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madreterra numero 22 - ottobre 2011 - Madreterranews.it

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www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

FREE PRESS - FREE PRESS - FREE PRESS<br />

EDITORIALE<br />

Paolo Ventrice<br />

“La Bellezza è l’unica cosa contro<br />

cui la forza del tempo sia vana.<br />

Le filosofie si disgregano come la<br />

sabbia, le credenze si succedono<br />

l’una sull’altra, ma ciò che è bello<br />

è una gioia per tutte le stagioni, ed<br />

un possesso per tutta l’etern<strong>it</strong>à”.<br />

Oscar Wilde<br />

Sembra quasi surreale la<br />

bellezza med<strong>it</strong>erranea di<br />

Stefania.<br />

Ci distrae, per fortuna, dai<br />

meccanismi che animano la v<strong>it</strong>a<br />

terrena di noi poveri mortali; ci<br />

accompagna, per qualche tempo<br />

in un mondo di fantasia, dove<br />

non vi sono i Berlusconi e i Di<br />

Pietro, i Bossi e i Bersani o, peggio,<br />

i “sempreverdi” corrotti e<br />

gli immortali delinquenti.<br />

Ci porta su, nell’Olimpo delle<br />

“miss”, ci ammalia e ci incanta,<br />

ci avvolge in uno spensierato<br />

torpore...<br />

Ebbene si, ci siamo distratti,<br />

ma ci vuole poco per farci r<strong>it</strong>ornare<br />

nella nostra valle di lacrime,<br />

a sentir parlare di Stati che<br />

stanno fallendo, di continenti<br />

che, disperati, cercano di salvare<br />

il salvabile, di pol<strong>it</strong>ici che<br />

ancora non si svegliano (se mai<br />

è sonno quello che li accompagna),<br />

di giustizia che troppo frettolosamente<br />

(a volte) condanna<br />

ed altrettanto frettolosamente<br />

(a volte) assolve (PER NON AVER<br />

COMMESSO IL FATTO!!!), di palazzi<br />

che cadono sulle teste delle<br />

persone (manco fossimo sotto<br />

i bombardamenti di Teheran) e<br />

chi più ne ha, più ne metta.<br />

Un pensiero fisso che, atroce,<br />

si è impossessato di me, ripete<br />

all’infin<strong>it</strong>o, “com’è possibile<br />

condannare per omicidio e poi<br />

assolvere con formula piena”?<br />

“Dopo quattro anni!”?<br />

In un romanzo ambientato<br />

nel 1500, si sarebbe gridato “AL<br />

ROGO” (sta a vedere, però, chi<br />

ci doveva finire sulle fiamme!)<br />

e Papa Innocenzo VIII qualche<br />

“eretico” lo avrebbe bruciato.<br />

Cara Stefania, come vedi, in<br />

questo momento sei una “stella”<br />

in un cielo buio; è il tuo momento,<br />

lo è per la tua giovane<br />

età, lo è per la tua bellezza, lo<br />

è per la fascia che porti.<br />

Non ti curar d’altro, segui la<br />

tua via, insegui i tuoi sogni e fatti<br />

guidare da chi ti è sempre stato<br />

vicino fino ad oggi.<br />

Il nostro augurio è che, chi ti<br />

accompagnerà lungo il tuo trag<strong>it</strong>to,<br />

sappia aiutarti e consigliarti<br />

come fosse tuo padre.<br />

“In bocca al lupo” Stefania.<br />

MadreTerra<br />

PERIODICO DI CULTURA ED INFORMAZIONE<br />

Palmi &Dintorni<br />

Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />

UNA MISS TUTTA<br />

“NOSTRA”!<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

FREE PRESS - FFREE<br />

PRESS - FREE PRESS<br />

Foto - Mimmo Zoccali


Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong> 4<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 5<br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

MADRETERRA<br />

Palmi & Dintorni<br />

REGISTRAZIONE AL TRIB. DI PALMI<br />

Nr. 1 / 2010<br />

Anno II - Numero <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />

Direttore respons.: Francesco Massara<br />

Coordinatore: Paolo Ventrice<br />

Collaboratori di REDAZIONE<br />

di questo <strong>numero</strong>.<br />

Saverio Pet<strong>it</strong>to Walter Cricrì<br />

Cettina Angì Salvatore De Francia<br />

Nella Cannata Giuseppe Cricrì<br />

Hanno collaborato per questo <strong>numero</strong><br />

anche: Bruno Vadalà, Mimmo Zoccali.<br />

Ed<strong>it</strong>ore: Associazione Culturale Madreterrra<br />

Sede Palmi - Via ss.18 km 485.30<br />

P.I. 02604200804<br />

Cod. Fisc. 91016680802<br />

Mobile - Paolo Ventrice 335 6996255<br />

e-mail: redazione@<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

Progetto Grafico:<br />

Saverio Pet<strong>it</strong>to - Walter Cricrì - Paolo Ventrice<br />

Impaginazione grafica:<br />

Paolo Ventrice<br />

Progetto e cura s<strong>it</strong>o web:<br />

S. De Francia - D. Galletta<br />

Stampa: AGM Calabria - Via Timpone Schifariello<br />

Zona P.I.P. II Traversa - 87012 Castrovillari (Cs)<br />

Distribuzione gratu<strong>it</strong>a fuori<br />

commercio<br />

ASSOCIAZIONE CULTURALE<br />

MADRETERRA<br />

La direzione non risponde del contenuto degli<br />

articoli firmati e declina ogni responsabil<strong>it</strong>à<br />

per le opinioni dei singoli articolisti, degli<br />

intervistati e per le informazioni trasmesse<br />

da terzi.<br />

Il giornale si riserva di rifiutare qualsiasi<br />

inserzione.<br />

Foto e manoscr<strong>it</strong>ti, anche se non pubblicati,<br />

non si rest<strong>it</strong>uiscono.<br />

I dir<strong>it</strong>ti di proprietà artistica e letteraria<br />

sono riservati.<br />

Non è consent<strong>it</strong>a la riproduzione, anche<br />

se parziale, di testi, documenti e fotografie<br />

senza autorizzazione.<br />

L’associazione si riserva il dir<strong>it</strong>to di non<br />

pubblicare le inserzioni e le comunicazioni<br />

pubblic<strong>it</strong>arie degli inserzionisti che:<br />

1. Siano contrarie agli interessi della asso.<br />

2. Violino le disposizioni vigenti in materia<br />

di dir<strong>it</strong>to d’autore<br />

3. Contengano informazioni fuorvianti e<br />

scorrette<br />

4. Non rispondano ai requis<strong>it</strong>i minimi di<br />

impaginazione professionale<br />

5. Non siano pervenute nei termini<br />

concordati<br />

6. Siano state forn<strong>it</strong>e in modo incompleto<br />

In tutti i casi l’associazione non è responsabile<br />

per il contenuto di dette inserzioni e<br />

comunicazioni.<br />

PAGInADUE PAGInADUE<br />

GRAZIE STEVE<br />

Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

di Paolo Ventrice<br />

Non credo ci sia un uomo che possa esprimere indifferenza di fronte<br />

alla scomparsa di Steve Jobs. R<strong>it</strong>engo, anzi, che anche chi non<br />

ha mai avuto a che fare con gli oggettini che ci ha “donato”, si senta<br />

deb<strong>it</strong>ore del suo genio.<br />

Le accelerazioni di modern<strong>it</strong>à, nell’ultimo secolo, si sono sussegu<strong>it</strong>e<br />

con r<strong>it</strong>mi vertiginosi, ma ciò che è accaduto negli ultimi 30 anni sa di<br />

futuro, un futuro sempre presente e chiarissimo nel “visionario” per antonomasia.<br />

Un uomo che è stato capace di delineare un percorso netto e deciso,<br />

dietro la spinta dei suoi sogni, partendo da un piccolo garage della California<br />

e giungendo ai nostri giorni continuando a meravigliare il mondo<br />

intero, non è da considerare solo per quello che ha fatto e che ha<br />

lasciato. Le cose materiali invecchiano, lui ci ha insegnato che passano<br />

velocissimamente, una veloc<strong>it</strong>à che sembra crescere esponenzialmente<br />

giorno dopo giorno; il modo di fare, i punti focali dell’essere, i sogni<br />

e, semmai, anche i deliri, sono cose che non si cancellano, che restano<br />

impresse e si tramandano.<br />

Ha cambiato il mondo! Si, lo ha fatto, anche se non da solo.<br />

Lo ha fatto assieme ad altri geni, Bill Gates (Microsoft), Mark Zuckerberg<br />

(Facebook), Larry e Sergey (Google) Harley e Chen (You Tube) - giusto<br />

per restare in tema di computer ed affini -, ci ha creduto e lo ha fatto.<br />

Propulsore infaticabile è stato il suo essere visionario, la spinta giusta<br />

per uscire fuori da un tunnel. Avere visioni non vuol dire essere, necessariamente,<br />

matti; avere visioni vuol dire cominciare a progettare cose<br />

“assurde” e da quelle assurd<strong>it</strong>à, spesso, nascono nuove idee, si materializzano<br />

nuovi orizzonti, si aprono porte sconosciute.<br />

Tutto lo spir<strong>it</strong>o di Steve Jobs è raccolto in un video che gira su You<br />

Tube e che consiglio vivamente a tutti di vedere. In questi giorni alcuni<br />

spezzoni del filmato sono proposti e riproposti dai vari Tg, ma, credetemi,<br />

tutto intero è un’altra cosa.<br />

Si tratta del discorso tenuto all’Univers<strong>it</strong>à di Stanford in occasione della<br />

consegna dei diplomi celebratasi il 12 giugno del 2005.<br />

E’ un discorso semplice in tutta la sua grandezza e da una spinta per<br />

andare avanti, anzi, per saltare l’ostacolo, per andare oltre.<br />

Ci ha lasciato anche questo, Steve, (http://www.youtube.com/<br />

watch?v=-MFS0SfO5FY) ce lo ha regalato, utilizziamolo. E’ un messaggio<br />

soprattutto per i giovani, ma è, anche, un messaggio per tutti gli uomini.<br />

Tutto si può migliorare, tutto può crescere, ma solo se c’è il sogno!!!<br />

Non sarebbe male poter sognare anche dalle nostre parti, magari non<br />

tecnologie, forse qualcosa più legato ai nostri posti...<br />

Magari un futuro che possa sfruttare il terr<strong>it</strong>orio e produrre turismo, lavoro,<br />

benessere, che possa trattenere i nostri ragazzi qui, un futuro che<br />

possa darci quello che non siamo stati in grado di prenderci fino ad oggi.<br />

Forse l’unica strada che potrebbe risollevarci.<br />

Grazie Steve, ne terremo conto.


Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong> 6<br />

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Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

AttUAlItA’ Palmi AttUAlItA’ Palmi<br />

Lo spunto nasce da un articolo,<br />

scr<strong>it</strong>to giorni fa, da<br />

Mimmo Gangemi, ed apparso su<br />

la Stampa di Torino, in occasione<br />

della v<strong>it</strong>toria, al concorso di Miss<br />

Italia, a Montecatini Terme, di<br />

Stefania Bivone, di Sinopoli, una<br />

ragazza dotata di carattere oltre<br />

che di grazia e naturale bellezza.<br />

Nell’articolo, nel quale, tra<br />

le tante cose scr<strong>it</strong>te dall’ autore<br />

si fa anche riferimento a questo<br />

paesino in provincia di Reggio<br />

Calabria, considerato anticamente,<br />

come buona parte dei paesi<br />

del profondo sud, il paese degli<br />

omini, dove un’ antica mental<strong>it</strong>à,<br />

radicata e retrograda, ostile<br />

ad ogni forma di progresso e di<br />

modern<strong>it</strong>à, considerava la nasc<strong>it</strong>a<br />

di una figlia femmina, una disgrazia<br />

dolorosa di cui quasi vergognarsene<br />

o, comunque, da non<br />

andarne certamente fieri, sottolineando<br />

così l’ atavica avversione<br />

degli uomini, nei confronti del<br />

sesso femminile. Quegli uomini<br />

che hanno sempre gest<strong>it</strong>o il potere<br />

pol<strong>it</strong>ico, religioso, il potere in<br />

casa, liberi sempre di scegliere il<br />

proprio destino. Lo stesso paese<br />

che proprio in questi giorni, attraverso<br />

il successo della sua conc<strong>it</strong>tadina,<br />

r<strong>it</strong>rova in un certo senso,<br />

anch’ esso, successo, orgoglio<br />

e riscatto, come si legge nell’<br />

articolo. Come considerare tutto<br />

ciò? Un segno dei tempi che cambiano?<br />

Di modern<strong>it</strong>à e progresso?<br />

Il cambiamento di una mental<strong>it</strong>à?<br />

Il passaggio da un mondo antico<br />

verso uno più moderno? Comunque<br />

lo si voglia vedere e considerare,<br />

certamente, è la storia dell’<br />

evoluzione del costume <strong>it</strong>aliano,<br />

dove la bellezza rappresenta<br />

l’immagine di un paese che va<br />

Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

DONNE: PROTAGONISTE DEL CAMBIAMENTO<br />

di Cettina Angì<br />

avanti, di un cambiamento non<br />

soltanto nel modo di vestire e di<br />

pettinarsi ma, nella mental<strong>it</strong>à,<br />

di cui proprio un concorso come<br />

Miss Italia diventa lo strumento,<br />

il mezzo che ancora oggi, molte<br />

ragazze della porta accanto, da<br />

nord a sud, utilizzano per realizzare<br />

i loro sogni, le loro aspirazioni,<br />

e cosa più importante di<br />

tutte, di decidere e scegliere la<br />

loro v<strong>it</strong>a, le vie da percorrere in<br />

modo libero, senza condizionamenti,<br />

anche sbagliando; insomma,<br />

il piccolo mondo della provincia,<br />

che per una volta diventa<br />

protagonista. I settantanni del<br />

concorso, non raccontano, solo, il<br />

mutare della bellezza femminile,<br />

che nel corso degli anni ha subìto<br />

un vero e proprio sconvolgimento,<br />

perché è proprio l’idea della<br />

bellezza che muta con i tempi,<br />

si è passati infatti, dalle miss del<br />

dopoguerra, dalla bellezza med<strong>it</strong>erranea<br />

e dalle forme generose,<br />

che ha incontrato i favori fino a<br />

tutti gli anni ‘ 60; a quelle alte,<br />

magre, filiformi, dove l’ attenzione<br />

per il peso e la magrezza<br />

diventa una vera e propria ossessione,<br />

influenzando molte donne,<br />

spingendole a diventare più magre,<br />

perché la magrezza, insegu<strong>it</strong>a<br />

nel nostro secolo, diventa<br />

segno di prestigio. Ma questi anni<br />

testimoniano anche altri mutamenti<br />

più sostanziali delle donne<br />

sulla società e della società sulle<br />

donne. Le donne che, cento anni<br />

fa, erano costrette a condizioni<br />

di v<strong>it</strong>a spaventose, schiave di<br />

preconcetti, di regole stabil<strong>it</strong>e da<br />

altri, venivano considerate persone<br />

deboli e sottomesse, molto<br />

spesso escluse dalla società e da<br />

tutte le decisioni importanti; poche<br />

erano le donne che potevano<br />

studiare e il loro destino era<br />

quello di diventare mogli e ma-<br />

dri, prendersi cura di figli, mar<strong>it</strong>i<br />

e casa; questo ruolo prefissato,<br />

assieme a molte dispar<strong>it</strong>à sub<strong>it</strong>e,<br />

ha imped<strong>it</strong>o loro di potersi esprimere<br />

liberamente, di tentare altre<br />

strade, essere se stesse, costringendole<br />

per anni al silenzio e<br />

all’invisibil<strong>it</strong>à in un mondo governato<br />

da uomini, regolato da leggi<br />

patriarcali, anche nell’ Italia degli<br />

anni cinquanta. Ed è proprio in<br />

quegli anni di chiusura, che viene<br />

eletta la prima delle cinque<br />

miss calabresi, Brunella Tocci nel<br />

1955; mentre, nel 1968, tocca<br />

alla nostra conc<strong>it</strong>tadina, Graziella<br />

Chiappalone; per poi proseguire,<br />

trentanni dopo, nel 1997 con<br />

Claudia Trieste di Cirò Marina ed,<br />

infine, nel 2009, con Maria Perrusi,<br />

di Fiumefreddo Bruzio. La Calabria,<br />

quindi, terra baciata dalla<br />

buona sorte, grazie alle donne e<br />

alla loro riconosciuta bellezza,<br />

intelligenza e fascino, capaci di<br />

evocare emozioni pos<strong>it</strong>ive forti<br />

e cambiamenti radicali, le quali,<br />

hanno anche il dovere di provare<br />

a cambiare i preconcetti, a mutarli,<br />

nel rispetto soprattutto di<br />

chi ci ha preceduto, che pur non<br />

avendo avuto dir<strong>it</strong>ti e privilegi,<br />

ha lottato per ottenerli - si pensi<br />

alla conquista di un nuovo dir<strong>it</strong>to<br />

di famiglia, la legge sull’ aborto,<br />

il divorzio, la contraccezione, approvati<br />

negli anni settanta, grazie<br />

alla straordinaria mobil<strong>it</strong>azione<br />

delle donne - e di chi verrà dopo,<br />

che qualcosa ha ottenuto, senza<br />

l’ impegno delle lotte sociali. Ed<br />

è proprio grazie alla lotta non<br />

violenta, in favore delle donne<br />

e del loro dir<strong>it</strong>to a partecipare<br />

al processo di pace, che si deve<br />

la recente assegnazione del Premio<br />

Nobel per la Pace a tre donne:<br />

la presidente liberiana Ellen<br />

Johnsonn Sirleaf, la connazionale<br />

Leymah Gbwee e la yemen<strong>it</strong>a<br />

Tawakkul Karmann, attivamente<br />

impegnate nel rinnovamento<br />

democratico nei rispettivi paesi;<br />

che rappresenta al contempo, un<br />

riconoscimento al ruolo svolto, in<br />

questi anni, nel mondo, da tutte<br />

le donne, vere protagoniste di un<br />

cambiamento, senza le quali, non<br />

è possibile avere.<br />

Foto - Mimmo Zoccali Foto - Mimmo Zoccali<br />

Foto - Mimmo Zoccali


Foto - Salvatore De Francia<br />

Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong> 8<br />

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Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

27 gennaio 1924. La “Rivista”<br />

-periodico di cultura– dedica<br />

ad Antonio De Salvo un <strong>numero</strong><br />

monografico, in occasione della<br />

sua scomparsa “… Sopravviverà<br />

De Salvo al flusso della v<strong>it</strong>a che<br />

passa come ebbra baccante sui<br />

resti delle speranze e delle fedi<br />

umane? Per noi si, e per chi parlerà<br />

della storia della storiografia<br />

calabrese: sopravviverà perché<br />

Egli stesso prima di morire, ai pochi<br />

amici che ne circondavano di<br />

affetto la recente v<strong>it</strong>a, disse molto<br />

di caduco aver egli scr<strong>it</strong>to; è<br />

per questa confessione, se anche<br />

non fosse per altro, che l’Uomo<br />

sopravviveva in tutta la sua uman<strong>it</strong>à!...”<br />

Il 17 settembre <strong>2011</strong>. Inaugurazione<br />

del Parco Archeologico dei<br />

Tauriani “Antonio De Salvo”. Un<br />

omaggio allo studioso colto, lucido<br />

e appassionato delle “cose<br />

palmesi”, lontano dalla boria del<br />

fanatismo campanilistico e teso<br />

a spingere lo sguardo ben al di<br />

là dei lim<strong>it</strong>i delle appartenenze.<br />

Perciò Egli ha lasciato chiare tracce<br />

e testimonianze fondamentali<br />

che a distanza di quasi un secolo<br />

hanno guidato l’intelligenza e la<br />

mano di quegli archeologi che, insieme<br />

a molti altri, hanno voluto<br />

verificare la veridic<strong>it</strong>à dell’ered<strong>it</strong>à<br />

storico-letteraria di De Salvo.<br />

Quest’ultimi ci hanno creduto e<br />

così è venuto fuori il vero tesoro,<br />

quello nascosto sotto tre palmi<br />

di terra, per rest<strong>it</strong>uirlo a Palmi<br />

ed al resto della intera uman<strong>it</strong>à.<br />

Non il tesoro di Donna Canfora,<br />

AttUAlItA’ Palmi AttUAlItA’ Palmi<br />

Una giornata speciale al parco… dei Tauriani<br />

di M. Maddalena Sica<br />

- Responsabile per le associazioni della gestione del parco -<br />

quello della gallina d’oro con i<br />

sette pulcini pure essi fatti di oro<br />

massiccio e neppure caddareddri<br />

pieni di monete d’oro di cui forse,<br />

ancora oggi, qualche vecchio<br />

contadino racconta, ma qualcosa<br />

di ben più sostanzioso ed importante.<br />

Da sotto tre palmi di terra,<br />

sono venuti alla luce i resti<br />

delle c<strong>it</strong>tà romana e di quella<br />

<strong>it</strong>alica insieme ai villaggi dell’età<br />

del bronzo e con essi i manufatti<br />

ceramici e metallici, le monete,<br />

le iscrizioni, i mosaici e le sculture.<br />

Un insieme inscindibile che<br />

comincia a raccontare una storia<br />

lunga secoli, una storia, significativa<br />

e singolare, che abbraccia<br />

anche parte dei terr<strong>it</strong>ori circostanti<br />

all’interno dei quali esso si<br />

pone certamente come uno dei<br />

poli principali.<br />

L’inaugurazione del parco archeologico,<br />

alla presenza dei<br />

funzionari e dei responsabili degli<br />

enti che a vario t<strong>it</strong>olo hanno determinato<br />

e contribu<strong>it</strong>o nel tempo<br />

alla sua realizzazione (la Direzione<br />

Regionale per i Beni Culturali<br />

(Arch. Francesco Prosperetti)<br />

e la Soprintendenza per i Beni<br />

Archeologici della Calabria (Dott.<br />

ssa Simonetta Bonomi e Rossella<br />

Agostino); il Comune di Palmi<br />

(Dott.ssa Maria Rosa Garipoli), La<br />

Provincia (Dott. Giuseppe Raffa<br />

ed Edoardo Lamberti Castronuovo<br />

e la Regione), ha posto fine ad<br />

un lungo sonno, così, però, si è<br />

riaperta la via verso nuovi orizzonti.<br />

Si riparte da questa nuova<br />

“c<strong>it</strong>tà antica”, che, grazie alla<br />

sua ubicazione strategica, controllava<br />

l’area che dallo Stretto<br />

arriva fino a Capo Vaticano, così<br />

come il vasto terr<strong>it</strong>orio attraversato<br />

dal fiume Petrace (l’antico<br />

Métauros) con il percorso che<br />

conduce verso l’Aspromonte. Le<br />

indagini archeologiche hanno<br />

portato alla luce le diverse parti<br />

degli insediamenti che si sono<br />

succeduti nel tempo: il villaggio<br />

dell’Età del bronzo (II millennio<br />

a.C.), la c<strong>it</strong>tà <strong>it</strong>alica dei Tauriani<br />

(dal IV al I secolo a.C.), la Tauriana<br />

romana (I secolo a.C.-IV secolo<br />

d.C.) il complesso sacro medievale<br />

(IV-XIV secolo) dedicato al<br />

culto di San Fantino. Le capanne<br />

di 4.000 anni fa, gli impianti urbani<br />

della c<strong>it</strong>tà prima brettia e<br />

poi romana (2400/2000 anni fa);<br />

le arch<strong>it</strong>etture pubbliche, sacre<br />

e private come la casa del mosaico,<br />

il santuario urbano (da tutti<br />

conosciuto come il palazzo di<br />

donna Canfora) e l’ultimo importante<br />

r<strong>it</strong>rovamento dell’edificio<br />

per spettacoli testimoniano, insieme<br />

al complesso medievale di<br />

San Fantino, alla torre Aragonese<br />

(1500) e al fortino a mare il ruolo<br />

centrale di quest’area rispetto al<br />

più vasto comprensorio del golfo<br />

che si estende tra il Mesima ed<br />

il Petrace fino alle creste aspromontane.<br />

Il giorno dell’inaugurazione abbiamo<br />

scelto però di non presentare<br />

il s<strong>it</strong>o attraverso le sue sole<br />

pregevoli testimonianze archeologiche.<br />

Abbiamo voluto dare un<br />

piccolo cenno, far intravedere<br />

le grandi potenzial<strong>it</strong>à che il s<strong>it</strong>o<br />

contiene e che potrebbe esprimere<br />

quale particolare volano<br />

di rinnovati processi di sviluppo<br />

sociale ed economico, in primis,<br />

per la intera comun<strong>it</strong>à Palmese,<br />

oltre ovviamente a rivestire il<br />

ruolo di scrigno principale di una<br />

ident<strong>it</strong>à storica troppe volte rap<strong>it</strong>a<br />

dalle infin<strong>it</strong>e storie di partenze<br />

senza r<strong>it</strong>orno che purtroppo vedono<br />

ancora protagonisti diversi<br />

giovani. Tutto questo è stato possibile<br />

anche grazie a quanto già<br />

sperimentato in cinque anni di<br />

progetto (dal 2003 al 2007) con<br />

la scuola elementare di Taureana<br />

(Circolo Didattico San Francesco<br />

diretto allora dal Prof. Giuseppe<br />

Surace), grazie all’impegno delle<br />

insegnanti coordinate dalla infaticabile<br />

responsabile del plesso<br />

Carmela Angì, alla collaborazione<br />

con l’Ist<strong>it</strong>uto d’Arte di Palmi,<br />

rappresentato dagli insegnanti<br />

Carmelo Cambareri, Albino Cannizzaro<br />

e Arturo Caristi e dai loro<br />

ragazzi, all’impegno di altri insegnanti<br />

esterni come Donatella<br />

P<strong>it</strong><strong>it</strong>to, Teresa Barrara e Antonio<br />

Gelardi, ma soprattutto grazie<br />

alla passione ed all’impegno dei<br />

gen<strong>it</strong>ori e delle famiglie dei bambini<br />

che con vero sentimento di<br />

partecipazione hanno ader<strong>it</strong>o e<br />

contribu<strong>it</strong>o alla realizzazione di<br />

un laboratorio permanente sul<br />

terr<strong>it</strong>orio, laboratorio di “archeologia”<br />

durante il quale sono state<br />

sperimentate le diverse attiv<strong>it</strong>à<br />

relative alla ricerca e allo studio<br />

del mondo antico per mezzo<br />

di percorsi formativi diversificati<br />

dove lo studio o meglio l’acquisizione<br />

passiva si è trasformata in<br />

partecipazione attiva nella quale<br />

musica, danza, mimo e rec<strong>it</strong>azione<br />

hanno consent<strong>it</strong>o ai bambini,<br />

e attraverso loro alle famiglie, di<br />

“vivere” l’archaiologìa. Per tutto<br />

questo, abbiamo pensato che<br />

era più giusto e significativo accogliere<br />

i partecipanti, nel giorno<br />

dell’inaugurazione, con le parole<br />

dello stesso De Salvo - e non solo<br />

– evocate dalle voci di Giuseppe<br />

Cricrì, di Vladimiro Maisano e di<br />

Lilli Sgrò, insieme alla lettura di<br />

alcuni brani di sintesi di storia locale.<br />

E, con la complic<strong>it</strong>à testarda e<br />

visionaria dell’assessore Lamberti<br />

Castronuovo, abbiamo potuto<br />

anche assistere ad una metamorfosi<br />

del luogo molto speciale e<br />

piuttosto unica, grazie alla splendida<br />

voce del soprano Serenella<br />

Fraschini che dall’alto del podio<br />

del santuario ha cantato la celeberrima<br />

aria “Casta Diva”: gli<br />

ulivi che con le loro chiome avvolgono<br />

il santuario, per un lungo<br />

attimo trasformatisi in piante<br />

sacre, hanno fatto da corona alla<br />

preghiera-invocazione che la sacerdotessa<br />

Norma, protagonista<br />

nell’omonima opera di Vincenzo<br />

Bellini, rivolge alla luna.<br />

Nel giorno dell’inaugurazione,<br />

si è cercato di rest<strong>it</strong>uire questo<br />

luogo, già naturalmente attraente<br />

di suo, al fantastico e alla meraviglia,<br />

condizioni e stati d’animo<br />

che si possono generare solo in<br />

luoghi così speciali. Perché questo,<br />

si, è un luogo molto speciale.<br />

E non lo è solo per noi archeologi<br />

che cerchiamo disperatamente,<br />

non sempre con successo, di far<br />

parlare le pietre. Ma lo è per tutti<br />

coloro che vogliono e vorranno<br />

che questo s<strong>it</strong>o continui ad essere<br />

un luogo veramente speciale,<br />

un luogo unico per ognuno di noi,<br />

dove la conoscenza della storia<br />

possa trasformarsi in cultura del<br />

rispetto per la bellezza.<br />

Noi che abbiamo già lavorato<br />

e che continuiamo a ricercare,<br />

a studiare, a scrivere, a combattere,<br />

a spenderci pensiamo che<br />

Antonio De Salvo o meglio il suo<br />

pensiero delicato e discreto sia,<br />

per fortuna, sopravvissuto e vorremmo<br />

che tutti quelli che fino<br />

ad oggi ci hanno dato una mano<br />

possano e vogliano continuare a<br />

darcela insieme a quanti vorranno<br />

essere “gli amici del parco”. A<br />

tal propos<strong>it</strong>o, approf<strong>it</strong>tando dello<br />

spazio concesso dalla redazione<br />

di questo giornale, che ringrazio<br />

per aver osp<strong>it</strong>ato queste riflessioni<br />

così poco archeologiche,<br />

per annunciare che a partire dal<br />

giorno dell’inaugurazione abbiamo<br />

pensato di mettere e tenere<br />

insieme coloro i quali si sentono<br />

e vogliono essere parte di questo<br />

progetto per il futuro e che sono<br />

quindi “gli amici del parco”. Ed è<br />

qui che a pieno t<strong>it</strong>olo sono già inser<strong>it</strong>i<br />

tutti coloro che, nella fase<br />

di preparazione e dell’evento<br />

inaugurazione, hanno dato il loro<br />

notevole contributo: dagli ami-<br />

ci di Grafia che ci hanno fatto il<br />

possibile e l’impossibile, da Gino<br />

Mattiani per aver messo a disposizione<br />

la strumentazione per il sonoro,<br />

al fioraio Zirino che ha dato<br />

colore agli spazi che abbiamo<br />

utilizzato, agli amici di Scinà 015<br />

Ristopub che hanno gest<strong>it</strong>o magistralmente,<br />

con grande professional<strong>it</strong>à<br />

e partecipazione, il buffet<br />

offerto da loro stessi e da tutti<br />

gli altri amici che hanno voluto<br />

essere partecipi consentendo<br />

così la riusc<strong>it</strong>a di una bellissima<br />

festa popolare: Alimentari di Tedesco<br />

Maurizio, Cont’è di Sabrina<br />

Mattiani, Euromarket di Fedele e<br />

Pirrottina, Bar Araba Fenice, 10<br />

HP, Iannelli, Sollevante, S. R<strong>it</strong>a,<br />

Bar Rosticceria Francesco Brando,<br />

Camping San Fantino, Centro<br />

Commerciale Le Palme, Dentalab<br />

di Barbagallo e Cricrì, Farmacia<br />

Barone, Gelateria Crema & Cioccolato,<br />

Hollywood Bar, Hotel Arcobaleno,<br />

Hotel Katia, Oscar Bar,<br />

Resort Capo Sperone, Angolo Verde,<br />

Aulinas, Casa Nostra, Giosuè,<br />

I Canali del Gusto, La Collina, La<br />

Conchiglia, La Lampara, La Rupe,<br />

L’Ancora D’oro, Miami, Sant’Elia.<br />

Oggi le notevoli testimonianze<br />

archeologiche custod<strong>it</strong>e dal pianoro<br />

e inser<strong>it</strong>e in una cornice di<br />

straordinaria bellezza paesaggistico-ambientale<br />

sono visibili e<br />

fruibili da tutti grazie alla realizzazione<br />

del parco con un finanziamento<br />

ad hoc APQ Ministero<br />

Beni Culturali e Regione Calabria,<br />

del Ministero dell’Economia<br />

e delle Finanze e della Provincia<br />

Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

di Reggio Calabria. A questo bisogna<br />

aggiungere l’importante<br />

contributo dato alle campagne<br />

di scavi condotte dalla Soprintendenza<br />

in collaborazione con<br />

le Univers<strong>it</strong>à della Basilicata e<br />

di Roma Tor Vergata dall’amministrazione<br />

comunale guidata da<br />

Nino Parisi, tra il 2003 e il 2006,<br />

prosegu<strong>it</strong>o dalla successiva amministrazione<br />

Gaudio per gli anni<br />

2007-2008.<br />

Attualmente le associazioni Italia<br />

Nostra, sezione di Reggio Calabria<br />

(associazione nazionale per<br />

la tutela del Patrimonio Storico<br />

Artistico e Naturale della Nazione)<br />

e il Movimento Culturale San<br />

Fantino di Palmi (associazione<br />

per la conoscenza e la valorizzazione<br />

dei Beni Etnoarcheologici<br />

e Storico-artistici), grazie ad una<br />

convenzione con il Ministero per<br />

i Beni Culturali per la custodia,<br />

la manutenzione e la promozione<br />

del s<strong>it</strong>o, sono impegnate dal<br />

mese di agosto, nella gestione<br />

del parco che fino alla fine di <strong>ottobre</strong><br />

sarà aperto il sabato dalle<br />

15 al tramonto; la domenica e i<br />

festivi dalle 10 al tramonto. Da<br />

novembre a marzo il parco aprirà<br />

la domenica e i giorni festivi dalle<br />

10 al tramonto.<br />

Per ulteriori informazioni e per<br />

richieste su prenotazione (min.<br />

15 persone) tel. 340 7564492.<br />

È in corso di allestimento il s<strong>it</strong>o<br />

web sul quale comunicheremo gli<br />

aggiornamenti e le attiv<strong>it</strong>à programmate<br />

a partire dalla prossima<br />

primavera.


Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong> 10<br />

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Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

LA FELICITA’<br />

di Chiara Ortuso<br />

“ Caro Meceneo, sappi che la conoscenza della felic<strong>it</strong>à<br />

non richiede un’età precisa, perché a qualsiasi età è<br />

piacevole prendersi cura del benessere della propria v<strong>it</strong>a.<br />

Conoscere la felic<strong>it</strong>à riguarda sia il giovane sia l’anziano. Il<br />

secondo per trarre benessere dal caro ricordo che ha realizzato,<br />

il primo per trarne forza e nutrimento e prepararsi<br />

a non temere il futuro”.<br />

Così scriveva Epicuro nella sua epistola all’amico Meceneo<br />

introducendo il tema dell’esistenza di ogni uomo, il fine di<br />

ogni v<strong>it</strong>a: la felic<strong>it</strong>à. Tutti aspirano ad essa, tutti ne parlano,<br />

tutti la cercano, tutti credono di averla afferrata anche<br />

un istante della loro v<strong>it</strong>a. Il termine felic<strong>it</strong>à ha come base<br />

un radicale indoeuropeo: FE da cui deriva ferax. I latini<br />

utilizzavano questa parola in mer<strong>it</strong>o a ciò che è produttivo<br />

(la terra). Per tale motivo felic<strong>it</strong>as indicava la capac<strong>it</strong>à di<br />

accrescimento, di sviluppo, di potenziamento dell’essere.<br />

La caratteristica forse più evidente e insieme più nascosta<br />

della felic<strong>it</strong>à è la sua assenza di motivazione. Se la cercassimo<br />

probabilmente non la troveremmo mai. D’improvviso<br />

essa ci prende, ci ag<strong>it</strong>a, ci scuote, ma come burattini esaltati<br />

e in preda al fuoco della gioia ne ignoriamo il perché.<br />

Crediamo di toccare il cielo con un d<strong>it</strong>o, ci sentiamo i padroni<br />

del mondo, come se ogni cosa, ogni evento ruotasse<br />

intorno al nostro ego; come se con un solo cenno del nostro<br />

capo tutto il dolore del cosmo potesse sparire, come se tutta<br />

la natura gioisse insieme a noi. Quale piacevole inganno!<br />

Con la stessa facil<strong>it</strong>à con cui questo stato di spaventosa<br />

euforia ci prende, altrettanto velocemente ci abbandona<br />

con un forte senso d’amaro in bocca. Si potrebbe, dunque,<br />

concludere che se la felic<strong>it</strong>à fosse questa, in fondo essa<br />

non ci apparterrebbe mai, ma sarebbe un’illusione che ci<br />

delude e ci allontana dal senso stesso della realtà. Niente di<br />

più sbagliato! La felic<strong>it</strong>à non risiede nelle grandi imprese e<br />

nelle gloriose opere, non alberga negli stati di megalomania<br />

e negli slanci estatici, ma nelle mansioni che quotidianamente<br />

impegnano le nostre giornate, essa ab<strong>it</strong>a in noi fin<br />

da sempre. Per Aristotele la felic<strong>it</strong>as è uno stato della persona,<br />

l’equilibrio tra anima e corpo, è la realizzazione delle<br />

potenzial<strong>it</strong>à individuali. Il socratico “Conoscere se stessi” è<br />

una delle vie che conduce direttamente alla felic<strong>it</strong>à, ad una<br />

sua forma forse meno esaltante ma più durevole, la sola in<br />

grado di accompagnare l’uomo per tutto il corso della sua<br />

esistenza: la seren<strong>it</strong>à. Essa è il cielo senza nubi nere, è<br />

armonia tra noi e il mondo.<br />

AttUAlItA’ Palmi AttUAlItA’ Palmi<br />

...Il Viminale, ribattezzato il T<strong>it</strong>anic<br />

<strong>it</strong>aliano, fu costru<strong>it</strong>o dalla Loyd<br />

Triestino nel 1925; ha una portata di<br />

8657 tonnellate, è lungo 140 metri e<br />

largo 20 metri circa. Al suo interno<br />

ci sono sale lettura, sale studio, sale<br />

per i fumatori, cabine di I e II calasse<br />

finemente arredate...<br />

Una nave passeggeri costrU<strong>it</strong>a nelgli anni venti, Utilizzata poi per trasporto trUppe dUrante<br />

la gUerra, giace di fronte alle coste palmesi in tUtta la sUa affascinante bellezza.<br />

VIMINALE<br />

di Viviana Minasi<br />

Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

fondali del mare nascondono tesori che per decenni rimangono non visibili, sconosciuti, e solo l’amore per il mare e la caparbietà di<br />

I chi vive le emozioni che esso regala, fa sì che da anonimi, quei tesori diventino conosciuti. È successo con il Viminale, l’enorme motonave,<br />

vanto della cantieristica navale <strong>it</strong>aliana degli anni Venti, affondata a largo di Palmi a 108 metri di profond<strong>it</strong>à, il 25 luglio del 1925,<br />

durante il suo trag<strong>it</strong>to da Siracusa a Napoli, in segu<strong>it</strong>o ad un bombardamento delle un<strong>it</strong>à americane alleate. Da quel il Viminale giorno<br />

riposa indisturbato sul fondo del mare, mantenendo ancora quasi intatta la straordinaria ricchezza del suo carico. Il Viminale, ribattezzato<br />

il T<strong>it</strong>anic <strong>it</strong>aliano, fu costru<strong>it</strong>o dalla Loyd Triestino nel 1925; ha una portata di 8657 tonnellate, è lungo 140 metri e largo 20 metri circa.<br />

Al suo interno ci sono sale lettura, sale studio, sale per i fumatori, cabine di I e II calasse finemente arredate, nonché ampie stive per la<br />

merce. Sul ponte sono presenti due imbarcazioni di salvataggio ed altri due mezzi utilizzati per i servizi in porto. Nata come nave passeggeri,<br />

il Viminale ha fatto il giro del mondo, toccando anche il Giappone e in un secondo momento, durante la II Guerra Mondiale, è stata<br />

convert<strong>it</strong>a in nave per il trasporto delle truppe. Perciò il Viminale è anche nota come l’ultima nave di Mussolini.<br />

I racconti dei pescatori della Tonnara, che ricordavano di una nave affondata a largo di Palmi, hanno spinto i sommozzatori del Centro<br />

Immersioni “Costa Viola” di Palmi, a cercarla; nel 2000, una spedizione guidata da Rocco Tedesco e Giuseppe Dato, dopo diversi giorni<br />

di perlustrazione del fondale, ha r<strong>it</strong>rovato l’enorme rel<strong>it</strong>to che giace lì, e che da quel giorno è divenuto l’attrazione di diversi subacquei<br />

tecnici, che giungono ogni anno da ogni parte del mondo per vis<strong>it</strong>arla.<br />

Tra il 25 ed il 30 settembre scorso, un gruppo di 13 sommozzatori francesi, tedeschi, polacchi e belgi, attratti dalla straordinaria storia<br />

del T<strong>it</strong>anic <strong>it</strong>aliano, ha vis<strong>it</strong>ato la motonave, guidato da Aldo Ferrucci.<br />

Per l’occasione, Linea Blu, il popolare programma Rai che racconta i segreti del mare, ha inviato le proprie telecamere ad effettuare<br />

delle riprese che saranno trasmesse in una delle puntate prossime.<br />

Foto di Giuseppe Catalano


Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong> 12<br />

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Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

PUntI DI vIstA PUntI DI vIstA<br />

lE nOttI BRAvE DEllA GIOvEntU’ DI OGGI<br />

NOTTI BRAVE DELLA GIOVENTU’ DI OGGI<br />

LE<br />

di Mario Idà sua v<strong>it</strong>a e farà di tutto affinchè in incidenti stradali soprattutto ché questo concetto di “libertà”<br />

gli intralci siano ridotti al mini- del sabato notte. Considerato - intesa come mero accumulo di<br />

Il tran-tran dei rapporti abimo, in modo tale da abbassare la che la fragil<strong>it</strong>à dei giovani di oggi esperienze, come conquista matudinari<br />

della famiglia ha soglia dell’intens<strong>it</strong>à affettiva che si misura soprattutto attraverso teriale di oggetti e comod<strong>it</strong>à, e<br />

soppiantato gli affetti: è questo serve a diminuire le tensioni e i forme di ribellione fine a se stes- quindi libertà che si misura con<br />

il risultato avvilente della no- problemi quotidiani. Così stando se, i gen<strong>it</strong>ori non possono rego- la quant<strong>it</strong>à dei beni materiali - si<br />

stra società polverizzata. La fa- le cose, un clima di crescente lare meglio queste usc<strong>it</strong>e? Certo rivela – alla prova dei fatti - del<br />

miglia, oggi, è sempre meno un freddezza grava sempre più spes- la soluzione del problema non sta tutto nociva e illusoria. Sicchè è<br />

luogo dove si sviluppano forme so sui rapporti familiari. Come nella reclusione. E addir<strong>it</strong>tura gli comp<strong>it</strong>o fondamentale dei geni-<br />

di amore e sempre più una re- potrebbe spiegarsi, per esempio, esperti di questa fenomenologia tori educare la prole a sani coaltà<br />

di civile coab<strong>it</strong>azione, dove che certi gen<strong>it</strong>ori ignorino se il giovanile concordano nel r<strong>it</strong>enere stumi di v<strong>it</strong>a. Un altro problema<br />

prevalgono gli interessi pratici loro figlio si droga e si portino che i pericoli più gravi si corrono è la difficoltà crescente a dire<br />

e la buona gestione. A tal pun- addosso l’angoscia di questo dub- in casa, perché sono più nocive di “no” ai figli, imponendo lim<strong>it</strong>i<br />

to onnipervadente è diventato il bio? Una sorta di estrane<strong>it</strong>à con- le distorsioni degli affetti fami- categorici alle loro richieste. Se<br />

malcostume sociale veicolato dai divisa si stabilisce, così, all’interliari che le “cattive compagnie” invece la famiglia fosse il luogo di<br />

mass-media, che le realtà della no del nucleo familiare e genera frequentate fuori casa. Al tempo protezione affettiva dal quale si<br />

v<strong>it</strong>a familiare ne vengono pro- s<strong>it</strong>uazioni che sempre più spesso stesso resta il fatto che è troppo possono cr<strong>it</strong>icare i modelli sociali<br />

fondamente influenzate. Ciò che esplodono di fronte al compor- rischioso questo restar fuori in e le mode estemporanee e in cui<br />

conta è che l’azienda-casa funtamento dei figli. Sono di moda, auto, stord<strong>it</strong>i dall’alcol, dalla mu- è possibile, dialogando, elaborazioni<br />

e che permetta a tutti i suoi per esempio, le usc<strong>it</strong>e dopo cena sica e dalle droghe fino all’alba. re insieme un sentimento auten-<br />

componenti sufficienti soddisfa- fino alle ore piccole, per poi leg- Non si può far nulla per impedirtico di v<strong>it</strong>a, alternativo all’ansia<br />

zioni. Ciascuno, pertanto, seppur gere sui giornali il ricorrente felo? Stando così le cose, sembra dell’accumulo, allora anche un<br />

nella convivenza, si costruisce la nomeno di giovani v<strong>it</strong>e spezzate una pia illusione, soprattutto per- divieto diventerebbe credibile.<br />

A PROPOSITO DI LEGA…<br />

di Carmela Gentile<br />

Qualche giorno fa, saltellando da un canale all’altro<br />

con il telecomando, mi è cap<strong>it</strong>ato di intercettare<br />

un’intervista ad un deputato leghista, il quale affermava<br />

con la massima sicurezza di avere le prove che esiste<br />

in atto una cospirazione, ad opera dei Paesi islamici, per<br />

colonizzare e convertire l’Occidente all’Islam. In poche<br />

parole sosteneva che, dietro le orde di disperati che vendono<br />

tutti i loro averi per acquistare un biglietto senza<br />

r<strong>it</strong>orno su una di quelle carrette del mare dirette verso<br />

l’Occidente, vi sia una regia occulta che miri a conquistare<br />

l’Occidente ed in particolare la padania che è la perla<br />

dell’Occidente!<br />

Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

Devo dire che in un primo momento mi è venuto da ridere<br />

perché il tale esimio rappresentante della nostra classe<br />

pol<strong>it</strong>ica (sia pur di parte) elargiva le sue affermazioni col<br />

l’aria che probabilmente aveva Garibaldi quando arringava<br />

i suoi; ma successivamente sono stata colta da una tristezza<br />

infin<strong>it</strong>a e, chissà perché, mi è sembrato di essere stata<br />

catapultata nel Medio Evo. Secoli e secoli di civiltà non ci<br />

hanno insegnato proprio nulla! Quei poveri diavoli fuggono<br />

da guerre, miseria e povertà e noi siamo convinti che ci<br />

vogliano invadere. Con cosa? Con le buste di plastica in<br />

cui conservano i loro stracci?, con le pietre che si portano<br />

nelle tasche dalla loro Terra? Certo che noi occidentali<br />

vantiamo tanto la nostra civiltà e disprezziamo i derel<strong>it</strong>ti,<br />

come fossero figli di un dio minore. Non dimentichiamo che<br />

la profonda fer<strong>it</strong>a inferta dalla seconda guerra mondiale<br />

all’uman<strong>it</strong>à è ancora aperta e sanguina. I milioni di Ebrei<br />

sterminati per proteggere la razza Ariana, ancora gridano<br />

vendetta. E noi, non abbiamo imparato nulla dalla storia!<br />

L’uomo fa presto a trasformarsi da v<strong>it</strong>tima in carnefice, in<br />

una specie di circolo vizioso maligno, che un giorno ci vede<br />

vinc<strong>it</strong>ori e il giorno dopo vinti. Così il popolo ebreo che,<br />

dopo la seconda guerra mondiale venne incoraggiato a formare<br />

uno stato omogeneo, Israele, in cui potersi r<strong>it</strong>rovare.<br />

Israele è la Terra dei Padri, il luogo dove si incontrano le<br />

grandi religioni monoteiste del mondo. Ad Israele il popolo<br />

ebreo si è trasformato da v<strong>it</strong>tima in carnefice, cacciando<br />

via senza pietà i Palestinesi che occupavano quelle terre<br />

da quasi duemila anni, cioè dopo la diaspora.<br />

Ho conosciuto un collega, un medico arabo – palestinese,<br />

una persona meravigliosa che risiede in Italia ed ha sposato<br />

un’Italiana. La sua v<strong>it</strong>a è tutta un romanzo, sempre<br />

in fuga dalla guerra. Da bambino venne cacciato dalla sua<br />

c<strong>it</strong>tà (in Cisgiordania) dagli israeliani dopo la guerra dei sei<br />

giorni. Fuggì con i suoi familiari e si rifugiò in Kuwa<strong>it</strong>, dove<br />

un fratello maggiore si prese cura di lui e lo fece studiare.<br />

Lo mandò in Italia, a Roma, dove imparò la lingua, si laureò<br />

in Medicina e Chirurgia e si specializzò in Anestesia e<br />

Rianimazione. Conobbe sua moglie, anch’essa medico e,<br />

dopo un matrimonio estremamente “pol<strong>it</strong>ically correct”<br />

cioè celebrato sia col r<strong>it</strong>o cattolico, che col r<strong>it</strong>o islamico,<br />

tornò in Kuwa<strong>it</strong>, per eserc<strong>it</strong>are la sua professione come<br />

medico in un ospedale mil<strong>it</strong>are. Quando Saddam Hussein<br />

invase il Kuwa<strong>it</strong>, fu costretto a fuggire nuovamente con<br />

la moglie incinta ed un bimbo piccolo. Dopo un viaggio<br />

avventuroso tornò in Italia, dove si sistemò e acquistò,<br />

grazie al matrimonio, la c<strong>it</strong>tadinanza <strong>it</strong>aliana. Ottenne il<br />

passaporto <strong>it</strong>aliano e, solo così poté r<strong>it</strong>ornare a vis<strong>it</strong>are<br />

la sua c<strong>it</strong>tà natale in Cisgiordania. Tutta la sua famiglia<br />

adesso vive in Giordania e lui ha cresciuto i suoi figli nel<br />

massimo rispetto del pluralismo, vero è che pur essendo<br />

egli di religione musulmana, la moglie ed i figli sono di<br />

religione Cattolica e sono praticanti.<br />

Da quando ho conosciuto quest’uomo mi sono resa conto<br />

di quante balle ci propinano i capi di Stato per convincerci<br />

che questo è il buono e quello è il cattivo. La ver<strong>it</strong>à è che<br />

siamo tutti uomini e, in epoca di globalizzazione riusciamo<br />

ancora a mettere barriere su barriere per difendere<br />

il nostro piccolo orticello e non riusciamo a vedere che<br />

la posta in gioco è molto più alta: è il destino di tutta<br />

l’uman<strong>it</strong>à!


Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong> 16<br />

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Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

CUltURA E FOlKlORE CUltURA E FOlKlORE<br />

QUELLA CHIESETTA SUL PIANORO ANTICO<br />

di Francesco Collura<br />

Foto grande - La Chiesetta di San Fantino<br />

Foto piccole - La Cripta - Il pozzo di San Fantino<br />

Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

Ero bambino e mia madre per mano mi conduceva con i miei fratelli<br />

la domenica a messa in quella chiesa adagiata sul pianoro<br />

di Taureana: la chiesa della Madonna dell’Altomare, per la gente del<br />

luogo di san Fantino, nome anche della contrada, dove noi avevamo<br />

casa e si trascorreva l’estate.<br />

Piccola e disadorna, raccoglieva i pochi fedeli, contadini sparsi nelle<br />

vicine campagne e, spesso, anche sparuti pescatori. Solo una volta<br />

l’anno, l’ultima domenica di luglio (prima giugno), il giorno della festa<br />

della Madonna si riempiva fino allo spazio davanti.<br />

D’estate, all’imbrunire, non più di dieci persone erano presenti alla<br />

benedizione impart<strong>it</strong>a dal parroco ed io, fanciullo già, ero tra quelle.<br />

Si tornava dal mare dopo un bagno nella sottostante e stupenda<br />

scogliera di Pietrapiana, ora scomparsa ed occupata dal porto, e si<br />

partecipava al r<strong>it</strong>o.<br />

Il silenzio riempiva la chiesa e l’odore d’incenso e di chiuso sovrastava<br />

quello della campagna intorno. L’animo mio per poco era preso<br />

da un certo timore, fino al momento della preghiera e del solenne<br />

canto del Tantum ergo…poi, il segno della croce e fuori.<br />

Intanto il sole presso l’orizzonte incendiava il mare e la sera, chiamata<br />

dal suono della campana del vespro, s’avvicinava lenta e mi<br />

portava un po’ di malinconia. Lungo la stradina del r<strong>it</strong>orno a casa,<br />

mio padre, mio zio e gli altri, spesso sostando, parlavano, raccontavano<br />

fatti che non conoscevo. Io preferivo osservare le lucertole<br />

sui muri a secco, gli ulivi lontani, i filari di v<strong>it</strong>e… e la chiesa che si<br />

allontanava piano.<br />

A casa, intorno al tavolo, la cena era schiar<strong>it</strong>a dalla luce fioca dei<br />

lumini d’argilla, tanti ad olio, posti da mia madre nelle stanze che<br />

proiettavano come un gioco curioso ombre tremolanti nelle pareti. La<br />

paura dei fantasmi, allora, r<strong>it</strong>ardava il sonno di noi ragazzi e vinceva<br />

la stanchezza dei giochi.<br />

Passava così un altro giorno. Il mattino dopo, dai balconi spalancati<br />

la luce inondava la casa ed il lungo ed atteso tintinnio della campana,<br />

mischiato al canto degli uccelli ed alle note voci rade e lontane della<br />

gente, inv<strong>it</strong>ava al lavoro ed ai nostri interminabili svaghi insieme con<br />

gli altri della stessa età. Poi, il canto stridente delle cicale e l’odore<br />

dei campi m’inebriavano ed il sole cocente della stagione mi riempiva<br />

di v<strong>it</strong>a.<br />

Gli anni e le estati passavano e diventavo adulto, tutto preso da<br />

altri impegni ed altre prove. Più in là, una nuova chiesa, intanto, era<br />

stata costru<strong>it</strong>a e la mia, quella dell’infanzia felice, abbandonata e<br />

rimpianta da chi ancora in v<strong>it</strong>a l’aveva frequentata come me.<br />

I muri scalcinati, aggred<strong>it</strong>i dai rovi e dalle erbacce, mi ricordavano,<br />

ogni qualvolta passavo accanto, che la mia prima età era fin<strong>it</strong>a e tutto<br />

di essa mutato e quasi perduto. Il parroco aveva cambiato sede, la<br />

campana ormai più lontana aveva per me un altro suono, le cicale<br />

non stridevano più e tanti volti cari mi avevano lasciato per sempre.<br />

Il mio mondo innocente era svan<strong>it</strong>o e la mia fantasia e la mia gioia.<br />

Col passar degli anni, la vecchia chiesetta, per un segreto volere del<br />

destino, è stata recuperata, a poco a poco sottratta alla vorac<strong>it</strong>à del<br />

tempo, ma messa a nuovo, trasformata in un luogo di raccolta di cose<br />

antiche: pietre, mattoni e fuori accanto esumati tratti di muro, rifatta<br />

per essere adib<strong>it</strong>a ad un freddo museo o chissà altro.<br />

Mesi addietro, trovando la porta aperta, la curios<strong>it</strong>à ed un misterioso<br />

richiamo mi hanno spinto ad entrare. Non più i fedeli ed i loro<br />

inni, ma buche nel pavimento, recinzioni, pietre antiche forse e vari<br />

reperti di poco valore sparsi qua e là. Quanto strazio! Triste ho scrutato<br />

le pareti dal colore ormai sbiad<strong>it</strong>o, ho osservato il tetto, lo spoglio<br />

e desolato altare, un tempo adorno con fiori di campo, verso cui<br />

pregavo a mani giunte. Tutto era spento e muto.<br />

Ho cercato invano di sentire l’odore d’incenso e di muffa d’una<br />

volta, scacciato da altri, a me strani. Niente. Ad un tratto, il ricordo<br />

sopraggiunto meraviglioso come la luce dell’estate e lieve come le<br />

ali delle farfalle, che inseguivo sulle siepi, ha vinto l’amarezza. Sono<br />

r<strong>it</strong>ornato fanciullo e con me piano piano ha ripreso a vivere la mia<br />

chiesetta. Dolce come una culla mi ha accolto tra le sue pareti dopo<br />

avermi aspettato tanto. Ho ud<strong>it</strong>o il canto del sacerdote, il suono del<br />

campanello ed il coro sommesso dei fedeli invocanti il Signore, le<br />

voci dei miei e di quelli che tanti anni addietro mi accarezzavano.<br />

Ho visto chiari i loro volti. Erano tutti lì per dirmi che mi volevano<br />

ancora bene.<br />

Ho compreso, allora, che quella chiesa (ed ogni altra) ha un’anima,<br />

qualcosa di divino e di umano che parla al cuore ed accompagna<br />

l’uomo nella sua dimora terrena, per cui gli appartiene. Solo in essa<br />

si possono cantare le lodi del Signore e soprattutto mai potrà essere<br />

trasformata in un museo, perché non è il luogo dell’antico, ma dell’eterno,<br />

infatti conserva come in uno scrigno divino le implorazioni, le<br />

lacrime, le attese, la fede e le storie di ogni credente. Custodisce i<br />

momenti più belli dell’esistenza di ognuno, dal battesimo al congedo<br />

da questa terra in grazia di Dio e li ridona, specie nello sconforto,<br />

consolatori.<br />

Una chiesa per un cristiano è una seconda casa, non può essere<br />

altro. La casa della comun<strong>it</strong>à devota, della car<strong>it</strong>à, della pace e principalmente<br />

della speranza, perciò in essa spesso si compiono per dono<br />

celeste certi miracoli. Sulla porta, come d’incanto, un’eco grad<strong>it</strong>a e<br />

lieve ho sent<strong>it</strong>o venire da lontano, quella della mia infanzia e della<br />

mia fanciullezza e chiamarmi come una volta la voce soave di mio<br />

padre e di mia madre.


www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 19<br />

di Rocco Liberti<br />

Nell’ultima domenica di agosto del 1736, come vigeva ormai<br />

per antica consuetudine, a Palmi si era in viva ag<strong>it</strong>azione per<br />

l’imminente solenne svolgimento del r<strong>it</strong>o in omaggio alla Madonna<br />

della Lettera. Anzi, ci si trovava proprio al momento in cui «si stava<br />

preparando per uscire la processione col trionfo della bara». Tutto<br />

procedeva certamente in ordine e si stava pronti ad affrontare il<br />

tradizionale percorso, quando una «pubblica rissa» è intervenuta alquanto<br />

a sconvolgere le cose. Quant›era successo nelle more veniamo<br />

ad appurarlo dalle dichiarazioni che il susseguente 8 febbraio 1737<br />

rilasceranno ad un pubblico notaio il mastrogiurato mag. Bruno Ficalli<br />

ed il cap<strong>it</strong>ano di campagna Francesco Chirico.<br />

Il mag. Francesco Lo Monaco, che doveva essere una specie di guappo<br />

ed un inveterato donnaiolo, avendo adocchiato tra la folla una «femina<br />

di Bagnara, l’andava violentando, ed istigando», ma aveva fatto<br />

male i conti perché un parente, che seco lei doveva accompagnarsi,<br />

ha reag<strong>it</strong>o vivacemente «a segno che vi furono molte bastonate, anche<br />

con effusione di sangue». Non appena edotto del fattaccio, si è<br />

fatto avanti sub<strong>it</strong>o il mastrogiurato con la sua «giura», ch’è stato costretto<br />

a misurarsi animosamente pure con gli altri «bagnaroti» fattisi<br />

frattanto presso minacciosi. È stato perciò per la pronta opposizione<br />

di quegli che il Lo Monaco è riusc<strong>it</strong>o a guadagnare il «rifuggio» dentro<br />

la chiesa ed a scampare provvisoriamente all›arresto minacciatogli<br />

dal cap<strong>it</strong>ano, il quale, al primo strep<strong>it</strong>o, si era fatto anch›egli sotto<br />

alla testa dei suoi soldati.<br />

Il frangente si qualificava dei più delicati ed era prevedibile che a<br />

breve potesse scoppiare qualche altro incidente, per cui, onde «non<br />

disturbarsi detta processione, e fiera», il mastrogiurato, stimando che<br />

la persona che si era rivoltata alle prepotenze del Lo Monaco non<br />

intendesse rientrarsene con le buone al proprio paese, ha pensato<br />

bene di farla scortare fino alla marina col propos<strong>it</strong>o di avviarla verso<br />

Bagnara. Intanto il cap<strong>it</strong>ano, al quale non era riusc<strong>it</strong>o sub<strong>it</strong>o di averne<br />

ragione, ha provveduto nei giorni successivi a mettere in gattabuia<br />

chi era stato causa di tanto disturbo. Naturalmente, di tutto venne<br />

ragguagliato l›agente dei feudatari Spinelli, che all›epoca era d. Melchiorre<br />

de Leone, il quale si è detto ben contento di tale carcerazione,<br />

in quanto quegli doveva rispondere di ben altre «incombenze del<br />

Padrone segrete».<br />

Quali si figuravano siffatte incombenze lo accertiamo per mezzo di<br />

altra dichiarazione rilasciata lo stesso giorno al medesimo tabellione<br />

da due fratelli, il rev. cappellano d. Francesco e Giovanni Frosina.<br />

La moglie di quest’ultimo, Francesca Bonazza, ch’era stata dal Lo<br />

Monaco inv<strong>it</strong>ata «a condescendere alle di lui voglie», ai primi di quel<br />

famoso agosto aveva corso davvero per causa sua un grave pericolo.<br />

Una notte quel malnato ha appoggiato una «scaletta » ad una finestra<br />

posteriore della casa della donna col chiaro intento di «violentarla»,<br />

però mal glien’è venuto perché la poveretta si è data sub<strong>it</strong>aneamente<br />

a gridare, per cui non gli è rimasto restò svignarsela in tutta fretta,<br />

onde non incappare in seri guai con la giustizia. La scaletta abbandonata<br />

al suo destino è stata portata allora quale pegno testimoniale al<br />

governatore d. Bernardo Ros<strong>it</strong>ano, ma costui, malgrado il mastrogiurato<br />

avesse steso in propos<strong>it</strong>o la sua brava relazione, non se n’è dato<br />

per inteso ed ha ev<strong>it</strong>ato di muovere alcun d<strong>it</strong>o. Ai risent<strong>it</strong>i parenti<br />

della Bonazza è toccato perciò il comp<strong>it</strong>o di officiare il tutto a «S. E.<br />

Padrone», tram<strong>it</strong>e logicamente l›agente generale, il de Leone. A questi,<br />

però, la parte offesa ha rivolto viva preghiera di voler attendere<br />

l›occasione propizia prima di agire, dato che si trattava di «materie<br />

gelose di stima, reputazione, ed onore» e non era, quindi, il caso<br />

di spiattellare ogni cosa sulla pubblica piazza. Quale perciò migliore<br />

evenienza che quella in cui era «sort<strong>it</strong>o un certo fatto occorso in tempo<br />

della festa... in dove vi furo mazzate tra una parte, e l›altra con<br />

effusione di sangue?». Contro l’inerzia o addir<strong>it</strong>tura la connivenza del<br />

Ros<strong>it</strong>ano si sono cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i dal notaio, sempre nel medesimo giorno 8<br />

febbraio, i sindaci di Palmi, Antonino Poeta e Giacchino Scigl<strong>it</strong>ano, il<br />

mastrogiurato Ficalli, il cap<strong>it</strong>ano Chirico, m.ro Francesco La Raggione<br />

e Domenico Oliveto, i quali si erano già portati in delegazione dal de<br />

Leone, cui si erano frattanto un<strong>it</strong>i d. Rosario Falvetti ed il mag. Antonino<br />

Cavallo di Seminara.<br />

Dai vecchi atti si ricavano almeno due deduzioni di una certa importanza.<br />

Nel 1736 la festiv<strong>it</strong>à in onore della Madonna della Sacra<br />

Lettera era già parecchio in auge avendola forse rinvigor<strong>it</strong>a i recenti<br />

decreti del 23 agosto 1732 e 23 settembre 1733 relativi alla concessione<br />

della rec<strong>it</strong>a dell’Ufficio in uso a Messina, c<strong>it</strong>tà dalla quale il culto<br />

negli antichi tempi era trasmigrato a Palmi. Di conseguenza, il tempio<br />

appariva particolarmente accorsato e la processione molto seguìta. A<br />

farne fede sono i tanti “bagnaroti”, la cui presenza sulla scena avalla<br />

in pieno l’affermazione del Fiore, laddove dice che alla sua epoca la<br />

festa era ricercata da «maraviglioso concorso di Popoli».<br />

CUltURA E FOlKlORE<br />

Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

Tafferuglio per motivi di onore nella<br />

festiv<strong>it</strong>à della Madonna della Lettera nel 1736<br />

La Madonna della Lettera custod<strong>it</strong>a nella Chiesa Matrice di Palmi<br />

Dipinto della “Madonna della Lettera”del messinese Antonio Filocamo<br />

(1669-1743) - Il testo in basso riporterebbe la lettera inviata<br />

ai messinesi.<br />

“Maria Virgo, Joachim et Annae Filia, Humilis Ancilla Domini, Mater Jesu<br />

Christi, qui est ex Tribu Juda, et de Stirpe David, Messanensibus omnibus salutem,<br />

et a Deo Patre Onnipotente Benedictionem. Per publicum documentum<br />

constat, Vos misisse ad Nos Nuncios, fide magna: Vos scilicet credere, Filium<br />

Nostrum a Deo gen<strong>it</strong>um esse Deum, et hominem, et post Resurrectionem<br />

suam ad Coelum ascendesse; Vosque mediante Paulo Apostolo electo viam ver<strong>it</strong>atis<br />

agnovisse. Propterea vos, vestramque Civ<strong>it</strong>atem benedicimus, et protegimus<br />

eam in specula saeculorum”.<br />

Data fu<strong>it</strong> haec Aepistola die quinta in Urbe Hierusalem a Maria Virgine cuius<br />

nomen supra, Anno XXXXII a Filio eius, speculo primo, Die 3 Juni, Luna XXVII”


Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong> 20<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 21<br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

di Francesco Lovecchio<br />

qualche centinaio di metri<br />

A dalla Stazione delle FF.S.<br />

di Palmi e a ridosso delle ab<strong>it</strong>azioni<br />

del rione Impiombato, la<br />

cui local<strong>it</strong>à è nota come Macello-<br />

Pignarelle, esiste un grandioso<br />

insediamento rupestre di chiara<br />

impronta monastica Bizantina. Le<br />

grotte erano ben note in passato<br />

a tanti Palmesi in quanto avevano<br />

trovato rifugio dai bombardamenti<br />

aereonavali dell’ultimo<br />

confl<strong>it</strong>to mondiale, senza però,<br />

che nessuno abbia mai cap<strong>it</strong>o l’origine<br />

e l’importanza della loro<br />

presenza. Nonostante fin dalla<br />

scoperta ci siamo preoccupati attraverso<br />

i media e in un convegno<br />

tenutosi a Melicuccà di evidenziare<br />

la grande rilevanza storica ed<br />

arch<strong>it</strong>ettonica che il complesso<br />

riveste, fino ad oggi si è riscontrato<br />

solo l’appagamento della<br />

curios<strong>it</strong>à di alcuni pol<strong>it</strong>ici locali<br />

e la vis<strong>it</strong>a di qualche “addetto ai<br />

lavori” che, evidentemente, non<br />

era animato da nessun interesse.<br />

Purtroppo, non si vuole ancora<br />

capire che il s<strong>it</strong>o deve essere<br />

salvaguardato, recuperato e reso<br />

accessibile sia perché l’impone<br />

un dovere civico, sia perchè può<br />

rivelarsi un altro motivo di interesse<br />

per turisti e studiosi in<br />

aggiunta ai luoghi paesaggistici,<br />

ai musei e gli importanti appuntamenti<br />

culturali, tradizionali ed<br />

artistici della nostra C<strong>it</strong>tà.<br />

Il luogo è chiamato dai Palmesi<br />

“Tard<strong>it</strong>i” forse per ricordare<br />

il nome del tecnico governativo<br />

che ricostruì alcuni quartieri della<br />

parte bassa della c<strong>it</strong>tà dopo il<br />

terremoto del 1908. L’individuazione<br />

delle grotte non è facile<br />

per chi si avventura da solo e per<br />

la prima volta, soprattutto perchè<br />

sono collocate in un ripido<br />

costone e celate alla vista da una<br />

f<strong>it</strong>ta vegetazione naturale che<br />

essendosi conservata nei secoli,<br />

mer<strong>it</strong>a uno studio da parte degli<br />

esperti. Sul posto si arriva attraversando<br />

precari sentieri tracciati<br />

sopra quei terrazzamenti<br />

che i contadini costruirono con<br />

le opere t<strong>it</strong>aniche delle armacie,<br />

ormai ovunque franate, per ottenere<br />

terreno coltivabile anche<br />

dagli impervi pendii. Dal costone<br />

la visuale dell’immenso bacino di<br />

mare che si estende dallo Stretto<br />

di Messina fino a Capo Vaticano<br />

è assolutamente libera, tanto da<br />

poter avvistare tutte le navi che<br />

trans<strong>it</strong>ano. Il complesso rupestre<br />

è composto da una serie di grotte<br />

scavate dai monaci nell’arenaria<br />

su diversi livelli e tutte con l’ingresso<br />

orientato a Nord. L’impronta<br />

Bizantina del s<strong>it</strong>o di “Tard<strong>it</strong>i”<br />

si evidenzia già dalla prima<br />

grotta per la presenza all’esterno<br />

di una croce scolp<strong>it</strong>a nella roccia<br />

con le quattro punte a forma di<br />

freccia. La cav<strong>it</strong>à è formata da un<br />

solo vano e con un’ampia apertura<br />

dalla quale si dipartono alcuni<br />

CUltURA E FOlKlORE<br />

cunicoli che penetrano per diversi<br />

metri all’interno. La seconda<br />

grotta è profonda circa 17 metri e<br />

termina in un’Abside. E’ contrassegnata<br />

anch’essa da una piccola<br />

croce scolp<strong>it</strong>a sull’arco della roccia<br />

della volta che guarda l’esterno<br />

e, quasi certamente, era la<br />

dimora del capo della comun<strong>it</strong>à<br />

religiosa: l’Egumeno. La più interessante<br />

di tutto l’insediamento<br />

rupestre, sia per estensione che<br />

per la sua forma arch<strong>it</strong>ettonica,<br />

è rappresentata da una grande<br />

cav<strong>it</strong>à s<strong>it</strong>uata al centro di tutto<br />

il complesso rupestre che per le<br />

sue particolari caratteristiche<br />

è denominata scientificamente<br />

Basilica. Si presenta a tre navate<br />

con quella centrale alta circa sei<br />

metri e larga almeno tre, mentre<br />

le due navate laterali misurano<br />

circa due metri di larghezza ridotte<br />

ormai ad un’altezza di circa<br />

150 cm per l’accumulo di materiale<br />

terroso trasportato dall’esterno<br />

dalle piogge.<br />

A circa 50 metri dall’ingresso<br />

della grotta i corridoi laterali<br />

vanno a confluire in quello centrale<br />

formando un incrocio che<br />

assume l’aspetto di una vera e<br />

propria croce alla greca. La parete<br />

terminale della navata centrale<br />

presenta un’Abside dalla forma<br />

ell<strong>it</strong>tica dove i monaci appendevano<br />

Crocefissi e Icone. In quasi<br />

tutte le pareti dell’imponente<br />

grotta e sul suolo sono ben evidenti<br />

ed in gran <strong>numero</strong> gradini,<br />

nicchie, portalampade e giacigli,<br />

che fanno presupporre che la Basilica<br />

abbia osp<strong>it</strong>ato una comun<strong>it</strong>à<br />

molto <strong>numero</strong>sa di monaci<br />

dal momento che era utilizzata<br />

come chiesa e ab<strong>it</strong>azione. Un’altra<br />

grandissima grotta s<strong>it</strong>uata<br />

nello stesso gradone ed esplorata<br />

più volte, ha rivelato un collegamento<br />

con la Basilica mediante<br />

un angusto e ben celato cunicolo.<br />

L’ingresso si presenta molto ampio<br />

ed è ostru<strong>it</strong>o da grossi massi<br />

caduti dalla zona sovrastante e<br />

da arbusti che impediscono l’entrata.<br />

Esistono ancora tante altre<br />

grotte che non si sono esplorate<br />

perché le frane hanno chiuso gli<br />

ingressi, mentre in qualcuna si<br />

può individuare ancora un antico<br />

utilizzo come stalla o cantina di<br />

una casa colonica. Nel costone<br />

di fronte all’insediamento che è<br />

separato da un canalone invalicabile<br />

dove un tempo scorreva un<br />

ruscello d’acqua e oggi utilizzato<br />

come scarico fognario, si trova<br />

ben mimetizzata una piccola cav<strong>it</strong>à,<br />

forse l’unica naturale, che<br />

presenta anch’essa all’ingresso<br />

due minuscole croci scolp<strong>it</strong>e nella<br />

roccia. L’esistenza di una piccola<br />

fer<strong>it</strong>oia costru<strong>it</strong>a con calce e<br />

pietre sul lato destro che guarda<br />

verso l’alto, lascia pensare che<br />

serviva ai monaci per allertare i<br />

fratelli s<strong>it</strong>uati nella parte opposta<br />

quando arrivava qualche pericolo<br />

da terra.<br />

La presenza in Calabria dei<br />

monaci bizantini è attestata fin<br />

dai tempi di Cassiodoro (VI sec.)<br />

e risulta molto consistente nell’VIII<br />

secolo in conseguenza delle<br />

persecuzioni Iconoclaste, (contro<br />

le Sacre Immagini), proclamate<br />

da Leone III Isaurico. Successivamente,<br />

per trovare rifugio<br />

dall’occupazione della Sicilia da<br />

parte dei Saraceni, affluirono in<br />

questo estremo lembo di Calabria<br />

una molt<strong>it</strong>udine di religiosi<br />

che fondando <strong>numero</strong>si Monasteri<br />

e Laure lo fecero diventare<br />

come una novella Tebaide.<br />

Le Laure e i Monasteri erano infatti<br />

anche centri di cultura dove<br />

si raccoglievano i testi antichi<br />

che i monaci letterati trascrivevano<br />

con abile arte calligrafica,<br />

realizzando splendide miniature<br />

nel rispetto delle tradizioni di<br />

Bisanzio come è testimoniato dal<br />

Codice Purpureo di Rossano.<br />

I monaci orientali dell’ordine<br />

di San Basilio della Siria e della<br />

Cappadocia trovarono prima in<br />

Sicilia e poi in Calabria, quelle<br />

stesse condizioni religiose ed<br />

ambientali che avevano lasciato<br />

nella loro Patria. Arrivarono<br />

nella nostra Regione anche dalla<br />

Palestina, Eg<strong>it</strong>to ed Asia Minore<br />

e furono chiamati Greci sia perchè<br />

provenienti dall’impero greco<br />

o bizantino e, quindi, col r<strong>it</strong>o<br />

l<strong>it</strong>urgico di Costantinopoli, sia<br />

per distinguerli dai latini d’occidente.<br />

La loro v<strong>it</strong>a cenob<strong>it</strong>ica era<br />

ispirata alle regole dettate da<br />

San Basilio fondate sulla povertà,<br />

l’obbedienza all’Egumeno, la<br />

preghiera in comune e il lavoro<br />

manuale. Le regole variavano da<br />

una comun<strong>it</strong>à all’altra secondo le<br />

prescrizioni impart<strong>it</strong>e e fatte osservare<br />

dall’Egumeno, che aveva<br />

anche il potere di scegliere il suo<br />

successore tra i monaci più degni<br />

della comun<strong>it</strong>à.<br />

Tra gli oltre 40 monasteri sorti<br />

nella Piana, uno dei più celebri fu<br />

senza dubbio quello Imperiale di<br />

Sant’Elia Profeta che il Santo Ennese<br />

costruì sull’omonimo monte<br />

che sovrasta Palmi (del quale<br />

r<strong>it</strong>eniamo di conoscere l’ubicazione),<br />

e quello molto più antico<br />

del Mercurion di Tauriana con la<br />

cripta paleocristiana, dedicato<br />

poi a San Fantino Abate dopo sua<br />

la morte avvenuta nel 975 a Tessalonica,<br />

oggi Salonicco.<br />

Il complesso monastico rupestre<br />

di “Tard<strong>it</strong>i”, quasi completamente<br />

conservato nella sua struttura<br />

arch<strong>it</strong>ettonica originaria<br />

malgrado i <strong>numero</strong>si crolli causati<br />

soprattutto alle infiltrazioni<br />

di una fogna che scorre nelle<br />

vicinanze, dagli eventi calam<strong>it</strong>osi<br />

e dall’incuria umana, è senza alcun<br />

dubbio unico nel suo genere<br />

esistente nel Meridione e forse in<br />

Italia.<br />

Se le Autor<strong>it</strong>à preposte dovessero<br />

continuare ancora a perseverare<br />

nel loro disinteresse,<br />

sarà inesorabilmente destinato a<br />

scomparire nel tempo una delle<br />

più genuine e rare testimonianze<br />

del periodo bizantino che in<br />

Calabria si è protratto per circa<br />

cinque secoli.<br />

LE GROTTE<br />

DI TARDITI<br />

CUltURA E FOlKlORE<br />

Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra


www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 23<br />

CItOlEnA (URDIPIlI) di Saverio Pet<strong>it</strong>to<br />

Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra


Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong> 24<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 25<br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

ItInERARI<br />

stromboli<br />

di Gianfranco Lucente<br />

Il mio oltre …e’ la storia dei<br />

m<strong>it</strong>i greci, dello Stromboli e della<br />

sua antica civiltà eolica ed ….è la<br />

Fata Morgana.<br />

Il passato seme per il nostro futuro.<br />

Realizzare il progetto turistico<br />

delle Terre della Fata Morgana<br />

è, pensiero costante ed ossessivo<br />

che mi pervade e che spero si<br />

possa realizzare.<br />

Intimamente convinto che il<br />

nostro terr<strong>it</strong>orio si possa offrire<br />

ad un certo turismo di nicchia,<br />

di cultori del bello e sicuro che<br />

questo moderno viaggiatore possa<br />

rimanere affascinato dal clima<br />

m<strong>it</strong>e dei nostri l<strong>it</strong>orali e dall’aria<br />

rigeneratrice delle alture, dalle<br />

grandi distese di ulivi secolari e<br />

dalle armacie per la coltivazione<br />

dello zibibbo, dalla pesca antica<br />

del pescespada, dal r<strong>it</strong>mo,<br />

dall’allegria, dalla musica e dai<br />

s<strong>it</strong>i archeologici, dalla profonda<br />

religios<strong>it</strong>à e dalla passional<strong>it</strong>à<br />

innata della gente e soprattutto<br />

dall’osp<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à e dall’amicizia, che<br />

una volta provati, non possono<br />

essere più dimenticati, inv<strong>it</strong>o altri<br />

a riflettere.<br />

La nostra vera ricchezza è a<br />

portata di mano, basta coglierla<br />

e osservare quanto ci circonda,<br />

con le aspettative e le prospettive<br />

dei nuovi giovani, che si accorgeranno<br />

presto della fattibil<strong>it</strong>à di<br />

questo progetto.<br />

“IL VERO VIAGGIO DI SCOPER-<br />

TA NON CONSISTE NEL CERCARE<br />

NUOVE TERRE MA NELL’AVERE<br />

NUOVI OCCHI” (Marcel Proust)<br />

In questo periodo va di moda<br />

un turismo osp<strong>it</strong>ale; il turista<br />

viene ricevuto quasi a casa ed<br />

edotto sulle virtù ancestrali del<br />

posto, sulla buona cucina di una<br />

volta, sui prodotti genuini e sulle<br />

peculiar<strong>it</strong>à alimentari, sulla storia<br />

e cultura, sul patrimonio paesaggistico<br />

ed arch<strong>it</strong>ettonico ed<br />

sul modo di vivere, di trascorrere<br />

la giornata.<br />

Dobbiamo informare questo<br />

moderno viaggiatore sulla Magna<br />

Grecia e sugli antichi greci nostri<br />

progen<strong>it</strong>ori ed inventori della civiltà<br />

occidentale, sulla v<strong>it</strong>a semplice<br />

e valoriale, sul modo puro<br />

e profondo di confrontarsi con la<br />

bellezza della natura.<br />

La m<strong>it</strong>ologia per i Greci era<br />

Vangelo e Corano e dai vari episodi<br />

dei m<strong>it</strong>i si estrapolano storie<br />

di v<strong>it</strong>a ed insegnamenti.<br />

Fillide, donna della Grecia<br />

aspettava trepidante sulla terrazza<br />

della Reggia il suo Acamonte,<br />

eroe che r<strong>it</strong>ornava dalla guerra<br />

di Troia.<br />

Vede la nave del suo sposo<br />

in prossim<strong>it</strong>à del porto,ma una<br />

tempesta in mare sconquassa la<br />

nave, che sembra inabissarsi.<br />

Affranta dal dolore Fillide muore<br />

e la Dea Era la trasforma in<br />

mandorlo.<br />

Acamonte si è intanto salvato<br />

dalla burrasca e sal<strong>it</strong>o di corsa<br />

sulla terrazza, vede Fillide trasformarsi<br />

in mandorlo e per farla<br />

r<strong>it</strong>ornare in v<strong>it</strong>a graffia con le<br />

d<strong>it</strong>a l’albero; dalla sua corteccia<br />

lacerata spuntano fiori bianchi,<br />

bellissimi.<br />

Il mandorlo e’ l’unico albero<br />

che produce i fiori prima delle<br />

foglie.<br />

Da questo illustre passato nasce<br />

l’ultima nostra speranza di<br />

cambiare il futuro.<br />

Nulla può essere imposto ed<br />

organizzato dall’alto, ma deve<br />

essere fiore bianco bellissimo<br />

della corteccia del mandorlo,<br />

regalo offerto agli altri dal nostro<br />

dolore,da una terra che ha<br />

sempre sofferto ed ha avvert<strong>it</strong>o<br />

il senso profondo della v<strong>it</strong>a e del<br />

vivere.<br />

La Magna Grecia ci ha trasmesso<br />

il sacro principio dell’osp<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à,<br />

la sua filosofia, l’importanza<br />

dell’ agorà, intesa come partecipazione<br />

di tutti ai programmi<br />

della polis,il sentire come aspirazione<br />

al sacro, la realizzazione<br />

del bello.<br />

Solo percorrendo questi splendidi<br />

terr<strong>it</strong>ori e percependo un’estasi<br />

estetica nel camminare e nel<br />

ricercare sensazioni,sentimenti e<br />

desideri, si può comprendere di<br />

aver percorso una magnifica ed<br />

insperata avventura interiore.<br />

Non priviamo il moderno viaggiatore<br />

di questa gioia e lottiamo<br />

insieme affinchè la natura non<br />

subisca l’assalto forsennato delle<br />

regole consumistiche e delle<br />

mode, che di quelle regole sono<br />

il veicolo più efficace.<br />

Manteniamo quindi,un giusto<br />

equilibrio fra l’uomo e la natura,<br />

preservando il più possibile<br />

questo nostro patrimonio; tutti<br />

quanti dobbiamo contribuire ad<br />

impedire una cementificazione<br />

sfrenata, uno sconvolgimento<br />

ambientale, che una carta od un<br />

veleno, una nostra cattiva educazione<br />

ecologica e civica, possano<br />

allontanare il nostro sogno.<br />

Rendiamoci promotori di un<br />

Parco del Tracciolino da Taureana<br />

ai piani della Corona ed impediamo<br />

che altri possano modificare<br />

quanto predisposto dalla bellezza<br />

del nostro ambiente.<br />

Procuriamoci tutti un totem<br />

condiviso, un riferimento che ci<br />

inv<strong>it</strong>i a partecipare ed a renderci<br />

protagonisti per ev<strong>it</strong>are che il<br />

nostro sogno cada nel silenzio e<br />

nell’oblio.<br />

Tutti noi dobbiamo diventare<br />

protagonisti e nuovi prometei.<br />

Nella m<strong>it</strong>ologia Prometeo e’ un<br />

t<strong>it</strong>ano, amico degli uomini e desideroso<br />

di favorirli, ruba il fuoco<br />

agli Dei dentro ad una canna e<br />

Zeus lo punisce incatenandolo ad<br />

una roccia ed a lui un’aquila divora<br />

il fegato che continuamente<br />

ricresce ma è colui che per primo<br />

infonde nei mortali la consapevolezza<br />

della loro grandezza e delle<br />

loro capac<strong>it</strong>à.<br />

In Platone è per la prima volta<br />

manifestata, in questo m<strong>it</strong>o, la<br />

concezione del fuoco rubato da<br />

Prometeo come energia spir<strong>it</strong>uale<br />

che anima gli uomini consentendo<br />

loro di vivere e di gettare<br />

le basi della futura società civile.<br />

Nell’Accademia di Atene<br />

dove bruciava la fiamma sacra,<br />

prendeva inizio la corsa delle<br />

fiaccole,nella quale gli efebi ateniesi,<br />

accese le loro fiaccole,le<br />

portavano, gareggiando, nella<br />

corsa scambiandosele vicendevolmente,<br />

r<strong>it</strong>uale propiziatorio<br />

del continuo rinnovarsi della c<strong>it</strong>tà.<br />

Il prossimo anno nella corsa<br />

d’Agosto portiamo le nostre fiaccole<br />

in piccole maratone fino al<br />

lungomare di Reggio Calabria e<br />

nell’anf<strong>it</strong>eatro diamo corpo ed<br />

azione ai nostri intenti, discussi e<br />

condivisi nell’agorà di Palmi, nella<br />

casa Repaci o nell’anf<strong>it</strong>eatro di<br />

Taureana.<br />

ItInERARI<br />

Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

il mandorlo di fillide...e lo stromboli<br />

Devo queste poesie ad un totem<br />

ed ho raccolto in questo monte sacro<br />

qualche cosa di antico<br />

le civilta’ delle Lipari ed il nostro passato<br />

Lo Stromboli e’ di colore roseo al mattino<br />

ed e’ gioia e terra ed e’ eterno<br />

E’ la speranza di un mondo sempre uguale<br />

puro ed umano<br />

Lo Stromboli e’ verde e v<strong>it</strong>a<br />

ed e’ il trascorrere della giornata<br />

Lo Stromboli richiama barche e reti<br />

E’ gente che lavora e che crede in una pesca miracolata<br />

Lo Stromboli e’ veder passare<br />

navi container di mondi lontani<br />

Lo Stromboli e’ una piccola barca gialla<br />

che pulisce la nostra spiaggia<br />

Lo Stromboli e’ una serie di piccole stradine<br />

che si inerpicano verso una piazzetta<br />

Lo Stromboli sono piccole case con tozzetti di ceramica<br />

e reti appese alle finestre<br />

La c<strong>it</strong>tadina Ginostra di Stromboli e’ costellata di pigne verdi<br />

ai margini delle terrazze,babbaluchi della v<strong>it</strong>a semplice<br />

Lo Stromboli e’ terra nera che ti sporca<br />

ma tu rinasci nel colore blu del mare<br />

Lo Stromboli e’ un piccolo bar<br />

dove si assapora il pass<strong>it</strong>o<br />

nella dolce attesa di un pomeriggio fatto di niente<br />

Lo Stromboli e’ terrazze colorate con colonne bianche coloniali<br />

E profumo di zagara<br />

In giardini osp<strong>it</strong>ali<br />

Lo Stromboli e’ la donna del Sud<br />

con i suoi scialli neri<br />

che come rondini portano lontano i pensieri<br />

Lo Stromboli e’ come la ginestra<br />

che erompe della lava<br />

ed e’ simile all’ibiscus ed al boucanville<br />

del giardino della mia casa<br />

Lo Stromboli accoglie navi di turisti<br />

ma si svela solo in una piccola stradina verde<br />

Lo Stromboli sono trabiccoli Ape colorati<br />

Nelle spiagge nere e disab<strong>it</strong>ate<br />

Acamonte,foglio di Teseo,dilania le mie carni<br />

perche’ possa vivere fiore bianco bellissimo<br />

Nella mia terrazza di farfalle bianche<br />

intorno al una sedia a sdraio vuota,simbolo della sol<strong>it</strong>udine<br />

seduto sopra il cotto<br />

ho scoperto il dolore<br />

Tu mandorlo grazie alle mie preghiere<br />

sei diventato Stromboli<br />

e Stromboli ha i colori della v<strong>it</strong>a<br />

Amigdala mia adorata<br />

Sei r<strong>it</strong>ornata a vivere<br />

prima degli altri a marzo<br />

ed io ho grattato la corteccia<br />

malgrado Era<br />

Acamonte,figlio di Teseo<br />

tu hai creato un fiore<br />

io dopo tante stagioni<br />

ho conservato un amore<br />

Lo Stromboli e’ la sciara<br />

tempesta di lapilli e lava<br />

in uno sfolgorio di fuochi d’artificio per la festa<br />

Lo Stromboli sono le colonne di Hiram<br />

con i sacri r<strong>it</strong>i<br />

Il triangolo di Stromboli ha insegnato a P<strong>it</strong>agora<br />

che la matematica e’ nella natura<br />

Lo Stromboli e’ ricerca<br />

e’ il Dio buono tanto cercato<br />

Lo Stromboli si tinge di verde<br />

per quelli che r<strong>it</strong>ornano<br />

Lo Stromboli e’ trottola o nave oneraria<br />

e’ come lo vedi nella Serra di Vancura<br />

Lo Stromboli nelle sere d’Agosto<br />

si colora d’arancione<br />

per una v<strong>it</strong>a che si reincarnera’<br />

Santino come posso cambiare<br />

il t<strong>it</strong>olo di parole e poesie<br />

Ho nelle carni le mani di Acamonte<br />

che ha dilaniato la mia corteccia nel dolore<br />

e sono apparsi piccoli fiori bianchi<br />

nell’albero senza foglie<br />

ed io sono il mandorlo<br />

Nella fragil<strong>it</strong>a’ del vivere<br />

arriva un giorno<br />

che tutto e’ in frantumi e tu lo senti<br />

Nelle notti chiare non lo vedi ma gli parli<br />

o meglio faccio parlare il silenzio<br />

Il mio obiettivo e’ sempre lo stesso riproporre


Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong> 26<br />

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www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 27<br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

di Natale Pace<br />

Ciò che mi colpisce ogni qualvolta<br />

mi reco a trovare Cardone<br />

nella sua casa di via Cesare<br />

Battisti è il silenzio. Lo scatto<br />

metallico dell’apriportone diventa<br />

il segnale magico per l’accesso ad<br />

un mondo ovattato, vellutato, fatto<br />

solo di odor di pul<strong>it</strong>o, di buoni<br />

pensieri e di fantastica atonìa. Sal<strong>it</strong>i<br />

i pochi gradini che portano al<br />

primo piano, viene ad accogliermi<br />

personalmente in veste da came-<br />

Il PERsOnAGGIO Il PERsOnAGGIO<br />

ra, come fa spesso con me, come<br />

si usa con amici a cui non si debbano<br />

i sol<strong>it</strong>i, antipatici obblighi della<br />

formal<strong>it</strong>à. Anche la personcina<br />

minuta, la gentile stretta di mano,<br />

quella sua pacatezza nel dare il<br />

benvenuto, non fanno che rafforzare<br />

l’iniziale impressione di silenzio.<br />

Per non dire che essendo la<br />

casa una costruzione non recente,<br />

una volta dentro spariscono diabolicamente<br />

i rumori esterni e si<br />

riesce a percepirlo il silenzio, ad<br />

ascoltarlo quasi anche nel respira-<br />

re quieto, nell’attesa di cominciare<br />

i l dialogo, e quasi dispiace anche<br />

parlare, sembra di fare peccato.<br />

Domenico Antonio Cardone è<br />

nato a Palmi (RC) i l 21 gennaio<br />

1902. Laureato in giurisprudenza<br />

a ventun’anni, cost<strong>it</strong>uì il “Fondaco<br />

dì Cultura” che ebbe anche una<br />

sua Rivista, entrambi però di breve<br />

durata. Nel 1930 iniziò la collaborazione<br />

alla “Rivista Intemazionale<br />

di Filosofia del Dir<strong>it</strong>to” e<br />

nel 1931 fondò con Antonino Lovecchio,<br />

altro filosofo palmese la<br />

domenico antonio cardone poeta<br />

forse l’Ultima intervista (1980) concessa dal grande filosofo palmese<br />

rivista “Ricerche Filosofiche” che<br />

diresse fino al 1967. Nel 1948 fondò<br />

la Società Filosofica Calabrese<br />

che, nello stesso anno, partecipò<br />

alla fondazione della Féderation<br />

International des Societès de<br />

Philosophie. Nel 1949 venne accolto<br />

nel Royal Inst<strong>it</strong>ute of Philosophie<br />

di Londra e nel 1967 nella<br />

Internationale Vereinigung fur<br />

Rechts-und Sozial phìlosophie di<br />

Wiesbaden. Nel 1958 fu tra gli organizzatori<br />

a Venezia del XII Congresso<br />

Internazionale di Filosofia.<br />

In tale occasione si fece promotore<br />

di un’intesa etica trai filosofi<br />

di tutto il mondo e di tutte le<br />

tendenze, volta ad influire sui vari<br />

problemi nazionali ed internazionali,<br />

il che determinò la proposta<br />

del suo nome al Nobel per la Pace<br />

nel 1963, assegnato poi alla Croce<br />

Rossa Intemazionale. Tranne che<br />

nella prima giovinezza, non fu<br />

mai iscr<strong>it</strong>to ad alcun part<strong>it</strong>o.<br />

Inutile qui soffermarci sulla miriade<br />

di pubblicazioni del Filosofo<br />

o che lo riguardano, sarebbe<br />

un lavoro gravoso e certo non bastano<br />

le pagine della Rivista. Vale<br />

per questo rimandare ai due volumi<br />

di “Bibliografìa Cr<strong>it</strong>ica di Domenico<br />

Antonio Cardone”, pubblicati<br />

a cura della Società Filosofica<br />

Calabrese.<br />

Poiché con lui parleremo di poesia,<br />

quasi esclusivamente, voglio ricordare<br />

le specifiche pubblicazioni<br />

in versi, che non sono poi tante.<br />

Diciamo sub<strong>it</strong>o che Cardone,<br />

contrariamente a quanto si possa<br />

pensare, non sì è inventato poeta<br />

solo negli ultimi anni. Già al n. 2<br />

della c<strong>it</strong>ata Bibliografia Cr<strong>it</strong>ica figura<br />

“Nuvole” una lirica pubblicata<br />

nel 19<strong>22</strong> sulle riviste Ebe e Il<br />

Faro ed inser<strong>it</strong>a nello stesso anno<br />

nella prima raccolta “Frammenti<br />

di Giovinezza” (1) . “Nuvole” fu<br />

allora defin<strong>it</strong>a da Leonida Repaci<br />

«Un esempio notevolissimo d’impressionismo<br />

acuto».<br />

Per avere comunque un’idea<br />

della poetica matura del Cardone<br />

occorre da qui fare un salto dì<br />

quasi mezzo secolo. E’ del 1970<br />

la pubblicazione dì “R<strong>it</strong>mi del Silenzio”<br />

(Ed<strong>it</strong>rice La Nuova Europa,<br />

Firenze) e l’anno successivo “R<strong>it</strong>mi<br />

Astrali” (Gesualdi ed., Roma).<br />

A queste segue “Canti d’Amor Diverso”<br />

(Ed. Cimento, 1972; collana<br />

Poeti d’Oggi); nel 1978 un bel<br />

volume, “Poesie Scelte” (Gabrieli<br />

ed., Roma) e per finire l’anno scorso<br />

“L’assenza e la mancanza” (Ed.<br />

MIT, Cosenza). A propos<strong>it</strong>o di questa<br />

ultima raccolta ebbe a scrivere<br />

con squis<strong>it</strong>a delicatezza Antonio<br />

Altomonte: «... Siamo perciò a una<br />

poesìa ch’è un continuo flirt con<br />

la metafisica, un assiduo rimando<br />

dagli assilli del quotidiano ai<br />

grandi interrogativi di sempre, dal<br />

particolare privato alla vicenda di<br />

un tempo come il nostro in cui la<br />

bellezza è un fantasma e l’orizzonte<br />

sì popola di mostri. La poesìa<br />

che nasce come med<strong>it</strong>azione<br />

esirisolveinurlo» (2) .<br />

E veniamo, dunque alla intervista<br />

esclusiva che è stata registrata<br />

per l’occasione:<br />

avv. cardone, lei ebbe a ricordare<br />

(3) che “il filosofo soffre<br />

di non essere artista e cerca,<br />

quando può, di esserlo” e ancora<br />

faceva sua la profezia di Renan<br />

secondo cui l’arte continui<br />

il pensiero nell’istante in cui la<br />

pura logica non è più in grado<br />

di manifestarlo. Tutto ciò vuole<br />

forse essere il riconoscimento<br />

d’una maggiore vast<strong>it</strong>à e di<br />

più ampie possibil<strong>it</strong>à di analisi,<br />

e quindi di utilizzazione sociale,<br />

della poesia rispetto alla dottrina<br />

filosofica?<br />

“Non si tratta di vast<strong>it</strong>à e di più<br />

ampia possibil<strong>it</strong>à di analisi ma di<br />

un modo diverso di esprimere,<br />

con la vivente figurazione dell’arte,<br />

ciò che si è pensato logicamente;<br />

non solo ma anche di manifestare<br />

il sentimento con cui lo si è<br />

pensato. Naturalmente per questa<br />

più immediata, sintetica, direi,<br />

espressivamente vivente estrinsecazione<br />

del pensiero, può determinarsi<br />

quella “utilizzazione sociale”<br />

della poesia di cui lei dice,<br />

sebbene il mondo oggi sembra tetragono<br />

ad ogni tipo di sollec<strong>it</strong>azione<br />

per un mutamento v<strong>it</strong>ale. Se<br />

poi la ricerca linguistica da me fat-<br />

ta — sull’esempio del grande D’Annunzio<br />

— abbia agevolato o meno<br />

l’intenzionale “utilizzazione sociale”<br />

è altra questione, ma io penso<br />

non possa essere escluso che lo<br />

stimolo per la apertura di orizzonte<br />

del nostro vocabolario giovi anche<br />

alla migliore, più precisa, comunicazione<br />

umana”.<br />

e tuttavia giuseppe logròscimo<br />

accusa la sua poesia di pesantezza<br />

da “astrazioni filosofiche,<br />

residui farinosi non ancora<br />

domati” (4) .<br />

“Il Logròscimo è solo o con qualche<br />

altro, mi pare, a r<strong>it</strong>enere che<br />

il mio pensiero filosofico non si sia<br />

decantato completamente nella<br />

poesia (quando questa nasce da<br />

una med<strong>it</strong>azione filosofica, che<br />

gran parte della mia poesia non<br />

è un riflesso filosofico). La maggior<br />

parte dei miei cr<strong>it</strong>ici, anzi, ha<br />

proprio rilevato l’opposto, ascrivendolo<br />

a mer<strong>it</strong>o del mio magistero<br />

artistico. Comunque io stesso<br />

ho avuto occasione di riconoscere<br />

che non sempre sono riusc<strong>it</strong>o a<br />

fare del mio pensiero poesia. E ciò<br />

è accaduto — si parva licet componere<br />

magnis — anche a poeti<br />

unanimemente riconosciuti grandissimi”.<br />

Uno tra i più assidui studiosi<br />

cardoniani, almeno per la sua<br />

parte poetica, Franco Trifuoggi<br />

fa un preciso richiamo alla poesia<br />

dì Lorenzo Calogero (5) : lei<br />

oggi, avv. cardone, nel 1980, si<br />

barrica in casa, e rifiuta qualsiasi<br />

pubblicazióne, lim<strong>it</strong>andosi<br />

a registrare su un diario topsecret<br />

i frutti del suo pensiero.<br />

vuole chiarire se r<strong>it</strong>iene che ormai<br />

il mondo può fare a meno<br />

di cardone, se è cardone che<br />

pessimisticamente rinuncia al<br />

mondo o se effettivamente Trifuoggi<br />

è stato buon profeta nel<br />

senso che cardone, seguendo<br />

l’esempio di calogero, rende la<br />

sua poesia e la sua filosofia irreperibili?<br />

“II mondo ha sempre fatto a<br />

meno di me, anche quando io mi<br />

sono illuso di potergli giovare con<br />

la mia attiv<strong>it</strong>à e le mie iniziative<br />

(parlo naturalmente del mondo<br />

extrafamigliare ed extraprofessionale).<br />

Ora sono giunto al punto<br />

morto della scomparsa di ogni<br />

illusione. Non rinuncio al mondo,<br />

tanto che lascio ancora circolare<br />

i miei libri... per forza di inerzia,<br />

rispondo a Lei... e registro nel mio<br />

Diario ìntimo i pensieri susc<strong>it</strong>ati<br />

in me dagli eventi, del mondo;<br />

ma non r<strong>it</strong>engo valga la pena essere<br />

più un produttore di pensieri<br />

e canti stampati”.<br />

io ho creduto di rinvenire tra i<br />

suoi versi, almeno tre motivi poetici<br />

predominanti: ansia cosmica,<br />

visione panica (o come dice<br />

Trifuoggi, panpsichica) e ricerca<br />

formale. Posto che lei concordi<br />

sulla esistenza dei tre motivi,<br />

vuole dirci se e come r<strong>it</strong>iene che<br />

essi vadano inser<strong>it</strong>i nel moderno.<br />

in pratica quanto ognuno di essi<br />

può scavare nel futuro per una<br />

migliore convivenza delle genti?<br />

“Che i tre motivi da lei indicati<br />

esistano, non c’è dubbio. Se e<br />

come sono “inser<strong>it</strong>i nel moderno”<br />

— come lei dice — credo risulti dalla<br />

Prefazione ai miei R<strong>it</strong>mi Astra-<br />

Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

li, int<strong>it</strong>olata “Avanguardia si e no”<br />

e sarebbe lungo riportarla adesso.<br />

Che, poi, ognuno di essi possa per<br />

suo conto “scavare nel futuro per<br />

una migliore convivenza delle genti”<br />

— come lei dice — è una conseguenza<br />

dì tutta l’impostazione<br />

dell’interpretazione dei detti motivi.<br />

La coesistenza di tali motivi<br />

— per altro — può riscontrarsi in<br />

molti poeti ed artisti e mi piace ricordare,<br />

tra essi, il Pascoli”.<br />

Una curios<strong>it</strong>à. a quanto mi risulti,<br />

lei ha fatto uso di pseudonimi<br />

varie volte, ma sempre<br />

trattandosi di suoi scr<strong>it</strong>ti di letteratura.<br />

per esempio nel 1926 si<br />

firmava Ustor, pubblicando sulla<br />

rivista “U chiaccu” una raccolta<br />

di poesie che già int<strong>it</strong>olava “r<strong>it</strong>mi<br />

del Silenzio”. Poi sulla rivista<br />

“nasside” si chiamò lelio biante<br />

e si trattava di novelle. per non<br />

parlare del donecar autobiografico<br />

ed enigmistico delle “Memorie<br />

di un Ominide ‘900”. E’ forse<br />

per separare questa sua attiv<strong>it</strong>à<br />

di letterato da quella di filosofo?<br />

“L’uso di pseudonimi non è stato<br />

determinato da una volontà di<br />

separare la mia attiv<strong>it</strong>à letteraria<br />

da quella filosofica, anche perché,<br />

all’epoca degli scr<strong>it</strong>ti giovanili<br />

da lei ricordati, ancora non avevo<br />

una spiccata attiv<strong>it</strong>à filosofica.<br />

Forse si è trattato allora di una<br />

specie di “timidezza”, non ricordo<br />

bene. Quanto al Donecar delle<br />

Memorie di un Ominide ‘900 le<br />

ragioni stanno nella Prefazione al<br />

libro dove esalto più che il valore<br />

dell’Autore, quello di coloro che,<br />

accogliendo il messaggio dei contenuti<br />

delle sue opere, diventano<br />

essi i veri Autori. Qualche volta ho<br />

prefer<strong>it</strong>o scrivere senza firma per<br />

le stesse ragioni”.<br />

l’ultima brevissima. avv. cardone,<br />

che futuro vede per la<br />

poesia e soprattutto che futuro<br />

vede per l’uomo?<br />

“Un futuro per la poesia? Diventa<br />

sempre più un canto nostalgico<br />

di m<strong>it</strong>i sognati. Un futuro per<br />

l’uomo? L’annientamento cosmico<br />

o la salvezza in extremis, per<br />

l’improvvisa consapevolezza (finalmente!)<br />

della solidarietà universale:<br />

ma ciò vorrebbe dire una<br />

nuova èra di miracoli”.<br />

E qui termina l’incontro con Domenico<br />

Antonio Cardone.<br />

Altre vis<strong>it</strong>e, altri incontri certamente<br />

avrò col Filosofo buono di<br />

Palmi, finché la gentilezza e la salute<br />

gli permetteranno di vedermi<br />

e lasciarsi torturare dai miei<br />

versi d’inventato poeta. Oggi mi<br />

preoccupa averlo trovato un po’<br />

più nero del sol<strong>it</strong>o, un po’ meno<br />

interessato alle cose del mondo,<br />

come se ormai sentisse non doverlo<br />

questo più riguardare.<br />

Uscendo per strada, comunque,<br />

ho chiuso con delicatezza il portone.<br />

(1) Frammenti di Giovinezza<br />

(Signoretta, Palmi, 19<strong>22</strong>).<br />

(2) Antonio Altomonte, Se <strong>it</strong> poeta è filosofo<br />

- “ I l Tempo”, 1.2.1980.<br />

(3) Repaci Controluce, antologia e cr<strong>it</strong>ica<br />

a cura di Giuseppe Ravegnani, Ceschina, Milano,<br />

1963, pag. 472.<br />

(4) Calabria Cultura, rivista<br />

trimestrale, anno I n. 1-2 (gennaio-giugno<br />

1974), pag. 110 e segg.<br />

(5) La poesia di Domenico Antonio Cardone,<br />

su Luce serafica, n. 4-5-6 1972.


Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong> 28<br />

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www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 29<br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

di Walter Cricrì<br />

Il miele è una sostanza zuccherina<br />

prodotta dalle api per elaborazione<br />

del nettare; il suo colore<br />

e caratteristiche variano a seconda<br />

dei fiori da cui proviene il nettare.<br />

Il nettare e altre sostanze zuccherine,<br />

sono succhiati dalle api operaie<br />

attraverso l’esofago e giungono<br />

così nella “borsa melaria”. Qui<br />

il nettare e le altre sostanze zuccherine<br />

sono disidratati e sottoposte<br />

all’azione di particolari enzimi<br />

prodotti dalle api e trasformate poi<br />

in vero e proprio miele, che viene<br />

rigurg<strong>it</strong>ato nelle celle precedentemente<br />

preparate.<br />

La qual<strong>it</strong>à del miele dipende<br />

essenzialmente da due fattori:<br />

dall’attiv<strong>it</strong>à delle api per produrlo<br />

e dal procedimento dell’uomo per<br />

estrarlo e per “confezionarlo”.<br />

Per la produzione di un chilo-<br />

sAPERI & sAPORI sAPERI & sAPORI<br />

grammo di miele le api percorrono<br />

un totale di circa 150.000 chilometri<br />

per andare a raccogliere il polline<br />

dall’alveare ai fiori; esse sono<br />

in grado di arrivare ai fiori che si<br />

trovano in un’area distante fino a<br />

tre chilometri dall’alveare.<br />

Il miele immagazzinato dalle api<br />

nelle celle, viene estratto tram<strong>it</strong>e<br />

centrifugazione, lasciato decantare<br />

per qualche giorno e successivamente<br />

riposto in vasetti. Questi<br />

gli unici procedimenti che fanno sì<br />

che il miele mantenga inalterate<br />

le sue proprietà e caratteristiche.<br />

Tutti i mieli sono in origine allo<br />

stato liquido, ma con l’abbassarsi<br />

delle temperature molti di essi<br />

cristallizzano e diventano solidi,<br />

mantenendo così tutte le proprietà<br />

nutraceutiche attive (v<strong>it</strong>amine,<br />

probiotici, enzimi, ecc.); non è,<br />

quindi, sottoposto ad alcun trattamento<br />

chimico-fisico, ma è previsto<br />

Una “fattoria” sUl terrazzo<br />

Giorni fa le testate giornalistiche straniere e nazionali hanno<br />

ripresa la notizia che «centomila operaie in maglia giallo<br />

nera si mischieranno ai broker in doppiopetto e bombetta»,<br />

in un esperimento di apicoltura urbana al centro della C<strong>it</strong>y<br />

londinese. Installare alveari su terrazzi e balconi è un modo<br />

“casalingo” per fronteggiare il problema della preoccupante<br />

diminuzione delle api che è stato rilevata in Europa e Nord<br />

America negli ultimi anni. Inoltre, sostengono gli allevatori,<br />

nonostante l’inquinamento delle c<strong>it</strong>tà, i fiori che vi crescono<br />

non sono trattati con parass<strong>it</strong>ari per cui parrebbe che questi<br />

operosi insetti vivano meglio qui che nelle campagne.<br />

miele e cUrios<strong>it</strong>à<br />

La tipica espressione “luna di miele” deriva dal fatto che<br />

nell’antich<strong>it</strong>à si usava far bere agli sposi una bevanda a base<br />

di acqua, miele e liev<strong>it</strong>o, al fine di propiziare l’arrivo di un figlio<br />

maschio; da qui l’espressione “luna di miele”.<br />

l’obbligo di indicare in etichetta la<br />

data di confezionamento e di scadenza<br />

(generalmente non oltre i 24<br />

mesi dall’estrazione). L’industria,<br />

per farli tornare allo stato liquido,<br />

li sottopone a pastorizzazione, un<br />

trattamento termico che ne altera<br />

però le caratteristiche nutrizionali<br />

e lo depaupera delle componenti<br />

più pregiate.<br />

Il nostro terr<strong>it</strong>orio esprime le sue<br />

potenzial<strong>it</strong>à produttive con mieli<br />

di eccezionale abbondanza, e variegate<br />

tipologie regalate da climi<br />

m<strong>it</strong>i che caratterizzano buona parte<br />

dell’anno. Purtroppo in quest’ultimo<br />

periodo qualche problema<br />

infligge un duro colpo anche a questo<br />

settore, la presenza di insetti<br />

“importati clandestinamente”,<br />

che condizionano negativamente<br />

la produzione dei prelibati mieli di<br />

castagno ed eucalipto anche nella<br />

nostra regione. (vedi riquadro)<br />

il miele è composto principalmente<br />

da acqua, zucchero (fruttosio<br />

e glucosio), acidi, proteine, sali<br />

minerali (in prevalenza ferro, calcio<br />

e fosforo), sostanze ed aromi<br />

dei fiori, tra cui i pigmenti (derivati<br />

della clorofilla), tannino, fosfati e<br />

v<strong>it</strong>amine. Il miele è formato quasi<br />

esclusivamente da zuccheri ed è<br />

molto importante, nella sua composizione,<br />

l’alta concentrazione di<br />

fruttosio; infatti, questo zucchero<br />

è al 100% un prodotto derivato dalla<br />

natura, senza nessun intervento<br />

da parte dell’uomo.<br />

Per il comprensorio di Palmi<br />

segnalarne la presenza presso<br />

la sede A.R.S.S.A., in via Mancuso<br />

n° 33; il personale specializzato<br />

effettua il mon<strong>it</strong>oraggio<br />

ed offre l’opportuna assistenza<br />

gratu<strong>it</strong>a.<br />

Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

Curios<strong>it</strong>à, dolcezze, gioie e dolori legati al mondo delle api<br />

Miele<br />

Proprietà curative e benefici<br />

del miele<br />

il miele è particolarmente<br />

indicato nella dieta dedicata<br />

all’infanzia, giacché favorisce<br />

la fissazione dei sali minerali<br />

nell’organismo umano, cosa che il<br />

normale zucchero non è in grado<br />

di fare. Molte sono le proprietà<br />

terapeutiche del miele, diverse a<br />

seconda del nettare dei fiori con<br />

cui è stato prodotto. In generale<br />

il miele è un ottimo antinfiammatorio<br />

per la gola ed ha effetti<br />

sedativi contro l’ecc<strong>it</strong>azione<br />

nervosa e l’insonnia. Il miele di<br />

castagno favorisce la circolazione<br />

sanguigna ed è disinfettante<br />

delle vie urinarie, per questi motivi<br />

è consigliato per bambini ed<br />

anziani. Interessanti le proprietà<br />

del miele di girasole che svolge<br />

un’azione contro il colesterolo<br />

nell’organismo umano oltre ad<br />

avere un’azione calcificante nelle<br />

ossa. Il miele di ginepro invece,<br />

ci offre un valido aiuto nelle affezioni<br />

respiratorie e quello di tarassaco<br />

ha un’azione depurativa,<br />

soprattutto sulle reni. Secondo<br />

recenti studi il miele fornisce al<br />

nostro organismo sostanze essenziali<br />

come potassio, fruttosio e<br />

sodio che servono a riprendersi<br />

dopo una serata di “bagordi”.<br />

Molto rilevante la notizia che<br />

arriva da alcuni studi fatti sul<br />

miele prodotto nel meridione,<br />

specialmente sul miele di zafferano;<br />

pare, infatti, che questi<br />

tipi di miele contengano un’alta<br />

percentuale di “nutraceutici”,<br />

che sono molecole ad elevata<br />

attiv<strong>it</strong>à ant<strong>it</strong>umorale. Ed è appunto<br />

in questi mieli che se ne<br />

rilevano quant<strong>it</strong>à significative e<br />

nettamente superiori alle medie<br />

di altre zone d’Italia.<br />

Miele e formaggio: matrimonio<br />

perfetto<br />

Uno degli abbinamenti classici<br />

del miele è quello con il formaggio;<br />

come tutti sappiamo il<br />

formaggio è un alimento assolutamente<br />

privo di zuccheri, che si<br />

contrappone quindi al miele, che<br />

è composto, come abbiamo visto,<br />

per la maggior parte di zuccheri.<br />

E’ per questo motivo che l’abbinamento<br />

di questi due cibi, crea<br />

un equilibrio di gusto.<br />

Il cr<strong>it</strong>erio che si usa per l’abbinamento<br />

è di unire un miele<br />

dolce ad un formaggio piccante,<br />

oppure, un miele amaro ad un<br />

formaggio poco strutturato.<br />

come combattere gli intrUsi<br />

La “vespa cinese”, Dryocosmus kuriphilus, un imenottero cinipide<br />

“importato”, minaccia il grande patrimonio delle nostre superfici<br />

invest<strong>it</strong>e a bosco di castagno. La produzione di miele di questa essenza<br />

rischia quindi d’essere ridimensionata. Peraltro anche gli eucaliptus<br />

sono attaccati da un nuovo parass<strong>it</strong>a, Psilla lerp, originario<br />

dell’Australia, diventato invasivo nell’ultimo decennio, che provoca<br />

il disseccamento delle foglie e il progressivo deperimento delle piante.<br />

Cosa si può fare? Cosa possono fare gli apicoltori per la difesa<br />

di queste importanti e indispensabili risorse botaniche e per continuare<br />

a produrre mieli e pollini monoflora secreti dai fiori di questi<br />

alberi?<br />

• imparare a conoscere questi parass<strong>it</strong>i.<br />

• Segnalarne la presenza alle autor<strong>it</strong>à competenti.<br />

• Sollec<strong>it</strong>are gli enti locali affinché vengano effettuati adeguati<br />

investimenti per tempestivo e adeguato finanziamento e operativ<strong>it</strong>à<br />

di stazioni di riproduzione dei predatori del Cinipide della<br />

Psilla.<br />

• Richiedere e collaborare, laddove utile, con le autor<strong>it</strong>à proposte<br />

per il provvidenziale lancio di coppie di insetti antagonisti;<br />

con la consapevolezza che, con il cinipide e la psilla, molto probabilmente<br />

bisognerà convivere.


Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

di Nella Cannata<br />

Da qualche giorno è iniziato<br />

il nuovo anno scolastico.<br />

Lo scenario che si apre sulla<br />

realtà della Scuola è piuttosto<br />

cr<strong>it</strong>ico se si pensa alle difficoltà<br />

del passato mai sanate e alle<br />

finanziarie approvate tra luglio e<br />

agosto che non porteranno nulla<br />

di buono a docenti, personale<br />

ATA e studenti. Praticamente,<br />

prosegue il declino della qual<strong>it</strong>à<br />

dell’Offerta formativa delle scuole<br />

statali <strong>it</strong>aliane. Senza voler<br />

fare del disfattismo a buon mercato,<br />

mi sembra che gli eventi<br />

degli ultimi giorni parlino da soli:<br />

scioperi, insegnanti senza cattedra,<br />

scuole senza presidi, classi<br />

“pollaio” strapiene, disabili senza<br />

sostegno, gen<strong>it</strong>ori con un carico<br />

di spesa sempre crescente.. Stiamo<br />

parlando dello sciopero della<br />

fame dei precari di Ragusa e<br />

Palermo, della protesta della Cgil<br />

e dei sindacati di base che all’inizio<br />

di settembre sono scesi in<br />

piazza contro la manovra economica.<br />

Le scuole con meno di 500<br />

alunni, inoltre, a segu<strong>it</strong>o di una<br />

nuova normativa, hanno perso il<br />

30<br />

MOnDO sCUOlA<br />

Scuola news<br />

dir<strong>it</strong>to ad avere una propria sede<br />

di presidenza, per cui più di 2500<br />

dirigenti scolastici hanno la reggenza<br />

di altri ist<strong>it</strong>uti e dovranno<br />

fare i pendolari tra i plessi delle<br />

scuole interessate. La stessa norma<br />

ha ridotto anche la possibil<strong>it</strong>à<br />

dei vicari di accedere all’esonero<br />

e al semiesonero per gestire la<br />

scuola, per cui si r<strong>it</strong>roveranno in<br />

classe. Dal prossimo anno, inoltre<br />

è stato annunciato anche un<br />

riordino delle ist<strong>it</strong>uzioni scolastiche<br />

in modo che ciascuna di esse<br />

raccolga almeno 1000 studenti. Si<br />

formeranno, così, gli Ist<strong>it</strong>uti Comprensivi<br />

che metteranno insieme<br />

nello stesso collegio sezioni di<br />

Scuola dell’Infanzia, Primaria e<br />

delle Medie Inferiori e i cui dirigenti<br />

verranno sempre più relegati<br />

a veri e propri burocrati, lontani<br />

dai processi formativi. Quanto<br />

ai docenti, sono stati reclutati<br />

in base al punteggio calcolato in<br />

relazione all’anzian<strong>it</strong>à di servizio<br />

e al <strong>numero</strong> di corsi di perfezionamento<br />

e master frequentati.<br />

Questi ultimi si svolgono, di sol<strong>it</strong>o<br />

su internet, sborsando centinaia<br />

e anche migliaia di euro. Dal<br />

2003, infatti, si assiste alla nasci-<br />

ta di una infin<strong>it</strong>à di associazioni<br />

ed enti che organizzano master e<br />

corsi di aggiornamento con l’accordo<br />

del ministero dell’Istruzione,<br />

rilasciando attestati utili per<br />

salire in vetta alle graduatorie.<br />

Si tratta di un affare di milioni di<br />

euro che vengono spillati agli insegnanti<br />

precari alla spasmodica<br />

ricerca di un posto fisso o comunque<br />

di una posizione di vantaggio.<br />

Un vero e proprio mercato di<br />

punti che crea discriminazioni tra<br />

gli stessi precari poiché consente<br />

di scavalcare chi ha consegu<strong>it</strong>o<br />

esperienza sul campo e avvantaggia<br />

coloro che hanno maggiore<br />

disponibil<strong>it</strong>à economica. Si<br />

continua ad assistere, dunque,<br />

allo sfruttamento dei docenti che<br />

devono sottostare ad una serie di<br />

meccanismi contorti per accaparrarsi<br />

o difendere un posto di lavoro.<br />

In questa condizione vengono<br />

a trovarsi molto spesso anche i<br />

lavoratori delle scuole par<strong>it</strong>arie<br />

che, pur di racimolare punteggio,<br />

sono costretti ad accettare un<br />

incarico senza percepire alcuna<br />

retribuzione. Qualche giorno fa<br />

l’Istat ha pubblicato i dati sulla<br />

“misura dell’occupazione non regolare<br />

nelle stime di contabil<strong>it</strong>à<br />

nazionale” e tra le attiv<strong>it</strong>à economiche<br />

che si avvalgono di lavoro<br />

nero è presente anche l’istruzione.<br />

Risulta, infatti, che gli oc-<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

cupati dipendenti irregolari sono<br />

in aumento e certamente non lo<br />

sono tra i docenti delle scuole statali<br />

che sono assunti regolarmente.<br />

Insomma, i docenti in questo<br />

periodo non se la passano troppo<br />

bene, occorre trovare alternative<br />

interessanti per migliorare la propria<br />

posizione professionale. E’<br />

per questo motivo che migliaia di<br />

insegnanti di ogni ordine e grado<br />

si stanno preparando a superare<br />

il concorso che permetterà loro<br />

di diventare dirigenti scolastici. I<br />

posti disponibili dovrebbero essere<br />

2386 in tutto il terr<strong>it</strong>orio nazionale,<br />

di cui 108 nella Calabria,<br />

ma è molto probabile che una<br />

buona parte saranno tagliati via<br />

in segu<strong>it</strong>o al ridimensionamento<br />

imposto dalla nuova finanziaria<br />

e all’accorpamento consegu<strong>it</strong>o<br />

con la realizzazione degli ist<strong>it</strong>uti<br />

comprensivi. La prova preselettiva<br />

prevede il superamento<br />

di un test di 100 domande a risposta<br />

multipla, estratte da una<br />

batteria di più di 5000 quiz, che<br />

i candidati dovranno spulciare in<br />

100 minuti da un megalibro che<br />

verrà loro consegnato. Le istanze<br />

pervenute sono circa 42 mila, di<br />

cui oltre 2000 in Calabria. Il 12<br />

<strong>ottobre</strong> Catanzaro sarà una c<strong>it</strong>tà<br />

invasa da insegnanti fiduciosi: la<br />

speranza è sempre l’ultima a morire!


www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 33<br />

II bambini e il gioco. Un singolare<br />

episodio che, ha attirato<br />

la curios<strong>it</strong>à di chi scrive, si è verificato<br />

in un popolato quartiere<br />

di Palmi. I bambini, dopo che un<br />

escavatore aveva demol<strong>it</strong>o una<br />

vecchia casa, per essere successivamente<br />

ricostru<strong>it</strong>a, senza<br />

perdere tempo, hanno occupato<br />

il suo spazio, tracciando nel massetto,<br />

con il gesso, un occasionale<br />

“campetto” da calcetto, sotto<br />

il livello della strada, in segu<strong>it</strong>o,<br />

purtroppo poco utilizzato, per<br />

via della prosecuzione dei lavori.<br />

E’ un episodio che la dice lunga<br />

sull’esigenza dei bambini di giocare<br />

all’aperto. Si registra che la<br />

nostra c<strong>it</strong>tà, è sempre meno (a<br />

parte qualche organizzata manifestazione<br />

sportiva) a misura<br />

di bambino, il quale, non gioca<br />

più all’aperto e sente quindi, la<br />

necess<strong>it</strong>à d’ indipendenza motoria<br />

e “autonomia decisionale”,<br />

indispensabile per la sua cresc<strong>it</strong>a,<br />

fuori dagli sguardi apprensivi<br />

e vigili degli adulti. Una volta, i<br />

rioni di Palmi pullulavano di ragazzini.<br />

Le strade, i cortili, le<br />

piazze, i marciapiedi, le campagne,<br />

erano i luoghi d’incontri e di<br />

giochi spontanei, senza regole,<br />

dove l’avventura e il rischio era-<br />

IntORnO AllO sPORt<br />

no all’ordine del giorno. Purtroppo,<br />

oggi, per fare giocare i bambini,<br />

molti gen<strong>it</strong>ori, forse anche<br />

egoisticamente, perché si sentono<br />

più tranquilli, iscrivono i loro<br />

figli in luoghi specializzati, come<br />

palestre, ludoteche, ecc.., spazi<br />

protetti, ma pur sempre vigilati<br />

dagli adulti. Sembra sia scomparso<br />

il tempo libero e la possibil<strong>it</strong>à<br />

di uscire da casa, da soli, per incontrarsi<br />

con gli amici e scegliere<br />

con loro il gioco e il luogo. Essi,<br />

non vivendo momenti autonomi,<br />

che solo il gioco libero può<br />

garantire, non conoscono l’esperienza<br />

dell’ostacolo, del rischio,<br />

del successo. Ecco perché si dovrebbe<br />

dar loro l’opportun<strong>it</strong>à di<br />

giocare all’aperto, allontanandoli<br />

dalla “prigione” di case piene di<br />

gadget e, per ev<strong>it</strong>are anche, che<br />

diventino sempre più obesi e infelici.<br />

Bisognerebbe far riscoprire<br />

ai bambini i giochi di una volta,<br />

quelli che hanno aperto la mente<br />

d’intere generazioni, formatisi,<br />

facendo la lotta che insegnava<br />

il senso del lim<strong>it</strong>e, arrampicandosi,<br />

rincorrendosi, giocando<br />

al pallone in mezzo alle strade,<br />

alla corda, al nascondino, alla<br />

“si loca”, alle gare di veloc<strong>it</strong>à,<br />

o ai salti dal primo piano delle<br />

case in costruzione, sulla sabbia<br />

fresca scaricata a terra. Chi non<br />

ricorda quelle merende fatte di<br />

pane e pomodoro, consumate<br />

fuori di casa per non sottrarre<br />

tempo al gioco, o quelle epiche<br />

part<strong>it</strong>e a calcio che duravano<br />

ore e ore. Non importava se ci<br />

si sporcava o se si giocava sotto<br />

l’acqua. Si era talmente scaltri<br />

che, rientrando a casa, si riusciva<br />

a eludere anche il controllo dei<br />

gen<strong>it</strong>ori. Erano tutti giochi scelti<br />

e organizzati dagli stessi bambini<br />

che, non si lim<strong>it</strong>avano solo<br />

al gioco, ma allargavano le loro<br />

esperienze, auto-costruendo,<br />

esplorando materiali di fortuna,<br />

come carcasse di auto, baracche<br />

diroccate e quant’altro. Oggi i rioni<br />

di Palmi sono silenziosi, non<br />

si sente più il vociare allegro dei<br />

bambini (sembra siano scomparsi)<br />

ma l’assordante rumore delle<br />

macchine che occupano strade e<br />

spazi liberi. Oggi i divieti da parte<br />

dei gen<strong>it</strong>ori, sono tanti: quello<br />

di giocare a pallone perché rovinano<br />

le scarpe; di fare rumore;<br />

di fare merenda nelle scalinate;<br />

di saltare; di rotolarsi perché si<br />

sporcano i vest<strong>it</strong>i; di andare in<br />

bicicletta perché possono cadere<br />

e farsi male; di strillare per<br />

non disturbare le persone adulte.<br />

Qualche concessione può essere<br />

fatta a patto che “giocate, ma in<br />

silenzio”. E’ consequenziale poi,<br />

che il bambino, pur di non sentire<br />

i continui richiami dei gen<strong>it</strong>ori, e<br />

Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

L’escavatore demoLisce<br />

e... i bambini “s’impossessano” deLLo spazio<br />

di Rocco Cadile<br />

Lo scavo, sub<strong>it</strong>o trasformato dai bambini, in campo da calcio. Da qui si percepisce appieno l’esigenza di spazi di gioco!<br />

per non far rumore, è costretto<br />

a guardare la televisione o giocare<br />

alla playstation. Palmi, negli<br />

anni, ha fatto un passo indietro,<br />

“rubando” ai ragazzi molti dei<br />

loro spazi, privilegiando scelte<br />

che, poco hanno a che fare con le<br />

esigenze e i bisogni dei ragazzi.<br />

Ricordo che ogni rione aveva una<br />

piazzetta o un’ area, alla quale, i<br />

bambini erano indissolubilmente<br />

legati e dove trascorrevano nella<br />

spensieratezza, le loro giornate.<br />

Che tristezza, non vedere<br />

giocare più bambini alla “chiesa<br />

Matrice”, al campetto del Carmine,<br />

adib<strong>it</strong>o a orto, nelle piazze<br />

del centro super affollate di<br />

macchine (perché non destinarli<br />

a isole pedonali?), nei cortili delle<br />

scuole, ormai inaccessibili, nel<br />

piazzale Mauro, Lo Sardo, Piave,<br />

Rione Pille, Trodio, Agraria, S.<br />

Leonardo, C<strong>it</strong>tadella, ecc. L’amministrazione<br />

locale ha la responsabil<strong>it</strong>à<br />

e il dovere ist<strong>it</strong>uzionale<br />

di pensare agli spazi destinati<br />

all’infanzia, per far nascere<br />

nei bambini la voglia di giocare<br />

autonomamente, a confrontarsi<br />

con i coetanei, a misurare le proprie<br />

forze, a esorcizzare le proprie<br />

paure. La civiltà di un paese<br />

si misura, anche, dalla capac<strong>it</strong>à<br />

di accogliere i bambini, poiché<br />

sono loro la risorsa e il futuro<br />

della nostra c<strong>it</strong>tà.


Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong> 34<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 35<br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

IntORnO AllO sPORt IntORnO AllO sPORt<br />

Patrick Makau Musyoki … più 9<br />

(Giuseppe, Emilio, Antonino, Alessandro, Giuseppe, Rocco, Palmerino, Silvestro, Francesco)<br />

Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

30594 »Alvaro, Giuseppe (ITA) M35 ASD RUNNING PALMI - - - Finish 04:01:00<br />

31129 »Calabro’, Emilio (ITA) M40 ASD RUNNING PALMI - - - Finish 03:50:20<br />

31707 »Fameli, Antonino (ITA) M50 ASD RUNNING PALMI - - - Finish 03:<strong>22</strong>:42<br />

35415 »Fazzalari, Alessandro (ITA) M40 ASD RUNNING PALMI - - - Finish 04:07:46<br />

32397 »Isola, Giuseppe (ITA) M40 ASD RUNNING PALMI - - - Finish 04:07:29<br />

32398 »Isola, Rocco (ITA) M45 ASD RUNNING PALMI - - - Finish 03:45:02<br />

34030 »Rig<strong>it</strong>ano, Palmerino Eugenio (ITA) M55 ASD RUNNING PALMI - - - Finish 05:01:42<br />

34146 »Runci, Silvestro (ITA) M35 ASD RUNNING PALMI - - - Finish 04:29:06<br />

34434 »Solano, Francesco (ITA) M45 ASD RUNNING PALMI - - - Finish 04:30:15<br />

A Cecè …..un “ragazzino” come Noi<br />

di Eugenio Rig<strong>it</strong>ano<br />

Mi sono sempre chiesto il significato del luogo comune “Affidabil<strong>it</strong>à<br />

tedesca”: dopo il 25 settembre <strong>2011</strong> la posso<br />

testimoniare insieme a altri nove amici con i quali ci siamo cimentati<br />

nella 38° BERLIN MARATHON, la più partecipata maratona<br />

del Vecchio Continente. Seconda solo a quella di New<br />

York, pensavamo il “top” partecipando alla 17° della Cap<strong>it</strong>alia<br />

d’Italia, nel Marzo scorso, per il “fiume” di appassionati podisti<br />

e eravamo solo in 13000; a Berlino circa 45000 solo runners, più<br />

sk<strong>it</strong>ers e altro. Ma, l’evento meraviglioso è la partecipazione del<br />

pubblico e come questa stupenda c<strong>it</strong>tadina si animi di folklore<br />

per le strade. Il mare di atleti corre a suon di musica e di r<strong>it</strong>mica<br />

che scandisce il passo con le <strong>numero</strong>se band di musicisti, i quali<br />

con percussioni, fiati, ch<strong>it</strong>arre elettriche, continuano, sparsi per<br />

il percorso, ad accompagnare la fatica di chi corre. L’inc<strong>it</strong>amento<br />

è indicibile, in ogni angolo; inutile ribadire il senso di fratellanza<br />

che si respira. Cosa dire sull’aspetto organizzativo: semplicemente<br />

perfetta. Punti ristoro ricchissimi di tutto ciò che serve<br />

alla gara. Acqua, frutta, sali minerali, maltodestrine in media<br />

ogni tre chilometri. Segnalato perfettamente ogni tombino e<br />

ogni rotatoria o altro ostacolo; un poliziotto in moto, al segu<strong>it</strong>o,<br />

ai bordi della fila ogni 2000 partecipanti. Servizio medico con<br />

postazioni fisse ogni 5 km, oltre a massaggiatori e gruppi di medici<br />

in bici al segu<strong>it</strong>o! Semplicemente meraviglioso: correre con<br />

finlandesi, norvegesi in gonnellina, americani, messicani, irlandesi<br />

in kilt e quanto altro la fantasia della nostra mente possa<br />

partorire. Ecco perché “tedesco” è sinonimo di “affidabil<strong>it</strong>à”:<br />

basti pensare che le loro metropol<strong>it</strong>ane, ne hanno tre, due di superficie<br />

e una di profond<strong>it</strong>à, non hanno tornelli di accesso e non<br />

si incontra un solo controllore; tutti vidimano il biglietto prima di<br />

salire su convogli che non hanno il minimo graff<strong>it</strong>o, come i muri<br />

della c<strong>it</strong>tà stessa!<br />

La storia della maratona passa ancora una volta da Berlino. Tre<br />

anni fa Haile Gebrselassie aveva corso la 42,195 km tedesca in<br />

2h03’59”, un record che sembrava destinato a durare un secolo.<br />

Oggi il keniano Patrick Makau Musyoki è riusc<strong>it</strong>o a fare di meglio<br />

correndo sempre a Berlino in 2h03’38”, miglior prestazione<br />

mondiale di sempre. Stroncato Gebrselassie, costretto al r<strong>it</strong>iro,<br />

le azzurre Incerti, Console e Straneo conquistano il pass per le<br />

Olimpiadi di Londra 2012.<br />

Nove palmesi con la “gioia di vivere nel cuore e ………nelle<br />

scarpe” hanno vissuto un week end teutonico che, stanchi e felici,<br />

sicuramente ripeteranno in futuro. Tutti part<strong>it</strong>i…….tutti arrivati:<br />

infortunati compresi!<br />

Al prossimo appuntamento! Ormai chi li ferma più questi “ragazzini”<br />

scatenati dell’A.S.D. RUNNING PALMI, realtà consolidata<br />

e comprovata di questa giovanissima Società!!!


Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong> 36<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 37<br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

PARlAnDO DI MUsICA PARlAnDO DI MUsICA<br />

XXXV edizione del Concorso di esecuzione musicale<br />

FRANCESCO CILEA di Antonio Gargano<br />

Il Concorso nazionale di Esecuzione Musicale<br />

è nato, per iniziativa del Comune di Palmi<br />

che lo ha organizzato fino ad oggi, nel 1976 per<br />

onorare il ricordo del suo più importante musicista,<br />

Francesco Cilea, e si è contraddistinto<br />

fin dall’inizio per la sua struttura inconsueta. La<br />

competizione fu infatti riservata a due categorie<br />

all’epoca assolutamente trascurate: il flauto e<br />

la musica d’insieme. A distanza di trentacinque<br />

anni la formula è rimasta vincente collocando<br />

sicuramente il “Cilea”, come affettuosamente<br />

viene chiamato il concorso, come la più antica e<br />

prestigiosa rassegna <strong>it</strong>aliana del settore.<br />

La selettiv<strong>it</strong>à delle prove, garant<strong>it</strong>a dal susseguirsi<br />

di giurie di alto prestigio, ha poi permesso<br />

di esprimere un “albo d’oro” che annovera alcuni<br />

fra gli artisti che ancora oggi rappresentano<br />

il meglio del concertismo <strong>it</strong>aliano: la sezione<br />

flauto ha premiato quasi tutti i maggiori flautisti<br />

oggi in attiv<strong>it</strong>à sia come solisti che come prime<br />

parti nelle maggiori orchestre <strong>it</strong>aliane, quella<br />

di musica d’insieme ha espresso molti fra i più<br />

prestigiosi concertisti <strong>it</strong>aliani, vanto della nostra<br />

scuola nel mondo.<br />

Questa del <strong>2011</strong> rappresenta la trentacinquesima<br />

edizione e, ancora una volta, si presenta<br />

in linea con le aspettative del mondo musicale<br />

<strong>it</strong>aliano.<br />

Alcuni cenni sulla giuria: Presidente è il compos<strong>it</strong>ore<br />

Fabrizio De Rossi Re, di Roma, autore<br />

di composizioni esegu<strong>it</strong>e dalle più prestigiose orchestre<br />

e complessi <strong>it</strong>aliani e stranieri; componenti,<br />

tre flautisti, antonio amenduni, di Bari,<br />

già primo flauto (a 23 anni) dell’Orchestra del<br />

Teatro dell’Opera di Roma e ora chiamato come<br />

primo flauto nelle maggiori orchestre <strong>it</strong>aliane<br />

ed europee nonché solista e didatta celebrato;<br />

massimo mercelli, di Bologna, già vinc<strong>it</strong>ore<br />

dell’edizione 1979 del Cilea, ora svolge un’intensa<br />

attiv<strong>it</strong>à concertistica in tutto il mondo nelle<br />

maggiori sale da concerto che alterna con impegni<br />

in organizzazione di alto profilo, essendo<br />

direttore artistico dell’Emilia Romagna Festival;<br />

michele mo, di Torino, primo flauto e Presidente<br />

dell’Orchestra Filarmonica di Torino, autorevole<br />

didatta e concertista di grande livello; ed<br />

ancora angelo giovagnoli, romano, cornista e<br />

direttore d’orchestra, direttore artistico della<br />

Dig<strong>it</strong>al Record e della neonata Orchestra Stabile<br />

del Molise, nonché vinc<strong>it</strong>ore di ben due Oscar<br />

e quindici David come coordinatore musicale;<br />

Vincenzo Balzani, milanese, esecutore eccelso<br />

in oltre mille concerti, t<strong>it</strong>olare di cattedre di<br />

perfezionamento pianistico in Italia e all’estero<br />

e direttore artistico di vari concorsi nazionali e<br />

internazionali; ed infine, cristiano rossi, fiorentino,<br />

violinista fra i più celebrati, esecutore<br />

acclamato nelle più importanti sale da concerto<br />

del mondo, ma per noi con una nota particolare<br />

in più che oggi ce lo fa salutare con particolare<br />

calore: faceva parte della prima giuria del nostro<br />

concorso nel lontano 1976, quando aveva<br />

solo ventinove anni.<br />

Il Concorso si è svolto presso la prestigiosa<br />

sede della Casa della Cultura “Leonida Repaci”<br />

di Palmi, iniziando mercoledì cinque <strong>ottobre</strong> con<br />

le eliminatorie della sezione flauto, proseguendo<br />

poi con quelle per la musica d’insieme, con<br />

le semifinali e le finali, per concludersi venerdì<br />

otto con la prova con orchestra.<br />

Il concerto finale, presentato al pubblico degli<br />

appassionati e degli intend<strong>it</strong>ori i vinc<strong>it</strong>ori, si è<br />

tenuto sabato nove alle ore 18, sempre presso<br />

l’Aud<strong>it</strong>orium della Casa della Cultura. L’occasione<br />

è stata anche opportuna, per presentare l’ultima<br />

opera per orchestra di Domenico Giannetta,<br />

il compos<strong>it</strong>ore palmese che va ormai affermandosi<br />

come uno delle più qualificate giovani<br />

leve <strong>it</strong>aliane.<br />

di Daniele Gagliardo<br />

La luce si dirada all’orizzonte<br />

imbrunendo le sagome<br />

attorno a me. L’automobile scorre<br />

veloce in corsia di sorpasso,<br />

quasi avesse fretta di arrivare a<br />

destinazione. Il mio amico Osvaldo<br />

mi aspetta al posto prefissato<br />

perché anche lui, come me,<br />

ha sete di buona musica. Sale in<br />

macchina per dirigerci assieme<br />

verso Tropea, dove si terrà la<br />

quarta serata del Blues Festival<br />

che quest’anno vanta la sua settima<br />

edizione. Giunti sul posto,<br />

ci si muove con disinvoltura tra<br />

le stradine accoglienti di questa<br />

c<strong>it</strong>tadina, baciata dal sole e dal<br />

mare, raggiungendo facilmente<br />

la piazzetta dove si terrà il<br />

primo concerto della serata. Ad<br />

aprire le danze la band “Walking<br />

Trees”. L’atmosfera è quasi surreale<br />

in quanto, senza palco, ad<br />

un tiro di schioppo dagli artisti,<br />

in piedi e gom<strong>it</strong>o a gom<strong>it</strong>o con<br />

gli altri spettatori, si assapora in<br />

toto la bellezza della serata. Il<br />

concerto ha inizio e si passa dal<br />

Rock al Blues, con intermezzi di<br />

Southern Rock, e con altre variazioni<br />

sonore che confermano<br />

l’eclettic<strong>it</strong>à di questi artisti che<br />

menziono in ordine: Teresa Auddino<br />

(voce), Enzo Tropepe (ch<strong>it</strong>arra),<br />

Franco Pezzano (basso) e<br />

Giancarlo Alessi (batteria). E’ la<br />

prima volta che li ascolto dal vivo<br />

e posso affermare ad alta voce<br />

che danno l’anima nella loro performance,<br />

malgrado gli inconvenienti<br />

tecnici che non mancano e<br />

che fanno di tutto per ostacolare<br />

il proseguo della serata. Il loro<br />

sound è graffiante, rude, sa di<br />

sudore e di stivali impolverati,<br />

di fumo di sigaretta ed adrenalina,<br />

di cuoio e moto rombanti. Si<br />

tocca con mano il loro desiderio<br />

di trasmettere agli altri un messaggio<br />

musicale che contiene la<br />

voglia di evadere da una realtà<br />

troppo stretta, ancorata a vecchi<br />

stereotipi. Il luogo del concerto<br />

quindi diventa un’isola dove, ciascuno<br />

di noi, vive e realizza in<br />

quei momenti la propria voglia di<br />

libertà. Sulla ch<strong>it</strong>arra le d<strong>it</strong>a del<br />

“Guru” Tropepe (da me così battezzato<br />

sia per l’aspetto che per<br />

la bravura con la quale maneggia<br />

lo strumento) scorrono veloci,<br />

quasi sfiorando le corde, tra riffs<br />

ed assoli trascinanti che coinvolgono<br />

alla grande noi, pubblico<br />

presente. Difficilmente si riesce<br />

a stare fermi ascoltando questo<br />

r<strong>it</strong>mo, tanto da accennare quasi<br />

un pogare con il proprio vicino.<br />

La voce solista femminile che<br />

accompagna i pezzi, particolare<br />

nella sua timbrica, porta indietro<br />

nel tempo, rivivendo una nuova<br />

Woodstock e facendoci capire<br />

che, dalla nostra Terra, possono<br />

nascere progetti interessanti che<br />

vale davvero la pena sostenere.<br />

Questo perché i Walking Trees<br />

sono calabresi D.O.C. e per noi<br />

deve rappresentare un vanto. La<br />

batteria, martello e metronomo,<br />

ed il basso, con il suono corposo<br />

e pieno, scandiscono alla perfezione<br />

questi r<strong>it</strong>mi, accompagnandoci<br />

per mano in un piacevole<br />

viaggio musicale, contribuendo<br />

non poco a rendere grem<strong>it</strong>a l’accogliente<br />

piazzetta di Tropea. La<br />

Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

loro musica, che non stanca, è<br />

un fiume in piena tra pezzi del<br />

passato ed ined<strong>it</strong>i della band.<br />

Dei brani proposti durante il concerto<br />

ne menziono uno su tutti,<br />

considerata la buona esecuzione:<br />

Jim Beam Blues. Alla fine dello<br />

show, special guest della serata<br />

Mary Birch, madrina del Festival<br />

che, a conclusione, improvvisa<br />

un brano mettendo una ciliegina<br />

su questa gradevole torta. A lei<br />

ed ai suoi collaboratori un plauso<br />

per aver organizzato una kermesse<br />

così importante che ogni<br />

anno annovera musicisti rinomati.<br />

Il concerto finisce e si r<strong>it</strong>orna<br />

alla quotidian<strong>it</strong>à. La musica di<br />

qual<strong>it</strong>à ancora una volta ha prevalso.<br />

I Walking Trees, promossi<br />

a pieni voti, hanno dimostrato di<br />

esistere in questa jungla musicale<br />

dove, non sempre, chi propone<br />

buona musica viene ricompensato.<br />

Nel mio piccolo credo,<br />

anzi ne sono convinto, di aver<br />

reso anch’io splendenti questi<br />

gioielli nostrani.


Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong> 38<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 39<br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

di Giuseppe Cricrì<br />

Sembra quasi una formula<br />

magica la parola “Tradizionandu”<br />

in realtà si tratta del<br />

nome davvero originale dato ad<br />

una kermesse che per il quarto<br />

anno consecutivo ha visto, anche<br />

in questo <strong>2011</strong>, l’operosa<br />

C<strong>it</strong>tanova farsi teatro di un corollario<br />

di manifestazioni che<br />

hanno registrato grande successo<br />

di pubblico. Gli organizzatori<br />

dell’evento fanno parte di una<br />

illuminata associazione culturale,<br />

la “Lato 2” che ha confezionato<br />

un compos<strong>it</strong>o cartellone di<br />

appuntamenti di grande qual<strong>it</strong>à.<br />

E’ stata la musica a fare da filo<br />

PARlAnDO DI MUsICA PARlAnDO DI MUsICA<br />

C<strong>it</strong>tanova – L’Etnofestival della Piana fra musica e tradizione all’insegna di una multicolore eterogene<strong>it</strong>à.<br />

conduttore in una tre giorni che,<br />

l’1, 2 e 3 settembre ha visto la<br />

biblioteca comunale insieme a<br />

piazze e strade, parchi e giardini,<br />

diventare palcoscenico di attiv<strong>it</strong>à<br />

culturali di variegato interesse.<br />

Giovani e giovanissimi, al<br />

fianco di adulti rinvigor<strong>it</strong>i dall’alchemico<br />

clima gioioso che la<br />

musica sa sempre dare, si sono<br />

cimentati in seminari gratu<strong>it</strong>i,<br />

tanto di genuina tarantella calabrese,<br />

quanto di frizzante pizzica<br />

salentina e poi nell’approccio<br />

all’arte del suono del tamburello<br />

e dell’organetto, quanto di quello<br />

ancestrale e seducente della<br />

lira calabrese e della tecnica<br />

per costruirne una in modo ar-<br />

FOTO - Laura Bova<br />

tigianale. La brillante direzione<br />

artistica di Gabriele Albanese ha<br />

offerto la presenza di musicisti<br />

di altissimo livello che si sono<br />

avvicendati sul palco di Piazza<br />

San Rocco, imprezios<strong>it</strong>o per l’occasione,<br />

dal lucore fascinoso di<br />

un enorme spicchio di luna che<br />

rendeva ancor più suggestiva la<br />

scenografia. Nelle tre serate ad<br />

esibirsi con grande consenso di<br />

pubblico prima i Taranproject di<br />

Mimmo Cavallaro e Cosimo Papandrea,<br />

con la partecipazione<br />

del sempreverde Otello Profazio,<br />

poi è stata la volta dei badolatesi<br />

Marasà, portatori sani di<br />

calabres<strong>it</strong>à e di Peppe Voltarelli,<br />

cantore della nostalgia del popo-<br />

lo migrante, quindi la presenza<br />

pugliese dei Malicanti con la pizzica<br />

salentina ed internazionale<br />

col gruppo marocchino di Nour<br />

Eddine Fatty, accompagnato dalla<br />

sua band, espressione spir<strong>it</strong>uale<br />

e festosa di una med<strong>it</strong>errane<strong>it</strong>à<br />

viva e pulsante, che sa esprimere<br />

particolari affin<strong>it</strong>à elettive<br />

anche con le sonor<strong>it</strong>à nostrane.<br />

Il salento ed il marocco han ben<br />

duettato, in un clima di festosa<br />

comunanza, travalicando barriere,<br />

dimostrando quanto l’arte<br />

del suono sia capace di abbattere<br />

tutti i muri ideologici della<br />

intolleranza e della incomunicabil<strong>it</strong>à.<br />

Tutto ciò ha dato voce ai<br />

postulati espressi dal presidente<br />

della “Lato 2” Giuseppe Guerrisi,<br />

che auspicando una valorizzazione<br />

delle tradizioni a partire<br />

dalla musica, avrà certamente<br />

constatato di aver fatto centro<br />

anche quest’anno. A rendere ancora<br />

più attraente la manifestazione,<br />

un workshop di fotografia<br />

curato da Fabio Itri, (da cui è<br />

scatur<strong>it</strong>a una mostra permanente,<br />

inaugurata sabato 8 <strong>ottobre</strong>)<br />

un corso di arrampicata gest<strong>it</strong>o<br />

da Med Ambiente e un carnet di<br />

escursioni sul nostro appennino,<br />

con la consulenza organizzativa<br />

della Ass. Gente in Aspromonte.<br />

La conclusione della bella manifestazione<br />

è stata allietata dal<br />

trionfo della gastronomia internazional-med<strong>it</strong>erranea,<br />

con una<br />

degustazione di sapori tipici della<br />

cucina calabrese, marocchina<br />

ed ebraica. Cosa aspettarsi di<br />

più? La musica è stata la protagonista<br />

indiscussa, ha affratellato,<br />

ha indotto emozioni, ha generato<br />

sentimenti di solidarietà<br />

e comunione, ha dimostrato che<br />

il profondo sud ha le ali giuste<br />

per volare alto, fino alla luna. Ad<br />

maiora Tradizionandu!!!<br />

I Marasà e Peppe Voltarelli<br />

Lezioni di Tamburello<br />

Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

FOTO - Walter Stranieri<br />

FOTO - Fabio Itri


HOTEL<br />

RISTORANTE<br />

SALA MATRIMONI<br />

Palmi, tel. 0966 479753

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