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L'OSSERVATORE ROMANO

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PAGINA<br />

5 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Sabato 29 Dicembre 2001<br />

Sono trascorsi vent'anni da quando ad<br />

Acciarello — popoloso quartiere di Villa<br />

San Giovanni, in Diocesi di Reggio Calabria-Bova<br />

— le Suore della Carità di santa<br />

Giovanna Antida Thouret hanno avviato<br />

la casa famiglia «Cassibile». Si tratta di<br />

un'istituzione caritativa dove con impegno<br />

ed abnegazione le religiose attendono alle<br />

donne in difficoltà, proprio come aveva<br />

voluto la nobildonna siciliana — cui è intitolata<br />

la Casa — che con questo intento<br />

aveva donato lo stabile alla Curia arcivescovile.<br />

La XXXIV edizione si svolge in Calabria, da Locri a Gerace<br />

In marcia per la pace nel mondo<br />

nel segno del perdono reciproco<br />

Si terrà nella Diocesi di Locri-Gerace<br />

tra il pomeriggio di lunedì 31 dicembre<br />

2001 e il martedì 1º gennaio<br />

2002 la 34ª Marcia per la pace, promossa<br />

dalla Conferenza Episcopale<br />

Italiana.<br />

Il tema della Giornata è «Senza perdono<br />

non c’è pace». L’iniziativa è organizzata<br />

dalla Commissione episcopale<br />

per i problemi sociali e il lavoro, la<br />

giustizia e la pace della Cei, dal Movimento<br />

«Pax Christi», dalla Caritas italiana<br />

e dalla Diocesi di Locri-Gerace.<br />

«Quella di Locri è una scelta motivata<br />

da diverse ragioni — sottolinea il<br />

Vescovo di Locri-Gerace, Mons. Giancarlo<br />

Bregantini — prima di tutto il ricordo<br />

affettuoso di don Giorgio Pratesi,<br />

grande figura di sacerdote che si è<br />

speso per la pace e per la giustizia,<br />

nella Locride. Poi perché valorizza<br />

tutte quelle esperienze di crescita religiosa<br />

e civile, di rinascita e di speranza,<br />

che si stanno registrando nel Sud<br />

d'Italia. Il tema della Marcia, infine, è<br />

uno stimolo in più a raccogliere la sfida<br />

per creare nel concreto una cultura<br />

di perdono e di giustizia, che sono<br />

le premesse di ogni pace».<br />

La partenza della Marcia è prevista<br />

alle ore 17 dalla Cattedrale di Locri.<br />

Dopo il saluto del Presidente della<br />

Conferenza episcopale calabra, l’Arcivescovo<br />

di Catanzaro-Squillace Mons.<br />

Antonio Cantisani, del Presidente Nazionale<br />

di «Pax Christi», il Vescovo di<br />

Saluzzo Mons. Diego Bona, e del sindaco<br />

di Locri, ci sarà un breve momento<br />

di preghiera. Seguirà un commento<br />

al Messaggio di Giovanni Paolo<br />

II per la Giornata Mondiale della<br />

Pace, affidato a Gianni Novello della<br />

Commissione diritti umani di «Pax<br />

Villa San Giovanni: da 20 anni una casa per donne in difficoltà<br />

Da allora vengono qui prese in cura<br />

donne affette da malattie mentali o anche<br />

abbandonate dalle proprie famiglie o, infine,<br />

povere e bisognose di aiuto e di protezione.<br />

Oggi le ospiti della casa sono in<br />

tutto dieci. Nella loro opera le Suore della<br />

Carità sono affiancate da una squadra di<br />

volontari molto preparata e all'altezza della<br />

situazione: tra di essi vi sono infatti<br />

uno psichiatra, un medico, alcuni giovani<br />

ADRIA-ROVIGO Fu fondata nel 1931, ispirata al carisma di san Pietro Giuliano Eymard<br />

I settant'anni dell'Opera diocesana<br />

dell'Adorazione Perpetua: scuola di vita eucaristica<br />

Nella solennità di Cristo Re del 1931<br />

per l'ansia apostolica di S.E. Mons. Anselmo<br />

Rizzi, nasceva a Rovigo l'Opera<br />

Diocesana dell'Adorazione perpetua.<br />

Egli ne affidava l'impegno al prof.<br />

Mons. Giovanni Battista Lavezzo, insegnante<br />

di Sacra Scrittura del Seminario<br />

Vescovile, su indicazione di laici impegnati<br />

nella pastorale e nell'Azione Cattolica<br />

in particolare.<br />

Mons. Giovanni Battista Lavezzo aveva<br />

44 anni e 20 di sacerdozio, cappellano<br />

del Papa, profondo conoscitore della<br />

Bibbia, conduceva una vita sacerdotale<br />

esemplareconun'ampiaesperienzasia di<br />

parrocchia che di direzione delle anime.<br />

Dal 1919 era rettore della chiesa cittadina<br />

di san Domenico, ove egli guidava<br />

tanti fedeli e li aiutava a crescere spiritualmente.<br />

E la chiesa di sant'Antonio Abate detta<br />

di «san Domenico» fu ed è ancor oggi<br />

la sede dell'Opera. Con la chiesa dell'Adorazione<br />

in città, partiva pure l'«Adorazione»<br />

nelle parrocchie, il 7 dicembre<br />

1931 ad Occhiobello.<br />

Una litania di preghiere adorante che<br />

da allora unisce spiritualmente le oltre<br />

cento parrocchie e le tante comunità religiose<br />

degli Ospedali, delle Case di Riposo,<br />

delle Materne e anima gruppi di<br />

Chiesa in ogni Paese.<br />

L'Opera si ispirava e si ispira a san<br />

La testimonianza della carità<br />

nella Chiesa<br />

di Spoleto-Norcia<br />

«La testimonianza della carità nella<br />

Chiesa diocesana di Spoleto-Norcia». È<br />

questo il titolo del documento approvato<br />

nell'ultima Congregazione generale del<br />

Sinodo della Chiesa spoletino-nursina,<br />

presentato di recente dall'Arcivescovo<br />

Riccardo Fontana. La diocesi umbra è<br />

impegnata da un anno e mezzo nella celebrazione<br />

del Sinodo, che intende porre<br />

le basi di una rinnovata presenza ecclesiale<br />

sul territorio, in base ai nuovi bisogni<br />

e alle necessità emergenti.<br />

Il documento sinodale ha per oggetto<br />

proprio l'individuazione di questi bisogni,<br />

delle povertà del nostro tempo, per<br />

cercare di dare una risposta concreta.<br />

La solitudine degli anziani, la tossicodipendenza,<br />

le varie forme di disabilità, il<br />

razzismo, il fenomeno dei giovani a rischio,<br />

le problematiche dei familiari dei<br />

carcerati, la tratta degli esseri umani,<br />

l'usura: sono tutti problemi che interpellano<br />

la Chiesa, la quale non deve sostituirsi<br />

alle istituzioni pubbliche, ma promuovere<br />

la Carità, così come è sempre<br />

stato suo compito. Mons. Fontana ha illustrato<br />

le vecchie e nuove forme di povertà<br />

di fronte alle quali la Caritas si<br />

adopera per individuare i servizi pastorali<br />

più idonei per esprimere la solidarietà<br />

e l'amore verso il prossimo.<br />

La Cattedrale di Gerace,<br />

dove si concluderà la Marcia<br />

Christi International» e alla Comunità<br />

Santa Maria delle Grazie di Rossano<br />

Calabro.<br />

Alla luce del tema di quest’anno saranno<br />

proposte diverse testimonianze,<br />

alcune delle quali espressioni del territorio<br />

che ospita la marcia: giovani che<br />

tentano nuove strade per vincere il<br />

dramma della disoccupazione e famiglie<br />

che sperimentano con fatica e con<br />

fede la realtà del perdono dopo essere<br />

state colpite dalla mafia. Inoltre è previsto<br />

l’intervento di Shalini Dewan,<br />

rappresentante in Italia delle Nazioni<br />

Unite e premio Nobel per la Pace. Sa-<br />

Pietro Giuliano Eymard che prevedeva<br />

tre tipi o gradi. A Rovigo si partiva con<br />

il secondo, cioè con le Guardie d'onore.<br />

Si entra nelle «Guardie d'onore» con<br />

pubblica promessa e l'impegno è di<br />

un'ora di adorazione mensile. Si iniziava<br />

con 780 Guardie d'onore. Si giunse anche<br />

ad avere 50 Guardie al giorno.<br />

«San Domenico» divenne «Centro vitale<br />

di spiritualità e culto dell'Eucaristia»,<br />

una vera «Scuola di vita eucaristica».<br />

Quel presbitero era un vero animatore,<br />

motore sempre in moto, per portare<br />

tante anime alla preghiera.<br />

Sono stati otto i Vescovi che si sono<br />

succeduti in questi 70 anni: Mons. Anselmo<br />

Rizzi, Mons. Domenico Maria<br />

Mezzadri, Mons. Guido Maria Mazzocco,<br />

Mons. Marcello Rosina, Mons. Giovanni<br />

Mocellini, Mons. Giovanni Sartori,<br />

Mons. Martino Gomiero e attualmente<br />

Mons. Andrea Bruno Mazzocato. Sono<br />

essi a ricevere la «pubblica promessa»<br />

delle Guardie d'onore, a cadenzare gli<br />

anniversari di fondazione, ad incoraggiare<br />

le iniziative dei sacerdoti che si sono<br />

succeduti a «San Domenico», ad orientare<br />

la preghiera e gli impegni dei fedeli<br />

adoratori.<br />

L'Opera è cara al loro cuore come altremai.E<br />

lo dimostrano gli interventi, le<br />

presenze, gli insegnamenti e le direttive.<br />

Mons. Lavezzo moriva il 10 settembre<br />

Ozieri: «Una “Voce”<br />

per il Logudoro<br />

e il Goceano»<br />

«Una “Voce” per il Logudoro e il Goceano:<br />

i 50 anni del settimanale diocesano»:<br />

È il tema del convegno storico-ecclesiastico<br />

promosso dalla diocesi di<br />

Ozieri nei giorni 28, 29 e 30 dicembre<br />

nel salone ex-seminario-cattedrale.<br />

L'incontro è coordinato dal prof. don<br />

Tonino Cabizzosu, della Facoltà Teologica<br />

della Sardegna. I lavori sono stati<br />

aperti dal Vescovo diocesano, Mons. Sebastiano<br />

Sanguinetti. Seguono gli interventi<br />

di don Gavino Leone, Direttore<br />

della rivista; dei professori Atzeni, Birocchi,<br />

Sotgia, Bussu, Sanna-Farina e Sini,<br />

che affronteranno i temi della stampa<br />

cattolica del Novecento nell'Isola, i pionieri<br />

del giornalismo cattolico, il ruolo<br />

del settimanale cattolico, il rapporto cattolici<br />

e mass-media.<br />

Successivamente è in programma, il<br />

30 dicembre, un dibattito sui cinquant'anni<br />

di vita del settimanale. Nel pomeriggio,<br />

in cattedrale, il Cardinale Mario<br />

Francesco Pompedda, Prefetto del Supremo<br />

Tribunale della Segnatura Apostolica,<br />

che presiederà la solenne Concelebrazione<br />

Eucaristica in occasione<br />

del cinquantesimo di ordinazione sacerdotale.<br />

rà presente Ntombi Shangase, una<br />

giovane che lavora presso la Commissione<br />

giustizia e pace dell’episcopato<br />

sudafricano con il compito di seguire<br />

il ruolo delle donne nel processo di<br />

pace, riconciliazione e verità. Alla<br />

Marcia parteciperà anche Padre Giuseppe<br />

Moretti, un religioso italiano<br />

che ha trascorso vent’anni condividendo<br />

le sorti alterne degli abitanti afghani<br />

di Kabul, mentre dall’Irlanda del<br />

Nord, Padre Raphael Gallagher testimonierà<br />

il ruolo che i religiosi redentoristi<br />

hanno svolto nell’opera di mediazione<br />

silenziosa tra protestanti e<br />

cattolici.<br />

Queste testimonianze saranno fatte<br />

nelle due soste previste nella Piana di<br />

Gerace e nella zona delle Bombarde,<br />

nei pressi dell’antica Porta del Sole,<br />

nella città di Gerace.<br />

La marcia si concluderà presso la<br />

Cattedrale di Gerace intorno alle 22<br />

con la Celebrazione Eucaristica presieduta<br />

dal Vescovo Bregantini.<br />

Come ogni anno i partecipanti alla<br />

Marcia digiuneranno. Il corrispettivo<br />

di quanto si sarebbe speso per la cena<br />

sarà destinato a un progetto di cooperativa<br />

per nomadi, promosso dalla Caritas<br />

diocesana di Locri. La marcia sarà<br />

vissuta in piena comunione con le<br />

vittime della violenza del Medio Oriente.<br />

Inoltre si darà lettura di un messaggio<br />

di Sua Beatitudine Michel Sabbah,<br />

Patriarca di Gerusalemme dei<br />

Latini e Presidente di «Pax Christi International»,<br />

che ha organizzato per le<br />

stesse ore una marcia interreligiosa da<br />

Betlemme a Gerusalemme dal titolo<br />

«Open Jerusalem». L'iniziativa si concluderà<br />

con una grande catena umana<br />

attorno alle mura della Città Santa.<br />

1941, a soli 10 anni dalla fondazione e in<br />

piena Seconda Guerra Mondiale. A succederGli<br />

fu chiamato un altro sacerdote<br />

di grande statura spirituale Mons. Adelino<br />

Marega, già rettore del Seminario,<br />

Prelato d'onore del Papa, docente di<br />

Teologia Morale e assai stimato in Città<br />

ed in Diocesi. Accanto a Lui per anni ci<br />

fu anche Mons. Aniceto Montacciani<br />

non meno dotto ne meno santo.<br />

Ad essi successe Mons. Alberino Gabrielli<br />

e un decennio dopo, Mons. Antonio<br />

Giovanni Boscolo, sacerdote dalla<br />

forte spiritualità e dalla vita sacerdotale<br />

austera e metodica. Attualmente è Don<br />

Carlo Santato a reggere l'Opera.<br />

All'inizio degli anni '60, S.E. Mons.<br />

Guido Maria Mazzocco chiamava le Figlie<br />

della Chiesa a San Domenico. L'Opera<br />

si arricchiva di un gruppo di religiose<br />

che andavano ad affiancare il Rettore<br />

per essere di aiuto ai fedeli.<br />

Il Vescovo Mazzocato, nel dare avvio<br />

con il Presbiterio Diocesano alla commemorazione,<br />

ha affermato che è importante<br />

ricordare i 70 anni dell'Opera e vederla<br />

alla luce degli avvenimenti. Dal<br />

1931 al 2001 vi sono state: la riforma liturgica<br />

del Concilio Vaticano II che ha<br />

messo al centro della vita cristiana e della<br />

Chiesa l'Eucaristia, «Fons et culmen»;<br />

La riscoperta della fondamentalità del<br />

la cui azione nelle diverse ore del giorno<br />

giova sia alla promozione della persona<br />

che alla relazionalità interna, sia al rispetto<br />

dei diritti e dei doveri, che al totale recupero<br />

psicofisico.<br />

Nel quartiere Acciarello l'opera è meritoria<br />

e ben vista dalla popolazione, in<br />

quanto tende a promuovere stima e fiducia<br />

in se stessi, in un atteggiamento di<br />

condivisione e di solidarietà con chi soffre<br />

SALERNO Celebrata la festa diocesana della famiglia<br />

Dalla nascita del Divino Bambino<br />

un modello per la chiesa domestica<br />

Come è ormai tradizione da<br />

dieci anni, il 26 Dicembre, nella<br />

Cattedrale di Salerno è stata celebrata<br />

la Festa della Famiglia.<br />

Voluta dall'Arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno,<br />

Mons.<br />

Gerardo Pierro, e con la collaborazione<br />

attiva della Consulta per<br />

le Aggregazioni Laicali, la Festa è<br />

stata celebrata dalle famiglie della<br />

Diocesi che, a questo appuntamento,<br />

hanno risposto con grande<br />

partecipazione provenendo da varie<br />

parrocchie. A presiedere la<br />

concelebrazione è stato invitato<br />

l'Arcivescovo Mons. Renato Raffaele<br />

Martino, Osservatore Permanente<br />

della Santa Sede presso<br />

l'Organizzazione delle Nazioni<br />

Unite, che ha sede in New York.<br />

Nel suo indirizzo di saluto, la<br />

Segretaria della Consulta, dott.ssa<br />

Elisabetta Barone, ha evidenziato<br />

come la celebrazione si situasse in<br />

un contesto particolare, determinato<br />

dagli avvenimenti degli ultimi<br />

mesi che esigono da parte di<br />

tutti una profonda riflessione. «La<br />

Mistero Pasquale, per la intensa vita dei<br />

credenti e della Chiesa.<br />

E sempre Mons. Mazzocato ha sottolineato:<br />

«il grande contributo di formazione<br />

cristiana e tanti laici» che l'Opera<br />

dell'adorazione di san Domenico ha operato<br />

per grazia di Dio e per l'opera indefessa<br />

dei Sacerdoti che si sono succeduti<br />

e per la loro grande disponibilità ed<br />

apertura». Il Presule ha poi evidenziato<br />

il legame tra l'Eucaristia e il Sacerdote,<br />

non solo per il legame ontologico tra le<br />

due realtà, ma anche per il grande amore<br />

all'Eucaristia che l'Opera in Città ed<br />

in Diocesi ha saputo suscitare.<br />

Dopo il Concilio Vaticano II, l'Eucaristia<br />

è tornata ad essere al centro della<br />

vita cristiana in modo totalizzante. Ridonare<br />

ai fedeli la capacità della preghiera<br />

dia adorazione è portarli al centro della<br />

vita cristiana e renderli capaci di testimoniare<br />

in tutti i campi della vita. Per<br />

continuare nella scia del cammino percorso,<br />

l'Opera deve essere un «Centro di<br />

spiritualità» che porta i battezzati a vivere<br />

l'Eucaristia. È nata così «cattedra di<br />

Magistero» che presenta e fa conoscere i<br />

documenti del Papa e dei Vescovi. Una<br />

iniziativa che va consolidandosi e ottenendo<br />

adesioni sempre più numerose.<br />

Vi sono poi gli incontri per le «giovani<br />

famiglie» che avviano alla preghiera<br />

adorante e alla solidarietà.<br />

GIANNI AZZI<br />

ROSSANO-CARIATI Il giubileo sacerdotale dell'Arcivescovo Andrea Cassone<br />

Da cinquant'anni a servizio delle diocesi di Calabria<br />

È stato un momento di intensa comunione<br />

ecclesiale e di preghiera la celebrazione<br />

del 50° anniversario di ordinazione<br />

presbiterale di Mons. Andrea Cassone,<br />

alla guida dell'Arcidiocesi di Rossano-Cariati<br />

(CS) dal 1992, proveniente<br />

dalla Chiesa particolare di Reggio-Bova.<br />

Tutti i sacerdoti, i religiosi e i laici impegnati<br />

della Diocesi si sono stretti attorno<br />

al proprio Pastore per riflettere<br />

sul dono della vocazione al Sacerdozio e<br />

per chiedere che il Signore continui a<br />

benedire la Chiesa locale con il dono di<br />

nuove vocazioni.<br />

In circa dieci anni l'Arcivescovo ha<br />

avuto la grazia e la gioia di ordinare ben<br />

ventuno nuovi presbiteri diocesani e di<br />

accogliere diversi ragazzi e giovani nel<br />

Seminario minore arcivescovile e nel Seminario<br />

Teologico regionale «san Pio X»<br />

di Catanzaro. Un motivo ancora più forte<br />

per ringraziare il Signore Gesù, Sommo<br />

ed Eterno Sacerdote, e per continuare<br />

nell'apostolato della preghiera vocazionale<br />

e nella sensibilizzazione a tutti<br />

i livelli, attraverso l'opera del Seminario<br />

e del Centro diocesano vocazioni.<br />

Nei giorni immediatamente precedenti<br />

il Natale si sono svolte alcune iniziative<br />

particolari che hanno interessato tutti<br />

i fedeli della Diocesi. Il 20 dicembre si è<br />

logica ordinariamente sottesa alle relazioni<br />

tra le persone e tra gli Stati — ha<br />

detto — non è quella della pace, bensì<br />

quella del conflitto violento e aggressivo.<br />

Il peso che i media hanno dato a questi<br />

eventi è tale che è forse cresciuta la<br />

consapevolezza che il modo in cui siamo<br />

primariamente in relazione con l'altro<br />

è proprio quello del conflitto». Un<br />

conflitto — ha aggiunto — «che non è<br />

necessariamente una guerra. La guerra<br />

è un conflitto in cui non si parla più e le<br />

opportunità sono state cancellate. Paradossalmente,<br />

la violenza crescente che<br />

caratterizza il modo di gestire i conflitti<br />

di interessi ci chiede di educarci a vivere<br />

i conflitti in maniera non violenta, ossia<br />

non distruttiva della relazione stes-<br />

tenuta nell'Auditorium «GiovanniPaoloII»<br />

del Seminario arcivescovile la giornata<br />

sacerdotale, guidata da Mons. Antonio<br />

Ciliberti, Arcivescovo di Matera-Irsina,<br />

originario della Diocesi calabrese.<br />

Il Presule ha proposto a tutto il presbiterio<br />

una meditazione dal significativo titolo:<br />

«La comunione presbiterale nella<br />

missione della Chiesa, sfida pastorale in<br />

una società che cambia».<br />

Molto calorosa è stata la partecipazione<br />

dei sacerdoti della Diocesi che sono<br />

stati sollecitati a prendere coscienza della<br />

ineludibile importanza della comunione<br />

presbiterale, dono della Trinità e testimonianza<br />

urgente e necessaria per la<br />

società di oggi. Essa si costruisce e si<br />

rafforza sempre di più attorno al proprio<br />

Vescovo, segno visibile di Cristo pastore<br />

e guida del suo popolo.<br />

La giornata di fraternità sacerdotale e<br />

di gioiosa vicinanza al Pastore è continuata<br />

nello stesso Seminario con un incontro<br />

allietato da canti ed espressioni<br />

augurali anche da parte dei seminaristi.<br />

Il 22 dicembre la Consulta diocesana<br />

delle Aggregazioni laicali ha offerto a<br />

tutti, in onore di Mons. Cassone, un<br />

Concerto-testimonianza, svoltosi presso<br />

il Palazzetto dello Sport dei padri Giuseppini<br />

del Murialdo, a Rossano Scalo.<br />

sa». «Anche a noi — ha concluso —, come<br />

ai pastori di Bethleem, gli angeli annunciano<br />

che è nato Colui che ci dona<br />

la pace. Ma vivere in pace vuol dire saper<br />

sostare nel conflitto in maniera non<br />

violenta cioè fare in modo che le rivendicazioni<br />

che facciamo, la rabbia che<br />

esprimiamo non servano a distruggere<br />

l'altro, ma ad incontrarlo. La nascita di<br />

questo bambino divino ci inchioda alla<br />

responsabilità di educarci a una relazione<br />

pacifica con l'altro». Dal canto suo<br />

l'Arcivescovo Pierro, nel salutare l'Arcivescovo<br />

Martino e nel ringraziarlo per<br />

aver accettato l'invito, ha evidenziato<br />

come questa Festa della Famiglia 2001 si<br />

inserisce nel cammino che la Diocesi salernitana<br />

sta percorrendo: dall'anno eu-<br />

o è nel bisogno. Le celebrazioni del ventennale<br />

della Casa Famiglia sono servite<br />

a cementare sentimenti di amicizia e di<br />

buon vicinato tra gli abitanti di Villa San<br />

Giovanni che, grazie al carisma di santa<br />

Giovanna Antida Thouret, hanno sperimentato<br />

dalle suore come la semplice arma<br />

del sorriso vale a risolvere insormontabili<br />

difficoltà perché disarma i cuori più<br />

duri.<br />

FILIPPO MARINO<br />

caristico all'anno della Fede, che<br />

culminerà nella celebrazione del<br />

Congresso Eucaristico Diocesano<br />

nell'Ottobre 2002.<br />

L'Arcivescovo Martino, all'omelia,<br />

ha voluto fare dono ai presenti<br />

di stralci della sua relazione su<br />

«La presenza della Santa Sede alla<br />

56ma sessione dell'Assemblea Generale<br />

dell'ONU». Durante questa<br />

sessione il Presule è intervenuto<br />

ufficialmente su vari punti dell'Agenda:<br />

lo sradicamento della povertà,<br />

la cooperazione economica<br />

internazionale, lo sviluppo economico<br />

specialmente in Africa, la<br />

protezione dei rifugiati, la valorizzazione<br />

delle donne, la promozione<br />

dei diritti del bambino, lo sviluppo<br />

sociale, la protezione delle<br />

persone anziane e dei portatori di<br />

handicap, questioni riguardanti i<br />

diritti umani particolarmente la libertà<br />

di religione, la condanna<br />

della clonazione umana, l'ambiente,<br />

la soluzione dei conflitti e la<br />

costruzione della pace. In questi<br />

interventi l'Arcivescovo Martino<br />

PADOVA La professione nelle mani dell'Arcivescovo<br />

Sr M. Teresa della Risurrezione<br />

eremita nel deserto della città<br />

Si chiama suor Maria Teresa della Risurrezione,<br />

ha 45 anni e dopo una vita<br />

normale alle spalle — un lavoro statale<br />

— ha scelto la professione temporanea<br />

di vita eremitica, consacrandosi, con i<br />

voti di povertà, castità e obbedienza,<br />

nelle mani dell'Arcivescovo-Vescovo di<br />

Padova, Mons. Antonio Mattiazzo.<br />

La professione, celebrata nella chiesa<br />

del «Corpus Domini», è avvenuta a un<br />

anno di distanza da quella fatta da Padre<br />

Domenico Maria Fabbian, l’eremita<br />

di città.<br />

La professione di suor Maria Teresa<br />

durerà tre anni, al termine dei quali ci<br />

sarà la scelta definitiva. Nel frattempo<br />

suor Maria Teresa seguirà una regola di<br />

vita che è stata approvata dal Vescovo<br />

di Padova lo scorso marzo e che, pur<br />

permettendo il lavoro quotidiano per il<br />

mantenimento, prevede alcune norme:<br />

dal vestire sobrio, al rientro serale, a un<br />

giorno settimanale di deserto, e ancora<br />

la visita alla madre una sola volta al mese,<br />

l’Eucaristia quotidiana, la recita della<br />

Liturgia delle Ore, la sveglia alle 4 di<br />

mattina, alcune ore al giorno dedicate<br />

alla Lectio divina, a letture formative e<br />

spirituali.<br />

La vita eremitica, secondo il nuovo<br />

Codice di diritto canonico del 1983, è<br />

oggi possibile anche al di fuori degli istituti<br />

di vita consacrata. «La Chiesa — è<br />

Le celebrazioni sono culminate nella<br />

Solenne Concelebrazione Eucaristica<br />

svoltasi il 22 dicembre, giorno anniversario<br />

del giubileo d'oro sacerdotale, nella<br />

Chiesa Cattedrale «Maria SS.ma<br />

Acheropita». La Celebrazione è stata<br />

presieduta dall'Arcivescovo Cassone alla<br />

presenza dell'Episcopato calabro, del<br />

Presbiterio diocesano e di rappresentanti<br />

di Chiesa di Reggio-Bova.<br />

Il Vicario generale, Mons, Luigi Renzo<br />

insieme con un rappresentante della<br />

Consulta delle Aggregazioni laicali, a nome<br />

dell'intera Diocesi e di tutti i presenti,<br />

hanno espresso i sentimenti di gratitudine<br />

e di devozione all'amato Pastore,<br />

che nei circa dieci anni della sua presenza<br />

a Rossano-Cariati ha profuso le sue<br />

energie e le sue doti di mente e di cuore,<br />

perseguendo precisi obiettivi pastorali<br />

con il metodo dei piccoli passi. Il Santo<br />

Padre ha indirizzato un telegramma<br />

augurale, in cui ha evidenziato l'impegno<br />

solerte e diuturno di Mons. Cassone<br />

nel suo ministero episcopale. La serata<br />

si è conclusa con un momento di gioiosa<br />

agape fraterna, presenti Vescovi sacerdoti<br />

familiari e amici dell'Arcivescovo,<br />

nel Seminario Arcivescovile.<br />

GIUSEPPE DE SIMONE<br />

ha parlato alle delegazioni non solo della<br />

posizione della Santa Sede e della<br />

Chiesa Cattolica su tali materie, ma ha<br />

anche ricordato l'insegnamento permanente<br />

della Chiesa, il suo messaggio<br />

evangelico di giustizia e di pace, la fondamentale<br />

dignità umana, le libertà e i<br />

diritti, eppure le responsabilità assunte<br />

dall'ONU nel riconoscimento che la persona<br />

umana è e deve essere il centro di<br />

ogni sua azione.<br />

A conclusione della Celebrazione Eucaristica,<br />

a tutte le famiglie presenti è<br />

stato donato il documento dei Vescovi<br />

italiani «Comunicare il Vangelo in un<br />

mondo che cambia».<br />

CLAUDIO RAIMONDO<br />

scritto — riconosce la vita eremitica o<br />

anacoretica con la quale i fedeli, in una<br />

più rigorosa separazione dal mondo, nel<br />

silenzio della solitudine, nella continua<br />

preghiera e penitenza, dedicano la propria<br />

vita alla lode di Dio e alla salvezza<br />

del mondo».<br />

La maturazione della scelta eremitica<br />

di Maria Teresa è stata seguita dallo<br />

stesso Padre Domenico Maria Fabbian.<br />

La donna, tre anni fa, ha sentito una<br />

forte chiamata interiore, che l’ha portata<br />

a cercare una guida spirituale, a provare<br />

diverse esperienze in comunità religiose,<br />

pensando in un primo tempo alla<br />

clausura. Un iter che, infine, le ha fatto<br />

comprendere la sua vera «chiamata»:<br />

quella alla vita eremitica, alla solitudine,<br />

alla preghiera.<br />

Una scelta radicale e controcorrente<br />

nella società moderna. Lo ha ricordato<br />

lo stesso Arcivescovo Mattiazzo all’omelia:<br />

«Ora — ha detto — avremo una<br />

donna che vive in città singolarmente,<br />

con riferimento al Vescovo; al di là della<br />

novità, e quindi della curiosità che può<br />

suscitare questa scelta, quello che importa<br />

è comprendere il significato e il<br />

valore. “Eremita” è, per definizione, chi<br />

vive nella solitudine; la solitudine, di per<br />

sé, non è uno stato di vita confacente alla<br />

persona, che è essenzialmente relazione<br />

e si sviluppa nella relazione inter-personale;<br />

spesso è una privazione subita e<br />

dolorosa, se non una condanna, come<br />

l’isolamento in una cella carceraria. La<br />

solitudine che vivrà suor Maria Teresa<br />

non è nessuna di queste due. Essa non è<br />

imposta, né subita, ma è una scelta libera<br />

e motivata di vita. È la solitudine descritta<br />

dal profeta Osea, che riferisce<br />

questo oracolo del Signore “Ecco, la attirerò<br />

a me, la condurrò nel deserto e<br />

parlerò al suo cuore”. Qui è Dio stesso<br />

che conduce nel deserto».<br />

È per questa ispirazione del Signore,<br />

autenticata dal Vescovo, che Maria Teresa<br />

ha scelto il deserto come suo habitat<br />

di vita, il deserto nel senso biblico.<br />

Cioè la solitudine abitata dalla presenza<br />

di Dio e dalla comunione con il Signore.<br />

Silenzio come condizione per ascoltare<br />

la Parola eterna.<br />

Ma la scelta di Maria Teresa — ha<br />

sottolineato Mons. Mattiazzo — è importante<br />

anche per la società che ci sta<br />

attorno: «È un segno importante per le<br />

tante persone che nella nostra città sono<br />

costrette alla solitudine abitativa e degli<br />

affetti, causa di sofferenza; la scelta di<br />

suor Maria Teresa dice che questa solitudine<br />

può diventare opportunità per<br />

scoprire la presenza ineffabile di Dio,<br />

per ascoltare la sua Parola, per godere<br />

del suo conforto. È una scelta provocante<br />

in una società così appiattita su standard<br />

di vita basati sul consumismo, pervasi<br />

dalla caducità e dalla vanità, in fondo<br />

dall'insufficienza, dalla noia dall’angoscia<br />

che si tenta di affogare in tutti<br />

modi, ma invano».<br />

CLAUDIO ZERBETTO

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