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DAL MONDO<br />
MARIO AGNES<br />
Direttore responsabile<br />
PAGINA<br />
TIPOGRAFIA VATICANA<br />
EDITRICE<br />
«<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong>»<br />
Redazione:<br />
via del Pellegrino<br />
00120 Città del Vaticano<br />
Segreteria di Redazione:<br />
Tel. 06.698.83461/06.698.84442<br />
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Servizi fotografici<br />
de «L'Osservatore Romano»<br />
a cura di Arturo Mari<br />
Le foto dell'attività della Santa Sede<br />
sono del SERVIZIO FOTOGRAFICO<br />
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.<br />
2 .<br />
PUBBLICITÀ:<br />
PUBBLIETICA s.r.l.<br />
in primo piano<br />
Atlante geopolitico<br />
Atlante geopolitico<br />
Médecins Sans Frontières:<br />
30 anni di aiuti nel mondo<br />
GIUSEPPE MARIA PETRONE<br />
A ll'inizio<br />
Médecins Sans Frontières<br />
non era altro che un piccolo<br />
gruppo di medici e di infermieri<br />
desiderosi di interventi di urgenza in<br />
tutti i casi di conflitto o catastrofi naturali.<br />
L'idea dei fondatori era quella<br />
di diventare una sorta di commando<br />
medico leggero, in grado di recarsi rapidamente<br />
nel cuore di avvenimenti<br />
violenti per soccorrere le vittime prima<br />
che intervenissero i grandi organismi<br />
internazionali di assistenza.<br />
La storia di Médecins Sans Frontières<br />
nasce il 20 dicembre 1971 in Francia<br />
dalla fusione di due associazioni<br />
di medici e giornalisti francesi reduci<br />
dalla bruciante esperienza di una duplice<br />
emergenza: nel 1968 in Biafra<br />
con la Croce Rossa Internazionale, in<br />
Bangladesh per soccorrere le vittime<br />
di un terremoto. Sono passati trent'anni.<br />
Centinaia di missioni, migliaia<br />
di volontari, storie umane commoventi,<br />
grandi movimenti di popoli, guerre,<br />
esodi, campi di rifugiati, morti,<br />
hanno trasformato questa organizzazione<br />
umanitaria privata senza finalità<br />
di lucro. Nell'ottobre 1999 a Médecins<br />
Sans Frontières è stato assegnato<br />
il Premio Nobel per la Pace «in riconoscimento<br />
del lavoro umanitario<br />
pionieristico in molti continenti». Nella<br />
motivazione si legge fra l'altro<br />
«Frontiere nazionali e circostanze politiche<br />
non devono avere nessuna influenza<br />
su chi ha il diritto di ricevere<br />
assistenza umanitaria. Mantenendo<br />
un alto grado di indipendenza l'organizzazione<br />
è riuscita a rimanere fedele<br />
a questi ideali».<br />
Nell'intento di superare la politica<br />
del silenzio dell'intervento umanitario<br />
tradizionale, Médecins Sans Frontières<br />
inaugura un nuovo stile nell'azione<br />
d'emergenza in grado di combinare<br />
immediatezza e professionalità con<br />
indipendenza e testimonianza. Salvare<br />
vite e curare, dunque, ma anche raccontare<br />
e denunciare. Oggi, Médecins<br />
Sans Frontières, è la più grande organizzazione<br />
umanitaria privata di assistenza<br />
sanitaria nel mondo, con circa<br />
2.500 volontari di 45 nazionalità impegnati<br />
in 400 progetti in 85 Paesi, affiancati<br />
da 10.000 operatori locali.<br />
L'organizzazione è costituita da cinque<br />
sezioni operative a Parigi, Bruxelles,<br />
Ginevra, Barcellona e Amsterdam,<br />
che gestiscono direttamente i<br />
progetti nelle aree di intervento, e da<br />
13 sezioni partner (Italia, Lussemburgo,<br />
Danimarca, Svezia, Norvegia, Regno<br />
Unito, Germania, Austria, Stati<br />
Uniti, Canada, Hong Kong, Giappone<br />
e Australia) che sostengono i progetti<br />
con attività di raccolta fondi, reclutamento<br />
dei volontari e sensibilizzazione<br />
dell'opinione pubblica.<br />
Una delle maggiori minacce alla<br />
pace deriva dalla povertà, soprattutto<br />
quando questa diventa miseria. Sono<br />
milioni i bambini, le donne e gli uomini<br />
che soffrono quotidianamente<br />
per la fame, l'insicurezza, per l'emarginazione.<br />
Tali situazioni costituiscono<br />
un grave affronto alla dignità<br />
umana e contribuiscono all'instabilità<br />
sociale. Una fonte di povertà e miseria<br />
scaturisce dalla guerra tra Nazioni<br />
e da conflitti all'interno del medesimo<br />
Paese. Di fronte ai tragici fatti che<br />
hanno insanguinato e tuttora insanguinano<br />
varie regioni del mondo, è<br />
indispensabile per edificare una pace<br />
vera il rispetto per le libertà ed i diritti<br />
degli altri individui e collettività.<br />
Médecins Sans Frontières considera<br />
parte irrinunciabile del proprio mandato<br />
la denuncia delle violazioni dei<br />
diritti umani di cui sia direttamente<br />
testimone, ivi compresa la mancata<br />
attuazione delle Convenzioni in materia<br />
di diritto internazionale. Tra gli<br />
esempi più significativi da ricordare<br />
l'Etiopia (1985): dopo una lunga presenza<br />
per combattere la fame dilagante<br />
nel Paese Médecins Sans Frontières<br />
viene espulsa perché denuncia il dirottamento<br />
degli aiuti umanitari e i<br />
trasferimenti forzati di popolazione da<br />
parte del regime. Rwanda (1994): tra<br />
aprile e maggio vengono massacrate<br />
quasi un milione di persone. Per la<br />
prima volta nella sua storia Médecins<br />
Sans Frontières chiede un intervento<br />
internazionale armato, perché «non si<br />
può fermare un genocidio con il solo<br />
invio di medicinali». Corea del Nord<br />
(1997): Médecins Sans Frontières è<br />
una delle prime organizzazioni internazionali<br />
ad entrare nel Paese comunista<br />
per fornire assistenza alle strutture<br />
sanitarie di tre province. Rimbalza<br />
alla cronaca la disperata situazione<br />
di vita della popolazione nordcoreana,<br />
ma nel 1998 l'équipe dell'organizzazione<br />
sono costrette ad interrompere<br />
la loro attività, a denuncia dell'impossibilità<br />
di valutare liberamente<br />
i bisogni della gente e di controllare<br />
la distribuzione degli aiuti.<br />
Sono solo tre esempi come la drammatica<br />
ed attuale situazione in Afghanistan<br />
dove la popolazione ha subito<br />
per molti anni la guerra contro l'occupazione<br />
del regime comunista dell'Urss,<br />
la povertà, le malattie, la siccità:<br />
negli anni Novanta il 9 per cento<br />
della popolazione era stato ucciso nei<br />
conflitti; il 50 per cento dei villaggi<br />
erano stati distrutti come il 25 per<br />
cento delle strade e circa 300 ponti.<br />
Dei 17,5 milioni di abitanti, oltre tre<br />
milioni sono profughi in Iran e in Pakistan.<br />
Negli ultimi anni una guerra<br />
civile ha aggravato le condizioni di vita<br />
della gente. Il regime dei Taleban,<br />
rovesciato in questi giorni dopo sei<br />
anni di potere, aveva, come denunciato<br />
da Médecins Sans Frontières, limitato<br />
la libertà religiosa e culturale,<br />
perseguito le minoranze etniche proibito<br />
l'accesso alla sanità delle donne e<br />
aggravato l'economia del Paese.<br />
La rapidità è la chiave del successo<br />
degli interventi di Médecins Sans<br />
Frontières in caso di disastri naturali.<br />
Esperti medici e logisti hanno sviluppato<br />
kit già pronti contenenti materiale<br />
sanitario di base e di emergenza,<br />
materiale chirurgico e per vaccinazioni,<br />
fornitura energetica, equipaggiamento<br />
satellitare per comunicazioni e<br />
veicoli tutto-terreno. Quando esplode<br />
un conflitto è la popolazione civile ad<br />
essere la più colpita, soprattutto i<br />
bambini. Per assistere le persone in<br />
questi momenti di estrema crisi, Médecins<br />
Sans Frontières interviene inviando<br />
sul campo équipe di chirurghi,<br />
anestesisti, medici generici, infermieri<br />
e logisti con tutto il materiale necessario<br />
per iniziare subito a lavorare.<br />
Il dopo «Guerra Fredda» ha visto<br />
un aumento indiscriminato del numero<br />
di persone costrette a lasciare le loro<br />
case e le loro terre a causa dei conflitti<br />
armati e carestie. Attualmente, ci<br />
sono nel mondo circa 50 milioni di<br />
persone tra rifugiati, profughi e sfollati.<br />
Molti di loro dipendono, quasi<br />
esclusivamente, dall'assistenza della<br />
Comunità internazionale.<br />
Dinanzi a questi e altri mali, tuttavia<br />
non c'è ragione di perdere la speranza,<br />
tanto abbondanti sono le energie<br />
che continuamente erompono dai<br />
cuori delle persone che credono nella<br />
giustizia e nella pace. L'opera di Médecins<br />
Sans Frontières rappresenta da<br />
trent'anni un segnale positivo di solidarietà,<br />
di fronte a situazioni di violenza<br />
e di ingiustizia intollerabili.<br />
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L'Osservatore Romano in collaborazione con alcune primarie aziende italiane.<br />
Lo sforzo del quotidiano della Santa Sede per diffondere la parola del Papa, soprattutto in<br />
questo particolare momento storico, può infatti essere validamente sostenuto da quanti<br />
condividono i valori propugnati dalla Chiesa cattolica.<br />
Alcune aziende hanno scelto L'Osservatore Romano come mezzo privilegiato e qualificato<br />
per divulgare il loro messaggio pubblicitario. Saranno queste aziende —<br />
sottoscrittrici di numerosi abbonamenti — a diffondere all'interno del proprio<br />
mondo di riferimento (sedi, clienti, collaboratori), questo giornale, questi valori.<br />
<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì 20 Dicembre 2001<br />
MÉDECINS SANS FRONTIÈRES Trentesimo anniversario<br />
di fondazione di questa organizzazione non<br />
governativa che accorre con personale sanitario in<br />
ogni parte del mondo in occasione di emergenze<br />
belliche e di catastrofi naturali. Nel 1999 le è stato<br />
conferito il premio Nobel per la pace.<br />
AFGHANISTAN Accordo tra le fazioni afghane sul<br />
dispiegamento di una forza multinazionale di pace a<br />
Kabul: sarà formata da 3.000 uomini e resterà sul<br />
posto sei mesi. A Roma colloquio tra il Premier designato<br />
afghano Karzai e l'ex Re Zahir Shah.<br />
TORA BORA Sospesi i raid aerei americani sulle<br />
montagne di Tora Bora per consentire alle forze<br />
speciali di rastrellare le caverne e i bunker della zona<br />
alla ricerca di combattenti di «Al Qaeda» e del<br />
loro capo Osama Bin Laden.<br />
USA Il Dipartimento del Tesoro Usa propone di<br />
realizzare una banca dati mondiale delle persone e<br />
delle organizzazioni sospettate di finanziare il terrorismo<br />
internazionale. La banca dovrebbe raccogliere<br />
informazioni provenienti dai 179 Paesi le cui polizie<br />
aderiscono all'Interpol.<br />
BALCANI La Bosnia ed Erzegovina e la Repubblica<br />
Federale di Jugoslavia hanno istituito un Comitato<br />
per la cooperazione. Firmati anche accordi doganali<br />
e sulla promozione degli investimenti.<br />
AFGHANISTAN Sarà composta da 3.000 uomini e resterà nella capitale per tutta la durata dell'Esecutivo provvisorio<br />
Accordo raggiunto sul dispiegamento<br />
della forza multinazionale di pace a Kabul<br />
KABUL, 19.<br />
Un accordo è stato raggiunto dalle diverse<br />
fazioni afghane circa il dispiegamento<br />
della forza multinazionale di pace<br />
a Kabul. Lo ha annunciato oggi il Ministro<br />
della difesa del Governo ad interim,<br />
Qassim Fahim, sottolineando che il contingente<br />
internazionale sarà composto<br />
da 3.000 uomini e resterà nella capitale<br />
afghana per tutta la durata dell'Esecutivo<br />
provvisorio. La consistenza numerica<br />
della forza di pace e l'estensione del suo<br />
mandato erano tra le questioni ancora<br />
in sospeso per la cui risoluzione si è in<br />
questi giorni dispiegata un'intensa iniziativa<br />
diplomatica.<br />
Qassim ha spiegato ai giornalisti che<br />
«la durata della missione andrà dal trasferimento<br />
dei poteri alla fine del periodo<br />
di transizione», vale a dire per sei<br />
mesi a partire da sabato, giorno in cui si<br />
insedierà il Governo provvisorio guidato<br />
da Hamid Karzai. «Dopo di ciò la missione<br />
sarà terminata», ha aggiunto. Il<br />
Ministro ha precisato ancora che dei<br />
3.000 uomini, un migliaio saranno incaricati<br />
della sicurezza. Il contingente avrà<br />
la sua base a Bagram, una cinquantina<br />
di chilometri a Nord di Kabul. Qassim<br />
ha sottolineato che la forza di pace non<br />
sarà chiamata a gestire direttamente la<br />
sicurezza, ma procederà ad azioni volte<br />
a garantirla in cooperazione con le istituzioni<br />
afghane. «La forza non gestirà le<br />
principali questioni di sicurezza che saranno<br />
invece gestite dai Ministeri della<br />
difesa, dell’interno e dagli organi di sicurezza<br />
afghani — ha affermato — .<br />
Belgio: arrestato<br />
sospetto reclutatore<br />
della rete terroristica<br />
«Al Qaeda»<br />
BRUXELLES, 19.<br />
Tarek Maaroufi, il trentaseienne<br />
belga di origine tunisina accusato di<br />
essere uno dei reclutatori di musulmani<br />
per i campi militari della rete<br />
terroristica «Al Qaeda», guidata da<br />
Osama bin Laden, è stato arrestato ieri<br />
a a Bruxelles. L'arresto, confermato<br />
nel primo pomeriggio di oggi da fonti<br />
giudiziarie, è avvenuto al termine di<br />
un interrogatorio al quale Maaroufi è<br />
stato sottoposto nell'ambito delle indagini<br />
sull'assassinio del comandante<br />
della resistenza afghana Massoud.<br />
Maaroufi è accusato di associazione a<br />
delinquere, produzione di falsi visti e<br />
di reclutamento a favore di una truppa<br />
straniera che opera sul territorio di<br />
uno Stato straniero. Su Maaroufi pende<br />
anche un mandato di cattura della<br />
magistratura italiana.<br />
Nel frattempo, la creazione di una<br />
banca dati internazionale delle persone<br />
e delle organizzazioni sospettate di finanziare<br />
il terrorismo è stata proposta<br />
dal Dipartimento del tesoro degli Stati<br />
Uniti, che ne giudica «enorme» la potenziale<br />
efficacia. Il Governo Usa sta lavorando<br />
con l’Interpol alla realizzazione<br />
del progetto, che potrebbe avvenire nel<br />
giro di circa due mesi, secondo la previsione<br />
di Jimmy Gurule, uno dei vice del<br />
Segretario al tesoro Paul ÒNeil. La banca<br />
dati dovrebbe contenere informazioni<br />
provenienti da tutti i 179 Paesi le cui polizie<br />
aderiscono all’Interpol e dovrebbe<br />
essere accessibile a magistrati e forze<br />
dell’ordine. Il blocco dei finanziamenti<br />
delle organizzazioni sospettate di terrorismo<br />
è stata una delle prime iniziative<br />
del Governo Usa dopo l'11 settembre.<br />
Ue: aumentano le violenze<br />
di matrice<br />
razzista e xenofoba<br />
VIENNA, 19.<br />
Le violenze ed i crimini a sfondo razziale<br />
e gli episodi di discriminazione<br />
hanno fatto registrare nel 2001 un aumento<br />
generalizzato nell’Unione Europea:<br />
è quanto indica il rapporto annuale<br />
dell’Osservatorio europeo sul razzismo e<br />
sulla xenofobia (Eumc) di Vienna. Secondo<br />
gli esperti dell'Eumc, sono aumentati<br />
soprattutto i reati commessi da<br />
neonazisti ed estremisti di destra, ma<br />
sono anche cresciute le discriminazioni<br />
per motivi razziali e religiosi. In particolare,<br />
dopo i terrificanti attentati negli<br />
Usa dell’11 settembre, si è inoltre registrata<br />
una brusca impennata degli atti di<br />
violenza e intimidazione nei confronti<br />
dei musulmani.<br />
I Paesi nei quali il razzismo e la xenofobia<br />
sembra conoscere una più rapida<br />
crescita sono la Germania, la Francia, la<br />
Gran Bretagna e la Spagna, ma il rapporto<br />
sottolinea con preoccupazione anche<br />
il trattamento vessatorio subito dagli<br />
immigrati musulmani e dalle minoranze<br />
Rom in Italia.<br />
L'Eumc, inoltre, lancia l’allarme per<br />
l’aumento nell’Ue del ricorso ad Internet<br />
per diffondere materiale e messaggi<br />
discriminatori e per organizzare violenze<br />
e crimini razzisti.<br />
D’altra parte, per alcuni aspetti coopererà<br />
con la commissione di sicurezza afghana».<br />
A titolo d’esempio Qassim ha<br />
spiegato che la forza multinazionale potrebbe<br />
essere incaricata sabato, durante<br />
le cerimonie di insediamento del nuovo<br />
Governo, «di accompagnare gli alti responsabili<br />
e gli invitati dall’aeroporto fino<br />
al luogo della cerimonia», e circa<br />
eventuali pattugliamenti della capitale,<br />
egli non li ha esclusi «in coordinamento<br />
con la Commissione di sicurezza afghana».<br />
Sulla questione dell’eventuale uso<br />
della forza, Qassim ha rilevato che «si<br />
tratta di una forza per il mantenimento<br />
della pace che non deve condurre operazioni<br />
di guerra», aggiungendo che «il<br />
popolo afghano si è liberato da sé». Mille<br />
uomini della missione, ha detto ancora<br />
Qassim, «saranno medici, ingegneri e<br />
specialisti che lavoreranno alla ricostruzione<br />
dell’Afghanistan, mentre gli altri<br />
mille formeranno le truppe di riserva».<br />
Si attende ora l'avallo del Consiglio di sicurezza<br />
della Nazioni Unite il cui voto<br />
che autorizzerà l'invio del contingente in<br />
Afghanistan è previsto per domani.<br />
Da Roma, dove è giunto per colloqui<br />
con l'Ex Re, Zahir Shah, il Premier designato<br />
Karzai ha intanto ieri elencato i<br />
«principali problemi» da affrontare per<br />
la ricostruzione del Paese. «Dobbiamo<br />
ottenere pace, sicurezza e stabilità — ha<br />
sottolineato — Dobbiamo ottenerle e<br />
mantenerle. Dobbiamo combattere il<br />
terrorismo fino alla fine in Afghanistan e<br />
nel resto del mondo. Dobbiamo offrire<br />
agli afgani uno sviluppo economico e<br />
una vita migliore».<br />
Sospesi i bombardamenti a Tora Bora<br />
per agevolare le ricerche di bin Laden<br />
KABUL, 19.<br />
Il Pentagono ha ordinato di sospendere,<br />
almeno per un giorno, i<br />
raid aerei su una delle due valli di<br />
Tora Bora. L’obiettivo è di permettere<br />
ai commandos delle forze speciali<br />
presenti nell’area e a quei guerriglieri<br />
dell’Alleanza dell’Est che restano al<br />
loro fianco di ispezionare le caverne<br />
della zona senza esporsi al rischio del<br />
«fuoco amico». La decisione del Pentagono<br />
conferma che i responsabili<br />
militari Usa sperano ancora di trovare<br />
qualcuno nei cunicoli di Tora Bora,<br />
nell’eventualità che bin Laden e<br />
altri leader di «Al Qaeda» possano essere<br />
rimasti sepolti nel crollo di una<br />
o più caverne.<br />
Interrogato in proposito, il vice Segretario<br />
Usa alla difesa Paul Wolfowitz<br />
ha risposto: «Non lo sappiamo».<br />
Ma l’ipotesi resta aperta, accanto a<br />
quella che i leader di «Al Qaeda» fra<br />
cui bin Laden, e centinaia di terroristi<br />
combattenti abbiano raggiunto il<br />
Pakistan. Per avere informazioni a riguardo,<br />
il Pentagono conta sui prigionieri<br />
di guerra. Sono una ventina<br />
i miliziani dei Taleban o i terroristi di<br />
BALCANI Insediato il Comitato bilaterale<br />
Rafforzata la cooperazione<br />
tra Sarajevo e Belgrado<br />
SARAJEVO, 19.<br />
Si è costituito ieri a<br />
Sarajevo il Comitato bilaterale<br />
per la cooperazione<br />
tra la Bosnia ed<br />
Erzegovina e la Repubblica<br />
Federale di Jugoslavia<br />
(Serbia e Montenegro).<br />
Del Comitato<br />
fanno parte anche il Presidente<br />
della Presidenza<br />
collegiale bosniaca Jozo<br />
Krizanovic e il Presidente<br />
federale jugoslavo Vojislav<br />
Kostunica, giunto<br />
ieri nella capitale bosniaca.<br />
Dopo la riunione costituente,<br />
i due Ministri<br />
degli esteri, il bosniaco<br />
Zlatko Lagumdzija e lo jugoslavo Goran<br />
Svilanovic hanno firmato due accordi bilaterali,<br />
su promozione e protezione degli<br />
investimenti e su cooperazione doganale.<br />
Il Comitato ha discusso anche sulla<br />
sicurezza della regione, in particolare<br />
per quanto riguarda la cooperazione<br />
con il Tribunale penale internazionale<br />
(Tpi) dell’Aja per l'ex Jugoslavia, la lotta<br />
contro il terrorismo e quella contro la<br />
criminalità organizzata.<br />
Krizanovic ha sottolineato la disponibilità<br />
di Sarajevo a raggiungere un accordo<br />
trilaterale sul rientro dei profughi,<br />
tra la Bosnia ed Erzegovina, la Jugoslavia<br />
e la Croazia. Da parte sua, Kostunica<br />
ha sottolineato che da quando sono<br />
state stabilite le relazioni diplomatiche il<br />
15 dicembre dell’anno scorso, è stato<br />
fatto molto per migliorare i rapporti tra<br />
Messico: spettacolare<br />
eruzione<br />
del vulcano Popocatepetl<br />
CITTÀ DEL MESSICO, 19.<br />
Il vulcano Popocatepetl, a settanta<br />
chilometri da Città del Messico, ha cominciato<br />
ieri ad eruttare materiale incandescente.<br />
Dal cratere si innalza una<br />
colonna di fumo alta tremila metri. Il<br />
Popocatepetl (che in lingua maya significa<br />
«montagna fumante») ha cominciato<br />
una crescente attività eruttiva legata a<br />
fenomeni sismici nel 1993 ed è per questo<br />
monitorato costantemente dagli<br />
esperti della Protezione civile e dell’Istituto<br />
di geofisica di Città del Messico.<br />
L’eruzione più forte è stata registrata il<br />
30 giugno del 1997, mentre l'ultima c'era<br />
stata esattamente un anno fa.<br />
La Protezione civile messicana ha detto<br />
che l’attività vulcanica in corso non<br />
presenta pericoli e che al momento si<br />
registra solo l’eruzione di «materiale incandescente,<br />
fumo e vapore acqueo». In<br />
caso di maggiore allarme, si dovrebbe<br />
procedere a sgomberare i centri urbani<br />
sorti negli ultimi anni sulle pendici del<br />
vulcano. Il Popocatepetl è alto 5.452 metri<br />
e si erge al confine tra gli Stati di<br />
Puebla, Mexico e il Distretto federale, il<br />
centro urbano più popoloso d’America<br />
con oltre 20 milioni di abitanti.<br />
Accordi bilaterali firmati dai due Ministri degli esteri<br />
Belgrado e Sarajevo. Kostunica ha anche<br />
ribadito il sostegno «all’integrità della<br />
Bosnia ed Erzegovina così come è<br />
stata concepita dall’accordo di pace di<br />
Dayton», che mise fine alla guerra del<br />
1992-95, sebbene il Parlamento jugoslavo<br />
non abbia ratificato quell’accordo, firmato<br />
dall’allora Presidente jugoslavo<br />
Slobodan Milosevic.<br />
In merito ai diversi rapporti di Belgrado<br />
con la Federazione croato-musulmana<br />
e con la Repubblica Serba di Bosnia<br />
(Rs), le due entità etnico-territoriali recepite<br />
all'interno dello Stato unitario bosniaco<br />
internazionalmente riconosciuto,<br />
Kostunica ha detto che «l’esistente accordo<br />
con la Rs sui legami speciali e paralleli<br />
oggi acquista la sua giusta dimensione,<br />
rafforzato dal fatto che la cooperazione<br />
continua con la Bosnia ed Erzegovina,<br />
Stato sovrano e indipendente».<br />
Comore: sbarco<br />
di forze mercenarie<br />
nell'isola di Moheli<br />
MORONI, 19.<br />
L’esercito regolare della Repubblica<br />
delle Comore ha ripreso il controllo della<br />
situazione nell’isola di Moheli dopo<br />
uno scontro a fuoco con il gruppo di<br />
elementi armati stranieri — sia bianchi<br />
che neri — i quali stamane avevano assunto<br />
il controllo delle caserme dell'esercito<br />
e della gendarmeria e degli uffici<br />
delle poste e telegrafi.<br />
Lo ha annunciato una fonte governativa,<br />
precisando che nel conflitto a fuoco<br />
ci sono stati quattro morti: due civili<br />
e due degli uomini che hanno tentato il<br />
colpo di stato. Un soldato governativo è<br />
rimasto gravemente ferito.<br />
I militari comoriani sono accorsi a<br />
Fomboni, capoluogo dell’isola di Moheli,<br />
a bordo di un aereo privato requisito<br />
allo scopo. Le linee telefoniche, tagliate<br />
in mattinata dagli aggressori, non sono<br />
ancora state ripristinate.<br />
Poco si sa sull'identità della banda armata<br />
golpista, formata probabilmente<br />
da mercenari. Gli aggressori — informa<br />
l'agenzia di stampa «Ansa» — avevano<br />
diffuso volantini in cui si affermava che<br />
il loro intervento era legato alla lotta<br />
contro il terrorismo internazionale.<br />
«Al Qaeda» nel campo allestito dai<br />
marines all'aeroporto di Kandahar. I<br />
prigionieri sono stati selezionati dall’intelligence<br />
americana, dopo che interrogatori<br />
preliminari hanno fatto<br />
pensare che essi possano sapere qualcosa<br />
di interessante. Mentre la caccia<br />
a bin Laden prosegue lungo il confine<br />
tra Afghanistan e Pakistan, sui<br />
Monti Bianchi, a sud di Jalalabad, in<br />
un’altra regione dell’Afghanistan, a<br />
Sud di Kandahar, va avanti la ricerca<br />
del leader dei Taleban, il mullah<br />
Omar, che sarebbe stato localizzato<br />
insieme a 500 miliziani armati. Il prolungarsi<br />
delle operazioni in Afghanistan<br />
contro «Al Qaeda» e i Taleban<br />
non dovrebbe ritardare l’arrivo della<br />
forza di pace dell’Onu, attesa a Kabul<br />
a fine settimana, e non interferirà<br />
con la sua missione. Wolfowitz ne è<br />
certo, perché, ha spiegato, le missioni<br />
dei militari Usa e di quelli dell’Onu<br />
sono diverse e non interferiranno<br />
l’una con l’altra. Ma la lotta contro il<br />
terrorismo «non si ferma all’Afghanistan»,<br />
ha inoltre assicurato Wolfowitz,<br />
anche se «ci resta ancora molto<br />
da fare in Afghanistan e dobbiamo<br />
concentrarci su quell’obiettivo».<br />
Bangladesh: forte<br />
scossa di terremoto<br />
DHAKA — Un sisma di forte intensità<br />
ha colpito mercoledì il Bangladesh,<br />
causando numerosi feriti e,<br />
secondo alcune fonti, anche cinque<br />
morti. Lo hanno reso noto fonti dei<br />
vigili del fuoco e della polizia, secondo<br />
la quale le vittime sarebbero<br />
detenuti del carcere centrale di<br />
Dhaka, rimasti travolti dal crollo di<br />
un tetto dell’edificio. I feriti, hanno<br />
aggiunto le fonti, sono sempre detenuti<br />
dello stesso carcere coinvolti<br />
dal crollo. Vi sarebbero inoltre<br />
alcune persone ancora sotto le<br />
macerie. La scossa, che ha causato<br />
panico tra la popolazione della<br />
capitale, è durata pochi secondi<br />
ma è stata molto violenta.<br />
SriLanka:leTigriTamil<br />
proclamano la tregua<br />
COLOMBO — I ribelli delle Tigri<br />
Tamil (Ltte) hanno proclamato una<br />
tregua unilaterale di un mese a<br />
partire da mercoledì, due settimane<br />
dopo che il nuovo Governo di<br />
Colombo si è espresso a favore di<br />
un’apertura di dialogo con i guerriglieri<br />
separatisti. «Speriamo molto<br />
che il nuovo governo dello Sri<br />
Lanka dia istruzioni ai suoi soldati<br />
affinché rispondano positivamente,<br />
e osservino il cessate il fuoco in<br />
questo periodo», ha dichiarato<br />
l’«Ltte» in un comunicato.<br />
Francia: approvata<br />
autonomia alla Corsica<br />
PARIGI — Dal 1° gennaio 2002 la<br />
Corsica godrà di un’ampia autonomia,<br />
con il potere di «adattare» le<br />
leggi nazionali al contesto locale.<br />
Con 249 voti a favore, 228 contro e<br />
48 astensioni, l’Assemblea Nazionale<br />
francese ha martedì approvato<br />
definitivamente il progetto. La<br />
Corsica avrà un parlamento locale<br />
con il potere di «adattamento» delle<br />
leggi. Molte competenze in campo<br />
educativo, economico, ambientale,<br />
turistico passeranno ad Ajaccio.<br />
La lingua corsa sarà inoltre insegnata<br />
in tutte le scuole materne<br />
ed elementari.<br />
Svizzera: imminente<br />
riapertura del Gottardo<br />
BERNA — La galleria del Gottardo<br />
sarà riaperta al traffico venerdì<br />
prossimo alle 16. Lo ha indicato<br />
martedì il Dipartimento federale<br />
dei trasporti (Detec). I camion, però,<br />
dovranno aspettare fino alle 5<br />
di sabato e rispettare le misure di<br />
sicurezza supplementari. La riapertura<br />
ufficiale — che avviene a<br />
otto settimane dal tragico incendio<br />
della galleria stradale — avverrà<br />
all’entrata Sud della galleria, ad<br />
Airolo, in presenza dei rappresentanti<br />
dei Cantoni e della Confederazione.<br />
Lo standard di sicurezza<br />
sarà pressoché equivalente a quello<br />
precedente l’incidente, rende<br />
noto il «Detec». Misure di sicurezza<br />
speciali saranno imposte ai<br />
mezzi pesanti, i quali dovranno rispettare<br />
una distanza minima di<br />
150 metri e saranno sottoposti al<br />
regime di traffico alterno. A questo<br />
scopo i Cantoni stanno allestendo<br />
aree di attesa per i conducenti di<br />
mezzi pesanti.