ospedale neuropsichiatrico per la provincia di cuneo in ... - SIUSA

Archivio dell’Ospedale Neuropsichiatrico - Introduzione
delle situazioni “sgradevoli”: per esempio, se nel reparto c’erano degli etilisti nessuno
poteva bere vino. Con la comunità “Via del Giardino” e con la successiva comunità
“Monviso”, nata nel 1992, furono intaccate delle situazioni croniche e gradualmente
venne data una risposta specifica alla realtà esistente. Tra le caratteristiche rilevanti si
sottolineano il numero limitato di pazienti e quindi una risposta individualizzata (14
utenti uomini per la comunità “Monviso” e 9 ospiti a carattere misto per la “Via del
Giardino”), un numero ridotto di operatori che tuttavia assunsero un ruolo determinante
per il loro grado di responsabilità nelle scelte di gestione all’interno della comunità, l’uso
di regole attive prese in alcuni casi di comune accordo tra utenti e operatori: ad esempio i
pazienti della comunità “Via del Giardino” si autogestivano durante la notte e avevano le
chiavi dei locali.
Nel 1992 nacque un’associazione, “Il Germoglio”, finalizzata al superamento
dell’ospedale psichiatrico: essa era composta da utenti, operatori, volontari, ed era
patrocinata dall’USSL locale. Nacque dalle ceneri dell’esperienza di un operatore e di
qualche utente che seguiva l’ergoterapia come metodo terapeutico (il lavoro come terapia
per il malato); in seguito si preferì proseguire questo discorso lasciando però libera la
scelta di partecipazione.
Dall’inizio degli anni ’90 si puntò molto sulla riabilitazione dei pazienti, mirando a una
ricostruzione della capacità d’integrazione sociale propria del malato: gradualmente
vennero preparati alla scelta di una realtà diversa da quella manicomiale, attraverso
attività interne quali la musicoterapia e i laboratori, ed esterne, come soggiorni estivi e
corsi all’Unitre.
La Legge Finanziaria del 1992 indicava il 31 dicembre 1996 come termine di chiusura degli
ospedali psichiatrici, lasciando un biennio di transizione utile a completare il programma
di superamento, per cui tutti i pazienti dovevano essere dimessi ed inseriti nelle strutture
sanitarie territoriali, individuate dalle commissioni di valutazione che avevano operato
nel corso del 1996.
Il 1° gennaio 1996 nell’ospedale psichiatrico di Racconigi erano presenti 170 pazienti (66%
maschi, 34% femmine); di questi, il 26% erano disabili psicofisici e anziani non
autosufficienti, il 33% erano soggetti anziani con necessità di consulenza psichiatrica, il
rimanente 41% erano soggetti di competenza psichiatrica. Di questi ultimi, oltre la metà
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