02.06.2013 Views

madreterra numero 12 - dicembre 2010 - Madreterranews.it

madreterra numero 12 - dicembre 2010 - Madreterranews.it

madreterra numero 12 - dicembre 2010 - Madreterranews.it

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

di Giuseppe Pardeo<br />

Il nome deriva da Wiki (di<br />

origine hawaiana e significa<br />

rapido,veloce; come Wikipedia,<br />

anche se non ha nulla a che fare<br />

con questa) e leak (dall’inglese<br />

leak, “perd<strong>it</strong>a”, “fuga” [di notizie]).<br />

Si tratta sostanzialmente<br />

di un s<strong>it</strong>o web di un’organizzazione<br />

internazionale che si<br />

occupa di pubblicare notizie e<br />

documenti che sono gelosamente<br />

tenuti segreti da qualsiasi<br />

tipo di ist<strong>it</strong>uzione: banche, governi,<br />

aziende… Accade quindi,<br />

clandestinamente ed in modo<br />

anonimo, che qualcuno (un mil<strong>it</strong>are,<br />

un dipendente, chiunque<br />

sia parte dell’ist<strong>it</strong>uzione e abbia<br />

accesso a questi documenti segreti)<br />

ruba queste notizie e le<br />

consegna al s<strong>it</strong>o web grazie a<br />

una “drop box” (software multipiattaforma<br />

che offre un servizio<br />

di sincronizzazione automatica<br />

di file), protetta da un potente<br />

sistema di cifratura.<br />

I files pubblicati da WikiLeaks<br />

sono in genere documenti di<br />

carattere governativo o aziendale,<br />

coperti da riservatezza,<br />

con informazioni che, divulgate,<br />

potrebbero nuocere alla stessa<br />

organizzazione. Lo scopo di rendere<br />

pubbliche tali informazioni<br />

scomode è dunque quello di informare<br />

tutto il mondo circa casi<br />

di comportamento illegale o non<br />

etico da parte di un governo o<br />

di una azienda. La stessa Wiki-<br />

Leaks dichiara di verificare l’autentic<strong>it</strong>à<br />

del materiale per poi<br />

pubblicarlo tram<strong>it</strong>e i propri server<br />

dislocati in Belgio e Svezia<br />

(due Paesi con leggi che proteggono<br />

tale attiv<strong>it</strong>à), preservando<br />

l’anonimato degli informatori e<br />

di tutti coloro che sono implicati<br />

nella “fuga di notizie”.<br />

Il s<strong>it</strong>o ha cominciato a pubblicare<br />

indiscrezioni nel 2006 (il primo<br />

dossier “rubato” si occupava<br />

del piano per uccidere i membri<br />

del governo somalo); da allora<br />

centinaia di informazioni molto<br />

scomode sono state divulgate<br />

(sul carcere di Guantánamo, sulla<br />

guerra in Afghanistan, etc.),<br />

ma solo in questi ultimi anni ha<br />

susc<strong>it</strong>ato tanta attenzione da<br />

parte dei media e degli utenti<br />

dell’intero globo per la mole<br />

d’informazioni delicate che riguardano<br />

le amministrazioni di<br />

molti Paesi, non ultime, quelle<br />

di questi giorni. ll 28 novembre<br />

<strong>2010</strong> infatti WikiLeaks ha pub-<br />

10<br />

Punti di vistA<br />

WIkILeAkS, IL NuOVO<br />

VOLTO DeLLO SPIONAGGIO<br />

Se ne parla in questi giorni per gli scossoni che ha dato al mondo<br />

diplomatico mondiale, ma che cos’è davvero WikiLeaks?<br />

blicato la più ingente rassegna<br />

di documenti riservati sulle diplomazie<br />

occidentali mai resi<br />

noti al grande pubblico. Questa<br />

nuova sfornata di documenti sta<br />

imbarazzando la diplomazia di<br />

Washington; cosa che non era<br />

accaduta, a questi livelli, con le<br />

altre fughe di notizie. Come mai?<br />

Tra le scorse fughe di notizie e<br />

questa c’è una grande differenza,<br />

legata soprattutto al fatto<br />

che nel primo caso la documentazione<br />

era quasi esclusivamente<br />

mil<strong>it</strong>are mentre ora si tratta<br />

di documentazione diplomatica.<br />

Paradossalmente, questa seconda<br />

ondata può essere ancora più<br />

dannosa e creare più problemi,<br />

perché le documentazioni diplomatiche<br />

contengono considerazioni,<br />

analisi e riflessioni decisamente<br />

imbarazzanti per alcuni<br />

Governi. Forse non ci sarà niente<br />

di sconvolgente, anche perché<br />

altrimenti i giornali, che hanno<br />

avuto i documenti in anteprima,<br />

lo avrebbero già messo in evidenza,<br />

ma c’è materiale che per<br />

lungo tempo creerà tutta una serie<br />

di tensioni e di complicazioni<br />

nei rapporti tra varie cap<strong>it</strong>ali.<br />

In effetti nei circa 260.000 documenti<br />

messi on-line da WikiLeaks<br />

ce n’è per tutti, amici e nemici:<br />

i premier zapatero e Cameron, i<br />

reali di Buckingham Palace, Israele<br />

ed anche il governo <strong>it</strong>aliano.<br />

Per quanto concerne appunto<br />

l’Italia, oltre ai noti commenti su<br />

Berlusconi (“incapace e stanco<br />

per i festini selvaggi e portavoce<br />

di Putin”) è emersa inoltre una<br />

querelle fra Roma e Washington<br />

sulla vend<strong>it</strong>a <strong>it</strong>aliana, nel 2004,<br />

di dodici navi veloci a Teheran,<br />

con le quali la marina iraniana<br />

avrebbe potuto attaccare le<br />

navi americane del Golfo. Gli<br />

Usa impiegarono quasi un anno<br />

a convincere l’Italia a bloccare<br />

l’esportazione delle navi, ma ormai<br />

undici delle dodici erano già<br />

state consegnate a Teheran. Possiamo<br />

dunque affermare che WikiLeaks<br />

abbia cambiato in poco<br />

tempo i connotati allo spionaggio<br />

mondiale ed il suo creatore,<br />

Julian Paul Assange, sia balzato<br />

agli onori della cronaca come<br />

l’emblema della democrazia e<br />

della trasparenza. Assange, noto<br />

ai più per le sue azioni di hackeraggio<br />

del passato, oggi rischia la<br />

galera perché accusato di stupro<br />

e molestie nei confronti di due<br />

donne, ma in molti, pensano che<br />

siano delle banali accuse montate<br />

ad arte per colpire il cervello<br />

di WikiLeaks ed eliminare così,<br />

una realtà fastidiosa che mina la<br />

credibil<strong>it</strong>à di molte grandi potenze<br />

mondiali. Il s<strong>it</strong>o è curato inoltre<br />

da giornalisti, attivisti, dissidenti<br />

del governo cinese, scienziati.<br />

I c<strong>it</strong>tadini di ogni parte del<br />

mondo possono e sono inv<strong>it</strong>ati<br />

ad inviare materiale “che porti<br />

alla luce comportamenti non<br />

etici di governi e aziende”. Gran<br />

parte dello staff del s<strong>it</strong>o, come<br />

gli stessi fondatori del progetto,<br />

rimangono anonimi. Ma l’interrogativo<br />

principale resta uno:<br />

perché Assange ed il suo staff<br />

fanno tutto questo? Sono <strong>numero</strong>si<br />

coloro che in questi giorni<br />

cercano di dare una risposta ai<br />

motivi dell’azione di WikiLeaks.<br />

L’australiano Assange continua<br />

ad essere una persona molto misteriosa;<br />

sembra molto difficile<br />

che sia riusc<strong>it</strong>o a ottenere tutta<br />

questa documentazione senza<br />

nessun tipo di input, o solo per<br />

iniziativa di un soldato americano<br />

di 23 anni. Chi ci sia dietro Assange<br />

è un interrogativo che affascina<br />

gli amanti delle teorie di<br />

cospirazione. La risposta che mi<br />

viene in mente è che ci troviamo<br />

di fronte ad un nuovo modo<br />

di fare spionaggio, che ci sia<br />

qualche servizio di intelligence<br />

che – nel tentativo di scred<strong>it</strong>are<br />

gli USA – ne abbia trovato, grazie<br />

alla rete, una nuova modal<strong>it</strong>à. In<br />

questo caso, quindi, non è assurdo<br />

parlare di complotto poiché<br />

ci sarebbero tanti elementi a<br />

sostegno di tale ipotesi. Questa<br />

è la classica azione che sembra<br />

avere dietro un coordinamento.<br />

Occorrerebbe capire, tanto<br />

per fare un esempio, quale sia il<br />

sostegno finanziario di Assange.<br />

Come riesce a fare tutto quello<br />

che fa? C’è il sospetto che questi<br />

finanziamenti e lo stesso input<br />

dell’operazione arrivino da qualche<br />

mano straniera (la Cina?).<br />

L’ipotesi che ci sia dietro un tentativo<br />

di scred<strong>it</strong>are Obama e di<br />

dare un colpo alla fiducia nella<br />

sua pol<strong>it</strong>ica estera e nel suo intento<br />

di attuare un’apertura al<br />

mondo mediorientale, può avere<br />

una sua valid<strong>it</strong>à. Per concludere<br />

vorrei cogliere il propos<strong>it</strong>o latente<br />

di WikiLeaks, ovvero quello di<br />

tentare di diffondere al mondo le<br />

ver<strong>it</strong>à nascoste, ma considerando<br />

che il mondo in cui viviamo<br />

si erige sull’ipocrisia, mi chiedo<br />

se questo strumento non possa<br />

rovinare i già fragili equilibri su<br />

cui si reggono i rapporti fra i vari<br />

Stati?<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 11<br />

IL wEB DELLE FONTI ENERGETIChE<br />

di Marco Bentivogli<br />

Il fatto di vivere la più difficile<br />

congiuntura economica<br />

registrata dal 1929, rende difficile<br />

pensare ad aspetti che potremmo<br />

definire economico-antropologici,<br />

o di scenario.<br />

Il mercato della informazione<br />

di massa – necessariamente improntato<br />

alla analisi di breve periodo<br />

- preferisce parlare di crisi<br />

e di fallimento delle promesse<br />

della globalizzazione, piuttosto<br />

che riconoscere i segni di forze e<br />

tendenze in atto da decenni. E’ il<br />

caso dell’incremento del tasso di<br />

disoccupazione e della riduzione<br />

della produttiv<strong>it</strong>à che accomunano,<br />

pur con connotazioni estremamente<br />

diverse, le due sponde<br />

dell’Atlantico.<br />

Alla stessa stregua, un Paese<br />

povero di risorse e in retroguardia<br />

nei settori legati alle tecnologie<br />

informatiche come l’Italia, non<br />

sembra pronto ad una analisi trasversale<br />

delle tendenze in grado di<br />

promuovere occasioni di sviluppo<br />

non convenzionali in settori v<strong>it</strong>ali<br />

come quello dell’energia. Se,<br />

come teorizzava Peter Drucker,<br />

“la scomparsa del lavoro quale<br />

fattore chiave della produzione<br />

sta per emergere come la questione<br />

cr<strong>it</strong>ica irrisolta della società<br />

cap<strong>it</strong>alistica”, è altrettanto vero<br />

che questa crisi si presenta all’alba<br />

di un’era che sarà dominata da<br />

nuove tecnologie e che dovrà fondarsi<br />

su nuove fonti e modelli di<br />

consumo energetici, che potranno<br />

contribuire a mutare gli scenari<br />

geopol<strong>it</strong>ici mondiali.<br />

L’era moderna per come la conosciamo<br />

è stata resa possibile<br />

dalla enorme disponibil<strong>it</strong>à energetica<br />

garant<strong>it</strong>a dai combustibili<br />

fossili, ma non ha conosciuto un<br />

percorso semplicemente lineare.<br />

Nel salto corrispondente al<br />

passaggio dal predominio inglese,<br />

basato sul carbone, a quello<br />

americano, improntato allo sfruttamento<br />

intensivo dei giacimenti<br />

petroliferi, il sistema economico è<br />

diventato fortemente verticistico.<br />

La intens<strong>it</strong>à di cap<strong>it</strong>ale necessaria<br />

al reperimento e sfruttamento dei<br />

giacimenti ha favor<strong>it</strong>o la creazione<br />

di colossi internazionali ed il<br />

successo di strutture fortemente<br />

improntate alle economie di scala,<br />

fino a concentrare la maggior parte<br />

del potere economico planetario<br />

nei consigli di amministrazione<br />

di circa cinquecento Aziende.<br />

Per converso, se vediamo la rivoluzione<br />

dei computer e del World<br />

Wide Web come l’ultimo grande<br />

prodotto della civiltà indus-triale<br />

classica, dominata dalla fisica e<br />

dalla chimica, non possiamo mancare<br />

di notare come la nuova era,<br />

già proiettata nel biotech, sia profondamente<br />

informata dal concetto<br />

di rete. Un modello più “democratico”<br />

che , se prendesse piede<br />

nel settore dell’energia, potrebbe<br />

avere conseguenze dirompenti non<br />

solo nel mondo dell’economia, ma<br />

rimodellare l’intera società.<br />

Per comprendere l’importanza<br />

della variabile energetica a livello<br />

economico e geopol<strong>it</strong>ico, basterà<br />

ricordare come il crollo dell’Unione<br />

Sovietica si sia concretizzato in<br />

segu<strong>it</strong>o ad un prolungato periodo<br />

di depressione del mercato petrolifero.<br />

Il prezzo del barile a quindici<br />

– venti dollari e la conseguente<br />

impossibil<strong>it</strong>à di mantenere gli alti<br />

costi del proprio sistema sociale<br />

ed internazionale, minarono concretamente<br />

il logoro tessuto del<br />

pianeta URSS, esaltandone le contraddizioni<br />

ed accelerandone - in<br />

ultima analisi - il cedimento.<br />

Siamo oggi in una fase pol<strong>it</strong>icamente<br />

molto diversa, ma di estremo<br />

divenire dal punto di vista<br />

energetico e tecnologico: si discute<br />

della consistenza delle riserve<br />

petrolifere mondiali, di un concreto<br />

impulso al nucleare, di fonti<br />

rinnovabili, di idrogeno, ma in<br />

modo quasi schizofrenico e senza<br />

riflettere sulle implicazioni sociali<br />

che potranno avere i diversi modelli<br />

di sviluppo.<br />

Per cercare di fare ordine, in<br />

primo luogo, si può provocatoriamente<br />

dire che il concetto di<br />

picco della produzione mondiale<br />

sia – di fatto – una chimera: i riflessi<br />

sulle valorizzazioni di borsa<br />

delle Società petrolifere, fanno sì<br />

che i dati sulle riserve siano spesso<br />

altamente inaffidabili e, d’altra<br />

parte il concetto stesso di riserva<br />

è spesso determinato da fattori<br />

economici, più che tecnologici.<br />

Prima che il prezzo del barile salisse<br />

a centoquaranta dollari, le<br />

sabbie b<strong>it</strong>uminose del Canada non<br />

erano comprese nel novero delle<br />

riserve, ma questo è puntualmente<br />

accaduto una volta “spostata<br />

l’asticella”, che ha dato anche<br />

ulteriore impulso alle tecnologie<br />

estrattive ed alla fruibil<strong>it</strong>à economica<br />

di vecchi giacimenti.<br />

Punti di vistA<br />

Si può quindi pensare che il<br />

costo della riforma del sistema<br />

energetico e sociale basato sui<br />

combustibili fossili fornisca un<br />

valido meccanismo di protezione<br />

ed una notevole inerzia al cambiamento,<br />

resa ancora più sensibile<br />

dal contemporaneo risveglio<br />

dell’interesse nutr<strong>it</strong>o verso altre<br />

fonti energetiche tradizionalmente<br />

“centralizzate” e ad alta intens<strong>it</strong>à<br />

di cap<strong>it</strong>ale quale il nucleare.<br />

Ci troveremmo quindi in una fase<br />

storica caratterizzata da successivi<br />

aggiustamenti che, in mancanza<br />

di imprevedibili accelerazioni<br />

geopol<strong>it</strong>iche o religiose, garantiranno<br />

il perpetuarsi del successo<br />

del sistema attuale.<br />

Consideriamo invece l’attuale<br />

scenario di economie in difficoltà,<br />

con ridotte possibil<strong>it</strong>à di accedere<br />

al cred<strong>it</strong>o e cosa potrebbe significare<br />

lo sviluppo di nuove centrali<br />

nucleari compatte, una sorta di<br />

“cubo energetico” interrato pensato<br />

per fornire energia a circa<br />

20.000 utenze, la creazione di<br />

campi fotovoltaici nelle zone desertiche,<br />

il completamento delle<br />

super-reti energetiche ad altissima<br />

tensione pensate per mettere<br />

in rete i parchi eolici del Mare del<br />

Nord e della Spagna, i grandi bacini<br />

idroelettrici, le centrali che<br />

sfruttano i salti di marea, ecc.<br />

Si passerebbe ad una filiera<br />

energetica diffusa dal punto di<br />

Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

vista della distribuzione e della<br />

produzione, fortemente integrata<br />

per ridurre le costose ridondanze<br />

e riserve richieste dal sistema<br />

attuale, con al centro la rete distributiva,<br />

piuttosto che il fattore<br />

produttivo. Si avrebbe quindi un<br />

World Wide Web della energia nel<br />

quale – al lim<strong>it</strong>e - ogni singola un<strong>it</strong>à<br />

ab<strong>it</strong>ativa potrebbe essere contemporaneamente<br />

utilizzatrice e<br />

forn<strong>it</strong>rice.<br />

Le basi teoricamente esistono<br />

già: il piccolo impianto fotovoltaico<br />

domestico da 3 kW viene oggi<br />

collegato alla rete in modal<strong>it</strong>à di<br />

scambio, ma con lo sviluppo dei<br />

pannelli ad alta efficienza, come<br />

quelli a tripla giunzione e la auspicata<br />

diffusione di automobili a<br />

celle di combustibile lo scenario<br />

cambierebbe radicalmente.<br />

Alle aggregazioni sovranazionali<br />

di stati dovrebbe essere demandato<br />

lo sviluppo di centrali di<br />

potenza relativamente lim<strong>it</strong>a rispetto<br />

quella oggi disponibile e lo<br />

sviluppo di infrastrutture di scambio<br />

e trasporto efficienti. L’iniziativa<br />

e l’investimento privato – al<br />

lim<strong>it</strong>e familiare – potranno fornire<br />

la restante parte della potenza,<br />

cogliendo opportun<strong>it</strong>à di business<br />

oggi appannaggio di poche Aziende<br />

fortemente cap<strong>it</strong>alizzate ed<br />

organizzate, liberando al tempo<br />

stesso ingenti risorse statali.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!