognose e sole che hanno partecipato<br />

al pranzo alla mensa diocesana,<br />

come in una grande famiglia, un po'<br />

strana, ma in cui tutti hanno vissuto la<br />

festa comune con lo scambio di regali e<br />

di sorrisi. Non hanno risolto i loro problemi<br />

eppure un po' di consolazione è<br />

entrata nella loro esistenza.<br />

malato, oppure distante dalla propria<br />

terra d’origine: nella Missione «Speranza<br />

e Carità» la Celebrazione Eucaristica ha<br />

rafforzato l’azione di umile e tenace servizio<br />

svolto dalla comunità di fratel Biagio<br />

Conte, e la voglia di essere accolti<br />

da parte delle centinaia di bisognosi che<br />

in questa Missione trovano un segno<br />

concreto di pace fatto di solidarietà, accoglienza<br />

e servizio. Il Presule, nel portare<br />

il dono di Gesù nato in mezzo agli<br />

uomini, ha celebrato l’Eucaristia anche<br />

con i malati paraplegici dell’«Oasi Verde»,<br />

una struttura sanitaria, fondata e<br />

diretta con abnegazione da Don Giuseppe<br />

Lentini, dove si vive la sofferenza fisica<br />

come una «risorsa in più» e non come<br />

un handicap. Infine il Cardinale De<br />

Giorgi non ha rinunciato neanche quest’anno<br />

a condividere il pranzo di Natale<br />

con gli indigenti della città, ospitando<br />

nel Palazzo Arcivescovile un centinaio di<br />

persone seguite dalla Caritas, che vivono<br />

realtà di disagio come alcolismo, tossicodipendenza,<br />

carcere. Il giorno di Natale<br />

si è concluso con la tradizionale visita<br />

ai monasteri di clausura della città.<br />

Per la Chiesa siciliana — e per quella<br />

palermitana in particolare — è stato anche<br />

un Natale in cui l’impegno ad essere<br />

costruttori di pace attraverso il dialogoeilconfrontoèstatotestimoniatoconcretamente<br />

dal messaggio che il Patriarca<br />

di Costantinopoli Bartholomaios I ha<br />

inviato al Cardinale De Giorgi. Ricordando<br />

la visita al IV Convegno delle<br />

Chiese di Sicilia svolto nel marzo scorso<br />

e il pellegrinaggio in alcuni luoghi dell’Isola<br />

e della Calabria, il Patriarca ha rivolto<br />

un augurio carico di significati:<br />

«Che il Signore, il quale ha stabilito l’amore<br />

come segno di riconoscimento dei<br />

suoi discepoli, riscaldi i vostri ed i nostri<br />

cuori finchè giungeremo tutti all’unità<br />

della fede e della perfezione nel vincolo<br />

della pace».<br />

LUIGI PEROLLO


A ROMA<br />

INCENDIO Le fiamme nelle gallerie del sottosuolo – Interi quartieri al buio per ore<br />

Ancora ignote le cause<br />

del pauroso rogo all'Ostiense<br />

Lavori urgentissimi da<br />

terminare entro il 6 gennaio<br />

per realizzare tra<br />

piazzale Ostiense e piazza<br />

Albania una «tubiera» che<br />

contenga tutti i cavi di<br />

Acea, ex Enel ed Atac:<br />

questo il principale intervento<br />

deciso mercoledì in<br />

una riunione tra i tecnici<br />

delle aziende interessate<br />

dal pauroso incendio<br />

scoppiato nel pomeriggio<br />

del giorno di Natale nel<br />

sottosuolo dell'Aventino.<br />

L'allarme era scattato intorno<br />

alle ore 13 quando<br />

la corrente elettrica è<br />

mancata in diversi quartieri:<br />

dall'Aventino alla Piramide,<br />

da san Paolo a<br />

san Giovanni, dall'Esquilino<br />

all'Eur fino al Torrino.<br />

In tutto 13.000 utenze so-<br />

no rimaste al buio. Che<br />

PAGINA<br />

non si trattasse di un semplice black-out<br />

lo si è capito solo alle 16 quando dai<br />

tombini di viale della Piramide Cestia e<br />

di piazza Albania sono fuoriuscite dense<br />

nubi di fumo che hanno allarmato la popolazione.<br />

La galleria di servizio sotto la<br />

strada si era trasformata in un immenso<br />

rogo.<br />

L'incendio è stato domato solo nella<br />

notte tra il 25 e il 26 dicembre. Per diverse<br />

ore ottanta Vigili del fuoco hanno<br />

versato nel condotto acqua e schiuma<br />

per poi scavare un vano di accesso al<br />

Neonata abbandonata<br />

a Latina: nessuna<br />

traccia della madre<br />

Molti chiedono<br />

di poterla adottare<br />

Ancora nessuna traccia della donna<br />

che, lunedì scorso, ha partorito in un<br />

bagno del centro commerciale «Latina<br />

fiori» e ha abbandonato la neonata in<br />

un secchio dell’immondizia. Al caso sta<br />

lavorando personale della squadra mobile<br />

della Questura. Le ipotesi di reato sono<br />

quelle di tentato infanticidio e abbandono<br />

di minore. Il centro commerciale<br />

chiudeva alle 18 e si presuppone che la<br />

donna, lasciando la neonata poco prima<br />

di quell’ora, abbia accettato il rischio<br />

che potesse morire. La Polizia sta valutando<br />

anche il filmato delle telecamere a<br />

circuito chiuso che riprendono le persone<br />

all’ingresso e all’uscita dei servizi<br />

igienici, ma per il momento non vengono<br />

forniti ulteriori particolari sulla vicenda.<br />

Restano allertati tutti i pronto soccorso<br />

di Latina, provincia e zone limitrofe<br />

qualora dovesse presentarsi una donna<br />

con traumi post parto. La bambina, battezzata<br />

con il nome di Natalia, ha trascorso<br />

le prime 24 ore di vita nel reparto<br />

di neonatologia dell’ospedale «Goretti»<br />

in una incubatrice. Le condizioni<br />

vengono definite «soddisfacenti» dai medici.<br />

Del caso è stato informato anche il<br />

Tribunale per i minori che dovrà decidere<br />

in merito all’affidamento a un tutore<br />

che sarà probabilmente il direttore sanitario<br />

dell’ospedale fin quando Natalia<br />

non potrà essere dimessa. Allora, la neonata<br />

dovrà essere affidata ad un istituto<br />

specializzato.<br />

Tante telefonate continuano ad arrivare<br />

in ospedale per sapere come poter<br />

adottare la piccola Natalia. Per l’adozione<br />

sarà necessario attendere la decisione<br />

del Tribunale.<br />

11 .<br />

cunicolo al fine di riempirlo completamente<br />

e domare così le fiamme. Per<br />

spegnere l’incendio sono state versate 40<br />

tonnellate di sostanza schiumogena e alla<br />

fine viale della Piramide Cestia appariva<br />

come un enorme tappeto di schiuma.<br />

L'intera zona è stata transennata, il<br />

traffico deviato. Sul posto si sono recati<br />

il Sindaco Walter Veltroni e il Prefetto<br />

Emilio Del Mese che hanno seguito da<br />

vicino le operazioni di spegnimento.<br />

L’assessore comunale ai Lavori pubblici,<br />

Giancarlo D’Alessandro, che mer-<br />

Brucia<br />

una baracca:<br />

uomo muore<br />

carbonizzato<br />

Un uomo è morto carbonizzato, martedì<br />

notte, nell’incendio di una baracca<br />

sotto il parco del Giardino degli Aranci<br />

sul Lungotevere Aventino. Il corpo è<br />

stato trovato vicino ad una branda.<br />

Cause accidentali avrebbero provocato,<br />

secondo gli investigatori, l’incendio<br />

della baracca e la morte dell’uomo, di<br />

cui non si conoscono le generalità.<br />

A far esplodere l’incendio dovrebbe<br />

essere stata una fiammata provocata da<br />

una stufa a gas alimentata da una bombola.<br />

Le fiamme avrebbero avvolto l’uomo<br />

durante il sonno.<br />

«L’amministrazione comunale si farà<br />

carico di sostenere le spese dei funerali<br />

della vittima, ancora senza nome, di<br />

questo dramma dell’emarginazione».<br />

Lo ha detto l’assessore capitolino alle<br />

Politiche sociali, Raffaella Milano.<br />

«Non posso che esprimere — ha aggiunto<br />

— il profondo dolore di tutta la<br />

città per la tragedia avvenuta questa<br />

notte e rinnovare l’impegno nell’azione<br />

congiunta di istituzioni, servizi, associazioni<br />

e volontariato per rendere meno<br />

dure e difficili le condizioni dei tanti che<br />

vivono nella nostra città in situazioni di<br />

estrema miseria». L’assessore ha ricordato<br />

che durante l’inverno a Roma sono<br />

stati «raddoppiati i posti letto nei centri<br />

di accoglienza ed unità di strada sono<br />

sul territorio per cercare le persone senza<br />

dimora, distribuire generi di conforto<br />

e accompagnarle verso rifugi protetti.<br />

Tutti i cittadini — ha concluso l’assessore<br />

— possono aiutare segnalando casi di<br />

disagio estremo ad una centrale telefonica<br />

in funzione 24 ore al giorno<br />

06/68210986».<br />

Litiga con un condomino e lo uccide<br />

Un uomo è stato ucciso al culmine di una lite per futili motivi da un condomino<br />

che è stato arrestato dalla Polizia. È accaduto nella notte tra mercoledì<br />

e giovedì in piazza Verbano. La Polizia è intervenuta arrestando l’assassino,<br />

che è stato accompagnato negli uffici della questura. La vittima è<br />

Vittorio Alemanno di 63 anni, di Taranto; l’uomo arrestato è Giuseppe Raso,<br />

di 67 anni di Cittanuova in provincia di Reggio Calabria. Secondo quanto si<br />

è appreso, i due si erano più volte denunciati e le loro liti, sempre molto<br />

accese, avevano fatto intervenire Polizia o Carabinieri. L’ultimo litigio sembra<br />

sia stato provocato da rumori molesti: da un diverbio si è passati ad<br />

una colluttazione e poi Raso ha preso il revolver, che deteneva regolarmente,<br />

e ha ucciso Alemanno.<br />

Furto in una stazione di servizio carburanti<br />

Quindici milioni di lire sono stati rubati, giovedì, dalla cassa automatica del<br />

self service del distributore Agip in viale di Tor di Quinto. I ladri, secondo<br />

la ricostruzione dell'accaduto, hanno usato chiavi false per aprire la cassaforte.<br />

Indagini sono in corso da parte della Polizia.<br />

Rubavano carte di credito: in manette due turisti<br />

Hanno finito in carcere la loro vacanza romana due turisti francesi, di origine<br />

algerina, che con carte di credito sottratte ai bancomat prendevano il<br />

denaro che spendevano per il soggiorno nella Capitale facendo, tra l’altro,<br />

acquisti di capi di abbigliamento firmati. Ma il Natale, quando già avevano i<br />

biglietti d’aereo per tornare in Francia, lo hanno passato a Regina Coeli,<br />

perché l’antivigilia sono stati sorpresi a prelevare soldi, con la carta di credito<br />

presa da uno sportello bancomat a piazza Venezia. I due si erano messi<br />

all’interno del locale della Banca Nazionale del Lavoro e dopo avere infilato<br />

una pellicola nel bancomat hanno aspettato che due turisti australiani<br />

infilassero la loro carta per prelevare denaro. I due francesi si sono avvicinati<br />

alla coppia e si sono offerti di aiutarli a riprendere la tessera, rimasta<br />

bloccata all’interno dello sportello, consigliando di digitare nuovamente il<br />

codice. E quando i due australiani lo hanno ripetuto, ovviamente senza che<br />

la carta riuscisse, lo hanno memorizzato. Mentre i due australiani si allontanavano<br />

i francesi hanno estratto la carta di credito e l’hanno utilizzata per<br />

prelevare denaro.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì-Venerdì 27-28 Dicembre 2001<br />

coledì ha presieduto una<br />

riunione urgente, ha precisato<br />

che i cavi elettrici<br />

distrutti sono di Acea, ex<br />

Enel e Atac e passano<br />

per una dorsale importante<br />

per la città. La sospensione<br />

della corrente,<br />

ha aggiunto l’assessore,<br />

ha riguardato nel picco<br />

massimo 13.000 utenti<br />

che in un paio di ore sono<br />

stati ridotti a 600.<br />

Quanto alla Telecom, le<br />

utenze finite fuori uso sono<br />

state circa 2.000.<br />

Sulla causa dell’incendio<br />

D’Alessandro ha spiegato<br />

che «basta una scintilla<br />

a far scoppiare le<br />

fiamme perché molti cavi<br />

sono in gomma e plastica<br />

e parte di questo materiale<br />

può risalire anche a 30<br />

anni fa. La legislazione<br />

non ha prescrizioni particolari sulla materia,<br />

per questo — ha aggiunto — nella<br />

costituenda Agenzia per il sottosuolo ci<br />

sarà una prescrizione per l’uso di materiali<br />

che dovranno essere più che certificati<br />

come ignifughi».<br />

«Ringrazio a nome del Sindaco — ha<br />

concluso l'assessore D’Alessandro — i<br />

Vigili del fuoco e i tecnici di Acea, Atac,<br />

Vigili urbani, Protezione civile e Ama<br />

per il lavoro compiuto. Nonostante la<br />

giornata di festa sono stati reperiti tutti<br />

gli esperti che sono intervenuti subito».<br />

Appartamento<br />

in fiamme:<br />

famiglia salvata<br />

dai Vigili del fuoco<br />

Le luci dell’albero di Natale lasciate<br />

accese durante la notte in un appartamento<br />

nel quartiere Aurelio hanno subito<br />

un corto circuito che ha fatto scoppiare<br />

un incendio. Panico nella famiglia<br />

di quattro persone tratte in salvo dal<br />

tempestivo intervento dei Vigili del<br />

fuoco.<br />

Le fiamme sono divampate nell’edificio<br />

di quattro piani in via Aurelia 307.<br />

Gli abitanti dell’appartamento coinvolto<br />

dall’incendio sono stati portati fuori, per<br />

strada, dai pompieri con l’autoscala.<br />

Il fuoco — riferisce l'agenzia «Ansa»<br />

— ha sprigionato un denso fumo che ha<br />

invaso il vano delle scale. Tutti i condomini<br />

per precauzione sono usciti sui balconi<br />

da dove hanno seguito le operazioni<br />

dei Vigili del fuoco. Sul posto sono<br />

anche intervenute alcune volanti della<br />

Polizia.<br />

Intanto, un altro incendio divampato<br />

per cause non ancora accertate da parte<br />

degli inquirenti ha distrutto, nella notte<br />

tra martedì e mercoledì, un capannone<br />

nel quale veniva eseguita la lavorazione<br />

di materiali plastici.<br />

Le fiamme sono state spente in poco<br />

più di un’ora dai Vigili del fuoco che<br />

prima della mezzanotte hanno cominciato<br />

un'operazione di bonifica dell'intera<br />

zona.<br />

Il capannone, che si estende su una<br />

superficie di circa tremila metri quadri,<br />

si trova in via dell’Omo, una traversa di<br />

via Prenestina, all’altezza del Grande<br />

Raccordo Anulare.<br />

Nascondevano hascisc:<br />

in manette<br />

due narcotrafficanti<br />

Due narcotrafficanti provenienti dalla<br />

Spagna, che nascondevano mezzo quintale<br />

di hascisc nel doppio fondo di un<br />

camper, sono stati arrestati dai Carabinieri<br />

di Ostia.<br />

I due sono stati sorpresi dai militari la<br />

sera della vigilia di Natale, ma la notizia<br />

si è appresa giovedì mattina, vicino a<br />

Ponte Galeria. I narcotrafficanti erano<br />

arrivati dalla Spagna passando per il valico<br />

di frontiera di Ventimiglia. La droga,<br />

secondo gli investigatori, era destinata<br />

al mercato del litorale romano e i<br />

due, dei quali non sono state fornite le<br />

generalità, farebbero parte di un’organizzazione<br />

che gestirebbe una grossa fetta<br />

del mercato della droga della Capitale<br />

con una fitta rete di spacciatori.<br />

Questo sequestro va ad aggiungersi ai<br />

molti altri fatti dai Carabinieri di Ostia<br />

nel corso di quest’anno. Finora sono<br />

stati sequestrati oltre 100 chilogrammi<br />

di cocaina, 80 di eroina e 150 di hascisc.<br />

Oltre cento gli arresti.<br />

Intanto, i Carabinieri hanno arrestato<br />

due giovani accusati di fornire droga a<br />

un bidello e a due studenti spacciatori,<br />

finiti in carcere circa un anno fa, perché<br />

vendevano droga a studenti e studentesse<br />

dell’istituto magistrale «Caetani».<br />

NATALE L'iniziativa «Aggiungi un posto a tavola» della Caritas diocesana<br />

Una persona in più in famiglia:<br />

una festa di condivisione<br />

Un Natale all’insegna della solidarietà<br />

e della condivisione. Per i poveri, gli anziani<br />

soli e i disagiati di Roma hanno<br />

preso avvio le iniziative che diverse associazioni<br />

di volontariato e comunità<br />

hanno organizzato per le feste natalizie.<br />

Ad allontanare la solitudine di chi vive<br />

ai margini della società è stata la scelta<br />

di numerose famiglie romane che quest’anno<br />

hanno voluto trascorrere un Natale<br />

davvero insolito, aderendo all’iniziativa<br />

«Aggiungi un posto a tavola», organizzata<br />

sia a Roma che a Milano dalla<br />

Caritas diocesana di Roma e dall’Osservatorio<br />

delle povertà di Milano. È questo<br />

un progetto che, giunto alla sua<br />

quinta edizione, intende donare un sorriso<br />

a quanti sono costretti a trascorrere<br />

le feste in solitudine e in condizioni di<br />

vita davvero difficili.<br />

Il numero delle famiglie che vi aderisce<br />

cresce sempre più. Quest’anno, infatti,<br />

sono stati tanti i romani che hanno<br />

raccolto l’appello invitando una persona<br />

sconosciuta a pranzo il giorno di Natale.<br />

Si tratta di persone senza dimora di diversa<br />

età, nazionalità e religione, per lo<br />

più anziani, privi di legami familiari e<br />

ospiti dell’Ostello della Caritas in via<br />

Marsala e di altre strutture di alcune associazioni<br />

di volontariato. Sono stati gli<br />

stessi volontari della Caritas ad accompagnare<br />

gli ospiti a casa delle famiglie e<br />

poi a riaccompagnarli all’Ostello al termine<br />

di una giornata davvero diversa<br />

per tutti. «Nella maggior parte dei casi<br />

— ha affermato Gennaro Di Cicco, responsabile<br />

degli Ostelli e delle Mense<br />

Caritas — si crea un rapporto di amici-<br />

zia tra gli ospiti e le famiglie, che non si<br />

limita al giorno di Natale e alle feste,<br />

ma va ben oltre. E poi abbiamo constatato<br />

che molte delle persone che hanno<br />

accolto gli ospiti dell’Ostello nelle loro<br />

case diventano anche volontari presso i<br />

nostri centri».<br />

Si tratta di famiglie aperte al dono, al<br />

servizio, di famiglie che si mettono a disposizione<br />

per regalare un sorriso a chi<br />

si trova in difficoltà, a chi è solo e non<br />

ha una famiglia. «In realtà il regalo di<br />

Natale lo hanno fatto loro a noi» ha osservato<br />

Ivan Armenti, 35 anni, che assieme<br />

alla sua famiglia ha scelto senza esitazione<br />

di festeggiare il Natale insieme<br />

con due giovani italiani, ospiti dell’Ostello<br />

della Caritas. Attorno alla tavola imbandita<br />

sedevano, così parenti, amici e<br />

due ospiti di riguardo. Sotto l’albero c’era<br />

un regalo anche per loro. Una famiglia<br />

allargata e riunita in un giorno così<br />

speciale, per festeggiare la nascita del<br />

Bambino che la Chiesa contempla. «Abbiamo<br />

condiviso il senso autentico del<br />

Natale con i nostri cari e con persone<br />

che vivono emarginate tutto l’anno, ma<br />

che sono entrate a far parte della nostra<br />

famiglia — ha aggiunto Ivan — . Con<br />

loro è cominciata una nuova amicizia<br />

con la promessa di rimanere in contatto.<br />

Volevamo che si sentissero a loro<br />

agio, che sentissero a casa loro. Adesso<br />

ci preoccuperemo di cercare un buon<br />

lavoro per loro, che possa permettergli<br />

di cominciare a risparmiare qualcosa e,<br />

perché no, a sperare in una vita diversa».<br />

L’esercito di volontari, operatori, col-<br />

Il 25 dicembre negli ospedali pediatrici<br />

Gioia e doni<br />

per i piccoli malati<br />

Giochi e favole per creare un clima di<br />

serenità attorno ai bambini costretti a<br />

trascorrere il Santo Natale nelle strutture<br />

ospedaliere della Capitale. In questi<br />

giorni di festa, la consueta attenzione<br />

prestata al mondo dell’infanzia ammalata<br />

si è arricchita di piccoli e grandi gesti<br />

nati con lo scopo di alleviare, in un momento<br />

tanto particolare dell’anno, le difficoltà<br />

dei giovani pazienti. Religiosi, volontari<br />

ed operatori sanitari si sono attivati<br />

per proporre iniziative capaci di codificare<br />

il messaggio di amore e di speranza<br />

portato dalla celebrazione della<br />

Natività del Signore.<br />

Il personale dell’Ospedale Pediatrico<br />

Bambino Gesù, ad esempio, ha preparato<br />

un ventaglio di appuntamenti destinati<br />

all’intrattenimento dei più piccoli. La<br />

caccia al tesoro, la lettura delle favole,<br />

la distribuzione dei doni, la partecipazione<br />

al presepe animato, l’ascolto del Vangelo<br />

sono solamente alcune delle tante<br />

proposte pensate e realizzate da volontari,<br />

membri di associazioni esterne e seminaristi.<br />

«Queste iniziative vengono attivate<br />

sin dai primi giorni del mese e<br />

non solo il 25 dicembre — ha spiegato<br />

la dott.ssa Carla Carlevaris, Responsabile<br />

della Ludoteca dell’ospedale —. Rappresentazioni<br />

e disegni diventano la via<br />

per indurre i bambini ad entrare nella<br />

storia del Natale e per riflettere sul suo<br />

significato religioso. Un intento che portiamo<br />

avanti anche mediante la stesura<br />

di letterine con cui i nostri piccoli pazienti<br />

si rivolgono a Gesù per esternare<br />

un desiderio o raccontare la loro esperienza.<br />

Desideriamo che i bambini vivano<br />

il Natale come evento particolare e<br />

comprendano che noi ci rivolgiamo a loro<br />

in modo speciale».<br />

Fra le tante istituzioni che dedicano<br />

attenzione ai piccoli ammalati vi è anche<br />

l’Associazione «Peter Pan». La luminosità<br />

dell’ambiente, il colore degli arredi<br />

ed il sorriso degli operatori sono elementi<br />

che vivacizzano questa struttura<br />

nata con lo scopo di offrire un supporto<br />

logistico alle famiglie dei pazienti del reparto<br />

di oncologia dell’Ospedale Bambino<br />

Gesù. Concepita come luogo tranquillo<br />

in cui poter trovare le comodità<br />

di una normale abitazione, la casa di Peter<br />

Pan si adopera perché anche nel periodo<br />

natalizio venga ricreato attorno ai<br />

bambini un clima di serenità. «Il giorno<br />

del 25 dicembre, dopo aver fatto gli auguri<br />

nei reparti dell’ospedale, torniamo<br />

qui in famiglia per donare i regali, condividere<br />

il pranzo ed organizzare giochi<br />

— ha spiegato la Presidente, Marisa<br />

Barracano Fasanelli —. Noi non elaboriamo<br />

un programma preciso perché desideriamo<br />

lasciare spazio alla spontaneità,<br />

elemento sempre presente in una vera<br />

casa. A Natale, come in tutti gli altri<br />

giorni dell’anno, facciamo le stesse cose<br />

che si vivono in un’abitazione reale cercando<br />

di comunicare agli ospiti la sensazione<br />

di essere accolti da una famiglia<br />

pronta a dedicarsi a loro».<br />

Sono tanti i volontari che si impegnano<br />

per alleviare le pene in cui vivono i<br />

ragazzi ricoverati nelle strutture ospedaliere<br />

della capitale. Ed il loro operato,<br />

soprattutto quando rivolto agli adolescenti,<br />

mira a creare le condizioni psicologiche<br />

perché le medicine somministrate<br />

trovino collaborazione in un fisico<br />

pronte a riceverle. Un lavoro difficile<br />

28 DICEMBRE 2001<br />

Santi Innocenti, martiri -<br />

Festa (rosso)<br />

Messa propria, Gloria<br />

Lezionario: 1 Gv 1, 5-2, 2;<br />

Salmo 123; Mt 2, 13-18<br />

Liturgia delle Ore: Ufficio<br />

della Festa<br />

che assume connotati ancora più delicati<br />

nel periodo di Natale, quando i giovani<br />

pazienti sono costretti a vivere anche<br />

la festa al di fuori del proprio contesto<br />

di vita. «Nel nostro istituto vengono accolti<br />

bambini ed adolescenti fino ai 20<br />

anni di età — ha affermato Lucilla Piattelli,<br />

volontaria del Centro di Ematologia<br />

diretto dal Prof. Franco Mandelli —.<br />

L’impegno di noi operatori è costante,<br />

ma nel periodo del Natale ci prodighiamo<br />

maggiormente per far vivere la particolarità<br />

del momento in una condizione<br />

di normalità. La preparazione di giochi,<br />

la presenza di clown, la visita di attori<br />

e calciatori sono mezzi di distrazione<br />

perché questi ragazzi non si affliggano<br />

su di una malattia che per quanto seria,<br />

non è invincibile».<br />

L’elargizione di doni e la preparazione<br />

di momenti di svago sono elementi<br />

presenti nelle varie strutture nosocomiali<br />

della capitale, i cui operatori sono animati<br />

dall’intento di esprimere solidarietà<br />

nei confronti di tutti gli ammalati. La loro<br />

attenzione però, soprattutto in questi<br />

giorni di festa, è rivolta ad una categoria<br />

particolarmente indifesa, quella dei<br />

bambini. E l’impegno di amore espresso<br />

dalle attività di carattere ricreativo viene<br />

associato a quello proposto dai sacerdoti<br />

nel corso delle Celebrazioni Eucaristiche.<br />

Dal Policlinico Umberto I al Gemelli,<br />

dal Pertini al Bambino Gesù viene comunicato<br />

un messaggio di speranza che<br />

vuole trasmettere coraggio ed aiutare a<br />

vedere la presenza del Signore nel dolore<br />

di ciascuno. «Cristo si è fatto uomo<br />

per vivere e soffrire con noi — ha spiegato<br />

padre Giovanni Schiavarelli, cappellano<br />

del Policlinico Agostino Gemelli—.<br />

Ed è in Lui che dobbiamo trovare<br />

la forza per andare avanti». «Spesso le<br />

persone si chiedono per quale ragione<br />

vivano tanto dolore. E noi tentiamo di<br />

rispondere a questo interrogativo sottolineando<br />

che Gesù si è fatto uomo per<br />

condividere le nostre stesse pene. un<br />

messaggio di speranza che vuole infondere<br />

fiducia ed allentare la crisi dei familiari<br />

dei più piccoli». «Desideriamo essere<br />

vicini ai bambini per condividere<br />

con loro il dolore — ha aggiunto padre<br />

Telefor Kowalski, cappellano del Policlinico<br />

Umberto I —. Ed in questi giorni,<br />

la parabola del Buon Samaritano ci aiuta<br />

a capire che di fronte alla sofferenza<br />

è necessario abbattere le barriere a vantaggio<br />

della nascita di un rapporto umano».<br />

Anche i religiosi dell’Ospedale Sandro<br />

Pertini hanno proposte iniziative capaci<br />

di tradurre il Santo Natale in evento<br />

portatore di fiducia e di speranza. Un<br />

messaggio comunicato tramite un insieme<br />

di attività incentrate sul tema «Vieni<br />

Signore Gesù, facci uomini di pace, di<br />

giustizia, di libertà e custodi attenti del<br />

creato». «In questi giorni gli alunni delle<br />

scuole elementari e medie sono venuti<br />

in ospedale per proporre ai bambini del<br />

reparto di pediatria una recita e la lettura<br />

di alcuni pensierini — ha affermato<br />

padre Carmelo Vitrugno, cappellano della<br />

chiesa dedicata a sant’Elia profeta —.<br />

Tutte le iniziative del periodo natalizio<br />

diventano la via per concentrare la nostra<br />

attenzione sulla famiglia intesa come<br />

luogo in cui, in via prioritaria, si costruisce<br />

la pace, la giustizia e la libertà».<br />

SIMONA RUBEIS<br />

Sincerità<br />

La voglia di far parlare di noi e di far<br />

vedere i nostri difetti dal lato da cui vogliamo<br />

mostrarli costituisce gran parte<br />

della nostra sincerità.<br />

(François de La Rochefoucauld)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

laboratori della Caritas che durante tutto<br />

l’anno operano nella Capitale, continuerà<br />

nei prossimi giorni ad adoperarsi<br />

per mantenere l’atmosfera natalizia promovendo<br />

altre iniziative nelle varie<br />

strutture di assistenza presenti in Diocesi.<br />

Il 25 dicembre è una data singolare<br />

anche per la Comunità di sant’Egidio,<br />

che ogni anno mette in calendario l’appuntamento<br />

con centinaia di poveri nella<br />

Basilica di Santa Maria in Trastevere<br />

per il pranzo di Natale. Una tradizione<br />

arrivata alla sua XX edizione, che è stata<br />

estesa anche in altre zone di Roma e<br />

del mondo, dove è presente e opera la<br />

Comunità. Sono venti anni, infatti, che<br />

la Comunità di sant’Egidio organizza il<br />

pranzo di Natale con i poveri, da quando<br />

cioè, nel 1982, un piccolo gruppo di<br />

persone povere fu accolto attorno alla<br />

tavola della festa preparata all’interno<br />

della Basilica romana. Un progetto che<br />

ogni anno vede aumentare non solo il<br />

numero dei poveri, ma anche quello dei<br />

volontari. «C’era un solo tavolo e in tutto<br />

eravamo una cinquantina di persone<br />

— ha ricordato Carlo Santoro, 39 anni,<br />

volontario della Comunità di sant’Egidio<br />

e responsabile della Mensa in via Dandolo<br />

—. C’erano alcuni anziani del quartiere<br />

rimasti soli e alcune persone senza<br />

fissa dimora, che avevamo conosciuto<br />

nelle strade di Roma. Ogni anno, poi, il<br />

gruppo si andava allargando sempre più<br />

e oggi si è esteso fino a comprendere<br />

mille invitati. La porta della Chiesa è<br />

aperta per tutti, senza fare distinzioni di<br />

vario genere. In questo giorno ai nostri<br />

ospiti, come da tradizione, consegniamo<br />

dei doni anche se il regalo più grande<br />

sono loro a farcelo, con la loro presenza<br />

qui, in questa Chiesa, dove ogni giorno<br />

preghiamo Dio come una grande famiglia<br />

riunita nel suo nome».<br />

All’appuntamento di quest’anno c’era<br />

anche il Sindaco di Roma, Walter Veltroni,<br />

che insieme con la sua famiglia si<br />

è unito agli altri ospiti. Un pranzo di<br />

Natale è stato organizzato anche nella<br />

Mensa di via Dandolo, nella Chiesa di<br />

san Callisto a Trastevere, e in altri 20 altri<br />

punti della città, soprattutto nella periferia<br />

romana, dove è presente la Comunità<br />

di sant’Egidio, per dare a tutti<br />

gli emarginati la possibilità di vivere il<br />

Natale «in famiglia». In tutto sono state<br />

calcolate 6.000 persone, povere e disagiate,<br />

che hanno fatto festa insieme con<br />

i volontari della Comunità.<br />

All’iniziativa hanno aderito anche altre<br />

associazioni di volontariato. «La nostra<br />

è una grande famiglia che ogni anno<br />

si ingrandisce sempre di più — ha<br />

aggiunto Santoro — , perché è grande<br />

la gioia nel donare un sorriso a chi da<br />

tanto tempo non sorride più perché sovrastato<br />

da problemi. Sono persone che<br />

frequentano le mense, la strada, i centri<br />

di accoglienza. Con alcuni di loro è<br />

un’occasione per rivedersi dopo tanto<br />

tempo. È diventato un appuntamento<br />

per una festa così grande che ricorda a<br />

tutti che non deve esistere alcuna divisione.<br />

Oggi, qui, raccolta allo stesso tavolo,<br />

c’è solo una grande famiglia unita<br />

che conta persone di diversa cultura, religione<br />

e condizione sociale».<br />

Per le feste natalizie sono previsti altri<br />

appuntamenti e momenti di incontro nei<br />

centri dove è presente la Comunità di<br />

sant’Egidio, mentre continuerà la tradizionale<br />

cena itinerante per le principali<br />

stazioni della capitale e alcune piazze<br />

romane, che è stata organizzata anche<br />

la notte della Vigilia. Analoga iniziativa<br />

si terrà anche la sera di Capodanno,<br />

quando decine di volontari della Comunità<br />

saluteranno il nuovo anno brindando<br />

insieme con i barboni per le strade di<br />

Roma. Il giorno dell’Epifania, invece,<br />

nella Mensa di via Dandolo i volontari<br />

organizzeranno una tombolata.<br />

ELISABETTA ANGELUCCI<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

VENERDÌ 28 DICEMBRE<br />

00.10: Studio A (stereo): Con voi<br />

nella notte<br />

7.20-17.30-23-24: Orizzonti cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-10-11-12-14-15-16-18-21-23.30:<br />

Radiogiornale in italiano, spagnolo,<br />

portoghese, francese, inglese,<br />

tedesco e polacco<br />

16.30: Archivio Storico del Teatro<br />

Carlo Felice di Andrea Fasano<br />

17: Liturgia delle Ore: celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Prisma-Magazin<br />

20.40: Recita del Santo Rosario<br />

in latino<br />

21.30: Programma francese: En<br />

finir avec la peine de mort<br />

21.50: Programma inglese<br />

22.10: Programma spagnolo


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

La<br />

situazione<br />

politica<br />

Neppure il clima festivo attenua le polemiche<br />

politiche. Stavolta a tenere banco<br />

sono i problemi legati alla Rai e alla<br />

lotta alla tossicodipendenza. Riguardo al<br />

primo punto, c'è da segnalare la dichiarazione<br />

del ministro delle Comunicazioni,<br />

Gasparri, secondo il quale il rinnovo<br />

del Cda della Rai si deve fare a febbraio,<br />

senza dilatare i tempi in attesa della soluzione<br />

del conflitto di interessi, come<br />

invece annunciato la settimana scorsa<br />

da Casini e Pera. «Non voglio immaginare<br />

— ha precisato Gasparri — che i presidenti<br />

di Camera e Senato, i quali hanno<br />

comunque una piena autonomia davanti<br />

alla quale mi inchino, possano ritenere<br />

che il termine di scadenza, a febbraio,<br />

possa essere superato».<br />

L'Ulivo ha commentato duramente,<br />

facendo notare che la posizione assunta<br />

da Pera e Casini è apprezzabile per il richiamo<br />

evidente alla necessità che, finché<br />

si è in presenza del problema del<br />

conflitto di interessi, è importante assicurare<br />

alla Rai vertici imparziali. «Come<br />

può un ministro permettersi — ha chiesto<br />

il responsabile informazione dei Ds,<br />

Fabrizio Morri — di smentire l’orientamento<br />

manifestato dal Presidente del<br />

Consiglio e dai Presidenti di Camera e<br />

Senato, solo di recente, orientamento<br />

che va esattamente nella direzione opposta<br />

di quella da lui auspicata?».<br />

Come detto, l'altro argomento al centro<br />

dell'attenzione è quello relativo alla<br />

lotta alla droga. E mentre è pronta a<br />

partire la prima «comunità di Stato» per<br />

il recupero dei tossicodipendenti, gestita<br />

dalla Comunità di San Patrignano, nella<br />

maggioranza scoppiano le polemiche<br />

sulle pene alternative. Il ministro per i<br />

Rapporti con il Parlamento, Giovanardi,<br />

intervenendo con Gasparri alla festa della<br />

Comunità «Incontro» ad Amelia, ha<br />

detto che «è assurdo che debba scontare<br />

la pena chi ha accettato il percorso di<br />

recupero dopo aver commesso reati perché<br />

schiavo della logica della tossicodipendenza».<br />

In sostanza, un sì alle pene<br />

alternative al carcere per chi vuole guarire.<br />

A tal fine, il Governo punta a sostenere<br />

tutte quelle strutture pubbliche e<br />

private, laiche e cattoliche, che riescono<br />

a dare una risposta efficace al «problema<br />

multiforme» della tossicodipendenza.<br />

Ma questa posizione sulle pene alternative<br />

— apprezzata anche da alcuni<br />

esponenti dell'opposizione — non piace<br />

assolutamente ad Alleanza Nazionale.<br />

Poco dopo, infatti, è lo stesso Gasparri a<br />

prendere le distanze dal collega di Governo,<br />

affermando che modificare di<br />

180 gradi le politiche sulla tossicodipendenza<br />

è il traguardo che si pone l'Esecutivo.<br />

«Il nostro obiettivo — ha spiegato<br />

— è di abbandonare la cultura di riduzione<br />

del danno, che di fatto ha determinato<br />

l'indebolimento dell’azione di<br />

contrasto alla droga e il mancato sostegno<br />

alle strutture di recupero».<br />

Dal centro sinistra si è subito levata la<br />

protesta. Per la diessina Livia Turco «è<br />

assolutamente incredibile e inaccettabile<br />

che il Governo parli due lingue così diverse<br />

sul problema della droga, un tema<br />

tanto delicato e rilevante che riguarda la<br />

vita di tante persone e i valori di fondo<br />

della nostra società».<br />

Dal canto suo, don Pierino Gelmini,<br />

fondatore della Comunità «Incontro», ha<br />

sottolineato che il cambio di Governo<br />

non ha finora prodotto novità nelle politiche<br />

riguardanti il mondo della tossicodipendenza,<br />

anche se «c'è l’intenzione di<br />

fare qualcosa di diverso». «Sarebbe stato<br />

comunque assurdo — ha detto don Pierino<br />

— che nei primi 150 giorni di vita<br />

del nuovo Esecutivo si potessero vedere<br />

cambiamenti in un settore che richiede<br />

molta attenzione e tanto equilibrio». Dal<br />

Governo ha comunque detto di attendersi<br />

che affronti la questione droga<br />

«con una visione a lungo raggio».<br />

Dati Istat:<br />

430.000 occupati in più<br />

rispetto al 2000 ROMA, 27.<br />

Nel 2001 gli occupati sono aumentati<br />

in Italia di 430.000 unità (+2,1%) rispetto<br />

al 2000. Il tasso di disoccupazione è<br />

sceso dal 10% dell’ottobre 2000 al 9,3%<br />

registrato nell’ottobre 2001. Il numero<br />

dei disoccupati scende così al livello del<br />

1993. Lo rileva l’Istat, secondo cui nella<br />

seconda parte dell’anno la crescita occupazionale<br />

ha subito un rallentamento<br />

dovuto alla crisi economica.<br />

Nel corso dell’anno — spiega l’Istat<br />

— il ritmo di crescita tendenziale dell’occupazione<br />

si è infatti progressivamente<br />

ridotto, portandosi in ottobre all’1,2<br />

per cento (+248.000 occupati), in<br />

decelerazione rispetto alrecentepassato.<br />

Complessivamente, comunque, l’anno<br />

che si sta chiudendo viene definito dal<br />

punto di vista dell’occupazione «brillante»<br />

con 430.000 occupati in più rispetto<br />

al 2000, due terzi dei quali donne.<br />

Inoltre — rileva l’Istat — il numero<br />

dei disoccupati è tornato a livello del<br />

1993, con un tasso di disoccupazione<br />

che ad ottobre si attesta sul 9,3 per cento<br />

(19% al Sud) e con una flessione delle<br />

persone in cerca di lavoro del 6,6 per<br />

cento (-158.000 unità) rispetto al 2000.<br />

12 .<br />

in primo piano<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì-Venerdì 27-28 Dicembre 2001<br />

LA SITUAZIONE POLITICA Neppure il clima festivo<br />

attenua le polemiche. Stavolta a tenere banco sono<br />

i problemi legati alla data di rinnovo dei vertici<br />

della Rai e alla lotta alla tossicodipendenza, con le<br />

pene alternative al carcere.<br />

BIMBO DI 6 ANNI VITTIMA DEI BOTTI L'incivile<br />

usanza dei botti di fine anno ha già causato una vittima:<br />

un bambino di 6 anni rimasto ucciso a Catanzaro<br />

dallo scoppio di un petardo che aveva raccolto<br />

no, avrebbe tentato di accendere il petardo<br />

che però è esploso. Lo scoppio è<br />

stato violentissimo e il piccolo Stefano è<br />

rimasto ucciso sul colpo. Un altro dei<br />

quattro bambini, Danilo Sinopoli, anch'egli<br />

di 6 anni, è rimasto gravemente<br />

ferito al viso e ha subito l'amputazione<br />

parziale della mano sinistra. Suo fratello<br />

Luigi di 11 anni è stato ricoverato con<br />

una prognosi di 10 giorni.<br />

Sul tragico episodio ha avviato un'inchiesta<br />

la Procura di Catanzaro. È stato<br />

accertato che l'abitazione in cui è avvenuto<br />

lo scoppio è quella dei fratelli Sinopoli<br />

e i militari dell'Arma hanno già<br />

ascoltato i loro familiari. A Catanzaro,<br />

convocato dal prefetto Corrado Catenacci,<br />

si è riunito ieri il Comitato provinciale<br />

per l'ordine e la sicurezza pubblica.<br />

Nel corso della riunione — informa<br />

l'Ansa — è stata decisa l'adozione di misure<br />

finalizzate ad intensificare ulteriormente<br />

l'attività di contrasto della produzione,<br />

del commercio e della vendita di<br />

prodotti pirotecnici non conformi alla<br />

legge.<br />

Un altro bambino, di 9 anni, è rimasto<br />

ferito, provvidenzialmente in modo<br />

non grave, a Casalfiumanese nei pressi<br />

di Imola (Bologna). Aveva raccolto un<br />

petardo da terra insieme a un piccolo<br />

amico ma l'ordigno è esploso procurandogli<br />

ferite guaribili in 9 giorni; illeso<br />

l'altro bambino.<br />

A Cesena invece un petardo è esploso<br />

tra le mani di un giovane di 28 anni, al<br />

quale è stato necessario amputare un dito<br />

della mano destra. Il giovane è ricoverato<br />

con la prognosi di un mese.<br />

in strada insieme a piccoli amici, due quali sono rimasti<br />

feriti.<br />

QUATTRO MORTI PER IL MONOSSIDO Quattro<br />

persone sono decedute in due distinte tragedie avvenute<br />

in Liguria ed in Abruzzo. In entrambi i casi<br />

sono state le esalazioni sprigionate da caldaie a gas<br />

probabilmente difettose a provocarne la morte.<br />

ANCORA MALTEMPO AL CENTRO-SUD Dopo due<br />

BOTTI Altri 2 piccoli feriti nello scoppio – Incidenti in varie città per l'incivile usanza<br />

Bimbo di 6 anni<br />

ucciso a Catanzaro<br />

CATANZARO, 27.<br />

Ancora una volta, nonostante i reiterati<br />

appelli a farla finita con l'incivile e<br />

pericolosa usanza dei «botti», le festività<br />

natalizie sono state funestate da una tragedia,<br />

la morte di un bambino di 6 anni,<br />

ucciso il giorno di Natale a Catanzaro<br />

dallo scoppio di un petardo che aveva<br />

raccolto in strada. Ma la tragedia avrebbe<br />

potuto essere ancora più terribile: altri<br />

due bambini sono rimasti feriti nello<br />

scoppio (uno in modo grave). E altre ne<br />

sarebbero potute accadere: un altro<br />

bambino è rimasto ferito in circostanze<br />

analoghe nel Bolognese, ad un giovane<br />

è stato amputato il dito di una mano a<br />

Cesena. Negli ultimi 10 anni i botti di fine<br />

anno hanno causato 25 morti, 7 dei<br />

quali bambini.<br />

Ieri sera, a Catanzaro, è stata intensa<br />

la commozione tra i partecipanti alle<br />

esequie della piccola vittima, Stefano<br />

Cappellano, nella chiesa di Santa Maria<br />

di Zarapoti. «Siamo qui oggi — ha detto<br />

all'omelia il parroco, don Sandro Mauro<br />

— per accompagnare alla casa di Dio<br />

questo angelo e chiedere al Padre del<br />

Cielo di darci la sua consolazione. Davanti<br />

a una tragedia di questa portata<br />

non ci sono parole. L'unico rifugio è la<br />

preghiera».<br />

La tragica morte di Stefano è stata<br />

così ricostruita dai Carabinieri. Il bambino,<br />

insieme a tre piccoli amici, aveva<br />

raccolto in strada un grosso petardo inesploso<br />

e tutti insieme avevano portato<br />

l'ordigno a casa di due dei quattro. Qui<br />

uno dei piccoli, presumibilmente Stefa-<br />

AUTO Ma i vecchi motori potranno ancora andare<br />

Dal 1º gennaio 2002<br />

niente più benzina super<br />

ROMA, 27.<br />

Giorni contati per la benzina super<br />

che da martedì prossimo, primo gennaio,<br />

non si troverà più nei distributori<br />

italiani. Neanche nella sua ultima versione,<br />

quella del “benzinone” (con un contenuto<br />

di piombo inferiore a quella tradizionale)<br />

commercializzato negli ultimi<br />

tre mesi. Gli esperti rassicurano che nessuna<br />

auto si fermerà e che tutte potranno<br />

continuare a circolare, non senza accorgimenti.<br />

I proprietari dei circa 4 milioni di auto<br />

che ancora vanno a “rossa” (su un<br />

parco complessivo di vetture a benzina<br />

intorno ai 27 milioni) e gli amanti delle<br />

auto storiche, dovranno consultare il<br />

proprio meccanico, le tabelle del ministero<br />

dei Trasporti e prepararsi, in alcuni<br />

casi, ad una vera e propria seccatura:<br />

l’aggiunta cioè ad ogni rifornimento di<br />

un additivo al potassio.<br />

Oltre l’80% delle auto non catalizzate<br />

può — secondo gli ultimi dati disponibili<br />

del ministero dei Trasporti — continuare<br />

a circolare senza nessun intervento,<br />

utilizzando cioè senza problemi la benzina<br />

senza piombo al posto della rossa: si<br />

tratta di quella categoria di auto definita<br />

nella classe “A” delle tabelle del ministero.<br />

Per circa 3 milioni di auto — quelle<br />

appartenenti alla categoria “B” — sarà<br />

invece necessario un intervento meccanico,<br />

una tantum: una messa a punto<br />

dell’anticipo — questa la dizione tecnica<br />

— per una spesa intorno alle 50 mila lire.<br />

È il caso della Fiat “500”, ma anche<br />

della “600”, di molti modelli vecchi.<br />

Qualche problema in più si profila invece<br />

per i proprietari di un altro milione<br />

Neonato rom<br />

muore nel rogo<br />

di una roulotte<br />

GENOVA, 27.<br />

Storie drammatiche di emarginazione,<br />

anche nella notte di Natale.<br />

Un neonato è morto nell’incendio<br />

di una roulotte in un campo<br />

nomadi a Genova. La roulotte<br />

in cui viveva la famiglia Alilovic<br />

Sena, parcheggiata nel quartiere<br />

Kennedy a Genova, è andata a<br />

fuoco, nella serata di lunedì, forse<br />

per un banale incidente domestico,<br />

ma accertamenti sono ancora<br />

in corso. Tutti i componenti della<br />

famiglia sono rimasti ustionati,<br />

uno dei quali gravemente. Ma per<br />

il più piccolo dei quattro bimbi<br />

che abitavano nel caravan, nato<br />

appena un mese fa, non c’è stato<br />

niente da fare: è morto nel suo<br />

lettino tra fiamme alte una decina<br />

di metri.<br />

Il bimbo, di due anni e mezzo,<br />

ricoverato all’ospedale pediatrico<br />

Giannina Gaslini, non sarebbe in<br />

pericolo di vita. La madre, ricoverata<br />

al centro ustioni dell’ospedale<br />

San Martino, ha riportato gravi<br />

ferite agli arti superiori. Praticamente<br />

illesi invece i suoi altri due<br />

figli, di 4 e 8 anni, e il marito.<br />

di macchine, quelle appartenenti alla categoria<br />

identificata dal ministero come<br />

“C”. Si tratta di auto antecedenti al 1984<br />

per le quali un intervento meccanico di<br />

adeguamento (per molte ci sarebbe bisogno<br />

della sostituzione della sede delle<br />

valvole) comporterebbe una spesa spesso<br />

superiore al valore dell’auto.<br />

Per continuare a utilizzare questo tipo<br />

di auto senza ricorrere ad interventi<br />

meccanici importanti e onerosi sarà infatti<br />

necessario ricorrere all’aggiunta di<br />

un additivo. Un’operazione che costerà<br />

quasi 100 lire al litro.<br />

Terzo arresto<br />

per corruzione<br />

alle «Molinette»<br />

TORINO, 27.<br />

Terzo arresto nell’ambito dell’inchiesta<br />

sulle tangenti all’ospedale<br />

Molinette di Torino. Si tratta<br />

di Aldo Rosso, capo dell’ufficio<br />

tecnico dell’ospedale, che in almeno<br />

un caso avrebbe ricevuto una<br />

bustarella destinata al direttore<br />

generale Luigi Odasso, in carcere<br />

da mercoledì 19 dicembre, insieme<br />

con un’imprenditrice di Cuneo<br />

sorpresa mentre gli versava<br />

una tangente di 15 milioni.<br />

Rosso è stato arrestato dalla<br />

Guardia di Finanza. Anche per lui<br />

l’accusa è di corruzione.<br />

G8: secondo «avviso»<br />

per funzionario<br />

della Digos genovese<br />

GENOVA, 27.<br />

Secondo avviso di garanzia per il funzionario<br />

della Digos di Genova Alessandro<br />

Perugini per un episodio avvenuto<br />

nella caserma di Bolzaneto e denunciato<br />

da un manifestante arrestato. Nei confronti<br />

di Perugini l’ipotesi di accusa sarebbe<br />

quella di abuso di autorità contro<br />

arrestati o detenuti. La sua convocazione<br />

davanti ai magistrati è prevista per i<br />

primi giorni di gennaio. Per i fatti legati<br />

al G8 il funzionario della Digos genovese<br />

era già indagato per lesioni nei confronti<br />

di un quindicenne di Ostia. Era stato infatti<br />

ripreso dalle telecamere e fotografato<br />

nel gesto di sferrare un calcio al giovane,<br />

già costretto a terra da un gruppo<br />

di agenti nei pressi della Questura. Questo<br />

secondo avviso di garanzia riguarda<br />

invece un episodio avvenuto nella caserma<br />

di Bolzaneto e lo coinvolge in quanto,<br />

nel corso delle indagini, Perugini è<br />

risultato il funzionario con il grado più<br />

alto presente nella struttura che era stata<br />

organizzata dalle forze dell’ordine come<br />

centro di detenzione temporaneo<br />

per i manifestanti arrestati. Sono numerose<br />

le denunce per presunti abusi e violenze<br />

da parte delle forze dell’ordine che<br />

sarebbero avvenuti nella caserma di Bolzaneto<br />

tra il 20 e il 22 luglio.<br />

Sequestrato<br />

materiale illegale<br />

Due arresti<br />

ROMA, 27.<br />

Ingenti quantitativi di materiale pirotecnico<br />

sono stati sequestrati in varie località<br />

dalle forze dell'ordine, che hanno<br />

anche proceduto ad alcuni arresti ed<br />

evitato probabilmente il verificarsi di altre<br />

tragedie.<br />

Una delle operazioni più significative<br />

è avvenuta la sera della vigilia di Natale<br />

a Pescara dove i Carabinieri hanno scoperto,<br />

nello scantinato di una palazzina<br />

di quattro piani, un deposito clandestino<br />

contenente ben 65 quintali di botti. In<br />

caso di esplosione accidentale avrebbe<br />

potuto crollare l'intero stabile con conseguenze<br />

facilmente immaginabili.<br />

Il magazzino clandestino era stato ricavato<br />

— riferisce l'Ansa — tramite alcuni<br />

pannelli di cartongesso che riducevano<br />

la metratura di tre garage contigui.<br />

Nel corso dell'operazione sono stati<br />

arrestati, con l'accusa di detenzione illegale<br />

di materiale esplodente e pirico, Gino<br />

Rinaldi e Luigi Marzoli, entrambi<br />

con precedenti penali. Per concorso negli<br />

stessi reati sono state denunciate a<br />

piede libero la moglie di uno degli arrestati<br />

e la titolare di un esercizio commerciale<br />

che pare servisse da copertura<br />

per la vendita del materiale pirotecnico<br />

illegale.<br />

Un'altra importante operazione è stata<br />

effettuata nell'Avellinese. Nei pressi<br />

del Comune di Baiano sono stati infatti<br />

sequestrati dalla Guardia di Finanza oltre<br />

1.300 petardi di genere proibito, scoperti<br />

dai militari in un'autovettura fermata<br />

a pochi chilometri dal paese.<br />

Sassari: danni<br />

per l'esplosione<br />

di bombe-carta<br />

giorni di pausa la neve è tornata a cadere abbondante<br />

sulle regioni centro-meridionali della Penisola.<br />

Particolarmente colpite Marche e Calabria. Gravi<br />

disagi per la circolazione stradale.<br />

ULTIMI GIORNI PER LA BENZINA «SUPER» giacché<br />

dal primo gennaio il carburante rosso sparisce<br />

dai distributori. Ciò non significa la morte dei vecchi<br />

tipi di auto che con piccole correzioni potranno continuare<br />

a circolare.<br />

MONOSSIDO DI CARBONIO Molti intossicati<br />

Quattro vittime<br />

in Liguria e in Abruzzo<br />

ROMA, 27.<br />

Il tentativo di combattere il freddo intenso<br />

si è risolto in una tragedia per<br />

quattro persone, morte in due distinti<br />

ma simili episodi, avvenuti nella notte<br />

tra il 24 e il 25 dicembre, in Abruzzo ed<br />

in Liguria. In entrambe le tragedie sono<br />

state le esalazioni sprigionate da caldaie<br />

a gas probabilmente difettose a provocarne<br />

la morte nel sonno. Nella frazione<br />

Casamaina di Lucoli (L’Aquila) sono<br />

morti due giovani fidanzati romani, in<br />

vacanza sulla neve in Abruzzo, Marco<br />

Salvatore Patricolo, di 27 anni, e Ilaria<br />

Besati, di 26. Ad ucciderli sono state le<br />

esalazioni di monossido di carbonio della<br />

caldaia a gas della casa che occupavano<br />

per le vacanze. A La Spezia, invece,<br />

sono stati due coniugi cinquantenni, Antonietta<br />

Giuliani e Salvatore Iacono, le<br />

vittime del gas. In base ai primi accertamenti<br />

non avrebbe funzionato lo scarico<br />

della caldaia della loro abitazione: le sostanze<br />

della combustione sarebbero rientrate<br />

all’interno dei locali saturando<br />

l’ambiente. A dare l’allarme sono stati<br />

alcuni parenti con i quali i due avrebbero<br />

dovuto trascorrere la vigilia di Natale.<br />

Non essendo riusciti a mettersi in<br />

contatto telefonico, alle undici di sera i<br />

parenti si sono recati presso la loro abitazione,<br />

in Via Ugo Botti. I familiari<br />

hanno suonato il campanello e, non ricevendo<br />

risposta, hanno deciso di abbattere<br />

la porta. Quando i Vigili del fuoco<br />

sono entrati nell’abitazione, la temperatura<br />

era molto alta e i vetri delle finestre<br />

erano coperti di condensa.<br />

MALTEMPO Nuova perturbazione al Centro-Sud<br />

Bufere di neve su alcune regioni:<br />

forti problemi per la viabilità<br />

ROMA, 27.<br />

Mentre il Nord continua ad essere risparmiato<br />

dal maltempo (ma non dalle<br />

temperature polari che attanagliano<br />

quasi tutte le regioni) il Centro-Sud è da<br />

oggi interessato da una nuova perturbazione.<br />

Forti nevicate si registrano dall'Emilia-Romagna<br />

alla Calabria con disagi<br />

per la circolazione stradale e sui valichi<br />

dove si transita solo con le catene.<br />

Nelle Marche situazione critica a Urbino,<br />

Cagli, passo del Furlo, Scheggia,<br />

Fabriano e Arcevia e in molte località<br />

della collina e della montagna ascolana.<br />

Alcuni tratti della statale Salaria sono<br />

percorribili solo con le catene. Nevica<br />

fitto anche in provincia di Macerata,<br />

con notevoli problemi a Serravalle di<br />

Chienti, con l’altopiano investito da una<br />

vera e propria bufera. Va meglio in Umbria<br />

anche se difficoltà vengono segnalate<br />

per il transito sui passi appenninici. I<br />

problemi maggiori sono sul valico della<br />

Contessa, nell’Eugubino, e su quello della<br />

Somma, sulla Flaminia nella zona di<br />

Spoleto. La precipitazione sta inoltre interessando<br />

il valico di Colfiorito, dove<br />

sono in azione gli spazzaneve e i mezzi<br />

spargisale, e la «E45» a Collevalenza.<br />

In Abruzzo sta nevicando intensamente<br />

sull’autostrada «A25», nel tratto tra<br />

Cocullo e Pescina. Sull’«A24» vengono<br />

segnalati nevischio tra Carsoli e Teramo<br />

e nebbia nei tratti Carsoli-Vicovaro e Assergi-Colledara.<br />

Dopo una pausa di due giorni, sta<br />

nuovamente nevicando in provincia di<br />

Cosenza. Dalle prime ore di oggi una<br />

vera e propria bufera ha colpito l’altopiano<br />

della Sila grande, in particolare la<br />

CAGLIARI, 27.<br />

Quattro potenti bombe-carta sono state<br />

fatte esplodere negli ultimi tre giorni<br />

a Sassari, turbando il clima delle festività<br />

natalizie. Secondo gli inquirenti, i<br />

raid sarebbero opera di una banda di<br />

teppisti che avrebbe agito anche la scorsa<br />

settimana, almeno in altre due occasioni.<br />

Il primo degli ultimi episodi risale<br />

alla notte del 23 dicembre. Ignoti hanno<br />

lanciato un ordigno contro un «pub» in<br />

viale Caprera, mandando in frantumi la<br />

vetrata del locale. La stessa banda sarebbe<br />

poi entrata in azione nel pomeriggio<br />

della vigilia di Natale: nel pieno centro<br />

di Sassari, in Corso Vittorio Emanuele,<br />

una potente bomba-carta è stata<br />

fatta esplodere nell’androne di un negozio<br />

gestito da cinesi. Lo scoppio ha rotto<br />

le vetrine e l’onda d’urto ha piegato<br />

tutti gli infissi.<br />

Nel giorno di Natale i teppisti si sono<br />

scatenati mettendo a segno due «colpi»<br />

a distanza di poche ore: nel tardo pomeriggio<br />

hanno distrutto, con la stessa tecnica,<br />

una cabina telefonica nel centro<br />

della città, mentre intorno alle 23 hanno<br />

scagliato un ordigno contro un’insegna<br />

di una pescheria, abbattendola.<br />

zona tra San Giovanni in Fiore e Spezzano<br />

Sila. Nevica inoltre sull’autostrada<br />

Salerno-Reggio Calabria nel tratto tra<br />

Campotenese e Morano.<br />

Stessa situazione in Basilicata dove la<br />

neve che cade su gran parte della provincia<br />

di Potenza ha provocato disagi alla<br />

circolazione automobilistica che per il<br />

momento non interessano il tratto lucano<br />

della Salerno-Reggio Calabria. Il traffico<br />

si svolge con difficoltà sulla statale<br />

407 «Basentana» e sulla Tito-Brienza ma<br />

la neve è alta anche sul raccordo Potenza-Sicignano<br />

degli Alburni.<br />

Processo Sme-Ariosto:<br />

respinte richieste<br />

di proscioglimento<br />

MILANO, 27.<br />

I giudici del Tribunale di Milano<br />

hanno respinto stamane con<br />

un'ordinanza, nel corso del processo<br />

Sme-Ariosto nel quale sono<br />

imputati tra gli altri Silvio Berlusconi<br />

e Cesare Previti, la richiesta<br />

di proscioglimento, anche per intervenuta<br />

prescrizione, avanzata<br />

dalla difesa. I giudici hanno pertanto<br />

disposto che il processo prosegua.<br />

I difensori hanno allora<br />

sollevato questione di legittimità<br />

costituzionale e i giudici sono tornati<br />

a riunirsi in camera di consiglio.<br />

Imprenditrice<br />

e i suoi ospiti<br />

rapinati in una villa<br />

VARESE, 27.<br />

Ancora una rapina in una villa isolata,<br />

un genere di crimini che quest'anno,<br />

specialmente al Nord, si sono verificati<br />

con una certa frequenza suscitando un<br />

giustificato timore anche per l'uso della<br />

violenza da parte dei malfattori.<br />

L'ultimo episodio è avvenuto nella<br />

notte di Natale a Vedano Olona, a pochi<br />

chilometri da Varese. Tre banditi col<br />

volto coperto e armati di coltelli — secondo<br />

la ricostruzione fornita dagli inquirenti<br />

— sono penetrati nella villetta<br />

di un'imprenditrice, alla periferia del<br />

paese. La donna, che era in casa con la<br />

sorella e il cognato, è stata costretta,<br />

con la minaccia delle armi, a consegnare<br />

denaro, gioielli e pellicce per un valore<br />

di un centinaio di milioni. I banditi,<br />

prima di allontanarsi, si sono impossessati<br />

anche dei cellulari e del denaro in<br />

contante che la donna e i suoi ospiti<br />

avevano indosso, quindi hanno immobilizzato<br />

tutti e tre con corde e nastro<br />

adesivo e sono fuggiti. Solo dopo circa<br />

mezzora le tre vittime dell'aggressione<br />

sono riuscite a liberarsi e a dare l'allarme.<br />

Secondo le testimonianze degli aggrediti<br />

i malviventi sarebbero stranieri.<br />

Nel Pisano, ieri, una madre ha strappato<br />

la figlia di sedici anni alla morte da<br />

monossido di carbonio, facendole la respirazione<br />

bocca a bocca e rischiando di<br />

intossicare anche se stessa. La donna è<br />

rientrata precipitosamente a casa, dove<br />

era rimasta la figlia sola, dopo varie telefonate<br />

rimaste senza risposta, ed essendo<br />

senza chiavi è entrata dopo aver<br />

preso a spallate la porta, da dietro la<br />

quale si sentiva il suono della televisione<br />

accesa. La ragazza era distesa sul letto,<br />

esanime. In attesa dei soccorsi la donna<br />

ha praticato alla figlia la respirazione<br />

bocca a bocca riuscendo a rianimarla.<br />

Quando sono arrivati i volontari della<br />

Misericordia e i Vigili del fuoco hanno<br />

portato madre e figlia all’ospedale, giudicate<br />

fuori pericolo dopo il trattamento<br />

nella camera iperbarica.<br />

Dieci persone intossicate in soli tre<br />

giorni: è il «bilancio» delle conseguenze<br />

del monossido di carbonio registrate in<br />

provincia di Lecco in occasione del ponte<br />

natalizio. Nessuno dei casi registrati<br />

dal 118 ha assunto proporzioni drammatiche.<br />

Nell’hinterland di Milano una famiglia<br />

di tre persone, tra cui un bambino di 11<br />

anni, è rimasta intossicata dalle esalazioni<br />

di monossido di carbonio causate dal<br />

cattivo funzionamento di una caldaia in<br />

una villetta di Liscate.<br />

Anche nel Ferrarese è stata sfiorata<br />

una tragedia: a rimanere intossicate sono<br />

state quattro persone: padre, madre,<br />

figlia di 21 anni ed il fidanzato di quest’ultima.<br />

Anziano<br />

travolto sulle strisce:<br />

l'automobilista fugge<br />

senza soccorrerlo<br />

MILANO, 27.<br />

Ha travolto e ucciso un anziano mentre<br />

attraversava sulle strisce pedonali,<br />

poi è fuggito senza prestare soccorso.<br />

Non ha ancora un volto (ma i Carabinieri<br />

sarebbero sulle sue tracce) l'automobilista<br />

che domenica sera nel centro<br />

di Pogliano Milanese ha investito Pierino<br />

Della Vedova, di 87 anni, deceduto ieri<br />

nell'ospedale di Rho dopo tre giorni di<br />

agonia. L'anziano, erano le 19, stava attraversando<br />

un passaggio pedonale non<br />

lontano dalla sua abitazione quando la<br />

macchina, che procedeva a forte velocità,<br />

lo ha falciato. L'uomo è stato scaraventato<br />

ad una ventina di metri di distanza<br />

e quando i soccorritori lo hanno<br />

trasportato in ospedale le sue condizioni<br />

sono apparse subito gravi.<br />

Il conducente, subito dopo, si è dato<br />

alla fuga con i fari spenti per impedire<br />

alle persone presenti di poter annotare il<br />

numero di targa. I Carabinieri stanno<br />

eseguendo controlli nelle carrozzerie<br />

della zona nel tentativo di trovare qualche<br />

auto con ammaccature che possa<br />

essere ricondotta all’incidente. La vettura<br />

sarebbe di piccola cilindrata e di colore<br />

scuro.<br />

Si è invece costituito alcune ore dopo<br />

l'incidente un ventottenne che ieri ha investito<br />

e ucciso, senza fermarsi a soccorrerlo,<br />

Raffaele Romanazzi, 55 anni,<br />

di Modugno (Bari). La sciagura è avvenuta<br />

sulla strada provinciale che collega<br />

Bitetto a Modugno, in circostanze in<br />

corso d’accertamento da parte dei Carabinieri.<br />

Il giovane, interrogato, ha detto<br />

di non aver capito più niente e di essere<br />

scappato in preda alla paura.<br />

Overdose di eroina:<br />

5 morti in tre giorni<br />

a Napoli e provincia<br />

NAPOLI, 27.<br />

Cinque morti in tre giorni (da<br />

lunedì 24 a mercoledì 26) per<br />

overdose di eroina a Napoli e in<br />

provincia. L'inconsueto numero di<br />

decessi fa ipotizzare che sia in circolazione<br />

una partita di droga tagliata<br />

con sostanze nocive. Il primo<br />

caso è stato scoperto nel<br />

quartiere periferico di Secondigliano<br />

dove è stato trovato morto<br />

un giovane di 24 anni. Un'altra<br />

persona, anche questa per overdose,<br />

è deceduta all’ospedale San<br />

Paolo. Un terzo decesso per abuso<br />

di droga è stato scoperto dalla Polizia<br />

a Torre del Greco: nella stazione<br />

della ferrovia circumvesuviana<br />

di contrada Leopardi è stato<br />

rinvenuto il corpo senza vita di un<br />

uomo di 33 anni. A Mugnano,<br />

nella sua auto, nei pressi dello<br />

svincolo dell’asse mediano, è stato<br />

trovato un trentaquattrenne di<br />

Sant’Antimo: accanto c’era la siringa<br />

usata per iniettarsi la dose<br />

mortale. Aveva invece 35 anni<br />

l'uomo privo di vita rinvenuto ieri<br />

sera nella villa comunale del rione<br />

Scampia, alla periferia di Napoli.


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Anno CXLI - N. 297 (42.935) CITTÀ DEL VATICANO Sabato 29 Dicembre 2001<br />

MEDIO ORIENTE Il Primo Ministro Sharon sconfessa la trattativa portata avanti dal Ministro degli esteri Peres<br />

Rimosso il blocco israeliano a Betlemme<br />

a seguito della diminuzione delle violenze<br />

TEL AVIV, 28.<br />

La chiusura militare di Betlemme, in<br />

Cisgiordania, è stata rimossa per intero<br />

stamane all’alba per facilitare gli spostamenti<br />

della popolazione. Lo ha reso noto<br />

un portavoce militare israeliano, precisando<br />

che in precedenza era stato revocato<br />

anche il blocco di Gerico. Le misure,<br />

ha aggiunto, sono state assunte a<br />

seguito della progressiva diminuzione<br />

delle violenze registrata negli ultimi giorni<br />

in Cisgiordania. Nelle stesse ore, però,<br />

è stata rafforzata la chiusura militare<br />

attorno alle città cisgiordane di Jenin e<br />

Tulkarem, riferisce la agenzia di stampa<br />

palestinese «Wafa». Carri armati, continua<br />

la fonte, sono stati dislocati sulla<br />

strada che collega i due centri abitati.<br />

Rimane inoltre bloccato a Ramallah il<br />

Presidente dell'Autorità Palestinese (Ap),<br />

Yasser Arafat, che non potrà assistere<br />

alle celebrazioni per il Natale della Chiesa<br />

Greco-ortodossa previste a partire dal<br />

prossimo 6 gennaio. La nuova misura<br />

restrittiva, che segue il divieto di recarsi<br />

alla Santa Messa del 24 dicembre nella<br />

Basilica della Natività a Betlemme, è<br />

stata confermata oggi da un portavoce<br />

dell’ufficio del Premier israeliano, Ariel<br />

Sharon, il quale ha sottolineato che Arafat<br />

non potrà uscire dalla città fino a<br />

quando non avrà ordinato l'arresto degli<br />

assassini del Ministro del turismo Rechavam<br />

Ze'evy, ucciso il 17 ottobre scorso<br />

in un albergo di Gerusalemme in un attentato<br />

terroristico.<br />

Da parte sua la dirigenza palestinese,<br />

in un comunicato divulgato la scorsa<br />

notte, ha accusato il Governo guidato<br />

da Sharon di avere inasprito la repressione<br />

nei Territori «allo scopo di fare fallire<br />

i tentativi volti a riportare la calma<br />

e a stabilizzare il cessate-il-fuoco». Pertanto,<br />

aggiunte il testo, è necessario che<br />

il Consiglio di sicurezza delle Nazioni<br />

Unite disponga l’invio urgente di osservatori<br />

nella regione.<br />

Intanto sul terreno gli scontri non sono<br />

del tutto terminati, anche se si registrano<br />

con intensità molto inferiore alle<br />

scorse settimane. Truppe israeliane hanno<br />

condotto una nuova incursione all’interno<br />

della città autonoma di Hebron, in<br />

Cisgiordania. L'operazione si è conclusa<br />

con l’arresto di otto presunti attivisti<br />

islamici. La notte scorsa, inoltre, è stato<br />

ritrovato il cadavere di un colono ebreo<br />

scomparso dieci giorni fa dall’insediamento<br />

di Adam, nei pressi di Ramallah.<br />

Il corpo è stato rinvenuto sul fondo di<br />

un pozzo nei pressi del vicino villaggio<br />

di Jaba. I servizi segreti israeliani hanno<br />

annunciato di avere arrestato il presunto<br />

assassino. Un palestinese è stato invece<br />

dilaniato la scorsa notte all’incrocio stradale<br />

di Netzarim, nella Striscia di Gaza,<br />

dalla esplosione di un ordigno che portava<br />

con sé. Lo ha riferito la radio militare<br />

secondo cui la deflagrazione non ha<br />

provocato vittime fra i soldati dislocati<br />

in un vicino avamposto. Un fortino<br />

israeliano è stato inoltre attaccato stamane<br />

da militanti palestinesi nel Sud<br />

della Striscia di Gaza. Per il momento<br />

non sono state segnalate vittime.<br />

Malgrado questi nuovi motivi di tensione,<br />

il Ministro degli esteri israeliano,<br />

Shimon Peres, appare deciso a continuare<br />

i colloqui con il Presidente del<br />

Consiglio legislativo dell’Ap, Ahmed<br />

Qrei, incentrati su un piano in via di<br />

elaborazione. Il progetto prevede la fine<br />

delle ostilità e la costituzione iniziale di<br />

uno Stato palestinese nelle aree che sono<br />

già pienamente o parzialmente autonome<br />

in Cisgiordania (circa il 42 per<br />

cento della regione) e nella maggior parte<br />

della Striscia di Gaza.<br />

I colloqui con Peres, ha detto ieri<br />

Qrei al Cairo dove si è recato in missio-<br />

ne, non hanno finora portato a risultati<br />

concreti e riprenderanno alla fine della<br />

settimana. Le trattative, ha aggiunto il<br />

Ministro della programmazione dell’Ap,<br />

Nabil Shaath, in una conferenza stampa<br />

tenuta a Gaza, vertono su una serie di<br />

scadenze. Inizialmente, entro sei settimane,<br />

dovrebbe essere attuata una tregua<br />

generale, mentre entro due mesi riprenderebbero<br />

i colloqui per arrivare a<br />

un accordo di pace, che dovrebbero<br />

concludersi entro 9-12 mesi. Al momento,<br />

ha continuato Shaath, non è stato<br />

deciso se proclamare lo Stato palestinese<br />

prima dell’inizio delle trattative finali<br />

o come risultato di queste ultime.<br />

Peres ha definito le relazioni israelopalestinesi<br />

in ripresa, ma la sua iniziativa<br />

è stata criticata aspramente da Sharon.<br />

«Il negoziato condotto dal Ministro<br />

Stati Uniti: il sindaco Rudolph Giuliani<br />

si congeda dalla cittadinanza di New York<br />

NEW YORK, 28.<br />

«Vi lascio come sindaco ma acquisto un titolo molto<br />

più onorevole: cittadino di New York, cittadino degli<br />

Stati Uniti». Lo ha detto ieri Rudolph Giuliani nel suo<br />

discorso di commiato alla cittadinanza newyorkese<br />

pronunciato a tre giorni dalla scadenza del suo mandato<br />

come primo cittadino. Nella chiesa di St. Paul,<br />

costruita nel 1766, frequentata da George Washington<br />

e che lo scorso 11 settembre, nonostante la vicinanza<br />

al Ground Zero, è rimasta praticamente intatta, Giuliani<br />

si è ispirato all’esperienza di suo nonno, Rodolfo,<br />

emigrato dall’Italia con venti dollari in tasca, per evocare<br />

la speciale forza dimostrata dagli Stati Uniti dopo<br />

gli attacchi terroristici. «Rodolfo — ha affermato Giuliani<br />

— credeva nell’ideale di questo Paese, di questo<br />

luogo speciale: la terra degli uomini liberi e degli uomini<br />

coraggiosi».<br />

Giuliani è stato sindaco di New York per otto anni.<br />

«Sin dall'inizio — ha detto — il mio compito come<br />

sindaco è stato di provocare un’inversione di marcia.<br />

Mi sono fatto molti nemici, ma ne è valsa la pena.<br />

Questa era una città pericolosa, era la città dei senzatetto,<br />

la città dove i criminali spadroneggiavano nelle<br />

strade». «Non è al sindaco, ma alla gente di New York<br />

che va il merito di quanto siamo riusciti a realizzare»,<br />

ha ribadito Giuliani, la cui popolarità — secondo<br />

quanto segnala l'agenzia «Ansa» — è notevolmente<br />

cresciuta per la capacità dimostrata nella gestione del<br />

dopo 11 settembre. Proprio per quanto riguarda il fu-<br />

Dimostrazioni contro la decisione israeliana di confinare Arafat a Ramallah<br />

degli esteri Peres con il Ministro palestinese<br />

Ahmed Qrei, è inaccettabile e privo<br />

del necessario mandato governativo», ha<br />

detto il Premier durante un incontro<br />

con attivisti del suo partito a Tel Aviv. Il<br />

piano diplomatico di Peres è in contrasto<br />

con le posizioni del Governo, ha aggiunto,<br />

sottolineando che il Capo della<br />

diplomazia «non può condurre negoziati<br />

che contemplano la creazione di uno<br />

Stato palestinese indipendente, perché<br />

questa è una questione che deve essere<br />

discussa dall'Esecutivo». «Non ci saranno<br />

trattative diplomatiche con i palestinesi<br />

finché non cesseranno definitivamente<br />

gli attacchi terroristici», ha aggiunto,<br />

precisando che «quando i negoziati<br />

riprenderanno, saranno condotti<br />

dall’ufficio del Primo Ministro in raccordo<br />

con il Ministero degli Esteri».<br />

Sul fronte politico interno, nel frattempo,<br />

ieri in Israele è stato eletto alla<br />

guida dei laburisti il Ministro della difesa<br />

Benyamin Ben Eliezer, che ha superato<br />

di appena 2.500 voti il suo rivale<br />

Avraham Burg, Presidente della Knesset.<br />

Ben Eliezer, 65 anni, è di origine<br />

irachena ed è il primo ebreo di estrazione<br />

orientale a divenire leader del maggiore<br />

partito della sinistra. Pur essendo<br />

un esponente dell’ala più rigida del partito<br />

per quanto riguarda il conflitto con<br />

i palestinesi, Ben Eliezer ritiene che la<br />

questione non possa essere risolta esclusivamente<br />

con la forza.<br />

INDIA-PAKISTAN Ancora vittime civili nel Kashmir — Reciproche sanzioni<br />

Febbrili sforzi a livello internazionale<br />

per evitare il deflagrare del conflitto<br />

ISLAMABAD, 28.<br />

Si fanno febbrili gli<br />

sforzi diplomatici per<br />

evitare il deflagrare di<br />

un conflitto armato tra<br />

India e Pakistan la cui<br />

minaccia incombe drammaticamente.<br />

Mentre<br />

fonti pakistane denunciano<br />

nuove vittime civili<br />

per bombardamenti indiani,<br />

prosegue la mediazione<br />

messa in atto<br />

dall'Onu e dagli Stati<br />

Uniti e si susseguono gli<br />

appelli ai due Paesi, tra<br />

l'altro entrambi in possesso<br />

di armi atomiche,<br />

ad arrestare l’escalation<br />

della tensione alla frontiera<br />

comune. Dopo analoghi<br />

interventi di Cina<br />

ed Unione Europea, in<br />

questo senso si sono<br />

espressi stamani in una<br />

dichiarazione comune su<br />

iniziativa della Russia i Ministri degli<br />

esteri dei Paesi del G8, il gruppo dei sette<br />

più industrializzati (Canada, Francia,<br />

Germania, Giappone, Gran Bretagna,<br />

Italia e Usa) più appunto la Russia.<br />

In ogni caso, nonostante la crescente<br />

tensione, il Primo Ministro indiano Atal<br />

Bihari Vajpayee e il Presidente pakistano<br />

Pervez Musharraf hanno entrambi<br />

confermato ufficialmente la loro partecipazione<br />

al vertice dei Paesi dell’Asia del<br />

Sud in programma nella capitale nepalese<br />

Katmandu dal 2 al 4 gennaio. Quest'oggi,<br />

tra l'altro, le autorità di Nuova<br />

Soldati pakistani pattugliano il confine nella zona di Chakoti<br />

Delhi hanno detto che per quell'occasione<br />

lo spazio aereo indiano sarà aperto al<br />

Presidente pakistano se questi lo richiederà.<br />

La chiusura dei rispettivi spazi aerei<br />

ai voli di linea del Paese avversario,<br />

insieme con il dimezzamento del personale<br />

diplomatico, sono le nuove sanzioni<br />

decise ieri dall’India subito imitata per<br />

ritorsione dal Pakistan.<br />

Atal Bihari Vajpayee e Pervez Musharraf<br />

non avranno comunque un incontro<br />

faccia a faccia. Questo, inizialmente<br />

previsto, è stato cancellato dal<br />

Governo di Nuova Delhi in seguito al-<br />

turo del Ground Zero, l'area del World Trade Center<br />

distrutta dagli attacchi terroristici, secondo Giuliani essa<br />

non dovrà essere ricostruita. Una volta rimosse le<br />

macerie, il sito del crollo delle Torri Gemelle dovrà diventare<br />

un monumento in memoria delle migliaia di<br />

persone che sono morte l’11 settembre. «Dovremo<br />

creare a Ground Zero qualcosa di bellissimo. Un luogo<br />

capace di attestare la forza dell’America e di attirare<br />

milioni di persone», ha detto il sindaco congedandosi<br />

dai cittadini che lo hanno eletto alla «City Hall» per<br />

due mandati consecutivi e che hanno scelto Michael<br />

Bloomberg quale suo successore. Giuliani, nato a<br />

Brooklyn, ha chiesto ai newyorchesi di non «pensare<br />

meschinamente» in termini di ricostruzione di uffici:<br />

«Se creeremo a Ground Zero qualcosa che ricorderà<br />

l’11 settembre per sempre, lo sviluppo economico della<br />

zona verrà di conseguenza». «I nostri nemici — ha<br />

affermato ancora — ci hanno colpito per qualche motivo<br />

irrazionale pensando che ci avrebbero terrorizzato.<br />

Ma la realtà è che a pochi passi da questo posto,<br />

c'è un luogo dove centinaia e centinaia di uomini e di<br />

donne hanno donato le loro vite, liberamente, per<br />

scelta, in primo luogo per salvare le vite di altre persone<br />

e in secondo luogo per salvaguardare l'onore e la<br />

dignità degli Stati Uniti. È un luogo — ha concluso<br />

Giuliani — che deve comunicare, in chiunque lo visiti,<br />

la forza e l'emozione, l'orgoglio di essere cittadini degli<br />

Stati Uniti d'America».<br />

l’attacco al Parlamento<br />

indiano del 13 dicembre<br />

attribuito a gruppi secessionisti<br />

islamici del Kashmir<br />

che in Pakistan<br />

hanno basi e, secondo le<br />

autorità indiane, godono<br />

di protezione governative.<br />

Tuttavia, la presenza<br />

dei due leader allo stesso<br />

consesso viene interpretata<br />

da diversi commentatori<br />

come un gesto distensivo.<br />

Ieri entrambi i Governi<br />

hanno assicurato di<br />

non volere la guerra o<br />

quanto meno di non voler<br />

attaccare per primi.<br />

Tuttavia, truppe continuano<br />

ad affluire alla<br />

frontiera, ormai presidiata<br />

in misura imponente,<br />

come non si vedeva dall'ultima<br />

guerra tra India<br />

e Pakistan, trent'anni fa.<br />

Intanto, il Pakistan ha denunciato oggi<br />

la morte di altri due civili in bombardamenti<br />

dell'artiglieria indiana nel settore<br />

di Sialkot, oltre la linea di demarcazione<br />

nel Kashmir. Le ultime sparatorie<br />

sono costate la vita a una ventina di<br />

persone nella parte del Kashmir controllato<br />

dal Pakistan: l'India sostiene che si<br />

trattasse di soldati pakistani, mentre il<br />

Pakistan parla di civili. Altri ventidue<br />

morti, tra soldati, guerriglieri e civili rimasti<br />

coinvolti, ci sono stati in una serie<br />

di scontri fra truppe regolari indiane e<br />

ribelli islamici nel Kashmir indiano.<br />

NOSTRE<br />

INFORMAZIONI<br />

Il Santo Padre ha ricevuto oggi in udienza<br />

Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale<br />

Edmund Casimir Szoka, Presidente<br />

della Pontificia Commissione per lo Stato<br />

della Città del Vaticano e del Governatorato<br />

dello Stato della Città del Vaticano.<br />

. .<br />

Provviste di Chiese<br />

Il Santo Padre ha nominato Vescovi Ausiliari<br />

dell’Arcidiocesi di Washington (U.S.A.):<br />

— il Reverendo Monsignor Kevin J. Farrell,<br />

del clero dell’Arcidiocesi di Washington,<br />

Vicario Generale per l’Amministrazione e<br />

Parroco della «Annunciation Parish», assegnandogli<br />

la sede titolare vescovile di Rusuccuru;<br />

— il Reverendo Padre Francisco González<br />

Valer, S.F., della Congregazione dei Figli<br />

della Sacra Famiglia, Vicario Episcopale per<br />

la Pastorale Ispanica dell’Arcidiocesi di Washington,<br />

assegnandogli la sede titolare vescovile<br />

di Lamfua.<br />

IL NOSTRO GRIDO A DIO PER LA PACE<br />

Verso il 24 gennaio<br />

Pace e quotidianità<br />

Card. FRANÇOIS-XAVIER<br />

NGUYÊN VAN THUÂN<br />

Presidente del Pontificio Consiglio<br />

della Giustizia e della Pace<br />

N el<br />

mondo attuale non ci si<br />

può più nascondere. Gli<br />

avvenimenti ci rincorrono<br />

ovunque noi andiamo e con essi<br />

le nostre responsabilità. È impossibile<br />

fuggire perché il mondo<br />

si è fatto stretto e isolarsi non<br />

può più rappresentare un alibi<br />

per nessuno.<br />

Questa nuova dimensione della<br />

nostra esistenza — ossia l’impossibilità<br />

di nascondersi — ha<br />

anche un profondo significato etico.<br />

Comporta, infatti, che non<br />

possiamo nasconderci nemmeno<br />

davanti alle nostre responsabilità<br />

morali. Anche in questo senso il<br />

mondo è diventato piccolo. Non<br />

possiamo più fare finta di niente<br />

o girarci dall’altra parte, perché<br />

un’altra parte verso cui girarci<br />

non c’è più.<br />

Senz’altro anche questo è globalizzazione:<br />

la globalizzazione<br />

delle problematiche etiche e delle<br />

responsabilità morali, degli<br />

appelli e degli impegni. Non è<br />

più possibile dire «io non c’entro»,<br />

oppure «non riguarda la<br />

mia nazione», oppure «accade<br />

così lontano che non posso farci<br />

niente». I terribili fatti dell’11 settembre<br />

e quanto ne è seguito<br />

hanno fatto capire questo, in particolare<br />

ai cittadini del mondo<br />

cosiddetto sviluppato, per i quali<br />

la guerra appariva, fino a quel<br />

giorno, qualcosa di lontano.<br />

Mentre gli aerei dirottati piombavano<br />

negli uffici delle Torri Gemelle<br />

di New York, facendo<br />

scoppiare insieme a quelle mura<br />

molteplici tensioni mondiali, le<br />

immagini del disastro piombavano<br />

nelle case facendovi irrompere<br />

nella sua vicina concretezza il<br />

dramma della violenza e della<br />

morte. È stato come se il mondo<br />

intero, con tutte le sue tensioni e<br />

tutti i suoi conflitti, piombasse di<br />

punto in bianco in una stanza; è<br />

stato come se i drammi del mondo<br />

ci facessero visita a casa.<br />

L’appello si faceva così vicino e,<br />

con esso, anche l’esigenza pressante<br />

e indilazionabile di un impegno,<br />

di una risposta. La storia<br />

ha bussato a tutte le nostre porte<br />

e ci ha ricordato che nemmeno<br />

lì, nelle nostre case, era più possibile<br />

nascondersi. Ogni «lontananza»<br />

è stata così superata e<br />

tra mondo esterno e mondo interno,<br />

privato, è sparita ogni<br />

chiara differenza.<br />

Contemporaneamente tutti ci<br />

siamo resi maggiormente conto<br />

dell’inedita radicalità del problema<br />

della pace. Proprio l’irrompere<br />

della guerra nella quotidianità<br />

e quindi la perdita di ogni suo<br />

residuo aspetto di convenzionalità,<br />

proprio il suo sedersi potenzialmente<br />

al fianco di ognuno di<br />

noi ce ne ha mostrato il volto nichilistico<br />

e il suo svolgersi al di<br />

fuori di ogni logica. Questo ci ha<br />

impauriti, perché l’uomo ha sempre<br />

cercato di fare in modo che<br />

la guerra, pur nella sua tragicità,<br />

fosse in qualche modo controllabile,<br />

delimitabile e riconducibile<br />

ad una qualche logica.<br />

Per tutti questi motivi, mi sembra<br />

che oggi l’appello alla pace<br />

risuoni maggiormente nella quotidianità.<br />

Di fronte a questo quadro<br />

in parte nuovo, la Chiesa<br />

sente il bisogno e il dovere di invitare<br />

tutti gli uomini ad un supplemento<br />

di riflessione sulla pace,<br />

per capire il suo nuovo volto<br />

in questo inizio di millennio e<br />

l’impegno che essa richiede ad<br />

ognuno di noi.<br />

Quando parliamo di quotidianità<br />

riteniamo erroneamente di rivolgerci<br />

ad una dimensione di<br />

scarsa e minore importanza. Invece<br />

il quotidiano è l’ambito a<br />

noi più prossimo e, proprio perché<br />

coinvolge la nostra persona,<br />

maggiormente denso di significato.<br />

Il senso dell’esistere si dischiude<br />

soprattutto nelle azioni e<br />

nei rapporti quotidiani tra le per-<br />

sone. Il quotidiano non è il «privato»,<br />

esso ha una forte valenza<br />

pubblica in quanto è luogo di incontri<br />

e di progetti. La guerra,<br />

soprattutto ma non solo quella<br />

terroristica, ha invaso anche<br />

questa zona esistenziale quotidiana.<br />

Ognuno di noi si è sentito<br />

minacciato nel quotidiano dalla<br />

possibilità che scoppi un ordigno<br />

micidiale o che venga condotta<br />

in qualche forma, più o meno invasiva,<br />

una guerra chimica o<br />

batteriologica. Un ufficio invaso<br />

da un aereo dirottato è un’immagine<br />

forte, che ha prodotto questa<br />

nuova sensazione di vedere<br />

penetrare il conflitto anche nel<br />

luogo del lavoro quotidiano. Le<br />

notizie di ordigni che scoppiano<br />

in piazze e ristoranti e la possibilità<br />

di essere colpiti a morte,<br />

come dei nemici in guerra, mentre<br />

si è intenti a svolgere i più<br />

banali gesti quotidiani, insinuano<br />

un senso di insicurezza che interessa<br />

l’aspetto feriale dell’esistenza<br />

di tante donne e uomini.<br />

È per questo che la risposta di<br />

pace deve cominciare proprio<br />

dal quotidiano. La prima virtù è<br />

oggi proprio quella di investire i<br />

gesti quotidiani di un significato<br />

nuovo di pace e di fratellanza, di<br />

stare al proprio posto, di fare<br />

con dedizione il proprio dovere.<br />

Il nostro lavoro di ogni giorno, la<br />

vita in famiglia, con i vicini e con<br />

ogni «prossimo» può assumere<br />

una sfumatura nuova di pacificazione<br />

e di accoglienza, di intesa<br />

e di comprensione reciproca.<br />

La pace ha bisogno di forti<br />

operatori di pace, ma non si creda<br />

che il quotidiano sia meno<br />

impegnativo di quanto viene ritenuto<br />

eccezionale. Spesso un gesto<br />

concreto di vicinanza risulta<br />

molto faticoso e richiede una notevole<br />

forza morale. Dice il Signore:<br />

«Chi crede in me compirà<br />

le opere che io compio e ne farà<br />

di più grandi» (Gv 14, 12). Con la<br />

forza della fede e con l’aiuto del<br />

Signore si possono compiere<br />

grandi cose a favore della pace,<br />

ma non si creda che «grandi»<br />

voglia qui dire eccezionali. Grande<br />

può essere anche un gesto<br />

della quotidianità.<br />

Nei suoi molteplici interventi<br />

sul tema della pace, dopo la<br />

strage dell’11 settembre e durante<br />

la guerra in Afghanistan, il<br />

Santo Padre ha chiesto spesso<br />

gesti di pace concreti e, se vogliamo,<br />

semplici: la pietà per le<br />

vittime, gli aiuti ai superstiti, la<br />

solidarietà con i profughi, la preghiera<br />

per tutti. Questa preghiera<br />

— egli scrive nel Messaggio<br />

per la Giornata Mondiale della<br />

Pace — «non è un elemento che<br />

“viene dopo” l’impegno per la<br />

pace. Al contrario, essa sta al<br />

cuore dello sforzo per l’edificazione<br />

di una pace nell’ordine,<br />

nella giustizia e nella libertà.<br />

Pregare per la pace significa<br />

aprire il cuore umano all’irruzione<br />

della potenza rinnovatrice di<br />

Dio. Dio, con la forza vivificante<br />

della sua grazia, può creare<br />

aperture per la pace là dove<br />

sembra che vi siano soltanto<br />

ostacoli e chiusure; può rafforzare<br />

e allargare la solidarietà della<br />

famiglia umana, nonostante lunghe<br />

storie di divisioni e di lotte»<br />

(n. 14).<br />

Il cristianesimo ha molto da dire<br />

a questo proposito. Cristo ha<br />

detto: «Vi lascio la pace, vi do la<br />

mia pace» (Gv 14, 27). Espressa<br />

nella quotidianità, in quanto data<br />

e vissuta nell’incontro personale<br />

con Lui, nella casa di Nazareth o<br />

nel Cenacolo, a ben vedere si<br />

tratta di una pace destinata ad<br />

entrare nella quotidianità. Gli<br />

«operatori di pace» (Mt 5, 9),<br />

beati agli occhi del Figlio di Dio,<br />

inseriscono la profezia nei piccoli<br />

gesti quotidiani, perché «chi è<br />

fedele nel poco, è fedele anche<br />

nel molto» (Lc 16, 10). Se la<br />

guerra è entrata nelle nostre case,<br />

ossia nel quotidiano, è allora<br />

ancora più urgente che parta<br />

proprio dalle nostre case l’opera<br />

di pacificazione, di riumanizzazione<br />

delle relazioni sociali.


DAL MONDO<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

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TIPOGRAFIA VATICANA<br />

EDITRICE<br />

«<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong>»<br />

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L'Osservatore Romano in collaborazione con alcune primarie aziende italiane.<br />

Lo sforzo del quotidiano della Santa Sede per diffondere la parola del Papa, soprattutto in<br />

questo particolare momento storico, può infatti essere validamente sostenuto da quanti<br />

condividono i valori propugnati dalla Chiesa cattolica.<br />

Alcune aziende hanno scelto L'Osservatore Romano come mezzo privilegiato e qualificato<br />

per divulgare il loro messaggio pubblicitario. Saranno queste aziende —<br />

sottoscrittrici di numerosi abbonamenti — a diffondere all'interno del proprio<br />

mondo di riferimento (sedi, clienti, collaboratori), questo giornale, questi valori.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 29 Dicembre 2001<br />

AFGHANISTAN Si incontrano oggi, in una base<br />

militare della Gran Bretagna, i capi militari dei Paesi<br />

che intendono concorrere alla formazione della<br />

forza multinazionale di pace in Afghanistan. Come<br />

concordato in precedenza, il contingente sarà comandato<br />

da un generale britannico.<br />

GHAZNI Bombardieri americani hanno distrutto<br />

un complesso fortificato dei Taleban nella zona di<br />

Ghazni, a Sud-Ovest di Kabul. Il Governo provviso-<br />

rio dell'Afghanistan auspica la cessazione dei bombardamenti<br />

Usa, dal momento che la maggior parte<br />

dei nascondigli dei Taleban e dei terroristi di «Al<br />

Qaeda» sono stati smantellati.<br />

TERRORISMO Si intensificano le indagini sul britannico<br />

Richard Reid, che ha tentato di far esplodere<br />

l'aereo in volo da Parigi a Miami. Secondo alcuni<br />

esperti il terrorista non sarebbe legato alla rete di<br />

«Al Qaeda» capeggiata da Osama bin Laden.<br />

AFGHANISTAN Il Governo britannico ha deciso di donare 20 milioni di sterline per la ricostruzione<br />

Incontro tra i capi militari dei Paesi<br />

impegnati nella forza multinazionale di pace<br />

Distrutto<br />

un complesso<br />

fortificato<br />

vicino a Ghazni<br />

KABUL, 21.<br />

Bombardieri americani hanno<br />

distrutto nella notte tra mercoledì<br />

e giovedì un complesso fortificato<br />

vicino a Ghazni, a Sud-Ovest di<br />

Kabul, che si ritiene sia stato usato<br />

da alcuni leader dei Taleban.<br />

Lo ha reso noto ieri il portavoce<br />

del Pentagono, Craig Quigley, precisando<br />

che almeno due «B-52» e<br />

un «AC-130» hanno distrutto il<br />

complesso protetto da un’altissima<br />

cinta di muratura. Il Capo<br />

dello stato maggiore congiunto<br />

delle forze armate Usa, generale<br />

Richard Myers, ha detto da parte<br />

sua che gli Stati Uniti hanno ricevuto<br />

«indicazioni affidabili secondo<br />

cui il complesso era abitato da<br />

leader dei Taleban». Il raid — come<br />

segnala l'«Ansa» — avrebbe<br />

causato la distruzione di 30 case,<br />

una delle quali di proprietà del capo<br />

Taleban Maulvi Tauha, che però<br />

in quel momento non si trovava<br />

in zona e che quindi è sfuggito<br />

all’attacco.<br />

Il Segretario alla difesa Usa,<br />

Donald Rumsfeld, ha intanto affermato<br />

che gli Stati Uniti daranno<br />

la caccia «ovunque» ai terroristi.<br />

«Morto Osama bin Laden, il<br />

problema non sparisce. Ci sono<br />

molti luogotenenti di Al Qaeda<br />

che possono prendere il suo posto»,<br />

ha detto ieri Rumsfeld nel<br />

corso di un briefing al Pentagono.<br />

Il Segretario alla difesa non si è<br />

voluto pronunciare sulla sorte di<br />

bin Laden. «Sentiamo decine di<br />

voci ogni giorno. Io ho smesso di<br />

ascoltarle». Rumsfeld non ha voluto<br />

nemmeno commentare il video<br />

di bin Laden diffuso ieri integralmente<br />

e in cui il terrorista saudita<br />

ha affermato che «il terrorismo<br />

contro l’America è lodevole, giacché<br />

è destinato a replicare all’ingiustizia».<br />

Il nuovo Governo dell’Afghanistan<br />

ha intanto detto oggi<br />

che i bombardamenti Usa sull’Afghanistan<br />

dovrebbero cessare<br />

quanto prima e che comunque<br />

non dovrebbero essere fatti senza<br />

l’approvazione del ministero della<br />

difesa afghano. Lo ha detto un<br />

portavoce del ministero a Kabul.<br />

Il portavoce, Mohammad Habeel,<br />

ha detto che gli ultimi nascondigli<br />

dei Taleban e dei miliziani di Osama<br />

bin Laden nelle zone di confine<br />

con il Pakistan sono ormai state<br />

distrutte. «Le loro forze rimaste<br />

sono poche e possono essere annientate<br />

al massimo in tre giorni e<br />

una volta che ciò sia stato fatto<br />

non ci sarà più bisogno di continuare<br />

a bombardare», ha detto<br />

Habeel. «Chiediamo all’America<br />

di fermare i bombardamenti<br />

quando questo obiettivo sarà raggiunto»,<br />

ha aggiunto il portavoce.<br />

«Senza l’approvazione dei comandanti<br />

locali e del ministero della<br />

difesa, l’America non può bombardare<br />

l’Afghanistan».<br />

LONDRA, 28.<br />

Si svolge oggi in una<br />

base militare del Regno<br />

Unito l’atteso incontro<br />

tra i capi militari dei<br />

Paesi impegnati nell’organizzazione<br />

della forza<br />

multinazionale di pace<br />

in Afghanistan (Isaf). È<br />

quanto ha dichiarato ieri<br />

un portavoce del Ministero<br />

della difesa britannico.<br />

La notizia dell’incontro<br />

era emersa per la<br />

prima volta lo scorso 23<br />

dicembre, quando un<br />

portavoce dello stesso<br />

ministero della difesa<br />

aveva indicato che i capi<br />

militari di 16 Paesi impegnati<br />

nell’operazione si<br />

sarebbero incontrati questa<br />

settimana in Gran<br />

Bretagna per definire i<br />

dettagli del piano. Ieri, il<br />

portavoce del ministero non ha voluto<br />

confermare il numero di Paesi previsti al<br />

summit di oggi, né il nome della base<br />

militare che lo ospita. Durante l’incontro,<br />

ha detto, «verrà discussa la composizione<br />

della forza multinazionale. I capi<br />

militari si riuniranno per decidere esattamente<br />

quale sarà il contributo dei singoli<br />

Paesi verso il pacchetto previsto e<br />

come dovrebbero lavorare insieme nel<br />

modo più efficace». La Gran Bretagna<br />

guiderà la forza multinazionale in Af-<br />

ghanistan secondo i termini della risoluzione<br />

Onu, ha ricordato il portavoce. In<br />

altre parole, come aveva dichiarato il<br />

ministero della difesa il 23 dicembre, il<br />

vertice dovrebbe servire a decidere «chi<br />

fornisce cosa, come e quando». Quanto<br />

alla durata del summit, il portavoce ha<br />

sottolineato che spetterà ai partecipanti<br />

decidere se proseguire i colloqui anche<br />

nei giorni successivi. Il Governo britannico<br />

si è impegnato anche a donare 20<br />

milioni di sterline (oltre 60 miliardi di li-<br />

AUSTRALIA Si lotta per circoscrivere gli incendi<br />

Caccia ai piromani<br />

e ai saccheggiatori<br />

CANBERRA, 28.<br />

In Australia, sembra<br />

ancora lontana<br />

dall'essere vinta la<br />

lotta contro gli incendi,<br />

quasi sempre dolosi,<br />

che da diversi<br />

giorni devastano il<br />

Nuovo Galles del<br />

Sud, soprattutto nella<br />

zona di Sidney, ma<br />

anche in quella della<br />

capitale federale Canberra.<br />

Mentre vigili<br />

del fuoco e volontari<br />

si battono strenuamente<br />

contro il fuoco,<br />

le forze dell'ordine<br />

sono a loro volta<br />

impegnate nella caccia<br />

ai piromani e in<br />

quella ai saccheggiatori<br />

attivi nelle zone<br />

dalle quali la popola-<br />

zione è stata fatta sgomberare.<br />

Andrew Refshauge, Primo Ministro<br />

dello Stato del Nuovo Galles del Sud, ha<br />

dichiarato alla stampa che i piromani<br />

dovranno subire pene severissime. Secondo<br />

il capo dei vigili del fuoco delle<br />

zone rurali, Phil Koperberg, la maggior<br />

parte degli oltre cento diversi focolai sono<br />

di origine dolosa. Per affrettare l’inchiesta<br />

che dovrebbe portare alla cattura<br />

dei colpevoli, la polizia ha creato una<br />

speciale struttura composta anche da<br />

esperti delle squadre scientifiche. Anche<br />

i saccheggi si susseguono e persino in<br />

una caserma dei pompieri a Sud di Sidney<br />

sono stati rubati i portafogli di alcu-<br />

Kabul: cittadini afghani in fila per ricevere aiuti alimentari<br />

Devastanti effetti degli incendi ad Heathcote, a Sud di Sidney<br />

ni vigili del fuoco impegnati nello sforzo<br />

di limitare l’avanzata delle fiamme.<br />

Malgrado l'imponente impiego di uomini<br />

e mezzi per combattere il fuoco, la<br />

situazione resta drammatica e le previsioni<br />

non sono ottimistiche. Koperberg<br />

ha fatto sapere che le fiamme, alimentate<br />

dai fortissimi venti e alte oltre i 60<br />

metri, non potranno essere domate prima<br />

di dieci giorni, ma che la situazione<br />

è destinata a peggiorare durante questo<br />

fine settimana. Tra l'altro, il fuoco minaccia<br />

di distruggere l’intero «Royal National<br />

Park», a Sud di Sydney, il più antico<br />

parco nazionale del mondo dopo<br />

quello di Yellowstone, negli Stati Uniti.<br />

re) sotto forma di aiuti<br />

per la ricostruzione dell’Afghanistan.<br />

È quanto<br />

ha annunciato, sempre<br />

ieri, il Ministro per lo<br />

sviluppo internazionale,<br />

Clare Short. I fondi, ha<br />

spiegato il Ministro, saranno<br />

utilizzati per<br />

«puntellare» la nuova<br />

amministrazione di Kabul,<br />

per avviare i necessari<br />

progetti di ricostruzione<br />

del Paese e per<br />

contribuire agli aiuti internazionali.<br />

Short ha<br />

precisato che 6 milioni<br />

di sterline saranno destinati<br />

alle operazioni di<br />

«stabilizzazione» guidate<br />

dalla Nazioni Unite, altri<br />

6 milioni andranno alle<br />

agenzie internazionali,<br />

mentre 7 milioni di sterline<br />

verranno utilizzati<br />

per le opere di ricostru-<br />

zione di lungo periodo. Queste, ha spiegato,<br />

includono la realizzazione di progetti<br />

nei settori della sanità, dell’istruzione,<br />

dei trasporti e dell’agricoltura. Inoltre,<br />

una parte dei fondi sarà utilizzata<br />

per le opere di bonifica dei campi minati<br />

che cospargono il Paese nonché per<br />

permettere ai profughi di tornare in patria.<br />

Finora, il Ministero per lo sviluppo<br />

internazionale britannico ha donato 40<br />

milioni di sterline all’Afghanistan per gli<br />

aiuti umanitari d’emergenza.<br />

Jugoslavia: ridotta in Kosovo<br />

la zona d'interdizione aerea<br />

BELGRADO, 28.<br />

Il persistere di violenze in Kosovo minaccia<br />

il consolidamento della normalizzazione<br />

avviata nel tormentato territorio,<br />

ma l'impegno interno ed internazionale<br />

in questa direzione non rallenta.<br />

Proprio ieri, la zona di sicurezza aerea<br />

intorno al Kosovo interdetta alle Forze<br />

armate jugoslave è stata ridotta da 25 a<br />

10 chilometri, in base a un accordo firmato<br />

nel capoluogo kosovaro Pristina<br />

tra le autorità di Belgrado e la Kfor, la<br />

forza multinazionale sotto comando Nato<br />

dispiegata in Kosovo per mandato<br />

dell'Onu. «L’accordo rappresenta un<br />

progresso significativo verso la normalizzazione<br />

della situazione», come pure il<br />

«primo passo verso la soppressione della<br />

zona di sicurezza aerea», ha dichiarato<br />

il capitano Vincent Campredon, il portavoce<br />

della Kfor.<br />

La riduzione della fascia di interdizione<br />

aerea fa seguito all'abolizione della<br />

zona di sicurezza terrestre nel maggio<br />

scorso, dopo la cessazione dell'attività<br />

della guerriglia albanese nel Sud della<br />

Serbia. L’accordo di ieri è stato firmato,<br />

per Belgrado, dal Vicepremier serbo Nebojsa<br />

Covic. «Abbiamo risolto pacificamente<br />

il problema della Serbia meridionale,<br />

abbiamo cominciato a cooperare<br />

DISARMO In gennaio ripresa delle consultazioni<br />

Washington e Mosca discutono<br />

la riduzione delle armi nucleari<br />

MOSCA, 28.<br />

Il prossimo confronto tra i Governi<br />

degli Stati Uniti e della Russia per cercare<br />

di arrivare ad una ulteriore riduzione<br />

delle armi nucleari strategiche si svolgerà<br />

a Washington tra il 14 e il 18 gennaio.<br />

Nel dare la notizia, citando fonti<br />

di Mosca definite ben informate, l'agenzia<br />

di stampa «Interfax» ha specificato<br />

che la delegazione russa sarà guidata<br />

dal vice Ministro degli esteri Grigori Mamedov<br />

e dal generale Iuri Baluievski.<br />

Le fonti citate dalla «Interfax» hanno<br />

sottolineato che nelle consultazioni tra<br />

russi e statunitensi si dovrà stabilire concretamente<br />

non solo il numero delle testate<br />

nucleari da eliminare da una parte<br />

e dall'altra e il periodo di tempo entro il<br />

quale dovrà essere attuata tale riduzione<br />

degli armamenti, ma anche i meccanismi<br />

di controllo reciproco.<br />

Il Presidente Vladimir Putin, anche<br />

dopo l’annuncio fatto dal Presidente statunitense<br />

George W. Bush del ritiro di<br />

Washington dal Trattato Abm (firmato<br />

nel 1972, per la difesa contro i missili<br />

balistici), aveva confermato la sua proposta<br />

di operare tagli per ridurre l’arsenale<br />

strategico russo a millecinquecento<br />

o duemila testate, a seconda del livello<br />

della potenziale minaccia militare contro<br />

la Russia.<br />

In ogni caso, in varie occasioni esperti<br />

del Cremlino hanno detto che il ritiro<br />

di Washington dal Trattato Abm non<br />

creerà problemi alla sicurezza militare<br />

russa per i prossimi dieci o quindici anni,<br />

anche in riferimento ai tempi di realizzazione<br />

del progetto statunitense di<br />

«scudo spaziale» per la difesa strategica.<br />

con la Kfor in questa regione e ci sforziamo<br />

di risolvere tutti i problemi che<br />

riguardano la Serbia meridionale e il<br />

Kosovo», ha commentato Covic. Da parte<br />

sua, il comandante della Kfor, il generale<br />

francese Marcel Valentin, ha detto<br />

di confidare che «la zona aerea di sicurezza<br />

sarà soppressa grazie alla buona<br />

volontà delle autorità coinvolte in questo<br />

processo».<br />

Tuttavia, come detto, non mancano<br />

persistenti motivi di preoccupazione e<br />

non cessano ancora le violenze. Dzafer<br />

Colakovic, un cittadino bosniaco di 39<br />

anni, è morto mercoledì sera dopo essere<br />

stato assalito da un gruppo di tre persone<br />

nella zona meridionale di Kosovska<br />

Mitrovica, quella abitata da albanesi.<br />

Fonti della polizia internazionale dell'Unmik,<br />

l'amministrazione dell'Onu in<br />

Kosovo, citate dall'agenzia italiana Ansa,<br />

attribuiscono a gruppi estremisti di tale<br />

etnia l'aggressione a Colakovic, trovato<br />

nel pomeriggio dagli agenti, abbandonato<br />

in una zona periferica, completamente<br />

coperto di sangue e con una mortale<br />

ferita alla testa. La città, abitata nella<br />

sua parte settentrionale dalla più nutrita<br />

delle residue comunità serbe in Kosovo,<br />

è fin dalla fine del conflitto del 1999 teatro<br />

di persistente violenze.<br />

AUSTRALIA È ancora emergenza in Australia per<br />

gli incendi che devastano il Nuovo Galles del Sud.<br />

Mentre i vigili del fuoco lottano contro le fiamme, i<br />

vigili del fuoco danno la caccia ai piromani.<br />

DISARMO A gennaio riprenderanno a Washington<br />

i colloqui Usa-Russia sulla riduzione degli arsenali<br />

nucleari strategici. Obiettivo degli incontri stabilire il<br />

numero delle testate da eliminare, i meccanismi di<br />

controllo e le scadenze temporali dell'operazione.<br />

TERRORISMO Potrebbe non essere di Al Qaeda<br />

Si indaga a fondo<br />

sull'attentatore inglese<br />

WASHINGTON, 28.<br />

Si approfondiscono negli Usa le indagini<br />

sul cittadino britannico Richard<br />

Reid, che sabato scorso ha tentato di fare<br />

esplodere un aereo dell’American Airlines<br />

in volo da Parigi a Miami. Secondo<br />

alcuni esperti l'uomo non sarebbe un<br />

terrorista legato ad Al Qaeda, come sostengono<br />

gli investigatori.<br />

«Non siamo a conoscenza di alcuna<br />

prova a sostegno di un presunto legame<br />

tra il reato di cui è imputato il mio assistito<br />

e un’organizzazione terroristica»,<br />

ha detto Tamar Birkhead, l’avvocato<br />

d’ufficio a cui la difesa di Reid è stata<br />

affidata. L’imputato stesso avrebbe dichiarato<br />

all’Fbi di avere acquistato l’esplosivo<br />

per le sue scarpe-bomba ad<br />

Amsterdam e di avere fabbricato l’ordigno<br />

da solo. A mettere in dubbio la tesi<br />

di un legame con Al Qaeda è stato anche<br />

Reynold Hoover, ex agente federale<br />

per i reati di alcool, tabacco e armi da<br />

fuoco (Atf) e esperto dell’antiterrorismo<br />

nel settore dell’aviazione.<br />

È certo, comunque, che Reid non si è<br />

comportato come gli altri terroristi. A<br />

differenza degli attentatori dell’11 Settembre,<br />

egli non ha fatto nulla per non<br />

farsi notare: viaggiava con un biglietto<br />

di sola andata, non aveva bagaglio, prima<br />

dell’imbarco era stato notato da tutti<br />

come un «tipo strano». Una volta salito<br />

a bordo, Reid avrebbe potuto chiudersi<br />

nel bagno dell’aereo, accendere la<br />

miccia delle sue scarpe-bomba e far precipitare<br />

il velivolo. Invece ha armeggiato<br />

con i fiammiferi fino a farsi notare dal-<br />

In base al trattato Start-1 firmato nel<br />

1991, il primo accordo tra Washington e<br />

Mosca sulla riduzione e non solo limitazione,<br />

degli armamenti nucleari strategici,<br />

firmato nel 1991, la Russia ha attualmente<br />

5.518 testate atomiche, contro le<br />

poco meno di 7.000 degli Stati Uniti. Il<br />

Trattato Start-2, che stabilisce la riduzione<br />

delle testate nucleari a tremila o tremilacinquecento<br />

per parte, firmato nel<br />

1993, è stato ratificato dal Parlamento<br />

russo, ma non dal Congresso di Washington<br />

e non ha quindi ancora carattere<br />

vincolante.<br />

Cina-Stati Uniti:<br />

normalizzati i rapporti<br />

commerciali<br />

WASHINGTON, 28.<br />

Dall'1 gennaio la Cina potrà<br />

esportare merci negli Stati Uniti<br />

pagando le stesse tariffe concesse<br />

agli altri Paesi. Il Presidente Bush<br />

ha infatti formalizzato un atto con<br />

cui vengono concessi normali rapporti<br />

commerciali alla Nazione<br />

asiatica, il cui vasto mercato si<br />

apre così alle esportazioni delle<br />

imprese americane. «Con questo<br />

provvedimento — ha sottolineato<br />

— diamo il benvenuto alla Cina<br />

nel sistema regolato del commercio<br />

globale».<br />

Argentina: a gennaio<br />

in circolazione<br />

la nuova moneta<br />

BUENOS AIRES, 28.<br />

La Zecca argentina ha cominciato ieri<br />

a stampare l’«argentino», la nuova moneta<br />

nazionale che verrà messa in circolazione<br />

a partire da gennaio. Per ora<br />

non è ancora nota la quantità di denaro<br />

che verrà emesso, anche se si parla ufficiosamente<br />

di una cifra compresa tra i<br />

tre ed i dieci miliardi di dollari. Secondo<br />

il neoeletto Presidente provvisorio Adolfo<br />

Rodríguez Saá, l'«argentino», con il<br />

quale in primo luogo verranno pagati la<br />

gran parte degli stipendi dei dipendenti<br />

pubblici e delle pensioni, servirà a far ripartire<br />

l’economia del Paese, dopo 43<br />

mesi di recessione.<br />

Intanto, Rodríguez Saá ha assunto ieri<br />

la presidenza di turno del Mercosur, il<br />

blocco economico che raggruppa Argentina,<br />

Brasile, Paraguay e Uruguay. La<br />

cerimonia è avvenuta a Buenos Aires alla<br />

presenza del presidente uruguayano<br />

Jorge Battle, che ha esercitato la presidenza<br />

dell'organizzazione nel passato semestre.<br />

Il passaggio delle consegne sarebbe<br />

dovuto svolgersi una settimana fa, ma la<br />

cerimonia è stata rimandata a causa dei<br />

gravi disordini in Argentina che hanno<br />

portato alle dimissioni del presidente<br />

Fernando de la Rúa.<br />

l’equipaggio e da altri passeggeri. «Tutte<br />

le sue azioni indicano la possibilità che<br />

egli non ha voluto portare a fine la strage»,<br />

ha detto Hoover.<br />

Da Tel Aviv, intanto, è giunta notizia<br />

che Reid si era recato in Israele nel luglio<br />

scorso a bordo di un aereo della «El<br />

Al», dopo avere subito una perquisizione<br />

molto accurata. Lo ha reso noto oggi il<br />

portavoce della compagnia aerea israeliana,<br />

Nachman Klieman, precisando<br />

che «l’uomo è parso sospetto al personale<br />

della sicurezza della “El Al” durante le<br />

procedure di imbarco». Gli agenti, ha<br />

aggiunto, «hanno proceduto a un interrogatorio<br />

particolarmente approfondito,<br />

a una perquisizione corporale, incluso<br />

un esame delle scarpe, e a una perquisizione<br />

molto minuziosa dei suoi bagagli».<br />

Il presunto terrorista è stato poi autorizzato<br />

a recarsi in Israele, dove non è stato<br />

fermato.<br />

Al momento Reid è detenuto in isolamento<br />

nel carcere di Plymouth, nel<br />

Massachusetts, ed è controllato 24 ore<br />

su 24 per impedire un tentativo di suicidio.<br />

L’uomo è accusato di aggressione<br />

di un’assistente di volo, un reato federale<br />

per il quale rischia una condanna a<br />

vent’anni di reclusione. Ma l’Fbi e il<br />

Pubblico Ministero, Michael Sullivan,<br />

non escludono di contestargli altri reati.<br />

Se le notizie secondo le quali Reid<br />

avrebbe frequentato un campo di addestramento<br />

di Al Qaeda dovessero essere<br />

confermate, alcuni osservatori hanno indicato<br />

la possibilità di farlo processare<br />

da un Tribunale militare.<br />

Russia:cruentoattacco<br />

di ribelli in Cecenia<br />

MOSCA — Quattro militari russi<br />

sono morti e sei sono stati feriti<br />

venerdì in un attacco dei secessionisti<br />

ceceni contro un convoglio di<br />

blindati russi effettuato nei pressi<br />

della capitale Grozny. Nel riferirlo,<br />

l’agenzia di stampa russa Interfax<br />

precisa che al passaggio della colonna<br />

è stato fatto esplodere con<br />

un telecomando un ordigno che<br />

era stato collocato in un chiosco<br />

nei pressi della strada.<br />

Somalia: sanguinosi<br />

scontri a Mogadiscio<br />

MOGADISCIO — Non meno di 22<br />

persone sono state uccise e altre<br />

50 sono rimaste ferite nel corso di<br />

violenti combattimenti avvenuti<br />

giovedì tra fazioni politico-militari<br />

rivali nella zona Sud-Ovest della<br />

capitale somala. Gli scontri, cominciati<br />

all'alba, si sono intensificati<br />

nel pomeriggio nei dintorni dell'aeroporto<br />

dove è entrata in azione<br />

l'artiglieria pesante. Secondo fonti<br />

locali citate dall'agenzia di stampa<br />

«Ansa», la lotta armata vede alle<br />

prese i miliziani del «signore della<br />

guerra» Musa Sudi Yalahow e i<br />

partigiani del suo luogotenente<br />

Omar Mohamud Mohamed.<br />

Armenia-Iran: accordo<br />

per costruire gasdotto<br />

TEHERAN — Un gasdotto di 140<br />

chilometri sarà costruito tra Iran e<br />

Armenia a partire dall'anno prossimo.<br />

Il relativo accordo è stato concluso<br />

nei giorni scorsi durante una<br />

visita ufficiale del Presidente armeno,<br />

Robert Kotcharian, a Teheran.<br />

Il gasdotto, del costo di 120<br />

milioni di dollari, correrà per 100<br />

chilometri i territorio iraniano e<br />

per 40 in quello armeno e porterà<br />

in Armenia un milione e mezzo di<br />

metri cubi di gas al giorno.<br />

Zambia: elezioni<br />

presidenziali<br />

LUSAKA — Sono in corso da venerdì<br />

nello Zambia le operazioni di<br />

scrutinio delle elezioni presidenziali<br />

svoltesi il giorno prima. I risultati<br />

definitivi si conosceranno<br />

entro domenica prossima. I candidati<br />

in lizza per la Presidenza sono<br />

undici, ma solo tre hanno reali<br />

possibilità di vittoria: Levy Mwanawasa,<br />

erede politico del Presidente<br />

uscente Frederick Chiluba, e i leader<br />

dell'opposizione Christon Tembo<br />

e Anderson Mazoka. Temi di<br />

fondo della campagna elettorale il<br />

risanamento dell'economia e la<br />

lotta alla corruzione. Ad ogni modo,<br />

l'esito delle presidenziali si<br />

presenta estremamente incerto. Gli<br />

elettori zambiani hanno votato anche<br />

per il Parlamento e per le amministrazioni<br />

locali.<br />

Malaysia: condanne<br />

di estremisti islamici<br />

KUALA LUMPUR — Tre fondamentalisti<br />

islamici, riconosciuti colpevoli<br />

di alto tradimento, sono stati<br />

condannati a morte venerdì da un<br />

tribunale della Malaysia. Ad altri<br />

16 è stato inflitto l'ergastolo. I condannati,<br />

aderenti alla setta «Al<br />

Màunah», erano accusati di aver<br />

tentato di fomentare una ribellione<br />

per trasformare il Paese in Stato<br />

islamico. I tre condannati a morte,<br />

il leader del movimento Mohamed<br />

Amin Razali e due suoi luogotenenti,<br />

sono stati ritenuti responsabili<br />

di uno scontro in cui morirono<br />

un soldato e un poliziotto.


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 29 Dicembre 2001<br />

Il volume «Cattolicesimo italiano e sfida americana» di Daniela Sarasella<br />

Un saggio ricco di interrogativi<br />

e di nuove acquisizioni<br />

ANDREA RICCARDI<br />

Il nostro è un tempo di grande dibattito<br />

sul rapporto tra Stati Uniti, Occidente<br />

e Chiesa cattolica. Si comincia a<br />

parlare correntemente di civiltà occidentale<br />

come di una civiltà fondamentalmente<br />

cristiana, mentre — d'altra parte<br />

contraddittoriamente — si osserva che i<br />

cattolici volterebbero le spalle all'Occidente<br />

(così si è detto intorno al G8 di<br />

Genova). Il tema è vitale che se ne dovrebbe<br />

discutere in maniera più informata.<br />

Infatti il rapporto tra Chiesa cattolica<br />

e Stati Uniti, nel quadro dell'Occidente,<br />

ha una sua storia lunga.<br />

Tre prospettive<br />

Il libro di Daniela Sarasella, Cattolicesimo<br />

italiano e sfida americana (Ed.<br />

Morcelliana, 2001), con la prefazione di<br />

Giorgio Rumi, contribuisce a una migliore<br />

comprensione di questo delicato<br />

settore della storia religiosa, politica e<br />

culturale dell'Occidente. La ricerca si articola<br />

in tre grandi capitoli, che corrispondono<br />

a tre prospettive: quella del<br />

dibattito sull'originalità del cattolicesimo<br />

americano tra la fine del XIX e l'inizio<br />

del XX secolo, la questione dell'immigrazione<br />

italiana negli Stati Uniti, infine<br />

l'America del Novecento nel mondo cattolico<br />

(italiano, ma non solo).<br />

Ne emerge un quadro chiaro e ricco<br />

di interrogativi che, pur rinviando a ulteriori<br />

ricerche, ha la capacità di dire<br />

cose nuove e di colmare un vuoto di conoscenze.<br />

Infatti abbiamo studiato la<br />

Santa Sede tra fine Ottocento e Novecento<br />

(anche se non sempre in maniera<br />

approfondita), cominciamo ad avere solide<br />

ricerche sul cattolicesimo italiano<br />

(pur privilegiando ancora troppo gli<br />

aspetti politici-sociali su quelli ecclesiali),<br />

ma manchiamo di studi sui rapporti<br />

internazionali tra differenti mondi cattolici.<br />

E manchiamo anche di ricerche sull'impatto<br />

di un mondo (cattolico e non),<br />

come l'America, tra i cattolici del nostro<br />

Paese. Analoghi studi, ad esempio, potrebbero<br />

essere fatti sull'influenza e sul<br />

fascino della Francia sul cattolicesimo<br />

italiano.<br />

Daniela Sarasella coglie e sviluppa un<br />

tema di grande interesse. L'augurio è<br />

che questo libro susciti un dibattito, perché<br />

gli Stati Uniti sono stati importanti<br />

per il cattolicesimo italiano e per la Santa<br />

Sede, e restano tali oggi. Se ne è ancora<br />

discusso dopo l'11 settembre.<br />

Tutto farebbe pensare che la patria<br />

della libertà e della convivenza multireligiosa<br />

(e multietnica) non sia del tutto<br />

gradita a un cattolicesimo prevalentemente<br />

europeo e preso dal problema<br />

della restaurazione della nazione cattolica<br />

di fronte alla laicità della Stato liberale,qualè<br />

quello che esce dall'Ottocento.<br />

EppurebenprestolaSantaSede coglie<br />

l'originalità della situazione americana e<br />

non impone quei modelli di comportamento<br />

allora vigenti in Europa. Così<br />

l'eccezione americana diventa quasi un<br />

modello che si ripropone in Europa e<br />

che gli ambienticattoliciliberaliguardanoconsimpatia.<br />

La prima sede episcopale nordamericana,<br />

quella di Baltimora, è fondata nel<br />

1789; ma, meno di cent'anni dopo, nel<br />

1884, le sedi episcopali americane sono<br />

67, mentre nel 1886 viene creato un primo<br />

Cardinale nordamericano (Gibbons)<br />

e nel 1893 si istituisce una delegazione<br />

apostolica. In meno di un secolo la<br />

Chiesa americana diventa protagonista<br />

di dibattiti e di iniziative.<br />

L'autrice affronta la questione dell'americanismo<br />

(«la Chiesa cattolica era<br />

eminentemente la Chiesa del popolo» —<br />

dice Gibbons), l'accettazione piena e orgogliosa<br />

del regime di libertà e del progresso<br />

statunitense, ma ha la capacità di<br />

ridimensionare l'intervento romano in<br />

proposito, mostrando una Santa Sede<br />

equilibrata tra le diverse posizioni dell'episcopato<br />

nordamericano e soprattutto<br />

preoccupata che l'originalità statunitense<br />

non diventi un modello per l'Europa.<br />

Le sue pagine sono ricche e documentate<br />

(tra l'altro ha consultato gli archivi<br />

della Santa Sede in proposito, tra cui<br />

quello del Sant'Offizio).<br />

Il grande problema che la Chiesa deve<br />

affrontare è quello della multireligiosità<br />

e della multietnicità americana. È<br />

possibile accertare di convivere con i<br />

non cattolici? E come farlo? Non si può<br />

qui applicare la linea di comportamento<br />

delle minoranze cattoliche discriminate<br />

come nella Russia zarista o nelle terre<br />

musulmane dell'impero ottomano. In<br />

America il cattolicesimo è vivace e in<br />

crescita, non solo per l'apporto degli<br />

emigrati, ma per sua dinamica propria.<br />

La separazione tra Chiesa e Stato non<br />

sembra danneggiare una simile crescita,<br />

anzi sembra favorirla secondo l'opinione<br />

dei Vescovi «americanisti» come Ireland<br />

e Gibbons. D'altra parte spesso le divisioni<br />

(profonde) tra Vescovi statunitensi<br />

si ricompongono quando si tratta di difendere<br />

l'identità del Paese o della Chiesa<br />

locale.<br />

Tra le tante risposte ai problemi della<br />

multireligiosità ce n'è una emblematica:<br />

la partecipazione della Chiesa cattolica<br />

al parlamento delle religioni durante<br />

l'esposizione di Chicago nel 1892. Non si<br />

tratta di smarrimento dell'identità cattolica:<br />

la Chiesa americana mostra una vi-<br />

vacità e una particolarità crescenti tanto<br />

da imporsi non solo nel nostro Paese,<br />

ma da divenire lungo il Novecento uno<br />

dei più importanti soggetti ecclesiali del<br />

mondo cattolico. L'americanismo non è<br />

un capitolo del modernismo, ma una<br />

way of life, che — magari in maniera<br />

non sempre espressa — rivela l'adattamento<br />

del cattolicesimo alla realtà degli<br />

States. Si potrebbe ricordare come i<br />

Vescovi statunitensi hanno difeso al Vaticano<br />

II l'accettazione della libertà religiosa<br />

come valore, nonostante le perplessità<br />

di alcuni Vescovi europei (che vi<br />

vedevano la ridiscussione del sistema<br />

concordatario).<br />

La multietnicità pone gravi problemi<br />

alla costituzione della Chiesa stessa. In<br />

sintesi si potrebbe riassumerli così: una<br />

Chiesa nordamericana o tante Chiese etniche?<br />

Sono i problemi dell'emigrazione,<br />

su cui la Sarasella offre intense pagine<br />

di ricostruzione. Appaiono gli italiani,<br />

definiti «brutti e goffi», temuti e discriminati,<br />

«indesiderabili» perché sospetti<br />

di connivenza con la mafia. Grande è la<br />

loro sofferenza specie negli ambienti del<br />

Sud. Ma un missionario scalabriniano<br />

racconta come all'arrivo di un gruppo di<br />

immigrati la perquisizione di rito «raccolse<br />

un arsenale di armi da fuoco, da<br />

taglio, di ogni forma e misura. Sembrava<br />

un battaglione che non veniva nel<br />

campo pacifico del lavoro, ma all'assalto<br />

di qualche nemico...». Le immagini degli<br />

immigrati sono spesso sempre le stesse...<br />

Ma questi immigrati italiani non si<br />

trovano bene nellechiesecattolicheirlandesi,noncomprendono<br />

la richiesta di<br />

oboli, non trovano la loro lingua: sono<br />

«trattati come cani» — osserva un prete<br />

napoletano.<br />

Ecco il problema della multietnicità<br />

nella Chiesa. Le difficoltà e gli adattamenti<br />

non mancano. In una lettera a<br />

Leone XIII, Mons. De Concilio, autorevole<br />

ecclesiastico negli States, propone<br />

di sottrarre gli italiani alla giurisdizione<br />

dei Vescovi per affidarli a un insieme di<br />

missioni guidate da un Vicario apostolico.<br />

Problemi analoghi hanno i polacchi<br />

e i tedeschi. Le Chiese cattoliche orientali<br />

avranno Vescovi e chiese proprie.<br />

La scelta di fondo per i cattolici, nonostante<br />

le sofferenze, è quella di un'unica<br />

Chiesa cattolica americana, la cui impronta<br />

maggioritaria irlandese è attenuata<br />

dall'esistenza di un certo numero<br />

di parrocchie personali legate alle nazionalità.<br />

Oggi si vede la saggezza di questa<br />

scelta. Infatti, proprio in questi anni, si<br />

è posto il problema di un'Ortodossia<br />

americana, mentre le Chiese ortodosse<br />

sono divise a secondo dell'origine nazionale<br />

o del Patriarcato di provenienza.<br />

Eppure, dopo tanti decenni, l'originario<br />

carattere nazionale e la lingua si sono<br />

spesso perduti e non si vede più il senso<br />

di una divisione di giurisdizioni.<br />

Ma il libro della Sarasella non tratta<br />

solo dei problemi interni al cattolicesimo<br />

nordamericano. Leggendo le sue pagine,<br />

si ritrova l'interesse dei Papi del Novecento<br />

per il ruolo degli States, a partire<br />

da Benedetto XV che lo colse fin dal<br />

1914 soprattutto per la pace in Europa.<br />

E i Papi si sono mostrati sempre poco<br />

formali nel loro desiderio di parlare con<br />

gli americani e il loro governo, accettando<br />

interlocutori di ogni tipo e non protestando<br />

per l'assenza di relazioni diplomatiche<br />

sino a tempi recenti. Pio XII<br />

aveva colto la funzione dell'America costruendo<br />

con essa un rapporto privilegiato<br />

durante la seconda guerra mondiale.<br />

Il Card. Ottaviani, durante una sua<br />

visita negli Stati Uniti, aveva teorizzato<br />

in un discorso (che oggi sappiamo esserestatoscrittoda<br />

don De Luca) che quel<br />

paese — o i suoi cattolici — avesse quasi<br />

assunto la funzione dell'impero nei<br />

confronti della Chiesa. Paolo VI punta a<br />

un rapporto con gli Usa anche per il<br />

conseguimento della pace in Viêt Nam.<br />

Mai è sfuggito alla Santa Sede, sin dall'inizio<br />

del XX secolo, il valore della funzione<br />

internazionale degli States.<br />

Le riviste cattoliche<br />

Tuttavia non ci si può nascondere che<br />

l'America rappresenti un'altra civiltà rispetto<br />

a quella che è a cuore alla Chiesa<br />

e al cattolicesimo italiano. Le riviste cattoliche<br />

italiane, acutamente sfogliate<br />

dalla Sarasella, sono piene di rilievi in<br />

proposito. «La Civiltà Cattolica» del 1931<br />

osserva come la civiltà americana abbia<br />

messo in crisi la natalità e rischia di gettare<br />

gli Stati Uniti nelle mani dell'influenza<br />

dell'emigrazione straniera. Le<br />

mode, lo stile di vita, il cinema, i costumi,<br />

modelli giovanili americani, sono<br />

spesso configgenti coi valori cattolici.<br />

L'impatto è particolarmente forte nel secondo<br />

dopoguerra in un'Italia che aspira<br />

a rinascere al benessere. Non si tratta<br />

di ostilità alla modernità da parte dei<br />

cattolici, ma di rigetto di un'antropologia<br />

che sembra vincente: la american<br />

way of life — titola l'autrice — è «sogno<br />

o incubo»? L'impatto con il modello<br />

americano è concepito come uno scontro<br />

di civiltà da parte dei cattolici italiani,<br />

certo molto meno epocale e tanto diverso<br />

da quello con Mosca sovietica, ma<br />

reale in Italia. Spiccano, al contrario, le<br />

lucide analisi di Igino Giordani. L'Italia<br />

del secondo dopoguerra si concepisce e<br />

si costruisce molto con una posizione<br />

terza rispetto al mondo comunista ma<br />

anche al capitalismo americano e ai suoi<br />

modelli. Non si tratta tanto del dibattito<br />

sulla Nato, quanto di una posizione profonda,<br />

che è una miscela di cattolicesimo,<br />

di senso della propria tradizione, di<br />

orgoglio europeo, di diffidenza verso l'America<br />

grande e lontana, essenzialmente<br />

protestante. Anche se l'aspirazione al<br />

benessere (americano) resta diffusa e<br />

profonda. Acutamente Giuseppe Prezzolini<br />

osservava: «...si vede che ciò che ha<br />

colpito il mondo è il benessere e non il<br />

lavoro americano».<br />

Il Terzo Mondo<br />

Daniela Sarasella giustamente conclude<br />

il suo lavoro con un paragrafo sul<br />

terzomondismo cattolico, che meriterebbe<br />

un ampio dibattito e un nuovo studio.<br />

I cattolici italiani guardano con passione<br />

verso il Sud del mondo (non verso<br />

gli Usa) e, forse, c'è un riflesso profondo<br />

che fa sperare che la «terza via» (irrealizzata<br />

in America e in Europa, ma<br />

forse non in Italia) possa trovare spazio<br />

nel Terzo Mondo. Ma queste sono osservazioni<br />

esterne alla problematica trattata<br />

nel volume. Rilevante è la constatazione<br />

dell'Autrice su interessanti coincidenze<br />

tra la rivista tradizionale «Renovatio» e<br />

alcune voci cattoliche di sinistra, pur in<br />

profonda divergenza tra loro, sull'interpretazione<br />

della politica americana: che<br />

questa volesse estendere il capitalismo<br />

americano in Viêt Nam e nel Sud del<br />

mondo. Conclude l'autrice: «L'antiamericanismo,<br />

dunque, accomunava componenti<br />

assai diverse della cultura cattolica<br />

degli anni Sessanta...». La preoccupazione<br />

di fondo, pur nelle differenze, era<br />

che la concezione di vita americana fosse<br />

alla fine vincente. Secondo la Sarasella<br />

questo avveniva perché i conservatori<br />

erano antimoderni, mentre i progressisti<br />

erano per la testimonianza. Ma forse c'è<br />

una matrice più profonda — su cui bisognerebbe<br />

meglio riflettere —, quella di<br />

un'intransigenza cattolica (una parola a<br />

cui non attribuisco quel significato negativo<br />

troppo in corso in Italia) che doveva<br />

fare i conti con la semplice complessità<br />

del modello americano.<br />

I temi e i problemi qui discussi mostrano<br />

come il libro sia un lavoro di<br />

grande interesse che porta nuove acquisizioni<br />

e che apre nuovi problemi. Mostrano<br />

anche come quello studio delle<br />

relazioni internazionali, non solo tra governi,<br />

ma tra Chiese, culture e universi<br />

religiosi, che ha in Giorgio Rumi uno<br />

dei maggiori riferimenti, sia un campo<br />

decisivo per conoscere il secolo passato.<br />

Molto si apprende della Chiesa e della<br />

vita politica comprendendo quel tessuto<br />

di scambi e connessioni, che è realtà del<br />

Novecento, senza lasciarsi assorbire in<br />

maniera troppo univoca dall'orizzonte<br />

nazionale o solo dai problemi politici.<br />

Del resto un simile studio è rispondente<br />

alla natura della Chiesa di Roma, che è<br />

cattolica e che vive — da tempo — le<br />

relazioni tra i popoli come parte decisiva<br />

del proprio essere.<br />

Secolari tradizioni natalizie ad Abbadia San Salvatore<br />

L'ondeggiante luce delle fiaccole ci trasporta in pieno Medioevo<br />

BIANCAMARIA CESCHIN<br />

La ricchezza di tradizioni e di testimonianze,<br />

proveniente da ogni parte del<br />

mondo cristiano, la sopravvivenza di<br />

certe consuetudini, dimostrano che il<br />

Natale — sopra ogni altro evento storico<br />

— segna il punto di inserimento dell'eternità<br />

nel tempo dell'uomo, dell'infinito<br />

nel finito. Il Natale cristiano è redenzione<br />

e salvazione: è Dio che attende l'uomo<br />

al suo Presepe.<br />

Al di là di ogni tenera leggenda, di<br />

ogni commovente tradizione, questa è la<br />

realtà mistica dell'Evento. Scriveva Eugenio<br />

Montale: «E il Natale verrà (...) le<br />

grandi ali screziate ti sfiorano...».<br />

Un'immagine che riporta a quelle dei<br />

pittori rinascimentali. R. Betocchi: «Io<br />

sono se Natale è (...) Se tu, Bambino,<br />

non vieni e mi consoli col tuo nascermi<br />

nel cuore». Anche Ungaretti dedica<br />

È morto il filosofo<br />

Francesco Barone<br />

ll filosofo Francesco Barone è<br />

morto il 26 dicembre a Viareggio<br />

all'età di 78 anni. Barone,<br />

nato a Torino nel settembre del<br />

1923, era stato allievo, insieme<br />

a Pareyson e Mathieu, del grande<br />

pensatore Augusto Guzzo.<br />

Dal 1957 al 1990 aveva insegnato<br />

Filosofia teoretica all'Università<br />

di Pisa.<br />

Accademico dei Lincei, Francesco<br />

Barone era dal 1983 direttore<br />

scientifico della rivista<br />

«La nuova civiltà delle macchine»,<br />

fondata da Leonardo Sinisgalli.<br />

Nei suoi studi Barone<br />

aveva approfondito, con un'originale<br />

impronta, il rapporto fra<br />

filosofia e scienza.<br />

La mostra «I santi patroni della Costiera amalfitana»<br />

Il visitatore diventa pellegrino<br />

in una storia che lega il cielo alla terra<br />

GIANFRANCO GRIECO<br />

Quel gioiello di fede, di architettura,<br />

di storia e di arte che è il Duomo di<br />

Amalfi, riserva ogni giorno delle sorprese.<br />

Alcune belle; altre meno. Partiamo<br />

da queste ultime.<br />

Pochi giorni prima della festa dell'Apostolo<br />

Andrea (30 novembre), Patrono<br />

della città costiera, si riaccendeva il dibattito<br />

sull'urgenza del restauro della<br />

facciata che in alcune parti presenta ferite<br />

non lievi. Un restauro parziale veniva<br />

compiuto più di un secolo fa —<br />

nel 1899 — . Oggi il meraviglioso tempio<br />

costruito intorno all'Anno 1000 sulla<br />

sommità della monumentale scalinata,<br />

con la caduta di intonaci e di pietre,<br />

rischia danni gravi e irreparabili.<br />

«Bisogna ricorrere subito ai ripari»<br />

— dicono tutti — . E già si è all'opera<br />

per trovare fondi e promuovere gesti di<br />

solidarietà.<br />

A due passi dall'entrata del tempio, a<br />

sinistra si erge un altro stupendo gioiello<br />

artistico-architettonico: la Basilica<br />

del Crocifisso che fino al 7 gennaio<br />

2002 ospita la mostra «I Santi Patroni<br />

della Costiera amalfitana. La forma<br />

della devozione».<br />

Promossa dall'Arcidiocesi di Amalfi-<br />

Cava de' Tirreni, dal Ministero per i<br />

Beni e le Attività culturali, dalla Soprintendenza<br />

per i beni architettonici,<br />

paesaggistici, per il patrimonio storico,<br />

artistico e demoetnoantropologico di<br />

Salerno e di Avellino, dalla Comunità<br />

Montana della Penisola amalfitana,<br />

dalla Regione Campania, dalla Provincia<br />

di Salerno e dalle Aziende di soggiorno<br />

e turismo di Amalfi, di Minori,<br />

di Positano e di Ravello, la mostra raccoglie<br />

i busti e le statue dei santi patroni<br />

che in Costiera — come scrive in<br />

apertura di Catalogo l'Arcivescovo Orazio<br />

Soricelli — hanno «un rapporto meraviglioso»<br />

con la statua del loro Patrono.<br />

«Essa — scrive il Presule — non è<br />

solo “un segno”, ma una persona amica,<br />

che ti aspetta per parlarti, per<br />

ascoltarti, per farti provare emozioni<br />

capaci di riempire il cuore».<br />

La mostra veramente «aiuta i visitatori<br />

— come auspica l'Arcivescovo Soricelli<br />

— ad andare “oltre l'immagine”<br />

versi al giorno che prevede grandi riunioni<br />

familiari, ma con tristezza: «Sto<br />

/ con le quattro capriole di fumo / del<br />

focolare...».<br />

Fumo, non fuoco, non calore umano.<br />

E Rocco Scotellaro, al contrario, «Le<br />

mie famiglie riempiono le case. Hanno<br />

lasciato le tavole imbandite per il Bambino<br />

della Mezzanotte...».<br />

Alla ricerca di notizie un po' insolite<br />

sulle celebrazioni delle festività, affascinati<br />

— come sempre — dai presepi allestiti<br />

nelle chiese e da quelli viventi in varie<br />

località italiane, ci imbattiamo in<br />

qualcosa di diverso: «la festa delle fiaccole»<br />

ad Abbadia San Salvatore. Pensavamo<br />

alle consuete discese sulla neve,<br />

alle processioni di sciatori volanti, ma<br />

sentendo dire agli abbadesi che la tradizione<br />

risale al XIII secolo, abbiamo voluto<br />

indagare... L'origine si perde lontano,<br />

in quel periodo che vide sorgere il<br />

«castrum Abatiae», con un'estensione di<br />

700 ettari.<br />

È difficile però stabilire da quanto<br />

tempo il castello avesse assunto la fisionomia<br />

di un grosso villaggio fortificato.<br />

È nel 1212 che la comunità riceve dagli<br />

abati il permesso di eleggere propri consules,<br />

con una generosa «charta libertatis»<br />

«a longis retro temporibus, usque<br />

ad hoc tempora», ma la prima menzione<br />

risale al 1194, quando l'imperatore<br />

Enrico IV emanò un privilegio, mediante<br />

il quale confermava al monastero di<br />

San Salvatore numerosi possessi.<br />

Secondo alcuni studiosi, la nascita del<br />

castello appare frutto della volontà di<br />

concentrare la popolazione, precedentemente<br />

dispersa in insediamenti minori,<br />

anche per riorganizzare le forme di controllo<br />

su contadini, in una fase di indebolimento<br />

politico di fronte ai dinamici<br />

gruppi signorili di Radicofani, e alle<br />

sempre più pressanti iniziative orvietane<br />

e senesi.<br />

La documentazione duecentesca cita,<br />

in più esempi, i censi in natura offerti al<br />

monastero dagli abitanti, oltre al tributo<br />

di veri e propri servizi, come quello di<br />

per cogliervi “il mistero” che ancora oggi<br />

è l'anima della storia di ogni paese e<br />

di ogni credente».<br />

Ma, chi sono questi santi patroni che<br />

con il loro popolo hanno un rapporto<br />

antico ed indescrivibile ? Chi sono questi<br />

santi patroni che hanno segnato e<br />

allietato la vita di una famiglia ed hanno<br />

nel contempo segnato il cammino di<br />

una comunità?<br />

Ecco i loro nomi scritti nei cuori dei<br />

fedeli e dei devoti: l'Apostolo Andrea<br />

per Amalfi; santa Maria Maddalena per<br />

Atrani; l'Apostolo Pietro per Catara;<br />

sant'Antonio di Padova per Conca dei<br />

Marini; san Giacomo Apostolo per Furore;<br />

Santa Maria a Mare per Maiori;<br />

santa Trofimena per Minori; Santa Maria<br />

Assunta per Positano; san Luca per<br />

Praiano; san Pantaleone per Ravello;<br />

san Lorenzo per Scala; san Trifone per<br />

Tramonti; san Giovanni Battista per<br />

Vietri sul Mare.<br />

Statue e reliquiari sono stati collocati<br />

con filiale e riconoscente amore all'interno<br />

dello spazio basilicale del Crocifisso.<br />

Si guardano i santi patroni e<br />

sembrano parlare al visitatore che diventa<br />

pellegrino in una storia che lega<br />

cielo e terra. In verità ogni busto, ogni<br />

statua meriterebbe un catalogo partico-<br />

Processione di sant'Andrea ad Amalfi<br />

corpi armati, da parte dei cosiddetti feudatari.<br />

I censi erano relativi ai prodotti<br />

in natura offerti in tempi diversi, in collegamento<br />

cioè con le scansioni stagionali.<br />

Artefici di questa nuova economia<br />

erano anche i fabbri, le tessitrici, i contadini,<br />

i lanaioli, i falegnami. Questi ultimi<br />

pagavano censi con la costruzione,<br />

di vari oggetti e mobili secondo una tradizione<br />

lavorativa (che si sarebbe perpetuata<br />

per secoli) col legno amiatino.<br />

Poiché il paese produce grandi quantità<br />

di faggi e di castagni, ciò cagiona che<br />

«più huomeni del luogo si applicano al<br />

mestiere di falegnami in far sedie e tini,<br />

botti, doghe, pale, robbe da tornio et simili.<br />

Quelli che fanno detti mestieri ne<br />

cavano qualche danaro, smaltendo dette<br />

robbe a Sarteano, Chianciano, Radicofani,<br />

Valdichiana ed anche fuori Stato...»<br />

L'allevamento del bestiame e la caccia<br />

e la pesca erano molto praticati e, in<br />

questi casi, ai monaci spettavano censi<br />

in pellicce, nonché la spalla di ogni cervo<br />

abbattuto, la testa e gli zamponi di<br />

ogni cinghiale ucciso.<br />

È una storia indubbiamente affascinante<br />

ma, in questo periodo natalizio,<br />

preferiamo soffermarci su di un'altra<br />

realtà medievale del paese: la «festa delle<br />

fiaccole» che tuttora si mantiene. Le<br />

fiaccole sono gigantesche cataste di legna<br />

che si inseriscono in ogni piccolo<br />

slargo tra le antiche mura. Cantando,<br />

pastorelle, badenghi e turisti si spostano<br />

di fiaccola in fiaccola, avviandosi verso<br />

l'Abbazia.<br />

Alle ore 18 avviene la Cerimonia di<br />

accensione con la «benedizione del Fuoco»<br />

che segna l'inizio della festa della<br />

Vigilia. Le cataste bruceranno poi fino<br />

all'alba, ma saranno i capi-fiaccola, con<br />

le loro torce, ad accendere ognuna di<br />

esse intorno al Presepe Vivente del centro<br />

storico. Gli zampognari e gruppi di<br />

pastori intoneranno i loro canti.<br />

Ci si rende conto che la necessità di<br />

questi fuochi nacque quando, non esistendo<br />

né case, né strade, i fedeli, av-<br />

Maria SS. dell'Avvocata (stampa litografica)<br />

Busto reliquiario di s. Pantaleone,<br />

duomo di Santa Maria Assunta (Ravello)<br />

lare, ma il lavoro compiuto dagli studiosi<br />

e dagli esperti raccolto nel bel volume<br />

di 96 pagine merita ogni plauso.<br />

La rassegna si arricchisce anche di<br />

calici, di pastorali, di pissidi d'argento,<br />

di mitre episcopali ben conservate in<br />

custodie illuminate a giorno. Fanno da<br />

corona anche alcune foto, stampe e<br />

cartoline d'epoca.<br />

Ciò che sembra inopportuno in tutta<br />

questa originale rassegna è l'esposizione<br />

parallela di tele dei santi patroni di<br />

Paolo Signorino, un pittore vivente la<br />

cui opera non ha nulla a che vedere<br />

con queste splendide opere d'epoca.<br />

Peccato! Ma — ci si chiede — come è<br />

possibile erigere, nel contesto di un impianto<br />

antico, un «monumento» in<br />

compensato bianco con le immagini<br />

moderne dei patroni e delle patrone che<br />

meriterebbero altri luoghi ed altre gallerie!<br />

Strane ed assurde «fusioni» stonate<br />

ed inopportune.<br />

Ma, torniamo alla mostra che si fa<br />

ammirare nella sua vera bellezza e nella<br />

straordinarietà di una fede antica<br />

che diventa concorso di popolo, preghiera,<br />

comunione, testimonianza.<br />

Gli studi al riguardo raccolti nel catalogo<br />

meritano ogni plauso. Lina Sabino<br />

nel suo saggio presenta «I santi patroni<br />

della Costiera amalfitana. Tematiche<br />

e materiali della mostra» (pag. 12-<br />

17). Da pagina 20 a pagina 47 scorrono<br />

immagini e testi che descrivono e ripercorrono<br />

le tappe di una pietà popolare<br />

che conservano fascino e mistero.<br />

Paolo Apolito e Vincenzo Esposito offrono<br />

alcune osservazioni generali sul<br />

culto dei santi nella Costiera amalfitana<br />

( pag. 48- 57), mentre il giornalista<br />

scrittore Gaetano Afeltra, che dalle colonne<br />

del «Corsera» ripropone ricordi<br />

e nostalgie di questa terra amata, offre<br />

un suo sublime saggio su sant'Andrea<br />

che protegge la città di Amalfi<br />

(pag. 59- 61). Lo storico Giuseppe Gargano<br />

presenta uno corposo studio su<br />

«La società amalfitana tra Angioini e<br />

Borboni» (pag. 64 -75).<br />

Il bel volume finisce qui. Il resto lo<br />

giudica il visitatore attento e rigoroso<br />

che comprende molto bene quanto meriti<br />

il plauso e quanto è inopportuno<br />

per la pietà, per la storia e per l'arte.<br />

viandosi verso la chiesa per la Messa di<br />

Mezzanotte, doveva pur riscaldarsi in<br />

qualche modo. Così, oggi, le fiaccole di<br />

Abbadia ci hanno non solo incuriosito,<br />

ma trasportati davvero in pieno Medioevo;<br />

ci è stato possibile assistere ai preparativi<br />

ed ammirare i costumi, ispirati all'iconografia<br />

del tempo. In genere, il Podestà<br />

e il Camerlengo indossavano vestiti<br />

di lana, di colore scarlatto o verde o<br />

fulvo «lionato», una camicia di lino, una<br />

gonnella (un lungo e ampio abito manica<br />

stretta), una guamacca, una sopravveste<br />

con ampie maniche, a volte foderate<br />

di pelliccia come il mantello e calzature<br />

di pelle morbida.<br />

Anche i popolani-fabbri, muratori, lanaioli,<br />

tessitrici, contadini, filatrici indossavano<br />

la gonnella, la guamacca e la<br />

camicia, ma di un panno povero tessuto<br />

dagli Umiliati (frati specializzati nella lavorazione<br />

delle stoffe). Anche i colori<br />

erano grezzi, grigi e bruni... Sotto la<br />

gonnella gli uomini indossavano le braghe,<br />

al posto delle scarpe calze suolate.<br />

Il mantello si teneva legato al collo con<br />

lacci di cuoio. Col tempo, in concomitanza<br />

con gli eventi storico-politici, le<br />

classi si sarebbero sempre più differenziate<br />

nella foggia del vestire.<br />

Anche la preparazione dei cibi, in<br />

queste occasioni, è quasi un rito.<br />

Danze e musiche non mancano, come<br />

nei tempi più remoti, si usano strumenti<br />

semplici e nacchere e cornamuse e flauti<br />

e cembali e trombe, mentre i ballerini<br />

indossano — come i giullari — coloratissimi<br />

costumi.<br />

Così Abbadia recupera le proprie radici,<br />

e, mentre sulle piste innevate di Vetta<br />

e Cantore si svolge la vera fiaccolata<br />

sul monte dominato dal Crocifisso, assistiamo<br />

al Concerto di Natale nella chiesa<br />

di san Lorenzo, all'Oratorio della Natività<br />

per santo Stefano e, per l'Epifania<br />

a una sfilata di maschere e carri finché,<br />

dal portone dell'Abbazia non usciranno i<br />

figuranti Re Magi. Percorreranno le vie<br />

del paese, fino all'offerta dei doni nella<br />

chiesa di Santa Croce.


.<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 29 Dicembre 2001<br />

Un convegno in preparazione alla prima<br />

visita pastorale che Mons. Carlo Ghidelli,<br />

Arcivescovo di Lanciano-Ortona, compirà<br />

l’anno prossimo nelle parrocchie della<br />

sua Diocesi.<br />

È quanto annunciato dal Presule che,<br />

dal 27 al 29 dicembre, ha convocato gli<br />

operatori pastorali della diocesi per il XVI<br />

Corso di Aggiornamento Pastorale incentrato<br />

sulla Pastorale Ordinaria. «Sulla pastorale<br />

ordinaria — afferma Mons. Ghidelli<br />

— è doveroso riflettere anche su invito<br />

Conferita dal Card. Severino Poletto nella Basilica romana di Santa Maria Maggiore<br />

L'ordinazione sacerdotale<br />

di 44 Legionari di Cristo<br />

Quarantaquattro giovani appartenenti<br />

alla congregazione dei Legionari di Cristo<br />

sono stati ordinati sacerdoti nella<br />

Basilica romana di Santa Maria Maggiore.<br />

Si è tratta di un evento ecclesiale<br />

che rappresenta un momento di speranza,<br />

avvenuto proprio alla vigilia del primo<br />

Natale del Terzo Millennio, in un<br />

anno segnato da situazioni drammatiche.<br />

La solenne Celebrazione Eucaristica,<br />

nella splendida «cornice» dell’antica Basilica<br />

mariana, è stata presieduta dal<br />

Cardinale Severino Poletto, Arcivescovo<br />

di Torino.<br />

Il Cardinale ha conferito il Sacramento<br />

dell'Ordine ai quarantaquattro nuovi<br />

sacerdoti provenienti da undici Paesi:<br />

Spagna, Stati Uniti, Cile, Francia, Messico,<br />

Germania, Brasile, Belgio, Canada,<br />

Nicaragua e Inghilterra.<br />

All’ordinazione era presente Padre<br />

Marcial Maciel, Fondatore dei Legionari<br />

di Cristo e del Movimento di Apostolato<br />

«Regnum Christi».<br />

Chiamata, dono<br />

e impegno<br />

All'omelia il Cardinale Poletto si è rivolto<br />

all’assemblea che gremiva la Basilica<br />

con passione, con tono cordiale e al<br />

tempo stesso spiritualmente profondo.<br />

Dopo il Vangelo, che ha rammentato<br />

le parole di Gesù «nessuno ha un amore<br />

più grande di chi dona la vita per i propri<br />

amici», il Porporato ha illustrato le<br />

tre dimensioni di ogni vocazione: chiamata,<br />

dono e impegno. Al termine, il<br />

Cardinale ha espresso un augurio e un<br />

ringraziamento alle famiglie per il dono<br />

dei propri figli a Dio e alla Chiesa.<br />

I volti di familiari ed amici mostravano<br />

segni di una profonda commozione.<br />

Dopo gli anni di preparazione e di attesa,<br />

essi vedevano coronato il proprio sogno:<br />

offrire un figlio sacerdote al servizio<br />

della Chiesa.<br />

In un mondo sempre più secolarizzato,<br />

spesso dominato dall’egoismo e dalla<br />

ricerca delle gratificazioni personali, ci<br />

sono ancora giovani disposti a donare la<br />

propria vita per il bene spirituale e materiale<br />

dei propri fratelli.<br />

512 sacerdoti<br />

e 2.500 seminaristi<br />

La Congregazione dei Legionari di<br />

Cristo, fondata, appunto, da Padre Marcial<br />

Maciel nel 1941, prevede lunghi anni<br />

di studi e di impegno spirituale. Ne<br />

fanno parte, attualmente, 512 sacerdoti<br />

e circa 2.500 seminaristi in cammino<br />

verso il sacerdozio: un dono di Dio per<br />

tutta la Chiesa.<br />

Le ragioni di tali grazie vanno cercate<br />

nella loro spiritualità. Insieme ad una<br />

preparazione accurata, i Legionari di<br />

Cristo propongono una vita spirituale intensa.<br />

La preghiera continua, l’adorazione<br />

al Santissimo, la celebrazione dell’Eucaristia,<br />

la pratica frequente dei Sacramenti,<br />

sono momenti essenziali della<br />

vita di questa Congregazione.<br />

Un fatto importante è l'amore appassionato<br />

per Cristo e per la Chiesa. La<br />

profondità di questo amore si realizza<br />

anche nelle opere di apostolato rivolte<br />

all’umanità.<br />

Opere missionarie, aiuti allo sviluppo,<br />

istituzione, costruzione e gestione di<br />

scuole a tutti i livelli, e poi chiese, oratori,<br />

formazione delle famiglie, organizzazione<br />

di un movimento di evangelizzatori<br />

ecc. Insomma, sono vasti i campi di<br />

attività dove i Legionari svolgono la loro<br />

opera di apostolato.<br />

Pur essendo originaria del Messico,<br />

questa Congregazione sta espandendo i<br />

suoi servizi in varie parti del mondo.<br />

In Italia i Legionari di Cristo svolgono<br />

diverse attività. Nel 1991 è stato istituito,<br />

a Roma, il Pontificio Collegio Internazionale<br />

«Maria Mater Ecclesiae» che<br />

accoglie seminaristi diocesani provenienti<br />

da tutte le parti del mondo e nel 1993<br />

è stato fondato l’Ateneo Pontificio «Regina<br />

Apostolorum» che, attualmente, accoglie<br />

le facoltà di Teologia, Filosofia e<br />

Bioetica, con un totale di quasi duemila<br />

studenti.<br />

Notevole l’impegno che i Legionari<br />

hanno assunto nella gestione della Fondazione<br />

«Villaggio dei Ragazzi» di Maddaloni<br />

(Caserta). Fondato da Don Salvatore<br />

d’Angelo nei momenti difficili del<br />

dopoguerra per assistere l’infanzia abbandonata,<br />

il «Villaggio dei Ragazzi» è<br />

poi cresciuto fino ad essere, oggi, un<br />

complesso scolastico e formativo, che<br />

svolge molteplici attività socio-culturali<br />

ed è frequentato annualmente da 1200<br />

ragazzi.<br />

Questa speciale attenzione per il mondo<br />

dell’educazione svela un’altra caratteristica<br />

dei Legionari: la ricerca di una<br />

formazione integrale dei giovani, secondo<br />

il motto latino «integer homo».<br />

I Legionari hanno mantenuto la fiducia<br />

nei Seminari minori, nell’educazione<br />

dei giovani che si sentono chiamati a<br />

consacrarsi a Dio. Attualmente le vocazioni<br />

dei Legionari provengono dai Seminari<br />

minori dalle scuole superiori e<br />

dall’Università.<br />

92 Centri di formazione<br />

e di apostolato<br />

attivi in 12 Paesi<br />

La Congregazione conta 92 centri di<br />

formazione e apostolato distribuiti in 12<br />

Paesi. Dirige 145 Collegi, 9 Università e<br />

614 Centri dedicati alla formazione e all’avanzamento<br />

apostolico dei laici. In<br />

particolare nei luoghi più colpiti dalla<br />

miseria e dall'abbandono, dove le famiglie<br />

non hanno soldi per offrire neppure<br />

un minimo d’istruzione ai propri figli, i<br />

Legionari di Cristo hanno messo in piedi<br />

una grande rete di Collegi educativi, riuniti<br />

nel significativo progetto «Mano<br />

amica». Gli insegnanti sono gli stessi che<br />

lavorano nelle migliori scuole: in questo<br />

modo i fanciulli che non hanno risorse<br />

economiche vengono educati ed accompagnati<br />

fino ai gradi più alti dell’istruzione.<br />

Nella grazia e nell’amore che<br />

sgorgano da queste importanti opere si<br />

può ravvisare una conferma della forza<br />

del servizio che la Congregazione dei<br />

Legionari di Cristo vuole prestare alla<br />

società di oggi.<br />

Lanciano: convegno in preparazione alla visita pastorale del Vescovo<br />

di Giovanni Paolo II, contenuto nella Novo<br />

Millennio ineunte. Anche questa diocesi,<br />

come le altre, sente il grande bisogno di<br />

riflettere criticamente sulla vita ordinaria<br />

delle comunità parrocchiali».<br />

Un convegno, quello di Lanciano-Ortona,<br />

che si pone sulla scia del Concilio Vaticano<br />

II: «Per esplicita volontà del Santo<br />

Padre — continua il Presule — il nostro<br />

convegno avrà anche lo scopo di confron-<br />

tare la vita diocesana e parrocchiale con<br />

le istanze teologico-pastorali del Concilio<br />

Vaticano II: compito delicato ma altrettanto<br />

doveroso per ogni comunità di fede che<br />

voglia vivere in piena comunione ecclesiale».<br />

Il corso si svolgerà in tre momenti. All’inizio,<br />

verrà offerta una riflessione di carattere<br />

sociologico da Mons. Gianni Am-<br />

brosio, Assistente ecclesiastico generale<br />

dell’università Cattolica del Sacro Cuore.<br />

Successivamente seguirà la proposta<br />

teologico-pastorale di Mons. Pino Scabini<br />

e Mons. Ghidelli aprirà infine alcune prospettive<br />

operative da affidare alle singole<br />

comunità e associazioni.<br />

I frutti di tali riflessioni saranno la base<br />

su cui si fonderà, appunto, la visita pastorale<br />

del 2002.<br />

AGNESE PELLEGRINI<br />

All'udienza generale del 12 dicembre Giovanni Paolo II ha benedetto<br />

la «prima pietra» della nuova cappella del Pontificio Seminario Regionale<br />

Una gioiosa speranza<br />

per la Chiesa che è in Sardegna<br />

La giornata di mercoledì 12 dicembre<br />

2001 rimarrà una data memorabile nella<br />

storia del Pontificio Seminario Regionale<br />

della Sardegna: durante l'Udienza generale<br />

Giovanni Paolo II ha infatti benedetto<br />

la «prima pietra» dell'erigenda<br />

cappella.<br />

All'udienza erano presenti Mons. Ottorino<br />

Pietro Alberti, Arcivescovo di Cagliari<br />

e Presidente della Conferenza Episcopale<br />

della Sardegna; Mons. Antioco<br />

Piseddu, Vescovo di Lanusei, segretario<br />

della Conferenza e Responsabile della<br />

costruzione della nuova struttura; Mons.<br />

Antonio Vacca, Vescovo di Alghero-Bosa;<br />

Mons. Pietro Meloni, Vescovo di<br />

Nuoro, e l'Arcivescovo Luigi De Magistris,<br />

Pro-Penitenziere Maggiore.<br />

L'intera comunità dei seminaristi —<br />

guidata dal Rettore, Mons. Efisio Spettu<br />

— ha partecipato a questo grande e<br />

gioioso evento: il biennio, il triennio teologico,<br />

il sesto anno, l'équipe formativa<br />

con i padri spirituali, i confessori ordinari,<br />

le suore di San Giuseppe del Seminario<br />

e Mons. Giovanni Delogu, già Ret-<br />

tore del Regionale dal 1982 al 1989.<br />

Sono stati invitati a vivere questo avvenimento<br />

anche i protagonisti della costruzione<br />

del nuovo edificio: il direttore<br />

dei lavori e progettista, il direttore del<br />

cantiere e i rappresentante dell'impresa.<br />

Giovanni Paolo II ha salutato i Vescovi<br />

e i seminaristi della Sardegna con<br />

queste parole: «Saluto i Vescovi della<br />

Sardegna qui convenuti con i seminaristi,<br />

i superiori e quanti cooperano, in diversi<br />

modi alla realizzazione del nuovo<br />

Pontificio Seminario Regionale: mi compiaccio<br />

per questa opera che sta per essere<br />

costruita: costituisce motivo di spe-<br />

SAN SEVERINO MARCHE Santa Messa presieduta dall'Arcivescovo Nesti<br />

I cento anni della presenza dei cistercensi<br />

nel Santuario della Madonna dei Lumi<br />

Si è concluso, il 23 dicembre scorso,<br />

nel Santuario della Madonna dei Lumi,<br />

in San Severino Marche (Macerata),<br />

l'anno commemorativo dei primi cento<br />

anni della presenza dei monaci cistercensi<br />

in un luogo così caro alla pietà<br />

mariana popolare.<br />

La solenne Concelebrazione Eucaristica<br />

di ringraziamento è stata presieduta<br />

da Monsignor Piergiorgio Silvano Nesti<br />

che, oltre ad essere Arcivescovo emerito<br />

di Camerino-San Severino Marche, ha<br />

un legame particolare con i religiosi di<br />

tutto il mondo, essendo Segretario della<br />

Congregazione per gli Istituti di Vita<br />

Consacrata e le Società di Vita Apostolica.<br />

La Concelebrazione ha rievocato quella<br />

svoltasi esattamente il 23 dicembre<br />

1901, quando l'allora Vescovo di San Severino,<br />

Mons. Giosuè Bicchi, insediò ufficialmente<br />

sette monaci cistercensi nella<br />

nuova fondazione.<br />

I monaci non erano nuovi a San Severino,<br />

essendo già presenti nella Abbazia<br />

di san Lorenzo dalla seconda metà<br />

del Settecento. I due monaci rimasti agli<br />

inizi del Novecento, per la cura pastorale<br />

dell'annessa parrocchia, furono aggregati<br />

alla nuova comunità del Santuario<br />

della Madonna dei Lumi, pur continuando<br />

il loro servizio.<br />

Modena: nuovi coristi<br />

per la Cappella Musicale<br />

del Duomo<br />

L'Arcivescovo di Modena-Nonantola,<br />

Mons. Benito Cocchi, ha proceduto,<br />

nei giorni scorsi, all'investitura<br />

ufficiale di diciotto nuovi coristi<br />

della Cappella Musicale del Duomo<br />

di Modena che, sotto la direzione<br />

del Maestro Daniele Bononcini,<br />

accompagna le Celebrazioni solenni<br />

nella Cattedrale modenese. Lo ha<br />

fatto durante la Santa Messa. All'omelia<br />

Mons. Cocchi ha sottolineato<br />

il significato ed il valore dell'investitura<br />

di un corista che, dedicandovi<br />

passione e tempo, svolge il proprio<br />

servizio in armonia con gli altri<br />

componenti del coro. Si tratta di<br />

un coinvolgimento personale che va<br />

ben oltre il calendario delle funzioni<br />

religiose, richiede tante sedute di<br />

prova e soprattutto, in quanto testimonianza<br />

di fede, si rivolge alla comunità.<br />

Già attiva nella prima metà<br />

del '400 la Cappella Musicale del<br />

Duomo di Modena è la più antica<br />

istituzione musicale della città. Attualmente<br />

è composta da più di settanta<br />

coristi, divisi in quattro compagini<br />

corali. (Emilio Bertoni)<br />

Perché aprire una seconda realtà monastica<br />

a San Severino? Non bastava<br />

rafforzare quella già preesistente?<br />

Le risposte a tali domande sono due.<br />

La prima risposta, dipendente dal Vescovo,<br />

è che a questi era nota la devozione<br />

e la pietà mariana dei Figli di san<br />

Bernardo verso la Vergine Maria. Con la<br />

presenza di un Ordine religioso si voleva<br />

dare nuovo slancio all'incremento del<br />

culto mariano, dopo circa quarant'anni<br />

durante i quali un cappellano diocesano<br />

vi aveva svolto le funzioni religiose.<br />

La seconda risposta, dipendente dai<br />

monaci, è confermata dall'utilizzo dell'annesso<br />

monastero che questi ne fecero<br />

in seguito.<br />

Fu aperto un seminario minore per la<br />

Congregazione. Dopo aver subito le soppressioni<br />

di fine Ottocento, la Congregazione<br />

cistercense di san Bernardo in Italia<br />

stava lentamente riprendendosi.<br />

Si aveva bisogno di spazi per accogliere<br />

i giovani che, attraverso il ripristino<br />

dei seminari minori, provavano la vita<br />

monastica. In questa ottica cadde la<br />

scelta sull'ampio complesso annesso al<br />

Santuario, d'altra parte già sede delle<br />

scuole dei Barnabiti.<br />

Dopo Cortona, San Severino fu il secondo<br />

seminario aperto dai monaci, in<br />

seguito seguirà quello di Santa Croce in<br />

Roma.<br />

Il cronista del monastero, con la brevità<br />

e la semplicità della penna monastica<br />

di quel tempo, così ha annotato l'evento:<br />

«Santa Maria dei Lumi in San<br />

Severino fu Collegio dei Padri Barnabiti<br />

fino all'epoca della soppressione governativa<br />

delle case religiose in Italia avvenuta<br />

nel 1860. Da allora in poi la<br />

Chiesa annessa venne officiata da un<br />

cappellano del clero secolare. Con atto<br />

pubblico del 3 novembre 1901, il Vescovo<br />

di San Severino, Mons. Giosuè Bicchi,<br />

per sé e per i suoi successori, cedette<br />

ad uso perpetuo, casa e chiesa alla<br />

Congregazione dei Cistercensi d'Italia,<br />

rappresentata nel suo capo, dal<br />

Rev.mo D. Angelo Testa, Abate Presidente<br />

Generale. I Padri Cistercensi ne<br />

presero formale possesso il 23 dicembre<br />

dello stesso anno 1901».<br />

L'Arcivescovo Nesti, nella sua omelia,<br />

ha ricordato i fatti che originarono la<br />

costruzione del Santuario, ripercorrendo<br />

in un'agile sintesi gli eventi principali<br />

della vita religiosa e culturale registrati<br />

durante questi cento anni.<br />

Si è soffermato inoltre ad illustrare la<br />

Lettera che il Santo Padre, a firma del<br />

Cardinale Angelo Sodano, Segretario di<br />

Stato, ha inviato all'Abate Presidente attuale<br />

della Congregazione, Don Luigi<br />

Rottini, il 19 febbraio 2001.<br />

Tale Lettera, il giorno precedente la<br />

Vigilia di Natale, gli ha dato modo di incentrare<br />

la sua riflessione teologica su<br />

Cristo, luce del mondo, apparso sull'orizzonte<br />

dell'umanità, per rischiarare<br />

quelli che sono nelle tenebre e vivono<br />

nell'ombra della morte.<br />

Maria, venerata con il singolare titolo<br />

della luce, è il riflesso più bello e puro<br />

dell'unica Luce che è Cristo. Ella «avanzò<br />

nella peregrinazione della fede e serbò<br />

fedelmente la sua unione col Figlio<br />

suo... e brilla ora dinanzi al peregrinante<br />

Popolo di Dio» (Lumen gentium 58 e<br />

68).<br />

I cristiani, ha continuato l'Arcivescovo<br />

Nesti, devono portare ed espandere<br />

la luce con la quale furono rivestiti il<br />

giorno del Battesimo. In un clima intorbidato<br />

dall'odio e dalla violenza di questi<br />

ultimi mesi, si è chiamati a far brillare<br />

di più le nostre luci che al messaggio<br />

delle armi oppongono lo sforzo di una<br />

pace costruita su un dialogo costruttivo,<br />

sincero e duraturo.<br />

L'invito rivolto ai presenti è stato<br />

quello di costruire ogni giorno con il Signore.<br />

Le costruzioni fatte dall'uomo,<br />

per quanto belle e forti, senza la roccia<br />

sicura che è Cristo minacciano di rovinare<br />

su se stesse.<br />

Alla preghiera di ringraziamento per<br />

tutti i benefici concessi da Dio durante il<br />

secolo trascorso, si è unita quella di supplica<br />

perché il bene prevalga sempre sul<br />

male.<br />

GIUSEPPE BRIENZA<br />

PESARO Il Convegno ecclesiale<br />

«Prendere il largo»<br />

con rinnovata fiducia<br />

Oltre 3.000 persone, fra cui circa 495<br />

«referenti parrocchiali», hanno risposto<br />

all'invito dell'Arcivescovo di Pesaro,<br />

Monsignor Angelo Bagnasco, a prendere<br />

parte al Convegno ecclesiale diocesano.<br />

«Prendi il largo!»: con le stesse parole<br />

che Cristo rivolse a Pietro, riprese da<br />

Giovanni Paolo II nella «Novo Millennio<br />

ineunte», Mons. Bagnasco ha esortato i<br />

cristiani pesaresi a riflettere sugli orientamenti<br />

pastorali dei Vescovi italiani —<br />

enunciati nel documento «Comunicare il<br />

Vangelo in un mondo che cambia» — e<br />

a tradurli nella propria realtà particolare.<br />

«Sull'esempio del Papa — ha affermato<br />

Mons. Bagnasco —, i Vescovi ricordano<br />

che annunciare il Vangelo in un<br />

mondo che cambia è la grande sfida dei<br />

nostri tempi». Ha sottolineato poi come<br />

lo scopo del Convegno, che è solo l'inizio<br />

di un lungo periodo di riflessione e<br />

di confronto, sia quello di rispondere alle<br />

sollecitazioni del Magistero offrendo<br />

idee e proposte affinché gli obiettivi generali<br />

si incarnino nella storia particolare<br />

di Pesaro.<br />

Un invito che l'Arcivescovo rivolge a<br />

tutti, dalle parrocchie alle aggregazioni<br />

laicali, alle istituzioni, a credenti e non<br />

credenti, a coloro che professano altre<br />

religioni o che appartengono ad altre<br />

comunità cristiane, e soprattutto ai gio-<br />

Il compact disc di Fra Gianni Mastromarino<br />

Il contagioso carisma francescano<br />

Quasimodo scriveva che la «poesia<br />

non sempre è preghiera ma la preghiera<br />

è sempre poesia». La frase ci è tornata<br />

in mente ascoltando il primo compact<br />

disc di Fra Gianni Mastromarino, francescano<br />

Minore della Provincia religiosa<br />

di Puglia e Molise.<br />

Dodici testi composti, in musica e parole,<br />

dallo stesso autore preoccupato di<br />

cantare le meraviglie che Dio ha compiuto<br />

e compie nella sua vita: «Spero<br />

che queste canzoni possano trasmettere<br />

l’entusiasmo che si vive nel cammino di<br />

sequela a Cristo sulle orme di san Francesco<br />

d’Assisi... nella ricerca di una<br />

gioia sempre più grande, sempre più appassionante<br />

da raccontare!».<br />

Ed è la gioia il tema dominante delle<br />

canzoni di Fra Gianni: una gioia che dice<br />

la propria storia d’amore con Dio,<br />

l’amore per la povertà, la semplicità,<br />

l’obbedienza, la castità, la gioia di sentirsi<br />

amati ed accolti nella Chiesa, la<br />

gioia di avere come «compagna di viaggio»<br />

Maria di Nazareth (Da Nazareth<br />

fanciulla) o uomini del nostro tempo<br />

come Giovanni Paolo II di cui, questo<br />

«menestrello di Dio», ha musicato il testo<br />

tratto dall’esortazione rivolta ai gio-<br />

ranza per l'intera Chiesa di Sardegna.<br />

Sono lieto di benedire la prima pietra<br />

della cappella e auspico che essa sia il<br />

contro dell'intero istituto di formazione<br />

sacerdotale, dove coloro che si preparano<br />

al presbiterato imparino ad amare<br />

Cristo sopra ogni cosa».<br />

I seminaristi hanno risposto al saluto<br />

del Papa con il canto del Totus Tuus<br />

Maria, inno della congregazione mariana<br />

del Seminario, che riprende le parole<br />

del motto di Giovanni Paolo II.<br />

vani della GMG 2000 durante la Veglia<br />

di preghiera.<br />

È «scontato» che l’altro testimone fosse<br />

san Francesco d’Assisi, una figura<br />

che Fra Gianni canta non in maniera<br />

sdolcinata e «mielosa», ma reale ed attuale.<br />

Tutto il lavoro è stato dedicato al Papa<br />

che, attraverso il suo Magistero e il<br />

carisma, esercitato particolarmente sui<br />

giovani, ha segnato anche la vita di questo<br />

giovane francescano. L’aspetto originale<br />

di questa raccolta è certamente<br />

quello biblico. Anche altri musicano e<br />

cantano pagine della Sacra Scrittura e<br />

del Vangelo ma il nostro lo fa musicando<br />

come risposta il messaggio che quel<br />

brano gli ha lanciato (Passi per sognare,<br />

Il seminatore) attraverso testi che diventano<br />

preghiera e poesia.<br />

La raccolta è certamente una sintesi<br />

della spiritualità francescana che ancora<br />

oggi trova simpatia in una società distratta<br />

e disumanizzante: proporre la sobrietà,<br />

la povertà e la gioia delle cose<br />

semplici è certamente un forte messaggio<br />

e una grande opportunità di evangelizzazione<br />

ed annuncio dell’Evangelo.<br />

FRANCESCO ARMENTI<br />

L'udienza generale del 12 dicembre<br />

Al termine dell'udienza il Papa ha,<br />

dunque, benedetto la «prima pietra»<br />

portata da due seminaristi del sesto anno<br />

e ha accolto i doni provenienti dalla<br />

terra di Sardegna. La speranza è che<br />

l'augurio del Papa sia motivo di impegno<br />

e responsabilizzi l'intera Chiesa che<br />

è in Sardegna, perché possa utilizzare<br />

bene questa nuova struttura che ben<br />

presto sarà a disposizione per la formazione<br />

dei futuri presbiteri sardi.<br />

ALBERTO PISTOLESI<br />

vani. «La Chiesa, carissimi ragazzi, vi<br />

stima, vi guarda con grande affetto, ha<br />

bisogno di voi» ha affermato con forza<br />

l'Arcivescovo, accompagnato da un lungo<br />

applauso.<br />

Il Vescovo Giuseppe Betori, Segretario<br />

Generale della Conferenza Episcopale<br />

Italiana, nel suo intervento, chiaro e<br />

rigoroso, rispondendo alle domande del<br />

moderatore, Carreri, ha ricordato come<br />

il documento dei Vescovi Italiani ha le<br />

sue radici nel Concilio Vaticano II, con<br />

il quale ha avuto inizio un cammino della<br />

Chiesa che deve essere ancora pienamente<br />

attuato.<br />

«Prima di tutto occorre mettersi in<br />

ascolto ed interpretare il cambiamento<br />

che è in atto — ha spiegato il Vescovo<br />

Betori —, quello per il quale viviamo in<br />

un cultura che ha cambiato il modo di<br />

concepire e di vivere il tempo, schiacciandoci<br />

sul presente, impedendoci di<br />

progettare il futuro».<br />

C'è inoltre il rischio — ha proseguito<br />

— rappresentato dall'esasperazione della<br />

comunicazione, che ci fa dimenticare<br />

l'importanza di «narrare la fede», come<br />

faceva Gesù. È il problema del confronto<br />

fra culture diverse, quello del rapporto<br />

con la «materia», con «conquiste»<br />

scientifiche che mettono in discussione<br />

il concetto stesso di persona.<br />

A questo punto — ha detto il Vescovo<br />

— è necessario chiedersi non tanto che<br />

cosa dobbiamo fare, bensì ciò che noi<br />

come Chiesa siamo chiamati ad essere.<br />

Infatti «questi problemi si risolvono partendo<br />

dalla comprensione di Cristo, tenendo<br />

fisso lo sguardo su Gesù, perché<br />

incontrando la Chiesa possano incontrare<br />

e riconoscere chi è Gesù Cristo». Solo<br />

così sarà possibile affrontare ciò che già<br />

Papa Paolo VI definiva il dramma dei<br />

nostri tempi, la frattura tra fede e cultura,<br />

cioè il fatto che il cristianesimo non<br />

sia più un punto di riferimento per le<br />

scelte concrete della gente. Anche se, in<br />

realtà, l'opinione diffusa della gente è<br />

più vicina al Vangelo di quanto l'opinione<br />

pubblica, filtrata dai media, voglia<br />

far credere.<br />

«Non è più tempo di conservazione<br />

dell'esistente, ma è tempo di missione»<br />

— ha concluso Mons. Betori — per arrivare<br />

a scelte decisive come quelle di coniugare<br />

la fede e la cultura, di mettere<br />

assieme Dio e l'uomo, della contemplazione<br />

di Cristo e del servizio ai fratelli,<br />

della formazione e della missionarietà,<br />

dell'annuncio e della testimonianza.<br />

Il senso ultimo del progetto pastorale<br />

dei Vescovi è dunque l'invito rivolto ai<br />

cristiani a mettersi in ascolto di tutte le<br />

situazioni umane, individuando e valorizzando<br />

in esse i semi nascosti del Vangelo<br />

e come esso possa effettivamente<br />

trasformarci in uomini nuovi, ribadendo<br />

con forza la trascendenza del Vangelo<br />

rispetto a qualsiasi tentativo di riduzione<br />

umanistica e di «addomesticamento» del<br />

cristianesimo.


.<br />

PAGINA<br />

5 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 29 Dicembre 2001<br />

Sono trascorsi vent'anni da quando ad<br />

Acciarello — popoloso quartiere di Villa<br />

San Giovanni, in Diocesi di Reggio Calabria-Bova<br />

— le Suore della Carità di santa<br />

Giovanna Antida Thouret hanno avviato<br />

la casa famiglia «Cassibile». Si tratta di<br />

un'istituzione caritativa dove con impegno<br />

ed abnegazione le religiose attendono alle<br />

donne in difficoltà, proprio come aveva<br />

voluto la nobildonna siciliana — cui è intitolata<br />

la Casa — che con questo intento<br />

aveva donato lo stabile alla Curia arcivescovile.<br />

La XXXIV edizione si svolge in Calabria, da Locri a Gerace<br />

In marcia per la pace nel mondo<br />

nel segno del perdono reciproco<br />

Si terrà nella Diocesi di Locri-Gerace<br />

tra il pomeriggio di lunedì 31 dicembre<br />

2001 e il martedì 1º gennaio<br />

2002 la 34ª Marcia per la pace, promossa<br />

dalla Conferenza Episcopale<br />

Italiana.<br />

Il tema della Giornata è «Senza perdono<br />

non c’è pace». L’iniziativa è organizzata<br />

dalla Commissione episcopale<br />

per i problemi sociali e il lavoro, la<br />

giustizia e la pace della Cei, dal Movimento<br />

«Pax Christi», dalla Caritas italiana<br />

e dalla Diocesi di Locri-Gerace.<br />

«Quella di Locri è una scelta motivata<br />

da diverse ragioni — sottolinea il<br />

Vescovo di Locri-Gerace, Mons. Giancarlo<br />

Bregantini — prima di tutto il ricordo<br />

affettuoso di don Giorgio Pratesi,<br />

grande figura di sacerdote che si è<br />

speso per la pace e per la giustizia,<br />

nella Locride. Poi perché valorizza<br />

tutte quelle esperienze di crescita religiosa<br />

e civile, di rinascita e di speranza,<br />

che si stanno registrando nel Sud<br />

d'Italia. Il tema della Marcia, infine, è<br />

uno stimolo in più a raccogliere la sfida<br />

per creare nel concreto una cultura<br />

di perdono e di giustizia, che sono<br />

le premesse di ogni pace».<br />

La partenza della Marcia è prevista<br />

alle ore 17 dalla Cattedrale di Locri.<br />

Dopo il saluto del Presidente della<br />

Conferenza episcopale calabra, l’Arcivescovo<br />

di Catanzaro-Squillace Mons.<br />

Antonio Cantisani, del Presidente Nazionale<br />

di «Pax Christi», il Vescovo di<br />

Saluzzo Mons. Diego Bona, e del sindaco<br />

di Locri, ci sarà un breve momento<br />

di preghiera. Seguirà un commento<br />

al Messaggio di Giovanni Paolo<br />

II per la Giornata Mondiale della<br />

Pace, affidato a Gianni Novello della<br />

Commissione diritti umani di «Pax<br />

Villa San Giovanni: da 20 anni una casa per donne in difficoltà<br />

Da allora vengono qui prese in cura<br />

donne affette da malattie mentali o anche<br />

abbandonate dalle proprie famiglie o, infine,<br />

povere e bisognose di aiuto e di protezione.<br />

Oggi le ospiti della casa sono in<br />

tutto dieci. Nella loro opera le Suore della<br />

Carità sono affiancate da una squadra di<br />

volontari molto preparata e all'altezza della<br />

situazione: tra di essi vi sono infatti<br />

uno psichiatra, un medico, alcuni giovani<br />

ADRIA-ROVIGO Fu fondata nel 1931, ispirata al carisma di san Pietro Giuliano Eymard<br />

I settant'anni dell'Opera diocesana<br />

dell'Adorazione Perpetua: scuola di vita eucaristica<br />

Nella solennità di Cristo Re del 1931<br />

per l'ansia apostolica di S.E. Mons. Anselmo<br />

Rizzi, nasceva a Rovigo l'Opera<br />

Diocesana dell'Adorazione perpetua.<br />

Egli ne affidava l'impegno al prof.<br />

Mons. Giovanni Battista Lavezzo, insegnante<br />

di Sacra Scrittura del Seminario<br />

Vescovile, su indicazione di laici impegnati<br />

nella pastorale e nell'Azione Cattolica<br />

in particolare.<br />

Mons. Giovanni Battista Lavezzo aveva<br />

44 anni e 20 di sacerdozio, cappellano<br />

del Papa, profondo conoscitore della<br />

Bibbia, conduceva una vita sacerdotale<br />

esemplareconun'ampiaesperienzasia di<br />

parrocchia che di direzione delle anime.<br />

Dal 1919 era rettore della chiesa cittadina<br />

di san Domenico, ove egli guidava<br />

tanti fedeli e li aiutava a crescere spiritualmente.<br />

E la chiesa di sant'Antonio Abate detta<br />

di «san Domenico» fu ed è ancor oggi<br />

la sede dell'Opera. Con la chiesa dell'Adorazione<br />

in città, partiva pure l'«Adorazione»<br />

nelle parrocchie, il 7 dicembre<br />

1931 ad Occhiobello.<br />

Una litania di preghiere adorante che<br />

da allora unisce spiritualmente le oltre<br />

cento parrocchie e le tante comunità religiose<br />

degli Ospedali, delle Case di Riposo,<br />

delle Materne e anima gruppi di<br />

Chiesa in ogni Paese.<br />

L'Opera si ispirava e si ispira a san<br />

La testimonianza della carità<br />

nella Chiesa<br />

di Spoleto-Norcia<br />

«La testimonianza della carità nella<br />

Chiesa diocesana di Spoleto-Norcia». È<br />

questo il titolo del documento approvato<br />

nell'ultima Congregazione generale del<br />

Sinodo della Chiesa spoletino-nursina,<br />

presentato di recente dall'Arcivescovo<br />

Riccardo Fontana. La diocesi umbra è<br />

impegnata da un anno e mezzo nella celebrazione<br />

del Sinodo, che intende porre<br />

le basi di una rinnovata presenza ecclesiale<br />

sul territorio, in base ai nuovi bisogni<br />

e alle necessità emergenti.<br />

Il documento sinodale ha per oggetto<br />

proprio l'individuazione di questi bisogni,<br />

delle povertà del nostro tempo, per<br />

cercare di dare una risposta concreta.<br />

La solitudine degli anziani, la tossicodipendenza,<br />

le varie forme di disabilità, il<br />

razzismo, il fenomeno dei giovani a rischio,<br />

le problematiche dei familiari dei<br />

carcerati, la tratta degli esseri umani,<br />

l'usura: sono tutti problemi che interpellano<br />

la Chiesa, la quale non deve sostituirsi<br />

alle istituzioni pubbliche, ma promuovere<br />

la Carità, così come è sempre<br />

stato suo compito. Mons. Fontana ha illustrato<br />

le vecchie e nuove forme di povertà<br />

di fronte alle quali la Caritas si<br />

adopera per individuare i servizi pastorali<br />

più idonei per esprimere la solidarietà<br />

e l'amore verso il prossimo.<br />

La Cattedrale di Gerace,<br />

dove si concluderà la Marcia<br />

Christi International» e alla Comunità<br />

Santa Maria delle Grazie di Rossano<br />

Calabro.<br />

Alla luce del tema di quest’anno saranno<br />

proposte diverse testimonianze,<br />

alcune delle quali espressioni del territorio<br />

che ospita la marcia: giovani che<br />

tentano nuove strade per vincere il<br />

dramma della disoccupazione e famiglie<br />

che sperimentano con fatica e con<br />

fede la realtà del perdono dopo essere<br />

state colpite dalla mafia. Inoltre è previsto<br />

l’intervento di Shalini Dewan,<br />

rappresentante in Italia delle Nazioni<br />

Unite e premio Nobel per la Pace. Sa-<br />

Pietro Giuliano Eymard che prevedeva<br />

tre tipi o gradi. A Rovigo si partiva con<br />

il secondo, cioè con le Guardie d'onore.<br />

Si entra nelle «Guardie d'onore» con<br />

pubblica promessa e l'impegno è di<br />

un'ora di adorazione mensile. Si iniziava<br />

con 780 Guardie d'onore. Si giunse anche<br />

ad avere 50 Guardie al giorno.<br />

«San Domenico» divenne «Centro vitale<br />

di spiritualità e culto dell'Eucaristia»,<br />

una vera «Scuola di vita eucaristica».<br />

Quel presbitero era un vero animatore,<br />

motore sempre in moto, per portare<br />

tante anime alla preghiera.<br />

Sono stati otto i Vescovi che si sono<br />

succeduti in questi 70 anni: Mons. Anselmo<br />

Rizzi, Mons. Domenico Maria<br />

Mezzadri, Mons. Guido Maria Mazzocco,<br />

Mons. Marcello Rosina, Mons. Giovanni<br />

Mocellini, Mons. Giovanni Sartori,<br />

Mons. Martino Gomiero e attualmente<br />

Mons. Andrea Bruno Mazzocato. Sono<br />

essi a ricevere la «pubblica promessa»<br />

delle Guardie d'onore, a cadenzare gli<br />

anniversari di fondazione, ad incoraggiare<br />

le iniziative dei sacerdoti che si sono<br />

succeduti a «San Domenico», ad orientare<br />

la preghiera e gli impegni dei fedeli<br />

adoratori.<br />

L'Opera è cara al loro cuore come altremai.E<br />

lo dimostrano gli interventi, le<br />

presenze, gli insegnamenti e le direttive.<br />

Mons. Lavezzo moriva il 10 settembre<br />

Ozieri: «Una “Voce”<br />

per il Logudoro<br />

e il Goceano»<br />

«Una “Voce” per il Logudoro e il Goceano:<br />

i 50 anni del settimanale diocesano»:<br />

È il tema del convegno storico-ecclesiastico<br />

promosso dalla diocesi di<br />

Ozieri nei giorni 28, 29 e 30 dicembre<br />

nel salone ex-seminario-cattedrale.<br />

L'incontro è coordinato dal prof. don<br />

Tonino Cabizzosu, della Facoltà Teologica<br />

della Sardegna. I lavori sono stati<br />

aperti dal Vescovo diocesano, Mons. Sebastiano<br />

Sanguinetti. Seguono gli interventi<br />

di don Gavino Leone, Direttore<br />

della rivista; dei professori Atzeni, Birocchi,<br />

Sotgia, Bussu, Sanna-Farina e Sini,<br />

che affronteranno i temi della stampa<br />

cattolica del Novecento nell'Isola, i pionieri<br />

del giornalismo cattolico, il ruolo<br />

del settimanale cattolico, il rapporto cattolici<br />

e mass-media.<br />

Successivamente è in programma, il<br />

30 dicembre, un dibattito sui cinquant'anni<br />

di vita del settimanale. Nel pomeriggio,<br />

in cattedrale, il Cardinale Mario<br />

Francesco Pompedda, Prefetto del Supremo<br />

Tribunale della Segnatura Apostolica,<br />

che presiederà la solenne Concelebrazione<br />

Eucaristica in occasione<br />

del cinquantesimo di ordinazione sacerdotale.<br />

rà presente Ntombi Shangase, una<br />

giovane che lavora presso la Commissione<br />

giustizia e pace dell’episcopato<br />

sudafricano con il compito di seguire<br />

il ruolo delle donne nel processo di<br />

pace, riconciliazione e verità. Alla<br />

Marcia parteciperà anche Padre Giuseppe<br />

Moretti, un religioso italiano<br />

che ha trascorso vent’anni condividendo<br />

le sorti alterne degli abitanti afghani<br />

di Kabul, mentre dall’Irlanda del<br />

Nord, Padre Raphael Gallagher testimonierà<br />

il ruolo che i religiosi redentoristi<br />

hanno svolto nell’opera di mediazione<br />

silenziosa tra protestanti e<br />

cattolici.<br />

Queste testimonianze saranno fatte<br />

nelle due soste previste nella Piana di<br />

Gerace e nella zona delle Bombarde,<br />

nei pressi dell’antica Porta del Sole,<br />

nella città di Gerace.<br />

La marcia si concluderà presso la<br />

Cattedrale di Gerace intorno alle 22<br />

con la Celebrazione Eucaristica presieduta<br />

dal Vescovo Bregantini.<br />

Come ogni anno i partecipanti alla<br />

Marcia digiuneranno. Il corrispettivo<br />

di quanto si sarebbe speso per la cena<br />

sarà destinato a un progetto di cooperativa<br />

per nomadi, promosso dalla Caritas<br />

diocesana di Locri. La marcia sarà<br />

vissuta in piena comunione con le<br />

vittime della violenza del Medio Oriente.<br />

Inoltre si darà lettura di un messaggio<br />

di Sua Beatitudine Michel Sabbah,<br />

Patriarca di Gerusalemme dei<br />

Latini e Presidente di «Pax Christi International»,<br />

che ha organizzato per le<br />

stesse ore una marcia interreligiosa da<br />

Betlemme a Gerusalemme dal titolo<br />

«Open Jerusalem». L'iniziativa si concluderà<br />

con una grande catena umana<br />

attorno alle mura della Città Santa.<br />

1941, a soli 10 anni dalla fondazione e in<br />

piena Seconda Guerra Mondiale. A succederGli<br />

fu chiamato un altro sacerdote<br />

di grande statura spirituale Mons. Adelino<br />

Marega, già rettore del Seminario,<br />

Prelato d'onore del Papa, docente di<br />

Teologia Morale e assai stimato in Città<br />

ed in Diocesi. Accanto a Lui per anni ci<br />

fu anche Mons. Aniceto Montacciani<br />

non meno dotto ne meno santo.<br />

Ad essi successe Mons. Alberino Gabrielli<br />

e un decennio dopo, Mons. Antonio<br />

Giovanni Boscolo, sacerdote dalla<br />

forte spiritualità e dalla vita sacerdotale<br />

austera e metodica. Attualmente è Don<br />

Carlo Santato a reggere l'Opera.<br />

All'inizio degli anni '60, S.E. Mons.<br />

Guido Maria Mazzocco chiamava le Figlie<br />

della Chiesa a San Domenico. L'Opera<br />

si arricchiva di un gruppo di religiose<br />

che andavano ad affiancare il Rettore<br />

per essere di aiuto ai fedeli.<br />

Il Vescovo Mazzocato, nel dare avvio<br />

con il Presbiterio Diocesano alla commemorazione,<br />

ha affermato che è importante<br />

ricordare i 70 anni dell'Opera e vederla<br />

alla luce degli avvenimenti. Dal<br />

1931 al 2001 vi sono state: la riforma liturgica<br />

del Concilio Vaticano II che ha<br />

messo al centro della vita cristiana e della<br />

Chiesa l'Eucaristia, «Fons et culmen»;<br />

La riscoperta della fondamentalità del<br />

la cui azione nelle diverse ore del giorno<br />

giova sia alla promozione della persona<br />

che alla relazionalità interna, sia al rispetto<br />

dei diritti e dei doveri, che al totale recupero<br />

psicofisico.<br />

Nel quartiere Acciarello l'opera è meritoria<br />

e ben vista dalla popolazione, in<br />

quanto tende a promuovere stima e fiducia<br />

in se stessi, in un atteggiamento di<br />

condivisione e di solidarietà con chi soffre<br />

SALERNO Celebrata la festa diocesana della famiglia<br />

Dalla nascita del Divino Bambino<br />

un modello per la chiesa domestica<br />

Come è ormai tradizione da<br />

dieci anni, il 26 Dicembre, nella<br />

Cattedrale di Salerno è stata celebrata<br />

la Festa della Famiglia.<br />

Voluta dall'Arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno,<br />

Mons.<br />

Gerardo Pierro, e con la collaborazione<br />

attiva della Consulta per<br />

le Aggregazioni Laicali, la Festa è<br />

stata celebrata dalle famiglie della<br />

Diocesi che, a questo appuntamento,<br />

hanno risposto con grande<br />

partecipazione provenendo da varie<br />

parrocchie. A presiedere la<br />

concelebrazione è stato invitato<br />

l'Arcivescovo Mons. Renato Raffaele<br />

Martino, Osservatore Permanente<br />

della Santa Sede presso<br />

l'Organizzazione delle Nazioni<br />

Unite, che ha sede in New York.<br />

Nel suo indirizzo di saluto, la<br />

Segretaria della Consulta, dott.ssa<br />

Elisabetta Barone, ha evidenziato<br />

come la celebrazione si situasse in<br />

un contesto particolare, determinato<br />

dagli avvenimenti degli ultimi<br />

mesi che esigono da parte di<br />

tutti una profonda riflessione. «La<br />

Mistero Pasquale, per la intensa vita dei<br />

credenti e della Chiesa.<br />

E sempre Mons. Mazzocato ha sottolineato:<br />

«il grande contributo di formazione<br />

cristiana e tanti laici» che l'Opera<br />

dell'adorazione di san Domenico ha operato<br />

per grazia di Dio e per l'opera indefessa<br />

dei Sacerdoti che si sono succeduti<br />

e per la loro grande disponibilità ed<br />

apertura». Il Presule ha poi evidenziato<br />

il legame tra l'Eucaristia e il Sacerdote,<br />

non solo per il legame ontologico tra le<br />

due realtà, ma anche per il grande amore<br />

all'Eucaristia che l'Opera in Città ed<br />

in Diocesi ha saputo suscitare.<br />

Dopo il Concilio Vaticano II, l'Eucaristia<br />

è tornata ad essere al centro della<br />

vita cristiana in modo totalizzante. Ridonare<br />

ai fedeli la capacità della preghiera<br />

dia adorazione è portarli al centro della<br />

vita cristiana e renderli capaci di testimoniare<br />

in tutti i campi della vita. Per<br />

continuare nella scia del cammino percorso,<br />

l'Opera deve essere un «Centro di<br />

spiritualità» che porta i battezzati a vivere<br />

l'Eucaristia. È nata così «cattedra di<br />

Magistero» che presenta e fa conoscere i<br />

documenti del Papa e dei Vescovi. Una<br />

iniziativa che va consolidandosi e ottenendo<br />

adesioni sempre più numerose.<br />

Vi sono poi gli incontri per le «giovani<br />

famiglie» che avviano alla preghiera<br />

adorante e alla solidarietà.<br />

GIANNI AZZI<br />

ROSSANO-CARIATI Il giubileo sacerdotale dell'Arcivescovo Andrea Cassone<br />

Da cinquant'anni a servizio delle diocesi di Calabria<br />

È stato un momento di intensa comunione<br />

ecclesiale e di preghiera la celebrazione<br />

del 50° anniversario di ordinazione<br />

presbiterale di Mons. Andrea Cassone,<br />

alla guida dell'Arcidiocesi di Rossano-Cariati<br />

(CS) dal 1992, proveniente<br />

dalla Chiesa particolare di Reggio-Bova.<br />

Tutti i sacerdoti, i religiosi e i laici impegnati<br />

della Diocesi si sono stretti attorno<br />

al proprio Pastore per riflettere<br />

sul dono della vocazione al Sacerdozio e<br />

per chiedere che il Signore continui a<br />

benedire la Chiesa locale con il dono di<br />

nuove vocazioni.<br />

In circa dieci anni l'Arcivescovo ha<br />

avuto la grazia e la gioia di ordinare ben<br />

ventuno nuovi presbiteri diocesani e di<br />

accogliere diversi ragazzi e giovani nel<br />

Seminario minore arcivescovile e nel Seminario<br />

Teologico regionale «san Pio X»<br />

di Catanzaro. Un motivo ancora più forte<br />

per ringraziare il Signore Gesù, Sommo<br />

ed Eterno Sacerdote, e per continuare<br />

nell'apostolato della preghiera vocazionale<br />

e nella sensibilizzazione a tutti<br />

i livelli, attraverso l'opera del Seminario<br />

e del Centro diocesano vocazioni.<br />

Nei giorni immediatamente precedenti<br />

il Natale si sono svolte alcune iniziative<br />

particolari che hanno interessato tutti<br />

i fedeli della Diocesi. Il 20 dicembre si è<br />

logica ordinariamente sottesa alle relazioni<br />

tra le persone e tra gli Stati — ha<br />

detto — non è quella della pace, bensì<br />

quella del conflitto violento e aggressivo.<br />

Il peso che i media hanno dato a questi<br />

eventi è tale che è forse cresciuta la<br />

consapevolezza che il modo in cui siamo<br />

primariamente in relazione con l'altro<br />

è proprio quello del conflitto». Un<br />

conflitto — ha aggiunto — «che non è<br />

necessariamente una guerra. La guerra<br />

è un conflitto in cui non si parla più e le<br />

opportunità sono state cancellate. Paradossalmente,<br />

la violenza crescente che<br />

caratterizza il modo di gestire i conflitti<br />

di interessi ci chiede di educarci a vivere<br />

i conflitti in maniera non violenta, ossia<br />

non distruttiva della relazione stes-<br />

tenuta nell'Auditorium «GiovanniPaoloII»<br />

del Seminario arcivescovile la giornata<br />

sacerdotale, guidata da Mons. Antonio<br />

Ciliberti, Arcivescovo di Matera-Irsina,<br />

originario della Diocesi calabrese.<br />

Il Presule ha proposto a tutto il presbiterio<br />

una meditazione dal significativo titolo:<br />

«La comunione presbiterale nella<br />

missione della Chiesa, sfida pastorale in<br />

una società che cambia».<br />

Molto calorosa è stata la partecipazione<br />

dei sacerdoti della Diocesi che sono<br />

stati sollecitati a prendere coscienza della<br />

ineludibile importanza della comunione<br />

presbiterale, dono della Trinità e testimonianza<br />

urgente e necessaria per la<br />

società di oggi. Essa si costruisce e si<br />

rafforza sempre di più attorno al proprio<br />

Vescovo, segno visibile di Cristo pastore<br />

e guida del suo popolo.<br />

La giornata di fraternità sacerdotale e<br />

di gioiosa vicinanza al Pastore è continuata<br />

nello stesso Seminario con un incontro<br />

allietato da canti ed espressioni<br />

augurali anche da parte dei seminaristi.<br />

Il 22 dicembre la Consulta diocesana<br />

delle Aggregazioni laicali ha offerto a<br />

tutti, in onore di Mons. Cassone, un<br />

Concerto-testimonianza, svoltosi presso<br />

il Palazzetto dello Sport dei padri Giuseppini<br />

del Murialdo, a Rossano Scalo.<br />

sa». «Anche a noi — ha concluso —, come<br />

ai pastori di Bethleem, gli angeli annunciano<br />

che è nato Colui che ci dona<br />

la pace. Ma vivere in pace vuol dire saper<br />

sostare nel conflitto in maniera non<br />

violenta cioè fare in modo che le rivendicazioni<br />

che facciamo, la rabbia che<br />

esprimiamo non servano a distruggere<br />

l'altro, ma ad incontrarlo. La nascita di<br />

questo bambino divino ci inchioda alla<br />

responsabilità di educarci a una relazione<br />

pacifica con l'altro». Dal canto suo<br />

l'Arcivescovo Pierro, nel salutare l'Arcivescovo<br />

Martino e nel ringraziarlo per<br />

aver accettato l'invito, ha evidenziato<br />

come questa Festa della Famiglia 2001 si<br />

inserisce nel cammino che la Diocesi salernitana<br />

sta percorrendo: dall'anno eu-<br />

o è nel bisogno. Le celebrazioni del ventennale<br />

della Casa Famiglia sono servite<br />

a cementare sentimenti di amicizia e di<br />

buon vicinato tra gli abitanti di Villa San<br />

Giovanni che, grazie al carisma di santa<br />

Giovanna Antida Thouret, hanno sperimentato<br />

dalle suore come la semplice arma<br />

del sorriso vale a risolvere insormontabili<br />

difficoltà perché disarma i cuori più<br />

duri.<br />

FILIPPO MARINO<br />

caristico all'anno della Fede, che<br />

culminerà nella celebrazione del<br />

Congresso Eucaristico Diocesano<br />

nell'Ottobre 2002.<br />

L'Arcivescovo Martino, all'omelia,<br />

ha voluto fare dono ai presenti<br />

di stralci della sua relazione su<br />

«La presenza della Santa Sede alla<br />

56ma sessione dell'Assemblea Generale<br />

dell'ONU». Durante questa<br />

sessione il Presule è intervenuto<br />

ufficialmente su vari punti dell'Agenda:<br />

lo sradicamento della povertà,<br />

la cooperazione economica<br />

internazionale, lo sviluppo economico<br />

specialmente in Africa, la<br />

protezione dei rifugiati, la valorizzazione<br />

delle donne, la promozione<br />

dei diritti del bambino, lo sviluppo<br />

sociale, la protezione delle<br />

persone anziane e dei portatori di<br />

handicap, questioni riguardanti i<br />

diritti umani particolarmente la libertà<br />

di religione, la condanna<br />

della clonazione umana, l'ambiente,<br />

la soluzione dei conflitti e la<br />

costruzione della pace. In questi<br />

interventi l'Arcivescovo Martino<br />

PADOVA La professione nelle mani dell'Arcivescovo<br />

Sr M. Teresa della Risurrezione<br />

eremita nel deserto della città<br />

Si chiama suor Maria Teresa della Risurrezione,<br />

ha 45 anni e dopo una vita<br />

normale alle spalle — un lavoro statale<br />

— ha scelto la professione temporanea<br />

di vita eremitica, consacrandosi, con i<br />

voti di povertà, castità e obbedienza,<br />

nelle mani dell'Arcivescovo-Vescovo di<br />

Padova, Mons. Antonio Mattiazzo.<br />

La professione, celebrata nella chiesa<br />

del «Corpus Domini», è avvenuta a un<br />

anno di distanza da quella fatta da Padre<br />

Domenico Maria Fabbian, l’eremita<br />

di città.<br />

La professione di suor Maria Teresa<br />

durerà tre anni, al termine dei quali ci<br />

sarà la scelta definitiva. Nel frattempo<br />

suor Maria Teresa seguirà una regola di<br />

vita che è stata approvata dal Vescovo<br />

di Padova lo scorso marzo e che, pur<br />

permettendo il lavoro quotidiano per il<br />

mantenimento, prevede alcune norme:<br />

dal vestire sobrio, al rientro serale, a un<br />

giorno settimanale di deserto, e ancora<br />

la visita alla madre una sola volta al mese,<br />

l’Eucaristia quotidiana, la recita della<br />

Liturgia delle Ore, la sveglia alle 4 di<br />

mattina, alcune ore al giorno dedicate<br />

alla Lectio divina, a letture formative e<br />

spirituali.<br />

La vita eremitica, secondo il nuovo<br />

Codice di diritto canonico del 1983, è<br />

oggi possibile anche al di fuori degli istituti<br />

di vita consacrata. «La Chiesa — è<br />

Le celebrazioni sono culminate nella<br />

Solenne Concelebrazione Eucaristica<br />

svoltasi il 22 dicembre, giorno anniversario<br />

del giubileo d'oro sacerdotale, nella<br />

Chiesa Cattedrale «Maria SS.ma<br />

Acheropita». La Celebrazione è stata<br />

presieduta dall'Arcivescovo Cassone alla<br />

presenza dell'Episcopato calabro, del<br />

Presbiterio diocesano e di rappresentanti<br />

di Chiesa di Reggio-Bova.<br />

Il Vicario generale, Mons, Luigi Renzo<br />

insieme con un rappresentante della<br />

Consulta delle Aggregazioni laicali, a nome<br />

dell'intera Diocesi e di tutti i presenti,<br />

hanno espresso i sentimenti di gratitudine<br />

e di devozione all'amato Pastore,<br />

che nei circa dieci anni della sua presenza<br />

a Rossano-Cariati ha profuso le sue<br />

energie e le sue doti di mente e di cuore,<br />

perseguendo precisi obiettivi pastorali<br />

con il metodo dei piccoli passi. Il Santo<br />

Padre ha indirizzato un telegramma<br />

augurale, in cui ha evidenziato l'impegno<br />

solerte e diuturno di Mons. Cassone<br />

nel suo ministero episcopale. La serata<br />

si è conclusa con un momento di gioiosa<br />

agape fraterna, presenti Vescovi sacerdoti<br />

familiari e amici dell'Arcivescovo,<br />

nel Seminario Arcivescovile.<br />

GIUSEPPE DE SIMONE<br />

ha parlato alle delegazioni non solo della<br />

posizione della Santa Sede e della<br />

Chiesa Cattolica su tali materie, ma ha<br />

anche ricordato l'insegnamento permanente<br />

della Chiesa, il suo messaggio<br />

evangelico di giustizia e di pace, la fondamentale<br />

dignità umana, le libertà e i<br />

diritti, eppure le responsabilità assunte<br />

dall'ONU nel riconoscimento che la persona<br />

umana è e deve essere il centro di<br />

ogni sua azione.<br />

A conclusione della Celebrazione Eucaristica,<br />

a tutte le famiglie presenti è<br />

stato donato il documento dei Vescovi<br />

italiani «Comunicare il Vangelo in un<br />

mondo che cambia».<br />

CLAUDIO RAIMONDO<br />

scritto — riconosce la vita eremitica o<br />

anacoretica con la quale i fedeli, in una<br />

più rigorosa separazione dal mondo, nel<br />

silenzio della solitudine, nella continua<br />

preghiera e penitenza, dedicano la propria<br />

vita alla lode di Dio e alla salvezza<br />

del mondo».<br />

La maturazione della scelta eremitica<br />

di Maria Teresa è stata seguita dallo<br />

stesso Padre Domenico Maria Fabbian.<br />

La donna, tre anni fa, ha sentito una<br />

forte chiamata interiore, che l’ha portata<br />

a cercare una guida spirituale, a provare<br />

diverse esperienze in comunità religiose,<br />

pensando in un primo tempo alla<br />

clausura. Un iter che, infine, le ha fatto<br />

comprendere la sua vera «chiamata»:<br />

quella alla vita eremitica, alla solitudine,<br />

alla preghiera.<br />

Una scelta radicale e controcorrente<br />

nella società moderna. Lo ha ricordato<br />

lo stesso Arcivescovo Mattiazzo all’omelia:<br />

«Ora — ha detto — avremo una<br />

donna che vive in città singolarmente,<br />

con riferimento al Vescovo; al di là della<br />

novità, e quindi della curiosità che può<br />

suscitare questa scelta, quello che importa<br />

è comprendere il significato e il<br />

valore. “Eremita” è, per definizione, chi<br />

vive nella solitudine; la solitudine, di per<br />

sé, non è uno stato di vita confacente alla<br />

persona, che è essenzialmente relazione<br />

e si sviluppa nella relazione inter-personale;<br />

spesso è una privazione subita e<br />

dolorosa, se non una condanna, come<br />

l’isolamento in una cella carceraria. La<br />

solitudine che vivrà suor Maria Teresa<br />

non è nessuna di queste due. Essa non è<br />

imposta, né subita, ma è una scelta libera<br />

e motivata di vita. È la solitudine descritta<br />

dal profeta Osea, che riferisce<br />

questo oracolo del Signore “Ecco, la attirerò<br />

a me, la condurrò nel deserto e<br />

parlerò al suo cuore”. Qui è Dio stesso<br />

che conduce nel deserto».<br />

È per questa ispirazione del Signore,<br />

autenticata dal Vescovo, che Maria Teresa<br />

ha scelto il deserto come suo habitat<br />

di vita, il deserto nel senso biblico.<br />

Cioè la solitudine abitata dalla presenza<br />

di Dio e dalla comunione con il Signore.<br />

Silenzio come condizione per ascoltare<br />

la Parola eterna.<br />

Ma la scelta di Maria Teresa — ha<br />

sottolineato Mons. Mattiazzo — è importante<br />

anche per la società che ci sta<br />

attorno: «È un segno importante per le<br />

tante persone che nella nostra città sono<br />

costrette alla solitudine abitativa e degli<br />

affetti, causa di sofferenza; la scelta di<br />

suor Maria Teresa dice che questa solitudine<br />

può diventare opportunità per<br />

scoprire la presenza ineffabile di Dio,<br />

per ascoltare la sua Parola, per godere<br />

del suo conforto. È una scelta provocante<br />

in una società così appiattita su standard<br />

di vita basati sul consumismo, pervasi<br />

dalla caducità e dalla vanità, in fondo<br />

dall'insufficienza, dalla noia dall’angoscia<br />

che si tenta di affogare in tutti<br />

modi, ma invano».<br />

CLAUDIO ZERBETTO


.<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 29 Dicembre 2001<br />

Sono volontari, soprattutto giovani, coloro<br />

che hanno preparato e servito il pranzo<br />

di Natale nella cattedrale di San Lorenzo<br />

di Perugia, offerto dall'Arcivescovo alle<br />

persone bisognose ed emarginate accolte<br />

e seguite durante l'anno nelle opere-segno<br />

della Caritas, in altre strutture caritative<br />

diocesane ed anche assistenziali delle<br />

istituzioni pubbliche e del privato sociale.<br />

Tra i commensali (più di 300) anche<br />

coloro che si rivolgono ai centri di ascolto<br />

Caritas diocesano e parrocchiali per ave-<br />

Nuovi documenti in un libro curato dalla commissione diocesana per l'ostensione<br />

La Sacra Sindone: pellegrini<br />

e scienziati alla ricerca di un Volto<br />

MARCO BONATTI<br />

Un’epoca come l’attuale si è abituata<br />

a celebrare con entusiasmo (spesso mal<br />

riposto) i progressi e i successi della<br />

scienza; ma ci si è accorti da tempo che<br />

nella stessa spirale del progresso tecnologico<br />

si avvitano e crescono domande<br />

sempre nuove (etiche, ma non solo),<br />

che lasciano intatto il mistero. La Sindone<br />

di Torino si conferma come un «segno<br />

di contraddizione» emblematico rispetto<br />

ai progressi della scienza. Nel<br />

corso dell’ultimo secolo il Lenzuolo che,<br />

secondo la tradizione, ha avvolto il corpo<br />

di Gesù nel sepolcro, è stato oggetto<br />

di indagini scientifiche di ogni genere,<br />

ma si è ben lontani dall’averne svelato i<br />

segreti; anzi, le domande su come si sia<br />

formata l’immagine sul lino sembrano<br />

avere trovato solo conferme negative:<br />

non è un dipinto né un calco, non è ricavata<br />

per bruciatura del tessuto, è distinta<br />

e diversa dalle macchie di sangue...<br />

Le domande della scienza hanno poi<br />

fatto da «traino» alle domande della fede,<br />

e sulla fede: la Sindone era rimasta<br />

per secoli confinata tra le «reliquie di<br />

corte», esposta soprattutto in occasione<br />

dei matrimoni e delle feste di Casa Savoia:<br />

ma nell’ultimo secolo le ostensioni<br />

pubbliche hanno moltiplicato l’attenzione<br />

verso quel Volto e quell’immagine<br />

che testimonia in modo così impressionante<br />

i segni della Passione del Signore<br />

così come sono descritti dai Vangeli.<br />

Nella recente «stagione delle ostensioni»,<br />

Trento: istituito<br />

un corso<br />

di dottorato<br />

in scienze religiose<br />

Un dipartimento funzionale per alta<br />

formazione in studi religiosi e teologici è<br />

stato avviato a Trento presso l'Istituto di<br />

cultura-istituto di scienze religiose. Si<br />

tratta di un primo corso della durata di<br />

tre anni in via sperimentale denominato<br />

«Progetto DHERST» che tende a mettere<br />

le scienze religiose e teologiche al<br />

centro di un impegno culturale e scientifico<br />

di alta qualità, il cui soggetto è la<br />

comunità civile nella sua più articolata<br />

configurazione.<br />

Il progetto si rivolge ad un numero<br />

mirato di candidati ai quali garantire,<br />

mediante l'assegnazione di una borsa di<br />

studio triennale, lo svolgimento di un ciclo<br />

di dottorato presso istituzioni universitarie<br />

non italiane che già conferiscono<br />

tale grado.<br />

Il bando di concorso è già stato reso<br />

pubblico con il termine del prossimo 18<br />

febbraio per l'ammissione delle domande<br />

di partecipazione. Nell'opera di selezione<br />

si porrà particolare attenzione anche<br />

all'inserimento di giovani non italiani,<br />

in particolare provenienti dall'Europa<br />

dell'Est mirando in questo modo a sottolineare<br />

la dimensione internazionale<br />

dell'iniziativa e a sottolineare il ruolo di<br />

cerniera che Trento può assumere tra le<br />

diverse tradizioni culturali e i differenti<br />

ambiti geografici, soprattutto della Mitteleuropa.<br />

Si intende anche suscitare<br />

una serie di interventi coordinabili con<br />

le sedi universitarie circostanti ed estere<br />

dove risiederanno i dottorandi.<br />

M.M.<br />

conclusasi ad ottobre 2000, oltre quattro<br />

milioni di persone sono venute pellegrine,<br />

da ogni parte del mondo, a contemplare<br />

quel Volto.<br />

Il libro uscito in questi giorni gioca,<br />

fin dal titolo, sulla dialettica tra senso<br />

religioso e ricerca scientifica che ha caratterizzato<br />

la «riscoperta» della Sindone<br />

nel ’900: «Le due facce della Sindone.<br />

Pellegrini e scienziati alla ricerca di un<br />

volto». Il volume è curato dalla Commissione<br />

diocesana per l’ostensione, in<br />

collaborazione con gli enti locali e l’associazione<br />

piemontese delle Fondazioni<br />

Casse di risparmio. È dedicato a Giovanni<br />

Paolo II, «padre e maestro», che venne<br />

pellegrino alla Sindone il 24 maggio<br />

1998. Nell’omelia di quel giorno, di fronte<br />

al Telo, lo stesso Pontefice tornò sul<br />

«mistero» della Sindone, sul suo essere<br />

formidabile sfida all’intelligenza ma —<br />

soprattutto — «specchio del Vangelo,<br />

icona delle sofferenze dell’innocente, immagine<br />

di impotenza ma anche immagine<br />

dell’amore di Dio».<br />

Il volume non è semplicemente il ricordo<br />

della stagione delle ostensioni:<br />

contiene la documentazione, pubblicata<br />

per la prima volta, di un lavoro d’indagine<br />

compiuto al termine dell’esposizione<br />

del 2000, e riguardante la scansione<br />

fotografica del «retro» del Telo: il lato<br />

che nessuno aveva più visto dopo l’incendio<br />

del 1532, quando le Clarisse di<br />

Chambéry cucirono il lino della Sindone<br />

su un telo d’Olanda per rafforzarne la<br />

tenuta e la consistenza. Le riprese dello<br />

scanner nel novembre 2000 confermano<br />

che il retro del telo sindonico non reca<br />

traccia d’immagine, mentre sono presenti<br />

le colature del sangue in corrispondenza<br />

delle ferite. La serie completa delle<br />

nuove immagini, la cui ripresa è stata<br />

autorizzata dal Custode Pontificio Card.<br />

Severino Poletto, Arcivescovo di Torino,<br />

verrà messa a disposizione degli studiosi<br />

in una prossima pubblicazione.<br />

Nel libro viene presentata inoltre per<br />

la prima volta una nuova serie completa<br />

di immagini fotografiche del Telo, riprese<br />

sempre dopo l’ostensione del Giubileo;<br />

la documentazione fotografica è<br />

corredata dagli interventi degli esperti<br />

che hanno eseguito i rilievi. Merita ricordare,<br />

in particolare, Paolo Soardo,<br />

dell’Istituto Elettrotecnico nazionale<br />

«Galileo Ferraris» di Torino e Metchild<br />

Fleury Lemberg, esperta di tessuti, già<br />

direttrice del museo Abegg di Berna; il<br />

prof. Soardo ha preparato e realizzato<br />

la scannerizzazione del retro del telo; la<br />

prof. Fleury Lemberg è intervenuta in<br />

più occasioni sul sistema delle cuciture:<br />

dal 1998, infatti, la Sindone viene conservata<br />

distesa e non più arrotolata, per<br />

evitare che le pieghe createsi sul telo<br />

rendano si approfondiscano (Ora la Sindone<br />

è stata sistemata, sempre all’interno<br />

del Duomo di Torino, in una nuova<br />

teca che dovrebbe fornire le migliori<br />

condizioni di conservazione e ogni garanzia<br />

di sicurezza). È l’immagine il<br />

cuore del mistero: quel Volto composto<br />

nella morte, custodisce altri segreti, meno<br />

importanti ma non del tutto inutili,<br />

che rappresentano una sfida per la<br />

scienza contemporanea.<br />

Pranzo natalizio in Cattedrale per i poveri di Perugia<br />

re un aiuto non sempre materiale, come<br />

nel periodo natalizio quando chiedono di<br />

essere accolti per non vivere in solitudine<br />

questo momento di festa.<br />

Per stare accanto a tutti loro, una cinquantina<br />

di ragazzi e ragazze della Caritas,<br />

della Pastorale giovanile e degli<br />

Scout Agesci, hanno rinunciato al tradizionale<br />

pranzo di Natale in famiglia per servire<br />

il prossimo.<br />

Come è consuetudine, è stata la Caritas<br />

ad occuparsi dell'organizzazione del pranzo<br />

di Natale, preparato dai volontari nella<br />

vicina mensa comunale messa a disposizione<br />

dal sindaco di Perugia.<br />

Anche la solidarietà dei perugini, come<br />

ogni anno, non si è fatta attendere, infatti,<br />

sono già giunte offerte di dolci, spumanti<br />

e quant'altro.<br />

Prima di sedersi a tavola con l'Arcive-<br />

scovo, i suoi ospiti hanno partecipato alla<br />

Messa solenne nella Cattedrale addobbata<br />

da piante e fiori, al termine della quale<br />

si è consumato il pranzo che è stato allietato<br />

da musica classica e sacra della tradizione<br />

natalizia. La tavola è stata unica<br />

ed illuminata da un gioco di luci per creare<br />

un'atmosfera familiare, perché hanno<br />

voluto che fosse realmente un vero pranzo<br />

in «famiglia».<br />

R. L.<br />

Un ricordo della beata napoletana nell'anniversario della morte<br />

Caterina Volpicelli: umile<br />

Ancella del Sacro Cuore<br />

EUGENIO<br />

RUSSOMANNO<br />

Caterina Volpicelli, napoletana,<br />

fondatrice delle Ancelle<br />

del Sacro Cuore, è stata<br />

proclamata Beata da Giovanni<br />

Paolo II il 29 aprile di<br />

quest’anno. Nata a Napoli<br />

nel 1839, il cammino terreno<br />

della Volpicelli si conclude<br />

nella stessa città il 28 dicembre<br />

1894. Approssimandosi<br />

la data della ricorrenza<br />

della sua dipartita, dedichiamo<br />

alla Beata Caterina<br />

Volpicelli uno spazio della<br />

nostra memoria.<br />

Apprezzava le lettere, la<br />

musica, le lingue straniere,<br />

amava la vita del mondo<br />

con le sue bellezze.<br />

L'esercizio<br />

del mese mariano<br />

Ma per lei vivere il mon-<br />

do non significava rinnega-<br />

de Montaignac, direttrice delle zelatrici<br />

del Sacro Cuore di Montlucon, che considerava<br />

sua madre spirituale e superiora.<br />

Conobbe il Beato Bartolo Longo, al<br />

quale rimase legata da grande amicizia.<br />

Soprattutto, il 19 settembre 1854, ricorrenza<br />

della festa di san Gennaro, a<br />

Napoli la quindicenne Caterina Volpicel-<br />

li incontra il Beato Ludovico da Casoria.<br />

Lei stessa avrebbe descritto il fatto come<br />

un avvenimento, «un tratto singolare<br />

di Grazia preveniente, di carità e di predilezione<br />

del Sacro Cuore innamorato<br />

delle miserie della Sua serva».<br />

Il Beato Ludovico le indicò come scopo<br />

della sua vita il culto del Sacro Cuo-<br />

Aversa: il Giubileo in onore della Madonna di Loreto e l'inizio della visita pastorale<br />

Due esperienze di fede vissute con grande intensità<br />

Cagliari: l'annuale Assemblea generale delle Superiore delle Case religiose della Sardegna<br />

Chiamate a servire, ad animare e a promuovere la comunione<br />

Si è tenuto recentemente a Cagliari,<br />

presso la Casa delle Figlie della Carità in<br />

via Falconi, l'annuale Assemblea Generale<br />

delle Superiore delle Comunità religiose<br />

della Sardegna, convocata dalla<br />

Presidente regionale dell'Usmi (Unione<br />

Superiore Maggiori Italiane), M. Maria<br />

Daniela Cubadda, Superiora Generale<br />

delle Figlie di s. Giuseppe di Genoni.<br />

Tema delle riflessioni, proposte dal P.<br />

Giampietro De Paoli, dei Padri Stimmatori<br />

è stato: «La responsabile di Comunità<br />

chiamata a servire, ad animare, a<br />

promuovere comunione». Il tema, ha<br />

detto la M. Cubadda nel saluto introduttivo,<br />

è in sintonia con quanto il Santo<br />

Padre Giovanni Paolo II disse nell'ultimo<br />

incontro dell'Unione Internazionale delle<br />

Superiori Generali: «nell'arricchente diversità<br />

dei vostri carismi nella Chiesa, vi<br />

unisce in un cuor solo l'anelito dell'Apostolo<br />

Paolo: Charitas Christi urget nos.<br />

In questo mondo lacerato da contraddizioni,<br />

vi proponete, nella vostra identità<br />

di donne, di essere presenza viva della<br />

tenerezza e della misericordia di Dio.<br />

Solo in forza della carità di Cristo le Comunità<br />

religiose possono rispondere efficacemente<br />

alle sfide del mondo moderno...».<br />

«Da ciò è evidente — ha prose-<br />

guito la M. Cubadda — la sintonia del<br />

tema scelto per questo nostro incontro:<br />

la comunione e per essa, per la sua<br />

animazione e crescita, quanto le responsabili<br />

delle comunità debbano adoperarsi».<br />

L'ardua bellezza del tema è stata anticipata<br />

dalla Madre Presidente, che ha<br />

proseguito dicendo: «La comunione ha<br />

la sua fonte nell'amore trinitario e lo<br />

sguardo interiore del nostro cuore deve<br />

essere posto su questo mistero che abita<br />

in noi in forza del battesimo e che nella<br />

consacrazione religiosa abbiamo scelto e<br />

voluto, dandogli il primato su ogni altra<br />

possibile scelta. Sì, la scelta di Dio Amore,<br />

di Dio Relazione, di Dio Trinità coinvolge<br />

tutta la nostra vita nella sua stessa<br />

dinamica di amore ed unità. Non possiamo<br />

appartenere a un Dio di comunione<br />

se non viviamo la comunione; rendiamo<br />

partecipi gli altri di questa comunione,<br />

esprimendola concretamente nella<br />

vita. È questo un aspetto fondamentale<br />

della nostra consacrazione. L'USMI<br />

della Sardegna ha scelto questo tema<br />

per la programmazione di questo anno,<br />

e dunque anche il convegno di tutte le<br />

religiose, nel prossimo mese di aprile,<br />

seguirà questa fondamentale tematica».<br />

ERNESTO RASCATO<br />

Grandi esperienze di fede e di impegno pastorale sta<br />

vivendo la comunità ecclesiale di Aversa. Dopo il Convegno<br />

diocesano di settembre, con la presenza del<br />

Card. Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione<br />

per la Dottrina della Fede — che ha illustrato l’ecclesiologia<br />

del Concilio Vaticano II — la Chiesa aversana ha<br />

vissuto con grande intensità di preghiera e di partecipazione,<br />

il «Giubileo Lauretano» e l’avvio della visita pastorale.<br />

Il Giubileo in onore della Madonna di Loreto si celebra<br />

annualmente, dal 1630, nella Cattedrale di Aversa.<br />

In verità, il culto della Vergine di Loreto, nella diocesi<br />

normanna è antichissimo; la prima testimonianza storica<br />

risale al momento della fondazione della Confraternita<br />

laicale «S. Maria di Loreto», registrata il 1° settembre<br />

1583, eretta nella chiesa di S. Antonio dei Frati Minori<br />

Conventuali di Aversa.<br />

La storia del santuario lauretano nel Duomo ha origine<br />

con il Vescovo Carlo I Carafa (durata dell’episcopato:<br />

1616-1644), il quale, ritornando dalla Germania come<br />

Legato Pontificio, si fermò a Loreto per venerare la<br />

S. Vergine e fece erigere il tempietto, che ora ammiriamo<br />

nel braccio settentrionale del transetto, su progetto<br />

dell’aversano Giuseppe Di Maio; una copia di quello piceno.<br />

Dal 1637 la B.V. Lauretana è patrona della città.<br />

Molti Pontefici concessero privilegi e indulgenze, fino<br />

all’istituzione dello straordinario «Giubileo Lauretano»,<br />

che si celebra dal 21 novembre al 10 dicembre, festa<br />

della traslazione della Santa Casa.<br />

Quest’anno il Giubileo aversano, riscoperto nella sua<br />

valenza ecclesiale e spirituale, ed in coincidenza con<br />

l’avvio della visita pastorale, si è manifestato come intensa<br />

esperienza di preghiera e di comunione, visibilmente<br />

percepibile anche nei numerosi pellegrinaggi organizzati<br />

dalle novantacinque parrocchie delle zone pastorali,<br />

dando volto al senso di appartenenza alla Chiesa<br />

particolare.<br />

Le celebrazioni hanno visto il coinvolgimento delle<br />

grandi realtà ecclesiali e delle piccole comunità: Capitolo<br />

Cattedrale e intero Presbiterio, Seminario Diocesano,<br />

Cappella Musicale Lauretana, Religiosi e Religiose, Mo-<br />

Il P. De Paoli ha trattato la tematica<br />

in tre sue relazioni: 1) La responsabile<br />

di comunità chiamata a servire, animare,<br />

promuovere la Comunione; 2) Natura<br />

e volto cristiano del servizio d'autorità<br />

— guidare la Comunità al compimento<br />

della volontà di Dio; 3) Modalità di<br />

mediazione nel servizio di responsabilità.<br />

Ha spaziato dalla dogmatica all'ascetica,<br />

dalla psicologia alla pedagogia, dal<br />

diritto canonico alla precettistica della<br />

vita religiosa in comunità, con serena<br />

padronanza della materia, illuminando<br />

da maestro ed incoraggiando da padre.<br />

Ha evidenziato la problematica attuale<br />

del passaggio e della novità nel servizio<br />

di responsabilità oggi; ha illustrato le<br />

modalità della mediazione nel servizio di<br />

responsabilità; ha presentato la comunità<br />

nella realtà del dialogo della storia<br />

della salvezza, in Cristo, nella Chiesa,<br />

nello Spirito, indicando come fonte di<br />

autorità e livelli di obbedienza il Vangelo,<br />

la Regola, il superiore; ha ricordato<br />

la discussione critica in cui era finito nei<br />

decenni trascorsi l'esercizio dell'autorità<br />

per l'emergere della sensibilità democratica<br />

pervasa dal desiderio d'autonomia e<br />

ha sottolineato che si è cercato d'instaurare<br />

un nuovo stile di governo caratte-<br />

rizzato da partecipazione, sussidiarietà,<br />

rispetto; ha prospettato un «andare oltre»,<br />

ricordando che il superiore deve<br />

percorrere le vie attraverso le quali si<br />

manifesta la volontà di Dio, e perciò deve<br />

ascoltare la vita con le sue situazioni<br />

e le sue esigenze. Ha poi delineato stili<br />

auspicabili di autorità e di obbedienza;<br />

ha esortato a fondare le motivazioni dell'esercizio<br />

dell'autorità e dell'obbedienza<br />

in quello che è autentico, nell'alleanza<br />

di Dio col suo popolo, la comunità e la<br />

singola persona; ha chiaramente esplicitato<br />

che il dialogo autorità-obbedienza è<br />

fondamentalmente un carisma di comunione<br />

che qualifica la persona consacrata<br />

nel suo essere e nel suo operare; ha<br />

fatto riferimento al Codice di Diritto canonico<br />

e al Decreto conciliare Perfectae<br />

Charitatis che lo ispira; ha precisato in<br />

tre verbi chiave come formarsi al servizio<br />

di comunione: conoscere, amare,<br />

servire; infine ha sottolineato che non<br />

solo il superiore, ma tutta la comunità<br />

deve sentirsi impegnata nel coraggio del<br />

difficile dono della vita consacrata.<br />

La Giornata ha avuto il suo vertice<br />

spirituale nella Santa Messa, presieduta<br />

dal Vicario Generale di Cagliari Mons.<br />

Gianni Spiga.<br />

GIOVANNI MARIA COSSU<br />

vimenti e Aggregazioni Laicali, tutte coinvolte come per<br />

il grande Giubileo del 2000. Il Vescovo diocesano, l’Arcivescovo<br />

Mario Milano ha presieduto varie Liturgie,<br />

mentre il conterraneo Card. Crescenzio Sepe, Prefetto<br />

della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli,<br />

ha celebrato la solenne Eucaristia di ringraziamento per<br />

i frutti della «Terra di Lavoro», organizzata dalla Coldiretti<br />

della provincia di Caserta. Moltissimi fedeli hanno<br />

avuto la possibilità e l’occasione di lucrare l’indulgenza<br />

plenaria, concessa per tali circostanze, fin dal 1752, da<br />

Papa Benedetto XIV. Un dono fatta alla diocesi dalla<br />

Sede Apostolica a seguito della forte devozione alla Madonna<br />

di Loreto. Quest’anno la Sacra Penitenzieria<br />

Apostolica, su richiesta dell’Arcivescovo-Vescovo Mario<br />

Milano, ha concesso di poter lucrare l’indulgenza plenaria<br />

durante il periodo giubilare, oltre ai giorni di apertura<br />

e chiusura, anche un giorno scelto dai singoli fedeli<br />

(Decreto 18-10-2001).<br />

Con la stagione liturgica dell’Avvento, il Vescovo ha<br />

iniziato la santa visita pastorale «evento di grazia, che il<br />

Signore ci concede di compiere all’inizio di questo secolo<br />

XXI e del terzo millennio nell’ottica del Concilio Vaticano<br />

II, secondo l’autorevole e profetica indicazione<br />

del Papa Giovanni Paolo II».<br />

La prima santa visita della diocesi conosciuta nei documenti<br />

dell’Archivio Storico Diocesano, risale al 1542,<br />

con il Vescovo Fabio Colonna (durata dell'episcopato:<br />

1542-1554), l’ultima cronologicamente è quella del 1971,<br />

realizzata dal vescovo Antonio Cece (durata dell'episcopato:<br />

1964-1980).<br />

Per la Chiesa del Concilio Vaticano II, la visita pastorale<br />

costituisce non solo un obbligo giuridico, ma soprattutto<br />

un’esigenza del Pastore di vedere, conoscere,<br />

per guidare saggiamente il gregge di Dio. La visita non<br />

è un’inchiesta burocratica; è un atto di apostolato, un<br />

servizio pastorale, animato dalla carità. La Costituzione<br />

dogmatica sulla Chiesa «Lumen gentium» al paragrafo<br />

n. 27, ne suggerisce il modello: «Il Vescovo, mandato<br />

dal Padre di famiglia a governare la sua famiglia, tenga<br />

innanzi agli occhi l’esempio del buon Pastore».<br />

Per Monsignor Milano la prima visita del Terzo millennio<br />

«è un evento di grazia per rinnovare la fede del<br />

Popolo di Dio, affidato alle cure pastorali<br />

del Successore degli Apostoli; per rifondare<br />

la fede nel nostro territorio; per<br />

aprire la nostra Chiesa ai segni dei tempi,<br />

sulle orme dell’apostolo Paolo; e<br />

vuole essere un incontro del Pastore con<br />

le comunità dei fedeli; un evento-dono<br />

di grazia del Signore per riscoprire la<br />

propria vocazione ecclesiale e per aprirsi<br />

più generosamente alla missione evangelizzatrice<br />

in un tempo difficile». Una<br />

missione per risvegliare nelle coscienze<br />

di tutti — ministri ordinati, persone<br />

consacrate, laici — la propria identità di<br />

battezzati. Con questo intento di risveglio<br />

spirituale e nello stile improntato alla<br />

semplicità evangelica, il programma<br />

del Presule aversano prevede un fitto calendario<br />

— con una durata triennale<br />

della visita secondo l’ordine degli otto<br />

vicariati zonali, nei 29 comuni tra la<br />

provincia di Napoli e quella di Caserta:<br />

vicariato di Caivano, Casal di Principe,<br />

Frattamaggiore, Trentola-Ducenta, Sant’Antimo,<br />

Casaluce, Giugliano in Campania,<br />

Aversa.<br />

Alla conclusione del Giubileo Laureano,<br />

il Vescovo ha invitato tutti i fedeli<br />

della Diocesi a pregare incessantemente<br />

per la conversione del mondo e per la<br />

Pace universale; e per questo evento di<br />

grazia pastorale invocando la «stella della<br />

nuova Evangelizzazione» Maria: «A<br />

Te Vergine Maria, Madre di Cristo e<br />

della Chiesa, affidiamo l’evento di grazia<br />

della visita pastorale perché sia tu a preparare<br />

i cuori dei tuoi figli all’incontro<br />

gioioso con il tuo Figlio Gesù, Salvatore<br />

di tutti gli uomini, ieri, oggi e sempre».<br />

re Dio: fin dal 1853, aveva<br />

appena quattordici anni, si<br />

impegnava nell’esercizio del<br />

mese mariano.<br />

Una vera vita cristiana<br />

comincia per lei con un<br />

susseguirsi di incontri, incontri<br />

normali ed eccezionali.<br />

Cristo aveva la forma<br />

di un incontro umano. La<br />

saggia Margherita Salatino,<br />

futura fondatrice delle Suore<br />

Francescane Elisabettine<br />

Bigie, avrebbe trasmesso a<br />

Caterina l’amore per le lettere<br />

e l’arte, il teatro e la<br />

danza.<br />

Un cristianesimo<br />

vissuto<br />

Il padre gesuita Antonio<br />

Cercià e il barnabita Leonardo<br />

Matera furono per lei<br />

esemplari testimonianze di<br />

cristianesimo vissuto. Per<br />

sette anni fu in corrispon-<br />

denza epistolare con Luisa<br />

re, e la predisse «pescatrice di anime in<br />

mezzo al secolo», ossia nella società, nel<br />

mondo laico d’allora.<br />

Le ripeteva: «Il Cuore di Gesù, Caterina,<br />

questa è l’opera tua». Il 2 febbraio<br />

1862 la Volpicelli si consacrava in modo<br />

solenne al Sacro Cuore.<br />

Dopo pochi anni redigeva i tre volumi<br />

del «Libro d’oro del Sacro Cuore della<br />

Diocesi di Napoli», che testimoniava di<br />

ben quattromila famiglie consacrate al<br />

Sacro Cuore. Intanto riuniva in casa sua<br />

un piccolo gruppo di amiche, accomunate<br />

dalla stessa devozione. Ma erano<br />

tempi difficili per il cattolicesimo: nel<br />

1861 era nato il nuovo Stato italiano, di<br />

stampo piemontese, massonico ed anticattolico,<br />

con ogni intenzione di sfruttare<br />

il Mezzogiorno e piegare il Cattolicesimo.<br />

Le riunioni in casa Volpicelli caddero<br />

in sospetto della polizia e la Beata fu<br />

perseguitata. Nel 1870 la piccola comunità<br />

si stabilì definitivamente nel Palazzo<br />

Petrone alla Salute, a Napoli, dove<br />

fu anche edificata una chiesetta, la prima<br />

chiesa di Napoli dedicata al Sacro<br />

Cuore.<br />

Il 1° luglio 1874 Caterina Volpicelli<br />

fondava ufficialmente l’Istituto delle Ancelle<br />

del Sacro Cuore, «per far rinascere<br />

nei cuori, nelle famiglie e nella società<br />

l’amore per Gesù Cristo».<br />

Pescatrice<br />

d'anime<br />

La Volpicelli, che come si è detto<br />

amava il mondo e le sue bellezze e che<br />

il Beato Ludovico da Casoria aveva esortato<br />

come «pescatrice di anime in mezzo<br />

al secolo», diede alla sua istituzione<br />

«forme accettabili dalla moderna società»:<br />

non prescrisse abito particolare o<br />

contrassegno, tranne un piccolo Crocifisso,<br />

e volle che anche i laici potessero<br />

far parte dell’Istituto, rimanendo nelle<br />

proprie famiglie e nel proprio stato.<br />

In pochi anni eresse nella diocesi napoletana<br />

ottanta associazioni della Lega<br />

del Cuore, aprì un’orfanotrofio, fondò<br />

una biblioteca circolante, costituì l’associazione<br />

delle Figlie di Maria, affidandone<br />

la guida alla Venerabile Maria Rosa<br />

Carafa Traetto, aprì altre case: a Napoli,<br />

a Ponticelli, a Minturno, a Meta di Sorrento,<br />

a Roma.<br />

Caterina Volpicelli e la sua opera di<br />

devozione al Sacro Cuore hanno veramente<br />

segnato «l’inizio di una pagina<br />

decisiva — quasi una svolta — nella storia<br />

di questa devozione a Napoli e nel<br />

Mezzogiorno».<br />

A Gallarate<br />

mostra fotografica<br />

sul beato Padre Pio<br />

da Pietrelcina<br />

Ha avuto un grande successo la<br />

mostra fotografica dedicata al<br />

beato Padre Pio da Pietrelcina organizzata<br />

recentemente a Gallarate,<br />

in provincia di Varese.<br />

Nei sette giorni in cui la mostra<br />

è rimasta aperta al pubblico migliaia<br />

di visitatori hanno sfilato<br />

dinnanzi alle 390 immagini inedite<br />

di Padre Pio, opera di Elia Stelluto,<br />

fotografo personale del beato,<br />

esposte per la prima volta in Italia.<br />

A latere della mostra si è svolta<br />

una Tavola Rotonda sull'opera del<br />

frate di Pietrelcina svoltasi sempre<br />

all'Aloisianum di Gallarate. La Tavola<br />

Rotonda è stata moderata da<br />

Monsignor Alberto Boldorini.


ASIA<br />

PAGINA<br />

India:<br />

il nuovo Vescovo<br />

della Diocesi di Quilon<br />

La Diocesi di Quilon, in India, ha uno<br />

nuovo Vescovo: è il Rev.do Stanley Roman,<br />

nato nel 1941 a Punalur. La Diocesi<br />

di Quilon, nello Stato di Kerala, è<br />

considerata una delle circoscrizioni ecclesiastiche<br />

più antiche dell'India. La<br />

Diocesi conta una popolazione di<br />

4.462.777 abitanti; i cattolici sono<br />

277.869. Nel territorio sono attive 138<br />

parrocchie. I sacerdoti sono 90: 65 diocesani<br />

e 25 religiosi. Le religiose sono<br />

604. La Chiesa è presente nel campo<br />

educativo con 31 asili infantili e 54 scuole;<br />

nel campo assistenziale è attiva con<br />

12 istituzioni caritative e 71 centri di sostegno<br />

per immigrati e rifugiati.<br />

Il Vescovo Roman è entrato nel Seminario<br />

Minore «St. Raphael's» di Quilon;<br />

è quindi passato al Seminario Maggiore<br />

«St. Joseph's». Ha studiato al Collegio<br />

Urbano, dove ha preso la Licenza in filosofia<br />

e teologia. Ha conseguito anche<br />

il «Master of Arts» in Letteratura dell'Università<br />

di Kerala. È stato ordinato<br />

sacerdote nel 1966. È stato Prefetto nel<br />

Seminario Minore «St. Raphael's»; Direttore<br />

diocesano dei Servizi Sociali e<br />

del «Kerala Catholic Students'League»;<br />

Direttore spirituale al Seminario Maggiore<br />

«St. Joseph's»: dal 1997 è Rettore<br />

di questo Seminario.<br />

7 .<br />

Il cammino<br />

della Chiesa<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 29 Dicembre 2001<br />

EMIRATI ARABI L'Arcivescovo Giuseppe De Andrea ha benedetto una nuova chiesa per i cattolici<br />

Un forte segno di speranza nella prospettiva<br />

di una sempre più incisiva opera di annuncio<br />

L'Arcivescovo Giuseppe De Andrea,<br />

Nunzio Apostolico nel Kuwait, nell’arcipelago<br />

di Barhein e nello Yemen,<br />

nonché Delegato del Golfo Arabico, in<br />

cui si trovano gli Emirati Arabi Uniti,<br />

ha inaugurato recentemente la propria<br />

attività nel Golfo benedicendo<br />

una nuova chiesa a Je el Ali — Monte<br />

di Ali — nell’Emirato di Dubai, il secondo<br />

per estensione (3.750 Kmq) e<br />

per numero di abitanti (800 mila) della<br />

Federazione.<br />

Un avvenimento<br />

ricco di significato<br />

II nuovo luogo di culto è 40 Km a<br />

Nord del capoluogo, sulla strada a sei<br />

corsie per Abu Dhabi, e testimonia che<br />

nelle piccole monarchie del Golfo essere<br />

cristiani non solo non è motivo di<br />

discriminazione, ma che la loro presenza<br />

ha contribuito a migliorare decisamente<br />

i rapporti tra islam e cristianesimo.<br />

Nell’arcipelago di Bahrein una cristiana<br />

di origine irachena, Alice Samaan,<br />

è stata inserita dall’emiro tra i<br />

membri del nuovo Consiglio consultivo<br />

in rappresentanza dei 45 mila cristiani<br />

che lavorano nel Paese.<br />

Nel Kuwait all’inizio del Duemila il<br />

governo ha voluto la presenza di un<br />

Nunzio permanente nel proprio territorio<br />

e ha consentito a una società privata<br />

di importare Bibbie e viodeocassette<br />

religiose, anche se da mettere a disposizione<br />

solo dei cristiani.<br />

Un seme<br />

che presto germoglierà<br />

Nel Qatar ci sono le premesse per la<br />

costruzione di complessi destinati a<br />

uso religioso, divisi tra cattolici, anglicani<br />

e ortodossi. Prima di questa decisione,<br />

le autorità locali vietavano la<br />

pubblica pratica di ogni altra religione<br />

al di fuori dell’Islam wahhabita o, con<br />

alcune restrizioni, di quello sciita. A<br />

Dubai, come s’è visto, è stata consentita<br />

la costruzione di un’ulteriore chiesa<br />

a Jebel Ali, dedicata a S. Francesco<br />

d’Assisi, oltre alla prima, edificata in<br />

città nel 1967 su iniziativa del cappuccino<br />

P. Eusebio Daveri.<br />

La benedizione della nuova chiesa<br />

(la quinta negli UAE), costruita su terreno<br />

donato da S.A. Maktoum bin Rashid<br />

al-Maktoum, sceicco di Dubai, è<br />

avvenuta il 15 novembre scorso, alla<br />

presenza del Vicario Apostolico d’Arabia,<br />

il cappuccino Mons. Bernardo<br />

Gremoli; di vari diplomatici europei e<br />

americani; di una ventina di sacerdoti<br />

provenienti da tutto il Vicariato (il più<br />

vasto del mondo); del Ministro Generale<br />

dei Frati Minori Cappuccini, Fra<br />

John Corriveau, e di oltre duemila cattolici,<br />

arrivati con autobus, auto private<br />

e taxi, attentissimi al rito, che si è<br />

svolto in inglese e in arabo.<br />

Il Nunzio Apostolico ha consegnato<br />

ad Hamdan bin Rashid al-Maktoum,<br />

Ministro delle Finanze e dell’Industria<br />

degli Emirati e Vice Ruler di Dubai,<br />

un messaggio di Giovanni Paolo II,<br />

contenente un sincero ringraziamento<br />

per la concessione del terreno su cui è<br />

stato edificata la chiesa, «segno di<br />

comprensione per le necessità spirituali<br />

della gente che lavora nello Stato».<br />

Da parte sua, il Ruler ha lodato la<br />

pacifica convivenza tra i seguaci di diverse<br />

religioni, assicurando che la Fe-<br />

derazione garantisce e garantirà un clima<br />

di rispetto per la fede di tutti. I<br />

primi sacerdoti a raggiungere Dubai (e<br />

gli altri Emirati) sono stati i Cappuccini<br />

di Firenze, che nel 1962 vi si recavano<br />

a celebrare la Santa Messa da Barhain<br />

(2.000 Km di distanza), servendosi<br />

di un altare da campo posto sul<br />

terrazzo di un Istituto di Credito. Con<br />

l’aumento dei cattolici essi chiesero a<br />

Sheick Rashid un’area per costruire la<br />

«casa della preghiera».<br />

Abituato ad accogliere tutti, lo sceicco<br />

ascoltò con attenzione e poi prese<br />

con sé a bordo di un'auto il missionario<br />

P. Barnaba Maddii e fecero insieme<br />

un largo giro in periferia.<br />

La prima scelta del terreno non fu<br />

felice e fu cambiata da P. Eusebio Daveri,<br />

il quale cominciò a preparare l’a-<br />

Bangladesh: convegno sulla tutela dei diritti dei bambini<br />

INDIA Svolta dall'Associazione «Messaggeri della pace», che è stata istituita recentemente<br />

Generosa ed efficace azione a sostegno del dialogo interreligioso<br />

Promuovere in India il dialogo interreligioso<br />

per favorire, al tempo stesso,<br />

un sereno clima di concordia e di fratellanza.<br />

È questo l'obiettivo primario che<br />

si è prefissata l'Associazione religiosa,<br />

formatasi recentemente, denominata «I<br />

Messaggeri della pace». Durante la Santa<br />

Messa celebrata nell'Arcivescovado di<br />

Delhi, a fine novembre, hanno prestato<br />

giuramento i primi sacerdoti in qualità<br />

di membri del movimento.<br />

La Celebrazione Eucaristica è stata<br />

presieduta dall'Arcivescovo di Delhi,<br />

Mons. Vincent Michael Concessao. In<br />

un contesto delicato e complesso come<br />

quello rappresentato dalla società indiana,<br />

— ha detto il Presule all'omelia — si<br />

avverte forte e acuta l'esigenza di produrre<br />

efficaci sforzi per assicurare un'atmosfera<br />

serena, in cui possa instaurarsi<br />

anche un costruttivo dialogo tra i credenti<br />

delle differenti religioni. Da tale<br />

dialogo, del resto, — ha rilevato l'Arcivescovo<br />

Michael Concessao — dipende<br />

in gran misura il grado di civiltà, di benessere<br />

e di progresso dell'intero Paese.<br />

I membri «fondatori» del movimento<br />

sono Padre George Koovackal, Padre<br />

Abhishek Kattuparambil e Padre Marianus<br />

Kullu. Essi sono stati ispirati dalla<br />

Si è tenuto nei giorni scorsi a Dhaka, in Bangladesh,<br />

un convegno di studio per richiamare la fondamentale<br />

esigenza del rispetto dei diritti dei bambini.<br />

Al significativo incontro hanno partecipato più di seicento<br />

bambini, molti dei quali hanno portato la loro<br />

personale testimonianza delle dure esperienze patite<br />

nei drammatici contesti della guerra, della miseria,<br />

dell'abbandono e della solitudine.<br />

Il convegno è stato organizzato dall'«Underprivileged<br />

Children's Education Program», in collaborazio-<br />

Il Nunzio Apostolico, Arcivescovo Giuseppe De Andrea, durante la consacrazione dell'altare della nuova chiesa a Je el Ali. Alla<br />

sua destra, P. John Corriveau, Ministro Generale dei Cappuccini; alla sua sinistra, il Vescovo Giovanni Bernardo Gremoli, Vicario<br />

Apostolico d'Arabia. Nelle foto sotto, il nuovo luogo di culto con l'annesso complesso parrocchiale e l'assemblea dei fedeli che ha<br />

partecipato alla Celebrazione nella nuova chiesa a Je el Ali.<br />

rea per la costruzione da solo, tra la<br />

meraviglia de musulmani e l’ammirazione<br />

del diplomatico inglese Michael<br />

Tommkinson, il quale, nel libro The<br />

United Arab Emirats, lo definì «enterprising<br />

parish priest» (un parroco intraprendente).<br />

Preziosa attività<br />

di catechesi<br />

La chiesa fu aperta al culto nel<br />

1967. Divenuta insufficiente per il continuo<br />

aumento dei cattolici, è stata sostituita<br />

con una più grande (duemila<br />

posti) nel 1989. A questa si aggiunge<br />

ora quella di S. Francesco a Jebel Ali,<br />

che può accogliere 1.300 persone.<br />

Il Vicario Apostolico ha voluto accanto<br />

alla chiesa un centro per la cate-<br />

chiara consapevolezza della necessità di<br />

stabilire una fertile intesa tra le diverse<br />

religioni e tra le differenti culture. Padre<br />

Koovackal è un Carmelitano di Maria<br />

Immacolata; gli altri due sono preti diocesani<br />

di Delhi. L'Arcivescovo Concessao<br />

ha ricordato che l'Associazione attende<br />

di essere ufficialmente regolarizzata<br />

dopo l'approvazione della costituzione<br />

interna.<br />

Un lavoro di tre anni è stato necessario<br />

per prepare la fondamenta dove costruire<br />

questa associazione che riconosce<br />

nel valore della pace l'obiettivo primario<br />

di un'efficace e duratura opera di<br />

annuncio. Per far parte dell'Associazione<br />

occorre essere religiosi o, se laici, è neccessario<br />

prestare giuramento per dare<br />

solennità all'impegno di conseguire gli<br />

obiettivi apostolici che il movimento<br />

persegue.<br />

La nostra speranza — afferma Padre<br />

Koovackal — è che la nostra attività<br />

possa estendersi in breve tempo, così da<br />

realizzare un lavoro capillare, capace di<br />

dare un contributo positivo al benessere<br />

e al progresso della società. L'associazione<br />

è ben consapevole che una delle sfide<br />

da affrontare è costituita dal fondamentalismo,<br />

che non cessa di costituire una<br />

ne con le varie organizzazioni non governative impegnate<br />

a combattere e a sconfiggere le varie forme<br />

di sfruttamento minorile.<br />

Durante i lavori, svoltisi presso l'Accademia di<br />

Dhaka, i relatori hanno posto l'accento sull'ineludibile<br />

neccessità di tutelare i più piccoli da ogni sopruso<br />

e abuso, cercando di attuare mirate strategie di<br />

intervento per migliorare le loro condizioni di vita.<br />

Un ragazzo di 12 anni, Shumi Akhter, ha dato lettura<br />

di un documento intitolato «Noi e i diritti dei<br />

chesi, la casa dei religiosi e quanto<br />

può essere necessario ad un apostolato<br />

adatto ai tempi e ai cattolici di estrazione<br />

diversa.<br />

Infatti i due cappuccini indiani, responsabili<br />

della nuova chiesa, assistono<br />

cattolici di diverse nazionalità, di diverse<br />

lingue (con loro collaborano anche<br />

confratelli libanesi per i cattolici di<br />

lingua araba) e di diversi riti.<br />

«Ora — ha detto il dottor Tony<br />

D’Souza, un responsabile dell’Aluminium<br />

Company’s che lavora nella zona<br />

di Jebel Ali — anche noi abbiamo una<br />

chiesa degna d’un tal nome: non saremo<br />

più costretti ad affollarci in una<br />

cappella anonima e non costringeremo<br />

più il sacerdote a percorrere tanta<br />

strada per la liturgia festiva».<br />

EGIDIO PICUCCI<br />

seria minaccia. A fronte di ciò — spiega<br />

Padre Koovackal — sentiamo come nostra<br />

precisa missione il dare vita ad una<br />

testimonianza di fede che affermi e valorizzi<br />

la dimensione della libertà, del dialogo<br />

aperto e costruttivo, della tolleranza<br />

intesa non come una limitazione forzata<br />

imposta a se stessi, ma, al contrario,<br />

come strumento atto a favorire il<br />

confronto e l'arricchimento reciproco.<br />

Da segnalare che accanto a questa associazione<br />

ne opera un'altra, chiamata<br />

«I membri della pace e dell'armonia».<br />

Padre Koovackal è capo anche di questo<br />

movimento, che si appresta ad approvare<br />

una sua autonoma costituzione interna.<br />

Va rilevato — afferma il religioso —<br />

che di fronte alla violenza che scaturisce<br />

dalle diverse forme di fanatismo, è crescente<br />

nel Paese il desiderio da parte<br />

della gente di dare un proprio contributo<br />

per la causa della pace. I fedeli sanno<br />

che la religione si specchia nella pace,<br />

in essa si riconosce e si esprime in tutta<br />

la sua profondità. Di conseguenza essa<br />

non può certo essere strumentalizzata<br />

per perseguire fini che alla pace sono<br />

ostili e antitetici. E per dare, in nome<br />

della religione, il proprio contributo per<br />

la causa della pace e della fratellanza,<br />

SINGAPORE I fedeli a sostegno dei senza lavoro<br />

Con amore accanto<br />

a chi è nel bisogno<br />

GABRIELE NICOLÒ<br />

Si è fatto sempre più intenso, negli ultimi<br />

tempi, l'impegno della Chiesa in<br />

Singapore per aiutare coloro che sono<br />

alla ricerca di un lavoro. A causa di difficoltà<br />

di ordine economico che hanno<br />

segnato e stanno segnando il Paese, la<br />

piega della disoccupazione si è venuta<br />

ad aggravare, producendo in quanti cercano<br />

un impiego ancora maggiore ansia<br />

e preoccupazione.<br />

Padre Richards Ambrose, membro<br />

della commissione di lavoro impegnata<br />

a studiare opportune e mirate strategie<br />

per fare fronte a tale difficile realtà, sottolinea<br />

che in questo momento trovare<br />

nel Paese un lavoro stabile costituisce<br />

una vera e propria «benedizione».<br />

Spirito di servizio<br />

e di dedizione<br />

L'attività svolta da questa commissione<br />

di lavoro, su iniziativa della Chiesa<br />

che è in Singapore, è ispirata anzitutto<br />

dalla ferma e chiara consapevolezza che<br />

all'esercizio del lavoro si legano fondamentali<br />

valori di ordine etico e spirituale,<br />

quali lo spirito di servizio e di sacrificio,<br />

la dedizione, la generosità, la serietà<br />

umana e professionale.<br />

Di conseguenza — rileva Paddre Richards<br />

Ambrose — la piaga della disoccupazione<br />

non può non portare ad<br />

eludere e a dimenticare la presenza e<br />

l'osservanza di questi valori fondanti.<br />

Ecco allora che il costante e sollecito<br />

impegno della Chiesa a sostegno di coloro<br />

che si trovano in situazioni di difficoltà<br />

muove proprio dalla coscienza della<br />

necessità morale di aiutare i fedeli ad integrarsi<br />

pienamente nel tessuto civile<br />

della società.<br />

Con le diverse realtà lavorative del<br />

Paese — spiega Raoul Sequeira, capo<br />

della commissione di lavoro, parroco<br />

della parrocchia di Nostra Signora del<br />

Perpetuo Soccorso — ci impegnamo ad<br />

avere e ad alimentare proficui contati,<br />

così da avere a disposizione un quadro<br />

organico della situazione in cui muoverci<br />

ed operare.<br />

La recessione economica che ha reso<br />

più grave il fenomeno della disoccupazione<br />

porta con sé un'altra conseguenza<br />

negativa: cioè quella che vede persone<br />

correre il rischio di cedere alla tentazione<br />

di accettare qualsivoglia tipo di lavoro,<br />

anche illecito, pur di sbarcare il<br />

lunario.<br />

Tutelare<br />

i «valori dell'anima»<br />

A tale riguardo Padre Ambrose ha più<br />

volte invitato quanti cercano lavoro a<br />

non essere acritici e supini nel seguire<br />

qualsiasi occupazione venga loro offerta,<br />

perché vi è il rischio concreto di «compromettere<br />

i valori dell'anima e della famiglia».<br />

Di fronte a questa delicata situazione,<br />

come del resto in ogni altra<br />

occasione — sottolinea Padre Ambrose<br />

— occorre mettere al primo posto la fede.<br />

Altrimenti, alla fine, non si sarà felici<br />

di ciò che si è diventati.<br />

Ecco allora l'ineludibile esigenza, da<br />

parte dei fedeli, di impegnarsi nella realtà<br />

quotidiana sempre in linea e in piena<br />

fedeltà ai contenuti del messaggio cristiano,<br />

così da rispettare i valori legati<br />

ad un preciso stile di testimonianza e ad<br />

una esemplare rettitudine morale.<br />

È di quarant'anni l'età media delle<br />

persone segnate dalla disoccupazione,<br />

quindi con sufficiente esperienza alle<br />

spalle maturata in precedenti, seppur<br />

saltuari, impieghi. È anche su questo<br />

punto che la commissione di lavoro<br />

conta di fare leva per ottimizzare le<br />

— prosegue Padre Koovackal — la gente,<br />

religiosi e laici, sente il bisogno di<br />

riunirsi e di agire, con la preghiera e<br />

con le opere, in comunione, nel segno<br />

di una vera concordia di intenti. L'associazione,<br />

per dare un solido fondamento<br />

a questa diffusa aspirazione, ha organizzato<br />

nell'Arcidiocesi di Delhi e nelle zone<br />

limitrofe corsi di formazione e di specializzazione<br />

sui diversi temi legati al<br />

dialogo interreligioso e alla dimensione<br />

ecumenica.<br />

Il religioso sottolinea poi che l'India<br />

può vantare una nobile e illustre tradizione<br />

di armonia e di cooperazione nell'ambito<br />

della convivenza tra religioni e<br />

culture, e rileva che le tensioni che si<br />

verificano spesso derivano da incompresioni,<br />

pregiudizi, paure le quali non possono<br />

ledere né minacciare il forte tessuto<br />

e la collaudata continuità di quella<br />

tradizione. Ed è lungo il solco di essa —<br />

afferma Padre Koovackal — che la nostra<br />

Associazione intende operare e dare<br />

il suo significativo contributo. Si tratta,<br />

dunque, di volgersi al passato per valorizzare<br />

al meglio un'eredità spirituale e<br />

culturale che deve guidare il cammino<br />

di fede nel presente e nel futuro.<br />

G.N.<br />

bambini», ricordando le tante sofferenze imposte ai<br />

più piccoli nelle varie parti del mondo, a causa anzitutto<br />

del propagarsi di guerre e conflitti.<br />

Il Direttore dell'Accademia, Golam Kibria, ha ricordato<br />

dal canto suo che nello stesso Bangladesh<br />

è forte l'esigenza di salvaguardare i diritti dei bambini,<br />

e ha richiamato ciascuno al dovere di contribuire<br />

alla causa della pace e del rispetto della persone,<br />

in primo luogo di quelle più vulnerabili e<br />

svantaggiate.<br />

opportunità da offrire a quanti cercano<br />

lavoro.<br />

Vengono così organizzati corsi di formazione<br />

e di specializzazione ben mirati,<br />

con la speranza fondata che il tanto<br />

agognato impiego si traduca in un'attività<br />

nella quale la persona veramente si<br />

realizzi, esprimendo al meglio le proprie<br />

capacità e le proprie doti. Così facendo,<br />

a beneficiarne non sarebbe solo l'individuo,<br />

ma l'intera società, nello spirito di<br />

un mutuo scambio di talenti e di un reciproco<br />

arricchimento.<br />

Un insidioso elemento che viene ad<br />

inserirsi in questo delicato contesto è<br />

costituito da una smodata competitività<br />

che potrebbe nascere tra quanti sono alla<br />

ricerca del lavoro. Del resto la situazione<br />

logistica crea essa stessa le condizioni<br />

perché questa competitività sia in<br />

qualche modo alimentata. Infatti la situazione<br />

è tale per cui per un solo posto<br />

di lavoro ci potrebbe essere un elevato<br />

numero di aspiranti.<br />

La Chiesa in Singapore è ben consapevole<br />

di questa delicata realtà, per cui<br />

non cessa di invitare ciascuno alla moderazione,<br />

all'equilibrio, nel segno di un<br />

docile e confidente abbandono alla volontà<br />

del Signore.<br />

La commissione di lavoro, al riguardo,<br />

è alacremente impegnata ad offrire<br />

a tutti pari opportunità, senza privilegi e<br />

favoritismi, nel pieno rispetto di un'attività<br />

di solidarietà che si vuole trasparente,<br />

leale e costruttiva.<br />

La proficua intesa<br />

tra le comunità parrocchiali<br />

È da segnalare poi l'efficace intesa<br />

stabilita dalle parrocchie al fine di dare<br />

vita ad un'azione corale in grado di aiutare<br />

i disoccupati. Questa azione consiste<br />

nel dare un sostegno psicologico a<br />

coloro che, essendo senza lavoro, si sentono<br />

e si vedono emarginati dalla società.<br />

Questo sostegno psicologico si traduce<br />

anzitutto nel segno della presenza accanto<br />

a coloro che soffrono e che si sentono<br />

smarriti e sfiduciati.<br />

Al contempo, sul piano strettamente<br />

operativo, le diverse comunità parrocchiali,<br />

sempre sulla base di legami stabiliti<br />

con le varie realtà operative presentyi<br />

nel territorio, assicurano una vigile<br />

attenzione allo scopo di valorizzare ogni<br />

opportunità per favorire il sereno e funzionale<br />

inserimento nel tessuto sociale di<br />

tutti coloro che rischiano di rimanerne<br />

esclusi.<br />

Padre Ambrose, nel richiamare la preziosa<br />

attività realizzata dalla commissione<br />

di lavoro, sottolinea che in ciascun<br />

membro è ben presente la profonda<br />

consapevolezza che, nel cercare di favorire<br />

la promozione sociale dell'individuo<br />

attraverso la ricerca e la valorizzazione<br />

del lavoro, si dà un concreto e significativo<br />

contributo all'opera di evangelizzazione.<br />

Nel segno<br />

di un mutuo arricchimento<br />

Infatti — afferma il religioso — è la<br />

stessa azione di annuncio che, essendo<br />

di vasto respiro, contempla e comprende<br />

in sé la concezione del lavoro come<br />

strumento importante di santificazione<br />

quotidiana. Consapevoli di ciò e fieri di<br />

ciò — rileva Padre Ambrose — la nostra<br />

peculiare attività la sentiamo crescere in<br />

noi come una vera e propria missione,<br />

diretta ad aiutare ci è nel bisogno e a<br />

dare speranza a chi rischia, col tempo,<br />

di perderla. Ed un dato altrettanto significativo<br />

— evidenzia il religioso — è rappresentato<br />

dal fatto che nell'atto di dare<br />

sostegno, ci sentiamo noi stessi sostenuti,<br />

nello spirito e nel segno di un comune,<br />

reciproco arricchimento umano e<br />

spirituale.<br />

Corea:<br />

i Vescovi ausiliari<br />

dell'Arcidiocesi di Seoul<br />

Il Rev.do Joseph Lee Han-Taek, S.I.,<br />

e il Rev.do Andrew Yeom Soo-Jung, sono<br />

i nuovi Vescovi ausiliari dell'Arcidiocesi<br />

di Seoul.<br />

Il Rev.do Lee Han-Taek è nato nel<br />

1934 ad Ansong, in Diocesi di Suwon.<br />

Per un anno ha studiato nel Seminario<br />

di Seoul. Nel 1959 è entrato nella Compagnia<br />

di Gesù. Dal 1963 al 1967 ha studiato<br />

presso la «St. Louis University» di<br />

Missouri, laureandosi prima in Lettere e<br />

Filosofia, poi anche in Matematica. Ha<br />

ricevuto l'ordinazione episcopale il 9<br />

giugno 1971 a Milwaukee (Wisconsin)<br />

negli Stati Uniti. È stato Superiore regionale<br />

dei Gesuiti e Presidente del Comitato<br />

Direttivo dell'Università. Ha ricoperto<br />

la carica di Direttore della «Casa<br />

della Parola» della Compagnia. È stato<br />

anche Presidente del Comitato Direttivo<br />

dell'Università. Dal maggio del 1999 è<br />

Presidente dell'Università a Seoul.<br />

Il Vescovo ausiliare Andrew Yeom<br />

Soo-Jung è nato nel 1943 ad Ansong, in<br />

Diocesi di Suwon. Ha ricevuto l'ordinazione<br />

sacerdotale l'8 dicembre 1970 a<br />

Seoul. Dal 1987 al 1992 è stato Procuratore<br />

del Seminario Maggiore di Seoul.<br />

Dal 1992 al 1998 è stato Cancelliere della<br />

Curia arcidiocesana. Dal 1998 è parroco<br />

a Mok-dong e Vicario Foraneo.


ITALIA<br />

PAGINA<br />

Per la prima volta a Genova la funzione<br />

religiosa che si celebra la notte del 24<br />

dicembre nella Cattedrale di San Lorenzo<br />

— per l’occasione colma e con tanti<br />

giovani che faticavano addirittura ad entrare<br />

— è stata trasmessa in diretta da<br />

Telegenova e Liguria Sat. In tal modo<br />

ha potuto essere seguita da tanti genovesi<br />

e liguri residenti all’estero, in Europa<br />

e in tutto il bacino del Mediterraneo,<br />

sull’emittente satellitare Liguria Sat, sintonizzabile<br />

sul canale 150 dei comuni<br />

«gold box».<br />

L’Eucaristia è stata celebrata dal Vescovo<br />

ausiliare, Mons. Alberto Tanasini,<br />

mentre i canti sono stati eseguiti dal Coro<br />

della Cattedrale, diretto dal Maestro<br />

di Cappella della Chiesa Metropolitana<br />

Luigi Porro.<br />

Nella Messa solenne del giorno di Natale<br />

il Vescovo ausiliare, ha letto l’omelia<br />

preparata dal Cardinale Tettamanzi,<br />

che ha sottolineato la gioia e la responsabilità<br />

che promanano dal Natale, esortando<br />

a non «rimanere indifferenti all’ascolto<br />

di questo straordinario annuncio»<br />

che riempie il cuore di stupore e di<br />

commozione.<br />

«Dio si è fatto uomo, in tutto e per<br />

tutto uomo; l’Eterno è entrato nel tempo<br />

e l’Infinito si è sottoposto alla caducità<br />

delle cose umane. Insomma: l’impossibile<br />

è diventato possibile. E Dio è<br />

con noi, Dio è per noi: un Dio che ci<br />

ama al di là di ogni immaginabile pretesa<br />

e attesa».<br />

«Senti? Le tue sentinelle alzano la voce,<br />

insieme gridano di gioia, perché vedono<br />

con i loro occhi il ritorno del Signore...<br />

». Così il profeta Isaia. Ma non<br />

potrebbe essere questo il dialogo di chi<br />

in questo momento passa accanto alla<br />

nostra Cattedrale e sente provenire da<br />

dentro alte voci, grida di gioia tra canti<br />

e preghiere? E non siamo noi quelle<br />

sentinelle che hanno atteso con trepida-<br />

Creare un mondo di pace utilizzando<br />

un metodo pacifico: è questo il messaggio<br />

forte che il Vescovo di Bolzano-Bressanone,<br />

Wilhelm Emil Egger, ha voluto<br />

lanciare ai fedeli nel corso delle Concelebrazioni<br />

Eucaristiche che ha presieduto<br />

la sera di lunedì 24 dicembre a Bressanone<br />

e la mattina del giorno di Natale<br />

a Bolzano. «Facendosi uomo tra gli uomini<br />

— ha spiegato il Presule — Dio ha<br />

conferito dignità ad ogni essere umano;<br />

per questo siamo chiamati a rispettare<br />

la dignità del nostro prossimo. Il figlio<br />

di Dio ha ritenuto che la sua gloria stesse<br />

proprio nel fatto di rendersi uomo e<br />

per questo lo dobbiamo adorare».<br />

Espliciti sono stati i riferimenti di<br />

Monsignor Egger all'attualità: la drammatica<br />

crisi medio-orientale, la Terra<br />

Santa che «oggi soffre come ai tempi<br />

della nascita di Gesù», i molti altri focolai<br />

di tensione che tengono in ansia il<br />

mondo, le violenze e le ingiustizie che<br />

causano la morte di milioni di persone.<br />

L'umanità invoca la pace, ma come raggiungerla<br />

concretamente? «Dio ha scelto<br />

un percorso di pace — ha risposto il Vescovo<br />

— rivelandosi nel volto di un<br />

bambino che non incute paura. Il bambino<br />

è il simbolo della non violenza. Gesù<br />

ha iniziato un movimento di pace: i<br />

suoi discepoli ne sono stati i primi testimoni,<br />

senza armi, senza neanche un<br />

bastone che potesse sembrare un'arma.<br />

Per creare un mondo di pace, dunque,<br />

dobbiamo utilizzare un metodo pacifico».<br />

Monsignor Egger ha invitato i fedeli<br />

di lingua italiana, tedesca e ladina che<br />

hanno affollato le Cattedrali di Bressanone<br />

e di Bolzano ad essere anche loro<br />

uomini e donne di pace: «Tutto deve cominciare<br />

nel cuore. Se noi camminiamo<br />

annunciando la pace, le nostre strade e<br />

le nostre piazze diventeranno strade e<br />

piazze di pace. Questo — ha concluso il<br />

Vescovo della diocesi altoatesina — è il<br />

mio augurio per il Santo Natale».<br />

MAURIZIO MELLARINI<br />

Per il Natale 2001 le Diocesi marchigiane<br />

si sono prodigate con molte iniziative.<br />

L’Arcidiocesi metropolitana di Fermo<br />

ha dedicato molto spazio all’approfondimento<br />

della cultura e della didattica<br />

Sacra sul tema della Natività.<br />

A Sant’Angelo in Pontano si è svolta<br />

una Rassegna Nazionale di Presepi.<br />

Obiettivo la valorizzazione di un tipo di<br />

artigianato, quello dei presepi, che in alcuni<br />

casi si è sviluppato, attraverso i secoli,<br />

in una vera e propria alta vena artistica<br />

non solo in Italia, ma in tutto il<br />

mondo, esprimendo plasticamente il Mistero<br />

del Verbo fatto uomo e nato tra<br />

noi, in ogni singola cultura.<br />

A Massignano, in questo florilegio panoramico<br />

di cultura ispirata al Sacro e<br />

alla Nascita di Gesù, è stata allestita la<br />

10ª Mostra Filatelica Internazionale sul<br />

tema «La Natività». Il parroco Don Mario<br />

Angelini ha sottolineato: «Il Natale<br />

del Signore, celebrato con emissioni filateliche,<br />

ormai da quasi tutte le Nazioni,<br />

viene reso visibile attraverso le piccolissime<br />

“icone”. Questi foglietti di carta, i<br />

francobolli, sono riusciti a fare del Natale<br />

una grande ricorrenza religiosa e una<br />

festa universale, che riunisce idealmente<br />

tutti gli Stati e gli uomini del mondo».<br />

8 .<br />

<br />

<br />

zione e ora vedono con i loro occhi la<br />

venuta del Signore?».<br />

Poiché è Natale — è questo un altro<br />

brano dell'omelia del Cardinale di Genova<br />

— «alziamo la voce con gioia all’interno<br />

di queste mura. Alziamo la voce<br />

con gioia all’interno delle nostre case.<br />

Alziamo la voce con gioia per le strade<br />

della nostra città. Perché oggi tutta la<br />

terra ha veduto la salvezza del Signore!<br />

Questa terra non può rimanere indifferente<br />

e distratta. E noi non vogliamo lasciarla<br />

indifferente e distratta».<br />

I motivi dello stupore — proseguiva il<br />

testo dell’omelia — «li ha ricordati con<br />

sintesi felice e precisa la preghiera della<br />

Colletta», che parla di creazione e di redenzione.<br />

Se è stata mirabile la prima,<br />

ancora più mirabile si è dimostrata la<br />

seconda.<br />

«Quasi a dire — con il linguaggio tipico<br />

dell’amore — che Dio «non può vivere<br />

senza l’uomo». Per questo egli ci rinnova<br />

nel profondo con la sua venuta:<br />

non soltanto restituendoci la bellezza<br />

spirituale perduta con il peccato, ma addirittura<br />

donandone una ancora più mirabile».<br />

E, per un’altra sottolineatura della<br />

preghiera, «a partire dal Natale a ciascuno<br />

è data la capacità di vivere alla maniera<br />

di Dio». Nello stupore del Dio che<br />

è venuto, viene continuamente, e verrà<br />

al compimento del tempo. Che ha detto<br />

in Gesù tutte le parole che intendeva dire<br />

all’umanità.<br />

Riferimento normativo alla vita, criterio<br />

di giudizio e icona nella quale contemplare<br />

tutto ciò che il Padre attende<br />

dai suoi figli adottivi: «per essere cristiani<br />

diversi. Forse, per essere solo cristiani<br />

davvero», portatori di una irresistibile<br />

istanza di pace per ogni uomo e per la<br />

vita dei popoli.<br />

GRAZIELLA MERLATTI<br />

«La pace è ancora possibile. Noi lo<br />

crediamo. Non è utopia. È speranza certa.<br />

La pace è un dono che viene dall’alto<br />

e che la nostra invocazione al Signore<br />

della storia potrà ottenere. A condizione<br />

che ci impegniamo tutti a realizzare insieme<br />

progetti di giustizia e di solidarietà,<br />

di amicizia e di fraternità, di comprensione<br />

e di amore». È quanto ha affermato<br />

il Vescovo di Trieste, Mons. Eugenio<br />

Ravignani, durante la solenne celebrazione<br />

del Santo Natale nella Cattedrale<br />

di san Giusto.<br />

«Ed è possibile anche nella Terra Santa?»<br />

si è chiesto il Vescovo. «A Betlemme<br />

di Efrata, dove nelle tenebre brillò<br />

una grande luce quando Gesù nacque<br />

dal grembo della Vergine Madre? A Gerusalemme<br />

a cui anch’egli era salito pellegrino<br />

per lodare il nome del Signore e<br />

per cui aveva pregato chiedendo pace<br />

fra le sue mura e dove, dopo la sua<br />

morte, era risorto glorioso alla vita?».<br />

La gloria del Signore, ha ricordato il<br />

Presule, è un’umanità riconciliata che<br />

vive nella pace. E oggi pace non c’è.<br />

«Sono stati compiuti atti terroristici che<br />

hanno ucciso migliaia di innocenti e<br />

hanno diffuso nel mondo angoscia e<br />

paura. Sono gesti per i quali non vi è,<br />

né vi può essere, alcuna giustificazione<br />

e ferma dev’essere l’esecrazione e la<br />

condanna. Non c’è pace senza giustizia,<br />

ne siamo convinti — ha detto il Vescovo<br />

—. Ma siamo sgomenti dinanzi a una<br />

guerra che ha distrutto un Paese intero<br />

e per altri si fa ancora palese minaccia.<br />

E ci chiediamo semmai cesseranno le<br />

guerre, a cui si paga il prezzo altissimo<br />

di tante vite sacrificate e le cui insopportabili<br />

conseguenze aggravano il peso della<br />

miseria dei poveri. Ci domandiamo<br />

semmai — ha aggiunto Mons. Ravignani<br />

— se coloro che sono alla guida dei popoli<br />

sapranno, e vorranno, percorrere le<br />

vie della pace nel rifiuto di ogni sopraffazione<br />

e violenza, nel dialogo paziente<br />

e leale, nel rispetto dei patti liberamente<br />

sottoscritti, negli intensi scambi della<br />

ricchezza della cultura e della scienza,<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 29 Dicembre 2001<br />

La celebrazione del Natale nelle diocesi<br />

GENOVA VENEZIA<br />

Spiegando così il perché di questa mostra<br />

filatelica sulla Natività. La mostra è<br />

ospitata nella settecentesca chiesa di<br />

s.Giacomo Maggiore, donata dall’ambasciatore<br />

pontificio d’Austria Callisto<br />

Gentili (XVIII sec.), perfettamente restaurata.<br />

L’edificio, in puro stile tardobarocco,<br />

ospita una icona ad olio su tavola<br />

del 1440 di Vittore Crivelli, «Vergine<br />

adorante il Bambino». Il visitatore<br />

può recarsi anche nell’adiacente neo-allestito<br />

Museo liturgico«s.Giacomo», che<br />

racchiude come uno scrigno opere di artigianato<br />

sacro: Ostensori, candelieri, insegne<br />

di Confraternite, dipinti e tante altre<br />

espressioni artistiche frutto della religiosità<br />

popolare. La visita natalizia continua<br />

in un locale comunale, un tempo<br />

sito di una chiesa agostiniana, dove esiste<br />

un affresco quattrocentesco, con<br />

«Vergine, Divin Bambino e Santi».<br />

Altre iniziative legate al Natale sono<br />

quelle proposte dalle Clarisse di Fermo,<br />

che hanno organizzato una serie di incontri<br />

di preghiera guidati da p. Paolo<br />

Castaldo O.F.M. Le Benedettine, dal loro<br />

canto, hanno approfondito riflessioni<br />

sul tema: «Il Dio inaccessibile si fa bambino<br />

e viene a noi». Altre iniziative natalizie<br />

della diocesi fermana, organizzate<br />

B. DADDI – Parte del Trittico del Bigallo, Firenze, Orfanotrofio del Bigallo<br />

nella cooperazione internazionale che<br />

accresce i beni della terra e li fa prosperità<br />

per tutti. Ma anche se avranno il<br />

coraggio del perdono».<br />

La pace è possibile, ha ripetuto il Vescovo.<br />

Noi lo vogliamo credere, come<br />

Abramo che ebbe fede sperando contro<br />

ogni speranza. «Oggi due popoli si confrontano<br />

duramente e i loro giorni sono<br />

segnati dal pianto e dal lutto. Ambedue<br />

hanno diritto a veder riconosciuta la loro<br />

dignità nella libertà e garantite sicurezza<br />

e tranquillità».<br />

Mons. Ravignani ha quindi invitato i<br />

fedeli a pregare insieme a lui perché<br />

venga abbattuto il muro dell’incomprensione<br />

e del rifiuto, dell’avversione e dell’ostilità<br />

che divide, e israeliani e palestinesi<br />

possano vivere insieme nella stessa<br />

terra.<br />

Il Vescovo di Trieste ha poi rivolto<br />

una preghiera e un augurio per la città<br />

di Trieste, per coloro che oggi reggono<br />

le sorti, per quanti in essa vivono e operano<br />

perché crescano concordia e serenità<br />

e nell’impegno convinto e condiviso<br />

nuove prospettive intendono aprire al<br />

suo domani. Monsignor Ravignani ha dichiarato,<br />

infine, di portare tutti nel cuore;<br />

i bambini che incantano con la loro<br />

freschezza innocente e lieta; i giovani<br />

che interrogano con le loro attese e si<br />

mostrano impazienti di assumere il loro<br />

posto nella vita; le famiglie con le loro<br />

ansie e preoccupazioni ma anche con le<br />

gioie che compensano tribolazione e fatica;<br />

gli anziani con le loro sofferenze e<br />

la loro solitudine; i lavoratori che affrontano<br />

problemi e sacrifici e non di rado<br />

temono che venga a mancare il posto di<br />

lavoro e, con esso, quanto necessario a<br />

vivere dignitosamente con la loro famiglie».<br />

E al Signore Gesù, che oggi è nato, il<br />

Vescovo ha affidato tutti i fedeli della<br />

Diocesi tergestina, perché accompagni il<br />

loro cammino e colmi il loro cuore di<br />

grazia, di fiducia, di gioia.<br />

C. Z.<br />

in collaborazione con la parrocchia di<br />

Montegranaro, sono i Seminari sulla figura<br />

di s. Paolo, dalle origini del cristianesimo;<br />

alla lettera ai Romani e quella<br />

ai Galati, guidate rispettivamente da D.<br />

Gabriele Miola, da D. Paolo Bascioni,<br />

entrambi docenti dell’Istituto Teologico<br />

Marchigiano, e da D. Ernesto Menichelli,<br />

monaco camaldolese. Nella chiesa di<br />

s. Rocco di Fermo è stata allestita una<br />

singolare mostra intitolata: «Preziosi ricordi<br />

di un Natale di carta», con esposizione<br />

di antichi biglietti augurali natalizi<br />

sul tema sacro.<br />

Varie iniziative caritative sono state<br />

promosse. Il culmine delle celebrazioni<br />

è avvenuto grazie all’Arcivescovo Mons.<br />

Benito Gennaro Franceschetti, che ha<br />

presieduto in Cattedrale una solenne Eucaristia.<br />

Nell’omelia ha rievocato il Mistero<br />

della Nascita di Gesù come Redentore<br />

e Salvatore dell’umanità. Una folla<br />

notevole ha seguito il sacro rito. Il tema<br />

ricorrente della Festività è stato la Pace,<br />

per la preparazione, attraverso il digiuno<br />

e la preghiera, all’incontro di Assisi<br />

del 24 gennaio prossimo.<br />

SUSANNA FAVIANI<br />

Il Vescovo, Monsignor Fernando<br />

Charrier, ha presieduto le celebrazioni<br />

eucaristiche della mezzanotte della vigilia<br />

e del giorno di Natale nella cattedrale<br />

di Alessandria gremita di fedeli ricordando<br />

l’annuncio di gioia e di amore che<br />

scaturisce da quella grotta di Betlemme<br />

dove è nato il Salvatore. «Ci è apparso<br />

l’amore di Dio che ci ha dato il suo unico<br />

figlio, venuto per tutti e portatore di<br />

un amore senza limiti, senza riserve,<br />

senza condizioni, che riempie il cuore,<br />

la mente, la vita. Ma chi è questo Bambino<br />

di cui abbiamo letto nel Vangelo,<br />

ha domandato Monsignor Charrier: è lui<br />

il principio di tutte le cose, è l’orizzonte<br />

di tutti gli uomini. Ma il mondo non<br />

l’ha accolto e l’ha visto come uno straniero<br />

e un intruso, invece di guardare<br />

questa luce immensa».<br />

L’evento natalizio, così carico dell’attesa<br />

del Signore, è stato celebrato in<br />

una Cattedrale barese gremita da centinaia<br />

di fedeli dall’Arcivescovo di Bari-<br />

Bitonto Mons. Francesco Cacucci. Nei<br />

giorni precedenti il Natale, il Presule<br />

aveva a lungo visitato i principali ospedali<br />

dell’arcidiocesi portando un gesto di<br />

partecipazione cristiana a tutti coloro<br />

che soffrono e a coloro che sono quotidianamente<br />

impegnati a lenire la sofferenza<br />

umana. Anche nelle carceri Mons.<br />

Cacucci si è soffermato a lungo sottolineando<br />

l’esigenza di vivere la qualità<br />

della vita che, pur nella sofferenza quotidiana,<br />

è saldamente legata a quelli che<br />

sono gli eterni valori. Il primo fra tutti<br />

— e Natale ne è la testimonianza più viva<br />

— è quello incarnato dal Cristo che è<br />

venuto a renderci partecipi della vita divina,<br />

realizzando quell’«umanità di Dio»<br />

che ci fa annunciatori della sua esistenza<br />

rivelata agli uomini. Tracciando un<br />

quadro della società dei nostri tempi,<br />

l’Arcivescovo ha sottolineato la necessità<br />

«Viviamo la celebrazione liturgica della<br />

Natività di Gesù con la grata memoria<br />

di quanto è accaduto a Betlemme<br />

più di duemila anni fa, ma soprattutto<br />

con la indistruttibile speranza che lo<br />

stesso Signore Gesù illumini la coscienza<br />

degli uomini e in modo particolare quella<br />

dei governanti, perché essi comprendano<br />

la dignità della persona umana e si<br />

decidano a percorrere sentieri di pace».<br />

Il richiamo al vero significato della celebrazione<br />

della nascita di Gesù è l’impronta<br />

che l’Arcivescovo di Taranto, Benigno<br />

Luigi Papa, ha voluto dare al suo<br />

messaggio alla Diocesi, ripreso anche<br />

nel solenne pontificale che ha presieduto,<br />

nel giorno di Natale, nella Concattedrale<br />

Gran Madre di Dio.<br />

«È un Natale triste quello di quest’anno.<br />

Osserviamo, infatti, con orrore<br />

quanto accade in Terra Santa e in Afghanistan,<br />

ricordiamo con angoscia<br />

quanto è avvenuto l’undici settembre<br />

scorso in America: migliaia e migliaia di<br />

persone colpite a morte dall’odio, dalla<br />

violenza, dalla guerra, da un terrorismo<br />

organizzato che strumentalizza non solo<br />

l’uomo ma anche Dio. Le immagini di<br />

morte che entrano nelle nostre case non<br />

ci lasciano indifferenti, ma ci addolora-<br />

«Natale è il giorno in cui tutto ricomincia.<br />

Anche dopo l’11 settembre. Anche<br />

dopo il 7 ottobre, quando sono iniziati<br />

i bombardamenti sull’Afghanistan.<br />

Anche se nella terra, dove il Figlio di<br />

Dio è apparso, si consuma il no più<br />

drammatico alla pace. Anche nella notte<br />

della guerra nasce il Signore. Dio non<br />

vuole la guerra del fratello contro il fratello.<br />

Ma il Figlio di Dio fatto uomo,<br />

non la guerra, è la definitiva parola di<br />

Dio sull’uomo. Da Betlemme altre parole<br />

si snodano: giustizia, pace, non c’è<br />

pace senza giustizia e poi misericordia e<br />

perdono».<br />

È quanto ha scritto il Patriarca di Venezia,<br />

Cardinale Marco Cé, nel messaggio<br />

ai fedeli della sua diocesi in occasione<br />

del Santo Natale.<br />

«Avevo fame, avevo freddo, ero forestiero,<br />

carcerato e mi avete teso la mano».<br />

Queste parole, ha sottolineato il Patriarca,<br />

fondano la certezza che Dio ha<br />

in mano la storia dell’uomo e che l’improbabile<br />

speranza di riconciliazione e<br />

di pace può diventare possibile. Perché<br />

niente è impossibile a Dio.<br />

Per questo Natale è il giorno della<br />

speranza. «Anche per l’Afghanistan, per<br />

Gerusalemme e l’Africa... . Perché in<br />

ogni uomo che soffre, che piange, che è<br />

rifiutato e che muore, lì c’è Gesù».<br />

«Gesù — ha ricordato ancora il Patriarca<br />

durante la solenne Santa Messa<br />

di Mezzanotte celebrata nella Basilica di<br />

san Marco — nasce come un rifiutato,<br />

povero fra i più poveri. Per lui non c’era<br />

posto nell’albergo.<br />

«Ma il Figlio di Dio rifiutato, non ci<br />

rifiuta. La sua nascita è un dono di salvezza<br />

per tutti. E la sua povertà dà dignità<br />

a tutti i poveri, chiamati anche loro,<br />

come ogni uomo in questa notte, figli<br />

di Dio».<br />

Certo, ha detto il Cardinale Cé, ci<br />

BOLZANO TRIESTE ALESSANDRIA<br />

BARI<br />

Il Vescovo di Alessandria ha richiamato<br />

l’attenzione su quanto accade in questi<br />

giorni nel mondo, «proprio perché gli<br />

uomini non vanno a quel principio e<br />

non sono più capaci di costruire l’amore<br />

e di legarsi fra di loro in solidarietà».<br />

Ai credenti è stato rivolto l’invito a<br />

scoprire il miracolo di Dio che si fa uomo<br />

ed è presente nel tabernacolo, un<br />

Dio che si presenta a noi come un bambino<br />

in fasce ma che è capace di entrare<br />

nel nostro cuore e nella nostra vita. «Per<br />

questo — ha detto Monsignor Charrier<br />

— Natale è la festa del cuore, la festa<br />

della famiglia e tutto ciò che faremo in<br />

questo giorno avrà senso se non ci dimenticheremo<br />

di coloro che non vedono<br />

questa luce... Questo bambino è venuto<br />

anche per loro».<br />

MARCO CARAMAGNA<br />

di conservare, in epoca di globalizzazione,<br />

il valore della famiglia, le tradizioni<br />

religiose, la cultura locale. Sotto tale<br />

aspetto — e l’indicazione è fatta da osservatori<br />

di grande serietà anche culturale<br />

— si avverte, a Bari e in tutta la<br />

Puglia, un forte senso di identità religiosa<br />

e di partecipazione ecclesiale, in un<br />

processo non solo individuale ma collettivo<br />

di abbandonare gli aspetti dell’individualismo<br />

e di guardare, con cuore<br />

aperto alle grandi vie del cielo, oltre le<br />

proprie esigenze per imboccare la giusta<br />

via che porti tutta l’umanità verso quel<br />

regno per il quale è stata creata. «Il Natale<br />

— ha ancora rilevato Mons. Cacucci<br />

— si celebra con la Pasqua. Ogni sacrificio<br />

di un innocente, anche non consapevole,<br />

produce vita. Questo è il senso<br />

della salvezza. Non dobbiamo attendere<br />

solo un futuro immediato. Chi è morto,<br />

vittima dell’ingiustizia, è nella gloria: così<br />

annunciamo una speranza più grande».<br />

VITO MAUROGIOVANNI<br />

FERMO TARANTO<br />

no profondamente. La nostra sofferenza<br />

è tanto più grande in quanto come cristiani<br />

sappiamo che “con l’incarnazione<br />

il Figlio di Dio si è unito in un certo modo<br />

ad ogni uomo”, per cui la vita umana<br />

ha per noi una dignità altissima. Questo<br />

è in stridente contrasto con quel che accade<br />

in più parti del mondo ove la vita<br />

dell’uomo è costantemente vilipesa, fatta<br />

oggetto di disprezzo, anzi utilizzata<br />

persino come arma per uccidere altre<br />

vite umane».<br />

«Ma — ha aggiunto l’Arcivescovo —<br />

la sofferenza che proviamo, per lo scenario<br />

di morte nel quale celebriamo il<br />

Santo Natale, non può far venir meno la<br />

nostra speranza. Essa è fondata nel nostro<br />

sincero impegno ad essere promotori<br />

e protagonisti di una cultura di pace,<br />

ma è soprattutto radicata nella potenza<br />

misericordiosa del nostro Dio al<br />

quale ci rivolgiamo con la preghiera:<br />

“Signore della giustizia e della pace, visita<br />

la nostra terra”».<br />

La celebrazione è stata preceduta, secondo<br />

una tradizione ormai consolidata,<br />

da dodici anni, dall’incontro con i detenuti<br />

del carcere di via Speziale. Nella<br />

Santa Messa celebrata nella cappella, alla<br />

presenza di una nutrita rappresentan-<br />

sconvolge la povertà del modo con cui il<br />

Figlio di Dio fatto uomo è nato; come ci<br />

sconvolge che il primo Natale del nuovo<br />

millennio avvenga in un clima di guerra<br />

e che, proprio Betlemme, sia segno di<br />

odio e non di pace come cantavano gli<br />

angeli. «Però — ha aggiunto — non<br />

dobbiamo temere. Al di sopra di ciò che<br />

gli uomini possono fare, è Dio che conduce<br />

la storia. Egli sa scrivere la nostra<br />

salvezza anche nelle vicende umane più<br />

tenebrose».<br />

L’amore di Dio che si rivela a Betlemme<br />

prenderà corpo nel Crocifisso: «fra<br />

la mangiatoia di Betlemme e il legno<br />

della croce si tesse la storia della nostra<br />

salvezza. È un mistero sconvolgente. Un<br />

amore senza misura».<br />

In questa notte, ha detto ancora il Patriarca,<br />

si deve alzare la nostra invocazione<br />

della pace e il nostro rifiuto alla<br />

guerra.<br />

«Noi oggi — ha affermato il Cardinale<br />

presiedendo la Santa Messa del giorno<br />

di Natale — celebriamo l’evento centrale<br />

della nostra salvezza: il dono di Dio<br />

fatto uomo. Il Natale non è solo memoria;<br />

è incontro reale con il Figlio di Dio<br />

incarnato: un incontro di fede che ci salva».<br />

Il Figlio di Dio, incarnandosi, assume<br />

la nostra umanità e dona a noi la propria<br />

divinità.<br />

«Si tratta — ha sottolineato a tale<br />

proposito il Cardinale Cé — del fondamento<br />

di una dignità assolutamente<br />

nuova e singolare, di una dignità donata<br />

a ogni uomo «per grazia»: noi siamo veramente<br />

figli di Dio. E noi chiamiamo<br />

Dio come lo chiamava Gesù. «Abbà»,<br />

«padre».<br />

Questo comporta anche una radicale<br />

fraternità con tutti gli uomini, al di là di<br />

ogni differenza di razza, di cultura e di<br />

religione. «Gesù ha portato a compimento<br />

quest’opera sulla croce, quando<br />

ha distrutto il peccato che è “divisione”.<br />

«Questo fonda il dovere e la possibilità<br />

della pace nella giustizia: senza giustizia<br />

non c’è pace. Fonda anche il dovere<br />

e la possibilità della solidarietà fra ricchi<br />

e poveri e della condivisione di quei beni<br />

che Dio ha creato per tutti i suoi figli».<br />

In questo modo l’incarnazione del Figlio<br />

di Dio ha la forza di cambiare la<br />

storia dell’uomo e di creare nuove relazioni.<br />

Tutto questo, però, va tradotto in<br />

comportamenti concreti.<br />

Ogni giorno, ha detto, il Cardinale<br />

Cé, possiamo compiere gesti di pace, di<br />

giustizia e di condivisione.<br />

Il Patriarca di Venezia ha invitato<br />

quindi a dare alla propria vita un’impostazione<br />

che ci consenta di dedicare almeno<br />

un po’ del nostro tempo, oltre<br />

che del nostro denaro, agli altri. Come?,<br />

si è chiesto il Cardinale e ha così proseguito:<br />

«Attraverso il volontariato, soprattutto<br />

quello a favore dei poveri, degli anziani,<br />

degli ammalati, dei carcerati, dei più deboli<br />

della terra.<br />

«Si tratta di una delle forme più alte<br />

del dono di sé, che trova nel mistero<br />

dell’Incarnazione il suo fondamento».<br />

Il volontariato gratuito, ha sottolineato<br />

a questo proposito il Cardinale Cé, va<br />

perciò apprezzato, proposto e sostenuto<br />

come uno dei valori più efficaci per rinnovare<br />

la mentalità della comunità cristiana<br />

e della stessa società civile.<br />

«La gloria di Dio si riflette nell’uomo<br />

che accetta nella fede il dono della filiazione<br />

divina e la pace è il dono che Dio<br />

fa ai suoi figli. Ma anche la pace, come<br />

ogni dono di Dio, non ci esime mai dalla<br />

nostra collaborazione: essa si costruisce<br />

con le nostre mani e deve prendere<br />

corpo in opere e atteggiamenti di pace.<br />

« Solo così — ha affermato il Patriarca<br />

di Venezia — il mondo cambierà.<br />

Così si creerà una cultura nuova. Così si<br />

influirà sulla politica, sulle istituzioni: attraverso<br />

una mentalità di pace che traduca,<br />

in termini umani, l’amore di Dio<br />

per l’uomo, rivelato nel mistero del Natale».<br />

CLAUDIO ZERBETTO<br />

za degli ospiti della casa di detenzione,<br />

l’Arcivescovo aveva inteso testimoniare<br />

la vicinanza della Chiesa a coloro che<br />

soffrono e che vivono nel disagio, lontani<br />

dai loro cari. Parlando ai detenuti ha<br />

posto l’accento sul vero significato cristiano<br />

del Natale e sul piano di Salvezza<br />

di Dio che, nella venuta del Suo Figlio,<br />

ha voluto manifestare la sua infinita<br />

bontà e il suo progetto di liberazione<br />

dell’uomo nella sua integralità.<br />

«Nella società così complessa e frammentata,<br />

nella quale tutti possiamo perdere<br />

la bussola della vita, essere facile<br />

preda dell’incertezza e del disorientamento<br />

— sono state le parole dell’arcivescovo<br />

— è motivo di rassicurante certezza<br />

sapere che Gesù, il Signore nostro<br />

Dio, ci “tiene per la destra” e ci “viene<br />

in aiuto” per guidarci sulla via della vita,<br />

sui sentieri della Verità e del Bene».<br />

Concetti che ha poi ripreso anche nell’incontrare<br />

i barboni e i diseredati occasionali<br />

ospiti nel ricovero per i senza tetto<br />

della Caritas, ai quali l’Arcivescovo<br />

ha voluto unirsi per condividere il pranzo<br />

di Natale. Una testimonianza di amore<br />

e di speranza in un giorno.<br />

SILVANO TREVISANI


A ROMA<br />

PAGINA<br />

OSTIENSE Precauzioni per evitare altri incendi<br />

Cominciati i lavori<br />

per la galleria di servizio<br />

«L'Acea sta già lavorando lungo il viale<br />

della Piramide Cestia per installare<br />

sotto il manto stradale una tubiera provvisoria<br />

che conterrà i cavi dell’Acea, dell’Atac<br />

e in parte della Telecom: quest’opera<br />

sarà pronta entro il 6 gennaio»: lo<br />

ha detto, giovedì, l’assessore capitolino<br />

ai Lavori pubblici, Giancarlo D’Alessandro,<br />

al termine del vertice con le società<br />

di servizio. Presenti all’incontro, oltre all’Acea<br />

ed al comandante dei Vigili del<br />

fuoco, Luigi Abate, anche rappresentanti<br />

dell’Atac, della Prefettura, degli uffici<br />

comunali interessati, delle aziende di telefonia<br />

e dei Vigili urbani.<br />

«Sono stati confermati — ha aggiunto<br />

l’assessore — gli indirizzi presi. Contestualmente<br />

comincia il lavoro per il rifacimento<br />

della galleria, che sarà un<br />

esempio di galleria del futuro, con tutte<br />

le norme di sicurezza. Alla riunione del<br />

pomeriggio con l’Acea ha partecipato il<br />

comandante provinciale dei Vigili del<br />

fuoco Abate, che ha portato un suo peculiare<br />

contributo sul tema della sicurezza.<br />

Abbiamo deciso che nelle nuove gallerie<br />

sarà messo un tubo vuoto che trasporterà<br />

del gas inertizzante (Naf) che<br />

impedisce lo sviluppo di incendi. Faremo<br />

dei compartimenti stagni nelle varie<br />

gallerie, ogni cento metri un setto dividerà<br />

un tratto dall’altro».<br />

D’Alessandro ha aggiunto che, quanto<br />

alla verifica delle autorizzazioni per il<br />

passaggio dei cavi, è risultato «tutto a<br />

posto». «Acea, Atac, Telecom, Wind e<br />

Fastweb — ha affermato — erano presenti<br />

nella galleria».<br />

Fiumicino:<br />

campagna preventiva<br />

di vaccinazione<br />

antipneumococcica<br />

La Asl Rm D di Fiumicino ha dato il<br />

via ad una campagna preventiva di vaccinazione<br />

antipneumococcica contro infezioni<br />

particolarmente gravi negli anziani<br />

e nei bambini di età inferiore ai 2 anni.<br />

Il pneumococco può causare nei<br />

bambini otite media acuta, polmonite,<br />

sinusite e meningite. Negli anziani le infezioni<br />

si associano ad una più alta frequenza<br />

di forme polmonari gravi.<br />

Il progetto, di durata quinquennale,<br />

prevede che si possa fare la vaccinazione<br />

fino alla fine di febbraio: non è necessario<br />

ripeterla annualmente poiché<br />

fornisce un’immunità di almeno cinque<br />

anni. Gli utenti — informa l’Asl — per<br />

avere informazioni possono rivolgersi al<br />

proprio medico di famiglia che potrà<br />

vaccinarli presso il proprio studio, se ha<br />

aderito alla campagna vaccinale, oppure<br />

possono essere vaccinati nei presidi di<br />

Maccarese e Palidoro o nel poliambulatorio<br />

di Fiumicino dietro prescrizione<br />

medica.<br />

La vaccinazione per l’anziano o per<br />

l’adulto sotto i 65 anni, affetto da due o<br />

più malattie importanti come ad esempio<br />

diabete e ipertensione, viene offerta<br />

gratuitamente. Per i bambini sono stati<br />

coinvolti i pediatri di famiglia nell’individuare<br />

i soggetti a rischio di malattia<br />

pneumococcica da sottoporre a vaccinazione.<br />

Viene offerta presso i presidi vaccinali,<br />

dietro presentazione di impegnativa<br />

e previo pagamento di ticket, ai bimbi<br />

sotto i due anni frequentanti l’asilo<br />

nido, a quelli fra i 3 e i 5 anni affetti da<br />

malattie gravi come talassemia, leucemia,<br />

diabete, insufficienza respiratoria e<br />

renale, e ai bambini che frequentano la<br />

scuola materna<br />

Occupazione:<br />

segnali<br />

positivi<br />

nel Lazio<br />

BOTTI L'invito del Prefetto alle forze dell'ordine<br />

«Tolleranza zero»<br />

contro i venditori<br />

a tutti i possessori del permesso di ingresso.<br />

La metropolitana funzionerà fino alle<br />

ore 2.30 e verrà soppressa la fermata di<br />

piazza di Spagna.<br />

Le forze dell’ordine vigileranno per<br />

evitare eventuali eccessivi affollamenti<br />

all’interno delle stazioni. Specifici servizi<br />

saranno compiuti dai Vigili del fuoco<br />

che, in diverse zone della città, saranno<br />

in grado di garantire interventi immediati.<br />

Un’accurata organizzazione sanitaria,<br />

definita dopo numerosi incontri tenutisi<br />

nei giorni scorsi in Prefettura, è stata<br />

predisposta con la collaborazione della<br />

Regione Lazio e del 118.<br />

Sono stati preallertati gli ospedali cittadini,<br />

specie i reparti ortopedici ed<br />

ustionati e decisa la dislocazione sul territorio<br />

delle ambulanze messe a disposizione<br />

e coordinate dal servizio sanitario<br />

d’emergenza 118 e dalla Croce Rossa<br />

Italiana.<br />

Al comitato provinciale per l’ordine e<br />

la sicurezza pubblica presieduto dal Prefetto<br />

Del Mese hanno partecipato componenti<br />

istituzionali: il Questore di Roma,<br />

Giovanni Finazzo, i comandanti<br />

provinciali di Carabinieri e Guardia di finanza,<br />

Baldassare Favara e Giuseppe<br />

Mango, l’assessore capitolino alla Sicurezza,<br />

Liliana Ferraro, rappresentanti<br />

della Provincia, del servizio 118, della<br />

Croce Rossa Italiana, il comandante<br />

provinciale dei Vigili del fuoco Luigi<br />

Abate, della Polizia ferroviaria, stradale,<br />

delle ferrovie dello Stato e delle aziende<br />

di trasporto.<br />

NATALE Una mostra-concorso di presepi nell'Istituto santa Francesca Saverio Cabrini<br />

La creatività di genitori e figli nel rappresentare la Natività<br />

Bottiglie e bicchieri che, per mano di<br />

un bambino, si animano e diventano i<br />

personaggi di un Presepe; bambinelli nati<br />

al riparo di grotte realizzate con la pasta,<br />

gusci di noci e persino con il cioccolato;<br />

scatole di profumi che diventano<br />

palazzi e grattacieli per fare da sfondo<br />

ad una rappresentazione della Natività<br />

metropolitana. Questi sono solo degli<br />

esempi della vivace fantasia con la quale<br />

gli alunni dell’Istituto santa Francesca<br />

Saverio Cabrini hanno realizzato i loro<br />

Presepi. Lo hanno fatto per la prima<br />

edizione della mostra-concorso per presepi<br />

organizzata presso la scuola delle<br />

Missionarie del Sacro Cuore di Gesù nel<br />

quartiere Prenestino. Alla mostra, che si<br />

protrarrà nei locali dell’istituto per tutto<br />

il mese di gennaio, hanno partecipato<br />

sessanta presepi realizzati da circa duecento<br />

alunni delle classi elementari e<br />

medie, aiutati dai loro genitori.<br />

L’idea principale degli insegnanti, oltre<br />

alla perpetuazione di una antica tradizione,<br />

era anche di dare l’opportunità<br />

alle famiglie di formare dei gruppi e di<br />

lavorare insieme. Con la creatività di genitori<br />

e figli, ogni oggetto e materiale —<br />

dai più tradizionali come la creta, la<br />

stoffa, la carta pesta, il legno, il pongo,<br />

9 .<br />

La Telecom sta predisponendo, un<br />

collegamento ponte in superficie fino al<br />

6 gennaio. Poi si immetteranno anche i<br />

loro cavi nella tubiera che sarà predisposta<br />

dall’Acea. Le aziende di telefonia<br />

hanno provveduto, per quanto riguarda<br />

uffici e banche, a deviare in altri circuiti<br />

le linee danneggiate. Per i privati, si<br />

tratta di circa 1.500 utenze, è in corso la<br />

predisposizione di un cavo provvisorio<br />

ed i lavori saranno completati a breve.<br />

«Stiamo accelerando — ha concluso<br />

D’Alessandro — la costituzione della società<br />

del sottosuolo e abbiamo dato l’incarico<br />

ad Acea di bonificare e mettere<br />

in sicurezza gli oltre 100 chilometri di<br />

galleria dei servizi che vi sono nel sottosuolo<br />

romano».<br />

Nel frattempo, è stato riattivato in<br />

viale della Piramide Cestia, un binario<br />

del tram. Il lavoro dei tecnici dell’Acea<br />

ha consentito il regolare funzionamento<br />

della linea 8 che percorre viale della Piramide<br />

Cestia in entrata e in uscita dal<br />

deposito. Lo rende noto l’Atac, che spiega<br />

inoltre che tra viale del Parco del Celio<br />

e piazza di Porta s. Paolo, sino al termine<br />

dei lavori di consolidamento del<br />

cavidotto e della sede stradale, la circolazione<br />

dei tram si svolgerà a binario<br />

unico con la «scorta» della Polizia municipale.<br />

Per questo, sulle corse prolungate<br />

del tram 8, dirette a Porta Maggiore,<br />

da Porta s. Paolo al Colosseo, per motivi<br />

di sicurezza, non saranno ammessi viaggiatori.<br />

Resta invece ancora tagliata in<br />

due la linea tranviaria 3, sostituita da<br />

autobus navetta della stazione di Trastevere<br />

a Porta Maggiore.<br />

«Tolleranza zero» nei confronti di fabbricanti,<br />

fornitori e venditori di fuochi<br />

d’artificio illegali. È questo l’invito rivolto<br />

dal Prefetto di Roma, Emilio del Mese,<br />

ai responsabili delle forze dell’ordine<br />

nel corso del comitato provinciale per<br />

l’ordine e la sicurezza pubblica riunitosi,<br />

giovedì pomeriggio, per pianificare le<br />

misure da adottare in occasione delle<br />

manifestazioni che si svolgeranno nella<br />

Capitale e in provincia il prossimo 31 dicembre.<br />

Il Prefetto ha rivolto un appello ai romani<br />

e «al loro tradizionale buonsenso<br />

affinché acquistino solo fuochi d’artificio<br />

autorizzati e prendano tutte le precauzioni<br />

possibili, evitando di trasformare<br />

un momento di festa in una tragedia<br />

troppe volte ripetutasi in analoghe circostanze<br />

purtroppo funestate da morti e<br />

feriti».<br />

Più di mille uomini tra Poliziotti, Carabinieri<br />

e Guardia di finanza assieme ai<br />

Vigili urbani, saranno impegnati in un<br />

capillare controllo del territorio per assicurare<br />

l’ordine e la sicurezza pubblica<br />

ed evitare atti vandalici.<br />

Nella notte di fine anno ci sarà un cospicuo<br />

pattugliamento del Centro storico,<br />

soprattutto di piazza del Popolo, dove<br />

in tarda serata, come consuetudine,<br />

si prevede che si riverseranno migliaia<br />

di romani.<br />

Dalle ore 22 del 31 dicembre, sino a<br />

quando verrà ritenuto opportuno, la circolazione<br />

dei veicoli nel centro storico<br />

sarà vietata nella zona a traffico limitato<br />

(ztl) con le stesse modalità delle ore<br />

diurne e sarà quindi consentito l’accesso<br />

il polistirolo e il gesso, a quelli più originali<br />

come conchiglie, pasta, noci, noccioline<br />

— è stato trasformato in grotte,<br />

pastorelli, palme, fontanelle.<br />

Anche le diverse ambientazioni della<br />

Natività sono state varie, da quelle più<br />

classiche come il deserto, a quelle metropolitane<br />

dove Gesù viene fatto nasce-<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 29 Dicembre 2001<br />

29 DICEMBRE 2001<br />

Quinto giorno fra l'Ottava di<br />

Natale - (bianco) - Messa mattutina<br />

propria Gloria - Lezionario:<br />

1 Gv 2, 3-11; Salmo 95; Lc<br />

2, 22-35 - Liturgia delle Ore (fino<br />

a Nona): Ufficio dell'Ottava<br />

- Messa vespertina (bianco):<br />

tutto come alla Messa di do-<br />

«I dati sull’occupazione diffusi dall’Istat<br />

confermano che il Lazio ha imboccato<br />

la strada del rilancio economico e<br />

della crescita occupazionale»: a sostenerlo<br />

è stato, giovedì, il presidente della<br />

Regione, Francesco Storace, che ha sottolinea<br />

come, mentre il ritmo della crescita<br />

dell’occupazione, su base annua a<br />

livello nazionale, a ottobre 2001 era dell’1,2%,<br />

nel Lazio il numero degli occupati,<br />

sempre su base annua, è aumentato<br />

dell’1,6% raggiungendo quota<br />

1.975.000 unità.<br />

Quanto alle forze di lavoro, dunque, il<br />

Lazio ha fatto registrare una crescita superiore<br />

alla media nazionale. Si tratta di<br />

un risultato importante al quale ha contribuito<br />

in maniera significativa il rilancio<br />

dell'occupazione nel comparto agricolo:<br />

dai 62.000 dell’ottobre 2000 si è<br />

passati agli 83.000 dell’ottobre 2001, con<br />

una crescita del 34%. E anche il comparto<br />

industriale, pur con i problemi legati<br />

alla difficile congiuntura internazionale,<br />

ha segnato un incremento di 2.000<br />

occupati, toccando quota 405.000 unità.<br />

«Tutto questo — ha concluso il presidente<br />

della Regione — ci dà grande fiducia,<br />

anche perché finalmente, vediamo<br />

scendere sotto il 10% il tasso di disoccupazione<br />

del Lazio: a ottobre 2000 il<br />

tasso di disoccupazione era al 10,4%<br />

mentre nell’ottobre 2001 è sceso al 9,9%<br />

con un calo dello 0,5%».<br />

Il tasso nazionale medio relativo alla<br />

disoccupazione diffuso dall’Istat per il<br />

2001 è pari al 9,5%.<br />

re sotto un ponte. Non mancano ambientazioni<br />

di fantasia, come fondali marini,<br />

paesaggi montani, ruderi archeologici.<br />

Dietro questa immaginaria interpretazione<br />

della tradizione si può celare anche<br />

un valore simbolico, come per<br />

esempio, il Presepe tridimensionale realizzato<br />

su una pagina di un libro accan-<br />

mani - Primi Vespri della Festa<br />

della Santa Famiglia<br />

30 DICEMBRE 2001<br />

Santa Famiglia di Gesù, Maria<br />

e Giuseppe - Festa (bianco) -<br />

Messa propria, Gloria, Credo -<br />

Lezionario: 1) Sir 3, 2-6.12-14:<br />

Chi teme il Signore onora i<br />

genitori - Salmo 127: Vita e<br />

TRASPORTI Entro il 2003 in funzione 195 nuovi autobus con pedana estraibile<br />

Sarà potenziato<br />

il servizio per i disabili<br />

Il servizio di trasporto pubblico per i<br />

disabili sarà reso più efficiente con l’entrata<br />

in servizio, entro il 2003, di 195<br />

moderni autobus dotati di pedana estraibile<br />

comandata dal conducente e di spazi<br />

a bordo riservati. Ai mezzi su gomma<br />

di proprietà dall’Atac spa, ma gestiti dalla<br />

società Trambus spa, si aggiungeranno<br />

anche 29 tram dotati di pianale ribassato<br />

per facilitare l’accesso e di sedili ergonomici<br />

realizzati per i disabili.<br />

È quanto prevede il programma dell’azienda,<br />

che include inoltre l’arrivo di<br />

100 minibus con porte laterali e completamente<br />

accessibili, che saranno utilizzati<br />

per il servizio cosiddetto a «chiamata»,<br />

tramite il quale i disabili potranno<br />

essere trasportati in ogni zona della<br />

città.<br />

Attualmente il parco autobus dell’Atac<br />

circolante a Roma (circa 2.000), può<br />

vantare un discreto numero di mezzi<br />

utilizzabili anche dalle categorie svantaggiate:<br />

oltre 600 veicoli di grandi dimensioni<br />

sono, infatti, dotati di pedana completamente<br />

o parzialmente estraibile per<br />

permettere l’ingresso a bordo di coloro<br />

che sono immobilizzati sulle sedie a ruota.<br />

I mezzi hanno anche il pianale ribassato<br />

a filo dei marciapiedi in modo tale<br />

da facilitare la salita e la discesa non solo<br />

dei disabili, ma anche degli anziani<br />

che trovano difficoltà ad utilizzare il trasporto<br />

pubblico. Il conducente durante<br />

le corse ha l’obbligo di aiutare alle fermate<br />

i disabili, bloccando il mezzo e comandando<br />

la fuoriuscita della pedana in<br />

dotazione che serve per sollevare le car-<br />

rozzine. A bordo degli autobus ci sono<br />

poi gli spazi riservati, posti generalmente<br />

al centro del pianale e dotati di sostegni<br />

ed ancoraggi di sicurezza per tenere<br />

bloccate le carrozzine.<br />

Su 143 tram in circolazione sono, invece,<br />

76 le vetture accessibili ai disabili.<br />

Anche in questo caso i mezzi hanno a<br />

bordo spazi riservati; mentre per quanto<br />

riguarda le strutture, la gran parte delle<br />

banchine alle fermate poste lungo la rete<br />

sono state risistemate con scivoli per<br />

eliminare le barriere architettoniche.<br />

La qualità del trasporto offerta dai<br />

nuovi autobus, pur nel limitato quantitativo,<br />

è decisamente migliore rispetto al<br />

passato, considerando che sono in circolazione<br />

ancora numerosi vecchi mezzi,<br />

risalenti a circa trent’anni fa, che non<br />

dispongono a bordo di pedane estraibili<br />

o di spazi appositamente studiati per coloro<br />

che soffrono di problemi motori. I<br />

veicoli hanno, infatti, soltanto alcuni<br />

normali sedili per le categorie svantaggiate<br />

riservati da apposite targhette affisse<br />

lungo le fiancate interne, spesso ignorate<br />

dai passeggeri. Tali mezzi tra l’altro<br />

hanno anche il pianale non livellato ai<br />

marciapiedi delle fermate.<br />

Da qualche anno sono anche stati<br />

messi a disposizione dall’Atac 102 pulmini<br />

per il servizio di trasporto scolastico<br />

per i disabili. I minibus sono in grado di<br />

servire oltre 500 studenti dei quali circa<br />

200 su sedia a rotelle. Il trasporto è organizzato<br />

in collaborazione con le famiglie<br />

e gli istituti scolastici.<br />

Infine, altri 100 minibus completa-<br />

REGIONE Incentivi per le attività socio-sanitarie<br />

Borse di studio per diplomi<br />

universitari di infermieri<br />

Incentivi per ottocento milioni di lire<br />

per 170 borse di studio per diplomi universitari<br />

di infermieri sono stati approvati,<br />

giovedì, dalla giunta regionale, su<br />

proposta dell’assessore alla Scuola, formazione<br />

e lavoro, Giorgio Simeoni.<br />

La giunta ha anche approvato il Piano<br />

formativo 2001-2002 per le attività sociosanitarie<br />

con una spesa complessiva di<br />

11 miliardi e 646 milioni di lire per la<br />

formazione della nuova figura di operatore<br />

socio-sanitario.<br />

Si tratta di corsi di mille ore che servono<br />

a formare personale qualificato<br />

Provincia: stanziati<br />

5 miliardi per i comuni<br />

della Valle dell'Aniene<br />

Cinque miliardi e 450 milioni<br />

sono stati stanziati dalla Provincia<br />

di Roma per la riqualificazione<br />

ambientale della Valle dell’Aniene<br />

a favore dei 31 comuni della X<br />

Comunità Montana. Lo ha reso<br />

noto il presidente della Provincia<br />

Silvano Moffa, sottolineando che<br />

una parte dell’investimento, 900<br />

milioni, è riservata alla zona servita<br />

dall’acquedotto del Simbrivio.<br />

La Provincia istituirà un nucleo<br />

tecnico di valutazione con il compito<br />

di suddividere i finanziamenti<br />

tra i comuni.<br />

to ai Dieci Comandamenti oppure quello<br />

dentro lo schermo di un computer che<br />

riporta la scritta www.betlemme.nat.<br />

In questi Presepi, quindi, ogni bambino<br />

ha riportato elementi di una realtà a<br />

lui familiare, trasmettendo nello sfondo i<br />

suoi valori, le sue preoccupazioni e i<br />

suoi sogni. In molte Natività, infatti, appaiono<br />

dei riferimenti ai tremendi avvenimenti<br />

che hanno caratterizzato lo<br />

scorso autunno: vi sono Presepi dove<br />

dietro alla grotta della natività si innalzano<br />

le sagome delle torri gemelle con<br />

dei modellini di aerei, oppure pastori e<br />

Re Magi che attraversano desolanti paesaggi<br />

di macerie e rovine. La speranza<br />

comune testimoniata da questi bambini<br />

è quella che un giorno al posto dell’odio<br />

e della violenza possa risorgere un desiderio<br />

di pace e di fratellanza. Al termine<br />

del percorso della mostra gli alunni hanno<br />

anche innalzato l’albero della pace,<br />

sorto in una terra dove state seppellite<br />

simbolicamente delle armi giocattolo.<br />

I presepi più belli ed originali, dopo<br />

essere stati premiati dalla giuria, faranno<br />

parte dall’anno prossimo della mostra<br />

«Cento Presepi a Piazza del Popolo».<br />

RITA DIETRICH<br />

benedizione sulla casa che teme<br />

il Signore; 2) Col 3, 12-21:<br />

Vita familiare cristiana, secondo<br />

il comandamento dell'amore; -<br />

Vangelo: Mt 2, 13-15.19-23:<br />

Prendi con te il bambino e sua<br />

madre e fuggi in Egitto - Liturgia<br />

delle Ore: Ufficio della<br />

Festa<br />

per le mansioni assistenziali che attualmente<br />

non sono garantite dagli infermieri<br />

e non possono essere svolte dagli assistenti<br />

domiciliari perché non dispongono<br />

di un titolo adeguato.<br />

«Altra novità — ha sottolineato Simeoni<br />

— è rappresentata dal finanziamento<br />

di novanta milioni di lire per corsi<br />

di formazione sull’uso del defibrillatore<br />

semiautomatico rivolti a personale<br />

non sanitario».<br />

Il Comune di Roma ha acquistato 60<br />

macchine utili a ridurre i casi di morte<br />

per infarto che si possono verificare nelle<br />

strade della nostra città. Le apparecchiature<br />

saranno localizzate in luoghi<br />

strategici come posti di polizia urbana,<br />

farmacie, terminal degli autobus.<br />

«Per garantire un’adeguata preparazione<br />

all’uso dei defibrillatori — ha concluso<br />

l’assessore — la Regione, di concerto<br />

con il coordinamento del 118, intende<br />

attivare corsi di formazione di<br />

breve durata per circa 600 addetti, tra<br />

autisti, vigili urbani e farmacisti».<br />

Infine, la Regione ha approvato una<br />

legge che garantisce la trasparenza negli<br />

appalti pubblici. «Nel Comitato tecnico<br />

amministrativo — ha spiegato l’assessore<br />

Aracri — saranno rappresentati tutti i<br />

soggetti appartenenti alle componenti<br />

istituzionali, sociali, imprenditoriali e<br />

professionali della territorio regionale».<br />

La legge dovrà stabilire i termini di<br />

realizzazione degli interventi, la qualità<br />

dei lavori e la congruità dei prezzi nel<br />

rispetto delle esigenze di imparzialità fra<br />

gli interessi di tutte le categorie produttive<br />

e dei soggetti coinvolti nell’esecuzione<br />

delle opere pubbliche.<br />

A s. Andrea della Valle<br />

celebrazione in onore<br />

di s. Giuseppe Maria Tomasi<br />

Giovedì 3 gennaio, nella Basilica di s.<br />

Andrea della Valle, tenuta dai Padri Teatini,<br />

sarà solennemente celebrata la ricorrenza<br />

liturgica di san Giuseppe Maria<br />

Tomasi. Alle ore 18, la Concelebrazione<br />

Eucaristica sarà presieduta dal Cardinale<br />

Virgilio Noè, Arciprete della Patriarcale<br />

Basilica Vaticana e Vicario Generale<br />

di Sua Santità per la Città del Vaticano.<br />

Eseguirà il canto il Coro della Cappella<br />

Musicale Liberiana diretto dal Maestro<br />

Mons. Valentino Miserachs. Il servizio<br />

liturgico sarà affidato al Collegio Internazionale<br />

«s. Giuseppe M. Tomasi» dei<br />

Chierici Regolari (Teatini).<br />

Nato in Sicilia, nella diocesi di Agrigento,<br />

figlio dei Principi di Lampedusa,<br />

s. Giuseppe Maria Tomasi, abdicati i<br />

suoi diritti nobiliari e patrimoniali, entrò<br />

fra i Teatini di Palermo. Fu ordinato sacerdote<br />

a Roma nel Natale del 1673,<br />

pubblicò numerose opere teologiche e<br />

specialmente liturgiche, e fu salutato<br />

«Principe dei liturgisti romani». Clemente<br />

XI lo creò Cardinale nel 1712.<br />

Morì, con grande fama di santità a Roma<br />

il 1° gennaio 1713. Beatificato da Pio<br />

VII nel 1803, fu canonizzato da Giovanni<br />

Paolo II nel 1986. Le reliquie del suo<br />

corpo si venerano nella Basilica di s. Andrea<br />

della Valle.<br />

Sincerità<br />

Niente ci dà la sicurezza<br />

tranne la verità; niente ci dà<br />

la tranquillità tranne la ricerca<br />

sincera della verità.<br />

(Blaise Pascal)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

mente accessibili, in grado di trasportare<br />

1.500 disabili, entreranno in servizio<br />

in futuro, per effettuare il servizio cosiddetto<br />

a «chiamata» tramite preavviso ad<br />

una centrale telefonica in funzione presso<br />

la società Trambus spa. I disabili possono<br />

richiedere gratuitamente i servizi<br />

di trasporto a domicilio, presentando richiesta<br />

all’ufficio delle politiche sociali<br />

del Comune. L’elenco con i nominativi<br />

sarà utilizzato dall’azienda per organizzare<br />

il servizio di offerta delle corse, sulla<br />

base delle telefonate di prenotazione.<br />

ALESSANDRO TRENTIN<br />

Sabaudia: incendiato<br />

ilportonediunachiesa<br />

Un incendio ha distrutto il portone<br />

della chiesa della «Santissima Annunziata»<br />

a Sabaudia. È avvenuto<br />

giovedì pomeriggio quando un uomo<br />

— secondo il racconto di alcuni<br />

testimoni al vaglio dei Carabinieri<br />

— ha cosparso il portone di<br />

una sostanza infiammabile e ha<br />

appiccato il fuoco. È andato completamente<br />

distrutto il portone e i<br />

militari stanno cercando di risalire<br />

al piromane.<br />

Uomo in manette<br />

per estorsione<br />

Chiedeva anche assegni in euro<br />

per far saldare il debito a un imprenditore<br />

usurato. È stato arrestato,<br />

venerdì, con l’accusa di estorsione,<br />

usura, porto e detenzione<br />

abusiva di arma da fuoco Ferdinando<br />

C. di Latina. I carabinieri lo<br />

hanno sorpreso a un appuntamento<br />

fissato con l’imprenditore edile<br />

che circa un anno e mezzo fa aveva<br />

chiesto in prestito 10 milioni e<br />

aveva visto lievitare il suo debito<br />

fino a 100 milioni.<br />

S. Felice Circeo:<br />

occupato il Municipio<br />

Numerose demolizioni di immobili<br />

abusivi sono in corso dall’alba di<br />

venerdì a San Felice Circeo e i<br />

proprietari delle case da abbattere<br />

per contestare i provvedimenti sono<br />

entrati in municipio dalla porta<br />

posteriore urlando e mandando all’aria<br />

mobili e documenti. C’è stato<br />

anche un tentativo di occupare l’edificio,<br />

ma poi i manifestanti sono<br />

stati fatti uscire. Si tratta di circa<br />

mille provvedimenti in tutta la provincia,<br />

ma a San Felice Circeo gli<br />

abbattimenti vengono contestati<br />

dai proprietari.<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

SABATO 29 DICEMBRE<br />

00.10: Studio A<br />

7.20-17.30-23-24: Orizzonti Cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

16.30: Il Carillon del Sabato di<br />

M.Di Battista/M.Lalia/P.Morelli<br />

17: Liturgia delle Ore: Celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Barbara<br />

Stamm, Min.a.D. - Kommentar<br />

der Woche - Wendelin<br />

Köster SJ, Rom - Einführung in<br />

die Liturgie des Sonntags der<br />

HI.Famille<br />

20.40: Recita del Santo Rosario<br />

in latino<br />

21.30: Programma francese: La<br />

Sainte Famille. La Famille de<br />

Dieu notre Père<br />

21.50: Programma inglese<br />

22.10: Programma spagnolo<br />

DOMENICA 30 DICEMBRE<br />

00.10: Studio A<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti<br />

Cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

9.30: S. Messa in italiano<br />

11.55: In diretta da Piazza San<br />

Pietro: Angelus, recitato dal<br />

Santo Padre Giovanni Paolo II<br />

14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

16.30: Il mondo di Donatella Moretti<br />

con Donatella Moretti e<br />

Paolo Famiglietti<br />

17: Liturgia delle Ore: Celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Aldo<br />

Parmeggiani - Aktenzeichen -<br />

Prinzessin Diana - »Königin der<br />

Herzen« - 1961-1997<br />

20.40: Recita del Santo Rosario<br />

in latino<br />

21.20: Programma esperanto<br />

21.30: Programma francese:<br />

L'invité du dimanche<br />

21.50: Programma inglese<br />

22.10: Programma spagnolo


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

DROGA Il dibattito sull'alternativa al carcere<br />

Polemiche sulle pene<br />

gestite da una comunità<br />

ROMA, 28.<br />

Le polemiche sulle pene alternative al<br />

carcere per i tossicomani che si sono<br />

macchiati di reati legati alla droga si<br />

spostano sul progetto di collaborazione<br />

tra l’amministrazione penitenziaria e la<br />

comunità di San Patrignano per la gestione<br />

dell'istituto «a custodia attenuata»<br />

di Castelfranco Emilia.<br />

Operatori delle comunità terapeutiche<br />

ed esponenti del centro sinistra giudicano<br />

negativamente il progetto del ministro<br />

della Giustizia, Castelli. Per i primi<br />

si tratta di una operazione inutile, visto<br />

che — come afferma in una nota don<br />

Egidio Smacchia, presidente della Federazione<br />

italiana delle comunità terapeutiche<br />

(Fict) — il ricorso a pene alternative<br />

al carcere è già previsto dalle leggi vigenti<br />

e semmai la «vera novità sarebbe<br />

l’applicazione piena e non occasionale<br />

della legislazione vigente con un maggiore<br />

coinvolgimento diretto delle comunità<br />

presenti sul territorio».<br />

Più specifica la posizione di Mons. Vinicio<br />

Albanesi, presidente del Coordinamento<br />

nazionale delle comunità di accoglienza<br />

(Cnca), che critica la scelta di affidare<br />

la nuova gestione ad una sola specifica<br />

comunità. «Il fatto che come unica<br />

possibilità si offra quella della comunità<br />

di Muccioli — ha spiegato — ci<br />

porta indietro nel tempo, ai giorni del<br />

craxismo quando si privilegiavano solo<br />

gli amici degli amici».<br />

Sul fronte politico, le critiche del centro<br />

sinistra puntano sulla presunta «privatizzazione»<br />

delle carceri che verrebbe<br />

Processo<br />

Sme-Ariosto:<br />

Previti revoca<br />

i propri avvocati<br />

MILANO, 28.<br />

«Mi trovo, ancora una volta, a dover<br />

adottare un mezzo di protesta estrema<br />

di innocenza e di reclamo di legalità e di<br />

giustizia a causa della sistematica soppressione<br />

del diritto al giusto processo<br />

che questo collegio di Milano mi ha riservato<br />

e tuttora mostra di riservarmi».<br />

Con questa motivazione il deputato di<br />

Forza Italia Cesare Previti ha revocato<br />

ieri pomeriggio il mandato ai propri legali<br />

nell'ambito del processo Sme-Ariosto,<br />

così come aveva fatto al processo<br />

Imi-Sir, entrambi in corso al Tribunale<br />

di Milano. La decisione è stata presa da<br />

Previti dopo che in mattinata i giudici<br />

avevano respinto le richieste di proscioglimento<br />

avanzate sia dai suoi legali che<br />

da quelli di Silvio Berlusconi e dell'avv.<br />

Attilio Pacifico anch'essi imputati nel<br />

processo. La richiesta era stata avanzata<br />

sulla base della sentenza con la quale la<br />

Cassazione aveva decretato il proscioglimento<br />

di Silvio Berlusconi nel processo<br />

per il lodo Mondadori.<br />

Stamane, all'apertura dell'udienza,<br />

dopo che i difensori di Previti erano stati<br />

invitati dal Tribunale a partecipare<br />

ugualmente al dibattimento, uno dei legali,<br />

l'avv. Michele Saponara, ha detto<br />

di essere presente solo «per rispetto dell'istituzione».<br />

E ha precisato che l'invito<br />

del Tribunale a garantire la difesa fino al<br />

21 gennaio, quando scadrà il termine<br />

concesso al difensore d'ufficio, non può<br />

essere accolto perché «la norma citata si<br />

applica solo ai casi d'urgenza» cioè<br />

quando è necessario compiere atti che<br />

altrimenti non sarebbero più possibili.<br />

Ma il Tribunale ha respinto la richiesta<br />

di rinvio del processo.<br />

10 .<br />

in primo piano<br />

messa in atto con l'operazione di Castelfranco<br />

Emilia e sulla singolarità di avere<br />

in Italia una sorta di «comunità di Stato».<br />

«Sarebbe paradossale — ha affermato<br />

la diessina Livia Turco — per un<br />

governo che fa della sussidiarietà il punto<br />

cardine della sua politica realizzare<br />

una “comunità di Stato” per tossicodipendenti<br />

alternativa al carcere per accogliere<br />

persone tossicodipendenti».<br />

Sia Andrea Muccioli, responsabile della<br />

Comunità di San Patrignano, che il<br />

ministro Castelli si sono affrettati a precisare<br />

le proprie posizioni. «Nel concreto<br />

— ha affermato il primo — siamo<br />

molto lontani dalle ipotesi di comunità<br />

di stato o di carcere privato inventate<br />

da politici, media e operatori». Il secondo<br />

si è detto «stupefatto» dal coro di critiche<br />

sul progetto di collaborazione tra<br />

l’amministrazione penitenziaria e San<br />

Patrignano. In una nota il Guardasigilli<br />

assicura: «Non si tratta di promuovere<br />

comunità di stato o di privatizzare le<br />

carceri, ma di studiare misure che puntino<br />

in primo luogo al recupero del detenuto,<br />

a suo vantaggio ma soprattutto<br />

a vantaggio della società, con la diminuzione<br />

del rischio di recidive».<br />

Un posizione questa, ribadita in un'intervista:<br />

«Il mio progetto non introduce<br />

alcuna forma di lassismo. Le pene vanno<br />

scontate, fino in fondo. Ma mi sembra<br />

adeguata l’iniziativa di avviare il tossicomane<br />

in una comunità orientata al<br />

recupero, piuttosto che imbottirlo di<br />

metadone in carcere come avviene<br />

oggi».<br />

TANGENTI Nuovi episodi di corruzione nell'inchiesta<br />

Molinette: arrestato il titolare<br />

di una società di consulenze<br />

TORINO, 28.<br />

Un continuo colpo di scena la vicenda<br />

delle tangenti alle Molinette di Torino.<br />

Dopo l’arresto, mercoledì scorso, dell’ex<br />

direttore generale, Luigi Odasso, e dell’imprenditrice<br />

cuneese Renata Prati, ieri<br />

sono finite in carcere altre due persone<br />

per concorso di corruzione. La prima,<br />

Lucio Otochian, titolare della Inside<br />

di Milano, società milanese di consulenze,<br />

ha ammesso ieri davanti al Gip Fabrizia<br />

Pironti di avere pagato «solo» due<br />

tangenti di «tre miseri milioncini» ad<br />

Odasso per un appalto da 1 miliardo e<br />

300 milioni. «Non le sembra un po' po-<br />

Muore un bambino<br />

al Gaslini di Genova<br />

Aperta un'indagine<br />

GENOVA, 28.<br />

Aperta un’inchiesta da parte<br />

della magistratura sulla morte di<br />

Fabio, un dodicenne genovese, avvenuta<br />

sabato scorso al Giannina<br />

Gaslini di Genova. Saranno i magistrati<br />

della Procura della Repubblica<br />

di Genova a fare piena luce<br />

sul decesso del bambino avvenuto<br />

nel reparto di cardiologia di uno<br />

dei nosocomi più efficienti nel<br />

Nord Italia. Al momento non ci<br />

sono indagati. Il reato ipotizzato<br />

comunque è quello di omicidio a<br />

carico di ignoti.<br />

Omicidio Waldner: Rainer estradato in Italia<br />

UDINE — È stato estradato dall’Austria in Italia Peter Paul Rainer, l’ex responsabile<br />

culturale degli «Schützen» condannato a 20 anni e 6 mesi per<br />

l’uccisione del consigliere regionale altoatesino Christian Waldner. L’uomo<br />

è giunto venerdì mattina al posto di confine di Tarvisio (Udine) ed è stato<br />

consegnato agli uomini della Polizia di frontiera italiana. Rainer, che è stato<br />

momentaneamente rinchiuso nel penitenziario di Tolmezzo, si trovava dal 4<br />

gennaio in carcere a Vienna dove era stato catturato in un’operazione congiunta<br />

Italia-Austria. Si conclude così la vicenda processuale di Rainer, condannato<br />

in prima istanza sulla base di una piena confessione del delitto.<br />

Successivamente l'imputato ritrattò e fu assolto in secondo grado. In seguito<br />

la condanna definitiva e la fuga in Austria.<br />

Disoccupati s'incatenano e bloccano una funivia<br />

COSENZA — Una decina di giovani disoccupati hanno bloccato venerdì<br />

mattina la funivia di Lorica (Cosenza), nella Sila grande, incatenandosi alle<br />

cabine ed impedendo così il funzionamento dell’impianto. Molti sciatori sono<br />

dovuti così ritornare a casa. L’iniziativa è stata presa in segno di protesta<br />

contro l’Agenzia regionale per lo sviluppo e per i servizi in agricoltura<br />

che gestisce la funivia e alla quale i giovani disoccupati di Lorica avevano<br />

chiesto nei mesi scorsi di essere assunti come lavoratori stagionali per la<br />

gestione dell’impianto. La decisione di occupare la funivia è stata adottata<br />

dopo che il gruppo ha appreso che l’Arssa si appresterebbe ad assumere<br />

alcune persone di San Giovanni in Fiore, un centro della stessa zona.<br />

Rapinatore «pentito» confessa tutto alla Polizia<br />

AREZZO — Alla vigilia di Natale, spinto da un complice, ha compiuto una<br />

rapina in un supermercato di Arezzo ma dopo quattro giorni di rimorsi ha<br />

deciso di «confessare» tutto alla Polizia. Gli agenti, dopo avergli dato da<br />

mangiare perché affamato e in condizioni fisiche precarie, lo hanno denunciato<br />

essendo trascorsa la flagranza. È la storia di un siciliano di 36 anni,<br />

senza fissa dimora, che il 24 dicembre è stato convinto da un altro nullafacente<br />

a rapinare un supermercato. Vittima del «colpo» una cassiera, minacciata<br />

con un coltello, alla quale i due sono riusciti a sottrarre i soldi. Ma<br />

nella fretta hanno perso quasi tutto il denaro e sono fuggiti con 100.000 lire.<br />

Rimasto senza un soldo e preso da una crisi di coscienza, il «rapinatore<br />

buono» ha deciso di presentarsi in questura per raccontare tutto.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 29 Dicembre 2001<br />

DROGA E CARCERE: ANCORA POLEMICHE Le<br />

polemiche sulle pene alternative al carcere per i<br />

tossicodipendenti si sposta sul progetto di collaborazione<br />

tra l’amministrazione penitenziaria e la comunità<br />

di San Patrignano per la gestione dell'istituto «a<br />

custodia attenuata» di Castelfranco Emilia.<br />

BOTTI: SEQUESTRI IN DIVERSE REGIONI Dopo la<br />

tragica morte del piccolo Stefano e altri gravi ferimenti,<br />

le misure di controllo contro lo smercio di<br />

BOTTI Soprattutto in Campania, Puglia e Sicilia<br />

Sequestri ingenti<br />

in diverse località<br />

ROMA, 28.<br />

Ingenti quantitativi di petardi e di vario<br />

materiale pirotecnico illegale sono<br />

stati sequestrati nella giornata di ieri anche<br />

grazie all'intensificazione dei controlli<br />

disposta dopo i gravi incidenti verificatisi<br />

durante le festività natalizie.<br />

A Napoli e provincia sono stati sequestrati<br />

settemila petardi oltre a quattro<br />

tonnellate di prodotti pirotecnici. In particolare<br />

a Castellammare di Stabia centinaia<br />

di fuochi d'artificio sono stati sequestrati<br />

dalla Guardia di Finanza in<br />

una baracca in periferia: nel corso del-<br />

Infortunio mortale<br />

sul lavoro<br />

nel Torinese<br />

TORINO, 28.<br />

Non si interrompe lo stillicidio<br />

di infortuni mortali sul lavoro. Un<br />

artigiano edile di 61 anni, Giovanni<br />

Resente, è deceduto ieri sera a<br />

Pinerolo (Torino) cadendo dal tetto<br />

di un'ex casermetta dove stava<br />

sistemando una copertura di lamiera<br />

nel corso di lavori di ristrutturazione.<br />

La tragica caduta<br />

sembra sia stata causata da un<br />

improvviso malore dell'uomo.<br />

Ogni tentativo di soccorrerlo è risultato<br />

vano.<br />

co per un appalto così alto», gli ha detto<br />

con ironia il Pm Giuseppe Ferrando.<br />

«Era fin troppo», ha risposto l’imprenditore<br />

milanese, apparso molto sicuro di<br />

sè; la seconda Aldo Rosso, 46 anni, capo<br />

ufficio tecnico delle Molinette e «braccio<br />

destro» di Odasso, è accusato di avere<br />

intascato quasi 300 milioni di lire in concorso<br />

con il suo ex direttore generale.<br />

È una storia dai mille risvolti quella<br />

scoperta dagli uomini della Compagnia<br />

di Torino della Guardia di Finanza.<br />

Emerge persino una «voce» riguardante<br />

l’uso di sostanze stupefacenti, che però<br />

il legale di Odasso ha definito «infamante».<br />

La vicenda ha ancora numerose verità<br />

di comodo, ma senza una certezza<br />

precisa: dove sono finiti i soldi che sarebbero<br />

stati intascati da Odasso e Rosso?<br />

L’ex direttore generale si è giustificato<br />

davanti ai giudici di avere uno<br />

«scoperto» in banca di 70 milioni a causa<br />

dei lavori di ristrutturazione della sua<br />

villa di Nizza Monferrato; Rosso invece<br />

nega: «Non ho mai corrotto nessuno»,<br />

ha ripetuto più volte in questi giorni al<br />

suo legale, l’avvocato Alfredo Caviglione.<br />

Oggi, comunque, sarà un giorno importante,<br />

perché Rosso sarà interrogato.<br />

Considerato un burocrate efficiente e riservatissimo,<br />

secondo il Pm potrebbe sapere<br />

molte cose. D’altronde il suo sodalizio<br />

con Odasso risale al ’95 quando<br />

quest’ultimo fu nominato direttore generale<br />

dell’ospedale ginecologico sant’Anna.<br />

Fu proprio Odasso a promuoverlo<br />

ingegnere capo ed a portarlo nel ’98 alle<br />

Molinette con una cinquantina di funzionari<br />

del sant’Anna, quella che definiva<br />

«la mia squadra».<br />

Immigrazione: 36 curdi<br />

diretti in Francia lasciati<br />

sull'A14 nel Riminese<br />

RIMINI, 28.<br />

Trentasei curdi sono stati fatti scendere<br />

giovedì sera, verso le 21, da diversi<br />

camion e abbandonati nei pressi dell’entrata<br />

del casello auostradale Rimini<br />

Nord dell’A14. Alle operazioni di rintraccio<br />

e recupero hanno preso parte agenti<br />

della Questura e carabinieri; gli extracomunitari<br />

sono stati poi portati nei locali<br />

della Caritas cittadina. I curdi non hanno<br />

chiesto asilo politico e l’ufficio stranieri<br />

della Questura ha emesso nei loro<br />

confronti un provvedimento di espulsione<br />

mediante intimazione: hanno quindici<br />

giorni di tempo per lasciare l’Italia.<br />

Nel gruppo non ci sono donne e bambini;<br />

quattro di loro compiranno 18 anni<br />

fra pochi giorni. Da quanto si è potuto<br />

ricostruire, il viaggio della speranza verso<br />

la Francia (questa era la loro destinazione)<br />

è iniziato tra il 9 e il 12 dicembre<br />

in diverse località del Kurdistan iracheno.<br />

Qualcuno ha riferito di aver fatto un<br />

tratto di strada in auto, altri di essere rimasti<br />

su un camion addirittura per<br />

quindici giorni. Tutti hanno pagato per<br />

questo viaggio tremila dollari. Chi li accompagnava<br />

avrebbe raccontato ad alcuni<br />

di loro che erano già arrivati in<br />

Francia, ad altri è stato detto che erano<br />

arrivati a Roma.<br />

materiale pirotecnico illegale sono state ulteriormente<br />

intensificate e hanno portato al sequestro di<br />

ingenti quantitativi di botti di vario genere.<br />

TEMPO: ADESSO IL PERICOLO È IL GELO Dopo<br />

la neve caduta ieri su tutto il Centro-Sud oggi splende<br />

il sole ma non si attenuano i pericoli soprattutto<br />

per gli automobilisti. Molte strade sono ghiacciate.<br />

Nell'Ennese 5 persone sono morte in un incidente<br />

provocato forse proprio dall'asfalto scivoloso.<br />

l'operazione è stato anche arrestato un<br />

uomo, R.M. di 40 anni. Il prefetto, Carlo<br />

Ferrigno, si è rivolto agli abitanti della<br />

città e della provincia facendo appello<br />

al loro «senso di maturità, che ritengo e<br />

auspico sia ormai patrimonio comune.<br />

L'indebito uso di artifizi pirici — ha proseguito<br />

il prefetto — può comportare e<br />

ha comportato negli anni passati lutti e<br />

dolori immani, assolutamente inconciliabili<br />

con momenti che dovrebbero essere<br />

solo di festa».<br />

Sempre in Campania oltre due tonnellate<br />

e mezzo di materiale pirotecnico sono<br />

state sequestrate dalla Guardia di Finanza<br />

di Avellino in una fabbrica nei<br />

pressi di Baiano. E in provincia di Caserta<br />

la Polizia nel corso di varie operazioni<br />

ha sequestrato oltre 12 quintali di<br />

fuochi d'artificio.<br />

A Catanzaro, dopo la tragica morte<br />

del piccolo Stefano Cappellano di 6 anni<br />

e la conseguente intensificazione dei<br />

controlli, i Carabinieri hanno sequestrato<br />

circa 300 artifizi pirotecnici proibiti.<br />

Ingenti quantitativi di materiale pirotecnico<br />

sono stati sequestrati anche in<br />

Puglia, in particolare a Monopoli (Bari)<br />

dove una coppia di coniugi titolari di<br />

una ditta operante nel settore è stata denunciata<br />

a piede libero per possesso illegale<br />

di materiale esplodente e vendita<br />

non autorizzata di artifizi pirici.<br />

In Sicilia 500 Kg di botti illegali sono<br />

stati sequestrati a Palermo e a Siracusa<br />

una donna è rimasta leggermente ferita<br />

a una gamba in seguito all'esplosione di<br />

un petardo di grosse dimensioni.<br />

VIABILITÀ Modifiche al Codice in casi determinati<br />

Fino a 150 Km/h<br />

su alcune autostrade<br />

ROMA, 28.<br />

L’innalzamento dei limiti di velocità<br />

preannunciato dal ministro dei Trasporti<br />

sarà nel nuovo codice della strada: tra<br />

poco sarà quindi possibile viaggiare a<br />

150 chilometri all’ora, anche se solo sulle<br />

grandi autostrade, quelle ad almeno<br />

tre corsie. La modifica all’articolo 142<br />

del codice della strada, prevede infatti<br />

che il limite massimo di velocità in autostrada<br />

resti fissato ai 130 Km/h ma che<br />

possa essere superato fino a 150 Km/h<br />

solo sulle autostrade ad almeno tre corsie,<br />

più la corsia di emergenza. L’innalzamento,<br />

inoltre, sarà concesso solo alle<br />

autostrade che rispondano a determinati<br />

requisiti di sicurezza e alla verifica delle<br />

condizioni atmosferiche prevalenti su di<br />

esse. La verifica di queste condizioni sarà<br />

attribuita agli enti proprietari o concessionari<br />

delle autostrade.<br />

Secondo il ministro dei Trasporti, Pietro<br />

Lunardi, l’innalzamento del limite di<br />

velocità non dovrebbe di per sé comportare<br />

una diminuzione della sicurezza<br />

stradale: «L’alta velocità — ha più volte<br />

sostenuto — incide negli incidenti stradali<br />

solo per il 16%». Stando alle statistiche<br />

citate dal ministro, il 42% degli incidenti<br />

mortali accade in zone urbane e<br />

solo il 12% in autostrada.<br />

Lunardi ha tuttavia definito la situazione<br />

della sicurezza stradale in Italia<br />

come qualcosa di «drammatico» che va<br />

affrontata sia con campagne di sensibilizzazione<br />

sia incidendo sul codice della<br />

strada. Sulle strade italiane, ha ricordato,<br />

ogni anni perdono la vita 6.700 persone.<br />

Como: ragazzo deceduto<br />

per monossido di carbonio<br />

In gravi condizioni il fratello<br />

COMO, 28.<br />

Un ragazzo di 17 anni è stato trovato<br />

morto, ieri, nel suo appartamento a Como,<br />

mentre il fratello di 16 anni è ricoverato<br />

in gravi condizioni in seguito a<br />

quella che appare come un’intossicazione<br />

da monossido di carbonio, probabilmente<br />

provocata dal cattivo funzionamento<br />

della caldaia per il riscaldamento<br />

dell’acqua. La tragedia è avvenuta in un<br />

condominio di via Grilloni a Rebbio,<br />

quartiere popolare alla periferia della<br />

città. Il ragazzo si chiamava Attilio Melis,<br />

aveva 17 anni, studiava all’Istituto<br />

d’Arte di Cantù (Como) ed era il maggiore<br />

di tre figli. È stato trovato dal padre<br />

Paolo a terra, nel corridoio dell’appartamento,<br />

mentre l’altro fratello intossicato<br />

(ora ricoverato all’Istituto lombardo<br />

di medicina iperbarica di Milano) era<br />

ancora nel suo letto. L’allarme è stato<br />

lanciato dal padre, di ritorno da Torino,<br />

dove si era recato con la moglie e il figlio<br />

minore di otto anni. I tre erano<br />

usciti di casa alle 5 di ieri, e verso le 7,<br />

al loro arrivo a Torino, avevano telefonato<br />

ai figli, ricevendo normale risposta.<br />

La tragedia si è quindi consumata tra le<br />

7 e le 13.30, ora dell’allarme, un arco di<br />

tempo durante il quale il monossido di<br />

carbonio ha saturato l’appartamento.<br />

MALTEMPO Migliorata la situazione al Centro-Sud<br />

Pericolo ghiaccio<br />

per gli automobilisti<br />

ROMA, 28.<br />

Nelle regioni del Centro-Sud spazzate<br />

ieri da violente bufere di neve oggi<br />

splende il sole ma per gli automobilisti<br />

resta il pericolo del ghiaccio che rende<br />

difficoltosa la circolazione lungo le strade<br />

interne. È il caso delle Marche dove i<br />

valichi appenninici di Fossato di Vico, in<br />

provincia di Ancona, e di Bocca Trabaria<br />

(Pesaro) sono transitabili solo con le<br />

catene montate. Anche a Fabriano e<br />

dintorni la Polizia consiglia di spostarsi<br />

solo con catene o gomme da neve. Nel<br />

Maceratese, al confine con l’Umbria, la<br />

Incidente stradale<br />

sulla Palermo-Catania:<br />

5 morti e 16 feriti<br />

ENNA, 28.<br />

Cinque persone sono morte e<br />

16 sono rimaste ferite in un incidente<br />

avvenuto questa mattina<br />

sull'autostrada «A19» Palermo-<br />

Catania nei pressi di Enna, all’uscita<br />

della galleria Misericordia.<br />

Sono rimasti coinvolti una<br />

quindicina di veicoli tra cui dieci<br />

autocarri. Lo scontro sarebbe<br />

stato causato dal manto stradale<br />

ghiacciato. Il primo a sbandare<br />

è stato un camion tamponato<br />

poi dagli altri automezzi.<br />

Per gli italiani<br />

la benzina<br />

più cara d'Europa<br />

ROMA, 28.<br />

Il prezzo della benzina in Italia<br />

continua a calare e rispetto all’inizio<br />

dell’estate scorsa registra una<br />

riduzione che, in alcuni casi, sfiora<br />

le 300 lire al litro. Nonostante i<br />

ribassi però, il carburante italiano<br />

è il più caro dell'Unione Europa,<br />

con oltre 76 lire in più rispetto alla<br />

media comunitaria. Un divario,<br />

ancora più consistente per il gasolio<br />

diesel, il cui prezzo è preceduto<br />

solo dall’Inghilterra.Per quanto<br />

riguardaquelloriscaldamento: con<br />

1.573 lire al litro, l'Italia si pone al<br />

primo posto in Europa, seguita,<br />

ma a distanza dalla Danimarca<br />

dove il combustibile costa 1.300 lire<br />

al litro. Con il risultato che un<br />

litro di gasolio per riscaldamento<br />

in Italia costa fino a 85 lire in più<br />

rispetto alla media europea.<br />

Ancora sui prezzi di super e<br />

verde, l’Italia si pone al terzo posto<br />

della classifica con 1.929 lire al<br />

litro, preceduta solo dalla Finlandia<br />

(2.022 lire) e dall’Olanda<br />

(2.055 lire). Per il gasolio auto, invece,<br />

con 1.636 lire al litro è prima<br />

assoluta, e al secondo posto,<br />

dopo l’Uk (2.337 lire) nel raffronto<br />

Ue.<br />

Violenti incendi<br />

in Valle d'Aosta<br />

e in Lombardia<br />

AOSTA, 28.<br />

Non è stato ancora del tutto domato<br />

il violento incendio divampato ieri pomeriggio<br />

in Valle d'Aosta nel territorio<br />

del Comune di Verrayes nonostante i vigili<br />

del fuoco abbiano lavorato senza interruzione<br />

per tutta la notte scorsa.<br />

Il rogo, che ha interessato un'aerea<br />

boschiva di circa cento ettari, è stato<br />

circoscritto ma, appunto, non ancora<br />

del tutto domato.<br />

Ieri pomeriggio le fiamme avevano<br />

raggiunto la cima di Longnede (2416<br />

metri) e poi si erano estese verso le valli<br />

di Torgnon e di Saint Barthelemy, prima<br />

di essere bloccate. Restano ancora<br />

da accertare le cause dell'incendio anche<br />

se è probabile che non si tratti di<br />

dolo.<br />

Ieri vari incendi si erano sviluppati<br />

anche in Lombardia, in particolare nel<br />

Comasco e nel Bresciano. Le fiamme<br />

hanno interessato soprattutto i Comuni<br />

di Musso, Dongo e Cusino (Como) e<br />

quello di Collio (Brescia).<br />

Per spegnere le fiamme sono intervenuti<br />

anche quattro elicotteri e un aereo<br />

ricognitore della Regione. Le operazioni<br />

sono state ostacolate dal forte vento e<br />

dalle temperature rigide.<br />

TANGENTI ALLE MOLINETTE: ALTRI ARRESTI.<br />

L'inchiesta sulla vicenda delle tangenti alle Molinette<br />

di Torino si allarga di ora in ora, con nuovi arresti<br />

e la scoperta di nuovi episodi di corruzione.<br />

MODIFICHE DEI LIMITI DI VELOCITÀ L’innalzamento<br />

dei limiti di velocità preannunciato dal ministro<br />

dei Trasporti sarà nel nuovo codice della strada:<br />

sarà quindi possibile viaggiare a 150 km all’ora,<br />

sulle autostrade con almeno tre corsie.<br />

temperatura minima ha raggiunto i 17<br />

gradi sotto zero.<br />

Dopo la neve di ieri è oggi il gelo a<br />

creare qualche problema in Umbria, nonostante<br />

il sole splenda su tutta la regione.<br />

Difficoltà vengono segnalate sulla<br />

Flaminia al valico della Contessa, nello<br />

Spoletino: qui durante la notte la temperatura<br />

ha toccato i –9. Tratti ghiacciati<br />

sul valico di Colfiorito e sugli altri passi<br />

appenninici. Non ci sono problemi particolari<br />

per la circolazione grazie all'azione<br />

dei mezzi spargisale.<br />

Bella giornata di sole in Basilicata.<br />

Nel Potentino, che nei giorni scorsi ha<br />

patito i maggiori disagi, il traffico si<br />

svolge con poche difficoltà, del tutto assenti<br />

sul tratto lucano dell’autostrada<br />

Salerno-Reggio Calabria. La neve ha<br />

causato qualche problema solo nell’area<br />

del Vulture e nella campagna attorno a<br />

Potenza con alcune abitazioni isolate.<br />

Circolazione regolare sulla statale «Basentana»,<br />

sulla Tito-Brienza e sul raccordo<br />

Potenza-Sicignano degli Alburni anche<br />

se resta il pericolo ghiaccio.<br />

La situazione è migliorata anche in<br />

Puglia ma è stata una notte difficile per<br />

gli automobilisti rimasti bloccati da una<br />

bufera di neve che si è abbattuta nella<br />

zona del Gargano e del Subappennino<br />

dauno. Sono stati soccorsi dai Carabinieri<br />

e da squadre dell’Anas che con i<br />

loro mezzi hanno liberato le strade. I<br />

maggiori disagi sono stati segnalati sulla<br />

statale «89» nel tratto Mattinata-Vieste,<br />

sulla Foggia-Campobasso e sulla Foggia-<br />

Napoli. Irraggiungibili la Foresta Umbra<br />

e le Isole Tremiti.<br />

Iscrizioni<br />

a scuola:<br />

c'è tempo<br />

fino al 20 gennaio<br />

ROMA, 28.<br />

C’è tempo fino al 20 gennaio per le<br />

iscrizioni per l’anno scolastico 2002-<br />

2003. È infatti questo il termine fissato<br />

dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università<br />

e della Ricerca per la flessibilità<br />

circa la data del 10 gennaio, che comunque<br />

resta confermata. Già ieri il ministero<br />

aveva precisato che il termine del 10<br />

gennaio per la presentazione delle iscrizioni<br />

non era perentorio e che tale termine<br />

poteva slittare di qualche giorno in<br />

relazione a specifiche esigenze locali.<br />

La “svista” burocratica aveva provocato<br />

non poche polemiche nei giorni scorsi<br />

ed i sindacati avevano sottolineato<br />

che la decisione era inutile per la messa<br />

a punto degli organici «dal momento<br />

che alle scuole viene chiesto dai provveditorati<br />

fra febbraio e marzo il numero<br />

degli alunni iscritti». Si riteneva inoltre<br />

che il termine del 10 gennaio fosse «lesivo<br />

della libertà di scelta delle famiglie,<br />

dell’autonomia delle scuole, della libera<br />

progettazione didattica giacché la decisione,<br />

fatta conoscere solo il 21 dicembre<br />

alle scuole avrebbe messo in difficoltà<br />

le famiglie abituate da anni ad essere<br />

coinvolte e informate da apposite assemblee<br />

fra il 7 e il 20 gennaio. Le famiglie<br />

non possono essere informate tramite gli<br />

alunni assenti, come è ovvio, durante il<br />

periodo natalizio». Aggiungevano i sindacati<br />

che «la circolare tardivamente<br />

emanata fa saltare le assemblee già programmate<br />

autonomamente dalle istituzioni<br />

scolastiche impedendo inoltre alle<br />

scuole di illustrare le offerte formative<br />

elaborate dalle stesse».<br />

Inpdap: il Consiglio<br />

boccia il bilancio<br />

preventivo 2002<br />

ROMA, 28.<br />

Il Civ (Consiglio di indirizzo e vigilanza)<br />

dell’Inpdap, l’ente di previdenza dei<br />

dipendenti pubblici, non ha approvato il<br />

bilancio preventivo del 2002 predisposto<br />

dal consiglio di amministrazione. La parola<br />

passerà al ministro del Lavoro, Roberto<br />

Maroni. È la prima volta in assoluto<br />

che un bilancio di un ente previdenziale<br />

non viene approvato dall’organo<br />

di controllo. Il presidente del Civ dell’Inpdap,<br />

Giancarlo Fontanelli, che era<br />

favorevole all’approvazione del bilancio,<br />

ha spiegato con ragioni di carattere «politico»<br />

la decisione del Civ. «Il preventivo<br />

presentato dal Cda — ha spiegato<br />

Fontanelli — non corrispondeva alle indicazioni<br />

e agli obiettivi suggeriti dal<br />

Civ. Siamo in ritardo sul processo di informatizzazione,<br />

c’è una mole consistente<br />

di arretrati sul fronte pensionistico,<br />

non è prevista alcuna iniziativa sul versante<br />

del credito a favore degli iscritti e<br />

dei dipendenti. Ma il Civ — ha proseguito<br />

Fontanelli — giudica un’ipotesi assai<br />

poco realistica la previsione di incassare<br />

3.500 miliardi dalla cartolarizzazione per<br />

la vendita degli immobili. Insomma sono<br />

stati diversi gli aspetti che non hanno<br />

convinto il Civ».


<strong>L'OSSERVATORE</strong><strong>ROMANO</strong><br />

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Extra Europa L. 6.000 - US$ 4,00<br />

Anno CXLI - N. 298 (42.936) CITTÀ DEL VATICANO Domenica 30 Dicembre 2001<br />

MEDIO ORIENTE La diminuzione delle violenze potrebbe favorire la ripresa delle trattative di pace<br />

I palestinesi chiedono il ritorno<br />

del mediatore statunitense Zinni<br />

TEL AVIV, 29.<br />

La direzione palestinese ha chiesto ieri<br />

agli Stati Uniti un «rapido ritorno»<br />

nella regione del mediatore Anthony<br />

Zinni per valutare la possibilità di applicare<br />

le raccomandazioni contenute nel<br />

rapporto della Commissione Mitchell e<br />

nel memorandum del Direttore della<br />

Cia, George Tenet. L'organismo, del<br />

quale fanno parte i membri del Governo<br />

dell’Autorità Palestinese (Ap) e del Comitato<br />

esecutivo dell’Olp, ha sottolineato<br />

«l’importanza del ruolo svolto dall’Amministrazione<br />

americana nel processo<br />

di pace, con il sostegno della Russia<br />

e dell’Unione Europea».<br />

Il piano messo a punto dalla Commissione<br />

guidata dall’ex Senatore democratico<br />

statunitense George Mitchell indica<br />

l'iter da seguire per giungere alla ripresa<br />

delle trattative sullo status definitivo dei<br />

Territori. Secondo il progetto, dopo la<br />

fine delle violenze vanno assunte misure<br />

per ristabilire la fiducia tra le due parti,<br />

tra le quali il blocco della colonizzazione<br />

da parte di Israele, per poi avviare la fase<br />

negoziale.<br />

La recente diminuzione degli scontri<br />

sembra favorire la possibilità di ripresa<br />

del dialogo. Il Ministro degli esteri israeliano,<br />

Shimon Peres, si accinge ad incontrare<br />

nei prossimi giorni il Presidente<br />

del Consiglio legislativo palestinese,<br />

Ahmed Qrei, per definire le linee di un<br />

accordo di transizione.<br />

Il Premier Ariel Sharon ha però sconfessato<br />

l'iniziativa di Peres, chiedendo<br />

l'assoluta fine delle violenze prima del<br />

rilancio delle trattative. È vero che dopo<br />

l’energico discorso televisivo pronunciato<br />

undici giorni fa da Arafat le violenze<br />

sul terreno sono calate, ma si tratta di<br />

ARGENTINA Crollo in Borsa e dimissioni ai vertici<br />

Proteste della popolazione<br />

e disordini nella capitale<br />

BUENOS AIRES, 29.<br />

Nuovi disordini a Buenos Aires dopo<br />

le sanguinose violenze (28 morti e centinaia<br />

di feriti) della settimana scorsa che<br />

avevano costretto alle dimissioni il Presidente<br />

della Repubblica, il radicale Fernando<br />

de la Rúa. Nella notte tra ieri e<br />

oggi, una folla di dimostranti si è riversata<br />

nella Plaza de Mayo e alcuni gruppi<br />

più esagitati hanno fatto irruzione nella<br />

sede del Parlamento abbandonandosi ad<br />

atti di vandalismo e appiccando un incendio,<br />

che è stato però rapidamente<br />

domato. Le forze di polizia hanno poi<br />

ripreso il controllo della piazza disperdendo<br />

i dimostranti con il lancio di granate<br />

lacrimogene. Secondo le informazioni<br />

disponibili, non si lamentano morti<br />

o feriti gravi.<br />

Oltre che sul fronte dell'ordine pubblico,<br />

la situazione è tesa sui versanti economico<br />

e politico. La giornata di ieri,<br />

infatti, ha fatto registrare un crollo (-8<br />

per cento con punte di -11) della Borsa,<br />

che aveva riaperto i battenti dopo una<br />

settimana di chiusura. Nelle stesse ore,<br />

il Presidente provvisorio, il peronista<br />

Adolfo Rodrìguez Saá, ha imposto le dimissioni<br />

al presidente della Banca nazionale<br />

David Exposito, che era stato nominato<br />

solo due giorni fa. Invadendo tra<br />

l'altro il campo della Banca Centrale,<br />

Exposito si era lanciato in una serie di<br />

valutazioni imprudenti in merito all'«argentino»,<br />

la terza moneta che il Governo<br />

intende mettere in circolazione il mese<br />

prossimo. Infine, si è dimesso spontaneamente<br />

un consigliere del Presidente<br />

Rodríguez Saà, l'ex sindaco della capita-<br />

le Carlos Grosso preso di mira dai dimostranti<br />

di Plaza de Mayo.<br />

La manifestazione popolare, culminata<br />

nell'irruzione in Parlamento, è partita<br />

dai quartieri dove vive la classe media,<br />

stremata dalla crisi economica. Gli abitanti<br />

hanno inscenato il cosiddetto «cacerolazo»<br />

(rumorosi concerti con pentole<br />

e coperchi) per protestare contro il<br />

blocco del denaro nei conti correnti e<br />

per denunciare la permanenza nelle<br />

stanze del potere di elementi corrotti o<br />

comunque di dubbia moralità. Uno dei<br />

personaggi contestati era per l'appunto<br />

Carlos Grosso. Quest'ultimo — riferisce<br />

l'agenzia «Ansa» — un settimana fa, al<br />

momento di assumere l'incarico, aveva<br />

dichiarato che il Capo dello Stato lo aveva<br />

scelto non per la fedina penale ma<br />

per la sua intelligenza.<br />

Dai quartieri periferici i dimostranti<br />

sono poi affluiti durante la notte nella<br />

Plaza de Mayo, dove sono stati affrontati<br />

e dispersi dalle forze dell'ordine.<br />

In una giornata tesa e difficile, l'unica<br />

buona notizia è venuta dagli Stati Uniti<br />

che hanno assicurato la propria disponibilità<br />

a fornire, attraverso il Fondo monetario<br />

internazionale (Fmi), aiuti finanziari<br />

per permettere all'Argentina di recuperare<br />

una crescita economica sostenibile.<br />

In un colloquio telefonico con il<br />

Presidente Rodríguez Saá, Bush ha reso<br />

noto che in conversazioni avute con i<br />

colleghi di altri Paesi occidentali è emersa<br />

«una quasi unanimità» nella volontà<br />

di sostenere gli sforzi di stabilizzazione e<br />

di risanamento avviati dal nuovo Governo<br />

di Buenos Aires.<br />

Cronache del 2001<br />

In omaggio<br />

a tutti<br />

gli abbonati<br />

l'almanacco<br />

de L'Osservatore<br />

Romano,<br />

per ripercorrere<br />

attraverso testi,<br />

immagini<br />

ed una dettagliata<br />

cronologia<br />

i principali<br />

avvenimenti<br />

dell'anno<br />

che sta<br />

per concludersi<br />

e che ha segnato<br />

anche il 140°<br />

anniversario<br />

del giornale<br />

Un palestinese lancia gas lacrimogeno contro una postazione israeliana a Ramallah<br />

una pausa e non di una svolta strategica,<br />

ha detto ieri il Capo di stato maggiore<br />

israeliano, Shaul Mofaz. L'Ap «è impregnata<br />

da capo a piedi di elementi terroristici<br />

attivi», ha aggiunto.<br />

La tensione è salita quando in un volantino<br />

Hamas ha definito «inaccettabi-<br />

le» il piano messo a punto da Peres e<br />

Qrei e ha minacciato di tornare al più<br />

presto in azione. Da parte sua la Jihad<br />

islamica, che pochi giorni fa aveva annunciato<br />

la sospensione degli attacchi<br />

armati, ha rivendicato un agguato teso a<br />

un convoglio militare israeliano presso<br />

Netzarim, nella Striscia di Gaza. I servizi<br />

di sicurezza di Tel Aviv ritengono<br />

inoltre che l’attentato avvenuto martedì<br />

scorso nella valle del Giordano, nel quale<br />

due militanti arabi e un soldato israeliano<br />

sono rimasti uccisi, sia stato compiuto<br />

da guerriglieri libanesi Hezbollah.<br />

Intanto è stata revocata la chiusura militare<br />

di Betlemme, anche se, secondo<br />

fonti palestinesi, l’Esercito ha rafforzato<br />

il blocco attorno a Jenin e Tulkarem.<br />

Peres si è detto comunque fiducioso<br />

sulla possibilità di concordare con i palestinesi<br />

una nuova tabella di marcia. Il<br />

piano dovrebbe consentire in dodici mesi<br />

di trattative di trovare soluzioni a tutti<br />

i maggiori ostacoli che impediscono un<br />

accordo di pace, tra i quali la definizione<br />

dei confini dello Stato palestinese, la<br />

questione dei coloni e il ritorno dei profughi.<br />

Ma il capo uscente dell’intelligence<br />

israeliana, Amos Malca, e il Coordinatore<br />

delle attività nei Territori, Amos<br />

Ghilad, hanno avvertito che Tel Aviv<br />

non potrà mai firmare un trattato di pace<br />

definitivo con Arafat, ritenuto da<br />

Sharon direttamente coinvolto negli attentati<br />

terroristici.<br />

Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice<br />

Cappella Papale<br />

per l'Ordinazione dei Vescovi<br />

nella Solennità dell'Epifania del Signore<br />

Notificazione<br />

Domenica 6 gennaio 2002, Solennità dell’Epifania del Signore, alle ore 9,<br />

nella Patriarcale Basilica Vaticana, il Santo Padre Giovanni Paolo II presiederà<br />

la solenne Cappella Papale nel corso della quale conferirà l’Ordinazione<br />

episcopale ai seguenti Presbiteri:<br />

* * *<br />

1. Mons. GIUSEPPE PINTO, del clero della Diocesi di Conversano-Monopoli,<br />

nato il 26 maggio 1952, ordinato Presbitero il 1 o aprile 1978, eletto Arcivescovo<br />

titolare di Anglona e nominato Nunzio Apostolico in Senegal e Delegato<br />

Apostolico in Mauritania il 4 dicembre 2001.<br />

2. Mons. CLAUDIO GUGEROTTI, del clero della Diocesi di Verona, nato il<br />

7 ottobre 1955, ordinato Presbitero il 29 maggio 1982, eletto Arcivescovo titolare<br />

di Ravello e nominato Nunzio Apostolico in Georgia, Armenia e Azerbaigian<br />

il 7 dicembre 2001.<br />

3. Mons. ADOLFO TITO YLLANA, del clero della Arcidiocesi di Caceres,<br />

nato il 6 febbraio 1948, ordinato Presbitero il 19 marzo 1972, eletto Arcivescovo<br />

titolare di Montercorvino e nominato Nunzio Apostolico in Papua Nuova<br />

Guinea il 13 dicembre 2001.<br />

4. Mons. GIOVANNI D’ANIELLO, del clero della Diocesi di Aversa, nato il<br />

5 gennaio 1955, ordinato Presbitero l’8 dicembre 1978, eletto Arcivescovo titolare<br />

di Paestum e nominato Rappresentante Pontificio nella Repubblica Democratica<br />

del Congo il 15 dicembre 2001.<br />

5. Mons. DANIEL MIZONZO, del clero della Diocesi di Nkayi, nato il 29<br />

settembre 1953, ordinato Presbitero il 12 luglio 1981, eletto Vescovo di Nkayi<br />

(Repubblica del Congo) il 16 ottobre 2001.<br />

6. Mons. Louis PORTELLA, del clero della Diocesi di PointeNoire, nato il<br />

28 luglio 1942, ordinato Presbitero il 31 dicembre 1967, eletto Vescovo di Kinkala<br />

(Repubblica del Congo) il 16 ottobre 2001.<br />

7. Mons. MARCEL UTEMBI TAPA, del clero della Diocesi di Mahagi-Nioka,<br />

nato il 7 gennaio 1959, ordinato Presbitero il 29 giugno 1984, eletto Vescovo<br />

di Mahagi-Nioka (Repubblica Democratica del Congo) il 16 ottobre 2001.<br />

8. Mons. FRANCO AGOSTINELLI, del clero della Diocesi di Arezzo, nato il<br />

1 o gennaio 1944, ordinato Presbitero il 9 giugno 1968, eletto Vescovo di Grosseto<br />

(Italia) il 17 novembre 2001.<br />

9. Mons. AMANDIO JOSÉ TOMÁS, del clero della Diocesi di Vila Real, nato<br />

il 23 aprile 1943, ordinato Presbitero il 15 agosto 1967, eletto Vescovo titolare<br />

di Feradi maggiore e nominato Ausiliare dell’Arcivescovo di Évora (Portogallo)<br />

il 5 ottobre 2001.<br />

10. Mons. VITTORIO LANZANI, del clero della Diocesi di Pavia, nato il 14<br />

giugno 1951, ordinato Presbitero il 3 aprile 1976, eletto Vescovo titolare di Labico<br />

e nominato Delegato della Fabbrica di San Pietro il 17 novembre 2001.<br />

* * *<br />

Il Rito dell’Ordinazione episcopale, celebrato nella solennità della Manifestazione<br />

del Verbo incarnato, evidenzia anche l’Epifania della Chiesa, chiamata<br />

ad essere, come Cristo, «luce delle genti» e punto di incontro per tutti i popoli<br />

della terra ai quali Cristo ha inviato i suoi Apostoli che continuano, nei<br />

Vescovi loro successori, la sua missione di salvezza.<br />

* * *<br />

Tutti coloro che, in conformità al Motu Proprio «Pontificalis Domus», compongono<br />

la Cappella Pontificia e desiderano partecipare alla celebrazione liturgica,<br />

sono pregati di trovarsi alle ore 8.30 presso l’Altare della Confessione<br />

nella Basilica Vaticana, per occupare il posto che verrà loro indicato.<br />

Quanto all’abito richiesto per l’occasione, vorranno attenersi alle seguenti<br />

indicazioni:<br />

— i Signori Cardinali, i Patriarchi, gli Arcivescovi ed i Vescovi sulla veste<br />

propria indosseranno il rocchetto e la mozzetta;<br />

— gli Abati e i Religiosi: il proprio abito corale;<br />

— i Prelati: il rocchetto e la mantelletta, o la cotta, sopra la veste paonazza<br />

con fascia paonazza, a seconda del proprio grado;<br />

— i Cappellani di Sua Santità: la cotta sopra la talare filettata con fascia<br />

paonazza.<br />

A norma della Costituzione Apostolica «Pontificalis Romani» del 18 giugno<br />

1968, i Cardinali, i Patriarchi, gli Arcivescovi e i Vescovi presenti al Rito in<br />

abito corale potranno partecipare all’atto sacramentale dell’imposizione delle<br />

mani e pronunciare le parole essenziali della preghiera di Ordinazione.<br />

Città del Vaticano, 28 dicembre 2001<br />

Per mandato del Santo Padre<br />

✠ PIERO MARINI<br />

Vescovo Titolare di Martirano<br />

Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie<br />

IL NOSTRO GRIDO A DIO PER LA PACE<br />

Nella città<br />

del «pacificato»<br />

che divenne pacificatore<br />

ALBERTO MIGONE<br />

Q uesta<br />

guerra e gli attentati<br />

terroristici, che l’hanno<br />

preceduta e determinata,<br />

non hanno seminato rovine e lutti<br />

solo in coloro che ne sono stati<br />

traumaticamente travolti. In<br />

ognuno di noi si è come infranto<br />

qualcosa.<br />

«Terrorismo, ritorsione, legittima<br />

difesa, guerra e pace» che<br />

spesso erano per noi problemi<br />

astratti, su cui magari astrattamente<br />

discutere, dopo l’11 settembre<br />

si sono imposti alla nostra<br />

coscienza nella loro cruda<br />

realtà, anche perché hanno fatto<br />

riemergere alla memoria le tante<br />

guerre dimenticate e le violenze<br />

che sembrano non meritare le<br />

luci della ribalta e vengono archiviate<br />

troppo spesso come<br />

«guerre regionali» quasi che<br />

l’aggettivo possa attenuare il peso<br />

per chi le vive magari da decenni.<br />

Ci siamo così trovati improvvisamente<br />

di fronte a interrogativi<br />

per i quali risposte facili non ci<br />

sono e gli slogan da chiunque<br />

gridati non appagano. Sì, tante<br />

nostre sicurezze sono crollate.<br />

* * *<br />

Molte voci si sono levate per<br />

rassicurarci e convincerci, troppo<br />

spesso però interessate e di parte.<br />

Quella del Papa è stata, fin<br />

dall’inizio di questa spaventosa<br />

crisi, l’unica veramente credibile,<br />

perché ha saputo indicare i mezzi<br />

veri per edificare la pace.<br />

Non può essere certo il terrorismo<br />

che «nasce dall’odio e ingenera<br />

isolamento, diffidenza e<br />

chiusura». Servono la giustizia e<br />

l’amore che, mentre difendono<br />

dagli atti terroristici, impongono<br />

di «risolvere con coraggio e determinazione<br />

le eventuali situazioni<br />

di oppressione e di emarginazione.<br />

Il reclutamento del terrorismo,<br />

infatti, è più facile nei<br />

contesti sociali in cui i diritti vengono<br />

conculcati e le ingiustizie<br />

troppo a lungo tollerate». La pace,<br />

però, postula anche «la capacità<br />

di perdono che sta alla base<br />

di ogni progetto di una società<br />

futura più giusta e solidale».<br />

Questi i cardini su cui poggia —<br />

in noi e intorno a noi — un’autentica<br />

cultura di pace.<br />

Ma il Papa ci ha ricordato anche<br />

un’altra verità, più difficile<br />

da accettare per l’uomo di oggi,<br />

al quale, però, può essere offerta<br />

come proposta di speranza:<br />

l’umano da solo non basta. È Dio<br />

che dona la pace: di qui l’esigenza<br />

di chiederla incessantemente,<br />

mediante la preghiera costante,<br />

unita al digiuno, alla penitenza,<br />

alla carità. Sono i mezzi<br />

poveri che il Papa mette nelle<br />

mani di ciascuno di noi nella<br />

certezza che possono cambiare<br />

il mondo, perché possono cambiare<br />

il cuore di ogni uomo, anche<br />

di chi è (o sembra) più lontano.<br />

Vicino a questa preghiera, personale<br />

e silenziosa, è opportuno<br />

che ci siano anche «gesti pubblici<br />

di pace e parole solenni di<br />

speranza». L’umanità ne ha bisogno.<br />

È questo lo spirito con cui<br />

Giovanni Paolo II ha invitato i<br />

rappresentanti delle religioni del<br />

mondo a ritrovarsi il prossimo 24<br />

gennaio ad Assisi. È la città di<br />

San Francesco «il pacificato»,<br />

che divenne pacificatore perché<br />

capace di parlare ad ognuno e di<br />

amare anche i più diversi e lontani.<br />

Ad Assisi si pregherà coralmente<br />

per la pace, ma la presenza<br />

insieme al Papa di tanti<br />

capi religiosi vuol sottolineare,<br />

anche visivamente, che «la religione<br />

non deve mai diventare<br />

motivo di conflitto, di odio e di<br />

violenza». Di più: «le confessioni<br />

cristiane e le grandi religioni<br />

dell’umanità devono collaborare<br />

tra loro per eliminare le cause<br />

sociali e culturali del terrorismo,<br />

insegnando la grandezza e la di-<br />

gnità della persona e diffondendo<br />

una maggiore consapevolezza<br />

dell’unità del genere umano».<br />

Questo impegno deve essere<br />

particolarmente forte nei leader<br />

religiosi cristiani, ebrei, musulmani,<br />

che sono oggi investiti di<br />

una grande responsabilità: rifiutare<br />

ai violenti ogni forma di legittimazione<br />

religiosa e morale.<br />

Odiare o uccidere in nome di Dio<br />

è profanazione della religione.<br />

* * *<br />

La pace, che poggia sulla giustizia<br />

e sul perdono e per la<br />

quale il Papa invita a pregare,<br />

non può rimanere un valore alto<br />

che affascina: deve tradursi in<br />

strumenti di pace, in azioni concrete<br />

che rimuovano tutto ciò<br />

che la rende difficile o impossibile.<br />

È questo un impegno tipico di<br />

donne e uomini cristiani, capaci<br />

contemporaneamente di contemplare<br />

il cielo e di prendersi cura<br />

della terra. Il magistero del Papa<br />

ci ricorda che cieli nuovi e terre<br />

nuove sono possibili, che quanto<br />

Isaia dice non è poesia: questa<br />

profezia, però, deve diventare<br />

cultura che si attualizza sul metro<br />

della realtà di oggi e fa mentalità:<br />

diviene poi politica che sa<br />

trovare mezzi e modi concreti di<br />

applicazione. Tutto questo postula<br />

cristiani che pensano, elaborano,<br />

inventano, rischiano anche<br />

perché accettano di giocare in<br />

campo aperto, fuori dall’ombra<br />

rassicurante del campanile.<br />

Come fiorentino, ripenso all’azione<br />

di Giorgio La Pira negli<br />

anni ’50: tempi di guerra fredda,<br />

di blocchi contrapposti, di pace<br />

sempre minacciata, perché fondata<br />

esclusivamente sull’equilibrio<br />

delle armi. Eppure con i<br />

«Convegni per la pace e la civiltà<br />

cristiana» e gli «Incontri Mediterranei»<br />

— pregati, pensati e<br />

realizzati in mezzo a tante incomprensioni<br />

— creò occasioni<br />

di dialogo, che costruirono ponti<br />

e nel tempo fecero crollare barriere.<br />

Quale profezia realizzata<br />

far sedere in quegli anni allo<br />

stesso tavolo francesi e algerini!<br />

Oggi c’è bisogno di questa<br />

creatività.<br />

Certo la situazione odierna è<br />

diversa rispetto al passato e anche<br />

le esperienze più valide non<br />

possono essere meccanicamente<br />

ripetute. Ciò che divide e minaccia<br />

la pace non sono le ideologie,<br />

ma le palesi ingiustizie che<br />

contrappongono il mondo dell’opulenza<br />

a quello dell’estrema<br />

povertà.<br />

Per un cristiano non basta proclamare<br />

la giustizia: deve, per<br />

quanto può, fare giustizia, ritrovando<br />

strumenti per realizzarla.<br />

Di qui la necessità dello studio,<br />

della competenza, del realismo,<br />

ma sempre in un’ottica evangelica<br />

che impone di partire, nella<br />

riflessione e nella concretezza<br />

dell’attuazione, non dagli interessi<br />

di chi ha già (persone e popoli)<br />

ma da coloro che non hanno il<br />

minimo per sopravvivere pur<br />

avendone diritto pieno. Quanto,<br />

nel nostro quotidiano benessere,<br />

siamo capaci di rispondere al<br />

grido dei poveri vivendo l’obbedienza<br />

evangelica dell’amore?<br />

È operando in questa direzione<br />

che si fa la pace in una fedeltà<br />

a Cristo, che, in certe situazioni,<br />

può diventare martirio. Gli<br />

esempi non mancano e segnano<br />

la storia di un’autentica santità.<br />

* * *<br />

E così il venir meno di tante<br />

certezze, su cui riposavamo, ci<br />

spinge come cristiani ad un’attenzione<br />

rinnovata ai problemi<br />

del mondo, visti ora in un’ottica<br />

diversa, in cui la dimensione<br />

economica e politica è vivificata<br />

da valori forti come pace, giustizia,<br />

amore e perdono. Tante sono<br />

le situazioni che anche il nostro<br />

egoismo ha reso drammatiche.


DAL MONDO<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

PAGINA<br />

TIPOGRAFIA VATICANA<br />

EDITRICE<br />

«<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong>»<br />

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L'Osservatore Romano in collaborazione con alcune primarie aziende italiane.<br />

Lo sforzo del quotidiano della Santa Sede per diffondere la parola del Papa, soprattutto in<br />

questo particolare momento storico, può infatti essere validamente sostenuto da quanti<br />

condividono i valori propugnati dalla Chiesa cattolica.<br />

Alcune aziende hanno scelto L'Osservatore Romano come mezzo privilegiato e qualificato<br />

per divulgare il loro messaggio pubblicitario. Saranno queste aziende —<br />

sottoscrittrici di numerosi abbonamenti — a diffondere all'interno del proprio<br />

mondo di riferimento (sedi, clienti, collaboratori), questo giornale, questi valori.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 30 Dicembre 2001<br />

AFGHANISTAN Nessun accordo venerdì nella prima<br />

riunione in Gran Bretagna dei capi militari dei<br />

Paesi che intendono contribuire alla forza multinazionale<br />

di pace in Afghanistan. Le consultazioni riprenderanno<br />

la settimana prossima.<br />

BIN LADEN Le forze americane hanno esteso la<br />

caccia a Osama bin Laden alla regione pakistana di<br />

Peshawar, frontaliera con l'Afghanistan. Il Presidente<br />

Bush ha assicurato che il capo della rete terrori-<br />

stica «Al Qaeda» è un uomo in fuga: «è solo questione<br />

di tempo e lo prenderemo».<br />

JUGOSLAVIA Hans Haekkerup, responsabile dell'Amministrazione<br />

dell'Onu in Kosovo, ha deciso di<br />

non accettare una proroga dell'incarico che scade il<br />

31 dicembre. Lo sostituirà, provvisoriamente, il suo<br />

vice, lo statunitense Charles Brayshaw.<br />

INDIA-PAKISTAN Migliaia di civili sono in fuga su<br />

AFGHANISTAN Infruttuosa la riunione svoltasi in Gran Bretagna tra i Paesi che parteciperanno alla missione<br />

Nessun accordo è stato raggiunto<br />

sulla formazione della forza di pace<br />

Gli Stati Uniti<br />

intensificano<br />

la caccia<br />

a bin Laden<br />

KABUL, 29.<br />

La caccia a Osama bin Laden si<br />

è allargata al Pakistan. Un’operazione<br />

di commando è stata avviata<br />

ieri da alcune decine di marines<br />

Usa, con l’appoggio dei soldati<br />

di Islamabad, in un distretto<br />

meridionale della regione di Peshawar,<br />

la cosiddetta provincia<br />

della Frontiera Nord-occidentale,<br />

naturale via di fuga dalle montagne<br />

afghane e dalle stesse grotte<br />

di Tora Bora. Facendo eco a<br />

quanto anticipato già ieri dal suo<br />

portavoce, è stato poi il neo Ministro<br />

della difesa afghano, Mohammad<br />

Fahim, a fornire una spiegazione<br />

plausibile. «C’è una buona<br />

possibilità che bin Laden sia dalle<br />

parti di Peshawar — ha dichiarato<br />

— di certo non è più sotto il nostro<br />

controllo, gli Usa potranno<br />

mettersi sulle sue tracce con l’aiuto<br />

del Governo pakistano».<br />

Da Islamabad, dopo lo scetticismo<br />

dei giorni scorsi, il Ministro<br />

degli esteri, Abdul Sattar, ha ammesso<br />

ieri sera di non poter escludere<br />

del tutto questa ipotesi. Lo<br />

stato maggiore pakistano ha messo<br />

a disposizione dei reparti speciali<br />

Usa — i quali sembrano aver<br />

allentato la presa su Tora Bora<br />

per spostare le loro ricerche altrove<br />

— una base strategica e la sua<br />

collaborazione operativa. I marines<br />

statunitensi dopo essere giunti<br />

in Pakistan, si sono divisi in due<br />

gruppi: il primo si sarebbe diretto<br />

verso Miranshah, nel Waziristan<br />

del Nord; l’altro verso Wana, nel<br />

Waziristan del Sud. Si tratta di<br />

territori che fanno parte entrambi<br />

delle cosiddette aree tribali: zone<br />

impervie dove, nelle ultime settimane,<br />

le forze di Islamabad hanno<br />

arrestato 150 uomini di Al<br />

Qaeda sconfinati dall’Afghanistan,<br />

ma dove è stata segnalata la presenza<br />

di almeno altri 500 miliziani<br />

tuttora alla macchia. Alcune delle<br />

tribù locali simpatizzano del resto<br />

per i fondamentalisti, mentre proprio<br />

nel Waziristan ha le sue roccaforti<br />

lo «Jamat-Ulema-i-Islam»,<br />

movimento islamico radicale filo-<br />

Taleban il cui leader, Fazalur<br />

Rehman, è indicato dai servizi segreti<br />

afghani come il più probabile<br />

protettore pakistano di Osama.<br />

«Bin Laden è un uomo in fuga,<br />

non sappiamo in quale anfratto si<br />

nasconda, ma è solo questione di<br />

tempo e lo prenderemo», ha intanto<br />

ieri dichiarato dal Texas il<br />

Presidente Usa, George W. Bush.<br />

«Il mondo — ha detto — deve sapere<br />

che questa amministrazione<br />

non vacillerà di fronte al pericolo<br />

e non si stancherà quando si tratterà<br />

di completare le missioni che<br />

abbiamo deciso di intraprendere».<br />

Il Presidente Usa ha peraltro elogiato<br />

lo spirito di collaborazione<br />

mostrato dal Presidente del Pakistan,<br />

Pervez Musharraf.<br />

LONDRA, 29.<br />

Non c’è ancora accordo<br />

circa la formazione<br />

della forza multinazionale<br />

di pace in Afghanistan<br />

(Isaf). Dopo l’incontro<br />

che ha impegnato per<br />

tutta la giornata di ieri,<br />

in una base britannica, i<br />

capi militari dei Paesi<br />

coinvolti nell’operazione,<br />

il ministero della difesa<br />

britannico si è visto costretto<br />

a posporre l’annuncio<br />

almeno fino all’inizio<br />

della settimana<br />

prossima.<br />

Eppure, ieri mattina,<br />

un portavoce del ministero<br />

non aveva escluso<br />

la possibilità di un annuncio<br />

già in serata. Ma<br />

— come segnala l'«Ansa»<br />

— la posizione del Go-<br />

verno di Londra è cambiata con il trascorrere<br />

delle ore e, dopo la fine della<br />

riunione, il portavoce ha detto di augurarsi<br />

«di poter dire qualcosa lunedì prossimo».<br />

Nel frattempo, ha spiegato, i partecipanti<br />

all’incontro di ieri (provenienti<br />

da 16-20 Paesi) «torneranno nelle loro<br />

capitali per controllare gli ultimi dettagli<br />

con i rispettivi Governi». Sembra però<br />

— secondo quanto segnala ancora l'«Ansa»<br />

— che per la sofferta formazione<br />

dell’«Isaf» servirà qualcosa di più di un<br />

semplice «controllo» dei dettagli. Secondo<br />

indiscrezioni riprese ancora dall'«An-<br />

sa», il Governo francese sarebbe stato<br />

infatti costretto a ridurre il proprio impegno<br />

originariamente previsto in 300-<br />

400 soldati, mentre i tedeschi premerebbero<br />

per partecipare con 1.200 uomini.<br />

Proprio ieri, inoltre, la Germania ha sottolineato<br />

che sarebbe stato meglio se il<br />

comando dell’«Isaf» fosse stato affidato<br />

a un solo Paese per un periodo più lungo,<br />

piuttosto che cambiare comando dopo<br />

i primi 3 mesi. Tra gli altri Paesi, la<br />

Spagna dovrebbe partecipare con un<br />

massimo di 485 soldati. Sempre ieri, la<br />

Gran Bretagna ha smentito la notizia di<br />

AUSTRALIA Sydney minacciata da Sud e da Ovest<br />

Oltre ventimila uomini<br />

impegnati contro le fiamme<br />

CANBERRA, 29.<br />

Ventimila vigili del fuoco, affiancati<br />

da volontari giunti da tutta<br />

l'Australia, sono impegnati a<br />

contrastare gli oltre cento incendi<br />

che da Natale devastano il Nuovo<br />

Galles del Sud, segnatamente nella<br />

zona di Sydney. La forza in<br />

campo è la più numerosa mai dispiegata<br />

in Australia contro un disastro<br />

naturale e ha il supporto di<br />

militari di elicotteri dell’esercito e<br />

della marina. Tuttavia, nonostante<br />

tale schieramento di forze senza<br />

precedenti che impegna in ogni<br />

turno di lavoro diecimila uomini,<br />

la situazione resta estremamente<br />

difficile. Sydney è assediata dalle<br />

fiamme da Sud e da Ovest su un<br />

fronte complessivo di oltre seicento<br />

chilometri e una spessa cappa<br />

di fumo incombe sulla città.<br />

Oggi le fiamme stanno divampando<br />

con rinnovata violenza, favorite<br />

purtroppo da un rafforzamento<br />

del vento secco e da temperature<br />

vicine ai quaranta gradi.<br />

Oltre 150 abitazioni sono state di-<br />

strutte nei primi tre giorni degli<br />

incendi e migliaia di persone sono state<br />

fatte sgomberare. Seimila capi di bestiame<br />

e migliaia di animali selvatici sono<br />

morti tra le fiamme che hanno già distrutto<br />

quasi trecentomila ettari di parchi<br />

nazionali.<br />

Per oggi sono pronti a scattare nuovi<br />

piani di sgombero in diverse zone a rischio,<br />

nel timore che le frenetiche operazioni<br />

di «bruciatura preventiva» lungo<br />

le «linee di contenimento» (un «contro-<br />

Un centro di smistamento di aiuti alimentari nei pressi di Kandahar<br />

Uno dei vigili del fuoco impegnati a Sydney<br />

fuoco» controllato per non lasciare alimento<br />

alle fiamme) messe in atto ieri e<br />

durante la notte non bastino a prevenire<br />

ulteriori perdite di proprietà. Anche se<br />

molti degli incendi sono considerati sotto<br />

controllo, il vento potrebbe rinforzare<br />

ancora nelle prossime ore. Si teme in<br />

particolare che uno degli incendi possa<br />

«saltare» il fiume Hawkesbury, a Nord<br />

di Sydney, mettendo a rischio anche i<br />

quartieri settentrionali della metropoli.<br />

un presunto accordo tra<br />

il Governo provvisorio<br />

afghano e il generale britannico<br />

alla guida della<br />

forza multinazionale,<br />

John McColl, sul dispiegamento<br />

a Kabul e nelle<br />

altre aree del Paese. Il<br />

Governo afghano e i responsabili<br />

della forza di<br />

pace hanno compiuto<br />

progressi sugli aspetti<br />

operativi del dispiegamento<br />

del contingente<br />

sul campo, ha precisato<br />

un portavoce dell’Ambasciata<br />

britannica, ma<br />

non è stato raggiunto alcun<br />

accordo formale. A<br />

rallentare i negoziati, potrebbero<br />

esserci anche<br />

eventuali nodi sulla composizione<br />

della forza di<br />

pace alla scadenza dei<br />

primi 3 mesi. La Gran Bretagna, infatti,<br />

guiderà questo primo contingente fornendo<br />

1.500 soldati, ma successivamente,<br />

come ha spiegato ieri il ministero<br />

della difesa, servirà un’altra forza per<br />

«fornire assistenza alle autorità afghane».<br />

Il portavoce della difesa, intanto,<br />

ha precisato che altri 300 soldati britannici<br />

si uniranno nei prossimi giorni ai<br />

200 uomini già in Afghanistan per preparare<br />

il terreno all’«Isaf». Nei giorni<br />

scorsi, Londra aveva annunciato erroneamente<br />

che le ulteriori truppe erano<br />

già state dispiegate.<br />

Un convegno e una gara automobilistica in Australia<br />

Si sperimenta l'energia solare<br />

CANBERRA, dicembre.<br />

Da un po' di tempo si torna a parlare<br />

delle energie alternative. Nello scorso<br />

novembre è stato tenuto ad Adelaide in<br />

Australia, il World Solar Congress, cui<br />

hanno partecipato 600 delegati di 57<br />

Paesi. Si è discusso sul futuro delle<br />

energie rinnovabili, e in particolare dell'energia<br />

solare. È stata inoltre aperta<br />

una Mostra, il «Solar Expo», delle migliori<br />

iniziative realizzate.<br />

Nel quadro del Congresso si è inserita<br />

una singolare manifestazione: il World<br />

Solar Challenger, una corsa automobilistica<br />

internazionale riservata ad automezzi<br />

mossi da energia solare. Vi hanno<br />

partecipato vetture, progettate da qualificati<br />

esperti del settore e anche da giovani<br />

entusiasti. La gara è stata vinta dalla<br />

vettura progettata da Alpha Centauri,<br />

un'équipe di otto giovani delle università<br />

di Delft e di Amsterdam, in Olanda.<br />

Partita il 18 novembre, la vettura è arrivata<br />

ad Adelaide il 21 novembre. Ha<br />

percorso 3.010 chilometri in 32 ore, 19<br />

minuti e 30 secondi, alla velocità di 91<br />

chilometri all'ora, un vero primato.<br />

La prima gara transaustraliana si era<br />

svolta nel 1987: vinse la General Motor<br />

Sunveyer alla media di 67 chilometri all'ora.<br />

Da allora le prestazioni sono au-<br />

ISLAMABAD, 29.<br />

Migliaia di civili sono in fuga in queste<br />

ore dalle zone di confine tra India e<br />

Pakistan, mentre gli eserciti dei due Paesi<br />

rafforzano i dispiegamenti e mentre<br />

vengono purtroppo segnalate nuove vittime.<br />

I terrorizzati abitanti dei villaggi di<br />

confine hanno incominciato l’ennesima<br />

migrazione verso l’interno dei rispettivi<br />

Paesi. Secondo fonti indiane, già ventimila<br />

persone hanno lasciato le loro case<br />

nello dello Jammu e Kashmir, l'unico<br />

Stato indiano a maggioranza musulmana,<br />

e nel Rajastan, a causa dell’ingresso<br />

di artiglieria pesante e delle operazioni<br />

di scavo di bunker per i militari indiani.<br />

Truppe, carri armati, pezzi d'artiglieria<br />

e aerei continuano a rafforzare i due<br />

eserciti che si fronteggiano lungo i 700<br />

chilometri di confine. Dopo qualche ora<br />

di relativa calma, oggi è giunta la notizia<br />

che quattro militari pakistani sono<br />

stati uccisi, 30 feriti e sei dei loro bunker<br />

distrutti in seguito ad una controffensiva<br />

dell’artiglieria indiana nell’area<br />

Kopri del settore Poonch, nel Kashmir.<br />

Diciannove soldati indiani sono invece<br />

morti e cinque altri sono rimasti feriti<br />

da mine «esplose accidentalmente», secondo<br />

fonti locali, mentre le stavano<br />

collocando vicino a un posto di confine<br />

a settanta chilometri dalla città di Jaisalmer,<br />

nel Rajastan.<br />

Intanto, nel susseguirsi di dichiarazioni<br />

distensive e di irrigidimenti, s'intensificano<br />

gli sforzi diplomatici per scongiurare<br />

che la crisi sfoci in una nuova guerra<br />

tra i due Paesi dalle conseguenze dif-<br />

JUGOSLAVIA Haekkerup si ritira per motivi familiari<br />

Kosovo: si dimette<br />

l'amministratore Onu<br />

BELGRADO, 29.<br />

Il responsabile dell'Unmik, l'amministrazione<br />

dell'Onu in Kosovo, il danese<br />

Hans Haekkerup, ha deciso di non accettare<br />

la proroga dell'incarico, in scadenza<br />

il 31 dicembre.<br />

La scelta è stata fatta per motivi familiari,<br />

secondo quanto ha dichiarato ieri<br />

lo stesso Haekkerup in un comunicato<br />

diffuso ieri pomeriggio nel capoluogo<br />

kosovaro Pristina.<br />

«Haekkerup aveva bisogno di trascorrere<br />

un periodo di riposo con la famiglia<br />

prima di intraprendere nuove attività»,<br />

ha spiegato all'agenzia di stampa italiana<br />

Ansa uno dei portavoce dell'Unmik,<br />

Andrea Angeli.<br />

Da parte sua, il Segretario generale<br />

delle Nazioni Unite Kofi Annan si è detto<br />

dispiaciuto delle dimissioni ed ha fatto<br />

sapere che fino alla nomina del nuovo<br />

responsabile dell'Unmik tutte le attuali<br />

funzioni di Haekkerup saranno<br />

svolte dal suo vice, lo statunitense Charles<br />

Brayshaw.<br />

Nel comunicato, Haekkerup si è detto<br />

soddisfatto del lavoro svolto e dei risultati<br />

ottenuti negli undici mesi di permanenza<br />

a capo dell’Unmik, incarico nel<br />

quale era subentrato lo scorso gennaio<br />

al francese Bernard Kouchner. Haekkerup<br />

ha sottolineato di aver «raggiunto<br />

obiettivi maggiori di quelli che si immaginava».<br />

Di particolare importanza, secondo<br />

Haekkerup, è stata l’approvazione nella<br />

primavera scorsa della cornice costituzionale<br />

che ha stabilito le regole del funzionamento<br />

delle istituzioni del Kosovo.<br />

mentate di anno in anno sino ad arrivare<br />

ai 91 chilometri di media e alla massima<br />

di 160 chilometri all'ora. Sono prestazioni<br />

che si possono confrontare con<br />

quelle delle attuali auto a benzina.<br />

Cosa è il World Solar Challenger? È<br />

solo una appassionante gara sportiva?<br />

È qualcosa di più. È un banco di prova<br />

della moderna tecnologia dedicata alla<br />

energia solare. È un contributo all'evoluzione<br />

di un sistema che non costa<br />

nulla, è a disposizione di tutti, con l'intento<br />

di alleggerire il traffico in un prossimo<br />

futuro. I risultati sono soddisfacenti<br />

e lasciano intravedere favorevoli possibilità<br />

di sviluppo.<br />

Va segnalato al riguardo che al Congresso<br />

di Adelaide il prof. Martin Green,<br />

della University of New South Wales di<br />

Sydney, ha fatto una rivelazione sorprendente:<br />

alcune compagnie petrolifere,<br />

preoccupate per il possibile esaurimento<br />

dei giacimenti di greggio, stanno<br />

finanziando studi per convertire, entro<br />

l'anno 2.050, tutti gli autoveicoli alle<br />

energie alternative.<br />

Da ricordare che ha già volato un piccolo<br />

dirigibile telecomandato della Zeppelin,<br />

mosso da energia solare, da celle<br />

poste nell'involucro.<br />

TULLIO FILTRI<br />

Anche la regolarità nello svolgimento<br />

delle votazioni di novembre è stata considerata<br />

da Haekkerup quale un evento<br />

di massima importanza.<br />

Poco prima di tali elezioni, l’amministratore<br />

dell'Onu aveva siglato un documento<br />

congiunto con Belgrado assicurandosi<br />

così la partecipazione al voto<br />

delle residue minoranze serbe del Kosovo.<br />

Proprio il miglioramento dei rapporti<br />

con Belgrado e con i serbi del Kosovo<br />

è stato citato da Haekkerup tra i risultati<br />

più rilevanti.<br />

Haekkerup ha ricordato inoltre le<br />

«precondizioni create per combattere il<br />

terrorismo anche in Kosovo».<br />

Portogallo: sciolto<br />

il Parlamento e indette<br />

elezioni anticipate<br />

LISBONA, 29.<br />

Il Presidente portoghese Jorge<br />

Sampaio ha sciolto ieri il Parlamento<br />

e ha indetto elezioni anticipate<br />

per il 17 marzo. Sampaio ha<br />

detto in televisione che dopo le dimissioni<br />

rassegnate la settimana<br />

scorsa dal Primo Ministro Antonio<br />

Guterres, nell'attuale Parlamento<br />

non c'è la possibilità di ricostituire<br />

una maggioranza. Guterres si era<br />

dimesso dopo la sconfitta del suo<br />

partito, quello socialista, nelle elezioni<br />

amministrative.<br />

Somalia: allarme del Pam<br />

per la situazione alimentare<br />

nelle regioni del Sud<br />

entrambi i lati della frontiera tra India e Pakistan dove<br />

continua l'ammassamento di truppe. Diciannove<br />

soldati indiani sono morti per l'esplosione accidentale<br />

di mine che gli stessi stavano collocando.<br />

SOMALIA Il Programma alimentare mondiale<br />

(Pam) dell'Onu ha lanciato un allarme per la situazione<br />

nella Somalia meridionale, dove mezzo milione<br />

di abitanti subiscono le conseguenze di una disastrosa<br />

carestia che ha falcidiato i raccolti agricoli.<br />

INDIA-PAKISTAN Rafforzati i dispiegamenti militari<br />

Migliaia di civili in fuga<br />

dalle zone di confine<br />

MOGADISCIO, 29.<br />

Il Programma alimentare mondiale<br />

delle Nazioni Unite è sempre più preoccupato<br />

per la precaria situazione nella<br />

parte meridionale della Somalia, dove<br />

500.000 persone subiscono le conseguenze<br />

di una grave carenza di scorte alimentari,<br />

dovuta sia alla siccità, sia alla<br />

funesta situazione economica, aggravata<br />

dal blocco delle rimesse degli emigrati.<br />

L’agenzia dell'Onu avverte che qualsiasi<br />

ulteriore aggravamento potrebbe<br />

avere conseguenze disastrose. La situazione<br />

— informa un comunicato — è<br />

particolarmente critica nella regione di<br />

Gedo, dove il quasi totale fallimento del<br />

raccolto di agosto ha ridotto notevolmente<br />

la quantità di cibo disponibile.<br />

Per il raccolto di gennaio non sono fra<br />

l’altro previsti significativi miglioramenti,<br />

visto che le piogge nelle aree maggiormente<br />

colpite sono state sporadiche<br />

e ben al di sotto dei normali livelli. I tassi<br />

di malnutrizione fra i bambini sotto i<br />

cinque anni nella regione di Gedo hanno<br />

ora raggiunto livelli allarmanti, a causa<br />

della mancanza di cibo. Un recente accertamento<br />

nel distretto di Belet Hawa,<br />

sempre nella regione di Gedo, ha indicato<br />

che il 37 per cento dei bambini soffre<br />

di malnutrizione.<br />

ficilmente valutabili (sia India sia Pakistan<br />

sono tra l'altro in possesso di armi<br />

atomiche), ma le notizie non sono per il<br />

momento tali da indurre all'ottimismo.<br />

In mattinata, fonti di stampa indiane<br />

avevano dato per certo un incontro tra i<br />

Ministri degli esteri dei due Paesi, il pakistano<br />

Abdul Sattar e l'indiano Jaswant<br />

Singh, in occasione di un vertice dei sette<br />

Paesi dell’Associazione dell’Asia meridionale<br />

per la cooperazione regionale<br />

(Saarc) che si terrà la settimana prossima<br />

nella capitale nepalese Katmandu.<br />

Secondo le fonti, di un tale incontro con<br />

il suo omologo pakistano Jaswant Singh<br />

avrebbe discusso ieri per telefono con il<br />

Segretario di Stato Usa Colin Powell.<br />

Poco dopo, però, l'agenzia di stampa<br />

britannica Reuters ha riferito dichiarazioni<br />

di fonti del Ministero degli esteri<br />

indiano secondo le quali un incontro tra<br />

vertici indiani e pakistani in queste circostanze<br />

è altamente improbabile. «L’India<br />

ha sempre auspicato il dialogo con il<br />

Pakistan, ma nelle attuali circostanze, fino<br />

a che il Pakistan non sarà in grado<br />

di creare un clima positivo agendo in<br />

modo risoluto e efficace contro il terrorismo,<br />

la prospettiva di tale dialogo non<br />

può essere promettente», ha detto alla<br />

Reuters un alto funzionario.<br />

All'incontro a Katmandu è prevista la<br />

partecipazione anche del Primo Ministro<br />

indiano Atal Behari Vajpayee e del Presidente<br />

pakistano Pervez Musharraf.<br />

Questi aveva detto ieri di essere pronto<br />

ad incontrare il Premier indiano, ma l'ipotesi<br />

era stata esclusa dal Governo di<br />

Nuova Delhi.<br />

Messico: vittime<br />

per il maltempo<br />

CITTÀ DEL MESSICO — Quattro<br />

persone sono morte assiderate<br />

nell’ondata di gelo che ha colpito<br />

le regioni settentrionali del Messico.<br />

Lo ha reso noto venerdì il portavoce<br />

dello Stato di Chihuahua,<br />

Victor Gonzalez, precisando il termometro<br />

è sceso fino a 11 gradi<br />

sotto lo zero. Secondo il Servizio<br />

meteorologico nazionale, l’ondata<br />

di gelo continuerà a colpire le regioni<br />

settentrionali del Paese nelle<br />

prossime ventiquattro ore per poi<br />

spostarsi verso la penisola meridionale<br />

dello Yucatan.<br />

Filippine: attacco<br />

dei guerriglieri islamici<br />

MANILA — Dieci civili e un ribelle<br />

sono rimasti uccisi nell’attacco di<br />

guerriglieri islamici contro il villaggio<br />

di Naga, nella provincia filippina<br />

di Zamboanga. Lo ha riferito<br />

sabato un portavoce militare precisando<br />

che almeno venti uomini armati<br />

hanno attaccato giovedì notte<br />

il villaggio aprendo il fuoco apparentemente<br />

senza motivo. Due persone<br />

sono morte nella prima sparatoria.<br />

Altri quattro abitanti sono<br />

stati uccisi, assieme a un bandito<br />

identificato come un ex comandante<br />

del Fronte islamico di liberazione<br />

Moro, quando un secondo gruppo<br />

di assalitori è sopraggiunto dopo<br />

aver sentito gli spari. Altri quattro<br />

persone sono state rapite dai<br />

ribelli in fuga e ritrovate uccisi venerdì.<br />

Cipro: a colloquio<br />

leader greci e turchi<br />

NICOSIA — Rigide misure di sicurezza<br />

sono state approntate dalle<br />

autorità cipriote a Nicosia in vista<br />

della prima visita dopo oltre 25 anni,<br />

sabato sera, del leader turco-cipriota,<br />

Rauf Denktash, per partecipare<br />

ad una cena offertagli dal<br />

Presidente Glafkos Clerides. La visita<br />

del leader turco-cipriota si inserisce<br />

nell’ambito di un riavvicinamento<br />

di recente avviato tra le<br />

parti per tentare di giungere ad<br />

una riunificazione dell’isola, divisa<br />

dal 1974. Centinaia di agenti di polizia<br />

saranno dispiegati lungo i sei<br />

chilometri di strada che Denktash<br />

percorrerà a bordo della sua auto<br />

dalla parte Nord della capitale, attraverso<br />

la «zona cuscinetto» controllata<br />

dai caschi blu dell’«Unficyp»,<br />

sino alla residenza di Clerides,<br />

ubicata nella parte meridionale<br />

di Nicosia.<br />

Lutto nell'Episcopato<br />

È giunta la dolorosa notizia della<br />

improvvisa morte di Sua Eccellenza<br />

Reverendissima Monsignor<br />

James Kwadwo Owusu, Vescovo<br />

di Sunyani (Ghana), avvenuta nella<br />

mattina di venerdì 28 dicembre,<br />

a causa di un incidente stradale.<br />

Il compianto Presule era nato<br />

in Kwasibuokrom, diocesi di Sunyani,<br />

il 19 dicembre 1927 ed era<br />

stato ordinato sacerdote l'8 dicembre<br />

1956. Il 1° marzo 1973 era<br />

stato nominato primo Vescovo<br />

della nuova diocesi di Sunyani e il<br />

30 giugno dello stesso anno aveva<br />

ricevuto l'ordinazione episcopale.


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

«Americhe infinite»: poesie di Angelo Mundula<br />

Un itinerario<br />

metafisico<br />

FRANCO LANZA<br />

La presentazione di Angelo Mundula<br />

è presto fatta. Nato a Sassari nel 1934,<br />

avvocato e giornalista, (scrive su questa<br />

pagina da oltre quindici anni) autore dai<br />

versatili orizzonti, ha al suo attivo una<br />

decina di volumi in prosa ed in poesia,<br />

il cui ventaglio s'apre a raggiera lungo<br />

tre direzioni.<br />

La prima è la letteratura e l'ethos della<br />

sua Sardegna, la seconda è lo studio<br />

e il florilegio della modernità religiosa,<br />

che ha il suo vertice nelle prose Tra letteratura<br />

e fede del 1998, la terza è l'esplorazione<br />

problematica delle immagini<br />

e dei simboli dell'uomo esistenziale, attraverso<br />

l'esercizio poetico, che si distende<br />

per frontespizi scintillanti o caustici<br />

come Picasso fortemente mi ama,<br />

Il vuoto e il desiderio, Per mare, e infine<br />

La quarta triade in coabitazione ternaria<br />

con Bàrberi Squarotti e Gramigna,<br />

su cui ebbi a scrivere su queste colonne<br />

un articolo di plauso con una piccola riserva.<br />

Con Americhe infinite (ed. Spirali,<br />

Milano 2001, pp. 178, L. 30.000) Mundula<br />

ritorna, senza compagnie vincolanti,<br />

al tema da lui prediletto nel penultimo<br />

volume personale che s'intitolava Per<br />

mare: la terra, cioè il pianeta terrestre,<br />

vi figura come acqua (l'ossimoro, di<br />

contrastiva evidenza, non ha bisogno di<br />

un'ermeneutica bifronte) e dunque il<br />

viaggio per mare vi si pone come condizione<br />

emblematica del pellegrinaggio<br />

umano verso il proprio porto, che può<br />

essere sepolto ma anche astrale, storico,<br />

metafisico, espiatorio e salutare, psichico<br />

ed escatologico. Questo, in sintesi, il<br />

tema nella sua affascinante, vertiginosa<br />

ampiezza.<br />

Nulla di nuovo, si dirà. Ma il mare<br />

geografico è sempre in qualche modo<br />

archetipico, ed il poeta che vi s'immerge<br />

come un'anima equorea sa d'entrare in<br />

una palestra grandiosa in cui si sono cimentati<br />

pensatori e poeti, gli uni reggendo<br />

e spianando a vicenda il percorso degli<br />

altri: Omero, Talete, Eraclito, Democrito,<br />

Plotino, Porfirio, Dante con la navicella<br />

del suo ingegno e Petrarca con la<br />

nave sua colma d'oblio; Shakespeare e<br />

Camões, Defoe e Whitman, Conrad e<br />

Malville, Stevenson e Machado, Ungaretti<br />

e Montale... Per ognuni di questi il<br />

mare è metafora del gran Tutto, del vitale<br />

divenire che si protende e si articola<br />

in contrapposizione alla staticità e sordità<br />

della terra, arida e riottosa come un<br />

greto, una prosciugata petraia.<br />

Tale è la natura del cosiddetto approccio<br />

all'archetipo da parte del poeta<br />

sardo, il cui viaggio di scoperta non<br />

ignora alcuno degli altri ulissidi alla ricerca<br />

dei segreti del cosmo: «Guardo<br />

qui, da questo mare, gli altri: / viaggiano<br />

insieme per diversi viaggi / e ogni<br />

porto è un segnale d'arrivi e di partenze.<br />

/ Tutti vanno non so dove, ma vanno.<br />

/ E nessuno riposa in nessun luogo.<br />

/ Il motto è non fermarsi: partire / per<br />

ritornare, tornare per ripartire, / essere<br />

quielàaunostessotempo./Unpoeta ci<br />

si perde a fissare / una direzione; per<br />

quantostrano,/si ferma chi ha una stella,/unabussolatarata,unnordda/raggiungere.<br />

La mente poi fa il resto...».<br />

Appunto, la mente procede oltre, la<br />

fantasia colma gli spazi e dà loro un<br />

senso: non quello della verità scientifica<br />

come ingenuamente pensavano i nostri<br />

nonni (e come ritiene tuttora qualche disperato<br />

epigono) bensì quello della poesia<br />

che tocca senza saperlo le corde di<br />

strumenti ancora sconosciuti, fissa una<br />

direzione guardando una stella e procede<br />

oltre, verso segreti che vagamente intuisce(e<br />

in questa vaghezza, più musicale<br />

che semantica, consiste in gran parte<br />

ilsuo fascino) ma che non può definire.<br />

L'ispirazione di Mundula si alimenta<br />

assiduamente di questa psicologia dell'attesa.<br />

Come un gabbiere che sale sul<br />

pennone più alto per spostare più in là<br />

l'angolo tra visita e orizzonte (più in là<br />

è la scoperta lirica del Maestrale montaliano),<br />

così il poeta sardo interpreta l'errare<br />

marinaresco come un inestinguibile<br />

sogno di felicità che rinnovi l'uomo e la<br />

storia, proprio come pensavano i pionieri<br />

fondatori del nuovo mondo. Inutile<br />

dire che il miraggio dell'America, anzi<br />

delle infinite Americhe ipotizzabili nell'arco<br />

dell'orizzonte celeste non meno<br />

che in quello terrestre, è vano se rapportato<br />

alla prospettiva precaria della<br />

potenza e della ricchezza.<br />

Il lettore si chiederà se il colophon di<br />

questa stampa nuovissima non sia per<br />

avventura posteriore all'undici settembre<br />

dell'ultima tragica estate: no, è di poco<br />

anteriore. Ma ciò accresce il brivido<br />

profetico che accompagna spesso la vera<br />

poesia. Si legga L'esito: «Navigammo<br />

in cerca d'improbabili rive / di lontane<br />

conquiste / non vedemmo il mare che<br />

saliva / che riempiva le stive. Il porto /<br />

che sognammo da qualche parte / è l'ignoto<br />

cantiere di una / sconquassata<br />

nave».<br />

Il cantiere, luogo semantico della costruzione,<br />

si rovescia nella decostruzione:<br />

proprio come è avvenuto in letteratura,<br />

anticipando il deflagrare del terrorismo.<br />

«La nostra storia?... È un naufragio<br />

/ che affiora da ogni parte».<br />

Ho accennato più sopra a Montale.<br />

Certamente Mundula ha lavorato con la<br />

memoria letteraria sulle tracce di alcune<br />

stupende sequenze degli Ossi, ad esempio<br />

Mediterraneo. C'è anche in lui l'eternità<br />

d'istante, cioè il lampo rivelatore<br />

della minimezza soggettiva a petto dell'immensità<br />

cosmica (ma alla fonte è<br />

forse quell'illuminazione di Onofri: «In<br />

ogni pozza d'acqua / c'è tutto il cielo»;<br />

e alla radice un celebre passo delle Confessioni<br />

agostiniane) e c'è la farfalla ossimoro<br />

di bellezza e di orrore.<br />

Ma la solitudine di Montale, terribilmente<br />

esistenziale di fronte al mare, resta<br />

quella di un «fanciullo invecchiato<br />

che non doveva pensare», e l'invocazione<br />

al mare-padre rimane (per allora)<br />

senza risposta. Al contrario, quella di<br />

Mundula si carica di consapevolezza etica<br />

fatta di molti rimorsi e di poca gloria,<br />

ma non mai rinunciabile.<br />

«Il mare che sfugge alle mie mani / è<br />

quello stesso mare che mi raggiunge<br />

ovunque: / non ho scampo all'immagine<br />

come al vero. / Tutto ci sta addosso, incombente:/ciòche<br />

abbiamo avuto / ciò<br />

che abbiamo perso»: tema tipicamente<br />

penitenziale e cristiano, ribadito più oltre<br />

da Bilancio dove l'aforismo scandisce<br />

l'enunciato coscienziale quasi con<br />

orgoglio: «Niente va perduto / niente<br />

che abbiamo fatto / fosse pur quel battito<br />

di ciglia / o il sommesso abbassarsi<br />

dello sguardo / tutto è / stato / fondamentale<br />

/ nel nostro stato precario».<br />

Rivedendo il testo, mi soffermo su<br />

una poesia dal titolo Un testamento decente<br />

che potrebbe forse correggere<br />

quanto sopra ho scritto sull'anteriorità<br />

di queste Americhe al buio americano<br />

dell'undici settembre: «Troppi morti per<br />

quest'urna di versi / troppi pochi superstiti<br />

/ per uscire indenni da questi luoghi.<br />

/ Est modus in verbis. Troppo e /<br />

troppo poco poco sono le torri / a guardia<br />

delle parole: occorre / una fede di<br />

santi o di eroi / per consegnare ai posteri<br />

/ un testamento decente / i nostri<br />

piccoli fuochi / prima della notte imminente».<br />

Quelle torri sono una metafora,<br />

e quei morti sono di Manhattan o di<br />

qualunque insanguinata regione dell'aiuola<br />

che ci fa tanto feroci?<br />

Basterebbe un'inchiesta, forse, a convincermi<br />

a ritoccare il presente elzeviro<br />

ma preferisco lasciarlo così come l'ho<br />

scritto perché induca, sia pur per ipotesi,<br />

un merito di più ad una poesia che<br />

avverto congeniale: e che mi ha suscitato<br />

moti di consenso e talvolta di entusiasmo,<br />

nonostante il vezzo post-futuristico<br />

o avanguardistico (che da vecchio classicista<br />

non posso condividere) dei capoversi<br />

spezzati sulla congiunzione o addirittura<br />

sull'articolo.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 30 Dicembre 2001<br />

Il patrimonio presepiale della Puglia tra fede, arte e folklore<br />

Umili materiali per un progetto di amore<br />

PIETRO ADDANTE<br />

Un cammino pensieroso e meditativo<br />

sulle strade della fede, che dai monti<br />

garganici, risonanti degli antichi canti<br />

religiosi dei pellegrini, portano alle dolci<br />

pianure salentine, bagnate santamente<br />

dai numerosi martiri Idruntini (Otranto<br />

1480), permette al credente, allo studioso,<br />

al turista che vaga curiosamente alla<br />

ricerca di vecchi siti storici, di venire a<br />

contatto con il patrimonio presepistico<br />

pugliese. È un patrimonio<br />

che non<br />

assume soltanto la<br />

forma sfavillante<br />

dell'arte e del folklore<br />

che può suscitare<br />

curiosità<br />

inerte, godimento<br />

artistico passeggero<br />

e apprezzamento<br />

verso queste<br />

forme di tradizione<br />

popolare. Chi<br />

va al di là della<br />

composizione artistica<br />

e della curiosità<br />

ludica che<br />

emerge da tutti i<br />

componenti della<br />

scena presepiale,<br />

ed entra così nel<br />

mistero della nascita<br />

di Cristo con<br />

silenziosa meditazione<br />

della mente,<br />

del cuore e dell'a-<br />

nima, sente un fascino d'amore che<br />

scende nel profondo, un fascino di pietà<br />

che risveglia vari sentimenti di fede, e<br />

ascolta voci che risuonano di inviti. Inviti<br />

alla pace, alla giustizia, alla serenità<br />

della vita, al gusto della bellezza e delle<br />

piccole cose che sanno di verità, di purezza,<br />

di tenerezza.<br />

Umili artisti, questi pugliesi che hanno<br />

lavorato la pietra e con la pietra, tra<br />

il 1400 e il Seicento, che ancora oggi ci<br />

chiedono di andare al di là della loro<br />

maestria e della loro genialità e creatività,<br />

per vedere in quelle pietre, diventate<br />

arte, un loro cammino di fede e di spiritualità,<br />

un loro progetto d'amore impresso<br />

nella materia, una loro testimonianza<br />

di evangelica purezza «a futura<br />

memoria».<br />

Ed è per questa memoria della loro<br />

fede e del loro amore al mistero natalizio<br />

che voglio ricordare alcuni di loro e,<br />

in loro, tanti artisti rimasti anonimi nel-<br />

Una testimonianza iconografica poco conosciuta<br />

In un medaglione della Basilica di s. Paolo<br />

un'espressiva immagine di Papa Silvestro<br />

DANILO MAZZOLENI<br />

Il calendario dell’ultima settimana di<br />

ogni anno propone, fra le altre, due feste<br />

liturgiche tuttora molto sentite,<br />

quella di santo Stefano Protomartire e<br />

quella di san Silvestro Papa, due personaggi<br />

che furono molto venerati anche<br />

nei primi secoli cristiani.<br />

Papa Silvestro, pontefice fra il 314 e<br />

il 335, contemporaneo dell’imperatore<br />

Costantino, fu sepolto nella piccola basilica<br />

che lui stesso aveva fatto erigere<br />

nel sopratterra della catacomba di Priscilla,<br />

lungo la via Salaria. I pellegrini<br />

che percorrevano questa importante arteria<br />

per rendere omaggio alle cripte<br />

martiriali degli antichi cimiteri cristiani,<br />

uscendo da Roma potevano scorgere<br />

subito, sulla sinistra, quell’edificio di<br />

culto.<br />

Lo attestano gli Itinerari romani,<br />

guide per i devoti composte a partire<br />

dalla prima metà del VII secolo. Così,<br />

la Notitia ecclesiarum urbis Romae recita:<br />

«Poi salendo per la stessa strada,<br />

(giungerai) alla chiesa di san Silvestro;<br />

lì riposa una moltitudine di santi e per<br />

primo san Silvestro, papa e confessore...<br />

». L’indicazione è precisa, salvo<br />

che per la qualifica di «confessore» di<br />

Silvestro, forse attribuitagli a titolo<br />

onorifico, visto che — per quanto se ne<br />

sa — egli non ebbe a subire alcun procedimento<br />

legale da parte della autorità<br />

romane durante l’ultima persecuzione<br />

di Diocleziano.<br />

Una seconda fonte topografica, il De<br />

locis sanctis martyrum quae sunt foris<br />

civitatis Romae, precisa che «presso la<br />

via Salaria riposa san Silvestro, e ai<br />

suoi piedi papa Siricio e moltissimi altri...».<br />

Da parte sua, un terzo Itinerario,<br />

la Notitia Portarum, specifica un<br />

la storia, ma non certamente nel cuore<br />

di quel Bambino: Nuzzo Barba di Galatina<br />

che opera tra il 1484 e il 1580, Stefano<br />

Pugliese da Putignano, che lavora<br />

tra il 1491 e il 1538, Paolo da Cassano<br />

che opera tra il 1511 e il 1533, Gabriele<br />

Riccardi che vive tra il 1524 e il 1570.<br />

Il presepe pugliese, più che un fatto<br />

culturale di natura antropologica, deve<br />

essere visto principalmente come un<br />

problema di fede. Certamente, la sce-<br />

Il presepe ligneo della Chiesa Madre di Triggiano (XVI sec.)<br />

neggiatura, i materiali usati — il calcare,<br />

il carparo, la pietra di Lecce, il legno<br />

—, la realizzazione del progetto risentono<br />

delle esigenze locali. Lo spirito che<br />

anima committenti e artisti è però uno<br />

spirito profondamente religioso.<br />

Struttura e progetto presepiali, dislocazione<br />

dei presepi pugliesi in chiese di<br />

conventi appartenenti all'Ordine dei Minori<br />

Osservanti (Bari, Cassano Murge,<br />

Bitonto, Galatina, Gallipoli) o in chiese<br />

molto frequentate (Cattedrali di Altamura,<br />

Lecce, Martina Franca, Putignano,<br />

Polignano a Mare, Manduria, Sant'Agata<br />

di Puglia), particolare attenzione dedicata<br />

all'iconografia della Natività e della<br />

Vergine Maria in adorazione sono in<br />

funzione di una catechesi semplice ma<br />

profondamente educativa.<br />

Scrivono C. Gelao e B. Tragni ne «Il<br />

presepe pugliese arte e folklore», un'opera<br />

di grande valore storico, artistico e<br />

religioso per lo studio del presepe pu-<br />

La Basilica<br />

di s. Silvestro<br />

e il mausoleo<br />

annesso,<br />

catacombe<br />

di Priscilla (Roma)<br />

Particolare<br />

dell'affresco<br />

di s. Stefano,<br />

catacombe<br />

di Commodilla (Roma)<br />

particolare nuovo ed interessante, che<br />

cioè il papa riposava all’interno di un<br />

«tumulo marmoreo», ossia di un<br />

sarcofago.<br />

Si deduce, quindi, che Silvestro<br />

volle farsi seppellire nella<br />

basilica che lui stesso<br />

aveva fatto edificare per i<br />

martiri Felice e Filippo,<br />

due dei sette figli di<br />

santa Felicita, e che il<br />

suo sepolcro era un<br />

sarcofago, ai piedi<br />

del quale — evidentemente<br />

nel pavimento<br />

dell’aula —<br />

riposava un altro<br />

papa, Siricio (384-<br />

399), il successore<br />

di papa Damaso,<br />

grande cultore dei<br />

martiri.<br />

Certo, la memoria<br />

di san Silvestro<br />

fu ben presto celebrata<br />

dalla comunità<br />

romana, tanto è vero<br />

che il più antico calendario<br />

della Chiesa dell’Urbe,<br />

il Cronografo romano<br />

del 354, lo ricorda<br />

fra le feste liturgiche dei<br />

pontefici il 31 dicembre proprio<br />

nel cimitero di Priscilla. E<br />

ben presto altri Martirologi e Sacramentari<br />

vollero inserire tale ricorrenza<br />

fra quelle più sentite dal popolo.<br />

Le vestigia della basilica della via Salaria,<br />

un’aula ad un’unica navata conclusa<br />

da una grande abside, furono individuate<br />

nel 1890 da Giovanni Battista<br />

de Rossi, Mentre, successivamente,<br />

Orazio Marucchi ritrovò i resti di un<br />

grande mausoleo, pure absidato e pie-<br />

gliese (Adda Editore, Bari): «Nel rinnovare,<br />

attraverso i Presepi fissi, quello<br />

di Greccio voluto da san Francesco<br />

nel 1223, i Francescani intendevano,<br />

conformemente alla loro regola, rivolgersi<br />

direttamente al cuore della gente<br />

umile con un linguaggio semplice, di<br />

presa immediata, estremamente efficace<br />

nel suo non esprimersi per simboli ma<br />

per cose» (p. 21). Catechesi presepiale,<br />

quindi, e non solo arte e folklore.<br />

Il presepe «non<br />

è morto e non<br />

morirà. Il suo futuro<br />

è nel suo passato»,<br />

dicono gli<br />

studiosi citati, a<br />

conclusione della<br />

loro opera (p.<br />

203). Che non sia<br />

morto e non morirà,<br />

lo dimostrano<br />

oggi le numerose<br />

associazioni degli<br />

«Amici del presepe»,<br />

le fiere e le<br />

rassegne presepiali,<br />

l'attenzione rivolta<br />

al problema<br />

dai ricercatori universitari,<br />

i concorsi<br />

per il migliore<br />

presepe fatto in famiglia,<br />

le numerose<br />

pubblicazioni,<br />

la ricostruzione<br />

del presepe viven-<br />

te. E tutto questo nella Puglia di oggi,<br />

una Puglia legata al suo ricco passato<br />

presepiale. Quel passato è oggi vivo.<br />

Nella cittadina di Tricase (Lecce), definita<br />

la «Betlemme d'Italia», sulla collina<br />

di Monte Orco, su una superficie di<br />

cinque ettari e con un itinerario di circa<br />

due chilometri, il Vescovo di Leuca,<br />

Mons. Vito De Grisantis il 22 dicembre<br />

ha inaugurato la XXII edizione del «Presepe<br />

vivente» più grande d'Italia. Il presepe<br />

resterà aperto fino al 6 gennaio.<br />

Qui il presepe tradizionale si apre alla<br />

cultura degli antichi mestieri della regione,<br />

circa sessanta, al vissuto abitativo<br />

fatto di siti naturali e di antiche capanne<br />

rustiche preparate per rievocare usi e<br />

costumi d'epoca, e a 400 comparse in<br />

costumi del tempo sistemate in ventotto<br />

ambienti con arredamenti tipici del<br />

passato. La fede è certamente alla base<br />

di questa manifestazione, arricchendo di<br />

spiritualitàediumanitàlaPuglia di oggi.<br />

Papa Silvestro<br />

no di sepolture, che si era appoggiato<br />

ad essa.<br />

Nel 1906 si decise di ricostruire entrambi<br />

gli edifici, sulla base dei resti<br />

murari che si erano conservati. Alcuni<br />

elementi ricomposti durante questi lavori<br />

sono sicuramente esatti, ma altre<br />

soluzioni adottate (la recinzione presbiteriale,<br />

il seggio episcopale, l’altare) sono<br />

solo ipotetiche.<br />

Comunque, è importante rilevare che<br />

questo complesso cultuale era in comunicazione<br />

diretta con le gallerie della<br />

sottostante catacomba, per dare modo<br />

ai fedeli di iniziare il percorso dei sepolcri<br />

venerati proprio dalla basilica di<br />

san Silvestro e poi scendere direttamente,attraverso<br />

una scala, a visitare il cubicolo<br />

del martire Crescenzione e tutti<br />

glialtrisepolcriprivilegiati del cimitero.<br />

Purtroppo, le notizie certe relative al<br />

pur lungo pontificato di Silvestro sono<br />

piuttosto scarse e frammentarie e scritti<br />

successivi relativi all’operato del Papa<br />

contemporaneo di Costantino (i cosiddetti<br />

«Apocrifi simmachiani») sono stati<br />

ritenutidaglistudiosinon degni di fede.<br />

Secondo la tradizione Silvestro avrebbe<br />

costituito una chiesa titolare, ossia<br />

un’antica parrocchia, denominata dalle<br />

fonti titulus Silvestri e nota oggi come<br />

san Martino ai Monti.<br />

Dal punto di vista iconografico, la<br />

più antica immagine di san Silvestro è<br />

costituita dal medaglione facente parte<br />

della serie dei ritratti papali della basilica<br />

di san Paolo fuori le mura (riferibile<br />

al V-VI secolo), mentre più tarda è<br />

una pittura che lo raffigura in abiti<br />

pontificali e nimbato nella chiesa di<br />

santa Maria Antiqua al Foro Romano.<br />

Entrando nella basilichetta sotterranea<br />

della catacomba di Commodilla,<br />

uno dei cimiteri più importanti dell’antica<br />

via Ostiense, si scorge sulla sinistra<br />

— prima della famosa pittura di<br />

Turtura con la Madonna, il Bambino e<br />

i santi Felice ed Adatto — un affresco<br />

della seconda metà del VI secolo (secondo<br />

altri studiosi, del VII) con al<br />

centro Cristo sul globo, che reca in mano<br />

un codice gemmato ed è raffigurato<br />

nell’atto di consegnare le simboliche<br />

chiavi a San Pietro.<br />

Alla sua sinistra è invece san Paolo,<br />

mentre completano la scena i martiri<br />

Felice ed Adatto e Merita, tutti sepolti<br />

nella catacomba, e a destra, orante,<br />

santo Stefano, la cui identità è garantita<br />

da una didascalia dipinta accanto<br />

alla sua testa. È rappresentato come un<br />

giovane, con un grande nimbo giallo<br />

intorno al capo e la tonsura, segno del<br />

suo grado nella gerarchia ecclesiastica.<br />

Non deve apparire strano trovare in<br />

una catacomba romana, fra immagini<br />

di martiri locali e dei principi degli<br />

Apostoli, anche il diacono Protomartire,<br />

che gli Atti definiscono «uomo pieno<br />

di fede e di Spirito Santo». Si sa, infatti,<br />

che a partire dal V secolo, epoca del<br />

ritrovamento del suo sepolcro a Gerusalemme,<br />

le reliquie e quindi il culto di<br />

santo Stefano si diffusero ovunque in<br />

La «Traditio<br />

clavium»<br />

nella<br />

Basilichetta,<br />

catacombe<br />

di Commodilla<br />

(Roma)<br />

Appuntamenti<br />

culturali<br />

Trento, fino al 6 gennaio<br />

La mostra «Joseph Beuys.<br />

L'immagine dell'umanità»<br />

Il Museo d'arte moderna e contemporanea<br />

di Trento ospita, fino<br />

al 6 gennaio 2002, la mostra<br />

«Joseph Beuys. L'immagine<br />

dell'umanità». La rassegna offre<br />

cento rarissime fotografie di Beyus<br />

sull'operazione «Difesa della<br />

natura», svolta in Abruzzo<br />

negli ultimi quindici anni della<br />

sua vita.<br />

Prato, fino al 6 gennaio<br />

Arte attuale dal Giappone<br />

Resterà aperta fino al 6 gennaio<br />

2002, presso il Centro per l'arte<br />

contemporanea Pecci di Prato,<br />

la mostra «Senritsumirai-Futuro<br />

anteriore. Arte attuale dal Giappone».<br />

In rassegna un'ampia<br />

selezione di opere recenti prodotte<br />

dalle ultime generazioni<br />

di artisti giapponesi, tra cui Takashi<br />

Homma e Kenji Yanobe.<br />

Torino, fino al 27 gennaio<br />

Interno<br />

della Basilica<br />

di s. Silvestro<br />

sulla via Salaria<br />

(Roma)<br />

poco tempo. Era un esempio da seguire,<br />

quello di Stefano, che si era adoperato<br />

infaticabilmente per diffondere<br />

la parola del Signore e che era<br />

stato ingiustamente accusato a<br />

portato al cospetto del Sinedrio,<br />

per poi essere condannato<br />

alla lapidazione, divenendo<br />

così il primo<br />

martire cristiano.<br />

Come si è accennato,<br />

un grande impulso<br />

alla venerazione<br />

fu dato dal rinvenimento<br />

delle reliquie<br />

del santo diacono,<br />

insieme con quelle<br />

di Gamaliele, Nicodemo<br />

e Abibone,<br />

avvenuto nell’anno<br />

415 a Caphargamala<br />

da parte del monaco<br />

Megezio e del<br />

sacerdote Luciano,<br />

che aveva avuto una<br />

visione rivelatrice in<br />

proposito.<br />

Parte delle sue spoglie<br />

fu portata nella basilica<br />

della santa Sion a<br />

Gerusalemme e poi nella<br />

chiesa eretta in suo onore<br />

dal patriarca Giovenale sul<br />

luogo indicato dalla tradizione<br />

come quello della lapidazione, in<br />

seguito sostituita da un grandioso edificio<br />

di culto, voluto dall’imperatrice<br />

Eudossia e successivamente distrutto<br />

dai persiani.<br />

Altri centri cultuali dedicati a Stefano<br />

sorsero ben presto nelle regioni più<br />

lontane del mondo cristiano antico, alle<br />

Isole Baleari, in Africa (si ricorda<br />

che sant’Agostino fu uno dei più ferventi<br />

devoti del Protomartire), a Costantinopoli<br />

e in varie città italiane, da<br />

Ravenna ad Ancona, da Napoli a Roma,<br />

dove nel Medioevo erano una trentinalechiese<br />

intitolate a santo Stefano.<br />

Fra di esse, le più celebri sono la basilica<br />

di santo Stefano sulla via Latina,<br />

di cui si scoprirono nel secolo scorso significative<br />

vestigia, e santo Stefano Rotondo,<br />

sul Celio, eretta intorno al 450.<br />

La festa di santo Stefano viene indicata<br />

già nei più antichi documenti (il<br />

Martirologio Siriano, il Geronimiano e<br />

il Calendario Cartaginese, il Canone<br />

della Messa romana ed ambrosiana,<br />

molti Sacramentari) il 26 dicembre e<br />

tale data fu sempre legata alla memoria<br />

del Protomartire. Solo le Chiese<br />

orientali posticiparono tale data al 27<br />

dicembre.<br />

L'Espressionismo tedesco<br />

L'«Espressionismo. Presenza<br />

della pittura in Germania. 1900-<br />

2000» è il titolo della mostra<br />

che resterà aperta fino al 27<br />

gennaio 2002 presso il Palazzo<br />

Bricherasio di Torino.


.<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 30 Dicembre 2001<br />

È culminato il 30 novembre nell'udienza di Giovanni Paolo II ai partecipanti<br />

Simposio internazionale nel XX anniversario<br />

della morte del Cardinale Franjo Šeper<br />

Il 30 dicembre ricorre il XX Anniversario<br />

della morte del Cardinale Franjo<br />

Šeper, Prefetto della Sacra Congregazione<br />

per la Dottrina della Fede, dal 1968<br />

al 1981. La Congregazione per la Dottrina<br />

della Fede e l’Arcidiocesi di Zagabria,<br />

di cui il defunto Presule fu a capo<br />

per diversi anni, hanno celebrato la ricorrenza<br />

con un Simposio internazionale<br />

a due tappe.<br />

Circa la prima tappa, tenutasi a Zagabria<br />

il 7-8 novembre, si è già riferito su<br />

questo giornale. Quanto alla seconda<br />

tappa, svoltasi in Vaticano il 29-30 novembre,<br />

presso l’Aula Vecchia del Sinodo,<br />

va ricordato che essa si è aperta con<br />

la Santa Messa, giovedì 29 novembre,<br />

all’altare della Cattedra in San Pietro.<br />

Davanti ad un migliaio di pellegrini<br />

croati, il Cardinale Ratzinger, attuale<br />

Prefetto della Congregazione per la Dottrina<br />

della Fede, che presiedeva la Celebrazione,<br />

ha commentato il brano di 1<br />

Pt 4, 1-5 ed il Salmo 22, mettendo in luce<br />

come il Card. Šeper ha reso viva nella<br />

sua vita la figura di pastore qui indicata.<br />

Nel pomeriggio, alla presenza di diversi<br />

Cardinali e di molti Officiali della<br />

Santa Sede, che avevano conosciuto il<br />

defunto Presule, si sono susseguite le diverse<br />

relazioni. Dopo la Presentazione<br />

dell'Arcivescovo Tarcisio Bertone, Segretario<br />

della Congregazione per la Dottrina<br />

della Fede, che ha anche efficacemente<br />

moderato i lavori, ed i Saluti di<br />

Mons. Josip Bozanić, Arcivescovo di Zagabria<br />

e di S.E. il Sig. Franjo Zenko,<br />

Ambasciatore della Croazia presso la<br />

Santa Sede, Mons. Vladimir Stanković,<br />

Vicario Generale di Zagabria, ha tracciato<br />

un interessantissimo profilo biografico<br />

del Card. Šeper, inquadrandone la figura<br />

nei travagliati tempi in cui egli si<br />

trovò a vivere.<br />

Successivamente Mons. Vlado Košić,<br />

Vescovo ausiliare di Zagabria, ha parlato<br />

del contributo del Card. Šeper al<br />

Concilio Vaticano II, appoggiandosi su<br />

lavori più analitici, presentati nel Simposio<br />

di Zagabria, che avevano esaminato<br />

il contributo del Cardinale in quattro documenti<br />

fondamentali: 1) Costituzione liturgica<br />

Sacrosantum Concilium (Rev.<br />

Dott. Ivan Šaško); 2) Costituzione dogmatica<br />

sulla Chiesa Lumen Gentium<br />

(Mons. Dott. Vlado Košić); 3) Costituzione<br />

dogmatica sulla rivelazione Dei<br />

verbum (Rev. Dott. Željko Tanjić); 4)<br />

Costituzione pastorale Gaudium et spes<br />

(Rev. Dott. Nikola Dogan). A conclusione<br />

egli ha detto: «Il Cardinale Franjo<br />

Šeper non è stato l’artefice dei documenti<br />

principali del Concilio Vaticano<br />

II. Tuttavia, egli non ha soltanto partecipato,<br />

ma è stato un promotore costruttivo,<br />

sostenendo proprio quelle<br />

idee, che hanno preso il sopravvento al<br />

Concilio e che oggi rappresentano la<br />

Dottrina conciliare della Chiesa. Da padre<br />

conciliare, Šeper è stato aperto alle<br />

novità, ma con un senso giusto per le<br />

verità convalidate, riuscendo in tal modo<br />

a mettere insieme «il vecchio ed il<br />

nuovo»».<br />

Il Card. Jozef Tomko ha quindi parlato<br />

del «Contributo del Card. Šeper al Sinodo<br />

dei Vescovi», mettendo in luce<br />

l’impressione altamente positiva che<br />

aveva dato fin dall’inizio agli altri Padri<br />

sinodali. Dopo il suo intervento sui temi<br />

dottrinali nell’ottobre 1967, egli era stato<br />

eletto, con il maggior numero di voti,<br />

membro della Commissione incaricata<br />

di proporre alla prima Assemblea sinodale<br />

proposte concrete. Fra le proposte,<br />

approvate a larga maggioranza, vi fu anche<br />

l’istituzione della Commissione Teologica<br />

Internazionale. Eletto poi dall’Assemblea<br />

al primo posto per il Consiglio<br />

della Segreteria del Sinodo, fu poco dopo<br />

nominato Prefetto della Congregazione<br />

per la Dottrina della Fede. Dopo aver<br />

riferito sulla sua partecipazione agli altri<br />

Sinodi, il Card. Tomko ha concluso rilevando<br />

come il Sinodo ha segnato la vita<br />

del defunto Presule, perché ha rivelato<br />

pienamente il suo valore all’episcopato<br />

mondiale, dimostrando così anche la validità<br />

di questa istituzione «piattaforma<br />

ed arena, nella quale possono emergere<br />

e contribuire al bene della Chiesa le<br />

grandi figure come il Card. Šeper».<br />

A complemento di queste relazioni<br />

Mons. Vincenzo Carbone, Incaricato<br />

dell’Archivio del Concilio Vaticano II,<br />

ha fornito alcuni particolari inediti sulla<br />

partecipazione del Card. Šeper al Concilio<br />

Vaticano II.<br />

Venerdì 30 novembre il Card. Joseph<br />

Ratzinger ha parlato del Card. Šeper<br />

quale Prefetto della Congregazione per<br />

la Dottrina della Fede, cercando di mettere<br />

in luce come lo Spirito di Dio lo<br />

aveva guidato in quel delicato periodo,<br />

in cui si trattava di tradurre in atto, in<br />

un’istituzione chiave per la Chiesa, le linee<br />

direttive del Concilio Vaticano II.<br />

Dopo aver ricordato il contesto storico<br />

immediato, ha illustrato due grandi linee<br />

direttive: la riorganizzazione del lavoro<br />

del Dicastero e la difesa della dottrina<br />

illustrandone le ragioni. A conclusione<br />

della sua analisi ha proposto le seguenti<br />

indicazioni emergenti:<br />

a) Innanzitutto la missione di promozione<br />

e difesa della dottrina della fede<br />

ha bisogno del coinvolgimento di tutti i<br />

cristiani, ciascuno secondo la sua voca-<br />

zione, e di metodi di lavoro pubblici ed<br />

accettati.<br />

b) La promozione e la difesa della<br />

dottrina della fede, se vuol essere efficace<br />

e dare vitalità alla Chiesa, deve centrarsi<br />

sulla presentazione e la custodia<br />

della novità dell’annuncio cristiano: l’incarnazione<br />

del Figlio di Dio che ci introduce<br />

nel mistero della comunione trinitaria.<br />

È solo il rafforzamento e l’approfondimento<br />

di questo nucleo originale<br />

che può sostenere la fede e la vita della<br />

Chiesa, aiutando a comprendere anche<br />

gli altri articoli della fede e le diverse<br />

conseguenze per la struttura e l’ordinamento<br />

del vivere cristiano.<br />

c) Il ruolo del successore di Pietro e<br />

dei suoi collaboratori diretti nella missione<br />

di promozione e difesa della dottrina<br />

della fede deve far uso di una certa<br />

sobrietà ed essenzialità di espressione<br />

nei temi centrali, che concernono i fondamenti<br />

e le radici della fede. Mentre<br />

invece può essere opportuno allargarsi<br />

con illustrazioni più ampie nella presentazione<br />

di temi secondari, più periferici.<br />

Ciò da una parte per rispetto di una certa<br />

libertà di espressione dei teologi nell’illustrazione<br />

delle verità centrali; dall’altra<br />

per venire incontro alle esigenze<br />

dei fedeli che faticano a vedere chiaro<br />

nelle nuove questioni complesse che si<br />

pongono, per il mutare del quadro culturale,<br />

soprattutto in certe tematiche<br />

teologiche derivate.<br />

Alla relazione del Cardinale hanno fatto<br />

seguito due comunicazioni a cura di<br />

due testimoni oculari della attività del<br />

Card. Šeper come Presidente della Commissione<br />

Teologica Internazionale (Card.<br />

Karl Lehmann) e come Presidente della<br />

Pontificia Commissione Biblica (Prof.<br />

Pierre Grelot). Purtroppo entrambi gli<br />

autori non hanno potuto essere presenti<br />

personalmente, ma è stata data egualmente<br />

lettura dei loro testi.<br />

Il Card. Lehmann ha descritto le vicende<br />

della istituzione della Commissione<br />

Teologica Internazionale, che hanno<br />

visto il Card. Šeper protagonista e ne ha<br />

descritto l’impegno nella conduzione dei<br />

lavori. «Egli era in primo luogo un pastore<br />

e un Vescovo che aveva tuttavia<br />

un forte senso della responsabilità dei<br />

pastori in materia di dottrina della fede.<br />

Si chiedeva continuamente se avrebbe<br />

potuto rispondere positivamente di questa<br />

responsabilità nel giudizio davanti al<br />

Signore. Pertanto, in caso di necessità,<br />

egli poteva essere assai severo... con tutta<br />

la passione per la sua missione, egli<br />

aveva un grande senso della giustizia.<br />

Nel rapporto con i membri della Commissione<br />

Teologica Internazionale, e nel-<br />

Il 29 dicembre si ricordano i 665 anni di<br />

devozione popolare alla Madonna dei Fiori<br />

di Bra. La «festa dell’Apparizione» ricorda<br />

un avvenimento tramandato dalla<br />

tradizione: il 29 dicembre 1336, la Madonna<br />

apparve ad una giovane sposa braidese,<br />

messa in pericolo da due «soldati di<br />

ventura», mercenari. La festa venne introdotta<br />

solo nel dicembre 1905, come testimonia<br />

il «Bollettino del santuario» del<br />

gennaio 1906.<br />

Secondo quanto tramanda la tradizione,<br />

le relazioni con i teologi in genere, si dimostrava<br />

veramente «misericordioso e<br />

moderato»».<br />

Il Prof. P. Grelot ha descritto le modalità<br />

della riorganizzazione, da parte<br />

del Card. Šeper, della Pontificia Commissione<br />

Biblica, secondo le indicazioni<br />

della Lettera apostolica «Sedula Cura» di<br />

Papa Paolo VI. Ha presentato poi lo stile<br />

della sua guida ed i primi passi del lavoro<br />

della rinnovata istituzione. «Il Cardinale<br />

rispettava la libertà di ciascuno e<br />

la diversità delle opinioni espresse: la<br />

sua presidenza non era direttiva, ma<br />

egli poteva talvolta intervenire per accelerare<br />

un poco le discussioni che si trascinavano...<br />

egli rispettava troppo la<br />

personalità di ciascuno dei membri della<br />

Commissione per intervenire direttamente<br />

nel loro lavoro: questo poteva<br />

avere i suoi limiti; ma, non essendo lui<br />

stesso esegeta di formazione, il Cardinale<br />

aveva la sola preoccupazione che i<br />

membri della Commissione offrissero un<br />

contributo di chiarificazione a partire<br />

dalla Sacra Scrittura circa le questioni<br />

che gli sembrava utile esaminare, nelle<br />

circostanze pratiche in cui l’annuncio<br />

del Vangelo oggi deve essere fatto».<br />

Il Simposio ha infine trovato la sua<br />

conclusione nell’Udienza che il Santo<br />

Padre ha concesso a tutti i partecipanti<br />

ed ai pellegrini croati nell’Aula Paolo VI.<br />

Dopo l’indirizzo di omaggio rivoltogli<br />

dall’Arcivescovo di Zagabria, il Santo<br />

Padre ha ricordato i momenti salienti<br />

della vita del defunto Presule ed in particolare<br />

quelli derivanti dalla sua perso-<br />

Celebrata a Bra la festa della Madonna dei Fiori<br />

alla periferia della città di Bra la Madonna<br />

apparve per difendere Egidia Mathis,<br />

una donna braidese in attesa di un bambino,<br />

dall’insidia di due soldati che passavano<br />

nel luogo, allora in aperta campagna.<br />

La Vergine lasciò sul posto una perenne<br />

e visibile traccia della sua apparizione,<br />

facendo sbocciare dai rami senza<br />

foglie dei pruni selvatici alcune candide<br />

corolle. Questa eccezionale fioritura si ri-<br />

nale conoscenza del Cardinale. Infine ha<br />

rilevato il suo radicamento nella Chiesa<br />

locale ed insieme il suo senso di appartenenza<br />

alla Chiesa universale. «Questi<br />

due aspetti, lungi dal contrapporsi, traevano<br />

anzi, nell’itinerario religioso del<br />

Card. Šeper, l’uno dall’altro linfa vitale.<br />

Anche in questo egli ci è di esempio: il<br />

cristiano deve immergersi nel popolo e<br />

nella cultura in cui vive per accoglierne<br />

tutti gli elementi validi, e al tempo stesso<br />

mai deve perdere la consapevolezza<br />

di appartenere ad un popolo più grande,<br />

il Popolo di Dio, che attraversa tutti i<br />

tempi, tutti i continenti e trova nella Sede<br />

di Pietro un fondamentale strumento<br />

di unità». Il Papa ha poi ricordato l’atteggiamento<br />

pastorale del Cardinale, «il<br />

quale seppe veramente farsi «forma gregis»<br />

(cfr 1 Pt 5, 3), camminando insieme<br />

ai suoi fedeli, ai quali con la vita, le parole<br />

e le iniziative, dava quell’impronta<br />

evangelica che il Signore chiede ai suoi<br />

servitori. In questo senso egli è stimolo<br />

per noi, Pastori di oggi, a non distaccarci<br />

dal popolo a noi affidato, ma a percorrere<br />

con esso i cammini della storia,<br />

sempre attenti a comunicare a tutti il<br />

messaggio della passione e della gloria<br />

del Cristo».<br />

L’Arcidiocesi di Zagabria si è impegnata<br />

a pubblicare prossimamente gli<br />

Atti del Simposio; ciò che permetterà a<br />

tutti di conoscere più ampiamente i contributi<br />

di questo interessante momento<br />

di riflessione su di una significativa figura<br />

della recente storia della Chiesa.<br />

DAMIANO MARZOTTO<br />

pete ogni anno, all’interno del recinto che<br />

si trova tra l’antico e il nuovo santuario<br />

dedicato alla Vergine.<br />

La tradizione narra ancora che negli<br />

istanti che seguirono l’apparizione si compì<br />

per Egidia Mathis il tempo di dare alla<br />

luce un bimbo: la giovane mamma avvolse<br />

il neonato in uno scialle e corse verso<br />

il centro abitato di Bra, arroccato in quei<br />

tempi sulla collina.<br />

Mercoledì 26 dicembre numerosi fedeli<br />

hanno partecipato alla celebrazione della<br />

Messa in orari diversi. La stessa cosa si è<br />

ripetuta sia il giovedì che il venerdì successivi.<br />

Il 28 — in occasione della Giornata<br />

regionale del Movimento per la vita —<br />

alle 11 è stata celebrata la Messa solenne.<br />

Nel pomeriggio la celebrazione vespertina<br />

invece, è stata preceduta da<br />

un’ora di spiritualità.<br />

M.B.<br />

TORINO I 250 anni della Biblioteca del Seminario<br />

160.000 volumi<br />

che parlano di Dio<br />

È la seconda della città, dopo quella<br />

dell’Università: con 160 mila volumi,<br />

prevalentemente dedicati alla Sacra<br />

Scrittura, alla Teologia e alla storia ecclesiastica,<br />

la Biblioteca del Seminario di<br />

Torino rappresenta un patrimonio fondamentale<br />

per la ricerca culturale e la<br />

conservazione di testi preziosi. Intorno<br />

ad essa, nell’edificio del Seminario metropolitano,<br />

a due passi dal Duomo, sorgerà<br />

— come ha annunciato l’Arcivescovo,<br />

Card. Severino Poletto — il nucleo<br />

principale del Museo diocesano torinese,<br />

destinato a costituire, insieme col Duomo<br />

e la vicina Basilica di san Lorenzo, il<br />

«cuore» di una presenza religiosa e culturale<br />

cristiana inserita da secoli nel<br />

centro della città.<br />

La Biblioteca ha festeggiato i 250 anni<br />

di vita il 7 novembre scorso, con una<br />

manifestazione che ha coinciso con l’inizio<br />

dell’Anno Accademico nelle Facoltà<br />

teologiche torinesi. Mons. Gianfranco<br />

Ravasi, Prefetto della Biblioteca Ambrosiana<br />

di Milano, ha tenuto la prolusione<br />

nell’Aula Magna, sul tema «La Parola e<br />

le parole. Libri, fede e cultura nel III<br />

millennio».<br />

Fondata a partire dal 1751 grazie ad<br />

una donazione di circa tremila volumi<br />

da parte del canonico Gaspare Giordano<br />

da Cocconato, la Biblioteca è cresciuta<br />

nel tempo sia come strumento di lavoro<br />

della Facoltà Teologica sia come centro<br />

di conservazione storica sul territorio.<br />

Dal 1995 la Biblioteca aderisce al Servizio<br />

Bibliotecario Nazionale, che ha dato<br />

inizio all’informatizzazione dell’intero<br />

catalogo; già oggi le notizie bibliografiche<br />

di circa 40 mila titoli sono consultabili<br />

su Internet. Nel corso dei secoli la<br />

Biblioteca si è arricchita di fondi, lasciti<br />

e donazioni che hanno impreziosito e<br />

qualificato il patrimonio; tra i più recenti<br />

e significativi, la biblioteca patristica<br />

del Cardinale Michele Pellegrino che,<br />

prima di essere Arcivescovo di Torino<br />

dal 1965 al 1977, è stato docente di Letteratura<br />

Cristiana antica all’Università e<br />

grande studioso di Agostino.<br />

Le istituzioni per la cultura e la ricerca<br />

teologica a Torino hanno una storia<br />

lunga e articolata: oltre alla Facoltà di<br />

Teologia della diocesi (ora sezione parallela<br />

della Facoltà teologica dell’Alta Italia)<br />

è attiva in città l’Università Pontificia<br />

Salesiana. I Domenicani mantengono<br />

a Chieri, sulla collina torinese, l’Istituto<br />

di Filosofia «San Tommaso d’Aquino»,<br />

e in città la Scuola superiore di<br />

Teologia spirituale; i Gesuiti hanno il<br />

Centro teologico pastorale, dotato di<br />

una biblioteca particolarmente ricca e<br />

aggiornata. In passato erano poi attivi<br />

altri studentati teologici che sono stati<br />

ora riorganizzati in altre sedi italiane. I<br />

Vescovi del Piemonte hanno voluto, due<br />

anni fa, l’istituzione del «Biennio di specializzazione<br />

in teologia morale con indirizzo<br />

sociale», per approfondire le problematiche<br />

e legate al mondo del lavoro,<br />

e per rafforzare la collaborazione con gli<br />

altri centri di ricerca teologica torinesi.<br />

MARCO BONATTI<br />

CAGLIARI Un convegno sulle tematiche dell'educazione<br />

Suor Giuseppina Nicoli, testimone della bellezza<br />

della missione di formare la gioventù sarda<br />

MILETO-NICOTERA-TROPEA Nel respiro della spiritualità di Don Mottola<br />

Il convegno diocesano su laici e famiglia<br />

Mons. Domenico Cortese, Vescovo di<br />

Mileto-Nicotera-Tropea, ha espresso, in<br />

una comunicazione alla diocesi, la sua<br />

gioia per questo nuovo anno pastorale<br />

«che inizia con evidenti segni di benevolenza<br />

del Signore». Il Vescovo ricorda<br />

che esso ha preso avvio sotto la materna<br />

protezione della Madre della Chiesa<br />

nella festa della Madonna di Romania<br />

Patrona di Tropea e della diocesi e dall’esemplarità<br />

di vita «della luminosa figura<br />

sacerdotale del servo di Dio D.<br />

Francesco Mottola in occasione del 1°<br />

centenario della sua nascita.» Altri motivi<br />

di grande gioia sono la particolare<br />

udienza concessa dal Santo Padre agli<br />

Oblati fondati da don Mottola, e la paterna<br />

benedizione del Papa «concessa<br />

benevolmente alla diocesi». Si aggiunge<br />

anche l’ordinazione diaconale di D. Pasquale<br />

Sposaro e D. Francesco Galloro<br />

avvenuta al Laterano per le mani del<br />

Cardinale Camillo Ruini e dei due diaconi<br />

permanenti Antonio Arcella e Carmelo<br />

Lo Turco.<br />

La diocesi «ha preso il largo», tenendo<br />

presente per il suo cammino, agli inizi<br />

del nuovo millennio, con il convegno<br />

diocesano su «Laici e famiglia». Nel<br />

convegno diocesano, tenutosi nella Casa<br />

del «Sacro Cuore» dei Padri Dehoniani<br />

In occasione dell’anniversario della<br />

nascita di suor Giuseppina Nicoli, Figlia<br />

della Carità, si è svolto recentemente<br />

a Cagliari un convegno per illuminare<br />

il carisma educativo, che costituisce<br />

la caratteristica dominante nella<br />

biografia di questa serva di Dio.<br />

Suor Nicoli ha speso tutta la vita a<br />

servizio dell’educazione delle giovinette<br />

e dei giovani della Sardegna a cavallo<br />

tra il XIX e XX secolo. Arrivata in<br />

Sardegna nel 1884 (vi morirà nel<br />

1924), subito s’accorse di quanti ragazzi<br />

e giovani vivessero abbandonati a se<br />

stessi per le vie di Cagliari: s’interessò<br />

a loro riunendoli in associazione, sviluppò<br />

la scuola di religione per le giovani<br />

maestre che si diplomavano nelle<br />

istituzioni vincenziane di Cagliari e di<br />

Sassari, portò le giovani a interessarsi<br />

dei più poveri con la visita a domicilio,<br />

organizzò ritiri spirituali e incontri formativi<br />

per le ragazze che prestavano<br />

servizio nelle case signorili o lavoravano<br />

a centinaia nelle tabaccherie dello<br />

stato.<br />

Ma la perla della sua genialità educativa<br />

fu l’attività di recupero dei ragazzi<br />

sbandati del porto e del mercato.<br />

Questi ragazzi, chiamati is piccioccus<br />

de crobi (i ragazzi della cesta), si conquistavano<br />

da mangiare con la loro<br />

grande corbula mediante piccoli servizi<br />

di facchinaggio, che prestavano al<br />

mercato ed al porto, ed assai più sovente<br />

con piccoli furti che con astuzia<br />

mettevano a segno. Erano temuti dall’ordine<br />

pubblico, tanto che vi erano<br />

guardie specializzate per cercare di tenerli<br />

a bada. Ma non ci riuscivano. Ci<br />

di Briatico, le varie componenti ecclesiali<br />

hanno considerato il problema dei laici<br />

e della famiglia punto basilare che deve<br />

informare e guidare le attività parrocchiali,<br />

delle associazioni e dei gruppi ecclesiali.<br />

Lo hanno ribadito il Vescovo in vari<br />

interventi e nelle conclusioni, e i tre relatori,<br />

che hanno tracciato le piste del<br />

convegno. Mons. Armando Augello nella<br />

relazione «Laici oggi nella Chiesa» ha<br />

puntualizzato che il criterio distintivo<br />

non è sufficiente per essere «soggetti attivi»,<br />

né tanto meno per occupare un<br />

determinato posto nella Chiesa, ma è il<br />

«dono di sé» che è l’«alfabeto», il «codice»<br />

dei figli di Dio. Tale connotazione,<br />

nella diversificazione degli impegni laicali,<br />

sia nella Chiesa, sia nella società civile,<br />

indica la «evangelicità» del laico, in<br />

quanto rimane sempre «figlio di Dio».<br />

I coniugi Leone, della diocesi di Catanzaro-Squillace,<br />

nella relazione «La famiglia<br />

in Calabria: fulcro dell’impegno<br />

laicale, alla luce della Familiaris Consortio»<br />

hanno indicato l’identità della famiglia<br />

cristiana nel «farsi servi per amore»,<br />

come Gesù. Si realizza così il progetto<br />

di Dio, che avrà il suo benefico influsso<br />

anche per la realtà calabrese.<br />

Il prof. Pietro Fantozzi, Ordinario di<br />

riuscì invece suor Nicoli, trasformandoli<br />

in «Marianelli», i monelli di Maria.<br />

Li raccolse in associazione, li sfamò,<br />

insegnò loro a leggere e a scrivere, li<br />

introdusse al lavoro, fece loro il catechismo<br />

e li preparò a ricevere i sacramenti.<br />

La genialità della sua formula<br />

educativa consisteva nell’evitare la loro<br />

istituzionalizzazione; e lasciandoli liberi,<br />

anzi facendo presa sulla loro libertà,<br />

da piccoli delinquenti permise loro<br />

di diventare ottimi cittadini.<br />

Il convegno non si è svolto solo sul<br />

filo della celebrazione del passato, ma<br />

come occasione per ripensare il complesso<br />

fenomeno educativo nel presente,<br />

come recitava il titolo del convegno:<br />

L’avventura educativa ieri e oggi.<br />

Lavoro tanto più necessario quanto<br />

maggiore è lo smarrimento della coscienza<br />

di sé in atto tra le giovani generazioni.<br />

Educare è un atto di amore<br />

verso coloro che si affacciano alla vita,<br />

perché comprendano la bellezza dell’esistere<br />

e dell’impegnare se stessi in un<br />

compito. È facile limitarsi ad accusare<br />

che i giovani oggi tendono a consumare<br />

sulle spalle di altri la loro esistenza,<br />

perdendo così il gusto dell’impegno e<br />

della costruttività della vita; invece che<br />

accusare l’adulto deve chiedersi quale<br />

sia la propria identità in rapporto al<br />

mondo che si ripresenta attraverso<br />

ogni nuova generazione. È l’assenza<br />

del senso della nascita, ovvero l’incertezza<br />

sulla propria identità, il primo<br />

ostacolo a intrattenere un rapporto<br />

educativo nei confronti degli allievi o<br />

dei figli. Nessuno può sfuggire all’impegno<br />

educativo, perché con esso è<br />

Sociologia all’Università della Calabria<br />

di Cosenza, ha affrontato un problema<br />

molto avvertito con la relazione: «I laici<br />

cuore dell’animazione ecclesiale e sociale».<br />

Si è posto l'accento su come è<br />

possibile portare Dio nelle strutture politiche,<br />

economiche e sociali: permeare,<br />

cioè, di contenuto religioso le realtà di<br />

modernizzazione. Nell’ampia disanima<br />

ha indicato il fondamento del senso religioso<br />

nella modernità nella esperienza<br />

religiosa, di cui si è portatori. Non si<br />

mettono in discussione i valori e, in una<br />

«sana» laicità, si porta la propria concreta<br />

esperienza religiosa, che non è privilegio<br />

delle anime consacrate, ma che<br />

interessa tutti allo stesso modo.<br />

Il prof. Fantozzi si è poi soffermato<br />

su un triplice ambito della presenza laicale<br />

nel mondo: l’«annuncio della Parola<br />

di Dio», che si sintetizza nella certezza<br />

che Dio ci ama; il «discernimento»,<br />

la comprensione, cioè, della Parola, sul<br />

piano personale e comunitario, tenendo<br />

presente che il «luogo» del discernimento<br />

è la Chiesa; la «compassione»: è il<br />

modo di farsi carico delle sofferenze e<br />

dei bisogni degli altri, di mettersi in<br />

ascolto e «patire con i poveri».<br />

DOMENICO PANTANO<br />

implicato il problema del senso stesso<br />

del vivere. Generare la speranza, suscitando<br />

la meraviglia dell’esistere nel<br />

gioco permanente della propria libertà<br />

secondo verità dentro alle vicende del<br />

mondo: questa è la testimonianza propria<br />

dell’adulto.<br />

Queste tematiche sono state l’oggetto<br />

della relazione centrale del Convegno:<br />

L’educatore, custode della meraviglia<br />

del vivere. La brillante esposizione<br />

di Adriano Pessina, professore di filosofia<br />

morale alla Cattolica di Milano,<br />

è stata convincente. In due tempi, ha<br />

portato in luce le strutture di fondo di<br />

ogni processo educativo, contestualizzandole<br />

poi all’interno della complessità<br />

dell’epoca attuale con il rapido mutare<br />

dell’esperienza umana, generata<br />

dallo sviluppo accelerato della tecnica.<br />

Ad introdurre e a concludere questa<br />

relazione due comunicazioni. La prima,<br />

per tracciare un breve lineamento<br />

di memoria storica sull’impegno educativo<br />

di suor Nicoli e delle Figlie della<br />

Carità nella storia della Sardegna nel<br />

ventesimo secolo, ad opera di suor Assunta<br />

Corona. Nella seconda, è stato<br />

fatto emergere il carisma educativo<br />

proprio di suor Nicoli, attraverso i suoi<br />

scritti.<br />

Suor Nicoli realizzava una pratica<br />

pedagogica a partire dalla certezza che<br />

ognuno di quei ragazzi che incontrava,<br />

in qualunque condizione fosse, portava<br />

in sé un’immagine bella, poiché erano<br />

creature di Dio. Paragonava l’educazione<br />

alla scultura. Come lo scultore<br />

non fa che togliere tutte le scaglie che<br />

oscurano l’immagine ideale, nascosta<br />

TARANTO Vita e attività del seminario diocesano<br />

Un luogo per rispondere sì a Dio<br />

Il seminario come luogo d’incontro<br />

spirituale e di contatto aperto ai credenti,<br />

come luogo di formazione per i giovani<br />

che coltivano la propria vocazione<br />

ministeriale, quindi, ma anche come<br />

luogo privilegiato di approfondimento e<br />

di riflessione, dove credenti d’ogni età<br />

possano ritemprarsi spiritualmente e ricalibrare<br />

il proprio cammino di fede.<br />

Questi gli intendimenti che il nuovo rettore<br />

del Seminario diocesano di Poggio<br />

Galeso, don Giuseppe D’Alessandro, a<br />

pochi mesi dall’incarico ricevuto dall’Arcivescovo<br />

di Taranto, Mons. Benigno<br />

Papa, ha esplicitato attraverso una nutrita<br />

mappa di opportunità e appuntamenti<br />

mirati a fare del seminario un fulcro<br />

di vocazione per l’intera comunità.<br />

Fra le opportunità che consentiranno<br />

alla comunità di riscoprire l’importante<br />

istituzione ecclesiale, appuntamenti settimanali,<br />

aperti ai giovani, per la lettura<br />

del Vangelo di Matteo (ogni venerdì dalle<br />

20 alle 21), condotti a turno dai sacerdoti<br />

dell’équipe seminariale (oltre al rettore,<br />

l’animatore don Lucangelo De<br />

Cantis, l’economo don Eligio Grimaldi e<br />

il padre spirituale don Angelo Panzetta).<br />

Un’iniziativa che sta riscontrando una<br />

discreta adesione.<br />

Inoltre sono in programma gli incon-<br />

nel blocco di marmo, così l’opera educativa<br />

consiste nel tirar fuori la vera<br />

immagine dell’uomo dal magma dei<br />

condizionamenti sociali, di carattere e<br />

di storia personale, in cui giace mescolata<br />

e confusa.<br />

Si coinvolgeva con i giovani in<br />

un’alleanza educativa che li conquistava.<br />

Non si faceva padrona della loro<br />

vita, ma condivideva la loro fatica di<br />

diventare grandi. E soprattutto presentava<br />

loro nella sua umanità buona, lieta<br />

e forte, un’anticipazione del loro desiderio<br />

di autorealizzarsi. A loro, lei<br />

poteva spiegare che soltanto il rapporto<br />

con Cristo, a cui li introduceva con<br />

parole appassionate e vere, era la garanzia<br />

della riuscita della loro umanità.<br />

E le centinaia di giovani che l’hanno<br />

frequentata aderivano con una sequela<br />

sorprendente. Suor Tambelli, la<br />

consorella che alla morte di suor Giuseppina,<br />

ha continuato per altri quarant’anni<br />

tutte le opere iniziate da<br />

suor Nicoli ha lasciato scritto: «Presso<br />

suor Nicoli ci si sentiva diventare migliori!».<br />

E in questo è racchiuso il segreto<br />

della riuscita del suo metodo pedagogico.<br />

A fine convegno è stata presentata<br />

la prima edizione dei suoi scritti spirituali<br />

(Scritti Spirituali, Istruzioni alle<br />

Seminariste, CLV-Edizioni Vincenziane,<br />

Roma 2001), ed una breve biografia<br />

dal titolo Giuseppina Nicoli, Figlia<br />

della Carità ad opera della Postulazione<br />

della Causa di Beatificazione.<br />

ERMINIO ANTONELLO<br />

tri su percorsi di fede per giovanissimi,<br />

le giornate d’orientamento a una scelta<br />

di speciale consacrazione vocazionale<br />

(perciò aperti a ragazzi e ragazze) e<br />

quelle di spiritualità per i gruppi ecclesiali.<br />

Assieme all’iniziativa dei fine settimana<br />

vocazionali, a cadenza mensile, che<br />

consentono ogni anno di registrare nuove<br />

iscrizioni, per i ragazzi della terza<br />

media e dei primi anni degli istituti superiori,<br />

riprenderà anche la «Giornata<br />

del ministrante», da sempre occasione di<br />

discernimento per un cammino verso il<br />

presbiterato e un aiuto ai ragazzi per<br />

curare sempre meglio il servizio all’altare.<br />

Questo il fitto calendario di iniziative<br />

che fa del Seminario di Poggio Galeso<br />

un luogo privilegiato di incontro con la<br />

fede e con la parola: giornate di spiritualità,<br />

per i giovani dai 18 anni che desiderano<br />

crescere nella fede, una domenica<br />

al mese, dalle 9 alle 17, con pranzo<br />

al sacco. Al primo incontro svoltosi il 4<br />

novembre è seguito un altro il 2 dicembre.<br />

I prossimi saranno il 3 febbraio, 3<br />

marzo, 21 aprile, 19 maggio. Gli esercizi<br />

spirituali dal 2 al 6 gennaio 2002.<br />

SILVANO TREVISANI


.<br />

PAGINA<br />

5 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 30 Dicembre 2001<br />

Si è svolto recentemente il Consiglio<br />

Pastorale Nazionale dei Cappellani delle<br />

Carceri. Significativo è il messaggio fatto<br />

pervenire all'Ispettore Generale dei Cappellani,<br />

Mons. Giorgio Caniato, dal Vescovo<br />

Giuseppe Betori, Segretario Generale<br />

della C.E.I., in cui tra l'altro dice: «Mi è<br />

gradito rivolgere il mio saluto più cordiale<br />

e grato a Lei e ai componenti il Consiglio<br />

Pastorale Nazionale dei Cappellani delle<br />

carceri, riuniti in sessione di studio e programmazione<br />

sul tema: «“Chiamati a farsi<br />

Consiglio Pastorale Nazionale dei Cappellani delle Carceri<br />

prossimi agli uomini e alle donne che vivono<br />

situazioni di frontiera...”: gli stranieri<br />

in carcere”».<br />

Continua «Sono molto vicino ai sacerdoti<br />

che operano nel campo della pastorale<br />

carceraria e apprezzo la loro missionarietà<br />

difficile e sofferta. Il lavoro del Consiglio<br />

Pastorale si è basato sull'esito delle<br />

risposte alla «pista di lavoro sugli stranieri<br />

in carcere» fatta pervenire, tramite i De-<br />

Nella festa liturgica della Sacra Famiglia di Nazareth la testimonianza di san Giuseppe, modello di perfezione<br />

Quella spiritualità giuseppina<br />

che scaturisce dalla dimora di Nazareth<br />

Nella letteratura teologica-spirituale si<br />

è molto discusso sul modello di santità<br />

da seguire e da imitare. In genere sono<br />

gli studiosi che individuano nel fondatore<br />

di un ordine religioso il prototipo, il<br />

modello che ha inaugurato una nuova e<br />

originale via evangelica. Si è cercato di<br />

ravvisare «tratti» comuni e «tratti differenziati,<br />

specifici».<br />

A parte certe indagini «campanilistiche»<br />

tutte le «scuole» di perfezione e di<br />

santità hanno nel Vangelo il denominatore<br />

comune, il fondamento imprescindibile.<br />

Il ritorno al Vangelo ha favorito<br />

l'emersione di connotati identici, nel<br />

quale caso la differenza specifica è stata<br />

individuata nel modo di tradurre in concreto<br />

i contenuti.<br />

Così si è parlato e si parla tuttora di<br />

via francescana che ha il modello in san<br />

Francesco d'Assisi, come anche di via<br />

domenicana, salesiana, teresiana, benedettina,<br />

ignaziana. Queste peculiarità<br />

non possono essere elevate a categorie<br />

assolute che sminuiscano la visione unitaria<br />

della perfezione, la cui fonte è Cristo.<br />

Al contrario devono essere considerate<br />

per quello che sono e sempre nell'insieme<br />

dell'unitarietà dei valori e della<br />

correlativa priorità.<br />

A questo metodo si è ispirato Tarcisio<br />

Stramare nella recente pubblicazione La<br />

via di san Giuseppe - spiritualità giuseppina,<br />

Morena Roma 2001, Edizioni<br />

OCD, pp.96, L. 12.000, E. 6,20. Stramare<br />

— com'è noto — è della Congregazione<br />

degli Oblati di San Giuseppe (osj)<br />

e docente di Sacra Scrittura nei centri<br />

accademici pontifici di Roma. La sua<br />

formazione scientifica e spirituale gli ha<br />

consentito di designare «la via» per una<br />

spiritualità che ha per «prototipo», per<br />

«modello» san Giuseppe, sposo legale di<br />

Maria.<br />

Nel suo lavoro si è servito di un documento<br />

pontificio, la lettera apostolica<br />

Redemptoris custos di Giovanni Paolo<br />

II. Di questo grande santo le fonti del<br />

Nuovo Testamento sono oltre ogni dire<br />

«parche». Vien detto «uomo giusto».<br />

L'appellativo è da intendersi in senso biblico<br />

equivalente a uomo santo, pieno di<br />

perfezione e di carismi divini.<br />

La vita, e quindi la santità, di san<br />

Giuseppe è da considerarsi in funzione<br />

al suo ruolo svolto in relazione alla Madonna<br />

e all'incarnazione del Verbo e alla<br />

vita di Gesù, di cui fu prescelto ad essere<br />

padre legale. Non si può pensare<br />

che per tale delicato e singolarissimo<br />

compito sia stato dissociato dalle condizioni<br />

spirituali della persona. Anzi è legittimo<br />

supporre che siano state di duplice<br />

valenza: anzitutto, cronologicamente,<br />

in relazione a Maria di cui era<br />

legittimo sposo e concomitantemente e<br />

prioritariamente in relazione a Gesù,<br />

sulla cui formazione umana san Giuseppe<br />

aveva paterna responsabilità.<br />

San Giuseppe ha espresso significativamente<br />

questa duplice relazione in termini<br />

evangelici eccellenti, come conveniva<br />

al suo ruolo e come conveniva alla<br />

sua sposa, Maria e al suo figlio «legale»<br />

Gesù, Figlio di Dio e Figlio dell'uomo.<br />

In rapporto a Gesù l'ufficio di san Giuseppe<br />

inizia subito dall'Incarnazione.<br />

Poiché il Verbo di Dio si incarnò per<br />

opera dello Spirito Santo nel seno di<br />

Maria Vergine sposa di Giuseppe, la figura<br />

e la missione di san Giuseppe — rileva<br />

Stramare — sono inseparabili dal<br />

mistero dell'Incarnazione». Giuseppe<br />

non ha rivendicato alcun ruolo esclusivo.<br />

È stato invece lo Spirito Santo ad attribuirgli<br />

«il diritto». Stramare riferisce<br />

un gustoso e seducente brano di sant'Agostino:<br />

«Ciò che lo Spirito Santo ha<br />

operato, lo ha operato in tutti e due<br />

(Maria e Giuseppe). Essendo, disse, “uomo<br />

giusto”. Giusto, perciò, il marito,<br />

giusta la moglie. Compiacendosi nella<br />

giustizia di entrambi, lo Spirito Santo<br />

diede un figlio a tutti e due. Ma agendo<br />

in quel sesso che doveva partorire, fece<br />

in modo che nascesse per il marito. E<br />

così l'angelo dice ad entrambi di imporre<br />

il nome al bambino, dichiarando l'autorità<br />

dei genitori. Una paternità, dunque,<br />

quella di Giuseppe che lo Spirito<br />

Santo non solo non compromette, ma<br />

anche conferma e continuamente rinnova<br />

e rinforza».<br />

Considerata in relazione a Gesù che è<br />

primaria, e a Maria, sua sposa, appare<br />

evidente che la figura di Giuseppe esprime<br />

«il sacrificio totale di sé compiuto in<br />

piena adesione al progetto di Dio nella<br />

storia della salvezza. Dio — sottolinea<br />

Stramare — «chiama Giuseppe al ministero<br />

più sublime, quello di essere il custode<br />

del Redentore; Giuseppe obbedisce<br />

e trattiene con sé la sua sposa, divenuta<br />

la madre del Redentore; la via di<br />

Maria diventa la via di Giuseppe».<br />

Legata a Maria della condivisione di<br />

«genitorialità» — sebbene di ordine diverso,<br />

Giuseppe percorre la stessa via di<br />

Maria, che è di «peregrinazione della fede».<br />

Stramare respinge certe tendenze<br />

di omologazione: «Diciamo subito —<br />

scrive — che non c'è nessuna intenzione<br />

di “mariologizzare” Giuseppe. San Giuseppe<br />

non ne ha certamente bisogno,<br />

avendo nell'economia della salvezza un<br />

ruolo ben definito e di tutto rispetto».<br />

Mediante l'esercizio della paternità Giu-<br />

seppe «ha cooperato nella pienezza<br />

dei tempi al grande mistero<br />

della redenzione ed è veramente<br />

“ministro della salvezza”».<br />

Giuseppe ha fatto dell'obbedienza<br />

il punto cardine del<br />

suo ruolo di «custode» del Figlio<br />

di Dio fatto uomo, mostrandosi<br />

sempre pronto e docile<br />

a fare la volontà di Dio, a<br />

rispondere alle divine istanze.<br />

Tale obbedienza è stata sottolineata<br />

sia da Paolo VI in una<br />

delle sue omelie (19 marzo<br />

1968) sia da Giovanni Paolo II.<br />

Illustrando gli ambiti di esercizio<br />

di «ministro della salvezza»<br />

Stramare fa questo elenco:<br />

è Giuseppe che ha onorato con<br />

il titolo di «sposo di Maria» la<br />

sua divina maternità; è lui, «figlio<br />

di Davide» che ha trasmesso<br />

a Gesù la discendenza davidica,<br />

indispensabile per essere<br />

riconosciuto come «il Cristo»;<br />

è lui che ha inserito Gesù tra i<br />

cittadini del mondo, iscrivendolo<br />

all'anagrafe di Betlemme<br />

in occasione del censimento indetto<br />

da Augusto; è lui che ha<br />

introdotto Gesù nel popolo dell'alleanza,<br />

provvedendo al rito<br />

della circoncisione; è lui che<br />

ha imposto al Verbo di Dio incarnato,<br />

su mandato del Padre il nome di Gesù;<br />

è lui che lo ha presentato al Padre nel<br />

tempio; è lui che ha protetto Maria e<br />

Gesù durante l'esilio; è lui che lo ha introdotto<br />

nella terra d'Israele; è lui che<br />

lo ha domiciliato a Nazareth; è lui che<br />

lo ha assistito e alimentato; è lui che gli<br />

ha insegnato il mestiere di falegname;<br />

è lui che lo ha iniziato<br />

alla preghiera e alla vita. È per<br />

questi motivi che Giovanni<br />

XXIII ha incluso nella liturgia<br />

eucaristica il suo nome dopo<br />

che vi era stato inserito quello<br />

di Maria.<br />

In ogni tappa del percorso<br />

di esercizio di paternità Giuseppe<br />

appare un modello<br />

esemplare per tutto il popolo<br />

di Dio, dai Vescovi ai presbiteri,<br />

dai diaconi ai religiosi e alle<br />

religiose, all'ampia e variegata<br />

categoria di laici. Alla luce di<br />

queste verità — sostiene Stramare<br />

«il patrocinio di san Giuseppe<br />

non può che essere singolare»,<br />

è «inferiore solo a<br />

quello della Madre di Dio».<br />

«Giuseppe è il gradino per salire<br />

a Maria e a Gesù». A sostegno<br />

della tesi Stramare cita i<br />

documenti magisteriali di Pio<br />

IX, di Leone XIII, di Pio XI, di<br />

Giovanni XXIII, e di Paolo VI<br />

e ovviamente di Giovanni Paolo<br />

II. La Chiesa è più che mai<br />

consapevole — conclude Stramare<br />

— che san Giuseppe continua<br />

«dal cielo la sua missione<br />

di tutela a guida e a difesa del<br />

«I Fioretti di San Francesco» riproposti da un documentario televisivo<br />

Attualità del messaggio francescano:<br />

dalla perfetta letizia alla predica agli uccelli<br />

Le Fonti Francescane contengono tutto<br />

quanto è stato osservato e raccontato<br />

su Francesco dai suoi primi confratelli e<br />

dai contemporanei, ma anche tutto ciò<br />

che il Poverello ha voluto consegnare ai<br />

posteri: la Regola, le preghiere, le Laudi,<br />

alcune lettere e il testamento spirituale.<br />

La scelta della NOVA-T di curare<br />

il progetto «I Fioretti di S. Francesco»<br />

(vhs della NOVA-T, 60’) nasce dalla volontà<br />

di favorire la riscoperta e l’approfondimento<br />

dei testi contenuti nella raccolta<br />

che ne conserva la vita e le opere,<br />

le Fonti Francescane appunto. Il film<br />

documentario, curato dal regista Paolo<br />

Damosso, è uscito nel dicembre 2001,<br />

come strenna natalizia e regalo per il<br />

nuovo anno ed è un nuovo episodio della<br />

collana video Francescanesimo oggi<br />

realizzata dalla NOVA-T, società torinese<br />

di produzioni televisive dei frati cappuccini.<br />

Il documentario televisivo è destinato<br />

al mercato home-video e sarà in distribuzione<br />

nelle librerie italiane e nei luoghi<br />

tradizionalmente legati al santo di<br />

Assisi.<br />

Padrona di casa per accompagnare lo<br />

spettatore in questo viaggio francescano<br />

è Eleonora Brigliadori. A lei tocca il<br />

compito di introdurre gli episodi raccontati<br />

dai colleghi, il primo dei quali, interpretato<br />

da Giancarlo Dettori, rievoca<br />

quello che, forse, è il fioretto più popolare:<br />

Il lupo di Gubbio. Valeria Moriconi<br />

recita La perfetta letizia, mentre Pamela<br />

Villoresi s’incarica di divulgare La<br />

predica ad Assisi di Francesco e di frate<br />

Ruffino. L’intensità narrativa di Flavio<br />

Bucci si confronta con Fra Ginepro.<br />

Chiude la carrellata dei fioretti Franca<br />

Nuti, con l’indimenticabile vicenda di<br />

Francesco e la predica agli uccelli. Filo<br />

conduttore delle cinque tappe è padre<br />

Giulio Berrettoni, francescano conventuale,<br />

per 11 anni Padre Custode del Sacro<br />

Convento di Assisi, anche nella stagione<br />

drammatica del terremoto che<br />

sconvolse l’Umbria e convogliò su quella<br />

terra ferita la solidarietà del mondo. Le<br />

sue brevi riflessioni offrono spunti di<br />

meditazione al pubblico, interiormente<br />

interpellato e chiamato a rispondere in<br />

prima persona.<br />

Il programma è realizzato grazie alla<br />

collaborazione dei Frati Minori e dei<br />

Frati Minori Conventuali.<br />

Gli episodi ripresi sono quelli del celeberrimo<br />

lupo, dal Capitolo XXI, «al tempo<br />

che Santo Francesco dimorava nella<br />

città di Gubbio». Comincia così il Fioretto<br />

più noto contenuto nelle Fonti Francescane.<br />

Un lupo «grandissimo, terribile<br />

e feroce» terrorizza la zona, ma Francesco<br />

per nulla intimorito va incontro all’animale<br />

chiamandolo fratello. L’approccio<br />

straordinario conquista la creatura<br />

per nulla violenta, che diventa<br />

«agnello mansueto». Un atteggiamento<br />

proverbiale che riporta la pace fra la<br />

gente.<br />

La perfetta letizia, cui è dedicato il<br />

Capitolo VIII, ha la voce narrante di Valeria<br />

Moriconi. «Venendo una volta da<br />

Perugia a Santa Maria degli Angioli con<br />

frate Leone a tempo di verno», san<br />

«San Giuseppe con Gesù Bambino»: dipinto attribuito<br />

a Guido Reni, XVII secolo<br />

Francesco si trova a spiegare al compagno<br />

di viaggio che cos’è perfetta letizia.<br />

Frate Leone, con cui divide ogni momento<br />

della giornata, non capisce, vuole<br />

sapere. Che sarà mai questa perfetta letizia?<br />

La risposta mette in crisi e interroga,<br />

ancora oggi, chiunque l’ascolti.<br />

Ha tratti commoventi la predica ad<br />

Assisi con Frate Ruffino, che s’incontra<br />

nel Capitolo XXX: è la storia di un frate<br />

semplice, che ha difficoltà a comunicare<br />

con il mondo e per questa ragione Francesco<br />

gli ordina di andare ad Assisi<br />

«ignudo come nascesti, colle sole brache».<br />

Poi, pentito dalla propria durezza<br />

e colpito dall’obbedienza del confratello,<br />

ne segue le orme. Una doppia penitenza<br />

che si risolve in un clamoroso successo.<br />

Quello di Frate Ginepro, che «fu uno<br />

delli elettissimi discepoli e primi compagni<br />

di Santo Francesco, frate Ginepro» è<br />

l’episodio forse più grottesco, che non<br />

mancherà di suscitare ilarità. Per esaudire<br />

il desiderio di un frate infermo, Ginepro<br />

si lancia all’assalto di un porco a<br />

cui taglia una zampa, suscitando l’ira<br />

del padrone. Spinto da Francesco a<br />

chiedere perdono per l’abuso commesso,<br />

Ginepro porge le scuse creando non<br />

poche sorprese.<br />

La predica agli uccelli, dal Capitolo<br />

XVI, rappresenta una delle pagine più<br />

amate ed è diventata quasi il simbolo<br />

dell’amore di Francesco per la natura.<br />

Le riprese sono state effettuate tra<br />

settembre e ottobre 2001 in vari luoghi<br />

francescani, a partire dal convento di<br />

Montecasale in Toscana (con Eleonora<br />

Brigliadori, Flavio Bucci e Giancarlo<br />

corpo mistico di Cristo, sempre debole,<br />

sempre insidiato, sempre drammaticamente<br />

pericolante».<br />

GINO CONCETTI<br />

Dettori), a quello d’Oreno di Vimercate<br />

in Lombardia (con Franca Nuti), a Poggio<br />

Bustone nel Lazio (con Valeria Moriconi),<br />

per arrivare a Roma nel Monastero<br />

dei Santi Quattro Coronati (con Pamela<br />

Villoresi). I quadri di commento<br />

con padre Giulio Berrettoni sono stati<br />

girati nel convento s. Giuseppe da Copertino,<br />

in Osimo. Tutti i luoghi prescelti<br />

rievocano suggestioni francescane e ripropongono<br />

l’immagine del santo d’Assisi<br />

come «cittadino del mondo», riferimento<br />

di grande attualità e di preziosa<br />

profezia di un mondo giusto.<br />

La lingua è mantenuta, quanto più<br />

possibile, fedele all’originale, l’italiano<br />

volgare del celebre «Cantico delle Creature»,<br />

che è uno dei più noti documenti<br />

francescani. Le Fonti Francescane, infatti,<br />

possono essere considerate una vera<br />

miniera storica, letteraria, di ricerca delle<br />

radici culturali italiane. La valorizzazione<br />

di questa bella pagina della letteratura<br />

italiana passa anche attraverso la<br />

scelta dei narratori, cui è affidato il<br />

compito di riproporre questi testi: sei<br />

grandi nomi del teatro contemporaneo<br />

che sanno trasfondere nei racconti la<br />

gioia, il dubbio, la partecipazione, lo<br />

stupore di un’interpretazione personale.<br />

Il filo che collega le varie tappe è, ovviamente,<br />

la figura di Francesco, le sue<br />

parole, gli insegnamenti, esaminati nei<br />

loro poliedrici aspetti, e rimandanti<br />

sempre ad un compimento che ancora<br />

sta davanti a chi guarda, ascolta, contempla.<br />

GRAZIELLA MERLATTI<br />

legati regionali, ai Cappellani delle singole<br />

carceri.<br />

Le risposte dei 130 Cappellani su 236 e<br />

le sintesi fatte dai 13 Delegati Regionali<br />

su 17, sono state raccolte il primo giorno<br />

del Consiglio Pastorale dai Coordinatori<br />

dei 3 gruppi di lavoro. Anche se non totali,<br />

le risposte pervenute sono state molto<br />

indicative.<br />

Su questo materiale si concentrerà il la-<br />

voro dell'Ispettorato Generale dei Cappellani<br />

che dovrà sintetizzare tutte le risposte<br />

avute per poi analizzarle in modo funzionale<br />

e costruttivo. I tre relatori intervenuti<br />

all'assise sono: il teologo P. Francesco<br />

Compagnoni, O.P., Magnifico Rettore<br />

della Pontificia Università S. Tommaso;<br />

don Augusto Tino Negri, curatore della rivista<br />

«Il Dialogo», e Anacleto Benedetti,<br />

Vice Direttore dell'Istituto Superiore Studi<br />

Penitenziari.<br />

GIORGIO CANIATO<br />

«Parole a un figlio» di Maria Luisa Ramundo Del Guercio<br />

L'amore di una madre<br />

che si incontra con Dio<br />

GIANFRANCO GRIECO<br />

«Prima della tua malattia la mia vita<br />

scorreva tranquilla e appagata.<br />

Questi miei due figli splendidi (Alex e<br />

“Ciccia” che sta per Donatella) , che<br />

sentivo confusamente come un dono<br />

immeritato, riempivano il mio cuore<br />

e i miei pensieri. Il legame profondo<br />

con papà, feceva della nostra famiglia<br />

un punto di riferimento saldo e<br />

sicuro, in cui era bello ritrovarsi, godendo<br />

delle piccole gioie quotidiane.<br />

L'amore profondo ricevuto sin da<br />

bambina, la consapevolezza di quanto<br />

la vita mi avesse fatto dono, mi facevano<br />

sentire un essere vagamente<br />

privilegiata, ma nello stesso tempo<br />

estremamente fragile. Ho tanto, mi<br />

dicevo, ho tutto, forse troppo, ma<br />

che ne sarà di me alla prima difficoltà?<br />

L'orgoglio di essere la mamma di<br />

un figlio così straordinario, era sì, velato<br />

da paure immotivate, ma costituiva,<br />

un preciso punto di riferimento.<br />

Cosa avrò mai fatto, mi dicevo,<br />

per avere questo figlio, e ti osservavo,<br />

timorosa, per il tuo futuro, ma<br />

incantata dalla tua purezza. Raramente<br />

pensavo a Dio, come se per<br />

lui non ci fosse posto nelle mie giornate,<br />

come se non ne avessi il tempo...»<br />

( pag. 20-21).<br />

È questo, uno dei tanti passi-confessione<br />

che ti scuotono dentro, che<br />

ti invitano a guardare a quanto accade<br />

all'interno della casa che ti è accanto,<br />

a misurarsi con i problemi veri<br />

della vita, a crescere con i drammi<br />

che ti fanno compagnia durante tutta<br />

la tua vicenda umana. Provi queste<br />

ed altre emozioni che ti fanno soffrire,<br />

tormentare ed anche drammaticamente<br />

gioire, nel libro «Parole a<br />

un figlio» di Maria Luisa Ramundo<br />

Del Guercio (Loffredo Editore, Napoli<br />

2001, pag. 102, L. 20.000, 10.33<br />

euro).<br />

La prima domanda, dopo aver meditato<br />

le pagine di questo volume che<br />

ti colpisce dentro, ti trascina sino in<br />

fondo, ti rende compartecipe di un<br />

dramma, è questa: come, una madre,<br />

ha fatto a scrivere un testo così<br />

alto, sublime, commovente; chi le ha<br />

dato la forza? chi le ha prestato, la<br />

voce, le parole? chi l'ha guidata,<br />

giorno dopo giorno, a non smarrirsi,<br />

a non fuggire, a non abbandonare<br />

il campo, ma a perseverare sino alla<br />

fine?<br />

Il racconto è drammatico. Una<br />

madre, Maria Luisa, parla del suo<br />

dolore. È possibile parlare del proprio<br />

dolore, grande quanto il mondo?<br />

È possible raccontare come<br />

una madre perde un figlio? Non si<br />

tratta di un incidente stradale, ma<br />

della presa di coscienza di un male<br />

che ti porta, giorno dopo giorno, alla<br />

morte.<br />

È lunga la «Via Crucis» di Alessandro,<br />

di mamma Maria Luisa, di papà,<br />

di Donatella, sorella di Alessandro.<br />

Le stazioni, interminabili, hanno<br />

luoghi e date: venerdì 24 luglio 2000,<br />

sala di ecografia del Cotugno di Napoli;<br />

poi al Gaslini di Genova per il<br />

primo intervento. Era mercoledì 28<br />

luglio. Poi Parma, poi Parigi... Si intecciano<br />

nomi e volti: zio Vito, Clelia,<br />

Carlo, Davide, Gianfranco, Vittorio,<br />

Gaetano... Il «Diario» continua,<br />

giorno dopo giorno, minuto dopo<br />

minuto, attimo dopo attimo.<br />

Giovedì 3 settembre, la fredda e tragica<br />

risposta del professore: «Capite,<br />

per vostro figlio non c'è più nulla<br />

da fare...».<br />

Scorrono i giorni e i mesi del dolore<br />

in casa Del Guercio. Il racconto è<br />

sofferto, pungente; procede lento,<br />

non si perde nei meandri della disperazione<br />

e dell'ignoto. C'è una forza<br />

interiore che accompagna mamma<br />

Maria Luisa. Vede ed intravvede i<br />

giorni di calvario che verranno senza<br />

mai disperarsi. «Ti affidavo a Lei, la<br />

Mamma di tutti, e imploravo aiuto.<br />

Quei viali del Gaslini e la Cappella e<br />

le strade attorno all'ospedale, in quei<br />

giorni di agosto hanno visto una strana<br />

donna aggirarsi: questa donna<br />

camminava e piangeva, camminava e<br />

pregava ad alta voce e piangeva, indifferentemente<br />

agli sguardi di chi la<br />

guardava stupito (pag. 8)».<br />

Il verbo che più ricorre in queste<br />

pagine, umanamente drammatiche e<br />

spiritualmente affascinanti è: «ricordo»,<br />

«ricordi», «ricordare» (tre volte<br />

solo a pagina 9). Ai volti familiari si<br />

aggiungono altri. E la galleria si allarga<br />

accomunando in un solo abbraccio<br />

altri amici di Alex: Padre Lorenzo,<br />

Padre Enrico; poi i luoghi: Napoli,<br />

Castiglione, Ravello, Genova, Parma,<br />

Parigi... Andata e ritorno. Si intrecciano<br />

i sentimenti; si scontrano le<br />

emozioni; cresce lo stato di abbandono<br />

alla volontà di Dio. Ci si incontra<br />

con frasi che hanno tutto il sapore<br />

del mistero e della profezia: «Il secolo<br />

si chiude con un sacrificio, una<br />

grande Croce, è tornato il Redentore».<br />

(pag. 40). E ancora: «Basta, non<br />

ce la faccio più, ok?». Sono queste<br />

le ultime parole di Alex. E la Madre<br />

conclude: «E Dio che da sempre ti<br />

era accanto ti ha ascoltato» (pag.<br />

91). Si resta edificati dalla lettura di<br />

questo libro non solo per la statura<br />

umana e spirituale di Alex, della<br />

mamma, del papà e della sorella, ma<br />

anche dei numerosi personaggi che<br />

ruotano attorno. Il libro-dramma diventa<br />

romanzo: il racconto di una<br />

storia possibile che si trasforma in offerta,<br />

in conversione, in dono di<br />

amore.<br />

«Perché, perché, perché!!! — scrive<br />

la Madre scrittrice —. Mi sono<br />

chiesta cercando di immaginare quella<br />

prima cellula che si è dissociata<br />

dalla vita, e ora che sento parlare di<br />

mappa genetica e di tentativi di comprendere<br />

“Il mistero della vita”, mi<br />

dico, nessun ricercatore biomolecolare<br />

potrà mai arrivare a capire come<br />

e perché i geni sono al servizio di<br />

Dio e realizzano i suoi disegni, quei<br />

percorsi individuali ed irripetibili che<br />

sono le nostre esistenze. Solo questo<br />

mi aiuta ad accettare di non averti<br />

più accanto: la consapevolezza della<br />

tua unicità! Quante volte — continua<br />

la madre — il ricordo di quel volto<br />

caro, affilato e smunto, col cappellino<br />

calato sugli occhi ad impedire<br />

sguardi colmi di angoscia che non<br />

potevano più incrociarsi, ormai senza<br />

parole, mi ha fatto dire:“non gli avessi<br />

dato la vita non avrebbe conosciuto<br />

tanto dolore” ma sempre poi rispondevo:“Dio<br />

ha voluto così e per<br />

giunta mi ha scelta come la sua<br />

mamma, un privilegio di cui non mi<br />

sento degna ma che ora mi appartiene<br />

per sempre”. Accarezzo l'idea di<br />

poterti raggiungere là dove ora sei e<br />

avere da te pace e consolazione, ma<br />

non ho fretta, quando Dio vorrà tu<br />

mi sarai accanto, mi tenderai la mano<br />

rassicurante e nulla potrò mai più<br />

temere» (pag. 36-37).<br />

Parla con parole dolci e con parole<br />

forti la madre Maria Luisa al figlio<br />

Alex. Parla con il cuore. Il racconto<br />

di una vita che continua l'ha fatta<br />

scoprire grande Madre ed anche<br />

scrittrice di talento.<br />

Il Servo di Dio Padre Giorgio Guzzetta (1682-1756) sacerdote di Piana degli Albanesi<br />

Un presbitero dalla paternità spirituale tenera e sensibile<br />

Il Servo di Dio P. Giorgio Guzzetta nasce a Piana<br />

degli Albanesi il 23 aprile del 1682 da poveri ma devoti<br />

genitori: Lorenzo e Caterina Mamola. Era settimo di<br />

otto figli, tra cui tre sacerdoti. Dopo aver studiato lettere<br />

per interessamento del fratello p. Serafino Guzzetta<br />

agostiniano, presso i gesuiti di Trapani, entra nel Seminario<br />

Arcivescovile di Monreale. Conseguito il Dottorato<br />

in Sacra Teologia, viene assunto come traduttore<br />

di greco classico alla Corte del Cardinale Arcivescovo<br />

Francesco Del Giudice.<br />

Il Del Giudice ne rimane conquistato tanto che lo<br />

promuove prosegretario e lo vorrebbe come suo domestico<br />

partendo per la Spagna. Il viaggio del Guzzetta,<br />

però, viene rimandato perché, come prosegretario,<br />

aveva il compito di informare il nuovo procuratore sulla<br />

situazione della mensa arcivescovile della diocesi.<br />

Sarebbe dovuto partire solo dopo la venuta di quest'ultimo.<br />

Ma per disposizione della Provvidenza, non partì<br />

mai. Venendo un giorno da Monreale a Piana «si trovò<br />

in pericolo di perdere la vita fra molti dirupi» intendendo<br />

con queste parole il pericolo di perdersi alla corte<br />

spagnola. Resistette alla tentazione mondana, e fu liberato<br />

per intercessione dei santi. Fu questa la sua prima<br />

conversione. Sta di fatto che dopo questo avvenimento,<br />

il giovane chierico Guzzetta, decide di lasciare<br />

la diocesi di Monreale e di entrare nella Congregazione<br />

dei preti dell'Oratorio di san Filippo Neri in Palermo.<br />

La vita della Congregazione era dura e difficile ad abbracciarsi,<br />

da chi aveva vissuto tra gli agi della Corte,<br />

per cui i preti della Congregazione non vollero da prin-<br />

cipio accettarlo. Ma il giovane Giorgio non si arrese e<br />

alla fine vinse. Fu accolto il 15 dicembre 1706, aveva<br />

24 anni. Il 1° gennaio dell'anno successivo fu rivestito<br />

dell'abito di san Filippo. Era privo, perché assai povero,<br />

del necessario patrimonio per essere ammesso agli<br />

ordini sacri. Vi poté accedere solo dopo il conferimento<br />

di una dote lasciata in amministrazione ai padri Filippini<br />

dall'Abbate Don Girolamo Panestrino. Fu ordinato,<br />

con la dispensa pontificia, da Mons. Gasch, Arcivescovo<br />

di Palermo, Lettore e Suddiacono nella 2 a Domenica<br />

di Avvento, Diacono nella 3 a e Sacerdote il 22<br />

dicembre 1707, «così dal greco rito passò al latino»!<br />

Il Signore gli concesse il carisma della preveggenza,<br />

delle lacrime e della direzione delle coscienze, e una<br />

paternità spirituale tenera, sensibile e pietosa, unita a<br />

una forza d'animo intrepida, tanto da non lasciarsi mai<br />

scoraggiare nell'intraprendere, per la gloria del Signore,<br />

le cose più difficili a conseguirsi. Fu così che il 3<br />

agosto 1716 a Piana aprì l'Oratorio filippino per i preti<br />

celibi di rito greco, contiguo alla chiesa di S. Giorgio.<br />

L'Oratorio di Piana si distinse fin dal suo nascere per il<br />

fervore dei suoi sacerdoti i quali si diedero alla predicazione<br />

e alle buone opere, da spingere, col loro esempio,<br />

molte anime a consacrarsi al Signore. Inoltre, essendo<br />

sprovvisto di fratelli laici, gli stessi preti non avevano<br />

vergogna di dedicarsi ai servizi più umili in seno<br />

alla stessa Congregazione. L'Oratorio visse fino alla<br />

soppressione e fu faro di santità per Piana, per le colonie<br />

siculo-albanesi e per tutta la Congregazione di s.<br />

Filippo in Italia. L'altra grande e meritevole opera del<br />

servo di Dio fu la fondazione del Seminario greco-albanese<br />

in Palermo per la gioventù di rito greco delle colonie<br />

albanesi di Sicilia. Decise di fondarlo vicino alla<br />

parrocchia greca di S. Nicola di Palermo, affinché il<br />

parroco greco potesse governare, oltre la parrocchia,<br />

anche il luogo dove sarebbero educati, non solo i futuri<br />

sacerdoti, ma anche uomini che avrebbero governato<br />

le sorti siculo-albanese e anche dello stato italiano.<br />

Il 15 maggio 1734 ne presenta istanza al Senato di Palermo,<br />

il quale accoglie benevolmente la sua supplica.<br />

Anche l'Arcivescovo di Palermo Mons. Matteo Basile,<br />

dà la sua approvazione e così anche il Viceré. Prese,<br />

dunque a pigione alcune case adiacenti la parrocchia<br />

di S. Nicola, il p. Guzzetta, il 30 novembre del 1734,<br />

dà l'abito clericale, secondo la foggia usata al Collegio<br />

Greco, ad alcuni giovani seminaristi pionieri. L'ultima<br />

opera a favore della sua amata Piana la volle fondare<br />

insieme al p. filippino Antonio Brancato. Istituirono infatti<br />

il Collegio di Maria per l'educazione della gioventù<br />

femminile. L'istituto fu retto dalle Suore Collegine<br />

secondo i regolamenti del Cardinale Corradini.<br />

Provato dalla lunga malattia che lo rese cieco e dalla<br />

fatica degli anni, volle andare a riposarsi, presso il<br />

Convento dei Padri Carmelitani di Partinico. Lì la morte<br />

lo colse santamente il 21 novembre 1756 all'età di 74<br />

anni. Fu sepolto nella chiesa di S. Ignazio all'Olivella<br />

in Palermo. Dal 1954 le sue spoglie incorrotte riposano<br />

nella cattedrale dell'Eparchia di Piana degli Albanesi.<br />

MARCO V. SIRCHIA


.<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 30 Dicembre 2001<br />

Le Lettere pastorali<br />

dei Vescovi italiani<br />

MONS. FRANCESCO RAVINALE, VESCOVO DI ASTI<br />

Alla riscoperta del silenzio di Dio<br />

che parla attraverso la rivelazione<br />

GINO CONCETTI<br />

A un cammino di speranza, oggetto<br />

della prima lettera pastorale, il Vescovo<br />

di Asti, Mons. Francesco Ravinale, fa seguire<br />

una riflessione sull'ascolto. Il Presule<br />

constata che si è come stravolti da<br />

una molteplicità di messaggi e di linguaggi<br />

contrastanti e alienanti. È opportuno<br />

perciò che i cristiani riscoprano il<br />

silenzio «biblico»: cioè il silenzio di Dio<br />

che parla attraverso la rivelazione e il<br />

magistero della Chiesa.<br />

Dal dialogo con i fedeli ha tratto alcune<br />

«grandi dimensioni dell'azione pastorale».<br />

Anzitutto «l'importanza di alimentare<br />

la fede attingendo alla Sacra Scrittura<br />

e all'insegnamento della Chiesa».<br />

Poi «la centralità dell'Eucaristia, come<br />

fonte e culmine della vita cristiana».<br />

Quindi «la necessità di vivere in spirito<br />

di comunione, con un'accoglienza vicendevole<br />

e con una ministerialità ecclesiale<br />

vissuta concretamente, individuando i<br />

servizi da offrire, favorendo la vita concreta<br />

dei gruppi e aprendosi alle innumerevoli<br />

forme di volontariato».<br />

Dai sacerdoti invece sono state fornite<br />

indicazioni per «rendere il presbiterio<br />

diocesano una vera famiglia, nel superamento<br />

di quell'individualismo che rende<br />

sterile una gran parte della nostra attività.<br />

Una circolazione delle informazioni<br />

più fluide e un confronto maggiore possono<br />

aprire la strada a una collaborazione<br />

più efficace e favorire il necessario<br />

aggiornamento pastorale. I laici, a loro<br />

volta, insistono sulla riscoperta del battesimo<br />

e auspicano una crescita nella fede,<br />

mediante una formazione biblica e<br />

una più approfondita catechesi degli<br />

adulti, il confronto con le nuove istanze<br />

culturali e la partecipazione a incontri di<br />

preghiera. In modo sempre più esplicito<br />

traspare la disponibilità e il desiderio di<br />

affiancare sacerdoti e diaconi nelle responsabilità<br />

pastorali».<br />

Un dato, unanimemente condiviso, è<br />

quello vocazionale. «Per tutti — scrive il<br />

Vescovo — è importantissimo l'impegno<br />

vocazionale, sia per aiutare i giovani ad<br />

affrontare la vita sulla base di scelte giuste,<br />

sia per vivere all'altezza della propria<br />

vocazione». Sono seguiti i suggerimenti<br />

che il Presule si ripromette di esaminare<br />

e di attuare secondo le esigenze<br />

della realtà diocesana.<br />

Sulle ali del Giubileo Mons. Ravinale<br />

propone un rinvigorimento della santità<br />

e della comunione ecclesiale. Questa<br />

istanza suppone un'azione pastorale che<br />

favorisca l'uso dei mezzi di cui la Chiesa,<br />

per volontà di Cristo, dispone: l'eucaristia<br />

domenicale, la riconciliazione, il<br />

primato della grazia, l'ascolto e l'annuncio<br />

della parola, la preghiera». Esito e<br />

testimonianza di questa santità dei singoli<br />

fedeli — scrive il Vescovo — è quella<br />

spiritualità di comunione che costituisce<br />

un altro grande obiettivo per le nostre<br />

comunità: la grande sfida che ci sta<br />

davanti al millennio che inizia: se vogliamo<br />

essere fedeli al disegno di Dio e rispondere<br />

anche alle attese profonde del<br />

mondo, è quella di fare della Chiesa la<br />

casa e la scuola della comunione».<br />

Spiegandone la portata e i contenuti,<br />

Mons. Ravinale precisa che «questo significa<br />

promuovere una spiritualità della<br />

comunione, facendola emergere come<br />

principio educativo in tutti i luoghi dove<br />

si plasma l'uomo e il cristiano, dove si<br />

educano i ministri dell'altare, i consacrati,<br />

gli operatori pastorali, dove si costruiscono<br />

le famiglie e le comunità.<br />

Spiritualità della comunione significa innanzitutto<br />

sguardo del cuore portato sul<br />

mistero della Trinità che abita in noi, e<br />

la cui luce va colta anche sul volto dei<br />

fratelli che ci stanno accanto. Spiritualità<br />

della comunione significa inoltre capacità<br />

di sentire il fratello di fede nell'u-<br />

nità profonda del corpo mistico, dunque,<br />

come “uno che mi appartiene”, per<br />

saper condividere le sue gioie e le sue<br />

sofferenze, per intuire i suoi desideri e<br />

prendersi cura dei suoi bisogni, per offrirgli<br />

una vera e profonda amicizia. Spiritualità<br />

della comunione è pure capacità<br />

di vedere ciò che di positivo c'è nell'altro,<br />

per accoglierlo e valorizzarlo come<br />

dono di Dio: «“un dono per me”, oltre<br />

che per il fratello che lo ha direttamente<br />

ricevuto. Spiritualità della comunione<br />

è infine saper “fare spazio” al fratello,<br />

respingendo le tentazioni egoistiche<br />

che continuamente ci insidiano e<br />

generano competizione, carrierismo, diffidenza,<br />

gelosie».<br />

Il programma per il futuro è già enucleato:<br />

«è quello di sempre, raccolto dal<br />

Vangelo e dalla viva tradizione. Esso si<br />

incentra, in ultima analisi, in Cristo stesso,<br />

da conoscere, amare, imitare per vivere<br />

a vita trinitaria, e trasformare con<br />

lui, la storia fino al compimento della<br />

Gerusalemme celeste. Questo programma<br />

che non cambia, che è di sempre è<br />

il nostro per il terzo millennio».<br />

Mons. Ravinale, in sintonia con gli<br />

orientamenti dell'episcopato italiano,<br />

scrive che «il compito fondamentale della<br />

Chiesa è quello di comunicare il Vangelo<br />

con profonda convinzione e con<br />

spirito missionario».<br />

Riferendosi al libro sinodale e ad altri<br />

documenti il Vescovo giudica opportuno<br />

enunciare alcune proposte che devono<br />

essere realizzate da tutti coloro che hanno<br />

a cuore le vicende della Chiesa: impegno<br />

per l'evangelizzazione, atteggia-<br />

mento di amore nei confronti del mondo;<br />

disponibilità al dialogo; formazione<br />

permanente di tutti i cristiani, sacerdoti,<br />

religiosi/e e laici; dovere della testimonianza;<br />

apertura all'esperienza quotidianadella<br />

croce, della passione e del morireanoistessiperritrovare<br />

la vita nuova.<br />

Mons. Ravinale sottolinea ancora una<br />

volta l'importanza dell'ascolto della parola<br />

di Dio, della preghiera e della meditazione,<br />

della partecipazione alla liturgia<br />

eucaristica e al sacramento della riconciliazione.<br />

E in riferimento al sinodo ricorda<br />

la missione della Chiesa sulle strade<br />

dell'uomo, gli orientamenti per una<br />

presenza nel mondo della cultura e della<br />

comunicazione, l'impegno sociale e civile,<br />

aperta alla partecipazione attiva nelle<br />

istituzioni e nella politica.<br />

Alla fine il Vescovo prende atto «con<br />

riconoscenza che nel nostro territorio<br />

resiste ancora un numero significativo di<br />

cristiani assidui alla celebrazione eucaristica<br />

nel giorno del Signore. È una comunità<br />

eucaristica che costituisce una<br />

realtà molto bella, ma che esaurisce la<br />

quasi totalità dell'impegno degli operatori<br />

pastorali». Ciò non deve far dimenticare<br />

gli altri battezzati ai quali si deve<br />

far giungere il messaggio della salvezza.<br />

Mons. Ravinale propone di potenziare<br />

gli organismi collegiali, ma il pensiero<br />

primario è per il centro diocesano delle<br />

vocazioni. «Tutti — scrive il Presule —<br />

siamo chiamati a testimoniare la maternità<br />

della Chiesa e a preoccuparci del<br />

futuro dei giovani e dell'intera comunità<br />

ecclesiale».<br />

MONS. ENRICO MASSERONI, ARCIVESCOVO DI VERCELLI<br />

Dall'Eucaristia vissuta e testimoniata<br />

sorgono comunità nuove per la missione<br />

«Dall’Eucaristia comunità nuove per<br />

la missione»: è il titolo della nota pastorale<br />

anno 2001-2002 dell’Arcivescovo di<br />

Vercelli, Mons. Enrico Masseroni, che<br />

nell’introduzione richiama l’episodio dei<br />

discepoli di Emmaus, senza speranza.<br />

«Pare di sentire — scrive Mons. Masseroni<br />

— un’eco tragica dell’uomo del<br />

nostro tempo... in cammino senza meta,<br />

senza punti di riferimento; non verso<br />

Emmaus, ma verso Babele: confuso, deluso,<br />

disperato, rassegnato a subire un<br />

destino oscuro. Il segnale più vistoso<br />

che si coglie nel cuore della gente è la<br />

diffusa penuria di speranza, il vuoto di<br />

gioia, la fiera delle chiacchiere, il dominio<br />

del banale. Soprattutto pare sentire<br />

questo verbo “noi speravamo” sulla bocca<br />

di tanti cristiani e pastori responsabili<br />

di comunità». L’Arcivescovo mette in<br />

guardia la diocesi dal prendere delle<br />

scorciatoie identificabili nella omologazione<br />

(andare nella stessa direzione del<br />

mondo) o nella fuga (la cura intra-ecclesiale<br />

dei soliti volti, all’ombra dei riti).<br />

Di qui una domanda: la pastorale è attraversata<br />

dalla passione missionaria che<br />

la rende viva, incisiva, degna di essere<br />

vissuta oppure ci si chiude negli anfratti<br />

che riservano qualche gratificazione,<br />

evitando gli scogli che hanno portato ferite<br />

o scoraggiamenti? Si tratta di fare<br />

un salto di qualità non per cose inedite<br />

ma per modalità inedite. Non si tratta di<br />

affannarsi per interpretare i gusti della<br />

gente, ma di appassionarsi alle grandi<br />

cose del Regno. Dove sta il segreto per<br />

trasformare la fatica pastorale da utopia<br />

in progetto realistico? «La risposta che<br />

MONS. FILIPPO STROFALDI, VESCOVO DI ISCHIA<br />

La famiglia, immagine della Trinità<br />

della casa di Nazareth e della Chiesa<br />

«Carissima famiglia, comincio la mia<br />

prima visita pastorale in tutte le comunità<br />

ecclesiali e civili dell'isola portando<br />

sulle labbra e nel cuore la frase di Gesù<br />

quando entrò nella casa di Zaccheo “Oggi<br />

voglio fermarmi a casa tua” (Lc 19,<br />

5). Anch'io desidero bussare alla porta<br />

ed entrare in punta di piedi nella vostra<br />

dimora, sedermi accanto a voi tutti e<br />

parlare di Dio che ci ama». È quanto<br />

scrive Mons. Filippo Strofaldi, Vescovo<br />

di Ischia, nella Lettera pastorale indirizzata<br />

alle famiglie, che si ispira al passo<br />

del Salmo 126 «Se il Signore non costruisce<br />

la casa, invano si affaticano i<br />

costruttori».<br />

«Cellula» vivente e pulsante della<br />

Chiesa e della società, «luogo privilegiato»<br />

dove l'amore si concretizza e si<br />

espande dai genitori ai figli con tutti gli<br />

altri componenti, «nucleo» fondamentale<br />

intorno al quale ruotano tutte le iniziative<br />

d'apostolato, «sintesi» di tutti gli<br />

aspetti della vita pastorale dai genitori ai<br />

figli, dagli adulti ai ragazzi, dagli anziani<br />

ai fidanzati, dagli studenti ai lavoratori,<br />

la famiglia si trova oggi a dover affrontare<br />

numerose sfide, perciò essa è oggetto<br />

privilegiato di attenzione e di amore<br />

da parte della Chiesa. In proposito il<br />

Presule vede riflesse nella famiglia tre<br />

immagini: quella della Santissima Trinità,<br />

quella della Santa Casa di Nazareth e<br />

quella della Chiesa stessa. «Ogni famiglia<br />

— scrive riferendosi all'immagine<br />

trinitaria — diventa famiglia di Dio<br />

quando: rapportandosi al Padre, sorgente<br />

dell'amore, cura la crescita dei figli<br />

nel rispetto delle loro scelte, onora gli<br />

anziani, portatori di valori e di saggezza,<br />

testimonia la reciprocità dell'aiuto<br />

fraterno e l'edificazione della casa nella<br />

comunione; in relazione al Figlio la famiglia<br />

si fa accoglienza di quanti vengono<br />

a bussare alla porta del suo cuore,<br />

soprattutto degli ultimi, nella prossimità<br />

di chi è povero economicamente o spiritualmente;<br />

in riferimento allo Spirito<br />

Santo la famiglia si apre alla novità di<br />

Dio, rinnova il suo “stile di vita”, si converte<br />

orientandosi verso valori umani e<br />

cristiani radicati nel profondo, tende ad<br />

un cammino di liberazione per passare<br />

da una visione consumistica della conduzione<br />

familiare ad un ideale di benessere<br />

che abbraccia corpo e anima».<br />

L'amore nella Trinità — spiega Mons.<br />

Strofaldi — è così profondo che le tre<br />

Persone divine sono veramente un solo<br />

Dio: nella famiglia umana invece le nostre<br />

individualità sono così spesso separate<br />

da creare difficoltà al dialogo e alla<br />

comunione. Perciò — è la consegna del<br />

Vescovo alle famiglie ischitane — l'amore<br />

va custodito, rafforzato, difeso perché<br />

è continuamente attentato da ogni<br />

parte, a cominciare dall'io di ciascuno<br />

dei membri della famiglia, e lo stesso<br />

termine «amore» viene equivocato per<br />

ogni forma di degenerazione.<br />

Ne deriva la necessità di una Pastorale<br />

della famiglia adeguata ed al passo<br />

con i tempi. «Il ricordo delle nostre<br />

esperienze familiari non è solo nostalgia<br />

del passato — commenta il Vescovo —,<br />

ma un rivivere e rinnovare nell'oggi la<br />

santità della famiglia. Infatti, molti di<br />

noi più adulti, tra i ricordi dell'infanzia,<br />

conservano nel cuore la memoria di<br />

quando, con i genitori e i vicini di casa,<br />

si recitava da ragazzi il Santo Rosario<br />

intorno al braciere, oppure quando si ri-<br />

MONS. LUIGI MARTELLA, VESCOVO DI MOLFETTA-RUVO-GIOVINAZZO-TERLIZZI<br />

Comunicare il Vangelo all'alba del nuovo Millennio<br />

Comunicare il Vangelo all'alba del terzo<br />

millennio è una scelta prioritaria in<br />

rapporto all'attuale condizione di fede di<br />

molti uomini e donne, adolescenti e giovani<br />

che pure vivendo in un contesto<br />

culturale cristiano, ne sono carenti. Uniformandosi<br />

alle direttive della Conferenza<br />

Episcopale Italiana, Mons. Luigi Martella,<br />

Vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi,<br />

constata il fenomeno presente<br />

anche nella sua diocesi. Sarebbe<br />

troppo lungo — afferma il Presule —<br />

soffermandosi a individuare le cause,<br />

ma l'interrogativo è questo: «Che cosa è<br />

possibile, anzi necessario, fare da parte<br />

della Chiesa e dei cristiani, perché la situazione<br />

della fede migliori, in particolare<br />

tra i giovani e tra quegli strati della<br />

popolazione che sono più lontani dalla<br />

fede e dalla pratica cristiana?».<br />

Il Vescovo indica tre piste di lavoro:<br />

un lavoro verticale, un lavoro orizzontale<br />

e una serie di attività pastorali. La<br />

verticalità è data da Cristo, dal Figlio di<br />

Dio fatto uomo per la nostra salvezza.<br />

«È la parte spirituale che si incentra e si<br />

sintetizza nell'incontro vivo con Gesù ed<br />

è l'anima di ogni pastorale». Il lavoro<br />

orizzontale suppone «l'individuazione di<br />

metodi e tecniche organizzative per vei-<br />

colare la conoscenza del volto di Dio,<br />

per dilatare il corpo di Cristo».<br />

Il primo passo da compiere — secondo<br />

Mons. Martella — è quello della testimonianza<br />

della fede, della gloria e<br />

della speranza. Le persone vanno aiutate<br />

a compiere questo movimento e i pastori<br />

sono tenuti ad aiutarli. I senza fede,<br />

i disorientati, i frustrati, i delusi<br />

«hanno assoluto bisogno di fare esperienza<br />

della gioia del Vangelo come della<br />

premessa perenne di ogni loro atto di<br />

ministero». Essa «è la premessa indispensabile<br />

dell'evangelizzazione; è l'ingrediente<br />

che tutto permea e senza il<br />

quale non si ha comunicazione della<br />

buona novella». La gioia è «dono di Dio,<br />

che ha disposto che il Vangelo passi «attraverso<br />

l'appropriazione personale da<br />

parte del testimone».<br />

«Il Vangelo però va integrato con la<br />

vita e la mia vita — scrive il Vescovo<br />

Martella — deve annunciarlo attraverso<br />

la gioia». Alla gioia è associato il «linguaggio».<br />

Il Vescovo lo ritiene «fondamentale».<br />

«Bisogna — rileva — superare<br />

gli stereotipi e le frasi fatte. Occorre<br />

adoperare il linguaggio della storia, anche<br />

questa è un'operazione d'incarnazione».<br />

Senza tradire il messaggio biblico,<br />

lo si deve «rendere comprensibile e intelligibile<br />

all'uomo contemporaneo. Un<br />

linguaggio tanto più è comunicativo ed<br />

espressivo quanto più sgorga da una<br />

esperienza profonda, di vissuto reale<br />

concreto». Se è lecita una parentesi, il<br />

Vescovo recepisce l'insegnamento di<br />

Giovanni XXIII nel famoso discorso per<br />

l'inaugurazione del Concilio Vaticano II,<br />

che ha avuto tanta eco nella stampa e<br />

qualche impropria interpretazione sulla<br />

identità della dottrina e dei suoi contenuti<br />

e sulla innovazione della forma del<br />

rivestimento.<br />

Il terzo requisito è la passione apostolica.<br />

«Evangelizzare — scrive Mons.<br />

Martella — è compito e missione della<br />

Chiesa di sempre. Oggi, tuttavia, si avverte<br />

l'esigenza di una rinnovata intensità<br />

e di una adeguata preparazione, di<br />

fronte alle istanze mobili, complesse e<br />

spesso lontane della cultura contemporanea.<br />

Per corrispondere a questa urgenza<br />

ecclesiale occorre avere la passione<br />

del neofita e il dinamismo del missionario».<br />

Le rapide e profonde trasformazioni<br />

obbligano a ricercare «nuove vie e<br />

nuovi criteri per l'inserimento del Vangelo.<br />

Occorre tentare, sperimentare».<br />

G. C.<br />

peteva a memoria, alla loro presenza, il<br />

Catechismo in preparazione ai sacramenti<br />

dell'iniziazione cristiana».<br />

La seconda immagine evocata dalla<br />

famiglia è quella della casa Nazareth,<br />

dove Gesù, Figlio di Dio è diventato Figlio<br />

dell'uomo inserendosi nel tessuto<br />

dell'umanità. «Che sentimento di tenerezza<br />

— scrive Mons. Strofaldi — ci viene<br />

nel pensare a Gesù fanciullo, ragazzo,<br />

adolescente e poi giovane nella sua<br />

casa di Nazareth, covato con gli occhi<br />

dai suoi genitori Giuseppe e Maria, sempre<br />

più compresi nella loro casa di questa<br />

presenza misteriosa ma reale, divina<br />

ma umile! Nessun indizio soprannaturale,<br />

nessuna manifestazione straordinaria<br />

perché “non era ancora giunta la sua<br />

ora” (Gv 2, 4) ma solo il suo inserimento<br />

nella storia normale di una famiglia<br />

che è passata attraverso prove, sofferenze,<br />

problemi... come l'emigrare in terra<br />

di Egitto e quindi, diremmo oggi, extracomunitari<br />

all'estero, rientrare in patria,<br />

ricostruire tutto daccapo, lavorare nella<br />

falegnameria, affrontare tutto con serenità:<br />

nessuna parola, nessun discorso,<br />

nessun avvenimento particolare nella vita<br />

familiare di Gesù a Nazareth, ma solo<br />

l'incubazione silenziosa e misteriosa in<br />

attesa di librare le ali per seguire il progetto<br />

di Dio: la salvezza dell'umanità».<br />

La famiglia è dunque chiamata a seguire<br />

il progressivo sviluppo dei figli che<br />

all'inizio della vita hanno bisogno di tutto<br />

ma poi si rendono progressivamente<br />

autonomi finché un giorno prendono<br />

nuove strade: «è il rispetto delle loro<br />

scelte vocazionali — chiarisce il Vescovo<br />

di Ischia — che i genitori, pur avvertendo<br />

una lacerazione nella carne, vivono<br />

nel momento del distacco senza assalti<br />

di possessività, senza mammismi o paternalismi<br />

che condizionano i figli nel loro<br />

agire».<br />

La famiglia è infine immagine della<br />

Chiesa. «Per questo ruolo delicato della<br />

famiglia — afferma —, nonostante la<br />

crisi dell'istituto familiare con le coppie<br />

di fatto, quelle in difficoltà, quelle divise,<br />

la comunità cristiana vuole prendersi<br />

l'impegno di accompagnare con la preghiera,<br />

riflessione, incontri, approfondimenti<br />

sul “Vangelo del matrimonio” in<br />

modo da rinnovare il sacramento a volte<br />

seppellito sotto la cenere della routine, a<br />

volte trascurato da frequenti crisi coniugali».<br />

«Se la famiglia si riporta, attraverso il<br />

sacramento del matrimonio, all'immagine<br />

della Chiesa-famiglia di tutti i battezzati<br />

— aggiunge — vivrà in pienezza<br />

quell'osmosi di spiritualità che unisce<br />

nella solidarietà le varie esperienze familiari<br />

(cfr NMI, 47) e così potranno nascere<br />

nella parrocchia gruppi di famiglie<br />

che ascoltano, seguono, confortano, assistono<br />

gli altri, trovando in quest'apostolato<br />

anche la forza di superare le proprie<br />

difficoltà».<br />

«È questo — conclude Mons. Strofaldi<br />

— il “ministero coniugale”, il compito<br />

dei genitori, come c'è nella Chiesa il ministero<br />

presbiterale, quello dei consacrati,<br />

il ministero della vita religiosa, missionaria...<br />

È un servizio di edificazione<br />

della propria famiglia e di aiuto a quelle<br />

difficoltà, per condividere esperienze e<br />

sostenersi a vicenda con quanti vivono<br />

la stessa realtà».<br />

ci viene dagli ultimi interventi magisteriali<br />

— sostiene Mons. Masseroni — è<br />

solare: bisogna ripartire da Gesù. Lo<br />

sguardo vero ed appassionato su di lui<br />

ci libera dai rischi di fuga e genera uno<br />

sguardo nuovo sul mondo, vicino e lontano».<br />

Questo si può realizzare attraverso<br />

l’equilibrio rigeneratore: contemplazione<br />

e servizio. Perché dunque ripartire<br />

dall’Eucaristia? «Ripartiamo dall’Eucaristia<br />

— risponde l’Arcivescovo — perché<br />

il mondo ha bisogno di evangelizzatori;<br />

aspetta di vedere che gli adoratori di<br />

Dio abbiano, come Mosè disceso dal<br />

monte, un “viso raggiante”. Il popolo<br />

della domenica non è neutrale di fronte<br />

al mondo, non è il popolo del precetto<br />

dimenticato; bensì un popolo che ha incontrato<br />

e ascoltato Dio. Il suo viso è<br />

raggiante. Da adoratore di Dio esso diventa<br />

annunciatore di Lui: solo così la<br />

missione entra nella città degli uomini,<br />

con il cuore di donne e uomini che hanno<br />

capito l’Eucaristia, in cui il Signore<br />

chiama, parla, si dona a noi e si dona al<br />

mondo attraverso di noi. Ripartiamo<br />

dall’Eucaristia perché essa ci offre l’orizzonte<br />

dell’evangelizzazione come missio<br />

ad gentes. Il calice del sangue di Cristo<br />

è versato per tutti. L’orizzonte del sacrificio<br />

non è solo la comunità celebrante,<br />

ma il mondo. Nell’Eucaristia dunque<br />

una comunità è per l’umanità: il popolo<br />

credente sa di essere salvato e chiamato<br />

ad essere, in Cristo, mediazione di salvezza».<br />

Nella babele dell’umanità, smarrita<br />

e confusa, il cristiano ha un luminoso<br />

punto luce: Gesù Cristo, l’unico uomo<br />

veramente nuovo, capace di dare<br />

senso ad ogni frammento di esistenza.<br />

Anche di fronte ai problemi inediti di<br />

questo incipiente millennio, entro l’orizzonte<br />

del micro e macrocosmo, dalla<br />

bioetica alla globalizzazione, dai nodi<br />

dell’esistenza personale ai rapporti nuovi<br />

e conflittuali tra i popoli, il cristiano sa<br />

porsi una domanda: «Quale la luce del<br />

Vangelo sull’uomo?» E pur nella fatica<br />

della fede, può dare una risposta credibile.<br />

Da qui allora possono derivare percorsi<br />

di speranza che stanno dentro quel<br />

mondo motivazionale capace di affrancare<br />

la vita e il ministero dalla superficialità<br />

sterile; dentro il mondo interiore,<br />

là dove le intuizioni, i pensieri e il cuore,<br />

disinquinati dalla febbre dell’azione,<br />

possono restituire freschezza al desiderio<br />

di annunciare la buona notizia del<br />

Regno.<br />

Verso la fine della Nota pastorale<br />

Mons. Masseroni presenta un «vademecum<br />

per una comunità evangelizzante».<br />

«Si esprime — spiega — in due direzioni<br />

apparentemente contrastanti, ma in verità<br />

già evocate nel dinamismo celebrativo<br />

dell’Eucaristia: da una parte è necessario<br />

“togliere i calzari” per andare verso<br />

il “roveto ardente” del Mistero; e dall’altra<br />

bisogna calzare i sandali per battere<br />

le strade polverose del mondo. Più<br />

dentro e più fuori: dentro il Mistero e<br />

fuori nel mondo».<br />

I passi della speranza devono andare<br />

verso il celebrare ed educare al senso<br />

del mistero, ritornare alle sorgenti della<br />

parola e della preghiera.<br />

GIULIANO TEMPORELLI<br />

MONS. FERNANDO CHARRIER, VESCOVO DI ALESSANDRIA<br />

Al servizio della speranza<br />

partendo da Gesù Cristo<br />

La Lettera Pastorale che il Vescovo<br />

Fernando Charrier ha inviato alla Chiesa<br />

di Alessandria per il 2001-2002 titola il<br />

primo capitolo «Al servizio della speranza».<br />

«Il nostro passo, all’inizio di questo<br />

nuovo secolo — scrive in proposito<br />

Monsignor Charrier — deve farsi più<br />

spedito nel ripercorrere le strade del<br />

mondo. Le vie sulle quali ciascuno di<br />

noi e ciascuna delle nostre Chiese cammina<br />

sono tante ma non c’è distanza fra<br />

coloro che sono stretti insieme dall’unica<br />

comunione che, ogni giorno, si alimenta<br />

alla mensa del Pane eucaristico e<br />

della Parola di vita».<br />

Per proseguire il «pellegrinaggio fra le<br />

persecuzioni del mondo e le consolazioni<br />

di Dio», la Chiesa alessandrina trae le<br />

coordinate per «la nuova evangelizzazione»<br />

dagli orientamenti del Concilio Vaticano<br />

II, dalla Lettera Apostolica «Novo<br />

Millennio ineunte», dagli Orientamenti<br />

dellaCEIperilprimo decennio del Terzo<br />

Millennio e dal XIV Sinodo Diocesano.<br />

Partendo da «Cristo Gesù, unico e<br />

universale Salvatore all’inizio e al termine<br />

del cammino che ci proponiamo», il<br />

Vescovo di Alessandria invita i credenti<br />

a risvegliare in sé e negli altri l’amore<br />

del Risorto, «a dare speranza con una<br />

fede forte nell’Unico che tutto promette<br />

e tutto dona» e a far proprio l’invito del<br />

Papa: «Duc in altum!». Questa parola risuona<br />

oggi per tutti ed invita a fare memoria<br />

grata del passato, a vivere con<br />

passione il presente, ad aprirsi con fiducia<br />

al futuro: Gesù Cristo è lo stesso, ieri,<br />

oggi e sempre».<br />

La Lettera sottolinea la presenza, fra<br />

la gente alessandrina, di un «analfabetismo<br />

religioso», di una mentalità di materialismo<br />

pratico, la mancanza di senso<br />

morale, un relativismo religioso ed etico<br />

uniti ad un certo smarrimento per quanto<br />

concerne la vita religiosa. E le domande<br />

che il Vescovo pone sono conseguenti:<br />

«la comunicazione della fede cristiana<br />

può aver luogo da com’è annunciato<br />

e vissuto il Vangelo dai singoli credenti?<br />

Le Parrocchie sono comunità vive<br />

ed evangelizzanti? Il requisito missionario<br />

è la caratteristica fondamentale<br />

delle parrocchie e delle Aggregazioni laicali?<br />

I “progetti” e i “piani” pastorali diocesani<br />

degli scorsi anni, tendenti a far<br />

acquisire la mentalità missionaria e a vivere<br />

il “sensus ecclesiae”, sono rimasti<br />

lettera morta? Nel pellegrinaggio dei Sacerdoti<br />

alla Verna si è domandato perdono<br />

delle infedeltà personali e comunitarie;<br />

può, questa, essere una ulteriore<br />

manifestazione di volontà a proseguire<br />

nel cammino intrapreso nel XVI Sinodo<br />

diocesano?».<br />

Per quanto riguarda il cammino della<br />

Chiesa alessandrina, Monsignor Charrier<br />

sottolinea che «non è possibile una autentica<br />

nuova evangelizzazione, fortemente<br />

richiesta dalla Chiesa universale e<br />

dalla Chiesa che vive in Italia, se non a<br />

cominciare da quei sacramenti dell’iniziazione<br />

cristiana che, per loro natura,<br />

si inseriscono in un contesto di annuncio<br />

e non possono essere semplici “riti<br />

di passaggio”, consuetudini sociali o abitudini<br />

devozionali. Il momento della nascita<br />

è condizionante per tutta l’esistenza<br />

e questo vale anche per la “nascita al<br />

cristianesimo”. L’attuale situazione pastorale,<br />

che da anni è ovunque oggetto<br />

di giustificate lamentele, è la prova che<br />

l’iniziazione cristiana è difettosa. La proposta<br />

evangelica lascia l’uomo sempre<br />

libero di rifiutare, ma la Chiesa è tenuta<br />

ad annunciare correttamente i contenuti<br />

e le esigenze della fede, senza per questo<br />

venir meno alla misericordia».<br />

Ecco, allora, che l’itinerario di iniziazione<br />

cristiana non può essere considerato<br />

«una faccenda privata» ma deve<br />

esprimere chiaramente la «maternità<br />

della Chiesa»: è la comunità che accoglie,<br />

genera e alimenta la vita cristiana.<br />

Così la Lettera Pastorale sottolinea che<br />

il catechista «è soprattutto un testimone<br />

che “apre” a Dio e non è una persona<br />

isolata ma “inviata” dalla comunità, né<br />

un “insegnante” ma un pedagogo, una<br />

guida, un compagno di viaggio sullo stile<br />

del Viandante; che i ragazzi non sono<br />

soggetti passivi ma persone capaci di<br />

leggere la presenza di Dio nella storia<br />

quotidiana; che la famiglia è il luogo del<br />

primo annuncio per la trasmissione delle<br />

verità della fede; che la comunità cristiana<br />

è il segno concreto e visibile della<br />

dimensione ecclesiale della fede; che il<br />

gruppo è l’ambiente umano in cui concretamente<br />

il fanciullo incontra e fa l’esperienza<br />

della Chiesa». E il metodo della<br />

catechesi che il Presule propone è<br />

quello in cui si fondono gli elementi che<br />

concorrono all’iniziazione: l’annuncio,<br />

l’ascolto e accoglienza della parola, l’esercizio<br />

della vita cristiana, la celebrazione<br />

liturgica e l’inserimento nella comunità<br />

cristiana.<br />

Nella Lettera di Monsignor Charrier è<br />

presente, come in ogni suo intervento,<br />

l’esortazione ad andare avanti con speranza<br />

«abbandonando ogni scetticismo,<br />

ogni titubanza, ogni resistenza, ogni nostalgia<br />

del passato, ogni scoraggiamento:<br />

la nostra scelta pastorale è scelta di<br />

dedicare tutte le nostre forze alla “nuova<br />

evangelizzazione” e, dunque, dobbiamo<br />

avere fede nella potenza della Parola di<br />

Dio che opera nel cuore di chi l’ascolta!».<br />

«Quanto più cresce nella società —<br />

conclude il Vescovo di Alessandria — il<br />

relativismo religioso, l’indifferenza, la ricerca<br />

del “miracolismo”, del sensazionale,<br />

dello “spettacolarismo”, tanto più<br />

dobbiamo far crescere, a livello personale<br />

e comunitario, il “senso di Dio, di Cristo<br />

e della Chiesa”. Solo questa solida e<br />

convinta spiritualità ci donerà forza, coraggio<br />

ed entusiasmo per dedicarci al<br />

pesante ma magnifico compito di accompagnare<br />

tutti i nostri fratelli fin “sulla<br />

soglia di Dio”, là dove nel silenzio e<br />

nel mistero della coscienza di ognuno,<br />

potrà realizzarsi l’incontro con lui. Saremo<br />

in grado di percorrere questa ulteriore<br />

tappa del nostro cammino pastorale<br />

se la nostra Chiesa locale sarà sempre<br />

più casa di comunione, dimora ospitale<br />

che va costruita mediante l’educazione<br />

a una spiritualità di comunione portando<br />

i pesi gli uni degli altri. Senza una<br />

rinnovata spiritualità, cioè la vita nuova<br />

nello Spirito, tutte le nostre iniziative e i<br />

nostri propositi sono destinati ad un sicuro<br />

insuccesso».<br />

MARCO CARAMAGNA


.<br />

PAGINA<br />

7 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 30 Dicembre 2001<br />

Mons. Domenico Savarese (1903-1955)<br />

Vescovo di Vallo della Lucania<br />

Atleta dello spirito, apostolo della vita<br />

ALFONSO D'ERRICO<br />

Vi sono nella vita incontri con persone<br />

che profondamente ci colpiscono.<br />

Così sotto le arcate della Basilica di san<br />

Tammaro, in Grumo Nevano, a me pare<br />

di sentire ancora vibrante la voce che<br />

ammonisce ed incita, sembra scorgere<br />

ancora aggirarsi la dolce figura di Mons.<br />

Domenico Savarese. Ai miei occhi, allora<br />

di ragazzino, balza viva la sua figura<br />

austera e signorile, il suo volto ovale,<br />

bruno olivastro, incorniciato dal nero<br />

dei suoi abiti. Il suo sorriso lieve e incantevole<br />

appare ancora col suo fascino<br />

particolare. Quel sorriso luminoso che<br />

mantenne anche durante la sua salita al<br />

Calvario, ansante della sua pesante croce,<br />

senza sosta e senza lamento. Qui rievoco<br />

la dolce e paterna immagine di un<br />

padre buono il cui ricordo si innesta nella<br />

mia vita.<br />

E chi ha conosciuto Mons. Savarese<br />

vive del suo ricordo, dei suoi insegnamenti,<br />

della sua luce.<br />

Gli inizi<br />

Nato a Qualiano, grosso centro agricolo<br />

vicino Pozzuoli, il 25 ottobre 1903,<br />

Mons. Savarese sentì ben presto la voce<br />

del Signore che insistentemente ed amorosamente<br />

lo chiamava nella Sua casa e,<br />

sotto la saggia guida di una madre santa,<br />

entrò giovanetto ancora nel Seminario<br />

di Aversa dove percorse a passi di gigante<br />

la carriera degli studi filosofici e<br />

teologici e il 1927 riceveva la consacrazione<br />

sacerdotale.<br />

Le sue virtù, la sua pietà, l'innata<br />

prudenza non disgiunta da paterna fermezza<br />

lo chiamarono ben presto a posti<br />

di responsabilità nella diocesi di Aversa:<br />

in Curia, nel Capitolo, nelle scuole, nell'Azione<br />

Cattolica e fu dato come valido<br />

aiuto all'allora Rettore del Seminario di<br />

Aversa, Mons. Federico Pezzullo, e<br />

quando questi, per le sue preclari doti,<br />

fu eletto Vescovo di Policastro, Mons.<br />

Savarese assunse la direzione del Seminario<br />

di Aversa dando, col suo grande<br />

cuore, forte incremento alle vocazioni<br />

ecclesiastiche, in modo da fare di quel<br />

Seminario uno dei migliori e più rinomati<br />

d'Italia.<br />

La sua intelligenza positiva, la sua<br />

cultura soda, il suo porgere pieno di<br />

saggezza, la sua pietà sentita e profonda,<br />

ma senza posa, facevano di lui, ricco<br />

di tanti pregi, un sacerdote incomparabilmente<br />

superiore e attraente. E benché<br />

giovane riempiva della sua personalità<br />

la diocesi aversana, anzi essa era così<br />

potente che si proiettava anche fuori<br />

diocesi.<br />

La sua luce non poteva rimanere come<br />

la fiaccola sotto il moggio e la Chiesa<br />

gli affidò più vasto campo di apostolato<br />

e la diocesi di Vallo della Lucania<br />

poté avere l'onore di vederlo Vescovo,<br />

reggitore delle sue sorti.<br />

L'onda di entusiasmo si manifestò in<br />

tutta la sua veemenza in un tardo pomeriggio<br />

mariano del 1947, quando la popolazione<br />

di Vallo e della vasta diocesi<br />

s'incontrò col suo Pastore e gli animi si<br />

fusero in un palpito d'amore. Data da<br />

quel giorno il mistico sposalizio tra il<br />

Vescovo Savarese e la diocesi amata,<br />

per cui profuse tesori e tesori senza limiti<br />

della sua mente e del suo grande<br />

cuore.<br />

Vescovo di Vallo<br />

Che cosa non ha dato Mons. Savarese<br />

per la sua diocesi e per i suoi figli che<br />

amava fino al sacrificio di sé stesso, fino<br />

all'annientamento della sua personalità?<br />

Può dirsi che la sua vita si era svolta<br />

nel Seminario, per cui appena in diocesi,<br />

sentì forte il bisogno di portare a termine<br />

l'opera di un suo grande e illustre<br />

predecessore, Mons. Francesco Cammarota,per<br />

cui sentiva filiale riconoscenza.<br />

Con slancio eroico e mente audace, fidando<br />

nella Provvidenza, concepì e attuò<br />

un piano di lavoro che avrebbe spaventato<br />

le menti più ardite e volle completare<br />

l'incompiuto Seminario con la<br />

costruzione della magnifica cappella,<br />

che volle arricchita di marmi, di pitture,<br />

di oro. Il clero fu entusiasta di questa<br />

costruzione e cogliendo la felice coincidenza<br />

dell'inaugurazione con il 25° di sacerdozio<br />

del Vescovo, volle offrire un<br />

nuovo altare che per stile e ricchezza<br />

fosse degno del sacro luogo.<br />

Ampi e moderni dormitori, di tutto<br />

punto attrezzati e arredati resero completo<br />

e comodo il Seminario.<br />

Ma un Vescovo non si può contentare<br />

dell'edificio: lo vuole pieno di seminaristi<br />

e frattanto che l'opera di pietra si<br />

completava egli mise mano ad altra opera,<br />

spirituale questa, creando l'Opera<br />

Vocazioni Ecclesiastiche che si propagò<br />

in tutte le parrocchie e portò alla rifioritura<br />

del Seminario: in pochi anni gli<br />

alunni superarono il centinaio, per le sole<br />

cinque classi del Ginnasio di allora.<br />

Per la formazione e per gli studi scelse<br />

un corpo di sacerdoti formati e colti.<br />

Ma il Seminario è finalizzato alle anime,<br />

cioè alle parrocchie che già allora<br />

superavano il centinaio, per una popolazione<br />

di circa 150 mila anime. Le diocesi<br />

situate in regioni montuose sono svantaggiate<br />

dal fatto di avere la popolazione<br />

molto frazionata.<br />

Il Clero di Vallo della Lucania non<br />

era di numero insufficiente in rapporto<br />

agli abitanti della diocesi, ma lo diventava<br />

in rapporto al numero delle parroc-<br />

chie, in gran parte piccole e molto distanti<br />

tra loro. Oggi si ovvia a questa<br />

difficoltà con l'automobile, ma a quei<br />

tempi tale mezzo era un lusso che soltanto<br />

un Vescovo poteva permettersi,<br />

non certo un sacerdote di montagna!<br />

Mons. Savarese ebbe allora un'idea:<br />

comprò quattro motociclette e le diede<br />

Fu la consacrazione di Mons. Savarese un'apoteosi!<br />

Un risveglio di fede in tutta la Diocesi di Aversa,<br />

che fu impegnata nella preparazione con l'adorazione<br />

e con conferenze nelle scuole e nelle comunità,<br />

nelle parrocchie. Era un laboratorio! Tanti parteciparono!<br />

Ero anch'io presente quel 13 aprile 1947 nel<br />

duomo normanno di Aversa, con altri ragazzini, accompagnati<br />

dal nostro parroco Mons. Stefano Landolfo,<br />

da don Antonio Chiacchio, da don Luigi Campanile<br />

e dal presidente dell'A.C. il professor Emilio<br />

Rasulo, insigne storico delle nostre terre.<br />

Mons. Savarese era conosciuto in tutta la Diocesi<br />

in quanto Assistente diocesano di A.C. e Rettore del<br />

Seminario. Cercare gli operai per i campi di Dio fu<br />

la sua preminente aspirazione. Istituì l'Opera Vocazioni<br />

con un'organizzazione lenta ma capillare che<br />

perfezionava quella creata da S.E. Carmine Cesarano.<br />

Da prima sono poche buone distinte collaboratrici<br />

che cominciano a lavorare.<br />

Oggi sia a Vallo sia ad Aversa esiste una funzionante<br />

Opera Vocazioni e soprattutto esistono gruppi<br />

e laboratori vocazionali. «Occorre sensibilizzare il popolo<br />

ai nostri problemi» ripeteva. Nascono così gli<br />

«Amici del Seminario», le giornate parrocchiali per le<br />

vocazioni, l'adorazione del Primo Giovedì e della Seconda<br />

Domenica per le vocazioni e per i chiamati.<br />

«Il Seminario deve diventare il problema per tutti i<br />

fedeli. Facciamolo conoscere ed amare»: le porte del<br />

Seminario si aprirono ai giovani, ai preti, al laicato,<br />

alle suore per coinvolgere tutti.<br />

ad altrettanti giovani preti e in questo<br />

modo riuscì a coprire un buon numero<br />

di parrocchie vacanti.<br />

Non gli bastava però avere un sacerdote<br />

in ogni parrocchia, voleva che ci<br />

fossero anche le suore, per l'infanzia e<br />

la gioventù. Non che in diocesi mancassero:<br />

erano nei centri maggiori, ma lui<br />

le voleva dappertutto. Così cominciò a<br />

contattare, oltre gli Istituti già attivi in<br />

diocesi, altri nascenti e desiderosi di<br />

espandersi. Il primo fu quello delle Discepole<br />

di santa Teresa di Gesù Bambino,<br />

fondate dal sacerdote aversano Antonio<br />

Migliaccio a Qualiano, paese nativo<br />

dello stesso Vescovo. Queste giunse-<br />

Ricordi aversani<br />

Il Signore lo aveva umanamente dotato in modo<br />

mirabile. Ebbe intelligenza chiara ed aperta, pronta<br />

e vivace; capacità dialettica non comuni, calore sincero<br />

e profondo, volontà tenace. La chiarezza delle<br />

sue ampie vedute, la sua abituale capacità di guardare<br />

all'essenziale, anche al di là dell'occasione o del<br />

momento, il suo saper pretendere non più di quello<br />

che gli altri potevano dare, l'entrare in sintonia immediatamente<br />

con chi si rivolgeva a lui, ispirando<br />

subito simpatia e fiducia.<br />

Un'altra dote egli ebbe tutt'altro che comune: conobbe<br />

il segreto di far lavorare i suoi collaboratori<br />

lasciando loro una piena libertà di azione, nello stesso<br />

tempo tutti seguiva e tutto univa sotto il paterno,<br />

lieve giogo della sua direzione. Sulle doti umane si<br />

innestarono quelle sacerdotali e soprannaturali. Obbedienza<br />

filiale ai superiori, senza l'atteggiamento<br />

del servilismo o dell'adulazione.<br />

Gli incontri che noi ragazzi abbiamo avuto con<br />

Mons. Savarese durante le visite periodiche in san<br />

Tammaro non si cancelleranno più dal nostro cuore.<br />

Il suo sguardo, il suo sorriso, talvolta la durezza del<br />

suo volto, la sua voce, la ponderata prontezza delle<br />

sue decisioni, l'affetto sacerdotale, la sapienza dei<br />

suoi consigli, dei suoi richiami, dei suoi ammonimenti<br />

sono scritti nel libro del Signore e nel cuore di<br />

chi l'ha conosciuto.<br />

Con Mons. Landolfo e gli altri sacerdoti di Grumo<br />

Nevano, sono andato a via Tasso a fargli visita e dal<br />

suo letto con serenità affrontava, con lo stile di sem-<br />

L'altare maggiore della Cattedrale di Aversa - L. Vanvitelli (sec. XVIII)<br />

ro a Vallo e aprirono case a Rutino, a<br />

Laureana Cilento, ad Ascea.<br />

Sono tuttora al Sacro Monte di Novi<br />

Velia, frequentatissimo Santuario mariano,<br />

fra i più alti d'Italia, a 1704 metri di<br />

altezza, inaccessibile d'inverno, aperto<br />

da maggio a ottobre, per chi era in grado<br />

di salire il largo sentiero a gradinate.<br />

pre, il male: col sorriso sulle labbra, scherzando come<br />

se fosse cosa da nulla.<br />

Passò senza far chiasso e affrontò la morte con<br />

una serenità così grande da farci sembrare un sogno<br />

irreale gli ultimi istanti della sua vita terrena.<br />

Nell'ultimo incontro Mons. Savarese mi disse: «Offro<br />

la mia vita per i seminaristi, per il Seminario di<br />

Vallo e per quello di Aversa». Con il suo luminoso<br />

sorriso ci salutò. Austero per temperamento e di poche<br />

parole quando si trattava di pianificare il lavoro<br />

aveva infuso un ritmo di vita nuova nei Seminari. In<br />

un ciclo di anni relativamente breve — otto — ha<br />

profuso i tesori della sua intelligenza e del suo cuore<br />

unitamente alle instancabili attività.<br />

Un uomo dalla tempra adamantina, di carattere<br />

deciso e realizzatore, alieno dalle lodi, di intelligenza<br />

penetrante e viva, abile conoscitore degli uomini.<br />

È stato «uno straccio della divina volontà». Ricordo<br />

questa sua frase durante la visita a via Tasso<br />

mentre giaceva malato.<br />

Uno straccio serve a tutti gli usi, poi si mette da<br />

parte finché si butta in un angolo quando s'è consumato.<br />

Mons. Savarese è stato veramente «pronto»<br />

sempre ad ogni cenno del Signore, a qualunque lavoro<br />

di apostolo, persuaso che tutto rientra nel disegno<br />

buono e provvidenziale di Dio.<br />

E così entrò nell'interiore di Gesù, gustando il mistero<br />

intimo del suo amore con la stessa semplicità<br />

dei piccoli, imitando il grandeMissionariodel Padre.<br />

Migliaia di scalini che i fedeli scalavano<br />

sostenuti dalla fede e lieti di sperimentare<br />

un'ascensione che era anche dello<br />

spirito. Oggi è più facile: una bella strada<br />

asfaltata porta sulla vetta. Ma allora,<br />

per chi non era allenato ai monti c'era<br />

l'asino e così il Vescovo Savarese si portava<br />

alla Madre del Signore. La pietà<br />

mariana di Mons. Savarese era nota.<br />

Chi poi gli stava vicino osservava come<br />

passava il tempo nell'andare da Vallo ai<br />

paesi, specialmente se lo scopo era la<br />

Santa Visita. Le strade della diocesi, non<br />

ancora asfaltate e tutte curve, imponevano<br />

del tempo per raggiungere le parrocchie.<br />

Quel tempo si passava in preghiera:<br />

era di rigore il rosario di quindici<br />

poste con l'aggiunta delle devozioni<br />

conosciute. Si andava a seminare in un<br />

campo certamente già ben arato, ma ci<br />

voleva il fertilizzante della preghiera.<br />

Giunti al paese, recatisi in corteo alla<br />

chiesa, tutti ascoltavano il Vescovo. Egli<br />

aveva un parlare facile, fluido. Aveva<br />

una voce chiara, sonante, un porgere<br />

suasivo. La gente lo ascoltava volentieri<br />

e bisogna sapere che Mons. Savarese<br />

aveva da tempo fama di grande e ottimo<br />

Predicatore tanto che lo richiedevano<br />

anche da fuori la diocesi di Aversa.<br />

Qualcuno per questo gli aveva attribuito<br />

il titolo un po' ampolloso di Predicatore<br />

Apostolico indicando con ciò che<br />

la sua predicazione era un vero apostolato.<br />

Dopo un certo numero di parrocchie<br />

visitate egli cominciò a riflettere su<br />

quanto aveva visto, non solo del livello<br />

di vita cristiana degli abitanti, ma anche<br />

in quali condizioni vivevano. Così egli<br />

notò che c'era una sofferenza comune<br />

ai paesi del Cilento: mancavano di acqua<br />

potabile. Un giorno quindi invitò in<br />

Episcopio tutti i Sindaci del Cilento, oltre<br />

quaranta, e li invitò a unirsi in un<br />

Consorzio per gli acquedotti dei Comuni<br />

del Cilento. Con l'appoggio del Vescovo<br />

in breve il risultato fu davvero concreto.<br />

Si aveva un obiettivo, se ne conseguirono<br />

due: il lavoro, e l'acqua potabile. Fu<br />

l'inizio di una diversa qualità della vita.<br />

La Santa Visita impegnò il Vescovo<br />

per diversi anni e, una volta conclusa,<br />

ebbe un degno coronamento nella Settimana<br />

del Vangelo e soprattutto nel Congresso<br />

Eucaristico Diocesano voluto per<br />

celebrare i primi cento anni della sede<br />

episcopale a Vallo della Lucania. La sede<br />

episcopale era giovane, ma non la<br />

diocesi che, con sede a Capaccio, esisteva<br />

almeno dal XII secolo. Capaccio poi<br />

era erede della sede di Paestum e questa,<br />

a sua volta, di quella di Velia, Agropoli<br />

e Busento. Tanta ricchezza di fede<br />

e di secoli ebbe degna espressione in<br />

molte celebrazioni cui partecipò l'intero<br />

episcopato della Campania.<br />

L'Angelo della morte<br />

Questal'operadiMons.Savaresein appena<br />

otto anni di Ministero Episcopale.<br />

Ma l'intensa attività lese la sua fibra. Si<br />

ammalò e fu deciso il ricovero a Roma,<br />

nella clinica Sanatrix del prof. Frugoni.<br />

Gli esamidiederounresponsopreoccupante:<br />

il male era serio. Si trasferì a Napoli,pressoilfratelloGennaro.Si<br />

sperava<br />

che l'aria nativa e l'ambiente familiare<br />

gli potessero giovare, ma non fu così.<br />

La speranza si dimostrò infondata.<br />

Dopo brevi parentesi di apparente miglioramento,<br />

il male, sempre più inesorabile,<br />

continuava la sua opera di distruzione<br />

di quella fibra, che aveva sortito<br />

da natura una robustezza eccezionale.<br />

Rifulse allora, esempio altissimo di assoluta<br />

dedizione al dovere, la forza d'animo<br />

di Mons. Savarese, che per giorni<br />

e mesi dimenticò sé stesso per dirigere e<br />

seguire in tutti i più minuti particolari i<br />

molti molteplici aspetti della vita diocesana<br />

mediante i sacerdoti preposti ai vari<br />

uffici, da lui sempre ricevuti e trattenuti<br />

in lunghi colloqui, anche dopo notti<br />

insonni e perfino quando poteva nutrirsi<br />

solo per via ipodermica con iniezioni<br />

glucosate.<br />

Egli fu come una fiaccola che lentamente<br />

si consuma spandendo intorno a<br />

sé luce e calore.<br />

Si spense serenamente all'alba del 3<br />

ottobre 1955, nel giorno sacro a santa<br />

Teresa del Bambino Gesù che egli aveva<br />

sempre teneramente amata e scelta come<br />

sua speciale protettrice e sotto la cui<br />

tutela aveva posto tutte le opere più importanti<br />

della Diocesi di Vallo.<br />

La dolorosa notizia si sparse subito<br />

nella Diocesi, in quella di Aversa, in tutta<br />

la regione salernitana. Una rappresentanza<br />

del Capitolo Cattedrale portò ai<br />

familiari costernati, ma rassegnati alla<br />

volontà divina, l'espressione più viva del<br />

cordoglio dei figli, rimasti privi di tanto<br />

padre. La camera ardente, in via Tasso,<br />

a Napoli, fu per tutta la giornata meta<br />

di un pellegrinaggio ininterrotto di sacerdoti,<br />

amici, sconosciuti che sostavano<br />

in muta preghiera. Portò la sua benedizione<br />

all'Estinto anche il Cardinale<br />

Marcello Mimmi, Arcivescovo di Napoli.<br />

Nel tardo pomeriggio la salma fu trasportata<br />

nella chiesa parrocchiale di<br />

Qualiano, dove Mons. Savarese era stato<br />

battezzato e aveva celebrato poi la<br />

sua prima Messa.<br />

Nel pomeriggio del 4 ottobre, la Diocesi<br />

di Vallo in lutto vide passare per le<br />

sue strade, in un silenzio raccolto e solenne,<br />

il carro funebre, che portava, ultimo<br />

tributo di affetto, le spoglie del Pastore<br />

buono e operoso.


.<br />

PAGINA<br />

8 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 30 Dicembre 2001<br />

Padova: collocate in quattro nicchie i simboli degli evangelisti<br />

Nuovi elementi arricchiscono la facciata<br />

dell'antica basilica di santa Giustina<br />

GIOVANNI LUGARESI<br />

Era diffusa l'opinione che quelle quattro<br />

nicchie vuote sulla facciata in cotto<br />

dell'antica basilica di Prato della Valle<br />

avessero bisogno di essere... «riempite».<br />

Così, infatti, come si presentava fino a<br />

pochi giorni fa, l'antico tempio di santa<br />

Giustina conservava sì la bellezza di linee<br />

architettoniche splendide, e certamente<br />

la facciata era di solenne effetto,<br />

per così dire, ma c'era, appunto, quel<br />

tale vuoto.<br />

Un vuoto che ora è stato «colmato»<br />

grazie ad una operazione di straordinario<br />

respiro, che, partita tre anni or sono,<br />

per un «pellegrinaggio ideale», che<br />

era poi quello del Giubileo, è stata completata<br />

nei giorni scorsi.<br />

Va sottolineato, però, prima di tutto,<br />

il significato «primario» di questo intervento;<br />

che va riconosciuto nell'impegno<br />

civico e religioso insieme di un<br />

gruppo promotore facente capo al professor<br />

Angelo Ferro, al cui appello non<br />

sono mancate tante e varie componenti<br />

della società civile padovana: privati,<br />

banche, istituzioni, associazioni, eccetera<br />

eccetera.<br />

Si è incominciato con la realizzazione<br />

dei tre portali scolpiti da uno dei personaggi<br />

più rappresentativi dell'arte contemporanea:<br />

il veronese Novello Finotti.<br />

E coi portali, ecco la sistemazione del<br />

piazzale ed ecco la realizzazione di un<br />

accesso alla basilica per gli handicappati,<br />

sì da evitare loro la difficoltà della<br />

scalinata esterna.<br />

Ma poi... ma poi... c'erano quei vuoti<br />

delle quattro nicchie della facciata della<br />

basilica da riempire; e questa è stata<br />

l'ultima operazione, una sorta di sigillo<br />

da apporre, che ha suscitato consensi vivissimi<br />

a tutti i livelli, dal sovrintendente<br />

ai Beni architettonici e al paesaggio del<br />

Veneto Orientale, Guglielmo Monti, all'ex<br />

ministro e sovrintendente ai Beni<br />

artistici della Toscana, Antonio Paolucci,<br />

all'abate benedettino di santa Giustina,<br />

padre Innocenzo Negrato, a coloro che<br />

avevano dato con generosità e con passione<br />

la loro offerta in danaro, e ai semplici<br />

visitatori.<br />

Lo scultore Finotti ha dunque realizzato<br />

quattro statue, una per ogni nicchia,<br />

di dimensioni diverse per via dell'ampiezza<br />

delle nicchie stesse, lavorando<br />

blocchi di marmo di Trani (che si lega<br />

bene al cotto dei mattoni della facciata,<br />

e con la patina del tempo il tutto troverà<br />

il giusto amalgama) del peso iniziale<br />

di quattordici tonnellate ciascuno, ridotto<br />

poi, a opera finita a poco più della<br />

metà.<br />

Le statue raffigurano i simboli degli<br />

Evangelisti, ed ecco allora l'aquila per<br />

Giovanni, l'angelo per Matteo, il bove<br />

per Luca e il leone per Marco.<br />

All'atto della inaugurazione delle opere,<br />

lo scultore Novello Finotti è stato lo<br />

«scontato» protagonista — insieme, s'intende,<br />

all'antica chiesa di Prato della<br />

Valle — dell'incontro promosso dall'abate<br />

di santa Giustina, Innocenzo Negrato:<br />

un momento emblematico articolato in<br />

due distinti, ma non disgiunti momenti<br />

quali la benedizione delle sculture impartita<br />

dall'abate primate dei benedettini<br />

dom Notker Wolf, e un convegno sul tema<br />

«Santa Giustina: i portali della storia,<br />

La cultura dell'educare attraverso la<br />

valorizzazione del monumento», con gli<br />

Palermo:<br />

ordinati sette nuovi<br />

diaconi permanenti<br />

«Una scelta di servizio che è un vero<br />

atto d’amore per la Chiesa»: così i sette<br />

nuovi candidati al Ministero del Diaconato<br />

permanente si sono presentati alla<br />

comunità ecclesiale di Palermo lo scorso<br />

27 dicembre, nel ventottesimo anniversario<br />

di Ordinazione Episcopale dell’Arcivescovo,<br />

il Cardinale Salvatore De<br />

Giorgi. Questo nuovo gruppo di laici<br />

che tra un paio d’anni, terminata la formazione<br />

curata direttamente dal Vescovo<br />

Ausiliare Monsignor Salvatore Di Cristina,<br />

si aggiungeranno ai 22 Diaconi già<br />

esistenti, ha offerto itinerari e scelte personali<br />

emblematici: Pino Grasso è un dirigente<br />

dell’ateneo palermitano e un<br />

giornalista; Matteo Lo Coco è un bancario<br />

in pensione; Domenico Maira è farmacista;<br />

Giuseppe Manzella, funzionario<br />

del ministero della Giustizia; Domenico<br />

Mottola, dipendente di un ente statale;<br />

Giovanni Nicosia è ragioniere e infine<br />

Vincenzo Spera, rappresentante. Hanno<br />

scelto di condividere la loro vocazione al<br />

servizio della Chiesa innanzitutto con le<br />

loro famiglie, «Cellule vive della nostra<br />

società», ha sottolineato il Cardinale De<br />

Giorgi che ha ricordato la sua consacrazione<br />

come Vescovo, «una consacrazione<br />

d’amore, come quella di ogni Sacerdote<br />

e come quella di ogni Diacono; ed<br />

è in forza di quella consacrazione che<br />

da circa sei anni sono in mezzo a voi<br />

per servire l’amatissima Chiesa palermitana,<br />

convinto di dovermi donare ad essa<br />

totalmente e senza riserve». Durante<br />

la celebrazione, il Cardinale De Giorgi<br />

ha anche affidato il mandato ai nuovi<br />

presidenti parrocchiali dell’Azione Cattolica<br />

per il prossimo triennio. (L. P.)<br />

Le quattro statue con i simboli degli Evangelisti: l'aquila per Giovanni; l'angelo per<br />

Matteo; il bove per Luca; il leone per Marco<br />

interventi del soprintendente ai Beni architettonici<br />

e al paesaggio del Veneto<br />

Orientale, Guglielmo Monti, del soprintendente<br />

ai Beni artistici della Toscana<br />

Antonio Paolucci e del presidente del<br />

comitato promotore dell'operazione, Angelo<br />

Ferro, il quale ha pure dato lettura<br />

della relazione del presidente della giunta<br />

regionale Giancarlo Galan impossibilitato<br />

e intervenire.<br />

La benedizione delle statue è avvenuta<br />

nel più puro e semplice stile benedettino,<br />

con tanto di canto gregoriano<br />

(quindi), presenti molti di quei cittadini<br />

e rappresentanti di istituzioni che hanno<br />

partecipato, con impegno civile e religioso<br />

a un tempo, alla realizzazione di<br />

un progetto che aveva avuto — come<br />

detto — il suo iniziatore e animatore nel<br />

professor Ferro.<br />

La benedizione delle statue, il convegno<br />

e la presentazione di un bel volume<br />

dal titolo «La fabbrica di santa Giustina:<br />

i portali per la storia» realizzato a più<br />

mani per la cura di Giovanna Pirolo (i<br />

testi sono di Romano Cecolin, Antonio<br />

Fazio, Piera Ferraro, Angelo Ferro, Sergia<br />

Jessi, Francesco Marchisano, Gian<br />

Lorenzo Mellini, Guglielmo Monti, Innocenzo<br />

Negrato, Antonio Paolucci, Amartya<br />

Sen, Guido Visentin; foto di Aurelio<br />

Amendola — coordinamento, Rodolfo<br />

Bellotto, Massimo Cavalca) hanno dunque<br />

posto il sigillo e la parola fine ad un<br />

Presentato un volume nella sede del Pontificio Consiglio della Cultura<br />

«Così pregano i poeti»<br />

Pomeriggio dedicato alla poesia quello<br />

del 18 dicembre nell’Aula Magna del<br />

Pontificio Consiglio della Cultura in Palazzo<br />

S. Calisto, con un pubblico di poeti<br />

e di intellettuali.<br />

Ospite del Cardinale Paul Poupard,<br />

Presidente di quel Dicastero, e del Segretario,<br />

Padre Bernard Ardura, la Pontificia<br />

Insigne Accademia di Belle Arti e<br />

Lettere dei Virtuosi del Pantheon —<br />

che, nell’occasione ha donato all’Eminentissimo<br />

Porporato una medaglia michelangiolesca<br />

fusa in bronzo da Urlando<br />

Paladino Orlandini —, ha riservato<br />

l’ultima sua seduta accademica del 2001<br />

alla presentazione del libro curato da<br />

Giuliano Ladolfi per le edizioni San Paolo,<br />

Così pregano i poeti. Un volume di<br />

195 pagine, dalla bellissima veste editoriale<br />

con prefazione di Gianfranco Ravasi,<br />

che raccoglie preghiere in forma poetica<br />

di ben trentaquattro autori in attività.<br />

Sono suddivisi in un arco di sessant’anni,<br />

dai «Decani» Mario Luzi (1913) e<br />

Luciano Luisi (1924) al giovane Andrea<br />

Temporelli (1973), tutti accomunati dal<br />

fondamento dell’unità di sentimento religioso,<br />

come Giuliano Ladolfi sottolinea<br />

nella sua intensa postfazione.<br />

La seduta coordinata dal Presidente<br />

del Pontificio Sodalizio dei Virtuosi al<br />

Pantheon, Vitaliano Tiberia, che ha sottolineato<br />

il valore universale della poesia-preghiera<br />

a partire dal mondo antico,<br />

si è avvalsa degli interventi di Marco<br />

Beck, per la casa Editrice San Paolo, di<br />

Giuliano Ladolfi, di Luciano Luisi e dello<br />

stesso Cardinale Poupard ed è culminata<br />

nella recita di poesie di questa an-<br />

tologia da parte degli autori presenti:<br />

Pasquale Maffeo, Marco Guzzi, Paola<br />

Lucarini Poggi, Giovanna Fozzer, Luciano<br />

Luisi, Marco Beck, Giuliano Ladolfi.<br />

Il tutto in una sequenzialità serrata di riflessioni<br />

pacate e di provocazioni attualizzanti<br />

per scrutare le intime fibre di un<br />

libro, complesso e chiaro ad un tempo,<br />

che con evocazione medievale, Ladolfi,<br />

ma anche Ravasi, hanno definito un vero<br />

e proprio «Salterio» per il terzo millennio.<br />

Il libro tuttavia può diventare<br />

anche il Viatico per chi voglia attingere<br />

l’acqua del trascendente con il calice<br />

terso dell’estetica.<br />

In questo senso, Beck ha richiamato<br />

l’oraziano Ut pictura poesis come misura,<br />

«aere perennius», delle speranze-certezze<br />

e del valore simbolico, che legano<br />

ineludibilmente la poesia-preghiera all’immagine<br />

artistica, e lo ha fatto in un<br />

appassionato quarto ideale contraddittorio<br />

con Adorno che disperatamente ritenne<br />

decretata l’impossibilità di tornare<br />

a scrivere poesie dopo Auschwitz.<br />

Fede nella poesia, dunque, o meglio<br />

nella vitalità della poesia in quanto sintesi<br />

sublimata e rigeneratrice della realtà e<br />

quindi traduzione verso il trascendente<br />

anche dopo l’immane tragedia dell’11<br />

settembre 2001.<br />

Ladolfi, quindi, nel ricordare che solo<br />

la «cattolicità» della Chiesa di Roma<br />

potrà dare significato umanistico alla<br />

moderna globalizzazione, ha sottolineato<br />

la ripresa di valore della poesia-preghiera<br />

soprattutto dopo il crollo delle ideologie<br />

che hanno mortificato l’uomo del<br />

Novecento, relegandolo indifferentemen-<br />

progetto ideato in occasione del Giubileo,<br />

e che, per dirla con Angelo Ferro,<br />

aveva «lo scopo di testimoniare un gesto<br />

d'amore in una coincidenza temporale<br />

irripetibile. Un gesto d'amore riconosciuto<br />

e riconoscibile perciò articolato,<br />

capace di perseguire vari obiettivi, di essere<br />

espressione di tante aspirazioni».<br />

Ma un gesto d'amore compiuto «liberamente<br />

dalla società civile padovana»,<br />

qui presente, nelle opere, appunto, con<br />

centinaia di cittadini, imprese, associazioni,<br />

enti.<br />

L'«operazione» si è articolata su vari<br />

piani, secondo le intenzioni del comitato<br />

presieduto da Ferro: quello dell'«amore<br />

per il bello», sul piano artistico; sul piano<br />

sociale, quello del «valore del dono»;<br />

sul piano civile, quello del «riconoscimento<br />

della coerenza tra l'essere e il fare»;<br />

sul piano relazionale, quello del<br />

«senso della prossimità» (leggi: solidarietà);<br />

sul piano antropologico, quello della<br />

«forza aggregante della cultura»; sul piano<br />

spirituale, quello del «radicamento<br />

nell'ispirazione cristiana»; sul piano delle<br />

motivazioni, quello «del poter essere se<br />

stessi».<br />

Va poi sottolineato che non a caso<br />

questa operazione ha riguardato la basilica<br />

di santa Giustina, che risale al sedicesimo<br />

secolo, ma reca i «segni» del cristianesimo<br />

padovano nascente: da san<br />

Prosdocimo a santa Giustina, appunto, e<br />

conserva — secondo una tradizione suffragata<br />

dalla recente indagine scientifica<br />

compiuta da studiosi dell'Università di<br />

Padova — i resti mortali dell'evangelista<br />

Luca. Una realtà architettonica e artistica<br />

degnamente inserita nel Prato della<br />

Valle, e, naturalmente, una realtà di<br />

grande fede per la quale non sono facili<br />

o semplici le «aggiunte» che ne potrebbero<br />

snaturare, con le forme, anche lo<br />

spirito. Il che non è accaduto con Novello<br />

Finotti, il quale ha saputo operare<br />

con indubbia e rara capacità artistica,<br />

ben sintonizzata su di una comprensione<br />

di fede.<br />

Come ha sottolineato Antonio Paolucci,<br />

lo scultore «...ha avuto l'umiltà, la<br />

pazienza e l'intelligenza di studiare a<br />

lungo la piazza, la facciata, il cielo e la<br />

luce di Padova... La sapienza teologica e<br />

scritturale dei padri benedettini gli avrà<br />

fornito lo schema e suggerito gli argomenti<br />

ma toccava a lui trasformare il<br />

simbolo in immagine, la catena di immagini<br />

in messaggio e il tutto — le immagini<br />

e il messaggio — in quella cosa<br />

“altra” che è l'opera d'arte» — e lui ci è<br />

riuscito.<br />

Il fatto poi di avere dovuto tenere<br />

conto dell'ampiezza delle nicchie, e<br />

quindi di operare su misure diverse, non<br />

ha per nulla condizionato l'estro e l'arte<br />

dell'autore, la cui opera costituisce uno<br />

di quegli arricchimenti — per dirla con<br />

il presidente della giunta regionale del<br />

Veneto Giancarlo Galan — che occorrono<br />

per inserire la validità della cultura<br />

del presente nelle espressioni e nella memoria<br />

del passato.<br />

In definitiva, il lavoro ispirato di un<br />

artista come Finotti — sono parole del<br />

soprintendente Monti — in stretto contatto<br />

con chi l'ha chiamato e con la storia<br />

del luogo che lo ospita, ha quindi<br />

«saputo ancora una volta, senza mimetismi<br />

e cedimenti, compiere il miracolo di<br />

rianimare un'architettura e di riconsegnarla<br />

all'ammirazione dei suoi contemporanei».<br />

te o nell’amara circoscrizione del relativismo<br />

agnostico o nella quiete seducente<br />

di un diffuso «pensiero debole»,<br />

visto come alimento di ogni impensabile<br />

soddisfacimento di desideri. Ma il «gusto<br />

della vita», «l’opera del mondo», come<br />

ha scritto Luzi, si annidano spesso nell’attività<br />

domestica di una giovane donna,<br />

le cui azioni diventano poetiche perché,<br />

ignote al mondo, sono dettate dall’amore.<br />

L’amore che è substantia di ogni poesia<br />

religiosa, come ha ricordato Luisi,<br />

l’amore che corre sul filo impalpabile<br />

ma resistente dell’essere per altro, del tu<br />

che sgorga dalla lirica e spinge inesorabilmente<br />

verso il trascendente. Una conclusione,<br />

questa, che il Cardinale Poupard<br />

ha ricordato ancora possibile se si<br />

è disposti, come i poeti gli artisti, ad accettare<br />

nella realtà l’epifania della bellezza;<br />

un’epifania che ha sottolineato<br />

ancora il Porporato svela il mistero risplendente<br />

nel volto del Cristo, così come<br />

lo hanno cantato e raffigurato i poeti,<br />

i pittori e gli scultori.<br />

La seduta si è conclusa nella convinzione<br />

comune che i ripetuti i interrogativi<br />

sul significato dell’essere uomo rimasti<br />

senza risposta da parte della logica<br />

riduttiva del laicismo, possono avere un<br />

riscontro positivo proprio dall’estetica.<br />

L’arte infatti, come si legge nella Lettera<br />

del Papa Giovanni Paolo II agli Artisti,<br />

può, in quanto «cifra del mistero e richiamo<br />

al trascendente» aprire «una via<br />

d’accesso, alla realtà più profonda dell’uomo<br />

e del mondo».<br />

VITALIANO TIBERIA<br />

Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche<br />

del Sommo Pontefice<br />

Possessi<br />

Cardinalizi<br />

L'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche<br />

del Sommo Pontefice comunica<br />

che sabato 5 gennaio<br />

2002, alle ore 17, l'Eminentissimo<br />

Cardinale Louis-Marie Billé, Arcivescovo<br />

Metropolita di Lyon<br />

(Francia), prenderà possesso del<br />

Titolo della Santissima Trinità al<br />

Monte Pincio, Piazza Trinità dei<br />

Monti, 3.<br />

31 dicembre — Memoria di Papa san Silvestro I<br />

Difensore della fede<br />

nel Dio fatto uomo<br />

PAOLO RISSO<br />

Maso di Bianco - Miracolo di san Silvestro (particolare)<br />

Quando Silvestro I, il 31 gennaio del<br />

314 dopo Cristo, giunge al Soglio di Pietro<br />

è il primo Papa ad essere eletto dopo<br />

che Costantino, con il cosiddetto<br />

«Editto di Milano» dell'anno precedente,<br />

ha riconosciuto a tutti la libertà religiosa<br />

e, quindi, ai cristiani di professare la loro<br />

fede.<br />

È stata una grande vittoria di Gesù:<br />

l'impero di Roma si inchina a Lui.<br />

Viene scomparendo la persecuzione<br />

violenta contro i credenti e Papa Silvestro,<br />

nel suo lungo pontificato di più di<br />

vent'anni, vedrà Roma arricchirsi, per<br />

dono di Costantino, di basiliche e di<br />

chiese, tra cui S. Pietro in Vaticano, edificata<br />

sulla tomba di Pietro, il primo Vicario<br />

di Cristo, e san Giovanni in Laterano,<br />

dedicata al Santissimo Salvatore,<br />

la Cattedrale di Roma.<br />

Ma proprio durante «il regno» di Papa<br />

Silvestro, scoppia un altro pericolo mortale,<br />

in tutta la sua virulenza: l'eresia,<br />

l'attacco alla dottrina della fede.<br />

Ad Alessandra d'Egitto, un anziano<br />

prete di nome Ario ha cominciato a insegnare<br />

che Gesù Cristo non è né uomo<br />

né Dio, ma solo una creatura eccezionale,<br />

un genio, un eroe, con un corpo<br />

umano come noi.<br />

È l'eresia, la negazione fondamentale:<br />

se Gesù non è Dio, tutto il Cristianesimo<br />

crolla e si svuota della sua sostanza.<br />

Non c'è più Incarnazione, non c'è più<br />

Redenzione.<br />

Annullando il mistero dell'Incarnazione<br />

del Figlio di Dio, Ario rende il Cristianesimo<br />

più facilmente accessibile ai<br />

pagani, che si stupivano all'idea di un<br />

Dio fatto uomo, ma pensando agli eroi<br />

divinizzati delle loro credenze, possono<br />

comprendere più facilmente che un uomo<br />

sia divinizzato.<br />

La sua «lettura» estremamente riduttiva<br />

e negativa del Cristo — l'eresia ariana<br />

— si diffonde in oriente e in occidente<br />

in modo impressionante. Ma se a<br />

Alessandria d'Egitto, Ario è risoluto alla<br />

lotta, c'è anche un'altra lama d'acciaio<br />

che incrocia con la sua: Atanasio, un<br />

piccolo diacono segretario del Vescovo<br />

Alessandro e che doveva divenire il più<br />

grande avversario che avrebbe incontrato<br />

l'errore.<br />

A Roma Papa Silvestro comprende e<br />

con Lui altre figure di Vescovi intelligenti<br />

e santi, alcuni dei quali portano ancora<br />

nelle carni i segni delle ultime persecuzioni.<br />

L'imperatore Costantino nel 325 convocava<br />

a Nicea il primo Concilio Ecumenico<br />

nella storia della Chiesa. Qui il<br />

Papa manda i suoi rappresentanti a presiederne<br />

i lavori e a ratificarne le decisioni,<br />

con chiara sicurissima definizione<br />

dogmatica.<br />

Nella bella città di Nicea, vicino al<br />

mar di Marmara, giungono trecento Vescovi.<br />

Tra loro si distingue già quel piccolo<br />

diacono, Atanasio, che accompagna<br />

Alessandro, Vescovo di Alessandria,<br />

e la sua voce si alza robusta e gagliarda<br />

in difesa del Figlio di Dio.<br />

I Vescovi, sotto la presidenza degli Inviati<br />

di Papa Silvestro, formulano l'atto<br />

di fede, in Gesù Uomo-Dio, il «Credo»<br />

che ancora oggi professiamo nella Messa,<br />

il venerando Simbolo di Nicea, nella<br />

parte dedicata a Gesù: «Credo in un solo<br />

Signore Gesù Cristo, unigenito Figlio<br />

di Dio, nato dal Padre prima di tutti i<br />

secoli. Dio da Dio, Luce da Luce, Dio<br />

vero da Dio vero, generato non creato,<br />

della stessa sostanza del Padre; per<br />

mezzo di Lui tutte le cose sono state<br />

create. Per noi uomini e per la nostra<br />

salvezza discese dal cielo e per opera<br />

dello Spirito Santo si è incarnato nel<br />

seno della Vergine Maria e si è fatto<br />

uomo».<br />

Mai definizione più grande è stata<br />

proclamata nella Chiesa.<br />

Un rischio mortale aveva corso la<br />

Chiesa e sarebbe sprofondata, se Cristo,<br />

per mezzo del suo Vicario Silvestro I,<br />

non l'avesse salvata, con la proclamazione<br />

solennissima della sua divinità.<br />

Nel Simbolo di Nicea, Silvestro e i Padri<br />

del Concilio uniti con lui professano<br />

come fede comune di tutta la Chiesa,<br />

fin dagli inizi, che Gesù è Figlio unigenito<br />

del Padre, generato da Lui da tutta<br />

l'eternità.<br />

Ha la stessa «sostanza» ed «essenza»<br />

del Padre. Egli, il Figlio di Dio ha preso<br />

nel tempo un corpo, una natura umana<br />

come abbiamo noi, senza cessare di essere<br />

vero Dio nell'atto di farsi anche vero<br />

uomo, «consustanziale al Padre».<br />

Dopo Nicea, Papa Silvestro I vive<br />

ancora dieci anni e non sono affatto<br />

tranquilli.<br />

La Verità sul Cristo è stata assicurata<br />

e proclamata, difesa e diffusa, ma l'eresia<br />

ariana purtroppo dilaga in tutto il IV<br />

secolo, anche per la complicità di uomini<br />

di Chiesa e di imperatori.<br />

Ci saranno debolezze e umane fragilità,<br />

ma il dogma del Cristo Uomo-Dio risplende<br />

sempre più luminoso come il<br />

Sole che illumina la Chiesa e il mondo.<br />

È ancora Papa Silvestro che nomina i<br />

più illustri difensori della fede cattolica.<br />

Nel 328 d.C., ad Alessandria d'Egitto<br />

Atanasio diventa Vescovo e sarà il principale<br />

e instancabile difensore del Cristo<br />

Figlio di Dio, l'apologeta più potente<br />

della sua divinità, nonostante persecuzione,<br />

esilio e lotte.<br />

Muore il 31 dicembre del 335, Papa<br />

Silvestro I. È bello che la sua memoria<br />

liturgica cada proprio nel tempo natalizio<br />

che celebra l'incarnazione del Figlio<br />

di Dio e la Chiesa proclama che il Bambino<br />

di Betlemme è Dio stesso, così come<br />

lo annuncia lo stupendo «prologo»<br />

del Vangelo di Giovanni, che si legge<br />

nella terza Messa di Natale.<br />

Nel mondo pluralistico di oggi, chi<br />

vuole distruggere il Cattolicesimo lo fa<br />

con la negazione di Ario, riducendo Gesù<br />

il Cristo a un uomo grande sì, ma<br />

soltanto uomo, uno dei tanti fondatori<br />

di religioni quale il «pantheon» degli dei<br />

delle nazioni propone: uno tra i tanti,<br />

non più l'Unico. Ma contro questo immane<br />

e intrigante tentativo, rimane salda<br />

nella Chiesa la fede di Pietro, la fede<br />

di Silvestro, di Nicea, di tutta la Tradizione<br />

cristiana-cattolica.<br />

È l'immagine del Salvatore nella sua<br />

totale grandezza umana e divina. Mediatore<br />

tra Dio e la creazione, perché<br />

mediante Lui tutte le cose sono state<br />

create.<br />

Mediatore tra Dio e l'umanità, perché<br />

in Lui solo abbiamo salvezza e gloria. Il<br />

Figlio di Dio fatto uomo, l'Assoluto e<br />

l'Eterno entrato nella storia umana.


ITALIA<br />

PAGINA<br />

Tempestivi e graditi sono giunti al Popolo<br />

di Dio che è in Sardegna gli auguri<br />

di buon Natale e di felice anno 2002 inviati,<br />

per mezzo dei periodici diocesani,<br />

dai suoi Pastori; auguri espressi con paterne,<br />

affettuose parole che rivelano l'intima<br />

costante loro presenza in mezzo alle<br />

loro popolazioni in cordiale condivisione<br />

di «gioie e di speranze, tristezze e<br />

angosce», come si esprime il Concilio<br />

Vaticano II nella costituzione pastorale<br />

sullaChiesa e il mondo contemporaneo.<br />

I loro messaggi natalizi hanno elevati<br />

pensieri sul mistero dell'Incarnazione e<br />

fervide esortazioni all'amore e alla pace,<br />

in sintonia col Santo Padre, esprimendo<br />

i medesimi auspici e le stesse preoccupazioni.<br />

CAGLIARI<br />

Mons. Ottorino Pietro Alberti, Arcivescovo<br />

di Cagliari scrive: «Il Natale di<br />

Cristo mantiene tutta la sua forza e la<br />

sua capacità di cambiare in speranza il<br />

nostro smarrimento, perché ci dice che<br />

Dio è in mezzo a noi; il Cristo che nella<br />

Notte Santa di Betlemme si è inserito<br />

nella storia e nei destini dell'umanità, vive<br />

tuttora. Vive nella pienezza della gloria,<br />

ma vive anche accanto a noi, rinascendo<br />

continuamente, come sorgente<br />

nella sua fontana, nella sua Chiesa e diffondendo<br />

ancora nel mondo la sua verità<br />

e la sua grazia. Con la sua verità ci<br />

rivela Dio che è amore; a noi rivela il<br />

nostro vero essere e il nostro destino; a<br />

noi dice che dobbiamo amare e nell'uomo<br />

che soffre, in ogni uomo, dobbiamo<br />

vedere un fratello. Con la sua grazia ci<br />

restituisce alla dignità, alla libertà; ci<br />

rende capaci di bontà, di giustizia e di<br />

pace. E tutto ciò, perché Cristo è la vera<br />

luce del mondo».<br />

IGLESIAS<br />

Il Vescovo d'Iglesias, Mons. Tarcisio<br />

Pillolla, «a quanti provano rimpianto per<br />

non aver potuto manifestare la propria<br />

solidarietà a Gesù Bambino» perché nati<br />

20 secoli dopo, ricorda, «che egli è nostro<br />

contemporaneo e vive ancora oggi<br />

soprattutto in quelli che soffrono a causa<br />

della malattia, della disoccupazione,<br />

della solitudine, della emarginazione e<br />

delle povertà spirituali e materiali che la<br />

nostra società tende a moltiplicare».<br />

Questa verità, osserva Mons. Pillolla,<br />

non è da attribuire alle intuizioni di un<br />

teologo o di un mistico, ma è stata proclamata<br />

da Gesù stesso nel discorso che<br />

farà nel giudizio finale: «Ho avuto fame<br />

e mi avete dato da mangiare, ho avuto<br />

sete e mi avete dato da bere, ero forestiero<br />

e mi avete ospitato, nudo e mi<br />

avete vestito, malato e mi avete visitato,<br />

carceratoe siete venuti a trovarmi». E ai<br />

giusti,meravigliatiperquesta affermazione,<br />

replicherà «Ogni volta che avete fatto<br />

queste cose a uno solo di questi miei<br />

fratelli più piccoli,l'avete fatto per me».<br />

TEMPIO PAUSANIA<br />

Mons. Paolo Atzei, Vescovo di Tempio-Ampurias,<br />

sottolinea che «di fronte<br />

all'orrore della guerra, ai nefandi massacri<br />

che sembrano non voler cessare di<br />

bambini innocenti e poveri civili indifesi<br />

perpetrati addirittura in nome di Dio; di<br />

fronte a una catena di atrocità che sembrano<br />

non cessare, ma innescare ulteriori<br />

violenze e aberrazioni; di fronte alla<br />

crescente difficoltà che i governanti trovano<br />

per incontrarsi e dire basta alla<br />

guerra, ecco rinnovarsi la memoria liturgica<br />

del mistero dell'Incarnazione del<br />

Figlio di Dio e la prospettiva della nostra<br />

esistenza premiata per l'eternità, perché<br />

pacifica».<br />

LANUSEI<br />

Il Vescovo di Lanusei, Mons. Antioco<br />

Piseddu, si rifà all'attualità, ma pensando<br />

a quanto sta ancora accadendo, scrive:<br />

«In questo Natale, la fede apra il<br />

cuore alla speranza e porti conforto a<br />

tutti coloro che piangono a causa della<br />

violenza degli uomini, siano essi lontani<br />

o vicini, e renda ciascuno di noi un operatore<br />

di pace». «Certo anche questa<br />

guerra finirà. Si troverà il modo di convivere<br />

tra i nemici di oggi e magari collaborare<br />

in nuovi progetti di progresso e<br />

di pace. Si ripeterà quanto avvenuto anche<br />

in Italia nella Seconda Guerra Mondiale<br />

e nel dopoguerra. Ma non era meglio<br />

trovare subito questa via senza tante<br />

morti, tanto sangue, tante lacrime?<br />

“Uomini quando diverrete saggi?”».<br />

NUORO<br />

Mons. Pietro Meloni, Vescovo di Nuoro,<br />

pensando anch'egli alle preoccupazioni<br />

originate dai fatti dell'11 settembre,<br />

conforta assicurando che «il bambino<br />

Gesù porta in dono la pace e affida<br />

agli uomini la missione di costruirla nel<br />

mondo con la certezza che nulla è impossibile<br />

a Dio». E prosegue: «Il mistero<br />

del Natale è l'amore. Gli uomini che ritornano<br />

al focolare dell'amore gustano<br />

oggi, ed ogni giorno, la gioia del Natale.<br />

I bambini in questo tempo divengono i<br />

nostri maestri. L'attesa del celeste Bambino<br />

riempie di felicità i loro occhi e il<br />

loro cuore. Io mi fermo estasiato ad ammirarli<br />

nelle scuole e nelle chiese, accolgo<br />

l'invito a guardare i loro disegni, a<br />

visitare i loro presepi, ad ascoltare i loro<br />

canti, e mi auguro che tutti i «grandi»<br />

vivano il Natale con la limpida serenità<br />

dei bambini».<br />

ALES<br />

Mons. Antonino Orrù, Vescovo di<br />

Ales-Terralba, ricorda esplicitamente l'11<br />

settembre che ha riacceso ansie e preoc-<br />

9 .<br />

<br />

<br />

SARDEGNA<br />

cupazioni dopo la serenità e la pace del<br />

solenne e gioioso Giubileo. Ma rianima,<br />

scrivendo: «Il Natale ritorna col suo fascino<br />

e con la speranza. Anche ai tempi<br />

di Gesù sono stati conosciuti momenti<br />

di gioia e di speranza, ma anche di dolore<br />

e di terrore. La strage degli innocenti<br />

non era l'effetto del canto degli angeli,<br />

ma frutto di quell'albero inquinato<br />

dal peccato originale che si trasmette<br />

nell'uomo per naturale discendenza. Siamo<br />

creature di Dio con il dono della intelligenza<br />

e della libertà che non sempre<br />

vengono usate per ciò che all'uomo e al<br />

genere umano dovrebbero servire come<br />

spinta per raggiungere le vette della felicità.<br />

Anche oggi, come sempre, nel cuore<br />

dell'uomo resta l'ansia della pace e la<br />

sete di Dio, ma tutto deve partire dall'impegno<br />

di ogni uomo e donna».<br />

OZIERI<br />

Il Vescovo di Ozieri, Mons. Sebastriano<br />

Sanguinetti, realisticamente invita i<br />

suoi fedeli a impegnare le proprie responsabilità:<br />

«Il Natale sarà annuncio di<br />

vita e di serenità se noi lo vorremo, accogliendo<br />

“la Luce” che è venuta per diradare<br />

le tenebre dell'odio e del peccato.<br />

Il Verbo incarnato riempia della sua<br />

pace le persone che soffrono a causa<br />

della cattiveria dei propri fratelli».<br />

ORISTANO<br />

Mons. Pier Giuliano Tiddia, Arcivescovo<br />

di Oristano, invita alla preghiera:<br />

«Preghiamo per il mondo intero in questo<br />

periodo sconvolto da guerre, più tremende<br />

di tutte le altre del passato, almeno<br />

come capacità distruttiva. Preghiamo<br />

per la società a noi vicina, perché<br />

tutti iniziando dai giovani, si rendano<br />

conto come tanti criteri di vita, difesi<br />

come validi e irrinunciabili sono in realtà<br />

il rifiuto e la distruzione del Natale.<br />

Un forte segnale di pace si è levato<br />

dalla diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto.<br />

Il Vescovo<br />

Monsignor Gervasio Gestori ha presieduto<br />

una iniziativa benefica con la partecipazione<br />

di quaranta ambasciatori accreditati<br />

presso la Santa Sede.<br />

Al «Palacongressi» della città rivierasca<br />

si è tenuto, infatti, un concerto per<br />

la pace proposto dall’Orchestra Filarmonica<br />

Marchigiana. Sul palco è stato,<br />

inoltre, collocato un abete che gli ambasciatori,<br />

ad uno ad uno, hanno addobbato<br />

con un oggetto tipico della propria<br />

terra di appartenenza.<br />

L’albero è stato illuminato ed ha simboleggiato<br />

la volontà di pace di tutti i<br />

Paesi rappresentati. L’abete, successivamente,<br />

è stato trasferito sul sagrato della<br />

Cattedrale, come segno di preghiera<br />

universale e pace di questo Santo Natale<br />

2001. Il Vescovo Gestori ha rilevato che<br />

al concerto natalizio erano rappresentati<br />

i 5 Continenti: dall’Australia alle Repubbliche<br />

del Centro America, dall’Indonesia<br />

al Messico, dalle Filippine agli Stati<br />

dell’America Latina. Per l’Africa c’erano<br />

gli ambasciatori della Costa d’Avorio,<br />

del Senegal e del Gabon. Per l’Occidente<br />

erano presenti gli ambasciatori di Spagna<br />

e della Gran Bretagna, oltre a numerosi<br />

ambasciatori dell’Est Europa, a<br />

partire dalla Polonia. Vi era anche il decano<br />

del corpo diplomatico, l’ambasciatore<br />

dell’Honduras. Il Vescovo Gestori,<br />

dopo l’accoglienza, ha illustrato lo sviluppo<br />

della Chiesa diocesana e ha ri-<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 30 Dicembre 2001<br />

La celebrazione del Natale nelle diocesi<br />

Questo giorno sacro ci ripete la grande<br />

vocazione celeste aperta alla vita umana,<br />

il valore sacro della famiglia, l'invito<br />

luminoso al candore della castità, la forte<br />

istanza al distacco della ricchezza per<br />

aiutare chi soffre ed ha bisogno».<br />

ALGHERO<br />

Mons. Antonio Vacca, Vescovo di Alghero-Bosa,<br />

ha inviato i suoi auguri tramite<br />

la radio locale: «Auguri di pace, di<br />

gioia cristiana, di fede operosa, di fervida<br />

speranza e di cordiale amore fraterno».<br />

SASSARI<br />

L'Arcivescovo di Sassari, Mons. Salvatore<br />

Isgrò, coglie l'occasione per sottolineare<br />

i valori essenziali: «mentre aspettiamo<br />

la nascita del Signore Gesù, noi<br />

ricordiamo anche la nostra nascita alla<br />

vita in Cristo mediante il Battesimo...<br />

Questa deve sempre più svilupparsi perché<br />

il nostro inserimento in Dio sia più<br />

pieno. In questo primo natale del XXI<br />

secolo mentre siamo angosciati dalla feroce<br />

violenza armata che oscura l'orizzonte<br />

del mondo globalizzato incutendo<br />

paura in tutti e producendo innumerevoli<br />

vittime innocenti dell'odio aggressivo,<br />

sentiamo un forte bisogno di accogliere<br />

la luce dolce e penetrante del<br />

Bambino Gesù per essere affrancati dalle<br />

tenebre del male, e restituiti alla consapevolezza<br />

della dignità filiale, motivo<br />

di speranza certa. Ma occorre contemplare<br />

l'evento della nascita di Cristo nella<br />

sua autentica e perenne attualità, respingendo<br />

le ricorrenti e diffuse deformazioni<br />

del consumismo e di un costume<br />

superficiale veicolato dalla comunicazione<br />

sociale».<br />

GIOVANNI MARIA COSSU<br />

S. BENEDETTO DEL TRONTO PALMI ORIA<br />

chiamato alcuni punti capitali sulla pace,<br />

nel messaggio di Giovanni Paolo II<br />

per la giornata del 1° gennaio 2002. In<br />

particolare, il Vescovo ha ribadito che:<br />

«Non c’è pace senza giustizia, non c’è<br />

giustizia senza perdono». Accanto al Vescovo<br />

vi erano l’ambasciatore della Lega<br />

Araba e quello dello Stato d’Israele. In<br />

seguito gli ambasciatori sono stati accompagnati<br />

nella vicina Monteprandone,<br />

dove da poco sono tornate le spoglie<br />

di san Giacomo della Marca, per una<br />

Solenne Eucaristia presieduta dal Vescovo<br />

Gestori, concelebrata dai francescani<br />

custodi del Santuario convento di Santa<br />

Maria delle Grazie. Il Presule, davanti<br />

alle spoglie del Santo, che tanto promosse<br />

la cultura della Pace nel suo tempo,<br />

ha invocato la Sua intercessione per<br />

ottenere da Dio analogo dono di Pace<br />

per le popolazioni delle Regioni lacerate<br />

dalla violenza armata. A Grottammare,<br />

nella ricorrenza liturgica di s. Stefano, si<br />

è svolto un solenne concerto della corale<br />

«Sisto V» (che porta il nome del Pontefice<br />

nato in quella città), tutto ispirato<br />

al tema della Pace e della fratellanza<br />

universale, nei vari generi proposti: polifonici,<br />

corali. Sono state inoltre attivate<br />

iniziative di solidarietà a favore dei più<br />

deboli. Tema dominante del ciclo natalizio<br />

è stato soprattutto la preghiera corale<br />

e comunitaria come via per la pace,<br />

in prospettiva dell’incontro interreligioso<br />

di Assisi.<br />

CARLO GENTILI<br />

Domenico Beccafumi – «Adorazione del Bambino», Spoleto, Museo Diocesano<br />

MESSINA<br />

«Adeste fideles / laeti triumphantes /<br />

venite venite in Bethlem!». Il canto della<br />

liturgia del Natale è risuonato tra le ampie<br />

volte della Concattedrale di Palmi<br />

dove il Vescovo Luciano Bux ha presieduto<br />

a mezzanotte la Santa Messa «in<br />

nativitate Domini».<br />

Il presule ha ricordato come «ogni<br />

notte, a Natale, l'umanità nella Chiesa<br />

che celebra questo mistero di Dio, eternamente<br />

beato, che si fa uomo. Dio ha<br />

lasciato la sua beatitudine, quella di essere<br />

Dio e si fa uomo, per entrare in comunione<br />

con noi. Ecco perché l'Uomo-<br />

Dio ci mette in condizione di guadagnare<br />

l'amicizia con Dio mentre noi sappiamo<br />

quanto è difficile guadagnare un<br />

grado di amicizia tra gli uomini».<br />

La Chiesa diocesana in questo Natale<br />

ha avuto una particolare attenzione per<br />

il mondo della giustizia. L'assistente dei<br />

giuristi cattolici, don Mimmo Caruso,<br />

appositamente delegato dal Vescovo, ha<br />

presieduto la celebrazione natalizia nell'aula-bunker<br />

del Tribunale di Palmi alla<br />

presenza dell'avvocatura, del notariato e<br />

della magistratura forense riunite insieme<br />

per l'ottima iniziativa del nuovo Presidente<br />

dott. Giuseppe Gambadoro nonché<br />

delle dottoresse Megali e Sorrenti<br />

che hanno curato una raccolta d'aiuto<br />

per le famiglie bisognose.<br />

Anche il Corpo della Polizia di Stato<br />

si è ritrovato nel Tempio di san Francesco<br />

di Paola in Gioia Tauro dove Mons.<br />

Albino Caratozzolo ha celebrato il Nata-<br />

«Mai come quest’anno di fronte alle<br />

vicende drammatiche che l’intera umanità<br />

sta attraversando dopo i tragici<br />

eventi dell’11 settembre, il Natale acquista<br />

per tutti il significato di inesauribile<br />

fonte di speranza»: così l’Arcivescovo<br />

di Messina-Lipari-S. Lucia del Mela,<br />

Giovanni Marra, ha esordito nel suo<br />

messaggio alla diocesiperil Natale2001.<br />

«Viviamo, infatti, un tempo improvvisamente<br />

carico di incertezza, di insicurezza<br />

e angoscia, a motivo di gesti<br />

inimmaginabili di terrorismo, di violenze<br />

e di guerre. Da ogni parte — ha proseguito<br />

il Presule — si avvertono fortemente<br />

il desiderio e il bisogno di pace.<br />

Nello stesso tempo si ha la sensazione<br />

che i popoli camminino nel buio di laceranti<br />

divisioni e di insanabili incomprensioni».<br />

Citando il profeta Isaia, l’Arcivescovo<br />

ha detto che solo la fede apre i cuori alla<br />

speranza: «Il popolo che camminava<br />

nelle tenebre vide una grande luce; su<br />

coloro che abitavano in terra tenebrosa<br />

una luce rifulse».<br />

Per noi cristiani — ha sottolineato<br />

l'Arcivescovo Marra — la luce che sconfigge<br />

il buio delle tenebre è proprio il<br />

Bambino che nasce a Betlemme: il Principe<br />

della pace, Colui che infonde coraggio<br />

all’uomo sfiduciato e smarrito.<br />

«La luce di speranza che scaturisce<br />

dalla stella di Betlemme — ha ribadito il<br />

Presule — si riflette anche sulla nostra<br />

città e ci incoraggia a lavorare tutti insieme,<br />

per affrontare e risolvere i tanti<br />

problemi che ancora ci affliggono e promuovere<br />

una migliore qualità della vita».<br />

Perciò il messaggio del Natale diventa<br />

sprone per tutti e non solo per i cristiani,<br />

perché tutti e tutte le istituzioni si<br />

impegnino ad essere strumenti di giusti-<br />

Beato Angelico – «La natività di Gesù», Firenze, Museo di s. Marco<br />

le alla presenza del Vicequestore Salvatore<br />

Arena e di tutti gli agenti sottolineando<br />

come la ricorrenza della nascita<br />

di Gesù debba affratellare i cuori e le<br />

menti di tutti in un rinnovato proposito<br />

di fraternità, di ordine e di bene.<br />

Da sottolineare anche le iniziative giovanili<br />

della parrocchia S. Maria del Soccorso<br />

di Palmi dove i giovani della FUCI<br />

hanno approntato una giornata di ritiro<br />

necessaria alla riflessione e al cambiamento<br />

di mentalità e hanno dato sulla<br />

scena un recital «Dirottate su Betlemme»<br />

dove attraverso i canali dell'attuale<br />

sapienza mediatica si propone l'evidenza<br />

redentrice del messaggio natalizio.<br />

Nei giorni scorsi, poi, il Vescovo Diocesano<br />

ha visitato i cantieri del Porto di<br />

Gioia Tauro incontrandosi con le maestranze<br />

e con gli operai. Non è la prima<br />

volta che il Vescovo Bux visita il porto<br />

ma questa volta la sua presenza ha voluto<br />

evidenziare una particolare vicinanza<br />

del Padre e del Pastore che è qui in<br />

mezzo ai suoi figli per evangelizzare ed<br />

ammaestrare, per ascoltare e per proporre.<br />

All'interno dell'area portuale su<br />

iniziativa della diocesi e della stessa Capitaneria<br />

di Porto sorgerà quanto prima<br />

il sito della Madonna dell'Era, comprendente<br />

una cappella per i bisogni spirituali<br />

in avanzato stato di progettazione e<br />

una colonna alta sedici metri sormontata<br />

da una statua marmorea della Vergine<br />

che saluterà i naviganti.<br />

FILIPPO MARINO<br />

zia e di pace, rimuovendo al più presto<br />

tutti gli ostacoli per la realizzazione di<br />

una vita dignitosa di tutti e soprattutto<br />

di chi si trova in situazioni di bisogno e<br />

di povertà.<br />

Un auspicio perché «i disoccupati trovino<br />

lavoro, i baraccati abbiano una<br />

vera casa, i disabili si sentano accolti,<br />

gli anziani e i malati siano circondati<br />

di affetto e di cure, i bambini siano<br />

amati e rispettati, i giovani abbiano<br />

luoghi sicuri di incontro che li proteggano<br />

dai pericoli della droga, della violenza<br />

e della criminalità, i carcerati e<br />

le loro famiglie non vengano dimenticati,<br />

gli immigrati non siano emarginati,<br />

i nomadi — nei loro campi — abbiano<br />

condizioni di vita degne di persone<br />

umane».<br />

Non si tratta di desideri teorici e di<br />

affermazioni teoriche perché a fronte di<br />

questi gravi problemi «l’augurio, che<br />

sgorga dall’umiltà della grotta di Betlemme,<br />

abbraccia ogni forma di povertà<br />

antica e nuova e invita a gesti di solidarietà<br />

e di bontà».<br />

Ed il tema della rinascita della città e<br />

della solidarietà possiamo definirlo il tema<br />

dominante di tutto questo Natale.<br />

Nell’omelia della Notte di Natale — alla<br />

quale hanno presenziato attivamente anche<br />

gruppi di extracomunitari ai quali il<br />

Presule ha riservato un saluto ed un augurio<br />

in lingua inglese — ma anche<br />

qualche giorno prima, nell’incontro con<br />

i giornalisti ed in quello con le Autorità,<br />

l’Arcivescovo non ha tralasciato occasione<br />

per stimolare tutti a costruire la pace<br />

contribuendo ciascuno per quanto di<br />

propria competenza, a rendere più dignitosa<br />

la vita dei cittadini con particolare<br />

attenzione ai più bisognosi.<br />

EUGENIO ARENA<br />

È grazie al Bambino che nasce<br />

per noi — come già secondo la<br />

promessa del profeta Isaia — che<br />

«recupereremo la vicinanza di<br />

Dio, la sua premura, la sua sollecitudine<br />

per chi è povero e piccolo.<br />

Recupereremo il senso di Dio<br />

che si prende cura dell'uomo e lo<br />

ama».<br />

Questo il messaggio centrale<br />

dell'omelia pronunciata durante la<br />

Messa di Natale del Vescovo di<br />

Oria, Marcello Semeraro.<br />

Ripercorrendo tutte le «visite»<br />

che il Signore compie ancora nel<br />

nostro tempo attraverso il sacramento<br />

dell'Eucarestia, mediante<br />

la Parola, nella presenza mistica<br />

di Cristo in mezzo ai cristiani riuniti<br />

nel suo nome, nel povero e<br />

nel bisognoso e in ogni prossimo<br />

che ci chiede amore e misericordia,<br />

Monsignor Semeraro ha voluto<br />

idealmente richiamare i cristiani<br />

ad un'altra «visita» che sta per<br />

compiersi nella diocesi, quella del<br />

Vescovo alla sua comunità.<br />

A tre anni dall'inizio del suo ministero<br />

episcopale in Oria, nella<br />

Cattedrale gremita di fedeli, è stata<br />

infatti indetta solennemente la<br />

prima Visita Pastorale di Monsignor<br />

Marcello Semeraro.<br />

«La visita Pastorale è un'azione<br />

apostolica — ha affermato il Vescovo<br />

— è un evento di grazia<br />

che riflette in qualche modo l'immagine<br />

di quella singolarissima e<br />

del tutto meravigliosa visita, per<br />

mezzo della quale “il pastore sommo”<br />

(1 Pt 5, 4) il Vescovo delle<br />

anime nostre (cfr 1 Pt 2, 25) Gesù<br />

Cristo ha visitato e redento il suo<br />

popolo (cfr Lc 1, 68)».<br />

Già preannunciata in occasione<br />

della chiusura dell'Anno giubilare,<br />

l'incontro è stato accuratamente<br />

preparato negli ultimi mesi: varie<br />

riunioni con il presbiterio, con le<br />

diverse foranie, ma soprattutto attraverso<br />

un questionario, proposto<br />

in un primo momento soltanto<br />

ai sacerdoti per essere rielaborato<br />

attraverso i loro suggerimenti, ed<br />

ora consegnato ai consigli pastorali<br />

parrocchiali.<br />

Anima regiminis episcopalis.<br />

Così, secondo un'antica dizione, il<br />

Vescovo di Oria ha voluto definire<br />

la visita che egli si accinge a compiere.<br />

«Il Vescovo verrà a visitarvi —<br />

ha continuato — perché questo è<br />

il suo compito, il suo dovere, la<br />

sua missione... Il Vescovo verrà<br />

per conoscere più da vicino l'impegno<br />

pastorale dei singoli e delle<br />

diverse comunità; verrà per sostenerlo,<br />

per incoraggiarlo o risvegliarlo,<br />

per armonizzarlo con la<br />

vita dell'intera diocesi e per benedirlo».<br />

Alla comunità diocesana di Oria<br />

il compito di accogliere la visita<br />

del Vescovo come si accoglie un<br />

evento di grazia della quale anche<br />

il ministero episcopale è strumento.<br />

L'inizio ufficiale e solenne della<br />

Visita Pastorale avverrà in occasione<br />

dell'Udienza Speciale concessa<br />

dal Santo Padre alla diocesi<br />

di Oria il 26 gennaio prossimo.<br />

ALESSANDRO MAYER


A ROMA<br />

PAGINA<br />

Autobus Cotral<br />

precipita<br />

dal viadotto<br />

della Magliana<br />

Un morto e feriti<br />

Un pullman del Cotral proveniente<br />

da Fiumicino è precipitato pochi minuti<br />

dopo le 13.30 di oggi, sabato 29<br />

dicembre, dal viadotto della Magliana<br />

nei pressi dell’incrocio con la via del<br />

Mare. Mentre andiamo in macchina,<br />

giunge notizia che un uomo, un cittadino<br />

extracomunitario, è stato estratto<br />

senza vita dalle lamiere. Altre dieci<br />

persone — secondo le prime notizie —<br />

sono rimaste ferite, alcune in maniera<br />

grave. Nell’impatto alcuni passeggeri<br />

sono stati catapultati fuori dai finestrini.<br />

L’incidente è accaduto quasi al termine<br />

del viadotto in corrispondenza dell’hotel<br />

Sheraton, al termine di una curva<br />

a gomito. L’autobus ha compiuto un<br />

volo di una ventina di metri a metà di<br />

una curva a destra, dopo aver rasentato<br />

il gard rail ed avere sfondato il parapetto<br />

metallico. Il tragico volo è terminato<br />

in un campo incolto dove l’autobus si è<br />

capovolto su un lato. Nel campo sono<br />

atterrati due elicotteri e ci sono decine<br />

di uomini dei soccorsi.<br />

A poca distanza dal luogo dell’incidente<br />

di oggi, nel settembre dell’84 precipitò<br />

un autobus dell’Atac e ci furono<br />

otto morti.<br />

La via del Mare è attualmente chiusa<br />

in entrambi i sensi per permettere alle<br />

ambulanze di soccorrere più agevolmente<br />

i feriti. Alcuni di loro, estratti dalle lamiere<br />

dai Vigili del fuoco, sono stati trasportati<br />

in ospedale sull’eliambulanza.<br />

Il prefetto Del Mese, appresa la notizia<br />

della sciagura, si è subito recato alla<br />

Magliana e in prefettura è stata allestita<br />

una sala di coordinamento dei soccorsi.<br />

CONSIGLIO COMUNALE Bilancio di fine anno<br />

Il presidente: ottimi risultati<br />

L'opposizione: è autocelebrazione<br />

Si chiude con «ottimi risultati» la prima<br />

fase dei lavori del nuovo Consiglio<br />

comunale. Lo ha detto ieri, venerdì, nella<br />

conferenza stampa di fine anno il presidente<br />

dell’assemblea, Giuseppe Mannino,<br />

sottolineando che nelle 53 sedute<br />

«sono stati approvati il Bilancio di previsione,<br />

157 deliberazioni, 84 ordini del<br />

giorno e 4 mozioni, evase 75 interrogazioni,<br />

trattate 35 questioni».<br />

Tra i provvedimenti più importanti,<br />

Mannino ha ricordato il rendiconto economico,<br />

l’assestamento di bilancio, le<br />

delibere sulle mense scolastiche e sui negozi<br />

storici. Sono stati citati, inoltre, i<br />

piani di recupero urbanistico di varie zone<br />

periferiche.<br />

Le delibere più importanti che il Consiglio<br />

discuterà a gennaio, ha riferito<br />

Mannino, sono quelle sui regolamenti<br />

per l’elezione del Difensore civico, dell’Autorità<br />

sui servizi comunali, sul Consiglio<br />

comunale e la modifica sulle procedure<br />

di nomina della nuova commissione<br />

edilizia. Il relatore ha infine rivolto<br />

un appello al Presidente della Regione,<br />

«perché non trattenga ulteriormente<br />

provvedimenti importanti, come il Piano<br />

delle certezze, capaci di mettere in moto<br />

centinaia di miliardi di investimenti».<br />

Il discorso di Mannino non è però<br />

piaciuto alle opposizioni. I capigruppo<br />

di An, Bruno Prestagiovanni, e del Ccd,<br />

Marco Di Stefano, lo hanno definito «ottimistico<br />

ed autocelebrativo», sottolineando<br />

che l’assemblea capitolina «è<br />

stata ridotta alla funzione di semplice<br />

ratifica delle delibere della Giunta».<br />

Prestagiovanni e Di Stefano hanno affermato<br />

che la scadenza di fine anno<br />

avrebbe «dovuto rappresentare un mo-<br />

BOTTI Bimbo ferito alla mano e al volto nel Frusinate<br />

Sequestrati quintali<br />

di petardi pericolosi<br />

mento di profonda analisi e riflessione<br />

sulla funzione del Consiglio», e non una<br />

«semplice elencazione delle delibere approvate».<br />

Secondo i due consiglieri sarebbe<br />

necessaria una riforma degli Enti<br />

locali per conferire poteri ad «un organo<br />

centrale come il Consiglio Comunale».<br />

Prestagiovanni e Di Stefano polemizzano<br />

poi con la richiesta al Presidente<br />

della Regione. Quest'ultima, hanno sottolineato,<br />

«non è lo studio notarile del<br />

Comune di Roma ma l’organo superiore<br />

per quanto riguarda l’approvazione o<br />

meno delle delibere su cui deve esprimere<br />

il suo parere, che è vincolante».<br />

vincia di Caserta per un valore complessivo<br />

di circa dieci milioni di lire.<br />

Tra i pezzi sequestrati quelli denominati<br />

«Vesuvio», «Tempesta del deserto»,<br />

«Mefisto» e rauti del tipo «Sandokan»,<br />

«Dragon», «Laser», «Napoli Star» e «Airport<br />

5000».<br />

Intanto, un bambino di 9 anni, S.G.,<br />

di Pontecorvo, è rimasto ferito, venerdì<br />

pomeriggio, alle mani e al volto dallo<br />

scoppio di un petardo. Il piccolo subito<br />

soccorso dai familiari è stato trasportato<br />

d'urgenza nell’ospedale cittadino dove i<br />

medici gli hanno medicato le ferite alla<br />

mano destra e le ustioni al volto. Successivamente<br />

è stato trasferito all'ospedale<br />

sant'Eugenio di Roma per un delicato<br />

intervento chirurgico alla mano. La<br />

prognosi è di venti giorni.<br />

Secondo una ricostruzione dell’incidente<br />

fatta dai militari dell'Arma di Pontecorvo,<br />

il piccolo S.G. insieme con i<br />

suoi due coetanei avrebbero raccolto<br />

per strada alcuni rauti lasciati in terra.<br />

Successivamente, estratta da questi la<br />

polvere da sparo, i tre l’avrebbero infilata<br />

in un barattolo dandovi fuoco vicino<br />

all’abitazione del bambino ferito, allontanandosi.<br />

La deflagrazione ha però colpito<br />

ugualmente il bambino, che era più vicino<br />

degli altri compagni non essendosi<br />

allontanato sufficientemente.<br />

Il piccolo è adesso ricoverato all’ospedale<br />

sant’Eugenio.<br />

I Carabinieri di Pontecorvo hanno avviato<br />

le indagini.<br />

Inquinamento:<br />

dal Campidoglio<br />

una lettera<br />

ai proprietari<br />

di auto diesel<br />

SOLIDARIETÀ Per iniziativa dell'associazione «Medici del Mondo»<br />

Presentato un progetto sanitario per l'Ecuador<br />

Che cosa si può pensare di un giovane<br />

medico che lascia la propria terra e<br />

tanti affetti per recarsi in una località<br />

piena di incognite e di difficoltà pur di<br />

offrire la sua opera a persone disagiate?<br />

Indubbiamente che si tratta di una scelta<br />

difficile, comunque coraggiosa. Eppure<br />

Alberto Barbieri non ha esitato a farlo.<br />

Dopo essere stato in Brasile, vicino<br />

ai più poveri, da alcuni mesi questo medico<br />

opera presso le popolazioni indigene<br />

dell'Ecuador.<br />

Sono popolazioni che vivono in condizione<br />

di estrema povertà ed esclusione<br />

sociale. Il tasso di mortalità materno-infantile<br />

è alto in maniera preoccupante,<br />

quasi inaccettabile. E chi viene al mondo,<br />

si affaccia alla vita in condizioni difficili,<br />

spesso disumane.<br />

Un problema particolarmente urgente<br />

è la denutrizione infantile, tanto grave<br />

che si teme possa pregiudicare in maniera<br />

irreversibile lo sviluppo psico-fisico<br />

del bambino, compromettendo lo sviluppo<br />

delle stesse comunità.<br />

L'opera di Alberto Barbieri rientra nel<br />

progetto umanitario dei «Medici del<br />

Mondo» a Cuenca (Ecuador) denominato<br />

«Jambi Runa». Il progetto è stato presentato<br />

presso l'Auditorio san Leone<br />

11 .<br />

Si fa sempre più efficace l'azione di<br />

repressione da parte delle forze dell'ordine<br />

contro la vendita dei «botti» di Capodanno<br />

che, come ogni anno, provocano<br />

la morte di decine di persone e il ferimento<br />

di tante altre.<br />

Venerdì, in due differenti operazioni<br />

sono state sequestrati migliaia di «botti»<br />

nel Lazio.<br />

Nella prima, la Guardia di finanza di<br />

Roma ha scoperto centocinquantamila<br />

pezzi di fuochi d'artificio. Nell'operazione,<br />

che ha portato alla denuncia di un<br />

quarantaseienne romano, i militari delle<br />

Fiamme Gialle, hanno trovato i botti nel<br />

retrobottega di un negozio di cartoleria<br />

nella zona di Monteverde.<br />

L’uomo, di cui non sono state rese<br />

note le generalità, è stato denunciato all’autorità<br />

giudiziaria per detenzione di<br />

materiale esplosivo non autorizzato che<br />

era custodito all’interno di alcuni cartoni<br />

nel retrobottega e nel magazzino del<br />

suo negozio.<br />

Nella seconda, sei quintali di botti del<br />

genere proibito sono stati sequestrati e<br />

quattro venditori ambulanti denunciati<br />

per detenzione illegale e vendita di materiale<br />

esplodente senza autorizzazioni<br />

amministrative. L'operazione è stata<br />

portata a termine dalla polizia di Cassino<br />

che ha sequestrato nell’ambito delle<br />

disposizioni della questura di Frosinone<br />

per un fine anno tranquillo, seimila pezzi<br />

nelle bancarelle di Cassino e davanti<br />

allo stabilimento della Fiat a tre venditori<br />

ambulanti di Cassino e uno della pro-<br />

L'incendio all'Ostiense:<br />

prosciugata la schiuma<br />

Tecnici Acea al lavoro<br />

Poco dopo le 22 di venerdì sera,<br />

prosciugata la schiuma usata<br />

per domare le fiamme, i tecnici<br />

dell’Acea hanno cominciato a lavorare<br />

all’interno del condotto dove<br />

è divampato l'incendio il giorno<br />

di Natale, in via della Piramide<br />

Cestia. L’operazione di smaltimento<br />

è durata poco più di 48<br />

ore; la schiuma aveva invaso per<br />

circa due metri il tunnel di servizio<br />

che ospitava i cavi dell’energia<br />

elettrica, delle linee telefoniche e<br />

delle fibre ottiche. Al lavoro sono<br />

anche i tecnici di una società telefonica.<br />

Magno dallo stesso medico volontario<br />

ed il dottor Bernard Floccard, di «Médecins<br />

du Monde» della quale «Medici del<br />

Mondo» è espressione, nel corso di una<br />

manifestazione musicale appositamente<br />

organizzata per sostenere questa importante<br />

iniziativa umanitaria.<br />

Tra gli obiettivi di «Medici del mondo»,<br />

organizzazione Onlus, ci sono quelli<br />

di «curare le popolazioni più vulnerabili<br />

in situazione di crisi e di esclusione<br />

nel mondo» e «testimoniare le violazioni<br />

dei diritti umani ed in particolare del diritto<br />

alla salute».<br />

Il progetto prende nome dalle parole<br />

dell'antica lingua quechua: jambi, cioè<br />

salute, e runa, che vuol dire essere umano.<br />

La Fondazione Jambi Runa riunisce<br />

sette comunità della regione intorno a<br />

Cuenca. I problemi di salute delle comunità<br />

rurali e indigene delle Ande meridionali<br />

dell'Ecuador sono dovute in gran<br />

parte a situazioni di povertà, le cosiddette<br />

malattie della povertà e dell'emarginazione.<br />

Si tratta di denutrizione, infezioni<br />

intestinali, infezioni della pelle, parassitismo,<br />

infezioni respiratorie acute,<br />

complicanze della gravidanza e del<br />

parto.<br />

La Fondazione intende prestare assi-<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 30 Dicembre 2001<br />

Una lettera del Comune di Roma è<br />

stata inviata ai centodiecimila proprietari<br />

di automobili alimentate con motori<br />

diesel non ecologici che risiedono nell’area<br />

della provincia ricordando loro che<br />

questi autoveicoli a partire dal 1° gennaio<br />

2002 non potranno entrare nell’anello<br />

ferroviario della Capitale. Per le<br />

automobili a benzina non catalizzate, invece,<br />

il divieto scatterà dal 1° luglio<br />

prossimo.<br />

Deroghe previste — riferisce l'«Ansa»<br />

— riguardano i cittadini residenti all’interno<br />

dell’anello ferroviario che avranno<br />

tempo fino alla fine del 2002 per convertire<br />

la propria autovettura non catalizzata<br />

a Gpl o per acquistare un veicolo non<br />

inquinante.<br />

Altre deroghe riguardano il trasporto<br />

merci, l’esecuzione di lavori, veicoli di<br />

portatori di handicap e le automobili<br />

d’epoca. I confini dell’anello sono riportati<br />

nei manifesti fatti affiggere in città<br />

dalla Sta.<br />

Secondo quanto reso noto dal Campidoglio,<br />

su un totale di circa settantaduemila<br />

veicoli non ecologici appartenenti a<br />

residenti entro il raccordo anulare, soltanto<br />

il 25 per cento è di proprietà di residenti<br />

entro l’anello ferroviario.<br />

L’amministrazione comunale ha inviato<br />

109.921 lettere. Di queste 71.466 sono<br />

state indirizzate a cittadini residenti entro<br />

il Grande Raccordo Anulare e 38.455<br />

a cittadini che risiedono oltre quest’area.<br />

stenza sanitaria totale alle comunità, appoggiare<br />

iniziative di sviluppo economico<br />

e sociale per garantire un reale miglioramento<br />

alle condizioni di salute, riscoprire<br />

e promuovere la medicina e la<br />

cultura indigena.<br />

Un progetto certamente molto impegnativo<br />

che il dottor Barbieri si propone<br />

di contribuire ad attuare. Tra l'altro nel<br />

suo impegno, sin dall'inizio della sua attività,<br />

ha avuto vicina, attiva e intelligente<br />

collaboratrice la moglie, Justine,<br />

che lo ha seguito portando con sé anche<br />

Lunam, la loro bambina di appena due<br />

anni e mezzo.<br />

Nel corso della manifestazione i presenti<br />

hanno potuto visionare una serie<br />

di interessanti fotografie illustranti le<br />

condizioni umane e la situazione ambientale<br />

della zona in cui operano, scattate<br />

dagli stessi coniugi Barbieri.<br />

Alla manifestazione, durante la quale<br />

è stata consegnata al progetto umanitario<br />

Jambi Runa una targa del Presidente<br />

della Repubblica Italiana, erano presenti,<br />

tra gli altri, i Consoli di Francia e dell'Ecuador.<br />

MARIELLA LOMBARDI<br />

ANAGRAFE Primo esperimento destinato non solo ai residenti ma a tutti i cittadini<br />

Mercoledì e venerdì uffici aperti<br />

anche di sera nel III Municipio<br />

Un innovativo servizio<br />

anagrafico sarà attivato a<br />

partire dal 2 gennaio<br />

presso la sede del III Municipio,<br />

in via Goito, dove<br />

i residenti, ma anche i<br />

cittadini di altre zone,<br />

potranno recarsi per ottenere<br />

il rilascio a vista<br />

di carte di identità, certificati<br />

ed atti notori, durante<br />

le ore serali. Infatti,<br />

uno sportello sarà a<br />

disposizione il mercoledì<br />

ed il venerdì dalle ore<br />

17.30 alle 22 per consentire<br />

soprattutto a coloro<br />

che lavorano di usufruire<br />

dell’ufficio comunale, peraltro<br />

comodo da raggiungere,<br />

essendo ubicato<br />

a poca distanza dalla<br />

Stazione Termini, punto<br />

di snodo delle linee di<br />

metropolitana A e B e di<br />

31 DICEMBRE 2001<br />

Settimo giorno fra l'Ottava di Natale - (bianco)<br />

Messa mattutina propria, Gloria<br />

Lezionario: 1 Gv 2, 18-21; Salmo 95; Gv 1, 1-18<br />

Liturgia delle Ore (fino a Nona): Ufficio proprio<br />

Messa vespertina (bianco): tutto come alla<br />

Messa di domani - Primi Vespri della Solennità<br />

di Maria Santissima Madre di Dio<br />

numerosi bus. L’iniziativa è stata presentata<br />

ieri, venerdì, dall’assessore capitolino<br />

alla Semplificazione amministrativa,<br />

Mariella Gramaglia, e dal presidente<br />

del Municipio, Orlando Corsetti. Lo<br />

«sportello fuori orario», così è definito il<br />

servizio, potrà dunque essere utilizzato<br />

sia dai residenti dei quartieri San Lorenzo<br />

e Nomentano-Italia che da coloro<br />

che abitano in tutto il territorio del Comune<br />

di Roma, in quanto i terminali informatici<br />

collegati con l’anagrafe centrale<br />

saranno in grado di fornire la certifi-<br />

cazione senza particolari limitazioni. All’interno<br />

della sede di via Goito è stata<br />

anche installata una cabina dove gli<br />

utenti potranno fare delle foto formato<br />

tessera che serviranno per alcuni atti;<br />

inoltre una macchina fotocopiatrice sarà<br />

a disposizione per le copie dei documenti.<br />

Inoltre, i negozi dei commercianti di<br />

via Goito negli stessi giorni ed orari di<br />

esercizio dello «sportello fuori orario»<br />

saranno aperti per consentire a coloro<br />

che si recheranno presso il Municipio di<br />

fare eventuali acquisti. Infine, per facili-<br />

URBANISTICA Approvato il bando del Comune<br />

Concorso per «ridisegnare»<br />

piazza san Cosimato<br />

Un luogo d'incontro per le famiglie,<br />

per i bambini, per gli anziani, senza la<br />

presenza ingombrante e invasiva delle<br />

automobili ma con uno spazio dedicato<br />

anche al settore commerciale: dovrebbe<br />

essere questo il volto della futura piazza<br />

san Cosimato a Trastevere, quella che<br />

nascerà da un bando di concorso per la<br />

sua riprogettazione approvato ieri, venerdì,<br />

dalla giunta capitolina, che nominerà<br />

il vincitore entro la prossima<br />

estate.<br />

Nel bando il Comune ha fissato i criteri<br />

da seguire e le esigenze da soddisfa-<br />

Sarà intitolato<br />

a Marta Russo<br />

un parco al Labaro<br />

Un parco cittadino nella zona<br />

del Labaro sarà dedicato a Marta<br />

Russo. Lo ha deciso la Giunta capitolina<br />

che chiederà la deroga<br />

prevista per poter intitolare lo<br />

spazio verde alla studentessa uccisa<br />

alla Sapienza il 9 maggio 1997.<br />

La Giunta ha anche deciso di<br />

intitolare strade ad Alexander Dubček,<br />

segretario del Pc cecoslovacco<br />

durante la «Primavera di<br />

Praga», al capitano dell’Aeronautica<br />

Maurizio Poggiali morto l’8<br />

agosto ’97 in un incidente aereo<br />

nei pressi di Latina, e ai giornalisti<br />

Mario Pastore e Gianni Brera.<br />

re nella riprogettazione della piazza: la<br />

valorizzazione delle realtà storiche e architettoniche;<br />

una nuova sistemazione<br />

dello spazio pubblico pedonale e carrabile;<br />

una migliore illuminazione notturna<br />

e più sicurezza per i cittadini; la sistemazione<br />

di un'area giochi; la riorganizzazione<br />

del mercato, una razionalizzazione<br />

del sistema della sosta. Una parte<br />

consistente della piazza sarà pedonalizzata.<br />

«La riprogettazione di piazza san Cosimato,<br />

che è parte del centro storico di<br />

Roma a pieno titolo ed è ambito da valorizzare<br />

partendo proprio da questa caratteristica<br />

essenziale... è un altro tassello<br />

nell’opera di riqualificazione della città<br />

storica di Roma», ha dichiarato l’assessore<br />

alle Politiche del territorio, Roberto<br />

Morassut.<br />

«Chiediamo ai concorrenti una riflessione<br />

attenta — ha spiegato ancora l'assessore<br />

— e un impegno nella valorizzazione<br />

di questi caratteri storici anche attraverso<br />

interventi minimali, rafforzando<br />

al tempo stesso la qualità sociale della<br />

piazza».<br />

La spesa per il bando di concorso si<br />

aggira intorno ai 100 milioni. Le domande<br />

di partecipazione dovranno essere<br />

presentate entro novanta giorni dalla<br />

pubblicazione del bando. Nominato il<br />

vincitore, si procederà alla progettazione<br />

definitiva ed esecutiva, quindi alla gara<br />

d'appalto e ai lavori effettivi.<br />

Nel frattempo l’amministrazione comunale<br />

provvederà a lavori di piccola<br />

manutenzione, come la sostituzione delle<br />

panchine della piazza e delle attrezzature<br />

per i giochi dei bambini.<br />

Automobilista investe un uomo dopo un incidente<br />

Ha tamponato un’auto in sosta e poi ha investito un giovane che, avendo<br />

assistito all’incidente, ha tentato di fermarla mettendosi al centro della strada.<br />

Per questo una donna è stata denunciata, nella notte tra venerdì e sabato,<br />

per omissione di soccorso. La donna era alla guida della sua auto a<br />

viale Castrense quando ha perso il controllo dell’auto finendo addosso ad<br />

una vettura parcheggiata. Un giovane che aveva visto tutto ha cercato di<br />

fermarla mettendosi al centro della carreggiata, ma lei ha accelerato e lo<br />

ha investito. Poi, è fuggita. Il giovane intanto si è andato a far medicare all'ospedale,<br />

dove i medici gli hanno riscontrato una contusione ad una gamba,<br />

e ha raccontato tutto agli agenti di polizia. A quel punto sono scattate le<br />

ricerche. Alla centrale della polizia nel frattempo era arrivata la chiamata di<br />

una donna che aveva denunciato la temporanea scomparsa della sua auto,<br />

poi ritrovata in via della stazione Tuscolana. La donna in realtà era la proprietaria<br />

dell’auto che aveva investito il giovane e che ora cercava di farla<br />

franca. Ma il ragazzo l’ha riconosciuta e così per la donna è scattata la denuncia<br />

per omissione di soccorso.<br />

Lieve scossa sismica nella zona dei Monti Tiburtini<br />

Una scossa sismica, di magnitudo 2,8, pari al terzo grado della scala Mercalli,<br />

è stata rilevata sabato mattina, alle 10.10, dall’Istituto nazionale di<br />

Geofisica, nella zona dei Monti Tiburtini, in provincia di Roma. Le località<br />

interessate al sisma — per il quale al momento non vengono segnalati danni<br />

a persone o cose e che è stato avvertito dalla popolazione — sono quelle<br />

di San Vito Romano, Bellegra e Rocca Santo Stefano. La Protezione civile<br />

ha già attivato contatti con i locali comandi di Vigili del fuoco e Carabinieri.<br />

Vicovaro: rubati computer in una scuola<br />

Per poter rubare gli otto computer i ladri hanno gettato in un secchio d’acqua<br />

l’allarme della scuola media di Vicovaro. Del furto si è saputo sabato<br />

mattina quando un passante ha notato che una porta della scuola era stata<br />

lasciata aperta. I ladri sono entrati dal retro della scuola e dopo aver forzato<br />

tre porte, una in alluminio e due blindate, si sono ritrovati nei pressi<br />

della sala informatica, protetta da un sistema d'allarme, che prima è stato<br />

tagliato e poi gettato in un secchio pieno d'acqua.<br />

Sincerità<br />

Grande compito è questo<br />

nella vita: la ricerca della<br />

verità, il rispetto della verità,<br />

la difesa della verità.<br />

(Beato Giovanni XXIII)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

tare l’utenza, il Municipio<br />

ha anche stipulato<br />

una convenzione con una<br />

autorimessa della zona,<br />

dove potranno essere lasciate<br />

in custodia le autovetture<br />

per la somma di<br />

3.000 lire l’ora.<br />

Nel mese di aprile ha<br />

annunciato il presidente<br />

Orlando Corsetti, saranno<br />

aperti due nuovi uffici<br />

del Municipio, a piazza<br />

Bologna ed in via Catania:<br />

il primo per i servizi<br />

anagrafici ed il secondo<br />

per quelli al commercio.<br />

«Contiamo di decentrare<br />

il più possibile le attività<br />

burocratiche — ha sottolineato<br />

il presidente —<br />

proprio per agevolare i<br />

cittadini e per mantenere<br />

il contatto delle istitu-<br />

zioni con il territorio<br />

locale». Ad esempio la sede di via Catania<br />

è stata preferita per la presenza del<br />

mercato rionale, dove quotidianamente<br />

si registra un'alta affluenza di pubblico:<br />

presso il nuovo ufficio potranno essere<br />

svolte le pratiche per l’apertura degli<br />

esercizi commerciali e per ottenere qualsiasi<br />

informazione.<br />

L’apertura dello «sportello fuori orario»<br />

dovrà, nelle intenzioni del Comune,<br />

anche costituire una sorta di modello<br />

per ripetere poi l’esperienza in altri quadranti<br />

della città. «Stiamo considerando<br />

l’ipotesi di attivare altri uffici del genere<br />

— ha specificato l’assessore Mariella<br />

Gramaglia — considerando che la vastità<br />

del territorio di Roma rende sempre<br />

più impellente l’esigenza di decentrare i<br />

servizi». Attualmente all’interno del III<br />

Municipio risiedono ben 67.000 abitanti,<br />

ma lo «sportello fuori orario» dovrà servire<br />

in teoria i 3.000.000 di cittadini che<br />

vivono dentro il perimetro cittadino.<br />

ALESSANDRO TRENTIN<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

LUNEDÌ 31 DICEMBRE<br />

00.10: Studio A (stereo): Con voi<br />

nella notte<br />

7.20-17.30-23-24 Orizzonti cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-10-11-12-13-14-15-16-18-21-<br />

23.30: Radiogiornale in italiano,<br />

spagnolo, portoghese, francese,<br />

inglese, tedesco e polacco<br />

16.30: Il Sacro della musica verdiana<br />

di Paolo Di Nicola<br />

17: Liturgia delle Ore: celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

18: Dalla Basilica di San Pietro,<br />

Celebrazione dei Vespri della<br />

Solennità di Maria Santissima<br />

Madre di Dio, presieduta dal<br />

Santo Padre e Te Deum di ringraziamento<br />

di fine anno<br />

20.20: Programma tedesco:<br />

Hans-Bernhard Würmeling -<br />

Handgreifliche Tradition - Silversterbetrachtung<br />

20.40: Recita del Santo Rosario<br />

in latino<br />

21.30: Programma francese: Annoncer<br />

ensemble le Christ<br />

Jésus<br />

21.50: Programma inglese<br />

22.10: Programma spagnolo<br />

LUNEDÌ 31 DICEMBRE<br />

24: Rosario biblico (versione<br />

rumena)<br />

7.20: Rubrica: Chiesa in cammino:<br />

Scandinavia<br />

9: In diretta dalla Cappella di<br />

TelepaceinRoma:SantaMessa<br />

9.45: Rosario biblico<br />

12.35: Cappella di Telepace:<br />

Santa Messa<br />

16: In diretta dalla Cappella di<br />

Telepace in Roma: Santo Rosario<br />

e Adorazione Eucaristica<br />

17.30: In diretta dalla Basilica<br />

Vaticana: Vespri e Te Deum di<br />

ringraziamento, presieduti dal<br />

Santo Padre Giovanni Paolo II<br />

19.30: Notiziario<br />

21: In diretta dagli studi di Telepace<br />

Verona: Aspettando l'Anno<br />

nuovo - Auguri e filo diretto<br />

22.30: In diretta dagli studi di<br />

Telepace di Verona: Tenda di<br />

pace


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

EURO Dal 1° gennaio 2002 – Timori per i rincari<br />

Aumentano i prezzi<br />

di farmaci e autostrade<br />

ROMA, 29.<br />

Con l’arrivo dell’euro scatteranno<br />

nuovi rincari per le confezione dei farmaci<br />

e per le autostrade. Ciò sta provocando<br />

non pochi timori tra gli utenti e<br />

le associazioni di consumatori. Scatta<br />

dal prossimo 1° gennaio un aumento<br />

medio dei prezzi dei farmaci di circa<br />

0,41 euro in media a confezione (circa<br />

800 lire). L’aumento, che rappresenta la<br />

quarta tranche di recupero del prezzo<br />

medio europeo (originariamente prevista<br />

per il primo luglio 2001) ricadrà in gran<br />

parte sui conti delle regioni che dovranno<br />

subire un’impennata dei costi farmaceutici.<br />

Gli aumenti riguardano tutti i<br />

farmaci rimborsabili ma non quelli di fascia<br />

C, a totale carico dei cittadini.<br />

Il decreto taglia spesa ha infatti disposto<br />

lo slittamento al 1 gennaio 2002 della<br />

decorrenza degli aumenti, rinvio che ha<br />

permesso, appunto, un risparmio della<br />

spesa pubblica in farmaci. Molte aziende<br />

in questi mesi hanno però deciso in<br />

modo autonomo di ridurre il prezzo dei<br />

loro prodotti per restare competitivi di<br />

fronte all’arrivo dei corrispondenti prodotti<br />

generici. In questo caso le aziende<br />

sono tenute a ripercorrere nuovamente<br />

la procedura nei confronti del CIPE ed a<br />

effettuare una nuova pubblicazione in<br />

Gazzetta Ufficiale. Procedono invece bene<br />

le vendite dei farmaci generici che<br />

recentemente lo stesso Ministro della<br />

Salute, Girolamo Sirchia, ha definito un<br />

successo. Nel solo mese di settembre ha<br />

permesso un risparmio di 15 mld, ma si<br />

Inps: allarme truffe<br />

ai danni di pensionati<br />

L'ente spiega<br />

come comportarsi<br />

ROMA, 29.<br />

Con la moneta unica, diventano sempre<br />

più numerosi i casi di anziani contattati<br />

da sedicenti impiegati Inps che si<br />

offrono di facilitare la riscossione della<br />

pensione in euro. A lanciare l'allarme<br />

truffa ai danni dei pensionati è l’Inps,<br />

dopo alcuni casi verificatisi in questi<br />

giorni in cui persone anziane sono rimaste<br />

vittime di falsi dipendenti dell’Inps.<br />

Questi ultimi telefonano o si presentano<br />

a casa con la scusa di facilitare la riscossione<br />

in euro degli assegni o di garantire<br />

l’aumento a un milione della pensione<br />

minima. L’Inps precisa quindi che il pagamento<br />

in euro degli assegni pensionistici<br />

sarà effettuato a partire da gennaio<br />

da poste e banche, senza che si renda<br />

necessario alcun intervento da parte dei<br />

pensionati. Inoltre, l’ente previdenziale<br />

informa che all’aumento previsto delle<br />

pensioni minime sono interessati circa<br />

2.200.000 pensionati. Ad oltre 600.000<br />

persone, di cui l’Inps conosce già la situazione<br />

reddituale, il nuovo importo sarà<br />

pagato con la rata di gennaio. Ai restanti<br />

1.600.000 pensionati, possibili beneficiari<br />

dell’aumento, l’Inps invierà a<br />

casa una lettera nel mese di gennaio per<br />

acquisire i dati relativi ai redditi personali<br />

e del coniuge. Anche per il riconoscimento<br />

di tale aumento non è previsto<br />

quindi che i pensionati siano contattati a<br />

domicilio da funzionari dell’Inps. Pertanto<br />

l’istituto invita chi dovesse ricevere<br />

eventuali telefonate o visite a domicilio<br />

a nome dell’Inps a chiamare il 112 o<br />

il 113, oltre a contattare il numero del<br />

call center dell’istituto: 16464.<br />

12 .<br />

in primo piano<br />

stima che nel corso del 2002 sarà di 800<br />

mld.<br />

Dal primo gennaio 2002 i pedaggi sulla<br />

rete gestita dalla società Autostrade<br />

aumenteranno in media del 2,21%. Lo<br />

annuncia la società ricordando che l’incremento<br />

tariffario, è stato controllato<br />

ed autorizzato dall’Anas sulla base dei<br />

parametri di riferimento per il price-cap.<br />

Le tariffe unitarie chilometriche, spiega<br />

Autostrade, saranno convertite in euro<br />

applicando solo in tasso di conversione<br />

mentre l’arrotondamento dei pedaggi<br />

corrispondenti al percorso compiuto,<br />

per favorire la gestione dei resti, sarà<br />

come negli anni scorsi conforme alle disposizioni<br />

ministeriali: 10 centesimi di<br />

euro per eccesso o difetto, a seconda<br />

che l’importo complessivo sia uguale o<br />

superiore, oppure inferiore, ai 5 centesimi<br />

di euro. Nel periodo di doppia circolazione<br />

di lire ed euro, ovvero fino al 28<br />

febbraio, nei casi di pagamento dei pedaggi<br />

in lire il resto sarà arrotondato a<br />

favore del cliente, alle 100 lire o ai 5<br />

centesimi superiori.<br />

Aumenta anche il pedaggio sull’autostrada<br />

Napoli-Salerno. Dal 1° gennaio si<br />

pagheranno infatti 1,20 euro, pari a<br />

2.324 lire per le autovetture di classe A,<br />

a fronte delle attuali 2.000 lire. Minore il<br />

rincaro per la Tangenziale di Napoli,<br />

che costerà 0,65 Euro (1.259 lire invece<br />

delle attuali 1.200 lire). L’adeguamento<br />

delle tariffe di pedaggio, sottolineano alle<br />

Autostrade Meridionali, scatterà così<br />

come previsto dai patti convenzionali fra<br />

l’ente concedente Anas e la società concessionaria<br />

della A3 Napoli-Salerno.<br />

Anno negativo<br />

per la Borsa<br />

Il valore<br />

delle contrattazioni<br />

è sceso del 25%<br />

Espresse dal presidente della Corte dei Conti<br />

Perplessità sulla copertura<br />

della legge «Tremonti bis»<br />

ROMA, 29.<br />

Vi sono «perplessità» sulla copertura<br />

della legge Tremonti bis, almeno per<br />

l’anno 2003. Le riserve sono state<br />

espresse ieri «a titolo personale» dal presidente<br />

della Corte dei Conti, Staderini.<br />

La copertura del provvedimento per<br />

l’anno citato, afferma Staderini, «viene<br />

trovata, secondo la legge, nell’incremento<br />

delle entrate tributarie realizzate in<br />

conseguenza dell’espansione dell’economia<br />

provocata dal provvedimento stesso<br />

negli anni precedenti, 2001 e 2002». Si<br />

tratta, secondo Staderini, di «una copertura<br />

aleatoria e presuntiva», fissata da<br />

una legge che ha trovato applicazione<br />

«nonostante le perplessità sollevate dalla<br />

Corte».<br />

Altri punti di perplessità vengono trovati<br />

nella divergenza tra una circolare<br />

dell’Agenzia delle entrate e la relazione<br />

tecnica alla legge stessa: la prima prevede<br />

che i benefici fiscali per gli investimenti<br />

vengano applicati «alla totalità<br />

della spesa — dice Staderini — mentre,<br />

secondo la relazione tecnica, anche per<br />

gli investimenti in formazione deve valere<br />

il limite per gli interventi in beni strumentali».<br />

Questo porta, sintetizza il presidente<br />

della magistratura di controllo, a<br />

dover individuare «due coperture, nettamente<br />

differenti». E suscita «impressione»<br />

questa «divergenza notevole» tra<br />

due provvedimenti emanati dall’Esecutivo».<br />

«Non mi sembra — ha poi concluso<br />

il presidente della Corte — che in entrambi<br />

i casi si sia tenuto conto di come<br />

la formazione comprenda anche costi<br />

per personale docente non necessariamente<br />

con contratto di lavoro dipenden-<br />

Lavoratore ucciso da un treno in Liguria<br />

LA SPEZIA — Un operaio, Giuseppe Piccetti, di 49 anni di Sestri Levante<br />

(Genova), è stato travolto ed ucciso, sabato, da un treno intercity Roma-Torino<br />

in una galleria tra Deiva Marina e Moneglia. La linea ferroviaria tra<br />

Genova e La Spezia è rimasta interrotta per alcune ore. Secondo i primi accertamenti,<br />

l’operaio stava controllando i fili della linea aerea.<br />

Paga al Comune più imposte del dovuto: multata<br />

COMO — Multata dal Comune per avere pagato troppe imposte: è la paradossale<br />

situazione di una signora di Turate, proprietaria di un terreno, si è<br />

vista recapitare quattro multe per un totale di 80mila lire per ciascuno dei<br />

quattro anni in cui ha pagato di più. Motivazione: dichiarazione infedele.<br />

L’importo corrisposto dalla signora, sulla base di dichiarazioni compilate da<br />

un centro di assistenza fiscale, era infatti superiore al dovuto. Il computer<br />

infatti non è stato in grado di distinguere tra errore in difetto ed errore in<br />

eccesso. Sembra che la sanzione sarà condonata.<br />

Allarme nel Cagliaritano per benzina nelle fogne<br />

CAGLIARI — Allarme a Selargius, una quindicina di chilometri da Cagliari,<br />

per un forte odore di benzina dalle fognature. I Vigili del fuoco sono al lavoro<br />

dalla mezzanotte per individuare la causa . Finora nessuno degli abitanti<br />

della zona è stato fatto evacuare, ma per precauzione un’area di un<br />

chilometro quadrato, nel centro del paese, è stata transennata impedendo il<br />

transito di veicoli e pedoni. Le operazioni, coordinate dalla Protezione civile,<br />

vedono impegnati anche Carabinieri, Polizia di Stato e Vigili urbani.<br />

«Supermarket» della droga a Lecco: due arresti<br />

LECCO — Vendevano eroina a domicilio a clienti sicuramente solventi e la<br />

loro casa era diventata un supermarket dello spaccio con una quindicina di<br />

clienti al giorno e siringa pronta per l’uso. I «gestori», due giovani di 27 e<br />

37 anni, sono stati arrestati. Fra gli acquirenti due casi limite: quello di una<br />

coppia valtellinese non ancora quarantenne che si recava a Lecco in treno<br />

almeno due volte la settimana, facendosi accompagnare dalla figlia quattordicenne<br />

per acquistare eroina (la figlia, però, non farebbe uso di sostanze<br />

stupefacenti) e quello di un professore di scuola media superiore di Lecco<br />

che in un’occasione, fermato dai Carabinieri, ha subito ritelefonato agli<br />

spacciatori per avere una dose sostitutiva.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 30 Dicembre 2001<br />

EURO: RINCARI IN VISTA Con l’arrivo dell’euro<br />

scatteranno nuovi rincari, in particolare per le confezioni<br />

dei farmaci e per le autostrade. I ritocchi di<br />

prezzi e di tariffe sta suscitando non pochi timori tra<br />

utenti e associazioni di consumatori.<br />

PENSIONATI: ATTENZIONE ALLE TRUFFE Con la<br />

moneta unica, diventano sempre più numerosi i casi<br />

di anziani contattati da sedicenti impiegati Inps che<br />

si offrono di facilitare la riscossione della pensione<br />

MILANO, 29.<br />

Un anno, dicono gli esperti, tutto in<br />

negativo per la Borsa Italiana. È la fotografia<br />

che emerge dai dati sull’andamento<br />

nel 2001. Nell’anno dello spietato attacco<br />

terroristico dell’11 settembre in<br />

Usa, la Borsa, già in difficoltà nei mesi<br />

precedenti come del resto gli altri mercati<br />

internazionali, alla fine a sofferto di<br />

più in Europa con una scesa del valore<br />

delle contrattazione pari a circa il 25%.<br />

Il Mibtel, infatti, ha lasciato sul terreno<br />

il 24,6% e ancora peggio ha registrato il<br />

Numtel, l’indice del listino dei titoli Internet<br />

e tecnologici che, dopo un 2000<br />

già difficile, si è sgonfiato di un ulteriore<br />

45,5%. Per la Borsa è stata una vera e<br />

propria «cura dimagrante»: la capitalizzazione<br />

si è assottigliata a 592 miliardi<br />

di euro, vale a dire il 49% del Pil, contro<br />

il 70,6% del Prodotto interno lordo raggiunto<br />

alla fine dell’anno scorso. In flessione<br />

anche il valore degli scambi (-25%<br />

a 682 miliardi di euro) e la media giornaliera<br />

degli stessi, -23,6% a 2,51 miliardi<br />

di euro. A relegare il listino italiano<br />

all’ultimo posto della classifica europea,<br />

dove solo Madrid è riuscita a contenere<br />

le perdite, ha contribuito il calo record<br />

di Bipop (-73%). Tartassate sono risultate<br />

d’altra parte quasi tutte le società del<br />

Mib30, dove solo Autostrade ha dato<br />

qualche soddisfazione agli investitori<br />

con un rialzo annuale poco superiore al<br />

9%. Ma la performance peggiore, come<br />

pure la migliore, è di una piccola azienda:<br />

a Recordati la palma d’oro (+117%)<br />

a Elios Holding (-77%) l’ultimo posto in<br />

classifica.<br />

te, né delle spese per le attrezzature necessarie<br />

alla formazione».<br />

A preoccupare Staderini c'è anche il<br />

presunto progetto di alcune Regioni<br />

che, sulla spinta del federalismo, guarderebbero<br />

«con simpatia» a ordinamenti<br />

esteri come i lander che hanno ciascuno<br />

una propria Corte dei Conti. Una riforma<br />

del genere, per Staderini, sarebbe<br />

«deleteria» in Italia perché l'indipendenza<br />

di questi organi di controllo sarebbe<br />

«molto ridotta»; e perché «verrebbe meno<br />

la garanzia del funzionamento dei<br />

meccanismi di federalismo fiscale».<br />

L'inchiesta sulle tangenti alle Molinette:<br />

250 videocassette in mano agli inquirenti<br />

TORINO, 29.<br />

Sono 250 le videocassette registrate di nascosto dalla Guardia di finanza<br />

nell’ufficio del direttore generale delle Molinette, Luigi Odasso, e, in misura<br />

minore, in quello dell’ingegnere capo, Aldo Rosso. Soprattutto per il primo<br />

rappresentano un importante elemento di accusa, poiché si vedono passaggi<br />

di buste, compreso quello che, mercoledì della scorsa settimana, ne ha determinato<br />

l’arresto in flagranza, insieme con l’imprenditrice cuneese Renata Prati.<br />

Ieri Rosso ha negato ogni accusa davanti al Gip Patrizia Pironti. La Procura<br />

torinese non ha dubbi sul materiale che ha a disposizione contro di lui. Oltre<br />

alle intercettazioni, ci sono infatti le dichiarazioni dello stesso Odasso, che<br />

dice di avere ricevuto dall’amico e collega circa 50 milioni versati da alcuni<br />

professionisti, e ci sono le affermazioni degli imprenditori Angelo Doninelli e<br />

Cecilia Governale, che dicono di avere pagato rispettivamente 100 e 165 milioni<br />

a Rosso. Doninelli ha parlato di insistenti richieste di denaro: «Eravamo arrivati<br />

al 24% del valore di una commessa, pagavo a rate 14 milioni al mese,<br />

ovviamente in nero — ha raccontato alla finanza Doninelli —; se non portavo<br />

i soldi mi arrivavano insitenti telefonate».<br />

Dopo un furto<br />

finisce con l'auto<br />

in un canale e muore<br />

PISA, 29.<br />

Un giovane dall’apparente età di 25-30<br />

anni è morto annegato in un canale dopo<br />

aver messo a segno un furto, probabilmente<br />

con altri complici. È accaduto<br />

a Bientina. Il giovane, forse di origine<br />

albanese, è stato trovato dai sommozzatori<br />

ormai senza vita all’interno di una<br />

Mercedes finita in acqua dopo aver<br />

sbandato, probabilmente a causa del<br />

ghiaccio. L’imprenditore Loris Bindi, 75<br />

anni, aveva poco prima denunciato il<br />

furto non solo dell'auto ma anche di otto<br />

milioni di lire in contanti e di alcuni<br />

oggetti in oro. L’uomo ha raccontato ai<br />

militari di aver subito il furto verso le<br />

tre della notte e di essersi accorto che<br />

qualcuno era entrato in casa solo quando<br />

ormai era troppo tardi. Il ladro, o i<br />

ladri, si sarebbero introdotti nella villa<br />

forzando la porta d’ingresso e una finestra.<br />

L’allarme, benché inserito, non sarebbe<br />

scattato. L’imprenditore che era<br />

in casa con la moglie e un figlio sarebbe<br />

stato svegliato da alcuni rumori ma non<br />

avrebbe fatto in tempo a vedere i malviventi<br />

fuggire. Gli investigatori non escludono<br />

che in macchina oltre al giovane<br />

morto potessero trovarsi altri complici<br />

che potrebbero essere riusciti a raggiungere<br />

la riva e a salvarsi.<br />

in euro. A lanciare l'allarme è lo stesso Istituto nazionale<br />

di previdenza sociale<br />

BOTTI: SEQUESTRI SENZA SOSTA, DUE FERITI<br />

Aumenta di ora in ora il materiale sequestrato dalle<br />

forze dell'ordine impegnate nella repressione del<br />

commercio di «botti» proibiti. In Campania si registrano<br />

un arresto, decine di denunce e due feriti.<br />

LA CORTE DEI CONTI SULLA «TREMONTI BIS» Vi<br />

BOTTI In Campania due feriti, un arresto, denunce e ingenti sequestri<br />

Operazioni in tutte le regioni:<br />

trovato materiale molto pericoloso<br />

ROMA, 29.<br />

Proseguono senza sosta i sequestri di<br />

«botti» proibiti da parte delle forze dell'ordine<br />

in vista della notte del 31 dicembre.<br />

Tra le ultime operazioni in ordine<br />

di tempo quella compiuta dalla squadra<br />

mobile di Salerno che in un'abitazione<br />

di Bellizzi ha trovato 48 bombe-carta somiglianti,<br />

secondo gli artificieri, agli ordigni<br />

utilizzati dal racket. Il proprietario<br />

è stato denunciato per detenzione illegale<br />

di materiale esplodente. In altre due<br />

distinte azioni, a Cava dei Tirreni gli<br />

agenti del commissariato hanno requisito<br />

in due locali delle frazioni Santa Maria<br />

del Rovo e Santa Lucia tre quintali<br />

fra «cipolle», «batterie» e «tric trac».<br />

La Campania, come triste tradizione,<br />

è la regione che sta facendo registrare il<br />

maggior numero di sequestri. A Napoli<br />

ieri una persona è stata arrestata e 17<br />

denunciate in stato di libertà. In carcere<br />

è finita Annunziata Chiariello, 45 anni,<br />

proprietaria di una bancarella al rione<br />

Berlingieri. Gli agenti l’hanno trovata in<br />

possesso di materiale ritenuto molto pericoloso,<br />

come «tracchi» collegati a micidiali<br />

«cipolle». È accusata di detenzione<br />

di fuochi pirotecnici con effetto devastante.<br />

I sequestri sono stati eseguiti soprattutto<br />

nei quartieri Vicaria-Mercato,<br />

San Carlo all’Arena, Pianura e Secondigliano.<br />

Ad Ercolano un bambino di 9<br />

anni è rimasto ferito ad una mano dopo<br />

aver raccolto probabilmente per strada<br />

un petardo mentre stava giocando con<br />

alcuni coetanei. A Grottaminarda (Avel-<br />

lino) un giovane ha perso due dita mentre<br />

lanciava petardi dalla macchina.<br />

Ma i controlli sono stati intensificati<br />

in tutta Italia. Oltre mille chili di artifici<br />

pirotecnici pronti per essere venduti in<br />

vista di Capodanno e stipati in una cartoleria<br />

sono stati sequestrati dalla Polizia<br />

a Torino che ha anche denunciato il<br />

proprietario. Il negozio è situato al piano<br />

terra di un edificio di cinque piani e<br />

a segnalare la presenza dei «botti» è stato<br />

un residente nel palazzo, spaventato<br />

dalla possibilità di un’esplosione. Il locale<br />

fra l'altro non era dotato di alcun si-<br />

PROCESSO SME Prossima udienza il 3 gennaio<br />

Nuove tensioni con abbandoni<br />

dell'aula e dure contestazioni<br />

Poi depongono Prodi e Amato<br />

MILANO, 29.<br />

Un nuovo abbandono dell’aula da<br />

parte dei difensori dell’on. Cesare Previti,<br />

l’accusa del pm Ilda Boccassini allo<br />

stesso deputato di «rifiutare il processo<br />

e le istituzioni» e l’annuncio del difensore<br />

di Silvio Berlusconi e deputato di Fi,<br />

avvocato Niccolò Ghedini, di un’interrogazione<br />

al ministro della Giustizia sull’andamento<br />

del processo, hanno fatto<br />

da prologo, ieri, alle testimonianze di<br />

due ex Presidenti del Consiglio, Romano<br />

Prodi e Giuliano Amato, in una delle<br />

udienze più tese del processo Sme.<br />

L’udienza era cominciata — come ab-<br />

Opere d'arte<br />

e reperti archeologici<br />

recuperati dai Carabinieri<br />

BARI, 29.<br />

Una trentina di reperti archeologici,<br />

un dipinto del 1600 e una tela del 1709<br />

sono stati sequestrati tra la Puglia e l’Emilia<br />

Romagna da carabinieri del nucleo<br />

tutela patrimonio culturale di Bari a<br />

conclusione di lunghe indagini.<br />

Le operazioni che hanno portato ai<br />

sequestri sono state coordinate dalle<br />

procure di Brindisi e di Chieti.<br />

Uno dei dipinti, un piccolo olio su tavola<br />

raffigurante una Madonna risalente<br />

al 1600, è stato sequestrato a Terlizzi, in<br />

provincia di Bari, ed era stato rubato in<br />

una abitazione privata a Roma.<br />

L’altro, un olio su tela di grosse dimensioni<br />

(cm 167x96), raffigurante il<br />

martirio di San Bartolomeo del 1709 è<br />

stato recuperato ad Anzola D’Emilia<br />

(Bologna) ed era stato rubato in una<br />

chiesa in Abruzzo.<br />

I reperti archeologici, 28 pezzi costituiti<br />

da pesi da telaio, trozzelle, brocchette<br />

skyphos, e lucerne, sono stati sequestrati<br />

a Torchiarolo (Brindisi).<br />

Nel corso dell’anno i carabinieri hanno<br />

segnalato 53 persone in stato di libertà<br />

alle autorità giudiziarie per truffa, ricettazione,<br />

illecita commercializzazione<br />

di opere d’arte e contraffazione di beni<br />

numismatici.<br />

biamo riferito ieri — con i difensori di<br />

Previti che avevano sostenuto di non essere<br />

legittimati a proseguire la difesa e<br />

avevano chiesto un rinvio. Le richieste<br />

dei difensori si erano scontrate con il<br />

pm Boccassini. I giudici avevano rigettato<br />

le richieste dei difensori. L’avv. Luisa<br />

Bontempi era stata nominata difensore<br />

d’ufficio di Previti (il che faceva evitare<br />

lo stralcio della posizione di Previti) anche<br />

se Bontempi eccepiva chiedendo la<br />

revoca della nomina e un rinvio.<br />

È stato a questo punto che Ghedini<br />

ha messo a verbale una dura dichiarazione,<br />

accusando i giudici di essersi posti<br />

«al di fuori del sistema codicistico» e<br />

di celebrare «un processo senza il diritto<br />

irrinunciabile alla difesa tecnica». Altrettanto<br />

dura la reazione dell’avv. Pisapia<br />

(anch'egli deputato ma del Prc, che assiste<br />

la parte civile Cir) contro Ghedini.<br />

Dopo le testimonianze di alcuni poliziotti,<br />

è stata la volta di Prodi e Amato,<br />

il primo presidente dell’Iri all’epoca<br />

(’85-86) dell’operazione di cessione Sme;<br />

il secondo come ex sottosegretario alla<br />

Presidenza nel governo Craxi. Prodi ha<br />

parlato dei passaggi principali della cessione,<br />

affermando che alcuni imprenditori<br />

da lui contattati (Barilla, Ferrero)<br />

non erano interessati, mentre «De Benedetti<br />

si mostrò interessato», e quando<br />

giunse la proposta della Buitoni, lui ne<br />

fu «entusiasta». Amato, invece, ha parlato<br />

dei rapporti non buoni tra Craxi e De<br />

Benedetti; e ha poi dichiarato di aver<br />

suggerito a Darida di chiedere il parere<br />

del Cipi sulla cessione Sme.<br />

Il processo riprenderà il 3 gennaio<br />

con la presenza della testimone principale:<br />

Stefania Ariosto.<br />

Favorirono 10.000<br />

immigrati clandestini<br />

dall'ex Urss: in carcere<br />

sono «perplessità» sulla copertura della legge Tremonti<br />

bis, almeno per quanto riguarda l’anno 2003.<br />

Le riserve sono state espresse dal presidente della<br />

Corte dei Conti, Staderini.<br />

PROCESSO SME Udienza incandescente al processo<br />

milanese sulla vendita del settore alimentare<br />

dell'Iri. Ripetuti gli scontri tra i giudici e gli avvocati<br />

di Previti e Berlusconi. Hanno testimoniato Prodi e<br />

Amato.<br />

stema antincendio, come del resto lo<br />

stesso edificio.<br />

In provincia di Modena il sequestro<br />

più consistente è avvenuto in un negozio<br />

di caccia e pesca di Concordia dove<br />

sono stati trovati 9 quintali e mezzo di<br />

petardi e fuochi d’artificio: fra essi un<br />

razzo da 23 chili che da solo costa un<br />

milione di lire. I «botti» non erano di genere<br />

proibito ma irregolare era la quantità<br />

detenuta dal commerciante. Altre<br />

operazioni sono state compiute oggi nel<br />

Bresciano, nel Veronese, nel Potentino e<br />

nel Barese.<br />

Autobotte sbanda e precipita nel Piave:<br />

morti due Vigili del fuoco nel Bellunese<br />

BELLUNO, 29.<br />

È stato probabilmente il fondo ghiacciato e la pesantezza del mezzo, carico<br />

d'acqua, a provocare l'incidente che ieri sera nel Bellunese, attorno alle 23, è<br />

costato la vita a due vigili del fuoco che a bordo di un'autobotte stavano accorrendo<br />

sul luogo di un incendio. La sciagura si è verificata ad un chilometro<br />

e mezzo da Santo Stefano di Cadore quando l’autobotte è uscita di strada<br />

poco prima di una galleria della statale 52 «Carnica» finendo nel fiume Piave.<br />

Alla guida c'era il caposquadra Mario De Candido, 49 anni, descritto dai colleghi<br />

come uomo esperto, con oltre 25 anni di servizio; al suo fianco Lorenzo<br />

Marchiano, 19, da poco giunto alla stazione di Santo Stefano per associare il<br />

servizio di leva allo sport da lui praticato, lo sci di fondo. E ci sono tre pompieri<br />

tra le 4 vittime del tamponamento avvenuto ieri mattina sull’autostrada<br />

Palermo-Catania all’altezza di Enna: Luigi Galioto, di 30 anni, Antonino Balistreri,<br />

di 27, e Antonino Porcaro, di 31, che si stavano recando al lavoro. Nell'incidente<br />

è morto anche Agatino Scuderi, 45 anni, autotrasportatore.<br />

ANCONA, 29.<br />

Il Tribunale della libertà ha respinto<br />

l'istanza di scarcerazione di Beniamino<br />

Tira, 49 anni, residente a Venezia, e di<br />

Ernesto Di Natale, 55 anni, di Napoli,<br />

due delle sei persone arrestate dalla polizia<br />

di Ancona per favoreggiamento dell’<br />

immigrazione clandestina dai paesi<br />

dell’ex Unione Sovietica.<br />

Le altre persone c finite in manette<br />

sono Franco Fraboni, 43 anni di Castelcolonna<br />

(Ancona), sua moglie Olga Pigoula,<br />

russa (ora agli arresti domiciliari),<br />

Alim Pazov, 25 anni, un cittadino di<br />

origine russa residente a Senigallia, e<br />

Gianfranco Tonni, albergatore riccionese<br />

di 42 anni. L’organizzazione sarebbe stata<br />

in grado in poco più di un anno (dall’agosto<br />

dello scorso anno) di far entrare<br />

in Italia qualcosa come 10.000 clandestini,<br />

per la maggior parte famiglie armene,<br />

grazie anche a false prenotazioni alberghiere<br />

che consentivano il rilascio dei<br />

visti di ingresso nell’area Schengen. Insieme<br />

a Ernesto Di Natale, dipendente<br />

dell’albergo all’epoca dei fatti, Tonni<br />

avrebbero favorito l’ingresso in Italia di<br />

cittadini provenienti dall’ex Unione Sovietica<br />

attraverso il compiacente rilascio<br />

delle false attestazioni di prenotazione.<br />

Rafforzati i controlli<br />

antiterrorismo<br />

per la notte<br />

dell'ultimo dell'anno<br />

ROMA, 29.<br />

La tradizione di festeggiare l'anno<br />

nuovo all’aperto, nelle piazze, stavolta<br />

preoccupa i responsabili della sicurezza.<br />

Non si tratterà infatti, come è stato in<br />

passato, solo di garantire l’ordine pubblico<br />

ma anche di innalzare il livello dei<br />

controlli antiterrorismo nei confronti di<br />

quelli che dall’11 settembre sono diventati<br />

«obiettivi sensibili». Precise le indicazioni<br />

per la notte dell’ultimo dell’anno<br />

impartite alle forze dell'ordine impegnate<br />

nel pattugliamento a tappeto delle città:<br />

massima allerta per i 4.000 militari<br />

che vigilano su ambasciate, basi militari,<br />

monumenti e sedi istituzionali, stazioni,<br />

porti e aeroporti. Alle tre forze di polizia<br />

è stato assegnato invece il compito di<br />

pattugliare strade e quartieri e le piazze<br />

dove sono annunciate feste e concerti.<br />

Intorno a mezzanotte il Capo della<br />

Polizia verificherà di persona l’andamento<br />

delle misure di sicurezza collegandosi<br />

da Roma con le sale operative delle<br />

maggiori città, partendo da Torino per<br />

arrivare fino al Sud. Nel capoluogo piemontese<br />

rafforzati i controlli in piazza<br />

Castello e in piazza San Carlo dove si<br />

svolgeranno i due concerti di Capodanno<br />

organizzati dal Comune; a Milano<br />

pattugliamenti speciali in piazza del<br />

Duomo e in piazza Duca D’Aosta dove<br />

si terrà un concerto proprio davanti alla<br />

stazione centrale; a Bologna occhi puntati<br />

su piazza Maggiore; a Roma massima<br />

attenzione nelle piazze del centro e<br />

della periferia nelle quali sono previsti<br />

concerti e spettacoli; a Napoli assidua<br />

vigilanza degli obiettivi sensibili così come<br />

a Bari e a Palermo là dove sono previsti<br />

feste e concerti.<br />

«Mucca pazza»:<br />

48 i casi<br />

segnalati in Italia<br />

ROMA, 29.<br />

Sono arrivati al numero di 48, i<br />

casi d'epidemia di Bse segnalati in<br />

Italia.<br />

A confermarlo è stato il Ministero<br />

della Salute che ha ricevuto<br />

i risultati dall’Istituto Zooprofilattico<br />

Sperimentale di Torino, Centro<br />

di Referenza Nazionale per la<br />

Bse, della positività ai test per la<br />

Bse di una bovina di cinque anni,<br />

di razza Frisona italiana, proveniente<br />

da un allevamento della<br />

provincia di Gorizia. A questa si<br />

aggiunge la positività di un’altra<br />

bovina di sei anni proveniente da<br />

un allevamento della provincia di<br />

Bari, risultate nei giorni scorsi<br />

non negative ai test rapidi antiprione.<br />

Salgono così a quarantotto i casi<br />

di encefalopatia spongiforme<br />

bovina in Italia (diagnosticata in<br />

fase pre-clinica, di cui due non<br />

autoctoni) su oltre 450.000 analisi<br />

effettuate finora per verificare la<br />

presenza del cosiddetto morbo<br />

della «mucca pazza».


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Anno CXLII - N. 1 (42.937) CITTÀ DEL VATICANO Lunedì-Martedì 31 Dicembre 2001-1 Gennaio 2002<br />

UN PROPOSITO E UN PROGRAMMA PER DARE UNA SVOLTA ALLA STORIA<br />

Far pace con la pace<br />

‘‘<br />

‘‘<br />

‘‘<br />

...la preghiera per la pace<br />

non è un elemento<br />

che «viene dopo»<br />

l'impegno per la pace.<br />

Al contrario,<br />

essa sta al cuore<br />

dello sforzo<br />

per l'edificazione di una<br />

pace nell'ordine,<br />

nella giustizia<br />

e nella libertà.<br />

Pregare per la pace<br />

significa aprire il cuore<br />

umano all'irruzione<br />

della potenza rinnovatrice<br />

di Dio. Dio, con la forza<br />

vivificante della sua<br />

grazia, può creare<br />

aperture per la pace<br />

là dove sembra<br />

che vi siano soltanto<br />

ostacoli e chiusure;<br />

può rafforzare e allargare<br />

la solidarietà<br />

della famiglia umana,<br />

nonostante lunghe storie<br />

di divisioni e di lotte.<br />

Pregare per la pace<br />

significa pregare<br />

per la giustizia,<br />

per un adeguato<br />

ordinamento all'interno<br />

delle Nazioni<br />

e nelle relazioni<br />

fra di loro. Vuol dire<br />

anche pregare<br />

per la libertà,<br />

specialmente<br />

per la libertà religiosa,<br />

che è un diritto<br />

fondamentale umano<br />

e civile di ogni individuo.<br />

Pregare per la pace<br />

significa pregare<br />

I martiri del 2001:<br />

nel sangue del martirio<br />

il valore profetico<br />

della scelta radicale<br />

del Vangelo<br />

Pagina 7<br />

INCONTRI<br />

Riccardo Chailly<br />

intervistato da Antonio Braga<br />

Pagina 3<br />

1° GENNAIO 2002<br />

Far pace con la pace. Potrebbe apparire uno slogan, ma, in<br />

realtà, è la sintesi dell'intenso ed incalzante magistero che di<br />

giorno in giorno Giovanni Paolo II va sviluppando. È la sintesi<br />

dei quotidiani, pressanti appelli che Egli rivolge a tutti, in modo<br />

particolare a quanti hanno la responsabilità di non continuare a<br />

sfigurare il volto della pace.<br />

È la sintesi del Messaggio «Urbi et Orbi», un testo che ha il<br />

sapore di un salmo attraversato dalla voce implorante di un<br />

grande Padre della Chiesa. Dal «bimbo qualunque, che per Cristo<br />

è qualcuno» all'«ogni giorno porto nel cuore...»; dal «mai si<br />

ponga il nome santo di Dio a suggello dell'odio» al «vieni» ri-<br />

All'Angelus il Papa chiede alle famiglie cristiane<br />

«un supplemento di audacia spirituale e apostolica»<br />

Dinanzi ai pericoli e alle difficoltà che attraversa l'istituto<br />

familiare, il Papa chiede alle famiglie cristiane «un supplemento<br />

di audacia spirituale e apostolica». Lo ribadisce all'Angelus<br />

di domenica 30 dicembre, Festa della Santa Famiglia<br />

di Nazareth, recitato con i numerosi fedeli radunatisi<br />

in Piazza San Pietro per la preghiera mariana.<br />

«L’umile dimora di Nazareth — ha spiegato Giovanni<br />

Paolo II nella sua meditazione — è per ogni credente, e<br />

specialmente per le famiglie cristiane, un’autentica scuola<br />

del Vangelo. Qui ammiriamo la realizzazione del progetto<br />

divino di fare della famiglia un’intima comunità di vita e<br />

d’amore; qui apprendiamo che ogni nucleo familiare cristiano<br />

è chiamato ad essere piccola “chiesa domestica”, dove<br />

devono risplendere le virtù evangeliche».<br />

Pagina 5<br />

petuto quattro volte con dolente intercessione e culminante in<br />

quel «non tardare», invocazione alta di chi con Dio ha una confidenza<br />

indefinibile.<br />

Far pace con la pace significa anche entrare seriamente in<br />

quell'esercizio penitenziale che dal digiuno del 14 dicembre<br />

2001 conduce alla preghiera del 24 gennaio 2002 nella città di<br />

San Francesco.<br />

Un esercizio di totale cambiamento di mentalità e di direzione<br />

che un Uomo di Dio non si stanca di indicare ogni giorno.<br />

Con la fiamma che gli arde nel cuore.<br />

m. a.<br />

per ottenere il perdono<br />

di Dio e per crescere<br />

al tempo stesso<br />

nel coraggio<br />

che è necessario<br />

a chi vuole a propria<br />

volta perdonare le offese<br />

subite. Per tutti questi<br />

motivi ho invitato<br />

i rappresentanti<br />

delle religioni del mondo<br />

a venire ad Assisi,<br />

la città di san Francesco,<br />

il prossimo 24 gennaio,<br />

a pregare per la pace.<br />

Vogliamo con ciò<br />

mostrare che il genuino<br />

sentimento religioso<br />

èuna sorgente inesauribile<br />

di mutuo rispetto<br />

e di armonia tra i popoli:<br />

in esso, anzi, risiede<br />

il principale antidoto<br />

contro la violenza<br />

ed i conflitti. In questo<br />

tempo di grave<br />

preoccupazione, l'umana<br />

famiglia ha bisogno<br />

di sentirsi ricordare<br />

le sicure ragioni<br />

della nostra speranza.<br />

Proprio questo noi<br />

intendiamo proclamare<br />

ad Assisi, pregando Dio<br />

Onnipotente — secondo<br />

la suggestiva espressione<br />

attribuita allo stesso<br />

san Francesco —<br />

di fare di noi<br />

uno strumento<br />

della sua pace...<br />

(Giovanni Paolo II, Messaggio<br />

per la Giornata Mondiale della Pace<br />

del 1° gennaio 2002)<br />

’’<br />

’’<br />

’’<br />

Solennità di Maria Santissima, Madre di Dio<br />

Anno nuovo dono<br />

della generosità divina<br />

L’anno nuovo è prima di tutto un dono che riceviamo<br />

dal Padre. Il fatto di vivere un anno di più ci<br />

ricorda che la vita ci viene data ogni giorno dalla<br />

bontà sovrana del Padre. Si tratta di un dono assolutamente<br />

gratuito. Il Padre che ha creato il mondo<br />

continua a crearlo... Ogni giorno rinnova il dono che<br />

ci ha fatto della nostra esistenza...<br />

di JEAN GALOT<br />

Pagina 5<br />

In occasione della Solennità di Maria SS. Madre di<br />

Dio domani il nostro giornale non uscirà. Le pubblicazioni<br />

riprenderanno in data 2-3 gennaio 2002.


DAL MONDO<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

PAGINA<br />

TIPOGRAFIA VATICANA<br />

EDITRICE<br />

«<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong>»<br />

Redazione:<br />

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Servizi fotografici<br />

de «L'Osservatore Romano»<br />

a cura di Arturo Mari<br />

Le foto dell'attività della Santa Sede<br />

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AZIENDE PROMOTRICI DELLA DIFFUSIONE DE <strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong><br />

ALITALIA – INTESABci – VOBIS – ADVENIA<br />

Pubblietica sta lavorando ad un progetto teso all'incremento della diffusione de<br />

L'Osservatore Romano in collaborazione con alcune primarie aziende italiane.<br />

Lo sforzo del quotidiano della Santa Sede per diffondere la parola del Papa, soprattutto in<br />

questo particolare momento storico, può infatti essere validamente sostenuto da quanti<br />

condividono i valori propugnati dalla Chiesa cattolica.<br />

Alcune aziende hanno scelto L'Osservatore Romano come mezzo privilegiato e qualificato<br />

per divulgare il loro messaggio pubblicitario. Saranno queste aziende —<br />

sottoscrittrici di numerosi abbonamenti — a diffondere all'interno del proprio<br />

mondo di riferimento (sedi, clienti, collaboratori), questo giornale, questi valori.<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 31 Dicembre 2001-1 Gennaio 2002<br />

PERÚ Quattro isolati nel centro di Lima sono stati<br />

devastati sabato sera dall'esplosione di un deposito<br />

di fuochi d'artificio. Il bilancio ancora provvisorio<br />

della tragedia è spaventoso: 289 morti, duecento feriti<br />

e danni materiali ingentissimi.<br />

ARGENTINA Si è dimesso, a una settimana dal<br />

suo insediamento, anche il Presidente provvisorio<br />

della Repubblica, il peronista Adolfo Rodríguez Saá,<br />

che era subentrato nella carica al radicale Fernando<br />

PERÚ L'immane sciagura provocata dall'accensione di un fuoco d'artificio<br />

Rogo nel centro di Lima:<br />

289 le vittime accertate<br />

LIMA, 31.<br />

Una tragedia improvvisa, ma per taluni<br />

versi ampiamente annunciata, ha ieri<br />

gettato nella disperazione centinaia di<br />

famiglie peruviane. Quattro isolati di<br />

una zona commerciale in pieno centro<br />

di Lima sono stati devastati dalle fiamme<br />

partite da un negozio di fuochi d’artificio.<br />

Un bilancio purtroppo ancora solo<br />

provvisorio parla di 289 morti, di oltre<br />

200 feriti ed ingentissimi danni. Il<br />

numero delle vittime è ancora parziale<br />

perché, come ha riferito il responsabile<br />

della Protezione civile, Ruben Ibanez,<br />

l’area disastrata non è stata ancora interamente<br />

esplorata.<br />

Verso le 19 di sabato sera (le 2 della<br />

notte tra sabato e domenica in Italia),<br />

migliaia di famiglie e di peruviani festanti<br />

affollavano la cosiddetta «Mesa Redonda»,<br />

una zona commerciale della capitale<br />

ad appena 400 metri dalla storica<br />

Plaza Mayor dove si affaccia il palazzo<br />

del Governo, quando nella galleria «Mina<br />

de Oro» un venditore di fuochi di artificio<br />

ha commesso un errore, causando<br />

l’esplosione di un razzo che ha appiccato<br />

il fuoco nel negozio. Non c’è<br />

stato neppure il tempo di rendersi conto<br />

di quanto stava accadendo. Una serie<br />

impressionante di detonazioni a catena<br />

ha fatto pensare ad un bombardamento<br />

aereo. Vi è stato nelle strade Cusco, Puno<br />

e Andahuaylas un fuggi fuggi generale,<br />

con uomini donne, vecchi e bambini<br />

che si spingevano, cadevano e correvano<br />

in tutte le direzioni. A mano a mano<br />

che le fiamme si sviluppavano divoran-<br />

MEDIO ORIENTE Arafat chiede il ritorno nella regione dell'inviato Usa Zinni<br />

Sei militanti palestinesi uccisi<br />

da soldati israeliani a Gaza<br />

TEL AVIV, 31.<br />

Sei palestinesi sono<br />

stati uccisi ieri sera da<br />

militari israeliani in due<br />

differenti episodi nella<br />

Striscia di Gaza. I primi<br />

tre sono morti ad un<br />

chilometro circa dalla<br />

colonia ebraica di Eley<br />

Sinai. Secondo l'esercito<br />

di Tel Aviv un carro armato<br />

ha aperto il fuoco<br />

su di loro in risposta a<br />

colpi di kalashnikov sparati<br />

contro il mezzo blindato.<br />

Ma fonti palestinesi,<br />

confortate da alcune<br />

dichiarazioni di Radio<br />

Gerusalemme, sostengono<br />

che i tre non avevano<br />

armi. Le altre tre vittime<br />

sono state colpite da<br />

agenti delle forze di sicurezza<br />

mentre tentavano<br />

di penetrare in Israele.<br />

Quelli avvenuti ieri sono gli episodi di<br />

violenza più sanguinosi dopo l’appello<br />

per il cessate-il-fuoco lanciato il 16 dicembre<br />

dal Presidente dell'Autorità Palestinese<br />

(Ap), Yasser Arafat. I nuovi disordini<br />

rischiano di far precipitare una<br />

situazione che andava migliorando.<br />

Proprio ieri, infatti, un documento del<br />

Ministero degli esteri israeliano aveva<br />

reso noto che il numero di attacchi e di<br />

scontri a fuoco è notevolmente diminuito<br />

dopo il discorso di Arafat. Anche il<br />

Ministro della difesa, Benjamin Ben-Eliezer,<br />

ha riconosciuto che si cominciano a<br />

percepire i risultati delle operazioni re-<br />

Il cordoglio del Santo Padre<br />

Appresa la dolorosa notizia della sciagura avvenuta nel centro della<br />

capitale peruviana, Giovanni Paolo II ha espresso il proprio cordoglio in<br />

un telegramma, a firma del Cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato,<br />

indirizzato all'Arcivescovo di Lima, Cardinale Juan Luis Cipriani Thorne.<br />

Eccone il testo:<br />

Su Santidad Juan Pablo II, profundamente apenado al conocer la dolorosa<br />

noticia de las numerosas muertes ocasionadas por un gigantesco<br />

incendio acaecido en el centro histórico de Lima, que ha llenado de luto<br />

a tantas familias del querido pueblo peruano, ofrece sufragios por el<br />

eterno descanso de los fallecidos y eleva su oración para que el Señor<br />

conceda consuelo y serenidad a quienes lloran la pérdida de sus seres<br />

queridos.<br />

Ruego a Vuestra Eminencia que transmita el sentido pésame del Santo<br />

Padre a los familiares de las víctimas y exprese su paterna solicitud y<br />

cercanía a todos los heridos, a la vez que les imparte de corazón la<br />

bendición apostólica.<br />

Cardenal ANGELO SODANO<br />

Secretario de Estado de Su Santidad<br />

do tutto quello che incontravano e tingendo<br />

il cielo di un tragico colore rossastro,<br />

il quartiere veniva avviluppato da<br />

un fumo nero e denso. Non trovando<br />

vie d’uscita, alcune persone intrappolate<br />

nei piani alti degli edifici si sono lanciate<br />

nel vuoto, mentre altre hanno cercato<br />

vano rifugio in sottoscala o magazzini<br />

sotterranei. Temendo saccheggi e confidando<br />

nel pronto intervento dei vigili<br />

del fuoco, molti negozianti hanno preferito<br />

restare a guardia delle proprie merci,<br />

precludendosi ogni possibilità di<br />

scampo, e morendo asfissiati o vittime<br />

Una palestinese presso un edificio distrutto nel campo di Khan Yunis<br />

pressive condotte dai servizi di sicurezza<br />

palestinesi nei Territori autonomi. Critico<br />

invece il Segretario del Governo<br />

israeliano, Gideon Saar, secondo il quale<br />

i servizi segreti dell'Ap non compiono le<br />

necessarie attività di prevenzione.<br />

Le accuse sono state energicamente<br />

respinte da parte palestinese, che hanno<br />

annunciato l'arresto in un villaggio vicino<br />

a Ramallah di quattro attivisti del<br />

Fronte popolare per la liberazione della<br />

Palestina (Fdlp), il gruppo che a ottobre<br />

ha rivendicato l’uccisione del Ministro<br />

del turismo Rechavam Ze'evy. Tra i<br />

membri dell'Fdlp finiti in manette figura<br />

di gravissime ustioni. Quaranta autopompe<br />

dei vigili del fuoco sono giunte<br />

sul posto, ma il loro intervento è stato<br />

rallentato dalla scarsa pressione dell’acqua<br />

— ha spiegato il comandante Tullio<br />

Nicolini — che ha impedito ai getti di<br />

raggiungere l’epicentro dell’incendio. La<br />

tragedia non si è consumata solo nelle<br />

centinaia di negozi della zona commerciale,<br />

ma anche in un edificio adibito a<br />

parcheggio, dove pure il fuoco ha fatto<br />

strage colpendo in particolare decine di<br />

taxi che con i loro conducenti attendevano<br />

potenziali clienti.<br />

anche l'esponente di<br />

spicco Halil Abu Zarifi,<br />

l'arresto del quale ha<br />

sventato un attacco armato.<br />

Il servizio di intelligence<br />

palestinese ha<br />

inoltre scoperto a Nablus<br />

un laboratorio chimico<br />

di Hamas in cui si<br />

producevano ordigni. A<br />

Gaza, inoltre, altri agenti<br />

palestinesi hanno scoperto<br />

un garage dove si<br />

producevano mortai.<br />

La direzione palestinese<br />

ha quindi chiesto il ritorno<br />

nella regione dell'inviato<br />

Usa Anthony<br />

Zinni, che all’inizio di dicembre<br />

ha tentato di ridurre<br />

il volume delle<br />

violenze per rilanciare i<br />

negoziati. La proposta è<br />

stata discussa in un col-<br />

loquio telefonico tra Ara-<br />

fat e il Segretario di Stato Usa, Colin<br />

Powell. Secondo la radio israeliana, Zinni<br />

potrebbe fare ritorno in Medio Oriente<br />

già alla fine di questa settimana.<br />

Intanto ieri in Cisgiordania centinaia<br />

di manifestanti giunti in prevalenza da<br />

Italia, Francia, Belgio e Gran Bretagna,<br />

hanno sfilato per la pace. Ad Hebron il<br />

corteo è stato bloccato dall’esercito<br />

israeliano. I manifestanti si sono poi radunati<br />

a Gerusalemme davanti alla<br />

Orient House, sede storica delle organizzazioni<br />

nazionali palestinesi occupata<br />

mesi fa dal Governo israeliano. Per oggi<br />

sono previste nuove iniziative.<br />

de la Rúa. Toccherà all'Assemblea legislativa nominare<br />

un nuovo Capo dello Stato ad interim.<br />

INDIA-PAKISTAN Resta minacciosa la crisi politico-militare<br />

tra i due Paesi, ma si registrano anche<br />

segnali distensivi. Le autorità pakistane, infatti, hanno<br />

arrestato una cinquantina di elementi di gruppi<br />

islamici che il Governo indiano ritiene responsabili<br />

di azioni di guerriglia nel Kashmir e dell'attacco del<br />

13 dicembre al parlamento di Nuova Delhi.<br />

L'euro entra nella vita quotidiana<br />

di trecento milioni di persone<br />

BRUXELLES, 31.<br />

Tra poche ore, la moneta unica per<br />

dodici Paesi europei sarà una realtà anche<br />

concretamente nelle tasche dei cittadini,<br />

in tutto oltre trecento milioni di<br />

persone. Per il momento, l'attenzione si<br />

concentra sugli aspetti contingenti del<br />

cambiamento. In alcuni Paesi esso sarà<br />

immediato, in altri ci sarà un periodo<br />

più o meno lungo di doppia circolazione.<br />

Le autorità europee e quelle nazionali<br />

sono impegnate a contrastare eventuali<br />

speculazioni, quali soprattutto aumenti<br />

ingiustificati grazie agli «arrotondamenti»<br />

dei cambi. I singoli cittadini,<br />

da parte loro, s'interrogano sulle maggiori<br />

o minori difficoltà di controllare il<br />

costo delle singole merci, dovendo cambiare<br />

in poco tempo delle abitudini di<br />

calcolo consolidate.<br />

Oltre tale contingenza, comunque, va<br />

detto che con l'euro in circolazione —<br />

non più solo virtuale — il processo di<br />

integrazione europea sembra destinato<br />

ad accelerare. Come tutti i cambiamenti<br />

(e questo è ben definibile epocale, basti<br />

pensare alla scomparsa di una moneta<br />

antica di duemilasettecento anni come<br />

la dracma greca), anche l'arrivo dell'eu-<br />

AFGHANISTAN Annunciato da fonti britanniche<br />

Accordo sul dispiegamento<br />

del contingente di pace<br />

MEDIO ORIENTE Sei militanti palestinesi sono<br />

stati uccisi dall'esercito israeliano in due scontri avvenuti<br />

nella Striscia di Gaza. In un colloquio telefonico<br />

con il Segretario di Stato Usa, Colin Powell,<br />

Arafat ha chiesto il ritorno nella regione dell'inviato<br />

americano Anthony Zinni.<br />

EURO In dodici dei quindici Paesi dell'Unione Europea,<br />

va in circolazione l'Euro, la moneta comune<br />

che prenderà il posto di quelle nazionali.<br />

ARGENTINA Per il mancato appoggio dei leader del partito peronista<br />

Anche il Presidente provvisorio<br />

ha presentato le dimissioni<br />

BUENOS AIRES, 31.<br />

Nuova traumatica svolta nella crisi<br />

politica argentina. Si è dimesso il Presidente<br />

provvisorio Adolfo Rodríguez Saá<br />

(peronista), il quale una settimana fa era<br />

subentrato nell'incarico al radicale Fernando<br />

de la Rúa, che era stato travolto<br />

e costretto alle dimissioni dalla crisi economico-sociale<br />

e dalle proteste di piazza.<br />

Nella tarda serata di ieri, in un discorso<br />

radiotelevisivo, Rodríguez Saá ha motivato<br />

il suo ritiro con la mancanza di<br />

appoggio da parte dei leader del «partito<br />

giustizialista» (Pj, peronista), che hanno<br />

anteposto gli interessi politici personali a<br />

quelli del Paese. Ieri, infatti, il Presidente<br />

provvisorio aveva convocato, nella località<br />

turistica di Chapadmalal, una riunione<br />

di governatori delle province amministrate<br />

dai peronisti, ai quali intendeva<br />

attribuire incarichi ministeriali per<br />

rafforzare l'Esecutivo. Ma alcuni dei più<br />

autorevoli tra i governatori provinciali<br />

hanno disertato il convegno. Verosimilmente,<br />

gli assenti, che mirano a candidarsi<br />

alla Presidenza nelle prossime elezioni<br />

anticipate, non si sono voluti<br />

esporre in una situazione politica, economica<br />

e sociale così degradata.<br />

In qualche modo la nuova crisi istituzionale<br />

ricalca la precedente. Dieci giorni<br />

fa, il partito peronista aveva rifiutato<br />

la proposta rivoltagli da de la Rúa di<br />

partecipare a un Governo di unità nazionale.<br />

Ne erano seguite le dimissioni del<br />

Presidente radicale. Ieri, sono stati i notabili<br />

del peronismo a negare il proprio<br />

KABUL, 31.<br />

È stato raggiunto ieri a Kabul l’accordo<br />

sul dispiegamento della Forza multinazionale<br />

di assistenza per la sicurezza<br />

in Afghanistan (Isaf). L’intesa, ha spiegato<br />

un portavoce del ministero della difesa<br />

britannico, è stata raggiunta tra il<br />

Generale John McColl, che guiderà il<br />

contingente internazionale per i primi<br />

tre mesi, e le autorità afghane. La firma<br />

definitiva ci sarà solo dopo l’approvazione<br />

da parte di tutti i Paesi che partecipano<br />

alla forza. Il portavoce ha comunque<br />

previsto che il documento verrà firmato<br />

in modo definitivo «al più presto».<br />

«Ovviamente, tutti gli Stati membri vorranno<br />

leggere l’accordo prima di firmarlo<br />

— ha detto — quindi passeranno almeno<br />

24-36 ore».<br />

«L’accordo è stato raggiunto», ha a<br />

sua volta annunciato il Ministro degli<br />

esteri del Governo provvisorio afghano,<br />

Abdullah Abdullah, nel corso di una<br />

conferenza stampa. «Esso comporta —<br />

ha sottolineato — che il dispiegamento<br />

avvenga il più presto possibile. Siamo<br />

tutti consapevoli della urgenza della situazione».<br />

Abdullah ha anche precisato<br />

che si comincerà con inviare un contingente<br />

a Kabul. In seguito avverrà lo<br />

schieramento in altre località del Paese.<br />

La forza multinazionale di pace per l’Afghanistan,<br />

è un contingente che agirà<br />

sotto mandato dell’Onu e che comprenderà<br />

i principali Paesi occidentali ma<br />

non gli Stati Uniti, presenti nel Paese<br />

asiatico con finalità del tutto diverse. La<br />

Forza multinazionale comprenderà un<br />

totale di 3-5000 uomini, tra i quali bri-<br />

ro dovrà essere verificato nei fatti. Tuttavia,<br />

è una previsione attendibile che la<br />

nuova moneta contribuirà a rendere più<br />

manifesti e concreti i vantaggi che la<br />

progressiva unità continentale promette<br />

alle popolazioni e che purtroppo sono<br />

spesso sottaciuti. Ad esempio proprio il<br />

confronto immediato dei prezzi contribuirà<br />

ad evidenziare — e si spera a ridurre<br />

— le profonde discrepanze attualmente<br />

esistenti sia tra Paese e Paese che<br />

all'interno delle varie Nazioni.<br />

Un'unica moneta significa stabilità di<br />

valore di stipendi e salari e cioè abolizione<br />

della più ingiusta delle tasse, quella<br />

rappresentata dall'inflazione determinata<br />

dal gioco dei cambi, dalla pressione speculativa<br />

internazionale sulle monete più<br />

deboli, un'inflazione che si riflette regolarmente<br />

sulle categorie più povere.<br />

Paradossalmente, proprio il fatto di<br />

spendere la stessa moneta, potrebbe<br />

convincere gli ancora non pochi «euroscettici»<br />

non tanto a dare credito ad<br />

un'Europa incentrata su una dimensione<br />

prevalentemente finanziaria, ma a «sentire»<br />

finalmente un'Europa di più largo<br />

respiro sociale, non un qualcosa che riguardi<br />

più le Banche, ma una nuova opportunità<br />

per le persone.<br />

appoggio personale a Rodríguez Saá, costringendolo<br />

a ritirarsi.<br />

Toccherà ora all'Assemblea legislativa,<br />

formata dalla Camera dei deputati e dal<br />

Senato, di nominare un altro Presidente<br />

provvisorio in sostituzione di Rodríguez<br />

Saá, che avrebbe dovuto governare l'Argentina<br />

fino alle elezioni presidenziali<br />

anticipate in programma il 3 marzo.<br />

L'alto consesso, in seno al quale i peronisti<br />

detengono la maggioranza, si riunirà<br />

domani per formalizzare le dimissioni<br />

di Rodríguez Saá e designare il suo successore.<br />

La seduta dell'Assemblea legi-<br />

Quarantuno milioni<br />

di dollari falsi<br />

sequestrati in Colombia<br />

slativa sarà diretta dal presidente della<br />

Camera Eduardo Camano, dal momento<br />

che il presidente del Senato Ramón<br />

Puerta (seconda carica istituzionale) si è<br />

anch'egli dimesso ieri.<br />

L'ex Presidente de la Rúa ha ribadito<br />

ieri la proposta di un Governo di unità<br />

popolare. Dello stesso avviso è il governatore<br />

(peronista) della provincia di<br />

Buenos Aires, Carlos Ruckauf, il quale<br />

ha dichiarato che occorre «varare un<br />

Esecutivo di salvezza nazionale che sviluppi<br />

un programma di punti concreti<br />

per superare la crisi».<br />

India-Pakistan: nonostante gesti distensivi<br />

si susseguono e s'intensificano gli scontri<br />

NUOVA DELHI, 31.<br />

La crisi in atto al confine tra India<br />

e Pakistan, nonostante alcuni gesti<br />

giudicati distensivi dalla gran parte<br />

dei commentatori internazionali e<br />

dalle stesse parti interessate, resta<br />

estremamente grave e per il momento<br />

sono ancora le armi a parlare. In<br />

nottata cinque soldati indiani sono<br />

stati gravemente feriti durante nutriti<br />

scambi d'artiglieria nel settore di Pallanwalla,<br />

nello Stato indiano dello<br />

Jammu e Kashmir, mentre l'agenzia<br />

di stampa indiana Uni ha riferito dell'uccisione,<br />

sempre nel Kashmir in-<br />

tannici, tedeschi, francesi, spagnoli, italiani<br />

e soldati da Paesi musulmani come<br />

la Turchia, la Giordania e la Malaysia. Il<br />

comando sarà affidato ai britannici per i<br />

primi tre mesi. La composizione del corpo<br />

dell’«Isaf», come la forza ufficialmente<br />

è stata denominata (International Security<br />

Assistance Force — Forza internazionale<br />

di assistenza e sicurezza), non<br />

è stata ancora decisa in maniera definitiva.<br />

Gli Stati Uniti, come detto, non ne<br />

faranno parte anche se i militari americani<br />

di stanza in Afghanistan, impegnati<br />

nella caccia a Osama bin Laden e ai dirigenti<br />

dei Taleban sfuggiti alla cattura,<br />

forniranno un appoggio logistico e interverranno<br />

a dar manforte ai soldati dell'«Isaf»<br />

in caso di difficoltà. L’«Isaf« opererà<br />

a Kabul e in altre zone dell’Afghanistan.<br />

Ha come mandato quello di<br />

creare un nuovo clima di fiducia e di sicurezza<br />

in un Paese da troppo tempo<br />

abituato ai conflitti. I militari del contingente<br />

internazionale sorveglieranno edifici,<br />

strade e pattuglieranno le città, probabilmente<br />

assieme a elementi della polizia<br />

afghana. Dovranno anche fare da<br />

istruttori ai nuovi membri delle forze di<br />

sicurezza. Non si tratta una forza di intervento<br />

ma potrà aprire il fuoco per legittima<br />

difesa in base al cosiddetto «Capitolo<br />

VII» dello statuto delle Nazioni<br />

Unite. Il Ministero della difesa afghano,<br />

smentendo notizie diffuse nei giorni<br />

scorsi, ha intanto affermato che Kabul è<br />

favorevole alla prosecuzione della campagna<br />

statunitense «fino alla totale eliminazione<br />

della resistenza degli ultimi Taleban<br />

e degli uomini di Al Qaeda».<br />

BOGOTÁ, 31.<br />

La polizia colombiana ha sequestrato<br />

ieri a Bogotá quarantuno milioni di dollari,<br />

oltre ottantasei miliardi di lire, in<br />

biglietti falsi. La valuta era pronta per<br />

essere spedita in Ecuador attraverso un<br />

percorso ben definito. «In termini di valore<br />

assoluto, si tratta del più importante<br />

colpo assestato ai falsari internazionali»,<br />

ha detto al termine dell'operazione il<br />

Direttore generale della polizia, il generale<br />

Luis Ernesto Gilibert.<br />

Il sequestro è stato portato a termine<br />

come risultato di una lunga indagine<br />

condotta negli ultimi mesi dalle forze<br />

dell'ordine locali. Gli investigatori hanno<br />

individuato la banda dei falsari e hanno<br />

atteso che il loro lavoro fosse completo<br />

prima di intervenire.<br />

I falsari avevano scelto l'Ecuador come<br />

meta della spedizione perché il Paese<br />

ha recentemente adottato il dollaro<br />

nel tentativo di risollevare un'economia<br />

in forte crisi. Per questo Quito è diventato<br />

un obiettivo privilegiato delle organizzazioni<br />

criminali che cercano di sfruttare<br />

il primo periodo di circolazione della<br />

nuova moneta per far penetrare valuta<br />

falsa.<br />

diano, di otto militanti secessionisti<br />

islamici e di un soldato indiano.<br />

Come detto, tuttavia, nelle ultime<br />

ore ci sono stati gesti suscettibili di<br />

favorire una distensione. In Pakistan,<br />

su ordine del Presidente Pervez Musharraf,<br />

sono stati arrestati i leader e<br />

una cinquantina di militanti dei gruppi<br />

islamici Jaish-i-Mohammad e Lashkar-i-Taiba,<br />

che l'India accusa di<br />

terrorismo nel Kashmir e di aver organizzato<br />

il cruento attacco del 13 dicembre<br />

al Parlamento di Nuova Delhi.<br />

Il Governo indiano ha parlato oggi<br />

di «passo in avanti».<br />

Russia: 73 ribelli<br />

uccisi in Cecenia<br />

MOSCA — Almeno 73 ribelli ceceni<br />

e due soldati russi sono stati<br />

uccisi in uno scontro a 30 chilometri<br />

da Grozny, la capitale della Cecenia,<br />

la Repubblica separatista<br />

della Federazione russa. Lo ha comunicato<br />

lunedì il portavoce del<br />

Cremlino, Sergey Yastrshembsky,<br />

aggiungendo che altri 20 ribelli sono<br />

stati catturati. Secondo l’agenzia<br />

di stampa russa «Interfax», durante<br />

lo scontro sarebbe stato ucciso<br />

anche Ruslan Chilayev considerato<br />

il numero sei della gerarchia<br />

dei ribelli.<br />

Sud Africa: tragico<br />

incidente stradale<br />

JOHANNESBURG — Quarantasette<br />

persone appartenenti ad una stessa<br />

famiglia sono morte domenica<br />

in un incidente stradale in Sud<br />

Africa. Nel riferirlo, l’agenzia «South<br />

african press association», precisa<br />

che le vittime si stavano recando<br />

a visitare le tombe di parenti<br />

vicino a Roossenekal, nella provincia<br />

nordorientale di Mpumalanga,<br />

quando il camion su cui viaggiavano<br />

si è ribaltato. Secondo la<br />

polizia, a bordo vi erano circa centoventi<br />

persone. Le cause dell’incidente<br />

sono ancora da accertare.<br />

Cina: esplosione<br />

in una miniera<br />

PECHINO — Venti minatori sono<br />

morti e altri ventiquattro sono rimasti<br />

feriti domenica in una esplosione<br />

in una miniera di carbone<br />

nella Cina centrale. Lo ha reso noto<br />

l’agenzia di stampa «Nuova Cina»,<br />

precisando che l’incidente è<br />

avvenuto nell'impianto di Jianxin,<br />

nella regione dello Jiangxi. Secondo<br />

le prime ricostruzioni, l'esplosione<br />

è stata causata da un accumulo<br />

di gas.<br />

Spagna: cinque giovani<br />

muoiono in un incendio<br />

MADRID — Cinque giovani sono<br />

morti nella notte di sabato in un<br />

incendio che ha distrutto la casa<br />

alla periferia di Madrid dove si incontravano<br />

per suonare. I cinque,<br />

quattro ragazzi e una ragazza,<br />

erano i componenti di un gruppo<br />

musicale e avevano affittato un'abitazione<br />

a Leganes per provare i<br />

loro pezzi. Non è stato ancora accertato<br />

se le morte sia avvenuta a<br />

causa delle fiamme o per asfissia.<br />

L’ipotesi più probabile è che l’incendio<br />

sia stato provocato dal malfunzionamento<br />

di una stufa a gas.<br />

FranciaeLiechtenstein:<br />

vittime per valanghe<br />

PARIGI — Quattro persone sono<br />

morte travolte da valanghe in<br />

Francia e in Liechtenstein. In Francia<br />

la prima vittima faceva parte di<br />

un gruppo di sei persone che sciava<br />

fuori pista a Clusaz, Alta Savoia.<br />

La valanga li ha sommersi,<br />

ma per cinque di loro i soccorsi<br />

sono arrivati in tempo. La seconda<br />

vittima è una ragazza di vent’anni,<br />

investita da una slavina a pochi<br />

metri da una pista regolamentare.<br />

Due uomini di cinquanta anni sono<br />

inoltre deceduti in un ospedale del<br />

Liechtenstein dopo essere stati travolti<br />

da una valanga.


ERZA T PAGINA .<br />

INCONTRI<br />

«Lamusicaclassicacontribuisce<br />

allosviluppospiritualedeigiovani»<br />

ANTONIO BRAGA<br />

PAGINA<br />

In Italia, secondo il maestro, vi è una<br />

situazione curiosa: vi è la tradizione secolare<br />

del melodramma; ma anche l’assoluta<br />

mancanza di preparazione verso<br />

la musica classica, che la scuola non offre.<br />

Diffuso poi è il pregiudizio che la<br />

buona musica sia appannaggio di alcune<br />

classi sociali. «Questo è un fatto molto<br />

grave, — commenta il nostro —, cui si<br />

è aggiunto il periodo nocivo delle “avanguardie”,<br />

che hanno prodotto danni gravissimi<br />

alla cultura, in specie da noi».<br />

Quel movimento, appoggiato da alcune<br />

classi dominanti, ha allontanato il<br />

pubblico dalle sale da concerto. Nell’opera,<br />

il danno è stato circoscritto, per la<br />

resistenza del pubblico ad assistere a simili<br />

esibizioni di «non musica». C’è stata<br />

così la scissione tra il grande pubblico e<br />

quello intellettuale, perché la musica di<br />

quel genere veniva presentata senza essere<br />

prima ben selezionata. Non sempre<br />

le scelte erano negative; ma in gran parte<br />

lo erano.<br />

La scissione, il baratro tra pubblico<br />

giovane e quello conservatore, è colpa<br />

di quegli anni. Ed in specie in Italia,<br />

perché in Francia, ad esempio, c'è stato<br />

un operatore culturale di prima grandezza:<br />

Pierre Boulez, uomo di «avanguardia»,<br />

ma anche di grande cultura,<br />

3 .<br />

Riccardo Chailly, giunto alla vetta della carriera<br />

di direttore d’orchestra, conserva la sua innata<br />

cortesia ed il pregio di una conversazione piacevole.<br />

Mi riceve nella sua ampia casa fuori Milano,<br />

circondata di verde, luogo di studio e di riposo<br />

allo stesso tempo.<br />

Gli chiedo di raccontarmi in sintesi la sua<br />

straordinaria vita, segnata dalla musica, e le sue<br />

idee su quel mondo dei suoni che conosce così<br />

bene.<br />

Logicamente gli esordi lo riportano alla figura<br />

paterna, a Luciano Chailly, notissimo compositore<br />

del XX secolo, ed alle prime esperienze giovanili.<br />

Il prematuro agitare le mani, i gesti di un direttore<br />

davanti ad una orchestra immaginaria,<br />

sogni d’infanzia che come sempre provocano<br />

reazioni diverse nei genitori, tra l’orgoglio di possedere<br />

un enfant-prodige, e il timore di alimentare<br />

una passione forse sbagliata.<br />

La formazione con Guarino<br />

Caracciolo e Ferrara<br />

«Innanzi tutto — corregge il maestro —, niente<br />

di prodigioso nei miei esordi. Avevo la musica<br />

in casa, eravamo a Perugia, ed a tredici anni iniziai<br />

a studiare composizione con mio padre, che<br />

insegnava in quella città; ed egli mi affidò a Piero<br />

Guarino, che insegnava direzione d’orchestra,<br />

per prendere lezioni anche da lui. Quello fu per<br />

me un incontro folgorante, perché mi aprì la<br />

porta a quella che sarebbe stata la mia scelta definitiva».<br />

Ed era anche anomala la situazione di quell’allievo<br />

che, in mezzo a colleghi molto più vecchi<br />

di lui, mostrava talento per quella materia, scelta<br />

come una opzione a quella che doveva essere la<br />

principale, la composizione. Guarino comprese<br />

subito le grandi qualità che albergavano nel suo<br />

allievo, e lo mise a dirigere le sinfonie di Beethoven<br />

con pochi strumenti racimolati in classe: un<br />

flauto, un violino, un contrabbasso... Alla fine<br />

dell’anno, all’esame gli diede un bel dieci, «perché<br />

la lode non esiste nel conservatorio».<br />

Proprio quell’anno andò a Perugia Claudio Scimone,<br />

noto direttore dei «Solisti Veneti» di Padova.<br />

Incontrò Guarino e gli chiese se c’era qualcosa<br />

di nuovo da segnalargli. E questi gli parlò con<br />

entusiasmo del giovanissimo Chailly. Ciò attrasse<br />

la curiosità del maestro, che presentò il quattordicenne<br />

direttore a Padova, con lusinghiero successo.<br />

Fu l’esordio, che lo portò a continuare gli<br />

studi a Milano. Qui incontrò Franco Caracciolo,<br />

maestro di grande carisma, che comprese subito<br />

le sue qualità, e gli insegnò praticamente come<br />

dirigere tutto il repertorio della grande musica.<br />

Terminati gli studi a Milano, occorreva un perfezionamento:<br />

nulla di meglio dei corsi di Franco<br />

Ferrara a Siena. Questo maestro, ormai mitico<br />

nella memoria dei suoi numerosi allievi, lo spinse<br />

verso la maturazione interpretativa, facendogli<br />

compiere progressi notevoli. La presenza di Ferrara<br />

fu «folgorante» per l’allievo, come persona e<br />

come artista.<br />

Da Siena venne via con un «diploma di merito»<br />

a diciannove anni. Prima della prova finale,<br />

incontrò il maestro Bruno Bartoletti, il quale, incuriosito,<br />

volle presenziare al concerto; ed alla fine,<br />

entusiasmato da così inusuale perfezione direttoriale<br />

in un giovane, lo invitò a dirigere a<br />

Chicago, al «Lyric Opera». Vennero poi gli impegni<br />

al teatro Nuovo diMilanoe,infine,allaScala.<br />

Alcune volte, nelle sue occasioni fortunate, è<br />

stato il destino a decidere. Ne parlava ad una intervistatrice<br />

americana molti anni or sono. Ad<br />

esempio, quando diresse «Turandot» a San Francisco,<br />

l’opera fu diffusa per radio. Quella trasmissione<br />

fu ascoltata dal manager della Filarmonica<br />

di Los Angeles; il quale il mattino dopo,<br />

mentre il maestro dormiva profondamente, lo<br />

svegliò per invitarlo a dirigere quell’ottima orchestra.<br />

Vennero presto gli incarichi stabili, oltre alle<br />

indispensabili tournées. Fu davvero un felice momento,<br />

quando Chailly ebbe l’opportunità di vivere<br />

a Berlino, quale capo dell’orchestra della<br />

RIAS, la radio di Berlino occidentale. Un incontrofelice,conunodeimiglioripubblicidelmondo.<br />

Era il 1982: nello stesso tempo occupava il posto<br />

stabile a Berlino, che tenne fino all’88, ed era<br />

nominato «Direttore Principale Ospite» alla «London<br />

Philarmonic», dove restò fino all’85. Inoltre<br />

dirigeva altre grandi orchestre, con il «Metropoli-<br />

tan»elaScala,aViennaed a Monaco di Baviera.<br />

che ha saputo gestire l’emergenza con cura, soprattutto<br />

come direttore d’orchestra; Boulez sapeva<br />

influenzare il pubblico (e quello francese è<br />

meno friabile dell’italiano, perché preparato da<br />

migliori scuole).<br />

«Boulez è un personaggio irripetibile — afferma<br />

il maestro — perché da noi è mancato un direttore<br />

che potesse sperimentare “sulla propria<br />

pelle” le nuove esperienze musicali. In Italia c’è<br />

Berio, ma non è direttore, e quindi non ha le<br />

qualità di convincimento di Boulez. Come c’è voluto<br />

un cinquantennio per distruggere il retaggio<br />

della nostra musica sinfonica, così forse ne occorrerà<br />

un altro, per ricostruire quanto è stato<br />

demolito».<br />

Malgrado questi presupposti, Chailly non ha rinunciato<br />

a convincere il suo pubblico sulla validità<br />

di alcuni brani della nuova musica. Anche se<br />

questi esperimenti sono stati rischiosi.<br />

«Da quando sono a capo dell’Orchestra Verdi<br />

a Milano, ho voluto sperimentare le possibilità ricettive<br />

del migliore pubblico italiano, affezionato<br />

alla “Sala Verdi”, ed alla sua compagine sinfonico-corale,<br />

verso la musica del XX secolo — commenta<br />

il maestro —: ma è sempre stato un rischio.<br />

Ricordo di avere messo in programma<br />

Hindemith, grande compositore del Novecento,<br />

lontanissimo dalle sperimentazione delle “avanguardie”:<br />

ebbene, il pubblico aveva un senso di<br />

paura, di grande diffidenza verso questoautore».<br />

Eppure la serie delle «Kammermik» è conside-<br />

rata fondamentale nella produzione del suo tem-<br />

po, come quella di un Bach dei<br />

nostri giorni. La reazione milanese<br />

fu questa: gli ascoltatori<br />

intellettuali, furono eccitati dall’evento<br />

ed accorsero ad ascoltare.<br />

Il grande pubblico, invece,<br />

restò a casa. Il dubbio non<br />

stimola questa importante parte<br />

di ascoltatori, li lascia fuori; e<br />

questo, purtroppo, è il retaggio<br />

degli errori organizzativi dei<br />

passati decenni.<br />

«Quando eseguiamo la IX<br />

Sinfonia di Beethoven abbiamo<br />

il “tutto esaurito”, e questo ci<br />

fa onore; ma quando mettiamo<br />

in programma Arcana di Varèse,<br />

che è un brano emblematico<br />

del Novecento, vi sono molti<br />

vuoti in sala. Questo significa<br />

che la crisi di rigetto non è passata»,<br />

conclude il maestro.<br />

Del resto, in Italia vi è la<br />

sproporzione tra l’ascolto di<br />

opere, con circa ventitré enti lirici<br />

attivi nella penisola, e le<br />

grandi orchestre sinfoniche,<br />

che non superano le cinque<br />

unità. Questo non accade nei Paesi colti d’Europa,<br />

come Germania, Austria, Francia, Inghilterra.<br />

In questi Paesi il pubblico ascolta musica da<br />

concerto e opere, dando in alcuni luoghi preferenza<br />

alla prima.<br />

L'Italia e lo scarso legame<br />

con la tradizione concertistica<br />

L’Italia è stato sempre il Paese del melodramma,<br />

e quindi il concerto è stato messo in seconda<br />

linea. Ed ancora oggi se ne vedono le conseguenze.<br />

A parte Milano, non si vede alcun progresso<br />

nel settore. A Roma, forse si inaugura il<br />

prossimo anno il nuovo auditorio, ed è un significativo<br />

passo avanti. A Napoli, malgrado la grande<br />

sala della RAI, da quando è stata decretata la<br />

fine delle orchestre dell’Ente, non vi è più una<br />

attività fissa, a parte un recente tentativo del<br />

Conservatorio e gli abituali concerti del teatro<br />

San Carlo. A Palermo si cerca di sopperire al<br />

meglio, ma manca un degno auditorio, tutto<br />

rientra nei teatri.<br />

Perché in Italia non si è tenuto conto della tradizione<br />

concertistica? A Roma vi era l’Auditorium<br />

dell’Augusteo, che ha svolto una attività<br />

mitica tra le due guerre. Distrutto quel luogo è<br />

rimasto un «buco», forse tra poco colmato. Ma è<br />

sempre una vergogna che una grande città non<br />

sia stata capace di rifare un luogo dedicato ai<br />

concerti in tanto tempo.<br />

«Se l’Accademia di Santa Cecilia — aggiunge il<br />

maestro — avesse avuto a lato altre sette compagini<br />

simili in altre grandi e medie città, non<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 31 Dicembre 2001-1 Gennaio 2002<br />

Riccardo Chailly intervistato da Antonio Braga<br />

RiccardoChailly è nato a Milano il 20 febbraio 1953. Il padre, Luciano, noto<br />

compositore, è stato il suo primo maestro. Dopo avere studiato composizione<br />

con lui, a Perugia, passò a Milano a studiare con Bettinelli, e direzione<br />

d’orchestra con Franco Caracciolo. Seguì anche i corsi di Franco Ferrara.Nonappenaventenne,divenneassistentedi<br />

Claudio Abbado alla Scala.<br />

Fece il suo debutto in questo teatro nel 1978 e divenne rapidamente noto<br />

a Vienna, al «Metropolitan» di New York, al «Covent Garden» a Londra, e<br />

all’Opera di Baviera a Monaco. Il giovane Maestro volle anche sperimentare<br />

la musica sinfonica, oltre a quella lirica, che gli era congeniale come italiano.<br />

Dal 1982 al 1988 è stato direttore stabile dell’Orchestra della radio di Berlino,<br />

RIAS, e principale direttore ospite della «London Philarmonic», ma il<br />

suo momento più notevole lo colse quando iniziò la collaborazione con la<br />

«Royal Concertgebouw Orchestra» ad Amsterdam, con la quale era destinato<br />

ad avere un incarico stabile, che si protrae fino ad oggi.<br />

Ha registrato per la Decca per più di venti anni. Con questa ha realizzato<br />

molte registrazioni di opere in grandi esecuzioni, dal ’78 ad oggi.<br />

Ha diretto i «Berliner Philarmoniker», i «Wiener Philarmoniker», l’«Orchestre<br />

de Paris», la «London Symphony», la «New York Philarmonic», le orchestre<br />

di Cleveland e Boston, avendo un ruolo principale con quella di<br />

Chicago.<br />

Dopo il debutto alla Scala nel ’78, ha diretto in tutti i maggiori teatri lirici<br />

del mondo. Nell’84 ha inaugurato il festival di Salisburgo, ed è stato direttore<br />

stabile della «London Philarmonic» dal 1983 al 1989. Dal 1986 al 1993<br />

avremmo avuto questa fuga di pubblico, questa<br />

disaffezione che si nota in molti centri».<br />

Qui il Nostro lancia un progetto di sfida: secondo<br />

lui, bisognerebbe, tornando agli Enti Lirici,<br />

creare un cartellone unico, e farlo girare tra i<br />

grandi teatri italiani. Si eviterebbe così lo scempio<br />

di denaro con quattro allestimenti di «Traviata»,<br />

ad esempio, nello stesso anno.<br />

Un'idea contro<br />

la programmazione «localistica»<br />

Con un «cartellone centrale» si potrebbe, attraverso<br />

una commissione unica, stabilire al meglio<br />

la programmazione, con grandi cantanti, scenografie,<br />

regie; e farle circolare, se non in tutti, nei<br />

maggiori teatri. Questo progetto, di per sé assai<br />

sensato, trova l’opposizione dei sovrintendenti,<br />

sempre in sterile lotta fra di loro. Altrove non è<br />

così: in Svizzera, l’Opera di Zurigo passa i suoi<br />

spettacoli al teatro di San Gallo, e agli altri.<br />

«Qui siamo ancorati ancora ad una cultura retriva,<br />

localistica», commenta amareggiato il Nostro.<br />

Se si potesse alternare il repertorio tra Settecento,<br />

opera romantica e Novecento, ci sarebbe<br />

da guadagnare in termini di cultura. Ma in<br />

Italia vi è questo «monocentrismo» degli enti lirici,<br />

e c’è tanta strada da fare per migliorare le offerte<br />

al pubblico.<br />

Ad aiutare il pubblico, a Milano è stata messa<br />

in moto la formula del «discovery concert», così<br />

come era già praticato alla «London Philarmonic»:<br />

il pubblico ascolta il brano, con il direttore<br />

che ne spiega i meccanismi, assieme ad aneddoti<br />

su di quello, e le note all'esecuzione che venivano<br />

dalla concertazione. In tal modo entra nel tessuto<br />

sinfonico, e si sentiva più a suo agio nell’ascolto<br />

successivo. Questa formula ha ottenuto a<br />

Milanounenormeconsensodapartedelpubblico.<br />

Non è senza sforzo che si porta a termine questa<br />

formula, che deve essere presentata all’impronta<br />

(pur se si parte da uno schema), per offrire<br />

spiegazioni valide e spontanee. Il maestro confessa<br />

che fare l’oratore e dirigere non è sforzo da<br />

poco; ed anche l’orchestra, alla vigilia dell’esecuzione,<br />

è nervosa, perché spesso è chiamata ad<br />

intervenire per sezioni, allo scoperto, in modo<br />

che eventuali errori non emergano. Ma vale la<br />

pena di sperimentare questo intento didattico,<br />

che ora si sta diffondendo in molti Paesi.<br />

Tra i compositori preferiti da Chailly, vi sono<br />

molti in posizioni antitetiche. Ad esempio, nell’opera,<br />

Rossini e Puccini; ma nella musica sinfonica,<br />

egli ama Mahler. Nel 1995, per celebrare in<br />

uno speciale «Mahler Festival» il centesimo anniversario<br />

del primo concerto diretto al «Concertgebouw»<br />

di Amsterdam dal grande maestro, si<br />

immerse nelle partiture del grande compositore.<br />

La sua frequentazione con la grande orchestra<br />

olandese, iniziata da oltre un quarto di secolo, lo<br />

ha plasmato; così come egli ha plasmato l’orchestra,<br />

ereditata da Haitink dal 1988. Qui, sino ad<br />

oggi, si è formato un sodalizio ferreo, che ha<br />

coinvolto il pubblico e l’orchestra. I gusti di quel<br />

pubblico sono raffinati ed aperti alle musiche del<br />

XX secolo. Tra i grandi, Mahler e Bruckner hanno<br />

un posto di rilievo.<br />

«Da Bruckner e Mahler sprigiona l’incanto di<br />

-RICCARDO CHAILLY-<br />

una strumentazione che è largamente derivata<br />

da quella wagneriana: essa è preziosa, ed offre<br />

tante occasioni all’orchestra per brillare — commenta<br />

il maestro —. Ma non basta soffermarsi<br />

su alcuni tardo-romantici; è bello poter spaziare<br />

tra i tanti compositori precedenti e successivi a<br />

questi», conclude con entusiasmo.<br />

Chailly studia «più di quanto non lo esegua»,<br />

Giovanni Sebastiano Bach: questo grande compositore<br />

sta alle sorgenti della musica sinfonica e<br />

sinfonico-corale. Ciò lo porta a dirigere ogni anno<br />

a Milano, come ad Amsterdam, la «Passione<br />

secondo san Matteo», pagina di «folgorante bellezza»,<br />

che arricchisce l’atmosfera della Settimana<br />

Santa. Una tradizione che è divenuta fissa per<br />

il pubblico milanese. «All’inizio — spiega il maestro<br />

— è stato un inserimento forzato per il pubblico<br />

milanese, questo della “Passione”, che è un<br />

brano della tradizione protestante, più che di<br />

quella cattolica. Eppure, ormai, a Milano non<br />

può mancare questa sublime pagina di riflessione<br />

cristiana. È stato un magnifico trapianto di due<br />

culture, con la stessa origine spirituale».<br />

Altro brano, e questo tutto italiano, pieno di<br />

una spiritualità solare, e profondamente cattolica,<br />

è lo «Stabat Mater» di Rossini, anch’esso inserito<br />

definitivamente nella celebrazione della<br />

Settimana Santa milanese, con il Coro della Verdi<br />

diretto da Romano Gandolfi.<br />

Ed i giovani, seguono questa corrente di rinnovamento<br />

spirituale? Attraverso i suoi figli, Ales-<br />

sandro, che ha trent’anni, e Luana, di ventiquat-<br />

tro, e gli amici di questi, Chailly<br />

può avere un piccolo osservatorio<br />

su quanto accade oggi.<br />

Nella gioventù odierna alligna<br />

una grande insicurezza spirituale,<br />

un bisogno di miti cui aggrapparsi,<br />

un ondeggiare con<br />

alterni entusiasmi su progetti<br />

stimolanti, spesso illusioni. Ma<br />

forse in tanto muoversi, in quegli<br />

animi si verifica un bisogno<br />

di spiritualità, che sfocia nell’amare<br />

la musica sacra, quale<br />

elementodipaceediriflessione.<br />

Infine, molti tra di loro vengono<br />

sconvolti dal significato<br />

tragico della vita di Cristo,<br />

ascoltando la «Passione» di Bach.<br />

«Da questa risalgono al Credo<br />

— afferma il maestro — che<br />

può maggiormente rafforzare la<br />

loro convinzione d’essere sulla<br />

strada giusta». Ecco come un<br />

capolavoro della musica può<br />

giungere allo spirito, ed aiutarlo<br />

a rafforzarsi nella fede.<br />

«Nei giovani la musica classi-<br />

ca rende un particolare aiuto<br />

allo sviluppo spirituale, anche a quella “civiltà<br />

cattolica” che molti non hanno potuto ricevere<br />

nella loro normale educazione» afferma il maestro.<br />

Non si dimentichi che, sempre nella «Passione»,<br />

il testo del Picander, drammatico, a volte<br />

violento, che descrive le ultime ore di Cristo, circondato<br />

da orde ostili — quante riflessioni sul<br />

mondo contemporaneo — è di grande suggestione.<br />

Il raffronto con la vita odierna è ovvio. Quel<br />

testo, proiettato sullo schermo durante l’esecuzione,<br />

genera un «mostruoso sconcerto» nell’animo<br />

dei giovani, in prima linea; e per la durata di<br />

tre ore — tante ne passano per la «Passione» di<br />

Bach —, ci accompagna attraverso eventi di<br />

enorme drammaticità.<br />

L'entusiastica dedizione<br />

all'«Orchestra Verdi»<br />

Chailly tra due grandi orchestre: il più che<br />

centenario «Concertgebouw» di Amsterdam, con<br />

la splendida sala, piena di ricordi, di fantasmi del<br />

passato, di grandi direttori su quel podio; e a Milano<br />

quest’orchestra di «giovani» — ora un poco<br />

più maturi —, che sopperisce con l’entusiasmo<br />

ed il lavoro arduo alla mancanza di storia. Ed<br />

ancora, il recente Auditorio milanese, sorto sulle<br />

rovine di un vecchio cinema, divenuto luogo di<br />

unità per un pubblico che vi si ritrova come nel<br />

proprio salotto. Una attività densa, scandita da<br />

un calendario che non lascia posto all’ozio, alle<br />

vacanze.<br />

Il maestro dice che in Olanda, tra pubblico ed<br />

orchestra, «è un prendere e dare»; mentre a Milano<br />

«è un dare». Ma il pubblico si sta formando<br />

ha avuto l’incarico di direttore stabile presso il Teatro Comunale di Bologna,<br />

ove ha diretto molte produzioni operistiche di successo.<br />

Al «Concertgebouw» ha diretto molta musica contemporanea, attirando un<br />

pubblico sempre più numeroso. Ha compiute con questa grande Orchestra<br />

molte tournées nei festival europei (Salisburgo, Lucerna, Vienna, Londra).<br />

Nel 2001 è tornato sul podio dei «Berliner Philarmoniker». Ha diretto anche<br />

nuove produzioni di «Falstaff» e «Otello» di Verdi, e «Tosca» di Puccini<br />

alla «Nederlandse Opera».<br />

Nel 1994 è stato insignito dell’Ordine di Grand’Ufficiale della Repubblica<br />

Italiana e nel ’96 è stato nominato Membro Onorario della «Royal Academy<br />

of Music» di Londra. È stato anche insignito del titolo di «Cavaliere di Gran<br />

Croce» della Repubblica Italiana.<br />

Nel ’98, in occasione del decennale della sua permanenza presso il<br />

«Concertgebouw», ha ricevuto dalla Regina d’Olanda l’onorificenza di «Cavaliere<br />

dell’Ordine del Leone d’Olanda». Dal luglio del 1999 ha assunto la<br />

carica di Direttore musicale dell’«Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe<br />

Verdi», mantenendo la guida della «Royal Concertgebouw Orchestra» di<br />

Amsterdam.<br />

Con la Decca ha registrato un ampio repertorio sinfonico ed operistico,<br />

vincendo molti premi. Di recente è stato nominato «Artista dell’anno» dalla<br />

rivista francese «Diapason» e dall’inglese «Gramophone». Con l’Orchestra<br />

«Verdi» ha inciso «Verdi Heroines» e i brani di musica sacra di Verdi, in<br />

prima registrazione assoluta.<br />

rapidamente, e questa compagine regionale guadagna<br />

un posto di rilievo tra le attività culturali<br />

cittadine.<br />

È evidente che la natura di Riccardo Chailly è<br />

profondamente dinamica; il suo entusiasmo verso<br />

questo nuovo «giocattolo» che è l'«Orchestra<br />

Verdi» è enorme, la sua dedizione infinita. In<br />

questo, non vi è dubbio che il suo carattere possa<br />

essere definito «romantico». Tutto scorre perfettamente<br />

organizzato, dalla preparazione delle<br />

partiture, alla messa in cantiere nei suoi dettagli,<br />

attraverso una complessa concertazione, sino all’esecuzione<br />

in pubblico. E, in molti casi, con la<br />

successiva fase, quella che rimane impressa su<br />

disco. In più di venti anni Chailly ha realizzato<br />

oltre ottanta registrazioni, comprese dieci opere.<br />

Ma il discorso sulla sua enorme discografia ci<br />

porterebbe lontano.<br />

Tra i progetti successivi al nostro incontro, c’è<br />

Lipsia, con quella ottima orchestra del «Gewendhaus»<br />

che è da poco rientrata nei circuiti internazionali,<br />

essendo stata confinata a lungo tra<br />

quelle dell’Europa dell'Est; l’ultima volta che il<br />

maestro la diresse, fu nell’86 a Salisburgo, altro<br />

luogo di grande musica, nel quale è stato presente<br />

dagli inizi della carriera. In programma la musica<br />

russa, con la Suite da «Romeo e Giulietta» di<br />

Prokofiev e la Quinta Sinfonia di Ciaikovsky.<br />

E poi l’America, verso la quale c’è sempre stato<br />

un rapporto privilegiato, in special modo con<br />

l’Orchestra «Philarmonia» di Chicago, da un<br />

trentennio ormai. Il pubblico americano è tra i<br />

migliori: entusiasta, pronto a decretare il successo<br />

di un concerto, di un direttore, dei solisti. Ma<br />

ha in comune con l’italiano il terrore del nuovo,<br />

non sopporta, o sopporta male, nomi di compositori<br />

contemporanei sconosciuti. Forse ancor più<br />

che in Italia.<br />

«Non dimentichiamo che il promotore dei primi<br />

grandi concerti in America è stato Stokowsky,<br />

il quale si era conquistato un tale carisma,<br />

che poteva tentare di mettere in programma anche<br />

musica del XX secolo, sconosciuta ai più. A<br />

lui si perdonava tutto», commenta il Nostro.<br />

«Del resto — aggiunge il maestro — lo stesso<br />

Stokowsky, con la sua caparbia decisione di rinnovare<br />

il repertorio, allargandolo ai contemporanei,<br />

provocò la sua fine»; perché «invece di ottenere<br />

che la città seguisse lui, fu questa a non seguirlo<br />

più, decretandone l’abbandono». Quel<br />

pubblico è tornato ad essere diffidente, e preferisce<br />

«cadere sul sicuro», ed ascoltare musica già<br />

collaudata.<br />

Eppure, per un direttore, cosa sarebbe cedere<br />

alla tradizione più retriva? È vero che chi dirige<br />

un brano nuovo rischia in proprio; ma non si<br />

può evitare di mettere in programma qualcosa<br />

che faccia progredire la cultura musicale. A suo<br />

avviso, la soluzione consiste nel bilanciamento<br />

dei programmi, fatti con grande oculatezza, tenendo<br />

presente la reazione del pubblico, ma cercando<br />

di correggerla con brani già noti ed apprezzati,<br />

posti nello stesso gruppo di esecuzioni.<br />

Scegliere la musica nuova, stabilire qual è<br />

quella che conta prima di presentarla, e poi offrirla<br />

nel migliore dei modi: solo in questo caso<br />

si rischia meno. È molto comodo ripetere quei<br />

trenta o quaranta brani che formano il nocciolo<br />

dei programmi; ma la professione ne soffre, si diviene<br />

schiavi della routine, non si procede verso<br />

il futuro. Bisogna osare, senza giungere agli<br />

estremi, tenendo conto della ricettività del pubblico,<br />

di ogni singolo pubblico, nei paesi in cui si<br />

eseguono le composizioni «da sfida».<br />

Riccardo Chailly vive tra le due sedi principali<br />

della sua attività, Amsterdam e Milano. Il suo<br />

rapporto privilegiato con la «Royal Concertgebouw<br />

Orchestra» è ormai stabilito da dodici anni;<br />

mentre da tre è sorto con l’«Orchestra Sinfonica<br />

di Milano Giuseppe Verdi». Oltre Berlino e<br />

Chicago, che hanno inciso sulla sua carriera, egli<br />

non dimentica Salisburgo, dove è presente da<br />

molti decenni; e Bologna, dove è stato per anni<br />

direttore artistico del Teatro Comunale.<br />

Non sempre è «filato tutto liscio», con queste<br />

orchestre, non per ragioni artistiche, o di comunicazione<br />

con gli esecutori, ma per cause burocratiche,<br />

o per il continuo cambio di esecutori alle<br />

prove, come accadde a Vienna. Qui ha diretto<br />

nel ’98 un concerto con brani di Zemlinsky e<br />

Korngold, che non erano stati mai eseguiti, e<br />

non vi è stato alcun problema di ricettività da<br />

parte degli esecutori e del pubblico.<br />

Quando giunse ad Amsterdam, aveva trentadue<br />

anni, e si trovò di fronte ad un colosso di<br />

centoquindici esecutori abituati ad una routine<br />

di lavoro precisa. Il giovane direttore<br />

italiano prese il suo incarico d’emblée,<br />

affidandosi al suo sesto senso: egli stesso<br />

confessa che, se avesse saputo appieno<br />

quanto fosse difficile rompere il muro di<br />

una tradizione, non avrebbe osato procedere<br />

in quell’atteggiamento. Il concerto<br />

del 1985 fu il suo biglietto da visita<br />

con quella prestigiosa istituzione; vinse<br />

la sua battaglia attraverso un rapporto<br />

umano che conquistò l’orchestra. Da allora<br />

ne fu indissolubilmente legato. Anche<br />

perché ad Amsterdam molta musica<br />

di «avanguardia» (che oggi può essere<br />

definita di «post-avanguardia») è sempre<br />

piaciuta, non solo al pubblico giovane,<br />

ma anche agli esecutori, in specie adesso<br />

— a differenza degli esordi — rinnovati<br />

nei ranghi.<br />

Al termine di questa piacevole conversazione<br />

giunge la signora Chailly, per<br />

accompagnarmi all’uscita, assieme al<br />

maestro. Egli ammette che la famiglia è<br />

il fulcro del suo lavoro, la ragione stessa<br />

della sua esistenza: la consorteorganizza<br />

il flusso degli incontri, aiutandolo ad isolarsi<br />

da quanto possa essere d’intralcio<br />

alla concentrazione nelsuolavorodianalisi<br />

delle partiture. «Senza la famiglia —<br />

dice soddisfatto il maestro — la mia esistenza<br />

sarebbe finita. È ad essa che devo<br />

il mio grande equilibrio spirituale».


.<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

LITURGIA DELLA PAROLA<br />

Is 60, 1-6<br />

Ef 3, 2-3.5-6<br />

Mt 2, 1-12<br />

EPIFANIA<br />

DEL<br />

SIGNORE<br />

FRANCESCO CACUCCI<br />

Arcivescovo di Bari-Bitonto<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 31 Dicembre 2001-1 Gennaio 2002<br />

La comunità cristiana di Perugia-Città<br />

della Pieve ha vissuto intensamente la solennità<br />

della Sacra Famiglia, che la Chiesa<br />

ha celebrato domenica 30 dicembre.<br />

Due gli appuntamenti che hanno caratterizzerato<br />

la Festa della Sacra Famiglia in<br />

diocesi: la visita dell'Arcivescovo agli anziani<br />

ospiti della Residenza «Fontenuovo»<br />

di Perugia; la solenne Celebrazione Eucaristica<br />

al santuario mariano delle Grondici<br />

di Panicale, dedicato alla famiglia e alla<br />

vita nascente.<br />

Perugia-Città della Pieve: la festa della Sacra Famiglia<br />

«In questa giornata i cristiani sono chiamati<br />

a riflettere sul dono della famiglia e<br />

sulla sua più vera identità — ricorda l'Arcivescovo,<br />

Mons. Chiaretti —. La famiglia,<br />

come un nido caldo d'amore, è un dono<br />

per chi è chiamato a nascervi e a costruirvisi<br />

fino al giorno della autonomia;<br />

ma è anche un compito che un uomo e<br />

una donna assumono, impegnandosi a co-<br />

struirla giorno per giorno, per il proprio<br />

bene e per il bene dei figli».<br />

«I tempi attuali, purtroppo, sono spettatori<br />

di una particolare aggressione verso<br />

questa società naturale — sostiene l'Arcivescovo<br />

—, culla d'ogni civiltà e d'ogni<br />

umanizzazione, con il virus malefico d'una<br />

libertà libertaria, tutta giocata sull'emozione<br />

e sul godimento ad oltranza, che conduce<br />

e separazioni dopo le prime difficol-<br />

tà, a divorzi diventati giochi di società, a<br />

litigi interminabili. Ne nascono occasioni<br />

di sofferenza che aggrediscono la parte<br />

più debole, solitamente la donna e certamente<br />

i figli, colpiti da atroci deprivazioni<br />

affettive che spesso sfociano nella droga,<br />

nella vita randagia e insignificante, nella<br />

violenza persino nel suicidio. Anzi, come<br />

si sa, il suicidio di figli delusi è la prima<br />

causa di morte dei giovani. Anche in Umbria,<br />

purtroppo, il numero dei suicidi aumenta».<br />

(R.L.)<br />

6 gennaio 2002<br />

Con i Magi in cammino verso Gesù<br />

Epifania: una parola magica al cui suono emergono<br />

immediatamente dallo scrigno della nostra memoria innumerevoli<br />

ricordi. Le frenetiche e «segrete» attività dei<br />

nostri genitori la sera precedente la festa, che alimentavano<br />

non poco la nostra fantasia infantile; un’attesa carica<br />

di paura e gioia per l’arrivo della «Befana»; i regali<br />

che, «richiesti» con una breve letterina ricca di promesse<br />

non sempre poi mantenute, puntualmente arrivavano<br />

a rallegrare la nostra infanzia; il lento e progressivo avvicinamento<br />

delle statuine dei Magi che avevamo posto<br />

accuratamente in alto nell’angolo destro del presepe e<br />

che in questa festa si ritrovavano puntualmente ai piedi<br />

di Gesù per offrirGli i loro doni.<br />

Qual è il significato di questa festa che, come afferma<br />

san Leone Magno «ha per effetto di non permettere, nel<br />

rapido succedersi delle celebrazioni di questi misteri,<br />

fra loro intimamente connessi, che si intiepidisca l’entusiasmo<br />

e il fervore della fede»?<br />

1.«Tiadoreranno,Signore,<br />

tutti i popoli della terra»<br />

(Rit. al Salmo responsoriale)<br />

Il senso di questa celebrazione è tutto racchiuso nel<br />

termine «epifania» con cui si designa solitamente questa<br />

festa. Una parola di origine greca che potremmo tradurre<br />

con «manifestazione» o «rivelazione». Celebriamo,<br />

infatti, la manifestazione di Gesù Cristo a tutti i popoli,<br />

rappresentati dai Magi che vengono dall’oriente «per<br />

adorarlo» (Mt 2, 2). È un tema, questo, che attraversa<br />

tutta la liturgia odierna e che i diversi testi liturgici, come<br />

meravigliosi strumenti di una grande orchestra, riprendono<br />

dandogli il proprio specifico colore musicale.<br />

Ed ecco che questo tema emerge con delicatezza, come<br />

un dolce suono di flauto, nell’invocazione della Colletta:<br />

«O Dio, che... hai rivelato alle genti il tuo unico Figlio»;<br />

viene ripreso subito dopo, come da un pastoso suono di<br />

corno, dalle parole del profeta Isaia: «Cammineranno i<br />

popoli alla tua luce»; esplode, come in uno squillo di<br />

tromba, nel ritornello del Salmo: «Ti adoreranno, Signore,<br />

tutti i popoli della terra»; affiora nelle parole dell’Apostolo,<br />

come un dolce suono di violino: «i gentili so-<br />

no chiamati, in Cristo Gesù, a partecipare alla stessa<br />

eredità» (Ef 3, 6); riprende vigore, come un cadenzato<br />

suono di timpani, nell’immagine del cammino dei Magi<br />

del brano evangelico; e, infine, si ripresenta con solennità,<br />

come un’orchestra che suona all’unisono, nel prefazio:<br />

«Oggi, in Cristo luce del mondo tu hai rivelato ai<br />

popoli il mistero della salvezza». È la stupenda sinfonia<br />

della liturgia! Solo la nostra superficialità riesce a trasformarla<br />

in un canto monocorde e monotono.<br />

2. «Alcuni magi<br />

giunsero da oriente»<br />

(Mt 2, 1)<br />

L’evangelista Matteo nel cammino dei Magi vede il<br />

cammino che è chiamato a percorrere ogni uomo che<br />

desidera incontrarsi con Cristo. La vicenda dei Magi diventa<br />

ancora più significativa se la si confronta con l’atteggiamento<br />

degli abitanti di Gerusalemme. I Magi si<br />

mettono in cammino, ma soprattutto in questa avventura<br />

mettono in gioco tutta la propria vita; dall’altra parte,<br />

invece, notiamo che i sommi sacerdoti, gli scribi ed<br />

Erode non solo non fanno neppure un passo, pur essendo<br />

così vicino, ma hanno anche l’ardire di «delegare»<br />

ad altri la ricerca: «Andate e informatevi accuratamente<br />

del bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere»<br />

(Mt 2, 8). A nessuno è risparmiata la fatica del «cercare»!<br />

Una fatica che è sostenuta dalla certezza che anche<br />

Lui cerca noi e che lungo la strada farà sempre<br />

brillare qualche stella per guidarci da Lui.<br />

I Magi ci ricordano che in questa ricerca ci sono delle<br />

tappe che non si possono assolutamente evitare: Gerusalemme.<br />

Lì apprendono che il Bambino di Betlemme<br />

viene nel mondo per portare a compimento il disegno<br />

di salvezza che Dio aveva già annunciato attraverso<br />

le Scritture. Queste, però, non ci sono donate solo per<br />

essere «consultate», come fanno Erode, i sommi sacerdoti<br />

e gli scribi; «a Dio che si rivela, ci ricorda la Dei<br />

Verbum, è dovuta l’obbedienza della fede» (n. 5): solo<br />

in questo modo potremo liberarci dal soggettivismo, oggi<br />

così imperante, e accogliere tutta la novità di un Dio<br />

che nel suo progressivo rivelarsi alla fine «ci ha detto<br />

Da Greccio si è diffusa in tutto il mondo l'intuizione di san Francesco d'Assisi<br />

Nel presepe la rappresentazione della Natività è espressione<br />

di pietà popolare, tra storia di salvezza, fede ed arte<br />

Da studenti alla Gregoriana, negli anni<br />

Sessanta, visitare il presepe dei Frati<br />

Minori alla basilica dei santi medici Cosma<br />

e Damiano, ai Fori Imperiali, era<br />

per noi «un rito» che si trasformava in<br />

fede e in preghiera al Bambinello... per<br />

gli esami da sostenere; senza nemmeno<br />

poter consultare «nello scritto» la Summa<br />

di san Tommaso. E, come per miracolo,<br />

tornava «la serenità» «perché il<br />

Bambinello in grotta» offriva tenerezza.<br />

Per dire anche che, in tempo natalizio<br />

visitare a Roma i capolavori del presepe<br />

antico era ed è un obbligo di testimonianza<br />

nella fede: così visitare il<br />

gruppo presepiale in marmo di Arnolfo<br />

di Cambio a Santa Maria Maggiore e il<br />

«gruppo» in marmo di F. Grassia del<br />

XVII secolo nella chiesa, sempre a Roma,<br />

dei ss. Idelfonso e Tommaso da<br />

Villanova. Dal presepe di s. Francesco<br />

a Greccio iniziò tutta una tradizione di<br />

fede e di arte con la sacra complicità<br />

devozionale tra Francescani, Domenicani<br />

e, quindi, Gesuiti. Materiali fragili<br />

non hanno permesso prime «conservazioni»<br />

ma in seguito, con il legno e la<br />

ceramica, tramandare ai posteri i presepi<br />

fu più facile. Per il periodo rinascimentale<br />

abbiamo prime testimonianze<br />

con il presepe in legno di s. Giovanni a<br />

Carbonara a Napoli, di Alemanno e<br />

Ferrari a Varallo (S. Maria delle Grazie);<br />

a Varese (Sacro Monte).<br />

In seguito la fede di s. Gaetano di<br />

Thiene contribuì all'esplosione del presepe<br />

popolare con personaggi «secondari»:<br />

tutta una «ricchezza di contorno»<br />

che sa certamente di fede e di antropologia<br />

culturale. Nei secoli successivi così<br />

abbiamo una tradizione radicata a<br />

Roma (Santa Maria in Aracoeli), a Genova,<br />

in Sicilia e a Napoli, con gli artisti<br />

di grande fama e in ordine: Celebrano,<br />

Somma, Sammartino e Vaccaro<br />

per Napoli; Maragliano e Pittaluga a<br />

Genova, e Matera in Sicilia. Diversi<br />

presepi di questi grandi autori che certamente<br />

«rasentano lo stupore e l'inverosimile»<br />

si conservano a s. Martino in<br />

Napoli, nella reggia di Caserta e, pochi,<br />

nella collezione «dei Farnese» a Capodimonte.<br />

Arte? Certamente, nell'esaminare<br />

l'intagliare del legno la «modulazione»<br />

della terracotta e la perfetta realizzazione<br />

somatica dei personaggi popolari<br />

nella «girandola presepiale».<br />

Ieri, il presepio di fede e di arte. A<br />

Pontebba, nella Chiesa di S. Maria<br />

Maggiore nell'ala sinistra di un altare<br />

«ad ali/Flugelaltar» vi è una Natività di<br />

Ignoto, Bassorilievo ligneo policromo<br />

del 1517. A Sauris (Udine), nella Pieve<br />

di s. Osvaldo, una Natività — bassorilievo<br />

ligneo policromo di Nicolò da<br />

Brunico — porta la data del 1524. Dicevamo<br />

la Sicilia con il presepe di Giovanni<br />

Matera (Trapani 1653 - Palermo<br />

1718); ma ricordiamo anche i Nolfo, i<br />

Ciotta, i Tipa e i Pisciotta. Una tradizione<br />

presepiale di Scuola napoletana certamente<br />

ma con «chiari segni siciliani»<br />

con gli esperti «Bambinai» che realizzarono<br />

poi i meravigliosi Bambinelli. Così,<br />

Gaetano Zumbo che da Siracusa<br />

«esplode» a Napoli a Roma e a Firenze.<br />

Vanno visitati i gruppi presepiali di Noto<br />

a s. Corrado, così quelli del museo<br />

Bellomo di Siracusa. Come sarà bene<br />

«intuire» l'arte e la fede di Mariano<br />

Cormaci con il suo presepe in cera policroma.<br />

Come si ha la possibilità di constatare,<br />

la Sicilia aggiunge qualcosa in più...<br />

dopo i presepari napoletani. Un cenno<br />

ai «Presepi della Provenza» è d'obbligo,<br />

se si pensa al «gemellaggio» tra i Maestri<br />

napoletani e i Maestri provenzali.<br />

Philippe Brochier, Presidente dell'Associazione<br />

dei Maestri Presepisti Provenzali<br />

(Santonniers), per la 44ª Mostra di<br />

Arles ha scritto: «Di fronte a questa<br />

rappresentazione viene spontaneo pensare<br />

che nostro Signore Gesù non<br />

poteva che nascere in Provenza o a Napoli».<br />

Una carrellata di arte presepiale italiano-europea<br />

per ricondurci a Napoli<br />

in s. Gregorio Armeno: sintesi oggi di<br />

ciò che fu il presepe ieri e lo sviluppo<br />

che avrà domani. «Inserirsi» in s. Gregorio<br />

armeno, ogni anno con giovani<br />

della Scuola è un obbligo; anche perché<br />

dalla Puglia dove ogni angolo storico<br />

porta i «segni dell'arte presepiale napoletana»<br />

esiste da sempre un rapporto<br />

di arte che i giovani hanno riprodotto<br />

in ogni classe con il loro presepe e la<br />

loro inventività. Una «lezione», propedeutica<br />

per immergersi in s. Gregorio<br />

armeno, ci viene data dalla Mostra presepiale<br />

in Santa Maria La Nova; qui<br />

l'Associazione Italiana Laici del Presepio<br />

ci accoglie con le «ultime rappresentazioni<br />

e creazioni» degli artisti Napoletani<br />

viventi: Presepi «dal macro-al<br />

micro» tutti cesellati con garbo, amore<br />

e precisione; e per assicurare «un avvenire<br />

artistico» ai giovani è stata istituita<br />

una scuola apposita di arte presepiale.<br />

E via di filato a s. Gregorio Armeno: è<br />

come entrare a far parte dei presepi,<br />

dei presepi come statue; con un sorriso<br />

pietrificato ma stupefatto per la nascita<br />

del Bambino. Il Bambino Gesù che per<br />

i Napoletani di Via san Gregorio Armeno<br />

è tutto.<br />

Iniziative in Puglia<br />

Testimonianze di come la tradizione<br />

del Presepe abbia attecchito, sotto l'influsso<br />

della scuola napoletana, anche<br />

nelle Puglie vengono da alcune iniziative<br />

svoltesi nella regione durante il periodo<br />

natalizio. Un esempio è stato il<br />

Nelle foto: (a sinistra) il presepe del 2001 visto come «Esodo» da uno studente dell'Università di Bari;<br />

(a destra) il «Presepe Ricciardi» che si conserva nella Certosa di san Martino a Napoli<br />

concerto dei giovani per la pace svoltosi<br />

al «Curci» di Barletta. Tutto era iniziato<br />

«per una necessità sgorgata spontaneamente<br />

dal cuore — dice il Direttore<br />

Dott. Terrone — per poi esplodere<br />

con un coro di trecento giovani che sulle<br />

note del Maestro Sasso hanno cantato<br />

Pace. Presenti i padri Monfortani, i<br />

docenti referenti Scarcina e Crudele, il<br />

Direttore del coro Maestro Cava e i dirigenti<br />

delle scuole «in rete» delle città<br />

di Molfetta-Trani e Barletta. Scuola di<br />

riferimento la «Moro» di Barletta. Tutti<br />

presenti i giovani: dai bambini dell'Asilo,<br />

fino ai giovanissimi delle scuole medie,<br />

ai giovani dell'Ipsia e i «professionisti»<br />

della «Corale» di Barletta. Insieme,<br />

nel canto della Pace. Obiettivo specifico:<br />

la realizzazione di un progetto culturale<br />

«Scuola nel mondo» per aiutare i<br />

Bimbi del Malawi e Madagascar, dove<br />

da sempre sono presenti i missionari<br />

Monfortani. La manifestazione ha visto<br />

esibizioni di danze di etnie africane,<br />

molto applaudite; esibizioni al pianofor-<br />

te, con pezzi classici e accompagnamento<br />

delle chitarre, toccate da due<br />

giovanissime.<br />

Alcuni pezzi musicali per Arpa, hanno<br />

reso più toccante la serata. Ma il<br />

clou è stato offerto da una «Lettera<br />

aperta a Gesù Bambino» per fermare il<br />

nuovo Erode che uccide ancora i bambini<br />

e i grandi, oggi, con la guerra.<br />

Il collegamento all'Istituto tecnico<br />

commerciale di Trani era intuitivamente<br />

facile. Qui il dirigente prof. d'Urso e<br />

il docente di religione, Lattanzio, non<br />

hanno fatto altro che «constatare» come<br />

i giovani delle singole classi, nell'ambito<br />

e nel contesto di 700 presenze,<br />

con la fattiva collaborazione di tutti gli<br />

insegnanti, hanno realizzato circa 30<br />

presepi con «fattualità surreale» e con<br />

materiale povero.<br />

Infine, il gran concerto nella cattedrale<br />

di Trani. Il Romanico Pugliese è<br />

già un Inno al Creatore; e Trani in particolare,<br />

con la sua cattedrale svettante<br />

sul mare, da sempre racconta, luce-pre-<br />

ghiera e canto; ma il canto di 150 presenze<br />

insieme, provenienti da parrocchie,<br />

organizzazioni varie, compresa la<br />

corale della «Madonna di Fatima», ha<br />

raccontato in tempo reale, quanto sia<br />

esaltante per tutti «pregare cantando,<br />

insieme». Presenti, l'Arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie,<br />

Mons. Giovanni<br />

Battista Pichierri, le autorità locali e regionali<br />

e tantissimi giovani... «Già — ha<br />

detto brevemente il Presule — il futuro<br />

della Chiesa».<br />

E il futuro è segnato, se si pensa che<br />

proprio per il presepe e con il presepe<br />

cristiano le scuole si sono mosse fino a<br />

Napoli per «vedere, scrutare e capire» il<br />

presepe Napoletano in Via s. Gregorio<br />

Armeno, a s. Martino e al Palazzo reale<br />

di Capodimonte nella mostra dei «Farnese».<br />

Il tutto, poi calato nella realtà<br />

nella Mostra di arte presepiale dove si<br />

apprende a ideare, realizzare e acculturare<br />

i giovani all'arte del Presepe.<br />

COSIMO LANZO<br />

tutto in Gesù» (san Giovanni della Croce) dinanzi al<br />

quale «non ci resta che lo stupore» (C. Péguy) di chi sa<br />

«adorarlo». E, infine, l’incontro con Cristo, quando è<br />

autentico, dà una forte sterzata alla nostra esistenza:<br />

«per un’altra strada fecero ritorno al loro paese» (Mt 2,<br />

12). Solo a Gerusalemme restano tutti immobilizzati<br />

dalla paura (cfr Mt 2, 3). La più bella sintesi di questa<br />

vicenda la troviamo descritta dal prologo del Vangelo di<br />

Giovanni: «Venne nella sua gente, ma i suoi non l’hanno<br />

accolto. A quanti però l’hanno accolto, a dato il potere<br />

di diventare figli di Dio» (v. 12). Che forte monito è<br />

rivolto dai Magi a tutti noi cristiani! Ma anche quanta<br />

commossa gratitudine dovrebbe sgorgare dal nostro<br />

cuore quest’oggi: «O Chiesa beata! Alza dunque gli occhi<br />

e aprili sul mondo; vedi ormai l’eredità fino ai confini<br />

della terra; vedi ormai compiersi ciò che è stato<br />

detto: lo adoreranno tutti i re della terra, tutte le genti<br />

lo serviranno» (s. Agostino).<br />

3.«Ilministerodellagrazia<br />

di Dio a me affidato<br />

a vostro beneficio»<br />

(Ef 3, 2)<br />

Paolo, dopo aver incontrato Cristo sulla strada di Damasco,<br />

si sente chiamato a mettere tutta la propria esistenza<br />

a servizio dei gentili, perché anch’essi si sentano<br />

«chiamati, in Cristo Gesù, a partecipare alla stessa eredità,<br />

a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della<br />

promessa per mezzo del Vangelo» (Ef 3, 6). È quanto<br />

chiede alle nostre comunità e a ciascuno di noi il mistero<br />

che celebriamo in questa liturgia, come ci ricorda s.<br />

Leone Magno: «Questa stella ci esorta particolarmente<br />

a imitare il servizio che essa prestò, nel senso che dobbiamo<br />

seguire, con tutte le nostre forze, la grazia che<br />

invita tutti al Cristo. In questo impegno, miei cari, dovete<br />

aiutarvi l’un l’altro». Ed è anche quanto ci ricordano<br />

i Vescovi italiani: «Il Vangelo è il più grande dono di<br />

cui dispongano i cristiani. Perciò essi devono condividerlo<br />

con tutti gli uomini e le donne che sono alla ricerca<br />

di ragioni per vivere, di una pienezza di vita» (Comunicare<br />

il Vangelo in un mondo che cambia, 32).<br />

Andria:ilVescovo<br />

inaugura<br />

lacasadiaccoglienza<br />

«s.MariaGoretti»<br />

Dopo radicali lavori di ristrutturazione<br />

durati due anni, la Casa di Accoglienza di<br />

via Quarti ad Andria è stata inaugurata nei<br />

giorni scorsi dal Vescovo Raffaele Calabro.<br />

Nell'occasione il Presule ha voluto intitolare<br />

la struttura a «santa Maria Goretti», indirizzando<br />

ai fedeli della diocesi un Messaggio<br />

nel quale si illustrano i motivi della scelta.<br />

«Il nome esprime chiaramente la destinazione<br />

dell'immobile — scrive il Presule —:<br />

l'accoglienza dei poveri tra i più poveri, come<br />

gli emigranti per un periodo da concordare<br />

fino alla ricerca di una abitazione;<br />

qualche famiglia povera di Andria che, in<br />

cambio di un alloggio gratuito, volesse assumersi<br />

anche la custodia della casa».<br />

Il Vescovo sottolinea inoltre l'impegno<br />

della diocesi e delle parrocchie ad accogliere<br />

gli emigranti ed i forestieri, ed in genere<br />

quanti si dovessero trovare, anche tra i cittadini<br />

locali, in situazione di provvisoria difficoltà<br />

di dimora. L'intestatazione a santa<br />

Maria Goretti — aggiunge — «intende perpetuare<br />

presso i cittadini andriesi una memoria<br />

non soltanto retorica, ma operosa ed<br />

ispiratrice di gesti di carità e di amore...<br />

Mantenendo viva la fiamma della memoria,<br />

la comunità ecclesiale di Andria riconferma,<br />

a chiare lettere, la sacralità dell'infanzia, facendosi<br />

eco e tramite dello sconfinato, ineguagliabile<br />

amore di Gesù di Nazareth verso<br />

i bambini».<br />

Il Presule cita in proposito brani evangelici.<br />

«Sull'esempio del Maestro — afferma —<br />

la Chiesa ha espresso in più modi attraverso<br />

i secoli l'attenzione e la premura nei riguardi<br />

dei bambini: raccogliendo i bambini abbandonati,<br />

spesso alla soglia della chiesa,<br />

con asili nido, orfanotrofi, convitti, famiglie<br />

affidatarie ecc; continuando a star vicina ai<br />

genitori, spronandoli a farsi carico della crescita<br />

nella fede dei loro bambini battezzati».<br />

Altri esempi di quest'attenzione privilegiata<br />

vengono da «paraliturgie comprendenti benedizioni<br />

e preghiere per i genitori ed, in<br />

particolare, per la mamma, che porta in<br />

braccio il suo bambino e sente il bisogno<br />

quasi di sentire, nella preghiera, la carezza<br />

di Dio» e attraverso il riconoscimento della<br />

santità anche in quella tenerissima età, come<br />

dimostra la festa dei santi Innocenti del<br />

28 dicembre.<br />

Ecco allora il motivo per cui la struttura<br />

è stata intitolata alla santa di Nettuno.<br />

«Chiesa, famiglia e società — prosegue il<br />

Vescovo Calabro riferendosi all'efferato omicidio<br />

della piccola Graziella, avvenuto il 17<br />

agosto dell'anno scorso ad opera di giovani<br />

andriesi — avvertono oggi l'inderogabile necessità<br />

e l'impellente dovere di contrastare<br />

l'esecrabile ed aberrante crimine della pedofilia,<br />

prima nella convinzione di ciascuno e<br />

poi con una legislazione meno tentennante e<br />

meno soggetta a cavillose interpretazioni.<br />

Non ci dovrebbero essere dubbi e incertezze<br />

nel riaffermare che l'infanzia è sacra ed inviolabile».


.<br />

PAGINA<br />

5 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 31 Dicembre 2001-1 Gennaio 2002<br />

«L'umile dimora di Nazareth<br />

è per ogni credente, e specialmente<br />

per le famiglie cristiane, un'autentica scuola<br />

del Vangelo. Qui ammiriamo la realizzazione<br />

del progetto divino di fare della famiglia<br />

un'intima comunità di vita e d'amore;<br />

qui apprendiamo che ogni nucleo familiare<br />

cristiano è chiamato<br />

ad essere piccola “chiesa domestica”»<br />

ANGELUS La preghiera mariana di Giovanni Paolo II con i numerosi fedeli riuniti in Piazza San Pietro<br />

Dinanzi ai pericoli e alle difficoltà che attraversa l'istituto familiare<br />

il Papa chiede alle famiglie cristiane<br />

«un supplemento di audacia spirituale e apostolica»<br />

Dinanzi ai pericoli e alle difficoltà che<br />

attraversa l'istituto familiare, il Papa<br />

chiede alle famiglie cristiane «un supplemento<br />

di audacia spirituale e apostolica».<br />

Lo ha affermato all'Angelus di domenica<br />

30 dicembre, Festa della Santa<br />

Famiglia, recitato con i numerosi fedeli<br />

radunatisi in Piazza San Pietro per la<br />

preghiera mariana.<br />

Ecco le parole di Giovanni Paolo II:<br />

1.Dalla grotta di Betlemme,<br />

dove nella Notte Santa è<br />

nato il Salvatore, lo sguardo<br />

si sposta quest’oggi verso l’umile<br />

casa di Nazareth, per<br />

contemplare la santa Famiglia<br />

di Gesù, Maria e Giuseppe,<br />

di cui celebriamo la festa,<br />

nel clima festoso e familiare<br />

del Natale.<br />

Il Redentore del mondo ha<br />

voluto scegliere la famiglia<br />

come luogo della sua nascita<br />

e della sua crescita, santificando<br />

così quest’istituzione<br />

fondamentale di ogni società.<br />

Il tempo trascorso a Nazareth,<br />

il più lungo della sua esistenza,<br />

resta avvolto da grande<br />

riserbo e poche notizie ci<br />

vengono tramandate dagli<br />

evangelisti. Se, però, desideriamo<br />

comprendere più profondamente<br />

la vita e la missione<br />

di Gesù, dobbiamo accostarci<br />

al mistero della santa<br />

Famiglia di Nazareth per<br />

osservare ed ascoltare. L’odierna<br />

liturgia ce ne offre la<br />

provvidenziale opportunità.<br />

2.L’umile dimora di Nazareth<br />

è per ogni credente, e<br />

specialmente per le famiglie<br />

cristiane, un’autentica scuola<br />

del Vangelo. Qui ammiriamo<br />

la realizzazione del progetto<br />

divino di fare della famiglia<br />

un’intima comunità di vita e<br />

d’amore; qui apprendiamo<br />

che ogni nucleo familiare cristiano<br />

è chiamato ad essere<br />

piccola «chiesa domestica»,<br />

dove devono risplendere le<br />

virtù evangeliche. Raccoglimento<br />

e preghiera, mutua<br />

comprensione e rispetto, disciplina<br />

personale e ascesi<br />

comunitaria, spirito di sacrificio,<br />

lavoro e solidarietà sono<br />

tratti tipici che fanno della<br />

famiglia di Nazareth un<br />

modello d’ogni nostro focolare<br />

domestico.<br />

Ho voluto porre in risalto<br />

questi valori nell’Esortazione<br />

apostolica «Familiaris consortio»,<br />

di cui proprio quest’anno<br />

ricorre il ventesimo anniversario.<br />

Il futuro dell’umanità<br />

passa attraverso la famiglia<br />

che, nei tempi odierni, è stata,<br />

più di ogni altra istituzione,<br />

segnata dalle profonde e<br />

Lettera dei Vescovi di Francia<br />

al Patriarca di Gerusalemme dei Latini, Michel Sabbah<br />

Un augurio di vera pace<br />

per la Terra Santa<br />

I Vescovi di Francia hanno inviato<br />

una Lettera al Patriarca di Gerusalemme<br />

dei Latini, Michel Sabbah, in occasione<br />

del Santo Natale. Ecco il testo in<br />

una nostra traduzione italiana:<br />

Caro fratello in Cristo,<br />

La celebrazione della festa di Natale si<br />

è appena conclusa. Nel commemorare<br />

la nascita di Cristo a Betlemme, abbiamo<br />

pensato a lei, e grande è il nostro<br />

desiderio di dirle quanto ci siamo sentiti,<br />

quest'anno in modo particolare, in<br />

comunione profonda con lei, con i cristiani<br />

di Terra Santa e con tutti coloro<br />

che vivono in questa terra.<br />

Abbiamo percepito quanto gli eventi<br />

attuali abbiamo turbato il clima di pace<br />

e di fraternità che è al centro del messaggio<br />

di Natale: «Gloria a Dio nell'alto<br />

dei cieli e pace agli uomini che Egli<br />

ama». Comprendiamo quanto il suo dolore,<br />

il suo disappunto, i suoi interrogativi<br />

siano profondi. Li capiamo. Condividiamo<br />

la sua battaglia per la pace, una<br />

pace che integri, come ricorda Papa<br />

Giovanni Paolo II, giustizia e perdono.<br />

Abbiamo seguito con molta attenzione<br />

l'incontro a Roma, il 13 dicembre scorso,<br />

dei Pastori delle Chiese della Terra<br />

Santa.<br />

In questo momento dell'anno in cui ci<br />

si scambiano gli auguri, desideriamo,<br />

con i cattolici di Francia, formularle fraternamente<br />

i nostri auspici. Auguriamo<br />

la pace a tutti gli abitanti di questa «Terra<br />

Santa», una pace più forte dell'odio e<br />

della spirale della violenza. Come abbia-<br />

mo detto nel Messaggio che abbiamo<br />

diffuso al termine della nostra Assemblea<br />

Plenaria a Lourdes, lo scorso novembre,<br />

questa pace si instaurerà solo<br />

se «saranno rispettati il diritto e l'equità<br />

sulle questioni fondamentali: la sicurezza<br />

dello Stato d'Israele, la costituzione<br />

di uno Stato duraturo per i Palestinesi,<br />

una giusta ripartizione delle risorse, e<br />

soprattutto dell'acqua, l'istituzione di<br />

uno statuto adeguato per Gerusalemme,<br />

l'equa considerazione del problema dei<br />

rifugiati, nel quadro dei trattati conclusi<br />

e delle risoluzioni dell'ONU». Possano<br />

l'amore prevalere sull'odio e la riconciliazione<br />

sulla vendetta!<br />

Ci siamo volti verso «il Bambino appena<br />

nato», Colui che s'invoca come «il<br />

Principe della Pace». Che Egli sostenga<br />

tutti gli artefici di pace! Che benedica lei<br />

e tutti coloro che le sono stati affidati.<br />

Lo preghiamo affinché la conservi nella<br />

gioia profonda della sua venuta, quella<br />

gioia del cuore che nessuno può toglierci!<br />

Sia certo, caro fratello in Cristo, della<br />

nostra preghiera e della nostra profonda<br />

comunione fraterna nel Signore.<br />

✠ JEAN-PIERRE RICARD<br />

Arcivescovo eletto di Bordeaux<br />

Presidente della Conferenza<br />

dei Vescovi di Francia<br />

✠ GEORGES PONTIER<br />

Vescovo di La Rochelle et Saintes<br />

Vice-Presidente della Conferenza<br />

dei Vescovi di Francia<br />

rapide trasformazioni della<br />

cultura e della società. La<br />

Chiesa però non ha mai cessato<br />

di far giungere «la sua<br />

voce ed offrire il suo aiuto a<br />

chi, già conoscendo il valore<br />

del matrimonio e della famiglia,<br />

cerca di viverlo fedelmente;<br />

a chi, incerto ed ansioso,<br />

è alla ricerca della verità<br />

ed a chi è ingiustamente<br />

impedito di vivere liberamente<br />

il proprio progetto familiare»<br />

(Familiaris consortio, 1).<br />

Essa avverte questa sua responsabilità<br />

e anche oggi intende<br />

continuare «ad offrire<br />

il suo servizio ad ogni uomo<br />

pensoso dei destini del matri-<br />

monio e della famiglia»<br />

(ibid.).<br />

3.Per portare a compimento<br />

questa sua urgente<br />

missione, la Chiesa conta in<br />

modo speciale sulla testimonianza<br />

e l’apporto delle famiglie<br />

cristiane. Anzi, dinanzi<br />

ai pericoli e alle difficoltà<br />

che attraversa l’istituto familiare,<br />

essa invita ad un supplemento<br />

di audacia spirituale<br />

e apostolica, nella consapevolezza<br />

che le famiglie<br />

sono chiamate ad essere «segno<br />

di unità per il mondo», e<br />

a testimoniare «il Regno e la<br />

pace di Cristo, verso cui il<br />

mondo intero è in cammino»<br />

(ibid., 48).<br />

1° gennaio 2002: Solennità di Maria Santissima, Madre di Dio<br />

Dopo la Benedizione Apostolica, GiovanniPaolo<br />

IIha rivolto ai gruppi di pellegrini<br />

presenti queste parole di saluto:<br />

Saluto con affetto i pellegrini<br />

presenti in quest’ultima<br />

domenica dell’anno civile, in<br />

particolare il folto gruppo di<br />

ragazzi della parrocchia del<br />

Duomo di Todi, accompagnati<br />

dai loro catechisti, e<br />

quelli di Talamona, in Valtellina.<br />

Carissimi, abbiate<br />

sempre nel cuore la gioia di<br />

essere discepoli e testimoni<br />

di Cristo!<br />

Saluto, inoltre, i fedeli di<br />

Giulianello di Cori e, memore<br />

dei loro caratteristici cortei<br />

dei Re Magi, chiedo una<br />

speciale preghiera presso il<br />

venerato Bambinello, di cui<br />

sono custodi.<br />

Domani, alle ore 18, nella<br />

Basilica di San Pietro, presiederò<br />

la celebrazione dei Vespri<br />

con il solenne «Te<br />

Deum» di ringraziamento.<br />

Ogni anno porta con sé gioie<br />

e dolori, problemi e nuove<br />

prospettive. Invito tutti a<br />

concludere il 2001 nel rendimento<br />

di grazie a Dio, lasciando<br />

alle spalle ogni inimicizia,<br />

per iniziare il 2002<br />

nell’amore e nella pace di<br />

Cristo. È questo l’augurio<br />

che rivolgo a tutti, affidandolo<br />

all’intercessione della santa<br />

Famiglia di Nazareth.<br />

In polacco ha detto:<br />

Pozdrawiam również pielgrzymów<br />

polskich: z Łodzi, z<br />

Chicago — parafia św. Jacka,<br />

z Krakowa — przełożonych<br />

Seminarium oraz<br />

wszystkich pielgrzymów indywidualnych.<br />

Życzę wszystkim<br />

błogosławieństwa Bożego<br />

na Nowy Rok.<br />

Ecco una nostra traduzione italiana:<br />

Saluto i pellegrini giunti<br />

dalla Polonia: da Lodz, da<br />

Chicago — la parrocchia di<br />

san Giacinto, da Cracovia — i<br />

superiori del seminario e tutti<br />

i pellegrini individuali. Auguro<br />

a tutti un Anno Nuovo ricco<br />

di benedizioni divine.<br />

Anno nuovo dono della generosità divina<br />

JEAN GALOT<br />

L’anno nuovo è prima di tutto un dono che riceviamo<br />

dal Padre. Il fatto di vivere un anno di<br />

più ci ricorda che la vita ci viene data ogni giorno<br />

dalla bontà sovrana del Padre. Si tratta di un<br />

dono assolutamente gratuito. Il Padre che ha<br />

creato il mondo continua a crearlo per salvaguardare<br />

la sua esistenza.<br />

Ha creato ogni persona umana e la trattiene<br />

in vita con la sua potenza creatrice. Ogni giorno<br />

rinnova il dono che ci ha fatto della nostra esistenza<br />

e di tutto ciò che possediamo. Ogni mattina<br />

dobbiamo ringraziarlo di ritrovarci vivi per<br />

una nuova giornata che ci viene data dal primo<br />

momento fino all’ultimo.<br />

Tutti gli aspetti della nostra vita vengono dal<br />

Padre; tutto ciò che diciamo, sentiamo, facciamo,<br />

ci è procurato da lui.<br />

Questo dono del Padre è assolutamente puro;<br />

nel suo immenso amore, il Padre desidera arricchire<br />

con i propri tesori i suoi figli e favorire il<br />

pieno sviluppo della loro personalità.<br />

Egli stesso non può guadagnare niente con<br />

questo arricchimento, perché la sua infinita perfezione<br />

non può crescere; non può nemmeno diminuire<br />

né perdere qualcosa. Talvolta la sua<br />

opera creatrice è stata concepita come una opera<br />

destinata a procurargli la gloria. È certo che<br />

questa opera deve suscitare nelle creature un<br />

omaggio di ammirazione e di azione di grazie,<br />

ma questo omaggio non aggiunge niente al valore<br />

dell’opera né alla perfezione del Padre. Il Padre<br />

crea soltanto per le creature, senza trarne<br />

nessuno vantaggio. La sua gioia è di sviluppare<br />

la vita dei suoi figli, con l’abbondanza della sua<br />

grazia.<br />

Così egli è il primo che si rallegra per l’anno<br />

nuovo. Si rallegra per noi, perché la sua gioia<br />

consiste nel dare, nel dare gratuitamente, nel<br />

dare il massimo. In questo atteggiamento paterno<br />

possiamo scoprire l’origine della beatitudine<br />

enunziata da Gesù, beatitudine che ci è stata ri-<br />

Gesù,Mariae Giuseppe benedicano<br />

e proteggano tutte<br />

lefamiglie del mondo, perché<br />

in esse regnino la serenità e<br />

la gioia,lagiustiziae la pace,<br />

che Cristo nascendo ha portato<br />

come dono all’umanità.<br />

La Madre del Signore (secolo XIV), venerata nel santuario<br />

«Mater Domini» in Mesagne (Brindisi)<br />

ferita da s. Paolo: «Vi è più gioia nel dare che<br />

nel ricevere!» (At 20, 35). La felicità provata nel<br />

dare ha la sua prima fonte nella felicità propria<br />

al Padre, felicità dell’amore infinitamente generoso<br />

che moltiplica i suoi doni.<br />

Il Padre è colui che dà senza misura, senza limite.<br />

Siccome tutto in lui è amore, egli è fonte<br />

inesauribile di ogni specie di doni. La sua intenzione<br />

è di rendere felici i suoi figli, comunicando<br />

loro la felicità più essenziale, più profonda. Egli<br />

vuole assicurare più particolarmente la qualità<br />

della felicità. Ci sono delle gioie meno importanti,<br />

che non sono pure da disprezzare, e che il Padre,<br />

nella sua Provvidenza, non manca di procurare<br />

ai suoi figli. Ma egli desidera soprattutto assicurare<br />

la felicità che raggiunge il fondo dell’anima<br />

e prepara la felicità della vita eterna. Il dono<br />

di un anno nuovo comporta il dono di tutto<br />

ciò che è necessario al destino finale dell’umanità.<br />

Molto meglio degli uomini, spesso tentati di<br />

dimenticare o di trascurare le condizioni di questo<br />

destino, il Padre guida il mondo sulla via<br />

che garantisce questa felicità.<br />

È vero che nel dono di quest’anno, non ci saranno<br />

soltanto delle gioie. Degli avvenimenti dolorosi<br />

o tragici sono da prevedere nei diversi paesi<br />

del mondo. Non possiamo immaginare in anticipo<br />

questi avvenimenti, perché solo il Padre<br />

conosce perfettamente l’itinerario che egli apre a<br />

tutti con le sue decisioni sovrane.<br />

Abbiamo pure la certezza che anche nelle disgrazie<br />

che possono venire all’improvviso la<br />

Provvidenza del Padre sarà sempre presente con<br />

la sua sapienza e la sua bontà. Nei momenti più<br />

difficili, la sollecitudine del Padre si farà più<br />

premurosa.<br />

Non conosciamo il futuro e non possiamo conoscerlo.<br />

Ma sappiamo che il Padre che ha assunto<br />

nelle sue mani questo anno nuovo sarà<br />

sempre pieno di benevolenza per noi e sempre<br />

pronto a darci l’aiuto necessario. Ogni giorno<br />

dell’anno sarà un nuovo dono della generosità<br />

del Padre.


.<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 31 Dicembre 2001-1 Gennaio 2002<br />

«La grandezza della vita ordinaria; la<br />

vocazione e la missione dei cristiani nel<br />

mondo» è il tema del congresso che si<br />

terrà presso la Pontificia Università della<br />

Santa Croce, a Roma, dall'8 all'11 gennaio.<br />

I temi che scandiranno i lavori sono<br />

incentrati sulla figura e sulla testimonianza<br />

del Beato Josemaría Escrivá de Balaguer,<br />

fondatore dell'Opus Dei.<br />

Nella mattina di martedì 8 interverran-<br />

Un volume dell'Arcivescovo di Siracusa, Mons. Giuseppe Costanzo<br />

«Fate quello che vi dirà»<br />

Con Maria alla sequela di Gesù<br />

GIANFRANCO GRIECO<br />

«Sorprende, anzi commuove<br />

la maniera con la quale Giuseppe<br />

Costanzo, Vescovo-Pastore<br />

della Chiesa di Sicuracuca,<br />

parla della Madonna. Sarà<br />

la cultura biblica in cui egli è<br />

maestro, sarà il contatto quotidiano<br />

coi suoi fratelli e sorelle<br />

di fede... il fatto è che egli ci<br />

offre, in queste meditazioni,<br />

una catechesi evangelica dotta<br />

e avvincente sulla Madre di<br />

Gesù. Sul filo dei testi evangelici,<br />

ai quali si attiene con lettura<br />

intelligente, egli elabora<br />

riflessioni quanto mai aderenti<br />

alla gioia, alla fatica, alla gloria<br />

dell'esistenza cristiana. Maria<br />

ci preceduti in questo cammino.<br />

Perciò guardiamo a lei, sicuri<br />

che Ella rivolge a noi<br />

“quegli occhi suoi misericordiosi”».<br />

Condividiamo in pieno,<br />

quanto Padre Aristide M. Serra,<br />

scrive nella «Prefazione»<br />

del volume di Mons. Giuseppe<br />

Costanzo, Arcivescovo di Siracusa,<br />

Vicepresidente della Conferenza<br />

Episcopale Italiana e<br />

della Conferenza Episcopale Siciliana,<br />

uno dei sei Presuli ita-<br />

liani partecipanti alla recente<br />

X Assemblea Ordinaria del Sinodo dei<br />

Vescovi svoltosi in Vaticano dal 1° al<br />

27 ottobre 2001. «Fate quello che vi<br />

dirà. Con Maria alla sequela di Gesù»<br />

(Edizioni Rinnovamento nello Spirito<br />

Santo, pp. 136, Roma, L. 15.000) è il<br />

titolo dell'ultima pubblicazione dell'Arcivescovo<br />

Costanzo. Un libro di contenuti<br />

solidi e di proposte coraggiose.<br />

Due, le parti del volume; quattro, le<br />

bellissime meditazioni; tre, le omelie.<br />

Due, le conclusioni: dalla fiaccola della<br />

spernza alla gloria del Risorto.<br />

Queste le tematiche offerte dall'Autore:<br />

Maria, paradigma del Servo<br />

(pagg. 15 - 27); nulla, senza la carità<br />

(pagg. 31 - 39); lo Spirito Santo, grande<br />

condottiero (pagg. 43 - 49); perchè<br />

pregare Maria (pagg. 53 - 63). Tre le<br />

omelie che portano i seguenti titoli:<br />

Maria: maestra, compagna, educatrice<br />

(pagg. 69 - 86); le lacrime di Maria,<br />

segnocheciinterpella (pagg. 91 - 109);<br />

Maria e la Croce, icona per chi soffre<br />

(pagg.113 - 126).<br />

Il messaggio<br />

che proviene<br />

da una diocesi mariana<br />

Vescovo di una diocesi «mariana»<br />

— Siracusa, la città degli Atti degli<br />

Apostoli (28,12) — l'Arcivescovo Costanzo<br />

ha una ragione in più per parlare<br />

di Maria e presentare Maria al<br />

Popolo criistiano. Scrive nella «Introduzione»:<br />

«Annunciare Maria è stato<br />

sempre per me un bisogno del cuore;<br />

oggi è anche per me un preciso dovere.<br />

Ciò ha comportato un impegno di<br />

riflessione e di predicazione, che ho<br />

accolto con gioia: la gioia di chi sa<br />

che il suo debito verso la Madre è incommensurabile.<br />

Il mio servizio episcopale<br />

in questa terra bagnata dalle<br />

lacrime di Maria ha sempre mirato a<br />

farla conoscere, a farla amare e imitare.<br />

È, questa,unacostante»(pag. 11).<br />

L'occasione del XXV della ordinazione<br />

episcopale (4 aprile 2001) ha<br />

presentato al Presule siciliano la gradita<br />

occasione di offrire ad un pubblico<br />

più vasto le sue riflessioni mariane.<br />

ta ai lettori consta di brevi articoli,<br />

che chiama «meditazioni».<br />

Costituiscono la prima sezione<br />

del volume. Sono testi apparsi<br />

sulla rivista del Santuario della<br />

Madonna delle Lacrime.<br />

Seguono poi le «omelie» raccolte<br />

nella seconda sezione che<br />

risentono, giustamente, dello<br />

stile omiletico e dell'occasione<br />

in cui sono state pronunciate.<br />

Nonostante la compiutezza di<br />

ogni singolo contributo, che<br />

costituisce un quadro a sé<br />

stante, il Presule Mons. Costanzo<br />

ha voluto strutturare il<br />

testo seguendo, attraverso i<br />

contenuti, un semplice percorso<br />

che è molto chiaro a chi<br />

legge. il testo non ha la pretesa<br />

di essere un trattato di mariologia,<br />

ma solo un servizio pastorale.<br />

«Quando era bambino —<br />

confessa l'Arcivescovo Costanzo<br />

— facevo i “ fioretti” in suo<br />

onore, da adulto e da ministro<br />

del Vangelo mi sento onorato<br />

di cantare le sua glorie. Vorrei<br />

che tutti i cuori ardessero d'amore<br />

per colei che fu la compagna<br />

eccezionalmente generosa<br />

del Salvatore e che egli morente<br />

sulla croce, ci donò co-<br />

me Madre. Se il Maestro inte-<br />

Vocazione e missione dei cristiani nel mondo<br />

no, tra gli altri, il Vescovo Javier Rodríguez<br />

Echevarría, Prelato della Prelatura<br />

personale dell'Opus Dei; Mons. Lluís Clavell,<br />

Presidente della Pontificia Università<br />

della Santa Croce; Giorgio Rumi, Professore<br />

all'Università «Bocconi» di Milano.<br />

Nella mattina di giovedì 10 i lavori saranno<br />

aperti dal Cardinale Vicario Camillo<br />

Ruini. Interverrà, tra gli altri, Mons. George<br />

Pell, Arcivescovo di Sydney. La missio-<br />

ne apostolica del cristiano è il tema di<br />

fondo della sessione di venerdì 11. I lavori<br />

saranno aperti dal Cardinale François-Xavier<br />

Nguyên Van Thuân, Presidente del<br />

Pontificio Consiglio della Giustizia e della<br />

Pace.<br />

I pomeriggi dei giorni in cui si svolge il<br />

convegno saranno dedicati alle comunicazioni<br />

ed ai lavori di gruppo, con la partecipazione<br />

di professori universitari, esper-<br />

ti, personalità dei vari campi del mondo<br />

della cultura.<br />

Saranno numerosi i temi trattati nel corso<br />

di tali incontri, tra i quali: «I cristiani e<br />

la loro responsabilità in relazione alla<br />

missione della Chiesa»; «La libertà morale<br />

nell'insegnamento del Beato Josemaría»;<br />

«Maria, paradigma di vita filiale»;<br />

«L'inculturazione del Vangelo alla luce degli<br />

scritti pubblici del Beato Josemaría».<br />

La XXIV edizione dell'Incontro promosso dalla Comunità di Taizé<br />

A Budapest 70.000 giovani<br />

passeranno il Capodanno in preghiera<br />

GIAMPAOLO MATTEI<br />

Settantamila giovani cristiani europei<br />

passeranno il Capodanno avvolti nel silenzio<br />

della preghiera. Budapest, capitale<br />

dell'Ungheria, diventa così nella notte<br />

tra il 31 dicembre 2001 e il 1° gennaio<br />

2002 capitale della preghiera dei giovani<br />

cristiani. È un Capodanno vissuto in<br />

maniera profondamente orante, cristiana,<br />

controcorrente rispetto alla moda<br />

che pretende il «divertimento» forzato, a<br />

tutti i costi, e fa perdere di vista i valori<br />

autentici che danno senso alla vita dell'uomo.<br />

L'Incontro dei giovani europei<br />

promosso dalla Comunità di Taizé, giunto<br />

alla ventiquattresima edizione, è iniziato<br />

il 28 dicembre e si conclude proprio<br />

il 1° gennaio. È un evento di grande<br />

importante che l'intera Ungheria ha<br />

accolto con entusiasmo. Domenica 30 è<br />

intervenuto anche il Presidente della Repubblica<br />

ungherese e la televisione ha<br />

trasmesso ampi servizi e ha fatto diversi<br />

collegamenti in diretta.<br />

Si tratta di cinque giorni intensi di<br />

preghiera e di meditazione, di comunione<br />

e di pace. Frère Roger ha accolto i<br />

giovani a braccia aperte: «Questa sera i<br />

nostri cuori sono pieni di gratitudine.<br />

Molti sono arrivati da regioni molto lontane.<br />

Alcuni hanno viaggiato tre giorni<br />

per venire fino a Budapest. Continuando<br />

insieme il pellegrinaggio di fiducia sulla<br />

terra, noi tutti aspiriamo ad essere cercatori<br />

di pace». Con queste parole Frère<br />

Roger ha aperto il ventiquattresimo Incontro<br />

europeo dei giovani promosso<br />

dalla Comunità do Taizé, da lui fondata.<br />

Accanto a Frère Roger erano, nel gesto<br />

dell'accoglienza, il Cardinale László Paskai,<br />

Arcivescovo di Esztergom-Budapest,<br />

e Mons. Béla Balás, Vescovo do Kaposvár,<br />

Presidente della commissione<br />

per la gioventù della Conferenza Episcopale<br />

Ungherese.<br />

A Budapest sono presenti oltre settantamila<br />

giovani. Non si sono fatti spaventare<br />

dal clima rigido, dall'ondata di freddo<br />

che ha investito anche questa parte<br />

d'Europa centrale. La capitale ungherese<br />

appare come trasformata dal calore<br />

dell'entusiasmo di questo popolo giovane<br />

che parla lingue diverse, che viene<br />

da culture diverse, ma crede e vive il<br />

medesimo amore di Cristo. A Budapest,<br />

ovunque, si vedono ragazze e ragazzi<br />

che, zaino in spalla, girano per le strade<br />

dando una testimonianza di pace e di<br />

comunione. Sono arrivati con treni speciali,<br />

con oltre mille autobus e anche<br />

con mezzi di ogni genere. Arrivano da<br />

tutta Europa, dal Portogallo alla Russia.<br />

Gli italiani sono quattromila. E non<br />

mancano rappresentanti degli altri Continenti.<br />

Particolarmente numerosi i giovani<br />

polacchi: sono circa 30.000. Li guida<br />

Mons. Adam Szal. Alcuni gruppi sono<br />

accompagnati da Vescovi: i francesi,<br />

per esempio, sono arrivati con il Vescovo<br />

di Moulins, Mons. Philippe Barnarin,<br />

e con l'Ausiliare dell'Arcidiocesi di Marsiglia,<br />

Mons. Benoît Rivière. Il titolo della<br />

lettera che Frère Roger ha inviato ai<br />

giovani in preparazione all'Incontro è:<br />

«Ama e dillo con la tua vita». Il testo,<br />

consegnato a tutti i partecipanti e tradotto<br />

nelle diverse lingue, fa da traccia<br />

alla riflessione di questi giorni.<br />

«Ciò che colpisce di più nel Vangelo è<br />

il perdono — ha detto Frère Roger ai<br />

giovani nel primo incontro —. Per ciascuno<br />

di noi il fatto di perdonare può<br />

cambiare il nostro cuore perché quando<br />

noi perdoniamo allora si allontana la durezza<br />

del cuore e lascia il posto ad<br />

un'infinita bontà».<br />

Quanto l'Europa di domani abbia bisogno<br />

di perdono — e di un perdono<br />

che si fa cultura nella quotidianità di<br />

ogni popolo — lo dimostra la storia recente<br />

che, dopo la caduta della cosid-<br />

Una pubblicazione curata dalle «Missioni Francescane» e dalla «Global Press Italia»<br />

Il calendario, memoria religiosa del tempo e dei giorni<br />

GINO CONCETTI<br />

A fine di ogni anno si è costretti a cambiare il calendario<br />

che segna l'avvicendarsi dei giorni e dei<br />

mesi con altre particolarità utili al vivere quotidiano.<br />

Quando la società era pervasa da un forte sentimento<br />

di fede erano privilegiati i «segni» religiosi.<br />

Su tutti prevaleva l'indicazione delle festività, delle<br />

domeniche e dei santi del giorno. Con l'irruzione<br />

delle tendenze secolaristiche anche la «fisionomia»<br />

del calendario è stata modificata. A offrire i nuovi<br />

modelli sono soprattutto le imprese che gareggiano<br />

nel presentare immagini seducenti del mondo femminile<br />

e in pose non sempre conformi alla decenza<br />

comune.<br />

Se queste iniziative non hanno sostituito i calendari<br />

tradizionali è certo che costituiscono l'indice di<br />

un nuovo modello di vita e di costume, diffuso o<br />

che si va espanendo nella società. Senza voler essere<br />

critici rigidi non si può non rilevare che nella<br />

nuova tendenza «calendaristica» è individuabile anche<br />

una «recessione» di tipo religioso, una «abdicazione»<br />

a certi valori di fede. Nonostante l'ingresso<br />

di nuovi modelli si continua a proporre calendari<br />

«tradizionali» ma profondamente rinnovati con motivazioni<br />

e immagini che li rendono più attraenti,<br />

più piacevoli e più utili sotto il profilo didattico e<br />

storico.<br />

Tra quanti hanno colpito la sensibilità popolare è<br />

quello curato dalle Missioni Francescane con sede<br />

Madonna con Bambino - Graduale - Scuola bolognese.<br />

Proveniente da San Michele in Bosco, Bologna<br />

(prima metà del secolo XIV)<br />

Biblioteca estense universitaria di Modena<br />

«L'intento — precisa Mons. Costanzo<br />

— è di additare in Maria la maestra<br />

della vita interiore, il modello perfetto<br />

della sequela Christi, l'affidabile<br />

compagna di viaggio, esperta nel credere<br />

e nel soffrire, la madre tenera e<br />

sempre vigile dell'uomo in cammino»<br />

(pag. 11).<br />

Meditazioni e omelie<br />

Il testo che Mons. Costanzo presen-<br />

riore — auspica il Presule di Siracusa<br />

— vorrà servirsi di questo umile strumento<br />

per aiutare qualcuno a volgere<br />

lo sguardo verso la “stella”, sarà questa<br />

la gioia più bella e più grande del<br />

mio sacerdozio» (pag. 12).<br />

Il testo è arricchito da immagini di<br />

Madonne di santuari italiani, corredate<br />

da invocazioni alla Vergine che invitano<br />

alla preghiera e alla contemplazione.<br />

Gerard David - Nozze di Cana (particolare) - XIV secolo - Museo del Louvre, Parigi<br />

in Assisi. Sulla «prima di copertina rifulge nitida»<br />

l'immagine di Giovanni Paolo II, con il pastorale<br />

nella mano destra, mentre è chinato a ricevere un<br />

piccolo dono da una bimba. All'interno di ogni pagina<br />

e di ogni mese si dispiega il «santorale» con le<br />

immagini dei santi di ciascun giorno del mese, corredate<br />

da informazioni biografiche. Per ogni mese<br />

si aggiunge anche un elenco dei più insigni missionari<br />

francescani, in maggior parte martiri nei vari<br />

continenti. Una galleria di santi e beati che evidenzia<br />

la perennità del Vangelo, l'espansione della<br />

Chiesa e il crescere della santità del popolo di Dio.<br />

* * *<br />

Un calendario originale per contenuto e didattica<br />

storica è quello preparato e curato da Global Press<br />

Italia, dedicato ai Papi dell'ultimo secolo del secondo<br />

millennio, dalla veste editoriale elegante. Il mese<br />

di gennaio si apre con san Pio X di cui si traccia un<br />

profilo storico-apostolico, sia all'interno della Chiesa<br />

che nelle relazioni internazionali. Nel mese di febbraio<br />

brilla la figura di Benedetto XV con le stesse<br />

caratteristiche di contenuto e di ministero apostolico.<br />

Il mese di marzo è dedicato a Pio XI di cui si<br />

ricorda lo sforzo titanico per contenere la tracotanza<br />

dei tre mostri: comunismo, nazismo e fascismo.<br />

Aprile è dedicato a Pio XII, il Papa che ha dovuto<br />

affrontare gli orrori e le distruzioni della seconda<br />

guerra mondiale e che ha guidato i popoli alla pace<br />

con una nuova cultura di rapporti internazionali e<br />

collaborazione universale. Il Papa che ha visitato i<br />

quartieri bombardati di Roma e ha salvato gli ebrei,<br />

non solo della capitale. Maggio è per Giovanni<br />

XXIII, proclamato beato ed entrato nel cuore della<br />

gente. Tutti gli atti più rilevanti sono ricordati: l'enciclica<br />

Pacem in terris sulla pace, l'indizione del<br />

Concilio Vaticano II di cui ha celebrato la prima<br />

sessione.<br />

Giugno è per Paolo VI, il Papa che ha condotto a<br />

termine il Concilio Vaticano II e ne ha diretto l'esecuzione<br />

delle costituzioni e dei decreti. Con vigore<br />

è rimarcato il suo ministero per la Pace sia in Vaticano<br />

che nella sede dell'ONU e i suoi pellegrinaggi<br />

apostolici. Nelle note informative campeggiano queste<br />

parole: «I popoli della fame interpellano oggi in<br />

maniera drammatica i popoli dell'Opulenza. La<br />

Chiesa trasale a questo grido di angoscia». È il Papa<br />

dell'Ecclesiam suam e della Populorum progressio.<br />

A Giovanni Paolo I è dedicato il mese di luglio.<br />

Se ne riproduce la dolce immagine con ampio servizio<br />

informativo. Al suo successore, Giovanni Paolo<br />

II sono dedicati i mesi di agosto, settembre, ottobre,<br />

novembre e dicembre. Le informazioni strettamente<br />

biografiche sono arricchite da notizie e dati<br />

del suo ministero apostolico di Successore di Pietro<br />

e Pastore della Chiesa universale. Oltre alle numerose<br />

encicliche e ai numerosi pellegrinaggi missionari,<br />

vengono sottolineati eventi che hanno avuto<br />

risonanza mondiale sia per il loro contenuto sia per<br />

gli esiti che hanno favorevolmente maturato.<br />

detta «cortina di ferro», ha conosciuto i<br />

drammi degli sfaldamenti nazionali e dei<br />

conflitti etnici. Soprattutto nell'area balcanica.<br />

L'ospitalità per i settantamila<br />

giovani — cattolici, ortodossi e protestanti<br />

— ha mobilitato duecento parrocchie<br />

della capitale ungherese, più i locali<br />

di scuole e di altri luoghi pubblici. L'accoglienza<br />

è, secondo la tradizione, molto<br />

semplice. Le famiglie di Budapest<br />

hanno aperto con entusiasmo le porte<br />

delle loro case ai giovani, rispondendo<br />

con grande generosità all'appello «due<br />

metri di quadrati al caldo» formulato<br />

dalla Chiesa cattolica ungherese e dalla<br />

Comunità di Taizé.<br />

Gli incontri e la preghiera comune si<br />

svolgono all'«HungExpo», il grande Parco<br />

delle Esposizioni di Budapest.<br />

Proprio l'«HungExpò» è stato, sabato<br />

29, il luogo dove sono state presentate<br />

le testimonianze che incarnano lo spirito<br />

di questa nuova Europa. Tra queste, la<br />

testimonianza di Anita, ungherese, che<br />

lavora alla periferia di Budapest con gli<br />

zingari; di Alberto, italiano, impegnato<br />

in Kosovo tra rifugiati; di una coppia romena<br />

che lavorano con i bambini abbandonati<br />

nelle strade. Accanto a queste<br />

impressionanti storie di solidarietà concreta,<br />

le testimonianze di persone impegnate<br />

nelle istituzioni: Magali Delinde,<br />

francese, giudice del tribunale per i minori,<br />

e Pal Sot, Presidente della Corte<br />

suprema ungherese.<br />

Ogni giornata si conclude con la preghiera.<br />

Accanto a Frère Roger ci sono<br />

alcuni Vescovi cattolici ungheresi e anche<br />

Pastori di altre Confessioni cristiane.<br />

E ogni sera Frère Roger detta una meditazione<br />

ai giovani.<br />

L'Incontro Europeo di fine anno non<br />

è per questi giovani cristiani europei un<br />

episodio isolato. Non sono partiti per<br />

Budapest «per caso». Questo evento<br />

rientra in un cammino di fede che percorrono<br />

nelle loro comunità particolari.<br />

Un cammino che fa riferimento a quello<br />

straordinario luogo di pace e di riconciliazione,<br />

di unità e di speranza che si<br />

chiama Taizé. Dall'inizio della primavera<br />

alla fine dell'autunno, ogni settimana,<br />

giovani, non solo europei, arrivano sulla<br />

collina di Taizé. Sono alla ricerca di un<br />

senso per la loro vita, in comunione con<br />

molti altri di loro. Andando alle sorgenti<br />

della fiducia in Dio, intraprendono un<br />

pellegrinaggio interiore che li incoraggia<br />

a costruire relazioni di fiducia tra le persone.<br />

Certe settimane d'estate, più di cinquemila<br />

giovani, provenienti da almeno<br />

75 Nazioni, possono ritrovarsi uniti in<br />

questa comune avventura. E l'avventura<br />

continua quando ritornano a casa: si<br />

concretizzerà attraverso l'impegno di approfondire<br />

la loro vita interiore e nella<br />

disponibilità ad assumersi responsabilità<br />

al fine di rendere la terra più vivibile.<br />

A Taizé, i giovani sono accolti da una<br />

comunità di fratelli che si sono impegnatipertuttala<br />

vita al seguito di Cristo.<br />

Anche due comunità di suore partecipano<br />

ad organizzare l'accoglienza. Al centro<br />

degli incontri, tre volte ogni giorno,<br />

la preghiera comune riunisce tutti quelli<br />

che sono sulla collina nella stessa lode a<br />

Dio, attraverso il canto ed il silenzio.<br />

Ogni giorno, i fratelli della comunità<br />

propongono introduzioni bibliche seguite<br />

poi da un momento di riflessione, di<br />

scambio e la partecipazione delle persone<br />

a lavori pratici di comune utilità. È<br />

anche possibile passare una settimana in<br />

silenzio per lasciare che il Vangelo rischiari<br />

la propria vita in profondità. Nel<br />

pomeriggio, incontri su temi specifici<br />

permettono di cogliere i legami fra le<br />

sorgenti della fede e la realtà pluraliste<br />

del mondo contemporaneo: «Il perdono<br />

è possibile?», «La sfida della globalizzazione»,<br />

«Come rispondere alla chiamata<br />

di Dio?», «Quale Europa vogliamo?».<br />

Una settimana a Taizé permette di cogliere<br />

i legami fra l'esperienza di comunione<br />

con Dio nella preghiera e nella riflessione<br />

personale e l'esperienza di comunione<br />

e di solidarietà tra i popoli. Incontrando,<br />

nell'ascolto reciproco, giovani<br />

del mondo intero, si scopre che possono<br />

sorgere percorsi di unità, pur nel<br />

rispetto delle diversità delle culture e<br />

delle tradizioni cristiane. Ciò costruisce<br />

solide fondamenta per essere creatori di<br />

fiducia e fermenti di pace in un mondo<br />

ferito dalle divisioni, dalle violenze e dall'isolamento.<br />

Perseguendo un «pellegrinaggio<br />

di fiducia sulla terra» Taizé non<br />

organizza un movimento intorno alla<br />

sua Comunità. Ciascuno è invitato, dopo<br />

il suo soggiorno, a vivere ciò che ha<br />

scoperto nel suo quotidiano, con una<br />

maggiore coscienza della vita interiore<br />

che lo abita e dei suoi legami con tante<br />

altre persone, anche loro impegnate nella<br />

stessa ricerca dell'essenziale.<br />

Si inaugura la nuova sede dell'Archivio Storico<br />

della Congregazione per l'Evangelizzazione<br />

dei Popoli «memoria viva della missione»<br />

«Il Santissimo Padre in Cristo, e Signore<br />

Gregorio XV, Papa per Divina Provvidenza,<br />

ritenendo che il ruolo principale<br />

dell'Ufficio Pastorale fosse la propagazione<br />

della Fede cristiana, per la quale gli<br />

uomini sono condotti alla conoscenza e<br />

al Culto del Dio vero, eresse una Congregazione<br />

di 13 Cardinali e 2 Prelati con il<br />

proprio Segretario, ai quali commissionò<br />

il Negozio della Propagazione della Fede».<br />

Con queste parole Francesco Ingoli<br />

inizia il verbale della riunione dei Cardinali<br />

membri della nuova Congregazione<br />

«de Propaganda Fide» e lo firma quale<br />

primo segretario. È il 6 gennaio 1622. A<br />

380 anni di distanza dalla nascita del dicastero<br />

pontificio, il suo Archivio Storico<br />

cambia sede e dal palazzo della Congregazione<br />

di piazza di Spagna si trasferisce al<br />

Gianicolo. L'inaugurazione si terrà il 5<br />

gennaio 2002 alle ore 17.30 nei nuovi locali<br />

in via Urbano VIII, 16. I primi vespri<br />

della solennità dell'Epifania ricordano la<br />

manifestazione del Cristo alle genti, invito<br />

e stimolo a proseguire la missione che è<br />

l'obiettivo specifico di questo dicastero.<br />

«Memoria viva della missione». Le parole<br />

dell'archivista don Luis Manuel Cuña<br />

L'incontro di preghiera dei giovani a Budapest<br />

Ramos esprimono il potenziale custodito<br />

in questi secoli dall'Archivio Storico. Una<br />

ricchezza che ora è accolta da una struttura<br />

moderna e tecnologicamente avanzata,<br />

estremamente funzionale per la conservazione<br />

e il restauro dell'importante<br />

patrimonio. Una scaffalatura di 3.200 metri;<br />

22 postazioni dotate di computer nella<br />

sala lettura degli studiosi; quasi 12 milioni<br />

di documenti riguardanti tutti i territori di<br />

missione ad eccezione di Centro e Sud<br />

America raccolti dal 1622 al 1922 in oltre<br />

3.200 volumi di 8 fondi diversi; altri 4.000<br />

volumi individuati, appartenenti ad oltre<br />

90 fondi mai inventariati prima.<br />

Unici nel loro genere sono i documenti<br />

in mostra, molti dei quali mai esposti al<br />

di fuori dell'Archivio. È solo una minima<br />

parte di tutto il materiale conservato, riguardante<br />

non soltanto la storia delle missioni<br />

cattoliche, ma anche l'itinerario civile<br />

e culturale dei paesi di provenienza.<br />

Contrassegno della ricchezza e dell'universalità<br />

di queste testimonianze è la varietà<br />

delle lingue (arabo, tibetano, armeno,<br />

georgiano, cinese, greco, etc.) e dei<br />

materiali utilizzati (carta, pergamena, carta<br />

di riso, seta rossa, fogli di palma). Memoria<br />

viva della missione, appunto.


.<br />

PAGINA<br />

7 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 31 Dicembre 2001-1 Gennaio 2002<br />

2001: l'eroico sacrificio di sacerdoti, religiosi<br />

religiose, seminaristi, laici<br />

Nel sangue del martirio<br />

il valore profetico della scelta radicale del Vangelo<br />

Suor Mary Dionitia<br />

Suor Mary Dionitia, di nazionalità indiana, insegnante,<br />

appartenente alla Congregazione delle<br />

Serve di Maria Madre Addolorata, è stata uccisa<br />

il 21 gennaio nella Diocesi di Salem, in India.<br />

P. Pietro De Franceschi<br />

In Mozambico, il missionario dehoniano P.<br />

Pietro De Franceschi, di 63 anni, originario della<br />

provincia di Padova, ha sacrificato la propria vita<br />

nel tentativo di portare in salvo alcune persone<br />

che avevano urgente bisogno di essere ricoverate<br />

in ospedale. Il religioso, il 1° febbraio, è stato<br />

travolto dalle acque del fiume Nipiodi. Era<br />

partito dalla stazione missionaria di Pebane, sulla<br />

costa dell'Oceano Indiano, trasportando sulla<br />

sua vettura fuoristrada alcuni malati gravi, tra i<br />

quali una donna prossima al parto. Era diretto<br />

all'ospedale di Mocuba, dove presta servizio medico<br />

volontario una sua nipote, la dottoressa Lucia<br />

De Franceschi. Giunto alla riva del fiume Nipiodi,<br />

il missionario si è dovuto fermare, avendo<br />

trovato sommerso il ponte che lo scavalca. Qualche<br />

ora dopo, abbassatosi il livello dell'acqua, p.<br />

Franceschi ha tentato l'attraversamento. Ma,<br />

percorsi pochi metri, il fuoristrada ha battuto<br />

contro un pilastro ed è stato travolto dalla corrente.<br />

Quattro persone che erano sul cassone<br />

posteriore si sono salvate. Ma il religioso la donna<br />

incinta e un bambino, che si trovavano nella<br />

parte anteriore, non ce l'hanno fatta.<br />

P. Tom Manjaly<br />

È stato ucciso a Manipur, in India, Padre<br />

Tom Manjaly, il 2 febbraio. Sacerdote diocesano<br />

di nazionalità indiana, Padre Manjaly era preside<br />

della «St. Joseph High School».<br />

P. Nazareno Lanciotti<br />

Il 21 febbraio è morto Padre Nazareno Lanciotti,<br />

a seguito della feroce aggressione perpetrata,<br />

l'11 febbraio, nella casa parrocchiale di<br />

Jaurú, una località del Mato Grosso brasiliano al<br />

confine con la Bolivia. «Un martire dei nostri<br />

giorni»: con queste parole il Vescovo di São Luiz<br />

de Cáceres, Mons. José Vieira de Lima, ha definito<br />

il sacerdote, che da tempo difendeva gli indios<br />

dalla malavita. Nel giorno delle esequie, il<br />

sacerdote, originario di Subiaco, è stato ricordato<br />

dal Presule per la sua «fedeltà al Vangelo» e<br />

la sua «scelta di fraternità» con il popolo brasiliano.<br />

Gravemente ferito alla testa da colpi di arma<br />

da fuoco, il religioso è deceduto nell'ospedale Sírio<br />

Libanês di San Paolo, dopo dieci giorni di<br />

agonia. Secondo la testimonianza di una suora,<br />

l'11 febbraio padre Lanciotti era in compagnia di<br />

alcuni collaboratori, quando due uomini armati<br />

con il volto coperto hanno fatto irruzione nella<br />

casa parrocchiale. I malviventi hanno dapprim<br />

minacciato tutti i presenti, poi, improvvisamente,<br />

uno di loro ha sparato contro il sacerdote.<br />

Padre Lanciotti, da oltre vent'anni parroco a<br />

Jaurú, era amato dalla popolazione locale, composta<br />

da indios delle etnie Paresi, Nambikwara e<br />

Bororo. Per diventare sacerdote aveva frequentato<br />

il seminario del monastero di Santa Scolastica<br />

a Subiaco. Era stato ordinato il 29 giugno 1966<br />

dal Vescovo Damato. Subito dopo si era trasferito<br />

a Roma nella parrocchia di san Giovanni Crisostomo<br />

a Montesacro. Dal 1973 era diventato<br />

missionario in terra brasiliana. Fondatore di un<br />

ospedale, nel 1974, e di una scuola per bambini<br />

poveri, nel 1981, era in prima fila per ostacolare<br />

i progetti di bande di malviventi che, operando<br />

su i due lati della frontiera tra il Brasile e la Bolivia,<br />

orchestrano spaccio di cocaina e prostituzione.<br />

In un comunicato, la Diocesi di São e Cáceres<br />

hacondannato«ilbrutale e barbaro attacco<br />

perpetrato contro PadreLanciotti,che ha dedicato<br />

la sua vita ad annunciare il Regno di Cristo».<br />

P. Jan Frazkevic<br />

Il sacerdote polacco Jan Frazkevic, 76 anni, è<br />

stato ucciso, il 18 aprile, all'interno della cappella<br />

nel villaggio di Iartzevo, nella regione russa di<br />

Krasnoiarsk, in Siberia. Dal 1993 il religioso era<br />

residente in Russia. Svolgeva la sua missione pastorale<br />

in una vasta area compresa tra la regione<br />

di Krasnoiarsk e il grande Nord del Paese, tra le<br />

piccole ma vivaci comunità cattoliche presenti in<br />

quei territori fin dai tempi dell'impero zarista. Il<br />

sacerdote era stimato un uomo di profonda fede<br />

e grande zelo pastorale.<br />

Suor Barbara Ann Ford<br />

Suor Barbara Ann Ford, religiosa statunitense,<br />

è stata barbaramente assassinata il 5 maggio a<br />

Città del Guatemala. Aveva collaborato con<br />

Mons. Juan José Gerardi, Vescovo ausiliare di<br />

Guatemala, ucciso il 26 aprile 1998. Con il Presule<br />

la religiosa aveva redatto il rapporto sui crimini<br />

contro la popolazione civile, reso noto dal<br />

Vescovo due giorni prima della sua tragica morte.<br />

Suor Barbara Ann, di 63 anni, appartenente<br />

alla «Sister of Charity» di New York, è stata aggredita<br />

in piena città da alcuni uomini che le<br />

hanno poi sparato, uccidendola.<br />

P. Ramón Gamache Berube<br />

P. Ramón Gamache Berube, sacerdote sessantatreennedella<br />

Società per le Missioni Estere della<br />

ProvinciadiQuébec,èstato brutalmente assassinato<br />

il 6 maggio nella casa canonica della parrocchia<br />

della Sagrada Familia, a San Isidro, nella<br />

diocesi di Ica, in Perú, a lui affidata dal 1990.<br />

La morte del sacerdote è stata provocata da violenti<br />

colpi,soprattuttoallatesta.Per 35 anni il religioso<br />

aveva svolto attività missionaria in Perú.<br />

Don Raphael Paliakara,<br />

Don Andreas Kindo<br />

e Joseph Shinu Vallaparampil<br />

Il 14 maggio sono stati assassinati, da un<br />

gruppo di uomini armati, tre salesiani: Don Raphael<br />

Paliakara, 46 anni; Don Andreas Kindo, di<br />

31, e il seminarista Joseph Shinu Vallaparampil,<br />

di 23. Il dramma si è consumato nel noviziato a<br />

Fedeli a Cristo e al Vangelo, hanno<br />

sperimentato la suprema prova del martirio:<br />

sono i sacerdoti, i religiosi, le religiose,<br />

i seminaristi, i laici che nel 2001<br />

hanno saputo testimoniare il Vangelo fino<br />

all'effusione del sangue.<br />

Nel sangue del martirio essi hanno<br />

«gettato» il seme fecondo di una nuova<br />

alba di vita, dalla quale far scaturire<br />

sempre nuove fonti di impegno evangelico.<br />

Sangue che è suggello di una missione<br />

offerta con vero spirito di abnegazione.<br />

Di fronte a questo stile di testimonianza,<br />

i credenti sono chiamati a valorizzare<br />

una preziosa eredità spirituale che è<br />

Ngarian, nell'India Nord-Occidentale. Ai funerali,<br />

svoltisi a Imphal, capitale dello Stato di Manipur,<br />

hanno partecipato più di trentamila fedeli.<br />

Il Provinciale P. Thomas Mulayinkal ha definito<br />

la morte dei tre salesiani «un atto di sacrificio<br />

eroico». Essi «hanno vissuto e lavorato insieme,<br />

e hanno donato la vita insieme. I tre uomini impegnati<br />

nella formazione dei salesiani sono morti<br />

per difendere i loro novizi e quindi sono martiri».<br />

Due degli assalitori armati che sono entrati<br />

nel noviziato a Ngarian, hanno chiesto che i novizi<br />

non appartenenti all'etnia Naga fossero fatti<br />

uscire dalla casa e che fossero fatti allineare in<br />

un campo. Padre Raphael, il Maestro dei novizi,<br />

ha risposto loro che i novizi erano troppo giovani<br />

e che si sarebbero spaventati nel vedere le armi.<br />

Ha detto che avrebbe dato loro tutto quello<br />

che volevano, ma non i novizi. Dopo 45 minuti<br />

di discussione uno degli assalitori ha sparato all'improvviso<br />

a P. Raphael e lo ha ucciso. Vedendolo<br />

cadere, P. Kindo e frate Shinu sono corsi<br />

fuori e sono stati anch'essi trucidati. P. Raphael<br />

aveva celebrato il 12 maggio il suo giubileo d'argento<br />

come membro della famiglia salesiana.<br />

Stava preparando 12 novizi ad assumere il loro<br />

primo impegno religioso il 24 maggio. P. Raphael<br />

era stato preside della scuola di don Bosco,<br />

a Dibrugarth, nell'Assam, e professore presso<br />

il Collegio salesiano di Dimapur. P. Kindo era<br />

sacerdote solo da 13 mesi. I suoi superiori lo conoscevano<br />

come salesiano devoto e come grande<br />

lavoratore. Frate Shinu aveva dedicato la vita a<br />

servire la gente nell'India Nord-Orientale. All'udienza<br />

generale del 23 maggio, Giovanni Paolo<br />

II aveva espresso il suo profondo dolore per la<br />

barbara uccisione dei tre salesiani, ricordando,<br />

al contempo, il valore perenne legato al carisma<br />

di don Bosco, padre e maestro dei giovani. Il<br />

Rev. Juan Edmundo Vecchi, Rettore Magnifico<br />

della Società Salesiana di san Giovanni Bosco,<br />

aveva assicurato in un messaggio le preghiere e<br />

il sostegno dei salesiani di tutto il mondo alla<br />

provincia di Dimapur.<br />

P. Henryk Denjneka<br />

Un missionario polacco, P. Henryk Denjneka,<br />

appartenente alla Congregazione degli Oblati di<br />

Maria Immacolata, è stato assassinato il 17 maggio<br />

a Yaoundé, in Camerun. Il sacerdote è stato<br />

raggiunto da un colpo di fucile mentre, al termine<br />

di un'intensa giornata di attività pastorale,<br />

leggeva la posta nel portico della sua missione.<br />

un patrimonio comune di tutte le Chiese<br />

e di tutte le Comunità ecclesiali. Un'eredità<br />

da custodire come un «tesoro» di<br />

eccelso valore per i cristiani del nuovo<br />

millennio.<br />

Solo il Signore sa quanti sono, in verità,<br />

tutti coloro che hanno dato la vita per<br />

Cristo, ma il cui supremo sacrificio non<br />

ha nome e cognome perché dispersi, torturati<br />

e uccisi nel più oscuro e crudele<br />

anonimato. (Le identità dei martiri qui riportati<br />

sono state raccolte grazie alla<br />

collaborazione con le agenzie di stampa<br />

internazionali e missionarie). Tuttavia il<br />

sacrificio di questi martiri «ignoti» non è<br />

meno esemplare. Al riguardo, risuona<br />

Padre Denjneka era parroco di una piccola stazione<br />

missionaria a Karna-Mbe, nella Diocesi di<br />

Ngaoundré, nel Camerun settentrionale. Aveva<br />

51 anni ed era stato ordinato sacerdote nel 1975.<br />

Il religioso aveva un profondo legame con la comunità<br />

parrocchiale, per la quale si prodigava<br />

senza risparmio.<br />

Suor Claire<br />

Suor Claire, appartenente alla Congregazione<br />

delle Discepole di Cristo, è stata uccisa il 11 giugno<br />

a Rumongi, nel Burundi Sud-Occidentale, in<br />

un'imboscata tesa da uomini armati. La religiosa<br />

era di nazionalità burundese.<br />

P. Leonardo Alzate<br />

Sacerdote diocesano, Padre Leonardo Alzate,<br />

di nazionalità colombiana, è stato ucciso ad Antioquia,<br />

in Colombia, il 14 giugno.<br />

P. Martin Royackers<br />

Padre Martin Royackers, della Compagnia di<br />

Gesù, di nazionalità canadese, è stato assassinato,<br />

nella sua parrocchia, il 21 giugno ad Annotto<br />

Bay, in Giamaica. Era impegnato in un progetto<br />

per lo sviluppo agricolo dei territori statali abbandonati.<br />

P. Fabian Thom<br />

Padre Fabian Thom, missionario francescano,<br />

di nazionalità australiana, è stato assassinato il<br />

16 agosto a Port Moresby, capitale della Papua<br />

Nuova Guinea. Il delitto è avvenuto nel noviziato<br />

francescano di Bomana, un quartiere periferico<br />

della città. Nato nel 1937, Padre Thom era<br />

stato ordinato sacerdote nel 1962 e un anno dopo<br />

aveva raggiunto la missione di Aitape, che si<br />

trova lungo la costa settentrionale della Papua<br />

Nuova Guinea, non lontano dalla frontiera con<br />

la provincia indonesiana di Irian Jaya.<br />

P.JorgeAlberto Galeano Buitrago<br />

Padre Jorge Alberto Galeano Buitrago, parroco<br />

della comunità intitolata a Nostra Signora di<br />

Guadalupe, nella città colombiana di Medellín, è<br />

stato ucciso il 26 agosto da malviventi che hanno<br />

poi svaligiato la sua abitazione. Il cadavere<br />

del sacerdote, di 47 anni, è stato trovato nella<br />

sua residenza, nella frazione «El Limonar» nel<br />

ancora forte l'eco delle parole pronunciate<br />

da Giovanni Paolo II il 7 maggio<br />

2000, in occasione della solenne commemorazione<br />

ecumenica dei Testimoni della<br />

Fede del XX secolo, svoltasi nello scenario,<br />

altamente simbolico, del Colosseo.<br />

Il Papa ricordava, con commozione, i<br />

martiri i cui nomi non sono conosciuti,<br />

perché «infangati» dai persecutori e «occultati»<br />

dai carnefici.<br />

Anche nell'esempio di questi figli e figlie<br />

della Chiesa si specchia il senso di<br />

una testimonianza che — nell'abbracciare<br />

senza riserve la Croce di Cristo — si<br />

configura come lezione di vita e come<br />

messaggio profetico. (G.N.)<br />

Padre Michele D'Annucci, assassinato l'8 dicembre in Sud Africa PadreCelestinoDiGiovambattista,camilliano,uccisoil15ottobreinBurkinaFaso<br />

DonRaphaelPaliakara,donAndreasKindoeJosephShinuVallaparampil,salesiani,assassinatiil14maggionel noviziato di Ngarian,nell'IndiaNord-Occidentale<br />

municipio di Girardota. L'automobile del religioso<br />

è stata trovata incendiata ad una decina di<br />

chilometri di distanza, nel territorio del municipio<br />

di Barbosa. Oltre a quello di parroco di Nostra<br />

Signora di Guadalupe, il sacerdote ricopriva<br />

l'incarico di rettore del collegio «Emmaus».<br />

P. Emìl Jouret<br />

Di nazionalità belga, Padre Emil Jouret, gesuita,<br />

è stato assassinato il 28 agosto a Kikwit, nella<br />

Repubblica Democratica del Congo.<br />

P. Rufus Halley<br />

Il missionario irlandese, Padre Rufus Halley,<br />

57 anni, appartenenti alla Società di San Clombano<br />

per le Missioni Estere, è stato assassinato,<br />

il 29 agosto, a colpo d'arma da fuoco nei pressi<br />

di Malabang, nell'isola filippina di Mindanao. Secondo<br />

quando segnalato dall'agenzia internazionale<br />

delle Congregazioni missionarie «Misna», P.<br />

Halley è stato bloccato ed ucciso da tre uomini<br />

armati ed incappucciati mentre era di ritorno alla<br />

sua residenza dopo un incontro interreligioso<br />

svoltosi a Balabagan. Il religioso operava da 32<br />

anni nelle Filippine.<br />

P. Héctor Fabio Vélez<br />

È stato ucciso nella casa parrocchiale, a Cartago,<br />

in Colombia, il 2 settembre, Padre Héctor<br />

Fabio Vélez, sacerdote diocesano.<br />

P. John Baptist Crasta<br />

Padre John Baptist Crasta è stato assassinato<br />

il 6 settembre in un agguato, nello Stato indiano<br />

del Jharkhand.<br />

Giuliano Berizzi<br />

Giuliano Berizzi, volontario laico a Kigali, in<br />

Rwanda, è stato ucciso il 6 ottobre.<br />

P. Ettore Cunial<br />

Padre Ettore Cunial, 68 anni, della Congregazione<br />

dei Giuseppini del Murialdo, è stato barbaramente<br />

ucciso a Durazzo, in Albania, il 9 ottobre.<br />

Il religioso era molto stimato per il suo zelo<br />

e per la sua grande generosità. Nato a Possagno,<br />

in Diocesi di Treviso, era stato ordinato sacerdote<br />

nel 1962, ricoprendo incarichi di responsabili-<br />

tà all'interno della sua Congregazione. Per nove<br />

anni era stato parroco dell'Immacolata, nel<br />

quartiere Tiburtino, a Roma. Lo stesso incarico<br />

l'aveva successivamente svolto a san Giuseppe<br />

Vesuviano, in Arcidiocesi di Napoli, e a Cefalù.<br />

Era stato inoltre nominato Superiore provinciale<br />

della provincia romana dei Giuseppini del Murialdo.<br />

P. Ernesto Martearena<br />

Sacerdote diocesano, Padre Ernesto Martearena,<br />

di nazionalità argentina, è stato assassinato a<br />

Salta, in Argentina, il 9 ottobre.<br />

P. Gopal<br />

Padre Gopal, sacerdote diocesano, è stato assassinato<br />

a Puthkel, in India, il 12 ottobre. Svolgeva<br />

parte attivanel contesto del programma governativo<br />

di sensibilizzazione contro la violenza.<br />

P. Celestino Digiovambattista<br />

Padre Celestino Digiovambattista, camilliano,<br />

è stato ucciso il 15 ottobre a Ouagadougou, Burkina<br />

Faso. Ex-parroco della chiesa di san Camillo<br />

di Ouagadougou, attualmente ricopriva l'incarico<br />

di cappellano dell'ospedale civile e delle carceri<br />

della capitale. Il religioso era molto amato<br />

daipoveri di Ouagadougou. Nato a Massa d'Albe<br />

(L'Aquila)nel1934,erainBurkina Faso dal 1972.<br />

Suor Lita Castillo<br />

Di origine peruviana, suor Lita Castillo, domenicana,<br />

è stata assassinata a La Serena, in Cile,<br />

il 29 ottobre. È morta dopo dodici giorni di agonia<br />

seguita all'aggressione nel collegio in cui insegnava.<br />

P. Siméon Coly<br />

Padre Siméon Coly, è stato ucciso il 7 novembre<br />

in Senegal. Il religioso era a bordo di un taxi<br />

collettivo diretto a Dakar. Durante il viaggio, la<br />

vettura è incappata in un falso posto di blocco<br />

istituito da uomini armati. Ma l'autista non si è<br />

fermato e gli aggressori hanno allora aperto il<br />

fuoco contro gli occupanti del taxi uccidendone<br />

due, tra cui Padre Coly, e ferendone tre. La tragica<br />

vicenda è avvenuta nella regione meridionale<br />

della Casamance. Padre Coly era parroco della<br />

parrocchia di Niaguis, in Diocesi di Ziguinchor<br />

(capoluogo della Casamance). Il religioso<br />

svolgeva diverse attività a livello diocesano:<br />

membro della commissione per la liturgia, responsabile<br />

del coordinamento delle corali, animatore<br />

della commissione per i rapporti tra cristiani<br />

e islamici.<br />

P. Hubert Hofmans<br />

Il missionario della Congregazione di Mariannhill,<br />

Padre Hubert Hofmans, di origine olandese,<br />

è stato assassinato il 23 novembre a Lae, nello<br />

Stato di Papua Nuova Guinea. È stato aggredito<br />

da sconosciuti, che lo hanno ucciso con un<br />

colpo di arma da fuoco nella sede di un centro<br />

giovanile di cui il missionario era responsabile. I<br />

confratelli ricordano la vittima come un religioso<br />

animato da grande fervore nella vita pastorale,<br />

soprattutto nei confronti dei giovani.<br />

P. Peter Obore<br />

Padre Peter Obore, parroco di Loa-Nimule,<br />

nella diocesi di Torit (Sudan meridionale), è stato<br />

ucciso il 24 novembre nel Nord dell'Uganda<br />

dai ribelli dell'«esercito di resistenza del Signore».<br />

Il religioso è caduto in un'imboscata dei<br />

guerriglieri nel distretto di Gulu, mentre tornava<br />

in auto a Nimule dalla capitale ugandese Kampala,<br />

dove aveva partecipato a un seminario di<br />

studio. Padre Obore era stato ordinato sacerdote<br />

nel 1987.<br />

Sarita Toppo<br />

Laica consacrata, Sarita Toppo è stata assassinata<br />

ad Ambigapur, in India, il 28 novembre.<br />

P. Michele D'Annucci<br />

Padre Michele D'Annucci, missionario italiano,<br />

originario di Atella (Potenza), è stato assassinato,<br />

l'8 dicembre, a colpi d'arma da fuoco in<br />

Sud Africa. L'aggressione è avvenuta nei dintorni<br />

di Pretoria. Il religioso, 60 anni, dei quali più<br />

della metà trascorsi in Sud Africa, ricopriva attualmente<br />

l'incarico di superiore dei Padri Stimmatini<br />

del Sud Africa, del Botswana e della Tanzania.<br />

Sacerdote molto dinamico, aveva saputo<br />

coniugare l'evangelizzazione con la promozione<br />

umana attraverso la costruzione di chiese e la<br />

realizzazione di opere di carità. «Vero amico»<br />

del Sud Africa e della sua gente, con speciale<br />

predilezione per i poveri, negli anni bui dell'apartheid<br />

era riuscito a stabilire un clima di fratellanza<br />

e di cooperazione tra comunità di neri e<br />

bianchi. Per la sua benefica attività, Padre D'Annucci<br />

si era guadagnato la stima e i riconoscimenti<br />

dell'ex Presidente sudafricano Nelson<br />

Mandela e del sindaco di Pretoria, Smangislao<br />

Mikhatshwa.<br />

P. Michael Mac<br />

Sacerdote diocesano statunitense, Padre Michael<br />

Mac è stato assassinato a Sandoval l'8 dicembre.<br />

Suor Philomena Lyons<br />

È stata brutalmente uccisa, il 15 dicembre, in<br />

Irlanda, suor Philomena Lyons, di 68 anni, religiosa<br />

del Sacro Cuore del convento di St. Joseph,<br />

nei pressi di Ballybay, nella contea di Monagham.<br />

Il corpo di suor Philomena è stato trovato<br />

nel parco del convento. Presso la comunità ecclesiale<br />

di Ballybay la relgiosa era conosciuta e<br />

apprezzata da tutti, dopo avervi insegnato per<br />

trent'anni.<br />

Pagina a cura di<br />

GABRIELE NICOLÒ


A ROMA<br />

PAGINA<br />

9 .<br />

BOTTI Denunciate venti persone<br />

Operazioni in tutto il Lazio:<br />

sequestrati quintali di petardi<br />

Arce: anziano muore<br />

cadendo sul camino acceso<br />

della sua abitazione<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 31 Dicembre 2001-1 Gennaio 2002<br />

1° GENNAIO 2002<br />

Maria Santissima Madre di Dio - Solennità<br />

(bianco) - Messa propria, Gloria,<br />

Credo - Lezionario: 1) Nm 6, 22-27: Invocheranno<br />

il mio nome, e io li benedirò -<br />

Salmo 66: Dio ci benedica con la luce<br />

del suo volto; 2) Gal 4, 4-7: Dio mandò il<br />

suo figlio, nato da donna - Vangelo: Lc<br />

2, 16-21: I pastori trovarono Maria e Giuseppe<br />

e il bambino - Liturgia delle Ore:<br />

SCIAGURA STRADALE È salito a due il numero delle vittime del viadotto<br />

Cotral: aperta un'inchiesta interna<br />

per stabilire le cause dell'incidente<br />

È salito a due il numero delle<br />

vittime dell'incidente stradale<br />

di sabato pomeriggio, dove<br />

un pullman del Cotral proveniente<br />

da Fiumicino è precipitato<br />

dal viadotto della Magliana.<br />

Oltre all'autista, Vincenzo<br />

Errico, è morto anche Vincenzo<br />

Infante, 21 anni, geometra,<br />

originario di Torre del Greco,<br />

ma residente a Fiumicino con<br />

la sua famiglia. Dapprima gli<br />

organi di informazione avevano<br />

detto che si trattava di un<br />

extracomunitario, forse un senegalese,<br />

ma quando in televisione<br />

sono passate le immagini<br />

della scena dell’incidente e di<br />

alcuni soccorritori con in mano<br />

il portafogli della vittima, in<br />

cerca di documenti di identità,<br />

alcuni familiari di Vincenzo<br />

hanno riconosciuto il portafogli.<br />

Così, hanno descritto agli<br />

inquirenti le fattezze fisiche di<br />

Vincenzo, l'abbigliamento e<br />

hanno scoperto la tragica verità.<br />

Smentite anche le voci sull'i-<br />

nesperienza del povero autista<br />

morto. In molti avevano sostenuto che<br />

Vincenzo Errico non sapesse guidare offendendo<br />

una persona morta durante il<br />

servizio, la quale non aveva la possibilità<br />

di replicare alle ingiuste accuse. «Vincenzo<br />

Errico era al mio stesso livello<br />

professionale — ha spiegato Renzo Coppini,<br />

collega di Errico. Quel poveretto<br />

Proseguono senza sosta i sequestri di<br />

botti illegali da parte delle forze dell'ordine<br />

in vista dei festeggiamenti per il<br />

nuovo anno. Nella sola giornata di domenica<br />

nel Lazio sono stati scoperti ingenti<br />

quantitativi di materiale pirotecnico<br />

di genere proibito nascosti in diverse<br />

cantine e retrobottega. Sono state denunciate<br />

venti persone.<br />

A Primavalle, stivati in una cantina<br />

sono stati trovati cinquecento chilogrammi<br />

di botti che se per una scintilla<br />

o un corto circuito fossero esplosi il palazzo<br />

di tre piani sarebbe potuto crollare.<br />

È la conclusione alla quale sono<br />

giunti i poliziotti che, al termine di appostamenti<br />

e investigazioni specifiche,<br />

hanno individuato i botti ed arrestato la<br />

persona che li teneva in deposito. Gli<br />

agenti, nel corso di una perquisizione<br />

domiciliare, hanno trovato le tante scatole<br />

disposte sia nella cantina che nel<br />

pollaio di Mario D. L., di 32 anni, pregiudicato<br />

per piccoli reati, in via Agnosine.<br />

Il materiale sequestrato è stato classificato<br />

di IV e V categoria: si tratta di<br />

botti di provenienza in parte industriale,<br />

dal Sud-Est asiatico, in parte artigianale,<br />

di fattura nazionale. L’accusa nei confronti<br />

dell’uomo è di detenzione di materiale<br />

esplosivo ed altro materiale pirotecnico.<br />

Nell’edificio vivono altre famiglie<br />

che, secondo gli investigatori, non<br />

erano al corrente di quanto c’era sotto i<br />

loro piedi. I fuochi erano stati consegnati<br />

all’uomo un paio di giorni fa ed erano<br />

destinati alla vendita sul mercato romano.<br />

A Frascati è stata denunciata un'altra<br />

persona che produceva botti, di genere<br />

Un pensionato di Arce, Rocco Folcarelli,<br />

di 78 anni, è morto, sabato mattina,<br />

cadendo nel camino acceso della sua<br />

abitazione. A trovare il cadavere dell’uomo,<br />

che viveva da solo, è stato un nipote.<br />

Secondo il medico legale chiamato<br />

dai carabinieri il pensionato sarebbe stato<br />

colto da un malore cadendo nel camino<br />

acceso.<br />

Il nipote, conoscendo le abitudini dello<br />

zio passava ogni giorno a casa sua a<br />

fargli visita. La stessa cosa ha fatto sabato,<br />

ma l’uomo non ha aperto. Insospettito,<br />

il giovane ha chiamato i vicini<br />

di casa e i carabinieri che una volta<br />

aperta la porta hanno trovato l’anziano<br />

riverso sul fuoco del camino.<br />

Solo il medico legale — riferisce l'agenzia<br />

«Ansa» — ha potuto ricostruire<br />

in modo approssimativo l’ora della morte<br />

a causa delle ustioni riportate da Folcarelli.<br />

Il pensionato, probabilmente, svegliatosi<br />

presto ha acceso il camino, ma subito<br />

dopo un malore lo ha stroncato in<br />

pochi attimi facendolo cadere sulla<br />

brace.<br />

aveva le stesse patenti D ed E che ho io<br />

da 17 anni ed anche il certificato di idoneità<br />

professionale rilasciato dal ministero<br />

dei Trasporti. Per prendere la patente<br />

pubblica — ha aggiunto — dobbiamo<br />

tutti sostenere un esame di guida con<br />

autobus dotati della leva del cambio.<br />

Quindi, non è vero che Errico abbia<br />

proibito, nel retrobottega della tabaccheria,<br />

in via Cisternole. Anche in questo<br />

caso, come in quello di Primavalle, il<br />

materiale era custodito alla base di un<br />

palazzo abitato e se fosse esploso avrebbe<br />

potuto provocare una strage. Secondo<br />

quanto accertato dalla polizia, il tabaccaio<br />

nel retrobottega aveva una piccola<br />

fabbrica con polvere pirica e tutto<br />

l’occorrente per produrre da solo fuochi<br />

pirotecnici. Al di qua c’è il negozio con<br />

gli usuali articoli di tabaccheria, compresi<br />

fiammiferi e accendini. Il commerciante<br />

non è autorizzato alla produzione<br />

di alcun fuoco pirotecnico.<br />

Nella zona dell'Aurelia quattrocento<br />

chili di materiale pirotecnico sono stati<br />

sequestrati dai vigili urbani. I botti si<br />

trovavano all’interno di due appartamenti,<br />

uno in largo Boccea e l’altro in<br />

via dell'Argilla. All’interno dei due appartamenti<br />

i vigili urbani hanno trovato<br />

due egiziani di trenta anni successivamente<br />

denunciati.<br />

Nel corso di un'operazione condotta<br />

domenica mattina a Porta Portese gli<br />

agenti hanno anche denunciato sette<br />

persone per la vendita di botti di genere<br />

proibito. Si tratta di quattro italiani e tre<br />

nordafricani che su una bancarella nel<br />

mercato domenicale vendevano botti catalogati<br />

come di V categoria. In questa<br />

operazione i poliziotti hanno sequestrato<br />

settanta chilogrammi di fuochi pirotecnici.<br />

Infine, ad Anzio, i carabinieri hanno<br />

recuperato un ingente quantitativo di<br />

fuochi d’artificio illegali, e denunciato<br />

un ispettore di pubblica sicurezza in<br />

pensione, R.S., di 50 anni.<br />

chiesto spiegazioni ai colleghi<br />

sull’uso delle 6 marce del “Bredabus”.<br />

Non è vero che non<br />

sapeva quello che doveva fare<br />

per guidare l’autobus».<br />

Coppini ha sottolineato che,<br />

invece, il problema di conoscere<br />

l’autobus nasce dal fatto<br />

che nel deposito di Ostia il Cotral<br />

ha in linea 7 modelli e che<br />

ogni mezzo ha comandi diversi.<br />

Ma si tratta solo dei comandi<br />

per aprire le porte o accendere<br />

le luci o cose del genere,<br />

non certo la leva del cambio<br />

che è sostanzialmente uguale<br />

su tutti gli autobus.<br />

Lunedì mattina, il pm ha<br />

conferito una consulenza tecnica<br />

per accertare l’efficienza del<br />

bus e l’esame autoptico sul cadavere<br />

del conducente. Mentre<br />

un'indagine interna è stata avviata<br />

dal Cotral. Intanto, Francesco<br />

Storace ha dato un ultimatum<br />

al presidente del Cotral.<br />

«Entro 72 ore voglio i risultati<br />

dell’inchiesta disposta<br />

dal Cotral. La Regione — ha<br />

detto Storace — intende anda-<br />

re avanti senza guardare in faccia a nessuno.<br />

Ho chiesto al presidente un rapidissimo<br />

accertamento su quanto è accaduto:<br />

lo stato in cui versava l’autobus, i<br />

precedenti professionali del povero autista,<br />

quali corsi vengono effettuati per i<br />

nuovi assunti, quali sono i dirigenti preposti<br />

alla valutazione degli autisti».<br />

Ufficio della Solennità - 35a Giornata<br />

mondiale della Pace<br />

2 GENNAIO 2002<br />

Santi Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno,<br />

Vescovi e dottori della Chiesa -<br />

Memoria (bianco) - Messa della Memoria<br />

- Lezionario: 1 Gv 2, 22-28 - Salmo<br />

97; Gv 1, 19-28 - Liturgia delle Ore:<br />

Merc. I sett. - Ufficio della Memoria<br />

SERVIZI SOCIALI Inaugurata la struttura «Pollicino»<br />

Un sostegno alle adozioni<br />

e all'affidamento dei minori<br />

Aiutare i bambini in difficoltà, orientando<br />

le famiglie che vogliono adottare,<br />

sostenere a distanza o prendere in affido<br />

i minori: è questo l’obiettivo del nuovo<br />

centro comunale «Pollicino» che, presso<br />

la sede di Villa Lais, in piazza Cagliero,<br />

nella zona del Tuscolano, offrirà informazioni<br />

ed assistenza a tutti coloro che<br />

intendono prendersi cura dei bambini<br />

abbandonati. Il centro sarà operativo a<br />

partire da mercoledì 2 gennaio, con un<br />

servizio telefonico al numero 067840013,<br />

dal lunedì al sabato dalle ore 9 alle 12<br />

ed il giovedì anche dalle ore 15 alle 18.<br />

L’iniziativa è stata presentata sabato<br />

in Campidoglio, alla presenza, tra gli altri,<br />

del Sindaco Walter Veltroni e dell’assessore<br />

alle Politiche sociali, Raffaela<br />

Milano. All’interno della struttura sarà a<br />

disposizione un'équipe di personale specializzato,<br />

proveniente da alcune associazioni<br />

di volontariato, che potrà accogliere<br />

anche in visita i nuclei familiari<br />

interessati ad accudire i minori in stato<br />

di bisogno.<br />

Il centro intende essere altresì un luogo<br />

d'incontro, confronto ed approfondimento<br />

sia per gli operatori che svolgono<br />

attività in ambiti specifici (psicologi ed<br />

assistenti sociali dei Municipi e delle<br />

Aziende Sanitarie Locali o della associazioni<br />

di volontariato) sia per altri operatori,<br />

ad esempio gli insegnanti, che si<br />

trovano spesso ad affrontare problematiche<br />

con i bambini in affidamento o adozione.<br />

A tale scopo saranno organizzati degli<br />

incontri e dei seminari per trattare temi<br />

utili, anche nel campo legislativo, legati<br />

alle varie leggi che regolano la materia<br />

Pedone investito e ucciso a Casal Palocco<br />

Un pedone è stato investito ed ucciso da un’automobile, lunedì mattina,<br />

mentre attraversava la strada a Casal Palocco. È accaduto in via di Macchia<br />

Palocco all’altezza di via don Giovanni Calabria pochi minuti prima<br />

delle 7. G.T., di 63 anni, è stato investito da un'utilitaria condotta da un uomo,<br />

S.B., che si è fermato ed ha prestato i primi soccorsi. Secondo quanto<br />

reso noto dai Vigili urbani, dai primi rilievi risulterebbe che l’impatto è stato<br />

inevitabile e che l’auto non procedeva a velocità sostenuta.<br />

Sciagura stradale: un morto e 4 feriti a Latina<br />

Un giovane di 18 anni è morto e 4 suoi amici sono rimasti feriti, due dei<br />

quali in modo grave, in un incidente stradale avvenuto a Latina. La vittima<br />

è Adriano Montis, di Cisterna, che la notte tra sabato e domenica era insieme<br />

con gli altri ragazzi su un'utilitaria e stava dirigendosi verso Nettuno<br />

quando, in località Acciarella, nel territorio di Latina, l’auto è uscita fuori<br />

strada all’altezza di una curva e si è schiantata contro un albero.<br />

Incendi: devastato un capannone ad Ardea<br />

Sono occorse otto ore di lavoro alle sette squadre dei Vigili del fuoco intervenute<br />

per spegnere le fiamme che dalle 19 di domenica sono divampate in<br />

un capannone adibito a deposito di capi di abbigliamento ad Ardea. I Vigili<br />

del fuoco, intervenuti da Pomezia ed anche da Roma, soltanto intorno alle<br />

tre di lunedì sono riusciti a spegnere l’incendio. Non è stato ancora possibile<br />

individuare le cause che hanno fatto divampare le fiamme. Si sa invece<br />

che la metà dei seimila metri quadri del capannone è stata completamente<br />

distrutta e che i danni sono molto ingenti.<br />

Furto alla biglietteria della ferrovia Roma-Viterbo<br />

Furto, nella notte tra sabato e domenica, alla biglietteria di uno dei tre treni<br />

metropolitani, quello della linea Roma-Viterbo, a piazza Euclide. I ladri hanno<br />

scardinato le porte d’ingresso della biglietteria e poi l’armadio dove erano<br />

custoditi gli incassi, i biglietti, gli abbonamenti mensili e settimanali. In<br />

tutto il bottino ammonta a oltre un milione di lire in contanti e tra i 17 e i 18<br />

milioni in titoli di viaggio. Ad accorgersi del furto è stato domenica mattina<br />

il responsabile della biglietteria, dipendente della società Met.Ro, al quale<br />

non è rimasto che dare l’allarme.<br />

dell’affido, dell’adozione e del sostegno<br />

a distanza.<br />

Il centro, tra l’altro, è sorto in risposta<br />

a precise indicazioni legislative (legge<br />

476/98 su adozioni internazionali e<br />

legge 149/2001 di modifica alla 184/93<br />

su adozione ed affidamento) che assegnano<br />

agli enti territoriali, come i Comuni,<br />

il compito di informare e formare<br />

le coppie di coniugi disponibili all’affido<br />

ed all’adozione, promovendo iniziative<br />

di sostegno mirate.<br />

«Occorre dare informazioni chiare e<br />

corrette alle famiglie che intendono aiutare<br />

i minori in difficoltà — ha affermato<br />

il Sindaco Veltroni —. I nuclei familiari<br />

vanno aiutati nel percorso burocratico<br />

che ostacola spesso le adozioni o gli<br />

affidi».<br />

Presso Villa Lais è già in funzione da<br />

diverso tempo un centro di assistenza<br />

per le famiglie bisognose. La struttura è<br />

stata ampliata per ospitare il centralino<br />

di «Pollicino» e per fornire nuovi spazi<br />

di accoglienza per i genitori. «Le famiglie<br />

non devono essere soltanto oggetto<br />

passivo di aiuto, ma devono divenire<br />

protagoniste degli interventi sociali —<br />

ha aggiunto l’assessore Milano —, partecipando<br />

in prima persona alle strutture<br />

ed alle attività loro offerte. Per questo il<br />

centro “Pollicino” sarà un luogo aperto<br />

dove oltre alle comunicazioni telefoniche,<br />

le famiglie potranno partecipare alle<br />

lezioni ed incontrare gli esperti, per<br />

ricevere un concreto sostegno psicologico».<br />

Nel corso dell’incontro è stato sottolineato<br />

che attualmente, a Roma, sono<br />

400 i minori in affido presso le famiglie.<br />

Il Comune peraltro riconosce alle famiglie<br />

affidatarie un contributo mensile di<br />

322,26 euro (624.000 lire). Inoltre, recentemente,<br />

all’assessorato alle Politiche<br />

sociali sono giunte 1.163 richieste di informazioni<br />

sull’affido, mentre altre 103<br />

famiglie hanno dichiarato di essere disponibili<br />

all’affido a tempo pieno e 96 a<br />

quello parziale.<br />

Nella Capitale vi sono poi oltre 50 associazioni<br />

di volontariato impegnate nel<br />

sostegno a distanza dei bambini. I cittadini<br />

che svolgono opera di assistenza all’infanzia<br />

sono circa 30.000 ed annualmente<br />

impegnano risorse pari a 930.000<br />

euro (18 miliardi di lire) per interventi<br />

di sostegno a bambini, famiglie o comunità<br />

di minori che risiedono in Paesi in<br />

via di sviluppo. Infine, nel corso del<br />

2000 sono state ben 1.623 le domande di<br />

adozione esaminate dal Tribunale per i<br />

minorenni di Roma, con un notevole<br />

aumento rispetto alle 1.275 del 1998. La<br />

domanda di adozione viene valutata da<br />

un'équipe psico-sociale del Comune che<br />

consegna al giudice del Tribunale una<br />

relazione sulla coppia di coniugi sposati<br />

da almeno tre anni. Le adozioni sono<br />

nazionali, se riguardano minori anche<br />

stranieri, ma presenti sul territorio nazionale;<br />

internazionali se riguardano, invece,<br />

bambini residenti all’estero. Nel<br />

corso del 2000 le adozioni nazionali effettuate<br />

sempre dal Tribunale per i minorenni<br />

di Roma sono state 109, mentre<br />

quelle internazionali 463.<br />

ALESSANDRO TRENTIN<br />

e la condivisione della Parola di Dio sono<br />

i due aspetti che caratterizzano gli<br />

incontri. «I membri dei vari gruppi si<br />

riuniscono per la creazione della cosiddetta<br />

famiglia parrocchiale — ha proseguito<br />

padre Angelo —. Il cammino inizia<br />

con la celebrazione della Santa Messa,<br />

momento che unisce attorno all’altare<br />

la comunità religiosa e quella parrocchiale.<br />

Poi si continua con un tempo di<br />

condivisone fraterna durante il quale<br />

analizziamo un brano evangelico con<br />

l’intenzione di calarlo nella dimensione<br />

ordinaria della nostra esistenza. Lo scopo<br />

è quello di tornare a parlare delle<br />

singole esperienze nel corso dell’incontro<br />

successivo, per poi aiutarci reciprocamente<br />

in caso di bisogno».<br />

«L’esperienza, caratterizzata dall’ascolto<br />

e dall’annuncio, è un’occasione<br />

per lavorare insieme e per superare<br />

eventuali disaccordi — ha aggiunto<br />

Franco Capanna, membro del Consiglio<br />

Pastorale —. Nel contempo, la famiglia<br />

che si crea si impegna a collaborare per<br />

ideare nuove forme di sostegno al prossimo».<br />

Consapevoli della necessità di trasformare<br />

la parrocchia in una «famiglia di<br />

famiglie», gli operatori di san Leonardo<br />

Murialdo hanno istituito la «Giornata<br />

della comunità parrocchiale» alla luce<br />

dello spirito di accoglienza che permea<br />

ogni loro azione. «All’inizio dell’anno<br />

pastorale ci siamo ritrovati non solo per<br />

presentare i gruppi e le relative attività,<br />

ma anche per dare vita ad una vera e<br />

propria assemblea aperta a tutti — ha<br />

precisato padre Angelo —. Ci siamo<br />

mossi con l’intenzione di accogliere i<br />

consigli e le proposte di ognuno affinché<br />

i singoli individui, anche quelli più lontani<br />

dalla Chiesa, potessero offrire il loro<br />

contributo e sentirsi parte della comunità».<br />

E questa riscoperta della parrocchia<br />

come casa non poteva non portare a<br />

considerare la famiglia ambito privilegiato<br />

di interesse. L’attivazione dei Centri<br />

di ascolto permanenti del Vangelo, l’organizzazione<br />

di corsi di catechesi per<br />

adulti e la realizzazione di una rete di<br />

persone interessate all’affidamento di<br />

minori in difficoltà, sono i campi su cui<br />

la comunità si sta muovendo. «La catechesi<br />

è un cammino di fede che coinvolge<br />

l’intera famiglia — ha spiegato padre<br />

Angelo —. Pertanto, a partire da quest’anno<br />

abbiamo pensato di dedicare attenzione<br />

ai genitori dei ragazzi che vengono<br />

per prepararsi alla comunione o<br />

alla cresima, stimolandoli a seguire un<br />

percorso parallelo a quello dei figli».<br />

«Inoltre, è opportuno evidenziare che i<br />

laici sono fortemente impegnati nella<br />

missione permanente: visitano le case<br />

raccontando la loro esperienza, comunicando<br />

la Parola di Dio e parlando dell’importanza<br />

della vicinanza alla comunità<br />

cristiana. Spesso creano un bel rapporto<br />

con i singoli perché le persone riescono<br />

ad identificarsi con loro». Ma la<br />

comunità intende proseguire il cammino<br />

volto a raggiungere i nuclei familiari anche<br />

mediante la riattivazione dei Centri<br />

di ascolto del Vangelo, conosciuti nell’ambito<br />

della missione preparatoria al<br />

Giubileo. «In vista di questo obiettivo<br />

abbiamo suddiviso la parrocchia in sette<br />

zone pastorali, ciascuna delle quali ha in<br />

programma, a partire da gennaio, la nascita<br />

di centri di ascolto permanenti —<br />

ha spiegato il parroco —. Gli incontri<br />

verranno supportati dalla Celebrazione<br />

della Liturgia domenicale nei condomìni<br />

e nei palazzi. In questo modo sarà più<br />

semplice lasciare un seme della Parola<br />

di Dio». «Credo che l’attivazione di questi<br />

centri possa essere un’esperienza eccezionale<br />

— ha aggiunto Franco Capanna<br />

—. Ma è necessario lavorare perché<br />

siano gestiti da operatori preparati ad<br />

affrontare le varie problematiche che si<br />

potrebbero presentare. Inoltre, è importante<br />

coinvolgere negli incontri anche i<br />

giovani, molti dei quali si sono riavvicinati<br />

alla Chiesa grazie alla celebrazione<br />

giubilare».<br />

Un ulteriore aspetto che caratterizza<br />

l’orientamento di questa parrocchia ispirata<br />

dal carisma di san Leonardo Murialdo,<br />

è il sostegno ai ragazzi in difficoltà.<br />

«L’impegno con le famiglie ci ha<br />

portato ad ideare una rete di accoglienza<br />

per minori — ha precisato padre Angelo<br />

—. Ma vorremmo che gli affidatari<br />

mantenessero il legame con la parrocchia<br />

affinché possano seguire un cam-<br />

«Duc in altum!». Questa parola risuona<br />

oggi per noi, e ci invita a fare<br />

memoria grata del passato, a vivere<br />

con passione il presente, ad aprirci<br />

con fiducia al futuro: «Gesù Cristo è<br />

lo stesso, ieri, oggi e sempre!».<br />

(Novo Millennio ineunte, 1)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

IL DOPO GIUBILEO La parrocchia di s. Leonardo Murialdo<br />

La famiglia al centro<br />

dell'azione pastorale<br />

«Famiglia di famiglie»: è questo lo slogan<br />

scelto dalla parrocchia di san Leonardo<br />

Murialdo, nei pressi di viale Marconi,<br />

per qualificare l’azione a cui si<br />

sente ispirata all’indomani del Giubileo.<br />

La riscoperta della Chiesa come comunità,<br />

come insieme di persone che condividono<br />

lo stesso cammino di fede, che si<br />

sostengono e si aiutano reciprocamente,<br />

è la consapevolezza di cui l'anno Duemila<br />

è stato portatore per i fedeli di questa<br />

realtà collocata a due passi dalla Basilica<br />

di san Paolo fuori le Mura. Ed ecco<br />

perché tutte le nuove proposte traggono<br />

alimento dall’intenzione di attingere al<br />

senso di fraternità e di solidarietà emerso<br />

in ogni momento del tempo giubilare.<br />

«Il beneficio più grande che abbiamo<br />

ricevuto dalla celebrazione dell’Anno<br />

Santo è costituito dalla riscoperta della<br />

centralità della famiglia — ha affermato<br />

il parroco, padre Angelo Catapano —.<br />

La spiritualità della comunione di cui<br />

parla la “Novo Millennio ineunte” ci ha<br />

colpito profondamente ed è la ragione<br />

che ci ha portato ad individuare una<br />

giornata dedicata alla preghiera, alla riflessione<br />

e alla condivisione fraterna». Al<br />

di là delle specifiche realtà di appartenenza,<br />

quindi, ogni primo mercoledì del<br />

mese i fedeli di questa comunità si ritrovano<br />

in parrocchia per intraprendere un<br />

cammino di fede che possa aiutarli a superare<br />

ogni elemento di differenza, a<br />

vantaggio della nascita di un sentire comune.<br />

Il carisma di san Leonardo Murialdo<br />

Concerto nella chiesa<br />

di Santa Maria<br />

delle Grazie<br />

Sabato 5 gennaio 2002, alle<br />

20.30, nella chiesa di S. Maria<br />

delle Grazie si terrà un concerto<br />

promosso dalla cooperativa<br />

«Fra' Albenzio». La manifestazione<br />

vuole inaugurare l'entrata<br />

in funzione di un pullmino da<br />

nove posti, attrezzato per il trasporto<br />

di due disabili, che consentirà<br />

anche di accompagnare<br />

anziani e malati da casa agli<br />

ospedali, cliniche, studi medici<br />

e fisioterapici.<br />

mino di fede. L’iniziativa ci permette di<br />

esprimere il nostro intento di accogliere<br />

Gesù nel minore e nell’orfano abbandonato».<br />

Un’idea che permetterebbe di fare<br />

l’esperienza spirituale di Dio Amore,<br />

riconosciuto nelle necessità del più piccolo,<br />

e nel contempo di vivere un impegno<br />

apostolico caratterizzato dal servizio<br />

per i meno fortunati.<br />

«San Leonardo Murialdo ha dedicato<br />

tutta la sua vita ai ragazzi, in modo particolare<br />

a quelli in difficoltà — ha precisato<br />

Federica Desideri, una giovane della<br />

parrocchia —. E noi, che ci ispiriamo<br />

al suo carisma sentiamo il bisogno di fare<br />

qualcosa per i giovani».<br />

SIMONA RUBEIS<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

MARTEDÌ 1° GENNAIO<br />

00.10: Studio A<br />

7.20-17.30-23-24: Orizzonti cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-10-11-12-13-14-15-16-18-21-23.30:<br />

Radiogiornale in varie lingue<br />

9.30: Dalla Basilica di San Pietro,<br />

Celebrazione Eucaristica in occasione<br />

della XXXV Giornata Mondiale<br />

della Pace presieduta dal Santo<br />

Padre<br />

16.30: Cronache musicali di Andrea<br />

Fasano<br />

17: Liturgia delle Ore, celebrazione<br />

dei Vespri<br />

20.20: Programma tedesco: Eberhard<br />

v. Gemmingen SJ - Betrachtung<br />

zum Jahresbeginn - »Womit<br />

wird Gott uns überraschen?«<br />

20.40: Recita del Santo Rosario<br />

21.30: Programma francese: Sans<br />

pardon, pas de paix<br />

21.50: Programma inglese<br />

22.10: Programma spagnolo<br />

MERCOLEDÌ 2 GENNAIO<br />

00.10: Studio A (stereo): Con voi<br />

nella notte<br />

7.20-17.30-23-24: Orizzonti cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-10-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

in varie lingue<br />

10: Udienza del Santo Padre nell'Aula<br />

Paolo VI<br />

16.30: Live di Roberto Franchina<br />

17: Liturgia delle Ore: celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Die Römische<br />

Woche<br />

20.40: Recita del Santo Rosario in<br />

latino<br />

21.30: Programma francese: Audience<br />

générale au Vatican<br />

21.50: Programma inglese<br />

22.10: Programma spagnolo<br />

MARTEDÌ 1° GENNAIO<br />

24: Rosario biblico (versione spagnola)<br />

2.30: Notiziario<br />

7: Rubrica: Chiesa in cammino:<br />

Scandinavia<br />

9: In diretta dalla Cappella di Telepace<br />

in Roma: Santa Messa<br />

9.35: Rosario biblico<br />

10: In diretta da Piazza San Pietro:<br />

Santa Messa per la Giornata Mondiale<br />

della Pace, presieduta dal<br />

Santo Padre Giovanni Paolo II<br />

12: In diretta da Piazza San Pietro:<br />

Angelus, recitato dal Santo Padre<br />

Giovanni Paolo II<br />

14-22.30: In diretta da Piazza San<br />

Pietro: Angelus, recitato dal Santo<br />

Padre Giovanni Paolo II (replica)<br />

16: In diretta dalla Cappella di Telepace<br />

in Roma: Santo Rosario e<br />

Adorazione eucaristica<br />

18.30: In diretta dalla Cattedrale di<br />

Verona: Santa Messa per la Pace,<br />

presieduta dal Vescovo di Verona<br />

MERCOLEDÌ 2 GENNAIO<br />

24: Rosario biblico (versione inglese)<br />

19.30-22.30: Notiziario<br />

7.05: Rubrica: Chiesa in cammino:<br />

Scandinavia<br />

9: In diretta dalla Cappella di Telepace<br />

in Roma: Santa Messa<br />

10.30: In diretta dal Vaticano: Udienza<br />

Generale, presieduta dal Santo<br />

Padre Giovanni PaoloII<br />

12.35: Cappella di Telepace in Roma:<br />

Santa Messa<br />

16: In diretta dalla Cappella di Telepace<br />

in Roma: Santo Rosario e<br />

Adorazione eucaristica<br />

20.50: Udienza Generale, presieduta<br />

dal Santo Padre Giovanni Paolo II<br />

(replica)


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

La<br />

situazione<br />

politica<br />

Sulla giustizia «non c’è clima per un<br />

dialogo» ed è meglio pensare ad una<br />

conferenza nazionale per metà legislatura;<br />

per le riforme istituzionali ci vuole<br />

«un’architettura coerente con le esigenze<br />

di una democrazia moderna ma le ricette<br />

sentite finora sono confuse»; quanto<br />

al conflitto di interessi, per l'Ulivo «è<br />

la priorità tra le priorità»: sono, in sintesi,<br />

alcuni dei punti toccati dal leader<br />

della Margherita, Rutelli, in una conferenza<br />

stampa convocata per fine anno.<br />

L'ex sindaco di Roma ha criticato a<br />

tutto campo i primi mesi del Governo<br />

Berlusconi («un bilancio pessimo») spaziando<br />

su vari argomenti come le pensioni<br />

(«la destra — ha detto tra l'altro —<br />

tradisce gli impegni: era stato promesso<br />

che tutti avrebbero avuto pensioni minime<br />

di un milione dal nuovo anno, mentre<br />

almeno quattro milioni di italiani<br />

non la avranno»), e attribuendo polemicamente<br />

il merito delle sole «due buone<br />

notizie» (cioè l’arrivo dell’euro e il calo<br />

della disoccupazione) «agli italiani e all’Ulivo».<br />

L'entrata dell'Italia nella moneta unica<br />

europea, secondo l'esponente dell'opposizione,<br />

sarebbe infatti «un successo<br />

dei Governi di centro sinistra», ottenuto<br />

«malgrado l’atteggiamento negativo che<br />

ebbe l’opposizione di centro destra».<br />

Quanto alla Rai, oggetto anche in<br />

questi ultimi giorni di forti polemiche<br />

(mentre ci si avvia alla scadenza del<br />

mandato dei suo vertici), Rutelli definisce<br />

«degna di rispetto la posizione dei<br />

Presidenti delle Camere, della quale —<br />

aggiunge — si farà carico il Capo dello<br />

Stato affinché non vi siano invadenza,<br />

predominio politico e occupazione».<br />

Alle critiche di Rutelli non si sono fatte<br />

attendere le repliche di esponenti della<br />

maggioranza. Il ministro per l'attuazione<br />

del programma di Governo, Pisanu,<br />

ha dichiarato che la maggioranza<br />

non sacrificherà le riforme alle pretese<br />

dell’Ulivo. «Noi — dice — intendiamo<br />

procedere attraverso il dialogo e il confronto<br />

democratico tra maggioranza e<br />

opposizione, ferma restando la distinzione<br />

netta di ruoli e responsabilità».<br />

Per Simone Baldelli, coordinatore nazionale<br />

dei giovani di Forza Italia, quando<br />

Rutelli tocca il tema del conflitto di<br />

interessi dovrebbe «ricordare agli elettori<br />

come la sua ex maggioranza non abbia<br />

saputo o voluto affrontarlo nella<br />

scorsa legislatura» e quando accusa il<br />

Governo sulle pensioni dimentica di<br />

«sottolineare come la sinistra “amica dei<br />

più deboli” non abbia fatto nulla per anni<br />

in questo campo».<br />

Sul conflitto d’interessi interviene anche<br />

il ministro della Funzione pubblica,<br />

Frattini, chiedendo il contributo dell’opposizione<br />

su una sua proposta, rilanciata<br />

nei giorni scorsi, relativa all'istituzione<br />

con legge ordinaria di una «Autorità<br />

di garanzia» che individui e segnali le situazioni<br />

di rilevante conflitto. Il ministro<br />

si dice contrario a una soluzione che<br />

preveda «una vendita forzosa e obbligatoria»<br />

che avrebbe «carattere espropriativo<br />

e incostituzionale». Purtroppo, rileva<br />

ancora l'esponente di Governo, «dalla<br />

sinistra arrivano solo parole irridenti sulla<br />

mia ipotesi, mentre noi chiediamo un<br />

confronto vero».<br />

Insomma, come si può vedere, il sipario<br />

del 2001 si chiude su reiterati contrasti<br />

tra maggioranza e opposizione, malgrado<br />

gli inviti anche autorevoli a un<br />

rasserenamento del clima politico e le<br />

«prove di dialogo» sulle riforme.<br />

E non è un caso che il Papa, nei suoi<br />

auguri natalizi ai popoli di tutto il mondo,<br />

abbia auspicato per l'Italia «l'affermarsi<br />

di rapporti sempre più costruttivi<br />

fra le diverse componenti sociali». Aggiungendo:<br />

«La cara Nazione italiana ha<br />

bisogno di concordia e dell'apporto operoso<br />

di tutti per poter esprimere nel modo<br />

migliore le sue grandi potenzialità».<br />

10 .<br />

in primo piano<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 31 Dicembre 2001-1 Gennaio 2002<br />

CLIMA POLITICO ANCORA TESO Rutelli critica a<br />

tutto campo i primi mesi del Governo Berlusconi<br />

(«un bilancio pessimo») spaziando su vari argomenti.<br />

La maggioranza replica. Il sipario del 2001 si<br />

chiude dunque su reiterati contrasti tra gli schieramenti,<br />

malgrado gli inviti anche autorevoli a un rasserenamento<br />

del clima politico e le «prove di dialogo»<br />

sulle riforme.<br />

ANNO NUOVO, MONETA NUOVA Arriva l'euro e<br />

EURO Alcuni avvertimenti della Banca d'Italia<br />

Corsa agli acquisti<br />

Paura degli aumenti<br />

ROMA, 31.<br />

Anno nuovo, moneta nuova: e prezzi<br />

nuovi per alcuni generi di consumo,<br />

malgrado le rassicurazioni sull'avvio «indolore»<br />

dell'euro.<br />

Si tratta — spiegano gli esperti — di<br />

«euro adeguamenti» legati all’arrivo della<br />

moneta unica, ma in qualche caso i<br />

ritocchi (quasi sempre verso l'alto) si temono<br />

consistenti. È il caso, ad esempio,<br />

di sigari e sigarette. Ma gli aumenti,<br />

motivati dal cosiddetto «arrotondamento»<br />

delle cifre decimali, riguarderanno<br />

senza dubbio anche altre voci. E ciò<br />

malgrado ma in diversi Paesi — Italia<br />

compresa — siano stati siglati accordi<br />

con le associazioni di categoria per contrastare<br />

l'insorgere di abusi.<br />

Gli italiani continuano la corsa alla<br />

spesa dell’ultima ora, complice il «panico»<br />

da nuova moneta. Per il timore di<br />

essere imbrogliati o di doversi sobbarcare<br />

lunghe code al supermercato, sono in<br />

tanti ad affollare grandi magazzini e negozi<br />

in genere per fare incetta di beni di<br />

prima necessità. La conferma dell’impennata<br />

degli acquisti arriva anche dalle<br />

associazioni dei consumatori, che la stimano<br />

con incremento del 20-25%. Una<br />

corsa ai beni di prima necessità, ma non<br />

solo. E non c'è soltanto la paura dei calcoli,<br />

il timore delle truffe o delle lunghe<br />

code. «Sono in tanti — dicono le associazioni<br />

— che in questi giorni vogliono<br />

sbarazzarsi a tutti i costi delle lire. Molti,<br />

sbagliando, pensano che dal primo<br />

gennaio non si potrà più effettuare il<br />

cambio».<br />

Morti due scalatori<br />

in Trentino-Alto Adige<br />

e un escursionista<br />

nel Bellunese TRENTO, 31.<br />

Due esperti scalatori hanno perso la<br />

vita ieri in Trentino-Alto Adige in altrettante<br />

ascensioni su pareti di ghiaccio. A<br />

Campo Tures (Bolzano), in val Pusteria,<br />

è morto Urban Auer, un alpinista altoatesino<br />

di 25 anni conosciuto per le sue<br />

imprese in montagna. Ad una trentina<br />

di metri di altezza il ghiaccio si è staccato<br />

ed è precipitato al suolo trascinando<br />

il giovane in un volo mortale. Auer è deceduto<br />

sul colpo. Altre tre persone, che<br />

assistevano alla risalita, sono rimaste<br />

leggermente ferite.<br />

Tra le possibili cause dell’incidente vi<br />

è anche il rialzo della temperatura che<br />

potrebbe aver compromesso la stabilità<br />

del ghiaccio.<br />

Il secondo incidente mortale è avvenuto<br />

in val di Rabbi, nel Trentino occidentale.<br />

La vittima è Roberto Batignani,<br />

38 anni, consigliere del Cai di Prato. Lo<br />

scalatore toscano è scivolato lungo il<br />

sentiero di rientro della cascata principale<br />

del Vallorz ed è finito dentro un dirupo<br />

ghiacciato. Anche lui è morto sul<br />

colpo nonostante indossasse il casco<br />

protettivo. All’incidente hanno assistito<br />

impotenti quattro amici con cui aveva<br />

portato a termine l’ascensione.<br />

È invece scivolato su un sentiero<br />

ghiacciato ed è precipitato per un’ottantina<br />

di metri Uber Luchetta, 35 anni, insegnante<br />

di educazione fisica di Santa<br />

Giustina Bellunese, scomparso venerdì.<br />

Il corpo senza vita è stato trovato ieri in<br />

fondo a un burrone sul monte Pizzocco.<br />

L’uomo si era allontanato da casa per<br />

un'escursione e non aveva più fatto ritorno.<br />

Le ricerche sono state condotte<br />

dal Soccorso alpino e da volontari.<br />

Importanti novità dal 2002<br />

in materia pensionistica<br />

ROMA, 31.<br />

Non poche novità sono previste in<br />

materia pensionistica nel 2002. Le principali<br />

— ricorda l'Ansa — riguardano<br />

l'aumento delle pensioni a un milione di<br />

lire per circa due milioni di pensionati,<br />

lo slittamento di un anno per il diritto<br />

alla pensione di anzianità, la sanatoria<br />

sulle prestazioni indebitamente erogate<br />

dall'Inps.<br />

Per quanto riguarda la pensione di<br />

anzianità, in base alle leggi Dini e Prodi<br />

dal 1° gennaio scatta l'innalzamento dell'età<br />

necessaria. Per l'uscita anticipata<br />

dal lavoro sarà necessario avere 37 anni<br />

di contributi oppure, in caso di 35 anni<br />

di versamenti, avere raggiunto i 57 anni<br />

di età (55 per i lavoratori precoci e per<br />

quelli pubblici).<br />

In tema di aumento di pensioni, circa<br />

un terzo dei 6 milioni di pensionati che<br />

riceve trattamenti inferiori a un milione<br />

di lire (pari a 546,46 euro) vedrà aumentato<br />

il proprio assegno. La nuova norma<br />

prevista dalla Finanziaria (per una spesa<br />

di 4200 miliardi) riguarderà i pensionati<br />

con oltre 70 anni di età e un reddito inferiore<br />

ai 13 milioni di lire lordi esclusa<br />

la casa in cui abitano. Otterranno l'adeguamento<br />

anche gli invalidi totali con<br />

più di 60 anni. L'aumento è previsto anche<br />

per i pensionati con meno di 70 anni<br />

che hanno versato contributi con un<br />

sconto di un anno di età ogni cinque<br />

versamenti.<br />

La sanatoria è prevista dalla Finanziaria<br />

sulle prestazioni accessorie «indebitamente»<br />

erogate dall'Inps negli anni scorsi.<br />

Complessivamente sono circa 713.000<br />

i pensionati che sono stati interessati da<br />

novembre al taglio della prestazione sulla<br />

base di nuove dichiarazioni dei redditi.<br />

Tra questi saranno esclusi da qualunque<br />

restituzione all'Inps coloro che hanno<br />

un reddito inferiore ai 16 milioni di<br />

lire. Per gli altri è previsto uno sconto<br />

del 25% sugli indebiti.<br />

C'è poi da considerare — ricorda ancora<br />

l'Ansa — che le prestazioni pensionistiche<br />

sono aumentate del 2,7% dal 1°<br />

gennaio 2002 in relazione all'aumento<br />

del costo della vita.<br />

Infine occorre ricordare che al di sotto<br />

delle pensioni da 12 milioni di lire all'anno<br />

(6.179,48 euro) è previsto un aumento<br />

di 82,64 euro per i pensionati di<br />

età compresa tra i 65 e i 75 anni. L'aumento<br />

è dovuto anche a coloro che non<br />

superano i 20 milioni di lire di reddito<br />

familiare annuo.<br />

Ma così non è: com'è noto, infatti,<br />

dal 1° gennaio al 28 febbraio 2002 lira<br />

ed euro circoleranno insieme. Questo<br />

periodo transitorio è indispensabile al sistema<br />

bancario per il graduale ritiro della<br />

vecchia lira. Nel frattempo si «familiarizzerà»<br />

con la nuova moneta perché in<br />

questo periodo si può pagare indifferentemente<br />

con lire o con euro.<br />

Intanto però la Banca d'Italia avverte<br />

di fare attenzione alle banconote in lire<br />

che saranno via via ritirate dal circuito<br />

monetario. In particolare invita a non<br />

accettare in pagamento «le banconote<br />

obliterate, che potrebbero costituire<br />

eventualmente potenziali corpi di reato».<br />

L’istituto di emissione ricorda che le<br />

banconote in lire ritirate dal sistema<br />

bancario e postale affluiranno alla Banca<br />

d’Italia per il ritiro definitivo dalla<br />

circolazione. E per ridurre i rischi di attacchi<br />

da parte della criminalità è stata<br />

predisposta l’obliterazione (cioè l'annullamento)<br />

dei biglietti che «deve essere<br />

effettuata mediante un foro sul margine<br />

esterno della filigrana e apponendo due<br />

asole ai margini esterni dei lati lunghi<br />

della banconota». I biglietti obliterati, ricorda<br />

Bankitalia, potranno essere presentati<br />

per il cambio o per l’accreditamento<br />

in conto solo dai soggetti che li<br />

hanno obliterati. Quindi le banconote<br />

eventualmente presentate da parte del<br />

pubblico che presentino i fori di annullamento<br />

o che siano «mutilate», ossia<br />

mancanti della parte sinistra del «recto»<br />

non potranno essere ammesse al cambio.<br />

vi sono già aumenti di prezzo per alcuni generi di<br />

consumo, malgrado le rassicurazioni sull'avvio «indolore»<br />

della nuova valuta. Si tratta — secondo gli<br />

esperti — di «euro adeguamenti» legati all’arrivo<br />

della moneta unica, ma in qualche caso i ritocchi<br />

(quasi sempre verso l'alto) si temono consistenti.<br />

BOTTI: BIMBI FERITI, ANCORA SEQUESTRI Altri<br />

bambini sono rimasti feriti, alcuni in modo grave come<br />

a Livorno, a Palermo e nel Pesarese a causa<br />

dell'incivile e pericolosa usanza dei botti di fine anno<br />

mentre continuano i sequestri.<br />

DISAGI PER IL VENTO E IL MARE MOSSO Il forte<br />

vento di libeccio ha provocato danni soprattutto nelle<br />

Marche e in Basilicata: i Vigili del fuoco sono dovuti<br />

intervenire per rimuovere rami e alberi caduti,<br />

tegole e grondaie pericolanti, antenne e lampioni<br />

rotti. Nei porti di Livorno e di Napoli il mare mosso<br />

ha impedito alcuni collegamenti con le isole.<br />

BOTTI Oltre 71.000 chili di materiale pirotecnico illegale scoperti dalla Finanza<br />

Altri bimbi gravemente feriti<br />

mentre proseguono i sequestri<br />

ROMA, 31.<br />

Mentre proseguono in varie regioni i<br />

sequestri di materiale pirotecnico illegale<br />

e pericoloso si devono purtroppo registrare<br />

altri ferimenti, alcuni gravi, di cui<br />

sono rimasti vittime soprattutto giovani<br />

e giovanissimi, in particolare alcuni<br />

bambini. A Livorno è rimasta gravemente<br />

ustionata una bambina di 10 anni; a<br />

Cartoceto (Pesaro-Urbino) sono rimasti<br />

feriti un bimbo di 8 anni e un ragazzo<br />

di 15. E sabato a Palermo un bimbo di 7<br />

anni ha perso la mano destra. Prendendo<br />

spunto da quest'ultimo episodio e riferendosi<br />

anche alla tragedia di Lima, in<br />

Perú, l'Arcivescovo di Palermo, Card.<br />

De Giorgi, all'omelia pronunciata ieri in<br />

Cattedrale in occasione della Festa della<br />

Sacra Famiglia, ha rivolto un appello a<br />

desistere dall'incivile e pericolosa usanza<br />

dei botti di fine anno.<br />

Nel Salernitano, dopo il ritrovamento<br />

a Bellizzi di 48 bombe carta, la notte<br />

scorsa materiale pirotecnico per circa<br />

una tonnellata e per complessivi 56.000<br />

pezzi è stato sequestrato nella provincia,<br />

in quattro distinte operazioni, dalla<br />

Guardia di Finanza, che ha anche denunciato<br />

alla magistratura altrettante<br />

persone. Altri ingenti sequestri sono avvenuti<br />

a Napoli dove oltre 20 quintali di<br />

botti sono stati scoperti dalla Polizia municipale<br />

in abitazioni e scantinati dei<br />

quartieri Vomero e Mergellina. I vigili<br />

hanno denunciato cinque persone per<br />

trasporto e detenzione di materiale<br />

esplodente. Nell'hinterland del capoluo-<br />

MALTEMPO Difficoltà nei porti di Livorno e di Napoli<br />

Danni per il forte vento<br />

nelle Marche e in Basilicata<br />

ROMA, 31.<br />

Dopo la neve e il ghiaccio è ora il<br />

vento a provocare i maggiori disagi legati<br />

al maltempo. Le forti raffiche abbattutesi<br />

ieri sulle Marche, soprattutto in provincia<br />

di Macerata, hanno costretto i Vigili<br />

del fuoco a numerosi interventi per<br />

rimuovere rami e alberi caduti, tegole e<br />

grondaie pericolanti, antenne e lampioni<br />

rotti. Solo nel Maceratese sono stati effettuati<br />

più di 40 interventi. Il vento ha<br />

scoperchiato anche il capannone di un<br />

allevamento di San Severino Marche.<br />

Un aumento della temperatura di di-<br />

Mezza Genova<br />

senz'acqua<br />

per un guasto<br />

GENOVA, 31.<br />

Non tornerà prima di oggi pomeriggio<br />

l’acqua nei quartieri genovesi<br />

a secco da ieri per la rottura<br />

della tubazione principale dell’acquedotto<br />

De Ferrari Galliera in<br />

una strada di Sampierdarena. La<br />

riparazione del guasto è infatti più<br />

complessa del previsto. Immaginabili<br />

i disagi per i cittadini, proprio<br />

alla vigilia dell'ultimo dell'anno.<br />

I tecnici hanno dovuto chiudere<br />

le saracinesche delle diramazioni<br />

che alimentano Sampierdarena,<br />

Rivarolo, centro storico e<br />

parte della Foce e di Bolzaneto.<br />

Arrestato in Calabria<br />

pericoloso bandito<br />

latitante da 42 anni<br />

REGGIO CALABRIA, 31.<br />

È stato arrestato Michelangelo Franconieri,<br />

di 72 anni, latitante da ben 42<br />

anni. Era ricercato dal 1959. L’uomo si<br />

è presentato da solo, all’ospedale di Polistena<br />

per accertamenti urgenti. I carabinieri,<br />

saputo della sua presenza, sono<br />

intervenuti e adesso lo stanno piantonando.<br />

Le condizioni di salute del latitante<br />

sarebbero molto gravi.<br />

Franconieri, che all’epoca in cui si rese<br />

latitante era considerato un elemento<br />

di spicco dell’omonima cosca operante a<br />

Rizziconi, avrebbe trascorso la sua latitanza<br />

in prevalenza all’estero, disinteressandosi<br />

dell’attività della cosca.<br />

Franconieri, il cui nome era inserito<br />

nell’elenco dei 500 latitanti più pericolosi<br />

d’Italia, era ricercato per un ordine di<br />

cattura emesso dalla Procura di Palmi<br />

per omicidio aggravato, tentato omicidio<br />

aggravato e porto abusivo d’arma<br />

da fuoco. L’uomo, in più occasioni era<br />

riuscito a sfuggire alla cattura. Il 24 ottobre<br />

del 1961, in contrada Tornesa di<br />

Polistena, ingaggiò un conflitto a fuoco<br />

con i carabinieri e, benché ferito, riuscì<br />

a far perdere le proprie tracce. Nel corso<br />

della latitanza, contro Franconieri sono<br />

stati emessi altri cinque provvedimenti<br />

restrittivi.<br />

versi gradi (che ha sciolto buona parte<br />

della neve caduta nei giorni scorsi) ma<br />

anche forti raffiche di vento hanno caratterizzato<br />

l’ultima domenica del 2001<br />

in Basilicata. I pompieri hanno lavorato<br />

tutto il giorno per rimuovere rami, tegole<br />

e cartelloni pubblicitari a Potenza e in<br />

altri comuni. La circolazione stradale<br />

tuttavia si è svolta senza problemi.<br />

In Toscana trenta turisti diretti all’isola<br />

di Capraia per festeggiare l’ultimo<br />

dell’anno non sono riusciti a partire ieri<br />

pomeriggio dal porto di Livorno a causa<br />

di un forte vento di libeccio che ha impedito<br />

al traghetto «Liburna» di lasciare<br />

la banchina. Se mare e vento non si calmeranno<br />

il natante non lascerà Livorno<br />

nemmeno oggi. Anche «Moby Lines»,<br />

che aveva organizzato minicrociere per<br />

la notte di San Silvestro, è stata costretta<br />

dal maltempo ad annullare le prenotazioni.<br />

Il vento di libeccio forza 6 e il mare<br />

mosso hanno provocato ieri l’annullamento<br />

anche di quasi tutte le corse dei<br />

mezzi marittimi veloci (aliscafi, jet e catamarani)<br />

che collegano Napoli con le<br />

isole e le principali località del golfo. Solo<br />

i traghetti hanno garantito senza difficoltà<br />

le traversate.<br />

È finita bene invece la disavventura di<br />

uno sciatore d’alta quota di 28 anni, piemontese,<br />

che per il maltempo si era perduto<br />

sabato nella zona sommitale dell’Etna<br />

non lontano dal rifugio di Piano<br />

Provenzana, dal quale era partito con<br />

un amico. Il giovane, che ha trascorso<br />

la notte all'addiaccio, ha fatto rientro ieri<br />

all'alba nel rifugio. Negli ultimi giorni<br />

sull’Etna sono stati diversi gli interventi<br />

per soccorrere sciatori ed escursionisti.<br />

Bambino<br />

soffocato<br />

dalle noccioline<br />

LECCE, 31.<br />

Un bimbo di tre anni è morto<br />

soffocato da una o più noccioline.<br />

La morte è avvenuta diverse ore<br />

dopo che il piccolo aveva accusato<br />

i primi malori.<br />

Il bimbo era a casa sua ieri sera,<br />

insieme ai famigliari. A loro<br />

insaputa ha preso qualche nocciolina<br />

ingoiandola. La madre vedendo<br />

che il piccolo non riusciva a<br />

respirare, ha estratto dalla sua<br />

bocca una nocciolina e qualche<br />

altro frammento di arachide. Subito<br />

dopo il piccolo veniva portato<br />

nell’ospedale di Maglie. Qui i medici<br />

lo hanno tenuto in osservazione<br />

durante la notte. Allertato dal<br />

personale medico, nel nosocomio<br />

è giunto anche il primario del reparto<br />

di pediatria, che era in ferie.<br />

Col passare del tempo, però,<br />

le condizioni del piccolo sono ulteriormente<br />

peggiorate, e i medici<br />

hanno deciso di trasferirlo in un<br />

reparto di rianimazione. Il bimbo<br />

è stato così portato in quello del<br />

Vito Fazzi di Lecce, dove è morto<br />

nonostante le cure ricevute.<br />

go i Carabinieri hanno effettuato un arresto<br />

e denunciato 11 persone. Particolarmente<br />

ingente anche il quantitativo di<br />

botti sequestrato in provincia di Lecce<br />

— quasi nove quintali — dalle forze dell'ordine.<br />

In Basilicata sono stati sequestrati<br />

stamane circa 750 kg di botti.<br />

Non sono mancati sequestri anche al<br />

Centro Nord.<br />

A Firenze, nel magazzino di una cartoleria,<br />

sono stati sequestrati circa due<br />

quintali di botti. Oltre due quintali sono<br />

stati sequestrati in provincia di Udine<br />

mentre nel Polesine altri due quintali di<br />

materiale illegale sono stati scoperti dai<br />

Carabinieri che hanno arrestato un commerciante<br />

di Rosolina (Rovigo).<br />

A Lecco sono stati denunciati due<br />

quarantenni di origine calabrese che —<br />

riferisce l'Ansa — «si divertivano» a gettare<br />

petardi tra la gente (nessuno provvidenzialmente<br />

ha riportato danni).<br />

Complessivamente la Guardia di Finanza<br />

— secondo dati diffusi alle 11 di<br />

stamane dall'Ansa — ha sequestrato finora<br />

71.700 chili di «artifizi pirotecnici».<br />

INCIDENTE Ferito l'autista che era solo a bordo<br />

Napoli: bus precipita da un ponte<br />

per oltre quaranta metri<br />

NAPOLI, 31.<br />

Un autobus del servizio di trasporto<br />

urbano è caduto da un ponte che sovrasta<br />

un precipizio, nella zona collinare di<br />

Napoli. Al momento dell’incidente —<br />

che ricorda, per la dinamica, quello verificatosi<br />

a Roma poche ore prima —<br />

c’era a bordo solo l’autista, che è rimasto<br />

ferito.<br />

È accaduto nella zona del Vallone<br />

San Rocco. Sul posto sono intervenuti i<br />

vigili del fuoco, che hanno estratto l’uomo<br />

dalle lamiere e, con l’ausilio delle<br />

autogru, hanno recuperato il bus.<br />

Ucciso per sbaglio<br />

dal compagno di caccia<br />

in una battuta al cinghiale<br />

CAGLIARI, 31.<br />

È stato ucciso da un colpo di<br />

pistola esploso accidentalmente da<br />

un compagno di caccia Salvatore<br />

Vacca, 62 anni, di Sanluri, morto<br />

ieri mattina nei boschi di Gesturi,<br />

nel Cagliaritano, durante una battuta<br />

al cinghiale. Il responsabile è<br />

stato denunciato per omicidio colposo.<br />

L'uomo, che svolgeva il<br />

ruolo di «battitore», dopo aver<br />

scorto i cinghiali nella macchia li<br />

ha indirizzati verso il gruppo di<br />

cacciatori prima con le grida poi<br />

esplodendo un colpo di pistola<br />

che ha raggiunto al petto Vacca.<br />

L’autista ferito si chiama Pasquale Sepe,<br />

34 anni, residente a Casoria, alle<br />

porte di Napoli. Ora è ricoverato con<br />

prognosi riservata, nell’ospedale Cardarelli.<br />

Le condizioni del ferito richiederanno<br />

ulteriori accertamenti, soprattutto<br />

per escludere l’ipotesi di lesioni agli organi<br />

interni, ma l’uomo non appare in<br />

condizioni gravi. Il primo referto dei<br />

medici parla di trauma cranico-facciale<br />

con ferite lacero-contuse alla testa, contusioni<br />

al torace, all’addome ed agli arti<br />

inferiori. Conseguenze sicuramente più<br />

lievi di quanto si poteva temere vista<br />

l’entità della caduta, con il bus precipitato<br />

nel fondo di un vallone profondo<br />

quaranta metri.<br />

Sepe — assistito dalla moglie e dal<br />

suocero — è lucido anche se, riferiscono<br />

i medici, ancora sconvolto per l’accaduto.<br />

A fargli visita si è recato anche il direttore<br />

generale dell’Azienda napoletana<br />

mobilità, Renato Muratore.<br />

L’autobus caduto dal ponte effettuava<br />

servizio sulla linea C77 dell’Anm. All’ora<br />

dell’incidente — intorno alle 7 — era<br />

vuoto, e questa circostanza ha contribuito<br />

ad evitare conseguenze peggiori.<br />

Il pulmino — uno dei bus navetta di<br />

ridotte dimensioni, i cosiddetti «Pollicino»,<br />

utilizzati dall’Anm per tragitti brevi<br />

o in strade poco larghe — è uscito di<br />

strada, cadendo dal ponte, in un tratto<br />

rettilineo piuttosto ampio. L’asfalto era<br />

asciutto. Restano in campo le ipotesi più<br />

ovvie: un errore umano, magari collegato<br />

alla velocità elevata in un’ora di scarsissimo<br />

traffico, oppure un cedimento<br />

meccanico dell’automezzo.<br />

Approvatiprogettididepurazionea Porto Marghera<br />

VENEZIA — I progetti di adeguamento degli impianti di depurazione delle<br />

acque reflue, che vengono scaricate in Laguna dalle aziende di Porto Marghera,<br />

sono stati approvati dalla Giunta regionale. La disciplina degli scarichi<br />

idrici della legislazione speciale per Venezia aveva subito una profonda<br />

revisione con una serie di decreti interministeriali del ’98 e ’99. In particolare,<br />

il decreto del 23 aprile ’98 aveva stabilito le procedure per l’approvazione<br />

dei progetti di adeguamento affidandone la competenza al ministero<br />

dell’Ambiente di concerto col ministero dei Lavori Pubblici.<br />

Incendi dolosi nel Varesotto<br />

VARESE — Le squadre di soccorso sono state mobilitate nel Varesotto per<br />

due incendi di vaste proporzioni che hanno impegnato Vigili del fuoco, Forestale,<br />

Protezione civile e volontari in Valcuvia e in Valceresio. La situazione<br />

più difficile nella zona di Cittiglio, sui monti della Valcuvia, dove sono<br />

bruciati i boschi attorno a Vararo e sul Cuvignone. Le fiamme hanno continuato<br />

a distruggere vaste porzioni di bosco per tutta la notte di domenica,<br />

anche perché il vento, che aveva concesso una tregua nella tarda serata, si<br />

è nuovamente alzato, spingendo le fiamme verso Brenta e il Monte Nudo. A<br />

Vararo, poco prima della mezzanotte, si è sfiorata la tragedia: un mezzo<br />

delle squadre di soccorso antincendio si è ribaltato e il conducente è rimasto<br />

ferito. Il secondo fronte di fuoco si è sviluppato in Valceresio, nei boschi<br />

tra Brusimpiano e Cuasso al Monte, dove già nella notte tra sabato e domenica<br />

c’era stato un incendio. Le fiamme, che sembravano domate, lunedì<br />

mattina sono ricominciate con dimensioni ancora più preoccupanti, anche<br />

perché ha nuovamente ripreso forza il vento. Nella zona sono al lavoro due<br />

elicotteri e un Canadair, con il cui aiuto le varie squadre sperano di domare<br />

le fiamme. Gli incendi in Valcuvia e in Valceresio sarebbero di origine<br />

dolosa.<br />

Grave un sub immersosi nel Garda<br />

TRENTO — È ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Bolzano un subacqueo<br />

emiliano colpito da un malore durante una immersione nel lago di<br />

Garda, nella zona trentina dove in profondità è stata posta la statua del Cristo<br />

Silente e un presepe natalizio, due mete particolarmente ambite dai<br />

sub. Domenico Scartozzi, 46 anni, è stato soccorso da Trentino Emergenza,<br />

intervenuto in zona con l’elicottero e trasferito all’ospedale di Bolzano.

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