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L'OSSERVATORE ROMANO

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ITALIA<br />

PAGINA<br />

13 .<br />

Il cammino<br />

della Chiesa<br />

ADRIA-ROVIGO Appello del Vescovo nella festa di san Bellino<br />

Rispettare la sacra dignità della vita<br />

sin dal suo primo sorgere<br />

Nella festa di san Bellino,<br />

patrono della Diocesi, il Vescovo<br />

di Adria-Rovigo,<br />

Mons. Andrea Bruno Mazzocato,<br />

ha lanciato un appello<br />

per risvegliare le coscienze<br />

e fermare le aberrazioni<br />

della scienza e della<br />

tecnica che si realizzano in<br />

quei laboratori dove l'uomo<br />

diviene strumento a fini<br />

economici. Il Presule ha fatto<br />

il suo intervento a Rovigo,<br />

nella Concattedrale gremita<br />

di fedeli e alla presenza<br />

delle Autorità civili.<br />

Mons. Mazzocato ha rievocato<br />

l'eroico Vescovo san<br />

Bellino, che mai ha taciuto<br />

quando le sopraffazioni<br />

s'abbattevano sui poveri e<br />

sui deboli. «Siamo qui —<br />

favore dei poveri, delle classi diseredate e angariate dalle<br />

famiglie padronali. La sua morte violenta è la conclusione<br />

da una parte tragica e dall'altra sublime di questo suo impegno<br />

di pastore. I più poveri e i più indifesi sono stati la<br />

sua prima passione: offrì loro la sua voce e il suo ruolo di<br />

Vescovo contro la prepotenza di chi deteneva il potere<br />

politico ed economico».<br />

Poi il Presule ha sottolineato l'attualità della pastorale<br />

del santo Patrono. «Quanto è attuale questo esempio<br />

evangelico di san Bellino? — si è chiesto —. Quanto bisogno<br />

c'è anche oggi che qualcuno dia la sua voce ed il suo<br />

impegno per difendere chi è debole e non è in grado di<br />

farsi sentire. I più deboli della società sono sempre senza<br />

voce; possono essere calpestati senza avvertire neppure<br />

un lamento. Ma questo silenzio è tremendo e prima o poi<br />

scoppia in terribili conseguenze. Tanti sono anche oggi gli<br />

esseri umani indifesi. Mi permetto di ricordare quelli per<br />

i quali il Papa e la Chiesa da tempo alzano a voce con<br />

grande vigore; anche se voce solitaria».<br />

«In prima pagina nei giornali di questi giorni — ha aggiunto<br />

— c'era la notizia degli esperimenti di clonazione<br />

umana. E in questi ultimi tempi in modo vertiginoso<br />

stanno procedendo gli esempi che riguardano gli embrioni<br />

umani. La velocità della scienza e della tecnica sembra<br />

superare la possibilità per una riflessione della coscienza<br />

morale civile. I laboratori sono pilotati da poteri econo-<br />

<strong>L'OSSERVATORE</strong> <strong>ROMANO</strong> Venerdì 7 Dicembre 2001<br />

SIENA-COLLE DI VAL D'ELSA-MONTALCINO L'Arcivescovo Buoncristiani per il convegno ecclesiale<br />

Un cammino di comunione per la missione<br />

«Il Convegno ecclesiale è un momento<br />

forte per la vita della Chiesa un momento<br />

di comunione che coincide quest’anno<br />

con l’inizio del mio ministero<br />

episcopale in mezzo a voi per questo vi<br />

ringrazio di cuore di essere convenuti<br />

da tutto il territorio della Diocesi per riflettere<br />

sul nostro cammino e sulle priorità<br />

pastorali della nostra comunità ecclesiale».<br />

Con queste parole l’Arcivescovo<br />

di Siena-Colle di Val d'Elsa-Montalicno,<br />

Mons. Antonio Buoncristiani, ha introdotto<br />

nell’Aula Magna del Seminario<br />

di Montarioso la due-giornidiocesanasul<br />

tema: «In comunione per la missione».<br />

«Nella Novo Millennio ineunte — ha<br />

spiegato ancora l’Arcivescovo — Giovanni<br />

Paolo II ci invita ad essere sacramento<br />

dell’unione con Dio e dell’unità<br />

del genere umano. La Comunione è un<br />

dono di Dio che va coltivato e dilatato<br />

giorno per giorno e tradotto nella missione<br />

nel nostro territorio. È questo del<br />

resto il programma pastorale per il nuovo<br />

anno che sarà ora elaborato nelle<br />

parrocchie e nelle Foranie».<br />

«Ognuno di noi — ha detto ancora —<br />

è chiamato a rendere ragione della propria<br />

speranza ma per far questo occorre<br />

un cammino di conversione. Il Vescovo<br />

in tale cammino è vincolo di comunione<br />

ma anche punto di riferimento obbligatorio».<br />

«Io — ha concluso il Presule — sono<br />

un Vescovo del Concilio Vaticano II che<br />

desidera costruire insieme a voi tutti la<br />

Chiesa che vive a Siena, Colle e Montalcino<br />

in linea con le parole di s. Agostino:<br />

sono Vescovo per voi ma cristiano<br />

con voi. Aiutatemi nel mio ministero e<br />

camminiamo insieme nel nome del Signore».<br />

È seguito l’intervento di don Dario Vitali,<br />

docente presso l’Università Gregoriana,<br />

il quale ha tenuto una relazione<br />

sulla teologia della Chiesa locale in rapporto<br />

alla Chiesa Universale. «Il tema<br />

della Chiesa particolare — ha esordito<br />

— è uno dei più dibattuti nella teologia<br />

contemporanea. Dal Concilio a oggi gli<br />

studi sull’argomento si sono moltiplicati;<br />

di pari passo anche il riferimento alla<br />

Chiesa particolare o locale è fortemente<br />

cresciuto nella prassi ecclesiale benché<br />

non sia così certo che sia avvenuta<br />

un’autentica recezione di questo tema<br />

nella coscienza ecclesiale».<br />

Don Vitali ha quindi sintetizzato la<br />

teologia della Chiesa particolare sottolineando<br />

come «essa sia costitutiva della<br />

natura dell’identità della intera comunità<br />

ecclesiale». Dopo aver invitato i presenti<br />

a riflettere sulla Costituzione Conciliare<br />

Lumen gentium che al numero<br />

23 osserva che «la sola e unica Chiesa<br />

cattolica sussiste nelle Chiese particolari<br />

e a partire da esse», il relatore si è soffermato<br />

sul rapporto della comunità ecclesiale<br />

particolare con la Chiesa universale<br />

«dalla quale e nella quale nascono<br />

le Chiese locali». Citando l’Evangelii<br />

nuntiandi di Paolo VI, il docente della<br />

gregoriana ha ribadito che «secondo il<br />

pensiero del Signore è la stessa Chiesa<br />

che, essendo universale per vocazione e<br />

missione, quando getta le sue radici nella<br />

varietà dei terreni culturali, sociali,<br />

umani, assume in ogni parte del mondo<br />

fisionomie ed espressioni esteriori diverse.<br />

In tal modo ogni Chiesa particolare,<br />

che si separasse volontariamente dalla<br />

Chiesa universale perderebbe il suo riferimento<br />

al disegno di Dio, si impoverirebbe<br />

nella sua dimensione ecclesiale.<br />

D’altra parte la Chiesa diffusa in tutto il<br />

mondo diventerebbe un’astrazione se<br />

non prendesse corpo e vita precisamente<br />

attraverso le Chiese particolari».<br />

Riferendosi poi alle figure di san Bernardino<br />

e santa Caterina don Vitali ha<br />

poi osservato: «Una Chiesa che non sapesse<br />

quali sono i suoi santi e non vivesse<br />

della loro luce che trascurasse i suoi<br />

itinerari di pellegrinaggio alla radice della<br />

fede è una Chiesa in agonia».<br />

Dopo aver sottolineato come occorra<br />

in tal senso passare dalla memoria alla<br />

profezia, il relatore si è soffermato sulla<br />

necessità di riflettere su come la Chiesa<br />

sia Corpo di Cristo e non somma di battezzati<br />

irrevocabilmente unito a Cristocapo,<br />

«in tale ottica — ha detto — anche<br />

il presbiterio non è somma dei sacerdoti<br />

ma un soggetto in se stesso completo<br />

la cui ragion d’essere sta nel rendere<br />

presente alla Chiesa la funzione<br />

mediatrice di Cristo attraverso la quale<br />

si attua la salvezza del popolo di Dio.<br />

SALERNO Istituito il corso di laurea in Scienze del servizio sociale<br />

Formare operatori della solidarietà<br />

Una parte dell'antico convento di Santa<br />

Maria della Porta e s. Domenico —<br />

che una solida tradizione ed autorevoli<br />

tracce storiche indicano quale temporanea<br />

dimora di Tommaso d'Aquino nel<br />

corso di uno dei suoi viaggi di studio e<br />

di fede — ospita dall'Anno accademico<br />

2001-2002 il Corso di laurea in Scienze<br />

del servizio sociale, istituito a Salerno<br />

dall'Istituto Universitario «s. Orsola Benincasa»<br />

di Napoli, che sarà completato<br />

dal Corso di laurea specialistica — di<br />

durata biennale — in Progettazione e<br />

gestione dei servizi sociali.<br />

L'inaugurazione della nuova sede ha<br />

sottolineato nella città di Salerno l'esordio<br />

della «riforma» del sistema universitario<br />

italiano, nel quale — dal presente<br />

Anno accademico — sono varate le nuove<br />

lauree di durata triennale. La presenza<br />

di questo polo di cultura voluta dall'Ateneo<br />

napoletano nel Centro storico<br />

di Salerno, reso possibile dalla generosità<br />

dell'Arcivescovo Metropolita, S.E.<br />

Mons. Gerardo Pierro, che ha messo a<br />

disposizione l'antico e prestigioso edificio,<br />

porta a compimento un itinerario<br />

trentennale attraverso il quale l'Archidiocesi<br />

salernitana ha offerto una spinta<br />

ed uno stimolo di grande significato per<br />

lo sviluppo culturale della città e della<br />

provincia, svolgendo una funzione di<br />

promozione e di servizio nei confronti<br />

della comunità civile.<br />

La laica istituzione del Corso di laurea<br />

non contraddice, ma anzi rivela il significato<br />

più profondo dell'intuizione lungimirante<br />

e anticipatrice dell'allora Vescovo<br />

ausiliare, Mons. Guerino Grimaldi,<br />

con il sostegno dell'Arcivescovo Gaetano<br />

Pollio, immaginò all'inizio degli anni<br />

Settanta che la formazione di operatori<br />

della solidarietà avrebbe arricchito le<br />

possibilità culturali che l'insediamento<br />

universitario — che a Salerno andava<br />

sviluppandosi in quegli anni — avrebbe<br />

potuto offrire alla comunità. Dall'originaria<br />

Scuola Superiore di Servizio sociale<br />

— nata all'interno della comunità ecclesiale,<br />

ma subito offerta all'intera comunità<br />

come occasione di crescita culturale<br />

e di sviluppo civile — alle relazioni<br />

stabilite con la facoltà di Scienze politiche<br />

dell'Università di Salerno, fino alla<br />

scelta operata con coraggio dall'Istituto<br />

Universitario «s. Orsola Benincasa» a<br />

metà degli anni Novanta, quando a Salerno<br />

veniva istituito il corso di Diploma<br />

universitario in Servizio sociale.<br />

L'impegno che raccolse intorno all'ini-<br />

ha esordito — a celebrare<br />

in modo solenne la festa del<br />

Vescovo san Bellino, patrono<br />

della Diocesi e della città<br />

di Rovigo. I nostri padri<br />

hanno scelto come patrono<br />

questo Vescovo che, secondo<br />

la tradizione, è morto<br />

martire nelle nostre campagne.<br />

Non è stata certamente<br />

una scelta casuale o convenzionale.<br />

San Bellino già<br />

pochi anni dopo la sua<br />

morte era diventato popolare<br />

tra la gente che vedeva<br />

in Lui un punto di riferimento,<br />

un esempio un protettore».<br />

«Bellino è stato Vescovo<br />

e pastore — ha continuato<br />

Mons. Mazzocato — che si<br />

è schierato decisamente a<br />

mici che mirano solo ai brevetti a favore dei ricchi che<br />

sono pronti a pagare qualunque cifra per la propria salute».<br />

«È necessario, come fa il Papa, alzare la voce — prosegue<br />

il Vescovo — perché sono in gioco l'essere umano e<br />

la sua primordiale dignità. Dove sono i più deboli oggi?<br />

In tanti posti della terra. Sono anche nei sofisticati laboratori<br />

dove esseri che hanno in sé tutte le potenzialità per<br />

crescere in una persona umana con il suo dignitoso destino<br />

vengono usati come mezzi. Forse proprio nelle società<br />

più evolute si sta sviluppando un silenzioso e presuntuoso<br />

terrorismo che può minare alle basi tutta la società umana».<br />

L'intervento si è concluso con un forte monito e un appello<br />

per il rispetto della vita umana e della sua dignità.<br />

«La vita non è più rispettata come sacra in se stessa —<br />

ha detto —, ma solo nella misura in cui è in grado di difendersi.<br />

E san Bellino, seguendo il Vangelo, ci ricorda<br />

che, se non si difende chi è più debole, è tutta la società<br />

che viene minata».<br />

«Preghiamo oggi il nostro santo protettore — è stata la<br />

conclusione — perché ci protegga dal pericolo incombente<br />

della situazione della dignità sacra della vita umana fin<br />

dal suo primo sorgere».<br />

GIANNI AZZI<br />

ziativa dell'Archidiocesi giovani intellettuali<br />

e studiosi cattolici — che dettero<br />

vitalità e prestigio alla iniziativa — non<br />

ha perso significato oggi che quell'humus<br />

culturale e quella tradizionale di<br />

studi hanno assunto le forme dell'attività<br />

istituzionale universitaria. Con quei<br />

giovani, che ora sono autorevoli studiosi<br />

all'apice della carriera accademica, cogliendo<br />

le motivazioni profonde di quella<br />

iniziativa — nel clima culturale difficile<br />

degli anni successivi al 1968-69 nelle<br />

Università — si ritenne allora che ai credenti<br />

incombesse il dovere di ravvivare<br />

le ragioni vere della cultura ed in specie<br />

in quella sociale, così come di servire la<br />

comunità particolare. Non sono venute<br />

meno né l'ispirazione che stimolò il<br />

trentennale percorso, né le ragioni religiose<br />

profonde che motivarono il perdurante<br />

impegno, ma oggi quel cammino<br />

si può compiere all'interno del sistema<br />

universitario, che della civiltà vera delle<br />

nazioni è indicatore rilevante. Il servizio<br />

reso dall'Archidiocesi salernitana può<br />

oggi mostrare i suoi caratteri più autentici<br />

e disinteressati; la città di s. Matteo<br />

si è arricchita di una nuova presenza all'interno<br />

del suo cuore antico.<br />

GIUSEPPE ACOCELLA<br />

Cosenza-Bisignano: 120 anni di vita dell'Azione Cattolica diocesana<br />

L'Azione Cattolica dell'Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano<br />

ha computo i centoventi anni della sua fondazione.<br />

L'avvenimento è stato celebrato domenica<br />

2 dicembre, nel Seminario cosentino, con un convegno<br />

aperto dal Presidente diocesano Giuseppe Scordino<br />

e incentrato sulla riflessione proposta dall'Arcivescovo<br />

Monsignor Giuseppe Agostino sul tema:<br />

«Santità feriale e impegno laicale».<br />

Sono seguite tre comunicazioni: la prima di suor<br />

Franca Vendramin, la quale ha presentato ai parte-<br />

cipanti la luminosa figura di santità della beata<br />

Gianna Beretta Molla; la seconda di Giovanni Serra,<br />

che ha illustrato la testimonianza del beato Pier<br />

Giorgio Frassati; la terza di Luigi Intrieri, che si è<br />

soffermato sul tema «Idealità dell'Azione Cattolica».<br />

La seconda parte del convegno, dopo un concerto<br />

del coro polifonico dell'Istituto «G. Pezzullo» di Cosenza,<br />

ha visto le testimonianze di alcuni presenti,<br />

fra i quali persone che aderiscono all'Azione Cattolica<br />

da oltre cinquant'anni.<br />

FABRIANO-MATELICA Presiedute dal Nunzio Apostolico in Italia, Arcivescovo Romeo<br />

Le solenni esequie<br />

del Vescovo Mons. Luigi Scuppa<br />

Giovedì 29 novembre nella Cattedrale di<br />

s. Venanzo a Fabriano il Nunzio Apostolico<br />

in Italia, Arcivescovo Paolo Romeo, insieme<br />

a 14 Vescovi e a circa 160 sacerdoti, ha<br />

celebrato la Santa Messa esequiale per<br />

Mons. Luigi Scuppa, Vescovo di Fabriano-<br />

Matelica, morto il 26 novembre.<br />

Se per questa mesta circostanza non fosse<br />

stata riaperta (con una accelerazione dei<br />

lavori di sistemazione frutto di straordinario<br />

impegno di molti) la Cattedrale chiusa<br />

per inagibilità dopo il terremoto del 26 settembre<br />

1997, nessun'altra chiesa di Fabriano<br />

avrebbe potuto accogliere tutti coloro<br />

che sono accorsi, dai cinque Comuni della<br />

diocesi ma anche da fuori, a dare l'estremo<br />

saluto al pastore di questa Chiesa locale situata<br />

nella zona montana della provincia di<br />

Ancona (e in parte anche di Macerata).<br />

Mons. Scuppa è deceduto dopo tre mesi<br />

di dolorosa malattia, da lui vissuta con fede<br />

profonda. Aveva detto: «Il mio ministero è<br />

ora quello della sofferenza»; ed anche «questa<br />

è la mia Via Crucis... porto la croce dietro<br />

al Signore e in questo modo le sofferenze<br />

pesano meno». E questa Via Crucis, che<br />

ha fatto trepidare e pregare per lui tanti fabrianesi<br />

e matelicesi, ha forse rappresentato<br />

il momento più alto del suo servizio episcopale<br />

e ha reso più partecipato e commosso<br />

il solenne rito esequiale, come nei<br />

giorni precedenti aveva dato luogo ad un<br />

continuo pellegrinaggio alla camera ardente,<br />

allestita vicinissima al santuario della<br />

Madonna del Buon Gesù.<br />

Erano presenti autorità della Prefettura<br />

di Ancona, della Regione e della Provincia,<br />

i sindaci dei Comuni di Fabriano, Matelica,<br />

Cerreto d'Esi, Genga e Sassoferrato con i<br />

rispettivi gonfaloni, ed anche quelli di Apiro<br />

— Comune di nascita di Mons. Scuppa<br />

— e di S. Ginesio — dove egli fu parroco e<br />

docente di filosofia per molti anni —. Oltre<br />

ai sacerdoti della diocesi di Fabriano-Matelica<br />

hanno concelebrato moltissimi presbiteri<br />

della Arcidiocesi di Camerino, (da cui<br />

Mons. Scuppa proveniva e dove vivono due<br />

suoi fratelli sacerdoti, Don Giuseppe e Don<br />

L’unità con il Vescovo e l’unità dei<br />

membri del presbiterio tra di loro non<br />

sarebbero una condizione buona per<br />

svolgere meglio il ministero e servire più<br />

fruttuosamente la Chiesa, ma la conditio<br />

sine qua non della condizione presbiterale».<br />

«Per questo — ha concluso — l’unità<br />

di tutti con il Vescovo non è un optional<br />

e non lo è a maggior ragione per il presbiterio<br />

è piuttosto la condizione fondamentale<br />

dell’identità cristiana. Così il<br />

primo e fondamentale impegno del Vescovo<br />

è di essere questo principio di<br />

unità; il primo e fondamentale impegno<br />

di un prete è quello di far risplendere<br />

quella forma di unità del presbiterio che<br />

rende presente in sommo grado Cristocapo<br />

ed è una condizione di fecondità<br />

del ministero di tutti e di ciascuno. La<br />

scommessa di una Chiesa particolare<br />

che voglia manifestare al mondo il profilo<br />

disegnato dal Concilio è la comunione<br />

come principio di vita, come fondamento<br />

di ogni progetto e di ogni mentalità,<br />

di ogni parola e azione, quale ritraduzione<br />

profetica della Chiesa delle origini. È<br />

la comunione per la missione, quella<br />

missione a cui voi vi preparate sempre<br />

nella memoria dei tanti frutti che la tradizione<br />

di questa Chiesa ha già manifestato<br />

nella storia della fede».<br />

Il Convegno ecclesiale si è poi concluso<br />

con la solenne Concelebrazione Eucaristica<br />

in Cattedrale presieduta dall’Arcivescovo<br />

Buoncristiani.<br />

ROBERTO ROMALDO<br />

Mario) e altri delle diocesi limitrofe. Presenti<br />

anche le monache benedettine dei<br />

monasteri fabrianesi di s. Margherita e di s.<br />

Luca.<br />

Parole di introduzione all'assemblea Eucaristica<br />

ha detto Mons. Romeo, che già<br />

era stato a Fabriano a rendere visita al Vescovo<br />

ammalato; l'omelia è stata svolta dal<br />

Metropolita, Mons. Franco Festorazzi, Arcivescovo<br />

di Ancona; brani significati del nobile<br />

testamento spirituale di Mons. Scuppa<br />

sono stati letti da Mons. Lido Ciccolini,<br />

eletto amministratore della diocesi «sede<br />

vacante»; il sindaco di Fabriano ha ricordato<br />

con accenti di stima e gratitudine l'attività<br />

svolta in tanti anni da Mons. Scuppa e<br />

specialmente nella drammatica emergenza<br />

del terremoto. Infine Don Mario Scuppa ha<br />

ringraziato, anche a nome degli altri familiari,<br />

quanti sono stati vicini al fratello Vescovo<br />

nei giorni delle sofferenze riferendo<br />

anche come egli si sentisse accompagnato<br />

dalle preghiere e dall'affetto di tanta gente.<br />

La salma, provvisoriamente deposta nella<br />

cappella del clero nel cimitero di Santa Maria,<br />

ritornerà presto insieme a quella del<br />

Bressanone: celebrati i dieci anni<br />

dello Studio Teologico Accademico<br />

Lo Studio Teologico Accademico e l'Istituto<br />

Superiore di Filosofia e Teologia<br />

di Bressanone hanno festeggiato con un<br />

convegno rispettivamente dieci e venticinque<br />

anni di vita. Hanno partecipato il<br />

Vescovo di Bolzano-Bressanone, Mons.<br />

Wilhelm Egger, che ha parlato sul tema<br />

«La rilevanza della Teologia per la nostra<br />

terra», il rettore del Seminario Maggiore<br />

don Ivo Muser, il preside dello<br />

Studio Teologico professor Karl Golser<br />

ed il decano del Duomo don Johannes<br />

Messner. Gli interventi hanno focalizzato<br />

le tappe del percorso di formazione<br />

cristiana che a Bressanone ha espresso<br />

numerose istituzioni.<br />

In base agli ordinamenti dell'imperatore<br />

Carlo Magno, già presso la sede vescovile<br />

di Sabiona si ritiene esistesse una<br />

Scuola del Duomo, sicuramente presente<br />

invece, a partire dalla fine del X secolo,<br />

nella nuova sede vescovile di Bressanone<br />

come unica istituzione educativa<br />

del Tirolo. Lo Studio Teologico presso il<br />

Seminario Maggiore di Bressanone si rifà<br />

al Regolamento degli studi per la formazione<br />

presbiterale del Concilio di<br />

Trento. In seguito al sinodo diocesano<br />

del 1603, che con i suoi intenti innovativi<br />

applicò i decreti del Concilio nella<br />

Diocesi di Bressanone, il 19 novembre<br />

1607 fu fondato il Seminario Maggiore.<br />

Lo Studio Teologico godette sempre di<br />

buona fama avendo nel tempo, fra i<br />

suoi docenti, nomi famosi; nella seconda<br />

metà dell'Ottocento esso veniva annoverato<br />

fra i più conosciuti e considerati<br />

dell'intero Impero Asburgico. La divisione<br />

politica del Tirolo e della Diocesi di<br />

Bressanone dopo la prima guerra mondiale<br />

ebbe conseguenze anche per il Seminario<br />

Maggiore e per lo Studio Teologico<br />

che, fino al 1938, rimasero comunque<br />

aperti ai seminaristi del Tirolo del<br />

Nord e dell'Est. Anche durante il secondo<br />

conflitto mondiale lo Studio poté garantire<br />

la formazione.<br />

Dopo i mutamenti organizzativi conseguenti<br />

al riordino avvenuto nel 1964<br />

dei confini della Diocesi di Bolzano-<br />

Bressanone, una nuova situazione venne<br />

a profilarsi negli anni Settanta grazie alle<br />

trattative svolte con la Facoltà di Teologia<br />

dell'Università di Innsbruck e con i<br />

Ministeri competenti del Governo Federale<br />

Austriaco. Il curriculum di studi assolto<br />

a Bressanone venne riconosciuto<br />

nel 1976 dalla Facoltà di Teologia dell'Università<br />

di Innsbruck in base ad una<br />

omologazione dei piani di studio, offrendo<br />

di conseguenza agli studenti già diplomati<br />

la possibilità di iscriversi per un<br />

semestre nella città austriaca, ottenere il<br />

grado accademico di «Magister» in teologia<br />

ed eventualmente continuare i loro<br />

studi in vista di un dottorato.<br />

L'ultimo capitolo di questa lunga storia<br />

venne infine scritto nel 1991 quando<br />

il Vescovo presentò istanza, subito accolta,<br />

affinché lo Studio Teologico di<br />

Bressanone venisse eretto come centro<br />

accademico ecclesiastico autorizzato al<br />

rilascio del Baccalaureato in Teologia.<br />

MAURIZIO MELLARINI<br />

RUVO DI PUGLIA Anno giubilare straordinario nella parrocchia del SS. Redentore<br />

Accostare i fedeli al cuore del Vangelo<br />

Si è aperto giovedì 6 dicembre, per la<br />

Comunità parrocchiale del SS. Redentore<br />

di Ruvo di Puglia, per la città tutta e<br />

per i fedeli che vorranno fruire dei beni<br />

di grazia, l'Anno Giubilare Straordinario,<br />

nella ricorrenza del centenario della<br />

edificazione della chiesa, che fu poi consacrata<br />

a Gesù Redentore il 6 dicembre<br />

del 1950, Anno Santo, dal Vescovo Aurelio<br />

Marena, sotto il parrocato di Don<br />

Michele Montaruli. Questi fu il predecessore<br />

di Mons. Vincenzo Pellegrini,<br />

nominato parroco nel maggio del 1983<br />

da Mons. Antonio Bello.<br />

Mons. Luigi Martella, attuale Vescovo<br />

della Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi,<br />

ha aperto la Porta Santa del<br />

SS. Redentore e dato così inizio ad una<br />

serie di momenti celebrativi che si snoderanno<br />

lungo tutto l'Anno Giubilare. Il<br />

fine è di facilitare l'accostamento dei fedeli<br />

al cuore del messaggio evangelico,<br />

cioè all'esigenza di riscoprire — come<br />

scrive Mons. Martella nel Decreto di<br />

apertura dell'Anno Giubilare —, la profondità<br />

e la bellezza del nostro rapporto<br />

d'amore con Dio ed i fratelli, memori<br />

che tutta la Legge si compendia nei due<br />

amori speculari, quello per il Signore e<br />

quello per il prossimo, che dal primo<br />

trae nutrimento significato.<br />

suo predecessore Mons. Macario Tinti,<br />

morto un anno fa, nella sua Cattedrale di s.<br />

Venanzo, dove sono state predisposte le<br />

tombe dei Vescovi.<br />

Nato a Apiro nel 1927, ordinato sacerdote<br />

nel 1950, fu vicerettore del Seminario di<br />

Camerino, canonico della Cattedrale, arciprete-parroco<br />

e vicario foraneo a S. Ginesio.<br />

Laureato in Lettere classiche ed abilitato<br />

all'insegnamento di Filosofia e Pedagogia,<br />

fu docente di ruolo di questa materia<br />

all'Istituto Magistrale di S. Ginesio.<br />

Nominato Vescovo nel 1978, dopo l'ordinazione<br />

venne inviato a guidare le diocesi<br />

congiunte di Fabriano e di Matelica, dove è<br />

stato pastore zelante, sempre disponibile all'ascolto<br />

di chi si rivolgesse a lui, sempre<br />

vicino alle comunità religiose, alle associazioni<br />

e gruppi ecclesiali per incoraggiare e<br />

sostenere le loro attività.<br />

Il suo ministero episcopale, durante il<br />

quale è avvenuta — nel 1986 — la fusione<br />

in un'unica diocesi integrata con le parrocchie<br />

di Fabriano e Sassoferrato già appartenenti<br />

a quella di Nocera Umbra, è stato<br />

onorato, il 19 marzo 1991, dalla visita del<br />

Papa alle industrie di Fabriano e Matelica.<br />

Altri momenti salienti del suo lungo servizio<br />

episcopale sono stati il Sinodo Diocesano,<br />

indetto nel 1991 e concluso nel 1995,<br />

la costituzione della Caritas, la revisione dei<br />

confini parrocchiali e l'avvio delle unità pastorali,<br />

la riforma della curia vescovile e degli<br />

uffici pastorali, la dedicazione di due<br />

nuove chiese, l'ordinazione di nuovi sacerdoti<br />

(alcuni non italiani), l'ottenuta collaborazione<br />

in diocesi di religiosi indiani.<br />

Ma di Mons. Scuppa va ricordata anche<br />

la sua presenza tra la gente durante l'emergenza<br />

del terremoto (lui stesso terremotato,<br />

non si è voluto allontanare dall'episcopio<br />

lesionato dal sisma) e la sua costante sollecitudine<br />

per la ricostruzione delle case e<br />

delle chiese. Indimenticabile la Santa<br />

Messa da lui celebrata nella Notte di<br />

Natale del 1997 con la partecipazione di<br />

7.000 fabrianesi.<br />

ALDO CRIALESI<br />

La Porta Santa si è aperta sulla stupenda<br />

immagine musiva di oltre 750.000<br />

tessere del Cristo Redentore, piagato ma<br />

vivo, svettante sul tabernacolo dove dimora<br />

e da dove si dona incessantemente<br />

e gratuitamente agli uomini.<br />

L'Indulgenza plenaria che Giovanni<br />

Paolo II concede a chi si recherà, con le<br />

dovute disposizioni, in pellegrinaggio al<br />

SS. Redentore, è un ulteriore incoraggiamento<br />

ad uscire dalla tiepidezza spirituale<br />

per inoltrarsi, fortificati dalla grazia<br />

di Dio e dal Suo perdono, lungo itinerari<br />

di fede più maturi e vibranti.<br />

Fare tesoro di questo ulteriore tempo<br />

di grazia è la sollecitazione fraterna che<br />

Mons. Vincenzo Pellegrini muove alla<br />

Comunità parrocchiale, ai fedeli di Ruvo<br />

e della Diocesi tutta. Sul numero speciale<br />

del mensile parrocchiale «Fermento»,<br />

giunto ormai al sedicesimo anno di vita,<br />

dedicato al lieto evento giubilare, il Parroco<br />

con parole commosse invita al raccoglimento<br />

ed alla preghiera in un tempio<br />

tanto amato da ruvesi e da essi edificato<br />

pietra su pietra nella bella e centralissima<br />

Piazza Castello, che, in tutti<br />

questi anni, si è rivelato «un trono di<br />

grazie e favori per i fedeli».<br />

SALVATORE BERNOCCO

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