05.06.2013 Views

L'OSSERVATORE ROMANO

L'OSSERVATORE ROMANO

L'OSSERVATORE ROMANO

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

.<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 8 Dicembre 2001<br />

8 dicembre: solennità dell'Immacolata Concezione<br />

della Beata Vergine Maria<br />

La Bellezza di Maria<br />

JEAN GALOT<br />

Proclamando come verità di fede<br />

l’immacolata concezione di Maria, la<br />

Chiesa ha capito e voluto far riconoscere<br />

la bellezza singolare che caratterizzava<br />

l’anima della madre di Gesù.<br />

Questa bellezza doveva essere perfetta,<br />

per permettere al Figlio di Dio di<br />

sentirsi, nel corso della sua vita terrena,<br />

in piena armonia con sua madre.<br />

La bellezza perfetta richiedeva che<br />

l’anima di Maria, dal primo momento<br />

della sua esistenza, fosse preservata<br />

da ogni macchia di peccato. Era necessario<br />

che Gesù non trovasse nella<br />

persona di sua madre la minima ombra<br />

di un influsso delle potenze del<br />

male; il volto di Maria doveva essere<br />

assolutamente puro e santo, pieno di<br />

luce divina.<br />

In modo più preciso, questa purezza<br />

era richiesta, non solo perché Maria<br />

era destinata a partorire Gesù, il<br />

Figlio di Dio santissimo, ma anche<br />

perché doveva cooperare con lui all’opera<br />

della redenzione dell’umanità.<br />

Per avere il più alto valore, questa<br />

cooperazione doveva venire da un’anima<br />

che non era mai stata macchiata<br />

dal peccato. Conveniva che Maria<br />

potesse impegnarsi nella lotta contro<br />

le potenze del male senza essere mai<br />

stata sottomessa a queste potenze nella<br />

contaminazione del peccato originale.<br />

Con un privilegio eccezionale<br />

doveva essere esente da questa contaminazione<br />

che si estendeva a tutta<br />

l’umanità. La purezza immacolata<br />

contribuisce alla bellezza di Maria, rimuovendo<br />

tutte le ombre che avrebbero<br />

potuto diminuire la perfezione<br />

del suo splendore agli occhi di Dio.<br />

La pienezza di grazia che le è stata<br />

concessa significa una bellezza che riflette<br />

pienamente la bellezza divina.<br />

Dio è l’essere nel quale la bellezza<br />

raggiunge un vertice infinito. Egli è<br />

bello e fonte di ogni bellezza.<br />

Il Padre desidera comunicare la<br />

bellezza in suo possesso per rendere i<br />

suoi figli più simili a se stesso. Colui<br />

che crea la bellezza dell’universo vuole<br />

soprattutto far risplendere la pro-<br />

pria bellezza negli esseri umani. Così<br />

la vita della grazia che egli diffonde<br />

con abbondanza è destinata a dare ad<br />

ogni volto umano una bellezza spirituale,<br />

in sé invisibile, ma pronta a<br />

manifestarsi nel comportamento.<br />

A quella donna che è stata scelta<br />

per diventare la madre di suo Figlio,<br />

il Padre ha desiderato dare una bellezza<br />

eccezionale, corrispondente alla<br />

dignità della sua maternità.<br />

L’angelo che nell’Annunciazione si<br />

rivolge a Maria chiamandola «colmata<br />

di grazia», rende omaggio a questa<br />

bellezza che supera ogni bellezza terrena,<br />

bellezza che con il suo messaggero<br />

il Padre riconosce e saluta.<br />

Quella che era destinata ad essere<br />

invocata sotto il titolo di «Madre di<br />

Dio» doveva avere un volto che manifestava<br />

una intimità unica con Dio:<br />

lo Spirito Santo ha formato, dall’inizio<br />

della sua esistenza, un capolavoro<br />

di santità.<br />

Questa santità era contemplata dal<br />

cielo come bellezza unica fra le creature.<br />

Si potrebbe chiedere se le lunghe<br />

controversie suscitate dal privilegio<br />

dell’immacolata concezione non comportavano<br />

qualche esagerazione, quella<br />

di dare troppa importanza al primo<br />

momento dell’esistenza di Maria.<br />

Qualcuno avrebbe potuto pensare che<br />

bastava una dottrina che avrebbe ammesso<br />

dopo un primo momento di applicazione<br />

della legge del peccato originale<br />

un secondo momento in cui la<br />

grazia salvatrice avrebbe riempito l’anima<br />

di Maria.<br />

Tuttavia, le discussioni sul primo<br />

momento della vita di Maria avevano<br />

il loro motivo. Se Maria fosse stata<br />

colpita, anche in un brevissimo momento,<br />

dalla contaminazione del peccato<br />

originale, non avrebbe sempre<br />

avuto una bellezza completa dell’anima.<br />

È questa bellezza che possiamo<br />

ammirare senza riserva.<br />

Cristo ha riconosciuto, in questa<br />

bellezza, il riflesso perfetto della bellezza<br />

del Padre ed egli ci invita a condividere<br />

questa gioia. È la gioia di<br />

avere una madre da una bellezza spiritualmente<br />

perfetta.<br />

Il mistero<br />

della santa Origine<br />

ALESSANDRO MAGGIOLINI<br />

È Maria stessa a essere turbata alle<br />

parole che l’Angelo le rivolge a nome di<br />

Dio: «Rallegrati, o Piena di Grazia — o<br />

Benedettissima —; il Signore è con te:<br />

nelle tue viscere». E non è che una tappa<br />

del grande stupore che si dischiude<br />

sotto la guida dello Spirito e a ogni tappa<br />

del grande pellegrinaggio della fede<br />

di Maria: un pellegrinaggio che muove il<br />

primo passo al cominciamento stesso —<br />

inconscio e misterioso — della vita della<br />

Madonna: là dove si può affermare: qui<br />

c’è una persona umana già redenta da<br />

Cristo e abitata dallo Spirito e tenuta tra<br />

le mani accanto al cuore del Padre.<br />

Maria immacolata, la santa Origine<br />

che si dispone a tutti gli sviluppi che il<br />

Signore le prepara. La beata Genesi che<br />

contiene il futuro di Dio e dell’umanità.<br />

Il felice Inizio che nasconde e contiene<br />

la Vita divina. Fino al primo sorriso dei<br />

genitori curvi su di lei. Fino ai primi<br />

passi e alle prime parole. Fino allo svegliarsi<br />

dell’autocoscienza. Fino al suo divenire<br />

donna e al consegnarsi totale nella<br />

verginità sponsale più abbandonata allo<br />

Spirito della fecondità che la rende<br />

Madre di Dio. Fino al generare Gesù tra<br />

l’indifferenza dei potenti e la gioia dei<br />

pastori i quali non capiscono pienamente<br />

l’evento che accade sotto i loro occhi:<br />

Dio che si fa uno di noi; ed Ella lo intuisce,<br />

ma ignora dove sarà condotta. Fino<br />

al sentirsi quasi messa alla porta dell’animo<br />

del Figlio che deve compiere la volontà<br />

del Padre; ed Ella deve rispettare<br />

le scansioni redentive, semmai anticipando<br />

l’«ora» della salvezza operata da<br />

Gesù per due sposi in difficoltà per la<br />

mancanza di vino durante il pranzo di<br />

nozze. Fino a essere trascinata — risolutamente<br />

dolcemente liberamente condotta<br />

per mano — sotto la croce e davanti<br />

al sepolcro sigillato del suo Figlio<br />

sfigurato. Fino alla gloria del Risorto<br />

che libera l’umanità e il cosmo dal peccato<br />

e accende una speranza non placabile<br />

se non da lui che ritornerà. Fino al<br />

cenacolo dove nasce la Chiesa di cui Ella<br />

è Icona e Madre. Fino alla magnificenza<br />

dell’Assunta che esercita la mediazione<br />

materna, onde non si dà proten-<br />

dersi di Dio verso la fusione dell’essere e<br />

del pensare e del volere e dello sperimentare<br />

dell’uomo: non si dà protendersi<br />

di Dio che le sia estraneo: e il suo intervenire<br />

rende ancor più umana e intrisa<br />

di tenerezza e di vigore la stessa Incarnazione,<br />

finché Cristo ritorni.<br />

L’intera trafila dell’esistenza di Maria<br />

è destino inscritto nell’avvio di questa<br />

piccola creatura, di questa Figlia del Padre<br />

che diviene Madre e Figlia del suo<br />

Figlio e Sposa dello Spirito che anima la<br />

Chiesa.<br />

La Abbozzata in Eva per togliere il<br />

peccato che è dilagato nel mondo. La<br />

Predestinata con Cristo in quanto Salvata<br />

e Collaboratrice della redenzione. La<br />

Ragione della speranza in un domani<br />

eterno di felicità, che coinvolgerà persone<br />

e cose. La Prefigurazione di un Eden<br />

che supererà l’Archè del disegno di Dio<br />

in un Telos che sarà il compimento di<br />

ogni attesa e oltre ogni attesa.<br />

Si impone la docilità paziente e risoluta<br />

ai ritmi di Dio che riservano sorprese<br />

incantate a ogni crocicchio, a ogni svolta,<br />

a ogni passo. E la strada sembra un<br />

ghirigoro stravagante o un soffocante labirinto,<br />

ma è lo schiudersi del Regno in<br />

tutta la maestà di Dio. Come un mattino<br />

incerto e venato di ombre si dispiega nel<br />

trionfo della luce meridiana. Come una<br />

primaverafittadigemmee di tepore prepara<br />

la calura e il maturare dei frutti.<br />

Come un seme che già annuncia la<br />

bellezza delle forme e dei colori di un<br />

fiore o la magnificenza di un albero. Come<br />

un bimbo o una bimba prefigura un<br />

futuro celato nel grembo di Dio, ma qui<br />

la risposta che traduce un’esistenza:<br />

«Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga<br />

di me ciò che hai detto»: questa<br />

risposta svelerà le meraviglie di Dio, e<br />

«tutte le genti mi chiameranno beata».<br />

Domanda: occorre collocare prima<br />

Maria o il Signore Gesù? Certo, il Signore<br />

Gesù; il quale, tuttavia, ha deciso di<br />

non esserci senza sua Madre. Che è anche<br />

nostra Madre e Modello e Motivo di<br />

speranza gioiosa e incrollabile. Se noi<br />

pure consegniamo tutto il nostro vivere<br />

a Cristo. Attraverso le mani e il cuore di<br />

Maria.<br />

La «Mater gratiae» e la «Mater misericordiae» nella devozione dei liguri<br />

RAIMONDO SPIAZZI<br />

Con la festa della Immacolata celebriamo<br />

un fatto, misterioso e miracoloso<br />

avvenuto nel concepimento di Maria,<br />

che non contrasse il peccato originale.<br />

Di qui il titolo di Immacolata, che è uno<br />

dei più belli e significativi con cui noi<br />

cristiani salutiamo la Madre di Gesù e<br />

nostra. In esso però vengono compresi<br />

o sottintesi, nella devozione cristiana,<br />

tanti altri titoli che vengono distintamente<br />

specificati nelle litanie lauretane<br />

(si arriva ad invocarla «Mater divinae<br />

gratiae»!) e in altre formule di invocazioni<br />

e di lodi a Maria.<br />

Il dogma dell'Immacolata, definito<br />

nella «Ineffabile Deus» dal B. Pio IX (nel<br />

1858), pur riguardando il fatto cui abbiamo<br />

accennato, include le «glorie»<br />

personali di Maria, soprattutto la pienezza<br />

di grazia e di misericordia, che in<br />

molti paesi e città da secoli le viene attribuita<br />

e che il magistero della Chiesa<br />

proclama come prerogativa della Madre<br />

del Signore e con quelle parole la invoca<br />

e canta nelle preghiere e lodi proposte<br />

ai fedeli e contenute nella stessa liturgia.<br />

Qui ci interessano soprattutto le due<br />

stupende espressioni di fede e di speranza:<br />

mater gratiae, mater misericordiae.<br />

Due di quei «bei nomi», che secondo il<br />

Manzoni vengono attribuiti a Maria nelle<br />

varie nazioni e regioni: «O Vergine, o<br />

Signora, o Tuttasanta (dal greco «panaghia»)<br />

— che bei nomi ti serba ogni loquela!<br />

— Più di un popol superbo esser<br />

si vanta — in tua gentil tutela...».<br />

Tra i popoli cui allude il poeta penso<br />

che si trovino anche i liguri, dei quali<br />

vorrei ricordare i due punti di riferimento<br />

mariani che mi sembrano di grande<br />

importanza: la Madonna della Guardia<br />

di Genova e quella della Misericordia di<br />

Savona, santuari notissimi e frequentatissimi.<br />

Qui però preferisco parlare di altri<br />

due luoghi mariani meno noti, ma a me<br />

carissimi, perché legati alla mia vita spirituale<br />

e religiosa, amati e frequentati<br />

da molti altri credenti: Moneglia e Taggia.<br />

La Madonna delle Grazie<br />

a Moneglia<br />

Sulla riviera ligure di levante, Moneglia<br />

è un paese di origine romana, che<br />

era una stazione militare e una tappa<br />

della Via Aurelia. Esso ebbe ben presto<br />

una «plebe» cristiana con la sua chiesa,<br />

che ancora oggi si chiama «plebana», e<br />

con altre chiese succursali scaglionate<br />

nei luoghi dov'era raggruppata la popolazione.<br />

Già prima dell'anno mille nel paese<br />

venne eretto un oratorio dove la Confraternita<br />

dei Disciplinati si riunì per secoli,<br />

nel nome della Vergine Maria, che nel<br />

sec. XIV venne raffigurata da un ignoto<br />

pittore in una splendida tavola, a cui si<br />

potrebbe dare il nome di Madonna dei<br />

Disciplinati o della Disciplina, dal rotolo<br />

inserito nel quadro e che riporta le parole<br />

del Salmo, come un monito della<br />

Madonna: «apprehendite disciplinam<br />

Per un NATALE cristiano<br />

pensa ad un regalo cristiano<br />

REGALA<br />

«Immacolata» di Bernardo Strozzi, detto il Cappuccino (Genova, collezione privata)<br />

«LA FEDE<br />

PER IMMAGINI»<br />

Libreria Editrice Vaticana Pagg. 160 L. 10.000<br />

È un TASCABILE ELEGANTE, pratico<br />

che propone le verità della fede<br />

e le norme della vita cristiana tramite il sussidio<br />

di artistiche figure.<br />

Lo trovi in libreria oppure<br />

presso la Libreria Editrice Vaticana<br />

Tel. 06 69 88 50 03 - 06 69 88 33 45<br />

nequando irascatur Dominus et pereatis<br />

de via iusta...».<br />

Nella sua straordinaria storia di civiltà<br />

e di pietà, Moneglia nei secoli diede alla<br />

repubblica di Genova dogi e marinai, all'Italia<br />

giuristi, soldati e artisti (come il<br />

pittore Luca Cambiaso e il poeta Felice<br />

Romani), alla Chiesa un Cardinale francescano,<br />

Clemente Dollera, autore di un<br />

trattato di teologia morale (sec. XVI), e<br />

due anime sante: la ven. Giovanna Battista<br />

Solimani, fondatrice del monastero<br />

delle Romite Battistine, e il Servo di Dio<br />

Domenico Francesco Olivieri, consigliere<br />

della Solimani, fondatore della Congregazione<br />

dei Missionari Rurali di Genova<br />

e dei Missionari Battistini per la propa-<br />

gazione della fede (sec. XVII).<br />

Questi due ultimi personaggi<br />

non erano oriundi<br />

monegliesi, ma l'Olivieri fu<br />

parroco nel paese e la Solimani<br />

vi fondò il suo monastero<br />

con l'aiuto del santo<br />

arciprete. Essi nacquero e<br />

morirono a Genova, dove<br />

in parte perdurano le loro<br />

istituzioni: ma la culla di<br />

queste fu Moneglia.<br />

A due passi dalla casa dove<br />

venne fondato il monastero<br />

della Solimani, sorgeva<br />

una cappellina dedicata<br />

alla Madonna delle Grazie,<br />

particolarmente cara alla<br />

popolazione monegliese,<br />

che una tradizionale devozione<br />

legò sempre e lega<br />

ancora a quella «Madonna».<br />

Anche le monache battistine<br />

si riunivano a pregare<br />

in quella cappella.<br />

È da supporre che a celebrare<br />

la messa e a distribuire<br />

la comunione in tale cappella<br />

fosse l'arciprete Francesco<br />

Domenico Olivieri,<br />

padre spirituale della Solimani<br />

e delle monache battistine.<br />

I monegliesi amavano<br />

quel piccolo santuario come<br />

qualcosa della loro vita. Il giorno della<br />

festa, il 5 agosto, venivano da tutto il<br />

paese e dalla campagna a invocare la<br />

nostra Madonna. Era una festa popolare,<br />

con messa, vespri, canti, mortaretti<br />

e piccola fiera. Un anno vedemmo spuntare<br />

in cielo, sopra la cappella, un denso<br />

stormo di rondini, che ci parvero venire<br />

anch'esse, in una sosta della loro migrazione,<br />

a festeggiare la Madonna delle<br />

Grazie.<br />

Le nostre madri, sante donne di quella<br />

Liguria che ebbe sempre come suo<br />

massimo vanto la devozione mariana, ci<br />

portavano spesso alla cappella, e passandovi<br />

accanto ci insegnavano a mandare<br />

un bacio alla Madonna.<br />

La cappella era quasi sempre chiusa,<br />

ma spesso, tornando da scuola, ci aggrappavamo<br />

alle inferriate delle due finestruole<br />

per vedere la Madonna e il<br />

cielo azzurro dov'erano dipinte le stelle,<br />

e per dare a Maria un ingenuo saluto.<br />

Nelle sere della Novena, cantavamo<br />

tutti a gran voce: Maria, mater gratiae,<br />

/ Mater misericordiae, / Tu nos ab hoste<br />

protege / E hora mortis suscipe.<br />

Quel latino così trasparente! Quel lirismo<br />

intraducibile! Maria, madre di grazia,<br />

/ Madre di misericordia, / Tu dal<br />

nemico proteggici / E nell'ora della<br />

morte accoglici.<br />

Più tardi, quando già studente tornavo<br />

a casa e nell'estate partecipavo alla<br />

Novena, notavo certi sbagli anche gros-<br />

«Madonna della Misericordia», L. Brea (1485) - particolare<br />

chiesa di san Domenico in Taggia, Imperia<br />

solani commessi dalle vecchiette in quel<br />

canto. Qualche volta ebbi la pretesa di<br />

criticare o di sorridere! Quelle donnette<br />

non capivano le mie osservazioni e non<br />

si arrendevano. Non avevano preoccupazioni<br />

di grammatica e di sintassi, di<br />

pronunzia e di ritmo. Non ponevano il<br />

problema del latino, nemmeno dell'italiano.<br />

Forse credevano di cantare in...<br />

genovese. Ma capivano l'inno, perché<br />

avevano un senso speciale, quello della<br />

fede, come una intelligenza soprannaturale<br />

del mistero di Maria toccato con<br />

quel canto.<br />

E tante volte, anche oggi, specialmente<br />

alla sera, ripensando a quelle lontane<br />

cose genuine e sane, mi punge un senso<br />

di nostalgia, come nella ricerca di un<br />

paesino lontano, di una cappella chiusa<br />

dove il cuore è custodito per essere ritrovato<br />

nell'ora del bisogno, nell'ora soprattutto<br />

della morte...<br />

Nella chiesa<br />

di Santa Croce oggi!<br />

Purtroppo venne la guerra, il paese fu<br />

bombardato e distrutto, cadde anche la<br />

cappellina. Il quadro della Madonna fu<br />

salvato. Ora si trova nella chiesa parrocchiale,<br />

ed è stato restaurato. Così si vede<br />

molto meglio quel volto di madre<br />

buona, quel gesto dolcissimo con cui<br />

Maria tiene il bambino sul braccio sini-<br />

stro mentre con la sua mano destra<br />

(con quelle belle dita affusolate)<br />

sembra voler aiutare la<br />

mano destra di Gesù, che<br />

con le dita tese, benedice.<br />

La Madonna guarda verso il<br />

popolo.<br />

La cappella non è stata<br />

ricostruita, ma al suo posto<br />

è stato creato un tempietto,<br />

con altare e statua della<br />

Vergine in maiolica di<br />

Faenza, tettoia in legno con<br />

crocifisso pensile, in un recinto<br />

di filo di ferro e fiori.<br />

L'opera è del Biancini. Un<br />

caro amico, Nicola Pende,<br />

ha offerto tutto questo in<br />

memoria dei miei genitori.<br />

Il vincolo affettivo a quel<br />

luogo si è così rinsaldato.<br />

Ma a noi tutti sembra che<br />

là ci sia il simbolo dell'eterno<br />

ritorno di Maria.<br />

Molte cose crollarono<br />

nell'ultima guerra, e alcune<br />

non risorsero. Altre, rifatte,<br />

hanno perso la poesia delle<br />

cose antiche. Così è stato<br />

sempre nella vita. Noi tutti<br />

moriamo un po' ogni giorno.<br />

Ma la Madonna è rimasta.<br />

Noi l'amiamo ancora,<br />

tutti quanti. Essa ci è vicina<br />

e ci vuol bene. A lei possia-<br />

mo ancora innalzare il caro inno dell'infanzia:<br />

Maria, Mater gratiae, / Mater<br />

misericordiae...<br />

È una preghiera di profondo significato,<br />

che lascia cogliere tutto il valore teologico<br />

e spirituale di questo titolo: Madonna<br />

delle Grazie, Mater divinae gratiae,<br />

madre della grazia divina che è<br />

Cristo stesso misticamente comunicato<br />

alle anime come vita soprannaturale<br />

(Ego sum vita); madre di ogni grazia<br />

che da lui proviene agli uomini nel corpo<br />

mistico della Chiesa mediante la sua<br />

intercessione e il suo ministero; madre<br />

dunque di tutti i figli di Dio, rigenerati<br />

nella grazia, e della comunità, del populus<br />

Dei, che riunisce in una società visi-<br />

bile e invisibile questi «uomini nuovi», la<br />

Chiesa: Mater Ecclesiae; madre anche<br />

della grazia per tutto quello che la parola<br />

dice di bellezza, verità, santità, benevolenza<br />

di Dio che ha scelto questa donna,<br />

tra tutte le creature, come madre<br />

del Verbo incarnato e perciò ne ha fatto<br />

il fiore più bello del genere umano, il<br />

vertice dell'universo: regina mundi, mater<br />

admirabilis.<br />

La Madre della Misericordia<br />

a Taggia<br />

Il titolo Mater gratiae è l'equivalente<br />

dell'altro: Mater Misericordiae, Madonna<br />

della Misericordia (come è venerata<br />

a Savona), Beata Vergine di tutte le misericordie<br />

(come è venerata a Taggia<br />

nella chiesa dei Domenicani, eretta dal<br />

Beato Cristoforo da Milano nel sec. XV<br />

dove è raffigurata nel dipinto di Ludovico<br />

Brea [1483]).<br />

A questa Madre della grazia e della<br />

misericordia, sentiamo tutti il bisogno di<br />

ricorrere, oggi come ieri, da giovani e<br />

da vecchi. Sentiamo il bisogno di passare<br />

la vita alla sua ombra, come quel mio<br />

confratello e padre spirituale, Fra Mariano<br />

Magliolo, maestro in sacra teologia,<br />

che nell'immagine-ricordo del suo settantesimo<br />

di sacerdozio, celebrato a<br />

Taggia, poté scrivere: Settant'anni di<br />

sacerdozio sotto il manto della Vergine<br />

Misericordiosa, mi rendono più fiducioso<br />

nel non lontano giudizio di Dio.<br />

Bisogna far posto a Maria nella nostra<br />

vita, bisogna pregarla.<br />

La Chiesa ci mette sul labbro delle<br />

belle preghiere, dei soavissimi canti alla<br />

Madonna. I santi ci hanno lasciato in<br />

eredità le loro elevazioni mariane, come<br />

traccia delle nostre preghiere. Certi poeti,<br />

specialmente quelli meno letterati,<br />

hanno composto dei canti popolari che<br />

— pur essendo a volte ingenui, e persino<br />

un po' strani — rappresentano però<br />

la spontanea espressione di un affetto<br />

tenero e profondo alla madre dolcissima.<br />

Quanti ne conosce l'anima cristiana,<br />

di questi canti! Sono i ricordi più<br />

belli dell'infanzia. Sono anche i ricordi<br />

più belli della voce, degli occhi, della<br />

pietà della nostra mamma.<br />

È una voce di preghiera che non dovrebbe<br />

spegnersi mai sul nostro labbro,<br />

ma esprimere in modo sempre più intenso<br />

il desiderio di vedere presto la Madonna,<br />

sulla porta del cielo — Ianua<br />

Coeli — dopo il cammino sulla terra<br />

d'esilio, percorso faticosamente portando<br />

ciascuno la propria croce, ma consolati<br />

tutti dalla certezza di quella materna<br />

presenza e protezione. Così si cammina<br />

sulla strada di Maria, pellegrini di salvezza<br />

e portatori di un'eterna speranza,<br />

che quasi si personifica misticamente<br />

prendendo nella nostra visione interiore<br />

il volto di Maria: Mater misericordiae,<br />

spes nostra, salve!, come ci fa pregare<br />

la Chiesa.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!