02.06.2013 Views

Tutto il numero - Associazioni Milano

Tutto il numero - Associazioni Milano

Tutto il numero - Associazioni Milano

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

38<br />

Un giudizio di Gustavo Zagrebelsky nella prefazione alle<br />

“Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana”<br />

IL REVISIONISMO STORICO<br />

DI OGGI:<br />

UN “NON FASCISMO-<br />

NON ANTIFASCISMO”<br />

Secondo <strong>il</strong> fervore revisionistico<br />

di oggi <strong>il</strong> carattere autentico dell’identità<br />

nazionale – più o meno<br />

chiaramente è detto - sarebbe rappresentato<br />

da quella parte maggiore<br />

del popolo italiano che<br />

avrebbe assistito da estraneo o<br />

con atteggiamenti di puro soccorso<br />

umanitario alla lotta di liberazione,<br />

in attesa degli eventi.<br />

Secondo questa visione, i combattenti<br />

sui due fronti, fascista e<br />

antifascista, rappresenterebbero<br />

una deviazione estranea alla nostra<br />

tradizione; una tradizione essenzialmente<br />

moderata, ost<strong>il</strong>e agli<br />

eccessi, aperta ad ogni aggiustamento<br />

e garantita dalla presenza<br />

stab<strong>il</strong>izzatrice della Chiesa cattolica.<br />

Gli uni e gli altri, insieme<br />

alla lotta mortale che combatterono<br />

e alle ragioni etiche e politiche<br />

che li contrapposero, sarebbero<br />

così da condannare alla<br />

pubblica dimenticanza, come elementi<br />

accidentali e fattori di perturbazione<br />

della storia che autenticamente<br />

appartiene al popolo<br />

italiano.<br />

In questo modo, fascismo e antifascismo<br />

sono prima accomunati<br />

in un medesimo giudizio di equivalenza,<br />

per poter poi essere congiuntamente<br />

estromessi in nome<br />

di una particolare concezione della<br />

nostra identità come nazione.<br />

All’antifascismo, quale fattore<br />

costitutivo delle istituzioni e della<br />

vita repubblicana, verrebbe così<br />

a costituirsi qualcosa come un<br />

“non fascismo-non antifascismo”,<br />

conforme al genio, che si pretende<br />

propriamente italiano, di procedere<br />

diritto tra gli opposti eccessi.<br />

Questa tendenza è pienamente<br />

in atto nel senso comune<br />

alimentata da una storiografia e<br />

una memorialistica sorprenden-<br />

temente sicura di sé nelle definizioni<br />

dell’attendismo come virtù<br />

di saggezza pratica, invece che<br />

come vizio di apatia: una storiografia<br />

che, quando si avventura<br />

su sim<strong>il</strong>i strade, è più ideologia<br />

che scienza.<br />

Chi ha lasciato la vita per una ragione<br />

ideale sul fronte antifascista,<br />

ma, allo stesso modo, anche<br />

chi ha combattuto sul fronte opposto,<br />

certo sarebbe preso da un<br />

grande stupore nel constatare l’estendersi<br />

di un giudizio che non solo<br />

assolve ma addirittura valorizza<br />

l’atteggiamento di chi è stato<br />

a guardare, per poi goderne i<br />

frutti col sacrificio di altri. Ne<br />

trarrebbe anche motivo di grande<br />

sconforto e offesa, a causa della<br />

condanna e del disprezzo che<br />

quel giudizio implica.<br />

Tra le leggi di Solone – come riferisce<br />

Plutarco – ve n’era una,<br />

del tutto particolare e sorprendente<br />

che privava dei diritti civ<strong>il</strong>i<br />

coloro i quali, durante una “stasi”<br />

(un conflitto tra cittadini), non<br />

si fossero schierati con nessuna<br />

delle parti contendenti. Egli voleva,<br />

a quanto pare, che nessuno<br />

rimanesse indifferente e insensib<strong>il</strong>e<br />

di fronte al bene comune, ponendo<br />

al sicuro i suoi averi e facendosi<br />

bello col non partecipare<br />

ai dolori e ai mali della patria;<br />

ma volendo che ognuno, unitosi a<br />

coloro che agivano per la causa<br />

migliore e più giusta, si esponesse<br />

ai loro pericoli e portasse aiuto,<br />

piuttosto che attendere al sicuro<br />

di schierarsi dalla parte dei vincitori.<br />

GUSTAVO ZAGREBELSKY<br />

Prefazione alle “Lettere dei<br />

condannati a morte della<br />

Resistenza italiana”<br />

La “Memoria”<br />

Era gremita di sardi e di cittadini locali<br />

la Sala delle Carrozze a V<strong>il</strong>la Marazzi<br />

di Cesano Boscone (città di 25000 abitanti<br />

alle porte di M<strong>il</strong>ano), per la presentazione<br />

del libro postumo di Pietro<br />

Tola, Il lager nel bosco. Due anni di<br />

lavoro forzato nei campi di concentramento<br />

tedeschi, 1943-1945 (Cagliari,<br />

CUEC, 2001), curato dai figli Salvatore<br />

e Giovanni Tola, con prefazione del<br />

prof. Manlio Brigaglia, presidente<br />

dell’Istituto sardo per la storia della<br />

Resistenza e dell’autonomia (Issra).<br />

Con questa iniziativa <strong>il</strong> circolo dei sardi<br />

“Domo Nostra”, preseduto da Mario<br />

Piu, ha dato un significativo contributo,<br />

a nome dei sardi della Lombardia<br />

e di tutta l’Italia continentale alla celebrazione<br />

nazionale della Giornata<br />

della Memoria, che vuole ricordare le<br />

persecuzioni subite sia dal popolo ebraico<br />

che dai deportati m<strong>il</strong>itari e politici<br />

italiani nei campi nazisti.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!