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L'OSSERVATORE ROMANO

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PAGINA<br />

4 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 1 Dicembre 2001<br />

L'intervento del Cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato<br />

al Simposio internazionale promosso dal Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari<br />

Il volontariato cattolico in sanità<br />

Il Cardinale Angelo Sodano, Segretario<br />

di Stato, ha aperto, nella mattina di<br />

venerdì 30 novembre, nell'Aula del Sinodo,<br />

i lavori del Simposio internazionale<br />

promosso dal Pontificio Consiglio per gli<br />

Operatori Sanitari sul tema: «Il volontariato<br />

cattolico in sanità». Il Simposio si<br />

concluderà nella mattina di sabato.<br />

Pubblichiamo i passi salienti del discorso<br />

del Cardinale Sodano:<br />

Cari Congressisti,<br />

nelle celebrazioni dell’Anno Internazionale<br />

dei Volontari proclamato dall’O-<br />

NU, si inserisce la voce della Santa Sede,<br />

che, con questo Convegno, intende<br />

dare tutto il suo appoggio all’importante<br />

iniziativa delle Nazioni Unite.<br />

Il mio intervento presenta alcuni temi<br />

di riflessione sul volontariato come<br />

risorsa per la missione della Chiesa, testimonianza<br />

tangibile di carità e presenza<br />

attiva per la difesa della vita in<br />

ambito sanitario.<br />

1. Le associazioni<br />

di volontariato:<br />

una testimonianza cristiana<br />

Il primo anno del Terzo Millennio ci<br />

sta offrendo l’occasione per riflettere su<br />

quale potrebbe essere l’avvenire della<br />

civiltà umana sottoposta a tensioni di<br />

segno opposto che, da una parte, ci<br />

spingono verso le più elevate conquiste<br />

scientifiche e, dall’altra, ci precipitano<br />

in tragiche esplosioni di violenza.<br />

In questo scenario vi sono persone ed<br />

Associazioni che hanno scelto di lavorare<br />

per il miglioramento della qualità<br />

della nostra storia e per lo sviluppo della<br />

civiltà: sono i volontari.<br />

Essi hanno abbracciato la bandiera<br />

della misericordia — ci sono antichissime<br />

gloriose Associazioni che ne portano<br />

persino il nome — e si propongono<br />

di ascoltare le urla del silenzio, la voce<br />

dei senza parola, il grido della terra per<br />

trovarvi una risposta «finché è possibile».<br />

Interpretando uno dei compiti più<br />

impegnativi del Cristianesimo, i volontari<br />

hanno deciso di mettere la propria<br />

vita al servizio degli altri per costruire<br />

una «civiltà dell’amore». Mossi da fede<br />

religiosa o perché credono nella possibilità<br />

di un mondo più civile, essi vogliono<br />

dare una mano a chiunque stia<br />

vivendo una situazione di disagio. Partendo<br />

dall’organizzazione di quel creativo<br />

microcosmo che è la Parrocchia o<br />

dalla spinta di movimenti umanitari, i<br />

volontari lottano contro le deleterie<br />

conseguenze delle discriminazioni razziali,<br />

contro le esclusioni sociali legate<br />

alle molteplici forme di povertà, promuovono<br />

campagne di difesa del diritto<br />

alla tutela della dignità umana in ogni<br />

contesto storico e geografico.<br />

Seguendo la visione cristiana della<br />

vita, molti si interessano degli «ultimi»<br />

che sono i privilegiati del Regno di<br />

Dio.<br />

La Chiesa ha intuito subito la forza<br />

insita nel movimento del volontariato<br />

come portatore di civiltà nella cura delle<br />

persone anziane, dei bambini abbandonati,<br />

dei malati cronici, dei disabili,<br />

dei senza tetto e degli immigrati. Una<br />

presenza, questa, che vuole creare, proprio<br />

in favore degli ultimi, condizioni<br />

di vita più umane per rispetto a Dio,<br />

unico Padre di tutti gli uomini.<br />

Mi sono accorto che, quasi inavvertitamente<br />

ho indicato gli ambiti del vostro<br />

servizio, il campo di lavoro per<br />

quanti tra voi fanno scelte coraggiose<br />

di accogliere in casa i poveri, di mettere<br />

in comune le poche risorse finanziarie<br />

disponibili, di accompagnare chi da<br />

solo non ce la fa più. E siete tanti!<br />

Quando riflettiamo sulle svariate attività<br />

promosse dai volontari avvertiamo<br />

subito un senso di ammirazione,<br />

ma anche un certo timore, perché ci si<br />

chiede come possano i volontari adempiere<br />

i compiti che la società oggi affida<br />

loro. La Chiesa, che ha generato e nutre<br />

nel suo seno molte delle associazioni,<br />

indica nella coerenza morale e nella<br />

promozione dei valori cristiani il punto<br />

di riferimento irrinunciabile e l’ispirazione<br />

di ogni attività sociale, come è<br />

possibile dedurre dalle encicliche «Centesimus<br />

annus» e «Evangelium vitae»<br />

del Santo Padre Giovanni Paolo II. Forti<br />

dell’appartenenza a questa solida<br />

struttura interiore, i volontari cattolici<br />

con la loro azione possono dare un’anima<br />

alla civiltà del terzo millennio e incoraggiare<br />

il progresso di tutti senza ricadere<br />

nella disumanizzazione brutale<br />

di cui tante guerre hanno dato prova.<br />

Parlando di possibili regressi non dobbiamo<br />

però cedere al pessimismo perché,<br />

come possiamo costatare felicemente,<br />

oggi esistono i volontari che so-<br />

no stati definiti «il fiore all’occhiello»<br />

della comunità ecclesiale per il nuovo<br />

millennio.<br />

La Chiesa guarda con speranza al volontariato,<br />

che rappresenta l’anima della<br />

solidarietà e, indipendentemente dalle<br />

possibili e varie interpretazioni di tale<br />

fenomeno, è impegnata a guidare<br />

spiritualmente tanti suoi figli, sostenendone<br />

l’organizzazione, formandone le<br />

coscienze, incoraggiando l’esercizio della<br />

gratuità in favore del prossimo.<br />

2. Il volontariato:<br />

testimonianza di carità<br />

La vostra è dunque un’attività che<br />

vuole irradiare, nel mondo della sofferenza,<br />

la luce ed il calore del «Vangelo<br />

della carità» alla sequela della buona<br />

novella che ha segnato i due millenni<br />

dell’era cristiana.<br />

Per individuare le caratteristiche di<br />

questo unico messaggio d’amore vissuto<br />

in secoli e contesti diversi, ne voglio<br />

ripercorrere insieme a voi alcune tappe<br />

salienti,.<br />

La sorgente di questo fiume di carità<br />

per i fratelli è il Signore Gesù. Prima di<br />

tornare al Padre, Egli, sul Monte degli<br />

Ulivi si congedò dai discepoli ed assicurò<br />

loro: «Avrete forza dallo Spirito santo...<br />

e mi sarete testimoni a Gerusalemme,<br />

in tutta la Giudea e la Samaria e fino<br />

agli estremi confini della terra» (At 1,<br />

8). Dal drappello iniziale degli Apostoli,<br />

alle comunità cristiane delle origini sino<br />

ad oggi, quest’impegno, che contraddistingue<br />

i credenti, accompagna la<br />

vita della Chiesa.<br />

Questa testimonianza, proprio perché<br />

investe l’intera esistenza dei cristiani,<br />

spinse i Dodici ad essere «agenti» di un<br />

profondo rinnovamento umano e sociale.<br />

Così è avvenuto all’inizio del cristianesimo,<br />

così è e sarà nel corso dei secoli.<br />

I santi, infatti, furono e sono tuttora<br />

fari di alta spiritualità e di autentica<br />

umanità, seguendo fedelmente il comando<br />

di Gesù e diffondendo con la loro<br />

vita il dono dell’amore di Dio.<br />

Ciò fu ben compreso dalla primitiva<br />

comunità credente, che fece dell’amore<br />

fraterno la regola di vita e del servizio<br />

ai poveri un suo impegno costante. Ci<br />

dice il libro degli Atti degli Apostoli che<br />

«la moltitudine di coloro che erano venuti<br />

alla fede aveva un cuore solo e<br />

un’anima sola... e ogni cosa era fra loro<br />

comune» (At 4,32), aggiungendo, al cap.<br />

6, che l’esigenza di accudire ai poveri e<br />

alle vedove spinse all’istituzione dei sette<br />

diaconi. Bastano questi pochi cenni<br />

per porre in luce l’importanza della testimonianza<br />

della carità nella vita dei<br />

primi cristiani.<br />

San Basilio considerava la filantropia<br />

come parte integrante della vocazione<br />

cristiana e per questo fondò a Cesarea<br />

un vasto complesso di istituzioni<br />

caritative, ospedali, orfanotrofi e ricoveri<br />

per i poveri il cui modello fu imitato<br />

in Oriente e Occidente. Mi pare<br />

utile ricordare che un Padre della Chiesa<br />

come Gregorio di Nissa, confidente<br />

di san Basilio scrisse: «È grande la moltitudine<br />

dei nudi, dei senza tetto che i<br />

nostri tempi ci hanno portato. Una<br />

quantità di prigionieri sta davanti alla<br />

porta di ciascuno. Non mancano gli<br />

stranieri, gli esuli e ovunque si vedono<br />

mani tese a supplicare. Per costoro la<br />

casa è il cielo, l’alloggio sono i portici,<br />

gli angoli isolati delle piazze. Il loro vestito<br />

sono panni laceri; il loro vettovagliamento<br />

la buona volontà dei misericordiosi.<br />

A costoro o tu che digiuni<br />

provvedi. Sii generoso verso le sventure<br />

dei fratelli. Ciò che sottrai al tuo ventre,<br />

porgilo a chi ha fame. La tua elargizione<br />

non è certo una perdita. Non temere:<br />

il frutto dell’elemosina germoglia rigogliosa.<br />

Semina le tue elargizioni e<br />

riempirai la tua casa di bei covoni» (L’amore<br />

per i poveri, 1).<br />

Sono parole di una struggente attualità<br />

e ci spingono a tradurre l’amore di<br />

Dio in servizio ai poveri, che come disse<br />

Gesù «Li avete sempre con voi» (Gv<br />

12, 8).<br />

Durante il Medioevo accuratissima<br />

fu l’elaborazione di un’etica, che promanasse<br />

dalla carità e molte furono le<br />

fondazioni in favore dei bisognosi. Citiamo,<br />

tra gli altri, l’Ordine dei Trinitari,<br />

fondato da san Giovanni de Matha<br />

(† 1213) per il riscatto dei cristiani incarcerati<br />

e per il servizio umile dei poveri.<br />

Né si può dimenticare la grande<br />

epopea degli Ordini mendicanti, fondati<br />

da san Francesco, san Domenico e altri<br />

santi.<br />

Nella penisola iberica, durante il secolo<br />

XVI, visse ed operò un laico ex<br />

soldato dell’esercito che, dopo la conversione<br />

si consacra agli infermi ed ai<br />

poveri abbandonati di Granada, giran-<br />

do per la città a questuare con una<br />

grande sporta e due pentole: è san Giovanni<br />

di Dio († 1550), fondatore dell’Ordine<br />

ospedaliero dei Fatebenefratelli. Il<br />

suo motto era proprio «Fate bene, fratelli<br />

per amore di Dio a voi stessi». E<br />

non posso dimenticare, su questa scia,<br />

un altro gigante dell’amore per il prossimo,<br />

san Camillo de Lellis († 1614),<br />

fondatore dell’Ordine dei Ministri degli<br />

Infermi. Egli, secondo le parole di Papa<br />

Benedetto XIV, diede inizio ad una<br />

«nuova scuola di carità». Sua vocazione,<br />

secondo le sue stesse parole, era di servire<br />

con ogni perfezione i poveri infermi.<br />

Mi piace sottolineare che la sua<br />

azione caritativa inizia da laico: egli<br />

era infatti «maestro di casa», una specie<br />

di economo, dell’ospedale San Giacomo<br />

in Roma.<br />

San Vincenzo de' Paoli († 1660), inoltre,<br />

può essere considerato quasi un<br />

erede di questi due «giganti della carità».<br />

Egli, infatti, in mezzo ai poveri, ai<br />

malati, ai sofferenti della sua Francia,<br />

diede inizio ad un grande movimento<br />

di evangelizzazione fondato sulla testimonianza<br />

autentica dell’amore cristiano.<br />

Ispirandosi a lui, il giovane Federico<br />

Ozanam († 1853) — laico, studente e<br />

oggi beato — a soli 20 anni di età, diede<br />

inizio alla prima «Conferenza di Carità»,<br />

un movimento destinato ad accogliere<br />

i laici, al fine di testimoniare la<br />

fede cristiana attraverso il servizio personale<br />

e generoso ai fratelli poveri e bisognosi.<br />

In Italia, nel secolo XIX, san Giuseppe<br />

Benedetto Cottolengo divenne il simbolo<br />

dell’accoglienza dei poveri e degli<br />

ammalati deformi, rifiutati da tutti.<br />

Tra le eroiche figure di laici impegnati,<br />

vi è poi Bartolo Longo († 1926) il<br />

I lavori nell'Aula del Sinodo<br />

È una questione di cuore che sa aprirsi al prossimo<br />

GIAMPAOLO MATTEI<br />

La Santa Sede intende dare tutto il suo appoggio<br />

all'importante iniziativa delle Nazioni<br />

Unite che ha proclamato il 2001 Anno Internazionale<br />

dei Volontari. Lo fa con la forza di duemila<br />

anni di concreta esperienza sul campo che<br />

ha prodotto un grande fiume di santità. Lo ha<br />

affermato il Cardinale Angelo Sodano, Segretario<br />

di Stato, aprendo nella mattina di venerdì<br />

30 novembre, nell'Aula del Sinodo, i lavori del<br />

Simposio internazionale promosso dal Pontificio<br />

Consiglio per gli Operatori Sanitari sul tema: «Il<br />

volontariato cattolico in sanità».<br />

Il Cardinale Segretario di Stato ha ringraziato<br />

«a nome del Santo Padre Giovanni Paolo II»<br />

tutti coloro che militano da volontari nei vari<br />

campi dell'aiuto ai bisognosi.<br />

Il Simposio «è un'occasione preziosa per una<br />

nuova e più coinvolgente riflessione su un<br />

aspetto del servizio alla vita che, nella Chiesa,<br />

sull'esempio di Cristo, ha trovato, sin dalle origini,<br />

un impulso nuovo ed esemplare — ha<br />

spiegato l'Arcivescovo Javier Lozano Barragán,<br />

Presidente del Pontificio Consiglio —. Cerchiamo<br />

di fare una attenta riflessione sul ruolo del<br />

volontariato cattolico nel mondo della salute e<br />

della sofferenza oggi, di individuare le future<br />

strategie per aumentare l'azione pastorale».<br />

«I volontari svolgono il loro servizio senza<br />

chiedere niente in cambio, senza esigere nulla<br />

da colui che assistono — ha detto l'Arcivescovo<br />

Lozano Barragán —. Oggi che l'ottica del commercio<br />

ci opprime, emerge in tutta la sua forza<br />

il valore, il dono della gratuità: il volontario cristiano<br />

fa tutto per Cristo».<br />

«Il Santo Padre — ha spiegato Mons. Lozano<br />

Barragán — ha affidato a questo Pontificio<br />

Consiglio il compito di animare gli operatori sanitari<br />

ad essere misericordiosi verso gli infermi<br />

e coloro che soffrono, così che la Chiesa sia<br />

ogni volta più fortemente presente nel campo<br />

della salute e della malattia. Credo che i volontari<br />

che lavorano nel campo della pastorale della<br />

salute siano le persone con le quali si può<br />

realizzare meglio il desiderio del Santo Padre<br />

poiché nessuno più di loro è capace di dimostrare<br />

la misericordia verso gli infermi».<br />

«Il volontariato — ha concluso l'Arcivescovo<br />

— è soprattutto una questione di cuore, di un<br />

cuore che sa aprirsi alle necessità dei fratelli, riconoscendo<br />

in loro l'altissima dignità umana,<br />

nella quale si riflette la grandezza stessa di Dio,<br />

ad immagine del quale è stato creato l'essere<br />

umano. Il Terzo Millennio che stiamo iniziando<br />

ci mette di fronte alla sfida di vincere l'egoismo<br />

con la solidarietà e che si esprime nell'atteggiamento<br />

del Buon Samaritano capace di aiutare<br />

nella sofferenza».<br />

Ai lavori partecipano specialisti di grande<br />

competenza e rappresentanti di numerose associazioni<br />

di volontariato come le Misericordie<br />

d'Italia; l'ARIS; la Caritas Internationalis; l'UNI-<br />

TALSI; la Società San Vincenzo de' Paoli; il Sovrano<br />

Militare Ordine di Malta, la FOCSIV; gli<br />

«Amici di Raoul Follereau». Accanto al Presidente<br />

del Pontificio Consiglio erano presenti,<br />

tra gli altri, il Segretario, il Vescovo José Luis<br />

Redrado Marchite; il Sotto-Segretario, Padre<br />

Felice Ruffini; gli Officiali del Pontificio Consiglio<br />

Don Krzysztof Nykiel e Alessandra Ciattini;<br />

numerosi Consultori tra i quali la prof.ssa Wanda<br />

Połtawska.<br />

Dopo l'intervento del Cardinale Segretario di<br />

Stato ha preso la parola l'Arcivescovo Lozano<br />

Barragán che ha parlato sul tema: «Il Magistero<br />

di Giovanni Paolo II sul volontariato», un tema<br />

trattato molto ampiamente nella pastorale della<br />

salute. «Dal 1979 Giovanni Paolo II ha trattato<br />

questo tema in circa 170 occasioni» ha affermato<br />

l'Arcivescovo Lozano Barragán.<br />

Quindi Don Juvenal Ilunga Muya, professore<br />

di teologia dogmatica alla Pontifica Università<br />

Urbaniana, ha presentato i «fondamenti biblici<br />

e teologici» del volontariato.<br />

«Dal Buon Samaritano alla Comunità ecclesiale<br />

del Terzo Millennio» è stato il tema dell'intervento<br />

di Stanisław Grygiel, professore di an-<br />

quale costruì una vera e propria città<br />

della carità con asili, orfanotrofi, ospizi<br />

e scuole sorte all’ombra della Vergine<br />

di Pompei.<br />

Insieme con il beato Bartolo Longo<br />

ricordiamo Don Guanella, Don Orione,<br />

Padre Pio e l’interminabile schiera di<br />

santi e sante della carità che, in molti<br />

Paesi, hanno tenuto acceso il fuoco della<br />

speranza ed anticipato la vittoria definitiva<br />

dell’amore.<br />

Vorrei chiudere questa rassegna accennando<br />

ad una donna, scomparsa da<br />

pochi anni, minuta nel fisico ma gigantesca<br />

nello spirito: Madre Teresa di Calcutta.<br />

Nel cuore della Chiesa rimane<br />

indimenticabile testimone dell’amore<br />

che si fa servizio concreto e incessante<br />

ai fratelli più poveri e emarginati, attraverso<br />

il contributo di numerosissimi<br />

volontari. Fu madre dei poveri poiché<br />

essi, secondo le sue parole, sono i favoriti<br />

di Gesù. Io ho accettato l’onore di<br />

presiedere i suoi funerali a Calcutta e,<br />

nel grande stadio di quella città, ho visto<br />

campeggiare una sua espressione:<br />

«Le opere di amore sono opere di pace».<br />

Con la fatica quotidiana delle sue<br />

mani, Madre Teresa ha varcato i confini<br />

delle differenze religiose, culturali ed<br />

etniche, insegnando che vi è più gioia<br />

nel dare che nel ricevere. Ottimo insegnamento<br />

per i volontari!<br />

E quante altre donne si sono eroicamente<br />

votate al servizio dei sofferenti!<br />

Basti ricordare, nei tempi moderni, due<br />

figure care agli italiani: santa Francesca<br />

Saverio Cabrini e la beata Vanini.<br />

L’esempio di tali testimoni della carità<br />

deve essere per tutti i credenti stimolo<br />

a vivere il tempo presente in maniera<br />

profetica e ispirare i volontari a trovare<br />

sempre nuove forme di solidarietà<br />

per ridare la speranza ai poveri.<br />

tropologia filosofica al Pontificio Istituto «Giovanni<br />

Paolo II» per studi su matrimonio e famiglia<br />

presso la Pontificia Università Lateranense.<br />

Nel pomeriggio seguiranno alcune significative<br />

testimonianze di vita.<br />

A questa «tavola rotonda» prenderanno la parola<br />

una persona malata; la dott.ssa Vincenza<br />

Lorusso, medico volontario in Mozambico; Annalena<br />

Tonelli, volontaria in Somalia e membro<br />

del Comitato «Lotta contro la fame del mondo»;<br />

Maria de Belém Roseira, presidente delle<br />

Misericordie del Portogallo; Maria Pia Garavaglia,<br />

presidente della Croce Rossa italiana ed<br />

europea; suor Ana María Gaspar Monteiro,<br />

coordinatrice del servizio di pastorale della salute<br />

e del volontariato presso l'Istituto delle<br />

Suore Ospedaliere del Sacro Cuore di Gesù a<br />

Malaga (Spagna); Justo Carbajales, coordinatore<br />

generale e direttore di «Redes Solidarias de<br />

Professionalese» presso il Dipartimento di Laici<br />

della Commissione episcopale per l'Apostolato<br />

laico a Buenos Aires (Argentina).<br />

Sabato 1° dicembre, alle ore 9, i lavori della<br />

seconda giornata saranno aperti dalla ricercatrice<br />

sociale romana Fiorenza Bagnasco che parlerà<br />

sul tema: «Volontariato ed emergenza<br />

AIDS».<br />

I convegnisti rifletteranno quindi sull'assistenza<br />

data alle persone che vivono nel degrado<br />

della città (José Ramón Díaz-Torremocha, Presidente<br />

generale della Società San Vincenzo de'<br />

Paoli); agli emigrati e ai profughi (Padre Francesco<br />

De Luccia, direttore del centro internazionale<br />

«Jesuit Refugee Service»); alle persone<br />

colpite dalle catastrofi come terremoti e alluvioni<br />

(Karel Zelenka, Direttore del Dipartimento di<br />

cooperazione internazionale presso la Caritas<br />

Internationalis); alle persone vittime delle guerre<br />

(Ingo Radtke, Segretario generale del Corpo<br />

di emergenza del Sovrano Militare Ordine di<br />

Malta); agli anziani, ai malati terminali, ai bambini<br />

(Morten Rostrup, Presidente internazionale<br />

di «Medici senza frontiere»). La sintesi dei lavori<br />

sarà formulata dall'Arcivescovo Lozano Barragán.

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