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L'OSSERVATORE ROMANO

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PAGINA<br />

4 .<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Venerdì 21 Dicembre 2001<br />

Incontro di S.E. Mons. Tarcisio Bertone<br />

con Suor Maria Lucia<br />

de Jesus e do Coração Imaculado<br />

(Convento di Coimbra, 17 novembre 2001)<br />

Nei mesi scorsi, soprattutto dopo il triste evento<br />

dell'attentato terroristico dell'11 settembre scorso,<br />

sui giornali italiani ed esteri sono comparsi articoli<br />

riguardanti presunte nuove rivelazioni di Suor Lucia,<br />

annunci di lettere monito al Sommo Pontefice, reinterpretazioni<br />

apocalittiche del messaggio di Fátima.<br />

Si è inoltre ribadito il sospetto che la Santa Sede<br />

non abbia pubblicato il testo integrale della terza<br />

parte del «segreto», ed alcuni movimenti «fatimiti»<br />

hanno ripetuto l'accusa che il Santo Padre non ha<br />

ancora consacrato la Russia al Cuore Immacolato di<br />

Maria.<br />

Si è perciò ritenuto necessario incontrare Suor Lucia,<br />

alla presenza di Padre Luis Kondor, SVD, Vice<br />

Postulatore della causa dei Beati Francesco e Giacinta,<br />

e della Priora del Carmelo Santa Teresa, col consenso<br />

di Sua Eminenza il Card. Joseph Ratzinger e<br />

dei due Vescovi di Leiria-Fátima e di Coimbra, per<br />

ottenere alcune chiarificazioni e informazioni dirette<br />

dalla veggente sopravvissuta.<br />

Il colloquio, durato oltre due ore, ha avuto luogo<br />

sabato pomeriggio 17 novembre. Suor Lucia, che<br />

compirà 95 anni il 22 marzo p.v., è apparsa in ottima<br />

forma, lucida e vivace. Ha professato innanzitutto<br />

il suo amore e la sua devozione al Santo Padre:<br />

prega molto per Lui e per la Chiesa tutta.<br />

È lieta della diffusione del suo libro «Gli appelli<br />

del messaggio di Fátima», tradotto ormai in sei lingue<br />

(italiano, spagnolo, tedesco, ungherese, polacco,<br />

inglese). Riceve molte lettere di ringraziamento in<br />

proposito.<br />

Passando al problema della terza parte del segreto<br />

di Fátima, afferma che ha letto attentamente e meditato<br />

il fascicolo pubblicato dalla Congregazione per<br />

la Dottrina della Fede e conferma tutto ciò che è<br />

scritto.<br />

A chi affaccia il dubbio che sia stato nascosto<br />

qualcosa del «terzo segreto» risponde: «Tutto è stato<br />

pubblicato; non c'è più nulla di segreto». A chi parla<br />

e scrive di nuove rivelazioni dice: «Non c'è niente<br />

di vero. Se avessi avuto nuove rivelazioni non le<br />

avrei dette a nessuno, ma le direi direttamente al<br />

Santo Padre!».<br />

Poi rievoca volentieri la sua giovinezza con le difficoltà<br />

incontrate, prima di diventare suora, ma an-<br />

SIERRA LEONE La testimonianza di Mons. George Biguzzi, Vescovo di Makeni<br />

L'impegno della Chiesa nella ricostruzione<br />

di una Nazione dilaniata da dieci anni di guerra<br />

JEAN-BAPTISTE SOUROU<br />

I dieci anni di guerra civile intermittente<br />

hanno segnato profondamente la<br />

vita politica, economica e sociale della<br />

Sierra Leone. La prima guerra civile tra<br />

il 1991 e il 1996 ha causato circa 10.000<br />

morti e due milioni di profughi, fuggiti<br />

dai combattimenti e rifugiatisi nei paesi<br />

confinanti o in altre zone del territorio<br />

nazionale.<br />

Dal 1997 fino al mese di aprile di quest’anno,<br />

il Paese è stato dilaniato da una<br />

seconda guerra civile. Il continuo stato<br />

di guerra ha impedito l’attuazione di un<br />

programma di sviluppo e di risanamento,<br />

e ha frenato sia la produzione agricola<br />

che quella industriale incentrata,<br />

quest’ultima, sulla lavorazione dei prodotti<br />

agricoli e forestali e di minerali come<br />

il diamante, il ferro, il platino e il<br />

bauxite.<br />

Lo spirito di comunione<br />

forgiato dalla sofferenza<br />

Le comunità cristiane hanno risentito<br />

pesantemente del fardello della guerra.<br />

Però come dice Sua Ecc. Mons. George<br />

Biguzzi, Vescovo di Makeni (nord della<br />

Sierra Leone): «Mai si sono viste delle<br />

comunità così fortemente unite nella<br />

sofferenza. I cristiani hanno tenuto duro<br />

in questi anni e invece di scoraggiarsi li<br />

vedo pronti a ripartire adesso che la pace<br />

sta ritornando».<br />

Hanno tenuto duro nella fede in tutte<br />

le diocesi, ma in modo particolare a<br />

Makeni. A causa di un sottosuolo ricco<br />

di pietre preziose, il territorio di questa<br />

chiesa locale è stato il terreno di atroci<br />

battaglie. Ma non solo! Makeni era anche<br />

il luogo di arruolamento forzato di<br />

un gran numero di bambini soldati.<br />

Quanti sono? Mille? Duemila? Quattromila?<br />

Mons. Biguzzi dice che «in circa<br />

due anni, la Caritas di Makeni ne ha<br />

accolto 3.000». Cooperazione Internazionale,<br />

un’organizzazione non governativa<br />

italiana, ha visto passare nei suoi centri<br />

di ricupero quasi lo stesso numero e ci<br />

sono molti altri centri nel Paese. Chi sono<br />

questi bambini soldati?<br />

Sono ragazzi e ragazze. Hanno in genere<br />

tra 8 e 10 anni. Molti di loro sono<br />

stati rapiti e addestrati alle armi e arruolati<br />

nelle varie fazioni in conflitto. Le ragazze<br />

diventano o serve o mogli dei soldati<br />

o dei capi-fazioni.<br />

che con i tratti di benevolenza ricevuti: ad es. ricorda<br />

le «ferie» a Braga negli anni 1921-24 presso la Signora<br />

Filomena Miranda, madrina di cresima.<br />

Alla domanda: «Che effetto ha avuto la visione del<br />

13 luglio, sulla sua vita, prima che fosse scritta e<br />

consegnata alla Chiesa?», risponde:<br />

«Mi sentivo al sicuro, sotto la protezione di Nostra<br />

Signora, che avrebbe vigilato premurosamente<br />

sulla Chiesa e sul Papa» e aggiunge un particolare<br />

inedito al racconto della famosa visione profetica:<br />

«Durante la visione Nostra Signora, che emanava<br />

uno splendore, teneva nella mano destra un Cuore,<br />

e nella mano sinistra il Rosario».<br />

Che significato ha il cuore nella mano della Madonna?<br />

«È un segno di amore che protegge e che salva. È<br />

la Madre che vede i suoi figli soffrire e soffre con<br />

essi, anche con quelli che non l'amano. Perché vuole<br />

salvare tutti e non perdere nessuno di quelli che<br />

il Signore le ha affidato. Il suo Cuore è un rifugio<br />

sicuro. La devozione al Cuore Immacolato di Maria<br />

è il mezzo di salvezza per i tempi difficili della<br />

Chiesa e del mondo. È molto appropriata la riflessione<br />

del Card. Ratzinger al termine del suo commento<br />

alla terza parte del “segreto”: “Il mio Cuore<br />

Immacolato trionferà”. Che cosa significa? Il cuore<br />

aperto a Dio, purificato dalla contemplazione di Dio<br />

è più forte dei fucili e delle armi di ogni specie. Il<br />

fiat di Maria, la parola del suo cuore, ha cambiato la<br />

storia del mondo, perché essa ha introdotto in questo<br />

mondo il Salvatore — perché grazie a questo “Sì”<br />

Dio poteva diventare uomo nel nostro spazio e tale<br />

ora rimane per sempre. Il maligno ha potere in questo<br />

mondo, lo vediamo e lo sperimentiamo continuamente;<br />

egli ha potere, perché la nostra libertà si la-<br />

Questi bambini soldati costituiscono<br />

uno dei gravi problemi a cui trovare<br />

una soluzione urgente in questo periodo<br />

di dopo guerra. La Diocesi di Makeni,<br />

proprio perché è stato il luogo di reclutamento<br />

di un gran numero di questi<br />

bambini, si sta impegnando per il loro<br />

reinserimento nella società.<br />

«È il compito numero uno di Caritas<br />

Makeni in questi ultimi anni — dichiara<br />

il Vescovo di Makeni —. Sin dall’inizio<br />

del conflitto — prosegue — la Caritas<br />

ha lavorato al recupero dei bambini<br />

coinvolti, attraverso programmi di sostegno<br />

psicologico, disintossicazione, rieducazione<br />

e reinserimento nelle famiglie<br />

d’origine o adottive».<br />

Caritas Makeni gestisce 3 centri per<br />

questo scopo. Sono quelli di Makeni,<br />

Port Loko e Lungi. Esistono comunque<br />

altri centri nell’Arcidiocesi di Freetown,<br />

nella Diocesi di Kenema, e sempre a<br />

Freetown, i Salesiani hanno un centro<br />

di aiuto ai bambini di strada.<br />

Il recupero avviene in 2 fasi. La prima<br />

è l’accoglienza: si danno ai ragazzi<br />

le prime cure, si fa il riconoscimento<br />

delle loro identità (famiglia e villaggio di<br />

provenienza).<br />

Li si aiuta a ritrovare fiducia e a convincerli<br />

soprattutto che non sono più in<br />

situazione di conflitto e di violenza. Lo<br />

scopo della fase successiva è quello del<br />

rientro in famiglia. Si cerca di rintracciare<br />

la famiglia di origine. Si vede se<br />

essa è in grado di ricevere il ragazzo. Alcune<br />

si vergognano di rivedere i loro figli<br />

dopo che hanno commesso tante<br />

malvagità.<br />

Se non si trovano i genitori, allora si<br />

cerca una famiglia di affido affinché il<br />

ragazzo ricominci una vita normale come<br />

i suoi coetanei. Gli assistenti sociali<br />

aiutano i ragazzi ad inserirsi gradualmente<br />

in famiglia ossia in una vita normale<br />

e affiancano le famiglie nella rieducazione.<br />

Una volta tornati nelle zone di<br />

provenienza, possono ritornare a scuola<br />

o imparare qualche mestiere.<br />

Mons. Biguzzi aggiunge che «le prime<br />

vittime delle atrocità sono i bambini<br />

stessi. Riportano gravi traumi. E non si<br />

sa ancora quale conseguenza questi<br />

avranno nella loro vita futura. Le ragazze<br />

— continua — sono più sfruttate: alcune<br />

sono incinte, altre sono ragazze<br />

madri.<br />

«Con l’accordo di pace — conclude<br />

— quasi tutti i ragazzi sono rilasciati ec-<br />

✠ TARCISIO BERTONE, SDB<br />

cetto quelli che hanno scelto di rimanere<br />

a servizio di qualche capo-fazione». I<br />

bambini soldati sono un caso preoccupante<br />

a cui si sta trovando una soluzione,<br />

ma non è l’unico problema che la<br />

Sierra Leone deve affrontare. Rimane la<br />

ricostruzione. «Speriamo — dice Mons.<br />

Biguzzi — di riprendere completamente<br />

una vita normale con la fine della guerra.<br />

Comunque pian piano si sta ritornando<br />

alla normalità: la polizia sta ritornando<br />

nelle città, i tribunali stanno riaprendo,<br />

molti missionari che sono stati<br />

costretti a lasciare il Paese stanno rientrando<br />

come le Suore di Madre Teresa,<br />

per esempio».<br />

Tra i compiti da affrontare adesso per<br />

la ricostruzione, il Vescovo di Makeni<br />

ne cita tre: «La ricostruzione delle strutture<br />

danneggiate come le scuole e gli<br />

ospedali, la riconciliazione degli animi e<br />

la formazione delle persone».<br />

Certo il Prelato non nasconde che la<br />

riconciliazione è «una vera sfida per i<br />

sierraleonesi. Vittime e aggressori — dice<br />

— vivono assieme e quindi non è facile<br />

dimenticare i torti, però siamo fiduciosi<br />

che la riconciliazione avverrà. Noi,<br />

capi religiosi — cristiani e musulmani,<br />

aggiunge — assieme abbiamo chiesto alle<br />

persone che hanno commesso delle<br />

atrocità di riconoscere le loro colpe o i<br />

loro crimini e di dare veri segni di pentimento.<br />

Invitiamo anche le vittime a<br />

perdonare. Non sarà mica facile. Sarà<br />

un lavoro lungo. Però — conclude —<br />

siamo fiduciosi di arrivare alla riconciliazione<br />

con l’aiuto di Dio. C’è comunque<br />

un forte desiderio di pace nella popolazione,<br />

perché tutti sono stanchi della<br />

guerra».<br />

Andare alla radice<br />

dei disagi sociali<br />

Per quanto riguarda la ricostruzione<br />

delle strutture, Mons. Biguzzi pensa che<br />

non basta solo riedificare le strutture sociali.<br />

«È importante — dichiara — andare<br />

alle radici dei disagi sociali: cattiva gestione<br />

delle risorse nazionali, mancanza<br />

di servizi sociali minimi e di prospettive<br />

per la gioventù. La Chiesa — continua<br />

— sta dando il suo contributo alla società<br />

civile affinché cresca un vero senso<br />

civile. Perciò moltiplichiamo le scuole, i<br />

luoghi di formazione. Se non affrontiamo<br />

i disagi sociali ed economici — con-<br />

scia continuamente distogliere da Dio. Ma da quando<br />

Dio stesso ha un cuore umano ed ha così rivolto<br />

la libertà dell'uomo verso il bene, verso Dio, la libertà<br />

per il male non ha più l'ultima parola. Da allora<br />

vale la parola: “Voi avrete tribolazioni nel mondo,<br />

ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo” (Gv 15,<br />

33). Il messaggio di Fátima ci invita ad affidarci a<br />

questa promessa».<br />

Ho ancora fatto tre domande:<br />

«È vero che parlando con Don Luigi Bianchi e con<br />

Don José dos Santos Valinho, ha messo in dubbio<br />

l'interpretazione della terza parte del “segreto”?».<br />

Suor Lucia risponde: «Non è vero. Confermo pienamente<br />

l'interpretazione data nell'anno giubilare».<br />

«Che cosa dice delle ostinate affermazioni di Padre<br />

Gruner che raccoglie firme perché il Papa faccia finalmente<br />

la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato<br />

di Maria, che non è mai stata fatta?».<br />

Suor Lucia risponde: «La Comunità del Carmelo<br />

ha rigettato i moduli per la raccolta delle firme. Ho<br />

già detto che la consacrazione desiderata da Nostra<br />

Signora è stata fatta nel 1984, ed è stata accetta al<br />

Cielo».<br />

«È vero che Suor Lucia è molto preoccupata degli<br />

ultimi avvenimenti, e non dorme più, ma prega giorno<br />

e notte?».<br />

Suor Lucia risponde: «Non è vero. Come potrei<br />

pregare durante il giorno, se non riposassi di notte?<br />

Quante cose mi mettono in bocca! Quante cose mi<br />

fanno fare! Leggano il mio libro: lì ci sono i consigli<br />

e gli appelli che corrispondono ai desideri di Nostra<br />

Signora. Preghiera e penitenza, con una<br />

grande fede nella potenza di Dio, salveranno il<br />

mondo».<br />

SUOR MARIA LUCIA DE JESUS E DO CORAÇÃO IMACULADO<br />

clude — ci saranno ancora molti scontenti<br />

e questo renderà purtroppo sempre<br />

fragile la coesione sociale».<br />

La Diocesi di Makeni sta puntando<br />

sulla formazione non solo del clero ma<br />

anche del laicato, perché come dice il<br />

Vescovo «è diventato un punto importante<br />

formare i dirigenti cristiani che<br />

sappiamo essere testimoni nelle diverse<br />

strutture del Paese e fare da fermento».<br />

Per questo dei laici si stanno formando<br />

all’estero.<br />

Mons. Biguzzi desidera davvero che<br />

cristiani e musulmani lavorino assieme<br />

con il Signore perché «se il Signore è<br />

con noi — dice — il nostro futuro sarà<br />

benedetto». Egli vede un’alba nuova per<br />

il popolo sierraleonese.<br />

schede - schede - schede<br />

Cristina Stella-Antonio Lapone, È<br />

Natale anche per te, Leumann<br />

2001, Editrice Elledici, pp. 31, L.<br />

11.618, ; 6,00. Come narrare il mistero<br />

del Natale ai piccini, ai bambini<br />

della prima scolarizzazione?<br />

Oggi, con il pretesto di una libertà<br />

religiosa falsificata, da non pochi si<br />

preferisce rinunciare alla «catechesi»<br />

familiare dell'infanzia. La Elledi-<br />

a cura di GINO CONCETTI<br />

ci si mostra controcorrente e dona<br />

ai genitori e agli educatori un libro<br />

artisticamente illustrato con disegni<br />

originali. Le immagini sono accompagnate<br />

da ampie didascalie a supporto<br />

dell'educatore messo a suo<br />

agio nel dialogo con «destinatari»<br />

eccezionali ma privilegiati. Il libro<br />

può essere uno strumento didattico<br />

nei corsi d'infanzia.<br />

Michele Dolz, Il Dio Bambino. La devozione a Gesù Bambino dai Vangeli<br />

dell'infanzia a Edith Stein, Milano 2001, Mondadori Editore, pp.<br />

230, L. 32.000, ; 16,53. Allo sviluppo della devozione a Gesù Bambino<br />

molto hanno contribuito alcuni ordini religiosi. San Francesco ne è stato il<br />

«capostipite» con la rappresentazione del Natale nel 1223. D'allora in ogni<br />

chiesa francescana è stato allestito il presepio. La devozione si è sviluppata<br />

in altri ordini e istituti. Michele Dolz ne fa una ricognizione storica e cronologica<br />

con diligente impegno. Il suo è un contributo di qualità che appaga<br />

sia lo storico sia il ricercatore di filoni devozionali religiosi. L'esposizione<br />

è corredata da un apparato storico e da un repertorio bibliografico.<br />

Renzo Bonetti (a cura di), Anima<br />

mia, benedici il Signore. Preghiera<br />

quotidiana in famiglia, Edizioni<br />

San Paolo, Milano 2001, pp.<br />

225, L. 15.000, ; 7,75. Si riuscirà,<br />

con tante iniziative, a far pregare<br />

insieme la famiglia? È quanto si<br />

propone l'Ufficio pastorale per la<br />

famiglia della Cei. In questo libro<br />

dalla forma liturgica sono contenu-<br />

te le «tradizionali» preghiere presenti<br />

nella liturgia delle ore, ma selezionate<br />

per i nuclei familiari nei<br />

momenti capitali, del mattino, della<br />

sera, per i Vespri delle feste, e con<br />

la formula di benedizione per il<br />

pranzo. Senza nulla togliere alla<br />

preghiera personale, quella liturgica<br />

unisce alla Chiesa e ne consolida la<br />

comunione.<br />

Vincenzo Di Muro, La domenica festa per risorgere. Riflessioni e proposte<br />

sulla festa nel suo autentico significato di gioia liberante per la salvezza<br />

integrale dell'uomo, Roma 2001, Editore Coletti, pp. 243, L.<br />

24.000, ; 12,39. L'esperienza dimostra che non si finisce mai di fare catechesi<br />

e opera di evangelizzazione. La fede esige un continuo flusso di energie<br />

culturali, spirituali, teologiche, pastorali. V. Di Muro propone i contenuti<br />

salvifici della domenica come giorno della risurrezione di Gesù e della<br />

celebrazione dell'Eucaristia. In sei densi capitoli espone la pienezza del mistero<br />

e gli elementi che compongono la Celebrazione Eucaristica. Uno studio<br />

condotto con acume e in profondità, meritevole di considerazione.<br />

Gianni Benedetti, Il Vangelo della<br />

festa. Intelligenza spirituale della<br />

parola di Dio secondo i Padri della<br />

Chiesa. Omelie. Anno A., Bologna<br />

2001, Edizioni Dehoniane, pp.<br />

263, L. 29.000, ; 14,98. Il pregio di<br />

questi commenti sta soprattutto<br />

nella interpretazione «vivente» del<br />

testo evangelico, nel senso che G.<br />

Benedetti alle sue osservazioni, ai<br />

suoi rilievi unisce approfondimenti<br />

desunti dai Padri e dal magistero.<br />

Ogni commento è preceduto dal relativo<br />

brano evangelico. Stimolanti<br />

sono le applicazioni per l'alba del<br />

terzo millennio in cui i cristiani ripetono<br />

la grande avventura di fede<br />

in Cristo morto e risorto come nei<br />

primi secoli. L'Autore è Vescovo<br />

emerito della Diocesi di Foligno.<br />

Rino Camilleri, Un santo al giorno. Aneddoti, curiosità, notizie, Casale<br />

Monferrato 2001, Edizioni Piemme, pp. 145, L. 35.000, ; 18,08. Pur nelle<br />

proiezioni secolaristiche certe rubriche religiose hanno credito nella nostra<br />

gente. Forse la rubrica più fortunata e innovativa fu quella di Piero Bargellini.<br />

Dopo di lui sono stati tanti che hanno battuto la stessa via. Rino<br />

Camilleri l'ha percorsa per un giornale. È tuttavia meritorio averla portata<br />

a termine con arte e capacità da «convogliare» le sue «riflessioni» in un<br />

elegante volume. Dal martirologio ha scelto un santo per ogni giorno, al<br />

quale ha dedicato uguale spazio e la stessa diligenza. Il «rivestimento»<br />

aneddotico non nuoce alla bontà del contenuto.<br />

Giancarla Perotti Barra, I matrimoni<br />

misti. Aspetti sociali e pastorali,<br />

Cantalupa 2001, Effatà<br />

Editrice, pp. 105, L. 22.000, ;<br />

11,36. Se è difficile conciliare la<br />

comunione ecclesiale fra coniugi<br />

della stessa fede cristiana, è quasi<br />

impossibile ottenerlo quando il<br />

matrimonio si realizza tra un cristiano<br />

cattolico e uno non cristiano.<br />

Le disparità di culto possono comportare<br />

scelte che alla parte cattolica<br />

non è lecito fare se sono in contrasto<br />

con la fede. Giancarla Perotti<br />

Barra, impegnata sul fronte della<br />

pastorale familiare, espone principi<br />

e applicazioni sia di matrimoni misti<br />

in senso stretto sia di quelli di<br />

disparità di culto, secondo la normativa<br />

canonica.<br />

Pierpaula de Farias (a cura di), Antologia spirituale. Elementi della spiritualità<br />

di madre Clelia Merloni, fondatrice delle apostole del Sacro<br />

Cuore di Gesù, Roma 2001, Edizioni ASCJ, pp. 364 (s.i.p.). Nata a Forlì<br />

nel marzo 1861 e morta a Roma nel novembre 1930, Clelia Merloni è stata<br />

una delle donne illustri, sotto il profilo religioso della prima metà del secolo<br />

ventesimo. Chiamata da Dio a uno stato di perfezione, ha fondato<br />

una Congregazione femminile dedita all'apostolato del Sacro Cuore di Gesù.<br />

Ha lasciato scritti di spessore spirituale, editi per quanti attendono alla<br />

conformazione a Cristo. L'antologia ne contiene una parte, la più ragguardevole<br />

per contenuto e la più caratterizzante la sua personalità.<br />

Lettera pastorale del Vescovo di San Severo, Mons. Michele Seccia<br />

La famiglia luogo privilegiato di evangelizzazione<br />

Concluso il Giubileo dell’anno 2000 si<br />

ha l’impressione che sul grande evento<br />

di grazia e di fede sia calato definitivamente<br />

il sipario. Interpretazione accettabile<br />

per chi del Giubileo ha fatto una<br />

lettura meramente celebrativa e folcloristica.<br />

Non è così per la Chiesa che ha<br />

vissuto l’avvenimento come Kairos:<br />

tempo di Dio e di grazia per il cammino<br />

di conversione e il rinvigormento della<br />

fede caratterizzato da «frutti» che saranno<br />

visibili non secondo il tempo dell’uomo<br />

ma quello di Dio.<br />

È questo il contesto in cui va inserita<br />

la terza Lettera Pastorale che il Vescovo<br />

di San Severo, Mons. Michele Seccia,<br />

ha scritto ai fedeli della Chiesa particolare<br />

sanseverese che presiede nell’amore<br />

(Prendiamo il Largo... con la Famiglia,<br />

Riflessioni, Dialoghi e Indicazioni pastorali,<br />

Editrice Rotas, Barletta, 2001,<br />

pp.95, s.i.p.); una lettera incentrata sulla<br />

famiglia che vuole essere la vera sfida<br />

cui la Chiesa locale deve adeguatamente<br />

saper rispondere. Un ambito pastorale<br />

non scelto per caso ma frutto del cammino<br />

della Comunità diocesana scandito<br />

particolarmente dalle due precedenti lettere<br />

del Vescovo (Figli dello stesso Padre,<br />

1998 e Giubileo: anelito di santità?,<br />

1999), dalla celebrazione del Giubileo<br />

del 2000, dalla memoria e riattualizzazione<br />

del Concilio Vaticano II, dalla<br />

Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II<br />

Novo Millennio ineunte e dagli orientamenti<br />

pastorali decennali (2000-2010)<br />

dell’Episcopato italiano, Comunicare il<br />

Vangelo in un mondo che cambia.<br />

La scelta pastorale della famiglia nasce<br />

anche dal «discernimento comunitario»<br />

del Consiglio Presbiterale e del Consiglio<br />

Pastorale diocesano cui il Vescovo<br />

ha aggiunto quello suo personale come<br />

Pastore responsabile della fede del proprio<br />

«gregge». Il sottotitolo sintetizza bene<br />

la struttura dell’intervento magisteriale<br />

del Vescovo Seccia: una lunga introduzione<br />

in cui l’autore riflette e ripercorre<br />

la strada battutta negli ultimi<br />

quattro anni giungendo a delle conclusioni<br />

pastorali e alle motivazioni delle<br />

stesse (pp.7-28); la seconda parte è una<br />

vera e propria trattazione biblica, teologica,<br />

sacramentale e pastorale del matrimonio<br />

e della famiglia (pp 29-70). L’originalità<br />

di questa parte non è certamente<br />

nei contenuti che sono «verità sempre<br />

antiche e sempre nuove» ma nello stile e<br />

nel metodo dialogico, sui generis, che il<br />

Vescovo ha scelto per ribadire le verità<br />

di fede, bibliche, dottrinali. Partendo da<br />

un casuale incontro con una coppia (Antonio<br />

e Laura) che lo stesso Vescovo,<br />

quando era parroco, accompagnò nel loro<br />

cammino di fede, dal tempo del Liceo,<br />

del fidanzamento sino a quello delle<br />

nozze, il testo, con semplicità ed immediatezza<br />

letteraria e comunicativa,<br />

approfondisce e analizza la complessa<br />

realtà ecclesiale e sociale del fidanzamento,<br />

del matrimonio e della famiglia.<br />

Un dialogo che pur occupandosi di<br />

«problematiche alte» non dimentica le<br />

difficoltà quotidiane e concrete di una<br />

coppia. Problematica, quest’ultima, che<br />

evidenzia un aspetto, non sempre adeguatamente<br />

considerato dalla pastorale:<br />

l’attenzione alle situazioni reali e alla ferialità<br />

dell’esistenza odierna. Oltre allo<br />

stile confidenziale va lodato lo spessore<br />

umano che caratterizza la riflessione del<br />

Vescovo. L’ultima parte è specificatamente<br />

pastorale:impegni, obiettivi e scadenze<br />

che caratterizzeranno il «peregrinare»<br />

della Chiesa sanseverese nei prossimi<br />

tre anni e di cui si è già detto. Tre<br />

le scelte fondamentali che «devono segnare<br />

profondamente il lavoro pastorale<br />

di tutte le comunità, delle famiglie e<br />

delle singole persone: santità, come<br />

prospettiva generale dell’azione pastorale;<br />

spiritualità della comunione come<br />

nuovo stile di vita e famiglia come<br />

priorità pastorale» (p. 11). Perché la<br />

Chiesa sanseverese sceglie di occuparsi<br />

prioritariamente della famiglia? Assodate<br />

le motivazioni socio-culturali, dell’importanza<br />

del rapporto tra avvenire della<br />

società e famiglia, Mons. Seccia precisa<br />

che:«[...] È urgente riscoprire la famiglia<br />

come «cuore pulsante» della vita di<br />

fede,come insostituibile scuola di relazione<br />

e di formazione per adolescenti e<br />

adulti. In essa cresce, si alimenta e si<br />

diffonde la fede, si sperimenta l’amore,<br />

i piccoli si sentono accolti e i giovani si<br />

aprono alla speranza» (p.15).<br />

FRANCESCO ARMENTI

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