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ITALIA<br />
AMALFI L'Arcivescovo Orazio Soricelli per la festa del Patrono sant'Andrea<br />
L'Apostolo che ha aperto<br />
la processione dei popoli a Gesù<br />
GIANFRANCO GRIECO<br />
PAGINA<br />
La comunità della divina Costiera ha<br />
onorato il suo Santo, l'Apostolo Andrea,<br />
il «Primo dei chiamati». Erano in tanti,<br />
nella chiesa cattedrale, attorno all'Arcivescovo<br />
Orazio Soricelli, nell'ora mattutina<br />
della solenne Concelebrazione Eucaristica:<br />
clero, autorità, popolo di Dio.<br />
Il busto d'argento con la reliquia dell'Apostolo<br />
era stato collocato a due passi<br />
dall'altare di pietra viva. Accanto alla figura<br />
dell'Apostolo la piccola barca d'argento<br />
con Gesù e i due fratelli: Pietro e<br />
Andrea. Al centro del presbiterio il bel<br />
Crocifisso. Fissata nel muro dell'abside<br />
la tela con il martirio di Andrea, fratello<br />
di Simon Pietro. Andrea — diceva<br />
Mons. Soricelli all'omelia — «apre la<br />
processione dei popoli a Gesù. Sulla soglia<br />
del nuovo Millennio gli diciamo come<br />
un giorno i Greci: “vogliamo vedere<br />
Gesù”. In questo Avvento vogliamo affidarci<br />
alla sua guida, al coraggio della<br />
sua speranza e alla passione della sua fede,<br />
disposti anche a operare cambiamenti<br />
nella nostra vita personale e nella<br />
pastorale, e con lui andare incontro a<br />
Gesù con la richiesta che la forza del<br />
Vangelo infiammi questo mondo e lo<br />
porti incontro al Regno di Dio».<br />
La festa dell'Apostolo Andrea, collocata<br />
al confine di due anni ecclesiali: uno<br />
che si conclude con la solennità di Cristo<br />
Re dell'Universo ed uno che si apre<br />
con la prima domenica di Avvento, offriva<br />
al Pastore l'occasione per fare non<br />
solo un bilancio ecclesiale, ma per<br />
proiettare la Chiesa diocesana di Amalfi-<br />
Cava de' Tirreni verso nuovi traguardi<br />
pastorali di evangelizzazione e di promozione<br />
umana. L'incontro di Andrea<br />
con Gesù — ricordava il Presule Soricelli<br />
— fu «decisivo, straordinario, indimenticabile»;<br />
fu un incontro che diede<br />
«una svolta» all'esistenza di Andrea e di<br />
Simon Pietro. Dall'«incontro» con Cristo;<br />
dalla «contemplazione» del suo Volto<br />
— ribadiva — scaturisce l'«impegno<br />
missionario del cristiano». Il cristiano<br />
che ha «contemplato» Gesù Cristo — ribadiva<br />
con forza — «non può non sentirsi<br />
rapito dal suo fulgore e impegnarsi<br />
a testimoniare la sua fede in Cristo, unico<br />
Salvatore dell'uomo. Condurre a Cristoèstatoil<br />
gesto missionario di Andrea,<br />
ed è la missione di ogni cristiano che<br />
voglia lavorare al servizio del Regno».<br />
Gli orientamenti pastorali della Chiesa<br />
italiana per il prossimo decennio — precisava<br />
Mons. Soricelli — «ci invitano a<br />
scorgere l'“oggi di Dio” e le sue attese<br />
su di noi e a “comunicare il Vangelo”».<br />
Su questa urgenza si soffermava il Vescovo<br />
diocesano e precisava che «comunicare<br />
il Vangelo è il compito fondamentale<br />
della Chiesa. Comunicare il<br />
Vangelo in un mondo che cambia —<br />
spiegava — «è un invito ai credenti anzitutto<br />
a non temere, a non avere paura,<br />
ma a rinnovare l'atto di fiducia nella potenza<br />
della Parola del Vangelo che può<br />
cambiare il cuore dell'uomo se viene annunciata<br />
da persone che ne sono ricche<br />
per esperienza».<br />
Comunicare il Vangelo in un mondo<br />
che cambia — esortava ancora il Presule<br />
— vuol dire «difendere» la fede contro<br />
le «potenze maligne» di questo mondo<br />
che «non mancano di assumere nuove<br />
forme nel tentativo di vanificare la<br />
potenza della Parola: Dio, infatti non ha<br />
bisogno di essere difeso davanti agli uomini,<br />
piuttosto ha bisogno di essere creduto».<br />
Comunicare il Vangelo in un mondo<br />
che cambia — ammoniva l'Arcivescovo<br />
Soricelli — vuol dire soprattutto «testimoniare».<br />
«Viviamo un periodo storico<br />
drammatico non soltanto per le vicende<br />
che tutti conosciamo — ricordava —:<br />
ma anche perché nella confusione dei<br />
messaggi che si intrecciano, il messaggio<br />
cristiano con i suoi orientamenti, con i<br />
suoi simboli, pare quasi emarginato o ritenuto<br />
incapace di rispondere efficacemente<br />
alle emergenze attuali. Bisogna<br />
confessare che come cristiani — continuava<br />
— attraversiamo un momento di<br />
incertezza, forse inatteso mentre eravamo<br />
ancora ebbri della letizia giubilare, e<br />
rischiamo di agganciarci al carro dei potenti<br />
di questo mondo, che certamente<br />
non mostrano, nemmeno in questo momento<br />
storico, di amare la croce di Cristo,<br />
sebbene si appellano all'autorità e<br />
alla protezione di Dio, certamente pensano<br />
ad un Dio senza Croce: e un Dio<br />
senza croce non è più il Dio cristiano».<br />
Per superare tali insidie non serve difendersi<br />
— ammoniva ancora l'Arcivescovo<br />
Soricelli —: è necessario invece «testimoniare»,<br />
«dare ragione della speranza<br />
che è in noi», come «ebbero il coraggio<br />
di fare Pietro e Giovanni nell'episodio<br />
degli Atti degli Apostoli: di fronte a coloro<br />
che li minacciavano di non parlare<br />
più del Nazareno, essi, incuranti, lo testimoniarono<br />
come Capo e Salvatore,<br />
portatore della grazia divina della conversione.<br />
Unica arma capace di mutare<br />
il cuore umano è di volgere le vicende<br />
terrene sui sentieri della vera umanità».<br />
Per comunicare il Vangelo in un mondo<br />
che cambia — concludeva l'Arcivescovo<br />
— bisogna «ritornare ad essere ascoltatori<br />
perseveranti della Parola», e se necessario<br />
andare incontro al «martirio».<br />
Con l'Arcivescovo concelebravano<br />
Mons. Carlo Papa, Vicario Generale;<br />
7 .<br />
Il cammino<br />
della Chiesa<br />
Amalfi: facciata della Cattedrale con<br />
la scalinata rivestita di fiori per la festa<br />
del Patrono. Il busto d'argento<br />
dell'Apostolo con la reliquia<br />
Mons. Aurelio Padovani, Arcidiacono<br />
del Capitolo e i parroci del territorio della<br />
Costiera. Raccolta e ordinata la solenne<br />
Concelebrazione allietata dal canto<br />
della Schola Cantorum «Cantate Domino,<br />
Alojsiana» diretta dal don Antonio<br />
Porpora e dal Maestro Antonio Porpora<br />
junior. All'organo sedava il Maestro Vincenzo<br />
Alfieri. Meravigliose le voci di Teresa<br />
Esposito e di Anna Pipino che eseguivano<br />
il Salmo responsoriale e alcune<br />
parti della Messa solenne.<br />
Seguiva poi la processione con il busto<br />
d'argento del Santo per le vie della<br />
città marinara, guidata dal parroco gentile<br />
della chiesa cattedrale, Mons. Andrea<br />
Colavolpe. Prima Via Pietro Capuano,<br />
Cardinale del XIII secolo; poi la Via<br />
delle Repubbliche Marinare; poi la sosta<br />
di preghiera davanti al mare con i giovani<br />
in acqua prima di dare inizio alla ga-<br />
ra di «Windsurf» e davanti alla grande<br />
barca dedicata a «san Bonaventura» da<br />
Potenza (non è ancora santo il beato<br />
Bonaventura, ma la devozione popolare<br />
è così sentita in tutta la Costiera tanto<br />
da precedere gli eventi). Fuochi a mare<br />
in onore del Santo Apostolo. Musiche<br />
eseguite dalla banda di Minori. Migliaia<br />
e migliaia di devoti ai lati della strada.<br />
Numerosi anche i pellegrini giunti da<br />
Frosinone e da Aversa. Di corsa con la<br />
statua d'argento sulle spalle, i portatori<br />
con la tunica rossa salivano le scale del<br />
Duomo. Poi l'ultimo canto e la benedizione<br />
del Padre Arcivescovo in attesa<br />
dell'altra festa esterna fissata, come ogni<br />
anno, il 27 giugno.<br />
Amalfi onorava ancora una volta così<br />
il suo Santo, orgogliosa di essere stata<br />
protetta e benedetta nel corso della sua<br />
storia millenaria dal «Primo dei chiamati»,<br />
Apostolo del Signore.<br />
Gravina: ricordato a 10 anni<br />
dalla morte il Vescovo Aldo Forzoni<br />
Mons. Aldo Forzoni, morto Vescovo<br />
emerito di Massa il 7 dicembre 1991,<br />
prima di approdare in quella Diocesi<br />
trasferito da Teggiano, fu Vescovo della<br />
Chiesa di Gravina, allora unita ancora a<br />
quella di Irsina.<br />
A distanza di decenni il ricordo del<br />
suo alto ministero nella prima Diocesi<br />
del suo episcopato è ancora vivo in<br />
quanti lo conobbero e beneficiarono del<br />
suo dinamismo. E non solo a Gravina.<br />
Egli fu precursore di tanti orientamenti<br />
pastorali che, per la Chiesa del<br />
terzo millennio sarebbero emersi dal<br />
Concilio Vaticano II.<br />
La comunità cattolica di Gravina, nel<br />
decimo anniversario della sua morte,<br />
con una partecipata Accademia, ha voluto<br />
commemorare il grande Pastore degli<br />
anni Cinquanta dello scorso secolo.<br />
Introdotta dall'«Ecce Sacerdos» del<br />
Maestro Can. D. Luigi Sanseverino, la<br />
commemorazione è stata presentata dal<br />
Can. D. Saverio Paternoster, coordinatore<br />
della zona pastorale di Gravina.<br />
L'attuale Vescovo della Diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva<br />
delle Fonti,<br />
Mons. Mario Paciello, con i fili di non<br />
poche testimonianze, da Lui ricevute da<br />
suoi confratelli, da religiosi e da laici di<br />
Puglia, Toscana, e Sicilia, ha ordito una<br />
colorita trama della spiritualità e del ministero<br />
episcopale di Mons. Forzoni.<br />
Sono seguite diverse altre qualificate<br />
testimonianze, dalle quali è emerso che<br />
Mons. Forzoni era soprattutto impegnato<br />
a santificarsi. Perciò poté essere nella<br />
Chiesa Padre e fratello dei poveri. Al<br />
servizio della vera fede. Missionario per<br />
annunciare, insegnare, celebrare e testimoniare<br />
l'amore di Cristo per tutti gli<br />
uomini. Sentinella e profeta alla guida<br />
del suo popolo.<br />
I diversi interventi sono stati intercalati<br />
e impreziositi da polifonie della<br />
Schola Cantorum della Basilica Cattedrale.<br />
Così con «Nel cielo di maggio» si<br />
sono potute gustare le composizioni, soprattutto<br />
mariane del compianto suo Direttore<br />
e compositore, il Can. D. Luigi<br />
Sanseverino, quali «Senti Madonna» e<br />
«Sirventese a Maria».<br />
<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Venerdì 14 Dicembre 2001<br />
Infine la Prof.sa Mimma Forzati ha<br />
presentato «Una Meteora»: agile volumetto<br />
di medaglioni, redatto dal Sac.<br />
Domenico Farella, che fu il più vicino<br />
collaboratore di Mons. Forzoni nei brevi<br />
anni del suo episcopato a Gravina e perciò<br />
particolarmente qualificato per raccontare<br />
l'avventura di quel Vescovo nella<br />
prima Diocesi del suo episcopato.<br />
La commemorazione accademica si è<br />
conclusa con l'invito a partecipare alla<br />
solenne Eucaristia, che poi il Vescovo<br />
ha concelebrato in suffragio dell'indimenticato<br />
suo predecessore. (d.f.)<br />
Il Card. Sepe inaugurerà<br />
il Centro giovanile<br />
«Benedetto XIII»<br />
Il Cardinale Crescenzio Sepe,<br />
Prefetto della Congregazione per<br />
l’Evangelizzazione dei Popoli, presiederà<br />
sabato 15 dicembre la solenne<br />
inaugurazione del Centro<br />
Giovanile «Benedetto XIII» di<br />
Gravina in Puglia.<br />
L’intera opera, la cui prima pietra<br />
è stata benedetta da Giovanni<br />
Paolo II il 6 giugno 1990, nel corso<br />
di un’udienza accordata all’intera<br />
Diocesi di Altamura-Gravina-<br />
Acquaviva delle Fonti, nacque per<br />
volere del compianto Vescovo<br />
Tarcisio Pisani, nell’ottica di una<br />
fervente e rinnovata pastorale giovanile.<br />
La posa della pietra avvenne l’8<br />
dicembre 1990. «È un momento<br />
di grande soddisfazione — ha dichiarato<br />
don Saverio Paternoster,<br />
presidente della Fondazione BenedettoXIII—pertutti<br />
noi e per coloro,<br />
enonsonopochi,che con il<br />
loro appassionato e fattivo contributo<br />
hannoconsentitoche si avverasse<br />
unsogno:realizzareun grande<br />
centro di formazione per i nostri<br />
giovani. (vito maurogiovanni)<br />
MILANO Il Cardinale Martini ha presieduto in Duomo il solenne Pontificale<br />
I grandi doni di sant'Ambrogio<br />
per la Chiesa universale<br />
Dopo il tradizionale «Discorso alla città»<br />
durante i Vespri nella vigilia di sant’Ambrogio<br />
— con il quale è entrato nel<br />
vivo dei temi drammatici dello scenario<br />
internazionale (e del quale abbiamo già<br />
pubblicato ampi stralci) —, il Cardinale<br />
Carlo Maria Martini è tornato nella storica<br />
basilica dedicata al santo Patrono<br />
dell’Arcidiocesi e della città, per presiedere<br />
il pontificale della solennità. Lo ha<br />
fatto la mattina del 7 dicembre per «rendere<br />
lode a Dio degli immensi doni fatti<br />
alla nostra Chiesa attraverso Ambrogio,<br />
ricordando il giorno della sua consacrazione<br />
episcopale avvenuta il 7 dicembre<br />
del 374».<br />
l’Arcivescovo di Milano ha quindi proposto<br />
una meditazione a partire proprio<br />
da alcune delle sue parole, considerando<br />
quante volte, dove e con quale rilievo il<br />
proprio predecessore sia citato nel Concilio<br />
Vaticano II. Ebbene, delle undici<br />
volte in cui sant’Ambrogio è citato, ciò<br />
avviene «almeno quattro volte su Maria<br />
(nella Lumen gentium), quattro sulla<br />
Chiesa, specialmente nel capitolo sulla<br />
sacramentalità dell’episcopato, e poi circa<br />
la Sacra Scrittura». La citazione sul<br />
Vescovo in particolare — ha affermato<br />
il Porporato — è significativa, dal momento<br />
che «sant’Ambrogio è anzitutto<br />
Vescovo, non è mai stato fedele laico...<br />
A differenza di san Martino, che viene<br />
ricordato anche come “santo” catecumeno,<br />
non si parla della santità di Ambrogio<br />
prima del battesimo, ma solo della<br />
sua onestà e capacità civile. Per questo<br />
non si celebra liturgicamente il giorno<br />
della sua morte, ma il suo dies natalis<br />
episcopi, l’anniversario della sua consacrazione<br />
episcopale».<br />
Quanto alla Bibbia, nodale è la citazione<br />
di Ambrogio nella Dei Verbum, la<br />
quale, parlando di lectio divina, di cui<br />
egli fu maestro, a un certo punto afferma:<br />
«...La lettura della Sacra Scrittura<br />
deve essere accompagnata dalla preghiera,<br />
affinché possa svolgersi il colloquio<br />
tra Dio e l’uomo, poiché “gli parliamo<br />
quando lo preghiamo e lo ascoltiamo<br />
quando leggiamo gli oracoli divini” (De<br />
officiis, 1, 20, 88)».<br />
A questo proposito il Cardinale Martini<br />
ha richiamato ancora una volta «la<br />
lettera programmatica del Papa per l’inizio<br />
del nuovo millennio, là dove sottolinea<br />
al n. 39: “Non c’è dubbio che il primato<br />
della santità e della preghiera non<br />
è concepibile che a partire da un rinnovato<br />
ascolto della parola di Dio...”»; e<br />
inoltre la propria lettera pastorale<br />
2001/02 Sulla tua Parola: «Nel capitolo<br />
5 affido a tutta la Diocesi l’imperativo di<br />
ricominciare dalla Parola».<br />
«Ambrogio era fortemente affascinato<br />
dalle pagine bibliche e le commentava<br />
in maniera tale che i suoi ascoltatori rimanevano<br />
a loro volta affascinati — ha<br />
proseguito il Porporato —. Lo stesso Papa,<br />
nella lettera Operosam diem del<br />
1996 alla nostra diocesi per il XVI centenario<br />
della morte di Ambrogio, ricordava<br />
che questi ha tenuto sempre lo<br />
sguardo fisso sulla parola di Dio». E tutti<br />
siamo invitati ad imitarlo.<br />
«La Scrittura edifica il mondo intero<br />
— diceva il Santo in una delle sue pagine<br />
sull’argomento —. Ciascuno trova in<br />
essa o la guarigione delle sue piaghe o il<br />
ristabilimento delle sue virtù... È il convito<br />
della sapienza e ogni suo libro è come<br />
la pietanza che viene imbandita e<br />
che la Chiesa vi appresta». E ancora:<br />
«Dio passeggia con noi attraverso le pagine<br />
della Bibbia, nelle quali è sempre<br />
presente. Anche adesso passeggia nel<br />
paradiso con noi, quando leggiamo le<br />
Scritture».<br />
Ambrogio commentava di preferenza<br />
i libri del Primo Testamento per far scoprire<br />
ai fedeli come l’intera Scrittura ha<br />
il suo significato supremo in Gesù. Ed<br />
insisteva coi preti: «Perché non dedicate<br />
il tempo libero alla lettura della Bibbia?<br />
Non vi intrattenete con Cristo? Non lo<br />
ascoltate, non lo visitate? Noi ascoltiamo<br />
Cristo leggendo le Scritture e con lui<br />
parliamo».<br />
«Ma la meditazione deve sfociare, come<br />
ha raccomandato il Concilio, nel colloquio<br />
orante con Gesù che ci parla e ci<br />
interpella nella pagina biblica — ha detto<br />
ancora l’Arcivescovo —. Stupende le<br />
preghiere o le esclamazioni di Ambrogio,<br />
che sgorgano dal suo cuore... Per<br />
esempio, l’affermazione di Pietro in Lc 5<br />
(“Sulla tua Parola getterò le reti”), la applica<br />
a se stesso confessando che il suo<br />
invito ai catecumeni non aveva ottenuto<br />
l’esito sperato: “Signore, so che per me<br />
è notte, è ancora notte. Aspetto che tu<br />
comandi e, sulla tua Parola getterò le<br />
reti. O presunzione, quanto sei sterile, o<br />
umiltà, quanto sei feconda!”».<br />
Il Cardinale Martini ha concluso l’omelia<br />
ricordando «un momento di particolare<br />
discernimento della Chiesa italiana<br />
di cui ricorre l’80° anniversario. Nella<br />
festa di sant’Ambrogio del 1921, nelle<br />
modeste aule di via Sant’Agnese, veniva<br />
inaugurato il primo anno accademico<br />
dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.<br />
Era un momento particolarmente<br />
difficile per l’Italia. Ma v’era tanto entusiasmo<br />
e fiducia. È stata quella una decisione<br />
importante, che ha segnato in<br />
positivo la vita culturale, civile e sociale<br />
della nazione in questi ottant’anni. Anche<br />
oggi viviamo momenti difficili e<br />
chiediamo per intercessione di sant’Ambrogio<br />
ancora una volta la grazia del discernimento».<br />
Sabato 8, poi, il Cardinale Martini ha<br />
presieduto in Duomo il Pontificale nella<br />
solennità dell’Immacolata Concezione<br />
della Beata Vergine Maria, che «ci per-<br />
Trento: il 75° anniversario<br />
della Congregazione di Gesù Sacerdote<br />
Con celebrazioni intense e cordialmente<br />
partecipate, la Congregazione di<br />
Gesù Sacerdote, detta dei «Padri Venturini»<br />
dal cognome del fondatore, p. Mario,<br />
ha ricordato il 75° anniversario di<br />
attività.<br />
Mario Venturini nacque a Chioggia il<br />
7 maggio 1886. Prete diocesano nel<br />
1910, fu cooperatore a Cavarzere dove<br />
— nel 1912 — ebbe ispirazione di fondare<br />
un istituto per «onorare Gesù sacerdote,<br />
pregando e lavorando perché i<br />
preti siano santi secondo il desiderio del<br />
Cuore di Cristo».<br />
La Pia Società dei Figli del Cuore sacerdotale<br />
di Gesù ebbe inizio a Cavarzere<br />
il 7 dicembre 1926.<br />
Il 18 aprile 1928, P. Venturini trapiantava<br />
l'opera a Trento dove, il 28 giugno<br />
1946, divenne Congregazione di diritto<br />
diocesano; e l'8 dicembre 1982 Congregazione<br />
di diritto pontificio con l'attuale<br />
nome di «Congregazione di Gesù Sacerdote».<br />
L'8 dicembre 1929, con Beatrice di<br />
Rorai, P. Venturini diede vita al ramo<br />
femminile della Pia Società che prese il<br />
nome di «Figlie del Cuore di Gesù». Il<br />
28 aprile 1934, l'Arcivescovo di Trento<br />
Mons. Celestino Endrici ne riconosceva<br />
la comunità religiosa, e ne approvava gli<br />
statuti. Il 6 novembre 1941 l'Arcivescovo<br />
Mons. Carlo de Ferrari eresse la comunità<br />
in Pia Associazione confermandone<br />
gli statuti. Il 2 giugno 1978 l'Arcivescovo<br />
Alessandro Maria Gottardi elevò la Pia<br />
Società a Congregazione di diritto diocesano.<br />
L'8 dicembre 2001 l'Arcivescovo<br />
Luigi Bressan ne approvò la nuova regola<br />
e il direttorio.<br />
L'opera, «tutta rivolta alla santificazione<br />
del clero» — come scriveva p. Venturini<br />
— si fa carico in particolare dei sacerdoti<br />
in difficoltà, offrendo loro accoglienza<br />
sincera, momenti di preghiera e<br />
di dialogo, di condivisione e anche di lavoro<br />
manuale, quale sistema terapeutico<br />
per un accompagnamento volto ad aiutare<br />
e ritrovare se stessi.<br />
Il supporto della psicologia si coniuga<br />
con l'attenzione al processo di maturazione<br />
del sacerdote, a quanto sta vivendo,<br />
alle difficoltà che spesso incontra nel<br />
gestire il suo tempo, gli impegni pasto-<br />
Santuario di san Gabriele dell'Addolorata: restaurato il portale dell'antica Basilica<br />
I Padri passionisti del Santuario di san Gabriele<br />
dell'Addolorata, nella solennità dell'Immacolata<br />
Concezione della Beata Vergine Maria,<br />
hanno gioito per l'inaugurazione del restaurato<br />
portale dell'antica Basilica.<br />
Ha presieduto la cerimonia il Vescovo di Teramo-Atri,<br />
Mons. Antonio Nuzzi, alla presenza<br />
di autorità civili abruzzesi, del progettista del<br />
restauro, architetto Massimo Fiori, e del restauratore<br />
del legno Giulio Di Angelantonio.<br />
rali, le relazioni. Il clima della comunità<br />
diventa così aiuto prezioso a un discernimento<br />
sereno.<br />
Oggi i padri della Congregazione sono<br />
una quarantina, affiancati da «aggregati»<br />
e amici. Oltre che a Trento — casa madre<br />
— sono presenti a Barcellona (Messina),<br />
Intra (Verbania), Loreto (Ancona),<br />
Roma (parrocchia s. Cleto), Zevio (Verona),<br />
e in tre comunità del Brasile (Marilia,<br />
Barretos, e Osasco). Le Figlie del<br />
Cuore di Gesù — una trentina — sono<br />
operanti a Trento (casa generalizia), Roma,<br />
Zevio (Verona) e Marilia (Brasile).<br />
Va ricordato che il Padre Fondatore<br />
osservava: «Non saremo mai molti; al<br />
massimo qualche centinaio!». La finalità<br />
della Congregazione da lui fondata è tale<br />
che non prevede larghi sviluppi. P.<br />
Venturini, più che sul numero, puntava<br />
sulla qualità dei membri.<br />
Nelle celebrazioni per il 75o di fondazione<br />
— organizzate sia a Cavarzere che<br />
a Trento — sono stati ripercorsi i passi<br />
dell'Opera; ne è stato evidenziato lo spirito;<br />
ed è stata espressa lode a Dio per il<br />
servizioprestatoavantaggiodellaChiesa.<br />
A elevare «lode a Dio» ha invitato anche<br />
l'Arcivescovo di Trento Mons. Luigi<br />
Bressan nel corso di una solenne concelebrazione<br />
Eucaristica da lui presieduta<br />
in Cattedrale. Ricordando il carisma di<br />
p. Venturini, il Presule ha fatto notare<br />
che «la tensione verso la santità fu una<br />
sua costante. Sappiamo — ha soggiunto<br />
— che ben presto nacque in lui la passione<br />
per la santificazione dei confratelli,<br />
sostenendo gli slanci del bene, non disdegnando<br />
di accompagnare anche chi<br />
fosse in difficoltà, perché cosciente egli<br />
stesso che anche noi siamo chiamati per<br />
la misericordia di Dio».<br />
«Ricordo — ha continuato — che i ritiri<br />
animati da p. Venturini esortavano<br />
noi seminaristi al tendere sempre verso<br />
la santità, e anzi la sua stessa figura era<br />
questo richiamo». «Come Diocesi — ha<br />
concluso —, siamo grati al Signore che<br />
abbia concesso che P. Venturini vivesse<br />
tra noi, e che la sua opera prosegua nei<br />
figli e figlie che ne perpetuano lo spirito,<br />
la testimonianza e il servizio».<br />
ARMANDO COSTA<br />
Il portale — che era stato danneggiato nella<br />
parte lignea e in uno dei pilastri portanti da un<br />
grave attentato incendiario la notte del 27 gennaio<br />
1999 — è tornato all'antico splendore ed<br />
è di nuovo offerto all'ammirazione dei pellegrini.<br />
Significativo il fatto che l'inaugurazione si<br />
sia svolta proprio nel giorno dell'Immacolata,<br />
alla quale è dedicata l'antica Basilica.<br />
vade sempre di profonda letizia interiore.<br />
Vogliamo rendere lode alla Santissima<br />
Trinità per il meraviglioso dono riservato<br />
alla Madonna di essere santa fin<br />
dalla concezione. Questo mistero che<br />
guarda all’origine di Maria è una chiave<br />
di lettura per tutta la sua vita. Questa<br />
festa segue immediatamente quella di<br />
sant’Ambrogio, il quale ci insegna ad<br />
onorare Maria ed essa ci prepara a ricevere<br />
il dono di Gesù».<br />
Questo mistero «incoraggia e conforta<br />
il nostro cammino, spesso incerto e<br />
oscuro, illumina il senso della storia, rischiara<br />
di luce anche i momenti difficili<br />
e trepidi che il mondo sta vivendo», ha<br />
proseguito il Porporato, che ha poi meditato<br />
sui tre testi biblici della liturgia.<br />
Il primo, dalla Genesi, «ci dice che<br />
l’uomo, messo da Dio al centro della<br />
sua opera creatrice, ...non ha creduto<br />
alla sua parola, si è ribellato al suo disegno<br />
di vivere in comunione intima con<br />
gli uomini, ha usato male la libertà donatagli».<br />
Qui l’Arcivescovo ha richiamato un<br />
passo dell’omelia del Papa per l’8 dicembre<br />
2000: «Nelle misteriose parole<br />
del libro della Genesi, è condensata la<br />
verità drammatica di tutta la storia dell’uomo...<br />
La storia è teatro di una lotta<br />
tremenda contro le potenze delle tenebre...<br />
In questo scontro si trova inserito<br />
ogni uomo che deve continuamente<br />
combattere per restare unito al bene, né<br />
può conseguire la sua interiore unità se<br />
non a prezzo di fatiche e con l’aiuto della<br />
grazia di Dio».<br />
«Queste parole — ha aggiunto il Cardinale<br />
— ci ricordano qualcosa su cui<br />
ho insistito molte volte in questi anni,<br />
cioè l’aspetto conflittuale della vita cristiana.<br />
Essa non si misura, nell’individuo<br />
e nella comunità, soltanto dai progressi,<br />
spesso difficili da valutare, ma<br />
anche dalla sua capacità di resistenza al<br />
male, contro le tentazioni che cercano<br />
di demolire o logorare la nostra fede e<br />
speranza.<br />
Come dice più volte Gesù “chi persevererà<br />
fino alla fine sarà salvato” (Mt 10,<br />
22) e “con la vostra perseveranza salverete<br />
le vostre anime” (Lc 21, 19). Il brano<br />
della Genesi evoca anche per contrasto<br />
l’esperienza di Maria».<br />
«In Maria — ha detto ancora il Porporato<br />
— contempliamo la realizzazione<br />
del disegno di Dio», descritto dalla lettera<br />
di Paolo: «Egli ci ha scelti in Cristo<br />
prima della creazione del mondo per essere<br />
santi e immacolati...». «La Madonna<br />
ha raggiunto il vertice più alto della<br />
figliolanza divina, di somiglianza con<br />
Dio, e si capisce perché in lei, prima<br />
che in ogni altra creatura, il Signore sia<br />
stato glorificato... Oggi, ancora una volta,<br />
Maria ci assicura che ogni cristiano<br />
può essere colmato della sua grazia perché<br />
le è stata concessa dal Padre in vista<br />
di noi, chiamati noi pure a essere “santi<br />
e immacolati nella carità”... L’origine e<br />
il termine dell’uomo non è il caso o il<br />
caos, ma la certezza d’essere amati e lo<br />
svelamento pieno di questa certezza».<br />
Infine, la Madonna «nel testo del vangelo<br />
di Luca viene salutata dall’angelo<br />
come «piena di grazia», cioè di santità e<br />
di bellezza divina, sia perché è stata redenta<br />
in modo sublime sia perché ha accolto<br />
questa grazia, ...l’ha fatta crescere,<br />
affidandosi sempre alla parola del Signore,<br />
di cui si è dichiarata serva e diventando<br />
poi discepola perfetta... Colgo<br />
qui — ha notato l’Arcivescovo — un<br />
preciso messaggio per questo nostro anno<br />
pastorale nel quale ci impegniamo ad<br />
accogliere con gioia l’invito di Gesù a<br />
“prendere il largo” sulla sua Parola. La<br />
Madonna è un modello di adesione alla<br />
parola di Dio... E noi, soprattutto oggi,<br />
abbiamo tanto bisogno di affidarci alla<br />
parola del Signore, di entrare nel mistero<br />
e nel cuore di Maria per partecipare<br />
ai suoi sentimenti, alla sua umiltà, mitezza,<br />
alla sua indomita speranza, alla<br />
sua amorevole obbedienza a Dio, al suo<br />
sguardo di bontà su ogni persona. Penso<br />
che il mondo abbia diritto di vedere nei<br />
cristiani quell’atteggiamento concreto di<br />
fede semplice, profonda che rende beati<br />
e illumina ogni evento, per quanto<br />
drammatico».<br />
«Domandiamo dunque all’Immacolata<br />
— ha concluso il Cardinal Martini — di<br />
intercedere perché la nostra fede sia un<br />
prolungamento del suo fiat, e ci rivolgiamo<br />
a lei in preghiera con la supplica<br />
del Papa: “Vergine Immacolata, Madre<br />
del Salvatore, ...verso di te alziamo i nostri<br />
occhi e ti chiediamo di sorreggerci<br />
nella lotta contro il male e nell’impegno<br />
per il bene. Conservaci sotto la tua materna<br />
tutela, Vergine tutta bella e tutta<br />
santa! Aiutaci ad avanzare nel nuovo<br />
millennio rivestiti di quella umiltà che<br />
ha reso te prediletta agli occhi dell’Altissimo.<br />
Nelle tue mani poniamo il futuro<br />
che ci attende, invocando sul mondo intero<br />
la tua costante protezione. Resta<br />
con noi, Maria, resta con noi in ogni<br />
tempo”. O Maria, Madre della pace e<br />
della riconciliazione, ottieni al mondo,<br />
ai popoli, a ciascuno di noi il dono eccelso<br />
della pace e della riconciliazione!».<br />
ALBERTO MANZONI