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.<br />
PAGINA<br />
7 .<br />
Un tempo<br />
di speranza<br />
JEAN GALOT<br />
La festa di Natale è preceduta da<br />
un tempo di speranza.<br />
L’Avvento è il periodo liturgico<br />
istituito dalla Chiesa per lo sviluppo<br />
di questa speranza. I cristiani aspettano<br />
la venuta di Cristo sperando<br />
che questa venuta darà un nuovo<br />
impulso alla trasformazione del<br />
mondo. Ogni anno del terzo millennio<br />
apre la porta a un nuovo passo<br />
avanti nel progresso dell’umanità.<br />
Prima di tutto, si tratta di un progresso<br />
spirituale che segna un influsso<br />
più ampio di Cristo sulla vita<br />
umana e una diffusione più estesa<br />
della grazia riversata nei cuori dallo<br />
Spirito Santo.<br />
L’attesa di Natale non è dunque<br />
semplice attesa della nascita di Gesù.<br />
È piena della speranza di un futuro<br />
migliore che per mezzo di questa<br />
nascita è concesso al mondo. Un<br />
Salvatore che è Figlio di Dio possiede<br />
ogni potere per elevare l’umanità<br />
a un livello superiore di vita divina.<br />
Verso quel Salvatore ci rivolgiamo,<br />
sapendo che più di 2000 anni fa, è<br />
venuto sulla terra e ha inaugurato<br />
una opera di salvezza e di santificazione<br />
che continua a produrre frutti<br />
nel corso dei secoli. Preparandoci a<br />
vivere di nuovo questa venuta, abbiamo<br />
la certezza che susciterà un<br />
nuovo sviluppo del regno di Cristo.<br />
Dal Salvatore che vogliamo festeggiare,<br />
sappiamo che possiamo aspettare<br />
tutti i benefici della grazia. Colui<br />
che ha varcato la distanza infinita<br />
dal cielo alla terra ha l’intenzione<br />
di dare alla sua venuta la più alta<br />
fecondità. La speranza collocata nel<br />
Salvatore non può essere delusa.<br />
Quando viene fra gli uomini, il Figlio<br />
di Dio viene con la sua potenza<br />
sovrana che gli permette di realizzare<br />
il programma più ambizioso nell’instaurazione<br />
di un'umanità migliore.<br />
Non solo può rispondere a<br />
tutte le nostre aspirazioni, a tutti i<br />
nostri desideri di un mondo nel quale<br />
il bene prevalga sul male, ma supera,<br />
con l’esercizio della sua onnipotenza,<br />
tutto ciò che possiamo immaginare<br />
e sperare. Egli desidera<br />
colmarci di tutti i beni spirituali: soprattutto<br />
vuole stabilire nei cuori il<br />
regno del suo amore. Viene in questo<br />
mondo con tutta la forza dell’a-<br />
<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Domenica 2 Dicembre 2001<br />
Avvento di grazia per un futuro di pace<br />
Un momento opportuno da cogliere per ravvivare nei fedeli<br />
la tensione morale e spirituale sopita nella società secolarizzata<br />
«Destatevi...». Sovente Dio, per mezzo<br />
dei Profeti nell'Antico Testamento,<br />
del Figlio suo Gesù Cristo e dei suoi<br />
Apostoli nel Nuovo, ci fa sentire questo<br />
invito forte a destarci, a svegliarci e altri<br />
simili: non cadere nel sonno, non chiudere<br />
il cuore... All'inizio dell'Avvento,<br />
ogni anno la Chiesa nella Liturgia, ci ripete<br />
il richiamo di s. Paolo: «È tempo di<br />
svegliarvi dal sonno» (Rom 13, 11).<br />
Perché? Perché siamo tutti portati ad<br />
abituarci, ad assopirci, a andare in basso,<br />
a diminuire la nostra tensione spirituale<br />
e morale. Anche l'ambiente che ci<br />
circonda, oggi secolarizzato, mondanizzato,<br />
pagano, tendente all'omologazione<br />
con le cose del mondo, ci trascina al<br />
basso, soprattutto annacquando la Verità<br />
e confondendola con la menzogna.<br />
Il progetto di Dio<br />
Per stare svegli e vigilanti, occorre ricorrere<br />
al centro della Rivelazione, all'Avvenimento<br />
che tutto illumina e determina:<br />
Dio, poiché ama il mondo, è<br />
venuto a salvarlo, in un preciso momento<br />
della storia, attraverso Gesù Cristo;<br />
la sua opera di salvezza continua<br />
ancora oggi — Gesù è attuale, è l'Agnello<br />
immolato e vivente oggi. Noi siamo<br />
chiamati a non essere sonnolenti, distratti,<br />
assenti o chiusi davanti a Lui, alla<br />
sua azione, ma ad entrare in essa, a<br />
inserirci in Lui, a collaborare con Gesù,<br />
ad aiutare gli altri a conoscerlo e a<br />
aprirsi a Lui.<br />
Tutto questo nel Vangelo è chiamato<br />
«vigilanza», cioè stato di veglia, consapevolezza<br />
e attenzione, perché sotto i<br />
nostri occhi, nell'oggi della vita, sta capitando,<br />
in una realizzazione misteriosa<br />
ma vera, l'opera di Dio che salva il<br />
mondo. Occorre quindi conoscere questo<br />
progetto divino, non essere assenti,<br />
non tagliarci fuori, altrimenti facciamo il<br />
più colossale fallimento, in questa nostra<br />
breve esistenza che ci è data e nell'aldilà.<br />
L'attesa nella notte<br />
C'è una parabola di Gesù nel Vangelo<br />
di Matteo, di singolare bellezza, che ha<br />
ispirato le anime semplici e i mistici e<br />
ha commosso dei negatori come Ernest<br />
Rénan — la parabola delle dieci vergini,<br />
more divino che ama senza limiti,<br />
che attira l’amore e fa amare.<br />
La speranza attuale della Chiesa<br />
ricorda che prima, un periodo molto<br />
lungo di speranza aveva preceduto<br />
la venuta del Messia. Questo periodo<br />
era stato giudicato necessario<br />
dalla sapienza del Padre che, prima<br />
di mandare suo Figlio nel mondo,<br />
voleva provvedere alle condizioni di<br />
una buona accoglienza. La rivelazione<br />
della venuta di un re messianico<br />
era ancora un annunzio incompleto,<br />
perché non faceva scoprire il volto<br />
del Figlio di Dio; ma la prospettiva<br />
di un Salvatore messianico stimolava<br />
la speranza del popolo giudaico e<br />
orientava i suoi desideri verso un<br />
futuro meraviglioso, perché il regno<br />
messianico era atteso come un regno<br />
di sovrabbondanza di ogni specie<br />
di beni.<br />
Questa speranza fu colmata in<br />
modo superiore con la venuta del<br />
Figlio di Dio. Lo Spirito Santo, che<br />
aveva formato nei cuori la speranza<br />
degli uomini ha dato a questa speranza<br />
un compimento inatteso, con<br />
la venuta di Cristo, personaggio<br />
messianico e divino.<br />
Alla luce della fede cristiana, la<br />
speranza riconosce nel Figlio di Dio<br />
incarnato il Salvatore annunziato.<br />
Durante il periodo dell’Avvento, questa<br />
speranza ritrova tutto il suo significato<br />
e tutta le sua forza: si tratta<br />
di aspettare con anima aperta il<br />
Salvatore, per beneficiare pienamente<br />
della sua venuta. Con più di speranza<br />
nell’avvicinamento a Natale, i<br />
cuori saranno più disposti a ricevere<br />
tutto ciò che Cristo vuole procurare<br />
all’umanità di oggi.<br />
Tante persone sperano in un mondo<br />
migliore! L’Avvento è il momento<br />
in cui le aspirazioni più audaci e<br />
più nobili possono esprimersi con la<br />
certezza di ricevere una risposta celeste,<br />
con il mistero di Natale.<br />
Critiche e lagnanze che vengono<br />
da situazioni dolorose o difficili sono<br />
chiamate a diventare grida di<br />
speranza che salgono verso colui<br />
che si avvicina per guarire, salvare,<br />
elevare tutte le persone e tutta la società.<br />
Tempo di speranza, l’Avvento fa<br />
sorgere un nuovo dinamismo che<br />
emana da Colui stesso che viene, facendo<br />
già sentire la gioia della sua<br />
venuta.<br />
invitate a partecipare alla festa<br />
di nozze, per prestare la loro opera<br />
di luce con le lucerne accese a<br />
illuminazione del convito (Mt 25,<br />
1-13).<br />
Nella notte attendono lo Sposo<br />
che sembra tardare a venire, ma<br />
sanno con sicurezza che verrà.<br />
Cinque hanno preso le lucerne e<br />
l'olio per alimentarle, le altre hanno<br />
solo le lucerne vuote. Che cosa<br />
fanno? Attendono vigilanti, ma le<br />
sprovvedute vanno a comperarsi<br />
l'olio di cui sono prive. Intanto, si<br />
leva una voce nella notte: «Ecco<br />
lo sposo che viene, andategli incontro».<br />
Al convito di nozze, vanno soltanto<br />
le prime cinque... Non ci<br />
sfugga il senso della parabola, così<br />
adatta al clima d'avvento. Queste<br />
sono le nozze di Cristo con<br />
l'umanità, che si realizzano con la<br />
Redenzione, iniziando da Betlemme<br />
e compiendosi sul Calvario.<br />
La vita cristiana-cattolica è unione<br />
di Gesù Cristo con ogni persona<br />
umana che lo accoglie nella fede<br />
e nella carità: passa attraverso la<br />
croce, ma produce festa, gioia, la<br />
gioia di stare nella Verità, di pos-<br />
sedere la vita divina della Grazia, meritata<br />
da Cristo sulla Croce, partecipata a<br />
noi qui in terra, dai suoi Sacramenti, in<br />
primo luogo il Battesimo e poi la Confessione<br />
e in modo singolarissimo dall'Eucaristia.<br />
È anche la gioia di partecipare all'azione<br />
di Dio nel tempo, il tutto come<br />
anticipo gioioso della felicità eterna, anticipo<br />
nell'immancabile lotta e sofferenza<br />
della esistenza: «per crucem ad Lucem,<br />
per aspera ad Astra».<br />
La lampada accesa<br />
La lucerna che le dieci ragazze dovevano<br />
tenere preparate ed efficienti per<br />
illuminare la sala del convito e la festa<br />
di nozze, indica tutto quello che noi<br />
dobbiamo preparare e possedere per<br />
rendere vera la nostra vita cristiana, che<br />
si riflette poi nella nostra opera di testimoni<br />
e apostoli del Vangelo.<br />
La prima cosa necessaria alla lampada<br />
è l'olio, fonte di luce: se manca l'olio,<br />
la lampada si spegne. In questo olio,<br />
Un avvenimento proiettato verso la celebrazione della Giornata Mondiale della Gioventù del 2002<br />
Una missione stupenda per i giovani:<br />
essere sale della terra e luce del mondo<br />
THOMAS ROSICA<br />
Nel messaggio indirizzato ai giovani<br />
di tutto il mondo per la Giornata Mondiale<br />
della Gioventù 2002 in Canada, Papa<br />
Giovanni Paolo II scrive: «Carissimi,<br />
è tempo di prepararsi per la XVII Giornata<br />
Mondiale della Gioventù... Un nuovo<br />
secolo, un nuovo millennio si aprono<br />
alla luce di Cristo. Non tutti però vedono<br />
questa luce. Noi abbiamo il compito<br />
stupendo di esserne il “riflesso”».<br />
Durante questo periodo di desiderio e<br />
di attesa del Signore, siamo invitati a<br />
pregare e a ponderare la Parola di Dio,<br />
ma soprattutto di diventare «riflesso»<br />
della luce di Cristo, di Cristo stesso. Comunque<br />
noi tutti sappiamo quanto sia<br />
difficile riflettere la luce di Cristo, specialmente<br />
quando si perdono le speranze<br />
in questa vita, quando ci si adatta<br />
agli eventi del mondo, quando ci si accontenta<br />
della mediocrità e della vuotezza.<br />
L’Avvento ci ricorda che dobbiamo<br />
essere pronti ad incontrare il Signore in<br />
ogni singolo momento della nostra vita.<br />
Proprio come un allarme di sicurezza<br />
sveglia un padrone di casa, l’Avvento<br />
sveglia i Cristiani che corrono il pericolo<br />
di adagiarsi alla vita di tutti i giorni.<br />
Nello stesso messaggio sopra menzionato,<br />
Papa Giovanni Paolo II scrive ai suoi<br />
cari amici: «È proprio della condizione<br />
umana e, in particolar modo, della gioventù,<br />
cercare l’Assoluto, il senso e la<br />
pienezza dell’esistenza. Cari giovani,<br />
nulla vi accontenti che stia al di sotto<br />
dei più alti ideali! Non lasciatevi scoraggiare<br />
da coloro che, delusi dalla vita, sono<br />
diventati sordi ai desideri più profondi<br />
e più autentici del loro cuore. Avete<br />
ragione di non rassegnarvi a divertimenti<br />
insipidi, a mode passeggere ed a progetti<br />
riduttivi. Se conservate grandi desideri<br />
per il Signore, saprete evitare la<br />
mediocrità e il conformismo, così diffusi<br />
nella nostra società.<br />
Che cosa e chi stiamo aspettando nella<br />
nostra vita? Quale virtù o regalo stiamo<br />
pregando di ricevere quest’anno?<br />
Desideriamo il recupero e la riconciliazione<br />
dei rapporti spezzati? Quale significato<br />
desideriamo ottenere dal profondo<br />
dei nostri momenti buii, della nostra<br />
tristezza e miseria? Come viviamo le nostre<br />
promesse battesimali? Quali qualità<br />
di Gesù stiamo cercando nelle nostre vite<br />
in questo Avvento? Molte volte, le cose,<br />
le qualità, i doni e le persone che<br />
aspettiamo, ci permettono di capire chi<br />
realmente siamo. L’Avvento è il momento<br />
propizio per aprire gli occhi, per focalizzare<br />
sulle questioni, per fare attenzione<br />
e mantenere la giusta prospettiva<br />
sulla presenza di Dio nel mondo.<br />
Il Battista, icona conservata nel Museo<br />
di Leningrado<br />
è anzitutto significata la fede — cioè la<br />
nostra adesione a Dio, a Cristo, al Credo<br />
Cattolico più autentico quale ci è stato<br />
trasmesso dalla Tradizione più santa,<br />
da Gesù fino ad oggi. La fede, se è vera<br />
e valida, cambia la vita e la rende luminosa<br />
e ardente; fede che va sempre continuamente<br />
alimentata, altrimenti diminuisce<br />
e si spegne.<br />
S. Agostino, con la solita acutezza ed<br />
efficacia espressiva, chiamava tutto questo<br />
«cogitare fidem» (pensare la fede) e<br />
diceva: «Fides non cogitata, nulla est»<br />
(una fede non pensata, non fatta propria,<br />
è nulla). Ma come fare per «cogitare<br />
fidem?».<br />
La risposta è molto ampia e pertanto<br />
bastino qui alcuni verbi: conoscere sempre<br />
più la Realtà della fede; approfondirla;<br />
ritrovarne i fondamenti, quasi a<br />
rifondarla per noi ogni giorno sulla roccia<br />
incrollabile che è Gesù Cristo; estendere<br />
la fede a tutta la nostra vita e far sì<br />
che essa penetri a fondo dovunque; soprattutto<br />
chiederla a Dio, in questo<br />
Annuncio ai Pastori, dipinto del XVI sec., Museo diocesano di Palencia – L'immagine miracolosa della SS. Annunziata di Firenze<br />
Il nostro Battesimo è parte della missione<br />
reale messianica di Gesù. Tutti coloro<br />
che condividono questa missione<br />
dividono anche responsabilità reali, in<br />
particolare, hanno a cuore gli afflitti e<br />
gli ammalati. L’Avvento è un’opportunità<br />
meravigliosa per «attivare» le nostre<br />
promesse e impegni battesimali. Papa<br />
Giovanni Paolo II invita i giovani a<br />
prendere sul serio il loro battesimo. Nel<br />
suo messaggio egli scrive: «Voi siete il<br />
sale della terra... ». Una delle funzioni<br />
primarie del sale, come ben si sa, è<br />
quella di condire, di dare gusto e sapore<br />
agli alimenti. Quest’immagine ci ricorda<br />
che, mediante il battesimo, tutto il nostro<br />
essere è stato profondamente trasformato,<br />
perché «condito» con la vita<br />
nuova che viene da Cristo (cfr Rm 6,4).<br />
Il sale, grazie al quale l’identità cristiana<br />
non si snatura, anche in un ambiente<br />
fortemente secolarizzato, è la grazia battesimale.<br />
Durante questo periodo di Avvento di<br />
attenzione e di attesa, qual è il modo<br />
migliore per prepararsi alla Giornata<br />
Mondiale della Gioventù? Noi preparia-<br />
tempo tanto difficile per la fede: chiedere<br />
l'aiuto e la luce di Dio per aprirci<br />
sempre di più a Lui, all'azione di salvezza,<br />
che Egli svolge nel mondo attraverso<br />
Gesù Cristo nella sua Chiesa.<br />
Nella notte di questo mondo, si alza<br />
ancora la Voce benedetta di Dio: «Ecco<br />
lo Sposo che viene, andategli incontro!».<br />
Lo Sposo è Cristo che irrompe<br />
nella vita, se noi gli andiamo incontro,<br />
lo accogliamo, gli siamo fedeli. Irrompe<br />
per mezzo del suo Vangelo che è Luce,<br />
irrompe in modo reale nei Sacramenti:<br />
la Confessione e il pentimento che toglie<br />
l'ostacolo del peccato, la Messa e Comunione<br />
eucaristica in cui Egli ripresenta<br />
al Padre il suo Sacrificio e ci associa a<br />
Lui immolato per avere la sua vita<br />
divina.<br />
Gesù, unico Sole<br />
Siamo introdotti a nozze con Lui. Ma<br />
nella notte del mondo di oggi, si ode un<br />
lamento tristissimo: «Le nostre lampade<br />
si spengono». Era, nella parabola evangelica,<br />
il grido angoscioso di una parte<br />
di quelle ragazze che, rimaste senza<br />
olio, si vedevano escluse dalla festa di<br />
nozze. È il grido odierno, prima di implorazione<br />
esplicita o implicita che tante<br />
vite giovanili, rivolgono al mondo degli<br />
adulti — i genitori, la scuola, la società...<br />
— e sempre alla Chiesa di Cristo.<br />
È il grido colmo di angoscia e di disperazione<br />
dei drogati, degli alcolizzati,<br />
dei malati di ogni genere, dei tentati di<br />
suicidio, di coloro soprattutto cui manca<br />
il senso della vita, del dolore e della<br />
morte e che ha un immenso bisogno di<br />
Cristo e di apostoli veri che lo facciano<br />
conoscere e amare. Tutta gente che si è<br />
avviata nell'esistenza senza provvista di<br />
olio... e ci grida: «Dateci del vostro<br />
olio». Dateci Gesù Cristo e il suo Vangelo.<br />
Dateci la Verità. Basta con le tenebre,<br />
basta con la confusione».<br />
L'Avvento si fa preghiera rivolta a Gesù,<br />
lo Sposo della nostra vita, l'unico<br />
Salvatore: «Tu veritatis unicus / Sol,<br />
Christe, fulgens mentibus; / noctem repellis<br />
horridam, / viam salutis exhibes».<br />
Tu, della Verità unico / Sole, Cristo,<br />
splendente alle menti, disperdi<br />
l'orrida notte, mostraci la via della salvezza».<br />
PAOLO RISSO<br />
mo questo meraviglioso evento nel nostro<br />
Paese, prima di tutto prendendo sul<br />
serio il nostro battesimo. Noi ci sforziamo<br />
di essere sale, il cui sapore dà gusto<br />
e significato alla vita cristiana. Desideriamo<br />
essere luce... riflettendo lo splendore<br />
della presenza di Cristo a tutti coloro<br />
che incontriamo ogni giorno.<br />
Durante la preparazione della Giornata<br />
Mondiale della Gioventù 2002, permettetemi<br />
di suggerire a voi di sanare<br />
una lite. Costruite la Pace. Cercate un<br />
amico che avete dimenticato. Allontanate<br />
i sospetti e sostituiteli con la fiducia.<br />
Scrivete una lettera d’amore. Condividete<br />
un tesoro. Rispondete con gentilezza<br />
anche quando vorreste rispondere bruscamente.<br />
Incoraggiate un giovane a<br />
credere nelle sue capacità. Invitate un<br />
giovane a partecipare alla Giornata<br />
Mondiale della Gioventù 2002. Manifestate<br />
la vostra lealtà in parole e fatti.<br />
Mantenete una promessa. Trovate il<br />
tempo e create del tempo. Lasciate perdere<br />
un risentimento. Perdonate i nemici.<br />
Ascoltate di più. Scusatevi se avete<br />
sbagliato. Siate gentili anche se non ave-<br />
te sbagliato! Cercate di capire. Ignorate<br />
le invidie. Ponderate le domande che fate<br />
agli altri. Pensate prima agli altri che<br />
non a voi stessi. Apprezzate le cose. Siate<br />
gentili e buoni. Siate ironici. Lo siate<br />
un po’ di più. Fate in modo di meritare<br />
fiducia. Affrontate le maldicenze. Condannate<br />
l’autocompiacimento. Esprimete<br />
gratitudine. Andate in Chiesa. Rimanete<br />
in Chiesa un po’ più a lungo del solito.<br />
Accogliete uno straniero aprendo le<br />
vostre case ad alcune delle migliaia di<br />
giovani pellegrini che visiteranno il nostro<br />
Paese la prossima estate. Allietate il<br />
cuore di un bambino. Regalate il vostro<br />
tempo alla Giornata Mondiale della Gioventù<br />
2002 facendo del volontariato.<br />
Pregate per il successo di questa. Apprezzate<br />
la bellezza e la meraviglia di<br />
questa terra. Esprimete il vostro amore.<br />
Fatelo ancora una volta. Gridatelo forte.<br />
Esprimetelo garbatamente. Gioite per il<br />
Signore che è vicino! E Lui sarà presente<br />
potentemente nella nostra terra la<br />
prossima estate durante la Giornata<br />
Mondiale della Gioventù 2002.<br />
Un incontro profondamente<br />
personale che si rinnova<br />
Avvento viene da ad-ventus e ci invita<br />
a guardare in direzione di Colui che viene<br />
per noi, incontro a noi, o meglio, incontro<br />
a me, perché questo incontro è e<br />
vuol essere un incontro profondamente<br />
personale: «questa vita che vivo nella<br />
carne io la vivo nella fede del Figlio di<br />
Dio che mi ha amato e ha dato se stesso<br />
per me» (Gal 2, 20).<br />
Noi preti guidiamo gli altri, i fedeli, a<br />
vivere bene il tempo dell'Avvento, richiamando<br />
ai valori propri di questo<br />
tempo liturgico per vivere con serenità e<br />
impegno le festività natalizie.<br />
Una missione radicata<br />
nel mistero dell'Avvento<br />
Il tempo dell'Avvento è il più bello,<br />
perché la nostra missione è intimamente<br />
radicata in questo mistero della visita di<br />
Dio: ne è una attuazione, nella vita personale<br />
prima e poi nell'incontro con gli<br />
altri che il ministero comporta. Noi, se<br />
ci pensiamo, nonostante i nostri peccati,<br />
facciamo rinascere Gesù, gli permettiamo<br />
un perenne avvento nella storia e<br />
nelle anime che, nonostante noi, ma<br />
proprio attraverso noi, lo incontrano.<br />
Il prete che sia prete, infatti, e che si<br />
presenti da prete — perché mai come<br />
nella nostra società sono necessari i segni<br />
della presenza del soprannaturale e<br />
dei valori dello spirito — è un avvento<br />
di Dio.<br />
Questo avvento è prima per noi. Degni<br />
o indegni, Dio obbedisce a noi, lo<br />
Spirito Santo di Dio scende al nostro comando<br />
sulle offerte, elargisce il perdono<br />
di Dio ai peccatori — sì è vero, siamo<br />
cause strumentali, ma ciò ci riempie di<br />
meraviglia — e ci assicura quei sostegni<br />
spirituali, che ci sono indispensabili per<br />
non cadere nello scoraggiamento e nella<br />
rassegnazione?<br />
Il buon prete<br />
è un portento di Dio<br />
Avvento di Dio a noi ogni mattina e,<br />
prima ancora, ogni notte in cui Dio ci<br />
ristora col sonno e lenisce quelle ferite<br />
dell'anima che a Lui abbiamo affidato<br />
nella preghiera.<br />
Ed è Avvento per i nostri fratelli: un<br />
prete che sia prete è un portento di Dio<br />
tra la gente. Se è buono, se è paziente,<br />
se è disinteressato, se è povero, se è felice<br />
del suo poco potere, è un prodigio<br />
della natura e della grazia ed è capace<br />
di operare una rivoluzione, non quella<br />
rivoluzione sociologica che non spetta a<br />
noi promuovere, ma la rivoluzione più<br />
bella e impegnativa ch'è la nostra conversione,<br />
il nostro aprirci a Dio e il nostro<br />
non vivere più solo per noi.<br />
Tutto si compie<br />
nel silenzio del cuore<br />
Dove si compie tutto ciò? Nel silenzio<br />
del nostro cuore. E a ciò ci richiama<br />
l'Avvento.<br />
L'antifona nella novena del Natale,<br />
ispira al brano del libro della Sapienza:<br />
«Mentre un profondo silenzio avvolgeva<br />
tutte le cose e la notte era a metà del<br />
suo corso, la tua Parola onnipotente, o<br />
Signore, è discesa dal cielo»? Nel silenzio<br />
discende la Parola di Dio, nel silenzio<br />
è accolta e diventa vita nuova, luce<br />
e forza, calore e sostegno delle nostre<br />
anime assetate.<br />
Anche dinanzi al presepio ci sentiamo<br />
trascinati al silenzio: il Bambinello, tra<br />
Maria e Giuseppe, tace. Immaginiamo<br />
forse i suoi vagiti; ma egli tace. I più<br />
belli e variopinti personaggi che possono<br />
arricchire e colorire il nostro presepio<br />
non fanno che tacere e osservare, quasi<br />
rapiti in quella calma estasiante che si<br />
irradia dalla capanna di Gesù.<br />
Una rappresentazione vera<br />
È una rappresentazione, è vero, ma<br />
quanto è più vera di tante altre più realistiche<br />
rappresentazioni della vita! È la<br />
rappresentazione dell'Avvento già giunto<br />
al suo compimento; è l'incontro con Gesù<br />
che si riempie di gioia e di pace, perché<br />
è l'Amore venuto in terra per salvarci.<br />
Lasciamoci rapire anche noi da quei<br />
piccoli e indifesi personaggi, imitiamo il<br />
loro silenzio, facciamoci personaggi del<br />
presepio vero e reale di Gesù nella nostra<br />
vita e nella storia delle nostre<br />
anime e di quelle che ci sono affidate e<br />
impariamo ad ascoltare, a tacere e ad<br />
amare.<br />
ALESSANDRO DE SORTIS