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DAL MONDO<br />
MARIO AGNES<br />
Direttore responsabile<br />
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TIPOGRAFIA VATICANA<br />
EDITRICE<br />
«<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong>»<br />
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L'Osservatore Romano in collaborazione con alcune primarie aziende italiane.<br />
Lo sforzo del quotidiano della Santa Sede per diffondere la parola del Papa, soprattutto in<br />
questo particolare momento storico, può infatti essere validamente sostenuto da quanti<br />
condividono i valori propugnati dalla Chiesa cattolica.<br />
Alcune aziende hanno scelto L'Osservatore Romano come mezzo privilegiato e qualificato<br />
per divulgare il loro messaggio pubblicitario. Saranno queste aziende —<br />
sottoscrittrici di numerosi abbonamenti — a diffondere all'interno del proprio<br />
mondo di riferimento (sedi, clienti, collaboratori), questo giornale, questi valori.<br />
<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 30 Dicembre 2001<br />
AFGHANISTAN Nessun accordo venerdì nella prima<br />
riunione in Gran Bretagna dei capi militari dei<br />
Paesi che intendono contribuire alla forza multinazionale<br />
di pace in Afghanistan. Le consultazioni riprenderanno<br />
la settimana prossima.<br />
BIN LADEN Le forze americane hanno esteso la<br />
caccia a Osama bin Laden alla regione pakistana di<br />
Peshawar, frontaliera con l'Afghanistan. Il Presidente<br />
Bush ha assicurato che il capo della rete terrori-<br />
stica «Al Qaeda» è un uomo in fuga: «è solo questione<br />
di tempo e lo prenderemo».<br />
JUGOSLAVIA Hans Haekkerup, responsabile dell'Amministrazione<br />
dell'Onu in Kosovo, ha deciso di<br />
non accettare una proroga dell'incarico che scade il<br />
31 dicembre. Lo sostituirà, provvisoriamente, il suo<br />
vice, lo statunitense Charles Brayshaw.<br />
INDIA-PAKISTAN Migliaia di civili sono in fuga su<br />
AFGHANISTAN Infruttuosa la riunione svoltasi in Gran Bretagna tra i Paesi che parteciperanno alla missione<br />
Nessun accordo è stato raggiunto<br />
sulla formazione della forza di pace<br />
Gli Stati Uniti<br />
intensificano<br />
la caccia<br />
a bin Laden<br />
KABUL, 29.<br />
La caccia a Osama bin Laden si<br />
è allargata al Pakistan. Un’operazione<br />
di commando è stata avviata<br />
ieri da alcune decine di marines<br />
Usa, con l’appoggio dei soldati<br />
di Islamabad, in un distretto<br />
meridionale della regione di Peshawar,<br />
la cosiddetta provincia<br />
della Frontiera Nord-occidentale,<br />
naturale via di fuga dalle montagne<br />
afghane e dalle stesse grotte<br />
di Tora Bora. Facendo eco a<br />
quanto anticipato già ieri dal suo<br />
portavoce, è stato poi il neo Ministro<br />
della difesa afghano, Mohammad<br />
Fahim, a fornire una spiegazione<br />
plausibile. «C’è una buona<br />
possibilità che bin Laden sia dalle<br />
parti di Peshawar — ha dichiarato<br />
— di certo non è più sotto il nostro<br />
controllo, gli Usa potranno<br />
mettersi sulle sue tracce con l’aiuto<br />
del Governo pakistano».<br />
Da Islamabad, dopo lo scetticismo<br />
dei giorni scorsi, il Ministro<br />
degli esteri, Abdul Sattar, ha ammesso<br />
ieri sera di non poter escludere<br />
del tutto questa ipotesi. Lo<br />
stato maggiore pakistano ha messo<br />
a disposizione dei reparti speciali<br />
Usa — i quali sembrano aver<br />
allentato la presa su Tora Bora<br />
per spostare le loro ricerche altrove<br />
— una base strategica e la sua<br />
collaborazione operativa. I marines<br />
statunitensi dopo essere giunti<br />
in Pakistan, si sono divisi in due<br />
gruppi: il primo si sarebbe diretto<br />
verso Miranshah, nel Waziristan<br />
del Nord; l’altro verso Wana, nel<br />
Waziristan del Sud. Si tratta di<br />
territori che fanno parte entrambi<br />
delle cosiddette aree tribali: zone<br />
impervie dove, nelle ultime settimane,<br />
le forze di Islamabad hanno<br />
arrestato 150 uomini di Al<br />
Qaeda sconfinati dall’Afghanistan,<br />
ma dove è stata segnalata la presenza<br />
di almeno altri 500 miliziani<br />
tuttora alla macchia. Alcune delle<br />
tribù locali simpatizzano del resto<br />
per i fondamentalisti, mentre proprio<br />
nel Waziristan ha le sue roccaforti<br />
lo «Jamat-Ulema-i-Islam»,<br />
movimento islamico radicale filo-<br />
Taleban il cui leader, Fazalur<br />
Rehman, è indicato dai servizi segreti<br />
afghani come il più probabile<br />
protettore pakistano di Osama.<br />
«Bin Laden è un uomo in fuga,<br />
non sappiamo in quale anfratto si<br />
nasconda, ma è solo questione di<br />
tempo e lo prenderemo», ha intanto<br />
ieri dichiarato dal Texas il<br />
Presidente Usa, George W. Bush.<br />
«Il mondo — ha detto — deve sapere<br />
che questa amministrazione<br />
non vacillerà di fronte al pericolo<br />
e non si stancherà quando si tratterà<br />
di completare le missioni che<br />
abbiamo deciso di intraprendere».<br />
Il Presidente Usa ha peraltro elogiato<br />
lo spirito di collaborazione<br />
mostrato dal Presidente del Pakistan,<br />
Pervez Musharraf.<br />
LONDRA, 29.<br />
Non c’è ancora accordo<br />
circa la formazione<br />
della forza multinazionale<br />
di pace in Afghanistan<br />
(Isaf). Dopo l’incontro<br />
che ha impegnato per<br />
tutta la giornata di ieri,<br />
in una base britannica, i<br />
capi militari dei Paesi<br />
coinvolti nell’operazione,<br />
il ministero della difesa<br />
britannico si è visto costretto<br />
a posporre l’annuncio<br />
almeno fino all’inizio<br />
della settimana<br />
prossima.<br />
Eppure, ieri mattina,<br />
un portavoce del ministero<br />
non aveva escluso<br />
la possibilità di un annuncio<br />
già in serata. Ma<br />
— come segnala l'«Ansa»<br />
— la posizione del Go-<br />
verno di Londra è cambiata con il trascorrere<br />
delle ore e, dopo la fine della<br />
riunione, il portavoce ha detto di augurarsi<br />
«di poter dire qualcosa lunedì prossimo».<br />
Nel frattempo, ha spiegato, i partecipanti<br />
all’incontro di ieri (provenienti<br />
da 16-20 Paesi) «torneranno nelle loro<br />
capitali per controllare gli ultimi dettagli<br />
con i rispettivi Governi». Sembra però<br />
— secondo quanto segnala ancora l'«Ansa»<br />
— che per la sofferta formazione<br />
dell’«Isaf» servirà qualcosa di più di un<br />
semplice «controllo» dei dettagli. Secondo<br />
indiscrezioni riprese ancora dall'«An-<br />
sa», il Governo francese sarebbe stato<br />
infatti costretto a ridurre il proprio impegno<br />
originariamente previsto in 300-<br />
400 soldati, mentre i tedeschi premerebbero<br />
per partecipare con 1.200 uomini.<br />
Proprio ieri, inoltre, la Germania ha sottolineato<br />
che sarebbe stato meglio se il<br />
comando dell’«Isaf» fosse stato affidato<br />
a un solo Paese per un periodo più lungo,<br />
piuttosto che cambiare comando dopo<br />
i primi 3 mesi. Tra gli altri Paesi, la<br />
Spagna dovrebbe partecipare con un<br />
massimo di 485 soldati. Sempre ieri, la<br />
Gran Bretagna ha smentito la notizia di<br />
AUSTRALIA Sydney minacciata da Sud e da Ovest<br />
Oltre ventimila uomini<br />
impegnati contro le fiamme<br />
CANBERRA, 29.<br />
Ventimila vigili del fuoco, affiancati<br />
da volontari giunti da tutta<br />
l'Australia, sono impegnati a<br />
contrastare gli oltre cento incendi<br />
che da Natale devastano il Nuovo<br />
Galles del Sud, segnatamente nella<br />
zona di Sydney. La forza in<br />
campo è la più numerosa mai dispiegata<br />
in Australia contro un disastro<br />
naturale e ha il supporto di<br />
militari di elicotteri dell’esercito e<br />
della marina. Tuttavia, nonostante<br />
tale schieramento di forze senza<br />
precedenti che impegna in ogni<br />
turno di lavoro diecimila uomini,<br />
la situazione resta estremamente<br />
difficile. Sydney è assediata dalle<br />
fiamme da Sud e da Ovest su un<br />
fronte complessivo di oltre seicento<br />
chilometri e una spessa cappa<br />
di fumo incombe sulla città.<br />
Oggi le fiamme stanno divampando<br />
con rinnovata violenza, favorite<br />
purtroppo da un rafforzamento<br />
del vento secco e da temperature<br />
vicine ai quaranta gradi.<br />
Oltre 150 abitazioni sono state di-<br />
strutte nei primi tre giorni degli<br />
incendi e migliaia di persone sono state<br />
fatte sgomberare. Seimila capi di bestiame<br />
e migliaia di animali selvatici sono<br />
morti tra le fiamme che hanno già distrutto<br />
quasi trecentomila ettari di parchi<br />
nazionali.<br />
Per oggi sono pronti a scattare nuovi<br />
piani di sgombero in diverse zone a rischio,<br />
nel timore che le frenetiche operazioni<br />
di «bruciatura preventiva» lungo<br />
le «linee di contenimento» (un «contro-<br />
Un centro di smistamento di aiuti alimentari nei pressi di Kandahar<br />
Uno dei vigili del fuoco impegnati a Sydney<br />
fuoco» controllato per non lasciare alimento<br />
alle fiamme) messe in atto ieri e<br />
durante la notte non bastino a prevenire<br />
ulteriori perdite di proprietà. Anche se<br />
molti degli incendi sono considerati sotto<br />
controllo, il vento potrebbe rinforzare<br />
ancora nelle prossime ore. Si teme in<br />
particolare che uno degli incendi possa<br />
«saltare» il fiume Hawkesbury, a Nord<br />
di Sydney, mettendo a rischio anche i<br />
quartieri settentrionali della metropoli.<br />
un presunto accordo tra<br />
il Governo provvisorio<br />
afghano e il generale britannico<br />
alla guida della<br />
forza multinazionale,<br />
John McColl, sul dispiegamento<br />
a Kabul e nelle<br />
altre aree del Paese. Il<br />
Governo afghano e i responsabili<br />
della forza di<br />
pace hanno compiuto<br />
progressi sugli aspetti<br />
operativi del dispiegamento<br />
del contingente<br />
sul campo, ha precisato<br />
un portavoce dell’Ambasciata<br />
britannica, ma<br />
non è stato raggiunto alcun<br />
accordo formale. A<br />
rallentare i negoziati, potrebbero<br />
esserci anche<br />
eventuali nodi sulla composizione<br />
della forza di<br />
pace alla scadenza dei<br />
primi 3 mesi. La Gran Bretagna, infatti,<br />
guiderà questo primo contingente fornendo<br />
1.500 soldati, ma successivamente,<br />
come ha spiegato ieri il ministero<br />
della difesa, servirà un’altra forza per<br />
«fornire assistenza alle autorità afghane».<br />
Il portavoce della difesa, intanto,<br />
ha precisato che altri 300 soldati britannici<br />
si uniranno nei prossimi giorni ai<br />
200 uomini già in Afghanistan per preparare<br />
il terreno all’«Isaf». Nei giorni<br />
scorsi, Londra aveva annunciato erroneamente<br />
che le ulteriori truppe erano<br />
già state dispiegate.<br />
Un convegno e una gara automobilistica in Australia<br />
Si sperimenta l'energia solare<br />
CANBERRA, dicembre.<br />
Da un po' di tempo si torna a parlare<br />
delle energie alternative. Nello scorso<br />
novembre è stato tenuto ad Adelaide in<br />
Australia, il World Solar Congress, cui<br />
hanno partecipato 600 delegati di 57<br />
Paesi. Si è discusso sul futuro delle<br />
energie rinnovabili, e in particolare dell'energia<br />
solare. È stata inoltre aperta<br />
una Mostra, il «Solar Expo», delle migliori<br />
iniziative realizzate.<br />
Nel quadro del Congresso si è inserita<br />
una singolare manifestazione: il World<br />
Solar Challenger, una corsa automobilistica<br />
internazionale riservata ad automezzi<br />
mossi da energia solare. Vi hanno<br />
partecipato vetture, progettate da qualificati<br />
esperti del settore e anche da giovani<br />
entusiasti. La gara è stata vinta dalla<br />
vettura progettata da Alpha Centauri,<br />
un'équipe di otto giovani delle università<br />
di Delft e di Amsterdam, in Olanda.<br />
Partita il 18 novembre, la vettura è arrivata<br />
ad Adelaide il 21 novembre. Ha<br />
percorso 3.010 chilometri in 32 ore, 19<br />
minuti e 30 secondi, alla velocità di 91<br />
chilometri all'ora, un vero primato.<br />
La prima gara transaustraliana si era<br />
svolta nel 1987: vinse la General Motor<br />
Sunveyer alla media di 67 chilometri all'ora.<br />
Da allora le prestazioni sono au-<br />
ISLAMABAD, 29.<br />
Migliaia di civili sono in fuga in queste<br />
ore dalle zone di confine tra India e<br />
Pakistan, mentre gli eserciti dei due Paesi<br />
rafforzano i dispiegamenti e mentre<br />
vengono purtroppo segnalate nuove vittime.<br />
I terrorizzati abitanti dei villaggi di<br />
confine hanno incominciato l’ennesima<br />
migrazione verso l’interno dei rispettivi<br />
Paesi. Secondo fonti indiane, già ventimila<br />
persone hanno lasciato le loro case<br />
nello dello Jammu e Kashmir, l'unico<br />
Stato indiano a maggioranza musulmana,<br />
e nel Rajastan, a causa dell’ingresso<br />
di artiglieria pesante e delle operazioni<br />
di scavo di bunker per i militari indiani.<br />
Truppe, carri armati, pezzi d'artiglieria<br />
e aerei continuano a rafforzare i due<br />
eserciti che si fronteggiano lungo i 700<br />
chilometri di confine. Dopo qualche ora<br />
di relativa calma, oggi è giunta la notizia<br />
che quattro militari pakistani sono<br />
stati uccisi, 30 feriti e sei dei loro bunker<br />
distrutti in seguito ad una controffensiva<br />
dell’artiglieria indiana nell’area<br />
Kopri del settore Poonch, nel Kashmir.<br />
Diciannove soldati indiani sono invece<br />
morti e cinque altri sono rimasti feriti<br />
da mine «esplose accidentalmente», secondo<br />
fonti locali, mentre le stavano<br />
collocando vicino a un posto di confine<br />
a settanta chilometri dalla città di Jaisalmer,<br />
nel Rajastan.<br />
Intanto, nel susseguirsi di dichiarazioni<br />
distensive e di irrigidimenti, s'intensificano<br />
gli sforzi diplomatici per scongiurare<br />
che la crisi sfoci in una nuova guerra<br />
tra i due Paesi dalle conseguenze dif-<br />
JUGOSLAVIA Haekkerup si ritira per motivi familiari<br />
Kosovo: si dimette<br />
l'amministratore Onu<br />
BELGRADO, 29.<br />
Il responsabile dell'Unmik, l'amministrazione<br />
dell'Onu in Kosovo, il danese<br />
Hans Haekkerup, ha deciso di non accettare<br />
la proroga dell'incarico, in scadenza<br />
il 31 dicembre.<br />
La scelta è stata fatta per motivi familiari,<br />
secondo quanto ha dichiarato ieri<br />
lo stesso Haekkerup in un comunicato<br />
diffuso ieri pomeriggio nel capoluogo<br />
kosovaro Pristina.<br />
«Haekkerup aveva bisogno di trascorrere<br />
un periodo di riposo con la famiglia<br />
prima di intraprendere nuove attività»,<br />
ha spiegato all'agenzia di stampa italiana<br />
Ansa uno dei portavoce dell'Unmik,<br />
Andrea Angeli.<br />
Da parte sua, il Segretario generale<br />
delle Nazioni Unite Kofi Annan si è detto<br />
dispiaciuto delle dimissioni ed ha fatto<br />
sapere che fino alla nomina del nuovo<br />
responsabile dell'Unmik tutte le attuali<br />
funzioni di Haekkerup saranno<br />
svolte dal suo vice, lo statunitense Charles<br />
Brayshaw.<br />
Nel comunicato, Haekkerup si è detto<br />
soddisfatto del lavoro svolto e dei risultati<br />
ottenuti negli undici mesi di permanenza<br />
a capo dell’Unmik, incarico nel<br />
quale era subentrato lo scorso gennaio<br />
al francese Bernard Kouchner. Haekkerup<br />
ha sottolineato di aver «raggiunto<br />
obiettivi maggiori di quelli che si immaginava».<br />
Di particolare importanza, secondo<br />
Haekkerup, è stata l’approvazione nella<br />
primavera scorsa della cornice costituzionale<br />
che ha stabilito le regole del funzionamento<br />
delle istituzioni del Kosovo.<br />
mentate di anno in anno sino ad arrivare<br />
ai 91 chilometri di media e alla massima<br />
di 160 chilometri all'ora. Sono prestazioni<br />
che si possono confrontare con<br />
quelle delle attuali auto a benzina.<br />
Cosa è il World Solar Challenger? È<br />
solo una appassionante gara sportiva?<br />
È qualcosa di più. È un banco di prova<br />
della moderna tecnologia dedicata alla<br />
energia solare. È un contributo all'evoluzione<br />
di un sistema che non costa<br />
nulla, è a disposizione di tutti, con l'intento<br />
di alleggerire il traffico in un prossimo<br />
futuro. I risultati sono soddisfacenti<br />
e lasciano intravedere favorevoli possibilità<br />
di sviluppo.<br />
Va segnalato al riguardo che al Congresso<br />
di Adelaide il prof. Martin Green,<br />
della University of New South Wales di<br />
Sydney, ha fatto una rivelazione sorprendente:<br />
alcune compagnie petrolifere,<br />
preoccupate per il possibile esaurimento<br />
dei giacimenti di greggio, stanno<br />
finanziando studi per convertire, entro<br />
l'anno 2.050, tutti gli autoveicoli alle<br />
energie alternative.<br />
Da ricordare che ha già volato un piccolo<br />
dirigibile telecomandato della Zeppelin,<br />
mosso da energia solare, da celle<br />
poste nell'involucro.<br />
TULLIO FILTRI<br />
Anche la regolarità nello svolgimento<br />
delle votazioni di novembre è stata considerata<br />
da Haekkerup quale un evento<br />
di massima importanza.<br />
Poco prima di tali elezioni, l’amministratore<br />
dell'Onu aveva siglato un documento<br />
congiunto con Belgrado assicurandosi<br />
così la partecipazione al voto<br />
delle residue minoranze serbe del Kosovo.<br />
Proprio il miglioramento dei rapporti<br />
con Belgrado e con i serbi del Kosovo<br />
è stato citato da Haekkerup tra i risultati<br />
più rilevanti.<br />
Haekkerup ha ricordato inoltre le<br />
«precondizioni create per combattere il<br />
terrorismo anche in Kosovo».<br />
Portogallo: sciolto<br />
il Parlamento e indette<br />
elezioni anticipate<br />
LISBONA, 29.<br />
Il Presidente portoghese Jorge<br />
Sampaio ha sciolto ieri il Parlamento<br />
e ha indetto elezioni anticipate<br />
per il 17 marzo. Sampaio ha<br />
detto in televisione che dopo le dimissioni<br />
rassegnate la settimana<br />
scorsa dal Primo Ministro Antonio<br />
Guterres, nell'attuale Parlamento<br />
non c'è la possibilità di ricostituire<br />
una maggioranza. Guterres si era<br />
dimesso dopo la sconfitta del suo<br />
partito, quello socialista, nelle elezioni<br />
amministrative.<br />
Somalia: allarme del Pam<br />
per la situazione alimentare<br />
nelle regioni del Sud<br />
entrambi i lati della frontiera tra India e Pakistan dove<br />
continua l'ammassamento di truppe. Diciannove<br />
soldati indiani sono morti per l'esplosione accidentale<br />
di mine che gli stessi stavano collocando.<br />
SOMALIA Il Programma alimentare mondiale<br />
(Pam) dell'Onu ha lanciato un allarme per la situazione<br />
nella Somalia meridionale, dove mezzo milione<br />
di abitanti subiscono le conseguenze di una disastrosa<br />
carestia che ha falcidiato i raccolti agricoli.<br />
INDIA-PAKISTAN Rafforzati i dispiegamenti militari<br />
Migliaia di civili in fuga<br />
dalle zone di confine<br />
MOGADISCIO, 29.<br />
Il Programma alimentare mondiale<br />
delle Nazioni Unite è sempre più preoccupato<br />
per la precaria situazione nella<br />
parte meridionale della Somalia, dove<br />
500.000 persone subiscono le conseguenze<br />
di una grave carenza di scorte alimentari,<br />
dovuta sia alla siccità, sia alla<br />
funesta situazione economica, aggravata<br />
dal blocco delle rimesse degli emigrati.<br />
L’agenzia dell'Onu avverte che qualsiasi<br />
ulteriore aggravamento potrebbe<br />
avere conseguenze disastrose. La situazione<br />
— informa un comunicato — è<br />
particolarmente critica nella regione di<br />
Gedo, dove il quasi totale fallimento del<br />
raccolto di agosto ha ridotto notevolmente<br />
la quantità di cibo disponibile.<br />
Per il raccolto di gennaio non sono fra<br />
l’altro previsti significativi miglioramenti,<br />
visto che le piogge nelle aree maggiormente<br />
colpite sono state sporadiche<br />
e ben al di sotto dei normali livelli. I tassi<br />
di malnutrizione fra i bambini sotto i<br />
cinque anni nella regione di Gedo hanno<br />
ora raggiunto livelli allarmanti, a causa<br />
della mancanza di cibo. Un recente accertamento<br />
nel distretto di Belet Hawa,<br />
sempre nella regione di Gedo, ha indicato<br />
che il 37 per cento dei bambini soffre<br />
di malnutrizione.<br />
ficilmente valutabili (sia India sia Pakistan<br />
sono tra l'altro in possesso di armi<br />
atomiche), ma le notizie non sono per il<br />
momento tali da indurre all'ottimismo.<br />
In mattinata, fonti di stampa indiane<br />
avevano dato per certo un incontro tra i<br />
Ministri degli esteri dei due Paesi, il pakistano<br />
Abdul Sattar e l'indiano Jaswant<br />
Singh, in occasione di un vertice dei sette<br />
Paesi dell’Associazione dell’Asia meridionale<br />
per la cooperazione regionale<br />
(Saarc) che si terrà la settimana prossima<br />
nella capitale nepalese Katmandu.<br />
Secondo le fonti, di un tale incontro con<br />
il suo omologo pakistano Jaswant Singh<br />
avrebbe discusso ieri per telefono con il<br />
Segretario di Stato Usa Colin Powell.<br />
Poco dopo, però, l'agenzia di stampa<br />
britannica Reuters ha riferito dichiarazioni<br />
di fonti del Ministero degli esteri<br />
indiano secondo le quali un incontro tra<br />
vertici indiani e pakistani in queste circostanze<br />
è altamente improbabile. «L’India<br />
ha sempre auspicato il dialogo con il<br />
Pakistan, ma nelle attuali circostanze, fino<br />
a che il Pakistan non sarà in grado<br />
di creare un clima positivo agendo in<br />
modo risoluto e efficace contro il terrorismo,<br />
la prospettiva di tale dialogo non<br />
può essere promettente», ha detto alla<br />
Reuters un alto funzionario.<br />
All'incontro a Katmandu è prevista la<br />
partecipazione anche del Primo Ministro<br />
indiano Atal Behari Vajpayee e del Presidente<br />
pakistano Pervez Musharraf.<br />
Questi aveva detto ieri di essere pronto<br />
ad incontrare il Premier indiano, ma l'ipotesi<br />
era stata esclusa dal Governo di<br />
Nuova Delhi.<br />
Messico: vittime<br />
per il maltempo<br />
CITTÀ DEL MESSICO — Quattro<br />
persone sono morte assiderate<br />
nell’ondata di gelo che ha colpito<br />
le regioni settentrionali del Messico.<br />
Lo ha reso noto venerdì il portavoce<br />
dello Stato di Chihuahua,<br />
Victor Gonzalez, precisando il termometro<br />
è sceso fino a 11 gradi<br />
sotto lo zero. Secondo il Servizio<br />
meteorologico nazionale, l’ondata<br />
di gelo continuerà a colpire le regioni<br />
settentrionali del Paese nelle<br />
prossime ventiquattro ore per poi<br />
spostarsi verso la penisola meridionale<br />
dello Yucatan.<br />
Filippine: attacco<br />
dei guerriglieri islamici<br />
MANILA — Dieci civili e un ribelle<br />
sono rimasti uccisi nell’attacco di<br />
guerriglieri islamici contro il villaggio<br />
di Naga, nella provincia filippina<br />
di Zamboanga. Lo ha riferito<br />
sabato un portavoce militare precisando<br />
che almeno venti uomini armati<br />
hanno attaccato giovedì notte<br />
il villaggio aprendo il fuoco apparentemente<br />
senza motivo. Due persone<br />
sono morte nella prima sparatoria.<br />
Altri quattro abitanti sono<br />
stati uccisi, assieme a un bandito<br />
identificato come un ex comandante<br />
del Fronte islamico di liberazione<br />
Moro, quando un secondo gruppo<br />
di assalitori è sopraggiunto dopo<br />
aver sentito gli spari. Altri quattro<br />
persone sono state rapite dai<br />
ribelli in fuga e ritrovate uccisi venerdì.<br />
Cipro: a colloquio<br />
leader greci e turchi<br />
NICOSIA — Rigide misure di sicurezza<br />
sono state approntate dalle<br />
autorità cipriote a Nicosia in vista<br />
della prima visita dopo oltre 25 anni,<br />
sabato sera, del leader turco-cipriota,<br />
Rauf Denktash, per partecipare<br />
ad una cena offertagli dal<br />
Presidente Glafkos Clerides. La visita<br />
del leader turco-cipriota si inserisce<br />
nell’ambito di un riavvicinamento<br />
di recente avviato tra le<br />
parti per tentare di giungere ad<br />
una riunificazione dell’isola, divisa<br />
dal 1974. Centinaia di agenti di polizia<br />
saranno dispiegati lungo i sei<br />
chilometri di strada che Denktash<br />
percorrerà a bordo della sua auto<br />
dalla parte Nord della capitale, attraverso<br />
la «zona cuscinetto» controllata<br />
dai caschi blu dell’«Unficyp»,<br />
sino alla residenza di Clerides,<br />
ubicata nella parte meridionale<br />
di Nicosia.<br />
Lutto nell'Episcopato<br />
È giunta la dolorosa notizia della<br />
improvvisa morte di Sua Eccellenza<br />
Reverendissima Monsignor<br />
James Kwadwo Owusu, Vescovo<br />
di Sunyani (Ghana), avvenuta nella<br />
mattina di venerdì 28 dicembre,<br />
a causa di un incidente stradale.<br />
Il compianto Presule era nato<br />
in Kwasibuokrom, diocesi di Sunyani,<br />
il 19 dicembre 1927 ed era<br />
stato ordinato sacerdote l'8 dicembre<br />
1956. Il 1° marzo 1973 era<br />
stato nominato primo Vescovo<br />
della nuova diocesi di Sunyani e il<br />
30 giugno dello stesso anno aveva<br />
ricevuto l'ordinazione episcopale.