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madreterra numero 10 - ottobre 2010 - Madreterranews.it

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www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> Anno 1 Nr. <strong>10</strong> Ottobre 20<strong>10</strong><br />

MadreTerra<br />

PERIODICO DI CULTURA ED INFORMAZIONE<br />

FREE PRESS - FREE PRESS - FREE PRESS<br />

l’ed<strong>it</strong>Oriale<br />

Paolo Ventrice<br />

Sarah Scazzi. Un dramma tutto<br />

<strong>it</strong>aliano o figlio di un epoca<br />

ancora segnata da ignoranza,<br />

legata ad istinti animaleschi e<br />

prim<strong>it</strong>ivi?<br />

La domanda nasce spontanea,<br />

ma la risposta si perde in un labirinto,<br />

generato da una società<br />

in cui il male maggiore sembra<br />

essere la multietnic<strong>it</strong>à. Poi,<br />

tutto ad un tratto, ci rendiamo<br />

conto che non sono la cultura, la<br />

tradizione, l’estrazione sociale,<br />

la provenienza a tirare le fila di<br />

un cervello capace di tali tragedie.<br />

“Scheletri nell’armadio”!<br />

Quante volte abbiamo ripetuto o<br />

sent<strong>it</strong>o questa frase; quante volte<br />

abbiamo pensato agli scheletri<br />

degli altri?<br />

Inorridiamo al pensiero di una lapidazione<br />

e siamo pronti a batterci<br />

perchè ciò non avvenga. Sakineh<br />

è stata “salvata” da questa<br />

brutale fine ed il mondo ha vinto<br />

una piccolissima battaglia.<br />

Ma quante Sakineh, quante Sarah<br />

esistono attorno a noi?<br />

Siamo consapevoli della realtà<br />

che ci circonda e spesso ci nascondiamo<br />

o la nascondiamo, facendo<br />

finta di nulla.<br />

Sara Scazzi era forse una v<strong>it</strong>tima<br />

predestinata, Dio l’ha voluta<br />

a se ora, e la mano di uno<br />

zio è stata l’arma prescelta.<br />

Una storia-incubo di due famiglie<br />

<strong>it</strong>aliane che si lega ad altre<br />

storie simili, di bimbi uccisi da<br />

madri/mostro, di bimbi scomparsi<br />

(con forti propensioni accusatorie<br />

o di sospetto verso<br />

parenti o amici di famiglia), divorata<br />

dai media.<br />

I giornalisti d’assalto (campeggiatori<br />

attendati davanti alle<br />

case ed alle procure in questione)<br />

ed i loro redattori sanno bene<br />

cosa serve per incollare gli spettatori<br />

al video e i lettori al giornale...<br />

e ci marciano su, anche a<br />

costo di fare a gara a chi dice per<br />

primo la cosa più ovvia, la più insignificante,<br />

la più stupida.<br />

Lo scopo? Rubare più visibil<strong>it</strong>à<br />

possibile. E noi guardiamo, ascoltiamo,<br />

ci animiamo e sputiamo<br />

sentenze. Ci lasciamo coinvolgere,<br />

certi di avere la ver<strong>it</strong>à in<br />

mano, semplicemente per poter<br />

dire “...Ecco, io avevo cap<strong>it</strong>o che<br />

questa storia finiva così...” .<br />

Purtroppo tutto questo fermento<br />

non aiuterà chi non c’è più,<br />

chi è costretto, dalla natura della<br />

sua religione fanatistica, a vivere<br />

e sopportare il peso di una<br />

lapidazione al solo scopo persuasivo,<br />

nei confronti del popolo,<br />

da parte del potere (pol<strong>it</strong>ico-religioso)<br />

e, oserei dire purtroppo,<br />

l’esplosione di notorietà di personaggi<br />

“malati” ed il vantaggio<br />

(si fa per dire) di essere “divi”<br />

per un pò, potrebbe spingere altre<br />

menti malate ad azioni inumane.<br />

Gom<strong>it</strong>o a gom<strong>it</strong>o con noi.<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

Palmi &Dintorni FREE PRESS - FREE PRESS<br />

OmaggiO<br />

di E. D. Rovere<br />

FREE PRESS - F<br />

Il volto nuovo dI pIazzale trodIo<br />

Forse è gIunto Il momento, dopo annI dI attese, studI e progettI, della realIzzazIone<br />

della rotatorIa “trodIo” per Il traFFIco In entrata ed uscIta. l’InIzIo<br />

deI lavorI darà Il vIa anche ad altre rotatorIe e collegamentI.<br />

Per nOn dimenticare<br />

sabra e shatila<br />

di Enzo Infantino<br />

Il Caporale SprIzzI e Il<br />

Fante ColorIto<br />

di Giuseppe Cricrì<br />

pag. 8<br />

pag. 18<br />

DON ROCCO IARIA<br />

di Cettina Angì pag. 13<br />

“Scusate, sono la Legge”<br />

pag. 21<br />

IL PESO DELLA POLITICA<br />

di Saverio Pet<strong>it</strong>to<br />

L’IMPORTANZA<br />

DELL’IgIENE ORALE<br />

di Giuseppe Cricrì<br />

a pag. 2<br />

pag. 17<br />

pag. 27


Anno 1 Nr. <strong>10</strong> Ottobre 20<strong>10</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

attualIta’ Palmi<br />

“vade retro” Ingorgo!!!<br />

Pr e s t o i n i z i e r a n n o i l av o r i P e r la c o s t r u z i o n e delle r o tat o r i e ta n t o at -<br />

t e s e. ci a c c i n g i a m o a d a f f r o n ta r e P e r i o d i d i d i f f i c o lt à d o v u t e a i c a n t i e r i<br />

c h e v e r r a n n o a P e r t i, m a s i a m o f i d u c i o s i in at t e s a d i u n r i s u ltat o c h e d a r à<br />

l u s t r o e P r e s t i g i o u lt e r i o r e alla n o s t r a c i t t à. da i P r o g e t t i, f at t o i mP o rta<br />

n t i s s i m o, e m e r g e a n c h e c h e in a l c u n i t r at t i av v e r r à la c o s t r u z i o n e d i<br />

m a r c i a P i e d i a s a lva g u a r d i a d e l l’a u m e n tat o t r a f f i c o P e d o n a l e d o v u t o alla<br />

P r e s e n z a d i n u o v e s c u o l e e d alla s ta z i o n e della PPm.<br />

Pianta completa con tutti gli interventi che verranno effettuati<br />

di Paolo Ventrice<br />

Finalmente inizieranno i lavori.<br />

Si, ma quando?<br />

La risposta non può essere che<br />

vaga (una data certa, al momento<br />

della stesura di questo articolo<br />

non esiste). Tutti gli studi effettuati,<br />

dopo aver rilevato <strong>numero</strong>si<br />

dati in relazione al traffico,<br />

suddiviso per fasce orarie ed in<br />

relazione alla necess<strong>it</strong>à dei palmesi,<br />

in virtù, anche, di prospettive<br />

future, (leggi Ospedale della<br />

Piana), hanno portato alla stesura<br />

di un piano programmatico ed<br />

esecutivo di varianti viarie atte<br />

a facil<strong>it</strong>are il traffico in entrata<br />

ed usc<strong>it</strong>a da Palmi.<br />

Punto focale di tutto l’intervento,<br />

rimane il Piazzale Trodio,<br />

croce, da sempre, degli automobilisti<br />

che, in talune fasce orarie,<br />

vi si trovano “incagliati” in code<br />

disordinatissine (roba da far rabbrividire<br />

anche i nostri vicini<br />

che, senti e trema, hanno risolto<br />

da anni i loro problemi di traffico<br />

congestionato nei punti nevralgici<br />

delle loro c<strong>it</strong>tà).<br />

La rotatoria “Trodio”, (immagine<br />

1) avrà 8 innesti, 4 in entrata<br />

ed altrettanti in usc<strong>it</strong>a che<br />

regoleranno il traffico senza, peraltro<br />

(o almeno si spera), bloccare<br />

i flussi provenienti da Gioia<br />

Tauro, S. Elia, Seminara, dalla<br />

SA-RC e da Palmi centro.<br />

Strettamente legato ad essa<br />

vi è l’attuale collegamento verso<br />

l’autostrada ed anche in questo<br />

tratto di strada vi saranno<br />

delle modifiche. Intanto è previsto<br />

l’allargamento del ponte del-<br />

la Ferrovia Calabro-Lucana con<br />

protezioni, anche, pedonali. In<br />

prossim<strong>it</strong>à dell’incrocio con Viale<br />

Repaci, verrà realizzata la rotatoria<br />

“Agraria” (immagine 2), più<br />

piccola di quella del Trodio.<br />

Proseguendo verso la SA-RC, in<br />

prossim<strong>it</strong>à del Liceo “Marconi”,<br />

vi sarà la rotatoria “Liceo”, (immagine<br />

3) punto di partenza per<br />

lo sviluppo della nuova bretella<br />

(immagine 4) che si collegherà<br />

alla SS 18, in prossim<strong>it</strong>à del futuro<br />

(speriamo) Ospedale della<br />

Piana. Questa arteria darà sfogo<br />

al traffico in direzione Gioia Tauro,<br />

(ovvero, anche a quello previsto<br />

in virtù della realizzazione<br />

dell’ospedale) senza dover, necessariamente,<br />

passare da piazzale<br />

Trodio.<br />

L’innesto alla SS 18 è previsto<br />

tram<strong>it</strong>e un sovrapasso che, collegandosi<br />

con la viabil<strong>it</strong>à ordinaria<br />

della statale, smista il traffico<br />

sia in direzione Nord che in<br />

direzione Sud, aiutata anche da<br />

terze corsie centrali di accumulo,<br />

sulla statale, che consentono<br />

ai veicoli in attesa di svolta di<br />

non interrompere il flusso in percorrenza<br />

sulla strada principale.<br />

Naturalmente non vogliamo dimenticare<br />

la “bruttura” di via<br />

concordato ne, tanto meno,<br />

il pericolosissimo incrocio via<br />

carbone/Viale repaci con la ss<br />

18 che, a nostro modesto avviso,<br />

va certamente ridisegnato,<br />

considerando che, fra attiv<strong>it</strong>à<br />

commerciali, chiesa ed agglomerato<br />

urbano in cresc<strong>it</strong>a,<br />

è facile prevedere un futuro<br />

nero per quel tratto di strada.<br />

2<br />

1) Rotatoria Trodio<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

2) Rotatoria Agraria - attuale diramazione Viale Repaci -<br />

3) Rotatoria Liceo - immissione nuovo collegamento con SS 18<br />

4) Collegamento Liceo - SS 18 con cavalcavia sulla statale<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 3<br />

®<br />

attualIta’ Palmi<br />

Anno 1 Nr. <strong>10</strong> Ottobre 20<strong>10</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra


Anno 1 Nr. <strong>10</strong> Ottobre 20<strong>10</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

attualIta’ Palmi<br />

4<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

DALL’INTERVISTA AL PROCURATORE GIUSEPPE PIGNATONE ALLA SPERANzA DI UN PATTO ANTINDRANGhETA PER LA CALABRIA.<br />

di Rocco Mil<strong>it</strong>ano Camera. I parlamentari calabre-<br />

“La zona grigia della società<br />

civile” è il t<strong>it</strong>olo di una intervista<br />

che il Procuratore della Repubblica<br />

di Reggio Calabria, Giuseppe<br />

Pignatone, ha rilasciato<br />

alla rivista ITACA, ed<strong>it</strong>a dall’Associazione<br />

Amici Casa Répaci,<br />

in distribuzione in questi giorni.<br />

Nell’intervista, raccolta da Carlo<br />

Macrì e richiamata come fonte<br />

in articoli pubblicati dal Corriere<br />

della Sera e da Il Messaggero,<br />

l’alto magistrato, ormai profondo<br />

conosc<strong>it</strong>ore della ‘ndrangheta,<br />

dopo due anni di permanenza a<br />

Reggio Calabria, fa un quadro allarmante<br />

del fenomeno calabrese,<br />

descrivendone i vari aspetti<br />

peculiari, ma soprattutto, fa una<br />

riflessione estremamente grave<br />

ed immediatamente comprovata<br />

da una casuale coincidenza: “Se<br />

il mafioso non potesse contare<br />

sulle coperture pol<strong>it</strong>iche ed ist<strong>it</strong>uzionali,<br />

- dichiara il procuratore<br />

- la ‘ndrangheta sarebbe solo<br />

un fatto meramente criminale<br />

e quindi molto più semplice da<br />

estirpare”. E poi aggiunge: “La<br />

scarsa attenzione sui problemi<br />

di questa regione fa sì che anche<br />

del fenomeno ‘ndrangheta si<br />

parli in maniera molto approssimativa<br />

…cogliendone gli aspetti<br />

folcloristici ...mentre essa è<br />

molto di più: gestisce l’economia<br />

di un paese e ne condiziona le<br />

scelte pol<strong>it</strong>iche”. Contestualmente<br />

la stessa scarsa attenzione<br />

la denunziano gli onorevoli<br />

Franco Laratta e Angela Napoli<br />

in un loro scr<strong>it</strong>to congiunto, pubblicato<br />

da Il Quotidiano, con il<br />

t<strong>it</strong>olo I misteri di Reggio e sottot<strong>it</strong>olo<br />

Il Governo in fuga dalla<br />

si, componenti della Commissione<br />

antimafia, lamentano che ad<br />

una interrogazione urgente al<br />

Ministro Maroni sui recenti fatti<br />

di Reggio (nel solo 20<strong>10</strong> ben 12<br />

gravissime intimidazioni a magistrati<br />

culminati nel r<strong>it</strong>rovamento<br />

del micidiale bazooka!)<br />

firmata da 32 deputati di diversi<br />

part<strong>it</strong>i, il Governo si è fatto rappresentare<br />

in aula da un sottosegretario<br />

leghista che ha letto<br />

una fredda e distaccata risposta<br />

fatta di cifre e dati, senza tentare<br />

neppure di accennare ad un<br />

piano concreto di attacco, né ad<br />

un qualunque progetto che puntasse<br />

a valorizzare quella storica<br />

manifestazione del 25 settembre,<br />

allorquando quarantamila<br />

calabresi, in gran parte giovani,<br />

hanno sfilato sotto l’insegna “No<br />

‘ndrangheta”. Ora vi è il tentativo<br />

del Presidente del Consiglio<br />

regionale, Franco Talarico, dopo<br />

la sua partecipazione alla manifestazione,<br />

di tenere nell’aula<br />

del Consiglio regionale, un dibatt<strong>it</strong>o<br />

a più voci, con la partecipazione<br />

anche dei Ministri Maroni,<br />

Gelmini e Sacconi, per arrivare<br />

a stipulare – governo, ist<strong>it</strong>uzioni<br />

locali, parti sociali e società civile<br />

- un Patto contro la ‘ndrangheta<br />

per la Calabria. L’auspicio<br />

è che il tentativo si realizzi concretamente<br />

ed al più presto. Lo<br />

pretendono i giovani che combattono<br />

la zona grigia e vogliono<br />

che si apra, sull’esperienza pos<strong>it</strong>iva<br />

della Sicilia e della Lombardia,<br />

un circu<strong>it</strong>o di legal<strong>it</strong>à dove –<br />

come dice Pignatone - non deve<br />

e non può mancare l’apporto dei<br />

part<strong>it</strong>i, della Chiesa, dell’Univers<strong>it</strong>à,<br />

di Confindustria.<br />

SE QUESTO E’ UN UOMO…<br />

di Mario Idà<br />

La notte è calata, fredda<br />

e improvvisa, sulle nostre<br />

anime morte. Avetrana non è un<br />

villaggio dell’altro mondo dove<br />

si praticano r<strong>it</strong>i propiziatori con<br />

sacrifici umani. Avetrana è un<br />

lembo di questa terra ormai bruciata,<br />

che è la nostra incivilissima<br />

Italia. Attenzione: la fine del<br />

mondo non è la prefigurazione<br />

a tinte giovannee della dissoluzione<br />

finale; la fine del mondo è<br />

qui, davanti a noi, in questa tremenda<br />

profanazione della v<strong>it</strong>a.<br />

Le sole parole di commento, che<br />

possano descrivere la rabbia impotente<br />

che ci si porta dentro<br />

per il terrificante omicidio compiuto<br />

- con lucida follia - da un<br />

essere immondo, sono quelle<br />

che si è andati oltre le categorie<br />

del Bene e del Male, per<br />

sprofondare in un abisso infernale<br />

senza alcuna possibil<strong>it</strong>à di<br />

r<strong>it</strong>orno. Un del<strong>it</strong>to così abietto<br />

trova corrispondenza soltanto<br />

nelle depravazioni e nel massacro<br />

di bambini per l’espianto di<br />

organi, immesse qualche anno<br />

fa nella ragnatela del Web. Si<br />

iscrivono tutti in questo clima<br />

psichico degenerato che prelude<br />

ad es<strong>it</strong>i terrificanti. Dio si è<br />

r<strong>it</strong>irato dalla scena della storia:<br />

non ci sono più angeli e santi,<br />

ma turbe di demoni sanguinari,<br />

la cui danza macabra anticipa<br />

la venuta di Satana. Purtroppo,<br />

bisogna prendere amaramente<br />

coscienza che noi ormai viviamo<br />

in un labirinto presidiato da<br />

necromani adoratori di Satana.<br />

Sono forse costoro esseri alieni?<br />

Nessuno può dirlo, perché hanno<br />

sembianze umane. Tra questi<br />

il mostro di Avetrana. Ma se costui<br />

è un uomo, ebbene abbiamo<br />

ancora molto da imparare<br />

dal comportamento di certi animali.<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 5<br />

®<br />

puntI dI vIsta<br />

Anno 1 Nr. <strong>10</strong> Ottobre 20<strong>10</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra


Anno 1 Nr. <strong>10</strong> Ottobre 20<strong>10</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

di Enzo Auddino<br />

Segretario Generale SPI Comprensorio<br />

Gioia Tauro<br />

Affrontare temi come quello<br />

dei servizi sociali , socioeducativi,<br />

socio-san<strong>it</strong>ari e san<strong>it</strong>ari<br />

del terr<strong>it</strong>orio è un’impresa ardua<br />

per chiunque, soprattutto nella<br />

Piana di Gioia Tauro.<br />

Qui le difficoltà aumentano<br />

per due ragioni fondamentali: la<br />

prima è quella relativa alle risorse<br />

finanziarie, la seconda è per<br />

la mancanza di una cultura dei<br />

servizi sociali da parte dei nostri<br />

amministratori locali.<br />

Servizi sociali che oggi sono messi<br />

in discussione dalle scelte del<br />

governo sul sistema di welfare.<br />

Infatti, la manovra economica<br />

approvata dal Governo, prevede<br />

tagli agli enti locali Regioni, Comuni<br />

e Province nel 20<strong>10</strong> - 2011<br />

per un importo di 13 miliardi e<br />

300 milioni di euro, pari al 56,21%<br />

dell’intera manovra.<br />

Quanto peseranno questi tagli,<br />

nell’erogazione di quei servizi sociali<br />

che gli enti locali destinavano<br />

a pensionati e a quei c<strong>it</strong>tadini<br />

diversamente abili?<br />

Non bisogna avere la sfera di<br />

cristallo per capire cosa succederà<br />

a partire dal 2011, ci sarà di certo<br />

una notevole riduzione della spesa<br />

in questo settore.<br />

Per cui Regioni e Comuni saranno<br />

costretti ad aumentare le<br />

entrate, attraverso un maggiore<br />

prelievo fiscale, peraltro già alto,<br />

con l’aumento dell’addizionale regionale<br />

e comunale Irpef se si vogliono<br />

mantenere gli attuali livelli<br />

di erogazione dei servizi sociali.<br />

Questo quadro economico impone<br />

al sindacato una nuova fase<br />

di contrattazione sociale che deve<br />

essere determinata a sollec<strong>it</strong>are<br />

equ<strong>it</strong>à e sviluppo delle tutele per<br />

i c<strong>it</strong>tadini, nella consapevolezza<br />

delle difficoltà in cui si trovano le<br />

Ist<strong>it</strong>uzioni Locali e Regionale.<br />

Ma il punto vero è se, in presenza<br />

di questa crisi economica, la<br />

Regione e i Comuni, che sono i soggetti<br />

ai quali è demandato il comp<strong>it</strong>o<br />

di programmare gli interventi<br />

per i servizi sociali da erogare in<br />

Calabria, sono nelle condizioni di<br />

affrontare seriamente il problema<br />

per dare le giuste soluzioni.<br />

Gli strumenti ci sono tutti:<br />

1. Il Piano Sociale Regionale<br />

2. I Distretti Socio San<strong>it</strong>ari<br />

La Regione, attraverso il Piano<br />

Sociale Regionale, indica le linee<br />

metodologiche e gli strumenti per la<br />

definizioni dei Piani di zona, determina<br />

fondi e le aree di intervento.<br />

I Distretti Socio San<strong>it</strong>ari devono<br />

programmare e proporre ciascuno<br />

un Piano di zona, facendo alla Regione<br />

Calabria specifiche richieste,<br />

in base ad una analisi terr<strong>it</strong>oriale<br />

dei bisogni.<br />

Nella Piana di Gioia Tauro i Distretti<br />

Socio San<strong>it</strong>ari individuati<br />

dalla Regione sono 3, il primo<br />

Distretto con 13 Comuni aggregati<br />

ha come Comune capofila Polistena,<br />

il secondo con 7 Comuni ha<br />

capofila Gioia Tauro e il terzo con<br />

<strong>10</strong> Comuni ha capofila Taurianova.<br />

La programmazione però non<br />

nasce dal basso attraverso i Piani<br />

di zona, qui l’amara sorpresa, è la<br />

Regione che, con il Piano Sociale<br />

Regionale, ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o con legge re-<br />

attualIta’ Palmi e dintorni<br />

gionale 5 dicembre 2003, determina<br />

i fondi e le aree d’intervento,<br />

annullando così ogni programmazione<br />

dei Distretti Socio San<strong>it</strong>ari.<br />

In presenza di una programmazione<br />

distorta, ai Comuni va<br />

chiesto di avere, nei confronti<br />

della Regione, un peso maggiore<br />

nella definizione degli obiettivi da<br />

raggiungere, attraverso i Distretti<br />

Socio San<strong>it</strong>ari elaborando Piani di<br />

zona, capaci di leggere e valutare<br />

i bisogni del terr<strong>it</strong>orio.<br />

Pensiamo che per fare ciò, si<br />

debba lavorare per redigere un’anagrafe<br />

sociale, che oggi non esiste,<br />

per sapere quanti sono i disabili<br />

e i pensionati non autosufficienti,<br />

chi sono, che tipologia di handicap<br />

presentano, dove vivono e dove<br />

sono ubicate le loro ab<strong>it</strong>azioni, se<br />

sono anziani soli e quali sono le<br />

loro condizioni economiche.<br />

Una mappa sociale che consenta<br />

di avere una conoscenza del terr<strong>it</strong>orio,<br />

che permetta e renda possibile<br />

interventi razionali capaci di<br />

ottimizzare le risorse e di valutare<br />

i risultati in tempo reale.<br />

Il Piano di zona dunque, va visto<br />

come un vero piano regolatore<br />

dei servizi alle persone, ed è la<br />

risposta strategica per passare da<br />

una cultura assistenziale ad una<br />

pol<strong>it</strong>ica pos<strong>it</strong>iva dei servizi, i quali<br />

devono essere fra loro integrati e a<br />

favore di tutta la comun<strong>it</strong>à locale.<br />

Si tratta, di aquisire anche qui,<br />

nella Piana di Gioia Tauro, maggiori<br />

servizi da destinare alle persone<br />

quindi, più assistenza ai disabili,<br />

più assistenza domiciliare per i<br />

pensionati non autosufficienti.<br />

Servizi sociali che in altre parti<br />

d’Italia sono una realtà,come:<br />

• Servizio Assistenza Domiciliare<br />

6<br />

• Servizio pasti caldi a domicilio<br />

• Servizio lavanderia, stireria,<br />

rammendo<br />

• Soggiorni socio-climatici<br />

• Contributo sost<strong>it</strong>utivo di ricovero<br />

• Contributo per ricoveri anziani<br />

e disabili in Case di Riposo<br />

Ottenuti i servizi, esiste poi un<br />

problema che riguarda l’informazione<br />

da dare ai c<strong>it</strong>tadini.<br />

I Comuni inoltre si devono dotare<br />

del Segretariato Sociale, uno<br />

sportello al quale tutti si possono<br />

rivolgere gratu<strong>it</strong>amente per avere<br />

informazioni e orientamento<br />

sull’accesso al sistema dei servizi<br />

sociali, socio-educativi, sociosan<strong>it</strong>ari<br />

e san<strong>it</strong>ari del terr<strong>it</strong>orio.<br />

Dobbiamo constatare, purtroppo,<br />

gravi manchevolezze, non<br />

tutti i Comuni della Piana di Gioia<br />

Tauro oggi sono dotati di tale strumento<br />

per la mancanza, in parecchi<br />

di essi, di personale qualificato<br />

come gli Assistenti Sociali.<br />

La programmazione dei servizi<br />

sociali, questa è la cultura che<br />

chiediamo di avere ai nostri ammi-<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

QualI servIzI socIalI nella pIana?<br />

nistratori locali.<br />

Questi sono i temi che il Sindacato<br />

Pensionati della CGIL ha discusso<br />

a Polistena il 22 settembre.<br />

Temi che nessuno vuole affrontare<br />

perché di non facile soluzione.<br />

Pensiamo invece che essi vadano<br />

arricch<strong>it</strong>i nei contenuti da parte<br />

di tutti i soggetti Sindacali e dalle<br />

Associazioni di Volontariato, che<br />

svolgono un lavoro silenzioso ma<br />

di una importanza fondamentale<br />

alle quali chiediamo di essere a<br />

noi vicine nell’elaborazione di<br />

proposte sempre più adeguate ai<br />

bisogni della gente.<br />

Noi, dello SPI-CGIL del Comprensorio<br />

di Gioia Tauro, non pensiamo<br />

di avere la ver<strong>it</strong>à in tasca e non<br />

vogliamo essere i primi della<br />

classe, vogliamo coltivare invece<br />

quella cultura che ci ha sempre<br />

contraddistinto nei rapporti con<br />

le altre Organizzazioni Sindacali<br />

perché consideriamo l’un<strong>it</strong>à sindacale<br />

l’unica strada percorribile<br />

che consente a tutti di raggiungere<br />

maggiori e migliori risultati<br />

per i nostri pensionati per i nostri<br />

c<strong>it</strong>tadini.<br />

Al Signor Sindaco del comune di Palmi<br />

Al presidente della PPM Di Palmi<br />

I residenti dell’area 167 - case bifamiliari - esprimono vivo ringraziamento<br />

per l’intervento di riqualificazione dell’intera area.<br />

Le molte famiglie, dopo anni di abbandono dovuto alla poca attenzione<br />

delle precedenti amministrazioni comunali, possono ora vivere in<br />

un’area che riacquista quelle condizioni minime di ab<strong>it</strong>abil<strong>it</strong>à.<br />

L’intervento effettuato, l’eliminazione di un enorme accumulo di terreno<br />

riportato e di sterpaglie che ha visto un massiccio impiego di mezzi<br />

e uomini, ha reso felici i tanti residenti che sperano adesso, nel completamento<br />

e nella realizzazione dei giardini così come previsto nel<br />

piano.<br />

Grazie alla sensibil<strong>it</strong>à del Sindaco, la capac<strong>it</strong>à del Presidente della<br />

PPM Avv. Saffioti e dei loro collaboratori, gli ab<strong>it</strong>anti dell’intera area<br />

sentono vicini le ist<strong>it</strong>uzioni della C<strong>it</strong>tà.<br />

I Residenti<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 7<br />

di Natalino Fortugno<br />

Responsabile Cooperazione allo Sviluppo<br />

Associazione Bambini V<strong>it</strong>time Onlus<br />

Immaginate una donna che<br />

percorre <strong>10</strong> o 20 km di strade<br />

terrose per andare a riempire<br />

due secchi pieni d’acqua e<br />

tornare al proprio villaggio, il<br />

tutto con il suo bambino a tracolla,<br />

dal quale non si separa<br />

mai. Sono i passi di quell’Africa<br />

che cammina con i piedi delle<br />

sue donne. Ab<strong>it</strong>uate da sempre<br />

a fare i conti con la sofferente<br />

quotidian<strong>it</strong>à della v<strong>it</strong>a e con la<br />

sfida alla sopravvivenza. Sono<br />

proprio queste donne, simbolo<br />

di un affascinante continente,<br />

la cui candidatura sarà proposta<br />

per il riconoscimento del Premio<br />

Nobel per la pace 2011.<br />

A fare da contorno a questa<br />

iniziativa, che mira alla riscoperta<br />

dei fratelli africani, sarà<br />

una settimana di incontri, dibatt<strong>it</strong>i<br />

e vis<strong>it</strong>e <strong>it</strong>ineranti che si è<br />

svolta a Palmi, prima tappa per<br />

il sud Italia, dal <strong>10</strong> al 17 <strong>ottobre</strong>,<br />

nell’amb<strong>it</strong>o dell’iniziativa denominata<br />

“Evento persone Africa<br />

società civile e cambiamento”.<br />

La manifestazione è stata organizzata<br />

dall’Associazione “Bambini<br />

v<strong>it</strong>time Onlus” di Genova e<br />

dall’associazione giovanile, culturale<br />

e ambientale “Ideali” di<br />

Palmi con la collaborazione della<br />

Commissione Pari Opportun<strong>it</strong>à<br />

del comune di Palmi, gli as-<br />

N<br />

« on fate torto allo straniero». Correva l’anno 1236 ed in Afri<br />

ca, i vari rappresentanti, delle tribù tentavano di gettare le<br />

basi di una convivenza civile tra popoli di culture differenti. Partendo<br />

da questa riflessione, Guido Barbera, presidente nazionale del Cipsi<br />

(Coordinamento di iniziative popolari di solidarietà), ha evidenziato nel<br />

corso del convegno “L’Africa: prospettive economiche e strategiche di<br />

sostegno allo sviluppo” le difficoltà attuali «di cooperare tra diverse<br />

civiltà nell’uguaglianza e nel rispetto di chi ci sta affianco». Aggiungendo:<br />

«Il vero problema dell’Africa è la ricchezza e non la povertà. Le<br />

tante risorse sono gli specchi che hanno attirato gli interessi mondiali».<br />

Il convegno rientra nell’amb<strong>it</strong>o del progetto “Persone Africa società<br />

civile cambiamento” che si è tenuto a Palmi dal <strong>10</strong> al 17 <strong>ottobre</strong>, organizzato<br />

dall’Associazione “Bambini V<strong>it</strong>time Onlus” e “Ideali” di Palmi in<br />

collaborazione con la Presidenza del Consiglio Regionale della Calabria,<br />

la Provincia di Reggio Calabria, la Commissione Pari Opportun<strong>it</strong>à del<br />

Comune di Palmi, il Cipsi, l’Ufficio missionario diocesano Oppido-Palmi,<br />

l’Azione Cattolica “San Giovanni Bosco” e il Consiglio dell’Ordine degli<br />

Avvocati di Palmi. «L’evento – ha spiegato in apertura Natalino Fortugno<br />

responsabile per la cooperazione dell’Associazione “Bambini V<strong>it</strong>time”–<br />

ha lo scopo di favorire e promuovere una conoscenza del Continente<br />

africano per i c<strong>it</strong>tadini <strong>it</strong>aliani presentando un’Africa pos<strong>it</strong>iva, sana e<br />

capace di svilupparsi, far emergere cioè, il volto pos<strong>it</strong>ivo dell’Africa».<br />

Aud<strong>it</strong>orium della Casa della Cultura di Palmi grem<strong>it</strong>o da studenti degli<br />

Ist<strong>it</strong>uti Superiori di Palmi e del Liceo ”Piria” di Rosarno, che ha portato,<br />

attraverso le parole della professoressa Concetta Micali, la testimonianza<br />

pos<strong>it</strong>iva di convivenza tra giovani rosarnesi ed africani. Dopo i<br />

saluti del responsabile dell’Associazione Ideali Antonello Scarfone che<br />

ha inv<strong>it</strong>ato i presenti a riflettere sul concetto di «persone» così come<br />

richiamato dal t<strong>it</strong>olo dell’iniziativa, la parola è passata all’assessore<br />

attualIta’ Palmi e dintorni<br />

evento persone<br />

aFrIca socIetà cIvIle e cambIamento<br />

sessorati comunali alle Pol<strong>it</strong>iche<br />

Sociali ed alla Cultura e Pubblica<br />

Istruzione, l’assessorato alla<br />

Cultura della provincia di Reggio<br />

Calabria e con il patrocinio della<br />

Regione Calabria.<br />

«Le donne africane – ha evidenziato<br />

Marilù zaccuri presidente<br />

della Commissione Pari<br />

Opportun<strong>it</strong>à del Comune di Palmi<br />

nel corso della conferenza<br />

stampa – sostengono la società<br />

africana. E’ un’iniziativa molto<br />

importante quella di riscoprire<br />

il loro indispensabile ruolo, perché<br />

è per la nostra società motivo<br />

di arricchimento». Natalino<br />

Fortugno, responsabile di “Bambini<br />

v<strong>it</strong>time”, ha evidenziato le<br />

ragioni del progetto: «Questa<br />

iniziativa nasce perché ha a cuore<br />

la riscoperta del vero volto<br />

dell’Africa che è la culla delle<br />

origini dell’uomo, è rappresentata<br />

dalla sua gente verso la quale<br />

abbiamo un deb<strong>it</strong>o di uman<strong>it</strong>à.<br />

In un terr<strong>it</strong>orio dove si sono verificati<br />

i fatti tragici di Rosarno<br />

questa iniziativa mira a riscoprire<br />

gli autentici valori dell’integrazione<br />

tra popoli». Nel corso<br />

della settimana sono state esposte<br />

presso piazza Amendola circa<br />

60 sagome a grandezza naturale<br />

di soggetti reali africani che<br />

avranno il comp<strong>it</strong>o di integrarsi<br />

con la comun<strong>it</strong>à locale e per le<br />

quali sono previste vis<strong>it</strong>e guidate<br />

per le scuole. Il 12 <strong>ottobre</strong> presso<br />

la Casa della Cultura si è tenuto<br />

il convegno “L’Africa: prospettive<br />

economiche e strategiche di<br />

sostegno allo sviluppo”.<br />

«A Palmi – ha dichiarato Rosario<br />

Ortuso assessore alle Pol<strong>it</strong>iche<br />

Sociali - è presente una<br />

comun<strong>it</strong>à di oltre 800 c<strong>it</strong>tadini<br />

stranieri e nel prossimo consiglio<br />

comunale daremo il via alla<br />

consulta degli immigrati per<br />

favorire questo indispensabile<br />

processo di integrazione». Salvatore<br />

Saffioti dell’Associazione<br />

Ideali ha spronato a divulgare «il<br />

concetto di conoscenza soprat-<br />

cerimONiA di sAlutO per<br />

Anno 1 Nr. <strong>10</strong> Ottobre 20<strong>10</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

tutto del vero volto dell’Africa<br />

per aiutarci a capire che apparteniamo<br />

allo stesso mondo». Un<br />

concetto evidenziato da Maria<br />

Rosa Garipoli capo settore alle<br />

Pari Opportun<strong>it</strong>à che ha sottolineato<br />

«il valore rivoluzionario<br />

per la nostra società che rappresentano<br />

le donne africane che<br />

spesso spingono e sostengono<br />

l’economia e la pol<strong>it</strong>ica del proprio<br />

Paese». Conclusioni nelle<br />

parole di Giovanna Suriano della<br />

Commissione Pari Opportun<strong>it</strong>à<br />

che ha sottolineato anche gli<br />

aspetti giuridici che vanno «dalla<br />

difesa dei dir<strong>it</strong>ti civili delle<br />

donne alla loro continua lotta<br />

per il ripristino della legal<strong>it</strong>à».<br />

provinciale alla Cultura, Santo Gioffrè che, plaudendo all’iniziativa, ha<br />

spronato «a continuare a lavorare per migliorare le condizioni di v<strong>it</strong>a<br />

dal popolo africano». Per l’assessore alla Cultura del Comune di Palmi,<br />

Nunzio Lacquan<strong>it</strong>i, «al centro di questo incontro va messo l’uomo e<br />

il rispetto verso l’Africa altrimenti si rischia di fare parole a vuoto».<br />

Concetto ripreso negli interventi successivi di Marilù zaccuri, Presidente<br />

Commissione Pari Opportun<strong>it</strong>à, che ha ribad<strong>it</strong>o la straordinarietà<br />

della proposta di sostenere e risaltare il ruolo della donna africana e<br />

di Giovanni Battista Tillieci dell’ufficio diocesano, che ha richiamato<br />

sull’importanza di non operare per modificare la civiltà altrui ma operare<br />

per sostenerla. Chiusura nelle parole dell’assessore alle Pol<strong>it</strong>iche<br />

Sociali Rosario Ortuso che ha annunciato la nasc<strong>it</strong>a della consulta per<br />

gli immigrati a Palmi e di Francesco Surace che è intervenuto sul delicato<br />

tema della cooperazione allo sviluppo.<br />

l’AvvOcAtO AlbertO cAlOgerO che lAsciA lA cAricA di<br />

difeNsOre civicO del cOmuNe di pAlmi.<br />

Lo scorso 28 settembre l’Amministrazione Comunale di Palmi ha<br />

organizzato la cerimonia di saluto al Difensore Civico, avv. Alberto<br />

Calogero, che ha lasciato la carica per scadenza del mandato<br />

dopo 12 anni di ininterrotta attiv<strong>it</strong>à. Con accenti di profonda grat<strong>it</strong>udine,<br />

il Sindaco dott. Ennio Gaudio, ha espresso all’avv. Calogero la riconoscenza<br />

sua personale e dell’Amministrazione tutta per l’impegno<br />

diuturno profuso in amb<strong>it</strong>i diversi al fine di garantire, nel suo ruolo di<br />

soggetto “terzo”, indipendente e imparziale, la tutela dei dir<strong>it</strong>ti dei<br />

c<strong>it</strong>tadini che si sono rivolti all’apparato burocratico dell’Ente e, nel<br />

contempo, per la funzione di stimolo al buon andamento dell’attiv<strong>it</strong>à<br />

amministrativa, che egli ha sempre scrupolosamente eserc<strong>it</strong>ato. Parole<br />

di stima e di affetto per l’opera prestata sono state espresse dal<br />

Vice Sindaco, avv. Salvatore Silvestri, da diversi Consiglieri comunali,<br />

dal Segretario Comunale e dal Vice Segretario, nonchè dal Consigliere<br />

provinciale dott. Giovanni Barone e dal Comandante della Stazione<br />

dei Carabinieri di Palmi, Maresciallo Giovanni Calabria. Significativamente,<br />

l’auspicio di tutti i partecipanti è stato quello che, pur nella<br />

cessazione dalla carica rivest<strong>it</strong>a, l’avv. Calogero possa essere ancora<br />

per molto tempo - per la sua grande cultura ed esperienza di v<strong>it</strong>a – un<br />

prezioso consigliere cui rivolgersi nel superiore interesse della C<strong>it</strong>tà.<br />

A lui vada il nostro ringraziamento e il nostro deferente saluto.


Anno 1 Nr. <strong>10</strong> Ottobre 20<strong>10</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

di Enzo Infantino<br />

Aziza si tormenta con le<br />

d<strong>it</strong>a delle mani il volto<br />

incorniciato da una ragnatela di<br />

rughe. ha lo sguardo triste e parla<br />

a bassa voce, accompagnando<br />

le parole con lunghi sospiri. In<br />

tasca tiene le foto in bianco e<br />

nero dei figli e del mar<strong>it</strong>o uccisi<br />

dalle raffiche di m<strong>it</strong>ra. Mentre<br />

racconta la sua storia terribile<br />

di madre e moglie mutilata dalla<br />

guerra, scoppia a singhiozzare<br />

guardando il cielo in cerca di<br />

risposte che non verranno. ho<br />

ancora davanti ai miei occhi l’immagine<br />

di questa donna scavata<br />

nel corpo e nell’anima dalla sofferenza.<br />

I suoi familiari vennero<br />

uccisi nella orribile strage compiuta<br />

nell’ 82. Lei vive ancora, in<br />

condizioni disumane, nel campo<br />

profughi di Shatila. Quando è<br />

arrivato il momento di salutarla<br />

ho visto i suoi occhi riempirsi di<br />

lacrime, come quelli delle altre<br />

donne palestinesi che ci hanno<br />

accompagnato nel nostro viaggio<br />

nell’inferno dei campi. Le mamme<br />

di Sabra e Shatila sanno che<br />

con la nostra partenza calerà<br />

il silenzio sul loro dramma. Per<br />

una settimana, in coincidenza<br />

della nostra presenza in Libano, i<br />

media nazionali hanno parlato di<br />

noi e del nostro impegno a favore<br />

dei profughi palestinesi.<br />

E’ stato il grande corrispondente<br />

dal Medio Oriente del<br />

Manifesto e prematuramente<br />

scomparso qualche anno fa,<br />

Stefano Chiarini, a organizzare<br />

il Com<strong>it</strong>ato per non dimenticare<br />

Sabra e Shatila. Da undici anni<br />

nel mese di settembre una delegazione<br />

<strong>it</strong>aliana si reca a Beirut<br />

nei campi profughi in occasione<br />

della ricorrenza della strage<br />

avvenuta nel 1982.<br />

Oltre 3 mila innocenti esseri<br />

umani, per lo più palestinesi,<br />

sono stati barbaramente trucidati.<br />

Quella strage era stata dimenticata.<br />

Nessuno era stato capace<br />

di far conoscere all’opinione<br />

pubblica internazionale il dolore<br />

di quei familiari che da allora<br />

chiedono con forza giustizia. E’<br />

ormai risaputo che la strage la<br />

compirono gli uomini della falange<br />

e che le truppe di occupa-<br />

attualIta’<br />

8<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 9<br />

Per nOn dimenticare sabra e shatila<br />

Se t t e m b r e 20<strong>10</strong>; c o m i n c i a u n v i a g g i o c o n d e S t i n a z i o n e Li b a n o. L’<strong>it</strong>a L i a Si m u o v e c o n a i u t i u m a n i ta r i e L’o c c a S i o n e p e r d a r e c o n f o rto<br />

e c o r a g g i o a c h i è v i t t i m a i n e r m e d i c o n f L i t t i aSSurdi è d a p r e n d e r e a L v o L o. u n pa L m e S e è i m p e g n ato neLLa S o L i d a r i e t à i n t e r n a z i o n aL e<br />

v e r S o p o p o L i S f o rt u n at i. già n e L ‘99 in aL b a n i a a d a i u ta r e i p r o f u g h i Ko S S o va r i, t r a nata L e e ca p o d a n n o S c o r S i a L c a i r o p e r pa rt ec<br />

i pa r e aLLa “Ga z a f r e e d o m m a r c h” ed in Li b a n o e Siria, o g g i v i Si è t r o vato p e r La S e c o n d a v o Lta. SuLLo S f o n d o, S to r i e d i S p e r at e t r a<br />

L a c r i m e e b i m b i (f o r S e) S e n z a S p e r a n z a.<br />

zione israeliane, comandate dal<br />

generale Ariel Sharon, coprirono<br />

l’azione criminale circondando il<br />

campo per tre giorni e tre notti.<br />

Il Com<strong>it</strong>ato per non dimenticare<br />

Sabra e Shatila, assieme a tutte<br />

le organizzazioni palestinesi,<br />

da anni sta portando avanti una<br />

campagna affinché venga ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a<br />

una commissione d’inchiesta<br />

in grado di consentire che gli<br />

autori e i mandanti della strage<br />

vengano individuati e processati<br />

da un tribunale internazionale.<br />

E’ quello che ci chiedono i<br />

familiari nell’incontro nel campo<br />

di Shatila. Lo chiedono le donne<br />

spezzate dal dolore che esibiscono<br />

le foto dei propri mar<strong>it</strong>i,<br />

dei figli, dei nipoti. Lo chiede un<br />

padre che tiene stretta sul suo<br />

petto la foto del figlio scomparso<br />

in quei giorni di settembre del<br />

1982 in cui l’inferno si è impadron<strong>it</strong>o<br />

di Shatila.<br />

Storie dimenticate. Storie di<br />

esseri umani che sono nati in una<br />

terra martoriata. Ma quella di<br />

Sabra e Shatila non è stata l’unica<br />

strage compiuta in Libano. Non si<br />

contano le corone che i palestinesi<br />

dei campi profughi del sud<br />

ci hanno inv<strong>it</strong>ato a depos<strong>it</strong>are<br />

nei luoghi in cui le micidiali armi<br />

mortali, sganciate dagli aerei<br />

israeliani, hanno provocato migliaia<br />

di v<strong>it</strong>time in maggior parte<br />

donne e bambini.<br />

Kana è una c<strong>it</strong>tadina del sud.<br />

Lì abbiamo incontrato una donna<br />

anziana e il suo racconto ha<br />

commosso tutti. Conoscevo la<br />

vicenda per averla appressa dalla<br />

cronaca del tempo. Nel 2006<br />

l’aviazione israeliana ha colp<strong>it</strong>o<br />

durante una notte di intensi raid<br />

una palazzina di tre piani piena<br />

di famiglie con bambini, uccidendo<br />

almeno 60 civili, 37 dei quali<br />

bambini. E tra questi bambini,<br />

15 erano handicappati. Oggi al<br />

posto di quella palazzina c’è un<br />

cim<strong>it</strong>ero dove riposano quelle<br />

povere v<strong>it</strong>time innocenti. Quella<br />

strage provocò l’indignazione<br />

della comun<strong>it</strong>à internazionale.<br />

Ma non servì a fermare i raid<br />

israeliani sul Libano.<br />

Nel sud del Libano si è svolta<br />

la resistenza di hezbollah contro<br />

l’occupazione israeliana. Li si<br />

incontrano copiosamente i segni<br />

di una cruenta battaglia che alla<br />

fine ha costretto Israele a r<strong>it</strong>irarsi<br />

dalle terre libanesi. In quella<br />

terra stuprata dalla violenza<br />

della guerra si trova El Khiam. In<br />

questa c<strong>it</strong>tadina negli anni ottanta<br />

durante la fase del confl<strong>it</strong>to fu<br />

ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o un luogo di detenzione e<br />

tortura, dove sono passati migliaia<br />

di resistenti palestinesi, libanesi e<br />

semplici civili. Dopo la liberazione<br />

avvenuta nel 2000, questa prigione,<br />

per volontà di hezbollah,<br />

è diventata una meta di memoria<br />

e di turismo pol<strong>it</strong>ico. Il Part<strong>it</strong>o di<br />

Dio ha incaricato un gruppo di ex<br />

detenuti di occuparsene.<br />

Loro, organizzati in com<strong>it</strong>ato,<br />

hanno ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o un percorso guidato<br />

che spiega ai vis<strong>it</strong>atori le brutal<strong>it</strong>à<br />

perpetrate in questo luogo per<br />

quasi un ventennio. Nel 2006 le<br />

bombe sganciate dagli aerei israeliani<br />

hanno tentato di cancellare<br />

quel luogo simbolo della resistenza.<br />

Ci sono solo macerie attorno<br />

a noi ma ugualmente i mil<strong>it</strong>anti di<br />

hezbollah ci accompagnano nel<br />

percorso infernale della prigione<br />

continuando così a mantenere<br />

viva quella tragica memoria.<br />

C’è un’altra ragione non meno<br />

importante che spinge il Com<strong>it</strong>ato<br />

<strong>it</strong>aliano a recarsi ogni anno nei<br />

campi profughi. Ed è quella legata<br />

alle drammatiche condizione<br />

di v<strong>it</strong>a dei profughi palestinesi.<br />

I profughi in Libano sono 425<br />

mila cens<strong>it</strong>i al 1 gennaio 20<strong>10</strong><br />

(dati UNRWA). Vivono in 12<br />

diversi campi sparsi in tutto il<br />

terr<strong>it</strong>orio libanese. Diversamente<br />

dai profughi palestinesi osp<strong>it</strong>ati<br />

in altre zone, quelli residenti nel<br />

Libano sono privi dei loro dir<strong>it</strong>ti<br />

sociali e civili. Sin dal 1948, i<br />

profughi palestinesi in Libano<br />

sono considerati dallo stato come<br />

un fardello. Sono anche considerati<br />

come stranieri e quindi non<br />

usufruiscono di alcun servizio sociale<br />

offerto dal paese osp<strong>it</strong>ante.<br />

Né dir<strong>it</strong>to al lavoro, né alla casa.<br />

E questo è stato l’argomento che<br />

ha caratterizzato gli incontri<br />

con le forze pol<strong>it</strong>iche libanesi.<br />

Abbiamo chiesto che i problemi<br />

di questa sfortunata comun<strong>it</strong>à<br />

devono tornare ad essere inser<strong>it</strong>i<br />

tra le prior<strong>it</strong>à affrontate dal parlamento<br />

del Paese dei cedri.<br />

La s<strong>it</strong>uazione libanese è as-<br />

solutamente speculare a quella<br />

siriana. Anche nella nazione<br />

guidata da Benshar Assad, infatti,<br />

nella regione del Golan,<br />

a Qune<strong>it</strong>ra, v’è testimonianza<br />

delle violenze perpetrate dalle<br />

truppe israeliane durante e dopo<br />

la guerra dei sei giorni scoppiata<br />

nel 1967. Trecentomila siriani<br />

vennero scacciati dalla loro<br />

terra e costretti a trasferirsi in<br />

un’altra zona del paese mediorientale.<br />

Qune<strong>it</strong>ra è una “c<strong>it</strong>tà<br />

fantasma” distrutta dall’eserc<strong>it</strong>o<br />

sionista prima di r<strong>it</strong>irarsi. Tra le<br />

macerie lasciate dagli occupanti<br />

si provano sensazioni forti. Chiudendo<br />

gli occhi sembra di sentire<br />

ancora le voci di donne e bambini<br />

che animavano le strade ormai<br />

deserte. Questo luogo è, forse,<br />

la più concreta immagine dei<br />

danni che una insensata guerra<br />

può causare. Migliaia di famiglie<br />

hanno perduto tutto: beni, case<br />

e futuro. Il vicepresidente della<br />

Siria, parlando con la delegazione<br />

<strong>it</strong>aliana di questa fer<strong>it</strong>a non<br />

ancora cicatrizzata, ha spiegato<br />

come il suo Paese si stia battendo<br />

per far tornare la pace in tutto lo<br />

scacchiere mediorientale. Fino<br />

a quando non saranno rest<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i<br />

i dir<strong>it</strong>ti a tutti i c<strong>it</strong>tadini, palestinesi,<br />

libanesi e siriani, privati<br />

delle loro prerogative sarà tuttavia<br />

difficile pensare ad una<br />

pace duratura. Per comprendere<br />

la rabbia nascosta che è sopravvissuta<br />

agli interventi bellici occorre<br />

vis<strong>it</strong>are luoghi come Sabra,<br />

Shatila e Qune<strong>it</strong>ra. Monumenti<br />

eterni all’imbecill<strong>it</strong>à prodotta<br />

dalla violenza. E dalle guerre.<br />

attualIta’<br />

Anno 1 Nr. <strong>10</strong> Ottobre 20<strong>10</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra


di Attilio Scarcella<br />

Chi di noi non ha percorso, attraverso<br />

lo sguardo della memoria,<br />

episodi ed immagini della<br />

propria infanzia?<br />

Ebbene, dirigere il nostro cammino<br />

verso l‘ascolto della memoria è come<br />

orientare il viaggio verso l’ascolto di<br />

noi stessi. Perché lo sguardo della<br />

memoria è quella dimensione silenziosa<br />

che ripassa tutta quanta la nostra<br />

esistenza e con la quale cerchiamo<br />

di penetrare il nostro vissuto interiore<br />

scavando dentro di noi. Il che<br />

cost<strong>it</strong>uisce, oltre la narrazione delle<br />

nostra v<strong>it</strong>a, anche l’inizio del nostro<br />

congedo graduale dalla v<strong>it</strong>a. Dalla<br />

v<strong>it</strong>a apparente, esteriore, quotidiana,<br />

s’intende. Per inoltrarci, attraverso il<br />

muro della memoria... nei labirinti e<br />

nei meandri della nostra infanzia.<br />

L’infanzia però non entra nel mondo,<br />

perché l’infanzia è innocenza. E<br />

il mondo – quello vero – non l’ha mai<br />

incontrato.<br />

Da bambino, ognuno di noi ha guardato<br />

il mondo da un angolo tutto suo:<br />

quello dell’innocenza, appunto; che<br />

è poi lo stesso sguardo tenero, dolcissimo,<br />

infin<strong>it</strong>o con cui nostra madre,<br />

nostro padre hanno orientato la<br />

v<strong>it</strong>a e i giochi della nostra infanzia.<br />

L’infanzia, dunque, è come il teatro<br />

della nostra prima esperienza di<br />

v<strong>it</strong>a. Una specie di giardino con muro<br />

di cinta costru<strong>it</strong>o da nostra madre,<br />

nostro padre per proteggerci dalle<br />

insidie del mondo, dalla ver<strong>it</strong>à a volte<br />

dura e incalzante di tutti i giorni.<br />

E’ per questo che, nello sguardo<br />

di un istante, nell’ascolto di un suono,<br />

nell’eco di un ricordo, noi spesso<br />

r<strong>it</strong>orniamo sui nostri passi, sui fotogrammi<br />

di una v<strong>it</strong>a interamente vissuta<br />

per rivis<strong>it</strong>are, attraverso la memoria,<br />

l’intera nostra esistenza.<br />

E così, quando a volte, ripercorriamo<br />

la strada o il cortile dove abbiamo<br />

giocato, la piazza dove abbiamo<br />

conversato e gio<strong>it</strong>o con gli amici, la<br />

chiesetta dove siamo stati bambini,<br />

il nostro vedere diventa un rivivere,<br />

il nostro ascoltare un ricordare. E le<br />

persone, gli amici, la gente che abbiamo<br />

incontrato, conosciuto, amato,<br />

e che ora non ci sono più, ebbene,<br />

tutto questo – adesso scopriamo<br />

– non è altro che l’Oceano tempesto-<br />

“il dolore”<br />

dimensione dell’infanzia che negli adulti diventa... pensiero!<br />

so della v<strong>it</strong>a, il cordone ombelicale di<br />

noi stessi legati ad altre persone ed<br />

immersi nel flusso della v<strong>it</strong>a.<br />

Ma per dirigere il nostro cammino<br />

verso l’ascolto della memoria, occorre<br />

orientare la rotta del nostro sguardo<br />

non già verso l’esterno ma verso<br />

il centro autentico di se stessi. Che,<br />

poi, è un’esperienza unica, irripetibile,<br />

che giunge e sopravviene quando<br />

siamo incalzati dalle grandi domande.<br />

Da quelle domande che non trovano<br />

risposte finali.<br />

Ma qual è e che cos’è questo nostro<br />

“centro”? “Il centro autentico di noi<br />

stessi” non è altro che quell’alterna<br />

dimensione di silenzio ed ascolto che<br />

ha sempre accompagnato ed accompagna<br />

il filo sottile della nostra v<strong>it</strong>a.<br />

Quello sfondo originario, autentico di<br />

ver<strong>it</strong>à e certezza dal quale noi, quasi<br />

sempre, fuggiamo, per immergerci<br />

nel mondo della quotidian<strong>it</strong>à e della<br />

chiacchiera assordante.<br />

Silenzio ed ascolto, dunque. Ecco la<br />

dimensione nuova di un tempo nuovo!.<br />

E’ solo attraverso la dimensione del<br />

silenzio che noi riusciamo a lasciare<br />

fuori dai nostri esercizi di pensiero il<br />

mondo. Difatti, fuori dal silenzio che<br />

circonda la nostra esistenza non c’è<br />

che la chiacchiera, le parole, le quali<br />

non spiegano affatto gli eventi e gli<br />

errori degli uomini. No! Non spiegano<br />

affatto la guerra, la violenza gli stupri<br />

etnici, gli eccidi di massa.<br />

La vera sorgente e decodificazione<br />

del dolore sta piuttosto nella guerra<br />

e nella violenza, nell’odio e nella ferocia<br />

che alberga nel cuore degli uomini.<br />

Il dolore, sì il dolore! Quello profondo,<br />

immenso, abissale che bussa<br />

al cuore di tutti gli uomini con i suoi<br />

perché. Perché Auschw<strong>it</strong>z? Perché<br />

hiroshima? Perché la guerra in Afghanistan,<br />

in Medio Oriente, in Iraq?<br />

Perché la decimazione e lo sterminio<br />

dei bambini in terra africana? Perché<br />

le stragi di Piazza Fontana, di Brescia,<br />

di Capaci? Perché?… Perché?…<br />

Perché?<br />

Ecco, il pensiero autentico è tutto<br />

questo. E’ lo sguardo doloroso sulla<br />

memoria storica, sulle ingiustizie sociali,<br />

sul nostro Sud sfruttato, lacerato,<br />

vilipeso, oltraggiato. Perché? E’<br />

importante interrogarsi. Soprattutto<br />

perché lo sguardo doloroso della<br />

memoria che r<strong>it</strong>orna sui fatti, serve<br />

come mon<strong>it</strong>o a non provocare nuovi<br />

errori, nuovi deliri, nuovi eventi dolorosi.<br />

Tutti i nostri pensieri non sono che<br />

delle domande sul nostro stare nel<br />

mondo, sul dolore degli uomini per<br />

la violenza, la ferocia e le ingiustizie<br />

di questo mondo.<br />

Il dolore, dunque, è un fatto: accade,<br />

c’è, esiste. Dobbiamo prenderne<br />

atto. Non lo possiamo cancellare<br />

con le parole, le teorie filosofiche, le<br />

celebrazioni e i discorsi degli anniversari.<br />

Il dolore si sconta vivendo.<br />

I linguaggi del nostro tempo, quello<br />

giornalistico, televisivo, informatico,<br />

telematico non dicono nulla di<br />

autentico sul dolore. Anzi, lo fanno<br />

ammutolire straparlandone a vanvera.<br />

Ecco perché lo sguardo della<br />

memoria, la dimensione dell’infanzia,<br />

negli adulti diventa pensiero. Ciò<br />

avviene quando riusciamo a mettere<br />

tra parentesi il mondo, la chiacchiera,<br />

l’esterior<strong>it</strong>à e ci sintonizziamo<br />

sulla dimensione del silenzio.<br />

Viviamo, oggi, in un’epoca che realizza<br />

i sogni. Mi riferisco alla cresc<strong>it</strong>a<br />

vertiginosa del progresso tecnologico,<br />

scientifico, alla globalizzazione<br />

dell’economia, cui però non fa<br />

riscontro un pari sviluppo morale e<br />

civile della società.<br />

Ebbene, in questo contesto di progresso<br />

ad una sola dimensione, il dolore<br />

è diventato ormai un’esperienza<br />

come tutte le altre. Quasi un’ab<strong>it</strong>udine.<br />

Da guardare in tv, da leggere sui<br />

giornali. Un’esperienza, insomma da<br />

osservare, da analizzare e da dimenticare.<br />

Perché, già il giorno dopo finisce<br />

la sua attual<strong>it</strong>à. Come del resto,<br />

il giorno dopo, finisce l’attual<strong>it</strong>à del<br />

giornale e della notizia.<br />

Radio, televisione e mass-media<br />

trattano il dolore come uno “scoop”,<br />

come immagine da sfruttare nei talk<br />

show per far crescere l’audience.<br />

La nostra società insomma, non sa<br />

oggi che farsene del dolore. Di quello<br />

vero, di quello autentico – dico.<br />

Vuole solo utilizzarlo per glorificare<br />

l’immagine, l’intrattenimento, lo<br />

spettacolo. Perché di uno spettacolo<br />

si tratta, quando s’inv<strong>it</strong>a ad un programma<br />

televisivo un gen<strong>it</strong>ore a raccontare<br />

il proprio dolore per la figlia<br />

guernica - di Pablo Picasso -<br />

stuprata ed uccisa in modo violento;<br />

o si sollec<strong>it</strong>a una madre a confidare<br />

a milioni di telespettatori gli affetti<br />

e i segreti più intimi del proprio figlio<br />

ucciso dalla mafia.<br />

Se, dunque, tutto è diventato una<br />

vetrina, anche il dolore – quello più<br />

interno, più profondo, più abissale –<br />

è in mostra. E come tale non è più<br />

dolore… intimo, privato, personale,<br />

ma semplice esibizione del dolore.<br />

Uno spettacolo sul dolore da mandare<br />

in scena.<br />

Se mai, invece, volessimo incontrare<br />

il dolore per capire fino in<br />

fondo il filo sottile che accompagna<br />

il processo della nostra v<strong>it</strong>a, ebbene,<br />

lo troveremo custod<strong>it</strong>o soltanto<br />

in pochi luoghi. Quei luoghi parlano<br />

per lui. Esso è ancora presente<br />

– se vorremo vederlo, esaminarlo e<br />

interpretarlo in tutto il suo sguardo<br />

pietoso – al Museo Poldi-Pezzoli di<br />

Milano dove è custod<strong>it</strong>a la famosa<br />

“Deposizione” del Botticelli.<br />

Troveremo, inoltre – se mai ne<br />

avessimo voglia d’incontrarlo – lo<br />

sguardo profondo, antico, ancestrale<br />

del dolore circondato e protetto a vista<br />

da custodi che vegliano incessantemente<br />

su di lui, al Museo del Prado<br />

di Madrid nella famosa “Guernica” di<br />

Picasso, che esprime il grido lacerante<br />

di tutte le genti contro le guerre e<br />

le violenze di tutto il mondo.<br />

Se poi vorremo saperne ancora di<br />

più: e cioè della fine del dolore, del<br />

perché il dolore, oggi, viene rimosso<br />

e non esiste più, dovremo allora<br />

recarci a vis<strong>it</strong>are i forni crematori<br />

di Auschw<strong>it</strong>z, le lande deserte di<br />

hiroshima e Nagasaki, i campi di<br />

sterminio di Dachau e di Mathausen,<br />

i cim<strong>it</strong>eri di pulizia etnica in Bosnia<br />

Erzegovina, le v<strong>it</strong>time della strage<br />

di Capaci, le giovani vedove e i<br />

bambini , figli di altrettanti agenti<br />

di polizia uccisi mentre scortavano i<br />

signori del Palazzo.<br />

In questi luoghi ed in quelle immagini<br />

troveremo il dolore vero,<br />

quello autentico, eterno, che grida<br />

nell’aria livida, di cenere: “Mai più<br />

hiroshima!”, “Mai più Auschw<strong>it</strong>z!”,<br />

“Mai più Piazza Fontana!”, “Mai più<br />

Capaci!” Quel dolore accantonato,<br />

represso, soffocato, oggi s’alza da<br />

tutta la terra, ma... non trova più<br />

nessuno disposto ad ascoltarlo!<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 11<br />

puntI dI vIsta<br />

Anno 1 Nr. <strong>10</strong> Ottobre 20<strong>10</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

LA RISTRUTTURAzIONE DELLA SANITA’ CALABRESE<br />

di Luca Spoleti<br />

Nell’arduo sforzo di mettere a posto i conti della Regione Calabria<br />

ed in particolare quella che e’ defin<strong>it</strong>a” la madre di tutte le battaglie”:<br />

la san<strong>it</strong>à, Il Governatore Giuseppe Scopell<strong>it</strong>i ed Il suo entourage<br />

hanno pensato ad una riconversione di 18 ospedali esistenti.<br />

Secondo questo schema saranno tagliati 1.200 posti letto per *acuti<br />

con un implemento di 1500 posti letto alternativi ed un risparmio,<br />

secondo le stime dei tecnici dell’ufficio del piano, di 250 milioni di<br />

euro all’anno del servizio san<strong>it</strong>ario regionale.<br />

IL nuovo assetto ospedaliero, secondo la rimodulazione ideata dal<br />

nuovo esecutivo, prevede a regime:<br />

-TRE ospedali “hUB” ( le tre aziende ospedaliere esistenti, CATANzARO, COSENzA<br />

E REGGIO CALABRIA);<br />

-OTTO ospedali “SPOKE”(serviranno da s<strong>it</strong>i di collegamento con gli hub );<br />

-QUATTRO ospedali generali (avranno in dotazione specializzazioni di base e<br />

pronto soccorso);<br />

-QUATTRO ospedali di zona montana (con chirurgia ordinaria e pronto soccorso);<br />

-QUATTORDICI ospedali di distretto.( day hosp<strong>it</strong>al, pronto soccorso e guardia<br />

medica)<br />

hUB= elemento centrale di riferimento, un dispos<strong>it</strong>ivo di rete che<br />

funge da nodo di smistamento di una rete;<br />

SPOKE= sede periferica di un dispos<strong>it</strong>ivo di rete.<br />

IL CONCETTO DI hUB AND SPOKE<br />

Significato delle reti::<br />

il modello hub e Spoke<br />

• È un sistema di relazioni fra ospedali.<br />

- in cui i pazienti sono trasfer<strong>it</strong>i verso una o più centrali di riferimen<br />

to (hub)<br />

- quando la soglia di compless<strong>it</strong>à degli interventi previsti dalle sedi pe<br />

riferiche (Spoke) è superata.<br />

• presenta un’alta componente gerarchica fra i nodi.<br />

• razionalizza il sistema produttivo attraverso la centralizzazione della<br />

produzione d’attiv<strong>it</strong>à complessa in centri di riferimento.<br />

• è applicato per concentrare i servizi caratterizzati da bassi volumi<br />

d’attiv<strong>it</strong>à e/o da un’elevata tecnologia.<br />

RICONVERSIONE PER 18 OSPEDALI<br />

In particolare la rimodulazione del piano di rientro prevede entro<br />

marzo 2011 le dismissioni come presidi per acuti di sei ospedali:<br />

-TAURIANOVA RC ChIARAVALLE Cz<br />

-PALMI RC SAN MARCO ARGENTANO CS<br />

-SIDERNO RC SORIANO CALABRO VV<br />

Seguiranno poi le riconversioni, da effettuare entro marzo 2012,di<br />

12 presidi ospedalieri. Di questi, quattro diventeranno ospedali di<br />

zona montana ed i restanti otto formeranno gli ospedali di distretto<br />

senza avere più funzioni acute. Questo piano di rientro, che deve<br />

includere il piano di attuazione e l’ammontare complessivo del deb<strong>it</strong>o<br />

regionale, prima di divenire operativo , deve essere vagliato dal<br />

**“tavolo Massicci” e poi, per l’approvazione defin<strong>it</strong>iva , dal consiglio<br />

dei Ministri.<br />

*“manifestazioni di un’improvvisa alterazione dell’equilibrio<br />

dell’energia v<strong>it</strong>ale”. lasciate a loro stesse, le malattie acute, hanno<br />

un’evoluzione variabile che si compie sempre in un tempo breve<br />

e che porta alla guarigione o alla morte del paziente<br />

** tavolo massicci”: dal cognome del dirigente del ministero<br />

dell’economia che lo guida, e’ una equipe di esperti per la valutazione<br />

dei bilanci del comparto san<strong>it</strong>à delle regioni.<br />

- Fonte dei dati e delle cifre : il sole 24 ore<br />

nuova apertura


Anno 1 Nr. <strong>10</strong> Ottobre 20<strong>10</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

12<br />

puntI dI vIsta<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

…come le rondInI<br />

di Nella Cannata<br />

L<br />

’autunno è già inoltrato, le giornate più corte e buie aprono il<br />

varco alla stagione fredda che avanza. Il nostro pensiero, mentre<br />

ci avvolgiamo nella tiepida copertina di lana, va inev<strong>it</strong>abilmente<br />

ai nostri ragazzi lontani, osp<strong>it</strong>i di paesi diversi, forse ostili, counque<br />

emigrati… Li abbiamo attesi a lungo e finalmente, durante l’estate, il<br />

puzzle della famiglia si è ricomposto: ogni tassello ha occupato quello<br />

spazio rimasto vuoto per molti mesi. Il loro arrivo ha portato gran<br />

fermento in tutte le case. Si preparava la parmigiana, le fr<strong>it</strong>telle di<br />

fiori di zucca, la pasta al forno alla paesana e tutto il repertorio che<br />

ogni mamma mette in tavola per soddisfare il palato dei propri figli,<br />

ormai mortificato dai fast food delle grandi c<strong>it</strong>tà. L’estate di Palmi<br />

era un affresco di colori e luci che hanno voluto partecipare questa<br />

sensazione di accoglienza, di festa che accompagna e abbraccia sempre<br />

il r<strong>it</strong>orno dei giovani studenti allontanatisi dalla nostra c<strong>it</strong>tà. La<br />

Villa Comunale è diventata il centro di interessi da cui si è sprigionata<br />

quell’energia v<strong>it</strong>ale che mancava al paese: dovunque, in giro per<br />

le strade, è stato un viavai di com<strong>it</strong>ive e di allegria che hanno portato<br />

una ventata di letizia al nostro vivere e alla nostra comun<strong>it</strong>à…<br />

Abbiamo osservato un po’ fugacemente, quasi meravigliati e pensierosi,<br />

questi nostri figli che ci sono mancati, che hanno saputo camminare<br />

con le loro forze, riuscendo ad andare avanti anche senza di<br />

noi; che hanno saputo affrontare le loro prime difficoltà crescendo e<br />

diventando più forti e decisi. Ma quanta fragil<strong>it</strong>à c’è ancora dentro<br />

di loro!<br />

La vediamo ogni volta che accendono nervosamente l’ennesima sigaretta<br />

o sorseggiano l’ennesimo bicchiere di birra al tavolo del pub,<br />

o quando evidenziano in modo esagerato il loro look, quasi a voler<br />

dire al mondo “Io esisto!” E’ una fragil<strong>it</strong>à che sottintende una tensione<br />

continua verso emozioni nuove e verso la ricerca di gratificazioni<br />

che non riusciamo a comprendere, perché nascono da quelle condizioni<br />

di benessere nelle quali li abbiamo fatti crescere, con l’intento<br />

di dare loro il meglio possibile. Quale gen<strong>it</strong>ore, potendo farlo, non<br />

offrirebbe le migliori opportun<strong>it</strong>à al proprio figlio?... Ma forse qualcosa<br />

ci è sfugg<strong>it</strong>o di mano… non li riconosciamo più! Chi sono questi<br />

ragazzi che dormono fino all’ora di pranzo, escono tardissimo la sera<br />

e stanno in piazza per ore e ore con il bicchiere in mano a bere e a<br />

ubriacarsi? E’ possibile che anche nella nostra realtà di provincia,<br />

così come nelle grandi c<strong>it</strong>tà, il consumo di alcool sia diventato dunque,<br />

un “modo di essere alternativo” inev<strong>it</strong>abile? Nella nostra cultura vi è sempre stato un totale consenso sociale relativo al consumo di<br />

bevande alcoliche quali vino e birra, ma attualmente è in atto un pericoloso incremento dell’ab<strong>it</strong>udine al bere anche superalcolici, soprattutto<br />

tra i giovanissimi. Molto spesso, inoltre, si evidenzia in loro un sottile compiacimento nel procurarsi una sorta di ‘sballo alcolico’ che<br />

consente di affrontare le difficoltà personali oltre che avere maggiore considerazione negli altri. Noi gen<strong>it</strong>ori siamo consapevoli del fatto che<br />

spesso l’assunzione di bevande alcoliche risponde ad alcuni bisogni dei nostri ragazzi: disinibirsi per essere accettati nel gruppo amicale, per<br />

superare difficoltà di relazione, ansia e timidezza, per divertirsi e provare emozioni insieme; ma siamo preoccupati e non sappiamo come<br />

intervenire per porre un freno a tale fenomeno che rischia di diventare una vera e propria emergenza sociale. Speriamo soltanto che non si<br />

diffonda con la stessa intens<strong>it</strong>à e con i modi in cui sta avvenendo in tutta Europa. Ricordiamo con terrore la nuova trasgressione nata in Spagna<br />

la scorsa estate: il “Balconing”. Si tratta di un gioco pericoloso, costato già la v<strong>it</strong>a a decine di ragazzi che, saturi di alcol si lanciano nel vuoto<br />

per sperimentare emozioni forti. Al momento gli <strong>it</strong>aliani hanno dimostrato di essere più equilibrati e meno imbecilli dei coetanei europei, ma<br />

il rischio dell’emulazione è sempre possibile...<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 13<br />

Uomo umile, padre spir<strong>it</strong>uale, amico e maestro di v<strong>it</strong>a<br />

La tragedia più grande non è tanto l’ assenza di Dio, quanto il<br />

fatto che tanti sembrano non soffrire più di questa mancanza.<br />

M. Heidegger<br />

di Cettina Angì<br />

Il mondo di oggi è caratterizzato<br />

dalla mancanza di dialogo<br />

e da una cultura nella quale<br />

il guadagno e l’interesse economico<br />

vengono presentati come<br />

obiettivi, cui finalizzare ogni<br />

scelta di v<strong>it</strong>a e la Fede rimane<br />

qualcosa di esteriore, di raccontato.<br />

Forse anche la Chiesa non<br />

riesce più a orientare gli uomini<br />

alla dimensione spir<strong>it</strong>uale della<br />

v<strong>it</strong>a; è un momento in cui non<br />

le vengono risparmiati attacchi e<br />

cr<strong>it</strong>iche. E’ un periodo di ombre<br />

e sofferenze legate alle colpe di<br />

qualche prete infedele. Il fatto<br />

che ci siano persone disposte a<br />

vivere un’esistenza per gli altri e<br />

che hanno fatto e fanno del Signore<br />

e della v<strong>it</strong>a della Chiesa il<br />

vero senso della loro v<strong>it</strong>a, appare<br />

al contempo impressionante<br />

e sorprendente. Don Rocco Iaria<br />

era uno di questi uomini. Era un<br />

sacerdote che aveva deciso di<br />

servire Dio nel modo più completo,<br />

profondo, soltanto per<br />

amore, disinteressato e fedele,<br />

come lui stesso scrisse in quello<br />

che possiamo considerare il suo<br />

testamento spir<strong>it</strong>uale redatto il<br />

18 <strong>ottobre</strong> 1980 “… sono sacerdote<br />

della Chiesa Cattolica e come<br />

tale voglio vivere e morire, a Dio<br />

piacendo. Rinnovo la mia fedeltà<br />

alla Chiesa”. Inoltre “ … con tutti<br />

i miei difetti ho amato tutti, e a<br />

chi ama, secondo il Signore, molto<br />

si perdona …”. Nacque a Palmi<br />

il 14 marzo 1924; Don Rocco ha<br />

avuto il dono di nascere in una<br />

famiglia cristiana ricca di uman<strong>it</strong>à,<br />

formata dai gen<strong>it</strong>ori Vincenza<br />

e Giuseppe e dai sette fratelli.<br />

Effettuò i suoi studi nel Seminario<br />

di Teologia di Reggio Calabria<br />

e Nicastro ed il <strong>10</strong> luglio 1949<br />

Foto tratta dall’elettra di euripide<br />

fu ordinato sacerdote. Fu vice<br />

rettore a Mileto, parroco a Melicuccà<br />

e Polistena, dove ha partecipato<br />

alle sollec<strong>it</strong>udini e alle<br />

angosce dei fedeli, confortandoli<br />

nel Signore; è stato vicino ai poveri,<br />

agli affl<strong>it</strong>ti, a coloro i quali<br />

erano soli e che attraversavano<br />

particolari difficoltà, guidandoli,<br />

consigliandoli, assistendoli. Dotato<br />

di una uman<strong>it</strong>à straordinaria<br />

e di una fede semplice, concreta<br />

e proprio per questo ancora più<br />

incisiva. ha educato moltissimi<br />

giovani, divenendo per molti una<br />

guida preziosa, trasmettendogli<br />

valori, sentimenti ed emozioni<br />

che resteranno per sempre nei<br />

loro cuori, come patrimonio insost<strong>it</strong>uibile.<br />

Ma era un uomo che<br />

viveva, anche, il presente in maniera<br />

attiva e interessata, infatti<br />

era tifosissimo della Palmese, la<br />

squadra di calcio che seguiva con<br />

grande amore fin da ragazzino e,<br />

come egli stesso affermava: “…<br />

sono cinquanta gli anni del mio<br />

legame affettivo con la squadra<br />

neroverde …un amore straordinario<br />

che resiste al tempo, alle<br />

sofferenze di ogni tipo, alle perpless<strong>it</strong>à<br />

ed anche alle infedeltà<br />

di alcuni…”. Ed ancora “…Era il<br />

tempo in cui intonavamo nelle<br />

strade : “…con Corallo e Bonocore<br />

la Palmese si fa onore…”.<br />

Inoltre “…La Palmese ora sta diventando<br />

una vecchia signora :i<br />

capelli grigi ma il cuore sempre<br />

giovanissimo…”. “…Risentiremo<br />

i ragazzini di oggi cantare come<br />

i coetanei di ieri? Potrebbero<br />

essere queste le parole: “…con<br />

Conversa e Capuano la Palmese<br />

andrà lontano…”. Era spesso<br />

osp<strong>it</strong>e della trasmissione sportiva<br />

di Radio Antenna Sud “Sportivissimamente”<br />

condotta allora<br />

da un giovane ed agguerr<strong>it</strong>o Saverio<br />

Pet<strong>it</strong>to, dove era uno tra<br />

Il personaggIo<br />

DON ROCCO IARIA<br />

i commentatori ed esperti più<br />

qualificati. Un altro suo grande<br />

amore era il teatro che ha fatto<br />

scoprire ed amare a tanti ragazzi.<br />

Era un regista formidabile<br />

– come spiega Giuseppe Cricrì,<br />

che insieme a tanti suoi compagni,<br />

ha avuto come maestro nella<br />

messa in scena de “il malato<br />

immaginario” di Moliere, - ti<br />

spiegava il ruolo del personaggio<br />

da interpretare, facendoti memorizzare<br />

anche le movenze, le<br />

battute, la mimica, con una naturalezza<br />

tale che poi ti veniva<br />

spontaneo interpretare la parte,<br />

così come lui la voleva. Mise in<br />

scena inoltre, “l’antigone di Sofocle,<br />

“l’ elettra” di Euripide e<br />

il dramma che lui stesso scrisse<br />

“dal buio alla luce”. Rappresentando<br />

proprio in teatro aspetti<br />

che traevano spunto dalla v<strong>it</strong>a<br />

reale come ad esempio le gioie,<br />

i dolori, le passioni, la fatica, il<br />

sacrificio. Nel 1981 scrisse la sua<br />

Lauda drammatica “Il Crocefisso<br />

dei monaci”, composta dopo<br />

una notte intera trascorsa in<br />

preghiera nella chiesa dei Mona-<br />

Anno 1 Nr. <strong>10</strong> Ottobre 20<strong>10</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

ci, dialogando con il suo “Amico<br />

Crocefisso”. Un altro lavoro interessante<br />

lo scrisse nel 1982 con<br />

“gesù paradigma del cristiano”,<br />

dove compie una Ricerca su<br />

temi di v<strong>it</strong>a cristiana nelle opere<br />

di Mons. Benigno L. Papa. Poco<br />

prima di morire voleva portare<br />

in scena un’opera lirica in chiave<br />

teatrale ed aveva scelto “l’elisir<br />

d’amore” di Donizetti ma<br />

purtroppo la malattia non riuscì<br />

a fargli compiere questo suo ultimo<br />

progetto. A tal propos<strong>it</strong>o nel<br />

suo testamento spir<strong>it</strong>uale si legge<br />

“… Sono stato fragile, misero<br />

e peccatore; ho accettato però<br />

ogni pena, ogni sacrifizio, ogni<br />

dolore per la mia purificazione.<br />

E di fatto mi sento più purificato<br />

dopo la mia malattia anche<br />

se sempre debbo sperare nella<br />

misericordia amorosa di Dio…”.<br />

Visse travagli interiori, profonde<br />

tensioni, patì dolori terribili che,<br />

come si legge, accettò cristianamente.<br />

Il 4 novembre 1986 , Don<br />

Rocco Iaria, con la sua presenza<br />

dolce e discreta, ci lasciò per<br />

sempre.<br />

Si ringrazia il Signor Ninì Iaria per la<br />

gentile disponibil<strong>it</strong>à testamento spir<strong>it</strong>uale redatto di suo pugno il 18 OttObre 1980


Anno 1 Nr. <strong>10</strong> Ottobre 20<strong>10</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

di Mario Idà<br />

Se si togliesse il candido peplo<br />

che avvolge la statua,<br />

simbolo di tutti i m<strong>it</strong>i del nostro<br />

tempo, essa ci apparirebbe nella<br />

sua tragica, nuda inconsistenza.<br />

L’enfasi retorica, che accompagna<br />

per ogni dove il cammino<br />

dell’uomo faustiano autodivinizzatosi<br />

sotto la luce abbagliante<br />

del Progresso, si scioglierebbe<br />

come vuota parola, come puro<br />

artificio del pensiero riflesso.<br />

Mai epoca storica è stata così<br />

vergognosamente ipocr<strong>it</strong>a come<br />

l’attuale: la maschera scintillante<br />

nasconde, invero, un volto<br />

scarnificato e informe. A ben<br />

vedere, una impalpabile vena<br />

nichilista scorre sotto la rete<br />

delle pseudo-ideal<strong>it</strong>à poste a<br />

fondamento della società c.d.<br />

opulenta, ridotta a un mercato<br />

globale. Alla prova dei fatti, nella<br />

loro tremenda rappresentazione,<br />

i pseudo-valori conclamati tradiscono<br />

il colossale inganno e la<br />

desolante assenza di significati<br />

ultimi. Priva di ogni superiore<br />

punto di riferimento, la nostra<br />

esistenza è disorientata e incredula:<br />

corriamo senza posa verso<br />

una meta sconosciuta senza<br />

chiedercene la ragione, convinti<br />

– come siamo – che questa sia la<br />

missione che la Storia ci impone<br />

di compiere. Andiamo incontro<br />

al Nulla con sovrumano sforzo<br />

prometeico, avendo rubato il<br />

fuoco agli Dei, e senza progetti<br />

bruciamo le nostre energie<br />

v<strong>it</strong>ali in paradisi artificiali a<br />

buon mercato. L’orologio dell’Effimero<br />

scandisce i r<strong>it</strong>mi della<br />

quotidian<strong>it</strong>à e ciò contribuisce<br />

a rafforzare il senso diffuso di<br />

inappagamento e smarrimento esistenziale<br />

perché, immersi come<br />

siamo nel mare dell’, siamo incapaci di<br />

trovare un approdo sicuro nella<br />

terraferma di stabili certezze. Per<br />

linee generali, in tale s<strong>it</strong>uazione<br />

di labil<strong>it</strong>à esistenziale si svolge<br />

oggi il vissuto sociale, tra rivolgimenti<br />

quali mai la “morfologia”<br />

della storia ha conosciuto. L’ipocrisia<br />

del nostro tempo non può,<br />

pertanto, che farsi generatrice di<br />

indicibili contraddizioni, le quali<br />

risaltano nella loro macroscopica<br />

evidenza solo che si abbia il coraggio<br />

di posare sugli accadimenti<br />

uno sguardo libero da pregiudizi.<br />

Di là, infatti, dalle rassicuranti<br />

parole d’ordine del “villaggio<br />

globale” – che rappresentano il<br />

liev<strong>it</strong>o dell’informazione mediale<br />

– la struttura tecnomorfa della<br />

civiltà attuale prende sempre<br />

più le sembianze di quel gigante<br />

scatenato, del quale parlava il<br />

Sombart – che non si riesce più a<br />

controllare. Da qui le contraddizioni<br />

legate allo “sviluppo”, progetto<br />

unidimensionale dilatato a<br />

tal punto da r<strong>it</strong>orcersi, come un<br />

beffardo boomerang, contro lo<br />

stesso destino dell’uman<strong>it</strong>à. Progetto<br />

mortifero, sotto il quale si<br />

nasconde unicamente la volontà<br />

di potenza materiale dei tecnocrati<br />

che governano e orientano<br />

il destino del mondo. E’ in nome<br />

dello sviluppo che si procede ad<br />

un metodico genocidio biologico<br />

e culturale ai danni di popolazio-<br />

puntI dI vIsta<br />

14 www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 15<br />

IL NULLA, IL CAOS E LA FEBBRE ChE DIVORA L’UOMO<br />

ni “arretrate”; che si sventrano<br />

foreste e si avvelena l’aria che<br />

respiriamo; che si depauperano<br />

le risorse agro-alimentari di<br />

intere regioni del pianeta, costringendo<br />

a esodi biblici milioni<br />

di esseri umani scheletr<strong>it</strong>i dalla<br />

fame e dalle malattie: v<strong>it</strong>time<br />

sacrificali da immolare sull’altare<br />

dell’omologazione total<strong>it</strong>aria al<br />

modello tecnomorfo. Così, mentre<br />

schiere di turiferari, ebbre<br />

di edonismo spicciolo, spargono<br />

profumi di incenso davanti al<br />

simulacro del dio Progresso, si<br />

compie sotto i nostri occhi la<br />

rivoluzione dell’antiumano. Sul<br />

senso sacrale della v<strong>it</strong>a prevale<br />

la cupa ideologia di thanatos. Le<br />

cronache quotidiane rec<strong>it</strong>ano il<br />

triste rosario di una violenza diffusa<br />

e capillare, quasi emergente<br />

da un fondo animalesco, in un<br />

groviglio di perversioni, atroc<strong>it</strong>à<br />

e trasgressioni alle norme pur labili,<br />

come se una segreta volontà<br />

agisca per degradare la stessa<br />

struttura mentale dell’uomo.<br />

Questo sentimento della caduta<br />

irrefrenabile verso un fondo<br />

oscuro, agisce su realtà diverse.<br />

Nello stesso dominio dei sessi,<br />

per esempio, si svolgono processi<br />

di regressione nell’informale e<br />

nel caotico, in correlazione alla<br />

progressiva perd<strong>it</strong>a di significato<br />

del rapporto di coppia. Qui elementi<br />

diversi concorrono a rinfocolare<br />

confl<strong>it</strong>ti tra uomo e donna<br />

a causa dell’affievolirsi delle<br />

rispettive ident<strong>it</strong>à legato alla<br />

complessiva patologia della civiltà<br />

attuale. La quale, mentre da<br />

un lato si caratterizza nel segno<br />

di una strisciante ginecocrazia,<br />

al cui centro sta una concezione<br />

distorta del ruolo della donna<br />

e della femminil<strong>it</strong>à in genere,<br />

dall’altro attiva fenomeni di<br />

chiusure maschiliste attraverso<br />

imposizioni e sottomissioni violente,<br />

ovvero attraverso il rifiuto<br />

dell’altro sesso rinvenibile nella<br />

marea montante gay. E’ evidente<br />

poi che, in questo contesto, la<br />

pornografia dilagante eserc<strong>it</strong>a<br />

un’influenza subliminale decisiva<br />

ai fini della contaminazione<br />

dei valori sessuali. Su un altro<br />

fronte, quello che riguarda gli<br />

atteggiamenti giovanili, si deve<br />

prendere atto di un’allarmante<br />

fenomenologia che riguarda la<br />

cresc<strong>it</strong>a e la diffusione in modo<br />

esponenziale di forme di anarchismo<br />

e di ribellione conchiuse<br />

in se stesse, in quanto prive di<br />

un orientamento ideale, unico<br />

fine essendo la ricerca di una<br />

libertà sfrenata e illusoria da<br />

assaporare con l’uso massiccio<br />

di alcolici e droghe, oltreché con<br />

atti di violenza gratu<strong>it</strong>a. Sono<br />

modelli di v<strong>it</strong>a di una gioventù<br />

bruciata, autodistruttiva, adusa<br />

a “cogliere l’attimo” e destinata<br />

a spegnersi senza lasciare traccia<br />

alcuna di sé. La ver<strong>it</strong>à è che<br />

“in questa foresta pietrificata al<br />

centro della quale sta il caos”<br />

(h. Miller), quanto più si dilatano<br />

i campi esplorati dalla scienza e<br />

aumentano e si perfezionano i<br />

r<strong>it</strong>rovati della tecnica, tanto più<br />

diventa problematica la condizione<br />

dell’uomo, proprio perché<br />

lo “spir<strong>it</strong>o del tempo” non le<br />

conferisce alcuna giustificazione<br />

di ordine superiore. Sono tutte<br />

forme di un “progresso” alienante,<br />

che uccide il soffio divino<br />

che al<strong>it</strong>a nell’uomo. Nasce da qui<br />

l’inquietudine di questo nostro<br />

tempo malato, che prelude ad<br />

un futuro da extraterrestri. In<br />

tanto il presente è consumato<br />

senza un progetto di v<strong>it</strong>a, in<br />

quanto l’avvenire atterrisce a tal<br />

punto che si cerca in ogni modo<br />

di esorcizzarlo. La nostra epoca<br />

segna il trionfo dei vend<strong>it</strong>ori di<br />

cose “occulte” a buon mercato:<br />

maghi e chiromanti si incaricano<br />

di somministrare pillole<br />

tranquillanti per il nostro day<br />

after, lucrando sulla ingenu<strong>it</strong>à<br />

grossolana di una uman<strong>it</strong>à “civilizzata”.<br />

Sotto la cenere di fragili<br />

certezze, l’inconscio collettivo<br />

attizza paure morbose: se non<br />

siamo ancora all’esplosione di<br />

una febbre millenarista, poco ci<br />

manca. Serpeggia, insinuandosi<br />

tra le maglie di una normal<strong>it</strong>à<br />

anodina, il senso inconfessato<br />

di una colpa da purificare nel<br />

grande lavacro di un Gange.<br />

Folle deliranti si assiepano lungo<br />

i crinali di “montagne sacre” in<br />

attesa di un segno divinatorio.<br />

Visioni soprannaturali e miracoli<br />

si mescolano in una pandemia<br />

pseudo-religiosa e in un clima<br />

di transfert collettivo. Così,<br />

paradosso della storia ultima,<br />

l’epoca della Ragione si chiude<br />

all’insegna dell’irrazionalismo più<br />

spinto. Forse perché, nonostante<br />

le apparenze, Dio è morto e<br />

l’apostrofe biblica “sarete simili<br />

agli dei” riecheggia nei labirinti<br />

“Pigmei costruivano<br />

giganti d’acciaio<br />

nuovi veicoli di fuoco<br />

solcavano i cieli<br />

sbreccavano gli astri<br />

per nuove imprese<br />

del nulla”<br />

giorgio de ch i r i c o: Le mu S e i n q u i e ta n t i (1918)<br />

d.a. cardone<br />

della scienza. Davanti ai nostri<br />

occhi increduli si prospettano<br />

scenari inquietanti, in quanto si<br />

prefigurano esistenze nuove. Le<br />

attuali manipolazioni di ovuli ed<br />

embrioni, che susc<strong>it</strong>ano soltanto<br />

raccapriccio sembrano ancora<br />

eserc<strong>it</strong>azioni innocue di principianti<br />

in confronto a ciò che le<br />

nuove frontiere della genetica<br />

lasciano intravedere. La cellula<br />

artificiale costru<strong>it</strong>a recentemente<br />

al computer dal biologo<br />

statun<strong>it</strong>ense Craig Venter prefigura<br />

possibil<strong>it</strong>à di utilizzo sconvolgenti.<br />

Umanoidi terrificanti<br />

affollano già i sogni faustiani di<br />

sacerdoti atei, mentre band<strong>it</strong>ori<br />

neo-strutturalisti annunciano una<br />

rivoluzione antropologica: dalle<br />

fredde alchimie dei laboratori,<br />

prodotto per clonazione, nascerà<br />

l’, il replicante destinato<br />

a muoversi tra cim<strong>it</strong>eri di<br />

grattacieli. Ci sarà la clonazione<br />

dei clonati, catena di montaggio<br />

di mostri, e si arriverà all’Ermafrod<strong>it</strong>o,<br />

maschio e femmina<br />

insieme, autosufficiente e autoriproducentesi.<br />

A quel punto, le<br />

donne gravide saranno lapidate<br />

da turbe di erodi depos<strong>it</strong>ari del<br />

verbo scientifico; la v<strong>it</strong>a, terribile<br />

e fredda, avrà sembianza<br />

di morte e la morte, vetrificata,<br />

avrà apparenza di v<strong>it</strong>a eterna. E<br />

quest’, prodotto<br />

amorfo della scienza e della tecnica,<br />

non sarà che il golem della<br />

nuova Atlantide venuto a decretare<br />

la fine della storia dell’uomo<br />

nell’immane collasso di una<br />

cosmopoli di popoli morti.<br />

“ASSOCIAzIONE PRO LOCO” DI PALMI<br />

te m p o d i b iL a n c i... m a co n L’o cc h i o r i v oLt o v er S o L’a Lt o<br />

per il Com<strong>it</strong>ato Direttivo Rocco Deodato<br />

Si sono concluse con un bilancio ampiamente pos<strong>it</strong>ivo le manifestazioni<br />

organizzate dall’Associazione Turistica Pro Loco di Palmi, che<br />

quest’anno, grazie all’impegno della nuova dirigenza guidata dal Presidente<br />

Rocco Deodato ed alla competenza del nuovo com<strong>it</strong>ato Direttivo, pur<br />

tra tante difficoltà, dovute ai tempi ristretti per la programmazione ed<br />

al lim<strong>it</strong>ato budget disponibile, ha prodotto una programmazione di tutto<br />

rispetto, cercando di accontentare le esigenze dei turisti e dell’intera<br />

comun<strong>it</strong>à c<strong>it</strong>tadina.<br />

Grazie anche al nuovo direttore artistico, Francesco Braganò, tra gli<br />

eventi in programma, figuravano, infatti, concerti di musica di vario genere.<br />

Si è part<strong>it</strong>i con il concerto dei Project, gruppo di giovani musicisti<br />

calabresi che hanno allietato i tanti palmesi presenti con canzoni del<br />

panorama musicale <strong>it</strong>aliano, intervallando interessanti esecuzioni di brani<br />

ined<strong>it</strong>i inclusi nel loro ultimo lavoro discografico. E si è successivamente<br />

prosegu<strong>it</strong>i, nel nutr<strong>it</strong>o e denso calendario delle manifestazioni organizzate<br />

dalla Pro Loco, con la riusc<strong>it</strong>issima I Edizione del “Palmi’s Got Talent”,<br />

gara di canto e ballo realizzata in collaborazione con la Scuola di Musica<br />

“Mozart” di Palmi.<br />

Numerosa la partecipazione di giovani talenti provenienti da tutta<br />

la provincia che, per l’alto livello, ha messo in seria difficoltà la Giuria<br />

Tecnica, la quale ha assegnato 4 primi premi ex-aequo. Erika De Bartolo<br />

con “Quando nasce un amore” di Anna Oxa e Sahara Barrira con “Adagio”<br />

di Lara Fabian per la categoria canto, mentre per la categoria danza i<br />

premi sono stati assegnati al Gruppo Sportivo “Kolbe”, ben guidati dalle<br />

istruttrici Angela Bonaccorso e Luciana Cipri, e dalla coppia formata da<br />

Alessia e Carmelo Viola che hanno ballato sulle note di “Everybody Needs<br />

Somebody To Love” dei Blues Brothers.<br />

Nell’ottica di accontentare i diversi generi musicali, la Pro Loco si è<br />

dedicata anche alla musica classica con l’apprezzato concerto, “Omaggio<br />

a Francesco Cilea”, dell’Orchestra Lirico-Sinfonica “Francesco Cilea”,<br />

diretta dal maestro Francesco Maria Vadalà, con la partecipazione del<br />

soprano Angela Romeo e del tenore Salvatore D’Agata, in omaggio appunto<br />

al nostro conc<strong>it</strong>tadino in occasione dell’anniversario della sua nasc<strong>it</strong>a.<br />

Una particolare attenzione per la cultura e le tradizioni calabresi e palmesi<br />

in particolare, è giunta sicuramente dalle segu<strong>it</strong>issime serate - svoltesi<br />

in una bellissima cornice di pubblico in villa comunale - del maestro Salvatore<br />

Idà, grande musicista/compos<strong>it</strong>ore che ha presentato uno spettacolo<br />

int<strong>it</strong>olato “Melodie Profumate di Antico”, riportando il <strong>numero</strong>so pubblico<br />

presente, indietro nel tempo e raccontando con la musica episodi, tradizioni<br />

e aneddoti della v<strong>it</strong>a palmese dagli anni cinquanta in poi.<br />

Nel solco delle tradizioni con la nostra terra si è mosso lo spettacolo<br />

”Omaggio ai palmesi poeti e scr<strong>it</strong>tori in vernacolo”, realizzato con la<br />

collaborazione dell’associazione “Great Talent” di Palmi, che ha visto<br />

all’opera dei fini dic<strong>it</strong>ori di eccezione, quali Giovanni Parrello, Maurizio<br />

Colosi e Lilly Sgro, magistralmente accompagnati dai musicisti Giuseppe<br />

Cipri, al pianoforte, e Caterina Scordo all’arpa.<br />

Ovviamente non poteva mancare da parte dell’Associazione un’attenzione<br />

particolare alle tradizioni eno-gastronomiche. Ci si è avvalsi, in<br />

tal senso, della collaborazione dell’associazione “Fogghj di Luna” per la<br />

puntI dI vIsta<br />

Anno 1 Nr. <strong>10</strong> Ottobre 20<strong>10</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

realizzazione della Sagra “All Around Struncatura; mentre per le feste di<br />

corporazione non è mancato il contributo e la cooperazione dell’Associazione<br />

“Mbuttaturi della Varia”.<br />

Sempre nell’amb<strong>it</strong>o delle tradizioni popolari calabresi, la Pro Loco ha<br />

ader<strong>it</strong>o all’iniziativa della Associazione omologa di Vibo Valentia “Invasioni<br />

di Giganti & Giganti”, prodigandosi per la partecipazione dei nostri “Mata<br />

e Grifone” all’importante raduno delle più belle coppie di giganti calabresi<br />

e siciliane.<br />

Di grandissima rilevanza per prestigio e visibil<strong>it</strong>à è sicuramente l’adesione<br />

al progetto “Abbraccia L’Italia” che si propone di custodire e valorizzare<br />

il patrimonio culturale immateriale <strong>it</strong>aliano e che ha consent<strong>it</strong>o alla nostra<br />

c<strong>it</strong>tà, unica in Calabria, di entrare a far parte di una rete comprendente<br />

altre 25 local<strong>it</strong>à sparse in tutta Italia. L’iniziativa rappresenta il primo<br />

progetto operativo strutturato in maniera capillare ed ha l’obiettivo di<br />

raccogliere ed archiviare il vastissimo patrimonio culturale immateriale,<br />

tramandato ancora oralmente, presso la Bibliomediateca del Patrimonio<br />

Culturale Immateriale Italiano di Civ<strong>it</strong>ella d’Agliano in provincia di V<strong>it</strong>erbo.<br />

Il progetto è sostenuto dall’UNPLI, finanziato dal Ministero del Lavoro e<br />

delle Pol<strong>it</strong>iche Sociali e patrocinato dalla Commissione Nazionale Italiana<br />

UNESCO, con lo scopo di promuovere una più efficace valorizzazione del<br />

patrimonio immateriale, mettendone in evidenza le potenzial<strong>it</strong>à ai fini<br />

dello sviluppo sociale, culturale ed economico.<br />

Nel calendario degli eventi organizzati dall’Associazione Turistica Pro<br />

Loco di Palmi hanno trovato anche posto un “Gran Defilé di Moda Capelli”<br />

in collaborazione con la scuola per parrucchieri U.N.A.S.M., e la finale<br />

regionale del concorso “Miss e Mister Belli d’Italia”, nonché il 1° Torneo<br />

“Summer Volley misto”, con la collaborazione della Società Sportiva Ekuba<br />

Volley.<br />

È stato ripreso, inoltre, con la VII edizione, il concorso di p<strong>it</strong>tura<br />

estemporanea “Personaggi, costumi, vedute e scorci di Palmi”. Si tratta<br />

di un’importante iniziativa di valorizzazione della bellezza paesaggistica<br />

attraverso l’arte, che ha visto una nutr<strong>it</strong>a partecipazione di artisti di alto<br />

livello provenienti anche da fuori regione.<br />

La Commissione esaminatrice delle opere in concorso, dopo attente<br />

valutazioni dovute all’alto livello artistico espresso, ha riconosciuto il<br />

primo premio nella sezione adulti all’artista reggino Di Gifico Giorgio, che<br />

nel suo lavoro ha voluto simboleggiare una pausa di riposo dei marinai<br />

della nostra terra; al secondo posto si è classificato il cosentino De Franco<br />

Giuseppe, mentre il terzo premio è andato al catanzarese Badolato Egidio.<br />

Per la sezione giovani il primo premio è andato alla palmese Scampato<br />

Maria Luisa, mentre al secondo posto ex-aequo si sono classificati i giovani<br />

Oliverio Giuseppe e Russillo Antonio.<br />

Il ricco programma realizzato dalla Pro Loco ha prodotto una serie di<br />

riconoscimenti per l’impegno ed il lavoro svolto, sia da parte dell’Amministrazione<br />

Comunale, sia da parte dei tanti attestati di stima provenienti da<br />

singoli c<strong>it</strong>tadini e da altre associazioni operanti sul terr<strong>it</strong>orio.<br />

“Speriamo di poter proseguire su questo cammino”, ci ha detto il presidente<br />

Rocco Deodato, “e speriamo anche di poter accogliere altre valide<br />

e volenterose persone con la prossima apertura del tesseramento 2011”.<br />

Mentre Francesco Braganò e Domenico Bellantoni, vicepresidente dell’Associazione<br />

ci tengono a far presente che “La Pro Loco” di Palmi è già al<br />

lavoro per la programmazione 2011, “che contiamo di poter presentare in<br />

anteprima nel mese di gennaio”, ribadendo inoltre che “occorre maggiore<br />

collaborazione, anche finanziaria, da parte degli enti se si vuole assistere<br />

a spettacoli importanti che diano maggiore visibil<strong>it</strong>à alla nostra c<strong>it</strong>tà”.


Anno 1 Nr. <strong>10</strong> Ottobre 20<strong>10</strong><br />

16<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra cItolena (urdIpIlI)<br />

PrESCrIzIOnE mEDICA<br />

- con relativa terapia per il prossimo candidato a consigliere comunale a Palmi -<br />

1)<br />

2)<br />

3)<br />

4)<br />

5)<br />

6)<br />

7)<br />

8)<br />

9)<br />

candidatO ideale<br />

Piazza utOPia, 1 - Palmi<br />

Amare il proprio paese: VIAGRA 25mg compresse – Posologia: 1cpr al bisogno;<br />

Essere onesto: VAGISIL crema- Posologia: 1 applicazione sub<strong>it</strong>o prima;<br />

Essere libero: EVA-QU supposte effervescenti – Posologia: 1spp al bisogno;<br />

Essere intelligente: BIOTREFON PLUS 500 flaconcini – Posologia: 1fl al giorno;<br />

Essere temperante: CAzzIATON FORTE sciroppo – Posologia: 2 misurini mattino e sera;<br />

Essere capace di parlare: GRAMMATICAN perle – Posologia: 1prl sei volte al giorno;<br />

Avere il senso della misura: TESTOVIRON DEPOT fiale – Posologia: 1 fiala im ogni 3 settimane<br />

Saper ascoltar la gente: AMPLIFON Explorer - Piccole dimensioni, grandi potenzial<strong>it</strong>à.<br />

Non fare della pol<strong>it</strong>ica un lavoro: TALWIN fiale – Posologia: 1 fiala im mattino e sera<br />

<strong>10</strong>) Avere almeno <strong>10</strong>0 voti di preferenza per valere qualcosa: SORBICLIS ADULTI – Posologia:<br />

“Centu forsi su’ troppi ma ……a gustu nun c’è perdenza !!!! ”<br />

di Rocco Cadile<br />

c n d i d l 7 0 g 2 9 F 2 8 8 j<br />

x x x<br />

IL NOVELLO AVVOCATO<br />

Un noto avvocato apre uno studio legale a Palmi… è il suo primo giorno di lavoro e prima di entrare nel suo<br />

nuovo ufficio dice alla segretaria: “Se viene qualche cliente mi avvisi prima”. Dopo un po’ la segretaria<br />

comunica al c<strong>it</strong>ofono: “Avvocato c’è un signore in attesa”. L’avvocato socchiude la porta, si mette dietro la scrivania<br />

e fa finta di parlare al telefono fisso (non esistevano ancora i cellulari) per farsi trovare impegnato e darsi,<br />

quindi, una certa importanza. La persona entra e lui fa segno con la mano di accomodarsi, nel frattempo parla di<br />

cause risolte per far sentire al potenziale cliente di cosa lui è capace. Dopo un paio di minuti conclude la telefonata<br />

dicendo: “Ora ti devo salutare ho qui una persona, ci sentiamo... e fammi sapere per quella causa che aggiusto<br />

tutto io come le altre volte”. Quindi, riattaccando la cornetta, si rivolge alla persona e chiede: “Prego, mi<br />

dica in che cosa posso esserle utile”.<br />

“ avvocatu! sugnu u tecnicu da siP, vinni mi vi ttaccu u telefunu”.<br />

sarba a Pezza Pe’ quandu ‘nc’è u Pertusu<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 17<br />

amaru enniu<br />

Amaru Enniu chi nci ‘mbattìu,<br />

cu lu ‘ppoggiava ora u cuntrasta,<br />

ncunu schifiatu forsi si’nd’ìu,<br />

e nc’è a ncun’atru chi non c’abbasta.<br />

Comu nu Sisifu* iddhu ora arranca,<br />

e sutt’ o pisu di pochi voti<br />

esti a sò schjna sempri cciù stanca<br />

e vai dicendo ca chhiù non di poti!!<br />

Nc’è cu amminazza ca sindi fui,<br />

ca lu ‘bbanduna nta na barracca,<br />

cu ca lu dassa cu sapi cu cui,<br />

ca cangia part<strong>it</strong>u e puru casacca.<br />

Cu a voli cotta, cu a voli cruda<br />

c’u voli orbu e cu mi ‘zzoppìa,<br />

cu volarria m’u vidi a nuda,<br />

comu cu vai mi limosinìa!!<br />

Cu voli i forza n’Assessoratu,<br />

cu mina caci, cu addhatta e mungìa,<br />

cu volarria pemm’esti carriatu,<br />

supa na Vara, com’a n’Messìa!!<br />

Nci sunnu avversari chi cangianu sponda.<br />

ca nta sò casa perdiru i valuri,<br />

passandu cu Enniu di st’atra vanda<br />

portandu voti foresti e spurii.<br />

Guardanu e pensanu i parmisani,<br />

stu triatrinu… nu pocu sturduti.<br />

Pensanu e dinnu: “… mancu li cani!!!..<br />

puru sta vota fummu futtuti!!!”<br />

Giuseppe Cricrì<br />

* sisifu - Sisifo, Personaggio m<strong>it</strong>ologico condannato<br />

da zeus a spingere un masso dalla base alla<br />

cima di un monte. Tuttavia, ogni volta che Sisifo<br />

raggiungeva la cima, il masso rotolava nuovamente<br />

alla base del monte. Ogni volta e per<br />

l’etern<strong>it</strong>à, Sisifo avrebbe dovuto ricominciare da<br />

capo la sua scalata.<br />

di Saverio Pet<strong>it</strong>to<br />

Immaginate di essere un<br />

pol<strong>it</strong>ico o qualcuno che,<br />

nell’elezioni comunali di un<br />

ridente paese nel profondo<br />

sud, sia stato, con una<br />

valanga di voti, incaricato<br />

dal popolo a fare carta<br />

straccia della vecchia pol<strong>it</strong>ica;<br />

un uomo, al quale, la<br />

gente ha affidato il mandato<br />

di gestire la cosa pubblica<br />

in modo diverso rispetto<br />

ad un passato, contrassegnato<br />

anche, da inciuci,<br />

da “ricatti” pol<strong>it</strong>ici e da<br />

comportamenti a dir poco<br />

trasparenti. Bene, immaginate<br />

adesso come si può<br />

sentire quest’uomo, al timone<br />

di una compagine di<br />

maggioranza che ha i numeri<br />

per governare senza<br />

problemi e con la quasi<br />

assenza di una vera opposizione,<br />

quando le vicende<br />

pol<strong>it</strong>iche, che hanno incominciato<br />

a scatenarsi, con<br />

la sol<strong>it</strong>a cinica puntual<strong>it</strong>à,<br />

proprio alla vigilia della<br />

soluzione di tante problematiche<br />

di carattere socia-<br />

cItolena (urdIpIlI)<br />

IL PESO<br />

le ed economico importanti<br />

per il futuro della c<strong>it</strong>tà,<br />

lo mettono in seria difficoltà<br />

ed in grande imbarazzo<br />

nei confronti proprio di<br />

quella gente che ha creduto<br />

nella sua onestà intellettuale.<br />

Il disegno nella sua<br />

interezza mette in risalto<br />

questa sofferenza; la difficoltà<br />

di un condottiero che<br />

sente il peso di una pol<strong>it</strong>ica<br />

che non cambia, della<br />

pol<strong>it</strong>ica dello scambio;<br />

lo strazio di un uomo che<br />

cerca di resistere, compromettendo<br />

il bastone che lo<br />

sorregge; il peso della pol<strong>it</strong>ica<br />

degli stessi numeri<br />

che proprio lui ha generato<br />

con il trionfo elettorale<br />

e dai quali si sente<br />

in qualche modo trad<strong>it</strong>o. In<br />

questi ultimi mesi le “manovre”<br />

pol<strong>it</strong>iche di corridoio,<br />

che si sono sussegu<strong>it</strong>e,<br />

non hanno certamente<br />

soddisfatto coloro i quali<br />

hanno posto tutta la loro<br />

Anno 1 Nr. <strong>10</strong> Ottobre 20<strong>10</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

DELLA POLITICA<br />

fiducia in un nuovo modo<br />

di fare pol<strong>it</strong>ica, nè hanno<br />

reso felice il loro leader<br />

che, siamo sicuri, ha sent<strong>it</strong>o<br />

tutto il peso dell’insofferenza<br />

della gente verso<br />

questo tipo di confronto<br />

pol<strong>it</strong>ico. Chi si accinge a<br />

fare pol<strong>it</strong>ica deve comprendere<br />

che deve essere “servo”<br />

del proprio paese, deve<br />

capire che il suo è solo un<br />

ruolo di servizio, lasciare<br />

da parte i bisogni personali<br />

e migliorare un paese<br />

che ha bisogno di nuova<br />

carica e di nuove energie.<br />

Un paese che deve essere<br />

fiero del proprio modo di<br />

concepire il vivere insieme<br />

e della propria capac<strong>it</strong>à<br />

di gestire il bene pubblico.<br />

Un paese che deve essere<br />

consapevole della propria<br />

cultura storica, con<br />

robuste radici nel suo prestigioso<br />

passato, ma proiettarsi<br />

anche, con slancio<br />

nel futuro, cercando di<br />

coinvolgere in questo progetto<br />

la parte più attiva<br />

della collettiv<strong>it</strong>à, soprattutto<br />

le sue giovani intelligenze.<br />

Solidarietà, impegno<br />

e sensibil<strong>it</strong>à verso il<br />

bene pubblico, amore ed orgoglio<br />

per la propria storia,<br />

la propria cultura,<br />

il proprio ambiente; questi<br />

devono essere i principi<br />

in cui credere e per i<br />

quali vale la pena vivere.<br />

Appartenere ad una terra<br />

come la nostra, tra bellezze<br />

e generos<strong>it</strong>à, moralismi<br />

e perbenismi, incertezze<br />

e ambigu<strong>it</strong>à, ha un significato<br />

speciale: dovrebbe<br />

far scattare, per chi ha<br />

il privilegio di appartenervi,<br />

un senso di fierezza<br />

e di legame alle proprie<br />

radici, nonostante l’esistenza<br />

di aspetti negativi<br />

e cose da mutare. Noi apparteniamo<br />

al nostro paese,<br />

che amiamo e dove viviamo,<br />

ed esso appartiene a noi!


Anno 1 Nr. <strong>10</strong> Ottobre 20<strong>10</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

18<br />

cultura e FolKlore<br />

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www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 19<br />

cultura e FolKlore<br />

Anno 1 Nr. <strong>10</strong> Ottobre 20<strong>10</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

Il Caporale SprIzzI e Il Fante ColorIto<br />

Due giovani eroi palmesi poco conosciuti<br />

il caporale sprizzi<br />

di Giuseppe Cricrì<br />

Tutti i giorni nella nostra c<strong>it</strong>tà<br />

passeggiamo o trans<strong>it</strong>iamo su<br />

strade e piazze int<strong>it</strong>olate a personaggi<br />

ed eroi più o meno noti,<br />

li c<strong>it</strong>iamo spesso con mal celata<br />

familiar<strong>it</strong>à senza però conoscere<br />

i volti e le vicende che hanno<br />

inser<strong>it</strong>o nella toponomastica e<br />

quindi nella nostra quotidian<strong>it</strong>à<br />

quei nomi tanto spesso menzionati.<br />

Fra le tante vie ve ne sono<br />

alcune int<strong>it</strong>olate ad eroi della<br />

prima guerra Mondiale.<br />

Furono giovani che diedero la<br />

loro v<strong>it</strong>a alla Patria, spesso mossi<br />

da un afflato di ardimento e<br />

coraggio. Fra questi spesso ricordiamo,<br />

famoso e celebrato il<br />

Sottotenente Nicola Pizi al quale<br />

oltre che una via, fu dedicata una<br />

lastra commemorativa, una stele<br />

marmorea ed il Liceo Classico e a<br />

cui presto dedicheremo un articolo<br />

nel nostro periodico. Tuttavia<br />

vi sono altri prodi combattenti dei<br />

quali si sa poco o nulla, per tale<br />

motivo ci piace oggi ricordarne la<br />

figura con l’intento di riverberare,<br />

specialmente nelle nuove generazioni<br />

la memoria e il rispetto.<br />

Si tratta del Caporale Giuseppe<br />

Sprizzi e del Fante Giuseppe<br />

Color<strong>it</strong>o. Di quest’ultimo, essendosi<br />

estinto nella nostra c<strong>it</strong>tà il<br />

cognome, e non essendosi parlato<br />

in pubbliche occasioni, taluni<br />

c<strong>it</strong>tadini, anche quelli ab<strong>it</strong>anti<br />

nella stessa via a lui dedicata,<br />

furono spesso erroneamente portati<br />

a pensare che si trattasse di<br />

un generico fante, tinto con un<br />

particolare colore o forse contraddistinto<br />

dall’avere un roseo<br />

incarnato. Egli fu invece un giovane<br />

palmese che perse la v<strong>it</strong>a,<br />

colp<strong>it</strong>o dal fuoco nemico, in una<br />

pericolosa azione di guerra nella<br />

quale si era offerto volontario.<br />

Sprizzi Giuseppe di Mariano<br />

Decorato con medaglia d’argento<br />

al Valor Mil<strong>it</strong>are.<br />

Caporale del 20° reggimento di<br />

fanteria.<br />

Nato a Palmi il 28 sett. 1889;<br />

Distretto mil<strong>it</strong>are di R.C. Morì sul<br />

Carso, a Sagrada, in combattimento.<br />

Quella stessa mattina della<br />

sua morte era stato seriamente<br />

fer<strong>it</strong>o, al punto che, in cagione<br />

della lesione sub<strong>it</strong>a avrebbe potuto<br />

chiedere di essere esonerato<br />

dal continuare a combattere. (<br />

Si pensi ai tanti mil<strong>it</strong>i che presi<br />

dal terrore di fronte al nemico<br />

pur di non combattere ricorrevano<br />

all’autolesionismo, rischiando<br />

con la legge marziale di finire di<br />

fronte al plotone di esecuzione).<br />

Il Nostro Caporale Giuseppe<br />

Sprizzi invece, incurante del dolore<br />

e della paura continuò con<br />

ardimento a combattere finchè,<br />

verosimilmente, fu travolto da<br />

una esplosione che ne rese impossibile<br />

il riconoscimento, tanto<br />

da essere stato dichiarato:<br />

”Disperso il 18 luglio 1915”.<br />

L’attribuzione della medaglia<br />

ebbe la seguente motivazione:<br />

Diede mirabile esempio di coraggio<br />

in combattimento, pur<br />

fer<strong>it</strong>o continuò a dar prova di<br />

eroismo e di elevati sentimenti,<br />

finchè, cadde nuovamente e mor-<br />

sOldati in aziOne - i° guerra mOndiale 1915-1918<br />

talmente colp<strong>it</strong>o.<br />

Solo due giorni prima di morire<br />

il 16 luglio 1915 inviava dal fronte<br />

una cartolina ( con la preghiera<br />

del Soldato), carica di affetto e<br />

tenerezza che veniva indirizzata<br />

all’amato padre nella quale scri-<br />

veva: Ricevi i più cari abbracci<br />

assieme la mammina, tuo affettuosissimo<br />

figlio Peppino. La cartolina,<br />

come si evince dal bollo,<br />

partiva dal fronte il 19 luglio, il<br />

giorno successivo alla morte del<br />

l’Eroe. . . .<br />

. . .<br />

Il Fante Giuseppe Color<strong>it</strong>o,<br />

di Benedetto e Liberto Filomena,<br />

fu decorato con Medaglia d’argento<br />

al Valor Mil<strong>it</strong>are.<br />

Era nato a Palmi il 12 agosto<br />

1888, ab<strong>it</strong>ava in Vico III Canali.<br />

Dipendente dal Distretto mil<strong>it</strong>are<br />

di Reggio Calabria era soldato<br />

del 20° Reggimento di fanteria.<br />

Si trovava a combattere nella<br />

local<strong>it</strong>à Bosco Cappuccio, sulle<br />

pendici del San Michele, un paesino<br />

fatto di poche case perse<br />

in un ammasso di rovine, dove la<br />

guerra di posizione e di trincea<br />

infuriava, luogo strappato dagli<br />

<strong>it</strong>aliani agli austroungarici nel<br />

primo anno di guerra, sul quale il<br />

poeta Giuseppe Ungaretti avrebbe<br />

scr<strong>it</strong>to una surreale poesia dal<br />

t<strong>it</strong>olo : “C’era una volta”.<br />

Proprio li, in trincea c’era da<br />

organizzare un assalto contro il<br />

nemico, ma prima di attaccare<br />

qualcuno, dotato di particolare<br />

coraggio, avrebbe dovuto, strisciando<br />

sulla nuda terra, portare<br />

con se, fino a ridosso delle postazioni<br />

nemiche dei tubi esplosivi<br />

che, una volta posizionati ed<br />

innescati, deflagrando avrebbero<br />

portato scompiglio fra le fila dei<br />

soldati avversari, per fare ciò ci si<br />

sarebbe esposti al micidiale tiro<br />

dei cecchini. Occorreva che un<br />

giovane volontario si offrisse per<br />

portare a termine l’ard<strong>it</strong>o cimento.<br />

A quel punto il giovane fante<br />

Giuseppe Color<strong>it</strong>o, con baldanza<br />

e coraggio si rese disponibile.<br />

Così infatti è scr<strong>it</strong>to nella moti-<br />

vazione: Si era offerto spontaneamente<br />

a portare tubi esplosivi<br />

nei reticolati nemici, compiendo<br />

l’operazione con molta ard<strong>it</strong>ezza<br />

e slancio, sotto l’intenso fuoco.<br />

Durante l’assalto alle trincee nemiche<br />

diede prova di valore rimanendo<br />

mortalmente fer<strong>it</strong>o.<br />

Era il 15 luglio 1915 quando nel<br />

Bosco Cappuccio mancava ai vivi<br />

alle ore 15,00 all’età di 24 anni,<br />

il soldato Giuseppe Color<strong>it</strong>o del<br />

20° fanteria, morto in segu<strong>it</strong>o a<br />

fer<strong>it</strong>a di proiettile e sepolto nello<br />

stesso Bosco Cappuccio.<br />

I c<strong>it</strong>tadini residenti nelle vie int<strong>it</strong>olate<br />

agli eroi c<strong>it</strong>ati sono stati<br />

da me interpellati più volte,volevo<br />

capire se comprendevano il significato<br />

ed il valore storico della<br />

toponomastica relativa alla strada<br />

nella quale risiedevano.<br />

Molti di loro hanno mostrato<br />

sorpresa, vivo interesse e compiacimento<br />

nell’apprendere la<br />

storia dei due personaggi palmesi<br />

e al contempo hanno ribad<strong>it</strong>o<br />

che il modo più bello per onorare<br />

il ricordo dei due eroi sarebbe<br />

stato ottenuto rest<strong>it</strong>uendo a queste<br />

vie dign<strong>it</strong>à e decoro.<br />

Lamentavano infatti i disagi<br />

arrecati dalla vetustà degli impianti<br />

idrici e fognari, adducendo<br />

alla mancata manutenzione di<br />

questi ultimi i gravi allagamenti<br />

che puntualmente si verificano<br />

a segu<strong>it</strong>o delle piogge. Sarebbe<br />

pertanto auspicabile che chi di<br />

dovere, nell’occasione di un ripristino<br />

urbanistico, a quanto pare<br />

già programmato nella pianta organica<br />

comunale, provvedesse a<br />

bOscO caPPucciO - i° guerra mOndiale 1915-1918<br />

sanare il problema, consapevole<br />

che nel farlo oltre a rendere un<br />

valido servizio di pubblica util<strong>it</strong>à,<br />

ridarebbe lustro alla memoria di<br />

due giovani eroi palmesi.<br />

c’era una VOlta<br />

bosco cappuccio<br />

ha un declivio<br />

di velluto verde<br />

come una dolce<br />

poltrona<br />

appisolarmi là<br />

solo<br />

in un caffè remoto<br />

con una luce fievole<br />

come questa<br />

di questa luna.<br />

Giuseppe Ungaretti<br />

tubO di gelatina cOme quelli trasPOrtati dal Fante cOlOr<strong>it</strong>O


Anno 1 Nr. <strong>10</strong> Ottobre 20<strong>10</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

Il Card. F. Ruffo<br />

di Rocco Liberti<br />

Nel 1799 grandi avvenimenti<br />

hanno scosso la<br />

tranquill<strong>it</strong>à delle popolazioni<br />

del regno di Napoli. Inizialmente,<br />

ad opera di spir<strong>it</strong>i illuminati<br />

con l’apporto decisivo dei<br />

soldati francesi comandati dal<br />

generale Championnet, è avvenuta<br />

la proclamazione della<br />

repubblica napoletana, che da<br />

tantissimi è ormai detta partenopea.<br />

Quindi, si è verificato<br />

il completo ribaltamento della<br />

s<strong>it</strong>uazione per l’intervento del<br />

cardinale Fabrizio Ruffo, che,<br />

innalzato il vessillo della santa<br />

fede, ha fatto leva sulla buona<br />

fede e, perché no, anche<br />

sull’atavica ignoranza di popoli<br />

da lungo tempo ormai avvezzi<br />

ad essere dominati senza poter<br />

20<br />

cultura e FolKlore<br />

V<strong>it</strong>torio Cotugno nasce a Palmi (RC), si laurea in Lettere a Messina. Prima d’iniziare la carriera d’insegnante<br />

a Cosenza, dove tuttora vive ed opera, svolge l’incarico di corrispondente sportivo per il<br />

giornale “La Sicilia” di Catania. Compone articoli d’impegno civile e recensioni per ricerche storiche sul<br />

MedioEvo. Inizia fin dalla prima giovinezza a comporre poesie, rimanendo profondamente legato alla<br />

sua terra d’origine. Pubblica una raccolta sul volume “Orizzonti”, una seconda nell’antologia “Tempi<br />

moderni” tradotta anche in inglese e la raccolta di poesie “Respirando col vento” - Serie Oro - Ed.<br />

LibroItaliano.<br />

Dalla Motta di Palmi: riflessioni<br />

La notte dorme disfatta sulla roccia abbrun<strong>it</strong>a.<br />

Un vento svogliato porta tramestii di onde,<br />

profumi di alghe e patelle. La luna scompone<br />

l’oscur<strong>it</strong>à illuminandola di petali di luci, di barche<br />

ch’entrano nel cuore di rocce inviolate.<br />

Strani canti accompagnano il moto delle onde, cefali e<br />

polipi, ingoiati da abissi, affiorano tra spuntoni di rocce.<br />

Straripano in silenzio i ricordi della gioventù e come<br />

musica sbattono sui pali della coscienza, cadono sui<br />

viottoli frondosi del passato. Come sono vuote le parole<br />

quando raggiungono l’altezza del cuore!<br />

Tra selve di rovi, di ulivi secolari, un fresco odore di v<strong>it</strong>a<br />

si allunga col suo silenzio tra cielo e mare e gli anni si<br />

sollevano tutti; il pensiero insegue i luoghi, le ab<strong>it</strong>udini,<br />

gli incontri, quelle immagini che abbiamo ered<strong>it</strong>ato e che<br />

il tempo ci porta via.<br />

Palmi sanFedista<br />

rivendicare i propri dir<strong>it</strong>ti.<br />

Il nobile personaggio, incaricato<br />

di una tale missione dalla<br />

corte borbonica in esilio a Palermo,<br />

è sbarcato l’8 febbraio a<br />

Pezzo, local<strong>it</strong>à dove contava di<br />

ottenere appoggi dai propri parenti.<br />

Indi, a prezzo di carneficine<br />

e saccheggi, ha iniziato una<br />

marcia trionfale, tanto che i pochi<br />

che si era portati dalla Sicilia<br />

diventeranno in breve un vero e<br />

proprio eserc<strong>it</strong>o anche se poco<br />

disciplinato come tutti le milizie<br />

raccogl<strong>it</strong>icce.<br />

Quando il Ruffo è pervenuto a<br />

Palmi, dove ha sistemato il suo<br />

quartiere generale, dal quale<br />

ha diramato un forte proclama<br />

a tutti i calabresi, le forze<br />

si erano già moltiplicate e, naturalmente,<br />

non erano mancate<br />

le scaramucce con morti e<br />

fer<strong>it</strong>i. Come si conosce dalle<br />

documentazioni, è giunto in<br />

quella c<strong>it</strong>tadina il 17 febbraio e<br />

già il giorno dopo due persone<br />

incappavano in una fine miseranda.<br />

Infatti, lo si rileva dagli<br />

atti parrocchiali, venivano barbaramente<br />

uccisi il settantaquattrenne<br />

d. Filippo Napoli ed<br />

il cinquantenne d. Filippo Cosentino.<br />

Il primo omicidio si è<br />

consumato nella casa stessa del<br />

malcap<strong>it</strong>ato, l’altro nella piazza<br />

del mercato. Verosimilmente, i<br />

due avranno parteggiato per la<br />

repubblica o si saranno opposti<br />

alle razzìe dei nuovi arrivati. In<br />

I pescatori della Tonnara<br />

Sabbie bianche lambiscono mari di cobalto; scogli<br />

senza tempo nutrono segreti, rec<strong>it</strong>ano versi di salsedine<br />

amara; tuguri di tavole sparse come nidi di rondine<br />

su tappeti di pietre scavate dal tempo<br />

raccolgono sofferenze La luna si specchia nell’acqua<br />

di cristallo; barche sbattute dalla risacca percorrono<br />

intim<strong>it</strong>à nascoste da abissi silenziosi.<br />

Volti indur<strong>it</strong>i dal tempo, dal sole, uomini senza età,<br />

scrutano orizzonti infin<strong>it</strong>i, imprecano alla sorte maligna.<br />

Rimasugli di pesci consolano anime tristi; il<br />

tempo non esiste, le stagioni dimenticate, gli amori<br />

rimandati.<br />

Quando il vento schiaffeggia onde impazz<strong>it</strong>e, la passione<br />

riscalda i cuori prostrati; nel chiuso dell’anima,<br />

ecco le favole belle, le avventure di eroi, i muscoli<br />

d’acciaio protesi sull’infin<strong>it</strong>à dei<br />

mari, i sogni più ard<strong>it</strong>i e nascosti. Sognano e urlano<br />

i pescatori, dimentichi della sorte crudele, di essere<br />

rel<strong>it</strong>ti di antichi misteri. Le stelle, con occhi velati,<br />

sorridono ai fieri guerrieri, che cantano, urlano, con<br />

mille pensieri.<br />

frangenti del genere, si approf<strong>it</strong>ta<br />

sempre per trarre un vantaggio<br />

personale.<br />

Il Ruffo è rimasto a Palmi fino<br />

al giorno 22 e sicuramente rimonta<br />

a tale periodo la nomina<br />

di governatori per i paesi<br />

ch’erano a capo di defin<strong>it</strong>e circoscrizioni.<br />

Al cosiddetto governo<br />

di Oppido vi ha destinato<br />

proprio un palmese, d. Antonino<br />

Falvetti.<br />

Oltre i semplici diavoli, che<br />

non avevano nulla da perdere, ad<br />

ingrossare le schiere della santa<br />

fede si sono trovati in tanti appartenenti<br />

alle più svariate categorie.<br />

Tra i soldati di carriera,<br />

che hanno prefer<strong>it</strong>o stare dalla<br />

parte della reazione, figura anche<br />

un palmese, tale Giuseppe<br />

Sassa, di condizione civile e già<br />

sergente nel real corpo di artiglieria.<br />

Il Sassa, in segu<strong>it</strong>o allo<br />

sbandamento dell’eserc<strong>it</strong>o borbonico,<br />

ha prefer<strong>it</strong>o r<strong>it</strong>ornarsene<br />

verso i padri lidi. Allorquando<br />

è venuto a conoscenza dell’impresa<br />

sanfedista, si trovava ancora<br />

in viaggio, ma ha fatto in<br />

tempo a raggiungere il Ruffo al<br />

Capo dell’Alice. In questa local<strong>it</strong>à<br />

è stato aggregato al reparto<br />

artiglieria, ma sotto Altamura la<br />

sorte gli è stata avversa. Mortalmente<br />

fer<strong>it</strong>o, è stato sub<strong>it</strong>o ricoverato<br />

all’ospedale di Matera,<br />

ma non si è fatto altro che prolungargli<br />

la v<strong>it</strong>a di appena due<br />

giorni.<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

MADRETERRA Palmi & Dintorni<br />

REgISTRAZIONE AL TRIB. DI PALMI<br />

Nr. 1 / 20<strong>10</strong><br />

Anno 1 - Numero <strong>10</strong> - Ottobre 20<strong>10</strong><br />

Direttore respons.: Francesco Massara<br />

Coadiuvatori: Paolo Ventrice<br />

Andrea Ortuso<br />

Collaboratori di REDAZIONE<br />

lucia Ortuso<br />

saverio pet<strong>it</strong>to<br />

cettina Angì<br />

giovanni bruzzese<br />

Nella cannata<br />

giuseppe cricrì<br />

Walter cricrì<br />

salvatore de francia<br />

dario galletta<br />

claudia gargano<br />

laura giusti<br />

teresa laganà<br />

Ed<strong>it</strong>ore: Associazione culturale madreterrra<br />

sede palmi - via ss.18 km 485.30<br />

p.i. 02604200804<br />

cod. fisc. 9<strong>10</strong>16680802<br />

tel./fax - 0966 1945480 - 0966 1940380<br />

mobile - paolo ventrice 335 6996255<br />

mobile - Andrea Ortuso 333 4894882<br />

e-mail: redazione@<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

Progetto Grafico:<br />

A.Ortuso - W. cricrì - p. ventrice<br />

Impaginazione grafica:<br />

paolo ventrice<br />

Progetto e cura s<strong>it</strong>o web:<br />

de francia s.- galletta d. - Ortuso l.<br />

Stampa: Tipografia Balzamà<br />

via s. giorgio 82 - palmi - rc -<br />

tel_0966420567<br />

Per la pubblic<strong>it</strong>à su questo<br />

periodico, scrivere alle mail<br />

o chiamare i contatti sopra<br />

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MADRETERRA<br />

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contenuto degli articoli firmati e<br />

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opinioni dei singoli articolisti, degli<br />

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pubblicati, non si rest<strong>it</strong>uiscono.<br />

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contenuto di dette inserzioni e<br />

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www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 21<br />

Il racconto del mese<br />

Anno 1 Nr. <strong>10</strong> Ottobre 20<strong>10</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

A GENTILE RIChIESTA PUBBLIChIAMO<br />

Eduardo Della Rovere<br />

Carissimo Direttore,<br />

approf<strong>it</strong>to dell’attenzione che il<br />

suo bel periodico (che bel nome<br />

evocativo, Madreterra!) ha sempre<br />

mostrato per la legal<strong>it</strong>à come<br />

valore per comunicarle ufficialmente<br />

che sono infuriata, veramente<br />

incavolata. Adesso basta,<br />

non ne posso più.<br />

Ah, scusi, non mi sono ancora<br />

presentata. Che maleducata, avrà<br />

pensato. Io sono la Legge.<br />

Non importa quale, faccia lei:<br />

la Cost<strong>it</strong>uzione, una legge importante,<br />

una leggina, un regolamento<br />

comunale. Non contano il mio<br />

livello ed il mio rango, la Legge è<br />

la Legge.<br />

Insomma, volevo dire che leggendo<br />

l’ultimo <strong>numero</strong> del suo<br />

mensile mi sono davvero imbufal<strong>it</strong>a,<br />

oltre ogni lim<strong>it</strong>e. Non ne posso<br />

davvero più.<br />

A cosa mi riferisco? Lo dico sub<strong>it</strong>o,<br />

bello chiaro. Al fatto che qui,<br />

nel vostro mondo, le cose oramai<br />

vanno completamente alla rovescia.<br />

No, non mi riferisco al fatto che<br />

al giorno d’oggi uno senza scrupoli<br />

è un vincente mentre chi cerca<br />

di non far del male agli altri è un perdente; e neppure al fatto che se vai in televisione a spiattellare i fatti tuoi e della tua famiglia fino alla<br />

decima generazione sei uno di successo (“l’ho vista a Forum, sa che stava proprio bene? certo, peccato per quella l<strong>it</strong>e e quelle bottigliate in<br />

faccia con la nonna, però che vuol farci, signora, queste cose possono sempre cap<strong>it</strong>are”), e se non lo fai in pratica non esisti.<br />

No, a queste cose sono ab<strong>it</strong>uata: non sono mica nata ieri, ho diversi secoli d’età.<br />

Mi riferisco a tutta questa antipatia, questa insofferenza che avverto nei miei confronti. E non da parte della gente comune, sa, ma proprio<br />

da parte di chi mi viola e mi sbeffeggia quotidianamente.<br />

Insomma, prenda quella lettera lì, quella del Comandante dei Vigili Urbani della vostra c<strong>it</strong>tà. Per car<strong>it</strong>à, non entro nel mer<strong>it</strong>o della vicenda<br />

(sono la Legge, e non posso fare valutazioni se non sento tutte le campane: non mi schiero mai per part<strong>it</strong>o preso, io!), però mi sembra di capire<br />

come al fondo della storia ci sia una specie di rimprovero per chi cerca di fare il proprio dovere con serietà. In tutti i campi.<br />

Al giorno d’oggi tutto questo impegno viene preso per insistenza, per molestia, per eccessiva solerzia. In una parola, per scortesia.<br />

E’ scortese chi ti sta accanto alla posta e ti inv<strong>it</strong>a a rispettare la fila. E’ scortese l’insegnante che ti dice che tuo figlio va male a scuola<br />

(un tempo si davano due scapaccioni al pargolo svogliato, oggi si va dall’avvocato per far annullare la bocciatura). E’ scortese il vigile urbano<br />

che ti fa la multa per divieto di sosta. E’ scortese l’ispettore delle tasse che vuole controllare le tue dichiarazioni dei redd<strong>it</strong>i. E’ scortese il<br />

poliziotto della volante che ti ferma per un controllo.<br />

E non conta nulla che magari voi stiate impunemente cercando di fregare quaranta persone che sono in attesa prima di voi (“devo solo chiedere<br />

un’informazione”). Oppure che vostro figlio sia davvero un asino, impegnato com’è a passare il pomeriggio alla Playstation e la sera in<br />

adorazione davanti a programmi tipo “L’isola dei famosi” oppure “Amici”. Od ancora, che abbiate parcheggiato su di un albero, contromano ed<br />

occupando il posto per i disabili. Oppure, che abbiate dichiarato al fisco meno della metà di un quarto del dovuto. Od ancora, che vi abbiano<br />

beccato mentre andavate a 180 all’ora in centro e senza cinture di sicurezza.<br />

No, non è mai colpa vostra. E’ colpa di chi, scortese, facendo il proprio lavoro vi fa notare che mi state violando, che mi state mancando<br />

di rispetto.<br />

Scortesia, esagerazione, persecuzione, complotto. Queste sono le parole d’ordine del momento.<br />

E’ il festival dell’autoassoluzione: special<strong>it</strong>à nella quale, fatemelo dire, voi <strong>it</strong>aliani siete oramai campioni del mondo a v<strong>it</strong>a – e non un mondiale<br />

sì ed uno no, come nel calcio.<br />

Scortesia? Disuman<strong>it</strong>à? Ma scusate, quando mai è stato deciso che la Legge debba essere cortese od “umana”? La Legge – scusate la presunzione,<br />

credo di saperlo meglio di tutti visto che è di me che si parla – è giusta in sé. Va rispettata in quanto tale, indipendentemente dalla<br />

maggiore o minore affabil<strong>it</strong>à di chi la fa valere.<br />

Prendiamo la Legge per eccellenza. I Dieci comandamenti. C’è forse scr<strong>it</strong>to “onora il padre e la madre, se sono gentili con te”? Oppure “non<br />

rubare, a meno che chi ti arresta non sia scortese e meno che gentile”? Tralascio ogni battuta sul “non desiderare la donna d’altri”, perché<br />

non voglio essere volgare – che diamine, sono la Legge!<br />

Insomma, a me questa storia della gentilezza m’ha proprio stufato.<br />

Nessuno che abbia mai dubbi tipo “vabbè, ma se avessi parcheggiato bene la macchina, il vigile – scortese o meno - la multa non me l’avrebbe<br />

fatta, no?”<br />

No. E’ facile, troppo facile, troppo più facile prendersela con chi cerca di difendermi, di applicarmi, di farmi lavorare.<br />

Che poi, sia chiaro, se uno nel fare ciò commette degli abusi – e succede, vista l’umana natura - non lavora certo per me, ma per la concorrenza.<br />

E questo non basta certo a giustificare il mancarmi di rispetto. Sarebbe come dire che se un pizzaiolo “sbaglia” una pizza, tutti i clienti di<br />

tutte le pizzerie del mondo sono autorizzati a non pagare dopo aver mangiato. Non fila, no?<br />

Insomma, non ne posso più di questo piagnisteo.<br />

Da questo momento, quindi, rassegno formalmente le mie dimissioni dall’incarico di Legge e me ne vado all’ufficio di collocamento.<br />

Visto che non riesco ad essere rispettata come Regola, voglio vedere se è rimasto qualche posto di lavoro come S.C. (Semplice Consiglio)<br />

oppure S.R. (Sommessa Raccomandazione). Sono disposta anche a lavorare come P.N.V. (Parere Non Vincolante), pensi un po’ come sono<br />

disperata!.<br />

La paga è minore, ma almeno non devo sorbirmi lo spettacolo di quelli che – colti con le mani nel sacco – invece di ammettere le proprie<br />

responsabil<strong>it</strong>à riescono sempre a trovare una scusa, una giustificazione, un complotto, una cattiveria altrui.<br />

Le farò sapere come mi è andata.<br />

Per il momento, la ringrazio per l’attenzione e le porgo i miei più cordiali saluti.<br />

La Legge<br />

P.s. Venendo qui ho notato che ha lasciato la sua macchina posteggiata in seconda fila in zona non autorizzata. Non ne avrà a male se ho<br />

chiamato i Vigili Urbani ed il carro attrezzi, vero?


Anno 1 Nr. <strong>10</strong> Ottobre 20<strong>10</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

22<br />

spazIo aI lettorI<br />

INFORMAzIONE O DANNOSA PIAGGERIA?<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

Egregio Direttore,<br />

Le chiedo osp<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à per commentare l’articolo pubblicato sull’ultimo <strong>numero</strong> di Madre Terra riguardante i lavori di consolidamento<br />

del costone del Sant’Elia.<br />

La notizia è certamente buona. Si tratta di lavori che attendevano da più di dieci anni.<br />

I Palmesi non possono che gioire per questo avvio, ed io personalmente sono tra questi. L’entusiasmo dell’assessore è più<br />

che giustificato. Belle le immagini. Ottime le spiegazioni tecniche.<br />

Questa amministrazione, dunque, si può certamente gloriare di aver fatto ciò che tre passate amministrazioni e un<br />

Commissario Prefettizio non erano riusc<strong>it</strong>i a fare in dieci anni, nonostante avessero i soldi pronti e, spendibili nelle casse<br />

comunali.<br />

Vorrei, però, approf<strong>it</strong>tare delle mie modeste conoscenze per mostrare tutto il mio disagio di c<strong>it</strong>tadino/lettore su alcune<br />

cose lette nel suo giornale. Un disagio che vorrei garbatamente palesare senza apparire irriguardoso nei suoi confronti e<br />

nei confronti dell’assessore. Ciò perché r<strong>it</strong>engo comunque il suo giornale un valido contributo alla cresc<strong>it</strong>a della nostra<br />

comun<strong>it</strong>à, capace di andare oltre agli aneddoti ed alle curios<strong>it</strong>à locali. Ed è per questo che mi permetto la cr<strong>it</strong>ica di<br />

oggi. Doverosamente aggiungo che si tratta dello stesso disagio che provo nella lettura di altrettanti fatti riportati dalla<br />

stampa locale cui, invece, sento difficile poter esprimere una diversa opinione.<br />

Che cosa le rimprovero quindi?<br />

Le rimprovero di avere riportato una notizia senza mostrarsi curioso di approfondire per meglio informare. Questa mancanza<br />

che ha fin<strong>it</strong>o con l’arricchire di eccessiva enfasi la notizia i cui effetti negativi, proverò a spiegare, ricadono tutte<br />

sulle spalle di noi c<strong>it</strong>tadini.<br />

Nel suo articolo si dice di …. viciss<strong>it</strong>udini…. dell’apparato burocratico nelle ist<strong>it</strong>uzioni (….Enti, Uffici, funzionari e dirigenti<br />

di settori…) quale causa principale del r<strong>it</strong>ardo nel cantierare l’intervento. Si dice anche che queste viciss<strong>it</strong>udini<br />

burocratiche –eccezionalmente- sono state superate grazie alla supervisione dell’assessore e dell’amministrazione Gaudio.<br />

Sicché, noialtri c<strong>it</strong>tadini dovremmo credere che i r<strong>it</strong>mi di lavoro dello staff dirigenziale di un Ente sono scand<strong>it</strong>i in periodi<br />

che vanno dal lustro in avanti. Indubbiamente tempi incredibili che gettano discred<strong>it</strong>o sulla riconosciuta modern<strong>it</strong>à del<br />

nostro paese.<br />

Ed ancora, anziché chiedersi e chiedere come tutto ciò sia potuto accadere, ci riferisce dell’indulgenza della “pol<strong>it</strong>ica”<br />

nei confronti di quello …staff dirigenziale che, certamente doveva intervenire sulla velocizzazione delle opere progettate<br />

ormai da troppo tempo…. Indulgenza che non viene lesinata nemmeno a quel funzionario/Ente che si è dimenticato di<br />

avere ricevuto 1.250.000,00 euro per proteggere i c<strong>it</strong>tadini da un rischio incombente. Dimenticanza che vogliamo ricordare,<br />

con la successiva frana del 2006, ha prodotto nuovi guai alle sottostanti strutture del costone sant’Elia ed ha messo<br />

in pericolo di v<strong>it</strong>a alcuni nostri conc<strong>it</strong>tadini. A questi nuovi guai si è dovuto fare fronte con altre somme dai contribuenti<br />

che sicuramente potevano essere meglio invest<strong>it</strong>i per soddisfare altre carenze.<br />

In ver<strong>it</strong>à, se avesse provato ad approfondire avrebbe scoperto che questi enormi r<strong>it</strong>ardi sono stati tollerati se non addir<strong>it</strong>tura<br />

prodotti dall’organo pol<strong>it</strong>ico, incluso quello vigente. Ciò per il semplice fatto che l’organo pol<strong>it</strong>ico, in esso compreso<br />

il Consiglio Comunale, ha il dovere ist<strong>it</strong>uzionale della verifica e controllo sull’attiv<strong>it</strong>à burocratica.<br />

E’ evidente, quindi, che i dieci anni sono trascorsi inutilmente perché l’apparato burocratico si è mostrato inefficiente,<br />

ma anche perché la “pol<strong>it</strong>ica” è venuta meno ad un suo preciso dovere ist<strong>it</strong>uzionale.<br />

Ciò che sembrano delle apparenti dimenticanze, a mio modesto parere hanno, poi, un effetto devastante sulla formazione<br />

dell’opinione dei c<strong>it</strong>tadini. Nel nostro caso, il solo discred<strong>it</strong>o gettato sugli “altri” siano essi Enti, Uffici, funzionari e<br />

dirigenti di settori depone male perché ci induce ad una sfiducia generalizzata verso queste ist<strong>it</strong>uzioni nate apposta per<br />

servire i c<strong>it</strong>tadini. Depone male l’autoassoluzione dei pol<strong>it</strong>ici perché ai nostri occhi li fa apparire dotati di una potenza<br />

attraente, i soli capaci di dominare la proverbiale ostil<strong>it</strong>à di queste ist<strong>it</strong>uzioni che loro stessi definiscono incapaci.<br />

Quando non si approfondiscono le notizie, specie quelle che appaiono più inverosimili come quella di oggi, si contribuisce<br />

ad espropriare i c<strong>it</strong>tadini/lettori di quelle conoscenze fondamentali perché possano prendere parte alla cosa pubblica.<br />

Si contribuisce alla costruzione di uno scenario artificiale che conduce alla disaffezione, all’atrofia del pensiero, ovvero<br />

al rancore dei c<strong>it</strong>tadini verso le ist<strong>it</strong>uzioni e verso i c<strong>it</strong>tadini stessi. In questo scenario artificiale trova facile spazio la<br />

speranza nell’uomo della provvidenza, che si è mostrata tutt’altro che un rimedio.<br />

Sicché, almeno il suo giornale, potrebbe essere occasione per farci conoscere le idee di chi ci amministra magari obbligandoli<br />

a dire anche di quelle cose che non amano dire. Magari obbligandoli ad esprimersi su quegli aspetti che hanno<br />

condizionato, e che ancora condizionano, la cresc<strong>it</strong>a della c<strong>it</strong>tà.<br />

Insomma, molto sommessamente, Le chiedo di essere meno complice di quello scenario dannoso contribuendo a rendere<br />

più solide le idee di chi ci amministra dando loro la dovuta pubblic<strong>it</strong>à.<br />

Saverio Saffioti<br />

ABBIAMO PUBBLICATO LA LETTERA DEL SIG. SAFFIOTI, CONSAPEVOLI ChE QUALSIASI VOCE È POSITIVA,<br />

SE DIVENTA STIMOLO PER FARE MEGLIO.<br />

La mia non vuole essere una risposta alla lettera di un lettore, ma solo l’espressione di un pensiero comune a tante altre<br />

persone, forse meno addentrate nei fatti, perchè la distanza tra c<strong>it</strong>tadini e uffici è enorme, protetti, quest’ultimi, da un<br />

muro invalicabile nonostante le legislazioni abbiano sempre cercato di abbattere le barriere.<br />

Chi scrive viene indicato come qualcuno “complice di uno scenario dannoso”, così come tutto il giornale viene inser<strong>it</strong>o nel<br />

calderone comune della stampa locale che, qualche volta, procura “disagio” a Lei e, probabilmente, anche ad altri c<strong>it</strong>tadini,<br />

lettori inermi dinnanzi a fatti e notizie stravolte o di parte.<br />

Tutto ha una logica, se visto da una prospettiva diversa da quella dello spir<strong>it</strong>o che contraddistingue e delinea la strada scelta<br />

da questa redazione e potrebbe avere un fondo di ver<strong>it</strong>à. appunto per questo vorrei sottolineare con forza il suo intervento<br />

che r<strong>it</strong>engo fondamentale per una nuova presa di coscienza del c<strong>it</strong>tadino palmese, forte, oggi, anche di un piccolo, nuovo<br />

strumento che si chiama “<strong>madreterra</strong>”.<br />

Il mio punto di vista potrebbe apparire “leggero” ed il mio “lavoro di indagini” insufficiente, o forse, (e quì esprimo un concetto<br />

base del pool che ha fondato e porta avanti questo giornale) il mio, è un amore forte per i progetti portati a conclusione. E’<br />

vero, sono passati <strong>10</strong> anni, (Progetto di messa in sicurezza del canalone Marinella ndr) ma il mio obiettivo rimane sempre quello<br />

di esaltare ciò che è pos<strong>it</strong>ivo; in questo caso ciò che si sta portando a compimento. Questo interessa a chi scrive, dare spazio<br />

alle cose pos<strong>it</strong>ive, perchè possa essere stimolo per chi “deve” fare, anche se, come lei suggerisce, non ci si può dimenticare di<br />

chi sono le colpe, quelle colpe che sono anche causa dello Status attuale di infrastrutture e servizi di questa c<strong>it</strong>tà.<br />

Se il senso comune deve essere quello di spingere le classi dirigenti verso direzioni più in linea con le aspettative dei palmesi,<br />

sarebbe il caso di segnalare per tempo fattacci, misfatti ed omissioni e non rinfangare dopo anni colpe che oggi non portano a<br />

nulla di pos<strong>it</strong>ivo.<br />

Con vivo interesse mi spingo ad offrire a Lei e quant’altri vogliano farlo, spazio su queste pagine, consapevole che le voci di<br />

tanti diventano un pensiero comune, e se le voci sono giuste ed oneste il futuro è più aperto.<br />

Rimbocchiamoci le maniche e puntiamo oltre il muro.<br />

Paolo Ventrice<br />

Panoramio photo by: Francesco cotroneo<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 23<br />

L<br />

’<strong>it</strong>inerario turistico che vogliamo<br />

proporre a quanti<br />

sono di passaggio dalla Calabria<br />

- ma pure ai calabresi -, si snoda<br />

lungo una cinquantina di chilometri.<br />

Da Gioia Tauro, attraversando<br />

la costa fino a Reggio Calabria,<br />

il “Tour Viola” - come ci piace<br />

int<strong>it</strong>olarlo - offre ai vis<strong>it</strong>atori la<br />

possibil<strong>it</strong>à di ammirare una delle<br />

più suggestive bellezze naturali<br />

del meridione intrisa di arte,<br />

tradizioni, cultura. Ma, prima di<br />

indicare le varie tappe del giro,<br />

è bene sgombrare la mente dalle<br />

suggestioni legate all’influsso<br />

negativo da sempre attribu<strong>it</strong>o<br />

al colore viola. E sulle origini<br />

cromatiche della costa, c<strong>it</strong>iamo<br />

sub<strong>it</strong>o Leonida Repaci : “Quando<br />

venne creata la Calabria -scrive<br />

il letterato di Palmi-, Dio poté disporre<br />

di un grosso quant<strong>it</strong>ativo<br />

di argilla dai riflessi viola...”.<br />

Lasciata l’autostrada a gioia<br />

tauro non potremo fare a meno<br />

di soddisfare la nostra curios<strong>it</strong>à<br />

nell’ammirare i maestosi ulivi<br />

secolari della Piana, dando uno<br />

sguardo, sia pure da lontano,<br />

alla grande ansa di mare dove si<br />

stagliano, perentorie, le gigantesche<br />

gru del Porto. E prima di<br />

procedere oltre, da una stradina<br />

che costeggia il vecchio fiume<br />

Budello, ci portiamo nella piccola<br />

frazione di drosi di rizziconi,<br />

un dì “Statio Romana lungo<br />

la Via Popilia” e poi commenda<br />

dei “Cavalieri di Malta”, dove,<br />

in una vecchia chiesa, ora monumento<br />

nazionale, sono custod<strong>it</strong>i<br />

un antico ciborio (tabernacolo)<br />

e una statua di San Giovanni<br />

Battista del tardo ‘500.<br />

Ripresa la provinciale, superato<br />

il quadrivio “Sbaglia” e il ponte<br />

sul fiume Petrace, il vecchio<br />

“Tauros”, svoltiamo a destra per<br />

raggiungere la Tonnara di Palmi.<br />

Qui, dopo aver ammirato la larga<br />

spiaggia Pietrenere e il famoso<br />

Scoglio dell’ulivo, sol<strong>it</strong>ario e<br />

p<strong>it</strong>toresco, risaliamo verso Taureana,<br />

regalandoci la magnifica<br />

visione di un mare senza confini.<br />

Prima di giungere nella c<strong>it</strong>tà di<br />

Francesco cilea, facciamo una<br />

capatina all’esclusiva spiaggetta<br />

della Marinella, un tempo covo<br />

di pirati, con ancora quel che resta<br />

della sua aspra natura.<br />

Giunti a Palmi, cap<strong>it</strong>ale culturale<br />

della Piana degli Ulivi (Gioia<br />

Tauro-Palmi-Rosarno), vis<strong>it</strong>iamo<br />

la Casa della Cultura “L.Repaci”<br />

e il Museo di Tradizioni popola-<br />

ItInerarI<br />

Anno 1 Nr. <strong>10</strong> Ottobre 20<strong>10</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

vIola, Il colore del turIsmo calabrese<br />

ri più documentato della Calabria.<br />

A pochi chilometri, sub<strong>it</strong>o<br />

troviamo seminara con le sue<br />

botteghe dei ceramisti. Tra le<br />

tradizionali lavorazioni (direttamente<br />

ered<strong>it</strong>ate da greci, romani<br />

e spagnoli) e gli svariati<br />

oggetti, indirizziamo il nostro<br />

sguardo sulle caratteristiche<br />

maschere apotropaiche (antimalocchio)<br />

e sul “Gabbacumpari”,<br />

un originale recipiente che<br />

permette di bere solo a chi ne<br />

conosce il trucco, mentre per<br />

gli altri una rinfrescata è bella e<br />

assicurata. Vis<strong>it</strong>iamo quel poco<br />

che resta (incuria degli uomini!)<br />

della c<strong>it</strong>tà di baarlam, come gli<br />

altorilievi raffiguranti alcuni episodi<br />

della Seminara del XVI Sec.<br />

(l’ingresso di Carlo V) e i ruderi<br />

di palazzo Spinelli.<br />

Risalendo, dall’antica Seminara<br />

ci dirigiamo verso una delle<br />

local<strong>it</strong>à più suggestive della Calabria,<br />

turisticamente trascurata:<br />

il Monte S.Elia. Non a torto<br />

denominata Balcone sul Tirreno,<br />

la visione che si apre ai nostri<br />

occhi è, senza retorica, meravigliosa:<br />

i fianchi della montagna<br />

si risolvono in varie gradinate<br />

che, via via, verso il basso formano<br />

ampi balconi aperti all’incantevole<br />

visione del sottostante<br />

mare, che si unisce alle coste<br />

siciliane. Col favore della buona<br />

giornata sarà facile distinguere<br />

Messina, l’Etna, le isole Eolie,<br />

Capo Vaticano.<br />

Salutata S.Elia e il suo panorama<br />

a strapiombo sull’azzurro,<br />

dai “Piani della Corona” ci porteremo<br />

verso bagnara, grosso<br />

paese della Costa Viola famoso<br />

per il pesce spada e per le sue<br />

donne, le “bagnarote”, note<br />

per la loro intraprendenza nei<br />

commerci. Qui, nella Chiesa<br />

della Confratern<strong>it</strong>a del Rosario,<br />

potremo mirare alcune tele e<br />

una scultura del Bernini. Dopo<br />

aver attraversato per tre volte il<br />

Ponte di Caravilla arriveremo al<br />

Castello Emmar<strong>it</strong>a: dal palazzo<br />

fortezza scruteremo l’incredibile<br />

panorama fino alla Torre costiera<br />

di Re Ruggero.<br />

Prossima tappa, dopo Bagnara,<br />

è la m<strong>it</strong>ica scilla. Prima, però,<br />

scendendo, tra un panorama e<br />

l’altro della costa, potremo sostare<br />

a Pellegrina (frazione di<br />

Bagnara) dove, attirati dal profumo<br />

del pane di grano locale,<br />

faremo uno spuntino casereccio.<br />

Tema conduttore di questa parte<br />

del “Tour” sarà la pesca del<br />

pesce spada: da marzo a luglio,<br />

tra Bagnara e Scilla dove viene a<br />

deporre le uova, il pesce dal lungo<br />

muso a spada viene cacciato<br />

con singolari barche dall’altissimo<br />

albero e la lunga passerella<br />

in una tecnica di caccia che, pur<br />

modernizzatasi, rispetta l’antico<br />

metodo tramandato dai Fenici.<br />

Ed eccoci a scilla, promontorio<br />

bellissimo e dal paesaggio<br />

veramente suggestivo. Le origini<br />

dell’incantevole borgo si rifanno<br />

alla m<strong>it</strong>ologia: Omero la descrive<br />

come la tana di un grande<br />

orso che aggrediva le navi di<br />

passaggio (Scilla e Cariddi). Una<br />

volta nel cuore di Scilla, sarebbe<br />

un peccato non vis<strong>it</strong>are Chianalea,<br />

il quartiere dei pescatori:<br />

un nugolo di case impiantato nel<br />

medioevo, costru<strong>it</strong>e sul mare e<br />

per questo denominato (senza<br />

pretesa di paragone)«La piccola<br />

Venezia». Non perderemo neppure<br />

l’occasione di vis<strong>it</strong>are il<br />

Castello dei principi Ruffo sulla<br />

m<strong>it</strong>ica rocca e la spiaggia di Marina<br />

Grande, con la sabbia scura<br />

per l’origine vulcanica.<br />

Il nostro <strong>it</strong>inerario continuerà<br />

tra i colori uno splendido paesaggio.<br />

D’istinto, però, volgeremo<br />

lo sguardo verso due imponenti<br />

piloni sistemati su opposte sponde<br />

che, fino a qualche tempo<br />

fa, fungevano da “ponte” per la<br />

trasmissione dell’energia elettrica<br />

dalla Calabria a alla Sicilia:<br />

l’elettrodotto di S.Trada.<br />

Seguendo la costa, tra intesi<br />

profumi, giungeremo a Villa<br />

s.giovanni, centro di vacanze<br />

ma anche di cultura, grazie ai<br />

premi “Villa S.Giovanni” (letteratura<br />

e p<strong>it</strong>tura) che sono divenuti<br />

oramai riconoscimenti di<br />

prestigio internazionale. Ammirando<br />

lo Stretto di Messina nel<br />

continuo incrociarsi delle navi<br />

Panoramio photo by: veronica7<br />

di Antonino Catananti Teramo<br />

traghetto, toccheremo catona e<br />

poi gallico, dove r<strong>it</strong>empreremo<br />

lo spir<strong>it</strong>o vis<strong>it</strong>ando il Parco della<br />

Mondial<strong>it</strong>à.<br />

A qualche chilometro, costru<strong>it</strong>a<br />

su di una collina che scende<br />

dolcemente verso il mare, costeggiando<br />

lo stretto per quasi<br />

tutta la sua lunghezza, reggio di<br />

calabria ci accoglie simmetricamente<br />

ordinata. Vis<strong>it</strong>a al Museo<br />

Nazionale della “Magna Grecia”<br />

che custodisce le tante tracce<br />

della civiltà di questa terra e, in<br />

particolare, due eleganti guerrieri<br />

(al momento in restauro)<br />

raffiguranti il sentimento eroico<br />

e la bellezza greca, rest<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i dal<br />

mare dopo 25 secoli: I Bronzi di<br />

Riace. Saremo dunque a Reggio,<br />

la c<strong>it</strong>tà di Morgana, la Fata a cui<br />

si attribuisce quel fenomeno ottico<br />

che, in certe condizioni di<br />

luce, temperatura e umid<strong>it</strong>à, dà<br />

l’impressione del restringimento<br />

dello Stretto, tanto da far specchiare<br />

l’intera c<strong>it</strong>tà nelle acque<br />

del mare. A riprova delle sue antiche<br />

origini, noteremo i resti di<br />

ruderi greci, mura ciclopiche e<br />

le terme romane. Poi, una passeggiata<br />

lungo le belle strade<br />

larghe e dr<strong>it</strong>te; uno sguardo a<br />

ciò che resta del Castello Aragonese<br />

e una vis<strong>it</strong>a al Duomo e<br />

alla Chiesa degli Ottimati. Infine,<br />

quattro passi su quello che<br />

D’Annunzio definì “il più bel<br />

chilometro d’Italia”, la rinnovata<br />

via Marina, il lungomare oggi<br />

intestato al Sindaco della “Primavera<br />

di Reggio”, l’indimenticabile<br />

Italo Falcomatà.<br />

Il “Tour Costa Viola” finirà qui,<br />

e per chi lo avrà percorso, anche<br />

col pensiero rileggendo queste<br />

righe, una volta tanto, questo<br />

estremo lembo di Calabria non<br />

sarà solo terra di malaffare pol<strong>it</strong>ico-mafioso.


Anno 1 Nr. <strong>10</strong> Ottobre 20<strong>10</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

Si frigge sempre di più in<br />

olio extravergine di oliva,<br />

grazie all’abbassamento<br />

dei costi al consumo.<br />

La patatina fr<strong>it</strong>ta è uno degli<br />

alimenti più consumati al<br />

mondo. E l’Italia non è da meno,<br />

posizionandosi tra i primi posti<br />

al mondo per consumo di patatine<br />

fr<strong>it</strong>te. Ogni <strong>it</strong>aliano in media<br />

consuma 87 kg di patate l’anno,<br />

contro i <strong>10</strong>2 kg degli inglesi e i 113<br />

della bielorussi a fronte di una<br />

media mondiale di 31kg/anno.<br />

Quella fr<strong>it</strong>ta rappresenta la gran<br />

parte del consumo, seguono quelle<br />

preparate al forno o boll<strong>it</strong>e.<br />

Il binomio patata-olio è una<br />

delle accoppiate più diffuse in cucina,<br />

sia a livello domestico che<br />

professionale.<br />

Paradossalmente si frigge sempre<br />

di più in extravergine,<br />

grazie all’abbassamento<br />

dei costi al consumo<br />

dell’extra- vergine,<br />

anche<br />

se spesso<br />

gli oli a basso<br />

costo non<br />

consentono<br />

d i<br />

il pane del contadino: solo<br />

una opportun<strong>it</strong>à in più per<br />

le aziende agricole?<br />

Gli agricoltori che fanno il pane<br />

direttamente con il grano raccolto<br />

in azienda, possono metterlo in<br />

vend<strong>it</strong>a.<br />

Il via libera è stato sanc<strong>it</strong>o con il<br />

decreto del Ministro dell’Economia e<br />

delle Finanze, pubblicato sulla Gazzetta<br />

Ufficiale il <strong>10</strong> settembre, che<br />

ricomprende la produzione di pane,<br />

panini, cialde, rustici, pizzette ed<br />

altre special<strong>it</strong>à salate tra le attiv<strong>it</strong>à<br />

agricole connesse.<br />

Il paniere dei prodotti, che possono<br />

essere venduti dagli agricoltori,<br />

si allarga e questo non fa altro che<br />

rafforzare la filiera tutta agricola ed<br />

<strong>it</strong>aliana, della quale la Calabria ne è<br />

un pezzo significativo. Un incentivo<br />

in più anche per r<strong>it</strong>ornare a coltivare<br />

il grano, una produzione di punta<br />

per alcune aree della regione. Una<br />

opportun<strong>it</strong>à però che dovrebbe appoggiarsi<br />

soprattutto sulla conoscenza<br />

delle materie prime e l’utilizzo<br />

consapevole dei processi, al fine di<br />

ottenere un prodotto da forno da<br />

considerare vero e proprio pane. Già<br />

negli ultimi anni si sono moltiplicate<br />

le panetterie condotte da improvvisati<br />

fornai, a discap<strong>it</strong>o delle produzioni<br />

artigianali e di buona qual<strong>it</strong>à.<br />

Sarebbe necessario a questo punto<br />

mettere un po’ di ordine nel campo.<br />

Il pane, per legge, lo possono<br />

fare tutti, purché, naturalmente,<br />

vengano rispettate tutte le norme e<br />

le condizioni igenico-san<strong>it</strong>arie. Anche<br />

l’agricoltore che produce farina<br />

potrà dotarsi di un impianto per la<br />

trasformazione per produrre e commercializzare<br />

il pane, ma sarà comunque<br />

una vend<strong>it</strong>a terr<strong>it</strong>oriale.<br />

24<br />

saperI & saporI<br />

di Walter Cricrì<br />

La patata?<br />

Fr<strong>it</strong>ta!<br />

avere, anche se extravergini, fr<strong>it</strong>ture<br />

ideali. Inoltre “la tecnica di<br />

fr<strong>it</strong>tura casalinga e quella delle<br />

frigg<strong>it</strong>orie e rosticcerie è la meno<br />

indicata e meno salutare per friggere,<br />

-sostiene il Prof. Giovanni<br />

Lercker, ordinario di Scienze degli<br />

alimenti presso l’Univers<strong>it</strong>à di<br />

Bologna-, il vero problema della<br />

fr<strong>it</strong>tura in mensa o in ristorazione<br />

è il rabocco d’olio: l’olio sfruttato<br />

non deve essere mescolato a<br />

quello ancora fresco”.<br />

“In Italia si producono 17<br />

milioni di quintali di patate<br />

di cui 1,8 milioni sono destinati<br />

alla trasformazione<br />

industriale, di questi 600<br />

mila quintali diventano<br />

chips mentre 1,1<br />

mln quintali<br />

Stick<br />

l’agropirateria attacca il<br />

made in <strong>it</strong>aly: come si difenderanno<br />

i consumatori?<br />

Il Made in Italy agroalimentare<br />

conquista le tavole del mercato<br />

globale; cresce la presenza di ortofrutta,<br />

vini e formaggi <strong>it</strong>aliani.<br />

È quanto emerge dai dati Istat che<br />

evidenziano le buone performance<br />

realizzate dall’agroalimentare <strong>it</strong>aliano<br />

all’estero in tempo di crisi.<br />

L’andamento sui mercati internazionali<br />

potrebbe ulteriormente<br />

migliorare da una più efficace tutela<br />

nei confronti dell’agropirateria<br />

internazionale, che utilizza impropriamente<br />

parole, colori, local<strong>it</strong>à,<br />

immagini, denominazioni e ricette<br />

che si richiamano all’Italia, per prodotti<br />

taroccati che non hanno nulla<br />

a che fare con la realtà nazionale.<br />

All’estero, il falso Made in Italy a<br />

tavola, fattura 50 miliardi di euro e<br />

sono falsi tre prodotti alimentari di<br />

tipo <strong>it</strong>aliano su quattro. Le denominazioni<br />

Parmigiano Reggiano e Grana<br />

Padano sono le più copiate nel<br />

mondo con il Parmesan diffuso in<br />

tutti i continenti, dagli Stati Un<strong>it</strong>i al<br />

Canada, dall’Australia fino al Giappone,<br />

ma in vend<strong>it</strong>a c’è anche il<br />

Parmesao in Brasile, il Regian<strong>it</strong>o in<br />

Argentina, Reggiano e Parmesano<br />

in tutto il Sud America, ma anche<br />

Pamesello in Belgio o Parmezan in<br />

Romania. Anche in Sicilia, scoperto<br />

maxi traffico di pomodori. Le Fiamme<br />

Gialle di Ragusa hanno accertato<br />

che più di 22 tonnellate di pomodori<br />

provenienti dalla Tunisia sono stati<br />

venduti nel corso nel 2009 a d<strong>it</strong>te<br />

di tutta Italia, anche della grande<br />

distribuzione. Le indagini continueranno<br />

per verificare eventuali casi<br />

analoghi di agropirateria.<br />

Spesso, tuttavia, gli oli a<br />

basso costo non consentono<br />

di avere fr<strong>it</strong>ture ideali,<br />

anche se extravergini.<br />

(le patate per la fr<strong>it</strong>tura domestica<br />

o ristorazione -afferma Andrea<br />

Galli, direttore di Assopa - 1,1<br />

proveniente dall’estero.) “.<br />

“E’ meglio utilizzare patate<br />

fresche piuttosto che surgelate<br />

-afferma il Prof. Raffaele Sacchi<br />

dell’Univers<strong>it</strong>à Federico II di Napoli-<br />

I consumatori, però preferiscono<br />

sempre di più i prodotti<br />

surgelati. Il prodotto dovrebbe<br />

essere consumato appena fr<strong>it</strong>to.<br />

Vale sempre l’antico suggerimento<br />

frijendo mangiando, e sarebbe<br />

indicato passare sempre la fr<strong>it</strong>tura<br />

nella carta assorbente, il famoso<br />

“copp<strong>it</strong>iello” napoletano<br />

ha una funzione<br />

ben precisa.”<br />

Fattorie didattiche: cresce<br />

la domanda, lenta la<br />

risposta<br />

Un fenomeno con prospettive in<br />

grande espansione; nel nostro terr<strong>it</strong>orio<br />

qualche timido esempio che necess<strong>it</strong>a<br />

di maggiore professional<strong>it</strong>à.<br />

nell’agricoltura è stato riposto<br />

storicamente un patrimonio<br />

culturale e scientifico di enorme<br />

importanza sociale. sono sempre<br />

di più le aziende agricole che durante<br />

l’anno scolastico (speriamo<br />

anche in questo in corso) accolgono<br />

studenti per “spiegare sul<br />

campo” l’agricoltura, l’alimentazione,<br />

la natura.<br />

a vis<strong>it</strong>are le fattorie didattiche<br />

sono soprattutto classi delle<br />

scuole elementari (44%) e delle<br />

scuole materne (24%). l’attenzione<br />

verso questa opportun<strong>it</strong>à<br />

di formazione culturale e scientifica,<br />

anche da parte delle scuole<br />

medie e superiori, è tuttavia<br />

in costante aumento. nate spontaneamente<br />

alla fine degli anni<br />

sessanta, a livello nazionale le<br />

fattorie didattiche cost<strong>it</strong>uiscono<br />

oggi una rete ben organizzata e<br />

attentamente disciplinata dalle<br />

regioni, che hanno ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o appos<strong>it</strong>i<br />

riconoscimenti, e albi dove<br />

le scuole possono scegliere le diverse<br />

aziende agricole in base ai<br />

temi che intendono approfondire<br />

con i propri allievi.<br />

Per chi incurios<strong>it</strong>o dall’argomento,<br />

il web offre, anche attraverso<br />

la consultazione di www.<br />

agr<strong>it</strong>urist.<strong>it</strong>, la possibil<strong>it</strong>à di selezionare<br />

le fattorie didattiche, a<br />

livello nazionale, vis<strong>it</strong>arne il s<strong>it</strong>o<br />

internet e conoscere nei dettagli<br />

i rispettivi programmi formativi.<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

i nostri vecchi<br />

compagni in<br />

esilio per sempre<br />

Nel cuore dell’olivicoltura calabrese,<br />

la nostra Piana, dove si<br />

estendono 32 mila ettari ulivetati<br />

ed oltre 2 milioni di esemplari,<br />

possiamo trovare un vero<br />

e proprio “supermarket degli<br />

ulivi secolari”.<br />

uardare, scegliere e portar<br />

Gvia. Potrebbero sembrare<br />

gesti ordinari, peraltro di poco conto,<br />

e così sarebbe se tutto ciò non<br />

fosse rifer<strong>it</strong>o ad un singolare “acquisto”<br />

diffusosi da qualche anno<br />

nella Piana di Gioia Tauro.<br />

Nel nostro terr<strong>it</strong>orio è, infatti,<br />

possibile acquistare, direttamente<br />

o per commissione, o, addir<strong>it</strong>tura,<br />

tram<strong>it</strong>e Internet, ulivi che vengono<br />

sradicati dal loro terreno originario,<br />

che li ha visti crescere e moltiplicare<br />

per secoli di storia.<br />

Non solo bello e generoso, ma<br />

simbolo d’abbondanza, saggezza,<br />

gloria, pace e purezza: non stupisce<br />

sia tanto ammirato. Eppure,<br />

paradossalmente, queste qual<strong>it</strong>à<br />

gli valgono oggi una fine ingloriosa.<br />

Estirpato, le branche centenarie<br />

mozzate, sped<strong>it</strong>o altrove. Venduto<br />

per decorare giardini anche al<br />

di fuori del suo areale, col duplice<br />

risultato di distruggere il paesaggio<br />

culturale d’origine e creare incongrue<br />

composizioni con esseri deturpati,<br />

ombra tragica dell’albero che<br />

fu. Anche i cardellini accecati da<br />

uno spillone vivono a lungo e cantano<br />

tutto il giorno; eppure la sola<br />

idea oggi ci turba, ed è illegale.<br />

Già nell’antica Grecia, le leggi<br />

ateniesi ne regolavano la coltura<br />

e proteggevano gli olivi sacri; chi<br />

li estirpava rischiava addir<strong>it</strong>tura di<br />

essere messo a morte!<br />

Oggi bastano dai 5.000 ai <strong>10</strong>.000<br />

euro e gli storici ulivi potranno<br />

essere impiantati nelle proprietà<br />

private di ville e tenute padronali.<br />

La più frequente destinazione di<br />

tali ulivi è, per adesso, quella del<br />

Nord Italia (Lombardia, Emilia Romagna,<br />

ecc.), anche se pian piano,<br />

a questa, si sta aggiungendo anche<br />

il Lazio.<br />

Lo sradicamento di queste maestose<br />

piante ultra centenarie è<br />

un fenomeno dovuto ad un vuoto<br />

normativo in materia legale. Cosa<br />

ci autorizza ad abusare degli ulivi?<br />

Rispettiamoli.<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 25<br />

i sa, ormai da tempo, che<br />

Sil consumo ab<strong>it</strong>uale di ortaggi<br />

frutta e verdura riduce il<br />

rischio di insorgenza di indisposizioni<br />

come raffreddore, influenza,<br />

ecc. e di diverse patologie<br />

croniche e degenerative come<br />

l’infarto, il diabete, l’ictus cerebrale,<br />

l’osteoporosi, le allergie,<br />

l’asma, alcuni tumori, ecc..<br />

Buona parte di queste patologie<br />

si manifestano in età adulta, ma<br />

mettono radici nell’organismo<br />

quando si è ancora molto giovani.<br />

Proprio per questo motivo è<br />

fondamentale che i bambini accettino<br />

il più presto possibile delle<br />

buone ab<strong>it</strong>udini alimentari; soprattutto<br />

il consumo regolare di<br />

un piatto di ortaggi crudi a inizio<br />

pranzo e cena e di un paio di frutti<br />

di stagione come merenda.<br />

Fin qui la teoria, ma metterla<br />

in pratica non è sempre facile. I<br />

bambini alla proposta di mangiare<br />

frutta e verdura rispondono<br />

spesso con un deciso rifiuto.<br />

Il «non mi piace» può anche<br />

essere accettato (almeno dopo<br />

un piccolo assaggio), ma la sempre<br />

più frequente avversione<br />

per il “colore verde” nel piatto<br />

saperI &saporI<br />

di Walter Cricrì<br />

Anno 1 Nr. <strong>10</strong> Ottobre 20<strong>10</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

Frutta, verdura e capricci<br />

Molti bambini (per fortuna non tutti) non amano mangiare ortaggi, frutta e verdura, il cui consumo, quando regolare, riduce la probabil<strong>it</strong>à di<br />

insorgenza di molte patologie. Qualche proposta per convincerli a consumare questi alimenti, senza ricorrere a punizioni e/o minacce.<br />

è francamente sproporzionata.<br />

È evidente, però, che hanno una<br />

fondamentale importanza, nel<br />

formare lo stile di v<strong>it</strong>a dei più<br />

giovani, il ruolo educativo<br />

dei gen<strong>it</strong>ori (quando eserc<strong>it</strong>ato!)<br />

e le buone ab<strong>it</strong>udini,<br />

anche alimentari, osservate<br />

in famiglia. Come avviare i<br />

bambini alla buona ab<strong>it</strong>udine di<br />

consumare vegetali freschi?<br />

Primo suggerimento: non<br />

proibire, non minacciare<br />

Non produce buoni risultati<br />

adottare il metodo delle proibizioni,<br />

delle forzature o addir<strong>it</strong>tura<br />

delle minacce. Ecco qualche<br />

esempio di frasi, assai comuni e<br />

poco produttivi: «devi mangiare<br />

di tutto!», «sbrigati!», «svelto<br />

perché si raffredda!», «devi mangiare<br />

tutto!», «le carote ti fanno<br />

bene!», «se mangi l’insalata ti do<br />

il gelato», ecc.. Il bambino non<br />

intravede nessun vantaggio immediato<br />

ad assecondare l’imposizione.<br />

Molto indicato è il coinvolgimento<br />

dei più piccoli alla preparazione<br />

dei piatti, raccontando,<br />

eventualmente, quali sensazioni<br />

organolettiche potrà gustare una<br />

volta assaggiati. Insegnare ai più<br />

piccoli, durante la preparazione,<br />

ad “ascoltare”, con tutti i sensi,<br />

le caratteristiche dell’alimento: i<br />

profumi, i colori, i sapori, la consistenza,<br />

i rumori…<br />

Le cose vanno ulteriormente<br />

meglio se i bambini possono<br />

sperimentare la coltivazione in<br />

un orto. Nel nostro terr<strong>it</strong>orio,<br />

con poco impegno, quasi ogni<br />

famiglia, potrebbe cimentarsi<br />

nel “condurre” un piccolo orto.<br />

Siamo fortunati nel risiedere in<br />

un comprensorio dove, oltre al<br />

clima, possiamo beneficiare di<br />

terreni coltivabili (sempre più<br />

spesso incolti o abbandonati in<br />

“boschi di olivo”!). Ma infondo<br />

anche una piccola aiuola in terrazzo<br />

o sul balcone basterebbe<br />

ad infondere la cura verso qualche<br />

piantina orticola.<br />

A questo propos<strong>it</strong>o, un’esperienza<br />

recente, quella della scuola<br />

inglese di St. Andrew’s School<br />

a Shifnal (s<strong>it</strong>uata nello Shropshire),<br />

testimonia che proporre ai<br />

bambini di seminare ad esempio<br />

le carote, raccoglierle con le proprie<br />

mani e prepararle per il consumo,<br />

con l’aiuto degli educatori<br />

e, in particolari occasioni, anche<br />

dei gen<strong>it</strong>ori, è il miglior modo<br />

per far aumentare il consumo di<br />

questo importante ortaggio durante<br />

la refezione scolastica.<br />

Jan Bentley –responsabile del<br />

servizio mensa della St. Andrew’s<br />

School– afferma con decisione:<br />

«Si possono servire a cento bambini<br />

le carote, persuadendoli a<br />

mangiarle, se anche solo due di<br />

queste sono state coltivate nel<br />

giardino della scuola». Una strategia<br />

che probabilmente si rivela<br />

più efficace di un discorso (incomprensibile<br />

per i più piccoli e<br />

lontano mille miglia dalla sensibil<strong>it</strong>à<br />

degli adolescenti) sull’util<strong>it</strong>à<br />

per la salute delle carote. Uno<br />

scolaro coinvolto non mangia volentieri<br />

le carote perché «fanno<br />

bene», ma perché sono buone e<br />

croccanti e, soprattutto, sono il<br />

frutto del suo impegno e del suo<br />

divertimento.<br />

il secondo suggerimento è<br />

dunque evidente<br />

E’ bene che gen<strong>it</strong>ori e nonni<br />

coinvolgano figli e nipoti nella<br />

coltivazione di un orto, ma anche<br />

nell’impasto di torte a base<br />

di frutta e nella cottura di biscotti<br />

e nella preparazione di<br />

piatti a base di verdure.<br />

E’ da sottolineare che non è<br />

tanto importante mangiare una<br />

grande varietà di ortaggi durante<br />

l’infanzia (questo è piuttosto<br />

un obiettivo da raggiungere con<br />

il tempo), quanto mangiare regolarmente<br />

l’ortaggio e/o il frutto<br />

prefer<strong>it</strong>i. In tal modo si crea nel<br />

bambino un’ab<strong>it</strong>udine alla presenza<br />

di questi alimenti nel pasto.<br />

giocare mangiando la verdura con<br />

i bambini: un «istrice vegetale»<br />

na simpatica e facile ricetta<br />

Uda realizzare con il coinvolgimento<br />

dei più piccoli.<br />

Materiale occorrente: 30 ravanelli,<br />

2 coste di sedano, 2 carote, olive,<br />

2 pomodori, 1 limone, 1 panino<br />

raffermo, 1 foglio di alluminio<br />

da cucina, spiedini di legno.<br />

Esecuzione: Togliete le foglie<br />

dai ravanelli e dal sedano e<br />

lavate tutte le verdure sotto<br />

acqua corrente. Raschiate e<br />

tagliate le carote a rondelle<br />

spesse mezzo centimetro,<br />

il sedano in tocchetti lunghi<br />

2-3 centimetri e i ravanelli<br />

a metà. Preparate vicino al<br />

tagliere una cio- tola piena<br />

d’acqua aci- du-<br />

lata con il succo<br />

del limone<br />

e metteteci<br />

le verdure<br />

appena tagliate<br />

perché non<br />

anneriscano.<br />

Infilate, alternandole,<br />

le diverse verdure<br />

sugli spiedini, che<br />

infilzerete nel panino<br />

ricoperto con<br />

il foglio di alluminio:<br />

se gli spiedini sono <strong>numero</strong>si<br />

potrete<br />

ottenere un<br />

simpatico<br />

« i s t r i c e<br />

vegetale»!<br />

lo sanno le nostre scuole? riparte il programma “Frutta nelle scuole”<br />

Al via la nuova edizione del programma dell’Unione Europea ‘Frutta nelle Scuole’, nato proprio con l’obiettivo di educare a una<br />

sana alimentazione fin da piccoli, coordinato dal Ministero delle Pol<strong>it</strong>iche Agricole, che interesserà anche l’anno scolastico in corso.<br />

l programma sarebbe finalizmento della merenda di metà scuole sarebbero i prodotti or- Per l’anno scolastico 20<strong>10</strong>-11<br />

Izato ad incentivare il consu- mattina, con lo scopo di sost<strong>it</strong>uire tofrutticoli di qual<strong>it</strong>à certificati prevedono un coinvolgimento<br />

mo di frutta e verdura da parte agli snack preconfezionati i pro- (Dop, Igp e biologici), nel ri- totale di 8400 scuole primarie<br />

dei bambini, ma anche ad educarli dotti naturali e salutari.<br />

spetto della stagional<strong>it</strong>à e del di tutta <strong>it</strong>alia (?) con una distri-<br />

ad assumere ab<strong>it</strong>udini alimentari E’ prevista una campagna di terr<strong>it</strong>orio dal quale provengono. buzione di circa 7.400.000 kg<br />

corrette e a sviluppare uno spir<strong>it</strong>o comunicazione e di informazione, Tutti i frutti verrebbero distri- di frutta e verdura a 1.340.000<br />

cr<strong>it</strong>ico nei confronti dell’enorme sempre a cura del Ministero delle bu<strong>it</strong>i in confezioni singole, per bambini. Ma a me “mi viene” di<br />

pressione della pubblic<strong>it</strong>à, facen- Pol<strong>it</strong>iche Agricole, rivolta agli alun- poter essere consumati sub<strong>it</strong>o, essere scettico..! E’ tutta una<br />

do loro conoscere i prodotti natuni, gen<strong>it</strong>ori ed insegnanti, finalizzata garantendo i dovuti standard bella storia, ma personalmente<br />

rali nella varietà e nelle diverse ad una conoscenza esaustiva degli igienico-san<strong>it</strong>ari. Protagonisti vi consiglio di puntare, intanto,<br />

tipologie. In “concreto”, il proget- aspetti nutrizionali di frutta e ver- del programma sarebbero anche ad un impegno determinato nelto<br />

‘Frutta nelle Scuole’ dovrebbe dura, oltre che quelli legati alla sicu- macedonie, centrifughe e sprele vostre famiglie. Comunque…<br />

provvedere alla distribuzione di rezza e al rispetto dell’ambiente. mute, preparate sul momento e staremo a vedere se in “tutta<br />

frutta e ortaggi, appunto, al mo- Ad essere distribu<strong>it</strong>i nelle senza aggiunta di zuccheri. <strong>it</strong>alia” rientreremo pure noi.


Anno 1 Nr. <strong>10</strong> Ottobre 20<strong>10</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

di Toni Condello<br />

No a una scuola selettiva e<br />

classista. No a una scuola<br />

che taglia risorse e posti di lavoro.<br />

Vogliamo invece una scuola<br />

capace di investire nell’edilizia<br />

scolastica, nel dir<strong>it</strong>to allo<br />

studio, nella ricerca e che sia<br />

in grado di garantire a tutti pari<br />

opportun<strong>it</strong>à di apprendimento,<br />

per un futuro migliore per tutti<br />

noi. Vogliamo scuole aperte tutto<br />

il giorno e tutto l’anno». Queste<br />

in sintesi le motivazioni che<br />

hanno spinto i Com<strong>it</strong>ati studenteschi<br />

delle scuole di Polistena<br />

a scendere in piazza sabato 16<br />

contro i tagli previsti dalla legge<br />

Gelmini alla scuola <strong>it</strong>aliana. E gli<br />

studenti queste ragioni le hanno<br />

scr<strong>it</strong>te su decine di striscioni<br />

e le hanno urlate a gran voce<br />

per tutta la durata del corteo.<br />

La manifestazione è cominciata<br />

con la riunione a Villa Italia degli<br />

studenti dell’Itis «M. M. Milano»<br />

e del Liceo «G. Rechichi» (Linguistico,<br />

delle Scienze Umane e<br />

del Musicale di Cinquefrondi), e<br />

dell’Associazione culturale Anti-<br />

26<br />

mondo scuola<br />

Italo Farnetani, pediatra e docente<br />

dell’Univers<strong>it</strong>à Milano Bicocca,<br />

che ha descr<strong>it</strong>to questa sindrome<br />

nei suoi libri. L’esperto spiega<br />

che questo fenomeno, che rischia<br />

di compromettere l’anno scolastico<br />

dei ragazzi, non è una nov<strong>it</strong>à<br />

assoluta. “Quarant’anni fa già si<br />

parlava di sindrome della prima<br />

media, perché allora proprio tra<br />

elementari e medie c’era un salto<br />

nei modi e nei tempi dell’insegnamento.<br />

Ora questo salto c’è<br />

tra medie e prima superiore”,<br />

dice il pediatra all’Adnkronos Salute.<br />

Lo testimoniano i dati sulle<br />

bocciature.<br />

“Nel 20<strong>10</strong> il 15,3% degli studenti<br />

di prima superiore non ha superato<br />

l’anno. Era il 15% nel 2009<br />

- precisa Farnetani - Un dato decisamente<br />

più alto rispetto a<br />

quello dei bocciati alle medie:<br />

4,3%”. Insomma, con il passaggio<br />

a liceo e ist<strong>it</strong>uti superiori, “i bocciati<br />

quadruplicano”. Dunque, in<br />

base a questi numeri, “ben 85mila<br />

dei 555 mila studenti che si apprestano<br />

a iniziare la prima superiore<br />

saranno bocciati”. Colpa dei<br />

ragazzi? “Non penso, dal momento<br />

che il tasso fisiologico di bocciature<br />

dovrebbe essere intorno<br />

al 3%, dunque simile a quello delle<br />

medie. E se i ragazzi fermati<br />

da un’insufficienza in condotta<br />

sono solo lo 0,36%, non possiamo<br />

neanche pensare che questi alunni<br />

siano particolarmente indisciplinati”,<br />

prosegue Farnetani.<br />

Evidentemente all’inizio di<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

polIstena - corteo dI protesta deglI studentI del lIceo «g. rechIchI» (lInguIstIco, delle scIenze<br />

umane, musIcale), dell’ItIs «m. m. mIlano», e dell’assocIazIone culturale antImaFIa «g. rechIchI»<br />

aPatia, isOlamentO O maratOne sui libri. attenziOne<br />

a sindrOme da Prima suPeriOre<br />

t r o p p o SpeSSo Si S o t to va L u ta n o g L i a S p e t t i p S i c oL o g i c i d e i r a g a z z i c h e Si a f fa cc<br />

i a n o p e r La p r i m a v o Lta in u n m o n d o d i S t u d i o n u o v o e S c o n o S c i u to. iL pa S S a gg<br />

i o daLLa S c u o L a m e d i a aLLe S u p e r i o r i d e v e eSSere c o S ta n t e m e n t e t e n u to S o t to<br />

c o n t r o L L o d a pa rt e d i g e n i to r i ed i n S e g n a n t i.<br />

Son o 170m iL a g L i a L u n n i i ta L i a n i, i m p e g n at i in q u e s ta d e l i c ata fa s e s co l a s t i c a, a<br />

r i S c h i o. l’e sper to a i g e n i t o r i: “te n e t e g L i o c c h i a per t i, pa r l a n d o co s ta n t e m e n t e<br />

co n i r a g a z z i, a s s i cu r a n d o l o r o il pro pr i o a p p o g g i o a n c h e se, n o n o s ta n t e l’i m p eg<br />

n o, i r i s u ltat i ta r d a n o a d a r r i va r e”<br />

Fonte - Adnkronos.com<br />

Apatia, disinteresse per<br />

l’ambiente e per i coetanei,<br />

isolamento e chiusura rispetto<br />

a familiari e amici, frequenti<br />

mal di testa e, per i maschi, ag-<br />

contro I taglI la scuola sI mobIlIta<br />

e polIstena è In prIma FIla<br />

Fonte - www.ilgiornaledellapianadigioiatauro.<strong>it</strong><br />

mafia «G. Rechichi», per poi proseguire<br />

in corteo per le vie principali<br />

di Polistena. Significativa<br />

la partecipazione dei Presidi dei<br />

due Ist<strong>it</strong>uti scolastici polistenesi,<br />

Franco Mileto e Giovanni Laruffa,<br />

oltre a <strong>numero</strong>si docenti e<br />

collaboratori scolastici. Il corteo<br />

ha fatto una sosta in piazza della<br />

Pace, dove è stato consegnato<br />

un documento sulle ragioni dello<br />

sciopero al sindaco di Polistena<br />

Michele Tripodi, che si è un<strong>it</strong>o<br />

al corteo. Nuova sosta in piazza<br />

Valarioti, davanti a un immobile<br />

sequestrato alla ’ndrangheta e<br />

consegnato all’Associazione «Libera»,<br />

per un incontro con don<br />

Pino Demasi, parroco del Duomo<br />

polistenese e Vicario episcopale,<br />

nonché referente di «Libera». «La<br />

manifestazione di oggi - ha detto<br />

agli studenti don Pino Demasi<br />

- deve avere un segu<strong>it</strong>o, perché<br />

ognuno si deve impegnare non<br />

solo per fare cultura e per vivere<br />

la cultura, ma si deve impegnare<br />

veramente per il cambiamento.<br />

Allora cerchiamo di dare continu<strong>it</strong>à<br />

alla vostra lotta ogni giorno<br />

con un impegno continuo».<br />

gressiv<strong>it</strong>à improvvisa, mentre le<br />

femmine spesso si sfiancano con<br />

maratone sui libri. “Sono i sintomi<br />

della ‘sindrome da prima<br />

superiore’, che quest’anno potrebbe<br />

colpire 170 mila ragazzi<br />

<strong>it</strong>aliani, impegnati in questa delicata<br />

fase scolastica”. Lo prevede<br />

Il corteo si è quindi concluso<br />

davanti all’aud<strong>it</strong>orium del Centro<br />

Polifunzionale, dove è stato allest<strong>it</strong>o<br />

un bel concerto animato da<br />

due gruppi musicali formati dagli<br />

stessi studenti. Il gruppo del Liceo<br />

Musicale di Cinquefrondi si è<br />

esib<strong>it</strong>o in una serie di canzoni etniche<br />

calabresi, cantate magnificamente<br />

da Immacolata Ciurleo,<br />

e platea e palcoscenico si sono<br />

riemp<strong>it</strong>i di giovani scatenati nel<br />

ballo della tarantella; poi tutti<br />

rockettari con la band dell’Itis,<br />

«Alchemy Mind», e la splendida<br />

voce di Sahara Barrira.<br />

questo ciclo di studio c’è uno<br />

scoglio più grande da superare,<br />

e “gli insegnanti troppo spesso<br />

sono poco capaci di aiutare tutti<br />

i loro ragazzi”, dice Farnetani,<br />

inv<strong>it</strong>ando i docenti a fare una riflessione<br />

su questi numeri. “Un<br />

approfondimento che dovrebbe<br />

tenere conto anche del fatto<br />

che il maggior <strong>numero</strong> di bocciature<br />

non si verifica al liceo classico<br />

o allo scientifico, scelti di<br />

sol<strong>it</strong>o dai ragazzi più studiosi”.<br />

E i gen<strong>it</strong>ori? “Possono aiutare i<br />

loro figli - assicura - prevenendo<br />

la sindrome: tenendo gli occhi<br />

aperti, parlando costantemente<br />

con i ragazzi, assicurando loro il<br />

proprio appoggio anche se, nonostante<br />

l’impegno, i risultati<br />

tardano ad arrivare. In questo<br />

caso i giovanissimi si sentiranno<br />

appoggiati e non finiranno<br />

per chiudersi. Inoltre all’inizio<br />

è bene essere particolarmente<br />

vicini agli studenti, aiutandoli<br />

specie nei primi mesi di scuola<br />

a fare i comp<strong>it</strong>i. Senza lim<strong>it</strong>are<br />

- aggiunge il pediatra - sport e<br />

usc<strong>it</strong>e con gli amici: la superiore<br />

non è una prigione ma una scuola<br />

dove si va per imparare, aprire<br />

la mente e divertirsi”.<br />

Fondamentale, comunque,<br />

“parlare con i figli”, spiegando<br />

loro che è normale essere preoccupati<br />

o avere delle difficoltà.<br />

“Occhio infine al mal di testa:<br />

può essere espressione di una<br />

tensione psichica, da non sottovalutare”,<br />

conclude.<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 27<br />

Dr. Giuseppe Cricrì<br />

-Odontoiatra e prot.dentale-<br />

Igea e Panacea erano dee,<br />

figlie di Asclepio, secondo<br />

gli antichi Greci gli uomini si rivolgevano<br />

ad Igea quando erano<br />

sani e tali volevano rimanere,<br />

volgevano invece preghiere a Panacea<br />

quando erano malati, ed<br />

ella avrebbe guar<strong>it</strong>o tutti i loro<br />

mali. La parola “ igiene “ trova<br />

quindi origine in “Igea” la dea<br />

della prevenzione, della profilassi.<br />

Il Dentista o Odontoiatra è il<br />

medico che oggi si occupa della<br />

diagnosi e della terapia delle<br />

malattie e delle anomalie congen<strong>it</strong>e<br />

e acquis<strong>it</strong>e dei denti, della<br />

bocca, delle mascelle e dei relativi<br />

tessuti, nonché della prevenzione<br />

e della riabil<strong>it</strong>azione<br />

odontoiatrica. Questi è un professionista<br />

san<strong>it</strong>ario,(laureato in<br />

Odontoiatria e Protesi Dentaria<br />

o in passato in Medicina e Chirurgia<br />

con specializzazione in<br />

Odontostomatologia), che può<br />

prescrivere tutti i medicamenti<br />

necessari all’esercizio della sua<br />

professione. Ai laureati in Medicina<br />

e Chirurgia, iscr<strong>it</strong>ti al proprio<br />

corso di studi sino all’Anno<br />

Accademico 1984/85, è stata<br />

concessa la facoltà di iscrizione<br />

all’Albo degli Odontoiatri, anche<br />

in assenza del diploma di specializzazione<br />

in Odontostomatologia,<br />

previo superamento di una<br />

prova att<strong>it</strong>udinale.; tale cursus<br />

studiorum oggi non è più possibile.<br />

L’Organizzazione Mondiale<br />

della San<strong>it</strong>à considera la carie<br />

una “malattia del comportamento”<br />

poiché la proliferazione<br />

batterica, causa di carie e gengiv<strong>it</strong>i<br />

fin dall’infanzia, è frutto di<br />

errate ab<strong>it</strong>udini di v<strong>it</strong>a e di una<br />

igiene orale non corretta. I batteri<br />

si annidano fra i denti, nelle<br />

rugos<strong>it</strong>à dello smalto e vicino<br />

alle gengive, moltiplicandosi si<br />

organizzano mescolandosi a residui<br />

alimentari e cellule morte,<br />

formando la placca batterica,<br />

principale responsabile della demineralizzazione<br />

dei denti. La<br />

carie è un processo distruttivo<br />

dovuto agli acidi formati dalla<br />

placca. Alla demineralizzazione<br />

segue una infiltrazione dei<br />

batteri che penetrano nei tessuti<br />

duri del dente raggiungendo<br />

la polpa, con la conseguente<br />

completa compromissione del<br />

elemento dentario nella sua interezza.<br />

La placca dentale può<br />

stabilizzarsi tra dente e gengive<br />

sotto forma di una pellicola tenace,<br />

Quando questa si minera-<br />

salute e benessere<br />

L’IMPORTANZA DELL’IgIENE ORALE<br />

lizza forma incrostazioni note<br />

come tartaro, per rimuovere le<br />

quali non è più sufficiente l’uso<br />

dello spazzolino, ma occorre far<br />

ricorso agli strumenti del dentista.<br />

Diventa quindi importante<br />

sapere come sono fatti i nostri<br />

denti e come mantenerli sani,<br />

occorre sapere che è importante<br />

spazzolarli dopo ogni pasto, che<br />

esistono alimenti più cariogeni,<br />

ricchi di zuccheri ed altri poco<br />

elaborati che sono relativamente<br />

innocui per i nostri denti. E’ per<br />

altro importante ricordare che<br />

occorrerebbe recarsi periodicamente<br />

per una vis<strong>it</strong>a di controllo<br />

fatta dall’odontoiatra il quale è<br />

in grado di bloccare sul nascere<br />

ogni eventuale danno alla bocca<br />

ed ai denti. Le “buone pratiche<br />

di igiene orale”, dunque, si imparano<br />

fin da piccoli. Sono le<br />

armi più efficaci per arginare le<br />

patologie del cavo orale – carie,<br />

gengiv<strong>it</strong>i e parodont<strong>it</strong>i - che affliggono<br />

la popolazione adulta.<br />

La cura della bocca deve iniziare<br />

come un gioco, già da quando si<br />

è bambini, con semplici manovre<br />

di pulizia. Il quadro sulla salute<br />

orale dei bambini <strong>it</strong>aliani non è<br />

dei più confortanti. I dati raccolti<br />

dagli esperti dicono che il 20%<br />

dei bambini di 4 anni presenta<br />

problemi di carie e la percentuale<br />

raddoppia addir<strong>it</strong>tura nei<br />

bambini di 12 anni. Ogni buon<br />

gen<strong>it</strong>ore dovrebbe poter seguire<br />

più da vicino i propri bambini<br />

e insegnare loro a occuparsi<br />

meglio e, perché no, in modo<br />

più divertente, dei loro dentini.<br />

c’è uno spazzolino adatto per<br />

ogni età.<br />

E’ importante saper scegliere<br />

lo spazzolino e il dentifricio<br />

adatti e, a partire dai 7 anni,<br />

usare un collutorio specifico per<br />

ragazzi. Lo spazzolino non deve<br />

essere eccessivamente rigido<br />

ma nemmeno troppo morbido e<br />

deve essere adatto alle esigenze<br />

del bambino durante le diverse<br />

fasi della cresc<strong>it</strong>a. Fino ai 2 anni<br />

è preferibile usare spazzolini con<br />

manico allungato per facil<strong>it</strong>are<br />

l’impugnatura da parte della<br />

mamma, quando deve aiutare il<br />

bambino a lavarsi correttamente<br />

i primi dentini. Dai 3 anni in<br />

avanti esistono spazzolini con<br />

testina piccola e setole della<br />

giusta consistenza, studiati per<br />

non graffiare le gengive delicate,<br />

completi di impugnatura ergonomica<br />

per guidare la mano<br />

del bambino a posizionare lo<br />

spazzolino al corretto angolo di<br />

45°. Anche negli anni successivi<br />

è bene scegliere uno spazzolino<br />

con testina piuttosto piccola,<br />

per raggiungere gli ultimi molari,<br />

quelli più difficili da pulire<br />

Anno 1 Nr. <strong>10</strong> Ottobre 20<strong>10</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

Prevenire è meglio che curare<br />

e quindi più soggetti alla carie.<br />

gli altri strumenti importanti<br />

Il fluoro contribuisce a rinforzare<br />

lo smalto dei denti ed è essenziale<br />

per un’adeguata prevenzione<br />

della carie. Per i primi anni,<br />

quando spesso i bimbi “ingoiano”<br />

il dentifricio, è però importante<br />

scegliere un prodotto che<br />

contenga bassi livelli di fluoro. In<br />

commercio ce ne sono di molti<br />

tipi studiati per i più piccoli, con<br />

un sapore alla frutta non eccessivamente<br />

forte e più grad<strong>it</strong>o.<br />

Oggi sono disponibili i dentifrici<br />

arricch<strong>it</strong>i anche di isomalto, sostanza<br />

che aumenta l’efficacia<br />

del fluoro, può così essere utilizzato<br />

per fascia di età. Il risultato<br />

di questa formulazione è una<br />

maggiore remineralizzazione e<br />

quindi una maggiore efficacia<br />

nella prevenzione della carie,<br />

pur mantenendo livelli di fluoro<br />

sicuri. Il fluoro può essere assunto<br />

da parte dei bambini anche in<br />

gocce o pastiglie. Un altro strumento<br />

importante per la salute<br />

orale e poco utilizzato è il collutorio.<br />

E’ presente sul mercato<br />

una versione specifica di collutorio<br />

per ragazzi, il quale consente<br />

un’avanzata prevenzione della<br />

carie ed una migliore remineralizzazione<br />

dello smalto dei denti.<br />

Il collutorio può essere utilizzato<br />

nella massima sicurezza,<br />

in quanto è privo di fluoro, nel<br />

caso venisse inger<strong>it</strong>o accidentalmente.<br />

La presenza del Calcio<br />

nel prodotto specifico, aiuta a<br />

creare un ambiente antiplacca<br />

nel cavo orale oltre ad aumentare<br />

di ben cinque volte l’effetto<br />

remineralizzante rispetto all’uso<br />

del solo dentifricio al Fluoro.<br />

impariamo tempi e manovre<br />

giuste<br />

Una veloce spazzolata non è<br />

sufficiente: al lavaggio dei denti<br />

andrebbero dedicati tre minuti<br />

con manovre accurate. Lo<br />

spazzolino dovrebbe essere ben<br />

strofinato sulla facciata interna<br />

e su quella esterna dei denti,<br />

partendo sempre dalla gengiva<br />

verso l’estrem<strong>it</strong>à del dente, in<br />

modo da favorire l’eliminazione<br />

della placca e il residuo del<br />

cibo. I molari, ricchi di interstizi<br />

e scanalature, andrebbero<br />

spazzolati con cura anche nella<br />

parte superiore. L’uso del filo<br />

interdentale dovrebbe completare<br />

la pulizia degli spazi interdentali,<br />

li dove spesso si forma<br />

le carie più subdola e pericolosa,<br />

quella che diventa evidente<br />

quando il danno alla corona<br />

è già abbastanza avanzato.<br />

I bambini dovrebbero lavarsi i<br />

denti tre volte al giorno, ma il<br />

<strong>numero</strong> di volte può essere ridotto<br />

a due soltanto se non si<br />

esagera con caramelle, gelati e<br />

bib<strong>it</strong>e zuccherate al di fuori dei<br />

pasti: uno al mattino dopo colazione<br />

ed uno la sera, prima di<br />

andare a nanna.


Anno 1 Nr. <strong>10</strong> Ottobre 20<strong>10</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

lIga U<br />

di Cristoforo Bovi<br />

C<br />

’è poco da fare, oggi per<br />

creare un disco che sial al<br />

top dei suoni e di sicuro successo<br />

commerciale, bisogna bussare<br />

alla porta di Corrado Rustici,<br />

oggi GURU per la maggior parte<br />

degli addetti ai lavori, ma quasi<br />

sconosciuto quando verso la<br />

metà degli anni settanta partì<br />

da Napoli con la ch<strong>it</strong>arra in spalla<br />

alla ricerca di fortuna passando<br />

prima dall’ Inghilterra per poi<br />

stabilirsi defin<strong>it</strong>ivamente negli<br />

STATES (dove risiede ed opera<br />

stabilmente oggi), grazie anche<br />

alle attenzioni a lui rivolte da<br />

Narada Michael Walden che lo<br />

volle al suo fianco nelle fortunatissime<br />

produzioni DANCE di<br />

quegli anni.<br />

Ne è la conferma, ennesima, il<br />

lavoro ultimo di Ligabue “ARRI-<br />

VEDERCI MOSTRO”, che arriva a<br />

venti anni esatti dal suo esordio<br />

discografico dell’ 11 Maggio 1990<br />

int<strong>it</strong>olato “LIGABUE”.<br />

Da una prima indagine svolta,<br />

i fans più incall<strong>it</strong>i e storici del<br />

LIGA, non hanno avuto un buon<br />

impatto con questo lavoro, probabilmente<br />

perché ab<strong>it</strong>uati a<br />

sonor<strong>it</strong>à molto più grezze e sincere;<br />

prova ne è che al concerto<br />

(incantevole sotto ogni aspetto…)<br />

svoltosi di recente a Messina,<br />

molti di loro dichiaravano<br />

candidamente che del nuovo album<br />

conoscevano ben poco, ma<br />

che da quel momento avrebbero<br />

cominciato ad apprezzarne gli<br />

eventuali pregi.<br />

Spesso accade, a chi ascolta<br />

tanta musica, che ai primi ascolti<br />

un album possa non piacere,<br />

va comunque ascoltato con cura<br />

ed attenzione prima di esprimere<br />

un giudizio.<br />

Ma torniamo al disco, altrimenti<br />

sono costretto a raccontarvi di<br />

quel tizio “carico di sè”, che un<br />

giorno minacciava di voler lanciare<br />

“BATTLE STUDIES” di John<br />

Mayer dalla finestra in quanto<br />

(…a suo dire) le prime tre tracce<br />

facevano schifo… ma si può???<br />

Ligabue, in questa occasione<br />

discografica, si concentra molto<br />

sul “cantato”, affidando il resto<br />

alle sapienti mani di Rustici, il<br />

quale si fa assistere dai suoi collaboratori<br />

di fiducia ( Urbano e<br />

Luisi da paura, anche dal vivo…)<br />

dando ai brani un piglio internazionale<br />

come nessuno mai era<br />

riusc<strong>it</strong>o prima.<br />

La meticolos<strong>it</strong>à e le scelte dei<br />

suoni delle ch<strong>it</strong>arre, tutte, sono<br />

impeccabili!!!!<br />

Le canzoni, scorrono via con<br />

notevole enfasi; viene spontaneo<br />

farsi cullare dall’alternarsi<br />

perfetto tra ballads e brani di<br />

piglio più rock.<br />

L’album è tutto bello e va ascol-<br />

28<br />

parlando dI musIca<br />

Le canzoni, scorrono via con<br />

notevole enfasi; viene spontaneo<br />

farsi cullare dall’alternarsi<br />

perfetto tra ballads e brani<br />

di piglio più rock.<br />

tato. Tra i brani che maggiormente<br />

mi hanno colp<strong>it</strong>o, segnalo “CI<br />

SEI SEMPRE STATA” (traccia 4),<br />

che scimmiotta un po’ “ l’amore<br />

conta” ma con più qual<strong>it</strong>à sia nel<br />

testo che nella musica: l’assolo<br />

conclusivo di ch<strong>it</strong>arra è un opera<br />

d’arte; “CARO IL MIO FRAN-<br />

CESCO (traccia 6), che riprende<br />

il tema già ampiamente svolto<br />

da Guccini nel brano “l’avvelenata”.<br />

Qui il Liga più che cantare,<br />

parla, accusando i colleghi<br />

definendoli furbacchioni e topi;<br />

Fender Rhodes ed incedere della<br />

batteria da brivido: testo molto,<br />

molto bello.<br />

Un brano molto cupo turba l’intera<br />

opera, si tratta di “QUANDO<br />

MI VIENI A PRENDERE” (traccia<br />

11), dove vengono rievocati i<br />

drammatici momenti vissuti in<br />

un asilo nido di DENDERMONDE il<br />

23.01.2009 quando un folle armato<br />

di coltello vi fece irruzione<br />

uccidendo 2 bambini, la maestra<br />

e ferendo tanti altri poveri<br />

innocenti; la particolar<strong>it</strong>à è che<br />

tutto ciò è visto dagli occhi di un<br />

bimbo… Confesso di passare “in<br />

automatico” al brano successivo<br />

che chiude il lavoro in modo<br />

molto gradevole e solare con il<br />

giusto groove di batteria e riffs<br />

di ch<strong>it</strong>arre a tutto spiano dal t<strong>it</strong>olo<br />

“IL MEGLIO DEVE ANCORA<br />

VENIRE”, che come augurio, non<br />

è poi tanto male!!!<br />

Certo che anche questo disco<br />

creerà “dipendenza” anche a<br />

voi, vi auguro un buon ascolto.<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 29<br />

n primo singolo di gran richiamo<br />

“Misery” , in programmazione<br />

nei circu<strong>it</strong>i radiofonici<br />

internazionali dal 28 giugno<br />

ed ecco che la terza opera in studio<br />

dei blasonati Maroon 5 prende<br />

corpo e si materializza in usc<strong>it</strong>a<br />

nei negozi di tutto il pianeta<br />

con il t<strong>it</strong>olo di “hands all over”,<br />

sullo sfondo di una cover a dir<br />

poco accattivante. Nella versione<br />

standard sono 11 i brani ined<strong>it</strong>i<br />

e 17 nella Deluxe Ed<strong>it</strong>ion tra<br />

le quali vi è una magnifica versione<br />

acustica proprio del singolo<br />

“Misery”, per la band di Adam<br />

Levine. I Maroon 5 si fregiano,<br />

ancora una volta, della sapiente<br />

e ponderata produzione di Robert<br />

John “Mutt” Lange, un guru<br />

di caratura quasi leggendaria nel<br />

mondo del rock (AC/DC, Def Leppard,<br />

The Cars). A tre anni di distanza<br />

dall’ultimo “It Won’t Be<br />

Soon Before Long” la band statun<strong>it</strong>ense<br />

sfoggia una versatile<br />

miscellanea degli stili più diversi<br />

per la composizione dei pezzi<br />

riun<strong>it</strong>i in questo ennesimo lavoro<br />

discografico. Rock, pop, funk e<br />

R&B giusto per restare nei canoni<br />

più ortodossi dei generi tradizio-<br />

di Daniele Gagliardo<br />

Napoli è da sempre considerata<br />

una fucina inesauribile<br />

di talenti artistici. Nei laboratori<br />

partenopei, crogiuoli di<br />

etnie diverse, si fondono molteplici<br />

sfaccettature musicali, che<br />

danno alla luce risultati decisamente<br />

avanguardistici. Avendo<br />

l’opportun<strong>it</strong>à di recensire un<br />

lavoro discografico, questa volta<br />

appartenente ad un artista<br />

del capoluogo campano, il primo<br />

t<strong>it</strong>olo che mi balza in mente<br />

è Nero a metà, etichetta EMI<br />

anno 1980 di Pino Daniele. E fino<br />

a questo momento niente da eccepire<br />

anche perché l’interesse<br />

del lettore, considerata la fama<br />

del musicista, è assicurato. Mi<br />

chiedo a questo punto che, se io<br />

avessi iniziato scrivendo di Mario<br />

Musella, molti di voi avrebbero<br />

certamente voltato sub<strong>it</strong>o pagina,<br />

quasi infastid<strong>it</strong>i, chiedendosi<br />

immediatamente chi fosse costui<br />

e trovando la mia notizia<br />

noiosa ed impopolare. Ma perché<br />

parlare necessariamente di<br />

entrambi? Pino dedicò il disco<br />

in questione a Mario, scompar-<br />

nali. Il mix non toglie assolutamente<br />

vigore e soprattutto original<strong>it</strong>à<br />

all’estro della formazione<br />

che, come abbiamo avuto modo<br />

di sottolineare, riesce ad emergere<br />

in modo netto e indiscutibile.<br />

Le attese per la pubblicazione<br />

di questo nuovo progetto sono<br />

a dir poco frenetiche e non sono<br />

in pochi a chiedersi se “hands all<br />

over” subisserà qual<strong>it</strong>ativamente<br />

e soprattutto commercialmente<br />

le due opere precedenti (18 milioni<br />

di copie vendute per “Songs<br />

About Jane” ed 11 per “It Won’t<br />

Be Soon Before Long”). Del primo<br />

singolo “Misery” abbiamo<br />

già detto e certamente lo avrete<br />

già ascoltato. Ottimo prodotto<br />

da lancio radiofonico come h<strong>it</strong><br />

apri pista per l’album usc<strong>it</strong>o da<br />

poco e registrato in Svizzera in<br />

5 mesi. La tracklist si compone<br />

di brani dalla vena rock trainante<br />

quali la t<strong>it</strong>letrack “hands all<br />

over” tagliente e sferzante incalzato<br />

dalla ch<strong>it</strong>arra del big Levine<br />

e l’incisiv<strong>it</strong>à della batteria di<br />

Matt Flynn; “Last chance” è una<br />

ballata morbida e vellutata, la<br />

voce di Levine avvolta nel corale<br />

della band si muove su atmosfere<br />

dense di incipiente elettric<strong>it</strong>à.<br />

Niente di accattivante nel<br />

duetto tra Lady Ant e Adam Levine<br />

nella melliflua “Out of goodbyes”,<br />

brano poco ispirato e forse<br />

troppo a stelle e strisce. Bellissima<br />

“how”, un brano pop intriso<br />

di venature rock di antica me-<br />

parlando dI musIca<br />

moria E.L.O.. Anche<br />

“Stutter” si rivela<br />

una vera perla incastonata<br />

nel tipico<br />

richiamo dei Maroon<br />

Five ai successi<br />

calibrati sui sixty.<br />

Un bell’ibrido si<br />

rivela “Give a l<strong>it</strong>tle<br />

more”, un affresco<br />

pop-rock di jacksoniana<br />

matrice che<br />

rimarca con adeguati<br />

innesti vocali<br />

e con arrangiamenti<br />

straordinari, ove<br />

ce ne fosse bisogno,<br />

l’original<strong>it</strong>à che ha<br />

reso famosa questa<br />

formazione. Ipnotica<br />

e coinvolgente la<br />

r<strong>it</strong>mica orientaleggiante<br />

“Don’t Know<br />

Much About That”.<br />

Il tour mondiale ha preso il via a<br />

fine luglio; il repertorio è vasto<br />

e la eco ed il successo sono assicurati<br />

al gruppo che part<strong>it</strong>o negli<br />

anni ’90 con il nome di Kara’s<br />

Flowers firmano con la Reprise e<br />

pubblicano il loro album d’esordio<br />

The Fourth World. Divengono<br />

Maroon 5 nel 2002 e dopo oltre<br />

8 anni di grande ribalta li r<strong>it</strong>roviamo<br />

con questo ultimo “hands<br />

all over” a rinverdire sonor<strong>it</strong>à<br />

esclusive e, buon per noi, fresche<br />

di penna e strumenti per la gioia<br />

del nostro ascolto.<br />

Ad Maiora.<br />

nero a<br />

metà<br />

so prematuramente poco tempo<br />

prima dell’usc<strong>it</strong>a dell’album,<br />

all’età di 34 anni. Lui, meticcio<br />

d.o.c., madre napoletana e padre<br />

americano di colore (nero a<br />

metà, appunto), era forse una<br />

delle voci più graffianti e blues<br />

che l’Italia abbia mai avuto, talento<br />

da vendere e trascinatore<br />

di una band, gli Showmen, che<br />

andava per la maggiore alla fine<br />

degli anni ’60 (suggerisco, a tal<br />

propos<strong>it</strong>o, la visione di filmati<br />

d’epoca che, spero, diano ragione<br />

al mio pensiero). Nero a metà<br />

rappresenta quindi un giusto tributo<br />

a questo artista, accantonato<br />

forse troppo presto dopo la<br />

sua dipart<strong>it</strong>a. Prodotto da Willy<br />

David il vinile vede la partecipazione<br />

di un mix di grandi musicisti:<br />

tanto di cappello ad Ernesto<br />

V<strong>it</strong>olo - tastiere, Gigi De Rienzo<br />

-basso, Agostino Marangolo - batteria,<br />

James Senese - sax tenore,<br />

Rosario Jermano - percussioni,<br />

Tony Cercola - percussioni,<br />

Karl Potter - congas, Aldo Mercurio<br />

- basso, Mauro Spina - batteria,<br />

Bruno De Filippi - armonica<br />

a bocca ed Enzo Av<strong>it</strong>abile - coro.<br />

Pino si presenta sub<strong>it</strong>o passionale<br />

nel suo inconfondibile blues<br />

misto al pop che lo contraddistingue<br />

da anni e che lo ha reso,<br />

nel suo genere, unico. Le sue radici<br />

esplodono nei testi dove la<br />

rabbia mescolata tra terra, calore,<br />

sangue, e speranza trasmettono<br />

all’ascoltatore lo sviscerato<br />

legame che prova verso la sua<br />

Napoli. Afferra la sua inseparabile<br />

ch<strong>it</strong>arra ed inizia con energia<br />

il suo show con I say i’ sto ccà, il<br />

cui t<strong>it</strong>olo si aggancia allo slang,<br />

usato dai ragazzi di generazioni<br />

passate, con il quale si assicurava<br />

che gli avvenimenti della<br />

propria v<strong>it</strong>a procedevano in tutta<br />

tranquill<strong>it</strong>à. In Musica musica<br />

il tema sulle problematiche legate<br />

alla pol<strong>it</strong>ica è sempre attuale,<br />

principalmente con le difficoltà<br />

del singolo ad ottenere i propri<br />

dir<strong>it</strong>ti ed, in questo caso, la musica<br />

si rivela un mezzo di denuncia.<br />

Il brano nasconde tutt’oggi<br />

a chi si riferisce quando l’allusione<br />

cade su qualcuno che vorrebbe<br />

ottenere una sedia elettorale.<br />

Quanno chiove rappresenta<br />

il vero capolavoro dell’album.<br />

La malinconia, sin dalle prime<br />

note, avvolge il brano che conduce<br />

l’ascoltatore a percorrere<br />

le strade della c<strong>it</strong>tà e ad osservare,<br />

nella v<strong>it</strong>a quotidiana di una<br />

prost<strong>it</strong>uta, tutta la costernazione<br />

che porta una donna a vendere<br />

il proprio corpo. Lei apparentemente<br />

tranquilla, scende<br />

di corsa le scale ma, giunta sul<br />

marciapiede, il suo sorriso si tramuta<br />

in tristezza. Provvidenziale<br />

giunge la pioggia che purifica<br />

gli errori e con essa rinasce la<br />

speranza di un futuro migliore.<br />

Con Puozze passà nu guaio Pino<br />

si augura, in senso ironico, che<br />

gli possa accadere una disgrazia<br />

se smettesse di contestare i<br />

soprusi che accadono davanti ai<br />

suoi occhi. In Voglio di più si scava<br />

a mani nude tra le rovine di<br />

una c<strong>it</strong>tà, rasa al suolo dalle ingiustizie<br />

sociali. In questo sce-<br />

Anno 1 Nr. <strong>10</strong> Ottobre 20<strong>10</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

“how” pop * * * *<br />

“Never Gonna Leave” pop * * *<br />

“Wasted Years” n.c.<br />

“Last Chance” rock * * * *<br />

“Don’t Know Much About That” pop * * *<br />

“Out of Goodbyes” pop * *<br />

“I Can’t Lie” r&b *<br />

“Give a L<strong>it</strong>tle More” pop-funk * * *<br />

“Misery” pop-rock * * * *<br />

“Stutter” pop * * * *<br />

“hands All Over” rock * * *<br />

nario apocal<strong>it</strong>tico si reagisce attingendo<br />

dalla fonte dell’amore<br />

e trovando in essa la forza per<br />

combattere la rassegnazione e<br />

l’impotenza. Dal testo centellinato<br />

di Appocundria evapora<br />

una dolce malinconia che si trasforma,<br />

lentamente, in una felice<br />

sofferenza. A me me piace<br />

‘o blues: e su questo non avevo<br />

dubbi. Il blues è un sound dalle<br />

sfumature che certamente non<br />

nascondono la realtà che a volte<br />

si presenta scomoda e cruenta.<br />

Le parole di E so cuntento<br />

‘e stà, sfiorano delicatamente<br />

il volto vellutato delle donne.<br />

Sublime canzone passionale,<br />

adatta per rafforzare una storia<br />

d’amore. L’effetto è assicurato.<br />

Nun me scoccià denuncia la<br />

fals<strong>it</strong>à che, a volte, ci spinge ad<br />

indossare maschere per nascondere<br />

la nostra squallida ipocrisia<br />

Alleria: atmosfere soft plasmate<br />

da note che, sfumando, asciugano<br />

lacrime amare di chi, deluso<br />

della propria v<strong>it</strong>a, affonda nella<br />

tristezza. A testa in giù: l’insoddisfazione<br />

per i risultati ottenuti,<br />

pur avendo dato tanto, porta<br />

un uomo alla piena consapevolezza<br />

che ha vissuto alla ricerca<br />

della felic<strong>it</strong>à, non ottenendo<br />

però ciò che si era prefissato,<br />

Sotto ‘o sole ti abbaglia letteralmente<br />

con la sua meravigliosa<br />

melodia, travolgendoti con un<br />

r<strong>it</strong>mo sudamericano; giusta conclusione<br />

che irradia all’ascoltatore<br />

una carica di pos<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à. Un<br />

capolavoro musicale che non conosce<br />

età, indispensabile per chi<br />

apprezza la buona musica <strong>it</strong>aliana<br />

anche perché, e di questo ne<br />

sono fermamente convinto, attraverso<br />

i solchi di questo disco<br />

il cuore di Mario Musella torna a<br />

pulsare all’ombra del Vesuvio.


Anno 1 Nr. <strong>10</strong> Ottobre 20<strong>10</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

di Rocco Cadile<br />

Nicola Minasi, 62 anni, oggi autorevole<br />

avvocato, è il rappresentante<br />

ideale del tifoso che<br />

è difficile trovare nei campi da<br />

calcio; mai violento, mai fazioso,<br />

una persona che allo stadio porta<br />

solo sentimenti pos<strong>it</strong>ivi. Il suo<br />

cuore batte per la Palmese sin<br />

dall’età di cinque anni, dai tempi<br />

epici in cui a vestire la maglia<br />

nero verde erano leggende<br />

come Marino, Savoia, A. Managò,<br />

Amoroso, Ferroni, Apa, Perfetti,<br />

Scoglio, Croce, Palestrini,<br />

Magnav<strong>it</strong>a, De Leo, e tanti altri<br />

che hanno scr<strong>it</strong>to la storia calcistica<br />

palmese. Quello di Nicola,<br />

per la Palmese, è un amore nato<br />

da quando suo padre, lo stimatissimo<br />

avvocato Mario, lo portò<br />

per la prima volta al campo Lo<br />

Presti. Ricorda di quel giorno, i<br />

rumori, i colori, la passione dei<br />

tifosi, cose difficilmente obliabili<br />

per un ragazzino. A tal propos<strong>it</strong>o<br />

30<br />

Intorno allo sport<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

Nicola Minasi: tifoso romantico<br />

racconta un singolare episodio:<br />

“Quando entrammo in campo mi<br />

meravigliai che tanta gente gridava<br />

e saltava di gioia; chiesi a<br />

mio padre il perché di tanta allegria,<br />

lui mi rispose che aveva segnato<br />

la Palmese e che se vedevo<br />

entrare un’altra volta la palla<br />

nella porta avrei dovuto esultare.<br />

Dopo un po’ vidi la palla gonfiare<br />

la rete alle spalle del portiere,<br />

le esternazioni di felic<strong>it</strong>à<br />

erano incontenibili, ma mi accorsi<br />

che ero il solo a gridare. Purtroppo<br />

aveva segnato la squadra<br />

avversaria. Mio padre mi fulminò<br />

con lo sguardo per arrestare<br />

la mia esuberanza, ma poi<br />

con un sorriso si addossò la colpa<br />

per non avermi dato le giuste indicazioni”.<br />

Erano i tempi in cui<br />

i calciatori sputavano sangue e<br />

onoravano la maglia di un calcio<br />

popolare, dove esistevano ancora<br />

i giocatori considerati bandiera;<br />

i tifosi una famiglia allargata<br />

dove anche le donne avevano il<br />

loro spazio per sostenere, sen-<br />

za pericoli, la squadra del cuore.<br />

Era forte il senso di appartenenza<br />

alla squadra tanto che, si<br />

avvertiva l’assenza di quei tifosi<br />

sol<strong>it</strong>amente presenti. Chi non ricorda<br />

l’Avv. Arcangelo Badolati,<br />

sempre in tribuna; il noto chirurgo<br />

Prof. Giuseppe Lucente; la signora<br />

Fortunata Savoia, mamma<br />

del calciatore Mimmetto Sarlo; il<br />

Padre spir<strong>it</strong>uale della squadra,<br />

Don Rocco Iaria; Peppino Lazzoppina<br />

che con la sua tromba<br />

intonava la carica. Anche se ormai<br />

il calcio ha perso la dign<strong>it</strong>à<br />

sportiva e la gestione della squadra<br />

è diventata ormai senz’ anima,<br />

tanto da indurre il tifoso a<br />

non proiettare più quegli antichi<br />

ideali sulla gloriosa Palmese, Nicola<br />

continua a seguire la squadra<br />

con l’entusiasmo di sempre.<br />

E’ stato fedele anche quando la<br />

compagine nero verde è sprofondata<br />

nel baratro della Prima<br />

Categoria. L’ha segu<strong>it</strong>a senza<br />

mancare una part<strong>it</strong>a, sia in casa<br />

che fuori, affrontando le insidie<br />

di alcuni campi che erano vere<br />

e proprie trincee. La Palmese<br />

quell’anno aveva bisogno, per<br />

riacquistare la sua onorabil<strong>it</strong>à<br />

sportiva, del sostegno dei tifosi,<br />

e lui non si è sottratto. Il suo è<br />

un legame viscerale, un atto di<br />

fede assolutamente immutabile<br />

e superiore all’amore che si può<br />

provare per una donna, visto che<br />

l’amore può cessare ma il tifo<br />

calcistico no. E’ un’ uomo di<br />

estrazione cattolica, dall’atteggiamento<br />

educato e bonario che<br />

riscuote stima e amicizia. Tanta<br />

è la considerazione nei suoi confronti<br />

che quando, per la prima<br />

volta, si presentò alle elezioni<br />

comunali risultò il primo degli<br />

eletti. Con il suo comportamento<br />

incoraggia i rapporti umani divenendo,<br />

così, un esempio per le<br />

nuove generazioni, nella formazione<br />

di una mental<strong>it</strong>à sportiva<br />

pos<strong>it</strong>iva, educandoli al rispetto e<br />

alla tolleranza, valori oggi difficilmente<br />

riscontrabili nei campi<br />

da calcio.<br />

Auguri a nonna Maria Rosaria per i suoi cento anni<br />

Si dice che la storia la fanno gli uomini. Se poi si tratta di gente<br />

semplice che ha fatto degli affetti e del lavoro la propria ragione di<br />

v<strong>it</strong>a è cosa ancora più lodevole. E’ il caso della Signora Diovisalvi Maria<br />

Rosaria, classe 19<strong>10</strong>, madre di Antonio Parrello, autorevole giornalista<br />

sportivo della Gazzetta del Sud che insieme ad altri sei figli, ai<br />

nipoti e tanti parenti, ha festeggiato l’importante traguardo dei cento<br />

anni. Nell’occasione è stata celebrata anche una messa solenne in<br />

suo onore officiata da Padre Lino, Parroco della chiesa del Rosario.<br />

La nonna, rimasta vedova 29 anni fa, di Rocco Parrello, ha aiutato il<br />

mar<strong>it</strong>o nella gestione di un negozio. Un’attiv<strong>it</strong>à che ha permesso<br />

di non far mancare nulla ai figli, anche in momenti difficili di grande<br />

miseria e fame. Donna molto cattolica, ha saputo opporsi a tutte<br />

le avvers<strong>it</strong>à della v<strong>it</strong>a con straordinario spir<strong>it</strong>o di sopportazione.<br />

In paese è conosciuta e benvoluta dalla gente per il suo altruismo<br />

ad aiutare le persone in difficoltà. I figli sono orgogliosi di lei che ha<br />

insegnato loro ad amare Dio, ad essere onesti e generosi, a capire i<br />

bisognosi, ad essere sempre umili e disponibili. Nonna Maria Rosaria<br />

che rappresenta un raccordo tra presente e passato, riceve dall’intera<br />

Palmi, attraverso le nostre colonne, gli auguri più affettuosi.<br />

R.C.<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 31<br />

Cari amici e lettori di Madre<br />

Terra, dopo la pausa estiva,<br />

r<strong>it</strong>orno a Voi per testimoniare,<br />

oserei dire, quasi un miracolo<br />

per una piccola comun<strong>it</strong>à come<br />

la Nostra.<br />

“ Ormai, Marzo è quasi l’epilogo<br />

di un inverno piovoso, da accantonare,<br />

e le giornate di sole<br />

che saranno da adesso sempre<br />

più frequenti, inv<strong>it</strong>ano a uscire.<br />

Bene. Perché non approf<strong>it</strong>tare<br />

degli splendidi paesaggi che questa<br />

Terra ci offre e riscoprire la<br />

“corsa” per prendersi cura di se<br />

stessi, per dedicarsi del tempo,<br />

e scoprire il piacere di volersi<br />

bene. “, scrivevo nel mio primo<br />

articolo e concludevo alla fine<br />

dello stesso, dopo alcuni consigli<br />

pratici, con “…..una piccola polemica<br />

e provocazione: “Palmi non<br />

ha A.S. iscr<strong>it</strong>te alla FIDAL”<br />

Ricordate ? Bene! La provocazione<br />

è stata raccolta da un “manipolo”<br />

di “adulti volenterosi”,<br />

“passionali e appassionati” che<br />

hanno, hanno avuto e continueranno<br />

ad avere nel loro DNA il<br />

gene della Corsa su strada!<br />

Grazie a questi giovani che<br />

hanno dato alla luce, dopo circa<br />

un mese dal mio articolo, la Associazione<br />

Sportiva Dilettantistica<br />

Running Palmi, iscr<strong>it</strong>ta FIDAL!<br />

Ma il grazie è dovuto non perché<br />

si fregiano di: “Io sono il Presidente,<br />

o il Vice-presidente, o il<br />

Tecnico, o quanto altro della Società”<br />

ma perché sono Soci e Atleti<br />

allo stesso tempo, non sulla<br />

carta, come spesso succede, ma<br />

nella realtà.<br />

Allora, Franco Solano è Vicepresidente,<br />

tecnico elettronico,<br />

ma si allena regolarmente 3-4<br />

volte a settimana, nonostante un<br />

piccolo infortunio che si porta da<br />

tempo; lo stesso fa Nino Caravelli,<br />

segretario, impiegato in Tribunale,<br />

e “folle” che, nelle già calde<br />

giornate di Agosto, all’alba,<br />

dall’Ulivarella di Palmi, coinvolge<br />

tutti in allenamenti, con intermedio<br />

all’Auchan di Rizziconi<br />

e r<strong>it</strong>orno, in previsione dei futuri<br />

impegni sportivi. Todaro, Roberto<br />

Gullo, Nino Fameli, Rocco<br />

Isola, Nino Melara, Nino Saffioti,<br />

Mimmo Solano, Marcello Surace,<br />

Peppe Tegano, Santo Alongi, Sandro<br />

Fazzalari, mi auguro di non<br />

dimenticare nessuno e mi scuso<br />

anticipatamente, fino all’ultimo<br />

“acquisto” Giuseppe Alvaro di<br />

professione “Runner”, sarei tentato<br />

di dire e avvocato per “diletto”<br />

considerato i tempi dell’ultima<br />

gara, sua prima gara: 1:44:20<br />

all’arrivo con 49:42 di intermedio<br />

nella categoria MM35 (rilevazione<br />

Timing Data Service Srl).<br />

Ai non addetti ai lavori la cosa<br />

non susc<strong>it</strong>erà nessuna emozione,<br />

ma se si considera che la<br />

“Running Palmi”, senza nessun<br />

Sponsor, dopo meno di tre mesi<br />

dalla sua cost<strong>it</strong>uzione ha par-<br />

Intorno allo sport<br />

Anno 1 Nr. <strong>10</strong> Ottobre 20<strong>10</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

21 Km??? IL BATTESIMO DI AGROPOLI<br />

Dr. Palmerino Eugenio RIGITANO<br />

Medico di Famiglia<br />

Specialista in Medicina<br />

dello Sport<br />

Palmi (RC)<br />

e-mail: rig<strong>it</strong>ano@i2000net.<strong>it</strong><br />

tecipato già a: CorriLocri, gara<br />

sui <strong>10</strong>km, CorriBianco, gara sui<br />

<strong>10</strong>km, CorriVibo, gara sui <strong>10</strong>km<br />

e, dulcis in fundo, il <strong>10</strong>/<strong>10</strong>/20<strong>10</strong> –<br />

all’11°Agropoli half Marathon, valida<br />

anche per il Campionato Italiano<br />

Master, r<strong>it</strong>engo che sia spinta<br />

non solo da un DNA “corsaiolo”,<br />

ma i componenti hanno qualcosa<br />

in più: hanno la “passione”.<br />

Quanti di Voi si sono chiesti il<br />

vero e più intimo significato dei<br />

questo termine.<br />

Se ricondotto al latino “patior”,<br />

patire, soffrire, il termine assumerebbe<br />

carattere passivo, ovvero<br />

sopportare o patire un qualunque<br />

evento o causa. Il carattere<br />

attivo che assume oggi si riferisce<br />

ad un’emozione che è più forte di<br />

noi, che in un certo senso si subisce,<br />

come nell’espressione “avere<br />

una passione per qualcosa”. La<br />

passione amorosa, ad esempio, è<br />

il paradosso che vede la ragione<br />

scontrarsi con il desiderio di avere<br />

l’altro. Il bisogno della presenza<br />

è così forte da trasformarsi in<br />

assenza, questo proprio perché la<br />

sensazione che soggiace al sentimento<br />

passionale è il pensare<br />

di non conoscere mai abbastanza<br />

l’oggetto dei propri desideri.<br />

L’oggetto/soggetto passione è indecifrabile<br />

e mai conoscibile fino<br />

in fondo. Se si tratta di una persona<br />

spesso si pensa: “ i suoi occhi<br />

mi dicono tutto ma non arrivo<br />

mai alla soluzione”, “lo sento”.<br />

Un enigma, un mistero che mai<br />

finirà. La passione è una “stregoneria”<br />

da cui non si può fuggire.<br />

La passione è qualcosa che si subisce<br />

ma per quanto razionalizzata<br />

è impossibile sfuggirvi.<br />

R<strong>it</strong>orniamo a noi dopo questa<br />

breve digressione.<br />

Questa stregoneria è quello<br />

che anima Running Palmi.<br />

La “stregoneria” che porta a<br />

partire da Palmi, percorrere in<br />

macchina circa <strong>10</strong>00 km fra andata<br />

e r<strong>it</strong>orno, arrivare a Agropoli,<br />

in provincia di Salerno, e<br />

partecipare all’11°Agropoli half<br />

Marathon, valida anche per il<br />

Campionato Italiano Master.<br />

Questo lo Scenario:<br />

Giornata stupenda, assolata,<br />

con una leggera brezza che mantiene<br />

la temperatura ottimale<br />

per distanze di questo tipo. 2600<br />

partecipanti, divisi per categoria<br />

di appartenenza, per 2<strong>10</strong>97 metri<br />

di percorrenza, che partono<br />

sulle note dell’Inno di Mameli intonato<br />

dalla Banda dei Bersaglieri.<br />

Si parte…<br />

Attraversato il bel lungomare<br />

della c<strong>it</strong>tà cilentana, si continua<br />

sulla provinciale che porta a<br />

Paestum, antica c<strong>it</strong>tà della Magna<br />

Graecia, sacra a Poseidone,<br />

e, dopo l’intermedio dei <strong>10</strong>500,<br />

si r<strong>it</strong>orna fra due ali di pubblico<br />

entusiasta che applaude e inc<strong>it</strong>a<br />

tutti. 12° chilometro, poi 15°,18°,<br />

il 20° e siamo quasi alla fine.<br />

Mancano quei <strong>10</strong>97 metri, che<br />

sembrano infin<strong>it</strong>i, che portano i<br />

più esperti a rallentare la cadenza<br />

e aumentare l’allungo nell’ultimo<br />

estremo sforzo finale!<br />

Il bip del cronometro elettronico<br />

della Timing Data Service,<br />

appena udibile per il vociare de-<br />

“Che la strada possa alzarsi per venirvi incontro.<br />

Che il vento possa soffiare caldo alle Vostre spalle<br />

Che il sole possa risplendere sui Vostri visi<br />

E la pioggia cadere morbida sui Vostri campi.<br />

E fino a quando non ci incontriamo di nuovo,<br />

possa Dio sostenervi nel palmo della Sua Mano.”<br />

gli astanti, viene anticipato dallo<br />

speaker ufficiale, Marco Cascone,<br />

(giornalista e atleta che per Podistidoc<br />

Tv, la sera prima ha intervistato<br />

proprio noi, la Running<br />

Palmi, fra tante Società “blasonate”,<br />

forse per l’entusiasmo che<br />

trasmettevamo!), che annuncia il<br />

nome dell’atleta prima di passare<br />

lo striscione.<br />

Ecco l’emozione che appaga in<br />

parte la passione: attraversare<br />

quella riga, “chiudere la gara”,<br />

dire a se stesso “ce l’ho fatta”.<br />

Una sfida vinta col proprio Io,<br />

che stanca violentemente il corpo<br />

e tempra lo spir<strong>it</strong>o, che impone<br />

delle regole, e Dio solo sa se<br />

oggi abbiamo bisogno di questo,<br />

oggi che la follia omicida e il vile<br />

stupro monopolizza le notizie del<br />

giorno!<br />

Allora, chiudere gli occhi e rivivere<br />

per un attimo quelle giornate,<br />

riguardare le foto con Pietro<br />

Mennea, pluri-iridato degli anni<br />

‘70, pugliese di nasc<strong>it</strong>a, campione<br />

e avvocato (guarda caso Avv.<br />

Giuseppe !!!), custodire, gelosamente<br />

la medaglia di partecipazione,<br />

ripaga delle ore e ore di<br />

sudore e stanchezza accumulato<br />

negli allenamenti, anche nel sottoscr<strong>it</strong>to,<br />

MM55, che “chiude” in<br />

2:18:38 “record” per chi in meno<br />

di due anni passa dalle “pantofole”<br />

alla “strada” e non può che<br />

dire grazie a tutti gli amici della<br />

Società.<br />

Sono più che convinto che continueremo<br />

così: è vero o no, che<br />

appena fin<strong>it</strong>o pensavamo tutti<br />

“già” a Reggio Calabria per il 28<br />

Novembre 20<strong>10</strong>.<br />

Chi ha vinto?<br />

Primo in assoluto Billi hillary<br />

Kiprono, Kenia (come sempre!),<br />

in 1:03:52<br />

Dimenticavo: “Che la strada….<br />

non è una preghiera è solo<br />

una “emozione” testimoniata di<br />

pugno sulle prime pagine di un libro,<br />

da una cara amica dopo un<br />

viaggio in Tunisia nell’Aprile di<br />

dieci anni fa.<br />

Un sincero “In bocca al lupo”

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