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AFRICA<br />
PAGINA<br />
10 .<br />
Il cammino<br />
della Chiesa<br />
AFRICA DEL NORD Intervento di Mons. Teissier<br />
I cristiani testimoni<br />
di dialogo con l’Islam<br />
La presenza dei cristiani nei territori<br />
del Maghreb è il segno più tangibile<br />
dei frutti del dialogo con il mondo<br />
islamico. A sottolinearlo era stato<br />
l’Arcivescovo di Algeri, Mons. Henry<br />
Teissier, durante la Conferenza tenuta<br />
alla conclusione dell’incontro delle<br />
Chiese del Nord e del Sud Sahara<br />
svoltosi a Rabat (Marocco) nei mesi<br />
scorsi. Il tema è stato proprio «Testimonianza<br />
delle Chiese del Maghreb».<br />
Nella sua prolusione Mons. Teissier<br />
ha detto che le comunità ecclesiali<br />
del Nord Africa sono «coscienti di<br />
dover dare un segno evangelico in<br />
paesi quasi totalmente musulmani».<br />
La maggior parte dei fedeli e del<br />
clero è estera: sacerdoti, religiosi e<br />
religiose, laici consacrati, europei rimasti<br />
dopo la fine della colonizzazione,<br />
cristiane sposate con musulmani,<br />
tecnici, diplomatici, studenti e migranti<br />
dell’Africa.<br />
La quasi totalità del clero e un<br />
gran numero di laici sono impegnati<br />
in «servizi umanitari o di sviluppo<br />
che pongono i cristiani in un atteggiamento<br />
«diaconale» accanto ai loro<br />
fratelli e sorelle dell’Islam». Sono numerose<br />
le opere di assistenza gestite<br />
dai cristiani come asili, scuole, centri<br />
di formazione femminile, biblioteche<br />
per studenti, dispensari, cliniche, ricoveri<br />
per anziani, centri di accoglienza<br />
per ragazze madri, attività di<br />
sostegno a favore di handicappati, famiglie<br />
bisognose, artigiani, piccoli<br />
agricoltori. Specie in Tunisia e Marocco,<br />
questi servizi sono assicurati,<br />
direttamente dalle istituzioni ecclesiali.<br />
In altri casi sono condotti sostenendo<br />
associazioni musulmane o<br />
strutture parastatali (Mezzaluna Rossa<br />
ecc.).<br />
Rilevante è l’apporto delle religiose<br />
(infermiere, insegnanti, maestre d’asilo),<br />
e Mons. Teissier nota che «il<br />
<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì 20 Dicembre 2001<br />
REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO Alla periferia di Kinshasa<br />
L'opera di una religiosa del Sacro Cuore<br />
per la promozione della dignità della donna<br />
A Kimbanseke, nella parrocchia di<br />
Saint Mbaga situata nella parte Est dell'Arcidiocesi<br />
di Kinshasa, Maria Fernandez,<br />
religiosa delle Suore del Sacro Cuore,<br />
è molto conosciuta come «suor Esengo»<br />
(parola della lingua congolese lingala<br />
che significa «gioia») per la vitalità di<br />
cui dà prova nel suo impegno a favore<br />
delle donne.<br />
Consigliera del gruppo per le Donne<br />
sole con Gesù e di quello delle «Mamme<br />
bongisa» (parola del lingala che si traduce<br />
con sviluppare o rimettere in movimento),<br />
la religiosa di nazionalità spagnola<br />
è in un certo senso l'anima di<br />
queste due associazioni per l'inquadramento<br />
che offre loro e per le sue iniziative<br />
nella lotta che la donna cristiana<br />
congolese conduce per il suo sviluppo e<br />
per quello della società.<br />
Le Donne sole con Gesù sono circa<br />
300 nella parrocchia di Saint Mbaga, in<br />
un comune popoloso e povero di Kin-<br />
Benin: ordinati<br />
due presbiteri<br />
camilliani<br />
Si aggiungono nuove forze al<br />
servizio dei malati in Benin: recentemente<br />
sono stati ordinati<br />
due nuovi sacerdoti dell’ordine<br />
san Camillo de' Lellis, la cui missione<br />
è proprio servire i malati.<br />
Fratel Valentin Alognon e fratel<br />
Aristide Vissienon hanno ricevuto<br />
l’ordinazione sacerdotale nella<br />
chiesa di Saint-Jean-Baptiste di<br />
Cotonou.<br />
La cerimonia è stata presieduta<br />
da Mons. Marcel Honorat Léon<br />
Agboton, Vescovo di Porto Novo,<br />
insieme a Mons. Gilbert Dagnon,<br />
Vicario generale dell’Arcidiocesi<br />
di Cotonou. Erano presenti 40 sacerdoti<br />
e una piccola folla di amici,<br />
parenti, parrocchiani.<br />
Camillo de' Lellis fondò nel<br />
1582 la prima comunità, con lo<br />
scopo di servire i malati con passione,<br />
zelo e carità. In Africa missionari<br />
dell’ordine sono presenti<br />
in Burkina Faso, Kenya, Tanzania,<br />
Madagascar, e Benin. In questo<br />
Paese l’opera dei medici missionari<br />
è fondamentale. Non esiste<br />
un sistema sanitario gratuito<br />
— solo il 20 % della popolazione<br />
può permettersi un sistema mutualistico<br />
—, gli ospedali sono a<br />
pagamento, la medicina tradizionale<br />
è ancora molto utilizzata.<br />
volto della Chiesa è, per molti maghrebini,<br />
anche quello delle suore.<br />
È un volto che esprime l’amore<br />
evangelico per i poveri e i piccoli».<br />
Un’altra caratteristica della Chiesa<br />
del Maghreb è quella di essere «Chiesa<br />
dell’incontro». L’attività di assistenza<br />
genera numerosi incontri tra<br />
cristiani e musulmani, sia con i beneficiari<br />
dei servizi che con i loro familiari.<br />
Si creano spesso in questo modo<br />
«scambi molto profondi», un dialogo<br />
quotidiano alimentato anche in<br />
piccoli gruppi di condivisione tra le<br />
due fedi. A questo si aggiungono iniziative<br />
ufficiali come l’incontro di<br />
preghiera islamico-cristiano nella cattedrale<br />
di Rabat promosso dal Re del<br />
Marocco.<br />
Le comunità ecclesiali del Maghreb<br />
diventano quindi «segno» di<br />
presenza cristiana amica in luoghi<br />
caratterizzati in passato da profonde<br />
tensioni con i musulmani. Queste<br />
tensioni sono ormai superate in gran<br />
parte della regione. Mons. Teissier<br />
esprime la speranza «che il segno donato<br />
sia un segno evangelico e anzi<br />
di più, un segno quasi sacramentale».<br />
Vi sono piccoli segni di questa condivisione<br />
come il numero crescente di<br />
musulmani che chiedono ai loro amici<br />
cristiani di pregare per loro, per la<br />
loro famiglia e per il loro Paese.<br />
Questo — è la conclusione — «aggiunge<br />
un’altra dimensione alla fedeltà<br />
della nostra Chiesa, che è quella<br />
dell’offerta e della preghiera per tutti».<br />
Il Sinodo dei Vescovi sul tema «Il<br />
Vescovo servitore del Vangelo di Gesù<br />
Cristo per la speranza del mondo»,<br />
che si è tenuto a Roma dal 30<br />
settembre al 27 ottobre 2001, indica<br />
la strada alle Chiese nord-africane:<br />
portare la speranza cristiana a tutti<br />
gli uomini.<br />
shasa i cui abitanti dispongono di entrate<br />
molto modeste.<br />
Le componenti di questo gruppo hanno<br />
creato un giardino d'infanzia. Queste<br />
cristiane si aiutano a vicenda e sono riuscite<br />
a sviluppare un'azione di assistenza<br />
per le vedove. Contano di lanciare un<br />
progetto per l'educazione dei bambini.<br />
Hanno anche aperto una casa che ospiterà<br />
un laboratorio destinato alle ragazze<br />
madri per permettere loro di imparare<br />
diversi mestieri (cucito, acconciatura,<br />
pronto soccorso) e le attività domestiche.<br />
Le componenti del gruppo si occupano<br />
dei bambini orfani e degli anziani,<br />
questi ultimi rifiutati dai loro parenti<br />
che li accusano di essere degli stregoni.<br />
La parrocchia si fa carico delle spese<br />
scolastiche degli orfani.<br />
Suor Maria Fernandez, parlando il 15<br />
ottobre scorso della sua esperienza in<br />
seno al gruppo delle Donne sole con Gesù,<br />
si è detta colpita dallo spirito di solidarietà<br />
che le anima e dalla serietà del<br />
loro impegno.<br />
La religiosa le assiste come consigliera<br />
da cinque anni.<br />
In quest'anno 2001 l'impegno della religiosa<br />
per la promozione della donna, e<br />
in generale per la promozione umana,<br />
l'ha portata a svolgere la sua attività<br />
apostolica come consigliera anche nel<br />
gruppo delle «Mamme bongisa».<br />
Sono una sessantina, distribuite nelle<br />
30 comunità ecclesiali di base (CEB) che<br />
operano nel territorio di Saint Mbanga.<br />
Sono particolarmente attive nell'ambito<br />
dell'alimentazione.<br />
Assistono circa seicento bambini malnutriti<br />
nelle diverse CEB o nelle strutture<br />
sanitarie connesse a questa attività.<br />
Suor Maria Fernandez, dinanzi all'impegno<br />
di questi due gruppi di donne a<br />
Saint Mbaga, ha sottolineato con dolore<br />
l'eccessiva miseria presente nella parrocchia<br />
che limita fortemente le possibilità<br />
d'intervento. Ha anche osservato, con la<br />
morte nell'anima, come il fenomeno della<br />
stregoneria o «kindoki» stia assumendo<br />
dimensioni inquietanti, alimentato<br />
paradossalmente proprio dalla grande<br />
miseria della gente.<br />
La religiosa ha anche rivelato che, a<br />
causa di questa piaga, persone innocenti<br />
sono ingiustamente gettate in strada e<br />
costrette a vivere in condizioni molto<br />
precarie e aberranti.<br />
Poi ha voluto portare una testimonianza<br />
come luce di speranza per un futuro<br />
comunque diverso, come solo l'amore<br />
e la carità possono generare proprio<br />
uno di questi bambini che hanno<br />
vissuto questo dramma è stato adottato<br />
da una famiglia che frequenta la parrocchia.<br />
«Siamo consapevoli dell’enorme peso<br />
economico che già condividete.<br />
D’altronde, l’iniziativa di fondare un’Università<br />
cattolica può essere realizzata<br />
solo con il vostro supporto e impegno».<br />
È l’appello a favore della raccolta<br />
di fondi per l’ateneo cattolico contenuto<br />
nella Lettera Pastorale di Mons.<br />
Peter Turkson, Arcivescovo di Cape<br />
Coast e Presidente della Conferenza<br />
Ghana: l’Università Cattolica, una risorsa per la Chiesa e per il Paese<br />
CIAD I primi cinquant'anni della parrocchia di Baïbokoum retta dai frati Cappuccini<br />
Apostolato e catechesi tra le tribù Mbum<br />
per un futuro di convivenza e di pace<br />
La vita in Ciad si concentra quasi interamente<br />
nel Sud, dove scorrono il<br />
Chari e il Logone. Qui è la culla del cattolicesimo,<br />
che vi arrivò nel 1929 con i<br />
Padri dello Spirito Santo di Parigi, uno<br />
dei quali, P. Herriau, giunse in bicicletta<br />
da Bangui, capitale dell’allora Oubangui-<br />
Chari e oggi Repubblica Centrafricana.<br />
Essi si fermarono a Kou, un villaggio<br />
non lontano da Baïbokoum, dove un<br />
cippo ne tramanda la memoria.<br />
Agli Spiritani seguirono nel 1929 due<br />
Frati Minori Cappuccini della Provincia<br />
di Tolosa, P. Fortunat Goussaurd e P.<br />
Clément Sirgue, che divenne il primo<br />
Prefetto Apostolico di Moundou, carica<br />
a cui poi rinunciò per lavorare come<br />
semplice missionario. Nel 1952 P. Fortunat<br />
fondò la parrocchia di Baïbokoum,<br />
la quale si appresta, quindi, a celebrare<br />
il 50° di fondazione. Oggi essa è retta<br />
dai Cappuccini di Foggia, che vi lavorano<br />
dal 1965 e che ne hanno fatto non<br />
solo un centro di evangelizzazione, ma<br />
anche un piccolo laboratorio di cultura<br />
in cui si studiano la lingua e i costumi<br />
dei Mbum, una delle tante tribù che vivono<br />
nella zona.<br />
Le maggiori realizzazioni riguardano<br />
la catechesi, la promozione e lo sviluppo.<br />
Per la prima essi hanno aperto il<br />
centro catechistico di Bam, che può accogliere<br />
14 famiglie (è ormai comune la<br />
tendenza a coinvolgere nella catechesi i<br />
catechisti e la loro famiglia), e varie<br />
chiese o cappelle nei villaggi.<br />
Per la promozione va segnalata l’apertura<br />
di vari ordini di scuole, da quelle<br />
primarie e secondarie di Goré, al «Licée<br />
d’Italie» di Baïbokoum, frequentato da<br />
800 alunni/e che, volendo, possono restarvi<br />
dalle secondarie al baccalaureato.<br />
Il liceo ha segnato una svolta sensibile<br />
nella vita della cittadina che confina con<br />
la Repubblica Centrafricana e il Camerun,<br />
perché, nonostante sia attivo da pochi<br />
anni, ha preparato giovani e ragazze<br />
che stanno entrando nell’amministrazione<br />
pubblica, perfezionando una tradizio-<br />
La religiosa spera che altre famiglie<br />
cristiane adottino in futuro questi bambini<br />
vittime di una credenza pericolosa<br />
che li condanna a una vita di miseria.<br />
Suor Maria Fernandez fa anche parte<br />
della Commissione per lo Sviluppo della<br />
parrocchia di Saint Mbaga, della quale è<br />
consigliera.<br />
È arrivata nella Repubblica Democratica<br />
del Congo nel 1965. Ha operato nella<br />
Diocesi di Kole e in altre comunità<br />
della sua congregazione a Kinshasa, fra<br />
cui Limwenza e Gombe.<br />
Aveva già esercitato il suo apostolato<br />
parrocchiale a Saint Mbaga negli anni<br />
dopo il suo arrivo a Kinshasa. La Congregazione<br />
delle Suore del Sacro Cuore<br />
a cui appartiene è giunta nella Repubblica<br />
Dem ocratica del Congo nel 1927.<br />
Attualmente presente nella capitale<br />
congolese e nella provincia del Basso<br />
Congo, questa congregazione comprende<br />
una sessantina di suore (per la maggior<br />
parte congolesi). La Madre Provinciale<br />
è suor Mukoko.<br />
Eretta in Nigeria<br />
la Diocesi di Nnewi<br />
In Nigeria è stata recentemente<br />
eretta la Diocesi di Nnewi, con territorio<br />
dismembrato dall’Arcidiocesi di<br />
Onitsha, ed è stata resa suffraganea<br />
della medesima Chiesa metropolitana.<br />
La nuova Diocesi di Nnewi comprenderà<br />
i distretti civili di Nnewi<br />
North, Nnewi South, Ekwusigo, Ihiala<br />
meno la zona di Uli, finora compresi<br />
nell’Arcidiocesi di Onitsha.<br />
La nuova Diocesi è stata eretta<br />
perché un buon numero di cattolici<br />
partecipa attivamente alla vita della<br />
Chiesa e ha bisogno di una maggiore<br />
attenzione e per far fronte alla proliferazione<br />
di sètte.<br />
Il Vescovo, Hilary Paul O. Okeke,<br />
primo Presule di Nnewi, avrà la sua<br />
sede a Nnewi, dove esiste già una<br />
chiesa parrocchiale dedicata a «Our<br />
Lady of Assumption», che diverrà la<br />
Cattedrale.<br />
Mons. Okeke è nato il 21 gennaio<br />
1947 a Utuh, Arcidiocesi di Onitsha.<br />
Ha studiato in patria ed a Roma, laureandosi<br />
in Diritto canonico all’Università<br />
Urbaniana. È stato ordinato<br />
sacerdote per l’Arcidiocesi di Onitsha,<br />
il 20 aprile 1974. È stato parroco<br />
a Ogbaru (1974/'78); insegnante a<br />
Ogbakuba e Onitsha (1977/'78); segretario<br />
dell’Associazione dei canonisti<br />
in Nigeria (1986/'93) e poi presidente<br />
(dal 1996); officiale della State<br />
episcopale del Ghana. La lettera pastorale<br />
chiede ai cristiani locali e del<br />
mondo, aiuto finanziario e materiale<br />
per potere iniziare il prossimo anno le<br />
lezioni dell’Università.<br />
L’invito è rivolto anche a comunità<br />
non cattoliche, uomini d’affari, industrie<br />
e tutti quelli che hanno interesse<br />
a promuovere una buona educazione<br />
universitaria in Ghana.<br />
ne che risale agli inizi del cattolicesimo<br />
nel Ciad.<br />
Infatti, dando precedenza alla scuola,<br />
fin dall’arrivo i missionari prepararono i<br />
«cervelli» che si sono succeduti negli<br />
uffici pubblici del Paese fin dall’anno<br />
dell’indipendenza (1960), suscitando la<br />
gelosia della gente del Nord, arrivata<br />
agli stessi traguardi con molto ritardo (o<br />
non arrivandoci affatto). Vicino alle<br />
scuole a Baïbokoum è stata aperta una<br />
biblioteca per integrare la formazione<br />
scolastica, e una «aumônerie» (centro<br />
religioso) per l’assistenza spirituale degli<br />
studenti. Affidata quasi interamente ai<br />
laici, essa è un forte appoggio morale,<br />
soprattutto per i giovani che vengono da<br />
lontano e ai quali non basta il tetto e il<br />
piatto che offre la famosa famiglia allargata<br />
africana.<br />
Molti i dispensari per un pronto intervento<br />
sulle malattie più comuni e prezioso<br />
un ospedaletto a Cumao, portato<br />
avanti con sacrifici facilmente comprensibili.<br />
Immancabili, infine, le scuole ma-<br />
terne dirette dalle Suore Francescane<br />
Angeline che non si limitano ad assistere<br />
i bambini, ma formano le ragazze destinate<br />
a guidare «l’école maternelle de<br />
brousse», che sono una ventina e che<br />
sono preziosi punti di riferimento non<br />
solo per i piccoli, ma anche per le donne<br />
che, secondo le suore, «vi imparano<br />
ad essere mamme».<br />
A Bam, vicino al villaggio dei catechisti,<br />
è attiva una falegnameria da cui<br />
escono mobili e artigiani che non sempre<br />
riescono a far fronte alle richieste<br />
provenienti da Goré, da Doba, da<br />
Moundou, cioè dalle città più popolose<br />
e più attive dei dintorni.<br />
L’altra attività, quella culturale, è<br />
nelle mani di P. Attilio Ladogana, uno<br />
dei due primi cappuccini foggiani arrivati<br />
a Baïbokoum, grosso centro della sottoprefettura<br />
del Logone Orientale, con<br />
tredicimila Kmq di superficie e una popolazione<br />
che supera i cinquantamila<br />
abitanti. Profondo conoscitore della lingua<br />
mbum (nella zona vivono centinaia<br />
CAMERUN Fondato a Yaoundé venticinque anni fa<br />
Il «Foyer della speranza»<br />
per i ragazzi di strada<br />
Venticinque anni fa P. Yves Lescanne,<br />
della Congregazione dei Piccoli Fratelli<br />
del Vangelo, ha fondato nell’Arcidiocesi<br />
di Yaoundé, il «Foyer della speranza».<br />
Una équipe composta da religiosi, religiose<br />
e laici si occupa di ragazzi in difficoltà:<br />
ragazzi di strada, minori arrestati<br />
o imprigionati. Da oltre dieci anni il gesuita<br />
P. Antonio Masson si occupa di<br />
amministrare questa struttura.<br />
Attualmente il Foyer si prende cura di<br />
oltre 600 giovani che hanno scelto la<br />
strada per sopravvivere alle difficoltà<br />
della vita. Le cause che li hanno portati<br />
a questa scelta sono diverse: il rifiuto<br />
spontaneo o volontario da parte delle loro<br />
famiglie perché affetti da infermità o<br />
malformazioni, o una malattia, perché<br />
la famiglia non può occuparsi di loro<br />
dal punto di vista finanziario.<br />
Altri si ritrovano sulla strada per spirito<br />
d’avventura o per mancanza di affetti<br />
che pensano di avere da altri amici sulla<br />
strada. L’attrazione per la città, causa<br />
dell’esodo rurale, può creare in loro delle<br />
speranze che sono in seguito deluse,<br />
Education Commission (1985/'92) e<br />
presso il Tribunale ecclesiastico di<br />
Onitsha (1992/'95); vicario episcopale<br />
per il clero (1995/'98). Dal 1997 è Vicario<br />
generale dell’Arcidiocesi di<br />
Onitsha ed attualmente è parroco dei<br />
santi Giovanni e Paolo ad Awada. È<br />
anche membro e perito della Commissione<br />
della Conferenza episcopale<br />
della Nigeria. È stato inoltre Esperto<br />
della delegazione nigeriana all’Assemblea<br />
speciale del Sinodo dei Vescovi<br />
per l’Africa (1994).<br />
Il Santo Padre Giovanni Paolo II,<br />
in data 9 novembre 2001, ha nominato<br />
Arcivescovo coadiutore di Onitsha,<br />
il sac. Valerian Okeke, del clero della<br />
medesima Arcidiocesi, attualmente<br />
Rettore del «Bigard Memorial Seminary»<br />
ad Enugu.<br />
Il nuovo Arcivescovo è nato il 20<br />
ottobre 1953 a Umudioka, Arcidiocesi<br />
di Onitsha. Ha studiato in patria<br />
ed a Roma, laureandosi in teologia<br />
morale all’Alfonsianum. È stato ordinato<br />
sacerdote l’11 luglio 1981. È stato<br />
viceparroco ad Onitsha (1981/'83);<br />
parroco a Umoji (1983/'86); professore<br />
e membro della facoltà di formazione<br />
del Bigard Memorial Seminary<br />
di Enugu (1991/'96). Dal 1996 è rettore<br />
del suddetto seminario, che è il<br />
più grande del mondo, con oltre mille<br />
seminaristi.<br />
Nel 1998 la Conferenza episcopale<br />
del Ghana ha annunciato l’intenzione<br />
di fondare una Università cattolica<br />
(Catholic University of Ghana, CUG),<br />
aperta a tutti senza distinzioni religiose,<br />
etniche e sociali.<br />
La sede dell’ateneo è a Fiapre vicino<br />
a Sunyani nella regione di<br />
Brong Ahafo. All’inizio, sono previste<br />
tre materie di insegnamento:<br />
perché pensano di trovare in città una<br />
vita migliore e delle strutture che consentano<br />
loro di trovare lavoro.<br />
Un'inchiesta rileva che questo fenomeno<br />
è dovuto soprattutto al degrado<br />
della vita nella società: l’80% dei ragazzi<br />
di strada di Yaoundé provengono da famiglie<br />
divorziate o poligame. I figli di<br />
genitori divorziati hanno poche possibilità<br />
di trovare un affetto sincero dai genitori<br />
adottivi, e si sentono spesso non<br />
compresi. I figli di famiglie che praticano<br />
la poligamia, mancano di un buon<br />
inquadramento e si lasciano andare alle<br />
loro fantasie.<br />
La stessa situazione è per gli orfani. A<br />
Yaoundé, città con oltre un milione di<br />
abitanti, vengono chiamati «naga-mboko»<br />
(in lingua douala vuol dire «quelli<br />
che dormono fuori, all’aperto»). Il Foyer<br />
ha come obiettivo di insegnare a questi<br />
giovani un profondo senso di umanità e<br />
responsabilità. I membri del Foyer assicurano<br />
una loro presenza quotidiana<br />
sulle strade, nei commissariati della città<br />
ed alla prigione centrale. Cercano di<br />
creare legami di amicizia ed ottengono<br />
dei risultati positivi. Uno di questi ragazzi<br />
per esempio è diventato meccanico,<br />
ha una buona clientela e si è messo in<br />
proprio.<br />
Al Foyer i ragazzi ricevono anche assistenza<br />
sanitaria e tutte le attenzioni<br />
che consentono di creare un clima di fiducia<br />
reciproca. Alcuni manifestano il<br />
desiderio di un reinserimento familiare e<br />
sociale, soprattutto i più piccoli, allora<br />
vengono orientati dall’équipe del Foyer<br />
ad un Centro specifico, con sede a<br />
Mvolvé, quartiere di Yaoundé, per ricongiungersi<br />
alle famiglie di origine o<br />
inserirsi presso famiglie adottive. Per gli<br />
altri, il fatto di essere seguiti nel loro<br />
campo, la strada, li aiuta spesso a rientrare<br />
in famiglia o a cercare dei piccoli<br />
lavori: guardiano di notte, venditore ambulante.<br />
L’équipe del Foyer lavora anche nei<br />
commissariati, assicurando l’assistenza<br />
primaria ma soprattutto ricercando le<br />
cause del loro arresto. Ogni volta che è<br />
possibile, il Foyer intraprende le pratiche<br />
per la loro liberazione, o almeno<br />
tenta di riavvicinare i giovani alle famiglie.<br />
Nella stessa prigione è stato creato<br />
un Centro socio-educativo, dove i ragazzi<br />
ricevono l’istruzione fino ai 14/15 anni.<br />
Gli insegnanti sono in maggioranza<br />
detenuti, che hanno così la possibilità di<br />
occupare il loro tempo e di rendersi utili<br />
durante la detenzione, oltre a ridare un<br />
senso alla vita.<br />
Quando escono di prigione, i ragazzi<br />
si possono recare a «L’arca di Noè», un<br />
altro Centro del Foyer, sempre vicino alla<br />
prigione. Lì, secondo i progetti individuali,<br />
e con i risparmi guadagnati fabbricando<br />
mattoni di terra, facendo lavori<br />
di giardinaggio, i giovani vengono seguiti<br />
per il loro reinserimento.<br />
scienza e tecnologia; teologia e filosofia;<br />
amministrazione e gestione<br />
aziendale.<br />
Questa nuova iniziativa è un ulteriore<br />
contributo della Chiesa al sistema<br />
educativo del Ghana.<br />
Fin dall’inizio del secolo scorso le<br />
scuole cattoliche hanno formato capi<br />
di stato, giuristi, insegnanti, medici<br />
che hanno servito il Paese.<br />
di etnie), P. Attilio è entrato nell’anima<br />
della tribù, sulla quale ha fatto uno studio<br />
scientifico che è stato una rivelazione<br />
per gli stessi indigeni.<br />
Questo gli è servito, tra l’altro, per<br />
trasferire nella liturgia — con le debite<br />
autorizzazioni — gesti e riti che l’hanno<br />
avvicinata alla gente, rendendogliela più<br />
accessibile e più familiare. Il gesto di<br />
pace, per esempio, è scambiato all’inizio<br />
della celebrazione eucaristica, essendo<br />
inconcepibile per gli mbum avvicinarsi<br />
alla divinità con gli animi divisi; alla lettura<br />
del Vangelo ci si siede, perché la<br />
parola del capo va ascoltata in questa<br />
posizione; il calice è sostituito dalla «calebasse»,<br />
l’unico recipiente conosciuto<br />
per bere.<br />
La perfetta conoscenza della lingua<br />
ha consentito inoltre a P. Attilio di tradurre<br />
in mbum tutto il Nuovo Testamento<br />
(l’opera è già pubblicata) e le letture<br />
del messale; di preparare opuscoli<br />
da mettere in mano ai confratelli, alle<br />
suore e ai catechisti che assistono oltre<br />
seimila battezzati e più di quattromila<br />
catecumeni, in gran parte mbum. Egli è<br />
anche a buon punto nella traduzione del<br />
Vecchio Testamento.<br />
Egli sta terminando, inoltre, un dizionario<br />
mbum-francese e francese-mbum<br />
che naturalmente sarà il primo del genere.<br />
Tutto questo, ovviamente, senza tralasciare<br />
l’apostolato e senza estraniarsi<br />
dalla gente, specialmente da quella che,<br />
non conoscendo il francese, ha bisogno<br />
di chi la aiuti a far capire un malessere<br />
fisico o, più spesso, uno morale, legato<br />
alla paura e alla «sorcellerie».<br />
Naturalmente i religiosi non hanno<br />
trascurato le vocazioni locali, che accolgono<br />
nel postulato di Goré, dov’è Vescovo<br />
il loro confratello Mons. Rosario<br />
Ramolo, prima di inviarle al noviziato di<br />
Ndim, nella Repubblica Centrafricana. I<br />
primi professi sono sulla via del sacerdozio,<br />
che uno di loro riceverà agli inizi<br />
del prossimo anno.<br />
EGIDIO PICUCCI<br />
La nuova<br />
Prefettura<br />
Apostolica<br />
di Mongo<br />
È stata eretta recentemente in<br />
Ciad una nuova Prefettura Apostolica.<br />
Si tratta di Mongo e comprenderà<br />
il territorio delle Prefetture<br />
civili di Salamat (smembrata<br />
dalla Diocesi di Sarh), di Guéra,<br />
di Quaddai, di Batha, di Biltine e<br />
la Sotto-Prefettura di Ennedi. Per<br />
quanto riguarda la «commissio» la<br />
nuova circoscrizione viene affidata<br />
all’Arcidiocesi di N’Djamena.<br />
L'erezione della nuova Prefettura<br />
si è resa necessaria sia per il<br />
notevole incremento della presenza<br />
della Chiesa in una regione fortemente<br />
musulmana; sia perché<br />
occorreva dare un forte sostegno<br />
ad una pastorale adattata al contesto<br />
socio-religioso; sia perché bisognava<br />
ridurre le dimensioni eccessive<br />
dell’Arcidiocesi di N’Djamena<br />
(oltre un milione di kmq.) e<br />
dare appoggio alla vicinanza pastoraletral’Ordinario<br />
e i Cattolici.<br />
Il Rev. Padre Henry Coudray,<br />
S.I., è stato eletto Prefetto della<br />
nuova Prefettura Apostolica.<br />
È nato il 22 giugno 1942 a Pont<br />
de Beauvoisin (Isére), in Francia.<br />
Ha studiato la filosofia a Chantilly<br />
e la teologia a Lyon, conseguendo<br />
poi la licenza in filosofia alla Pontificia<br />
Università Gregoriana, a<br />
Roma.<br />
Ha ottenuto un diploma negli<br />
studi letterari all’Università di<br />
Sorbona a Parigi e una licenza in<br />
arabo e islamologia all’Università<br />
di Lyon.<br />
Venne ordinato sacerdote il 30<br />
giugno 1973 e fece la professione<br />
solenne il 2 marzo 1980.<br />
Nel 1964 si recò a N’Djamena<br />
per il servizio militare e aiutò nella<br />
parrocchia dei padri gesuiti di<br />
Kabalaye, offrendo corsi serali per<br />
i giovani.<br />
Dopo l’ordinazione, venne nominato<br />
Vicario parrocchiale nell’Arcidiocesi<br />
di N’Djamena e professore<br />
di arabo a Abéché.<br />
Dal 1984 al 1989 venne inviato<br />
in Costa d’Avorio, come Direttore<br />
del nuovo noviziato gesuita di<br />
Abidjan.<br />
Rientrato nel Ciad, nel 1989,<br />
venne nominato Parroco a Mongo.<br />
Nel 1995 venne nominato promotore<br />
di incontri tra cristiani e<br />
musulmani a N’Djamena e Parroco<br />
nella Parrocchia di Marjan<br />
Daffak. Dalla fine di luglio 2000<br />
adempie l’incarico di Vicario Episcopale<br />
per la Regione Est dell’Arcidiocesi<br />
di N’Djamena.