madreterra numero 12 - dicembre 2010 - Madreterranews.it
madreterra numero 12 - dicembre 2010 - Madreterranews.it
madreterra numero 12 - dicembre 2010 - Madreterranews.it
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />
FREE PRESS - FREE PRESS - FREE PRESS<br />
DOPO UN aNNO…<br />
«Ancora un nuovo giornale?»<br />
Questa, se avessimo dato alle<br />
stampe Madreterra oltre un secolo<br />
addietro, sarebbe stata la domanda<br />
che frequentemente ci saremmo<br />
sent<strong>it</strong>i rivolgere dai nostri<br />
conc<strong>it</strong>tadini. Prima -s’intende- che<br />
quella consuetudine pubblicistica<br />
di argomento in prevalenza pol<strong>it</strong>ico-letterario,<br />
fior<strong>it</strong>a nell’Ottocento<br />
e variamente continuata in epoca<br />
successiva, si esaurisse -salvo<br />
eccezioni– al pari del fervore intellettuale<br />
che l’aveva animata.<br />
A distanza di un anno è tempo,<br />
anche per noi, di un rapido<br />
bilancio.<br />
In questi mesi, senza pretesa di<br />
riproporre l’esperienza del passato,<br />
abbiamo provato ad accoglierne<br />
le istanze ancor attuali di cresc<strong>it</strong>a<br />
sociale e culturale che, da Palmi e<br />
dai suoi dintorni, proiettate su di<br />
un più vasto orizzonte, creassero<br />
le premesse di un nuovo, vivace<br />
laboratorio delle idee.<br />
Un periodico “aperto”, sostenuto<br />
da un gruppo di giovani disposti<br />
a favorire, senza preclusioni, il<br />
contributo di coloro che volessero<br />
concorrere al libero raffronto delle<br />
opinioni; affrancato da condizionamenti<br />
pol<strong>it</strong>ici e, tuttavia, attento<br />
alla gestione della cosa pubblica<br />
attraverso l’approfondimento cr<strong>it</strong>ico,<br />
il contradd<strong>it</strong>torio con gli amministratori<br />
locali, il pungolo sagace<br />
della satira; una sorta, insomma,<br />
di Agorà della società civile, in cui<br />
le voci del professionista, del giovane<br />
ricercatore, dell’appassionato<br />
o del cultore di storia locale hanno<br />
alimentato un ideale dialogo del<br />
quale, voi lettori, volevamo foste<br />
interlocutori privilegiati.<br />
Madreterra, quindi, non semplice<br />
sintesi d’appartenenza ad una<br />
“piccola Patria”, con la sua storia<br />
da riscoprire, le tradizioni da preservare,<br />
l’ambiente da valorizzare,<br />
ma essenzialmente quale denominatore<br />
comune - al di là dei consueti<br />
particolarismi - per le migliori<br />
energie del terr<strong>it</strong>orio.<br />
Saremo riusc<strong>it</strong>i nell’intento? L’ultima<br />
parola, come sempre, spetta<br />
a voi, cari amici, che ci avete<br />
sin qui segu<strong>it</strong>o con un’attenzione,<br />
francamente, superiore ad ogni più<br />
rosea aspettativa.<br />
Ci rivediamo, dunque, al prossimo<br />
anno, perché, come scrivemmo<br />
nel nostro primo ed<strong>it</strong>oriale prendendo<br />
a prest<strong>it</strong>o le parole di Leonida<br />
Repaci: “E’ importante non solo<br />
che ci siano idee, ma che le idee si<br />
rinnovino. E questo può avvenire<br />
solo dal contatto, dal confronto,<br />
dal dibatt<strong>it</strong>o”.<br />
La Redazione<br />
ALL’INTERNO TROVI IL<br />
“PALM-OCA”, IL DIVERTEN-<br />
TE GIOCO DELL’OCA CON I<br />
PERSONAGGI ED I LUOGHI<br />
DI PALMI!!!<br />
Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />
MadreTerra<br />
PERIODICO DI CULTURA ED INFORMAZIONE<br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />
Palmi &Dintorni FREE PRESS - FREE PRESS<br />
OmaggiO<br />
FREE PRESS - F
Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
AttuAl<strong>it</strong>A’ Palmi<br />
... e venne ad ab<strong>it</strong>are in mezzo a noi ... (Gv 1,14)<br />
2<br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />
di Don Emanuele Leuzzi<br />
Il messaggio fondamentale del Natale è quello che ci ricorda che il Verbo di Dio venne ad ab<strong>it</strong>are in mezzo a noi: il Figlio<br />
di Dio è entrato nel tempo ed è sceso nel mondo, facendosi uomo tra gli uomini. “ E venne così ad ab<strong>it</strong>are ”, a mettere<br />
la sua tenda, “in mezzo a noi”. Con Gesù, Dio sta in mezzo agli uomini, riprende il ruolo che era stato suo fin dall’inizio,<br />
quando era stato messo in una tenda e accompagnava il suo popolo. Gesù è venuto come luce per illuminare le tenebre di<br />
noi uomini per essere per tutti una sorgente di speranza. Sul dolore e sulle preoccupazioni di noi suoi figli splende quella<br />
Luce, Gesù, capace di strappare tutto ciò che ci conduce alla morte spir<strong>it</strong>uale. Questo significa che con Gesù, Dio non è più<br />
da cercare, ma da accogliere, per essere rialzati ed essere di nuovo capaci di pace e seren<strong>it</strong>à; Gesù<br />
è luce per i nostri giorni bui, in Lui e con Lui non esisterà più angoscia e nessun tormento potrà più<br />
distruggerci. Il Natale allora ci fa rivivere la realtà di Dio che si fa uomo e rimane al nostro fianco in<br />
ogni s<strong>it</strong>uazione, ma soprattutto in quelle circostanze umanamente senza senso e senza speranza.<br />
Scrive San Paolo nella Lettera ai Filippesi al cap 2: “Cristo Gesù pur essendo di natura divina, non<br />
considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso, assumendo la condizione<br />
di servo, e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana umiliò se stesso...”; Dio<br />
quindi si incarna, entra nella storia dell’uomo, la condivide, la illumina e la risana. Il Natale non<br />
è soltanto la grotta col Bambino, ma ha già in sé il dramma della passione e morte del Figlio<br />
di Dio, che è venuto nel mondo per salvarci a prezzo della sua stessa v<strong>it</strong>a, con quella obbedienza<br />
che lo ha condotto alla morte di croce. La vera celebrazione del Natale non<br />
si esaurisce, dunque, in un solo giorno di festa, ma deve essere impegno che<br />
dà forma a tutta l’esistenza dell’uomo, un’esistenza fatta di conoscenza<br />
sempre più profonda del Mistero grande di Dio, che si rivela in Cristo.<br />
Il Vangelo di Giovanni dice che Dio, a quanti hanno accolto il progetto<br />
di v<strong>it</strong>a che si realizza in Gesù, “ha dato il potere di diventare<br />
suoi figli”. Ecco il progetto di Dio sull’uman<strong>it</strong>à: l’uomo che<br />
abbia la condizione divina e diventi egli stesso come Dio.<br />
Questo progetto si realizza in opere d’amore verso quel<br />
prossimo che Dio mette sul nostro cammino e col quale<br />
Gesù si è identificato quando ha detto: “Avevo fame<br />
e mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete<br />
dato da bere, ero pellegrino e mi avete osp<strong>it</strong>ato,<br />
nudo e mi avete coperto, ero infermo e mi avete<br />
vis<strong>it</strong>ato, carcerato e siete venuti a trovarmi;<br />
perché, in ver<strong>it</strong>à, tutto quello che avete fatto<br />
ad uno dei più piccoli di questi miei fratelli,<br />
l’avete fatto a me” (Mt 25,35-40).<br />
“ Ven<strong>it</strong>e, benedetti dal Padre mio...” (Mt<br />
25,34) è l’inv<strong>it</strong>o che viene dal Bambino di<br />
Betlemme, un inv<strong>it</strong>o che è un progetto di<br />
v<strong>it</strong>a; un inv<strong>it</strong>o carico di luce, di amore<br />
e di speranza; quella speranza che rende<br />
la v<strong>it</strong>a degna di esser vissuta, perché<br />
destinata alla piena comunione con la v<strong>it</strong>a<br />
stessa di Dio, in Cristo Gesù, nostro fratello,<br />
nostro compagno, nostro salvatore. La<br />
venuta di Cristo, quindi, non può lasciarci<br />
indifferenti, spenti dentro, attenti più all’apparire<br />
che all’essere.<br />
Maria Madre del Soccorso ci aiuti e ci accompagni<br />
all’incontro con Gesù Bambino.<br />
Edizione straordinaria!!!<br />
Una strenna originale per il tuo Natale!!!<br />
E’ in distribuzione, fresco di stampa, il volume “La fonte di san Rocco”<br />
Ieri un sogno, oggi una realtà, ed<strong>it</strong>o da Prometeus. Si tratta di un viaggio<br />
virtuale che racconta, anche con l’ausilio di innumerevoli immagini, di come<br />
sia stato possibile realizzare il nuovo, atteso monumento, dedicato al Santo<br />
pellegrino tanto caro alla nostra C<strong>it</strong>tà. Si c<strong>it</strong>ano tutte le iniziative e gli eventi<br />
che hanno determinato la realizzazione dell’opera, che ha contribu<strong>it</strong>o a valorizzare<br />
una delle più importanti piazze del nostro centro storico. Si racconta<br />
della partecipazione popolare, c<strong>it</strong>ando tutti coloro, dal primo all’ultimo<br />
c<strong>it</strong>tadino che, credendo nella valid<strong>it</strong>à di questa iniziativa, hanno, con amore,<br />
offerto un loro personale contributo. Si narra di quanto grandi siano sempre<br />
stati, per tutti i palmesi, vicini e lontani, la devozione e il sentimento di riconoscenza<br />
per il loro Compatrono. Si racconta di cosa sia stato nel passato,<br />
nella storia e nella tradizione e di cosa potrebbe essere nel tempo che verrà<br />
il grande, collettivo amore per un uomo, diventato Santo, che incarna tutti i<br />
valori, di solidarietà ed amore per il prossimo, dei quali questa nostra società<br />
sente tanto il bisogno.<br />
Il volume è in distribuzione in tutte le edicole e nelle librerie. I proventi<br />
saranno reinvest<strong>it</strong>i per la realizzazione di altre opere di pubblica util<strong>it</strong>à, così<br />
come è nello stile della Associazione Prometeus.<br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 3<br />
YOU’LL<br />
EAT<br />
BETTER.<br />
®<br />
AttuAl<strong>it</strong>A’ Palmi<br />
Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
BE STUPID
Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
AttuAl<strong>it</strong>A’ Palmi<br />
Progetto “mottA”!<br />
di Viviana Minasi<br />
Ivan Pugliese<br />
PALMI – “Correva l’anno<br />
1582, era l’11 gennaio, quando alla<br />
Marinella di Palmi approdò il vascello<br />
di Patron Peppe Tigano con<br />
la reliquia del Sacro Capello della<br />
Madonna. E tutto ebbe inizio…”<br />
La Marinella è tra gli scorci panoramici<br />
più magici e suggestivi<br />
che la c<strong>it</strong>tà di Palmi offre, l’affaccio<br />
di Punta Motta che sovrasta<br />
l’incantevole spiaggia della Marinella,<br />
rappresenta il luogo per<br />
eccellenza dal quale godere delle<br />
meraviglie di cui la natura ha<br />
voluto far dono alla nostra c<strong>it</strong>tà.<br />
Chiunque approdi in questo luogo,<br />
non può che restare affascinato<br />
da questo abbraccio infin<strong>it</strong>o:<br />
la sua posizione protesa sul mare,<br />
L<br />
’associazione “PER PALMI,<br />
con la firma di un protocollo<br />
con la signora Maria Mil<strong>it</strong>ano,<br />
figlia del costruttore della Varia<br />
di Palmi, Giuseppe Mil<strong>it</strong>ano,<br />
ha avviato la prima fase progettuale<br />
del programma che vuo-<br />
l’incantevole panorama che spazia<br />
sullo Stretto di Messina e sulle<br />
Isole Eolie, fino a giungere alla costa<br />
di Capo Vaticano, ed il Monte<br />
Sant’Elia che imperioso si eleva<br />
alle sue spalle, lo rendono infatti<br />
uno dei posti più significativi di<br />
Palmi, nonché meta fondamentale<br />
dei turisti in vis<strong>it</strong>a della c<strong>it</strong>tà.<br />
Qui, dove storia e bellezze naturali<br />
trovano l’armonia del m<strong>it</strong>o,<br />
tuttavia, l’incuria ha preso il sopravvento<br />
ormai da anni e al quadro<br />
splendido non corrisponde<br />
altrettanta degna cornice. Se ne<br />
sono accorti i “Marinai della Varia”,<br />
membri dell’Associazione<br />
‘Mbuttaturi, che hanno deciso di<br />
rinfocolare oltre 5 secoli di antiche<br />
tradizioni con un progetto di riqualificazione<br />
che prevede il coinvolgimento<br />
dell’intera c<strong>it</strong>tadinanza.<br />
Una dichiarazione d’amore,<br />
le, nell’amb<strong>it</strong>o delle varie iniziative<br />
collegate con la feste<br />
della Varia, valorizzare la figura<br />
dell’ideatore e costruttore della<br />
varia meccanica. Le richieste,<br />
avanzate dall’associazione,<br />
all’Amministrazione Comunale<br />
4<br />
dunque, messa nero su bianco da<br />
due giovani professioniste palmesi,<br />
l’arch<strong>it</strong>etto Maria Abbia e<br />
l’ingegnere Nunzia Saffioti, e già<br />
accolta con favore dal Comune<br />
di Palmi e dalla Provincia di Reggio<br />
Calabria, che hanno promesso<br />
un loro contributo economico<br />
alla sua realizzazione. Ma ancora<br />
non basta. L’ambizioso progetto,<br />
che punta a migliorare l’aspetto<br />
dell’intera area rest<strong>it</strong>uendole<br />
splendore e decoro, prevede il<br />
contributo attivo della c<strong>it</strong>tà tutta<br />
e del mondo associazionistico e<br />
professionistico palmese.<br />
La Corporazione dei Marinai,<br />
infatti, sarà impegnata da questo<br />
momento e nei prossimi mesi in<br />
una serie d’iniziative volte alla<br />
raccolta dei fondi per consentire<br />
al progetto di diventare realtà e<br />
chiederà a tutta la popolazione<br />
palmese di dimostrarsi parte attiva<br />
nei processi di miglioramento<br />
del proprio terr<strong>it</strong>orio.<br />
Partendo dall’idea che onorare<br />
le proprie radici vuol dire, innanz<strong>it</strong>utto,<br />
onorare se stessi, l’arch.<br />
Abbia e l’ing. Saffioti hanno prodotto<br />
un’idea che vuole essere,<br />
prima di tutto, un’emanazione<br />
dello spir<strong>it</strong>o di questo luogo dal<br />
carattere unico e inconfondibile.<br />
Dopo un attento studio del luogo,<br />
hanno perciò realizzato un<br />
progetto in grado di evidenziare<br />
la morfologia della costa: immaginando<br />
la prua di una nave che<br />
propende verso il mare, hanno<br />
fatto sì che le curve di livello del<br />
terreno proseguano verso l’alto,<br />
formando un sopralzo artificiale<br />
che nella parte più alta diventa<br />
un sistema di seduta continua in<br />
cui è possibile socializzare.<br />
Nella parte superiore è poi pre-<br />
prevedono:<br />
- L’apposizione di una stele<br />
marmorea sulla facciata<br />
dell’ab<strong>it</strong>azione della signora<br />
maria Mil<strong>it</strong>ano con cerimonia ufficiale<br />
pubblica, domenica 19 <strong>dicembre</strong><br />
<strong>2010</strong> ore <strong>12</strong>;<br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />
vista la realizzazione di una piazzetta,<br />
nel cui centro sarà piantato<br />
un albero, idealmente raffigurante<br />
l’albero di una nave. Un sistema<br />
di rampe pedonali, ornate da<br />
aiuole verdi, renderà accessibili<br />
sia la piazzetta che il punto di affaccio<br />
sottostante, caratterizzato<br />
da un muro continuo in travertino<br />
bianco.<br />
Un percorso superiore pavimentato,<br />
avrà poi il duplice comp<strong>it</strong>o<br />
di regolarizzare l’andamento della<br />
carreggiata e creare una passeggiata<br />
superiore che consentirà<br />
di osservare il panorama di fronte<br />
anche stando seduti.<br />
Non mancheranno poi ulteriori<br />
particolari che saranno aggiunti<br />
in corso d’opera e che doneranno,<br />
ancora di più, ineguagliabile<br />
bellezza a questa zona incastonata<br />
nel cuore della Costa Viola:<br />
il cannocchiale panoramico, che<br />
permetterà allo sguardo attento<br />
del vis<strong>it</strong>atore di poter ammirare,<br />
con rara precisione, tutti i magici<br />
luoghi che si aprono all’incantevole<br />
panorama di local<strong>it</strong>à Motta; ed<br />
ancora mosaici con ricostruzioni<br />
storiche e vari particolari atti a<br />
richiamare, con stile e sobrietà,<br />
i simboli più caratterizzanti del<br />
mondo della marineria.<br />
- L’intestazione a giuseppe<br />
mil<strong>it</strong>ano dell’attuale piazza Lo<br />
Sardo, in quanto essa è il luogo<br />
dove il 16 agosto alle ore 10.00,<br />
i palmesi prendono in consegna<br />
“u cippu” (la base della Varia)<br />
per poi trascinarlo all’arangiara,<br />
luogo di partenza della Varia.<br />
L’Associazione “PER PALMI”,<br />
con questa iniziativa, intende,<br />
da una parte, recuperare e proteggere<br />
dal pericolo di oblio la<br />
figura del nostro conc<strong>it</strong>tadino,<br />
Giuseppe Mil<strong>it</strong>ano, valorizzandone,<br />
per come mer<strong>it</strong>a, l’ingegno<br />
e tramandandone ai posteri<br />
la figura di c<strong>it</strong>tadino palmese<br />
illustre, adempiendo così ad un<br />
deb<strong>it</strong>o morale che la c<strong>it</strong>tà aveva<br />
nei suoi confronti; dall’altra, innescare<br />
un’azione di salvaguardia<br />
di uno degli elementi principali<br />
cost<strong>it</strong>uenti e qualificanti il<br />
patrimonio culturale immateriale<br />
che la festa della Varia rappresenta,<br />
documentandone ed<br />
archiviandone gli aspetti originali<br />
a futura memoria e realizzando<br />
in questo modo un’attiv<strong>it</strong>à<br />
volta a sostenere la candidatura<br />
della festa della Varia a Patrimonio<br />
dell’uman<strong>it</strong>à tutelato<br />
dall’UNESCO che il sodalizio ha<br />
sottoscr<strong>it</strong>to nel maggio scorso.<br />
Al cavaliere Giuseppe Mil<strong>it</strong>ano,<br />
il nostro giornale riserverà, in<br />
uno dei prossimi numeri, un approfondimento<br />
con la pubblicazione<br />
di foto storiche ined<strong>it</strong>e.<br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 5<br />
®<br />
Punti di vistA<br />
Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra
Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
AttuAl<strong>it</strong>A’ Palmi<br />
6<br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />
8 diCemBre <strong>2010</strong>, unA FestA Per i BAmBini ...e Per i nonni<br />
IL mErCAtINO DEI BAmBINI<br />
La Redazione<br />
Quante volte, incontrandosi<br />
tra amici, ci è successo di<br />
ripensare con nostalgia al tempo<br />
in cui da ragazzi, ci si divertiva<br />
a scambiarci figurine, giornali,<br />
giocattoli o quant’altro. A quando<br />
si improvvisavano bancarelle<br />
con oggetti usati, sottratti dal<br />
cassetto della nonna, per raggranellare<br />
qualche spicciolo e<br />
comprare un gioco nuovo visto e<br />
sospirato nella luccicante vetrina<br />
sotto casa! Con questo spir<strong>it</strong>o<br />
un po’ “amarcord” l’Associazione<br />
“Prometeus” ha pensato di<br />
allestire nella piazzetta di San<br />
Rocco, in occasione della festa<br />
dell’Immacolata, un mercatino<br />
per i bambini. Un luogo del cuore<br />
dove poter creare fermento, vivac<strong>it</strong>à<br />
e offrire ai nostri ragazzi<br />
l’opportun<strong>it</strong>à di sperimentare le<br />
nostre stesse emozioni. L’obiettivo<br />
primario è stato quello di<br />
creare una location nella quale<br />
si potesse vivere un’esperienza<br />
di collaborazione e di operativ<strong>it</strong>à<br />
e al contempo servisse da stimolo<br />
ai ragazzi per incoraggiarli<br />
verso una mental<strong>it</strong>à imprend<strong>it</strong>oriale<br />
che li ab<strong>it</strong>ui a saper fare<br />
e a mettersi in gioco. I bambini<br />
della Scuola dell’infanzia di Taureana<br />
e Trodio del 2° Circolo didattico<br />
di Palmi hanno preparato<br />
manufatti con materiale di recupero,<br />
utilizzando varie tecniche<br />
(decoupage, p<strong>it</strong>tura, ecc..)che<br />
hanno venduto personalmente<br />
aiutati da insegnanti e gen<strong>it</strong>ori.<br />
Il ricavato servirà a procurare<br />
alle scuole, il materiale e i sussidi<br />
didattici che il ministero, da<br />
qualche anno, non fornisce più. I<br />
ragazzi dell’Associazione Volontariato<br />
presenza e dell’Oratorio<br />
Crescere insieme, hanno venduto<br />
i loro prodotti realizzati con vario<br />
materiale, durante le ore di<br />
attiv<strong>it</strong>à extra scolastiche, sotto<br />
la paziente guida di educatrici di<br />
volontariato. Altri hanno messo<br />
in vend<strong>it</strong>a pasticcini, torte e dolci<br />
di ogni tipo mantenendo viva<br />
la tradizione artigianale calabrese.<br />
La giornata è stata magica!<br />
Dopo giorni di freddo intenso, un<br />
caldo sole ha illuminato la piazza<br />
e ci ha dato, ancora una volta,<br />
la conferma che S.Rocco era con<br />
noi, che sosteneva questo evento,<br />
come tutte le altre iniziative<br />
dell’associazione.<br />
Il mercatino pieno di colorate<br />
bancarelle, si presentava agli<br />
occhi dei vis<strong>it</strong>atori, come un<br />
grande vivaio in cui si intrecciavano<br />
relazioni e contrattazioni,<br />
animando in modo inconsueto la<br />
piccola piazza. Un allegro coro di<br />
alunni della Scuola Primaria del<br />
1° Circolo, preparati dalla Prof.<br />
Stefania Lombardo ha allietato<br />
l’evento, portando una nota di<br />
letizia in più. Nel corso della<br />
mattinata gli anziani del “Centro<br />
Presenza” hanno rec<strong>it</strong>ato<br />
alcune poesie dimostrando una<br />
formidabile memoria e presenza<br />
di spir<strong>it</strong>o. I sig. Ciappina Santo<br />
Francesco e Mellino Vincenza<br />
hanno ricevuto una targa ricordo<br />
consegnata dall’Assessore Rosario<br />
Ortuso, il quale ha evidenziato<br />
la loro personale longev<strong>it</strong>à e<br />
la compattezza della coppia. Durante<br />
tutta la giornata si è creato<br />
un discreto movimento di folla<br />
intorno alla piazza, tra le luci<br />
dell’albero di natale e lo sguardo<br />
indulgente del Santo. Adulti e<br />
bambini si aggiravano in quell’atmosfera<br />
di festa sgranocchiando<br />
calde zeppole e curiosando tra<br />
le cianfrusaglie. L’associazione<br />
sta pensando seriamente di riproporre<br />
questo tipo di iniziativa<br />
con cadenza mensile, così i nostri<br />
bambini avranno un mercato<br />
tutto per loro e Palmi sarà la<br />
prima c<strong>it</strong>tà <strong>it</strong>aliana ad avere un<br />
Mercatino per i Bambini.<br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 7<br />
si ringrAziAno, Per lA generos<strong>it</strong>à dimostrAtA,<br />
roCCo ortuso, girolAmo FumArolA, umBerto<br />
Fonte, CArmelA, mAtteo e vinCenzA BArBerA<br />
HANNO pArtECIpAtO ALLA mANIfEStAzIONE:<br />
ORATORIO CRESCERE INSIEME<br />
frANCO Bruno, BALzAmA’ Carmelo, CALABrO’<br />
pierpaolo, AmAtO Alberto, mANGIONE Giorgia,<br />
CANALE Giovanni, zAGArI francesco, pItASI<br />
Maria Pia, PITASI Francesca, CAMBREA Claudio,<br />
GrASSO Valeria, CAmBrEA Dario, mELArA Noemi,<br />
fErrArO Emanuel, fErrArO Simone, StANGANELLO<br />
Sara, tOmASELLI Silvia, CIprI Valentina, SImONE<br />
Annalisa. responsabile dell’Oratorio: Adele<br />
Gambardella.<br />
ASSOCIAZ. VOL. PRESENZA - ATTIVITA’ POLITICHE<br />
SOCIALI COMUNE DI PALMI - PROGETTO<br />
“ANZIANI MAI SOLI”<br />
zOCCALI fortunata, mANAGO’ teresa, CIAppINA Santo<br />
francesco, mELLINO Vincenza<br />
responsabile: Claudia zampaglione<br />
SCUOLA ELEMENTARE I° CIRCOLO “ROCCO DE<br />
ZERBI”<br />
Coro: SOLANO Carla, CHIAppALONE francesco,<br />
CILONA michela, D’AGOStINO Carmelo, GULLO<br />
Vincenzo, pANUCCIO martina, LUCASCIO Sofia (solista),<br />
GANGEmI matteo, mAGAzzU’ Antonio, COStANtINO<br />
Davide, VENtrICE manuel (solista), rUSSO Antonio,<br />
COSENtINO francesco, BArtUCCIO Davide, zErBONIA<br />
Gabriele e mattia, DE SANtIS marco, GULLO Giada,<br />
ALBErGAtI fabiana, GENtILE Antonella, ISOLA Andrea,<br />
OrLANDO michela. Direttrice artistica: Stefania<br />
Lombardo, impiandto audio Pino J. D’agostino.<br />
SCUOLA DELL’INFANZIA II° CIRCOLO “SAN<br />
FRANCESCO - Sez. TAUREANA e TRODIO”<br />
BONGIOVANNI Aurora, zOCCALI Christian, mAzzULLO<br />
Benedetta, OLIVErIO Carmine, SCHIpILLItI Benedetta,<br />
OrLANDO fabio, SCArfO’ pasqualina, SpErANzA<br />
Claudio, VErSACE francesca, VIOLA Clarissa, ONISOr<br />
Stefan, ALVIANO michelangelo, prINCI Karola,<br />
VECCHIE’ Davide, COSENzA Giulia, LIttOrIO filippo<br />
Responsabili: Nella Cannata e Mimma D’Elia<br />
AttuAl<strong>it</strong>A’ Palmi<br />
Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
...unA PiAzzA Per un sorriso
Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
Punti di vistA<br />
le trAdizioni nAtAlizie A PAlmi<br />
di Carmela Gentile<br />
Siamo giunti al mese più<br />
bello dell’anno: Dicembre.<br />
Questo mese è un magico miscuglio<br />
di tradizioni religios<strong>it</strong>à<br />
e… consumismo. I più piccoli lo<br />
attendono con ansia soprattutto<br />
perché è foriero di doni. Gli studenti<br />
anelano la pausa natalizia<br />
dalle lezioni e gli adulti, diciamolo,<br />
sono contagiati dal clima<br />
festoso che inev<strong>it</strong>abilmente accompagna<br />
le feste natalizie. La<br />
gente oggi fa la corsa ai regali,<br />
un po’ per tradizione, un po’<br />
per “sdeb<strong>it</strong>arsi” di qualche piccolo<br />
favore secondo la mental<strong>it</strong>à<br />
paesana.<br />
Ma io personalmente, quando<br />
si avvicina Natale non posso<br />
fare a meno di abbandonarmi<br />
ai ricordi di quando, bambina,<br />
vivevo un Natale sicuramente<br />
più semplice, con meno doni e<br />
meno luci di oggi, ma il cui ricordo<br />
nella mia memoria ha lasciato<br />
una traccia così vivida che<br />
nemmeno cento luminarie, tutte<br />
accese contemporaneamente<br />
potrebbero lasciare.<br />
Mi riferisco ai primi anni sessanta,<br />
quando ancora il nostro<br />
Paese era giovane, ma vivo. La<br />
v<strong>it</strong>a sprizzava da tutti i pori e<br />
anche se la gente era semplice e<br />
con minori possibil<strong>it</strong>à economiche,<br />
portava nel cuore una seren<strong>it</strong>à,<br />
una gioia ed una spensieratezza<br />
che oggi purtroppo non<br />
possediamo più. Noi bambini,<br />
attendevamo le feste natalizie<br />
con grande ansia. La scuola<br />
veniva sospesa per un discreto<br />
periodo e le case profumavano<br />
di agrumi, frutta secca e dolci.<br />
Si andava in Chiesa e si facevano<br />
i preparativi per la Magica Notte.<br />
Ogni casa aveva il suo presepe,<br />
l’Albero di Natale poteva anche<br />
mancare, ma bello o brutto,<br />
grande o piccolo c’era il Presepe!<br />
Ricordo che mio padre, sin da<br />
bambino si dilettava a costruire<br />
dei paesaggi che somigliassero<br />
in maniera sempre più evidente<br />
alla realtà. Costruiva casette,<br />
ruscelli, prati, monti e alla fine<br />
deponeva le statuine, con religiosa<br />
cura, per non romperle<br />
perché erano di terra cotta o di<br />
carta pesta. Il Bambinello veniva<br />
deposto nella mangiatoia il giorno<br />
di Natale, mentre i Magi arrivavano<br />
il giorno dell’Epifania,<br />
con i loro mantelli lussuosi e le<br />
loro corone e i doni preziosi che<br />
contrastavano con la povertà di<br />
tutte le altre statuine. E poi i<br />
doni per i bambini arrivavano la<br />
notte dell’Epifania. Era la befana<br />
a portare ai bambini i tanto<br />
attesi giochi, Babbo Natale lo si<br />
menzionava poco, non era giusto<br />
che in un giorno così magico per<br />
la cristian<strong>it</strong>à, il ruolo di protagonista,<br />
che era quello della<br />
Nativ<strong>it</strong>à, venisse usurpato da un<br />
nordico personaggio che di religioso<br />
aveva poco, anche se rappresentava<br />
in realtà Santa Klaus,<br />
San Nicola (secondo le tradizioni<br />
nordiche che furono importate<br />
nel nostro Paese qualche anno<br />
più tardi). Ma la befana, quanto<br />
la attendevamo noi bambini!<br />
L’attesa cresceva di giorno in<br />
giorno fino a diventare frenesia<br />
la notte dell’Epifania. Era tanta<br />
l’ecc<strong>it</strong>azione che non riuscivamo<br />
a dormire, ma il timore di incontrare<br />
la vecchietta ci inchiodava<br />
nei nostri lettini fino al mattino.<br />
A quel punto iniziava la caccia<br />
per tutta la casa e qualche gen<strong>it</strong>ore<br />
burlone, che ne approf<strong>it</strong>tava<br />
per rammentare ai bambini<br />
che i doni bisogna pur mer<strong>it</strong>arseli,<br />
metteva qua e là qualche<br />
pezzettino di carbone in una<br />
sorta di caccia al tesoro in cui<br />
prima venivano trovati i frutti<br />
delle marachelle (Cenere e carbone)<br />
ma poi infine si arrivava ai<br />
tanto agognati doni. Di sol<strong>it</strong>o era<br />
la bambola del cuore o la bici-<br />
8<br />
cletta o comunque l’oggetto del<br />
desideri di un intero anno. Finalmente<br />
l’ansia veniva placata ed<br />
i bambini salutavano il Natale<br />
contenti e soddisfatti.<br />
Forse sono soltanto nei miei<br />
ricordi esiste un divario tra questi<br />
pochi anni Sessanta –Duemila,<br />
incolmabile. Ma io non lo credo.<br />
Negli anni sessanta io ero una<br />
bambina, ma anche il nostro<br />
Paese era giovane e sognava che<br />
da grande sarebbe stato tanto<br />
felice! Ma evidentemente il benessere<br />
economico non va di<br />
pari passo con la felic<strong>it</strong>à, di cui<br />
oggi abbiamo solo una parvenza,<br />
sempre preoccupati come siamo<br />
per le nostre cose. Ma la spir<strong>it</strong>ual<strong>it</strong>à,<br />
in particolare l’essenza<br />
religiosa del Natale che fine ha<br />
fatto? Come ogni cosa, il progresso<br />
e la tecnologia sono riusc<strong>it</strong>i<br />
a “sporcare” anche quella<br />
magica Festa, rendendola un<br />
tour de force di acquisti, doni,<br />
abbuffate. Mi chiedo cosa abbia<br />
a che fare tutto ciò con un<br />
povero Bimbo deposto in una<br />
mangiatoia, ricoperto di stracci<br />
e riscaldato dal fiato del bue e<br />
dell’asinello.<br />
Questa immagine è lontanissima<br />
dallo sfavillio delle moderne<br />
feste natalizie, ma forse, complice<br />
la crisi degli ultimi anni,<br />
potrebbe essere il momento<br />
buono per recuperare le belle<br />
tradizioni natalizie paesane, per<br />
rinsaldare i legami familiari e per<br />
riflettere un po’. farebbe tanto<br />
bene fermare un attimo la quotidiana<br />
frenesia che caratterizza<br />
i giorni nostri e med<strong>it</strong>are, andare<br />
in Chiesa per seguire la Novena<br />
e la l<strong>it</strong>urgia pre-natalizia e soffermarsi,<br />
chinare il capo con umiltà<br />
per accogliere la pace e la<br />
seren<strong>it</strong>à nel nostro animo. Così<br />
dovrebbe essere lo spir<strong>it</strong>o natalizio<br />
che ci consenta di uscire<br />
rinfrancati e medicati e non ulteriormente<br />
stressati da corse,<br />
doni, nottate e abbuffate.<br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />
MADRETERRA Palmi & Dintorni<br />
REGISTRAZIONE AL TRIB. DI PALMI Nr.<br />
1 / <strong>2010</strong><br />
Anno 1 - Numero <strong>12</strong> - Dicembre <strong>2010</strong><br />
Direttore respons.: Francesco Massara<br />
Coadiuvatori: Paolo Ventrice<br />
Andrea Ortuso<br />
Collaboratori di REDAZIONE<br />
Lucia Ortuso<br />
Saverio Pet<strong>it</strong>to<br />
Cettina Angì<br />
Giovanni Bruzzese<br />
Nella Cannata<br />
Giuseppe Cricrì<br />
Walter Cricrì<br />
Salvatore De Francia<br />
Dario Galletta<br />
Claudia Gargano<br />
Laura Giusti<br />
Teresa Laganà<br />
Ed<strong>it</strong>ore: Associazione Culturale Madreterrra<br />
Sede Palmi - Via ss.18 km 485.30<br />
P.I. 02604200804<br />
Cod. Fisc. 91016680802<br />
Tel./Fax - 0966 1945480 - 0966 1940380<br />
Mobile - Paolo Ventrice 335 6996255<br />
Mobile - Andrea Ortuso 333 4894882<br />
e-mail: redazione@<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />
Progetto Grafico:<br />
A.Ortuso - W. Cricrì - P. Ventrice<br />
Impaginazione grafica:<br />
Paolo Ventrice<br />
Progetto e cura s<strong>it</strong>o web:<br />
De Francia S.- Galletta D. - Ortuso L.<br />
Stampa: Tipografia Balzamà<br />
Via S. Giorgio 82 - Palmi - RC -<br />
Tel_0966420567<br />
Per la pubblic<strong>it</strong>à su questo<br />
periodico, scrivere alle mail<br />
o chiamare i contatti sopra<br />
indicati<br />
Distribuzione gratu<strong>it</strong>a fuori<br />
commercio<br />
ASSOCIAZIONE CULTURALE<br />
MADRETERRA<br />
La direzione non risponde del<br />
contenuto degli articoli firmati e<br />
declina ogni responsabil<strong>it</strong>à per le<br />
opinioni dei singoli articolisti, degli<br />
intervistati e per le informazioni<br />
trasmesse da terzi.<br />
Il giornale si riserva di rifiutare<br />
qualsiasi inserzione.<br />
Foto e manoscr<strong>it</strong>ti, anche se non<br />
pubblicati, non si rest<strong>it</strong>uiscono.<br />
I dir<strong>it</strong>ti di proprietà artistica e<br />
letteraria<br />
sono riservati.<br />
Non è consent<strong>it</strong>a la riproduzione,<br />
anche se parziale, di testi,<br />
documenti e fotografie senza<br />
autorizzazione.<br />
L’associazione si riserva il dir<strong>it</strong>to<br />
di non pubblicare le inserzioni e le<br />
comunicazioni pubblic<strong>it</strong>arie degli<br />
inserzionisti che:<br />
1. Siano contrarie agli interessi<br />
della asso.<br />
2. Violino le disposizioni vigenti in<br />
materia di dir<strong>it</strong>to d’autore<br />
3. Contengano informazioni<br />
fuorvianti e scorrette<br />
4. Non rispondano ai requis<strong>it</strong>i<br />
minimi di impaginazione<br />
professionale<br />
5. Non siano pervenute nei termini<br />
concordati<br />
6. Siano state forn<strong>it</strong>e in modo<br />
incompleto<br />
In tutti i casi l’associazione non è<br />
responsabile per il contenuto di<br />
dette inserzioni e comunicazioni.<br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 9<br />
mistero del nAtAle e...<br />
teAtro dellA v<strong>it</strong>A!<br />
di Attilio Scarcella<br />
invece, a molti di noi ac-<br />
E cade, proprio in occasione<br />
di questa solenn<strong>it</strong>à, di ab<strong>it</strong>are a<br />
stretto contatto di gom<strong>it</strong>o con<br />
l’origine della nostra v<strong>it</strong>a; di provare<br />
la vertigine di chi si trova<br />
per un giorno, a sua insaputa,<br />
gettato lungo il sentiero faticoso<br />
e disagevole della ricerca, della<br />
direzione di senso da dare alla<br />
propria v<strong>it</strong>a, con l’amara sensazione<br />
–a me pare– che il teatro del<br />
mondo, in questo giorno, ci vede,<br />
ci r<strong>it</strong>rae, ci configura non come<br />
protagonisti, eroi, primi attori,<br />
interpreti e padroni assoluti della<br />
scena, ma come marionette e<br />
burattini mossi da disegni e scopi<br />
che ci sovrastano e ci conducono<br />
verso una direzione ignota.<br />
E’ sull’onda di questa emozione,<br />
in quest’idea del Natale non<br />
come scialo, sperpero, consumo,<br />
ma come r<strong>it</strong>orno al grembo materno,<br />
all’abbraccio con il mondo,<br />
con i nostri cari, con l’intera<br />
uman<strong>it</strong>à, è in quest’idea del<br />
Natale che la gioia della festa si<br />
espande e diventa commozione,<br />
pensiero in cammino alla ricerca<br />
della propria ident<strong>it</strong>à.<br />
Abbandonarsi ai ricordi del Natale<br />
è vedere di nuovo la stella<br />
che puntuale r<strong>it</strong>orna sulla grotta<br />
di Betlem a illuminare il senso<br />
di una vicenda, all’interno della<br />
quale l’uman<strong>it</strong>à, con tutto il fardello<br />
e il bagaglio della sua storia,<br />
è in cammino e si trova a fare<br />
i conti da più di duemila anni.<br />
Il richiamo alla nasc<strong>it</strong>a di Gesù<br />
– “Messia” della pace e della speranza<br />
– che il cristianesimo ripropone<br />
alla cultura dell’Occidente<br />
e a tutti gli uomini di buona volontà,<br />
riassume allora in sé il più<br />
grande, il più profondo, il più<br />
impenetrabile di tutti i misteri:<br />
e cioè, la dinamica di tenebra e<br />
luce, il movimento che dalla pienezza<br />
ed un<strong>it</strong>à dell’eterno, dalla<br />
perfezione di Dio, s’incarna nel<br />
mondo e nella storia per diventare<br />
direzione, senso e significato<br />
da dare alla nostra della v<strong>it</strong>a.<br />
Alla v<strong>it</strong>a dell’uman<strong>it</strong>à.<br />
In un mondo ag<strong>it</strong>ato e sconvolto<br />
da infin<strong>it</strong>a violenza, da<br />
guerre, da confl<strong>it</strong>ti tra stati, popolazioni,<br />
etnie, in un contesto<br />
storico, insomma, dominato dalla<br />
globalizzazione dei processi<br />
storici e sociali, la domanda è:<br />
Dio –attraverso la festa del santo<br />
Punti di vistA<br />
“n o n so c h i s o n o!” c o s ì s h a k e s p e a r e in u n a s c e n a d e l l’a m l e to. e’ f o r s e d a q u i, d a q u e s to s m a r r i m e n to<br />
esistenziale, c h e n a s c e q u e l va g a r e n e l l’i n s e n s at e z z a e n e l l’immaginazione c h e c i s o r p r e n d e a n ata l e q u a n d o,<br />
to r n at i nella c a s a d o v e s i a m o n at i per f e s t e g g i a r e assieme a n o s t r a m a d r e, n o s t r o pa d r e, i n o s t r i c a r i,<br />
q u e s ta ricorrenza c o s ì s o l e n n e, c e r c h i a m o, a l c o n t r a r i o, u n s i c u r o rifugio nella m e m o r i a e tentiamo d i<br />
a g g r a p pa r c i a f r a m m e n t i disun<strong>it</strong>i e s c o m p o s t i d e i n o s t r i r i c o r d i, f o to g r a m m i o r m a i in bilico t r a presente e<br />
pa s s ato; c r e p e in u n a m u r a g l i a c h e f i n o a l g i o r n o p r i m a s e m b r ava dovesse delim<strong>it</strong>are e c i r c o s c r i v e r e per s e m p r e<br />
il n o s t r o m o n d o, r i c o n d u c e n d o alla f i n e il c a m p o d’a z i o n e alla effimera r o u t i n e e quotidian<strong>it</strong>à d e l divenire.<br />
Natale – parla ancora all’uomo?<br />
Certo che sì! Per mezzo del<br />
suo Figlio, Dio rinnova il mistero<br />
dell’Incarnazione e parla<br />
all’uman<strong>it</strong>à; ad un’uman<strong>it</strong>à,<br />
però, distratta dal consumismo<br />
più esasperato e prepotentemente<br />
affaccendata a celebrare<br />
i valori del relativismo, del materialismo,<br />
della voluttà, del godimento,<br />
dell’effimero.<br />
La gioia del Natale, invece, e<br />
la nasc<strong>it</strong>a di Gesù, sono proiettate<br />
in tutt’altra dimensione:<br />
vogliono rinnovarci, ancora una<br />
volta, il simbolo di quella dinamica<br />
che dalle tenebre porta<br />
alla luce. Dinamica probabilmente<br />
destinata a divenire il simbolo<br />
di ogni uomo, che per nascere<br />
deve “venire alla luce” da quel<br />
“fondo oscuro” che è il grembo<br />
materno; quel grembo dove<br />
siamo concep<strong>it</strong>i, certo, per una<br />
nasc<strong>it</strong>a, e che però, da sola, non<br />
basta a se stessa quando giunge<br />
alla luce, ma ha bisogno d’amore,<br />
di guida, di aiuto per trovare<br />
il suo senso.<br />
Ecco, allora, cos’è il Natale: un<br />
messaggio d’amore verso chi ci<br />
ha dato la luce, ma anche verso<br />
“Chi” nella luce guida, dirige e<br />
dà un senso alla nostra vicenda<br />
di v<strong>it</strong>a.<br />
E’ per questo, forse, da duemila<br />
anni, che dalla capanna di<br />
Betlem giunge e si rinnova una<br />
lezione di fede e di umiltà; di<br />
car<strong>it</strong>à, di amore e di servizio in<br />
direzione di tutta l’uman<strong>it</strong>à. Un<br />
messaggio, insomma, di speranza,<br />
affinché ogni creatura possa<br />
rinascere interiormente a se<br />
stessa, essere grotta di rigenerazione,<br />
notte buia in cammino<br />
verso il dies natalis, verso il nuovo<br />
giorno.<br />
Quali le condizioni affinché<br />
tutto ciò si realizzi?<br />
Il presupposto necessario perché<br />
possiamo accogliere e comprendere<br />
il senso di questa rinasc<strong>it</strong>a<br />
interiore non può essere<br />
che uno solo: la fede, la certezza<br />
che “Dio è con noi” e che assie-<br />
Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
me a noi – attraverso la presenza<br />
del suo figlio Cristo Gesù – vuole<br />
realizzare la fratellanza, la salvezza,<br />
la pace tra gli uomini.<br />
Dopo duemila anni di storia,<br />
sembra che l’uman<strong>it</strong>à e l’uomo<br />
che in essa camminano, non siano<br />
ancora riusc<strong>it</strong>i a saldare la<br />
loro storia, la loro v<strong>it</strong>a, la loro<br />
esistenza con questo messaggio<br />
d’amore e di fratellanza che<br />
Cristo Gesù ci ha portato.<br />
Ben venga, allora, il Natale<br />
se esso ci aiuta a liberarci dalla<br />
quotidian<strong>it</strong>à e a non fuggire da<br />
questa nostra sete di autentic<strong>it</strong>à<br />
ed istanza di rinasc<strong>it</strong>a interiore.<br />
Ben venga il Natale, solenn<strong>it</strong>à<br />
in cui ci si raccoglie attorno<br />
alla famiglia, festa del r<strong>it</strong>orno a<br />
casa, dei gesti, dei doni a grandi<br />
e bambini. E tuttavia però, non<br />
guardiamo il Natale con occhi innocenti,<br />
perché tante altre creature<br />
sparse per il mondo soffrono<br />
un piatto di minestra e il calore<br />
di un abbraccio.<br />
Non nascondiamoci dietro lo<br />
sguardo dei bambini. Impegnia-<br />
moci, piuttosto, già domani e<br />
per i giorni a venire a credere<br />
nel messaggio di ver<strong>it</strong>à e di amore<br />
che il Natale ci lascia, consapevoli<br />
che l’aspirazione di ogni<br />
uomo a vivere nella fratellanza e<br />
nella pace non può restare solo<br />
un desiderio, ma deve diventare<br />
impegno ad operare concretamente<br />
in ogni circostanza.<br />
tutto questo affinché, il messaggio<br />
umile e silenzioso che<br />
viene dalla capanna di Betlemme,<br />
faccia nascere anche nei<br />
nostri cuori il seme della gioia e<br />
dell’amore; un seme che ci porti<br />
ad incarnare questi due sentimenti<br />
nella nostra v<strong>it</strong>a; a gridarli<br />
con tutta la forza e la certezza<br />
di chi è convinto che la misura<br />
dell’amore... è un amore senza<br />
misura!
Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
di Giuseppe Pardeo<br />
Il nome deriva da Wiki (di<br />
origine hawaiana e significa<br />
rapido,veloce; come Wikipedia,<br />
anche se non ha nulla a che fare<br />
con questa) e leak (dall’inglese<br />
leak, “perd<strong>it</strong>a”, “fuga” [di notizie]).<br />
Si tratta sostanzialmente<br />
di un s<strong>it</strong>o web di un’organizzazione<br />
internazionale che si<br />
occupa di pubblicare notizie e<br />
documenti che sono gelosamente<br />
tenuti segreti da qualsiasi<br />
tipo di ist<strong>it</strong>uzione: banche, governi,<br />
aziende… Accade quindi,<br />
clandestinamente ed in modo<br />
anonimo, che qualcuno (un mil<strong>it</strong>are,<br />
un dipendente, chiunque<br />
sia parte dell’ist<strong>it</strong>uzione e abbia<br />
accesso a questi documenti segreti)<br />
ruba queste notizie e le<br />
consegna al s<strong>it</strong>o web grazie a<br />
una “drop box” (software multipiattaforma<br />
che offre un servizio<br />
di sincronizzazione automatica<br />
di file), protetta da un potente<br />
sistema di cifratura.<br />
I files pubblicati da WikiLeaks<br />
sono in genere documenti di<br />
carattere governativo o aziendale,<br />
coperti da riservatezza,<br />
con informazioni che, divulgate,<br />
potrebbero nuocere alla stessa<br />
organizzazione. Lo scopo di rendere<br />
pubbliche tali informazioni<br />
scomode è dunque quello di informare<br />
tutto il mondo circa casi<br />
di comportamento illegale o non<br />
etico da parte di un governo o<br />
di una azienda. La stessa Wiki-<br />
Leaks dichiara di verificare l’autentic<strong>it</strong>à<br />
del materiale per poi<br />
pubblicarlo tram<strong>it</strong>e i propri server<br />
dislocati in Belgio e Svezia<br />
(due Paesi con leggi che proteggono<br />
tale attiv<strong>it</strong>à), preservando<br />
l’anonimato degli informatori e<br />
di tutti coloro che sono implicati<br />
nella “fuga di notizie”.<br />
Il s<strong>it</strong>o ha cominciato a pubblicare<br />
indiscrezioni nel 2006 (il primo<br />
dossier “rubato” si occupava<br />
del piano per uccidere i membri<br />
del governo somalo); da allora<br />
centinaia di informazioni molto<br />
scomode sono state divulgate<br />
(sul carcere di Guantánamo, sulla<br />
guerra in Afghanistan, etc.),<br />
ma solo in questi ultimi anni ha<br />
susc<strong>it</strong>ato tanta attenzione da<br />
parte dei media e degli utenti<br />
dell’intero globo per la mole<br />
d’informazioni delicate che riguardano<br />
le amministrazioni di<br />
molti Paesi, non ultime, quelle<br />
di questi giorni. ll 28 novembre<br />
<strong>2010</strong> infatti WikiLeaks ha pub-<br />
10<br />
Punti di vistA<br />
WIkILeAkS, IL NuOVO<br />
VOLTO DeLLO SPIONAGGIO<br />
Se ne parla in questi giorni per gli scossoni che ha dato al mondo<br />
diplomatico mondiale, ma che cos’è davvero WikiLeaks?<br />
blicato la più ingente rassegna<br />
di documenti riservati sulle diplomazie<br />
occidentali mai resi<br />
noti al grande pubblico. Questa<br />
nuova sfornata di documenti sta<br />
imbarazzando la diplomazia di<br />
Washington; cosa che non era<br />
accaduta, a questi livelli, con le<br />
altre fughe di notizie. Come mai?<br />
Tra le scorse fughe di notizie e<br />
questa c’è una grande differenza,<br />
legata soprattutto al fatto<br />
che nel primo caso la documentazione<br />
era quasi esclusivamente<br />
mil<strong>it</strong>are mentre ora si tratta<br />
di documentazione diplomatica.<br />
Paradossalmente, questa seconda<br />
ondata può essere ancora più<br />
dannosa e creare più problemi,<br />
perché le documentazioni diplomatiche<br />
contengono considerazioni,<br />
analisi e riflessioni decisamente<br />
imbarazzanti per alcuni<br />
Governi. Forse non ci sarà niente<br />
di sconvolgente, anche perché<br />
altrimenti i giornali, che hanno<br />
avuto i documenti in anteprima,<br />
lo avrebbero già messo in evidenza,<br />
ma c’è materiale che per<br />
lungo tempo creerà tutta una serie<br />
di tensioni e di complicazioni<br />
nei rapporti tra varie cap<strong>it</strong>ali.<br />
In effetti nei circa 260.000 documenti<br />
messi on-line da WikiLeaks<br />
ce n’è per tutti, amici e nemici:<br />
i premier zapatero e Cameron, i<br />
reali di Buckingham Palace, Israele<br />
ed anche il governo <strong>it</strong>aliano.<br />
Per quanto concerne appunto<br />
l’Italia, oltre ai noti commenti su<br />
Berlusconi (“incapace e stanco<br />
per i festini selvaggi e portavoce<br />
di Putin”) è emersa inoltre una<br />
querelle fra Roma e Washington<br />
sulla vend<strong>it</strong>a <strong>it</strong>aliana, nel 2004,<br />
di dodici navi veloci a Teheran,<br />
con le quali la marina iraniana<br />
avrebbe potuto attaccare le<br />
navi americane del Golfo. Gli<br />
Usa impiegarono quasi un anno<br />
a convincere l’Italia a bloccare<br />
l’esportazione delle navi, ma ormai<br />
undici delle dodici erano già<br />
state consegnate a Teheran. Possiamo<br />
dunque affermare che WikiLeaks<br />
abbia cambiato in poco<br />
tempo i connotati allo spionaggio<br />
mondiale ed il suo creatore,<br />
Julian Paul Assange, sia balzato<br />
agli onori della cronaca come<br />
l’emblema della democrazia e<br />
della trasparenza. Assange, noto<br />
ai più per le sue azioni di hackeraggio<br />
del passato, oggi rischia la<br />
galera perché accusato di stupro<br />
e molestie nei confronti di due<br />
donne, ma in molti, pensano che<br />
siano delle banali accuse montate<br />
ad arte per colpire il cervello<br />
di WikiLeaks ed eliminare così,<br />
una realtà fastidiosa che mina la<br />
credibil<strong>it</strong>à di molte grandi potenze<br />
mondiali. Il s<strong>it</strong>o è curato inoltre<br />
da giornalisti, attivisti, dissidenti<br />
del governo cinese, scienziati.<br />
I c<strong>it</strong>tadini di ogni parte del<br />
mondo possono e sono inv<strong>it</strong>ati<br />
ad inviare materiale “che porti<br />
alla luce comportamenti non<br />
etici di governi e aziende”. Gran<br />
parte dello staff del s<strong>it</strong>o, come<br />
gli stessi fondatori del progetto,<br />
rimangono anonimi. Ma l’interrogativo<br />
principale resta uno:<br />
perché Assange ed il suo staff<br />
fanno tutto questo? Sono <strong>numero</strong>si<br />
coloro che in questi giorni<br />
cercano di dare una risposta ai<br />
motivi dell’azione di WikiLeaks.<br />
L’australiano Assange continua<br />
ad essere una persona molto misteriosa;<br />
sembra molto difficile<br />
che sia riusc<strong>it</strong>o a ottenere tutta<br />
questa documentazione senza<br />
nessun tipo di input, o solo per<br />
iniziativa di un soldato americano<br />
di 23 anni. Chi ci sia dietro Assange<br />
è un interrogativo che affascina<br />
gli amanti delle teorie di<br />
cospirazione. La risposta che mi<br />
viene in mente è che ci troviamo<br />
di fronte ad un nuovo modo<br />
di fare spionaggio, che ci sia<br />
qualche servizio di intelligence<br />
che – nel tentativo di scred<strong>it</strong>are<br />
gli USA – ne abbia trovato, grazie<br />
alla rete, una nuova modal<strong>it</strong>à. In<br />
questo caso, quindi, non è assurdo<br />
parlare di complotto poiché<br />
ci sarebbero tanti elementi a<br />
sostegno di tale ipotesi. Questa<br />
è la classica azione che sembra<br />
avere dietro un coordinamento.<br />
Occorrerebbe capire, tanto<br />
per fare un esempio, quale sia il<br />
sostegno finanziario di Assange.<br />
Come riesce a fare tutto quello<br />
che fa? C’è il sospetto che questi<br />
finanziamenti e lo stesso input<br />
dell’operazione arrivino da qualche<br />
mano straniera (la Cina?).<br />
L’ipotesi che ci sia dietro un tentativo<br />
di scred<strong>it</strong>are Obama e di<br />
dare un colpo alla fiducia nella<br />
sua pol<strong>it</strong>ica estera e nel suo intento<br />
di attuare un’apertura al<br />
mondo mediorientale, può avere<br />
una sua valid<strong>it</strong>à. Per concludere<br />
vorrei cogliere il propos<strong>it</strong>o latente<br />
di WikiLeaks, ovvero quello di<br />
tentare di diffondere al mondo le<br />
ver<strong>it</strong>à nascoste, ma considerando<br />
che il mondo in cui viviamo<br />
si erige sull’ipocrisia, mi chiedo<br />
se questo strumento non possa<br />
rovinare i già fragili equilibri su<br />
cui si reggono i rapporti fra i vari<br />
Stati?<br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 11<br />
IL wEB DELLE FONTI ENERGETIChE<br />
di Marco Bentivogli<br />
Il fatto di vivere la più difficile<br />
congiuntura economica<br />
registrata dal 1929, rende difficile<br />
pensare ad aspetti che potremmo<br />
definire economico-antropologici,<br />
o di scenario.<br />
Il mercato della informazione<br />
di massa – necessariamente improntato<br />
alla analisi di breve periodo<br />
- preferisce parlare di crisi<br />
e di fallimento delle promesse<br />
della globalizzazione, piuttosto<br />
che riconoscere i segni di forze e<br />
tendenze in atto da decenni. E’ il<br />
caso dell’incremento del tasso di<br />
disoccupazione e della riduzione<br />
della produttiv<strong>it</strong>à che accomunano,<br />
pur con connotazioni estremamente<br />
diverse, le due sponde<br />
dell’Atlantico.<br />
Alla stessa stregua, un Paese<br />
povero di risorse e in retroguardia<br />
nei settori legati alle tecnologie<br />
informatiche come l’Italia, non<br />
sembra pronto ad una analisi trasversale<br />
delle tendenze in grado di<br />
promuovere occasioni di sviluppo<br />
non convenzionali in settori v<strong>it</strong>ali<br />
come quello dell’energia. Se,<br />
come teorizzava Peter Drucker,<br />
“la scomparsa del lavoro quale<br />
fattore chiave della produzione<br />
sta per emergere come la questione<br />
cr<strong>it</strong>ica irrisolta della società<br />
cap<strong>it</strong>alistica”, è altrettanto vero<br />
che questa crisi si presenta all’alba<br />
di un’era che sarà dominata da<br />
nuove tecnologie e che dovrà fondarsi<br />
su nuove fonti e modelli di<br />
consumo energetici, che potranno<br />
contribuire a mutare gli scenari<br />
geopol<strong>it</strong>ici mondiali.<br />
L’era moderna per come la conosciamo<br />
è stata resa possibile<br />
dalla enorme disponibil<strong>it</strong>à energetica<br />
garant<strong>it</strong>a dai combustibili<br />
fossili, ma non ha conosciuto un<br />
percorso semplicemente lineare.<br />
Nel salto corrispondente al<br />
passaggio dal predominio inglese,<br />
basato sul carbone, a quello<br />
americano, improntato allo sfruttamento<br />
intensivo dei giacimenti<br />
petroliferi, il sistema economico è<br />
diventato fortemente verticistico.<br />
La intens<strong>it</strong>à di cap<strong>it</strong>ale necessaria<br />
al reperimento e sfruttamento dei<br />
giacimenti ha favor<strong>it</strong>o la creazione<br />
di colossi internazionali ed il<br />
successo di strutture fortemente<br />
improntate alle economie di scala,<br />
fino a concentrare la maggior parte<br />
del potere economico planetario<br />
nei consigli di amministrazione<br />
di circa cinquecento Aziende.<br />
Per converso, se vediamo la rivoluzione<br />
dei computer e del World<br />
Wide Web come l’ultimo grande<br />
prodotto della civiltà indus-triale<br />
classica, dominata dalla fisica e<br />
dalla chimica, non possiamo mancare<br />
di notare come la nuova era,<br />
già proiettata nel biotech, sia profondamente<br />
informata dal concetto<br />
di rete. Un modello più “democratico”<br />
che , se prendesse piede<br />
nel settore dell’energia, potrebbe<br />
avere conseguenze dirompenti non<br />
solo nel mondo dell’economia, ma<br />
rimodellare l’intera società.<br />
Per comprendere l’importanza<br />
della variabile energetica a livello<br />
economico e geopol<strong>it</strong>ico, basterà<br />
ricordare come il crollo dell’Unione<br />
Sovietica si sia concretizzato in<br />
segu<strong>it</strong>o ad un prolungato periodo<br />
di depressione del mercato petrolifero.<br />
Il prezzo del barile a quindici<br />
– venti dollari e la conseguente<br />
impossibil<strong>it</strong>à di mantenere gli alti<br />
costi del proprio sistema sociale<br />
ed internazionale, minarono concretamente<br />
il logoro tessuto del<br />
pianeta URSS, esaltandone le contraddizioni<br />
ed accelerandone - in<br />
ultima analisi - il cedimento.<br />
Siamo oggi in una fase pol<strong>it</strong>icamente<br />
molto diversa, ma di estremo<br />
divenire dal punto di vista<br />
energetico e tecnologico: si discute<br />
della consistenza delle riserve<br />
petrolifere mondiali, di un concreto<br />
impulso al nucleare, di fonti<br />
rinnovabili, di idrogeno, ma in<br />
modo quasi schizofrenico e senza<br />
riflettere sulle implicazioni sociali<br />
che potranno avere i diversi modelli<br />
di sviluppo.<br />
Per cercare di fare ordine, in<br />
primo luogo, si può provocatoriamente<br />
dire che il concetto di<br />
picco della produzione mondiale<br />
sia – di fatto – una chimera: i riflessi<br />
sulle valorizzazioni di borsa<br />
delle Società petrolifere, fanno sì<br />
che i dati sulle riserve siano spesso<br />
altamente inaffidabili e, d’altra<br />
parte il concetto stesso di riserva<br />
è spesso determinato da fattori<br />
economici, più che tecnologici.<br />
Prima che il prezzo del barile salisse<br />
a centoquaranta dollari, le<br />
sabbie b<strong>it</strong>uminose del Canada non<br />
erano comprese nel novero delle<br />
riserve, ma questo è puntualmente<br />
accaduto una volta “spostata<br />
l’asticella”, che ha dato anche<br />
ulteriore impulso alle tecnologie<br />
estrattive ed alla fruibil<strong>it</strong>à economica<br />
di vecchi giacimenti.<br />
Punti di vistA<br />
Si può quindi pensare che il<br />
costo della riforma del sistema<br />
energetico e sociale basato sui<br />
combustibili fossili fornisca un<br />
valido meccanismo di protezione<br />
ed una notevole inerzia al cambiamento,<br />
resa ancora più sensibile<br />
dal contemporaneo risveglio<br />
dell’interesse nutr<strong>it</strong>o verso altre<br />
fonti energetiche tradizionalmente<br />
“centralizzate” e ad alta intens<strong>it</strong>à<br />
di cap<strong>it</strong>ale quale il nucleare.<br />
Ci troveremmo quindi in una fase<br />
storica caratterizzata da successivi<br />
aggiustamenti che, in mancanza<br />
di imprevedibili accelerazioni<br />
geopol<strong>it</strong>iche o religiose, garantiranno<br />
il perpetuarsi del successo<br />
del sistema attuale.<br />
Consideriamo invece l’attuale<br />
scenario di economie in difficoltà,<br />
con ridotte possibil<strong>it</strong>à di accedere<br />
al cred<strong>it</strong>o e cosa potrebbe significare<br />
lo sviluppo di nuove centrali<br />
nucleari compatte, una sorta di<br />
“cubo energetico” interrato pensato<br />
per fornire energia a circa<br />
20.000 utenze, la creazione di<br />
campi fotovoltaici nelle zone desertiche,<br />
il completamento delle<br />
super-reti energetiche ad altissima<br />
tensione pensate per mettere<br />
in rete i parchi eolici del Mare del<br />
Nord e della Spagna, i grandi bacini<br />
idroelettrici, le centrali che<br />
sfruttano i salti di marea, ecc.<br />
Si passerebbe ad una filiera<br />
energetica diffusa dal punto di<br />
Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
vista della distribuzione e della<br />
produzione, fortemente integrata<br />
per ridurre le costose ridondanze<br />
e riserve richieste dal sistema<br />
attuale, con al centro la rete distributiva,<br />
piuttosto che il fattore<br />
produttivo. Si avrebbe quindi un<br />
World Wide Web della energia nel<br />
quale – al lim<strong>it</strong>e - ogni singola un<strong>it</strong>à<br />
ab<strong>it</strong>ativa potrebbe essere contemporaneamente<br />
utilizzatrice e<br />
forn<strong>it</strong>rice.<br />
Le basi teoricamente esistono<br />
già: il piccolo impianto fotovoltaico<br />
domestico da 3 kW viene oggi<br />
collegato alla rete in modal<strong>it</strong>à di<br />
scambio, ma con lo sviluppo dei<br />
pannelli ad alta efficienza, come<br />
quelli a tripla giunzione e la auspicata<br />
diffusione di automobili a<br />
celle di combustibile lo scenario<br />
cambierebbe radicalmente.<br />
Alle aggregazioni sovranazionali<br />
di stati dovrebbe essere demandato<br />
lo sviluppo di centrali di<br />
potenza relativamente lim<strong>it</strong>a rispetto<br />
quella oggi disponibile e lo<br />
sviluppo di infrastrutture di scambio<br />
e trasporto efficienti. L’iniziativa<br />
e l’investimento privato – al<br />
lim<strong>it</strong>e familiare – potranno fornire<br />
la restante parte della potenza,<br />
cogliendo opportun<strong>it</strong>à di business<br />
oggi appannaggio di poche Aziende<br />
fortemente cap<strong>it</strong>alizzate ed<br />
organizzate, liberando al tempo<br />
stesso ingenti risorse statali.
Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
Qualche mese fa è stato<br />
“rispolverato” il vecchio,<br />
caro cinema Cilea<br />
e sono giunti, in redazione, non<br />
pochi complimenti, sia per l’articolo<br />
di Cettina Angì che in poche<br />
righe è riusc<strong>it</strong>a a riesumare<br />
ricordi speciali di un tempo che<br />
fu, sia per le immagini che la incomparabile<br />
Maria Rosaria Trapasso,<br />
ha saputo “rubare” all’interno<br />
della vecchia struttura.<br />
Noi ringraziamo chi ha scr<strong>it</strong>to<br />
e ringraziamo, soprattutto, giuseppe<br />
arena per le immagini,<br />
davvero ricche di storia, che ci<br />
ha inviate.<br />
Ci sembra doveroso, quindi,<br />
riempire queste pagine di scorci<br />
<strong>12</strong><br />
sPAzio Ai lettori<br />
CinemA CileA . . . Atto 2°<br />
palmesi con foto, nomi e ricordi<br />
c<strong>it</strong>ati, con evidente fervore, da<br />
chi ha trascorso la sua giovinezza<br />
a Palmi, da chi è cresciuto tra<br />
quei giovani che fieri si mostrano,<br />
sul palco del Cilea... che fu.<br />
Non c’è da dire altro, se non<br />
tuffarsi nelle parole e nelle immagini<br />
di queste pagine.<br />
Un particolare ringraziamento<br />
va fatto anche a giuseppe (Popine)<br />
Repaci, per la gentilezza con<br />
la quale ha commentato il “periodo<br />
storico” e la generos<strong>it</strong>à, nel<br />
promettere, appena possibile, altri<br />
racconti ed immagini di quei tempi,<br />
così, da mantenere vivo il ricordo<br />
di una storia tutta palmese.<br />
Gentilissima Cettina Angì,<br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />
ho letto sul periodico Madre Terra il suo articolo che descrive la<br />
storia del Cinema Teatro CILEA, ed essendo io, Giuseppe Arena, cl.<br />
1935, per età il più anziano degli eredi di quei fratelli Arena che hanno<br />
per quasi cinquant’anni gest<strong>it</strong>o quel teatro, sento di contattarla<br />
perché il suo articolo ha risvegliato in me una emozione profonda,<br />
avendo io vissuto quella realtà che per quel periodo storico ha allargato<br />
l’interesse e la conoscenza di tutti noi palmesi.<br />
Mi permetterò, sulla scia di questa emozione, di aggiugere a quanto<br />
lei ha descr<strong>it</strong>to qualcosa di personale. E’ vero, quel cinema teatro<br />
era quasi un centro culturale per quasi tutta la ‘Piana’, solo a Reggio<br />
c’era un ambiente che per qual<strong>it</strong>à estetiche o per impegni di spettacolo<br />
poteva reggere il paragone. Le compagnie di lirica, con le opere<br />
di Cilea, Mascagni e Giordano, gli ultimi dei romantici, erano di livello<br />
nazionale, ugualmente quelle di prosa con i tre fratelli Ninchi, con<br />
Angelo Musco e Rosina Anselmi, detentori del dialetto siciliano, con<br />
Germana Paolieri, col mago Bustelli, con la giovane Laura Adani, ed<br />
a finire con le operette con le arie allora in voga de’ La Vedova Allegra,<br />
e del Paese dei Campanelli, e con le prime riviste con ballerine<br />
“succinte”.<br />
Ricordo che da piccolo, vest<strong>it</strong>o all’inglese in velluto nero, calzettoni<br />
bianchi, e scarpe in vernice nera, mi mandavano sul palcoscenico a<br />
consegnare alla prima attrice o al soprano una corbeille di camelie,<br />
dopo che alcune zie mi avevano pettinato, a ‘boccoli’, i capelli che<br />
avevo ricci e biondi, dopo averne avvolta ogni ciocca sul d<strong>it</strong>o indice.<br />
Una carezza e via, e… Pinuzzu era felici.<br />
Certamente questo la farà sorridere, ma mi abbandono a queste<br />
descrizioni per poterla fare entrare in quella che era l’atmosfera degli<br />
ultimi anni del ventennio fascista. Custodivamo una infin<strong>it</strong>à<br />
di bandiere <strong>it</strong>aliane con lo stemma sabaudo, di vessilli e di gagliardetti<br />
l<strong>it</strong>torii, che servivano per addobbare il teatro per le riunioni del<br />
part<strong>it</strong>o o per comizi che non si potevano svolgere, per ordine pubblico,<br />
nella piazza principale. Io e mio fratello, all’uopo, venivamo vest<strong>it</strong>i<br />
da piccoli balilla.<br />
Di sicuro lei non sa che i fratelli Arena avevano già avuto, negli anni<br />
20, la gestione del primo cinema muto del circondario, tutto in legno,<br />
che si trovava dove c’è adesso l’Ufficio postale, accanto al municipio,<br />
il Cinema Sociale, dove, al pianoforte accompagnava le proieziomi<br />
dei film, mio nonno materno, Vincenzo Cicala, don Ceciu, a<br />
detta dei miei, amico d’infanzia di Cilea.<br />
Con l’arrivo del sonoro si era passati alla direzione del nuovo cinema<br />
teatro. Custodivamo una vasta quant<strong>it</strong>à di locandine che pubblicizzavano<br />
i film, e di foto di attori, da Valentino alla Garbo, alla<br />
Magnani, alla Calamai, a Totò, alla Valli, alla Bergman, su carta patinata<br />
color ambra, che venvano esposte nelle vetrine dei negozi del<br />
centro c<strong>it</strong>tadino. Tutto questo, un<strong>it</strong>amente agli spart<strong>it</strong>i musicali del<br />
periodo del muto è andato perduto in quanto custod<strong>it</strong>o nella nostra<br />
ab<strong>it</strong>azione che, nell’ultima guerra, dopo un bombardamento, è stata<br />
distrutta nell’ incendio del rione Mauro.<br />
Con l’arrivo degli americani il Cilea si adattò a portare anche le<br />
compagnie di avanspettacolo.<br />
Così, cara Cettina Angì, sono cresciuto assieme al primo Tarzan, a<br />
pecos Bill, a Stanlio e Onlio, a Via col vento, alle prime commedie<br />
musicali americane, a Roma c<strong>it</strong>tà aperta.<br />
A propos<strong>it</strong>o di rosselini, deve sapere che la distribuzione dei film<br />
per gran parte del merdione era a Catania, dove ci si recava, dopo un<br />
‘lungo viaggio’, per accaparrarsi i<br />
film ‘di cassetta’, e non è escluso<br />
che il cortometraggio ‘Il ruscello<br />
di Ripa Sottile’ forse allegato ad<br />
uno dei film del primo rossellini,<br />
non sia mai stato proiettato al Cilea,<br />
in quanto il neo realismo non<br />
aveva grandi consensi nel pubblico<br />
palmese di allora. Tale era il<br />
detto:“A vidiri ‘sti filmi ndi scura<br />
‘u cori”.<br />
Spero tanto di non averla annoiata,<br />
ma il cinema teatro Cilea,<br />
che nasce dal cinema muto e finisce<br />
con l’arrivo della televisione,<br />
fa parte oltre che ad un intenso e<br />
travagliato periodo storico, anche<br />
alla storia della nostra c<strong>it</strong>tà, alla<br />
quale, pure se lim<strong>it</strong>atamente, la<br />
mia famiglia ha contribu<strong>it</strong>o.<br />
La ringrazio di avermi dato lo<br />
spunto a scrivere, e spero, con<br />
questo spaccato personale, di essere<br />
stato capace ad allargare la<br />
sua visione del luogo che nei miei<br />
sentimenti sarà sempre presente.<br />
P. S. La donnetta che vendeva<br />
‘a calia si chiamava donna Rosa<br />
giUSEPPE aRENa<br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 13<br />
sPAzio Ai lettori<br />
Caro Paolo,<br />
dico così per potermi sentire a mio agio per questa nuova conoscenza, e per ringraziarla<br />
di avermi contattato. E’ naturale che io sia orgoglioso di vedere sul suo giornale la mia lettera<br />
quale segu<strong>it</strong>o al bell’articolo di Cettina Angì. Le mando per adesso alcune foto ‘storiche’:<br />
lo stralcio di un quotidiano del 1938 dove compaio, sono il bambino coi capelli ricci, assieme<br />
a mio fratello, (erano gli anni dell’ ostentato orgoglio famigliare, alla fine del Ventennio),<br />
in due foto compare il palco del Cilea con la ‘meglio gioventù’ del tempo, con l’orchestra<br />
Cicala, un giovane Turi Idà, e l’amico Peppino Repaci che si esibiva come cantante,(col<br />
beretto bianco), nell’ultima sempre io e mio fratello, bambini, l’Ufficiale è il papà del dott.<br />
Francesco Scampato, mio cugino, ed il signore sulla destra è il papà del dott. Enzo Tedesco,<br />
e per ultimo una foto che accompagnava i l film, da noi proiettato, “La c<strong>it</strong>tà dei ragazzi”<br />
del 1938, con un giovane Spencer tracy ed un mickey rooney, quasi ragazzo. Ne faccia l’uso<br />
che vuole.<br />
Solo per rimanere in tema cinematografico le mando un mio scr<strong>it</strong>to in dialetto che fa parte<br />
di una raccolta scr<strong>it</strong>ta nel 2007, dal t<strong>it</strong>olo: ArrICOrDArI, e che solo ora ho avuto l’audacia<br />
di far stampare.<br />
La ringrazio dell’attenzione, e se mi sarà possibile le invierò altro materiale,<br />
distinti saluti<br />
giUSEPPE aRENa<br />
La “meglio gioventù del tempo” - foto sul palco del Cinema Cilea<br />
Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
Cinima 2007<br />
Ddu’ sordi di pastiddhi,<br />
sulu chiddhi moddhiceddhi,<br />
ddu’ sordi di simenzi,<br />
e ddui di ciciari caliati,<br />
‘cu ‘na mbiscatina ‘i nuciddhina<br />
e di favi già atturrati !<br />
avanti a lu cinema,<br />
nci stava allura ‘na vecchiareddha,<br />
‘cu ‘na bancareddha,<br />
e vindiva tuttu chistu a cu trasiva,<br />
e accussì si passavanu li uri,<br />
sgranandu tantu d’occhi<br />
e masticandu ‘sti sapuri,<br />
Passaru sessantanni,<br />
e ora sugnu ccà, ‘nta ‘sta gran c<strong>it</strong>tà,<br />
‘u cinema è comu ‘nu triatu,<br />
avi ogni postu numeratu,<br />
nci sunnu signurini, giuvani e eleganti,<br />
arretu a ‘nu bancuni ‘i v<strong>it</strong>ru scintillanti,<br />
aundi non nc’è tantu d’ accattari,<br />
e si lu voi fari, basta diri ‘na parola,<br />
o pop corn, oppuri coca cola.<br />
Certu, ora staju pensandu<br />
ca ‘na bella cosa puru sarria<br />
se donna Rosa nci fussi ccà mia.<br />
ma chi penzeru stranu<br />
chi mi stavi ora pigghiandu!
Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
di Rocco Mil<strong>it</strong>ano<br />
Lo scorso Natale l’Associazione<br />
PER PALMI ha costru<strong>it</strong>o,<br />
nell’hangar dell’ex AMA in via<br />
San Giorgio, un grande, artistico<br />
e particolareggiato Presepe elettromeccanico,<br />
con la Nativ<strong>it</strong>à inser<strong>it</strong>a<br />
nella ricostruzione fedele<br />
del borgo antico della Marinella<br />
di fine 800, sicuramente apprezzato<br />
e riconosciuto dai Palmesi,<br />
per i ricordi che ha susc<strong>it</strong>ato,<br />
come il Presepe della C<strong>it</strong>tà.<br />
Quest’anno la stessa Associazione<br />
PER PALMI, ponendosi ancora<br />
e come sempre al servizio<br />
della C<strong>it</strong>tà, nei medesimi locali<br />
del capannone ex AMA ha realizzato<br />
il Presepe <strong>2010</strong> ricostruendo,<br />
nei livelli di paesaggio più<br />
alti rispetto alla Marinella, taluni<br />
vecchi quartieri ab<strong>it</strong>ativi che nel<br />
primo 900, dopo il terremoto e<br />
la guerra, hanno vissuto periodi<br />
di rilevante presenza residenziale<br />
e lavorativa di palmesi.<br />
La struttura di superficie ricreata,<br />
imponente per l’ampiezza,<br />
anche questa volta supera<br />
abbondantemente i 100 mq;<br />
contiene animazioni e movimenti<br />
elettromeccanici con affascinanti<br />
giochi di luci ed offre,<br />
delle zone interessate, una ricostruzione<br />
particolareggiata e<br />
fedele, per come visibile nelle<br />
foto dell’epoca estratte dalla<br />
grande miniera storica del socio<br />
14<br />
sPAzio Ai lettori<br />
Peppe Cricrì.<br />
E’ questo il risultato che l’Associazione<br />
PER PALMI ancora una<br />
volta è riusc<strong>it</strong>a a raggiungere<br />
grazie all’impegno straordinario<br />
dei componenti il Direttivo (Fonte,<br />
Brando, Oliveri, Simonetta,<br />
Melissari e Ranuccio) e di tanti<br />
soci che al lavoro comune, con<br />
grande generos<strong>it</strong>à, hanno apportato<br />
tutta quanta la propria<br />
dedizione sociale: (Impiombato,<br />
Barbera, Riotto, Petta, Gaudio e<br />
tanti altri). E’ stata così realizzata<br />
un’opera di sicuro valore<br />
iL PRESEPE mECCaNiCO Di BagNaRa CaL.<br />
Ogni anno, a Bagnara, si allestisce un presepe particolare.<br />
A Bagnara Calabra (RC) da più di 10 anni si realizza un “magnifico”<br />
presepe in uno dei posti più caratteristici della c<strong>it</strong>tà, nei sotterranei<br />
della chiesa dell’Arciconfratern<strong>it</strong>a del SS. Carmelo, che è<br />
la chiesa più antica della zona, fondata il 16 settembre del 1687 da<br />
Carlo Ruffo, III duca di Bagnara Calabra.<br />
Il presepe spazia in tre diorami: Annunciazione, Nativ<strong>it</strong>à, Paesaggio.<br />
Con i suoi centocinquanta mq di superficie e più di cento pastori in<br />
movimento (altezza minima cm 13 altezza massima 170 cm), rappresenta<br />
il paesaggio e la realtà popolare Bagnarese nel periodo<br />
tra il 1700/1800 (molti particolari sono stati presi da vecchi disegni<br />
dall’archivio dell’Arciconfratern<strong>it</strong>a).<br />
Tutti gli effetti giorno e notte, mare con barche in movimento, angeli<br />
in volo, sole, luna, neve, temporale ecc… sono gest<strong>it</strong>i da un<br />
computer.<br />
Può essere un’emozione unica vis<strong>it</strong>are questo particolare presepio!<br />
CON LA RICOSTRUZIONE DI ANTIChI QUARTIERI L’ASSOCIAZIONE<br />
PER PALMI AUGURA BUON NATALE ALLA CITTA’.<br />
artistico per la lavorazione manuale,<br />
la creativ<strong>it</strong>à e la cura dei<br />
particolari.<br />
Soprattutto però è stato stimolato<br />
un grande sentimento di<br />
social<strong>it</strong>à c<strong>it</strong>tadina, per le sensazioni<br />
che la visione degli squarci<br />
antichi genera, e per i desiderata<br />
unanimemente espressi dai<br />
tanti vis<strong>it</strong>atori che l’Associazione<br />
ha colto e nell’immediato<br />
futuro vuole realizzare. L’intento<br />
dichiarato dal Direttivo è infatti<br />
quello di collegare il Presepe di<br />
quest’anno con quello dell’anno<br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />
scorso, unificando i quartieri ricostru<strong>it</strong>i<br />
nella speranza di poter<br />
montare un giorno, in maniera<br />
stabile, le due parti, magari ampliate<br />
fino alle arcate della Villa,<br />
in un ambiente idoneo a custodire<br />
musealmente una miniatura<br />
fedele delle zone più antiche<br />
del paese, comprese quelle ormai<br />
spar<strong>it</strong>e.<br />
Con questo intento e tanta<br />
dedizione, l’Associazione PER<br />
PALMI tutte le sere, dopo le 18,<br />
di fronte alla Nativ<strong>it</strong>à, augura<br />
Buon Natale alla C<strong>it</strong>tà.<br />
Se jjeu…<br />
Se jjeu avissi a forza pemmi gridu<br />
mi jiettu pugna nta ‘na scrivanìa<br />
chi mani mei mi toccu, e pemmi vidu<br />
‘nc’unu chi la pensa comu a mmia<br />
cioè pol<strong>it</strong>icamente parrandu,<br />
‘eu chi non ssacciu tantu chi vordiri<br />
a pugnu duru sempi ddhà minandu,<br />
‘u me’ penseri pemmi pozzu diri.<br />
A pocu servi diri ‘na palora<br />
‘i ‘stu cuvernu chjnu ‘i moralisti<br />
chi hannu vucca larga, lingua ‘i fora<br />
e sputanu velenu a manifesti<br />
aundi strati strati troppa ggenti,<br />
tantu esempiu faci qualunquista<br />
pecchì ‘sta v<strong>it</strong>a non esti coerenti,<br />
aundi sulu ‘u pugnu mancu basta.<br />
Se jjeu avissi a forza mi cuvernu<br />
forsi è troppu grossa ‘sta palora,<br />
ca cumanda sulu ‘u Pathri Eternu<br />
iddhu chi non avi lingua ‘i fora<br />
ma, sulu nu vastuni chiddhu ‘randi<br />
grossu di spessuri veramenti,<br />
è saggia a so’ palora e corrispondi<br />
a tutti li tempesti e milli venti.<br />
Se jjeu…no!!...E’ ssulu fissarìa<br />
mi dugnu saziu sulu p’a virtù<br />
sulu mi pensu ‘i quantu facerrìa,<br />
è tuttu ‘nùtuli, pecchì nci pensa Gesù.<br />
Natale Trimarchi
egolAmento<br />
•<br />
•<br />
•<br />
•<br />
•<br />
•<br />
•<br />
•<br />
•<br />
•<br />
•<br />
•<br />
•<br />
•<br />
•<br />
•<br />
•<br />
•<br />
•<br />
•<br />
•<br />
•<br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 19<br />
VeNIAMO VIA...<br />
CON VOI<br />
elenco delle cose che mi piacciono<br />
del programma di Saviano e Fazio<br />
di Nella Cannata<br />
e’un programma innovativo nei tempi e nei modi<br />
Si respira un clima di seren<strong>it</strong>à<br />
Non si urla e non si l<strong>it</strong>iga<br />
Non è la sol<strong>it</strong>a trasmissione ipocr<strong>it</strong>a<br />
Non ci sono seni al vento e parolacce<br />
Si rispettano le persone<br />
Ogni osp<strong>it</strong>e ha a disposizione lo stesso tempo<br />
C’è uguale riguardo sia per l’onorevole che per l’uomo della strada<br />
Non si fanno smancerie ma la comunicazione è diretta<br />
Si trattano i temi che interessano realmente il Paese<br />
Si affrontano argomenti “forti” con misura e pacatezza<br />
Si osp<strong>it</strong>ano persone di cultura che dicono cose interessanti<br />
Lo seguono 11 milioni di telespettatori<br />
La maggior parte dei telespettatori è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da giovani<br />
I conduttori spiegano con parole semplici un mondo complicato<br />
Traspare il coraggio delle idee e la forza delle parole<br />
Si fa pol<strong>it</strong>ica senza usare il linguaggio“pol<strong>it</strong>ichese”<br />
C’è il giusto equilibrio tra serio e faceto<br />
Ci fa sperare che qualcosa potrà cambiare<br />
Riesce a svegliare le coscienze dormienti degli Italiani<br />
Riesce a mettere in ombra il “grande fratello”<br />
Fa emozionare e fa venire la “pelle d’oca”<br />
di Chiara Ortuso<br />
.<br />
Così scrive nell’ Intruso Jean<br />
Luc Nancy, illustre rappresentante<br />
francese della filosofia<br />
contemporanea. Le sue riflessioni<br />
sul dolore sono mer<strong>it</strong>evoli di<br />
grande attenzione in un’epoca<br />
in cui i sentimenti umani, quali<br />
disperazione e sofferenza, vengono<br />
come non mai vilipesi e<br />
strumentalizzati. Tutti noi abbiamo<br />
assist<strong>it</strong>o ad una abnorme<br />
quanto macabra proliferazione<br />
di trasmissioni televisive in cui,<br />
in mer<strong>it</strong>o alla tragica uccisione<br />
della piccola Sarah Scazzi , si è<br />
abusato di giudizi e analisi socio<br />
–psicologiche fini solo a loro<br />
stesse. Il dolore non fa rumore,<br />
non va urlato ma è la proiezione<br />
di uno stato d’animo profondamente<br />
fer<strong>it</strong>o nella sua intim<strong>it</strong>à,<br />
è espressione di un malessere fisico<br />
e mentale. Si è persino parlato,<br />
oltrepassando ogni lim<strong>it</strong>e di<br />
buon senso, di una presunta indifferenza<br />
da parte di una madre<br />
a cui era stata annunciata in diretta<br />
la notizia del r<strong>it</strong>rovamento<br />
del cadavere della figlia. Come se<br />
fosse possibile all’occhio esperto<br />
dei giudici umani quantificare<br />
e misurare i sentimenti contrastanti<br />
che si affollano nella mente<br />
di una donna in preda al dolore.<br />
Si assiste oggi ad una spettacolarizzazione<br />
dei sentimenti,<br />
proiezione di una società pronta<br />
a svendere senza alcun rispetto<br />
le emozioni altrui, a calpestare<br />
Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
la dign<strong>it</strong>à umana pur di raggiungere<br />
la tanto aspirata notorietà<br />
che ‘solo’ l’audience televisivo<br />
sembra poter regalare. Da ciò,<br />
dunque, nasce l’esigenza di poter<br />
rest<strong>it</strong>uire un senso a quella<br />
dimensione emotiva dell’essere<br />
umano sempre più umiliata e<br />
calpestata. Il dolore è una faccenda<br />
troppo privata per essere<br />
analizzata, declamata e sminu<strong>it</strong>a<br />
dai sapientoni dell’opinione pubblica.<br />
Di fronte allo strazio per la<br />
perd<strong>it</strong>a di tante v<strong>it</strong>time di abusi<br />
e della violenza umana siamo<br />
obbligati al silenzio. Un silenzio<br />
che non sia sterile ma animato<br />
da un senso di rispetto nei confronti<br />
della sofferenza altrui.
Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
20<br />
versi in liBertà<br />
un omAggio Ad un PoetA...<br />
PAsquAle Cutugno<br />
il diAletto e i riCordi nell’AnimA di<br />
un PoetA legAto AllA suA PAlmi.<br />
Sono giunte in redazione alcune poesie di Pasquale Cutugno e<br />
sub<strong>it</strong>o si è respirata l’aria profumata che accompagna qualsiasi<br />
scoperta.<br />
Un senso di leggerezza, ha colp<strong>it</strong>o chiunque stava attorno ad<br />
ascoltare o leggere le sue piccole liriche.<br />
Un pentagramma colmo di superbe note, tutte sprigionate da<br />
un amore folle verso la sua terra ed i suoi ricordi, musica per<br />
orecchie che sanno ascoltare, un insieme di parole che fluttuano,<br />
ondeggiando, nell’aria.<br />
Esprime, Cutugno, la malattia di chi è lontano e nei suoi versi<br />
vive tutta la passione che accomuna i palmesi di tutto il mondo.<br />
Avremmo voluto, e non sarebbe stato un del<strong>it</strong>to, pubblicare<br />
altri lavori di Pasquale Cutugno ma, per motivi di spazio, ci<br />
dobbiamo fermare qui... per adesso.<br />
Buona lettura<br />
‘u PArAvisu<br />
A differenza dell’Inferno e del Purgatorio, in<br />
questa lirica non abbondano toni solo caricaturali<br />
ma allegramente si esaltano le gioie.<br />
‘Mbiatu se vai supra ‘n paravisu!<br />
Ti saluta San Petru,’mpena trasi<br />
e suttavrazzu poi cu nu surrisu<br />
pisca ‘n bogliettu tra li tanti spasi.*<br />
Se nesci paru,* ‘n angialu di pisu*<br />
ti porta aundi su’, d’oru li casi,<br />
cusì tra ianchi nuvuli suspisu<br />
nan hai ch’a m’apri a porta e pemmi trasi.<br />
A destra e a manca giostri, danzaturi,<br />
festuni, palluncini ed angialeddhi<br />
chi cantanu u’ Vangelu a tutti l’uri<br />
e arretu a testa, ‘nchiovanu l’aneddhi.*<br />
Quandu , poi, ti prisentanu o’ Signuri,<br />
spuntanu nta li spaddhi l’aliceddhi.<br />
Se ‘mbeci nesci disparu, l’ambienti<br />
esti d’argentu e d’oru, biculuri;<br />
però nc’è tuttu non ti manca nenti:<br />
ddui stanzi, ‘na cucina e ‘n curr<strong>it</strong>uri.*<br />
Quandu t’annoi e voi trovari genti<br />
t’accumpagnanu i Santi Prutetturi;<br />
ddhà, ‘nte mbiati, non nci su’ parenti,<br />
laundi nenti sciarri o cungetturi.*<br />
Si stavi ‘n paci,’mmenz’a li giardini,<br />
tra canti di ceddhuzzi ed armonii.<br />
Di fica, pira, l’arbari su’ chini<br />
ndi mangi fin’a quandu ti sazzii.<br />
Di sira, poi balletti e cuncertini,<br />
e cori “i Grolia Patri e Avi Marii.<br />
Pasquale Cutugno<br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />
Nato A palmi 04/09/1925<br />
Laurea : Univers<strong>it</strong>a’ Di Messina<br />
In filosofia<br />
Docente Di Ruolo Negli Ist<strong>it</strong>uti<br />
E Scuole Di Torino E Provincia<br />
Completa La Carriera Dopo<br />
40 Anni Di Servizio Nel 1991<br />
Nell’<strong>it</strong>is “A. Avogadro” To.<br />
Autore Di Poesie Ha Partecipato<br />
A Numerosi Premi Letterari<br />
In Lingua E In Vernacolo, Riportando<br />
Ovunque riconoscimenti<br />
ed Encomi.<br />
‘u vinu i PArmi<br />
Elogio sperticato per il vino di Palmi genuino e<br />
gustoso.<br />
Se voi pemmi ti sananu li mali,<br />
se la panza tu senti carsariata,*<br />
è ‘nutili chi curri du’ spezziali:<br />
perdi li sordi e spaci la corata.*<br />
Pigghia ‘n cunsigghiu averu origginali:<br />
fatti ddu’ passi sutta a la Strazzata,*<br />
undi ‘n c’è nu vinellu speciali,<br />
natu e crisciutu ‘mmenz’a ‘sta cuntrata!<br />
E’ sangu ‘i Cristu veru e genuinu,<br />
‘mpena l’assaggi a gula ti ch<strong>it</strong>ìa.*<br />
E’ trasparenti comu nu rubinu!<br />
Ti dicu sulu, menti ‘n energia<br />
chi se nci ‘nduni* a ‘n mortu, ‘n biccherinu,<br />
‘u trovi ‘nto stratuni chi passìa.<br />
s i r A P A i s A n A<br />
Il lento r<strong>it</strong>orno dei buoi, il suono dell’Ave<br />
Maria, sbalancano le porte alla placida sera<br />
paesana, colma di odori e sapori fragranti e<br />
di bisbiglii sulle soglie spalancate.<br />
A passu di li voi, di ddha da’ Chiana<br />
cala la sira e anima la via;<br />
la saluta nu sonu di campana<br />
e u’ cantu ‘n chiesia dill’Avimaria.<br />
Di grofaddhi e di griddhi è ‘na mattana;<br />
lu celu muta la tapizzaria.<br />
Cangia lu sangunazzu ‘n porcellana,<br />
la luna, chi d’arretu o’ Munti, occhia!.<br />
La genti è fora, ‘i porti sbalancati,<br />
sapuri di cipuddha e suriaca;<br />
crìscinu ì parrarizzi nta li strati<br />
ragghi di scecchi, calameddhi ‘i naca.<br />
Tutti li strapuntini su’ acconzati:<br />
cala lu scuru e a notti si divaca.<br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 21<br />
di Cettina Angì<br />
Non ricordo precisamente<br />
quando ho conosciuto<br />
il professore Giuseppe Saffioti,<br />
nato a palmi il 7 ottobre 1920.<br />
Ma oggi, a quindici anni dalla sua<br />
scomparsa, avvenuta a Palmi il<br />
3 febbraio 1995, mi piacerebbe<br />
tracciarne un r<strong>it</strong>ratto in cui predominano<br />
sia i lati artistici, che<br />
sono stati tanti ed importanti,<br />
sia i lati umani, piacevoli, genuini<br />
che ho avuto la fortuna di conoscere<br />
ed apprezzare. Voglio ricordare,<br />
cercando di mettere un<br />
po’ di ordine nei miei ricordi, in<br />
modo semplice e con una giusta<br />
nota di riconoscenza, un uomo<br />
che amava in maniera incondizionata<br />
il proprio paese, al quale<br />
si dedicava con una passione<br />
ammirevole. Adesso lo ricordo<br />
bene. Ho conosciuto il Professore<br />
Saffioti nel periodo della<br />
adolescenza, essendo io, amica<br />
e compagna di scuola della cara<br />
Marcella, la più piccola dei suoi<br />
tre figli, la quale ha ered<strong>it</strong>ato<br />
dal padre lo stesso senso artistico<br />
e il piacere della rappresentazione<br />
della realtà. Ricordo in<br />
il PersonAggio<br />
GIUSEPPE SAFFIOTI - (GISA)<br />
Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
Gli episodi del passato, sono affreschi su un muro, che –dimenticati da gran tempo– ricompaiono<br />
a un tratto. Anche se accanto a quei frammenti ben conservati ci sono grandi spazi dove non si<br />
vedono che i mattoni sul muro.<br />
Stendhal<br />
particolare, un viaggio compiuto<br />
in quel periodo, a Roma, in occasione<br />
di una rappresentazione<br />
dell’Ecuba di Nicola Manfroce,<br />
tenutasi al Conservatorio di Santa<br />
Cecilia, insieme ad altri componenti<br />
dell’Associazione Amici<br />
della Musica, di cui fu il fondatore<br />
insieme ad altri amici, avendo<br />
avuto da sempre una grande passione<br />
per la musica classica. Allegro,<br />
disponibile, sempre pronto<br />
alla battuta, allo scherzo, lo<br />
rivedo, nei miei ricordi, aggirarsi<br />
per casa, sempre occupato, con<br />
in mano fogli, mat<strong>it</strong>a ed occhiali<br />
sulla punta del naso, venire da<br />
noi a chiedere un temperamat<strong>it</strong>e,<br />
una gomma o una qualsiasi<br />
altra cosa, sempre con il sorriso<br />
che illuminava il volto dolce<br />
e bonario. I ricordi sono tanti,<br />
paragonabili ad una serie di<br />
frammenti che si materializzano<br />
dentro di me, come immagini di<br />
altrettante foto, alcune più n<strong>it</strong>ide<br />
altre più sfuocate. Con l’approssimarsi<br />
del Natale, in quella<br />
casa si viveva un’ atmosfera particolare,<br />
paragonabile soltanto<br />
a quella descr<strong>it</strong>ta dal grande<br />
Eduardo De Filippo nella famosa<br />
commedia Natale in casa Cupiello;<br />
con il professore Saffioti<br />
perfettamente calato nel ruolo<br />
del protagonista Luca, tutto preso<br />
da pastori, montagne, colla,<br />
re Magi, e via dicendo, ma soprattutto<br />
animato da un entusiasmo,<br />
quasi infantile, e da una<br />
passione, che guida la mano di<br />
chi fa arte, che sembravano non<br />
venir meno con il passare degli<br />
anni, mentre, gli altri membri<br />
della famiglia perfetti interpreti<br />
dei ruoli descr<strong>it</strong>ti nella commedia.<br />
Una passione, questa del<br />
presepe, che gli ha dato grandi<br />
soddisfazioni ed onori, tanto da<br />
diventare Segretario nazionale<br />
degli “Amici del Presepe”; partecipare<br />
a vari congressi in tutta<br />
Italia e all’ estero, ma soprattutto<br />
recuperare due importanti<br />
presepi: quello di Fiumefreddo<br />
Bruzio realizzato da don Antonio<br />
Rotondo e quello di Seminara<br />
realizzato da Giuseppe Pesa.<br />
Presepi che, successivamente,<br />
hanno trovato una giusta collocazione<br />
presso i locali della Casa<br />
della Cultura di Palmi. Gisa, lo<br />
pseudonimo che egli adoperava<br />
per siglare tutti i suoi lavori e<br />
che trae origine dalle iniziali del<br />
suo nome e cognome, è stato una<br />
miniera di idee per Palmi, basti<br />
pensare che per oltre vent’anni<br />
fu il Presidente dell’Associazione<br />
Turistica “Pro Loco”; il curatore<br />
delle opere e dei <strong>numero</strong>si<br />
cimeli che il Maestro Francesco<br />
Cilea donò alla nostra c<strong>it</strong>tà,<br />
grazie alla grande amicizia che<br />
lo legava alla signora Rosa, vedova<br />
del Maestro; il componente<br />
della Commissione edilizia<br />
e sovrintendenza ai giardini e<br />
monumenti; il componente della<br />
Commissione per la pubblic<strong>it</strong>à,<br />
propaganda turistica e dei beni<br />
culturali della Provincia; uno tra<br />
i soci fondatori del Museo di Etnografia<br />
e folkore Calabrese, a<br />
cui donò alcuni suoi pezzi importanti.<br />
Nella sua attiv<strong>it</strong>à artistica<br />
non esisteva un atteggiamento<br />
superficiale e, come i grandi artisti,<br />
era un osservatore ironico<br />
della v<strong>it</strong>a che studiava ed amava<br />
con spontane<strong>it</strong>à, come altrettanto<br />
profondo era il suo amore<br />
fortissimo per Palmi. Chi gli<br />
stava vicino non poteva far altro<br />
che ammirarlo, era un grande<br />
artista, poliedrico, singolare,<br />
unico. Noi tutti sappiamo chi fu<br />
il professore Giuseppe Saffioti<br />
e cosa rappresentò per Palmi,<br />
elencare tutte le sue attiv<strong>it</strong>à mi<br />
sembra superfluo e riduttivo, ma<br />
rivedendole oggi, le sue cose, a<br />
distanza di tempo, sembrano,<br />
ogni volta, farci scoprire qualcosa<br />
di nuovo. Leggendo le sue<br />
poesie, le sue canzoni, si nota<br />
l’impronta di un’intelligenza<br />
penetrante, personale. Con lui<br />
è scomparso un uomo buono,<br />
generoso, onesto nell’autentico<br />
senso dell’espressione, un uomo<br />
che ebbe una v<strong>it</strong>a artistica piena<br />
e ricca, dove traspaiono le<br />
passioni, l’amore per l’arte, la<br />
sua energia intellettuale; e che<br />
con la sua attiv<strong>it</strong>à instancabile<br />
ha contribu<strong>it</strong>o a fare di Palmi<br />
una c<strong>it</strong>tadina viva e apprezzata.<br />
Scrivendo queste poche righe di<br />
ricordi personali, mi sono resa<br />
conto che parlando di lui, ho ripercorso,<br />
in un certo senso, un<br />
pezzo della mia v<strong>it</strong>a, nella quale<br />
il professore Saffioti è stata certamente,<br />
una delle persone più<br />
care; ma in fondo il ricordo più<br />
importante di chi sia stato veramente<br />
Gisa, appartiene solo<br />
ai suoi familiari, alla moglie la<br />
cara signora Lilla, agli adorati<br />
figli maria Cristina, ferdinando,<br />
Marcella, e agli amati nipoti<br />
Gian Paolo, Valeria e la piccola<br />
Silvia, che certamente, potranno<br />
conservare di lui la giusta<br />
memoria, segreta ed intima, che<br />
giace custod<strong>it</strong>a nel profondo dei<br />
loro cuori. Ho conosciuto bene,<br />
il professore Saffioti che ho voluto<br />
bene e che porterò dentro di<br />
me, come un caro ricordo di un<br />
tempo passato ma mai dimenticato.
Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
22<br />
il rACConto del mese<br />
UN TRISTE NATALE<br />
Eduardo Della Rovere<br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />
Neppure il fuoco nel camino riusciva a donare, con il suo allegro crep<strong>it</strong>io, una parvenza<br />
di seren<strong>it</strong>à al volto del corpulento signore vest<strong>it</strong>o di rosso.<br />
Immobile nella sua immensa poltrona, il barbuto personaggio guardava fuori dalla finestra.<br />
Lontano, oltre le distese innevate. Verso il sud. E scuoteva la testa, e con essa la folta barba<br />
bianca.<br />
Le renne che si godevano il calduccio della ba<strong>it</strong>a lo guardavano perplesso. Un Babbo Natale<br />
così nervoso ed amareggiato non l’avevano mai visto, loro.<br />
“Certo che sono nervoso!” sbottò d’un tratto Nicola (gli amici intimi, ma solo quelli davvero intimi, lo chiamavano così). Sembrava quasi<br />
aver letto il pensiero delle renne le quali, avendo cap<strong>it</strong>o che minacciava tempesta, distolsero lo sguardo continuando a masticare beatamente<br />
muschi e licheni.<br />
“Dopo migliaia di anni, sentirmi dire che non sono capace di esaudire un desiderio! Lo cap<strong>it</strong>e o no che affronto? Dare dell’incapace a me!<br />
A Babbo Natale!”.<br />
Le renne capirono che stava per raccontare ancora una volta la storia di quel posto della Calabria. E capirono, allo stesso tempo, che conveniva<br />
fingere di aver ancora voglia di sentir raccontare dell’unico, vero, grande fallimento professionale del loro principale.<br />
“Eppure me l’avevano detto che non dovevo andarci, da quelle parti. Che era meglio che mandassi un delegato, o che mi lim<strong>it</strong>assi a ricevere<br />
desideri via email oppure a mezzo fax. Invece no, testardo, ci sono andato eccome, in Calabria! Come si chiamava quel posto? Ah si, la Piana”.<br />
Le renne si disposero in cerchio intorno alla poltrona, rassegnate a quella nuova lamentazione.<br />
“E ci sono andato anche contento. Una terra bellissima, baciata dal caldo sole anche d’inverno, con dei colori meravigliosi, intensi, vivi<br />
come non ne avevo visti mai. Ed ero pure convinto che sarebbe stato anche facile accontentarli, visto che tutti i paesi di quella zona mi avevano<br />
chiesto la stessa cosa. Un nuovo ospedale”.<br />
A Babbo Natale scappò un sospiro profondo. La fer<strong>it</strong>a infl<strong>it</strong>ta al suo orgoglio non si era ancora rimarginata.<br />
“E che ci vuole? avevo detto io. Ingenuo. Appena realizzato il primo progetto – bellissimo, eh? non avevo dimenticato nulla: moderno, multifunzionale,<br />
con eliporto e persino piscina termale – incominciò l’inferno”.<br />
“tutti i paesi di quella piana erano d’accordo sul fatto che l’ospedale dovesse sorgere nel centro geografico dell’area. Solo che ognuno<br />
faceva coincidere quel centro, guarda caso, con la piazza del proprio paese. C’era gente che aveva presentato cartine del ‘600 taroccate<br />
a mat<strong>it</strong>a, solo per dimostrare che il centro storico della Piana ce l’avevano loro, dentro casa. Altri avevano presentato documenti pubblici<br />
falsificati dai quali emergeva che in realtà l’intera piana era un unico grande Comune: guarda caso, il loro. Altri ancora, con maggior fantasia,<br />
avevano minacciato di costruire un grande scivolo sotto l’ospedale una volta costru<strong>it</strong>o al di fuori del loro paese, in modo che la pendenza finisse<br />
inev<strong>it</strong>abilmente per riportarlo nei propri confini terr<strong>it</strong>oriali. Altri si appellarono ai custodi della memoria storica della propria c<strong>it</strong>tà (ogni<br />
centro di quella Piana ne ha almeno uno, di questi arcigni sacerdoti, od in alternativa due che si combattono ferocemente ed invariabilmente<br />
l’un l’altro) perché testimoniassero che nel 1327 quel tale erem<strong>it</strong>a di quel tale posto aveva già intravisto in sogno – dopo chissà quanti chili<br />
di peperonata, aggiungo io – il futuro ospedale proprio in quei luoghi. Qualcuno tentò addir<strong>it</strong>tura di corrompere voi, le mie fidate renne, con<br />
cesti d’erba regalo per farvi “mettere una buona parola” con me!”.<br />
La voce di Babbo Natale tremava. Di rabbia, forse.<br />
“E non serviva a niente aggiungere reparti su reparti, macchinari su macchinari. Persino il bowling ed un cinema da duemila posti avevo<br />
previsto, nel progetto. Niente. A nessuno, ma davvero a nessuno interessava avere un ospedale nuovo e perfettamente funzionante. L’unica<br />
cosa che contava era che la struttura restasse nel loro terr<strong>it</strong>orio”.<br />
Babbo Natale era davvero indignato. Non riusciva ad accettare tanta miopia, tanto stupido campanilismo.<br />
“A quel punto le ho provate tutte, davvero tutte. Ho proposto l’ospedale liofilizzato, così che ogni singolo paese potesse averne un pezzettino e<br />
farlo rinvenire con l’acqua quando serviva. Niente. Allora ho proposto l’ospedale-puzzle (cioè dividere la struttura in cinquecento milioni di pezzi<br />
ed assegnarne un tot ad ogni Comune). Niente. Alla fine mi sono arreso, ed eccomi qui, a casa. Infelice e sconf<strong>it</strong>to. E tra poco è Natale…”<br />
Fu a quel punto che una delle renne – la più intelligente - ebbe una meravigliosa idea, e cominciò a scalciare con lo zoccolo in senso circolare.<br />
“Cosa vuoi dirmi, cara?” chiese il buon Nicola, incurios<strong>it</strong>o.<br />
La renna continuava a disegnare cerchi nell’aria, ma Babbo Natale non capiva. Alla fine l’animale perse la pazienza e chiese con voce stentorea:<br />
“vabbè và, dammi una penna ed un foglio che ti faccio un disegno”. Perché scusate, non ve l’avevo detto: le renne di Babbo Natale<br />
sono magiche, e sanno leggere e scrivere alla perfezione…<br />
La renna a quel punto disegnò un cerchio perfetto, con una sorta di asticella sul bordo superiore. poi un altro, ed un altro ancora. Alla fine,<br />
quattro cerchi. E quando la renna-ingegnere unì con una linea retta le quattro asticelle, Babbo Natale capì, battè le mani e saltò su.<br />
“Tutti a bordo, sub<strong>it</strong>o!”, urlò preparando la sl<strong>it</strong>ta.<br />
mancavano poche ore a Natale. E sarebbe stato finalmente in grado di accontentare quei petulanti pianigiani!<br />
*****<br />
Fu così che la Piana conobbe il primo ed unico ospedale su rotelle dell’intero universo. Già, su rotelle. Proprio rotelle, come quelle dei<br />
vecchi pattini.<br />
La struttura, immensa, si poggiava infatti su di una base in cemento armato con sotto due milioni di rotelle, che le permettevano di spostarsi<br />
con (relativa) facil<strong>it</strong>à.<br />
In questo modo, quindi, era l’ospedale a girare per la Piana e non gli ab<strong>it</strong>anti a doverlo raggiungere. Come il circo (e qualche altra cosa…),<br />
infatti, si fermava per quindici giorni in un paese e poi ripartiva.<br />
Fu creato addir<strong>it</strong>tura uno speciale corpo di volontari per il relativo trasporto (in uno dei centri della Piana si propose di chiamarlo “’Mbuttaturi<br />
dell’Ordine Ospedaliero” ma, manco a dirlo, non si trovò l’accordo con gli altri paesi e la cosa finì li).<br />
E fu così, ancora, che Babbo Natale riuscì ad ev<strong>it</strong>are il primo fallimento professionale della sua lunga carriera.<br />
Vi vedo scettici, miei cari lettori.<br />
Eppure posso provare che tutto quello che vi ho raccontato è vero.<br />
Ecco qui, infatti, l’originale dello schizzo disegnato dalla renna. Il vero progetto dell’ospedale della Piana.<br />
Come faccio ad averlo? Semplice. La renna in questione, modestamente, sono io.<br />
Buon Natale a tutti.<br />
OSPEDALE<br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 23<br />
di Rocco Liberti<br />
Dagli atti della vis<strong>it</strong>a pastorale<br />
dispiegata da mons.<br />
Enrico Capece Minutolo ai luoghi<br />
ecclesiastici della sua vasta circoscrizione<br />
nel 1794, in effetti<br />
la prima attuata dopo il terribile<br />
rivolgimento causato dal sisma<br />
del 3 febbraio 1783, emergono<br />
vari dettagli in mer<strong>it</strong>o alla ricostruzione<br />
dei templi distrutti da<br />
quella inconsulta furia. Detti si<br />
rilevano soprattutto da scr<strong>it</strong>ture<br />
annesse inviate dai parroci od<br />
anche dai tecnici incaricati delle<br />
perizie.<br />
Il 10 maggio riferiva al vicario<br />
generale della diocesi, abate<br />
d. Gerardo Mele, che spesso<br />
accompagnava il vescovo quale<br />
convis<strong>it</strong>atore, a riguardo della<br />
condizione nella quale per allora<br />
si trovavano i templi della c<strong>it</strong>tà<br />
di Palme, il canonico Francesco<br />
Antonio De Agostino. In tale luogo<br />
si era ovviato alla riedificazione<br />
di tre chiese parrocchiali<br />
e due economali. La primaria<br />
chiesa parrocchiale si qualificava<br />
naturalmente la matrice, che<br />
aveva anche t<strong>it</strong>olo di collegiata e<br />
come patrono S. Nicola. Questo<br />
lo stato della stessa all’epoca:<br />
“trovasi terminata di fabriche<br />
rustiche sino al Presb<strong>it</strong>erio, e<br />
bastantemente avanzate quelle<br />
del Sancta Sanctorum con le fabriche<br />
del coro sino al livello del<br />
terreno è fin<strong>it</strong>a la prospettiva e<br />
tutte le fabriche sudette furono<br />
formate con disegno magnifico,<br />
essendo stata migliorata molto<br />
di gran lunga la perizia formata<br />
dall’Ingegnere del Ripartimento,<br />
CulturA e FolKlore<br />
e nella medesima perché trovasi<br />
coperta solamente di tegole<br />
si sta celebrando e si eserc<strong>it</strong>ano<br />
tutti li Divini Uffizi”. A sua volta,<br />
la seconda chiesa parrocchiale<br />
era quella del S.mo Rosario,<br />
che risultava “anche formata<br />
con disegno specioso fino al<br />
Presb<strong>it</strong>erio, è terminato il Campanile<br />
colla Prospettiva, e per<br />
essere anche coperta di tegole<br />
si eserc<strong>it</strong>ano tutte le funzioni<br />
chiesastiche”. Terza ed ultima<br />
parrocchia recava int<strong>it</strong>olazione<br />
del Soccorso, ma naturalmente<br />
Maria SS.ma del Soccorso. Tale<br />
“è fin<strong>it</strong>a totalmente di fabriche<br />
rustiche, manca la Prospettiva<br />
della Chiesa, e si deve finire il<br />
Campanile, e questa fu anche<br />
migliorata alla perizia”. Tutte le<br />
tre chiese risultavano però prive<br />
di sacrestia, in quanto la relativa<br />
edificazione non era stata prevista<br />
“nel calcolo delle perizie”.<br />
Di segu<strong>it</strong>o lo stato delle chiese<br />
economali. Quella di S. Rocco<br />
“costru<strong>it</strong>a con disegno, che<br />
decora questa C<strong>it</strong>tà è terminata<br />
totalmente di fabriche rustiche<br />
Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
le CHiese di PAlmi doPo il “grAnde FlAgello”<br />
And<br />
restAurAnt<br />
PALMI, VIA PROVINCIALe TONNARA TeL. 0966 479753<br />
www.caposperone.net - info@caposperone.net<br />
sino al presb<strong>it</strong>erio, per cui si sta<br />
attualmente fabricando, e manca<br />
totalmente la copertura. Si celebra<br />
interinamente nella Baracca<br />
s<strong>it</strong>a dentro il vacuo delle mura<br />
della stessa Chiesa”. L’altra, t<strong>it</strong>olata<br />
della Pietà, “trovasi dello<br />
intutto terminata a norma della<br />
perizia, e nulla manca a riserva<br />
della Sagristia, e Campanile” 1 .<br />
(Endnotes)<br />
1 ArCHIVIO VESCOVILE mILEtO<br />
Acta Pastoralis Vis<strong>it</strong>ationis, vol.<br />
<strong>12</strong>, ff. 29-30 (nuova numerazione).
Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
di Giuseppe Cricrì<br />
24<br />
CulturA e FolKlore<br />
Non so se cap<strong>it</strong>a a tutti<br />
quel che succede a me,<br />
si avvicina il Natale e in ogni<br />
anno che passa questa festa<br />
mi rinnova emozioni bambine,<br />
mi fa rivolgere lo sguardo indietro<br />
nel tempo, mi porta a<br />
rovistare nel passato, in quello<br />
che ho vissuto e poi ancora<br />
più indietro, in quello che mi è<br />
stato raccontato, o addir<strong>it</strong>tura<br />
in quello intu<strong>it</strong>o, immaginato e<br />
tratto da racconti e storie, lette<br />
o ascoltate, narrate da gen<strong>it</strong>ori<br />
e nonni, nelle serate antiche,<br />
riscaldate da bracieri e focolari.<br />
Quest’anno ho voluto rileggere<br />
una vicenda appresa tanti anni<br />
fa, scr<strong>it</strong>ta dal genio letterario<br />
del grande Leonida Rèpaci, è<br />
una vicenda che, pur parlando<br />
di un lontano Natale palmese<br />
mi ha dispiegato uno scenario<br />
remoto e suggestivo, al contempo<br />
traboccante di realismo<br />
e malinconia, ma anche pietoso<br />
e commovente. Vi inv<strong>it</strong>erei a<br />
leggere tutto il libro, tuttavia la<br />
rivis<strong>it</strong>azione de “il cappone di<br />
Natale” storia di Leonida Repaci,<br />
pubblicata in “ Racconti della<br />
mia Calabria”- Fratelli Buratti Ed<strong>it</strong>ori nel 1931, attraverso la<br />
lettura di pochi brani tratti, ci proietterà in quel piccolo mondo<br />
antico che ciascuno di noi indovina, fra le pieghe di un emozione<br />
o, per i più anziani di un ricordo e ci offrirà la suggestione di rivivere<br />
quell’atmosfera del Natale che tanto ci manca e che forse la<br />
tecnologia e la modern<strong>it</strong>à non ci saprebbero regalare mai più.<br />
Così scriveva Leonida:<br />
***<br />
…Così giunse il Natale. Ogni chiesa preparava il suo presepe, ed<br />
ogni casa, anche la più umile, il ceppo maestoso.<br />
La sera che le varie bande, i mandolini, le ch<strong>it</strong>arre e le ceramelle,<br />
iniziarono di porta in porta, la novena musicale, in onore del Gesù<br />
Nascente, gli orfani, mangiucchiando il loro pane davanti al braciere,<br />
od al lume della candela, sentirono la miseria come un mantello<br />
bagnato sulla carne viva; e rabbrividirono per freddo. I piccoli, corsero<br />
alle finestre, per sentire le musiche, ma non osarono socchiudere<br />
gli scuri. Se ne stettero con le orecchie stampate sul legno, ed un<br />
vago sorriso sulla bocca, ad ascoltare i cari r<strong>it</strong>mi, e non le staccarono<br />
che quando le musiche si allontanarono di porta in porta, giocondamente,<br />
finchè, esigue come un batter d’ali, divennero una cosa sola<br />
col palp<strong>it</strong>o del loro piccolo cuore.<br />
***<br />
…L’amore, era il cappone di Natale che una volta all’anno allietava<br />
la sua povera mensa, facendo quasi dimenticare a lui, a Cicca sua<br />
moglie, ed ai sette figli, la strettezza di un’intera annata. Il cappone<br />
era la stella polare di Peppe, nei mesi che esso era nella<br />
mente di Dio, neppur ovo sotto la chioccia. Ma, d’agosto in la, il galletto<br />
che gli veniva regolarmente regalato da Donna Maria Rensi, per<br />
l’anima dei morti, e che Cicca castrava magistralmente, facendone<br />
un monumento, non era più un sogno, ma una bella realtà di carne,<br />
una benedizione, una consolazione, maggiore, quasi, della nasc<strong>it</strong>a<br />
di un figlio, il quale è una gran cosa, certamente, tuttavia non lo si<br />
può arrostire, nei giorni che la fame torce lo stomaco vuoto come il<br />
sinibbio gli arbusti teneri…<br />
***<br />
…Il cappone di Natale! Quand’era agosto, Peppe, il quale pure ab<strong>it</strong>ando<br />
in capo alla stessa strada della vedova Rensi, ab<strong>it</strong>ualmente<br />
soleva raggiungere la Piazza Garibaldi, passando per la via più breve<br />
dei Sei Canali, mutava improvvisamente <strong>it</strong>inerario. Quattro volte<br />
al giorno, egli passava davanti al portone dei Rensi, e cercava, in<br />
tutti i modi, di farsi notare da qualcuno della casa. Eran saluti fino<br />
a terra, pretesti per attaccare discorso, soste interminabili davanti<br />
alle botteghe di rimpetto, allo scopo di rammentare alla donatrice<br />
d’ogni anno che era venuto il momento del galletto. E il galletto gli<br />
veniva dato…<br />
Sopra: Il ceppo maestoso c<strong>it</strong>ato da Repaci nel primo frammento;<br />
Al centro: Antica piazza Garibaldi, oggi Lo Sardo, c<strong>it</strong>ata nel terzo<br />
frammento, un<strong>it</strong>amente alla via dei Sei Canali che ivi sfociava;<br />
In basso: uno scorcio che da Piazza V<strong>it</strong>torio Emanuele, oggi I° Maggio,<br />
lascia intravedere, attraverso parte del corso Umberto I°, già Carolino,<br />
oggi Ten. A. Barbaro, la c<strong>it</strong>ata piazza Garibaldi.<br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 25<br />
o stoccafisso o stocco è un<br />
Lmerluzzo artico norvegese<br />
(Gadus morhua) conservato per disidretazione.<br />
La tecnica è tuttavia<br />
adatta anche per altre specie di<br />
pesce dalle carni bianche.<br />
La precisa origine del nome è<br />
controversa: secondo alcuni deriverebbe<br />
dal norvegese stokkfisk oppure<br />
dall’olandese antico stocvisch,<br />
ovvero “pesce a bastone”, secondo<br />
altri dall’inglese stockfish, ovvero<br />
“pesce da stoccaggio” (scorta,<br />
approvvigionamento); altri ancora<br />
sostengono che pure il termine<br />
inglese sia mutuato dall’olandese<br />
antico, con lo stesso significato di<br />
“pesce bastone”.<br />
Simile al baccalà nell’aspetto, lo<br />
stoccafisso ha un sapore completamente<br />
diverso e si differenzia dal<br />
primo, che viene invece conservato<br />
mediante salatura. Nell’Italia settentrionale<br />
(in particolare nell’area<br />
della dominazione veneziana dove<br />
fu inizialmente introdotto) lo stoccafisso<br />
assume tuttavia il nome di<br />
baccalà, tanto che il rinomato baccalà<br />
alla vicentina è in effetti preparato<br />
con lo stoccafisso; nel nostro<br />
terr<strong>it</strong>orio viene invece chiamato<br />
stocco o pesce stocco (piscistoccu).<br />
La preparazione dello stoccafisso<br />
è paragonabile a quella di altri<br />
prodotti alimentari invecchiati,<br />
come i liquori, i prosciutti o i formaggi;<br />
importato dalla Norvegia<br />
(in particolare dall’ isola di Røst)<br />
in Italia, il pesce viene preparato<br />
immediatamente dopo la cattura.<br />
Dopo averlo decap<strong>it</strong>ato e pul<strong>it</strong>o,<br />
viene essiccato intero o aperto<br />
lungo la spina dorsale, lasciando le<br />
metà un<strong>it</strong>e per la coda.<br />
Il pesce viene quindi messo sui<br />
supporti e lasciato all’aria aperta<br />
da febbraio a maggio (vedi foto in<br />
alto); il clima freddo e secco tipico<br />
sAPeri & sAPori di Walter Cricrì<br />
di quei mesi nella penisola scandinava<br />
- l’ideale è una temperatura<br />
appena sopra gli zero gradi, senza<br />
pioggia - protegge il pesce dagli insetti<br />
e dalla contaminazione batterica.<br />
Dopo circa tre mesi all’aperto,<br />
lo stoccafisso matura per altri 2-3<br />
mesi al chiuso, in un ambiente secco<br />
e ben ventilato.<br />
Il pesce secco ottenuto in questo<br />
modo può conservarsi anche<br />
per anni ed è facilmente trasportabile<br />
e commercializzabile.<br />
Fu proprio questa facile conservazione<br />
a bordo delle navi a farlo<br />
diventare il principale alimento dei<br />
Vichinghi. Le prime notizie sull’arrivo<br />
in Italia dello stoccafisso dicono<br />
che veniva usato come merce di<br />
scambio, importato dai paesi nordici<br />
nel 1561 a Genova, Venezia e<br />
Napoli.<br />
La storia del pescestocco in Italia<br />
prende spunto da una scr<strong>it</strong>tura<br />
riportata nelle memorie di un cap<strong>it</strong>ano<br />
veneziano, che, pare, siano<br />
ancora custod<strong>it</strong>e nella libreria del<br />
Vaticano: “Lo stoccafisso si asciuga<br />
al sole e al vento, perché è un pesce<br />
molto magro che diviene duro<br />
come legno”; Pietro Querini -1432.<br />
Infatti la più diffusa versione<br />
dei fatti sostiene che questo nobile<br />
veneziano, naufragò in Norvegia, a<br />
sud delle Isole Lofoten, nell’autunno<br />
del 1431. Per parecchi mesi, lui e il<br />
suo equipaggio, andarono alla de-<br />
Ventricelle di Pescestocco<br />
(trippiceddhi)<br />
• otto ventricoli di stoccafisso<br />
• 500g di pomodori pelati<br />
• due cipolle<br />
• un bicchiere di olio exravegine d’oliva<br />
• formaggio pecorino<br />
• pan grattato<br />
• capperi<br />
• peperoncino rosso calabrese<br />
• prezzemolo<br />
• aglio, olive, sale qb<br />
pul<strong>it</strong>e i ventricoli di stoccafisso, precedentemente ammollato.<br />
Preparate il ripieno con pan grattato, capperi, formaggio pecorino,<br />
aglio e prezzemo lo, tr<strong>it</strong>ati finissimi, e qualche goccia d’olio;<br />
ponetene una manciata su ciascun ventricolo disteso, che avvolgerete<br />
su se stesso (come si fa con gli invol tini) e legatelo con cotone<br />
da cucina. Fate soffriggere in una pentola la cipol la tagliata a fette<br />
e, quando imbiondirà, aggiungete i pomodori tagliati a pezzet ti<br />
lasciando cuocere, con le olive, per un quarto d’ora. Un<strong>it</strong>e, quindi<br />
i ventriceddi, sala te, pepate con il peperoncino e fate cuocere a<br />
fuoco moderato per circa tre quarti d’ora. Si possono cucinare anche<br />
senza i pomodori. Da servire caldissimo.<br />
arriva il Natale...<br />
riva nel mare irlandese e nel nord<br />
della Scozia, fino a che approdarono<br />
sulla piccola isola di Røst; soltanto<br />
11 componenti del suo equipaggio<br />
sopravvissero. Furono trovati dalla<br />
gente dell’isola, e accompagnati<br />
sull’isola principale. Rimasero a Røst<br />
fino al giugno del 1432, quando, a<br />
bordo di una nave che trasportava<br />
stoccafisso, andarono a Bergen.<br />
La storia dice che abbia portato lo<br />
stoccafisso con se in Italia.<br />
In passato la Calabria, per l’importazione<br />
del merluzzo secco, faceva<br />
riferimento al porto di Napoli,<br />
cap<strong>it</strong>ale del Regno delle due Sicilie,<br />
dal quale con i battelli raggiungevano<br />
il porticcioli della costa.<br />
L’utilizzo secolare dello “Stocco”,<br />
viene preparato in maniera<br />
tradizionale in vari modi, diventando<br />
nel tempo un piatto tipico tra i<br />
più importanti della Calabria.<br />
Anticamente era considerato<br />
cibo “popolare”, alla portata di<br />
tutti, infatti i contadini lo consumavano<br />
e l’offrivano ai braccianti<br />
in occasione dei lavori duri della<br />
campagna, in quanto considerato<br />
un alimento ad alto valore energetico;<br />
ed ancora, la tradizione radicata<br />
vuole che, quasi come fosse<br />
un precetto, le famiglie consumino<br />
lo stocco il Venerdì Santo e la vigilia<br />
di Natale.<br />
E’ consuetudine incoraggiare il<br />
consumo dello Stocco da parte delle<br />
puerpere, che, secondo una credenza<br />
popolare (solo?!), pare sia capace<br />
di determinare consistenti aumenti<br />
del prezioso latte materno.<br />
Sempre secondo la tradizione,<br />
era usanza offrire piatti a base di<br />
pesce stocco in occasioni di inaugurazioni<br />
o completamento di un<br />
ciclo lavorativo, ad esempio: il proprietario<br />
del frantoio (trapp<strong>it</strong>u) offriva<br />
ai lavoranti un pranzo a base<br />
di stoccafisso, cipolle, pomodori e<br />
patate, in occasione da “crisc<strong>it</strong>a”<br />
dell’olio, cioè quando, alla fine<br />
di ogni ciclo di lavorazione, si separava<br />
l’olio d’oliva, nelle grandi<br />
vasche, per affioramento dall’acqua<br />
di lavorazione; oppure, ancora<br />
oggi, nei cantieri edili quando,<br />
dopo la colata della soletta viene<br />
issata la bandiera tricolore sul<br />
tetto dell’edificio ed offerto<br />
“piscistoccu chi patati”. Un’altra<br />
usanza vuole che lo stocco si usi<br />
come regalo: molti emigrati infatti,<br />
al rientro dalle ferie, lo<br />
portano quale regalo,<br />
magari a conterranei<br />
che non hanno goduto<br />
delle ferie.<br />
Lo Stocco viene<br />
venduto in molti<br />
negozi e mercati<br />
locali e in diverse pescherie<br />
della fascia costiera da<br />
Catanzaro a Reggio Cala-<br />
Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
ammollate lo Stocco<br />
bria. Si presenta di colore bianco e<br />
sapore corposo, un chilogrammo di<br />
stocco ha un contenuto energetico<br />
equivalente a cinque chilogrammi<br />
di merluzzo fresco, è altamente digeribile<br />
e adatto a qualunque dieta,<br />
povero di grassi, è ricco di proteine,<br />
v<strong>it</strong>amine e sali minerali.<br />
Da prodotto duro e secco il merluzzo<br />
viene trasformato in alimento<br />
commestibile attraverso una lavorazione<br />
esegu<strong>it</strong>a esclusivamente in<br />
maniera artigianale, in cinque fasi,<br />
distribu<strong>it</strong>e in 6/7 giorni.<br />
Come prima fase vengono tranciate<br />
le pinne esterne ed il merluzzo<br />
essiccato si immerge in acqua<br />
nella prima di una serie di vasche<br />
comunicanti. Dopo uno o due giorni<br />
di ammollo, il merluzzo viene aperto<br />
nella parte inferiore e superiore<br />
con la “roncola”, appos<strong>it</strong>o attrezzo<br />
da taglio.Il giorno successivo viene<br />
completamente aperto ed il giorno<br />
seguente si estraggono le lische e<br />
le ventresche. Nell’ultima fase viene<br />
rimosso il velo ed essendo ormai<br />
completamente spugnato, il pesce<br />
stocco sarà pronto per essere venduto<br />
il giorno successivo.<br />
In provincia di Reggio Calabria,<br />
terr<strong>it</strong>orio di maggior consumo dello<br />
stoccafisso in Calabria e forse in<br />
Italia, sono da segnalare due eventi<br />
che hanno come protagonista il Pescestocco:<br />
-a mammola il 9 agosto si svolge<br />
la tradizionale Sagra dello Stocco,<br />
sin dal 1978.<br />
-a C<strong>it</strong>tanova sempre nel mese di<br />
agosto si tiene la Festa nazionale<br />
dello Stocco.<br />
Lo “Stocco di Mammola” è stato<br />
incluso dal Ministero delle Pol<strong>it</strong>iche<br />
Agricole e Forestali nell’Elenco<br />
Nazionale dei Prodotti Agroalimentari<br />
tradizionali (Suppl. Ord. Gazzetta<br />
Ufficiale<br />
N°167 del 18-<br />
7-02 pag. 13<br />
N°201).
Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
Il benessere dei nostri figli<br />
dipende da noi. Non solo il<br />
loro benessere attuale, cosa che<br />
appare ovvia a chi ha dei bambini<br />
piccoli, ma anche e soprattutto<br />
la loro capac<strong>it</strong>à di raggiungere e<br />
mantenere il benessere nell’età<br />
adulta. I gen<strong>it</strong>ori, pur mossi da<br />
buone intenzioni, non sempre<br />
riescono ad aiutare i bambini/<br />
ragazzi nel risolvere le loro difficoltà,<br />
poiché si rapportano in<br />
modo imperfetto, ne bloccano<br />
la creativ<strong>it</strong>à, ne diminuiscono la<br />
fiducia in se stessi, compromettendo<br />
a volte lo sviluppo comportamentale.<br />
Con il corso rivolto alle famiglie,<br />
con t<strong>it</strong>olo “Gen<strong>it</strong>ori Efficaci”<br />
pON f-1-fSE-2009-2527,<br />
tenutosi presso il 1° Circolo “R.<br />
De zerbi”, fortemente voluto<br />
dal Dirigente Scolastico prof.<br />
Giovanni Costa, sviluppato per<br />
due mesi circa, finalizzato ad<br />
una sana azione di prevenzione<br />
e di recupero atto a migliorare<br />
il rapporto gen<strong>it</strong>ori/figli, ha segu<strong>it</strong>o<br />
la filosofia Gordoniana e<br />
la prassi Rogersiana, secondo i<br />
programmi dell’Effectives Training<br />
Associates. Il pensiero di<br />
fondo trasmesso è che tutti gli<br />
esseri umani possono imparare<br />
ad ascoltarsi di più, a comunicare<br />
meglio, ad avere quindi un<br />
migliore contatto con se stessi e<br />
26<br />
mondo sCuolA<br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />
GENItOrI SI DIVENtA… tUttI A SCUOLA!<br />
di Loredana Della Spina<br />
con gli altri, per essere più efficaci<br />
nelle relazioni sociali.<br />
Il programma è stato esposto<br />
dall’esperto psicologo psicoterapeuta<br />
Dott. Maria Francesca<br />
Rotiroti e coadiuvato dalle insegnanti<br />
Giovanna Oliverio e tina<br />
Patamia.<br />
I temi trattati sono stati molteplici;<br />
tra i più interessanti le<br />
prassi su come ev<strong>it</strong>are le barriere<br />
della comunicazione, favorire<br />
ascolto attivo e passivo, trucchi<br />
e strategie per risolvere i confl<strong>it</strong>ti<br />
“senza perdenti” e prevenirli<br />
modificando se stessi; metodologie<br />
su come rapportarsi con<br />
bambini, che non hanno ancora<br />
sviluppato il linguaggio.<br />
E’ stato trasmesso un messaggio<br />
chiaro, volto al fine di indirizzare<br />
i comportamenti, gli atteggiamenti<br />
nei confronti dei più<br />
piccoli, cercando d’influire sulla<br />
strutturazione di un adeguato<br />
senso di sé, sulla loro autostima,<br />
sulla loro capac<strong>it</strong>à di creare<br />
e mantenere relazioni mature e<br />
soddisfacenti per il loro benessere,<br />
e della famiglia.<br />
I gen<strong>it</strong>ori partecipanti hanno<br />
acquis<strong>it</strong>o ed affinato molte capac<strong>it</strong>à,<br />
riportando esperienze<br />
vissute e richieste d’aiuto. Il cor-<br />
so ha profuso tecniche e metodi<br />
teorici e pratici, con l’ausilio di<br />
audiovisivi, ma anche indicazioni<br />
su quando e perché utilizzarli<br />
e con quali scopi. Con il corso,<br />
si è voluto dare la possibil<strong>it</strong>à, ai<br />
gen<strong>it</strong>ori partecipanti, di diventare<br />
consapevoli nell’affrontare<br />
i problemi che inev<strong>it</strong>abilmente<br />
sorgono in ogni rapporto tra gen<strong>it</strong>ori<br />
e figli.<br />
Dal questionario di apprezzamento<br />
è emerso la soddisfazione<br />
dei corsisti, per l’esperienza<br />
fatta e la voglia di approfondirla,<br />
perché come gen<strong>it</strong>ori non si è<br />
mai pronti!!!<br />
ORiZZONTaLi<br />
1. Vi si celebra la Madonna dei Poveri - Il più grande giardino di Palmi<br />
2. Lo rese famoso una lampada - C<strong>it</strong>tà lombarda - Il centro di<br />
Caen – Iniziali del disegnatore Pazienza<br />
Anais scr<strong>it</strong>trice - Varietà di pappagallo - La precedono a Milano<br />
3. Associazioni non lucrative<br />
4. trasmette su fm 90,00<br />
5. Ancona – Con step è un ballo – Spinto – Però<br />
6. Lo stradone della Varia – Devoti<br />
7. Verso del grillo – Il segno di zorro – Idem senza pari – Sigla di<br />
vini – Insieme<br />
8. Vezzo – Iniziali di repaci – Erbacea delle Ombrellifere – Ha per<br />
cap<strong>it</strong>ale Teheran<br />
9. Fece coppia con Ric – Studia la Terra nei suoi vari aspetti –<br />
Consuetudine<br />
10. Secondo – Il primo re di Roma - Così è detta la nostra piazzetta<br />
inclinata – Ermanno regista<br />
11. Un tipo di spumante – pianta erbacea perenne - Affluente del<br />
Rodano – Lucio di Attenti al lupo<br />
<strong>12</strong>. Dipinse il tondo Doni – L’impulso iniziale – Oggi per domani<br />
CRUCI…TERRA<br />
VERTiCaLi<br />
1. Lo festeggiamo il 16 agosto - International Business Machines<br />
2. Il santo del nostro monte - Le prime di Orazio - Quelli di parole allungano<br />
il discorso<br />
3. Così sono detti i cinesi – Urca senza pari<br />
4. 499 romani – Sulla tastiera del pC - Uno dei software marchiato Google<br />
5. Il nome di Fidenco – Il gas del buco<br />
6. Iniziali della poetessa Negri - C<strong>it</strong>tà danese a sud di Copenaghen<br />
Quello dei Prim<strong>it</strong>ives<br />
7. Danneggiata – Quella selvatica è detta Anser anser<br />
8. Bagna Terni e Narni – Rete informatica locale<br />
9. Abbreviazione di pagina – La Li attrice cinese<br />
10. C’è quella indipendente – La bevanda delle cinque<br />
11. Lo zar detto Il terribile - Tipo di colloide<br />
<strong>12</strong>. Livorno – Telefono in breve – Iniziali di Carducci<br />
13. Un tipo di tessuto– Una paga giornaliera<br />
14. In mezzo al giro - Accidia<br />
15. Iniziali della Bellucci - Genere di teatro classico giapponese - Uragani<br />
16. Il verde nel deserto – Preposizione articolata<br />
17. E’ chiamata anche zacinto – Sigla di Caserta - Il Dio greco dell’Oltretomba<br />
18. Pignolerie – Bagna Torino<br />
19. Un grande successo dei pooh<br />
20. Agenzia di scommesse – Passo<br />
delle Dolom<strong>it</strong>i<br />
21. La sigla dello Iowa - Iniziali del<br />
regista Argento - C’è quel di<br />
Marmara<br />
22. La nostra splendida c<strong>it</strong>tà - Punti<br />
sulla pelle<br />
Nelle caselle gialle comparirà il<br />
nome di un rione palmese.<br />
di Salvatore Piccolo
Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
di Cristoforo Bovi<br />
Bunarma, dopo aver<br />
I sostenuto <strong>numero</strong>se selezioni<br />
(403 band all’inizio…)<br />
avvenute sia sul web che<br />
tram<strong>it</strong>e selezioni live, conquistano<br />
la terza edizione<br />
del concorso Edison Change<br />
the Music tenutasi all’ex<br />
Propaganda di Milano, oggi<br />
LIMELIGHT il 24.11.<strong>2010</strong>, il<br />
cui primo premio consiste<br />
nella produzione e relativa<br />
promozione di un CD.<br />
Il contest musicale, primo<br />
progetto ad emissioni ZERO<br />
in Italia, nato con la cultura<br />
della sostenibil<strong>it</strong>à energetica<br />
della musica, si è avvalso di<br />
28<br />
PArlAndo di musiCA<br />
Steve Lukather:<br />
all’s well that end’s well<br />
Steve Lukather (L.A.<br />
21.10.’57), conosciuto da<br />
tutti come ch<strong>it</strong>arrista/cantante<br />
prima e, successivamente, bandleader<br />
indiscusso dei tOtO, è<br />
uno dei migliori e più quotati session<br />
man degli ultimo 30 anni.<br />
Vanta, infatti, collaborazioni<br />
con Leo Sayer, Boz Scaggs, Alice<br />
Cooper, Barbra Streisand, Pointer<br />
Sister, Michael McDonald, Cher,<br />
Cheap Trick, E.W. & F., Joni<br />
M<strong>it</strong>chell, Michael Jackson ecc...<br />
Egli non dimenticherà mai<br />
l’aneddoto creatosi quando mandò<br />
a quel paese Michael Jack-<br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />
i BUNaRma vincono “ Edison Change The music <strong>2010</strong> “<br />
una giuria di elevato spessore,<br />
composta fra gli altri,<br />
da Elena Di Cioccio, Federica<br />
Gentile (RAI2), Franco Mussida<br />
(PFM), Nick The Nightfly<br />
(Radio Montecarlo), Piero<br />
Pelù, Magda Rodighiero (Edison),<br />
Enrico Ruggeri, Claudio<br />
Trotta (Barley Arts) …scusate<br />
se è poco.<br />
La direzione artistica del<br />
progetto è stata affidata al<br />
CPM di Milano, scuola storica<br />
di musica sorta nel 1984<br />
da una idea di Franco Mussida<br />
con l’aiuto economico<br />
dell’imprend<strong>it</strong>ore Giannino<br />
D’antonio.<br />
Il motto dei primi anni era<br />
“la scuola dei numeri UNO”;<br />
son, reo di averlo svegliato alle<br />
4 del mattino dicendogli: “ciao<br />
Steve, sono MJ, avrei un brano<br />
adatto a te…”. Luke, pensando<br />
fosse uno stupido scherzo, prese<br />
a male parole il povero Jackson<br />
sbattendogli il telefono in faccia.<br />
Ma ben presto si scusò con lo<br />
stesso quando capì che il brano<br />
in questione era “BEAT IT” che<br />
Lukather condivise equamente<br />
con Eddie Van Halen!!!!!<br />
Nonostante i <strong>numero</strong>si impegni,<br />
LUKE riesce a r<strong>it</strong>agliarsi una<br />
carriera solista.<br />
Pubblica, infatti <strong>numero</strong>si lavori,<br />
molto diversi tra loro, ma<br />
sempre caratterizzati dall’inconfondibile<br />
“LUKE-SOUND”.<br />
L’ultima fatica discografica<br />
usc<strong>it</strong>a nel mese di Ottobre <strong>2010</strong>,<br />
si int<strong>it</strong>ola “All’s well that end’s<br />
well”, viene da lui stesso defin<strong>it</strong>a<br />
“la migliore che io abbia mai<br />
fatto...”.<br />
Nonostante la “ modesta “ affermazione<br />
di LUKE, effettivamente<br />
dopo 2/3 ascolti, l’album<br />
coinvolge l’ascoltatore in maniera<br />
impressionante.<br />
Il brano iniziale Darkness in my<br />
in effetti gli insegnanti che<br />
si sono alternati alle varie<br />
cattedre, rappresentano il<br />
meglio che la musica <strong>it</strong>aliana<br />
abbia mai offerto.<br />
I brani che la band Palmese<br />
ha fatto ascoltare con<br />
maggior frequenza nelle varie<br />
serate live (03.11. Conte<br />
Staccio di Roma; 07.11. Salumeria<br />
della Musica di Milano,<br />
sono stati: La danza dell’<br />
acqua, L’onda, Fotosintesi<br />
(con video annesso che in<br />
finale ha fatto la differenza)<br />
e, nella serata conclusiva,<br />
Rrichiàmu e L’uccisione di<br />
Dragut Rais cantate totalmente<br />
in dialetto, spiazzando<br />
pos<strong>it</strong>ivamente un po’ tut-<br />
World sembra, per 1 minuto e<br />
53 secondi, un brano “AMBIENT”<br />
, ma un riff allucinante ci introduce<br />
sub<strong>it</strong>o dopo nella melodia<br />
Lukatheriana più tipica.<br />
In Flash in the Pan si riscontrano<br />
influenze Hendrixiane miscelate<br />
a Southern Rock e Funk:<br />
insomma adrenalina pura.<br />
Brody’s, sostenuta da un eccellente<br />
groove di batteria, comincia<br />
come un qualsiasi brano<br />
di S.R.V. Stevie ray Vaughan ,<br />
ma r<strong>it</strong>orna presto sui passi tipici<br />
di quei tOtO che tanto amiamo.<br />
On my Way Home, ci rinnova la<br />
passione di LUKE per gli StEELY<br />
DAN e Donald Fagen, ma con suoni<br />
addir<strong>it</strong>tura più ricercati (?).<br />
Non mancano le ballads, delle<br />
quali Lukather è il mago assoluto,<br />
una più bella dell’altra con assoli<br />
da manuale (che riempiranno i<br />
books degli studenti della Berklee<br />
ed anche quelli dei meno fortunati<br />
che studiano a casa…).<br />
Lavoro, quindi, molto bello e<br />
piacevole da ascoltare, sia per i<br />
nostalgici dei Toto che per i palati<br />
molto più tranquilli.<br />
Bravo LUKE!<br />
C. B.<br />
ti, soprattutto Mussida, che<br />
premiandoli ha detto loro:<br />
“...ci è piaciuto molto<br />
il vostro particolarissimo<br />
sound, misto tra sapori med<strong>it</strong>erranei<br />
e rock”, BRAVI.<br />
Non ci resta che complimentarci<br />
con i nostri ragazzi<br />
per quanto hanno appena<br />
conquistato, augurando loro<br />
che questo sia un ulteriore<br />
passo avanti per la defin<strong>it</strong>iva<br />
consacrazione.<br />
Acquistare il loro ultimo<br />
Cd per Natale, non sarebbe<br />
male, vero???<br />
Forse lo mer<strong>it</strong>ano.<br />
Grazie Bunarma, CRIS.<br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 29<br />
Racconta Stefano Benni :<br />
“ Ai miei tempi non avevamo<br />
la televisione ,ma avevamo<br />
un camino ,e davanti al camino<br />
c’era un nonno acceso che raccontava”<br />
Anche ora che impera la televisione<br />
c’e’ il rischio per i giovani,<br />
che un nonno inizi “la favola”,<br />
esordendo con “ai miei tempi”(<br />
e che i suoi occhi si illuminino<br />
come le luci delle feste di Natale<br />
) e soprattutto esterni ammonimenti<br />
e rimbrotti.<br />
Il nonno saccente ricorda che il<br />
pallone era di cuoio ripieno di<br />
stoppa, in Cina.<br />
Gli Egiziani del tempo dei faraoni<br />
lo fecero di paglia o di bucce<br />
di grano e lo avvolsero in tela<br />
colorata.<br />
I greci ed i romani usavano una<br />
vescica di bue gonfiata e cuc<strong>it</strong>a.<br />
Gli europei nel Medio Evo e del<br />
Rinascimento si disputavano una<br />
palla ovale,imbott<strong>it</strong>a di crine.<br />
Nelle Americhe la palla era fatta<br />
di caucciù e le part<strong>it</strong>e erano disputate<br />
nelle cerimonie religiose<br />
sotto i templi Incas od Atzechi fra<br />
abili guerrieri che poi venivano uccisi in caso di v<strong>it</strong>toria per propiziare<br />
la pioggia.<br />
La camera d’aria in gomma, gonfiata soffiando, e ricoperta di cuoio,<br />
nacque a metà del secolo scorso grazie all’ingegno di Charles Goodyear,<br />
un americano del Connecticut.<br />
Correva e questo era il verbo giusto per ricordare il nostro giovanile<br />
anno 1960 e la palmese dopo lustri eroici di storia calcistica, aveva<br />
dovuto interrompere le attiv<strong>it</strong>à sportive.<br />
Noi ragazzi seguivamo un pallone nei vari cortili della Matrice, del<br />
Carmine ed addir<strong>it</strong>tura (ed ora sembra impossibile visto il traffico di<br />
oggi) nella piazzetta San Rocco, in piazza Cavour o nella piazza Martiri<br />
d’Ungheria del Liceo Classico.<br />
Si lasciavano i libri dal calzolaio amico Mastro Pietro De Salvo e con<br />
mattoni o scatole da scarpe delim<strong>it</strong>avamo le porte.<br />
In attesa del <strong>numero</strong> sufficiente di ragazzi per iniziare a giocare,<br />
ci si allenava al quadrato, gioco-tennis praticato negli spazi dei lastroni<br />
di cemento che cost<strong>it</strong>uivano le nostre strade e delim<strong>it</strong>ati da<br />
strisce nere di catrame.<br />
Non si davano appuntamenti, ma tutti sapevano dove un pallone<br />
dettava la sua legge<br />
ed in una cerimonia spontanea ed atea, si consacravano i sol<strong>it</strong>i idoli.<br />
Un pallone non colorato e leggero come quello di oggi, ma uno marrone<br />
con una piega dura ed appunt<strong>it</strong>a piena di grossi lacci, che nei<br />
campi di terra bagnata, si trasformava in una boccia durissima che<br />
preso di testa dal t<strong>it</strong>ubante e riottoso stopper gli provocava immancabilmente<br />
la visione della Madonna di Lourdes.<br />
I calzettoni troppo larghi scendevano sulle caviglie alla moda Sivori<br />
ed i pantaloni erano troppo corti con le bretelle (quelli vecchi e<br />
stinti usati da bambini) o grandi e cadenti perchè dismessi da tempo<br />
dai padri.<br />
Sopra l’immancabile canottiera di quei tempi alla Marlon Brando,<br />
una maglietta di un colore e sfumature dello stesso colore per gli<br />
altri giocatori della squadra.<br />
Nei momenti piu’ felici finalmente organizzati in squadra il buon Cecio,<br />
custode del campo sportivo, tirava fuori dal depos<strong>it</strong>o scarpe<br />
di cuoio di indefinibile colore e lacci spaiati, che mun<strong>it</strong>e di appos<strong>it</strong>i<br />
chiodi lunghi ed appunt<strong>it</strong>i perforanti l’imbott<strong>it</strong>ura, ci torturano per<br />
tutta la part<strong>it</strong>a (e noi z<strong>it</strong>ti, muti e contenti).<br />
Queste scarpe magiche si trasformavano con il terriccio del campo<br />
bagnato in blocchi di cemento, che davano straordinaria forza al nostro<br />
tiro in porta scoccato con gambe non palestrate di giovani ragazzi.<br />
Il portiere mai molto alto, ma robusto era sol<strong>it</strong>o portare dei grandi<br />
pantaloni neri imbott<strong>it</strong>i da garze e cotone, per attutire tuffi che a<br />
noi sembravano quelli di Buffon o di Ghezzi<br />
Momenti spensierati e sereni di un certo meraviglioso periodo della<br />
nostra v<strong>it</strong>a che, come dicono tutti i nonni, non torneranno piu’.<br />
intorno Allo sPort<br />
Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
I rAGAzzI DELLA VIA PaaL ... mi<br />
di Gianfranco Lucente<br />
Un bel giorno alcuni ragazzi sol<strong>it</strong>i giocare fuori dal campo sportivo<br />
sorseggiando la m<strong>it</strong>ica gazzosa dei fratelli oMellino osarono entrare<br />
nel glorioso Lopresti.<br />
Lo videro abbandonato, sporco e rigoglioso di ricca vegetazione con<br />
arbusti che arrivavano alle nostre spalle.<br />
fu un fischio e tutti i ragazzi della Via paal ... mi, avevano deciso,<br />
dopo aver organizzato la prima olimpiade c<strong>it</strong>tadina sull’entusiasmo<br />
di quella di roma del 1960, di utilizzare le stesse medaglie, per dare<br />
inizio al primo torneo calcistico c<strong>it</strong>tadino e di riunirsi in rioni (anno<br />
1962).<br />
Ramazze e detersivi rubati a casa per pulire gli spogliatoi, falcetti<br />
per tagliare gli arbusti ed una vecchia porta con la rete per appianare<br />
il terreno, calce per tracciare a mano linee non certo dir<strong>it</strong>te e<br />
delim<strong>it</strong>are il campo .<br />
Tutto era pronto e nel frattempo avevamo cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o otto squadre di<br />
11 elementi :<br />
Il Successo di Orlando – maglia bleu<br />
Il Carmine di Carlo Nastri maglia azzurra<br />
La c<strong>it</strong>tadella di Carmelo Saffioti detto Akim - maglia bianco-nera<br />
La squadra di Seminara di V<strong>it</strong>etta maglia azzurra<br />
I lupetti della Virtus di Lacquan<strong>it</strong>i, Amoroso (e con un ragazzino Alberto<br />
Arb<strong>it</strong>rio, futuro giocatore di Serie A ) con maglietta viola e scudetto<br />
tricolore microscopico.<br />
Il Piave di Parisi e Tripodina maglia verde<br />
La Iossa e Rione Pille forse con la maglia della Sampdoria e se dimentico<br />
i nomi dovete scusare la mia scarsa memoria, ma sono trascorsi<br />
quasi cinquanta’anni<br />
Fu un successo di pubblico e non certo economico, ma da quel momento<br />
si riprese ad avere entusiasmo per il gioco del calcio, alcuni<br />
dirigenti diedero v<strong>it</strong>a alla IUVE Palmi formata da tutti i migliori<br />
giocatori del torneo e … poi dopo la fusione con questa squadra<br />
la palmese vinse campionati fino alla Quarta serie e con la nostra<br />
squadra della De Martino (torneo giovanile di allora) impegnata onorevolmente<br />
nel campo del Cosenza, del Crotone e del Catanzaro di<br />
allora.<br />
Questa breve favola di nonno, per dire ai ragazzi di oggi, che non<br />
basta un manifesto per risvegliare entusiasmo, ma impegno, lavoro<br />
e olio di gom<strong>it</strong>o.<br />
Se gli spogliatoi del campo sono sporchi ed inagibili, si possono<br />
comprare detersivi vernici e colori e non aspettare che tutto venga<br />
dall’alto e che si perda nei tempi lunghi delle promesse.<br />
I brevi anni della vostra giovinezza hanno bisogno di altro: di iniziative<br />
spontanee, di bancarelle, di giornali da vendere e … di qualche<br />
nonno generoso.<br />
Voi siete il presente ed il futuro del nostro paese e vi dovete sentire<br />
non v<strong>it</strong>time ma protagonisti.<br />
Demiurghi di una nuova allegra, incasinata, civile ed ag<strong>it</strong>ata realtà,<br />
ma che voi dopo tanti anni riconoscerete come vostra.
Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
Si è co n c l u S a l a XVi e d i z i o n e d e l l a m a r at o n a d i Pa l e r m o, S V o lta-<br />
Si do m e n i c a 21 no V e m b r e, l u n g o il b e l l iS S i m o c i r c u i t o c i t ta d i n o.<br />
di Marcello Surace<br />
Le nazioni partecipanti sono state 27 (Francia, Belgio, Austria,<br />
Svizzera, Kenia, Etiopia, Inghilterra, Germania, Usa, francia,<br />
Marocco, India, Giappone, Canada, Ungheria, Norvegia, Spagna, Camerun,<br />
Olanda, polonia, messico, Slovacchia, Slovenia, taiwan, finlandia<br />
e Ucraina).<br />
Le competizioni previste sono state la maratona sulla distanza classica<br />
dei 42,195 km, la mezza maratona sulla distanza dei 21,097 km.<br />
Anche quest’anno, nel cinquantenario del trionfo di Abebe Bikila<br />
all’Olimpiade di roma 60, sono stati i campioni etiopi a farsi valere.<br />
tra gli uomini v<strong>it</strong>toria di tsegaye Dissasa chiudendo in 2h18’57”<br />
con un rilevamento cronometrico condizionato dal caldo, dal vento e<br />
da un percorso non facile. Tra le donne ha vinto l’etiope Amelework<br />
Bosho con 2h47’50.<br />
Nella mezza maratona ha vinto chiudendo a in 1h11’36” il palerm<strong>it</strong>ano<br />
Filippo Lo Piccolo (Violetta Club Lamezia Terme), che è stato, pensate<br />
un pò, primo degli europei due settimane fa a New York; mentre per le<br />
donne ha vinto maura tumminelli 1h29’54” (track Club Caltanissetta);<br />
Il running Palmi anche questa volta era presente con ben 13 atleti e<br />
tutti hanno svolto una bellissima gara con tempi di assoluto rispetto<br />
per quanto riguarda la mezza maratona:<br />
(gullo Roberto 1h33’04’’; Fameli antonio 1h39’40’’; Solano Francesco<br />
1h40’08’’; melara antonio 1h41’16’’; isola Rocco 1h41’42’’;<br />
Calabrò Emilio 1h42’16’’; alvaro giuseppe 1h42’44’’; melissari<br />
antonio 1h43’07’’; Solano Domenico 1h.43’:44’’; Surace marcello<br />
1h44’46’’; Saffioti Antonio 1h:46’38’’; Todaro Rocco 1h50’00’’;<br />
Fazzalari alessandro 1h56’34’’.<br />
I complimenti vanno fatti, oltre a tutti gli atleti per il risultato ottenuto,<br />
all’atleta Fameli che, all’eta di 50 anni, ha fatto una gara a dir<br />
poco eccezionale, considerato che si è avvicinato a questo sport da<br />
pochissimo tempo, e preso atto che, per problemi di lavoro, si allena<br />
pochissimo. Insomma un atleta “puro sangue”.<br />
Correre a Palermo in mezzo ad una molt<strong>it</strong>udine di partecipanti,<br />
riconosciuta per la sua storia millenaria e apprezzata per il notevole<br />
patrimonio artistico ed arch<strong>it</strong>ettonico, vi posso garantire che è una<br />
esperienza da vivere. E poi il giorno prima vis<strong>it</strong>are Palermo da turisti,<br />
mangiare insieme, “spaccarsi” dalle risate, divertirsi i maniera<br />
sana, si avverte la sensazione di r<strong>it</strong>ornare bambini vivendo momenti<br />
di spensieratezza. Per questo motivo, gli atleti del Running Palmi si<br />
possono r<strong>it</strong>enere fortunati, poiché riescono a praticare questo sport<br />
a livello amatoriale in contesti di divertimento, di benessere e di<br />
turismo. Pertanto, un inv<strong>it</strong>o a tutti gli interessati ad iscriversi all’associazione<br />
Running Palmi.<br />
Non mi resta che salutarvi e darvi appuntamento alla prossima<br />
occasione per potervi raccontare un’altra esperienza di sport e di<br />
amicizia.<br />
30<br />
intorno Allo sPort<br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />
LO SpOrtING pALmI trA IL DIVErtImENtO E<br />
LA CULtUrA SpOrtIVA...<br />
La nostra società sportiva è nata con l’intento di creare un gruppo<br />
di amici che siano giocatori, dirigenti, soci o semplici simpatizzanti<br />
che, sotto un unico e comune denominatore, qual’è la passione per il<br />
gioco del calcio, hanno voluto dare v<strong>it</strong>a ad una sana e simpatica realtà<br />
che oggi è lo Sporting Palmi. Una Società dove molti hanno, chi più e<br />
chi meno, dato il proprio contributo, a partire dalla decisione di creare<br />
la squadra di Ciccio e Maurizio Tedesco, alla gestione dirigenziale tra<br />
cui il presidente pasquale pellegrino, i presidenti Onorari Carmine melara<br />
e tonino Orlando, il cassiere Antonio zappone, il Vice presidente<br />
Rocco Schipill<strong>it</strong>i (alias Rocco TU), il segretario Pino Strangio(alias l’avvocato),<br />
Chicco Croc<strong>it</strong>ta, Dario Cambrea, Rocco Gagliostro, alla gestione<br />
tecnica di Franco Leonello (alias Moggi), persino alla scelta del nome<br />
del m<strong>it</strong>ico dott. pino Vincenzi, e per finire, all’infin<strong>it</strong>à di calciatori che<br />
in tre anni si sono sussegu<strong>it</strong>i. Non abbiamo la presunzione di fare calcio<br />
con la C maiuscola, perchè quello è un’altra cosa che, a Palmi, è già<br />
ben rappresentata dalla nostra cara e gloriosa US Palmese. Ma ci piace<br />
l’idea che, chi viene a vedere le nostre part<strong>it</strong>e, possa godere di uno<br />
spettacolo che quanto meno gli somigli nella forma, ci piace allo stesso<br />
tempo far trasparire la nostra volontà di divertirci col gruppo che abbiamo<br />
creato e con l’avversario di turno. Fino ad oggi, fortunatamente,<br />
ci siamo riusc<strong>it</strong>i! Perché siamo una squadra che fa gioco in modo spensierato<br />
e che non ha ambizioni di promozione o chissà quale altre mire,<br />
ci siamo riusc<strong>it</strong>i perché il nostro stare insieme è un angolino che ci<br />
siamo r<strong>it</strong>agliati per noi stessi, per fuggire dallo stress quotidiano e con<br />
in testa il solo desiderio di divertirsi. E per chi sostiene che la terza<br />
categoria sia solo un posto dove dover necessariamente l<strong>it</strong>igare e scontrarsi<br />
con avversari provenienti da realtà più degradate delle nostre,<br />
siamo costretti a malincuore a dire che, forse, è proprio la nostra cara<br />
e amatissima Palmi che calcisticamente porta la bandiera del degrado.<br />
Non facciamo riferimento solo alla struttura da terzo mondo, ma anche<br />
alla mental<strong>it</strong>à che abbiamo riscontrato in alcuni nostri compaesani<br />
quando ci siamo trovati da avversari, senza naturalmente voler fare di<br />
tutta l’erba un fascio... Lo sport ha aiutato molti di noi a crescere come<br />
uomini, ci ha resi più socievoli e più consapevoli di quelle che sono le<br />
realtà a noi vicine, siamo andati in paesi e c<strong>it</strong>tà dove, probabilmente,<br />
non ci saremmo mai andati se non fosse stato per lo sport. Queste realtà,<br />
si sono presentate a noi per quelle che erano, con le loro strutture<br />
e la loro educazione sportiva, si sono presentate e sono rimaste nella<br />
nostra memoria, per quello che noi abbiamo potuto vedere di loro e,<br />
mi riferisco a chi conosce lo storico Lo Presti; un po di vergogna, noi,<br />
la proviamo ogni domenica. Non ci interessa puntare il d<strong>it</strong>o su vecchie<br />
e nuove amministrazioni, ma ci preme sensibilizzare chi ci amministra<br />
ora e chi lo farà in futuro, affinchè capisca l’importanza civile, educativa<br />
e di immagine che lo sport ha in una c<strong>it</strong>tà, destinandogli le giuste<br />
attenzioni e le dovute risorse, soprattutto a Palmi! Si! Perché proprio<br />
il nostro paese, culla della cultura nella piana, è tenuto anche storicamente<br />
a rivestire un ruolo di traino culturale in ogni campo e che deve<br />
renderci più responsabili in tal senso. Noi dello Sporting Palmi, ci muoviamo<br />
nel nostro piccolo in tal senso. Vogliamo sensibilizzare la nostra<br />
c<strong>it</strong>tà e le realtà a noi vicine, ad uno sport più sano, facendo vedere<br />
che non e’ il risultato della part<strong>it</strong>a ciò che conta, ma il modo in cui<br />
essa viene interpretata e il grado di partecipazione che ne è scatur<strong>it</strong>o,<br />
da parte nostra come società sportiva, delle persone che ci seguono<br />
e ci vedono giocare e in fine, ma non ultimo in ordine di importanza,<br />
degli avversari. Perché per noi dello Sporting Palmi, gli avversari sono<br />
prima di tutto osp<strong>it</strong>i che devono essere trattati come tali, come se li<br />
osp<strong>it</strong>assimo a casa nostra. Nella speranza che lascino la nostra amata<br />
Palmi con il bel ricordo di una bella trasferta di sport e, perchè no, con<br />
un bagaglio culturale sportivo arricch<strong>it</strong>o... da noi!!!<br />
Auguri di Buone Feste Palmi e naturalmente ...Forza Sporting Palmi!<br />
Francesco Tedesco<br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 31<br />
di Rocco Cadile<br />
Gianni Brera, il più grande<br />
giornalista sportivo che<br />
l’Italia abbia avuto, cosi ha detto<br />
di lui: “Quell’ira di Dio, il <strong>numero</strong><br />
sette, per la sua veloc<strong>it</strong>à e<br />
leggerezza nel correre, sembra<br />
volare”. Il noto giornalista presente<br />
per un servizio stampa,<br />
in quell’amichevole tra la Sampdoria<br />
che mil<strong>it</strong>ava in serie A e<br />
il Derthona, serie C, di Pino Cogliandro,<br />
protagonista indiscusso<br />
di quell’incontro, ebbe parole di<br />
elogio per quel giovanissimo atleta<br />
proveniente da Palmi. Pino,<br />
dopo aver percorso il cammino<br />
calcistico nelle giovanili della<br />
Palmese, allenati da don Peppe<br />
Tedesco, esordì giovanissimo in<br />
prima squadra sotto la guida di<br />
mister Soffrido che capì sin dal<br />
primo momento che lo vide giocare,<br />
che quel ragazzone biondo<br />
dagli occhi chiari aveva le<br />
carte in regola per diventare un<br />
campione. Infatti, al termine di<br />
quell’annata, la Palmese lo cedette<br />
al Derthona. Pino, partì<br />
con la valigia di cartone, alla ricerca<br />
di un futuro migliore e più<br />
dign<strong>it</strong>oso. Quanti sogni, quante<br />
speranze e aspettative. Voleva<br />
dare una risposta ai gen<strong>it</strong>ori,<br />
persone perbene di sani principi,<br />
e soprattutto ai fratelli Cic-<br />
intorno Allo sPort<br />
Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
PiNO COgLiaNDRO:UN SOgNO SVaNiTO<br />
pino Cogliandro, il secondo in piedi, campionato 1969-70,<br />
quando era idolo del Derthona<br />
di Rocco Cadile<br />
L<br />
’atletica minn<strong>it</strong>i, non finisce<br />
di stupire. Ancora una volta è<br />
stata protagonista nella manifestazione<br />
organizzata dal Com<strong>it</strong>ato Provinciale<br />
di Reggio Calabria che si è<br />
tenuta sulla pista del Campo Scuola<br />
del Rione Modena. I ragazzi allenati<br />
dai Proff. V<strong>it</strong>o Muratore e Michele<br />
Avenoso, non si sono sment<strong>it</strong>i, regalando<br />
ai loro allenatori, il record<br />
regionale nelle staffette 4x50 esor-<br />
cio e Carmelo che orgogliosamente<br />
lo seguivano con amore<br />
e trepidazione, ma anche agli<br />
amici e quei ragazzi che giocavano<br />
a calcio e s’identificavano<br />
in lui. Diventò sub<strong>it</strong>o il beniamino<br />
dei tifosi per i suoi gol sublimi<br />
e di rara fattura. Rappresentava<br />
il prototipo dell’attaccante di<br />
razza; veloce, scattante, dai funambolici<br />
e ubriacanti dribbling<br />
e una portentosa elevazione. La<br />
sua “cattiveria” e coraggio, affascinava<br />
e coinvolgeva, rappresentando<br />
al meglio la voglia battagliera<br />
di un ragazzo che voleva<br />
emergere, part<strong>it</strong>o da Palmi con<br />
la speranza di un riscatto sociale.<br />
talento, sacrificio e impegno<br />
lo portarono a farsi strada, tanto<br />
che arrivarono i complimenti<br />
e gli articoli sui giornali che<br />
gli aprirono le porte verso traguardi<br />
più prestigiosi. A tal propos<strong>it</strong>o<br />
possiamo c<strong>it</strong>are due singolari<br />
episodi; il primo, quando<br />
in elevazione superò il portiere<br />
battendo con la testa contro la<br />
traversa, subendo una lesione<br />
all’arcata sopraciliare; il secondo,<br />
nello spareggio, valevole per<br />
la permanenza nella categoria,<br />
quando presa la palla a centrocampo<br />
s’involò superando come<br />
birilli la difesa avversaria fermandosi<br />
poi sulla linea della porta<br />
guardando gli spalti, prima di<br />
Una figurina panini di quando<br />
Pino Cogliandro mil<strong>it</strong>ava nel<br />
Sorrento (in basso a sin.)<br />
buttare la palla dentro. Quello<br />
fu il gol della salvezza. L’anno<br />
dopo fu chiamato da Fulvio Bernardini<br />
l’ex C.T. della Nazionale,<br />
nella Sampdoria, dove iniziò il<br />
r<strong>it</strong>iro precampionato. Bernardini<br />
rigido alla disciplina, lo inv<strong>it</strong>ò ripetutamente<br />
a tagliarsi la barba<br />
e i capelli, richiamandolo ad un<br />
comportamento più responsabile,<br />
cercando di inculcargli il “dovere”<br />
di spendere bene quell’opportun<strong>it</strong>à<br />
e, sent<strong>it</strong>osi richiamato<br />
duramente, rispose con la spontane<strong>it</strong>à<br />
che lo contraddistingueva,<br />
“a calcio si gioca con i piedi<br />
e la testa”. Qualcosa in lui stava<br />
cambiando. Pino non aveva cap<strong>it</strong>o<br />
che a quei livelli bisognava<br />
ubbidire e rispettare le regole.<br />
Pagò quella risposta decisa e ingenua,<br />
con la successiva cessione<br />
al Sorrento in serie B. Pino<br />
ha sempre riconosciuto, in virtù<br />
della sua esperienza, “che a volte<br />
il talento non basta. Ci vuol<br />
ben altro per strappare il successo<br />
e l’etichetta di campione”.<br />
La sua testimonianza è un<br />
messaggio che vuole dare ai giovani<br />
promettenti, inv<strong>it</strong>andoli “a<br />
non farsi sfuggire le opportun<strong>it</strong>à<br />
pos<strong>it</strong>ive che la v<strong>it</strong>a ci offre”.<br />
pALmI: ALL’AtLEtICA mINNItI IL prImAtO rEGIONALE<br />
dienti, sia maschile che femminile,<br />
“sfrattando” dall’albo il primato<br />
regionale all’Atletica Olympus<br />
che deteneva dal 2002. Gli atleti<br />
della staffetta maschile composta<br />
da Andrea Costa, Giuseppe Saffioti,<br />
Andrea Riotto e Salvatore Scarfone<br />
hanno vinto con il tempo di 30”8,<br />
mentre quella femminile con Silvia<br />
Ferraro, Alice Caracciolo, Aurora<br />
Barone e Nikole Gismondo hanno<br />
fermato il cronometro a 33”1. Si è<br />
anche distinto Luca Sergi nella gara<br />
del giavellotto, mentre per la cate-<br />
Un famoso goal; entra in rete<br />
dopo aver saltato tutti, portiere<br />
compreso. Prima di segnare si<br />
ferma, orgoglioso, sulla linea.<br />
Aveva un legame profondo con<br />
la sua Palmi e, non disdegnava<br />
di rientrare per respirare aria di<br />
casa. Lo ricordiamo, a quei tempi<br />
con la lancia G.T. , un bolide<br />
che pochi potevano mantenersi.<br />
Evidentemente non aveva reciso<br />
il cordone ombelicale che lo<br />
legava alla sua terra, forse per<br />
questo motivo attraversò un periodo<br />
di confl<strong>it</strong>tual<strong>it</strong>à col pallone<br />
che fino a quel momento gli<br />
aveva dato tante soddisfazioni.<br />
Quell’anno disputò poche part<strong>it</strong>e<br />
in serie B. Ceduto all’Imperia,<br />
giocò un’altra annata, per poi rientrare<br />
a Palmi e giocare nella<br />
squadra locale. Probabilmente<br />
aveva med<strong>it</strong>ato quella scelta. Ed<br />
è proprio nel momento in cui il<br />
sogno svanisce, che Pino , invece<br />
di piangersi addosso, esamina la<br />
sua v<strong>it</strong>a e decide di intraprendere<br />
un’altra strada, fissando una<br />
scala di valori: l’amore per la<br />
sua compagna, i figli, gli affetti.<br />
Al posto di un mondo dorato percorso<br />
inseguendo un pallone, ne<br />
ha scelto un altro costru<strong>it</strong>o con<br />
il lavoro di tutti i giorni, facendo<br />
dalle piccole gioie quotidiane la<br />
propria ragione di v<strong>it</strong>a. Può essere<br />
condannato per questo?<br />
goria dei cadetti il miglior risultato<br />
è stato ottenuto da Andrè Brizzi<br />
nei 300 ad ostacoli. Il Prof. V<strong>it</strong>o muratore<br />
ha voluto sottolineare l’importanza<br />
della manifestazione e dei<br />
primati conquistati. “Lo sport è una<br />
metafora della v<strong>it</strong>a ed è parte integrante<br />
della stessa, soprattutto<br />
nell’età adolescenziale; è una via<br />
preferenziale per educare, perché<br />
non ammette mediocr<strong>it</strong>à chiedendo<br />
tutto. Nello sport così come nella<br />
v<strong>it</strong>a senza impegno e senza sacrifici<br />
nulla si ottiene”.