madreterra numero 12 - dicembre 2010 - Madreterranews.it
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Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
Punti di vistA<br />
le trAdizioni nAtAlizie A PAlmi<br />
di Carmela Gentile<br />
Siamo giunti al mese più<br />
bello dell’anno: Dicembre.<br />
Questo mese è un magico miscuglio<br />
di tradizioni religios<strong>it</strong>à<br />
e… consumismo. I più piccoli lo<br />
attendono con ansia soprattutto<br />
perché è foriero di doni. Gli studenti<br />
anelano la pausa natalizia<br />
dalle lezioni e gli adulti, diciamolo,<br />
sono contagiati dal clima<br />
festoso che inev<strong>it</strong>abilmente accompagna<br />
le feste natalizie. La<br />
gente oggi fa la corsa ai regali,<br />
un po’ per tradizione, un po’<br />
per “sdeb<strong>it</strong>arsi” di qualche piccolo<br />
favore secondo la mental<strong>it</strong>à<br />
paesana.<br />
Ma io personalmente, quando<br />
si avvicina Natale non posso<br />
fare a meno di abbandonarmi<br />
ai ricordi di quando, bambina,<br />
vivevo un Natale sicuramente<br />
più semplice, con meno doni e<br />
meno luci di oggi, ma il cui ricordo<br />
nella mia memoria ha lasciato<br />
una traccia così vivida che<br />
nemmeno cento luminarie, tutte<br />
accese contemporaneamente<br />
potrebbero lasciare.<br />
Mi riferisco ai primi anni sessanta,<br />
quando ancora il nostro<br />
Paese era giovane, ma vivo. La<br />
v<strong>it</strong>a sprizzava da tutti i pori e<br />
anche se la gente era semplice e<br />
con minori possibil<strong>it</strong>à economiche,<br />
portava nel cuore una seren<strong>it</strong>à,<br />
una gioia ed una spensieratezza<br />
che oggi purtroppo non<br />
possediamo più. Noi bambini,<br />
attendevamo le feste natalizie<br />
con grande ansia. La scuola<br />
veniva sospesa per un discreto<br />
periodo e le case profumavano<br />
di agrumi, frutta secca e dolci.<br />
Si andava in Chiesa e si facevano<br />
i preparativi per la Magica Notte.<br />
Ogni casa aveva il suo presepe,<br />
l’Albero di Natale poteva anche<br />
mancare, ma bello o brutto,<br />
grande o piccolo c’era il Presepe!<br />
Ricordo che mio padre, sin da<br />
bambino si dilettava a costruire<br />
dei paesaggi che somigliassero<br />
in maniera sempre più evidente<br />
alla realtà. Costruiva casette,<br />
ruscelli, prati, monti e alla fine<br />
deponeva le statuine, con religiosa<br />
cura, per non romperle<br />
perché erano di terra cotta o di<br />
carta pesta. Il Bambinello veniva<br />
deposto nella mangiatoia il giorno<br />
di Natale, mentre i Magi arrivavano<br />
il giorno dell’Epifania,<br />
con i loro mantelli lussuosi e le<br />
loro corone e i doni preziosi che<br />
contrastavano con la povertà di<br />
tutte le altre statuine. E poi i<br />
doni per i bambini arrivavano la<br />
notte dell’Epifania. Era la befana<br />
a portare ai bambini i tanto<br />
attesi giochi, Babbo Natale lo si<br />
menzionava poco, non era giusto<br />
che in un giorno così magico per<br />
la cristian<strong>it</strong>à, il ruolo di protagonista,<br />
che era quello della<br />
Nativ<strong>it</strong>à, venisse usurpato da un<br />
nordico personaggio che di religioso<br />
aveva poco, anche se rappresentava<br />
in realtà Santa Klaus,<br />
San Nicola (secondo le tradizioni<br />
nordiche che furono importate<br />
nel nostro Paese qualche anno<br />
più tardi). Ma la befana, quanto<br />
la attendevamo noi bambini!<br />
L’attesa cresceva di giorno in<br />
giorno fino a diventare frenesia<br />
la notte dell’Epifania. Era tanta<br />
l’ecc<strong>it</strong>azione che non riuscivamo<br />
a dormire, ma il timore di incontrare<br />
la vecchietta ci inchiodava<br />
nei nostri lettini fino al mattino.<br />
A quel punto iniziava la caccia<br />
per tutta la casa e qualche gen<strong>it</strong>ore<br />
burlone, che ne approf<strong>it</strong>tava<br />
per rammentare ai bambini<br />
che i doni bisogna pur mer<strong>it</strong>arseli,<br />
metteva qua e là qualche<br />
pezzettino di carbone in una<br />
sorta di caccia al tesoro in cui<br />
prima venivano trovati i frutti<br />
delle marachelle (Cenere e carbone)<br />
ma poi infine si arrivava ai<br />
tanto agognati doni. Di sol<strong>it</strong>o era<br />
la bambola del cuore o la bici-<br />
8<br />
cletta o comunque l’oggetto del<br />
desideri di un intero anno. Finalmente<br />
l’ansia veniva placata ed<br />
i bambini salutavano il Natale<br />
contenti e soddisfatti.<br />
Forse sono soltanto nei miei<br />
ricordi esiste un divario tra questi<br />
pochi anni Sessanta –Duemila,<br />
incolmabile. Ma io non lo credo.<br />
Negli anni sessanta io ero una<br />
bambina, ma anche il nostro<br />
Paese era giovane e sognava che<br />
da grande sarebbe stato tanto<br />
felice! Ma evidentemente il benessere<br />
economico non va di<br />
pari passo con la felic<strong>it</strong>à, di cui<br />
oggi abbiamo solo una parvenza,<br />
sempre preoccupati come siamo<br />
per le nostre cose. Ma la spir<strong>it</strong>ual<strong>it</strong>à,<br />
in particolare l’essenza<br />
religiosa del Natale che fine ha<br />
fatto? Come ogni cosa, il progresso<br />
e la tecnologia sono riusc<strong>it</strong>i<br />
a “sporcare” anche quella<br />
magica Festa, rendendola un<br />
tour de force di acquisti, doni,<br />
abbuffate. Mi chiedo cosa abbia<br />
a che fare tutto ciò con un<br />
povero Bimbo deposto in una<br />
mangiatoia, ricoperto di stracci<br />
e riscaldato dal fiato del bue e<br />
dell’asinello.<br />
Questa immagine è lontanissima<br />
dallo sfavillio delle moderne<br />
feste natalizie, ma forse, complice<br />
la crisi degli ultimi anni,<br />
potrebbe essere il momento<br />
buono per recuperare le belle<br />
tradizioni natalizie paesane, per<br />
rinsaldare i legami familiari e per<br />
riflettere un po’. farebbe tanto<br />
bene fermare un attimo la quotidiana<br />
frenesia che caratterizza<br />
i giorni nostri e med<strong>it</strong>are, andare<br />
in Chiesa per seguire la Novena<br />
e la l<strong>it</strong>urgia pre-natalizia e soffermarsi,<br />
chinare il capo con umiltà<br />
per accogliere la pace e la<br />
seren<strong>it</strong>à nel nostro animo. Così<br />
dovrebbe essere lo spir<strong>it</strong>o natalizio<br />
che ci consenta di uscire<br />
rinfrancati e medicati e non ulteriormente<br />
stressati da corse,<br />
doni, nottate e abbuffate.<br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />
MADRETERRA Palmi & Dintorni<br />
REGISTRAZIONE AL TRIB. DI PALMI Nr.<br />
1 / <strong>2010</strong><br />
Anno 1 - Numero <strong>12</strong> - Dicembre <strong>2010</strong><br />
Direttore respons.: Francesco Massara<br />
Coadiuvatori: Paolo Ventrice<br />
Andrea Ortuso<br />
Collaboratori di REDAZIONE<br />
Lucia Ortuso<br />
Saverio Pet<strong>it</strong>to<br />
Cettina Angì<br />
Giovanni Bruzzese<br />
Nella Cannata<br />
Giuseppe Cricrì<br />
Walter Cricrì<br />
Salvatore De Francia<br />
Dario Galletta<br />
Claudia Gargano<br />
Laura Giusti<br />
Teresa Laganà<br />
Ed<strong>it</strong>ore: Associazione Culturale Madreterrra<br />
Sede Palmi - Via ss.18 km 485.30<br />
P.I. 02604200804<br />
Cod. Fisc. 91016680802<br />
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Mobile - Paolo Ventrice 335 6996255<br />
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Progetto Grafico:<br />
A.Ortuso - W. Cricrì - P. Ventrice<br />
Impaginazione grafica:<br />
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www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 9<br />
mistero del nAtAle e...<br />
teAtro dellA v<strong>it</strong>A!<br />
di Attilio Scarcella<br />
invece, a molti di noi ac-<br />
E cade, proprio in occasione<br />
di questa solenn<strong>it</strong>à, di ab<strong>it</strong>are a<br />
stretto contatto di gom<strong>it</strong>o con<br />
l’origine della nostra v<strong>it</strong>a; di provare<br />
la vertigine di chi si trova<br />
per un giorno, a sua insaputa,<br />
gettato lungo il sentiero faticoso<br />
e disagevole della ricerca, della<br />
direzione di senso da dare alla<br />
propria v<strong>it</strong>a, con l’amara sensazione<br />
–a me pare– che il teatro del<br />
mondo, in questo giorno, ci vede,<br />
ci r<strong>it</strong>rae, ci configura non come<br />
protagonisti, eroi, primi attori,<br />
interpreti e padroni assoluti della<br />
scena, ma come marionette e<br />
burattini mossi da disegni e scopi<br />
che ci sovrastano e ci conducono<br />
verso una direzione ignota.<br />
E’ sull’onda di questa emozione,<br />
in quest’idea del Natale non<br />
come scialo, sperpero, consumo,<br />
ma come r<strong>it</strong>orno al grembo materno,<br />
all’abbraccio con il mondo,<br />
con i nostri cari, con l’intera<br />
uman<strong>it</strong>à, è in quest’idea del<br />
Natale che la gioia della festa si<br />
espande e diventa commozione,<br />
pensiero in cammino alla ricerca<br />
della propria ident<strong>it</strong>à.<br />
Abbandonarsi ai ricordi del Natale<br />
è vedere di nuovo la stella<br />
che puntuale r<strong>it</strong>orna sulla grotta<br />
di Betlem a illuminare il senso<br />
di una vicenda, all’interno della<br />
quale l’uman<strong>it</strong>à, con tutto il fardello<br />
e il bagaglio della sua storia,<br />
è in cammino e si trova a fare<br />
i conti da più di duemila anni.<br />
Il richiamo alla nasc<strong>it</strong>a di Gesù<br />
– “Messia” della pace e della speranza<br />
– che il cristianesimo ripropone<br />
alla cultura dell’Occidente<br />
e a tutti gli uomini di buona volontà,<br />
riassume allora in sé il più<br />
grande, il più profondo, il più<br />
impenetrabile di tutti i misteri:<br />
e cioè, la dinamica di tenebra e<br />
luce, il movimento che dalla pienezza<br />
ed un<strong>it</strong>à dell’eterno, dalla<br />
perfezione di Dio, s’incarna nel<br />
mondo e nella storia per diventare<br />
direzione, senso e significato<br />
da dare alla nostra della v<strong>it</strong>a.<br />
Alla v<strong>it</strong>a dell’uman<strong>it</strong>à.<br />
In un mondo ag<strong>it</strong>ato e sconvolto<br />
da infin<strong>it</strong>a violenza, da<br />
guerre, da confl<strong>it</strong>ti tra stati, popolazioni,<br />
etnie, in un contesto<br />
storico, insomma, dominato dalla<br />
globalizzazione dei processi<br />
storici e sociali, la domanda è:<br />
Dio –attraverso la festa del santo<br />
Punti di vistA<br />
“n o n so c h i s o n o!” c o s ì s h a k e s p e a r e in u n a s c e n a d e l l’a m l e to. e’ f o r s e d a q u i, d a q u e s to s m a r r i m e n to<br />
esistenziale, c h e n a s c e q u e l va g a r e n e l l’i n s e n s at e z z a e n e l l’immaginazione c h e c i s o r p r e n d e a n ata l e q u a n d o,<br />
to r n at i nella c a s a d o v e s i a m o n at i per f e s t e g g i a r e assieme a n o s t r a m a d r e, n o s t r o pa d r e, i n o s t r i c a r i,<br />
q u e s ta ricorrenza c o s ì s o l e n n e, c e r c h i a m o, a l c o n t r a r i o, u n s i c u r o rifugio nella m e m o r i a e tentiamo d i<br />
a g g r a p pa r c i a f r a m m e n t i disun<strong>it</strong>i e s c o m p o s t i d e i n o s t r i r i c o r d i, f o to g r a m m i o r m a i in bilico t r a presente e<br />
pa s s ato; c r e p e in u n a m u r a g l i a c h e f i n o a l g i o r n o p r i m a s e m b r ava dovesse delim<strong>it</strong>are e c i r c o s c r i v e r e per s e m p r e<br />
il n o s t r o m o n d o, r i c o n d u c e n d o alla f i n e il c a m p o d’a z i o n e alla effimera r o u t i n e e quotidian<strong>it</strong>à d e l divenire.<br />
Natale – parla ancora all’uomo?<br />
Certo che sì! Per mezzo del<br />
suo Figlio, Dio rinnova il mistero<br />
dell’Incarnazione e parla<br />
all’uman<strong>it</strong>à; ad un’uman<strong>it</strong>à,<br />
però, distratta dal consumismo<br />
più esasperato e prepotentemente<br />
affaccendata a celebrare<br />
i valori del relativismo, del materialismo,<br />
della voluttà, del godimento,<br />
dell’effimero.<br />
La gioia del Natale, invece, e<br />
la nasc<strong>it</strong>a di Gesù, sono proiettate<br />
in tutt’altra dimensione:<br />
vogliono rinnovarci, ancora una<br />
volta, il simbolo di quella dinamica<br />
che dalle tenebre porta<br />
alla luce. Dinamica probabilmente<br />
destinata a divenire il simbolo<br />
di ogni uomo, che per nascere<br />
deve “venire alla luce” da quel<br />
“fondo oscuro” che è il grembo<br />
materno; quel grembo dove<br />
siamo concep<strong>it</strong>i, certo, per una<br />
nasc<strong>it</strong>a, e che però, da sola, non<br />
basta a se stessa quando giunge<br />
alla luce, ma ha bisogno d’amore,<br />
di guida, di aiuto per trovare<br />
il suo senso.<br />
Ecco, allora, cos’è il Natale: un<br />
messaggio d’amore verso chi ci<br />
ha dato la luce, ma anche verso<br />
“Chi” nella luce guida, dirige e<br />
dà un senso alla nostra vicenda<br />
di v<strong>it</strong>a.<br />
E’ per questo, forse, da duemila<br />
anni, che dalla capanna di<br />
Betlem giunge e si rinnova una<br />
lezione di fede e di umiltà; di<br />
car<strong>it</strong>à, di amore e di servizio in<br />
direzione di tutta l’uman<strong>it</strong>à. Un<br />
messaggio, insomma, di speranza,<br />
affinché ogni creatura possa<br />
rinascere interiormente a se<br />
stessa, essere grotta di rigenerazione,<br />
notte buia in cammino<br />
verso il dies natalis, verso il nuovo<br />
giorno.<br />
Quali le condizioni affinché<br />
tutto ciò si realizzi?<br />
Il presupposto necessario perché<br />
possiamo accogliere e comprendere<br />
il senso di questa rinasc<strong>it</strong>a<br />
interiore non può essere<br />
che uno solo: la fede, la certezza<br />
che “Dio è con noi” e che assie-<br />
Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
me a noi – attraverso la presenza<br />
del suo figlio Cristo Gesù – vuole<br />
realizzare la fratellanza, la salvezza,<br />
la pace tra gli uomini.<br />
Dopo duemila anni di storia,<br />
sembra che l’uman<strong>it</strong>à e l’uomo<br />
che in essa camminano, non siano<br />
ancora riusc<strong>it</strong>i a saldare la<br />
loro storia, la loro v<strong>it</strong>a, la loro<br />
esistenza con questo messaggio<br />
d’amore e di fratellanza che<br />
Cristo Gesù ci ha portato.<br />
Ben venga, allora, il Natale<br />
se esso ci aiuta a liberarci dalla<br />
quotidian<strong>it</strong>à e a non fuggire da<br />
questa nostra sete di autentic<strong>it</strong>à<br />
ed istanza di rinasc<strong>it</strong>a interiore.<br />
Ben venga il Natale, solenn<strong>it</strong>à<br />
in cui ci si raccoglie attorno<br />
alla famiglia, festa del r<strong>it</strong>orno a<br />
casa, dei gesti, dei doni a grandi<br />
e bambini. E tuttavia però, non<br />
guardiamo il Natale con occhi innocenti,<br />
perché tante altre creature<br />
sparse per il mondo soffrono<br />
un piatto di minestra e il calore<br />
di un abbraccio.<br />
Non nascondiamoci dietro lo<br />
sguardo dei bambini. Impegnia-<br />
moci, piuttosto, già domani e<br />
per i giorni a venire a credere<br />
nel messaggio di ver<strong>it</strong>à e di amore<br />
che il Natale ci lascia, consapevoli<br />
che l’aspirazione di ogni<br />
uomo a vivere nella fratellanza e<br />
nella pace non può restare solo<br />
un desiderio, ma deve diventare<br />
impegno ad operare concretamente<br />
in ogni circostanza.<br />
tutto questo affinché, il messaggio<br />
umile e silenzioso che<br />
viene dalla capanna di Betlemme,<br />
faccia nascere anche nei<br />
nostri cuori il seme della gioia e<br />
dell’amore; un seme che ci porti<br />
ad incarnare questi due sentimenti<br />
nella nostra v<strong>it</strong>a; a gridarli<br />
con tutta la forza e la certezza<br />
di chi è convinto che la misura<br />
dell’amore... è un amore senza<br />
misura!