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madreterra numero 12 - dicembre 2010 - Madreterranews.it

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www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

FREE PRESS - FREE PRESS - FREE PRESS<br />

DOPO UN aNNO…<br />

«Ancora un nuovo giornale?»<br />

Questa, se avessimo dato alle<br />

stampe Madreterra oltre un secolo<br />

addietro, sarebbe stata la domanda<br />

che frequentemente ci saremmo<br />

sent<strong>it</strong>i rivolgere dai nostri<br />

conc<strong>it</strong>tadini. Prima -s’intende- che<br />

quella consuetudine pubblicistica<br />

di argomento in prevalenza pol<strong>it</strong>ico-letterario,<br />

fior<strong>it</strong>a nell’Ottocento<br />

e variamente continuata in epoca<br />

successiva, si esaurisse -salvo<br />

eccezioni– al pari del fervore intellettuale<br />

che l’aveva animata.<br />

A distanza di un anno è tempo,<br />

anche per noi, di un rapido<br />

bilancio.<br />

In questi mesi, senza pretesa di<br />

riproporre l’esperienza del passato,<br />

abbiamo provato ad accoglierne<br />

le istanze ancor attuali di cresc<strong>it</strong>a<br />

sociale e culturale che, da Palmi e<br />

dai suoi dintorni, proiettate su di<br />

un più vasto orizzonte, creassero<br />

le premesse di un nuovo, vivace<br />

laboratorio delle idee.<br />

Un periodico “aperto”, sostenuto<br />

da un gruppo di giovani disposti<br />

a favorire, senza preclusioni, il<br />

contributo di coloro che volessero<br />

concorrere al libero raffronto delle<br />

opinioni; affrancato da condizionamenti<br />

pol<strong>it</strong>ici e, tuttavia, attento<br />

alla gestione della cosa pubblica<br />

attraverso l’approfondimento cr<strong>it</strong>ico,<br />

il contradd<strong>it</strong>torio con gli amministratori<br />

locali, il pungolo sagace<br />

della satira; una sorta, insomma,<br />

di Agorà della società civile, in cui<br />

le voci del professionista, del giovane<br />

ricercatore, dell’appassionato<br />

o del cultore di storia locale hanno<br />

alimentato un ideale dialogo del<br />

quale, voi lettori, volevamo foste<br />

interlocutori privilegiati.<br />

Madreterra, quindi, non semplice<br />

sintesi d’appartenenza ad una<br />

“piccola Patria”, con la sua storia<br />

da riscoprire, le tradizioni da preservare,<br />

l’ambiente da valorizzare,<br />

ma essenzialmente quale denominatore<br />

comune - al di là dei consueti<br />

particolarismi - per le migliori<br />

energie del terr<strong>it</strong>orio.<br />

Saremo riusc<strong>it</strong>i nell’intento? L’ultima<br />

parola, come sempre, spetta<br />

a voi, cari amici, che ci avete<br />

sin qui segu<strong>it</strong>o con un’attenzione,<br />

francamente, superiore ad ogni più<br />

rosea aspettativa.<br />

Ci rivediamo, dunque, al prossimo<br />

anno, perché, come scrivemmo<br />

nel nostro primo ed<strong>it</strong>oriale prendendo<br />

a prest<strong>it</strong>o le parole di Leonida<br />

Repaci: “E’ importante non solo<br />

che ci siano idee, ma che le idee si<br />

rinnovino. E questo può avvenire<br />

solo dal contatto, dal confronto,<br />

dal dibatt<strong>it</strong>o”.<br />

La Redazione<br />

ALL’INTERNO TROVI IL<br />

“PALM-OCA”, IL DIVERTEN-<br />

TE GIOCO DELL’OCA CON I<br />

PERSONAGGI ED I LUOGHI<br />

DI PALMI!!!<br />

Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />

MadreTerra<br />

PERIODICO DI CULTURA ED INFORMAZIONE<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

Palmi &Dintorni FREE PRESS - FREE PRESS<br />

OmaggiO<br />

FREE PRESS - F


Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

AttuAl<strong>it</strong>A’ Palmi<br />

... e venne ad ab<strong>it</strong>are in mezzo a noi ... (Gv 1,14)<br />

2<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

di Don Emanuele Leuzzi<br />

Il messaggio fondamentale del Natale è quello che ci ricorda che il Verbo di Dio venne ad ab<strong>it</strong>are in mezzo a noi: il Figlio<br />

di Dio è entrato nel tempo ed è sceso nel mondo, facendosi uomo tra gli uomini. “ E venne così ad ab<strong>it</strong>are ”, a mettere<br />

la sua tenda, “in mezzo a noi”. Con Gesù, Dio sta in mezzo agli uomini, riprende il ruolo che era stato suo fin dall’inizio,<br />

quando era stato messo in una tenda e accompagnava il suo popolo. Gesù è venuto come luce per illuminare le tenebre di<br />

noi uomini per essere per tutti una sorgente di speranza. Sul dolore e sulle preoccupazioni di noi suoi figli splende quella<br />

Luce, Gesù, capace di strappare tutto ciò che ci conduce alla morte spir<strong>it</strong>uale. Questo significa che con Gesù, Dio non è più<br />

da cercare, ma da accogliere, per essere rialzati ed essere di nuovo capaci di pace e seren<strong>it</strong>à; Gesù<br />

è luce per i nostri giorni bui, in Lui e con Lui non esisterà più angoscia e nessun tormento potrà più<br />

distruggerci. Il Natale allora ci fa rivivere la realtà di Dio che si fa uomo e rimane al nostro fianco in<br />

ogni s<strong>it</strong>uazione, ma soprattutto in quelle circostanze umanamente senza senso e senza speranza.<br />

Scrive San Paolo nella Lettera ai Filippesi al cap 2: “Cristo Gesù pur essendo di natura divina, non<br />

considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso, assumendo la condizione<br />

di servo, e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana umiliò se stesso...”; Dio<br />

quindi si incarna, entra nella storia dell’uomo, la condivide, la illumina e la risana. Il Natale non<br />

è soltanto la grotta col Bambino, ma ha già in sé il dramma della passione e morte del Figlio<br />

di Dio, che è venuto nel mondo per salvarci a prezzo della sua stessa v<strong>it</strong>a, con quella obbedienza<br />

che lo ha condotto alla morte di croce. La vera celebrazione del Natale non<br />

si esaurisce, dunque, in un solo giorno di festa, ma deve essere impegno che<br />

dà forma a tutta l’esistenza dell’uomo, un’esistenza fatta di conoscenza<br />

sempre più profonda del Mistero grande di Dio, che si rivela in Cristo.<br />

Il Vangelo di Giovanni dice che Dio, a quanti hanno accolto il progetto<br />

di v<strong>it</strong>a che si realizza in Gesù, “ha dato il potere di diventare<br />

suoi figli”. Ecco il progetto di Dio sull’uman<strong>it</strong>à: l’uomo che<br />

abbia la condizione divina e diventi egli stesso come Dio.<br />

Questo progetto si realizza in opere d’amore verso quel<br />

prossimo che Dio mette sul nostro cammino e col quale<br />

Gesù si è identificato quando ha detto: “Avevo fame<br />

e mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete<br />

dato da bere, ero pellegrino e mi avete osp<strong>it</strong>ato,<br />

nudo e mi avete coperto, ero infermo e mi avete<br />

vis<strong>it</strong>ato, carcerato e siete venuti a trovarmi;<br />

perché, in ver<strong>it</strong>à, tutto quello che avete fatto<br />

ad uno dei più piccoli di questi miei fratelli,<br />

l’avete fatto a me” (Mt 25,35-40).<br />

“ Ven<strong>it</strong>e, benedetti dal Padre mio...” (Mt<br />

25,34) è l’inv<strong>it</strong>o che viene dal Bambino di<br />

Betlemme, un inv<strong>it</strong>o che è un progetto di<br />

v<strong>it</strong>a; un inv<strong>it</strong>o carico di luce, di amore<br />

e di speranza; quella speranza che rende<br />

la v<strong>it</strong>a degna di esser vissuta, perché<br />

destinata alla piena comunione con la v<strong>it</strong>a<br />

stessa di Dio, in Cristo Gesù, nostro fratello,<br />

nostro compagno, nostro salvatore. La<br />

venuta di Cristo, quindi, non può lasciarci<br />

indifferenti, spenti dentro, attenti più all’apparire<br />

che all’essere.<br />

Maria Madre del Soccorso ci aiuti e ci accompagni<br />

all’incontro con Gesù Bambino.<br />

Edizione straordinaria!!!<br />

Una strenna originale per il tuo Natale!!!<br />

E’ in distribuzione, fresco di stampa, il volume “La fonte di san Rocco”<br />

Ieri un sogno, oggi una realtà, ed<strong>it</strong>o da Prometeus. Si tratta di un viaggio<br />

virtuale che racconta, anche con l’ausilio di innumerevoli immagini, di come<br />

sia stato possibile realizzare il nuovo, atteso monumento, dedicato al Santo<br />

pellegrino tanto caro alla nostra C<strong>it</strong>tà. Si c<strong>it</strong>ano tutte le iniziative e gli eventi<br />

che hanno determinato la realizzazione dell’opera, che ha contribu<strong>it</strong>o a valorizzare<br />

una delle più importanti piazze del nostro centro storico. Si racconta<br />

della partecipazione popolare, c<strong>it</strong>ando tutti coloro, dal primo all’ultimo<br />

c<strong>it</strong>tadino che, credendo nella valid<strong>it</strong>à di questa iniziativa, hanno, con amore,<br />

offerto un loro personale contributo. Si narra di quanto grandi siano sempre<br />

stati, per tutti i palmesi, vicini e lontani, la devozione e il sentimento di riconoscenza<br />

per il loro Compatrono. Si racconta di cosa sia stato nel passato,<br />

nella storia e nella tradizione e di cosa potrebbe essere nel tempo che verrà<br />

il grande, collettivo amore per un uomo, diventato Santo, che incarna tutti i<br />

valori, di solidarietà ed amore per il prossimo, dei quali questa nostra società<br />

sente tanto il bisogno.<br />

Il volume è in distribuzione in tutte le edicole e nelle librerie. I proventi<br />

saranno reinvest<strong>it</strong>i per la realizzazione di altre opere di pubblica util<strong>it</strong>à, così<br />

come è nello stile della Associazione Prometeus.<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 3<br />

YOU’LL<br />

EAT<br />

BETTER.<br />

®<br />

AttuAl<strong>it</strong>A’ Palmi<br />

Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

BE STUPID


Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

AttuAl<strong>it</strong>A’ Palmi<br />

Progetto “mottA”!<br />

di Viviana Minasi<br />

Ivan Pugliese<br />

PALMI – “Correva l’anno<br />

1582, era l’11 gennaio, quando alla<br />

Marinella di Palmi approdò il vascello<br />

di Patron Peppe Tigano con<br />

la reliquia del Sacro Capello della<br />

Madonna. E tutto ebbe inizio…”<br />

La Marinella è tra gli scorci panoramici<br />

più magici e suggestivi<br />

che la c<strong>it</strong>tà di Palmi offre, l’affaccio<br />

di Punta Motta che sovrasta<br />

l’incantevole spiaggia della Marinella,<br />

rappresenta il luogo per<br />

eccellenza dal quale godere delle<br />

meraviglie di cui la natura ha<br />

voluto far dono alla nostra c<strong>it</strong>tà.<br />

Chiunque approdi in questo luogo,<br />

non può che restare affascinato<br />

da questo abbraccio infin<strong>it</strong>o:<br />

la sua posizione protesa sul mare,<br />

L<br />

’associazione “PER PALMI,<br />

con la firma di un protocollo<br />

con la signora Maria Mil<strong>it</strong>ano,<br />

figlia del costruttore della Varia<br />

di Palmi, Giuseppe Mil<strong>it</strong>ano,<br />

ha avviato la prima fase progettuale<br />

del programma che vuo-<br />

l’incantevole panorama che spazia<br />

sullo Stretto di Messina e sulle<br />

Isole Eolie, fino a giungere alla costa<br />

di Capo Vaticano, ed il Monte<br />

Sant’Elia che imperioso si eleva<br />

alle sue spalle, lo rendono infatti<br />

uno dei posti più significativi di<br />

Palmi, nonché meta fondamentale<br />

dei turisti in vis<strong>it</strong>a della c<strong>it</strong>tà.<br />

Qui, dove storia e bellezze naturali<br />

trovano l’armonia del m<strong>it</strong>o,<br />

tuttavia, l’incuria ha preso il sopravvento<br />

ormai da anni e al quadro<br />

splendido non corrisponde<br />

altrettanta degna cornice. Se ne<br />

sono accorti i “Marinai della Varia”,<br />

membri dell’Associazione<br />

‘Mbuttaturi, che hanno deciso di<br />

rinfocolare oltre 5 secoli di antiche<br />

tradizioni con un progetto di riqualificazione<br />

che prevede il coinvolgimento<br />

dell’intera c<strong>it</strong>tadinanza.<br />

Una dichiarazione d’amore,<br />

le, nell’amb<strong>it</strong>o delle varie iniziative<br />

collegate con la feste<br />

della Varia, valorizzare la figura<br />

dell’ideatore e costruttore della<br />

varia meccanica. Le richieste,<br />

avanzate dall’associazione,<br />

all’Amministrazione Comunale<br />

4<br />

dunque, messa nero su bianco da<br />

due giovani professioniste palmesi,<br />

l’arch<strong>it</strong>etto Maria Abbia e<br />

l’ingegnere Nunzia Saffioti, e già<br />

accolta con favore dal Comune<br />

di Palmi e dalla Provincia di Reggio<br />

Calabria, che hanno promesso<br />

un loro contributo economico<br />

alla sua realizzazione. Ma ancora<br />

non basta. L’ambizioso progetto,<br />

che punta a migliorare l’aspetto<br />

dell’intera area rest<strong>it</strong>uendole<br />

splendore e decoro, prevede il<br />

contributo attivo della c<strong>it</strong>tà tutta<br />

e del mondo associazionistico e<br />

professionistico palmese.<br />

La Corporazione dei Marinai,<br />

infatti, sarà impegnata da questo<br />

momento e nei prossimi mesi in<br />

una serie d’iniziative volte alla<br />

raccolta dei fondi per consentire<br />

al progetto di diventare realtà e<br />

chiederà a tutta la popolazione<br />

palmese di dimostrarsi parte attiva<br />

nei processi di miglioramento<br />

del proprio terr<strong>it</strong>orio.<br />

Partendo dall’idea che onorare<br />

le proprie radici vuol dire, innanz<strong>it</strong>utto,<br />

onorare se stessi, l’arch.<br />

Abbia e l’ing. Saffioti hanno prodotto<br />

un’idea che vuole essere,<br />

prima di tutto, un’emanazione<br />

dello spir<strong>it</strong>o di questo luogo dal<br />

carattere unico e inconfondibile.<br />

Dopo un attento studio del luogo,<br />

hanno perciò realizzato un<br />

progetto in grado di evidenziare<br />

la morfologia della costa: immaginando<br />

la prua di una nave che<br />

propende verso il mare, hanno<br />

fatto sì che le curve di livello del<br />

terreno proseguano verso l’alto,<br />

formando un sopralzo artificiale<br />

che nella parte più alta diventa<br />

un sistema di seduta continua in<br />

cui è possibile socializzare.<br />

Nella parte superiore è poi pre-<br />

prevedono:<br />

- L’apposizione di una stele<br />

marmorea sulla facciata<br />

dell’ab<strong>it</strong>azione della signora<br />

maria Mil<strong>it</strong>ano con cerimonia ufficiale<br />

pubblica, domenica 19 <strong>dicembre</strong><br />

<strong>2010</strong> ore <strong>12</strong>;<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

vista la realizzazione di una piazzetta,<br />

nel cui centro sarà piantato<br />

un albero, idealmente raffigurante<br />

l’albero di una nave. Un sistema<br />

di rampe pedonali, ornate da<br />

aiuole verdi, renderà accessibili<br />

sia la piazzetta che il punto di affaccio<br />

sottostante, caratterizzato<br />

da un muro continuo in travertino<br />

bianco.<br />

Un percorso superiore pavimentato,<br />

avrà poi il duplice comp<strong>it</strong>o<br />

di regolarizzare l’andamento della<br />

carreggiata e creare una passeggiata<br />

superiore che consentirà<br />

di osservare il panorama di fronte<br />

anche stando seduti.<br />

Non mancheranno poi ulteriori<br />

particolari che saranno aggiunti<br />

in corso d’opera e che doneranno,<br />

ancora di più, ineguagliabile<br />

bellezza a questa zona incastonata<br />

nel cuore della Costa Viola:<br />

il cannocchiale panoramico, che<br />

permetterà allo sguardo attento<br />

del vis<strong>it</strong>atore di poter ammirare,<br />

con rara precisione, tutti i magici<br />

luoghi che si aprono all’incantevole<br />

panorama di local<strong>it</strong>à Motta; ed<br />

ancora mosaici con ricostruzioni<br />

storiche e vari particolari atti a<br />

richiamare, con stile e sobrietà,<br />

i simboli più caratterizzanti del<br />

mondo della marineria.<br />

- L’intestazione a giuseppe<br />

mil<strong>it</strong>ano dell’attuale piazza Lo<br />

Sardo, in quanto essa è il luogo<br />

dove il 16 agosto alle ore 10.00,<br />

i palmesi prendono in consegna<br />

“u cippu” (la base della Varia)<br />

per poi trascinarlo all’arangiara,<br />

luogo di partenza della Varia.<br />

L’Associazione “PER PALMI”,<br />

con questa iniziativa, intende,<br />

da una parte, recuperare e proteggere<br />

dal pericolo di oblio la<br />

figura del nostro conc<strong>it</strong>tadino,<br />

Giuseppe Mil<strong>it</strong>ano, valorizzandone,<br />

per come mer<strong>it</strong>a, l’ingegno<br />

e tramandandone ai posteri<br />

la figura di c<strong>it</strong>tadino palmese<br />

illustre, adempiendo così ad un<br />

deb<strong>it</strong>o morale che la c<strong>it</strong>tà aveva<br />

nei suoi confronti; dall’altra, innescare<br />

un’azione di salvaguardia<br />

di uno degli elementi principali<br />

cost<strong>it</strong>uenti e qualificanti il<br />

patrimonio culturale immateriale<br />

che la festa della Varia rappresenta,<br />

documentandone ed<br />

archiviandone gli aspetti originali<br />

a futura memoria e realizzando<br />

in questo modo un’attiv<strong>it</strong>à<br />

volta a sostenere la candidatura<br />

della festa della Varia a Patrimonio<br />

dell’uman<strong>it</strong>à tutelato<br />

dall’UNESCO che il sodalizio ha<br />

sottoscr<strong>it</strong>to nel maggio scorso.<br />

Al cavaliere Giuseppe Mil<strong>it</strong>ano,<br />

il nostro giornale riserverà, in<br />

uno dei prossimi numeri, un approfondimento<br />

con la pubblicazione<br />

di foto storiche ined<strong>it</strong>e.<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 5<br />

®<br />

Punti di vistA<br />

Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra


Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

AttuAl<strong>it</strong>A’ Palmi<br />

6<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

8 diCemBre <strong>2010</strong>, unA FestA Per i BAmBini ...e Per i nonni<br />

IL mErCAtINO DEI BAmBINI<br />

La Redazione<br />

Quante volte, incontrandosi<br />

tra amici, ci è successo di<br />

ripensare con nostalgia al tempo<br />

in cui da ragazzi, ci si divertiva<br />

a scambiarci figurine, giornali,<br />

giocattoli o quant’altro. A quando<br />

si improvvisavano bancarelle<br />

con oggetti usati, sottratti dal<br />

cassetto della nonna, per raggranellare<br />

qualche spicciolo e<br />

comprare un gioco nuovo visto e<br />

sospirato nella luccicante vetrina<br />

sotto casa! Con questo spir<strong>it</strong>o<br />

un po’ “amarcord” l’Associazione<br />

“Prometeus” ha pensato di<br />

allestire nella piazzetta di San<br />

Rocco, in occasione della festa<br />

dell’Immacolata, un mercatino<br />

per i bambini. Un luogo del cuore<br />

dove poter creare fermento, vivac<strong>it</strong>à<br />

e offrire ai nostri ragazzi<br />

l’opportun<strong>it</strong>à di sperimentare le<br />

nostre stesse emozioni. L’obiettivo<br />

primario è stato quello di<br />

creare una location nella quale<br />

si potesse vivere un’esperienza<br />

di collaborazione e di operativ<strong>it</strong>à<br />

e al contempo servisse da stimolo<br />

ai ragazzi per incoraggiarli<br />

verso una mental<strong>it</strong>à imprend<strong>it</strong>oriale<br />

che li ab<strong>it</strong>ui a saper fare<br />

e a mettersi in gioco. I bambini<br />

della Scuola dell’infanzia di Taureana<br />

e Trodio del 2° Circolo didattico<br />

di Palmi hanno preparato<br />

manufatti con materiale di recupero,<br />

utilizzando varie tecniche<br />

(decoupage, p<strong>it</strong>tura, ecc..)che<br />

hanno venduto personalmente<br />

aiutati da insegnanti e gen<strong>it</strong>ori.<br />

Il ricavato servirà a procurare<br />

alle scuole, il materiale e i sussidi<br />

didattici che il ministero, da<br />

qualche anno, non fornisce più. I<br />

ragazzi dell’Associazione Volontariato<br />

presenza e dell’Oratorio<br />

Crescere insieme, hanno venduto<br />

i loro prodotti realizzati con vario<br />

materiale, durante le ore di<br />

attiv<strong>it</strong>à extra scolastiche, sotto<br />

la paziente guida di educatrici di<br />

volontariato. Altri hanno messo<br />

in vend<strong>it</strong>a pasticcini, torte e dolci<br />

di ogni tipo mantenendo viva<br />

la tradizione artigianale calabrese.<br />

La giornata è stata magica!<br />

Dopo giorni di freddo intenso, un<br />

caldo sole ha illuminato la piazza<br />

e ci ha dato, ancora una volta,<br />

la conferma che S.Rocco era con<br />

noi, che sosteneva questo evento,<br />

come tutte le altre iniziative<br />

dell’associazione.<br />

Il mercatino pieno di colorate<br />

bancarelle, si presentava agli<br />

occhi dei vis<strong>it</strong>atori, come un<br />

grande vivaio in cui si intrecciavano<br />

relazioni e contrattazioni,<br />

animando in modo inconsueto la<br />

piccola piazza. Un allegro coro di<br />

alunni della Scuola Primaria del<br />

1° Circolo, preparati dalla Prof.<br />

Stefania Lombardo ha allietato<br />

l’evento, portando una nota di<br />

letizia in più. Nel corso della<br />

mattinata gli anziani del “Centro<br />

Presenza” hanno rec<strong>it</strong>ato<br />

alcune poesie dimostrando una<br />

formidabile memoria e presenza<br />

di spir<strong>it</strong>o. I sig. Ciappina Santo<br />

Francesco e Mellino Vincenza<br />

hanno ricevuto una targa ricordo<br />

consegnata dall’Assessore Rosario<br />

Ortuso, il quale ha evidenziato<br />

la loro personale longev<strong>it</strong>à e<br />

la compattezza della coppia. Durante<br />

tutta la giornata si è creato<br />

un discreto movimento di folla<br />

intorno alla piazza, tra le luci<br />

dell’albero di natale e lo sguardo<br />

indulgente del Santo. Adulti e<br />

bambini si aggiravano in quell’atmosfera<br />

di festa sgranocchiando<br />

calde zeppole e curiosando tra<br />

le cianfrusaglie. L’associazione<br />

sta pensando seriamente di riproporre<br />

questo tipo di iniziativa<br />

con cadenza mensile, così i nostri<br />

bambini avranno un mercato<br />

tutto per loro e Palmi sarà la<br />

prima c<strong>it</strong>tà <strong>it</strong>aliana ad avere un<br />

Mercatino per i Bambini.<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 7<br />

si ringrAziAno, Per lA generos<strong>it</strong>à dimostrAtA,<br />

roCCo ortuso, girolAmo FumArolA, umBerto<br />

Fonte, CArmelA, mAtteo e vinCenzA BArBerA<br />

HANNO pArtECIpAtO ALLA mANIfEStAzIONE:<br />

ORATORIO CRESCERE INSIEME<br />

frANCO Bruno, BALzAmA’ Carmelo, CALABrO’<br />

pierpaolo, AmAtO Alberto, mANGIONE Giorgia,<br />

CANALE Giovanni, zAGArI francesco, pItASI<br />

Maria Pia, PITASI Francesca, CAMBREA Claudio,<br />

GrASSO Valeria, CAmBrEA Dario, mELArA Noemi,<br />

fErrArO Emanuel, fErrArO Simone, StANGANELLO<br />

Sara, tOmASELLI Silvia, CIprI Valentina, SImONE<br />

Annalisa. responsabile dell’Oratorio: Adele<br />

Gambardella.<br />

ASSOCIAZ. VOL. PRESENZA - ATTIVITA’ POLITICHE<br />

SOCIALI COMUNE DI PALMI - PROGETTO<br />

“ANZIANI MAI SOLI”<br />

zOCCALI fortunata, mANAGO’ teresa, CIAppINA Santo<br />

francesco, mELLINO Vincenza<br />

responsabile: Claudia zampaglione<br />

SCUOLA ELEMENTARE I° CIRCOLO “ROCCO DE<br />

ZERBI”<br />

Coro: SOLANO Carla, CHIAppALONE francesco,<br />

CILONA michela, D’AGOStINO Carmelo, GULLO<br />

Vincenzo, pANUCCIO martina, LUCASCIO Sofia (solista),<br />

GANGEmI matteo, mAGAzzU’ Antonio, COStANtINO<br />

Davide, VENtrICE manuel (solista), rUSSO Antonio,<br />

COSENtINO francesco, BArtUCCIO Davide, zErBONIA<br />

Gabriele e mattia, DE SANtIS marco, GULLO Giada,<br />

ALBErGAtI fabiana, GENtILE Antonella, ISOLA Andrea,<br />

OrLANDO michela. Direttrice artistica: Stefania<br />

Lombardo, impiandto audio Pino J. D’agostino.<br />

SCUOLA DELL’INFANZIA II° CIRCOLO “SAN<br />

FRANCESCO - Sez. TAUREANA e TRODIO”<br />

BONGIOVANNI Aurora, zOCCALI Christian, mAzzULLO<br />

Benedetta, OLIVErIO Carmine, SCHIpILLItI Benedetta,<br />

OrLANDO fabio, SCArfO’ pasqualina, SpErANzA<br />

Claudio, VErSACE francesca, VIOLA Clarissa, ONISOr<br />

Stefan, ALVIANO michelangelo, prINCI Karola,<br />

VECCHIE’ Davide, COSENzA Giulia, LIttOrIO filippo<br />

Responsabili: Nella Cannata e Mimma D’Elia<br />

AttuAl<strong>it</strong>A’ Palmi<br />

Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

...unA PiAzzA Per un sorriso


Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

Punti di vistA<br />

le trAdizioni nAtAlizie A PAlmi<br />

di Carmela Gentile<br />

Siamo giunti al mese più<br />

bello dell’anno: Dicembre.<br />

Questo mese è un magico miscuglio<br />

di tradizioni religios<strong>it</strong>à<br />

e… consumismo. I più piccoli lo<br />

attendono con ansia soprattutto<br />

perché è foriero di doni. Gli studenti<br />

anelano la pausa natalizia<br />

dalle lezioni e gli adulti, diciamolo,<br />

sono contagiati dal clima<br />

festoso che inev<strong>it</strong>abilmente accompagna<br />

le feste natalizie. La<br />

gente oggi fa la corsa ai regali,<br />

un po’ per tradizione, un po’<br />

per “sdeb<strong>it</strong>arsi” di qualche piccolo<br />

favore secondo la mental<strong>it</strong>à<br />

paesana.<br />

Ma io personalmente, quando<br />

si avvicina Natale non posso<br />

fare a meno di abbandonarmi<br />

ai ricordi di quando, bambina,<br />

vivevo un Natale sicuramente<br />

più semplice, con meno doni e<br />

meno luci di oggi, ma il cui ricordo<br />

nella mia memoria ha lasciato<br />

una traccia così vivida che<br />

nemmeno cento luminarie, tutte<br />

accese contemporaneamente<br />

potrebbero lasciare.<br />

Mi riferisco ai primi anni sessanta,<br />

quando ancora il nostro<br />

Paese era giovane, ma vivo. La<br />

v<strong>it</strong>a sprizzava da tutti i pori e<br />

anche se la gente era semplice e<br />

con minori possibil<strong>it</strong>à economiche,<br />

portava nel cuore una seren<strong>it</strong>à,<br />

una gioia ed una spensieratezza<br />

che oggi purtroppo non<br />

possediamo più. Noi bambini,<br />

attendevamo le feste natalizie<br />

con grande ansia. La scuola<br />

veniva sospesa per un discreto<br />

periodo e le case profumavano<br />

di agrumi, frutta secca e dolci.<br />

Si andava in Chiesa e si facevano<br />

i preparativi per la Magica Notte.<br />

Ogni casa aveva il suo presepe,<br />

l’Albero di Natale poteva anche<br />

mancare, ma bello o brutto,<br />

grande o piccolo c’era il Presepe!<br />

Ricordo che mio padre, sin da<br />

bambino si dilettava a costruire<br />

dei paesaggi che somigliassero<br />

in maniera sempre più evidente<br />

alla realtà. Costruiva casette,<br />

ruscelli, prati, monti e alla fine<br />

deponeva le statuine, con religiosa<br />

cura, per non romperle<br />

perché erano di terra cotta o di<br />

carta pesta. Il Bambinello veniva<br />

deposto nella mangiatoia il giorno<br />

di Natale, mentre i Magi arrivavano<br />

il giorno dell’Epifania,<br />

con i loro mantelli lussuosi e le<br />

loro corone e i doni preziosi che<br />

contrastavano con la povertà di<br />

tutte le altre statuine. E poi i<br />

doni per i bambini arrivavano la<br />

notte dell’Epifania. Era la befana<br />

a portare ai bambini i tanto<br />

attesi giochi, Babbo Natale lo si<br />

menzionava poco, non era giusto<br />

che in un giorno così magico per<br />

la cristian<strong>it</strong>à, il ruolo di protagonista,<br />

che era quello della<br />

Nativ<strong>it</strong>à, venisse usurpato da un<br />

nordico personaggio che di religioso<br />

aveva poco, anche se rappresentava<br />

in realtà Santa Klaus,<br />

San Nicola (secondo le tradizioni<br />

nordiche che furono importate<br />

nel nostro Paese qualche anno<br />

più tardi). Ma la befana, quanto<br />

la attendevamo noi bambini!<br />

L’attesa cresceva di giorno in<br />

giorno fino a diventare frenesia<br />

la notte dell’Epifania. Era tanta<br />

l’ecc<strong>it</strong>azione che non riuscivamo<br />

a dormire, ma il timore di incontrare<br />

la vecchietta ci inchiodava<br />

nei nostri lettini fino al mattino.<br />

A quel punto iniziava la caccia<br />

per tutta la casa e qualche gen<strong>it</strong>ore<br />

burlone, che ne approf<strong>it</strong>tava<br />

per rammentare ai bambini<br />

che i doni bisogna pur mer<strong>it</strong>arseli,<br />

metteva qua e là qualche<br />

pezzettino di carbone in una<br />

sorta di caccia al tesoro in cui<br />

prima venivano trovati i frutti<br />

delle marachelle (Cenere e carbone)<br />

ma poi infine si arrivava ai<br />

tanto agognati doni. Di sol<strong>it</strong>o era<br />

la bambola del cuore o la bici-<br />

8<br />

cletta o comunque l’oggetto del<br />

desideri di un intero anno. Finalmente<br />

l’ansia veniva placata ed<br />

i bambini salutavano il Natale<br />

contenti e soddisfatti.<br />

Forse sono soltanto nei miei<br />

ricordi esiste un divario tra questi<br />

pochi anni Sessanta –Duemila,<br />

incolmabile. Ma io non lo credo.<br />

Negli anni sessanta io ero una<br />

bambina, ma anche il nostro<br />

Paese era giovane e sognava che<br />

da grande sarebbe stato tanto<br />

felice! Ma evidentemente il benessere<br />

economico non va di<br />

pari passo con la felic<strong>it</strong>à, di cui<br />

oggi abbiamo solo una parvenza,<br />

sempre preoccupati come siamo<br />

per le nostre cose. Ma la spir<strong>it</strong>ual<strong>it</strong>à,<br />

in particolare l’essenza<br />

religiosa del Natale che fine ha<br />

fatto? Come ogni cosa, il progresso<br />

e la tecnologia sono riusc<strong>it</strong>i<br />

a “sporcare” anche quella<br />

magica Festa, rendendola un<br />

tour de force di acquisti, doni,<br />

abbuffate. Mi chiedo cosa abbia<br />

a che fare tutto ciò con un<br />

povero Bimbo deposto in una<br />

mangiatoia, ricoperto di stracci<br />

e riscaldato dal fiato del bue e<br />

dell’asinello.<br />

Questa immagine è lontanissima<br />

dallo sfavillio delle moderne<br />

feste natalizie, ma forse, complice<br />

la crisi degli ultimi anni,<br />

potrebbe essere il momento<br />

buono per recuperare le belle<br />

tradizioni natalizie paesane, per<br />

rinsaldare i legami familiari e per<br />

riflettere un po’. farebbe tanto<br />

bene fermare un attimo la quotidiana<br />

frenesia che caratterizza<br />

i giorni nostri e med<strong>it</strong>are, andare<br />

in Chiesa per seguire la Novena<br />

e la l<strong>it</strong>urgia pre-natalizia e soffermarsi,<br />

chinare il capo con umiltà<br />

per accogliere la pace e la<br />

seren<strong>it</strong>à nel nostro animo. Così<br />

dovrebbe essere lo spir<strong>it</strong>o natalizio<br />

che ci consenta di uscire<br />

rinfrancati e medicati e non ulteriormente<br />

stressati da corse,<br />

doni, nottate e abbuffate.<br />

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REGISTRAZIONE AL TRIB. DI PALMI Nr.<br />

1 / <strong>2010</strong><br />

Anno 1 - Numero <strong>12</strong> - Dicembre <strong>2010</strong><br />

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Saverio Pet<strong>it</strong>to<br />

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Giovanni Bruzzese<br />

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Giuseppe Cricrì<br />

Walter Cricrì<br />

Salvatore De Francia<br />

Dario Galletta<br />

Claudia Gargano<br />

Laura Giusti<br />

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www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 9<br />

mistero del nAtAle e...<br />

teAtro dellA v<strong>it</strong>A!<br />

di Attilio Scarcella<br />

invece, a molti di noi ac-<br />

E cade, proprio in occasione<br />

di questa solenn<strong>it</strong>à, di ab<strong>it</strong>are a<br />

stretto contatto di gom<strong>it</strong>o con<br />

l’origine della nostra v<strong>it</strong>a; di provare<br />

la vertigine di chi si trova<br />

per un giorno, a sua insaputa,<br />

gettato lungo il sentiero faticoso<br />

e disagevole della ricerca, della<br />

direzione di senso da dare alla<br />

propria v<strong>it</strong>a, con l’amara sensazione<br />

–a me pare– che il teatro del<br />

mondo, in questo giorno, ci vede,<br />

ci r<strong>it</strong>rae, ci configura non come<br />

protagonisti, eroi, primi attori,<br />

interpreti e padroni assoluti della<br />

scena, ma come marionette e<br />

burattini mossi da disegni e scopi<br />

che ci sovrastano e ci conducono<br />

verso una direzione ignota.<br />

E’ sull’onda di questa emozione,<br />

in quest’idea del Natale non<br />

come scialo, sperpero, consumo,<br />

ma come r<strong>it</strong>orno al grembo materno,<br />

all’abbraccio con il mondo,<br />

con i nostri cari, con l’intera<br />

uman<strong>it</strong>à, è in quest’idea del<br />

Natale che la gioia della festa si<br />

espande e diventa commozione,<br />

pensiero in cammino alla ricerca<br />

della propria ident<strong>it</strong>à.<br />

Abbandonarsi ai ricordi del Natale<br />

è vedere di nuovo la stella<br />

che puntuale r<strong>it</strong>orna sulla grotta<br />

di Betlem a illuminare il senso<br />

di una vicenda, all’interno della<br />

quale l’uman<strong>it</strong>à, con tutto il fardello<br />

e il bagaglio della sua storia,<br />

è in cammino e si trova a fare<br />

i conti da più di duemila anni.<br />

Il richiamo alla nasc<strong>it</strong>a di Gesù<br />

– “Messia” della pace e della speranza<br />

– che il cristianesimo ripropone<br />

alla cultura dell’Occidente<br />

e a tutti gli uomini di buona volontà,<br />

riassume allora in sé il più<br />

grande, il più profondo, il più<br />

impenetrabile di tutti i misteri:<br />

e cioè, la dinamica di tenebra e<br />

luce, il movimento che dalla pienezza<br />

ed un<strong>it</strong>à dell’eterno, dalla<br />

perfezione di Dio, s’incarna nel<br />

mondo e nella storia per diventare<br />

direzione, senso e significato<br />

da dare alla nostra della v<strong>it</strong>a.<br />

Alla v<strong>it</strong>a dell’uman<strong>it</strong>à.<br />

In un mondo ag<strong>it</strong>ato e sconvolto<br />

da infin<strong>it</strong>a violenza, da<br />

guerre, da confl<strong>it</strong>ti tra stati, popolazioni,<br />

etnie, in un contesto<br />

storico, insomma, dominato dalla<br />

globalizzazione dei processi<br />

storici e sociali, la domanda è:<br />

Dio –attraverso la festa del santo<br />

Punti di vistA<br />

“n o n so c h i s o n o!” c o s ì s h a k e s p e a r e in u n a s c e n a d e l l’a m l e to. e’ f o r s e d a q u i, d a q u e s to s m a r r i m e n to<br />

esistenziale, c h e n a s c e q u e l va g a r e n e l l’i n s e n s at e z z a e n e l l’immaginazione c h e c i s o r p r e n d e a n ata l e q u a n d o,<br />

to r n at i nella c a s a d o v e s i a m o n at i per f e s t e g g i a r e assieme a n o s t r a m a d r e, n o s t r o pa d r e, i n o s t r i c a r i,<br />

q u e s ta ricorrenza c o s ì s o l e n n e, c e r c h i a m o, a l c o n t r a r i o, u n s i c u r o rifugio nella m e m o r i a e tentiamo d i<br />

a g g r a p pa r c i a f r a m m e n t i disun<strong>it</strong>i e s c o m p o s t i d e i n o s t r i r i c o r d i, f o to g r a m m i o r m a i in bilico t r a presente e<br />

pa s s ato; c r e p e in u n a m u r a g l i a c h e f i n o a l g i o r n o p r i m a s e m b r ava dovesse delim<strong>it</strong>are e c i r c o s c r i v e r e per s e m p r e<br />

il n o s t r o m o n d o, r i c o n d u c e n d o alla f i n e il c a m p o d’a z i o n e alla effimera r o u t i n e e quotidian<strong>it</strong>à d e l divenire.<br />

Natale – parla ancora all’uomo?<br />

Certo che sì! Per mezzo del<br />

suo Figlio, Dio rinnova il mistero<br />

dell’Incarnazione e parla<br />

all’uman<strong>it</strong>à; ad un’uman<strong>it</strong>à,<br />

però, distratta dal consumismo<br />

più esasperato e prepotentemente<br />

affaccendata a celebrare<br />

i valori del relativismo, del materialismo,<br />

della voluttà, del godimento,<br />

dell’effimero.<br />

La gioia del Natale, invece, e<br />

la nasc<strong>it</strong>a di Gesù, sono proiettate<br />

in tutt’altra dimensione:<br />

vogliono rinnovarci, ancora una<br />

volta, il simbolo di quella dinamica<br />

che dalle tenebre porta<br />

alla luce. Dinamica probabilmente<br />

destinata a divenire il simbolo<br />

di ogni uomo, che per nascere<br />

deve “venire alla luce” da quel<br />

“fondo oscuro” che è il grembo<br />

materno; quel grembo dove<br />

siamo concep<strong>it</strong>i, certo, per una<br />

nasc<strong>it</strong>a, e che però, da sola, non<br />

basta a se stessa quando giunge<br />

alla luce, ma ha bisogno d’amore,<br />

di guida, di aiuto per trovare<br />

il suo senso.<br />

Ecco, allora, cos’è il Natale: un<br />

messaggio d’amore verso chi ci<br />

ha dato la luce, ma anche verso<br />

“Chi” nella luce guida, dirige e<br />

dà un senso alla nostra vicenda<br />

di v<strong>it</strong>a.<br />

E’ per questo, forse, da duemila<br />

anni, che dalla capanna di<br />

Betlem giunge e si rinnova una<br />

lezione di fede e di umiltà; di<br />

car<strong>it</strong>à, di amore e di servizio in<br />

direzione di tutta l’uman<strong>it</strong>à. Un<br />

messaggio, insomma, di speranza,<br />

affinché ogni creatura possa<br />

rinascere interiormente a se<br />

stessa, essere grotta di rigenerazione,<br />

notte buia in cammino<br />

verso il dies natalis, verso il nuovo<br />

giorno.<br />

Quali le condizioni affinché<br />

tutto ciò si realizzi?<br />

Il presupposto necessario perché<br />

possiamo accogliere e comprendere<br />

il senso di questa rinasc<strong>it</strong>a<br />

interiore non può essere<br />

che uno solo: la fede, la certezza<br />

che “Dio è con noi” e che assie-<br />

Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

me a noi – attraverso la presenza<br />

del suo figlio Cristo Gesù – vuole<br />

realizzare la fratellanza, la salvezza,<br />

la pace tra gli uomini.<br />

Dopo duemila anni di storia,<br />

sembra che l’uman<strong>it</strong>à e l’uomo<br />

che in essa camminano, non siano<br />

ancora riusc<strong>it</strong>i a saldare la<br />

loro storia, la loro v<strong>it</strong>a, la loro<br />

esistenza con questo messaggio<br />

d’amore e di fratellanza che<br />

Cristo Gesù ci ha portato.<br />

Ben venga, allora, il Natale<br />

se esso ci aiuta a liberarci dalla<br />

quotidian<strong>it</strong>à e a non fuggire da<br />

questa nostra sete di autentic<strong>it</strong>à<br />

ed istanza di rinasc<strong>it</strong>a interiore.<br />

Ben venga il Natale, solenn<strong>it</strong>à<br />

in cui ci si raccoglie attorno<br />

alla famiglia, festa del r<strong>it</strong>orno a<br />

casa, dei gesti, dei doni a grandi<br />

e bambini. E tuttavia però, non<br />

guardiamo il Natale con occhi innocenti,<br />

perché tante altre creature<br />

sparse per il mondo soffrono<br />

un piatto di minestra e il calore<br />

di un abbraccio.<br />

Non nascondiamoci dietro lo<br />

sguardo dei bambini. Impegnia-<br />

moci, piuttosto, già domani e<br />

per i giorni a venire a credere<br />

nel messaggio di ver<strong>it</strong>à e di amore<br />

che il Natale ci lascia, consapevoli<br />

che l’aspirazione di ogni<br />

uomo a vivere nella fratellanza e<br />

nella pace non può restare solo<br />

un desiderio, ma deve diventare<br />

impegno ad operare concretamente<br />

in ogni circostanza.<br />

tutto questo affinché, il messaggio<br />

umile e silenzioso che<br />

viene dalla capanna di Betlemme,<br />

faccia nascere anche nei<br />

nostri cuori il seme della gioia e<br />

dell’amore; un seme che ci porti<br />

ad incarnare questi due sentimenti<br />

nella nostra v<strong>it</strong>a; a gridarli<br />

con tutta la forza e la certezza<br />

di chi è convinto che la misura<br />

dell’amore... è un amore senza<br />

misura!


Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

di Giuseppe Pardeo<br />

Il nome deriva da Wiki (di<br />

origine hawaiana e significa<br />

rapido,veloce; come Wikipedia,<br />

anche se non ha nulla a che fare<br />

con questa) e leak (dall’inglese<br />

leak, “perd<strong>it</strong>a”, “fuga” [di notizie]).<br />

Si tratta sostanzialmente<br />

di un s<strong>it</strong>o web di un’organizzazione<br />

internazionale che si<br />

occupa di pubblicare notizie e<br />

documenti che sono gelosamente<br />

tenuti segreti da qualsiasi<br />

tipo di ist<strong>it</strong>uzione: banche, governi,<br />

aziende… Accade quindi,<br />

clandestinamente ed in modo<br />

anonimo, che qualcuno (un mil<strong>it</strong>are,<br />

un dipendente, chiunque<br />

sia parte dell’ist<strong>it</strong>uzione e abbia<br />

accesso a questi documenti segreti)<br />

ruba queste notizie e le<br />

consegna al s<strong>it</strong>o web grazie a<br />

una “drop box” (software multipiattaforma<br />

che offre un servizio<br />

di sincronizzazione automatica<br />

di file), protetta da un potente<br />

sistema di cifratura.<br />

I files pubblicati da WikiLeaks<br />

sono in genere documenti di<br />

carattere governativo o aziendale,<br />

coperti da riservatezza,<br />

con informazioni che, divulgate,<br />

potrebbero nuocere alla stessa<br />

organizzazione. Lo scopo di rendere<br />

pubbliche tali informazioni<br />

scomode è dunque quello di informare<br />

tutto il mondo circa casi<br />

di comportamento illegale o non<br />

etico da parte di un governo o<br />

di una azienda. La stessa Wiki-<br />

Leaks dichiara di verificare l’autentic<strong>it</strong>à<br />

del materiale per poi<br />

pubblicarlo tram<strong>it</strong>e i propri server<br />

dislocati in Belgio e Svezia<br />

(due Paesi con leggi che proteggono<br />

tale attiv<strong>it</strong>à), preservando<br />

l’anonimato degli informatori e<br />

di tutti coloro che sono implicati<br />

nella “fuga di notizie”.<br />

Il s<strong>it</strong>o ha cominciato a pubblicare<br />

indiscrezioni nel 2006 (il primo<br />

dossier “rubato” si occupava<br />

del piano per uccidere i membri<br />

del governo somalo); da allora<br />

centinaia di informazioni molto<br />

scomode sono state divulgate<br />

(sul carcere di Guantánamo, sulla<br />

guerra in Afghanistan, etc.),<br />

ma solo in questi ultimi anni ha<br />

susc<strong>it</strong>ato tanta attenzione da<br />

parte dei media e degli utenti<br />

dell’intero globo per la mole<br />

d’informazioni delicate che riguardano<br />

le amministrazioni di<br />

molti Paesi, non ultime, quelle<br />

di questi giorni. ll 28 novembre<br />

<strong>2010</strong> infatti WikiLeaks ha pub-<br />

10<br />

Punti di vistA<br />

WIkILeAkS, IL NuOVO<br />

VOLTO DeLLO SPIONAGGIO<br />

Se ne parla in questi giorni per gli scossoni che ha dato al mondo<br />

diplomatico mondiale, ma che cos’è davvero WikiLeaks?<br />

blicato la più ingente rassegna<br />

di documenti riservati sulle diplomazie<br />

occidentali mai resi<br />

noti al grande pubblico. Questa<br />

nuova sfornata di documenti sta<br />

imbarazzando la diplomazia di<br />

Washington; cosa che non era<br />

accaduta, a questi livelli, con le<br />

altre fughe di notizie. Come mai?<br />

Tra le scorse fughe di notizie e<br />

questa c’è una grande differenza,<br />

legata soprattutto al fatto<br />

che nel primo caso la documentazione<br />

era quasi esclusivamente<br />

mil<strong>it</strong>are mentre ora si tratta<br />

di documentazione diplomatica.<br />

Paradossalmente, questa seconda<br />

ondata può essere ancora più<br />

dannosa e creare più problemi,<br />

perché le documentazioni diplomatiche<br />

contengono considerazioni,<br />

analisi e riflessioni decisamente<br />

imbarazzanti per alcuni<br />

Governi. Forse non ci sarà niente<br />

di sconvolgente, anche perché<br />

altrimenti i giornali, che hanno<br />

avuto i documenti in anteprima,<br />

lo avrebbero già messo in evidenza,<br />

ma c’è materiale che per<br />

lungo tempo creerà tutta una serie<br />

di tensioni e di complicazioni<br />

nei rapporti tra varie cap<strong>it</strong>ali.<br />

In effetti nei circa 260.000 documenti<br />

messi on-line da WikiLeaks<br />

ce n’è per tutti, amici e nemici:<br />

i premier zapatero e Cameron, i<br />

reali di Buckingham Palace, Israele<br />

ed anche il governo <strong>it</strong>aliano.<br />

Per quanto concerne appunto<br />

l’Italia, oltre ai noti commenti su<br />

Berlusconi (“incapace e stanco<br />

per i festini selvaggi e portavoce<br />

di Putin”) è emersa inoltre una<br />

querelle fra Roma e Washington<br />

sulla vend<strong>it</strong>a <strong>it</strong>aliana, nel 2004,<br />

di dodici navi veloci a Teheran,<br />

con le quali la marina iraniana<br />

avrebbe potuto attaccare le<br />

navi americane del Golfo. Gli<br />

Usa impiegarono quasi un anno<br />

a convincere l’Italia a bloccare<br />

l’esportazione delle navi, ma ormai<br />

undici delle dodici erano già<br />

state consegnate a Teheran. Possiamo<br />

dunque affermare che WikiLeaks<br />

abbia cambiato in poco<br />

tempo i connotati allo spionaggio<br />

mondiale ed il suo creatore,<br />

Julian Paul Assange, sia balzato<br />

agli onori della cronaca come<br />

l’emblema della democrazia e<br />

della trasparenza. Assange, noto<br />

ai più per le sue azioni di hackeraggio<br />

del passato, oggi rischia la<br />

galera perché accusato di stupro<br />

e molestie nei confronti di due<br />

donne, ma in molti, pensano che<br />

siano delle banali accuse montate<br />

ad arte per colpire il cervello<br />

di WikiLeaks ed eliminare così,<br />

una realtà fastidiosa che mina la<br />

credibil<strong>it</strong>à di molte grandi potenze<br />

mondiali. Il s<strong>it</strong>o è curato inoltre<br />

da giornalisti, attivisti, dissidenti<br />

del governo cinese, scienziati.<br />

I c<strong>it</strong>tadini di ogni parte del<br />

mondo possono e sono inv<strong>it</strong>ati<br />

ad inviare materiale “che porti<br />

alla luce comportamenti non<br />

etici di governi e aziende”. Gran<br />

parte dello staff del s<strong>it</strong>o, come<br />

gli stessi fondatori del progetto,<br />

rimangono anonimi. Ma l’interrogativo<br />

principale resta uno:<br />

perché Assange ed il suo staff<br />

fanno tutto questo? Sono <strong>numero</strong>si<br />

coloro che in questi giorni<br />

cercano di dare una risposta ai<br />

motivi dell’azione di WikiLeaks.<br />

L’australiano Assange continua<br />

ad essere una persona molto misteriosa;<br />

sembra molto difficile<br />

che sia riusc<strong>it</strong>o a ottenere tutta<br />

questa documentazione senza<br />

nessun tipo di input, o solo per<br />

iniziativa di un soldato americano<br />

di 23 anni. Chi ci sia dietro Assange<br />

è un interrogativo che affascina<br />

gli amanti delle teorie di<br />

cospirazione. La risposta che mi<br />

viene in mente è che ci troviamo<br />

di fronte ad un nuovo modo<br />

di fare spionaggio, che ci sia<br />

qualche servizio di intelligence<br />

che – nel tentativo di scred<strong>it</strong>are<br />

gli USA – ne abbia trovato, grazie<br />

alla rete, una nuova modal<strong>it</strong>à. In<br />

questo caso, quindi, non è assurdo<br />

parlare di complotto poiché<br />

ci sarebbero tanti elementi a<br />

sostegno di tale ipotesi. Questa<br />

è la classica azione che sembra<br />

avere dietro un coordinamento.<br />

Occorrerebbe capire, tanto<br />

per fare un esempio, quale sia il<br />

sostegno finanziario di Assange.<br />

Come riesce a fare tutto quello<br />

che fa? C’è il sospetto che questi<br />

finanziamenti e lo stesso input<br />

dell’operazione arrivino da qualche<br />

mano straniera (la Cina?).<br />

L’ipotesi che ci sia dietro un tentativo<br />

di scred<strong>it</strong>are Obama e di<br />

dare un colpo alla fiducia nella<br />

sua pol<strong>it</strong>ica estera e nel suo intento<br />

di attuare un’apertura al<br />

mondo mediorientale, può avere<br />

una sua valid<strong>it</strong>à. Per concludere<br />

vorrei cogliere il propos<strong>it</strong>o latente<br />

di WikiLeaks, ovvero quello di<br />

tentare di diffondere al mondo le<br />

ver<strong>it</strong>à nascoste, ma considerando<br />

che il mondo in cui viviamo<br />

si erige sull’ipocrisia, mi chiedo<br />

se questo strumento non possa<br />

rovinare i già fragili equilibri su<br />

cui si reggono i rapporti fra i vari<br />

Stati?<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 11<br />

IL wEB DELLE FONTI ENERGETIChE<br />

di Marco Bentivogli<br />

Il fatto di vivere la più difficile<br />

congiuntura economica<br />

registrata dal 1929, rende difficile<br />

pensare ad aspetti che potremmo<br />

definire economico-antropologici,<br />

o di scenario.<br />

Il mercato della informazione<br />

di massa – necessariamente improntato<br />

alla analisi di breve periodo<br />

- preferisce parlare di crisi<br />

e di fallimento delle promesse<br />

della globalizzazione, piuttosto<br />

che riconoscere i segni di forze e<br />

tendenze in atto da decenni. E’ il<br />

caso dell’incremento del tasso di<br />

disoccupazione e della riduzione<br />

della produttiv<strong>it</strong>à che accomunano,<br />

pur con connotazioni estremamente<br />

diverse, le due sponde<br />

dell’Atlantico.<br />

Alla stessa stregua, un Paese<br />

povero di risorse e in retroguardia<br />

nei settori legati alle tecnologie<br />

informatiche come l’Italia, non<br />

sembra pronto ad una analisi trasversale<br />

delle tendenze in grado di<br />

promuovere occasioni di sviluppo<br />

non convenzionali in settori v<strong>it</strong>ali<br />

come quello dell’energia. Se,<br />

come teorizzava Peter Drucker,<br />

“la scomparsa del lavoro quale<br />

fattore chiave della produzione<br />

sta per emergere come la questione<br />

cr<strong>it</strong>ica irrisolta della società<br />

cap<strong>it</strong>alistica”, è altrettanto vero<br />

che questa crisi si presenta all’alba<br />

di un’era che sarà dominata da<br />

nuove tecnologie e che dovrà fondarsi<br />

su nuove fonti e modelli di<br />

consumo energetici, che potranno<br />

contribuire a mutare gli scenari<br />

geopol<strong>it</strong>ici mondiali.<br />

L’era moderna per come la conosciamo<br />

è stata resa possibile<br />

dalla enorme disponibil<strong>it</strong>à energetica<br />

garant<strong>it</strong>a dai combustibili<br />

fossili, ma non ha conosciuto un<br />

percorso semplicemente lineare.<br />

Nel salto corrispondente al<br />

passaggio dal predominio inglese,<br />

basato sul carbone, a quello<br />

americano, improntato allo sfruttamento<br />

intensivo dei giacimenti<br />

petroliferi, il sistema economico è<br />

diventato fortemente verticistico.<br />

La intens<strong>it</strong>à di cap<strong>it</strong>ale necessaria<br />

al reperimento e sfruttamento dei<br />

giacimenti ha favor<strong>it</strong>o la creazione<br />

di colossi internazionali ed il<br />

successo di strutture fortemente<br />

improntate alle economie di scala,<br />

fino a concentrare la maggior parte<br />

del potere economico planetario<br />

nei consigli di amministrazione<br />

di circa cinquecento Aziende.<br />

Per converso, se vediamo la rivoluzione<br />

dei computer e del World<br />

Wide Web come l’ultimo grande<br />

prodotto della civiltà indus-triale<br />

classica, dominata dalla fisica e<br />

dalla chimica, non possiamo mancare<br />

di notare come la nuova era,<br />

già proiettata nel biotech, sia profondamente<br />

informata dal concetto<br />

di rete. Un modello più “democratico”<br />

che , se prendesse piede<br />

nel settore dell’energia, potrebbe<br />

avere conseguenze dirompenti non<br />

solo nel mondo dell’economia, ma<br />

rimodellare l’intera società.<br />

Per comprendere l’importanza<br />

della variabile energetica a livello<br />

economico e geopol<strong>it</strong>ico, basterà<br />

ricordare come il crollo dell’Unione<br />

Sovietica si sia concretizzato in<br />

segu<strong>it</strong>o ad un prolungato periodo<br />

di depressione del mercato petrolifero.<br />

Il prezzo del barile a quindici<br />

– venti dollari e la conseguente<br />

impossibil<strong>it</strong>à di mantenere gli alti<br />

costi del proprio sistema sociale<br />

ed internazionale, minarono concretamente<br />

il logoro tessuto del<br />

pianeta URSS, esaltandone le contraddizioni<br />

ed accelerandone - in<br />

ultima analisi - il cedimento.<br />

Siamo oggi in una fase pol<strong>it</strong>icamente<br />

molto diversa, ma di estremo<br />

divenire dal punto di vista<br />

energetico e tecnologico: si discute<br />

della consistenza delle riserve<br />

petrolifere mondiali, di un concreto<br />

impulso al nucleare, di fonti<br />

rinnovabili, di idrogeno, ma in<br />

modo quasi schizofrenico e senza<br />

riflettere sulle implicazioni sociali<br />

che potranno avere i diversi modelli<br />

di sviluppo.<br />

Per cercare di fare ordine, in<br />

primo luogo, si può provocatoriamente<br />

dire che il concetto di<br />

picco della produzione mondiale<br />

sia – di fatto – una chimera: i riflessi<br />

sulle valorizzazioni di borsa<br />

delle Società petrolifere, fanno sì<br />

che i dati sulle riserve siano spesso<br />

altamente inaffidabili e, d’altra<br />

parte il concetto stesso di riserva<br />

è spesso determinato da fattori<br />

economici, più che tecnologici.<br />

Prima che il prezzo del barile salisse<br />

a centoquaranta dollari, le<br />

sabbie b<strong>it</strong>uminose del Canada non<br />

erano comprese nel novero delle<br />

riserve, ma questo è puntualmente<br />

accaduto una volta “spostata<br />

l’asticella”, che ha dato anche<br />

ulteriore impulso alle tecnologie<br />

estrattive ed alla fruibil<strong>it</strong>à economica<br />

di vecchi giacimenti.<br />

Punti di vistA<br />

Si può quindi pensare che il<br />

costo della riforma del sistema<br />

energetico e sociale basato sui<br />

combustibili fossili fornisca un<br />

valido meccanismo di protezione<br />

ed una notevole inerzia al cambiamento,<br />

resa ancora più sensibile<br />

dal contemporaneo risveglio<br />

dell’interesse nutr<strong>it</strong>o verso altre<br />

fonti energetiche tradizionalmente<br />

“centralizzate” e ad alta intens<strong>it</strong>à<br />

di cap<strong>it</strong>ale quale il nucleare.<br />

Ci troveremmo quindi in una fase<br />

storica caratterizzata da successivi<br />

aggiustamenti che, in mancanza<br />

di imprevedibili accelerazioni<br />

geopol<strong>it</strong>iche o religiose, garantiranno<br />

il perpetuarsi del successo<br />

del sistema attuale.<br />

Consideriamo invece l’attuale<br />

scenario di economie in difficoltà,<br />

con ridotte possibil<strong>it</strong>à di accedere<br />

al cred<strong>it</strong>o e cosa potrebbe significare<br />

lo sviluppo di nuove centrali<br />

nucleari compatte, una sorta di<br />

“cubo energetico” interrato pensato<br />

per fornire energia a circa<br />

20.000 utenze, la creazione di<br />

campi fotovoltaici nelle zone desertiche,<br />

il completamento delle<br />

super-reti energetiche ad altissima<br />

tensione pensate per mettere<br />

in rete i parchi eolici del Mare del<br />

Nord e della Spagna, i grandi bacini<br />

idroelettrici, le centrali che<br />

sfruttano i salti di marea, ecc.<br />

Si passerebbe ad una filiera<br />

energetica diffusa dal punto di<br />

Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

vista della distribuzione e della<br />

produzione, fortemente integrata<br />

per ridurre le costose ridondanze<br />

e riserve richieste dal sistema<br />

attuale, con al centro la rete distributiva,<br />

piuttosto che il fattore<br />

produttivo. Si avrebbe quindi un<br />

World Wide Web della energia nel<br />

quale – al lim<strong>it</strong>e - ogni singola un<strong>it</strong>à<br />

ab<strong>it</strong>ativa potrebbe essere contemporaneamente<br />

utilizzatrice e<br />

forn<strong>it</strong>rice.<br />

Le basi teoricamente esistono<br />

già: il piccolo impianto fotovoltaico<br />

domestico da 3 kW viene oggi<br />

collegato alla rete in modal<strong>it</strong>à di<br />

scambio, ma con lo sviluppo dei<br />

pannelli ad alta efficienza, come<br />

quelli a tripla giunzione e la auspicata<br />

diffusione di automobili a<br />

celle di combustibile lo scenario<br />

cambierebbe radicalmente.<br />

Alle aggregazioni sovranazionali<br />

di stati dovrebbe essere demandato<br />

lo sviluppo di centrali di<br />

potenza relativamente lim<strong>it</strong>a rispetto<br />

quella oggi disponibile e lo<br />

sviluppo di infrastrutture di scambio<br />

e trasporto efficienti. L’iniziativa<br />

e l’investimento privato – al<br />

lim<strong>it</strong>e familiare – potranno fornire<br />

la restante parte della potenza,<br />

cogliendo opportun<strong>it</strong>à di business<br />

oggi appannaggio di poche Aziende<br />

fortemente cap<strong>it</strong>alizzate ed<br />

organizzate, liberando al tempo<br />

stesso ingenti risorse statali.


Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

Qualche mese fa è stato<br />

“rispolverato” il vecchio,<br />

caro cinema Cilea<br />

e sono giunti, in redazione, non<br />

pochi complimenti, sia per l’articolo<br />

di Cettina Angì che in poche<br />

righe è riusc<strong>it</strong>a a riesumare<br />

ricordi speciali di un tempo che<br />

fu, sia per le immagini che la incomparabile<br />

Maria Rosaria Trapasso,<br />

ha saputo “rubare” all’interno<br />

della vecchia struttura.<br />

Noi ringraziamo chi ha scr<strong>it</strong>to<br />

e ringraziamo, soprattutto, giuseppe<br />

arena per le immagini,<br />

davvero ricche di storia, che ci<br />

ha inviate.<br />

Ci sembra doveroso, quindi,<br />

riempire queste pagine di scorci<br />

<strong>12</strong><br />

sPAzio Ai lettori<br />

CinemA CileA . . . Atto 2°<br />

palmesi con foto, nomi e ricordi<br />

c<strong>it</strong>ati, con evidente fervore, da<br />

chi ha trascorso la sua giovinezza<br />

a Palmi, da chi è cresciuto tra<br />

quei giovani che fieri si mostrano,<br />

sul palco del Cilea... che fu.<br />

Non c’è da dire altro, se non<br />

tuffarsi nelle parole e nelle immagini<br />

di queste pagine.<br />

Un particolare ringraziamento<br />

va fatto anche a giuseppe (Popine)<br />

Repaci, per la gentilezza con<br />

la quale ha commentato il “periodo<br />

storico” e la generos<strong>it</strong>à, nel<br />

promettere, appena possibile, altri<br />

racconti ed immagini di quei tempi,<br />

così, da mantenere vivo il ricordo<br />

di una storia tutta palmese.<br />

Gentilissima Cettina Angì,<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

ho letto sul periodico Madre Terra il suo articolo che descrive la<br />

storia del Cinema Teatro CILEA, ed essendo io, Giuseppe Arena, cl.<br />

1935, per età il più anziano degli eredi di quei fratelli Arena che hanno<br />

per quasi cinquant’anni gest<strong>it</strong>o quel teatro, sento di contattarla<br />

perché il suo articolo ha risvegliato in me una emozione profonda,<br />

avendo io vissuto quella realtà che per quel periodo storico ha allargato<br />

l’interesse e la conoscenza di tutti noi palmesi.<br />

Mi permetterò, sulla scia di questa emozione, di aggiugere a quanto<br />

lei ha descr<strong>it</strong>to qualcosa di personale. E’ vero, quel cinema teatro<br />

era quasi un centro culturale per quasi tutta la ‘Piana’, solo a Reggio<br />

c’era un ambiente che per qual<strong>it</strong>à estetiche o per impegni di spettacolo<br />

poteva reggere il paragone. Le compagnie di lirica, con le opere<br />

di Cilea, Mascagni e Giordano, gli ultimi dei romantici, erano di livello<br />

nazionale, ugualmente quelle di prosa con i tre fratelli Ninchi, con<br />

Angelo Musco e Rosina Anselmi, detentori del dialetto siciliano, con<br />

Germana Paolieri, col mago Bustelli, con la giovane Laura Adani, ed<br />

a finire con le operette con le arie allora in voga de’ La Vedova Allegra,<br />

e del Paese dei Campanelli, e con le prime riviste con ballerine<br />

“succinte”.<br />

Ricordo che da piccolo, vest<strong>it</strong>o all’inglese in velluto nero, calzettoni<br />

bianchi, e scarpe in vernice nera, mi mandavano sul palcoscenico a<br />

consegnare alla prima attrice o al soprano una corbeille di camelie,<br />

dopo che alcune zie mi avevano pettinato, a ‘boccoli’, i capelli che<br />

avevo ricci e biondi, dopo averne avvolta ogni ciocca sul d<strong>it</strong>o indice.<br />

Una carezza e via, e… Pinuzzu era felici.<br />

Certamente questo la farà sorridere, ma mi abbandono a queste<br />

descrizioni per poterla fare entrare in quella che era l’atmosfera degli<br />

ultimi anni del ventennio fascista. Custodivamo una infin<strong>it</strong>à<br />

di bandiere <strong>it</strong>aliane con lo stemma sabaudo, di vessilli e di gagliardetti<br />

l<strong>it</strong>torii, che servivano per addobbare il teatro per le riunioni del<br />

part<strong>it</strong>o o per comizi che non si potevano svolgere, per ordine pubblico,<br />

nella piazza principale. Io e mio fratello, all’uopo, venivamo vest<strong>it</strong>i<br />

da piccoli balilla.<br />

Di sicuro lei non sa che i fratelli Arena avevano già avuto, negli anni<br />

20, la gestione del primo cinema muto del circondario, tutto in legno,<br />

che si trovava dove c’è adesso l’Ufficio postale, accanto al municipio,<br />

il Cinema Sociale, dove, al pianoforte accompagnava le proieziomi<br />

dei film, mio nonno materno, Vincenzo Cicala, don Ceciu, a<br />

detta dei miei, amico d’infanzia di Cilea.<br />

Con l’arrivo del sonoro si era passati alla direzione del nuovo cinema<br />

teatro. Custodivamo una vasta quant<strong>it</strong>à di locandine che pubblicizzavano<br />

i film, e di foto di attori, da Valentino alla Garbo, alla<br />

Magnani, alla Calamai, a Totò, alla Valli, alla Bergman, su carta patinata<br />

color ambra, che venvano esposte nelle vetrine dei negozi del<br />

centro c<strong>it</strong>tadino. Tutto questo, un<strong>it</strong>amente agli spart<strong>it</strong>i musicali del<br />

periodo del muto è andato perduto in quanto custod<strong>it</strong>o nella nostra<br />

ab<strong>it</strong>azione che, nell’ultima guerra, dopo un bombardamento, è stata<br />

distrutta nell’ incendio del rione Mauro.<br />

Con l’arrivo degli americani il Cilea si adattò a portare anche le<br />

compagnie di avanspettacolo.<br />

Così, cara Cettina Angì, sono cresciuto assieme al primo Tarzan, a<br />

pecos Bill, a Stanlio e Onlio, a Via col vento, alle prime commedie<br />

musicali americane, a Roma c<strong>it</strong>tà aperta.<br />

A propos<strong>it</strong>o di rosselini, deve sapere che la distribuzione dei film<br />

per gran parte del merdione era a Catania, dove ci si recava, dopo un<br />

‘lungo viaggio’, per accaparrarsi i<br />

film ‘di cassetta’, e non è escluso<br />

che il cortometraggio ‘Il ruscello<br />

di Ripa Sottile’ forse allegato ad<br />

uno dei film del primo rossellini,<br />

non sia mai stato proiettato al Cilea,<br />

in quanto il neo realismo non<br />

aveva grandi consensi nel pubblico<br />

palmese di allora. Tale era il<br />

detto:“A vidiri ‘sti filmi ndi scura<br />

‘u cori”.<br />

Spero tanto di non averla annoiata,<br />

ma il cinema teatro Cilea,<br />

che nasce dal cinema muto e finisce<br />

con l’arrivo della televisione,<br />

fa parte oltre che ad un intenso e<br />

travagliato periodo storico, anche<br />

alla storia della nostra c<strong>it</strong>tà, alla<br />

quale, pure se lim<strong>it</strong>atamente, la<br />

mia famiglia ha contribu<strong>it</strong>o.<br />

La ringrazio di avermi dato lo<br />

spunto a scrivere, e spero, con<br />

questo spaccato personale, di essere<br />

stato capace ad allargare la<br />

sua visione del luogo che nei miei<br />

sentimenti sarà sempre presente.<br />

P. S. La donnetta che vendeva<br />

‘a calia si chiamava donna Rosa<br />

giUSEPPE aRENa<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 13<br />

sPAzio Ai lettori<br />

Caro Paolo,<br />

dico così per potermi sentire a mio agio per questa nuova conoscenza, e per ringraziarla<br />

di avermi contattato. E’ naturale che io sia orgoglioso di vedere sul suo giornale la mia lettera<br />

quale segu<strong>it</strong>o al bell’articolo di Cettina Angì. Le mando per adesso alcune foto ‘storiche’:<br />

lo stralcio di un quotidiano del 1938 dove compaio, sono il bambino coi capelli ricci, assieme<br />

a mio fratello, (erano gli anni dell’ ostentato orgoglio famigliare, alla fine del Ventennio),<br />

in due foto compare il palco del Cilea con la ‘meglio gioventù’ del tempo, con l’orchestra<br />

Cicala, un giovane Turi Idà, e l’amico Peppino Repaci che si esibiva come cantante,(col<br />

beretto bianco), nell’ultima sempre io e mio fratello, bambini, l’Ufficiale è il papà del dott.<br />

Francesco Scampato, mio cugino, ed il signore sulla destra è il papà del dott. Enzo Tedesco,<br />

e per ultimo una foto che accompagnava i l film, da noi proiettato, “La c<strong>it</strong>tà dei ragazzi”<br />

del 1938, con un giovane Spencer tracy ed un mickey rooney, quasi ragazzo. Ne faccia l’uso<br />

che vuole.<br />

Solo per rimanere in tema cinematografico le mando un mio scr<strong>it</strong>to in dialetto che fa parte<br />

di una raccolta scr<strong>it</strong>ta nel 2007, dal t<strong>it</strong>olo: ArrICOrDArI, e che solo ora ho avuto l’audacia<br />

di far stampare.<br />

La ringrazio dell’attenzione, e se mi sarà possibile le invierò altro materiale,<br />

distinti saluti<br />

giUSEPPE aRENa<br />

La “meglio gioventù del tempo” - foto sul palco del Cinema Cilea<br />

Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

Cinima 2007<br />

Ddu’ sordi di pastiddhi,<br />

sulu chiddhi moddhiceddhi,<br />

ddu’ sordi di simenzi,<br />

e ddui di ciciari caliati,<br />

‘cu ‘na mbiscatina ‘i nuciddhina<br />

e di favi già atturrati !<br />

avanti a lu cinema,<br />

nci stava allura ‘na vecchiareddha,<br />

‘cu ‘na bancareddha,<br />

e vindiva tuttu chistu a cu trasiva,<br />

e accussì si passavanu li uri,<br />

sgranandu tantu d’occhi<br />

e masticandu ‘sti sapuri,<br />

Passaru sessantanni,<br />

e ora sugnu ccà, ‘nta ‘sta gran c<strong>it</strong>tà,<br />

‘u cinema è comu ‘nu triatu,<br />

avi ogni postu numeratu,<br />

nci sunnu signurini, giuvani e eleganti,<br />

arretu a ‘nu bancuni ‘i v<strong>it</strong>ru scintillanti,<br />

aundi non nc’è tantu d’ accattari,<br />

e si lu voi fari, basta diri ‘na parola,<br />

o pop corn, oppuri coca cola.<br />

Certu, ora staju pensandu<br />

ca ‘na bella cosa puru sarria<br />

se donna Rosa nci fussi ccà mia.<br />

ma chi penzeru stranu<br />

chi mi stavi ora pigghiandu!


Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

di Rocco Mil<strong>it</strong>ano<br />

Lo scorso Natale l’Associazione<br />

PER PALMI ha costru<strong>it</strong>o,<br />

nell’hangar dell’ex AMA in via<br />

San Giorgio, un grande, artistico<br />

e particolareggiato Presepe elettromeccanico,<br />

con la Nativ<strong>it</strong>à inser<strong>it</strong>a<br />

nella ricostruzione fedele<br />

del borgo antico della Marinella<br />

di fine 800, sicuramente apprezzato<br />

e riconosciuto dai Palmesi,<br />

per i ricordi che ha susc<strong>it</strong>ato,<br />

come il Presepe della C<strong>it</strong>tà.<br />

Quest’anno la stessa Associazione<br />

PER PALMI, ponendosi ancora<br />

e come sempre al servizio<br />

della C<strong>it</strong>tà, nei medesimi locali<br />

del capannone ex AMA ha realizzato<br />

il Presepe <strong>2010</strong> ricostruendo,<br />

nei livelli di paesaggio più<br />

alti rispetto alla Marinella, taluni<br />

vecchi quartieri ab<strong>it</strong>ativi che nel<br />

primo 900, dopo il terremoto e<br />

la guerra, hanno vissuto periodi<br />

di rilevante presenza residenziale<br />

e lavorativa di palmesi.<br />

La struttura di superficie ricreata,<br />

imponente per l’ampiezza,<br />

anche questa volta supera<br />

abbondantemente i 100 mq;<br />

contiene animazioni e movimenti<br />

elettromeccanici con affascinanti<br />

giochi di luci ed offre,<br />

delle zone interessate, una ricostruzione<br />

particolareggiata e<br />

fedele, per come visibile nelle<br />

foto dell’epoca estratte dalla<br />

grande miniera storica del socio<br />

14<br />

sPAzio Ai lettori<br />

Peppe Cricrì.<br />

E’ questo il risultato che l’Associazione<br />

PER PALMI ancora una<br />

volta è riusc<strong>it</strong>a a raggiungere<br />

grazie all’impegno straordinario<br />

dei componenti il Direttivo (Fonte,<br />

Brando, Oliveri, Simonetta,<br />

Melissari e Ranuccio) e di tanti<br />

soci che al lavoro comune, con<br />

grande generos<strong>it</strong>à, hanno apportato<br />

tutta quanta la propria<br />

dedizione sociale: (Impiombato,<br />

Barbera, Riotto, Petta, Gaudio e<br />

tanti altri). E’ stata così realizzata<br />

un’opera di sicuro valore<br />

iL PRESEPE mECCaNiCO Di BagNaRa CaL.<br />

Ogni anno, a Bagnara, si allestisce un presepe particolare.<br />

A Bagnara Calabra (RC) da più di 10 anni si realizza un “magnifico”<br />

presepe in uno dei posti più caratteristici della c<strong>it</strong>tà, nei sotterranei<br />

della chiesa dell’Arciconfratern<strong>it</strong>a del SS. Carmelo, che è<br />

la chiesa più antica della zona, fondata il 16 settembre del 1687 da<br />

Carlo Ruffo, III duca di Bagnara Calabra.<br />

Il presepe spazia in tre diorami: Annunciazione, Nativ<strong>it</strong>à, Paesaggio.<br />

Con i suoi centocinquanta mq di superficie e più di cento pastori in<br />

movimento (altezza minima cm 13 altezza massima 170 cm), rappresenta<br />

il paesaggio e la realtà popolare Bagnarese nel periodo<br />

tra il 1700/1800 (molti particolari sono stati presi da vecchi disegni<br />

dall’archivio dell’Arciconfratern<strong>it</strong>a).<br />

Tutti gli effetti giorno e notte, mare con barche in movimento, angeli<br />

in volo, sole, luna, neve, temporale ecc… sono gest<strong>it</strong>i da un<br />

computer.<br />

Può essere un’emozione unica vis<strong>it</strong>are questo particolare presepio!<br />

CON LA RICOSTRUZIONE DI ANTIChI QUARTIERI L’ASSOCIAZIONE<br />

PER PALMI AUGURA BUON NATALE ALLA CITTA’.<br />

artistico per la lavorazione manuale,<br />

la creativ<strong>it</strong>à e la cura dei<br />

particolari.<br />

Soprattutto però è stato stimolato<br />

un grande sentimento di<br />

social<strong>it</strong>à c<strong>it</strong>tadina, per le sensazioni<br />

che la visione degli squarci<br />

antichi genera, e per i desiderata<br />

unanimemente espressi dai<br />

tanti vis<strong>it</strong>atori che l’Associazione<br />

ha colto e nell’immediato<br />

futuro vuole realizzare. L’intento<br />

dichiarato dal Direttivo è infatti<br />

quello di collegare il Presepe di<br />

quest’anno con quello dell’anno<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

scorso, unificando i quartieri ricostru<strong>it</strong>i<br />

nella speranza di poter<br />

montare un giorno, in maniera<br />

stabile, le due parti, magari ampliate<br />

fino alle arcate della Villa,<br />

in un ambiente idoneo a custodire<br />

musealmente una miniatura<br />

fedele delle zone più antiche<br />

del paese, comprese quelle ormai<br />

spar<strong>it</strong>e.<br />

Con questo intento e tanta<br />

dedizione, l’Associazione PER<br />

PALMI tutte le sere, dopo le 18,<br />

di fronte alla Nativ<strong>it</strong>à, augura<br />

Buon Natale alla C<strong>it</strong>tà.<br />

Se jjeu…<br />

Se jjeu avissi a forza pemmi gridu<br />

mi jiettu pugna nta ‘na scrivanìa<br />

chi mani mei mi toccu, e pemmi vidu<br />

‘nc’unu chi la pensa comu a mmia<br />

cioè pol<strong>it</strong>icamente parrandu,<br />

‘eu chi non ssacciu tantu chi vordiri<br />

a pugnu duru sempi ddhà minandu,<br />

‘u me’ penseri pemmi pozzu diri.<br />

A pocu servi diri ‘na palora<br />

‘i ‘stu cuvernu chjnu ‘i moralisti<br />

chi hannu vucca larga, lingua ‘i fora<br />

e sputanu velenu a manifesti<br />

aundi strati strati troppa ggenti,<br />

tantu esempiu faci qualunquista<br />

pecchì ‘sta v<strong>it</strong>a non esti coerenti,<br />

aundi sulu ‘u pugnu mancu basta.<br />

Se jjeu avissi a forza mi cuvernu<br />

forsi è troppu grossa ‘sta palora,<br />

ca cumanda sulu ‘u Pathri Eternu<br />

iddhu chi non avi lingua ‘i fora<br />

ma, sulu nu vastuni chiddhu ‘randi<br />

grossu di spessuri veramenti,<br />

è saggia a so’ palora e corrispondi<br />

a tutti li tempesti e milli venti.<br />

Se jjeu…no!!...E’ ssulu fissarìa<br />

mi dugnu saziu sulu p’a virtù<br />

sulu mi pensu ‘i quantu facerrìa,<br />

è tuttu ‘nùtuli, pecchì nci pensa Gesù.<br />

Natale Trimarchi


egolAmento<br />

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www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 19<br />

VeNIAMO VIA...<br />

CON VOI<br />

elenco delle cose che mi piacciono<br />

del programma di Saviano e Fazio<br />

di Nella Cannata<br />

e’un programma innovativo nei tempi e nei modi<br />

Si respira un clima di seren<strong>it</strong>à<br />

Non si urla e non si l<strong>it</strong>iga<br />

Non è la sol<strong>it</strong>a trasmissione ipocr<strong>it</strong>a<br />

Non ci sono seni al vento e parolacce<br />

Si rispettano le persone<br />

Ogni osp<strong>it</strong>e ha a disposizione lo stesso tempo<br />

C’è uguale riguardo sia per l’onorevole che per l’uomo della strada<br />

Non si fanno smancerie ma la comunicazione è diretta<br />

Si trattano i temi che interessano realmente il Paese<br />

Si affrontano argomenti “forti” con misura e pacatezza<br />

Si osp<strong>it</strong>ano persone di cultura che dicono cose interessanti<br />

Lo seguono 11 milioni di telespettatori<br />

La maggior parte dei telespettatori è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da giovani<br />

I conduttori spiegano con parole semplici un mondo complicato<br />

Traspare il coraggio delle idee e la forza delle parole<br />

Si fa pol<strong>it</strong>ica senza usare il linguaggio“pol<strong>it</strong>ichese”<br />

C’è il giusto equilibrio tra serio e faceto<br />

Ci fa sperare che qualcosa potrà cambiare<br />

Riesce a svegliare le coscienze dormienti degli Italiani<br />

Riesce a mettere in ombra il “grande fratello”<br />

Fa emozionare e fa venire la “pelle d’oca”<br />

di Chiara Ortuso<br />

.<br />

Così scrive nell’ Intruso Jean<br />

Luc Nancy, illustre rappresentante<br />

francese della filosofia<br />

contemporanea. Le sue riflessioni<br />

sul dolore sono mer<strong>it</strong>evoli di<br />

grande attenzione in un’epoca<br />

in cui i sentimenti umani, quali<br />

disperazione e sofferenza, vengono<br />

come non mai vilipesi e<br />

strumentalizzati. Tutti noi abbiamo<br />

assist<strong>it</strong>o ad una abnorme<br />

quanto macabra proliferazione<br />

di trasmissioni televisive in cui,<br />

in mer<strong>it</strong>o alla tragica uccisione<br />

della piccola Sarah Scazzi , si è<br />

abusato di giudizi e analisi socio<br />

–psicologiche fini solo a loro<br />

stesse. Il dolore non fa rumore,<br />

non va urlato ma è la proiezione<br />

di uno stato d’animo profondamente<br />

fer<strong>it</strong>o nella sua intim<strong>it</strong>à,<br />

è espressione di un malessere fisico<br />

e mentale. Si è persino parlato,<br />

oltrepassando ogni lim<strong>it</strong>e di<br />

buon senso, di una presunta indifferenza<br />

da parte di una madre<br />

a cui era stata annunciata in diretta<br />

la notizia del r<strong>it</strong>rovamento<br />

del cadavere della figlia. Come se<br />

fosse possibile all’occhio esperto<br />

dei giudici umani quantificare<br />

e misurare i sentimenti contrastanti<br />

che si affollano nella mente<br />

di una donna in preda al dolore.<br />

Si assiste oggi ad una spettacolarizzazione<br />

dei sentimenti,<br />

proiezione di una società pronta<br />

a svendere senza alcun rispetto<br />

le emozioni altrui, a calpestare<br />

Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

la dign<strong>it</strong>à umana pur di raggiungere<br />

la tanto aspirata notorietà<br />

che ‘solo’ l’audience televisivo<br />

sembra poter regalare. Da ciò,<br />

dunque, nasce l’esigenza di poter<br />

rest<strong>it</strong>uire un senso a quella<br />

dimensione emotiva dell’essere<br />

umano sempre più umiliata e<br />

calpestata. Il dolore è una faccenda<br />

troppo privata per essere<br />

analizzata, declamata e sminu<strong>it</strong>a<br />

dai sapientoni dell’opinione pubblica.<br />

Di fronte allo strazio per la<br />

perd<strong>it</strong>a di tante v<strong>it</strong>time di abusi<br />

e della violenza umana siamo<br />

obbligati al silenzio. Un silenzio<br />

che non sia sterile ma animato<br />

da un senso di rispetto nei confronti<br />

della sofferenza altrui.


Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

20<br />

versi in liBertà<br />

un omAggio Ad un PoetA...<br />

PAsquAle Cutugno<br />

il diAletto e i riCordi nell’AnimA di<br />

un PoetA legAto AllA suA PAlmi.<br />

Sono giunte in redazione alcune poesie di Pasquale Cutugno e<br />

sub<strong>it</strong>o si è respirata l’aria profumata che accompagna qualsiasi<br />

scoperta.<br />

Un senso di leggerezza, ha colp<strong>it</strong>o chiunque stava attorno ad<br />

ascoltare o leggere le sue piccole liriche.<br />

Un pentagramma colmo di superbe note, tutte sprigionate da<br />

un amore folle verso la sua terra ed i suoi ricordi, musica per<br />

orecchie che sanno ascoltare, un insieme di parole che fluttuano,<br />

ondeggiando, nell’aria.<br />

Esprime, Cutugno, la malattia di chi è lontano e nei suoi versi<br />

vive tutta la passione che accomuna i palmesi di tutto il mondo.<br />

Avremmo voluto, e non sarebbe stato un del<strong>it</strong>to, pubblicare<br />

altri lavori di Pasquale Cutugno ma, per motivi di spazio, ci<br />

dobbiamo fermare qui... per adesso.<br />

Buona lettura<br />

‘u PArAvisu<br />

A differenza dell’Inferno e del Purgatorio, in<br />

questa lirica non abbondano toni solo caricaturali<br />

ma allegramente si esaltano le gioie.<br />

‘Mbiatu se vai supra ‘n paravisu!<br />

Ti saluta San Petru,’mpena trasi<br />

e suttavrazzu poi cu nu surrisu<br />

pisca ‘n bogliettu tra li tanti spasi.*<br />

Se nesci paru,* ‘n angialu di pisu*<br />

ti porta aundi su’, d’oru li casi,<br />

cusì tra ianchi nuvuli suspisu<br />

nan hai ch’a m’apri a porta e pemmi trasi.<br />

A destra e a manca giostri, danzaturi,<br />

festuni, palluncini ed angialeddhi<br />

chi cantanu u’ Vangelu a tutti l’uri<br />

e arretu a testa, ‘nchiovanu l’aneddhi.*<br />

Quandu , poi, ti prisentanu o’ Signuri,<br />

spuntanu nta li spaddhi l’aliceddhi.<br />

Se ‘mbeci nesci disparu, l’ambienti<br />

esti d’argentu e d’oru, biculuri;<br />

però nc’è tuttu non ti manca nenti:<br />

ddui stanzi, ‘na cucina e ‘n curr<strong>it</strong>uri.*<br />

Quandu t’annoi e voi trovari genti<br />

t’accumpagnanu i Santi Prutetturi;<br />

ddhà, ‘nte mbiati, non nci su’ parenti,<br />

laundi nenti sciarri o cungetturi.*<br />

Si stavi ‘n paci,’mmenz’a li giardini,<br />

tra canti di ceddhuzzi ed armonii.<br />

Di fica, pira, l’arbari su’ chini<br />

ndi mangi fin’a quandu ti sazzii.<br />

Di sira, poi balletti e cuncertini,<br />

e cori “i Grolia Patri e Avi Marii.<br />

Pasquale Cutugno<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

Nato A palmi 04/09/1925<br />

Laurea : Univers<strong>it</strong>a’ Di Messina<br />

In filosofia<br />

Docente Di Ruolo Negli Ist<strong>it</strong>uti<br />

E Scuole Di Torino E Provincia<br />

Completa La Carriera Dopo<br />

40 Anni Di Servizio Nel 1991<br />

Nell’<strong>it</strong>is “A. Avogadro” To.<br />

Autore Di Poesie Ha Partecipato<br />

A Numerosi Premi Letterari<br />

In Lingua E In Vernacolo, Riportando<br />

Ovunque riconoscimenti<br />

ed Encomi.<br />

‘u vinu i PArmi<br />

Elogio sperticato per il vino di Palmi genuino e<br />

gustoso.<br />

Se voi pemmi ti sananu li mali,<br />

se la panza tu senti carsariata,*<br />

è ‘nutili chi curri du’ spezziali:<br />

perdi li sordi e spaci la corata.*<br />

Pigghia ‘n cunsigghiu averu origginali:<br />

fatti ddu’ passi sutta a la Strazzata,*<br />

undi ‘n c’è nu vinellu speciali,<br />

natu e crisciutu ‘mmenz’a ‘sta cuntrata!<br />

E’ sangu ‘i Cristu veru e genuinu,<br />

‘mpena l’assaggi a gula ti ch<strong>it</strong>ìa.*<br />

E’ trasparenti comu nu rubinu!<br />

Ti dicu sulu, menti ‘n energia<br />

chi se nci ‘nduni* a ‘n mortu, ‘n biccherinu,<br />

‘u trovi ‘nto stratuni chi passìa.<br />

s i r A P A i s A n A<br />

Il lento r<strong>it</strong>orno dei buoi, il suono dell’Ave<br />

Maria, sbalancano le porte alla placida sera<br />

paesana, colma di odori e sapori fragranti e<br />

di bisbiglii sulle soglie spalancate.<br />

A passu di li voi, di ddha da’ Chiana<br />

cala la sira e anima la via;<br />

la saluta nu sonu di campana<br />

e u’ cantu ‘n chiesia dill’Avimaria.<br />

Di grofaddhi e di griddhi è ‘na mattana;<br />

lu celu muta la tapizzaria.<br />

Cangia lu sangunazzu ‘n porcellana,<br />

la luna, chi d’arretu o’ Munti, occhia!.<br />

La genti è fora, ‘i porti sbalancati,<br />

sapuri di cipuddha e suriaca;<br />

crìscinu ì parrarizzi nta li strati<br />

ragghi di scecchi, calameddhi ‘i naca.<br />

Tutti li strapuntini su’ acconzati:<br />

cala lu scuru e a notti si divaca.<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 21<br />

di Cettina Angì<br />

Non ricordo precisamente<br />

quando ho conosciuto<br />

il professore Giuseppe Saffioti,<br />

nato a palmi il 7 ottobre 1920.<br />

Ma oggi, a quindici anni dalla sua<br />

scomparsa, avvenuta a Palmi il<br />

3 febbraio 1995, mi piacerebbe<br />

tracciarne un r<strong>it</strong>ratto in cui predominano<br />

sia i lati artistici, che<br />

sono stati tanti ed importanti,<br />

sia i lati umani, piacevoli, genuini<br />

che ho avuto la fortuna di conoscere<br />

ed apprezzare. Voglio ricordare,<br />

cercando di mettere un<br />

po’ di ordine nei miei ricordi, in<br />

modo semplice e con una giusta<br />

nota di riconoscenza, un uomo<br />

che amava in maniera incondizionata<br />

il proprio paese, al quale<br />

si dedicava con una passione<br />

ammirevole. Adesso lo ricordo<br />

bene. Ho conosciuto il Professore<br />

Saffioti nel periodo della<br />

adolescenza, essendo io, amica<br />

e compagna di scuola della cara<br />

Marcella, la più piccola dei suoi<br />

tre figli, la quale ha ered<strong>it</strong>ato<br />

dal padre lo stesso senso artistico<br />

e il piacere della rappresentazione<br />

della realtà. Ricordo in<br />

il PersonAggio<br />

GIUSEPPE SAFFIOTI - (GISA)<br />

Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

Gli episodi del passato, sono affreschi su un muro, che –dimenticati da gran tempo– ricompaiono<br />

a un tratto. Anche se accanto a quei frammenti ben conservati ci sono grandi spazi dove non si<br />

vedono che i mattoni sul muro.<br />

Stendhal<br />

particolare, un viaggio compiuto<br />

in quel periodo, a Roma, in occasione<br />

di una rappresentazione<br />

dell’Ecuba di Nicola Manfroce,<br />

tenutasi al Conservatorio di Santa<br />

Cecilia, insieme ad altri componenti<br />

dell’Associazione Amici<br />

della Musica, di cui fu il fondatore<br />

insieme ad altri amici, avendo<br />

avuto da sempre una grande passione<br />

per la musica classica. Allegro,<br />

disponibile, sempre pronto<br />

alla battuta, allo scherzo, lo<br />

rivedo, nei miei ricordi, aggirarsi<br />

per casa, sempre occupato, con<br />

in mano fogli, mat<strong>it</strong>a ed occhiali<br />

sulla punta del naso, venire da<br />

noi a chiedere un temperamat<strong>it</strong>e,<br />

una gomma o una qualsiasi<br />

altra cosa, sempre con il sorriso<br />

che illuminava il volto dolce<br />

e bonario. I ricordi sono tanti,<br />

paragonabili ad una serie di<br />

frammenti che si materializzano<br />

dentro di me, come immagini di<br />

altrettante foto, alcune più n<strong>it</strong>ide<br />

altre più sfuocate. Con l’approssimarsi<br />

del Natale, in quella<br />

casa si viveva un’ atmosfera particolare,<br />

paragonabile soltanto<br />

a quella descr<strong>it</strong>ta dal grande<br />

Eduardo De Filippo nella famosa<br />

commedia Natale in casa Cupiello;<br />

con il professore Saffioti<br />

perfettamente calato nel ruolo<br />

del protagonista Luca, tutto preso<br />

da pastori, montagne, colla,<br />

re Magi, e via dicendo, ma soprattutto<br />

animato da un entusiasmo,<br />

quasi infantile, e da una<br />

passione, che guida la mano di<br />

chi fa arte, che sembravano non<br />

venir meno con il passare degli<br />

anni, mentre, gli altri membri<br />

della famiglia perfetti interpreti<br />

dei ruoli descr<strong>it</strong>ti nella commedia.<br />

Una passione, questa del<br />

presepe, che gli ha dato grandi<br />

soddisfazioni ed onori, tanto da<br />

diventare Segretario nazionale<br />

degli “Amici del Presepe”; partecipare<br />

a vari congressi in tutta<br />

Italia e all’ estero, ma soprattutto<br />

recuperare due importanti<br />

presepi: quello di Fiumefreddo<br />

Bruzio realizzato da don Antonio<br />

Rotondo e quello di Seminara<br />

realizzato da Giuseppe Pesa.<br />

Presepi che, successivamente,<br />

hanno trovato una giusta collocazione<br />

presso i locali della Casa<br />

della Cultura di Palmi. Gisa, lo<br />

pseudonimo che egli adoperava<br />

per siglare tutti i suoi lavori e<br />

che trae origine dalle iniziali del<br />

suo nome e cognome, è stato una<br />

miniera di idee per Palmi, basti<br />

pensare che per oltre vent’anni<br />

fu il Presidente dell’Associazione<br />

Turistica “Pro Loco”; il curatore<br />

delle opere e dei <strong>numero</strong>si<br />

cimeli che il Maestro Francesco<br />

Cilea donò alla nostra c<strong>it</strong>tà,<br />

grazie alla grande amicizia che<br />

lo legava alla signora Rosa, vedova<br />

del Maestro; il componente<br />

della Commissione edilizia<br />

e sovrintendenza ai giardini e<br />

monumenti; il componente della<br />

Commissione per la pubblic<strong>it</strong>à,<br />

propaganda turistica e dei beni<br />

culturali della Provincia; uno tra<br />

i soci fondatori del Museo di Etnografia<br />

e folkore Calabrese, a<br />

cui donò alcuni suoi pezzi importanti.<br />

Nella sua attiv<strong>it</strong>à artistica<br />

non esisteva un atteggiamento<br />

superficiale e, come i grandi artisti,<br />

era un osservatore ironico<br />

della v<strong>it</strong>a che studiava ed amava<br />

con spontane<strong>it</strong>à, come altrettanto<br />

profondo era il suo amore<br />

fortissimo per Palmi. Chi gli<br />

stava vicino non poteva far altro<br />

che ammirarlo, era un grande<br />

artista, poliedrico, singolare,<br />

unico. Noi tutti sappiamo chi fu<br />

il professore Giuseppe Saffioti<br />

e cosa rappresentò per Palmi,<br />

elencare tutte le sue attiv<strong>it</strong>à mi<br />

sembra superfluo e riduttivo, ma<br />

rivedendole oggi, le sue cose, a<br />

distanza di tempo, sembrano,<br />

ogni volta, farci scoprire qualcosa<br />

di nuovo. Leggendo le sue<br />

poesie, le sue canzoni, si nota<br />

l’impronta di un’intelligenza<br />

penetrante, personale. Con lui<br />

è scomparso un uomo buono,<br />

generoso, onesto nell’autentico<br />

senso dell’espressione, un uomo<br />

che ebbe una v<strong>it</strong>a artistica piena<br />

e ricca, dove traspaiono le<br />

passioni, l’amore per l’arte, la<br />

sua energia intellettuale; e che<br />

con la sua attiv<strong>it</strong>à instancabile<br />

ha contribu<strong>it</strong>o a fare di Palmi<br />

una c<strong>it</strong>tadina viva e apprezzata.<br />

Scrivendo queste poche righe di<br />

ricordi personali, mi sono resa<br />

conto che parlando di lui, ho ripercorso,<br />

in un certo senso, un<br />

pezzo della mia v<strong>it</strong>a, nella quale<br />

il professore Saffioti è stata certamente,<br />

una delle persone più<br />

care; ma in fondo il ricordo più<br />

importante di chi sia stato veramente<br />

Gisa, appartiene solo<br />

ai suoi familiari, alla moglie la<br />

cara signora Lilla, agli adorati<br />

figli maria Cristina, ferdinando,<br />

Marcella, e agli amati nipoti<br />

Gian Paolo, Valeria e la piccola<br />

Silvia, che certamente, potranno<br />

conservare di lui la giusta<br />

memoria, segreta ed intima, che<br />

giace custod<strong>it</strong>a nel profondo dei<br />

loro cuori. Ho conosciuto bene,<br />

il professore Saffioti che ho voluto<br />

bene e che porterò dentro di<br />

me, come un caro ricordo di un<br />

tempo passato ma mai dimenticato.


Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

22<br />

il rACConto del mese<br />

UN TRISTE NATALE<br />

Eduardo Della Rovere<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

Neppure il fuoco nel camino riusciva a donare, con il suo allegro crep<strong>it</strong>io, una parvenza<br />

di seren<strong>it</strong>à al volto del corpulento signore vest<strong>it</strong>o di rosso.<br />

Immobile nella sua immensa poltrona, il barbuto personaggio guardava fuori dalla finestra.<br />

Lontano, oltre le distese innevate. Verso il sud. E scuoteva la testa, e con essa la folta barba<br />

bianca.<br />

Le renne che si godevano il calduccio della ba<strong>it</strong>a lo guardavano perplesso. Un Babbo Natale<br />

così nervoso ed amareggiato non l’avevano mai visto, loro.<br />

“Certo che sono nervoso!” sbottò d’un tratto Nicola (gli amici intimi, ma solo quelli davvero intimi, lo chiamavano così). Sembrava quasi<br />

aver letto il pensiero delle renne le quali, avendo cap<strong>it</strong>o che minacciava tempesta, distolsero lo sguardo continuando a masticare beatamente<br />

muschi e licheni.<br />

“Dopo migliaia di anni, sentirmi dire che non sono capace di esaudire un desiderio! Lo cap<strong>it</strong>e o no che affronto? Dare dell’incapace a me!<br />

A Babbo Natale!”.<br />

Le renne capirono che stava per raccontare ancora una volta la storia di quel posto della Calabria. E capirono, allo stesso tempo, che conveniva<br />

fingere di aver ancora voglia di sentir raccontare dell’unico, vero, grande fallimento professionale del loro principale.<br />

“Eppure me l’avevano detto che non dovevo andarci, da quelle parti. Che era meglio che mandassi un delegato, o che mi lim<strong>it</strong>assi a ricevere<br />

desideri via email oppure a mezzo fax. Invece no, testardo, ci sono andato eccome, in Calabria! Come si chiamava quel posto? Ah si, la Piana”.<br />

Le renne si disposero in cerchio intorno alla poltrona, rassegnate a quella nuova lamentazione.<br />

“E ci sono andato anche contento. Una terra bellissima, baciata dal caldo sole anche d’inverno, con dei colori meravigliosi, intensi, vivi<br />

come non ne avevo visti mai. Ed ero pure convinto che sarebbe stato anche facile accontentarli, visto che tutti i paesi di quella zona mi avevano<br />

chiesto la stessa cosa. Un nuovo ospedale”.<br />

A Babbo Natale scappò un sospiro profondo. La fer<strong>it</strong>a infl<strong>it</strong>ta al suo orgoglio non si era ancora rimarginata.<br />

“E che ci vuole? avevo detto io. Ingenuo. Appena realizzato il primo progetto – bellissimo, eh? non avevo dimenticato nulla: moderno, multifunzionale,<br />

con eliporto e persino piscina termale – incominciò l’inferno”.<br />

“tutti i paesi di quella piana erano d’accordo sul fatto che l’ospedale dovesse sorgere nel centro geografico dell’area. Solo che ognuno<br />

faceva coincidere quel centro, guarda caso, con la piazza del proprio paese. C’era gente che aveva presentato cartine del ‘600 taroccate<br />

a mat<strong>it</strong>a, solo per dimostrare che il centro storico della Piana ce l’avevano loro, dentro casa. Altri avevano presentato documenti pubblici<br />

falsificati dai quali emergeva che in realtà l’intera piana era un unico grande Comune: guarda caso, il loro. Altri ancora, con maggior fantasia,<br />

avevano minacciato di costruire un grande scivolo sotto l’ospedale una volta costru<strong>it</strong>o al di fuori del loro paese, in modo che la pendenza finisse<br />

inev<strong>it</strong>abilmente per riportarlo nei propri confini terr<strong>it</strong>oriali. Altri si appellarono ai custodi della memoria storica della propria c<strong>it</strong>tà (ogni<br />

centro di quella Piana ne ha almeno uno, di questi arcigni sacerdoti, od in alternativa due che si combattono ferocemente ed invariabilmente<br />

l’un l’altro) perché testimoniassero che nel 1327 quel tale erem<strong>it</strong>a di quel tale posto aveva già intravisto in sogno – dopo chissà quanti chili<br />

di peperonata, aggiungo io – il futuro ospedale proprio in quei luoghi. Qualcuno tentò addir<strong>it</strong>tura di corrompere voi, le mie fidate renne, con<br />

cesti d’erba regalo per farvi “mettere una buona parola” con me!”.<br />

La voce di Babbo Natale tremava. Di rabbia, forse.<br />

“E non serviva a niente aggiungere reparti su reparti, macchinari su macchinari. Persino il bowling ed un cinema da duemila posti avevo<br />

previsto, nel progetto. Niente. A nessuno, ma davvero a nessuno interessava avere un ospedale nuovo e perfettamente funzionante. L’unica<br />

cosa che contava era che la struttura restasse nel loro terr<strong>it</strong>orio”.<br />

Babbo Natale era davvero indignato. Non riusciva ad accettare tanta miopia, tanto stupido campanilismo.<br />

“A quel punto le ho provate tutte, davvero tutte. Ho proposto l’ospedale liofilizzato, così che ogni singolo paese potesse averne un pezzettino e<br />

farlo rinvenire con l’acqua quando serviva. Niente. Allora ho proposto l’ospedale-puzzle (cioè dividere la struttura in cinquecento milioni di pezzi<br />

ed assegnarne un tot ad ogni Comune). Niente. Alla fine mi sono arreso, ed eccomi qui, a casa. Infelice e sconf<strong>it</strong>to. E tra poco è Natale…”<br />

Fu a quel punto che una delle renne – la più intelligente - ebbe una meravigliosa idea, e cominciò a scalciare con lo zoccolo in senso circolare.<br />

“Cosa vuoi dirmi, cara?” chiese il buon Nicola, incurios<strong>it</strong>o.<br />

La renna continuava a disegnare cerchi nell’aria, ma Babbo Natale non capiva. Alla fine l’animale perse la pazienza e chiese con voce stentorea:<br />

“vabbè và, dammi una penna ed un foglio che ti faccio un disegno”. Perché scusate, non ve l’avevo detto: le renne di Babbo Natale<br />

sono magiche, e sanno leggere e scrivere alla perfezione…<br />

La renna a quel punto disegnò un cerchio perfetto, con una sorta di asticella sul bordo superiore. poi un altro, ed un altro ancora. Alla fine,<br />

quattro cerchi. E quando la renna-ingegnere unì con una linea retta le quattro asticelle, Babbo Natale capì, battè le mani e saltò su.<br />

“Tutti a bordo, sub<strong>it</strong>o!”, urlò preparando la sl<strong>it</strong>ta.<br />

mancavano poche ore a Natale. E sarebbe stato finalmente in grado di accontentare quei petulanti pianigiani!<br />

*****<br />

Fu così che la Piana conobbe il primo ed unico ospedale su rotelle dell’intero universo. Già, su rotelle. Proprio rotelle, come quelle dei<br />

vecchi pattini.<br />

La struttura, immensa, si poggiava infatti su di una base in cemento armato con sotto due milioni di rotelle, che le permettevano di spostarsi<br />

con (relativa) facil<strong>it</strong>à.<br />

In questo modo, quindi, era l’ospedale a girare per la Piana e non gli ab<strong>it</strong>anti a doverlo raggiungere. Come il circo (e qualche altra cosa…),<br />

infatti, si fermava per quindici giorni in un paese e poi ripartiva.<br />

Fu creato addir<strong>it</strong>tura uno speciale corpo di volontari per il relativo trasporto (in uno dei centri della Piana si propose di chiamarlo “’Mbuttaturi<br />

dell’Ordine Ospedaliero” ma, manco a dirlo, non si trovò l’accordo con gli altri paesi e la cosa finì li).<br />

E fu così, ancora, che Babbo Natale riuscì ad ev<strong>it</strong>are il primo fallimento professionale della sua lunga carriera.<br />

Vi vedo scettici, miei cari lettori.<br />

Eppure posso provare che tutto quello che vi ho raccontato è vero.<br />

Ecco qui, infatti, l’originale dello schizzo disegnato dalla renna. Il vero progetto dell’ospedale della Piana.<br />

Come faccio ad averlo? Semplice. La renna in questione, modestamente, sono io.<br />

Buon Natale a tutti.<br />

OSPEDALE<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 23<br />

di Rocco Liberti<br />

Dagli atti della vis<strong>it</strong>a pastorale<br />

dispiegata da mons.<br />

Enrico Capece Minutolo ai luoghi<br />

ecclesiastici della sua vasta circoscrizione<br />

nel 1794, in effetti<br />

la prima attuata dopo il terribile<br />

rivolgimento causato dal sisma<br />

del 3 febbraio 1783, emergono<br />

vari dettagli in mer<strong>it</strong>o alla ricostruzione<br />

dei templi distrutti da<br />

quella inconsulta furia. Detti si<br />

rilevano soprattutto da scr<strong>it</strong>ture<br />

annesse inviate dai parroci od<br />

anche dai tecnici incaricati delle<br />

perizie.<br />

Il 10 maggio riferiva al vicario<br />

generale della diocesi, abate<br />

d. Gerardo Mele, che spesso<br />

accompagnava il vescovo quale<br />

convis<strong>it</strong>atore, a riguardo della<br />

condizione nella quale per allora<br />

si trovavano i templi della c<strong>it</strong>tà<br />

di Palme, il canonico Francesco<br />

Antonio De Agostino. In tale luogo<br />

si era ovviato alla riedificazione<br />

di tre chiese parrocchiali<br />

e due economali. La primaria<br />

chiesa parrocchiale si qualificava<br />

naturalmente la matrice, che<br />

aveva anche t<strong>it</strong>olo di collegiata e<br />

come patrono S. Nicola. Questo<br />

lo stato della stessa all’epoca:<br />

“trovasi terminata di fabriche<br />

rustiche sino al Presb<strong>it</strong>erio, e<br />

bastantemente avanzate quelle<br />

del Sancta Sanctorum con le fabriche<br />

del coro sino al livello del<br />

terreno è fin<strong>it</strong>a la prospettiva e<br />

tutte le fabriche sudette furono<br />

formate con disegno magnifico,<br />

essendo stata migliorata molto<br />

di gran lunga la perizia formata<br />

dall’Ingegnere del Ripartimento,<br />

CulturA e FolKlore<br />

e nella medesima perché trovasi<br />

coperta solamente di tegole<br />

si sta celebrando e si eserc<strong>it</strong>ano<br />

tutti li Divini Uffizi”. A sua volta,<br />

la seconda chiesa parrocchiale<br />

era quella del S.mo Rosario,<br />

che risultava “anche formata<br />

con disegno specioso fino al<br />

Presb<strong>it</strong>erio, è terminato il Campanile<br />

colla Prospettiva, e per<br />

essere anche coperta di tegole<br />

si eserc<strong>it</strong>ano tutte le funzioni<br />

chiesastiche”. Terza ed ultima<br />

parrocchia recava int<strong>it</strong>olazione<br />

del Soccorso, ma naturalmente<br />

Maria SS.ma del Soccorso. Tale<br />

“è fin<strong>it</strong>a totalmente di fabriche<br />

rustiche, manca la Prospettiva<br />

della Chiesa, e si deve finire il<br />

Campanile, e questa fu anche<br />

migliorata alla perizia”. Tutte le<br />

tre chiese risultavano però prive<br />

di sacrestia, in quanto la relativa<br />

edificazione non era stata prevista<br />

“nel calcolo delle perizie”.<br />

Di segu<strong>it</strong>o lo stato delle chiese<br />

economali. Quella di S. Rocco<br />

“costru<strong>it</strong>a con disegno, che<br />

decora questa C<strong>it</strong>tà è terminata<br />

totalmente di fabriche rustiche<br />

Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

le CHiese di PAlmi doPo il “grAnde FlAgello”<br />

And<br />

restAurAnt<br />

PALMI, VIA PROVINCIALe TONNARA TeL. 0966 479753<br />

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sino al presb<strong>it</strong>erio, per cui si sta<br />

attualmente fabricando, e manca<br />

totalmente la copertura. Si celebra<br />

interinamente nella Baracca<br />

s<strong>it</strong>a dentro il vacuo delle mura<br />

della stessa Chiesa”. L’altra, t<strong>it</strong>olata<br />

della Pietà, “trovasi dello<br />

intutto terminata a norma della<br />

perizia, e nulla manca a riserva<br />

della Sagristia, e Campanile” 1 .<br />

(Endnotes)<br />

1 ArCHIVIO VESCOVILE mILEtO<br />

Acta Pastoralis Vis<strong>it</strong>ationis, vol.<br />

<strong>12</strong>, ff. 29-30 (nuova numerazione).


Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

di Giuseppe Cricrì<br />

24<br />

CulturA e FolKlore<br />

Non so se cap<strong>it</strong>a a tutti<br />

quel che succede a me,<br />

si avvicina il Natale e in ogni<br />

anno che passa questa festa<br />

mi rinnova emozioni bambine,<br />

mi fa rivolgere lo sguardo indietro<br />

nel tempo, mi porta a<br />

rovistare nel passato, in quello<br />

che ho vissuto e poi ancora<br />

più indietro, in quello che mi è<br />

stato raccontato, o addir<strong>it</strong>tura<br />

in quello intu<strong>it</strong>o, immaginato e<br />

tratto da racconti e storie, lette<br />

o ascoltate, narrate da gen<strong>it</strong>ori<br />

e nonni, nelle serate antiche,<br />

riscaldate da bracieri e focolari.<br />

Quest’anno ho voluto rileggere<br />

una vicenda appresa tanti anni<br />

fa, scr<strong>it</strong>ta dal genio letterario<br />

del grande Leonida Rèpaci, è<br />

una vicenda che, pur parlando<br />

di un lontano Natale palmese<br />

mi ha dispiegato uno scenario<br />

remoto e suggestivo, al contempo<br />

traboccante di realismo<br />

e malinconia, ma anche pietoso<br />

e commovente. Vi inv<strong>it</strong>erei a<br />

leggere tutto il libro, tuttavia la<br />

rivis<strong>it</strong>azione de “il cappone di<br />

Natale” storia di Leonida Repaci,<br />

pubblicata in “ Racconti della<br />

mia Calabria”- Fratelli Buratti Ed<strong>it</strong>ori nel 1931, attraverso la<br />

lettura di pochi brani tratti, ci proietterà in quel piccolo mondo<br />

antico che ciascuno di noi indovina, fra le pieghe di un emozione<br />

o, per i più anziani di un ricordo e ci offrirà la suggestione di rivivere<br />

quell’atmosfera del Natale che tanto ci manca e che forse la<br />

tecnologia e la modern<strong>it</strong>à non ci saprebbero regalare mai più.<br />

Così scriveva Leonida:<br />

***<br />

…Così giunse il Natale. Ogni chiesa preparava il suo presepe, ed<br />

ogni casa, anche la più umile, il ceppo maestoso.<br />

La sera che le varie bande, i mandolini, le ch<strong>it</strong>arre e le ceramelle,<br />

iniziarono di porta in porta, la novena musicale, in onore del Gesù<br />

Nascente, gli orfani, mangiucchiando il loro pane davanti al braciere,<br />

od al lume della candela, sentirono la miseria come un mantello<br />

bagnato sulla carne viva; e rabbrividirono per freddo. I piccoli, corsero<br />

alle finestre, per sentire le musiche, ma non osarono socchiudere<br />

gli scuri. Se ne stettero con le orecchie stampate sul legno, ed un<br />

vago sorriso sulla bocca, ad ascoltare i cari r<strong>it</strong>mi, e non le staccarono<br />

che quando le musiche si allontanarono di porta in porta, giocondamente,<br />

finchè, esigue come un batter d’ali, divennero una cosa sola<br />

col palp<strong>it</strong>o del loro piccolo cuore.<br />

***<br />

…L’amore, era il cappone di Natale che una volta all’anno allietava<br />

la sua povera mensa, facendo quasi dimenticare a lui, a Cicca sua<br />

moglie, ed ai sette figli, la strettezza di un’intera annata. Il cappone<br />

era la stella polare di Peppe, nei mesi che esso era nella<br />

mente di Dio, neppur ovo sotto la chioccia. Ma, d’agosto in la, il galletto<br />

che gli veniva regolarmente regalato da Donna Maria Rensi, per<br />

l’anima dei morti, e che Cicca castrava magistralmente, facendone<br />

un monumento, non era più un sogno, ma una bella realtà di carne,<br />

una benedizione, una consolazione, maggiore, quasi, della nasc<strong>it</strong>a<br />

di un figlio, il quale è una gran cosa, certamente, tuttavia non lo si<br />

può arrostire, nei giorni che la fame torce lo stomaco vuoto come il<br />

sinibbio gli arbusti teneri…<br />

***<br />

…Il cappone di Natale! Quand’era agosto, Peppe, il quale pure ab<strong>it</strong>ando<br />

in capo alla stessa strada della vedova Rensi, ab<strong>it</strong>ualmente<br />

soleva raggiungere la Piazza Garibaldi, passando per la via più breve<br />

dei Sei Canali, mutava improvvisamente <strong>it</strong>inerario. Quattro volte<br />

al giorno, egli passava davanti al portone dei Rensi, e cercava, in<br />

tutti i modi, di farsi notare da qualcuno della casa. Eran saluti fino<br />

a terra, pretesti per attaccare discorso, soste interminabili davanti<br />

alle botteghe di rimpetto, allo scopo di rammentare alla donatrice<br />

d’ogni anno che era venuto il momento del galletto. E il galletto gli<br />

veniva dato…<br />

Sopra: Il ceppo maestoso c<strong>it</strong>ato da Repaci nel primo frammento;<br />

Al centro: Antica piazza Garibaldi, oggi Lo Sardo, c<strong>it</strong>ata nel terzo<br />

frammento, un<strong>it</strong>amente alla via dei Sei Canali che ivi sfociava;<br />

In basso: uno scorcio che da Piazza V<strong>it</strong>torio Emanuele, oggi I° Maggio,<br />

lascia intravedere, attraverso parte del corso Umberto I°, già Carolino,<br />

oggi Ten. A. Barbaro, la c<strong>it</strong>ata piazza Garibaldi.<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 25<br />

o stoccafisso o stocco è un<br />

Lmerluzzo artico norvegese<br />

(Gadus morhua) conservato per disidretazione.<br />

La tecnica è tuttavia<br />

adatta anche per altre specie di<br />

pesce dalle carni bianche.<br />

La precisa origine del nome è<br />

controversa: secondo alcuni deriverebbe<br />

dal norvegese stokkfisk oppure<br />

dall’olandese antico stocvisch,<br />

ovvero “pesce a bastone”, secondo<br />

altri dall’inglese stockfish, ovvero<br />

“pesce da stoccaggio” (scorta,<br />

approvvigionamento); altri ancora<br />

sostengono che pure il termine<br />

inglese sia mutuato dall’olandese<br />

antico, con lo stesso significato di<br />

“pesce bastone”.<br />

Simile al baccalà nell’aspetto, lo<br />

stoccafisso ha un sapore completamente<br />

diverso e si differenzia dal<br />

primo, che viene invece conservato<br />

mediante salatura. Nell’Italia settentrionale<br />

(in particolare nell’area<br />

della dominazione veneziana dove<br />

fu inizialmente introdotto) lo stoccafisso<br />

assume tuttavia il nome di<br />

baccalà, tanto che il rinomato baccalà<br />

alla vicentina è in effetti preparato<br />

con lo stoccafisso; nel nostro<br />

terr<strong>it</strong>orio viene invece chiamato<br />

stocco o pesce stocco (piscistoccu).<br />

La preparazione dello stoccafisso<br />

è paragonabile a quella di altri<br />

prodotti alimentari invecchiati,<br />

come i liquori, i prosciutti o i formaggi;<br />

importato dalla Norvegia<br />

(in particolare dall’ isola di Røst)<br />

in Italia, il pesce viene preparato<br />

immediatamente dopo la cattura.<br />

Dopo averlo decap<strong>it</strong>ato e pul<strong>it</strong>o,<br />

viene essiccato intero o aperto<br />

lungo la spina dorsale, lasciando le<br />

metà un<strong>it</strong>e per la coda.<br />

Il pesce viene quindi messo sui<br />

supporti e lasciato all’aria aperta<br />

da febbraio a maggio (vedi foto in<br />

alto); il clima freddo e secco tipico<br />

sAPeri & sAPori di Walter Cricrì<br />

di quei mesi nella penisola scandinava<br />

- l’ideale è una temperatura<br />

appena sopra gli zero gradi, senza<br />

pioggia - protegge il pesce dagli insetti<br />

e dalla contaminazione batterica.<br />

Dopo circa tre mesi all’aperto,<br />

lo stoccafisso matura per altri 2-3<br />

mesi al chiuso, in un ambiente secco<br />

e ben ventilato.<br />

Il pesce secco ottenuto in questo<br />

modo può conservarsi anche<br />

per anni ed è facilmente trasportabile<br />

e commercializzabile.<br />

Fu proprio questa facile conservazione<br />

a bordo delle navi a farlo<br />

diventare il principale alimento dei<br />

Vichinghi. Le prime notizie sull’arrivo<br />

in Italia dello stoccafisso dicono<br />

che veniva usato come merce di<br />

scambio, importato dai paesi nordici<br />

nel 1561 a Genova, Venezia e<br />

Napoli.<br />

La storia del pescestocco in Italia<br />

prende spunto da una scr<strong>it</strong>tura<br />

riportata nelle memorie di un cap<strong>it</strong>ano<br />

veneziano, che, pare, siano<br />

ancora custod<strong>it</strong>e nella libreria del<br />

Vaticano: “Lo stoccafisso si asciuga<br />

al sole e al vento, perché è un pesce<br />

molto magro che diviene duro<br />

come legno”; Pietro Querini -1432.<br />

Infatti la più diffusa versione<br />

dei fatti sostiene che questo nobile<br />

veneziano, naufragò in Norvegia, a<br />

sud delle Isole Lofoten, nell’autunno<br />

del 1431. Per parecchi mesi, lui e il<br />

suo equipaggio, andarono alla de-<br />

Ventricelle di Pescestocco<br />

(trippiceddhi)<br />

• otto ventricoli di stoccafisso<br />

• 500g di pomodori pelati<br />

• due cipolle<br />

• un bicchiere di olio exravegine d’oliva<br />

• formaggio pecorino<br />

• pan grattato<br />

• capperi<br />

• peperoncino rosso calabrese<br />

• prezzemolo<br />

• aglio, olive, sale qb<br />

pul<strong>it</strong>e i ventricoli di stoccafisso, precedentemente ammollato.<br />

Preparate il ripieno con pan grattato, capperi, formaggio pecorino,<br />

aglio e prezzemo lo, tr<strong>it</strong>ati finissimi, e qualche goccia d’olio;<br />

ponetene una manciata su ciascun ventricolo disteso, che avvolgerete<br />

su se stesso (come si fa con gli invol tini) e legatelo con cotone<br />

da cucina. Fate soffriggere in una pentola la cipol la tagliata a fette<br />

e, quando imbiondirà, aggiungete i pomodori tagliati a pezzet ti<br />

lasciando cuocere, con le olive, per un quarto d’ora. Un<strong>it</strong>e, quindi<br />

i ventriceddi, sala te, pepate con il peperoncino e fate cuocere a<br />

fuoco moderato per circa tre quarti d’ora. Si possono cucinare anche<br />

senza i pomodori. Da servire caldissimo.<br />

arriva il Natale...<br />

riva nel mare irlandese e nel nord<br />

della Scozia, fino a che approdarono<br />

sulla piccola isola di Røst; soltanto<br />

11 componenti del suo equipaggio<br />

sopravvissero. Furono trovati dalla<br />

gente dell’isola, e accompagnati<br />

sull’isola principale. Rimasero a Røst<br />

fino al giugno del 1432, quando, a<br />

bordo di una nave che trasportava<br />

stoccafisso, andarono a Bergen.<br />

La storia dice che abbia portato lo<br />

stoccafisso con se in Italia.<br />

In passato la Calabria, per l’importazione<br />

del merluzzo secco, faceva<br />

riferimento al porto di Napoli,<br />

cap<strong>it</strong>ale del Regno delle due Sicilie,<br />

dal quale con i battelli raggiungevano<br />

il porticcioli della costa.<br />

L’utilizzo secolare dello “Stocco”,<br />

viene preparato in maniera<br />

tradizionale in vari modi, diventando<br />

nel tempo un piatto tipico tra i<br />

più importanti della Calabria.<br />

Anticamente era considerato<br />

cibo “popolare”, alla portata di<br />

tutti, infatti i contadini lo consumavano<br />

e l’offrivano ai braccianti<br />

in occasione dei lavori duri della<br />

campagna, in quanto considerato<br />

un alimento ad alto valore energetico;<br />

ed ancora, la tradizione radicata<br />

vuole che, quasi come fosse<br />

un precetto, le famiglie consumino<br />

lo stocco il Venerdì Santo e la vigilia<br />

di Natale.<br />

E’ consuetudine incoraggiare il<br />

consumo dello Stocco da parte delle<br />

puerpere, che, secondo una credenza<br />

popolare (solo?!), pare sia capace<br />

di determinare consistenti aumenti<br />

del prezioso latte materno.<br />

Sempre secondo la tradizione,<br />

era usanza offrire piatti a base di<br />

pesce stocco in occasioni di inaugurazioni<br />

o completamento di un<br />

ciclo lavorativo, ad esempio: il proprietario<br />

del frantoio (trapp<strong>it</strong>u) offriva<br />

ai lavoranti un pranzo a base<br />

di stoccafisso, cipolle, pomodori e<br />

patate, in occasione da “crisc<strong>it</strong>a”<br />

dell’olio, cioè quando, alla fine<br />

di ogni ciclo di lavorazione, si separava<br />

l’olio d’oliva, nelle grandi<br />

vasche, per affioramento dall’acqua<br />

di lavorazione; oppure, ancora<br />

oggi, nei cantieri edili quando,<br />

dopo la colata della soletta viene<br />

issata la bandiera tricolore sul<br />

tetto dell’edificio ed offerto<br />

“piscistoccu chi patati”. Un’altra<br />

usanza vuole che lo stocco si usi<br />

come regalo: molti emigrati infatti,<br />

al rientro dalle ferie, lo<br />

portano quale regalo,<br />

magari a conterranei<br />

che non hanno goduto<br />

delle ferie.<br />

Lo Stocco viene<br />

venduto in molti<br />

negozi e mercati<br />

locali e in diverse pescherie<br />

della fascia costiera da<br />

Catanzaro a Reggio Cala-<br />

Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

ammollate lo Stocco<br />

bria. Si presenta di colore bianco e<br />

sapore corposo, un chilogrammo di<br />

stocco ha un contenuto energetico<br />

equivalente a cinque chilogrammi<br />

di merluzzo fresco, è altamente digeribile<br />

e adatto a qualunque dieta,<br />

povero di grassi, è ricco di proteine,<br />

v<strong>it</strong>amine e sali minerali.<br />

Da prodotto duro e secco il merluzzo<br />

viene trasformato in alimento<br />

commestibile attraverso una lavorazione<br />

esegu<strong>it</strong>a esclusivamente in<br />

maniera artigianale, in cinque fasi,<br />

distribu<strong>it</strong>e in 6/7 giorni.<br />

Come prima fase vengono tranciate<br />

le pinne esterne ed il merluzzo<br />

essiccato si immerge in acqua<br />

nella prima di una serie di vasche<br />

comunicanti. Dopo uno o due giorni<br />

di ammollo, il merluzzo viene aperto<br />

nella parte inferiore e superiore<br />

con la “roncola”, appos<strong>it</strong>o attrezzo<br />

da taglio.Il giorno successivo viene<br />

completamente aperto ed il giorno<br />

seguente si estraggono le lische e<br />

le ventresche. Nell’ultima fase viene<br />

rimosso il velo ed essendo ormai<br />

completamente spugnato, il pesce<br />

stocco sarà pronto per essere venduto<br />

il giorno successivo.<br />

In provincia di Reggio Calabria,<br />

terr<strong>it</strong>orio di maggior consumo dello<br />

stoccafisso in Calabria e forse in<br />

Italia, sono da segnalare due eventi<br />

che hanno come protagonista il Pescestocco:<br />

-a mammola il 9 agosto si svolge<br />

la tradizionale Sagra dello Stocco,<br />

sin dal 1978.<br />

-a C<strong>it</strong>tanova sempre nel mese di<br />

agosto si tiene la Festa nazionale<br />

dello Stocco.<br />

Lo “Stocco di Mammola” è stato<br />

incluso dal Ministero delle Pol<strong>it</strong>iche<br />

Agricole e Forestali nell’Elenco<br />

Nazionale dei Prodotti Agroalimentari<br />

tradizionali (Suppl. Ord. Gazzetta<br />

Ufficiale<br />

N°167 del 18-<br />

7-02 pag. 13<br />

N°201).


Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

Il benessere dei nostri figli<br />

dipende da noi. Non solo il<br />

loro benessere attuale, cosa che<br />

appare ovvia a chi ha dei bambini<br />

piccoli, ma anche e soprattutto<br />

la loro capac<strong>it</strong>à di raggiungere e<br />

mantenere il benessere nell’età<br />

adulta. I gen<strong>it</strong>ori, pur mossi da<br />

buone intenzioni, non sempre<br />

riescono ad aiutare i bambini/<br />

ragazzi nel risolvere le loro difficoltà,<br />

poiché si rapportano in<br />

modo imperfetto, ne bloccano<br />

la creativ<strong>it</strong>à, ne diminuiscono la<br />

fiducia in se stessi, compromettendo<br />

a volte lo sviluppo comportamentale.<br />

Con il corso rivolto alle famiglie,<br />

con t<strong>it</strong>olo “Gen<strong>it</strong>ori Efficaci”<br />

pON f-1-fSE-2009-2527,<br />

tenutosi presso il 1° Circolo “R.<br />

De zerbi”, fortemente voluto<br />

dal Dirigente Scolastico prof.<br />

Giovanni Costa, sviluppato per<br />

due mesi circa, finalizzato ad<br />

una sana azione di prevenzione<br />

e di recupero atto a migliorare<br />

il rapporto gen<strong>it</strong>ori/figli, ha segu<strong>it</strong>o<br />

la filosofia Gordoniana e<br />

la prassi Rogersiana, secondo i<br />

programmi dell’Effectives Training<br />

Associates. Il pensiero di<br />

fondo trasmesso è che tutti gli<br />

esseri umani possono imparare<br />

ad ascoltarsi di più, a comunicare<br />

meglio, ad avere quindi un<br />

migliore contatto con se stessi e<br />

26<br />

mondo sCuolA<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

GENItOrI SI DIVENtA… tUttI A SCUOLA!<br />

di Loredana Della Spina<br />

con gli altri, per essere più efficaci<br />

nelle relazioni sociali.<br />

Il programma è stato esposto<br />

dall’esperto psicologo psicoterapeuta<br />

Dott. Maria Francesca<br />

Rotiroti e coadiuvato dalle insegnanti<br />

Giovanna Oliverio e tina<br />

Patamia.<br />

I temi trattati sono stati molteplici;<br />

tra i più interessanti le<br />

prassi su come ev<strong>it</strong>are le barriere<br />

della comunicazione, favorire<br />

ascolto attivo e passivo, trucchi<br />

e strategie per risolvere i confl<strong>it</strong>ti<br />

“senza perdenti” e prevenirli<br />

modificando se stessi; metodologie<br />

su come rapportarsi con<br />

bambini, che non hanno ancora<br />

sviluppato il linguaggio.<br />

E’ stato trasmesso un messaggio<br />

chiaro, volto al fine di indirizzare<br />

i comportamenti, gli atteggiamenti<br />

nei confronti dei più<br />

piccoli, cercando d’influire sulla<br />

strutturazione di un adeguato<br />

senso di sé, sulla loro autostima,<br />

sulla loro capac<strong>it</strong>à di creare<br />

e mantenere relazioni mature e<br />

soddisfacenti per il loro benessere,<br />

e della famiglia.<br />

I gen<strong>it</strong>ori partecipanti hanno<br />

acquis<strong>it</strong>o ed affinato molte capac<strong>it</strong>à,<br />

riportando esperienze<br />

vissute e richieste d’aiuto. Il cor-<br />

so ha profuso tecniche e metodi<br />

teorici e pratici, con l’ausilio di<br />

audiovisivi, ma anche indicazioni<br />

su quando e perché utilizzarli<br />

e con quali scopi. Con il corso,<br />

si è voluto dare la possibil<strong>it</strong>à, ai<br />

gen<strong>it</strong>ori partecipanti, di diventare<br />

consapevoli nell’affrontare<br />

i problemi che inev<strong>it</strong>abilmente<br />

sorgono in ogni rapporto tra gen<strong>it</strong>ori<br />

e figli.<br />

Dal questionario di apprezzamento<br />

è emerso la soddisfazione<br />

dei corsisti, per l’esperienza<br />

fatta e la voglia di approfondirla,<br />

perché come gen<strong>it</strong>ori non si è<br />

mai pronti!!!<br />

ORiZZONTaLi<br />

1. Vi si celebra la Madonna dei Poveri - Il più grande giardino di Palmi<br />

2. Lo rese famoso una lampada - C<strong>it</strong>tà lombarda - Il centro di<br />

Caen – Iniziali del disegnatore Pazienza<br />

Anais scr<strong>it</strong>trice - Varietà di pappagallo - La precedono a Milano<br />

3. Associazioni non lucrative<br />

4. trasmette su fm 90,00<br />

5. Ancona – Con step è un ballo – Spinto – Però<br />

6. Lo stradone della Varia – Devoti<br />

7. Verso del grillo – Il segno di zorro – Idem senza pari – Sigla di<br />

vini – Insieme<br />

8. Vezzo – Iniziali di repaci – Erbacea delle Ombrellifere – Ha per<br />

cap<strong>it</strong>ale Teheran<br />

9. Fece coppia con Ric – Studia la Terra nei suoi vari aspetti –<br />

Consuetudine<br />

10. Secondo – Il primo re di Roma - Così è detta la nostra piazzetta<br />

inclinata – Ermanno regista<br />

11. Un tipo di spumante – pianta erbacea perenne - Affluente del<br />

Rodano – Lucio di Attenti al lupo<br />

<strong>12</strong>. Dipinse il tondo Doni – L’impulso iniziale – Oggi per domani<br />

CRUCI…TERRA<br />

VERTiCaLi<br />

1. Lo festeggiamo il 16 agosto - International Business Machines<br />

2. Il santo del nostro monte - Le prime di Orazio - Quelli di parole allungano<br />

il discorso<br />

3. Così sono detti i cinesi – Urca senza pari<br />

4. 499 romani – Sulla tastiera del pC - Uno dei software marchiato Google<br />

5. Il nome di Fidenco – Il gas del buco<br />

6. Iniziali della poetessa Negri - C<strong>it</strong>tà danese a sud di Copenaghen<br />

Quello dei Prim<strong>it</strong>ives<br />

7. Danneggiata – Quella selvatica è detta Anser anser<br />

8. Bagna Terni e Narni – Rete informatica locale<br />

9. Abbreviazione di pagina – La Li attrice cinese<br />

10. C’è quella indipendente – La bevanda delle cinque<br />

11. Lo zar detto Il terribile - Tipo di colloide<br />

<strong>12</strong>. Livorno – Telefono in breve – Iniziali di Carducci<br />

13. Un tipo di tessuto– Una paga giornaliera<br />

14. In mezzo al giro - Accidia<br />

15. Iniziali della Bellucci - Genere di teatro classico giapponese - Uragani<br />

16. Il verde nel deserto – Preposizione articolata<br />

17. E’ chiamata anche zacinto – Sigla di Caserta - Il Dio greco dell’Oltretomba<br />

18. Pignolerie – Bagna Torino<br />

19. Un grande successo dei pooh<br />

20. Agenzia di scommesse – Passo<br />

delle Dolom<strong>it</strong>i<br />

21. La sigla dello Iowa - Iniziali del<br />

regista Argento - C’è quel di<br />

Marmara<br />

22. La nostra splendida c<strong>it</strong>tà - Punti<br />

sulla pelle<br />

Nelle caselle gialle comparirà il<br />

nome di un rione palmese.<br />

di Salvatore Piccolo


Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

di Cristoforo Bovi<br />

Bunarma, dopo aver<br />

I sostenuto <strong>numero</strong>se selezioni<br />

(403 band all’inizio…)<br />

avvenute sia sul web che<br />

tram<strong>it</strong>e selezioni live, conquistano<br />

la terza edizione<br />

del concorso Edison Change<br />

the Music tenutasi all’ex<br />

Propaganda di Milano, oggi<br />

LIMELIGHT il 24.11.<strong>2010</strong>, il<br />

cui primo premio consiste<br />

nella produzione e relativa<br />

promozione di un CD.<br />

Il contest musicale, primo<br />

progetto ad emissioni ZERO<br />

in Italia, nato con la cultura<br />

della sostenibil<strong>it</strong>à energetica<br />

della musica, si è avvalso di<br />

28<br />

PArlAndo di musiCA<br />

Steve Lukather:<br />

all’s well that end’s well<br />

Steve Lukather (L.A.<br />

21.10.’57), conosciuto da<br />

tutti come ch<strong>it</strong>arrista/cantante<br />

prima e, successivamente, bandleader<br />

indiscusso dei tOtO, è<br />

uno dei migliori e più quotati session<br />

man degli ultimo 30 anni.<br />

Vanta, infatti, collaborazioni<br />

con Leo Sayer, Boz Scaggs, Alice<br />

Cooper, Barbra Streisand, Pointer<br />

Sister, Michael McDonald, Cher,<br />

Cheap Trick, E.W. & F., Joni<br />

M<strong>it</strong>chell, Michael Jackson ecc...<br />

Egli non dimenticherà mai<br />

l’aneddoto creatosi quando mandò<br />

a quel paese Michael Jack-<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

i BUNaRma vincono “ Edison Change The music <strong>2010</strong> “<br />

una giuria di elevato spessore,<br />

composta fra gli altri,<br />

da Elena Di Cioccio, Federica<br />

Gentile (RAI2), Franco Mussida<br />

(PFM), Nick The Nightfly<br />

(Radio Montecarlo), Piero<br />

Pelù, Magda Rodighiero (Edison),<br />

Enrico Ruggeri, Claudio<br />

Trotta (Barley Arts) …scusate<br />

se è poco.<br />

La direzione artistica del<br />

progetto è stata affidata al<br />

CPM di Milano, scuola storica<br />

di musica sorta nel 1984<br />

da una idea di Franco Mussida<br />

con l’aiuto economico<br />

dell’imprend<strong>it</strong>ore Giannino<br />

D’antonio.<br />

Il motto dei primi anni era<br />

“la scuola dei numeri UNO”;<br />

son, reo di averlo svegliato alle<br />

4 del mattino dicendogli: “ciao<br />

Steve, sono MJ, avrei un brano<br />

adatto a te…”. Luke, pensando<br />

fosse uno stupido scherzo, prese<br />

a male parole il povero Jackson<br />

sbattendogli il telefono in faccia.<br />

Ma ben presto si scusò con lo<br />

stesso quando capì che il brano<br />

in questione era “BEAT IT” che<br />

Lukather condivise equamente<br />

con Eddie Van Halen!!!!!<br />

Nonostante i <strong>numero</strong>si impegni,<br />

LUKE riesce a r<strong>it</strong>agliarsi una<br />

carriera solista.<br />

Pubblica, infatti <strong>numero</strong>si lavori,<br />

molto diversi tra loro, ma<br />

sempre caratterizzati dall’inconfondibile<br />

“LUKE-SOUND”.<br />

L’ultima fatica discografica<br />

usc<strong>it</strong>a nel mese di Ottobre <strong>2010</strong>,<br />

si int<strong>it</strong>ola “All’s well that end’s<br />

well”, viene da lui stesso defin<strong>it</strong>a<br />

“la migliore che io abbia mai<br />

fatto...”.<br />

Nonostante la “ modesta “ affermazione<br />

di LUKE, effettivamente<br />

dopo 2/3 ascolti, l’album<br />

coinvolge l’ascoltatore in maniera<br />

impressionante.<br />

Il brano iniziale Darkness in my<br />

in effetti gli insegnanti che<br />

si sono alternati alle varie<br />

cattedre, rappresentano il<br />

meglio che la musica <strong>it</strong>aliana<br />

abbia mai offerto.<br />

I brani che la band Palmese<br />

ha fatto ascoltare con<br />

maggior frequenza nelle varie<br />

serate live (03.11. Conte<br />

Staccio di Roma; 07.11. Salumeria<br />

della Musica di Milano,<br />

sono stati: La danza dell’<br />

acqua, L’onda, Fotosintesi<br />

(con video annesso che in<br />

finale ha fatto la differenza)<br />

e, nella serata conclusiva,<br />

Rrichiàmu e L’uccisione di<br />

Dragut Rais cantate totalmente<br />

in dialetto, spiazzando<br />

pos<strong>it</strong>ivamente un po’ tut-<br />

World sembra, per 1 minuto e<br />

53 secondi, un brano “AMBIENT”<br />

, ma un riff allucinante ci introduce<br />

sub<strong>it</strong>o dopo nella melodia<br />

Lukatheriana più tipica.<br />

In Flash in the Pan si riscontrano<br />

influenze Hendrixiane miscelate<br />

a Southern Rock e Funk:<br />

insomma adrenalina pura.<br />

Brody’s, sostenuta da un eccellente<br />

groove di batteria, comincia<br />

come un qualsiasi brano<br />

di S.R.V. Stevie ray Vaughan ,<br />

ma r<strong>it</strong>orna presto sui passi tipici<br />

di quei tOtO che tanto amiamo.<br />

On my Way Home, ci rinnova la<br />

passione di LUKE per gli StEELY<br />

DAN e Donald Fagen, ma con suoni<br />

addir<strong>it</strong>tura più ricercati (?).<br />

Non mancano le ballads, delle<br />

quali Lukather è il mago assoluto,<br />

una più bella dell’altra con assoli<br />

da manuale (che riempiranno i<br />

books degli studenti della Berklee<br />

ed anche quelli dei meno fortunati<br />

che studiano a casa…).<br />

Lavoro, quindi, molto bello e<br />

piacevole da ascoltare, sia per i<br />

nostalgici dei Toto che per i palati<br />

molto più tranquilli.<br />

Bravo LUKE!<br />

C. B.<br />

ti, soprattutto Mussida, che<br />

premiandoli ha detto loro:<br />

“...ci è piaciuto molto<br />

il vostro particolarissimo<br />

sound, misto tra sapori med<strong>it</strong>erranei<br />

e rock”, BRAVI.<br />

Non ci resta che complimentarci<br />

con i nostri ragazzi<br />

per quanto hanno appena<br />

conquistato, augurando loro<br />

che questo sia un ulteriore<br />

passo avanti per la defin<strong>it</strong>iva<br />

consacrazione.<br />

Acquistare il loro ultimo<br />

Cd per Natale, non sarebbe<br />

male, vero???<br />

Forse lo mer<strong>it</strong>ano.<br />

Grazie Bunarma, CRIS.<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 29<br />

Racconta Stefano Benni :<br />

“ Ai miei tempi non avevamo<br />

la televisione ,ma avevamo<br />

un camino ,e davanti al camino<br />

c’era un nonno acceso che raccontava”<br />

Anche ora che impera la televisione<br />

c’e’ il rischio per i giovani,<br />

che un nonno inizi “la favola”,<br />

esordendo con “ai miei tempi”(<br />

e che i suoi occhi si illuminino<br />

come le luci delle feste di Natale<br />

) e soprattutto esterni ammonimenti<br />

e rimbrotti.<br />

Il nonno saccente ricorda che il<br />

pallone era di cuoio ripieno di<br />

stoppa, in Cina.<br />

Gli Egiziani del tempo dei faraoni<br />

lo fecero di paglia o di bucce<br />

di grano e lo avvolsero in tela<br />

colorata.<br />

I greci ed i romani usavano una<br />

vescica di bue gonfiata e cuc<strong>it</strong>a.<br />

Gli europei nel Medio Evo e del<br />

Rinascimento si disputavano una<br />

palla ovale,imbott<strong>it</strong>a di crine.<br />

Nelle Americhe la palla era fatta<br />

di caucciù e le part<strong>it</strong>e erano disputate<br />

nelle cerimonie religiose<br />

sotto i templi Incas od Atzechi fra<br />

abili guerrieri che poi venivano uccisi in caso di v<strong>it</strong>toria per propiziare<br />

la pioggia.<br />

La camera d’aria in gomma, gonfiata soffiando, e ricoperta di cuoio,<br />

nacque a metà del secolo scorso grazie all’ingegno di Charles Goodyear,<br />

un americano del Connecticut.<br />

Correva e questo era il verbo giusto per ricordare il nostro giovanile<br />

anno 1960 e la palmese dopo lustri eroici di storia calcistica, aveva<br />

dovuto interrompere le attiv<strong>it</strong>à sportive.<br />

Noi ragazzi seguivamo un pallone nei vari cortili della Matrice, del<br />

Carmine ed addir<strong>it</strong>tura (ed ora sembra impossibile visto il traffico di<br />

oggi) nella piazzetta San Rocco, in piazza Cavour o nella piazza Martiri<br />

d’Ungheria del Liceo Classico.<br />

Si lasciavano i libri dal calzolaio amico Mastro Pietro De Salvo e con<br />

mattoni o scatole da scarpe delim<strong>it</strong>avamo le porte.<br />

In attesa del <strong>numero</strong> sufficiente di ragazzi per iniziare a giocare,<br />

ci si allenava al quadrato, gioco-tennis praticato negli spazi dei lastroni<br />

di cemento che cost<strong>it</strong>uivano le nostre strade e delim<strong>it</strong>ati da<br />

strisce nere di catrame.<br />

Non si davano appuntamenti, ma tutti sapevano dove un pallone<br />

dettava la sua legge<br />

ed in una cerimonia spontanea ed atea, si consacravano i sol<strong>it</strong>i idoli.<br />

Un pallone non colorato e leggero come quello di oggi, ma uno marrone<br />

con una piega dura ed appunt<strong>it</strong>a piena di grossi lacci, che nei<br />

campi di terra bagnata, si trasformava in una boccia durissima che<br />

preso di testa dal t<strong>it</strong>ubante e riottoso stopper gli provocava immancabilmente<br />

la visione della Madonna di Lourdes.<br />

I calzettoni troppo larghi scendevano sulle caviglie alla moda Sivori<br />

ed i pantaloni erano troppo corti con le bretelle (quelli vecchi e<br />

stinti usati da bambini) o grandi e cadenti perchè dismessi da tempo<br />

dai padri.<br />

Sopra l’immancabile canottiera di quei tempi alla Marlon Brando,<br />

una maglietta di un colore e sfumature dello stesso colore per gli<br />

altri giocatori della squadra.<br />

Nei momenti piu’ felici finalmente organizzati in squadra il buon Cecio,<br />

custode del campo sportivo, tirava fuori dal depos<strong>it</strong>o scarpe<br />

di cuoio di indefinibile colore e lacci spaiati, che mun<strong>it</strong>e di appos<strong>it</strong>i<br />

chiodi lunghi ed appunt<strong>it</strong>i perforanti l’imbott<strong>it</strong>ura, ci torturano per<br />

tutta la part<strong>it</strong>a (e noi z<strong>it</strong>ti, muti e contenti).<br />

Queste scarpe magiche si trasformavano con il terriccio del campo<br />

bagnato in blocchi di cemento, che davano straordinaria forza al nostro<br />

tiro in porta scoccato con gambe non palestrate di giovani ragazzi.<br />

Il portiere mai molto alto, ma robusto era sol<strong>it</strong>o portare dei grandi<br />

pantaloni neri imbott<strong>it</strong>i da garze e cotone, per attutire tuffi che a<br />

noi sembravano quelli di Buffon o di Ghezzi<br />

Momenti spensierati e sereni di un certo meraviglioso periodo della<br />

nostra v<strong>it</strong>a che, come dicono tutti i nonni, non torneranno piu’.<br />

intorno Allo sPort<br />

Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

I rAGAzzI DELLA VIA PaaL ... mi<br />

di Gianfranco Lucente<br />

Un bel giorno alcuni ragazzi sol<strong>it</strong>i giocare fuori dal campo sportivo<br />

sorseggiando la m<strong>it</strong>ica gazzosa dei fratelli oMellino osarono entrare<br />

nel glorioso Lopresti.<br />

Lo videro abbandonato, sporco e rigoglioso di ricca vegetazione con<br />

arbusti che arrivavano alle nostre spalle.<br />

fu un fischio e tutti i ragazzi della Via paal ... mi, avevano deciso,<br />

dopo aver organizzato la prima olimpiade c<strong>it</strong>tadina sull’entusiasmo<br />

di quella di roma del 1960, di utilizzare le stesse medaglie, per dare<br />

inizio al primo torneo calcistico c<strong>it</strong>tadino e di riunirsi in rioni (anno<br />

1962).<br />

Ramazze e detersivi rubati a casa per pulire gli spogliatoi, falcetti<br />

per tagliare gli arbusti ed una vecchia porta con la rete per appianare<br />

il terreno, calce per tracciare a mano linee non certo dir<strong>it</strong>te e<br />

delim<strong>it</strong>are il campo .<br />

Tutto era pronto e nel frattempo avevamo cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o otto squadre di<br />

11 elementi :<br />

Il Successo di Orlando – maglia bleu<br />

Il Carmine di Carlo Nastri maglia azzurra<br />

La c<strong>it</strong>tadella di Carmelo Saffioti detto Akim - maglia bianco-nera<br />

La squadra di Seminara di V<strong>it</strong>etta maglia azzurra<br />

I lupetti della Virtus di Lacquan<strong>it</strong>i, Amoroso (e con un ragazzino Alberto<br />

Arb<strong>it</strong>rio, futuro giocatore di Serie A ) con maglietta viola e scudetto<br />

tricolore microscopico.<br />

Il Piave di Parisi e Tripodina maglia verde<br />

La Iossa e Rione Pille forse con la maglia della Sampdoria e se dimentico<br />

i nomi dovete scusare la mia scarsa memoria, ma sono trascorsi<br />

quasi cinquanta’anni<br />

Fu un successo di pubblico e non certo economico, ma da quel momento<br />

si riprese ad avere entusiasmo per il gioco del calcio, alcuni<br />

dirigenti diedero v<strong>it</strong>a alla IUVE Palmi formata da tutti i migliori<br />

giocatori del torneo e … poi dopo la fusione con questa squadra<br />

la palmese vinse campionati fino alla Quarta serie e con la nostra<br />

squadra della De Martino (torneo giovanile di allora) impegnata onorevolmente<br />

nel campo del Cosenza, del Crotone e del Catanzaro di<br />

allora.<br />

Questa breve favola di nonno, per dire ai ragazzi di oggi, che non<br />

basta un manifesto per risvegliare entusiasmo, ma impegno, lavoro<br />

e olio di gom<strong>it</strong>o.<br />

Se gli spogliatoi del campo sono sporchi ed inagibili, si possono<br />

comprare detersivi vernici e colori e non aspettare che tutto venga<br />

dall’alto e che si perda nei tempi lunghi delle promesse.<br />

I brevi anni della vostra giovinezza hanno bisogno di altro: di iniziative<br />

spontanee, di bancarelle, di giornali da vendere e … di qualche<br />

nonno generoso.<br />

Voi siete il presente ed il futuro del nostro paese e vi dovete sentire<br />

non v<strong>it</strong>time ma protagonisti.<br />

Demiurghi di una nuova allegra, incasinata, civile ed ag<strong>it</strong>ata realtà,<br />

ma che voi dopo tanti anni riconoscerete come vostra.


Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

Si è co n c l u S a l a XVi e d i z i o n e d e l l a m a r at o n a d i Pa l e r m o, S V o lta-<br />

Si do m e n i c a 21 no V e m b r e, l u n g o il b e l l iS S i m o c i r c u i t o c i t ta d i n o.<br />

di Marcello Surace<br />

Le nazioni partecipanti sono state 27 (Francia, Belgio, Austria,<br />

Svizzera, Kenia, Etiopia, Inghilterra, Germania, Usa, francia,<br />

Marocco, India, Giappone, Canada, Ungheria, Norvegia, Spagna, Camerun,<br />

Olanda, polonia, messico, Slovacchia, Slovenia, taiwan, finlandia<br />

e Ucraina).<br />

Le competizioni previste sono state la maratona sulla distanza classica<br />

dei 42,195 km, la mezza maratona sulla distanza dei 21,097 km.<br />

Anche quest’anno, nel cinquantenario del trionfo di Abebe Bikila<br />

all’Olimpiade di roma 60, sono stati i campioni etiopi a farsi valere.<br />

tra gli uomini v<strong>it</strong>toria di tsegaye Dissasa chiudendo in 2h18’57”<br />

con un rilevamento cronometrico condizionato dal caldo, dal vento e<br />

da un percorso non facile. Tra le donne ha vinto l’etiope Amelework<br />

Bosho con 2h47’50.<br />

Nella mezza maratona ha vinto chiudendo a in 1h11’36” il palerm<strong>it</strong>ano<br />

Filippo Lo Piccolo (Violetta Club Lamezia Terme), che è stato, pensate<br />

un pò, primo degli europei due settimane fa a New York; mentre per le<br />

donne ha vinto maura tumminelli 1h29’54” (track Club Caltanissetta);<br />

Il running Palmi anche questa volta era presente con ben 13 atleti e<br />

tutti hanno svolto una bellissima gara con tempi di assoluto rispetto<br />

per quanto riguarda la mezza maratona:<br />

(gullo Roberto 1h33’04’’; Fameli antonio 1h39’40’’; Solano Francesco<br />

1h40’08’’; melara antonio 1h41’16’’; isola Rocco 1h41’42’’;<br />

Calabrò Emilio 1h42’16’’; alvaro giuseppe 1h42’44’’; melissari<br />

antonio 1h43’07’’; Solano Domenico 1h.43’:44’’; Surace marcello<br />

1h44’46’’; Saffioti Antonio 1h:46’38’’; Todaro Rocco 1h50’00’’;<br />

Fazzalari alessandro 1h56’34’’.<br />

I complimenti vanno fatti, oltre a tutti gli atleti per il risultato ottenuto,<br />

all’atleta Fameli che, all’eta di 50 anni, ha fatto una gara a dir<br />

poco eccezionale, considerato che si è avvicinato a questo sport da<br />

pochissimo tempo, e preso atto che, per problemi di lavoro, si allena<br />

pochissimo. Insomma un atleta “puro sangue”.<br />

Correre a Palermo in mezzo ad una molt<strong>it</strong>udine di partecipanti,<br />

riconosciuta per la sua storia millenaria e apprezzata per il notevole<br />

patrimonio artistico ed arch<strong>it</strong>ettonico, vi posso garantire che è una<br />

esperienza da vivere. E poi il giorno prima vis<strong>it</strong>are Palermo da turisti,<br />

mangiare insieme, “spaccarsi” dalle risate, divertirsi i maniera<br />

sana, si avverte la sensazione di r<strong>it</strong>ornare bambini vivendo momenti<br />

di spensieratezza. Per questo motivo, gli atleti del Running Palmi si<br />

possono r<strong>it</strong>enere fortunati, poiché riescono a praticare questo sport<br />

a livello amatoriale in contesti di divertimento, di benessere e di<br />

turismo. Pertanto, un inv<strong>it</strong>o a tutti gli interessati ad iscriversi all’associazione<br />

Running Palmi.<br />

Non mi resta che salutarvi e darvi appuntamento alla prossima<br />

occasione per potervi raccontare un’altra esperienza di sport e di<br />

amicizia.<br />

30<br />

intorno Allo sPort<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

LO SpOrtING pALmI trA IL DIVErtImENtO E<br />

LA CULtUrA SpOrtIVA...<br />

La nostra società sportiva è nata con l’intento di creare un gruppo<br />

di amici che siano giocatori, dirigenti, soci o semplici simpatizzanti<br />

che, sotto un unico e comune denominatore, qual’è la passione per il<br />

gioco del calcio, hanno voluto dare v<strong>it</strong>a ad una sana e simpatica realtà<br />

che oggi è lo Sporting Palmi. Una Società dove molti hanno, chi più e<br />

chi meno, dato il proprio contributo, a partire dalla decisione di creare<br />

la squadra di Ciccio e Maurizio Tedesco, alla gestione dirigenziale tra<br />

cui il presidente pasquale pellegrino, i presidenti Onorari Carmine melara<br />

e tonino Orlando, il cassiere Antonio zappone, il Vice presidente<br />

Rocco Schipill<strong>it</strong>i (alias Rocco TU), il segretario Pino Strangio(alias l’avvocato),<br />

Chicco Croc<strong>it</strong>ta, Dario Cambrea, Rocco Gagliostro, alla gestione<br />

tecnica di Franco Leonello (alias Moggi), persino alla scelta del nome<br />

del m<strong>it</strong>ico dott. pino Vincenzi, e per finire, all’infin<strong>it</strong>à di calciatori che<br />

in tre anni si sono sussegu<strong>it</strong>i. Non abbiamo la presunzione di fare calcio<br />

con la C maiuscola, perchè quello è un’altra cosa che, a Palmi, è già<br />

ben rappresentata dalla nostra cara e gloriosa US Palmese. Ma ci piace<br />

l’idea che, chi viene a vedere le nostre part<strong>it</strong>e, possa godere di uno<br />

spettacolo che quanto meno gli somigli nella forma, ci piace allo stesso<br />

tempo far trasparire la nostra volontà di divertirci col gruppo che abbiamo<br />

creato e con l’avversario di turno. Fino ad oggi, fortunatamente,<br />

ci siamo riusc<strong>it</strong>i! Perché siamo una squadra che fa gioco in modo spensierato<br />

e che non ha ambizioni di promozione o chissà quale altre mire,<br />

ci siamo riusc<strong>it</strong>i perché il nostro stare insieme è un angolino che ci<br />

siamo r<strong>it</strong>agliati per noi stessi, per fuggire dallo stress quotidiano e con<br />

in testa il solo desiderio di divertirsi. E per chi sostiene che la terza<br />

categoria sia solo un posto dove dover necessariamente l<strong>it</strong>igare e scontrarsi<br />

con avversari provenienti da realtà più degradate delle nostre,<br />

siamo costretti a malincuore a dire che, forse, è proprio la nostra cara<br />

e amatissima Palmi che calcisticamente porta la bandiera del degrado.<br />

Non facciamo riferimento solo alla struttura da terzo mondo, ma anche<br />

alla mental<strong>it</strong>à che abbiamo riscontrato in alcuni nostri compaesani<br />

quando ci siamo trovati da avversari, senza naturalmente voler fare di<br />

tutta l’erba un fascio... Lo sport ha aiutato molti di noi a crescere come<br />

uomini, ci ha resi più socievoli e più consapevoli di quelle che sono le<br />

realtà a noi vicine, siamo andati in paesi e c<strong>it</strong>tà dove, probabilmente,<br />

non ci saremmo mai andati se non fosse stato per lo sport. Queste realtà,<br />

si sono presentate a noi per quelle che erano, con le loro strutture<br />

e la loro educazione sportiva, si sono presentate e sono rimaste nella<br />

nostra memoria, per quello che noi abbiamo potuto vedere di loro e,<br />

mi riferisco a chi conosce lo storico Lo Presti; un po di vergogna, noi,<br />

la proviamo ogni domenica. Non ci interessa puntare il d<strong>it</strong>o su vecchie<br />

e nuove amministrazioni, ma ci preme sensibilizzare chi ci amministra<br />

ora e chi lo farà in futuro, affinchè capisca l’importanza civile, educativa<br />

e di immagine che lo sport ha in una c<strong>it</strong>tà, destinandogli le giuste<br />

attenzioni e le dovute risorse, soprattutto a Palmi! Si! Perché proprio<br />

il nostro paese, culla della cultura nella piana, è tenuto anche storicamente<br />

a rivestire un ruolo di traino culturale in ogni campo e che deve<br />

renderci più responsabili in tal senso. Noi dello Sporting Palmi, ci muoviamo<br />

nel nostro piccolo in tal senso. Vogliamo sensibilizzare la nostra<br />

c<strong>it</strong>tà e le realtà a noi vicine, ad uno sport più sano, facendo vedere<br />

che non e’ il risultato della part<strong>it</strong>a ciò che conta, ma il modo in cui<br />

essa viene interpretata e il grado di partecipazione che ne è scatur<strong>it</strong>o,<br />

da parte nostra come società sportiva, delle persone che ci seguono<br />

e ci vedono giocare e in fine, ma non ultimo in ordine di importanza,<br />

degli avversari. Perché per noi dello Sporting Palmi, gli avversari sono<br />

prima di tutto osp<strong>it</strong>i che devono essere trattati come tali, come se li<br />

osp<strong>it</strong>assimo a casa nostra. Nella speranza che lascino la nostra amata<br />

Palmi con il bel ricordo di una bella trasferta di sport e, perchè no, con<br />

un bagaglio culturale sportivo arricch<strong>it</strong>o... da noi!!!<br />

Auguri di Buone Feste Palmi e naturalmente ...Forza Sporting Palmi!<br />

Francesco Tedesco<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 31<br />

di Rocco Cadile<br />

Gianni Brera, il più grande<br />

giornalista sportivo che<br />

l’Italia abbia avuto, cosi ha detto<br />

di lui: “Quell’ira di Dio, il <strong>numero</strong><br />

sette, per la sua veloc<strong>it</strong>à e<br />

leggerezza nel correre, sembra<br />

volare”. Il noto giornalista presente<br />

per un servizio stampa,<br />

in quell’amichevole tra la Sampdoria<br />

che mil<strong>it</strong>ava in serie A e<br />

il Derthona, serie C, di Pino Cogliandro,<br />

protagonista indiscusso<br />

di quell’incontro, ebbe parole di<br />

elogio per quel giovanissimo atleta<br />

proveniente da Palmi. Pino,<br />

dopo aver percorso il cammino<br />

calcistico nelle giovanili della<br />

Palmese, allenati da don Peppe<br />

Tedesco, esordì giovanissimo in<br />

prima squadra sotto la guida di<br />

mister Soffrido che capì sin dal<br />

primo momento che lo vide giocare,<br />

che quel ragazzone biondo<br />

dagli occhi chiari aveva le<br />

carte in regola per diventare un<br />

campione. Infatti, al termine di<br />

quell’annata, la Palmese lo cedette<br />

al Derthona. Pino, partì<br />

con la valigia di cartone, alla ricerca<br />

di un futuro migliore e più<br />

dign<strong>it</strong>oso. Quanti sogni, quante<br />

speranze e aspettative. Voleva<br />

dare una risposta ai gen<strong>it</strong>ori,<br />

persone perbene di sani principi,<br />

e soprattutto ai fratelli Cic-<br />

intorno Allo sPort<br />

Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

PiNO COgLiaNDRO:UN SOgNO SVaNiTO<br />

pino Cogliandro, il secondo in piedi, campionato 1969-70,<br />

quando era idolo del Derthona<br />

di Rocco Cadile<br />

L<br />

’atletica minn<strong>it</strong>i, non finisce<br />

di stupire. Ancora una volta è<br />

stata protagonista nella manifestazione<br />

organizzata dal Com<strong>it</strong>ato Provinciale<br />

di Reggio Calabria che si è<br />

tenuta sulla pista del Campo Scuola<br />

del Rione Modena. I ragazzi allenati<br />

dai Proff. V<strong>it</strong>o Muratore e Michele<br />

Avenoso, non si sono sment<strong>it</strong>i, regalando<br />

ai loro allenatori, il record<br />

regionale nelle staffette 4x50 esor-<br />

cio e Carmelo che orgogliosamente<br />

lo seguivano con amore<br />

e trepidazione, ma anche agli<br />

amici e quei ragazzi che giocavano<br />

a calcio e s’identificavano<br />

in lui. Diventò sub<strong>it</strong>o il beniamino<br />

dei tifosi per i suoi gol sublimi<br />

e di rara fattura. Rappresentava<br />

il prototipo dell’attaccante di<br />

razza; veloce, scattante, dai funambolici<br />

e ubriacanti dribbling<br />

e una portentosa elevazione. La<br />

sua “cattiveria” e coraggio, affascinava<br />

e coinvolgeva, rappresentando<br />

al meglio la voglia battagliera<br />

di un ragazzo che voleva<br />

emergere, part<strong>it</strong>o da Palmi con<br />

la speranza di un riscatto sociale.<br />

talento, sacrificio e impegno<br />

lo portarono a farsi strada, tanto<br />

che arrivarono i complimenti<br />

e gli articoli sui giornali che<br />

gli aprirono le porte verso traguardi<br />

più prestigiosi. A tal propos<strong>it</strong>o<br />

possiamo c<strong>it</strong>are due singolari<br />

episodi; il primo, quando<br />

in elevazione superò il portiere<br />

battendo con la testa contro la<br />

traversa, subendo una lesione<br />

all’arcata sopraciliare; il secondo,<br />

nello spareggio, valevole per<br />

la permanenza nella categoria,<br />

quando presa la palla a centrocampo<br />

s’involò superando come<br />

birilli la difesa avversaria fermandosi<br />

poi sulla linea della porta<br />

guardando gli spalti, prima di<br />

Una figurina panini di quando<br />

Pino Cogliandro mil<strong>it</strong>ava nel<br />

Sorrento (in basso a sin.)<br />

buttare la palla dentro. Quello<br />

fu il gol della salvezza. L’anno<br />

dopo fu chiamato da Fulvio Bernardini<br />

l’ex C.T. della Nazionale,<br />

nella Sampdoria, dove iniziò il<br />

r<strong>it</strong>iro precampionato. Bernardini<br />

rigido alla disciplina, lo inv<strong>it</strong>ò ripetutamente<br />

a tagliarsi la barba<br />

e i capelli, richiamandolo ad un<br />

comportamento più responsabile,<br />

cercando di inculcargli il “dovere”<br />

di spendere bene quell’opportun<strong>it</strong>à<br />

e, sent<strong>it</strong>osi richiamato<br />

duramente, rispose con la spontane<strong>it</strong>à<br />

che lo contraddistingueva,<br />

“a calcio si gioca con i piedi<br />

e la testa”. Qualcosa in lui stava<br />

cambiando. Pino non aveva cap<strong>it</strong>o<br />

che a quei livelli bisognava<br />

ubbidire e rispettare le regole.<br />

Pagò quella risposta decisa e ingenua,<br />

con la successiva cessione<br />

al Sorrento in serie B. Pino<br />

ha sempre riconosciuto, in virtù<br />

della sua esperienza, “che a volte<br />

il talento non basta. Ci vuol<br />

ben altro per strappare il successo<br />

e l’etichetta di campione”.<br />

La sua testimonianza è un<br />

messaggio che vuole dare ai giovani<br />

promettenti, inv<strong>it</strong>andoli “a<br />

non farsi sfuggire le opportun<strong>it</strong>à<br />

pos<strong>it</strong>ive che la v<strong>it</strong>a ci offre”.<br />

pALmI: ALL’AtLEtICA mINNItI IL prImAtO rEGIONALE<br />

dienti, sia maschile che femminile,<br />

“sfrattando” dall’albo il primato<br />

regionale all’Atletica Olympus<br />

che deteneva dal 2002. Gli atleti<br />

della staffetta maschile composta<br />

da Andrea Costa, Giuseppe Saffioti,<br />

Andrea Riotto e Salvatore Scarfone<br />

hanno vinto con il tempo di 30”8,<br />

mentre quella femminile con Silvia<br />

Ferraro, Alice Caracciolo, Aurora<br />

Barone e Nikole Gismondo hanno<br />

fermato il cronometro a 33”1. Si è<br />

anche distinto Luca Sergi nella gara<br />

del giavellotto, mentre per la cate-<br />

Un famoso goal; entra in rete<br />

dopo aver saltato tutti, portiere<br />

compreso. Prima di segnare si<br />

ferma, orgoglioso, sulla linea.<br />

Aveva un legame profondo con<br />

la sua Palmi e, non disdegnava<br />

di rientrare per respirare aria di<br />

casa. Lo ricordiamo, a quei tempi<br />

con la lancia G.T. , un bolide<br />

che pochi potevano mantenersi.<br />

Evidentemente non aveva reciso<br />

il cordone ombelicale che lo<br />

legava alla sua terra, forse per<br />

questo motivo attraversò un periodo<br />

di confl<strong>it</strong>tual<strong>it</strong>à col pallone<br />

che fino a quel momento gli<br />

aveva dato tante soddisfazioni.<br />

Quell’anno disputò poche part<strong>it</strong>e<br />

in serie B. Ceduto all’Imperia,<br />

giocò un’altra annata, per poi rientrare<br />

a Palmi e giocare nella<br />

squadra locale. Probabilmente<br />

aveva med<strong>it</strong>ato quella scelta. Ed<br />

è proprio nel momento in cui il<br />

sogno svanisce, che Pino , invece<br />

di piangersi addosso, esamina la<br />

sua v<strong>it</strong>a e decide di intraprendere<br />

un’altra strada, fissando una<br />

scala di valori: l’amore per la<br />

sua compagna, i figli, gli affetti.<br />

Al posto di un mondo dorato percorso<br />

inseguendo un pallone, ne<br />

ha scelto un altro costru<strong>it</strong>o con<br />

il lavoro di tutti i giorni, facendo<br />

dalle piccole gioie quotidiane la<br />

propria ragione di v<strong>it</strong>a. Può essere<br />

condannato per questo?<br />

goria dei cadetti il miglior risultato<br />

è stato ottenuto da Andrè Brizzi<br />

nei 300 ad ostacoli. Il Prof. V<strong>it</strong>o muratore<br />

ha voluto sottolineare l’importanza<br />

della manifestazione e dei<br />

primati conquistati. “Lo sport è una<br />

metafora della v<strong>it</strong>a ed è parte integrante<br />

della stessa, soprattutto<br />

nell’età adolescenziale; è una via<br />

preferenziale per educare, perché<br />

non ammette mediocr<strong>it</strong>à chiedendo<br />

tutto. Nello sport così come nella<br />

v<strong>it</strong>a senza impegno e senza sacrifici<br />

nulla si ottiene”.

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