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PAGINA<br />
8 .<br />
<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 15 Dicembre 2001<br />
È stato promosso nei giorni scorsi dal Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute<br />
I lavori del Simposio internazionale<br />
sul volontariato cattolico in sanità<br />
Promosso e organizzato dal Pontificio<br />
Consiglio per la Pastorale della Salute, si<br />
è svolto in Vaticano nei giorni 30 novembre<br />
- 1° dicembre il Simposio Internazionale<br />
sul Volontariato Cattolico in<br />
Sanità.<br />
La celebrazione di questo importante<br />
Simposio, fortemente pensato proprio in<br />
questo anno 2001, che le Nazioni Unite<br />
hanno ufficialmente proclamato Anno<br />
Internazionale del Volontariato, è stata<br />
una occasione preziosa per una nuova e<br />
più coinvolgente riflessione su di un<br />
aspetto del servizio alla vita che, nella<br />
Chiesa, sull’esempio di Cristo, ha trovato,<br />
sin dalle origini, un impulso nuovo<br />
ed esemplare.<br />
Sotto la guida dell'Arcivescovo Javier<br />
Lozano Barragán, Presidente del Dicastero,<br />
si è cercato di fare una attenta riflessione<br />
sul ruolo del Volontariato Cattolico<br />
nel mondo della salute e della sofferenza<br />
oggi; individuare le future strategie<br />
per aumentare l’azione pastorale; e<br />
soprattutto offrire al Santo Padre l’opportunità<br />
di sottolineare i principi fondamentali<br />
per illuminare questa forma<br />
evangelica di partecipazione alle sofferenze<br />
del prossimo, proprio nell’anno<br />
dedicato dall’ONU al Volontariato.<br />
Tra gli illustri relatori che sono intervenuti<br />
durante le due giornate di riflessione<br />
e di testimonianze di vita, c’è stato<br />
il Segretario di Stato, il Cardinale Angelo<br />
Sodano, che ha aperto questo importante<br />
evento con la Prolusione sul tema:<br />
«Il Volontariato Cattolico in Sanità».<br />
Hanno partecipato ai lavori del Simposio<br />
anche i rappresentanti di Stati e di<br />
Governi, nonché numerose Associazioni<br />
di Volontariato.<br />
La tematica generale «Volontariato<br />
Cattolico in Sanità» è stata trattata da<br />
vari relatori alla luce della parola di Dio,<br />
della teologia e del Magistero della Chiesa,<br />
in modo da evidenziare le maggiori<br />
sfide per i volontari, specialmente quelli<br />
che operano nel campo della salute.<br />
Non sono mancate le testimonianze e le<br />
esperienze di vita da parte di alcuni volontari<br />
che, impegnati in molteplici forme<br />
di solidarietà, operano in nome della<br />
Chiesa accanto ai poveri e ai sofferenti.<br />
Gli illustri relatori del Simposio hanno<br />
messoafuocoiseguenti temi: il Magistero<br />
di Giovanni Paolo II sul Volontariato;<br />
FondamentiBiblicieTeologici del Volontariato;dalBuonSamaritanoallaComunità<br />
Ecclesiale del Terzo Millennio.<br />
Nella «tavola rotonda» sono seguite alcune<br />
significative testimonianze di vita<br />
da parte di un malato, di un medico, di<br />
un volontario, di un rappresentante delle<br />
Misericordie, della Croce Rossa, ecc.<br />
Nella giornata del 1° dicembre, che<br />
ha coinciso con la Giornata mondiale<br />
dell’AIDS, si è riflettuto sull’assistenza<br />
sanitaria data ai malati di AIDS; alle<br />
persone che vivono nel degrado della<br />
città — barboni, tossicodipendenti... —;<br />
agli emigrati e ai profughi; alle persone<br />
vittime dei conflitti politici e delle guerre;<br />
alle persone colpite dalle catastrofi,<br />
come terremoti e alluvioni; agli anziani,<br />
ai malati terminali, ai bambini, sia essi<br />
ospiti di Istituzioni pubbliche o private o<br />
che vivano nelle proprie abitazioni.<br />
Allafinedeilavori,ai quali sono attivamente<br />
intervenuti anche i partecipanti<br />
con brevi interventi per porre domande,<br />
fare osservazioni e offrire suggerimenti,<br />
anche facendo tesoro del magistero<br />
del Santo Padre, sono emerse le<br />
seguenti affermazioni, raccomandazioni<br />
e proposte:<br />
I. Affermazioni.<br />
I partecipanti hanno affermato che il<br />
Volontariato Cattolico è chiamato a<br />
scommettere sulla carità delle opere, vero<br />
punto d’incontro del servizio della carità<br />
e strumento efficace di credibilità<br />
del Vangelo di Cristo, perché senza questa<br />
forma di evangelizzazione, compiuta<br />
attraverso la carità, l'annuncio del Vangelo,<br />
che pure è la prima carità, rischia<br />
di essere incompreso o di affogare in<br />
quel mare di parole a cui l’odierna società<br />
della comunicazione ogni giorno ci<br />
espone.<br />
Inoltre i partecipanti hanno sottolineato,<br />
in accordo con il messaggio di<br />
Giovanni Paolo II, che nella nostra società<br />
— spesso caratterizzata dal materialismo,<br />
dall’egoismo, dall’indifferenza<br />
e dalla disumanizzazione dei rapporti<br />
—, la presenza del Volontariato deve essere<br />
più che mai animata e vissuta nella<br />
sua verità di servizio disinteressato al<br />
bene delle persone, specialmente le più<br />
bisognose e le più dimenticate dagli stessi<br />
servizi sociali. Il Volontariato si caratterizza<br />
proprio per la sua capacità di testimoniare<br />
amore gratuito al prossimo.<br />
E ancora hanno ribadito che per comprendere,<br />
promuovere e vivere ogni forma<br />
di azione volontaria, specialmente<br />
nel mondo della salute e della sofferenza,<br />
è indispensabile tenere fisso lo sguardo<br />
sul Volto di Cristo, il modello per eccellenza<br />
del Volontariato cristiano. Egli,<br />
Verbo incarnato, ha preso su di sé le<br />
nostre infermità per guarirle. Egli che è<br />
venuto per servire, non per essere servito<br />
(cfr Mt 20, 28), ci insegna che il servizio<br />
dei volontari è un servizio dell’amore<br />
gratuito alla persona, specie se debole<br />
e fragile. È lui che ha assunto l’umanità<br />
dolorante per restituirle il volto<br />
trasfigurato della risurrezione. Con lo<br />
sguardo su Cristo i volontari cristiani sono<br />
portatori della speranza anche nell’esperienza<br />
amara del soffrire e della precarietà,<br />
rispettando pienamente la dignità<br />
d’ogni essere umano.<br />
Quanti hanno preso parte al Simpsio<br />
hanno asserito che, in un tempo come il<br />
nostro che conosce ed usufruisce di tanti<br />
benefici derivanti dal progresso della<br />
scienza e dall’introduzione, nelle società<br />
socialmente avanzate, di istituzioni e<br />
provvidenze al servizio dei poveri e dei<br />
sofferenti, il servizio del Volontariato sia<br />
avvertito con maggiore urgenza. Le istituzioni<br />
possono certo rispondere alle necessità<br />
sociali della gente, ma nessuna di<br />
esse è in grado di sostituire il cuore dell’uomo,<br />
la sua compassione, il suo amore<br />
e la sua iniziativa.<br />
È stato inoltre affermato che il servizio<br />
del Volontariato è servizio alla vita,<br />
e come tale si presenta come spazio<br />
provvidenziale per il dialogo e la collaborazione<br />
interculturale con i volontari<br />
di altre religioni o non credenti, perché<br />
la difesa e promozione della vita è affidata<br />
a tutti.<br />
Dunque i presenti hanno ribadito anche<br />
che, in rapporto tra il bisogno specifico<br />
e la salute integrale dell’uomo, non<br />
può esistere un Volontariato nel campo<br />
della salute e della sofferenza che esuli<br />
dall’impegno con la salute integrale dell’intera<br />
persona umana. E la visione cattolica<br />
della salute supera il semplice benessere<br />
fisico per coinvolgere anche l’equilibrio<br />
psichico, la soddisfazione delle<br />
esigenze spirituali e religiose, l’apertura<br />
alla speranza di una salvezza trascendente<br />
sulla quale sia possibile fondare le<br />
ragioni del vivere, o accettare il termine<br />
naturale della vita terrena.<br />
II. Raccomandazioni<br />
e proposte<br />
Il Simposio raccomanda e propone a<br />
coloro che detengono ruoli di responsa-<br />
Lavoro, impresa e finanza alla luce della<br />
«new economy»: dopo aver affrontato il<br />
cambiamento di questi ultimi anni in chiave<br />
globale, il numero autunnale di «Nuntium»,<br />
la rivista della Pontificia Università<br />
Lateranense, mette sotto osservazione in<br />
particolare la realtà italiana. Il dossier sul<br />
«caso Italia» occupa quasi ottanta delle<br />
192 pagine dell'edizione di novembre, con<br />
interventi di qualificati esperti.<br />
Pubblicato il catalogo della mostra allestita nella chiesa di san Domenico in Acireale<br />
Incontro con Cristo attraverso<br />
la bellezza dell'espressione artistica<br />
Ad Acireale è stata salutata, nei giorni<br />
scorsi, con grande interesse dai cultori<br />
dell'arte nel senso più ampio del termine<br />
e della pittura in particolare, la pubblicazione<br />
del catalogo della mostra<br />
d'arte sacra «In Propria Venit», tenutasi<br />
dallo scorso dicembre al maggio di quest'anno<br />
nella chiesa di san Domenico.<br />
Si tratta di un corposo volume, corredato<br />
da splendide fotografie, che testimonia<br />
nella maniera più viva e tangibile<br />
la grande mole di lavoro svolta nell'allestire<br />
la mostra sul tema dell'incontro<br />
nell'arte religiosa, che tanti consensi ha<br />
registrato nei numerosissimi visitatori.<br />
La mostra, organizzata dall'Ufficio<br />
Beni Culturali Ecclesiastici della diocesi<br />
di Acireale, ha costituito un avvenimento<br />
straordinario per la sua ricchezza culturale<br />
ed artistica e per una eccezionale<br />
ed irripetibile concentrazione di quadri e<br />
sculture del Seicento, del Settecento e<br />
dell'Ottocento acesi con i suoi capiscuola<br />
Pietro Paolo Vasta, il figlio di questi<br />
Alessandro, Giacinto Platania, Matteo<br />
Ragonisi, Vito D'Anna ed altri artisti di<br />
grande levatura.<br />
L'incontro nell'arte religiosa è un<br />
evento dal quale non è possibile prescindere.<br />
Senza di esso, infatti, come ebbe<br />
modo di scrivere il coordinatore scientifico<br />
della mostra stessa prof. Alfonso<br />
Sciacca, non può esistere neppure il<br />
concetto di religione che intanto esiste<br />
in quanto è e si manifesta attraverso un<br />
incontro del Sacro con l'uomo. L'Annunciazione<br />
è l'esempio classico di tale<br />
incontro.<br />
L'arte di ogni tempo è stata sensibile<br />
nei confronti di un tema che, per la sua<br />
narrativa oggettivistica, si presta facilmente<br />
ad essere raccontato attraverso le<br />
forme della pittura e della scultura.<br />
La mostra ha tracciato un percorso<br />
alquanto interessante attraverso la storia<br />
dell'arte locale presentando pittori come<br />
Giacinto Platania (1622-1691) le cui figure<br />
esprimono dolcezza e mestizia, solenni<br />
e composte come sono, ma vivacissime<br />
per l'intensità dell'espressione del<br />
volto; come Matteo Ragonisi (1660-1734)<br />
le cui tele sono cariche di folle straordinarie<br />
di sante e di santi dalle quali traspare<br />
il desiderio di forme narrative<br />
prettamente popolari, come il più conosciuto<br />
Pietro Paolo Vasta (1697-1760),<br />
uno dei più insigni artisti del Settecento<br />
siciliano i cui affreschi hanno dato rinomanza<br />
e prestigio a diverse chiese di<br />
Acireale.<br />
Oltre alla sezione pittura la mostra si<br />
è avvalsa di una sezione dedicata alle<br />
sculture tra le quali spiccavano le opere<br />
dell'acese Ignazio Castorina Canzirri<br />
(1738-1822), appartenente a quella famiglia<br />
di scultori la cui parabola artistica<br />
interessò parte del secolo diciassettesimo.<br />
bilità politica, di adoperarsi per incoraggiare<br />
e sostenere le attività del Volontariato,<br />
sia quelle realizzate da singoli individui,<br />
sia quelle promosse da associazioni<br />
organizzate per accelerare il cammino<br />
verso la costruzione d’una società<br />
solidale, dove regni la giustizia e la pace.<br />
Nel DNA del Volontariato ci devono<br />
essere gratuità, solidarietà, sussidiarietà<br />
e giustizia.<br />
Raccomanda e propone alle istituzioni,<br />
forze e persone impegnate nel mondo<br />
della salute e della sanità di promuovere<br />
azioni, iniziative e progetti per rilanciare<br />
questo forte impegno di uomini<br />
e donne nelle molteplici forme di Volontariato<br />
che ha in sé la capacità di generare<br />
amore verso il prossimo e di trasformare<br />
tutta la civiltà umana nella «civiltà<br />
dell’amore».<br />
Raccomanda e propone ai volontari<br />
che si dichiarano cristiani di sentirsi in<br />
modo particolare impegnati a testimoniare,<br />
sull’esempio del Buon Samaritano,<br />
l’amore e consolazione di Cristo,<br />
e il servizio della Chiesa per i malati e<br />
sofferenti, manifestando con il comportamento<br />
evangelico coerente la speranza<br />
cristiana e la misericordia del Signore.<br />
Raccomanda e propone ai cristiani,<br />
impegnati nel mondo della salute, ad<br />
avere il coraggio di fare scelte coerenti<br />
con la loro fede ed abbracciare la bandiera<br />
della misericordia, come lo dimostrano<br />
antichissime gloriose Associazioni<br />
di Volontariato.<br />
Raccomanda e propone alle Chiese locali,<br />
alle Commissioni di Pastorale della<br />
Salute delle Conferenze Episcopali di<br />
promuovere, coordinare e orientare le<br />
Associazioni del Volontariato Cattolico,<br />
specialmente nel campo della salute,<br />
che siano una testimonianza cristiana di<br />
carità, di servizio alla promozione e alla<br />
difesa della vita.<br />
Il tema dell'incontro è stato esplicitato<br />
anche in una particolare sezione dedicata<br />
alle piazze della diocesi, attraverso<br />
dodici fotografie aeree che hanno facilitato<br />
la lettura del tessuto urbano al cui<br />
centro stanno le chiese, a testimonianza<br />
di una presenza che è identità, civiltà,<br />
incontro.<br />
Il catalogo è stato presentato nei giorni<br />
scorsi, davanti ad un folto e qualificato<br />
uditorio, dal dott. Gioacchino Barbera,<br />
direttore del Museo Regionale di<br />
Messina e dal critico d'arte, prof. Alfonso<br />
Sciacca.<br />
Erano presenti Mons. Salvatore Gristina,<br />
Vescovo della Diocesi di Acireale, e<br />
il Vicario Generale della stessa Diocesi,<br />
nonché Direttore dell'Ufficio Diocesano<br />
per i Beni Culturali Ecclesiastici, Don<br />
Paolo Urso, che tanto si è prodigato,<br />
senza risparmio di energie, per il successo<br />
della mostra e per la pubblicazione<br />
dello splendido catalogo.<br />
LUDOVICO ANASTASI<br />
Commento di Mons. Pacomio al Vangelo di Matteo<br />
«La parola si è fatta carne»<br />
La predicazione del Vangelo è «il più eccelso dei doveri episcopali» (LG 25).<br />
È su questo principio dottrinale che Mons. Luciano Pacomio, Vescovo di<br />
Mondovì, ma per tanti anni a Roma come Rettore del Collegio Capranica e<br />
come docente universitario, ha elaborato e raccolto in questo volume (La parola<br />
si è fatta carne. Omelie per l'anno liturgico-Ciclo A, Piemme, Casale<br />
Monferrato 2001, pp. 415, L. 35.000, ; 18,08) le sue riflessioni sui testi del<br />
Vangelo domenicale e festivo. Egli è consapevole, in questo modo, di offrire<br />
unsussidioai presbiteri, ai diaconi e ai collaboratori del servizio della parola.<br />
La sua convinzione è profonda per duplice motivo: anzitutto perché l'annuncio<br />
della parola che salva, soprattutto nel contesto liturgico, è una missione<br />
prioritaria d'indole sacramentale; in secondo luogo perché le comunità cristiane,<br />
i singoli fedeli hanno diritto di essere aiutati a comprendere i testi del<br />
Vangelo che vengono letti e commentati nelle feste di precetto.<br />
Recarsi in chiesa per partecipare alla Liturgia eucaristica, alla Messa è certamente<br />
una risposta all'amore di Dio che si dona senza limiti ai credenti. Ma<br />
è pure una risposta d'amore quotidiano, costante e progressivo, tradurre in<br />
termini esistenziali l'insegnamento di Gesù, la sua parola, la sua dottrina.<br />
La sfida dell'areligiosità e quella più avvolgente delle sette non può non essere<br />
nutrita dalla Celebrazione liturgica festiva. Mons. Pacomio adotta il metodo<br />
«patristico», il metodo cioè della catechesi che costruisce e che stimola a<br />
entrare nel «cuore» del mistero di Cristo, morto e risorto per la nostra salvezza,<br />
e atteso nella seconda venuta, alla fine dei tempi.<br />
Le «omelie» sono costruite secondo i testi biblici dell'anno A: quello stesso<br />
che guida la liturgia per tutto il nuovo anno. La disposizione tematica induce<br />
a riflettere sui singoli versetti di cui Mons. Pacomio evidenzia il dinamismo<br />
salvifico che si prolunga nella storia, aprendo l'intelligenza alla contemplazione<br />
di orizzonti che abbracciano tutto il progetto di Dio, promesso, realizzato<br />
e da realizzare. Egli contempla la presenza di Dio negli eventi della storia<br />
umana. Il cristocentrismo è la prerogativa della sua esposizione. È sempre<br />
coerente con quest'affermazione di principio: «Tutta la storia umana, pur nelle<br />
sue lacerazioni, contraddizioni e drammi, è segnata dagli interventi di Dio».<br />
Ma — aggiunge con san Paolo — è «ultimamente, in questi giorni, in una pienezza<br />
dei tempi che la Parola di Dio ha il suo definitivo compimento».<br />
GINO CONCETTI<br />
Il nuovo numero della rivista «Nuntium»<br />
La sezione Attualità è dedicata ad<br />
un'ampia riflessione sul continente africano,<br />
dal titolo «L'Africa è senza speranza?»,<br />
che inaugura una presentazione generale<br />
dei drammatici problemi di questa<br />
terra destinata a proseguire nelle prossime<br />
edizioni.<br />
La sezione Società presenta un approfondimento<br />
sulle tematiche inerenti le relazioni<br />
genitori-figli.<br />
Il Vescovo Angelo Scola, Rettore della<br />
Lateranense, affronta l'argomento in chiave<br />
teologica; altri si interrogano sul mondo<br />
delle adozioni.<br />
Infine è riportato il discorso del Papa in<br />
occasione del ventesimo di fondazione<br />
dell'Istituto Giovanni Paolo II per studi su<br />
matrimonio e famiglia.<br />
Il numero si chiude con la sezione Segni,<br />
molto ricca.<br />
Ricordo del Card. Lubachivsky, Pastore della Chiesa greco-cattolica ucraina<br />
Con umiltà e con gioia<br />
ha vissuto il giorno del ritorno alla libertà<br />
dopo l'esperienza delle catacombe<br />
IWAN DACKO<br />
San Paolo nella seconda Lettera ai<br />
Corinzi (12, 9-10) scrive: «Ti basta la<br />
mia grazia perché la mia potenza trionfa<br />
nella debolezza. Ben volentieri adunque<br />
io preferisco gloriarmi delle mie debolezze,<br />
affinché abiti in me la potenza<br />
di Cristo. Per questo io mi compiaccio<br />
delle mie infermità, degli oltraggi, delle<br />
necessità, delle persecuzioni e delle angustie<br />
per la causa di Cristo, perché<br />
quando son debole è allora che sono potente».<br />
Queste erano le parole predilette<br />
dal Cardinale Myroslav Ivan Lubachivsky,<br />
morto il 14 dicembre 2000, che citava<br />
frequentemente e che applicava<br />
nella sua vita quotidiana. Raramente ho<br />
incontrato personalità ecclesiastiche e<br />
civili così compenetrate d’umiltà quanto<br />
ne era compenetrato, sia nel vestire che<br />
nel porsi nei rapporti con le persone, il<br />
Cardinale Lubachivsky, tanto da costituire<br />
una figura veramente ed esemplarmente<br />
evangelica. In questo si può forse<br />
riconoscere il motivo di una affettuosa<br />
predilezione del Santo Padre Giovanni<br />
Paolo II nei suoi confronti.<br />
Il Signore ha dato nel XX secolo alla<br />
Chiesa Ucraina grandi personalità come<br />
il Metropolita Andrea Szeptycky ed il<br />
Cardinale Josyf Slipyj e con esse confrontandosi<br />
riconosceva realisticamente<br />
la inadeguatezza della sua persona, tanto<br />
da dichiarare — nel discorso commemorativo<br />
del Cardinale Slipyj nel primo<br />
anniversario della dipartita — di non poter<br />
essere pari alla sua grandezza. Dobbiamo,<br />
però, riconoscere che ha dimostrato<br />
la santità ed il senso di responsabilità<br />
nel continuare l’opera di queste<br />
due gigantesche personalità che egli<br />
stesso aveva definito «colonne della<br />
Chiesa Ucraina».<br />
Infatti il Cardinale Lubachivsky succedette<br />
al Cardinale Slipyj il 7 settembre<br />
1984, poco prima dei radicali cambia-<br />
La Cattedrale di Acireale<br />
A Leopoli, il 27 giugno scorso, al termine dello storico pellegrinaggio in Ucraina,<br />
Giovanni Paolo II si è recato nella cripta della Cattedrale greco-cattolica di san Giorgio<br />
e si è raccolto in preghiera davanti alle tombe del Cardinale Lubachivsky,<br />
del Cardinale Slipyj, del Metropolita Szeptycky e dell'Arcivescovo Sterniuk<br />
menti che avrebbero avuto luogo nell’Unione<br />
Sovietica, quasi alle soglie delle<br />
celebrazioni del Millenario del Battesimo<br />
della Rus’ di Kyiv.<br />
Szeptycky consacrò alla Beata Vergine<br />
Maria nel 1905 il popolo ucraino. Slipyj<br />
rinnovò la consacrazione a Lourdes<br />
nel 1972. Lubachivsky fece altrettanto<br />
nel 1984. Questa sua filiale devozione alla<br />
Vergine è documentata anche dal fatto<br />
che egli prese possesso della Chiesa<br />
del suo Titolo Cardinalizio proprio alla<br />
vigilia della festa della Pokrova (Patrocinio<br />
di Maria). In quell’occasione disse<br />
testualmente: «Questi pensieri mi vengono<br />
in mente in occasione della mia presa<br />
di possesso del Sobor di santa Sofia,<br />
alla vigilia della festa mariana del Patrocinio.<br />
Il fatto stesso che siamo qui riuniti<br />
in preghiera e in libertà, che assicuriamo<br />
la continuità dell’esistenza della nostra<br />
Chiesa, che abbiamo trasferito tanti<br />
dei nostri valori e istituzioni da Leopoli<br />
a qui, su questa terra romana, tutto<br />
questo è dono di Maria. È anche suo<br />
dono che possiamo continuare a lavorare<br />
e a preparare il nostro ritorno alla<br />
patria libera, dove celebreremo con costante<br />
e rinnovata gratitudine la festa<br />
del Patrocinio della nostra Madre e Protettrice».<br />
Di queste parole, che oggi possiamo<br />
considerare profetiche, egli vide e<br />
visse la realizzazione.<br />
Quando il 26 aprile 1986 esplose il<br />
reattore nucleare di Chernobyl, celebrando<br />
la Divina Liturgia nella pro-Cattedrale<br />
di santa Sofia a Roma, egli fece<br />
un appello di solidarietà all’intera umanità.<br />
Seguendo i segni della perestroika<br />
gorbacioviana, ma in modo particolare<br />
in preparazione al Giubileo millenario<br />
del Battesimo della Rus’ di Kyiv, il Cardinale<br />
Lubachivsky scrisse diversi «memorandum»,<br />
rese visite, fece appello ai<br />
potenti di questa terra, si rivolse al Papa<br />
per rivendicare i diritti sia del suo popolo<br />
che della Chiesa alla libertà religiosa<br />
e all’indipendenza.<br />
L’anno del Millennio del Cristianesimo<br />
è stato un periodo di intensa sensibilizzazione<br />
del mondo intero sulla situazione<br />
della Chiesa greco-cattolica ucraina<br />
che, ancora clandestina, era tuttavia<br />
viva e molto dinamica. Il Cardinale Lubachivsky<br />
con fare modesto ma deciso<br />
chiese il sostegno del Santo Padre nelle<br />
celebrazioni, cosa che il Santo Padre fece<br />
non solo con i Documenti Euntes in<br />
mundum e Magnum Baptismi donum,<br />
ma con la personale partecipazione ai<br />
festeggiamenti ed alle Liturgie che si<br />
svolsero a Roma nel luglio del 1988. In<br />
quell’anno il Cardinale visitò le comunità<br />
ucraine nell’ex Jugoslavia, Polonia,<br />
Austria, Germania, Belgio e Gran Bretagna<br />
e ovunque negli incontri sia con<br />
rappresentati ecclesiastici che civili chiedeva<br />
solidarietà e sostegno del mondo libero.<br />
La svolta decisiva si è verificata nel<br />
1989. Per i greco-cattolici ucraini in particolare<br />
nel settembre di quell’anno si<br />
ebbe una manifestazione popolare con<br />
oltre 250.000 persone nella città di Leopoli<br />
che chiedevano la legalizzazione<br />
della loro Chiesa. Egli era in Polonia per<br />
la chirotonia del nuovo Vescovo di Peremysl<br />
e guardando l'evento attraverso la<br />
televisione ebbe a osservare: «È scattata<br />
ormai l’ora del nostro prossimo ritorno<br />
a Leopoli». I fatti si svolsero con una velocità<br />
impressionante. Subito dopo lo<br />
storico incontro di Gorbaciov con il Papa<br />
il 1° dicembre 1989 le agenzie di tutto<br />
il mondo annunciarono che le comunità<br />
greco-cattoliche potevano essere registrate<br />
liberamente. Il Cardinale riprese<br />
diretti contatti con i Vescovi della Chiesa<br />
fino a quel momento clandestina, e<br />
particolarmente con il suo locum tenens<br />
l’Arcivescovo Volodymyr Sterniuk. Nei<br />
giorni 23-25 giugno del 1990 si tenne in<br />
Vaticano l’incontro fraterno di tutti i<br />
Vescovi della Chiesa Greco-cattolica<br />
ucraina, sia della diaspora che della patria,<br />
con il Papa. Il 19 agosto del 1990,<br />
dopo 44 anni, fu nuovamente celebrata<br />
la Divina Liturgia dai Vescovi nella storica<br />
Cattedrale di san Giorgio a Leopoli.<br />
E nell’ottobre dello stesso anno il Cardinale<br />
prese la decisione di rientrare nella<br />
sua sede. Informò per scritto di questo<br />
suo desiderio il Santo Padre, convocò<br />
un Sinodo straordinario nel febbraio<br />
1991 in Vaticano ed il 30 marzo successivo<br />
ebbe luogo lo storico ritorno del Padre<br />
e Capo della Chiesa greco-cattolica<br />
Ucraina nella sua sede di Leopoli.<br />
I successivi quattro mesi furono segnati<br />
da un continuo visitare città e villaggi,<br />
visite nelle quali il Cardinale annunciava<br />
instancabilmente la rinascita<br />
della sua Chiesa ed il ritorno della verità<br />
e della giustizia. Nei giorni 23-27 maggio<br />
1991 fu ricevuto ad altissimo livello dai<br />
diversi rappresentanti dell’ancora stato<br />
sovietico ucraino durante i quali il Cardinale,<br />
per scritto e direttamente a voce,<br />
rivendicò i pieni diritti della sua Chiesa<br />
e fece intendere senza mezzi termini<br />
che ormai era scattata anche l’ora dell’indipendenza<br />
dell’Ucraina. Cosa che si<br />
verificò il 24 agosto 1991, solennemente<br />
confermata da un referendum popolare<br />
il 1° dicembre dello stesso anno. 24 giorni<br />
più tardi si disintegrò l’ex Unione Sovietica.<br />
Seguì il non facile periodo di ristrutturazione<br />
e organizzazione della Chiesa,<br />
dei seminari, della rinascita dell’Accademia<br />
Teologica di Lviv, delle visite e prediche<br />
continue. Era da ammirare quel<br />
«vecchietto» ormai debole nelle gambe<br />
che saliva le scale della sua cattedrale<br />
per celebrare la Divina Liturgia e predicare<br />
al suo numeroso popolo.<br />
Nella vita privata il Cardinale, pur<br />
molto oberato dagli impegni, non tralasciava<br />
mai il suo breviaro, il suo rosario,<br />
la sua intensa vita spirituale... e la<br />
sua vecchia macchina da scrivere della<br />
quale si serviva per inviare i suoi pensieri<br />
spirituali ai seminaristi ed ai sacerdoti.<br />
Il suo spirito rimaneva forte, ma il<br />
corpo si indeboliva e nell’ottobre del<br />
1996 chiese al suo Sinodo ed al Santo<br />
Padre di nominare come suo Vescovo<br />
Ausiliare con facoltà speciali delegate<br />
S.E. Mons. Lubomyr Husar, che divenne<br />
poi suo successore.<br />
Il Signore gli diede la grazia di vivere<br />
ancora fin quasi alla fine dell’anno del<br />
Grande Giubileo del 2000, nel quale si<br />
spense in tutta tranquillità l’alba del 14<br />
dicembre.<br />
I suoi funerali furono una viva prova<br />
ed espressione di quanto l’intero suo popolo<br />
lo amasse e lo ammirasse. Nonostante<br />
la rigida stagione invernale ed<br />
una caduta continua di neve, superarono<br />
certamente il numero di 200.000 coloro<br />
che resero omaggio alla sua salma.<br />
Il già Prefetto della Congregazione per<br />
le Chiese Orientali, il Cardinale Achille<br />
Silvestrini, partecipò a nome del Santo<br />
Padre. I riti funebri alla presenza delle<br />
più alte rappresentanze dello Stato e<br />
delle Chiese dell’Ucraina furono presieduti<br />
dal Vescovo Husar.<br />
Il Santo Padre il 27 giugno 2001, prima<br />
di congedarsi dalla terra ucraina al<br />
termine della sua storica visita, scese<br />
nella cripta della Cattedrale di san Giorgio<br />
per rendere personale omaggio ai<br />
Metropoliti ivi sepolti ed un particolare<br />
gesto d’affettuosa considerazione e preghiera<br />
lo riservò alla tomba del Cardinale<br />
Lubachivsky.<br />
Veramente il Signore si è compiaciuto<br />
della sua debolezza ed attraverso di lui<br />
ha compiuto «grandi cose», poiché a pochi<br />
uomini della Chiesa fu riservato il<br />
privilegio di essere testimone e collaboratore<br />
in tanti eventi storici quanto all’umile<br />
ed indimenticabile persona di<br />
Myroslav Ivan Lubachivsky.