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<strong>L'OSSERVATORE</strong><strong>ROMANO</strong><br />
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Anno CXLI - N. 281 (42.919) CITTÀ DEL VATICANO Venerdì 7 Dicembre 2001<br />
MEDIO ORIENTE «Arrestate i terroristi entro 12 ore»<br />
Ultimatum di Israele<br />
all'Autorità Palestinese<br />
TEL AVIV, 6.<br />
Israele ha sospeso le rappresaglie nei<br />
Territori seguite agli attentati del fine<br />
settimana e ha lanciato un ultimatum al<br />
Presidente dell'Autorità Palestinese (Ap),<br />
Yasser Arafat, intimandogli di arrestare<br />
«entro dodici ore» trentasei terroristi ricercati<br />
da tempo.<br />
Poche ore dopo è stato posto agli arresti<br />
domiciliari lo Sceicco Ahmed Yassin,<br />
leader spirituale del gruppo fondamentalista<br />
islamico armato Hamas. In<br />
serata, agenti delle forze di sicurezza<br />
dell’Ap hanno fatto irruzione a Gaza<br />
nell’abitazione dello Sceicco e lo hanno<br />
sottoposto ad un regime di controlli che<br />
gli impedisce qualsiasi contatto con i<br />
suoi seguaci. L’anziano leader di Hamas,<br />
che è tetraplegico e dall’età di 12<br />
anni vive su una sedia a rotelle, già in<br />
passato era stato sottoposto agli arresti<br />
domiciliari, ma la sua popolarità non ne<br />
ha tuttavia risentito, rafforzandosi addirittura<br />
tra la popolazione dei Territori<br />
dopo lo scoppio della nuova Intifada,<br />
nel settembre dello scorso anno.<br />
Dopo i sanguinosi attentati suicidi dello<br />
scorso fine settimana a Gerusalemme<br />
e ad Haifa, nei quali 26 israeliani sono<br />
morti e oltre 200 sono rimasti feriti, l’Ap<br />
aveva avviato una prima ondata di arresti<br />
che ha colpito un centinaio di militanti<br />
di Hamas, l'organizzazione che ha<br />
rivendicato gli attacchi, e della Jihad<br />
islamica. Dopo l'ultimatum di Israele, a<br />
quella prima ondata sembra ora seguirne<br />
una seconda ancora più massiccia.<br />
Secondo il Premier israeliano, Ariel<br />
Sharon, un accordo con i palestinesi sarà<br />
possibile solo quando l’Ap «eliminerà<br />
il terrorismo». Per raggiungere questo<br />
obiettivo, ha precisato, Arafat deve effettivamente<br />
arrestare i terroristi, sciogliere<br />
le organizzazioni estremiste, confiscare<br />
le armi illegali, attuare misure per pre-<br />
Appello alla pace<br />
della Conferenza<br />
sulla Convenzione<br />
di Ginevra GINEVRA, 6.<br />
Un appello alla pace in Medio<br />
Oriente è stato lanciato ieri dai<br />
partecipanti alla Conferenza sulla<br />
IV Convenzione di Ginevra. I rappresentanti<br />
dei 114 Paesi che hanno<br />
preso parte ai lavori hanno<br />
chiesto in primo luogo ad Israele<br />
e all'Autorità Palestinese (Ap) di<br />
porre immediatamente fine alle<br />
brutalità e alle violenze contro la<br />
popolazione civile.<br />
Da Ginevra è stato inoltre lanciato<br />
un invito alle autorità israeliane<br />
perché interrompano le uccisioni<br />
mirate dei leader delle organizzazioni<br />
islamiche nei Territori.<br />
Il documento finale votato dai delegati<br />
esprime una profonda<br />
«preoccupazione per il deterioramento<br />
della situazione umanitaria<br />
sul terreno» e deplora «l’elevato<br />
numero di vittime civili, causate<br />
dall’uso indiscriminato o sproporzionato<br />
della forza e dal mancato<br />
rispetto del diritto umanitario internazionale».<br />
Israele e gli Stati Uniti non hanno<br />
partecipato ai lavori aderendo<br />
all'interpretazione legale secondo<br />
la quale la Convenzione di Ginevra<br />
non è applicabile ai Territori<br />
palestinesi. Tel Aviv ritiene infatti<br />
che i Territori non siano «occupati»,<br />
ma oggetto di disputa.<br />
Da parte sua l'Alto Commissario<br />
delle Nazioni Unite per i Diritti<br />
Umani, Mary Robinson, ha sottolineato<br />
che sia la politica israeliana<br />
di uccisioni selettive che gli<br />
attentati palestinesi violano il diritto<br />
internazionale. «Gli insediamenti<br />
israeliani hanno svolto un ruolo<br />
di catalizzatore della violenza», ha<br />
aggiunto.<br />
L’Ambasciatrice belga Jean-Marie<br />
Noirfalisse, a nome dell'Unione<br />
Europea (Ue) della quale il suo<br />
Paese regge la presidenza di turno,<br />
ha rilevato la necessità di<br />
esercitare maggiori sforzi per fermare<br />
gli attentati contro civili innocenti.<br />
I Quindici, ha aggiunto,<br />
sono convinti che con la violenza<br />
non sarà mai possibile trovare<br />
una soluzione efficace e di ampio<br />
respiro alle questione palestinese.<br />
Il Direttore della Conferenza<br />
Peter Maurer, del Ministero degli<br />
Esteri svizzero, ha sottolineato da<br />
parte sua l'importanza del messaggio<br />
politico che viene dalla<br />
presa di posizione dei 114 Paesi riguardo<br />
un processo di pace, rilevando<br />
l'assoluta necessità di agire<br />
in tempi brevi per mettere fine alle<br />
violenze.<br />
venire ulteriori attentati e mettere fine<br />
alla propaganda anti-israeliana.<br />
Le dichiarazioni di Sharon sono giunte<br />
dopo una riunione del Governo al termine<br />
della quale l’Ap è stata definita in<br />
un documento «un’entità che sostiene il<br />
terrorismo». Il Ministro degli esteri, Shimon<br />
Peres, ha polemicamente abbandonato<br />
la seduta per non avvallare questa<br />
decisione e i massicci raid aerei nei Territori.<br />
Il Capo della diplomazia israeliana<br />
ha però deciso di non lasciare l'Esecutivo<br />
di unità nazionale, come avevano<br />
chiesto molti deputati laburisti, ma di rimanere<br />
al suo posto per favorire la ripresa<br />
del dialogo.<br />
Sempre ieri l’inviato degli Stati Uniti<br />
in Medio Oriente Anthony Zinni ha nuovamente<br />
incontrato Arafat. Il colloquio<br />
sembra essere servito principalmente a<br />
sottolineare che gli Usa ritengono il Presidente<br />
dell'Ap un interlocutore credibile<br />
per il processo di pace, non condividendo<br />
a pieno la decisione israeliana di considerarlo<br />
il leader di un'organizzazione<br />
terroristica. Il Segretario di Stato Colin<br />
Powell, in missione in questi giorni tra<br />
l'Asia e l'Europa, ha comunque ammesso<br />
che «non c’è molto che Zinni possa<br />
fare in questo momento». «Sarà difficile<br />
rimetterci nel binario della pace senza<br />
un’azione positiva da parte di Arafat mirata<br />
ad abbassare di molto il livello della<br />
violenza», ha aggiunto Powell.<br />
Da Washington, inoltre, il Presidente<br />
degli Usa, George W. Bush, ha ribadito<br />
la necessità che Arafat dimostri le sue<br />
capacità di guida del suo popolo, «assicurando<br />
alla giustizia coloro che uccidono<br />
per far deragliare la pace». Bush ha<br />
ricevuto ieri il Primo Ministro norvegese,<br />
Kjell Magne Bondevik, il quale gli ha<br />
consegnato una lettera di Arafat, che<br />
chiedeva tempo per combattere il terrorismo,<br />
e una di Sharon, che confermava<br />
l'avvenuta sospensione dei raid aerei.<br />
AFGHANISTAN Prime nubi si addensano sul nuovo Governo provvisorio<br />
Il generale Dostum annuncia il boicottaggio<br />
dell'Esecutivo nato dagli accordi di Bonn<br />
KABUL, 6.<br />
Non è stato neppure ancora insediato<br />
il nuovo Governo provvisorio afghano<br />
nato ieri dall'accordo di Bonn, ma su di<br />
esso si addensano già le prime nubi. Il<br />
generale uzbeko Rashid Dostum ha infatti<br />
annunciato che boicotterà l'Esecutivo.<br />
Dostum ha sottolineato che nel nuovo<br />
Governo la sua fazione, «Uzbek Junbish-i-Milli»,<br />
non è equamente rappresentata.<br />
«Siamo molto scontenti», ha dichiarato<br />
all'agenzia «Reuters». «Annunciamo<br />
che boicotteremo questo Governo<br />
e non andremo a Kabul finché un Governo<br />
adeguato non sarà in carica», ha<br />
proseguito.<br />
Dostum ha spiegato di aver chiesto il<br />
ministero degli esteri per la sua fazione,<br />
che è parte della Alleanza del Nord, militarmente<br />
dominante in Afghanistan. Invece<br />
alla sua parte è toccato il dicastero<br />
dell’agricoltura, miniere e industria. Il<br />
generale uzbeko, che ha conquistato<br />
Mazar-i-Sharif, ha affermato poi che<br />
«questa per noi è un’umiliazione» ed ha<br />
aggiunto che impedirà ai nuovi amministratori<br />
l’ingresso nel Nord del Paese,<br />
dove sono risorse di petrolio e di gas.<br />
Anche una personalità di spicco del-<br />
BERLINO, 6.<br />
Dopo l’accordo raggiunto ieri a Bonn,<br />
i rappresentanti dei principali Paesi occidentali<br />
e della Russia si sono riuniti a<br />
Berlino per la conferenza dei donatori<br />
per la ricostruzione dell’Afghanistan.<br />
Dopo oltre venti anni di guerra, l’Afghanistan<br />
avrà bisogno per molto tempo di<br />
«massicci aiuti» della comunità internazionale,<br />
ha affermato il Ministro degli<br />
esteri tedesco, Joschka Fischer, in apertura<br />
dei lavori. «Questa conferenza —<br />
ha aggiunto — deve lanciare un chiaro<br />
segnale che non lasceremo gli afghani<br />
soli nella loro fame e nei loro bisogni.<br />
Nell’immediato deve essere fatto tutto il<br />
possibile per consentire alla popolazione<br />
di superare l’inverno».<br />
Fischer si è appellato anche ad applicare<br />
senza cambiamenti l’accordo di<br />
Bonn. «Il martoriato popolo afghano —<br />
ha dichiarato — ha ora la possibilità di<br />
vivere in un Paese libero e unito senza<br />
terrorismo e violenza». Secondo il vice<br />
Segretario Generale dell’Onu competente<br />
per le questioni umanitarie, Kenzo<br />
Oshima, servono aiuti urgenti fra ottobre<br />
e marzo per 600 milioni di dollari.<br />
Oltre 300 sono già stati reperiti. La Germania<br />
ha stanziato in due anni 260 mi-<br />
l'etnia pashtun, Sayed Ahmad Gailani,<br />
ha affermato che l’accordo raggiunto a<br />
Bonn tra le fazioni afghane è «ingiusto».<br />
«Sono state commesse ingiustizie nella<br />
distribuzione dei ministeri. Coloro che<br />
hanno avuto un importante ruolo nella<br />
lotta contro l’occupazione sovietica non<br />
sono stati rappresentati» ha spiegato<br />
Gailani in una conferenza stampa a Islamabad.<br />
Gailani ha comunque detto che<br />
«sebbene il nuovo assetto non sia equilibrato,<br />
spero che le Nazioni Unite formino<br />
un comitato che rappresenti il popolo<br />
nella “Loya Jirga” cosicché nei prossimi<br />
passi da compiere si possano risistemare<br />
le cose». Alla Conferenza di Bonn,<br />
Gailani, che guida il Fronte islamico nazionale<br />
di Afghanistan ed è un sostenitore<br />
dell’ex Re Zahir Shah, era rappresentato<br />
dal figlio Hamed.<br />
La struttura dell’amministrazione interinale<br />
che per sei mesi guiderà l’Afghanistan<br />
con alla testa il pashtun Hamid<br />
Karzai, sembra in effetti riflettere — come<br />
segnala l'agenzia «Ansa» — la composizione<br />
etnica del Paese. Ai pashtun<br />
sono stati affidati 11 ministeri; ai tadjiki<br />
8; agli hazara 5; agli uzbeki 3; ad altri<br />
gruppi 2. Nella spartizione dei Dicasteri,<br />
A Berlino la conferenza<br />
per la ricostruzione<br />
CREDENZIALI Giovanni Paolo II a nove Ambasciatori per la presentazione delle Lettere<br />
I Responsabili delle Nazioni si impegnino<br />
a sradicare ciò che è fonte di conflitti e di tensioni<br />
I Responsabili delle Nazioni si impegnino a «sradicare attraverso<br />
la via del dialogo e della cooperazione internazionale»<br />
tutto ciò che è fonte di conflitti e di tensioni fra gruppi<br />
umani e fra Paesi. Lo sottolinea Giovanni Paolo II nel discorso<br />
in occasione dell'udienza a nove nuovi Ambasciatori presso<br />
la Santa Sede, giovedì 6 dicembre, per la presentazione<br />
delle Lettere Credenziali. Si tratta di Rappresentanti di Bangladesh,<br />
Gibuti, Finlandia, Eritrea, Georgia, Lesotho, Rwanda,<br />
Maurizio, Malì. Era presente anche l'Ambasciatore di<br />
Svizzera in Missione Speciale presso la Santa Sede. Nel discorso<br />
comune a tutti gli Ambasciatori, il Papa ricorda che<br />
«i nostri contemporanei sono oggi più che mai segnati dalla<br />
liardi di lire. Prime stime del volume<br />
complessivo di fondi per la ricostruzione<br />
dell’Afghanistan parlano di 6,5 miliardi<br />
di dollari in cinque anni. Altre addirittura<br />
di 25. Per il primo piano di 30 giorni<br />
l’Onu calcola un fabbisogno di 52.000<br />
tonnellate di generi alimentari. Una conferenza<br />
dei donatori per la raccolta dei<br />
fondi è stata indetta per la metà di gennaio<br />
a Tokyo. Alla conferenza di Berlino,<br />
che si chiude oggi, partecipano i<br />
rappresentanti dei 15 Paesi donatori raggruppati<br />
nel «Gruppo di supporto dell’Afghanistan»<br />
(organismo, fondato nel<br />
1996, di cui fanno parte Australia, Gran<br />
Bretagna, Canada, Danimarca, Germania,<br />
Finlandia, Francia, Italia, Giappone,<br />
Olanda, Norvegia, Russia, Svezia, Svizzera,<br />
Usa). Oltre ai Paesi del Gruppo di<br />
sostegno, partecipano alla Conferenza di<br />
Berlino rappresentanti dell’Onu, dell’Ue<br />
e di organizzazioni non governative.<br />
Uno dei temi centrali all’ordine del giorno<br />
è il problema del rientro dei profughi<br />
sia quelli sfollati all'interno del Paese,<br />
sia quelli fuggiti nei Paesi confinanti. Secondo<br />
stime dell'Alto Commissariato<br />
delle Nazioni Unite per i rifugiati, anche<br />
prima dell'11 settembre l'Afghanistan<br />
era il Paese al mondo con il maggior numero<br />
di profughi.<br />
l’Alleanza del Nord (o Fronte Unito) e il<br />
gruppo dell’ex Re, le due fazioni maggiori,<br />
hanno avuto un ruolo predominante.<br />
Agli altri due gruppi, quello di Cipro<br />
e quello di Peshawar, è stata garantita<br />
una rappresentanza minima. All’Alleanza<br />
del Nord è andato un numero di<br />
incarichi ben maggiori, quasi il doppio,<br />
rispetto all’altra formazione maggioritaria,<br />
i sostenitori dell’ex sovrano, avendo<br />
quest’ultima con Hamid Karzai ottenuto<br />
la carica di Presidente dell’amministrazione<br />
provvisoria. L’Alleanza, inoltre, ha<br />
conservato i tre dicasteri più importanti:<br />
esteri (Abdullah Abdullah), interno (Yunus<br />
Qanuni) e difesa (Mohammed Qassim<br />
Fahim). «Molto soddisfatto» per<br />
l’accordo di Bonn sul Governo provvisorio<br />
in Afghanistan si è invece detto il<br />
Presidente statunitense George W. Bush.<br />
«È un accordo di buon augurio per il<br />
popolo afghano, che gli permetterà di riprendersi<br />
il suo Paese», ha detto il suo<br />
portavoce, Ari Fleischer. Il Presidente<br />
Usa è «particolarmente compiaciuto per<br />
il carattere multietnico del Governo<br />
provvisorio e per il ruolo importante<br />
che è stato affidato alle donne», ha aggiunto<br />
Fleischer.<br />
Ufficio delle Celebrazioni<br />
Liturgiche<br />
del Sommo Pontefice<br />
Indicazioni<br />
liturgico-pastorali<br />
sul digiuno<br />
(14 dicembre 2001)<br />
e la preghiera<br />
per la pace<br />
(Assisi, 24 gennaio 2002)<br />
A più di due mesi dagli attentati<br />
dell’11 settembre, il Santo<br />
Padre, il 18 novembre 2001, nel<br />
contesto della preghiera dell’Angelus<br />
Domini, ha chiesto «ai<br />
cattolici che il prossimo 14 dicembre<br />
sia vissuto come giorno<br />
di digiuno, durante il quale pregare<br />
con fervore Dio perché<br />
conceda al mondo una pace<br />
stabile, fondata sulla giustizia»<br />
e ha manifestato l’intenzione di<br />
«invitare i rappresentanti delle<br />
religioni del mondo a venire ad<br />
Assisi il 24 gennaio 2002 a pregare<br />
per il superamento delle<br />
contrapposizioni e per la promozione<br />
dell’autentica pace».<br />
paura, che deriva al contempo dalla situazione di instabilità<br />
che il nostro mondo vive e di incertezza del domani». Il Papa<br />
richiama poi tutti gli Ambasciatori alla loro peculiare missione,<br />
che consiste «nel servire allo stesso tempo la nobile<br />
causa del vostro Paese e la nobile causa della pace». «Sono<br />
eminenti atti di amore verso il prossimo — evidenzia il Santo<br />
Padre —, che devono essere compiuti con il desiderio di<br />
contribuire al bene comune e ad un'intesa migliore fra le<br />
persone e i popoli». Sarà così possibile offrire alle generazioni<br />
future «una terra dove è bello vivere». Al contempo il Papa<br />
richiama le sfide rappresentate dalla ricerca della giustizia,<br />
della pace, nonché dalla lotta contro la miseria.<br />
Pagina 10<br />
NOSTRE INFORMAZIONI<br />
Il Santo Padre ha ricevuto oggi in<br />
udienza Sua Eccellenza Reverendissima<br />
Monsignor Julián Herranz, Arcivescovo<br />
Titolare di Vertara, Presidente<br />
del Pontificio Consiglio per i<br />
Testi Legislativi, con Sua Eccellenza<br />
Reverendissima Monsignor Bruno<br />
Bertagna, Vescovo titolare di Drivasto,<br />
Segretario, e con il Reverendissimo<br />
Monsignore Mario Marchesi,<br />
Sotto-Segretario del medesimo Pontificio<br />
Consiglio.<br />
. .<br />
Il Santo Padre ha ricevuto questa<br />
mattina in udienza Sua Eccellenza<br />
Reverendissima Monsignor Hanna<br />
Zora, Arcivescovo di Ahwaz dei Caldei<br />
(Iran), in visita «ad limina Apostolorum».<br />
. .<br />
Il Santo Padre ha ricevuto questa<br />
mattina in udienza Sua Eccellenza<br />
Reverendissima Monsignor Jacques<br />
Berthelet, Vescovo di Saint-Jean -<br />
Longueuil (Canada), Presidente della<br />
Conferenza dei Vescovi Cattolici<br />
del Canada, con Sua Eccellenza Reverendissima<br />
Monsignor Brendan<br />
Michael O'Brien, Arcivescovo di<br />
Bangladesh Pagina 4<br />
Gibuti<br />
Finlandia<br />
Eritrea<br />
Georgia<br />
Lesotho<br />
Rwanda<br />
Maurizio<br />
Malì<br />
Pagina 5<br />
Pagina 5<br />
Pagina 6<br />
Pagina 6<br />
Pagina 7<br />
Pagina 7<br />
Pagina 8<br />
Pagina 8<br />
Udienza del Santo Padre<br />
ai Rogazionisti<br />
e alle Figlie del Divino Zelo<br />
Con umiltà e con generosità spendete la vita per la diffusione del «Rogate»<br />
sgorgato dal cuore di Cristo: è quanto ha raccomandato Giovanni Paolo II ai<br />
religiosi e alle religiose delle Congregazioni dei Rogazionisti e delle Figlie del<br />
Divino Zelo, ricevuti in udienza nella mattina di giovedì 6 dicembre, nell'Aula<br />
Paolo VI, in occasione del 150° anniversario della nascita del beato Annibale<br />
Maria Di Francia.<br />
Pagina 11<br />
Saint John's, Newfoundland, Vice-<br />
Presidente, e il Reverendissimo<br />
Monsignore Peter Schonenbach, Segretario<br />
Generale della medesima<br />
Conferenza.<br />
. .<br />
Il Santo Padre ha ricevuto questa<br />
mattina in udienza Sua Eccellenza il<br />
Signor Hansrudolf Hoffmann, Ambasciatore<br />
di Svizzera in Missione<br />
Speciale presso la Santa Sede.<br />
Il 7 dicembre 1921<br />
l'inaugurazione a Milano<br />
Gli ottant'anni<br />
dell'Università<br />
Cattolica<br />
del Sacro Cuore<br />
Articoli di Paola Bignardi,<br />
Presidente Nazionale dell'Azione<br />
Cattolica Italiana, e Sergio<br />
Zaninelli, Rettore Magnifico.<br />
Pagina 14