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PAGINA<br />
9 .<br />
<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 10-11 Dicembre 2001<br />
In Romania, cinquant'anni fa, moriva di fame in carcere il Pastore della diocesi di Iaşi<br />
Mons. Anton Durcovici, un Vescovo martire<br />
della tempesta scatenata dal comunismo<br />
Per alcuni anni sul lato esterno della<br />
porta d’ingresso della mia casa paterna<br />
era affissa una immagine del Cuore Immacolato<br />
di Maria. È uno dei ricordi<br />
della mia infanzia. La semplice immagine<br />
di carta in bianco-azzurro si poteva<br />
vedere sulle porte di molte altre famiglie<br />
del villaggio. Poi, con il passare delle<br />
stagioni, la sacra immagine che dava il<br />
benvenuto a chiunque entrava ma nello<br />
stesso tempo sigillava l’ingresso della casa,<br />
si è scolorita. Non ce ne era un'altra<br />
per sostituirla. Un giorno mio padre la<br />
staccò, così come era, affiggendola sul<br />
lato interno della porta, dove è rimasta<br />
per anni e anni finché — ormai del tutto<br />
scolorita — andò a finire non so dove.<br />
Ricordo altrettanto bene che domandai<br />
ai miei genitori perché avessero<br />
cambiato il posto della Madonna. Essi<br />
mi risposero che era meglio così, e basta.<br />
Ebbi allora un qualche lieve sospetto<br />
che qualcosa stava cambiando nella<br />
vita del villaggio, ma noi ragazzi non badavamo<br />
a tanto.<br />
Segni di un ricordo<br />
Più tardi venni a sapere che quell’immagine<br />
era un ricordo del nostro Vescovo<br />
Anton Durcovici, il quale in occasione<br />
della sua ultima visita pastorale nella<br />
parrocchia, per il conferimento della<br />
Cresima, aveva consacrato la comunità<br />
al Cuore Immacolato di Maria, offrendo<br />
alle famiglie la sua sacra immagine come<br />
scudo materno di protezione.<br />
Un gesto ripetuto in altre comunità<br />
parrocchiali da lui visitate nel breve<br />
tempo che gli restò prima del suo arresto<br />
da parte della polizia.<br />
Oltre ai discorsi e alle lettere pastorali<br />
in cui metteva in guardia i fedeli sul futuro<br />
che li attendeva, era questa una<br />
delle tante premure del Vescovo con cui<br />
preparava la gente per i tempi della<br />
tempesta comunista e, cioè, confermare<br />
i giovani nella fede con il sacramento<br />
della Cresima e affidare le comunità alla<br />
Madonna Santissima. Era il gesto del<br />
Buon Pastore, il quale vedendo avvicinarsi<br />
il lupo, non fugge, ma cerca in<br />
tutti i modi di mettere al riparo le sue<br />
pecorelle. Ben consapevole dei gravi pericoli<br />
e delle persecuzioni che il regime<br />
comunista, ormai instauratosi al potere,<br />
stava per scatenare contro la Chiesa, il<br />
Vescovo Anton Durcovici metteva tutta<br />
la sua diocesi, comunità, famiglie e singoli<br />
fedeli sotto il patrocinio della Madre<br />
del Salvatore.<br />
Tratti luminosi<br />
di una grande figura<br />
È solo uno dei tanti tratti luminosi di<br />
questo grande Vescovo, la cui figura è<br />
ora quasi una «leggenda» di santità per i<br />
sacerdoti e i fedeli della diocesi di Iaşi e<br />
dell’archidiocesi di Bucarest. Intanto,<br />
essi attendono, pregano e raccolgono te-<br />
Celebrazioni mariane<br />
promosse dalla comunità<br />
portoghese in Roma<br />
La solennità dell'Immacolata Concezione della Beata<br />
Vergine Maria, Patrona del Portogallo, è stata celebrata<br />
anche dalla comunità lusitana residente in Roma.<br />
Nell'occasione, sabato pomeriggio, il Vescovo<br />
eletto Ausiliare di Évora, Mons. Amândio José Tomás,<br />
ha presieduto la Celebrazione Eucaristica nella chiesa<br />
di sant'Antonio dei portoghesi.<br />
Alla vigilia della solennità, la sera di venerdì 7, l'Istituto<br />
Portoghese di sant'Antonio in Roma aveva organizzato<br />
un concerto sinfonico con musiche di Wolfgang<br />
Amadeus Mozart.<br />
8 DICEMBRE: SOLENNITÀ DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE: LA CELEBRAZIONE A NAPOLI E NELLA BASILICA ROMANA DI SANT'ANTONIO AL LATERANO<br />
L'avvenire dell'umanità<br />
passa attraverso la famiglia<br />
«L’avvenire dell’umanità passa attraverso<br />
la famiglia». Citando questa frase<br />
di Giovanni Paolo II, contenuta nell’Esortazione<br />
Apostolica «Familiaris Consortio»<br />
— di cui ricorre il ventesimo<br />
anniversario —, il Cardinale Michele<br />
Giordano, Arcivescovo di Napoli, ha<br />
pronunciato un forte appello sulla necessità<br />
di recuperare i valori della famiglia.<br />
Lo ha fatto in occasione del consueto<br />
messaggio alla città nella solennità<br />
dell’Immacolata Concezione, pronunciato<br />
durante la Santa Messa celebrata<br />
nella Basilica del Gesù Nuovo.<br />
Di fronte alle angosce del presente,<br />
alla crisi dei valori e alla perdita del<br />
senso autentico della vita, l’Arcivescovo<br />
invita a promuovere e riscoprire la famiglia<br />
nella sua dimensione di cellula<br />
primaria della Chiesa e della società.<br />
Oggi, sottolinea il Cardinale, si assiste a<br />
una «babelica confusione» che condiziona<br />
«le scelte, più spesso le non-scelte,<br />
di giovani e meno giovani»: soluzioni<br />
«ambigue e di comodo, figlie dell’individualismo<br />
e dell’egoismo tipici della<br />
società del benessere».<br />
Il Porporato elenca al riguardo alcuni<br />
fenomeni ricorrenti in questo tempo:<br />
giovani «ormai maturi che preferiscono<br />
restare con i genitori da singles viziati,<br />
senza stabili impegni o con pseudofidanzamenti<br />
annosi e “risolvibili” in ogni<br />
momento»; la rinuncia ad avere figli<br />
per «l’incapacità di superare gli schemi<br />
delle sicurezze e degli agi puramente<br />
materiali»; le forme di «disinteresse o<br />
vero e proprio abbandono» verso anziani<br />
e ammalati. Realtà provocate dalla<br />
stessa causa: il rifiuto di assumere impegni<br />
autentici. E allora, si chiede il<br />
Cardinale, «non dovrebbe essere spontaneo<br />
interrogarsi sulla fede e su ciò<br />
per cui valga veramente la pena, oggi,<br />
vivere?».<br />
Di fronte ai grandi mali del nostro<br />
tempo, l’Arcivescovo di Napoli invita<br />
ognuno a fare un esame di coscienza:<br />
«Se la scena attuale rivela fenomeni così<br />
gravi e inquietanti, se vi è stato un<br />
degrado rispetto al passato, oltre alle<br />
cause esterne che non mancano, non<br />
bisogna anche chiedersi quale tipo di<br />
testimonianza sia stata offesa? E se<br />
davvero al nostro dirci cristiani abbia<br />
fatto riscontro una qualche espressione<br />
incarnata di quell’Amore che per sua<br />
stessa natura si sottrae al conformismo<br />
e sa porsi con coraggio come “segno di<br />
contraddizione” nella vita quotidiana?».<br />
Vent’anni fa, la «Familiaris Consortio»<br />
già evidenziava le diverse ombre<br />
che minacciavano la famiglia, dal divorzio<br />
all’aborto al diffondersi della<br />
mentalità contraccettiva.<br />
In tempi più recenti, «la cultura antifamiliare<br />
si è insinuata nelle leggi di taluni<br />
Stati», sullo sfondo di un «permissivismo<br />
libero da ogni vincolo morale».<br />
Ne deriva una pericolosa tendenza, secondo<br />
cui «tutto l’immaginabile e il fattibile<br />
può essere immaginato e fatto,<br />
basta che lo Stato trovi il modo di tramutarlo<br />
in legge». Ma «la legge del<br />
consenso se parte da presupposti egoistici<br />
non è, e non sarà mai, garanzia di<br />
giustizia».<br />
Da qui il pressante appello ai cristiani:<br />
«Ritrovare le radici più autentiche e<br />
profonde del matrimonio, sacramento<br />
nel quale si riflette il mistero stesso di<br />
Cristo fatto uomo». E in quest’ottica ritornare<br />
all’autenticità dei valori domestici,<br />
grazie ai quali la famiglia «è più<br />
che mai una comunità di amore che<br />
educa, forma e prega; dove la parola e<br />
l’insegnamento sono sempre corrobora-<br />
stimonianze affinché il suo esempio di<br />
vita possa essere messo al più presto sul<br />
candelabro della Chiesa per illuminare<br />
anche oggi il cammino verso la santità<br />
di tanti uomini e donne del nostro tempo.<br />
Infatti, conclusa la fase diocesana del<br />
processo canonico, ora la sua causa di<br />
beatificazione si trova presso la Congregazione<br />
delle Cause dei Santi.<br />
Nel cinquantesimo della sua morte,<br />
nella diocesi di Iaşi e nell’archidiocesi di<br />
Bucarest come anche nella sua città natale<br />
di Bad Deutsch-Altenburg, in Austria,<br />
è stata indetta una novena di preghiera,<br />
per implorare dal Signore la grazia<br />
di vedere il Vescovo martire elevato<br />
agli onori degli altari. Altre iniziative: gli<br />
studenti e i professori dell’Istituto Teologico<br />
Romano-Cattolico di Iaşi hanno<br />
preparato un Atto accademico solenne<br />
sulla figura del Vescovo martire; l’ultimo<br />
numero della rivista diocesana «Buletin<br />
istoric», è stato interamente dedicato<br />
alla sua commemorazione. Inoltre,<br />
l’attuale Vescovo di Iaşi, Mons. Petru<br />
Gherghel, ha organizzato un pellegrinaggio<br />
diocesano a Sighetu Marmaţiei per<br />
pregare presso la tomba dell’intrepido<br />
Pastore.<br />
Dall'Austria a Iaşi<br />
Nato in Austria a Bad Deutsch Altenburg<br />
il 17 maggio 1888, dopo la morte<br />
del padre, si trasferisce nel 1894 con sua<br />
madre Maria e il fratello Francesco nella<br />
città di Iaşi, in Romania, dove frequenta<br />
la scuola parrocchiale. Dopo un breve<br />
soggiorno nella città di Ploieşti, la fami-<br />
ti e preceduti dall’esempio; dove il “più<br />
grande” sa sempre porsi al servizio del<br />
“più piccolo”». Una dimensione «di<br />
amore che si fa servizio», in grado di<br />
offrire anche una scuola, un esempio<br />
di umanità per la costruzione di una<br />
società più giusta e solidale: infatti questo<br />
amore «è lo stesso con cui ogni uomo<br />
dovrebbe porsi in rapporto agli altri,<br />
dalla famiglia singola alla Chiesa,<br />
famiglia di Dio, fino all’intera società,<br />
ossia la “famiglia umana”».<br />
Riscoprire questi sentimenti e questo<br />
stile di vita, pregare la Vergine Maria<br />
nella certezza del suo materno aiuto,<br />
sono le esortazioni conclusive del Card.<br />
Giordano: la luce della fede supererà<br />
cosi le ombre del presente, e tale consapevolezza<br />
deve indurre, oggi, a «non<br />
lasciar posto al pessimismo» nonostante<br />
il male e il peccato che gravano sul<br />
mondo.<br />
Queste intenzioni, queste speranze<br />
sono state simbolicamente deposte dal<br />
Presule ai piedi di Maria, con l’atto di<br />
affidamento della città di Napoli alla<br />
Vergine; nello stesso tempo si è rinnovato<br />
— presenti il sindaco della città,<br />
Rosa Russo Iervolino, e il parroco del<br />
Gesù Nuovo, Padre Pasquale Puca — il<br />
consueto omaggio della comunità napoletana,<br />
con la deposizione dei fiori<br />
sulla sommità dell’obelisco che si trova<br />
in piazza del Gesù, dove svetta la statua<br />
dell’Immacolata. Un evento atteso<br />
e festoso, che è coinciso quest’anno<br />
con il quarto centenario della consacrazione<br />
della Basilica del Gesù Nuovo, e<br />
che è stato preceduto, la sera di venerdì<br />
7 dicembre, da una veglia interparrocchiale<br />
di preghiera cui hanno preso<br />
parte sei comunità del centro antico.<br />
MARIANO DEL PREITE<br />
glia si stabilisce nel 1898<br />
a Bucarest e lì il ragazzo<br />
entra nel Seminario minore<br />
di «Santo Spirito».<br />
Negli anni 1906-1910 segue<br />
gli studi filosofici e<br />
teologici al Collegio «De<br />
Propaganda Fide» a Roma,<br />
conseguendo la laurea<br />
in Filosofia e in Teologia.<br />
È ordinato sacerdote<br />
il 24 settembre 1910<br />
nella Basilica di San Giovanni<br />
in Laterano.<br />
Tornato in Romania,<br />
lavora nell’archidiocesi<br />
di Bucarest dal 1911 al<br />
1948 come cappellano,<br />
professore di religione,<br />
canonico della cattedrale,<br />
rettore e professore<br />
dell’Accademia Teologica.<br />
Pastore per<br />
tempi difficili<br />
Nominato Vescovo<br />
della diocesi di Iaşi il 30<br />
ottobre 1947 dal Papa<br />
Pio XII, data la situazione<br />
politica, riceve l’ordinazione episcopale<br />
il 5 aprile 1948 nella Cattedrale di<br />
«San Giuseppe» a Bucarest. Sceglie come<br />
programma del suo episcopato le<br />
parole Beatus populus cuius Deus est<br />
Dominus «Beato il popolo il cui Dio è il<br />
Signore» (Sal 143/144, 15). Il 14 aprile<br />
1948 riceve anche la nomina di Amministratore<br />
della stessa Archidiocesi.<br />
Intanto la persecuzione diventa per la<br />
Chiesa sempre più dura ed aperta. Il 26<br />
giugno 1949, mentre si reca nella parrocchia<br />
di Popeşti-Leordeni, presso Bucarest,<br />
per conferire alcune cresime, viene<br />
arrestato dalla «securitate» e portato<br />
alla sede del Ministero degli Affari Interni<br />
dove, accusato di istigazione, è brutalmente<br />
maltrattato. Dopo una farsa di<br />
processo sommario è rinchiuso temporaneamente<br />
nel carcere di Jilava a Bucarest<br />
e poi trasferito per sempre in quello<br />
di sterminio a Sighetu Marmaţiei, nel<br />
nord del Paese, dove finisce nella terribile<br />
«cella della morte».<br />
Spogliato della sua dignità non solo<br />
sacerdotale ma anche umana, dalla sua<br />
cella è portato completamente nudo nella<br />
stanza dove si trovavano anche molti<br />
dei suoi sacerdoti detenuti; gravemente<br />
malato per mancanza di cure mediche<br />
adeguate e perfino di cibo essenziale, si<br />
spegne nella notte tra il 10 e l'11 dicembre<br />
1951.<br />
Il giorno prima della sua morte, un<br />
sacerdote amico rinchiuso nello stesso<br />
carcere, passando davanti alla porta della<br />
cella, lo sente ripetere alcune parole<br />
con l’ultimo filo di voce, in latino per<br />
non essere capito dai guardiani: «Antonius<br />
episcopus fame moriturus: da<br />
I beati Duns Scoto e Pio IX<br />
apostoli dell'Immacolata<br />
«Che il beato Giovanni Duns Scoto,<br />
cantore del Verbo Incarnato e difensore<br />
dell'Immacolato Concepimento di<br />
Maria, accenda nei nostri cuori un<br />
amore ardente per la Vergine Immacolata».<br />
È questo l'auspicio espresso da<br />
Mons. Ettore Di Filippo, Arcivescovo<br />
emerito di Campobasso-Bojano, a conclusione<br />
delle celebrazioni svoltesi nella<br />
Basilica romana di sant'Antonio al Laterano,<br />
per la solennità mariana dell'8<br />
dicembre.<br />
Promosse dal Rettore della Basilica,<br />
P. Gaetano Jacobucci, le celebrazioni si<br />
erano aperte il 29 novembre con la novena<br />
di preparazione, animata dai Frati<br />
Minori della comunità di via Merulana,<br />
dove ha sede anche il Pontificio Ateneo<br />
Antonianum. Particolarmente significativa<br />
in tale contesto è stata la giornata<br />
del 4 dicembre, data dell'anniversario<br />
della dedicazione della Basilica.<br />
Nel giorno dell'Immacolata la Celebrazione<br />
Eucaristica è stata presieduta<br />
dagli Arcivescovi Di Filippo e Dino Brogi,<br />
Nunzio Apostolico. Mons. Di Filippo<br />
ha tenuto l'omelia sul tema «L'Immacolata<br />
Concezione di Maria alla luce<br />
del Perfettissimo Redentore».<br />
«Celebriamo all'inizio dell'Avvento la<br />
solennità dell'Immacolata Concezione<br />
della Beatissima Vergine Maria — ha<br />
detto —, verità di fede solennemente<br />
definita dal Papa Beato Pio IX con la<br />
Bolla “Ineffabilis Deus”, l'8 dicembre<br />
1884. E lo facciamo con grande amore<br />
e devozione sull'esempio del Dottore<br />
Mariano, il Beato Giovanni Duns Scoto,<br />
la cui teologia ha aperto la via alla<br />
definizione dommatica».<br />
Dopo aver commentato le letture del<br />
giorno, l'Arcivescovo Di Fillippo ha rievocato<br />
la figura di Duns Scoto, che<br />
mihi absolutionem!», «Antonio, Vescovo,<br />
sta per morire di fame: dammi l’assoluzione!».<br />
Alcuni dei compagni sopravvissuti che<br />
si trovavano nelle stanze vicine hanno<br />
testimoniato di aver sentito in quella<br />
stessa notte gli aguzzini trascinare qualcosa<br />
come un corpo, la cui testa sbatteva<br />
sui gradini delle scale fino giù, dove<br />
all’uscita, come al solito, attendeva un<br />
carro. Il corpo venne buttato sul carro e<br />
trasportato al «Cimitero dei Poveri», dove<br />
finì in una fossa comune ancora oggi<br />
non ben localizzata.<br />
Ora, dopo il crollo del comunismo totalitario,<br />
a Sighetu Marmaţiei, quel carcere<br />
di tristissima fama — dove, rinchiusi<br />
per anni sono morti quasi tutti i<br />
Vescovi greco-cattolici, tanti sacerdoti<br />
cattolici ed ortodossi nonché alcuni dei<br />
principali leader politici e tanti semplici<br />
fedeli di ogni confessione — è diventato<br />
«Il Memoriale delle Vittime del Comunismo».<br />
Su un grande muro hanno voluto<br />
scrivere in diverse lingue di tutto il<br />
mondo la promessa di Gesù: Et veritas<br />
liberabit vos».<br />
Ci sono tanti fedeli oggi in Romania,<br />
e non solo, che conservano viva la memoria<br />
del Vescovo martire Anton Durcovici,<br />
il quale ha fortemente creduto in<br />
questa verità liberatrice. Egli, pure, è<br />
una di quelle «pietre vive e preziose,<br />
scolpite dallo Spirito, con la croce e il<br />
martirio per la città dei santi» (Cfr Liturgia<br />
della Ore, Comune dei Martiri).<br />
I frutti di coloro che hanno<br />
seminato nelle lacrime<br />
Non so, se per pura coincidenza o per<br />
un preciso disegno provvidenziale, l’Albero<br />
di Natale offerto quest’anno dalla<br />
Romania al Santo Padre per la Piazza di<br />
San Pietro, è stato consegnato in Vaticano<br />
il 10 dicembre, proprio nel cinquantesimo<br />
della morte di uno dei tanti romeni<br />
che hanno eroicamente testimoniato<br />
la fede e sperato contro ogni speranza<br />
in Colui che ha detto: «E la verità vi<br />
farà liberi». Oggi, la Romania porta a<br />
San Pietro l’Albero di Natale, segno del<br />
grande dono che il Dio della vita e della<br />
pace ha fatto al mondo con la nascita<br />
del Redentore. Ormai, i frutti di coloro<br />
che hanno seminato con lacrime nella<br />
tempesta, anzi con la stessa vita, cominciano<br />
a farsi vedere. Un albero dai Monti<br />
Carpazi, in Romania, portato per essere<br />
illuminato in Piazza San Pietro nel<br />
primo anno del nuovo Millennio, vuol<br />
dire che il primo Paese a maggioranza<br />
ortodossa visitato dal Papa, fa ancora<br />
un passo sulla via della riconciliazione e<br />
dell’unità dei cristiani attraverso quell’ecumenismo<br />
dei fatti, auspicato da Giovanni<br />
Paolo II in occasione del suo indimenticabile<br />
viaggio apostolico in Romania.<br />
ANTON LUCACI<br />
Giovanni Paolo II ha definito «Cantore<br />
del Verbo Incarnato» e «Assertore dell'Immacolata<br />
Concezione di Maria».<br />
«Con la sua geniale intuizione e la sua<br />
sublime concezione teologica della redenzione<br />
preventiva — ha aggiunto il<br />
Presule — egli riuscì a superare tutte le<br />
difficoltà, aprendo la via alla chiarificazione<br />
di tale singolare privilegio mariano<br />
e alla definizione del Dogma, che<br />
contempla la Vergine Maria nell'ineffabile<br />
eterno amore del Padre».<br />
Il celebrante ha poi illustrato il significato<br />
dell'Immacolata Concezione.<br />
«Tale singolare privilegio e tale sublime<br />
esaltazione — ha detto — trovano il loro<br />
fondamento e la loro determinazione<br />
nella dottrina del perfetto Mediatore,<br />
che deve avere mediato perfettamente,<br />
non permettendo inquinamento<br />
alcuno ma lasciando rifulgere nella<br />
Vergine Immacolata e Santissima Madre<br />
di Dio Maria quella originale grazie<br />
e innocenza, per cui la Vergine Maria,<br />
come gli Angeli fedeli, può lodare eternamente<br />
Dio e ringraziarlo con tutta la<br />
voce per l'eternità».<br />
Così il Beato Giovanni Duns Scoto<br />
— scrisse Paolo VI nell'Epistola Apostolica<br />
Alma Parens — fu il geniale<br />
scopritore e l'invitto propugnatore della<br />
Predestinazione assoluta e dell'universale<br />
Primato di Gesù Cristo, glorificatore<br />
della Santissima Trinità e Redentore<br />
del genere umano, Re nell'ordine naturale<br />
e soprannaturale, al cui lato splende<br />
di originale bellezza la Vergine Immacolata,<br />
Regina dell'universo. «Proprio<br />
sviluppando questa sublime dottrina<br />
della Predestinazione assoluta e del<br />
Primato universale di Gesù Cristo —<br />
ha spiegato Mons. Di Filippo —, il Dottore<br />
Mariano propone la sua stupenda<br />
Fu eretta il 10 dicembre 1951 dal Cardinale Vicario Micara<br />
I 50 anni della parrocchia<br />
romana di san Pio V<br />
La Parrocchia romana di san Pio V<br />
ha compiuto cinquant'anni, essendo stata<br />
eretta il 10 dicembre 1951 con il Decreto<br />
«Quo aptius atque» dell’allora Cardinale<br />
Vicario Clemente Micara.<br />
Il primo Parroco, Don Orlando Picchiantani,<br />
iniziò le celebrazioni liturgiche<br />
in un salone, poi adibito a cinema<br />
ed ora a teatro. La chiesa parrocchiale,<br />
non ancora completata, fu inaugurata il<br />
successivo 18 ottobre 1952 e consacrata<br />
ben 10 anni dopo, dal Cardinale Pro Vicario<br />
Luigi Traglia il 24 febbraio 1962.<br />
La costruzione del complesso parrocchiale,<br />
progettato dall’arch. Tullio Rossi,<br />
fu voluta ed in gran parte finanziata dall’allora<br />
Sant'Uffizio (oggi Congregazione<br />
per la Dottrina della Fede) e dal suo venerato<br />
Segretario, il Cardinale Alfredo<br />
Ottaviani.<br />
Tra le opere d’arte conservate nella<br />
chiesa il Crocifisso dell’altare maggiore<br />
di Francesco Nagni, Via Crucis in terracotta<br />
di Alfredo Bigini e la statua di s.<br />
Caterina di Antonio Berti.<br />
La Comunità parrocchiale si è preparata<br />
durante tutto il mese di novembre,<br />
mese dei santi, con la collaborazione del<br />
Movimento «Pro Sanctitate» riflettendo<br />
sulla pastorale della santità, riproposta<br />
da Giovanni Paolo II nella Lettera Apostolica<br />
«Novo Millennio ineunte».<br />
Nell’ultimo anno il Consiglio Pastorale<br />
ha studiato e pubblicato il Progetto che<br />
parla di formazione e di vocazione, un<br />
binomio fondamentale, emerso anche<br />
nel Programma pastorale della diocesi,<br />
come frutto del recente Giubileo.<br />
Obiettivo di questo nuovo anno è favorire<br />
la formazione di tutta la Comunità<br />
parrocchiale.<br />
Si è iniziato con una tre sere, la prima<br />
settimana di ogni mese, proposte in<br />
orario pomeridiano e serale. I temi finora<br />
trattati sono stati: la Cristologia (il<br />
Cristo storico ed il tema della risurrezione)<br />
e un primo approccio alla Storia<br />
della Salvezza, su temi tratti dal primo<br />
Testamento.<br />
La parrocchia di san Pio V ha avuto<br />
due buoni pastori nei primi due parroci<br />
Don Orlando Picchiantani e Don Edoardo<br />
Leboroni Pierozzi, ai quali è succeduto<br />
don Antonino Ubaldi e l’attuale<br />
parroco, nominato dieci anni or sono,<br />
Don Luigi Storto. Quattro pastori in 50<br />
anni e numerosi sacerdoti vicari e collaboratori.<br />
Una bella continuità in un<br />
quartiere in continua evoluzione, alle<br />
spalle della Città del Vaticano. Nel territorio,<br />
insieme con circa 4.500 famiglie,<br />
risiedono oltre 50 comunità religiose<br />
maschili e femminili, molte Case generalizie<br />
di Istituti missionari come gli Oblati<br />
di Maria Immacolata, i Sacerdoti del Sacro<br />
Cuore (Dehoniani), i Padri Bianchi<br />
(Missionari d’Africa); Case di formazione<br />
sacerdotale e religiosa come il Pontificio<br />
Collegio Spagnolo, il Pontificio Collegio<br />
S. Paolo di Propaganda Fide, il<br />
Pontificio Collegio Pio Latino Americano,<br />
il Pontificio Istituto di Musica Sacra;<br />
Scuole cattoliche come la SS.ma Trinità<br />
e l’Istituto S. Giovanni Battista; Case di<br />
cura come l’Ospedale S. Carlo e la Clini-<br />
visione teologica, anticipando profeticamente<br />
la teologia della Chiesa dei nostri<br />
tempi e la concezione dell'uomo in<br />
Cristo, rivestito di maestà e di gloria,<br />
nella sua dignità di figlio di Dio, chiamato<br />
a glorificarlo in Cristo, vivendo<br />
nell'unità mirabile del suo mistico Corpo,<br />
che è la Chiesa, immagine divina<br />
della creatura mortale, per ricomporre<br />
in Cristo uomini e cose, l'universo intero,<br />
in vista della sola pace dell'amore.<br />
La primizia fulgida e incomparabile è<br />
la Vergine Immacolata, la cui immagine<br />
splende d'incontaminata bellezza accanto<br />
al Figlio suo Gesù Cristo».<br />
Il riconoscimento dell'assoluto Primato<br />
di Gesù Cristo, «capolavoro di<br />
Dio, glorificatore della Santissima Trinità»,<br />
non si limita al riconoscimento del<br />
«Summus opus Dei» nell'Incarnazione<br />
del Verbo, per cui «multum ei tenemur»,<br />
ma diventerà misura distintiva<br />
nella predestinazione nel Verbo e, conseguentemente,<br />
della capacità di accoglienza<br />
della grazia, iscritta nella predestinazione<br />
in Cristo di ogni creatura e<br />
della rispettiva manifestazione in ciascuna<br />
di esse della gloria divina. Allora<br />
— ha sottolineato Mons. Di Fillippo —<br />
erompe dal cuore il cantico della speranza<br />
e della gioia, il Magnificat della<br />
creazione redenta e riconciliata. Il tempo<br />
si invera in attimi di eternità e nelle<br />
pieghe della storia alita la grazia della<br />
fedele misericordia di Dio. L'Immacolata<br />
Concezione è il primo fiore dell'amore<br />
di Dio che fiorisce sulla terra riconciliata<br />
e redenta, proprio come anticipo<br />
stupendo e riconciliazione anticipata di<br />
un amore che fiorisce nel cuore del Padre<br />
e solca lo spazio e il tempo della<br />
storia per ricongiungersi definitivamente<br />
felice nel cuore di Dio».<br />
ca Nostra Signora del S. Cuore, Case di<br />
riposo, Noviziati, Procure ecc. Tra le altre<br />
istituzioni, legate all’Azione Cattolica,<br />
sono presenti la Domus Mariae e la<br />
Domus Pacis, inoltre le sedi centrali del<br />
Centro Italiano Femminile e dell’Opera<br />
della Regalità.<br />
Tra tutte fa spicco la sede della Presidenza<br />
della Conferenza Episcopale Italiana,<br />
con la Segreteria generale e molti<br />
uffici pastorali nazionali.<br />
La giovane Comunità di san Pio V<br />
non dimentica la responsabilità della<br />
testimonianza, davanti ad una storia recente,<br />
che tuttavia s’insedia in un territorio<br />
ricco di catacombe e che da secoli<br />
conserva il prestigioso retaggio del<br />
piccolo Santuario di S. Maria del Riposo,<br />
intorno al quale, già luogo estremo<br />
della città di Roma lungo l’Aurelia, diventa<br />
punto di partenza per costruire la<br />
nuova Roma nel territorio occidentale<br />
dell’Urbe.<br />
In questi 50 anni si sono consolidate<br />
molte importanti esperienze ecclesiali<br />
come l’Azione Cattolica, il Volontariato<br />
Vincenziano, il gruppo Scout ora<br />
AGESCI Roma 129, che compie 40 anni<br />
di vita, l’Ordine Francescano Secolare,<br />
l'Oratorio collegato con il Centro Oratori<br />
Romani, il Gruppo Assistenza Handicappati.<br />
Quante storie di vita vissute con fede<br />
e con amore! Le scelte del Consiglio pastorale<br />
in questo ultimo decennio hanno<br />
costituito le Commissioni per la catechesi,<br />
la liturgia, la carità, la famiglia, i giovani.<br />
Si è costituito un numeroso gruppo<br />
di volontari Caritas, ben formati, con<br />
Centro di ascolto per i poveri, un appartamento<br />
per le emergenze ed un laboratorio<br />
di pizzeria per minori in difficoltà.<br />
Ultimamente, tra le molte iniziative formative<br />
al servizio della famiglia è stato<br />
aperto un centro per incontrare coppie<br />
e singoli e per indirizzare ai consultori<br />
cattolici.<br />
Dopo la Giornata Mondiale della Gioventù<br />
del 2000 si è celebrata una Missione<br />
Giovani dalla quale stanno nascendo<br />
numerose iniziative di conoscenza, formazione,<br />
preghiera e servizio a vantaggio<br />
di tutto il quartiere. La Corale e l’orchestra<br />
san Pio V, dirette dal M° Gaetano<br />
Stella, sono, a loro volta, scuola di<br />
formazione liturgica e di invito al canto<br />
sacro ed alla musica nel servizio della liturgia.<br />
Nel corso dell’anno pastorale saranno<br />
proposte numerose iniziative culturali<br />
che avranno in febbraio 2002 il loro<br />
apice con la visita del Card. Vicario Camillo<br />
Ruini alla Comunità parrocchiale e<br />
l’inaugurazione di una Mostra retrospettiva<br />
del quartiere, accompagnata da<br />
una pubblicazione commemorativa alla<br />
quale già si sta lavorando. Sacerdoti e<br />
Vescovi insigni che hanno vissuto o collaborato<br />
per qualche tempo in san Pio V<br />
e laici cattolici che fossero disponibili,<br />
sono vivamente invitati a partecipare al<br />
giubileo della parrocchia e a far pervenire<br />
scritti, foto e ricordi.<br />
L. S.