01.06.2013 Views

Discorso di Mario Coen Belinfanti - Associazione Nazionale ...

Discorso di Mario Coen Belinfanti - Associazione Nazionale ...

Discorso di Mario Coen Belinfanti - Associazione Nazionale ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

DISCORSO<br />

IN OCCASIONE DELLA COMMEMORAZIONE<br />

DI PADRE CHITI<br />

Scuola Allievi Marescialli<br />

Viterbo 5 ottobre 2007<br />

<strong>Mario</strong> <strong>Coen</strong> <strong>Belinfanti</strong><br />

L'invito a ricordare la figura del Generale Cappuccino Gianfranco Chiti mi<br />

ha dato gioia ma anche un gran timore.<br />

Infatti, non è semplice ricordare ed onorare Gianfranco Chiti nostro<br />

generale e padre spirituale. Un uomo straor<strong>di</strong>nario, un gran comandante, un<br />

soldato <strong>di</strong> Dio e come ha già avuto modo <strong>di</strong> mettere in evidenza, in analogica<br />

circostanza un mio carissimo amico, un santo.<br />

La parola "Santo" non la ho usata a sproposito e pertanto leggerò alcune<br />

righe <strong>di</strong> una lettera che il ventiquattrenne Tenente Chiti scrisse al nostro<br />

Cappellano dal campo <strong>di</strong> concentramento <strong>di</strong> Latrina. Per brevità perché tutta la<br />

lettera, insieme a moltissime altre, meriterebbe essere letta.<br />

Latrina, 2 novembre 1945<br />

"....e che i morti proteggano i vivi ....<br />

Mio carissimo FEI, giorno <strong>di</strong> festa e <strong>di</strong> dolore questo de<strong>di</strong>cato ai nostri morti.<br />

Non posso non pensare a te intimamente che tanto eri amato dai nostri caduti e<br />

da noi tutti. Stamani ho elevato il mio pensiero a loro nella preghiera mattutina e<br />

me li sento tutti accanto nelle lente ore <strong>di</strong> questa prigionia.<br />

E che il Signore ci renda degni <strong>di</strong> loro, pronti, in ogni momento e seguirne<br />

l'esempio.<br />

Abbiamo conosciuto il Tenente Chiti circa 63 anni fa e con Lui <strong>di</strong>venimmo<br />

granatieri anche se alcuni <strong>di</strong> noi (fra i quali io), non avevano la statura<br />

regolamentare ma, bontà dei nostri Comandanti eravamo ugualmente dotati <strong>di</strong> un<br />

grande cuore e pertanto fummo sottoposti a quella <strong>di</strong>sciplina severa che se ben<br />

assorbita può consentire al granatiere <strong>di</strong> essere <strong>di</strong> esempio a tutti i citta<strong>di</strong>ni.<br />

Con il Tenente Chiti, comandante <strong>di</strong> Plotone prima e <strong>di</strong> Compagnia poi,<br />

passammo tutto quel periodo fra i più tristi e dolorosi della nostra storia, ma nel<br />

quale rifulse l'immensa umanità e la capacità organizzativa delle quali Egli era<br />

dotato e, che richiamarono al nostro Comando tanta gente bisognosa <strong>di</strong> aiuto ed<br />

assicurarono tranquillità e fiducia alle popolazioni delle località che ci ospitavano.<br />

Forse, anche per questo il Comando del nostro battaglione ebbe gli onori<br />

delle armi da parte <strong>di</strong> una compagnia della 34^ <strong>di</strong>visione U.S.A..<br />

Perché il Tenente Chiti era tanto amato e, soprattutto, perché lo era tanto<br />

dai suoi soldati che lo adoravano nonostante la Sua severità e le fatiche alle quali<br />

erano sottoposti sempre da Lui con<strong>di</strong>vise?<br />

1


Egli era deciso e pronto nell'agire, avanti a tutti, pro<strong>di</strong>go nel sorriso, nella<br />

comprensione, nel prestare aiuto.<br />

L'animo gentile, forte <strong>di</strong> un'auto<strong>di</strong>sciplina ben assorbita che in Lui si univa<br />

al <strong>di</strong>namismo, proprio dell'azione imme<strong>di</strong>ata e l'esempio e la parola coinvolgente<br />

e trascinante.<br />

Perché coloro che furono da Lui comandati sono stati, da sempre, amici,<br />

fraterni ed in specie lo sono ancora oggi i reduci <strong>di</strong> guerra dopo altre 60 anni?<br />

E perché una viva commozione sale dall'intimo quando si parla <strong>di</strong> Lui,<br />

come pure, quando ricor<strong>di</strong>amo il Suo sorriso e la Sua voce che accompagnavano<br />

uno sguardo vivo, penetrante e, insieme, dolcissimo?<br />

Gli esseri superiori per spirito e per intelligenza hanno la virtù <strong>di</strong> esprimere<br />

il Loro essere ed il loro volere in maniera più <strong>di</strong>retta e la natura umana, pure con i<br />

suoi <strong>di</strong>fetti e la sua durezza, riesce a percepirli. Occorrono, forse, miracoli<br />

clamorosi per essere considerati santi? O non bastano, invece, i miracoli, che pur<br />

si verificano durante la quoti<strong>di</strong>ana esistenza sfuggendo, così, all'attenzione dei più<br />

e che creano delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita più gradevoli, meno dolorose, più<br />

sopportabili, più mirate, come ha sempre fatti Lui?<br />

Anche qui apro una parentesi dando ancora la parola al Tenente Chiti :<br />

infatti nel 1972 fu deciso un altro incontro a Roma dei reduci del nostro reparto e<br />

Chiti <strong>di</strong>ramò la lettera <strong>di</strong> convocazione che iniziava così:<br />

Lettera d'invito a partecipare al 3° raduno della V Compagnia in Roma Domus<br />

Pacis 29/01/1972<br />

"Adunata, adunata dei superstiti, amici oramai vecchi, ma buoni, fedeli, generosi,<br />

leali come un tempo!...<br />

Abbiamo ancora ciascuno il proprio zaino <strong>di</strong> ricor<strong>di</strong> da vuotare; i ricor<strong>di</strong><br />

bisogna riviverli ogni tanto per non invecchiare.<br />

Bisogna ricordare e lo faremo fra un abbraccio e l'altro, richiamando alla<br />

memoria i giorni <strong>di</strong> ansia e <strong>di</strong> guerra, i compagni della fatica, del freddo,<br />

dell'angoscia, dei nostri entusiasmi, della nostra fede: i volti cari <strong>di</strong> quanti non<br />

sono tornati - le loro figure, i loro atti saranno fra noi ad ammonirci che la<br />

Patria esiste ancora....<br />

Salve V creatura forgiata dal ciascuno <strong>di</strong> noi.<br />

Entrammo nei tuoi ranghi con virile fierezza. Vi ritorneremo sempre con<br />

profonda commozione, noi che fummo nelle tue fila, ti avremo sempre nel cuore<br />

come si hanno le creature a cui si è de<strong>di</strong>cato ogni cura e ogni pensiero per lungo<br />

tempo nel tuo nome lottammo e soffrimmo, gioimmo e sperammo, nei tuoi ranghi<br />

imparammo uno sconfinato amore per la nostra Patria.<br />

2


Di questo ti siamo grati perché è quanto <strong>di</strong> più sacro è stato nella nostra vita."<br />

Quando il Generale Chiti è andato in pensione si è arruolato nella milizia <strong>di</strong><br />

Dio, <strong>di</strong>venendo, tra i frati cappuccmi <strong>di</strong> S. Francesco, Padre Gianfranco Maria da<br />

Gignese. In tale veste si è manifestato in pieno il Suo amore per il <strong>di</strong>vino e per<br />

tutte le creature, per il ben operare, per l'assistere ed il consigliare, confermando,<br />

così il Suo comportamento precedente. Centro della sua attività, da cui si<br />

irra<strong>di</strong>arono le Sue opere, fu il convento <strong>di</strong> S. Crispino presso Orvieto, affidato alle<br />

sue cure dal Vescovo <strong>di</strong> quella Città. Ma gli furono affidati dei ruderi, non un<br />

convento che, da tempo <strong>di</strong>ssacrato, era <strong>di</strong>venuto sede <strong>di</strong> orge e messe nere. Chiti<br />

si trasferì, da solo, in quei ruderi ed iniziò la ricostruzione e la risantificazione del<br />

luogo. Molti, spontaneamente, lo aiutarono: imprese, operai, architetti; molti, tra i<br />

primi, i suoi granatieri, che cominciarono a visitare Lui ed il convento e che, oggi,<br />

con la chiesa operante e molto frequentata, con le sue camerette ben arredate e<br />

nella ricchezza della vegetazione circostante, è <strong>di</strong>venuto un accogliente luogo <strong>di</strong><br />

pace e <strong>di</strong> serenità.<br />

Padre Gianfranco, allora, de<strong>di</strong>cò ancora <strong>di</strong> più la Sua opera ai drogati, ai<br />

<strong>di</strong>sadattati, ai bisognosi <strong>di</strong> aiuto e <strong>di</strong> conforto, sacrificando se stesso e minando la<br />

sua salute come fu accertato dopo l'incidente che gli fu fatale.<br />

Un semplice esempio? Chi avesse voluto telefonargli la mattina alle 6 o la<br />

sera alle 23, avrebbe trovato la linea quasi sempre occupata: da tutta Italia la<br />

gente Gli chiedeva consiglio!<br />

Ma Egli non voleva figurare: molti tentativi furono fatti dai Suoi ex<br />

commilitoni e, in particolare, dal Dottor <strong>Mario</strong> Holzer, per la realizzazione <strong>di</strong> un<br />

volume che ricordasse ampiamente la ricostruzione <strong>di</strong> S. Crispino. La ostacolò,<br />

sia pure con tatto, perché non ne emergesse un Suo merito.<br />

Soltanto dopo la Sua scomparsa il libro è stato realizzato, in formato più<br />

ridotto ma, per molti versi, più efficace, gradevole e <strong>di</strong> imme<strong>di</strong>ata lettura.<br />

Noi, ora siamo ancora intorno a Lui ed egli ci sorride in questa Scuola che<br />

fu l'ultimo suo Comando.<br />

Questa commemorazione ci dà modo <strong>di</strong> sentirlo ancora fra noi per cui<br />

possiamo ancora applau<strong>di</strong>rlo affettuosamente in silenzio nei nostri cuori.<br />

Padre Gianfranco, amico caro e maestro, il tuo ricordo non morirà mai in<br />

chi ti ha conosciuto e Tu da lassù dove certamente sei nella luce <strong>di</strong>vina accogli la<br />

testimonianza <strong>di</strong> chi Ti ha voluto bene e ti chiede <strong>di</strong> pregare per i Tuoi granatieri,<br />

per le loro famiglie, per la tua Pesaro che ti ha visto nascere ed affermare, per la<br />

nostra Italia, per l'umanità tutta che ha tanto bisogno <strong>di</strong> uomini e <strong>di</strong> Santi come te.<br />

3

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!