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PAGINA<br />
4 .<br />
<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Venerdì 14 Dicembre 2001<br />
Incontro all'Università Urbaniana, presente il Cardinale Van Thuân, alla vigilia del 14 dicembre<br />
Insieme per la pace<br />
Si è svolto mercoledì mattina, nella<br />
cornice della rinnovata Aula Magna della<br />
Pontificia Università Urbaniana un incontro<br />
dal titolo «Insieme per la Pace».<br />
All'iniziativa, organizzata dall'Associazione<br />
Studentesca Omnes Gentes, sono intervenuti<br />
il Cardinale Nguyên Van<br />
Thuân, Presidente del Pontificio Consiglio<br />
della Giustizia e della Pace, il prof.<br />
Marco Impagliazzo, docente di Storia<br />
dell'Europa contemporanea presso l'Università<br />
per Stranieri di Perugia, e il prof.<br />
Gianni Colzani, che insegna Teologia<br />
della Missione all'Urbaniana.<br />
L'incontro è avvenuto alla vigilia di<br />
due momenti significativi voluti da Giovanni<br />
Paolo II in questo tempo difficile<br />
di guerra: la giornata di digiuno del 14<br />
dicembre e l'incontro di preghiera per la<br />
pace tra le grandi religioni mondiali ad<br />
Assisi il 24 gennaio prossimo.<br />
Si è trattato di un'occasione particolarmente<br />
propizia per capire meglio e<br />
approfondire il valore di questi due gesti<br />
a cui la Chiesa si prepara con particolare<br />
intensità e partecipazione.<br />
L'immagine della bella sala, gremita<br />
di seminaristi, laici, religiosi e religiose,<br />
provenienti da nazioni diverse, rispecchiava<br />
non solo il carattere missionario<br />
e internazionale dell'Università, ma anche<br />
l'interesse e le aspettative dei partecipanti<br />
nei riguardi di un tema così attuale<br />
e impegnativo.<br />
Mobilitare<br />
le migliori energie<br />
Gli studenti, infatti, hanno colto l'occasione<br />
per riflettere sulla pace, proprio<br />
a partire dal discorso del Santo Padre in<br />
occasione dell'Angelus del 9 dicembre<br />
scorso: «Ho invitato i cattolici a vivere<br />
un giorno di digiuno per implorare da<br />
Dio una pace stabile, fondata sulla giustizia.<br />
[...] L'umanità è chiamata a mobilitare<br />
le sue migliori energie perché<br />
l'amore prevalga sull'odio, la pace sulla<br />
guerra, la verità sulla menzogna, il perdono<br />
sulla vendetta».<br />
Il Rettore dell'Università, Mons. Ambrogio<br />
Spreafico, ha rivolto il saluto iniziale<br />
all'assemblea, mentre il presidente<br />
dell'Associazione studentesca Omnes<br />
Gentes, Giorgio Ferretti, ha presentato i<br />
relatori sottolineando il carattere straordinario<br />
dell'incontro a cui in tanti tra<br />
professori e studenti hanno partecipato.<br />
Il primo intervento è stato del Card.<br />
Van Thuân, che ha citato situazioni difficili<br />
presenti nel «cupo scenario mondiale<br />
in cui vive l'umanità dopo l'undici<br />
settembre», riferendosi in particolare ad<br />
intere popolazioni che vivono il dramma<br />
delle epidemie, della miseria, della<br />
schiavitù, della fame, delle disuguaglianze<br />
sociali, oltre che naturalmente della<br />
guerra.<br />
Il Cardinale ha poi ripercorso alcuni<br />
punti salienti del recente Messaggio del<br />
Papa per la trentacinquesima Giornata<br />
Mondiale della Pace: «Non c'è pace senza<br />
giustizia, non c'è giustizia senza perdono».<br />
Mai perdere<br />
la speranza<br />
«Fin dall'inizio del suo Messaggio —<br />
ha detto il Cardinale — il Santo Padre<br />
ha voluto sottolineare il fattore speranza:<br />
le tenebre del male non sono mai<br />
sufficienti a oscurare la luce della divina<br />
provvidenza, anzi la fanno risaltare di<br />
più e perciò la Chiesa guarda con fiducia<br />
incrollabile verso il nuovo anno<br />
2002, malgrado i terribili fatti di sangue<br />
appena ricordati. Giovanni Paolo II —<br />
ha proseguito il Porporato — si è abbandonato<br />
ad una testimonianza personale,<br />
ricordando le immani sofferenze causate<br />
dai totalitarismi del secolo passato e<br />
esprimendo il profondo convincimento<br />
che la via per riportare l'ordine nel<br />
mondo passa attraverso due tappe, entrambe<br />
necessarie e articolate tra loro:<br />
quella della giustizia e quella del perdono».<br />
Il secondo relatore, il prof. Marco Impagliazzo,<br />
ha analizzato la funzione del<br />
dialogo tra le religioni nella prospettiva<br />
della pace. Il discorso si è sviluppato a<br />
partire dai grandi cambiamenti instauratisi<br />
tra le religioni mondiali dal Concilio<br />
Vaticano II in poi.<br />
Lo storico ha notato come il fatto più<br />
emblematico di questa nuova stagione<br />
di rapporti sia avvenuto nell'ottobre<br />
1986, quando Giovanni Paolo II convocò<br />
ad Assisi i rappresentanti delle Chiese<br />
cristiane e delle grandi religioni mondiali<br />
per pregare per la pace.<br />
I leader religiosi si riunirono insieme<br />
davanti al mondo, in preghiera, come<br />
cercatori di pace. «Non si trattò di un<br />
rito in più — ha notato Impagliazzo —,<br />
ma della manifestazione comune della<br />
fiducia nelle energie spirituali e nella<br />
straordinaria forza debole della preghiera:<br />
una preghiera senza commistioni sincretistiche,<br />
ma rispettosa delle diversità,<br />
in una sinergia tra dialogo interreligioso<br />
e impegno dei credenti per la pace.<br />
Quel 27 ottobre 1986 Giovanni Paolo<br />
II nel suo discorso conclusivo sulla<br />
piazza di S. Francesco disse: «Forse mai<br />
come ora nella storia dell'umanità è divenuto<br />
a tutti evidente il legame intrinseco<br />
tra un atteggiamento autenticamente<br />
religioso e il grande bene della<br />
pace... la preghiera è già in se stessa<br />
azione, ma ciò non ci esime dalle azioni<br />
al servizio della pace».<br />
E proseguì: «Insieme abbiamo riempito<br />
i nostri occhi di visioni di pace: esse<br />
sprigionano energie per un nuovo linguaggio<br />
di pace, per nuovi gesti di pace,<br />
gesti che spezzeranno le catene fatali<br />
delle divisioni ereditate dalla storia o generate<br />
dalle moderne ideologie. La pace<br />
attende i suoi artefici...».<br />
Ne è nato quello «spirito di Assisi», secondo<br />
la definizione del Papa, che nel<br />
prossimo mese di gennaio conoscerà<br />
un'altra tappa particolarmente significativa<br />
nella giornata di preghiera per la<br />
pace del 24 gennaio prossimo tra le<br />
Chiese cristiane e le grandi religioni<br />
mondiali di fronte all'attuale crisi internazionale<br />
e al permanere di tanti conflitti<br />
nel mondo.<br />
«Il dialogo tra le religioni — ha detto<br />
Impagliazzo — rimane un'indicazione<br />
certa anche quando lo sconcerto e lo<br />
spaesamento divengono più forti con la<br />
globalizzazione e i conflitti».<br />
Il prof. Impagliazzo ha poi sottolineato<br />
che «grande è anche il compito delle<br />
religioni nel ricordare che il destino dell'uomo<br />
va al di là dei propri beni terreni<br />
— come molte insegnano —, che si inquadra<br />
in un orizzonte universale, nel<br />
senso che tutti gli uomini sono creature<br />
di Dio. Da sempre i loro santi e i loro<br />
saggi scrutano un orizzonte globale».<br />
L'incontro «Insieme per la pace» si è<br />
concluso con un intervento a carattere<br />
teologico del prof. Gianni Colzani. Il docente,<br />
studioso di Antropologia Teologica,<br />
ha affermato che «la costruzione della<br />
pace non è solo militare o diplomatica:<br />
esige un progetto».<br />
Di fronte alle sfide della globalizzazione<br />
e del progresso, ci si interroga su<br />
quale pace si debba costruire. «Nessuno<br />
possiede risposte miracolose; occorre<br />
cercare insieme, occorre percorrere<br />
strade nuove. In questo cammino le<br />
Chiese ed i credenti possono essere<br />
compagni di viaggio animati da uno spirito<br />
nuovo».<br />
Colzani si è quindi richiamato alla lettera<br />
di s. Paolo agli Efesini: «Cristo è la<br />
nostra pace — ricorda Ef 2, 14 —, è Colui<br />
che ha fatto dei due un popolo solo,<br />
abbattendo il muro di separazione che<br />
era frammezzo, cioè l'inimicizia».<br />
Questa certezza — ha detto il teologo<br />
— ci fa comprendere la fede come un<br />
modo nuovo di guardare la realtà, diventando<br />
segno di speranza per chi soffre<br />
e muore e portando avanti un progetto<br />
globale che, fermata la guerra,<br />
sappia offrire credibili proposte di vita.<br />
La concezione cristiana fonda su questo<br />
il suo assunto: bisognoso di pace, l'uomo<br />
è anche capace di pace».<br />
Imparare<br />
a conoscersi<br />
In conclusione l'accento è stato posto<br />
sul valore del dialogo interreligioso:<br />
«Dobbiamo imparare a conoscerci e stimarci<br />
nelle ricchezze spirituali e nelle<br />
profondità mistiche delle diverse religioni<br />
e dei diversi popoli».<br />
L'incontro si è svolto in un clima<br />
estremamente familiare tipico della «famiglia<br />
Urbaniana» e ha visto una straordinaria<br />
partecipazione di studenti. Essi<br />
hanno arricchito le relazioni con domande<br />
e osservazioni e ne hanno accompagnato<br />
lo svolgimento con l'esecuzione<br />
di canti e la proiezione di diapositive<br />
sul tema della pace e del dialogo.<br />
PAOLO CRISTIANO<br />
Un percorso bibliografico-spirituale tracciato da Erminio Antonello<br />
Suor Giuseppina Nicoli: mistica della carità<br />
Pubblichiamo la presentazione dell'Arcivescovo<br />
di Cagliari, Mons. Ottorino<br />
Pietro Alberti, al libro di Erminio<br />
Antonello «Una mistica della carità:<br />
suor Giuseppina Nicoli. Percorso biografico-spirituale»<br />
(CLV Edizioni Vincenziane,<br />
pp. 326):<br />
Il libro «Una mistica della carità:<br />
suor Giuseppina Nicoli» suggerisce molte<br />
riflessioni che portano lontano. Segno<br />
che è un libro vivo! «Portano lontano»<br />
nel tempo passato, e cioè da quando<br />
Vincenzo de Paul, delle sue Figlie della<br />
Carità, diede la seguente immagine forte,<br />
senza enfasi, pochissimo rassicurante<br />
per certi aspetti, ma proprio per questo<br />
esaltante, dura sfida al mondo dei tradizionali<br />
conventi femminili di allora:<br />
«Non sono religiose, essendo questo<br />
stato inadatto ai compiti della loro vocazione.<br />
Tuttavia, proprio perché sono più<br />
esposte ad occasioni di peccato di quanto<br />
non lo siano le religiose protette dalla<br />
clausura, dovranno avere una vita non<br />
meno virtuosa che se fossero professe in<br />
un ordine religioso. Avranno per monastero<br />
le case dei malati e quella in cui risiede<br />
la superiora, per cella una camera<br />
d’affitto, per cappella la chiesa parrocchiale,<br />
per chiostro le strade della città,<br />
per clausura l’obbedienza, per grata il<br />
timor di Dio, per velo la santa modestia,<br />
facendo unicamente professione, per salvaguardare<br />
la loro vocazione, di una fiducia<br />
illimitata nella divina Provvidenza,<br />
mediante l’offerta di tutto quello che sono<br />
e che fanno nel servizio dei poveri»<br />
(P. Coste, SV X, 661).<br />
Ebbene, guardando al libro in esame,<br />
ho davanti ai miei occhi, scritta quasi<br />
tre secoli dopo — in anni tanto lontani e<br />
diversi dall’epoca di S. Vincenzo —,<br />
un’opera che può ben essere considerata<br />
la traduzione pratica dell’efficace testo<br />
surricordato, nel ritratto che della<br />
Figlia della Carità disegna una fedele discepola<br />
di Vincenzo de Paul e di Luisa<br />
de’ Marillac.<br />
Mi riferisco a suor Giuseppina Nicoli,<br />
nata a Casatisma, piccolo paese nelle vicinanze<br />
di Voghera, il 18 novembre<br />
1863, e morta di consunzione a Cagliari<br />
il 31 dicembre 1924; dal 1883, entrata<br />
ventenne nell’ormai apprezzatissimo<br />
«esercito delle cornette», a duecentocinquant’anni<br />
esatti dalla loro nascita e ormai<br />
diffuso in tutto il mondo, organizzate<br />
in un complesso numero di imprese<br />
sante, tra attività ospedaliere e assistenziali<br />
di vario genere.<br />
A stare a quanto della Nicoli dicono<br />
le fonti, sinora utilizzate dai suoi bioagiografi,<br />
costei, tra l’ultimo ventennio<br />
del secolo passato ed il primo del nostro,<br />
con ferma docilità e fedele passione<br />
cercò di rivivere in Sardegna il sogno<br />
generoso dei due straordinari fondatori<br />
francesi, per trasmetterlo a sua volta<br />
con tutti gli strumenti a disposizione alle<br />
giovani e alle meno giovani con cui venne<br />
in vario modo a contatto e così realizzare<br />
la propria chiamata ad appartenere<br />
al Signore nel servizio dei poveri.<br />
Anticipando quanto potrò aggiungere,<br />
a meglio e più compiutamente presentare<br />
il libro di Padre Antonello, voglio subito<br />
segnalare quella che, a mio avviso,<br />
è la ragione prima che giustifica il giudizio<br />
quanto mai positivo e ammirato dell’opera.<br />
Il nostro autore, dietro un lungo e paziente<br />
esame delle fonti documentarie,<br />
criticamente esaminate, è stato capace<br />
di entrare nel mondo interiore di suor<br />
Nicoli, e perciò gli è stato possibile «leggere<br />
dall’interno» la sua vita e non semplicemente<br />
narrare — come abitualmente<br />
accade — le opere pur grandi ed innovatrici<br />
da lei realizzate. È vero che<br />
«dai frutti si riconosce l’albero», ma è<br />
anche vero che non basta «leggere dall’esterno»<br />
la vita di una persona, per arrivare<br />
a valutarne la vera grandezza.<br />
Se suor Nicoli, durante tutta la sua<br />
esistenza, ha cercato ed è riuscita a far<br />
rivivere e a trasmettere «il sogno generoso»<br />
di Vincenzo de Paul e di Luisa de’<br />
Marillac, ciò prova che è stata illuminata<br />
e guidata dalla Sapienza, segno della<br />
presenza viva ed operante dello Spirito<br />
Santo, alla cui assistenza si devono le<br />
meraviglie che Dio opera attraverso i<br />
santi.<br />
Ella è riuscita ad interpretare fedelmente<br />
il messaggio dei due straordinari<br />
fondatori, a trasmetterlo, ovviamente,<br />
nei termini storici in cui le era pervenuto<br />
e consegnato dalla cosiddetta «tradizione»,<br />
ma adattandolo saggiamente alle<br />
esigenze del tempo e salvandone rigorosamente<br />
il nucleo di verità essenziale. È<br />
quanto risulta dal testo che segue tratto<br />
da un prezioso manoscritto di appunti<br />
della Nicoli:<br />
«Una Figlia della Carità è un’anima<br />
che non ha altro spirito che quello di<br />
Gesù Cristo; che è nell’unione più intima<br />
con Dio; nella negazione la più perfetta;<br />
nell’umiltà la più profonda; nella<br />
carità la più estesa, la più tenera verso<br />
le sue sorelle e il suo prossimo. È un’anima<br />
che distrugge se stessa per unirsi<br />
al suo Dio, che crocifigge il suo giudizio,<br />
la sua volontà, le sue inclinazioni,<br />
strappa le sue imperfezioni per avvicinarsi<br />
sempre più al suo Dio, che ne fa il<br />
suo sovrano desiderio, suo unico amore,<br />
come è la sua felicità e la sua vita ... »<br />
(Scritti GN, Q XXI, p. 83).<br />
Non sarà difficile cogliere l’enorme significativa<br />
differenza di tono e, in certa<br />
misura, di contenuto tra i due testi<br />
strettamente legati da una medesima<br />
tradizione: l’uno appartenente alle origini<br />
e l’altro frutto maturo della situazione<br />
spirituale determinatasi pian piano<br />
nel corso di quasi due secoli e mezzo di<br />
storia, e quale storia! Al qual proposito<br />
faccio mia un’osservazione che potrebbe<br />
apparire critica, ma che tale non è perché,<br />
al contrario, credo che meglio riveli<br />
il primo e più importante obiettivo<br />
propostosi dall’autore che, della storia<br />
delle Figlie della Carità, si ferma di preferenza<br />
ad illustrare i sei decenni di un<br />
momento davvero cruciale della vita della<br />
Chiesa: i tempi della Nicoli.<br />
Appartenente al nobilissimo genere<br />
letterario della «biografia spirituale», con<br />
qualche affinità con quello della agiografia,<br />
l’opera di Padre Antonello, pare interessarsi<br />
rigorosamente, per non dire<br />
esclusivamente, al mondo tutto interiore<br />
della Nicoli legato in buona parte alle<br />
sue vicende di suora, in scarso rapporto<br />
con quanto accadeva fuori, nel vasto<br />
mondo, estranea alla «storia», non solo<br />
di quella passata, ma anche, per quanto<br />
sembri sconcertante, di quella in atto<br />
della Chiesa del suo tempo.<br />
È l’impressione che si prova ad una<br />
prima lettura del presente studio, ma<br />
voglio subito dire che trattasi di un’impressione<br />
che lascia il posto a ben altro<br />
giudizio quando all’opera ci si accosta<br />
non con la curiosità del lettore che cerca<br />
di sapere «qualcosa» di avvenimenti o<br />
di personaggi del passato in termini di<br />
cronaca, bensì con il serio interesse di<br />
conoscere fatti che meritano preciso ricordo,<br />
perché appartengono alla Storia.<br />
Resta vero che, grazie all’intelligente<br />
e paziente studio condotto da Padre Antonello<br />
sul prezioso e ricco materiale documentario<br />
— ricordo in particolare le<br />
oltre 1400 lettere da lui diligentemente<br />
utilizzate —, la figura della Serva di Dio<br />
suor Nicoli ci si rivela come «donna» di<br />
gran cuore, sensibile, intelligente, volitiva<br />
e generosa nell’ambito del servizio<br />
dei poveri, ai cui bisogni si è donata<br />
senza riserve in momenti difficili e tristi,<br />
come ai tempi della Prima Guerra Mondiale<br />
nell’elevazione culturale e religiosa<br />
de is piccioccus de crobi e della gioventù<br />
della Cagliari di allora. Tanto ancora<br />
si potrebbe e dovrebbe dire per dare ragione<br />
di questo giudizio, ma ciò esorbita<br />
dalle modeste misure di una semplice e<br />
onesta presentazione, anche se consapevoli<br />
della quantità e della qualità dei temi,<br />
delle riflessioni e dei problemi che<br />
l’opera di Padre Antonello suscita.<br />
Comunque, torno a dire: è un libro<br />
vivo! Lo è sin dal titolo, quanto mai impegnativo<br />
di «percorso biografico-spirituale»:<br />
forse il genere, letterario e storico<br />
insieme, più antico, glorioso e qualificante,<br />
la letteratura cristiana. E voglio<br />
aggiungere che, in realtà si tratta, forse,<br />
del genere letterario più importante,<br />
fondamentale per la conoscenza della<br />
nostra storia di cristiani, a cominciare<br />
dai quattro Vangeli, autentiche «biografie<br />
spirituali», sulle quali — come ben<br />
noto — proprio in considerazione del loro<br />
valore storico, di testimonianza sulla<br />
vita di Gesù di Nazareth, si fonda da<br />
due millenni la nostra fede e, dunque, la<br />
nostra Chiesa.<br />
Ma c’è anche da rilevare che trattasi<br />
di un genere letterario che si presta anche<br />
a distorsioni, per non dire «falsificazioni»:<br />
temibili sempre, perché potenzialmente<br />
dannose, anche se operate «a<br />
fin di bene», intese come sono all’elevazione<br />
spirituale degli eventuali lettori,<br />
più che alla testimonianza fedele su<br />
quanto viene narrato. A stare a quanto<br />
accenna Padre Antonello non sarebbero<br />
mancate nelle precedenti biografie su<br />
suor Nicoli una certa esaltazione della<br />
sua figura, senza rispettare il carattere<br />
evolutivo del suo percorso spirituale.<br />
Così non è stato per Padre Antonello<br />
che è riuscito a darci un’affascinante ricostruzione<br />
storica delle vicende esteriori,<br />
ma soprattutto «interiori» di una intensa<br />
esistenza, quella appunto della Nicoli,<br />
interamente data a Dio nell’umile<br />
servizio ai sofferenti che più le stavano<br />
a cuore.<br />
Al qual proposito mi piace chiudere<br />
invitando a leggere, anzi a meditare, la<br />
mirabile riflessione di H. U. von Balthasar,<br />
citata ad apertura del capitolo nono<br />
(cfr pp. 269-270) dedicato all’esame approfondito<br />
dei vari aspetti della spiritualità<br />
di suor Giuseppina Nicoli, che permettono<br />
di parlare nel suo caso di<br />
un’autentica esperienza mistica nell’esercizio<br />
della carità cristiana e che mi<br />
trova pienamente consenziente.<br />
schede - schede - schede<br />
Lorenzo Cattaneo, È venuto quaggiù.<br />
Meditazioni bibliche sull'Incarnazione,<br />
Milano 2001, Editrice<br />
Ancora, pp. 127, L. 18.000, ; 9,30.<br />
Cinque meditazioni sui testi dei<br />
Vangeli di Giovanni, Matteo, Luca,<br />
e su un testo di san Paolo ai Filippesi<br />
costituiscono il substrato di<br />
questo agile libro che schiude al<br />
mistero dell'Incarnazione del Verbo<br />
a cura di GINO CONCETTI<br />
di Dio nel grembo di Maria e quindi<br />
l'ingresso nella nostra storia. Cattaneo<br />
— esperto di Bibbia di cui è<br />
stato per anni docente — interroga<br />
i testi per offrire un quadro di attesa<br />
e di rivelazione del mistero di<br />
Dio fatto uomo. Le meditazioni accompagnano<br />
il percorso verso Betlemme:<br />
l'Epifania, la Pasqua e la<br />
Pentecoste.<br />
Bruno Ferrero, Storia di Natale d'Avvento e d'Epifania, Leumann 2001,<br />
Editrice Elledici pp. 240, L. 19.362, ; 10,00. Con la civiltà e la cultura dominate<br />
dalla telematica le nuove generazioni rischiano di perdere i valori<br />
religiosi del Natale arricchiti dall'arte creativa dei santi e degli artisti. Bruno<br />
Ferrero invece, con questa pubblicazione, nutrita di storia e di religiosità,<br />
invita a non disperdere quel patrimonio che duemila anni di cristianesimo<br />
hanno prodotto. Nella forma semplice e nello stile narrativo per<br />
l'infanzia fa emergere l'autentica realtà del Natale, in cui è protagonista<br />
l'Emmanuele, il Dio con noi e per noi, per renderci simili a lui nella grazia<br />
e nella gloria.<br />
Pontificia Academia Mariana Internationalis,<br />
La Madre del Signore<br />
memoria presenza speranza,<br />
Città del Vaticano 2000, Libreria<br />
Editrice Vaticana, pp. 134, L.<br />
18.000, ; 9,30. Dal Concilio Vaticano<br />
II in poi gli studi di mariologia<br />
si sono specializzati in ambiti tematici,<br />
settoriali. Sulla spinta dei documenti<br />
del magistero pontificio emi-<br />
nenti mariologi si sono impegnati<br />
ad approfondire alcune questioni di<br />
più pressante attualità i cui risultati<br />
la Pontificia Accademia Mariana Internazionale<br />
ha pubblicato sotto il<br />
suo patrocinio. Le questioni riguardano<br />
un corretto approccio al mistero<br />
della divina maternità di Maria,<br />
le prerogative di Maria nella<br />
storia della salvezza.<br />
AA.VV., Alla scoperta del cristianesimo, Leumann 2001, Elledici Multimedia-Il<br />
Piccolo, L. 45.000, ; 23,24. La benemerita editrice dei salesiani<br />
di san Giovanni Bosco associa all'attività editoriale di libri e riviste anche<br />
strumenti tecnologici moderni. Il Cd-Rom/Win/mac è dedicato alla scoperta<br />
delle origini cristiane. È un prodotto multimediale destinato all'insegnamento<br />
della religione cattolica nella scuola, amplia e trasforma in vive immagini<br />
tutto ciò che gli alunni apprendono e leggono sui testi. I contenitori<br />
del Cd sono la storia, la vita del popolo d'Israele; Gesù di Nazareth: la<br />
sua vita e il suo messaggio secondo i vangeli; la Chiesa, la storia dei cristiani,<br />
la liturgia e i sacramenti, le grandi religioni di oggi.<br />
Antonino Marino, Salterio con gli<br />
Apostoli, Udine 2001, Edizioni Segno,<br />
pp. 226, L. 25.000, ; 12,90. È<br />
stata certamente una idea originale<br />
redigere un salterio con gli apostoli.<br />
Non è la traduzione di un'opera antica,<br />
ma l'elaborazione di un colto<br />
sacerdote impegnato nella pastorale.<br />
Il modulo segue la pista delle litanie<br />
lauretane o di altre simili,<br />
cambia di volta in volta il soggetto,<br />
costituito dagli apostoli, dagli evangelisti<br />
e da altri santi della comunità<br />
apostolica. Nella sequenza delle<br />
invocazioni A. Marino dipinge come<br />
in un armonico affresco, i tratti<br />
spirituali del santo invocato. Nell'insieme<br />
risulta una galleria non solo<br />
piacevole ma eminentemente formativa.<br />
Cirillo Tescaroli, Testimonios y enseñanzas de los Padres del desierto,<br />
Quito 2001, Editorial Sin Fronteras, pp. 156 (s.i.p.). Sacerdote italiano<br />
trapiantato da vent'anni in Ecuador, Cirillo Tescaroli è stato un apostolo<br />
dell'informazione religiosa a Roma negli anni del Concilio Vaticano II e<br />
dopo. Rispondendo a una forte chiamata dell'episcopato si trasferì nel Paese<br />
latino-americano dove ha continuato l'evangelizzazione radiofonica.<br />
Adesso ha associato l'attività editoriale. Questo libro è il più recente della<br />
serie. I Padri del deserto sono una novità per i cattolici latino americani.<br />
Tescaroli seleziona i più importanti con detti e sentenze da costituire un<br />
florilegio di eccezionale valore ascetico-spirituale.<br />
Carlo Maria Martini, Dizionario<br />
spirituale. Piccola guida per l'anima,<br />
Casale Monferrato 2001, Edizioni<br />
Piemme, pp. 220, L. 25.000,<br />
; 12,91. Il Vescovo Pacomio, nella<br />
presentazione, lo qualifica come<br />
«un libro di vita, scandito sulle lettere<br />
dell'alfabeto», «un piccolo<br />
grande dono» ai cristiani desiderosi<br />
di approfondire alcune tematiche e<br />
aver chiarezza su alcune problematiche<br />
esistenziali. In realtà la composizione<br />
obbedisce a criteri selettivi<br />
dalla produzione del Card. Martini.<br />
Ciò nulla toglie alla freschezza e<br />
alla profondità della trattazione.<br />
Molte sono le voci che riguardano<br />
la vita di fede su cui si vuol essere<br />
illuminati. Strumento efficace per<br />
singoli e per comunità.<br />
Mario Pieracci, Ascolta... ho da dirti una cosa. Pensieri spirituali, Roma<br />
2001, Edizioni Pro Sanctitate, pp. 224, L. 10.000, ; 5,16. Il titolo rievoca<br />
una felice trasmissione radiofonica di altri tempi. Ma anche M. Pieracci è<br />
un apostolo della parola attraverso gli strumenti mediatici. Complessivamente<br />
sono cinquanta riflessioni che affrontano i gravi e scottanti problemi<br />
di oggi ma anche di sempre come la pace, l'amore a Dio e l'amore fraterno,<br />
la morte e il Natale. Esposizione chiara, cristallina, stile persuasivo,<br />
sollecitano a uscire dal proprio mondo per immergersi nella contemplazione<br />
di Dio e del creato. Ed inoltre a prendere atto degli eventi, lieti e tristi,<br />
che hanno contrassegnato lo sbalzo verso il terzo millennio.<br />
Gorizia: arte e storia<br />
nel Monastero di sant'Orsola<br />
Trecento anni di storia e di arte del<br />
Monastero di sant'Orsola di Gorizia sono<br />
stati ricordati in una recente pubblicazione.<br />
Gli studi sulle origini e sugli<br />
sviluppi della città, ricerche storiche mirate<br />
ad arricchire la conoscenza dei beni<br />
culturali esistenti nel territorio goriziano,<br />
non possono ritenersi soddisfacenti<br />
qualora ignorassero la presenza di uno<br />
dei massimi istituti educativi cittadini in<br />
particolare quello delle Madri Orsoline.<br />
Proprio in virtù del ruolo rivestito fin<br />
dalle origini e dell'impegno educativo<br />
tuttora svolto, non cessa l'interesse verso<br />
questa benemerita istituzione che<br />
vanta generazioni di giovani formate ad<br />
opera delle educatrici, figlie di sant'Orsola.<br />
Contenuti educativi, metodi di insegnamento<br />
svolti nelle varie scuole,<br />
supportati da una grande disponibilità<br />
all'accoglienza, costituiscono la qualità<br />
dell'impegno profuso nelle Scuole e istituti<br />
delle Orsoline. Si è voluto portare<br />
ulteriormente a conoscenza degli studiosi<br />
e del più vasto pubblico, le opere e i<br />
tesori del Monastero di S. Orsola. 300<br />
anni (anzi 330) di storia ed arte del Monastero<br />
sono presentati in un volume<br />
curato da Luca Geroni. L'opera è suddivisa<br />
in due parti: quella dedicata alla<br />
storia e alle istituzioni, che comprende<br />
una guida all'archivio storico, è redatta<br />
da Lucia Pillon con contributi di Marco<br />
Menato, Donata Curtotti e Alessandro<br />
Stabel. La seconda parte del volume è<br />
dedicata ai beni storici artistici con saggi<br />
di Luca Geroni, Maddalena Malni Pascoletti,<br />
Vania Grasinigh, Marina Bellina<br />
e Raffaela Sgubin. Sono state allestite<br />
inoltre due differenti mostre di pizzi,<br />
quadreria, oggetti sacri e mobili di sacrestia.<br />
La presentazione del volume e<br />
l'apertura della mostra hanno avuto luogo<br />
presso l'Istituto di via Palladio. Alla<br />
presenza di un folto pubblico hanno<br />
parlato il presidente della locale Cassa di<br />
Risparmio Antonio Tripani, che ha ricordato<br />
le iniziative in corso, il presidente<br />
della Fondazione Franco Obizzi, gli<br />
autori della pubblicazione. Alla manifestazione<br />
erano presenti l'Arcivescovo di<br />
Gorizia, Mons. Dino De Antoni; il Vescovo<br />
emerito, Mons. Antonio Vitale<br />
Bommarco; autorità rappresentanti Regione,<br />
Provincia, Comune. Alla presentazione<br />
del nuovo volume, suor Concetta<br />
Salvanio ha colto l'occasione per riassumere<br />
la storia del Monastero: il libro<br />
costituisce un passo verso la conservazione,<br />
il riordinamento e la fruizione del<br />
grande patrimonio culturale, artistico,<br />
ecclesiastico, religioso e civile. Altri passi<br />
del progetto sono costituiti dalla mostra<br />
allestita presso il convento stesso di<br />
via Palladio (oggetti sacri, pitture, mobili,<br />
paramenti) e da una seconda mostra<br />
dedicata ai ricami e cartoni da ricamo,<br />
allestita presso i musei provinciali.<br />
ARNOLFO DE VITTOR