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L'OSSERVATORE ROMANO

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IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

10 .<br />

in primo piano<br />

PENSIONI Il ministro: possibili modifiche alla delega<br />

Critiche contrapposte<br />

di Cgil e Confindustria<br />

ROMA, 13.<br />

Critiche contrapposte di Cgil e Confindustria,<br />

moderata soddisfazione di Cisl<br />

e Uil. Così le parti sociali si sono<br />

espresse sulla delega in materia di pensioni,<br />

consegnata ieri dal ministro del<br />

Lavoro e delle Politiche sociali Roberto<br />

Maroni, il quale, confermando che il varo<br />

del provvedimento slitterà alla prossima<br />

settimana, assicura che «il testo inviato<br />

alle parti è ancora suscettibile di<br />

modificheeapertoalcontributo di tutti».<br />

Il confronto entra nel vivo oggi quando<br />

le parti sociali — prima le associazioni<br />

imprenditoriali, poi i sindacati — incontreranno<br />

a Palazzo Chigi il Governo e<br />

avanzeranno le loro osservazioni.<br />

Confindustria ancora ieri non ha nascosto<br />

la delusione per una riforma che,<br />

a suo modo di vedere, si profila tutt’altro<br />

che strutturale: «Il piano Maroni<br />

sembra avere costi certi per lo Stato e<br />

benefici incerti e di modesta entità, che<br />

non permetteranno una consistente riduzione<br />

della spesa pensionistica nell’immediato»,<br />

affermano dalla associazione<br />

degli industriali, ritenendo poco<br />

efficace una proposta basata prevalentemente<br />

sugli incentivi a proseguire l’attività<br />

lavorativa. Meglio sarebbe stato per<br />

i vertici di Confindustria prevedere almeno<br />

misure che disincentivassero le<br />

pensioni di anzianità. E anche Maroni,<br />

che ha definito «legittime le critiche di<br />

Confindustria», ammette che la riforma<br />

avrebbe potuto essere più efficace, pur<br />

respingendo l’accusa che si tratti di una<br />

«falsa riforma».<br />

A bocciare la delega è la Cgil. Per la<br />

Il Governatore<br />

Fazio: federalismo<br />

ma con riforme<br />

e nuova contabilità<br />

ROMA, 13.<br />

Sì al federalismo, in un’ottica solidale<br />

e di rafforzamento dell’unità nazionale,<br />

ma le modifiche agli ordinamenti devono<br />

andare di pari passo, anzi devono<br />

«muoversi in sinergia» con le riforme<br />

strutturali. Da questa miscela, «ne trarranno<br />

beneficio la competitività dell’Italia,<br />

la crescita, l’occupazione». Il Governatore<br />

della Banca d’Italia, Antonio Fazio,<br />

ha illustrato, ieri, in questo modo la<br />

sua «ricetta» per far funzionare il decentramento<br />

in Italia, davanti alla Commissione<br />

Affari Costituzionali del Senato,<br />

dove ha accennato soltanto ad altri temi,<br />

come quello delle Fondazioni, nonostante<br />

la curiosità espressa dai parlamentari.<br />

I governi locali, all’estero, ha<br />

detto il Governatore, «possono in genere<br />

ricorrere all’indebitamento» anche se<br />

con limiti al disavanzo, e al contempo<br />

«è assai diffuso l’impiego di meccanismi<br />

per la redistribuzione territoriale delle risorse».<br />

Il federalismo, per Fazio «è l’occasione<br />

per una generale riforma della<br />

contabilità pubblica». Per fare questo<br />

occorre una «adeguata normativa-cornice»,<br />

capace di portare finalmente ordine<br />

nella formazione dei conti pubblici. È<br />

questo un problema sollevato più volte<br />

dal Governatore: non si conoscono i bilanci<br />

pubblici degli enti decentrati, come<br />

quelli dei comuni, e ciò può «mettere in<br />

pericolo il controllo della situazione dei<br />

conti pubblici e dell’allocazione delle risorse».<br />

«Sono necessarie — ha detto Fazio<br />

— regole di bilancio che si applicano<br />

a tutti i livelli di Governo». Una legislazione<br />

che incardini i rapporti tra Stato e<br />

Regioni per assicurare un «armonico<br />

operare delle vari amministrazioni».<br />

confederazione guidata da Sergio Cofferati,<br />

infatti, «così come è strutturato il<br />

provvedimento rischia di non servire a<br />

nulla, e soprattutto di non servire al rilancio<br />

della previdenza integrativa». Maroni<br />

ha però risposto che «se le parti si<br />

metteranno d’accordo sarà possibile destinare<br />

anche tutto il Tfr maturando, e<br />

non solo una quota maggioritaria, ai<br />

fondi pensione».<br />

Ma a preoccupare i sindacati c’è anche<br />

la possibilità, prevista nella delega,<br />

di una riduzione degli oneri contributivi<br />

per compensare le imprese che smobilizzeranno<br />

il Tfr, anche se nessun riferimento<br />

viene fatto ai neo-assunti e se il<br />

ministro ha precisato che si tratta solo<br />

di un’opzione. Un alleggerimento della<br />

contribuzione potrebbe portare ad un<br />

taglio delle future pensioni, lamentano<br />

Cgil Cisl e Uil, anche se le ultime due<br />

precisano che «tutto dipende da come<br />

l’eventuale riduzione dei contributi sarà<br />

fatta». Lo stesso Maroni ha detto che si<br />

tratta di «calibrare il meccanismo in modo<br />

da non penalizzare né le imprese né i<br />

lavoratori. Esercizio difficile ma non impossibile».<br />

A differenza della Cgil, comunque,<br />

per i segretari generali di Cisl e Uil la<br />

bozza della delega è soddisfacente: «Bene<br />

l’impianto del provvedimento che rispetta<br />

i punti su cui si era trovato un<br />

accordo», ha detto Savino Pezzotta segretario<br />

della Cisl. Anche per Luigi Angeletti<br />

segretario della UIL è « importante<br />

che l’impianto della riforma Dini non<br />

venga modificato e che siano fatti salvi i<br />

diritti previdenziali».<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Venerdì 14 Dicembre 2001<br />

PENSIONI: CRITICHE E APPROVAZIONI SULLA<br />

DELEGA Critiche contrapposte di Cgil e Confindustria,<br />

moderata soddisfazione di Cisl e Uil. Così le<br />

parti sociali si sono espresse sulla delega in materia<br />

di pensioni. Il varo del provvedimento slitterà alla<br />

prossima settimana e il testo inviato alle parti è<br />

ancora suscettibile di modifiche.<br />

FIAT: SINDACATI PREOCCUPATI Il progetto di ristrutturazione<br />

della Fiat Auto è sempre in primo pia-<br />

DEVOLUZIONE La seduta del Consiglio dei ministri<br />

Varato il ddl che trasferisce<br />

alle Regioni competenze esclusive<br />

su scuola, sanità e polizia locale<br />

ROMA, 13.<br />

Primi passi per la «devolution» fortemente<br />

voluta dal ministro per le Riforme,<br />

Bossi: il Consiglio dei ministri ha<br />

approvato oggi un testo di legge per attribuire<br />

alle Regioni la competenza<br />

esclusiva in materia di assistenza sanitaria,<br />

organizzazione scolastica e polizia<br />

locale. Ciò comporterà un ddl costituzionale<br />

per la modifica dell’articolo 117.<br />

Non è la riforma complessiva (che<br />

avrebbe comportato modifiche anche<br />

agli art. 116, 118 e 123 della Costituzione);<br />

ma è un segnale, soprattutto per la<br />

Senato: approvato<br />

tra le polemiche<br />

il decreto sugli infermieri<br />

ROMA, 13.<br />

Approvazione contrastata, in<br />

aula a Palazzo Madama, del decreto<br />

legge sul personale infermieristico.<br />

Il provvedimento, volto a<br />

facilitare il reclutamento degli infermieri<br />

nelle strutture ospedaliere,<br />

è stato duramente contestato<br />

dalla commissione Bilancio, tanto<br />

che alla fine quasi tutti i suoi<br />

componenti, di maggioranza e opposizione,<br />

non hanno partecipato<br />

al voto. La commissione, infatti,<br />

ha tentato fino all’ultimo di convincere<br />

l’assemblea che il provvedimento<br />

è privo di copertura.<br />

Incidenti stradali: 2 morti e 5 feriti in Calabria<br />

REGGIO CALABRIA — Due persone sono morte ed altre cinque sono rimaste<br />

ferite in un incidente stradale, accaduto giovedì, sulla statale 106, nel<br />

comune di Reggio Calabria, che ha visti coinvolti quattro mezzi, un pullman<br />

un autocarro, un fuoristrada, un'autovettura. Le vittime viaggiavano a bordo<br />

dell'utilitaria. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia stradale di<br />

Reggio Calabria, che conducono le indagini, carabinieri, vigili del fuoco e<br />

sanitari del 118. Per i soccorsi e la rimozione dei mezzi coinvolti nell’incidente,<br />

è stato istituito un doppio senso di circolazione che ha evitato la<br />

chiusura della strada.<br />

Camorra: arresti per un omicidio del '92<br />

NAPOLI — La Direzione distrettuale antimafia (DIA) di Napoli ed i carabinieri<br />

di Caserta hanno eseguito, giovedì, un’ordinanza di custodia cautelare in<br />

carcere per due affiliati al clan dei casalesi, Guido Mercurio, ritenuto il capozona<br />

a Villa Literno, e Tammaro Iavarazzo. I due sono accusati dell’ omicidio<br />

di Giovanni Musto, altro affiliato al clan, ucciso nel maggio del ’92 a<br />

Villa Literno e il cui cadavere non fu mai trovato. Mercurio era già detenuto<br />

per associazione mafiosa, ma stava per essere scarcerato per decorrenza<br />

dei termini di custodia, nell’ambito del processo Spartacus. Iavarazzo è stato<br />

invece arrestato nei pressi della propria abitazione a Villa Literno. I<br />

provvedimenti sono stati emessi dal gip del Tribunale di S. Maria Capua<br />

Vetere. Gli investigatori sono giunti a loro grazie alle dichiarazioni di un<br />

collaboratore di giustizia.<br />

Associazione Internazionale Carità Politica:<br />

incontro sul tema «La cultura cristiana della pace»<br />

ROMA — «La cultura cristiana della pace» sarà il tema dell'incontro<br />

che si terrà mercoledì 19, alle ore 17, presso la Domus Carità Politica di<br />

Roma (viale delle Milizie 140). Interverranno il Card. Paul Poupard, Presidente<br />

del Pontificio Consiglio della Cultura, e Oto Agrippino Maia, Ambasciatore<br />

del Brasile presso la Santa Sede. L'incontro è organizzato<br />

dall'Associazione Internazionale Carità Politica.<br />

no. L'azienda afferma che nessun posto è in pericolo<br />

in Italia, ma i sindacati restano preoccupati per le<br />

conseguenze della ristrutturazione, anzitutto quelli<br />

del settore metalmeccanico.<br />

GIUSTIZIA: SI ALLENTA LA TENSIONE Dopo il duro<br />

scontro su rogatorie, caso Taormina e mandato<br />

di cattura europeo, la tensione tra maggioranza e<br />

opposizione sembra essersi allentata, malgrado<br />

qualche schermaglia ancora in atto. Quasi inaspetta-<br />

FIAT Slitta l'audizione dei vertici in Parlamento<br />

Le assicurazioni dell'azienda<br />

che non ci saranno licenziamenti<br />

non convincono i sindacati<br />

TORINO, 13.<br />

È stata rinviata a giovedì 20 dicembre<br />

l'audizione, davanti alla commissione<br />

Attività produttive della Camera, dei<br />

vertici della Fiat inizialmente prevista<br />

per oggi e decisa dopo la presentazione,<br />

lunedì scorso, del piano di ristrutturazione<br />

del settore automobilistico dell'azienda<br />

torinese. A renderlo noto è stato<br />

il presidente della stessa commissione<br />

Bruno Tabacci (Ccd-Cdu) il quale ha<br />

precisato che l'audizione comincerà alle<br />

10 a Montecitorio e sarà un'audizione<br />

congiunta Camera-Senato. La decisione<br />

del rinvio — ha riferito Tabacci — è dovuta<br />

al fatto che l'amministratore delegato<br />

della Fiat Paolo Cantarella è impegnato<br />

in un viaggio negli Stati Uniti.<br />

Il progetto di ristrutturazione della<br />

Fiat Auto è comunque sempre in primo<br />

piano e al centro dei commenti ci sono<br />

proprio le dichiarazioni rilasciate ieri<br />

dall'amministratore delegato Cantarella,<br />

il quale, di fronte ai timori manifestati<br />

soprattutto dai sindacati, ha affermato:<br />

«Nessun posto di lavoro alla Fiat è in<br />

pericolo in Italia. Negli ultimi mesi —<br />

ha aggiunto — per ridurre la produzione<br />

abbiamo fatto ricorso a tutti gli strumenti<br />

di flessibilità che la legislazione attuale,<br />

nel rispetto delle garanzie sociali,<br />

fornisce. E quegli strumenti rimangono<br />

in vigore, rivitalizzati. Quello varato dalla<br />

Fiat — ha sostenuto — non è un piano<br />

d'emergenza ma un piano d'attacco.<br />

Abbiamo puntato alla razionalizzazione,<br />

al rilancio industriale e, grazie al mercato,<br />

ci siamo dotati di un consolidamento<br />

Lega che ha sempre sostenuto di essere<br />

entrata nella Casa delle Libertà innanzitutto<br />

per fare approvare questo provvedimento.<br />

E non a caso ieri sera Bossi ha<br />

affermato che «Berlusconi sta mantenendo<br />

tutti i patti» e che evitando «troppi<br />

emendamenti» al testo sulla devolution<br />

la si «farà camminare». E gli alleati,<br />

consapevoli delle difficoltà implicite nell’adozione<br />

da subito di un testo più ampio,<br />

hanno deciso di appoggiare il varo<br />

almeno di una prima parte.<br />

Dopo un tira e molla durato mesi,<br />

parte quindi la «devolution» in attesa<br />

che si dipani una serie di questioni tecniche<br />

e politiche sulle quali si dovranno<br />

confrontare Governo ed Enti locali in<br />

quella «cabina di regia» istituita dal ministro<br />

per gli Affari Regionali, La Loggia.<br />

Il passaggio successivo sarà la riforma<br />

del Titolo quinto della Costituzione,<br />

un lavoro reso più complesso dall’approvazione,<br />

con il referendum, delle modifiche<br />

alla Costituzione decise dall’Ulivo la<br />

scorsa legislatura. Una delle proposte è<br />

quella di ridurre il numero di materie<br />

che prefigurano una legislazione concorrente<br />

fra Stato e Regioni.<br />

Un’altra questione sulla quale il Governo<br />

dovrà decidere è la richiesta di<br />

Bossi di introdurre l’elezione di cinque<br />

giudici della Corte Costituzionale da parte<br />

delle Regioni. Sono tutti temi ancora<br />

sostanzialmente aperti, ed anche per<br />

questo si è deciso di cominciare con il<br />

testo «essenziale», per evitare ulteriori<br />

perdite di tempo in un lavoro di armonizzazione<br />

di norme che dovrebbe slittare<br />

a gennaio.<br />

Confermato lo sciopero<br />

dei Cobas della scuola<br />

Manifestazione a Roma<br />

ROMA, 13.<br />

I Cobas della scuola hanno confermato<br />

lo sciopero indetto per domani contro<br />

il ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti.<br />

«Nell’ambito della più generale agitazione<br />

del pubblico impiego e del lavoro<br />

privato indetta per l’intera giornata del<br />

14 dicembre dalla Confederazione Cobas<br />

— sottolinea una nota — venerdì la<br />

scuola sciopererà in massa e manifesterà<br />

a Roma contro i progetti di disgregazione<br />

e di privatizzazione della scuola<br />

pubblica». È prevista la partecipazione<br />

di migliaia di docenti, impiegati e studenti.<br />

Nel frattempo la protesta partita dagli<br />

istituti è arrivata all'università. La facoltà<br />

di Scienze politiche di Padova è stata<br />

occupata ieri sera da una sessantina di<br />

giovani del collettivo universitario schierato<br />

contro le ipotesi governative di riforma<br />

della scuola. Gli occupanti, dopo<br />

aver preso possesso delle aule, hanno<br />

chiuso con un lucchetto il cancello che<br />

precede il portone d’ingresso della facoltà.<br />

I ragazzi, a meno di interventi delle<br />

forze dell’ordine, dovrebbero proseguire<br />

nella contestazione fino a domani quando<br />

a Padova è in programma una manifestazione<br />

regionale degli studenti.<br />

della nostra struttura finanziaria che ci<br />

permette di affrontare meglio il futuro,<br />

un futuro che è concordemente visto<br />

con preoccupazione». Cantarella è però<br />

ottimista sul futuro dell'auto: «Resterà<br />

sempre uno strumento di libertà individuale<br />

e sarà importante a maggior ragione<br />

nei Paesi in via di sviluppo».<br />

Ma i sindacati restano preoccupati<br />

per le conseguenze del piano di ristrutturazione,<br />

anzitutto, ovviamente, quelli<br />

del settore metalmeccanico. Ha affermato<br />

il segretario della Fiom-Cgil Piemonte<br />

Giorgio Cremaschi: «Le decisioni della<br />

Fiat hanno drammatiche ripercussioni<br />

sociali. Sbagliano le istituzioni locali, il<br />

sindaco di Torino e il presidente della<br />

Regione a minimizzare o a sponsorizzare<br />

il piano. L'hanno già fatto in tutti<br />

questi mesi e il risultato è quello che si<br />

vede oggi. Chi si tranquillizza del fatto<br />

che i licenziamenti più brutali avvengano<br />

alla periferia estera di Torino dovrebbe<br />

pensare al fatto che tra qualche anno<br />

Torino potrebbe diventare una periferia<br />

estera di Detroit». E anche il segretario<br />

generale della Uil Angeletti conferma i<br />

propri timori: «La Fiat è in una situazione<br />

seria, sono quattro anni che ha una<br />

redditività vicina allo zero. Se non sono<br />

in grado di invertire la rotta non ci sarà<br />

sempre un avvocato a salvare la Fiat».<br />

Anche il ministro del Lavoro Maroni<br />

ritiene che la ristrutturazione potrà avere<br />

ripercussioni sull'occupazione («penso<br />

che le avrà»). E il responsabile economico<br />

del Ccd Ettore Peretti sostiene: «La<br />

crisi Fiat Auto è strutturale, non durerà<br />

un semestre ma molto di più».<br />

TERRORISMO Applicabili le norme antimafia<br />

Nuova fattispecie di reato:<br />

sì definitivo al decreto<br />

ROMA, 13.<br />

Il Senato ha approvato ieri sera in via<br />

definitiva, con 177 voti a favore e 2 contrari,<br />

il decreto antiterrorismo ritornato<br />

a Palazzo Madama dopo le modifiche al<br />

provvedimento apportate in mattinata<br />

dalla Camera.<br />

Con la conversione in legge del provvedimento<br />

viene prevista una nuova fattispecie<br />

autonoma di reato: quello di<br />

terrorismo internazionale. A chi lo commette,<br />

cioè a chi promuove o commette<br />

atti violenti contro uno Stato straniero o<br />

un organismo internazionale, verranno<br />

Indagini a Cremona<br />

su una truffa ai danni<br />

di clienti di una banca<br />

CREMONA, 13.<br />

Si aggirerebbe attorno ai 50 miliardi<br />

di lire il buco nei conti della<br />

filiale di Pianengo della Banca<br />

Cremasca di Credito Cooperativo,<br />

con relativa truffa a clienti. Lo ha<br />

detto il procuratore di Crema,<br />

Melchionna, precisando che la cifra<br />

esatta si conoscerà dopo che i<br />

periti contabili avranno terminato<br />

i conteggi. La procura sta indagando<br />

su eventuali complici del<br />

direttore, Pietro Zaghen, già rimosso<br />

dall'incarico. Si parla di<br />

una sorta di «banca parallela»<br />

messa in piedi dal funzionario.<br />

Carte «pirata» per la ricezione<br />

abusiva di programmi tv:<br />

100 indagati a Cosenza<br />

COSENZA, 13.<br />

«Giro di vite» in provincia di Cosenza<br />

contro il fenomeno della produzione di<br />

carte «pirata» per la ricezione abusiva<br />

dei programmi trasmessi da D+ e<br />

Stream. Un centinaio di persone risultano<br />

indagate nell’ambito di un’inchiesta<br />

avviata dalla procura su una serie di<br />

presunte frodi. La Polizia postale e delle<br />

comunicazioni ha effettuato perquisizioni<br />

nelle abitazioni e in alcuni negozi.<br />

Nei confronti di una trentina delle<br />

persone coinvolte vengono ipotizzati i<br />

reati di associazione per delinquere finalizzata<br />

alla pirateria informatica e alla<br />

violazione del diritto d’autore, mentre<br />

per le altre 70, nei confronti delle quali<br />

viene escluso il vincolo associativo, i<br />

reati per i quali si procede sono soltanto<br />

pirateria informatica e violazione del diritto<br />

d’autore.<br />

La produzione delle carte «pirata» per<br />

la visione dei programmi sarebbe avvenuta,<br />

secondo quanto è emerso dalle indagini,<br />

utilizzando i siti internet creati a<br />

tale scopo. Nel corso delle perquisizioni<br />

sono state sequestrate le attrezzature necessarie<br />

per la loro fabbricazione tra le<br />

quali 6 unità centrali, 14 programmatori<br />

e 27 decoder. Gli agenti hanno anche<br />

sequestrato 55 carte falsificate.<br />

tamente, infatti, gli opposti schieramenti hanno cominciato<br />

a lanciarsi dei segnali di dialogo.<br />

DEVOLUZIONE: PRIMO SÌ A PALAZZO CHIGI Primi<br />

passi per la «devolution» fortemente voluta dal<br />

ministro per le Riforme, Bossi: il Consiglio dei ministri<br />

ha approvato un testo di legge per attribuire alle<br />

Regioni la competenza esclusiva in materia di assistenza<br />

sanitaria, organizzazione scolastica e polizia<br />

locale.<br />

GIUSTIZIA Dopo gli ultimi durissimi scontri<br />

Segnali di dialogo<br />

tra gli schieramenti<br />

ROMA, 13.<br />

Dopo il duro scontro su rogatorie, caso<br />

Taormina e mandato di cattura europeo,<br />

la tensione tra maggioranza e opposizione<br />

sembra essersi allentata, malgrado<br />

qualche schermaglia ancora in atto.<br />

Quasi inaspettatamente, infatti, gli<br />

opposti schieramenti hanno cominciato<br />

a lanciarsi dei segnali di dialogo.<br />

A tendere la mano è stato per primo<br />

il leader dei Ds, Piero Fassino, che pur<br />

ribadendo il «punto fermo» dell’autonomia<br />

e dell’indipendenza della magistratura,<br />

si è detto pronto a discutere dell’obbligatorietà<br />

dell’azione penale, ma<br />

anche di una «maggiore distinzione tra<br />

magistratura inquirente e giudicante».<br />

Il centro destra non ha lasciato cadere<br />

questa «apertura importante». Sono<br />

seguite dichiarazioni concilianti da entrambe<br />

le parti, con il centro destra che<br />

ha invitato l’opposizione a mettere da<br />

parte definitivamente i toni giustizialisti<br />

e il centro sinistra che ha posto il paletto<br />

della intoccabilità dell’autonomia e<br />

dell’indipendenza della magistratura.<br />

Sono anche cominciate a circolare<br />

ipotesi su sessioni parlamentari «ad hoc»<br />

(l’idea l’ha lanciata Forza Italia con Pisanu)<br />

dove intavolare il confronto. Margherita<br />

e Ds hanno chiarito che un<br />

eventuale confronto dovrà avvenire pubblicamente<br />

e in modo trasparente; e che<br />

la sede istituzionale più adatta è la commissione<br />

Giustizia.<br />

Intanto l’Ulivo ha deciso di ritirare la<br />

mozione con la quale impegnava il Governo<br />

sull’euromandato. Un documento<br />

ormai superato dopo l’intesa tra Berlu-<br />

applicate le norme antimafia attualmente<br />

in vigore in Italia.<br />

Come accennato, il decreto è stato<br />

convertito in legge dal Senato dopo che<br />

il provvedimento aveva subito alla Camera<br />

alcune modifiche. A Montecitorio<br />

è stato infatti accolto, con il parere favorevole<br />

del Governo, un emendamento<br />

dell'opposizione con il quale si chiedeva<br />

che la nuova normativa non venisse<br />

estesa al reato di eversione dell'ordine<br />

democratico.<br />

Secondo l'opposizione l'estensione<br />

della normativa antimafia all'eversione<br />

sarebbe stata pericolosa in quanto si sarebbe<br />

attribuito alla Polizia giudiziaria,<br />

in maniera non controllata, il potere di<br />

perquisire interi edifici con il presupposto<br />

che si stessero violando norme relative<br />

ad ordinamenti democratici, il che<br />

poteva dar luogo ad abusi.<br />

La modifica proposta ha ottenuto il<br />

consenso pressoché unanime della Camera<br />

e il consenso del Governo.<br />

La nuova fattispecie di reato prevede<br />

che «chiunque promuove, costituisce,<br />

organizza, dirige o finanzia associazioni<br />

che si propongono il compimento di atti<br />

di violenza con finalità di terrorismo è<br />

punito con la reclusione da 7 a 15 anni».<br />

E anche chi partecipa a tali associazioni<br />

terroristiche rischia da 5 a 10 anni di reclusione.<br />

La Camera ha ritoccato anche<br />

i termini di reclusione per i cosiddetti<br />

associati — cioè per chiunque dia rifugio,<br />

ospitalità, mezzi di trasporto e di<br />

comunicazione a terroristi — i quali rischiano<br />

la reclusione fino a 4 anni (la<br />

stesura precedente prevedeva una pena<br />

da 6 mesi a 4 anni).<br />

Disoccupati avrebbero pagato<br />

la tangente per entrare<br />

nelle cooperative di servizi<br />

NAPOLI, 13.<br />

«Mazzette» per svariati milioni di lire<br />

pur di entrare nelle cooperative per l’avviamento<br />

al lavoro nella raccolta differenziata<br />

dei rifiuti. E, sullo sfondo, la<br />

mano della camorra. È l’inquietante scenario<br />

ipotizzato in un’indagine della Digos<br />

di Napoli che ieri, negli uffici del<br />

Centro per l’impiego, ha acquisito una<br />

vasta documentazione riguardante centinaia<br />

di disoccupati. L'iniziativa segue di<br />

pochi giorni una serie di perquisizioni.<br />

L’inchiesta, coordinata dal pm della<br />

Direzione distrettuale antimafia, Maria<br />

Di Addea, riguarda la immissione in servizio<br />

di 420 senza lavoro nell’ambito del<br />

progetto regionale per la raccolta differenziata<br />

dei rifiuti. Sarebbero 13 al momento<br />

gli indagati che hanno ricevuto<br />

una informazione di garanzia contenente<br />

le ipotesi di reato di associazione mafiosa<br />

e di estorsione. L’inchiesta riguarda<br />

un consistente travaso di nomi di disoccupati<br />

passati da alcune cooperative,<br />

ritenute non in possesso dei requisiti richiesti<br />

nell’ordinanza commissariale, alle<br />

uniche due giudicate idonee: la «Cooperativa<br />

azzurra» e la «San Marco Service».<br />

Per il passaggio di un centinaio di<br />

soci, imposto dalla camorra, sarebbero<br />

state pagate tangenti.<br />

sconi e Verhofstadt, e che dovrebbe lasciare<br />

il posto ad un dibattito parlamentare<br />

senza voti finali e quindi ad una soluzione<br />

«bipartisan» così come auspicato<br />

dal centro destra.<br />

Proprio oggi il Governo, con il ministro<br />

della Giustizia, Castelli, ha fornito<br />

alla Camera la sua informativa in vista<br />

del vertice di Laeken. Comunicazioni,<br />

peraltro sollecitate dal centro sinistra<br />

che, polemicamente, aveva chiesto a<br />

Berlusconi di chiarire quale linea porterà<br />

al «summit» di domani dopo le nuove<br />

«intemperanze bossiane». Ma anche An<br />

ha chiesto ai Ds di precisare se la linea<br />

del partito è quella del segretario Fassino<br />

(più dialogante) o quella «giustizialista»<br />

di Violante. Le frecciate reciproche<br />

si sono comunque attenuate e, come ha<br />

notato Follini (Ccd) «le distanze si sono<br />

accorciate». Significativo che il diessino<br />

Angius abbia detto «sì» al dialogo ma<br />

con un netto «no» alla separazione delle<br />

carriere tra pm e giudici. Un nodo, questo,<br />

che nella Margherita non è sciolto:<br />

mentre i Popolari (la maggioranza, almeno)<br />

avevano già mostrato aperture in<br />

proposito, la componente dei Democratici<br />

continuano ad osteggiarla. E se in<br />

ambienti vicini a Rutelli si osserva che<br />

non c’è ancora il clima per lanciare<br />

quella conferenza sulla giustizia caldeggiata<br />

dal leader dell’Ulivo, Intini (Sdi)<br />

ha auspicato oggi alla Camera che, dopo<br />

quello in politica estera, «un accordo<br />

bipartisan si possa estendere anche alla<br />

politica della giustizia», augurandosi che<br />

la sinistra sappia definitivamente superare<br />

un approccio giustizialista per evitare<br />

«un replay degli Anni Novanta».<br />

Rogo nella clinica<br />

«Galeazzi» di Milano:<br />

assolto in appello<br />

l'imprenditore Ligresti<br />

MILANO, 13.<br />

È stato assolto in appello l’imprenditore<br />

Antonino Ligresti, ex presidente<br />

dell’Istituto ortopedico, imputato di<br />

omicidio colposo plurimo e di omissione<br />

delle norme sulla sicurezza per il rogo<br />

della camera iperbarica della clinica<br />

«Galeazzi» di Milano dove il 31 ottobre<br />

1997 morirono undici persone. Ligresti,<br />

che in primo grado era stato condannato<br />

a 3 anni e mezzo di reclusione, è stato<br />

assolto perché il fatto non costituisce<br />

reato. La Corte ha inoltre ridotto le pene,<br />

da 5 anni e mezzo a 4 anni, per<br />

Giorgio Oriani, primario di ossigenoterapia,<br />

e da 4 anni e mezzo a 3 anni e 8<br />

mesi per Silvano Ubbiali, all’epoca consigliere<br />

delegato per la sicurezza.<br />

Confermata solo una condanna, quella<br />

a 4 anni di reclusione inflitta al tecnico<br />

Andrea Bini. Oriani, Ubbiali e Bini<br />

erano imputati di incendio colposo, omicidio<br />

colposo plurimo e omissione delle<br />

norme sulla sicurezza.<br />

L'accusa, rappresentata dal sostituto<br />

procuratore generale Nunzia Gatto, aveva<br />

chiesto la conferma della sentenza di<br />

primo grado. Per il pm, alla base della<br />

tragedia ci furono la violazione di una<br />

serie di norme di sicurezza, «incuria»,<br />

«sciatteria» e «superficialità». Tra gli<br />

esempi di violazione delle norme di sicurezza<br />

portati in aula dall’accusa, il mancato<br />

controllo dei pazienti prima di sottoporli<br />

al trattamento di ossigenoterapia,<br />

l’assenza del tecnico alla «consolle»<br />

di controllo esterna, la rimozione della<br />

doccetta antincendio all’interno della camera<br />

iperbarica e il serbatoio dell’impianto<br />

antincendio vuoto.<br />

Neve anche a quote basse<br />

su molte zone del settore<br />

orientale della Penisola<br />

ROMA, 13.<br />

Da questa mattina nevica, anche a<br />

quote basse, sul settore orientale della<br />

Penisola. Nelle Marche si registrano problemi<br />

alla circolazione stradale lungo i<br />

passi appenninici, come sul valico della<br />

Contessa. Catene montate o pneumatici<br />

da neve sono necessari per attraversare<br />

il passo di Bocca Trabaria e quello di<br />

Fossato di Vico. Lungo l’«A14» e le principali<br />

arterie della regione il traffico è<br />

regolare. La neve caduta in Abruzzo sta<br />

creando difficoltà e disagi sull’autostrada<br />

«A25», nel tratto compreso fra Torre<br />

dei Passeri e Pescina dove si segnalano<br />

incidenti di lieve entità con incolonnamento<br />

di mezzi pesanti. Obbligatorie le<br />

catene su diverse statali dell'Aquilano,<br />

del Pescarese e del Chietino.<br />

In Molise il manto bianco ha raggiunto<br />

i 20-30 centimetri di altezza. Uno<br />

strato di ghiaccio ha reso insidiose numerose<br />

strade in particolare la «Fondovalle<br />

del Biferno» sul raccordo che collega<br />

Campobasso a Termoli e sui passi appenninici<br />

di Castelpetroso e di Staffoli.<br />

Anche Puglia, Basilicata e Calabria sono<br />

attanagliate in una morsa di gelo.<br />

Nel Catanzarese nevica in località a 300-<br />

400 metri di altitudine, sul Gargano lo<br />

strato ha raggiunto i 25 centimetri.

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