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"Il Notiziario" in pdf - CAI - Sezione di Pordenone

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l’<strong>in</strong>tenso allenamento <strong>in</strong>vernale. Contrariamente<br />

alle previsioni da più parti avventatamente<br />

annunciate, l’<strong>in</strong>verno si è <strong>in</strong>vece pro-<br />

lungato fi no a primavera <strong>in</strong>oltrata. A maggio<br />

eravamo ancora beatamente adagiati sotto<br />

gli umi<strong>di</strong> e fred<strong>di</strong> vapori della Val de Croda<br />

sognando i Comici, i Cass<strong>in</strong> e soci, conv<strong>in</strong>-<br />

ti <strong>di</strong> poterne calcarne al più presto le gesta<br />

eroiche: passaggi strapiombanti, traversi nel<br />

vuoto, spigoli a tagliare il cielo… il tutto con<strong>di</strong>to<br />

da abbondanti bevute <strong>di</strong> birra per r<strong>in</strong>fre-<br />

scare le provate membra.<br />

Le settimane trascorrevano lente e fi nalmen- nalmente,<br />

ai primi <strong>di</strong> giugno, sembrava che l’anticiclone<br />

delle Azzorre volesse concederci il pri-<br />

mo fi ne settimana per sfogare tutta la nostra<br />

capacità arrampicatoria. Giusto il tempo <strong>di</strong><br />

dare un’occhiat<strong>in</strong>a al meteo per le doverose<br />

conferme, e poi... via!<br />

<strong>Il</strong> ritrovo prima dell’alba è al solito posto. Poi<br />

su <strong>di</strong> corsa lungo la Valcell<strong>in</strong>a, evitando d’<strong>in</strong>vestire<br />

qualche sprovveduta volpe o capriolo...<br />

All’improvviso, appena sbucati dall’ulti-<br />

ma galleria del Vajont, un bagliore fulm<strong>in</strong>eo<br />

ed un forte tuono anticipano una tagliente<br />

grand<strong>in</strong>ata; imperterriti come nulla fosse,<br />

scen<strong>di</strong>amo verso Longarone alla ricerca <strong>di</strong><br />

un punto <strong>di</strong> ristoro. <strong>Il</strong> rovescio <strong>di</strong> pioggia non<br />

ha alcuna <strong>in</strong>tenzione <strong>di</strong> smettere; trascor-<br />

riamo <strong>di</strong>versi m<strong>in</strong>uti <strong>in</strong> un bar e, davanti ad<br />

un buon caffè, rileggiamo la relazione della<br />

salita. Intanto il panifi cio <strong>di</strong> fronte apre le<br />

serrande; <strong>di</strong>voriamo prelibate brioches alla<br />

crema e pan<strong>in</strong>i al cioccolato, tanto per <strong>in</strong>-<br />

gannare il tempo e riempirci <strong>di</strong> carboidrati;<br />

durante l’<strong>in</strong>verno abbiamo imparato che una<br />

buona dose <strong>di</strong> carboidrati mattut<strong>in</strong>i sono la<br />

“benz<strong>in</strong>a” dell’alp<strong>in</strong>ista. <strong>Il</strong> temporale, con<br />

grand<strong>in</strong>e trasformata <strong>in</strong> pioggia, non vuole<br />

fi nire; la macch<strong>in</strong>a procede mestamente sul-<br />

la strada del ritorno, non senza fermarsi a<br />

Claut per una doverosa sosta nella nota ma- ma-<br />

celleria del paese (non sia mai detto che si<br />

mangi companatico senza la carne secca del<br />

Fabrizio). La giornata si conclude a Dardago<br />

con l’ennesimo allenamento, ma non ci per-<br />

<strong>di</strong>amo d’animo e siamo sicuri che il prossimo<br />

fi ne settimana sarà quello decisivo. La par-<br />

tenza successiva avviene nel bel mezzo della<br />

notte: meta <strong>di</strong>chiarata, ma non proclamata<br />

per scaramanzia, le pareti nord delle Lavare-<br />

do; siamo carichi d’entusiasmo come bombe a<br />

orologeria! Alle prime luci del giorno stiamo<br />

già parcheggiando nei pressi del Rifugio Au-<br />

ronzo. È una giornata splen<strong>di</strong>da, senza una<br />

nuvola nel raggio <strong>di</strong> chilometri. Doppiamo<br />

frettolosamente i bastioni meri<strong>di</strong>onali per attraversare<br />

sotto le pareti nord. <strong>Il</strong> cielo è ancora<br />

più terso e non <strong>di</strong>amo peso ad un signi-<br />

fi cativo tichettio che sentiamo alla base delle<br />

rocce. Arriviamo <strong>in</strong> mezzo alla Grande e no-<br />

tiamo uno stillici<strong>di</strong>o che scende lontano dalle<br />

nostre teste. All’attacco c’è già una cordata<br />

che ci precede; le mie conoscenze l<strong>in</strong>guistiche<br />

mi fanno capire che sono d’oltralpe. I due,<br />

Fritz e Franz, partono veloci e noi, per non<br />

essere da meno, subito <strong>di</strong>etro; quello davanti<br />

attacca il terzo tiro e sembra che nella scar-<br />

petta si sia <strong>in</strong>fi lato il piede scivoloso <strong>di</strong> gatto<br />

Silvestro. “Fritz, wie geht’s”? - gli domando<br />

come va… e quello, <strong>di</strong> rimando, grugnisce:<br />

“Nass!”, umido… Esorto il mio compagno a<br />

raggiungermi <strong>in</strong> sosta e Said, tutto bagna-<br />

to e trafelato, per tutta risposta mi accusa<br />

<strong>di</strong> pazzia; <strong>in</strong>fatti una vera e propria cascata<br />

d’acqua si versa sulle nostre teste. Sarà stato<br />

lo scioglimento delle nevi o l’acqua assorbita<br />

durante le precedenti piovose settimane, sta<br />

<strong>di</strong> fatto che la parete sputa acqua da tutte<br />

le parti. Ennesimo mesto ritorno <strong>in</strong> pianura,<br />

non senza l’ormai tra<strong>di</strong>zionale passaggio al<br />

panifi cio <strong>di</strong> cui sopra.<br />

Non sappiamo a quale Santo del Cielo appel- appel-<br />

larci e perfi no alcune danze propiziatorie con<br />

estemporanei riti me<strong>di</strong>o-orientali non sortiscono<br />

alcun effetto. Sembra proprio che que-<br />

st’anno si debba restare all’asciutto… ehm…<br />

al bagnato. La buona sorte, forse impietosita<br />

dalla nostra <strong>di</strong>sperazione, ci volge fi nalmente<br />

il suo lato migliore; riusciamo fi nalmente, <strong>in</strong><br />

una calda matt<strong>in</strong>a <strong>di</strong> fi ne giugno, a ripercor-<br />

rere una classica del nostro mito Cass<strong>in</strong>, ma<br />

non facciamo nemmeno <strong>in</strong> tempo ad uscire <strong>in</strong><br />

vetta, che una nuvoletta <strong>di</strong> fantozziana memoria<br />

si adagia sopra le nostre teste smor-<br />

zandoci la gioia sul viso. Arraffi amo corde e<br />

cord<strong>in</strong>i, e giù veloci <strong>in</strong> corda doppia; alla base<br />

una calura estiva ci secca la gola… Ci rallegriamo<br />

con una bella bevuta al rifugio pripri- 13

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