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L'OSSERVATORE ROMANO

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ITALIA<br />

PAGINA<br />

Tempestivi e graditi sono giunti al Popolo<br />

di Dio che è in Sardegna gli auguri<br />

di buon Natale e di felice anno 2002 inviati,<br />

per mezzo dei periodici diocesani,<br />

dai suoi Pastori; auguri espressi con paterne,<br />

affettuose parole che rivelano l'intima<br />

costante loro presenza in mezzo alle<br />

loro popolazioni in cordiale condivisione<br />

di «gioie e di speranze, tristezze e<br />

angosce», come si esprime il Concilio<br />

Vaticano II nella costituzione pastorale<br />

sullaChiesa e il mondo contemporaneo.<br />

I loro messaggi natalizi hanno elevati<br />

pensieri sul mistero dell'Incarnazione e<br />

fervide esortazioni all'amore e alla pace,<br />

in sintonia col Santo Padre, esprimendo<br />

i medesimi auspici e le stesse preoccupazioni.<br />

CAGLIARI<br />

Mons. Ottorino Pietro Alberti, Arcivescovo<br />

di Cagliari scrive: «Il Natale di<br />

Cristo mantiene tutta la sua forza e la<br />

sua capacità di cambiare in speranza il<br />

nostro smarrimento, perché ci dice che<br />

Dio è in mezzo a noi; il Cristo che nella<br />

Notte Santa di Betlemme si è inserito<br />

nella storia e nei destini dell'umanità, vive<br />

tuttora. Vive nella pienezza della gloria,<br />

ma vive anche accanto a noi, rinascendo<br />

continuamente, come sorgente<br />

nella sua fontana, nella sua Chiesa e diffondendo<br />

ancora nel mondo la sua verità<br />

e la sua grazia. Con la sua verità ci<br />

rivela Dio che è amore; a noi rivela il<br />

nostro vero essere e il nostro destino; a<br />

noi dice che dobbiamo amare e nell'uomo<br />

che soffre, in ogni uomo, dobbiamo<br />

vedere un fratello. Con la sua grazia ci<br />

restituisce alla dignità, alla libertà; ci<br />

rende capaci di bontà, di giustizia e di<br />

pace. E tutto ciò, perché Cristo è la vera<br />

luce del mondo».<br />

IGLESIAS<br />

Il Vescovo d'Iglesias, Mons. Tarcisio<br />

Pillolla, «a quanti provano rimpianto per<br />

non aver potuto manifestare la propria<br />

solidarietà a Gesù Bambino» perché nati<br />

20 secoli dopo, ricorda, «che egli è nostro<br />

contemporaneo e vive ancora oggi<br />

soprattutto in quelli che soffrono a causa<br />

della malattia, della disoccupazione,<br />

della solitudine, della emarginazione e<br />

delle povertà spirituali e materiali che la<br />

nostra società tende a moltiplicare».<br />

Questa verità, osserva Mons. Pillolla,<br />

non è da attribuire alle intuizioni di un<br />

teologo o di un mistico, ma è stata proclamata<br />

da Gesù stesso nel discorso che<br />

farà nel giudizio finale: «Ho avuto fame<br />

e mi avete dato da mangiare, ho avuto<br />

sete e mi avete dato da bere, ero forestiero<br />

e mi avete ospitato, nudo e mi<br />

avete vestito, malato e mi avete visitato,<br />

carceratoe siete venuti a trovarmi». E ai<br />

giusti,meravigliatiperquesta affermazione,<br />

replicherà «Ogni volta che avete fatto<br />

queste cose a uno solo di questi miei<br />

fratelli più piccoli,l'avete fatto per me».<br />

TEMPIO PAUSANIA<br />

Mons. Paolo Atzei, Vescovo di Tempio-Ampurias,<br />

sottolinea che «di fronte<br />

all'orrore della guerra, ai nefandi massacri<br />

che sembrano non voler cessare di<br />

bambini innocenti e poveri civili indifesi<br />

perpetrati addirittura in nome di Dio; di<br />

fronte a una catena di atrocità che sembrano<br />

non cessare, ma innescare ulteriori<br />

violenze e aberrazioni; di fronte alla<br />

crescente difficoltà che i governanti trovano<br />

per incontrarsi e dire basta alla<br />

guerra, ecco rinnovarsi la memoria liturgica<br />

del mistero dell'Incarnazione del<br />

Figlio di Dio e la prospettiva della nostra<br />

esistenza premiata per l'eternità, perché<br />

pacifica».<br />

LANUSEI<br />

Il Vescovo di Lanusei, Mons. Antioco<br />

Piseddu, si rifà all'attualità, ma pensando<br />

a quanto sta ancora accadendo, scrive:<br />

«In questo Natale, la fede apra il<br />

cuore alla speranza e porti conforto a<br />

tutti coloro che piangono a causa della<br />

violenza degli uomini, siano essi lontani<br />

o vicini, e renda ciascuno di noi un operatore<br />

di pace». «Certo anche questa<br />

guerra finirà. Si troverà il modo di convivere<br />

tra i nemici di oggi e magari collaborare<br />

in nuovi progetti di progresso e<br />

di pace. Si ripeterà quanto avvenuto anche<br />

in Italia nella Seconda Guerra Mondiale<br />

e nel dopoguerra. Ma non era meglio<br />

trovare subito questa via senza tante<br />

morti, tanto sangue, tante lacrime?<br />

“Uomini quando diverrete saggi?”».<br />

NUORO<br />

Mons. Pietro Meloni, Vescovo di Nuoro,<br />

pensando anch'egli alle preoccupazioni<br />

originate dai fatti dell'11 settembre,<br />

conforta assicurando che «il bambino<br />

Gesù porta in dono la pace e affida<br />

agli uomini la missione di costruirla nel<br />

mondo con la certezza che nulla è impossibile<br />

a Dio». E prosegue: «Il mistero<br />

del Natale è l'amore. Gli uomini che ritornano<br />

al focolare dell'amore gustano<br />

oggi, ed ogni giorno, la gioia del Natale.<br />

I bambini in questo tempo divengono i<br />

nostri maestri. L'attesa del celeste Bambino<br />

riempie di felicità i loro occhi e il<br />

loro cuore. Io mi fermo estasiato ad ammirarli<br />

nelle scuole e nelle chiese, accolgo<br />

l'invito a guardare i loro disegni, a<br />

visitare i loro presepi, ad ascoltare i loro<br />

canti, e mi auguro che tutti i «grandi»<br />

vivano il Natale con la limpida serenità<br />

dei bambini».<br />

ALES<br />

Mons. Antonino Orrù, Vescovo di<br />

Ales-Terralba, ricorda esplicitamente l'11<br />

settembre che ha riacceso ansie e preoc-<br />

9 .<br />

<br />

<br />

SARDEGNA<br />

cupazioni dopo la serenità e la pace del<br />

solenne e gioioso Giubileo. Ma rianima,<br />

scrivendo: «Il Natale ritorna col suo fascino<br />

e con la speranza. Anche ai tempi<br />

di Gesù sono stati conosciuti momenti<br />

di gioia e di speranza, ma anche di dolore<br />

e di terrore. La strage degli innocenti<br />

non era l'effetto del canto degli angeli,<br />

ma frutto di quell'albero inquinato<br />

dal peccato originale che si trasmette<br />

nell'uomo per naturale discendenza. Siamo<br />

creature di Dio con il dono della intelligenza<br />

e della libertà che non sempre<br />

vengono usate per ciò che all'uomo e al<br />

genere umano dovrebbero servire come<br />

spinta per raggiungere le vette della felicità.<br />

Anche oggi, come sempre, nel cuore<br />

dell'uomo resta l'ansia della pace e la<br />

sete di Dio, ma tutto deve partire dall'impegno<br />

di ogni uomo e donna».<br />

OZIERI<br />

Il Vescovo di Ozieri, Mons. Sebastriano<br />

Sanguinetti, realisticamente invita i<br />

suoi fedeli a impegnare le proprie responsabilità:<br />

«Il Natale sarà annuncio di<br />

vita e di serenità se noi lo vorremo, accogliendo<br />

“la Luce” che è venuta per diradare<br />

le tenebre dell'odio e del peccato.<br />

Il Verbo incarnato riempia della sua<br />

pace le persone che soffrono a causa<br />

della cattiveria dei propri fratelli».<br />

ORISTANO<br />

Mons. Pier Giuliano Tiddia, Arcivescovo<br />

di Oristano, invita alla preghiera:<br />

«Preghiamo per il mondo intero in questo<br />

periodo sconvolto da guerre, più tremende<br />

di tutte le altre del passato, almeno<br />

come capacità distruttiva. Preghiamo<br />

per la società a noi vicina, perché<br />

tutti iniziando dai giovani, si rendano<br />

conto come tanti criteri di vita, difesi<br />

come validi e irrinunciabili sono in realtà<br />

il rifiuto e la distruzione del Natale.<br />

Un forte segnale di pace si è levato<br />

dalla diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto.<br />

Il Vescovo<br />

Monsignor Gervasio Gestori ha presieduto<br />

una iniziativa benefica con la partecipazione<br />

di quaranta ambasciatori accreditati<br />

presso la Santa Sede.<br />

Al «Palacongressi» della città rivierasca<br />

si è tenuto, infatti, un concerto per<br />

la pace proposto dall’Orchestra Filarmonica<br />

Marchigiana. Sul palco è stato,<br />

inoltre, collocato un abete che gli ambasciatori,<br />

ad uno ad uno, hanno addobbato<br />

con un oggetto tipico della propria<br />

terra di appartenenza.<br />

L’albero è stato illuminato ed ha simboleggiato<br />

la volontà di pace di tutti i<br />

Paesi rappresentati. L’abete, successivamente,<br />

è stato trasferito sul sagrato della<br />

Cattedrale, come segno di preghiera<br />

universale e pace di questo Santo Natale<br />

2001. Il Vescovo Gestori ha rilevato che<br />

al concerto natalizio erano rappresentati<br />

i 5 Continenti: dall’Australia alle Repubbliche<br />

del Centro America, dall’Indonesia<br />

al Messico, dalle Filippine agli Stati<br />

dell’America Latina. Per l’Africa c’erano<br />

gli ambasciatori della Costa d’Avorio,<br />

del Senegal e del Gabon. Per l’Occidente<br />

erano presenti gli ambasciatori di Spagna<br />

e della Gran Bretagna, oltre a numerosi<br />

ambasciatori dell’Est Europa, a<br />

partire dalla Polonia. Vi era anche il decano<br />

del corpo diplomatico, l’ambasciatore<br />

dell’Honduras. Il Vescovo Gestori,<br />

dopo l’accoglienza, ha illustrato lo sviluppo<br />

della Chiesa diocesana e ha ri-<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 30 Dicembre 2001<br />

La celebrazione del Natale nelle diocesi<br />

Questo giorno sacro ci ripete la grande<br />

vocazione celeste aperta alla vita umana,<br />

il valore sacro della famiglia, l'invito<br />

luminoso al candore della castità, la forte<br />

istanza al distacco della ricchezza per<br />

aiutare chi soffre ed ha bisogno».<br />

ALGHERO<br />

Mons. Antonio Vacca, Vescovo di Alghero-Bosa,<br />

ha inviato i suoi auguri tramite<br />

la radio locale: «Auguri di pace, di<br />

gioia cristiana, di fede operosa, di fervida<br />

speranza e di cordiale amore fraterno».<br />

SASSARI<br />

L'Arcivescovo di Sassari, Mons. Salvatore<br />

Isgrò, coglie l'occasione per sottolineare<br />

i valori essenziali: «mentre aspettiamo<br />

la nascita del Signore Gesù, noi<br />

ricordiamo anche la nostra nascita alla<br />

vita in Cristo mediante il Battesimo...<br />

Questa deve sempre più svilupparsi perché<br />

il nostro inserimento in Dio sia più<br />

pieno. In questo primo natale del XXI<br />

secolo mentre siamo angosciati dalla feroce<br />

violenza armata che oscura l'orizzonte<br />

del mondo globalizzato incutendo<br />

paura in tutti e producendo innumerevoli<br />

vittime innocenti dell'odio aggressivo,<br />

sentiamo un forte bisogno di accogliere<br />

la luce dolce e penetrante del<br />

Bambino Gesù per essere affrancati dalle<br />

tenebre del male, e restituiti alla consapevolezza<br />

della dignità filiale, motivo<br />

di speranza certa. Ma occorre contemplare<br />

l'evento della nascita di Cristo nella<br />

sua autentica e perenne attualità, respingendo<br />

le ricorrenti e diffuse deformazioni<br />

del consumismo e di un costume<br />

superficiale veicolato dalla comunicazione<br />

sociale».<br />

GIOVANNI MARIA COSSU<br />

S. BENEDETTO DEL TRONTO PALMI ORIA<br />

chiamato alcuni punti capitali sulla pace,<br />

nel messaggio di Giovanni Paolo II<br />

per la giornata del 1° gennaio 2002. In<br />

particolare, il Vescovo ha ribadito che:<br />

«Non c’è pace senza giustizia, non c’è<br />

giustizia senza perdono». Accanto al Vescovo<br />

vi erano l’ambasciatore della Lega<br />

Araba e quello dello Stato d’Israele. In<br />

seguito gli ambasciatori sono stati accompagnati<br />

nella vicina Monteprandone,<br />

dove da poco sono tornate le spoglie<br />

di san Giacomo della Marca, per una<br />

Solenne Eucaristia presieduta dal Vescovo<br />

Gestori, concelebrata dai francescani<br />

custodi del Santuario convento di Santa<br />

Maria delle Grazie. Il Presule, davanti<br />

alle spoglie del Santo, che tanto promosse<br />

la cultura della Pace nel suo tempo,<br />

ha invocato la Sua intercessione per<br />

ottenere da Dio analogo dono di Pace<br />

per le popolazioni delle Regioni lacerate<br />

dalla violenza armata. A Grottammare,<br />

nella ricorrenza liturgica di s. Stefano, si<br />

è svolto un solenne concerto della corale<br />

«Sisto V» (che porta il nome del Pontefice<br />

nato in quella città), tutto ispirato<br />

al tema della Pace e della fratellanza<br />

universale, nei vari generi proposti: polifonici,<br />

corali. Sono state inoltre attivate<br />

iniziative di solidarietà a favore dei più<br />

deboli. Tema dominante del ciclo natalizio<br />

è stato soprattutto la preghiera corale<br />

e comunitaria come via per la pace,<br />

in prospettiva dell’incontro interreligioso<br />

di Assisi.<br />

CARLO GENTILI<br />

Domenico Beccafumi – «Adorazione del Bambino», Spoleto, Museo Diocesano<br />

MESSINA<br />

«Adeste fideles / laeti triumphantes /<br />

venite venite in Bethlem!». Il canto della<br />

liturgia del Natale è risuonato tra le ampie<br />

volte della Concattedrale di Palmi<br />

dove il Vescovo Luciano Bux ha presieduto<br />

a mezzanotte la Santa Messa «in<br />

nativitate Domini».<br />

Il presule ha ricordato come «ogni<br />

notte, a Natale, l'umanità nella Chiesa<br />

che celebra questo mistero di Dio, eternamente<br />

beato, che si fa uomo. Dio ha<br />

lasciato la sua beatitudine, quella di essere<br />

Dio e si fa uomo, per entrare in comunione<br />

con noi. Ecco perché l'Uomo-<br />

Dio ci mette in condizione di guadagnare<br />

l'amicizia con Dio mentre noi sappiamo<br />

quanto è difficile guadagnare un<br />

grado di amicizia tra gli uomini».<br />

La Chiesa diocesana in questo Natale<br />

ha avuto una particolare attenzione per<br />

il mondo della giustizia. L'assistente dei<br />

giuristi cattolici, don Mimmo Caruso,<br />

appositamente delegato dal Vescovo, ha<br />

presieduto la celebrazione natalizia nell'aula-bunker<br />

del Tribunale di Palmi alla<br />

presenza dell'avvocatura, del notariato e<br />

della magistratura forense riunite insieme<br />

per l'ottima iniziativa del nuovo Presidente<br />

dott. Giuseppe Gambadoro nonché<br />

delle dottoresse Megali e Sorrenti<br />

che hanno curato una raccolta d'aiuto<br />

per le famiglie bisognose.<br />

Anche il Corpo della Polizia di Stato<br />

si è ritrovato nel Tempio di san Francesco<br />

di Paola in Gioia Tauro dove Mons.<br />

Albino Caratozzolo ha celebrato il Nata-<br />

«Mai come quest’anno di fronte alle<br />

vicende drammatiche che l’intera umanità<br />

sta attraversando dopo i tragici<br />

eventi dell’11 settembre, il Natale acquista<br />

per tutti il significato di inesauribile<br />

fonte di speranza»: così l’Arcivescovo<br />

di Messina-Lipari-S. Lucia del Mela,<br />

Giovanni Marra, ha esordito nel suo<br />

messaggio alla diocesiperil Natale2001.<br />

«Viviamo, infatti, un tempo improvvisamente<br />

carico di incertezza, di insicurezza<br />

e angoscia, a motivo di gesti<br />

inimmaginabili di terrorismo, di violenze<br />

e di guerre. Da ogni parte — ha proseguito<br />

il Presule — si avvertono fortemente<br />

il desiderio e il bisogno di pace.<br />

Nello stesso tempo si ha la sensazione<br />

che i popoli camminino nel buio di laceranti<br />

divisioni e di insanabili incomprensioni».<br />

Citando il profeta Isaia, l’Arcivescovo<br />

ha detto che solo la fede apre i cuori alla<br />

speranza: «Il popolo che camminava<br />

nelle tenebre vide una grande luce; su<br />

coloro che abitavano in terra tenebrosa<br />

una luce rifulse».<br />

Per noi cristiani — ha sottolineato<br />

l'Arcivescovo Marra — la luce che sconfigge<br />

il buio delle tenebre è proprio il<br />

Bambino che nasce a Betlemme: il Principe<br />

della pace, Colui che infonde coraggio<br />

all’uomo sfiduciato e smarrito.<br />

«La luce di speranza che scaturisce<br />

dalla stella di Betlemme — ha ribadito il<br />

Presule — si riflette anche sulla nostra<br />

città e ci incoraggia a lavorare tutti insieme,<br />

per affrontare e risolvere i tanti<br />

problemi che ancora ci affliggono e promuovere<br />

una migliore qualità della vita».<br />

Perciò il messaggio del Natale diventa<br />

sprone per tutti e non solo per i cristiani,<br />

perché tutti e tutte le istituzioni si<br />

impegnino ad essere strumenti di giusti-<br />

Beato Angelico – «La natività di Gesù», Firenze, Museo di s. Marco<br />

le alla presenza del Vicequestore Salvatore<br />

Arena e di tutti gli agenti sottolineando<br />

come la ricorrenza della nascita<br />

di Gesù debba affratellare i cuori e le<br />

menti di tutti in un rinnovato proposito<br />

di fraternità, di ordine e di bene.<br />

Da sottolineare anche le iniziative giovanili<br />

della parrocchia S. Maria del Soccorso<br />

di Palmi dove i giovani della FUCI<br />

hanno approntato una giornata di ritiro<br />

necessaria alla riflessione e al cambiamento<br />

di mentalità e hanno dato sulla<br />

scena un recital «Dirottate su Betlemme»<br />

dove attraverso i canali dell'attuale<br />

sapienza mediatica si propone l'evidenza<br />

redentrice del messaggio natalizio.<br />

Nei giorni scorsi, poi, il Vescovo Diocesano<br />

ha visitato i cantieri del Porto di<br />

Gioia Tauro incontrandosi con le maestranze<br />

e con gli operai. Non è la prima<br />

volta che il Vescovo Bux visita il porto<br />

ma questa volta la sua presenza ha voluto<br />

evidenziare una particolare vicinanza<br />

del Padre e del Pastore che è qui in<br />

mezzo ai suoi figli per evangelizzare ed<br />

ammaestrare, per ascoltare e per proporre.<br />

All'interno dell'area portuale su<br />

iniziativa della diocesi e della stessa Capitaneria<br />

di Porto sorgerà quanto prima<br />

il sito della Madonna dell'Era, comprendente<br />

una cappella per i bisogni spirituali<br />

in avanzato stato di progettazione e<br />

una colonna alta sedici metri sormontata<br />

da una statua marmorea della Vergine<br />

che saluterà i naviganti.<br />

FILIPPO MARINO<br />

zia e di pace, rimuovendo al più presto<br />

tutti gli ostacoli per la realizzazione di<br />

una vita dignitosa di tutti e soprattutto<br />

di chi si trova in situazioni di bisogno e<br />

di povertà.<br />

Un auspicio perché «i disoccupati trovino<br />

lavoro, i baraccati abbiano una<br />

vera casa, i disabili si sentano accolti,<br />

gli anziani e i malati siano circondati<br />

di affetto e di cure, i bambini siano<br />

amati e rispettati, i giovani abbiano<br />

luoghi sicuri di incontro che li proteggano<br />

dai pericoli della droga, della violenza<br />

e della criminalità, i carcerati e<br />

le loro famiglie non vengano dimenticati,<br />

gli immigrati non siano emarginati,<br />

i nomadi — nei loro campi — abbiano<br />

condizioni di vita degne di persone<br />

umane».<br />

Non si tratta di desideri teorici e di<br />

affermazioni teoriche perché a fronte di<br />

questi gravi problemi «l’augurio, che<br />

sgorga dall’umiltà della grotta di Betlemme,<br />

abbraccia ogni forma di povertà<br />

antica e nuova e invita a gesti di solidarietà<br />

e di bontà».<br />

Ed il tema della rinascita della città e<br />

della solidarietà possiamo definirlo il tema<br />

dominante di tutto questo Natale.<br />

Nell’omelia della Notte di Natale — alla<br />

quale hanno presenziato attivamente anche<br />

gruppi di extracomunitari ai quali il<br />

Presule ha riservato un saluto ed un augurio<br />

in lingua inglese — ma anche<br />

qualche giorno prima, nell’incontro con<br />

i giornalisti ed in quello con le Autorità,<br />

l’Arcivescovo non ha tralasciato occasione<br />

per stimolare tutti a costruire la pace<br />

contribuendo ciascuno per quanto di<br />

propria competenza, a rendere più dignitosa<br />

la vita dei cittadini con particolare<br />

attenzione ai più bisognosi.<br />

EUGENIO ARENA<br />

È grazie al Bambino che nasce<br />

per noi — come già secondo la<br />

promessa del profeta Isaia — che<br />

«recupereremo la vicinanza di<br />

Dio, la sua premura, la sua sollecitudine<br />

per chi è povero e piccolo.<br />

Recupereremo il senso di Dio<br />

che si prende cura dell'uomo e lo<br />

ama».<br />

Questo il messaggio centrale<br />

dell'omelia pronunciata durante la<br />

Messa di Natale del Vescovo di<br />

Oria, Marcello Semeraro.<br />

Ripercorrendo tutte le «visite»<br />

che il Signore compie ancora nel<br />

nostro tempo attraverso il sacramento<br />

dell'Eucarestia, mediante<br />

la Parola, nella presenza mistica<br />

di Cristo in mezzo ai cristiani riuniti<br />

nel suo nome, nel povero e<br />

nel bisognoso e in ogni prossimo<br />

che ci chiede amore e misericordia,<br />

Monsignor Semeraro ha voluto<br />

idealmente richiamare i cristiani<br />

ad un'altra «visita» che sta per<br />

compiersi nella diocesi, quella del<br />

Vescovo alla sua comunità.<br />

A tre anni dall'inizio del suo ministero<br />

episcopale in Oria, nella<br />

Cattedrale gremita di fedeli, è stata<br />

infatti indetta solennemente la<br />

prima Visita Pastorale di Monsignor<br />

Marcello Semeraro.<br />

«La visita Pastorale è un'azione<br />

apostolica — ha affermato il Vescovo<br />

— è un evento di grazia<br />

che riflette in qualche modo l'immagine<br />

di quella singolarissima e<br />

del tutto meravigliosa visita, per<br />

mezzo della quale “il pastore sommo”<br />

(1 Pt 5, 4) il Vescovo delle<br />

anime nostre (cfr 1 Pt 2, 25) Gesù<br />

Cristo ha visitato e redento il suo<br />

popolo (cfr Lc 1, 68)».<br />

Già preannunciata in occasione<br />

della chiusura dell'Anno giubilare,<br />

l'incontro è stato accuratamente<br />

preparato negli ultimi mesi: varie<br />

riunioni con il presbiterio, con le<br />

diverse foranie, ma soprattutto attraverso<br />

un questionario, proposto<br />

in un primo momento soltanto<br />

ai sacerdoti per essere rielaborato<br />

attraverso i loro suggerimenti, ed<br />

ora consegnato ai consigli pastorali<br />

parrocchiali.<br />

Anima regiminis episcopalis.<br />

Così, secondo un'antica dizione, il<br />

Vescovo di Oria ha voluto definire<br />

la visita che egli si accinge a compiere.<br />

«Il Vescovo verrà a visitarvi —<br />

ha continuato — perché questo è<br />

il suo compito, il suo dovere, la<br />

sua missione... Il Vescovo verrà<br />

per conoscere più da vicino l'impegno<br />

pastorale dei singoli e delle<br />

diverse comunità; verrà per sostenerlo,<br />

per incoraggiarlo o risvegliarlo,<br />

per armonizzarlo con la<br />

vita dell'intera diocesi e per benedirlo».<br />

Alla comunità diocesana di Oria<br />

il compito di accogliere la visita<br />

del Vescovo come si accoglie un<br />

evento di grazia della quale anche<br />

il ministero episcopale è strumento.<br />

L'inizio ufficiale e solenne della<br />

Visita Pastorale avverrà in occasione<br />

dell'Udienza Speciale concessa<br />

dal Santo Padre alla diocesi<br />

di Oria il 26 gennaio prossimo.<br />

ALESSANDRO MAYER

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