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.<br />
PAGINA<br />
8 .<br />
<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 16 Dicembre 2001<br />
Giornata di digiuno<br />
per la pace nel mondo<br />
Quella preghiera<br />
in comunione con il Papa<br />
CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 7 ziative promosse nelle varie parrocchie<br />
della diocesi. (arnolfo de vittor)<br />
BOLZANO<br />
BRESSANONE<br />
La diocesi di Bolzano-Bressanone ha<br />
accolto in modo corale l'invito del Santo<br />
Padre a dedicare la giornata di venerdì<br />
14 dicembre al digiuno e alla preghiera<br />
per la pace. In Alto Adige sono stati i vicari<br />
generali di lingua tedesca e italiana<br />
Josef Matzneller e Gabriele Pedrotti a<br />
sollecitare le comunità parrocchiali, le<br />
comunità di vita consacrata, tutti i sacerdoti<br />
e i fedeli a testimoniare concretamente<br />
l'impegno alla pace con la preghiera<br />
e con le offerte. Numerose parrocchie<br />
hanno dato così vita a veglie di<br />
preghiera e ad incontri di sensibilizzazione:<br />
l'Azione Cattolica diocesana, in<br />
particolare, ha dedicato a questo tema<br />
la Santa Messa dei giovani che è stata<br />
celebrata presso la parrocchia bolzanina<br />
della Sacra Famiglia. Le offerte raccolte<br />
nell'occasione sono state destinate, tramite<br />
la Caritas, all'aiuto delle popolazioni<br />
in guerra. (maurizio mellarini)<br />
TRENTO<br />
Nella diocesi di Trento a coordinare le<br />
iniziative della giornata è stata la commissione<br />
«Giustizia e pace» che, con un<br />
intenso lavoro di programmazione, ha<br />
curato i contatti con le numerosissime<br />
parrocchie ed associazioni disponibili ad<br />
accogliere fattivamente l'invito del Papa.<br />
Il Coordinamento Giovani di Mori,<br />
Brentonico e Val di Gresta, nel basso<br />
Trentino, ha così animato la manifestazione<br />
«uniti per la pace illuminiamo la<br />
vita», che ha proposto momenti musicali<br />
e di approfondimento, la fiaccolata attraverso<br />
le vie del borgo e la preghiera<br />
conclusiva. Iniziativa analoga anche a<br />
Tione, centro delle Valli Giudicarie, con<br />
i giovani in prima linea nel coinvolgimento<br />
della popolazione residente e dei<br />
cittadini immigrati. A Mezzolombardo, a<br />
nord di Trento, i fedeli sono stati invece<br />
invitati ad un incontro di preghiera voluto<br />
dal Gruppo missionario, dall'Azione<br />
Cattolica e dai giovani che sono stati a<br />
Taizé. Un altro appuntamento di preghiera,<br />
nella chiesa di san Francesco Saverio<br />
a Trento, è stato curato dal Movimento<br />
Ecclesiale Carmelitano, che ha<br />
devoluto le offerte raccolte durante la<br />
Santa Messa secondo l'intenzione del<br />
Papa. Gli aclisti trentini, dal canto loro,<br />
hanno aderito alla giornata di digiuno<br />
versando l'equivalente della somma che<br />
avrebbero speso per il pranzo per un<br />
progetto di solidarietà con il Mozambico.<br />
In ogni realtà parrocchiale l'eco è<br />
stata comunque vasta, con iniziative e<br />
ritrovi che hanno contrassegnato tutto il<br />
territorio diocesano, a riprova di quanto<br />
i valori della pace e della solidarietà siano<br />
radicati nell'animo della comunità<br />
cristiana. (m.m.)<br />
GORIZIA<br />
Il 14 dicembre 2001 dedicato, secondo<br />
le intenzioni di Giovanni Paolo II, al digiuno<br />
e preghiera per la pace, ha spronato<br />
tutte le parrocchie dell'Arcidiocesi<br />
di Gorizia a riflettere innanzi tutto sul<br />
significato della proposta: «Quanto più<br />
insormontabili sembrano le difficoltà e<br />
oscure le prospettive, tanto più insistente<br />
deve farsi la preghiera per implorare<br />
da Dio il dono della comprensione reciproca,<br />
della concordia e della pace». Le<br />
celebrazioni vespertine dell'Eucaristia<br />
sono state considerate il momento forte<br />
della giornata che ha permesso di verificare<br />
dal punto di vista spirituale, l'efficacia<br />
del digiuno e della preghiera se inseriti<br />
nel clima dell'Avvento e della pace.<br />
Il giorno di digiuno, di preghiera e<br />
di condivisione ha aperto a ulteriori riflessioni<br />
che sono state effettuate oltre<br />
che nelle parrocchie, in comunità più<br />
piccole e all'interno dei vari ordini religiosi<br />
esistenti in Diocesi. L'intervento<br />
dell'Arcivescovo Dino De Antoni mirato<br />
ad armonizzare i vari aspetti liturgicopastorali<br />
delle celebrazioni, del digiuno<br />
e della preghiera, è stato accolto in ogni<br />
parrocchia. A Gorizia anche l'incontro<br />
ecumenico di Avvento, svoltosi presso la<br />
chiesa Evangelica Metodista, con la partecipazione<br />
del Vescovo De Antoni e del<br />
Pastore Andreas Kohn, può considerarsi<br />
nel contesto delle iniziative promosse<br />
per la pace. A chiare lettere è stato detto<br />
che «di fronte alle sofferenze del<br />
mondo la vocazione comune sprona tutti<br />
con forza alla pace e alla preghiera».<br />
I temi della carità, giustizia, pace,<br />
conversione, perdono sono vissuti concretamente:<br />
le case di accoglienza «S.<br />
Giuseppe», «Mons. Faidutti» gestite dalla<br />
Caritas diocesana sono una testimonianza<br />
viva di quanto si può fare qualora si<br />
sia animati dalla solidarietà verso chi ha<br />
bisogno. Anche durante la giornata dedicata<br />
al digiuno (14 dicembre) in questi<br />
centri di accoglienza sono stati ospitati<br />
immigrati provenienti dall'Est.<br />
Durante la giornata si è pure riflettuto,<br />
cogliendo dal vivo della situazione,<br />
sul «comune atteggiamento di religiosa<br />
penitenza, perché accresca la comprensione<br />
reciproca tra cristiani e musulmani,<br />
chiamati più che mai, nell'epoca attuale<br />
ad essere insieme costruttori di<br />
giustizia e di pace». Anche gli aderenti<br />
all'associazione ecclesiale «Concordia et<br />
pax» hanno invitato i propri aderenti italiani,<br />
friulani, sloveni ad unirsi alle ini-<br />
ALESSANDRIA<br />
«Siamo qui anche perché il Santo Padre<br />
ha convocato i credenti nel giorno<br />
in cui i nostri fratelli musulmani terminano<br />
il periodo di un lungo digiuno».<br />
Ha iniziato così l'omelia Monsignor Fernando<br />
Charrier, Vescovo di Alessandria,<br />
celebrando l'Eucaristia nella cattedrale<br />
di Alessandria alle 18 di venerdì 14 dicembre.<br />
Ma che senso ha il digiuno?<br />
Mons. Charrier ha letto le parole del Papa<br />
con le quali ha spiegato il significato<br />
del sacrificio e della preghiera. «Siamo<br />
qui con la sensazione di essere impotenti<br />
di fronte ad una tragedia immane che<br />
si prevede possa dilagare nel mondo —<br />
ha detto ancora — ma il Vangelo di<br />
Giovanni che abbiamo appena ascoltato<br />
contiene un ammonimento chiaro: Dio<br />
ci dice che ci dà la pace non come ce la<br />
dà il mondo. E la difesa di se stessi è<br />
una cosa, altro è la vendetta: per questo<br />
i nostri sentimenti devono essere di pace<br />
e di giustizia, senza dimenticare gli altri<br />
mali del mondo come la fame, le malattie,<br />
il sottosviluppo perché nessuno più<br />
ce ne parla se non la Chiesa».<br />
Da queste riflessioni è necessario convertire<br />
il nostro cuore per capire che<br />
qualcosa o qualcuno si è frapposto nel<br />
progetto di amore di Dio e questa crisi<br />
che l'umanità sta attraversando non è di<br />
morte ma di crescita se cambieremo il<br />
nostro modo di essere.<br />
Monsignor Charrier ha anche accennato<br />
alla necessità di scegliere governanti<br />
costruttori di pace e di «giudicare i segni<br />
dei tempi alla luce della parola di<br />
Dio come faceva Francesco d'Assisi».<br />
Al termine della Celebrazione Eucaristica<br />
è stato esposto il Santissimo Sacramento<br />
per l'adorazione personale e comunitaria.<br />
(marco caramagna)<br />
PADOVA<br />
Niente cibo e una preghiera corale<br />
per la pace nel mondo. La diocesi di Padova<br />
ha accolto l’invito del Papa a pregare<br />
Dio perché conceda al mondo una<br />
pace stabile, fondata sulla giustizia, e<br />
faccia sì che si possano trovare adeguate<br />
soluzioni ai molti conflitti che travagliano<br />
il mondo. Quanto risparmiato dal<br />
digiuno è stato messo a disposizione dei<br />
poveri, in particolare di quanti soffrono<br />
in questo momento le conseguenze del<br />
terrorismo e della guerra.<br />
«Cristo — ha ricordato nel suo messaggio<br />
l’Arcivescovo Antonio Mattiazzo,<br />
Vescovo di Padova — è nato per portare<br />
pace all’umanità: “Gloria a Dio nell’alto<br />
dei cieli e pace in terra agli uomini<br />
che Dio ama”, cantarono gli angeli alla<br />
nascita di Cristo. Ma sono davanti ai nostri<br />
occhi la violenza, le tensioni internazionali,<br />
le gravi ingiustizie, le sofferenze<br />
di tante popolazioni. Il Natale di Cristo<br />
deve spronarci a un intensificato impegno<br />
per vincere le ingiustizie e lavorare<br />
per la pace vera».<br />
Nei diversi vicariati e nelle singole<br />
parrocchie, durante le sante messe e le<br />
veglie di preghiera si è pregato e riflettuto<br />
sui temi della pace. In particolare, la<br />
pastorale sociale, del lavoro, giustizia e<br />
pace, salvaguardia del creato hanno proposto<br />
alle singole parrocchie una serie<br />
di iniziative per favorire la riuscita di<br />
questo particolare evento ecclesiale, prima<br />
fra tutti l’esposizione del Santissimo<br />
Sacramento in tutte le chiese parrocchiali<br />
per garantire una capillarità dei<br />
luoghi di preghiera.<br />
Per far vivere a pieno l’evento, le singole<br />
realtà vicariali della diocesi si sono<br />
impegnate a far conoscere i contenuti e<br />
gli obiettivi di giustizia perseguiti da<br />
realtà internazionali che hanno radici ed<br />
espressioni nel territorio, come il commercio<br />
equo e solidale e il «Cuamm,<br />
Medici con l’Africa». Sono stati anche<br />
organizzati alcuni momenti di riflessione<br />
e di incontro, con i responsabili politici<br />
locali, su tematiche attuali.<br />
Nel vicariato urbano del Bassanello,<br />
per esempio, le chiese delle diverse parrocchie<br />
sono rimaste aperte per l’adorazione<br />
dalle 8 alle 19 con turni di un’ora<br />
ciascuna. Alle ore 19.30 è stata concelebrata<br />
la Santa Messa da tutti i sacerdoti<br />
del vicariato dei Santi Angeli custodi alla<br />
Guizza, dove l’adorazione è proseguita<br />
per tutta la notte.<br />
Per tutta la giornata sono stati numerosi<br />
i fedeli che si sono alternati nell’adorazione<br />
eucaristica predisposta nelle<br />
diverse chiese del vicariato di Piove di<br />
Sacco. In serata, poi, in molti hanno<br />
preso parte alla veglia vicariale, che ha<br />
avuto il suo punto d’incontro nella chiesa<br />
di san Francesco. Il corteo ha poi<br />
raggiunto il duomo di Piove, dove ha<br />
avuto inizio l’incontro di preghiera che<br />
ha coinvolto le numerose parrocchie<br />
della zona.<br />
Nonostante il freddo pungente centinaia<br />
di persone si sono ritrovate al santuario<br />
antoniano di Camposampiero (Padova)<br />
per partecipare al «Pellegrinaggio<br />
francescano per la pace». Il percorso,<br />
fatto di chilometri e preghiera, ha unito<br />
i luoghi in cui è ancora viva la memoria<br />
di sant’Antonio: Camposampiero (dove<br />
il Santo trascorse l’ultimo periodo della<br />
sua esistenza), Arcella e la Basilica di<br />
Padova. Durante il cammino è stato<br />
chiesto al Signore il dono della pace per<br />
ogni paese del mondo e per ogni cuore<br />
di uomo e donna.<br />
Accompagnati dalla preghiera delle<br />
monache Clarisse di Camposampiero, i<br />
pellegrini sono partiti dalla chiesetta del<br />
Noce nel primo pomeriggio di sabato 15<br />
dicembre, percorrendo strade sterrate e<br />
argini silenziosi. In serata, l’arrivo al<br />
santuario dell’Arcella alle porte di Padova,<br />
il conventino presso cui Sant’Antonio<br />
morì.<br />
I giovani hanno portato a turno un<br />
enorme crocifisso dipinto: il crocifisso di<br />
San Damiano, uno dei simboli che i ragazzi<br />
italiani portano alle Giornate mondiali<br />
della Gioventù. Lo stesso sarà in<br />
agosto a Toronto. Al conventino dell’Arcella,<br />
i giovani pellegrini hanno ripreso<br />
a pregare con una veglia penitenziale,<br />
che ha offerto a tutti la possibilità di<br />
confessarsi.<br />
«Se vuoi la pace, devi partire da te,<br />
dal fare pace con Dio e con i fratelli»,<br />
ha ricordato Padre Alberto Tortelli, della<br />
commissione pastorale giovanile dei<br />
francescani conventuali di Padova.<br />
Al termine numerosi ragazzi si sono<br />
alternati per tutta la notte in chiesa, per<br />
sostare in preghiera davanti al Crocifisso<br />
che li ha accompagnati nella dura marcia<br />
della giornata e per chiedere pace e<br />
serenità per ogni fratello e sorella dell’umanità<br />
sofferente. Domenica 16, il pellegrinaggio<br />
conclude il suo cammino in<br />
Basilica del Santo con la solenne celebrazione<br />
della Santa Messa. In questa<br />
occasione avviene il passaggio del testimone:<br />
la Croce di San Damiano parte<br />
alla volta di un’altra regione d’Italia,<br />
l’Emilia Romagna.<br />
Ininterrotta anche l’affluenza di fedeli<br />
alla Basilica del Santo dove, per l’intera<br />
giornata, si è tenuta l’adorazione eucaristica<br />
nella Sala del Capitolo. I molti pellegrini<br />
presenti hanno chiesto a Dio il<br />
dono della pace. Una preghiera espressa<br />
nella pluralità di lingue che da sempre<br />
accomuna i devoti di sant’Antonio sparsi<br />
in tutto il mondo. (c.z.)<br />
AREZZO<br />
Ad Arezzo fin dall'inizio della guerra<br />
in Afghanistan numerosi fedeli si sono<br />
riuniti in Cattedrale ogni venerdì con il<br />
Vescovo Gualtiero Bassetti ai piedi della<br />
Madonna del Conforto per la recita del<br />
Santo Rosarioal fine di ottenerelapace.<br />
Il recente terremoto che ha colpito<br />
l'aretino, rendendo inagibili molte chiese<br />
nella zona della Valtiberina, ha ravvivato<br />
la devozione alla Madonna, che più<br />
volte ha salvato il popolo aretino dal flagello<br />
del terremoto.<br />
Alla recita in Cattedrale si sono unite<br />
le comunità parrocchiali, religiosi e religiose<br />
dei numerosi monasteri di clausura<br />
presenti nella Diocesi di Arezzo, Cortona<br />
e Sansepolcro. Particolarmente significativo<br />
è stato l'incontro interreligioso<br />
tenuto ad Arezzo domenica 11 novembre<br />
in Piazza san Francesco che ha<br />
visto la partecipazione di fedeli islamici<br />
cristiani e buddisti.<br />
L'impegno concreto è stato riassunto<br />
in una parola: la rete; per il passaggio<br />
dalla rete di violenza alla rete di dialogo<br />
e di pace.<br />
«Tutti ci domandiamo, ha affermato<br />
Mons. Bassetti, perché Signore? Ma<br />
neppure questa tragedia, dalle proporzioni<br />
sconfinate, può scardinare dal nostro<br />
animo la convinzione profonda che<br />
né la violenza, né la sopraffazione, né la<br />
distruzione e neppure la morte potranno<br />
essere la parola ultima e definitiva. Il<br />
male e la morte non hanno l'ultima parola<br />
perché Cristo è il vincitore del peccato<br />
e della morte».<br />
In occasione del 14 dicembre Mons.<br />
Bassetti ha ritenuto opportuno inviare<br />
un messaggio a tutta la Diocesi esortando<br />
i fedeli alla giornata di digiuno, preghiera<br />
e carità per implorare la pace. «Il<br />
Papa vuole raggiungere così come in un<br />
abbraccio simbolico ogni uomo in necessità<br />
e perciò chiede a tutti i credenti<br />
di compiere un gesto concreto di carità<br />
per portare la speranza e il pane quotidiano»<br />
ha ricordato Mons. Bassetti. A<br />
questo appello la risposta degli aretini<br />
non è mancata: numerose sono state le<br />
offerte. (andrea barbieri)<br />
SESSA<br />
AURUNCA<br />
Nonostante il freddo pungente, la<br />
pioggia e qualche fiocco di neve, venerdì<br />
sera, 14 dicembre 2001, la comunità<br />
diocesana di Sessa Aurunca si è ritrovata<br />
intorno al Vescovo, Mons. Antonio<br />
Napoletano, a conclusione della giornata<br />
di digiuno e di preghiera, indetta dal<br />
Santo Padre per impetrare la pace. Scenario<br />
di questo appuntamento serale,<br />
svoltosi dalle ore 20 alle ore 21.30 è stata<br />
la Chiesa di San Francesco in Casanova<br />
di Carinola, luogo ideale per il raccoglimento,<br />
ma anche per il significato<br />
simbolico che ha per la Diocesi. L’antico<br />
ed artistico convento, opera del XIII<br />
secolo, si fa risalire allo stesso san Francesco<br />
d’Assisi, che qui in questo luogo<br />
fu sicuramente di passaggio.<br />
Il rito liturgico, incentrato sull’Adorazione<br />
eucaristica, è durato un’ora, nel<br />
corso del quale oltre all’ascolto della parola<br />
di Dio, all’omelia del Vescovo, la<br />
comunità ha elevato al Signore la preghiera<br />
spontanea per la pace ed ha consegnato<br />
il frutto della giornata di digiuno<br />
nelle mani del Vescovo. Offerte che<br />
la Diocesi provvederà a trasferire alla<br />
Santa Sede, secondo le indicazioni date<br />
dal Vaticano. Ampia la partecipazione<br />
dei fedeli della Diocesi all’iniziativa del<br />
Santo Padre, tra cui molti giovani. Generosa<br />
è stata l’offerta che dalla comu-<br />
nità diocesana ha voluto destinare per le<br />
vittime della guerra e del terrorismo.<br />
Ma la celebrazione è stata una fausta<br />
occasione per ricordare l’impegno dei<br />
cristiani a favore della pace, soprattutto<br />
attivando tutti quei meccanismi in grado<br />
di sviluppare a livello locale la tolleranza,<br />
il dialogo interreligioso ed interculturale,<br />
la solidarietà e la giustizia. Su questi<br />
temi, infatti, si è incentrata l’omelia<br />
che il Vescovo di Sessa Aurunca ha tenuto<br />
durante la liturgia della parola.<br />
«Sull’esempio di San Francesco d’Assisi<br />
— ha detto Mons. Napoletano — che<br />
seppe coniugare perfettamente nel suo<br />
motto la pace ed il bene, anche noi siamo<br />
chiamati ad essere promotori di pace<br />
e di bontà dovunque il Signore ci<br />
chiama a vivere la nostra scelta battesimale».<br />
Particolarmente toccante è stato<br />
il momento in cui il cappellano del carcere<br />
di Carinola, don Andrea Verrillo,<br />
ha letto la preghiera per la pace che i<br />
detenuti della locale casa circondariale<br />
hanno voluto far pervenire quale loro<br />
spirituale adesione all’iniziativa del Santo<br />
Padre e del Vescovo diocesano. «Fallo<br />
per carità, per il prossimo Natale porta<br />
pace all’intera umanità e fa incontrare<br />
Americani ed Afghani, cristiani e musulmani<br />
intorno al tavolo dell’amicizia e<br />
della reciproca accoglienza».<br />
A conclusione della celebrazione è stato<br />
consegnato, alle diverse centinaia di<br />
partecipanti, il messaggio del Papa per<br />
la Giornata Mondiale della Pace del 1°<br />
Gennaio 2002, incentrato sullo stretto<br />
rapporto tra pace, giustizia e perdono.<br />
La Diocesi di Sessa Aurunca che si<br />
caratterizza con una forte presenza di<br />
immigrati, molti dei quali provenienti<br />
dal mondo arabo e, quindi, di religione<br />
islamica, si è fatta carico di incentivare<br />
l’attività pastorale per favorire quei processi<br />
di integrazione sociale di cittadini<br />
appartenenti ad altre culture ed altri popoli,<br />
ma ai quali la comunità cristiana è<br />
particolarmente vicina con una serie di<br />
iniziative e di aiuti. Le Caritas parrocchiali<br />
sono operative per aiutare proprio<br />
questi cittadini, sia con gli aiuti materiali<br />
e sia con il supporto psicologico e sociale<br />
per il loro positivo inserimento sul<br />
territorio. Incontri di preghiera tra le<br />
varie religioni sono assicurati nel corso<br />
dell’anno e soprattutto in occasione di<br />
alcuni fatti particolari, come quelli dei<br />
tragici avvenimenti dell’11 settembre e<br />
della guerra in Afghanistan. Tolleranza<br />
ed accoglienza sono gli atteggiamenti<br />
più ricorrenti tra tutti i cittadini della<br />
Diocesi, dove è vivo il senso dell’ospitalità<br />
e della solidarietà. (antonio rungi)<br />
MAZARA<br />
DEL VALLO<br />
«L'ora che viviamo è carica di preoccupazione<br />
per la pace del mondo», così<br />
il Vescovo Mons. Emanuele Catarinicchia<br />
ha esordito nel suo messaggio alla<br />
Chiesa di Mazara, mentre esorta clero e<br />
fedeli al digiuno nella giornata di venerdì,<br />
14 dicembre. Il Santo Padre aveva<br />
invitato tutti i cattolici ad unirsi a Lui<br />
nella preghiera e nel digiuno per questa<br />
data perché «quanto più insormontabili<br />
sembrano le difficoltà ed oscure le prospettive,<br />
tanto più insistente deve farsi<br />
la nostra preghiera per implorare da Dio<br />
il dono della comprensione reciproca,<br />
della concordia e della pace». Il Vescovo<br />
Catarinicchia nell'accogliere l'invito del<br />
Sommo Pontefice ha ribadito nel messaggio<br />
che il digiuno è segno penitenziale<br />
che avvalora la richiesta di perdono e<br />
l'invocazione della riconciliazione e della<br />
pace. Digiunare è atto di amore e di<br />
umiltà profondo, è riaffermare la validità<br />
delle parole dal Signore quando replicò<br />
a Satana: «Non di solo pane vive<br />
l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla<br />
bocca di Dio». Da qui l'invito del Vescovo<br />
al presbiterio diocesano e ai fedeli ad<br />
attuare, in concomitanza con i fratelli<br />
islamici del mondo e, in particolare, con<br />
la comunità islamica, assai numerosa,<br />
presente nella diocesi, che conclude il<br />
grande digiuno del Ramadan, una giornata<br />
d'impegno nella preghiera e nell'ascolto<br />
della Parola di Dio. Nella giornata<br />
di venerdì 14 il Vescovo, il clero e le associazioni<br />
laicali si sono riuniti nella Basilica<br />
Cattedrale in ascolto della Parola,<br />
in atteggiamento di digiuno e preghiera.<br />
L'equivalente del risparmio in cibo sarà<br />
offerto in favore dei bambini afgani,<br />
drammaticamente colpiti dalla guerra<br />
che incalza in quei territori, attraverso<br />
la Caritas diocesana. Lo stesso sarà attuato<br />
in tutte le foranie della Diocesi,<br />
dove la comunità dei parroci ha già sensibilizzato<br />
tutte le associazioni laicali e<br />
le comunità parrocchiali per attuare un<br />
giorno di penitenza e preghiera per la<br />
pace nel mondo. L'invito del Vescovo<br />
ha trovato pieno consenso in tutta la<br />
Diocesi e il suo messaggio ha riscosso<br />
larghi consensi ed approvazione nelle<br />
varie comunità di immigrati islamici che<br />
hanno apprezzato la nota del Vescovo<br />
con la quale invitava a tradurre la giornata<br />
di digiuno in gesti concreti di rinnovamento<br />
spirituale e carità verso i fratelli<br />
oppressi, che vivono il dramma di<br />
una guerra assurda e devastatrice. Il Vescovo<br />
ha esortato i parroci della diocesi<br />
e i Rettori dei santuari diocesani a celebrare<br />
il primo gennaio la giornata per la<br />
pace nell'umiltà più profonda per implorare<br />
dall'Altissimo la cessazione di ogni<br />
azione bellica ed il ripristino della pace<br />
nel mondo nella giustizia tra i popoli,<br />
nella legalità e nella carità verso i fratelli<br />
di qualunque credo e religione. (pietro<br />
pisciotta)<br />
Il giubileo sacerdotale<br />
di Mons. Pier Giuliano Tiddia<br />
Arcivescovo di Oristano<br />
La Chiesa arborense è in festa per il<br />
giubileo sacerdotale del suo Pastore<br />
Mons. Pier Giuliano Tiddia, ordinato<br />
presbitero il 16 dicembre cinquant'anni<br />
fa, dall'allora Arcivescovo di Cagliari<br />
Mons. Paolo Botto.<br />
Mons. Tiddia l'ha voluto celebrare il<br />
13 dicembre, con qualche giorno di<br />
anticipo, con il suo presbiterio che<br />
mensilmente si riunisce per il ritiro il<br />
secondo giovedì del mese.<br />
Erano presenti tutti i membri del capitolo<br />
metropolitano, i parroci, i presbiteri<br />
religiosi, i seminaristi del Seminario<br />
diocesano regionale.<br />
Partecipava anche una folta assemblea<br />
di fedeli, anche se la celebrazione<br />
ufficiale a livello diocesana è stata spostata<br />
alla solennità del Natale.<br />
Il settimanale diocesano «Vita Nostra»<br />
reca il saluto augurale del Vicario<br />
generale, Mons. Mario Carrus, che ricorda<br />
rapidamente gl'impegni pastorali<br />
affidati a Mons. Tiddia dopo l'ordinazione,<br />
dai quali si desume immediatamente<br />
in quale considerazione fosse tenuto<br />
dall'Arcivescovo della sua Arcidiocesi,<br />
Mons. Botto, il quale volle fargli<br />
proseguire gli studi a Roma sino al<br />
conseguimento della laurea in Diritto<br />
canonico. In seguito Don Tiddia fu nominato<br />
parroco di Villa S. Pietro, Assistente<br />
diocesano della F.U.C.I., vice<br />
Cancelliere Arcivescovile, Notaro del<br />
Tribunale Ecclesiastico Regionale per<br />
le cause matrimoniali, Difensore del<br />
Vincolo del medesimo Tribunale, Direttore<br />
spirituale prima e poi Rettore<br />
del Seminario Arcivescovile.<br />
Mons. Giuseppe Bonfiglioli, succeduto<br />
al Cardinale Sebastiano Baggio<br />
nel governo dell'Arcidiocesi di Cagliari,<br />
volle che Don Pier Giuliano Tiddia fosse<br />
elevato alla dignità Episcopale, e<br />
quindi fosse suo Vescovo ausiliare. Negli<br />
undici anni di episcopato come Ausiliare<br />
di Cagliari Mons. Tiddia fu anche,<br />
in diversi tempi, Amministratore<br />
Apostolico di Lanusei prima e di Ales-<br />
Terralba poi, e infine, il 30 novembre<br />
1985 fu elevato alla Cattedrale Arcivescovile<br />
di Oristano, dove fece il suo ingresso<br />
solenne il 1° febbraio 1986.<br />
«Quindi da 16 anni — come scrive<br />
Mons. Carrus — è guida vigile, operosa,<br />
generosa di questa nostra comunità<br />
diocesana». I 50 anni di sacerdozio di<br />
Mons. Tiddia sono caratterizzati dal vivo<br />
fervore della sua dedizione pastorale<br />
secondo e oltre le esigenze dei campi<br />
specifici affidatigli dal Signore.<br />
Monsignor Tiddia celebra il suo giubileo<br />
sacerdotale anche con la sua prima<br />
parrocchia Villa S. Pietro il 15, a Sarroch<br />
suo paese natale il 16, e poi nei<br />
giorni seguenti nelle parrocchie urbane<br />
per la Novena di Natale, il 23 visita i<br />
malati dell'ospedale, il 24 celebra per i<br />
carcerati, il 1° gennaio nella Casa di<br />
Riposo E. d'Arborea. Egli è un pastore<br />
sempre intento alla cura del suo gregge.<br />
Egli almeno una volta all'anno visita<br />
tutte le ottantacinque parrocchie<br />
della Diocesi.<br />
Oltre la presenza fisica è frequente<br />
quella epistolare, con le lettere e documenti<br />
pastorali che lo scorso anno sono<br />
stati raccolti e pubblicati in un volume<br />
dal titolo «Tutto io faccio per il<br />
Vangelo» egregiamente presentato dal<br />
Direttore dell'Ufficio Stampa diocesano<br />
Mons. Clemente Caria come omaggio<br />
dell'Arcidiocesi per il XXV dell'ordinazione<br />
episcopale del Presule, e del<br />
XIV del suo ingresso in diocesi. Si tratta<br />
di un volume di 760 pagine, che è<br />
anzitutto documentazione su una persona,<br />
un Arcivescovo, sulla sua visione<br />
pastorale, i suoi principi ispiratori.<br />
«Ma è anche — ha detto il curatore<br />
del volume — un concentrato di informazione<br />
che coprono quindici anni di<br />
vita di una diocesi e di un territorio:<br />
mondo del lavoro, popolazione di campagna,<br />
categorie professionali, un clero<br />
in costante diminuzione, i fermenti<br />
di una nuova società, i modificati sistemi<br />
di vita, le difficili interrelazioni sociali<br />
o familiari».<br />
Tutto questo è stato ampiamente testimoniato<br />
dagli oltre cento presbiteri<br />
che hanno voluto concelebrare col loro<br />
Arcivescovo nella festa dei suoi 50<br />
anni di sacerdozio.<br />
Mons. Tiddia ne ha parlato nel presiedere<br />
la solenne Eucaristia. Anzitutto<br />
ha voluto esprimere la sua gratitudine<br />
alle Tre Divine Persone, fonte di ogni<br />
bene e sorgente di ogni grazia. Poi rivolto<br />
ai sacerdoti ha detto: «Dico di<br />
cuore grazie anche a voi, cari sacerdoti,<br />
che avete voluto starmi vicino, come<br />
già nello scorso anno per il mio<br />
XXV di episcopato. Mi sento legato a<br />
voi che prima di me avete celebrato i<br />
50 anni di sacerdozio, perché il Signore<br />
vi aiuti ad essere sempre fervidamente<br />
impegnati nella comunità sacerdotale<br />
e diocesana; unito a quanti sono<br />
avviati a quella meta, perché sentano<br />
più intima la gioia del sacerdozio;<br />
sono vicino a tutti i seminaristi che si<br />
preparano al sacerdozio, perché restino<br />
disponibili al Signore, che farà in<br />
loro grandi cose e perciò chiede l'apertura<br />
del cuore che in nome di Cristo si<br />
prepara alle cose grandi. Ho presenti<br />
in questo momento i sacerdoti malati,<br />
che si uniscono presentando al Signore<br />
le loro sofferenze. Ricordo con affetto<br />
i sacerdoti defunti, quelli in particolare<br />
che ho conosciuto nel tempo del mio<br />
governo pastorale. Un ricordo affettuoso<br />
per i Vescovi miei predecessori,<br />
quelli che ho personalmente incontrato:<br />
Mons. Ernesto Maria Piovella,<br />
Mons. Giuseppe Cognoni, Mons. Sebastiano<br />
Fraghì, Mons. Francesco Spanedda.<br />
Per voi tutti prego, a tutti chiedo<br />
perdono per le mie mancanze nel<br />
mio compito pastorale».<br />
Poi ha brevemente commentato i<br />
brani biblici da Lui scelti per la celebrazione.<br />
Quindi ha così concluso: «Infine<br />
ci auguriamo a vicenda la gioia di<br />
esser preti. Invochiamo Maria, che fu<br />
invitata dall'Angelo ad accogliere la<br />
sua missione con la parole: Rallegrati.<br />
Essa capì quell'invito, le rimase vivo<br />
nel cuore e lo attualizzò quotidianamente<br />
col Magnificat, che ha consegnato<br />
alla Chiesa, a ciascuno di noi.<br />
Con questa intenzione invochiamo Maria<br />
sorgente della nostra gioia, Regina<br />
della pace. Nostra Signora del Rimedio,<br />
e della Buona Accoglienza. “La<br />
gioia del sacerdote non è sempre facile,<br />
non può essere superficiale. L'unzione<br />
dello Spirito Santo, scaccia dall'animo<br />
la mondana tristezza che non<br />
è secondo Dio. La gioia del prete, la<br />
gioia di essere prete è seme di fede, è<br />
seme di amore alla Chiesa, è seme di<br />
vocazione al sacerdozio e alla vita religiosa.<br />
Quando la gioia dello Spirito<br />
Santo, diventa profonda, calma, continua,<br />
allora si chiama pace. I sacerdoti<br />
devono essere possessori di questa pace,<br />
perché devono augurarla e donarla<br />
al popolo nelle azioni liturgiche. Credo<br />
che sia ormai urgente e più salvifico<br />
che la nostra attenzione venga conquistata<br />
dal fascino del Signore e dei suoi<br />
misteri; più che alla nostra povertà<br />
giova adesso guardare alla sua ricchezza;<br />
più che elencare le debolezze del<br />
nostro servizio, è bello e opportuno lasciarsi<br />
pervadere della forza unificante<br />
che promana da lui”. Così si esprimeva<br />
con i suoi sacerdoti il Card. Giovanni<br />
Colombo, Arcivescovo di Milano in<br />
un'epoca non certo facile, quella della<br />
contestazione; così voglio esprimermi<br />
io con voi, augurandovi di cercare,<br />
scoprire, gustare, predicare e trasmettere<br />
la gioia del vostro sacerdozio: la<br />
potrete trovare e riconoscere sul volto<br />
di Cristo; è il volto di colui che ci ha<br />
consacrato col dono dello Spirito, colui<br />
che ci accompagna ogni giorno,<br />
perché vuole restare con noi, colui che<br />
ci accoglierà e, come ci ha promesso,<br />
si cingerà e passerà a servirci. “Beati<br />
quei servi” (Lc 12,37)».<br />
Dopo la Celebrazione Eucaristica si<br />
è ritrovato con i sacerdoti per un incontro<br />
fraterno da Lui voluto, come in<br />
ogni giornata di ritiro, in Seminario, e<br />
con i familiari del clero: particolare<br />
che ormai da anni consolida attorno a<br />
lui un affetto pastorale, paterno e fraterno<br />
insieme, nella comunione di questa<br />
Santa Chiesa arborense.<br />
GIOVANNI MARIA COSSU<br />
Nella chiesa romana<br />
di santa Dorotea<br />
concerto di Natale<br />
dei «Pueri cantores»<br />
della Cappella Sistina<br />
La Giornata dedicata al digiuno per<br />
la pace si è conclusa nella parrocchia<br />
di Santa Dorotea a Porta Settimiana in<br />
Trastevere con un «Concerto di Natale»<br />
dei «Pueri Cantores» della Cappella<br />
Sistina diretti dal Maestro don Marcos<br />
Pavan. All'organo sedeva il Maestro<br />
Gianluca Libertucci. In programma<br />
cinque pezzi del Maestro della Cappella<br />
Sistina Giuseppe Liberto, di Mendelssohn,<br />
di Somma e di Faure. «Vieni,<br />
Signore Gesù», «Gaude, Virgo»,<br />
«Loda il Signore», «Veni, Domine»,<br />
«Mater cantans Filio», «Maria, Mater<br />
Gratiae», «La luce della stella», «Da pacem,<br />
Domine», «Gli angeli delle campagne»,<br />
«Astro del ciel»; «Adeste fideles».<br />
Melodie celebri, melodie di recente<br />
composizione del Maestro Liberto,<br />
musiche che segnano il tempo dell'attesa<br />
e della speranza. Le voci bianche<br />
della Sistina compongono per davvero<br />
un coro d'eccezione. Bravura, capacità<br />
dei piccoli di cantare all'«unisono», voci<br />
celesti capaci di elevare il cuore e<br />
l'anima verso pensieri alti e sublimi.<br />
Tanti gli applausi per i piccoli e il loro<br />
Maestro Pavan.<br />
Al termine del Concerto il parroco<br />
Padre Umberto Fanfarillo ringraziava i<br />
ragazzi per la loro bravura e la loro testimonianza<br />
ed inviava un corale augurio<br />
di pace ai bambini che soffrono in<br />
Afghanistan, nei Territori dell'Autorità<br />
Palestinese, in Israele e negli altri luoghi<br />
di conflitto e di morte. Tra i presenti<br />
anche Mons. Giuseppe Liberto,<br />
Direttore della Cappella Sistina, sacerdoti,<br />
religiosi e religiose delle parrocchie<br />
di Trastevere.<br />
Al termine i presenti hanno dato la<br />
loro offerta per le vittime della guerra<br />
in Afghanistan e per i profughi in Pakistan.<br />
Con questo secondo Concerto la<br />
parrocchia di santa Dorotea ha aperto<br />
un nuovo ciclo per sensibilizzare fedeli<br />
e visitatori ai valori alti della musica e<br />
della solidarietà. (g.g.)