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PAGINA<br />
10 .<br />
<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 17-18 Dicembre 2001<br />
Giornata di digiuno per la pace nel mondo<br />
Quella preghiera in comunione con il Papa<br />
NOVARA<br />
Le mani e gli occhi di tutti alzati verso il crocifisso<br />
della Cattedrale mentre si eleva il canto<br />
«Agnello di Dio che togli i peccati del mondo,<br />
dona a noi la pace»: è l’immagine più significativa<br />
e riassuntiva della preghiera per la pace svoltasi<br />
a Novara venerdì scorso, sotto la guida del<br />
Vescovo Renato Corti. La funzione si è svolta in<br />
un orario inconsueto, dalle tredici alle quattordici.<br />
Ma questo non ha impedito — come ha sottolineato<br />
al termine il Vescovo — una «larga<br />
partecipazione».<br />
Dopo una breve spiegazione dei vari momenti<br />
della celebrazione presentata dal Provicario don<br />
Gianni Colombo, Mons. Corti nel dare il saluto<br />
«la pace sia con voi», ha sottolineato come l’invocazione<br />
assumesse in quel momento una particolare<br />
eloquenza. «Vorremmo esprimerla — ha<br />
aggiunto — per tutto il mondo, per tutti i popoli.<br />
Siamo qui per chiedere un miracolo, un grande<br />
miracolo: che il cuore dell’uomo si converta<br />
all’amore vicendevole e proprio per questa conversione<br />
divenga capace di costruire, in mezzo a<br />
mille difficoltà, un mondo e una storia in cui affiori<br />
la gioia e la pace. Chiedo a ciascuno di voi<br />
di far salire a Dio questa supplica. Non dimentichiamoci<br />
però che chi deve convertirsi siamo innanzitutto<br />
noi».<br />
La scelta dei brani ascoltati ha aiutato i fedeli<br />
presenti ad approfondire alcuni aspetti importanti<br />
del digiuno, della misericordia e del perdono.<br />
«Il digiuno — è stato letto dai discorsi di san<br />
Pietro Crisologo — è l’anima della preghiera e la<br />
misericordia la vita del digiuno, nessuno le divida,<br />
perché non riescono a stare separate. Chi digiuna<br />
comprenda bene cosa significhi per gli altri<br />
non aver da mangiare. Ascolti che ha fame,<br />
se vuole che Dio gradisca il suo digiuno. Abbia<br />
compassione chi spera compassione».<br />
Alcuni brani tratti da un documento del Concilio<br />
che parlavamo della pace sono risultati di<br />
una attualità impressionante. «La ferma volontà<br />
di rispettare gli altri uomini e gli altri popoli e la<br />
loro dignità, e l’assidua pratica della fratellanza<br />
umana — dice il documento — sono assolutamente<br />
necessarie per la costruzione della pace.<br />
In tal modo la pace è frutto anche dell’amore, il<br />
quale va oltre quanto è in grado di assicurare la<br />
semplice giustizia».<br />
Molto interessante la lettura di un documento<br />
della Conferenza episcopale italiana, già datato<br />
ma straordinario che invita tra l’altro a riscoprire<br />
i valori del bene comune: della tolleranza, della<br />
solidarietà, della giustizia sociale, della corresponsabilità.<br />
Ai brani letti seguiva un momento di silenzio,<br />
opportunamente accompagnato dal suono leggero<br />
dell’organo. È stato poi proclamato il testo<br />
evangelico dove Gesù invita ad abbandonare<br />
l’«occhio per occhio» per amare anche i nemici.<br />
Mons. Corti nel commentare il brano ha ricordato<br />
un’amara espressione di Giorgio La Pira che<br />
affermava: «Se tutte le nazioni si limitassero all’occhio<br />
per occhio sarebbe già un passo avanti.<br />
Purtroppo vanno oltre».<br />
Il Vescovo ha invitato tutti a guardare al Crocifisso<br />
che ha ucciso nella sua carne l’odio. «Rivolgetevi<br />
al Crocifisso — ha concluso — per imparare<br />
da Lui che ha dato la vita per gli altri.<br />
Preghiamo per tutte le persone che sono vittime<br />
di varie ingiustizie, per le persone torturate senza<br />
rispetto della loro dignità. Il grande invito di<br />
Cristo ad amare i nemici è la novità del Vangelo.<br />
È impossibile senza la sua Grazia e lo Spirito<br />
Santo».<br />
Al termine sono state raccolte le offerte per i<br />
bambini dell’Afganistan. (giuliano temporelli)<br />
FIRENZE<br />
Due momenti di preghiera paralleli, accomunati<br />
dal digiuno e dall’invocazione di pace hanno<br />
segnato la giornata di venerdì a Firenze. Nella<br />
chiesa di San Frediano in Cestello, l’Arcivescovo<br />
Ennio Antonelli si è riunito in preghiera con i<br />
giovani della diocesi; nello stesso momento, poco<br />
distante, la comunità islamica si è riunita nella<br />
moschea per la conclusione del Ramadan.<br />
All’assemblea della comunità islamica è stato<br />
presente il Vicario Generale della Diocesi, Mons.<br />
Claudio Maniago: «Sono qui — ha sottolineato<br />
Mons. Maniago — a nome dell’Arcivescovo e dei<br />
credenti della Chiesa di Firenze a supplicare Dio<br />
Onnipotente di concedere al mondo Giustizia e<br />
Pace. E come non pensare noi cristiani, in questi<br />
giorni prima del Natale, in modo particolare alla<br />
Patria di Gesù, a Betlemme che da terra di pace<br />
sembra essere diventata teatro di una guerra che<br />
non ha più fine».<br />
La preghiera dei giovani con il Vescovo ha<br />
rappresentato una tappa ulteriore di un percorso<br />
settimanale iniziato già all’indomani della tragedia<br />
dell’11 settembre. Da allora infatti la Diocesi<br />
di Firenze ha promosso un cammino di riflessione<br />
che si svolge tutti i venerdì, per invocare il<br />
dono della pace. L’incontro del 14 dicembre ha<br />
preso spunto da un’immagine sacra, la «Madonna<br />
del Magnificat» dipinta da Botticelli. L’Arcivescovo<br />
ha sottolineato la bellezza, la dolcezza, la<br />
semplicità di Maria che questa immagine ci mostra<br />
e ha invitato i giovani a seguire l’esempio di<br />
Lei, che ha saputo dire con umiltà e coraggio il<br />
suo «sì» al Signore.<br />
Le offerte raccolte nel corso della serata saranno<br />
devolute ai due obiettivi proposti dalla<br />
Diocesi per l’Avvento di Fraternità: aiuti umanitari<br />
per i profughi afgani, e sostegno ai bambini<br />
di Betlemme. Parte dei finanziamenti infatti sarà<br />
destinata ai campi allestiti dalla Caritas internazionale<br />
ai confini dell’Afghanistan, mentre l’altra<br />
metà sarà destinata alla Scuola di Terrasanta,<br />
una grande struttura gestita dai frati francescani<br />
che offre non solo istruzione, ma anche aiuto<br />
materiale ai bambini delle famiglie più povere.<br />
La scuola francescana di Betlemme è anche luogo<br />
di educazione alla pace: qui infatti bambini<br />
cristiani, ebrei e musulmani studiano insieme in<br />
pacifica convivenza. (riccardo bigi)<br />
SIENA<br />
COLLE<br />
DI VAL D'ELSA<br />
MONTALCINO<br />
La luce della speranza cristiana, venerdì scorso,<br />
ha squarciato il buio generato dai conflitti e<br />
dalle guerre illuminando, anche le vie di Siena.<br />
Una luce che si è innalzata verso il cielo, in maniera<br />
particolarmente suggestiva, durante la solenne<br />
fiaccolata guidata dall’Arcivescovo di Siena-Colle<br />
di Val D'Elsa-Montalcino, Mons. Antonio<br />
Buoncristiani, che ha introdotto la Veglia di<br />
preghiera e di digiuno per la pace. Anche i conterranei<br />
di santa Caterina patrona d’Europa hanno<br />
dunque risposto all’appello del Papa facendone<br />
proprie le parole: «quanto più insormontabili<br />
sembrano le difficoltà e oscure le prospettive,<br />
tanto più insistente deve farsi la nostra preghiera<br />
per implorare da Dio il dono della comprensione<br />
reciproca, della concordia e della pace». E insistente<br />
si è levata la preghiera dalla chiesa dell’Annunziata,<br />
una preghiera che ha riscaldato, in<br />
una gelida serata invernale, il cuore dei convenuti<br />
i quali hanno devoluto il ricavato della cena,<br />
attraverso la Caritas Diocesana, ai profughi<br />
afghani e alla popolazione di Bethlemme. Così,<br />
mentre una delegazione della Diocesi, si recava<br />
presso i fratelli musulmani, residenti a Colle Val<br />
d’Elsa, consegnando loro un messaggio di fraternità,<br />
l’Arcivescovo Buoncristiani si è soffermato<br />
sul profondo significato della Veglia di preghiera<br />
e di digiuno. «Siamo qui riuniti — ha osservato<br />
— in comunione con la Chiesa universale, per<br />
chiedere al Signore il dono della pace, un dono<br />
che va invocato con forza e speranza».<br />
«Ci rivolgiamo a Dio Padre — ha spiegato ancora<br />
l’Arcivescovo — affinché ci illumini e ci<br />
aiuti ad essere uomini e donne che testimoniano<br />
il Suo Amore. Tutti noi, infatti, siamo chiamati a<br />
vivere nel quotidiano, nel nostro lavoro e nelle<br />
nostre occupazioni, la pace e, come dice Gesù,<br />
ad essere sempre più perfetti come perfetto è il<br />
nostro Padre celeste. In una congiuntura sociale<br />
nella quale si è troppo spesso protesi verso i beni<br />
del mondo, i cristiani non possono e non devono<br />
stare tranquilli ma essere coerenti con il Vangelo.<br />
Soltanto vivendo la preghiera e l’intimità con<br />
Dio riusciremo ad essere in maniera efficace<br />
operatori e testimoni di pace e di giustizia».<br />
«Non ci illudiamo però — ha concluso Mons.<br />
Buoncristiani — di essere amati dal mondo ma,<br />
sull’esempio della nostra santa Caterina da Siena<br />
patrona d’Europa, non stanchiamoci mai di fare<br />
la nostra parte perché, come ricordava la Mantellata<br />
di Fontebranda, se saremo quello che<br />
dobbiamo essere porteremo nel mondo il fuoco<br />
e il calore dell’Amore di Dio. Coraggio allora!<br />
Scommettere sulla pace infatti significa scommettere<br />
su Cristo Gesù: Egli è la nostra pace e<br />
Lui non delude!». (roberto romaldo)<br />
PERUGIA-CITTÀ<br />
DELLA PIEVE<br />
«Le religioni non devono portare alla guerra,<br />
ma devono portare alla pace... ogni violenza sull'uomo<br />
in nome di Dio è una bestemmia». È<br />
quanto hanno ribadito l'Arcivescovo di Perugia-<br />
Città della Pieve, Mons. Giuseppe Chiaretti, e l'Imam<br />
della comunità islamica del capoluogo umbro,<br />
Abdel Kader, durante la veglia di preghiere<br />
e di digiuno svoltasi, venerdì sera, nella Cattedrale<br />
di San Lorenzo addobbata con alberi di<br />
ulivo portati dai giovani della Caritas regionale.<br />
Mons. Chiaretti ha espresso «molta gratitudine»<br />
all'Imam Kader per la sua presenza nella<br />
chiesa-cattedrale (è la prima volta). La significativa<br />
partecipazione dell'Imam è stata accolta dalla<br />
comunità cristiana, come egli stesso ha detto,<br />
«in segno di solidarietà e di fratellanza». L'Arcivescovo<br />
e l'Imam hanno pregato insieme Dio,<br />
affinché intervenga nel donare la pace agli uomini,<br />
perché ancora non sanno costruirla, illuminandoli<br />
nel cammino della riconciliazione e del<br />
perdono.<br />
«Stiamo vivendo ogni giorno una situazione<br />
molto difficile che ci deve vedere insieme contro<br />
ogni forma di violenza e di egoismo — ha sostenuto<br />
l'Imam —. Le religioni non devono portare<br />
alla guerra, ma devono portare alla pace. L'islam,<br />
nel venerare anche Gesù e sua Madre, la<br />
Beata Vergine, invita i fratelli cristiani a stare insieme<br />
nel momento della preghiera che è il segno<br />
del contatto più diretto con Dio. Questo ci<br />
unisce e ci aiuta a percorrere la stessa strada<br />
che conduce alla verità».<br />
«Oggi, nella civiltà dello spreco, abbiamo bisogno<br />
di ritornare all'austerità, alla penitenza —<br />
ha sottolineato Mons. Chiaretti — per ritrovare<br />
noi stessi, per riconciliarsi con i fratelli. Non ci<br />
sarà pace finché non sarà capita la “lezione” della<br />
Croce, la prova della vita dell'uomo... A nessuno<br />
è chiesto di uccidere il proprio fratello per<br />
onorare Dio e quando accade è una bestemmia!<br />
Ma c'è anche bisogno di integrare la giustizia<br />
con la misericordia, affinché la prima non sia solo<br />
vendetta. Per questo siamo qui riuniti nell'invocare<br />
la misericordia di Dio. Forse il tempo ed<br />
il dramma che stiamo vivendo hanno qualcosa<br />
di profetico, per questo auspichiamo che possa<br />
nascere una nuova civiltà in cui c'è più solidarietà,<br />
eliminando ogni forma di violenza per una<br />
vera riconciliazione».<br />
Nel corso della veglia sono stati proiettati un<br />
video e alcune diapositive sulle vicende simbolo<br />
del delicato e grave momento che l'umanità sta<br />
vivendo: dalle immagini di morte (l'abbattimento<br />
delle torri gemelle a New York, i bombardamenti<br />
sull'Afghanistan, il conflitto israelo-palestinese)<br />
a quelle che invocano la pace attraverso la preghiera<br />
ed i momenti di comunione e solidarietà<br />
(l'incontro dei leader religiosi ad Assisi nel 1986,<br />
l'accorato appello del Papa da Piazza San Pietro,<br />
le fiaccolate e le marce, le moschee gremite durante<br />
il Ramadan). Sono immagini che continuano<br />
a far riflettere e a provocare commozione,<br />
dando all'uomo a forza per invocare la pace e la<br />
riconciliazione. (riccardo liguori)<br />
ORIA<br />
Ai sacerdoti, primi ministri di intercessione, il<br />
compito di aprire, nella diocesi di Oria, la giornata<br />
di venerdì 14 dicembre, dedicata al digiuno<br />
e alla preghiera per la pace. È stato accolto in<br />
questo modo, da parte del Vescovo Marcello Semeraro<br />
e dei presbiteri tutti, diocesani e religiosi,<br />
l’invito del Santo Padre alla preghiera per le<br />
popolazioni martoriate dalla guerra, già notificato<br />
a tutti i fedeli lo scorso 25 novembre durante<br />
le sante Messe della domenica di Cristo Re.<br />
Riuniti insieme per l’occasione nel Santuario<br />
mariano di Cotrino, presso Latiano (BR), i sacerdoti<br />
hanno celebrato per primi la Veglia di preghiera,<br />
preparata dall’Ufficio Liturgico diocesano,<br />
che poi avrebbero avuto il compito di presiedere<br />
nelle varie parrocchie. Al Vescovo della diocesi<br />
pugliese il compito di introdurre i sacerdoti<br />
in questa giornata di spiritualità, attraverso una<br />
puntuale riflessione sul senso cristiano del digiuno<br />
e della preghiera. Il Presule ha tenuto a sottolineare<br />
che pregare e digiunare per la pace<br />
non consiste soltanto nel dedicare a tale scopo<br />
alcuni momenti, ma richiede — in prima istanza<br />
ai sacerdoti — di adoperarsi a costruire una cultura<br />
di pace e di dialogo con ogni uomo e ad assumere<br />
uno stile di vita all’insegna della povertà,<br />
non tanto misurata sulle nostre esigenze, quanto<br />
più sulle necessità di chi ha bisogno.<br />
Oltre alle molteplici iniziative di preghiera nelle<br />
varie parrocchie dei diversi comuni della diocesi,<br />
da segnalare la Veglia di preghiera cittadina<br />
a Ceglie Messapica e quella organizzata dalla<br />
Azione Cattolica diocesana nella città di Francavilla<br />
Fontana, proprio durante le ore del pranzo.<br />
Anche il sito web diocesano ha dato grande risalto<br />
alla giornata, attraverso delle newsletters e<br />
fornendo online il sussidio per la Veglia di preghiera.<br />
(alessandro mayer)<br />
AVERSA<br />
Anche la diocesi di Aversa ha accolto con entusiasmo<br />
l'invito del Santo Padre per la giornata<br />
di preghiera e di digiuno per la pace del 14 dicembre.<br />
Agli interventi dell'Arcivescovo-Vescovo<br />
Mario Milano hanno fatto seguito le iniziative di<br />
numerosi parroci nelle comunità locali. Mons.<br />
Clemente Petrillo, parroco della Cattedrale, e<br />
Mons. Ernesto Rascato, parroco dell'Abbazia di<br />
san Lorenzo fuori le Mura, hanno organizzato<br />
celebrazioni con grande afflusso di fedeli.<br />
Molto partecipata è stata anche la veglia svoltasi<br />
nella Basilica di san Tammaro in Grumo Nevano.<br />
«Il Santo Padre ha scelto simbolicamente<br />
il 14 dicembre — ha detto il parroco della Basilica,<br />
Mons. Alfonso D'Errico — per unire idealmente<br />
i cristiani con i musulmani, perché la religione<br />
non deve mai diventare motivo di conflitto,<br />
di odio e di violenza; e che terrorismo e violenza<br />
rappresentano “una falsa religione”.<br />
«Il meraviglioso invito del Santo Padre — ha<br />
aggiunto — a riprendere questo tempo di preghiera,<br />
di sacrificio, di elemosina per i poveri ripristina<br />
l'itinerario di conversione che apre a tutti<br />
i puri di cuore l'autentica volontà della conversione<br />
e a riconsiderare il valore del digiuno come<br />
impegno significativo e pratico per manifestare<br />
la propria fede qual segno di speranza per<br />
l'umanità».<br />
Successivamente si è svolto l'incontro dei giovani.<br />
«La vostra generosità — ha detto loro<br />
Mons. D'Errico — vi ha dato il coraggio di saltare<br />
un pasto, il pub, la discoteca, la palestra, la<br />
piscina per sentirvi solidali con chi non ha neanche<br />
“l'immondezzaio” in cui trovare qualcosa».<br />
«A tutti è nota la vostra sensibilità — ha aggiunto<br />
—, la vostra capacità di gesti forti e la vostra<br />
solare generosità. Nessun giovane “in” deve vivere<br />
fuori dal mondo!». (a.d.e.)<br />
ALTAMURA<br />
GRAVINA<br />
ACQUAVIVA<br />
DELLE FONTI<br />
«E sta già germogliando». È questo il tema<br />
della riflessione svolta da Mons. Mario Paciello,<br />
Vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle<br />
Fonti, in occasione della celebrazione della Giornata<br />
di digiuno voluta dal Santo Padre venerdì<br />
14 dicembre. «La disintegrazione delle Torri gemelle<br />
con l'ecatombe umana — ha detto —, voleva<br />
essere annuncio e inizio di un diabolico disegno:<br />
sbriciolare la pace; colpire al cuore la<br />
convivenza pacifica dei popoli; terrorizzare l'umanità;<br />
scompigliare irreparabilmente l'equilibrio<br />
fra le Nazioni; disautorare le Istituzioni Internazionali;<br />
far affogare l'umanità nella gora<br />
della paura, dell'insicurezza, della reciproca sfiducia».<br />
«Ma — ha avvertito — mentre diventa sempre<br />
più alta e preoccupante la tensione mondiale, si<br />
sta verificando un risveglio di coscienze assopite.<br />
Le esplosioni di New York sono stati squilli di<br />
tromba, non solo per andare a snidare, disarmare<br />
e punire i progettisti del terrore; ma anche<br />
per un nuovo dialogo tra le Nazioni, e per far<br />
uscire uomini di ogni lingua e colore dall'individualismo<br />
e dall'indifferenza verso l'umanità oppressa.<br />
Da ogni goccia di sangue versato deve rifiorire,<br />
e sta già germogliando, un meraviglioso<br />
giardino di solidarietà, un fortissimo anelito di<br />
pace planetaria, un rinato senso di giustizia;<br />
molti stanno ponendosi domande e interrogativi<br />
sul proprio impegno nel mondo; tanti, che avevano<br />
smarrito il senso e l'importanza della preghiera,<br />
stanno congiungendo le mani e piegando<br />
le ginocchia, mentre nel cuore di tutti cresce il<br />
desiderio che si realizzi la promessa antica fatta<br />
da Dio Creatore e Padre».<br />
Dopo aver condannato il terrorismo e le altre<br />
forme di schiavitù imposte dal terrorismo,<br />
Mons. Paciello ha ricordato che «l'invito alla preghiera,<br />
al digiuno e alla solidarietà rivoltaci da<br />
Giovanni Paolo II nel giorno in cui per i Musulmani<br />
si conclude il Ramadan, vuol essere non<br />
solo un gesto di cortesia verso la religione Islamica,<br />
ma un richiamo a tutti coloro che si riconoscono<br />
Cristiani, perché rinunzino a tutto ciò<br />
che impedisce loro di essere nel mondo testimoni<br />
di pace e amore, portatori di speranza e di<br />
salvezza».<br />
Per essere solidali con gli ultimi — ha detto<br />
ancora —, dobbiamo favorirne la promozione<br />
umana e sociale. Infine il Vescovo ha concluso<br />
la sua riflessione con una preghiera mariana.<br />
«Madonna del popolo — ha invocato —, Madre<br />
dei piccoli e dei semplici, Madre degli ultimi e<br />
dei poveri, Madre dei santi e dei peccatori, Madre<br />
dei dotti e di chi non ha voce, Madre di chi<br />
soffre e di chi spera, Madre di tutti noi, tu,<br />
donna del popolo, sei la Madre di Dio: sii tu la<br />
benedetta nei secoli, perché, con la tua fede,<br />
l'obbedienza e l'amore, hai dato al mondo<br />
Gesù». (v.p.)<br />
BRINDISI<br />
OSTUNI<br />
Grata alla sollecitazione del Papa, anche la<br />
Chiesa di Brindisi-Ostuni si è raccolta in preghiera,<br />
espressa coralmente nella giornata del 14 dicembre.<br />
Tutto il presbiterio è stato convocato<br />
dal suo Arcivescovo, Mons. Rocco Talucci, presso<br />
il santuario diocesano di Santa Maria Madre<br />
della Chiesa, per vivere questa giornata, attraverso<br />
il pregare insieme come anche il digiunare<br />
insieme, condividendo un pasto frugale ed essenziale.<br />
Nella preghiera guidata dall’Arcivescovo, il<br />
Pastore ha richiamato il vincolo di comunione<br />
col Papa e con la Chiesa nella sua cattolicità così<br />
compiutamente esaltato ed espresso attraverso<br />
questa preghiera supplice che invoca dal Re di<br />
giustizia e di pace il dono del dialogo e della fraternità<br />
che sa garantire il diritto di ciascuno alla<br />
sicurezza e alla pacifica convivenza. L’Arcivescovo<br />
emerito, Mons. Settimio Todisco, dettando la<br />
meditazione, ha sottolineato l’attesa e la speranza<br />
che sostanziano questo tempo di Avvento e<br />
che ci dispongono ad accogliere il dono della Pace.<br />
Tutte le comunità religiose e parrocchiali della<br />
Diocesi si sono attivate con l’adorazione eucaristica<br />
e le veglie di preghiera guidate dal sussidio<br />
distribuito dalla Caritas.<br />
Con la preghiera, il digiuno e la condivisione<br />
dei nostro beni, si è voluto esaltare la dimensione<br />
educativa perché ovunque ci si liberi dalle<br />
trappole dei fanatismi religiosi, nazionalistici o<br />
razziali come anche degli egoismi economici e<br />
commerciali che ci fanno essere ciechi o indifferenti<br />
verso le sofferenze di tutte le vittime delle<br />
guerre o verso i bisogni di profughi e degli stranieri<br />
presenti in mezzo anoi.(cosimo macilletti)<br />
MESSINA-LIPARI<br />
SANTA LUCIA<br />
DEL MELA<br />
Grande eco ha suscitato nel cuore dei messinesi<br />
l'appello di Giovanni Paolo II per la giornata<br />
di preghiera e di digiuno del 14 dicembre. Anche<br />
molti non credenti hanno aderito all'appello<br />
del Papa ed hanno digiunato convinti del valore<br />
e della forza di queste «armi povere».<br />
La grande Cattedrale si è riempita di persone,<br />
malgrado il giorno lavorativo, tanto che l'Arcivescovo<br />
di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela,<br />
Mons. Giovanni Marra, ha ribadito con soddisfazione<br />
il valore di tale ampia presenza che ha superato<br />
le più ottimistiche previsioni.<br />
L'Arcivescovo ha esordito spiegando i motivi<br />
dell'incontro. «Rispondere all'invito del Santo<br />
Padre e sentirci a lui nella preghiera e nel digiuno<br />
per ottenere dal Signore il dono di una pace<br />
stabile fondata sulla giustizia». Soffermandosi<br />
quindi sul digiuno lo ha definito segno di forte<br />
penitenza, capacità di sacrificio e di rinuncia, capacità<br />
di conversione, richiesta di perdono per i<br />
peccati e soprattutto segno di condivisione, in<br />
particolare con il mondo musulmano che in questo<br />
giorno conclude il Ramadan. «In particolare<br />
— ha detto — va accolto l'invito del Papa alla<br />
colletta per venire incontro alle vittime innocenti<br />
del terrorismo e della guerra».<br />
Soffermandosi poi sulla «preghiera» il Presule<br />
la ha definita inno di lode, ma anche richiesta<br />
per noi e per l'umanità intera. «Per costruire la<br />
pace — ha affermato — occorre la riconciliazione.<br />
La sola cessazione delle guerre non è pace; il<br />
compromesso — lo abbiamo sperimentato — altro<br />
non è che uno stato di attesa per altre guerre.<br />
Noi chiediamo invece la Sua Pace, il cui significato<br />
troviamo nella parola di Dio e chiediamo<br />
a coloro che hanno responsabilità nel mondo<br />
di considerare che la prima condizione per costruire<br />
la pace è la Giustizia. Occorre realizzare<br />
la giustizia perché non vi siano popoli che<br />
muoiono di fame ed altri che vivono nel benessere<br />
e nello spreco. Pregando e digiunando chiediamo<br />
che i beni della terra siano a disposizione<br />
di tutta l'umanità, così giustizia e pace si abbracceranno!».<br />
Soprattutto le Religioni devono impegnarsi a<br />
realizzare la concordia e la riconciliazione. La<br />
pace infatti si fonda sull'Amore che è misercordia<br />
e perdono. Gesù ha abbattuto il muro dell'inimicizia<br />
e della divisione. Ciascuno potrà e dovrà<br />
essere in concreto «operatore di pace». Accanto<br />
alla Preghiera ed al Digiuno dovrà comunque<br />
splendere il grande comandamento dell'Amore.<br />
In conclusione l'Arcivescovo ha ricordato il tema<br />
scelto dal Papa per la prossima giornata della<br />
pace: «non vi è pace senza giustizia, non c'è<br />
giustizia senza perdono». Maria, Regina della pace,<br />
stella del mare e stella del mattino, ci mostri<br />
le vie della concordia della riconciliazione e della<br />
pace! Con l'esame di coscienza e la colletta si è<br />
concluso l'incontro aperto con una liturgia della<br />
Parola. (eugenio arena)<br />
ASSOCIAZIONE<br />
MEDICI<br />
CATTOLICI<br />
ITALIANI<br />
L'Associazione Medici Cattolici Italiani, pienamente<br />
solidale con le preoccupazioni e le apprensioni<br />
del Santo Padre per i continui e ricorrenti<br />
avvenimenti internazionali che minacciano<br />
la pace in molti Paesi del mondo, ha aderito all'invito<br />
di Giovanni Paolo II per la giornata di digiuno<br />
del 14 dicembre. «Si tratta di condividendere<br />
le speranze del Papa — informa l'Associazione<br />
— come segno di forte richiamo alla comunanza<br />
di valori che devono unire tutti gli uomini<br />
di buona volontà». Nell'occasione gli iscritti<br />
delle 120 sezioni del territorio nazionale dell'Associazione<br />
si sono uniti al Santo Padre anche<br />
nella preghiera.