Settembre - Provincia Regionale di Enna

provincia
enna
28
M
i piace riportare quanto
scrive Salvatore Salamone
Marino insigne storico
della fine dell’800 amante e cultore,
alla pari di Francesco Pitrè, delle
tradizioni popolari. Nel preambolo
del suo libro “Costumi ed usanze
dei contadini in Sicilia” al fine di
illustrarci le ragioni del suo amore
per l’indagine dei costumi del
nostro popolo così scrive:
«Vi conduco attraverso i modesti
comuni dello interno dell’isola, pè tuguri,
pè campi, pè monti se non v’annoiate
voi adusati alle eleganze e cortesie cittadine
e non isdegnate di guardare da presso
questi visi abbronzati e di stringere
queste mani callose jo mi lusingo che troverete
di che dilettarvi, che di sconosciute
virtù piglierete contezza, che avrete da
meditare su certe usanze e su certi traviamenti
dello spirito umano, vecchi
quanto l’uomo; nel tutto, sarete poi lieti
di aver forse più intimamente conosciuto,
nella parte buona e nella guasta il
cuore della popolazione rurale siciliana
che merita di essere più equamente e più
apprezzata»
prosegue ancora:
«In un tempo di transazione come il
Enna
Le tradizioni
vanno custodite…
nostro nella quale civiltà, moda, commerci
hanno in gran parte cancellato e cancelleranno
presto del tutto le differenze di
Nazione di classe, di individuo, è carità
di patria e dovere di storico il raccoglire e
conservare le ultime immagini di un
popolo che fino a ieri ebbe una spiccata
individualità, della quale ha fatto ora
spontaneo sacrificio rientrando nell’unità
della gran Famiglia Italiana»
Così scriveva il 14 Marzo 1897 il
Salamone Marino E’ interessante
notare con quale passionalità lo storico
esterna preoccupazione per una
possibile e inesorabile perdita di
identità e dispersione delle tradizioni
popolari della nostra isola nell’atto
dell’Unificazione Italiana. La stessa
passionalità che appartiene, ancora
oggi, a tutti coloro che amano le tradizioni
popolari in tutte le sue possibili
espressioni, la stessa passionalità
di chi, osservando gli effetti di una
globalizzazione ed omologazione
incessante ritengono più vero e
genuino ed importante far conoscere
ai nostri giovani questo immenso
patrimonio. Credo che la cultura
popolare un tempo considerata “subalterna
“a quella “dotta e libresca “è,
e continua ad esserlo, oggetto di
studi attenti che ne hanno messo in
evidenza la ricchezza e la dovuta
importanza formativa ed educativa
per i valori che contiene e trasmette
tra cui, L’orgoglio di appartenenza
che implica il riconoscimento e l’accettazione
dell’indentita individuale
e collettiva. Come ebbe ad affermare
il Pitrè «il passato vive in noi e con
a cura di Ivana Antinoro