il bendaggio nella terapia delle ulcere venose - I-Nurse.it
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- tessuti<br />
- compartimento microvasculotissutale<br />
- trombo venoso<br />
In realtà la <strong>terapia</strong> compressiva agisce anche sul livello del sistema linfatico e su quello<br />
arterioso.<br />
Effetti sul macrocircolo venoso<br />
La compressione di sufficiente intens<strong>it</strong>à eserc<strong>it</strong>ata sugli arti inferiori provoca la riduzione del<br />
calibro venoso con conseguente miglior collabimento dei lembi valvolari sani e riduzione dei<br />
reflussi patologici sino al 30-40%. In questo modo <strong>il</strong> sangue viene diretto verso le zone centrali<br />
del corpo con aumento del precarico cardiaco (non indicato nei pazienti con problemi di<br />
scompenso cardiaco).<br />
La riduzione del diametro dei vasi venosi insieme al potenziamento della sprem<strong>it</strong>ura <strong>delle</strong><br />
pompe <strong>venose</strong> (piede e polpaccio) durante la deambulazione determinano un aumento della<br />
veloc<strong>it</strong>à del flusso venoso (fino a 5 volte…per questo è importante associare sempre <strong>il</strong><br />
<strong>bendaggio</strong> alla mob<strong>il</strong>izzazione) con riduzione del reflusso e quindi della stasi.<br />
La riduzione della pressione idrostatica che ne consegue in associazione all’aumento della<br />
pressione interstiziale porta ad una riduzione della pressione transmurale e quindi a quella di<br />
f<strong>il</strong>trazione con conseguente aumento del riassorbimento di liquido nelle vene e nei vasi linfatici<br />
e riduzione fino alla scomparsa dell’edema.<br />
Effetti sul microcircolo<br />
Anche a livello della microcircolazione la compressione accellera <strong>il</strong> flusso del sangue che<br />
favorisce <strong>il</strong> distacco dei leucoc<strong>it</strong>i dall’endotelio impedendone l’ulteriore adesione e che un<strong>it</strong>a<br />
alla ridotta viscos<strong>it</strong>à ematica previene la microtrombosi parietale, i danni tessutali ischemici e<br />
la morte cellulare. Inoltre riduce la f<strong>il</strong>trazione cap<strong>il</strong>lare e favorisce <strong>il</strong> riassorbimento di liquidi e<br />
proteine grazie alla maggiore pressione tissutale con conseguente miglioramento<br />
dell’ossigenazione cutanea. Quest’ultima è anche favor<strong>it</strong>a dall’ammorbidirsi e dalla riduzione<br />
del tessuto lipodermatosclerotico conseguenza del <strong>bendaggio</strong> sul microcircolo. Infine la<br />
compressione provoca un aumentata produzione dei mediatori antiinfiammatori,<br />
anticoaugulanti, fibrinol<strong>it</strong>ici e vasod<strong>il</strong>atatori che agiscono non solo sulla riduzione della<br />
tensione legata all’edema ma anche sul dolore determinandone una diminuzione e quindi un<br />
effetto direttamente tangib<strong>il</strong>e da parte del paziente.<br />
Effetti sul sistema linfatico<br />
Il <strong>bendaggio</strong> agisce anche in parte sulla stasi linfatica riducendo la f<strong>il</strong>trazione cap<strong>il</strong>lare,<br />
aumentando <strong>il</strong> riassorbimento cap<strong>il</strong>lare specie per l’acqua e meno per le proteine, stimolando e<br />
velocizzando <strong>il</strong> trasporto della linfa verso le aree meno compresse.<br />
Effetti sul sistema arterioso<br />
Il <strong>bendaggio</strong> dovrà essere effettuato con molta attenzione nei confronti del paziente<br />
arteriopatico poiché se la pressione di interfaccia supera la pressione intra-arteriosa si<br />
determinano complicanze ischemiche. Se si tiene conto <strong>delle</strong> dovute precauzioni (che verranno<br />
descr<strong>it</strong>te successivamente) <strong>il</strong> <strong>bendaggio</strong> non necessariamente riduce <strong>il</strong> flusso arterioso ma anzi<br />
può aumentare <strong>il</strong> flusso pulsat<strong>il</strong>e, ridurre la pressione venosa e migliorare <strong>il</strong> gradiente arterovenoso<br />
in quanto diminuendo la compressione da edema aumenta <strong>il</strong> flusso arterioso.<br />
La pressione venosa <strong>nella</strong> safena interna a livello del malleolo è pari alla pressione idrostatica<br />
prodotta dall’altezza della colonna di sangue che va dall’atrio destro al punto dove viene<br />
r<strong>il</strong>evata la pressione.<br />
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