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03 Manuale Cecchetti - Contrastiva

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La complessità del significato lessicale nella traduzione letteraria 11<br />

Lo stesso si dica per hechizo (O 79), incantesimo, tradotto con il letterario incantamento<br />

(A 67), oppure per pienso (O 49), biada, reso con profenda (A 41), non comune<br />

per il Devoto Oli e obsoleto per il De Mauro. E ancora:<br />

se encontrò manoteando (O 76)<br />

si sorprese a tramenare (A 65)<br />

dove manotear, gesticolare per Ambruzzi e Zanichelli, diventa il toscano e disusato<br />

tramenare, “maneggiare, agitare oggetti mettendo disordine” (Zingarelli).<br />

Altrettanto aulico e forse ancor più antiquato è il latineggiante captivi (A 36) per<br />

cautivos (O 44), che certo è di registro più alto di presos, ma mai quanto captivi<br />

rispetto all’italiano prigionieri, non a caso i bilingui Ambruzzi e Zanichelli offrono<br />

quest’ultimo corrispondente per cautivos. Nella banca dati CREA della Real<br />

Academia Española cautivo ricorre 335 volte in 253 documenti, mentre preso 2797<br />

in 1195, una forbice nella frequenza d’uso certo molto minore di quella rilevabile<br />

fra captivo e prigioniero 23 .<br />

L’innalzamento di registro può sfociare nell’eufemismo: la frequentissima interiezione<br />

carajo, cazzo (Zanichelli), è talvolta tradotto con diamine (14), “sovrapposizione<br />

eufemistica di domine (domineddio) a diavolo” (Zingarelli) e addirittura con<br />

il disusato diancine (A 12, 20, 33) 24 .<br />

E ancora:<br />

que salían a mentarse la madre con las verduleras (O 21)<br />

che uscivano ad altercare con le ortolane (A 16)<br />

benché l’espressione mentar la madre (vd. anche O 252, A 221) abbia un forte valore<br />

offensivo al punto che in Colombia “se evita preguntar “come está su madre” y<br />

se prefiere decir “su mamá”. Mentar la madre es ofensa muy grave que equivale a<br />

equivale a ijueputa” 25 , la traduzione rifugge persino forme attenuate come “mandare<br />

a quel paese” e sceglie direttamente la voce dotta altercare, di cui il De Mauro<br />

segnala il basso uso.<br />

Un’altra forma di innalzamento del registro:<br />

peleas de perros callejeros (A 13)<br />

lotte di cani stradaioli (O 8)<br />

dove al semplice randagio si preferisce uno stradaiolo vagamente toscaneggiante,<br />

che in realtà fin dal 1939 è termine settoriale per “corridore ciclista specialista delle<br />

gare su strada” (Zingarelli). E ancora: charanga, “banda de musica de poca importancia,<br />

formada con instrumientos de viento” (Moliner), da fanfara diventa cafarnao,<br />

disusato e letterario per confusione (Zingarelli), metaforizzando quello che<br />

nella narrazione è effettivamente una piccola banda di ottoni:<br />

23 Real Academia Española [en línea].<br />

24 A proposito della traduzione di carajo in Cent’anni di solitudine si veda Meo Zilio 1993: 346.<br />

25 Vd. Flórez 1975.

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