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DAL MONDO<br />
PAGINA<br />
3 .<br />
in primo piano<br />
<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Lunedì-Martedì 3-4 Dicembre 2001<br />
AFGHANISTAN Le fazioni politico-militari che partecipano<br />
da una settimana alla conferenza di Bonn<br />
avrebbero raggiunto un «accordo completo» sull'assetto<br />
politico del Paese. Secondo fonti non ufficiali,<br />
verrebbe formato un Esecutivo transitorio di coalizione<br />
sotto la guida di un esponente del gruppo che<br />
fa capo all'ex Re Zahir Shah.<br />
RAID AEREI Le forze anti Taleban sono a un chi-<br />
lometro dall'aeroporto di Kandahar, ultima roccaforte<br />
del regime fondamentalista islamico. Gli angloamericani<br />
hanno intanto intensificato i raid aerei e<br />
missilistici sulla città. Fonti dei marines affermano<br />
che l'assedio è a una «svolta decisiva».<br />
CARBONCHIO È terminata a Washington la bonifica<br />
degli uffici del Congresso contaminati con il carbonchio.<br />
L'Fbi prosegue le indagini per scoprire i<br />
responsabili della diffusione delle spore di antrace.<br />
AFGHANISTAN L'intesa ottenuta dopo febbrili consultazioni sulla base di una bozza stilata dall'Onu<br />
Accordo raggiunto alla Conferenza di Bonn<br />
sulla formazione di un Governo ad interim<br />
Raid aerei<br />
anglo-americani<br />
sull'assediata<br />
Kandahar KABUL, 3.<br />
Le forze anti Taleban sono a un<br />
km dall’aeroporto di Kandahar<br />
(Sud dell'Afghanistan), secondo<br />
una fonte vicina a un capo tribale<br />
Pashtum, mentre sono continuati<br />
violenti i raid aerei anglo-americani<br />
nella notte e stamattina sull’ultimo<br />
bastione dei Taleban.<br />
Le Forze dell’ex Governatore di<br />
Kandahar, Gul Agha, e del leader<br />
Pashtum, Hamid Karzai, sono alle<br />
porte dell’aeroporto (15 km dalla<br />
città),ha detto il fratello di Hamid<br />
Karzai, Ahmad, il quale ha sottolineato<br />
il ruolo decisivo delle incursioni<br />
in questa avanzata delle<br />
truppe di terra di Agha, che stanno<br />
incontrando una resistenza tenacissima<br />
da parte dei Taleban e<br />
degli uomini di Osama bin Laden,<br />
votati alla morte.<br />
Gli Stati Uniti hanno annunciato<br />
ieri di avere aumentato la loro<br />
potenza di fuoco su Kandahar,<br />
raddoppiando il numero degli elicotteri<br />
da combattimento. Reparti<br />
americani sono accampati a cento<br />
chilometri a Sud-Ovest di Kandahar:<br />
sono pronti a intervenire,<br />
anche se al momento non si è<br />
detto che lo faranno.<br />
Prima di partire per Bucarest,<br />
in Romania, dove partecipa alla<br />
riunione dell'Osce, il Segretario di<br />
Stato americano, Colin Powell, ha<br />
definito la fine dei Taleban letteralmente<br />
«una questione di tempo»;<br />
l'assedio della loro roccaforte<br />
è «a una svolta decisiva», come ha<br />
detto il maggiore dell'«intelligence»<br />
dei marines, James Higgins all'agenzia<br />
di stampa «Ap». La presa<br />
della città, insistono gli esperti<br />
del Pentagono, richiede un'accurata<br />
pianificazione, per evitare<br />
che, una volta superate le mura,<br />
ci si trovi a fare i conti con cruenti<br />
e protratti scontri armati di<br />
strada ingaggiati da migliaia di<br />
Taleban armati fino ai denti.<br />
Intanto, oltre 3.000 Taleban catturati<br />
nei combattimenti nelle regioni<br />
di Mazar-i-Sharif e di Kunduz<br />
sono detenuti in una prigione<br />
del Nord dell’Afghanistan. Lo ha<br />
detto oggi a Kabul Bernard Barrett<br />
del Comitato internazionale<br />
della Croce rossa (Cicr).<br />
Il rappresentante del Cicr ha<br />
precisato che le Forze dell’Alleanza<br />
del Nord hanno portato i prigionieri<br />
nella prigione di Shebargan,<br />
a circa 120 chilometri ad<br />
Ovest di Mazar-i-Sharif. Ieri membri<br />
della Croce rossa volevano visitare<br />
i detenuti, ma gli uomini<br />
del generale uzbeko, Abdel Rashid<br />
Dostum, li hanno dissuasi perché<br />
non ci sarebbero state le condizioni<br />
di sicurezza. Barrett non ha voluto<br />
precisare se i prigionieri siano<br />
tutti Taleban afghani o appartenenti<br />
alla cosiddetta «legione<br />
araba», gli stranieri arrivati a<br />
combattere a fianco dei Taleban.<br />
BERLINO, 3.<br />
Sono giunti ad un accordo<br />
su un Governo di transizione<br />
i delegati presenti alla<br />
conferenza di Bonn sul futuro<br />
assetto politico dell'Afghanistan.<br />
Lo ha oggi annunciato<br />
una fonte dell'Alleanza<br />
del Nord ripresa dall'agenzia<br />
internazionale<br />
«France-Presse». Le quattro<br />
delegazioni, secondo la fonte,<br />
dopo aver lavorato tutta<br />
la notte su una bozza redatta<br />
dalle Nazioni Unite,<br />
«hanno raggiunto un accordo<br />
completo che sarà sottoscritto<br />
domani». A quanto<br />
si è appreso un esponente<br />
del gruppo che fa capo all'ex<br />
Re, Zahir Shah, dovrebbe<br />
guidare l'Esecutivo<br />
interinale, mentre i diversi<br />
ministeri saranno ripartiti<br />
tra i diversi gruppi «in relazione<br />
al loro peso». L'amministrazione<br />
transitoria do-<br />
vrebbe essere formata oltre<br />
che dal Premier, da 23 Ministri e da cinque<br />
vice Primi Ministri.<br />
Già ieri, nel sesto giorno della conferenza<br />
in svolgimento sul colle del Petersberg,<br />
alle porte della ex capitale federale<br />
tedesca, il portavoce delle Nazioni<br />
Unite, Ahmed Fawzi, aveva parlato con<br />
ottimismo del possibile annuncio di un<br />
accordo. Le Nazioni Unite, aveva reso<br />
noto il portavoce, hanno presentato ai<br />
delegati una bozza d’intesa su una «autorità<br />
provvisoria» (interim authorithy),<br />
frutto di una sintesi fra le varie posizioni<br />
emerse in sede di negoziato. Mentre ancora<br />
ieri sembrava esservi un consenso<br />
diffuso sulla struttura e sui compiti di<br />
tale «autorità», il nodo principale da risolvere<br />
— aveva sottolineato Fawzi —<br />
restava quello dei nomi di coloro che faranno<br />
parte della nuova organizzazione<br />
di potere. Il documento proposto dall’Onu<br />
prevede la formazione di tre organismi<br />
base destinati a guidare il Paese per<br />
un periodo di sei mesi: un'amministrazione<br />
provvisoria (Governo) formata da<br />
un totale di 20-30 persone, una commissione<br />
speciale indipendente di 21 membri<br />
incaricata di convocare una «Loya<br />
Jirga», e una Corte suprema per amministrare<br />
la giustizia. La «Loya Jirga» (assemblea<br />
tradizionale afghana formata da<br />
rappresentanti di tutti i gruppi etnici)<br />
avrà a sua volta il compito di formare<br />
un Governo transitorio di due anni, al<br />
termine dei quali verrebbe definita una<br />
nuova Costituzione con un Esecutivo<br />
largamente rappresentativo. All’ex Re<br />
Zahir Shah, in esilio in Italia, sempre secondo<br />
il progetto di accordo, viene riconosciuto<br />
un ruolo altamente simbolico,<br />
ed è previsto che presieda la riunione<br />
inaugurale della «Loya Jirga», dopo i sei<br />
mesi di autorità interinale. Dopo aver<br />
esaminato le sette pagine della bozza di<br />
accordo, i delegati sono passati ad affrontare<br />
il problema dell’assegnazione<br />
degli incarichi e della distribuzione del<br />
potere in seno alla nuova amministrazione<br />
transitoria. «Si tratta di un tassello<br />
importante che ancora manca», aveva<br />
detto il portavoce delle Nazioni Unite<br />
Fawzi. «E quando si arriva ai nomi, la<br />
cosa diventa più difficile», aveva aggiunto,<br />
esprimendo comunque l’auspicio che<br />
un’intesa potesse essere raggiunta in<br />
tempi brevi.<br />
La bozza d’accordo presentata dall’Onu<br />
— secondo quanto segnala l'agenzia<br />
«Ansa» — parla al tempo stesso della<br />
«necessità» di dispiegare in Afghanistan<br />
il più rapidamente possibile una forza<br />
multinazionale di pace. E nell’attesa che<br />
Kabul sia in grado di impiegare a questo<br />
Bonn: la residenza del Petersberg, sede della conferenza<br />
scopo proprie forze militari e di polizia,<br />
la comunità internazionale è disposta a<br />
schierare propri contingenti «su richiesta»<br />
delle autorità afghane. Secondo indiscrezioni<br />
trapelate a margine dei lavori,<br />
sembra che nel primo Governo provvisorio<br />
dovrebbe essere garantita una<br />
rappresentanza alle donne. I nomi che<br />
ricorrono con maggiore insistenza per la<br />
carica di Capo del Governo provvisorio<br />
A Berlino<br />
l'incontro<br />
internazionale<br />
sulla ricostruzione<br />
BERLINO, 3.<br />
Si aprirà mercoledì a Berlino un incontro<br />
che appare cruciale per il futuro<br />
dell'Afghanistan. Nella capitale federale<br />
tedesca si riuniranno infatti i rappresentanti<br />
di 15 Paesi donatori, dell'Unione<br />
Europea, di alcune agenzie dell'Onu e<br />
della Croce Rossa internazionale per discutere<br />
sull'invio di aiuti per la ricostruzione<br />
del Paese devastato da due decenni<br />
di guerre. I 15 Paesi donatori fanno<br />
parte del «gruppo di supporto all'Afghanistan»<br />
(Asg) che ha già stanziato oltre<br />
1.500 miliardi di lire. Condizione per il<br />
sostegno dell'opera di ricostruzione da<br />
parte dell'«Asg» è comunque la formazione<br />
di un Governo transitorio in base<br />
ad accordi raggiunti nella conferenza interafghana<br />
in corso a Bonn.<br />
Con una serie di raccomandazioni in<br />
favore del processo di pace, si è intanto<br />
conclusa a Bad Honnef, nei pressi di<br />
Bonn, una conferenza sulla ricostruzione<br />
dell’Afghanistan (Civil Society Conference)<br />
organizzata dalla Fondazione per<br />
la scienza e la politica di Berlino. Le<br />
raccomandazioni — scaturite dall’attività<br />
di sei gruppi di lavoro — riguardano i<br />
settori della sicurezza, dell’istruzione,<br />
della partecipazione delle donne, dell’economia<br />
e dei diritti umani. In particolare<br />
si suggerisce l’impiego di forze dell’Onu<br />
per il ripristino della sicurezza nel<br />
Paese, iniziative per il disarmo dei combattenti,<br />
l’impegno per l’integrazione<br />
delle donne a tutti i livelli della vita sociale,<br />
politica ed economica nonché la<br />
rapida instaurazione di un Governo<br />
provvisorio con legittimità interna e internazionale.<br />
TERRORISMO Per assicurare alla giustizia i responsabili del gruppo di «Al Qaeda»<br />
Ashcroft chiede nuovi poteri speciali<br />
NEW YORK, 3.<br />
Il Segretario alla giustizia americano,<br />
John Ashcroft, continua a chiedere poteri<br />
speciali per assicurare alla giustizia la<br />
rete di «Al Qaeda»: dopo le leggi speciali<br />
anti-terrorismo varate dal Congresso in<br />
ottobre, Ashcroft si prepara a chiedere<br />
luce verde per più vasti poteri di intercettazione<br />
su telefonate ed e-mail di persone<br />
in odore di terrorismo.<br />
Il «Washington post» ha appreso dettagli<br />
della richiesta tuttora segreta del<br />
Dipartimento della giustizia: l’obiettivo<br />
sarebbe di eliminare l’ultima restrizione<br />
legale che ancora frena le intercettazioni<br />
di «Cia» e «Fbi» in base alla legge sulla<br />
sorveglianza di intelligence all’estero.<br />
Questa legge consente vasti poteri di<br />
intercettazione in casi di spionaggio e<br />
terrorismo internazionale a patto che il<br />
bersaglio sia collegato a una potenza<br />
straniera o a un gruppo terroristico internazionale.<br />
Ashcroft vorrebbe far abolire<br />
la restrizione del collegamento con<br />
l’estero rendendo molto più semplice organizzare<br />
operazioni di sorveglianza su<br />
telefonate e e-mail di persone che non<br />
hanno alcun legame noto con gruppi<br />
stranieri. Non è l’unica nuova misura allo<br />
studio del Dipartimento della giusti-<br />
zia: secondo quanto appreso dal «New<br />
York Times» Ashcroft e il Capo dell’Fbi,<br />
Robert Mueller, starebbero studiando un<br />
piano per allentare le restrizioni che dagli<br />
anni settanta limitano lo spionaggio<br />
del Bureau su gruppi politici e religiosi.<br />
L’americano della strada è sembrato<br />
per ora sordo all’appello dei movimenti<br />
per i diritti civili: un sondaggio di «Newsweek»<br />
ha rivelato che una stragrande<br />
maggioranza di americani non ritiene<br />
che l'Amministrazione Bush abbia esagerato<br />
nella restrizione delle libertà civili<br />
dopo i disumani attacchi terroristici dell'11<br />
settembre scorso a New York e a<br />
Washington. Nel sondaggio 72 americani<br />
su cento si sono detti d'accordo con<br />
quanto ha fatto l'Amministrazione Bush<br />
e con le proposte che sono in cantiere.<br />
D'altra parte, nonostante le retate in<br />
tutto il mondo contro i terroristi di «Al<br />
Qaeda» il 90 per cento dei fedelissimi di<br />
Osama bin Laden sarebbe ancora in libertà:<br />
la stima è dell’«International Center<br />
for Terrorism Studies», un Istituto di<br />
ricerca di Washington.<br />
Nelle retate condotte dopo l’11 settembre<br />
in decine di Paesi del mondo sono<br />
state arrestate o fermate in odore di<br />
terrorismo circa 3.000 persone secondo<br />
una banca dati aggiornata del centro di<br />
Washington. Di questi solo un migliaio<br />
potrebbero essere membri di «Al Qaeda»,<br />
la rete di terrore di Osama bin Laden<br />
che, secondo il Centro, ha circa<br />
12.000 irriducibili in tutto il mondo.<br />
Questo calcolo lascerebbe intendere<br />
che oltre il 90 per cento dei membri di<br />
«Al Qaeda» è ancora a piede libero con<br />
cellule ancora intatte soprattutto in<br />
Asia, nelle Filippine e in Indonesia: «Sono<br />
stati fatti significativi progressi, ma<br />
sarà molto difficile raggiungere tutti i<br />
tentacoli della piovra “Al Qaeda“», ha<br />
detto Michael Swetman, un altro esperto<br />
di terrorismo al «Potomac Institute of<br />
Policy Studies».<br />
Intanto, il Presidente francese, Jacques<br />
Chirac, impegnato in una breve<br />
missione in Nord Africa, ha chiesto una<br />
lotta «globale e mondiale» contro il terrorismo.<br />
«L’espressione afghana e militare<br />
della lotta contro il terrorismo è solo<br />
un elemento di questa battaglia, che<br />
deve associarsi all’insieme dei mezzi giudiziari<br />
e di polizia, al fine di combattere<br />
meglio tutto quello che può consentire<br />
al terrorismo di svilupparsi», ha dichiarato<br />
Chirac sabato sera al termine della<br />
sua visita lampo ad Algeri, da dove ha<br />
proseguito per il Marocco.<br />
sono tre: Abdul Sattar Sirat<br />
(61 anni), Capo della delegazione<br />
dell’ex Re ai negoziati<br />
di Bonn, Hamid Karzai<br />
(46 anni), comandante<br />
impegnato nell'assedio a<br />
Kandahar anch’egli vicino<br />
al gruppo dell’ex sovrano, e<br />
Hedayat Amin Arsala,<br />
membro della delegazione<br />
dell’ex Re. Sembra peraltro<br />
molto probabile — secondo<br />
quanto segnala ancora l'agenzia<br />
«Ansa» — che verrebbero<br />
confermati nei rispettivi<br />
incarichi Abdullah<br />
Abdullah e Yunus Qanuni,<br />
rispettivamente Ministro degli<br />
esteri e Ministro dell’interno<br />
dell’Alleanza del Nord<br />
(o Fronte Unito). Non si sa<br />
se l’ex Presidente Rabbani<br />
avrà un incarico. Sempre<br />
secondo fonti vicine ai lavori,<br />
sembra che a Bonn verrebbero<br />
decisi i nomi solo<br />
dei componenti dell’organo<br />
di Governo provvisorio,<br />
mentre la composizione della commissione<br />
incaricata di convocare la «Loya<br />
Jirga» e della Corte suprema verrebbe<br />
definita in un secondo tempo.<br />
Con la sua proposta di intesa, l’Onu<br />
ha puntato su un obiettivo di minore<br />
portata e di più facile realizzazione, rinunciando<br />
al progetto originario che<br />
prevedeva la costituzione anche di un<br />
cosiddetto Consiglio supremo.<br />
OSCE Riunione a Bucarest dei Ministri degli esteri<br />
dei 55 Paesi aderenti all'Organizzazione per la sicurezza<br />
e la cooperazione in Europa (Csce). Al centro<br />
dei lavori è la lotta al terrorismo internazionale.<br />
RUSSIA Un aereo-cargo «Ilyushin-76», in dotazione<br />
alle guardie di frontiera, è precipitato nell'Estremo<br />
Oriente russo. Tutte le persone a bordo — otto<br />
membri dell'equipaggio e dieci militari di scorta a<br />
un carico — sono deceduti nella sciagura.<br />
CARBONCHIO Con gas di biossido di sodio<br />
Stati Uniti: bonificati<br />
gli uffici del Congresso<br />
WASHINGTON, 3.<br />
È terminata la bonifica<br />
degli uffici di una decina di<br />
senatori statunitensi contaminati<br />
dall’agente del carbonchio.<br />
Le squadre di decontaminazione<br />
hanno<br />
spruzzato gas di biossido di<br />
sodio negli uffici del leader<br />
del Senato, Tom Daschle,<br />
dove il 15 ottobre era stata<br />
consegnata una lettera al<br />
carbonchio contenente una<br />
dose letale delle micidiali<br />
spore.<br />
Il gas nell’edificio «Hart»<br />
del Senato, dove si trova<br />
l’ufficio di Daschle, è stato<br />
diffuso per oltre 20 ore, otto<br />
in più del previsto. Fonti<br />
dell’«Enviromental Protection<br />
Agency» (Epa, l’ente<br />
federale per la protezione<br />
dell’ambiente) hanno indicato<br />
che sono stati decontaminati<br />
anche altri uffici di<br />
senatori, ma solo utilizzan-<br />
do sostanze in forma liquida o schiumosa.<br />
Ci vorrà una settimana per sapere se<br />
il lavoro effettuato ha avuto successo.<br />
Tracce dell’agente del carbonchio sono<br />
state nel frattempo rintracciate nell’ufficio<br />
postale del Connecticut attraverso<br />
cui passava la posta di Ottilie Lundgren,<br />
la donna di 94 anni diventata<br />
l’ultima vittima della forma polmonare<br />
della malattia. Le spore sono state tro-<br />
OSCE Al centro dei colloqui la lotta all'eversione<br />
Riuniti a Bucarest<br />
i Ministri degli esteri<br />
BUCAREST, 3.<br />
La lotta al terrorismo internazionale è<br />
al centro dei colloqui tra i Ministri degli<br />
esteri dei 55 Paesi dell’Osce (Organizzazione<br />
per la Sicurezza e la Cooperazione<br />
in Europa) che si sono riuniti oggi a Bucarest,<br />
in Romania.<br />
Secondo quanto si è appreso alla vigilia<br />
della riunione, a Bucarest si parlerà<br />
soprattutto della «seconda fase» della<br />
campagna «Enduring Freedom» (Libertà<br />
duratura), cioè dopo la fine della fase<br />
attuale che riguarda soprattutto le operazioni<br />
militari contro il regime fonda-<br />
Usa: rinviato<br />
per il maltempo<br />
test missilistico<br />
WASHINGTON, 3.<br />
È stato di nuovo rinviato, sempre<br />
a causa del maltempo sulla<br />
California, il test sull'iniziativa di<br />
difesa antimissile previsto per questa<br />
notte. Lo ha annunciato una<br />
fonte del Pentagono. Dalla California<br />
deve partire il missile che simulerà<br />
un attacco nucleare e che<br />
fungerà da bersaglio. Una ventina<br />
di minuti dopo il lancio dalla base<br />
aerea di Vandenberg, un missile<br />
intercettore partito da un atollo<br />
delle Isole Marshall, in pieno Pacifico,<br />
dovrebbe abbattere il missile<br />
«atomico».<br />
mentalista talebano. In Afghanistan, fino<br />
a pochi giorni fa controllato quasi interamente<br />
dai Taleban, ha trovato rifugio<br />
ed assistenza Osama bin Laden, considerato<br />
il mandante dei disumani attacchi<br />
terroristici contro New York e Washington<br />
dell’11 settembre scorso.<br />
La riunione è l’atto finale dell’anno di<br />
presidenza romena dell’Organizzazione<br />
che si occupa della sicurezza e del rispetto<br />
dei diritti umani in Europa, come<br />
anche di cooperazione economica e di<br />
tutela dell’ambiente. Dal prossimo anno<br />
la presidenza sarà tenuta dal Portogallo.<br />
Ai lavori a Bucarest partecipa anche il<br />
Segretario di Stato americano, Colin Powell,<br />
che poi proseguirà il viaggio in alcune<br />
capitali dell’Europa e dell’Asia centrale.<br />
Dal vertice dei 55 Paesi dell'Osce<br />
dovrebbe uscire un piano d’azione per<br />
combattere efficacemente il terrorismo.<br />
«Nella lotta contro il terrorismo non c’è<br />
neutralità — afferma il “Piano di azione<br />
per combattere il terrorismo“ che sarà<br />
presentato all’approvazione della riunione<br />
di Bucarest —. Per il terrorismo,<br />
qualunque sia la sua motivazione originale,<br />
non esistono giustificazioni. Nessuna<br />
causa può giustificare azioni dirette<br />
contro persone innocenti».<br />
Da Bucarest, secondo gli osservatori,<br />
usciranno rafforzati i rapporti di alleanza<br />
strategica tra americani e russi, questi<br />
ultimi si sono schierati al fianco di<br />
George W. Bush, nella lotta al terrorismo<br />
globale. Per questo non sono previsti<br />
incidenti come quello dello scorso anno,<br />
quando la riunione dell’Osce si concluse<br />
senza l’approvazione di un documento<br />
sulla Cecenia, perché Mosca aveva<br />
fatto uso del suo diritto di veto.<br />
Russia: precipita un «Ilyushin-76»<br />
Morte diciotto persone<br />
MOSCA, 3.<br />
Una vecchia carretta dell’aria, un cargo<br />
«Ilyushin-76» delle guardie di frontiera<br />
russe, è precipitato ieri nell’Estremo<br />
Oriente provocando la morte di 8 membri<br />
dell’equipaggio e di 10 militari di<br />
scorta al carico trasportato.<br />
Partito dalla città di Bratsk e diretto<br />
ad Anadyr, il capoluogo dell’immensa e<br />
spopolata Ciukotka, l’aereo è entrato in<br />
una fase di emergenza mentre era a<br />
un’altezza di circa diecimila metri. Il comandante<br />
ha lanciato l’allarme e ha<br />
chiesto un atterraggio di emergenza a<br />
Khabarovsk spiegando che era scoppiato<br />
un incendio a bordo. Poi, mentre si<br />
trovava a una quota di 7.500 metri, è<br />
scomparso dagli schermi radar, hanno<br />
detto fonti dell’aeroporto all’agenzia di<br />
stampa russa «Itar-Tass».<br />
Testimoni oculari hanno riferito di<br />
«due forti esplosioni» e «ne hanno visto i<br />
lampi» dopo le quali l’«Ilyushin-76» si è<br />
schiantato al suolo in una foresta nella<br />
zona del villaggio di Inia. La zona è stata<br />
raggiunta immediatamente con le<br />
motoslitte da otto poliziotti locali che<br />
hanno individuato i corpi senza vita delle<br />
18 persone che si trovavano a bordo.<br />
I rottami del cargo russo precipitato<br />
sono sparsi in un’area di mezzo chilometro.Secondo<br />
i soccorritori l'«Ilyushin-<br />
76» si è spezzato in tre tronconi e alcune<br />
parti che sono disseminate nell'area<br />
dello schianto erano ancora in fiamme.<br />
L’aereo trasportava materiali da costruzione<br />
e viveri destinati alle guardie che<br />
sorvegliano la frontiera con gli Stati Uniti:<br />
l’America si trova a soli 40 chilometri<br />
dalla costa russa.<br />
La regione nell'Estremo Oriente russo<br />
ha inverni con temperature che raggiungono<br />
i 50 gradi sottozero e vive la lunga<br />
notte polare da novembre a marzo. Cinque<br />
mesi fa era precipitato nei pressi di<br />
Mosca un altro «Ilyushin-76» che era decollato<br />
da pochi secondi. In quel caso la<br />
catastrofe, secondo quanto reso noto<br />
dopo le indagini, fu causata dal sovraccarico<br />
del mezzo.<br />
La produzione dell’«Ilyushin-76» cominciò<br />
nel lontano 1971. Attualmente<br />
circolano 124 esemplari di questo tipo di<br />
aereo cargo, molti dei quali con più di<br />
vent’anni di servizio. Nonostante ci siano<br />
stati nove incidenti negli ultimi nove<br />
anni — quasi tutti provocati da errore<br />
umano — è comunque considerato dagli<br />
esperti internazionali un buon aereo.<br />
Un gruppo speciale di decontaminazione<br />
vate su macchinari di smistamento delle<br />
lettere del «Southern Connecticut Processing<br />
and Distribution Center» di Wallingford.<br />
Secondo gli esperti sarebbero<br />
state lasciate da una lettera transitata da<br />
Wallingford e diretta a Seymour, che è<br />
stata scoperta qualche giorno fa. La lettera<br />
sarebbe rimasta contaminata a Hamilton,<br />
nel New Jersey, passando attraverso<br />
un macchinario postale 15 secondi<br />
dopo la lettera al carbonchio diretta al<br />
leader del Senato.<br />
L’Fbi, intanto, indaga anche nei laboratori<br />
del Governo per risalire alle origini<br />
delle spore di carbonchio che hanno<br />
innescato la crisi bioterroristica del mese<br />
scorso e a chi ha ordito la trama delle<br />
lettere contaminate. L’ipotesi che prima<br />
veniva liquidata come un’illazione di<br />
alcuni gruppi ambientalisti è infatti ormai<br />
entrata, stando a funzionari del Governo,<br />
nel campo di lavoro degli inquirenti.<br />
Questi stanno già interrogando i<br />
tecnici dei laboratori da cui potrebbero<br />
essere usciti i campioni di carbonchio<br />
del tipo «ames», usato nelle lettere che<br />
hanno terrorizzato gli Stati Uniti, facendo<br />
cinque vittime, contagiando altre 13<br />
persone e costringendo a cure antibiotiche<br />
oltre ventimila individui esposti alle<br />
spore del batterio.<br />
Le spore appartengono infatti al tipo<br />
di bacillo conservato nei laboratori di<br />
Fort Detrick, in Maryland, la struttura<br />
di ricerca medica e biologica più avanzata<br />
dell’esercito degli Stati Uniti, che<br />
ha ceduto campioni del batterio solo a<br />
tre laboratori nel Paese (del Governo), a<br />
uno in Gran Bretagna e a un altro in<br />
Canada. Sono stati interrogati anche ufficiali<br />
e ricercatori di Fort Detrick, ha<br />
ammesso il colonnello Arthur Friedlander,<br />
responsabile dei programmi di ricerca,<br />
che ha tuttavia cercato di gettare<br />
acqua sul fuoco dei sospetti. Chi ha ordito<br />
la trama delle lettere all’antrace<br />
«sapeva evidentemente molto bene quel<br />
che stava facendo — ha ammesso Friedlander<br />
— ma da qui a dire che la cosa<br />
esce da un laboratorio del Governo ce<br />
ne passa». Se non le spore, sono però<br />
forse uscite — secondo quanto segnala<br />
l'«Ansa» — le conoscenze scientifiche<br />
necessarie da uno dei laboratori che<br />
avevano ricevuto i batteri da Fort Detrick.<br />
Come sostiene la Presidente della<br />
«Federation of American Scientists»,<br />
Barbara Hatch Rosenberg, secondo la<br />
quale, «tutti gli elementi finora disponibili»<br />
dell’inchiesta puntano in questa direzione.<br />
Vladimir Putin destituisce<br />
alti ufficiali della Marina<br />
per la tragedia del «Kursk»<br />
MOSCA, 3.<br />
A poco più di un mese dal recupero<br />
del sottomarino nucleare «Kursk» inabissatosi<br />
il 12 agosto del 2000 e nel quale<br />
morirono 118 marinai russi, il Presidente<br />
Vladimir Putin ha destituito Vlaceslav<br />
Popov, il comandante della Flotta del<br />
Nord, e il suo vice Mikhail Motsak. Altri<br />
tre ammiragli sono stati destituiti, un<br />
quarto ha dato le dimissioni, altri sette<br />
alti ufficiali saranno puniti sulla base del<br />
regolamento di disciplina militare. Nelle<br />
loro attività sono state individuate serie<br />
insufficienze nell'organizzazione dell'attività<br />
giornaliera e nell'addestramento militare,<br />
ha detto il Procuratore generale<br />
Vladimir Ustinov, che conduce le indagini<br />
sulla tragedia, a Putin.<br />
L'incontro al Cremlino tra Putin e<br />
Ustinov è stato ripreso dalle televisioni<br />
russe. Dopo il colloquio con il magistrato,<br />
Putin ha convocato il Ministro della<br />
difesa, Serghei Ivanov, il Capo di stato<br />
maggiore Anatoli Kvashnin, e il Capo<br />
della Marina militare, Vladimir Kuroyedo.<br />
«Ci furono serie manchevolezze —<br />
ha detto Putin — nell'organizzazione<br />
delle manovre nel corso delle quali avvenne<br />
l'affondamento del “Kursk“».