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L'OSSERVATORE ROMANO

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PAGINA<br />

5 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 23 Dicembre 2001<br />

Lettera di Giovanni Paolo II in occasione dell'Incontro interreligioso svoltosi a Bruxelles<br />

«Potremo ottenere il dono della pace<br />

solo unendo i nostri sforzi<br />

e levando all'Altissimo una preghiera costante»<br />

A mon cher Frère le Cardinal<br />

Walter KASPER<br />

PrésidentduConseil pontifical<br />

pour la Promotion de l’unité<br />

des Chrétiens<br />

J’ai appris que Sa Sainteté<br />

le Patriarche œcuménique<br />

Bartholomaios I er a pris l’initiativede<br />

convoquer à Bruxelles,<br />

les 19 et 20 décembre<br />

2001, une rencontre interreligieuse<br />

sur le thème La Paix<br />

de Dieu dans le monde. Cette<br />

initiative, qui bénéficie aussi<br />

de l’appui du Président de la<br />

Commission européenne, le<br />

Professeur Romano Prodi,<br />

veut être un encouragement<br />

à la coexistence pacifique et à<br />

la collaboration entre les<br />

grandes religions monothéistes<br />

au niveau de l’Europe.<br />

Je forme des vœux chaleureux<br />

pour cette rencontre,<br />

vous confiant le soin de transmettre<br />

mes salutations fraternelles<br />

à Sa Sainteté le Patriarche<br />

œcuménique et à tous les<br />

participants, et surtout de les<br />

assurer de ma prière fervente,<br />

par laquelle j’implore le<br />

Tout-Puissant d’accepter ce<br />

témoignage de bonne volonté<br />

et de nous accorder des forces<br />

toujours nouvelles dans la<br />

recherche de la paix.<br />

Mon souhait est surtout<br />

que la rencontre de Bruxelles<br />

puisse susciter des réflexions<br />

et des actions sereines pour<br />

favoriser «un renouveau général<br />

dans le cœur des personnes<br />

et dans les relations entre<br />

les peuples de la terre» (Message<br />

pour la célébration de<br />

la Journée mondiale de la<br />

Paix 2002, n. 10).<br />

Tout en demeurant fortement<br />

peiné par les circonstances<br />

tragiques qui ont profondément<br />

affecté les personnes<br />

et les peuples, et qui ternissent<br />

actuellement la scène<br />

du monde, je reste animé par<br />

une grande espérance. C’est<br />

pourquoi j’ai voulu encore<br />

une fois faire appel aux responsables<br />

des différentes religions,<br />

leur demandant de<br />

s’unir à moi le 24 janvier prochain<br />

à Assise, pour implorer<br />

la paix. Je m’associe donc de<br />

tout cœur à Sa Sainteté le Patriarche<br />

œcuménique et à<br />

tous les illustres représentants<br />

réunis à Bruxelles pour la<br />

rencontre La Paix de Dieu<br />

dans le monde. Nous ne<br />

pourrons obtenir le don de la<br />

paix qu’en associant nos efforts<br />

et en faisant monter<br />

vers le Très-Haut une prière<br />

continue. Nous ne pourrons<br />

faire advenir la paix et faire<br />

resplendir la nature sacrée de<br />

l’homme et sa dignité que<br />

Dai versi di un detenuto di Rebibbia un invito alla speranza<br />

«Nel grigiore della dura realtà<br />

solo la fede mi è di conforto»<br />

Anche nella solitudine di un carcere si<br />

può incontrare una Presenza che ridà fiducia.<br />

Anche laddove regnano sofferenza<br />

e angoscia si può trovare una Speranza<br />

che redime. Questa Presenza,<br />

questa Speranza è Cristo. Cristo che si<br />

fa «detenuto» fra i detenuti. «Ero carcerato<br />

e siete venuti a trovarmi...» si legge<br />

nel Vangelo di Matteo.<br />

Chissà quanti di questi «incontri» avvengono<br />

nel nascosto delle quattro mura<br />

di una cella. «Incontri» che cambiano<br />

una vita. Che trasformano un cuore.<br />

Che liberano dalle catene e dalle schiavitù<br />

interiori, anche se non possono mutare<br />

le condizioni fisiche di chi sperimenta<br />

la dolorosa esperienza della detenzione.<br />

«Lo Spirito del Signore — è il passo di<br />

Isaia che Gesù legge nella sinagoga di<br />

Nazareth — mi ha mandato per proclamare<br />

ai prigionieri la liberazione...; per<br />

rimettere in libertà gli oppressi, e predicare<br />

un anno di grazia del Signore».<br />

Non è stato forse questo il significato<br />

profondo dell'esperienza giubilare vissuta<br />

dalla Chiesa durante il 2000? E non è<br />

forse questo il messaggio «provocante»<br />

scaturito con particolare forza dal Giubileo<br />

delle Carceri, celebrato da Giovanni<br />

Paolo II a «Regina Caeli» il 9 luglio dell'Anno<br />

Santo?<br />

Capita talvolta, magari per caso, di<br />

aprire un piccolo spiraglio nelle ferree<br />

grate di un carcere. Uno spiraglio di vita,<br />

di interiorità, di fede. Come quello<br />

che spesso lasciano intravedere le lettere<br />

inviate al nostro Giornale da Luca D'Onofrio.<br />

Luca è un lettore assiduo dell'«Osservatore».<br />

Lo riceve periodicamente.<br />

Ne fa oggetto di riflessione con i colleghi.<br />

Ci scrive spesso per ringraziarci, o<br />

anche solo per raccontarci qualcosa di<br />

sé, della sua vita.<br />

Luca «abita» nel carcere romano di<br />

Rebibbia. È detenuto nel reparto G8,<br />

dove opera una religiosa di nome Suor<br />

Ancilla. «Una piccola suora ma grande<br />

di cuore» ce l'ha descritta lo stesso Luca.<br />

Un'apostola di carità e di amore per<br />

Si è tenuto a Bruxelles, presso la sede dell'Unione Europea, un incontro<br />

esteso alle grandi religioni monoteiste a livello dell'Europa, organizzato sotto<br />

gli auspici del Patriarca ecumenico, Sua Santità Bartolomeo I e del Presidente<br />

della Commissione Europea, Sig. Romano Prodi. L'incontro è stato<br />

dedicato al tema: «The Peace of God in the World». Aderendo ad un invito<br />

di Bartolomeo I, sono stati presenti a Bruxelles i Cardinali Walter Kasper e<br />

Francis Arinze, rispettivamente Presidenti dei Pontifici Consigli per la Promozione<br />

dell'Unità dei Cristiani, e per il Dialogo Interreligioso. Il Cardinale<br />

Walter Kasper ha pronunciato uno dei discorsi di apertura dell'incontro; il<br />

Cardinale Francis Arinze ha diretto una tavola rotonda durante i lavori della<br />

riunione. Alla riunione di Bruxelles sono stati anche presenti rappresentanti<br />

del Consiglio delle Conferenze Episcopali dell'Europa (CCEE) e della<br />

COM.E.C (Commissione dell'Episcopato della Comunità Europea), oltre ad altri<br />

esperti cattolici invitati ad personam.<br />

Sua Santità Papa Giovanni Paolo II ha indirizzato al Cardinale Walter<br />

Kasper una Lettera, nella quale ha espresso al Patriarca Ecumenico, Sua<br />

Santità Bartolomeo I, il Suo apprezzamento per l'iniziativa ed ha offerto i<br />

Suoi auguri per il buon esito dell'incontro.<br />

tanti uomini tentati dalla disperazione,<br />

dal pessimismo, dalla sfiducia.<br />

Grazie a lei molti detenuti hanno fatto<br />

esperienza di quell'«incontro» che restituisce<br />

la speranza. Che riaccende la<br />

gioia di vivere. Lo deve probabilmente a<br />

lei anche Antonio Sica, un compagno di<br />

detenzione di Luca. Ha scritto una poesia.<br />

Breve, semplice, intensa. Uno «spiraglio»<br />

di luce in un'anima ferita dalla<br />

colpa e dal rimorso. Luca ce l'ha trascritta<br />

nella sua ultima lettera.<br />

«Cala la nebbia sul cortile, / torniamo<br />

in cella con passo lento. / Sembriamo<br />

pecore dirette all'ovile /l'animo<br />

vuoto, lo sguardo spento. / Ma, vedendo<br />

chetuttova storto, / nel grigiore delladurarealtà,/sololafede<br />

mi è di conforto,<br />

/ ne sono certo: Dio mi aiuterà».<br />

Siamo prossimi al Natale. Una festa<br />

che il mondo ha trasformato sempre più<br />

nella vorticosa e affannata rincorsa all'«avere».<br />

Nella ricerca di una gioia esteriore,<br />

vuota, disperata. Così il grido di<br />

speranza di Antonio risuona per tutti come<br />

una «lezione». Parla con l'eloquenza<br />

umile della fede. Con l'evidenza disarmante<br />

della verità. Il 25 dicembre Antonio<br />

non farà pranzi sfarzosi, non avrà<br />

grandi regali. Il suo regalo più bello l'ha<br />

già avuto: è quell'«incontro» che ha<br />

cambiato la sua esistenza. E non c'è miglior<br />

commento delle parole del suo<br />

compagno Luca. «Anche nel luogo del<br />

dolore, dove ci troviamo — scrive nella<br />

lettera — c'è un cuore che batte e ci dà<br />

la speranza di poter abbracciare i nostri<br />

famigliari e di inserirci nella società<br />

nella quale un tempo vivevamo. I<br />

suoi versi trattano la pura verità e, per<br />

chi legge, sono il riscontro dell'impegno<br />

nell'elevarsi moralmente e spiritualmente».<br />

«Vale la pena — conclude — di<br />

farli conoscere ai nostri lettori perché<br />

avvertano il senso delle sofferenze altrui».<br />

Un Natale di riconciliazione e di<br />

pace: è l'augurio che dalla piccola cella<br />

di un carcere sembra riecheggiare fino<br />

ai confini del mondo con la forza dirompente<br />

della speranza cristiana. (f.m.v.)<br />

«Cari giovani, vi scrivo guardando al<br />

Natale». Con queste parole inizia la lettera<br />

natalizia che l’Arcivescovo di Chieti-Vasto,<br />

Mons. Edoardo Menichelli, ha scritto<br />

in questi giorni ai giovani della diocesi.<br />

Sette pagine per un colloquio appassionato<br />

ed intenso, per soffermarsi sul valore<br />

della vita ed indicare ai ragazzi un itinerario<br />

di pace che nasca dalla partecipazione<br />

attiva agli avvenimenti che si intrec-<br />

L'Arcivescovo di Chieti ai giovani: «Vi scrivo guardando al Natale»<br />

par le recours au pardon réciproque<br />

et par notre volonté<br />

d’instaurer la justice.<br />

En me réjouissant, Monsieur<br />

le Cardinal, de votre<br />

présence et de celle de son<br />

Eminence le Cardinal Francis<br />

Arinze, à la rencontre convoquée<br />

à Bruxelles par mon<br />

Frère, Sa Sainteté Bartholomaios<br />

I er , je suis convaincu<br />

que cette participation de<br />

l’Eglise catholique et des autres<br />

chefs religieux sera une<br />

occasion de dire au monde<br />

que nous souhaitons tous être<br />

dociles au Tout-Puissant pour<br />

lui permettre de faire de nous<br />

des artisans de paix.<br />

Du Vatican, le 17 décembre<br />

2001.<br />

Ecco una nostra traduzione della Lettera<br />

del Santo Padre:<br />

Al mio caro Fratello il Cardinale<br />

WALTER KASPER<br />

Presidente del Pontificio Consiglio<br />

per la Promozione<br />

dell'Unità dei Cristiani<br />

Ho appreso che Sua Santità il<br />

Patriarca ecumenico Bartolomeo I<br />

ha preso l'iniziativa di convocare a<br />

Bruxelles, il 19 e il 20 dicembre<br />

2001, un incontro interreligioso sul<br />

tema La Pace di Dio nel mondo.<br />

Questa iniziativa, che beneficia an-<br />

Il 14 agosto 1977, vigilia della solennità<br />

dell'Assunta, nasce a Milazzo (Messina)<br />

Francesco Salmeri. Quando comincia<br />

a frequentare la scuola, rivela buone<br />

doti: facili ad affezionarsi ai compagni e<br />

agli insegnanti, dai quali è riamato. Ha<br />

solo sette anni, quando, andando in parrocchia,<br />

è affascinato dalla celebrazione<br />

del Santo Sacrificio della Messa e chiede<br />

di imparare a servirla.<br />

Per quattro anni, studia il catechismo,<br />

legge il Vangelo, ascolta le istruzioni del<br />

suo parroco per prepararsi alla prima<br />

Comunione. Tra lui e Gesù è già iniziato<br />

un rapporto fatto di preghiera e di premure<br />

per gli altri. È chierichetto all'altare,<br />

assiduo e attento.<br />

Il 1988 è il centenario della morte di<br />

s. Giovanni Bosco. In parrocchia, questo<br />

evento è festeggiato con solennità e<br />

partecipazione. Francesco ha undici anni<br />

e rimane conquistato dal santo della<br />

gioventù e dal suo allievo santo, Domenico<br />

Savio. Vuol conoscere a fondo la<br />

loro vita e fa il proposito di imitarli.<br />

Ricorre anche l'anno mariano 1987-<br />

'88, voluto da Giovanni Paolo II: Francescoscopre<br />

che cosa opera la Madonna<br />

quando entra nella vita di un cristiano.<br />

Il 4 settembre 1988, festa patronale<br />

della sua parrocchia, riceve per la prima<br />

volta Gesù Eucaristico. Gli offre un proposito<br />

solo, lo stesso che fu di s. Domenico<br />

Savio: «la morte ma non peccati».<br />

Non sono solo belle parole; si impegna a<br />

viverlo con la preghiera, la Confessione<br />

frequente, la Comunione eucaristica che<br />

prestodiventaquotidiana.Diffondeattorno<br />

a sé gioia e pace, con il suo sorriso.<br />

Il 25 aprile 1990, partecipa in Seminario<br />

a una festa dei chierici. Ha un'«esperienza<br />

particolare», che annota: «Questo<br />

Amore di Gesù... il 25 aprile mi inebriò<br />

tutto. Sì, Gesù, ero completamente<br />

“pazzo di Te”. Da quel giorno, quante<br />

cose sono cambiate, in bene e in male.<br />

Però quello che conta di più è che io so-<br />

ciano nei nostri giorni. «Davanti al mistero<br />

di Dio che si fa uomo per salvarci e per<br />

donarci la parola di verità — spiega il<br />

Presule — vi affido qualche pensiero pregando<br />

che esso vi aiuti a “decodificare”<br />

la matassa dura della vita, della convivenza<br />

sociale e del futuro». L’invito, naturalmente,<br />

è quello di amare la vita, difendendola<br />

dalle offese e dalle violazioni che<br />

essa subisce: «Sappiate — continua —<br />

che del sostegno del Presidente della<br />

Commissione Europea, il Professor<br />

Romano Prodi, vuole essere un<br />

incoraggiamento alla coesistenza<br />

pacifica e alla collaborazione fra le<br />

grandi religioni monoteiste a livello<br />

europeo.<br />

Formulo fervidi voti per questo<br />

incontro e le affido il compito di<br />

trasmettere i miei saluti fraterni a<br />

Sua Santità il Patriarca ecumenico<br />

e a tutti i partecipanti, e soprattutto<br />

di assicurarli della mia fervente<br />

preghiera, con la quale imploro<br />

l'Onnipotente di accettare questa<br />

testimonianza di buona volontà e<br />

di concederci forze sempre nuove<br />

nella ricerca della pace.<br />

Auspico in particolare che l'incontro<br />

di Bruxelles possa suscitare<br />

riflessioni e azioni serene per favorire<br />

«un generale rinnovamento,<br />

nei cuori delle persone e nelle relazioni<br />

tra i popoli della terra» (Messaggio<br />

perlacelebrazione della GiornataMondialedellaPace2002,n.10).<br />

Pur restando profondamente addolorato<br />

per le circostanze tragiche<br />

che hanno profondamente colpito<br />

le persone e i popoli, e che offuscano<br />

attualmente la scena del mondo,<br />

continuo ad essere animato da<br />

una grande speranza. Per questo<br />

ho voluto ancora una volta fare appello<br />

ai responsabili delle diverse<br />

religioni, chiedendo loro di unirsi a<br />

me il 24 gennaio prossimo ad Assisi,<br />

per implorare la pace. Mi unisco<br />

quindi di tutto cuore a Sua<br />

Santità il Patriarca ecumenico e a<br />

tutti gli illustri rappresentanti riuniti<br />

a Bruxelles per l'incontro La<br />

Pace di Dio nel mondo. Potremo ottenere<br />

il dono della pace solo unendo<br />

i nostri sforzi e levando all'Altissimo<br />

una preghiera costante. Potremo<br />

far giungere la pace e far risplendere<br />

la natura sacra dell'uomo<br />

e la sua dignità solo ricorrendo<br />

alperdonoreciprocoe con la nostra<br />

volontà di instaurare la giustizia.<br />

Rallegrandomi, Signor Cardinale,<br />

della sua presenza e di quella di<br />

Sua Eminenza il Cardinale Francis<br />

Arinze all'incontro indetto a Bruxelles<br />

dal mio Fratello, Sua Santità<br />

Bartolomeo I, sono convinto che<br />

questa partecipazione della Chiesa<br />

cattolica e degli altri capi religiosi<br />

sarà un'occasione per dire al mondo<br />

che desideriamo essere tutti docili<br />

all'Onnipotente per permetter-<br />

Gli di fare di noi artefici di pace.<br />

Dal Vaticano, 17 dicembre 2001<br />

GIOVANNI PAOLO II<br />

no sempre innamorato di Te». Offre a<br />

Dio un altro proposito: «E adesso questo<br />

Amore, elargitomi gratuitamente, io lo<br />

voglio donare a tutti i ragazzi. Sì, assieme<br />

a don Bosco, io prometto di salvare<br />

tante anime, a cominciare dalla mia, sino<br />

alla fine, così da raggiungere il Paradiso».<br />

Sente che il Signore forse lo chiama a<br />

diventare sacerdote e si fa attento alla<br />

sua voce. Studente di scuola media, si<br />

distingue tra i compagni per la sua fede<br />

intensa, vissuta, testimoniata. Il 19 maggio<br />

1991, a 14 anni, Francesco riceve la<br />

Cresima e si apre all'azione dello Spirito<br />

Santo. Si assume l'impegno di assomigliare<br />

sempre di più al Signore Gesù. Si<br />

domanda spesso: «Che cosa farebbe Lui<br />

al mio posto?».<br />

Tra le sue note personali, segna impegni<br />

e riflessioni ardenti: «Voglio vivere<br />

in umiltà, carità e castità. E poi, in penitenza,<br />

con tanta fede, speranza, amore,<br />

misericordia e gioia. In poche parole:<br />

con Gesù, per Gesù e in Gesù». E ancora:<br />

«È maggio, il mese della Madonna:<br />

che la vita è indisponibile: non è possesso<br />

di nessuno. Nessuno può alterarla, manipolarla,<br />

usarla, sfruttarla, ucciderla.<br />

Nessuno può dire: “La vita è mia”. La vita<br />

è un affido temporaneo, un personale dono<br />

da restituire fruttificato. Quel Bambino<br />

vi faccia grazia di “capire” la vita e di<br />

“alzare la voce” a sua difesa, contro tanti<br />

che la vorrebbero gestire a proprio piacimento<br />

ed interesse». Un forte richiamo,<br />

le chiedo di poter giungere alla vetta<br />

della santità».<br />

Dopo la licenza media, vorrebbe entrare<br />

in Seminario, ma consigliato di attendere<br />

qualche anno, si iscrive al liceo<br />

linguistico di Messina. Le sue giornate si<br />

riempiono di studio e di impegni. Francesco<br />

progetta la sua vita come un vero<br />

giovane cattolico, anzi come un consacrato<br />

nel mondo, e vive con la tensione<br />

di chi scala una vetta altissima.<br />

Inizia la giornata con la preghiera delle<br />

Lodi e continua con l'Ora media e i<br />

Vespri. Alla sera, partecipa sempre alla<br />

Santa Messa con la Comunione. Completa<br />

la sua giornata con il Rosario alla<br />

Madonna e luminose letture-meditazioni<br />

per approfondire la fede e alimentare il<br />

suo colloquio con Gesù.<br />

È un ragazzo allegro e simpatico, con<br />

il qualesista volentieri: ama giocare con<br />

gli amici, scherzare e farsi voler bene.<br />

«Ancora non so — scrive — che cosa<br />

il Signore ha preparato per me: cioè o<br />

la morte in giovane età, come Domenico<br />

Savio; oppure una vita faticosa e dura,<br />

vissuta per la salvezza delle anime.<br />

Qualunque sia la tua volontà, Signore,<br />

io l'accetterò. Solo mi preoccuperò di<br />

vivere puntando alla perfezione, poiché<br />

se la morte venisse da un momento all'altro,<br />

io non dovrei preoccuparmi di<br />

nulla, ma solo attendermi la gloria celeste».<br />

L'8 maggio 1992, offre a Dio un vero<br />

regolamento di vita, che seguirà con fedeltà<br />

piena: «Mi sono consacrato per<br />

tutta la vita a Maria e le ho chiesto di<br />

aiutarmi a farmi santo. Ho fatto anche<br />

alcuni propositi: 1) mantenermi sempre<br />

allegro: ciò che turba l'anima non viene<br />

da Dio; 2) studiare e pregare con impegno:<br />

attenzione a scuola, fare tutto non<br />

per ambizione, ma per amore al Signore<br />

Gesù; 3) aiutare gli altri, anche quando<br />

mi costa sacrificio; 4) vedere in tutti il<br />

volto di Cristo; 5) amare ogni creatura<br />

quello dell’Arcivescovo, a vivere con consapevolezza<br />

e responsabilità i propri giorni<br />

con il senso della meraviglia e della<br />

solidarietà. «Guardate con libertà interiore<br />

— aggiunge Mons. Menichelli — il mondo<br />

che cambia; non girate altrove lo sguardo<br />

quando prendete coscienza di popolazioni<br />

che cercano alloggi di dignità... Oggi, le<br />

frontiere non sono più geografiche ma sociali».<br />

(agnese pellegrini)<br />

In occasione del 50° di sacerdozio<br />

Lettera del Papa<br />

al Cardinale Pompedda<br />

In occasione del cinquantesimo di<br />

sacerdozio, Giovanni Paolo II ha inviato<br />

una Lettera al Cardinale Mario Francesco<br />

Pompedda, Prefetto del Supremo<br />

Tribunale della Segnatura Apostolica.<br />

Ecco il testo della Lettera:<br />

Venerabili Fratri Nostro<br />

MARIO FRANCISCO S.R.E.<br />

CARDINALI POMPEDDA<br />

Supremi Tribunalis<br />

Signaturae Apostolicae<br />

Praefecto<br />

Natalicium hoc anno tempus<br />

inusitata tibi, Venerabilis<br />

Frater Noster, et gaudia importabit<br />

et solacia maioremque<br />

simul inter Ecclesiae pastores<br />

tibi addet honorem iucundissimam<br />

propter curriculi<br />

tui memoriam atque operae<br />

sacrae tuae commemorationem<br />

praeclaram.<br />

Libentissimus profecto die<br />

vicesimo tertio mensis Decembris<br />

ad Petriana Apostolorum<br />

limina recurres, ubi videlicet<br />

quinquaginta abhinc annos<br />

tuum de Pastoris Divini<br />

consilinatum estsacerdotium,<br />

unde fructuosum sane tuum<br />

pro Ecclesia multiplexque ministerium<br />

est exortum.<br />

Qui autem fervidas hasce<br />

tibi inscribere studemus Litteras,tecumquidem<br />

memorabili<br />

tuo die gratulanti vehementer<br />

animoaderimus,sicutet hodie<br />

tibi hunc gratulamur, sane<br />

eventum tecumque Auctori<br />

omnium gratiarum tot industriae<br />

longinquae tuae merita<br />

adsignamusutpotequite inter<br />

clerum Romanum Sedisque<br />

Apostolicae administrosoperari<br />

laudabiliter voluerit et uni-<br />

versae simul per terras communitati<br />

ecclesiali prodesse.<br />

Idcirco censuimus temet ipsum<br />

prius sex annos praesidere<br />

Sacrae Romanae Decanum<br />

Rotae ac dein hucusque Supremo<br />

Tribunali Signaturae<br />

Apostolicae praeesse necnon<br />

Collegio iudicum ultimae appellationis<br />

in Statu Vaticanae<br />

Civitatis. Ea de causa etiam<br />

Nostris impositis manibus episcopalem<br />

tibi impertivimus<br />

tres ante annos ordinem, propalam<br />

tam studia tua quam<br />

opera frugifera ac magisteria<br />

agnoscentes, deinceps immo<br />

in Sacrum Cardinalium hoc<br />

anno Collegium suscepimus.<br />

Sacerdotalis ideo ordinationis<br />

tuae celebritas veluti cumulum<br />

his tuis laudibus<br />

adiunget quarum Nos cum<br />

tot aliis amicis sociisque tuis<br />

cupimus omnino esse participes.<br />

Communi etiam prece<br />

divinum operariorum bonorum<br />

obsecramus remuneratorem<br />

tibi, Venerabilis Frater<br />

Noster, laetificum maxime ut<br />

concedat diem consolationum<br />

lectissimarum plenum. Haec<br />

insuper commemoratio sacerdotii<br />

tui exordiorum utinam<br />

incitamento tibi evadat publicum<br />

ad tuum pro Christo et<br />

Ecclesia ministerium usque<br />

prosperandum.<br />

Accipe igitur Nostris de<br />

manibus fraternam salutationem<br />

ac studiosam hanc gratulationem<br />

de presbyteratus<br />

tui aureo iubileo. Suscipe pariter<br />

Benedictionem particularem<br />

Apostolicam Nostram uti<br />

permagnae Nostrae aestimationis<br />

testimonium novum.<br />

Esto semper tibi in vinea Domini<br />

Apostolorum Regina<br />

praesens benevola adiutrix.<br />

Ex Aedibus Vaticanis, die<br />

VI mensis Decembris, anno<br />

MMI, Pontificatus Nostri vicesimo<br />

quarto.<br />

È morto a sedici anni facendo suo il proposito di san Domenico Savio: «La morte, ma non peccati»<br />

Francesco Salmeri: un ragazzo dei nostri tempi<br />

che ha donato a Cristo la sua giovane esistenza<br />

di Dio ... salvarla sempre, anche se in<br />

cambio dovrò essere punito io; 6) morire,<br />

ma non peccare. Soprattutto non cadere<br />

mai in peccato contro la castità.<br />

Per realizzare questo, devo accostarmi<br />

con frequenza alla Confessione e alla<br />

Comunione, pregare e non stare mai in<br />

ozio. Tutto questo insieme con Gesù e<br />

Maria».<br />

Vive così, Francesco Salmeri, nei suoi<br />

15 anni di età, irradiando Dio.<br />

Il 5 aprile 1993, Lunedì Santo, in<br />

chiesa è esposto il Santissimo Sacramento.<br />

Francesco, preparandosi a rivivere la<br />

Passione, Morte e Risurrezione di Gesù,<br />

passa lungo tempo in adorazione davanti<br />

a Lui e gli offre la vita: «O Dio, ascolta<br />

la mia preghiera; preferisco morire in<br />

questo stesso istante ed essere vicino a<br />

Te, piuttosto che vivere mille anni lontano<br />

da Te».<br />

La Pasqua del 1993 gli porta un aumento<br />

di luce e di amore, quasi che<br />

avesse la visione profetica di quanto sta<br />

per accadergli: «Adesso sono pienamente<br />

convinto che Dio, nel suo immenso<br />

amore per me, mi farà morire, ma non<br />

peccare. Oppure diventerò sacerdote».<br />

Sabato 15 maggio 1993. Francesco è<br />

in auto con la mamma e sta per arrivare<br />

a Milazzo. È lieto e sorridente come<br />

al solito. Ma l'auto capitombola paurosamente<br />

e Francesco muore con il corpo<br />

straziato, e con lui muore anche la<br />

sua mamma che era alla guida.<br />

Il funerale celebrato in Duomo, è un<br />

devoto omaggio a questo ragazzo eccezionale,<br />

vissuto solo per Gesù Cristo,<br />

per amarlo e farlo amare, a sedici anni<br />

non ancora compiuti. Pochi giorni prima<br />

aveva scritto: «Tutta l'eternità non<br />

mi basterà per renderti grazie per tutto<br />

ciò che Tu, Gesù, hai fatto e continuerai<br />

a fare per me. Grazie di tutto cuore. Gesù,<br />

io ti amo».<br />

PAOLO RISSO

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