madreterra numero 12 - dicembre 2010 - Madreterranews.it
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Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
Qualche mese fa è stato<br />
“rispolverato” il vecchio,<br />
caro cinema Cilea<br />
e sono giunti, in redazione, non<br />
pochi complimenti, sia per l’articolo<br />
di Cettina Angì che in poche<br />
righe è riusc<strong>it</strong>a a riesumare<br />
ricordi speciali di un tempo che<br />
fu, sia per le immagini che la incomparabile<br />
Maria Rosaria Trapasso,<br />
ha saputo “rubare” all’interno<br />
della vecchia struttura.<br />
Noi ringraziamo chi ha scr<strong>it</strong>to<br />
e ringraziamo, soprattutto, giuseppe<br />
arena per le immagini,<br />
davvero ricche di storia, che ci<br />
ha inviate.<br />
Ci sembra doveroso, quindi,<br />
riempire queste pagine di scorci<br />
<strong>12</strong><br />
sPAzio Ai lettori<br />
CinemA CileA . . . Atto 2°<br />
palmesi con foto, nomi e ricordi<br />
c<strong>it</strong>ati, con evidente fervore, da<br />
chi ha trascorso la sua giovinezza<br />
a Palmi, da chi è cresciuto tra<br />
quei giovani che fieri si mostrano,<br />
sul palco del Cilea... che fu.<br />
Non c’è da dire altro, se non<br />
tuffarsi nelle parole e nelle immagini<br />
di queste pagine.<br />
Un particolare ringraziamento<br />
va fatto anche a giuseppe (Popine)<br />
Repaci, per la gentilezza con<br />
la quale ha commentato il “periodo<br />
storico” e la generos<strong>it</strong>à, nel<br />
promettere, appena possibile, altri<br />
racconti ed immagini di quei tempi,<br />
così, da mantenere vivo il ricordo<br />
di una storia tutta palmese.<br />
Gentilissima Cettina Angì,<br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />
ho letto sul periodico Madre Terra il suo articolo che descrive la<br />
storia del Cinema Teatro CILEA, ed essendo io, Giuseppe Arena, cl.<br />
1935, per età il più anziano degli eredi di quei fratelli Arena che hanno<br />
per quasi cinquant’anni gest<strong>it</strong>o quel teatro, sento di contattarla<br />
perché il suo articolo ha risvegliato in me una emozione profonda,<br />
avendo io vissuto quella realtà che per quel periodo storico ha allargato<br />
l’interesse e la conoscenza di tutti noi palmesi.<br />
Mi permetterò, sulla scia di questa emozione, di aggiugere a quanto<br />
lei ha descr<strong>it</strong>to qualcosa di personale. E’ vero, quel cinema teatro<br />
era quasi un centro culturale per quasi tutta la ‘Piana’, solo a Reggio<br />
c’era un ambiente che per qual<strong>it</strong>à estetiche o per impegni di spettacolo<br />
poteva reggere il paragone. Le compagnie di lirica, con le opere<br />
di Cilea, Mascagni e Giordano, gli ultimi dei romantici, erano di livello<br />
nazionale, ugualmente quelle di prosa con i tre fratelli Ninchi, con<br />
Angelo Musco e Rosina Anselmi, detentori del dialetto siciliano, con<br />
Germana Paolieri, col mago Bustelli, con la giovane Laura Adani, ed<br />
a finire con le operette con le arie allora in voga de’ La Vedova Allegra,<br />
e del Paese dei Campanelli, e con le prime riviste con ballerine<br />
“succinte”.<br />
Ricordo che da piccolo, vest<strong>it</strong>o all’inglese in velluto nero, calzettoni<br />
bianchi, e scarpe in vernice nera, mi mandavano sul palcoscenico a<br />
consegnare alla prima attrice o al soprano una corbeille di camelie,<br />
dopo che alcune zie mi avevano pettinato, a ‘boccoli’, i capelli che<br />
avevo ricci e biondi, dopo averne avvolta ogni ciocca sul d<strong>it</strong>o indice.<br />
Una carezza e via, e… Pinuzzu era felici.<br />
Certamente questo la farà sorridere, ma mi abbandono a queste<br />
descrizioni per poterla fare entrare in quella che era l’atmosfera degli<br />
ultimi anni del ventennio fascista. Custodivamo una infin<strong>it</strong>à<br />
di bandiere <strong>it</strong>aliane con lo stemma sabaudo, di vessilli e di gagliardetti<br />
l<strong>it</strong>torii, che servivano per addobbare il teatro per le riunioni del<br />
part<strong>it</strong>o o per comizi che non si potevano svolgere, per ordine pubblico,<br />
nella piazza principale. Io e mio fratello, all’uopo, venivamo vest<strong>it</strong>i<br />
da piccoli balilla.<br />
Di sicuro lei non sa che i fratelli Arena avevano già avuto, negli anni<br />
20, la gestione del primo cinema muto del circondario, tutto in legno,<br />
che si trovava dove c’è adesso l’Ufficio postale, accanto al municipio,<br />
il Cinema Sociale, dove, al pianoforte accompagnava le proieziomi<br />
dei film, mio nonno materno, Vincenzo Cicala, don Ceciu, a<br />
detta dei miei, amico d’infanzia di Cilea.<br />
Con l’arrivo del sonoro si era passati alla direzione del nuovo cinema<br />
teatro. Custodivamo una vasta quant<strong>it</strong>à di locandine che pubblicizzavano<br />
i film, e di foto di attori, da Valentino alla Garbo, alla<br />
Magnani, alla Calamai, a Totò, alla Valli, alla Bergman, su carta patinata<br />
color ambra, che venvano esposte nelle vetrine dei negozi del<br />
centro c<strong>it</strong>tadino. Tutto questo, un<strong>it</strong>amente agli spart<strong>it</strong>i musicali del<br />
periodo del muto è andato perduto in quanto custod<strong>it</strong>o nella nostra<br />
ab<strong>it</strong>azione che, nell’ultima guerra, dopo un bombardamento, è stata<br />
distrutta nell’ incendio del rione Mauro.<br />
Con l’arrivo degli americani il Cilea si adattò a portare anche le<br />
compagnie di avanspettacolo.<br />
Così, cara Cettina Angì, sono cresciuto assieme al primo Tarzan, a<br />
pecos Bill, a Stanlio e Onlio, a Via col vento, alle prime commedie<br />
musicali americane, a Roma c<strong>it</strong>tà aperta.<br />
A propos<strong>it</strong>o di rosselini, deve sapere che la distribuzione dei film<br />
per gran parte del merdione era a Catania, dove ci si recava, dopo un<br />
‘lungo viaggio’, per accaparrarsi i<br />
film ‘di cassetta’, e non è escluso<br />
che il cortometraggio ‘Il ruscello<br />
di Ripa Sottile’ forse allegato ad<br />
uno dei film del primo rossellini,<br />
non sia mai stato proiettato al Cilea,<br />
in quanto il neo realismo non<br />
aveva grandi consensi nel pubblico<br />
palmese di allora. Tale era il<br />
detto:“A vidiri ‘sti filmi ndi scura<br />
‘u cori”.<br />
Spero tanto di non averla annoiata,<br />
ma il cinema teatro Cilea,<br />
che nasce dal cinema muto e finisce<br />
con l’arrivo della televisione,<br />
fa parte oltre che ad un intenso e<br />
travagliato periodo storico, anche<br />
alla storia della nostra c<strong>it</strong>tà, alla<br />
quale, pure se lim<strong>it</strong>atamente, la<br />
mia famiglia ha contribu<strong>it</strong>o.<br />
La ringrazio di avermi dato lo<br />
spunto a scrivere, e spero, con<br />
questo spaccato personale, di essere<br />
stato capace ad allargare la<br />
sua visione del luogo che nei miei<br />
sentimenti sarà sempre presente.<br />
P. S. La donnetta che vendeva<br />
‘a calia si chiamava donna Rosa<br />
giUSEPPE aRENa<br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 13<br />
sPAzio Ai lettori<br />
Caro Paolo,<br />
dico così per potermi sentire a mio agio per questa nuova conoscenza, e per ringraziarla<br />
di avermi contattato. E’ naturale che io sia orgoglioso di vedere sul suo giornale la mia lettera<br />
quale segu<strong>it</strong>o al bell’articolo di Cettina Angì. Le mando per adesso alcune foto ‘storiche’:<br />
lo stralcio di un quotidiano del 1938 dove compaio, sono il bambino coi capelli ricci, assieme<br />
a mio fratello, (erano gli anni dell’ ostentato orgoglio famigliare, alla fine del Ventennio),<br />
in due foto compare il palco del Cilea con la ‘meglio gioventù’ del tempo, con l’orchestra<br />
Cicala, un giovane Turi Idà, e l’amico Peppino Repaci che si esibiva come cantante,(col<br />
beretto bianco), nell’ultima sempre io e mio fratello, bambini, l’Ufficiale è il papà del dott.<br />
Francesco Scampato, mio cugino, ed il signore sulla destra è il papà del dott. Enzo Tedesco,<br />
e per ultimo una foto che accompagnava i l film, da noi proiettato, “La c<strong>it</strong>tà dei ragazzi”<br />
del 1938, con un giovane Spencer tracy ed un mickey rooney, quasi ragazzo. Ne faccia l’uso<br />
che vuole.<br />
Solo per rimanere in tema cinematografico le mando un mio scr<strong>it</strong>to in dialetto che fa parte<br />
di una raccolta scr<strong>it</strong>ta nel 2007, dal t<strong>it</strong>olo: ArrICOrDArI, e che solo ora ho avuto l’audacia<br />
di far stampare.<br />
La ringrazio dell’attenzione, e se mi sarà possibile le invierò altro materiale,<br />
distinti saluti<br />
giUSEPPE aRENa<br />
La “meglio gioventù del tempo” - foto sul palco del Cinema Cilea<br />
Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
Cinima 2007<br />
Ddu’ sordi di pastiddhi,<br />
sulu chiddhi moddhiceddhi,<br />
ddu’ sordi di simenzi,<br />
e ddui di ciciari caliati,<br />
‘cu ‘na mbiscatina ‘i nuciddhina<br />
e di favi già atturrati !<br />
avanti a lu cinema,<br />
nci stava allura ‘na vecchiareddha,<br />
‘cu ‘na bancareddha,<br />
e vindiva tuttu chistu a cu trasiva,<br />
e accussì si passavanu li uri,<br />
sgranandu tantu d’occhi<br />
e masticandu ‘sti sapuri,<br />
Passaru sessantanni,<br />
e ora sugnu ccà, ‘nta ‘sta gran c<strong>it</strong>tà,<br />
‘u cinema è comu ‘nu triatu,<br />
avi ogni postu numeratu,<br />
nci sunnu signurini, giuvani e eleganti,<br />
arretu a ‘nu bancuni ‘i v<strong>it</strong>ru scintillanti,<br />
aundi non nc’è tantu d’ accattari,<br />
e si lu voi fari, basta diri ‘na parola,<br />
o pop corn, oppuri coca cola.<br />
Certu, ora staju pensandu<br />
ca ‘na bella cosa puru sarria<br />
se donna Rosa nci fussi ccà mia.<br />
ma chi penzeru stranu<br />
chi mi stavi ora pigghiandu!