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tutto molto soft

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n ALESSAnDRA BiOnDi BARTOLini<br />

Le schede tecniche dei vini, si sa,<br />

si somigliano un po’ tutte.<br />

Cambiano i vitigni e le zone ma<br />

poi tutti i vini sono l’espressione del loro<br />

territorio e in cantina per tutti loro si<br />

applicano tecniche di vinificazione <strong>soft</strong>.<br />

Ma cosa si intende in realtà per tecnica di<br />

vinificazione <strong>soft</strong>? È un modo per intendere<br />

qualsiasi tecnica di vinificazione adatta a<br />

ottenere vini di qualità o ci sono tecniche più<br />

<strong>soft</strong> di altre?<br />

in CAnTinA<br />

TUTTO<br />

MOLTO SOFT<br />

TRATTARE BENE LE UVE, DALLA RACCOLTA ALLA MACERAZIONE.<br />

CON MACCHINE E IMPIANTI TRADIZIONALI E NELLE SITUAZIONI HI-TECH<br />

In realtà il termine <strong>soft</strong> (in inglese si<br />

parla di gentle handling) sta a indicare<br />

un trattamento di rispetto per l’integrità<br />

della materia prima nelle fasi di raccolta,<br />

prefermentazione e ammostamento e per le<br />

vinacce nelle fasi successive di macerazione,<br />

svinatura e pressatura.<br />

Perché SOFT?<br />

Ci si potrebbe chiedere perché sia così<br />

importante evitare danni e rotture alle<br />

46<br />

VQ numero tre - giugno duemila12<br />

uve o alle vinacce se poi le prime verranno<br />

comunque schiacciate e le seconde pressate.<br />

I motivi sono diversi ma si potrebbero<br />

riassumere in un’unica regola: ogni fase<br />

di lavorazione deve essere fatta nei tempi<br />

opportuni e in modo controllato. Qualsiasi<br />

evento accidentale nel corso di un’operazione<br />

svolta con un altro scopo (come per esempio<br />

la rottura delle uve in fase di trasporto,<br />

caricamento o diraspatura), in quanto fuori<br />

controllo potrebbe essere di detrimento


MOG e caraTTeri<br />

indeSideraTi neL vinO<br />

negli studi pubblicati nel 2005 dal gruppo<br />

di ricerca del professor Alessandro Parenti<br />

del Deistaf dell’Univesità di Firenze, veniva<br />

valutata la composizione del MOG (Materials<br />

Other than Grapes) misurata all’uscita della<br />

pigiadiraspatrice (le sostanze estranee<br />

all’uva pertanto destinate a essere vinificate)<br />

e si osservava come i racimoli e i pezzi<br />

di raspo rappresentassero ben il 35% di<br />

questo materiale. in una sperimentazione<br />

successiva svolta dallo stesso gruppo di<br />

ricercatori presso il Consorzio Tuscania, è<br />

stato valutato inoltre l’impatto sensoriale di<br />

tale materiale sui vini finiti e si è osservato<br />

come dosi crescenti di MOG, formato da pezzi<br />

di raspo, portino a un’astringenza anch’essa<br />

crescente, dove per astringenza si intende la<br />

sensazione di ruvidità avvertita sui denti, data<br />

da quelli che vengono talvolta chiamati anche<br />

tannini verdi.<br />

per la qualità. Se ci pensiamo, in enologia ci<br />

sono numerosi altri esempi che ci portano<br />

ad adottare la regola sopra citata: una<br />

fermentazione indesiderata nel mosto di<br />

sgrondo del carro di raccolta (il mosto dovrà<br />

fermentare, è vero, ma nel momento giusto<br />

e nel modo in cui desideriamo che avvenga),<br />

una fermentazione malolattica durante un<br />

arresto di fermentazione ecc.<br />

Veniamo quindi al bon ton da adottare con<br />

le uve: perché trattarle bene? Cosa succede<br />

nel caso (frequente) in cui le operazioni<br />

che precedono la fase di ammostamento<br />

provochino la lacerazione dei grappoli<br />

e degli acini?<br />

raccOLTa e TraSPOrTO<br />

La prima rottura accidentale degli acini<br />

avviene durante le operazioni di raccolta e di<br />

trasporto delle uve. La vendemmia meccanica<br />

è sicuramente la maggiore indiziata, in<br />

quanto i battitori della vendemmiatrice<br />

possono colpire il grappolo provocando la<br />

rottura degli acini e la fuoriuscita di succo.<br />

Le vendemmiatrici più evolute e di ultima<br />

generazione non provocano il distacco<br />

dell’acino colpendo il grappolo,<br />

ma trasmettendo una vibrazione alle bacche,<br />

che tendono a distaccarsi dal pedicello e a<br />

cadere nelle tazze di convogliamento.<br />

Anche nella vendemmia manuale la cura della<br />

raccolta non è scontata. Le uve devono essere<br />

raccolte in cassette o trasferite delicatamente<br />

in carrelli a formare carichi di spessore<br />

limitato e naturalmente non devono essere<br />

mai schiacciate.<br />

La rottura degli acini e la lacerazione della<br />

buccia provocano la fuoriuscita di mosto, che<br />

va facilmente incontro a fenomeni ossidativi<br />

indesiderati e può essere terreno fertile per<br />

il proliferare di microrganismi spontanei<br />

presenti sulla buccia (batteri e lieviti).<br />

Un processo in genere sottovalutato ma<br />

importante in tutte le fasi prefermentative<br />

è legato all’azione dilavante del mosto sulle<br />

impurità presenti sulla buccia, come la<br />

polvere e i residui dei trattamenti fitoiatrici<br />

(soprat<strong>tutto</strong> rame e zolfo), dannosi per la<br />

qualità del vino, per la sua stabilità, per il<br />

regolare svolgimento delle fermentazioni e<br />

non ultimo per la salute del consumatore.<br />

Recentemente alcune ditte hanno<br />

proposto dei sistemi di lavaggio delle uve<br />

per l’eliminazione di tali impurità, ma<br />

naturalmente perché queste operazioni<br />

possano avere successo l’integrità degli acini<br />

rappresenta una condizione irrinunciabile.<br />

I convogliatori vibranti di nuova generazione,<br />

utilizzabili sia per le uve raccolte a macchina<br />

sia per quelle raccolte a mano, rappresentano<br />

un’ottima alternativa a coclee e nastri<br />

trasportatori. Questi nuovi dispositivi<br />

sono costituiti da un tappeto vibrante<br />

completamente o parzialmente grigliato per<br />

consentire lo sgrondo del mosto presente. Il<br />

POMPe adaTTe<br />

a OGni MaTeriaLe<br />

i trasferimenti delle uve (intere o diraspate),<br />

delle vinacce e successivamente dei vini,<br />

sono sicuramente un momento delicato<br />

da gestire in una vinificazione che si voglia<br />

definire <strong>soft</strong>. Le pompe più adatte alla<br />

movimentazione di liquidi densi o di miscele<br />

solido liquido sono le pompe volumetriche<br />

rotative a girante flessibile, le pompe mono e<br />

le pompe a lobi gommati.<br />

47<br />

VQ numero tre - giugno duemila12<br />

in CAnTinA<br />

Un convogliatore vibrante può essere utilizzato per<br />

alimentare in modo omogeneo un nastro per la cernita<br />

manuale.<br />

mosto, che come abbiamo visto rappresenta il<br />

prodotto di dilavamento di tutte le impurità<br />

presenti sulle uve, viene raccolto in una<br />

vaschetta inferiore e può essere recuperato,<br />

destinato alle linee di vinificazione di minore<br />

qualità o anche eliminato.<br />

Una soluzione alternativa potrebbe essere<br />

quella di sottopore il mosto di sgrondo anche<br />

per le uve rosse a un processo di chiarifica<br />

per decantazione statica, per eliminare le<br />

impurezze più grossolane.<br />

SgraneLLare O diraSPare?<br />

La fase successiva, quella della diraspatura,<br />

è probabilmente la più critica e cioè quella<br />

nella quale le uve vengono più facilmente<br />

maltrattate.


in CAnTinA<br />

PiGiadiraSPaTrici SOFT<br />

Casa produttrice Impianto Organi per la sgranellatura Azione Altra funzione<br />

Bucher Vaslin Delta Oscillis Gabbie oscillanti<br />

Milani Estasi<br />

È vero: immediatamente dopo, spesso dalla<br />

stessa macchina, dovranno essere pigiate. Ma<br />

la regola fondamentale con la quale abbiamo<br />

cominciato il nostro percorso rimane valida:<br />

non è ancora il momento adatto. Anzi direi<br />

senza esagerare che questo sia il momento<br />

più critico. Il principio su cui si basano le<br />

diraspatrici tradizionali infatti prevede un<br />

albero a martelli che, ruotando, provoca il<br />

distaccamento degli acini dai raspi e la loro<br />

separazione per azione centrifuga verso una<br />

gabbia forata dalla quale escono. Gli acini<br />

vengono colpiti e sopra<strong>tutto</strong> quelli con buccia<br />

più sottile sono destinati a rompersi e a fare<br />

fuoriuscire il succo e i vinaccioli, ma non solo.<br />

Gli organi in movimento determinano spesso<br />

anche la lacerazione dei raspi, aggravata<br />

talora dalla rottura delle parti più periferiche<br />

dei racimoli da parte dei bordi della gabbia<br />

forata. Una prima soluzione a questi problemi<br />

è offerta dalla possibilità di ridurre la violenza<br />

dell’impatto tra le pale della diraspatrice<br />

e l’azione di taglio dei bordi della gabbia.<br />

Per questo sono state sviluppate alcune<br />

soluzioni che consistono nell’equipaggiare<br />

le diraspatrici di pale in materiale plastico<br />

o rivestite in gomma e di gabbie speciali in<br />

materiale plastico (polietilene ad alta densità<br />

o Moplen) e con i bordi dei fori smussati<br />

(vedere box).<br />

Le diraspatrici di ultima generazione<br />

(che i produttori chiamano più volentieri<br />

sgranellatrici) hanno definitivamente<br />

eliminato il battitore e hanno sviluppato<br />

sistemi nei quali non vi sono organi<br />

Sgranellatrice ortodromica, movimento asincrono<br />

di un nastro trasportatore superiore con pioli in<br />

gomma e di una griglia vibrante inferiore<br />

Socma - distribuzione P.T.I. The Cube Pettini verticali flessibili con dita vibranti<br />

Armbruster Rotovib Albero oscillante e ruotante nella gabbia plastica<br />

Scharfenberger<br />

Euromachines<br />

meccanici che possano colpire direttamente<br />

e violentemente l’uva (tabella 1). Alcune,<br />

come la Delta Oscillys di Bucher, premio per<br />

l’Innovazione all’ultima edizione del Sitevi<br />

(2011), trasmettono all’uva un movimento<br />

oscillatorio (con ampiezza regolabile sulla<br />

base della varietà e del livello di maturazione)<br />

che provoca il distacco spontaneo degli acini<br />

dal loro pedicello. In altre sono presenti dita o<br />

pettini vibranti, orizzontali o verticali (come<br />

nel Cubo di Socma, premio per l’Innovazione<br />

al Vinitech 2010), che riproducono un’azione<br />

di sgranellatura manuale del grappolo. In<br />

ogni caso l’azione è estremamente delicata,<br />

non provoca fratture o lacerazioni né delle<br />

bucce, né tantomeno dei raspi, e permette<br />

il distacco dei soli acini maturi lasciando<br />

attaccati al pedicello quelli verdi e quelli<br />

secchi. Il limite di queste nuove macchine<br />

è legato, se vogliamo, alla bassa capacità<br />

PiGiadiraSPaTrici TradiziOnaLi:<br />

accOrGiMenTi Per un’aziOne SOFT<br />

cosa occorre valutare in una pigiadiraspatrice tradizionale<br />

per accertarsi che possa lavorare in modo <strong>soft</strong>?<br />

• La velocità dell’albero è regolabile?<br />

• La velocità della gabbia è regolabile?<br />

• È possibile regolare la distanza tra le palette e la gabbia?<br />

• Le palette sono rivestite in materiale plastico o in gomma?<br />

• il cestello è disponibile con fori di diverso diametro?<br />

• il cestello ha fori con bordi arrotondati?<br />

• il cestello è disponibile in materiale plastico?<br />

• i rulli di pigiatura sono regolabili nella distanza?<br />

• La velocità dei rulli di pigiatura è regolabile?<br />

• i rulli di pigiatura possono essere aperti del <strong>tutto</strong>?<br />

• i rulli di pigiatura sono in gomma o materiale plastico?<br />

48<br />

VQ numero tre - giugno duemila12<br />

Distacco dell’acino dal<br />

pedicello per vibrazione<br />

Distacco per azione<br />

dei pioli in gomma<br />

Riproduce un’azione di<br />

sgranellatura manuale<br />

Distacco tradizionale con<br />

movimenti <strong>molto</strong> lenti<br />

Euroselect Nastro su piano inclinato con tre alberi a dita flessibili Movimento per caduta<br />

Tab. 1 - Alcune pigiadiraspatrici o sgranellatrici di nuova generazione.<br />

Pulizia con separatore a rulli<br />

oraria, che le rende adatte a realtà di piccole<br />

dimensioni, laddove i tempi di lavorazione non<br />

sono un problema e l’obiettivo è il massimo<br />

risultato qualitativo raggiungibile. In tali<br />

realtà la lentezza della macchina diraspatrice<br />

si associa ai tempi di cernita manuale,<br />

precedente o successiva alla sgranellatura, e<br />

di conseguenza non è la diraspatrice a fare da<br />

collo di bottiglia nel processo.<br />

La pigiatura dovrà essere fatta sempre<br />

delicatamente, nella misura desiderata o<br />

anche non svolta affatto. Molti produttori<br />

infatti preferiscono inviare in fermentazione<br />

gli acini interi o almeno una buona<br />

percentuale di acini interi. Questa tendenza<br />

sembrerebbe particolarmente seguita dai<br />

produttori di Pinot nero, tanto che alcuni<br />

negli Usa chiamano le pigiadiraspatrici di<br />

nuova generazione Macchine per Pinot.<br />

Il gruppo di pigiatura della pigiadiraspatrice<br />

(o la sola pigiatrice se si adotta<br />

la soluzione di due macchine<br />

separate, che permette di<br />

–<br />

Associato un tavolo vibrante per la pulizia<br />

dal MOG e per lo sgrondo<br />

–<br />

Selezione in cassetti delle uve con diverso grado<br />

di maturazione e diversa forza di distaccamento<br />

inserire un’ulteriore fase di<br />

cernita e pulizia delle uve<br />

diraspate) deve pertanto<br />

permettere di regolare la<br />

distanza tra i rulli, che dovranno<br />

essere in materiale plastico<br />

o più spesso in gomma, ed<br />

eventualmente di aprirli del<br />

<strong>tutto</strong> per lasciar passare gli acini<br />

interi. Alcune ditte costruttrici<br />

hanno adottato rulli conici<br />

in gomma che permettono


...<br />

di schiacciare gli acini con gradualità e<br />

di ridurre la velocità di rotazione senza<br />

diminuire l’efficienza oraria dell’impianto<br />

(il percorso a zig-zag dell’uva lungo il profilo<br />

dei coni porta a una linea di contatto tra<br />

coni maggiore di quella ottenuta con i rulli<br />

cilindrici).<br />

eSTrarre SOLO<br />

iL buOnO daLLe uve<br />

Nella vinificazione delle uve rosse la fase<br />

di macerazione è sicuramente quella che<br />

incide di più sulla qualità finale dei vini. Con<br />

la macerazione si estraggono infatti dalle<br />

uve i composti desiderati contenuti nelle<br />

bucce, soprat<strong>tutto</strong> antociani e flavonoidi,<br />

oltre che i composti aromatici. La tecnica<br />

di macerazione deve essere tale da estrarre<br />

selettivamente solo i composti interessanti<br />

per la qualità del vino e cioè per il suo colore<br />

e per la sua struttura gustativa, evitando il<br />

passaggio in soluzione dei tannini più amari<br />

e astringenti e delle sostanze a gusto erbaceo<br />

(tra cui alcuni acidi grassi, alcoli e aldeidi),<br />

composti contenuti nelle bucce, nei vinaccioli<br />

e nei tessuti vegetali. La lacerazione delle<br />

bucce (con il rischio di maggiore esposizione<br />

dei vinaccioli) favorisce l’estrazione di queste<br />

ultime sostanze ed è aggravata dal fatto che le<br />

bucce nel corso della macerazione, per azione<br />

dell’alcol, si indeboliscono e divengono sempre<br />

più fragili. Anche in questo caso le operazioni<br />

più violente sono quelle che comportano<br />

i maggiori rischi sia di estrazione delle<br />

sostanze indesiderate, sia di produzione di<br />

feccia responsabile invece dell’adsorbimento<br />

di quelle desiderate, come gli antociani.<br />

Per questo motivo alcuni vinificatori<br />

Palette di una diraspatrice tradizionale rivestite in materiale plastico.<br />

automatici del passato, che prevedevano<br />

grandi movimentazioni e organi meccanici<br />

in movimento per aumentare il contatto tra<br />

fase liquida e fase solida, come i vinificatori<br />

rotativi orizzontali, si possono oggi<br />

considerare quasi del <strong>tutto</strong> superati.<br />

Le tecniche di macerazione tradizionali sono<br />

essenzialmente il rimontaggio e la follatura.<br />

Entrambe le tecniche devono essere applicate<br />

adeguatamente, evitando getti di mosto che<br />

colpiscano troppo energicamente le vinacce<br />

e che formino vie preferenziali nel cappello<br />

nel primo caso, e forze meccaniche di<br />

compressione troppo elevate nel secondo.<br />

Recentemente si sono sviluppati sistemi<br />

automatici di rimontaggio, con bracci rotanti<br />

automatizzati e robotizzati, in grado di variare<br />

QuandO TraTTarLe<br />

bene nOn è una SceLTa<br />

Le uve caratterizzate da condizioni sanitarie<br />

non ottimali, legate soprat<strong>tutto</strong> agli<br />

attacchi di botrite, richiedono sicuramente<br />

attenzioni supplementari. in questi casi<br />

evitare la rottura degli acini per bloccare<br />

l’attività ossidasica della laccasi e ridurre la<br />

contaminazione dei batteri e dei lieviti che<br />

risiedono nei marciumi secondari risulta<br />

fondamentale. Anche l’uso di tecniche<br />

di estrazione <strong>soft</strong>, come il delestage, e<br />

l’eliminazione delle attività enzimatiche, con<br />

la rimozione frequente delle fecce o l’uso di<br />

bentonite in fermentazione, possono risultare<br />

efficaci nel limitare i danni sulla qualità<br />

del vino finito.<br />

The world imagines... Mimaki delivers


in CAnTinA<br />

MaceraziOne SOFT<br />

Casa produttrice Nome prodotto Principio Applicazione<br />

Ganimede Vinificatore Ganimede<br />

Gimar Selector System<br />

Ghidi Onda<br />

il getto in funzione delle caratteristiche<br />

geometriche della vasca e della necessità di<br />

dilavamento del cappello. Una tecnica che si<br />

è sviluppata <strong>molto</strong> negli ultimi anni è quella<br />

del delestage (vedere box). Se ben gestito,<br />

con particolare attenzione soprat<strong>tutto</strong> nel<br />

momento in cui si effettua il reintegro del<br />

mosto nella vinaccia affondata, il delestage<br />

rappresenta un’ottima tecnica di estrazione<br />

<strong>soft</strong>, adatta anche alla vinificazione delle uve<br />

più delicate, come quelle con buccia fine o<br />

indebolite dagli attacchi patogeni.<br />

Se non si svolge in modo automatizzato (in<br />

vinificatori sovrapposti per esempio), tuttavia<br />

il delestage richiede (oltre alla disponibilità<br />

di spazi aggiuntivi per il travaso e la sosta<br />

del mosto) un controllo delle operazioni<br />

supplementare rispetto a quanto avviene con<br />

i rimontaggi e di conseguenza è talvolta di<br />

difficile applicazione in realtà <strong>molto</strong> grandi<br />

che lavorano elevati volumi di uve.<br />

SOFT Ma un PO’ SnOb<br />

il delestage consiste nel travaso della fase<br />

liquida in fermentazione in una vasca di<br />

appoggio e nella sosta del cappello di vinacce<br />

sul fondo della vasca di vinificazione per un<br />

periodo di una o due ore, durante le quali<br />

questo va incontro ad una sgrondatura<br />

e a uno sgretolamento. Al termine di<br />

questo periodo le due fasi vengono riunite<br />

aggiungendo il mosto dall’alto con un getto<br />

debole ma di elevata portata: il cappello<br />

rialzandosi viene attraversato dall’intero<br />

volume del liquido.<br />

Sistema di valvole by-pass per il passaggio della CO di fermentazione.<br />

2<br />

Spinta della CO di fermentazione per la rottura del cappello,<br />

2<br />

nessuna pompa o organi in movimento<br />

Sistema automatico con vaschetta superiore di accumulo del mosto con flusso<br />

a cascata lungo le pareti e sistema a cascata sulle vinacce.<br />

Disco immerso sotto la vinaccia che “pompa” il mosto sul cappello con delicato<br />

movimento sussultorio + rottura del cappello dal basso con iniezione di gas inerti<br />

In alcune pigiatrici vengono adottati rulli conici in gomma che riducono la velocità di rotazione senza diminuire<br />

l’efficienza oraria.<br />

Diversi vinificatori automatici sono stati<br />

sviluppati per rispondere alla necessità di<br />

operare macerazioni soffici e selettive e<br />

contemporaneamente ridurre la complessità<br />

delle operazioni di cantina. Nella tabella 2 se<br />

ne riportano alcuni tra quelli presentati nelle<br />

fiere espositive più recenti, senza tuttavia<br />

la presunzione di essere esaustivi. Molti di<br />

questi vinificatori permettono di eliminare i<br />

vinaccioli, nelle prime fasi della macerazione,<br />

da una valvola posta sul fondo conico o<br />

inclinato. Alcuni hanno eliminato del <strong>tutto</strong> la<br />

presenza di organi in movimento e di pompe:<br />

come nel vinificatore Ganimede, che è stato<br />

50<br />

VQ numero tre - giugno duemila12<br />

il primo nel quale si è sfruttata l’azione di<br />

rimescolamento della CO 2 di fermentazione.<br />

Le soluzioni sono sicuramente molte e con ogni<br />

probabilità le più semplici sono anche quelle<br />

più efficaci e di più facile gestione. La qualità<br />

dell’uva rimane come sempre fondamentale,<br />

ma la possibilità di scegliere tra regolazioni<br />

diverse in tempi, intensità e parti da sottoporre<br />

alla macerazione (eliminando o meno i<br />

vinaccioli per esempio) offre sicuramente<br />

maggiori possibilità di adattare la tecnica alle<br />

varietà, alle condizioni di maturazione delle<br />

uve e allo stile del produttore. n<br />

© RIPRODUZIONE RISERVATA<br />

Tutti i tipi di macerazione, uve bianche e rosse,<br />

criomacerazione, conservazione sur lies<br />

Uve rosse, diversi accessori: Oxycontrol,<br />

Oxyplus, Multisteep (delestage frazionato)<br />

Segnalazione al Premio per l’Innovazione<br />

SIMEI 2011<br />

Parsec Air Mixing Rottura del cappello dal basso con iniezione di gas inerti Applicabile a qualunque tipo di serbatoio<br />

Gortani Gortani Soft System Sistema di follatura soffice a una o due viti -<br />

Albrigi Volvotank Piatto riscaldato con rotazione automatica lenta che rovescia il cappello -<br />

Tab. 2 - Alcuni vinificatori ad azione <strong>soft</strong> per la macerazione delle uve rosse che sfruttano principi e meccanismi diversi.

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