05.06.2013 Views

L'OSSERVATORE ROMANO

L'OSSERVATORE ROMANO

L'OSSERVATORE ROMANO

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

.<br />

PAGINA<br />

5 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 31 Dicembre 2001-1 Gennaio 2002<br />

«L'umile dimora di Nazareth<br />

è per ogni credente, e specialmente<br />

per le famiglie cristiane, un'autentica scuola<br />

del Vangelo. Qui ammiriamo la realizzazione<br />

del progetto divino di fare della famiglia<br />

un'intima comunità di vita e d'amore;<br />

qui apprendiamo che ogni nucleo familiare<br />

cristiano è chiamato<br />

ad essere piccola “chiesa domestica”»<br />

ANGELUS La preghiera mariana di Giovanni Paolo II con i numerosi fedeli riuniti in Piazza San Pietro<br />

Dinanzi ai pericoli e alle difficoltà che attraversa l'istituto familiare<br />

il Papa chiede alle famiglie cristiane<br />

«un supplemento di audacia spirituale e apostolica»<br />

Dinanzi ai pericoli e alle difficoltà che<br />

attraversa l'istituto familiare, il Papa<br />

chiede alle famiglie cristiane «un supplemento<br />

di audacia spirituale e apostolica».<br />

Lo ha affermato all'Angelus di domenica<br />

30 dicembre, Festa della Santa<br />

Famiglia, recitato con i numerosi fedeli<br />

radunatisi in Piazza San Pietro per la<br />

preghiera mariana.<br />

Ecco le parole di Giovanni Paolo II:<br />

1.Dalla grotta di Betlemme,<br />

dove nella Notte Santa è<br />

nato il Salvatore, lo sguardo<br />

si sposta quest’oggi verso l’umile<br />

casa di Nazareth, per<br />

contemplare la santa Famiglia<br />

di Gesù, Maria e Giuseppe,<br />

di cui celebriamo la festa,<br />

nel clima festoso e familiare<br />

del Natale.<br />

Il Redentore del mondo ha<br />

voluto scegliere la famiglia<br />

come luogo della sua nascita<br />

e della sua crescita, santificando<br />

così quest’istituzione<br />

fondamentale di ogni società.<br />

Il tempo trascorso a Nazareth,<br />

il più lungo della sua esistenza,<br />

resta avvolto da grande<br />

riserbo e poche notizie ci<br />

vengono tramandate dagli<br />

evangelisti. Se, però, desideriamo<br />

comprendere più profondamente<br />

la vita e la missione<br />

di Gesù, dobbiamo accostarci<br />

al mistero della santa<br />

Famiglia di Nazareth per<br />

osservare ed ascoltare. L’odierna<br />

liturgia ce ne offre la<br />

provvidenziale opportunità.<br />

2.L’umile dimora di Nazareth<br />

è per ogni credente, e<br />

specialmente per le famiglie<br />

cristiane, un’autentica scuola<br />

del Vangelo. Qui ammiriamo<br />

la realizzazione del progetto<br />

divino di fare della famiglia<br />

un’intima comunità di vita e<br />

d’amore; qui apprendiamo<br />

che ogni nucleo familiare cristiano<br />

è chiamato ad essere<br />

piccola «chiesa domestica»,<br />

dove devono risplendere le<br />

virtù evangeliche. Raccoglimento<br />

e preghiera, mutua<br />

comprensione e rispetto, disciplina<br />

personale e ascesi<br />

comunitaria, spirito di sacrificio,<br />

lavoro e solidarietà sono<br />

tratti tipici che fanno della<br />

famiglia di Nazareth un<br />

modello d’ogni nostro focolare<br />

domestico.<br />

Ho voluto porre in risalto<br />

questi valori nell’Esortazione<br />

apostolica «Familiaris consortio»,<br />

di cui proprio quest’anno<br />

ricorre il ventesimo anniversario.<br />

Il futuro dell’umanità<br />

passa attraverso la famiglia<br />

che, nei tempi odierni, è stata,<br />

più di ogni altra istituzione,<br />

segnata dalle profonde e<br />

Lettera dei Vescovi di Francia<br />

al Patriarca di Gerusalemme dei Latini, Michel Sabbah<br />

Un augurio di vera pace<br />

per la Terra Santa<br />

I Vescovi di Francia hanno inviato<br />

una Lettera al Patriarca di Gerusalemme<br />

dei Latini, Michel Sabbah, in occasione<br />

del Santo Natale. Ecco il testo in<br />

una nostra traduzione italiana:<br />

Caro fratello in Cristo,<br />

La celebrazione della festa di Natale si<br />

è appena conclusa. Nel commemorare<br />

la nascita di Cristo a Betlemme, abbiamo<br />

pensato a lei, e grande è il nostro<br />

desiderio di dirle quanto ci siamo sentiti,<br />

quest'anno in modo particolare, in<br />

comunione profonda con lei, con i cristiani<br />

di Terra Santa e con tutti coloro<br />

che vivono in questa terra.<br />

Abbiamo percepito quanto gli eventi<br />

attuali abbiamo turbato il clima di pace<br />

e di fraternità che è al centro del messaggio<br />

di Natale: «Gloria a Dio nell'alto<br />

dei cieli e pace agli uomini che Egli<br />

ama». Comprendiamo quanto il suo dolore,<br />

il suo disappunto, i suoi interrogativi<br />

siano profondi. Li capiamo. Condividiamo<br />

la sua battaglia per la pace, una<br />

pace che integri, come ricorda Papa<br />

Giovanni Paolo II, giustizia e perdono.<br />

Abbiamo seguito con molta attenzione<br />

l'incontro a Roma, il 13 dicembre scorso,<br />

dei Pastori delle Chiese della Terra<br />

Santa.<br />

In questo momento dell'anno in cui ci<br />

si scambiano gli auguri, desideriamo,<br />

con i cattolici di Francia, formularle fraternamente<br />

i nostri auspici. Auguriamo<br />

la pace a tutti gli abitanti di questa «Terra<br />

Santa», una pace più forte dell'odio e<br />

della spirale della violenza. Come abbia-<br />

mo detto nel Messaggio che abbiamo<br />

diffuso al termine della nostra Assemblea<br />

Plenaria a Lourdes, lo scorso novembre,<br />

questa pace si instaurerà solo<br />

se «saranno rispettati il diritto e l'equità<br />

sulle questioni fondamentali: la sicurezza<br />

dello Stato d'Israele, la costituzione<br />

di uno Stato duraturo per i Palestinesi,<br />

una giusta ripartizione delle risorse, e<br />

soprattutto dell'acqua, l'istituzione di<br />

uno statuto adeguato per Gerusalemme,<br />

l'equa considerazione del problema dei<br />

rifugiati, nel quadro dei trattati conclusi<br />

e delle risoluzioni dell'ONU». Possano<br />

l'amore prevalere sull'odio e la riconciliazione<br />

sulla vendetta!<br />

Ci siamo volti verso «il Bambino appena<br />

nato», Colui che s'invoca come «il<br />

Principe della Pace». Che Egli sostenga<br />

tutti gli artefici di pace! Che benedica lei<br />

e tutti coloro che le sono stati affidati.<br />

Lo preghiamo affinché la conservi nella<br />

gioia profonda della sua venuta, quella<br />

gioia del cuore che nessuno può toglierci!<br />

Sia certo, caro fratello in Cristo, della<br />

nostra preghiera e della nostra profonda<br />

comunione fraterna nel Signore.<br />

✠ JEAN-PIERRE RICARD<br />

Arcivescovo eletto di Bordeaux<br />

Presidente della Conferenza<br />

dei Vescovi di Francia<br />

✠ GEORGES PONTIER<br />

Vescovo di La Rochelle et Saintes<br />

Vice-Presidente della Conferenza<br />

dei Vescovi di Francia<br />

rapide trasformazioni della<br />

cultura e della società. La<br />

Chiesa però non ha mai cessato<br />

di far giungere «la sua<br />

voce ed offrire il suo aiuto a<br />

chi, già conoscendo il valore<br />

del matrimonio e della famiglia,<br />

cerca di viverlo fedelmente;<br />

a chi, incerto ed ansioso,<br />

è alla ricerca della verità<br />

ed a chi è ingiustamente<br />

impedito di vivere liberamente<br />

il proprio progetto familiare»<br />

(Familiaris consortio, 1).<br />

Essa avverte questa sua responsabilità<br />

e anche oggi intende<br />

continuare «ad offrire<br />

il suo servizio ad ogni uomo<br />

pensoso dei destini del matri-<br />

monio e della famiglia»<br />

(ibid.).<br />

3.Per portare a compimento<br />

questa sua urgente<br />

missione, la Chiesa conta in<br />

modo speciale sulla testimonianza<br />

e l’apporto delle famiglie<br />

cristiane. Anzi, dinanzi<br />

ai pericoli e alle difficoltà<br />

che attraversa l’istituto familiare,<br />

essa invita ad un supplemento<br />

di audacia spirituale<br />

e apostolica, nella consapevolezza<br />

che le famiglie<br />

sono chiamate ad essere «segno<br />

di unità per il mondo», e<br />

a testimoniare «il Regno e la<br />

pace di Cristo, verso cui il<br />

mondo intero è in cammino»<br />

(ibid., 48).<br />

1° gennaio 2002: Solennità di Maria Santissima, Madre di Dio<br />

Dopo la Benedizione Apostolica, GiovanniPaolo<br />

IIha rivolto ai gruppi di pellegrini<br />

presenti queste parole di saluto:<br />

Saluto con affetto i pellegrini<br />

presenti in quest’ultima<br />

domenica dell’anno civile, in<br />

particolare il folto gruppo di<br />

ragazzi della parrocchia del<br />

Duomo di Todi, accompagnati<br />

dai loro catechisti, e<br />

quelli di Talamona, in Valtellina.<br />

Carissimi, abbiate<br />

sempre nel cuore la gioia di<br />

essere discepoli e testimoni<br />

di Cristo!<br />

Saluto, inoltre, i fedeli di<br />

Giulianello di Cori e, memore<br />

dei loro caratteristici cortei<br />

dei Re Magi, chiedo una<br />

speciale preghiera presso il<br />

venerato Bambinello, di cui<br />

sono custodi.<br />

Domani, alle ore 18, nella<br />

Basilica di San Pietro, presiederò<br />

la celebrazione dei Vespri<br />

con il solenne «Te<br />

Deum» di ringraziamento.<br />

Ogni anno porta con sé gioie<br />

e dolori, problemi e nuove<br />

prospettive. Invito tutti a<br />

concludere il 2001 nel rendimento<br />

di grazie a Dio, lasciando<br />

alle spalle ogni inimicizia,<br />

per iniziare il 2002<br />

nell’amore e nella pace di<br />

Cristo. È questo l’augurio<br />

che rivolgo a tutti, affidandolo<br />

all’intercessione della santa<br />

Famiglia di Nazareth.<br />

In polacco ha detto:<br />

Pozdrawiam również pielgrzymów<br />

polskich: z Łodzi, z<br />

Chicago — parafia św. Jacka,<br />

z Krakowa — przełożonych<br />

Seminarium oraz<br />

wszystkich pielgrzymów indywidualnych.<br />

Życzę wszystkim<br />

błogosławieństwa Bożego<br />

na Nowy Rok.<br />

Ecco una nostra traduzione italiana:<br />

Saluto i pellegrini giunti<br />

dalla Polonia: da Lodz, da<br />

Chicago — la parrocchia di<br />

san Giacinto, da Cracovia — i<br />

superiori del seminario e tutti<br />

i pellegrini individuali. Auguro<br />

a tutti un Anno Nuovo ricco<br />

di benedizioni divine.<br />

Anno nuovo dono della generosità divina<br />

JEAN GALOT<br />

L’anno nuovo è prima di tutto un dono che riceviamo<br />

dal Padre. Il fatto di vivere un anno di<br />

più ci ricorda che la vita ci viene data ogni giorno<br />

dalla bontà sovrana del Padre. Si tratta di un<br />

dono assolutamente gratuito. Il Padre che ha<br />

creato il mondo continua a crearlo per salvaguardare<br />

la sua esistenza.<br />

Ha creato ogni persona umana e la trattiene<br />

in vita con la sua potenza creatrice. Ogni giorno<br />

rinnova il dono che ci ha fatto della nostra esistenza<br />

e di tutto ciò che possediamo. Ogni mattina<br />

dobbiamo ringraziarlo di ritrovarci vivi per<br />

una nuova giornata che ci viene data dal primo<br />

momento fino all’ultimo.<br />

Tutti gli aspetti della nostra vita vengono dal<br />

Padre; tutto ciò che diciamo, sentiamo, facciamo,<br />

ci è procurato da lui.<br />

Questo dono del Padre è assolutamente puro;<br />

nel suo immenso amore, il Padre desidera arricchire<br />

con i propri tesori i suoi figli e favorire il<br />

pieno sviluppo della loro personalità.<br />

Egli stesso non può guadagnare niente con<br />

questo arricchimento, perché la sua infinita perfezione<br />

non può crescere; non può nemmeno diminuire<br />

né perdere qualcosa. Talvolta la sua<br />

opera creatrice è stata concepita come una opera<br />

destinata a procurargli la gloria. È certo che<br />

questa opera deve suscitare nelle creature un<br />

omaggio di ammirazione e di azione di grazie,<br />

ma questo omaggio non aggiunge niente al valore<br />

dell’opera né alla perfezione del Padre. Il Padre<br />

crea soltanto per le creature, senza trarne<br />

nessuno vantaggio. La sua gioia è di sviluppare<br />

la vita dei suoi figli, con l’abbondanza della sua<br />

grazia.<br />

Così egli è il primo che si rallegra per l’anno<br />

nuovo. Si rallegra per noi, perché la sua gioia<br />

consiste nel dare, nel dare gratuitamente, nel<br />

dare il massimo. In questo atteggiamento paterno<br />

possiamo scoprire l’origine della beatitudine<br />

enunziata da Gesù, beatitudine che ci è stata ri-<br />

Gesù,Mariae Giuseppe benedicano<br />

e proteggano tutte<br />

lefamiglie del mondo, perché<br />

in esse regnino la serenità e<br />

la gioia,lagiustiziae la pace,<br />

che Cristo nascendo ha portato<br />

come dono all’umanità.<br />

La Madre del Signore (secolo XIV), venerata nel santuario<br />

«Mater Domini» in Mesagne (Brindisi)<br />

ferita da s. Paolo: «Vi è più gioia nel dare che<br />

nel ricevere!» (At 20, 35). La felicità provata nel<br />

dare ha la sua prima fonte nella felicità propria<br />

al Padre, felicità dell’amore infinitamente generoso<br />

che moltiplica i suoi doni.<br />

Il Padre è colui che dà senza misura, senza limite.<br />

Siccome tutto in lui è amore, egli è fonte<br />

inesauribile di ogni specie di doni. La sua intenzione<br />

è di rendere felici i suoi figli, comunicando<br />

loro la felicità più essenziale, più profonda. Egli<br />

vuole assicurare più particolarmente la qualità<br />

della felicità. Ci sono delle gioie meno importanti,<br />

che non sono pure da disprezzare, e che il Padre,<br />

nella sua Provvidenza, non manca di procurare<br />

ai suoi figli. Ma egli desidera soprattutto assicurare<br />

la felicità che raggiunge il fondo dell’anima<br />

e prepara la felicità della vita eterna. Il dono<br />

di un anno nuovo comporta il dono di tutto<br />

ciò che è necessario al destino finale dell’umanità.<br />

Molto meglio degli uomini, spesso tentati di<br />

dimenticare o di trascurare le condizioni di questo<br />

destino, il Padre guida il mondo sulla via<br />

che garantisce questa felicità.<br />

È vero che nel dono di quest’anno, non ci saranno<br />

soltanto delle gioie. Degli avvenimenti dolorosi<br />

o tragici sono da prevedere nei diversi paesi<br />

del mondo. Non possiamo immaginare in anticipo<br />

questi avvenimenti, perché solo il Padre<br />

conosce perfettamente l’itinerario che egli apre a<br />

tutti con le sue decisioni sovrane.<br />

Abbiamo pure la certezza che anche nelle disgrazie<br />

che possono venire all’improvviso la<br />

Provvidenza del Padre sarà sempre presente con<br />

la sua sapienza e la sua bontà. Nei momenti più<br />

difficili, la sollecitudine del Padre si farà più<br />

premurosa.<br />

Non conosciamo il futuro e non possiamo conoscerlo.<br />

Ma sappiamo che il Padre che ha assunto<br />

nelle sue mani questo anno nuovo sarà<br />

sempre pieno di benevolenza per noi e sempre<br />

pronto a darci l’aiuto necessario. Ogni giorno<br />

dell’anno sarà un nuovo dono della generosità<br />

del Padre.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!