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madreterra numero 22 - ottobre 2011 - Madreterranews.it

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www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 33<br />

II bambini e il gioco. Un singolare<br />

episodio che, ha attirato<br />

la curios<strong>it</strong>à di chi scrive, si è verificato<br />

in un popolato quartiere<br />

di Palmi. I bambini, dopo che un<br />

escavatore aveva demol<strong>it</strong>o una<br />

vecchia casa, per essere successivamente<br />

ricostru<strong>it</strong>a, senza<br />

perdere tempo, hanno occupato<br />

il suo spazio, tracciando nel massetto,<br />

con il gesso, un occasionale<br />

“campetto” da calcetto, sotto<br />

il livello della strada, in segu<strong>it</strong>o,<br />

purtroppo poco utilizzato, per<br />

via della prosecuzione dei lavori.<br />

E’ un episodio che la dice lunga<br />

sull’esigenza dei bambini di giocare<br />

all’aperto. Si registra che la<br />

nostra c<strong>it</strong>tà, è sempre meno (a<br />

parte qualche organizzata manifestazione<br />

sportiva) a misura<br />

di bambino, il quale, non gioca<br />

più all’aperto e sente quindi, la<br />

necess<strong>it</strong>à d’ indipendenza motoria<br />

e “autonomia decisionale”,<br />

indispensabile per la sua cresc<strong>it</strong>a,<br />

fuori dagli sguardi apprensivi<br />

e vigili degli adulti. Una volta, i<br />

rioni di Palmi pullulavano di ragazzini.<br />

Le strade, i cortili, le<br />

piazze, i marciapiedi, le campagne,<br />

erano i luoghi d’incontri e di<br />

giochi spontanei, senza regole,<br />

dove l’avventura e il rischio era-<br />

IntORnO AllO sPORt<br />

no all’ordine del giorno. Purtroppo,<br />

oggi, per fare giocare i bambini,<br />

molti gen<strong>it</strong>ori, forse anche<br />

egoisticamente, perché si sentono<br />

più tranquilli, iscrivono i loro<br />

figli in luoghi specializzati, come<br />

palestre, ludoteche, ecc.., spazi<br />

protetti, ma pur sempre vigilati<br />

dagli adulti. Sembra sia scomparso<br />

il tempo libero e la possibil<strong>it</strong>à<br />

di uscire da casa, da soli, per incontrarsi<br />

con gli amici e scegliere<br />

con loro il gioco e il luogo. Essi,<br />

non vivendo momenti autonomi,<br />

che solo il gioco libero può<br />

garantire, non conoscono l’esperienza<br />

dell’ostacolo, del rischio,<br />

del successo. Ecco perché si dovrebbe<br />

dar loro l’opportun<strong>it</strong>à di<br />

giocare all’aperto, allontanandoli<br />

dalla “prigione” di case piene di<br />

gadget e, per ev<strong>it</strong>are anche, che<br />

diventino sempre più obesi e infelici.<br />

Bisognerebbe far riscoprire<br />

ai bambini i giochi di una volta,<br />

quelli che hanno aperto la mente<br />

d’intere generazioni, formatisi,<br />

facendo la lotta che insegnava<br />

il senso del lim<strong>it</strong>e, arrampicandosi,<br />

rincorrendosi, giocando<br />

al pallone in mezzo alle strade,<br />

alla corda, al nascondino, alla<br />

“si loca”, alle gare di veloc<strong>it</strong>à,<br />

o ai salti dal primo piano delle<br />

case in costruzione, sulla sabbia<br />

fresca scaricata a terra. Chi non<br />

ricorda quelle merende fatte di<br />

pane e pomodoro, consumate<br />

fuori di casa per non sottrarre<br />

tempo al gioco, o quelle epiche<br />

part<strong>it</strong>e a calcio che duravano<br />

ore e ore. Non importava se ci<br />

si sporcava o se si giocava sotto<br />

l’acqua. Si era talmente scaltri<br />

che, rientrando a casa, si riusciva<br />

a eludere anche il controllo dei<br />

gen<strong>it</strong>ori. Erano tutti giochi scelti<br />

e organizzati dagli stessi bambini<br />

che, non si lim<strong>it</strong>avano solo<br />

al gioco, ma allargavano le loro<br />

esperienze, auto-costruendo,<br />

esplorando materiali di fortuna,<br />

come carcasse di auto, baracche<br />

diroccate e quant’altro. Oggi i rioni<br />

di Palmi sono silenziosi, non<br />

si sente più il vociare allegro dei<br />

bambini (sembra siano scomparsi)<br />

ma l’assordante rumore delle<br />

macchine che occupano strade e<br />

spazi liberi. Oggi i divieti da parte<br />

dei gen<strong>it</strong>ori, sono tanti: quello<br />

di giocare a pallone perché rovinano<br />

le scarpe; di fare rumore;<br />

di fare merenda nelle scalinate;<br />

di saltare; di rotolarsi perché si<br />

sporcano i vest<strong>it</strong>i; di andare in<br />

bicicletta perché possono cadere<br />

e farsi male; di strillare per<br />

non disturbare le persone adulte.<br />

Qualche concessione può essere<br />

fatta a patto che “giocate, ma in<br />

silenzio”. E’ consequenziale poi,<br />

che il bambino, pur di non sentire<br />

i continui richiami dei gen<strong>it</strong>ori, e<br />

Anno II - Nr. <strong>22</strong> - Ottobre <strong>2011</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

L’escavatore demoLisce<br />

e... i bambini “s’impossessano” deLLo spazio<br />

di Rocco Cadile<br />

Lo scavo, sub<strong>it</strong>o trasformato dai bambini, in campo da calcio. Da qui si percepisce appieno l’esigenza di spazi di gioco!<br />

per non far rumore, è costretto<br />

a guardare la televisione o giocare<br />

alla playstation. Palmi, negli<br />

anni, ha fatto un passo indietro,<br />

“rubando” ai ragazzi molti dei<br />

loro spazi, privilegiando scelte<br />

che, poco hanno a che fare con le<br />

esigenze e i bisogni dei ragazzi.<br />

Ricordo che ogni rione aveva una<br />

piazzetta o un’ area, alla quale, i<br />

bambini erano indissolubilmente<br />

legati e dove trascorrevano nella<br />

spensieratezza, le loro giornate.<br />

Che tristezza, non vedere<br />

giocare più bambini alla “chiesa<br />

Matrice”, al campetto del Carmine,<br />

adib<strong>it</strong>o a orto, nelle piazze<br />

del centro super affollate di<br />

macchine (perché non destinarli<br />

a isole pedonali?), nei cortili delle<br />

scuole, ormai inaccessibili, nel<br />

piazzale Mauro, Lo Sardo, Piave,<br />

Rione Pille, Trodio, Agraria, S.<br />

Leonardo, C<strong>it</strong>tadella, ecc. L’amministrazione<br />

locale ha la responsabil<strong>it</strong>à<br />

e il dovere ist<strong>it</strong>uzionale<br />

di pensare agli spazi destinati<br />

all’infanzia, per far nascere<br />

nei bambini la voglia di giocare<br />

autonomamente, a confrontarsi<br />

con i coetanei, a misurare le proprie<br />

forze, a esorcizzare le proprie<br />

paure. La civiltà di un paese<br />

si misura, anche, dalla capac<strong>it</strong>à<br />

di accogliere i bambini, poiché<br />

sono loro la risorsa e il futuro<br />

della nostra c<strong>it</strong>tà.

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