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L'OSSERVATORE ROMANO

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<strong>L'OSSERVATORE</strong><strong>ROMANO</strong><br />

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ViadelPellegrino00120CITTÀDELVATICANO-Segreteria<br />

di Redazione 0669883461/0669884442 - fax 0669883675<br />

Servizio fotografico 0669884797 - Ufficio Marketing,<br />

Diffusione e Abbonamenti 0669899470/471/483<br />

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SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - ROMA<br />

CONTO CORRENTE POSTALE N. 649004<br />

GIORNALE QUOTIDIANO<br />

UNICUIQUE SUUM<br />

POLITICO RELIGIOSO<br />

NON PRAEVALEBUNT<br />

ABBONAMENTI 2 Anni Annuo Semestre<br />

VATICANO E ITALIA<br />

Quotidiano . . . . . . . . . . L. 726.000 - : 374,95 L. 372.000 - : 192,12 L. 186.000 - : 96,06<br />

L'Osservatore della Domenica . — L. 87.000 - : 44,93 L. 43.500 - : 22,47<br />

Cumulativo . . . . . . . . . — L. 441.000 - : 227,76 L. 220.500 - : 113,88<br />

ESTERO (VIA ORDINARIA)<br />

Quotidiano . . . . . . . . . . — $ 366 —<br />

L'Osservatore della Domenica . — $ 81 —<br />

Copia L. 1.500 - : 0,77<br />

Copia arretrata L. 2.500 - : 1,29<br />

Copia spedita:<br />

Italia L. 3.000 - ; 1,55<br />

Europa zona euro L. 4.000 - ; 2,07<br />

Europa Extra euro L. 4.000 - US$ 3,00<br />

Extra Europa L. 6.000 - US$ 4,00<br />

Anno CXLI - N. 298 (42.936) CITTÀ DEL VATICANO Domenica 30 Dicembre 2001<br />

MEDIO ORIENTE La diminuzione delle violenze potrebbe favorire la ripresa delle trattative di pace<br />

I palestinesi chiedono il ritorno<br />

del mediatore statunitense Zinni<br />

TEL AVIV, 29.<br />

La direzione palestinese ha chiesto ieri<br />

agli Stati Uniti un «rapido ritorno»<br />

nella regione del mediatore Anthony<br />

Zinni per valutare la possibilità di applicare<br />

le raccomandazioni contenute nel<br />

rapporto della Commissione Mitchell e<br />

nel memorandum del Direttore della<br />

Cia, George Tenet. L'organismo, del<br />

quale fanno parte i membri del Governo<br />

dell’Autorità Palestinese (Ap) e del Comitato<br />

esecutivo dell’Olp, ha sottolineato<br />

«l’importanza del ruolo svolto dall’Amministrazione<br />

americana nel processo<br />

di pace, con il sostegno della Russia<br />

e dell’Unione Europea».<br />

Il piano messo a punto dalla Commissione<br />

guidata dall’ex Senatore democratico<br />

statunitense George Mitchell indica<br />

l'iter da seguire per giungere alla ripresa<br />

delle trattative sullo status definitivo dei<br />

Territori. Secondo il progetto, dopo la<br />

fine delle violenze vanno assunte misure<br />

per ristabilire la fiducia tra le due parti,<br />

tra le quali il blocco della colonizzazione<br />

da parte di Israele, per poi avviare la fase<br />

negoziale.<br />

La recente diminuzione degli scontri<br />

sembra favorire la possibilità di ripresa<br />

del dialogo. Il Ministro degli esteri israeliano,<br />

Shimon Peres, si accinge ad incontrare<br />

nei prossimi giorni il Presidente<br />

del Consiglio legislativo palestinese,<br />

Ahmed Qrei, per definire le linee di un<br />

accordo di transizione.<br />

Il Premier Ariel Sharon ha però sconfessato<br />

l'iniziativa di Peres, chiedendo<br />

l'assoluta fine delle violenze prima del<br />

rilancio delle trattative. È vero che dopo<br />

l’energico discorso televisivo pronunciato<br />

undici giorni fa da Arafat le violenze<br />

sul terreno sono calate, ma si tratta di<br />

ARGENTINA Crollo in Borsa e dimissioni ai vertici<br />

Proteste della popolazione<br />

e disordini nella capitale<br />

BUENOS AIRES, 29.<br />

Nuovi disordini a Buenos Aires dopo<br />

le sanguinose violenze (28 morti e centinaia<br />

di feriti) della settimana scorsa che<br />

avevano costretto alle dimissioni il Presidente<br />

della Repubblica, il radicale Fernando<br />

de la Rúa. Nella notte tra ieri e<br />

oggi, una folla di dimostranti si è riversata<br />

nella Plaza de Mayo e alcuni gruppi<br />

più esagitati hanno fatto irruzione nella<br />

sede del Parlamento abbandonandosi ad<br />

atti di vandalismo e appiccando un incendio,<br />

che è stato però rapidamente<br />

domato. Le forze di polizia hanno poi<br />

ripreso il controllo della piazza disperdendo<br />

i dimostranti con il lancio di granate<br />

lacrimogene. Secondo le informazioni<br />

disponibili, non si lamentano morti<br />

o feriti gravi.<br />

Oltre che sul fronte dell'ordine pubblico,<br />

la situazione è tesa sui versanti economico<br />

e politico. La giornata di ieri,<br />

infatti, ha fatto registrare un crollo (-8<br />

per cento con punte di -11) della Borsa,<br />

che aveva riaperto i battenti dopo una<br />

settimana di chiusura. Nelle stesse ore,<br />

il Presidente provvisorio, il peronista<br />

Adolfo Rodrìguez Saá, ha imposto le dimissioni<br />

al presidente della Banca nazionale<br />

David Exposito, che era stato nominato<br />

solo due giorni fa. Invadendo tra<br />

l'altro il campo della Banca Centrale,<br />

Exposito si era lanciato in una serie di<br />

valutazioni imprudenti in merito all'«argentino»,<br />

la terza moneta che il Governo<br />

intende mettere in circolazione il mese<br />

prossimo. Infine, si è dimesso spontaneamente<br />

un consigliere del Presidente<br />

Rodríguez Saà, l'ex sindaco della capita-<br />

le Carlos Grosso preso di mira dai dimostranti<br />

di Plaza de Mayo.<br />

La manifestazione popolare, culminata<br />

nell'irruzione in Parlamento, è partita<br />

dai quartieri dove vive la classe media,<br />

stremata dalla crisi economica. Gli abitanti<br />

hanno inscenato il cosiddetto «cacerolazo»<br />

(rumorosi concerti con pentole<br />

e coperchi) per protestare contro il<br />

blocco del denaro nei conti correnti e<br />

per denunciare la permanenza nelle<br />

stanze del potere di elementi corrotti o<br />

comunque di dubbia moralità. Uno dei<br />

personaggi contestati era per l'appunto<br />

Carlos Grosso. Quest'ultimo — riferisce<br />

l'agenzia «Ansa» — un settimana fa, al<br />

momento di assumere l'incarico, aveva<br />

dichiarato che il Capo dello Stato lo aveva<br />

scelto non per la fedina penale ma<br />

per la sua intelligenza.<br />

Dai quartieri periferici i dimostranti<br />

sono poi affluiti durante la notte nella<br />

Plaza de Mayo, dove sono stati affrontati<br />

e dispersi dalle forze dell'ordine.<br />

In una giornata tesa e difficile, l'unica<br />

buona notizia è venuta dagli Stati Uniti<br />

che hanno assicurato la propria disponibilità<br />

a fornire, attraverso il Fondo monetario<br />

internazionale (Fmi), aiuti finanziari<br />

per permettere all'Argentina di recuperare<br />

una crescita economica sostenibile.<br />

In un colloquio telefonico con il<br />

Presidente Rodríguez Saá, Bush ha reso<br />

noto che in conversazioni avute con i<br />

colleghi di altri Paesi occidentali è emersa<br />

«una quasi unanimità» nella volontà<br />

di sostenere gli sforzi di stabilizzazione e<br />

di risanamento avviati dal nuovo Governo<br />

di Buenos Aires.<br />

Cronache del 2001<br />

In omaggio<br />

a tutti<br />

gli abbonati<br />

l'almanacco<br />

de L'Osservatore<br />

Romano,<br />

per ripercorrere<br />

attraverso testi,<br />

immagini<br />

ed una dettagliata<br />

cronologia<br />

i principali<br />

avvenimenti<br />

dell'anno<br />

che sta<br />

per concludersi<br />

e che ha segnato<br />

anche il 140°<br />

anniversario<br />

del giornale<br />

Un palestinese lancia gas lacrimogeno contro una postazione israeliana a Ramallah<br />

una pausa e non di una svolta strategica,<br />

ha detto ieri il Capo di stato maggiore<br />

israeliano, Shaul Mofaz. L'Ap «è impregnata<br />

da capo a piedi di elementi terroristici<br />

attivi», ha aggiunto.<br />

La tensione è salita quando in un volantino<br />

Hamas ha definito «inaccettabi-<br />

le» il piano messo a punto da Peres e<br />

Qrei e ha minacciato di tornare al più<br />

presto in azione. Da parte sua la Jihad<br />

islamica, che pochi giorni fa aveva annunciato<br />

la sospensione degli attacchi<br />

armati, ha rivendicato un agguato teso a<br />

un convoglio militare israeliano presso<br />

Netzarim, nella Striscia di Gaza. I servizi<br />

di sicurezza di Tel Aviv ritengono<br />

inoltre che l’attentato avvenuto martedì<br />

scorso nella valle del Giordano, nel quale<br />

due militanti arabi e un soldato israeliano<br />

sono rimasti uccisi, sia stato compiuto<br />

da guerriglieri libanesi Hezbollah.<br />

Intanto è stata revocata la chiusura militare<br />

di Betlemme, anche se, secondo<br />

fonti palestinesi, l’Esercito ha rafforzato<br />

il blocco attorno a Jenin e Tulkarem.<br />

Peres si è detto comunque fiducioso<br />

sulla possibilità di concordare con i palestinesi<br />

una nuova tabella di marcia. Il<br />

piano dovrebbe consentire in dodici mesi<br />

di trattative di trovare soluzioni a tutti<br />

i maggiori ostacoli che impediscono un<br />

accordo di pace, tra i quali la definizione<br />

dei confini dello Stato palestinese, la<br />

questione dei coloni e il ritorno dei profughi.<br />

Ma il capo uscente dell’intelligence<br />

israeliana, Amos Malca, e il Coordinatore<br />

delle attività nei Territori, Amos<br />

Ghilad, hanno avvertito che Tel Aviv<br />

non potrà mai firmare un trattato di pace<br />

definitivo con Arafat, ritenuto da<br />

Sharon direttamente coinvolto negli attentati<br />

terroristici.<br />

Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice<br />

Cappella Papale<br />

per l'Ordinazione dei Vescovi<br />

nella Solennità dell'Epifania del Signore<br />

Notificazione<br />

Domenica 6 gennaio 2002, Solennità dell’Epifania del Signore, alle ore 9,<br />

nella Patriarcale Basilica Vaticana, il Santo Padre Giovanni Paolo II presiederà<br />

la solenne Cappella Papale nel corso della quale conferirà l’Ordinazione<br />

episcopale ai seguenti Presbiteri:<br />

* * *<br />

1. Mons. GIUSEPPE PINTO, del clero della Diocesi di Conversano-Monopoli,<br />

nato il 26 maggio 1952, ordinato Presbitero il 1 o aprile 1978, eletto Arcivescovo<br />

titolare di Anglona e nominato Nunzio Apostolico in Senegal e Delegato<br />

Apostolico in Mauritania il 4 dicembre 2001.<br />

2. Mons. CLAUDIO GUGEROTTI, del clero della Diocesi di Verona, nato il<br />

7 ottobre 1955, ordinato Presbitero il 29 maggio 1982, eletto Arcivescovo titolare<br />

di Ravello e nominato Nunzio Apostolico in Georgia, Armenia e Azerbaigian<br />

il 7 dicembre 2001.<br />

3. Mons. ADOLFO TITO YLLANA, del clero della Arcidiocesi di Caceres,<br />

nato il 6 febbraio 1948, ordinato Presbitero il 19 marzo 1972, eletto Arcivescovo<br />

titolare di Montercorvino e nominato Nunzio Apostolico in Papua Nuova<br />

Guinea il 13 dicembre 2001.<br />

4. Mons. GIOVANNI D’ANIELLO, del clero della Diocesi di Aversa, nato il<br />

5 gennaio 1955, ordinato Presbitero l’8 dicembre 1978, eletto Arcivescovo titolare<br />

di Paestum e nominato Rappresentante Pontificio nella Repubblica Democratica<br />

del Congo il 15 dicembre 2001.<br />

5. Mons. DANIEL MIZONZO, del clero della Diocesi di Nkayi, nato il 29<br />

settembre 1953, ordinato Presbitero il 12 luglio 1981, eletto Vescovo di Nkayi<br />

(Repubblica del Congo) il 16 ottobre 2001.<br />

6. Mons. Louis PORTELLA, del clero della Diocesi di PointeNoire, nato il<br />

28 luglio 1942, ordinato Presbitero il 31 dicembre 1967, eletto Vescovo di Kinkala<br />

(Repubblica del Congo) il 16 ottobre 2001.<br />

7. Mons. MARCEL UTEMBI TAPA, del clero della Diocesi di Mahagi-Nioka,<br />

nato il 7 gennaio 1959, ordinato Presbitero il 29 giugno 1984, eletto Vescovo<br />

di Mahagi-Nioka (Repubblica Democratica del Congo) il 16 ottobre 2001.<br />

8. Mons. FRANCO AGOSTINELLI, del clero della Diocesi di Arezzo, nato il<br />

1 o gennaio 1944, ordinato Presbitero il 9 giugno 1968, eletto Vescovo di Grosseto<br />

(Italia) il 17 novembre 2001.<br />

9. Mons. AMANDIO JOSÉ TOMÁS, del clero della Diocesi di Vila Real, nato<br />

il 23 aprile 1943, ordinato Presbitero il 15 agosto 1967, eletto Vescovo titolare<br />

di Feradi maggiore e nominato Ausiliare dell’Arcivescovo di Évora (Portogallo)<br />

il 5 ottobre 2001.<br />

10. Mons. VITTORIO LANZANI, del clero della Diocesi di Pavia, nato il 14<br />

giugno 1951, ordinato Presbitero il 3 aprile 1976, eletto Vescovo titolare di Labico<br />

e nominato Delegato della Fabbrica di San Pietro il 17 novembre 2001.<br />

* * *<br />

Il Rito dell’Ordinazione episcopale, celebrato nella solennità della Manifestazione<br />

del Verbo incarnato, evidenzia anche l’Epifania della Chiesa, chiamata<br />

ad essere, come Cristo, «luce delle genti» e punto di incontro per tutti i popoli<br />

della terra ai quali Cristo ha inviato i suoi Apostoli che continuano, nei<br />

Vescovi loro successori, la sua missione di salvezza.<br />

* * *<br />

Tutti coloro che, in conformità al Motu Proprio «Pontificalis Domus», compongono<br />

la Cappella Pontificia e desiderano partecipare alla celebrazione liturgica,<br />

sono pregati di trovarsi alle ore 8.30 presso l’Altare della Confessione<br />

nella Basilica Vaticana, per occupare il posto che verrà loro indicato.<br />

Quanto all’abito richiesto per l’occasione, vorranno attenersi alle seguenti<br />

indicazioni:<br />

— i Signori Cardinali, i Patriarchi, gli Arcivescovi ed i Vescovi sulla veste<br />

propria indosseranno il rocchetto e la mozzetta;<br />

— gli Abati e i Religiosi: il proprio abito corale;<br />

— i Prelati: il rocchetto e la mantelletta, o la cotta, sopra la veste paonazza<br />

con fascia paonazza, a seconda del proprio grado;<br />

— i Cappellani di Sua Santità: la cotta sopra la talare filettata con fascia<br />

paonazza.<br />

A norma della Costituzione Apostolica «Pontificalis Romani» del 18 giugno<br />

1968, i Cardinali, i Patriarchi, gli Arcivescovi e i Vescovi presenti al Rito in<br />

abito corale potranno partecipare all’atto sacramentale dell’imposizione delle<br />

mani e pronunciare le parole essenziali della preghiera di Ordinazione.<br />

Città del Vaticano, 28 dicembre 2001<br />

Per mandato del Santo Padre<br />

✠ PIERO MARINI<br />

Vescovo Titolare di Martirano<br />

Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie<br />

IL NOSTRO GRIDO A DIO PER LA PACE<br />

Nella città<br />

del «pacificato»<br />

che divenne pacificatore<br />

ALBERTO MIGONE<br />

Q uesta<br />

guerra e gli attentati<br />

terroristici, che l’hanno<br />

preceduta e determinata,<br />

non hanno seminato rovine e lutti<br />

solo in coloro che ne sono stati<br />

traumaticamente travolti. In<br />

ognuno di noi si è come infranto<br />

qualcosa.<br />

«Terrorismo, ritorsione, legittima<br />

difesa, guerra e pace» che<br />

spesso erano per noi problemi<br />

astratti, su cui magari astrattamente<br />

discutere, dopo l’11 settembre<br />

si sono imposti alla nostra<br />

coscienza nella loro cruda<br />

realtà, anche perché hanno fatto<br />

riemergere alla memoria le tante<br />

guerre dimenticate e le violenze<br />

che sembrano non meritare le<br />

luci della ribalta e vengono archiviate<br />

troppo spesso come<br />

«guerre regionali» quasi che<br />

l’aggettivo possa attenuare il peso<br />

per chi le vive magari da decenni.<br />

Ci siamo così trovati improvvisamente<br />

di fronte a interrogativi<br />

per i quali risposte facili non ci<br />

sono e gli slogan da chiunque<br />

gridati non appagano. Sì, tante<br />

nostre sicurezze sono crollate.<br />

* * *<br />

Molte voci si sono levate per<br />

rassicurarci e convincerci, troppo<br />

spesso però interessate e di parte.<br />

Quella del Papa è stata, fin<br />

dall’inizio di questa spaventosa<br />

crisi, l’unica veramente credibile,<br />

perché ha saputo indicare i mezzi<br />

veri per edificare la pace.<br />

Non può essere certo il terrorismo<br />

che «nasce dall’odio e ingenera<br />

isolamento, diffidenza e<br />

chiusura». Servono la giustizia e<br />

l’amore che, mentre difendono<br />

dagli atti terroristici, impongono<br />

di «risolvere con coraggio e determinazione<br />

le eventuali situazioni<br />

di oppressione e di emarginazione.<br />

Il reclutamento del terrorismo,<br />

infatti, è più facile nei<br />

contesti sociali in cui i diritti vengono<br />

conculcati e le ingiustizie<br />

troppo a lungo tollerate». La pace,<br />

però, postula anche «la capacità<br />

di perdono che sta alla base<br />

di ogni progetto di una società<br />

futura più giusta e solidale».<br />

Questi i cardini su cui poggia —<br />

in noi e intorno a noi — un’autentica<br />

cultura di pace.<br />

Ma il Papa ci ha ricordato anche<br />

un’altra verità, più difficile<br />

da accettare per l’uomo di oggi,<br />

al quale, però, può essere offerta<br />

come proposta di speranza:<br />

l’umano da solo non basta. È Dio<br />

che dona la pace: di qui l’esigenza<br />

di chiederla incessantemente,<br />

mediante la preghiera costante,<br />

unita al digiuno, alla penitenza,<br />

alla carità. Sono i mezzi<br />

poveri che il Papa mette nelle<br />

mani di ciascuno di noi nella<br />

certezza che possono cambiare<br />

il mondo, perché possono cambiare<br />

il cuore di ogni uomo, anche<br />

di chi è (o sembra) più lontano.<br />

Vicino a questa preghiera, personale<br />

e silenziosa, è opportuno<br />

che ci siano anche «gesti pubblici<br />

di pace e parole solenni di<br />

speranza». L’umanità ne ha bisogno.<br />

È questo lo spirito con cui<br />

Giovanni Paolo II ha invitato i<br />

rappresentanti delle religioni del<br />

mondo a ritrovarsi il prossimo 24<br />

gennaio ad Assisi. È la città di<br />

San Francesco «il pacificato»,<br />

che divenne pacificatore perché<br />

capace di parlare ad ognuno e di<br />

amare anche i più diversi e lontani.<br />

Ad Assisi si pregherà coralmente<br />

per la pace, ma la presenza<br />

insieme al Papa di tanti<br />

capi religiosi vuol sottolineare,<br />

anche visivamente, che «la religione<br />

non deve mai diventare<br />

motivo di conflitto, di odio e di<br />

violenza». Di più: «le confessioni<br />

cristiane e le grandi religioni<br />

dell’umanità devono collaborare<br />

tra loro per eliminare le cause<br />

sociali e culturali del terrorismo,<br />

insegnando la grandezza e la di-<br />

gnità della persona e diffondendo<br />

una maggiore consapevolezza<br />

dell’unità del genere umano».<br />

Questo impegno deve essere<br />

particolarmente forte nei leader<br />

religiosi cristiani, ebrei, musulmani,<br />

che sono oggi investiti di<br />

una grande responsabilità: rifiutare<br />

ai violenti ogni forma di legittimazione<br />

religiosa e morale.<br />

Odiare o uccidere in nome di Dio<br />

è profanazione della religione.<br />

* * *<br />

La pace, che poggia sulla giustizia<br />

e sul perdono e per la<br />

quale il Papa invita a pregare,<br />

non può rimanere un valore alto<br />

che affascina: deve tradursi in<br />

strumenti di pace, in azioni concrete<br />

che rimuovano tutto ciò<br />

che la rende difficile o impossibile.<br />

È questo un impegno tipico di<br />

donne e uomini cristiani, capaci<br />

contemporaneamente di contemplare<br />

il cielo e di prendersi cura<br />

della terra. Il magistero del Papa<br />

ci ricorda che cieli nuovi e terre<br />

nuove sono possibili, che quanto<br />

Isaia dice non è poesia: questa<br />

profezia, però, deve diventare<br />

cultura che si attualizza sul metro<br />

della realtà di oggi e fa mentalità:<br />

diviene poi politica che sa<br />

trovare mezzi e modi concreti di<br />

applicazione. Tutto questo postula<br />

cristiani che pensano, elaborano,<br />

inventano, rischiano anche<br />

perché accettano di giocare in<br />

campo aperto, fuori dall’ombra<br />

rassicurante del campanile.<br />

Come fiorentino, ripenso all’azione<br />

di Giorgio La Pira negli<br />

anni ’50: tempi di guerra fredda,<br />

di blocchi contrapposti, di pace<br />

sempre minacciata, perché fondata<br />

esclusivamente sull’equilibrio<br />

delle armi. Eppure con i<br />

«Convegni per la pace e la civiltà<br />

cristiana» e gli «Incontri Mediterranei»<br />

— pregati, pensati e<br />

realizzati in mezzo a tante incomprensioni<br />

— creò occasioni<br />

di dialogo, che costruirono ponti<br />

e nel tempo fecero crollare barriere.<br />

Quale profezia realizzata<br />

far sedere in quegli anni allo<br />

stesso tavolo francesi e algerini!<br />

Oggi c’è bisogno di questa<br />

creatività.<br />

Certo la situazione odierna è<br />

diversa rispetto al passato e anche<br />

le esperienze più valide non<br />

possono essere meccanicamente<br />

ripetute. Ciò che divide e minaccia<br />

la pace non sono le ideologie,<br />

ma le palesi ingiustizie che<br />

contrappongono il mondo dell’opulenza<br />

a quello dell’estrema<br />

povertà.<br />

Per un cristiano non basta proclamare<br />

la giustizia: deve, per<br />

quanto può, fare giustizia, ritrovando<br />

strumenti per realizzarla.<br />

Di qui la necessità dello studio,<br />

della competenza, del realismo,<br />

ma sempre in un’ottica evangelica<br />

che impone di partire, nella<br />

riflessione e nella concretezza<br />

dell’attuazione, non dagli interessi<br />

di chi ha già (persone e popoli)<br />

ma da coloro che non hanno il<br />

minimo per sopravvivere pur<br />

avendone diritto pieno. Quanto,<br />

nel nostro quotidiano benessere,<br />

siamo capaci di rispondere al<br />

grido dei poveri vivendo l’obbedienza<br />

evangelica dell’amore?<br />

È operando in questa direzione<br />

che si fa la pace in una fedeltà<br />

a Cristo, che, in certe situazioni,<br />

può diventare martirio. Gli<br />

esempi non mancano e segnano<br />

la storia di un’autentica santità.<br />

* * *<br />

E così il venir meno di tante<br />

certezze, su cui riposavamo, ci<br />

spinge come cristiani ad un’attenzione<br />

rinnovata ai problemi<br />

del mondo, visti ora in un’ottica<br />

diversa, in cui la dimensione<br />

economica e politica è vivificata<br />

da valori forti come pace, giustizia,<br />

amore e perdono. Tante sono<br />

le situazioni che anche il nostro<br />

egoismo ha reso drammatiche.

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