madreterra numero 22 - ottobre 2011 - Madreterranews.it
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Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong> 6<br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 7<br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
AttUAlItA’ Palmi AttUAlItA’ Palmi<br />
Lo spunto nasce da un articolo,<br />
scr<strong>it</strong>to giorni fa, da<br />
Mimmo Gangemi, ed apparso su<br />
la Stampa di Torino, in occasione<br />
della v<strong>it</strong>toria, al concorso di Miss<br />
Italia, a Montecatini Terme, di<br />
Stefania Bivone, di Sinopoli, una<br />
ragazza dotata di carattere oltre<br />
che di grazia e naturale bellezza.<br />
Nell’articolo, nel quale, tra<br />
le tante cose scr<strong>it</strong>te dall’ autore<br />
si fa anche riferimento a questo<br />
paesino in provincia di Reggio<br />
Calabria, considerato anticamente,<br />
come buona parte dei paesi<br />
del profondo sud, il paese degli<br />
omini, dove un’ antica mental<strong>it</strong>à,<br />
radicata e retrograda, ostile<br />
ad ogni forma di progresso e di<br />
modern<strong>it</strong>à, considerava la nasc<strong>it</strong>a<br />
di una figlia femmina, una disgrazia<br />
dolorosa di cui quasi vergognarsene<br />
o, comunque, da non<br />
andarne certamente fieri, sottolineando<br />
così l’ atavica avversione<br />
degli uomini, nei confronti del<br />
sesso femminile. Quegli uomini<br />
che hanno sempre gest<strong>it</strong>o il potere<br />
pol<strong>it</strong>ico, religioso, il potere in<br />
casa, liberi sempre di scegliere il<br />
proprio destino. Lo stesso paese<br />
che proprio in questi giorni, attraverso<br />
il successo della sua conc<strong>it</strong>tadina,<br />
r<strong>it</strong>rova in un certo senso,<br />
anch’ esso, successo, orgoglio<br />
e riscatto, come si legge nell’<br />
articolo. Come considerare tutto<br />
ciò? Un segno dei tempi che cambiano?<br />
Di modern<strong>it</strong>à e progresso?<br />
Il cambiamento di una mental<strong>it</strong>à?<br />
Il passaggio da un mondo antico<br />
verso uno più moderno? Comunque<br />
lo si voglia vedere e considerare,<br />
certamente, è la storia dell’<br />
evoluzione del costume <strong>it</strong>aliano,<br />
dove la bellezza rappresenta<br />
l’immagine di un paese che va<br />
Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
DONNE: PROTAGONISTE DEL CAMBIAMENTO<br />
di Cettina Angì<br />
avanti, di un cambiamento non<br />
soltanto nel modo di vestire e di<br />
pettinarsi ma, nella mental<strong>it</strong>à,<br />
di cui proprio un concorso come<br />
Miss Italia diventa lo strumento,<br />
il mezzo che ancora oggi, molte<br />
ragazze della porta accanto, da<br />
nord a sud, utilizzano per realizzare<br />
i loro sogni, le loro aspirazioni,<br />
e cosa più importante di<br />
tutte, di decidere e scegliere la<br />
loro v<strong>it</strong>a, le vie da percorrere in<br />
modo libero, senza condizionamenti,<br />
anche sbagliando; insomma,<br />
il piccolo mondo della provincia,<br />
che per una volta diventa<br />
protagonista. I settantanni del<br />
concorso, non raccontano, solo, il<br />
mutare della bellezza femminile,<br />
che nel corso degli anni ha subìto<br />
un vero e proprio sconvolgimento,<br />
perché è proprio l’idea della<br />
bellezza che muta con i tempi,<br />
si è passati infatti, dalle miss del<br />
dopoguerra, dalla bellezza med<strong>it</strong>erranea<br />
e dalle forme generose,<br />
che ha incontrato i favori fino a<br />
tutti gli anni ‘ 60; a quelle alte,<br />
magre, filiformi, dove l’ attenzione<br />
per il peso e la magrezza<br />
diventa una vera e propria ossessione,<br />
influenzando molte donne,<br />
spingendole a diventare più magre,<br />
perché la magrezza, insegu<strong>it</strong>a<br />
nel nostro secolo, diventa<br />
segno di prestigio. Ma questi anni<br />
testimoniano anche altri mutamenti<br />
più sostanziali delle donne<br />
sulla società e della società sulle<br />
donne. Le donne che, cento anni<br />
fa, erano costrette a condizioni<br />
di v<strong>it</strong>a spaventose, schiave di<br />
preconcetti, di regole stabil<strong>it</strong>e da<br />
altri, venivano considerate persone<br />
deboli e sottomesse, molto<br />
spesso escluse dalla società e da<br />
tutte le decisioni importanti; poche<br />
erano le donne che potevano<br />
studiare e il loro destino era<br />
quello di diventare mogli e ma-<br />
dri, prendersi cura di figli, mar<strong>it</strong>i<br />
e casa; questo ruolo prefissato,<br />
assieme a molte dispar<strong>it</strong>à sub<strong>it</strong>e,<br />
ha imped<strong>it</strong>o loro di potersi esprimere<br />
liberamente, di tentare altre<br />
strade, essere se stesse, costringendole<br />
per anni al silenzio e<br />
all’invisibil<strong>it</strong>à in un mondo governato<br />
da uomini, regolato da leggi<br />
patriarcali, anche nell’ Italia degli<br />
anni cinquanta. Ed è proprio in<br />
quegli anni di chiusura, che viene<br />
eletta la prima delle cinque<br />
miss calabresi, Brunella Tocci nel<br />
1955; mentre, nel 1968, tocca<br />
alla nostra conc<strong>it</strong>tadina, Graziella<br />
Chiappalone; per poi proseguire,<br />
trentanni dopo, nel 1997 con<br />
Claudia Trieste di Cirò Marina ed,<br />
infine, nel 2009, con Maria Perrusi,<br />
di Fiumefreddo Bruzio. La Calabria,<br />
quindi, terra baciata dalla<br />
buona sorte, grazie alle donne e<br />
alla loro riconosciuta bellezza,<br />
intelligenza e fascino, capaci di<br />
evocare emozioni pos<strong>it</strong>ive forti<br />
e cambiamenti radicali, le quali,<br />
hanno anche il dovere di provare<br />
a cambiare i preconcetti, a mutarli,<br />
nel rispetto soprattutto di<br />
chi ci ha preceduto, che pur non<br />
avendo avuto dir<strong>it</strong>ti e privilegi,<br />
ha lottato per ottenerli - si pensi<br />
alla conquista di un nuovo dir<strong>it</strong>to<br />
di famiglia, la legge sull’ aborto,<br />
il divorzio, la contraccezione, approvati<br />
negli anni settanta, grazie<br />
alla straordinaria mobil<strong>it</strong>azione<br />
delle donne - e di chi verrà dopo,<br />
che qualcosa ha ottenuto, senza<br />
l’ impegno delle lotte sociali. Ed<br />
è proprio grazie alla lotta non<br />
violenta, in favore delle donne<br />
e del loro dir<strong>it</strong>to a partecipare<br />
al processo di pace, che si deve<br />
la recente assegnazione del Premio<br />
Nobel per la Pace a tre donne:<br />
la presidente liberiana Ellen<br />
Johnsonn Sirleaf, la connazionale<br />
Leymah Gbwee e la yemen<strong>it</strong>a<br />
Tawakkul Karmann, attivamente<br />
impegnate nel rinnovamento<br />
democratico nei rispettivi paesi;<br />
che rappresenta al contempo, un<br />
riconoscimento al ruolo svolto, in<br />
questi anni, nel mondo, da tutte<br />
le donne, vere protagoniste di un<br />
cambiamento, senza le quali, non<br />
è possibile avere.<br />
Foto - Mimmo Zoccali Foto - Mimmo Zoccali<br />
Foto - Mimmo Zoccali