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DAL MONDO<br />
MARIO AGNES<br />
Direttore responsabile<br />
PAGINA<br />
TIPOGRAFIA VATICANA<br />
EDITRICE<br />
«<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong>»<br />
Redazione:<br />
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AZIENDE PROMOTRICI DELLA DIFFUSIONE DE <strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong><br />
ALITALIA – INTESABci – VOBIS – ADVENIA<br />
Pubblietica sta lavorando ad un progetto teso all'incremento della diffusione de<br />
L'Osservatore Romano in collaborazione con alcune primarie aziende italiane.<br />
Lo sforzo del quotidiano della Santa Sede per diffondere la parola del Papa, soprattutto in<br />
questo particolare momento storico, può infatti essere validamente sostenuto da quanti<br />
condividono i valori propugnati dalla Chiesa cattolica.<br />
Alcune aziende hanno scelto L'Osservatore Romano come mezzo privilegiato e qualificato<br />
per divulgare il loro messaggio pubblicitario. Saranno queste aziende —<br />
sottoscrittrici di numerosi abbonamenti — a diffondere all'interno del proprio<br />
mondo di riferimento (sedi, clienti, collaboratori), questo giornale, questi valori.<br />
<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 16 Dicembre 2001<br />
KABUL — Oltre 17.000 rifugiati sono<br />
tornati in Afghanistan nell'ultima settimana.<br />
Lo ha annunciato venerdì l’Alto Commissariato<br />
delle Nazioni Unite per i Rifugiati<br />
(Unhcr) precisando che circa 7.000<br />
persone sono rientrate dall’Iran, 7.000 dal<br />
posto di frontiera di Chaman, nell'Ovest<br />
del Pakistan, mentre altri 3.000 sarebbero<br />
rimpatriati verso Kabul e Jalalabad attraverso<br />
il passo di Khyber.<br />
In un comunicato pubblicato a Kabul,<br />
l’Unhcr mette in guardia gli afghani affin-<br />
Migliaia di profughi fanno ritorno in Afghanistan<br />
ché non si precipitino nel rientrare in patria<br />
in quanto le condizioni di sicurezza<br />
restano precarie in molte zone del Paese.<br />
Allo stesso tempo l'Onu invita le Nazioni<br />
vicine a non spingere milioni di profughi a<br />
tornare nel loro Paese nell'imminenza<br />
dell'arrivo dell’inverno.<br />
Anche il Sottosegretario agli esteri del<br />
Governo italiano, Margherita Boniver, in<br />
missione nella regione, ha sottolineato<br />
STATI UNITI Per il Presidente il video diffuso dal Pentagono «è una devastante dichiarazione di colpevolezza»<br />
George W. Bush: bin Laden<br />
sarà assicurato alla giustizia<br />
Afghanistan:<br />
continuano<br />
le incursioni<br />
su Tora Bora<br />
KABUL, 15.<br />
Continuano le incursioni angloamericane<br />
sulla zona montagnosa<br />
di Tora Bora nell'Est dell'Afghanistan<br />
dove sono trincerate le ultime<br />
sacche di resistenza dei mercenari<br />
di «Al Qaeda». Nessun<br />
combattente del gruppo terroristico<br />
di Osama bin Laden si è finora<br />
arreso. Lo ha detto ai giornalisti<br />
un comandante locale afghano,<br />
Said Mohammad Palawan, che<br />
qualche ora prima aveva dato<br />
l'annuncio di una prossima resa<br />
di 300 membri di «Al Qaeda».<br />
Trentatré combattenti del gruppo<br />
terroristico di Osama bin Laden<br />
sono stati ritrovati morti e altri<br />
quattro sono stati catturati dalle<br />
forze afghane alleate degli Stati<br />
Uniti, sulle montagne di Tora Bora.<br />
Lo ha detto oggi il portavoce<br />
di un comandante anti Taleban<br />
che combatte nella zona, il quale<br />
ha precisato che i corpi sono stati<br />
ritrovati tra ieri e oggi durante l'avanzata<br />
delle Forze del comandante<br />
Haji Hazrat Ali tra le grotte<br />
e le gallerie che sono servite da rifugio<br />
ai miliziani di «Al Qaeda».<br />
Il Segretario alla difesa americano,<br />
Donald Rumsfeld, ha fatto<br />
scalo questa notte in Irlanda (è in<br />
viaggio verso il Caucaso) ed ha affermato<br />
che le Forze di terra che<br />
stanno avanzando nella zona di<br />
Tora Bora sono avanzate di due<br />
miglia. Appoggiati dai raid angloamericani<br />
i guerriglieri anti Taleban<br />
stanno «tagliando le vie di fuga»<br />
ai nemici. Caverne e tunnel<br />
abbandonati dai mercenari di «Al<br />
Qaeda» sono state ispezionate, alla<br />
ricerca di documenti e testimonianze<br />
sulle attività criminali dell'organizzazione<br />
terroristica.<br />
Dal canto suo, il generale Tommy<br />
Franks, comandante dell'operazione<br />
«Enduring Freedom» (Libertà<br />
duratura), ha affermato:<br />
«Noi possiamo resistere più di loro:<br />
manterremo la pressione (sui<br />
combattenti di “Al Qaeda“) finché<br />
non saranno nostri». Il generale<br />
ha anche ammesso che gli Stati<br />
Uniti non sanno dove il mullah<br />
Omar, il leader dei Taleban, sia<br />
con esattezza, anche se pensano<br />
che continui ad essere «nei pressi<br />
di Kandahar». Il generale Franks<br />
ha inoltre escluso che ci possa essere<br />
una Forza di occupazione<br />
americana una volta finite le ostilità<br />
in Afghanistan, ma «continueremo<br />
ad essere impegnati negli<br />
aiuti al popolo afghano».<br />
Un alto responsabile americano<br />
arriverà durante il weekend a Kabul<br />
per riaprire ufficialmente domani<br />
l’Ambasciata americana<br />
chiusa nel 1989. Ne dà notizia il<br />
Dipartimento di Stato a Washington.<br />
L’Inviato americano in Afghanistan,<br />
John Dubbins, sarà a<br />
Kabul una settimana prima dell’entrata<br />
in funzione del Governo<br />
provvisorio afghano, quindi fin da<br />
oggi o domani, ha detto un portavoce<br />
del Dipartimento di Stato.<br />
WASHINGTON, 15.<br />
Il video di bin Laden «è una devastante<br />
dichiarazione di colpevolezza» che<br />
mostra il terrorista saudita per quello<br />
che veramente è: «un assassino, un uomo<br />
vile che costringe dei giovani a morire<br />
e che non si fa mai avanti per lottare<br />
di persona». Lo ha ieri affermato il<br />
Presidente degli Stati Uniti, George W.<br />
Bush, aggiungendo che « «sarebbe pazzesco<br />
pensare ad una falsificazione» del<br />
video stesso. «Lo prenderemo vivo o<br />
morto — ha dichiarato il Presidente Usa<br />
riferendosi al capo di Al Qaeda — non<br />
importa quando, forse fra un anno ma<br />
non abbiamo scadenze, non abbiamo un<br />
calendario». George W. Bush ha poi affermato<br />
di aver esitato a dare l’approvazione<br />
per la trasmissione del video, considerata<br />
la sua drammaticità e l’effetto<br />
che avrebbe potuto avere sui parenti<br />
delle vittime degli attacchi terroristici<br />
dell’11 settembre.<br />
Il Presidente, che ha rilasciato la sua<br />
dichiarazione al termine di un colloquio<br />
a Washington con il Premier thailandese,<br />
ha quindi detto di essere soddisfatto<br />
per come si è finora svolta la campagna<br />
militare in Afghanistan. «Abbiamo liberato<br />
quel Paese — ha sottolineato —. Lo<br />
abbiamo liberato, villaggio dopo villaggio,<br />
dal barbaro comportamento dei Taleban<br />
contro i bambini e contro le donne».<br />
In occasione della fine del Ramadan,<br />
il Presidente George W. Bush ha<br />
anche inviato un messaggio a tutti i musulmani<br />
del mondo invitandoli a lottare<br />
contro il terrorismo. «Grazie ai nostri<br />
sforzi congiunti, possiamo liberarci del<br />
terrorismo e dei terribili effetti dell’odio<br />
e dell’intolleranza sulla nostra civiltà per<br />
conseguire, infine, un futuro più luminoso»,<br />
scrive Bush nel suo messaggio<br />
augurando quindi «a tutti i musulmani<br />
del mondo pace, salute e prosperità per<br />
l’anno prossimo». All’indomani della trasmissione<br />
del video in cui Osama bin<br />
Laden sembra rallegrarsi apertamente<br />
per le stragi dell’11 settembre, e che ha<br />
suscitato grande emozione negli Stati<br />
Uniti, Bush ricorda poi che «gli americani<br />
con l’aiuto di molti altri Paesi sono<br />
impegnati in un’opera umanitaria per<br />
portare cibo, medicinali e vestiti alla popolazione<br />
afghana». «Fare atti di carità<br />
rimane una tradizione comune a molte<br />
fedi religiose», afferma quindi il Presidente<br />
Usa che sostiene poi di essere «determinato<br />
a lavorare in collaborazione<br />
con altre Nazioni per aiutare gli afghani<br />
nella ricostruzione del loro Paese».<br />
Ha intanto un nome, ma un nome<br />
molto comune in Arabia Saudita, il misterioso<br />
sceicco che conversa con Osama<br />
bin Laden nel video diffuso dal Pentagono.<br />
Un portavoce dell’Ambasciata<br />
saudita a Washington lo ha identificato<br />
come lo sceicco al Ghamdi di una tribù<br />
della provincia Asir nell’Arabia Saudita<br />
Sud-occidentale al confine con lo Yemen.<br />
Il portavoce ha definito al Ghamdi<br />
un fondamentalista ed ha aggiunto che<br />
parecchi dei dirottatori dell’11 settembre<br />
venivano dalla sua tribù. Al Ghamdi, un<br />
cittadino saudita, ha fatto parte di un<br />
gruppo di militanti islamici che protesta-<br />
«GROUND ZERO» A 3 mesi dagli attacchi terroristici<br />
Demoliti i resti<br />
della Torre Nord<br />
Il World Trade Center prima che vengano avviate le ultime demolizioni<br />
WASHINGTON, 15.<br />
Sarà abbattuta completamente entro<br />
domenica la facciata della Torre Nord<br />
che ha resistito agli attacchi dell'11 settembre<br />
contro il World Trade Center.<br />
Gli operai del comune, che insieme<br />
con poliziotti e pompieri continuano da<br />
oltre tre mesi a scavare tra le macerie,<br />
hanno rimosso alcuni piccoli pezzi della<br />
facciata per poterli usare in futuro in un<br />
eventuale memoriale.<br />
Sarà come girare finalmente pagina,<br />
sottolineano la maggior parte dei commentatori,<br />
riportando i commenti di<br />
quanti lavorano a «ground zero».<br />
Con l’abbattimento termina la prima<br />
fase degli scavi iniziati immediatamente<br />
dopo la tragedia. La prossima settimana<br />
cominceranno i lavori per liberare l’area<br />
dalle macerie, una fase che durerà diversi<br />
mesi e richiederà un notevole impegno<br />
di uomini e mezzi. Quando l'intera<br />
area sarà sgomberata potranno cominciare<br />
i lavori di ricostruzione.<br />
Gran parte dell'Europa<br />
ancora stretta<br />
nella morsa del gelo<br />
BERNA, 15.<br />
Praticamente l'intera Europa resta<br />
stretta nella morsa del gelo e purtroppo<br />
nuove vittime si aggiungono al già impressionante<br />
numero dei giorni scorsi.<br />
La neve e il ghiaccio hanno provocato<br />
dozzine di incidenti stradali e nel trasporto<br />
aereo e ferroviario ci sono stati<br />
numerosi ritardi. Nella Repubblica Ceca<br />
tre senzatetto sono morti assiderati in<br />
Moravia, regione nella quale la temperatura<br />
è scesa fino a 23 gradi sotto zero.<br />
Temperature ancora più basse, fino<br />
ad oltre 30 gradi sotto zero, sono state<br />
registrate in Svizzera, dove ad aggravare<br />
le conseguenze per la popolazione contribuisce<br />
il cosiddetto «wind chill factor»<br />
(fattore vento che aumenta il freddo<br />
percepito). Anche in Germania, la temperatura<br />
è scesa fino a 30 gradi sotto zero<br />
e nelle Alpi tedesche è scattato l’allarme<br />
slavine. Analoghi timori ci sono in<br />
Austria.<br />
In Francia, è nevicato su gran parte<br />
delle regioni centrali e meridionali, dal<br />
Rodano alla Provenza, alla Corsica. Ieri<br />
apparivano coperte da coltri di neve numerose<br />
città, da Lione a Nimes, a Montpellier<br />
e persino il porto di Marsiglia.<br />
Sempre per la neve, è stato chiuso per<br />
molte ore il traforo del Frejus.<br />
rono contro la guerra del Golfo e finirono<br />
in carcere all’inizio degli anni novanta.<br />
Il portavoce della missione saudita a<br />
Washington ha aggiunto che al Ghamdi<br />
era di recente in Arabia Saudita ma è<br />
considerato adesso «persona non grata».<br />
La maggior parte dei terroristi dell’11<br />
settembre, 15 su 19, erano di nazionalità<br />
saudita. Di questi la maggior parte venivano<br />
dalle povere regioni di Baha e di<br />
Asir. Due dirottatori si chiamavano anch'essi<br />
al Ghamdi.<br />
Blitz di funzionari federali Usa sono<br />
stati nel frattempo compiuti nelle sedi di<br />
organizzazioni islamiche negli Stati dell’Illinois<br />
e del New Jersey. Sono stati sequestrati<br />
documenti della «Benevolence<br />
International Foundation» e della «Global<br />
Relief Foundation». Militari della<br />
Kfor hanno intanto arrestato esponenti<br />
di quest’ultima nel Kosovo, accusandoli<br />
di coinvolgimento nella preparazione di<br />
attentati in Europa.<br />
Il Segretario Usa alla difesa, Donald<br />
Rumsfeld, è infine giunto oggi a Baku,<br />
capitale dell’Azerbaigian, prima tappa di<br />
una missione nel Sud della regione caucasica,<br />
per affrontare la questione terrorismo<br />
internazionale. Appena arrivato,<br />
Rumsfeld si è incontrato con il Presidente,<br />
Haydar Aliyev. Subito dopo — Rumsfeld<br />
si tratterrà a Baku solamente tre<br />
ore — il Segretario alla Difesa si recherà<br />
in Armenia e, quindi, in Georgia. Tutte<br />
e tre le ex Repubbliche sovietiche hanno<br />
offerto a Washington l’utilizzo del loro<br />
spazio aereo. In cambio dell'aiuto nella<br />
lotta al terrorismo, gli Usa sono pronti a<br />
dare slancio ai legami economici.<br />
Stato di allerta<br />
negli Usa<br />
per timore<br />
di nuovi attentati<br />
WASHINGTON, 15.<br />
Gli Stati Uniti devono restare in stato<br />
di allerta contro possibili attacchi terroristici<br />
finché la rete di Al Qaeda non sarà<br />
annientata. Lo ha affermato il Coordinatore<br />
per la sicurezza nazionale, Tom<br />
Ridge. «Penso che dovremo mantenere<br />
l’alto livello di allerta non solo fino a<br />
quando avremo eliminato bin Laden,<br />
ma finché l’intera rete di Al Qaeda non<br />
sarà distrutta», ha ieri affermato Ridge<br />
in un'intervista.<br />
Nei giorni scorsi, Ridge aveva invitato<br />
per la terza volta in tre mesi ad alzare la<br />
guardia contro il terrorismo in relazione<br />
a segnalazioni di possibili attentati in<br />
coincidenza con la fine del Ramadan e<br />
l'allarme sì è ulteriormente accresciuto<br />
dopo la diffusione del video di bin Laden<br />
in cui si parla apertamente di altre<br />
«vittorie» prima della fine del Ramadan.<br />
La frase è stata interpretata da alcuni<br />
esperti Usa di terrorismo come la prova<br />
che altri attentati sarebbero in preparazione<br />
dopo gli attacchi dell’11 settembre<br />
contro New York e contro Washington.<br />
Per razionalizzare il sistema dei livelli di<br />
allerta Ridge ha detto ieri di voler imitare<br />
il sistema adottato dai militari. Il<br />
Coordinatore per la sicurezza nazionale<br />
ha infatti ribadito che per evitare di ricorrere<br />
sempre a un allarme generale, si<br />
studierebbe un sistema di quattro livelli<br />
di allerta in funzione della serietà della<br />
minaccia. In Gran Bretagna è stata intanto<br />
ieri approvata dal Parlamento la<br />
controversa legge antiterrorismo che autorizza<br />
l’internamento senza processo di<br />
presunti terroristi stranieri per un periodo<br />
indeterminato.<br />
che «il rientro di quattro milioni di profughi<br />
richiederà tempo e il ristabilimento<br />
della dignità, della sicurezza e delle prospettive<br />
economiche». Il nuovo Esecutivo<br />
afghano guidato da Hamid Karzai, ha aggiunto,<br />
sta comunque lavorando affinché<br />
«ogni singolo profugo possa fare ritorno<br />
nel proprio Paese».<br />
Al suo arrivo da Kabul alla cittadina iraniana<br />
di Zahedan, Boniver ha definito<br />
India: tre arresti per l'assalto<br />
al Parlamento di Nuova Delhi<br />
NUOVA DELHI, 15.<br />
La polizia dello Stato indiano dello<br />
Jammu e Kashmir ha arrestato oggi tre<br />
persone sospettate di aver avuto un ruolo<br />
nel sanguinoso attacco armato di giovedì<br />
al Parlamento di Nuova Delhi. Nella<br />
sparatoria seguita all'attacco erano<br />
morte dodici persone, sei guardie, un<br />
giardiniere e i cinque assalitori. Gli arresti<br />
sono venuti nel distretto di Baramulla,<br />
a Nord della città di Srinagar, la capitale<br />
estiva dello Jammu e Kashmir.<br />
Nel riferire la notizia, citando le autorità<br />
locali, le agenzie di stampa internazionali<br />
non hanno specificato se i tre arrestati<br />
appartengano o meno al gruppo separatista<br />
islamico Lashkar-e-Taiba, con basi<br />
in Pakistan, che ieri il Ministro degli<br />
esteri indiano Jaswant Singh aveva additato<br />
come responsabile dell'assalto. Jaswant<br />
Singh aveva detto che l’India «ha<br />
la prova tecnica che l’attacco terroristico<br />
al simbolo e sede della democrazia<br />
indiana e della sovranità del popolo indiano<br />
è opera dell’organizzazione terroristica<br />
basata in Pakistan Lashkar-e-Taiba».<br />
Il Ministro indiano aveva invitato il<br />
Governo di Islamabad a vietare le attività<br />
di tale gruppo e anche quelle dello<br />
«una soluzione molto intelligente» quella<br />
adottata fin dall’inizio dei bombardamenti<br />
americani dall’Iran, che ha allestito due<br />
campi per accogliere i nuovi rifugiati in<br />
territorio afghano sebbene a ridosso della<br />
frontiera. Teheran è particolarmente impegnata<br />
nell'accoglienza dei rifugiati. A<br />
Zahedan, piccolo centro a ridosso delle<br />
frontiere con l'Afghanistan ed il Pakistan,<br />
vivono ad esempio 216.000 profughi rispetto<br />
a una popolazione locale di 538.000<br />
abitanti.<br />
Ginevra: intervento della Santa Sede alla Riunione Ministeriale<br />
degli Stati parte della Convenzione del 1951, relativo<br />
allo status dei rifugiati, e/o del suo protocollo del 1967<br />
Nuove soluzioni e volontà politica<br />
per assicurare la protezione legale<br />
dei rifugiati e degli sfollati<br />
Domenica 9 dicembre, al termine della<br />
preghiera mariana dell’«Angelus», il<br />
Santo Padre ha ricordato una importante<br />
Riunione Ministeriale, tenutasi a Ginevra.<br />
Essa aveva lo scopo di riaffermare<br />
l’impegno degli Stati ad assicurare, a<br />
livello internazionale, la protezione dei<br />
diritti e delle libertà fondamentali dei rifugiati<br />
e dei richiedenti asilo.<br />
Nel corso di quell’incontro, il 12 dicembre<br />
scorso, S.E. Mons. Agostino<br />
Marchetto, Segretario del Pontificio<br />
Consiglio della Pastorale per i Migranti e<br />
gli Itineranti, ha pronunciato l’intervento<br />
che pubblichiamo.<br />
Madame Chairperson<br />
The Delegation of the Holy See wishes<br />
to thank the Government of Switzerland<br />
and UNHCR for this initiative of<br />
bringing together representatives of governments<br />
and humanitarian organizations.<br />
We are confident — as one of the<br />
initial States Parties to the Convention<br />
— that at the end of these days positive<br />
results will be seen for the benefit of all<br />
affected by displacement as a result of<br />
persecution, conflict, or other human<br />
rights violations.<br />
UNHCR was founded in order to answer<br />
the great drama in the aftermath<br />
of the Second World War. It was a<br />
breakthrough and answered the demands<br />
of its times. It brought a future<br />
to people who were forced to move.<br />
My delegation wants to thank UN-<br />
HCR for all that was done over these<br />
fifty years to guarantee fully the dignity<br />
and rights of these persons. The Organization<br />
with its personnel was close to<br />
people, tried to answer their problems<br />
and find solutions in different times<br />
and circumstances. Sometimes staff<br />
members were under attack, with occasionally<br />
dramatic consequences. They<br />
have done their work with much dedication<br />
and sacrifice.<br />
Madame Chairperson<br />
Unfortunately, the task of UNHCR<br />
still exists even if the necessity of<br />
changes is evident. The number of persons<br />
protected by UNHCR has been rising,<br />
some twenty-one million at present.<br />
Furthermore there are more than<br />
twenty million internally displaced persons.<br />
The causes of this uprooting have<br />
become more complex and challenging<br />
and the answers given only insufficiently<br />
address these new challenges of today.<br />
A strict, narrow and legalistic way<br />
of interpretation of the Convention,<br />
sometimes with restrictive measures,<br />
also does not come to the assistance of<br />
people in despair, nor does it strengthen<br />
the international protection regime.<br />
This changed situation requires additional<br />
solutions and political will. My<br />
delegation expresses the hope that the<br />
spirit of 1951 will be revived, leading to<br />
an open-minded policy to answer integrally<br />
the problems of today. My delegation<br />
emphasizes the fact that protection<br />
is a dynamic and action-oriented<br />
function rather than an abstract concept.<br />
Millions of refugees are hosted in<br />
first countries of arrival. They carry,<br />
sometimes for years, the heavy burden<br />
of the displaced, who do not have a<br />
prospect for a quick return in freedom,<br />
security and dignity. Their situation<br />
not only requires opportunities for local<br />
integration into the host country when<br />
return to their countries is impossible,<br />
but also more chances for third country<br />
resettlement. Moreover economic<br />
programmes should be developed so<br />
that, when people return to their home<br />
country, they indeed have a future<br />
there.<br />
Refugees who did not cross an inter-<br />
Jaish-i-Mohammad, un'altra formazione<br />
separatista islamica operante nel Kashmir<br />
e responsabile dell'attentato, ancora<br />
più cruento, condotto due mesi e<br />
mezzo fa, l'1 ottobre, contro il Parlamento<br />
statale dello Jammu e Kashmir a<br />
Srinagar. In quella occasione, morirono<br />
trentotto persone, compresi i quattro<br />
terroristi suicidi che avevano sferrato<br />
l'attacco.<br />
Alle affermazioni del Ministro degli<br />
esteri indiano aveva risposto ieri un portavoce<br />
di Lashkar-e-Taiba il quale aveva<br />
negato ogni implicazione nell’attacco al<br />
Parlamento indiano, sostenendo che le<br />
accuse del Governo di Nuova Delhi sono<br />
«senza fondamento» e che responsabili<br />
dell’attentato sono i servizi indiani.<br />
«Questo è un dramma messo in scena<br />
dalle agenzie dei servizi indiane in collusione<br />
con il Governo indiano per far dichiarare<br />
terroristi i gruppi jihadi (militanti)<br />
e il Pakistan», aveva sostenuto<br />
portavoce di Lashkar-e-Taiba.<br />
Come noto, il Governo indiano accusa<br />
da tempo quello pakistano di aiutare i<br />
separatisti islamici che combattono contro<br />
la sovranità indiana sullo Jammu e<br />
Kashmir, l'unico Stato indiano di popolazione<br />
in maggioranza musulmana.<br />
national border, internally displaced<br />
persons, often find themselves in even<br />
more desperate situations. The lack of<br />
an international protection system has<br />
become more evident here. The Guiding<br />
Principles on Internal Displacement<br />
were introduced into the United Nations<br />
in 1998, setting forth their rights<br />
and the obligations of governments and<br />
insurgent groups to these populations.<br />
The Holy See encourages the further<br />
development of a clearer system of responsibility<br />
for these persons. This involvement<br />
in protection and human<br />
rights issues will require larger human<br />
and financial resources to be made<br />
available. UNHCR, while having no explicit<br />
mandate to care for internally<br />
displaced persons, has in the past,<br />
along with other concerned parties, assisted<br />
them when and where possible.<br />
The delegation of the Holy See wishes<br />
to commend such activity on the part<br />
of UNHCR and others and to encourage<br />
expanded considerations of the plight of<br />
these human beings who have the right<br />
to humanitarian assistance even and<br />
first of all in the sovereign territory of<br />
their homeland.<br />
In this context a general consideration<br />
must be made: distinguishing between<br />
voluntary and involuntary migration<br />
and between migrants and<br />
refugees has become more difficult<br />
since the element of free choice is hardly<br />
the principal reason for people deciding<br />
to move abroad. The economic differences<br />
between countries as well as<br />
human rights abuses and the existence<br />
of conflicts that force people to leave<br />
need to be addressed. Moreover, by developing<br />
balanced migration policies,<br />
the legal framework for asylum seekers<br />
will also be guaranteed.<br />
Madame Chairperson<br />
Our task is to make solidarity a reality.<br />
It implies acceptance and recognition<br />
of the fact that we, as one human<br />
family, are interdependent. It calls us<br />
to international cooperation in favour<br />
of the poor and powerless as our own<br />
brothers and sisters. Loving and assisting<br />
our neighbour has global dimensions<br />
in an interdependent world. “[Solidarity]<br />
is a firm and persevering determination<br />
to commit oneself to the common<br />
good; that is to say, to the good of<br />
all and of each individual because we<br />
are all really responsible for all (John<br />
Paul II, Sollicitudo Rei Socialis n. 38).”<br />
Effective responsibility and burden<br />
sharing among all States is therefore<br />
indispensable to promote peace and<br />
stability. This should be an inspiration<br />
for the human family of nations to reflect<br />
on the challenges of today and<br />
find the required solutions in a spirit of<br />
dialogue and mutual understanding.<br />
Our generation and future generations<br />
demand this so that refugees and internally<br />
displaced persons will benefit<br />
from it. In this context civil society<br />
through the NGOs has a great role in<br />
advocacy and in creating favourable<br />
public opinion. Let us work and plan<br />
together for a universal common<br />
family.<br />
Russia: prosegue<br />
l'offensiva in Cecenia<br />
MOSCA — L'operazione antiterrostica<br />
invernale lanciata dalle truppe<br />
federali russe in Cecenia continua.<br />
Argun, nella quale si troverebbero<br />
fra 100 e 300 guerriglieri,<br />
è assediata da alcuni giorni e rastrellamenti<br />
sono in corso sabato a<br />
Grozny. Combattimenti sono segnalati<br />
in altre parti della Cecenia,<br />
soprattutto a Sud nella provincia di<br />
Vedeno. Il comandante Khattab,<br />
uno dei principali leader militari<br />
della rivolta cecena, ha smentito di<br />
essere stato ferito.<br />
Gabon: si propaga<br />
l'epidemia di ebola<br />
GINEVRA — L'epidemia di febbre<br />
ebola nel Nord-Est del Gabon «si<br />
propaga molto rapidamente e in<br />
modo erratico», ha detto venerdì la<br />
Federazione internazionale delle<br />
società di Croce Rossa e Mezzaluna<br />
Rossa. Secondo un nuovo bilancio<br />
dell'Organizzazione mondiale<br />
della sanità diffuso venerdì 14<br />
casi di febbre emorragica da virus<br />
ebola sono stati censiti nella regione<br />
e undici persone sono morte.<br />
La Federazione della Croce Rossa<br />
ha sottolineato in un comunicato<br />
che «i rischi di estensione dell'epidemia<br />
sono elevati».<br />
Turchia: accordo<br />
con il Fondo monetario<br />
ANKARA — Il Governo turco ha<br />
raggiunto venerdì un accordo di<br />
principio con il Fondo monetario<br />
internazionale su un programma<br />
economico di tre anni. Lo ha annunciato<br />
Odd Per Brekk, rappresentante<br />
in Turchia dell’Fmi. In base<br />
al nuovo accordo (2002-2004), la<br />
Turchia dovrebbe ricevere 10 miliardi<br />
di dollari di nuove risorse<br />
dal Fondo.