Pesco: cultiVar consiGliate e Portinnesti - InfoKeeper

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1 2 1 2 varietà e portinnesti consigliati lista Di ProGrammazione 2009 Pesche e nettarine a PolPa bianca Cultivar ammesse ± Red Haven alipersiè* (PB) magique ® maillarmagie* (NB) 6 alirosada* (PB) 12 silver Giant* (NB) 26 ® Marchio registrato * Protezione brevettuale 36 Cultivar ammesse alla sperimentazione estesa aliblanca* (Pb)
<strong>Portinnesti</strong> Del <strong>Pesco</strong> varietà e portinnesti consigliati Nel caso si utilizzino per i nuovi impianti terreni che non hanno mai ospitato pesco o in successione con altri fruttiferi (actinidia, melo, ecc.), i portinnesti più idonei da utilizzare vanno scelti nell’ambito del gruppo dei Franchi. Attualmente si hanno a disposizione alcuni linee di franchi selezionati caratterizzate da un’elevata omogeneità dei semenzali e stato fitosanitario controllato. In generale si adattano a terreni di medio impasto o sciolti. Non sono da utilizzare in terreni con elevate percentuali di calcare attivo o soggetti a ristagni idrici. Tra i numerosi materiali sperimentati, i consigliati sono riportati nella relativa tabella e di seguito brevemente descritti. montclar ® chanturgue* E’ uno dei portinnesti più utilizzati in Piemonte. E’ stato selezionato in Francia dove è molto diffuso, anche per l’albicocco. Ha sostituito i vecchi franchi da seme, (Yugoslavi, Missour, ecc.) grazie al controllato e certificato stato fitosanitario. Induce un’elevata vigoria paragonabile a quella del GF 677. Si adatta bene a cultivar con medio-debole vigoria o in terreni di medio-scarsa fertilità. b2 e a5 Sono due selezioni di franco ottenute presso il Dcdsl dell’Università di Pisa. B2, ha una vigoria intermedia ideale in combinazione con buona parte delle cultivar in lista. A , appartiene alla classe di vigoria debole, ideale con cv vigorose e per impianti fitti. Il limite di questi portinnesti è la loro difficile reperibilità nel circuito vivaistico. REIMPIANTO Per il pesco è comune l’impianto in successione per più cicli produttivi. Tale pratica, definita “ristoppio”, pone però dei seri problemi. Le radici delle piante da frutto, ed in particolare del pesco, rilasciano nel terreno tossine (amigdalina, ecc.), che lo rendono inadatto a ri-ospitare la stessa specie (stanchezza del terreno). Il “franco”, ottenuto da semenzali della stessa specie può essere utilizzato per un solo ciclo produttivo; per gli impianti successivi occorre necessariamente ripiegare su portinnesti di specie botanicamente differenti e di provata idoneità al reimpianto. Sono disponibili a questo scopo materiali di varia e complessa origine botanica, suddivisi per classi di vigoria indotta e adattamento alle diverse tipologie pedologiche. GF 677 Incrocio di pesco per mandorlo largamente diffuso per l’ampia e sicura idoneità al reimpianto. Rappresenta il soggetto di riferimento per i terreni con elevata percentuale di calcare attivo e con scarsa disponibilità idrica; mentre è assolutamente da evitare nei terreni “pesanti”, asfittici, soggetti a ristagni idrici. Si colloca nella classe più alta di vigoria. Inadatto a terreni di elevata fertilità e in combinazione con cultivar vigorose. Ha un ciclo vegetativo molto lungo: germogliamento precoce e anticipo della fioritura espongono maggiormente il pescheto alle gelate tardive. Posticipa la maturazione di alcuni giorni rispetto ai susini. 1 3
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