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Emodialisi in terapia intensiva - Ipasvi

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16 Scienza e Management<br />

l’<strong>in</strong>fermiere 1/2006<br />

STUDI<br />

ED ESPERIENZE<br />

professionali<br />

RUOLO<br />

INFERMIERISTICO<br />

NELLA GESTIONE<br />

DEL PAZIENTE<br />

CON DISFAGIA<br />

MANUELA PIZZUTO, IP,<br />

PORTOGRUARO-VENEZIA<br />

Per “disfagia” si <strong>in</strong>tende difficoltà<br />

o sensazione di fastidio nella<br />

deglutizione dei solidi e/o liquidi;<br />

essa si differenzia <strong>in</strong> disfagia<br />

orale, orofar<strong>in</strong>gea o esofagea a<br />

seconda che <strong>in</strong>teressi le diverse<br />

fasi implicate nella deglutizione.<br />

La disfagia è una possibile<br />

conseguenza dell’ictus cerebrale<br />

con ricadute negative sia sulla<br />

gestione della fase acuta, sia sui<br />

tempi di degenza che sull’esito<br />

(morbosità e mortalità). La<br />

disfagia aumenta di 2,6 volte il<br />

rischio di esito negativo.<br />

La prognosi a breve term<strong>in</strong>e della<br />

disfagia è generalmente<br />

considerata favorevole. Di norma<br />

il tempo medio di recupero è una<br />

settimana (il 50% di tali pazienti<br />

presenta una regressione del<br />

s<strong>in</strong>tomo dopo 7 giorni) e ciò è <strong>in</strong><br />

funzione delle condizioni generali<br />

e dell’età del paziente.<br />

Un monitoraggio standardizzato<br />

della funzione deglutitoria ed una<br />

adeguata via nutrizionale<br />

sostitutiva sono <strong>in</strong>dicati al f<strong>in</strong>e di<br />

prevenire le complicanze<br />

secondarie della disfagia<br />

(polmonite ab <strong>in</strong>gestis,<br />

malnutrizione e disidratazione).<br />

Il supporto nutrizionale è parte<br />

<strong>in</strong>tegrante del trattamento<br />

dell’ictus cerebrale ed è<br />

importante nel decorso di<br />

qualunque processo patologico.<br />

Qualunque deficit nutrizionale<br />

che dia uno squilibrio tra apporto<br />

alimentare e fabbisogni ha<br />

ripercussioni negative sui processi<br />

metabolici del paziente,<br />

<strong>in</strong>fluenzando sia la prognosi della<br />

malattia sia l’efficacia<br />

terapeutica.<br />

Il danno neurologico acuto<br />

provoca un quadro di<br />

ipercatabolismo caratterizzato da<br />

aumentato consumo energetico e<br />

da aumentata degradazione<br />

proteica.<br />

Esistono vantaggi e svantaggi<br />

relativi all’alimentazione precoce;<br />

I vantaggi sono così riassumibili:<br />

• importanza di riempire<br />

l’<strong>in</strong>test<strong>in</strong>o per mantenere una<br />

barriera di difesa locale<br />

dell’<strong>in</strong>test<strong>in</strong>o, prevenire le<br />

traslocazioni batteriche e sepsi<br />

di orig<strong>in</strong>e organica;<br />

• studi randomizzati hanno<br />

dimostrato benefici effetti da<br />

nutrizione precoce <strong>in</strong> pazienti<br />

critici.<br />

Tra gli svantaggi alla nutrizione<br />

precoce troviamo:<br />

• un elevato apporto calorico<br />

durante la fase catabolica della<br />

malattia <strong>in</strong>crementa il rischio di<br />

iperpiressia;<br />

• diversi report <strong>in</strong>dicano che un<br />

aggressivo supporto nutrizionale<br />

non previene la sostanziale<br />

perdita di prote<strong>in</strong>e durante la<br />

fase catabolica legata alla<br />

malattia;<br />

• la nutrizione enterale può<br />

contribuire ad <strong>in</strong>crementare<br />

l’aspirazione sebbene non sia<br />

noto se il rischio di aspirazione<br />

sia più alto <strong>in</strong> pazienti con SNG<br />

(Sond<strong>in</strong>o Naso-Gastrico) o <strong>in</strong><br />

pazienti <strong>in</strong> coma oppure senza<br />

nutrizione entrale.<br />

Tutte le l<strong>in</strong>ee guida<br />

raccomandano la valutazione<br />

precoce (entro 24/48 ore dal<br />

ricovero) della capacità<br />

deglutitoria del paziente. Esistono<br />

diversi metodi per valutare la<br />

disfagia; tali metodi possono<br />

essere classificati <strong>in</strong> due grosse<br />

branche:<br />

• valutazioni strumentali, per<br />

elezione la videofluoroscopia;<br />

• valutazioni al letto del paziente,<br />

consistono nel verificare la<br />

presenza di segni e s<strong>in</strong>tomi<br />

cl<strong>in</strong>ici correlati ad un maggiore<br />

rischio di <strong>in</strong>alazione; con tali<br />

valutazioni si esam<strong>in</strong>a la<br />

capacità del paziente di bere<br />

quantità di acqua<br />

progressivamente maggiori <strong>in</strong><br />

assenza di s<strong>in</strong>tomi di <strong>in</strong>alazione.<br />

Tra i test di screen<strong>in</strong>g più utilizzati<br />

troviamo:<br />

• Three-oz Water Swallow Test<br />

• Bedside Swallow<strong>in</strong>g Assessment<br />

Scale<br />

• Test di Burke<br />

• Water Swallow Test sensibilizzato<br />

con pulsossimetro<br />

• Water Swallow Test sensibilizzato<br />

con auscultazione cervicale<br />

• Test di deglutizione a tempo<br />

• Northwestem Dysphagia Patient<br />

Check Sheet<br />

• Test di tosse riflessa<br />

Nella nostra realtà viene utilizzato<br />

il Bedside Swallow<strong>in</strong>g Assessment<br />

Scale che valuta la presenza di<br />

disfagia analizzando diverse<br />

variabili: il livello di coscienza, il<br />

controllo della testa e del tronco,<br />

i nervi cranici e la muscolatura<br />

orofacciale, il riflesso della tosse<br />

e la somm<strong>in</strong>istrazione di acqua <strong>in</strong><br />

quantità crescenti con associata<br />

la valutazione dei segni classici di<br />

disfagia (tosse e gorgoglio).<br />

Ad ogni rilievo viene dato un<br />

punteggio che poi <strong>in</strong>dicherà<br />

la presenza o meno di disfagia.<br />

Affiancato ad esso, proprio<br />

per l’aspetto esclusivamente<br />

deglutitorio, vi è un’esame<br />

facilmente somm<strong>in</strong>istrabile<br />

dal personale <strong>in</strong>fermieristico<br />

addestrato: tale esame richiede<br />

tempo di esecuzione di circa 15<br />

m<strong>in</strong>uti.<br />

Il Three-oz Water Swallow Test,<br />

nel nostro caso adattato, viene<br />

somm<strong>in</strong>istrato a paziente vigile e<br />

prevede uno screen<strong>in</strong>g di 6 items<br />

per rilevare la presenza di fattori<br />

di rischio quali disartria, ristagno<br />

delle secrezioni orali, voce roca e<br />

umida, tosse volontaria debole o<br />

assente, espirazione rumorosa.<br />

Al paziente seduto si chiede di<br />

vocalizzare la lettera “E”, si<br />

somm<strong>in</strong>istrano 10ml di acqua con<br />

un bicchiere <strong>in</strong> tre tempi diversi e<br />

poi si fa ripetere la stessa vocale.<br />

Se il paziente riesce a deglutire i<br />

10 ml si somm<strong>in</strong>istrano 50 ml di<br />

acqua. La difficoltà nel bere da<br />

10 a 50 ml di acqua o la<br />

comparsa di tosse (più di una<br />

volta) <strong>in</strong> due circostanze diverse<br />

permettono di valutare<br />

l’eventuale disfagia.<br />

I pazienti <strong>in</strong> grado di bere non<br />

più di 5-10 ml di acqua con<br />

un sorso senza manifestare<br />

disfagia possono <strong>in</strong>iziare con<br />

un alimentazione orale <strong>in</strong> cui<br />

si controlla la struttura della dieta<br />

(semisolida), la dimensione<br />

del bolo e la postura durante<br />

l’alimentazione. Se l’anamnesi è<br />

positiva e compare disfonia e/o<br />

gorgoglio oppure tosse entro 30<br />

secondi dalla deglutizione,<br />

si procede a valutazione specifica<br />

otor<strong>in</strong>o o logopedica.<br />

Durante il test i pazienti vengono<br />

monitorati per la rilevazione<br />

della saturazione dell’ossigeno:<br />

una dim<strong>in</strong>uzione del 2% può<br />

essere considerata come dato<br />

variabile della disfagia.<br />

Esiste <strong>in</strong>oltre una scala<br />

di valutazione della disfagia<br />

def<strong>in</strong>ita scala Doss (Dysphagia<br />

outcome and severity scale)<br />

che è suddivisa <strong>in</strong> 7 gradi:<br />

a) 1°-2° grado, nutrizione orale<br />

impossibile o <strong>in</strong>sufficiente;<br />

b) 3°-4°-5° grado, nutrizione<br />

orale con modificazione della<br />

dieta e dell’<strong>in</strong>dipendenza;<br />

c) 6°-7° grado, nutrizione<br />

funzionale.<br />

Come <strong>in</strong>tervenire<br />

Dopo l’<strong>in</strong>quadramento<br />

del paziente e stabilito il grado<br />

di disfagia, viene applicato<br />

l’<strong>in</strong>quadramento dietetico<br />

adeguato per fornire un supporto<br />

nutrizionale funzionale. La scelta<br />

della via viene orientata verso la<br />

via orale con <strong>in</strong>tegrazione, il SNG,<br />

la PEG o la NPT. Nei pazienti con<br />

disfagia di grado 1°-2° della scala<br />

Doss l’alimentazione viene<br />

somm<strong>in</strong>istrata utilizzando<br />

le ultime tre alternative.<br />

Alla precoce diagnosi di disfagia<br />

seguirà l’adozione di <strong>in</strong>terventi<br />

per ridurre il rischio di <strong>in</strong>alazione:<br />

si procederà qu<strong>in</strong>di a<br />

modificazioni della consistenza<br />

del cibo nell’ambito di una<br />

nutrizione per via orale secondo<br />

la classificazione più completa<br />

dell’American Dietetic<br />

Associaton, che comprende 5<br />

livelli che a loro volta si<br />

differenziano <strong>in</strong> 5 parametri<br />

prioritari. Punti essenziali da<br />

tenere <strong>in</strong> considerazione sono la<br />

consistenza, la coesività,<br />

la necessità di masticazione,<br />

il mantenimento di forma<br />

autonoma da parte del cibo e la<br />

possibilità di assumere liquidi.<br />

Altro <strong>in</strong>tervento per ridurre<br />

la complicanza dell’ab <strong>in</strong>gestis<br />

sono le tecniche posturali; queste<br />

posture, def<strong>in</strong>ite <strong>in</strong> un protocollo<br />

e <strong>in</strong>dividuate su <strong>in</strong>dicazione della<br />

videofluoroscopia, si<br />

differenziano <strong>in</strong> base alle<br />

difficoltà deglutitorie del<br />

paziente.<br />

Quando viene orientata la scelta<br />

verso la nutrizione enterale con<br />

SNG e la gastrostomia percutanea<br />

endoscopica (PEG), possiamo<br />

essere certi che sia una modalità<br />

di nutrizione sicura, affidabile e<br />

per la maggior parte tollerata dai<br />

pazienti. Nonostante<br />

l’entusiasmo suscitato dalla<br />

poliedricità e dall’efficacia di tale<br />

metodica la gestione della NE<br />

presenta comunque una serie di<br />

problematiche di rilevanza cl<strong>in</strong>ica:<br />

• è una tecnica <strong>in</strong>vasiva;<br />

• comporta una modalità non<br />

fisiologica di alimentazione,<br />

<strong>in</strong> quanto nel corso di NE viene<br />

bypassato parte del tratto<br />

gastro<strong>in</strong>test<strong>in</strong>ale implicato nella<br />

regolazione dell’appetito e del<br />

food-<strong>in</strong>take; gli alimenti sono<br />

somm<strong>in</strong>istrati <strong>in</strong> consistenza<br />

liquida e spesso secondo<br />

modalità (tempi e orari) diverse


da quelli abituali. La sola<br />

fornitura di nutrienti tramite NE<br />

non soddisfa pienamente la<br />

sensazione di fame e non<br />

<strong>in</strong>ibisce il food-<strong>in</strong>take;<br />

• espone il paziente all’<strong>in</strong>sorgenza<br />

di diverse complicanze <strong>in</strong><br />

relazione alla tecnica utilizzata:<br />

• SNG: dislocazione, occlusione,<br />

decubiti, diarrea, vomito,<br />

aspirazione.<br />

• PEG: reflusso gastro-esofageo<br />

con conseguente rischio di<br />

esofagite e/o aspirazione,<br />

gastriti o emorragie gastriche,<br />

<strong>in</strong>fezioni dell’emergenza<br />

cutanea;<br />

• può essere mal tollerata durante<br />

la riabilitazione, <strong>in</strong>fatti il<br />

tra<strong>in</strong><strong>in</strong>g della deglutizione è<br />

meno efficace <strong>in</strong> presenza<br />

di SNG;<br />

• condiziona la qualità di vita;<br />

• <strong>in</strong>fluenza il sett<strong>in</strong>g<br />

di dimissione;<br />

• comporta una serie di costi.<br />

Ecco perché il Gruppo italiano di<br />

studio sulle patologie<br />

cerebrovascolari che si è<br />

occupato della revisione delle<br />

l<strong>in</strong>ee guida Spread 2003 (Stroke<br />

prevention and educational<br />

awareness diffusion) ha avuto<br />

un’apprezzabile accuratezza<br />

nell’affrontare il problema dello<br />

svezzamento dalla NE <strong>in</strong> pazienti<br />

con disfagia post-stroke,<br />

redigendo le seguenti<br />

raccomandazioni:<br />

• è <strong>in</strong>dicato valutare attentamente<br />

lo svezzamento dalla nutrizione<br />

enterale nei soggetti con <strong>in</strong>dici<br />

prognostici favorevoli ed<br />

eseguirlo con modalità<br />

standardizzata comprensiva di<br />

monitoraggio cl<strong>in</strong>ico,<br />

videofluoroscopico e/o<br />

endoscopico, eseguito da<br />

personale specializzato<br />

(Raccomandazione 14.42 c<br />

Grado D);<br />

• è <strong>in</strong>dicato garantire<br />

costantemente, <strong>in</strong> tutte le fasi<br />

dello svezzamento dalla NE, un<br />

adeguato apporto calorico e<br />

idrico. (Raccomandazione 14.42<br />

d Grado D).<br />

Lo svezzamento dalla nutrizione<br />

enterale<br />

Lo svezzamento dalla NE può<br />

avvenire <strong>in</strong> qualsiasi momento del<br />

percorso riabilitativo. Il processo<br />

di recupero della disfagia poststroke<br />

pur se di dimensioni<br />

rilevanti nelle prime settimane<br />

(f<strong>in</strong>o all’86% nei primi 14<br />

giorni), ha un impatto<br />

significativo anche nel lungo<br />

term<strong>in</strong>e.<br />

Lo svezzamento dalla nutrizione<br />

enterale rappresenta qu<strong>in</strong>di un<br />

argomento di rilevante <strong>in</strong>teresse<br />

nella gestione del paziente<br />

con stroke.<br />

Studi longitud<strong>in</strong>ali osservazionali<br />

hanno valutato l’outcome dei<br />

pazienti con disfagia post-stroke<br />

sottoposti a NE ed hanno<br />

mostrato che una significativa<br />

percentuale di soggetti recupera,<br />

ritornando alla nutrizione orale,<br />

sia nel breve sia nel lungo<br />

term<strong>in</strong>e.<br />

Elementi da prendere <strong>in</strong><br />

considerazione per la selezione<br />

del paziente sono:<br />

a) stabilità cl<strong>in</strong>ica;<br />

b) stabilità nutrizionale;<br />

c) bilancio delle attività<br />

cognitive: per il passaggio<br />

all’alimentazione orale è<br />

necessaria la capacità di<br />

apprendimento di nuovi<br />

Tabella 1<br />

Scienza e Management 17<br />

ALIMENTAZIONE ANNO ANNO ANNO ANNO ANNO ANNO ANNO<br />

SOMMINISTRATA 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005<br />

ORALE 127 184 180 188 240 192 96<br />

DIETA COMUNE<br />

ORALE 23 24 36 33 39 55 38<br />

DIETA MODIFICATA*<br />

S.N.G. 9 20 24 32 43 22 12<br />

P.E.G.<br />

N.P.T. 2 3 3 1 3 1<br />

TOTALE 159 230 243 256 323 272 147<br />

* Dieta orale modificata: consistenza dell’alimento (semisolido/semiliquido) o con aggiunta di <strong>in</strong>tegratori<br />

pattern di deglutizione o di<br />

strategie di compenso e<br />

adeguate capacità di<br />

automonitoraggio;<br />

d) valutazione degli <strong>in</strong>dicatori di<br />

recupero, considerando che<br />

<strong>in</strong>dicatori negativi ai f<strong>in</strong>i di un<br />

recupero funzionale nel lungo<br />

term<strong>in</strong>e sono costituiti da<br />

severità dello stroke,<br />

presenza di afasia, lesioni a<br />

carico della corteccia frontale<br />

e <strong>in</strong>sulare, lesioni corticali<br />

bilaterali;<br />

e) sul ruolo della presenza di<br />

uno stato lacunare e dell’età<br />

del paziente come fattori<br />

predittivi del recupero sussiste<br />

pieno accordo;<br />

f) bilancio cl<strong>in</strong>ico funzionale<br />

della disfagia e/o<br />

videofluoroscopia.<br />

La fase di svezzamento vera e<br />

propria prevede il passaggio dai<br />

cibi di “stimolazione” alla<br />

nutrizione orale f<strong>in</strong>o allo<br />

svezzamento def<strong>in</strong>itivo della<br />

nutrizione enterale. I cibi di<br />

stimolazione sono costituiti da<br />

alimenti di consistenza molle,<br />

somm<strong>in</strong>istrati <strong>in</strong>izialmente una<br />

volta al giorno f<strong>in</strong>o a tre volte<br />

al giorno.<br />

All’<strong>in</strong>izio dello svezzamento la NE<br />

dovrebbe essere organizzata <strong>in</strong><br />

modo da fornire solo il 75% delle<br />

richieste energetiche così da<br />

mantenere la sensazione di fame,<br />

ponendo attenzione che<br />

il paziente sia <strong>in</strong> grado<br />

di <strong>in</strong>tegrare il deficit calorico e<br />

mantenga il peso.<br />

L’elemento chiave per il<br />

completo passaggio alla<br />

nutrizione orale è costituito<br />

dalla capacità del paziente di<br />

raggiungere e mantenere<br />

un’adeguata idratazione,<br />

considerando che pazienti<br />

disfagici alimentati oralmente<br />

con <strong>in</strong>tegrazione di addensanti<br />

per i liquidi non raggiungono<br />

livelli ottimali di idratazione<br />

rispetto ai pazienti con NE e<br />

supplemento per via endovenosa<br />

di liquidi.<br />

La tabella 1 presenta una s<strong>in</strong>tesi<br />

di tutti gli anni di attività della<br />

Stroke Unit di Portogruaro<br />

dal 7 maggio 1999 al 31 agosto<br />

2005, che riguarda l’approccio<br />

nutrizionale ai pazienti ricoverati.


18 Scienza e Management<br />

l’<strong>in</strong>fermiere 1/2006<br />

▼<br />

EMODIALISI IN<br />

TERAPIA INTENSIVA<br />

PASQUALE LA TORRE, IP<br />

CLINICA MEDICA E IMMUNOLOGIA, AZIENDA<br />

OSPEDALIERA E UNIVERSITARIA DI PARMA<br />

L’assistenza <strong>in</strong>fermieristica<br />

al paziente critico durante<br />

emodialisi, si configura come<br />

attività complessa e ad alta<br />

specializzazione.<br />

L’emodialisi presso altre terapie<br />

<strong>in</strong>tensive (Cardiochirurgia, Tipo,<br />

Rianimazione), viene eseguita<br />

dall’<strong>in</strong>fermiere del reparto Rene<br />

Acuti o Cronici <strong>in</strong> regime<br />

di reperibilità.<br />

Lo stesso viene attivato dal<br />

personale del Reparto Acuti, riceve<br />

le disposizioni scritte dai medici<br />

strutturati del Reparto Acuti,<br />

o <strong>in</strong> casi eccezionali (notte, festivi),<br />

dal medico di guardia. Tranne casi<br />

di assoluta urgenza, la dialisi<br />

non <strong>in</strong>izia se non sono disponibili<br />

le disposizioni scritte,<br />

che non possono essere modificate<br />

da altri medici; nel caso<br />

si verificasse questa circostanza,<br />

l'<strong>in</strong>fermiere ne <strong>in</strong>forma il medico<br />

strutturato del Reparto Acuti.<br />

Durante l’emodialisi, sarebbe<br />

opportuno non effettuare manovre<br />

<strong>in</strong>vasive con potenziali effetti<br />

negativi sull’emod<strong>in</strong>amica e la<br />

funzione respiratoria del paziente<br />

(broncoscopia, Cvc, toracentesi).<br />

Il Ccv per dialisi, salvo casi<br />

di reale urgenza, non andrebbe<br />

utilizzato per altri scopi;<br />

se questo si verificasse, sarebbe<br />

opportuno avvisare il medico<br />

del Reparto Acuti. L’<strong>in</strong>fermiere,<br />

dopo avere effettuato una<br />

valutazione prelim<strong>in</strong>are mediante<br />

i parametri vitali, gli esami<br />

di laboratorio,<br />

il materiale disponibile per<br />

la dialisi, <strong>in</strong>forma il personale che<br />

ha la presa <strong>in</strong> carico del paziente<br />

(<strong>in</strong>fermiere, medico) sulle<br />

disposizioni generali<br />

del trattamento, come la durata,<br />

il calo ponderale, il bagno<br />

di potassio, qu<strong>in</strong>di <strong>in</strong>izia<br />

l’emodialisi con le manovre<br />

e gli <strong>in</strong>terventi del caso.<br />

CENNI LEGISLATIVI<br />

Prima di entrare nel merito<br />

dell’assistenza diretta al paziente,<br />

vengono brevemente analizzate<br />

le norme che regolano<br />

le competenze e la posizione<br />

giuridica dell’<strong>in</strong>fermiere<br />

nell’esercizio delle sue funzioni.<br />

Il Dm 739/94 (profilo<br />

professionale), la legge 42/99,<br />

la legge 251/2000 e il Codice<br />

deontologico del 1999,<br />

def<strong>in</strong>iscono <strong>in</strong> maniera chiara che<br />

l’<strong>in</strong>fermiere è il responsabile<br />

dell’assistenza <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i<br />

preventivi, curativi, palliativi e<br />

riabilitativi, sottol<strong>in</strong>eando <strong>in</strong>oltre<br />

il concetto di autonomia e<br />

responsabilità determ<strong>in</strong>ato dai<br />

livelli di conoscenza e dalle<br />

competenze conseguiti con<br />

la formazione base e post-base.<br />

Nelle diverse realtà ospedaliere o<br />

territoriali, si configurano come<br />

riferimenti normativi le l<strong>in</strong>ee<br />

guida, i protocolli e le procedure,<br />

che devono necessariamente<br />

essere accreditati secondo<br />

le disposizioni legislative vigenti.<br />

Per concludere, si sottol<strong>in</strong>ea<br />

l’importanza della legge 626/94<br />

che discipl<strong>in</strong>a la sicurezza sul<br />

luogo di lavoro. Nella fattispecie,<br />

si ricorda il comma 1 dell’articolo<br />

5, che comporta una presa d’atto<br />

molto significativa nei contesti<br />

riguardanti la dialisi e le terapie<br />

<strong>in</strong>tensive, data la struttura,<br />

le apparecchiature e le frequenti<br />

situazioni d’urgenza: “Ciascun<br />

lavoratore deve prendersi cura<br />

della propria sicurezza, della<br />

propria salute e di quella delle<br />

altre persone presenti nel luogo<br />

di lavoro, su cui possono ricadere<br />

gli effetti delle sue azioni o<br />

omissioni...”.<br />

ASSISTENZA<br />

INFERMIERISTICA<br />

L’assistenza <strong>in</strong>fermieristica <strong>in</strong><br />

corso di dialisi al paziente critico,<br />

è caratterizzata da una<br />

significativa componente tecnica,<br />

dagli aspetti cl<strong>in</strong>ici e terapeutici<br />

tipici dell’IRA e dal grado<br />

di <strong>in</strong>terazione comunicativa tra<br />

paziente e operatore.<br />

Gli <strong>in</strong>terventi <strong>in</strong>fermieristici si<br />

basano pr<strong>in</strong>cipalmente sulle<br />

operazioni di attacco e stacco<br />

dialisi, monitoraggio <strong>in</strong>tensivo<br />

dei parametri vitali, controllo e<br />

gestione dei dati<br />

dell’apparecchio, provvedimenti<br />

terapeutici prescritti e<br />

dall’osservazione e l’ascolto<br />

dei segni e s<strong>in</strong>tomi.<br />

Tutti i dati riguardanti il tipo<br />

di attività descritto sopra,<br />

vengono trascritti sulla scheda<br />

“Dialisi Esterne”, documento<br />

questo che consente<br />

la descrizione di un quadro<br />

completo concernente la dialisi e<br />

favorisce gli operatori <strong>in</strong>teressati<br />

per valutazioni di tipo cl<strong>in</strong>ico,<br />

assistenziale, scientifico e legale.<br />

Le precauzioni terapeutiche che<br />

vengono adottate <strong>in</strong> corso di<br />

emodialisi sono le seguenti:<br />

• evitare la somm<strong>in</strong>istrazione di<br />

Epar<strong>in</strong>a;<br />

• la NPT e la NE si proseguono;<br />

• se la glicemia è < 250, si<br />

<strong>in</strong>terrompe l<strong>in</strong>fusione di<br />

<strong>in</strong>sul<strong>in</strong>a, se è > 250 , si cont<strong>in</strong>ua<br />

l’<strong>in</strong>fusione di <strong>in</strong>sul<strong>in</strong>a e si<br />

controlla la glicemia ogni ora;<br />

• evitare la somm<strong>in</strong>istrazione di<br />

emazie concentrate dalle l<strong>in</strong>ee<br />

dialisi per evitare il rischio di<br />

coagulazione;<br />

• segnalare la somm<strong>in</strong>istrazione di<br />

derivati del sangue, colloidi,<br />

variazione di farmaci <strong>in</strong>otropi.<br />

COMPLICANZE DURANTE<br />

EMODIALISI<br />

Le maggiori complicanze che si<br />

possono verificare durante dialisi<br />

sono l’ipotensione arteriosa,<br />

i disturbi del ritmo cardiaco,<br />

l’ipertensione arteriosa,<br />

l’emorragia esterna, la febbre,<br />

l’ipotermia, i crampi muscolari,<br />

l’embolia gassosa. Qui di seguito<br />

vengono descritte le pr<strong>in</strong>cipali<br />

cause e <strong>in</strong>terventi; quando si cita<br />

la somm<strong>in</strong>istrazione di farmaci, è<br />

del tutto evidente che questa<br />

deve essere prescritta dal medico<br />

presente o concordata sulla base<br />

di protocolli accreditati.<br />

IPOTENSIONE<br />

Cause<br />

• ultrafiltrazione eccessiva;<br />

• <strong>in</strong>sufficienza cardiaca;<br />

•disturbi del ritmo;<br />

• emorragia <strong>in</strong>terna o esterna; -<br />

shock (settico- anafilattico) -<br />

farmaci;<br />

• ipoglicemia.<br />

Interventi<br />

• posizione trentelemburg;<br />

• sospensione temporanea<br />

dell' ultrafiltrazione;<br />

• somm<strong>in</strong>istrazione di colloidi;<br />

• riduzione del calo complessivo;<br />

•eventuale aumento dei farmaci<br />

isotropi.<br />

DISTURBI DEL RITMO CARDIACO<br />

Cause<br />

• squilibri elettrolitici;<br />

• <strong>in</strong>farto;<br />

• ipossia;<br />

• farmaci.<br />

Interventi<br />

• controllo del bagno dialisi<br />

(concentrazione di potassio);<br />

• ulteriore controllo degli<br />

elettroliti ematici (evitare<br />

l’emolisi durante il prelievo) e<br />

bicarbonati;<br />

• Ecg;<br />

•eventuale somm<strong>in</strong>istrazione<br />

della <strong>terapia</strong> specifica.<br />

FEBBRE<br />

Cause<br />

• <strong>in</strong>fezioni;<br />

•reazione anafilattica (filtro<br />

dialisi);<br />

• errore di impostazione dati<br />

apparecchio (temperatura<br />

bagno dialisi).<br />

Interventi<br />

• controllo dei PV;<br />

• controllo delle impostazioni<br />

dell’apparecchio;<br />

•graduale raffreddamento del<br />

liquido dialisi;<br />

• controllo del potassio (per<br />

emolisi);<br />

• somm<strong>in</strong>istrazione della <strong>terapia</strong><br />

specifica;<br />

•eventuale emocoltura;<br />

• ispezione emergenza Cvc;<br />

•stacco dialisi se c’è sospetto<br />

di reazione da filtro.<br />

IPOTERMIA<br />

Cause<br />

•temperatura del liquido dialisi<br />

molto bassa (es. 35°);<br />

• farmaci vasocostrittori;<br />

• ambiente esterno<br />

eccessivamente freddo.<br />

Interventi<br />

• controllo dei PV;<br />

•graduale aumento della<br />

temperatura del liquido di<br />

dialisi;<br />

• coprire il paziente con panno o<br />

coperta termica.<br />

CRAMPI MUSCOLARI<br />

Cause<br />

• eccessivo calo ponderale;<br />

• ipossia muscolare;<br />

• squilibri elettrolitici.<br />

Interventi<br />

• momentanea sospensione del<br />

calo ponderale;<br />

• controllo delle impostazioni<br />

dell’apparecchio;<br />

• iperestensione degli arti<br />

<strong>in</strong>feriori;<br />

• somm<strong>in</strong>istrazione di soluzioni<br />

concentrate ipertoniche (Nacl o<br />

glucosata al 33%).<br />

EMBOLIA GASSOSA<br />

Cause<br />

• <strong>in</strong>troduzione di aria attraverso la<br />

l<strong>in</strong>ea sangue di rientro.<br />

Interventi<br />

• sospendere immediatamente il<br />

flusso sangue;<br />

• chiudere i morsetti delle l<strong>in</strong>ee<br />

sangue;<br />

•aspirare con una sir<strong>in</strong>ga<br />

da 50 cc dalla l<strong>in</strong>ea dove si è<br />

<strong>in</strong>trodotta l’aria;<br />

• posizionare il paziente sul fianco<br />

s<strong>in</strong>istro con la testa <strong>in</strong> basso e<br />

gli arti <strong>in</strong>feriori sollevati, <strong>in</strong><br />

modo che l’aria prende la via<br />

dell’atrio destro;<br />

• controllo dell’<strong>in</strong>tegrità del Cvc.<br />

L’assistenza <strong>in</strong>fermieristica <strong>in</strong><br />

corso di emodialisi al paziente<br />

critico, nel contesto delle <strong>terapia</strong><br />

<strong>in</strong>tensiva, è fortemente<br />

<strong>in</strong>fluenzata dal monitoraggio<br />

cont<strong>in</strong>uo e <strong>in</strong>vasivo e dalla<br />

presenza di tutti quegli operatori<br />

(<strong>in</strong>fermieri, medici, anestesisti)<br />

che <strong>in</strong>teragiscono <strong>in</strong> tempo reale<br />

su tutte le problematiche<br />

cl<strong>in</strong>iche.<br />

Infatti, alcuni passaggi del<br />

processo di nurs<strong>in</strong>g, come<br />

la formulazione delle diagnosi o<br />

la pianificazione, e alcune<br />

attività di vita, come la<br />

comunicazione, risultano<br />

difficilmente applicabili nei<br />

tempi circoscritti del<br />

trattamento e <strong>in</strong> condizioni di<br />

grave <strong>in</strong>stabilità del paziente.


Nel tentativo di favorire un<br />

approccio mirato sotto il profilo<br />

<strong>in</strong>fermieristico, si ricorda che<br />

strumenti di valutazione, come<br />

la Scala di Ramsey (livello di<br />

sedazione), possono aiutare a<br />

comprendere il grado di<br />

<strong>in</strong>terazione paziente-operatore e<br />

a valutare dati soggettivi<br />

(s<strong>in</strong>tomi, disturbi ecc).<br />

Va ricordato <strong>in</strong>oltre che <strong>in</strong><br />

situazioni di relativa stabilità del<br />

paziente e di periodi prolungati<br />

di trattamento dialitico, alcune<br />

diagnosi <strong>in</strong>fermieristiche (come<br />

“rischio deficit di volume<br />

liquido”, “eccesso di volume<br />

liquido”, “termoregolazione<br />

<strong>in</strong>efficace”, “modo di respirare<br />

<strong>in</strong>efficace”) precedono <strong>in</strong>terventi<br />

<strong>in</strong>fermieristici che vanno<br />

dalla posizione trentelemburg,<br />

nel caso di ipotensione,<br />

alla posizione del malato<br />

sul fianco s<strong>in</strong>istro, nel sospetto<br />

di embolia gassosa.<br />

Il processo assistenziale, si rende<br />

qu<strong>in</strong>di <strong>in</strong>dispensabile come<br />

approccio, al f<strong>in</strong>e di orientare<br />

l’azione <strong>in</strong> una logica di<br />

L’<strong>in</strong>fermiere<br />

ORGANO UFFICIALE<br />

DELLA FEDERAZIONE NAZIONALE<br />

COLLEGI IPASVI<br />

Direttore responsabile:<br />

Annalisa Silvestro,<br />

Comitato editoriale:<br />

Mar<strong>in</strong>ella D'Innocenzo,<br />

Danilo Massai, Gennaro Rocco,<br />

Loredana Sasso, Annalisa Silvestro,<br />

Giovanni Valerio,<br />

Franco Vallicella<br />

Responsabile dei servizi editoriali:<br />

Emma Martellotti<br />

autonomia e responsabilità<br />

nell’ambito di contesti ad alta<br />

complessità assistenziale.<br />

SICUREZZA<br />

PER IL PAZIENTE<br />

E GLI OPERATORI<br />

Un tema che merita il dovuto<br />

approfondimento è quello<br />

della sicurezza. La legge 626/94<br />

attribuisce precise<br />

responsabilità <strong>in</strong> merito<br />

alla propria salute e quella<br />

degli altri. A tale proposito,<br />

si descrivono i pr<strong>in</strong>cipali<br />

problemi <strong>in</strong> corso<br />

di emodialisi e le relative<br />

raccomandazioni.<br />

Rischi per il paziente<br />

•Trasmissione di corrente<br />

elettrica (mancato isolamento<br />

di protezione, mancanza<br />

di presa a terra);<br />

•batteremia (soprattutto se<br />

portatore di Cvc);<br />

• embolia gassosa (errata chiusura<br />

delle l<strong>in</strong>ee dialisi).<br />

Rischi per il personale:<br />

• Infezioni virali tipo Hcv, per<br />

Servizi editoriali:<br />

IEP<br />

ITALPROMO ESIS PUBLISHING<br />

Via Vittore Carpaccio, 18 - 00147 Roma<br />

tel. 06.6465031; e-mail: laredazione@ihg.it<br />

Coord<strong>in</strong>atore: Cesare Fassari<br />

Redazione: Eva Antoniotti, Lucia Conti, Mariano Ramp<strong>in</strong>i,<br />

Stefano Simoni, Riccardo Tomassetti<br />

Segreteria di Redazione: Lorena Giudici<br />

Ufficio Grafico: Daniele Lucia, Barbara Rizzuti<br />

Scienza e Management 19<br />

punture o contam<strong>in</strong>azione delle<br />

mucose (<strong>in</strong> Italia la prevalenza<br />

media antiHcv nei centri dialisi<br />

varia dal 25 al 35% e l’<strong>in</strong>cidenza<br />

di sieroconversione negli<br />

<strong>in</strong>fermieri è doppia rispetto a<br />

quella dei pazienti: 1.67 verso<br />

0.83);<br />

•trasmissione di corrente elettrica.<br />

L’alto grado di rischio fisico e<br />

biologico, a cui sono sottoposti<br />

i pazienti e gli operatori, impone<br />

un’accurata sorveglianza<br />

dell’igiene lavorativa, pertanto<br />

sarebbe opportuno e doveroso<br />

adeguarsi alle seguenti.<br />

Raccomandazioni<br />

• Indossare sempre i guanti<br />

quando si manipolano i Cvc,<br />

la macch<strong>in</strong>a dialisi, i tubi<br />

di scarico e i presidi che sono<br />

stati utilizzati per il trattamento;<br />

• effettuare le procedure<br />

di attacco e stacco dialisi,<br />

sempre <strong>in</strong> modo sterile<br />

e <strong>in</strong>dossando i dispositivi<br />

<strong>in</strong>dividuali di sicurezza;<br />

• maneggiare le l<strong>in</strong>ee dialisi solo<br />

se strettamente necessario.<br />

Editore: Federazione nazionale dei Collegi <strong>Ipasvi</strong><br />

Via Agost<strong>in</strong>o Depretis, 70 - 00184 Roma<br />

tel. 06/46200101,<br />

fax 06/46200131, www.ipasvi.it<br />

Periodicità: mensile<br />

Stampa: Elcograf, un marchio della Pozzoni Spa,<br />

Beverate di Brivio (Lc)<br />

Fotografie e illustrazioni:<br />

Archivio Italpromo Esis Publish<strong>in</strong>g,<br />

Fabio Ruggiero, Enzo Lazzaro<br />

CONCLUSIONI<br />

Considerata l’emodialisi<br />

come tecnica ad alta<br />

specializzazione, che comporta<br />

una serie di rischi e che viene<br />

effettuata al paziente critico<br />

ricoverato <strong>in</strong> Terapia <strong>in</strong>tensiva,<br />

si sottol<strong>in</strong>eano<br />

i concetti riguardanti:<br />

• l’adeguata conoscenza teoricopratica<br />

degli <strong>in</strong>fermieri che<br />

eseguono la dialisi;<br />

•la conoscenza del proprio<br />

campo di azione <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i<br />

di autonomia e responsabilità;<br />

• una elevata sensibilità verso<br />

i problemi della sicurezza;<br />

• un buon livello<br />

di collaborazione<br />

<strong>in</strong>terprofessionale <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i<br />

cl<strong>in</strong>ici assistenziali<br />

e comunicativi;<br />

• la formazione del personale<br />

a tutti i livelli come priorità<br />

e risorsa, al f<strong>in</strong>e di garantire<br />

maggiore qualità al sistema<br />

che pone al centro i bisogni<br />

e l’<strong>in</strong>tegrità del paziente.<br />

Registrazione: del Tribunale di Roma n. 10022 del 17/10/64<br />

Spedizione: <strong>in</strong> abbonamento postale, comma 2, art. 1, DL<br />

24/12/2003 n. 353 convertito con legge 27/2/2004 n. 46 - Roma<br />

- Taxe perçue per estero<br />

F<strong>in</strong>ito di stampare nel mese di gennaio 2006<br />

La riproduzione e la ristampa, anche parziali, di articoli e<br />

immag<strong>in</strong>i del giornale sono formalmente vietate senza la<br />

debita autorizzazione dell’editore. Questa rivista le è stata<br />

<strong>in</strong>viata tramite abbonamento: l’<strong>in</strong>dirizzo <strong>in</strong> nostro<br />

[SEGUE] ▼<br />

possesso verrà utilizzato, oltre che per l’<strong>in</strong>vio della rivista,<br />

anche per l’<strong>in</strong>vio di altre riviste o per l’<strong>in</strong>vio di proposte di<br />

abbonamento. Ai sensi della legge 675/96 è nel suo diritto<br />

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dati <strong>in</strong> nostro possesso.<br />

L’Editore è a disposizione di tutti gli eventuali proprietari<br />

dei diritti sulle immag<strong>in</strong>i riprodotte, nel caso non si fosse<br />

riusciti a reperirli per chiedere debita autorizzazione.

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