Se cerchiamo il bello facile, non chiediamolo all ... - Luigi Gioia osb

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Sparkling, 2006 con la macchina / vedere / sentire / vedere e sentire / la logica / la quintessenza sentire l’energia espressa / nella logica logica dei colori di Colui che ha creato Amore / amare / atto unico Sentire / cogliere / attimo / silenzio / pensiero fisso sul mondo sul creato / oltre a linea euclidea sull’insieme di punti / vedere / sentire oltre / oltre i limiti. E credere in Lui. Esporsi a quest’altra faccia della realtà, la faccia astratta, la faccia ascetica, non lascia indenni. “Credere in Lui” è possibile solo “oltre, oltre i limiti”. Solo Lui, solo il Signore, il Dio compassionevole, abbraccia pienamente “i dolori della realtà”, il gemito del creato, ne asciuga ogni lacrima. Un Dio che non chiude gli occhi, un Dio che vede, scruta, conosce ogni gesto, ogni pensiero, ogni parola. L’anima di Gianni Arde, anima che studia, che coglie, conosce, verifica, decifra la realtà tragica, i mali -‐ quest'anima deve poi lottare ancora per trovare un linguaggio capace di esprimerli. You and me, 2004 Chi vuole cogliere questo linguaggio non cerchi quello che gli piace, non cerchi il bello facile, non cerchi la comodità. Se è la realtà che incontriamo, se sono 4
questi dolori, questi gemiti, queste lacrime, i soffi, i gesti, i pensieri, le parole, le cicatrici, le ferite -‐ allora esporsi ad essi non è una gita sul lago, non è un godimento estetico, non lascia spazio ad alcun compiacimento. Se l’artista è autentico, se lo spettatore è onesto, allora possono solo lasciarsi entrambi disturbare, dislocare, sospendere, talvolta anche turbare. Se Dio non chiude gli occhi sui nostri mali, i nostri dolori, le nostre vergogne, le nostre colpe, le nostre passioni -‐ quanto saremmo ipocriti noi se, in nome di una pretesa fedeltà alla sua purezza, cercassimo di volgere lo sguardo altrove. Quarzi, 2008 Fin dove avremo il coraggio di sostenere questa ascesi, fin dove riuscirà a penetrare la nostra anima, fin dove sapremo lasciarci condurre dallo sguardo creatore, redentore che “scruta e conosce”, che “penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito”.. fin dove? Ciò dipende forse dalla nostra autenticità, dalla nostra integrità. Ma chi è autentico, chi è integro? “Perché mi chiami buono? Nessuno è buono se non Dio solo”. L’artista non è più autentico o più onesto di ogni altra persona per virtù o per scelta, lo sappiamo, ma è forzato a più autenticità, a più onesta per bisogno, per ossessione. Cosa spingeva Gianni Arde a eseguire più di diecimila foto all’anno, parallelamente alla sua attività di pittore e scultore? Perché scrutare così incessantemente il visibile, perché inabissarsi nei suoi antri, oltre il riconoscibile, lasciando emergere forme, colori che meravigliano e sconcertano tutt’insieme? Un’immensa futilità, uno spreco, una velleità -‐ oppure la ricerca febbrile di un linguaggio. 5
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Page 3: Platano, 2006 Della realtà, Gianni
Page 7: critica. E soprattutto solo in ques

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