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madreterra numero 22 - ottobre 2011 - Madreterranews.it

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Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong> 26<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 27<br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

di Natale Pace<br />

Ciò che mi colpisce ogni qualvolta<br />

mi reco a trovare Cardone<br />

nella sua casa di via Cesare<br />

Battisti è il silenzio. Lo scatto<br />

metallico dell’apriportone diventa<br />

il segnale magico per l’accesso ad<br />

un mondo ovattato, vellutato, fatto<br />

solo di odor di pul<strong>it</strong>o, di buoni<br />

pensieri e di fantastica atonìa. Sal<strong>it</strong>i<br />

i pochi gradini che portano al<br />

primo piano, viene ad accogliermi<br />

personalmente in veste da came-<br />

Il PERsOnAGGIO Il PERsOnAGGIO<br />

ra, come fa spesso con me, come<br />

si usa con amici a cui non si debbano<br />

i sol<strong>it</strong>i, antipatici obblighi della<br />

formal<strong>it</strong>à. Anche la personcina<br />

minuta, la gentile stretta di mano,<br />

quella sua pacatezza nel dare il<br />

benvenuto, non fanno che rafforzare<br />

l’iniziale impressione di silenzio.<br />

Per non dire che essendo la<br />

casa una costruzione non recente,<br />

una volta dentro spariscono diabolicamente<br />

i rumori esterni e si<br />

riesce a percepirlo il silenzio, ad<br />

ascoltarlo quasi anche nel respira-<br />

re quieto, nell’attesa di cominciare<br />

i l dialogo, e quasi dispiace anche<br />

parlare, sembra di fare peccato.<br />

Domenico Antonio Cardone è<br />

nato a Palmi (RC) i l 21 gennaio<br />

1902. Laureato in giurisprudenza<br />

a ventun’anni, cost<strong>it</strong>uì il “Fondaco<br />

dì Cultura” che ebbe anche una<br />

sua Rivista, entrambi però di breve<br />

durata. Nel 1930 iniziò la collaborazione<br />

alla “Rivista Intemazionale<br />

di Filosofia del Dir<strong>it</strong>to” e<br />

nel 1931 fondò con Antonino Lovecchio,<br />

altro filosofo palmese la<br />

domenico antonio cardone poeta<br />

forse l’Ultima intervista (1980) concessa dal grande filosofo palmese<br />

rivista “Ricerche Filosofiche” che<br />

diresse fino al 1967. Nel 1948 fondò<br />

la Società Filosofica Calabrese<br />

che, nello stesso anno, partecipò<br />

alla fondazione della Féderation<br />

International des Societès de<br />

Philosophie. Nel 1949 venne accolto<br />

nel Royal Inst<strong>it</strong>ute of Philosophie<br />

di Londra e nel 1967 nella<br />

Internationale Vereinigung fur<br />

Rechts-und Sozial phìlosophie di<br />

Wiesbaden. Nel 1958 fu tra gli organizzatori<br />

a Venezia del XII Congresso<br />

Internazionale di Filosofia.<br />

In tale occasione si fece promotore<br />

di un’intesa etica trai filosofi<br />

di tutto il mondo e di tutte le<br />

tendenze, volta ad influire sui vari<br />

problemi nazionali ed internazionali,<br />

il che determinò la proposta<br />

del suo nome al Nobel per la Pace<br />

nel 1963, assegnato poi alla Croce<br />

Rossa Intemazionale. Tranne che<br />

nella prima giovinezza, non fu<br />

mai iscr<strong>it</strong>to ad alcun part<strong>it</strong>o.<br />

Inutile qui soffermarci sulla miriade<br />

di pubblicazioni del Filosofo<br />

o che lo riguardano, sarebbe<br />

un lavoro gravoso e certo non bastano<br />

le pagine della Rivista. Vale<br />

per questo rimandare ai due volumi<br />

di “Bibliografìa Cr<strong>it</strong>ica di Domenico<br />

Antonio Cardone”, pubblicati<br />

a cura della Società Filosofica<br />

Calabrese.<br />

Poiché con lui parleremo di poesia,<br />

quasi esclusivamente, voglio ricordare<br />

le specifiche pubblicazioni<br />

in versi, che non sono poi tante.<br />

Diciamo sub<strong>it</strong>o che Cardone,<br />

contrariamente a quanto si possa<br />

pensare, non sì è inventato poeta<br />

solo negli ultimi anni. Già al n. 2<br />

della c<strong>it</strong>ata Bibliografia Cr<strong>it</strong>ica figura<br />

“Nuvole” una lirica pubblicata<br />

nel 19<strong>22</strong> sulle riviste Ebe e Il<br />

Faro ed inser<strong>it</strong>a nello stesso anno<br />

nella prima raccolta “Frammenti<br />

di Giovinezza” (1) . “Nuvole” fu<br />

allora defin<strong>it</strong>a da Leonida Repaci<br />

«Un esempio notevolissimo d’impressionismo<br />

acuto».<br />

Per avere comunque un’idea<br />

della poetica matura del Cardone<br />

occorre da qui fare un salto dì<br />

quasi mezzo secolo. E’ del 1970<br />

la pubblicazione dì “R<strong>it</strong>mi del Silenzio”<br />

(Ed<strong>it</strong>rice La Nuova Europa,<br />

Firenze) e l’anno successivo “R<strong>it</strong>mi<br />

Astrali” (Gesualdi ed., Roma).<br />

A queste segue “Canti d’Amor Diverso”<br />

(Ed. Cimento, 1972; collana<br />

Poeti d’Oggi); nel 1978 un bel<br />

volume, “Poesie Scelte” (Gabrieli<br />

ed., Roma) e per finire l’anno scorso<br />

“L’assenza e la mancanza” (Ed.<br />

MIT, Cosenza). A propos<strong>it</strong>o di questa<br />

ultima raccolta ebbe a scrivere<br />

con squis<strong>it</strong>a delicatezza Antonio<br />

Altomonte: «... Siamo perciò a una<br />

poesìa ch’è un continuo flirt con<br />

la metafisica, un assiduo rimando<br />

dagli assilli del quotidiano ai<br />

grandi interrogativi di sempre, dal<br />

particolare privato alla vicenda di<br />

un tempo come il nostro in cui la<br />

bellezza è un fantasma e l’orizzonte<br />

sì popola di mostri. La poesìa<br />

che nasce come med<strong>it</strong>azione<br />

esirisolveinurlo» (2) .<br />

E veniamo, dunque alla intervista<br />

esclusiva che è stata registrata<br />

per l’occasione:<br />

avv. cardone, lei ebbe a ricordare<br />

(3) che “il filosofo soffre<br />

di non essere artista e cerca,<br />

quando può, di esserlo” e ancora<br />

faceva sua la profezia di Renan<br />

secondo cui l’arte continui<br />

il pensiero nell’istante in cui la<br />

pura logica non è più in grado<br />

di manifestarlo. Tutto ciò vuole<br />

forse essere il riconoscimento<br />

d’una maggiore vast<strong>it</strong>à e di<br />

più ampie possibil<strong>it</strong>à di analisi,<br />

e quindi di utilizzazione sociale,<br />

della poesia rispetto alla dottrina<br />

filosofica?<br />

“Non si tratta di vast<strong>it</strong>à e di più<br />

ampia possibil<strong>it</strong>à di analisi ma di<br />

un modo diverso di esprimere,<br />

con la vivente figurazione dell’arte,<br />

ciò che si è pensato logicamente;<br />

non solo ma anche di manifestare<br />

il sentimento con cui lo si è<br />

pensato. Naturalmente per questa<br />

più immediata, sintetica, direi,<br />

espressivamente vivente estrinsecazione<br />

del pensiero, può determinarsi<br />

quella “utilizzazione sociale”<br />

della poesia di cui lei dice,<br />

sebbene il mondo oggi sembra tetragono<br />

ad ogni tipo di sollec<strong>it</strong>azione<br />

per un mutamento v<strong>it</strong>ale. Se<br />

poi la ricerca linguistica da me fat-<br />

ta — sull’esempio del grande D’Annunzio<br />

— abbia agevolato o meno<br />

l’intenzionale “utilizzazione sociale”<br />

è altra questione, ma io penso<br />

non possa essere escluso che lo<br />

stimolo per la apertura di orizzonte<br />

del nostro vocabolario giovi anche<br />

alla migliore, più precisa, comunicazione<br />

umana”.<br />

e tuttavia giuseppe logròscimo<br />

accusa la sua poesia di pesantezza<br />

da “astrazioni filosofiche,<br />

residui farinosi non ancora<br />

domati” (4) .<br />

“Il Logròscimo è solo o con qualche<br />

altro, mi pare, a r<strong>it</strong>enere che<br />

il mio pensiero filosofico non si sia<br />

decantato completamente nella<br />

poesia (quando questa nasce da<br />

una med<strong>it</strong>azione filosofica, che<br />

gran parte della mia poesia non<br />

è un riflesso filosofico). La maggior<br />

parte dei miei cr<strong>it</strong>ici, anzi, ha<br />

proprio rilevato l’opposto, ascrivendolo<br />

a mer<strong>it</strong>o del mio magistero<br />

artistico. Comunque io stesso<br />

ho avuto occasione di riconoscere<br />

che non sempre sono riusc<strong>it</strong>o a<br />

fare del mio pensiero poesia. E ciò<br />

è accaduto — si parva licet componere<br />

magnis — anche a poeti<br />

unanimemente riconosciuti grandissimi”.<br />

Uno tra i più assidui studiosi<br />

cardoniani, almeno per la sua<br />

parte poetica, Franco Trifuoggi<br />

fa un preciso richiamo alla poesia<br />

dì Lorenzo Calogero (5) : lei<br />

oggi, avv. cardone, nel 1980, si<br />

barrica in casa, e rifiuta qualsiasi<br />

pubblicazióne, lim<strong>it</strong>andosi<br />

a registrare su un diario topsecret<br />

i frutti del suo pensiero.<br />

vuole chiarire se r<strong>it</strong>iene che ormai<br />

il mondo può fare a meno<br />

di cardone, se è cardone che<br />

pessimisticamente rinuncia al<br />

mondo o se effettivamente Trifuoggi<br />

è stato buon profeta nel<br />

senso che cardone, seguendo<br />

l’esempio di calogero, rende la<br />

sua poesia e la sua filosofia irreperibili?<br />

“II mondo ha sempre fatto a<br />

meno di me, anche quando io mi<br />

sono illuso di potergli giovare con<br />

la mia attiv<strong>it</strong>à e le mie iniziative<br />

(parlo naturalmente del mondo<br />

extrafamigliare ed extraprofessionale).<br />

Ora sono giunto al punto<br />

morto della scomparsa di ogni<br />

illusione. Non rinuncio al mondo,<br />

tanto che lascio ancora circolare<br />

i miei libri... per forza di inerzia,<br />

rispondo a Lei... e registro nel mio<br />

Diario ìntimo i pensieri susc<strong>it</strong>ati<br />

in me dagli eventi, del mondo;<br />

ma non r<strong>it</strong>engo valga la pena essere<br />

più un produttore di pensieri<br />

e canti stampati”.<br />

io ho creduto di rinvenire tra i<br />

suoi versi, almeno tre motivi poetici<br />

predominanti: ansia cosmica,<br />

visione panica (o come dice<br />

Trifuoggi, panpsichica) e ricerca<br />

formale. Posto che lei concordi<br />

sulla esistenza dei tre motivi,<br />

vuole dirci se e come r<strong>it</strong>iene che<br />

essi vadano inser<strong>it</strong>i nel moderno.<br />

in pratica quanto ognuno di essi<br />

può scavare nel futuro per una<br />

migliore convivenza delle genti?<br />

“Che i tre motivi da lei indicati<br />

esistano, non c’è dubbio. Se e<br />

come sono “inser<strong>it</strong>i nel moderno”<br />

— come lei dice — credo risulti dalla<br />

Prefazione ai miei R<strong>it</strong>mi Astra-<br />

Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

li, int<strong>it</strong>olata “Avanguardia si e no”<br />

e sarebbe lungo riportarla adesso.<br />

Che, poi, ognuno di essi possa per<br />

suo conto “scavare nel futuro per<br />

una migliore convivenza delle genti”<br />

— come lei dice — è una conseguenza<br />

dì tutta l’impostazione<br />

dell’interpretazione dei detti motivi.<br />

La coesistenza di tali motivi<br />

— per altro — può riscontrarsi in<br />

molti poeti ed artisti e mi piace ricordare,<br />

tra essi, il Pascoli”.<br />

Una curios<strong>it</strong>à. a quanto mi risulti,<br />

lei ha fatto uso di pseudonimi<br />

varie volte, ma sempre<br />

trattandosi di suoi scr<strong>it</strong>ti di letteratura.<br />

per esempio nel 1926 si<br />

firmava Ustor, pubblicando sulla<br />

rivista “U chiaccu” una raccolta<br />

di poesie che già int<strong>it</strong>olava “r<strong>it</strong>mi<br />

del Silenzio”. Poi sulla rivista<br />

“nasside” si chiamò lelio biante<br />

e si trattava di novelle. per non<br />

parlare del donecar autobiografico<br />

ed enigmistico delle “Memorie<br />

di un Ominide ‘900”. E’ forse<br />

per separare questa sua attiv<strong>it</strong>à<br />

di letterato da quella di filosofo?<br />

“L’uso di pseudonimi non è stato<br />

determinato da una volontà di<br />

separare la mia attiv<strong>it</strong>à letteraria<br />

da quella filosofica, anche perché,<br />

all’epoca degli scr<strong>it</strong>ti giovanili<br />

da lei ricordati, ancora non avevo<br />

una spiccata attiv<strong>it</strong>à filosofica.<br />

Forse si è trattato allora di una<br />

specie di “timidezza”, non ricordo<br />

bene. Quanto al Donecar delle<br />

Memorie di un Ominide ‘900 le<br />

ragioni stanno nella Prefazione al<br />

libro dove esalto più che il valore<br />

dell’Autore, quello di coloro che,<br />

accogliendo il messaggio dei contenuti<br />

delle sue opere, diventano<br />

essi i veri Autori. Qualche volta ho<br />

prefer<strong>it</strong>o scrivere senza firma per<br />

le stesse ragioni”.<br />

l’ultima brevissima. avv. cardone,<br />

che futuro vede per la<br />

poesia e soprattutto che futuro<br />

vede per l’uomo?<br />

“Un futuro per la poesia? Diventa<br />

sempre più un canto nostalgico<br />

di m<strong>it</strong>i sognati. Un futuro per<br />

l’uomo? L’annientamento cosmico<br />

o la salvezza in extremis, per<br />

l’improvvisa consapevolezza (finalmente!)<br />

della solidarietà universale:<br />

ma ciò vorrebbe dire una<br />

nuova èra di miracoli”.<br />

E qui termina l’incontro con Domenico<br />

Antonio Cardone.<br />

Altre vis<strong>it</strong>e, altri incontri certamente<br />

avrò col Filosofo buono di<br />

Palmi, finché la gentilezza e la salute<br />

gli permetteranno di vedermi<br />

e lasciarsi torturare dai miei<br />

versi d’inventato poeta. Oggi mi<br />

preoccupa averlo trovato un po’<br />

più nero del sol<strong>it</strong>o, un po’ meno<br />

interessato alle cose del mondo,<br />

come se ormai sentisse non doverlo<br />

questo più riguardare.<br />

Uscendo per strada, comunque,<br />

ho chiuso con delicatezza il portone.<br />

(1) Frammenti di Giovinezza<br />

(Signoretta, Palmi, 19<strong>22</strong>).<br />

(2) Antonio Altomonte, Se <strong>it</strong> poeta è filosofo<br />

- “ I l Tempo”, 1.2.1980.<br />

(3) Repaci Controluce, antologia e cr<strong>it</strong>ica<br />

a cura di Giuseppe Ravegnani, Ceschina, Milano,<br />

1963, pag. 472.<br />

(4) Calabria Cultura, rivista<br />

trimestrale, anno I n. 1-2 (gennaio-giugno<br />

1974), pag. 110 e segg.<br />

(5) La poesia di Domenico Antonio Cardone,<br />

su Luce serafica, n. 4-5-6 1972.

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