05.06.2013 Views

L'OSSERVATORE ROMANO

L'OSSERVATORE ROMANO

L'OSSERVATORE ROMANO

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

<strong>L'OSSERVATORE</strong><strong>ROMANO</strong><br />

.<br />

ViadelPellegrino00120CITTÀDELVATICANO-Segreteria<br />

di Redazione 0669883461/0669884442 - fax 0669883675<br />

Servizio fotografico 0669884797 - Marketing e Diffusione<br />

0669899470-fax0669882818-ABBONAMENTI0669899483<br />

0669899480 - fax 0669885164 - e-mail: ornet@ossrom.va<br />

WWW.VATICAN.VA/news_services/or/home_ita.html<br />

.<br />

SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - ROMA<br />

CONTO CORRENTE POSTALE N. 649004<br />

GIORNALE QUOTIDIANO<br />

UNICUIQUE SUUM<br />

POLITICO RELIGIOSO<br />

NON PRAEVALEBUNT<br />

ABBONAMENTI 2 Anni Annuo Semestre<br />

VATICANO E ITALIA<br />

Quotidiano . . . . . . . . . . L. 726.000 - : 374,95 L. 372.000 - : 192,12 L. 186.000 - : 96,06<br />

L'Osservatore della Domenica . — L. 87.000 - : 44,93 L. 43.500 - : 22,47<br />

Cumulativo . . . . . . . . . — L. 441.000 - : 227,76 L. 220.500 - : 113,88<br />

ESTERO (VIA ORDINARIA)<br />

Quotidiano . . . . . . . . . . — $ 366 —<br />

L'Osservatore della Domenica . — $ 81 —<br />

Copia L. 1.500 - : 0,77<br />

Copia arretrata L. 2.500 - : 1,29<br />

Copia spedita:<br />

Italia L. 3.000 - ; 1,55<br />

Europa zona euro L. 4.000 - ; 2,07<br />

Europa Extra euro L. 4.000 - US$ 3,00<br />

Extra Europa L. 6.000 - US$ 4,00<br />

Anno CXLI - N. 281 (42.919) CITTÀ DEL VATICANO Venerdì 7 Dicembre 2001<br />

MEDIO ORIENTE «Arrestate i terroristi entro 12 ore»<br />

Ultimatum di Israele<br />

all'Autorità Palestinese<br />

TEL AVIV, 6.<br />

Israele ha sospeso le rappresaglie nei<br />

Territori seguite agli attentati del fine<br />

settimana e ha lanciato un ultimatum al<br />

Presidente dell'Autorità Palestinese (Ap),<br />

Yasser Arafat, intimandogli di arrestare<br />

«entro dodici ore» trentasei terroristi ricercati<br />

da tempo.<br />

Poche ore dopo è stato posto agli arresti<br />

domiciliari lo Sceicco Ahmed Yassin,<br />

leader spirituale del gruppo fondamentalista<br />

islamico armato Hamas. In<br />

serata, agenti delle forze di sicurezza<br />

dell’Ap hanno fatto irruzione a Gaza<br />

nell’abitazione dello Sceicco e lo hanno<br />

sottoposto ad un regime di controlli che<br />

gli impedisce qualsiasi contatto con i<br />

suoi seguaci. L’anziano leader di Hamas,<br />

che è tetraplegico e dall’età di 12<br />

anni vive su una sedia a rotelle, già in<br />

passato era stato sottoposto agli arresti<br />

domiciliari, ma la sua popolarità non ne<br />

ha tuttavia risentito, rafforzandosi addirittura<br />

tra la popolazione dei Territori<br />

dopo lo scoppio della nuova Intifada,<br />

nel settembre dello scorso anno.<br />

Dopo i sanguinosi attentati suicidi dello<br />

scorso fine settimana a Gerusalemme<br />

e ad Haifa, nei quali 26 israeliani sono<br />

morti e oltre 200 sono rimasti feriti, l’Ap<br />

aveva avviato una prima ondata di arresti<br />

che ha colpito un centinaio di militanti<br />

di Hamas, l'organizzazione che ha<br />

rivendicato gli attacchi, e della Jihad<br />

islamica. Dopo l'ultimatum di Israele, a<br />

quella prima ondata sembra ora seguirne<br />

una seconda ancora più massiccia.<br />

Secondo il Premier israeliano, Ariel<br />

Sharon, un accordo con i palestinesi sarà<br />

possibile solo quando l’Ap «eliminerà<br />

il terrorismo». Per raggiungere questo<br />

obiettivo, ha precisato, Arafat deve effettivamente<br />

arrestare i terroristi, sciogliere<br />

le organizzazioni estremiste, confiscare<br />

le armi illegali, attuare misure per pre-<br />

Appello alla pace<br />

della Conferenza<br />

sulla Convenzione<br />

di Ginevra GINEVRA, 6.<br />

Un appello alla pace in Medio<br />

Oriente è stato lanciato ieri dai<br />

partecipanti alla Conferenza sulla<br />

IV Convenzione di Ginevra. I rappresentanti<br />

dei 114 Paesi che hanno<br />

preso parte ai lavori hanno<br />

chiesto in primo luogo ad Israele<br />

e all'Autorità Palestinese (Ap) di<br />

porre immediatamente fine alle<br />

brutalità e alle violenze contro la<br />

popolazione civile.<br />

Da Ginevra è stato inoltre lanciato<br />

un invito alle autorità israeliane<br />

perché interrompano le uccisioni<br />

mirate dei leader delle organizzazioni<br />

islamiche nei Territori.<br />

Il documento finale votato dai delegati<br />

esprime una profonda<br />

«preoccupazione per il deterioramento<br />

della situazione umanitaria<br />

sul terreno» e deplora «l’elevato<br />

numero di vittime civili, causate<br />

dall’uso indiscriminato o sproporzionato<br />

della forza e dal mancato<br />

rispetto del diritto umanitario internazionale».<br />

Israele e gli Stati Uniti non hanno<br />

partecipato ai lavori aderendo<br />

all'interpretazione legale secondo<br />

la quale la Convenzione di Ginevra<br />

non è applicabile ai Territori<br />

palestinesi. Tel Aviv ritiene infatti<br />

che i Territori non siano «occupati»,<br />

ma oggetto di disputa.<br />

Da parte sua l'Alto Commissario<br />

delle Nazioni Unite per i Diritti<br />

Umani, Mary Robinson, ha sottolineato<br />

che sia la politica israeliana<br />

di uccisioni selettive che gli<br />

attentati palestinesi violano il diritto<br />

internazionale. «Gli insediamenti<br />

israeliani hanno svolto un ruolo<br />

di catalizzatore della violenza», ha<br />

aggiunto.<br />

L’Ambasciatrice belga Jean-Marie<br />

Noirfalisse, a nome dell'Unione<br />

Europea (Ue) della quale il suo<br />

Paese regge la presidenza di turno,<br />

ha rilevato la necessità di<br />

esercitare maggiori sforzi per fermare<br />

gli attentati contro civili innocenti.<br />

I Quindici, ha aggiunto,<br />

sono convinti che con la violenza<br />

non sarà mai possibile trovare<br />

una soluzione efficace e di ampio<br />

respiro alle questione palestinese.<br />

Il Direttore della Conferenza<br />

Peter Maurer, del Ministero degli<br />

Esteri svizzero, ha sottolineato da<br />

parte sua l'importanza del messaggio<br />

politico che viene dalla<br />

presa di posizione dei 114 Paesi riguardo<br />

un processo di pace, rilevando<br />

l'assoluta necessità di agire<br />

in tempi brevi per mettere fine alle<br />

violenze.<br />

venire ulteriori attentati e mettere fine<br />

alla propaganda anti-israeliana.<br />

Le dichiarazioni di Sharon sono giunte<br />

dopo una riunione del Governo al termine<br />

della quale l’Ap è stata definita in<br />

un documento «un’entità che sostiene il<br />

terrorismo». Il Ministro degli esteri, Shimon<br />

Peres, ha polemicamente abbandonato<br />

la seduta per non avvallare questa<br />

decisione e i massicci raid aerei nei Territori.<br />

Il Capo della diplomazia israeliana<br />

ha però deciso di non lasciare l'Esecutivo<br />

di unità nazionale, come avevano<br />

chiesto molti deputati laburisti, ma di rimanere<br />

al suo posto per favorire la ripresa<br />

del dialogo.<br />

Sempre ieri l’inviato degli Stati Uniti<br />

in Medio Oriente Anthony Zinni ha nuovamente<br />

incontrato Arafat. Il colloquio<br />

sembra essere servito principalmente a<br />

sottolineare che gli Usa ritengono il Presidente<br />

dell'Ap un interlocutore credibile<br />

per il processo di pace, non condividendo<br />

a pieno la decisione israeliana di considerarlo<br />

il leader di un'organizzazione<br />

terroristica. Il Segretario di Stato Colin<br />

Powell, in missione in questi giorni tra<br />

l'Asia e l'Europa, ha comunque ammesso<br />

che «non c’è molto che Zinni possa<br />

fare in questo momento». «Sarà difficile<br />

rimetterci nel binario della pace senza<br />

un’azione positiva da parte di Arafat mirata<br />

ad abbassare di molto il livello della<br />

violenza», ha aggiunto Powell.<br />

Da Washington, inoltre, il Presidente<br />

degli Usa, George W. Bush, ha ribadito<br />

la necessità che Arafat dimostri le sue<br />

capacità di guida del suo popolo, «assicurando<br />

alla giustizia coloro che uccidono<br />

per far deragliare la pace». Bush ha<br />

ricevuto ieri il Primo Ministro norvegese,<br />

Kjell Magne Bondevik, il quale gli ha<br />

consegnato una lettera di Arafat, che<br />

chiedeva tempo per combattere il terrorismo,<br />

e una di Sharon, che confermava<br />

l'avvenuta sospensione dei raid aerei.<br />

AFGHANISTAN Prime nubi si addensano sul nuovo Governo provvisorio<br />

Il generale Dostum annuncia il boicottaggio<br />

dell'Esecutivo nato dagli accordi di Bonn<br />

KABUL, 6.<br />

Non è stato neppure ancora insediato<br />

il nuovo Governo provvisorio afghano<br />

nato ieri dall'accordo di Bonn, ma su di<br />

esso si addensano già le prime nubi. Il<br />

generale uzbeko Rashid Dostum ha infatti<br />

annunciato che boicotterà l'Esecutivo.<br />

Dostum ha sottolineato che nel nuovo<br />

Governo la sua fazione, «Uzbek Junbish-i-Milli»,<br />

non è equamente rappresentata.<br />

«Siamo molto scontenti», ha dichiarato<br />

all'agenzia «Reuters». «Annunciamo<br />

che boicotteremo questo Governo<br />

e non andremo a Kabul finché un Governo<br />

adeguato non sarà in carica», ha<br />

proseguito.<br />

Dostum ha spiegato di aver chiesto il<br />

ministero degli esteri per la sua fazione,<br />

che è parte della Alleanza del Nord, militarmente<br />

dominante in Afghanistan. Invece<br />

alla sua parte è toccato il dicastero<br />

dell’agricoltura, miniere e industria. Il<br />

generale uzbeko, che ha conquistato<br />

Mazar-i-Sharif, ha affermato poi che<br />

«questa per noi è un’umiliazione» ed ha<br />

aggiunto che impedirà ai nuovi amministratori<br />

l’ingresso nel Nord del Paese,<br />

dove sono risorse di petrolio e di gas.<br />

Anche una personalità di spicco del-<br />

BERLINO, 6.<br />

Dopo l’accordo raggiunto ieri a Bonn,<br />

i rappresentanti dei principali Paesi occidentali<br />

e della Russia si sono riuniti a<br />

Berlino per la conferenza dei donatori<br />

per la ricostruzione dell’Afghanistan.<br />

Dopo oltre venti anni di guerra, l’Afghanistan<br />

avrà bisogno per molto tempo di<br />

«massicci aiuti» della comunità internazionale,<br />

ha affermato il Ministro degli<br />

esteri tedesco, Joschka Fischer, in apertura<br />

dei lavori. «Questa conferenza —<br />

ha aggiunto — deve lanciare un chiaro<br />

segnale che non lasceremo gli afghani<br />

soli nella loro fame e nei loro bisogni.<br />

Nell’immediato deve essere fatto tutto il<br />

possibile per consentire alla popolazione<br />

di superare l’inverno».<br />

Fischer si è appellato anche ad applicare<br />

senza cambiamenti l’accordo di<br />

Bonn. «Il martoriato popolo afghano —<br />

ha dichiarato — ha ora la possibilità di<br />

vivere in un Paese libero e unito senza<br />

terrorismo e violenza». Secondo il vice<br />

Segretario Generale dell’Onu competente<br />

per le questioni umanitarie, Kenzo<br />

Oshima, servono aiuti urgenti fra ottobre<br />

e marzo per 600 milioni di dollari.<br />

Oltre 300 sono già stati reperiti. La Germania<br />

ha stanziato in due anni 260 mi-<br />

l'etnia pashtun, Sayed Ahmad Gailani,<br />

ha affermato che l’accordo raggiunto a<br />

Bonn tra le fazioni afghane è «ingiusto».<br />

«Sono state commesse ingiustizie nella<br />

distribuzione dei ministeri. Coloro che<br />

hanno avuto un importante ruolo nella<br />

lotta contro l’occupazione sovietica non<br />

sono stati rappresentati» ha spiegato<br />

Gailani in una conferenza stampa a Islamabad.<br />

Gailani ha comunque detto che<br />

«sebbene il nuovo assetto non sia equilibrato,<br />

spero che le Nazioni Unite formino<br />

un comitato che rappresenti il popolo<br />

nella “Loya Jirga” cosicché nei prossimi<br />

passi da compiere si possano risistemare<br />

le cose». Alla Conferenza di Bonn,<br />

Gailani, che guida il Fronte islamico nazionale<br />

di Afghanistan ed è un sostenitore<br />

dell’ex Re Zahir Shah, era rappresentato<br />

dal figlio Hamed.<br />

La struttura dell’amministrazione interinale<br />

che per sei mesi guiderà l’Afghanistan<br />

con alla testa il pashtun Hamid<br />

Karzai, sembra in effetti riflettere — come<br />

segnala l'agenzia «Ansa» — la composizione<br />

etnica del Paese. Ai pashtun<br />

sono stati affidati 11 ministeri; ai tadjiki<br />

8; agli hazara 5; agli uzbeki 3; ad altri<br />

gruppi 2. Nella spartizione dei Dicasteri,<br />

A Berlino la conferenza<br />

per la ricostruzione<br />

CREDENZIALI Giovanni Paolo II a nove Ambasciatori per la presentazione delle Lettere<br />

I Responsabili delle Nazioni si impegnino<br />

a sradicare ciò che è fonte di conflitti e di tensioni<br />

I Responsabili delle Nazioni si impegnino a «sradicare attraverso<br />

la via del dialogo e della cooperazione internazionale»<br />

tutto ciò che è fonte di conflitti e di tensioni fra gruppi<br />

umani e fra Paesi. Lo sottolinea Giovanni Paolo II nel discorso<br />

in occasione dell'udienza a nove nuovi Ambasciatori presso<br />

la Santa Sede, giovedì 6 dicembre, per la presentazione<br />

delle Lettere Credenziali. Si tratta di Rappresentanti di Bangladesh,<br />

Gibuti, Finlandia, Eritrea, Georgia, Lesotho, Rwanda,<br />

Maurizio, Malì. Era presente anche l'Ambasciatore di<br />

Svizzera in Missione Speciale presso la Santa Sede. Nel discorso<br />

comune a tutti gli Ambasciatori, il Papa ricorda che<br />

«i nostri contemporanei sono oggi più che mai segnati dalla<br />

liardi di lire. Prime stime del volume<br />

complessivo di fondi per la ricostruzione<br />

dell’Afghanistan parlano di 6,5 miliardi<br />

di dollari in cinque anni. Altre addirittura<br />

di 25. Per il primo piano di 30 giorni<br />

l’Onu calcola un fabbisogno di 52.000<br />

tonnellate di generi alimentari. Una conferenza<br />

dei donatori per la raccolta dei<br />

fondi è stata indetta per la metà di gennaio<br />

a Tokyo. Alla conferenza di Berlino,<br />

che si chiude oggi, partecipano i<br />

rappresentanti dei 15 Paesi donatori raggruppati<br />

nel «Gruppo di supporto dell’Afghanistan»<br />

(organismo, fondato nel<br />

1996, di cui fanno parte Australia, Gran<br />

Bretagna, Canada, Danimarca, Germania,<br />

Finlandia, Francia, Italia, Giappone,<br />

Olanda, Norvegia, Russia, Svezia, Svizzera,<br />

Usa). Oltre ai Paesi del Gruppo di<br />

sostegno, partecipano alla Conferenza di<br />

Berlino rappresentanti dell’Onu, dell’Ue<br />

e di organizzazioni non governative.<br />

Uno dei temi centrali all’ordine del giorno<br />

è il problema del rientro dei profughi<br />

sia quelli sfollati all'interno del Paese,<br />

sia quelli fuggiti nei Paesi confinanti. Secondo<br />

stime dell'Alto Commissariato<br />

delle Nazioni Unite per i rifugiati, anche<br />

prima dell'11 settembre l'Afghanistan<br />

era il Paese al mondo con il maggior numero<br />

di profughi.<br />

l’Alleanza del Nord (o Fronte Unito) e il<br />

gruppo dell’ex Re, le due fazioni maggiori,<br />

hanno avuto un ruolo predominante.<br />

Agli altri due gruppi, quello di Cipro<br />

e quello di Peshawar, è stata garantita<br />

una rappresentanza minima. All’Alleanza<br />

del Nord è andato un numero di<br />

incarichi ben maggiori, quasi il doppio,<br />

rispetto all’altra formazione maggioritaria,<br />

i sostenitori dell’ex sovrano, avendo<br />

quest’ultima con Hamid Karzai ottenuto<br />

la carica di Presidente dell’amministrazione<br />

provvisoria. L’Alleanza, inoltre, ha<br />

conservato i tre dicasteri più importanti:<br />

esteri (Abdullah Abdullah), interno (Yunus<br />

Qanuni) e difesa (Mohammed Qassim<br />

Fahim). «Molto soddisfatto» per<br />

l’accordo di Bonn sul Governo provvisorio<br />

in Afghanistan si è invece detto il<br />

Presidente statunitense George W. Bush.<br />

«È un accordo di buon augurio per il<br />

popolo afghano, che gli permetterà di riprendersi<br />

il suo Paese», ha detto il suo<br />

portavoce, Ari Fleischer. Il Presidente<br />

Usa è «particolarmente compiaciuto per<br />

il carattere multietnico del Governo<br />

provvisorio e per il ruolo importante<br />

che è stato affidato alle donne», ha aggiunto<br />

Fleischer.<br />

Ufficio delle Celebrazioni<br />

Liturgiche<br />

del Sommo Pontefice<br />

Indicazioni<br />

liturgico-pastorali<br />

sul digiuno<br />

(14 dicembre 2001)<br />

e la preghiera<br />

per la pace<br />

(Assisi, 24 gennaio 2002)<br />

A più di due mesi dagli attentati<br />

dell’11 settembre, il Santo<br />

Padre, il 18 novembre 2001, nel<br />

contesto della preghiera dell’Angelus<br />

Domini, ha chiesto «ai<br />

cattolici che il prossimo 14 dicembre<br />

sia vissuto come giorno<br />

di digiuno, durante il quale pregare<br />

con fervore Dio perché<br />

conceda al mondo una pace<br />

stabile, fondata sulla giustizia»<br />

e ha manifestato l’intenzione di<br />

«invitare i rappresentanti delle<br />

religioni del mondo a venire ad<br />

Assisi il 24 gennaio 2002 a pregare<br />

per il superamento delle<br />

contrapposizioni e per la promozione<br />

dell’autentica pace».<br />

paura, che deriva al contempo dalla situazione di instabilità<br />

che il nostro mondo vive e di incertezza del domani». Il Papa<br />

richiama poi tutti gli Ambasciatori alla loro peculiare missione,<br />

che consiste «nel servire allo stesso tempo la nobile<br />

causa del vostro Paese e la nobile causa della pace». «Sono<br />

eminenti atti di amore verso il prossimo — evidenzia il Santo<br />

Padre —, che devono essere compiuti con il desiderio di<br />

contribuire al bene comune e ad un'intesa migliore fra le<br />

persone e i popoli». Sarà così possibile offrire alle generazioni<br />

future «una terra dove è bello vivere». Al contempo il Papa<br />

richiama le sfide rappresentate dalla ricerca della giustizia,<br />

della pace, nonché dalla lotta contro la miseria.<br />

Pagina 10<br />

NOSTRE INFORMAZIONI<br />

Il Santo Padre ha ricevuto oggi in<br />

udienza Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Julián Herranz, Arcivescovo<br />

Titolare di Vertara, Presidente<br />

del Pontificio Consiglio per i<br />

Testi Legislativi, con Sua Eccellenza<br />

Reverendissima Monsignor Bruno<br />

Bertagna, Vescovo titolare di Drivasto,<br />

Segretario, e con il Reverendissimo<br />

Monsignore Mario Marchesi,<br />

Sotto-Segretario del medesimo Pontificio<br />

Consiglio.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha ricevuto questa<br />

mattina in udienza Sua Eccellenza<br />

Reverendissima Monsignor Hanna<br />

Zora, Arcivescovo di Ahwaz dei Caldei<br />

(Iran), in visita «ad limina Apostolorum».<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha ricevuto questa<br />

mattina in udienza Sua Eccellenza<br />

Reverendissima Monsignor Jacques<br />

Berthelet, Vescovo di Saint-Jean -<br />

Longueuil (Canada), Presidente della<br />

Conferenza dei Vescovi Cattolici<br />

del Canada, con Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Brendan<br />

Michael O'Brien, Arcivescovo di<br />

Bangladesh Pagina 4<br />

Gibuti<br />

Finlandia<br />

Eritrea<br />

Georgia<br />

Lesotho<br />

Rwanda<br />

Maurizio<br />

Malì<br />

Pagina 5<br />

Pagina 5<br />

Pagina 6<br />

Pagina 6<br />

Pagina 7<br />

Pagina 7<br />

Pagina 8<br />

Pagina 8<br />

Udienza del Santo Padre<br />

ai Rogazionisti<br />

e alle Figlie del Divino Zelo<br />

Con umiltà e con generosità spendete la vita per la diffusione del «Rogate»<br />

sgorgato dal cuore di Cristo: è quanto ha raccomandato Giovanni Paolo II ai<br />

religiosi e alle religiose delle Congregazioni dei Rogazionisti e delle Figlie del<br />

Divino Zelo, ricevuti in udienza nella mattina di giovedì 6 dicembre, nell'Aula<br />

Paolo VI, in occasione del 150° anniversario della nascita del beato Annibale<br />

Maria Di Francia.<br />

Pagina 11<br />

Saint John's, Newfoundland, Vice-<br />

Presidente, e il Reverendissimo<br />

Monsignore Peter Schonenbach, Segretario<br />

Generale della medesima<br />

Conferenza.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha ricevuto questa<br />

mattina in udienza Sua Eccellenza il<br />

Signor Hansrudolf Hoffmann, Ambasciatore<br />

di Svizzera in Missione<br />

Speciale presso la Santa Sede.<br />

Il 7 dicembre 1921<br />

l'inaugurazione a Milano<br />

Gli ottant'anni<br />

dell'Università<br />

Cattolica<br />

del Sacro Cuore<br />

Articoli di Paola Bignardi,<br />

Presidente Nazionale dell'Azione<br />

Cattolica Italiana, e Sergio<br />

Zaninelli, Rettore Magnifico.<br />

Pagina 14

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!