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AFRICA<br />
PAGINA<br />
8 .<br />
Il cammino<br />
della Chiesa<br />
<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Giovedì 6 Dicembre 2001<br />
Con il grande giubileo del 2000 l'evangelizzazione<br />
dello Zambia ha ricevuto un<br />
notevole impulso. A suscitarlo è stata una<br />
iniziativa editoriale unica e singolare: la<br />
diffusione della Bibbia non solo nello<br />
Zambia ma anche nei Paesi limitrofi. È<br />
documentato in una pubblicazione che associa<br />
racconto scritto e «racconto» fotografico.<br />
I testi scritti a più mani sono accompagnati<br />
da una documentazione fotografica a<br />
colori della vita, dei luoghi e delle vicen-<br />
Un appello della Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti d'America<br />
Speranza e futuro dell'Africa<br />
dipendono dalla solidarietà<br />
«Appello alla solidarietà con l'Africa»<br />
è il titolo di un recente documento con<br />
il quale i Vescovi degli Stati Uniti hanno<br />
voluto ricordare al proprio Paese, e più<br />
in generale alla comunità internazionale,<br />
la necessità di non perdere di vista la situazione<br />
del continente africano.<br />
I Presuli hanno manifestato la loro<br />
preoccupazione per il proliferare delle<br />
guerre, il deterioramento delle infrastrutture<br />
scolastiche e sanitarie, l'indebolimento<br />
delle strutture sociali e comunitarie<br />
e la crescente diffusione delle<br />
malattie e di altre minacce per la vita<br />
dei popoli.<br />
«La speranza e il futuro dell'Africa»<br />
hanno scritto i Vescovi, «non possono<br />
essere spenti dall'indifferenza e dalla<br />
mancanza di azione». Si sono rivolti direttamente<br />
al Governo di Washington<br />
affermando che «la mancanza di una seria<br />
attenzione del nostro Paese verso i<br />
bisogni dell'Africa rappresenta uno scandalo».<br />
«Come americani» hanno spiegato<br />
i membri della Conferenza Episcopale,<br />
«riconosciamo la particolare posizione di<br />
cui beneficiano gli Stati Uniti, essendo<br />
una delle Nazioni più ricche del pianeta,<br />
ma il privilegio non può essere scisso<br />
dalla responsabilità.<br />
Non possiamo adempiere ai nostri obblighi<br />
morali verso i poveri della terra<br />
semplicemente permettendo che alcune<br />
briciole cadano dalla mensa dell'abbondanza<br />
materiale e giungano alle Nazioni<br />
e ai popoli dell'Africa sub-sahariana».<br />
Nel documento i Vescovi analizzano cinque<br />
aree che richiedono un intervento<br />
urgente da parte della comunità internazionale.<br />
La prima è quella della povertà,<br />
del debito e dello sviluppo.<br />
Circa 300 milioni di africani (quasi l'equivalente<br />
della popolazione nordamericana)<br />
sono di fatto obbligati a vivere in<br />
condizioni di estrema povertà, avendo<br />
meno di un dollaro al giorno per sopravvivere.<br />
In molti Paesi, inoltre, il fardello<br />
rappresentato dal pagamento degli<br />
interessi del debito estero brucia un<br />
quarto delle risorse finanziarie pubbliche,<br />
togliendole a settori essenziali come<br />
quelli della sanità e dell'istruzione.<br />
I Vescovi hanno sottolineato che il<br />
contributo allo sviluppo garantito dagli<br />
Stati Uniti è, in termini di percentuale<br />
rispetto al Prodotto Interno Lordo, uno<br />
dei più esigui fra quelli dei Paesi industrializzati<br />
Il secondo punto è quello sanitario. I<br />
Vescovi hanno chiesto una maggiore assistenza<br />
in questo settore da parte delle<br />
Nazioni ricche, ricordando l'urgenza di<br />
rendere i medicinali accessibili ai popoli<br />
dell'Africa e la necessità di disporre di<br />
almeno 5 miliardi di dollari per cominciare<br />
a intervenire seriamente contro<br />
l'allarmante diffondersi dell'AIDS.<br />
Un altro problema riguarda l'ambito<br />
educativo. Il corpo docente è stato decimato<br />
dai conflitti, dalle malattie e da altri<br />
fattori, i bambini sono spesso costretti<br />
a rinunciare agli studi, a volte perché<br />
obbligati a combattere nonostante la loro<br />
età. Nel testo della Conferenza Episcopale<br />
nordamericana si invita sia la<br />
comunità ecclesiale nazionale sia le au-<br />
Camerun: il X anniversario<br />
dell'Ateneo cattolico «UCAC»<br />
L'università cattolica dell'Africa centrale<br />
festeggia in questo periodo il decimo<br />
anniversario della fondazione.<br />
Fondata il 30 settembre 1991 dall’Associazione<br />
delle Conferenze episcopali<br />
dell’Africa centrale (Acerac) che comprende<br />
Camerun, Repubblica Centroafricana,<br />
Congo, Gabon, Guinea equatoriale<br />
e Ciad ha la sua sede a Yaoundé in Camerun.<br />
Dal 16 al 18 novembre l’Università ha<br />
festeggiato i suoi primi dieci anni di vita<br />
con una serie di conferenze e di cerimonie.<br />
Il primo giorno ha avuto come obiettivo<br />
«la riconciliazione» tra insegnamento<br />
accademico universitario e l’esperienza<br />
professionale. Studenti e professionisti<br />
hanno parlato dei metodi di formulazione<br />
e di presentazione dei progetti.<br />
Inoltre rappresentanti del Ministero dell’agricoltura<br />
e dell’Amministrazione territoriale<br />
hanno esposto le procedure di<br />
registrazione e legalizzazione delle Ong.<br />
Infine diversi banchieri e direttori di organismi<br />
di credito hanno presentato le<br />
strategie di ricerca dei finanziamenti.<br />
La seconda giornata è stata caratterizzata<br />
dall’apertura ufficiale dell’Anno accademico.<br />
A questa solenne cerimonia<br />
erano presenti numerose personalità, tra<br />
le quali il Card. Christian Tumi, Arcivescovo<br />
di Douala e Gran Cancelliere dell’Ucac;<br />
l'Arcivescovo Mons. Giuseppe<br />
Pittau, Segretario della Congregazione<br />
per l’Educazione Cattolica, venuto appositamente<br />
da Roma; l'Arcivescovo Mons.<br />
Felix Prieto Del Blanco, Nunzio Apostolico;<br />
il ministro camerunense dell’educazione.<br />
Tutti gli interventi hanno sottolineato<br />
la vocazione dell’Università nella<br />
formazione integrale dell’uomo e del cittadino.<br />
La terza e ultima giornata dei festeggiamenti<br />
è stata dedicata al ringrazia-<br />
torità politiche a sostenere in modo concreto<br />
gli sforzi delle Chiese africane e<br />
delle società civili volti a promuovere un<br />
accesso a scuole di buon livello.<br />
Nel documento si sottolinea anche la<br />
necessità di dar vita a un sistema commerciale<br />
equo, che comporti una riduzione<br />
delle barriere doganali e il rispetto,<br />
nell'organizzazione del lavoro e nella<br />
valutazione dell'impatto ambientale delle<br />
attività produttive, di parametri in grado<br />
di tutelare i diritti e la dignità di tutti.<br />
Ultimo ma fondamentale fattore è<br />
quello della pace. I Vescovi nordamericani<br />
hanno sottolineato come alcuni<br />
cruenti conflitti continuino a devastare<br />
l'Africa. In particolare è stata definita<br />
penosa la manipolazione d'identità culturali<br />
ed etniche quale fonte di guerre<br />
assurde. Inoltre, hanno osservato i Vescovi,<br />
il legame fra conflitti e sfruttamento<br />
delle risorse naturali (in primo<br />
luogo il petrolio e i diamanti) appare<br />
ora più chiaro.<br />
Perciò hanno lanciato un appello alle<br />
autorità nazionali e internazionali, alle<br />
istituzioni finanziarie, ai gruppi privati<br />
che svolgono attività di ricerca, di pro-<br />
mento: una Messa solenne è stata concelebrata<br />
al campus di Nkolbisson. Insieme<br />
al Card. Tumi hanno concelebrato<br />
il Nunzio Apostolico; Mons. André Wouking,<br />
Arcivescovo di Yaoundé; Mons.<br />
Anatole Milandou, Arcivescovo di Brazzaville<br />
(Congo); Mons. Ernest Kombo,<br />
Vescovo di Owando (Congo); Mons. Timothée<br />
Modibo-Nzockena, Vescovo di<br />
Franceville (Gabon). Nell’omelia il Card.<br />
Tumi ha sottolineato il carattere transitorio<br />
ed effimero della vita dell’uomo,<br />
che deve invitare il cristiano a prepararsi<br />
alla conclusione della vita terrena nella<br />
serenità.<br />
L’Ucac comprende attualmente tre<br />
«Campus» universitari: quelli di Nkolbisson<br />
e di Ekonou e la Scuola per infermieri<br />
di Messa. L’Università è anche<br />
membro dell’Associazione delle Università<br />
e Istituti cattolici di Africa e Madagascar<br />
(Asunicam) insieme ad Abidjan (Costa<br />
d’Avorio), Kinshasa (Repubblica democratica<br />
del Congo), Port-Harcourt<br />
(Nigeria), Nairobi (Kenya) e Antananarivo<br />
(Madagascar). Fa anche parte della<br />
Federazione internazionale delle Università<br />
cattoliche (Fiuc). Il suo obiettivo,<br />
nei Paesi dell’Africa centrale, è di contribuire<br />
alla formazione superiore e, in seno<br />
alla comunità universitaria internazionale,<br />
vuole essere un luogo di studi<br />
delle trasformazioni che riguardano il<br />
divenire dell’uomo sul continente africano.<br />
L’Università comprende diverse facoltà:<br />
scienze sociali, filosofia e teologia,<br />
diritto canonico e la scuola per infermieri.<br />
Per l’anno accademico 2001/2002 sono<br />
iscritti nei tre cicli circa 2.000 studenti,<br />
provenienti da una decina di Paesi<br />
africani e dalla Francia. Tra i progetti<br />
futuri è in esame la creazione di altri<br />
due istituti: una scuola di ingegneria a<br />
Douala (Camerun) e una scuola tecnica<br />
superiore a Ponte Noire (Congo Brazzaville).<br />
duzione e di vendita di risorse naturali,<br />
affinché adottino codici di condotta che<br />
impediscano loro di contribuire ad accrescere<br />
la corruzione, la repressione e i<br />
conflitti armati. Sebbene la responsabilità<br />
principale nella ricerca di soluzioni alla<br />
crisi che sta minando il continente sia<br />
degli stessi africani, il documento denuncia<br />
la precarietà dell'azione realizzata<br />
dall'amministrazione di Washington.<br />
Il Governo nordamericano è invitato<br />
a cambiare rotta e a dare il buon esempio,<br />
firmando, fra l'altro, l'accordo per<br />
porre fine alla produzione delle mine<br />
antiuomo e favorendo il controllo del<br />
traffico di armi che alimentano e prolungano<br />
tanti conflitti in Africa.<br />
Conseguenze di queste situazioni sono,<br />
fra l'altro, i 3,5 milioni di rifugiati<br />
(quasi il 30% del totale mondiale) e i 12<br />
milioni di sfollati interni (quasi la metà<br />
del numero totale a livello planetario).<br />
«L'Africa» ha affermato la Chiesa nordamericana<br />
«non è un continente di disperati,<br />
ma una terra popolata da persone<br />
che lottano per superare vecchi problemi<br />
e sfide attuali, in modo da costruire<br />
un futuro pieno di speranza e di opportunità».<br />
Angola: nominato<br />
il primo Vescovo<br />
della diocesi di Dundo<br />
Dundo è la nuova diocesi eretta<br />
recentemente in Angola con territorio<br />
dismembrato dalla diocesi di Saurimo,<br />
suffraganea della Chiesa metropolitana<br />
di Luanda. Vescovo di Dundo<br />
è stato nominato il p. Joaquim<br />
Ferreira Lopes OFM cap., Consigliere<br />
della Vice-provincia angolana dei<br />
Cappuccini.<br />
La nuova diocesi di Dundo comprenderà<br />
la regione di Lunda nord,<br />
finora compresa nella diocesi di Saurimo.<br />
I motivi per l’erezione sono i<br />
seguenti: vastità territoriale della diocesi<br />
di Saurimo; necessità di intensificare<br />
la prima evangelizzazione tra la<br />
popolazione che per l’80% segue ancora<br />
le religioni tradizionali, ma<br />
guarda la Chiesa cattolica con simpatia;<br />
necessità di programmi pastorali<br />
più appropriati alle esigenze geografiche.<br />
L’attuale diocesi viene divisa in<br />
due circoscrizioni ecclesiastiche corrispondenti<br />
alle due province civili: la<br />
provincia di Lunda nord con capitale<br />
Dundo (sede della nuova diocesi)<br />
e la provincia di Lunda sud con capitale<br />
Saurimo (sede della diocesi di<br />
Saurimo).<br />
Il nuovo Vescovo avrà la sua sede<br />
a Dundo, dove esiste una chiesa par-<br />
rocchiale dedicata a «Nossa Senhora<br />
da Conceiçao» che diventerà la Cattedrale.<br />
Il primo Vescovo di Dundo, p.<br />
Joaquim Ferreira Lopes OFM cap, è<br />
nato il 13 ottobre 1949 a Santo Tirso,<br />
diocesi di Porto in Portogallo. Ha<br />
studiato in patria e a Roma, presso<br />
l’Università Gregoriana, ottenendo la<br />
licenza in Sacra Scrittura.<br />
Terminati gli studi superiori a Roma<br />
è stato ordinato sacerdote il 25<br />
maggio 1975. Tra i suoi primi incarichi<br />
ricordiamo che è stato maestro<br />
dei postulanti Cappuccini a Lisbona<br />
(1975/76).<br />
Quindi, richiamato in Angola, ha<br />
ricoperto diversi incarichi. Dapprima<br />
è stato parroco e insegnante di filosofia<br />
al seminario maggiore di Luanda<br />
(1976/87); quindi direttore nazionale<br />
delle Pontificie Opere Missionarie<br />
(1987/97); successivamente Vicario<br />
generale dell’arcidiocesi di Luanda<br />
(1995/97).<br />
Dal 1999 è stato nominato primo<br />
consigliere della Vice-provincia dei<br />
Cappuccini. Nello stesso periodo è<br />
stato professore di Esegesi al seminario<br />
maggiore di Luanda, professore<br />
di Cristianesimo e Sviluppo nella facoltà<br />
di economia e gestione dell’Università<br />
cattolica di Angola.<br />
Zambia: una Bibbia africana per l'evangelizzazione del Paese<br />
de della popolazione del Paese africano.<br />
Ma la Bibbia Africana ha una sua origine<br />
precisa. L'idea sorse nel 1995, quando Papa<br />
Giovanni Paolo II si recò in Africa a<br />
portare il documento finale del Sinodo<br />
africano. Il Papa chiese alla Chiesa africana<br />
di raddoppiare gli sforzi per far giungere<br />
la parola di Dio a tutti i fedeli. La risposta<br />
venne dalla Congregazione delle<br />
Paoline, fondata da Giacomo Alberione,<br />
con vasta e collaudata esperienza di apostolato<br />
editoriale. Furono interpellati studiosi,<br />
per la maggior parte africani. Dal<br />
1996 al 1999 furono stampate in Spagna le<br />
prime 25.000 copie che sono andate a ruba.<br />
Nel novembre successivo furono ristampate<br />
altre 30.000 copie; nel maggio<br />
del 2000, altre cinquantamila copie. La<br />
campagna di lancio fu iniziata a Lusaka. Il<br />
prezzo è stato adattato alle condizioni<br />
economiche della popolazione. La diffusione<br />
è stata estesa ad altre comunità cristiane<br />
dell'Africa. Grazie alle Paoline la<br />
Bibbia Africana in lingua inglese si sta<br />
diffondendo in tutta l'Africa anglofana.<br />
La meravigliosa avventura è narrata in<br />
un contesto di cultura e di tradizioni africane<br />
da più autori a testimonianza del lavoro<br />
missionario e apostolico di tanti sacerdoti<br />
e religiose pronti a dar la vita per<br />
la edificazione del regno di Dio e della<br />
Chiesa. (gino concetti)<br />
REPUBBLICA CENTROAFRICANA Iniziative dei cappuccini nella diocesi di Bouar<br />
Promozione e formazione<br />
a servizio dell'Apostolato<br />
BENIN Ordinati 15 nuovi sacerdoti nell'arcidiocesi di Cotonou<br />
Risveglio delle vocazioni in tutto il Paese<br />
C'è un incoraggiante fiorire di vocazioni<br />
nella Chiesa che è in Benin. Lo dimostrano<br />
le continue celebrazioni durante<br />
le quali vengono ordinati nuovi sacerdoti<br />
o nuove religiose emettono la loro<br />
professione perpetua.<br />
Per questa ricchezza Mons. Nestor<br />
Assogba, Arcivescovo di Cotonou, nell’omelia<br />
che ha tenuto durante la celebrazione<br />
per l’ordinazione di 15 sacerdoti<br />
nell’arcidiocesi di Cotonou, ha ringraziato<br />
la Provvidenza per aver ascoltato la<br />
preghiera della sua Chiesa chiamando<br />
molti giovani alla sua vigna.<br />
Ma non è solo la comunità ecclesiale<br />
di Cotonou che ha accolto in questi ultimi<br />
mesi 11 diaconi e 15 sacerdoti. Il Vescovo<br />
Mons. Marcel Agboton per esempio<br />
ha ordinato nella sua diocesi di Porto<br />
Novo 10 diaconi e 7 sacerdoti . Altre<br />
3 ordinazioni sacerdotali sono attese entro<br />
la fine di questo mese. La diocesi di<br />
Dassa Zoumè conta 8 nuovi diaconi e si<br />
sta preparando per le ordinazioni sacerdotali.<br />
Nella diocesi di Lokossa, ai 4 diaconi<br />
ordinati ultimamente, s’aggiungeranno<br />
entro la fine dell’anno 4 sacerdoti<br />
novelli. Un po’ più al nord, la comunità<br />
diocesana di Natitingou ha appena festeggiato<br />
2 nuovi sacerdoti e 1 diacono.<br />
Nell’arcidiocesi di Parakou, dopo aver<br />
ordinato 3 diaconi durante l’estate,<br />
Mons. Fidèle Agbatchi ordinerà 3 sacerdoti<br />
nei prossimi giorni. La festa non riguarda<br />
solo sacerdoti diocesani. I domenicani<br />
hanno celebrato con allegria l’ordinazione<br />
sacerdotale di 5 dei loro confratelli.<br />
Con fervore i padri della Congregazione<br />
di Gesù e Maria (Eudisti)<br />
hanno accompagnato all’altare 3 giovani<br />
della loro Famiglia nel giorno della loro<br />
ordinazione presbiterale.<br />
Anche le Suore di Saint Augustin hanno<br />
celebrato le professioni solenni di 6<br />
delle loro consorelle.<br />
Non possiamo dimenticare le 27 pro-<br />
EGIDIO PICUCCI<br />
«Nella regione di Nola, nel sudovest<br />
della Repubblica Centrafricana, dove sono<br />
stato mandato da un Vescovo savoiardo<br />
come me — ha scritto P. André<br />
Janody — ho incontrato per la prima<br />
volta la foresta vergine. Ho visto cose<br />
che non avevo immaginato neppure<br />
quando era bambino, grazie soprattutto<br />
ai pigmei e ai mbimou. I primi sono<br />
cacciatori impareggiabili, coraggiosissimi,<br />
gli unici che conoscono veramente<br />
la foresta, foglia per foglia. I mbimou<br />
sono lavoratori instancabili, di carattere<br />
forte e deciso, molto religiosi, riuniti in<br />
una ventina di comunità, animate dai<br />
catechisti, collaboratori insostituibili d’ogni<br />
missionario. Soprattutto di uno come<br />
me, solo e confinato sulla penisola<br />
di Nola, circondata da due fiumi che si<br />
attraversano soltanto in piroga.<br />
Per 30 anni ho lavorato tra Nola e il<br />
confine con il Camerun: una parrocchia<br />
sconfinata (25 Km di larghezza per 50 di<br />
lunghezza) in gran parte raggiungibile<br />
solo a piedi, con la piccola farmacia “de<br />
brousse” a spalla, necessaria quanto l’altare<br />
portatile. In questa solitudine di uomini<br />
e di cose, ho vissuto solo marginalmente<br />
la storia, non sempre lieta, del<br />
Paese in cui mi trovo».<br />
Storia civile lieta e triste; meno triste<br />
e piena di soddisfazioni quella ecclesiale,<br />
come fa notare lo stesso P. Janody a<br />
proposito delle tribù che vivono nella foresta.<br />
Ex colonia francese, la Repubblica<br />
Centrafricana ha conosciuto il Vangelo<br />
un’ottantina di anni fa e oggi ha quasi<br />
800 mila cattolici (su tre milioni e mezzo<br />
di abitanti), distribuiti in otto diocesi,<br />
una delle quali è Bouar, situata all’estremo<br />
nord ovest della nazione, ai confini<br />
con il Ciad e il Camerun.<br />
In diocesi si trova il noviziato interprovinciale<br />
dei Frati Minori Cappuccini;<br />
è a Ndim, una piccola Verna africana<br />
per le celle sparse tra massi enormi, il<br />
bosco e un laghetto ondulato di vento e<br />
di bianchissime ali di «picboeuf’ che vi<br />
si dissetano avidamente. Vi sono sette<br />
novizi, due ciadiani e cinque centrafricani,<br />
assistiti da P. Janody e da due religiosi<br />
polacchi.<br />
«Non avendo più l’impegno delle<br />
scuole, nazionalizzate da qualche anno<br />
— dice ancora P Janody — possiamo<br />
dedicarci interamente alla formazione<br />
dei giovani e all’apostolato. Ai pigmei<br />
d’un tempo sono subentrati per me i baya,<br />
i panà, in gran parte ancora animisti,<br />
e i bororo, pastori come i masai, e<br />
come loro musulmani convinti, anche se<br />
distanti anni luce da ogni forma di fanatismo.<br />
Benché lontane dai grossi centri, queste<br />
tribù risentono fortemente della crisi<br />
che sta attraversando il Paese e soprattutto<br />
della mancanza di alcune strutture<br />
fondamentali che la Chiesa è invitata a<br />
prendere, o a riprendere in mano, secondo<br />
il principio della sussidiarità. È il<br />
caso della sanità e delle scuole, che la<br />
gente ci spinge a riaprire per garantire<br />
un minimo di istruzione ai loro figli.<br />
Da sette anni i maestri statali sono<br />
fessioni temporanee e le 6 solenni nella<br />
Congregazione des Oblates Catéchistes<br />
Petites Servantes des Pauvres. Poi dal<br />
sud al nord, nelle altre comunità religiose<br />
più piccole non sono mancate delle<br />
professioni solenni.<br />
Tutti questi eventi costituiscono momenti<br />
ecclesiali da cogliere perché i fedeli<br />
di tutte le diocesi si incontrano, lodano<br />
il Signore e fanno festa insieme.<br />
«Questi sono momenti che rivelano l’unità<br />
della nostra Chiesa» diceva un giovane<br />
sacerdote. Gli stessi Vescovi sono<br />
ben lieti di sottoporsi a lunghi viaggi per<br />
vivere assieme alle comunità di altre<br />
diocesi queste feste.<br />
Segno della giovinezza e della vitalità<br />
della comunità ecclesiale del Bénin, le<br />
vocazioni religiose e sacerdotali sono an-<br />
senza stipendio, e quindi hanno cercato<br />
un altro mestiere per vivere e far vivere<br />
i parenti della famosa «famiglia allargata»<br />
africana, che conta sulla loro professione.<br />
Per questo a Bouar la diocesi ha<br />
messo a disposizione una parte di un<br />
ampio complesso per le scuole primarie,<br />
e ha aperto la scuola tecnico-professionale<br />
Notre-Dame de Maïgaro, in piena<br />
campagna, a una 15.na di Km dal centro,<br />
l’unica in tutta la nazione.<br />
Il Vescovo, Mons. Armando Gianni,<br />
ne ha affidato la direzione alle Suore<br />
Francescane della Propagazione della<br />
Fede, consapevole dell’importanza fondamentale<br />
che la scuola ha per le ragazze,<br />
generalmente lasciate fuori da ogni<br />
forma di istruzione (solo il 55 % può frequentarla)<br />
perché «necessarie» nella custodia<br />
della casa e dei fratelli più piccoli.<br />
Esse hanno capito la possibilità che<br />
viene loro offerta e frequentano le lezioni<br />
con passione e costanza, certe che<br />
dall’esito degli studi dipende gran parte<br />
del loro futuro».<br />
Altro complesso scolastico è sorto fra<br />
che frutti delle preghiere dei fedeli. Molti<br />
gruppi di preghiera e di adorazione<br />
per le vocazioni esistono in quasi tutte<br />
le parrocchie. Però come ha detto ancora<br />
Mons. Assogba, l’Arcivescovo di Cotonou:<br />
«la preghiera per le vocazioni deve<br />
essere ancore più insistente, perché i<br />
sacerdoti non bastano». Se le diocesi del<br />
Sud del Bénin possono contare una decina<br />
o una ventina di ordinazioni all’anno,<br />
quelle del Nord, sono povere in operatori<br />
pastorali. L’aiuto fraterno è lodevole,<br />
perché alcuni giovani, su proposta<br />
dei loro Vescovi, accettano volentieri di<br />
andare a servire per un periodo di tempo<br />
nelle zone più bisognose.<br />
JEAN-BAPTISTE SOUROU<br />
i panà di ’Ngaoundaye per iniziativa di<br />
P. Enzo Canozzi. Comprende le scuole<br />
elementari e medie (sei classi), affiancate<br />
da un padiglione dell’ospedale e,<br />
prossimamente, da un centro culturale.<br />
I lavori sono stati (e sono) eseguiti da<br />
quindici squadre di Giovani Agricoltori<br />
Cristiani — J.A.C. — che si alternano<br />
ogni settimana per non tralasciare i lavori<br />
dei campi. All’inaugurazione del<br />
complesso, il sindaco, protestante, si è<br />
felicitato con i giovani, i cui genitori<br />
hanno detto: «Non credevamo che i nostri<br />
figli fossero capaci di tanto!».<br />
La diocesi ha pensato anche ai lontani,<br />
raggiunti con la radio che trasmette<br />
in sango e in francese con un palinsesto<br />
che prevede catechesi, informazione,<br />
musica, igiene, alfabetizzazione e quanto<br />
altro può interessare e giovare a gente<br />
che è agli inizi di tutto. Come tutte le<br />
altre radio diocesane, quella di Bouar,<br />
detta «Siriri» (pace) parla molto anche<br />
di giustizia, di pace e di diritti umani.<br />
Nessuno ignora quanto questi siano calpestati<br />
soprattutto nei confronti dei cercatori<br />
di diamanti — il Centrafrica ne è<br />
il 12° produttore mondiale — e di quanti<br />
lavorano nelle piantagioni del cotone,<br />
del caffé e del tabacco, ma particolarmente<br />
nel commercio del legno pregiato<br />
(mogano, ebano), che si trova soprattutto<br />
nel sud-ovest, lungo i fiumi che fanno<br />
del Centrafrica il serbatoio che rifornisce<br />
il lago Ciad.<br />
Altra importante realizzazione della<br />
diocesi è il seminario «de la Yolé», dove<br />
gli aspiranti alla vita religiosa (cappuccini<br />
e carmelitani) vivono fianco a fianco<br />
con i seminaristi diocesani, conducendo,<br />
anche questi ultimi, una vita che non si<br />
distacca molto da quella che essi conducevano<br />
nel villaggio, perché allo studio<br />
si unisce il lavoro nel campo, al punto<br />
che si vive quasi interamente della propria<br />
fatica. E di quella delle rispettive<br />
mamme, che a turno si alternano nella<br />
cucina, nella lavanderia e in altre attività<br />
prettamente femminili.<br />
Nel seminario è stato aperto un piccolo<br />
museo che testimonia la difficile storia<br />
del Paese, soprattutto quella precedente<br />
la prima guerra mondiale, quando<br />
i procacciatori di schiavi percorrevano i<br />
villaggi in cerca di braccia da vendere ai<br />
commercianti europei che li avviavano<br />
alle piantagioni di cacao o della canna<br />
da zucchero oltreoceano. II museo, unico<br />
nella nazione, raccoglie materiale interessantissimo<br />
sull’argomento, testimonianza<br />
preziosa di un periodo che tutti<br />
vorrebbero dimenticare.<br />
II museo, secondo P. Janody, è però<br />
incompleto, perché manca la voce pigmei<br />
— i famosi babinga — eredi dei primi<br />
abitanti della zona, che vivevano nelle<br />
vallate e nelle grotte diecimila anni fa.<br />
La presenza di oggetti della civiltà pigmea,<br />
secondo il missionario, sarebbe<br />
una voce genuina della nazione, la voce<br />
più autentica, tant’è vero che l’inno nazionale<br />
si ispira a una melodia pigmea.<br />
Voce genuina e autentica come quella<br />
che radio «Siriri» diffonde ogni giorno in<br />
sango, o come quella dei professori della<br />
scuola tecnica della diocesi, che formano<br />
la nazione di domani, dato che<br />
l’uomo, secondo una pedagogia accettata<br />
da tutti, si forma sulle ginocchia della<br />
madre.