Sommario - Distretto 2120
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DOSSIER: MARZO MESE DELLA DONNA<br />
Quando il Rotary aprì le porte alle donne<br />
Vinicio Coppola<br />
Past Presidente RC Bari Castello<br />
Gli antropologi non hanno<br />
mai avuto dubbi, e la loro tesi è<br />
suffragata dalla storia, sin dai<br />
tempi più remoti. Sostengono<br />
che la parità uomo-donna, in<br />
auge ai tempi della caccia venne<br />
meno con l’abbandono della<br />
vita nomade e il progressivo<br />
diffondersi del lavoro dei campi.<br />
In parole semplici , l’agricoltura<br />
agli albori era maschilista.<br />
Quando vigeva l’arte venatoria<br />
– ribadiscono sempre gli<br />
antropologi - Eva era stata indubbiamente<br />
una valida e assidua<br />
collaboratrice in campo<br />
economico, non meno importante<br />
di Adamo. Anche perché<br />
non poteva essere relegata al<br />
ruolo di casalinga perché la<br />
casa non era ancora venuta<br />
alla luce. Dunque, i guai veri<br />
e propri cominciarono per lei<br />
quando i primi clan si stabilirono<br />
su un determinato territorio<br />
-spesso, se non sovente -<br />
di loro proprietà. Ragion per<br />
cui l’agricoltore cambiò mentalità<br />
rispetto all’antenato cacciatore,<br />
considerando anche la<br />
compagna di sua mera proprietà.<br />
E il Rotary? In origine<br />
- come si sa - era precluso alle<br />
donne. Ne facevano fede lo statuto<br />
e il regolamento del Rotary<br />
International; sancivano espressamente<br />
che solo gli uomini<br />
ne potessero far parte. Ma nel<br />
1978 il Rotary Club di Duarte,<br />
in California, contravvenendo<br />
a tutte le regole, ammise tre<br />
donne. Apriti cielo! Ci fu un’autentica<br />
levata di scudi subito<br />
recepita dal Consiglio centrale<br />
che inoltrò immediatamente un<br />
ricorso per contestare quella<br />
ribelle decisione. Ma la corte<br />
d’appello, in prima istanza, e,<br />
successivamente, la Corte suprema<br />
della California diedero<br />
ragione al Club di Duarte. E<br />
così, un decennio dopo, esattamente<br />
nel 1989, il Consiglio<br />
di legislazione del Rotary International<br />
modificò il testo<br />
dello statuto e del regolamento,<br />
abrogando quell’iniqua discriminante.<br />
Da quella data, dunque,<br />
via libera all’altra metà<br />
del cielo. Che comportò un impegno,<br />
a dir poco rivoluzionario,<br />
dal primo all’ultimo socio, di<br />
accogliere, senza riserva alcuna<br />
e in piena collaborazione, coloro<br />
che fino ad allora erano state<br />
discriminate e relegate in un<br />
cantuccio. Ad onor del vero, il<br />
prendersi cura dell’altro è stato<br />
sempre il codice simbolico alla<br />
base del nostro sodalizio: un<br />
codice che può esprimersi, senza<br />
mai esaurirsi, nel reciproco<br />
soccorso, non solo in caso di<br />
pericolo. Insomma, prendersi<br />
cura dell’altro, avere a cuore i<br />
bisogni dell’amico in difficoltà<br />
– e dal 1989, ricordiamolo,<br />
anche dell’amica - vuol dire<br />
innanzitutto garantire la sopravvivenza<br />
e il rafforzamento<br />
di un legame, grazie al quale è<br />
possibile far fronte alle sfide,<br />
sempre più numerose, dei nostri<br />
giorni. Nei quali, purtroppo,<br />
si assiste ad una disgregazione,<br />
lenta e inesorabile, proprio di<br />
quei valori cui si deve uniformare<br />
la ruota dentata. Dobbiamo<br />
adoperarci tutti per cambiare<br />
in meglio l'intera comunità,<br />
non solo quella in cui viviamo.<br />
E in tale alveo s’inserisce<br />
l’apertura ad Eva. Donne non<br />
solo da cooptare, ma da inserire<br />
a pieno titolo nei nostri gangli,<br />
e da favorire perché possano<br />
crescere sempre di più nei nostri<br />
Club. Quello delle donne – riconosciamolo<br />
una volta per tutte<br />
- è un patrimonio irrinunciabile,<br />
verso il quale dovremmo<br />
assumere posizioni di maggiore<br />
disponibilità; un patrimonio<br />
che è necessario far lievitare<br />
grazie anche alla nostra dedizione.<br />
In che modo? Anche attraverso<br />
una ricerca oculata,<br />
una cooptazione mirata, una<br />
formazione diretta a far conoscere<br />
l'essenzialità dei principi<br />
rotariani.<br />
è un programma utopico?<br />
Nient'affatto. Ma sarà possibile<br />
ROTARY INTERNATIONAL <strong>Distretto</strong> <strong>2120</strong> Puglia - Basilicata I MARZO 2012<br />
solo se guarderemo con crescente<br />
attenzione e rispetto al<br />
sesso cosiddetto debole. Che<br />
poi, guardando i risultati del<br />
loro apporto, tanto debole non<br />
è! Va anche detto che non pochi<br />
rotariani – forse i più coraggiosi<br />
e aperti al nuovo – hanno riconosciuto<br />
che le neo-socie hanno<br />
portato una ventata di efficienza,<br />
quasi una scossa salutare<br />
nel nostro organismo. Evidentemente<br />
si riferivano agli "sleeping<br />
members", cioè ai soci<br />
dormienti. Ai quali, per destarli<br />
dal letargo, spesso non bastano<br />
neppure riunioni interessanti<br />
imperniate su argomenti frizzanti<br />
o d'attualità. Ma le neosocie<br />
hanno detto a chiare lettere<br />
che non bisogna tirare i remi<br />
in barca: sarebbe una resa davvero<br />
ingloriosa. Di qui il suggerimento<br />
di scuotere in ogni<br />
modo queste coscienze prima<br />
di arrivare a drastiche decisioni.<br />
Sveglia per tutti, dunque. Perché<br />
il Rotary avrà un futuro<br />
se non vivrà chiuso nella sua<br />
monade, se saprà adeguarsi al<br />
bioritmo del mondo, se sarà in<br />
grado di prendere atto dei bisogni<br />
dell’umanità. Certo, per<br />
attuare i programmi, specie<br />
quelli di ampio respiro, occorre<br />
l'impegno di tutti. Ciascuno<br />
di noi, pur nel suo piccolo, può<br />
fare la sua parte per onorare<br />
quanto raccomandava Arch<br />
Klumph: "Fare un po' di bene<br />
nel mondo". Un piccolo sacrificio<br />
può contribuire a ridare<br />
la salute ad un infermo, il sorriso<br />
a un bambino, la speranza<br />
ad una famiglia in panne.