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L'OSSERVATORE ROMANO

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Trecentovisitepastorali,ununicopellegrinaggiodiamoreedisperanzanelcuoredellacittà<br />

CONTINUAZIONEDALLAPAGINA4<br />

PAGINA<br />

ragione è semplice: in quell'indomito Pastore<br />

assorto, immobile, con il calice<br />

stretto tra le mani, tutti hanno riconosciuto<br />

«uno di loro», «uno come loro». E<br />

così lo hanno accolto, spalancandogli<br />

senza riserve le porte del cuore e quelle<br />

del quartiere. Ponte di Nona è diventata<br />

una grande e ospitale «casa» per Giovanni<br />

Paolo II. Tanto è vero che la giovanissima<br />

Sara, nel salutarlo all'inizio<br />

della Santa Messa, ha voluto conferirgli<br />

idealmente il riconoscimento più bello a<br />

nome di tutta la popolazione. «Oggi —<br />

ha detto — vi eleggiamo “primo cittadino<br />

onorario” del quartiere e della comunità<br />

parrocchiale di santa Maria Josefa».<br />

Una cittadinanza assegnata per meriti<br />

«pastorali», che il Papa ha accettato di<br />

buon grado, ricambiando il singolare<br />

omaggio della ragazza con un abbraccio<br />

carico di paternità.<br />

Quella di Sara è stata un'altra delle<br />

tante «istantanee» che resterà custodita<br />

nel grande album di queste trecento visite<br />

pastorali di Giovanni Paolo II alle<br />

parrocchie della città. Un album da sfogliare<br />

con la mano del cuore, dove si ritrovano<br />

con un pizzico di emozione i<br />

volti, le battute, i gesti che hanno costellato<br />

l'ininterrotto pellegrinaggio del<br />

«Parroco di Roma» tra i suoi fedeli. Un<br />

album che, a rileggerlo, rivela non solo<br />

il volto familiare e confidente del Papa,<br />

ma anche quello vero e autentico dell'intera<br />

comunità ecclesiale e civile cittadina.<br />

Attraverso quelle visite Roma ha<br />

riscoperto se stessa. Ha riassaporato la<br />

sua anima più schietta e popolare. Ha<br />

ritrovato atmosfere dimenticate, gesti inconsueti,<br />

slanci di entusiasmo sopiti. Ha<br />

recuperato le sue energie migliori.<br />

Giunto nella parrocchia poco prima<br />

delle 9.30, Giovanni Paolo II è stato accolto<br />

dal Cardinale Vicario Camillo Ruini,<br />

dal Vicegerente di Roma, l'Arcivescovo<br />

Cesare Nosiglia, dal Parroco, Padre<br />

Angelo De Caro, e da Padre William Jo-<br />

5 .<br />

seph Considine, Superiore Generale della<br />

Compagnia di Maria (Monfortani) cui<br />

è affidata la cura pastorale della parrocchia.<br />

Con il Papa erano il Prefetto della<br />

Casa Pontificia, il Vescovo James Michael<br />

Harvey, ed il Prefetto Aggiunto, il<br />

Vescovo Stanisław Dziwisz.<br />

Prima di fare l'ingresso in chiesa, Giovanni<br />

Paolo II ha sostato a salutare i numerosi<br />

fedeli assiepati all'esterno del<br />

nuovo edificio parrocchiale. Inaugurato<br />

poco meno di un anno fa con il solenne<br />

rito di dedicazione presieduto dal Cardinale<br />

Ruini il 27 gennaio, esso è frutto<br />

della generosità della Congregazione delle<br />

Serve di Gesù della Carità, fondate da<br />

santa Maria Josefa del Cuore di Gesù.<br />

Sull'altare, sotto la grande volta in legno,<br />

campeggia un artistico Crocifisso<br />

che proprio il Papa ha donato alla parrocchia<br />

in occasione della realizzazione<br />

del moderno complesso. Sulla parete in<br />

fondo, sotto la grande vetrata, spiccano<br />

un'immagine della santa spagnola a cui<br />

è dedicata la chiesa ed un quadro raffigurante<br />

Maria che reca sulle ginocchia<br />

il Cristo crocifisso. Anche quest'ultimo è<br />

un dono di Giovanni Paolo II.<br />

Il lungo abbraccio tra il «gregge» ed il<br />

suo Pastore è poi proseguito all'interno<br />

dell'edificio. Particolarmente toccante è<br />

stata la tenerezza delle carezze che il<br />

Papa ha lasciato sui volti dei bambini e<br />

degli anziani. Molti non sono riusciti a<br />

trattenere le lacrime. Il grido «Giovanni<br />

Paolo - Giovanni Paolo!», ritmato dal<br />

battito delle mani, ha accompagnato i<br />

suoi passi lungo la navata centrale. Tra i<br />

presenti vi erano 75 religiose delle Serve<br />

di Gesù della Carità, giunte da diverse<br />

parti di Italia, Europa ed America, con<br />

la Superiora Generale Madre Mercedes<br />

Miguel. Alla Santa Messa ha partecipato<br />

anche l'on. Francesco Rutelli con la<br />

consorte.<br />

Con Giovanni Paolo II hanno concelebrato<br />

il Cardinale Ruini, l'Arcivescovo<br />

Nosiglia, il Superiore Generale dei Monfortani<br />

ed il Parroco. All'inizio del rito li-<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 17-18 Dicembre 2001<br />

turgico, il Cardinale Vicario ha dato lettura<br />

della Lettera inviatagli dal Papa<br />

proprio in occasione della trecentesima<br />

visita pastorale ad una parrocchia romana<br />

(ne abbiamo pubblicato il testo integrale<br />

nell'edizione di domenica 16 dicembre).<br />

«Benvenuto tra noi, Padre<br />

Santo — lo ha poi salutato il Parroco<br />

—. Grazie per la vostra presenza di pa-<br />

«I gravi problemi che assillano l’esistenza<br />

rendono talvolta difficile riconoscere questi<br />

doni di Cristo. Compito della Chiesa<br />

è proprio quello di renderli visibili<br />

e di testimoniarne la presenza. L’umanità<br />

anela oggi soprattutto alla gioia e alla pace.<br />

Tocca a noi credenti, con l’eloquenza<br />

dell’amore operoso, divenire ogni giorno<br />

fermento profetico di un mondo riconciliato»<br />

ANGELUS Il gioioso annuncio della III Domenica di Avvento rinnovato dal Papa prima della tradizionale benedizione delle statuine del «Bambinello»<br />

È vicino l'autentico liberatore dell'uomo<br />

Cristo è «l’autentico liberatore dell’uomo,<br />

inviato da Dio a riscattarlo dal potere<br />

del male e della morte». Lo ha detto<br />

Giovanni Paolo II all'Angelus di domenica<br />

16 dicembre, recitato con i numerosi<br />

fedeli convenuti in Piazza San<br />

Pietro. Pubblichiamo qui di seguito le<br />

sue parole:<br />

1.Oggi, terza domenica di Avvento,<br />

si rinnova il lieto annuncio:<br />

«Gaudete in Domino semper - Rallegratevi<br />

nel Signore sempre» (Fil 4,<br />

4). Sono parole tratte dalla Lettera<br />

di san Paolo ai Filippesi, che caratterizzano<br />

l’odierna liturgia.<br />

Quest’invito alla gioia ha una<br />

motivazione ben precisa: «il Signore<br />

è vicino» (Fil 4, 5), Dominus prope<br />

est. Verità nota al pio israelita, da<br />

cui egli trae fiducia e consolazione;<br />

verità che trova il suo compiuto<br />

fondamento in Cristo. In Lui, infatti,<br />

Dio si è fatto vicino ad ogni uomo:<br />

Egli è il Messia, l’«Emmanuele»,<br />

il «Dio con noi» (cfr Is 7, 14;<br />

Mt 1, 23). La gioia è il cuore del<br />

Vangelo del Natale.<br />

2.Come madre esperta, la Chiesa<br />

conosce meglio di ogni altra istituzione<br />

le difficoltà e le sofferenze<br />

inerenti al vivere umano. Sa bene<br />

che nella vita di tanti popoli e tante<br />

persone la tristezza prevale sulla<br />

gioia, l’angoscia sulla speranza.<br />

Ma proprio a questi uomini e<br />

donne è destinato in modo privilegiato<br />

l’annuncio natalizio, perché<br />

«ai poveri [Cristo] annunziò il Vangelo<br />

di salvezza, la libertà ai prigionieri,<br />

agli afflitti la gioia» (Preghiera<br />

Eucaristica IV). Egli è l’autentico<br />

liberatore dell’uomo, inviato da Dio<br />

a riscattarlo dal potere del male e<br />

della morte. Da questa profonda e<br />

integrale liberazione deriva la gioia<br />

che Cristo dona ai suoi amici.<br />

Gioia che, come la sua pace, è diversa<br />

da quella del mondo (cfr Gv<br />

14, 27), superficiale ed effimera.<br />

I gravi problemi che assillano<br />

l’esistenza rendono talvolta difficile<br />

riconoscere questi doni di Cristo.<br />

Compito della Chiesa, ammaestrata<br />

dallo Spirito Santo, è proprio quello<br />

di renderli visibili e di testimoniarne<br />

la presenza. L’umanità anela<br />

oggi soprattutto alla gioia e alla<br />

pace. Tocca a noi credenti, con l’eloquenza<br />

dell’amore operoso, divenire<br />

ogni giorno fermento profetico<br />

di un mondo riconciliato dall’amore<br />

e vivificato dalla gioia divina.<br />

3.Maria Santissima, che invochiamo<br />

come «Causa della nostra<br />

letizia», ci aiuti a compiere con fedeltà<br />

questa missione. Chi più di<br />

Lei ha sperimentato la vicinanza<br />

del Signore, sorgente di gioia e di<br />

pace? Alla sua materna protezione<br />

ci affidiamo, per essere sempre, ma<br />

soprattutto nell’ora attuale, testimoni<br />

credibili della gioia di Cristo.<br />

Al termine della preghiera mariana, il<br />

Papa ha rivolto espressioni di saluto ad<br />

alcuni dei gruppi di pellegrini presenti in<br />

Piazza San Pietro. Queste le sue parole:<br />

Il saluto ai ragazzi<br />

romani giunti<br />

per la benedizione<br />

dei «Bambinelli»<br />

Saluto con grande affetto i ragazzi<br />

e le ragazze venuti numerosi, secondo<br />

la tradizione, con i «Bambinelli»<br />

che porranno nei loro presepi.<br />

Carissimi, vi ringrazio per gli<br />

auguri di buon Natale e li ricambio<br />

di cuore invocando pace e serenità<br />

per voi e per le vostre famiglie.<br />

Il mio «grazie» va anche al Centro<br />

Oratori Romani e alle scuole cattoliche<br />

di Roma, Pescara e Teramo,<br />

che hanno organizzato questo<br />

gioioso incontro.<br />

L'invito all’impegno<br />

per la costruzione<br />

di nuove chiese<br />

nelle periferie<br />

della città<br />

Oggi la Diocesi di Roma, in tutte<br />

le comunità parrocchiali, rilancia<br />

l’impegno per la costruzione di<br />

nuove chiese nelle periferie della<br />

città. Vi sono infatti quartieri che<br />

mancano delle strutture necessarie<br />

per la preghiera, la catechesi e altre<br />

attività sociali. Invito tutti a<br />

sentirsi partecipi di questa iniziativa,<br />

che va a vantaggio dell’intera<br />

città.<br />

L'appello affinché<br />

la comunità<br />

internazionale<br />

combatta la tragedia<br />

della fame<br />

In particular today I wish to<br />

greet the Associates of the World<br />

Food Programme of the United Nations<br />

who have completed a global<br />

survey on the feeding of children at<br />

school. Hunger is a continuing tragedy<br />

for millions of people around<br />

the world, and the school feeding<br />

programme has proved to be a very<br />

effective way of fighting it and helping<br />

the world’s poorest children. I<br />

pray that the international community<br />

will generously support your<br />

work, and upon your efforts I invoke<br />

Almighty God’s blessings of<br />

strength and perseverance.<br />

Merry Christmas!<br />

Pubblichiamo qui di seguito una nostra<br />

traduzione italiana delle parole del<br />

Papa:<br />

Oggi, in particolare, desidero salutare<br />

gli associati del Programma<br />

Alimentare Mondiale delle Nazioni<br />

Unite che hanno completato un'indagine<br />

a livello mondiale sulla nutrizione<br />

dei bambini a scuola. La fame<br />

è una tragedia costante di milioni di<br />

persone nel mondo e il programma<br />

nutrizionale scolastico si è rivelato<br />

uno strumento molto efficace per<br />

combatterla e per aiutare i bambini<br />

più poveri del mondo. Prego affinché<br />

la comunità internazionale sostenga<br />

generosamente la vostra opera<br />

e sui vostri sforzi imparto le benedizioni<br />

di forza e di perseveranza<br />

di Dio Onnipotente.<br />

Rivolgendosi poi ai fedeli croati il Papa<br />

ha detto:<br />

Srdačno pozdravljam hodočasničke<br />

skupine iz Pule, Zagreba i<br />

ostalih hrvatskih mjesta.<br />

Questa è una nostra traduzione italiana<br />

delle sue parole:<br />

Saluto cordialmente i gruppi di<br />

pellegrini provenienti da Pula, Zagreb<br />

ed altre località croate.<br />

Rivolgendosi quindi ai pellegrini sloveni<br />

il Santo Padre ha detto:<br />

Ljubeznivo pozdravljam tudi slovenske<br />

vernike iz Ljubljane.<br />

Ecco una nostra traduzione italiana<br />

del suo saluto:<br />

Saluto con affetto anche i fedeli<br />

sloveni provenienti da Ljubljana.<br />

Rivolgendosi poi ai fedeli polacchi il<br />

Santo Padre ha detto:<br />

Witam pielgrzymów z Polski: z<br />

Uniwersytetu Kardynała Stefana<br />

Wyszyńskiego z Warszawy, z Zakopanego<br />

i z Poznania. Wszystkim życzę<br />

błogosławionych świąt Bożego<br />

Narodzenia.<br />

Questa è una nostra traduzione italiana<br />

del saluto in polacco:<br />

Saluto i pellegrini giunti dalla Polonia:<br />

da Varsavia, l'Università Cardinal<br />

Stefan Wyszyński, da Zakopane<br />

e da Poznań. Auguro a tutti buone<br />

feste di Natale.<br />

Ilpapasiècosìrivoltoaifedeli italiani:<br />

Saluto infine i pellegrini italiani,<br />

in particolare i fedeli delle parrocchie<br />

dei Santi Apostoli in Venezia e<br />

di San Giuseppe in Vicenza.<br />

A tutti auguro una buona domenica<br />

e una buona novena in preparazione<br />

del santo Natale.<br />

Buon Natale a tutti!<br />

store buono e premuroso. La gioia della<br />

comunità parrocchiale, la gioia della<br />

Congregazione delle Serve di Gesù della<br />

Carità, la gioia dei Missionari Monfortani<br />

è grande: la trecentesima parrocchia<br />

visitata dal Vescovo di Roma. Voi<br />

ci insegnate che dobbiamo partire da<br />

Cristo per andare sempre più in alto,<br />

continueremo ad essere missionari nel<br />

Un Avvento di carità<br />

per i bambini<br />

degli Oratori romani<br />

Una grande «coperta» fatta con<br />

centinaia di pezzetti di stoffa colorata:<br />

a portarla in Piazza San Pietro sono<br />

stati i tantissimi bambini degli<br />

Oratori romani che hanno partecipato<br />

all'Angelus di domenica 16 dicembre,<br />

in occasione della tradizionale<br />

benedizione delle statuette dei «Bambinelli».<br />

Ciascuno di quei frammenti<br />

variopinti è il segno di un gesto di<br />

generosità compiuto dai ragazzi durante<br />

l'Avvento a favore delle popolazioni<br />

povere del Brasile e dell'Africa.<br />

Ogni Oratorio ha cucito in questi<br />

giorni il suo pezzo di «coperta», che<br />

si è unito a quello intessuto dagli altri<br />

oratori romani. Insieme hanno dato<br />

vita ad una grande «tavolozza»<br />

multicolore, simbolo della volontà di<br />

accogliere in un caloroso abbraccio<br />

tutti i fratelli bisognosi e sofferenti.<br />

Come è consuetudine sin dall'inizio<br />

del Pontificato, i bambini degli<br />

Oratori, delle parrocchie e delle<br />

scuole di Roma, accompagnati dagli<br />

educatori e dalle famiglie, si sono ritrovati<br />

dinanzi a Giovanni Paolo II<br />

per questo incontro di preghiera e di<br />

festa nel cuore dell'Avvento. Nelle<br />

mani stringevano statuine di tutte le<br />

forme e le dimensioni, offerte alla benedizione<br />

del Papa al momento dell'Angelus.<br />

Proprio ai piedi del grande<br />

nostro quartiere ormai benedetto dalla<br />

vostra presenza. Grazie per il dono del<br />

Crocifisso che pregheremo, ricordandoci<br />

di voi. Il nostra maestro di vita spirituale<br />

san Luigi Grignion di Montfort ci<br />

ricorda che Gesù è venuto al mondo<br />

per mezzo di Maria continua a regnare<br />

nel mondo. Così noi vi ringraziamo e vi<br />

facciamo gli auguri sinceri di Santo<br />

Natale».<br />

«Caro Giovanni Paolo — ha proseguito<br />

Sara Tanzilli, 15 anni —, oggi vi sentiamo<br />

nostro amico, siete a casa nostra.<br />

Ci viene in mente la parola di Gesù<br />

a Zaccheo: “Oggi vengo a casa tua”.<br />

Il nostro quartiere difficile e abbandonato<br />

ha la gioia di accogliere il Vicario<br />

di Cristo. Oggi noi giovani vi eleggiamo<br />

“primo cittadino onorario” del quartiere<br />

e della comunità parrocchiale di santa<br />

Maria Josefa. Buon Natale a voi e alla<br />

Famiglia Pontificia».<br />

«A nome della comunità di santa<br />

Maria Josefa — ha concluso Pino Fioravanti,<br />

del Consiglio Pastorale — ringraziamo<br />

Sua Santità per essere venuto in<br />

questa estrema periferia di Roma. Non<br />

avevamo mai visto tanto ordine e tanta<br />

pulizia nel quartiere. Un grazie sincero<br />

alle suore Serve di Gesù della Carità<br />

per avere costruito con amore e sacrificio<br />

questa casa di Dio che deve diventare<br />

anche casa del Popolo di Dio, come<br />

ci disse il Cardinale Ruini nel giorno<br />

della dedicazione. Grazie e Buon<br />

Natale».<br />

Al momento dell'offertorio, è stato<br />

portato al Papa il modello del complesso<br />

pastorale di santa Maria Josefa del Cuore<br />

di Gesù. Un gesto significativo, soprattutto<br />

considerando la coincidenza<br />

con la celebrazione della giornata diocesana<br />

di impegno per la costruzione delle<br />

nuove chiese nelle periferie della città.<br />

Proprio la realizzazione della chiesa parrocchiale<br />

a Ponte di Nona è una testimonianza<br />

esemplare della fecondità di<br />

un'adeguata presenza ecclesiale in una<br />

realtà umana e sociale sprovvista di<br />

albero di Natale — che quest'anno<br />

proviene dalla Romania — innalzato<br />

al centro della Piazza, accanto al presepe<br />

a grandezza naturale (tuttora in<br />

fase di allestimento) realizzato da san<br />

Vincenzo Pallotti nel 1842 per la<br />

chiesa romana di sant'Andrea delle<br />

Fratte, avevano preso posto centinaia<br />

di ragazzi degli Oratori e delle parrocchie<br />

di Roma. Ad animare i canti<br />

e le coreografie che hanno scandito<br />

l'attesa del Papa sono stati i volontari<br />

del Centro Oratori Romani, che promuove<br />

l'iniziativa. Fondato dal servo<br />

di Dio Arnaldo Canepa, il COR si impegna<br />

con migliaia di bambini delle<br />

comunità parrocchiali cittadine in<br />

un'opera quotidiana di educazione alla<br />

fede e di formazione della persona,<br />

«soprattutto nella periferia romana<br />

— spiega il Presidente Massimo<br />

Cicconi — laddove mancano le strutture<br />

aggregative e più urgente appare<br />

l'azione pedagogica e missionaria<br />

a favore dei ragazzi». Prima di raggiungere<br />

la Piazza, i piccoli avevano<br />

partecipato alla Celebrazione Eucaristica<br />

presieduta dall'Assistente diocesano<br />

del Centro, Mons. Gino Amicarelli,<br />

nella vicina chiesa di san Giovanni<br />

Battista dei Fiorentini. (f.m.v.)<br />

qualsiasi centro di incontro e di aggregazione.<br />

Al termine della Concelebrazione Eucaristica,<br />

Giovanni Paolo II ha salutato<br />

in sacrestia una rappresentanza di sacerdoti,<br />

di religiose e di laici della comunità.<br />

Intanto numerose persone erano ad<br />

attenderlo all'esterno della chiesa, mentre<br />

la banda musicale del Villaggio Prenestino<br />

eseguiva canti natalizi. «Voglio<br />

ringraziare il Signore — ha detto nel<br />

congedarsi dalla comunità — per la trecentesima<br />

parrocchia visitata oggi, durante<br />

questo Avvento 2001. Ringrazio<br />

per questa parrocchia e per tutte le precedenti,<br />

a cominciare dalla prima visitata<br />

il 3 dicembre 1978. A voi, carissimi<br />

parrocchiani, auguro un buon Natale e<br />

anche un buon anno nuovo. Grazie ai<br />

Padri Monfortani che hanno la cura<br />

pastorale di questa parrocchia. Essi sono<br />

i figli spirituali di san Luigi Grignion<br />

de Montfort. A tutti auguro buon<br />

Natale e buon anno!».<br />

Nonostante il freddo, le strade del<br />

quartiere erano insolitamente popolate<br />

quando Giovanni Paolo II ha lasciato la<br />

parrocchia. Capannelli di gente sostavano<br />

agli incroci e dinanzi ai pochi negozi<br />

della zona. Un folto gruppo di persone<br />

si erano radunate dinanzi alla chiesa dedicata<br />

al Montfort, lungo la via Prenestina.<br />

Tutti erano lì per vedere il Papa, per<br />

salutarlo, per dirgli un grazie discreto e<br />

sincero.<br />

Oggi Ponte di Nona non si è sentito<br />

certamente un pezzo di campagna dimenticato<br />

ai confini della grande metropoli.<br />

E c'è da augurarsi che il suo nome<br />

non resti più nascosto soltanto in un angolo<br />

di qualche stradario cittadino. Con<br />

l'umiltà e la fierezza della sua gente, ha<br />

mostrato che il volto della periferia non<br />

è necessariamente quello del disagio e<br />

della disperazione. C'è una voglia di impegno,<br />

di riscatto che è più forte del silenzio<br />

e del disinteresse dei più. La trecentesima<br />

visita pastorale di Giovanni<br />

Paolo II ha dato voce a questo anelito<br />

insoffocabile.Hadatovoceallasperanza.

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