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L'OSSERVATORE ROMANO

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.<br />

PAGINA<br />

Monografie<br />

7 .<br />

La Vergine di Guadalupe del Messico<br />

e l'indio Juan Diego: mito, simbolo o storia<br />

CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 6<br />

incontrò con la saggezza tradizionale india.<br />

Ne è un esempio Antonio Valeriano.<br />

Missionari, conquistatori e saggi indigeni<br />

ci hanno lasciato «una ricca letteratura»,<br />

anche guadalupana. La lingua<br />

náhuatl è una lingua molto ricca dal<br />

punto di vista poetico, piena di simboli<br />

immaginativi. Era anche la lingua «franca»<br />

e, allo stesso tempo, «letteraria» del<br />

Centroamerica. Anche i fatti e il messaggio<br />

della dottrina cristiana furono<br />

espressi in essa con la stessa metodologia,<br />

gli stessi accenti e lo stesso sviluppo<br />

del pensiero filosofico degli antichi «tlamatinime»<br />

(i saggi messicani, trovatori,<br />

cronisti e poeti).<br />

Chiamiamo fonti «miste indio-spagnole<br />

o meticce» quelle fonti dove troviamo<br />

la presenza determinante di una mescolanza<br />

culturale come nel caso di Fernando<br />

de Alva Ixtlilxóchitl (discendente di<br />

uno spagnolo e di un’indigena) e il caso<br />

del Codice Escalada (firme dell’indio<br />

Antonio Valeriano e di fra Bernardino<br />

de Sahagún). Fra queste fonti se ne possono<br />

catalogare alcune, dove già si vede<br />

presente un nuovo tipo di approccio culturale<br />

come il Nican Motecpana di Fernando<br />

de Alva Ixtlilxóchitl, il Inin Huey<br />

Tlamahuizoltica, la mappa di Alva<br />

Ixtlilxóchitl, il Inin Huey Tlamahuizoltzin,<br />

il testamento di Francisco Verdugo<br />

Quetzalmamalitzin, il Códice Florentino<br />

(di fra’ Bernardino de Sahagún), la testimonianza<br />

di Fernando de Alva Ixtlilxóchitl<br />

su favori concessi agli abitanti di<br />

Teotihuacán, e il Códice Escalada (17).<br />

Fonti spagnole,<br />

europee<br />

e grazie dei Papi<br />

Molti documenti «guadalupani» del secolo<br />

XVI di «provenienza spagnola si riferiscono<br />

prevalentemente al culto dato<br />

alla Vergine di Guadalupe messicana.<br />

Numerosi documenti hanno come oggetto<br />

donazioni o atti di devozione guadalupana;<br />

altri si riferiscono a questioni<br />

giuridiche relative al santuario di Guadalupe<br />

o a controversie legate al culto.<br />

Alcuni di questi documenti non avevano<br />

come finalità diretta il tema guadalupano<br />

ma piuttosto altre questioni; però il<br />

fatto che ci sia una affermazione «guadalupana»<br />

in un documento che non<br />

aveva come oggetto diretto «Guadalu-<br />

pe». Nell’opera citata «El encuentro de<br />

la Virgen de Guadalupe y Juan Diego»<br />

sono stati presentati documenti «guadalupani»<br />

che vanno dalla metà del secolo<br />

XVI (dal 1555 circa in poi) fino al 1630:<br />

9 testamenti, 2 documenti relativi a donazioni,<br />

2 di carattere giuridico (controversie),<br />

11 riferimenti guadalupani in<br />

cronache dell’epoca; rilevanti una sorta<br />

di diario del 1619 della monaca Ana de<br />

Cristo, gli Actas del Capitolo della Cattedrale<br />

del Messico fra il 1568 e il 1569, la<br />

cosiddetta mappa di Uppsala, alcune testimonianze<br />

iconografiche primitive come<br />

la Vergine di Echave del 1606, il<br />

murale del convento di Ozumba, degli<br />

inizi del secolo XVII, e l’incisione di<br />

Stradanus del 1622, petizioni di indulgenze<br />

e privilegi, concessioni di grazie<br />

da parte della Santa Sede a partire da<br />

Gregorio XIII e le testimonianze dei gesuiti<br />

relative a Santa Maria di Guadalupe:<br />

tutti questi documenti mostrano la<br />

crescente percezione dell’importanza<br />

dell’evento guadalupano nella Nuova<br />

Spagna.<br />

Forza crescente<br />

del guadalupanismo<br />

Le fonti «spagnole» aumentano dopo<br />

il secondo Arcivescovo di Città del Messico,<br />

il domenicano Alonso de Montúfar<br />

(dal 1554 al 1573). Il guadalupanesimo<br />

degli Arcivescovi messicani a partire da<br />

Montúfar è indiscutibile, come lo è anche<br />

quella dei viceré spagnoli che già<br />

nella seconda metà del XVI secolo cominciano<br />

a sostare nella chiesa di Guadalupe<br />

prima del loro ingresso ufficiale<br />

nella capitale del Vicereame. A partire<br />

di Papa Gregorio XIII (1572-1585) e a richiesta<br />

del terzo Arcivescovo del Messico<br />

Moya de Contreras (1573-1589) troviamo<br />

un progressivo intervento dei<br />

pontefici romani su Guadalupe con concessione<br />

di privilegi e indulgenze (18).<br />

A partire dal secolo XVII «Guadalupe»<br />

si lega sempre di più alla coscienza<br />

cattolica messicana. Come scrive un autore:<br />

«In termini socioculturali, la venerazione<br />

della Vergine di Guadalupe consente<br />

agli indigeni, grazie alle circostanze<br />

particolari della sua apparizione ad<br />

un povero indio, di rivendicare le loro<br />

richieste di rispetto e di riconoscimento<br />

nella società coloniale e della loro partecipazione<br />

alla speranza della salvezza.<br />

[...] La Vergine di Guadalupe non fu<br />

proprietà dei conquistatori né degli in-<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì 20 Dicembre 2001<br />

dios, ma divenne un elemento decisivo<br />

nel vasto processo di formazione di una<br />

cultura messicana meticcia... » (19).<br />

Nella seconda metà del secolo XVI e,<br />

con più forza, nel corso del secolo XVII,<br />

la Guadalupe messicana viene portata<br />

dai frati missionari e dai colonizzatori<br />

spagnoli per tutto il territorio dell’attuale<br />

America spagnola: dal Messico fino al<br />

meridione del Continente.<br />

Nuovi documenti<br />

ritrovati<br />

e nuovi apporti<br />

Le recenti ricerche e scoperte hanno<br />

confermato gli antichi dati di una «traditio»<br />

guadalupana costante a partire dal<br />

secolo XVI e che porta anche all’affermazione<br />

dell’esistenza storica di Juan<br />

Diego. Fra di esse ricordiamo lo studio<br />

del Códice Escalada (trovato dal gesuita<br />

spagnolo Xavier Escalada e presentato il<br />

31 luglio 1997), che ci presenta l’atto di<br />

morte di Juan Diego Cuauhtlatoatzin,<br />

con le firme di Antonio Valeriano e fra’<br />

Bernardino de Sahagún. Altre scoperte<br />

che confermano la storicità guadalupana<br />

sono i documenti del Settecento ritrovati<br />

nell’archivio dell’antico Convento del<br />

Corpus Christi di Città del Messico —<br />

ancora inediti — che fanno riferimento<br />

ad alcune prove legali sulla «purezza di<br />

sangue» o discendenza da notabili di<br />

due candidate alla vita monacale, che<br />

dichiarano di essere discendenti del veggente<br />

Juan Diego.<br />

La ricerca in un altro archivio sconosciuto<br />

fino a poco tempo fa dai ricercatori,<br />

quello dell’antico convento domenicano<br />

di San Vicente Ferrer Chimalhuacán<br />

(fondato nel 1529), ha dato come risultato<br />

il ritrovamento di materiale importante<br />

relativo ai primi anni della conquista<br />

e ad alcuni protagonisti della stessa,<br />

sia indios che spagnoli. In questo<br />

materiale compare l’ambiente culturale<br />

e familiare di Juan Diego, strettamente<br />

legato al luogo del convento e alla sua<br />

fondazione. Fra i documenti guadalupani<br />

si distinguono: un poema latino inedito<br />

su Maria de Guadalupe [Ramo Album<br />

Códice], alcuni sermoni guadalupani,<br />

parte della corrispondenza del Boturini,<br />

ricercatore guadalupano del secolo<br />

XVIII, e altri documenti indirettamente<br />

guadalupani del convento. Questo poema<br />

«misto», in nahuatl e poverissimo latino,<br />

datato nella seconda metà del s.<br />

6 maggio 1990: nella Basilica di Guadalupe Giovanni Paolo II beatifica il veggente messicano<br />

Juan Diego Cuauhtlatoatzin («L’aquila che parla»)<br />

XVI, che si trovava mescolato ad altri<br />

numerosi documenti in disordine nell’antico<br />

convento di Chimalhuacán: si<br />

tratta di una lode alla Vergine di Guadalupe<br />

dove si affermano i dati essenziali.<br />

Altro dato rilevante è lo studio di una<br />

serie di testamenti indios, meticci e spagnoli<br />

con lasciti alla Vergine messicana<br />

di Guadalupe. Fra questi, si distingue<br />

quello della figlia di un certo Juan García<br />

Martín (1559), che apre l’accesso a<br />

documenti notarili di compravendita i<br />

cui titolari non sono persone leggendarie<br />

né così vengono definite, e fra queste<br />

persone storiche si trova di certo Juan<br />

Diego.<br />

Altri documenti importanti sono le già<br />

citate note di viaggio della monaca Ana<br />

de Cristo o la nota scritta su Guadalupe<br />

da parte di un medico di Alcalá di Henares,<br />

docente all’Università di Città del<br />

Messico all’inizio del secolo XVII.<br />

Scoperte<br />

archeologiche recenti<br />

negli Stati Uniti<br />

Alcuni reperti guadalupani in scavi effettuati<br />

a partire dal 1980 dagli archeologi<br />

David J. Hally, Gordon Willey, James<br />

V. Langf, John Belmont ed altri negli<br />

USA, negli Stati di Florida, Alabama,<br />

Georgia e South Carolina dall’Antropological<br />

Society of Washington e dalla<br />

Society for American Archeology hanno<br />

portato nuovi contributi alla conoscenza<br />

storica guadalupana e al suo influsso fin<br />

dai primi anni della seconda metà del<br />

Cinquecento. In questi scavi sono stati<br />

trovati alcuni oggetti che fanno riferi-<br />

mento alla Madonna di Guadalupe e a<br />

Juan Diego. L’ipotesi degli archeologi citati<br />

sulla provenienza di questi oggetti è<br />

la seguente: già agli inizi della seconda<br />

metà del s. XVI, gli spagnoli organizzarono<br />

spedizioni per conquistare la costa<br />

orientale dell’America e stabilirvi missioni<br />

cattoliche. Una di esse si stabilì precisamente<br />

tra il 1559 al 1561 nel luogo dove<br />

sono stati trovati questi reperti archeologici<br />

(20).<br />

Guadalupe, Patrona<br />

di fatto e di diritto<br />

delle Americhe<br />

e Juan Diego<br />

«suo ambasciatore»<br />

I risultati dell’esame delle fonti mostrano<br />

una convergenza sull’essenziale.<br />

Agli inizi della presenza spagnola in<br />

Messico, e precisamente nella valle dell’Anahuac,<br />

dopo una conquista drammatica<br />

e dopo sofferte divisioni all’interno<br />

del mondo politico «nahuatl», in un<br />

luogo significativo per il mondo indigeno<br />

dal punto di vista religioso, sul colle<br />

di Tepeyac, viene innalzata una chiesa<br />

dedicata alla Vergine Maria con il titolo<br />

di Guadalupe, che coincide con quella<br />

della Spagna solo nel nome (21). Con<br />

una forza incredibile, il santuario di<br />

Guadalupe diventa segno di una nuova<br />

storia cristiana e di incontro fra due<br />

mondi fino a quel momento drammaticamente<br />

contrapposti, come riconosce<br />

Fra’ Toribio de Benavente Motolinia nei<br />

suoi Memoriales. Nessuno — nemmeno<br />

Il cammino del Grande Giubileo continua nelle pagine dei<br />

Quaderni de «<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong>»<br />

N. 55<br />

Pellegrini del Duemila<br />

Nelle librerie i volumi del terzo trittico: luglio-settembre 2000<br />

gli influenti frati missionari mendicanti<br />

— poté frenare questo pellegrinaggio<br />

continuo al santuario sul Tepeyac che<br />

diventa «la casa comune di tutti», dove<br />

si riconosce in Maria «la Madre di Colui<br />

per il quale si vive», come viene chiamata<br />

nel Nican Mopohua. Nei luoghi legati<br />

alla vita di Juan Diego, fra gli indigeni<br />

se ne conserva una memoria viva a partire<br />

dal secolo XVI (22). Le rappresentazioni<br />

iconografiche delle apparizioni e di<br />

Juan Diego seguono canoni precisi che<br />

troviamo nei primi codici indigeni della<br />

seconda metà del 1500 e in alcune stampe<br />

dell’inizio del 1600. Vediamo spesso<br />

Juan Diego rappresentato con l’aureola<br />

del santo; nei codici indigeni è presentato<br />

con i simboli riservati al sacro; fra<br />

queste pitture si distingue l’affresco del<br />

convento francescano di «Ozumba» (Stato<br />

del Messico) dei primi anni del secolo<br />

XVII.<br />

Quale influsso ha esercitato, in Messico,<br />

l’Evento Guadalupano? Esso viene<br />

colto come l’affermazione della maternità<br />

di Maria comune a tutti: indios, meticci<br />

e spagnoli. Per i più antichi documenti<br />

guadalupani, Guadalupe è un<br />

evento storico. Questa storicità riempie<br />

di contenuto un simbolo che rende ragionevole<br />

una devozione mariana della<br />

portata di Guadalupe. Nella tradizione<br />

documentata Juan Diego certamente<br />

non occupa in molti documenti il posto<br />

principale. Questo appartiene alla Madre<br />

di Dio e al Mistero del suo Figlio<br />

che Lei mostra. Ma quella «secondarietà»<br />

di Juan Diego come umile ambasciatore<br />

non equivale in assoluto a negare la<br />

sua esistenza e la sua missione, che le<br />

fonti convergenti sul fatto dimostrano.<br />

Ordinazioni possono essere effettuate presso Messaggero Distribuzione:<br />

PADOVA, via Orto Botanico, 11 - 35123 PD - Tel. 049658288 - Fax 0498754359 — ROMA, via del Fontanile Arenato, 295 - 00163 RM - Tel. 0666166173 - Fax 0666167503<br />

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