madreterra numero 22 - ottobre 2011 - Madreterranews.it
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EDITORIALE<br />
Paolo Ventrice<br />
“La Bellezza è l’unica cosa contro<br />
cui la forza del tempo sia vana.<br />
Le filosofie si disgregano come la<br />
sabbia, le credenze si succedono<br />
l’una sull’altra, ma ciò che è bello<br />
è una gioia per tutte le stagioni, ed<br />
un possesso per tutta l’etern<strong>it</strong>à”.<br />
Oscar Wilde<br />
Sembra quasi surreale la<br />
bellezza med<strong>it</strong>erranea di<br />
Stefania.<br />
Ci distrae, per fortuna, dai<br />
meccanismi che animano la v<strong>it</strong>a<br />
terrena di noi poveri mortali; ci<br />
accompagna, per qualche tempo<br />
in un mondo di fantasia, dove<br />
non vi sono i Berlusconi e i Di<br />
Pietro, i Bossi e i Bersani o, peggio,<br />
i “sempreverdi” corrotti e<br />
gli immortali delinquenti.<br />
Ci porta su, nell’Olimpo delle<br />
“miss”, ci ammalia e ci incanta,<br />
ci avvolge in uno spensierato<br />
torpore...<br />
Ebbene si, ci siamo distratti,<br />
ma ci vuole poco per farci r<strong>it</strong>ornare<br />
nella nostra valle di lacrime,<br />
a sentir parlare di Stati che<br />
stanno fallendo, di continenti<br />
che, disperati, cercano di salvare<br />
il salvabile, di pol<strong>it</strong>ici che<br />
ancora non si svegliano (se mai<br />
è sonno quello che li accompagna),<br />
di giustizia che troppo frettolosamente<br />
(a volte) condanna<br />
ed altrettanto frettolosamente<br />
(a volte) assolve (PER NON AVER<br />
COMMESSO IL FATTO!!!), di palazzi<br />
che cadono sulle teste delle<br />
persone (manco fossimo sotto<br />
i bombardamenti di Teheran) e<br />
chi più ne ha, più ne metta.<br />
Un pensiero fisso che, atroce,<br />
si è impossessato di me, ripete<br />
all’infin<strong>it</strong>o, “com’è possibile<br />
condannare per omicidio e poi<br />
assolvere con formula piena”?<br />
“Dopo quattro anni!”?<br />
In un romanzo ambientato<br />
nel 1500, si sarebbe gridato “AL<br />
ROGO” (sta a vedere, però, chi<br />
ci doveva finire sulle fiamme!)<br />
e Papa Innocenzo VIII qualche<br />
“eretico” lo avrebbe bruciato.<br />
Cara Stefania, come vedi, in<br />
questo momento sei una “stella”<br />
in un cielo buio; è il tuo momento,<br />
lo è per la tua giovane<br />
età, lo è per la tua bellezza, lo<br />
è per la fascia che porti.<br />
Non ti curar d’altro, segui la<br />
tua via, insegui i tuoi sogni e fatti<br />
guidare da chi ti è sempre stato<br />
vicino fino ad oggi.<br />
Il nostro augurio è che, chi ti<br />
accompagnerà lungo il tuo trag<strong>it</strong>to,<br />
sappia aiutarti e consigliarti<br />
come fosse tuo padre.<br />
“In bocca al lupo” Stefania.<br />
MadreTerra<br />
PERIODICO DI CULTURA ED INFORMAZIONE<br />
Palmi &Dintorni<br />
Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />
UNA MISS TUTTA<br />
“NOSTRA”!<br />
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Foto - Mimmo Zoccali
Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong> 4<br />
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Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
MADRETERRA<br />
Palmi & Dintorni<br />
REGISTRAZIONE AL TRIB. DI PALMI<br />
Nr. 1 / 2010<br />
Anno II - Numero <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />
Direttore respons.: Francesco Massara<br />
Coordinatore: Paolo Ventrice<br />
Collaboratori di REDAZIONE<br />
di questo <strong>numero</strong>.<br />
Saverio Pet<strong>it</strong>to Walter Cricrì<br />
Cettina Angì Salvatore De Francia<br />
Nella Cannata Giuseppe Cricrì<br />
Hanno collaborato per questo <strong>numero</strong><br />
anche: Bruno Vadalà, Mimmo Zoccali.<br />
Ed<strong>it</strong>ore: Associazione Culturale Madreterrra<br />
Sede Palmi - Via ss.18 km 485.30<br />
P.I. 02604200804<br />
Cod. Fisc. 91016680802<br />
Mobile - Paolo Ventrice 335 6996255<br />
e-mail: redazione@<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />
Progetto Grafico:<br />
Saverio Pet<strong>it</strong>to - Walter Cricrì - Paolo Ventrice<br />
Impaginazione grafica:<br />
Paolo Ventrice<br />
Progetto e cura s<strong>it</strong>o web:<br />
S. De Francia - D. Galletta<br />
Stampa: AGM Calabria - Via Timpone Schifariello<br />
Zona P.I.P. II Traversa - 87012 Castrovillari (Cs)<br />
Distribuzione gratu<strong>it</strong>a fuori<br />
commercio<br />
ASSOCIAZIONE CULTURALE<br />
MADRETERRA<br />
La direzione non risponde del contenuto degli<br />
articoli firmati e declina ogni responsabil<strong>it</strong>à<br />
per le opinioni dei singoli articolisti, degli<br />
intervistati e per le informazioni trasmesse<br />
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In tutti i casi l’associazione non è responsabile<br />
per il contenuto di dette inserzioni e<br />
comunicazioni.<br />
PAGInADUE PAGInADUE<br />
GRAZIE STEVE<br />
Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
di Paolo Ventrice<br />
Non credo ci sia un uomo che possa esprimere indifferenza di fronte<br />
alla scomparsa di Steve Jobs. R<strong>it</strong>engo, anzi, che anche chi non<br />
ha mai avuto a che fare con gli oggettini che ci ha “donato”, si senta<br />
deb<strong>it</strong>ore del suo genio.<br />
Le accelerazioni di modern<strong>it</strong>à, nell’ultimo secolo, si sono sussegu<strong>it</strong>e<br />
con r<strong>it</strong>mi vertiginosi, ma ciò che è accaduto negli ultimi 30 anni sa di<br />
futuro, un futuro sempre presente e chiarissimo nel “visionario” per antonomasia.<br />
Un uomo che è stato capace di delineare un percorso netto e deciso,<br />
dietro la spinta dei suoi sogni, partendo da un piccolo garage della California<br />
e giungendo ai nostri giorni continuando a meravigliare il mondo<br />
intero, non è da considerare solo per quello che ha fatto e che ha<br />
lasciato. Le cose materiali invecchiano, lui ci ha insegnato che passano<br />
velocissimamente, una veloc<strong>it</strong>à che sembra crescere esponenzialmente<br />
giorno dopo giorno; il modo di fare, i punti focali dell’essere, i sogni<br />
e, semmai, anche i deliri, sono cose che non si cancellano, che restano<br />
impresse e si tramandano.<br />
Ha cambiato il mondo! Si, lo ha fatto, anche se non da solo.<br />
Lo ha fatto assieme ad altri geni, Bill Gates (Microsoft), Mark Zuckerberg<br />
(Facebook), Larry e Sergey (Google) Harley e Chen (You Tube) - giusto<br />
per restare in tema di computer ed affini -, ci ha creduto e lo ha fatto.<br />
Propulsore infaticabile è stato il suo essere visionario, la spinta giusta<br />
per uscire fuori da un tunnel. Avere visioni non vuol dire essere, necessariamente,<br />
matti; avere visioni vuol dire cominciare a progettare cose<br />
“assurde” e da quelle assurd<strong>it</strong>à, spesso, nascono nuove idee, si materializzano<br />
nuovi orizzonti, si aprono porte sconosciute.<br />
Tutto lo spir<strong>it</strong>o di Steve Jobs è raccolto in un video che gira su You<br />
Tube e che consiglio vivamente a tutti di vedere. In questi giorni alcuni<br />
spezzoni del filmato sono proposti e riproposti dai vari Tg, ma, credetemi,<br />
tutto intero è un’altra cosa.<br />
Si tratta del discorso tenuto all’Univers<strong>it</strong>à di Stanford in occasione della<br />
consegna dei diplomi celebratasi il 12 giugno del 2005.<br />
E’ un discorso semplice in tutta la sua grandezza e da una spinta per<br />
andare avanti, anzi, per saltare l’ostacolo, per andare oltre.<br />
Ci ha lasciato anche questo, Steve, (http://www.youtube.com/<br />
watch?v=-MFS0SfO5FY) ce lo ha regalato, utilizziamolo. E’ un messaggio<br />
soprattutto per i giovani, ma è, anche, un messaggio per tutti gli uomini.<br />
Tutto si può migliorare, tutto può crescere, ma solo se c’è il sogno!!!<br />
Non sarebbe male poter sognare anche dalle nostre parti, magari non<br />
tecnologie, forse qualcosa più legato ai nostri posti...<br />
Magari un futuro che possa sfruttare il terr<strong>it</strong>orio e produrre turismo, lavoro,<br />
benessere, che possa trattenere i nostri ragazzi qui, un futuro che<br />
possa darci quello che non siamo stati in grado di prenderci fino ad oggi.<br />
Forse l’unica strada che potrebbe risollevarci.<br />
Grazie Steve, ne terremo conto.
Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong> 6<br />
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Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
AttUAlItA’ Palmi AttUAlItA’ Palmi<br />
Lo spunto nasce da un articolo,<br />
scr<strong>it</strong>to giorni fa, da<br />
Mimmo Gangemi, ed apparso su<br />
la Stampa di Torino, in occasione<br />
della v<strong>it</strong>toria, al concorso di Miss<br />
Italia, a Montecatini Terme, di<br />
Stefania Bivone, di Sinopoli, una<br />
ragazza dotata di carattere oltre<br />
che di grazia e naturale bellezza.<br />
Nell’articolo, nel quale, tra<br />
le tante cose scr<strong>it</strong>te dall’ autore<br />
si fa anche riferimento a questo<br />
paesino in provincia di Reggio<br />
Calabria, considerato anticamente,<br />
come buona parte dei paesi<br />
del profondo sud, il paese degli<br />
omini, dove un’ antica mental<strong>it</strong>à,<br />
radicata e retrograda, ostile<br />
ad ogni forma di progresso e di<br />
modern<strong>it</strong>à, considerava la nasc<strong>it</strong>a<br />
di una figlia femmina, una disgrazia<br />
dolorosa di cui quasi vergognarsene<br />
o, comunque, da non<br />
andarne certamente fieri, sottolineando<br />
così l’ atavica avversione<br />
degli uomini, nei confronti del<br />
sesso femminile. Quegli uomini<br />
che hanno sempre gest<strong>it</strong>o il potere<br />
pol<strong>it</strong>ico, religioso, il potere in<br />
casa, liberi sempre di scegliere il<br />
proprio destino. Lo stesso paese<br />
che proprio in questi giorni, attraverso<br />
il successo della sua conc<strong>it</strong>tadina,<br />
r<strong>it</strong>rova in un certo senso,<br />
anch’ esso, successo, orgoglio<br />
e riscatto, come si legge nell’<br />
articolo. Come considerare tutto<br />
ciò? Un segno dei tempi che cambiano?<br />
Di modern<strong>it</strong>à e progresso?<br />
Il cambiamento di una mental<strong>it</strong>à?<br />
Il passaggio da un mondo antico<br />
verso uno più moderno? Comunque<br />
lo si voglia vedere e considerare,<br />
certamente, è la storia dell’<br />
evoluzione del costume <strong>it</strong>aliano,<br />
dove la bellezza rappresenta<br />
l’immagine di un paese che va<br />
Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
DONNE: PROTAGONISTE DEL CAMBIAMENTO<br />
di Cettina Angì<br />
avanti, di un cambiamento non<br />
soltanto nel modo di vestire e di<br />
pettinarsi ma, nella mental<strong>it</strong>à,<br />
di cui proprio un concorso come<br />
Miss Italia diventa lo strumento,<br />
il mezzo che ancora oggi, molte<br />
ragazze della porta accanto, da<br />
nord a sud, utilizzano per realizzare<br />
i loro sogni, le loro aspirazioni,<br />
e cosa più importante di<br />
tutte, di decidere e scegliere la<br />
loro v<strong>it</strong>a, le vie da percorrere in<br />
modo libero, senza condizionamenti,<br />
anche sbagliando; insomma,<br />
il piccolo mondo della provincia,<br />
che per una volta diventa<br />
protagonista. I settantanni del<br />
concorso, non raccontano, solo, il<br />
mutare della bellezza femminile,<br />
che nel corso degli anni ha subìto<br />
un vero e proprio sconvolgimento,<br />
perché è proprio l’idea della<br />
bellezza che muta con i tempi,<br />
si è passati infatti, dalle miss del<br />
dopoguerra, dalla bellezza med<strong>it</strong>erranea<br />
e dalle forme generose,<br />
che ha incontrato i favori fino a<br />
tutti gli anni ‘ 60; a quelle alte,<br />
magre, filiformi, dove l’ attenzione<br />
per il peso e la magrezza<br />
diventa una vera e propria ossessione,<br />
influenzando molte donne,<br />
spingendole a diventare più magre,<br />
perché la magrezza, insegu<strong>it</strong>a<br />
nel nostro secolo, diventa<br />
segno di prestigio. Ma questi anni<br />
testimoniano anche altri mutamenti<br />
più sostanziali delle donne<br />
sulla società e della società sulle<br />
donne. Le donne che, cento anni<br />
fa, erano costrette a condizioni<br />
di v<strong>it</strong>a spaventose, schiave di<br />
preconcetti, di regole stabil<strong>it</strong>e da<br />
altri, venivano considerate persone<br />
deboli e sottomesse, molto<br />
spesso escluse dalla società e da<br />
tutte le decisioni importanti; poche<br />
erano le donne che potevano<br />
studiare e il loro destino era<br />
quello di diventare mogli e ma-<br />
dri, prendersi cura di figli, mar<strong>it</strong>i<br />
e casa; questo ruolo prefissato,<br />
assieme a molte dispar<strong>it</strong>à sub<strong>it</strong>e,<br />
ha imped<strong>it</strong>o loro di potersi esprimere<br />
liberamente, di tentare altre<br />
strade, essere se stesse, costringendole<br />
per anni al silenzio e<br />
all’invisibil<strong>it</strong>à in un mondo governato<br />
da uomini, regolato da leggi<br />
patriarcali, anche nell’ Italia degli<br />
anni cinquanta. Ed è proprio in<br />
quegli anni di chiusura, che viene<br />
eletta la prima delle cinque<br />
miss calabresi, Brunella Tocci nel<br />
1955; mentre, nel 1968, tocca<br />
alla nostra conc<strong>it</strong>tadina, Graziella<br />
Chiappalone; per poi proseguire,<br />
trentanni dopo, nel 1997 con<br />
Claudia Trieste di Cirò Marina ed,<br />
infine, nel 2009, con Maria Perrusi,<br />
di Fiumefreddo Bruzio. La Calabria,<br />
quindi, terra baciata dalla<br />
buona sorte, grazie alle donne e<br />
alla loro riconosciuta bellezza,<br />
intelligenza e fascino, capaci di<br />
evocare emozioni pos<strong>it</strong>ive forti<br />
e cambiamenti radicali, le quali,<br />
hanno anche il dovere di provare<br />
a cambiare i preconcetti, a mutarli,<br />
nel rispetto soprattutto di<br />
chi ci ha preceduto, che pur non<br />
avendo avuto dir<strong>it</strong>ti e privilegi,<br />
ha lottato per ottenerli - si pensi<br />
alla conquista di un nuovo dir<strong>it</strong>to<br />
di famiglia, la legge sull’ aborto,<br />
il divorzio, la contraccezione, approvati<br />
negli anni settanta, grazie<br />
alla straordinaria mobil<strong>it</strong>azione<br />
delle donne - e di chi verrà dopo,<br />
che qualcosa ha ottenuto, senza<br />
l’ impegno delle lotte sociali. Ed<br />
è proprio grazie alla lotta non<br />
violenta, in favore delle donne<br />
e del loro dir<strong>it</strong>to a partecipare<br />
al processo di pace, che si deve<br />
la recente assegnazione del Premio<br />
Nobel per la Pace a tre donne:<br />
la presidente liberiana Ellen<br />
Johnsonn Sirleaf, la connazionale<br />
Leymah Gbwee e la yemen<strong>it</strong>a<br />
Tawakkul Karmann, attivamente<br />
impegnate nel rinnovamento<br />
democratico nei rispettivi paesi;<br />
che rappresenta al contempo, un<br />
riconoscimento al ruolo svolto, in<br />
questi anni, nel mondo, da tutte<br />
le donne, vere protagoniste di un<br />
cambiamento, senza le quali, non<br />
è possibile avere.<br />
Foto - Mimmo Zoccali Foto - Mimmo Zoccali<br />
Foto - Mimmo Zoccali
Foto - Salvatore De Francia<br />
Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong> 8<br />
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Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
27 gennaio 1924. La “Rivista”<br />
-periodico di cultura– dedica<br />
ad Antonio De Salvo un <strong>numero</strong><br />
monografico, in occasione della<br />
sua scomparsa “… Sopravviverà<br />
De Salvo al flusso della v<strong>it</strong>a che<br />
passa come ebbra baccante sui<br />
resti delle speranze e delle fedi<br />
umane? Per noi si, e per chi parlerà<br />
della storia della storiografia<br />
calabrese: sopravviverà perché<br />
Egli stesso prima di morire, ai pochi<br />
amici che ne circondavano di<br />
affetto la recente v<strong>it</strong>a, disse molto<br />
di caduco aver egli scr<strong>it</strong>to; è<br />
per questa confessione, se anche<br />
non fosse per altro, che l’Uomo<br />
sopravviveva in tutta la sua uman<strong>it</strong>à!...”<br />
Il 17 settembre <strong>2011</strong>. Inaugurazione<br />
del Parco Archeologico dei<br />
Tauriani “Antonio De Salvo”. Un<br />
omaggio allo studioso colto, lucido<br />
e appassionato delle “cose<br />
palmesi”, lontano dalla boria del<br />
fanatismo campanilistico e teso<br />
a spingere lo sguardo ben al di<br />
là dei lim<strong>it</strong>i delle appartenenze.<br />
Perciò Egli ha lasciato chiare tracce<br />
e testimonianze fondamentali<br />
che a distanza di quasi un secolo<br />
hanno guidato l’intelligenza e la<br />
mano di quegli archeologi che, insieme<br />
a molti altri, hanno voluto<br />
verificare la veridic<strong>it</strong>à dell’ered<strong>it</strong>à<br />
storico-letteraria di De Salvo.<br />
Quest’ultimi ci hanno creduto e<br />
così è venuto fuori il vero tesoro,<br />
quello nascosto sotto tre palmi<br />
di terra, per rest<strong>it</strong>uirlo a Palmi<br />
ed al resto della intera uman<strong>it</strong>à.<br />
Non il tesoro di Donna Canfora,<br />
AttUAlItA’ Palmi AttUAlItA’ Palmi<br />
Una giornata speciale al parco… dei Tauriani<br />
di M. Maddalena Sica<br />
- Responsabile per le associazioni della gestione del parco -<br />
quello della gallina d’oro con i<br />
sette pulcini pure essi fatti di oro<br />
massiccio e neppure caddareddri<br />
pieni di monete d’oro di cui forse,<br />
ancora oggi, qualche vecchio<br />
contadino racconta, ma qualcosa<br />
di ben più sostanzioso ed importante.<br />
Da sotto tre palmi di terra,<br />
sono venuti alla luce i resti<br />
delle c<strong>it</strong>tà romana e di quella<br />
<strong>it</strong>alica insieme ai villaggi dell’età<br />
del bronzo e con essi i manufatti<br />
ceramici e metallici, le monete,<br />
le iscrizioni, i mosaici e le sculture.<br />
Un insieme inscindibile che<br />
comincia a raccontare una storia<br />
lunga secoli, una storia, significativa<br />
e singolare, che abbraccia<br />
anche parte dei terr<strong>it</strong>ori circostanti<br />
all’interno dei quali esso si<br />
pone certamente come uno dei<br />
poli principali.<br />
L’inaugurazione del parco archeologico,<br />
alla presenza dei<br />
funzionari e dei responsabili degli<br />
enti che a vario t<strong>it</strong>olo hanno determinato<br />
e contribu<strong>it</strong>o nel tempo<br />
alla sua realizzazione (la Direzione<br />
Regionale per i Beni Culturali<br />
(Arch. Francesco Prosperetti)<br />
e la Soprintendenza per i Beni<br />
Archeologici della Calabria (Dott.<br />
ssa Simonetta Bonomi e Rossella<br />
Agostino); il Comune di Palmi<br />
(Dott.ssa Maria Rosa Garipoli), La<br />
Provincia (Dott. Giuseppe Raffa<br />
ed Edoardo Lamberti Castronuovo<br />
e la Regione), ha posto fine ad<br />
un lungo sonno, così, però, si è<br />
riaperta la via verso nuovi orizzonti.<br />
Si riparte da questa nuova<br />
“c<strong>it</strong>tà antica”, che, grazie alla<br />
sua ubicazione strategica, controllava<br />
l’area che dallo Stretto<br />
arriva fino a Capo Vaticano, così<br />
come il vasto terr<strong>it</strong>orio attraversato<br />
dal fiume Petrace (l’antico<br />
Métauros) con il percorso che<br />
conduce verso l’Aspromonte. Le<br />
indagini archeologiche hanno<br />
portato alla luce le diverse parti<br />
degli insediamenti che si sono<br />
succeduti nel tempo: il villaggio<br />
dell’Età del bronzo (II millennio<br />
a.C.), la c<strong>it</strong>tà <strong>it</strong>alica dei Tauriani<br />
(dal IV al I secolo a.C.), la Tauriana<br />
romana (I secolo a.C.-IV secolo<br />
d.C.) il complesso sacro medievale<br />
(IV-XIV secolo) dedicato al<br />
culto di San Fantino. Le capanne<br />
di 4.000 anni fa, gli impianti urbani<br />
della c<strong>it</strong>tà prima brettia e<br />
poi romana (2400/2000 anni fa);<br />
le arch<strong>it</strong>etture pubbliche, sacre<br />
e private come la casa del mosaico,<br />
il santuario urbano (da tutti<br />
conosciuto come il palazzo di<br />
donna Canfora) e l’ultimo importante<br />
r<strong>it</strong>rovamento dell’edificio<br />
per spettacoli testimoniano, insieme<br />
al complesso medievale di<br />
San Fantino, alla torre Aragonese<br />
(1500) e al fortino a mare il ruolo<br />
centrale di quest’area rispetto al<br />
più vasto comprensorio del golfo<br />
che si estende tra il Mesima ed<br />
il Petrace fino alle creste aspromontane.<br />
Il giorno dell’inaugurazione abbiamo<br />
scelto però di non presentare<br />
il s<strong>it</strong>o attraverso le sue sole<br />
pregevoli testimonianze archeologiche.<br />
Abbiamo voluto dare un<br />
piccolo cenno, far intravedere<br />
le grandi potenzial<strong>it</strong>à che il s<strong>it</strong>o<br />
contiene e che potrebbe esprimere<br />
quale particolare volano<br />
di rinnovati processi di sviluppo<br />
sociale ed economico, in primis,<br />
per la intera comun<strong>it</strong>à Palmese,<br />
oltre ovviamente a rivestire il<br />
ruolo di scrigno principale di una<br />
ident<strong>it</strong>à storica troppe volte rap<strong>it</strong>a<br />
dalle infin<strong>it</strong>e storie di partenze<br />
senza r<strong>it</strong>orno che purtroppo vedono<br />
ancora protagonisti diversi<br />
giovani. Tutto questo è stato possibile<br />
anche grazie a quanto già<br />
sperimentato in cinque anni di<br />
progetto (dal 2003 al 2007) con<br />
la scuola elementare di Taureana<br />
(Circolo Didattico San Francesco<br />
diretto allora dal Prof. Giuseppe<br />
Surace), grazie all’impegno delle<br />
insegnanti coordinate dalla infaticabile<br />
responsabile del plesso<br />
Carmela Angì, alla collaborazione<br />
con l’Ist<strong>it</strong>uto d’Arte di Palmi,<br />
rappresentato dagli insegnanti<br />
Carmelo Cambareri, Albino Cannizzaro<br />
e Arturo Caristi e dai loro<br />
ragazzi, all’impegno di altri insegnanti<br />
esterni come Donatella<br />
P<strong>it</strong><strong>it</strong>to, Teresa Barrara e Antonio<br />
Gelardi, ma soprattutto grazie<br />
alla passione ed all’impegno dei<br />
gen<strong>it</strong>ori e delle famiglie dei bambini<br />
che con vero sentimento di<br />
partecipazione hanno ader<strong>it</strong>o e<br />
contribu<strong>it</strong>o alla realizzazione di<br />
un laboratorio permanente sul<br />
terr<strong>it</strong>orio, laboratorio di “archeologia”<br />
durante il quale sono state<br />
sperimentate le diverse attiv<strong>it</strong>à<br />
relative alla ricerca e allo studio<br />
del mondo antico per mezzo<br />
di percorsi formativi diversificati<br />
dove lo studio o meglio l’acquisizione<br />
passiva si è trasformata in<br />
partecipazione attiva nella quale<br />
musica, danza, mimo e rec<strong>it</strong>azione<br />
hanno consent<strong>it</strong>o ai bambini,<br />
e attraverso loro alle famiglie, di<br />
“vivere” l’archaiologìa. Per tutto<br />
questo, abbiamo pensato che<br />
era più giusto e significativo accogliere<br />
i partecipanti, nel giorno<br />
dell’inaugurazione, con le parole<br />
dello stesso De Salvo - e non solo<br />
– evocate dalle voci di Giuseppe<br />
Cricrì, di Vladimiro Maisano e di<br />
Lilli Sgrò, insieme alla lettura di<br />
alcuni brani di sintesi di storia locale.<br />
E, con la complic<strong>it</strong>à testarda e<br />
visionaria dell’assessore Lamberti<br />
Castronuovo, abbiamo potuto<br />
anche assistere ad una metamorfosi<br />
del luogo molto speciale e<br />
piuttosto unica, grazie alla splendida<br />
voce del soprano Serenella<br />
Fraschini che dall’alto del podio<br />
del santuario ha cantato la celeberrima<br />
aria “Casta Diva”: gli<br />
ulivi che con le loro chiome avvolgono<br />
il santuario, per un lungo<br />
attimo trasformatisi in piante<br />
sacre, hanno fatto da corona alla<br />
preghiera-invocazione che la sacerdotessa<br />
Norma, protagonista<br />
nell’omonima opera di Vincenzo<br />
Bellini, rivolge alla luna.<br />
Nel giorno dell’inaugurazione,<br />
si è cercato di rest<strong>it</strong>uire questo<br />
luogo, già naturalmente attraente<br />
di suo, al fantastico e alla meraviglia,<br />
condizioni e stati d’animo<br />
che si possono generare solo in<br />
luoghi così speciali. Perché questo,<br />
si, è un luogo molto speciale.<br />
E non lo è solo per noi archeologi<br />
che cerchiamo disperatamente,<br />
non sempre con successo, di far<br />
parlare le pietre. Ma lo è per tutti<br />
coloro che vogliono e vorranno<br />
che questo s<strong>it</strong>o continui ad essere<br />
un luogo veramente speciale,<br />
un luogo unico per ognuno di noi,<br />
dove la conoscenza della storia<br />
possa trasformarsi in cultura del<br />
rispetto per la bellezza.<br />
Noi che abbiamo già lavorato<br />
e che continuiamo a ricercare,<br />
a studiare, a scrivere, a combattere,<br />
a spenderci pensiamo che<br />
Antonio De Salvo o meglio il suo<br />
pensiero delicato e discreto sia,<br />
per fortuna, sopravvissuto e vorremmo<br />
che tutti quelli che fino<br />
ad oggi ci hanno dato una mano<br />
possano e vogliano continuare a<br />
darcela insieme a quanti vorranno<br />
essere “gli amici del parco”. A<br />
tal propos<strong>it</strong>o, approf<strong>it</strong>tando dello<br />
spazio concesso dalla redazione<br />
di questo giornale, che ringrazio<br />
per aver osp<strong>it</strong>ato queste riflessioni<br />
così poco archeologiche,<br />
per annunciare che a partire dal<br />
giorno dell’inaugurazione abbiamo<br />
pensato di mettere e tenere<br />
insieme coloro i quali si sentono<br />
e vogliono essere parte di questo<br />
progetto per il futuro e che sono<br />
quindi “gli amici del parco”. Ed è<br />
qui che a pieno t<strong>it</strong>olo sono già inser<strong>it</strong>i<br />
tutti coloro che, nella fase<br />
di preparazione e dell’evento<br />
inaugurazione, hanno dato il loro<br />
notevole contributo: dagli ami-<br />
ci di Grafia che ci hanno fatto il<br />
possibile e l’impossibile, da Gino<br />
Mattiani per aver messo a disposizione<br />
la strumentazione per il sonoro,<br />
al fioraio Zirino che ha dato<br />
colore agli spazi che abbiamo<br />
utilizzato, agli amici di Scinà 015<br />
Ristopub che hanno gest<strong>it</strong>o magistralmente,<br />
con grande professional<strong>it</strong>à<br />
e partecipazione, il buffet<br />
offerto da loro stessi e da tutti<br />
gli altri amici che hanno voluto<br />
essere partecipi consentendo<br />
così la riusc<strong>it</strong>a di una bellissima<br />
festa popolare: Alimentari di Tedesco<br />
Maurizio, Cont’è di Sabrina<br />
Mattiani, Euromarket di Fedele e<br />
Pirrottina, Bar Araba Fenice, 10<br />
HP, Iannelli, Sollevante, S. R<strong>it</strong>a,<br />
Bar Rosticceria Francesco Brando,<br />
Camping San Fantino, Centro<br />
Commerciale Le Palme, Dentalab<br />
di Barbagallo e Cricrì, Farmacia<br />
Barone, Gelateria Crema & Cioccolato,<br />
Hollywood Bar, Hotel Arcobaleno,<br />
Hotel Katia, Oscar Bar,<br />
Resort Capo Sperone, Angolo Verde,<br />
Aulinas, Casa Nostra, Giosuè,<br />
I Canali del Gusto, La Collina, La<br />
Conchiglia, La Lampara, La Rupe,<br />
L’Ancora D’oro, Miami, Sant’Elia.<br />
Oggi le notevoli testimonianze<br />
archeologiche custod<strong>it</strong>e dal pianoro<br />
e inser<strong>it</strong>e in una cornice di<br />
straordinaria bellezza paesaggistico-ambientale<br />
sono visibili e<br />
fruibili da tutti grazie alla realizzazione<br />
del parco con un finanziamento<br />
ad hoc APQ Ministero<br />
Beni Culturali e Regione Calabria,<br />
del Ministero dell’Economia<br />
e delle Finanze e della Provincia<br />
Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
di Reggio Calabria. A questo bisogna<br />
aggiungere l’importante<br />
contributo dato alle campagne<br />
di scavi condotte dalla Soprintendenza<br />
in collaborazione con<br />
le Univers<strong>it</strong>à della Basilicata e<br />
di Roma Tor Vergata dall’amministrazione<br />
comunale guidata da<br />
Nino Parisi, tra il 2003 e il 2006,<br />
prosegu<strong>it</strong>o dalla successiva amministrazione<br />
Gaudio per gli anni<br />
2007-2008.<br />
Attualmente le associazioni Italia<br />
Nostra, sezione di Reggio Calabria<br />
(associazione nazionale per<br />
la tutela del Patrimonio Storico<br />
Artistico e Naturale della Nazione)<br />
e il Movimento Culturale San<br />
Fantino di Palmi (associazione<br />
per la conoscenza e la valorizzazione<br />
dei Beni Etnoarcheologici<br />
e Storico-artistici), grazie ad una<br />
convenzione con il Ministero per<br />
i Beni Culturali per la custodia,<br />
la manutenzione e la promozione<br />
del s<strong>it</strong>o, sono impegnate dal<br />
mese di agosto, nella gestione<br />
del parco che fino alla fine di <strong>ottobre</strong><br />
sarà aperto il sabato dalle<br />
15 al tramonto; la domenica e i<br />
festivi dalle 10 al tramonto. Da<br />
novembre a marzo il parco aprirà<br />
la domenica e i giorni festivi dalle<br />
10 al tramonto.<br />
Per ulteriori informazioni e per<br />
richieste su prenotazione (min.<br />
15 persone) tel. 340 7564492.<br />
È in corso di allestimento il s<strong>it</strong>o<br />
web sul quale comunicheremo gli<br />
aggiornamenti e le attiv<strong>it</strong>à programmate<br />
a partire dalla prossima<br />
primavera.
Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong> 10<br />
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Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
LA FELICITA’<br />
di Chiara Ortuso<br />
“ Caro Meceneo, sappi che la conoscenza della felic<strong>it</strong>à<br />
non richiede un’età precisa, perché a qualsiasi età è<br />
piacevole prendersi cura del benessere della propria v<strong>it</strong>a.<br />
Conoscere la felic<strong>it</strong>à riguarda sia il giovane sia l’anziano. Il<br />
secondo per trarre benessere dal caro ricordo che ha realizzato,<br />
il primo per trarne forza e nutrimento e prepararsi<br />
a non temere il futuro”.<br />
Così scriveva Epicuro nella sua epistola all’amico Meceneo<br />
introducendo il tema dell’esistenza di ogni uomo, il fine di<br />
ogni v<strong>it</strong>a: la felic<strong>it</strong>à. Tutti aspirano ad essa, tutti ne parlano,<br />
tutti la cercano, tutti credono di averla afferrata anche<br />
un istante della loro v<strong>it</strong>a. Il termine felic<strong>it</strong>à ha come base<br />
un radicale indoeuropeo: FE da cui deriva ferax. I latini<br />
utilizzavano questa parola in mer<strong>it</strong>o a ciò che è produttivo<br />
(la terra). Per tale motivo felic<strong>it</strong>as indicava la capac<strong>it</strong>à di<br />
accrescimento, di sviluppo, di potenziamento dell’essere.<br />
La caratteristica forse più evidente e insieme più nascosta<br />
della felic<strong>it</strong>à è la sua assenza di motivazione. Se la cercassimo<br />
probabilmente non la troveremmo mai. D’improvviso<br />
essa ci prende, ci ag<strong>it</strong>a, ci scuote, ma come burattini esaltati<br />
e in preda al fuoco della gioia ne ignoriamo il perché.<br />
Crediamo di toccare il cielo con un d<strong>it</strong>o, ci sentiamo i padroni<br />
del mondo, come se ogni cosa, ogni evento ruotasse<br />
intorno al nostro ego; come se con un solo cenno del nostro<br />
capo tutto il dolore del cosmo potesse sparire, come se tutta<br />
la natura gioisse insieme a noi. Quale piacevole inganno!<br />
Con la stessa facil<strong>it</strong>à con cui questo stato di spaventosa<br />
euforia ci prende, altrettanto velocemente ci abbandona<br />
con un forte senso d’amaro in bocca. Si potrebbe, dunque,<br />
concludere che se la felic<strong>it</strong>à fosse questa, in fondo essa<br />
non ci apparterrebbe mai, ma sarebbe un’illusione che ci<br />
delude e ci allontana dal senso stesso della realtà. Niente di<br />
più sbagliato! La felic<strong>it</strong>à non risiede nelle grandi imprese e<br />
nelle gloriose opere, non alberga negli stati di megalomania<br />
e negli slanci estatici, ma nelle mansioni che quotidianamente<br />
impegnano le nostre giornate, essa ab<strong>it</strong>a in noi fin<br />
da sempre. Per Aristotele la felic<strong>it</strong>as è uno stato della persona,<br />
l’equilibrio tra anima e corpo, è la realizzazione delle<br />
potenzial<strong>it</strong>à individuali. Il socratico “Conoscere se stessi” è<br />
una delle vie che conduce direttamente alla felic<strong>it</strong>à, ad una<br />
sua forma forse meno esaltante ma più durevole, la sola in<br />
grado di accompagnare l’uomo per tutto il corso della sua<br />
esistenza: la seren<strong>it</strong>à. Essa è il cielo senza nubi nere, è<br />
armonia tra noi e il mondo.<br />
AttUAlItA’ Palmi AttUAlItA’ Palmi<br />
...Il Viminale, ribattezzato il T<strong>it</strong>anic<br />
<strong>it</strong>aliano, fu costru<strong>it</strong>o dalla Loyd<br />
Triestino nel 1925; ha una portata di<br />
8657 tonnellate, è lungo 140 metri e<br />
largo 20 metri circa. Al suo interno<br />
ci sono sale lettura, sale studio, sale<br />
per i fumatori, cabine di I e II calasse<br />
finemente arredate...<br />
Una nave passeggeri costrU<strong>it</strong>a nelgli anni venti, Utilizzata poi per trasporto trUppe dUrante<br />
la gUerra, giace di fronte alle coste palmesi in tUtta la sUa affascinante bellezza.<br />
VIMINALE<br />
di Viviana Minasi<br />
Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
fondali del mare nascondono tesori che per decenni rimangono non visibili, sconosciuti, e solo l’amore per il mare e la caparbietà di<br />
I chi vive le emozioni che esso regala, fa sì che da anonimi, quei tesori diventino conosciuti. È successo con il Viminale, l’enorme motonave,<br />
vanto della cantieristica navale <strong>it</strong>aliana degli anni Venti, affondata a largo di Palmi a 108 metri di profond<strong>it</strong>à, il 25 luglio del 1925,<br />
durante il suo trag<strong>it</strong>to da Siracusa a Napoli, in segu<strong>it</strong>o ad un bombardamento delle un<strong>it</strong>à americane alleate. Da quel il Viminale giorno<br />
riposa indisturbato sul fondo del mare, mantenendo ancora quasi intatta la straordinaria ricchezza del suo carico. Il Viminale, ribattezzato<br />
il T<strong>it</strong>anic <strong>it</strong>aliano, fu costru<strong>it</strong>o dalla Loyd Triestino nel 1925; ha una portata di 8657 tonnellate, è lungo 140 metri e largo 20 metri circa.<br />
Al suo interno ci sono sale lettura, sale studio, sale per i fumatori, cabine di I e II calasse finemente arredate, nonché ampie stive per la<br />
merce. Sul ponte sono presenti due imbarcazioni di salvataggio ed altri due mezzi utilizzati per i servizi in porto. Nata come nave passeggeri,<br />
il Viminale ha fatto il giro del mondo, toccando anche il Giappone e in un secondo momento, durante la II Guerra Mondiale, è stata<br />
convert<strong>it</strong>a in nave per il trasporto delle truppe. Perciò il Viminale è anche nota come l’ultima nave di Mussolini.<br />
I racconti dei pescatori della Tonnara, che ricordavano di una nave affondata a largo di Palmi, hanno spinto i sommozzatori del Centro<br />
Immersioni “Costa Viola” di Palmi, a cercarla; nel 2000, una spedizione guidata da Rocco Tedesco e Giuseppe Dato, dopo diversi giorni<br />
di perlustrazione del fondale, ha r<strong>it</strong>rovato l’enorme rel<strong>it</strong>to che giace lì, e che da quel giorno è divenuto l’attrazione di diversi subacquei<br />
tecnici, che giungono ogni anno da ogni parte del mondo per vis<strong>it</strong>arla.<br />
Tra il 25 ed il 30 settembre scorso, un gruppo di 13 sommozzatori francesi, tedeschi, polacchi e belgi, attratti dalla straordinaria storia<br />
del T<strong>it</strong>anic <strong>it</strong>aliano, ha vis<strong>it</strong>ato la motonave, guidato da Aldo Ferrucci.<br />
Per l’occasione, Linea Blu, il popolare programma Rai che racconta i segreti del mare, ha inviato le proprie telecamere ad effettuare<br />
delle riprese che saranno trasmesse in una delle puntate prossime.<br />
Foto di Giuseppe Catalano
Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong> 12<br />
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www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 13<br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
PUntI DI vIstA PUntI DI vIstA<br />
lE nOttI BRAvE DEllA GIOvEntU’ DI OGGI<br />
NOTTI BRAVE DELLA GIOVENTU’ DI OGGI<br />
LE<br />
di Mario Idà sua v<strong>it</strong>a e farà di tutto affinchè in incidenti stradali soprattutto ché questo concetto di “libertà”<br />
gli intralci siano ridotti al mini- del sabato notte. Considerato - intesa come mero accumulo di<br />
Il tran-tran dei rapporti abimo, in modo tale da abbassare la che la fragil<strong>it</strong>à dei giovani di oggi esperienze, come conquista matudinari<br />
della famiglia ha soglia dell’intens<strong>it</strong>à affettiva che si misura soprattutto attraverso teriale di oggetti e comod<strong>it</strong>à, e<br />
soppiantato gli affetti: è questo serve a diminuire le tensioni e i forme di ribellione fine a se stes- quindi libertà che si misura con<br />
il risultato avvilente della no- problemi quotidiani. Così stando se, i gen<strong>it</strong>ori non possono rego- la quant<strong>it</strong>à dei beni materiali - si<br />
stra società polverizzata. La fa- le cose, un clima di crescente lare meglio queste usc<strong>it</strong>e? Certo rivela – alla prova dei fatti - del<br />
miglia, oggi, è sempre meno un freddezza grava sempre più spes- la soluzione del problema non sta tutto nociva e illusoria. Sicchè è<br />
luogo dove si sviluppano forme so sui rapporti familiari. Come nella reclusione. E addir<strong>it</strong>tura gli comp<strong>it</strong>o fondamentale dei geni-<br />
di amore e sempre più una re- potrebbe spiegarsi, per esempio, esperti di questa fenomenologia tori educare la prole a sani coaltà<br />
di civile coab<strong>it</strong>azione, dove che certi gen<strong>it</strong>ori ignorino se il giovanile concordano nel r<strong>it</strong>enere stumi di v<strong>it</strong>a. Un altro problema<br />
prevalgono gli interessi pratici loro figlio si droga e si portino che i pericoli più gravi si corrono è la difficoltà crescente a dire<br />
e la buona gestione. A tal pun- addosso l’angoscia di questo dub- in casa, perché sono più nocive di “no” ai figli, imponendo lim<strong>it</strong>i<br />
to onnipervadente è diventato il bio? Una sorta di estrane<strong>it</strong>à con- le distorsioni degli affetti fami- categorici alle loro richieste. Se<br />
malcostume sociale veicolato dai divisa si stabilisce, così, all’interliari che le “cattive compagnie” invece la famiglia fosse il luogo di<br />
mass-media, che le realtà della no del nucleo familiare e genera frequentate fuori casa. Al tempo protezione affettiva dal quale si<br />
v<strong>it</strong>a familiare ne vengono pro- s<strong>it</strong>uazioni che sempre più spesso stesso resta il fatto che è troppo possono cr<strong>it</strong>icare i modelli sociali<br />
fondamente influenzate. Ciò che esplodono di fronte al compor- rischioso questo restar fuori in e le mode estemporanee e in cui<br />
conta è che l’azienda-casa funtamento dei figli. Sono di moda, auto, stord<strong>it</strong>i dall’alcol, dalla mu- è possibile, dialogando, elaborazioni<br />
e che permetta a tutti i suoi per esempio, le usc<strong>it</strong>e dopo cena sica e dalle droghe fino all’alba. re insieme un sentimento auten-<br />
componenti sufficienti soddisfa- fino alle ore piccole, per poi leg- Non si può far nulla per impedirtico di v<strong>it</strong>a, alternativo all’ansia<br />
zioni. Ciascuno, pertanto, seppur gere sui giornali il ricorrente felo? Stando così le cose, sembra dell’accumulo, allora anche un<br />
nella convivenza, si costruisce la nomeno di giovani v<strong>it</strong>e spezzate una pia illusione, soprattutto per- divieto diventerebbe credibile.<br />
A PROPOSITO DI LEGA…<br />
di Carmela Gentile<br />
Qualche giorno fa, saltellando da un canale all’altro<br />
con il telecomando, mi è cap<strong>it</strong>ato di intercettare<br />
un’intervista ad un deputato leghista, il quale affermava<br />
con la massima sicurezza di avere le prove che esiste<br />
in atto una cospirazione, ad opera dei Paesi islamici, per<br />
colonizzare e convertire l’Occidente all’Islam. In poche<br />
parole sosteneva che, dietro le orde di disperati che vendono<br />
tutti i loro averi per acquistare un biglietto senza<br />
r<strong>it</strong>orno su una di quelle carrette del mare dirette verso<br />
l’Occidente, vi sia una regia occulta che miri a conquistare<br />
l’Occidente ed in particolare la padania che è la perla<br />
dell’Occidente!<br />
Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
Devo dire che in un primo momento mi è venuto da ridere<br />
perché il tale esimio rappresentante della nostra classe<br />
pol<strong>it</strong>ica (sia pur di parte) elargiva le sue affermazioni col<br />
l’aria che probabilmente aveva Garibaldi quando arringava<br />
i suoi; ma successivamente sono stata colta da una tristezza<br />
infin<strong>it</strong>a e, chissà perché, mi è sembrato di essere stata<br />
catapultata nel Medio Evo. Secoli e secoli di civiltà non ci<br />
hanno insegnato proprio nulla! Quei poveri diavoli fuggono<br />
da guerre, miseria e povertà e noi siamo convinti che ci<br />
vogliano invadere. Con cosa? Con le buste di plastica in<br />
cui conservano i loro stracci?, con le pietre che si portano<br />
nelle tasche dalla loro Terra? Certo che noi occidentali<br />
vantiamo tanto la nostra civiltà e disprezziamo i derel<strong>it</strong>ti,<br />
come fossero figli di un dio minore. Non dimentichiamo che<br />
la profonda fer<strong>it</strong>a inferta dalla seconda guerra mondiale<br />
all’uman<strong>it</strong>à è ancora aperta e sanguina. I milioni di Ebrei<br />
sterminati per proteggere la razza Ariana, ancora gridano<br />
vendetta. E noi, non abbiamo imparato nulla dalla storia!<br />
L’uomo fa presto a trasformarsi da v<strong>it</strong>tima in carnefice, in<br />
una specie di circolo vizioso maligno, che un giorno ci vede<br />
vinc<strong>it</strong>ori e il giorno dopo vinti. Così il popolo ebreo che,<br />
dopo la seconda guerra mondiale venne incoraggiato a formare<br />
uno stato omogeneo, Israele, in cui potersi r<strong>it</strong>rovare.<br />
Israele è la Terra dei Padri, il luogo dove si incontrano le<br />
grandi religioni monoteiste del mondo. Ad Israele il popolo<br />
ebreo si è trasformato da v<strong>it</strong>tima in carnefice, cacciando<br />
via senza pietà i Palestinesi che occupavano quelle terre<br />
da quasi duemila anni, cioè dopo la diaspora.<br />
Ho conosciuto un collega, un medico arabo – palestinese,<br />
una persona meravigliosa che risiede in Italia ed ha sposato<br />
un’Italiana. La sua v<strong>it</strong>a è tutta un romanzo, sempre<br />
in fuga dalla guerra. Da bambino venne cacciato dalla sua<br />
c<strong>it</strong>tà (in Cisgiordania) dagli israeliani dopo la guerra dei sei<br />
giorni. Fuggì con i suoi familiari e si rifugiò in Kuwa<strong>it</strong>, dove<br />
un fratello maggiore si prese cura di lui e lo fece studiare.<br />
Lo mandò in Italia, a Roma, dove imparò la lingua, si laureò<br />
in Medicina e Chirurgia e si specializzò in Anestesia e<br />
Rianimazione. Conobbe sua moglie, anch’essa medico e,<br />
dopo un matrimonio estremamente “pol<strong>it</strong>ically correct”<br />
cioè celebrato sia col r<strong>it</strong>o cattolico, che col r<strong>it</strong>o islamico,<br />
tornò in Kuwa<strong>it</strong>, per eserc<strong>it</strong>are la sua professione come<br />
medico in un ospedale mil<strong>it</strong>are. Quando Saddam Hussein<br />
invase il Kuwa<strong>it</strong>, fu costretto a fuggire nuovamente con<br />
la moglie incinta ed un bimbo piccolo. Dopo un viaggio<br />
avventuroso tornò in Italia, dove si sistemò e acquistò,<br />
grazie al matrimonio, la c<strong>it</strong>tadinanza <strong>it</strong>aliana. Ottenne il<br />
passaporto <strong>it</strong>aliano e, solo così poté r<strong>it</strong>ornare a vis<strong>it</strong>are<br />
la sua c<strong>it</strong>tà natale in Cisgiordania. Tutta la sua famiglia<br />
adesso vive in Giordania e lui ha cresciuto i suoi figli nel<br />
massimo rispetto del pluralismo, vero è che pur essendo<br />
egli di religione musulmana, la moglie ed i figli sono di<br />
religione Cattolica e sono praticanti.<br />
Da quando ho conosciuto quest’uomo mi sono resa conto<br />
di quante balle ci propinano i capi di Stato per convincerci<br />
che questo è il buono e quello è il cattivo. La ver<strong>it</strong>à è che<br />
siamo tutti uomini e, in epoca di globalizzazione riusciamo<br />
ancora a mettere barriere su barriere per difendere<br />
il nostro piccolo orticello e non riusciamo a vedere che<br />
la posta in gioco è molto più alta: è il destino di tutta<br />
l’uman<strong>it</strong>à!
Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong> 16<br />
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Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
CUltURA E FOlKlORE CUltURA E FOlKlORE<br />
QUELLA CHIESETTA SUL PIANORO ANTICO<br />
di Francesco Collura<br />
Foto grande - La Chiesetta di San Fantino<br />
Foto piccole - La Cripta - Il pozzo di San Fantino<br />
Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
Ero bambino e mia madre per mano mi conduceva con i miei fratelli<br />
la domenica a messa in quella chiesa adagiata sul pianoro<br />
di Taureana: la chiesa della Madonna dell’Altomare, per la gente del<br />
luogo di san Fantino, nome anche della contrada, dove noi avevamo<br />
casa e si trascorreva l’estate.<br />
Piccola e disadorna, raccoglieva i pochi fedeli, contadini sparsi nelle<br />
vicine campagne e, spesso, anche sparuti pescatori. Solo una volta<br />
l’anno, l’ultima domenica di luglio (prima giugno), il giorno della festa<br />
della Madonna si riempiva fino allo spazio davanti.<br />
D’estate, all’imbrunire, non più di dieci persone erano presenti alla<br />
benedizione impart<strong>it</strong>a dal parroco ed io, fanciullo già, ero tra quelle.<br />
Si tornava dal mare dopo un bagno nella sottostante e stupenda<br />
scogliera di Pietrapiana, ora scomparsa ed occupata dal porto, e si<br />
partecipava al r<strong>it</strong>o.<br />
Il silenzio riempiva la chiesa e l’odore d’incenso e di chiuso sovrastava<br />
quello della campagna intorno. L’animo mio per poco era preso<br />
da un certo timore, fino al momento della preghiera e del solenne<br />
canto del Tantum ergo…poi, il segno della croce e fuori.<br />
Intanto il sole presso l’orizzonte incendiava il mare e la sera, chiamata<br />
dal suono della campana del vespro, s’avvicinava lenta e mi<br />
portava un po’ di malinconia. Lungo la stradina del r<strong>it</strong>orno a casa,<br />
mio padre, mio zio e gli altri, spesso sostando, parlavano, raccontavano<br />
fatti che non conoscevo. Io preferivo osservare le lucertole<br />
sui muri a secco, gli ulivi lontani, i filari di v<strong>it</strong>e… e la chiesa che si<br />
allontanava piano.<br />
A casa, intorno al tavolo, la cena era schiar<strong>it</strong>a dalla luce fioca dei<br />
lumini d’argilla, tanti ad olio, posti da mia madre nelle stanze che<br />
proiettavano come un gioco curioso ombre tremolanti nelle pareti. La<br />
paura dei fantasmi, allora, r<strong>it</strong>ardava il sonno di noi ragazzi e vinceva<br />
la stanchezza dei giochi.<br />
Passava così un altro giorno. Il mattino dopo, dai balconi spalancati<br />
la luce inondava la casa ed il lungo ed atteso tintinnio della campana,<br />
mischiato al canto degli uccelli ed alle note voci rade e lontane della<br />
gente, inv<strong>it</strong>ava al lavoro ed ai nostri interminabili svaghi insieme con<br />
gli altri della stessa età. Poi, il canto stridente delle cicale e l’odore<br />
dei campi m’inebriavano ed il sole cocente della stagione mi riempiva<br />
di v<strong>it</strong>a.<br />
Gli anni e le estati passavano e diventavo adulto, tutto preso da<br />
altri impegni ed altre prove. Più in là, una nuova chiesa, intanto, era<br />
stata costru<strong>it</strong>a e la mia, quella dell’infanzia felice, abbandonata e<br />
rimpianta da chi ancora in v<strong>it</strong>a l’aveva frequentata come me.<br />
I muri scalcinati, aggred<strong>it</strong>i dai rovi e dalle erbacce, mi ricordavano,<br />
ogni qualvolta passavo accanto, che la mia prima età era fin<strong>it</strong>a e tutto<br />
di essa mutato e quasi perduto. Il parroco aveva cambiato sede, la<br />
campana ormai più lontana aveva per me un altro suono, le cicale<br />
non stridevano più e tanti volti cari mi avevano lasciato per sempre.<br />
Il mio mondo innocente era svan<strong>it</strong>o e la mia fantasia e la mia gioia.<br />
Col passar degli anni, la vecchia chiesetta, per un segreto volere del<br />
destino, è stata recuperata, a poco a poco sottratta alla vorac<strong>it</strong>à del<br />
tempo, ma messa a nuovo, trasformata in un luogo di raccolta di cose<br />
antiche: pietre, mattoni e fuori accanto esumati tratti di muro, rifatta<br />
per essere adib<strong>it</strong>a ad un freddo museo o chissà altro.<br />
Mesi addietro, trovando la porta aperta, la curios<strong>it</strong>à ed un misterioso<br />
richiamo mi hanno spinto ad entrare. Non più i fedeli ed i loro<br />
inni, ma buche nel pavimento, recinzioni, pietre antiche forse e vari<br />
reperti di poco valore sparsi qua e là. Quanto strazio! Triste ho scrutato<br />
le pareti dal colore ormai sbiad<strong>it</strong>o, ho osservato il tetto, lo spoglio<br />
e desolato altare, un tempo adorno con fiori di campo, verso cui<br />
pregavo a mani giunte. Tutto era spento e muto.<br />
Ho cercato invano di sentire l’odore d’incenso e di muffa d’una<br />
volta, scacciato da altri, a me strani. Niente. Ad un tratto, il ricordo<br />
sopraggiunto meraviglioso come la luce dell’estate e lieve come le<br />
ali delle farfalle, che inseguivo sulle siepi, ha vinto l’amarezza. Sono<br />
r<strong>it</strong>ornato fanciullo e con me piano piano ha ripreso a vivere la mia<br />
chiesetta. Dolce come una culla mi ha accolto tra le sue pareti dopo<br />
avermi aspettato tanto. Ho ud<strong>it</strong>o il canto del sacerdote, il suono del<br />
campanello ed il coro sommesso dei fedeli invocanti il Signore, le<br />
voci dei miei e di quelli che tanti anni addietro mi accarezzavano.<br />
Ho visto chiari i loro volti. Erano tutti lì per dirmi che mi volevano<br />
ancora bene.<br />
Ho compreso, allora, che quella chiesa (ed ogni altra) ha un’anima,<br />
qualcosa di divino e di umano che parla al cuore ed accompagna<br />
l’uomo nella sua dimora terrena, per cui gli appartiene. Solo in essa<br />
si possono cantare le lodi del Signore e soprattutto mai potrà essere<br />
trasformata in un museo, perché non è il luogo dell’antico, ma dell’eterno,<br />
infatti conserva come in uno scrigno divino le implorazioni, le<br />
lacrime, le attese, la fede e le storie di ogni credente. Custodisce i<br />
momenti più belli dell’esistenza di ognuno, dal battesimo al congedo<br />
da questa terra in grazia di Dio e li ridona, specie nello sconforto,<br />
consolatori.<br />
Una chiesa per un cristiano è una seconda casa, non può essere<br />
altro. La casa della comun<strong>it</strong>à devota, della car<strong>it</strong>à, della pace e principalmente<br />
della speranza, perciò in essa spesso si compiono per dono<br />
celeste certi miracoli. Sulla porta, come d’incanto, un’eco grad<strong>it</strong>a e<br />
lieve ho sent<strong>it</strong>o venire da lontano, quella della mia infanzia e della<br />
mia fanciullezza e chiamarmi come una volta la voce soave di mio<br />
padre e di mia madre.
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 19<br />
di Rocco Liberti<br />
Nell’ultima domenica di agosto del 1736, come vigeva ormai<br />
per antica consuetudine, a Palmi si era in viva ag<strong>it</strong>azione per<br />
l’imminente solenne svolgimento del r<strong>it</strong>o in omaggio alla Madonna<br />
della Lettera. Anzi, ci si trovava proprio al momento in cui «si stava<br />
preparando per uscire la processione col trionfo della bara». Tutto<br />
procedeva certamente in ordine e si stava pronti ad affrontare il<br />
tradizionale percorso, quando una «pubblica rissa» è intervenuta alquanto<br />
a sconvolgere le cose. Quant›era successo nelle more veniamo<br />
ad appurarlo dalle dichiarazioni che il susseguente 8 febbraio 1737<br />
rilasceranno ad un pubblico notaio il mastrogiurato mag. Bruno Ficalli<br />
ed il cap<strong>it</strong>ano di campagna Francesco Chirico.<br />
Il mag. Francesco Lo Monaco, che doveva essere una specie di guappo<br />
ed un inveterato donnaiolo, avendo adocchiato tra la folla una «femina<br />
di Bagnara, l’andava violentando, ed istigando», ma aveva fatto<br />
male i conti perché un parente, che seco lei doveva accompagnarsi,<br />
ha reag<strong>it</strong>o vivacemente «a segno che vi furono molte bastonate, anche<br />
con effusione di sangue». Non appena edotto del fattaccio, si è<br />
fatto avanti sub<strong>it</strong>o il mastrogiurato con la sua «giura», ch’è stato costretto<br />
a misurarsi animosamente pure con gli altri «bagnaroti» fattisi<br />
frattanto presso minacciosi. È stato perciò per la pronta opposizione<br />
di quegli che il Lo Monaco è riusc<strong>it</strong>o a guadagnare il «rifuggio» dentro<br />
la chiesa ed a scampare provvisoriamente all›arresto minacciatogli<br />
dal cap<strong>it</strong>ano, il quale, al primo strep<strong>it</strong>o, si era fatto anch›egli sotto<br />
alla testa dei suoi soldati.<br />
Il frangente si qualificava dei più delicati ed era prevedibile che a<br />
breve potesse scoppiare qualche altro incidente, per cui, onde «non<br />
disturbarsi detta processione, e fiera», il mastrogiurato, stimando che<br />
la persona che si era rivoltata alle prepotenze del Lo Monaco non<br />
intendesse rientrarsene con le buone al proprio paese, ha pensato<br />
bene di farla scortare fino alla marina col propos<strong>it</strong>o di avviarla verso<br />
Bagnara. Intanto il cap<strong>it</strong>ano, al quale non era riusc<strong>it</strong>o sub<strong>it</strong>o di averne<br />
ragione, ha provveduto nei giorni successivi a mettere in gattabuia<br />
chi era stato causa di tanto disturbo. Naturalmente, di tutto venne<br />
ragguagliato l›agente dei feudatari Spinelli, che all›epoca era d. Melchiorre<br />
de Leone, il quale si è detto ben contento di tale carcerazione,<br />
in quanto quegli doveva rispondere di ben altre «incombenze del<br />
Padrone segrete».<br />
Quali si figuravano siffatte incombenze lo accertiamo per mezzo di<br />
altra dichiarazione rilasciata lo stesso giorno al medesimo tabellione<br />
da due fratelli, il rev. cappellano d. Francesco e Giovanni Frosina.<br />
La moglie di quest’ultimo, Francesca Bonazza, ch’era stata dal Lo<br />
Monaco inv<strong>it</strong>ata «a condescendere alle di lui voglie», ai primi di quel<br />
famoso agosto aveva corso davvero per causa sua un grave pericolo.<br />
Una notte quel malnato ha appoggiato una «scaletta » ad una finestra<br />
posteriore della casa della donna col chiaro intento di «violentarla»,<br />
però mal glien’è venuto perché la poveretta si è data sub<strong>it</strong>aneamente<br />
a gridare, per cui non gli è rimasto restò svignarsela in tutta fretta,<br />
onde non incappare in seri guai con la giustizia. La scaletta abbandonata<br />
al suo destino è stata portata allora quale pegno testimoniale al<br />
governatore d. Bernardo Ros<strong>it</strong>ano, ma costui, malgrado il mastrogiurato<br />
avesse steso in propos<strong>it</strong>o la sua brava relazione, non se n’è dato<br />
per inteso ed ha ev<strong>it</strong>ato di muovere alcun d<strong>it</strong>o. Ai risent<strong>it</strong>i parenti<br />
della Bonazza è toccato perciò il comp<strong>it</strong>o di officiare il tutto a «S. E.<br />
Padrone», tram<strong>it</strong>e logicamente l›agente generale, il de Leone. A questi,<br />
però, la parte offesa ha rivolto viva preghiera di voler attendere<br />
l›occasione propizia prima di agire, dato che si trattava di «materie<br />
gelose di stima, reputazione, ed onore» e non era, quindi, il caso<br />
di spiattellare ogni cosa sulla pubblica piazza. Quale perciò migliore<br />
evenienza che quella in cui era «sort<strong>it</strong>o un certo fatto occorso in tempo<br />
della festa... in dove vi furo mazzate tra una parte, e l›altra con<br />
effusione di sangue?». Contro l’inerzia o addir<strong>it</strong>tura la connivenza del<br />
Ros<strong>it</strong>ano si sono cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i dal notaio, sempre nel medesimo giorno 8<br />
febbraio, i sindaci di Palmi, Antonino Poeta e Giacchino Scigl<strong>it</strong>ano, il<br />
mastrogiurato Ficalli, il cap<strong>it</strong>ano Chirico, m.ro Francesco La Raggione<br />
e Domenico Oliveto, i quali si erano già portati in delegazione dal de<br />
Leone, cui si erano frattanto un<strong>it</strong>i d. Rosario Falvetti ed il mag. Antonino<br />
Cavallo di Seminara.<br />
Dai vecchi atti si ricavano almeno due deduzioni di una certa importanza.<br />
Nel 1736 la festiv<strong>it</strong>à in onore della Madonna della Sacra<br />
Lettera era già parecchio in auge avendola forse rinvigor<strong>it</strong>a i recenti<br />
decreti del 23 agosto 1732 e 23 settembre 1733 relativi alla concessione<br />
della rec<strong>it</strong>a dell’Ufficio in uso a Messina, c<strong>it</strong>tà dalla quale il culto<br />
negli antichi tempi era trasmigrato a Palmi. Di conseguenza, il tempio<br />
appariva particolarmente accorsato e la processione molto seguìta. A<br />
farne fede sono i tanti “bagnaroti”, la cui presenza sulla scena avalla<br />
in pieno l’affermazione del Fiore, laddove dice che alla sua epoca la<br />
festa era ricercata da «maraviglioso concorso di Popoli».<br />
CUltURA E FOlKlORE<br />
Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
Tafferuglio per motivi di onore nella<br />
festiv<strong>it</strong>à della Madonna della Lettera nel 1736<br />
La Madonna della Lettera custod<strong>it</strong>a nella Chiesa Matrice di Palmi<br />
Dipinto della “Madonna della Lettera”del messinese Antonio Filocamo<br />
(1669-1743) - Il testo in basso riporterebbe la lettera inviata<br />
ai messinesi.<br />
“Maria Virgo, Joachim et Annae Filia, Humilis Ancilla Domini, Mater Jesu<br />
Christi, qui est ex Tribu Juda, et de Stirpe David, Messanensibus omnibus salutem,<br />
et a Deo Patre Onnipotente Benedictionem. Per publicum documentum<br />
constat, Vos misisse ad Nos Nuncios, fide magna: Vos scilicet credere, Filium<br />
Nostrum a Deo gen<strong>it</strong>um esse Deum, et hominem, et post Resurrectionem<br />
suam ad Coelum ascendesse; Vosque mediante Paulo Apostolo electo viam ver<strong>it</strong>atis<br />
agnovisse. Propterea vos, vestramque Civ<strong>it</strong>atem benedicimus, et protegimus<br />
eam in specula saeculorum”.<br />
Data fu<strong>it</strong> haec Aepistola die quinta in Urbe Hierusalem a Maria Virgine cuius<br />
nomen supra, Anno XXXXII a Filio eius, speculo primo, Die 3 Juni, Luna XXVII”
Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong> 20<br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />
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Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
di Francesco Lovecchio<br />
qualche centinaio di metri<br />
A dalla Stazione delle FF.S.<br />
di Palmi e a ridosso delle ab<strong>it</strong>azioni<br />
del rione Impiombato, la<br />
cui local<strong>it</strong>à è nota come Macello-<br />
Pignarelle, esiste un grandioso<br />
insediamento rupestre di chiara<br />
impronta monastica Bizantina. Le<br />
grotte erano ben note in passato<br />
a tanti Palmesi in quanto avevano<br />
trovato rifugio dai bombardamenti<br />
aereonavali dell’ultimo<br />
confl<strong>it</strong>to mondiale, senza però,<br />
che nessuno abbia mai cap<strong>it</strong>o l’origine<br />
e l’importanza della loro<br />
presenza. Nonostante fin dalla<br />
scoperta ci siamo preoccupati attraverso<br />
i media e in un convegno<br />
tenutosi a Melicuccà di evidenziare<br />
la grande rilevanza storica ed<br />
arch<strong>it</strong>ettonica che il complesso<br />
riveste, fino ad oggi si è riscontrato<br />
solo l’appagamento della<br />
curios<strong>it</strong>à di alcuni pol<strong>it</strong>ici locali<br />
e la vis<strong>it</strong>a di qualche “addetto ai<br />
lavori” che, evidentemente, non<br />
era animato da nessun interesse.<br />
Purtroppo, non si vuole ancora<br />
capire che il s<strong>it</strong>o deve essere<br />
salvaguardato, recuperato e reso<br />
accessibile sia perché l’impone<br />
un dovere civico, sia perchè può<br />
rivelarsi un altro motivo di interesse<br />
per turisti e studiosi in<br />
aggiunta ai luoghi paesaggistici,<br />
ai musei e gli importanti appuntamenti<br />
culturali, tradizionali ed<br />
artistici della nostra C<strong>it</strong>tà.<br />
Il luogo è chiamato dai Palmesi<br />
“Tard<strong>it</strong>i” forse per ricordare<br />
il nome del tecnico governativo<br />
che ricostruì alcuni quartieri della<br />
parte bassa della c<strong>it</strong>tà dopo il<br />
terremoto del 1908. L’individuazione<br />
delle grotte non è facile<br />
per chi si avventura da solo e per<br />
la prima volta, soprattutto perchè<br />
sono collocate in un ripido<br />
costone e celate alla vista da una<br />
f<strong>it</strong>ta vegetazione naturale che<br />
essendosi conservata nei secoli,<br />
mer<strong>it</strong>a uno studio da parte degli<br />
esperti. Sul posto si arriva attraversando<br />
precari sentieri tracciati<br />
sopra quei terrazzamenti<br />
che i contadini costruirono con<br />
le opere t<strong>it</strong>aniche delle armacie,<br />
ormai ovunque franate, per ottenere<br />
terreno coltivabile anche<br />
dagli impervi pendii. Dal costone<br />
la visuale dell’immenso bacino di<br />
mare che si estende dallo Stretto<br />
di Messina fino a Capo Vaticano<br />
è assolutamente libera, tanto da<br />
poter avvistare tutte le navi che<br />
trans<strong>it</strong>ano. Il complesso rupestre<br />
è composto da una serie di grotte<br />
scavate dai monaci nell’arenaria<br />
su diversi livelli e tutte con l’ingresso<br />
orientato a Nord. L’impronta<br />
Bizantina del s<strong>it</strong>o di “Tard<strong>it</strong>i”<br />
si evidenzia già dalla prima<br />
grotta per la presenza all’esterno<br />
di una croce scolp<strong>it</strong>a nella roccia<br />
con le quattro punte a forma di<br />
freccia. La cav<strong>it</strong>à è formata da un<br />
solo vano e con un’ampia apertura<br />
dalla quale si dipartono alcuni<br />
CUltURA E FOlKlORE<br />
cunicoli che penetrano per diversi<br />
metri all’interno. La seconda<br />
grotta è profonda circa 17 metri e<br />
termina in un’Abside. E’ contrassegnata<br />
anch’essa da una piccola<br />
croce scolp<strong>it</strong>a sull’arco della roccia<br />
della volta che guarda l’esterno<br />
e, quasi certamente, era la<br />
dimora del capo della comun<strong>it</strong>à<br />
religiosa: l’Egumeno. La più interessante<br />
di tutto l’insediamento<br />
rupestre, sia per estensione che<br />
per la sua forma arch<strong>it</strong>ettonica,<br />
è rappresentata da una grande<br />
cav<strong>it</strong>à s<strong>it</strong>uata al centro di tutto<br />
il complesso rupestre che per le<br />
sue particolari caratteristiche<br />
è denominata scientificamente<br />
Basilica. Si presenta a tre navate<br />
con quella centrale alta circa sei<br />
metri e larga almeno tre, mentre<br />
le due navate laterali misurano<br />
circa due metri di larghezza ridotte<br />
ormai ad un’altezza di circa<br />
150 cm per l’accumulo di materiale<br />
terroso trasportato dall’esterno<br />
dalle piogge.<br />
A circa 50 metri dall’ingresso<br />
della grotta i corridoi laterali<br />
vanno a confluire in quello centrale<br />
formando un incrocio che<br />
assume l’aspetto di una vera e<br />
propria croce alla greca. La parete<br />
terminale della navata centrale<br />
presenta un’Abside dalla forma<br />
ell<strong>it</strong>tica dove i monaci appendevano<br />
Crocefissi e Icone. In quasi<br />
tutte le pareti dell’imponente<br />
grotta e sul suolo sono ben evidenti<br />
ed in gran <strong>numero</strong> gradini,<br />
nicchie, portalampade e giacigli,<br />
che fanno presupporre che la Basilica<br />
abbia osp<strong>it</strong>ato una comun<strong>it</strong>à<br />
molto <strong>numero</strong>sa di monaci<br />
dal momento che era utilizzata<br />
come chiesa e ab<strong>it</strong>azione. Un’altra<br />
grandissima grotta s<strong>it</strong>uata<br />
nello stesso gradone ed esplorata<br />
più volte, ha rivelato un collegamento<br />
con la Basilica mediante<br />
un angusto e ben celato cunicolo.<br />
L’ingresso si presenta molto ampio<br />
ed è ostru<strong>it</strong>o da grossi massi<br />
caduti dalla zona sovrastante e<br />
da arbusti che impediscono l’entrata.<br />
Esistono ancora tante altre<br />
grotte che non si sono esplorate<br />
perché le frane hanno chiuso gli<br />
ingressi, mentre in qualcuna si<br />
può individuare ancora un antico<br />
utilizzo come stalla o cantina di<br />
una casa colonica. Nel costone<br />
di fronte all’insediamento che è<br />
separato da un canalone invalicabile<br />
dove un tempo scorreva un<br />
ruscello d’acqua e oggi utilizzato<br />
come scarico fognario, si trova<br />
ben mimetizzata una piccola cav<strong>it</strong>à,<br />
forse l’unica naturale, che<br />
presenta anch’essa all’ingresso<br />
due minuscole croci scolp<strong>it</strong>e nella<br />
roccia. L’esistenza di una piccola<br />
fer<strong>it</strong>oia costru<strong>it</strong>a con calce e<br />
pietre sul lato destro che guarda<br />
verso l’alto, lascia pensare che<br />
serviva ai monaci per allertare i<br />
fratelli s<strong>it</strong>uati nella parte opposta<br />
quando arrivava qualche pericolo<br />
da terra.<br />
La presenza in Calabria dei<br />
monaci bizantini è attestata fin<br />
dai tempi di Cassiodoro (VI sec.)<br />
e risulta molto consistente nell’VIII<br />
secolo in conseguenza delle<br />
persecuzioni Iconoclaste, (contro<br />
le Sacre Immagini), proclamate<br />
da Leone III Isaurico. Successivamente,<br />
per trovare rifugio<br />
dall’occupazione della Sicilia da<br />
parte dei Saraceni, affluirono in<br />
questo estremo lembo di Calabria<br />
una molt<strong>it</strong>udine di religiosi<br />
che fondando <strong>numero</strong>si Monasteri<br />
e Laure lo fecero diventare<br />
come una novella Tebaide.<br />
Le Laure e i Monasteri erano infatti<br />
anche centri di cultura dove<br />
si raccoglievano i testi antichi<br />
che i monaci letterati trascrivevano<br />
con abile arte calligrafica,<br />
realizzando splendide miniature<br />
nel rispetto delle tradizioni di<br />
Bisanzio come è testimoniato dal<br />
Codice Purpureo di Rossano.<br />
I monaci orientali dell’ordine<br />
di San Basilio della Siria e della<br />
Cappadocia trovarono prima in<br />
Sicilia e poi in Calabria, quelle<br />
stesse condizioni religiose ed<br />
ambientali che avevano lasciato<br />
nella loro Patria. Arrivarono<br />
nella nostra Regione anche dalla<br />
Palestina, Eg<strong>it</strong>to ed Asia Minore<br />
e furono chiamati Greci sia perchè<br />
provenienti dall’impero greco<br />
o bizantino e, quindi, col r<strong>it</strong>o<br />
l<strong>it</strong>urgico di Costantinopoli, sia<br />
per distinguerli dai latini d’occidente.<br />
La loro v<strong>it</strong>a cenob<strong>it</strong>ica era<br />
ispirata alle regole dettate da<br />
San Basilio fondate sulla povertà,<br />
l’obbedienza all’Egumeno, la<br />
preghiera in comune e il lavoro<br />
manuale. Le regole variavano da<br />
una comun<strong>it</strong>à all’altra secondo le<br />
prescrizioni impart<strong>it</strong>e e fatte osservare<br />
dall’Egumeno, che aveva<br />
anche il potere di scegliere il suo<br />
successore tra i monaci più degni<br />
della comun<strong>it</strong>à.<br />
Tra gli oltre 40 monasteri sorti<br />
nella Piana, uno dei più celebri fu<br />
senza dubbio quello Imperiale di<br />
Sant’Elia Profeta che il Santo Ennese<br />
costruì sull’omonimo monte<br />
che sovrasta Palmi (del quale<br />
r<strong>it</strong>eniamo di conoscere l’ubicazione),<br />
e quello molto più antico<br />
del Mercurion di Tauriana con la<br />
cripta paleocristiana, dedicato<br />
poi a San Fantino Abate dopo sua<br />
la morte avvenuta nel 975 a Tessalonica,<br />
oggi Salonicco.<br />
Il complesso monastico rupestre<br />
di “Tard<strong>it</strong>i”, quasi completamente<br />
conservato nella sua struttura<br />
arch<strong>it</strong>ettonica originaria<br />
malgrado i <strong>numero</strong>si crolli causati<br />
soprattutto alle infiltrazioni<br />
di una fogna che scorre nelle<br />
vicinanze, dagli eventi calam<strong>it</strong>osi<br />
e dall’incuria umana, è senza alcun<br />
dubbio unico nel suo genere<br />
esistente nel Meridione e forse in<br />
Italia.<br />
Se le Autor<strong>it</strong>à preposte dovessero<br />
continuare ancora a perseverare<br />
nel loro disinteresse,<br />
sarà inesorabilmente destinato a<br />
scomparire nel tempo una delle<br />
più genuine e rare testimonianze<br />
del periodo bizantino che in<br />
Calabria si è protratto per circa<br />
cinque secoli.<br />
LE GROTTE<br />
DI TARDITI<br />
CUltURA E FOlKlORE<br />
Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 23<br />
CItOlEnA (URDIPIlI) di Saverio Pet<strong>it</strong>to<br />
Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra
Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong> 24<br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 25<br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
ItInERARI<br />
stromboli<br />
di Gianfranco Lucente<br />
Il mio oltre …e’ la storia dei<br />
m<strong>it</strong>i greci, dello Stromboli e della<br />
sua antica civiltà eolica ed ….è la<br />
Fata Morgana.<br />
Il passato seme per il nostro futuro.<br />
Realizzare il progetto turistico<br />
delle Terre della Fata Morgana<br />
è, pensiero costante ed ossessivo<br />
che mi pervade e che spero si<br />
possa realizzare.<br />
Intimamente convinto che il<br />
nostro terr<strong>it</strong>orio si possa offrire<br />
ad un certo turismo di nicchia,<br />
di cultori del bello e sicuro che<br />
questo moderno viaggiatore possa<br />
rimanere affascinato dal clima<br />
m<strong>it</strong>e dei nostri l<strong>it</strong>orali e dall’aria<br />
rigeneratrice delle alture, dalle<br />
grandi distese di ulivi secolari e<br />
dalle armacie per la coltivazione<br />
dello zibibbo, dalla pesca antica<br />
del pescespada, dal r<strong>it</strong>mo,<br />
dall’allegria, dalla musica e dai<br />
s<strong>it</strong>i archeologici, dalla profonda<br />
religios<strong>it</strong>à e dalla passional<strong>it</strong>à<br />
innata della gente e soprattutto<br />
dall’osp<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à e dall’amicizia, che<br />
una volta provati, non possono<br />
essere più dimenticati, inv<strong>it</strong>o altri<br />
a riflettere.<br />
La nostra vera ricchezza è a<br />
portata di mano, basta coglierla<br />
e osservare quanto ci circonda,<br />
con le aspettative e le prospettive<br />
dei nuovi giovani, che si accorgeranno<br />
presto della fattibil<strong>it</strong>à di<br />
questo progetto.<br />
“IL VERO VIAGGIO DI SCOPER-<br />
TA NON CONSISTE NEL CERCARE<br />
NUOVE TERRE MA NELL’AVERE<br />
NUOVI OCCHI” (Marcel Proust)<br />
In questo periodo va di moda<br />
un turismo osp<strong>it</strong>ale; il turista<br />
viene ricevuto quasi a casa ed<br />
edotto sulle virtù ancestrali del<br />
posto, sulla buona cucina di una<br />
volta, sui prodotti genuini e sulle<br />
peculiar<strong>it</strong>à alimentari, sulla storia<br />
e cultura, sul patrimonio paesaggistico<br />
ed arch<strong>it</strong>ettonico ed<br />
sul modo di vivere, di trascorrere<br />
la giornata.<br />
Dobbiamo informare questo<br />
moderno viaggiatore sulla Magna<br />
Grecia e sugli antichi greci nostri<br />
progen<strong>it</strong>ori ed inventori della civiltà<br />
occidentale, sulla v<strong>it</strong>a semplice<br />
e valoriale, sul modo puro<br />
e profondo di confrontarsi con la<br />
bellezza della natura.<br />
La m<strong>it</strong>ologia per i Greci era<br />
Vangelo e Corano e dai vari episodi<br />
dei m<strong>it</strong>i si estrapolano storie<br />
di v<strong>it</strong>a ed insegnamenti.<br />
Fillide, donna della Grecia<br />
aspettava trepidante sulla terrazza<br />
della Reggia il suo Acamonte,<br />
eroe che r<strong>it</strong>ornava dalla guerra<br />
di Troia.<br />
Vede la nave del suo sposo<br />
in prossim<strong>it</strong>à del porto,ma una<br />
tempesta in mare sconquassa la<br />
nave, che sembra inabissarsi.<br />
Affranta dal dolore Fillide muore<br />
e la Dea Era la trasforma in<br />
mandorlo.<br />
Acamonte si è intanto salvato<br />
dalla burrasca e sal<strong>it</strong>o di corsa<br />
sulla terrazza, vede Fillide trasformarsi<br />
in mandorlo e per farla<br />
r<strong>it</strong>ornare in v<strong>it</strong>a graffia con le<br />
d<strong>it</strong>a l’albero; dalla sua corteccia<br />
lacerata spuntano fiori bianchi,<br />
bellissimi.<br />
Il mandorlo e’ l’unico albero<br />
che produce i fiori prima delle<br />
foglie.<br />
Da questo illustre passato nasce<br />
l’ultima nostra speranza di<br />
cambiare il futuro.<br />
Nulla può essere imposto ed<br />
organizzato dall’alto, ma deve<br />
essere fiore bianco bellissimo<br />
della corteccia del mandorlo,<br />
regalo offerto agli altri dal nostro<br />
dolore,da una terra che ha<br />
sempre sofferto ed ha avvert<strong>it</strong>o<br />
il senso profondo della v<strong>it</strong>a e del<br />
vivere.<br />
La Magna Grecia ci ha trasmesso<br />
il sacro principio dell’osp<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à,<br />
la sua filosofia, l’importanza<br />
dell’ agorà, intesa come partecipazione<br />
di tutti ai programmi<br />
della polis,il sentire come aspirazione<br />
al sacro, la realizzazione<br />
del bello.<br />
Solo percorrendo questi splendidi<br />
terr<strong>it</strong>ori e percependo un’estasi<br />
estetica nel camminare e nel<br />
ricercare sensazioni,sentimenti e<br />
desideri, si può comprendere di<br />
aver percorso una magnifica ed<br />
insperata avventura interiore.<br />
Non priviamo il moderno viaggiatore<br />
di questa gioia e lottiamo<br />
insieme affinchè la natura non<br />
subisca l’assalto forsennato delle<br />
regole consumistiche e delle<br />
mode, che di quelle regole sono<br />
il veicolo più efficace.<br />
Manteniamo quindi,un giusto<br />
equilibrio fra l’uomo e la natura,<br />
preservando il più possibile<br />
questo nostro patrimonio; tutti<br />
quanti dobbiamo contribuire ad<br />
impedire una cementificazione<br />
sfrenata, uno sconvolgimento<br />
ambientale, che una carta od un<br />
veleno, una nostra cattiva educazione<br />
ecologica e civica, possano<br />
allontanare il nostro sogno.<br />
Rendiamoci promotori di un<br />
Parco del Tracciolino da Taureana<br />
ai piani della Corona ed impediamo<br />
che altri possano modificare<br />
quanto predisposto dalla bellezza<br />
del nostro ambiente.<br />
Procuriamoci tutti un totem<br />
condiviso, un riferimento che ci<br />
inv<strong>it</strong>i a partecipare ed a renderci<br />
protagonisti per ev<strong>it</strong>are che il<br />
nostro sogno cada nel silenzio e<br />
nell’oblio.<br />
Tutti noi dobbiamo diventare<br />
protagonisti e nuovi prometei.<br />
Nella m<strong>it</strong>ologia Prometeo e’ un<br />
t<strong>it</strong>ano, amico degli uomini e desideroso<br />
di favorirli, ruba il fuoco<br />
agli Dei dentro ad una canna e<br />
Zeus lo punisce incatenandolo ad<br />
una roccia ed a lui un’aquila divora<br />
il fegato che continuamente<br />
ricresce ma è colui che per primo<br />
infonde nei mortali la consapevolezza<br />
della loro grandezza e delle<br />
loro capac<strong>it</strong>à.<br />
In Platone è per la prima volta<br />
manifestata, in questo m<strong>it</strong>o, la<br />
concezione del fuoco rubato da<br />
Prometeo come energia spir<strong>it</strong>uale<br />
che anima gli uomini consentendo<br />
loro di vivere e di gettare<br />
le basi della futura società civile.<br />
Nell’Accademia di Atene<br />
dove bruciava la fiamma sacra,<br />
prendeva inizio la corsa delle<br />
fiaccole,nella quale gli efebi ateniesi,<br />
accese le loro fiaccole,le<br />
portavano, gareggiando, nella<br />
corsa scambiandosele vicendevolmente,<br />
r<strong>it</strong>uale propiziatorio<br />
del continuo rinnovarsi della c<strong>it</strong>tà.<br />
Il prossimo anno nella corsa<br />
d’Agosto portiamo le nostre fiaccole<br />
in piccole maratone fino al<br />
lungomare di Reggio Calabria e<br />
nell’anf<strong>it</strong>eatro diamo corpo ed<br />
azione ai nostri intenti, discussi e<br />
condivisi nell’agorà di Palmi, nella<br />
casa Repaci o nell’anf<strong>it</strong>eatro di<br />
Taureana.<br />
ItInERARI<br />
Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
il mandorlo di fillide...e lo stromboli<br />
Devo queste poesie ad un totem<br />
ed ho raccolto in questo monte sacro<br />
qualche cosa di antico<br />
le civilta’ delle Lipari ed il nostro passato<br />
Lo Stromboli e’ di colore roseo al mattino<br />
ed e’ gioia e terra ed e’ eterno<br />
E’ la speranza di un mondo sempre uguale<br />
puro ed umano<br />
Lo Stromboli e’ verde e v<strong>it</strong>a<br />
ed e’ il trascorrere della giornata<br />
Lo Stromboli richiama barche e reti<br />
E’ gente che lavora e che crede in una pesca miracolata<br />
Lo Stromboli e’ veder passare<br />
navi container di mondi lontani<br />
Lo Stromboli e’ una piccola barca gialla<br />
che pulisce la nostra spiaggia<br />
Lo Stromboli e’ una serie di piccole stradine<br />
che si inerpicano verso una piazzetta<br />
Lo Stromboli sono piccole case con tozzetti di ceramica<br />
e reti appese alle finestre<br />
La c<strong>it</strong>tadina Ginostra di Stromboli e’ costellata di pigne verdi<br />
ai margini delle terrazze,babbaluchi della v<strong>it</strong>a semplice<br />
Lo Stromboli e’ terra nera che ti sporca<br />
ma tu rinasci nel colore blu del mare<br />
Lo Stromboli e’ un piccolo bar<br />
dove si assapora il pass<strong>it</strong>o<br />
nella dolce attesa di un pomeriggio fatto di niente<br />
Lo Stromboli e’ terrazze colorate con colonne bianche coloniali<br />
E profumo di zagara<br />
In giardini osp<strong>it</strong>ali<br />
Lo Stromboli e’ la donna del Sud<br />
con i suoi scialli neri<br />
che come rondini portano lontano i pensieri<br />
Lo Stromboli e’ come la ginestra<br />
che erompe della lava<br />
ed e’ simile all’ibiscus ed al boucanville<br />
del giardino della mia casa<br />
Lo Stromboli accoglie navi di turisti<br />
ma si svela solo in una piccola stradina verde<br />
Lo Stromboli sono trabiccoli Ape colorati<br />
Nelle spiagge nere e disab<strong>it</strong>ate<br />
Acamonte,foglio di Teseo,dilania le mie carni<br />
perche’ possa vivere fiore bianco bellissimo<br />
Nella mia terrazza di farfalle bianche<br />
intorno al una sedia a sdraio vuota,simbolo della sol<strong>it</strong>udine<br />
seduto sopra il cotto<br />
ho scoperto il dolore<br />
Tu mandorlo grazie alle mie preghiere<br />
sei diventato Stromboli<br />
e Stromboli ha i colori della v<strong>it</strong>a<br />
Amigdala mia adorata<br />
Sei r<strong>it</strong>ornata a vivere<br />
prima degli altri a marzo<br />
ed io ho grattato la corteccia<br />
malgrado Era<br />
Acamonte,figlio di Teseo<br />
tu hai creato un fiore<br />
io dopo tante stagioni<br />
ho conservato un amore<br />
Lo Stromboli e’ la sciara<br />
tempesta di lapilli e lava<br />
in uno sfolgorio di fuochi d’artificio per la festa<br />
Lo Stromboli sono le colonne di Hiram<br />
con i sacri r<strong>it</strong>i<br />
Il triangolo di Stromboli ha insegnato a P<strong>it</strong>agora<br />
che la matematica e’ nella natura<br />
Lo Stromboli e’ ricerca<br />
e’ il Dio buono tanto cercato<br />
Lo Stromboli si tinge di verde<br />
per quelli che r<strong>it</strong>ornano<br />
Lo Stromboli e’ trottola o nave oneraria<br />
e’ come lo vedi nella Serra di Vancura<br />
Lo Stromboli nelle sere d’Agosto<br />
si colora d’arancione<br />
per una v<strong>it</strong>a che si reincarnera’<br />
Santino come posso cambiare<br />
il t<strong>it</strong>olo di parole e poesie<br />
Ho nelle carni le mani di Acamonte<br />
che ha dilaniato la mia corteccia nel dolore<br />
e sono apparsi piccoli fiori bianchi<br />
nell’albero senza foglie<br />
ed io sono il mandorlo<br />
Nella fragil<strong>it</strong>a’ del vivere<br />
arriva un giorno<br />
che tutto e’ in frantumi e tu lo senti<br />
Nelle notti chiare non lo vedi ma gli parli<br />
o meglio faccio parlare il silenzio<br />
Il mio obiettivo e’ sempre lo stesso riproporre
Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong> 26<br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 27<br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
di Natale Pace<br />
Ciò che mi colpisce ogni qualvolta<br />
mi reco a trovare Cardone<br />
nella sua casa di via Cesare<br />
Battisti è il silenzio. Lo scatto<br />
metallico dell’apriportone diventa<br />
il segnale magico per l’accesso ad<br />
un mondo ovattato, vellutato, fatto<br />
solo di odor di pul<strong>it</strong>o, di buoni<br />
pensieri e di fantastica atonìa. Sal<strong>it</strong>i<br />
i pochi gradini che portano al<br />
primo piano, viene ad accogliermi<br />
personalmente in veste da came-<br />
Il PERsOnAGGIO Il PERsOnAGGIO<br />
ra, come fa spesso con me, come<br />
si usa con amici a cui non si debbano<br />
i sol<strong>it</strong>i, antipatici obblighi della<br />
formal<strong>it</strong>à. Anche la personcina<br />
minuta, la gentile stretta di mano,<br />
quella sua pacatezza nel dare il<br />
benvenuto, non fanno che rafforzare<br />
l’iniziale impressione di silenzio.<br />
Per non dire che essendo la<br />
casa una costruzione non recente,<br />
una volta dentro spariscono diabolicamente<br />
i rumori esterni e si<br />
riesce a percepirlo il silenzio, ad<br />
ascoltarlo quasi anche nel respira-<br />
re quieto, nell’attesa di cominciare<br />
i l dialogo, e quasi dispiace anche<br />
parlare, sembra di fare peccato.<br />
Domenico Antonio Cardone è<br />
nato a Palmi (RC) i l 21 gennaio<br />
1902. Laureato in giurisprudenza<br />
a ventun’anni, cost<strong>it</strong>uì il “Fondaco<br />
dì Cultura” che ebbe anche una<br />
sua Rivista, entrambi però di breve<br />
durata. Nel 1930 iniziò la collaborazione<br />
alla “Rivista Intemazionale<br />
di Filosofia del Dir<strong>it</strong>to” e<br />
nel 1931 fondò con Antonino Lovecchio,<br />
altro filosofo palmese la<br />
domenico antonio cardone poeta<br />
forse l’Ultima intervista (1980) concessa dal grande filosofo palmese<br />
rivista “Ricerche Filosofiche” che<br />
diresse fino al 1967. Nel 1948 fondò<br />
la Società Filosofica Calabrese<br />
che, nello stesso anno, partecipò<br />
alla fondazione della Féderation<br />
International des Societès de<br />
Philosophie. Nel 1949 venne accolto<br />
nel Royal Inst<strong>it</strong>ute of Philosophie<br />
di Londra e nel 1967 nella<br />
Internationale Vereinigung fur<br />
Rechts-und Sozial phìlosophie di<br />
Wiesbaden. Nel 1958 fu tra gli organizzatori<br />
a Venezia del XII Congresso<br />
Internazionale di Filosofia.<br />
In tale occasione si fece promotore<br />
di un’intesa etica trai filosofi<br />
di tutto il mondo e di tutte le<br />
tendenze, volta ad influire sui vari<br />
problemi nazionali ed internazionali,<br />
il che determinò la proposta<br />
del suo nome al Nobel per la Pace<br />
nel 1963, assegnato poi alla Croce<br />
Rossa Intemazionale. Tranne che<br />
nella prima giovinezza, non fu<br />
mai iscr<strong>it</strong>to ad alcun part<strong>it</strong>o.<br />
Inutile qui soffermarci sulla miriade<br />
di pubblicazioni del Filosofo<br />
o che lo riguardano, sarebbe<br />
un lavoro gravoso e certo non bastano<br />
le pagine della Rivista. Vale<br />
per questo rimandare ai due volumi<br />
di “Bibliografìa Cr<strong>it</strong>ica di Domenico<br />
Antonio Cardone”, pubblicati<br />
a cura della Società Filosofica<br />
Calabrese.<br />
Poiché con lui parleremo di poesia,<br />
quasi esclusivamente, voglio ricordare<br />
le specifiche pubblicazioni<br />
in versi, che non sono poi tante.<br />
Diciamo sub<strong>it</strong>o che Cardone,<br />
contrariamente a quanto si possa<br />
pensare, non sì è inventato poeta<br />
solo negli ultimi anni. Già al n. 2<br />
della c<strong>it</strong>ata Bibliografia Cr<strong>it</strong>ica figura<br />
“Nuvole” una lirica pubblicata<br />
nel 19<strong>22</strong> sulle riviste Ebe e Il<br />
Faro ed inser<strong>it</strong>a nello stesso anno<br />
nella prima raccolta “Frammenti<br />
di Giovinezza” (1) . “Nuvole” fu<br />
allora defin<strong>it</strong>a da Leonida Repaci<br />
«Un esempio notevolissimo d’impressionismo<br />
acuto».<br />
Per avere comunque un’idea<br />
della poetica matura del Cardone<br />
occorre da qui fare un salto dì<br />
quasi mezzo secolo. E’ del 1970<br />
la pubblicazione dì “R<strong>it</strong>mi del Silenzio”<br />
(Ed<strong>it</strong>rice La Nuova Europa,<br />
Firenze) e l’anno successivo “R<strong>it</strong>mi<br />
Astrali” (Gesualdi ed., Roma).<br />
A queste segue “Canti d’Amor Diverso”<br />
(Ed. Cimento, 1972; collana<br />
Poeti d’Oggi); nel 1978 un bel<br />
volume, “Poesie Scelte” (Gabrieli<br />
ed., Roma) e per finire l’anno scorso<br />
“L’assenza e la mancanza” (Ed.<br />
MIT, Cosenza). A propos<strong>it</strong>o di questa<br />
ultima raccolta ebbe a scrivere<br />
con squis<strong>it</strong>a delicatezza Antonio<br />
Altomonte: «... Siamo perciò a una<br />
poesìa ch’è un continuo flirt con<br />
la metafisica, un assiduo rimando<br />
dagli assilli del quotidiano ai<br />
grandi interrogativi di sempre, dal<br />
particolare privato alla vicenda di<br />
un tempo come il nostro in cui la<br />
bellezza è un fantasma e l’orizzonte<br />
sì popola di mostri. La poesìa<br />
che nasce come med<strong>it</strong>azione<br />
esirisolveinurlo» (2) .<br />
E veniamo, dunque alla intervista<br />
esclusiva che è stata registrata<br />
per l’occasione:<br />
avv. cardone, lei ebbe a ricordare<br />
(3) che “il filosofo soffre<br />
di non essere artista e cerca,<br />
quando può, di esserlo” e ancora<br />
faceva sua la profezia di Renan<br />
secondo cui l’arte continui<br />
il pensiero nell’istante in cui la<br />
pura logica non è più in grado<br />
di manifestarlo. Tutto ciò vuole<br />
forse essere il riconoscimento<br />
d’una maggiore vast<strong>it</strong>à e di<br />
più ampie possibil<strong>it</strong>à di analisi,<br />
e quindi di utilizzazione sociale,<br />
della poesia rispetto alla dottrina<br />
filosofica?<br />
“Non si tratta di vast<strong>it</strong>à e di più<br />
ampia possibil<strong>it</strong>à di analisi ma di<br />
un modo diverso di esprimere,<br />
con la vivente figurazione dell’arte,<br />
ciò che si è pensato logicamente;<br />
non solo ma anche di manifestare<br />
il sentimento con cui lo si è<br />
pensato. Naturalmente per questa<br />
più immediata, sintetica, direi,<br />
espressivamente vivente estrinsecazione<br />
del pensiero, può determinarsi<br />
quella “utilizzazione sociale”<br />
della poesia di cui lei dice,<br />
sebbene il mondo oggi sembra tetragono<br />
ad ogni tipo di sollec<strong>it</strong>azione<br />
per un mutamento v<strong>it</strong>ale. Se<br />
poi la ricerca linguistica da me fat-<br />
ta — sull’esempio del grande D’Annunzio<br />
— abbia agevolato o meno<br />
l’intenzionale “utilizzazione sociale”<br />
è altra questione, ma io penso<br />
non possa essere escluso che lo<br />
stimolo per la apertura di orizzonte<br />
del nostro vocabolario giovi anche<br />
alla migliore, più precisa, comunicazione<br />
umana”.<br />
e tuttavia giuseppe logròscimo<br />
accusa la sua poesia di pesantezza<br />
da “astrazioni filosofiche,<br />
residui farinosi non ancora<br />
domati” (4) .<br />
“Il Logròscimo è solo o con qualche<br />
altro, mi pare, a r<strong>it</strong>enere che<br />
il mio pensiero filosofico non si sia<br />
decantato completamente nella<br />
poesia (quando questa nasce da<br />
una med<strong>it</strong>azione filosofica, che<br />
gran parte della mia poesia non<br />
è un riflesso filosofico). La maggior<br />
parte dei miei cr<strong>it</strong>ici, anzi, ha<br />
proprio rilevato l’opposto, ascrivendolo<br />
a mer<strong>it</strong>o del mio magistero<br />
artistico. Comunque io stesso<br />
ho avuto occasione di riconoscere<br />
che non sempre sono riusc<strong>it</strong>o a<br />
fare del mio pensiero poesia. E ciò<br />
è accaduto — si parva licet componere<br />
magnis — anche a poeti<br />
unanimemente riconosciuti grandissimi”.<br />
Uno tra i più assidui studiosi<br />
cardoniani, almeno per la sua<br />
parte poetica, Franco Trifuoggi<br />
fa un preciso richiamo alla poesia<br />
dì Lorenzo Calogero (5) : lei<br />
oggi, avv. cardone, nel 1980, si<br />
barrica in casa, e rifiuta qualsiasi<br />
pubblicazióne, lim<strong>it</strong>andosi<br />
a registrare su un diario topsecret<br />
i frutti del suo pensiero.<br />
vuole chiarire se r<strong>it</strong>iene che ormai<br />
il mondo può fare a meno<br />
di cardone, se è cardone che<br />
pessimisticamente rinuncia al<br />
mondo o se effettivamente Trifuoggi<br />
è stato buon profeta nel<br />
senso che cardone, seguendo<br />
l’esempio di calogero, rende la<br />
sua poesia e la sua filosofia irreperibili?<br />
“II mondo ha sempre fatto a<br />
meno di me, anche quando io mi<br />
sono illuso di potergli giovare con<br />
la mia attiv<strong>it</strong>à e le mie iniziative<br />
(parlo naturalmente del mondo<br />
extrafamigliare ed extraprofessionale).<br />
Ora sono giunto al punto<br />
morto della scomparsa di ogni<br />
illusione. Non rinuncio al mondo,<br />
tanto che lascio ancora circolare<br />
i miei libri... per forza di inerzia,<br />
rispondo a Lei... e registro nel mio<br />
Diario ìntimo i pensieri susc<strong>it</strong>ati<br />
in me dagli eventi, del mondo;<br />
ma non r<strong>it</strong>engo valga la pena essere<br />
più un produttore di pensieri<br />
e canti stampati”.<br />
io ho creduto di rinvenire tra i<br />
suoi versi, almeno tre motivi poetici<br />
predominanti: ansia cosmica,<br />
visione panica (o come dice<br />
Trifuoggi, panpsichica) e ricerca<br />
formale. Posto che lei concordi<br />
sulla esistenza dei tre motivi,<br />
vuole dirci se e come r<strong>it</strong>iene che<br />
essi vadano inser<strong>it</strong>i nel moderno.<br />
in pratica quanto ognuno di essi<br />
può scavare nel futuro per una<br />
migliore convivenza delle genti?<br />
“Che i tre motivi da lei indicati<br />
esistano, non c’è dubbio. Se e<br />
come sono “inser<strong>it</strong>i nel moderno”<br />
— come lei dice — credo risulti dalla<br />
Prefazione ai miei R<strong>it</strong>mi Astra-<br />
Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
li, int<strong>it</strong>olata “Avanguardia si e no”<br />
e sarebbe lungo riportarla adesso.<br />
Che, poi, ognuno di essi possa per<br />
suo conto “scavare nel futuro per<br />
una migliore convivenza delle genti”<br />
— come lei dice — è una conseguenza<br />
dì tutta l’impostazione<br />
dell’interpretazione dei detti motivi.<br />
La coesistenza di tali motivi<br />
— per altro — può riscontrarsi in<br />
molti poeti ed artisti e mi piace ricordare,<br />
tra essi, il Pascoli”.<br />
Una curios<strong>it</strong>à. a quanto mi risulti,<br />
lei ha fatto uso di pseudonimi<br />
varie volte, ma sempre<br />
trattandosi di suoi scr<strong>it</strong>ti di letteratura.<br />
per esempio nel 1926 si<br />
firmava Ustor, pubblicando sulla<br />
rivista “U chiaccu” una raccolta<br />
di poesie che già int<strong>it</strong>olava “r<strong>it</strong>mi<br />
del Silenzio”. Poi sulla rivista<br />
“nasside” si chiamò lelio biante<br />
e si trattava di novelle. per non<br />
parlare del donecar autobiografico<br />
ed enigmistico delle “Memorie<br />
di un Ominide ‘900”. E’ forse<br />
per separare questa sua attiv<strong>it</strong>à<br />
di letterato da quella di filosofo?<br />
“L’uso di pseudonimi non è stato<br />
determinato da una volontà di<br />
separare la mia attiv<strong>it</strong>à letteraria<br />
da quella filosofica, anche perché,<br />
all’epoca degli scr<strong>it</strong>ti giovanili<br />
da lei ricordati, ancora non avevo<br />
una spiccata attiv<strong>it</strong>à filosofica.<br />
Forse si è trattato allora di una<br />
specie di “timidezza”, non ricordo<br />
bene. Quanto al Donecar delle<br />
Memorie di un Ominide ‘900 le<br />
ragioni stanno nella Prefazione al<br />
libro dove esalto più che il valore<br />
dell’Autore, quello di coloro che,<br />
accogliendo il messaggio dei contenuti<br />
delle sue opere, diventano<br />
essi i veri Autori. Qualche volta ho<br />
prefer<strong>it</strong>o scrivere senza firma per<br />
le stesse ragioni”.<br />
l’ultima brevissima. avv. cardone,<br />
che futuro vede per la<br />
poesia e soprattutto che futuro<br />
vede per l’uomo?<br />
“Un futuro per la poesia? Diventa<br />
sempre più un canto nostalgico<br />
di m<strong>it</strong>i sognati. Un futuro per<br />
l’uomo? L’annientamento cosmico<br />
o la salvezza in extremis, per<br />
l’improvvisa consapevolezza (finalmente!)<br />
della solidarietà universale:<br />
ma ciò vorrebbe dire una<br />
nuova èra di miracoli”.<br />
E qui termina l’incontro con Domenico<br />
Antonio Cardone.<br />
Altre vis<strong>it</strong>e, altri incontri certamente<br />
avrò col Filosofo buono di<br />
Palmi, finché la gentilezza e la salute<br />
gli permetteranno di vedermi<br />
e lasciarsi torturare dai miei<br />
versi d’inventato poeta. Oggi mi<br />
preoccupa averlo trovato un po’<br />
più nero del sol<strong>it</strong>o, un po’ meno<br />
interessato alle cose del mondo,<br />
come se ormai sentisse non doverlo<br />
questo più riguardare.<br />
Uscendo per strada, comunque,<br />
ho chiuso con delicatezza il portone.<br />
(1) Frammenti di Giovinezza<br />
(Signoretta, Palmi, 19<strong>22</strong>).<br />
(2) Antonio Altomonte, Se <strong>it</strong> poeta è filosofo<br />
- “ I l Tempo”, 1.2.1980.<br />
(3) Repaci Controluce, antologia e cr<strong>it</strong>ica<br />
a cura di Giuseppe Ravegnani, Ceschina, Milano,<br />
1963, pag. 472.<br />
(4) Calabria Cultura, rivista<br />
trimestrale, anno I n. 1-2 (gennaio-giugno<br />
1974), pag. 110 e segg.<br />
(5) La poesia di Domenico Antonio Cardone,<br />
su Luce serafica, n. 4-5-6 1972.
Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong> 28<br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 29<br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
di Walter Cricrì<br />
Il miele è una sostanza zuccherina<br />
prodotta dalle api per elaborazione<br />
del nettare; il suo colore<br />
e caratteristiche variano a seconda<br />
dei fiori da cui proviene il nettare.<br />
Il nettare e altre sostanze zuccherine,<br />
sono succhiati dalle api operaie<br />
attraverso l’esofago e giungono<br />
così nella “borsa melaria”. Qui<br />
il nettare e le altre sostanze zuccherine<br />
sono disidratati e sottoposte<br />
all’azione di particolari enzimi<br />
prodotti dalle api e trasformate poi<br />
in vero e proprio miele, che viene<br />
rigurg<strong>it</strong>ato nelle celle precedentemente<br />
preparate.<br />
La qual<strong>it</strong>à del miele dipende<br />
essenzialmente da due fattori:<br />
dall’attiv<strong>it</strong>à delle api per produrlo<br />
e dal procedimento dell’uomo per<br />
estrarlo e per “confezionarlo”.<br />
Per la produzione di un chilo-<br />
sAPERI & sAPORI sAPERI & sAPORI<br />
grammo di miele le api percorrono<br />
un totale di circa 150.000 chilometri<br />
per andare a raccogliere il polline<br />
dall’alveare ai fiori; esse sono<br />
in grado di arrivare ai fiori che si<br />
trovano in un’area distante fino a<br />
tre chilometri dall’alveare.<br />
Il miele immagazzinato dalle api<br />
nelle celle, viene estratto tram<strong>it</strong>e<br />
centrifugazione, lasciato decantare<br />
per qualche giorno e successivamente<br />
riposto in vasetti. Questi<br />
gli unici procedimenti che fanno sì<br />
che il miele mantenga inalterate<br />
le sue proprietà e caratteristiche.<br />
Tutti i mieli sono in origine allo<br />
stato liquido, ma con l’abbassarsi<br />
delle temperature molti di essi<br />
cristallizzano e diventano solidi,<br />
mantenendo così tutte le proprietà<br />
nutraceutiche attive (v<strong>it</strong>amine,<br />
probiotici, enzimi, ecc.); non è,<br />
quindi, sottoposto ad alcun trattamento<br />
chimico-fisico, ma è previsto<br />
Una “fattoria” sUl terrazzo<br />
Giorni fa le testate giornalistiche straniere e nazionali hanno<br />
ripresa la notizia che «centomila operaie in maglia giallo<br />
nera si mischieranno ai broker in doppiopetto e bombetta»,<br />
in un esperimento di apicoltura urbana al centro della C<strong>it</strong>y<br />
londinese. Installare alveari su terrazzi e balconi è un modo<br />
“casalingo” per fronteggiare il problema della preoccupante<br />
diminuzione delle api che è stato rilevata in Europa e Nord<br />
America negli ultimi anni. Inoltre, sostengono gli allevatori,<br />
nonostante l’inquinamento delle c<strong>it</strong>tà, i fiori che vi crescono<br />
non sono trattati con parass<strong>it</strong>ari per cui parrebbe che questi<br />
operosi insetti vivano meglio qui che nelle campagne.<br />
miele e cUrios<strong>it</strong>à<br />
La tipica espressione “luna di miele” deriva dal fatto che<br />
nell’antich<strong>it</strong>à si usava far bere agli sposi una bevanda a base<br />
di acqua, miele e liev<strong>it</strong>o, al fine di propiziare l’arrivo di un figlio<br />
maschio; da qui l’espressione “luna di miele”.<br />
l’obbligo di indicare in etichetta la<br />
data di confezionamento e di scadenza<br />
(generalmente non oltre i 24<br />
mesi dall’estrazione). L’industria,<br />
per farli tornare allo stato liquido,<br />
li sottopone a pastorizzazione, un<br />
trattamento termico che ne altera<br />
però le caratteristiche nutrizionali<br />
e lo depaupera delle componenti<br />
più pregiate.<br />
Il nostro terr<strong>it</strong>orio esprime le sue<br />
potenzial<strong>it</strong>à produttive con mieli<br />
di eccezionale abbondanza, e variegate<br />
tipologie regalate da climi<br />
m<strong>it</strong>i che caratterizzano buona parte<br />
dell’anno. Purtroppo in quest’ultimo<br />
periodo qualche problema<br />
infligge un duro colpo anche a questo<br />
settore, la presenza di insetti<br />
“importati clandestinamente”,<br />
che condizionano negativamente<br />
la produzione dei prelibati mieli di<br />
castagno ed eucalipto anche nella<br />
nostra regione. (vedi riquadro)<br />
il miele è composto principalmente<br />
da acqua, zucchero (fruttosio<br />
e glucosio), acidi, proteine, sali<br />
minerali (in prevalenza ferro, calcio<br />
e fosforo), sostanze ed aromi<br />
dei fiori, tra cui i pigmenti (derivati<br />
della clorofilla), tannino, fosfati e<br />
v<strong>it</strong>amine. Il miele è formato quasi<br />
esclusivamente da zuccheri ed è<br />
molto importante, nella sua composizione,<br />
l’alta concentrazione di<br />
fruttosio; infatti, questo zucchero<br />
è al 100% un prodotto derivato dalla<br />
natura, senza nessun intervento<br />
da parte dell’uomo.<br />
Per il comprensorio di Palmi<br />
segnalarne la presenza presso<br />
la sede A.R.S.S.A., in via Mancuso<br />
n° 33; il personale specializzato<br />
effettua il mon<strong>it</strong>oraggio<br />
ed offre l’opportuna assistenza<br />
gratu<strong>it</strong>a.<br />
Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
Curios<strong>it</strong>à, dolcezze, gioie e dolori legati al mondo delle api<br />
Miele<br />
Proprietà curative e benefici<br />
del miele<br />
il miele è particolarmente<br />
indicato nella dieta dedicata<br />
all’infanzia, giacché favorisce<br />
la fissazione dei sali minerali<br />
nell’organismo umano, cosa che il<br />
normale zucchero non è in grado<br />
di fare. Molte sono le proprietà<br />
terapeutiche del miele, diverse a<br />
seconda del nettare dei fiori con<br />
cui è stato prodotto. In generale<br />
il miele è un ottimo antinfiammatorio<br />
per la gola ed ha effetti<br />
sedativi contro l’ecc<strong>it</strong>azione<br />
nervosa e l’insonnia. Il miele di<br />
castagno favorisce la circolazione<br />
sanguigna ed è disinfettante<br />
delle vie urinarie, per questi motivi<br />
è consigliato per bambini ed<br />
anziani. Interessanti le proprietà<br />
del miele di girasole che svolge<br />
un’azione contro il colesterolo<br />
nell’organismo umano oltre ad<br />
avere un’azione calcificante nelle<br />
ossa. Il miele di ginepro invece,<br />
ci offre un valido aiuto nelle affezioni<br />
respiratorie e quello di tarassaco<br />
ha un’azione depurativa,<br />
soprattutto sulle reni. Secondo<br />
recenti studi il miele fornisce al<br />
nostro organismo sostanze essenziali<br />
come potassio, fruttosio e<br />
sodio che servono a riprendersi<br />
dopo una serata di “bagordi”.<br />
Molto rilevante la notizia che<br />
arriva da alcuni studi fatti sul<br />
miele prodotto nel meridione,<br />
specialmente sul miele di zafferano;<br />
pare, infatti, che questi<br />
tipi di miele contengano un’alta<br />
percentuale di “nutraceutici”,<br />
che sono molecole ad elevata<br />
attiv<strong>it</strong>à ant<strong>it</strong>umorale. Ed è appunto<br />
in questi mieli che se ne<br />
rilevano quant<strong>it</strong>à significative e<br />
nettamente superiori alle medie<br />
di altre zone d’Italia.<br />
Miele e formaggio: matrimonio<br />
perfetto<br />
Uno degli abbinamenti classici<br />
del miele è quello con il formaggio;<br />
come tutti sappiamo il<br />
formaggio è un alimento assolutamente<br />
privo di zuccheri, che si<br />
contrappone quindi al miele, che<br />
è composto, come abbiamo visto,<br />
per la maggior parte di zuccheri.<br />
E’ per questo motivo che l’abbinamento<br />
di questi due cibi, crea<br />
un equilibrio di gusto.<br />
Il cr<strong>it</strong>erio che si usa per l’abbinamento<br />
è di unire un miele<br />
dolce ad un formaggio piccante,<br />
oppure, un miele amaro ad un<br />
formaggio poco strutturato.<br />
come combattere gli intrUsi<br />
La “vespa cinese”, Dryocosmus kuriphilus, un imenottero cinipide<br />
“importato”, minaccia il grande patrimonio delle nostre superfici<br />
invest<strong>it</strong>e a bosco di castagno. La produzione di miele di questa essenza<br />
rischia quindi d’essere ridimensionata. Peraltro anche gli eucaliptus<br />
sono attaccati da un nuovo parass<strong>it</strong>a, Psilla lerp, originario<br />
dell’Australia, diventato invasivo nell’ultimo decennio, che provoca<br />
il disseccamento delle foglie e il progressivo deperimento delle piante.<br />
Cosa si può fare? Cosa possono fare gli apicoltori per la difesa<br />
di queste importanti e indispensabili risorse botaniche e per continuare<br />
a produrre mieli e pollini monoflora secreti dai fiori di questi<br />
alberi?<br />
• imparare a conoscere questi parass<strong>it</strong>i.<br />
• Segnalarne la presenza alle autor<strong>it</strong>à competenti.<br />
• Sollec<strong>it</strong>are gli enti locali affinché vengano effettuati adeguati<br />
investimenti per tempestivo e adeguato finanziamento e operativ<strong>it</strong>à<br />
di stazioni di riproduzione dei predatori del Cinipide della<br />
Psilla.<br />
• Richiedere e collaborare, laddove utile, con le autor<strong>it</strong>à proposte<br />
per il provvidenziale lancio di coppie di insetti antagonisti;<br />
con la consapevolezza che, con il cinipide e la psilla, molto probabilmente<br />
bisognerà convivere.
Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
di Nella Cannata<br />
Da qualche giorno è iniziato<br />
il nuovo anno scolastico.<br />
Lo scenario che si apre sulla<br />
realtà della Scuola è piuttosto<br />
cr<strong>it</strong>ico se si pensa alle difficoltà<br />
del passato mai sanate e alle<br />
finanziarie approvate tra luglio e<br />
agosto che non porteranno nulla<br />
di buono a docenti, personale<br />
ATA e studenti. Praticamente,<br />
prosegue il declino della qual<strong>it</strong>à<br />
dell’Offerta formativa delle scuole<br />
statali <strong>it</strong>aliane. Senza voler<br />
fare del disfattismo a buon mercato,<br />
mi sembra che gli eventi<br />
degli ultimi giorni parlino da soli:<br />
scioperi, insegnanti senza cattedra,<br />
scuole senza presidi, classi<br />
“pollaio” strapiene, disabili senza<br />
sostegno, gen<strong>it</strong>ori con un carico<br />
di spesa sempre crescente.. Stiamo<br />
parlando dello sciopero della<br />
fame dei precari di Ragusa e<br />
Palermo, della protesta della Cgil<br />
e dei sindacati di base che all’inizio<br />
di settembre sono scesi in<br />
piazza contro la manovra economica.<br />
Le scuole con meno di 500<br />
alunni, inoltre, a segu<strong>it</strong>o di una<br />
nuova normativa, hanno perso il<br />
30<br />
MOnDO sCUOlA<br />
Scuola news<br />
dir<strong>it</strong>to ad avere una propria sede<br />
di presidenza, per cui più di 2500<br />
dirigenti scolastici hanno la reggenza<br />
di altri ist<strong>it</strong>uti e dovranno<br />
fare i pendolari tra i plessi delle<br />
scuole interessate. La stessa norma<br />
ha ridotto anche la possibil<strong>it</strong>à<br />
dei vicari di accedere all’esonero<br />
e al semiesonero per gestire la<br />
scuola, per cui si r<strong>it</strong>roveranno in<br />
classe. Dal prossimo anno, inoltre<br />
è stato annunciato anche un<br />
riordino delle ist<strong>it</strong>uzioni scolastiche<br />
in modo che ciascuna di esse<br />
raccolga almeno 1000 studenti. Si<br />
formeranno, così, gli Ist<strong>it</strong>uti Comprensivi<br />
che metteranno insieme<br />
nello stesso collegio sezioni di<br />
Scuola dell’Infanzia, Primaria e<br />
delle Medie Inferiori e i cui dirigenti<br />
verranno sempre più relegati<br />
a veri e propri burocrati, lontani<br />
dai processi formativi. Quanto<br />
ai docenti, sono stati reclutati<br />
in base al punteggio calcolato in<br />
relazione all’anzian<strong>it</strong>à di servizio<br />
e al <strong>numero</strong> di corsi di perfezionamento<br />
e master frequentati.<br />
Questi ultimi si svolgono, di sol<strong>it</strong>o<br />
su internet, sborsando centinaia<br />
e anche migliaia di euro. Dal<br />
2003, infatti, si assiste alla nasci-<br />
ta di una infin<strong>it</strong>à di associazioni<br />
ed enti che organizzano master e<br />
corsi di aggiornamento con l’accordo<br />
del ministero dell’Istruzione,<br />
rilasciando attestati utili per<br />
salire in vetta alle graduatorie.<br />
Si tratta di un affare di milioni di<br />
euro che vengono spillati agli insegnanti<br />
precari alla spasmodica<br />
ricerca di un posto fisso o comunque<br />
di una posizione di vantaggio.<br />
Un vero e proprio mercato di<br />
punti che crea discriminazioni tra<br />
gli stessi precari poiché consente<br />
di scavalcare chi ha consegu<strong>it</strong>o<br />
esperienza sul campo e avvantaggia<br />
coloro che hanno maggiore<br />
disponibil<strong>it</strong>à economica. Si<br />
continua ad assistere, dunque,<br />
allo sfruttamento dei docenti che<br />
devono sottostare ad una serie di<br />
meccanismi contorti per accaparrarsi<br />
o difendere un posto di lavoro.<br />
In questa condizione vengono<br />
a trovarsi molto spesso anche i<br />
lavoratori delle scuole par<strong>it</strong>arie<br />
che, pur di racimolare punteggio,<br />
sono costretti ad accettare un<br />
incarico senza percepire alcuna<br />
retribuzione. Qualche giorno fa<br />
l’Istat ha pubblicato i dati sulla<br />
“misura dell’occupazione non regolare<br />
nelle stime di contabil<strong>it</strong>à<br />
nazionale” e tra le attiv<strong>it</strong>à economiche<br />
che si avvalgono di lavoro<br />
nero è presente anche l’istruzione.<br />
Risulta, infatti, che gli oc-<br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />
cupati dipendenti irregolari sono<br />
in aumento e certamente non lo<br />
sono tra i docenti delle scuole statali<br />
che sono assunti regolarmente.<br />
Insomma, i docenti in questo<br />
periodo non se la passano troppo<br />
bene, occorre trovare alternative<br />
interessanti per migliorare la propria<br />
posizione professionale. E’<br />
per questo motivo che migliaia di<br />
insegnanti di ogni ordine e grado<br />
si stanno preparando a superare<br />
il concorso che permetterà loro<br />
di diventare dirigenti scolastici. I<br />
posti disponibili dovrebbero essere<br />
2386 in tutto il terr<strong>it</strong>orio nazionale,<br />
di cui 108 nella Calabria,<br />
ma è molto probabile che una<br />
buona parte saranno tagliati via<br />
in segu<strong>it</strong>o al ridimensionamento<br />
imposto dalla nuova finanziaria<br />
e all’accorpamento consegu<strong>it</strong>o<br />
con la realizzazione degli ist<strong>it</strong>uti<br />
comprensivi. La prova preselettiva<br />
prevede il superamento<br />
di un test di 100 domande a risposta<br />
multipla, estratte da una<br />
batteria di più di 5000 quiz, che<br />
i candidati dovranno spulciare in<br />
100 minuti da un megalibro che<br />
verrà loro consegnato. Le istanze<br />
pervenute sono circa 42 mila, di<br />
cui oltre 2000 in Calabria. Il 12<br />
<strong>ottobre</strong> Catanzaro sarà una c<strong>it</strong>tà<br />
invasa da insegnanti fiduciosi: la<br />
speranza è sempre l’ultima a morire!
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 33<br />
II bambini e il gioco. Un singolare<br />
episodio che, ha attirato<br />
la curios<strong>it</strong>à di chi scrive, si è verificato<br />
in un popolato quartiere<br />
di Palmi. I bambini, dopo che un<br />
escavatore aveva demol<strong>it</strong>o una<br />
vecchia casa, per essere successivamente<br />
ricostru<strong>it</strong>a, senza<br />
perdere tempo, hanno occupato<br />
il suo spazio, tracciando nel massetto,<br />
con il gesso, un occasionale<br />
“campetto” da calcetto, sotto<br />
il livello della strada, in segu<strong>it</strong>o,<br />
purtroppo poco utilizzato, per<br />
via della prosecuzione dei lavori.<br />
E’ un episodio che la dice lunga<br />
sull’esigenza dei bambini di giocare<br />
all’aperto. Si registra che la<br />
nostra c<strong>it</strong>tà, è sempre meno (a<br />
parte qualche organizzata manifestazione<br />
sportiva) a misura<br />
di bambino, il quale, non gioca<br />
più all’aperto e sente quindi, la<br />
necess<strong>it</strong>à d’ indipendenza motoria<br />
e “autonomia decisionale”,<br />
indispensabile per la sua cresc<strong>it</strong>a,<br />
fuori dagli sguardi apprensivi<br />
e vigili degli adulti. Una volta, i<br />
rioni di Palmi pullulavano di ragazzini.<br />
Le strade, i cortili, le<br />
piazze, i marciapiedi, le campagne,<br />
erano i luoghi d’incontri e di<br />
giochi spontanei, senza regole,<br />
dove l’avventura e il rischio era-<br />
IntORnO AllO sPORt<br />
no all’ordine del giorno. Purtroppo,<br />
oggi, per fare giocare i bambini,<br />
molti gen<strong>it</strong>ori, forse anche<br />
egoisticamente, perché si sentono<br />
più tranquilli, iscrivono i loro<br />
figli in luoghi specializzati, come<br />
palestre, ludoteche, ecc.., spazi<br />
protetti, ma pur sempre vigilati<br />
dagli adulti. Sembra sia scomparso<br />
il tempo libero e la possibil<strong>it</strong>à<br />
di uscire da casa, da soli, per incontrarsi<br />
con gli amici e scegliere<br />
con loro il gioco e il luogo. Essi,<br />
non vivendo momenti autonomi,<br />
che solo il gioco libero può<br />
garantire, non conoscono l’esperienza<br />
dell’ostacolo, del rischio,<br />
del successo. Ecco perché si dovrebbe<br />
dar loro l’opportun<strong>it</strong>à di<br />
giocare all’aperto, allontanandoli<br />
dalla “prigione” di case piene di<br />
gadget e, per ev<strong>it</strong>are anche, che<br />
diventino sempre più obesi e infelici.<br />
Bisognerebbe far riscoprire<br />
ai bambini i giochi di una volta,<br />
quelli che hanno aperto la mente<br />
d’intere generazioni, formatisi,<br />
facendo la lotta che insegnava<br />
il senso del lim<strong>it</strong>e, arrampicandosi,<br />
rincorrendosi, giocando<br />
al pallone in mezzo alle strade,<br />
alla corda, al nascondino, alla<br />
“si loca”, alle gare di veloc<strong>it</strong>à,<br />
o ai salti dal primo piano delle<br />
case in costruzione, sulla sabbia<br />
fresca scaricata a terra. Chi non<br />
ricorda quelle merende fatte di<br />
pane e pomodoro, consumate<br />
fuori di casa per non sottrarre<br />
tempo al gioco, o quelle epiche<br />
part<strong>it</strong>e a calcio che duravano<br />
ore e ore. Non importava se ci<br />
si sporcava o se si giocava sotto<br />
l’acqua. Si era talmente scaltri<br />
che, rientrando a casa, si riusciva<br />
a eludere anche il controllo dei<br />
gen<strong>it</strong>ori. Erano tutti giochi scelti<br />
e organizzati dagli stessi bambini<br />
che, non si lim<strong>it</strong>avano solo<br />
al gioco, ma allargavano le loro<br />
esperienze, auto-costruendo,<br />
esplorando materiali di fortuna,<br />
come carcasse di auto, baracche<br />
diroccate e quant’altro. Oggi i rioni<br />
di Palmi sono silenziosi, non<br />
si sente più il vociare allegro dei<br />
bambini (sembra siano scomparsi)<br />
ma l’assordante rumore delle<br />
macchine che occupano strade e<br />
spazi liberi. Oggi i divieti da parte<br />
dei gen<strong>it</strong>ori, sono tanti: quello<br />
di giocare a pallone perché rovinano<br />
le scarpe; di fare rumore;<br />
di fare merenda nelle scalinate;<br />
di saltare; di rotolarsi perché si<br />
sporcano i vest<strong>it</strong>i; di andare in<br />
bicicletta perché possono cadere<br />
e farsi male; di strillare per<br />
non disturbare le persone adulte.<br />
Qualche concessione può essere<br />
fatta a patto che “giocate, ma in<br />
silenzio”. E’ consequenziale poi,<br />
che il bambino, pur di non sentire<br />
i continui richiami dei gen<strong>it</strong>ori, e<br />
Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
L’escavatore demoLisce<br />
e... i bambini “s’impossessano” deLLo spazio<br />
di Rocco Cadile<br />
Lo scavo, sub<strong>it</strong>o trasformato dai bambini, in campo da calcio. Da qui si percepisce appieno l’esigenza di spazi di gioco!<br />
per non far rumore, è costretto<br />
a guardare la televisione o giocare<br />
alla playstation. Palmi, negli<br />
anni, ha fatto un passo indietro,<br />
“rubando” ai ragazzi molti dei<br />
loro spazi, privilegiando scelte<br />
che, poco hanno a che fare con le<br />
esigenze e i bisogni dei ragazzi.<br />
Ricordo che ogni rione aveva una<br />
piazzetta o un’ area, alla quale, i<br />
bambini erano indissolubilmente<br />
legati e dove trascorrevano nella<br />
spensieratezza, le loro giornate.<br />
Che tristezza, non vedere<br />
giocare più bambini alla “chiesa<br />
Matrice”, al campetto del Carmine,<br />
adib<strong>it</strong>o a orto, nelle piazze<br />
del centro super affollate di<br />
macchine (perché non destinarli<br />
a isole pedonali?), nei cortili delle<br />
scuole, ormai inaccessibili, nel<br />
piazzale Mauro, Lo Sardo, Piave,<br />
Rione Pille, Trodio, Agraria, S.<br />
Leonardo, C<strong>it</strong>tadella, ecc. L’amministrazione<br />
locale ha la responsabil<strong>it</strong>à<br />
e il dovere ist<strong>it</strong>uzionale<br />
di pensare agli spazi destinati<br />
all’infanzia, per far nascere<br />
nei bambini la voglia di giocare<br />
autonomamente, a confrontarsi<br />
con i coetanei, a misurare le proprie<br />
forze, a esorcizzare le proprie<br />
paure. La civiltà di un paese<br />
si misura, anche, dalla capac<strong>it</strong>à<br />
di accogliere i bambini, poiché<br />
sono loro la risorsa e il futuro<br />
della nostra c<strong>it</strong>tà.
Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong> 34<br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 35<br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
IntORnO AllO sPORt IntORnO AllO sPORt<br />
Patrick Makau Musyoki … più 9<br />
(Giuseppe, Emilio, Antonino, Alessandro, Giuseppe, Rocco, Palmerino, Silvestro, Francesco)<br />
Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
30594 »Alvaro, Giuseppe (ITA) M35 ASD RUNNING PALMI - - - Finish 04:01:00<br />
31129 »Calabro’, Emilio (ITA) M40 ASD RUNNING PALMI - - - Finish 03:50:20<br />
31707 »Fameli, Antonino (ITA) M50 ASD RUNNING PALMI - - - Finish 03:<strong>22</strong>:42<br />
35415 »Fazzalari, Alessandro (ITA) M40 ASD RUNNING PALMI - - - Finish 04:07:46<br />
32397 »Isola, Giuseppe (ITA) M40 ASD RUNNING PALMI - - - Finish 04:07:29<br />
32398 »Isola, Rocco (ITA) M45 ASD RUNNING PALMI - - - Finish 03:45:02<br />
34030 »Rig<strong>it</strong>ano, Palmerino Eugenio (ITA) M55 ASD RUNNING PALMI - - - Finish 05:01:42<br />
34146 »Runci, Silvestro (ITA) M35 ASD RUNNING PALMI - - - Finish 04:29:06<br />
34434 »Solano, Francesco (ITA) M45 ASD RUNNING PALMI - - - Finish 04:30:15<br />
A Cecè …..un “ragazzino” come Noi<br />
di Eugenio Rig<strong>it</strong>ano<br />
Mi sono sempre chiesto il significato del luogo comune “Affidabil<strong>it</strong>à<br />
tedesca”: dopo il 25 settembre <strong>2011</strong> la posso<br />
testimoniare insieme a altri nove amici con i quali ci siamo cimentati<br />
nella 38° BERLIN MARATHON, la più partecipata maratona<br />
del Vecchio Continente. Seconda solo a quella di New<br />
York, pensavamo il “top” partecipando alla 17° della Cap<strong>it</strong>alia<br />
d’Italia, nel Marzo scorso, per il “fiume” di appassionati podisti<br />
e eravamo solo in 13000; a Berlino circa 45000 solo runners, più<br />
sk<strong>it</strong>ers e altro. Ma, l’evento meraviglioso è la partecipazione del<br />
pubblico e come questa stupenda c<strong>it</strong>tadina si animi di folklore<br />
per le strade. Il mare di atleti corre a suon di musica e di r<strong>it</strong>mica<br />
che scandisce il passo con le <strong>numero</strong>se band di musicisti, i quali<br />
con percussioni, fiati, ch<strong>it</strong>arre elettriche, continuano, sparsi per<br />
il percorso, ad accompagnare la fatica di chi corre. L’inc<strong>it</strong>amento<br />
è indicibile, in ogni angolo; inutile ribadire il senso di fratellanza<br />
che si respira. Cosa dire sull’aspetto organizzativo: semplicemente<br />
perfetta. Punti ristoro ricchissimi di tutto ciò che serve<br />
alla gara. Acqua, frutta, sali minerali, maltodestrine in media<br />
ogni tre chilometri. Segnalato perfettamente ogni tombino e<br />
ogni rotatoria o altro ostacolo; un poliziotto in moto, al segu<strong>it</strong>o,<br />
ai bordi della fila ogni 2000 partecipanti. Servizio medico con<br />
postazioni fisse ogni 5 km, oltre a massaggiatori e gruppi di medici<br />
in bici al segu<strong>it</strong>o! Semplicemente meraviglioso: correre con<br />
finlandesi, norvegesi in gonnellina, americani, messicani, irlandesi<br />
in kilt e quanto altro la fantasia della nostra mente possa<br />
partorire. Ecco perché “tedesco” è sinonimo di “affidabil<strong>it</strong>à”:<br />
basti pensare che le loro metropol<strong>it</strong>ane, ne hanno tre, due di superficie<br />
e una di profond<strong>it</strong>à, non hanno tornelli di accesso e non<br />
si incontra un solo controllore; tutti vidimano il biglietto prima di<br />
salire su convogli che non hanno il minimo graff<strong>it</strong>o, come i muri<br />
della c<strong>it</strong>tà stessa!<br />
La storia della maratona passa ancora una volta da Berlino. Tre<br />
anni fa Haile Gebrselassie aveva corso la 42,195 km tedesca in<br />
2h03’59”, un record che sembrava destinato a durare un secolo.<br />
Oggi il keniano Patrick Makau Musyoki è riusc<strong>it</strong>o a fare di meglio<br />
correndo sempre a Berlino in 2h03’38”, miglior prestazione<br />
mondiale di sempre. Stroncato Gebrselassie, costretto al r<strong>it</strong>iro,<br />
le azzurre Incerti, Console e Straneo conquistano il pass per le<br />
Olimpiadi di Londra 2012.<br />
Nove palmesi con la “gioia di vivere nel cuore e ………nelle<br />
scarpe” hanno vissuto un week end teutonico che, stanchi e felici,<br />
sicuramente ripeteranno in futuro. Tutti part<strong>it</strong>i…….tutti arrivati:<br />
infortunati compresi!<br />
Al prossimo appuntamento! Ormai chi li ferma più questi “ragazzini”<br />
scatenati dell’A.S.D. RUNNING PALMI, realtà consolidata<br />
e comprovata di questa giovanissima Società!!!
Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong> 36<br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 37<br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
PARlAnDO DI MUsICA PARlAnDO DI MUsICA<br />
XXXV edizione del Concorso di esecuzione musicale<br />
FRANCESCO CILEA di Antonio Gargano<br />
Il Concorso nazionale di Esecuzione Musicale<br />
è nato, per iniziativa del Comune di Palmi<br />
che lo ha organizzato fino ad oggi, nel 1976 per<br />
onorare il ricordo del suo più importante musicista,<br />
Francesco Cilea, e si è contraddistinto<br />
fin dall’inizio per la sua struttura inconsueta. La<br />
competizione fu infatti riservata a due categorie<br />
all’epoca assolutamente trascurate: il flauto e<br />
la musica d’insieme. A distanza di trentacinque<br />
anni la formula è rimasta vincente collocando<br />
sicuramente il “Cilea”, come affettuosamente<br />
viene chiamato il concorso, come la più antica e<br />
prestigiosa rassegna <strong>it</strong>aliana del settore.<br />
La selettiv<strong>it</strong>à delle prove, garant<strong>it</strong>a dal susseguirsi<br />
di giurie di alto prestigio, ha poi permesso<br />
di esprimere un “albo d’oro” che annovera alcuni<br />
fra gli artisti che ancora oggi rappresentano<br />
il meglio del concertismo <strong>it</strong>aliano: la sezione<br />
flauto ha premiato quasi tutti i maggiori flautisti<br />
oggi in attiv<strong>it</strong>à sia come solisti che come prime<br />
parti nelle maggiori orchestre <strong>it</strong>aliane, quella<br />
di musica d’insieme ha espresso molti fra i più<br />
prestigiosi concertisti <strong>it</strong>aliani, vanto della nostra<br />
scuola nel mondo.<br />
Questa del <strong>2011</strong> rappresenta la trentacinquesima<br />
edizione e, ancora una volta, si presenta<br />
in linea con le aspettative del mondo musicale<br />
<strong>it</strong>aliano.<br />
Alcuni cenni sulla giuria: Presidente è il compos<strong>it</strong>ore<br />
Fabrizio De Rossi Re, di Roma, autore<br />
di composizioni esegu<strong>it</strong>e dalle più prestigiose orchestre<br />
e complessi <strong>it</strong>aliani e stranieri; componenti,<br />
tre flautisti, antonio amenduni, di Bari,<br />
già primo flauto (a 23 anni) dell’Orchestra del<br />
Teatro dell’Opera di Roma e ora chiamato come<br />
primo flauto nelle maggiori orchestre <strong>it</strong>aliane<br />
ed europee nonché solista e didatta celebrato;<br />
massimo mercelli, di Bologna, già vinc<strong>it</strong>ore<br />
dell’edizione 1979 del Cilea, ora svolge un’intensa<br />
attiv<strong>it</strong>à concertistica in tutto il mondo nelle<br />
maggiori sale da concerto che alterna con impegni<br />
in organizzazione di alto profilo, essendo<br />
direttore artistico dell’Emilia Romagna Festival;<br />
michele mo, di Torino, primo flauto e Presidente<br />
dell’Orchestra Filarmonica di Torino, autorevole<br />
didatta e concertista di grande livello; ed<br />
ancora angelo giovagnoli, romano, cornista e<br />
direttore d’orchestra, direttore artistico della<br />
Dig<strong>it</strong>al Record e della neonata Orchestra Stabile<br />
del Molise, nonché vinc<strong>it</strong>ore di ben due Oscar<br />
e quindici David come coordinatore musicale;<br />
Vincenzo Balzani, milanese, esecutore eccelso<br />
in oltre mille concerti, t<strong>it</strong>olare di cattedre di<br />
perfezionamento pianistico in Italia e all’estero<br />
e direttore artistico di vari concorsi nazionali e<br />
internazionali; ed infine, cristiano rossi, fiorentino,<br />
violinista fra i più celebrati, esecutore<br />
acclamato nelle più importanti sale da concerto<br />
del mondo, ma per noi con una nota particolare<br />
in più che oggi ce lo fa salutare con particolare<br />
calore: faceva parte della prima giuria del nostro<br />
concorso nel lontano 1976, quando aveva<br />
solo ventinove anni.<br />
Il Concorso si è svolto presso la prestigiosa<br />
sede della Casa della Cultura “Leonida Repaci”<br />
di Palmi, iniziando mercoledì cinque <strong>ottobre</strong> con<br />
le eliminatorie della sezione flauto, proseguendo<br />
poi con quelle per la musica d’insieme, con<br />
le semifinali e le finali, per concludersi venerdì<br />
otto con la prova con orchestra.<br />
Il concerto finale, presentato al pubblico degli<br />
appassionati e degli intend<strong>it</strong>ori i vinc<strong>it</strong>ori, si è<br />
tenuto sabato nove alle ore 18, sempre presso<br />
l’Aud<strong>it</strong>orium della Casa della Cultura. L’occasione<br />
è stata anche opportuna, per presentare l’ultima<br />
opera per orchestra di Domenico Giannetta,<br />
il compos<strong>it</strong>ore palmese che va ormai affermandosi<br />
come uno delle più qualificate giovani<br />
leve <strong>it</strong>aliane.<br />
di Daniele Gagliardo<br />
La luce si dirada all’orizzonte<br />
imbrunendo le sagome<br />
attorno a me. L’automobile scorre<br />
veloce in corsia di sorpasso,<br />
quasi avesse fretta di arrivare a<br />
destinazione. Il mio amico Osvaldo<br />
mi aspetta al posto prefissato<br />
perché anche lui, come me,<br />
ha sete di buona musica. Sale in<br />
macchina per dirigerci assieme<br />
verso Tropea, dove si terrà la<br />
quarta serata del Blues Festival<br />
che quest’anno vanta la sua settima<br />
edizione. Giunti sul posto,<br />
ci si muove con disinvoltura tra<br />
le stradine accoglienti di questa<br />
c<strong>it</strong>tadina, baciata dal sole e dal<br />
mare, raggiungendo facilmente<br />
la piazzetta dove si terrà il<br />
primo concerto della serata. Ad<br />
aprire le danze la band “Walking<br />
Trees”. L’atmosfera è quasi surreale<br />
in quanto, senza palco, ad<br />
un tiro di schioppo dagli artisti,<br />
in piedi e gom<strong>it</strong>o a gom<strong>it</strong>o con<br />
gli altri spettatori, si assapora in<br />
toto la bellezza della serata. Il<br />
concerto ha inizio e si passa dal<br />
Rock al Blues, con intermezzi di<br />
Southern Rock, e con altre variazioni<br />
sonore che confermano<br />
l’eclettic<strong>it</strong>à di questi artisti che<br />
menziono in ordine: Teresa Auddino<br />
(voce), Enzo Tropepe (ch<strong>it</strong>arra),<br />
Franco Pezzano (basso) e<br />
Giancarlo Alessi (batteria). E’ la<br />
prima volta che li ascolto dal vivo<br />
e posso affermare ad alta voce<br />
che danno l’anima nella loro performance,<br />
malgrado gli inconvenienti<br />
tecnici che non mancano e<br />
che fanno di tutto per ostacolare<br />
il proseguo della serata. Il loro<br />
sound è graffiante, rude, sa di<br />
sudore e di stivali impolverati,<br />
di fumo di sigaretta ed adrenalina,<br />
di cuoio e moto rombanti. Si<br />
tocca con mano il loro desiderio<br />
di trasmettere agli altri un messaggio<br />
musicale che contiene la<br />
voglia di evadere da una realtà<br />
troppo stretta, ancorata a vecchi<br />
stereotipi. Il luogo del concerto<br />
quindi diventa un’isola dove, ciascuno<br />
di noi, vive e realizza in<br />
quei momenti la propria voglia di<br />
libertà. Sulla ch<strong>it</strong>arra le d<strong>it</strong>a del<br />
“Guru” Tropepe (da me così battezzato<br />
sia per l’aspetto che per<br />
la bravura con la quale maneggia<br />
lo strumento) scorrono veloci,<br />
quasi sfiorando le corde, tra riffs<br />
ed assoli trascinanti che coinvolgono<br />
alla grande noi, pubblico<br />
presente. Difficilmente si riesce<br />
a stare fermi ascoltando questo<br />
r<strong>it</strong>mo, tanto da accennare quasi<br />
un pogare con il proprio vicino.<br />
La voce solista femminile che<br />
accompagna i pezzi, particolare<br />
nella sua timbrica, porta indietro<br />
nel tempo, rivivendo una nuova<br />
Woodstock e facendoci capire<br />
che, dalla nostra Terra, possono<br />
nascere progetti interessanti che<br />
vale davvero la pena sostenere.<br />
Questo perché i Walking Trees<br />
sono calabresi D.O.C. e per noi<br />
deve rappresentare un vanto. La<br />
batteria, martello e metronomo,<br />
ed il basso, con il suono corposo<br />
e pieno, scandiscono alla perfezione<br />
questi r<strong>it</strong>mi, accompagnandoci<br />
per mano in un piacevole<br />
viaggio musicale, contribuendo<br />
non poco a rendere grem<strong>it</strong>a l’accogliente<br />
piazzetta di Tropea. La<br />
Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
loro musica, che non stanca, è<br />
un fiume in piena tra pezzi del<br />
passato ed ined<strong>it</strong>i della band.<br />
Dei brani proposti durante il concerto<br />
ne menziono uno su tutti,<br />
considerata la buona esecuzione:<br />
Jim Beam Blues. Alla fine dello<br />
show, special guest della serata<br />
Mary Birch, madrina del Festival<br />
che, a conclusione, improvvisa<br />
un brano mettendo una ciliegina<br />
su questa gradevole torta. A lei<br />
ed ai suoi collaboratori un plauso<br />
per aver organizzato una kermesse<br />
così importante che ogni<br />
anno annovera musicisti rinomati.<br />
Il concerto finisce e si r<strong>it</strong>orna<br />
alla quotidian<strong>it</strong>à. La musica di<br />
qual<strong>it</strong>à ancora una volta ha prevalso.<br />
I Walking Trees, promossi<br />
a pieni voti, hanno dimostrato di<br />
esistere in questa jungla musicale<br />
dove, non sempre, chi propone<br />
buona musica viene ricompensato.<br />
Nel mio piccolo credo,<br />
anzi ne sono convinto, di aver<br />
reso anch’io splendenti questi<br />
gioielli nostrani.
Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong> 38<br />
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www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 39<br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
di Giuseppe Cricrì<br />
Sembra quasi una formula<br />
magica la parola “Tradizionandu”<br />
in realtà si tratta del<br />
nome davvero originale dato ad<br />
una kermesse che per il quarto<br />
anno consecutivo ha visto, anche<br />
in questo <strong>2011</strong>, l’operosa<br />
C<strong>it</strong>tanova farsi teatro di un corollario<br />
di manifestazioni che<br />
hanno registrato grande successo<br />
di pubblico. Gli organizzatori<br />
dell’evento fanno parte di una<br />
illuminata associazione culturale,<br />
la “Lato 2” che ha confezionato<br />
un compos<strong>it</strong>o cartellone di<br />
appuntamenti di grande qual<strong>it</strong>à.<br />
E’ stata la musica a fare da filo<br />
PARlAnDO DI MUsICA PARlAnDO DI MUsICA<br />
C<strong>it</strong>tanova – L’Etnofestival della Piana fra musica e tradizione all’insegna di una multicolore eterogene<strong>it</strong>à.<br />
conduttore in una tre giorni che,<br />
l’1, 2 e 3 settembre ha visto la<br />
biblioteca comunale insieme a<br />
piazze e strade, parchi e giardini,<br />
diventare palcoscenico di attiv<strong>it</strong>à<br />
culturali di variegato interesse.<br />
Giovani e giovanissimi, al<br />
fianco di adulti rinvigor<strong>it</strong>i dall’alchemico<br />
clima gioioso che la<br />
musica sa sempre dare, si sono<br />
cimentati in seminari gratu<strong>it</strong>i,<br />
tanto di genuina tarantella calabrese,<br />
quanto di frizzante pizzica<br />
salentina e poi nell’approccio<br />
all’arte del suono del tamburello<br />
e dell’organetto, quanto di quello<br />
ancestrale e seducente della<br />
lira calabrese e della tecnica<br />
per costruirne una in modo ar-<br />
FOTO - Laura Bova<br />
tigianale. La brillante direzione<br />
artistica di Gabriele Albanese ha<br />
offerto la presenza di musicisti<br />
di altissimo livello che si sono<br />
avvicendati sul palco di Piazza<br />
San Rocco, imprezios<strong>it</strong>o per l’occasione,<br />
dal lucore fascinoso di<br />
un enorme spicchio di luna che<br />
rendeva ancor più suggestiva la<br />
scenografia. Nelle tre serate ad<br />
esibirsi con grande consenso di<br />
pubblico prima i Taranproject di<br />
Mimmo Cavallaro e Cosimo Papandrea,<br />
con la partecipazione<br />
del sempreverde Otello Profazio,<br />
poi è stata la volta dei badolatesi<br />
Marasà, portatori sani di<br />
calabres<strong>it</strong>à e di Peppe Voltarelli,<br />
cantore della nostalgia del popo-<br />
lo migrante, quindi la presenza<br />
pugliese dei Malicanti con la pizzica<br />
salentina ed internazionale<br />
col gruppo marocchino di Nour<br />
Eddine Fatty, accompagnato dalla<br />
sua band, espressione spir<strong>it</strong>uale<br />
e festosa di una med<strong>it</strong>errane<strong>it</strong>à<br />
viva e pulsante, che sa esprimere<br />
particolari affin<strong>it</strong>à elettive<br />
anche con le sonor<strong>it</strong>à nostrane.<br />
Il salento ed il marocco han ben<br />
duettato, in un clima di festosa<br />
comunanza, travalicando barriere,<br />
dimostrando quanto l’arte<br />
del suono sia capace di abbattere<br />
tutti i muri ideologici della<br />
intolleranza e della incomunicabil<strong>it</strong>à.<br />
Tutto ciò ha dato voce ai<br />
postulati espressi dal presidente<br />
della “Lato 2” Giuseppe Guerrisi,<br />
che auspicando una valorizzazione<br />
delle tradizioni a partire<br />
dalla musica, avrà certamente<br />
constatato di aver fatto centro<br />
anche quest’anno. A rendere ancora<br />
più attraente la manifestazione,<br />
un workshop di fotografia<br />
curato da Fabio Itri, (da cui è<br />
scatur<strong>it</strong>a una mostra permanente,<br />
inaugurata sabato 8 <strong>ottobre</strong>)<br />
un corso di arrampicata gest<strong>it</strong>o<br />
da Med Ambiente e un carnet di<br />
escursioni sul nostro appennino,<br />
con la consulenza organizzativa<br />
della Ass. Gente in Aspromonte.<br />
La conclusione della bella manifestazione<br />
è stata allietata dal<br />
trionfo della gastronomia internazional-med<strong>it</strong>erranea,<br />
con una<br />
degustazione di sapori tipici della<br />
cucina calabrese, marocchina<br />
ed ebraica. Cosa aspettarsi di<br />
più? La musica è stata la protagonista<br />
indiscussa, ha affratellato,<br />
ha indotto emozioni, ha generato<br />
sentimenti di solidarietà<br />
e comunione, ha dimostrato che<br />
il profondo sud ha le ali giuste<br />
per volare alto, fino alla luna. Ad<br />
maiora Tradizionandu!!!<br />
I Marasà e Peppe Voltarelli<br />
Lezioni di Tamburello<br />
Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
FOTO - Walter Stranieri<br />
FOTO - Fabio Itri
HOTEL<br />
RISTORANTE<br />
SALA MATRIMONI<br />
Palmi, tel. 0966 479753