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PAGINA<br />
6 .<br />
LITURGIA DELLA PAROLA<br />
SOLENNITÀ<br />
DELL'IMMACOLATA<br />
CONCEZIONE<br />
Gen 3, 9-15.20<br />
Ef 1, 3-6.11-12<br />
Lc 1, 26-38<br />
Is 11, 1-10<br />
Rm 15, 4-9<br />
Mt 3, 1-12<br />
II DOMENICA<br />
DI<br />
AVVENTO<br />
FRANCESCO CACUCCI<br />
Arcivescovo di Bari-Bitonto<br />
<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 3-4 Dicembre 2001<br />
8 dicembre 2001<br />
Maria indica ai cristiani la via dell'obbedienza<br />
L’avvento è, sì, un cammino di avvicinamento a quella<br />
notte in cui, dalla grotta di Betlemme, si è diffusa nel<br />
mondo la Luce vera, «quella che illumina ogni uomo»<br />
(Gv 1, 9), ma non è un cammino nel buio. Mentre ci<br />
avviciniamo al Natale del Signore, alla festa della Luce,<br />
altre piccole luci ci annunciano il sorgere del Sole, illuminano<br />
la nostra strada e riscaldano il nostro cuore.<br />
Sono Isaia, Giovanni Battista, Giuseppe e, soprattutto,<br />
la Vergine Maria che l’antifona all’ingresso di questa solennità<br />
ci presenta «rivestita delle vesti della salvezza,<br />
avvolta con il manto della giustizia, come una sposa<br />
adorna di gioielli».<br />
Qual è il significato di questa solennità mariana, la<br />
prima dell’anno liturgico, posta nel tempo di avvento?<br />
Ci risponde Paolo VI nella sua enciclica sul culto alla<br />
Madonna: «...i fedeli che vivono con la liturgia lo spirito<br />
dell’avvento, considerando l’ineffabile amore con cui<br />
la Vergine Maria attese il Figlio, sono invitati ad assumerla<br />
come modello e a prepararsi ad andare incontro<br />
al Salvatore che viene, vigilanti nella preghiera, esultanti<br />
nella lode» (Marialis Cultus 4).<br />
Questa solennità, dunque, non ci distrae da Cristo,<br />
ma ci sollecita, sull’esempio di Maria, a lasciarci attirare<br />
con maggiore disponibilità da Lui e dal suo amore<br />
per essere anche noi «santi e immacolati al suo cospetto<br />
nella carità» (Ef 1, 4). Del resto già il Vaticano II ci<br />
aveva esortati, nel cap. VIII della Lumen Gentium, a<br />
contemplare la Vergine Maria senza mai distaccarla dal<br />
«Mistero di Cristo e della Chiesa».<br />
«Abbiamo contemplato,<br />
o Dio, le meraviglie<br />
del tuo amore»<br />
(ritornello al salmo responsoriale)<br />
«Lex orandi — lex credendi» recita l’antico adagio,<br />
dove la liturgia esprime la fede, la fede si traduce in<br />
preghiera e la preghiera permea la vita. Fermandoci a<br />
riflettere sui testi di questa liturgia, possiamo cogliere la<br />
ricchezza della verità di fede che questa solennità proclama.<br />
Dalla preghiera della colletta siamo invitati a<br />
volgere immediatamente la nostra attenzione all’iniziativa<br />
libera e gratuita dell’amore del Padre che «nell’Immacolata<br />
Concezione della Vergine ha preparato una<br />
degna dimora per il suo Figlio e, in previsione della<br />
morte di Lui, l’ha preservata da ogni macchia di peccato».<br />
Il serpente che, dopo il peccato di Adamo ed Eva, attorcigliato<br />
all’albero della conoscenza del bene e del<br />
male cantava vittoria, sarà definitivamente sconfitto da<br />
Cristo inchiodato per amore nostro all’albero della croce.<br />
Così «chi dall’albero traeva vittoria dall’albero veniva<br />
sconfitto» (prefazio dell’Esaltazione della croce). La<br />
Vergine Maria, in questa solennità, si presenta a noi come<br />
«mistica aurora di salvezza», annunciando la vittoria<br />
di Cristo sul peccato. Guardando Maria, il popolo di<br />
Dio, mentre la proclama «tota pulcra», vede realizzarsi<br />
in Lei la promessa di Dio: «Io porrò inimicizia tra te e<br />
la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti<br />
schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno» (Gn 3,<br />
15).<br />
Si realizza, così, in Lei la vocazione di Israele chiamato<br />
a diventare la sposa fedele, «tutta bella», non<br />
adombrata da «nessuna macchia» (Ct 4, 7); in Lei si rispecchia<br />
anche la Chiesa, sposa di Cristo, destinata ad<br />
essere «tutta gloriosa, senza macchia, santa e immacolata»<br />
(Ef 5, 27). E nella Chiesa ciascuno può fare sua la<br />
preghiera che la liturgia pone sulle nostre labbra: «concedi<br />
anche a noi, per sua intercessione, di venire incontro<br />
a te in santità e purezza di spirito» (colletta).<br />
«L’uomo chiamò lamoglie<br />
Eva, perché essa fu<br />
la madre di tutti i viventi»<br />
(Gn 3, 20)<br />
Fin dagli inizi la riflessione della Chiesa, soprattutto<br />
attraverso la predicazione e gli scritti dei Padri, ha riconosciuto<br />
accanto a Cristo, «nuovo Adamo» (Rm 5, 12-<br />
21), la presenza di una «nuova Eva», la Vergine Maria.<br />
«Il Figlio di Dio — scrive S. Giustino (†165) — si è fatto<br />
uomo per mezzo della Vergine perché la disobbedienza<br />
provocata dal serpente fosse annullata attraverso la<br />
stessa via per la quale ebbe inizio. Eva, che era vergine<br />
e incorrotta, dopo aver accolto la parola del serpente,<br />
partorì disobbedienza e morte; allo stesso modo, Maria<br />
Vergine, ricevuto dall’angelo il buon annuncio che lo<br />
Spirito Santo sarebbe disceso su di lei e che la potenza<br />
dell’Altissimo l’avrebbe adombrata, concepì fede e<br />
gioia, cosicché il santo nato da lei sarebbe stato il Figlio<br />
di Dio» (Dialogo con Trifone 100). Se il peccato dei progenitori<br />
e ogni peccato ha la sua radice nella presunzione<br />
di poter progettare e gestire la propria vita autonomamente,<br />
facendo cioè a meno di Dio, la disponibilità e<br />
l’obbedienza di Maria indica al credente quale deve essere<br />
la strada su cui camminare: una incondizionata fiducia<br />
nella volontà di Dio. Con il salmista il credente<br />
non cessa mai di cantare: «Nella tua volontà è la mia<br />
gioia; mai dimenticherò la tua parola» (Sal 119, 16).<br />
«Eccomi, sono la serva<br />
del Signore»<br />
(Lc 1, 38)<br />
Quell’«Eccomi» sulle labbra di Maria, mentre esprime<br />
tutto il suo desiderio di aderire con la propria vita alla<br />
volontà di Dio, risuona come un’eco sulla terra della<br />
medesima disponibilità del Figlio: «Non hai gradito né<br />
olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: Ecco,<br />
io vengo... per fare la tua volontà» (Eb 10, 6-7). Per<br />
questa piena sintonia con il Figlio, Maria si presenta a<br />
noi come la prima vera discepola di Gesù. Scrive, infatti,<br />
Paolo VI che Maria è «modello di quel culto che<br />
consiste nel fare della propria vita un’offerta a Dio...<br />
anticipando in sé la stupenda domanda della preghiera<br />
del Signore — sia fatta la tua volontà —, rispose al<br />
messaggero di Dio: Ecco la serva del Signore: sia fatta<br />
di me secondo la tua parola. E il sì di Maria è per tutti<br />
i cristiani lezione ed esempio dell’obbedienza alla volontà<br />
del Padre, la via e il mezzo per la propria santificazione»<br />
(Marialis Cultus 21).<br />
La solennità dell’Immacolata Concezione ci ricorda,<br />
come hanno scritto i Vescovi italiani, che «il rischio<br />
maggiore è stato ed è quello di cadere nell’equivoco di<br />
compiere atti di culto al Signore senza che sia coinvolto<br />
il cuore, senza permettere al Signore di entrare veramente<br />
nella nostra vita e senza compiere poi il cammino<br />
imprevedibile a cui egli chiama» (Comunicare il<br />
Vangelo in un mondo che cambia, giugno 2001, 12).<br />
9 dicembre 2001<br />
Prepararsi all'incontro con il Signore che viene<br />
In questa seconda domenica di avvento risuona<br />
con forza nelle nostre assemblee liturgiche<br />
la potente «voce di uno che grida» (Mt 3,<br />
3), capace di scuotere anche le coscienze più<br />
addormentate e di riaprire «i cantieri di lavoro»<br />
per trasformare i nostri sentieri, non sempre<br />
diritti, in «via santa» (Is 35, 8). È la voce di<br />
Giovanni Battista che, come in passato, anche<br />
oggi squarcia i silenzi assordanti dei nostri deserti<br />
per prepararci all’incontro con il Signore<br />
che viene! Tutto il ministero del Battista, infatti,<br />
è relativo al Cristo: «Giovanni è la voce che<br />
passa, Cristo è il Verbo eterno che era in principio.<br />
Se alla voce togli la Parola, che cosa resta?»<br />
(s. Agostino).<br />
«Vieni, Signore,<br />
re di giustizia<br />
e di pace»<br />
(ritornello al salmo responsoriale)<br />
Mentre gli schermi televisivi insistono nel<br />
rappresentare immagini di aerei che si schiantano<br />
contro i grattacieli, bombe e proiettili che<br />
solcano l’oscurità della notte lasciando nel cielo<br />
scie luminose e sulla terra morti e devasta-<br />
zioni, uomini e donne «in armi» che si imbar-<br />
cano su arsenali galleggianti, il profeta Isaia ci fa contemplare<br />
un innaturale «disordine di pace». Il lupo con<br />
l’agnello, la pantera accanto al capretto, il vitello al pascolo<br />
con il leoncello guidati da un fanciullo... (Is<br />
11, 6-8).<br />
Vuole, forse, il profeta invitarci ad andare indietro<br />
nella memoria alla ricerca di un tempo in cui tutto ciò<br />
era realtà e lasciarci così stringere il cuore da dolci rimpianti?<br />
O forse, vuole proiettarci in un mondo fantastico<br />
dove dare libero sfogo ai nostri sogni, dimenticando,<br />
anche solo per un attimo, la cruda realtà? Nulla di tutto<br />
questo!<br />
La «parola di Dio è viva ed efficace» (Eb 4, 12) e,<br />
pertanto, lungi dall’alimentare rimpianti o da favorire<br />
evasioni, ci pone dinanzi a un dono divino. Quel «germoglio,<br />
che spunta dal tronco di Iesse» (Is 11, 1) in una<br />
foresta tutta devastata, è lì a ricordarci che la vera pace<br />
è possibile a condizione che accogliamo il Signore Gesù.<br />
«Trova in Dio la tua pace e molti troveranno in te la<br />
loro pace» (s. Isacco di Ninive).<br />
Murillo: L'Immacolata Concezione<br />
«Convertitevi»<br />
(Mt 3, 2)<br />
Il Cardinale<br />
Mario Francesco Pompedda<br />
celebra il 50° anniversario<br />
di ordinazione sacerdotale<br />
Murillo: Il bambino Gesù e san Giovanni (I fanciulli con la conchiglia)<br />
Come traduciamo nella nostra vita questo appello del<br />
Battista alla conversione? Non sono pochi coloro che<br />
pensano che in alcuni periodi dell’anno (soprattutto in<br />
prossimità del Natale e della Pasqua) bisogna fare qualche<br />
«opera buona». Credono in questo modo di poter<br />
tacitare la propria coscienza e di «vivere in pace». Se il<br />
cristianesimo fosse una generica proposta di valori o<br />
consistesse in un’etica dell’amore, allora questo sarebbe<br />
forse sufficiente. La nostra fede, al contrario, è innanzitutto<br />
accoglienza di una Persona, Gesù Cristo, che sulla<br />
croce ci rivela il volto misericordioso del Padre e ci dona<br />
il suo Spirito. Convertirsi, allora, vorrà dire non solo<br />
cambiare il nostro modo di agire, ma fare spazio a Cristo<br />
nella nostra vita e, rinnovati dall’azione del suo Spirito,<br />
avere «in noi gli stessi suoi sentimenti» (Fil 2, 2).<br />
Non sono, dunque, le nostre buone azioni ad attirare su<br />
di noi l’amore di Dio, ma è «l’amore di Dio che è stato<br />
riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo<br />
Il Cardinale Mario Francesco Pompedda,<br />
Prefetto del Supremo Tribunale<br />
della Segnatura Apostolica, grato a<br />
Dio per il dono del sacerdozio, celebrerà<br />
la Santa Messa giubilare del<br />
50° di ordinazione nel pomeriggio di<br />
domenica 16 dicembre (ore 18), nella<br />
Basilica romana di Santa Maria in<br />
Trastevere.<br />
Il Porporato è stato ordinato presbitero<br />
il 23 dicembre 1951 nella Basilica<br />
di San Pietro.<br />
che ci è stato dato» (Rm 5, 5), che rende in<br />
noi possibile la conversione. È ciò che esprimiamo<br />
nella colletta: «Dio dei viventi, suscita<br />
in noi il desiderio di una vera conversione,<br />
perché rinnovati dal tuo Santo Spirito<br />
sappiamo attuare in ogni rapporto umano<br />
la giustizia, la mitezza e la pace che l’incarnazione<br />
del tuo Verbo ha fatto germogliare<br />
sulla terra».<br />
In ogni Celebrazione Eucaristica il Signore<br />
ci «immerge» nella potenza del suo Spirito<br />
che, come fuoco, ci purifica e ci santifica,<br />
«facendo di tutti noi un’offerta a Dio<br />
gradita».<br />
«Abbiamo Abramo<br />
per padre»<br />
(Mt 3, 9)<br />
Condizione indispensabile per percorrere<br />
la strada di una vera conversione è quella di<br />
scrollarsi di dosso ogni presunzione. Nessuno<br />
può vantare meriti e diritti dinanzi al Signore,<br />
ma tutti dobbiamo chiederGli con<br />
cuore sincero che «all’estrema povertà dei<br />
nostri meriti supplisca l’aiuto della tua misericordia»<br />
(orazione sulle offerte).<br />
Cosa fare per non cadere vittime della su-<br />
perbia o della sfiducia? Ci risponde s. Paolo nella seconda<br />
lettura: «tenere viva la nostra speranza in virtù della<br />
perseveranza e della consolazione che ci vengono dalle<br />
Scritture» (Rm 15, 4).<br />
Per questo il tempo di avvento è caratterizzato da un<br />
forte invito rivolto a tutti a riservare più spazio all’ascolto<br />
e alla meditazione della parola di Dio. Come scrivono<br />
i Vescovi italiani: «Per rinnovare il nostro apostolato,<br />
il nostro slancio missionario, che è servizio alla<br />
missione dell’Inviato del Padre, dovremo essere sempre<br />
i primi ad ascoltare assiduamente la parola di Dio, a lasciarci<br />
permeare della sua grazia, a convertirci instancabilmente»<br />
(Cvmc 64).<br />
Questa settimana è il tempo opportuno per proporre<br />
alla comunità una liturgia penitenziale, eventualmente<br />
facendo accostare nelle nostre parrocchie i piccoli dell’iniziazione<br />
cristiana per la prima volta al sacramento<br />
della riconciliazione. Illuminando la vita con la luce della<br />
Parola, «impariamo a valutare con sapienza i beni<br />
della terra nella continua ricerca dei beni del cielo»<br />
(orazione dopo la comunione).