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ospedale neuropsichiatrico per la provincia di cuneo in ... - SIUSA

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Archivio dell’Ospedale Neuropsichiatrico - Introduzione<br />

La Legge Mariotti prevedeva l’<strong>in</strong>troduzione del ricovero “volontario” <strong>in</strong> <strong>ospedale</strong><br />

psichiatrico: ben presto si fece strada <strong>la</strong> possibilità che l’uscita potesse essere volontaria<br />

allo stesso modo dell’<strong>in</strong>gresso. Come era preve<strong>di</strong>bile, tale <strong>di</strong>sposizione portò al<strong>la</strong> crisi il<br />

reparto neurologico “a porte a<strong>per</strong>te” <strong>di</strong> Racconigi (istituito nel 1934), i cui ospiti <strong>in</strong> pochi<br />

anni si <strong>di</strong>mezzarono a vantaggio dei ricoverati <strong>in</strong> base all’art. 4 del<strong>la</strong> legge sopra citata;<br />

<strong>per</strong> tale motivo il reparto <strong>in</strong> questione non aveva più motivo <strong>di</strong> esistere e nei primi anni<br />

’70 il <strong>di</strong>rettore Giacomo Donegani propose <strong>di</strong> sopprimerlo.<br />

La legge n. 431/1968 fu un decisivo ponte culturale ed o<strong>per</strong>ativo fra <strong>la</strong> vecchia<br />

legis<strong>la</strong>zione del 1904-1909 e quel<strong>la</strong> del 1978, vale a <strong>di</strong>re le leggi n. 180 e n. 833.<br />

5. La legge n. 180 del 13 maggio 1978<br />

L’acceso <strong>di</strong>battito sull’<strong>in</strong>adeguatezza dell’assistenza psichiatrica italiana risaliva almeno<br />

al<strong>la</strong> f<strong>in</strong>e degli anni ’60 del XX secolo: alcune <strong>in</strong><strong>di</strong>cazioni su una possibile riorganizzazione<br />

dei servizi neuro-psichiatrici nel<strong>la</strong> <strong>prov<strong>in</strong>cia</strong> <strong>di</strong> Cuneo erano state fornite <strong>in</strong> un’accurata<br />

re<strong>la</strong>zione sti<strong>la</strong>ta nel 1972 dal <strong>di</strong>rettore dell’Ospedale Neuropsichiatrico <strong>di</strong> Racconigi, il<br />

professor Giorgio Ceccarelli. Questi suggeriva <strong>di</strong> ri<strong>di</strong>mensionare l’<strong>ospedale</strong> <strong>in</strong> esame,<br />

sistemando altrove i ma<strong>la</strong>ti geriatrici che non erano <strong>di</strong> stretta competenza psichiatrica e<br />

istituendo reparti <strong>di</strong> tipo a<strong>per</strong>to, comunità terapeutiche, attività occupazionali. Il <strong>di</strong>rettore<br />

riconosceva <strong>per</strong> <strong>la</strong> maggior parte dei degenti l’impossibilità <strong>di</strong> una riabilitazione sociale, a<br />

causa del “lungo tempo <strong>di</strong> istituzionalizzazione che ha determ<strong>in</strong>ato <strong>in</strong> essi una pressante<br />

irriducibile <strong>di</strong>pendenza psicologica ed una irrecu<strong>per</strong>abilità sociale”; <strong>per</strong> questo motivo ci<br />

si auspicava il mantenimento <strong>di</strong> alcuni reparti <strong>per</strong> lungo-degenti, dest<strong>in</strong>ati ad esaurirsi<br />

con il tempo. La possibilità <strong>di</strong> aprire servizi ambu<strong>la</strong>toriali presso l’<strong>ospedale</strong> psichiatrico e<br />

presso <strong>la</strong> stessa citta<strong>di</strong>na <strong>di</strong> Racconigi era da escludere, <strong>per</strong> via dell’identificazione <strong>di</strong><br />

grave ma<strong>la</strong>ttia mentale <strong>in</strong>sita nel ricordo del<strong>la</strong> vecchia struttura ospedaliera. Una prima<br />

<strong>in</strong>iziativa da parte <strong>di</strong> alcune équipes poteva essere <strong>la</strong> <strong>di</strong>missione <strong>di</strong> quei degenti che ne<br />

avevano <strong>la</strong> “possibilità psichiatrica”, rompendo dove fosse stato possibile i rapporti <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>pendenza e sensibilizzando le famiglie; tale passaggio doveva essere seguito dal<strong>la</strong><br />

XVII

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